Nomen Omen. Un nome, un destino.

di Lidy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' Finita. ***
Capitolo 2: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 3: *** Cosa nascondi? ***



Capitolo 1
*** E' Finita. ***


 

 

A Chiara per avermi tenuto compagnia durante notti insonni

e per essere così simile a me,

A Lia per essere un'amica sincera e speciale,

A Jenny per avermi fatto fare tante risate commentando alcune FF,

A Elena per avermi sostenuta fin dall'inizio.

 

Ragazze, questa storia, è per voi.

 

 

 

 

Washington, Febbraio 2013.

 

La pioggia, in quel periodo dell'anno, non cessava un attimo. Quella notte poi, stava dando il meglio di se stessa. Quasi non ricordavo più cosa si provasse ad avere vestiti asciutti addosso, che non diventassero un tutt'uno con la mia pelle. La tuta, che indossavo, però, non mi faceva provare alcuna differenza: che fosse asciutta o bagnata, era talmente aderente da farmi sentire nuda.

La finestra dalla quale guardavo, dava su una lunga strada che terminava in una strada parallela diretta verso l'autostrada. Era un ottimo piano, non c'erano dubbi.

Un ragazzo alto e con la stessa tuta identica alla mia, guardava esattamente lo stesso punto. Stavamo aspettando il segnale. Perchè non si facevano ancora vivi? Eppure avevamo ripassato tutto talmente tante di quelle volte da averne la nausea.

E poi eccolo finalmente. Il segnale. Due fari lampeggiarono in fondo alla strada, quasi ad angolo, per non essere visti se non da noi.

 

- Vai prima tu, io ti guardo le spalle. - disse il ragazzo accanto a me accompagnando la frase con un cenno della testa.

Non me lo feci ripetere due volte e uscii dalla finestra in modo molto silenzioso, guardando a destra e a sinistra con fare circospetto. Non c'era nessuno. Perfetto.

- Passamelo - dissi, facendo segno di sbrigarsi. Per fortuna era più piccolo di quanto avessi immaginato e fu abbastanza facile farlo passare dall'apertura della finestra.

- Vai, corri. - disse con voce più alta del normale. Che avesse avuto anche lui una brutta sensazione? Avete presente quando qualcosa dentro, ti dice che forse è meglio evitare? Che, forse, per quella volta, sarebbe meglio che restassi a casa? Lo chiamano sesto senso. Ma non ho mai dato peso a queste cavolate e quindi non vedevo perchè seguire quel 'consiglio' giusto stasera.

Mi misi a correre con l'oggetto sotto il braccio. Di solito, questo genere di cose, non le facevamo solo io e lui. Ma il caso, favorevole o sfavorevole, volle che fossimo solo noi due. Un brutto presagio?

Sentii il ragazzo correre dietro di me. Evitavamo di chiamarci per nome per paura che qualcuno potesse sentirci e riferirlo. Dovevo tranquillizzarmi.

Eravamo quasi a metà strada e la pioggia rallentava non poco la nostra corsa.

Restava l'ultima traversa da superare e poi saremo potuti tornare a casa. Al sicuro. A ridere e scherzare come facevamo sempre, dopo un colpo ben riuscito. Ma all'improvviso, un boato.
Sirene della polizia e riflettori, tutti puntati su di noi. Il panico arrestò la mia corsa. Eravamo circondati. Qualcuno ci aveva tradito, questo era certo. Avevo solo una chance per consegnare l'oggetto, se avessi perso ancora un altro secondo sarebbe stato troppo tardi. Ripresi la corsa e sentii gli agenti della polizia gridare - Alzate le mani. Non fate un altro passo. - Fui più veloce della luce stessa. Lanciai l'oggetto di fronte a me, pregando che l'asfalto bagnato mi aiutasse. Giunse quasi vicino la macchina e una figura vestita esattamente come me, scese, recuperò l'oggetto e salì in macchina. Una sterzata annunciò alla polizia che altre persone erano coinvolte. Non eravamo soli. Di questo, evidentemente, non li avevano informati.
Due macchine partirono all'inseguimento mentre altri agenti portandoci le mani dietro la schiena, chiudevano quelle fastidiose manette attorno ai nostri polsi.

