accademia di moda

di Hiho_This_Is_Me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** arrivo alla sant louis ***
Capitolo 2: *** Sara Michelangeli ***



Capitolo 1
*** arrivo alla sant louis ***


                                                                                                           Arrivo alla Sant Louis
-sei sicura di non voler altro?- -No,mamma,sto benissimo così,grazie...- le ripeto per la dodicesima volta. finalmente parto. finalmente,è arrivato il giorno che aspettavo da tutta l'estate, o meglio,da tutta la vita. sono già sulla porta con la valigia in mano,che mia madre si mette a piangere -Mamma...- mi intenerisco io, e l'abbraccio,poi le sussurro -dai,adesso devo andare...- e mi volto -Aspetta!- mi ferma lei e tira fuori dalla tasca del suo grembiule da cucina un pacco,incartato con della carta regali marrone. la guardo sorpresa. mia madre fa la sarta. non una grande sarta di chissà quale grande fama,una semplice sarta in un semplice paese a due passi da Roma. apro il fagotto. dentro c'è una spilla a forma di G,fatta in casa,con ornamenti di seta e spillette. sono commossa. l'abbraccio ancora più forte e mi giro,per andarmene -fai attenzione!- mi grida lei -certo,mamma,ciao. -e un ultima cosa...- mi giro a guardarla. il suo volto è il ritratto della fierezza -faglielo vedere a quei milanesi di cosa è capace una romana!- rido divertita e corro alla ferrovia. 

mi chiamo Gessica Bianchi e ho diciotto anni. ho fatto quattro anni di liceo artistico e,adesso che ho finalmente raggiunto la maturità,posso coronare il mio sogno. sono diretta alla Sant Louis,l'accademia di moda più prestigiosa di tutta Italia, quinta in scala europea,dodicesima in quella mondiale. il mio sogno è diventare stilista,bene,quale modo migliore di cominciare se non dalla migliore accademia disponibile? ho trovato un posto libero sul treno. è un sedile umido e appiccicoso,ma non ci bado,"niente rovinerà questa giornata perfetta" mi dico. infilo la spilla nella borsa,attenta a metterla dove non si possa rompere e mi metto a contare i secondi che impiega il treno a partire ed arrivare. Accidenti,non vedo l'ora! 

finalmente il treno si ferma a Milano. non appena metto piede a terra,mi sento subito spaesata,e pensare che sono ancora nella ferrovia! devo dire che Milano è bellissima,veramente stupenda,ma io in questo momento non ho tempo di fermarmi a guardarla e vado dritta verso la V,Miracoli. cammino in fretta,senza neanche preoccuparmi di chiedere scusa alle persone che intruppo. ho dei jeans attillati e lisci neri,maglietta non troppo scollata azzurro quasi blu e i capelli castani raccolti in una coda alta. ho con me un ampia borsa,ma ho preferito tenermi il quaderno ad anelli in mano. gli orecchini a forma di cerchio svolazzano nel vento mentre corro. mannaggia a me e a quando li ho messi! finalmente arrivo davanti all'imponente cancello bianco. è aperto e una folla di ragazzi elettrizzati ed eccitati quanto me ne entrano a passo veloce. hanno quasi tutti un amico a fianco,solo io sono da sola. e ci credo,ho lasciato tutti i miei amici a Roma! resto un attimo a guardare incantata il cancello. quando entro,mi ritrovo in un cortile formato da un viottolo centrale e delle aiuole fiorite ai lati. il viottolo porta a quella enorme costruzione stile "enorme castello tutto grigio e rosso e tutto uaho" che chiamano semplicemente Accademia. al centro del viottolo c'è una fontana enorme. mi siedo sui suoi bordi mentre mi guardo intorno. probabilmente Cenerentola si sentiva così quando è entrata nel castello,il giorno del ballo. sulla fontana era seduta un altra ragazza,dai lunghi capelli castani ricci raccolti in una coda,occhiali tondi e fini e occhi azzurri.era piena di piccole lentiggini sulle guance e sul naso. si guardava intorno soridente e allegra e portava un piccolo zaino azzurro sulle spalle,talmente pieno che sembrava volesse scoppiare. in mano aveva un trolley. mi avvicinai lentamente alla ragazza e la salutai sorridente -ciao.- -ciao.- rispose lei,ricambiandomi il sorriso. -è il tuo primo anno?- mi chiese -si,anche tu sei del primo?- -sì..emozionata?- -moltissimo. sei di Milano?- -Sì,ma dall'altra parte della città. tu invece?- -Io sono di Roma.- seguì un attimo di silenzio -Come ti chiami?- le chiesi d'impulso -Dionisi,Rosa Dionisi,ma tutti mi chiamano Pepe. per le lentiggini.- -io invece sono Gessica Bianchi.- suonò una campanella. mi alzai e mi preparai per entrare. Rosa si alzò di colpo,mi mise un braccio intorno alle spalle e mi scattò una foto con un vecchio modello di macchina fotografica ad istantanea. mi diede la foto che ne uscì fuori. era la mia prima foto all'accademia,ed ero venuta ad occhi mezzi chiusi e la faccia impreparata. insomma,ne avevo fatte di migliori -Voglio fare una foto a tutto ciò che vedrò all'accademia,così mi ricorderò di tutto quanto quando i due anni saranno finiti.- mi disse lei,un po' imbarazzata -è una bella idea,forse dovrei farlo anch'io.- entrammo insieme nel possente edificio. -Saranno due anni fantastici...- sussurro tra me e me. e so di avere ragione quando mi si avvicina Franco...


