Rosso di Sheriza (/viewuser.php?uid=157373)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIV ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXV ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXVI ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVII ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXVIII ***
Capitolo 29: *** Capitolo XXIX ***
Capitolo 30: *** Capitolo XXX ***
Capitolo 31: *** Capitolo XXXI ***
Capitolo 1 *** Capitolo I ***
Rosso
Capitolo
I
Il sedicesimo
compleanno, si dice sia maledetto, o per lo meno quello di Aoi lo fu.
La neve quel
giorno cadeva, lacrime dal cielo ghiacciate e morbide si poggiavano
al suolo per dare quel tocco bianco e candido, anche qualcuno senza
emozioni avrebbe provato un brivido a quello spettacolo.
Una ragazza
guardava dal balcone di una villa in mezzo alle montagne la neve
poggiare per terra, era seduta sul marmo del balconcino con le gambe
a penzoloni.
Aveva i capelli
rossi con un taglio a caschetto scalato che andavano ad allungarsi
davanti, occhi verdi come smeraldi puntati verso il cielo, portava un
corpetto color blu notte che si stringeva con sopra una giacchetta
nera di piume, dei guanti blu con del pizzo e una gonna che le
arrivava a metà coscia sempre blu con degli stivali che le
arrivavano fino un po' sotto al ginocchio.
“Hey...Aoi
ah ah, auguri” cercò di dire un uomo sulla cinquantina
che quasi sicuramente era ubriaco fradicio e non riusciva a reggersi
in piedi.
“Che
schifo...” sussurrò la ragazza guardando dentro al
salone tutta quella gente che nemmeno conosceva ubriacarsi o
spettegolare su qualcuno.
“Aoi, su
vieni dentro, ti vogliono fare gli auguri, piccola compi sedici anni
devi festeggiare.” disse un uomo sul ciglio della porta
finestra.
“Non
festeggio con gente che nemmeno conosco papà. Tutta quella
gente con sa nemmeno che esisto sono qui solo per far vedere che loro
sono gente importante, gente che merita di stare alla festa di uno
dei più ricchi e potenti personaggi di tutto il Paese.”
disse Aoi con una voce di disprezzo.
“Non fare
così, guarda quanti regali ti hanno portato.” disse
l'uomo cercando di convincere la ragazza.
“Sinceramente”
disse la ragazza girandosi di scatto e guardando il padre negli occhi
“Preferisco di gran lunga qualcuno che si occupi di me, dei
miei sentimenti non voglio dei regali!” dopo aver detto questo,
Aoi saltò giù dal balcone come se niente fosse e sparì
nel buio.
“Sono
così abituata a scappare da feste del genere che ormai sono
diventata agile come un gatto, persino dal balcone riesco a saltare
senza farmi male” pensò
la ragazza mentre camminava nella neve verso un boschetto tutto
imbiancato.
Ogni
passo le costava una fatica immensa, in quel punto la neve era molto
più alta però continuò a camminare fino a quando
non si ritrovò in uno spiazzale tra gli alberi, probabilmente
dalla forma circolare che aveva doveva essere un lago ghiacciato.
Aoi
camminando cautamente notò sotto un albero un accumulo di neve
molto grande così decise di buttarsi sopra di esso, ma quando
lo fece sbatté violentemente la testa contro qualcosa di
metallico nascosto sotto la neve.
“Ma
che diavolo ci sta qui sotto?! Dio che dolore, la mia testa!”
gridò Aoi mettendosi le mani dietro la testa, poi guardò
il cumulo di neve e cominciò a scavare per vedere cosa c'era
sotto, una volta tolta la maggior parte della neve, fu sorpresa di
trovare un auto ancora con le luci accese.
Aoi
aggirò l'auto e saltò sul cofano che era accartocciato
contro il tronco dell'albero per vedere se c'era qualcuno dentro, ma
quando lo fece notò che non c'era nessuno dentro, solo un
sacco di disordine.
“Forse
chi guidava quest'auto ha fatto un incidente ed è andato a
cercare aiuto...ma qui l'unico aiuto che ci sta è casa
mia...forse è meglio se cerco un po' in giro questo tizio non
vorrei che morisse di freddo...” pensò
Aoi, così scese dal cofano e cominciò a camminare verso
gli alberi.
“Hey
c'è nessuno qui?? Ho visto l'auto! Sono venuta ad aiutare! C'è
nessuno?!” gridò Aoi, quando a un certo punto una
lamentela si sentì sollevare da per terra.
“S...sono
q...qui!”.
“Da
lì viene una voce”.
Aoi si avvicinò a un albero e sotto notò
un cumuletto di neve e appena la tolse vide il corpo di un uomo.
“Hey
amico tutto bene?” chiese lei, mentre girava l'uomo che aveva
la faccia rivolta verso la neve, poi dopo averlo fatto Aoi lanciò
un urlo agghiacciante notando che l'uomo era ferito gravemente, aveva
ferite multiple sul collo, braccia e i vestiti sembravano essere
stati stracciati.
“M...Maria
ed Es..Esmeralda...le hai viste?” sussurrò l'uomo,
mentre tossiva.
Aoi che intanto si era allontanata lasciando il corpo
dell'uomo a terra nella neve che piano cominciava a colorarsi di
rosso, scosse la testa e porto la mano sporca di sangue davanti alla
faccia.
“C..cercale
ti scongiur...o” l'uomo riuscì a malapena a dire quelle
ultime parole quando un colpo di tosse lo fece spirare.
“Dio,
ma che gli hanno fatto, meglio andare via da qui, oddio devo
vomitare” gridò Aoi, si alzò da terra e cominciò
a correre verso il sentiero che l'avrebbe riportata a casa, i vestiti
bagnati dalla neve, il freddo e la neve che scendeva dal cielo le
facevano sentire le ossa ghiacciate, quando a un certo punto una
sagoma nera cominciò ad apparire davanti ai suoi occhi.
“Chi
è li??” gridò Aoi mentre continuava a correre.
Arrivò difronte la sagoma e notò che era
una bambina, una bambina con metà del viso sporco di sangue
che sorrideva.
“Ciao,
hai visto il mio papà?” disse la bambina sorridendo.
“Tu...chi
sei...” sussurrò Aoi indietreggiando.
“Mi
chiamo Maria...E tu hai visto il mio papà.” disse la
bambina avvicinandosi.
“No...non
ho visto nessuno io...” disse Aoi.
“E
invece si, hai le mani sporche di sangue...non si dicono le
bugie...”.
“Dai
piccola, cos'è successo?” chiese Aoi.
“E'
successo che hanno ucciso me e mio padre, e ora stai per morire anche
tu...” la bambina sorrise ancora di più spalancando la
bocca e facendo notare ad Aoi dei denti più lunghi.
“Oh
mio dio!” gridò Aoi sferrando un calcio alla bambina e
ricominciando a correre verso casa.
“Che
sta succedendo mi sembra di stare in un film dell'orrore, ma che
diavolo succede! Un attimo cos'è quella luce arancione là
in fondo?!” pensò
Aoi girandosi più volte per vedere se quella bambina la stava
seguendo. Arrivò alla fine del bosco e vide la sua casa nel
fuoco più totale, lingue di fuoco gigantesche stavano
divorando tutto, grida disumane arrivavano dalla casa, persone che
cercavano di saltare dal balcone ma non riuscivano, e poi tre
persone, tre persone stavano guardando la scena, uno di loro aveva in
mano come una fiamma di fuoco, com'era possibile una cosa del genere?
Come poteva un uomo tenere del fuoco sulla mano senza bruciarsi?!
Uno di quelle tre persone si girò verso Aoi e si
dirisse verso di lei.
Non era un uomo anziano, era un ragazzo avrà
avuto sui diciott'anni, aveva dei capelli neri come la cenere, la
pelle bianca come la neve che quella sera si stava colorando di
rosso, gli occhi non si distinguevano, portava un lungo cappotto nero
che arrivava fino alle caviglie e camminava lentamente verso Aoi.
Anche gli altri due si rigirarono, stavano ridendo, scrutarono Aoi e
sorrisero ancora di più poi si rigirarono.
Aoi era paralizzata, sentiva il cuore battere
all'impazzata e sentiva la gola fredda, il respiro che le cominciava
a mancare, poi un dolore caldo le pervase la gamba, la bambina
l'aveva raggiunta e l'aveva graffiata su quel pezzo di pelle di gamba
che le rimaneva scoperta.
Il sangue cominciò a sgorgare dalla ferita,
mentre la bambina si allontanava e il ragazzo si avvicinava.
Sembrava che quella situazione gli piacesse, i suoi
occhi erano neri come l'ossidiana e più si avvicinava più
si illuminavano, si passò la lingua sul labbro superiore e con
uno scatto si ritrovò faccia a faccia con Aoi.
Era paralizzata, riusciva a fare solo passetti indietro
fino a quando non si ritrovò contro il tronco di un albero, un
nodo alla gola non la faceva ne respirare ne parlare, riusciva solo a
guardare quel ragazzo dalla bellezza devastante.
Il ragazzo sorrise mostrando i denti bianchissimi e poi
li socchiuse, anche lui li aveva lunghi, si divertì a guardare
l'espressione spaventata di Aoi, e poi le si avvicinò
all'orecchio mettendole una mano sulla ferita alla gamba e le disse
“Sei interessante, e anche un sacco, peccato che tu non possa
scappare, penso che mi divertirò con te un po'...che ne dici?”
aveva una voce dolce e seducente che fece venire i brividi ad Aoi.
Il ragazzo la guardò mentre in un disperato
tentativo cercava di fuggire, ma non ci riuscì la blocco
all'albero e scostando il cappottino di piume che aveva le mise le
labbra fredde come marmo sul collo caldo di Aoi.
“Sei
calda nonostante questo freddo...interessante...” sussurrò
lui.
“T...togliti
subito da me!” gridò Aoi.
Il corpo del ragazzo la bloccava contro l'albero, mentre
le sue labbra la cominciarono a baciare, rendendo quel collo caldo
freddo, il cuore di Aoi batteva all'impazzata, poi da quelle labbra
morbide cominciarono ad uscire degli spuntoni, che cominciarono a
graffiare il collo di Aoi fino a quando quegli spuntoni non entrarono
nella carne di Aoi.
Il sangue sgorgava, lo sentiva bene lei, due ferite sul
collo, il rumore delle sue labbra, l'eccitazione di quel ragazzo, il
freddo che stava cominciando a prendere possesso del suo corpo, solo
in quel momento riuscì a mettere a fuoco la situazione.
Creature che si nutrono si sangue umano, dalla pelle
bianca come il latte, una leggenda molto diffusa, ma questa volta non
è una leggenda, i vampiri esistono veramente, Aoi lanciò
un grido di dolore, che sparì subito perché il piacere
la pervase, i suoi occhi cominciarono a farsi pesanti, fino a quando
non li chiuse.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo II ***
Rosso
Capitolo
II
Quel piacere,
quel ragazzo, la casa in fiamme, la bambina tutti questi pensieri
tormentavano il riposo di Aoi che si svegliò in un lago di
sudore.
Era in un
ospedale, si guardò intorno la stanza era piccola e cupa, le
pareti erano piastrellate di piastrelle color crema, il pavimento era
anche di color crema, affianco al letto di Aoi c'era un separé
e dall'altra parte un altro paziente.
Guardò
sul comodino affianco al suo letto e vide una flebo di sangue e
dall'altra una normale che si usa per alimentare, poi si guardò
e si vide in un camice bianco, non è che si intonasse molto
con il suo colore di pelle che era sul bianco pallido.
“Ma
guarda un po', sembro un fantasma con i capelli rossi...Come ci sono
finita qui, ho i ricordi sfocati...” come
un fulmine le tornarono tutti i ricordi di quella sera, ma le
tornarono tutti insieme come un film che va portato avanti a tutta
velocità.
Aoi
si accasciò a terra reggendosi la testa mentre emetteva
qualche gridolino.
Un
infermiera accorse subito nella camera e quando vide Aoi per terra la
rialzò e la fece sedere sul letto.
“Dottore!
La paziente nella camera tre si è svegliata la prego di
venire!” gridò l'infermiera.
Un
uomo sulla sessantina entrò nella stanza, era cicciottello e
aveva la barba molto curata, indossava un camice bianco e aveva un
blocchetto in mano, dopo aver guardato il numero della camera si
diresse verso il letto dove Aoi lo seguiva con lo sguardo.
“Allora
signorina...Neil come sta?” chiese il dottore mostrando i denti
perfettamente bianchi.
“Stordita”
rispose secca Aoi.
“Lo
vedo normale visto che le abbiamo dovuto somministrare un calmante,
ma non si preoccupi le passerà subito, ha dormito per parecchi
giorni a quanto vedo.”.
“Si.
Ma come mai mi trovo qui, e sopratutto questa flebo di sangue?”
chiese Aoi indicando la flebo e socchiudendo gli occhi.
“Oh
beh, un ragazzo ha chiamato dalla montagna qui vicino e ci ha
avvisato che un incendio ha distrutto la sua residenza e che una
ragazza era stata ritrovata dissanguata, in seguito siamo andati a
controllare subito e infatti l'abbiamo trovata quasi dissanguata, per
fortuna siamo stati avvisati...” rispose il dottore.
“Okay,
e mio padre e gli altri invitati? Sono stati ritrovati i cadaveri?”
chiese Aoi con una punta di cattiveria.
“Oh
beh...ricordi?” chiese il dottore con una voce dolce e mettendo
una mano sopra la spalla di Aoi.
“Si.”
rispose secca lei.
“Mi
dispiace veramente, so che è una grande perdita...”
disse il dottore.
“E'
la vita.” disse Aoi fissando il vuoto, i suoi occhi da verde
smeraldo erano diventati verde cupo e ricordò la scena di
quella sera.
“Oh
beh, ora dimmi come ti sei salvata e come mai eri quasi dissanguata?”
chiese il dottore.
“Non
lo so.” rispose Aoi stendendosi sul letto poi pensò “Non
è vero ricordo tutto, quella sera era un inferno, neve
macchiata di sangue, le lingue di fuoco che distruggevano tutto, la
bambina agghiacciante e poi lui, quel ragazzo, freddo come il
ghiaccio, perché ha chiamato? Ha detto che voleva divertirsi
con me, cosa intendeva?! Perché non ha finito di dissanguarmi,
avrei potuto dire cos'era successo...no...mi avrebbero presa per
pazza, sapeva che non avrei detto nulla...E' stato lui ad appiccare
l'incendio? Vorrei trovarlo, ma ho paura, le sensazioni di quella
sera sono state traumatiche...”.
“Signorina
Neil!” gridò il dottore riportando Aoi nel mondo reale
lasciando le sue domande e fantasie per dopo.
“D...dica!”
balbettò Aoi, che gradualmente si stava riprendendo.
“Condoglianze
per tuo padre, era un uomo potente, dopo tua madre anche tuo padre e
tu sei così giovane...hai parenti che possano accoglierti?”.
“No,
non ho parenti, e se li ho non li conosco. Per quanto riguarda mio
padre, è sempre stato assente per me non c'era mai, penso non
sentirò molto la sua mancanza, anche se era l'unica persona
che mi dimostrava affetto a volte...” sussurrò Aoi.
“E
quindi!? Non hai un posto dove stare!” sbottò il
dottore.
“Sono
emancipata. Mio padre prima di morire mi ha fatto questo ''regalo'',
avevo espresso il desiderio di vivere da sola e lui me lo ha
realizzato.”.
“Oh
beh...Allora va bene, resterai in ospedale fino alla tua
riabilitazione poi sarai libera di andare, il periodo massimo sarà
di una settimana, non hai riportato nulla di grave.” disse il
dottore uscendo dalla stanza.
“Grazie.”
gridò Aoi rimettendosi a dormire.
“Vampiri,
mi sembra di stare sognando...quella sera se io fossi rimasta dentro
casa cosa sarebbe successo? Sarei morta anche io penso...Ma che
volevano da mio padre? E quando sarebbero arrivati?! Quell'uomo, è
stato attaccato da quelle creature ma non aveva segni di morsi o
altro, aveva una ferita profonda sul petto...invece la figlia
Maria...Merda in che guaio mi sono cacciata, ma nonostante tutto sono
ancora calma...” domande
e pensieri affollavano la mente di Aoi, senza lasciarle un attimo di
pace fino a quando non si addormentò.
Si
risvegliò la sera verso la tarda notte e nella stanza
l'oscurità dominava, Aoi accese la sua lampada sul comodino e
notò con suo grande stupore che sopra di esso c'erano dei
fiori, così li prese e dentro ci trovo un bigliettino che
diceva:
“Grazie
della splendida serata che mi hai fatto passare l'altra notte, non ho
mai mangiato così bene penso, spero ti rimetterai in forma, mi
piaci e non vedo l'ora di incontrarti ancora. Buona guarigione.
Astor.”
Aoi spalancò gli occhi e lanciò un urlo
lasciando cadere il biglietto, poi scesa dal letto si recò
fuori dalla stanza e si mise a guardare il corridoio lungo e buio.
“Mio
dio ti prego, dimmi che è uno scherzo, il mio cuore ha quasi
ceduto leggendo quel biglietto, sono in pericolo e ora che cosa
faccio!”.
Dei passi lontani riecheggiarono per il corridoio,
facendo salire i brividi ad Aoi, i passi sembravano dirigersi verso
di lei e lentamente una sagoma si andava formando, poi i passi
improvvisamente si fermarono e quando Aoi si rigirò vide il
ragazzo di quella sera davanti alla sua faccia che la fissava con i
suoi occhi neri.
“Ancora
tu, me che vuoi da me!” gridò Aoi facendo uno scattò
all'indietro e cercando qualche porta da aprire per poter scappare.
“E
io che volevo essere gentile!” sussurrò il ragazzo,
avvicinandosi e bloccando le flebo.
“Lasciale
subito! Ma che vuoi da me!? Ci sono talmente tante ragazze, aiuto!
Qualcuno mi sente?! Merda qualcuno mi aiuti!” gridò Aoi
con tutta la voce che aveva in gola.
“Ah
ah, no non urlare o dovrò punirti, se ti stacco queste flebo
non te la passerai molto bene quindi vedi di stare muta e buona. E io
che volevo essere gentile con i fiori.” rispose lui chinandosi
verso Aoi che era caduta a terra.
“Sei
stato tu ad inviarmi quel biglietto allora, Astor.”.
“Hey
che tono di voce arrogante, posso farti fuori in qualsiasi secondo
quindi non sfidarmi ragazzina.” disse ridendo di gusto lui.
“Stai
zitto, perché non mi hai ucciso? Lo avrei preferito.”
disse lei cercando di muoversi verso la porta.
“Stai
ferma o ci rimetti la pelle, comunque sia ti ho lasciato viva perché
voglio divertirmi ogni tanto, sono stufo di uccidere tutti perché
fanno i pazzi psicopatici e poi io ho un debole per i capelli rossi.”
disse lui con un sorriso malizioso.
“Perché
fanno i pazzi psicopatici? Ma ti senti, e tu che sei un mostro pazzo
psicopatico?!” disse Aoi, poi con uno scattò si rimise
in piedi e cominciò a correre verso la parte più buia
del corridoio nonostante le flebo si staccarono.
“Devo
trovare un maledetto posto in cui non mi può trovare! Hey
aspetta un attimo, che sono questi rumori? Non dirmi che ci sono
altri vampiri in questo ospedale!”.
Mentre Aoi correva passò davanti a una camera con
la porta aperta, e la luce che entrava da fuori le bastò per
farle intravedere un vampiro che stava succhiando il sangue a una
signora, lasciando poi cadere il suo corpo morto per terra.
“Quanti
ne sono! Ne ho già visti due!” sussurrò a se
stessa Aoi.
Aoi corse fino ad arrivare in una stanza isolata dal
resto dell'ospedale, era buio pesto e non vedeva dove metteva i
piedi, così inciampò su un tubo che passava per terra.
“Pensi
di essere al sicuro? Forse non sai che la mia vista è molto
più sviluppata a vedere di notte che di giorno e quella
meravigliosa scia di sangue che lasci dietro ti rende rintracciabile
facilmente. Vedi l'ho detto sei divertente.” la voce di Astor
riecheggiava nella stanza, seducente e morbida si avvicinava a Aoi
che era per terra.
Aoi sentì il corpo freddo di Astor praticamente
sopra di lei, anche se non lo vedeva poteva sentire la sua faccia
vicinissima alla sua, poi la mano di Astor le afferrò il collo
e la bloccò per terra.
“Sai,
non ho mentito quando ho detto che il tuo sangue era meraviglioso,
era carico di odio e disprezzo, ma anche affetto e amore, era
semplicemente meraviglioso non ho fatto altro che pensare alla
prossima occasione che avrei avuto per riassaporarlo...”.
“Mi
dispiace per te, ma hai fatto un viaggio a vuoto, questa volta non ci
riuscirai tanto facilmente” gridò Aoi e così con
una mossa abile e rapida si liberò dalla presa e si alzò,
accendendo la luce notò che si trovava nella stanza che
controllava le luci di tutto l'ospedale e un sorriso le dipinse il
volto.
“Bene,
Astor tu e i tuoi amichetti state per essere liquidati. Addio”
disse Aoi abbassando la leva per accendere tutte le luci e, in meno
di un minuto tutte le luci dell'ospedale furono accese, come si
accende un albero di natale quando è pronto.
Astor sparì qualche secondo prima che tutte le
luci si accendessero e lo stesso per gli altri.
“Okay,
sono ufficialmente la preda di un vampiro” disse Aoi, poi
ritornò indietro nella sua stanza.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo III ***
Rosso
Capitolo
III
Le ombre che
ritornano dal passato sono sempre difficili da reggere, sopratutto se
un vampiro ti viene a trovare la notte per fare strage di persone
innocenti.
Era la prima
volta che Aoi, da quando era entrata all'ospedale, riusciva a
dormire, ogni volta il suo riposo era disturbato da Astor oppure
qualche urlo.
I giorni di
riabilitazione passarono presto e come era arrivata, uscì.
Prima che il
padre di Aoi morisse qualcosa di buono lo aveva fatto, darle
l'emancipazione, adesso poteva essere libera di andare ad abitare
nella casa che il padre le aveva lasciato se fosse morto.
La casa era in
città, che si trovava proprio ai piedi della montagna in cui
si consumò la strage, poche volte Aoi aveva visto quel luogo
perché il padre non amava stare tra le ''comuni persone'' come
diceva lui.
Era eccitante
per lei, tutta quella fretta che gira per le strade, la quantità
di ragazzi che escono e si divertono, le scuole varie e di diverso
genere.
Aoi girò
per un po' prima di trovare la via in cui si trovava la sua casa e
quando la trovò resto a bocca aperta. Nonostante la città
fosse molto moderna e attiva, la casa era in stile gotico, dava un
non so ché di macabro e oscuro e questo le fece molto piacere.
Entrò in
casa, anche l'interno era arredato in stile gotico, la tonalità
era centrata tutto su bianco e nero, e per la maggior parte era quasi
tutto in vetro, ispezionò per minuti la casa composta da due
piani e poi decise che ci sarebbe stato da modernizzare un po' le
cose, in seguito si sistemò in una stanza molto bella. Era
molto larga e spaziosa, appena entravi vedevi un grande armadio a
specchio bianco e nero, sulla sinistra c'era un mobile anche esso
bianco e nero ricoperto di cianfrusaglie, a destra un letto
matrimoniale gigante, poi tende bianche riprese al centro da una
spilla e portate ai lati della finestra stile principessa.
Sistemò
nei vari scaffali quello che le rimaneva di suo, dopo l'incendio
tutto andò perso e si buttò nel letto.
“Perfetto,
menomale che è già tutto arredato dovrò
comprarmi un bel po' di vestiti e iscrivermi a qualche
scuola...niente più insegnanti privati, che meraviglia”
disse Aoi saltando dal letto.
Uscì di
fretta di casa prendendo le chiavi e il cappottino di piume e si recò
prima in banca.
Ci volle come
minimo mezz'ora per ritrovare la banca, un edificio cupo e tetro,
dava l'impressione di essere tutto tranne una banca, una volta
entrata, Aoi arrivò allo sportello quasi subito e lì
trovo una signora sui sessant'anni con i capelli bianchi raccolti in
una codina e gli occhi nocciola da cerbiatto che la guardavano.
“Salve
cosa posso fare per lei?” chiese la donna con un sorriso
stampato sul volto.
“Ehm
salve, sono venuta per ritirare dei soldi dal conto bancario di mio
padre, il Sig. Neil Andres” quando Aoi pronunciò quel
nome tutte le persone presenti nella stanza cominciarono a
bisbigliare tra di loro qualcosa e una particolare frase che riuscì
a intercettare Aoi fu “Quella ragazza è la figlia di
Neil! Quell'uomo è stato assassinato insieme a tutta quella
gente importante e lei è sopravvissuta? Sarà una
maledetta!”.
A quelle parole
Aoi si innervosì e dopo aver dato un documento di
riconoscimento alla signora si rigirò verso tutti quelli che
stavano ancora parlando.
“Allora,
avete finito? Solo perché sono salva o ho i capelli rossi o mi
vesto in questo modo dovrei essere una maledetta?!” gridò
Aoi.
Nessuno
rispose, l'unico rumore che si sentiva era quello della signora che
batteva sulla tastiera del computer.
“Signorina
Neil, quanto desidera ritirare?” chiese la signora.
“Mille
euro.” rispose secca Aoi.
“Oh
accidenti, una bella somma...Va bene ecco a lei” disse la
signora dopo aver erogato dal distributore di soldi, biglietti da
cinquanta euro l'uno e averli dati ad Aoi.
“La
ringrazio” disse Aoi con un sorriso dolce e poi scappò
fuori dalla banca.
“L'ho
sempre detto io, che gente stupida, credono ancora alla legenda
secondo cui chi ha i capelli rossi sia maledetto, mettici pure il
fatto che sono l'unica sopravvissuta di un incendio e magari anche il
fatto che sono perseguitata da un vampiro maniaco e mi ritroverei
attaccata a un palo con la folla che grida sotto ''al rogo la
maledetta!''. Speriamo resti solo un mio film mentale...”.
La
giornata passò velocemente tra negozi, centri commerciali,
fino a quando non arrivò la sera, nonostante questo le strade
erano ancora molto piene, certo non come il giorno ma comunque erano
piene.
Aoi
si destreggiava tra la folla per passare, e intanto guardava le vie,
dopo quasi un oretta di camminata riuscì ad arrivare a casa
sua e dopo essere entrata poggiò tutte le buste con dentro
vestiti, pantaloni, vernici, lenzuola e vari prodotti per pulire
tutta la casa più la spesa.
“Quanta
roba! E non ho speso nemmeno tanto, l'unica cosa che sono riuscita a
fare oggi e comprare tutte queste cose e non sono riuscita a vedere
le scuole, ho solo il dépliant!” sussurrò Aoi
cacciando dalla borsa nera e blu un foglietto con scritto le vari
scuole presenti e le varie facoltà.
Dopo
aver cenato, messo a posto e pulito si tuffò sul divano
presente in soggiorno, era un posto che dava un senso di calore,
aveva un caminetto di mattoni sul muro centrale, affianco una
televisione e i mobili bianchi e neri che finivano fino alla fine
della parete.
Aoi
si rannicchiò nell'angolino del divano e si mise a leggere il
foglietto commentando ogni istituto, fino a quando non arrivò
a leggere di una scuola molto particolare.
“L'istituto
Sirio...” sussurrò Aoi poi continuò a leggere,
“L'istituto Sirio è stato creato per tutti i giovani con
una forte voglia di fare, le varie specializzazioni sono Chimica,
Musica, Letteratura e Meccanica.”.
“Sembra
essere interessante la specializzazione di Chimica, ma anche quella
di musica è buona...” Pensò
Aoi mentre si appuntava il nome, la via e i requisiti per entrare.
“Perfetto,
domani mattina mi sveglierò presto e andrò a visitare
l'istituto!” gridò Aoi entusiasta di frequentare una
scuola normale.
Mente
Aoi esultava, dei rumori provenienti dal secondo piano la fecero
sobbalzare dal divano, facendole arrivare il cuore a mille. Erano dei
rumori strani, come di sacchi buttati sul pavimento.
“Oddio
e se sono ladri?! Cosa faccio? Meglio portarsi qualcosa con il quale
proteggersi!” così
afferrò una mazza della scopa e salì le scale
lentamente.
Il
rumore proveniva dalla stanza di Aoi, muguli e rumore di sacchi
buttati, Aoi si accostò alla porta per sentire meglio ma a un
certo punto il rumore finì, così entrò nella
stanza e rimase traumatizzata da quello spettacolo.
Corpi
di donne senza vita sparsi per il pavimento, seduto sul letto c'era
Astor con un altra ragazza in mano. Era chino su di lei, aveva la
testa della ragazza tra le sua mani tirata per i capelli, in modo da
far scoprire il suo collo, e i suoi denti la stavano trapassando poi
appena ebbe finito le spezzò il collo e la lasciò
cadere a terra.
“Oh
merda, qui ci sono più di venti ragazze, mio dio!” gridò
Aoi mettendosi le mani davanti la faccia per non vedere.
“E'
colpa tua” disse Astor tenendo la testa bassa in modo da non
far vedere gli occhi, poi fece uno scatto e si ritrovò dietro
Aoi così chiuse la porta e la spinse verso il letto.
Aoi
per evitare i cadaveri a terra si buttò sul letto e guardava i
cadaveri sparsi per quella stanza poi il suo sguardo si spostò
negli occhi di Astor, così neri ma anche così voraci,
erano occhi che desideravano lo si leggeva bene.
“Colpa
mia?! Non le ho uccise io...Perché mi fai questo!?”
sussurrò Aoi tirandosi indietro e finendo contro il muro
freddo.
“Ho
un infinito desiderio di sangue, eppure succhiando tutto il sangue di
queste donne non è placato, anzi penso sia aumentato, e so
bene che se potessi bere il tuo anche solo una goccia sarei sazio..”
sussurrò lui saltando sul letto e avvicinandosi ad Aoi che lo
guardava impaurita.
“Mi
dispiace, vuol dire che morirai di fame” disse ironica Aoi
tirando un cuscino.
“No,
io penso che invece sarò sazio più presto di quanto
credi”.
“Sembra
piacerti questa situazione” sussurrò Aoi ormai attaccata
ad Astor.
“Non
immagini quanto mi piace, sento la tua paura da chilometri ma sento
anche che sei un fremito di eccitazione, Aoi” sussurrò
Astor con una voce seducente e magnetica.
“Non
mettermi quelle mani addosso, vampiro pervertito e maniaco”
disse Aoi strozzata dalla troppa vicinanza.
Astor
prese i polsi di Aoi e li bloccò sul letto con una forza
disumana, mentre con l'altra mano era finito sulla cicatrice che Aoi
aveva sulla coscia, poi con un gesto rapido delle mani riaprì
la ferita.
“Fermati
maledetto, fa male, fermati!” gridò Aoi mentre guardava
Astor sopra di lei sorridere con aria maliziosa.
“Sai
devo ammettere che non capisco l'interesse che ho in te, cioè
io sono un vampiro e tu un comune essere umano, eppure io sono
attratto dal tuo sangue, cosa strana visto che avendo una ''fidanzata
nobile'' dovrei essere attratto solo dal suo...”.
“Fidanzata?!”.
“Eh
si, che c'è sei gelosa?” chiese divertito Astor.
“Non
ne vedo il motivo visto che cerchi solo di uccidermi”.
“Andiamo,
lo sento che muori dalla voglia di essere morsa” disse lui
scansando i capelli di Aoi avvicinandosi al collo.
“Forse
ma tu non mi vuoi mordere, se davvero lo avresti voluto a quest'ora
starei già per terra morta”.
“Ah-ah e
chi lo ha detto? Se io voglio posso anche farti diventare una
bellissima vampira.” disse lui mostrando i denti.
“Che
cosa? Vuoi dire che puoi decidere se far diventare vampiro una
persona oppure farla morire?” disse Aoi sbalordita.
“Esatto,
in più posso anche decidere se lasciare in vita la persona
senza che io la trasformi o uccida, tutto questo con un morso e la
mia volontà..” disse lui divertito, poi aggiunse “Per
ora ho solo voglia del tuo sangue e ti lascerò sicuramente in
vita, preparati”.
In
un attimo i denti di Astor erano dentro il collo di Aoi, rispetto la
prima volta stava stringendo di più la presa non solo sul
collo ma anche le mani sulla ferita alla coscia e sui polsi.
“Mi
fai male...” sussurrò Aoi con l'ultimo filo di voce che
le rimaneva, prima di entrare nel vortice di piacere che quei morsi
trasmettevano.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo IV ***
Rosso
Capitolo
IV
La prima notte
che Aoi avrebbe dovuto passare da sola nella sua nuova casa, la passò
con Astor. Era ancora chino su di lei, mentre Aoi non si muoveva, era
solo rossa e respirava a fatica, dopo un periodo che sembrava
infinito Astor lasciò la presa sul collo e si passò la
lingua sui denti.
“Contento
ora?” sussurrò Aoi tossendo.
“Si, sono
decisamente sazio ora” sussurrò Astor mentre premeva le
mani sulla coscia.
“Che vuoi
ancora? Vattene e porta via tutti questi cadaveri...ah ho sonno..”
disse Aoi socchiudendo gli occhi.
“Che
voglio ancora?” ripeté Astor ridendo poi aggiunse
“Voglio te.”.
“Cosa!?”
prima che Aoi riuscisse a ragionare su quelle parole Astor sparì
nel nulla insieme ai corpi delle ragazze.
“E con
questo siamo a due...Mi ha morso già due volte, sono impotente
confronto a lui...” Pensò
Aoi prima di addormentarsi.
La
mattina seguente Aoi si risvegliò con un mal di testa
terribile e si guardò attorno in cerca di qualche corpo o di
Astor ma non vide nessuno, solo il sole che entrava attraverso la
finestra e le puntava in faccia i raggi caldi.
Si
passò una mano sul collo per vedere i due segni che
sicuramente Astor le aveva lasciato e trovo due rigonfiamenti, in più
le aveva riaperto la ferita sulla coscia che durante la notte aveva
lasciato sul piumone una macchia di sangue molto estesa.
Andò
in bagno e si fece una fasciatura al collo che poi coprì con
un girocollo di seta a cui attaccato c'era una specie di cristallo,
poi passò a fasciarsi la gamba.
“Devo
andare a visitare la scuola, meglio che copro un po' queste
fasciature...” sussurrò poi dopo essersi vestita e fatta
un abbondante colazione uscì di casa.
Quel
giorno si sentiva particolarmente male, cosa che si deduceva dal suo
abbigliamento, portava una maglietta con una scollatura a ''V'' che
metteva un po' in risalto il seno e poi sulla vita la maglia era
stretta mentre sulle braccia era più larga, sulla tonalità
nera/grigia, dei pantaloni stretti neri che mettevano in risalto le
curve per poi finire degli stivaletti scamosciati anch'essi neri con
un po' di tacco.
Aoi
prese dalla tasca posteriore dei pantaloni un biglietto con tutto
quello che le serviva per ritrovare la scuola, ma comunque essendo
una città nuova per lei, sarebbe stato ancora più
complicato.
“Ehm,
scusi signore, mi dispiace disturbarla, mi saprebbe dire dove si
trova ''Via delle rose''?” chiese Aoi a un signore che passava
di lì.
“Oh,
buongiorno nessun disturbo, comunque signorina se vuole arrivare in
via delle rose le conviene prendere l'autobus, è difficile
arrivarci a piedi. L'autobus passerà qui tra più o meno
dieci minuti” rispose con un sorriso il signore.
“La
ringrazio infinitamente!” disse Aoi, poi scappò in un
edicola per comprare il biglietto e tornò alla fermata.
L'autobus
non si fece aspettare dopo dieci minuti esatti era davanti la
fermata, era un autobus piccolo, non molto grande, era blu con
strisce bianche e davanti al finestrino dell'autista c'era scritto
“Autobus riservato, prossima fermata Via delle Rose”,
Aoi salì e lo trovò quasi pieno, ma comunque riuscì
a trovare posto.
Dopo
venti minuti di strada l'autobus frenò bruscamente e l'autista
avvisò che erano giunti al capolinea.
Scesa,
Aoi guardò la mega struttura che si ereggeva davanti a lei.
Era
un edificio molto ben strutturato, prima dell'ingresso aveva una
specie di cortile tutto curato e con stradine fatte per andare da una
parte e l'altra, alberi sparsi ovunque con sotto delle panchine,
l'edificio di un bianco sfumato di grigio era pieno di piante
rampicanti che per metà lo coprivano con fiori e foglie e il
portone era di legno stile antico.
Aoi
attraversò il cortile fino a giungere nell'atrio della scuola,
era magnifico, il pavimento era in marmo con una rosa rossa al centro
di tutto, sia da destra che da sinistra partivano delle scale a
chiocciola, difronte all'entrata c'era la segreteria che stava
distribuendo volantini a dei ragazzi, mentre si disperdevano in una
delle tantissime porte in legno che erano presenti al piano terra, i
muri erano di un bianco panna ricoperti di quadri.
Aoi
continuandosi a guardare in giro arrivò alla segreteria e
disse “Salve sono qui per visitare la scuola e probabilmente
iscrivermi.”.
“Che
bello, una nuova arrivata e sei pure carina! Prego ecco a te il
modulo, intanto chiamo qualcuno che ti faccia fare il giro della
scuola, ehm...guarda laggiù c'è Davide, lui ti farà
fare il giro della scuola, chiedi pure a lui!” disse frettolosa
la signora della segreteria, puntando il dito in un angolo vicino
alle scale.
Lì
c'era un ragazzo, era alto e biondo stava con la schiena contro il
muro che guardava il soffitto, si girò verso Aoi che le stava
andando incontro e i suoi occhi azzurri erano così chiari che
quasi sembravano bianchi, indossava una camicia sbottonata fino al
terzo bottone nera e dei pantaloni bianchi.
“Ciao..scusa
se disturbo dovrei farti una domanda...” sussurrò Aoi
tenendo la testa bassa.
Il
ragazzo la guardò per un po' poi con un dito le sollevò
la testa e disse con una voce dolce e sensuale “Tranquilla,
devo farti fare il giro della scuola lo so già, piacere io
sono Davide”.
“Io,
ehm mi chiamo Aoi...”.
Aoi
continuava a fissare Davide come se fosse un angelo, capelli biondi,
occhi azzurri, alto, pelle chiarissima, fisico da far paura e mentre
camminavano per la scuola non faceva altro che lanciargli occhiate.
“Allora
hai capito?” chiese Davide con un sorriso meraviglioso da
mostrare i denti bianchissimi.
“Eh!?
Cosa??”.
“La
specializzazione di chimica” disse lui tirando un colpetto in
testa a Aoi.
“Ah
si beh, io ero indecisa tra chimica e musica, ma penso proprio che
prenderò il ramo di chimica!”.
“Oh
come me, che ne dici se ti metti nella mia classe?” disse
Davide con un sorriso malizioso.
“Se
per te va bene...accetto volentieri...” sussurrò Aoi
arrossendo come un peperone.
“Perfetto,
vieni compiliamo il modulo e andiamo a consegnarlo” ridacchiò
Davide prendendo Aoi per mano e trascinandola in un aula.
Andarono
in un aula al secondo piano, era deserta non c'era anima viva così
si sedettero sulla cattedra e cominciarono a riempire il modulo.
“Ehm
data di nascita?” chiese Davide mentre riempiva il foglio.
“Quattordici
Novembre”.
“Okay,
ora mi devi dire il nome di tuo padre o tua madre”.
“Ehm,
Andreas Neil, è di mio padre.” rispose lei dondolandosi
sulla cattedra.
“Perfetto,
è completo ho riempito il resto io, ah manca solo dove
abiti.”.
“Via
Angelica II, numero civico 98” rispose seccata.
“Hey,
aspetta è quella casa in stile gotico?”.
“Si
e tu come lo sai?” chiese Aoi incuriosita.
“Passo
sempre di là quando torno a casa” disse lui ridendo.
“Ah
okay capito.”.
“Perfetto,
andiamo a consegnare il modulo” disse Davide prendendo Aoi per
mano e trascinandola di nuovo alla segreteria.
