brown eyes into blue eyes

di noeminastellina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 7 (vero) ***



Capitolo 1
*** prologo ***


PROLOGO
Caro diario,
 
oggi è stato il primo giorno della seconda elementare. La mia mamma mi ha accompagnato fino in classe, è stata gentile e anche le maestre sono gentili. Mi sono seduta al primo banco, accanto a me c’era come sempre, Denise, abbiamo lo stesso zaino!
 
Ci siamo scambiate gli adesivi, io le ho dato quelli di Hello Kitty e lei mi ha dato quelli delle Winx!
Dopo scuola, è venuta a prendermi la mamma, papà è tanto che non lo vedo, e lei vedendo che ero triste mi ha portato al parco! Sono felice, e non vedo l’ora di andare a scuola domani!
                                                                                                                                                              14 settembre 2001
 
 
Caro diario,
ho preso tutti OTTIMO nella pagella del I quadrimestre! la mamma e Denise mi hanno detto che sono brava! Oh, e anche le maestre lo hanno detto! In classe alcuni maschi mi dicono che sono brutta e cicciona, e ogni volta lo dico a Denise e lei mi abbraccia e mi coccola! Le voglio tanto bene!
La maestra Piera ci ha detto che domani arriverà un nuovo bambino, ma ha detto anche che non parla molto bene la nostra lingua. Spero solo che non mi prenda in giro come gli altri!
 
 
A pranzo la mamma ha cucinato il mio piatto preferito, la pasta con la panna! Mh.. che buona! Poi mi ha preparato anche mezzo panino con la nutella! Che buono!
Per domani ho tanti compiti, uffa!
Comunque più tardi vado a danza! Non vedo l’ora!           
Adesso vado, perché la mamma sta arrivando!
Ciaoo!
                                                                                                                                                               15 gennaio  2001

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


UNO CAPITOLO UNO
Caro diario,
oggi è stato un giorno bruttissimo: la mamma mi ha svegliata tardi perché non le è suonata la sveglia, quindi ho dovuto fare colazione di fretta, ho mangiato solo tre biscotti, e in più si è messo a piovere! Così sono arrivata a scuola con i piedi bagnati, però non mi sono bagnata il maglioncino di Hello Kitty perché per fortuna la mamma mi ha fatta indossare l’impermeabile giallo, prevedendo che la giornata qui a Milano non fosse una delle migliori.
Uffa! Sono arrivata in ritardo!
Entrando in classe, la maestra mi ha rimproverato e tutti i bambini,  o quasi tutti, si sono messi a ridere. Allora con testa bassa, e i capelli davanti agli occhi, sono andata al mio posto, accanto a Denise, ma l’ho trovato già occupato da un bambino.
Era pacioccone, aveva le guance rosse e i capelli alzati,di  un colore tra il biondo e il marrone, aveva gli occhi azzurri come il cielo, e lui mi guardavo divertito, sembrava mi facesse i dispetti.
Poi accanto, c’era Denise, anche lei mi guardava tra il divertito e il dispiaciuto per non essermi seduta accanto a lei. Io, invece, mi sentivo triste… mi capisci caro diario?
La maestra, vedendo che non mi muoveva mi ha sgridato:
“ Nicole, siediti nel banco libero dell’ultima fila”.
E così, come sono entrata, sono andata a sedermi.
Le ore prima della ricreazione passarono molto lentamente e, senza Denise, mi sono annoiata.
La maestra ha spiegato, credo la divisione, ma non l’ho capita molto bene ( chiederò a mamma di spiegarmela meglio) poiché non ero molto attenta, ero invece interessata a guardare Denise e il brutto bambino che parlavano tra di loro.
Durante queste ore, la maestra di matematica mi ha richiamato un po’ di volte, secondo lei non stavo partecipando alla lezione ma ero nel ‘mondo delle nuvole’. Aveva ragione.
Quando è suonata la campanella ero più felice : potevo andare da Denise e potevo anche mangiare, perché stavo morendo di fame!
Presi il mio panino con la nutella e andai da lei, che però era ancora attaccata al bambino odioso!
“em… ciao Denise”
“ oh ciao Nicole”
“ mi accompagni in bagno?” chiesi in tono supplichevole, mi scappava la pipì!
“no, puoi andarci da sola, preferisco stare con Niall”
“ e chi è questo Niall?” domandai scorbuticamente.
“ sono io, e tu chi sei?” si intromise il bambino antipatico.
“ io sono Nicole, e lei – indicando Denise – è la mia migliore amica!”
Si mise a ridere, e io ci rimasi offesa.
“ beh, now… em… è my compagna di banco!”
“ no, era la mia vicina di banco prima che arrivassi tu!” cercai di rispondere.
Un’altra sua risata, un’altra presa in giro.
“ basta! Non sono di nessuno, fate la pace!”
“ no” ribattemmo in coro io e Niall.
ci guardammo un attimo, uno scambio di sguardi, e poi io corsi in bagno, con ancora il panino in mano.
Rimasi in bagno, seduta sul gabinetto, fino al suono della campana. Avevo mangiato e pianto contemporaneamente perché quel moccioso mi aveva rubato la mia amica, non gli avrei mai parlato!
Tu, diario, non te ne andrai, vero?
Dopo essermi asciugata con la manica del grembiule, corsi in classe.
Timidamente e senza guardare i due piccioncini, andai dritto al mio posto.
Sentivo gli occhi gonfi e la testa mi faceva male, ma quello che faceva più male, era la gelosia che provavo per Denise e Niall! Non li sopportavo e non li sopporto ancora ora!
Le ultime tre ore, passarono come sempre lentamente: durante l’ora di italiano mi sono messa a pasticciare il compleanno di Denise sul diario, poi però la maestra se ne è accorta e mi ha rimproverata. Ci sono rimasta male.
Invece le altre ore sono stata attenta e ho seguito le maestre, così non ho pensato a loro!
Finalmente poi la campana ha deciso di suonare, preparai il mio zaino di fretta e corsi subito fuori da quell’orribile classe e da quell’orribile scuola, e corsi in braccio alla mia mamma.
In macchina la mamma mi ha chiesto cosa avessi poiché ero tanto triste, così senza problemi le raccontai tutto e lei mi abbracciò. Le voglio tanto bene! Oh, e diario, non essere geloso, anche a te voglio bene!
Tornata a casa, trovai tutto apparecchiato e quasi tutto pronto, la mamma aveva già fatto prima di venirmi  a prendere.
Non mangiai molto, solo qualche pezzo di pasta, e anche se la mamma si era lamentata mi alzai lo stesso e adesso sono qua a scriverti.
Beh, caro diario, cosa posso fare? Non voglio essere sciarri con Denise, ma il nuovo bambino, Niall, mi sta tanto antipatico!
Domani non voglio andare a scuola!
Adesso vado a fare i compiti o sennò la mamma mi sgrida.
Ciaoo                                                                                                                                                              16 gennaio 2001



