Pocket Monsters: Misty's Challenge.

di Blzbp91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Nota dell'autrice - Idea nata da una mia vecchia one-shot, che ho voluto sviluppare in una long. Anche qui ho inserito Emy, personaggio da me inventato e già presente nella mia vecchia ff "Kyoto Master League" (attualmente incompleta, ma spero di portarla a termine, un giorno). Spero vi piaccia. Buona lettura! ^^

Erano trascorsi tanti anni da quando Misty aveva intrapreso quel viaggio per diventare la migliore allenatrice di pokémon d’acqua di tutti i tempi: all’epoca altro non era che una decenne piena di sogni e di speranze, continuamente spettinata e in conflitto con se stessa; trascorreva le sue giornate a pescare, a sbucciarsi le ginocchia e a stringere i denti. Misty credeva davvero tanto in quello che faceva, nonostante fosse, all’apparenza, una bambina come tante altre.

Amava la solitudine, non gradiva la compagnia. Nessuno riusciva a comprenderla, tutti erano troppo diversi, troppo distanti da lei. I suoi migliori amici erano i suoi pokémon. Nemmeno le sue sorelle maggiori erano riuscite a instaurare un buon rapporto con lei, anzi: ogni occasione era buona per mortificarla, sminuirla, denigrarla. 

Misty era sempre stata in secondo piano: mangiava da sola, giocava con bambole di seconda mano e, nelle occasioni più importanti, indossava kimono usati.

Aveva dieci anni, solo dieci anni. Ma il desiderio di incontrare un amico su cui contare era fin troppo grande.

Quella situazione, durante la sua breve vita, non era mai cambiata, nemmeno per un giorno. Fino a quando…

 
-

- Misty! - Una voce femminile, piuttosto squillante, si propagò in quella stanza.
- Uh? Oh! - Una ragazza, sdraiata sul letto posto al centro della camera, si svegliò improvvisamente. - Emy! Sei tu? Cavoli, che spavento… -
- Scusa, Misty. - Rispose l’altra persona, chiudendo la porta dietro di sé. - Stavi dormendo? Guarda che è mezzogiorno! Non dovresti essere in palestra a quest’ora? -
- Ti ricordo che è domenica… oggi la palestra è chiusa! - Ribatté Misty.
- Beh, è vero. Però negli ultimi tempi eri così indaffarata da sostenere incontri anche nei giorni festivi… per questo mi sono stupita di non averti trovato in piscina. -
- Già… ho davvero strafatto negli ultimi tempi. Ma sono umana, no? Non avrei potuto reggere quel ritmo ancora per tanto tempo… -

Misty era una ragazza di circa venti anni: la sua caratteristica principale erano i suoi foltissimi capelli rossi, che delicatamente le accarezzavano il collo e le spalle. Il suo viso, chiaro come la luna e corredato da lineamenti delicatissimi, saltava subito all’occhio per gli splendidi occhi verdi a cui faceva da cornice. Misty era di altezza media e aveva un fisico atletico e asciutto, tipico di un’ottima e allenata nuotatrice.

L’altra ragazza, Emy, sembrava poco più grande della sua amica: era più alta e più formosa. I suoi capelli erano castani, lunghi e liscissimi, molto più di quelli di Misty. I lineamenti del viso erano molto più marcati e gli occhi azzurri decisamente intensi.

- In effetti di recente stai sfidando davvero parecchi allenatori. Ormai la palestra di Cerulean city è tra le più gettonate della regione di Kanto! Dovrei preoccuparmi, vero? Mi fai concorrenza! - Esclamò Emy.
- Ma per favore! - Controbatté Misty. - Parli proprio tu? La palestra di Viridian city è affollatissima da anni, da quando siamo tornate dal nostro viaggio! Io ho dovuto faticare moltissimo per far riacquistare prestigio alla mia palestra… sai… dopo l’operato non proprio encomiabile delle mie sorelle… -
- Sei stata brava. - Sorrise Emy. - Ma ciò non significa che tu non debba riposarti! Anzi, dormire significa rigenerarsi. E tu non puoi fare in modo di avere le rughe già a venti anni, Misty! -
- Eh?! Le rughe?! - Domandò la rossa inorridita.
- Proprio così! Senza contare che tu sei un’allenatrice di pokémon d’acqua e trascorri la maggior parte del tuo tempo in piscina! Il cloro non è di certo un toccasana per la pelle! -
- Posso dire lo stesso di te, il calore provocato dal fuoco che domina la tua palestra non è da meno! -
- Beh, ma nel mio caso le rughe sono giustificate, io sono più vecchia di te! - Le due ragazze rimasero in silenzio per qualche secondo, poi scoppiarono a ridere.

