Imperfection.

di ithinkiloveyou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tears. ***
Capitolo 2: *** Alone. ***
Capitolo 3: *** Anger. ***
Capitolo 4: *** Someone. ***
Capitolo 5: *** Revelations. ***
Capitolo 6: *** Confidences. ***
Capitolo 7: *** Lack. ***
Capitolo 8: *** Stay. ***
Capitolo 9: *** Stupid body. ***
Capitolo 10: *** Fuck it. ***
Capitolo 11: *** Drug. ***
Capitolo 12: *** I want you. ***



Capitolo 1
*** Tears. ***




TEARS
.


 
Aprii la porta di casa e salterellando entrai nella mia dimora e chiamai a gran voce i miei familiari, ma nessuno rispose.   Casa libera. Lanciai lo zaino per dirigermi verso il frigo, ma prima di aprirlo notai un bigliettino, sicuramente scritto da mia madre, ma appena lo aprii mi accorsi subito che non era così. Lessi velocemente le prime righe prima che la vista mi si appannasse per le lacrime. Il mio cuore si stava letteralmente spezzando in due; prima di buttarmi fuori di casa e iniziare a correre, riuscii a leggere: "Mi dispiace, ma non ce la facevo più" 
I piedi velocemente si susseguivano: destra,sinistra,destra,sinistra; avevo paura di fermarmi, perché avrei iniziato a pensare. 
Saltai, inciampai, mi rialzai, ma non mi fermai fin quando non giunsi a una raduna. Fissai l'orizzonte prima di urlare con tutta la voce che avessi in corpo, sentii l'eco per pochi secondi e dopo di nuovo il silenzio.
Una leggera brezza mi scompigliava i capelli biondi, mentre i miei occhi verdi, ormai cupi, lasciavano uscire velocemente una, due, dieci, infinite lacrime.  
Come poteva essersene andato così?  Fino a qualche giorno fa ci stavamo ricorrendo in questa radura: le sue mani che si stringevano ai miei fianchi, il suo fiato sul mio collo, il solletico sotto il ginocchio. Lui sapeva che era il punto dove lo soffrivo maggiormente. 
Cosa aveva fatto di male per arrivare a ciò? Era un bel ragazzo, ben piantato, occhi verdi come miei e i miei stessi capelli biondi: potevamo esser scambiati per fratelli se non fosse stato per il suo viso, che aveva lineamenti completamento diversi dai miei. Ma il suo sorriso, cavolo, il suo sorriso: avete presente la cioccolata calda in inverno? E le stelle? E il mare di notte? E l'odore di un libro vecchio? E il profumo del caffè la mattina? Avete presente? Ecco, il suo sorriso era tutte quelle cose. Sapete qual era il suo unico maledettissimo problema? Era gay. 
Cioè, non che a me dispiacesse, anzi, ero così felice per lui: era riuscito anche a trovare la sua anima gemella, che però morì dopo pochi mesi di relazione. Suicidio.
Mi chiedo quale maledettissimo problema abbia la gente con gay? Cosa vi hanno fatto? Perché li considerate dei mostri, se neanche li conoscete? Stavo così male, che non riuscivo a reggermi i piedi: mi sedetti un attimo,mentre piangendo strappavo l'erba che mi circondava. 
Lanciai un altro grido nel vuoto e prima che l'eco terminasse sentii un urlo in risposta. Mi irrigidii. Urlai di nuovo e di nuovo risentii un urlo in risposta. Mi alzai immediatamente e iniziai a correre verso il luogo da dove proveniva quella misteriosa voce. I rami mi graffiavano il viso e mi sentivo osservata, ma continuai a correre finché non inciampai. Su qualcuno.
Alzai lo sguardo e incontrai due occhi color cioccolato, belli come il sole e profondi come il mare. Tanto belli quanto tristi e stanchi. 
Il viso appariva perfetto come gli occhi: la mascella pronunciata ricoperta da un po' di peluria e le labbra carnose da baciare. 
Ci stavamo scrutando come due animali appartenenti a specie non ancora scoperte: strani, rari ma bellissimi; ci guardammo ancora pochi secondi prima di alzarci in contemporanea e correre dalla parte opposta. 
Mi voltai una sola volta, anche lui lo fece: i nostri occhi di incontrarono e si dissero cose che solo degli occhi stanchi e tristi possono dirsi. 

Il mio nome è Penelope. 
E oggi è morto il mio migliore amico. 


Oibò
Sono nuova di qui. Allora, ho deciso di iniziare a scrivere dopo aver letto decisamente troppe fan fiction e dopo aver visto fin troppi film romantici.
L'idea mi è venuta durante l'ora di greco e appena tornata a casa ho iniziato a scrivere come una pazza. Ci ho messo ben due giorni per completare questo primo capitolo/prologo e spero abbia abbastanza successo. 
L'italiano non è dei migliori e vi chiedo di perdonarmi, ma sto facendo di tutto per migliorare.
Beh, credo di aver terminato; grazie a chi mi seguirà 

                  -ithinkiloveyou- 

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Capitolo 2
*** Alone. ***




ALONE
.


 
Tremante tornai da dove ero fuggita,sconvolta per lo strano incontro con quel ragazzo e per la notizia appena appresa. 
Non poteva essere vero, non poteva avermi lasciato così; fui scossa da un singhiozzo mentre aprivo la porta di casa: mi fermai sull'uscio e intravidi mia madre.  Raggiunsi la cucina e mi appoggiai sulla soglia della porta; mia madre mi guardò e prima che proferisse parola io la bloccai "Mamma,ti prego" ma lei non si diede per vinta "Amore,t.."
"Mamma" urlai istericamente e corsi in camera mia. Non volevo ascoltare la verità, quelle parole che avrebbero reso quell'avvenimento reale e non solo un brutto sogno. 
Mi accovacciai in un angolo e strinsi  le ginocchia vicino al mio petto cercando di regolare il mio respiro troppo veloce; mia madre mi raggiunse pochi secondi dopo e mi guardò  in silenzio per pochi minuti prima di pronunciare due parole che quasi non sentii
"Mi dispiace"
Risi. 
 "Ma che dici mamma, di cosa sei dispiaciuta? Di che parli?" dissi ridendo, risultando una pazza, ma poco mi importava.
"Senti tesoro, ci sono io qui, ok? Lo passeremo insieme"
"Mamma di cosa parli?" alzai la voce " Stai parlando di Daniel? Ma guarda che Daniel è vivo. Adesso usciamo insieme e andiamo al parco. Ci divertiremo, okay mamma?"
Non le diedi il tempo di controbattere che la scacciai dalla camera per prepararmi a quell'appuntamento inesistente. Con cura mi pettinai e mi legai i capelli in una treccia, per passare poi a truccarmi: quest'ultimo non durò a lungo a causa delle lacrime che continuavano a scendere. Mi vestii il più elegante possibile, perché agli occhi di Daniel volevo risultare bellissima.  Salterellando scesi le scale e tranquillamente mi sedetti sulla poltrona vicino alla porta principale; passarono una, due ore, sentii mio padre entrare in casa dalla porta sul retro e mi sentii addosso i suoi occhi e quelli di mia madre. 
Passò un'altra ora prima che mia madre venisse a chiamarmi per la cena.
"Mamma, non posso: Daniel non è ancora arrivato, ma tranquilla adesso arriva"  pronunciando le ultime parole la mia voce si era incrinata vertiginosamente. 
"Tesoro, vieni a cena dai...Daniel non arriverà"
"Adesso arriva" dissi "Lo giuro. Me l'ha giurato. Adesso arriva e andiamo a fare una passeggiata" 
Sentii mio padre raggiungermi da dietro, chiusi gli occhi mentre con le sue forti braccia mi abbracciava 
"Bambina mia, Daniel non arriverà."
"No, papà, me l'ha promesso. Giuro che adesso arriva. T-te lo giuro...magari si sarà fermato a prendermi dei fiori, sai com'è lui"
"Mi dispiace, bambina mia" mi strinse con più forza mentre tremante continuavo a ripetere che Daniel sarebbe tornato.
 Ma lui non tornò.
 Neanche i giorni dopo. 
Non rispose più ai miei messaggi, alle chiamate o alle e-mail. Era morto e io non riuscivo ad accettarlo: mi aveva lasciato così, durante uno degli ultimi giorni d'estate, lasciandomi ad affrontare da sola l'ultimo anno di superiori...mancava un solo anno e poi eravamo liberi, ma lui non ce l'aveva fatta e allora avrei dovuto farcela io per tutti e due. 

