Danganronpa: And if things had gone differently?

di BlackPaperMoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo






Era strano. Parecchio strano. Tutti erano convinti di essere stati uccisi! Chi da un coltello, chi da una rafica di palle da baseball, chi da un giro in motocicletta dentro una gabbia della morte, chi da una martellata in testa, chi bruciata viva, chi pensava di essersi suicidato e chi, addirittura, aveva voluto la sua morte cliccando appositamente quel pulsante. Nessuno sapeva che l'unica persona
 a conoscere la verità era Chihiro Fusjisaki, il quale grazie a una modifica apportata ad Alter Ego era riuscito a creare e a diffondere per tutta la scuola un programma di realtà aumentata, ideato già dal primo giorno alla Hopek. Fujisaki sapeva che qualcosa la dentro non andava per il verso giusto, per cui decise di far credere a tutti alle morti create dalla realtà aumentata, persino a Junko, così che la rivalità tra disperazione e speranza andasse avanti fino alla vincita di Naegi, in modo tale da poter essere tutti lasciati in pace da Juno. Solo quando i 6 sopravvissuti uscirono dalla Hopek, Fujisaki raggiunse Naegi uscendo dal nascondiglio nella quale era rimasto per tutto il corso degli eventi. Aveva quindi tirato i fili della situazione per tutto quel tempo. Spiegò al ragazzo come erano andate le cose:
-Dici sul serio? Ma è fantastico! E gli altri dove sono?- 
-A casa loro, Naegi-kun.-
Mi sono occupata personalmente di tutto!-
-Sei stata in gamba, complimenti! Ma perché tu sei rimasta?-
-Per vedere come andava a finire ovviamente!-
-Hai corso un grave rischio. Potevi essere realmente uccisa da Juno!-
-Era il minimo che potessi fare, Naegi.-
-Non perdiamoci di vista, Fujisaki.-
-Non lo faremo, non ti preoccupare. Ci rivedremo prima di quanto pensi!-
Le parole del ragazzo lasciarono un po' perplesso Naegi, ma dopo un paio di giorni capì cosa Fujisaki volesse dirli.
All'inizi di Settembre arrivò a tutti coloro che avevano vissuto la terribile vicenda alla Hopek una mail. Una mail che invitava tutti a rivedersi all'accademia all'inizio del quadrimestre per riunirsi come classe e continuare li studi interrotti per via della diffusione della disperazione. Sarebbero tornati ad essere la classe che tutti e sedici erano prima che quella spiacevole vicenda avvenisse.
**********************************

Angolo dell'autrice: 
Salve a tutti! Questa è una piccola introduzione della storia... Spero vi piaccia ^^
In caso fatemelo sapere... Ho in serbo molte cose a riguardo!

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


Capitolo 1



Naegi spostò lo sguardo prima sulla stampa della mail e poi verso il cancello: gli pareva di essere tornato indietro nel tempo, gli pareva di essere tornato alla prima volta in cui si era recato alla Hopek. Sperava con tutto il cuore che quella volta le cose andassero diversamente. Attraversò la soglia del cancello guardandosi intorno: temeva di svenire come l'ultima volta. Ma fortunatamente, non successe nulla. Intorno alla scuola regnava un silenzio tombale, quasi spettrale. Il ragazzo continuava a guardarsi intorno, grattandosi lievemente la testa con fare confuso. Possibile che ci fosse solo lui in quel posto?
Finché non si udì una voce. Una voce squillante che ruppe quell'interminabile silenzio. 

-Naegi! Naeeegiii!-

Il ragazzo si voltò di scatto alla sua destra. Una chioma folta e blu si stava avvicinando a grandi passi verso di lui. Il moretto si strofinò gli occhi incredulo.
-Ma-Maizono-san..?-

Pronunciò il nome della ragazza con voce tremolante e visibilmente emozionato: non riusciva a crederci. La sua amica, quella per cui stava per prendersi una bella cotta, quella di cui aveva sofferto la morte, sebbene finta, stava proprio li davanti ai suoi occhi. Le labbra del ragazzo si allargarono in un ampio sorriso. Non appena arrivò vicino a lui, la ragazza gli saltò addosso buttandoli le braccia al collo e stringendolo in un abbraccio. 