Dopo
aver consegnato l'iscrizione Aoi e Davide presero la scala che si
trovava a destra dell'entrata e andarono nell'ala riservata alla
chimica e entrarono in un aula completamente vuota e si misero a
parlare.
“Okay,
all'ora dopo qui avremo lezione..” disse Davide sorridendo.
“Okay,
intanto che si fa?” chiese Aoi sedendosi affianco a Davide.
“Bo,
parliamo, per esempio cosa ti sei fatta al collo e alla coscia?”.
“Ma
che diavolo” gridò Aoi allontanandosi di scatto da
Davide, poi aggiunse “Che ne sai?”.
“Beh
hai una fasciatura sotto il girocollo e si nota un rigonfiamento
bello grosso sulla gamba..” disse lui avvicinandosi.
“Nulla,
un incidente.” si affrettò a rispondere Aoi.
“Sicura?
E come avresti fatto questo incidente?” chiese Davide dopo aver
messo le mani sulle spalle di Aoi.
“Ma
che ti frega?!” gridò Aoi cercando di allontanarsi, ma
Davide l'afferrò per il girocollo e con un solo tocco strappò
sia girocollo che le bende.
“Scusa
non volevo, perdonami” disse Davide raccogliendo il girocollo
da per terra.
“Merda!
Ma stai attento!? Ridammi subito la collana!” gridò Aoi
che intanto si copriva con una mano la ferita lasciatagli da Astor.
“Tranquilla
te lo rimetto subito, togli la mano.” con un rapido gesto
Davide tolse la mano di Aoi e notò la ferita e ridacchiò,
poi aggiunse “Bene bene, due buchi al livello della vena,
esattamente circolari e a più o meno tre centimetri di
distanza, con colorazione tra rosso e viola il che significa che la
parte di pelle bucata e stata succhiata, ancora un incidente?”.
“Ma
chi sei tu?” sussurrò Aoi tenendo la testa bassa.
“Solo
uno che conosce bene chi ti ha lasciato quel segno sul collo, è
il morso tipico di Astor vero?” a quelle parole Aoi restò
sbalordita, poi Davide continuò “Sai, sei una bella
ragazza, capelli rossi, pelle bianca, abbigliamento molto gotico, sei
una preda piuttosto interessante per quelle creature o a volte
addirittura puoi essere scambiata per una di loro, tu non te ne sei
accorta, ma quando sei entrata molta gente si è rigirata a
guardarti.”.
“Come
conosci Astor?”.
“Ci
andiamo in classe insieme.” a quelle parole Aoi sgranò
gli occhi e rimase muta.
“Solo
pochi sanno che è un succhia sangue, per pochi intendo tre
persone, mi stupisce che tu sia ancora viva...comunque se vuoi ti
posso dare una mano a tenerlo lontano, ci ho già avuto a che
fare in passato” disse sorridendo Davide.
“No
grazie me la cavo da sola, non voglio il tuo aiuto, so come
proteggermi da Astor” disse Aoi.
“Quella
ferita dice il contrario” ridacchiò Davide, ma Aoi non
lo aveva sentito minimamente il suo sguardo era puntato verso la
porta, sul ciglio c'era Astor in tutta la sua bellezza che guardava
Aoi con uno sguardo di desiderio, mentre Davide si era messo davanti
a Aoi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo V ***
Rosso
Capitolo
V
Quando i nostri
occhi cercano solo una persona tutto il resto diventa insignificante.
Astor era lì,
sulla porta che la guardava, i suoi occhi neri erano puntati in
quelli di Aoi, ma quel breve momento fu interrotto da Davide che si
posizionò davanti ad Aoi.
“Ebbene,
Davide, parli di me? Cos'è questa novità?” disse
Astor con un tono di voce tranquillo mentre avanzava verso i due
ragazzi.
Era bellissimo,
i capelli neri danzavano nell'aria come piume, indossava una canotta
bianca che faceva vedere tutti i muscoli e dei jeans a bassa vita.
“Oh, sai
com'è quando si tratta di salvare delle ragazze, sono sempre
in prima linea.” disse Davide spingendo indietro Aoi che
cercava di scorgere la figura di Astor.
“Perché...quante
ne ha uccise?” chiese Aoi a Davide con un fil di voce.
“Più
di quante tu possa immaginare.” rispose Astor sedendosi e
poggiando la testa sulla mano mentre sorrideva, poi aggiunse “Beh
fai tanto il moralista con me, perché non parliamo di te?”.
“Che
intende?” domandò Aoi allontanandosi.
“Nulla,
tranquilla, cerca sempre di screditarmi...” sussurrò
Davide.
“Aoi,
stai attenta a sto tipo, e poco affidabile credimi..” sussurrò
Astor facendo uno scatto verso Aoi e spingendola al muro, ma Davide
lo fermò in tempo e gli tirò un pungo.
“Fermati
succhia sangue, cosa pensi di fare in mia presenza?” disse con
un tono serissimo Davide che guardava Astor con i suoi grandi occhi
azzurri.
“Uh, è
arrivato il cavaliere...povero stupido” gridò Astor
spingendo Davide via e tirandogli una fiamma di fuoco addosso, uscita
dalla sua mano.
Prima che
potesse raggiungere Davide, la fiamma venne intercettata e in pochi
secondi al posto della fiamma c'era una stalattite di ghiaccio.
“Ma che
fai?! Sei impazzito forse?” una ragazza seduta sulla cattedra
guardava Astor con uno sguardo malvagio e teneva il braccio alzato,
era stata lei a lanciare quel ghiaccio.
“Raluca,
che ci fai qui?” chiese Astor sbuffando.
“Ho
sentito dei rumori e sono venuta a controllare” disse lei
saltando giù dalla cattedra.
Era una ragazza
alta sul metro e sessanta, aveva lunghi capelli castani che andavano
via via schiarendo verso le punte, grandi occhi castani tendenti
verso il verde ed era pallida. Indossava una mini gonna nera con
delle calze che si fermavano a metà coscia bianche, una
camicetta che metteva in mostra il seno anch'essa bianca, aperta fino
al terzo bottone.
Si avvicinò
ad Astor e poi gli diede un bacio a stampo sulla bocca,
successivamente vide Aoi e le lanciò un occhiataccia
fulminante.
“Ma
guarda, una rossa e lei chi è?” chiese Raluca,
assottigliando gli occhi e guardando male Astor.
“Nessuno”
rispose secco lui.
“Ah-Ah è
la sua nuova preda” aggiunse Davide che si era rialzato.
“Cosa?!”
gridò Raluca stringendo i denti.
“Ha le
zanne! Aspetta, ha baciato Astor, lei è la fidanzata di cui
lui mi ha parlato ieri..” pensò
Aoi innervosendosi e uscendo dall'aula.
“Hey
dove vai!?” gridò Davide seguendola fuori.
“A
casa, ho già visto e subito troppo oggi!”.
“Ma
dai, non sarai mica gelosa di Astor vero?!”.
“Per
niente, ci vediamo domani” disse Aoi camminando velocemente per
raggiungere le scale.
“Fermati,
dai non fare la bambina” gridò Davide prendendo Aoi per
un braccio e facendola ruotare e cadere per terra.
“Ma
sei pazzo?!”.
“Scusa,
non volevo, non ho controllato la mia forza” si scusò
Davide prendendo Aoi in braccio e riportandola indietro.
Ritornarono
in classe e Raluca era sparita, c'era solo Astor che sorrideva nel
suo banco all'ultima fila.
“Ora
ti farai Aoi?” disse ridendo Astor, sembrava che in quel lasso
di tempo fosse diventato ancora più cattivo di quanto non lo
fosse già.
“Stai
zitto.” rispose secco Davide.
“Povera
ragazza indifesa” disse ridacchiando Astor.
Passarono
pochi minuti prima dell'arrivo di altri studenti e del professore,
Aoi restò affianco alla cattedra per presentarsi, mentre gli
studenti prendevano posto nei banchi.
Le
ragazze si erano affollate vicino al banco di Astor e Davide e
offrivano colazioni o pasti preparati da loro, addirittura regali
impensabili.
Un
professore giovane si sedette alla cattedra e richiamò
l'attenzione degli alunni che subito ripresero i loro posti, avrà
avuto al massimo trent'anni, era vestito con un lungo cappotto nero,
pantaloni grigi e camicia nera, gli occhi grigi che scrutavano Aoi,
mentre poggiava dei libri sulla cattedra.
“Lei
chi è signorina?” chiese il professore.
“Ecco,
sono nuova, mi chiamo Aoi Neil e frequenterò questa scuola...”
disse Aoi facendo un sorriso.
Per
la classe si elevarono delle voci che subito il professore fece
tacere, poi guardando Aoi disse “Allora signorina, decida dove
si vuole mettere”.
Il
banco affianco a quello di Davide era occupato da una ragazza bionda
che non faceva altro che disturbarlo, gli unici liberi erano uno
affianco ad Astor e un altro affianco a un gruppo di ragazze che
stavano bisbigliando tra di loro mentre Aoi attraversava l'aula.
“E'
carina, non ho mai visto una rossa!” bisbigliò uno.
“Guarda
come se la ricrede e si veste, ha pure i capelli rossi! Se li sarà
tinti sicuramente!” ridacchiò un altra.
“Allora
signorina? Dove si vuole mettere?” la incoraggiò il
professore.
“Lei
si metterà qui, vero?!” gridò Astor dall'ultima
fila, sorridendo maliziosamente.
“Cosa?!
Lo hai sentito?? Ha invitato quella a sedersi affianco a lui? Che
fortuna!” gridarono delle ragazze.
Aoi
si diresse verso il banco libero e si sedette non guardando
minimamente Astor che invece aveva gli occhi puntati su di lei.
“Allora
Aoi, posso rivenirti a far visita stanotte?” disse ridendo lui.
“Ma
chi ti vuole, vai piuttosto da Raluca, è la tua ragazza.”
disse fredda lei.
“Gelosa
eh?”.
“Per
niente” rispose seccata Aoi.
“Lo
hai voluto tu mi dispiace” disse Astor creando un fiammata e
bruciando il braccio di Aoi.
“Che
male!” gridò lei facendo girare tutta la classe.
“Che
succede signorina?” chiese il professore alzando un
sopracciglio.
“Si
è tagliata con il banco, la accompagno in infermeria”
disse Astor.
“No!
La accompagno io!” intervenne Davide.
“Finitela!”
gridò il professore, “Astor, porta in infermeria Aoi e
poi tornate subito in classe!” concluse gridando.
Astor
prese in braccio Aoi e fece una smorfia nella direzione di Davide e
poi uscì dalla stanza, lasciandosi tutto il resto alle spalle.
“Hai
finito?! Basta! Cosa diavolo vuoi da me!?” gridò Aoi
tirando un pugno ad Astor che pero riuscì a bloccare.
“Allora
hai un po' di forza, comunque parliamoci chiaro, stai lontana da
Davide è pericoloso” disse lui facendosi serio.
“Dovrei
stare lontana da uno che mi protegge? E fammi capire, dovrei stare
vicino a uno che prima o poi mi ucciderà?” disse in tono
ironico Aoi.
“Smettila
per un secondo e ascoltami, Davide è pericoloso! Non farti
ingannare dalla bellezza o la gentilezza”.
“Ma
ti rendi conto di quello che dici? Sei entrato nella mia vita anche
se non ti volevo, ti sei permesso di mordermi e di aggredirmi, come
potrei mai credere a una persona del genere?” gridò Aoi.
“Lo
so che è difficile, ma ascoltami, se non lo lasci stare ora te
ne pentirai in futuro credimi...lo conosco bene, so cosa è
capace di fare, lui non è quello che sembra” disse Astor
prendendo per mano Aoi.
“Ah
si? E dimmelo tu cos'è così magari ti credo!”.
“Non
posso dirtelo, comunque cerca di stargli alla larga”.
“Ma
chi sei tu per dirmi di stare alla larga da lui?! Vai dietro alla tua
ragazza e vedi di lasciarmi in pace” Aoi cominciò a
gridare, ma la mano di Astor la bloccò subito poi la trascinò
in un aula e si chiuse la porta dietro.
“Allora
stammi bene a sentire, io non sono per niente interessato a Raluca,
le nostre famiglie per puro profitto vogliono che noi ci sposiamo, ma
io non la voglio.” disse serio Astor sedendosi su un banco.
“E
pensi che me ne possa fregare qualcosa?” rispose Aoi
incrociando le braccia.
“Si,
ti interessa, perché sai benissimo che io sono attratto dal
tuo sangue e non da quello di Raluca”.
“No,
non lo so e non mi interessa e tanto per aggiornarti grazie a te ho
perso mio padre tu e gli altri due che stavano con te.” gridò
Aoi.
“Aoi,
tu non sai nulla, la tua famiglia ha a che fare con i vampiri da
prima che tu nascessi.” sospirò lui, che dopo essersi
alzato si diresse verso Aoi che cercava di schiacciarsi contro il
muro.
“Non
è vero...vuoi confondermi le idee”.
“Tua
madre, è morta dandoti alla luce, e questo che ti hanno sempre
detto vero?” disse Astor.
“Come
lo sai tu?” rispose Aoi cominciando a sgranare gli occhi.
“Lo
so, perché tua madre si è suicidata, non è morta
quando sei nata, tu avevi solo tre anni quando successe, e ovvio che
non ricordi” sussurrò Astor all'orecchio di Aoi.
“Tu
sei malato, vattene via!” gridò lei.
“Ascoltami!
E' la verità!”.
“Mi
gira la testa, basta!” disse Aoi prima di tirare un pugno allo
stomaco ad Astor e scappare fuori l'aula.
“Mi
sta scoppiando la testa, mi sta facendo il lavaggio del cervello quel
maledetto vampiro, mi scoppia tutto!” Pensò
Aoi mentre correva verso il cortile, le mancava l'aria non riusciva a
respirare, tutto quello che aveva intorno le sembrava inutile e
ingombrante, trovò un posto nel cortile isolato e nascosto e
si mise lì accasciata a terra a pensare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo VI ***
Rosso
Capitolo
VI
Il buio
inghiotte tutto quello che incontra, ma c'è sempre una luce
che salva la situazione, Aoi però quella luce non la vedeva,
erano ormai passati tre giorni da quando Astor le aveva detto quelle
cose e lei non era più andata a scuola.
Era distesa nel
letto sotto le coperte ormai da giorni, guardava il soffitto e
pensava cosa sarebbe mai successo una volta ritornata a scuola.
Quel giorno non
era tornata più in classe e chissà cosa aveva detto
Astor al professore, sopratutto le parole che lui le aveva detto,
perché la madre si sarebbe suicidata?
Aoi si rigirò
nel letto e richiuse gli occhi, cominciando a pensare alla madre ma
non riusciva ad immaginare nulla, vedeva solo buio.
Prima che
potesse riaddormentarsi il campanello suonò e la voce di
Davide arrivava da fuori, così Aoi andò ad aprire.
“Davide”
sussurrò Aoi, aprendo la porta e riparandosi con una mano dal
sole che entrava.
“Hey, ma
stai bene? Sono tre giorni che non ti si vede più a scuola e
quel giorno non sei tornata in aula. Mi sono preoccupato, ho pensato
che Astor ti avesse fatto qualcosa...” si affrettò a
dire il ragazzo.
“Grazie,
sto bene, se vuoi entra” disse Aoi aprendo la porta e facendo
entrare Davide.
“Sai,
quando Astor è tornato senza di te ha detto che siccome ti eri
sentita male eri tornata a casa di corsa e mi sono preoccupato e poi
aveva un viso stranamente in colpa, ne sai nulla?”.
“Eh? Si
sentiva in colpa??” chiese Aoi scattando.
“Così
sembrava! Non ne sono sicuro, ma basta che tu stai bene”.
“Grazie..forse
domani torno a scuola..” sussurrò la ragazza.
“Perfetto,
comunque sono di fretta, sono passato solo per vedere come stavi, ci
vediamo domani a scuola, scappo!” gridò Davide
avvicinandosi alla porta.
“Che devi
fare a quest'ora è buio!” chiese Aoi inseguendolo.
“Nulla,
nulla tranquilla ci si vede domani!” e dopo aver detto questo
sparì, inghiottito dalla porta, mentre Aoi si sedette sul
divano.
“Era
in colpa? Non riesco a immaginare che lui possa essere in
colpa...Perché ci si dovrebbe sentire? Non ha un senso logico,
cioè io per lui cosa dovrei essere? Una preda?” pensò
Aoi.
“No,
non sei una preda.” la voce di Astor giungeva da dietro il
salotto e Aoi saltò in aria quando la sentì.
“Da
quanto sei lì? E da quando puoi leggermi la mente?!”
gridò Aoi allontanandosi.
“Sono
qui da quando sono uscito da scuola e la stessa cosa ho fatto per i
restanti altri due giorni” sussurrò lui.
“Come
riesci..?”.
“A
leggerti la mente?” la interruppe lui, poi continuò “Da
quando ti ho morso ci riesco, solo se i tuoi pensieri sono così
forti da arrivarmi..cioè quando sei vulnerabile oppure vuoi
che io senta un tuo pensiero, io lo sento”.
Astor
uscì da quel buio e i suoi occhi neri erano freddissimi.
“Per
quanto io ti voglia evitare non ci riesco...” sussurrò
Aoi abbassando lo sguardo sui suoi piedi.
“Per
quanto io non ti voglia pensare non ci riesco” rispose Astor
sedendosi sul divano.
“Mi
hai morso mentre dormivo?”.
“Sono
stato tentato più di una volta a farlo, ma poi non l'ho mai
fatto, perché ho pensato che farlo quando tu eri sveglia,
vedere la tua paura e la tua eccitazione sarebbe stato meglio, che ne
dici?” rispose abbozzando un sorrisino malizioso.
“Che
sei un grandissimo vampiro maniaco” rispose lei ridendo.
“Cos'è
questa novità? Non hai paura? Ah, comunque sei sexy con quel
pigiamino nero” disse Astor chiudendo gli occhi.
“Ormai
il nero è il mio colore preferito, dovresti saperlo, comunque
dimmi quello che sai di mia madre” disse lei alzandosi e
andando verso Astor.
“E
pensi che questo tono minaccioso mi convinca?”.
“Ovvio”.
Aoi
si sedette sopra Astor e gli passò una mano nei capelli
soffici che poi lasciò scivolare sopra il petto e afferrò
una collana che teneva nascosta nella camicia per poi strappargliela
violentemente.
“Che
ti prende?!” chiese Astor mettendo la mani intorno ai fianchi
di Aoi.
“La
stessa cosa che prende a te quando mi vuoi mordere” disse lei
giocherellando con la collana.
Era
una collana d'oro bianco e aveva un ciondolo a forma di ''A'' con in
mezzo un diamantino.
“Questa,
la prendo io” sussurrò Aoi.
“Non
puoi, è mia e non te la lascio prendere...” disse
dolcemente Astor mentre stringeva la presa sui fianchi.
“Perché?
Che ti prende?” chiese Aoi spostandosi i capelli da un lato.
“Sembra
che stai facendo di tutto per farti mordere, o sbaglio?”
sussurrò Astor prendendo Aoi e girandola contro il divano.
“E
perché dovrei mai fare una cosa del genere?” disse
ironica lei.
“Non
sembri quasi tu...sembra che stia parlando qualcos'altro al tuo
posto...”.
Intanto
Astor cominciava ad avvicinarsi alla faccia di Aoi e cominciò
a scendere piano sul collo.
“Anche
se così fosse, stai morendo dalla voglia di azzannarmi”.
“Tu
dici?” disse lui, prendendo il collo di Aoi con le mani fredde.
“Si”
rispose lei abbracciando Astor.
Lui
si avvicinò al collo e lo baciò delicatamente e il
contatto con quelle labbra fece venire dei brividi ad Aoi, e quando
si aspettava il morso, Astor si tirò indietro.
“Cos'è?
Perché mi guardi così?” disse ridendo lui.
“Che
ti prende, non mi hai morsa..”.
“Quando
vorrò morderti sarò molto più crudele con te,
come minimo sarai attaccata a qualcosa mentre mi guardi” gridò
ridendo lui.
“Sadico...”
sussurrò Aoi.
“Va
bene basta con gli scherzi, ti avrei fatto già fuori se non
eri nel suo corpo” disse facendosi serissimo Astor e il suo
sguardo torno duro e freddo.
“Di
cosa parli?” chiese lei.
“Davide,
conosco i tuoi trucchetti, non sono così sciocco.”.
“Peccato,
tentativo fallito, se l'avresti morsa saresti morto sull'istante ho
calcolato male i miei piani” disse Aoi con una voce non sua.
“Quando
sei entrato dentro di lei?” chiese Astor risedendosi sul divano
poi aggiunse “Non ho notato nulla”.
“Quando
me ne stavo andando, avevo sentito la tua presenza così ho
deciso di entrare per qualche minuto nel suo corpo ma mi sono
sbagliato, non l'hai morsa, meglio che vada non mi diverto più,
anche se questo corpo è una bomba.” dopo averlo detto il
corpo di Aoi ricadde all'indietro, stava dormendo, così Astor
la portò nella camera da letto e l'adagiò nel letto.
“Mm...”
sussurrò Aoi che dopo qualche oretta aprì gli occhi e
si ritrovò Astor davanti che la guardava.
“Buonasera.”
le disse lui sorridendo.
“Merda!
Che ci fai qui?!” gridò Aoi tirandosi le coperte fino al
collo.
“Ero
venuto a trovarti e quel simpaticone di Davide, si stava facendo un
viaggetto nel tuo corpo.” disse lui mantenendo il sorriso.
“Che
intendi?” chiese Aoi.
“Sono
venuto e pensando che fossi tu, mi sono messo a parlare con te, poi
ti sei cominciata a comportare in modo strano e ti sei messa sopra di
me, facendo chiari gesti in cui mi chiedevi di morderti, poi ho
notato altre cose e ho scoperto che Davide ti stava controllando”
spiegò Astor.
“Ma
che cavolate inventi?”.
“E'
vero, cosa ti è successo dopo che se ne è andato di
casa?”.
“Non
ricordo, non ricordo nulla, e come se mi fossi addormentata in
piedi.” rispose Aoi cercando di ripensare a cosa era successo.
“Va
bé, non ricordi per questo, io ti avevo avvisato di stargli
alla larga questo è il minimo che può fare, neanche
immagini di cosa è capace, perciò ti devo proteggere”
sorrise Astor.
“Ma
nemmeno morta! Tu non ti avvicini a me!”.
“Morta
lo sarai se non mi permetti di proteggerti!” gridò
Astor.
“E
poi non ha senso! Che diavolo è Davide che entra ed esce dal
mio corpo come se niente fosse?”.
“Non
te lo dico è inutile che insisti” rispose Astor
girandosi e andando verso la porta.
Aoi
si lanciò dal letto e riprese Astor dalla camicia e lo guardò
con i suoi occhioni verdi pregandolo.
“Lasciami,
molla la presa!” disse lui.
“No
dimmi cos'è Davide e ti lascio.”.
“Cocciuta
proprio!” disse Astor aprendo la porta.
“Allora
non hai capito!” gridò Aoi, richiudendo la porta e
sbattendo Astor contro il muro, poi aggiunse “Io ti tengo qui
fino a quando non me lo dici!”.
“Allora
accomodati” rispose lui sorridendo.
“Dimmi
chi è Davide” sussurrò Aoi avvicinando il viso a
quello di Astor.
“No,
non te lo dico” disse lui avvicinandosi.
“Sei
troppo vicino, allontanati”.
“Perché
non lo fai tu?” chiese lui.
Aoi
guardava nei freddi occhi di Astor, ma non ne aveva più paura,
provava qualcosa per quei occhi, così strinse la camicia da
cui lo teneva e si alzò sulle punte, Astor afferrò il
pigiama di Aoi e anche lui lo strinse a sé e si chinò,
per poi far incontrare le loro due labbra, quel bacio bastò
per far scatenare in loro un vortice di emozioni mai provate prima.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo VII ***
Rosso
Capitolo
VII
Le sue labbra,
è sempre dolce un bacio, è come toccare l'anima di una
persona, Astor sentiva tutto di Aoi, i suoi brividi, il suo cuore la
sua timidezza ed eccitazione.
Dopo qualche
minuto Aoi si staccò poggiando i palmi delle mani sul petto di
Astor e abbassò la testa arrossendo.
“Che
idiota che sono” sussurrò lei.
“Perché?”
chiese Astor mettendole una mano in testa e accarezzandola.
“Vado a
baciare una persona che mi ucciderà prima o poi...senti vai
via ho bisogno di stare sola” disse Aoi girandosi e andando
verso il letto e buttandosi sopra di esso.
“Ma che
ti prende?” disse Astor avvicinandosi a lei.
“Ti
prego...vai..” sussurrò Aoi con la faccia sopra al
cuscino mentre guardava il vuoto.
Astor obbedì
a quelle parole e in meno di due minuti sparì, lasciando Aoi
sola nel suo letto.
La mattina
seguente Aoi si risvegliò con un senso di vuoto e alzandosi
scese in salotto dove sul tavolino di cristallo notò una
collana, era la collana che aveva strappato a Astor era rimasta lì.
Aoi la prese in
mano, e la fece scivolare tra due dita, poi alzandola la osservò
e sorrise successivamente se la mise al collo notando che le stava a
pennello, dalla collana arrivava un profumo malinconico ma allo
stesso tempo seducente.
Salì le
scale e si andò a cambiare, quel giorno decise di mettersi un
corpetto nero e bianco che le arrivava fino all'ombelico, una gonna a
palloncino nera con del pizzo nero, delle calze fino al ginocchio
nere e degli stivaletti neri con la pelliccia. Si guardò allo
specchio, scrutò i suoi capelli rossi che risplendevano con i
raggi del sole che entravano dalla finestra e poi passò ai
suoi occhi, cerchiati di nero, nonostante quello brillavano e non
capiva il perché, poi vide ripassare nella mente le immagini
del bacio e scuotendo la testa prese la borsa e uscì di casa
per prendere l'auto che sarebbe passato in meno di cinque minuti.
Arrivata a
scuola Aoi attraversò il cortile, attirando tutti gli sguardi
dei ragazzi su di lei, all'entrata incontrò Davide che la
riguardò con uno sguardo voglioso, gli stessi occhi di Astor
quando ha sete, ma quella sensazione come era apparsa subito sparì.
“Buongiorno,
hey sei molto sexy oggi” disse Davide entrando nella scuola.
“Grazie..”
sussurrò Aoi guardando tutte le mosse di Davide, per quanto
non credesse ad Astor non poteva negare che qualcosa era successo.
Salirono le
scale ed andarono nel laboratorio di chimica, dove la classe si era
già radunata, quando Aoi entrò tutti i ragazzi si
fiondarono su di lei offrendo il loro camice da laboratorio ma alla
fine accettò quello di una ragazza, che stranamente gli e lo
aveva offerto.
Era una ragazza
alta sul metro e quaranta, capelli biondo platino e occhi azzurri,
piuttosto magra, solo successivamente Aoi si ricordò di quella
ragazza, era quella che il primo giorno di scuola si mise affianco a
Davide.
“Grazie”
disse Aoi, prendendo il camice dalle mani della ragazza.
“Di
nulla, dopo me lo devi ridare, comunque piacere Aisha” disse la
ragazza girandosi e facendo un cenno con la mano.
Aoi prese posto
al banco, e intanto con lo sguardo cercava Astor che però non
c'era.
“Come
mai Astor non c'è? Forse gli è successo qualcosa...Ah
ma che me ne frega!” pensò
Aoi sbattendo le mani sul banco.
La
lezione cominciò e Aoi con la mente fantasticava, quando a
metà lezione entrò in classe Raluca, la fidanzata di
Astor.
“Mi
scusi professore...Ho trattenuto Astor facendolo arrivare in ritardo,
potrebbe accettarlo in classe?” disse con voce seducente mentre
si arricciava i capelli.
“Oh,
nessun problema!” disse il professore con un tono docile.
“La
ringrazio, come presidentessa del comitato studentesco le farò
avere un premio!” disse lei, uscendo e facendo entrare Astor.
Prima
di uscire, Aoi notò che Raluca aveva lanciato un occhiata ad
Aisha e successivamente a lei.
Astor
si sedette vicino ad Aoi, ma i due non si rivolsero la parola per
tutta la lezione, una volta giunta al termine Aoi uscì di
corsa dal laboratorio e scappò nell'aula di musica, dove si
sarebbe tenuta una riunione speciale dell'istituto.
Arrivata
nell'aula di musica, una mega stanza tutta addobbata a festa e piena
di strumenti musicali si sedette tra le prime poltrone, seguita a
ruota da Davide e Astor che si sedettero affianco a lei.
La
ragazza che aveva prestato il camice ad Aoi, Aisha, salì su un
enorme palco e prese un microfono con il quale fece delle prove, poi
iniziò a parlare.
“Salve
ragazzi, mi fa molto piacere che voi vi siate uniti in questa aula
per parlare della festa di inizio anno. Come molti di voi sapranno,
questo istituto organizza una festa per festeggiare i nuovi arrivati,
quest'anno siamo un po' in ritardo ma ci rifaremo, ora darei la
parola a Raluca, presidente del comitato studentesco!”.
Raluca
salì sul palco in tutta la sua bellezza, la pelle chiara era
messa in risalto da una camicetta scollata rossa e una gonna nera.
“Buongiorno”
solo dicendo una semplice parola tutti i ragazzi fischiarono e
lanciarono complimenti a Raluca che sorrideva e salutava, poi
continuò “Quest'anno la nostra band composta da Astor
Toru, Gim Wisley e Morgan Grein, i componenti sono pregati di alzarsi
e raggiungermi, stanno cercando una voce per il loro gruppo, quindi
vi ho radunati qui per una specie di provino, chi è
interessato può avvicinarsi” concluse Raluca
applaudendo.
Astor
e altri due ragazzi salirono sul palco e si affiancarono a Raluca che
guardava l'intera massa di studenti avvicinarsi, Aoi si guardò
intorno e poi con un sorriso si alzò e si diresse verso
l'uscita.
“Hey
ragazza con i capelli rossi!” gridò Raluca al microfono
facendo rigirare tutti verso Aoi che si era fermata.
“Merda...”
sussurrò Aoi che si girò verso il palco.
“Voglio
che partecipi al provino, quindi sei pregata di metterti in coda”
ordinò Raluca sorridendo.
“Non
ci penso proprio, non fa per me cantare” rispose Aoi.
“L'avete
sentita? Ha sfidato Raluca!!” dissero alcuni ragazzi.
“Non
è una domanda, è un ordine e come presidente del
consiglio studentesco tu devi eseguire i miei ordini.” disse
Raluca con un tono serio.
“Se
ci tieni tanto.” disse Aoi sorridendo e andando verso il palco.
Ogni
ragazza o ragazzo che saliva dopo la quarta parola veniva allontanato
e ne saliva un altro che faceva la stessa fine del precedente, alla
fine una folla si era radunata sotto al palco a guardare chi sarebbe
diventato il cantante della band, una buona motivazione per saltare
le lezioni.
Erano
rimasti in quattro, Aoi, una ragazza mora e una bionda e un ragazzo
dai capelli biondi e pieno di percing.
Le
due ragazze appena salite, furono scartate subito poi toccò al
ragazzo, Raluca ci teneva particolarmente a far esibire Aoi sotto gli
occhi di tutti, il ragazzo dopo aver cantato fu fatto rimanere sul
palco, in effetti aveva una bella voce e aveva cantato piuttosto
bene, successivamente Raluca chiamò Aoi e le diede il
microfono.
“Che
canzone vuoi cantarci?” chiese Astor guardando Aoi.
“So
clear” disse
Aoi.
“Okay,
comincia pure” disse un altro ragazzo.
Tutti
gli studenti la guardavano e si sussurravano qualcosa tra di loro,
poi Aoi cominciò a cantare sulle note dolci e malinconiche di
''So Clear”.
“I
suffer because I was not fragile that day and the memory explodes
inside me and I feel that no one would understand what I'm
experiencing”.
La voce di Aoi era un qualcosa di favoloso, tutti i
ragazzi che stavano ascoltando rimasero come ipnotizzati dalla sua
voce e la seguivano a tempo, era dolce e delicata ma allo stesso
tempo distruttiva e malinconica, una voce che ti arrivava fin dentro
il cuore e te lo faceva battere come se si fosse acceso qualcosa
dentro.
Raluca fermò Aoi evidentemente irritata e poi si
girò verso il ragazzo che era come in uno stato di trance, si
affiancò ad Aoi e Raluca rivolgendosi al gruppo e agli alunni
chiese di votare il migliore.
“Votate
bene...” disse Raluca lanciando un occhiataccia ad Astor che
rideva di gusto.
“La
bonazza rossa!” gridarono gli studenti creando il caos
nell'aula.
“Aoi”
sussurrò Astor con un sorriso soddisfatto.
Lo stesso per gli altri due ragazzi che facevano parte
della band.
Raluca decretò la vincitrice poi, sbattendo il
microfono sul palco e prendendo per mano Astor uscì furiosa
dall'aula.
“Perché
hai votato lei?!” gridò furibonda Raluca.
“E'
brava” sorrise Astor.
“Bastardo!
Dov'è la tua collana?!”.
“Merda..bo
penso di averla persa” disse Astor.
Aoi proprio in
quel momento usciva dall'aula con un sorriso di sfida e in quel
momento Raluca notò il ciondolo di Astor al collo di Aoi, e
sbattendo i pugni contro il muro andò via.
“Aoi!”
gridò Astor, fermandola per un braccio.
“Che
c'è??” rispose lei.
“La
collana...è mia...” disse lui.
“Ah, e
come ci è finita a casa mia?” chiese lei.
“Quando
Davide ti stava controllando...me l'ha presa...” sussurrò
lui.
“Ah,
okay.” disse Aoi riprendendosi il braccio e andando via.
“Non me
la ridai!?” gridò Astor.
“No!”
rispose Aoi sparendo tra la gente che usciva dall'aula.
Davide era
poggiato all'orlo della porta e rideva, poi rivolgendosi ad Astor gli
disse “Non ti crederà mai sul fatto del controllo, passi
solo per un povero pazzo” ridacchiò Davide.
“E chi ti
dice che invece lei ci creda?” disse Astor con un sorriso
beffardo, poi si staccò dal muro a cui era stata attaccato
fino a quel momento e passando affianco a Davide gli andò a
sbattere contro la spalla sussurrandogli “Aoi è mia”,
dopo aver detto questo Astor sparì nei corridoi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo VIII ***
Rosso
Capitolo
VIII
I ricordi
affiorano più facilmente con la musica, riescono a colpirti
dritto nel cuore e a farti riflettere.
Aoi ascoltava
la musica che usciva dagli amplificatori e ripensava alla sua vita,
ma a un tratto la musica finì all'improvviso.
Raluca era
apparsa nell'aula di musica e aveva staccato la presa.
Dopo essere
diventata la cantante della band Aoi ogni pomeriggio si dirigeva a
scuola per fare le prove, ma Raluca le doveva sempre rendere la vita
difficile.
“Che vuoi
ancora Raluca?” chiese il batterista, Gim, era un ragazzo
piuttosto alto, aveva un fisico assurdo ed era pieno di tatuaggi, i
capelli colorati di rosso gli davano un tocco misterioso e gli occhi
neri lo facevano assomigliare a un demone, amava vestirsi con canotte
e jeans ed era uno dei maggiori playboy in giro per la scuola.
“Aoi!
Finiscila di strillare quando canti!” gridò Raluca.
“Ma non
stava strillando!” rispose il bassista, Morgan, era piuttosto
basso, portava i capelli lunghi fino a metà collo, biondo
cenere, grandi occhi castani con un percing sopra il sopracciglio,
aveva un fare scontroso e ribelle, amava vestirsi largo cosa che lo
faceva sembrare ancora più basso.
“Basta,
Raluca. Smettila di interromperci ogni due secondi, esci e non
tornare fino a quando non abbiamo finito!” disse Astor con la
sua voce suadente, era estremamente sexy quel giorno, portava una
camicia nera attillata sbottonata fino al quarto bottone, dei jeans
grigi strappati in alcune parti, e una collana che gli pendeva dal
collo, un altra ''A'' con un diamantino incastonato dentro.
Aoi guardò
Raluca uscire dalla stanza furibonda, poi si rimise a cantare come se
non fosse mai successo nulla, quel giorno anche Aoi era vestita in
modo molto provocante, indossava un girocollo di pizzo nero da cui
uscivano oltre alla collana di Astor altre collane che si
intrecciavano tra loro che arrivavano fino alla pancia, portava un
corpetto blu notte che le lasciava scoperte le spalle e faceva
risaltare il seno, una minigonna blu notte-nera che brillava con
varie catene che scendevano da essa, poi delle calze nere strappate e
degli stivaletti neri.
“Open
your heart, I can still save you from this destiny”
la dolce voce di Aoi
riusciva a richiamare qualsiasi persona che passasse di lì.
La
musica si interruppe ancora, le prove erano finite, era ormai buio
inoltrato fuori ed era ora di tornare a casa, così dopo aver
salutato tutti, Aoi si incamminò verso casa, seguita da Astor.
“Perché
torni a casa sola? Non vuoi la compagnia di qualcuno?” chiedeva
Astor standole appiccicato.
“No
grazie. Vado da sola a casa” rispose secca lei con un sorriso.
Mentre
attraversavano il cortile, una sagoma si andò a formare vicino
al cancello, dai lineamenti sembrava Raluca.
“Astor,
ti devo parlare” disse Raluca.
“Che
c'è?” rispose seccato Astor.
Aoi
intanto continuò a camminare fino a quando non trovò un
albero da dove poteva spiare Astor e Raluca.
“Devi
stare lontano da quella!” gridò Raluca.
“Ma
che vuoi, è la cantante del gruppo!”.
“E
da prima che fosse la cantante del gruppo che le ronzi attorno! Non
dirmi che ti piace quella rossa gotica del cavolo!”.
“Finiscila
di gridare, sei patetica” rispose secco Astor mentre guardava
con occhi freddi Raluca.
“Perché
non ti piaccio? Perché non desideri il mio sangue? Che ho io
che non va rispetto ad Aoi” chiese Raluca abbassando lo sguardo
e stringendo i pugni.
“Non
ho scelto io di stare con te, lo sai meglio di me che il nostro
fidanzamento è conveniente per entrambe le famiglie”
disse Astor avviandosi verso la strada, ma prima che potesse muovere
tre passi Raluca lo fermò e lo baciò.
Alla
vista di quel bacio Aoi sentì una spada trafiggerle il cuore,
e così si addentro nel boschetto in cui continuava la strada
verso casa.
“Quei
due stanno insieme, è ovvio che si baciano, come sono stupida,
prendermi una cotta per lui!” pensò
Aoi mentre correva piangendo.
Astor
accortosi della presenza di Aoi si staccò con forza da Raluca
e si mise a inseguirla.
Aoi
intanto, correndo non si era accorta che era finita in una parte del
bosco opposta alla strada che doveva percorrere e dopo essersi
fermata cercò di orientarsi, però prima che potesse
riuscire a guardarsi intorno Davide sbucò dal nulla.
“Che
ci fai qui?” chiese lui sorridendo.
“Ah,
Davide sei tu...mi sono persa...e tu che ci fai qui?” chiese
Aoi sospettosa.
“Mi
piace venire nel bosco a quest'ora, è rilassante, perché
piangi?”.
“Nulla,
tranquillo..” rispose Aoi cercando di nascondere la faccia.
“Dai
dimmi, lo sai che ti puoi fidare di me...” sussurrò
Davide avvicinandosi ad Aoi.
“Sono
una stupida...” disse Aoi cominciando a singhiozzare.
“No,
sei solo vulnerabile..” disse dolcemente Davide abbracciando
Aoi che piangeva.
“Sto
male, lo odio eppure mi fa male vederlo baciarsi con un altra! Ma che
mi prende, a volte lo voglio veder sparire e a volte voglio che stia
solo con me...Sono confusa!” gridò Aoi tra le lacrime
ricambiando l'abbraccio di Davide.
Astor
proprio in quel momento aveva trovato Aoi e dopo averla vista
abbracciata a Davide tirò un pungo a un albero e sparì
nel nulla.
Davide
fece un sorriso soddisfatto e poi allontanò Aoi e disse
“Andiamo a casa, okay?”.