questo è il primo capitolo della mia storia,spero vi piaccia,è molto corto,ma solo perchè è il primo,
qualcosa simile ad una introduzione <3
grazie per aver letto e se volete recensire accetto goni tipo di recensione,
anche negativa <3
ancora grazie
e ciao a tutti <3








 

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Capitolo 2
*** Sara Michelangeli ***


CAP.2  Sara Michelangeli
l'accademia è un castello medievale ristrutturato internamente. all'esterno,sembra decadente,ma al'interno,nonostante i tappeti rossi e le parete bianche diano un aspetto un po' vecchio,è molto moderno e se c'è la giusta illumminazione,allegro. ha una forma rettangolare,con ampio giardino interno coperto da un soffitto a cupula di vetro (figuratevi l'effetto serra)e quattro torri,che un tempo erano i dormitoi,ma che adesso utilizzano solo i bidelli (accidenti,su internet dicono proprio tutto!).tutti gli studenti sono stati condotti nella aula magna. io e Rosa cerchiamo di stare il più possibbile vicine per evitare di essere calpestate da tutta quella gente. ci separano dai ragazzi del secondo anno. mi sento come al primo giorno del primo anno del liceo,elettrizzata e un po' spaventata!
la preside,la signora Seppi,ci fa un lungo discorso su quanto è prestigiosa l'accademia e di quanto dobbiamo sentirci fortunati. ha un aria molto severa, rughe su tutta la faccia, occhi piccoli e neri, ossa del torace che si intravedono oltre la pelle cadaverica e corti capelli castani a spazzola. è vestita con robba firmata e cammina in modo imponente. dietro di lei,disposti in fila,c'è una lunga fila di insegnanti. la maggior parte sono donne,ma c'è anche qualche uomo. l'aula magna è enorme, con un tappeto rosso steso a coprire le travi di legno antico e pregiato,con scaffali alle pareti pieni di foto con raffigurati exallievi mentre vincono premi per le loro creazioni. tutti gli allievi che frequentano l'accademia,sognano un giorno di essere raffigurati in una foto sopra lo scaffale,come segno del proprio successo. 
quando  la preside si ritira,i professori ci danno il permesso di girare liberi per l'accademia,con l'ordine preciso di arrivare alle nove nell'aula della classe di disegno. sono appena le otto. abbiamo un intera ora -Da dove iniziamo?- chiedo a Rosa. lei sembra nervosa e si guarda in giro come in cerca di qualcosa -Io inizierei volentieri dal bagno.- capisco al volo e le indico il corridoio che porta ai bagni,secondo quello che dice il mio PC... lei corre via e io rimango lì,a guardare incantata quelle foto,immaginandomi al posto di quelle persone.

all'improvviso una voce mi sbuca da dietro le spalle -Sono belle,vero?- il cuore perde quindici colpi e salto in alto,quasi gridando dallo spavento. ero sicura di essere rimasta sola nell'aula. -mi dispiace, non volevo spaventarti..- si scusa lui -no,non fa niente...- è alto più di me (e io non sono bassa) ha i capelli ricci biondi e occhi azzurri. barbetta appena accennata (evidentemente rasa) chiara e sorriso bianco a duecentomila carati. a vederlo non gli si da più di venticinque anni.indossa un completo elegante da sera.leggo il suo nome sulla targhetta che porta alla camicia all'ultima moda "Franco Allevi". ma se prendo confidenza mi posso limitare a chiamarlo "prof". compio il tremendo sbaglio di guardarlo neglio occhi. il cuore si velocizza e la testa gira mentre mi perdo in quel blu.mi sento stordita come un gatto sulle montagne russe... lui mi indica una foto aldilà della vetrina -quella è la mia preferita.- c'è ritratto un uomo,sui trentasette anni,che stringe in mano un premio per aver creato una delle migliori collezzioni-primavera dell'anno. il cognome è Allevi -è mio padre.- mi dice il professore. padre stilista di successo,figlio insegnante nella più prestigiosa accademia di moda italiana,che è anche quella in cui il padre ha studiato. io rimango zitta e guardo la foto,incapace di parlare come una bambina piccola ad un'interrogazione di prima elementare,finchè Franco non si gira e fa per andarsene -ti aspetto a lezione.- mi dice,e mi da un'energica pacca su una spalla. e con quella pacca mi da come una scossa da 5000 walt...