* spazio scrittrice*
bene ecco a voi il primo capitolo che diciamo mette a moto la storia.
che ne pensate?
sarei felice se lasciaste una recensione!
alla prossima!

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


 
CAPITOLO 2
Caro diario,
scusa se è da due giorni che non ti scrivo, ma sono stata e sono ancora molto triste…
Io e Denise siamo ancora litigate, non abbiamo parlato molto perché lei sta sempre con Niall, e credo siano fidanzati, e a me scoccia stare con lei se c’è anche quell'antipatico.
L’altro ieri, non ho mangiato niente a cena, la mamma all’inizio si è arrabbiata, ma poi mi ha permesso di andare in camera mia.
Sono rimasta sdraiata sul letto a guardare il soffitto per molto tempo, fin quando non sono riuscita ad addormentarmi.
Ieri mattina  stessa storia: la mamma ha detto che avevo gli occhi gonfi, ma io non le ho detto che avevo pianto tutta la notte, ma di sicuro se ne sarà accorta da sola.
Per colazione ho bevuto solo una tazza di latte, sono andata a prepararmi e la mamma mi ha accompagnato direttamente a scuola.
All’inizio ero insicura se entrare o correre dalla mia mamma a piangere, ma alla fine sono entrata in quell’edificio bianco e rovinato.
Mi sono seduta al solito posto, ultimo banco, da sola.
La maestra Piera, che non aveva mai visto Niall, gli chiese di presentarsi, e lui, molto sicuro di sé, si presentò:
“ hi a tutti, em… i’m.. sono Niall Horan, i’m otto anni and i’m from… em… vengo dall’Irlanda”
“ bene Niall, adesso siediti, e non ti preoccupare se ancora non riesci a parlare bene l’italiano, imparerai a poco a poco”
“em..ok”
Ah, non era più il bambino sicuro di se, ma avevaqualche problema… bene!
Dopo la presentazione di Niall, la maestra permise ai miei compagni di andare da lui e a cercare di parlargli. Tutti erano molto entusiasti, tutti tranne me!
Ancora ora, anche se sono passati solo quattro giorni, mi sta antipatico!
La maestra mi ha richiamato perché ero l’unica da sola lontana dal gruppo, mentre tutti gli altri erano seduti a cerchio intorno a Niall.
“ dai Nicole, non essere timida, usciti ai tuoi compagni”
Timidamente e contro la mia volontà, mi alzai e mi sedetti accanto a loro.
Tutti facevano delle domande al nuovo arrivato, e anche Denise, che non si era ancora staccata da Niall.
Poi, per colpa della maestra, dovetti fare anche io una domanda.
Io non gliela feci, invece rimasi a fissarlo semplicemente, rimasi a fissare i suoi occhi blu, quasi belli…
“ nicole, ti sei incantata?”
mi risvegliai dal trans sentendo, dopo miliardi di anni la voce di Denise.
Tutti si misero a ridere, e io, come l’altra volta, scappai in corridoio.
Mi accasciai a terra, non molto lontano dalla classe, e iniziai a piangere.
Non capii il perché lo feci, ma mi cadevano da sole quelle maledette lacrime.
Credo di aver pianto per un bel po’, perché era suonata la campanella della prima ora, ma io, ancora non mi sentivo di rientrare in quella classe maledetta.
Forse non lo sembrava, infondo era una classe normale, con la lavagna, una cattedra e i banchi verdi. 
Alle pareti erano attaccati molti cartelloni, alcuni dei quali  li avevamo fatti io e Denise all’inizio di quest’anno e alcuni anche l’anno scorso.
Non so per quanto rimasi ancora in quella posizione…
“ ei, wake up, wake up”
Sussultai, mi ero addormentata?
Si, mi ero addormentata.
E non ridere caro diario!
Alzai di scatto la testa e la sbattei con il bimbo, che mi aveva svegliato richiamandomi…
Ma cosa aveva detto?
Ancora ora non lo so.
“ahi” si lamentò… Niall?
“ Niall?” chiesi sorpresa
“ si, sono io”.
“ perché sei qua?”
“ la maestra ha…ddetto a me di ve-venirti a chiamare” rispose lui titubamente.
“oh..” sospirai e di nuovo misi la testa tra le gambe.
“ ei, but… cosa hai?” chiese, mi sembrava, preoccupato “no, niente Niall, tutto bene”
“ sicura Nicole?”
Mi limitai a fare di ‘si’ con la testa.
“ mmh..non sembra, perché hai il naso rosso?!” esclamò lui ridendo sotto i baffi.
“ mh…niente di importante, non voglio dirtelo”
“oh, perché?” chiese lui.
“ noi non siamo amici!” risposi decisa io.
Lui, senza rispondere, se ne tornò in classe e io, dopo un po’ tornai.
La ricreazione la trascorsi seduta e sola. Denise ancora non mi rivolgeva la parola, e io non le ho voluto parlarle, perché deve essere lei a farlo per prima!
Finalmente suonò l’ultima campanella.
Preparai il mio zaino e uscii subito, senza salutare nessuno, solo la maestra.
“ei tesoro, anche oggi male?” mi domandò la mamma appena salite in macchina.
Abbassai la testa e non risposi.
Trascorse cosi un altro giorno dove a pranzo mangiai solo un po’ di pasta, di pomeriggio ho fatto solo i compiti e mi sono messa a disegnare, e infine a cena ho mangiato poco.
Però ieri sera sono riuscita ad addormentarmi subito, senza pensare ai torti dei miei compagni.
 
