Mirrors

di angiolettopazzo93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Avviso ***
Capitolo 9: *** Capitolo VII ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Non avrei mai pensato che la paura e il dolore potessero paralizzare, l'ho sempre sentito dire ma mai provato sulla mia pelle, almeno fino ad ora. Mi giro e la vedo accanto a me, ricoperta di sangue e svenuta. Provo a gridare ma dalla mia bocca non esce nessun suono...

E poi il buio.

-Caroline sbrigati che è ora- 

-Arrivo-

E chi l'avrebbe mai detto! Io Caroline Forbes, aspirante giornalista, e le mie due migliori amiche Elena Gilbert e Bonnie Bennett finalmente lasciamo Mystic Falls e ci trasferiamo a New Orleans. Certo, io speravo in un lavoro a New York, Los Angeles o Washington ma forse ho puntato troppo in alto ma come primo lavoro non è male e poi sono anni che sogniamo di andarcene e questa è l'occasione giusta.

Addio Mystic Falls.

Addio vita di paese.

Addio...

 

-Allora te la dai una mossa?- Elena entra in camera mia visibilmente seccata -Ti ricordo che New Orleans non è esattamente dietro l'angolo-

-Eccomi scusa- Prendo l'ultima valigia e scendo le scale di casa. Mia madre mi attende all'ingresso con le braccia aperte e l'uniforme bagnata dalle lacrime.

-Chiama quando arrivi e...-

- Stai tranquilla terrò lo spray al peperoncino nella tasca della borsa e ho messo il numero della polizia di New Orleans tra le chiamate rapide-

-Ti voglio bene tesoro-

-Mamma non respiro- A fatica riesco a staccarmi dall’abbraccio soffocante, prendo le ultime cose e chiudo la porta dietro di me –Si parte!- Strillo entusiasta.

-E‘ bello che tua madre si preoccupi per te- Dice Bonnie caricando un enorme trolley viola, il mio per la precisione, nel bagagliaio della mia macchina. Solo ora mi viene in mente che sua madre l’ha lasciata quando era solo una bambina. Ora che ci penso la madre e il padre di Elena sono morti in un incidente anni fa. Cavolo! Stupida Caroline!

-Io sono a posto. Chiudo lo sportello del bagagliaio e mi guardo attorno – Il resto della roba ce l’ha Matt, giusto?-

-Si! E‘ stato molto gentile ad offrirsi di accompagnarci a New Orleans, Caroline dovrai ricompensarlo...-

-Sto morendo dalle risate Elena! Non dimentichiamoci chi è stata la sua prima ragazza...- Cantileno.

-Ora basta ragazze, sta arrivando-

Un pick up blu pieno di borse si avvicina e al suo interno Matt; si ferma davanti anoi e apre lo sportello della macchina –A chi serve un passaggio?-

-A Bonnie- Rispondiamo Elena ed io all’unisono.

Do un ultima occhiata a Mystic Falls e a casa mia, sospiro ed entro in macchina.

 

 

:Nota dell'autrice
Ok questa è la prima fanfiction che pubblico qua, l'ho scritta qualche anno fa con altri personaggi ma rileggendola ho deciso di modificarla e adattarla a Klaus e Caroline. Spero che vi piaccia e vi chiederei di commentare, anche solo per dare una vostra opinione, è importante per me. :)
Ah questo è solo il prologo, quindi è oarecchio corto ma i prossimi capitoli saranno più lunghi. Un bacio!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Quanto tempo ci impiega una moneta a volare in aria e tornare sulla mano? Due secondi? Ecco, quei due secondi potrebbero essere i più importanti della tua vita.
Quella moneta non fece in tempo a cadere.
 
 
-Care svegliati era solo un incubo!- Mi risveglio piangente tra le braccia di Bonnie –Shhhh va tutto bene- Mi tranquillizza. Solo lei ci riesce, ha la straordinaria capacità di calmare le persone semplicemente guardandole –Sempre lo stesso sogno?-
-S..si.- Balbetto.
-Coraggio alzati. Prendiamoci un tè-
Entriamo nella cucina ancora piena zeppa di borse che oggi pomeriggio non abbiamo svuotato. Il divano è inutilizzabile per quanta roba ci abbiamo messo sopra, e così parte del tavolo e il piccolo balconcino. Bonnie apre l’anta di un mobiletto in finto legno ed estrae un pentolino, lo riempie d’acqua e poi prende dalla borsa una scatola di tè.
-Uhm alla verbena va bene?-
-E cos’è?-
-Lo prendo come un no, ti faccio una camomilla che è meglio-
Mentre prepara le tazze osservo il nostro appartamento. Elena si è davvero impegnata nella ricerca di un alloggio in affitto a New Orleans e già arredato! Abbiamo una camera ciascuna: una con un balcone cioè quella di Bonnie, una col bagno personale presa da Elena e una più grande, la mia.
-Ecco a te- Una tazza fumante mi appare davanti agli occhi, la mia amica sposta dalla sedia un cardigan e si siede davanti a me –Vuoi parlarne?-
Gli occhi mi si gonfiano di lacrime, ma non piangerò. No, non questa volta –E di cosa? E‘ passato più di un anno e io non riesco ad andare avanti, tutti hanno un peso da portarsi dietro no? Ecco questo è il mio! Però è così dura! Insomma fra pochi giorni inizio il lavoro dei miei sogni...-
-Non esattamente- Mi interrompe lei
-Non è questo il punto!- Ribatto –E tutto ciò a cui riesco a pensare è quella maledettissima sera, la rivivo notte dopo notte ogni volta mi chiedo se non sia una punizione-
-Non dire così Care, non è stata colpa tua-
-Come fai a dirlo? Non c’eri! In quel momento probabilmente stavi facendo sesso con Jeremy, anzi togliamo il probabilmente-
-Caroline non cominciare!- Replica lei gelida, e il suo sguardo mi convince a smetterla. Poi cala il silenzio, l’argomento Jeremy Gilbert è decisamente spinoso per lei e come darle torto, è il fratello di Elena e quando la loro relazione è iniziata lui non era esattamente single. In quanto a unica persona a conoscenza della loro storia ho il diritto di esporre il mio disappunto, ma Bonnie non è della mia stessa idea.
 
 

Finito di bere lavo le tazze e torno in camera nella speranza di addormentarmi.
Mezz'ora.
Un'ora.
Due ore.
E il sonno non arriva, così decido di cambiarmi e uscire. Apro il trolley viola accanto al letto e prendo le prime due cose che trovo: leggins neri e una maglia grigia, li indosso, afferro la borsetta ed esco. Casa nostra non è tanto lontana dal quartiere francese, chissà magari una tequila mi concilierà il sonno!
Entro nel pub con meno gente, anche se comunque è pieno. Mi siedo al bancone e una ragazza bionda viene a chiedermi l'ordinazione.
-Tequila sale e limone grazie... Camille?- Leggo il nome sul cartellino e le do una banconota da 5 sperando chhe basti. La prende e dal grembiule prende qualche moneta per il resto, ma mi sento generosa -Tienili pure- Mi sorride e va via.
Due minuti dopo mi servono la tequila, ingurgito tutto e mi alzo per andarmene.
-Un altro giro?- Sento una voce dietro di me, mi giro e davanti a me ne vedo il proprietario. Biondo, occhi azzurri, labbra carnose incorniciate da una barbetta incolta, la sua maglia nera a scollo a V lascia intravedere parte del suo fisico, sembra magro ma non uno stecchino, di quelli che si trovano a Mystic Falls.
-No grazie-
-Allora lascia che ti accompagni a casa. Un fiore come te non dovrebbe andarsene in giro da sola-
-So cavarmela da sola. Grazie!- Tronco la conversazione ed esco, odio le persone così insistenti! Il tempo di uscire e sento di nuovo quella voce.
-Sai, non è carino andarsene in questo modo-
-Sai, non è carino seguire una ragazza-
-Non ti sto seguendo, ti sto accompagnando. E' diverso. A proposito, mi chiamo Klaus, e tu love?-
-Prima di tutto non chiamarmi così. Fidati, alle ragazze normali non piace...-
-Sicura?-
-Si! E poi non ho bevuto abbastanza per venire a letto con uno come te-
Spero di aver colpito nel segno ma lui invece ci arrabbiarsi scoppia a ridere.
-Hai un bel caratterino, mi piace. Adesso me le vuoi dire il tuo nome?-
-No!-
-Bene. Allora ti accompagno a casa-
-Caroline!- Urlo esasperata –Il mio nome è Caroline! Contento? Mi lasci andare?-
-In realtà non ti sto trattenendo, sto solo cercando di iniziare una conversazione con te e senti puoi camminare più lentamente? Parlare e correre non mi piace molto-
-Pensavo che te ne saresti andato se ti avessi detto il mio nome-
-E chi l’ha mai detto? Ti vuoi fermare solo per un secondo?-
Non so perché ma lo assecondo.
-Non sono un maniaco o altro e non ti sto seguendo solo per portarti a letto.  Sono un gentiluomo e tu stai camminando tutta sola in piena notte per le strade di New Orleans, sei fortunata che ci sia io a seguirti e non qualcun altro-
Sbuffo e riprendo a camminare, ma lui non demorde.
-Caroline eh? Bel nome, hai qualche parente che si chiama così?-
Prima di rendermene conto sono arrivata a destinazione –Sai, mi piacerebbe parlare ancora con te ma purtroppo sono arrivata!-
Esclamo con tono ironico, ma lui non si leva quel sorrisetto dalla faccia –Mi fai salire?-
-Ti è andata male sai! Non vivo da sola, mi sono trasferita qua con il mio ragazzo...- Mento - ...E diciamo pure che è un tipo abbastanza geloso-
-Oh love ti aspetti che ci creda?-
-Fai un po‘ come vuoi, non mi interessa-
Non lo saluto nemmeno e chiudo la porta dietro di me. Che palle! Ma proprio a me doveva capitare l’uomo più insistente di New Orleans? Al primo piano mi affaccio per vedere se è ancora là, ed è così! Mi saluta e mi manda un bacio, come risposta alzo gli occhi al cielo. New Orleans è una grande città, quante possibilità ci sono di incontrarlo di nuovo?
 