- Avete il diritto di non parlare. Tutto quello che direte, potrà essere usato contro di voi. - disse uno di loro mentre ci portava verso la macchina più vicina.

Guardai il ragazzo accanto a me e mi accorsi che anche lui mi stava guardando con lo stesso sguardo spaventato. Poi, disse quello che avevo già pensato e che non avevo avuto il coraggio di esprimere a parole
– è finita. -




Angolo autrice.

 

Salve a tutteee!! Eccomi qua con una nuova FF. So che probabilmente avrei dovuto terminare prima quella precedente ma la voglia di creare una nuova storia e inserire delle fantastiche persone che ho conosciuto qui, era troppo forte!

Questo ovviamente è il prologo e ho evitato, volutamente, di inserire nomi e cognomi per non far capire tutto subito.

Se vi ha un attimino messo curiosità e volete leggere il seguito, fatemelo sapere. Scrivete anche una piccola recensione. Non deve essere per forza positiva..ma ho bisogno di capire se può interessare a qualcuno o no! :)

A presto xx

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Capitolo 2
*** Un nuovo inizio ***


Baltimore, Settembre 2013

 

 

Era un nuovo inizio. Tutto era così perfetto da non farmi pensare a niente se non al fatto che era esattamente lì che volevo essere. Per la prima volta in vita mia riuscivo a fare qualcosa che volevo. Senza pressioni di alcun tipo. Senza genitori iperprotettivi. Senza nessuno a cui dover rispondere delle mie azioni se non a me stessa.

L'università era un nuovo mondo per me, un mondo che ero riuscita a raggiungere con tanto impegno e forza di volontà. Senza l'aiuto di nessuno.

L'edificio era grande e maestoso con un giardino verde all'inglese e alberi disposti in punti strategici per ripararsi dai caldi raggi solari di alcuni mesi dell'anno.

L'ambiente accogliente mi fece ben sperare.

Salii i gradini trascinando con me le due enormi valigie che mi ero portata. Ognuna di essa pesava 25 kg ed io pesavo poco più di loro messe assieme.

 

- Attenta!! - gridò una voce. La valigia di destra era rimasta impigliata tra un gradino e l'altro e il peso mi stava facendo perdere quel poco equilibrio che avevo. Per fortuna il ragazzo non era molto distante da me e arrivò giusto in tempo per non farmi fare una figuraccia. La prima di una lunga serie.

- Forse è meglio se le prendo io – disse una volta avvicinatosi, sorridendo – non vorrei che la prima stanza che tu veda sia quella dell'infermeria. - aggiunse prendendo le due valigie e liberandomi da quel peso.

- Grazie. Va molto meglio – risposi educatamente ricambiando il sorriso.

- Piacere, mi chiamo Kevin. Matricola? - chiese una volta terminati i gradini. “Come se non fosse ovvio” pensai.

- Chiara, piacere mio. - risposi – e si. E' così evidente? - aggiunsi sistemando un ciuffo riccio andato davanti gli occhi.

- Kevin!! Dobbiamo andare. Siamo in ritardo! - Una ragazza alta si avvicinò a noi mentre riponeva con cautela un cellulare nella sua borsa Prada. Notai che la borsa non era l'unico elemento firmato, anzi, non aveva niente addosso che non fosse appartenente a qualche grande firma.

Mi squadrò dai piedi fino alla testa con una lentezza voluta e calcolata, come se non potesse credere ai suoi occhi. Il disagio e l'inadeguatezza tornarono a farmi visita. Odiavo sentirmi così e odiavo che a farmi sentire così fosse, ancora una volta, una qualche viziata di papà.