Stamattina, durante il tragitto per arrivare a scuola, mi persi a guardare il paesaggio ancora buio per colpa della nebbia. La mamma dice che qui a Milano, c’è sempre nebbia, e questo non mi piace.
Arrivata in classe, sempre allo stesso posto, non mi ha considerato nessuno.
Le prime due ore abbiamo fatto matematica, mentre nella ricreazione sono rimasta al mio posto a mangiare il mio panino con il prosciutto. Qualche volta Niall, mentre parlava con gli altri, si girava per guardarmi e io lo guardavo, ci guardavamo per un po’, e poi lui tornava a parlare con i suoi, ormai, tutti amici, come se niente fosse.
Prima di preparare lo zaino, chiesi alla maestra se potessi andare in bagno. E così andai.
Quando tornai quasi tutti avevano lo zaino pronto e io no, mi sbrigai a preparalo e subito dopo suonò la campanella.
Oggi a pranzo, ho mangiato di più, e di questo la mamma è felice! Dopo aver mangiato un pezzo di torta di mele, sono salita in camera, dove adesso ti sto scrivendo!
Prima di iniziare a scriverti, ho preso il diario per vedere quanti compiti devo fare, ma ho trovato una busta bianca...
Se ti starai chiedendo se l’ ho letta, beh ancora no.
Non capisco proprio chi potrebbe essere stato, perché fuori non c’è scritto nessun nome.
Boh!
Adesso vado a fare i compiti e dopo aprirò la busta, domani ti faccio sapere chi è stato ad inviarmela!
Ciaoo                                                                                                                                             18 gennaio 2001
  
*spazio scrittrice*
bene! ecco a voi il secondo capitolo!
che ne pensate?
fatemelo sapere in una recensione! ne sarei davvero contenta!
grazie a chi è arrivata fino a qua!
alla prossima!