Emy e Misty erano grandi amiche. Migliori amiche. Si erano conosciute dieci anni prima e d’allora non si erano mai più separate. Per ben quattro anni viaggiarono insieme nelle regioni di Kanto e di Johto. Le due consideravano quel periodo il più bello della loro vita.

- Come sta Harrison? - Domandò Misty, che dopo aver smesso di ridere, cambiò argomento.
- Sta bene! Anche se non abbiamo modo di sentirci spesso… - Emy si intristì.
- Come al solito si sta allenando a più non posso, eh? Chissà chi mi ricorda… -
- Per piacere, smettila di paragonare Harrison ad Ash! Potrei offendermi, sai? -
- Non potrei mai paragonare Ash! - Esclamò Misty, piuttosto irritata.
- Oh, è vero, dimenticavo che per te Ash è imparagonabile! -

Seguirono altri secondi di silenzio. Questa volta fu Misty a intristirsi.

- Ho toccato un tasto dolente, scusa. - Affermò Emy.
- Ma no, figurati. Tanto, ormai… -
- Novità da quel fronte? -
- Nessuna, Emy. -
- Nemmeno una telefonata? -
- No. -
- Una videochiamata? - 
- No. -
- Una lettera? -
- No. -
- Un sms? -
- Nulla. -
- Un segnale di fumo? -
- Oh, insomma, Emy! - Sbottò Misty. - Dovresti sapere come è fatto Ash, no? -
- Già e proprio perché so com’è fatto e soprattutto perché TU sai com’è fatto… dovresti, insomma… lasciar perdere, no? -
- Mai! - Misty s’irrigidì.
- Ogni volta che vengo a trovarti, il discorso va sempre a parare lì! E ogni volta devo vederti in queste condizioni! Ma insomma, Misty! Sei bellissima, sei dolcissima, sei una ragazza intelligente, un’allenatrice fantastica e… ancora pensi a quello? Ma dai! -
- Tu non puoi capire! Non conosci Ash come lo conosco io! -
- Sì, è vero, ci hai viaggiato di più… non voglio mettere in dubbio il suo valore, è un grande allenatore e una grande persona per certi aspetti… ma per altri no! Abbiamo condiviso tutto con lui e guarda un po’? Ci ha dimenticato… anche a me dispiace, sai? Lo consideravo uno dei miei migliori amici. Però è da anni che non si fa vivo. Cosa devo pensare? Dovremmo accontentarci di qualche suo sporadico pensiero? Ammesso che ci sia… -
- Ash non ci ha dimenticato, Emy! Perché ti ostini a insistere su questo punto? -
- Perché è evidente, Misty. Le amicizie, o meglio, in generale i rapporti, si coltivano. Non si lasciano morire così. -
- Questo è quello che pensi tu! -
Emy sospirò: - E’ impossibile ragionare con te. Sei convinta che Ash pensi ancora ai suoi viaggio di Kanto e di Johto? Liberissima di farlo! Io ho un’opinione diversa da te, sono sincera. -

Misty non proferì parola. Sia lei che Emy rivolsero lo sguardo verso la finestra: la loro attenzione fu attirata dal vento, che in quella domenica triste e uggiosa, era più forte che mai.

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Capitolo 2
*** 1. ***


Nota dell’autrice - Ho fatto il prima possibile! ^^ Spero che gradirete quanto segue, buona lettura!

Cerulean city, la ridente e tranquilla cittadina situata nel bel mezzo della regione di Kanto, non era minimamente cambiata nel corso degli anni: i suoi abitanti, come sempre, erano gentili e affabili nei confronti di chiunque; le villette, ben tenute e minuziosamente curate, arredavano con garbo e con eleganza i lunghi e ampi viali della città; il negozio di biciclette, icona storica della stessa Cerulean city, era da tempo immemore gestito da quell’uomo anziano, a tratti un po’ bisbetico, ma in ogni occasione disponibile e pronto a soddisfare le esigenze dei propri clienti.