-Come sono felice, Naegi! È stupendo rivederti!-

-P-per me vale la stessa cosa! Davvero!-

Naegi era davvero entusiasta di avere Maizono davanti ai suoi occhi. Aveva sofferto tanto per la sua morte. Inoltre, all'inizio della tragedia, aveva persino desiderato che tra loro due nascesse qualcosa di più profondo di una semplice amicizia. Ma adesso, le cose erano cambiate. Nei vecchi desideri di Naegi era sorto un grandissimo problema.

-Buongiorno Naegi-kun.-

Un problema dagli occhi a mandorla violacei e i lunghi e setosi capelli lilla.

-Kirigiri-san! Ci sei anche tu!-

Il ragazzo si voltò verso di lei con un ampio sorriso stampato in faccia. L'emozione che aveva provato nel sentire nuovamente la voce della ragazza era indescrivibile. Il cuore era impazzito sotto la stoffa della felpa. Era felice, felice come mai prima. Maizono, dal canto suo, era rimasta a fissare stupita i due che avevano iniziato a conversare tra di loro. Era tanto tempo che non si vedevano, questo era certo, ma la ragazza dai capelli blu si era aspettata una reazione diversa da perte di Naegi nel rivederla. Infondo aveva sempre pensato che fosse morta, quando lei non lo era affatto. Inoltre vederlo conversare amabilmente con Kirigiri l'aveva fatta innervosire parecchio. Dunque, dopo la sua finta morte i due avevano legato molto. Ma Maizono era consapevole di avere un certo ascendente su Naegi e, ovviamente, intendeva sfruttarlo al massimo. Percui, lo afferrò per un braccio non curandosi del fatto che stava ancora parlando con Kirigiri e lo trascinò via. 

-Andiamo dagli altri, Naegi-kun!-

Disse lasciando la ragazza dai capelli lilla da sola. Kirigiri, dal canto suo, guardò i due allontanarsi con un'espressione neutrale in volto, si girò di spalle e tornò a conversare con Asahina, Sakura, Togami, Fukawa e Yasuhiro. Tra i sei ragazzi che erano rimasti fino alla fine alla Hopek era nato na sorta di legame. Dopo aver vissuto insieme un esperienza così trauatica, una forte amicizia doveva nascere per forza.

-Tutto bene, Kirigiri-san?-

Domandò Asahina leggermente preoccupata.

-Non preoccuparti, va tutto bene.-

Rispose freddamente Kirigiri senza far trasparire nessuna emozione sul suo volto.

 
*


Mentre ciò accadeva, Ishimaru aveva appena varcato la soglia del cancello. Si stava guardando intorno con la sua espressione seria e la sua perfetta postura dritta, degna del suo titolo di Eccezionale Generale del Liceo. Scrutava con quegli occhi rossi e leggermente severi il cortile circostante in ogni angolo e parte prestando attenzione a tutto. Era ovvio che stava cercando qualcosa, o meglio qualcuno. A un tratto si sentì toccare una spalla. Sorpreso si girò di scatto, scomponendosi per un attimo. Ad attenderlo trovò dietro di lui un ampio e caloroso sorriso.

-Fratello.-

Negli occhi del generale si accese una luce particolare e sulla sua bocca si illuminò un sorriso.

-Mondo!-

Strinse entrambe le mani in un pugno. Avrebbe tanto voluto abbracciarlo, infondo aveva sofferto parecchio quando si erano separati, gli era mancato molto. Erano riusciti a creare in una sola notte un legame davvero profondo, erano diventati come due fratelli. Ma i rigidi insegnamenti imposti al generale gli impedivano di scomporsi, per cui lasciò perdere.
D'un tratto però, Mondo allargò le braccia rivolgendo lo sguardo altrove leggermente imbarazzato.

-Su dai vieni qui.. Te lo concedo, per una volta.-

-P-posso davvero?!-

Affermò Ishimaru estasiato portando i pugni chiusi sotto il mento. Mondo annuì con le guance leggermente rosse e lo sguardo sempre rivolto da tutt'altra parte.
Un attimo dopo, Ishimaru aveva già buttato le braccia al collo del suo amico e lo stava stritolando con le lacrime agli occhi per l' emozione. 

-Frateeeelloooo!-

-Ehi, Ishimaru! Vacci piano!-

Affermò Mondo spingendolo leggermente più in la. Ma in fondo al suo cuore desiderava che quel momento non finisse mai.