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
Caro diario,
lo so che forse è tardi, visto che ormai fuori è buio, ma se non ti scrivo ora, poi dimenticherò qualche pezzo di oggi pomeriggio.
Ora sono nel mio letto sotto la coperta di hello kitty!
Questo pomeriggio è stato divertente, anche se  la maestra ci ha dato un sacco di compiti: matematica e due pagine da leggere, uffa, ci vuole proprio morti!
La mamma oggi pomeriggio non è andata a lavorare, così invece di fare i compiti con la nonna li ho fatti con lei.
Ci siamo messi in cucina perché c’era più luce e veniva meglio: la mamma si è seduta accanto a me e mi ha aiutato molto! È davvero bravissima!
Non si arrabbiava anche se le chiedevo un sacco di cose, anzi sorrideva sempre!
Io voglio essere come lei da grande! Sempre felice e bellissima!
Caro diario, se ti stai chiedendo com’è la mia mamma,che si chiama Daniela, beh, è alta ha i capelli un po’ ricci e un po’ lisci ed ha gli occhi marroni scuro!
Mi piacciono soprattutto i suoi capelli, infatti, quando a volte dormo con lei, glieli attorciglio sempre e solo così riesco ad addormentarmi.
Comunque, dopo i compiti, il mio pancino brontolava, così la mia mamma mi ha preparato un panino con la nutella! Era buonissimo!
Poi, visto che ho finito presto i compiti, la mamma ha deciso di portarmi al parco giochi!
In macchina ci siamo messe a cantare come delle pazze! Mi diverto sempre con lei!
“dai Nicole, non vorrai mica stare in macchina?”
“no no, arrivo mamma!” e le andai incontro correndo.
“daii su!” si mise a ridere lei.
“mamma, mamma, mi fai fare lo scivolo?”
“certo tesoro, andiamo!” esclamò.
Dopo lo scivolo, siamo andate a fare altri giochi, a correre, è stato bellissimo!
“Nicole, facciamo l’altalena? Dai che ti spingo io!”
“ sii mamma!” urlai felice io.
Era bello stare sull’altalena. Ogni volta che mi spingeva, mi sembrava di star toccando il cielo con i piedi, però, quando tornavo giù mi sentivo triste, perché tutta la magia era finita.
“ Nicole, se alzi piedi quando ti lancio, e li abbassi quando vai giù, vedi che poi la puoi fare da sola l’altalena.” Mi disse la mamma.
“ma mamma! Io voglio che mi spingi tu! Non te ne andare!” piagnucolai io.
“okay tesoro, come vuoi tu” rispose lei.
Ogni volta mi spingeva sempre più in alto, era fantastico!
Diario, qualche volta ti porto con me e vedrai che si prova!
“ mamma, mi spingi più forte? Così tocco il cielo!” gridai io.
“ Nicole, sicura che non ti spaventi?” domandò lei.
“ ma no mamma, dai!” ribattei io.
E così fece. Ero felicissima!
Mi sembrava di toccare le nuvole che sembravano fatte di zucchero filato!
“ dai ora basta, si è fatto tardi!”
“no, dai mamma un altro po’ “. Le chiesi facendo il labbruccio, e lei si mise a ridere.
“ dai, non fare così, poi un’altra volta, anche quando sono a lavoro, lo chiedi alla nonna di portarci, ti va bene?”
“ va bene” abbassai la testa.
“ Nicole – prese la mia faccia e l’alzò – ti prometto che, o con me o con la nonna, ci verrai di nuovo, promesso.”
“ sicura? Giurin giurello? “
giurin giurello” rispose lei.
“ andiamo, così abbiamo tempo per passare al supermercato a fare la spesa, ti va?” mi chiese.
“ certo mamma” , le presi la mano e andammo in macchina.
In macchina, la mamma sembrava assente, si può dire “ assente”, diario?
Boh, lei sembrava esserci ma non esserci veramente, hai capito?
Non so come spiegarlo, forse era un po’ stanca. Non lo so.
“mamma, come si chiama il supermercato dove stiamo andando?” domandai d’un tratto.
“ andiamo alla Conad , sai, quella che si vede nella pubblicità.” Rispose lei.
“ ah, capito! Ma allora compriamo cose a buon prezzo e di buona qualità, come dice la pubblicità?”
La mamma rise un po’ e fece di si con la testa.
“ stiamo arrivando?”. Mi ero stancata a stare in macchina.
“ si, stiamo per arrivare tesoro”
Dopo non so quanto tempo, siamo arrivate.
“ mamma, c’è freddo qui dentro!” dissi dopo un po’ di giro per il supermercato.
“ certo Nicole, sei vicino al banco dei surgelati! Se ti sposti, vedrai che non sentirai freddo.” Disse mentre stava scegliendo quale bottiglia di acqua comprare.
Così feci dei passi indietro e mi scontrai contro qualcuno.
“scusa, non volevo”.
Avevo sbattuto contro una signora pacioccona, assomigliava alla mia nonna e, per quanto mi ricordo, aveva i capelli biondi e fatti a caschetto come ciccio bello e aveva delle pieghe nella fronte, la mamma ha detto che erano delle rughe.