                           

                                               10 settembre 
La sveglia suonò riportandomi alla realtà e salvandomi dall'ennesimo incubo su Daniel. Svogliatamente mi alzai e andai a fare colazione, trovando una tavolata piena di ogni cibo e con una madre sorridente accanto: da quell'avvenimento i miei genitori mi trattavano come una psicopatica che magari avrebbe tentato di uccidersi come il suo più caro amico. 
A portarmi a scuola fu mio padre, che mi tenne d'occhio finché non fui dentro quelle maledette mura; appena entrai gli occhi di tutti si rivolsero su di me. Loro sapevano. 
Raggiunsi la segreteria quasi di corsa e chiesi il mio orario delle lezioni e il numero di armadietto: lo raggiunsi sempre molto velocemente e lo aprii, cacciandoci dentro i miei libri. Sentii l'armadietto accanto al mio aprirsi e mi girai per vedere la mia vicina o, al contrario, il mio vicino e quando vidi il ragazzo dell'incontro persi un battito. Ci guardammo per pochi secondi e senza proferire parola chiudemmo l'armadietto e ci dirigemmo da due parti opposte, per poi ritrovarci nella stessa aula ad ascoltare la lezione di algebra. 
Più volte durante quell'ora mi ritrovai ad osservarlo.  Non lo guardavo nè lo fissavo, ma bensì lo osservavo:  studiavo il movimento della sua mano che veloce scriveva sul foglio bianco le espressioni dettate dal professore, analizzavo come si mordeva il labbro, impegnato nel suo lavoro. In quell'ora ero riuscita a scoprire molte più cose di lui che durante una chiacchierata, anche se questo non potevo saperlo siccome non mi aveva mai degnato di una sua parola.
Fui risvegliata dal suono della campanella, che mi permise di ascoltare le ultime parole del professore a riguardo di qualche compito, che segnai velocemente per inseguire quel misterioso ragazzo che era appena uscito dalla classe. 
Andai a scontrarmi contro una o più persone, prima che qualcuno mi afferrasse il polso per poi girarmi in modo tale da guardarmi negli occhi: davanti a me, in tutta la sua grossezza e altezza, c'era il capo della squadra di football che, con un ghigno, mi chiese 
"Allora, biondina, dov'è il tuo amichetto gay?"
C'ero quasi riuscita, solo per quel giorno, a dimenticarmi di questo fatto, che Lucas, con solo poche parole, era riuscito a riportarmelo alla mente. Sentii gli occhi iniziare a pizzicarmi, ma con tutto il coraggio che avevo in corpo gli sputai in faccia per poi urlargli contro
"Tu lo sai. È colpa tua." 
Nel corridoi calò il silenzio e tutti gli occhi presenti in quell'area si voltarono per cercare chi fosse stato a pronunciare quelle parole.
Respiravo a fatica, mentre Lucas con fare minaccioso, mi si avvicinava: ero così vicina al suo corpo e così a portata di pugno che per un attimo pensai davvero di poter essere colpita da un suo destro, se non fosse stato per un professore che gracchiò
"Cos'è tutto sto casino? Non avete sentito la campanella, su tornate in classe! Veloci."
Guardai ancora per pochi secondi  con aria di sfida il mio avversario, per poi voltarmi e dirigermi verso l'aula di biologia, senza però perdermi le ultime parole di Lucas 
"Me la pagherai, Barker"
"Anche tu, Russel" risposi sottovoce, quasi parlassi a me stessa. 



Oibò
Ecco un altro capitolo: sappiate però che é solo una casualità, perché di solito ci metterò un pochino ad aggiornare.
Allora, sinceramente per ora la storia è un po' macabra ed anche un po' noiosa, ma siamo solo all'inizio, no? 
Vorrei comunque ringraziare chi già ha recensito :) 
Ci vediamo 
                      -ithinkiloveyou-

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Capitolo 3
*** Anger. ***




ANGER
.


 
Finalmente suonò la campanella dell'ultima lezione, durante la quale la professoressa aveva deciso di interrogare per dimostrare che anche quest'estate nessuno di noi aveva aperto un libro: ecco spiegato il mio fantastico D- di biologia, utile per iniziare al meglio il mio ultimo anno scolastico.
Avrei voluto cambiare scuola, andarmene da qui e dimenticarmi di Lucas, delle cheerleader, dei professori, dei nerd e dei bulli, ma soprattutto anche un po' di Daniel. Vorrei solo che tutto questo dolore che mi sta divorando per un attimo cessasse e mi lasciasse rincominciare a pensare e a respirare come una persona normale.
Ma io non lo ero: neanche lontanamente potevo risultare normale agli occhi delle persone che mi circondavano.
Assorta in questi pensieri raggiunsi il mio armadietto, dove, sul metallo freddo, appoggiai  la mia fronte, in modo tale da fermare l'uragano che in questo momento stava portando disordine nella mia mente. Sospirai e lasciai sfuggire magari fin troppo ad alta voce poche parole, che però catturarono l'attenzione del ragazzo vicino a me
“Voglio andarmene”
“Non farlo” disse la figura che stava aprendo in quel momento il proprio armadietto. Girai leggermente la testa per intravedere quella pelle ambrata che avrei riconosciuto ovunque e quelle mani che velocemente posavano i libri dentro l'armadietto.
Mi aveva parlato.
Lui mi aveva parlato. 
“P-perchè?” gli chiesi stupita, più per averlo sentito parlare che per le parole in sé.
“Beh, magari non è il caso: cioè, hai avuto solo un piccolo diverbio con Russel, non è tutta sta gran cosa. Non da fuggire...almeno” mi disse con tutta la calma del mondo, come se ciò che stava dicendo fosse la sacra verità. La parola di Dio. La nuova novella, insomma, avete capito. 
“ Scusa, potresti ripetere?” ribattei sconvolta: come cavolo si permetteva di venire da me a farmi la ramanzina? Se fino a pochi minuti fa avrei voluto sentire la sua voce, ora quest'ultima mi sembrava il rumore più fastidioso del mondo. 
“ E' semplice la cosa: sei così vigliacca da fuggire al primo problema che incontri. Ti ho ascoltata oggi durante l'interrogazione di biologia, sai? Non riesci ad affrontare un problema, fuggi.” 
Rimasi in uno stato di trans per circa due minuti prima di riprendermi
“ Vaffanculo” borbottai. 
“ La tua volgarità e la tua strafottenza non ti porteranno da nessuna parte.” 
“Ma vivrò abbastanza da vederti campare per non esserti fatto i cazzi tuoi.” risposi io, lasciandolo senza parole. Chiusi con forza l'armadietto e mi allontanai da quel luogo. Ora niente mi avrebbe spinto a restare.  
Raggiunsi casa mia molto velocemente grazie all'autobus che attraversava la città e i dintorni in meno di un'ora: entrai dentro quelle quattro mura e senza salutare nessuno mi diressi nella mia camera, nella quale mi rinchiusi fino all'ora di cena. 
Un volta, avrei salutato chiunque mi si fosse parato davanti.
Una volta, sorridente, mi sarei diretta al frigo per prendere qualcosina da mangiare. 
Ma ora no: ora non salutavo più nessuno e non donavo più i miei sorrisi alla gente. 
Ora non aprivo più il frigo per paura di trovarci sopra qualche foglietto, riportante notizie sconvolgenti.
Ora avevo paura di entrare in casa e non trovare più nessuno. 

Ora avevo paura di restare da sola.
Ma forse lo ero già. 

A cena, come i giorni addietro, mangiai poco o niente e per di più giocai col cibo fino a fare avere un crisi isterica mia madre
“Hai intenzione di mangiarla quella pasta?” 
“ Credo proprio di no.” ribattei annoiata
“ Senti, Penelope, noi stiamo cercando di fare il possibile per te, ma se ti comporti così, noi non 
possiamo fare niente. Abbiamo paura capisci? Sono terrorizzata dal fatto che tu possa mo...” 
Ne avevo abbastanza: papà che stringeva la mano della mamma, quest'ultima che piangeva e mi guardava con aria supplichevole: vomitevole. 
“No” dissi secca “ Non lo farò. E lo sai, perché ora non vivo la mia vita, ma quella di Daniel. Ora, se mi scusate.” mi alzai rumorosamente, facendo cadere la sedia di lato, ma non mi disturbai a raccoglierla.
Mi diressi verso la mia camera con sottofondo i singhiozzi di mia madre. 
Presi il mio computer e mi sedetti sul letto, per poi accedere a facebook: Daniel l'aveva sempre considerato un social network stupido e basato sull'aspetto e non sulla realtà sconcertante delle 
persone e io non ero contro questo suo pensiero, ma era l'unico metodo per sentirmi con le mie amiche a distanza che ultimamente erano cresciute a dismisura. 
Appena entrai notai subito le numerose notifiche, che curiosamente andai a controllare, finché non mi trovai in un gruppo,dove subito appariva lampante una frase che mi fece sbiancare e iniziare a tremare

IL GAY E' ANDATO, ORA TOCCA  A TE. 




Tatataaaaa
Eccomi qui, con un finale poco carino.
Beh, che dire: la povera Penelope ha appena conosciuto quel saputello ancora sconosciuto....o quasi. 
Il mio italiano deve ancora migliorare, ma spero che il capitolo di per sé possa piacervi :)
Un sentito ringraziamento a chi commenta, a chi ha già messo la mia storia tra i preferiti o nei seguiti e grazie a chi la legge senza farsi sentire. 

Alla prossima 
-ithinkiloveyou-

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Capitolo 4
*** Someone. ***




SOMEONE
.