I suoi capelli castani ricadevano dolcemente sul suo petto con dei boccoli color rame e incorniciavano in maniera perfetta quel viso magro e tanto curato. Gli occhi, color castani con riflessi verdi, la facevano sembrare una di quelle dee greche di altri tempi. Tanto belle quanto temute.

- Chiara, lei è Elena. La mia fidanzata – disse Kevin indicando la ragazza al suo fianco. - Elena, lei è Chiara. Una matricola. - aggiunse.

- Ciao – dicemmo entrambe senza aggiungere altro.

- Vuoi una mano a portare le valigie in stanza? - chiese Kevin un po' in difficoltà.

- No tranquillo, penso di farcela da sola. E grazie ancora per prima. - risposi con un sorriso. - Ciao – dissi voltandomi verso Elena.

Recuperai di nuovo i miei bagagli e mi incamminai verso la mia nuova stanza.

 

Jenny POV

 

- Che palle! - esclamai a voce alta. Avevo chiesto espressamente di avere una stanza singola e invece mi trovavo a condividerla con qualcuno. Se speravano di passarla liscia si erano proprio sbagliati. Sarei andata a lamentarmi in segreteria il pomeriggio stesso. Cose da pazzi.

Guardai il letto di fronte al mio ancora nudo e mi venne voglia di lanciarlo dalla finestra. Avevo passato tutta la vita a condividere tutto con i miei fratelli ed ero proprio stufa di continuare a farlo con gente che mi non mi veniva niente.

Toc. Toc.

Ed eccola qui la piaga della mia nuova vita.

Alzai di mala voglia il mio sedere dal letto e andai ad aprire la porta. Osservai la persona che mi stava davanti e aggrottai le sopracciglia.

- Si? - dissi con una smorfia.

- Forse ho sbagliato camera. - disse il ragazzo più a se stesso che a me.

- Addio. - risposi e chiusi la porta alle mie spalle.

Mi stavo dirigendo verso il mio letto quando un nuovo “Toc-toc” risuonò nella stanza.

Che giornata di merda. Tutti a rompere le palle oggi.

Tornai sui miei passi e aprendo la porta notai che era di nuovo lui. Lo stesso ragazzo di prima.

Lo guardai come si guarda una persona idiota. Non riuscivo ad essere carina. Non ci riuscivo proprio.

- Stiamo giocando al gioco delle porte? No perchè mi sto divertendo troppo a fare sali e scendi dal letto. - chiesi con fare retorico e uno sguardo assassino.

- Questa è la stanza 322? - chiese facendo finta di non aver sentito.

- Si. Ora che abbiamo appurato il fatto che tu sia capace a leggere, dimmi..che vuoi? Così finiamo questo strazio - dissi guardando prima in alto e poi di nuovo lui.

- Questo si che è buffo. Avranno capito sicuramente male in segreteria studenti. - rispose grattandosi la testa con una mano e guardando il fogliettino che aveva nell'altra.

- Mi chiamo Joe. Avranno pensato ad un nome femminile. Forse hanno capito Joey. - aggiunse voltando il foglietto verso di me. Aveva ragione. Sgranai gli occhi per la sorpresa. Gli avevano assegnato effettivamente proprio questa stanza.

Ma chi cazzo lavorava in segreteria? Degli incompetenti. Ecco la risposta.

- Stiamo tutto il giorno qui o mi fai entrare? - chiese sorridendomi.

Sbuffai in modo piuttosto evidente e lo lasciai passare.

- Non ti credere che sia finita così. Oggi stesso vado a lamentarmi da quei cretini, che vengono pure pagati, per creare casini alla gente. - dissi puntandogli un dito e chiudendo la porta con la mano libera.

- Senti. - disse Joe posando la valigia e facendo un sospiro – ricominciamo? Piacere Joe. - aggiunse porgendomi la mano.