Pepe esce dal bagno e mi raggiunge quando ormai il professore se ne è andato da dieci minuti buoni. io sono rimasta lì,con il naso incollato al vetro e un espressione da cretina -Ti va di vedere i dormitoi?- mi chiede Pepe. annuisco senza staccare gli occhi dalla foto e resto lì impalata. alla fine lei mi afferra per il braccio e mi trascina via. i dormitoi prendono tutto il lato est dell'edificio. gli studenti sono circa 180 all'anno,e ogni studente divide la camera con un altro,per un totale di 90 camere. le camere hanno un piccolo salotto,un bagno piccolo ma completo e una camera con due letti a castello. durante l'estate ci hanno fornito la chiave della camera e il numero. Pepe ha la 12,io la 39. speriamo sia un numero fortunato! Rosa entra nella sua e io mi preparo ad entrare nella mia. infilo la chiave nella toppa e faccio un profondo sospiro,poi apro. mi ritrovo nel salotto. il pavimento è di legno chiaro nuovo,le pareti bianche,con un enorme libreria marrone vuota. c'è un largo divano e un basso tavolino.infine ci sono un paio di finestrelle. mi affaccio,ma scopro che un olmo copre tutta la vista. visito il bagno. è piccolo,stretto,blu,ma completo. ha una doccia pulitissima e tutto il resto. in fine guardo la camera. è piccola,ma non troppo. le pareti sono lilla e il pavimento bianco.a destra si trovano i letti a castello, in legno chiaro,semplici,con coperte colorate e innumerevoli cuscini. c'è anche una scrivania,carica di oggetti. sono trucchi e accessori per capelli,CD e riviste. probabilmente ce li ha messi la mia compagna (che ancora non conosco). infatti noto sette (SETTE!!!) mega-valigie accanta all'armadio bianco a tre ante. infine c'è uno specchio a mia grandezza appoggiato tra la scrivania e una piccola finestra. poggio la valigia (che ho tenuto sempre con me fino adesso) vicino al letto e guardo fuori. improvisamente mi trovo davanti tutta Milano,ci sono enormi palazzi luccicanti,fontane e...perfino il Duomo riesco a scorgere -Wow...- è tutto ciò che riesco a dire -Sì,lo so,fa il suo effetto,vero?- mi giro in direzione della voce. eccola lì,una ragazza della mia età,mia altezza,tacchi a spillo,lunghi capelli biondi scintillanti sciolti e fatti ricadere davanti alle spalle, occhi azzurri-ghiaccio,viso dai lineamenti dolci e (lo ammetto)bellissimi,corpo da modella,minigonna color rosa acceso,toppino argento (abbinato alle scarpe e alla borsetta che ha sotto il braccio). mi guarda con superbia mentre si lima le unghie. invece che una normale lima sta usando una lima con dei diamanti per ornamento,di quelle personificate e costosissime. allungo la mano e faccio un bel sorriso alla mia compagna di stanza -Gessica Bianchi.- mi presento. lei mi guarda in faccia,poi la mano,poi la faccia. devo forse aspettarmi che ci sputi sopra? lei invece si decide finalmente a sorridere e mi stringe la mano. ha una stretta molto decisa,di chi sa di poter ottenere tutto -Sara Michelangeli. Il mio nome ti dice niente?- non rispondo. certo che mi dice qualcosa! Michelangeli è uno dei più grandi stilisti di tutti i tempi! sarà davvero questa la figlia? lei si affaccia alla finestra -non avevi mai visto Milano?- la affianco -No,sono arrivata oggi da Roma. Tu,invece,sei di qui?- -Sì,ma sono spesso fuori.- -Il tuo abito è...parigino,giusto?- -Oh,sì,l'ho comprato ieri a Parigi. quest'ultimo anno ho vissuto lì...- e va verso il bagno -Però (!),-mi grida -in questo bagno c'è tutto...mi aspettavo una di quelle schifezze che danno ai college.- -Ehm,già,vale davvero i soldi che costa!- oddio,non posso averlo detto davvero! ditemi che non l'ho detto! lei si affaccia alla porta e mi guarda interrogativa -Come,scusa?- io mi rimetto a guardare fuori e sto zitta. molto meglio tacere in certe situazioni. ok,la mia famiglia è senza un soldo e lavoro da tre estati per dare il mio piccolissimo contributo e stare qui,che c'è di male? non tutti hanno la fortuna di essere ricchi come lei... la vedo disfare le valigie e mi accorgo che i suoi vestiti occupano tutto l'armadio,anzi,stanno stretti... -scusa,ma...