 
“TU” urlai, facendo vibrare tutte le finestre della scuola a causa della potenza della mia voce.
Tutte le persone presenti nel corridoio si girarono a guardarmi: alcune facce erano davvero buffe, ma non ci feci caso: avevo solo una cosa in mente ed era davanti a me.
Al fondo del corridoio, vidi Russel che, sghignazzando con i suoi amici, mi guardava; con poche, ma lunghe falciate lo raggiunsi, sentendo i ragazzi che si chiudevano in cerchio dietro di me. Arrivai abbastanza vicino al suo corpo da tirargli, senza pensarci, un destro ben piazzato; se qualcuno prima stava ancora parlando, ora non si sentiva volare una mosca: tutti guardavano la mia mano sanguinante, a causa del pugno troppo forte e del sangue che Russel aveva perso dal naso.
In quel pugno avevo messo tutta la mia forza, il mio dolore, le mie lacrime. 
Avevo vendicato Daniel. 
In quel momento mi sentivo potente, anche se fino ad ora ero sempre stata la ragazza timida, piccola e “secchia”.
 Pensando a questa mia piccola vittoria, non mi accorsi che il mio avversario si era ripreso: con forza mi prese, e, tenendomi per il collo, mi fermò contro gli armadietti e mi sollevò leggermente, facendomi toccare a fatica il terreno sotto i miei piedi. Gli allievi che popolavano quella scuola, in questo momento, sembravano delle statue: nessuno osava o voleva reagire a questo “massacro”.
Ero già pronta ad incassare quel fatale colpo, quando in pochi secondi, qualcuno mi salvò: sentii Russel lasciarmi andare, mentre urlava qualcosa di incomprensibile; il mio salvatore sconosciuto mi prese per mano e mi trascinò velocemente fuori dalla scuola. Appena riconobbi il ragazzo di fronte a me, mi fermai e gli lasciai la mano.
​ “ Ma cosa? Hey, perché ti sei fermata?! Dai, vieni, Russel potrebbe averci seguito!” mi disse lui, Pelle ambrata (così lo avevo soprannominato), con tono preoccupato ed anche un leggermente alterato.
 “ Io, insieme a te, non vado da nessuna parte!” ribattei scocciata. 
“ Non fare la sostenuta, se ti sei offesa per ieri, ne possiamo paralare dopo? Sai com’è, abbiamo un rinoceronte parecchio incavolato che ci cerca.” 
“Potevi anche non “salvarmi”, mio eroe” dissi con una vocetta stridula e in modo ironico. 
“ Senti, potresti anche ringraziarmi, ho appena affrontato un colosso, per aiutarti!”
 “ Ripeto: potevi non farlo.”
 Calò il silenzio più assoluto, alzai lo sguardo per vedere cosa stesse facendo e vidi che mi stava guardando.
 “ Perché?” chiese lui,questa volta molto dolcemente.
 “Cosa?” 
“Perché sei così scontrosa? Cioè, in questo momento una ragazza normale mi sarebbe saltata addosso per ringraziarmi.” 
“Io non sono normale.” sostenei il suo sguardo, per poi voltarmi e dirigermi verso casa.
 “ Ci staranno cercando” urlò lui, per farsi sentire nonostante la lontananza.
 “ Non credo, se nessuno farà la spia, non si accorgeranno della nostra assenza” 
“Come giustifichiamo?” 
“Falsifica” chiusi il discorso. Camminai per un po’ dimenticandomi quasi della sua presenza, finché non sentii dei passi veloci dietro di me e la sua figura raggiungermi. Passeggiando raggiungemmo la mia casa e, sempre senza proferire parola, mi diressi verso la “mia” raduna. 
Guardare l’orizzonte e cercarne la fine mi calmava. 
Ascoltare gli uccelli, il vento, il rumore delle foglie che sfregano l’una contro l’altra mi calmava. 
Sentire lo scroscio dell’acqua in lontananza mi ascoltava.
Erano piccole cose che tutti i giorni mi permettevano di riprendere possesso di me stessa e delle mie emozioni. 
Arrivati lì, fu lui a rompere il silenzio. “Zayn.” 
“ Eh?” non capivo cosa stesse dicendo.
 “Mi chiamo Zayn.” ripeté lui
 “Oh.. Penelope.” 
“Bel nome.” 
“Non ti ho mai visto qui.”
 “Mi sono appena trasferito.”
“Da cosa fuggivi quel giorno?” “Quale?” 
“Quando ci siamo incontrarti per la prima volta"
 “Da casa mia. Volevo morire quel giorno,sai?"
Lo guardai un po’ sconvolta,ma rimasi ancora più sconvolta dalla mia risposta. 
"Non quanto me.” 

In quel momento capii che magari non ero l’unica ad essere sola, l’unica a soffrire, l’unica ad avere problemi. 
E che magari Daniel non mi aveva lasciato da sola e che ora avevo qualcun altro.
 Sorrisi e presi Zayn per mano. “Vieni, devo farti vedere un posto” 
Mi guardò sorpreso, prima di sorridere per il mio cambio di umore: il suo sorriso mi ricordava un po’ quello di Daniel, ma non migliore delle stelle,dei fiori,dei libri, delle poesie. Non migliore di quello del mio migliore amico.
 I nostri occhi si incontrarono e solo ora mi soffermai ad osservare tutte le sfumature di marrone che circondavano le pupille.

 Aveva davvero dei bei occhi. Un bel sorriso e dei bei occhi. E una mano calda. E la pelle morbida. E un fisico davvero niente male. E dei capelli ben curati. 

Insomma, non era così male. Ma non era Daniel, tutto qui. 
Presa da questi pensieri, raggiunsi la destinazione e guardai Zayn, che sorridendo ammirava il paesaggio davanti a sé.




Oibò
Ecco il “fantastico” quarto capitolo. Finalmente si iniziano a conoscere i protagonisti di questa storia: il nostro ben amato Zayn non è il solito “stronzo, ma figo ed infine anche dolce”, ma un semplice ragazzo che come Penelope deve affrontare i suoi alti e bassi. Insomma, un giovincello abbastanza normale. 
(Cosa non inerente alla storia) Oggi ho finalmente acquistato i biglietti per il concerto dei nostri adorati ragazzi che il 6 luglio verranno a Torino, la mia amatissima città. Ho preso posto nel Prato Ovest 1, ovvero il più vicino possibile al palco. Ebbene sì, mi sto vantando, perché questa è la prima e l’ultima volta che potrò farlo. Non capiterà mai più.. va beh.. godiamoci il momento.
Spero che anche voi siate riuscite a prendere almeno un posticino, ve lo meritate tutte. Ok, la chiudo qui. Baci -ithinkiloveyou-

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Capitolo 5
*** Revelations. ***




REVELATIONS
.


 
Mi avvicinai piano al gigantesco albero di fronte a noi: le foglie, sotto il mio passo, scricchiolavano, rompendo il silenzio. 
Accarezzai la corteccia del tronco, seguendo col dito tutte le venature fino ad arrivare ad un piccolo spazio levigato, dove vi erano incisi due nomi , Penny e Dani , circondati da un cuore malfatto. Sorrisi alla visione di quel piccolo segno d'affetto, che Daniel aveva fatto con cura, ma che era stato ripagato con una mia lunga e noiosa ramanzina sull'ambiente.
Mi sentii pizzicare gli occhi, motivo per cui distolsi lo sguardo per riportarlo su Zayn: il ragazzo non osava avvicinarsi, finché, con un gesto lo inviati a salire sulla casetta in legno posta sull'albero.
Mi spinsi per prima su per quella scaletta malconcia, per mostrargli la giusta strada: saliti entrambi su un piccolo terrazzo in legno, mi decisi ad aprire la piccola porticina che portava all'interno dell'abitazione: all'interno c'erano due sacchi pieni di sabbia, utilizzati come poltrone, un piccolo divanetto leggermente rovinato, un mini-frigo ad energia solare e una lampada, anch'essa utilizzabile grazie all'energia solare. 
Invitai Zayn a prendere posto su una delle "poltrone" , mentre io, tirando una funicella, spostai la gigantesca tenda che stava sul versante destro della casetta, per mostrare, così, un gigantesco vetro che lasciava intravedere tutto ciò che circondava la casa. 
Mi sedetti accanto a Zayn e in silenzio ci godemmo il panorama.  
Passato un interminabile silenzio, finalmente lui parlò
"Con chi hai costruito questa Signora Casa dei Sogni?" mi disse sorridendo 
"Daniel" dissi io flebilmente 
"Oh...e chi è questo Daniel? Viene a scuola con noi?"
"Era il mio migliore amico e veniva a scuola con noi" 
Speravo non si accorgesse della mia frase al passato, ma quel ragazzo era troppo intelligente per non sentirla e capirla.
"Avete litigato? Magari per il suo cambio di scuola?"
"Oh, no. Non abbiamo litigato e lui non ha cambiato scuola."
"Oh...allora è di qualche anno più grande?"
"Siamo in commissariato e questo è un interrogatorio?" chiesi, scocciata da queste domande che mi addoloravano.

Ma lui non sapeva. Non poteva sapere. 