 ***

Il mattino dopo mi sveglio alle 10, strano considerata l’ora in cui mi sono addormentata; Elena e Bonnie sono già in piedi e sorseggiano qualcosa da dei bicchieri Starbucks, penso caffè.
-Ah buongiorno! Ne abbiamo preso uno anche per te, è sul ripiano in cucina- Mi informa Elena, rispondo con un cenno del capo, ma come fa ad essere così attiva al mattino? –Ehi tutto bene? Mi ha detto Bonnie che hai fatto le ore piccole ieri notte-
-Come? Ah si non riuscivo a dormire e quindi sono andata a bere qualcosa in un bar qua vicino ma sono stata fuori poco-
-Conosciuto qualcuno di interessante?
Rovisto in cucina alla disperata ricerca di zucchero
-Qualcuno: si. Interessante: non direi. Lo zucchero?-
-Non è accanto al bicchiere?-
-Se ci fosse non lo chiederei. Faccio un salto a comprarlo-
Corro in camera e come la notte prima indosso leggins e maglia ed esco. Scendo le scale il più veloce possibile, odio il caffè freddo! Ieri sera ho visto un minimarket non molto lontano, svolto, svolto l’angolo e mi scontro con qualcuno.
-Oddio scusa! Tutto bene?- Mi chiede una voce femminile
-Si... Credo...- Raccolgo in fretta le cose che mi sono cadute dalla borsa senza nemmeno fare attenzione a chi mi parla.
-Ehi ma tu sei una delle nuove ragazze che sono venute a vivere qua, giusto?-
Questa frase mi costringe a guardare la donna in cui mi sono scontrata. Una Barbie in carne ed ossa... Beh molti direbbero che io somiglio ad una Barbie e alcuni l’hanno già fatto ma lei decisamente mi batte.
-Dai lascia che ti aiuti, A proposito io sono l’inquilina del secondo piano, mi chiamo Rebekah, Rebekah Mikaelson-
 
 
Nota dell’autrice: mi scuso in anticipo per gli errori, non ho avuto il tempo di ricontrollare tutto il capitolo. Il prossimo arriverà la prossima settimana anche perché questa fanfiction è ispirata ad una che avevo già scritto ma non so più dove sia e la sto riscrivendo tutta e lo so che per ora può sembrarvi banale ma siamo solo all’inizio della storia no? ;-) 

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Sono seduta da Starbucks con Rebekah, ho deciso di rinunciare al caffè tiepido che c’è a casa per concedermene uno caldo e appena fatto.

-Vediamo se ho capito bene...- Dice Rebekah tra un boccone e l’altro -... Elena è la ragazza di colore non molto alta, mentre Bonnie è...-

- Quella è Bonnie-

- Buono a sapersi! E chi era quel ragazzo carino con cui siete venute?-

- Quello è Matt e, non offenderti, ma non penso tu sia il suo tipo-

- Perché?-

La guardo dall’alto in basso, enfatizzando il tutto, si vede che i soldi non le mancano: capelli lisci dove non troveresti una doppia punta a pagarla oro, unghie perfettamente laccate, orecchini e collana abbinati che devono essere costati un occhio della testa, vestito nero leggermente scollato lungo fino alle ginocchia e infine tacchi, Louboutin immagino, la suola rossa è un segno distintivo.

-Beh diciamo che lui è abituato ad un altro tipo di ragazza- Guardo l’ora sul cellulare –Scusa ma devo scappare! Oggi è il mio primo giorno di lavoro e non voglio fare ritardo-

-Davvero? E cosa fai?-

- Giornalista, o meglio, per ora penso di portare solo caffè e fare lavoro di ufficio, poi si vedrà. Sono al... To USA from NO, lo conosci?- Più ripeto quel nome più mi rendo conto di quanto ridicolo sia!

-Scherzi? Mio fratello Nik è il capo redattore-

-Non ci credo! Allora chiamalo e digli che faccio ritardo perché sono con te-

Lei scoppia a ridere -Si certo, come se fosse facile! Ti conviene sbrigarti. No lascia stare faccio io- Mi ferma mentre prendo il portafogli, assumo un'espressione contrariata – L'hai reso chiaro prima no? I soldi non mi mancano. Vorrà dire che una sera mi inviterai a cenare da voi-

-Sicuro! Grazie mille-

 

 

Parcheggio la macchina dietro all'ufficio e metto il navigatore, il mio migliore amico in questi primi giorni qua a New Orleans, nel cruscotto, incastrandolo alla perfezione tra le mille cose che ci sono là. Uscita dalla macchina sistemo i capelli e il vestito comprato apposta per l'occasione: color pesca arricchito di decorazioni, maniche corte con una scollatura non troppo profonda, la gonna arriva fin sopra le ginocchia, nè troppo serio nè troppo sexy.

Avvicinandomi alla redazione il battito aumenta, da anni sogno di lavorare come giornalista per un quotidiano che non sia quello del college o di Mystic Falls e finalmente ci sono. Il mio primo giorno di lavoro!

Il salone di ingresso è enorme e il fatto di essere vuoto lo ingrandisce ancora di più: due piante all'ingresso, un tappeto indaco e una scrivania bianca al fondo alla quale c'è seduto un uomo ben vestito intento a leggere una rivista.

-Ha un'appuntamento?- Mi chiede con tono gelido quando arrivo davanti a lui.

-In realtà oggi è il mio primo giorno di lavoro, sono Caroline Forbes. Ecco questa... è la mia lettera di assunzione-

-Con chi ha fatto il colloquio?- Ancora non mi ha guardato negli occhi, è preso dalla sua rivista.

-Natasha Britson, è la co...-

-Era!- Sembra illuminarsi - Si è licenziata il mese scorso, pare che avesse una realazione con un dipendente, tutti puntano sul ragazzo della cronaca locale ma io dico che è quello dello sport, come fa di cognome già? Qualcosa con la L, in ogni caso...-

-Non mi fraintenda, amo il gossip, ma in questo momento è l'ultimo dei miei pensieri, mi dica solo dove devo andare!-

-Secondo piano. Chieda dell'ufficio del signor Mikaelson- Mi butta il foglio, ho come l'impressione di essermi fatta un nemico.