“ oh, non ti preoccupare bambina” disse la signora.
“ Nicole che hai fatto? Chiedi scusa alla…”
Vidi la mia mamma e la donna guardarsi per un po’. Mh… ancora non capisco il motivo di quel silenzio. Tu che pensi, diario?
Il silenzio venne interrotto da un bambino, che disse qualcosa che non ho capito.
“ ei mum, can i buy these?”
Il bambino stava mostrando alla signora una scatola di gelati.
“no, you can’t, Niall ” disse la signora, ma non capì.
Eh si, diario , ho sentito Niall.
Proprio io lo dovevo incontrare? Proprio al supermercato? Perché? Già non lo sopporto a scuola, anche al supermercato?
“ Niall?” lui mi guardò di scatto e stava per dire qualcosa, non so cosa…
“ dai Nicole, andiamo, si è fatto tardi!” parlò finalmente la mamma.
“ ciao signora, ciao Niall”  feci ciao con la mano, ma non ebbi il tempo di vedere se mi ha salutato anche lui, che la mamma mi ha tirata via.
“Nicole, devi stare più attenta la prossima volta” mi rimproverò la mamma.
“ ma non ho fatto niente!”
“ va bene, però fai come ti dico io!”
“ okay mamma”.
Uscimmo dal supermercato solo con due buste in mano, che portava la mamma.
Avevamo comprato tante cose: il pane, il prosciutto, i biscotti, il latte, l’acqua, la coca cola, la nutella, il thè, i tovaglioli, i bicchieri, e altre cose che non mi sto ricordando.
In macchina non parlammo, ero stanca anche io. Il cielo ero blu scuro, e stava spuntando la luna.
“ mamma, ma la luna ha gli occhi! E ci sta guardando!” esclamai.
“ si tesoro, protegge i bambini, ma solo i bambini bravi”
“ io sono brava, mamma?” chiesi io.
“ certo Nicole, però a volte fai un po’ la monella”.
“ allora ti prometto che farò sempre la brava, così la luna mi proteggerà, giusto?”
“ si, tesoro!” sorrise la mia mamma.
La mamma parcheggiò la macchina proprio di fronte casa.
Non so se l’hai vista, diario, ma la mia casa è grandissima!
È circondata da un giardino verde pieno di fiori colorati, poi ci sono alcune scale e poi la porta per entrare. Appena si entra, c’è una grande stanza, con i divani e mobili, poi la cucina molto grande, con un tavolo al centro e le sedie; la mia stanza rosa e azzurra, la camera da letto della mamma e del papà, due bagni, una sala con tanti giochi, e l’ufficio, che la mamma mi ha detto che è di papà. Poi c’è una stanza piena di libri, dove c’è un camino e dei divanetti.
È bella! Però secondo me è troppo grande per tre persone sole! Tu che ne pensi?
Dopo che ho aiutato la mamma a sistemare la spesa, sono andata nel divano a guardare la tv. All’inizio non trovavo niente, solo film, film e film, poi dopo aver trovato Spongebob, la mamma mi ha chiamata dicendomi che la cena era pronta.
“sto venendo!” gridai. Uffa!
“ alla buon’ora Nicole” disse un po’ arrabbiata la mia mamma.
“ ma mamma, c’era Spongebob!”
“ lo vedi dopo aver finito di mangiare, tieni”. Mi diede il piatto dove c’era il petto di pollo.
 “ grazie” dissi.
“ mangia tutto che devi crescere”.
“ va bene mamma”.
Dopo finito di mangiare il pollo, la mamma prese la frutta.
“ mamma, posso dirti una cosa?”
“ certo tesoro”.
“ ma perché non posso andare al parco con papà? “.
Avevo pensato molto a questa domanda. Non so il perché.
“ perché lui non c’è”.
“ e dov’è?”
“ tuo papà è a lavorare”
“ e quando torna?”
“ ancora non lo so, perché fa un lavoro importante.”
“ um..capito mamma”
“ va bene, cosa vuoi per frutta Nicole?”.
“ c’è una mela?”
“ si, aspetta che la lavo e te la sbuccio”
“okay” le sorrisi.
Dopo aver mangiato la frutta ero sazia, stavo per andare nel divano a vedere di nuovo Spongebob ma la mamma:
“ Nicole, vai a lavarti i denti e poi vai a letto che è tardi”
“ va bene mamma”.
Così andai a lavare i denti e prima di andare a letto, anzi, prima di scriverti, andai in cucina, dove la mamma stava pulendo il lavandino:
“ ti voglio bene, buona notte mamma” e l’abbracciai forte forte.
“anche io tesoro, adesso vai, buona notte”.
E ora sono qui a scriverti, caro diario.
Io ancora sono un po’ confusa: perché la mamma ha guardato male quella signora?
E io, perché dovevo vedere Niall?
Uffa, speriamo che domani a scuola Denise mi parlerà.
Ora ho sonno e sono stanca, quindi:
BUONA NOTTE CARIO DIARIO,
a domani.                                                                                                                              
 