Mi alzai e andai a prendere una birra in frigo, offrendogliene una, ma lui non accettò.
"É morto. Neanche due settimane fa." presi un grosso respiro e continuai "Era gay, motivo per cui era stato preso di mira da tutta la scuola."
"Mi disp..." cercò di dire lui, ma io lo interruppi 
"Ma sai cos'è che mi fa incazzare? È che nessuno, neanche il verme che tutti gli anni magia le nostre mele, se ne pente: nessuno è venuto a chiedermi come stavo, come stava la sua famiglia, cosa lo aveva spinto a fare ciò. 
Ma aspetta" dissi ormai in singhiozzi "sai cos'è che mi fa ancora più incazzare? Che tutti quei "Gay pride", i diritti per i gay, le frasi tipo "voglio un migliore amico gay" oppure "viva i gay", non sono servite a un cazzo, perché ancora oggi la gente si uccide per la propria omosessualità! 
Perché nel mondo ci sono persone che non accettano i gay? 
Che colpa ne hanno loro, se non quella di amare qualcuno del proprio sesso?" Ormai stavo urlando istericamente, ma ormai avevo iniziato e dovevo finire 
"Ma la cosa più straziante di tutte è sapere che Daniel se n'è andato come arrivato: un ragazzo solo, che aveva perso tutto e tutti, che aveva bisogno di affetto e di amore.
Ma aspetta, aspetta, c'è ancora qualcosa più doloroso: ad esempio sapere che la gente giudicava Daniel senza sapere la sua storia: sai perché era gay? Lo sai?" gli chiesi urlando 
"No" rispose Zayn.
"Perché sua madre aveva cercato di ucciderlo e la zia aveva abusato di lui. E ora dimmi: come puoi amare le donne se le uniche che hai avuto affianco ti hanno fatto del male? 
In quel momento,l'unica persona che lo salvò fu un ragazzo di appena vent'anni che fu per lui padre, nonno e fratello.
E anche la sua prima cotta."

Ripresi a respirare e a bassa voce gli dissi
"Non ti dispiace tornare a casa da solo vero? Scusa, ma ho bisogno di andarmene e stare da sola"
Non aspettai neanche una sua risposta che uscii velocemente da quella casetta e corsi tra i boschi. 

Quando tornai era ormai calato il buio, ma Zayn era ancora lì.
Appena entrai, lui si volse verso di me e appena incrocia il suo sguardo, notai che aveva pianto.

" Mia madre è morta di cancro." disse.




Oibò 
Come avrete notato i nostri protagonisti non sono persone felici e fortunate, ma rimedierò. 
Volevo ringraziare tantissimo 
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=516692
che ha recensito (e spero che continuerà a farlo) tutti i miei capitoli :) 
Vi consiglio di leggere "Marcel", la sua traduzione di una storia. 

Bene, anche questa volta ho finito, alla prossima. 

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Capitolo 6
*** Confidences. ***




CONFIDENCES
.


 
Lo guardai stordita per un lasso di tempo interminabile, prima di chiudere la tenda ed andare a prendere molte coperte da appoggiare per terra ed alcune da utilizzare per coprirci, accompagnate da un mezza dozzina di cuscini che erano abbandonati per la casa.
Lo invitai a sdraiarsi con me su quel giaciglio, addobbato alla buona.
Mandai un rapido messaggio a mia madre per avvisarla che avrei dormito da un'amica e, infine, preparato tutto, mi concentrai su Zayn.
Il ragazzo scrutava, assorto nei suoi pensieri, il legno del soffitto, che in quel momento doveva essere davvero importante.
Ne approfittai per osservarlo meglio: le labbra carnose erano in una posa alquanto buffa, che mi ricordava quella di un personaggio di un cartone animato imbronciato; la barba ispida cresceva intorno alla bocca e lungo la mascella fino ad arrivare alle orecchie.
Gli occhi, adesso che lo osservavo meglio, non erano semplicemente marroni, ma erano color caramello con delle striature verdi: questi erano contornati da delle lunghe ciglia, che mentre chiudeva gli occhi, toccavano le gote.
Spostai lo sguardo verso i suoi arti superiori soffermandomi a guardare i suoi numerosi tatuaggi di ogni grandezza e specie, mi spostai poi ad osservare il suo busto coperto da una maglietta nera che però lasciava intuire che sotto di esse si trovava un bel fisico. 
Infine, mi voltai anch'io a guardare ciò che stava osservando con tanta attenzione il mio vicino.
"Era una brava donna, una buona lavoratrice e un'ottima madre" iniziò lui.
"Era un bravo ragazzo, un buon studente e un ottimo amico"
"Sapeva cucinare alla perfezione e amava ricamare"
"Era davvero bravo a giocare a basket e amava scrivere"
"La miglior cosa che sapeva fare era cantare"
"Anche lui"
"Ti manca?"
"Mi sembra scontata come domanda...a te ti manca?" 

Mi mostrò uno di quei sorrisi stanchi, tirati, che in verità non dovrebbero neanche essere sorrisi,
poi continuò.

"Mi manca." disse "Ogni tanto ho paura di dimenticare il suo profumo,il suo viso o le sue parole e allora prendo una nostra foto e il suo cuscino e mi addormento così.
Dovrei fare l'uomo, ma proprio non ci riesco."
"Io dormo con le sue felpe"
"A me non entrano i suoi cardigan"

Mi sfuggì una risata che riempì quell'unica stanza dell'abitazione.
Anche lui rise alla sua battuta, che ruppe definitivamente il ghiaccio.
Parlai con lui fino a tarda sera, prima di addormentarmi accanto al suo corpo caldo.

Svegliarmi alle sei e mezza e incontrare i suoi occhi, fu uno dei migliori risvegli dalla morte di Daniel.
Velocemente ci alzammo e riponemmo il tutto in un angolo per poi lasciare il nostro rifugio e dirigermi ognuno alla propria casa.
Appena entrai mi gettai sotto la doccia e mi preparai per andare a scuola; un caffè preso velocemente mi svegliò completamente e mi diede la forza per affrontare una nuova giornata di reclusione.

                          * * * 

La prima ora era di filosofia, materia che mi interessava molto e in cui mi impegnavo.
La professoressa, donna sulla cinquantina e con aria austera, era già in classe che compilava il registro ed altri moduli burocratici.
Appena entrai mi sorrise e io ricambiai: alcuni professori non erano così male e spesso, nel momento del bisogno, ti aiutavano. 
Entrati tutti nella classe, la professoressa iniziò a parlare
"Ragazzi, silenzio! Su! Ascoltate! 
La scorsa lezione abbiamo par...Parker! Vada a sputare quella gomma da masticare!" Alzò gli occhi al cielo e aspettò con ansia che l'allieva buttasse quel cibo maledetto, poi continuò
"Stavo dicendo...ah si, la scorsa volta abbiamo parlato dell'essere o non essere, il famoso enigma di Shakespeare.  Oggi vorrei affrontare un tema differente: l'amore.
Cos'è per voi l'amore?"

Calò un silenzio di tomba: nessuno osava rispondere a questa domanda che da anni, secoli, millenni affollava le menti di tutti noi umani.

"Mio nonno e mia nonna, che nonostante tutto stanno insieme da più di cinquant'anni." si sentì dire dal fondo della classe
"Apprezzò il tuo coraggio e il tuo impegno, Meredith, ma possiamo fare di più." rispose la professoressa
" Beh...Platone  parla di un amore che, attratto anche dalla bellezza fisica e corporale, mira ad ingentilire l'anima e ad elevarla, a tal punto da farla diventare di natura divina e cioè della stessa natura del mondo delle idee.  Quindi per Platone l'amore aveva una dimensione più che altro spirituale..."
"Marcel! Per favore, ho chiesto cos'è per VOI l'amore, non per Platone. 
So cosa ne pensa Platone, sono o non sono una professoressa di filosofia?  Ora vi chiedo di pensare con la vostra testa."
"Daniel" dissi io.
"Perché?" chiese l'insegnante 
"Perché era tutto semplice con lui"
"Ne eri innamorata?"
"No"
"E allora perché per te è amore?"
"Perché...l'amore non si prova solo per colui che sarà od è il nostro ragazzo, ma anche per le persone che ci sono state e ci staranno vicine.
L'amore è un sentimento che effettivamente non si può descrivere, né si può additare a qualcuno ed ad altri no"
"Mmmh..va bene, Penelope.
Qualcun'altro?"

L'ora passò velocemente e la sua fine fu segnata dalla solita campanella. 
Mentre uscii dalla classe per dirigermi nel laboratorio di chimica, la professoressa mi fermò 
"Penelope, vieni un attimo"
"Si, professoressa"
"Va tutto bene?"
"Si, perché?"
"Beh...ultimante non ti sembra di pensare troppo a Daniel?"

Certo, ne parlo spesso...okay, sempre, ma non per questo non sto bene.

"Beh...credo che sia perché mi manca e così tengo vivo il suo ricordo."
"Dovresti parlarne con qualcuno, sai?"
"Sta dicendo che dovrai farmi strizzare il cervello da uno strizza cervelli?"
"Sto dicendo che potresti parlare come una persona comune con uno psicologo."
"Le persone comuni non parlano con uno psicologo."
"Senti, questo è il biglietto da visita della psicologa della scuola, pensaci su, ok?" mi disse passandomi un cartoncino giallognolo 
"Ok" le sorrisi falsamente  ed uscii dalla classe.