Aoi
annuì e insieme a Davide ritornarono sulla strada di casa.
“Perché
dovrei stare lontana da una persona che mi fa stare bene, che mi
consola e che è tanto dolce con me..” pensò
Aoi che mentre camminava guardava in basso e singhiozzava.
Dopo
un bel po' di tempo i due ragazzi arrivarono davanti a casa di Aoi e
lì trovarono Astor che li aspettava appoggiato al muro.
“Astor..”
sussurrò Aoi con gli occhi pieni di lacrime.
Astor
non disse nulla, si staccò dal muro e strappò dalle
mani di Davide Aoi e la mise dietro di sé.
“Che
fai maledetto vampiro, Aoi attenta!” gridò Davide
mettendosi in posizione di difesa.
“Stalle
lontano o ti farò dal male” disse con un tono freddo e
tagliente Astor.
“Ma
che fate!” gridò Aoi cercando di mettersi tra i due
ragazzi, ma Astor la bloccò dietro di sé con una mano.
“Aoi,
hai detto che volevi sapere cos'era Davide, bene te lo sto per
dire..” disse Astor, ferendo Aoi sulla spalla.
“Che
fai?!” gridò Aoi prendendosi la spalla con la mano ma il
sangue cominciò a scorrere tra le pieghe della mano colando
vicino al corpetto.
“Tra
poco vedrai cos'è lui...” disse Astor guardando con un
tono maligno Davide che indietreggiava.
“Ma
cosa...” Aoi guardava Davide che sembrava in difficoltà
in quella situazione, Astor la proteggeva ancora con il suo corpo
mentre il sangue continuava a scorrere.
A
un tratto il corpo di Davide sembrò attraversato da piccole
scariche di elettricità e solo successivamente sulla
superficie della sua pelle cominciarono a formarsi veri e proprie
scariche di elettricità.
“Perché
mi fai questo?” balbettò Davide che guardava Astor.
“Per
farle vedere che tu non sei quello che dici di essere, solo un
impostore.” disse freddo Astor.
Davide
sembrava affaticato, dolorante e guardava Aoi, quando a un certo
punto i suoi occhi diventarono rosso fuoco e dalla sua bocca due
zanne spuntarono.
“E'
un vampiro pure lui?” sussurrò Aoi coprendosi dietro
Astor.
“No,
non è un vampiro. E' un mezzo vampiro, l'altra sua parte è
umana.” disse Astor.
“Ma
è impossibile! Non può accadere!” gridò
Aoi.
“Infatti,
non è possibile, ma per qualche strano motivo è
successo. Suo padre era un vampiro e sua madre un umana, tecnicamente
lui può far a meno del sangue, vivere come ogni essere umano,
ma questo diventa impossibile se si comincia a interessare a una
persona, comincia a pensare come un vampiro ad agire come un vampiro
e a succhiare sangue come un vampiro. Lui si è interessato a
te e vuole averti e l'unico modo che trova e succhiarti il sangue
fino alla morte, non essendo un vero e proprio vampiro non può
decidere di farti diventare una di noi o di lasciarti in vita...può
solo uccidere” cerco di spiegare Astor.
“Quindi
io sono più in pericolo con lui che con te?” sussurrò
Aoi.
“E
quello che cercavo di farti capire, se ti avessi detto prima di lui
non mi avresti creduto mi avresti impedito di starti vicino quindi è
meglio che lo hai scoperto così. Io riesco a controllarmi
quando ho sete, lui no attacca e basta! E da tanto che cerco di
eliminarlo ma non ci riesco, anche lui ha un potere quello dei
fulmini, merda” disse Astor mettendosi in guardia.
“La
cosa si mette male..” disse Aoi premendo la mano sulla ferita.
“Aoi,
allontanati da lui...vieni vicino a me ti sta mentendo!”
sussurrò Davide con un sorriso sul volto.
“No!
Io credo ad Astor!” gridò Aoi.
Astor
invocò una fiammata di fuoco con quale bloccò Davide in
un cerchio, poi si avvicinò e invocando un altra fiammata gli
e la lanciò addosso.
Davide
lanciò una scarica elettrica ad Astor che ritirò il
braccio, la sua camicia era stata completamente bruciata dalla
scarica di Davide.
“Astor,
non mi ucciderai. Per quanto tu possa provare a uccidermi o a
proteggerla non ci riuscirai” ridacchiò Davide.
“Tu,
essendo un mezzo umano puoi morire anche per delle ustioni di terzo
grado.” disse Astor alzando le fiamme intorno a lui.
Davide
fece un salto assurdo e finì davanti ad Aoi che si riparò
con le mani, ma Davide le tirò una scarica e la morse sulla
spalla dove aveva la ferita.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo IX ***
Rosso
Capitolo
IX
Il morso dei
vampiri dopo un po' porta piacere alle vittime, ma invece quello di
Davide portava solo dolore ad Aoi.
Davide era lì,
attaccato alla sua spalla con i denti, fino a quando una fiammata di
fuoco non lo fece staccare, Aoi cadde a terra aveva un colorito
cadaverico e nonostante le piccole ferite, il sangue grondava dalla
spalla.
“Aoi..”
sussurrò Astor che vedendola in quel lago di sangue perse la
calma e si scatenò contro Davide.
“Non è
morta tranquillo” disse ridendo Davide.
Astor cominciò
a lanciare colpi su colpi a Davide finché una fiammata lo
colpì distraendolo, a quel punto Astor corse verso il corpo di
Aoi e una volta presa in braccio sparì con lei.
Aoi si
risvegliò in una camera in stile antico, le pareti erano di un
colore rosa antico con lampade dappertutto, il pavimento finemente
lavorato bianco perla splendeva, lei si trovava sopra un divano rosso
e dorato, vari mobili di legno lavorati a mano erano sparsi per la
stanza in modo confuso, solo dopo aver scrutato la stanza si accorse
che non indossava più i suoi vestiti, ma al loro posto
indossava una camicia da notte di seta che le arrivava a metà
coscia, era nera e sul seno e sulle cosce fatta di pizzo bianco.
Si alzò
e poggio i piedi nudi sul pavimento gelido come ghiaccio e si diresse
verso una porta a due ante bianca e lavorata, la aprì e Astor
le cadde addosso.
“Oddio,
che botta” sussurrò Astor alzandosi e guardando Aoi.
“Ma che
ci facevi sopra la porta?!” gridò Aoi abbassandosi la
camicia che le si era alzata.
“Controllavo
che nessuno ti avrebbe disturbato, bel ringraziamento” disse
Astor fingendosi offeso poi aggiunse, “Tutto bene?”.
“Si, ho
solo un po' di male alla spalla, un momento...chi mi ha cambiata!?”
gridò Aoi.
“Io
perché?” disse ridendo Astor.
“Oh mio
dio!”.
“Scherzo,
ti hanno cambiato delle cameriere...” disse Astor chiudendo la
porta dietro di sé e dirigendosi verso il divano.
“Cameriere?
Sei così ricco da potertele permettere?” chiese Aoi
appoggiandosi al muro.
“In
verità sono solo ragazze che in cambio della giovinezza
eterna, hanno deciso di servirmi” disse lui appoggiando la
testa al divano e chiudendo gli occhi.
“Vuoi
dire che le hai trasformate?”.
“Si, ma
ora non è questo quello che conta...Il fatto è che non
puoi più tornare a casa tua o andare a scuola” disse
Astor facendo una smorfia di dolore.
“Perché?”
domandò Aoi.
“Ma sei
scema? Davide ti sta dando la caccia, Raluca ti odia a morte, vuoi
ancora andare a scuola?” disse Astor.
“Già...come
mai non sono morta?”.
“Nonostante
ti abbia succhiato via più della metà del sangue l'ho
bloccato, altri venti secondi e saresti morta, un po' come me, la
prima volta non volevo fermarmi infatti ero arrivato quasi al
limite.” disse Astor ridendo.
Un tonfo si
sentì fuori dalla porta, e dopo alcuni secondi un grande
pastore tedesco entrò nella stanza saltando addosso ad Aoi.
“Aoi
attenta! E' aggressivo!” gridò Astor, ma prima che
potesse finire la frase Aoi era distesa a terra a rotolarsi insieme
al cane mentre faceva vocine dolci, Astor guardò la scena e
scoppiò a ridere.
“Che
ridi?” chiese Aoi distesa a terra, era estremamente sexy, i
suoi capelli rossi arruffati mentre i suoi occhioni verdi fissavano
Astor, la camicia da notte leggermente ritirata sulle cosce, Astor a
quella scena fece fatica a ridere e si avvicinò a lei.
Scostò
il cane e si mise sopra ad Aoi che cominciò a scalciare.
“Che fai
maniaco levati subito!” gridò Aoi.
“Perché
non sei un vampiro...” sussurrò lui poggiando la fronte
su quella di Aoi.
“Cosa...intendi
dire?”.
“Vuoi
essere trasformata in un vampiro?” chiese dolcemente e con una
voce suadente Astor.
“Ma cosa
ti salta in mente! Avanti Astor levati” disse Aoi cercando di
spostare il ragazzo, ma senza successo.
Astor fermò
sia le mani che le braccia di Aoi a terra e poi guardandola con occhi
voraci gli disse “Sono serio. Vuoi essere un vampiro?”.
“Io..No!
Non posso...” sussurrò Aoi scostando lo sguardo dal
volto rattristito di Astor che si alzò e andò verso la
porta.
“Dove
vai?” chiese Aoi cercando di raggiungere a gattoni il ragazzo
che stava uscendo dalla stanza.
“A
scuola, tu resta in casa.” disse lui.
“Ma devo
farti molte domande!” gridò Aoi.
“Me le
farai al mio ritorno, intanto riposati, io vado...ciao” disse
Astor facendo un cenno con la mano e sparendo per i tanti corridoi
che la casa aveva.
Aoi uscì
dalla stanza e si guardò in giro, una mega casa senza la
minima anima viva, cominciò ad entrare in alcune stanze per
farsi un idea dove viveva Astor poi pensando e ripensando decise di
andare a scuola, anche se si sentiva debole.
Incontrò
delle cameriere che senza dire nulla gli porsero dei vestiti e dopo
sparirono, così dopo aver indossato i vestiti uscì di
casa.
Portava dei
pantaloni grigi attillati con una maglia nera che le arrivava a metà
coscia, degli stivali neri e si era raccolta in due codini i capelli.
Dopo anni
arrivò a scuola ed entrò in classe e quando lo fece il
volto di Astor diventò cupo e preoccupato, era seduto sempre
infondo all'aula e non faceva altro che guardare la porta.
“Signorina
Neil, è un piacere rivederla, prego si accomodi al suo banco”
disse il professore di chimica che sorrideva mostrando i suoi denti
giallognoli.
Aoi andò
infondo all'aula e si sedette vicino ad Astor che continuava a
guardarla male, poi dopo un paio di minuti alzò la mano e
chiese al professore di andare in bagno.
“Faccia
presto” rispose secco il professore.
“Scusi,
siccome non ricordo bene dove si trova la toilette potrebbe
accompagnarmi Astor?” chiese Aoi.
“Cosa? Un
ragazzo? Non se ne parla proprio, ti accompagnerà una ragazza,
Aisha vai tu” disse il professore puntando la ragazza bionda.
Aisha si alzò
e insieme ad Aoi uscirono dalla classe, dopo un paio di giri ancora
non erano arrivate al bagno ma a uno stretto vicolo che finiva con
una porta dove c'era un aula deserta.
“Da
quanto tu e Astor state insieme?” domandò Aisha
strisciando vicino ad Aoi.
“Noi...non
stiamo insieme...Lui sta insieme a Raluca..” rispose Aoi
schiacciandosi contro il muro.
“Ah,
capisco e allora perché gli stai attaccata? Questa cosa a
Raluca non piace...Lo sai vero?”.
“Mi
dispiace...Non ne avevo intenzione...” disse Aoi, notando che
negli occhi di Aisha si era acceso qualcosa.
“Sai,
Raluca mi ha proposto uno scambio, io ti faccio fuori e lei mi dona
l'immortalità...quindi e meglio se stai zitta e la faccio
finita subito” sussurrò Aisha prendendo per il collo
Aoi.
“Sono
sopravvissuta a vampiri, non mi faccio certo uccidere così”
ridacchio Aoi.
“Sei solo
un orfanella, sei così pericolosa per le persone che ti
circondano che tua madre si è tolta la vita per non vederti
più” disse con un tono freddo e cattivo Aisha che
aumentò la presa sul collo di Aoi.
“Tu..come
lo sai di mia madre...lei...non parlare di lei!” gridò
Aoi mentre calde lacrime le rigavano il volto, mentre la rabbia le
cresceva dentro come un onda.
“Ma...ma
che ti prende!? I tuoi occhi stanno cambiando colore! So...Sono neri
ora!” disse Aisha staccando la mano dal collo di Aoi ma prima
che potesse scappare Aoi le riprese la mano e mentre le lacrime
continuavano a scendere, lei sorrideva con un sorriso beffardo e dopo
un po' guardò Aisha con i suoi occhi neri come la brace e
disse “Nessuno parla di mia madre!”.
In quel momento
dal braccio di Aoi cominciò a partire una scarica elettrica,
si muoveva come un serpente sul suo braccio e in un lampo colpì
Aisha che cercava di scappare mentre gridava come una pazza.
Il corpo di
Aisha carbonizzato cadde a terra e dopo averla guardata Aoi corse
verso la classe e rientrando si riandò a sedere al suo posto,
Astor la guardava incredulo.
“I tuoi
occhi...” sussurrò Astor facendo cadere la matita che
teneva in mano.
“Riportami
a casa, ora” disse Aoi facendo la borsa.
“Dove si
trova Aisha?!” chiese Astor.
“E'
morta, l'ho uccisa io e non so come!” gridò Aoi con le
lacrime agli occhi erano due buchi voraci arrossati dal pianto.
Astor afferrò
Aoi ed uscì di classe, usò una specie di teletrasporto
e ritornò alla sua villa dove poggiò Aoi e si
allontanò.
“Cosa mi
succede!?” gridò piangendo lei.
“Non lo
so...come l'hai uccisa..?” chiese Astor prendendo una coperta.
“Con una
scarica elettrica...” sussurrò Aoi.
“Il
potere di Davide?! Ma è impossibile! Non esistono due creature
che hanno lo stesso potere!” gridò Astor.
“E allora
cosa mi prende!?” gridò Aoi alzandosi.
Un altra
scarica partì dal suo braccio per andare a finire contro il
muro, poi chiudendo gli occhi e buttandosi per terra i suoi occhi
tornarono piano alla normalità.
“Qui le
cose si mettono male...Aoi...Gli hai assorbito il potere!”
disse Astor sgranando gli occhi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo X ***
Rosso
Capitolo
X
Il silenzio è
la cosa che si teme di più al mondo e Aoi restava in silenzio
a guardare Astor che cercava una spiegazione logica, poi Astor chiamò
una cameriera che in pochi secondi si materializzò sulla porta
e con un inchino disse con una voce sottile “Cosa desidera mio
signore?”.
A quelle parole
un brivido corse lungo la schiena di Aoi pensando che Astor le aveva
morse e ora loro lo stavano servendo chiamandolo ''padrone''.
“Vai
nella biblioteca antica e cercami un volume sul potere divino”
disse preoccupato Astor alla cameriera che sparì.
“Potere
divino?” sussurrò Aoi avvicinandosi.
“Si, è
l'unica spiegazione a questa tua capacità di lanciare fulmini
che prima non avevi...E' un potere rarissimo è molto difficile
da trovare negli esseri umani...” sussurrò Astor
avvicinandosi ad Aoi e facendola sedere sul divano.
“Mi devo
preoccupare?” chiese lei portandosi le mani al petto.
Astor sorrise
maliziosamente e prese per la vita Aoi e se la mise in braccio e
disse “Finché ci sono io con te non ti devi preoccupare
di nulla” poi accarezzandole i capelli sorrise e le diede un
bacio sulla guancia.
Aoi lo guardò
con i suoi occhi verde smeraldo, arrossì un po' e dopo averlo
bloccato al divano lo baciò mordendogli un labbro alla fine.
“Mi piace
questa Aoi..” sussurrò Astor ma fu interrotto dalla
cameriera che entrò silenziosamente nella camera e poggiò
il libro che Astor aveva chiesto sul tavolino di cristallo.
“Ecco a
lei signore..” disse la ragazza sparendo come era apparsa.
“Andiamo
nella mia stanza” disse Astor prendendo il libro e Aoi e
uscendo dalla stanza.
Arrivarono in
un corridoio lungo e stretto tutto illuminato e alla fine c'era una
porta di vetro nero, entrarono e Aoi vide una camera meravigliosa, le
tonalità erano centrate sul rosso e il nero. Il letto difronte
alla porta aveva le coperte rosso fuoco, affianco c'erano due
comodini neri con sopra lampade che emanavano luce rossa, le pareti
erano sfumate di rosso e verso il pavimento andavano sul nero, il
pavimento nero e lucido rispecchiava l'immagine dei due ragazzi, in
tutta la stanza c'era solo un letto due comodini e un mobile nero che
stava attaccato al muro affianco al letto.
Astor si
sedette sul letto invitando Aoi a sedersi su di lui e dopo essersi
guardata in giro e aver chiuso la porta andò verso di lui e si
sedette.
“Continuiamo
dal bacio a cui eravamo rimasti oppure leggiamo il libro?”
chiese Astor accarezzando Aoi sulla schiena, per poi alzarle
leggermente la maglia quanto bastava a far entrare la mano.
“Decisamente
libro” disse Aoi ridendo.
“Va
bene..” disse lui.
Astor scostò
dolcemente Aoi tenendo le sue gambe sotto quelle di lei e afferrò
il libro e se lo mise a sfogliare, sfogliava velocemente e i suoi
occhi sembravano leggere tutto quello che c'era scritto in meno di
cinque secondi ad un certo punto si fermò in una pagina e
sorrise.
“Cosa
succede?” chiese Aoi cercando di scorgere le scritte sul libro.
“Ho
trovato, era come pensavo...hai un potere divino” disse lui
sorridendo rendendo quel momento magico.
“Cosa??”
chiese Aoi.
“Ora ti
spiego...hai un potere speciale e rarissimo, di solito questo potere
lo si trova nei vampiri più vecchi, in pratica tu puoi
assorbire i poteri dei vampiri che ti mordono e in caso sia anche tu
un vampiro che mordi. Ti basta solo mischiare il tuo sangue a quello
di un vampiro e avrai il suo potere, in poche parole non hai solo il
potere di Davide, ma anche il mio visto che ti ho morso due volte”
disse lui guardandola con i suoi occhi neri, sembravano assetati.
“Oddio,
sono una specie di mostro quindi...” disse lei.
“No, sei
solo una ragazza speciale fantastica che sarebbe ancora più
speciale se fosse un vampiro..” disse lui avvicinandosi.
“Te l'ho
già detto...non voglio...” disse lei tirandosi indietro.
“Perché?
Cosa c'è che non va nel diventare una vampira? Non hai nulla
da perdere solo da guadagnare!”.
“Non
voglio diventare un assassina! Dovrei uccidere delle persone per
saziarmi?!” gridò lei.
“E'
la natura, adesso uccidi animali per mangiare, infondo la mangi la
carne e ti piace non ti fai problemi su che animale è morto
per sfamarti. Gli umani sono uguali, animali da uccidere per
mangiare” disse lui abbracciandola e sussurrando con una voce
suadente.
“Non
ne avrei il coraggio...Mi farebbe senso bere sangue dal collo delle
persone, morirei per denutrizione..” disse lei.
“Non
è così, tutti dicono questo ma una volta che sono
vampiri anche se non vuoi bere sangue, hai una voce in testa che ti
dice di farlo ti fa desiderare di uccidere fino a quando non perdi la
ragione e cominci a uccidere senza pietà per mangiare dopo
sembra tutto così normale” sussurrò lui.
“E
se non ci riuscissi?” chiese lei stringendo la mano di Astor
che le stringeva la vita.
“Ci
riuscirai e poi ci sarò io a vegliare su di te”.
“Hai
sete?” chiese Aoi sentendo Astor che si tratteneva dal morderle
il collo.
“Un
po'...La tua vicinanza me ne mette sempre” disse lui lasciando
cadere la sua testa sulla schiena di Aoi.
“Se
vuoi...puoi” disse Aoi scostandosi i capelli da un lato, poi
aggiunse “Se lo desideri puoi anche mordermi e
trasformarmi...”.
“Cosa!?”
disse lui guardandola in faccia e aggiungendo “Sei seria? Non
scherzi? Sei sicura?!”.
“Si,
ci ho pensato hai ragione. Odio questa società e diventare una
creatura immortale e succhia sangue non è male come
idea...Però prima mi devi dire una cosa..” sussurrò
lei abbassando la testa.
“Quello
che vuoi” rispose lui.
“Mia
madre...Chi era? E perché le cause della sua morte mi sono
state nascoste?!” gridò lei afferrando per la camicia
Astor.
“E
va bene...cercherò di spiegarti...Michal Eris, tua madre
sapeva dell'esistenza dei vampiri, come d'altronde tutta la tua
famiglia” disse lui.
“I
miei sapevano dell'esistenza dei vampiri?!”.
“Si,
capitò che quando nascesti tu un vampiro si presentò da
tua madre chiedendo il tuo affidamento, ovviamente tua madre rifiutò.
Col passare del tempo le casate vampiresche cominciarono ad attentare
alla vita della tua famiglia, così un giorno Eris decise di
scappare e mentre lo fece incontrò un vampiro che promise di
aiutarla, così seguì questo vampiro e dopo poco tempo
si innamorò di lui e lui di lei. Dalla loro unione...”
disse Astor fermandosi e guardò Aoi che aveva un espressione
sconvolta in faccia, poi guardando in basso concluse dicendo “Dalla
loro unione nacque un bambino, il bambino però era un vampiro
e il suo nome era...”.
Aoi guardava ferma Astor sussurrando “Davide”.
“Esatto...”
sussurrò lui.
“Davide
sarebbe mio fratello!?” gridò Aoi sconvolta.
“Si,
dopo che tua madre partorì Davide e vide che aveva generato un
''mostro'' ne rimase sconvolta e si suicidò...Aoi ti prego non
piangere...” disse Astor afferrandola e abbracciandola più
forte che poteva.
“Non
ci posso credere! Ho appena scoperto che mia madre non sono ha
tradito mio padre, ma che ha partorito un ragazzo che ha tentato di
uccidermi e che è mio fratello, Astor aiuto mi sento morire
dentro” gridò singhiozzando Aoi che non riusciva a
fermare le lacrime che finivano col bagnare la camicia di Astor.
“Ti
prego, sta tranquilla. Era per questo che per tutto questo tempo ti è
stata nascosta la verità perché non si poteva sapere
come avresti reagito.”.
“La
mia vita è stata tutta una maledetta stronzata, come vuoi che
ci stia?! Tu, come lo sai?!” gridò fuori controllo Aoi.
“E'
stata emanata una sentenza per Davide, deve essere ucciso prima che
uccida troppe persone per divertimento personale, prima o poi
impazzirà, e emanando questa sentenza si è venuta a
conoscere la storia...”.
“Che
ci facevi il giorno del mio compleanno a casa mia?! Sei stato tu ad
appiccare il fuoco?!”.
“No,
non sono stato io...Eravamo lì per distruggere ogni prova di
quello che era successo negli anni passati, per paura che potesse un
giorno riaccadere, io ero lì per te...Mi era stato affidato un
incarico strano, salvare una ragazza dai capelli rossi e gli occhi
verdi che sicuramente si sarebbe trovata all'interno della villa, ma
tu non c'eri e quando ti ho vista uscire da quel bosco, mi hai
colpito subito eri diversa da come immaginavo, eri stupenda e non ho
avuto il coraggio di non morderti, dovevo farlo...” disse lui
stringendo Aoi che cominciò a tirare pugni sul suo petto e a
gridare.
“Merda!
Come fa ad essere più grande di me Davide?”.
“I
vampiri crescono di un anno ogni mese fino ad arrivare a diciott'anni
massimo, arrivati a quell'età si blocca la loro crescita...”
concluse Astor.
Aoi si era calmata di botto, non parlava più e
sembrava non respirare più, guardava il pavimento e poi
sussurrò con un fil di voce “Non mi resta più
nulla”.
“Hai
me, e ti giuro che ti proteggerò da tutto e tutti”.
Aoi sollevò lo sguardo verso il viso di Astor, i
suoi occhi erano rossi e gonfi dal piangere e lo guardavano quasi a
supplicarlo di far finire tutto quel dolore.
“Sei
sicura di volerlo...Sicura di voler veramente diventare come me? Un
vampiro?” disse Astor guardandola con occhi seri, Aoi fece
cenno di sì con la testa e dopo aver afferrato la camicia di
Astor si diresse verso il letto.
“Arriverò
quasi al limite, dovrai resistere per un po' e non svenire”
disse lui spingendo Aoi sul letto e mettendosi sopra di lei.
“Va
bene..” rispose lei che si scostò i capelli e girò
la testa.
Astor si chinò su Aoi e dopo aver baciato il suo
collo lo morse dolcemente, Aoi non riusciva a fermare il suo corpo
che tremava così Astor la prese della schiena e se la tirò
a sé provocando in Aoi un misto di eccitazione, paura, piacere
e amore.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo XI ***
Rosso
Capitolo
XI
Il fiatone di
Aoi cresceva sempre più mentre stringeva le mani sulla
maglietta di Astor che stava per arrivare al limite.
“Sto
cominciando a vedere tutto sfocato” disse con un fil di voce
Aoi che guardava la parete difronte a lei.
Astor non
faceva il minimo rumore, però stava stringendo in un modo
impressionante sul collo di Aoi lasciandole un livido violaceo, a un
certo punto strinse il corpo di Aoi a sé con tutta la sua
forza e dopo levò i denti dal collo di Aoi.
Alzò la
testa e la guardò, aveva le labbra leggermene macchiate di
rosso e passandosi la lingua sopra si avvicinò alla faccia di
lei che stava sul punto di svenire.
“Brava,
resisti un altro po', poi potrai dormire” disse con un tono
soffice e seducente Astor che la mise sotto le coperte del suo letto.
Aoi non
riusciva a sentire più nulla e la sua vista era appannata,
sentiva il cuore quasi scoppiarle e la testa pulsarle da morire, ogni
singola cellula del suo corpo sembrava scoppiarle e il freddo fino a
dentro le ossa, riuscì a resistere per altri cinque minuti poi
il sonno la raggiunse.
Astor la
guardava sorridendo e dopo essersi assicurato che dormiva e che
stesse al sicuro uscì dalla camera e chiamò una
cameriera.
“Miki,
prepara l'abito per la cerimonia” disse lui.
“Certo
mio padrone” rispose la cameriera che sparì in una porta
di legno lavorato.
Astor camminò
fino alla porta della sua villa, poi si teletrasportò in una
specie di casa e si guardò intorno.
“Cosa
cerchi, Astor?” chiese un ragazzo uscendo dall'ombra.
Era un ragazzo
alto e magro, aveva i capelli a cresta biondi, due occhi gialli e
luminosi, sul sopracciglio aveva un piercing e un sorrisino gli
dipingeva il volto, indossava dei jeans un po' abbassati e una felpa
bianca.
Astor si girò
rapidamente e alla vista del ragazzo tirò un sospiro di
sollievo, poi disse “Hey Matt sei tu...”.
“Chi
altri? Cosa cerchi qui?” chiese in ragazzo abbassando la testa
e dirigendosi verso Astor.
“Devo
fare una cerimonia di iniziazione, e mi servite tutti voi non basta
solo un vampiro elementare” disse Astor fissando il ragazzo
negli occhi che rideva.
“E' per
un altra tua schiavetta?” chiese divertito Matt.
“No, è
diverso. E' una ragazza molto importante ha un potere speciale”.
“Ah,
sempre ragazza è. E che potere sarebbe?” chiese
incuriosito Matt che inarcò il sopracciglio facendo risaltare
il piercing.
“Lo
scoprirai solo alla cerimonia, sempre se chiamerai gli altri due
vampiri elementari.” disse Astor con un tono maligno.
“E va
bene, stanotte alle due di notte a casa tua fai trovare tutto pronto
io porto Teck e Rein.” disse il ragazzo sparendo nel buio.
Astor sorrise e
ritornò alla sua villa, dove le cameriere stavano rifinendo
l'abito che Aoi avrebbe dovuto indossare quella sera.
“Che è
successo all'abito?” chiese Astor notando che era cambiato
qualcosa.
“La parte
di sotto era completamente rovinata quindi lo abbiamo dovuto
ricucire..” disse una cameriera guardando il pavimento.
“Okay, ma
fate in modo che sia tutto pronto per mezzanotte e poi occupatevi del
salone.” disse Astor facendo un gesto con la mano e uscendo
fuori.
Arrivò
velocemente la sera e Aoi si risvegliò, al suo risvegliò
si sentì debole e affamata come non lo era mai stata, alzò
lo sguardo e vide sulla porta due cameriere con un abito blu notte in
mano.
Aoi si alzò
e prese l'abito in mano guardandolo incuriosita, era formato da un
corpetto che lasciava le spalle scoperte, una gonna stile principesco
fatta di pizzo che le arrivava fino a terra e per coprire le spalle
c'era una giacchetta tutta ricamata in pizzo.
“La prego
di indossarlo signorina e di seguirmi” disse una cameriera
facendo un inchino.
“Perché?”
chiese Aoi che aveva poggiato il vestito sul letto.
“Dovremo
fare una cerimonia” rispose la cameriera mettendosi a un
angoletto e guardando Aoi, poi aggiunse “La prego di vestirsi”.
Aoi non chiese
nulla e andò in bagno e la prima cosa che fece fu guardarsi
allo specchio, non era cambiato nulla era uguale a prima tranne la
pelle, era più candida e bianca di quanto non lo fosse prima,
aprì la bocca per controllare se aveva i denti e non vide
nulla, così tornò indietro e cominciò a
infilarsi il vestito con l'aiuto delle cameriere.
Una volta
indossato Aoi si guardò allo specchio, era bellissima quel
colore e quel modello la facevano sembrare una bellissima principessa
gotica.
In quel momento
entrò Astor nella stanza e appena vide Aoi vestita in quel
modo la corse ad abbracciare facendo andare via le cameriere.
“Sei
stupenda” disse Astor abbracciandola con tutta la sua forza.
“Grazie..”
disse Aoi che riusciva a sentire odore di sangue sui vestiti di
Astor.
“Vieni
seguimi” disse Astor prendendo Aoi per mano e dirigendosi
nell'atrio, dove c'erano due ragazzi e una ragazza che osservavano
Aoi muoversi sinuosamente.
C'era il
ragazzo biondo, Matt che alla vista di Aoi sgranò di occhi e
sorrise, poi un ragazzo un po' più basso aveva i capelli neri
con dei riflessi violacei e gli occhi color ametista che la
guardavano freddamente e infine una ragazza aveva i capelli neri come
petrolio e i suoi occhi erano rossi come il sangue.
Aoi giunse
davanti ai tre ragazzi che la scrutavano e Matt dopo averla guardata
per un po' la prese per mano e la condusse in mezzo all'atrio.
“Io sono
Matt, il vampiro elementare dell'aria” disse sorridendo, poi
indicando il ragazzo con gli occhi viola aggiunse “Lui è
Teck, il vampiro elementare dell'acqua, mentre la ragazza si chiama
Rein è la vampira elementare della terra, e lui già lo
conosci ovviamente, Astor il vampiro elementare del fuoco”.
“Vampiri
elementari?” chiese con un fil di voce Aoi che guardava negli
occhi Matt.
“Sono i
vampiri da cui derivano tutti gli altri poteri, i più potenti”
rispose Astor.
“Direi
che possiamo iniziare” disse con una voce candida e melodiosa
Rein.
Astor, Matt,
Teck e Rein si misero intorno ad Aoi e cominciarono a parlare in una
lingua strana.
“Che
diavolo succede?” gridò Aoi che sentiva il cuore
scoppiarle e una voce in testa che le diceva di mordere qualcuno.
Matt mentre
recitava le parole guardava ardentemente Aoi, non c'era un momento in
cui non la guardasse e questo faceva innervosire Astor.
I quattro
ragazzi finirono di recitare le parole e da i loro piedi cominciarono
a uscire i vari elementi. Astor fu avvolto da un turbine di fuoco,
Matt da un turbine di aria, Teck da uno di acqua e Rein fu avvolta da
blocchi di terra, dopo pochi secondi tutti e quattro gli elementi si
unirono sulla testa di Aoi formando una specie di capanna intorno
alla ragazza.
“Che
diamine fate?” chiese Aoi che sentiva il desiderio di mordere
qualcuno urgentemente.
I quattro
ragazzi si fermarono e Matt e Astor fecero un sorrisino soddisfatto
poi delle cameriere apparirono dietro di loro con in mano corpi di
donne svenute e le piazzarono intorno ad Aoi.
“Avanti,
bevi si vede che hai sete” disse Teck.
“Sono
bloccata...” rispose Aoi che tirava pugni a quella specie di
barriera trasparente.
“Distruggila”
disse Matt.
“Mostra
il tuo potere, anche se non sei un vampiro di nascita comunque sia se
ne acquisisce sempre uno quando si viene morsi e iniziati.”
disse Rein.
Aoi sentiva il
bisogno del sangue di quelle donne tanto che cominciò a
perdere la calma e a non ragionare più. I suoi occhi
cominciarono a diventare di un azzurro chiaro tanto da sembrare
bianco, e la sua pelle cominciò ad avere un colorito sul
rosso.
Astor fece un
sorriso molto esteso e guardava Aoi come se quello spettacolo fosse
la cosa più straordinaria che aveva mai visto.
“Ma che
diavolo?!” gridò Matt sgranando gli occhi insieme a Rein
e Teck.
Aoi alzò
le mani al cielo e dopo aver detto delle parole in una lingua
sconosciuta invocò un turbine di fuoco unito a una scarica
elettrica che distrussero in meno di dieci secondi l'intera capanna.
“Fuoco e
fulmini?!” gridò Matt che ancora non riusciva a credere
a quello che aveva visto, intanto Aoi si era fiondata sulle donne e
dopo aver annusato l'odore del sangue che riusciva a sentire spalancò
la bocca e due canini lunghi e appuntiti si infilarono nel collo
della donna che teneva in braccio.
“Come è
possibile, già esiste il potere del fulmine per non parlare
del fuoco, è un potere elementare non può avercelo
lei...” balbettò Matt che continuava a guardarla
incredulo.
“Te l'ho
detto è diversa...Ha il potere divino” sussurrò
Astor.
“Il
potere divino?! Il potere rarissimo che si può trovare solo
nei vampiri più antichi?” gridarono in coro Matt, Teck e
Rein.
“Esatto”
rispose secco Astor.
“Chi è
quella ragazza?” chiese Matt.
“Ti sei
risposto da solo, una ragazza” disse Astor avvicinandosi ad
Aoi.
“Lei ha
il potere divino...” continuava a sussurrare Matt.
Aoi intanto
aveva prosciugato la prima donna lasciandola cadere a terra come un
sacco, proprio come fece Astor quella sera a casa sua. Ora capiva
cosa si provava, come si sentiva Astor ogni volta che aveva sete,
come si sente un vampiro attratto dal sangue era una sensazione a cui
non si poteva scappare è un po' come l'istinto di
sopravvivenza si fa di tutto per non morire, era quella più o
meno la sensazione, una sensazione che la fece sentire più
viva di quanto non lo fosse mai stata.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Capitolo XII ***
Rosso
Capitolo
XII
Capita che ci
si avveleni facilmente delle abitudini altrui per essere accettati o
solo guardati fino a perdere completamente la propria personalità.
Ad Aoi gli
occhi erano tornati verde smeraldo com'erano prima e guardavano Astor
avvicinarsi in tutta la sua bellezza mentre sorrideva mostrando i
denti, poi il suo sguardo si spostò su Matt che dalla sua
faccia sorpresa fece un sorriso.
“Tutto
bene? Stai meglio ora?” chiese Astor allungando la mano verso
Aoi.
“Si...E'
stato strano...” disse lei guardando il corpo della donna per
terra che ormai aveva assunto un colore cadaverico e i due morsi che
aveva sul collo erano diventati di un colorito violaceo.
“Ho
notato che ogni volta che usi un potere diverso il colore dei tuoi
occhi cambia, quando hai usato solo il fulmine erano neri e quando
hai usato fuoco e fulmine sono diventati azzurro chiarissimo, chissà
come saranno quando usi solo il fuoco...” disse Astor.
“Non
riesco a decidere quando usare i ''miei poteri'' e una cosa che mi
viene naturale fare quando perdo il controllo...” rispose Aoi
spiando la figura di Matt che continuava ad osservarla da prima.
“Allora
ti dovrai allenare” disse sorridendo maliziosamente Astor poi
alzò la testa e guardò male Matt.
“Che
vuoi?” chiese Matt inarcando il sopracciglio e facendo un
sorrisino beffardo.
“Perché
continui a fissare Aoi? Mi dai sui nervi”.
“Ma
sentitelo, sei geloso? Scusa ma non sei fidanzato? Faccio quello che
mi va con Aoi.” disse guardando Astor con uno sguardo di sfida
e cattiveria.
“Per il
fidanzamento non ci vuole granché. Aoi adesso vado da Raluca,
tu vai subito nella mia stanza” disse Astor prima di sparire
come sempre.
Aoi si guardò
intorno cercando il corridoio da cui era arrivata, ma non riusciva a
ricordare, così decise di provare un po' tutti i corridoi.
Intanto Teck e
Rein erano spariti nel nulla dopo lo spettacolo di Aoi e l'unico che
era rimasto nell'atrio era Matt che la guardava come se si aspettasse
qualcosa da lei.
Aoi si
incamminò verso il primo corridoio a destra e cercò di
scrutare in fondo per vedere se c'era una porta nera di vetro ma non
ci riuscì, nonostante era tappezzato di luci non erano
abbastanza forti per illuminare tutto, così cominciò a
camminare ma fu fermata dalla voce di Matt che risuonava.
“Perché
non chiedi a me dove sta la stanza? Guarda che lo so e non mordo
mica...non voglio farmi assorbire il potere” disse con un tono
tranquillo e pacato Matt.
“Perché
non sei andato via con gli altri? Che ci stai a fare qui?”
disse con un tono seccato Aoi.
“Beh ho
pensato che avresti avuto bisogno di una mano” disse sorridendo
il ragazzo.
“No
grazie, so badare a me stessa.”.
“Se vai
dietro a un tipo come Astor, beh credo proprio di no”.
“Ma che
avete tutti contro di lui? Vi brucia perché è più
forte o cavolate varie?!” gridò Aoi.
Matt si
avvicinò ad Aoi e un intenso profumo di rose la stordì,
poi Matt avvicinandosi al suo orecchio le sussurrò “Se
io volessi, in questo momento non esisterebbero nemmeno più i
vampiri”.
“Spostati
sei irritante” sussurrò Aoi, tirandogli uno schiaffo che
lo fece allontanare.
“Aggressiva,
che ne dici di usare i tuoi poteri su di me?”.
“Non
riesco usarli a mio piacimento” disse a denti stretti Aoi.
“Se fossi
aria pura spazzerei via l'umanità” sussurrò Matt
che alzando il braccio verso Aoi le lanciò un turbine di
vento.
Aoi si buttò
a destra ed evitò l'attacco di Matt che sorrideva.
“Ma sei
pazzo?!” gridò lei che stava a terra.
“Perché
non cerchi di usare i tuoi poteri...potresti fare grandissime cose
con essi...oltretutto ora sei un vampiro” disse il ragazzo
lanciando un altro turbine questa volta più forte.
“Ah
potrei fare grandissime cose, e come con te che provi ad uccidermi?”
disse Aoi evitando ancora l'attacco.
“Non
cerco di ucciderti ma di farti reagire”.
Aoi si alzò
di scatto nonostante l'abito le impediva movimenti molto veloci e si
diresse verso Matt.
“Sai,
penso che il potere più facile da controllare sia quello del
fulmine...quello del mio ''fratellastro'', forse gli elementi sono
più difficili, ma sono sicura che se li saprei controllare
qualcuno si farebbe molto male a scherzare...” disse Aoi
tenendo la testa bassa e raggiungendo Matt.