 
*


Dopo essersi riuniti tutti insieme, Naegi notò che c'erano veramente tutti. Nella testa del ragazzo, mano mano che il suo volto si posava sui diversi visi dei suoi compagni, si ripeteva nome e cognome di quest'ultimi:
Kyoko Kirigiri, Sayaka Maizono,Sakura Oogami,Touko Fukawa,Byakuya Togami, Celestia Ludenberck, Hifumi Yamada, Mondo Oowada, Yasuhiro Hagakure, Leon Kuwata, Aoi Asahina, Kiyotaka Ishimaru, Chihiro Fujisaki. Si sentiva davvero felice di quello che stava accadendo: finalmente sarebbero stati una classe, proprio come lo erano prima della diffusione della disperazione. Nulla questa volta avrebbe potuto cambiare le cose...
Si sentì un colpo di tosse. Tutti si votarono nella direzione da cui era venuto il rumore. 

-Muahahahah! Salve compagnetti di classe!-

Quella risata malefica... Quel tono di voce...

-J-Junko...-

Sibilò con un filo di voce Naegi sgranando gli occhi per la sorpresa. Davanti a loro c'era niente poco di meno che la ragazza bionda dal titolo di Eccezionale Modella dell'accademia nonché di Sorella della disperazione che l'anno precedente avea creato il caos più totale, oltre ad tentato di uccidere ognuno di loro mettendoli uno contro l'altro. Senza scordarci del fatto che pur di raggiungere il suo scopo era arrivata a uccidere il preside della scuola, nonchè padre di Kirigiri. Insomma, era un soggetto di cui avere discretamente paura. La maggior parte dei presenti ingoiò nervosamente, sudando goccioline fredde di sudore. Kirigiri dal canto suo la fissava con disdegno. 

-Esatto! È tornata Enoshima Junko! Vi sono mancata?-

Affermò con una certa sarcasticità incrociando le braccia e facendo le corna con entrambe le mani, per poi lasciarle ricadere lungo i fianchi.

-Ma neanche per idea!-

Sbottò Mondo.

-Ho ancora il mal di testa da quel dannato giro in motocicletta! Potevi benissimo crepare!-

Mondo parlava con un tono di voce piuttosto alto tremendamente adirato mentre Ishimaru, reggendolo per un braccio, lo tratteneva e cercava di farlo ragionare.

-Come [purtroppo] non siete crepati voi non sono morta nemmeno io mio caro!-

Nel mentre che parlava, una ragazza dai corti capelli neri, gli occhi violacei e una postura perfetta fece capolino da dietro la sua schiena, mettendosi di fianco alla biondina. Naegi riconobbe in lei l'Eccezionale Soldato dell'Accademia, la sorella di Junko che nel corso dell'anno scolastico si era spacciata per lei e che lei aveva ucciso senza nessuna pietà, trafiggendola con una moltitudine di lance nere. Mukuro Ikusaba. Dunque era sopravvissuta anche lei!

-Come potete vedere siamo vive entrambe..-

Ricominciò a parlare la modella indicando la sorella alla sua sinistra. 

-Sentite lo so che l'anno scorso vi ho fatto dannare e che molti di voi mi hanno presa per psicopatica. Ma vi posso assicurare che Naegi ha distrutto ogni briciolo di disperazione in questo mondo con la sua speranza. Ho perso, e ne sono consapevole. Non essendo riuscita a provare realmente la disperazione della morte, ho pensato di rimediare alle mie misfatte in un altro modo. Io e mia sorella saremo vostre normalissime compagne di classe. La disperazione non ha più a che fare con nessuna di noi due. Siamo pronte a giurarvelo.-

Finì il suo discorso portandosi una mano sul fianco e fissando i presenti senza alcuna emozione in particolare stampata sul volto. Nei visi di tutti i presenti, invece, era chiaramente disegnata un'espressione sorpresa. Nessuno si aspettava che tali parole potessero mai uscire dalla bocca di Junko. Nel silenzio più totale si udì uno starnuto. 

-Sembra davvero pentita...-

Disse Celest rigirandosi tra le dita una ciocca dei neri capelli, come faceva di solito.

-L-lo penso anche io!-

La seguì a ruota Yamada alzando la mano. A quanto pare la cotta per lei non gli era per niente passata, nonostante quest'ultima l'avesse ucciso, anche se poi era tutta una finzione.

-Io non so che dire...-

Si grattò la testa perplesso Fujisaki.