Io non avevo bisogno di nessuno. 


Oibò 
Eccomi qui col sesto capitolo :) 
Vi giuro che da ora in poi si parlerà meno di Daniel e più di Penelope e Zayn <3 
Spero continuiate a seguirmi
Con affetto 
-ithinkiloveyou-
<3 



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Capitolo 7
*** Lack. ***




LACK
.


 
Mi guardai intorno, ma di Zayn non c'era traccia; avrei voluto chiamarlo o magari mandargli un semplice messaggio, ma non avevo il suo numero, perciò mi recai nella prossima aula per la lezione di letteratura, sperando di incontrarlo alla terza lezione, matematica, che condividevamo.
La giornata passò velocemente, ma del ragazzo non si vedeva neanche l'ombra: che avesse cambiato idea? Se magari non gli interessassi più? 
Come amica...intendo.

Per tutta la settimana non lo vidi: a scuola non si presentava e non cercava neanche rifugio nella mia casa sull'albero; che fosse successo qualcosa? 
Le mie ansie e le mie paure toccavano le stelle e tutto ciò mi rendeva isterica e intrattabile, tanto da essere sbattuta fuori dalla classe più di due volte per le mie risposte poco educate, per non parlare delle sfuriate con mia madre, che, povera, di colpe non ne aveva. 
Non riuscivo a non pensare che a Zayn in pericolo o magari morto ,mentre, angosciante, cercavo di vivere la mia vita come sempre.
Le notti insonni e i giorni su Tumblr, cercando di trovare uno svago contro questa agonia, non ne potevo più, finché, il lunedì dopo il ragazzo di presentò a scuola: l'occhio destro era ancora viola, ma credo che quel livido fosse pari a uno zero rispetto a quello precedente, invece, il labbro inferiore era spaccato a metà.
Le aveva prese e il mio compito ora era scoprire da chi.

Finite le lezioni, finalmente riuscii ad avvicinarmi a lui e con un sorriso inizia la conversazione 
"Hey! Tutto bene? È da un po' che non ci si vede"
"Non si vede come sto?" rispose acido
"Mmh..ok. Allora che mi dici?" ritentai 
"Che mi stai rompendo, perciò magari,se te ne vai, starò meglio"

A quelle parole mi bloccai: una settimana passata a pensarlo, a preoccuparmi per lui e per la sua vita ed è questo che ottengo? 
Non dovevo fidarmi.
Della gente non bisogna mai fidarsi.

*Zayn's pov*

Non mi accorsi neanche di ciò che dissi, finché non incontrai gli occhi di Penelope: stanchi, tristi e delusi.
Stanchi per tutto ciò che le sta succedendo e per tutto ciò che lei dovrà affrontare.
Tristi per le mie parole, per la mia cattiveria, per la sua fiducia mal riposta.
Delusi da me.
"S-scusa, non volevo" dissi balbettando.
Balbettando? Stavo balbettando? Io, Zayn Malik? 
La mia voce interiore fu interrotta da quella della mia amica.
"Non fa niente" disse andandosene, ma all'ultimo si girò e continuò
"No, sai una cosa: fa qualcosa. 
Fa male. 
Certo che fa male, perché io mi preoccupavo per te ed è così che ricambi?"
"Eri preoccupata per me?"
"Lascia perdere..." 
E così si allontanò, lasciandomi come un idiota a guardarla andare via da me.

Ero un perfetto idiota.

Lasciai la scuola pensando a come rimediare,ma, appena arrivato a casa, cercai di azzittire tutto: dovevo fare il minor rumore possibile.
Aprii la porta molto lentamente e in punta di piedi entrai nella mia dimora.
"C'è qualcuno?" chiesi sottovoce 

Nessuna risposta.

"C'è qualcuno?" ripetei più ad alta voce.

Nessuno.
Il più velocemente possibile salii le scale, ma quasi arrivato al secondo piano, una voce mi fermò 
"Ciao Zayn" disse con un ghigno
Era ubriaco. 
Di nuovo.
"Ciao papà" dissi flebilmente 
"Non è buon educazione non salutare, lo sai vero?"
"Si, papà...ora devo studiare, ci vediamo a cena" 
Cercai di sorridere, ma ciò che uscì fu solo una smorfia orribile.
"Aspetta.." barcollando iniziò a salire i primi scalini.

Indietreggiai di qualche passo prima di correre verso la mia camera e chiudermi all'interno. 
Mio padre tirò diversi pugni alla porta e si lasciò scappare qualche bestemmia prima di andarsene e lasciarmi in pace. 
Dovevo trovare un rifugio da  tutto questo: da mio padre, dal suo alito che sa di alcol, dai suoi pugni e dai suoi sorrisi inquietanti.

La casa sull'albero! 

*Penelope pov's*

Avevo bisogno di stare da sola, di dimenticarmi un attimo di tutto e di tutti. 
Avevo bisogno di un mio rifugio. 

La casa sull'albero! 



Oibò :) 
Odio questo capitolo. Lo odio profondamente, ma mi serve...
In verità é solo un capitolo di passaggio in cui solo alla fine si scopre cosa è successo a Zayn, ma comunque lo odio.

Ma il prossimo non sarà così! Giuro :) 
Vi prego di leggere e recensire questa schifezza...
Grazie 
-ithinkiloveyou-

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Capitolo 8
*** Stay. ***





STAY
.


 
Not really sure how to feel about it 
Something in the way you move 
Makes me feel like I can't live without you 
It takes me all the way 
I want you to stay, stay 
I want you to stay, oh

Stay-Rihanna



 
Le foglie sotto i miei piedi scricchiolavano,mentre velocemente mi apprestavo a raggiungere la famosa quercia su cui era stata costruita la mia amata seconda casa.
Ottobre era ormai iniziato e l'autunno aveva portato con se i suoi colori caldi e primi maglioni, che tanto amavo.
Le mie mani accarezzavano tutto ciò che incontravano: la corteccia degli alberi, i piccoli arbusti che ricoprivano il suolo e il muschio sulle rocce; tutto, in questo luogo, mi trasmetteva calma.
Arrivata alla struttura in legno, volsi lo sguardo al cielo e, dopo averlo adocchiato, seguii il volo di alcuni uccelli, poi mi decisi ad entrare.
Ma all'interno c'era già qualcuno.

"Zayn?" domandai stupita, anche se ero sicura che il ragazzo di fronte a me fosse proprio lui.
"Oh...ciao Penel.."
"Cosa cazzo ci fai qui? Chi ti ha dato il permesso di intrufolarti nella mia casa?" chiesi infuriata,marcando il fatto che questo fosse il mio rifugio e non il suo. "Scusa,ma avevo bisogno di un luogo in cui ritrovare la calma.."
"E naturalmente hai pensato bene di venire nel luogo della ragazza che stamattina hai trattato come una cacca di uccello,no?" sbottai alzando il volume della voce "Si, ecco..." cercò di spiegare toccandosi la nuca.
"Lascia perdere,davvero. Adesso però potresti andartene?"
"N-non è che potrei restare?"
"E perché mai dovresti? Non hai una casa?"
"Beh..ho avuto dei problemi con mio padre..."
Lo guardai un attimo e poi gli chiesi ciò che da un po' mi tormentava.
"Riguardano i tuoi lividi?" azzardai io infine
".....si" quasi non la sentii la risposta, ma appena la percepii,mi resi conto che Zayn aveva realmente bisogno di aiuto.
"Aspetta qui" dissi uscendo e tornando alla mia vera casa.

Durante il tragitto non feci che pensare all'imbarazzo con cui il ragazzo mi aveva comunicato della sua attuale situazione.
Io gli avevo urlato contro e lo avevo aggredito senza ascoltare per quale motivo stamane si fosse comportato così e perché ora si trovava nel mio rifugio.
Ogni tanto dovrei chiudere la mia boccaccia. Entrata in casa mi procurai i giusti viveri necessari per stare almeno una settimana in quella casetta: presi della carta igienica, del cibo di ogni genere, altre coperte e altri cuscini; finii con l'acchiappare anche alcuni libri e dei film, non si sa mai.
Ritornai all'abitazione sull'albero e avvertii Zayn sul da farsi

"Allora, ti ho portato un po' di cose necessarie: se vuoi mangiare puoi trovare tutto le mini-frigo e in più ti ho portato altri cibi; per i tuoi bisogni puoi utilizzare la carta igienica che ti ho portato e beh...hai un bosco a tua disposizione; infine ti ho portato alcuni libri e dei DVD, che magari potrai vedere con il mio computer che porterò domani"
"Grazie" mi disse guardandomi. Faceva tenerezza così impaurito e imbarazzato.
"Dai, ora vieni qua che ti disinfetto le ferite: sei un pessimo medico" dissi sorridendo.
Lo feci accomodare su una delle due poltrone e con un po' di cotone bagnato dal disinfettante iniziai a pulirgli le ferite. Sotto il mio tocco lo sentivo tremare: mi piaceva avere tutto questo potere su una persona. Soprattutto se era Zayn.
Passai l'intera serata lì, ma verso sera mi preparai per tornare a casa. Stavo per scendere gli scalini, quando la sua voce mi fermò

"Resta"
"Cosa?"
"Resta con me....per favore"
Involontariamente sorrisi e risalii le scale appena scese, per avvicinarmi al ragazzo. Mi guardò imbarazzato per pochi secondi, per poi iniziare a parlare

"Non chiedo mai alle ragazze di restare, sono loro che restano"
"Adesso l'hai fatto"
"Volevo mettere solo in chiaro la cosa"
"Che cosa?"
"Il fatto che non sono un debole"
"Non lo avrei mai detto. E non l'ho neanche pensato"
"Ok"
"Ok"

Detto ciò si girò dall'altra parte e iniziò a dormire.
Era un ragazzo davvero strano, ma la cosa più strana era quel dimostrarmi che non era debole, ma io lo sapevo.
Sapevo quanto poteva essere duro superare una morte.
Sapevo com'era essere picchiati da qualcuno più grosso di te.
Sapevo soprattutto com'era difficile chiedere aiuto.
Per questo non dissi niente e lo aiutai.  In silenzio.