“Io no di
certo...” sussurrò Matt sollevando la testa di Aoi e
sgranando gli occhi, non li aveva più verdi, ma erano
diventati neri come l'ossidiana un nero vorace che non lasciava
scampo.
Prima che
potesse accorgersi di quello che stava succedendo con una scarica
elettrica potentissima Aoi lo aveva colpito e fatto volare fino al
muro dove Matt per la violenta botta perse quasi i sensi, Aoi si
avvicinò lentamente e si chinò sul ragazzo.
“Potrei
assorbirti il potere in questo momento, mi basta solo toccare il tuo
collo bianco...” disse con un tono seducente Aoi che aveva
messo le braccia intorno al collo di Matt e lo stava sfiorando con le
labbra.
“Provi il
desiderio di mordermi?” chiese Matt afferrando Aoi per i
fianchi e stringendola.
“Cosa hai
già ripreso i sensi?” gridò Aoi cercando di
alzarsi da lui, ma non ci riusciva, la teneva troppo forte.
“Dove
vai? Prima cerchi di mordermi e poi non lo fai?” disse con un
sorriso Matt.
“Certo
che sei scemo, prima dici che non vuoi farti assorbire il potere e
dopo vuoi essere morso?” ridacchiò Aoi.
“Non si
sa mai quello che voglio”.
“In
qualunque caso che tu mi morda o sia io a morderti il tuo potere
passerebbe a me”.
“Giusto...ma
se tu” Matt non fece in tempo a finire la frase che una scarica
elettrica arrivò da fuori e colpì Aoi.
“Ma
perché ti sei colpita da sola” gridò Matt che
aveva lasciato la presa su Aoi e si era spostato per non essere
preso.
“Non sono
stata io, è stato Davide” disse tossendo Aoi che si
rialzò.
Il suo vestito
era quasi tutto stracciato sulla gonna e sulle gambe aveva delle
ustioni leggere, in più i suoi occhi stavano tornando alla
normalità e lei non sapeva come riuscire a usare i suoi
poteri.
Davide la
guardava da un balconcino che stava sopra l'atrio e rideva, era
diverso dall'ultima volta che lo aveva visto, il suo volto sembrava
molto più magro e stanco, i suoi occhi più spenti e
senza forza, ma una cosa non era cambiata la sua voglia di sangue, se
ne poteva sentire l'odore anche a chilometri di distanza.
“Ciao,
Aoi” sussurrò con una voce debole e aggressiva allo
stesso tempo.
Aoi non
rispondeva, stringeva i denti e lo guardava con occhi freddi, con
occhi che desideravano vendetta solo successivamente si accorse che
da lui proveniva un forte odore di sangue umano, probabilmente aveva
appena ucciso qualche donna o uomo.
“Un
iniziazione, un vampiro elementare, corpi di donne morte...Aoi, non
sarai per caso diventata una vampira?” disse ridendo Davide che
sgranò i suoi occhi azzurri.
“Maledetto,
cosa vuoi da me?!” gridò Aoi stringendo i pugni tanto da
lasciarsi sui palmi delle mani delle mezze lune.
“Il tuo
sangue, ne voglio ancora fino a lasciarti senza, fino a sapere che
nessun altro potrà mai averlo”.
“Tu sei
pazzo!”.
Matt li
guardava senza muovere un muscolo poi si alzò lentamente e si
avvicinò ad Aoi che era rimasta pietrificata al centro
dell'atrio.
“E così
tu saresti il mezzo sangue, lo sai vero che ci è stato dato
l'ordine di ucciderti?” disse Matt con il solito sorrisino che
faceva saltare i nervi mentre si levava la sporcizia di dosso e
guardava con i suoi penetranti occhi gialli Davide.
“Si si
sempre la solita storia, eppure da quando è stato mandato
quell'ordine io sono ancora vivo” sogghignò Davide.
“Non hai
incontrato me, se vuoi questa pupa, ti tocca prima fare un duellino
contro di me, credi di reggere il confronto con un vampiro
elementare?”.
“Niente
di più semplice, infondo siete come me o forse siete
addirittura più in basso di me” disse Davide saltando
dal balcone fin dall'atrio un volo più o meno di tre metri.
“Più
inutili di te? Non credo” disse Matt creando una leggera brezza
che rinfrescava il tutto.
“E questo
che sai fare?!” gridò Davide ridendo di gusto.
“Non è
nemmeno l'inizio” sussurrò Matt che con un gesto delle
dita fece scatenare una vera e propria tempesta dentro l'atrio
facendo volare quasi tutti gli oggetti su Davide che cercava di
evitarli.
“Ti piace
ballare a quanto vedo!” rise Matt che continuava a lanciargli
addosso oggetti.
“Perché
fai questo per me?” chiese Aoi che lo guardava con i suoi
occhioni verdi.
“Non lo
faccio per te, lo faccio per me” disse Matt che sollevò
con un gesto morbido e veloce della mano un mobile nero situato
dall'altra parte della stanza, lo spezzettò in tante piccole e
appuntite schegge e circondo Davide.
“Non
avrai mica intenzione di lanciarmele addosso?” disse Davide che
era caduto a terra e guardava la malvagità crescere negli
occhi di Matt.
“Almeno
vedo che sei intelligente” disse Matt che con un gesto fece
indirizzare tutte le schegge sul corpo di Davide, ma queste prima che
potessero raggiungere il ragazzo furono carbonizzate da del fuoco che
proveniva da dietro Matt e girandosi vide Aoi con gli occhi bianchi
come la neve che teneva una mano rigida con delle piccole fiamme che
si espandevano sulla superficie della sua pelle.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo XIII ***
Rosso
Capitolo
XIII
C'era il
silenzio, ma quel silenzio sembrava gridare vendetta e odio, le
stesse emozioni che stava provando Aoi in quel preciso istante.
Era in piedi in
quel caos guardando Matt che avrebbe voluto ucciderla in quel
momento, aveva appena salvato il suo ''fratellastro'' da una morte
sicura.
Davide
approfittò di quell'istante per cercare di scappare dalla
porta secondaria, sparendo così dalla vista di Aoi e Matt.
“Perché
lo hai fatto?! Era morto!” gridò Matt fuori di sé.
“Io, devo
essere io ad ucciderlo e nessun altro!” gridò Aoi
puntando una palla di fuoco contro Matt che la guardava stupefatto.
“Ma
adesso è scappato!” gridò Matt che si era
calmato.
“Lo
ritroverò, non può andare molto lontano, questa villa è
isolata del resto della città e se non usi il teletrasporto ci
vuole molto ad andare via, quindi ora tu mi segui e mi aiuti a
trovarlo” sussurrò Aoi guardandosi in giro.
“E perché
mai, lo vuoi uccidere da sola e quindi trovalo da sola” disse
Matt girandosi fingendosi offeso.
Aoi si avvicinò
silenziosamente a lui puntandogli la palla di fuoco sulla schiena e
sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
“Okay, ti
aiuto basta che levi questa cosa della schiena fa male!” gridò
Matt che tirò un sospiro di sollievo appena Aoi ubbidì.
“Dove può
essere?”.
“E'
uscito da dietro, quindi starà attraversando il boschetto che
finisce vicino alla città, lo recuperiamo veloce corri ti ci
porto io!” disse Matt che si avviò tra i mobili
frantumati verso una porta che si trovava dalla parte opposta a dove
si trovavano loro.
Raggiunsero la
porta e cominciarono a percorrere un sentiero oscuro tra degli alberi
che emanavano inquietudine, erano quasi a fine dicembre e il freddo
si faceva sentire, l'unico rumore era il respiro affaticato di Aoi
che non riusciva a correre veloce come Matt, sul sentiero a volte si
notavano dei schizzi di sangue e a giudicare dall'odore Aoi e Matt
capirono che appartenevano a Davide.
“C'è
qualcos'altro qui intorno” disse Matt che mentre correva
riusciva a esaminare parte del bosco.
“Davide?”
chiese in tono ironico Aoi.
“No, non
è Davide...Sembra che ci siano come minimo sei persone”
sussurrò Matt alquanto preoccupato.
“Sei
persone?! Forse ci sono anche Astor e gli altri vampiri elementari!”
gridò Aoi.
“No,
esclusi noi qua ci sono come minimo quattro persone di cui due umane,
riconosco gli odori di quelli che conosco, ricordati controllo l'aria
e tutti gli odori percepibili e non, io li sento anche a chilometri
di distanza cosa che un normale vampiro non può fare”
gridò Matt per farsi sentire da Aoi che era sempre più
lontana da lui.
“E'
vero...e cosa ci fanno qui? Questo luogo è praticamente
impossibile da trovare!”.
“E'
questo il punto, chi sono e cosa fanno qui” gridò Matt
che si fermò all'improvviso e tirò con sé pure
Aoi che lo aveva raggiunto a fatica, poi tappandole la bocca le
ordino di guardare oltre gli alberi.
Aoi notò
dei grandissimi cristalli color miele spuntare dagli alberi a
intermittenza, poi un grandissimo fracasso e i cristalli si
sbriciolarono come biscotti.
“Che
diavolo sono quei cosi?” sussurrò Aoi.
“Cristalli
mi sembra ovvio, non spuntano dal nulla, questa è opera di un
vampiro” sussurrò Matt che guardava oltre.
“Di che
genere?”.
“Non lo
so, non sapevo sinceramente dell'esistenza di un vampiro con il
potere dei cristalli...” disse Matt con un tono pensante.
“Vado a
vedere” disse Aoi che si mise a correre nella direzione in cui
aveva visto apparire i cristalli, più si avvicinava e più
sentiva delle voci sovrapporsi, si fermò dietro un albero
molto grande notando la vasta porzione di bosco che era stata rasa al
suolo.
Alcuni tronchi
erano bruciati, altri completamente tagliati come se fossero stati
strappati.
“Si può
dire che Davide è stato qui se ci sono degli alberi
bruciati...” sussurrò Aoi.
Matt raggiunse
velocemente Aoi e le diede uno spintone che la fece cadere a terra
subito dopo dei cristalli color rosa chiaro si andarono a conficcare
nella corteccia dell'albero da cui Aoi stava scrutando il panorama.
“Che
diavolo, Matt...” sussurrò Aoi che cercava di scorgere
la figura che le aveva lanciato i cristalli.
Non riusciva a
vedere nulla né a sentire nulla e si chiedeva tante cose,
intanto Matt si guardava intorno innervosito e prese per un braccio
Aoi sollevandola di peso.
“Siamo
circondati” disse Matt che continuava a passare lo sguardo
sullo spazio attorno come in cerca di qualcosa.
“Come
dici?” chiese Aoi che si stava cominciando a sentire male.
“Sono
cinque persone, di cui tre sono vampiri e due umane, come avevo
sentito prima”.
“Cosa
vogliono da noi?” sussurrò Aoi che sentiva la paura
crescerle dentro come un onda.
Una palla di
materia nera si materializzò dal nulla e colpì Matt
sullo stomaco facendolo finire a terra dolorante, era come se fossero
in una gabbia ogni mossa era sotto controllo e il fatto che loro non
riuscivano a vederli era molto vantaggioso per gli aggressori.
“Che
volete da noi!?” gridò Aoi che sollevò lo sguardo
al cielo ed evitò un'altra palla di materia, questa volta era
color crema.
“Aoi,
attenta questi sono forti” balbettò Matt che si rialzò
con il respiro affannato.
“Aoi...”
ripeté una voce che sembrava arrivare da davanti la ragazza.
“Che..che
c'è?” sussurrò lei sgranando gli occhi bianchi,
aveva ancora il potere attivo, ma non riusciva ad usarlo era troppo
spaventata per riuscirci.
“Di
che mi preoccupo, ora sono immortale e non posso morire...penso...e
se così non fosse? Chi sono questi e cosa vogliono da me?
Soprattutto dove è finito Davide?” pensò
Aoi.
“Sapevamo
ti saresti manifestata un giorno di questi e finalmente lo hai fatto
stasera usando tutti e due i poteri contemporaneamente” disse
la voce misteriosa.
“E
voi come mi avete trovata!?” chiese Aoi indietreggiando di
qualche passo.
“C'è
stata una forte onda di potere quando hai usato i due poteri insieme
e molte persone l'hanno avvertita, tra cui noi che ti stavamo per
l'appunto cercando, sorella” disse la voce.
“Davide?”
gridò Aoi.
“No...”
sussurrò la voce.
Dal
buio uscirono due ragazze e due ragazzi, due ai lati e due dietro
circondavano Matt e Aoi che stavano al centro e per logica il ragazzo
che parlava doveva star davanti, le due ragazze stavano dietro e
avevano le mani unite e guardavano con occhi tristi Aoi.
La
ragazza di destra aveva i capelli lunghi fino alle ginocchia ripresi
in un morbida coda di cavallo laterale e la cosa che fece sobbalzare
Aoi era il fatto che il loro colore era bianco, mentre i suoi occhi
rosso fuoco erano incorniciati da un viso dolce ma triste, la sua
pelle era chiara tanto che sembrava un cadavere. La ragazza di
sinistra invece aveva i capelli raccolti in due codine laterali che
le arrivavano fino a metà schiena e anch'essi erano di un
colore strano erano blu con riflessi sul violetto, gli occhi viola
trasmettevano un senso di inquietudine che sembravano guardarti
dentro, la sua pelle era rosea e delicata sembrava una bambola e il
suo viso dolce.
Aoi
passò poi a guardare i due ragazzi e con sua grande sorpresa
notò che erano uguali alle due ragazze, stessi capelli e
stessi occhi. Il ragazzo di sinistra era uguale alla ragazza di
destra, capelli bianchi a cresta con ciuffo che gli copriva l'occhio
destro e occhi rossi come rubini, mentre il ragazzo di destra era
uguale alla ragazza di sinistra, capelli a cresta blu con riflessi
viola e occhi viola come ametista, entrambi avevano un corpo scolpito
e indossavano lunghi capotti bianchi.
“Merda,
i gemelli divini” sussurrò Matt.
“I
che?” gridò Aoi girandosi di scatto verso Matt che aveva
dipinto in volto un espressione sconcertata.
Matt
provò a fare un passo verso Aoi, ma appena si mosse una
polvere nera gli bloccò i piedi, la ragazza con i codini
guardò Matt e sorrise e poi disse sussurrando quasi con una
voce impercettibile “Non farmi arrabbiare”.
Era
stata lei a lanciare quella polvere strana, erano circondati ma
quello che adesso interessava ad Aoi era il ragazzo che l'aveva
chiamata sorella.
“Ora
che il vampiro elementare è stato fermato, Luc può
parlare senza interruzioni” disse il ragazzo dai capelli
bianchi che giocava con delle strane stelle di luce bianca.
“Aoi
muoviti in avanti” disse la ragazza con i capelli bianchi,
aveva un voce dolce ma allo stesso tempo aggressiva.
Aoi
obbedì a mosse alcuni passi in avanti, la sua paura era
svanita e al suo posto la curiosità l'avrebbe portata a
qualsiasi cosa.
“Cavolo...devo
essere proprio in ritardo...” disse la voce misteriosa, ora era
più vicina sembrava proprio davanti il viso di Aoi, ma non
vedeva nessuno.
“Tardi
per cosa?” chiese Aoi cercando di scrutare indietro per vedere
le mosse dei ragazzi.
“Ti
hanno trasformata in un vampiro o meglio ti stai trasformando”.
“Ma
che dici? Io sono già un vampiro!” rispose Aoi.
“No,
non lo sei ancora, il processo per diventare vampiro dura almeno una
settimana anche se vieni iniziata una parte di umano resta e finché
quella parte non viene completamente distrutta dalla parte vampiresca
resti ancora per metà umana, questo processo a volte porta
alla morte” disse il ragazzo dai capelli blu che teneva sotto
tiro Matt.
Aoi
sentì una spada trafiggerle il cuore e si sentì come se
stesse per svenire.
“Sorellina..”
sussurrò la voce, ora era più forte che mai, ogni
rumore sembrava amplificato.
Dal
buio cominciò a sbucare una sagoma e alla fine dopo un tempo
che sembrava infinito un ragazzo uguale ad Aoi si presentò
davanti a Matt e Aoi.
P.s:
Ciao ragazzi, mi prendo questo piccolo angolino per chiedervi scusa,
ho avuto dei problemi con il mio pc e non ho potuto aggiornare molto
presto la storia spero che vi vada di leggere, ora che è
tornato tutto apposto recupererò il tempo perso. Come sempre
spero vi piaccia il capitolo e vi ringrazio per seguire la mia
storia.
*
Saltella via con un aura di depressione attorno*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Capitolo XIV ***
Rosso
Capitolo
XIV
Le persone
desiderano sempre ciò che non hanno e poi, quando lo hanno
desiderano quello che avevano prima, Aoi si trovava in quella
situazione e desiderava come non mai tornare umana e far finta di non
aver mai incontrato Astor e gli altri.
Il ragazzo che
aveva davanti era uguale a lei, stessi capelli rossi con un ciuffo
che copriva i grandi occhi verde smeraldo che la guardavano quasi
lucidi, alto e con un colorito di pelle molto pallido, il corpo
muscoloso e snello si intravedeva dalla maglietta nera che portava.
Il ragazzo si
avvicinò lentamente ad Aoi che era rimasta paralizzata davanti
a lui e nella sua mente niente aveva più un senso, la voce di
Matt che gridava di allontanarsi sembrava così lontana fino a
cessare completamente, lo sguardo di Aoi era come sfocato e le sue
orecchie tappate l'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi era la
figura che vedeva davanti a lei avvicinarsi piano quasi per non
spaventarla.
“Aoi, non
ho mai potuto conoscerti e ora sei davanti a me” disse il
ragazzo.
“Io..”
sussurrava la ragazza che sembrava in uno stato di trance.
Il ragazzo si
avvicinò e dopo averla accarezzata dolcemente sulla guancia
l'abbraccio e le passò una mano nei capelli rossi arruffandoli
ancora di più, era una sensazione stupenda, una sensazione di
calore e di affetto la pervase quell'affetto che non aveva mai
ricevuto da nessuno e quel calore che avrebbe sempre voluto ricevere
dai propri famigliari.
Aoi senza
accorgersene aveva ricambiato l'abbraccio e aveva chiuso gli occhi
come per assaporare ancora di più quel momento, non sentiva
più il freddo pungente di fine dicembre ma sentiva il caldo
affetto di quel ragazzo che la stava stringendo il più forte
possibile.
Matt cercò
di muoversi in direzione di Aoi nonostante fosse bloccato, ma i
ragazzi lo tenevano sotto tiro e ogni suo movimento gli poteva
risultare fatale e nonostante gridava ad Aoi di staccarsi da quel
ragazzo, lei non lo ascoltava sembrava come se ci fosse una barriera
trasparente che l'aveva avvolta.
“Mi sei
mancata sorellina” sussurrò il ragazzo che si era
staccato da Aoi e la stava fissando nei suoi occhi bianchi.
“Tu...chi
sei precisamente?” chiese lei con un tono spaesato.
Il ragazzo
sembrò ricevere un pugno allo stomaco e fece una smorfia di
dolore, nonostante era così misterioso e oscuro era
bellissimo, riusciva a far sembrare tutto così bello e
meraviglioso.
“Luc stai
bene?” chiese con voce premurosa la ragazza dai capelli bianchi
che aveva mosso dei passi verso i due ragazzi.
“Tranquilla
Lucia, tutto apposto” rispose il ragazzo sollevando il braccio,
poi prendendo la mano tremolante di Aoi aggiunse “Cosa ricordi
della tua infanzia?”.
“Nulla,
ricordo solo dai miei quattordici anni in poi...il resto è
tutto sfocato” disse Aoi, era la prima volta che parlava con
una persona che non conosceva come se la conoscesse da sempre e
questo le sembrava strano ma allo stesso tempo gli sembrava la cosa
più naturale del mondo con quel ragazzo.
“Lo
sapevo che non potevi ricordare nulla sennò ti saresti posta
qualche dubbio...” Luc parlava con una calma e dolcezza
sovrannaturale.
“Chi sei
tu e perché sei identico a me?” chiese Aoi che aveva lo
sguardo perso in quello del ragazzo, era come se si specchiasse in se
stessa.
“Noi due
siamo gemelli” disse secco Luc che la guardava e la reggeva per
le spalle.
“Ma...io
non so dell'esistenza di un gemello, mi hanno sempre detto che mia
madre è morta alla mia nascita e poi ho scoperto che non era
vero che si è suicidata per Davide che sarebbe il mio
fratellastro e che quindi” il ragazzo la fermò e le
asciugò delle lacrime che le stavano rigando il volto e poi
sorrise.
“Povera
sorellina, il tuo passato nascosto per tutto questo tempo...”.
“Che
passato? Vuoi dire che quello che so io è una menzogna? Cosa
altro si può nascondere nel mio passato?” chiese Aoi che
sembrava tornata alla normalità adesso riusciva a risentire la
voce di Matt e indietreggiò per raggiungere il suo compagno
bloccato.
“Pensi
veramente che Neil sia il tuo vero cognome? Pensi davvero di
appartenere a quella società di ricchi nobili e approfittatori
che tanto odi? Pensi seriamente che quello che ti è capitato
ti è capitato per caso?” chiese Luc socchiudendo gli
occhi fino a farli diventare due spiragli verdi.
“Io non
lo so...mi stanno succedendo tante di quelle cose che non riesco a
capire più nulla, chi siete voi, che volete da me e perché
mi stavate cercando da così tanto tempo e perché vi
somigliate tutti così tanto?” chiese Aoi diventata
improvvisamente nervosa e impaurita.
“Noi
siamo chiamati gemelli divini” si intromise il ragazzo dai
capelli blu che abbassò la mano.
“Gemelli
divini?” ripeté Aoi.
“Sono
delle creature nate dall'unione di un vampiro antico e un essere
umano” disse a denti stretti Matt.
“Cosa?”
sussurrò Aoi.
“Devi
sapere che il cacciatore si innamora sempre della preda e la preda si
innamora del cacciatore, quando questo succede con un vampiro antico
la storia è molto più complicata.” disse la
ragazza dai capelli blu, poi fermandosi un attimo e guardando Aoi
continuò “Quando un vampiro si innamora di un essere
umano comincia a diventarne ossessionato e vuole averlo tutto per sé
così lo trasforma, purtroppo questo processo avviene in minimo
una settimana e nel caso si abbiano rapporti in quella settimana può
accadere di generare dei figli”.
“Quando
si generano questi figli si avranno sempre dei gemelli di cui uno
sarà un vampiro e un altro un umano, ovviamente il vampiro
avrà un potere specifico come ogni altro mentre l'umano
riceverà un potere divino, ed esistono tre poteri divini.”
concluse il ragazzo dai capelli bianchi.
“Tre
poteri divini?” chiese Aoi.
“Si, tu
per esempio sei mia sorella gemella, eri la parte umana e hai il
potere divino più potente di tutti quello di assorbire il
potere degli altri vampiri, il secondo è quello di poter
guardare nel passato e modificarlo, alterare il futuro o il presente
e lo ha Mix il ragazzo dai capelli bianchi, il terzo è quello
di poter padroneggiare la magia di tutti i generi e lo ha Rebel la
ragazza dai capelli blu” disse Luc.
“Quindi
voi siete il frutto di una relazione tra vampiri antichi e esseri
umani?” chiese Aoi sgranando gli occhi e cominciando a tremare
come una foglia sospinta dal vento.
“Non voi,
noi, anche tu lo sei” disse Luc.
“Ma io ho
una famiglia! Io non sono stata mica adottata!” gridò
Aoi.
“Invece
lo sei stata, un giorno nostra madre ti portò a fare un giro
con lei vicino a un fiume, e mentre raccoglieva dell'acqua tu sparì.
I Neil ti trovarono e ti adottarono, successivamente nostra madre fu
assassinata, di questo delitto si accusarono proprio i Neil che
scoperta la tua natura volevano sbarazzarsi di noi. In seguito ci
furono diversi attentati alla famiglia di cui pensi di far parte fino
a quando tua madre non decise di scappare e dopo più o meno la
sai la storia” disse Luc guardando freddamente Aoi.
“Quindi,
dopo tutte le varie versioni che mi hanno raccontato questa sarebbe
la verità? Sono nata da una vampira o un umana? Merda non so
nemmeno quali siano le mie origini”.
“Nostra
madre era una vampiressa una delle più potenti e forti e
nostro padre era un umano, successivamente non resse la
trasformazione in vampiro e morì, ero rimasto solo al mondo e
sapevo di avere una sorella scomparsa chissà dove, e poi
quando compì sedici anni mi venne raccontata tutta la storia e
riuscì a capire tutto e da quel momento che ti sto cercando,
ho avuto la speranza quando ho sentito che la villa dei Neil era
stata rasa al suolo da un incendio e che una ragazza dai capelli
rossi era sopravvissuta” disse Luc con odio e rabbia negli
occhi.
“E come
mai non ho mai visto o sentito la tua presenza?” chiese Aoi più
confusa che mai.
“Mi sono
sempre tenuto alla larga da quando stavi all'ospedale dovevo avere la
certezza che eri tu la ragazza che stavo cercando e la prova me l'hai
data questa sera, sorellina vieni con me ti prego cercherò di
spiegarti tutto con più calma” sussurrò Luc che
protese la mano in avanti.
Aoi scosse la
testa e si guardò in giro era spaventata non capiva più
nulla, cercava di riconnettere le parole di Luc con la sua vita e i
suoi poteri e poi pensava ad Astor, quello che le aveva detto lui?
Era tutta una menzogna? Cosa ci poteva mai guadagnare Astor mentendo
ad Aoi sul suo passato? E se nemmeno lui lo sapeva?
Aoi cominciò
a sentirsi girare la testa e poi subito dopo una vampata di fuoco le
passò davanti e cominciò a bruciare e a ardere sulla
terra secca e arida, Aoi alzò lo sguardo verso un albero e lì
vide Astor che fece un salto pazzesco per atterrare davanti alla
ragazza.
“Aoi
resta dietro di me!” gridò Astor che teneva l'intero
braccio rosso come se a momenti stesse per scoppiare.
“Astor,
che cosa fai tu qui?!” gridò Luc mettendosi in posizione
di difesa.
“Salvo la
ragazza che amo da voi” sussurrò Astor accennando a un
sorrisino.
“Brutto
cretino dov'eri finito mentre noi eravamo nella merda?” gridò
Matt.
“Stai
zitto” gridò Astor.
Girandosi di
scatto Astor prese Aoi e velocemente si teletrasportò via
insieme a Matt che era riuscito a mettersi in mezzo.
Si ritrovarono
in una villa stile antico in una grandissima stanza arredata tutta
sul bianco e guardandosi in giro Aoi notò su una grande
poltrona bianca di velluto Raluca seduta con le gambe a sulla
spalliera avvolta in un bellissimo vestito color panna tutto lavorato
e rifinito.
“Che ci
fate voi qui?” chiese Raluca con una voce calda e stizzita allo
stesso tempo.
“Mi hai
mentito, Astor sei un bastardo sparisci dalla mia vita!” gridò
Aoi che era andata su tutte le furie ed era uscita di corsa dalla
camera di Raluca.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Capitolo XV ***
Rosso
Capitolo
XV
Quando non si
sa la verità, è facile credere a qualunque cosa ti
dicono.
Aoi dopo essere
uscita furiosa dalla stanza di Raluca notò che si trovava al
secondo piano della villetta e dopo aver raggiunto le scale a
chiocciola a destra del corridoio, saltò dalla ringhiera in
legno per atterrare davanti alla porta di legno bianco all'ingresso.
Dopo averla
aperta sentì dei passi veloci che scendevano le scale, così
uscì velocemente e si mise a correre senza una metà ben
precisa.
La casa di
Raluca per fortuna si trovava in città, era grande ma non
esageratamente e solo dopo aver oltrepassato un incrocio si accorse
di essere sulla strada che l'avrebbe riportata a casa sua, era da
molto che non ci andava dalla sera in cui scoprì che Davide
era un mezzo sangue.
Ogni tanto Aoi
si rigirava per vedere se qualcuno la stesse seguendo ma per tutto il
tragitto non vide nessuno, così smise di correre e si appoggiò
a un muro per riprendere fiato.
Non era molto
lontana dalla via in cui abitava ma comunque le sembravano chilometri
di strada.
“Mi sento
male” sussurrò Aoi che respirava avidamente, si sentiva
la gola ghiacciata e a ogni respiro si sentiva sempre più
male.
Si staccò
dal muro e cominciò a muovere dei passi cercando di respirare
il più piano possibile poi pensò “Aspetta, i
vampiri respirano? Ma teoricamente non sarebbero morti? Forse è
dovuto al fatto che non sono ancora del tutto un vampiro...”.
Le
mancava poco per arrivare a casa così si fece forza e fece un
ultimo scatto. Una volta arrivata nella via smise di correre e
cominciò a camminare molto piano fino a quando non arrivò
davanti al cancelletto di ferro di casa e, dopo aver cercato la
chiave di scorta che aveva messo dentro la cassetta della posta entrò
in casa.
Inizialmente
per la troppa stanchezza non vide che la casa era completamente messa
a soqquadro, ma quando alzò lo sguardo vide che c'era il caos
più totale.
“Ma
che diavolo è successo qui?” sussurrò Aoi a se
stessa cercando di mantenere il fiatone per captare qualche rumore.
Non
sentì nulla così si avviò verso le scale
guardandosi attorno, era tutto buio l'unica luce che filtrava
attraverso le finestre era quella della luna e illuminava ben poco.
Una
volta salita fino a metà scala sentì dei rumori
provenire da sotto di lei e girandosi vide Mix il ragazzo dai capelli
bianchi che qualche ora prima l'aveva accerchiata nel boschetto.
“E
tu come sei entrato?” chiese con un fil di voce Aoi che aveva
sgranato gli occhi.
“Con
la chiave” disse ironicamente il ragazzo che mostrò la
chiave nel palmo della sua mano.
“Quando...Cosa
fai qui?”.
“Hey
calmati non balbettare così, non voglio mica farti del male
non ne sarei capace”.
Altri
rumori si sentivano provenire dal piano superiore, erano leggeri
scricchiolii e al loro suono Aoi alzò la testa di scatto e si
appiccicò al muro.
“Chi
c'è sopra?” disse a denti stretti lei.
“Tranquilla
è solo Rebel” disse calmo Mix.
“Oh,
finalmente ho trovato le scale pensavo proprio di essermi persa!”
disse con un tono dolcissimo e morbido Rebel che stava in cima alle
scale a lisciarsi le lunghe codine blu.
Aoi
la osservò per un bel po' poi si girò verso il ragazzo
e chiese “Chi altro c'è?”.
“Nessuno,
siamo solo noi tre. Luc non è potuto venire altrimenti sarebbe
passato lui a prenderti, comunque carina la casa” si intromise
la ragazza guardando il soffitto per poi poggiare lo sguardo su Aoi.
“Prendermi?”.
“Eh
purtroppo si, ci devi seguire. Mica ti dispiace?” rispose la
ragazza in tono ironico.
“In
effetti un po' mi dispiace visto che non mi sento molto bene”
ribatté Aoi che fece un sorrisino beffardo.
“Tranquilla,
useremo il teletrasporto non sentirai nulla” disse Rebel che
scese lentamente le scale fino ad arrivare a Aoi.
Un
fascio di luce blu avvolse l'intero piano e un rumore assordante come
di grida disperate si amplificavano nelle menti dei ragazzi, poi il
silenzio.
“Rebel!
Mi hai quasi spaccato i timpani esercitati di più col
teletrasporto!”.
“Scusa
Mix!”.
Aoi
aprì gli occhi e si ritrovò in una specie di taverna,
aveva le pareti giallo limone, tre poltrone color oro davanti a un
caminetto di mattoni acceso e a sinistra ci stava una tavola di legno
con tantissimi fiori poggiati sopra.
Da
un angolino uscì la ragazza dai capelli bianchi, Lucia, era
meravigliosa.
Indossava
un abito da sera rosso che le arrivava fino a metà coscia
ripreso ai lati, una collana di diamanti che si abbinava ai numerosi
bracciali che portava e delle scarpe rosse aperte con un tacco molto
alto, il tutto si abbinava con i suoi occhi rosso fuoco.
“Ciao
Aoi” disse con voce dolce Lucia che si era appena accorta della
presenza dei tre ragazzi, poi guardando Rebel aggiunse “Portala
da Luc la sta aspettando”.
Rebel
non disse nulla si limitò a prendere Aoi per mano e a portarla
davanti a una porta di legno nero, una volta raggiunta la porta la
ragazza sparì nel nulla.
“Entra”
si sentì pronunciare da dentro la stanza.
Aoi
abbassò piano la maniglia e altrettanto piano aprì la
porta fino a quando non sgusciò dentro richiudendo la porta
dietro di sé il più piano possibile.
Luc
era seduto su un divano di velluto rosso con le gambe incrociate
mentre le mani seguivano i contorni della spalliera e con i suoi
grandi e bellissimi occhi verdi fissava la porta.
Era
vestito anche lui elegantemente, portava una camicia bianca
sbottonata fino al terzo bottone con una cravatta nera un po'
slacciata, dei pantaloni neri e delle scarpe nere lucidissime. I suoi
capelli rossi erano arruffati e il ciuffo gli andava a ricoprire
l'occhio destro facendo intravedere una leggera cicatrice sotto
l'occhio sinistro.
“Vieni,
siediti vicino a me” disse gentilmente Luc.
Sembrava
un altra persona, qualche ora prima il suo carattere oscillava tra il
dolce vampiro ferito e l'aggressivo vampiro assassino, ora sembrava
semplicemente un ragazzo super sexy che vuole corteggiare la ragazza
che ama.
Aoi
mosse alcuni passi verso il divano al centro della stanza spoglia e
si fermò a pochi centimetri da una poltroncina su cui si
poggiò con le mani.
“Non
vuoi sederti?” chiese Luc.
“No
grazie, sto bene in piedi” rispose fredda e tagliente Aoi.
“Come
preferisci, sorellina” disse Luc calcando la voce sull'ultima
parola.
“Ancora
con questa storia...” sussurrò lei che strinse la presa
sulla poltroncina.
“Non
ti piace? Pensavo ti avesse fatto piacere sapere che hai un
fratello.”.
“Io
non ho nessun fratello, ho sempre pensato questo e sempre lo
penserò”.
“Ha
fatto ancora l'espressione ferita che aveva fatto nel bosco...Gli da
fastidio quando gli dico che non ho un fratello” pensò
Aoi.
“Mi
dispiace che pensi questo..” disse il ragazzo alzandosi dalla
poltrona e andando verso la poltroncina.
“A
me no. Perché mi hai fatto venire a prendere da quei due?”.
“Volevo
invitarti a una cerimonia” rispose Luc aggirando la poltrona e
dirigendosi verso l'unico mobile presente in quella camera, un
armadio di legno.
Lo
aprì e da esso tirò fuori un vestito nero imbustato che
mise poi sulla poltrona, e dopo averlo tirato fuori dalla busta lo
porse ad Aoi.
“Cos'è?”.
“Il
vestito di nostra madre, era il suo preferito. Ricordi almeno
questo?”.
“No.”
sussurrò Aoi che continuava a fissare quel vestito stupendo.
Era
formato da un corpetto con dei lacci bianchi che brillavano che si
intrecciavano tra loro per finire in un fiocco, dalla fine del
corpetto iniziava una gonna che andava a finire fino al pavimento
ripresa in vari punti e bloccati con dei diamanti e alla fine della
gonna c'era un po' di pizzo bianco. Insieme al vestito c'erano pure
due guanti bianchi con dei risvolti alla fine tempestati di diamanti
e un copri spalle bianco che si chiudeva con un medaglione a forma di
cristallo.
“Vorrei
che lo indossassi” sussurrò Luc.
“Perché?”.
“Voglio
che tu venga con me alla cerimonia che si terrà tra poco”
disse abbassando la testa.
“Che
cerimonia?” chiese incuriosita Aoi.
“E'
una cerimonia che si tiene una volta all'anno. Vi partecipano tutti i
vampiri nobili e anche quelli che hanno un rango più o meno
agiato” cercò di spiegare Luc.
“Nobili?
Quindi anche...”.
“Si
anche Astor e la sua combriccola” concluse Luc.
“Adesso
capisco perché Raluca era vestita in quel modo prima, si era
preparata per andare alla cerimonia...quindi Astor anche parteciperà
e forse andrà proprio con lei!” pensò
Aoi che cominciava a provare una forte sensazione di gelosia.
“Io
non sono un vampiro nobile” disse la ragazza seccata.
“Discendi
da un vampiro antico molto potente e hai il potere divino, tu non
saresti cosa?” disse ironico il ragazzo.
“Verranno
anche gli altri gemelli?”.
“Si”.
“Ho
paura di incontrare Astor e gli altri e poi io non ti conosco
nemmeno” sussurrò Aoi che stringeva tra le mani il
vestito.
“Ti
proteggeremo noi, non permetterò a nessuno di potarti ancora
via da me” sussurrò Luc che abbracciò dolcemente
Aoi.
“Va
bene, verrò alla cerimonia”.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Capitolo XVI ***
Rosso
Capitolo
XVI
Un vestito non
rende migliore una persona da un altra, riesce solo a farla apparire
più bella.
Aoi guardava
quel vestito da minuti oramai, seduta sul divano della stanza di Luc
che l'aveva lasciata sola per vestirsi.
“E se
Astor andasse con Raluca alla cerimonia? E se mi vede con Luc? Come
reagirò...e come reagirà lui?!” pensava
tra sé e sé.
Dopo
aver guardato per un altro po' il vestito si decise e lo indossò.
Andò
dietro un angolino per non farsi vedere e cominciò a mettere
il vestito e a stringere i lacci sul corpetto per far in modo che non
le cadesse niente, dopo aver indossato l'abito trovò delle
scarpe nere di velluto con un abbondante tacco che avevano dei lacci
che andavano allacciati fino al ginocchio.
Una
volta finito di indossare tutto, uscì dalla stanza e fuori
c'erano tutti i gemelli ad aspettarla.
“Sei
bellissima...” sussurrò Luc che fissava Aoi incantato.
“Grazie...”
rispose la ragazza arrossendo come un peperone.
“Aoi,
vieni con noi” dissero dolcemente Rebel e Lucia.
Aoi
le seguì in un altra camera, era più grande rispetto a
quella di Luc. Le pareti erano di un viola molto chiaro, varie
lampade erano attaccate al muro dando un tocco di mistero a
quell'ambiente, un altro caminetto e altre poltrone color oro l'unica
differenza era un enorme specchio che stava sopra al caminetto.
Rebel
prese un astuccio color rosso chiaro e ne tirò fuori due
trucchi sul nero e li porse ad Aoi.
“Starai
meglio se ti trucchi con questi, brillano” disse sorridendo la
ragazza.
“Grazie..”
sussurrò Aoi prendendo i trucchi e cominciando a metterseli
mentre Lucia le stava pettinando i capelli.
“Sai,
quando abbiamo incontrato per la prima volta Luc era spaventato come
te...” sussurrò Lucia.
“Quando
lo avete incontrato?” chiese Aoi mentre guardava il riflesso
delle due ragazze nello specchio.
“Qualche
anno fa, lo incontrammo alla cerimonia. Non sapeva dove andare e
Rebel si prese una cotta per lui” disse ridendo Lucia che
guardava maliziosamente Rebel che arrossì e uscì dalla
stanza.
“Capisco..”
sussurrò Aoi che rimise apposto le matite e si guardò
allo specchio, i suoi occhi brillavano come il sole che però
andava in contrasto con la tristezza che portava dentro.
Lucia
dopo aver pettinato i capelli di Aoi ci mise una rosa nera in mezzo e
le diede un bacio sulla guancia.
“Cosa..”
gridò Aoi che sentiva il suo cuore battere fortissimo.
“Scusa
e che mi piace vedere la reazione delle persone, seguimi andiamo
dagli altri”.
Ritornarono
nel salone principale e trovarono solo Luc ad aspettarle.
“Dove
sono gli altri?” domandò Lucia guardandosi intorno.
“Nella
limousine, è già arrivata” sbuffò Luc che
continuava ad avere lo sguardo puntato su Aoi.
“Perfetto
raggiungiamoli!” disse Lucia trascinando Aoi per mano, ma fu
bloccata da Luc.