Se l'ingresso era vuoto, la redazione è l'esatto opposto, gente che entra, gente che esce, ogni centimetro del muro è tappezzato di prime pagine del To USA from NO, per quanto riguarda la stanza ci sono scrivanie ovunque, tutto è in un'unica sala eccetto qualche ufficio e i bagni. Non è difficile trovare l'ufficio del capo perché è proprio in fondo e la scritta sulla porta è enorme! Attraverso la stanza evitando di andare addosso ai miei futuri colleghi e osservando le scrivanie per trovare i due probabili amanti di Natasha, individuo subito quello dello sport 'Tyler Lockwood- sport' dice la targhetta; lui è seduto alla sua postazione a fare niente, mi guarda e mi sorride, lo ricambio: capelli neri a spazzola, occhi marroni, carnagione olivastra, palestrato... Però! Non male per essere un probabile amante del capo. Tra uno scambio di sguardi e un sorriso arrivo davanti alla porta di Nik, già me lo immagino il fratello della Barbie vivente, la versione umana di Ken: altissimo, un surfista di sicuro quindi fisico perfetto, capelli castani e... Cazzo!

-Chi si rivede- Esclama Klaus, l'uomo incredibilmente insistente dell'altra sera -Caroline giusto? Accomodati- Mi indica la sedia nera davanti alla sua scrivania. Mi avvicino a testa bassa sperando con tutte le mie forze di sprofondare.

-Salve...- Sussurro, mi prende la mano e la stringe.

-Bene signorina... Forbes, giusto?- Annuisco -Non importa, sappiamo entrambi che non ti chiamerò mai così love- Rabbrividisco, di nuovo quel nomignolo! Nota la mia espressione infastidita e sorride -Penso che David il ragazzo della reception ti abbia già informato su Natasha, quindi se non ti spiace ho un paio di domande da farti-

Ripeto: cazzo!

-Cominciamo con le domande: problemi a lavorare fino a tardi? Viaggi di lavoro?- Con la testa faccio cenno di no -Perfetto! Ho letto alcuni die tuoi articoli e il tuo curriculum, davvero notevole, quanti anni hai?-

-Ventisei-

-Esperienze in questo campo? Oltre a quelle universitarie intendo.-

- Appena finito il college ho lavorato per un giornale locale ma mi sono licenziata-

-Come mai?-

-Problemi personali e in più non mi sembrava il posto per me. Ho preso un anno sabbatico e nel frattempo ho inviato curriculum ovunque fino a che non mi avete chiamata ed eccomi qua!-

-Ok, siccome non non sono stato io ad assumerti ho un'ultima domanda e bada a rispondere bene-

E' arrivato il momento della classica domanda: perché vuoi fare questo lavoro. La domanda che spero sempre mi venga fatta, quella a cui so rispondere in modo esemplare.

-Esci con me stasera?-

Cosa? Lo sapevo! Stava andando tutto bene, ci doveva per forza essere un intoppo! E ora per tenermi il lavoro devo andare a letto con il capo.

Klaus scoppia in una risata fragorosa -Dovresti vedere la tua faccia! Tranquilla ti stavo solo prendendo in giro. Puoi andare alla tua scrivania ma prima...- Mi porge un'agenda verde scuro e una pila di foglietti disordinati -Devi sistemare i miei appuntamenti e prima gradirei un caffè nero senza zucchero, eccoti 5 dollari, ricordati il resto. In bocca al lupo love- Mi fa l'occhiolino e mi congeda -Ah ho sentito Rebekah, a quanto pare siete diventate amiche, chiamami quando vi vedete!-

Balbetto un grazie e poso la borsa alla mia scrivania, proprio fuori dal suo ufficio. Ok non mi pare di aver visto una caffetteria nei dintorni, potrei andare in quella vicino a casa mia ma tra andare e tornare ci metterei più di un'ora. Idea! Posso cercarne una su internet! Intanto il ragazzo dello sport, Tyler si avvicina.

-Ciao- Esclama -Bisogno di aiuto?- Mi sorride di nuovo mostrando dei denti perfettamente bianchi, come quelli delle pubblicità.

-Sai dove posso trovare uno Starbucks o qualcosa del genere, il capo mi ha chiesto un caffè ma sono nuova in questa città-

Scoppia a ridere, prende un foglio con dei numeri di telefono sulla mia scrivania e mi indica un nome sconosciuto -Abbiamo un contratto con questa caffetteria, loro ci portano le ordinazioni a domicilio che paghiamo la metà e noi una volta a settimana gli facciamo pubblicità sulla cronaca locale. Chiama e specifica che è per il capo-

-Grazie Tyler- Assume un'espressione sorpresa -L'ho letto sulla tua scrivania. Piacere Caroline Forbes-

-Tanto piacere. Scusa ma ora devo andare, ho un'intervista con un ex giocatore di baseball. A dopo Caroline-

E prima che possa accorgermene è andato via. Sbuffo e comincio a sistemare gli appuntamenti di Nik... o Klaus? Appuntamento con i finanziatori, colloqui di lavoro, intervista per un'emittente televisiva locale, cena di lavoro... Quest'uomo vive per il lavoro e la cosa non mi stupisce. Ogni tanto spunta il nome Claire. Claire e basta, senza ulteriori specifiche. E chi è?

Il pomeriggio prosegue lento, tra un giro in archivio, quaranta fotocopie, scambi di battute con Tyler e telefonate in cerca di interviste. Alle 7 di sera me ne vado, per ultima naturalmente, si sa che l'ultimo arrivato è quello che sgobba di più. Sistemo la scrivania e invio un messaggio ad Elena.

Sto uscendo ora. Trovato lavoro?

 

La risposta non tarda ad arrivare

 

Ho fatto un colloquio per una casa editrice, ma mi diranno qualcosa nei prossimi giorni. Comincio a preparare la cena

 

-Il tuo fidanzato?- La voce di Klaus dietro di me mi fa sobbalzare -Rebekah mi ha detto che non sei impegnata, quindi sei libera di uscire con me-

-Senti sei il mio capo e quindi devo rispettarti ma ciò non significa che mi farò andar bene il tuo atteggiamento-

-Lo sapevo. A domani sweetheart, puntuale!-

Decido di aspettare un po' prima di scendere, non voglio stare sola con lui in ascensore, così mi aggiro per la redazione toccando ogni scrivania e leggendo ogni targa con i nomi. Qua dentro ci saranno più di cento persone e ognuno di loro è un ingranaggio per questa grande macchina, e anche io lo sono. Chissà magari un giorno lavorerò a New York che è praticamente il sogno di tutti!

Premo il pulsante dell'ascensore, entro e a terra noto un portafogli in pelle marrone. Lo apro per vedere di chi è.

'Niklaus Mikaelson' . E' ora? Glielo riporto! C'è anche un biglietto da visita, in macchina lo imposto sul navigatore e parto.

Casa sua si trova in un condominio piuttosto lussuoso, di quelli che hanno il portiere all'ingresso, chiedo del signor Mikaelson e lui mi dice il piano e l'appartamenti: settimo A. Il corridoio è piuttosto lungo ma gli appartamenti pochi, probabilmente perché sono molto grossi. Busso alla porta e...

 

 

 

 

Cosa succederà? Sono riuscita a pubblicare abbstanza in fretta ma non so dirvi quando uscirà il prossimo capitolo. Mi raccomando recensite! Come sempre mi scuso se ci sono degli errori, ho controllato ma qualcosa può essermi sfuggito.

Ah grazie alle persone che mi seguono e a quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite ;) Un bacio!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Una ragazza bionda mi apre, la cameriera dell'altra sera, Camille mi pare. Eppure il portiere mi ha detto appartamento 7 A, che questo sia il B?. Faccio un passo indietro per vedere la lettera attaccata sulla porta.

-Stai cercando Klaus?-

-Ehm si... -

-Chi è?-

Dal nulla spunta il mio capo/ammiratore/fratello della mia vicina di casa. Appena capisce che sono io mi sorride. Cerco di mantenere la calma e sventolo il suo portafogli.

-L'ho trovato alla redazione così l'ho aperto, ho visto che era il tuo e te l'ho riportato-

-Ecco dov'era! Grazie love. Ah Camille...- Prende dal portafogli una banconota ma non riesco a vedere quale sia e gliela da -Domani stessa ora?- Le fa l’occhiolino, lei annuisce e va via sorridendo. Ci metto un attimo a capire il perché di quei soldi.