Oibò :)
Allora, questo capitolo mi piace molto più dell'altro, ma nei prossimi, finalmente, la storia diventerà interessante e meno macabre. 
Lo giuro :') 
Vorrei ringraziare tutti voi che recensite la mia storia e che mi fate sempre sorridere.
Grazie di tutto
<3
Grazie soprattutto a Sara_Scrive ( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=169269 ) che mi ha creato il banner. 
-ithinkiloveyou-

 

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Capitolo 9
*** Stupid body. ***






STUPID BODY.

La mattina seguente mi svegliai con la visione di uno Zayn senza maglietta che tranquillamente si beveva un succo di frutta. 
Mi sorrise dolcemente e con pochi passi mi si avvicinò per sedersi accanto a me.
"Buongiorno" mi disse dolcemente lasciandomi, poi, un delicato bacio sulla guancia 
"Hey" dissi stiracchiandomi "perché tutta questa dolcezza?"
"Ehm" arrossì "volevo solo ringraziarti per l'ospitalità"
"È solo una casa sull'albero" 
La dolcezza con cui mi stava trattando era allarmante: certo, gli avevo appena procurato un luogo dove stare, ma non è tutta questa gran cosa. Credo.
Improvvisamente mi venne una gran sete, perciò chiesi al ragazzo di passarmi qualcosa da bere.
Mi passò il succo che prima stava bevendo, ma chiesi qualcosa di ancora più leggero, siccome il mio stomaco si era chiuso e si divertiva a contorcersi su se stesso.
Infine, accettai il bicchiere d'acqua e iniziare a bere, ma mi era difficile tenere l'oggetto, siccome le mie mani oltre ad essere sudate stavano iniziando anche a tremare. 

Mani sudate, stomaco chiuso, bocca asciutta.
Bocca asciutta, stomaco chiuso, mani sudate.
Stomaco chiuso, mani sudate, bocca asciutta.
Stomaco chiuso, bocca asciutta, mani sudate.

 
Oh dio mio.
Oh dio mio, no!

Raccattai tutte le mie cose e con poche parole liquidai Zayn; scesi velocemente la scaletta e iniziai a correre verso casa.
Cosa mi stava succedendo? 
Non avrò per caso perso la testa per quel ragazzo? 
 Un ragazzo qualunque, per giunta! 
Magari molto carino.
E intelligente.
E dolce.
E protettivo.
Oh cazzo, devo piantarla! 
Zayn è brutto e cattivo. 
Odio non avere il controllo del mio corpo e della mia mente, perciò continuai a correre sperando che lo stomaco la piantasse di essere così stronzo nei miei confronti! 
Davvero, corpo, grazie di seguire il mio cuore e non il mio cervello.
Questa è una rivolta e io non la posso accettare!  
Mi fermai per mancanza di fiato: appoggiai una mano su un tronco, mentre con l'altra mi tenevo la pancia che, a causa della sforzata corsa, mi doleva. 
Adesso non riesco neanche più a sopportare una stupida corsetta? 
Stupido e inutile corpo.
Cercai di regolare il mio respiro, prima troppo affannato. 
Dovevo pensare, avevo bisogno di pensare. 
Se magari il mio cuore la piantasse di battere così forte e se le mie gambe non fossero così molli, penserei anche meglio. 
Mi fermai sotto un albero qualunque e mi sedetti tra le sue radici: l'erba circostante era secca o direttamente scomparsa; seguii la caduta di alcune foglie che leggiadre ballavano questa strana danza prima di posarsi sul terreno.
Dovevo solo calmarmi.
Magari ho solo una malattia terminale? Sarebbe meglio che ammettere di avere una cotta per Zayn.
Ma io non ho una cotta per Zayn, perciò non me ne può fregar de meno.
Visto cuore, qua comanda la mente, perciò piantala di fare il cretino e torna in te. 

Ma chi voglio prendere in giro.
Dannazione, cuore hai fottutamente ragione, ma non provare a fare cazzate perché se no ti pesto! 
Niente passi falsi o rivelazione nella notte.
E tu, corpo, segui la mente e il sistema nervoso, non il cuore, ok? Ok.

Stressata per questa guerra interiore, presi lo zaino e tirai fuori dalla tasca esterna un pacchetto di Malboro e pescai la prima sigaretta.
La accesi velocemente e mentre iniziava a bruciarsi ispirai profondamente per assorbire la nicotina; alzai, poi, la testa e, guardando il cielo, lasciai fuoriuscire il fumo.
Non fumavo spesso, ma ultimamente avevo ripreso a farlo.
Chiusi gli occhi e cercai di schiarire i miei pensieri, finché non sentii più la sigaretta tra le labbra.
"Lo sai che non bisogna fumare" disse il fatidico ragazzo dei miei pensieri, che a sua volta prese un lungo tiro dalla sigaretta; sorrisi a quella incoerenza.
"Allora, come mai sei fuggita?" continuò lui
" Avevo bisogno di un attimo per ricompormi"
"Dovevi pisciare? Potevi dirmelo."
"Il tuo arrivo mi ha impedito di farlo"

Ridemmo per quella strana conversazione, finché i nostri sguardi non si incontrarono e noi ci zittimmo.
In quel momento tutto ciò che ci circondava non esisteva più: c'eravamo solo io e Zayn.
Reagisci corpo, fai qualcosa! 
Gambe, non siate molli e voi, mani, non tremate! 
Cuore, avevi promesso di non fare scherzi e tu, mente, sei davvero un coniglio! Agisci! Fatti valere! 
Oh, andare tutti al diavolo! 



*Zayn's pov*

Il sole, la luna, le stelle.
Il mare d'inverno, le scogliere, la schiuma delle onde.
I fiori, i prati, l'orizzonte.
I libri, le poesie, i vecchi film.
La neve, la cioccolata calda, i maglioni.
Le carezze, i baci, gli abbracci.
Avete presente tutte queste cose? Ecco in quel momento i suoi occhi erano più di tutto ciò: in questo esatto momento, con questa luce, questo freddo e in questa situazione, i suoi occhi erano l'amore. 
L'amore che da un anno mi mancava, l'amore che volevo e che non avevo più ottenuto e non ci pensai due volte a baciarla.

Avevo bisogno di un rifugio e in quel momento l'avevo trovato.

Il mio rifugio era Penelope.





Oibò :) 
Allora, questo capitolo mi piace.
Cioè, non è che mi sto vantando o cose del genere, solo lo trovo molto più carino del precedente.
Ecco! 
Voi che dite? Vi piace? :)) 
Fatemi sapere, perché ci tengo moltissimo a ciò che pensate voi.
Grazie a tutti  <3
-ithinkiloveyou-

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Capitolo 10
*** Fuck it. ***




FUCK IT.