“Porto
io Aoi se non ti dispiace” disse dolcemente il ragazzo.
“Uh,
va bene” sussurrò Lucia che uscì fuori correndo.
“Cosa,
limousine?” chiese Aoi guardando il ragazzo che la teneva per
mano.
“Si,
il posto è abbastanza lontano”.
Aoi
fece una smorfia e poi seguì il ragazzo fuori di casa, tre
limousine erano parcheggiate davanti alle scalinate. Nella seconda
c'erano Rebel e Cami i due gemelli dai capelli blu, nella terza
c'erano Lucia e Mix i due gemelli dai capelli bianchi mentre la prima
era vuota.
Dopo
essere saliti in auto queste tre partirono contemporaneamente e
presero una stradina secondaria che passava per dei viali poco
illuminati.
Aoi
continuava a fissare fuori dal finestrino e continuava a pensare ad
Astor, solo dopo che alzò lo sguardo al cielo notò che
la luna era rossa.
“Oh
mio dio, la luna è rossa!” esclamò richiamando
l'attenzione di tutti.
“Certo
signorina e per questo che si tiene la cerimonia non lo sa?”
disse calmo l'autista.
“Per
la luna rossa?!”.
“Ma
come lei non sa?” chiese stupito l'autista guardando Luc.
“No,
è nuova diciamo..” sussurrò Luc guardando Aoi e
ridendo.
“Deve
sapere signorina che quando la luna è rossa nascono i vampiri,
e in onore di questa occasione che succede una volta l'anno si tiene
una cerimonia”.
“Ma
i vampiri non possono procreare..” sussurrò Aoi.
“Si,
ma quello che intende l'autista e che tutti quelli che sono stati
morsi da vampiri e sono stati trasformati, con la luna rossa assumono
l'essenza vampiresca” cerco di spiegare Luc.
“Ma
non ci sarebbe l'iniziazione?”.
“Oltre
quella, i vampiri elementari non possono occuparsi dei milioni di
vampiri sparsi per la terra per questo esiste la luna rossa”.
Aoi
fece cenno con la testa ma non era stata tanto ad ascoltare quello
che le aveva detto Luc, più che altro pensava a Raluca e Astor
insieme e alle scene che si stava immaginando.
La
macchina si fermò all'improvviso e Aoi fu spinta in avanti,
successivamente guardando fuori dal finestrino si rese conto di stare
davanti a una villa enorme. Scese dalla macchina e si mise a guardare
il panorama, un enorme giardino tutto illuminato e pieno di rose era
attraversato da una stradina di pietre che portavano a delle scale in
granito.
Dopo
che tutti furono scesi dalle auto si avviarono lungo la stradina
tenendo per mano il proprio partner.
“Dammi
la mano” sussurrò Luc che guardava Aoi con uno sguardo
dolcissimo.
“Si,
scusa”.
Una
volta giunti davanti l'ingresso due signori vestiti elegantemente
fecero un inchino e aprirono le porte di vetro bianco tutto lavorato.
Aoi
fu investita da un forte aroma di fragole, in più quando entrò
nel salone tutti i presenti si girarono a guardarla e si azzittirono
in meno di un minuto.
Il
salone da come se lo aspettava era molto illuminato, al centro un
grandissimo lampadario di cristallo emanava giochi di luci sulle
pareti rosa antico.
L'alta
presenza di balconcini e scale fece quasi girare la testa ad Aoi che
cercava di scrutare ogni singola persona per riconoscere in qualcuna
Astor.
“Saliamo
così ti sentirai più a tuo agio” disse Luc
stringendo la mano di Aoi il più forte che poteva e avviandosi
verso una rampa di scale a chiocciola nascosta da un angolo.
“Sono
tutti vampiri questi?” chiese la ragazza che non riusciva a
tenere il passo veloce del ragazzo.
“Si”.
“Oh
dio, quanti sono!”.
“Non
ci fare caso...” ribatté Luc che finalmente era riuscito
a raggiungere un balconcino separato dal resto della gente.
“Ma
cosa devo fare qui io? Odio quest'atmosfera!” gridò Aoi
che con uno strattone si riprese la mano.
“Scusa”
disse Luc con un tono di voce dispiaciuto.
“No...scusa
tu e che questi posti mi fanno pensare a quanto la gente è
stupida...” cercò di giustificarsi Aoi che si sentiva
improvvisamente in colpa.
“Tranquilla”.
A
un certo punto la folla piombò nel silenzio più totale,
solo qualche bisbiglio si sentiva e quello che arrivò ad Aoi
fu peggio della morte.
“Li
avete visti? Sono meravigliosi! Astor Toru vampiro elementare del
fuoco e Raluca Kishi vampira di nobile stirpe” disse una donna
guardando la porta di ingresso.
Aoi
a quelle parole corse dall'altra parte del balconcino che mostrava
l'ingresso e vide Astor e Raluca mano nella mano entrare lentamente
nella sala come fossero due sposi.
“Astor...tu
sei con lei...non con me...se non fosse stato per Luc io non lo avrei
mai saputo di questa cerimonia” pensò
Aoi mentre il cuore le batteva come non mai, non riusciva a staccare
gli occhi dall'ingresso anche se la sua mente le diceva di non
guardare, lacrime amare cominciarono a scenderle dagli occhi fino a
quando non le cominciarono a bruciare fortemente.
Luc
raggiunse Aoi per capire cos'era successo e quando vide Astor e
Raluca insieme non riuscì a trattenere un sorrisino che gli si
stampò in faccia per tutto il tempo.
Prima
che potesse dire qualcosa, Aoi scappò giù dalle scale e
andò sul retro dove pensava di essere al sicuro, ma una volta
raggiunto il retro trovò Matt che era poggiato a un albero
mentre guardava la luna.
“Ciao,
mi chiedevo dove eri finita” disse il ragazzo guardandola e
inarcando il sopracciglio per far luccicare il percing.
“Matt...”
sussurrò la ragazza che non poteva nascondere le lacrime che
le rigavano il volto.
Matt
si avvicinò piano ad Aoi e la sbatté contro il muro
bloccandole i polsi.
“Te
lo avevo detto che non ti conveniva andare dietro a uno come Astor!”
sussurrò il ragazzo con un tono minaccioso.
“Lo
so ma io...” cercò di dire Aoi.
“Sei
una stupida, una grandissima stupida”.
“Che
fai?” sussurrò Aoi schiacciandosi contro il muro.
Matt
si avvicinò lentamente a lei e dopo averla guardata con i suoi
occhi seducenti la baciò delicatamente stringendo la presa sui
polsi per non farla muovere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Capitolo XVII ***
Rosso
Capitolo
XVII
Come si può
capire da un bacio quello che una persona prova?
Era la domanda
che Aoi si stava ponendo in quel momento. Matt era lì, che la
bloccava al muro mentre la baciava con una dolcezza inaspettata e lei
che cercava di liberarsi da quella stretta.
“Ma
cosa gli salta in mente?” pensò
Aoi che si continuava a muovere fino a quando non morse il labbro di
Matt così forte da fargli lasciare la presa.
“Che
dolore” disse lui allontanandosi e mettendosi una mano sul
labbro.
“Ma
sei impazzito? Cosa ti è saltato in mente eh? Chi ti ha dato
il permesso?” gridò lei sbattendo i piedi a terra e
stringendo così forte i pugni da sembrarle che le vene le
stessero per scoppiare.
“Ti
sei arrabbiata?” chiese lui facendo un sorrisino compiaciuto.
“Matt
sparisci!”.
“Prima
devi sapere una cosa, vedi questa serata è molto speciale. La
ricorderai per tutta la vita credimi, perché non mi segui?”
disse Matt afferrando il polso di Aoi che era ancora dolorante.
La
ragazza fece un rapido movimento con le mani e gli tirò uno
schiaffo.
“Non
mi toccare. Cosa mi devi far vedere?” chiese lei.
“Seguimi”.
Matt
si avviò verso una scala nascosta dietro un albero che
dall'esterno andava all'interno, una volta attraversata la porta si
ritrovarono al secondo piano su un balcone che si affacciava
sull'atrio del piano di sotto in cui si stava tenendo la festa.
“Che
devo vedere?”.
“Zitta
e guarda”.
Un
uomo sulla trentina d'anni con capelli corti, brizzolati, neri e
pieni di gel tirati indietro entrò nella sala e si diresse
verso il centro dell'atrio dove si trovavano Astor e Raluca.
“Un
attimo di silenzio prego” gridò l'uomo richiamando tutta
l'attenzione su di sé.
Aoi
guardava attentamente la scena e soprattutto guardava le mosse di
Astor, ogni singolo movimento.
“Questa
sera, siamo riuniti qui per festeggiare la ''nascita'' dei vampiri.
Ed è in quest'occasione che vorrei farvi sapere con felicità
che mio figlio Astor Toru si sposerà con questa bellissima
creatura, Raluca Kishi” concluse l'uomo sorridendo.
“Figlio?
Sposare?” ripeté Aoi che guardava Astor come un mondo
troppo lontano.
“Sì”
rispose Matt ammiccando un sorriso.
“Ma
i vampiri non possono avere figli...E lui non si può sposare,
lui non la ama” sussurrò la ragazza che aveva un nodo
alla gola, non riusciva a parlare e guardava Astor ballare con
Raluca.
“E'
una lunga storia sul fatto dei figli, comunque non è questo
che ci interessa. Astor si sposerà con Raluca. Il ché
significa che ha giocato con te giusto per divertirsi e tutto quello
che ti aveva detto è falso” sussurrò Matt che
mise le mani intorno al collo della ragazza.
“No,
è un sogno” continuava a ripetere mentre lacrime fredde
le rigavano il volto.
“Ho
cercato di proteggerti da lui credimi ci ho provato”.
Aoi
continuava a piangere ma non si accorse che stava tremando come una
foglia, poi spostando lo sguardo a sinistra vide Luc compiaciuto che
sorrideva.
“Lui,
lo sapeva. Sta ridendo, sono stata presa in giro da tutti”
pensò.
Un
profondo sentimento di odio misto a disprezzo cominciò a
insinuarsi dentro Aoi che sentì la vista appannarsi per pochi
secondi, si sentiva tradita, delusa ma quello che la feriva di più
era Astor le aveva mentito e si era divertito a giocare con lei.
Delle
grida inquietanti cominciarono a sentirsi per tutta la villa, una
leggera scossa fece rovesciare tutti i bicchieri e le pietanze sul
tavolo richiamando l'attenzione di tutta la folla sul balcone dove si
trovava Aoi.
Matt
si allontanò da lei un po' perplesso, un aura viola cominciava
a prendere possesso del corpo di Aoi.
“Questo
dev'essere il potere che ha acquisito all'iniziazione, il potere
demoniaco” sussurrò Matt.
Astor
rivolse il suo sguardo sulla balconata e quando vide Aoi sgranò
gli occhi e strinse i pugni sui fianchi.
“Terzo
potere” sussurrò Matt che rideva.
Anime
nere cominciarono ad apparire nell'aria, a ogni loro movimento delle
grida acute riecheggiavano nell'atrio.
Aoi
alzò lo sguardo su Raluca, il verde era sparito e al loro
posto bellissimi occhi viola chiedevano vendetta.
“Pagherete”
sussurrò Aoi che indirizzò con un gesto delle mani le
anime su Raluca.
Le
grida si facevano sempre più forti fino a quando non
raggiunsero il suolo dove si schiantarono lasciando un buco nel
pavimento, all'ultimo momento Raluca si era spostata evitando così
di venire investita ma comunque l'avevano colpita sul braccio destro
che stava grondando di sangue.
Luc
cominciò a salire le scale per cercare di raggiungere Aoi ma
Matt gli e lo impedì formando uno scudo d'aria intorno al
balcone poi con un altro scudo bloccò tutte le uscite della
villa in modo che nessuno potesse scappare.
“Aoi!
Riprenditi, che diavolo fai?” gridava Luc cercando di entrare
ma i suoi sforzi erano inutili.
La
ragazza saltò dal balcone e atterrò vicino a Raluca e
dopo aver sorriso leggermente sferrò un altro attacco.
Delle
mani spuntarono dal suolo bloccando ogni movimento possibile e
lentamente Aoi si avvicinò a Raluca che la guardava con
disprezzo.
“Che
ne dici di una scarica?” disse ridendo Aoi che era
evidentemente fuori controllo.
Sbatté
i piedi a terra e una scarica elettrica percosse le mani fulminando
così tutte le persone che erano bloccate.
Il
sangue di Raluca schizzò vicino alla bocca di Aoi che con un
rapido movimento lo leccò.
“Oh
no...tu non avrai mica...” balbettò Raluca che cominciò
a sentirsi male.
“Si,
ho appena bevuto il tuo sangue. Ho un nuovo potere, e con il tuo
arrivo a quattro”.
“Fermati
Aoi lei non c'entra nulla!” gridò Astor che cercava di
liberarsi dalla stretta di quelle mani.
Dopo
aver invocato una fiammata di fuoco le mani si ritirarono dentro al
suolo e Astor corse vicino ad Aoi per cercare di calmarla.
“Lei
non c'entra nulla, prenditela con me” disse Astor cercando di
bloccare la ragazza.
“Nemmeno
io c'entravo nulla in tutto questo, eppure eccomi qua” sussurrò
Aoi dirigendo delle anime su Astor che gli trafissero il fianco.
Il
ragazzo si accasciò a terra reggendosi il fianco mentre
guardava Aoi che torturava tutta quella gente. Un altra scarica
questa volta più intensa partì provocando le urla di
tutti i presenti, gli unici che non erano stati bloccati erano i
gemelli, Matt e Astor.
Astor
si rialzò da terra e prese Aoi per le spalle facendola cadere
all'indietro, ma prima che potesse toccare il suolo Matt la riprese
al volo e si piazzò davanti a lei.
“Hey
amico, non ci si comporta così con una donna” disse
ridendo Matt.
“E
tu che vuoi? Togliti di mezzo non hai nessun diritto di intralciarmi”
sussurrò Astor.
“Come
tu non avevi il diritto di farla soffrire”.
“Io
non le ho fatto nulla” gridò Astor che non riusciva a
reggersi in piedi a causa della ferita.
“Tranquillo,
vivi la tua vita da marito infedele da oggi mi prendo io cura di
lei”.
Detto
questo Matt provocò un grandissimo tornado d'aria dentro al
salone facendo volare tutto e creando il caos più totale.
In
quel caos Matt afferrò Aoi per il braccio e si diresse verso
la porta, ma fu bloccato da Luc che le teneva l'altro braccio.
“Dove
credi di andare?” gridò Luc.
“In
un posto sicuro da tutti voi” rispose Matt.
“Aoi
non lo seguire, resta con me”.
Aoi
guardava i due ragazzi e le lacrime cominciarono a scenderle di
nuovo.
“Non
riesco a usare il teletrasporto”.
“Ovvio,
Rebel sta usando la sua magia per evitare che qualcuno possa fuggire
col teletrasporto” sogghignò Luc.
“Merda,
hai fatto circondare la villa dai gemelli” sussurrò
Matt.
“Esatto”.
“Tutto
questo per me, cos'ho io che tutti vogliono? Cosa posso fare per
fermare tutto?!” i
pensieri di Aoi sembravano divisi, una parte voleva far cessare tutto
quanto, l'altra voleva solo distruzione e dolore. Fu in quel momento
che riuscì a capire che qualcosa non andava.
“Finitela”
sussurrò Aoi che lanciò delle scariche che le
percossero il braccio fino a fulminare i due ragazzi.
“Aoi”
sussurrò Matt che provò a riprenderle la mano, ma Aoi
si scansò prima che potesse farlo.
“Voglio
restare sola” gridò prima di scappare verso la porta di
ingresso mentre la inseguivano.
Prima
che potesse raggiungere la porta Astor le si piazzò davanti,
aveva tutti i vestiti sporchi di sangue, i suoi occhi erano neri
freddi e taglienti come la prima volta che incontrò Aoi.
“Sparisci”
sussurrò Astor.
Aoi
sgranò gli occhi e abbassò lo sguardo, sembrava che
solo lei avesse sentito quelle deboli parole, quelle parole che
adesso le stavano bruciando dentro creandole una terribile furia.
Demoni, anime e grida si alimentavano intorno a lei fino a quando
raggiunsero un picco incredibile di grida e Aoi sparì nel
nulla lasciandosi dietro tutto il caos che aveva creato.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Capitolo XVIII ***
Rosso
Capitolo
XVIII
L'unico posto
sicuro è casa propria, o almeno dove pensi sia la tua casa.
Aoi aprì
gli occhi e si ritrovò davanti casa sua, non quella attuale in
città ma quella bruciata in montagna.
Le macerie
erano ricoperte dalla neve che sembrava rendere meno spettrale il
tutto, le prime luci dell'alba illuminavano le distese bianche che
sembravano formate da piccoli diamanti.
La ragazza era
seduta nella neve a chiedersi come ci era arrivata, e alzandosi
lentamente cominciò a ricordare la serata che aveva passato e
alle parole che le aveva detto Astor.
“Sparisci.”
Calde
lacrime cominciarono a rigarle il viso mentre si cominciò a
incamminare per la stradina tra i boschi. Prima di entrare in esso si
fermò vicino a un albero su cui c'era una goccia di sangue,
era l'albero dove per la prima volta Astor la morse e le lacrime a
quel ricordo si fecero più grandi.
Passò
oltre e si fermò in ogni punto che le ricordava qualcosa ad
ammirare come quel posto fosse cambiato nel tempo.
Arrivò
al laghetto che quella sera era ghiacciato e sporco di neve rossa e
notò che il ghiaccio si era sciolto, al suo posto c'era acqua
limpida. Nonostante ci fosse ancora la neve le temperature si erano
alzate nell'ultimo periodo.
Aoi
si sporse sul lago e guardò il suo riflesso, aveva gli occhi
arrossati dal pianto e il trucco nero le si era sciolto, i capelli
leggermente arruffati ed era pallida come non mai. Ad un tratto notò
qualcosa sul fondo del lago, c'era qualcosa di scuro affianco a
qualcosa di chiaro, dalla forma dell'oggetto scuro riconobbe un auto
e dopo aver fatto più attenzione all'oggetto chiaro notò
che era un corpo.
“Oddio!
L'auto e l'uomo di quella notte sono ancora qui!” gridò
Aoi buttandosi all'indietro.
“I
soccorsi non li hanno trovati e quando il ghiaccio si è
sciolto devono essere affondati nelle acque del lago” pensò
la ragazza che si era messa le mani davanti agli occhi.
Quando
le tolse notò una figura femminile vicino la sponda del lago
era alta e slanciata avvolta in un abito verde smeraldo e guardava il
fondo del lago con occhi lucidi che poi si spostarono su Aoi.
“Scusi
signorina” gridò Aoi per farsi sentire fin l'altra
parte.
La
ragazza la guardò spaventata e dopo averla fissata per qualche
secondo si rigirò e si incamminò nel bosco.
Aoi
si alzò di scatto e aggirò il lago per raggiungere la
ragazza e quando lo fece lei si fermò e dolcemente girò
la testa.
“Dimmi”
sussurrò con voce rotta dal pianto.
“Le
volevo chiedere...se mi saprebbe indicare un posto dove passare un
po' di giorni...” sussurrò Aoi.
“E
perché mai avresti bisogno di un posto dove stare, non sei
umana” sussurrò la ragazza accennando a un piccolo
sorriso.
“E
lei come..come lo sa?!”.
“Ti
ho osservato prima, ho cercato di percepire l'odore del tuo sangue ma
non ci sono riuscita quindi non sei un umana”.
“E
lei nemmeno presumo” disse Aoi stringendo i pugni sui fianchi.
“Purtroppo
è così” disse ritornando ad avere un viso
sconsolato.
“Quindi..”.
“Seguimi,
ti ospiteremo per un po' noi”.
“Noi?”
ripeté Aoi affiancandosi alla ragazza che camminava abbastanza
piano.
“Sì,
abito con un uomo e suo figlio. Mi hanno trovato nel bosco in fin di
vita qualche tempo fa, non ricordo esattamente quando, il tempo mi
sembra non passare mai...” sospirò la donna.
“Capisco”.
Camminarono
senza parlarsi per un bel po' prima di raggiungere una casetta in
mezzo al nulla, era fatta di mattoni e a giudicare dall'aspetto
doveva essere molto vecchia.
Dal
caminetto usciva fumo bianco e dalle finestrelle si intravedevano
delle figure muoversi per le stanze fino a quando un uomo non apparse
sulla soglia della porta.
“Oh
Esmeralda, già di ritorno?” chiese l'uomo con un sorriso
che partiva da un orecchio per terminare all'altro, ma quel sorriso
presto si spense quando poggiò lo sguardo su Aoi e aggiunse
“Lei chi è?”.
L'uomo
avrà avuto sui cinquantanni, aveva una leggere barba incolta,
dei capelli biondo cenere arruffati, occhi marroni come il cioccolato
ed era abbastanza robusto.
“L'ho
trovata nel bosco tutta infreddolita e ho pensato che potesse stare
da noi per un po'” rispose la donna.
“Va
bene, entrate”.
Aoi
guardava quella donna che l'uomo aveva chiamato Esmeralda, non era un
nome molto comune per quelle parti, lo aveva già sentito ma
non ricordava dove.
I
lunghi e biondi capelli della donna che le arrivavano fino alla fine
della schiena erano ripresi in una coda di cavallo che ad ogni suo
movimento si muoveva sinuosamente, i suoi occhi castano chiaro erano
così delicati e dolci e i suoi lineamenti soffici.
Entrarono
nella casetta e un ragazzino di più o meno dieci anni alla
vista di Esmeralda le si buttò addosso.
“Mi
sei mancata!” gridò il bambino stringendo la vita della
donna.
“Anche
tu piccolino” sussurrò la ragazza accarezzando la testa
del bambino.
“Pel
di carota chi è?” chiese il ragazzino puntando il dito
contro Aoi.
“Hey
pel di carota a chi?” ribatté Aoi che era leggermente
arrossita.
“Tu!”
gridò il ragazzino scappando nell'altra stanza.
“Perdonalo
non è abituato a vedere nuovi volti” si intromise
l'uomo.
“Non
si preoccupi non mi sono offesa...”.
“Piacere
sono Dan” disse l'uomo stringendo forte la mano di Aoi e
aggiungendo “Il ragazzino di prima è Michele”.
“Piacere,
io sono Aoi” disse sorridendo e stringendo altrettanto forte la
mano di Dan.
“Esmeralda,
potresti preparare la tavola? Devo uscire un attimo a prendere della
legna” chiese l'uomo mettendosi un berretto di lana.
“Certo”
rispose dolcemente lei.
L'uomo
uscì e la donna andò in cucina seguita a ruota da Aoi
che non sapeva dove andare, restarono per parecchio tempo in silenzio
prima che la ragazza rivolse alcune domande ad Aoi.
“Come
ci sei finita in questo posto, Aoi?” sussurrò mentre
tagliava delle carote.
“Beh,
diciamo che sono scappata da una festa e mi sono ritrovata qui”
cercò di spiegare mentre metteva la tavola.
“Teletrasporto?”.
“Si,
non so come ma l'ho usato”.
“Ma
il teletrasporto ti porta in luoghi in cui desideri andare, perché
hai desiderato venire su questa montagna?” chiese la donna
lasciando cadere le carote in una pentola d'acqua che bolliva.
“Io
prima abitavo qui..” sussurrò Aoi quasi per non farsi
sentire mentre poggiava i bicchieri di vetro sul tavolo.
“Ah
si? In quella villa che è stata rasa al suolo da un
incendio?”.
“Si”.
“Io
ero qui quella notte...” disse Esmeralda guardando negli occhi
Aoi che si era fermata a fissare il vuoto.
Un
ricordo molto veloce le passo per la mente, il suo nome, il nome di
quella ragazza lo aveva sentito dall'uomo che aveva trovato quella
sera.
“M...Maria
ed E..Esmeralda...le hai viste?”.
Lei
era la donna che l'uomo le aveva incaricato di trovare e con suo
grande stupore lo aveva appena fatto, Maria invece era la bambina che
la aggredì, la bimba vampiro.
“Tu
sei la donna...tu sei la donna che quella sera stava con quell'uomo!
E quella bambina Maria, era vostra figlia? Ecco perché eri al
lago che guardavi il fondo! Stavi guardando quello che rimaneva del
tuo passato, sei stata tu a ucciderli?? Eri l'unica che non si
trovava in quel luogo al momento...”.
La
donna al nome di Maria fece uno scattò e sgranò gli
occhi avvicinandosi ad Aoi.
“Tu
l'hai vista? Maria? Dove!” gridò.
“Quella
sera, dopo aver trovato il corpo dell'uomo nella neve cercai di
tornare a casa e sul sentiero c'era una bambina che mi ha
aggredito...però era un vampiro...” sussurrò Aoi
cercando di farsi piccola.
“Un
vampiro?” sussurrò la donna guardando il pavimento
“L'hanno trasformata, anche lei!” gridò scoppiando
in un pianto disperato.
“Chi?!
Chi l'ha trasformata??” gridò Aoi.
Quella
donna sapeva qualcosa, forse lei poteva spiegare come mai si
trovavano lì quella sera e come mai dei vampiri li avevano
attaccati.
Aoi
fece sedere Esmeralda a una delle sedie e dopo averla fatta smettere
di piangere le rifece la domanda.
“Dei
vampiri, erano tre ragazzi...Due ragazzi e una ragazza. Ricordo tutto
come se fosse ieri” disse la donna guardando il soffitto.
“Può
raccontarmi tutto?”.
“E
va bene, anche se mi farà male ricordare ogni singolo
particolare...Iniziò tutto alcuni giorni prima delle vacanze,
ricevetti una telefonata da un ragazzo che ci diceva di passare le
vacanze su questa montagna, inizialmente rifiutammo poi il ragazzo ci
disse che se non avremmo fatto come diceva lui ci sarebbe capitato
qualcosa così accettammo. Insomma delle vacanze in montagna
non possono essere pericolose...Quella sera eravamo su una stradina
al buio che cercavamo di raggiungere qualche posto per la notte
quando i fari dell'auto illuminarono tre ragazzi sulla strada. Mio
marito frenò ma c'era ghiaccio quella sera e finimmo contro un
albero” disse la ragazza.
“Ecco
perché l'auto era lì” sussurrò Aoi che la
invitò a proseguire.
“Mio
marito scese dall'auto e i ragazzi ci raggiunsero, la ragazza ci
raggiunse per prima, aveva i capelli neri e gli occhi rossi...”.
In
quella descrizione Aoi riconobbe Rein, la vampira elementare della
terra.
“Il
secondo ad avvicinarsi fu un ragazzo biondo, aveva gli occhi gialli
come quelli dei gatti e un piercing sopra il sopracciglio che
brillava”.
“Matt...”
sussurrò Aoi incredula.
“L'ultimo
era un ragazzo alto, aveva i capelli di un nero così intenso
uguali agli occhi neri e freddi come lame taglienti...era forse il
più pericoloso” sospirò Esmeralda che lasciò
cadere la testa all'indietro.
Aoi
sgranò gli occhi e con un fil di voce sussurrò
“Astor...” mentre delle spade le stavano trafiggendo il
cuore lasciandolo in mille brandelli ancora una volta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Capitolo XIX ***
Rosso
Capitolo
XIX
La verità
quasi sempre ferisce una persona o forse la rende felice.
Quella verità
da un lato feriva Aoi, dall'altro la rendeva felice.
Infondo lei
aveva sempre saputo che Astor si doveva trovare lì quella
sera, lui l'aveva morsa ma quello che la feriva era la presenza di
Matt, il ragazzo ribelle che sembra odiare a morte Astor, lo aiuta
nel distruggere una casa o una famiglia?
“Li
conosci?” chiese Esmeralda riportando alla realtà Aoi
che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
“Diciamo..”
sussurrò la ragazza alzando leggermente lo sguardo.
La donna fece
una smorfia con la bocca poi rialzò la testa e ricominciò
a raccontare.
“Okay,
dopo che i tre ragazzi si erano avvicinati il ragazzo moro...come lo
hai chiamato tu, Astor, ha preso per la maglietta mio marito e lo ha
scaraventato a terra sorridendo come se quello che aveva fatto era
una scena comica...” disse cercando di trattenere le lacrime
che le si erano affacciate agli occhi, poi continuò “La
ragazza sbatté un piede e dal suolo uscirono degli spuntoni di
terra che provocarono diverse ferite sul corpo di mio marito, era una
scena orribile. Successivamente si avvicinò alla macchina e
vide Maria..”.
“Quindi...è
stata la ragazza a ferire suo marito...e il ragazzo biondo?”.
“Era
fermo vicino a un albero, non faceva nulla il suo sguardo era rivolto
verso il ragazzo moro e gli si poteva leggere tanto ribrezzo
dentro..Però quando la ragazza fece uscire dall'auto Maria lui
gli è la strappo dalle mani” ormai le lacrime erano
diventate troppo grandi per riuscire a trattenerle e le stavano
rigando il candido volto.
“Si
ribellò?” chiese Aoi cercando di essere il più
dolce possibile.
“Si.
Cominciò a dire che la bambina non c'entrava nulla che i piani
non erano quelli e il ragazzo moro rise. La ragazza subentrò
nella conversazione che stava per degenerare e prese Maria, era
spaventata, piangeva e mi chiamava. Poi la quella creatura senza
farsi troppi scrupoli l'ha morsa sul collo, ho visto mia figlia
morire davanti i miei occhi senza poter fare nulla, ero paralizzata
dal terrore e dalla paura” sussurrò la donna che ormai
non tratteneva più le lacrime e i gridi che le provocavano i
ricordi.
“Mi
dispiace...”.
“Dopo che
la ragazza succhiò tutto il sangue alla mia bambina la lasciò
cadere nella neve, come quando si butta un sacco di spazzatura. In
quel momento sentì la rabbia crescermi dentro e senza
accorgermene mi stavo accanendo sul ragazzo moro. Lui mi sbalanzò
via e dopo essersi chinato su di me mi morse e...mi trasformò”
sussurrò Esmeralda si teneva il vestito con i pugni stretti
sul grembo.
“Quindi
Matt era contrario, e sua figlia è diventata un vampiro e
anche lei...suo marito invece è morto ed eravate stati
convocati da qualcuno...ricorda qualcosa sul ragazzo al telefono?”.
“La sua
voce era calda e seducente e non era assolutamente come quella dei
ragazzi, era molto diversa. A pensarci bene ti assomigliava un po'
era solo più profonda perché era sicuramente di un
uomo” disse la donna asciugandosi le lacrime.
Aoi a quelle
parole sentì una fitta al cuore, una voce che le assomigliava
solo un po' più profonda per lei era come se Esmeralda avesse
detto che era Luc ad averla chiamata.
“Guarda
caso ho un gemello che è apparso nella mia vita e sapeva della
mia esistenza, e ora spunta fuori che qualcuno con la voce che mi
somiglia ha telefonato a Esmeralda...che c'entra Luc? Che c'entrano
quelle persone innocenti? Perché Luc avrebbe dovuto
chiamarla!!” pensò
Aoi mentre si reggeva a malapena in piedi.
Un
rumore di passi pesanti rimbombava nella casa e subito dopo arrivò
Michele di corsa tutto impaurito.
“Mic
cosa ti prende?” chiese Esmeralda cercando di fare un sorriso.
“C'è
un ragazzo fuori...mi guarda male e ha i capelli bianchi e gli occhi
rossi mi fa paura!” gridò il bambino mettendo la testa
sul grembo della donna che fissava Aoi.
“Deve
essere Mix, cosa diavolo fa qui? Esmeralda, porta Michele al sicuro
mentre io vado a vedere” disse Aoi correndo verso la porta.
“Sta
attenta!” gridò la donna per farsi sentire da Aoi che
ormai era uscita.
Aoi
uscì e andò sul retro, si muoveva furtivamente e si
guardava intorno. La neve le arrivava fino alle caviglie e mentre
camminava si sentì afferrare per una spalla, girandosi di
scatto notò Esmeralda.
“Che
fai qui?” chiese sottovoce Aoi.
“Potrebbe
essere pericoloso” sussurrò la donna che si era
affiancata alla ragazza.
“Tranquilla,
vai da Michele ci penso io qui”.
“Niente
da fare, resto con te”.
Aoi
tirò un sospiro e si avviò verso il garage da dove si
affacciava la finestra di Michele però una volta raggiunto il
luogo, di Mix non c'era traccia.
Esmeralda
che si trovava dietro Aoi svenne improvvisamente e Rebel uscì
dal buio come un gatto, mentre Mix sbucò dall'angolo del
garage nascosto.
“E
voi come mi avete trovata?” chiese evidentemente agitata Aoi.
“Hai
forse scordato il potere di Mix? Abbiamo dato una sbirciatina al tuo
futuro ed eccoti qui” sussurrò Rebel con un tono
seccato.
“Merda,
e che volete?”.
“Che
vieni con noi, ci hai piantato in asso alla cerimonia creando il caos
più totale” rispose Mix con la sua candida voce.
“E
se ve lo impedissi io?” la voce di Matt arrivava dappertutto,
probabilmente stava usando l'aria come strumento di comunicazione.
“Hey
tu, esci se ne hai il coraggio!” gridò Rebel ma Matt non
rispose.
Una
tempesta di neve cominciò a scatenarsi e Matt dopo essere
apparso prese Aoi e con lei sparì facendo terminare la
tempesta.
Si
ritrovarono in una casa al calduccio, niente più ville o
casette di legno.
Matt
si incamminò verso il camino mentre si puliva i vestiti
sporchi di neve, poi notando che erano tutti bagnati si tolse la
maglia.
“Rimettiti
subito quella maglietta!” gridò Aoi girandosi e
arrossendo.
“Scusa?
Mi stai dicendo che ti vergogni a vedermi senza maglia? E al mare che
fai allora?” chiese il ragazzo mettendo la maglia davanti al
camino acceso.
“E'
diverso il mare!”.
“Ah
già scusa, la stiamo in mutande” sghignazzò.
“Finiscila!”.
Dopo
essersi passato una mano nei capelli bagnati si diresse verso la
ragazza che era ancora girata con le mani davanti alla faccia e dopo
averla guardata la strinse a sé.
“Fermo,
smettila di stringere”.
“Ti
danno fastidio i miei pettorali?”.
“Ma
quanto te la ricredi?” disse Aoi cercando di staccarsi da
quell'abbraccio ma per quanta forza ci mettesse le era praticamente
impossibile.
“Non
me la ricredo, è così”.
Matt
sollevò di peso la ragazza e la portò davanti al camino
buttandola su un divano che era posto lì poi ci si mise sopra.
“Cosa
fai? Mi metto a gridare sai?” balbettava Aoi mentre si sentiva
andare a fuoco.
“Fallo
e ti tappo la bocca”.
“Ah
si? E come? Non fare il grande con me perché io...”.
Aoi
non riuscì a terminare la frase che Matt la stava ribaciando
ancora mentre con le mani le andava a prendere i capelli e la coscia.
“F...fermo”
sussurrò Aoi mentre con le mani sul suo petto cercava di
allontanarlo.
“Sei
così dolce” sussurrò lui mentre con la mano aveva
risalito la gonna ed era finito vicino alla cerniera del vestito.
“Io
non posso, allontanati”.
“Non
puoi? Allora perché muori di desiderio? Lo si sente da
chilometri di distanza” sussurrò lui.
Aoi
arrossì e girò la testa contro i cuscini per non farlo
notare, ma Matt la riprese e dolcemente la baciò.
Le
labbra di Matt sapevano di miele, un sapore intenso e un profumo di
rose li avvolgeva facendo volare con la fantasia Aoi.
Erano
su quel divano da soli completamente al buio se non fosse stato per
il caminetto acceso che emanava un po' di luce. Matt era sopra Aoi a
petto nudo e non faceva altro che baciarla mentre con le mani cercava
di abbassare la cerniera dell'abito.
“Sento
freddo, fermo” disse Aoi prendendo il braccio di Matt.
Lui
sorrise e la riprese in braccio dirigendosi verso una porta di legno
nera, una volta aperta Aoi capì che era la camera da letto di
Matt e le si fuse il cervello.
Il
ragazzo la poggiò delicatamente nel letto, mentre lui prendeva
una maglietta dall'armadio.
“Prendila”
disse lui lanciandola alla ragazza.
“Che
ci devo fare?”.
“Usala
come pigiama, non puoi dormire con un vestito elegante e per metà
bagnato” disse lui indicando una porta trasparente.
“Il
bagno?” chiese lei inarcando il sopracciglio.
“Si”.
Aoi
andò in bagno e dopo essersi cambiata ritornò
nell'altra stanza cercando di coprirsi il più possibile.
“Oh
diavolo, penso che mi dovrò contenere dal saltarti addosso”
disse Matt che si trovava sotto il piumone.
“Che
fai li? I vampiri non dovrebbero dormire!” disse Aoi
avvicinandosi alla porta.
“Dove
vai? Guarda che dormi con me” sussurrò Matt chiaramente
ridendo.
“Non
ci pensare nemmeno, io me ne vado sul divano ciao!”.
Matt
si alzò rapidamente e raggiunse Aoi alla porta bloccandogliela
poi le sussurrò all'orecchio “Non ci pensare, ora sei
mia”.
“Cosa?!”.
Prima
che potesse ragionare su quello che stava accadendo Aoi si ritrovò
tra le braccia di Matt, nello stesso letto sotto le stesse coperte.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Capitolo XX ***
Rosso
Capitolo
XX
C'è
sempre la calma prima della tempesta, e per Aoi quella era la calma.
Si trovava nel
letto con Matt e si sentiva tremendamente in colpa per essere li in
quel momento, si sentiva come se stesse tradendo Astor. Era ferma a
guardare il soffitto quando un rumore proveniente da fuori non la
fece saltare.
Si alzò
senza fare rumore per non svegliare Matt e uscì dalla stanza
in punta di piedi per recarsi vicino la porta d'entrata, ma prima che
la potesse raggiungere Matt la fermò richiamando la sua
attenzione.
“Dove vai
a quest'ora?” sussurrò piano Matt ancora assonnato.
“Ho
sentito dei rumori provenire da fuori e volevo andare a
controllare...”.
“Sarà
stato qualche animale, non allarmarti per niente”.
“No, non
era un animale ne sono sicura...Fammi andare a controllare per
favore”.
“No, tu
resta qui vado a controllare io...” sbuffò Matt
avviandosi verso la porta.
La aprì
con cautela e sporse leggermente la testa di fuori per vedere se
c'era qualcuno, inizialmente non vide nessuno ma poco dopo sentì
anche lui dei rumori sospetti provenire dal retro della casa e una
strana presenza.
“Merda...Aoi,
mi sa che è Davide” sussurrò Matt ma ben presto
si accorse che lei non era più dietro di lui.
“Aoi?!
Dove sei finita?”.
Un urlo
agghiacciante fece sobbalzare Matt che subito corse dietro la casa,
appena raggiunse il retro trovo Davide e Aoi che stavano combattendo.
“Matt.
Vai via!” gridò Aoi che cercava di contrastare Davide.
“Ma cosa
fai?! Non sei ancora pronta per sostenere un combattimento con
Davide!”.
“Non mi
interessa, sono stufa di scappare sempre, di essere sempre protetta”
gridò Aoi che fu colpita da un fulmine lanciato da Davide, poi
aggiunse con voce rotta “Sono stufa di essere sempre l'ultima a
sapere la verità, non voglio più essere presa in giro,
vivere così...da oggi sarò diversa...”.
Aoi diventò
particolarmente silenziosa e la si vedeva chiaramente mentre cercava
di concentrarsi, Davide intanto che si era anche lui fermato guardava
i due ragazzi e ruppe il silenzio.
“Vuoi
farla finita vero?” chiese con voce debole e stanca Davide ad
Aoi.
“Si, ma
devo essere io a vendicarmi e nessun altro...non permetterò a
nessuno da oggi in poi di manovrarmi o altro...voglio iniziare da
capo e per farlo devo prima eliminare te.” la voce di Aoi era
fredda e meccanica, sembrava non provare più sentimenti.
Si era
accasciata a terra con la testa verso il basso, sembrava stanca e
dolorante eppure non era così era la prima volta che si
sentiva davvero in grado di poter distruggere tutto con le sue mani.