- Si, come no. - dissi alzando le sopracciglia. - Jenny – buttai lì , e mi diressi verso il letto.

Vidi con la coda dell'occhio che ritirò la mano e le mise ambedue in tasca sorridendo. Che tipo strano.

 

Dalla mattina all'ora di pranzo non successe niente di così eclatante. Il mio “compagno di stanza” dopo aver sistemato le sue cose, uscì e non si fece più vedere. 

Decisi di andare a sistemare questa storia una volta per tutte.

Uscii dalla camera e feci le scale di corsa.

 

 

Kevin POV.

 

- Vuoi una mano a portare le valigie in stanza? - chiesi un po' titubante. Mi sarebbe piaciuto aiutarla ma se avesse detto “si” sarebbe stato un problema.
Era una ragazza acqua e sapone, di quelle che non si trovano più facilmente in giro. I suoi capelli ricci e castani mi ricordavano tanto quelli di mio fratello prima che decidesse di rasarseli a zero. Gli occhi azzurri creavano un contrasto perfetto con tutto il resto.
Voltai la testa verso Elena e la sua occhiata mi fece capire che potevo evitare di porle quella domanda.
 

- No tranquillo, penso di farcela da sola. E grazie ancora per prima. - rispose Chiara. - Ciao. -

Meno male, eravamo già in parecchio ritardo.

Scesi le scale insieme ad Elena e le presi la mano. Nonostante potesse sembrare antipatica e snob, una volta conosciuta riuscivi ad apprezzarla per quello che era.

- Sai che se mio padre si incazza sono guai! - disse Elena e un brivido percorse tutta la mia schiena.
Accelerai il passo.

Il telefono squillò e infilai l'altra mano nella tasca per prenderlo.

- Pronto? - dissi

- Kevin, abbiamo un piccolo problema. - rispose mio fratello. - dobbiamo anticipare a stasera. - aggiunse.

- Nick - risposi in difficoltà - ne parliamo dopo. Ora non posso proprio. - riattaccai e aprii la portiera della macchina.

 

 

 

 

Angolo autrice.

 

Saaalve ragazze!

Eccomi di nuovo! (si sono sempre io). Mi sono lasciata un po' prendere la mano da questa storia e non riesco più a non scrivere. :) Ma non abituatevi ad aggiornamenti tanto rapidi perchè non sarà sempre così (vedi storia precedente.... XD)

Comunque, volevo ringraziare Chiara, Lia e Nicole per aver commentato il prologo. Se non lo aveste fatto probabilmente non sarei qui a postare il primo capitolo :) Perciò, grazie di cuore. <3

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Capitolo 3
*** Cosa nascondi? ***


 

Jenny POV

 

- Nome? - chiese l'impiegato.

- Jenny Davis – risposi tamburellando con le dita il bancone.

- Matricola? - chiese ancora.

- Come faccio a saperla già a memoria? E' solo il primo giorno – risposi allargando le braccia.

- Allora mi dica l'età – chiese impassibile l'impiegato.

- 19 - risposi. Che imbecilli., pensai. Non ne potevo più.
- Stanza numero? - Chiese ancora una volta.

- Mi sta prendendo per il culo? - sbottai all'improvviso. Ero arrivata al limite della sopportazione. - - Che cavolo è? Una denuncia forse? - aggiunsi accigliata. - Vuole anche il mio codice fiscale, il mio numero di conto in banca e perchè no, vuole sapere quante volte ho fatto sesso? - conclusi in un fiato.

Il silenzio piombato in segreteria non mi creò nessun tipo di problema e, approfittando di quel momento, aggiunsi – voglio solo sapere perchè devo condividere la MIA stanza con un ragazzo il cui nome è da donna. -

L'impiegato, evidentemente preso d'agitazione per l'improvvisa attenzione di tutti rivolta al suo bancone, iniziò a pigiare freneticamente sui tasti del computer. Dopo un minuto scarso, in leggera difficoltà, alzò lo sguardo verso il mio e disse – mi..mi dispiace. Non posso farci nulla. -

- Cosa? Sta scherzando? - ero sbalordita. Passi che dovevo condividere la stanza con una ragazza, ma con un ragazzo proprio non ci siamo.