La presi per i fianchi e la sollevai per poi far aderire il suo petto al mio e far  intrecciare le sue gambe intorno al mio bacino.
Continuai a baciarla finché lei non si staccò da me, appoggiando i piedi a terra; mi guardò per pochi, ma interminabili minuti, poi si girò e iniziò a camminare dalla parte opposta.
"Penelope" urlai, per farmi sentire
"Penelope, fermati"  ma queste parole furono ascoltate solo dagli alberi.
Le corsi incontro e arrivato a dovuta distanza le rivolsi nuovamente la parola
"Penelope, puoi dire qualcosa?"
"Qualcosa"
"Non è divertente. Potresti dirmi che ti prende?"
"Niente"
"Non prendermi per il culo! Ci siamo appena baciati e te ne sei andata"

"La tua volgarità non ti porterà da nessuna parte"  mi prese in giro lei, in memoria della nostra prima conversazione, muovendo in modo strano le mani.
La presi per le spalle e la girai verso di me per poterla guardare in faccia
"Mi dici che cazzo ti prende? Sono serio"
"Zayn, mi stai facendo male...e paura"
"Scusa" mi staccai da lei, senza però lasciarla andare via.
"Devo andare. Seriamente" 
"Spieg.."
"Devo andare, ho detto"

Mi superò con una falcata e poi continuò il suo cammino.
La guardai allontanarsi piano piano e diventare sempre più piccola, mentre la rabbia ribolliva dentro di me.
"Fanculo Penelope! Fanculo!"
Silenzio.
"Fanculo!"
Di nuovo silenzio.
                           * * * 

*Penelope's pov*

È passata un settimana da quando io  e Zayn ci siamo baciati.
Una settimana in cui non ci siamo parlati, guardati, chiamati, pensati.
Un'intera settimana in cui abbiamo fatto finta di non esistere l'uno per l'altro.
La campanella segnò la fine dell'ultima ora e dei miei pensieri, riportandomi alla realtà.
Presi le mie poche cose e di malavoglia mi diressi dall'unica persona da cui mi ero ripromessa di stare lontana: la psicologa.
Camminai per i corridoi della scuola e, dopo alcuni giri, riuscii a trovare lo studio dello strizza cervelli.
Bussai e dopo un "avanti", entrai.
"Buongiorno.." lessi il nome della donna su una targhetta sulla scrivania di mogano "Miss Campell"
"Salve, tu sei?"
"Penelope. Barker Penelope."
"Nome italiano da?"
"Nessuno." 
"Oh...beh, siediti. Hai preso un appuntamento?"
"No"
"Mmmh..non importa. Allora, perché sei qui?"

"Sa com'è, mi sono appena finiti gli orsetti gommosi e ho pensato bene di venire qui, mentre aspettavo che il supermarket riaprisse" dissi acida
"Grande senso dell'umorismo."
"Non è la prima a dirmelo" 
"Adesso, signorina Barker, può dirmi seriamente perché è qui?"


Passarono alcuni minuti in cui pensai se fosse davvero il caso di parlarne con qualcuno o meno.
Farsi aiutare non è un male,no? Ogni tanto chiedere aiuto, parlare con le persone, aprirsi fa bene, vero? 
E se mi sbagliassi? Se questa donna dal sorriso rassicurante fosse in verita un mostro cattivo. 
Tenterò: questa volta mi fiderò. 

"Mi manca."
"Chi?"
"Un ragazzo. Più di un ragazzo."
"Okay."
"Uno è il mio migliore amico. È morto.
Mi sentivo tanto sola e incompresa e in quel momento è arrivato l'altro ragazzo.  Ci siamo baciati.
Io me ne sono andata."
"Perché?"
"Perché ho paura che se mi affezionerò a lui, mi sarà portato via.
Di nuovo."
"Devi rischiare, Penelope. Devi scegliere se stare sul sicuro e non legarti più a nessuno o vivere."
"Secondo lei cosa dovrei fare?"

"Vivere"

Ci pensai su pochi secondi, poi al volo presi le mie cose e uscii di corsa dall'aula; ma alla stessa velocità tornai indietro e ringraziai quella donna, poi ritornai sui miei passi e mi diressi verso casa: dovevo rimediare.
A tutto.
   
                             * * * 

Tirai un sassolino contro il legno della casetta.
Un altro.
Un altro ancora.
"Pss, Zayn!"
Il ragazzo all'intero della piccola abitazione non rispondeva, nonostante fosse evidente la sua presenza.
Iniziai a salire gli scalini, mentre urlando gli dicevo 
"Zayn, sto salendo: se sei nudo, copriti e se ti stai masturbando..beh, smetti immediatamente"
Terminata la frase ero ormai giunta in cima e aprendo la porta urlai 
"Spero tu non stia.."

Mi bloccai appena notai che Zayn era dentro.
Con un'altra ragazza.
In intimo.
Ci misi pochi minuti ad assimilare la cosa, poi decisa proferii parola

"Fuori"
"Penelope, scusami..non pensavo saresti venuta."
"È la mia fottutissima casa sull'albero. Come cazzo hai fatto a pensare una cosa del genere? 
Ora tu prendi il tuo fottuto culo, la tua fottuta puttana e fottutamente felici uscite da qui."
"Penelope..."
"Ho detto: e fottutamente felici uscite da qui."


Si rimise i pantaloni, mentre quella bionda ossigenata si rivestiva lentamente, ammiccando a Zayn.
Mi guardai intorno cercando di non riposare lo sguardo su quella scena deplorevole.
Il ragazzo prese per mano la ragazza e la portò fuori: uscendo mi parlò

"Mi dispiace"
"A me no. Sono abituata."
"A cosa?"
"Ad essere delusa dalle persone"


Mi regalò un sorriso tirato seguito da un sospiro, poi se ne andò.
Guardai andare via quella odiata coppia e quando non riuscii più a vederli, mi accasciai a terra e iniziai a singhiozzare. 
Con rabbia comincia a rompere tutto ciò che mi si presentava davanti, mettendo i più forza se un determinato oggetto apparteneva a Zayn.
Non lo sopporavo.
Lo detestavo.

Lo odiavo. 





FACCIO LO SPAZIO AUTRICE TUTTO FIGO E COLORATO.
Weilà, come va? Finalmente ho ggiornato: scusate se ci ho messo tanto, ma volevo fare il capitolo un po' più lungo e inoltre non avevo molte idee..perciò beccatevi questa """fantastica""" roba che ho partorito. 
lalalalalalalalalalalalalalalala
Care fanciulle/i, oggi sono tanto felice perchè ho preso 6.5 del test di latino :'), motivo per cui posso apparirvi un po' sclerata.
In verità lo sono sempre.
24 ore su 24. 
MAAAAAAAAA, ADESSO PASSIAMO ALLE COSE SEEEEERIE.

Midnight memories. 
Cosa.
Banana. 
E'?
IO LO AMO. Cioè, si potesse stuprare un albumio lo farei. Ahahahahahahaha 
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo e dell'album :)) 
Tanti, tantissimi baci 

-ithinkiloveyou-



 

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Capitolo 11
*** Drug. ***



 
DRUG.


Now that I've lost everything to you
You say you wanna start something new
And it's breaking my heart 
you're leaving
Baby, I'm greaving 
But if you wanna leave, take good care 
I hope you have a lot of nice things to wear 
But then a lot of nice things turn bad out there 


Aprii gli occhi lentamente,mentre la luce entrava dall'enorme finestra e dagli spiragli tra le assi del legno.
La mia canzone preferita di sottofondo rese migliore il risveglio, infatti dormire sul legno duro tutta la era stato abbastanza sgradevole, ma non avevo la minima voglia di tornare a casa e dare spiegazioni ai miei genitori: ero riuscita a liquidarli con un semplice messaggio ed ora dovrei essere in una fantastica villona a mangiare schifezze con le mie fantastiche compagne di banco. 
Cercai il cellulare per stoppare la musica, ma notai che l'oggetto era spento; mi alzai in piedi per cercare il luogo da cui proveniva la musica. 

Oh, baby, baby, it's a wild world
It's hard to get by just upon a smile 
Oh, baby, baby, it's a wild world 
I'll always remember you like a child, girl 


La canzone continuò e questa volta notai che c'era qualcosa che non andava: la voce, nonostante fosse bellissima e mi facesse venire i brividi,non era quella di Cat Stevens e inoltre l'unico strumento che si sentiva era la chitarra. Provai ad ascoltare meglio ed a concentrarmi sulla voce, ma non riuscii a capire chi fosse. 


You know I've seen a lot of what the world can do 
And it's breaking my heart in two 
Because I never wanna see you a sad girl 
Don't be a bad girl 
But if you wanna leave, take good care 
I hope you make a lot of nice friends out there 
But just remember there's a lot of bad and beware


Uscii sulla terrazza e sul prato sottostante vidi Zayn, che con una chitarra classica in mano e una coroncina di minuti fiori bianchi sulla testa cantava Wild World, la mia canzone preferita. 
Portai una mano davanti alla bocca per nascondere il mio sorriso, che sinceramente mi faceva schifo. Appena alzò lo sguardo e mi fissò, inizia a ridere imbarazzata cercando di restare incazzata, ma in questo momento mi era impossibile. 


Oh, baby, baby, it's a wild world
It's hard to get by just upon a smile 
Oh, baby, baby, it's a wild world 
I'll always remember you like a child, girl 


Mi regalò uno dei suoi sorrisi migliori, poi tornò a guardare la chitarra per non sbagliaregli accordi e iniziò a muoversi stranamente, quasi ad accennare una danza speciale.
Mi lasciai sfuggire una risata, alla quale si accompagnò la sua, impedendogli così di cantare alcune parole della canzone. 
Ero quasi commossa da questa scena: non mi era mai capitato (e mai lo avevo immaginato) che un ragzzo mi dedicasse un canzone, per di più così importante.

Baby, I love you 
But if you wanna leave, take good care 
I hope you make a lot of nice friends out there 
But just remember there's a lot of bad and beware


Immaginatevi una povera che si appena svegliata,che sta piangendo e ridendo nello stesso momento risultando così più pazza del solito. 
In quel momento ero esattamente così. 
Zayn finì il ritornello e poi mi sorrise, aspettando che mi riprendessi.