“Quindi
vuoi distruggermi...e come farai? Non sei capace di usare i tuoi
poteri”.
Ormai Aoi non
sentiva più nessuno, sentiva solo i suoi poteri scorrergli
nelle vene, alzò la testa e mostrò dei bellissimi occhi
color oro.
“Ma
quanti poteri hai?!” chiese Davide rimasto sbalordito.
“Fuoco,
ghiaccio, fulmini, demoniaco...sono quattro e con questi attuerò
la mia vendetta...” sussurrò Aoi, poi con un balzo
felino saltò in aria e evocò un blocco di ghiaccio che
cominciò a crearsi intorno a Davide senza che lui potesse fare
nulla.
“Come fai
a usarli...non ne eri capace!” gridò Matt che osservava
il svilupparsi della vicenda incredulo.
Nessuno
rispose, Davide era come rassegnato e sembrava non voler più
combattere oramai, subito dopo che il ghiaccio lo avvolse
completamente Aoi evocò il fuoco mutando ancora colore di
occhi e facendoli diventare bianchi. Creò un vortice di fuoco
che avvolse completamente il blocco di ghiaccio che teneva
imprigionato Davide e una volta che ebbe fatto sciogliere il ghiaccio
facendolo diventare acqua diede il colpo finale. Evocò il
potere dei fulmini e fredda come il ghiaccio lanciò una
scarica su Davide che bagnato prese la scossa riportando così
ustioni che lo portarono lentamente alla morte, mentre Aoi con gli
occhi neri come l'ossidiana, voraci e assetati di sangue si avvicinò
a Davide.
“Perdonami,
ma non c'era posto per tutti e due in questo mondo...” sussurrò
Aoi, mentre gli occhi di Davide si socchiudevano.
Matt era
rimasto paralizzato vicino al muro di casa e non riusciva a credere a
quello che aveva appena visto, Aoi aveva appena ucciso il suo
fratellastro senza farsi troppi problemi e questo gli creava sia un
senso di piacere che di terrore puro.
“Forse...ti
dovrei ringraziare...non dovrò più uccidere nessuno ne
sentirmi diverso ed emarginato...sappi solo che ti voglio bene e ti
ringrazio, mi hai liberato...” con a malapena un fil di voce
Davide sussurrò queste parole che provocarono una fitta
assurda al cuore di Aoi che scoppiò a piangere.
I vestiti
bruciati e strappati del ragazzo erano ovunque e nell'aria l'odore
era insostenibile.
La ragazza
ormai stanca e con le lacrime agli occhi guardò Matt che era
ancora li fermo.
“E' morto
oramai...Diamogli almeno una sepoltura, era comunque mio fratello...”
sussurrò lei lasciandosi cadere per terra.
“Prendo
la pala...aspettami qui, lo seppelliremo nel bosco qui vicino”.
Dopo pochi
minuti che era stesa li ferma, accanto al corpo del fratello senti
una mano calda accarezzarle la testa, Matt era tornato con una pala e
la invitava ad alzarsi e a seguirlo.
“Come lo
portiamo in mezzo al bosco?” disse Aoi con la voce rotta dal
pianto.
“Ci penso
io”.
Matt creò
come un cuscinetto d'aria che sollevò il corpo del ragazzo e
lo portò fino in mezzo al bosco.
Arrivarono in
un punto in cui gli alberi erano del tutto assenti e li Matt comincio
a scavare una buca mentre Aoi cercava qualche fiore da mettere.
Una volta che
ebbero finito Aoi osservò il corpo o almeno quello che
rimaneva del fratellastro che scivolava nella buca.
“Sono
capace di cose orribili e questa ne è la prova...”
sussurrò Aoi mentre ricopriva la buca con la terra.
“Ti stai
solo riprendendo la tua vita” disse Matt.
“Già,
e non è finita qui. Dovrò affrontare Astor, Luc, i
gemelli, Raluca e la verità”.
“La
verità?” chiese incuriosito Matt.
“La
verità che non mi è stata detta, quella che mi manca.
Ho le idee confuse voglio sapere tutto sulle mie origini, chi erano i
miei genitori e perché mi sta capitando tutto questo, fin'ora
ho avuto solo ombre del passato” disse Aoi poggiando dei fiori
azzurri sulla tomba del fratellastro.
“Ti posso
capire...non mi piace questa situazione...”.
“Andiamo
a casa, dopo ti devo chiedere una cosa”.
Camminarono nel
silenzio più totale fino alla casa di Matt poi una volta
entrati Aoi sbatté il ragazzo contro il muro.
“Cosa ti
prende?” chiese lui guardandola stupefatto.
“Tu mi
conosci da quando la mia casa è bruciata, non è vero?”.
“No ma
cosa dici...Io non ti conoscevo credimi”.
“Stai
zitto! Ho parlato con la ragazza che aggrediste la sera
dell'incendio, ricordi quello che avete fatto?! Ricordi la bambina?”
gridò in preda dalla furia Aoi.
“Ma tu
come hai fatto a parlarci Astor l'ha uccisa...”.
“No!
Avete trasformato quella povera bambina, la donna e avete ucciso
l'uomo! Erano tre perfetti innocenti. COSA VI AVEVANO FATTO?!”.
Gli occhi di
Aoi cominciarono a diventare di un viola così scuro da
sembrare due buchi neri.
“Io non
ho fatto nulla, Astor e Rebel hanno fatto tutto!”.
Aoi si calmò
improvvisamente e afferrò il collo di Matt cominciando a
leccarlo dolcemente come se lo stesse assaporando.
“Sai...ho
tanta sete e muoio dalla voglia di morderti” sussurrò
con voce seducente lei all'orecchio di lui.
“Anche io
ho voglia di morderti, ma non possiamo. Non possiamo avere contatti”.
“E chi lo
dice?”.
“Mi
succhieresti il potere e non voglio, tesoro mio.” disse Matt
stringendo a sé Aoi.
“Perché
sto provando questo desiderio verso di te?”.
“Io l'ho
sempre provato da quando ti ho visto per la prima volta, ho
desiderato ardentemente averti solo mia...”.
“Io sono
solo stata presa in giro da Astor e adesso non voglio essere presa in
giro anche da te”.
“Io non
ti ho mai presa in giro”.
Aoi poggiò
la testa sul petto di Matt chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare
dalle sue dolci parole.
“Almeno
tu, restami vicino...ti prego non lasciarmi” sussurrò
Aoi stringendo ancora più forte Matt.
Il ragazzo la
staccò dal suo petto e con un bacio appassionante la fece
andare in estasi, questa volta però Aoi non cercò di
scansarlo anzi lo strinse di più a sé come per non
farlo scappare. In mezzo a tutto quel buio Matt sembrava l'unica luce
per Aoi dopo che tutti l'avevano abbandonata al suo destino.
Il ragazzo la
sollevò senza smettere di baciarla e la portò in
camera, la poggiò delicatamente sul letto e dopo averla
accarezzata e tranquillizzata si mise sopra di lei e la baciò
ancora con una passione travolgente.
Aoi non sapeva
più cosa pensare, non sapeva più cosa provare, l'unica
cosa che riusciva a capire e che voleva lasciarsi tutto alle spalle e
che dopo la morte del fratellastro il suo nuovo inizio poteva essere
proprio Matt.
Senza pensarci
si lasciò andare tra le braccia di lui e ormai Astor le
sembrava solo un lontano ricordo.
Salve
ragazzi, ecco il ventesimo capitolo che finalmente viene
pubblicato...Mi vorrei scusare per la mia assenza di mesi e per aver
lasciato la storia a metà così. La farò
continuare e spero che mi perdoniate per l'assenza e ricomincerete a
leggere Rosso. Baci Sheriza :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Capitolo XXI ***
Rosso
Capitolo
XXI
In quella notte
che sembrava infinita come tutte le altre che stava passando in quel
periodo sentì come una voce risuonarle in testa.
Fermati.
Aoi
riaprì gli occhi e spinse via Matt che si trovava ancora sopra
di lei.
“Ma
cosa ti prende?!” gridò Matt che era finito sul
pavimento freddo.
“Io
non posso restare qui...Devo trovare la mia strada”.
“Ma
cosa stai farneticando da prima?! Non puoi fare nulla sei
impotente..” sussurrò Matt che cercò di risalire
sul letto.
“Non
devo legarmi a nessuno...voglio essere un lupo solitario. In questo
momento non posso avere nessuno accanto a me. Capiscimi, non posso
fidarmi più di nessuno...io non volevo questa vita mi è
stata imposta io non volevo niente” cercò di spiegare
Aoi mentre si rannicchiava in un angolino del letto al buio.
“Era
destino...non puoi farci nulla”.
“Il
destino non esiste, sento che dietro tutta questa storia c'è
qualcuno...qualcuno che mi conosce che sa i miei movimenti. Qualcuno
di così forte a cui nessuno si può opporre. Non è
forse così?” il tono di Aoi si era fatto più
serio e cupo.
Matt
ebbe un momento di esitazione e sul suo volto si dipinse una smorfia
di dolore poi come niente fece un sorriso chiaramente forzato e con
voce apparentemente calma e dolce rispose “No, ma cosa vai mai
pensando, tranquilla Aoi...”.
Scappa.
Ancora
quella voce. Aoi non esitò un momento e corse fuori dalla
camera inseguita a ruota da Matt.
“Cosa
ti sta succedendo si può sapere?!” gridò Matt
cercando di bloccarla in preda dalla furia.
“Sento
una voce ora...posso controllare i miei poteri...sto cambiando
lentamente” sussurrò Aoi.
“Senti
una voce?”.
“E'
nella mia testa mi dice cosa fare e io la devo seguire...la voglio
seguire, devo andare non posso restare”.
“Credo
che la tua trasformazione in vampiro sia quasi completa se senti
quella voce” disse Matt fermandosi vicino alla porta d'ingresso
poi aggiunse “Vai pure se vuoi, ma sappi una cosa da adesso
iniziano i veri guai, non sai a cosa stai andando in contro”.
Un
vortice di tenebre avvolse Aoi portandola via da casa di Matt e
lasciandosi dietro solo una leggera brezza.
Era
di nuovo su quella montagna, questa volta davanti casa di Esmeralda.
Le luci della casa erano accese e si vedevano ombre passare davanti
le finestre, dopo essersi fatta coraggio Aoi si avvicinò alla
casa e busso sull'antica porta in legno.
Aprì
la porta proprio la ragazza che alla vista di Aoi si buttò al
suo collo.
“Mi
ero così preoccupata! Dove eri finita?! Avevo perso i
sensi...” sussurrò la ragazza scoppiata in un pianto
infinito.
“Scusami
se ero andata via senza dirti nulla e per averti lasciato lì,
ma dovevo scappare era pericoloso restare...sono passata a vedere se
stai bene e a ringraziarti” disse con voce dolce Aoi.
“Entra
almeno due minuti spiegami cosa sta succedendo, chi erano quelle
persone e perché ti cercavano...”.
“Lo
vorrei sapere anche io...L'unica cosa che so e che quei ragazzi sono
pericolosi, penso che ci sia qualcuno sotto tutto quello che mi sta
succedendo”.
“Aspetta,
mi stai dicendo che qualcuno ti sta dando la caccia?” disse
Esmeralda guardando dritto negli occhi Aoi.
“Si.
Prima la mia casa viene bruciata da tre vampiri, comincio a essere
pedinata da uno di loro che diventa parte della mia vita, finisco in
una scuola dove i succhia sangue sono all'ordine del giorno e dove mi
provano a uccidere...scopro di avere un fratellastro mezzo sangue e
di avere un potere divino, divento una vampira e incontro i gemelli
divini nel quale c'è Luc il mio fratello biologico. Non ci sto
capendo più nulla questi incontri non possono essere casuali”.
“Infatti,
troppe cose in troppo poco tempo. Ascoltami bene adesso, dopo che
quella ragazza mi aveva fatto svenire ho fatto un sogno premonitore,
darsi che il mio potere è proprio fare questi sogni, in cui
c'era un uomo che era fortemente preso da te, non ho visto molto
perché ho ripreso subito i sensi e ho sentito quei due ragazzi
parlare di un certo Kevin poi sono spariti nel nulla” disse
molto preoccupata e agitata Esmeralda.
“Kevin?
Non l'ho mai sentito nominare, ne sei proprio sicura?”.
“Si,
ma aspetta che potere hai tu?”.
“Se
il sangue di qualcuno che ha dei poteri si dovesse mischiare col mio,
io entrerei in possesso del potere dell'altra persona...”.
“Quindi
in pratica se vieni morsa o mordi prendi il potere...perfetto allora
mordimi...”.
“Cosa?!
Sei impazzita? Non lo farei mai!” gridò Aoi
allontanandosi dalla porta e dalla ragazza.
“Ti
prego fallo, si sente che hai sete e poi il mio potere ti potrebbe
tornare utile per il futuro...” disse Esmeralda con un sorriso
dolce e convincente.
Aoi
si avvicino piano alla ragazza e senza dire niente le morse il collo
dolcemente e il sangue di lei cominciò a scorrere nelle sue
vene.
Le
sembrava di non bere da secoli, tanto che ad un certo punto strinse
troppo la presa su Esmeralda e la ragazza si accasciò a terra.
“Scusa,
lo sapevo che sarebbe successo...” sussurrò Aoi piena di
sensi di colpa e di complessi mentre aiutava Esmeralda a rialzarsi da
terra.
“Tranquilla...sono
felice di poterti aiutare, non so perché ma ti voglio bene
come una figlia anche se ti conosco da pochissimo. Ogni volta che
avrai bisogno di qualcosa vieni pure da me, sarai sempre la
benvenuta” disse con un fil di voce Esmeralda che a malapena
riusciva a reggersi in piedi.
Arrivano.
La
voce era tornata e risuonava ancora più forte nella testa di
Aoi, che subito si allarmò.
“Esmeralda
chiuditi in casa e non uscire per niente al mondo, sento che stanno
ritornando i gemelli a prendermi, ti farò sapere!” gridò
Aoi correndo verso il bosco come la notte che iniziò tutto.
Da
lontano riusciva a sentire la voce di Esmeralda che le augurava la
buona fortuna e che chiudeva la porta a chiave.
“Dove
posso andare?! Sono rintracciabile ovunque. Il potere di Mix gli
permette di trovarmi”.
Aoi
si sentiva seguita e osservata, come un animale che sta per essere
catturato. Il giorno era ormai arrivato, le prime luci dell'alba
cominciarono a illuminare il percorso che l'avrebbe riportata alle
macerie di casa sua.
Arrivò
davanti l'albero da cui quella sera vide la sua casa bruciare e notò
una figura slanciata e nera vicino le macerie, Astor.
Aoi
ebbe un attimo di esitazione, una sensazione di panico e ansia le
cominciò a intorpidire il corpo fino a quando Astor non la
vide e si avviò verso di lei.
Aoi
era nel panico più totale non sapeva cosa fare, non sentiva
più la voce nella sua testa, non sapeva più come usare
i suoi poteri non si sentiva nemmeno più le gambe che le
tremavano come foglie.
Astor
arrivò davanti a lei con tutta la sua bellezza e senza dire
una parola strinse Aoi a sé.
“Cosa
fai?” sussurrò con un fil di voce Aoi che era strozzata
da quella presa così forte.
“Ti
ho persa” rispose Astor con un tono di voce calmo ma allo
stesso tempo triste.
“In
che senso? Io sono sempre stata qui, sei tu che te ne sei andato”.
“Non
è vero...non l'ho fatto”.
“Non
solo ti sposerai con Raluca, ma addirittura mi hai detto di sparire
ed è quello che ho fatto e che farò”.
“Non
lo fare, non posso sopportarlo”.
“Mi
dispiace ma adesso voglio cambiare, iniziare da zero. E per farlo ho
già ucciso Davide” bisbigliò Aoi fredda.
“Cosa?
L'hai ucciso?” chiese sbalordito Astor che la guardava
incredulo.
“Ora
riesco a usare i miei poteri, riesco a sentire una voce che mi dice
cosa fare quando e come, mi sento per la prima volta libera e capace
di distruggere qualsiasi cosa io abbia davanti a me che mi
intralcia”.
“Quindi
vuoi distruggere pure me?”.
“Per
quanto io ti possa odiare per avermi presa in giro, per aver solo
giocato con me, per quanto io possa dire di non provare nulla per te,
è tutto inutile. Io provo qualcosa per te e non riesco a
farmene una ragione.”.
Astor
la guardò dritto negli occhi e dopo averle fatto un sorriso
dolce e premuroso le diede un bacio sulla fronte per poi scivolare
lentamente sulle labbra.
Il
sapore non era cambiato era sempre lo stesso, per quanto Aoi si
sforzasse di capire quel comportamento strano non ci riusciva e come
sempre lui era capace di cancellare tutte le sue preoccupazioni e i
suoi dubbi in un attimo.
“Ti
sposerai con Raluca?” chiese lei con le lacrime agli occhi che
scendevano calde sulle guance rosate.
“No,
non lo farò finché ci sei tu. E nessuno me lo
obbligherà dovessi mettermi tutti contro...Quella sera alla
cerimonia non ero io che parlavo, mi dispiace per averti fatto
soffrire. Se me lo permetterai da oggi sarò io a proteggerti
da ciò che non vedi”.
“Da
ciò che non vedo? Cosa intendi?” chiese Aoi sospettosa.
“Aoi,
nulla è successo per caso in tutto questo tempo, tu non lo sai
ma c'è qualcosa di molto più potente dietro questa
storia, ormai penso che lo avrai capito anche tu” cercò
di dire Astor con tono calmo.
“Kevin”
sussurrò Aoi cercando negli occhi di Astor la conferma che
andava trovando.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Capitolo XXII ***
Rosso
Capitolo
XXII
Un flebile
vento che poi può diventare una tempesta, soffia in qualunque
vita.
Alla pronuncia
di quel nome, Aoi vide diventare il volto di Astor cupo e
malinconico.
“Tu lo
conosci vero? Ne sai qualcosa?” chiese la ragazza stringendo il
cappotto che indossava il ragazzo.
“Si
purtroppo. Ma non te ne posso parlare almeno per ora, lui ci vede e
sente sempre ed è meglio evitare certi discorsi, non dico che
dovrai scoprire tutto da sola ma la maggior parte delle cose”.
“Devo
affrontare in faccia i miei problemi, ma come faccio se non so la
verità? Tu sapevi dell'esistenza di Luc e dei gemelli divini?
E sapevi pure di Kevin? Dimmi almeno questo ti scongiuro...”
sussurrò Aoi lasciandosi cadere a terra.
Astor fece una
smorfia di disappunto poi sedendosi affianco ad Aoi sbuffò e
disse “Va bene, ti dirò almeno questo” una leggera
pausa e poi aggiunse “Sapevo dell'esistenza dei gemelli divini
ma non sapevo che tra questi c'era tuo fratello, Luc. L'ho scoperto
solo alla festa dopo avervi visto vicini, la somiglianza era
impressionante...”.
“Alla
festa? Ma se hai appena detto che non eri tu...mi prendi in giro?”.
“No, ero
io e non ero io. Diciamo che qualcuno parlava al mio posto, dopo che
sei scappata da casa di Raluca qualcuno mi ha attaccato prendendo
possesso del mio corpo per un po'. Solo dopo terminata la festa sono
tornato in me, vedevo e sentivo tutto quello che succedeva ma a
parlare non ero io, ora capisci?” cercò di spiegare
Astor rivolgendo la testa al cielo che si stava riempiendo di
nuvoloni minacciosi.
“Ah, va
bene. Continua...e su Kevin?”.
“So di
Kevin perché...” il volto di Astor era contratto e
sembrava che finire quella frase fosse la cosa più difficile
di questo mondo, poi tirò un altro sospiro e terminò la
frase lasciando Aoi spiazzata.
“E' stato
Kevin a ordinarvi di bruciare casa mia?!” ripeté
gridando la ragazza che si era alzata di scatto.
“Ti prego
non urlare!” disse Astor alzandosi e tappando con una mano la
bocca di Aoi che con un morso si liberò.
“Come
faccio a non gridare?! Quindi tu sei sotto i comandi di Kevin. DIMMI
CHI E'!”.
“Non lo
so nemmeno io bene, per me è una figura astratta non l'ho mai
visto di persona mi hanno sempre e solo detto di eseguire i suoi
ordini altrimenti l'avrei pagata..Ma in questo periodo sta succedendo
qualcosa, si comportano tutti in modo strano e sembra che stiano
organizzando qualcosa. Comincio a pensare che chi mi ha posseduto
quella sera sia stato proprio Kevin. Era un potere così forte
da farmi venire i brividi...era malvagità allo stato puro”
la voce di Astor sembrava rotta dalla rabbia mentre stringeva i
pugni.
“E il
motivo di quell'ordine? Cioè quando ve l'hanno dato non vi
hanno detto la motivazione?” chiese curiosa Aoi che cercava di
scrutare ogni mossa di Astor.
“No ci
hanno detto solo che quella casa doveva essere distrutta e basta, gli
ordini venivano dall'alto e non potevamo opporci non sai come
funziona questo mondo...”.
“Dall'alto?
Intendi i vampiri antichi?”.
“Esatto,
ma quella sera tutto era strano. Quei stranieri proprio in mezzo al
nostro cammino, tu che non eri in quella casa. Penso che l'ordine ci
sia arrivato proprio perché qualcuno sta cercando di
eliminarti ma non ci riesce, oppure solo qualcuno che vuole i tuoi
poteri”.
Astor guardava
Aoi, ogni parola che lui diceva sembrava ferirla.
“Aoi
tutto bene?” chiese premuroso Astor.
“Quei
stranieri, perché li avete uccisi?” chiese Aoi con le
lacrime agli occhi.
“E tu che
ne sai? Comunque oltre al fatto di bruciare quella casa ci era stato
detto pure di eliminare qualsiasi persona che ci avrebbe potuto
intralciare” rispose tenendo la testa bassa.
“Quella
sera ho incontrato la bambina che avevate trasformato, era in mezzo
alla neve. Te la ricordi? E sempre quella notte mentre scappavo da
quella festa ho incontrato il corpo dell'uomo abbandonato a se stesso
in quella neve fredda con tutte quelle ferite...e una sera fa la
donna” bisbigliò Aoi.
“Mi
dispiace che hai dovuto subire tutto questo..”.
“Adesso
però mi dovrai aiutare, devo sapere chi era veramente mia
madre. A quanto pare era una vampira antica...Quante possibilità
ci sono che ci sia qualcosa su di lei da qualche parte?”.
“Se era
davvero una vampira antica ed è morta o ancora in vita ci
dovrebbero essere i fascicoli nella cattedrale” disse Astor
pensieroso.
“Cattedrale?”.
“La
cattedrale è una costruzione dove ogni vampiro è
registrato, almeno quelli che si conoscono e che sono di un certo
rango”.
“E allora
andiamo cosa aspettiamo dove si trova?!”.
Aoi era
euforica, ma presto tutta la sua euforia e le sue speranze svanirono
quando Astor la guardò con uno sguardo rassegnato.
“Cosa
succede?” chiese la ragazza.
“Non è
mica un posto dove si possono presentare tutti...E' estremamente
riservato e nemmeno io da vampiro elementare potrei entrarci, inoltre
la sicurezza è di ventiquattro ore su ventiquattro e le
guardie sono autorizzate a eliminare chiunque osi avvicinarsi senza
permesso...” rispose Astor evidentemente preoccupato.
“E
quindi? Come faccio io a scoprire qualcosa sulla mia famiglia?”.
“Credo
dovrai aspettare”.
“Non se
ne parla proprio! Ho aspettato abbastanza, se non verrai con me ci
andrò da sola. Entrerò senza farmi vedere”.
“Perché
devi farti ammazzare, così peggiori solo la situazione. Non
pensi che potrebbe esserci anche una trappola per te? Che forse
questo Kevin sta aspettando solo un tuo passo falso per eliminarti?”
disse preoccupato Astor che stringeva Aoi tra le sue braccia.
“Ho fatto
così tanti passi falsi che se avrebbe voluto eliminarmi lo
avrebbe già fatto. Lui vuole altro da me”.
“Ti prego
non lo fare...fallo per me” sussurrò con voce dolce e
seducente Astor all'orecchio di Aoi che ebbe un brivido sulla
schiena.
“Mi
dispiace ma adesso non posso più tirarmi indietro, dove si
trova questa cattedrale?”.
“Hai
presente la nostra scuola? In quel bosco da qualche parte c'è
la cattedrale, però attenta è nascosta dietro una
barriera che la rende invisibile perciò non è mai stata
trovata da chi non ne sa l'esistenza...”.
“Mi
accompagnerai o mi lascerai da sola?” chiese Aoi guardandolo
con occhi dolci.
“Come
potrei mai lasciarti da sola?”.
Il viso di
Astor si avvicinò lentamente a quello di Aoi, prima un bacio
sulle labbra poi la testa di Astor cadde sulla spalla di lei.
“Hai
sete?” chiese dolcemente lei accarezzandogli i capelli.
“Non bevo
da giorni ormai...”.
“Se vuoi
mordimi, amore mio...”.
A quelle parole
Astor ebbe come una vampata di calore e improvvisamente una
sensazione che non aveva mai provato prima gli esplose nel petto, con
uno scatto felino prese Aoi per la mano e in meno di cinque secondi
si ritrovarono nella camera di Astor.
“Ma cosa
succede?” cercò di dire Aoi ma non fece in tempo che lui
già la stava abbracciando con tutte le sue forze e cadendo
finirono sul letto.
Il volto di
Astor era diventato di una dolcezza assurda ed era leggermente
arrossito, era ancora più bello così.
“Ho detto
qualcosa che non dovevo dire?”.
“No
tranquilla, e che è la prima volta che provo questa sensazione
e non voglio che finisca. Solo tu me la riesci a far provare...”
bisbigliò Astor.
“Che
sensazione?”.
“Ssh non
parlare. Adesso non voglio più parlare...abbiamo già
discusso troppo non credi?”.
Negli occhi di
Astor si era acceso qualcosa che non si sarebbe spento per ora, il
desiderio. Desiderava con tutto se stesso Aoi e per lei la cosa era
uguale, ma oltre al desiderio c'era qualcosa in più che
rendeva quella voglia speciale, l'amore.
“Come
possono due persone amarsi? Anzi, come possono due vampiri amarsi. Mi
sembra così strano...Non ho mai conosciuto l'amore quando ero
umana e se lo avessi conosciuto ora? Provo per lui cose che non
avevo mai provato prima e non voglio smettere di sentire queste cose.
Lui lo considero parte di me”.
Il
brivido che Astor faceva salire ad Aoi era indescrivibile, una
scarica di piacere e amore puro, a ogni bacio che si davano le loro
anime sembravano avvicinarsi.
“Tu
hai mai...” ebbe un leggero momento di ansia Aoi a fare quella
domanda, però per lei era arrivato il momento.
“Se
c'è stata la prima volta per me?” chiese Astor
completando la frase al posto di lei.
“Si...”
sussurrò timorosa.
“Ti
dirò la più sincera verità...no” prese una
boccata d'aria e poi aggiunse “Penso che per te sia lo
stesso...”.
“Già...”.
“Allora
adesso ti chiedo...se ti senti pronta, vuoi essere la mia prima
volta?” bisbigliò Astor all'orecchio di Aoi con voce
seducente mentre lei arrossì di botto.
“Si..”
rispose Aoi con l'imbarazzo e la dolcezza dipinti sul suo volto.
In
quel momento più che mai le loro anime si avvicinarono,
provocando in loro un unione che nessuno sarebbe riuscito a spezzare
facilmente. In quel momento tutti i problemi svanirono, esistevano
solo loro due travolti da un vortice di amore e piacere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Capitolo XXIII ***
Rosso
Capitolo
XXIII
Descrivono i
vampiri come creature crudeli e senza sentimenti, ma è davvero
così?
L'abbraccio
avvolgente di Astor teneva stretto a sé Aoi che nel sonno si
lamentava.
“No...non
è gius...”.
“Aoi
tutto bene?” chiese dolcemente Astor smuovendo un po' il corpo
della ragazza.
Aoi era nel
sonno più profondo, un sonno che sembrava quasi realtà
per lei.
La ragazza
lanciò un urlo agghiacciante e subito dopo si alzò di
scatto mettendosi a sedere sul letto e cercando con lo sguardo e con
le mani Astor.
Lui era lì,
bellissimo come sempre che la guardava tra le lenzuola con uno
sguardo preoccupato.
“Astor...”
sussurrò Aoi incantata da quella bellezza.
“Tutto
bene?”.
“Si, era
solo un incubo...” disse lei abbassando lo sguardo sulle sue
mani che tremavano ancora.
“Sei
sicura che era solo un incubo? A me non è sembrato così”
disse lui avvicinandosi e baciandola dolcemente.
Un forte
profumo di rose pervase la mente di Aoi che si allontanò di
scatto, quel profumo non era di Astor, ma di Matt.
“Lo senti
anche tu questo profumo?”.
“Quale
profumo?”.
“Ah no,
niente. E' la mia fantasia...scusa”.
“Sei
sicura di stare bene? Non mi sembra...”.
“Si sto
bene, è solo che stanotte ho sognato la cattedrale. Era piena
di libri ed era così vecchia e c'era una strana figura nera
che mi fissava e non la smetteva, ero in imbarazzo. Poi quella figura
si è avvicinata a me e mi sono svegliata” raccontò
Aoi.
“E
subito dopo ho sentito quel forte odore di rose, lo stesso di Matt”.
“C'è
nient'altro? Sicura che era la cattedrale?”.
“Nient'altro...Ne
sono sicura, questo significa solo una cosa. Ho fatto un sogno
premonitore, devo andare lì” disse Aoi alzandosi e
recandosi verso lo specchio per guardare il suo riflesso.
“Sogni
premonitori? Tu non hai questo potere” ridacchiò Astor
che la scrutava con lo sguardo.
Per
un attimo Aoi vide il suo riflesso sparire e la voce di Astor
allontanarsi, sembrava come se stesse entrando nello specchio, ma
come era arrivata quella sensazione sparì.
“Eh,
in verità una persona mi ha dato il suo potere, questo dei
sogni. Ma non pensavo di usarlo già da subito...”
“Chi?”.
“La
ragazza che avete trasformato in vampiro la sera
dell'incendio...Esmeralda.”.
Il
ragazzo abbassò la testa e il silenzio piombò nella
stanza per qualche minuto poi Aoi si incamminò verso la porta
e silenziosamente uscì recandosi nell'atrio seguita da Astor.
“Senti”
disse Aoi fermandosi in mezzo al corridoio e abbassando la testa
mentre stringeva i pugni vicino la camicia che portava, poi aggiunse
“Mi accompagneresti alla cattedrale oggi stesso?”.
“Oggi?”
rispose stupefatto Astor.
“Perché
cosa c'è di male?”.
“Come
cosa c'è di male? Non sappiamo in che area del bosco si trova,
non sappiamo dove si trovano gli archivi dei vampiri antichi, non
sappiamo quante guardie ci sono a proteggere la cattedrale...non
sappiamo nulla”.
“E
come facciamo a sapere queste cose?”.
“Io
non lo so, non credo esistano cartine del posto. Stiamo andando alla
cieca insomma...”.
“Stanotte,
andiamo a cercare la cattedrale. Ma non ci entriamo solo a scoprire
dove si trova”.
“Va
bene, così ci sto”.
Il
tempo passò in fretta e presto si fece sera.
“Astor”
disse Aoi seduta sulle scale dell'atrio.
“E'
ora eh?” aggiunse lui che si sistemava la camicia di velluto
nero.
“Eh
si, che c'è hai paura?” chiese con una voce estremamente
seducente la ragazza che con un balzo felino si ritrovò
affianco al ragazzo che la prese in braccio.
“Magari
tu hai paura”.
“Che
vuoi che sia, solo una piccola gita”.
Aoi
corse verso la porta, i piccoli campanellini che portava attaccati
alla gonna risuonarono in tutto l'atrio.
“Dovrei
togliere questi campanelli, rovinano la gonna”.
Aoi
era vestita con un corpetto nero legato da nastri dietro la schiena,
una mini gonna nera a palloncino con una coda fino alle caviglie che
ondeggiava sul blu notte, calze nere fino a metà coscia e
degli stivaletti blu notte.
“Puoi
anche tenerli, ma ti fai trovare facilmente così”.
“Si
hai ragione, ma anche tu non puoi certo venire con dei pantaloni
bianchi...”.
Astor
si guardò e rise poi spostò lo sguardo verso Aoi e
disse “Mi scusi, mi metto subito quelli neri”.
Appena
Astor ebbe finito di cambiarsi corse subito vicino la porta dove lo
aspettava Aoi.
“Dai
andiamo”.
In
meno di un minuto si trovarono davanti la scuola che al buio e con i
cancelli chiusi sembrava abbandonata.
“Io
vado a destra e tu a sinistra del bosco?” chiese Aoi guardando
Astor che sembrava agitato.
“Non
sarebbe meglio restare insieme?”.
“Ma
così non riusciremmo mai a trovarla, perché cosa
avverti?” sussurrò preoccupata Aoi.
“Sento
la presenza di qualcuno, forse sono solo le guardie della cattedrale,
o forse no..”.
“Hai
detto che la cattedrale è avvolta da una barriera che la rende
invisibile no?”.
“Si,
ma cosa c'entra questo?”.
“Ho
un idea per trovarla subito, però non guardarmi che mi
vergogno...” balbettò Aoi che aveva abbassato lo sguardo
a terra e aveva cominciato a spostare la terra con il piede.
“Va
bene, mi giro”.
Aoi
si fermò improvvisamente e alzò leggermente le mani
chiudendo gli occhi. Si cominciarono a sentire delle urla assordanti,
Astor si girò verso Aoi e la vide a tre centimetri da terra
con gli occhi viola come l'ametista.
“Ancora
quel potere” sussurrò Astor che si tappò le
orecchie.
Sembrava
che le porte dell'inferno si erano aperte, da ogni centimetro di
terra spuntava una sagoma nera che sfrecciava a velocità
impressionante verso il cielo buio.
Un
botto. Un rumore assordante come un esplosione si sentì
all'improvviso, Aoi girò la testa verso Astor e con un sorriso
quasi disegnato gli sussurrò “Trovato. Andiamo”.
Astor
cominciò a seguire Aoi che era ancora sospesa in aria e
avanzava tra le sagome che continuavano a uscire da terra e, poco più
lontano si vedevano delle sagome sparire in un fascio di luce bianco
mentre un rumore tremendo le accompagnava.
“E'
li?” chiese il ragazzo ancora incredulo su quello che Aoi aveva
appena fatto.
“Si,
siamo arrivati” rispose Aoi sorridendo e tornando con i piedi
per terra e gli occhi verdi.
“Quando
hai imparato?”.
“Quando
la mia trasformazione in vampiro è stata completa” disse
lei sorridendo.
“Va
bene, adesso però che sappiamo dov'è possiamo tornare a
casa” sussurrò Astor che prese il polso della ragazza.
“Cosa?
E' ancora presto e poi dopo tutto quel rumore che ho fatto non posso
mica tirarmi indietro. Altro che campanelli, prima o poi saremmo
dovuti entrare”.
“Ma
avevi detto che...”.
Aoi
non gli fece finire la frase che si lanciò contro la barriera
e in un attimo sparì.
Un
enorme edificio era davanti a lei, quasi tre volte la sua scuola che
era già gigante di suo. La cattedrale era in stile gotico e
molto vecchia alle finestre aveva delle sbarre e delle guardie
corazzate con delle falci in mano stavano tutt'intorno all'edificio
controllando ogni singolo posto.
Astor
raggiunse Aoi e come lei rimase stupefatto da quell'edificio che gli
si presentava davanti.
“Abbassati!”
sussurrò Astor che spinse Aoi dietro una siepe prima che una
guardia l'illuminò il cespuglio con una torcia.
“Dobbiamo
entrare assolutamente!”.
“Lasciamo
stare è troppo pericoloso, è pieno di guardie qui.”.
“Astor...Guarda
lì, dietro quella guardia a destra, c'è una specie di
porta aperta e non è sigillata. Entriamo da lì!”.
“Ma
sei pazza e le guardie? Come le distraiamo?!”.
“Appicca
il fuoco dall'altra parte dell'edificio così quando correranno
per spegnerlo noi entreremo, muoviti dai!” bisbigliò Aoi
con fretta.
Astor
la guardò per qualche secondo poi abbassando la testa fece
come gli fu ordinato e scoppiò un incendio in pochi secondi.
Le
guardie, come sperato, corsero tutte vicino l'incendio per spegnerlo.
“Perfetto!
Adesso corri!” gridò Aoi che cominciò a correre
come una pazza verso quella piccola entrata, seguita a ruota da
Astor.
“Chiudi
la porta! Chiudila!” gridò esausta Aoi con il cuore in
gola.
“Siamo
dentro...tu sei pazza!” sbottò Astor che si era
accasciato a terra.
Aoi si girò
per ammirare la cattedrale dall'interno ma quello che vide le fece
gelare il sangue.
“Oddio...Astor...guarda”
bisbigliò Aoi sgranando gli occhi e ingoiando un grido.
“Ma
quello, quello...” Astor aveva un nodo alla gola e non riusciva
a parlare, poi facendo un respiro profondo si alzò e si
avvicinò ad Aoi e aggiunse “Quello è Matt..”.
Matt
era a pochi metri dai due ragazzi, legato e con una falce conficcata
nella schiena che gli trapassava la cassa toracica, era morto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Capitolo XXIV ***
Rosso
Capitolo
XXIV
Vedere una
persona che conosci sparire è come buttare una parte di te in
un pozzo senza fondo.
L'odore di
sangue che si avvertiva era così forte da provocare la sete
nelle bocche di Astor e Aoi, ma i due ragazzi erano troppo shockati
per pensarci in quel momento.
Ad Aoi erano
salite le lacrime agli occhi che piano scendevano rigandole il volto
diventato ancora più pallido, Astor invece guardava quel corpo
morto.
“Perché,
perché lui è qui” disse Aoi tra i singhiozzi che
non riusciva a calmare mentre distoglieva lo sguardo.
“Non ne
ho idea, magari è solo un imboscata, forse sanno che siamo
qui. Non credo Matt era a conoscenza di questo posto e non avrebbe
avuto nessun motivo di venire qui” cercò di risponde
Astor.
“Non
sentirò mai più il suo profumo di rose accarezzarmi, la
sua dolcezza che non sapeva mai dimostrare ma che aveva, l'ultima
volta che l'ho salutato non l'ho fatto come avrei dovuto...E' così
fragile da spezzare una persona?”
“Aoi
ti supplico non piangere così” disse Astor abbracciando
Aoi il più forte possibile.
“Non
saremo mai dovuti venire qui, è tutta colpa mia. E' sempre
colpa mia”.
“Non
sappiamo perché era qui, non è colpa tua. Meglio che
usciamo da questo posto...Non mi piace”.
Astor
lasciò un attimo Aoi dietro di sé per andare ad aprire
la porta da cui erano entrati.
“Non
si apre, come è possibile...” sussurrò il ragazzo
che cercava di forzare la porta.
“Come
no?! Non fare scherzi” gridò Aoi che stava per perdere
il controllo.
Delle
voci.
“Arriva
qualcuno! Presto dobbiamo nasconderci” bisbigliò Astor
prendendo Aoi e nascondendosi dietro una catasta di libri ammucchiati
in un angolo.
Una
ragazza entrò nella stanza e restò per un po' davanti
la porta con un lumino in mano. Era piuttosto bassa e aveva dei
lunghi capelli poi con un fil di voce disse “Benvenuti”.
Aoi
sgranò gli occhi e da quella voce riconobbe quella di Raluca,
la conferma gli arrivò quando Astor ebbe un attimo di
esitazione.
“Ma
cosa...Astor, cosa succede”.
“Non
ne ho la più pallida idea, cosa ci fa Raluca qui” disse
il ragazzo stringendo i denti e cercando di scorgere la figura sulla
porta, ma era sparita.
“Stavate
cercando me?”.
Una
voce inquietante arrivò da dietro le spalle dei due ragazzi,
Raluca era dietro di loro.
Aoi
lanciò un grido e indietreggiò facendo cadere la
catasta di libri, Astor era come pietrificato guardava in faccia
Raluca come se fosse un mostro mentre lei era ferma lì.