- La comunicazione per la modifica della stanza è arrivata proprio ieri. C'è la firma del rettore. Non posso fare nulla. - disse seriamente dispiaciuto.

Aprii la bocca come a voler ribattere ma non sapevo cosa dire. Qualsiasi cosa avessi detto non avrebbe potuto cambiare quella assurda situazione in cui mi trovavo. La richiusi con decisione sbuffando e sbattei la porta alle mie spalle.

 

- Oh oh. Guarda chi c'è! - esclamò Joe quando mi vide seduta al tavolo della mensa per il pranzo.

Alzai lo sguardo e lo riabbassai. L'ultima persona che volevo incontrare era proprio lui.

- Aspetta..Jenny giusto? - chiese in modo platealmente finto sorridendo. Abbassai la forchetta con un ghigno. - Aspetta.. - risposi alzando gli occhi al cielo e facendo finta di ricordare – Joey giusto? -

Il sorriso scomparve dal suo viso. Colpito, affondato.

- Ti sarei grato – disse sedendosi al tavolo – se potessi dimenticare il nostro piccolo incontro. - aggiunse avvicinandosi – in particolare il nome “Joey” - concluse con una smorfia.

- Qualcuno ti ha invitato a sedere? - domandai continuando a mangiare.

- Ho pensato che potesse farti piacere. - disse guardandomi. - Ho visto da lontano che eri qui, tutta sola e ho pensato che se mi fossi seduto insieme a te, poi avresti avuto tanti spasimanti davanti la nostra porta. - aggiunse come se volesse spiegarmi un'equazione matematica. - voglio dire, sono Joe Jonas, probabilmente il ragazzo più bello qui dentro. - e detto ciò si sistemò i capelli.

Avevo sentito decisamente troppo.

- Ma che cosa carina da parte tua! – risposi sorridendo, posando la forchetta. - sai, forse hai ragione.. - aggiunsi alzandomi. Il suo sguardo mi seguì. - dovremmo proprio ricominciare. E da nuova amica ti dico che, secondo me, dovresti cambiare colore ai capelli – dissi avvicinandomi al suo viso.

- Davvero? Sai che ci stavo pensando? Che colore mi consigli? - chiese alzandosi a sua volta e sorridendo.

- Questo. - dissi e versai tutto il contenuto del mio frappè sulla sua testa. - il rosa ti dona...Joey. - aggiunsi soddisfatta e mi allontanai.

 

Joe POV

 

Quella ragazza era davvero impossibile. Non poteva essere dolce e carina come la maggior parte delle persone normali? Sarebbe stato tutto molto più facile. E invece mi era toccata una psicopatica, ecco cos'era. Doveva esserci Nick in questa cavolo di situazione, non io. E invece faceva il professorone dei miei stivali.
Il segreto era focalizzarsi sull'obiettivo. Dovevo prendere questa situazione come una sfida e vincerla, fosse stata l'ultima cosa che avrei fatto.

Fortuna che avevamo ancora un bel po' di tempo prima che..