-lei continua-io dove la metto la mia robba?- lei indica un mobileto che non avevo visto prima. è una specie di fasciatoio in legno bianco. ha tre cassetti. per i vestiti e la biancheria sarebbe bastato,le scarpe le avrei lasciate in valigia,tanto ne ho poche... apro il primo cassetto,ma vedo che è già occupato,idem il secondo -Oh,scusa- sembra ricordare improvvisamente Sara -mi dimenticavo di dirti che ho già usato i primi due cassetti,ti dispiace?- dal tono capisco che qualunque sia la mia risposta,lei non li toglierà -In effetti sì,non ho spazio per le mie cose...- Lei mi guarda e fa -oh.-,poi ricomincia a sistemare l'armadio. ok,Gessica,conta fino a dieci e fa un bel respiro,dai,uno...due... -Hai anche preso tutta la scrivania!- -Oh,beh,sì,mi serviva per i trucchi. tanto sono sicura che tu non ne hai...- ventisette,ventotto.... -COME,SCUSA?Hai idea di cosa significhi "condividere"?- -Non capisco perché ti arrabbi, infondo tu hai meno vestiti di me..- -Sì,ma non entrano tutti in un cassetto! inoltre,non è affatto carino! potevi almeno chiedermi se mi andava bene!- quarantadue...quarantatre... -Ti va bene?- mi chiede scocciata lei -No,non mi va bene!- -Oh,beh,peggio per te..-centoventotto...centoventinove...arghhh!!!
-Beh,sai cosa?- afferro i suoi vestiti che ha messo nei cassetti (per lo più biancheria) e la getto a terra,con un sorriso provocatorio,poi inizio a metterci la mia. lei mi corre incontro e li riprende,buttando i miei e provando a rinfilarci i suoi -Eh no,carina! I cassetti li ho visti prima io!- grida lei.la spingo via (non forte,piano) e ributto giù la sua robba -Mi dispiace,principessa,ma questa è una camera per DUE e se a sua maestà non sta bene,che se ne trovasse un altra!- lei diventa rossa,sbuffa,e mi da una spinta,e ricomincia a riempire il cassetto della sua robba -ah,sì?vuoi giocare?- e vado verso l'armadio -Scarpe a spillo di ottima marca... uhm...chissà se sono ottime anche per volare!!- e le butto via,nel salotto -Minigonna di provenienza americana...beh,vedo che ne hai già una,a che te ne serve un altra?- e butto via anche quella. sto per afferrare una camicia,ma la sento aprirmi la valigia e la vedo afferrare il mio vestito giallo-oro (cavolo,è l'unico che ho!) -Ma guarda che bel vestitino,peccato che sia fuori moda!- e lo strappa -COME OSI?????- e vado verso la scrivania con la camicia in mano,prendo uno dei suoi innumerevoli rossetti e inizio a scarabbocchiarci sopra. la sento gridare di rabbia,poi inizia a lanciarmi delle Converse (le MIE converse) e quando una di quelle mi colpisce in faccia,perdo definitivamente le staffe.lascio perdere la camicia e le vado addosso,tirandole i capelli.lei risponde graffiandomi con le sue unghie fresche di manicure. alla fine riesco a lanciarla sul letto -MA VIENI DA UNA FAMIGLIA DI PREISTORICI?- mi grida lei -No,ma sai,anche se fosse,sarebbe meglio una famiglia di trogloditi che una come la tua,composta da oche come te!- -COSA HAI DETTO??!- -mi hai capito,ma se vuoi lo ripeto!- -ritiralo subito!- e mi tira in faccia un cuscino -ritiraloritiraloritiralo!!!- e continua a lanciare. io afferro la prima cosa che trovo sulla scrivania e gliela tiro. in un attimo diventa una lotta di oggetti volanti,cuscini,trucchi,riviste,peluche... gridiamo talmente forte che non sentiamo la direttrice arrivare. ce la ritroviamo davanti all'ultimo secondo,con la sua gonna firmata e la sua giacchetta,occhiali d'oro sul naso ed espressione adirata -COSA SUCCEDE QUI?-grida. dalla sorpresa prendo male la mira e la colpisco con un ombretto in pieno volto,sull'occhio. lei grida e cade all'indietro,svenuta. io e Sara le ci raduniamo intorno,preoccupate -Forse è meglio se continua a dormire...- mi dice la bionda. sono troppo arrabbiata con lei per dirle che concordo,chissà che succederà non appena si sveglia!


ciaoo a tutti,questo
è il secondo capitolo,spero vi piaccia <3
grazie per aver letto e spero continuerete 
a leggere
xx


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