-Oh, Shite kudasai! Davvero pensate che una persona possa cambiare da un giorno all'altro? Buahahahah che branco di ingenui! Uccidetela finchè siete ancora in tempo! Anzi la riduco in brandelli io! Tanti piccoli brandelli! Zac zac zac!-

Affermò Genochider Syo brandendo le forbici.

-Non ha tutti i torti...-

Affermò Togami aggiustandosi gli occhiali mentre Genochider lo fissava con aria estasiata, portandosi le mani sulle guance tutte rosse.

-Oh Togami-kun che bello mi hai dato ragione! Sarà meraviglioso ucciderti!-

-...Sta lontana da me, essere riprovevole.-

-Oh insomma piantatela!-

Gli interruppe alla fine Leon per poi rivolgere lo sguardo verso Naegi. 

-Eccezionale Studente della speranza, tu che dici?!-

Domandò incuriosito il rosso incrociando le braccia al petto. Il moretto guardò da prima Leon, poi Junko che non si era minimamente scomposta e attendeva il verdetto finale. Si avvicinò dunque a lei, portando una mano sulla sua spalla e accennandò un sorrisetto. Tutti i presenti intanto guardavano la scena ammutoliti.

-Io penso... Che dovremo darle un'altra possibilità.-

Sentenziò infine.

-C'era da aspettarselo.-

Lo sbeffeggiò Togami.
Kirigiri accennò un sorrisetto socchiudendo gli occhi con le braccia incrociate sotto il seno. Da uno come Naegi non si poteva pretendere diversamente. 

-Ma si, diamole un'altra possibilità!-

Affermò Ishimaru.

-Voi siete tutti matti!-

Sbuffò Mondo incredulo di tanta ingenuità. 

-Io la mia promessa l'ho fatta e intendo mantenerla.- 

Fu la risposta di Junko a tutto.

-Bene, andiamo in palestra allora.-

Propose infine Sakura, prima che tutti seguissero il suo consiglio. 

[Muahahahah che ingenui! Che beoti e idioti ingenui! Non sapete cosa vi aspetta! Tremate, la disperazione tornerà a regnare! Vi farò fuori tutti quanti, uno ad uno! E la morte che mi pregusterò maggiormente sarà la tua, mio caro Naegi.]

Pensò Junko, progettando tra se il suo malefico piano e continuando indifferentemente a camminare insieme agli altri verso la palestra.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2. 

 
Una normale giornata scolastica in un normale istituto con una normalissima classe di 16 studenti. Le prime tre ore erano trascorse nel migliore dei modi e gli studenti della Hopek si stavano pregustando il meritato quarto d'ora di ricreazione. 

-Naegi-kun.-

Naegi si girò immediatamente sentendosi chiamare.

-Oh, Kirigiri-san!-

-Possiamo trascorrere almeno questo quarto d'ora insieme visto e considerato la brutale interruzione di prima?-

Affermò la ragazza non fissandolo e lasciando trasparire un certo imbarazzo e un po' di gelosia verso Maizono nella sua voce, nonostante l'espressione neutra del suo viso non lasciasse intendere nessun'emozione in particolare. 

-Certo che si! E perdonami per prima...-

Si scusò il moretto grattandosi la nuca con fare mortificato. 

Kirigiri scosse la testa, per poi guardare verso Maizono, che stava conversando con Celest seduta su un muretto alle spalle del ragazzo.

-Non è stata colpa tua.-

Si limitò a dire. 

-Beh che ti va di fare allora?-

-Semplice.-

La ragazza dai capelli lilla indicò
Mukuro Ikusaba, la sorella di Junko che se ne stava vicino al cancello consumando il suo sandwich completamente sola.

-Junko non c'è. Sarebbe opportuno approfittarne.-

-Hai ragione Kirigiri-san, come sempre. Il titolo di Eccezionale Detective del Liceo ti calza a pennello!-

Kirigiri arrossì leggermente distogliendo lo sguardo. 

-Basta convenevoli. Andiamo.-

Affermò iniziando a camminare e superando il ragazzo, quasi volesse nascondere il fatto che le parole di Naegi le avevano fatto piacere. Qualche minuto dopo si trovavano entrambi davanti alla ragazza. Quest'ultima alzò lo sguardo puntandolo sugli occhi lilla di Kirigiri.

-Salve.-

La salutò la ragazza.

-Tu sei Mukuro Ikusaba giusto?-

Continuò mentre Naegi faceva capolino dalla sua spalla sorridendo. La soldatessa si alzò in piedi, pulendosi delicatamente il lato della bocca con un fazzolettino e sfoggiando la sua perfetta postura. 