-Lurido bastardo!- Esclamo appena lei prende l'ascensore -E' una prostituta! So che sei il mio capo e dovrei contenermi ma... Una prostituta! Lo sapevo che c'era qualcosa di losco in te l’ho capito fin dalla prima sera quando mi volevi accompagnare a casa, sarò maleducata ma  te lo dico lo stesso: sei disgustoso! E chi è quella Claire segnata sull'agenda, un'altra prostituta per caso?-

Per la prima volta lo vedo irritato, mi afferra per un braccio e mi spinge in casa. Provo a scappare ma lui è troppo forte per me. Apre una porta e mi butta dentro.

Sono senza parole! Una camera lilla con un lettino, una piccola scrivania, giochi dappertutto, uno scaffale con dei libri per bambini e a terra una bambina di circa cinque anni con i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri.

-Ora come avrai forse capito...- Sussurra alle mie orecchie -Questa è mia figlia Claire, e Camille è la mia baby-sitter. Prima di lanciare giudizi affrettati Caroline conta fino a dieci!-

Claire mi guarda con aria incuriosita, le sorrido e seguo suo padre in cucina. Non sono mai stata così imbarazzata in vita mia, ho appena definito sua figlia una prostituta e questo perché non chiudo mai la bocca! Stupida Caroline!

-Mi dispiace tantissimo io non... non lo sapevo! E' solo che solitamente parlo senza pensare- Mi giustifico agitata

-Ma non mi dire. Smettila di urlare che mi spaventi la bambina. Dai siediti- Sposta una sedia in modo rude e la indica.

-Perdonata?- Chiedo speranzosa.

-Ci devo ancora pensare-

Senza avermelo chiesto mi versa una tazza di caffè accompagnata da un cioccolatino. Sento dei passi veloci e Claire entra in cucina saltellando, prende una merendina, abbraccia il padre e torna in camera.

-Quanti anni ha?-

-Cinque- Risponde sorridendo, si vede che le vuole bene. Lo invito a continuare -Diciamo pure che non è stata voluta, sua madre ed io ci eravamo appena messi assieme e quando ha scoperto di essere incinta ci siamo sposati. Errore fatale. Ora lei vive a Metairie non molto lontano da qua, durante la settimana la tengo io e a week end alterni lei-

-Quindi hai otenuto la custodia?-

-Non è ancora ufficiale ma si, ho ottenuto la custodia. Non è stato difficile considerata la vita che conduce la madre-

-Non è una santa immagino-

-Eh no. Bene. Hai visto che non sono il classico marpione, ora esci con me o no?-

Finita la magia! Sbuffo, prendo la borsa scocciata e mi alzo -Sai per un minuto ho pensato che fossi una persona quasi decente ma evidentemente mi sbagliavo!-

Stranamente non fa niente per fermarmi ma quando sono arrivata all’ingresso si limita a dirmi –Ci vediamo domani Caroline-

 

A cena siamo solo io ed Elena a parlare, del primo giorno di lavoro, per quanto mi riguarda, e del colloquio, lei. Bonnie è stata a casa a sistemare tutto e infatti e sue cose sono a posto e camera sua è impeccabile a differenza delle nostre. Racconto tutto per filo e per segno: Rebekah, il receptionist acido, il capo che ci prova con me e che ha una figlia e infine il flirt con Tyler

-... Spero solo che non fosse lui ad avere una relazione con Natasha- Concludo.

-Sport eh? Magari può procurarci qualche biglietto, naturalmente non per noi! Ma per mio fratello e Matt, per quando verranno a trovarci- Dice Elena, io e Bonnie ci guardiamo; qualcosa mi dice che Jeremy non vorrà guardare la partita quando verrà qua! Vorrei dirlo ma con grande fatica non lo faccio.

La suoneria del mio cellulare interrompe il silenzio. Messaggio da un numero sconosciuto.

 

Ciao Caroline sono Tyler Lockwood. Allora come ti è sembrato il primo giorno di lavoro? E stai tranquilla, puoi parlare male di Klaus quanto vuoi, tra noi non scorre buon sangue!

 

 

Sorrido. Rispondo al messaggo solo dopo cena, in camera mia dove nessuno può disturbarmi. Messaggiamo praticamente fino all’una di notte. Tra le altre cose lui mi racconta di come Klaus lo abbia incastrato a New Orleans facendo un patto con la madre ma non può licenziarlo perché é uno dei migliori giornalisti sportivi dlla Louisiana e Tyler non può licenziarsi perché Klaus gli farebbe terra bruciata attorno, mi racconta dei problemi familiari quando suo padre era ancora vivo e dei suoi problemi a gestire la rabbia durante i primi anni del college. Ed io... Gli racconto delle mie amiche! Che ti prende Caroline? Un bel ragazzo ti racconta praticamente tutta la tua vita e tu non riesci a fare lo stesso?

 

Questo sabato la band di un mio amico suona su Bourbon Street, mìvieni con me?

 

Mi propone lui alla fine.

 

Mi piacerebbe molto!

 

Rispondo. E la nostra conversazione finisce qua perché io sono troppo stanca e mi devo svegliare presto. Finalmente le cose girano per il verso giusto!

 

 

 

Allooooooora, il capitolo è un po‘ corto perché questa settimana sono stata impegnata e non ho avuto tempo di scrivere ma ci tenevo a pubblicare! Il prossimo non so quando uscirà perché la prossima settimana ho tre esami senza contare gli altri impegni :( Se riesco pubblico un capitoletto della lunghezza di questo! Spero di farcela!

Come sempre recensite, anche per criticarmi, va bene lo stesso xD E grazie a chi segue la mia storia! Un bacione!

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Sono seduta allo stadio accanto a Tyler. Alla fine abbiamo deciso di venire alla partita di football, oggi gioca la squadra di New Orleans contro non so chi.

Odio il football. Lo odio. E' violento, non capisco le regole e tutto quello che riesco a vedere sono 22 uomini che corrono da una parte all'altra del campo facendosi male a vicenda.

-Ti stai divertendo?- Chiede Tyler. Annuisco. Perché ho accettato di venire alla partita? Non so nemmeno come si giochi e l'uomo seduto accanto a me avrà mangiato cinque pacchetti di patatine, almeno la metà sono finiti addosso a me. Tyler invece segue il tutto con molta attenzione, segnando i momenti più importanti sul suo tablet, da buon giornalista sportivo, e insultando i giocatori, da buon tifoso.

-Senti non capisco una cosa riguardo alla partita...- Gli urlo per farmi sentire.

-Dimmi!- Risponde seza staccare lo sguardo dal campo.

-Chi sta vincendo?- Inarca il sopracciglio e ride.

-Non ti piace vero?- Faccio cenno di no -Sei strana lo sai? A tutti piace il football e in più qua a New Orleans siamo dei grandi tifosi, penso che tutta la città sia venuta qua. Se ti va dopo la partita possiamo andare da qualche altra parte ma ora no, sai l'articolo...-

-Ah non importa! Vorrà dire che me lo farò piacere... Ehi ma quelli non sono Klaus e la sorella?- Indico i due fratelli seduti qualche fila più avanti, accanto a loro c'è un uomo piuttosto distinto che indossa giacca e cravatta ma non vedo Claire.

-Si purtroppo e quello accanto è il fratello Elijah. Penso che lavori come avvocato a New York, è l'unico decente in quella famiglia di sciroccati-

-No dai Rebekah non è male e poi che problema hai con Klaus? Non che lo voglia difendere ma non capisco perché vi odiate così tanto-

-Senti ora non posso parlare molto, se perdo anche un solo secondo della partita il capo mi ammazza, e non sto scherzando! Ne parliamo dopo ok?-

Uff dovevo restare a casa a guardare la tv!

 

 

Tra il secondo e il terzo tempo c'è un intervallo di pochi minuti, alla buon'ora! Sugli spalti passano Rebekah e Elijah, mi fa un cenno col viso e si allontanano lasciando Klaus da solo. A vederli non sembra che siano ad una partita di football: uno con lo smoking, l'altra con gli stivali col tacco e l'altro ancora sembra non seguire affatto il match.