Anche la palestra di Cerulean city era rimasta la medesima: un edificio, dai colori sgargianti e variegati, si ergeva al centro della città cosparsa da una misteriosa aura azzurra. Caratteristica principale della palestra era sempre stata e continuava a rimanere un’insegna enorme a forma di Degwong. All’interno di essa si svolgevano sia incontri di pokémon, che vedevano protagonista Misty, la capo palestra, sia spettacoli di nuoto sincronizzato, organizzati ed eseguiti dalle tre Sorelle Sensazionali.

-


Petwer city non era molto distante da Cerulean city: ciò nonostante, si presentava come un centro abitato completamente diverso dalla città di Misty: cupa, malinconica e poco allegra. Petwer city non presentava chissà quali grandi luoghi di attrazione: un tempo era famosa per il museo di fossili, chiuso in seguito a mancanza di fondi. Continuava a persistere da anni, invece, la palestra di Brock, soprannominato dai suoi concittadini “il capo palestra di roccia”. 

- Brock! Fratellone! Ho fame! - Esclamò una ragazzina sui dodici anni.
- Non ti preoccupare, sorellina. Qualche minuto e sarà pronto. - Un ragazzo, scuro di pelle, alto, robusto e dai lineamenti orientali, sembrava parecchio impegnato a darsi da fare ai fornelli. - Sto preparando uno stufato buonissimo. -
- Sei un grande, fratellone! - Esclamò nuovamente la ragazzina. - Oltre a essere un capo palestra e un medico bravissimo, sei anche un ottimo cuoco! -
- Ehi, ehi! Piano con le parole. - Brock riprese sua sorella. - E’ vero, sono un capo palestra, ma solo formalmente… ormai mi dedico per lo più alla medicina… mi sa che per quanto riguarda i combattimenti, sono un po’ fuori allenamento! -
- Oh, sta squillando il telefono! - Aggiunse la ragazza. - Rispondo io. -
- Chissà chi sarà di domenica… - Pensò Brock tra sé e sé.

Dopo qualche secondo, sua sorella tornò in cucina da lui:
- E’ per te, Brock! E’ Harrison! -
- Harrison? - Domando il capo palestra di Petwer city piuttosto sorpreso: Harrison era il ragazzo di Emy, sua vecchia compagna di viaggio e carissima amica. Probabilmente la vera migliore amica di Brock. Quest’ultimo considerava Harrison un ragazzo d’oro, adatto in tutto e per tutto alla sua dolce metà. - Pronto? -
- Ehi, Brock! - Rispose una voce amichevole dall’altro lato. - Ciao! Come te la passi? -
- Harrison, che piacere! - Esclamò il ragazzo dalla pelle ambrata. - Qui è tutto ok! Certo, il lavoro mi procura sempre tanta fatica, ma sono soddisfatto. A te come vanno le cose? -
- Tutto bene! - Esclamò il fidanzato di Emy. - Anche io mi sto allenando duramente e ciò non solo mi comporta stanchezza, ma mi impedisce di trascorrere del tempo con Emy… però, tutto sommato, sono soddisfatto! So che questi sacrifici saranno ripagati un giorno! -
- Ben detto, Harrison. - Concluse Brock.
- Sai, Brock, è da un po’ che volevo parlarti di una faccenda… che riguarda il Pokémon World Tournament… -
- Dimmi pure. -
- Hai qualche notizie sui Super Quattro? E sul Campione? -
- Oh, Harrison… - Rispose Brock piuttosto dispiaciuto. - Vorrei poterti essere utile, però al momento non si sa ancora nulla di certo… è vero, sono un capo palestra, dovrei essere informato a riguardo… ma quelli della Lega non lasciano tradire alcuna emozione… so che, comunque, in questi giorni decideranno sul da farsi… anche se c’è chi si basa sulle statistiche… gente esperta… -
- Ecco, in realtà la mia preoccupazione è che Emy, la mia ragazza, potrebbe essere scelta come Campione! E insomma, ciò sarebbe un bel problema per me! Non voglio sfidarla in un incontro per una questione così importante… -
- Non ne hai parlato con lei, vero? -
- No… Emy è come una spugna, lo sai bene… nonostante io tema ciò, non voglio condizionarla, può e deve fare quello che vuole… la carriera di allenatrice di pokémon è sua… -
- Beh, se ti può consolare, Harrison, con Emy ci ho parlato io. Lei non è intenzionata a diventare il Campione di Kanto e ne ha parlato anche con quelli della Lega. Infatti era tra le favorite. -
- Dici davvero? E non mi ha detto niente? -
- Già… - Aggiunse Brock. - Ma non pensare a male. L’ha fatto perché non voleva farti sentire in colpa. Con questo non voglio dire che Emy ha rinunciato al titolo di Campione per te, ci sono tante altre motivazioni… però non voleva crearti preoccupazioni. -
- Capisco… molto gentile da parte sua, sono davvero fortunato a stare con lei. -
- Lo penso anche io. - Sorrise Brock. - Comunque… se proprio lo vuoi sapere… da quel che si dice in giro, la favorita sarebbe Misty. -
- Misty? - Domandò Harrison.
- Già, e a quanto pare nemmeno lei lo sa… chissà se accetterà di diventare il Campione di Kanto… conoscendola, è una tipa piuttosto ambiziosa… -
- Misty allena pokémon d’acqua, basterà avere nel proprio team pokémon elettrici e di erba ben allenati. -
- Non ne sarei così sicuro, Harrison. - Brock lo stoppò.
- Perché? - Domandò il ragazzo stupito.
- Misty è un’allenatrice davvero eccezionale. E’ vero, i pokémon d’acqua sono deboli rispetto a quelli elettrici e d’erba, ma è altrettanto vero che molto spesso il tipo è davvero relativo… -
- Beh… questo sì… -
- Mi raccomando, Harrison, che rimanga tra di noi… sono solo indiscrezioni… pure e semplici indiscrezioni… inoltre, ripeto, a quanto pare Misty è all’oscuro di tutto… non vorrei che poi ci cacciassimo in qualche pasticcio… gli amministratori della Lega non sopportano quando le loro informazioni vengono diffuse contro la loro volontà. -
- Acqua in bocca. - Harrison assicurò Brock. - E’ stato un piacere sentirti dopo tanto tempo. Ciao, Brock! -
- Ciao, Harrison. -
-