-Si sono io.. tu devi essere Kirigiri, e quello dietro di te deve essere Naegi. L'eccezionale Dectetive e l'Eccezionale studente dell'Accademia. Junko mi ha parlato perecchio di voi.-

Rispose con un'espressione neutra tatuata in volto non riuscendo però a nascondere un briciolo di timidezza. Per certi versi assomigliava leggermente a Kirigiri e lei se ne era accorta. Ciò suscitò sul suo viso un piccolo sorrisetto, che si spense quasi immediatamente. Voleva dare l'impressione di chi non si fa incantare semplicemente dalle parole, e ci riusciva bene.

-Io invece non ho mai sentito nulla sul tuo conto. So solamente il tuo nome, so che sei la sorella di Junko e conosco il tuo titolo. L'Eccezionale Soldato dell'Accademia, immagino. E dimmi, cosa ti avrebbe detto Junko su me e Naegi-kun?-

Affermò Kirigiri incrociando come suo solito le braccia sotto il seno. Naegi intanto la fissava orgogliosamente stando alla sua sinistra col sorriso stampato sulle labbra. Acuta e sveglia, come sempre. Non era cambiata affatto.

-Solo che le avete dato parecchio filo da torcere e che voi due insieme siete micidiali. Siete la coppia vincente.-

-C-coppia vincente? Ha usato testuali parole?!-

Sbottò la ragazza dai capelli lilla spalancando gli occhi incredulamente e diventando tutta rossa. Naegi, con il medesimo rossore sul viso, se ne stava con la bocca spalancata per la sorpresa. Ma Mukuro scosse leggermente le mani che aveva posizionato all'altezza del petto, come per rassicurarli entrambi e accennando un sorrisetto imbarazzato.

-Hai frainteso. Junko certamente col termine 'coppia' intendeva dire 'squadra'. Tu e Naegi formate un'ottima squadra.-

Sia Naegi che Kirigiri fecero un sospiro di sollievo, ricomponendosi dopo aver provato tanto imbarazzo.

-C-capisco. In ogni caso, se avessi bisogno di qualcosa non esitare a chiamarci. Siamo a tua completa disposizione.-

Sentenziò infine la ragazza dai capelli lilla tendendo la mano verso di lei mentre il moretto al suo fianco annuiva in segno di approvazione. Mukuro sorrise per le parole di Kirigiri e tese la mano verso la ragazza stringendola calorosamente. 

-Contaci.-

 
*
 
-....Togami?-

-Che vuoi?-

-Ecco...I-io pensavo... Emh...-

Fukawa si grattò la nuca con imbarazzo, mentre con l'altra mano giocherellava con i capelli alla fine della lunga treccia. Aveva lo sguardo rivolto verso il basso, le parole non riuscivano ad arrivare dalla sua mente alla sua bocca. Ma doveva farcela, doveva battere la sua timidezza e riuscirci.

-Oh insomma parla.-

Affermò il biondino in tono seccato.

-I-io ho sempre avuto difficoltà a studiare storia.. e n-non ho capito nulla di ciò che ha spiegato oggi il professore... M-mi chiedevo se nonostante i tuoi innumerevoli impegni non potessi dedicarmi un po' di tempo per aiutarmi a studiare..-

Riuscì finalmente a dire tenendo sempre lo sguardo basso. Togami la osservò per un attimo, sollevando il sopracciglio. 

-Perché non chiedi a Celest di aiutarti? A quanto so io, lei è molto preparata in storia.-

Disse con feanchezza il biondo continuando ad osservarla. Infondo Fukawa era sempre stata un peso per lui, ma pur essendo freddo e non nutrendo nessun riguardo o interesse nei confronti della ragazza, Togami nutriva un po' di affetto verso di lei. Non puoi star chiuso in una scuola col costante timore di perdere la vita e venire sempre affiancato da una ragazza che to adora e non ti lascia in pace un secondo senza che quella sensazione di fastidio non sia affiancata in parte dal desiderio di proteggerla dalla fredda persona che sei. E in un certo senso era questo che Togami tentava di fare con Fukawa. Voleva proteggerla da se stesso al fine di non farle alcun male, perché lei per il sentimento profondo che nutriva per lui non se lo meritava. 

-M-ma io, ecco..Gomen.-

Sospirò infine rassegnata lasciando andare la lunga treccia, che seguì il movimento del suo braccio, ricadendo nuovamente lungo il fianco.