Tyler fa un sospiro di sollievo e chiude il tablet -Scusa, non è un grande appuntamento lo so ma speravo di unire dovere e piacere e invece tu non ti stai divertendo affatto-

-Stai tranquillo, magari dopo possiamo andare a vedere uno di quei film strappalacrime che voi uomini odiate così tanto. Così giusto per vendetta!- Si mette a ridere e io posso ammirare di nuovo i suoi denti perfettamente bianchi.

Sul maxischermo appare un gigantesco cuore con sotto la scritta Kiss cam e inizia la canzone Kiss me. Pensavo fosse solo finzione e in realtà esiste davvro! La telecamera riprende alcune coppie che all'inizio si imbarazzano, poi si scambiano un bacio più o meno casto, dipende dalle persone. E poi sullo schermo appariamo io e Tyler. Oddio che faccio? Lui sembra sorpreso come me, poi fa spallucce, afferra il mio visto e mi da un bacio a stampo e tutto il rumore attorno a me sembra svanire. Il bacio continua, nonostante la Kiss cam abbia cambiato obiettivo, e da bacio a stampo diventa qualcosa di più appassionato. Gli spettatori accanto a noi cominciano ad applaudire e a fare i versi così ci stacchiamo.

-L'appuntamento sta prendendo una bella piega...- Gli sussurro con tono malizioso, mi da un bacio a stampo e mi abbraccia. Non so perché ma d'istinto guardo giù al posto di Klaus e lo trovo vuoto.

-Ho voglia di una birra, tu vuoi qualcosa da bere?- Chiede Tyler riportando la mia attenzione su di lui; appena finisce la frase i tifosi cominciano ad acclamare i giocatori che rientrano in campo.

-Lascia stare, vado io- Prendo la ia borsa verde scuro e mi dirigo verso il chiosco all'interno dello stadio, c'è una lunga coda ma per fortuna scorre veloce. D'un tratto Klaus appare accanto a me

-Oh ciao!- Esclamo cercando di essere il più garbata possibile; sembra turbato per qualcosa.

-Da quando ti sei messa a frequentare la feccia?- E' palese che si riferisca a Tyler, ed è palese che ha visto il nostro bacio.

-Fidati, quando lo farò tu sarai il primo della lista e poi non sono affari tuoi-

-Hai ragione non lo sono ma quando lui si stancherà, e fidati che lo farà, ci saranno drammi in redazione e non voglio che questo accada-

-Si può sapere cos'è successo fra voi due? E' chiaro che avete avuto die problemi, io mi trovo in mezzo a questa faida e giusto perché tu lo sappia: sto dalla sua parte!-

-Non lo faresti se sapessi quello che è successo sweetheart. Ti lascio alle tue faccende da fidanzata...- Fa un passo poi torna indietro – Mia sorella vuole invitere te e le tue amiche a casa sua stasera, ci saremo anche io e mio fratello, vieni vestita così- Mi sposta una ciocca dal viso e sparisce. Che odio! Però il frigo è praticamente vuoto e magari Bonnie ed Elena mi daranno man forte.

Mentre sono in coda mando un messaggio ad Elena.

La partita dovrebbe finire tra mezz'ora, spero! Stasera siamo invitate da Rebekah.

 

 

-Allora a domani- Dico a Tyler staccandomi dal bacio. Scendo dalla macchina e aspetto che se ne vada, poi entro in casa. Non faccio in tempo a mettere un piede nell'appartamento che Elena e Bonnie mi vengono incontro.

-Come è andata? Dai racconta!-

-Ehi calma lasciatemi respirare! Dopo vi racconto tutto ma ora mi devo preparare, fra mezz'ora dobbiamo essere da Rebekah...-

-Si... A proposito di quello...- Mi interrompe Elena esitante -Dobbiamo proprio andare? Noi non la conosciamo per niente e...-

-Assolutamente si! Vi prego non mi lasciate sola con loro! C'è anche Klaus e oggi ha visto me e Tyler che ci baciavamo!-

-Vi siete baciati?- Esclama Bonnie.

-Si ma non è questo il punto! Voi dovete venire per me-

-Eh va bene. Forza Bonnie andiamo a prepararci-

Si!

 

 

 

 

Nota dell'autrice: come ho già detto questa è stata una settimana piuttosto dura quindi sono riuscita a scrivere solo questa schifezza! Il prossimo verrà pubblicato nel week end ;)

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


-Cosa aspetti? Suona?- Mi incita Elena. Siamo davanti all’appartamento di Rebekah, in attesa di entrare per la cena con i suoi fratelli, cena a cui non voglio andare perché... Beh si sa.

Vorrei poter suonare ma qualcosa mi blocca perciò Elena mi scansa e lo fa al posto mio. Un rumore di passi ci avvisa dell’arrivo di qualcuno, la padrona di casa presumo, a meno che Klaus ed Elijah non portino scarpe col tacco!

-Ciao! Voi dovete essere Elena e Bonnie, Caroline mi ha parlato di voi, io sono Rebekah- La bionda apre la porta e si presenta –Prego entrate!- A vederla non sembra sia nel nostro stesso condominio: le pareti sono di un color pesca molto tenue, i mobili sembrano quelli che si vedono nei cataloghi di design moderno e alle pareti sono appesi alcuni quadri di pittori famosi; lei invece è completamente diversa da oggi pomeriggio: capelli mossi sciolti, una maglia blu lunga, leggins neri e le immancabili scarpe col tacco.

Entrate in cucina troviamo i suoi fratelli seduti su un divano in pelle grigia intenti a bere dello scotch. –Le presentazioni! Loro sono Elena, Bonnie e Caroline-

Elijah si alza per presentarsi ad ognuna seguito a ruota da Klaus ma a differenza sua sembra un uomo d’altri tempi nel suo smoking e col suo modo di fare impeccabile; arrivato davanti a me sembra molto incuriosito – E tu devi essere Caroline, Niklaus mi ha parlato di te, sei la sua assistente giusto? Mi scuso da parte sua per le angherie che dovrai subire-

-Wow allora voi maschi Mikaelson non siete tutti arroganti-

Sogghingna, poi ci invita a sederci al tavolo apparecchiato in maniera perfetta e Klaus come da manuale si siede accanto a me. Intanto Rebekah corre in cucina a prendere la cena, ne esce con quattro cartoni di pizza. Me l’aspettavo, non sembra il tipo che cucina.

-Il tuo ragazzo non è venuto? Non mi dispiace affatto ma una bella ragazza come te non dovrebbe stare da sola-

-A dire il vero non l’ho nemmeno invitato, sai deve lavorare!-

-Klaus giusto?- Bonnie si intromette per evitare che nasca una discussione –Caroline mi ha detto che hai una figlia, dov’è?-

-Dalla madre- Risponde freddamente, lei prova a continuare il discorso ma Elijah le fa cenno di no con la testa poi mima con le labbra “Lascia stare”, e così fa.

 

La cena prosegue tra chiacchere e battutine a parte di  Klaus che la smette solo quando si assenta per fare una telefonata.

-Allora qual’è il problema con la madre di Claire?- Chiede Bonnie a bassa voce non appena lui esce dalla stanza. Rebekah non perde tempo a rispondere.

-E’ una stronza!-

-Non è molto carino da dire- La rimprovera il fratello.

-Però lo è! Non è mai stata una grande figura genitoriale e in più non ha un lavoro. Infatti la piccola è stata affidata a Nik-

Ascolto il tutto bevendo un bicchiere di vino rosso, non molto adatto mangiando una pizza ma almeno è buono, sovrappensiero me ne verso un po’ addosso –Cavolo!- Esclamo, il vino rosso è un casino da togliere –Scusate, Elena mi dai le chiavi? Vado su a cambiarmi...-

A casa butto la maglia nella lavatrice e ne infilo una lilla e prendo le scale per scendere ma arrivata al secondo una voce mi distrae, Klaus al piano di sotto è al telefono, sembra piuttosto arrabbiato.

-Me ne frego che domani devi partire presto! Perché? Perché per tutta la settimana non ha fatto altro che ripetere quanto fosse felice di passare questo fine settimana con te e quanto siete state assieme? Sei ore? E’ tua figlia Haley non una sconosciuta! E quindi cosa dovrei fare? Venirla a prendere e dirle che sua madre è dovuta andar via e non ha trovato il coraggio di dirglielo in faccia?-

No. Questo è sbagliato, non dovrei ascoltare, è una conversazione privata fra lui e la madre di Claire, quindi si chiama Haley... Intanto Klaus continua a parlare ma ora sembra essersi calmato anzi sconfitto e scoraggiato, appoggia la testa su una mano sospirando.