- Ciao tesoro! Che..hai fatto? Perchè hai tutta la camicia sporca? - Mi voltai e vidi che a parlare era Lia, la mia fantastica e stupenda ragazza. Era di poco più grande di me, ma non lo dimostrava affatto con quel taglio di capelli corto e sbarazzino. Sembrava una di quelle modelle che si vedono in televisione, ma a differenza di quelle era intelligente, sveglia e sapeva come prendermi. Non ci conoscevamo da molto tempo, giusto dall'inizio dell'estate, ma era nato subito un buon feeling e dopo un paio di appuntamenti facevamo già coppia fissa.
- Ehm..lunga storia. - risposi dandole un bacio.
- Ok. Io purtroppo ho poco tempo perchè devo andare a lezione. Sono passata solo per dirti che poco fa, stranamente, ha chiamato Kevin al mio cellulare e sembrava arrabbiato e/o preoccupato. Dove il tuo cellulare? - Chiese Lia aggrottando le sopracciglia.
Merda. L'avevo dimenticato in stanza.
- Credo in stanza. Ti ha detto qualcosa? - Chiesi preoccupato.
- No. Sai com'è tuo fratello con me. Sta molto sulle sue. - Rispose infastidita.
Se ha chiamato Lia, è davvero urgente.
- Va bene, grazie. Scappo piccola. -

Lia POV

Era tutto molto strano. Non era normale da parte di Kevin chiamarmi. A mala pena mi sopportava. Era l'unico della famiglia Jonas a cui questa relazione non andava bene. Fin dal nostro primo incontro si è dimostrato sempre restio a conoscermi o a sforzarsi di farlo. E se avesse scoperto tutto? No, impossibile. L'avrebbe comunicato a Joe e quest'ora lo saprei anch'io.
La curiosità però era tanta e che si trattasse di una cosa personale o di un affare importante io dovevo scoprire di cosa si trattava e cosa c'era di tanto urgente.

Salii le scale e provai a seguire Joe senza farmi vedere, tenendomi a debita distanza. Una volta entrato in stanza, mi avvicinai e accostai l'orecchio..

- Kevin. Che c'è di tanto urgente? Che ti è saltato in mente? Se ci scoprono è finita. -
- Non penso che abbia capito qualcosa. Alla fine non le hai detto niente, ma è stato comunque molto imprudente da parte tua. -
- Cosa?? Stasera? Ma non siamo pronti. Non abbiamo un piano. -
- Va bene, d'accordo. Ci vediamo a casa di Nick. -

Mi allontanai velocemente e con la coda dell'occhio lo vidi uscire dalla sua stanza e voltare l'angolo opposto al quale mi trovavo. L'avevo scampata per un soffio.
Non c'era un minuto da perdere. Presi il cellulare e chiamai il primo numero che compariva tra le chiamate effettuate.

- Pronto? - a rispondere fu la solita voce rauca dovuta alle troppe sigarette aspirate.
- Sono io Signore. Credo sia per stasera. Dobbiamo organizzarci velocemente. - dissi tutto d'un fiato.
- Ne è sicura? Non possiamo commettere errori. - disse la voce all'altro capo del telefono.
- Sissignore. Ne sono sicura. - Risposi.

- D'accordo. Non c'è un minuto da perdere. Venga al più presto. - e riattaccò.

 

 

Angolo autrice.

 

Buonasera belle ragazze! :) Scusate l'immenso ritardo ( lo so faccio schifo) ma purtroppo la sessione di novembre è arrivata prima di quanto pensassi e il mio studio era rimasto a....NULLA. XD Quindi ho dovuto recuperare tutto e il tempo per scrivere era davvero poco.
Bando alle ciance, mi dispiace per questo capitolo corto, brutto e scritto peggio, ma giuro che al momento di meglio non saprei fare e l'alternativa era non postare..quindi perdonatemi e cercate di digerirlo :D

Beeeene...i personaggi sono quasi tutti stati presentati (manca giusto Nick) ma si è capito cosa fa. E come avete visto quasi tutti nascondono un segreto, chi volontariamente chi meno. So che al momento non starete capendo molto di questa storia ma spero che vi incuriosisca abbastanza per andare avanti e scoprire tutto. Giuro che i tasselli andranno al loro posto e voi capirete tutto quanto! :D

 

Se si va commentate, mi farebbe solo piacere e mi spingerebbe sicuramente a postare prima il prossimo capitolo. Un bacione xxx

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