-Scusa se ti ho disturbato...-

Togami sospirò socchiudendo gli occhi e incrociando le braccia al petto.

-Domani alle sei in biblioteca. Sii puntuale per favore. Non ho certo tempo da perdere.-

Acconsentì infine girandosi di spalle e iniziando a camminare verso la sua stanza. Fukawa rimase con gli occhi spalancati a fissare il vuoto, con il viso tutto rosso. Non riusciva a credere a ciò che aveva sentito. Togami aveva veramente detto di si? Il giorno dopo i due avrebbero studiato insieme? 
Spiccò un saltello verso l'alto conginugendo i piedi a mezz'aria e sollevando di poco la lunga gonna scura al fine di non inciampare.

-IUUPPIIII!-

Urlò in tono esultante, facendo rimbombare l'eco della sua contentezza per tutti i corridoi della Hopek.


 
*


"Indice e iscrizione alle varie attività extra scolastiche"

Gli occhi dei ragazzi erano tutti puntati sul foglio posto sulla bacheca che riportava le seguenti parole. C'era chi il pomeriggio si annoiava parecchio e chi preferiva di gran lunga passare il tempo a fare altro piuttosto che prendere in mano un libro e studiare. Tra questi non potevano certamente mancare Leon, Maizono, Asahina, Sakura, Mondo, Yamada e Yasuhiro, ma il fatto che insieme a loro davanti alla bacheca ci fossero anche Celest e Fujisaki era davvero fuori dal comune. 
Maizono fu la prima ad afferrare la penna e a incidere il suo nome sul foglio, ovviamente vicino alla voce 
"Club di musica".
Leon la seguì a ruota, iscrivendosi al Club di Baseball. 

-A quanto pare la tua recente esperienza con le palle da Baseball non ti è servita a molto!-

Sghignazzò mondo rivolto al rosso tirando una gomitata d'intesa a Yasuhiro che stava al suo fianco e se la rideva insieme a lui.

-Perché, vorresti dirmi che tu hai smesso di andare in moto?-

Affermò per tutta risposta Leon facendo cessare le sue risa.

-Touche.-

Rispose afflitto Mondo guardando il rosso andarsene con un ghigno soddisfatto stampato in volto. Non aveva tutti i torti. 

-Oh insomma ragazzi, quel che è stato è stato. Concentriamoci sul presente, piuttosto!-

Yasuhiro firò il foglio vicino alla voce 'Magic Club' e se ne andò sorridendo dopo aver condiviso con gli altri la sua perla di saggezza.

-Sempre ottimista questo Yasuhiro! Mi chiedo come faccia.-

Si domandò Yamada mentre si iscriveva al Club di arte.

-Yamada-kun, sappi che ti farò da modella.-

Intervenne Celest tutto a un tratto.

-Voglio un ritratto come quelli che si facevano un tempo da appendere nel mio futuro castello!-

Continuò poi con gli occhi socchiusi e un'aria sognante tatuata in volto mentre intrecciava tra di loro le dita di entrambe le mani proprio sotto il mento. 

-A-assolutamente si, Celest-chan! Non vedo l'ora di iniziare a dipingerti!-

Affermò Yamada entusista, pregustando già il momento. 

-Che aspettiamo allora? Andiamo.-

Celest si girò di spalle con gli occhi socchiusi e un sorrisino soddisfatto sulle labbra e iniziò a camminare in direzione dell'aula di Arte, con Yamada dietro che la seguiva come un cagnolino.

-Bah che tipi...-

Sbuffò Asahina guardando i due allontanarsi. 

-Sakura-chan, tu che intendi fare nel tempo libero?-

-Non ne ho idea, Asahina. Pensavo di andare in palestra, ma tu stessa ne convieni che non ne ho poi così tanto bisogno...-

Le rispose la sua amica guardandosi l'enorme bicipite in modo alquanto perplesso. 