-Va bene però glielo devi dire tu. Mezz’ora e parto...- Riattacca e resta fermo immobile a pensare. Senza far rumore risalgo le scale e rientro subito seguita da un Klaus rabbuiato

-Tutto bene?- Gli chiedo a bassa voce, sembra sorpreso dalla mia domanda, infatti mi osserva per qualche secondo prima di rispondere accompagnando il tuto con un sorriso palesemente finto.

-Si, grazie per avermelo chiesto-

Dopo circa dieci minuti si scusa e se ne va ma anche io decido di tornare a casa e mettermi a letto vista la giornata che ho trascorso. Finalmente posso prendermi un po’ di tempo per pensare a Tyler e al nostro bacio ma on so perché tutto ciò a cui riesco a pensare sono Klaus e la sua espressione sconfitta sulle scale.

Chissà cos’è successo con quella Haley...

 

 

***

 

 

E anche la seconda settimana è andata. Devo ammettere che rispetto alla prima è stata decisamente più leggera, forse perché i compiti erano meno noiosi, forse perché mi sto ambientando o forse perché non appena avevo un minuto libero mi chiudevo nell’archivio al secondo piano con Tyler, tanto non ci va nessuno, ma non abbiamo ancora fatto sesso, per quello aspettiamo il prossimo weekend, quando Elena e Bonnie torneranno a Mystic Falls ed io avrò casa libera.

-Ehi bionda porta questo al capo!- Il giornalista che scrive le recensioni sui film e sugli spettacoli (non mi ricordo il nome) butta un foglio scarabocchiato sulla mia scrivania, lo odio! E’ uno di quelli che si sente sopra a tutto e tutti e mi tratta come una serva. Non è nemmeno necessario alzarmi dalla sedia perché proprio in quel momento Klaus esce dal suo ufficio e prende il foglio.

-E questo cosa sarebbe?- Faccio spallucce, lui sbuffa e va da lui -Tim! Dobbiamo parlare-

In sua assenza Tyler ne approfitta per venire da me a darmi un bacio -Tutto ok? Sembri stanca-

-Tranquillo, stanotte ho dormito poco e come se non bastasse la macchinetta del caffè a casa mia si è rotta-

-Se vuoi ti sveglio io- Sussurra al mio orecchio ammiccando.

-Non vi pago per flirtare!- Klaus alla nostra destra ci rimprovera –E in quanto a te Lockwood mi devi ancora dare l’articolo sul giocatore che si ritira, spero per te che non ci siano errori-

-Se no? Mi licenzi? Lo sai che non c’è nessuno bravo come me in tutta la Louisiana, e li altri sbavano per un posto in un grande giornale, non gli importa di New Orleans-

-Non mi sfidare! Love ho bisogno di te per una conferenza stampa, preparati che tra cinque minuti usciamo-

-Ma...- Non riesco a ribattere perché lui ha già chiuso la porta dietro di sè. Da un lato sono contenta di partecipare alla mia prima conferenza ma dall’altro lo farò da assistente, quindi da nullità, e starò con Klaus! Do un bacio a Tyler e metto la mia roba in borsa.

Dieci minuti dopo sono nell’enorme macchina nera di Klaus, diretti verso non so dove.

-Che cosa andiamo a fare?-

-C’è stata un’inchiesta su dei poliziotti corrotti, oggi ci sarà il verdetto e una conferenza stampa con gli imputati. Queste cose preferisco seguirle io, non voglio che qualche incapace faccia casini-

-E a cosa ti servo io?-

-Qualcuno dovrà pur tenermi la roba e portarmi il caffè!- Scherza, ma appena vede la mia espressione torna serio –E’ una cosa che faccio con tutte le assistenti. Voglio mostrarti tutti gli aspetti dell’essere un giornalista. Senti ti dispiace se accendo la radio?-

-No fai pure...-

Schiaccia un paio di tasti sul volante per cercare la stazione giusta e dalle casse accanto a me sento “You shook me all night long” degli AC DC.

-Ferma la macchina!- Ordino in preda al panico –FERMALA!- Urlo. Klaus accosta senza fiatare. Appena lo fa apro la portiera ed esco.

-Si può sapere cosa ti è preso?- Chiede arrabbiato.

-Quella canzone, stavo ascoltando quella canzone quando...-

-Quando?-

Scoppio a piangere.

-Circa due anni fa...-

 

 

 

Cosa sarà mai successo? Vi avviso che il prossimo capitolo sarà scritto in terza persona perché voglio descrivere la vita dei nostri protagonisti in quel periodo e per farlo in modo completo provo così, speriamo in bene!

Grazie a chi recensisce, a chi segue la mia storia e a chi l’ha messa tra le sue preferite. Un bacione!!!!

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


Due anni prima

 

Caroline si guardò allo specchio un ultima volta, per controllare che fosse tutto a posto, ed uscì senza salutare la madre. La sua amica la attendeva in una piccola macchina che una volta doveva essere rossa ma col tempo si è sbiadita fino a diventare marrone

-Alla buon’ora! Stavo facendo la muffa ad aspettarti!- La rimproverò la ragazza.

-Calmati Vicki, non ci ho messo poi così tanto-

Le due ragazze partirono per una meta indefinita. Quella era la loro serata tipo: uscire in macchina e girovagare in cerca di qualcosa da fare, nel peggiore dei casi finivano al Grill ma questo a loro non importava. Di solito a queste uscite erano invitate Elena e Bonnie ma quella sera la prima era a casa del nuovo ragazzo, Stefan Salvatore e la seconda a cena col padre, o almeno così aveva detto... Pochi giorni prima Caroline l’aveva beccata a baciarsi col ragazzo di Vicki, Jeremy Gilbert, alias fratello di Elena. La scoperta l’aveva sconvolta ma forse, aveva pensato, accanto a lei lui riuscirà a mettere la testa a posto; dopo la morte dei genitori il giovane Gilbert aveva cominciato ad assumere droga e occasionalmente a spacciarla ed è stato così che lui e Vicki si sono avvicinati. Due tossicodipendenti assieme non sono l’ideale!

-Il gatto ti ha mangiato la lingua?- Chiese Vicki.

-Uh?-

-Stavo dicendo che Jeremy sembra strano ultimamente. Ha sempre la testa da qualche altra parte, non facciamo più sesso e non viene più al cimitero con me e i miei amici-

-Vuoi dire a covo dei drogati? Forse è meglio se non viene più là e dovresti smettere anche tu...- La rimproverò Caroline tentando di cambiare argomento, non voleva doverle dire che in realtà la stava tradendo con una delle sue migliori amiche.

-Questi non sono affari tuoi!-

E calò il silenzio. Lei era una persona splendida ma quando si trattava di droga non voleva ascoltare nessuno. I Donovan avevano avuto un’infanzia difficile: il padre non l’avevano mai conosciuto, la madre non era mai in casa e quando c’era si portava dietro i suoi fidanzati che spesso si rivelavano essere dei bastardi. Più di una volta uno di loro aveva picchiato la figlia, o il figlio così hanno deciso di impedire alla madre di tornare accompagnata, e da quel momento l'hanno vista sempre meno . I due fratelli però erano completamente diversi: lui era il “Ragazzo d’oro” di Mystic Falls, quello che tutte le ragazze vorrebbero, lei al contrario aveva cominciato a frequentare le persone sbagliate buttandosi nel tunnel della droga e tenendo come unico contatto con la realtà le sue amiche: Bonnie, Elena e Caroline. Tutte e tre avevano provato ad aiutarla, soprattutto Elena che viveva la stessa situazione col fratello, ma invano. Per smorzare la tensione Caroline cambiò di nuovo argomento -Questa settimana ho iniziato a lavorare al giornale di Mystic Falls...- L'espressione di Vicki la incitò a continuare – Onestamente non è niente di che. Penso di essere la più preparata la dentro e l'articolo più interessante è quello su Joe che va in pensione...-

-Aspetta cosa? Joe va in pensione?- Joe era il guardiano del liceo di Mystic Falls, la classica persona che tutti conoscono e che conosce tutti. Oltre ad essere confidente di molti liceali era incaricato di comprare l'alcool per le feste visto che i ragazzi non avevano l'età, ovviamoente dopo previo pagamento!