                                                                                                                                                                                             18 gennaio 2001
Ps: sono troppo stanca per leggere la busta, la leggerò domani. Ma,ora che vedo, sulla busta, fuori, ci sono due lettere, M.G.N
Che vorranno dire?

* spazio autrice*
buona sera a tutte!
sono ancora io!
allora, che ne pensate di questo capitolo?
si descrive un po' il rapporto madre-nicole.
che ne pensate?
ci terrei se lasciaste una recensione :) sia negativa che positiva :)
alla prossima!

 la mamma di Niall.


  Daniela, la mamma di Nicole.

nel prossimo capitolo vi metterò Nicole :)


 

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


Caro diario,
scusa se i didn’t write  to you  oggi pomeriggio, but ho avuto tante cose da fare.
Ora sono nel mio letto, con la coperta verde, il mio colore preferito, mi ricorda l’Irlanda. Mi manca.
Prima di mettermi comodo e prima di scriverti, ho notato una busta bianca sotto il letto, ma poi la leggerò, now  non ho voglia!
Comunque sono felice!
This morning è andato tutto bene: mi sono seduto accanto a Denise, come ogni giorno.
Lei è simpatica, she’s beatiful e funny, as oppesed di Nicole.
Nicole è strana, sta sempre alone e non parla mai con nessuno. I asked to Denise il perché Nicole fosse sempre così, e lei non mi ha neanche risposto, invece she told to leave her alone, lei mi ha detto di lasciarla stare. I don’t  know.
Denise mi ha detto di non aver never visto il suo papà e she believe che neanche Nicole l’abbia visto.
I’m sorry, perché tutti dovrebbero avere a dad!
Il mio è fantastic anche se a volte lui e la mamma si comportano in modo strano, ma not only tra di loro, ma anche con me e con Greg.
A volte li sento gridare e poi sento dei rumori forti, e sempre mio fratello mi abbraccia.
I love Greg! Voglio tanto bene a lui, he’s the best brother di sempre!
Stamattina mi ha preso la mamma a scuola, e non dad come di solito.
mum, why did not take me dad?”
dad’s working”
Papà sta lavorando…
He is a lawyer , la mamma dice che è un lavoro molto importante, e che lui protegge le persone dalle bugie che gli altri dicono.
È bello avere un papà così!
“ oh, you’re right” rispondo infine io.
Arrivati a casa, trovo mio fratello che sta cantando, è proprio bravo, cosi prendo a violin e inizio a suonare  anche io!
Mi piace molto suonare, e anche cantare, ma non sono molto bravo.
Però mi diverto sempre con Greg, he make me smile!
c’mon on boys, at the table!”
Forza ragazzi,  a tavola, grida mia mamma, e subito io e Greg corriamo per non farci richiamare un’altra volta.
“mamma, posso chiederti una cosa?” chiesi mentre stavo mangiando la pasta.
“ certo, tesoro!” rispose lei.
“in classe c’è una compagna strana, what should i do?”, mamma”
“ in che senso strana?” spunta dal nulla Greg.
“ cioè, she never talks with others, anzi, only con Denise, but then she’s always alone, ora non sta più con Denise”
“ perché non sta più con Denise?” è curioso Greg.
“ li ho sentiti litigare, e ho capito che era per colpa mia” abbassai lo sguardo.
“ e tu che hai fatto, Niall?” parlò finalmente la mamma.
“ abbiamo litigato!” dissi a bassa voce.
“ non si fa così Niall” dissero la mamma e Greg.
“ lo so e mi dispiace.” Cercai di dire. Anche se non mi piaceva molto stare con Nicole.
“ bene, allora domani vai da lei e fate pace, ok?”
what?” non capì bene.
Così la mamma lo ripetè in inglese:
“ okay mum”.
“ e come si chiama questa bambina” domandò Greg, uffa he wanted to know troppe cose!
“ si chiama Nicole…”
“ oh, ma che bel nome!” disse la mamma contenta.
“ e lei è carina?” chiese mio fratello.
“ no, è brutta, è più bella Denise!”
“ ma sempre questa Denise c’è nel mezzo?” disse Greg e la mamma si mise a ridere.
“ mamma…” la supplicai.
“ va bene dai, la vuoi l’insalata, Niall?”
“si certo!”
Così, dopo aver finito di mangiare, ho iniziato subito a fare my homework, ‘cause avevo calcio.
“ dai Niall, preparati!”
“ si mamma, ma non mi accompagna papà?”
“no, ti ho detto che tuo padre è a lavoro, e torna stasera”
“ok mum”.
Così di corsa presi l’ascensore, uscì dal portone e andai subito in macchina!
“ mettiti la cintura Niall”
Non capì.
put your seat belt
oh, i understead now
Dopo un po’ pensai che la dovessi ringraziare per i consigli di prima:
thanks for the advice, mum!” sorrisi io.
Sono fortunato ad avere una mamma come la mia!
Lei  mi abbracciò, i love your hugs!
i love you, mum!”
i love you too, Niall”
c’mon Niall. Dai se no farai tardi a lezione di calcio!”
“okay, vado”
“ non dimentichi qualcosa? Don’t you forgot samething?”
“oh, hai ragione”. E le diedi un forte bacio.
“ciao e divertiti!”
 