Una
mano si poggiò sulla spalla di Aoi, e quando la ragazza si
girò vide Matt che le stava sorridendo. Un altro urlo.
“Cosa
succede, oh mio dio. Mi sembra di stare in un film dell'orrore, Astor
aiutami!”.
La
ragazza si alzò da terra e andò verso la porta per
cercarla di aprire ma niente.
“Presto
vieni, usciamo da qui” gridò Astor che sembrava essersi
ripreso.
“Da
dove usciamo!?”.
“Dalla
porta da cui è entrata Raluca, è l'unica soluzione”.
Attraversarono
la porta da cui Raluca era entrata e video un corridoio con diverse
porte di legno socchiuse.
“Dobbiamo
trovare un uscita, separiamoci e se la trovi urla o fa qualcosa.
D'accordo?” disse Astor con fretta.
“Va
bene”.
Mentre
Aoi cercava un uscita intravide alla fine del corridoio una porta
diversa dalla altre, non era di legno, ma sembrava fatta di oro
massiccio ed era chiusa. Affianco alla porta c'era una scritta
“Archivio V.A”.
“Archivio
Vampiri Antichi potrebbe significare, potrei dare un occhiata”
bisbigliò tra sé e sé Aoi che poggio la mano
sulla maniglia della porta con tutta l'ansia di questo mondo addosso.
Entra.
Quella
vocina nella sua testa era tornata e le diceva di entrare e così
fece lei, ma la porta si apriva solo a metà.
Aoi
cercò di schiacciarsi e farsi piccola e dopo svariati
tentativi riuscì a entrare dalla piccola apertura, e rimase
pietrificata quando vide che quell'archivio era uguale a quello del
suo sogno.
Scaffali
di legno vecchi e polverosi dominavano la stanza, le poche finestre
che c'erano erano piene di polvere e ragnatele e la luce non riusciva
a filtrare, l'aria era pesante e viziata insomma un posto alquanto
tetro.
“Penso
sia quello giusto, ora non mi resta che trovare il fascicolo dedicato
a mia madre. Ma da dove comincio?!”.
Su
ogni scaffale c'era una piccola lettera incisa nel legno.
“A
quanto ne so mia madre dovrebbe chiamarsi Eris Michal, quindi inizio
dallo scaffale con la E”.
Una
folata di vento improvvisa fece chiudere la porta dietro Aoi creando
un gran rumore, quando la porta si chiuse delle torce attaccate al
muro si accesero illuminando così la stanza.
Aoi
cominciò a girare per la stanza alla ricerca dello scaffale,
fino a quando non lo trovò in un angolo vicino a quello della
M e della R.
Il
dito della ragazza cominciò a passare sui vari nomi messi in
fila, fino a quando non si bloccò. Era lì.
“Fascicolo
di Eris Michal, sei tu mamma?” sussurrò Aoi con
l'adrenalina che gli attraversava il corpo.
Prese
il fascicolo e si sedette sul pavimento polveroso con quasi le
lacrime agli occhi.
Accarezzò
delicatamente la copertina del fascicolo e poi la aprì piano
quasi come fosse un papiro antico riportato alla luce.
Nella
prima pagina c'era raffigurata una donna. Era alta e aveva lunghi
capelli rossi e occhi verdi, delle lentiggini le macchiavano un po'
la perfetta pelle bianca. Portava lo stesso vestito che portava Aoi
alla cerimonia e sembrava danzare in un groviglio di rose spinate,
era bellissima.
Sotto
quella raffigurazione c'era una dedica che recitava:
Alla più
bella e forte vampiressa che esista, con amore Kevin Detroiz.
“Ma
cosa significa?!” sussurrò Aoi tenendo tra le mani
tremanti il fascicolo.
Con
uno scatto improvviso Aoi cominciò a girare le pagine e con
sua sorpresa erano bianche e vuote.
“No!
Non è possibile, è uno scherzo!” gridò
buttando tutto a terra e mettendosi le mani nei capelli.
Ad
un tratto su una delle pagine bianche cominciò ad apparire una
scritta “Benvenuta Aoi”.
La
ragazza sentì il suo corpo gelare e pietrificarsi, sentiva
qualcuno o qualcosa che le stava alla spalle. Girò lentamente la
testa e lanciò un urlo agghiacciante.
“Sai
il sapore che ha la paura ora”.
“Matt.
Tu sei morto, non puoi essere qui. Chi sei...” balbettò
Aoi che era caduta a terra e cercava di allontanarsi.
Il
volto di Matt cominciò a deformarsi, un altra figura si
cominciava a intravedere. Era un ragazzo aveva i capelli neri con una
ciocca rossa, occhi azzurri che sembravano ghiaccio, labbra rosse e
denti lunghi e affilati.
“Piacere,
io sono Kevin” ridacchiò il ragazzo avvicinandosi ad
Aoi.
“Astor...Astor
dove sei?!”.
“Astor
non può sentirti, sapevo che saresti entrata qui. E' una
stanza speciale, questa stanza non si trova nella cattedrale ma nel
mio castello” sussurrò con voce suadente il ragazzo che
fece un leggero sorrisino compiaciuto.
“No,
non è vero io sono ancora nella cattedrale è solo un
sogno questo” disse Aoi cercando di non far notare la paura che
la stava divorando.
Kevin
si mise sopra Aoi e con una mano cominciò a premere sotto il
petto di lei.
“Non
mi sento bene, cosa stai facendo” bisbigliò con un tono
di voce stanco e fiacco la ragazza, che cominciava a vedere sfocato.
“Ti
dico una cosa, il punto su cui ti sto premendo è il punto col
quale puoi ammazzare un vampiro. Strano eh? Noi vampiri non siamo
diversi dagli essere umani, siamo solo un po' più superiori.
Questo non è un sogno” sussurrò all'orecchio di
Aoi il ragazzo che sembrava divertito e eccitato da quella
situazione.
Cominciò
a premere sempre più forte, Aoi era immobile con un nodo in
gola che non le permetteva di parlare.
“Fermati...fermati”.
Kevin
lasciò la presa e si avvicinò alla bocca di Aoi e
sussurrò “Sei uguale a tua madre e anche più
bella, voglio il tuo sangue”.
“No,
a costo di morire non te lo farò bere mai”.
“Potrei
farti ancora più male, non uccidendo te. Ma Astor”.
Le
torce si spensero in un attimo lasciandoli al buio e un forte senso
di paura e ansia cominciò a prendere possesso del corpo di
Aoi.
“Lasciati
andare a me, fatti cullare dal suono della mia voce, dimentica tutti
Astor, Matt, Raluca, Luc. Ora esistiamo solo noi due” disse
Kevin spostando i capelli di Aoi da un lato e avvicinandosi
lentamente.
“No
fermo. Non voglio, fermati”.
Aoi
era stremata, era come se tutte le sue forze fossero state
risucchiate, la vista era offuscata e la bocca asciutta.
“Sei
impotente difronte a me”.
Aveva
ragione, Aoi era impotente in quel momento. Kevin la morse,
stringendo la presa e tirandola a sé. Erano in quell'angolo da
soli al buio, questa volta nessuno l'avrebbe salvata.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Capitolo XXV ***
Rosso
Capitolo
XXV
Cosa significa
veramente provare il terrore, la paura e la disperazione?
Aoi aprì
gli occhi e si ritrovò in una stanza al buio, sdraiata su un
letto a baldacchino e con ancora i vestiti sporchi di sangue.
Si passò
una mano sul collo e notò che le ferite erano molto gonfie.
“Dove
sono?” sussurrò piano la ragazza ancora sdraiata.
“A casa
mia, ti piace?” rispose una voce dolce e melodiosa.
“Ke-Kevin?”
balbettò Aoi che non riusciva ancora a capire cos'era
successo.
“Esatto,
è eccitante quando pronunci il mio nome”.
“Dov'è
Astor?”.
“Astor...Beh
che dire, diciamo che la sua presenza mi infastidiva e per quanto mi
abbia aiutato a portarti da me non ho potuto fare a meno di
imprigionarlo chissà dove” disse ridacchiando Kevin
dirigendosi verso di lei.
“Aiutato?
Cosa intendi?!”.
Aoi cercò
di muoversi e di scendere dal letto per cercare di scappare, ma ben
presto si rese conto che alla caviglia aveva attaccata una catena.
“Cosa
significa tutto questo...” disse ancora Aoi guardando Kevin
davanti al letto.
“Significa
che sono sadico” rispose lui sedendosi.
“Fai pure
l'ironico?!”.
“Ssh, non
gridare o ti dovrò punire. Non sono ironico è la
verità, sai infondo c'è chi darebbe di tutto per stare
al tuo posto” sussurrò lui avvicinandosi all'orecchio di
lei.
“Guarda
cosa mi hai lasciato sul collo, per essere così gonfi e io
così stanca mi devi aver quasi prosciugato”.
“Si lo
ammetto, non sono riuscito a controllarmi. E che eri così
bella, eri come una droga”.
Kevin accarezzò
il volto di Aoi e piano si cominciò ad avvicinare alla bocca
ma prima che potesse fare qualcosa, Aoi lo fermò tirandogli
uno schiaffo.
“Non ti
azzardare” bisbigliò lei che aveva cambiato in pochi
secondi colore degli occhi.
“Pensi di
farmi paura? Potrei annientarti in meno di un minuto” disse lui
infastidito mentre si passava una mano sul viso.
“Fallo
allora. Uccidimi come stavi facendo prima”.
“Sei
troppo divertente aveva ragione Astor, ora capisco perché ha
perso la testa per te, e pensare che ti sono sempre stato vicino e
nessuno se ne è mai accorto”.
“Sempre
vicino..?” sussurrò Aoi sgranando gli occhi.
“In
realtà quello che voi credevate Matt, ero sempre stato io”
disse Kevin con tono quasi maligno mentre guardava Aoi incredula
muoversi per toglierselo da sopra.
“No, no!
Non è vero” gridò lei che cominciò a
tirare calci e pugni ma a vuoto.
“Invece è
così, hai baciato me quella notte ed hai dormito con me, non
hai mai sospettato di niente eppure dietro il vampiro dell'aria c'ero
sempre io”.
“Matt...Matt
era diverso da te! Stai mentendo non può essere vero! Lui è
un vampiro elementare tu non puoi avere il suo potere...lui...”.
Aoi non
riusciva più a parlare, gli occhi di Kevin la stavano
divorando poi lui si chinò su di lei e disse “Anche tu
hai quello di Astor, eppure non sei un vampiro elementare”.
La ragazza a
quelle parole sgranò gli occhi e prima che potesse dire
qualcosa, sentì una lama trafiggerle il petto. Le sembrava di
gridare dal dolore ma non era così, era muta. L'unica cosa che
faceva era guardare Kevin che impugnava la spada con cui la stava
trafiggendo.
“Cosa...”
bisbigliò Aoi.
Nella stanza
c'era un odore di sangue così forte da farle girare la testa,
ma non era solo il sangue di lei a sgorgare a fiumi, Aoi si accorse
che con la stessa spada si era tagliato anche Kevin e il loro sangue
si stava mescolando.
“Quando
ti sveglierai non sarai mai più la stessa” sussurrò
lui con i vestiti sporchi di sangue mentre tirava fuori la spada dal
petto di Aoi e la buttava a terra.
“Padrone”
due uomini vestiti in abiti eleganti fecero irruzione nella stanza e
si gettarono sul ragazzo accasciato a terra, poi Aoi perse i sensi
ricadendo nel buio.
“Aoi?”.
Una
voce angelica sembrava chiamare la ragazza.
“Chi
sei?”.
“Segui
la mia voce”.
“Ma
sto sognando, quindi sono ancora viva...Chi è che mi chiama,
dove sei?”.
“Vieni
da me”.
Aoi
cominciò a correre verso la voce fino a quando non incontrò
una donna seduta vicino a un lago che si pettinava i lunghi capelli
rossi.
“Tu
sei...Eris?”.
La
donna non rispose.
“Dimmi
chi sei ti prego, sei mia madre?”.
Nulla,
nessuna risposta. Aoi cominciò ad avanzare alcuni passetti
verso la donna ma prima che potesse vederla in faccia vide nel
riflesso del lago un volto insanguinato, non sembrava quasi umano a
quel punto la donna si girò e con un sorriso inquietante le
disse “Salvami”.
Gli
occhi della donna erano di un verde scuro, cerchiati di nero e molto
incavati, le labbra secche e screpolate, c'era sangue ovunque sui
vestiti, sul volto, sulle mani che cercavano di afferrare Aoi.
“Cosa
ti è successo...”.
La
donna non rispose e sparì in una leggera nebbia per lasciare
posto alla desolazione più totale.
“Non
riesco a capire cosa significa tutto questo” bisbigliò
Aoi che alzando gli occhi al cielo notò che fiocchi di neve
stavano cominciando a cadere.
Il
lago e il paesaggio cominciarono a sparire come la donna e Aoi si
ritrovò nella sua villa di montagna durante la sua festa di
compleanno.
“Aoi,
su vieni dentro, ti vogliono fare gli auguri, piccola compi sedici
anni devi festeggiare”.
“La
voce di papà, ma perché sono qui...”.
“Preferisco
di gran lunga qualcuno che si occupi di me, dei miei sentimenti non
voglio dei regali!”.
“Ma
questa sono io...Oddio tra poco qui brucerà tutto. Questa è
la sera in cui tutto è iniziato!”.
Aoi
vide il padre rientrare dalla finestra e cominciò a seguirlo
su per le scale finendo nell'ufficio, dove tre persone erano sedute
nelle poltroncine difronte alla scrivania.
“Eccomi
signori, scusate l'attesa”.
Aoi
avanzò nella stanza e cercò di vedere i volti delle tre
persone sedute ma inutilmente, erano oscurati.
Una
di loro si alzò, portava un lungo cappotto nero e sembrava
essere un uomo poi iniziò a parlare.
“Astor...?”
sussurrò Aoi incredula, ma nessuno la sentiva.
“E'
andata via?”.
“Si, è
appena scappata. Anche se non c'è, non è lei
l'obbiettivo quindi potete procedere però prima ovviamente
come pattuito dovete aspettare che io esca dall'edificio e scappi con
i miei soldi”.
“Cosa
dici papà?!”.
Un
altra persona si alzò, Matt.
“Voi
esseri umani fate davvero pena, sempre attaccati ai soldi. Bene prima
bruciamo questo posto e prima me ne potrò andare a casa”.
“Potevi
non venire Matt. Non fai altro che lamentarti”.
“Sto
vedendo quello che è veramente successo quella sera o è
solo una manipolazione da parte di qualcuno?”.
“Stammi
a sentire, mi stavo facendo i cavoli miei quando sei venuto da me e
mi hai detto che dovevamo bruciare una casa. Io non ne so niente di
questa storia”.
“Ma
di cosa diavolo parlano”.
Ad
un certo punto una nebbia come quella di prima cominciò a far
sparire le immagini.
“No!
Cos'è successo, cosa?!”.
Aoi
si risvegliò nella stessa stanza di prima, tutta sudata.
Questa volta indossava una camicia da notte rossa, il sangue era
sparito e anche Kevin.
“La
ferita...la ferita dov'è, non c'è più!”
sussurrò mentre si toccava il petto in cerca della ferita.
La
ragazza scese dal letto notando che la catena era sparita e si avviò
verso la porta, la aprì e un uomo in abiti eleganti la invitò
a seguirlo.
“Dove
stiamo andando?” chiese Aoi guardandosi attorno.
L'uomo
non rispose e continuò a camminare. Si fermarono davanti una
porta in legno di ciliegio rifinita e con un gesto delle mani l'uomo
in abiti eleganti invitò la ragazza ad entrare.
Aoi
fece come le fu detto ed entrò, si ritrovò in una
grande camera illuminata tutta da lampadari di cristallo che davano
alla stanza un atmosfera di pace e tranquillità.
Nella
stanza c'era Kevin vestito con una camicia bianca che faceva
intravedere il corpo perfettamente scolpito e dei pantaloni neri, era
di spalle vicino la finestra con un bicchiere di vino rosso in mano.
“Eccoti
finalmente, com'è stato il sogno?” sussurrò Kevin
con un tono dolce.
“Lo
sapevo che non poteva essere la verità, sei stato tu a farmelo
fare” rispose Aoi con tono calmo.
“Si,
te l'ho fatto fare io. Ormai sono legato a te e posso farti fare
quello che voglio, però quello non era un semplice sogno. Era
la realtà, tutto quello che hai visto è accaduto
veramente. Da tua madre a tuo padre”.
“Legato?”.
“Si,
di questo parleremo dopo. Ti ho chiamata qui per lui” disse
Kevin avvicinandosi a una poltroncina e girandola.
Sulla
poltroncina imbavagliato c'era il padre di Aoi, Andreas Neil.
“Tuo
padre dopo che era venuto a sapere dei miei piani, ovvero bruciare la
villa per eliminare qualsiasi problema che sarebbe potuto derivare da
te, mi ha promesso che nell'incendio ci saresti stata anche tu a
patto che io gli donassi la libertà e qualche spicciolo”.
“Papà...”.
“Questo
verme non è tuo padre, è solo uno sporco
approfittatore. Non vuoi vendicarti? Lasciati andare al dolce sapore
della rabbia e della vendetta” sussurrò con voce calda
Kevin.
“Hai
ragione, quest'uomo non è mio padre e non merita clemenza.
Merita solo la morte”.
Forse
la verità che Aoi cercava gli e la poteva dare solo Kevin,
solo lui poteva soddisfare ogni sua esigenza. Un barlume di speranza
misto a odio e rabbia si accese in quel momento nel cuore della
ragazza, Kevin aveva ragione era cambiata.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Capitolo XXVI ***
Rosso
Capitolo
XXVI
Il sangue per
il vampiro non è l'unica fonte di piacere, la paura che a
volte riescono a evocare nella loro preda è più dolce
del sangue stesso.
Aoi era in
piedi davanti al padre e con un gesto veloce della mano gli tolse il
bavaglio dalla bocca.
“Ti...ti
prego Aoi, non prendertela con me! Io non ne sapevo niente ti giuro,
non uccidermi...Io ti voglio bene lo sai” balbettò
Andreas cercando di allontanarsi.
“Non ne
sai niente? Vedi di essere più sincero” disse Aoi con un
tono freddo e tagliente.
“Io sono
sincero...Lo sono sempre stato con te no?! Ti ho dato sempre tutto,
non fidarti di questa persona nemmeno ti conosce! Io invece ti ho
cresciuta!”.
“Dimmi
cosa sai di me e della mia famiglia”.
“Io...io
ti trovai all'età di tre o quattro anni vicino a un lago. Non
potevo immaginare che eri la figlia di una vampiressa antica.”.
“E tu
come lo sai che ero la figlia di una vampiressa?” chiese Aoi.
“Me lo ha
detto lui...” rispose l'uomo indicando Kevin che sorrideva
mentre sorseggiava il vino.
“Quando?”.
“Quando
venni a sapere dell'incendio...Capiscimi pensavo eri una creatura
orribile...una succhia sangue” cercò di dire Andreas.
“Quindi
mi vendi come un mostro?”.
“No...cioè...”.
Una fiammata
partì dal pugno di Aoi per terminare vicino la poltroncina su
cui era seduto Andreas.
“No! Cosa
fai, non puoi bruciarmi vivo! Sono tuo padre” gridò
l'uomo cercando di alzarsi dalla sedia ma prima che potesse farlo
Kevin lo bloccò.
“Mi
dispiace amico, ma se lei decide di darti fuoco chi sono io per
fermarla?” sussurrò Kevin con un sorriso stampato in
volto.
“Spero
che la tua morte sia lenta e dolorosa. Sei fuggito già una
volta da un incendio la seconda volta non può andarti di nuovo
bene. Buona sauna, papino” disse Aoi con una punta di
cattiveria mentre si avviava verso la porta seguita a ruota da Kevin.
Andreas Neil
era lì, bloccato tra le fiamme che avevano creato un muro di
fuoco nella stanza.
“Sei
sicura di volerlo lasciare così?” bisbigliò Kevin
all'orecchio di Aoi.
“Si, anzi
per evitare che scappi metterò una barriera di fuoco anche
qui”.
Prima di uscire
definitivamente della stanza Aoi con i suoi grandi occhi bianchi
guardò per l'ultima volta il padre prima di gettare la stanza
nel fuoco più totale.
Una volta
sigillata la stanza la ragazza guardò Kevin e senza dire una
parola si avviò nel corridoio.
“Ti senti
in colpa?” chiese lui cercando di attirare l'attenzione di Aoi.
“Per
niente, se lo meritava” rispose lei continuando a camminare.
“Dove
vuoi andare si può sapere?”.
“Voglio
andare in un posto tranquillo in cui nessuno mi possa disturbare, un
posto dove mi possa riposare. Tutto quello che mi sta succedendo mi
stressa”.
“Puoi
restare benissimo qui, non ti disturberà nessuno”.
“Ora che
ci penso...tu mi devi spiegare un sacco di cose” disse Aoi
fermandosi e girandosi verso Kevin che stava sorridendo.
“Bene, se
ti devo spiegare tutte queste cose seguimi. Andremo in un posto in
cui nessuno ci potrà mai disturbare credimi...”.
Aoi girò
e cominciò a seguire Kevin per un lungo corridoio al buio fino
a quando non raggiunsero una porta color bronzo.
“Cosa c'è
qua dentro?” chiese Aoi cercando di intravedere la maniglia.
“Una cosa
che ti piacerà tanto” disse Kevin e subito dopo aprì
la porta.
Una folata di
vento freddo investì i due ragazzi poi il buio li inghiottì.
“Dove
siamo? Non vedo nulla!” sussurrò Aoi portando le mani
avanti per cercare di afferrare qualcosa.
Kevin si
avvicinò ad Aoi e dopo averle accarezzato la testa le sussurrò
“Usa il fuoco per farti luce”.
La ragazza fece
come gli fu detto e in pochi secondi l'intera stanza si illuminò
da una specie di dragone di fuoco.
“Cos'è
quella...” sussurrò Aoi.
Un monumento
tutto fatto di marmo bianco era al centro della stanza, sembrava
quasi una lapide.
Aoi si avvicinò
piano e toccò la fredda superficie del marmo fino a quando non
trovo delle lettere incise in esso e una foto.
“In
memoria di Regina Ervic.”.
La
ragazza fece luce sulla foto e notò che la donna nella foto
era sua madre.
“Ma
che presa in giro è questa? Lo credi divertente?” gridò
Aoi in lacrime.
“Non
è una presa in giro, tua madre non si chiamava Michal Eris. Si
chiamava Regina Ervic”.
“Nell'archivio
c'era pure il suo fascicolo!”.
“Si
messo lì da me per attirarti. Michal Eris è il nome
della moglie di Andres Neil, morta suicida dopo che un vampiro la
aggredì nel bosco” spiegò Kevin con le spalle
attaccate al muro.
“E
questa è la sua tomba, cioè di mia madre?”.
“Si,
dopo che fu ferita sotto i miei occhi cercai di salvarla portandola
qui. Purtroppo era troppo grave e poche ore dopo morì,
successivamente le feci fare una lapide degna di un vampiro antico e
la allestì in questa camera.”.
“Quindi
tu sai tutta la verità! Ti prego dimmela” supplicò
Aoi buttandosi nelle braccia di Kevin.
“Cosa
sei disposta a dare per la verità?”.
“Disposta
a dare...?” sussurrò Aoi guardando nei grandi occhi
azzurri il ragazzo.
“Se
ti dico la verità farei una buona azione, ma non ci
guadagnerei nulla.” sussurrò con voce seducente.
“Sporco
approfittatore!”.
Aoi tirò uno schiaffo a Kevin e poi si recò
verso la lapide, ma fu bloccata dal ragazzo che la fece cadere a
terra.
“Non
so se amare o odiare la tua aggressività. Nessuno ha mai osato
tirarmi uno schiaffo e tu sei già al secondo”.
“Lasciami
andare!”.
Delle mani oscure uscirono dal suolo e cominciarono ad
afferrare Kevin buttandolo a terra più volte.
“E'
inutile usare questo potere su di me, dimentichi che lo possiedo
anche io”.
Aoi approfittò del momento per correre via dalla
stanza e cercare l'uscita di quel castello.
“E'
inutile scappare, questo castello nemmeno io lo conosco bene. E'
troppo grande e l'uscita è solo una ed è nascosta bene.
Inoltre il teletrasporto non funziona. Sei mia adesso.”.
Kevin era davanti ad Aoi e la guardava sorridendo mentre
si avvicinava a passetti.
“Troverò
un modo per uscire” sussurrò la ragazza stringendo i
pugni.
“Cos'è
questa sensazione Aoi? Perché la stai provando proprio ora?”.
“Cosa...ch-che
sensazione”.
“Questa
bellissima sensazione di piacere e adrenalina, ricordi? Io sono
legato a te.”.
“Cosa
intendi con legato?”.
“Quando
ti ho trafitto con quella spada in oro il nostro sangue si è
unito, il che ci ha legati” disse dolcemente il ragazzo mentre
tirava a sé la ragazza.
“Ma
cosa dici...Questo allora può avvenire anche con un morso”.
“Ho
usato la spada per unire il nostro sangue, è come un
matrimonio. Tu mi appartieni come io appartengo a te”.
“Io
appartengo solo ad Astor” sussurrò con tono freddo Aoi.
“Scordati
Astor, lui non esiste più”.
“Invece
ci troverà e poi saranno guai per te”.
“Si
e poi da principe azzurro qual'è ti porterà in salvo e
vivrete felici e contenti. Mi dispiace ma non sarà così.”
disse sghignazzando Kevin mentre accarezzava i morbidi capelli di
Aoi.
“Non
toccarmi!”.
“Eppure
non mi rifiutavi quando ero sotto l'aspetto di Matt, che succede ti
manca?”.
“Sei
spregevole e senza sentimenti”.
“E'
forse questo che ti attira di me? In fondo sei uguale a tua madre
sai...All'inizio anche lei mi diceva le stesse cose che mi stai
dicendo tu, ma poi si lasciò andare completamente a me”
sussurrò Kevin all'orecchio della ragazza.
“Non
parlare di lei, non ne hai il diritto. Tu non sai niente!”
gridò Aoi con le lacrime agli occhi.
“Io
ero l'amante di tua madre, Aoi.” bisbigliò il ragazzo
facendo cadere Aoi nel silenzio più totale.
“Amante...?”
ripeté shockata la ragazza.
“Si,
devi sapere che tua madre non era una santa. Anche lei aveva i suoi
segreti e lati oscuri”.
“Quindi
potrei essere anche tua figlia, non ti vergogni?” disse con
voce tremolante la ragazza.
“Tu
sei la figlia del mezzo sangue, Davide” disse secco Kevin
allontanandosi.
Aoi
era rimasta ferma a fissare il vuoto mentre ripensava al Davide che
lei conosceva.
“Davide...?
Vuoi dire proprio il Davide che io ho ucciso?” disse in stato
di trance Aoi.
“Già,
lui era tuo padre. Ora giustamente ti chiederai “era
un mezzo sangue come ha potuto riprodursi con mia madre?”,
ho deciso di spiegarti un po' come stanno le cose. Tua madre si era
fermata all'età di diciott'anni come d'altronde ogni vampiro,
a quel tempo Davide aveva solo 17 anni e incontrò tua madre.
Cominciarono a conoscersi e diventarono sempre più intimi fino
a quando tua madre non lo morse, dopo averlo morso ebbe dei rapporti
con lui e rimase incinta di Luc e te. Nella settimana in cui avviene
la trasformazione in vampiro Davide diciamo che non ha retto e non ha
completato la trasformazione, sparì dalla circolazione e si
presumette che era morto” raccontò Kevin schiacciandosi
al muro.
“Davide
era mio padre?” balbettò Aoi accasciandosi a terra.
“Non
solo, è stato pure colui che ha ucciso tua madre”.
Aoi
alzò lo sguardo verso Kevin incredula su quello che aveva
appena detto, il suo volto era troppo serio per una bugia. Quella
sembrava essere la proprio la verità.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Capitolo XXVII ***
Rosso
Capitolo
XXVII
La verità
a volte deve rimanere un segreto.
Il pavimento
freddo su cui giaceva Aoi era il suo unico sostegno, Kevin le stava
dicendo la verità? Come poteva essere Davide suo padre?
“Volevi
sapere la verità e io te la sto dando” sussurrò
Kevin appoggiandosi a una colonna di marmo mentre fissava Aoi negli
occhi.
“Sono
confusa...” bisbigliò Aoi con un fil di voce tremolante.
“Dopo che
Davide sparì tua madre, Regina, cominciò ad allevare te
e Luc. Un giorno però mentre vi trovavate sulla sponda di un
lago a giocare, Davide sbucò dal nulla e aggredì tua
madre, dietro gli alberi a guardare quella scena c'ero anche io.
Purtroppo non potetti fare nulla per salvarla, Davide oltre ad averle
trapassato il petto le portò via tutto il sangue...d'altronde
era un mezzo sangue e non riusciva a controllarsi”.
“Io...io
ho visto tutto?” balbettò Aoi.
“Si, non
ricordi nulla eri piccola. Davide stava per aggredire pure te ma a
salvarti c'era un Hanta accorso dopo aver sentito il forte odore di
sangue” spiegò Kevin.
“Hanta?”
ripeté Aoi.
“Si,
diciamo che è un guardiano vampiro che ha il compito di
proteggere i vampiri antichi o di nobili origini. Comunque Davide
scappò e l'Hanta lo inseguì, tu sconvolta ti
avvicinasti a tua madre e lei con le ultime forze ti disse qualcosa
a quel punto uscì dal mio nascondiglio e presi tua madre per
portala qui nel mio castello”.
Un
flashback passò nella mente di Aoi il sogno che aveva fatto,
era sua madre, il ricordo di quel giorno perso.
“E
io?”.
“Tu
eri rimasta al lago, dove poi Andreas Neil ti avrebbe trovato e
adottato”.
Aoi
si mise le mani sulla faccia accovacciandosi in un angolo, finalmente
sapeva la verità, ma quella verità era troppo
sconvolgente e forte per lei non era ancora pronta.
“Cos'è
che ti sconvolge? Infondo hai ucciso con le tue stesse mani Davide,
hai vendicato tua madre dovresti esserne felice” disse Kevin
avvicinandosi alla ragazza.
“Fai
un altro passo e giuro che ti uccido” sussurrò Aoi.
“Eri
tu a volerla sapere la verità, sei stata tu ad aver insistito
e ora? Ora sei sconvolta perché non eri preparata a sentirti
dire questo” rispose infastidito il ragazzo che aveva mosso
alcuni passi verso la ragazza.
“Ho
ucciso mio padre, che all'inizio ho incontrato per caso e mi voleva
proteggere da Astor, e alla fine è stato Astor a proteggere me
da lui...”.
“Nulla
accade per caso Aoi, il destino per quanto tu ci creda o no è
già scritto. Solo noi all'ultimo momento possiamo cambiarlo
con le nostre scelte. Siamo come gli attori di un film seguiamo un
semplice copione”.
“Astor...dov'è?
Voglio vederlo” sussurrò Aoi.
“Mi
dispiace, non lo vedrai mai più”.
“Fammelo
vedere!” gridò Aoi.
“Facciamo
un patto. Ti farò rivedere Astor solo se ucciderai Teck e Rein
e prenderai i loro poteri” disse Kevin con un ghigno in faccia.
“Teck
e Rein?” ripeté Aoi sgranando gli occhi e alzando la
testa poi aggiunse “Ma sono i vampiri elementari dell'acqua e
della terra...”.
“Esatto”.
“Perché
li vuoi morti?!”.
“Stanno
creando troppi problemi, mi stanno ostacolando. Dopo che ho fatto
sparire Matt dalla circolazione e aver preso il suo posto, Teck e
Rein sospettano su di me e se dovessero scoprire che in realtà
Matt è morto si scatenerebbe una guerra di proporzioni
giganti. I vampiri elementari sono alcuni tra i più potenti,
la loro scomparsa provocherebbe la perdita dei quattro elementi. Però
questo non accadrà perché se prendi i loro poteri sarà
come se i quattro vampiri elementari siano in un unico corpo anche se
in realtà solo morti...Io possiedo solo quello di Matt e
quello di Astor che ho preso da te, invece se tu farai quello che ti
ho appena detto avrai tutti e quattro i poteri”.
“Che
senso ha? Non puoi farlo da solo?! Mi renderesti solo più
forte così”.
“Ovviamente
dopo mi prenderò i poteri da te, purtroppo io non posso stare
troppo fuori dal castello altrimenti verrei localizzato da alcuni
Hanta che mi vogliono morto”.
“Perché...”.
“Tanto
per iniziare sono stato accusato dell'omicidio di tua madre, poi ho
realmente ucciso un vampiro antico oltre ad aver fatto una strage di
vampiri nobili e non. I loro Hanta ancora mi cercano”
sghignazzò Kevin.
“Che
mostro...” sussurrò Aoi.
“Allora
ucciderai Teck e Rein oppure lascerai Astor a marcire?”.
La
risposta era quasi ovvia per Aoi.
“Va
bene li ucciderò...”.
“Benissimo,
preparati allora. Sto per spedirti da loro due”.
“Cosa?!
Ora?” gridò Aoi alzandosi da terra.
“E
che ti aspettavi che ti avrei aspettato a vita?” disse Kevin
prima di aprire una specie di buco nero che cominciò a
risucchiare Aoi.
La
ragazza cercò di reggersi a qualcosa ma fu tutto inutile pochi
secondi dopo fu risucchiata da quella cosa.
Il
buio avvolgeva il corpo di Aoi che era in caduta libera in quel pozzo
senza fondo, una luce chiarissima alla fine sul fondo cominciò
ad avvicinarsi sempre di più fino a quando il contatto con il
terreno non fece riaprire gli occhi della ragazza.
Era
sdraiata su un prato freddo e pungente alzò gli occhi al cielo
e vide che il sole era al crepuscolo colorando il cielo di un rosso
intenso, si guardò attorno e sentì una forte puzza di
bruciato. Si alzò e dopo aver constatato che stesse bene
cominciò ad andare dove la puzza era più forte, delle
risatine e delle parole si sentivano in lontananza sembravano un
ragazzo e una ragazza. Aoi si nascose dietro un albero e comincio a
muoversi furtivamente per non farsi sentire.
“Dove
mi ha mandata Kevin...Quell'uomo è pazzo” pensò
la ragazza mentre notava che i due ragazzi che ridevano e parlavano
non erano altro che Teck e Rein intorno a un fuoco scoppiettante.
Aoi
sentì un ansia mista a terrore addosso mentre cercava di
capire come avrebbe fatto da sola a sconfiggere due vampiri
elementari, anche se lei aveva fuoco e aria non sarebbe mai riuscita
a farcela.
Per
un breve momento Teck e Rein smisero di parlare accorgendosi della
presenza di qualcuno ma subito ignorarono la cosa. Aoi ripassò
a mente tutti i poteri che sapeva usare e che conosceva e si fece
coraggio.
Uscì
da dietro l'albero e si avvicinò silenziosamente a i due
ragazzi che si girarono con un espressione stupita in volto.
“Hey,
sei la ragazzina a cui abbiamo fatto il rito di iniziazione...cosa ci
fa qui?” chiese Teck guardando la figura tremolante di Aoi.
La
ragazza non rispose e alzò leggermente la mano da cui fece
comparire una leggera fiamma, Teck allarmato si alzò e invoco
dell'acqua.
“Perdonatemi,
ma se non lo faccio...Astor morirà” bisbigliò Aoi
con le lacrime che le rigavano il volto, uno scatto felino e si
ritrovo a lanciare fiammate di fuoco contro i due ragazzi che in
parte le schivavano e in parte usavano i loro poteri.
“L'acqua
sconfigge il fuoco ragazzina” disse Teck socchiudendo gli occhi
in due flessure violacee.
Rein
che fino a quel momento era restata in silenzio cominciò a
lanciare contro Aoi blocchi di terra, nonostante la ragazza li
schivava uno le colpì la spalla talmente forte da farla cadere
a terra dove delle mani stavano uscendo per bloccare il corpo di Aoi.
“Chi
ti ha mandato? Non avresti nessun motivo di attaccarci così”
sussurrò Rein che troneggiava davanti Aoi.
Aoi
non rispose e invocò il potere dell'oscurità misto a un
altro che non aveva mai visto prima, delle spade dorate che si
abbattevano su i due ragazzi.
“Deve
essere un potere che aveva Kevin e che mi deve aver passato”
pensò
la ragazza guardando quello spettacolo.
Prese
una delle tante spade che erano cadute e tagliò i blocchi di
terra come se fossero burro poi si rialzò in piedi.
Appena
fu in piedi Aoi sentì una punta affilata contro la schiena e
girandosi vide Teck che brandiva l'arma nonostante la sua mano stesso
come bruciando al contatto con la spada.
“Stai
ferma o ti infilzo” sussurrò il ragazzo mettendo la
punta esattamente un po' sotto il petto.
“Il
potere divino è sprecato su di te, potresti essere tanto forte
eppure non li sai controllare bene i tuoi poteri...chi è che
ti manda?” chiese ancora Rein.
“Non
posso dirvelo...o Astor morirà...”.
“Prima
Matt che sparisce e ora Astor che rischia di morire? Cosa succede
ragazzina?” bisbigliò Teck affondando un po' di più
la spada e sentendo il suo gemito per l'ustione sulla mano.
“Teck
lascia quella spada, ti stai bruciando!” consigliò Rein
che vedeva l'amico chiaramente in difficoltà.
“No,
prima deve parlare”.
Affondò
ancora di più la spada e sulla camicia rossa che portava Aoi
una macchia più scura si stava diffondendo, la ragazza
sussultò ma non disse nulla.
“Allora?
Vuoi morire?” la incalzò Teck.
“Uccidimi
pure se vuoi, forse faresti una buona azione” disse in tono
freddo e distaccato Aoi.
Un
sibilo veloce accarezzò l'orecchio di Aoi e poi qualcosa
affondo nella carne di Teck facendogli cadere di mano la spada. Una
figura cominciò a correre verso i tre ragazzi e appena il
fuoco scoppiettante illuminò il volto della misteriosa persona
Aoi sentì crescere dentro di sé una sensazione che non
sapeva spiegare, ma non le importava in quel momento, Luc l'aveva
appena salvata.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Capitolo XXVIII ***
Rosso
Capitolo
XXVIII
Si
dice che i gemelli siano legati da un filo trasparente, forse è
davvero così.
Luc
si teneva la spalla stretta al busto come se l'avessero colpito e
ridacchiava leggermente, Aoi intanto era scappata dietro il fratello
al sicuro da Teck e Rein.
“E
tu chi sei?!” gridò Rein correndo affianco a Teck che si
era accasciato a terra.
“Il
gemello di Aoi, e se pensate che ve la farò uccidere senza
nemmeno aver provato a difenderla vi sbagliate” rispose Luc
lasciandosi andare la spalla e avanzando di qualche passo.
“Uno
dei gemelli divini? Vuoi dire che lei...” sussurrò Teck
incredulo.
“Cosa
volete voi da noi?” chiese Rein mettendosi davanti al corpo del
suo compagno.
Luc
restò in silenzio e si voltò verso Aoi che era immobile
davanti al fuoco e lo guardava con grande attenzione.
“Ci
dev'essere un modo per sconfiggerli...Acqua e terra, fuoco e aria.
L'acqua posso contrastarla con il fuoco ma la terra...con cosa si
contrasta la terra?!” pensò
Aoi mentre i suoi occhi color smeraldo sembravano quasi arancioni.
“Aoi...?”
bisbigliò Luc che si era avvicinato alla ragazza e la stava
prendendo per mano “Cosa succede?” aggiunse guardandola
negli occhi.
“Qual'è
il tuo potere da vampiro?” sussurrò Aoi.
“Padroneggiare
i minerali” rispose secco Luc.
“I
minerali...? Quindi tu puoi” Aoi non finì la frase che
vide sul volto del ragazzo formarsi un leggero sorriso.
La
ragazza ebbe un momento di esitazione, prendendo quella spada dorata
prima Teck si era bruciato, perché lei no?
Come
se Luc le avesse letto nella testa si girò verso di lei e le
fece un altro sorriso prima che le sue labbra si schiusero
pronunciando parole che alla ragazza non erano troppo chiare.