-Mmh..E se venissi con me in piscina?-

-Non sono una grande nuotatrice, sai?-

-Allora vediamo di rimediare!-

Asahina afferrò la penna e incise il suo nome e quello dell'amica vicino alla voce "Club di Nuoto". Dopodiché prese Sakura sotto braccio e si diresse verso la sua stanza pronunciando le parole:

-Andiamo a metterci il costume!-

A quel punto, davanti alla bacheca scolastica erano rimasti solamente in due: Mondo Oowada e Chihiro Fujisaki.
Il motociclista lanciò una veloce occhiata al ragazzo sospirando sonoramente. Si sentiva tremendamente in colpa verso di lui. Anche se poi non era realmente successo nulla, Mondo aveva comunque tentato di togliere la vita a Fujisaki accecato dalla gelosia in un impeto di rabbia. Avrebbe tanto voluto scusarsi, ma il suo orgoglio gli impediva di parlare. Strinse per cui i pugni, maledicendosi in tutte le lingue del mondo. Finché non gli venne un'idea. Il suo orgoglio poteva impedirgli di chiedere scusa, ma non di rivolgere la parola al ragazzo. 

-Fujisaki, posso chiederti che ci fai qui?-

Riuscì a dire con una certa incertezza, dovuta al suo timore verso la reazione di Fujisaki.

-Insomma... Non mi sembra che ci siano attività extrascolastiche che possano interessarti...-

Continuò poi grattandosi la nuca e inghiottendo nervosamente la saliva. 
[Quanto posso essere stupido. C'è il Club dell'elettronica che potrebbe frequentare!] 

Si ricordò improvvisamente schiafeggiandosi la fronte. Fujisaki intanto aveva alzato gli occhi color miele verso il ragazzo e aveva preso a fissarlo piuttosto sorpreso del fatto che quest'ultimo gli avesse rivolto la parola. Prese per cui la palla al balzo, sfoggiando il suo solito timido sorriso.

-Mondo... Ti ricordi quel favore che ti avevo chiesto tempo fa?-

-C-certo che mi ricordo... Me l'hai chiesto prima che io...!-

-Lascia stare il passato. Quel desiderio arde ancora nel mio cuore. Non è che tu... Ecco potresti...-

-Certo Fujisaki, anche subito... E stavolta per davvero. Te lo prometto.-

Mondo si era avvicinato al ragazzo, l'aveva afferrato per le spalle e aveva preso a fissarlo intensamente negli occhi. Aveva compreso ciò che voleva dirgli anche prima che il ragazzo si esprimesse a parole. Inoltre avrebbe fatto qualsiasi cosa per farsi perdonare da lui. Fijisaki fissava gli occhi del motociclista un po' imbarazzato, ma poi aveva annuito sfoggiando ancora il suo timido sorrisetto.

-Andiamo.-

Mondo incise i loro nomi vicino alla sezione "Palestra" e aveva preso a dirigersi verso di essa, affiancato da Fujisaki che si sentiva la persona più felice dell'universo. Finalmente avrebbe raggiunto il suo obiettivo. 
Junko intanto, nascosta dietro l'angolo del corridoio aveva osservato la scena soddisfatta con un ghigno malefico stampato in faccia.

-Perfetto...Perfetto! Upupupup~-


 
*
 

Mukuro spalancò la porta della sua stanza con un ampio sorriso stampato in faccia. La giornata scolastica era appena volta al termine. Era stanca, ma felice. Rivolse lo sguardo verso sua sorella con la quale ovviamente condivideva la stanza. Quest'ultima se ne stava seduta davanti alla scrivania e teneva la testa china reggendosela con le mani.

-Lo sai Junko, il mio primo giorno alla Hopek è andato piuttosto bene. Kirigiri e Naegi sembrano davvero simapat-!-

-Upupupupup..Upupupupupupupup...~-

La risata malvagia di Junko la interruppe immediatamente, facendola sobbalzare. Fece un passo indietro di riflesso, mentre la ragazza alzava lo sguardo verso di lei fissandola con i suoi occhi iniettati di sangue. 

-Oh no...-

Sussurrò inghiottendo nervosamente e appoggiando la schiena al muro, mentre qualche gocciolina di sudore iniziò a brillarle sulla fronte. Si sentiva un topo in trappola, una preda facile. E vedeva Junko come un leone affamato, pronto a saltarle addosso e sbranarla ferocemente. 

-Diamo inizio al piano.-

Sibilò arrivando vicinissima a lei e accarezzandole i capelli corvini, non smettendo di fissarla con quegli occhi maligni. In quello stesso istante, mentre fissava negli occhi crudeli e senza scrupoli di sua sorella, Mukuro capì.

-Che vuoi che faccia...?-

Affermò con un filo di voce, guardando verso il basso.

-Dirigiti in palestra. Il resto del piano lo sai.-

Fu la sua risposta.

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