Pallet Town era il paese più piccolo della regione di Kanto: nonostante le sue modestie dimensioni, Pallet Town era piuttosto famosa perché nella stessa abitava il professor Oak, il ricercatore di pokémon più esperto di tutti i tempi. Proprio per questo motivo molti ragazzi ricevevano dallo stesso professore uno starter, vale a dire un pokémon per dare inizio a una grande avventura: un lunghissimo e faticosissimo viaggio di formazione.

- Gary! E’ pronto? - Un uomo anziano, sulla sessantina, dai capelli brizzolati e che indossava un camice bianco, era intento a porre la propria attenzione su libri di grandi dimensioni.
- Quasi, nonno. - Rispose un ragazzo, che si trovava in cucina: era un ventenne molto bello; capelli castani, occhi verdi, bel fisico. - Ormai mi hai eletto tuo cuoco personale, eh? Altro che ricercatore… -
- Sei molto bravo, Gary. Dovresti esserne fiero. - Rispose l’anziano.
- Mh, sarà… - Gary diede un’occhiata ai fornelli. - Che brutta giornata, oggi. -
- Già, c’è proprio un tempaccio. Mi chiedo come farà Ash a tornare a casa… -
- Ash? - L’attenzione di Gary fu notevolmente attirata. - Ash deve tornare a Pallet? -
- Ho parlato con Delia e a quanto pare sì… dovrebbe tornare in questi giorni… ma con questo acquazzone si prenderà un bel raffreddore! -
- Ash viaggia da dieci anni… figuriamoci se si fa spaventa per un temporale… -
- Hai ragione, Gary… chissà come sta… ormai sono tre anni che manca da Pallet… non era mai stato lontano per tanto tempo… inoltre si fa sentire sempre di meno e Delia soffre molto… -
- Cosa si aspettava, Delia? Gli allenatori di pokémon sono girovaghi… considerando il carattere di Ash poi… -
- Delia ha sempre sperato nel ritorno definitivo di Ash… comprendila… è pur sempre sua madre… -
- Non so come si comporta una madre… dato che la mia non l’ho mai vista… -

Oak s’incupì. Ogni volta che, per qualsiasi motivo, emergeva la situazione familiare del nipote, e quindi anche sua, gli veniva una fitta al cuore: i genitori di Gary erano morti molti anni prima in un incidente stradale. Gary fu così affidato al nonno.

- Gary… -
- Scusa, nonno. Ho sbagliato. Lascia perdere. Comunque è pronto. -

Oak sorrise: era forte, Gary. Aveva affrontato tutto da solo, da sempre. Sapeva di poter contare su suo nipote. Nonostante la terribile tragedia che aveva investito la loro felice famiglia.

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