Era la quarta lezione di calcio, ho iniziato a giocare a calcio perché mi annoiavo a stare a casa, e così la mamma ha avuto questa idea.
Ho conosciuto tanti bambini, sia più piccoli e più grandi, come Louis. Lui è più grande, he’s ten years old, e anche lui, come me, si è trasferito in Italia. Lui abitava in una città… non mi ricordo, ma a quanto ho capito, anche lui parla l’inglese, so i think that forse abitavamo vicini.
hi Niall!”
hello Louis!”
how are you?”
fine and you?”
good, good
“ dai andiamo Niall!” gridò lui e mi prese per un braccio tirandomi fino al campetto.
 
goodbye Louis!” salutai .
bye Niall. See you soon
bye” gridai io mentre salivo in macchina.
 
“ ciao mamma!”
“ ciao Niall! So, come è andata?” chiese lei.
“ mi sono divertito molto! Louis è simpatico, mi diverto sempre con lui!”
“ bravo tesoro” disse abbracciandomi.
“ ora andiamo al supermercato, ti va?”
“ certo mamma! But, mi compri il gelato? Daii!”
“ poi vediamo, Niall” rispose lei.
“okay mum”. Dissi io triste! Uffa, volevo il gelato!
In macchina mi sono addormentato, ero davvero stanco: abbiamo fatto non so quanti giri per tutto il campetto e abbiamo tirato tante volte la palla, per cercare di fare goal.
“ei Niall, Niall? Wake up, baby” sentivo io.
“ eii, eii” ripetè di nuovo la voce…. La mamma.
“ eh? Si si” mi risvegliai sleepy.
“ dai scendiamo, che papà sarà già arrivato a quest’ora” disse la mamma.
“si, allora let’s go!”
Dopo un po’ di giro per il supermercato, arrivammo finalmente nella zona fredda, dove ci sono le cose congelate e ci sono i gelati!
Cercai per un po’ il gelato che cercavo, i ghiaccioli, fin quando non li trovai:
ei mum, can i buy these?”. Mi girai per chiedere alla mamma se li potevo comprare.
no, you can’t, Niall” rispose subito lei.
Uffa! Non è giusto, stavo per protestare, quando vidi mia mamma parlare con una bambina, era più bassa di me, aveva i capelli marroni e un po’ ricci e il naso schiacciato.
Mh…
“ Niall?” già, era lei.
Ma che ci faceva al supermercato? E perché stava parlando con la mia mamma?
“ dai Nicole, andiamo, si è fatto tardi” parlò una signora grande e di fretta.
 “ ciao signora, ciao Niall”  Nicole fece ciao con la mano, ma non ebbi neanche tempo di parlarle, che la donna sconosciuta la tirò via con sé.
“mamma, perché parlavi con Nicole?” chiesi subito io, ero curioso.
“si è scontrata con me” disse quasi arrabbiata. Cosa le avevo fatto? O, cosa Nicole le aveva fatto?
“ è lei Nicole? La bambina di cui parlavi oggi a pranzo?”
yes, perché, ti sei arrabbiata con lei, mamma?” ero preoccupato. Non volevo che la mamma fosse arrabbiata, tantomeno se era arrabbiata con Nicole. Perché avevo deciso che l’indomani le avrei parlato.
“ no, certo che no figliolo…” disse quasi a bassa voce.
“ e allora perché sembri arrabbiata?” avevo qualche dubbio.
“ non sono arrabbiata con lei, ma con qualcun altro…”
“ con me?” domandai subito.
“ no, certo che no, Niall!” e mi abbracciò subito.
E allora con chi era arrabbiata?
Arrivati a casa, non vedevo l’ora di fare una bella doccia! Così, senza salutare nessuno, andai a posare il borsone del calcio e corsi a fare la doccia.
Il mio pigiama è verde, a maniche lunghe perché siamo in inverno, anche se qui a Milano, l’inverno mi sa che è meno freddo rispetto a Mullingar. Come ti ho detto, mi manca molto.
Mi manca il parco giochi che era vicino a casa mia.
Mi mancano i miei amici, con cui non ci sentiamo più.
E forse mi manca anche la scuola dell’Irlanda. Era più bella di questa! I compagni erano più simpatici!
“ Niall, Niall! Vieni!” gridò qualcuno.
Non era mio fratello, perché lui non aveva una voce così.
Non era neanche la mamma.
“ papà!” gridai io felice!
Finalmente potevo abbracciarlo!
Gli corsi incontro, lui mi prese al volo e mi fece girare in aria.
“ ancora, ancora!” ero felice, sono felice.
“ ma lo sai quanto pesi, figliolo?” domandò ridendo.
“ ma dai!”
“ Robin, Niall, venite dai! È pronto!” ci richiamò la mamma.
“ aspetta Maura, devo dare una piccola cosa a Niall”
Che cosa?
Volevo saperlo!
Un nuovo videogioco?
Un nuovo pallone da calcio?
Un trattore gioccattolo?
“ che cosa è, papà!?” domandai felice
“ i’m excited!” esultai.
“ wait, wait, Niall!” rise il mio papà.
“ uffa!” ero curioso!
E lui rise di nuovo.
“ ei, what’s happened?” spuntò dal nulla Greg.
“ papà mi deve dare una cosa! Un regalo!” dissi io sorridendo.
“ oh, capito, allora vado!” e Greg se ne andò in cucina dov’era la mamma.
Nel frattempo papà era andato non so dove.
Quanto ancora dovevo aspettare!
Non potevi capire, diario, quanto ero curioso!
Morivo dalla voglia di vedere cosa era!
Un libro da colorare?
No, speravo di no.
Uno zaino nuovo?
No, neanche quello.
“ ecco a te Niall, è per te!” finalmente disse mio padre.
Si spostò, e vidi uno scatolo enorme.
“ che cosa è?” domandai curioso, e nel frattempo cercavo di aprire lo grande scatolo.
“ apri e vedrai!”
“ ma perché questo regalo, papà?”
“ perché  così, non ti dimenticherai di me…”
“ ma tu sei sempre qua, non ti dimenticherò mai, papà” stavo quasi per riuscire ad aprire il pacco.
Papà non rispose.
Strano.
Finalmente, dopo tanta fatica, riuscì ad aprire il mio regalo!
È fantastico, bellissimo, il miglior regalo di sempre.
“ grazie papà!” e mi buttai su di lui!
Rise.
“ di niente figliolo.”
“ mamma, mamma, mi farai fare lezioni di chitarra?” gridai per farmi sentire.
“ poi vediamo, Niall, se ce lo possiamo permettere, allora si!” gridò anche lei.
“ grazie, grazie, papà! Sei il papà migliore del mondo!” lo abbracciai forte.
“ti piace davvero?” chiese lui.
“ si, papà!”
“ così diventerai un bravo cantante!”
“ no, papà, non sono bravo…”
“ si, hai una voce bellissima, figliolo! E poi, presto imparerai a suonare la chitarra! Come da ottimo musicista!”
“speriamo!”
“ poi mi farai sentire, quando avrai imparato…”
“ certo, papà! I love you, daddy!”
“ dai, andiamo a mangiare, se no la mamma si arrabbia!” disse lui.
“ si andiamo!”
Dopo aver mangiato tanto e aver parlato per tutto il tempo, salutai tutti :
“ good night mum, daddy e Greg!”
“ buona notte figliolo” dissero mamma e papà.
Sembravano felici.
Andai a prendere la chitarra che era rimasta nel salotto e andai in camera.
Le coperte del letto erano già spostate, e notai, dalla porta, che sotto il letto c’era una busta bianca.
Così la presi, e lessi solo “F.N.F.R.”
Mi seccava leggerla, perché non vedevo l’ora di scriverti quello che mi è capitato oggi.
Così, ancora non capisco:
perché la mamma era arrabbiata?
Con chi?
E perché papà mi ha regalato una chitarra?
Cosa ci sarà scritto nella busta?
Troppe domande e io sono stanco.
Good night.                                                                                                                                        18 gennaio 2001
 