-Non è questo il punto! Solo che ad ora è la mia migliore possibilità- -Francamente non capisco perché continui a stare qua. Hai una laurea, puoi andare dappertutto, io non ho questa fortuna! Sono costretta a restare in questa città e vedere te, Elena e Bonnie che avete tutte le carte in regola per partire star qua a lamentarvi è una sofferenza!-

-Si, forse hai ragione ma dove posso andare? I grandi giornali non mi prenderanno mai e... Aspetta mi piace questa canzone- Vicki intanto stava cercando una stazione radio decente, la canzone degli AC DC "You shook me all night long" colpì Caroline. –Mi hanno detto che New Orleans ha un buon giornale? Puoi cominciare da là...- -Ci penserò. Allora stasera che si fa?- - C'è una festa al liceo. Possiamo andare a correggere il ponce, io ho una bottiglia di vodka nel baule- Caroline storse il naso, l'idea non la attirava molto specialmente sapendo che il ponce veniva corretto già dai ragazzi del liceo, e poi ormai era troppo grande per quelle feste -So che stasera inaugurano un nuovo locale in un paese qua vicino, possiamo andare là?- Vicki fece la stessa cosa di Caroline, andare in un locale pieno di gente fighetta? No. Loro due erano una l'opposto dell'altra.

-Facciamo così!- Propose infine –Prendi il portamonete dalla mia borsa- Caroline eseguì l'ordine, prese la borsa in finto cuoio e ne estrasse un portamonete a motivo floreale.

Vicky poi prese una moneta da dentro –Testa o croce. Testa andiamo al liceo, croce in quel locale che dici tu- E la lanciò in aria.

Quanto tempo ci impiega una moneta a volare in aria e tornare sulla mano? Due secondi? Ecco, quei due secondi potrebbero essere i più importanti della tua vita. Quella moneta non fece in tempo a cadere. Due secondi per vedere dei fari che si avvicinavano sempre di più verso il lato del guidatore, per poi scontrarsi. La macchina rotolò su se stessa fino a sbattere contro un muro. E Caroline vide il tutto a rallentatore, i fari, l'espressione terrorizzata dell'amica, il finestrino rompersi in mille pezzi, l'impatto col muro. Si ritrovarono a testa in giù, Caroline si girò verso la sua amica che era svenuta, vide il suo viso coperto di sangue, provò a chiamarla ma perse i sensi.

 

Si risvegliò su una barella circondata da paramedici che la portavano verso l'ambulanza.

-V... Vicki, dov'è?- Riuscì a dire. Nessuno le rispose. Le persone attorno a lei continuavano a comunicarsi cose che lei non riusciva a capire. Finalmente un uomo le disse dell'incidente e che la stavano portando all'ospedale. Poi svenne di nuovo.

 

Quando riaprì gli occhi vide la madre seduta sulla poltrona con gli occhi gonfi dalle lacrime.

-Mamma...- Sussurrò. Lo sceriffo corse ad abbracciarla –Ahia!- Si lamentò.

-Scusami tesoro! Sono così contenta che tu ti sia svegliata-

-L'incidente!- Realizzò – Dov'é Vicki?- La madre scoppiò a piangere –DOV' E'?- Urlò.

-E' morta Caroline!- Le rispose una voce maschile, Caroline si girò. Matt. Liz uscì dalla stanza per permettere al ragazzo di raccontarle tutto.

-Durante l'impatto una scheggia del finestrino si è conficcata nel petto di Vicki e le ha perforato il cuore, i medici hanno fatto il possibile ma... Non ce l'ha fatta-

-Cosa?- Esclamò Caroline tra i singhiozzi. Matt l'abbracciò, poi uscì per non piangere di nuovo ma fu sostituito da Elena e Bonnie che si sdraiarono accanto a lei.

 

 

Due anni dopo.

-... Da quel giorno è cambiato tutto. Per un po' ho lavorato al giornale locale ma ho lasciato, e ho preso un periodo di pausa-

Klaus aveva ascoltato la storia in silenzio, commentando a volte con delle espressioni –Mi dispiace- Dice avvicinandosi.

-Ehi non vorrai mica abbracciarmi! Il fatto che ti abbia raccontato questa storia non significa che puoi allargarti!- Lo fermo. Si allontana un po' dispiaciuto.

-Io e Tyler eravamo amici una volta. E' stato lui a presentarmi Haley. All'inizio era solo un'attrazione fisica ma col tempo ho scoperto che mi piaceva davvero, pochi mesi dopo lei è rimasta incinta e così abbiamo deciso di sposarci. All'inizio andava tutto bene: lei, il lavoro, la bambina ma un giorno tornato a casa ho trovato la porta di camera nostra chiusa a chiave e nostra figlia in salotto a guardare la tv. In camera c'erano mia moglie e Tyler a letto assieme. Quindi puoi capire perché lo odi e perché non mi va che tu stia con lui-

-Wow! Questo significa che stiamo diventando amici?-

-Con interesse?-

-Sali in macchina!- Gli urlò ridendo.

 

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Capitolo 8
*** Avviso ***


Questa settimana causa studio e vari impegni non riesco a pubblicare il capitolo :-( Mi farò perdonare prestissimo tranquille! Voi nel frattempo recensite un po' visto che non l'avete ancora fatto ;-)

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Capitolo 9
*** Capitolo VII ***


Esco da un pub e mi avvio verso casa. Le strade sono completamente vuote, il che è strano considerando che siamo a New Orleans e ad ogni ora del giorno e della notte dovunque si voglia andare c'è sempre un gruppo di persone che fa festa. Non so nemmeno perché sono andata da sola a bere, Elena passa la serata con Damon, il suo ragazzo, Bonnie lavora e Tyler aveva un impegno, ma l'idea di passare la serata a casa da sola mi deprimeva, così sono uscita a godermi la città; devo ammettere però che stare al bancone da sola circondata da sconosciuti è ancora più deprimente.

 

Arrivo davanti al portone, frugo nella borsa per trovare le chiavi e l'operazione prende più tempo del previsto: è la mia borsa del lavoro e mi sono dimenticata di svuotarla quindi è piena di bigliettini, penne, fogli di carta...

-Serve una mano love...- Sussurra una voce alle mie spalle, Klaus. Il suo accento e il suo modo di chiamarmi sono i suoi segni distintivi.

-Cosa ci fai tu qua?-

-Sono venuto a trovare mia sorella, ero in macchina quando ti ho vista e ho pensato di venirti a ...salutare- Mentre parla si avvicina sempre di più e il suo tono di voce si fa più sensuale -Come mai tutta sola di notte? Il tuo ragazzo ti ha dato buca?-

-Non parlare di Tyler...- Ribatto provando ad essere credibile ma, forse per l'ora, forse per l'alcol, forse perché lui stasera sembra più sexy del solito, quando mi bacia non reagisco, anzi lo assecondo. Preme le sue labbra sulle mie spingendomi verso il muro e piazzando le sue mani sulla mia schiena; poi schiude la bocca e le nostre lingue cominciano a toccarsi e a giocare tra di loro. Il bacio si fa via via più passionale e in poco tempo le sue mani sono sonno al mio vestito e stringono le mie natiche mentre le mie sono dietro alla sua nuca...

 

 

-Ehi biondina alzati!- Damon irrompe nella mia stanza con indosso solo un asciugamano -Sei sorda? La tua sveglia è scattata dieci minuti fa-

-Oh no!- Balzo giù dal letto per andare in bagno, poi mi ricordo che oggi faccio solo il pomeriggio perché alla mattina sono tutti ad un corso di aggiornamento a cui io, in quanto semplice assistente, non posso andare. Mi ributto sul letto.

-Che hai? Non lavori oggi?-

-No... Chiudi la porta grazie!-

Non appena se ne va ripenso al sogno di stanotte, io e Klaus, Klaus ed io! Perché mai non ho sognato Tyler? Da quando ci siamo messi assieme non siamo andati oltre al bacio, è normale che io abbia voglia di fare sesso ma con il mio ragazzo, non con il mio capo, e poi il sogno era così reale che mi sono svegliata tutta sudata e ora non riesco più ad addormentarmi.