“Mi
stai dicendo che per uccidere un vampiro elementare non c'è
bisogno dell'argento, ma dell'oro?” sussurrò Aoi
ripetendo le parole di Luc.
“Si,
l'argento funziona solo sui vampiri non elementari. Questo spiega
perché Teck si è bruciato con la spada d'oro e tu no”.
“Ma...ATTENTO!”
gridò Aoi spostando il fratello di lato.
Rein
si era mossa con uno scatto e stava invocando altri blocchi di terra.
“Riesci
ancora a invocare quelle spade?! Però devi farle uscire dal
suolo e accerchiare quei due” disse Luc prima di fare un salto
felino per evitare Rein.
“Io
non so se riesco, cioè posso provarci ma...”.
“Fallo
e basta!” gridò Luc evidentemente in difficoltà,
per quanto lui schivasse Rein, lei era troppo veloce.
Aoi
cercò di raccogliere tutta la sua concentrazione e il suo
coraggio per trovare il modo di invocare ancora quelle spade.
“Devo
farcela, devo visualizzare il potere nella mia mente...ECCOLO!”.
Un
luccichio leggero cominciò a sollevarsi piano dal terreno,
delle spade stavano uscendo da esso circondando Rein e Teck.
“Perfetto
ora lascia fare a me” disse Luc e poi anche lui cominciò
a concentrarsi.
Prima
che Teck e Rein potessero fare qualcosa per scappare, le spade
cominciarono a riempirsi di una sostanza giallastra. Oro.
“Fermatevi!”
gridò Teck che era bloccato a terra con gli occhi spalancati.
Aoi
si avvicinò rapidamente a Rein e dopo essere entrata nel
cerchio di spade la vide a terra senza forza, si avvicinò
piano e la morse delicatamente.
“No...”
sussurrò con un fil di voce la vampiressa mentre la vista le
si appannava.
Un
flebile grido si sollevò dall'altro cerchio di spade in cui
era bloccato Teck.
“Adesso
prenderò il potere dell'acqua e tutto questo avrà fine”
bisbigliò Aoi.
Entrò
nel cerchio di Teck e pochi secondi dopo ne uscì.
“Cosa
succede?” chiese Luc guardandola sconvolto.
Aoi
si girò verso i corpi dei due vampiri ormai morti e fece un
cenno col capo.
“Dobbiamo
andare via, ti spiegherò tutto quando saremo al sicuro”
disse la ragazza prendendo Luc per mano e cominciando a camminare.
“Al
sicuro da cosa?”.
“Da
me.” una voce dolce e melodiosa quanto aggressiva e arrabbiata
aveva raggiunto le orecchie di Aoi.
La
ragazza fece un balzo e cadde a terra guardando Kevin che era faccia
a faccia con Luc.
“Kevin...?”
chiese Luc incredulo.
“Ma
che piacere vederti. Cosa ci fai tu qui? Non credo tu sia stato
invitato”.
“Scappa
Luc!” gridò la ragazza ma nessuno sembrò
sentirla.
“Nemmeno
tu sei stato invitato” rispose freddo e tagliente il ragazzo.
“Si
conoscono?” si
chiese Aoi guardando quella scena.
“Già,
ma io sono legato ad Aoi quindi è mio diritto starle vicino”
sussurrò dolcemente Kevin mentre usciva un pugnale da sotto la
camicia e lo puntava sullo stomaco di Luc.
Il
ragazzo aggrottò la fronte alla parola Legato ma
non disse nulla, si limitò ad allontanarsi e ad afferrare una
delle spade d'oro con cui erano morti Teck e Rein.
La punta della spada d'oro cominciò a illuminarsi
di un grigio intenso e poi Aoi capì, aveva ricoperto la punta
di argento.
“Se
vuoi combattere prego, non aspetto altro” disse divertito Kevin
che si leccò un labbro.
Una rincorsa e si ritrovarono a incrociare la spada e il
pugnale sotto le loro teste all'altezza del petto, Kevin si era
avvicinato pericolosamente al punto di non ritorno dei vampiri mentre
Luc si era parato all'ultimo momento.
“Non
credevo sapessi maneggiare una spada” disse nervosamente Kevin
mentre cercava di colpire Luc.
“Ci
sono tante cose che non sai di me” disse con un tono di
assoluta tranquillità Luc.
La spada di Luc fece uno scatto veloce e andò a
colpire di striscio il braccio di Kevin provocandogli un taglio molto
profondo a causa dell'argento.
Un urlo di dolore, ma non era di Kevin ma bensì
di Aoi che si teneva il braccio destro sanguinante.
“Ma
cosa significa?” disse Luc distraendosi e permettendo a Kevin
di colpirlo a tradimento sulla gamba destra.
Un altro urlo. Questa volta Aoi guardava la sua gamba,
rivoli di sangue che la percorrevano e finivano a terra formando una
macchia rosso scuro.
“Cosa
diavolo succede?!” gridò Aoi che continuava a guardarsi
la gamba.
“Non
ci posso credere, sei legata sia a me che a Luc” disse stupito
Kevin che lasciò andare il pugnale e cominciò a vedere
sul suo jeans una macchia di sangue.
“In
che senso?” chiese Luc voltandosi verso il ragazzo.
“Lei
è legata a me perché ho unito il nostro sangue con una
spada d'oro, ma dev'essere legata anche a te per via del fatto che
siete gemelli. In poche parole, se ti uccido non solo muori tu, ma
anche lei e se muore lei anche io...La mia strategia per non farmela
rivoltare contro si è rivelata lo stesso un arma a doppio
taglio” disse nervosamente Kevin calpestando il terreno.
“Ecco
perché ti reggevi la spalla quando sei arrivato, quando Rein
mi ha colpito lo ha fatto alla spalla e avendo fatto del male a me lo
ha fatto pure a te...come si legano due persone...?” disse Aoi
tenendosi la gamba.
“Se
sono gemelli, se il sangue di due individui viene mischiato
attraverso una spada d'oro oppure se entrambi gli individui si
scambiano le loro anime, ovvero si fanno una promessa d'amore”
spiegò Kevin che alzò un sopracciglio.
“Oh...no...sono
legata anche ad Astor” sussurrò Aoi.
“COSA?!”
gridò Kevin avvicinandosi di scatto alla ragazza e prendendole
le spalle provocando una fitta lancinante a tutti.
“Io
e Astor ci siamo donati l'uno all'altra...ci siamo fatti una promessa
d'amore in pratica” sussurrò Aoi scostando la testa.
“Sai
che significa questo?!” gridò furente Kevin.
“Cosa”.
“Che
stiamo per morire tutti, ho dato l'ordine che Astor venga
giustiziato!”.
Le bocche dei due ragazzi si schiusero e i loro occhi
per poco non uscirono dalle orbite, Aoi sentiva la rabbia crescerle
dentro come un onda.
“Cosa
hai fatto tu?!” gridò fuori di sé la ragazza.
“Devo
correre subito a fermarli”.
Prima di sparire completamente Kevin afferrò il
braccio di Aoi riportandola nel suo castello in quella stanza dove si
erano legati.
“Resta
qui, io devo andare” sussurrò il ragazzo che uscì
di stanza in gran carriera.
Aoi si sentiva morire dentro, una sensazione mai provata
prima come se un macigno le stesse schiacciando il petto impedendole
di respirare, la paura che aumentava ad ogni secondo. Non poteva
restare lì senza fare niente. Uscì dalla stanza di
corsa e cominciò a cercare qualche porta o uscita, il castello
era deserto o forse era troppo grande per incontrare qualcuno.
Un fitta lancinante la fece piegare a terra con gli
occhi sbarrati, mise una mano sopra la pancia e vide una rosa di
sangue formarsi lentamente, si alzò la camicia scoprendosi la
pancia. Un taglio profondo e netto che le bruciava come un fuoco.
“Oddio...no!
Chi è stato ferito?!” gridò Aoi cominciando ad
avere la vista offuscata dalle lacrime.
Dei passi cominciarono a risuonare nella testa della
ragazza, si girò e vide dei uomini correre in fila tutti
vestiti di nero con le facce preoccupate.
Uno le si fermò affianco e le appoggiò una
mano sulla schiena.
“Cosa
succede” sussurrò Aoi guardando gli occhi scuri
dell'uomo.
“Il
nostro padrone Kevin ha salvato dalla morte un vampiro Astor Toru, ma
entrambi sono feriti gravemente e non possono usare il teletrasporto
inoltre Hanta, vampiri antichi e nobili li stanno inseguendo dobbiamo
intervenire per evitare incresciosi incidenti” disse prima di
sparire nel nulla.
“Astor...la
sua dolce figura...se non avessi insistito per andare alla Cattedrale
ora staremmo ancora nel suo letto a coccolarci mentre il mondo
continua a girare inconsapevole della nostra esistenza” le
lacrime ormai le avevano offuscato la vista e con l'ultimo filo di
voce, prima di scoppiare in un pianto doloroso disse soltanto “Astor
ti amo.”.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Capitolo XXIX ***
Rosso
Capitolo
XXIX
Da cosa si
capisce di amare veramente una persona? Dal modo in cui la si guarda?
Dal modo in cui la si ascolta? Non si sa veramente, lo capisci e
basta. Questo è l'unico mistero davvero eterno per gli esseri
umani.
Aoi aprì
le palpebre e la forte luce che penetrava nella stanza la stordì,
si mise a sedere e qualcosa di freddo le si rovesciò addosso
sulle gambe. Acqua.
Doveva essere
svenuta per qualche ora pensò.
Si mise a
sedere e notò con piacere che tutte le ferite erano sparite,
ma sopratutto che era ancora viva il che significava che Astor e
Kevin erano ancora vivi, un profondo senso di sollievo misto a
terrore sbocciò dentro di lei.
Chi l'aveva
portata in quella stanza? E ora dove si trovava Astor?
Dal buio uscì
una figura femminile esile e dai capelli lunghi e mossi che le
rivolse uno sguardo disgustato.
“Bene,
allora non eri morta” disse la ragazza mettendosi le mani
dietro la testa.
“Raluca?
Cosa ci fai tu qui?” chiese con un tono abbastanza sorpreso Aoi
che la guardava come se fosse un alieno.
“Io sono
l'amante di Kevin. E' normale che sia qui.” la sua voce era
tagliente.
“Ma...ma
tu dovevi sposarti con Astor, dicevi di amarlo” sussurrò
Aoi con una confusione non indifferente nella testa.
“Si
certo, per poi consegnare il suo potere a Kevin. Ne aveva bisogno ma
vedo che gli e lo hai portato tu...” Raluca si fermò un
momento a guardare Aoi e quasi non le saltò addosso per
ucciderla, poi aggiunse “Ti avviso Aoi, rubami anche Kevin e
giuro che ti uccido con le mie mani”.
Aoi pensò
a quando Raluca era nella cattedrale e a quanto fosse inquietante
quando li aveva sorpresi, doveva essere in combutta con Kevin da
tanto, un brivido la percosse.
“Non mi
interessa minimamente Kevin, è lui che è interessato a
me. O meglio ha paura di me visto che mi ha legata a lui per non far
in modo che io lo uccida, ma evidentemente ha fatto male i conti. Ora
mi interessa solo di Astor...dove si trova?”.
Raluca restò
immobile ma sul suo volto si dipinse un espressione di disgusto misto
a odio e rabbia poi senza guardare in faccia Aoi le disse “Nella
stanza accanto”.
Uscendo di
corsa dalla stanza Aoi si accorse che il silenzio che prima regnava
adesso era ancora più pesante.
Si avvicinò
alla porta accanto alla sua e lentamente abbassò la maniglia
scivolando dentro la stanza come un serpente. Le finestre erano
chiuse e solo un lumino proiettava una flebile luce su un letto
uguale a quello suo, su cui era sdraiato Astor, un senso di sollievo
la pervase e non potette fare a meno di buttarsi accanto al letto e
prendere la mano fredda di lui.
“Astor...Mi
senti?” sussurrò dolcemente Aoi togliendogli dei ciuffi
di capelli dalla faccia.
Astor mosse le
ciglia e aprì i suoi bellissimi occhi neri e li puntò
su Aoi come se fosse un angelo sceso dal cielo.
“Aoi...cosa
ci fai tu qui?” il suo tono di voce era flebile e ne si poteva
capire la stanchezza, ma allo stesso tempo era dolce.
“Kevin mi
ha portato qui, dopo che eravamo entrati nella cattedrale sono
entrata in una stanza...pensavo di trovare il fascicolo su mia madre
e invece sono capitata nella sua trappola. Mi aveva detto che ti
avrebbe fatto uccidere se non avessi ucciso Teck e Rein...”.
Aoi era quasi
sul punto di piangere ma la mano di Astor si strinse intorno alla sua
e lentamente si mise a sedere.
“Io non
ricordo quasi nulla, ricordo solo che avevo trovato l'uscita e poi
qualcosa mi ha colpito alla nuca. Raluca mi aveva tramortito con una
specie di mazza e quando mi risvegliai ero in una specie di cella”
sussurrò Astor reggendosi con la mano che gli rimaneva libera
la testa.
Aoi raccontò
il più velocemente possibile tutto quello che era accaduto con
Kevin osservando l'espressione inorridita di Astor, quando ebbe
finito il ragazzo aveva un espressione al limite dell'incredulità
e del disgusto.
“Perfetto,
quindi Raluca è l'amante di Kevin, lui era l'amante di tua
madre e tuo padre è Davide?! In più io, te, Luc e
quella specie di vampiro siamo legati?! Teck, Rein e Matt sono morti
e l'unico vampiro elementare sono io...perlomeno adesso tu sai tutta
la verità su tua madre e la tua vita” il tono di Astor
era amareggiato.
“Sono
successe così tante cose in così poco tempo...”
sussurrò la ragazza abbassando lo sguardo a terra.
“Troppo
poco tempo. Aoi, senti dobbiamo fuggire e inoltre dobbiamo tagliare
tutti i legami. Sia con Kevin che con Luc. Ormai questa situazione
sta diventando troppo pericolosa ci siamo spinti troppo in là”.
“Come si
può spezzare un legame?” chiese Aoi sedendosi affianco a
Astor che la guardava dolcemente.
“E' una
cosa quasi impossibile da fare, l'unica possibilità che esiste
e quella di radunare in un unico vampiro i tre poteri divini. Questo
vampiro alla fine potrà spezzare tutti i legami ma non solo,
sarebbe così forte da poter eliminare chiunque. Perciò
è impossibile, avere tutti e tre i poteri divini non è
così semplice, sono così potenti che potrebbero far
impazzire il vampiro che li possiede portandolo a cose mai viste”
spiegò il ragazzo.
“Ma non
possiamo nemmeno restare in questo stato!” esclamò Aoi.
“C'è
di più, quando Kevin mi ha salvato dalla morte e io ero mezzo
svenuto l'ho sentito parlare e diceva che avrebbe radunato tutti e
tre i poteri divini e li avrebbe poi usati non solo per spezzare
tutti i legami, ma anche per uccidere tutti coloro che lo avevano
rinnegato”.
“Ma lui
non può uscire dal castello, me lo ha detto lui. Gli Hanta lo
troverebbero e lui a quel punto dovrebbe combattere o...” Aoi
si fermò per un momento e guardò Astor sconvolta, poi
aggiunse “Lui vuole usare me, vero?”.
Astor rimase in
silenzio a guardarla.
“Ma
certo! Userà questa storia dei legami per sfruttarmi e farmi
raccogliere tutti i poteri divini ma a quel punto me li prenderà
e poi per non avere rivali mi ucciderà. Se pensa questo si
sbaglia di grosso!” gridò Aoi furibonda.
“Tecnicamente
non può ucciderti fino a quando non avrà fatto il
rituale per spezzare il legame. Fino a quel momento siamo al sicuro,
ma c'è solo un piccolo problema.” disse Astor
guardandosi le mani.
“Scappare
di qui?” chiese Aoi piegandosi in avanti per scorgere il viso
di Astor.
“Esatto.”.
In quel momento
Kevin entrò nella stanza e sembrò non essere sorpreso
quando vide Aoi e Astor insieme.
“Ma che
bella coppia, mi viene quasi da piangere” disse con tono
divertito Kevin.
“Tu
brutto bastardo...” Aoi si stava per lanciare su Kevin, ma
prima che potesse farlo Astor l'aveva bloccata.
“Cosa
intendi fare adesso? La Corte ti starà cercando, come starà
cercando me” disse in tono tranquillo Astor che aveva aumentato
la presa sulla mano di Aoi.
“Semplice
ho intenzione di restare nascosto e fare in modo che voi due mi
portiate i gemelli divini. O meglio solo Mix e Rebel. Gli altri sono
completamente inutili per i miei scopi. E per quanto riguarda la
Corte, sono patetici, non saranno così ingenui da cercarmi per
sempre” il suo tono era completamente rilassato e tranquillo.
“La
Corte? Cos'è?” chiese Aoi guardando Astor, ma la
risposta gli arrivò da Kevin.
“E'
semplicemente un gruppo di vampiri antichi che amministrano la
società dei nobili e che mi danno la caccia da quando tua
madre è morta. Una cosa da niente insomma”.
“Vampiri
capaci di trapassarti da parte a parte in un unico gesto”
puntualizzò Astor.
Aoi rabbrividì
e guardò Kevin che se ne stava tranquillamente appoggiato alla
porta come se Astor non avesse parlato.
“Ritornando
a noi, voglio che tu Aoi mi porti Mix e Rebel senza fare storie”.
“E perché
mai dovrei fare una cosa così stupida per te?!” sbottò
Aoi.
“Perché
altrimenti Astor finirà sotto tre metri di terra”.
“Se lo
uccidi, morirò anche io e con me anche tu morirai.”
disse la ragazza con la voce che le tremava.
“Non mi
importa tanto, vuoi essere davvero la causa per cui tre vampiri
perderanno la vita? Tra cui Astor?” la voce di Kevin era
tagliente.
“Non lo
faresti mai...”.
Kevin fece
uscire da dietro la camicia un pugnale e con velocità
sovrumana lo avvicinò alla gola di Astor facendogli un leggero
taglio.
Aoi si portò
di scatto le mani alla gola e fece un singhiozzo strozzato.
“Dici
ancora che non ne sono capace?” chiese Kevin, nonostante del
sangue gli colava sulla camicia bianca immacolata.
“Va bene,
ti porterò Mix e Rebel ma fermati” sussurrò Aoi.
Kevin fece un
leggero sorriso e disse “Così va meglio” e poi
sparì dietro la porta.
“Perché
hai accettato?! Non mi avrebbe mai fatto morire, ha rischiato grosso
per far in modo che non venissi giustiziato e adesso?!” Astor
era una maschera di rabbia.
“Lo
avrebbe fatto...credimi” sussurrò la ragazza
stringendosi le mani al petto.
“No! A
che servirà questo? A farci avere un giorno in più?!
Tanto quando avrà i tre poteri non solo spezzerà i
legami ma ci ucciderà tutti!”.
“Non
necessariamente...ho un piano”.
“Quello
di far ammazzare l'intera comunità dei vampiri?!” gridò
Astor.
In quel momento
entrò Raluca con una grossa spada d'argento in mano con un
elsa che sembrava d'oro, forse era per quello che non si stava
bruciando, avanzò lentamente e si mise difronte ai due
ragazzi. Alzò lentamente la spada che sembrava pesare
tonnellate e la puntò dritta sotto il cuore di Aoi, con uno
sguardo assassino.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** Capitolo XXX ***
Rosso
Capitolo
XXX
La morte è
davvero così facile da trovare? O è lei che viene a
cercare noi?
Il viso di
Raluca non aveva espressione, era immobile come Aoi.
“Ra-Raluca
cosa vuoi fare?” chiese balbettando la ragazza ancora ferma
sotto la minaccia della spada.
Astor si alzò
con uno scatto felino e mettendosi dietro Raluca le prese la spada di
mano e la gettò a terra.
“Suvvia,
so che ti piacciono questi giochetti, ma non mi sembra il caso di
farli ora” sussurrò il ragazzo guardando la spada che
luccicava per terra alla luce del lumino.
Raluca sembrò
soffocare una risata crudele poi guardando Aoi disse “Kevin mi
ha detto che dovrò starti dietro per monitorare il tuo
operato”.
“Tu?”
chiese meravigliata Aoi.
“Si, non
vuole che tu prenda gli altri due poteri divini. Non ha tutti i torti
no? Chi ci dice che quando porterai qui quei due vampiri non berrai
prima il loro sangue? E' un rischio troppo grosso da correre”.
“Peccato
che Kevin non abbia pensato al fatto che Aoi potrebbe trapassarti da
parte a parte, non è così debole come pensi, Kishi”
sussurrò Astor con incredibile sensualità mista a
crudeltà.
“Non
nominare il mio cognome! Non sei degno di pronunciarlo” gridò
Raluca improvvisamente furiosa.
“Io non
sono degno di pronunciarlo? Ma sentitela, colei che tradisce la sua
stessa famiglia per essere l'amante di un rinnegato. Cos'è? Ti
piaceva il tipo duro e fuorilegge?” disse Astor improvvisamente
di una cattiveria in viso unica.
“Parli
proprio tu di tradimento? Appena Aoi è apparsa nella tua vita
hai tradito tutti!”.
“Io non
ho tradito nessuno, Kishi” bisbigliò Astor con un tono
freddo e tagliente.
Raluca fece una
smorfia di disappunto ma non ribatté, si limitò a
stringere i pugni e guardare Aoi.
“Domani,
andremo a prendere Mix e Rebel. Fatti trovare pronta la sera quando
il sole sta per tramontare.” detto questo Raluca uscì
dalla stanza sbattendo la porta.
“Astor...”
sussurrò Aoi cercando di incrociare lo sguardo con quello del
ragazzo.
“Non ora
Aoi...scusa. Non avresti dovuto assistere a questa scenata”.
“Tranquillo.
Non è successo niente. Adesso vieni qui, devi riposarti e poi
è da tanto che non ti vedo...vorrei stare un po' con te”
sussurrò Aoi.
Astor si lasciò
cadere sul letto e si mise una mano sulla fronte guardando il
soffitto, il viso di Aoi era sfocato, una macchia rossa con due buchi
verdi.
“Mi sei
mancata tanto...” disse Astor con un tono dolce e melodioso.
“Anche
tu, non c'era momento in cui non ti pensavo...Quando ho saputo che
stavi per morire non potevo crederci”.
“Il mio
ultimo pensiero in quel momento eri tu sai?” Astor alzò
le braccia e tirò a sé Aoi facendola cadere su di lui.
“Cosa
stai facendo?”.
“Se
questa deve essere l'ultima notte che passeremo insieme da soli,
voglio almeno addormentarmi sapendo di averti al sicuro tra le mie
braccia” bisbigliò Astor, accarezzando i capelli di Aoi
completamente arruffati.
“Va bene,
dormirò qui con te. Kevin non ci separerà, te lo
prometto”.
“Sono
così stanco”.
La mano che
Astor stava muovendo sui capelli della ragazza improvvisamente si
fermò e cadde a peso morto sul lenzuolo, gli occhi del ragazzo
si chiusero dolcemente mentre la stanchezza prese possesso del suo
corpo.
Si è
addormentato, poverino...Te lo prometto, noi due resteremo insieme e
Kevin non potrà mai dividerci.
Poco
dopo anche Aoi cadde nel dolce abbraccio del sonno.
Urla
ovunque, in ogni singola strada, angolo o edificio. Aoi era in piedi
sopra un tetto dalle cupole rossicce e un fumo nero le appannava la
vista.
Due
figure davanti a lei stavano in equilibrio su un cornicione ed erano
forse le uniche cose che non producevano alcun rumore.
Una
di esse si muoveva con eleganza mai vista, mentre l'altra faticava a
muoversi.
“Allora
ancora ti arrendi? Certo che sei determinato lo devo ammettere”.
“La
voce di Kevin?” disse Aoi tra sé e sé.
“Beh
sai com'è...non ti permetterò di ferirla due volte”.
“Luc...”.
Aoi
guardò dietro la figura che doveva essere quella di Luc e notò
altre due persone sulle cupole, una era sdraiata mentre l'altra era
china sul corpo con una luce azzurra che gli esplodeva dalle mani.
Si
avvicinò lentamente e con un terrore crescente si accorse che
il ragazzo sdraiato a terra era Astor con un grosso squarcio sulla
gola, l'altra figura invece era lei e stava piangendo.
Ad
un certo punto un liquido rossastro cominciò a colare verso
Aoi che perse l'equilibrio e cadde giù dal tetto, atterrò
sui piedi e quando girò lo sguardo per capire dove si trovasse
un urlo terrificante le si bloccò in gola.
Case
che andavano a fuoco, corpi senza vita gettati a terra come sacchi di
spazzatura, tra i corpi ne riconobbe uno in particolare. Quello di
Raluca era rannicchiato in un angolino, i lunghi capelli riversi sul
volto con le punte macchiate di sangue mentre i canini affilati erano
ancora ben visibili dalla bocca ancora aperta.
Aoi
dovette combattere per mandare giù un conato di vomito e si
allontanò in fretta da quella scena terrificante, quando alzò
la testa notò una porta luminosa di un azzurro intenso e senza
pensarci su ci si buttò dentro.
Le
braccia di Astor la avvolgevano e quando Aoi aprì gli occhi
capì che, era tutto un sogno.
Era un sogno
premonitore? E' forse entrato in azione il potere di Esmeralda?
Oppure era solo una mia paura? Era un sogno terrificante...
Aoi
non fece in tempo a dare una risposta ai suoi pensieri che Astor
l'aveva già tirata a sé e le stava baciando dolcemente
le labbra.
“Ti...ti
ho per caso svegliato?” balbettò Aoi guardando i grandi
occhi neri di Astor.
“No,
tranquilla...ho avuto solo un incubo” un leggero sorriso stanco
dipinse le labbra del ragazzo.
“Oh...e
che hai sognato?” chiese nervosamente Aoi giocherellando con la
mano.
“Ho
sognato che ti perdevo per sempre, cioè mentre io morivo
lentamente tu mi guardavi e piangevi chiamando il mio nome. E' una
cosa che vorrei non accadesse mai”.
Aoi
ebbe un brivido e le immagini che aveva visto in sogno le tornarono
in mente come un flash, lui che moriva tra le sue braccia.
“Tranquillo
non succederà” sussurrò piano Aoi.
“Ma
quanto abbiamo dormito?”.
“Non
ne ho idea, penso sia mezzogiorno”.
“Beh
non esattamente, sono le cinque del pomeriggio...abbiamo dormito
quasi un giorno” disse divertito Astor mentre guardava vicino
al lumino degli abiti ripiegati.
“Le
cinque?! Il sole tramonta alle sette e mezza! Devo cominciare a fare
qualcosa, a prepararmi...cosa devo fare?”.
“Tranquilla,
quando stavamo dormendo qualcuno dev'essere entrato e ci ha lasciato
degli abiti e...dei pugnali d'argento” disse dopo aver preso
dal comodino degli abiti neri.
“Dovremmo
indossare queste cose?”.
“Beh
sicuramente sono meglio di una camicia da notte o di dei vestiti
strappati” disse lui sorridendo e alludendo ai loro vestiti.
Quando
finirono di prepararsi erano ormai le sette. Aoi aveva indossato una
gonna nera con una coda che le arrivava fino alle caviglie, un
corpetto attillato con sulla schiena due buchi in cui infilare i
pugnali. Astor invece portava un semplice pantalone nero con una
maglietta aderente anche questa dello stesso colore del pantalone.
“Almeno
sapevano i nostri gusti” disse sarcasticamente Astor mentre
avvolgeva Aoi in un dolce abbraccio e le sfiorava con le labbra la
pelle nuda delle spalle.
Un
bussare insistente alla porta però li fermò e li fece
girare verso la figura di Raluca che ormai era a metà stanza e
guardava i due ragazzi con aria disgustata.
“Bene,
siete pronti. Cominciamo ad avviarci, prima di andare Kevin ci vuole
parlare. Seguitemi”.
Poco
dopo si ritrovarono in una specie di biblioteca e seduto in uno delle
poltroncine a leggere c'era Kevin con un aria assonnata.
“Bene,
siete qui. Aoi avvicinati” disse Kevin come se Raluca e Astor
non fossero lì.
Dopo
che Aoi si fu avvicinata, Kevin le avvicinò le labbra
all'orecchio e le sussurrò qualcosa mentre la ragazza cercava
di ritrarsi.
“Bene,
ho detto tutto quello che dovevo dire. Ora potete andare, un portale
che vi porterà davanti l'abitazione dei gemelli divini è
stato già aperto, scendete la scala e lo troverete”
detto questo Kevin tornò al libro.
Il
silenzio regnava e nessuno dei presenti sembrava voler dire parola,
scesero le scale e raggiunsero il portale. Era uguale alla specie di
buco nero che l'aveva inghiottita portandola da Teck e Rein, seguendo
Raluca ci si buttò dentro nonostante una vocina dentro di lei
gli ordinava di non farlo.
Sbatté
violentemente le ginocchia sull'asfalto e per un momento Aoi pensò
di essersi rotta qualcosa, ma quando si mise in piedi vide solo i
gemelli divini messi in fila che li guardavano con aria minacciosa.
“Però,
devo dire che è una delle migliori accoglienze mai ricevute”
disse Astor con tono sarcastico mentre lentamente posò la mano
sull'elsa d'oro del pugnale.
“Sono
tutti vostri” la voce di Raluca era ormai lontana e l'unica
cosa che Aoi riusciva a sentire era una vocina che le diceva “E'
finita.”.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** Capitolo XXXI ***
Rosso
Capitolo
XXXI
Che senso ha
combattere, per cosa si combatte? Infondo nemmeno chi lotta lo sa.
Aoi riusciva a
intravedere alla luce dei lampioni sparsi per il cortile, i riflessi
violetti dei capelli blu di Cami e Rebel, gli occhi ardenti di Mix e
Lucia e infine l'aria addolorata di Luc.
“Non ti
salutano?” chiese sarcasticamente Astor.
Astor aveva già
sfoderato le armi e le teneva in mano lungo i fianchi, mentre il suo
sguardo era ancora fisso sui gemelli.
Luc si mosse
leggermente in avanti provocando un guizzo sulla guancia di Aoi, che
poggiò i palmi delle mani sull'elsa dei pugnali che aveva
sulla schiena.
“Aoi, non
pensavo avresti rischiato la tua vita e quella degli altri per il
potere” disse in tono tagliente Luc che si era messo a metà
tra loro e i gemelli.
“Io non
rischio niente per il potere” ringhiò Aoi, mettendosi in
posizione di difesa.
“Eppure
sei qui. Sei venuta a prendere Mix e Rebel, ma non te lo permetterò.
Anche se sei mia sorella, la mia amata
sorella non posso permetterlo”.
“Lei
non è la tua amata sorella.”
sibilò Astor
avvicinandosi a Luc.
In
una frazione di secondo i gemelli si ritrovarono affianco a Luc,
mentre tendevano delle armi simili a spade contro Astor.
“Non
ci provate!” gridò Aoi mettendosi tra Astor e le spade
provocandosi qualche ferita.
“Non
toccate la ragazza” disse Lucia indietreggiando e mettendo una
mano sulla spalla di Luc, poi aggiunse “Se la feriamo anche Luc
si ferirà”.
Astor
soffocò una risata e puntò un pugnale sotto la gola di
Mix, facendo aderire la lama al mento, bruciandolo.
Mix
si mosse istintivamente e colpì Astor al braccio mentre il
ragazzo si allontanava imprecando.
“Astor,
finiscila” sussurrò Aoi reggendosi il braccio
indolenzito e sanguinante.
“Tu,
sei legata anche a lui” bisbigliò Rebel, lasciando
cadere la spada che aveva in mano.
“E'
un arma a doppio taglio, se uccidiamo lui è come uccidere
Luc...” disse piano Lucia mettendosi in ginocchio.
“Noi
non vogliamo combattere, non vogliamo nemmeno consegnare il potere
nelle mani di Kevin. Ma purtroppo se non vi porteremo da lui, ci
ucciderà tutti, compreso Luc” spiegò Aoi
avvicinandosi al fratello che la guardava ostile.
“Io
verrò di mia spontanea volontà” disse
improvvisamente Rebel, scatenando la furia di Cami e Mix.
“Sei
impazzita?! Vuoi farci uccidere tutti? Cosa pensi di risolvere?!”
gridò Cami afferrandola per le spalle.
“Ho
le mie buone motivazioni” rispose la ragazza.
“Scusate,
potete lasciarmi un attimo da solo con Aoi?” chiese Luc.
Tutti
i presenti restarono in silenzio per un po', poi senza dire una
parola si allontanarono mentre Astor guardava i due ragazzi
preoccupato.
“C'è
una cosa che ti devo dire...” cominciò Luc avvicinandosi
ancora di più ad Aoi.
“Sono
qui, dimmi” sussurrò la ragazza riponendo le armi.
“Prima
del vostro arrivo, sapevamo cosa avevate in mente di fare grazie al
potere di Mix. All'inizio volevamo combattere, ma poi abbiamo ideato
una strategia” la voce di Luc era ferma e decisa e continuando
a parlare spiegò il loro piano ad Aoi, alla fine le porse una
collanina in acciaio che intrappolava una pietra rosso vivo al
centro.
“Cos'è?”
chiese incuriosita Aoi prendendola in mano.
“Ti
sarà utile, credimi. Al momento opportuno ti dirò
cos'è, per ora non c'è bisogno che tu lo sappia”.
Luc
poggiò una mano sulla spalla della ragazza e debolmente le
sorrise poi, guardando al di là di Aoi fece cenno ai ragazzi
di avvicinarsi.
Quando
furono di nuovo tutti riuniti Astor imprecò qualcosa e si mise
affianco ad Aoi, prendendole la mano.
“C'è
Raluca, fate finta di combattere un po'. Solo per non farle avere
sospetti su di noi” disse Luc, uscendo da dietro la schiena una
spada e cominciando ad attaccare Astor.
Il
ragazzo si spostò agilmente ed evitò la spada, prese i
pugnali e poi contrattaccò, intanto Aoi stava respingendo
Lucia che le si era avvinghiata addosso mentre Rebel, Mix e Cami li
accerchiavano.
“Non
sono sicuro che tu stia fingendo” disse ansimando Astor,
fendendo l'aria con colpi andati a vuoto.
Aoi
cadde a terra, ai piedi di Rebel, e una strana nuvola nera cominciò
ad avvolgerla.
“Non
penso proprio che stiano fingendo!” gridò Aoi cercando
di scappare da quella nube.
Intanto
Raluca guardava la scena appollaiata su un albero, con un sorrisino
appena accennato.
“Aoi!”
gridò Astor cercando di raggiungerla, ma prima che si potesse
avvicinare a lei, Luc gli bloccò la strada.
“Con
calma, di lei mi prendo cura io” bisbigliò Luc, con un
tono di voce freddo.
Dalla
terra cominciarono ad uscire delle radici infuocate, che bloccarono
ogni persona presente, eccetto Aoi e Astor.
“Che
diavolo di potere sta usando” disse con voce strozzata Mix.
“Terra
e fuoco” sussurrò Astor leggermente sorpreso.
“Astor!
Prendiamo Mix e Rebel e portiamoli via...” gridò Aoi
alzandosi da terra e inciampando in una radice.
Raluca
con un balzo scese dall'albero e atterrò vicino i due ragazzi
e aprì un portale, un buco nero che risucchio solamente loro
tre, Mix e Rebel.
Quando
si ritrovarono dall'altra parte del portale, Kevin era ancora seduto
sulla sedia a leggere in quella specie di biblioteca.
“Bene,
me li avete portati...Ottimo lavoro” sussurrò Kevin
alzandosi e mettendosi davanti i ragazzi stesi a terra.
Delle
catene argentate uscirono dal suolo e bloccarono i polsi e le
caviglie di tutti, con grande sorpresa di Raluca.
“Kevin,
cosa fai?! Liberami!” gridò Raluca cercando di togliersi
le catene.
“Scusami,
ma ormai non mi servi più. Sei inutile mia cara, ora mi
interessano solo Mix, Rebel e Aoi” disse il ragazzo
inginocchiandosi davanti Rebel e sfiorandole con un dito i capelli
blu.
La
ragazza si ritrasse e per poco non gli sputò in faccia.
“Non
siete molto collaborativi, a quanto vedo” ringhiò Kevin,
spostandosi su Aoi.
“Va
all'inferno” sibilò Aoi, distogliendo lo sguardo da
Kevin.
“Tu
verrai con me però” sussurrò lui afferrandola e
girandole il volto, avvicinandolo al suo.
“Kevin,
ma tu mi avevi detto...avevi detto di amarmi...” sussurrò
incredula Raluca, mentre guardava la scena con le lacrime agli occhi.
“Ho
mentito, comunque devo solo scegliere a chi bere prima il sangue.
Cosa ne dici Aoi, se ti lascio per ultima? Voglio assaporare il tuo
sapore ancora una volta, più intensamente e più
lentamente” sussurrò con voce seducente Kevin, alitando
sul collo di Aoi.
Astor
ebbe un esplosione di rabbia e per poco le catene non si ruppero
sotto la sua forza, un ondata di furia omicida lo pervase dalla testa
ai piedi.
“Non
permetterti di parlarle così, verme” bisbigliò
Astor cercando di avvicinarsi alla ragazza.
“Altrimenti?
Mio caro Astor, ti ucciderò appena il rituale per spezzare il
legame sarà completato”.
Kevin
si spostò velocemente su Mix, lo afferrò per i capelli
e gli tirò la testa all'indietro con incontrollata violenza,
poi prima di morderlo fermò il suo sguardo in quello di Aoi,
che guardava la scena inorridita.
“MIX!”
gridò Rebel con le lacrime agli occhi, stava cercando di
liberarsi dalle catene per aiutare il suo compagno che aveva la testa
buttata all'indietro e gli occhi rivoltati, mostrando il bianco.
“Fermati!”
gridò Aoi immobile, era scandalizzata, mai aveva visto tanta
crudeltà in una persona.
“Non
guardare, girati” sussurrò Astor cercando di coprire la
visuale ad Aoi.
“Mai,
non posso farlo! E' colpa mia! E' solo colpa mia!”.
“Non
servirà a niente guardare! Solo a farti stare peggio!”.
Kevin
lasciò cadere il corpo di Mix a terra con un tonfo e si pulì
la bocca con il dorso della mano, i canini prolungati e affilati come
aghi gli percorrevano le labbra socchiuse. Aoi ebbe un improvviso
conato di vomito quando Kevin si avvicinò a Rebel, ignorando
il corpo senza vita di fianco a lui.
La
ragazza scalciava e piangeva, provocando acuti da far male.
“Non
farlo! Lasciala, lasciala!” supplicò Aoi al limite della
disperazione.
“Il
loro sangue è amaro, non vedo l'ora di bere il tuo, molto più
dolce” sussurrò Kevin ad Aoi prima di avventarsi su
Rebel.
“Prova
solo a sfiorarla e giuro che ti uccido con le mie mani!”
ringhiò Astor.
Ormai
le urla e i pianti di Rebel non si sentivano più, era riversa
a terra con gli occhi che mostravano in bianco e la bocca spalancata
in un urlo muto.
Con
noncuranza Kevin si alzò e si diresse al centro della
biblioteca dove c'era disegnato un cerchio con dentro un rombo.
“Maledetto,
la pagherai!” gridò piangendo disperatamente Aoi che non
riusciva più a controllare i suoi singhiozzi.
Kevin
sembrò non sentirla e si sedette al centro del cerchio, in
mezzo al rombo e cominciò a recitare delle parole in lingua
sconosciuta.
“Sta
iniziando il rito” sussurrò Astor.
“Tra
poco, ci ucciderà tutti” disse Raluca con la testa
abbassata e lo sguardo perso nel vuoto.
Un
fascio di luce nera uscì dal rombo e un altro fascio di luce
rossa dal cerchio unendosi sulla testa del ragazzo, un folata di
vento caldo attraverso l'intera stanza. Aoi lanciò un urlo di
dolore, era come se qualcosa le stesse strappando il cuore dal petto,
l'unica cosa che la faceva resistere era la mano di Astor che si era
intrecciata alla sua e la stringeva con forza.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1427040
|