"Mi perdoni?" chiese poi 
Mossi la testa su e giù per fargli capire che ormai era stato perdonato, allora lui mi raggiunse il più velocemente possibile sopra la casetta e mi abbracciò. 
In quell'abbraccio trovai la sicurazza che da tempo mi mancava. 
Mi poggiò sulla testa la sua coroncina di fiori e poi, leggermente scosso per la mia reazione, si separò da me per guardarmi negli occhi e parlarmi 

" Hey, tutto bene?" 
"Si" tirai su col naso "scusa, ma questa è la canzone che amo di più e ha tutta una storia sotto e boh..." dissi a velocità supersonica, gesticolando come un'italiana. 
Lui mi guardò divertito e poi mi lasciò un tenero bacio sulla guancia: ri masi interdetta davanti a quell'azione, ma mi ripresi subito e lo seguii dentro la piccola abitazione, in cui lui era già entrato. 
Lo vidi sdraiarsi sul legno e guardare interessato il soffitto 

" A cosa pensi?" gli chiesi curiosa 
" Niente...tu fumi?" 
"Beh..si" 
" Non il tabacco, Penny." 
" Oh..." 
" Ti dispiace se..?" 
"No, no"  ero un po' dispiaciuta per il fatto che magari si fosse fatto perdonare solo per fumarsi la sua cannetta in un luogo sicuro, ma quasi mi sorrise dolcemente e mi invitò a sdraiarsi accanto a lui, scacciai questi miei brutti pensieri e mi lasciai andare. 
"Potrei?" 
"Non so..non vorrei che.."
" Zayn, non ho più cinque anni, so quello che faccio" 
" Va bene" si arrese lui e mi lasciò prendere un lungo tiro dallo spinello.
"Ou, vacci piano, sei piccolina te" 
" E con questo?" 
" Non vorrei che mi uscissi di testa" 
"Spiritoso" dissi, aggiungendo poi la mia risata alla sua. 

Appena la canna fece effetto iniziammo a parlare e io mi sentii libera di dire tutto ciò che sentivo
"Non lo faccio apposta" dissi girandomi per guardare il volto di Zayn, il quale aveva gli occhi rossi e le pupille dilatate
"Cosa?" rispose 
"Ad essere così acida e maleducata e stronza e tutto" sputai "è solo che fa ancora male. Cioè, Daniel mi manca ancora e credo che mi mancherà per sempre, ma spero che questa sensazione di vuoto e pianto imminente scompaia" 
"E' normale" 
" Non credo che lo sia: parlo troppo spesso di lui e la maggior parte delle volte neanche lo voglio. Era un mio carissimo amico, ma sembro ossessionata da lui..Non lo sono, comunque." 
"Lo so" 
"Era per chiarire" 
" Tu credi nei fantasmi?" mi chiese serio.
Lo guardai per un lasso di tempo interminabile e poi scoppiai a ridere e da lì non la finimmo più: continuava a sparare cazzate su cazzate e io continuavo a ridere fino a piangere. 
Tra un risata e l'altra non mi accorsi che ormai il viso di Zayn era molto vicino al mio. 
Sentivo il suo respiro pesante, il suo alito che sapeva di menta e tabacco e fu un attimo e le sue labbra furono sulle mie.





 

ALOHA 

Ciao belle/i fanciulle/i,
innanzitutto vorrei chiedervi immensamente scusa per avervi fatto aspettare così tanto, ma queste settimane sono state pienissime e inoltre questo capitolo l'ho tipo riscritto 4 volte perchè continuava a non piacermi...non che questo sia gradevole, ma era sicuramente meglio degli altri, per questo eccomi qui. 
Come al solito spero di ricevere molte recensioni e vi ringrazio immensamente per ciò che fate <3 
Grazie di tutto, davvero
Un bacio 
-ithinkiloveyou-


 


 
 

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Capitolo 12
*** I want you. ***


 


I WANT YOU.

 
Non ero ancora totalmente lucida, ma abbastanza da capire che quello che stavo facendo era solo una colossale cazzata.
Sono ancora troppo vulnerabile per lanciarmi a capofitto in una relazione e comunque è ancora troppo presto anche se fosse una storiella da poco.
Presi tutta la forza che avevo in corpo e lo staccai via da me; mi accovacciai in un angolo, portandomi le ginocchia al petto quasi a cercare di fermare il battito troppo accelerato del mio povero cuore che non avrebbe resistito a un' altra caduta. Il silenzio regnava sovrano e la situazione era ormai al limite dell'imbarazzo.
I nostri respiri affannati si unirono a rompere così il silenzio, che mi stava letteralmente uccidendo.

In un attimo si alzò velocemente e con un gesto fulmineo afferrò la chitarra, per poi dirigersi a passi svelti fuori dalla casetta.
Ci misi un po' a capire che se n'era andato e appena me ne accorsi lo seguii a ruota.
Perché diamine faccio scappare tutti? 

"Zayn" urlai con tutto il fiato che avevo in corpo 
"Che c'è? Cosa vuoi ancora?"  disse alterato
"Sei tu che mi hai baciato, sono io che dovrei chiederti cosa vuoi!" mi avvicinai di qualche passo 
"Ed è la seconda volta che mi rifiuti! Mi sono rotto di tutto. Di te che non capisci, troppo intenta a pensare a Daniel di qui, Daniel di là"
"Brutto stronzo, Daniel non c'entra nulla!"
"E allora perché cazzo non ci vuoi provare?"
"A fare cosa, porco due?"
"A creare un noi. Quello che voglio sei tu, Penelope. Santo dio."


Mi bloccai. 
Lui. Vuole. Me.
Vuole me. 
"Quello che voglio sei tu" queste parole mi rimbombarono nella testa e non potei fare a meno di notare come Zayn mi stesse guardando, di come sperasse in una mia azione positiva.
Siamo prigionieri di un’età che non sappiamo vivere, ma magari se questa volta avrei provato a lasciarmi andare non sarebbe accaduto niente di male,no? 
Dovevo mettere da parte Daniel, la sua morte, il D- di biologia, i professori sempre alterati, Russel e i suoi giochetti.
Il dolore, la frustrazione, la sofferenza, le lacrime, i pugni al muro e gli oggetti scaraventati: tutto doveva sparire.
Mi avvicinai Zayn e puntai i miei occhi nei suoi color caramello; il suo profumo mi invase il corpo e creò dei brividi che sembravano non volermi lasciare. 

"Senti coso, sei uno stronzo, un arrogante, un fumatore, un drogato, una femminuccia e un cazzo di insultatore ambulante: nessuna sana di mente proverebbe a stare con te più di un giorno, ma io lo so, lo so che dietro tutto questo c'è qualcun' altro migliore di ciò che fai credere alla gente e lo spero con tutta me stessa, perché quello che sto per fare è certamente la cosa più azzardata che io abbia mai fatto e vorrei almeno farla insieme a un ragazzo normale, non con un sacco della spazzatura come te.
Perciò, Zayn Malik, io ci provo, ma tu prova a farmi soffrire e poi ti faccio soffrire io."


Lo presi per la maglia e incollai le mie labbra sulle sue, alla ricerca di un bacio appassionato che non tardò ad arrivare. 
Se fino a cinque minuti fa non mi sentivo in grado di creare una relazione, orami sentivo più forte, più determinata e più sicura.
Sentii le sue labbra curvarsi in un sorriso e giuro che non avevo mai provato un'esperienza migliore che baciare il suo sorriso, di cui, inoltre, ero la causa.

"Sei una stronza, acida, sempre irritata o con la testa tra le nuvole. Quando parli sei peggio di uno scaricatore di porto e quando cammini sembri un elefante, ma, cazzo, Penelope Barker sei così fottutamente perfetta lo stesso."

Risi a questa sua affermazione.
Mi prese la mano e non potei fare a meno di notare come la mia mano si intrecciasse perfettamente alla sua, quasi come un puzzle.
Sorrisi involontariamente alla vista di ciò.
Seguii Zayn, che continuava a camminare senza sosta e senza meta, il che potrebbe sembrare preoccupante ma il su sorriso era così rassicurante e sincer....

-Ti sei incantata-
No,no è vero
-Amore, io sono la tua coscienza, so esattamente cosa stavi facendo-
Ma..in verità...ok, forse hai ragione...
-Ovvio, io ho sempre ragione-
Come rovinare un bel momento
-Ehi!-

Zayn, guarda che mi fai: oltre a rubarmi il cuore, mi hai portato anche alla pazzia.








OIBO'
Ciao belle fanciulle e (se ci sono) bei fanciulli.
Tra un giorno è Natale e io sono tanto happy :))
Comunque ho fatto il mutuo per il mio pranzo di Natale, perchè, diablo, abbiamo speso un patrimonio...
Va beh, passando alla storia: non so scrivere. Se questa storia fa cagare ditemelo, perchè vi capisco. 
Sappiate che dal prossimo capitolo anche la sexy Penelope si farà una vita sociale (sia ringraziato il cielo) 
Ora vi lascio
Baci 

-ithinkiloveyou-

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