Mi lavo la faccia e vado in cucina dove trovo Bonnie al tavolo che legge, Damon e Elena seduti sul divano abbracciati.

-Buongiorno raggio di sole!- Scherza lui, gli rispondo con un finto sorriso dirigendomi verso la piccola cucina, Elena mi segue.

-Non potresti essere più gentile?-

-Ho avuto una nottataccia, scusa se non ho voglia di scherzare col tuo nuovo ragazzo nonchè fratello del tuo ex, nonché mio caro amico!-

Appena dico ciò mi accorgo che lo sto facendo di nuovo, giudicare e ho promesso a me stessa che non l'avrei fatto mai più. In fondo so che Elena dovrebbe stare con lui e non con Stefan, ma comunque prendo le sue parti da buona amica.

-Puoi almeno fare finta? Per me?- Annuisco -Grazie! Ehi che hai? Sembri sconvolta, hai fatto brutti sogni?-

-No!- Ribatto subito ma lei non mi crede, la porto in camera sua e chiudo la porta -Senti tu fai mai dei sogni, come dire... erotici in cui fai sesso con un ragazzo diverso da Damon?-

Sorride -Perché chi hai sognato?- Non appena fa questa domanda lo capisce -Klaus! Ahah ma davvero?-

-Senti rispondimi e basta!- La incito seccata.

-Beh quando stavo con Stefan qualche volta ho sognato Damon, anzi spesso. Ma per te è diverso, di sicuro non è niente di importante; non vai a letto con qualcuno da molto tempo e magari questo sogno non significa necessariamente che vuoi fare sesso con Klaus... E poi ieri sera non ti ha chiamato per chiederti dell'intervista al sindaco?-

-Già! Forse ho sognato lui perché è stata l'ultima voce maschile che ho sentito prima di andare a dormire! Grazie Elena!- Questa chiacchierata mi ha proprio rassicurata, faccio colazione e poi una doccia.

Avendo un po' di tempo libero posso fare tutto con calma e intanto ne approfitto per mettere a posto camera mia e scrivere gli impegni sull'agenda. Così presa dalle mie faccende non mi accorgo che qualcuno ha suonato alla porta, così quando vedo Bonnie, Rebekah e Claire in camera mia mi spavento. La bambina ride rumorosamente.

-Pronta?- Chiede Bekah. Cavolo! Mi ero completamente dimenticata del pranzo con lei -Ricordi vero? Viene anche la piccola peste, oggi non ha scuola e Klaus lavora...-

-Quindici minuti e ci sono!- Corro in camera a vestirmi. Dall'armadio prendo una pantalone e un top fucsia con decorazioni bianche, poi metto gli stivaletti neri che ho comprato la scorsa settimana e infine corro in bagno a truccarmi; visto il poco tempo metto solo il fondotinta, il mascara e un lucidalabbra. In salotto le due Mikaelson mi aspettano sedute sul divano a fare un gioco con le mani.

-Eccomi! Andiamo con la mia macchina?- Chiedo, Rebekah sventola un mazzo di chiavi informandomi che prendiamo la sua. Mando un bacio a Bonnie e usciamo.

 

Il ristorante non somiglia affatto a quelli a cui sono abituata io: non ci sono le solite decorazioni come il ventaglio o le statuette di cinesi, tra un tavolo e l'altro c'è un separé e verso il fondo c'è un vetro da cui si può osservare il cuoco.

-Mikaelson per tre-

Il cameriere sfoglia l'elenco delle prenotazioni -Qua c'è scritto per due...- Ci dice con un perfetto accento americano, un'altra differenza con i miei ristoranti cinesi? Molte vole i camerieri non parlano la mia lingua!

-Ora siamo in tre. Sia gentile, aggiunga un posto- Nel dirlo gli porge una banconota da venti e lui obbedisce subito, ci indirizza al tavolo e da all'altro cameriere l'ordine di aggiungere un posto.

-Allora Claire non abbiamo ancora parlato io e te- Dico alla giovane Mikaelson che in tutto questo lasso di tempo non ha mollato la mano della zia -Quanti anni hai già?-

-Cinque...- Risponde timidamente.

-Vai già a scuola?-

-Posso andare in bagno?- Chiede alla zia, lei annuisce e chiede ad una cameriera di accompagnarla.

-Non si fida molto degli sconosciuti, ha preso dalla madre. E' già tanto se l'hai vista; pensa che nik non l'ha mai presentata alla sua ex, e sono stati assieme quattro mesi, o cinque non mi ricordo!

-Come mai lo chiami Nik?-

-Il suo vero nome è Niklaus. Lui preferisce Klaus e noi Nik-

Il pranzo prosegue velocemente; Claire parla poco o niente, osservo come somigli al padre fisicamente: stessi occhi, stessi lineamenti, labbra carnose... Ma per niente nel carattere, è timida non sfacciata come lui, educata, un po' impacciata nei modi di fare.

-Tu e il mio papà siete fidanzati?-

Quasi mi strozzo quando me lo chiede, Rebekah scoppia a ridere -Cosa? No! Cosa te lo fa pensare?

-Lui non fa mai venire donne a casa nostra, solo Cami e lei- Indica Rebekah -E poi la zia mi ha detto che voi due siete amici ma lui ha solo amici maschi-

-In realtà lavoro per lui e sono venuta a caasa vostra perché aveva dimenticato il portafogli in ufficio- Le accarezzo la testa sorridendo.

Fa spallucce -Peccato. Quando parla di te agli zii sorride sempre-

Arrossisco. Forse non è il cafone che pensavo.

 

 

Finito il pranzo, con mezz'ora di ritardo mi accompagnano in ufficio, Klaus ci attende al parcheggio. Sono io o oggi è particolarmente bello nel suo completo nero? La sorella non fa nemmeno in tempo a parcheggiare che Claire è già scesa dalla macchina e gli corre incontro.

-Ecco la mia donna!- La prende in braccio stampandole un bacio sulla guancia -Divertita oggi?-

-Si! Siamo andate a pranzo con Caroline. Perché non le chiedi di essere la tua ragazza?- Bambina impertinente! Lui mi guarda col suo solito sorriso.

-Ogni cosa a suo tempo piccola. Ah Caroline finalmente! Pensavo ti fossi dimenticata che hai un lavoro. Perché non cominci a salire? C'è stato un problema in archivio e hanno bisogno di una mano in più-

In silenzio obbedisco perché non sopporto i ritardi e mi accorgo che da quando sono scesa dalla macchina ho ricominciato a pensare al sogno. Salgo in ascensore e, mentre le porte si chiudono vedo Klaus che si avvicina, prego con tutte le mie forze che non riesca a prenderlo ma è inutile.

-Ce l'ho fatta. Allora tu e la mia sorellina avete sparlato di me?-

-N..no figurati- Perché balbetto?

-Tutto ok? Di solito hai la risposta pronta, sembri diversa-

Il 'Bip' dell'ascensore mi salva; non appena le porte si aprono corro alla mia scrivania; non appena mi siedo Tyler mi raggiunge.

-Ehi! Non ti sei fatta sentire stamattina ero preoccupato-

-Ehm si... Scusa-

-Fa niente! Allora come è andato il pranzo con la sorella di quel figlio di...-

-Ehi!- Lo rimprovero -Senti non voglio farmi coinvolgere ma in questa storia potresti essere tu dalla parte del torto, sei andato a letto con sua moglie- Tyler mi guarda ssorpreso, forse non dovevo dirgli niente -Me l'ha detto... Ma questo non cambia quello che provo per te-

-Lo so! Ma devi sapere che tra me e Haley non è mai stato solo sesso e a dirla tutta si sarebbero lasciati comunque prima o poi. Ora devo andare, ci vediamo dopo ok?- Coma da routine mi da un bacio, fa l'occhiolino e torna alla sua postazione. Mentre lo guardo allontanarsi penso a quanto sia fortunata ad avere trovato un ragazzo del genere, certo la storia del tradimento non è un punto a suo favore ma nessuno è perfetto no? E a proposito di persone non perfette ecco Klaus che viene verso di me.

-C'è bisogno di te in archivio sweetheart-

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice! Ciao a tutti! Scusate se ci ho messo tanto a pubblicare ma ho avuto tante cose da fare, però alla fine ce l'ho fatta a pubblicare! Mi raccomando recensite ;) Spero che vi piaccia!

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