P.S: seguirò il consiglio della mamma, non parlerò con Nicole. È brutta e antipatica e strana!


*spazio scrittrice*
sono tornata con un nuovo capitolo!
mi è piaciuto  scrivere la parte di Niall!
voi che ne pensate?
che ne pensate del comportamento delle madri e del padre di Niall?
che ne pensate della storia?
mi farebbe piacere se lasciaste una recensione :) sia positiva che negativa!
alla prossima!
vi lascio con queste foto :




  la felicità di Niall quando riceve il regalo!


 ecco come penso sia Nicole

 

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


AVVISO : Ragazze, mi sembra che la storia non piaccia molto. Quindi, ditemi voi se vale pena continuare o no. Ditemi se vi piace. Ditemi cosa non vi piace. Aggiornerò quando almeno UN CAPITOLO, avrà 5 RECENSIONI. per vedere se almeno la seguite e che intenzioni avete. GRAZIE

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


CAPITOLO 5

Caro diario,
in questi due giorni sono stata sia felice che triste: la mamma, sembra arrabbiata, forse con me, ma non glielo ho chiesto.
Si comporta in modo strano da quella volta, quando al supermercato abbiamo incontrato, se non ricordo male, la mamma di Niall.
È sempre giù di morale, non è felice, almeno così sembra.
Non siamo andate neanche al parco.
Me lo aveva promesso, però.
Ieri sera ho dormito con lei, l’ho abbracciata, e lei mi ha stretto forte a lei. Forse lei non se ne è accorta, ma io l’ho sentita piangere, ma ho finto di dormire.
Perché ha pianto?
Perché è triste?
Sono stata io, diario?
Non lo so.
In questi due giorni, a scuola non è cambiato niente, anzi, Niall e Denise stanno sempre insieme, e ora, anche Niall mi prende in giro.
Prima non lo faceva.
Si limitava a non parlarmi e a guardarmi strano.
Ora anche lui è come gli altri.
Perché?
Sono diversa dagli altri?
Però ho le stesse cose delle altre bambine: zaino, astuccio, diario di Hello kitty; quindi sono alla moda, no?
Però, sono più brutta di loro.
È per questo?
“ ma guardatela come si veste, la mamma non ti ha comprato niente?”
Mi hanno preso in giro stamattina.
Stavo entrando in classe, ed ero in ritardo. La maestra però non c’era.
“ che brutti capelli che hai, Nicole”
Un altro insulto, da Denise.
Tutti si sono messi a ridere.
“e le scarpe?”
“vero, guardatele, sono tutte rovinate!”
Di nuovo.
Io non  ho risposto, mi sono seduta, come sempre, nell’ultimo banco, sola.
“ è l’unica seduta sola!”
Di nuovo si sono messi tutti a ridere.
Abbassai lo sguardo. Era tutto vero.
Denise non è più mia amica.
Niall, forse lo speravo, non è mio amico.
Gli altri bambini, non lo sono neanche.
“ si sente chissà che perché prende sempre 10!”
“ è secchiona!”
E tutti di nuovo a ridere.
“ you are ugly, Nicole
All’inizio pensavo che non fosse un insulto, perché non avevo capito cosa significasse.
“ che vuol dire?” chiesi a bassa voce.
Tutti insieme fecero “ooh”.
“ finalmente hai parlato!” rispose Niall con un tono antipatico.
you are ugly, vuol dire che tu sei bruttissima.”
E tutti, per l’ultima volta, scoppiarono a ridere,
“ ragazzi, perché ridete?” perché poi è arrivata la maestra.
Per tutto il tempo prima della ricreazione, sono rimasta con la testa bassa, cercando di non piangere.
Non dovevo piangere.
Mi ricordo che una volta la mamma, mi disse :
“ non piangere davanti agli altri, se no, loro si sentono soddisfatti”.
Ecco.
 Non potevo piangere davanti a tutti.
Così, quando suonò la campanella, andai subito in bagno, ma prima di andarci, feci un giro per i corridoi  per non trovare le mie compagne in bagno.
La mia scuola è tutta bianca: il pavimento è bianco, i muri bianchi, però in alcuni parti del muro ci sono dei cartelloni colorati, blu, rossi, gialli.
Stavo camminando, cercando ancora di non piangere, quando andai a sbattere contro qualcosa di duro.
“ aii” mi lamentai io.
Ero andata a sbattere contro una porta.
Un bambino dietro di me si mise a ridere.
Uffa, tutte a me sono capitate.
“ perché ridi? Mi sono fatta male!”
E il bambino rise più forte.
 “ rido perché sei andata a sbattere contro una porta!”
“ lo so” risposi e abbassai la testa.
“ti sei fatta male?” chiese lui, dopo aver finito di ridere.
Perché me lo ha chiesto?
Non eravamo amici.
“ si…” dissi a bassa voce.
“ perché parli a bassa voce?”
E si è messo di nuovo a ridere.
Suonò la campanella, e   corsi in classe, senza nemmeno salutarlo.
“ ciao” sentì da lontana.
Mi aveva salutato.
Non mi aveva preso in giro.
Ma di sicuro, se lo vedo un’altra volta, mi prenderà in giro. Ne sono sicura.
Tu che pensi, diario?
Arrivata in classe, i miei compagni erano ancora in giro per la classe, ma io andai dritta al mio posto.
Pensandoci: non avevo pianto.
Strano.
Quel bambino, più alto di me, con i capelli corti, a caschetto e neri, non mi aveva fatta piangere.
Ma lui non lo sa questo.
Forse non lo vedrò più.
Ma andiamo nella stessa scuola, quindi forse lo potrò rivedere.
 
Poi lo notai.
È stato bruttissimo.
Perché a me?
Perché dovevo scomparire?
C’era scritto questo sul banco:
                sparisci brutta.
Da Niall e Denise.
Già.                                 
Presi la gomma di Hello Kitty e iniziai a cancellare quella frase.
Non me lo aspettavo.
Cosa ho fatto a loro due?
Non li ho mai presi in giro.
Non li ho mai trattati male.
Non lo so.
Finalmente, dopo tante ore, o almeno così mi sono sembrate, suonò la campanella.
Feci lo zaino velocemente e uscii dalla classe quando la maestra ci ha detto di uscire.
“ ciao Nicole, tutto apposto ?”
“ si, mamma”
Non le ho detto niente.
Non volevo che sapesse tutto.
Non voglio che diventa più triste.
“ hai tanti compiti per domani?” mi chiese mentre stavamo salendo in macchina.
“ no, non tanti” risposi io.
“ bene, io più tardi devo andare a lavorare, quindi ti lascio con la baby sitter, va bene?”
“ va bene.”
Anche se mi seccava stare con la baby sitter : non faceva niente, stava solo seduta nel divano a giocare con il suo cellulare, a volte mi chiedeva se avessi bisogno di aiuto, e quando le dicevo di si, lei si alzava, sbuffando, e veniva ad aiutarmi.
La baby sitter, che era la seconda volta che veniva a casa, era alta, aveva i capelli lisci e marroni. Aveva gli occhi grandi e marroni.
Però era bellissima.
La mamma ha detto che era giovane, e che non era italiana, ma ora non mi ricordo da dove venisse.
La mamma, mi ha detto anche, che lei non si chiama Diletta, ma si fa chiamare così perché il suo nome è strano e così si fa chiamare Diletta quando lavora perché viene meglio a dirlo.
Come, quasi ogni volta, mi girai nella parte del finestrino.
il cielo era grigio, era ricoperto di nuvole, e forse stava per piovere.
Le persone camminavano di fretta, e stavano attente a non farsi male con le macchine.
I bambini che vedevo, erano tutti felici: saltavano, scherzavano, correvano.
Perché io no?
“ ei, Nicole?” mi chiamò la mamma.
“ si, che c’è?”
“ allora, vuoi la pasta con il pomodoro o solo il pollo?”
“ solo la pasta, però poi voglio anche il panino con la nutella!”
“ okay, però la devi mangiare tutta la pasta!”
“ va bene, mamma”
 
Quando arrivammo a casa, andai subito in camera a posare lo zaino.
Tolsi il giubbotto e anche le scarpe e misi le calzette.
Mi piaceva camminare scalza.
Non sopportavo le ciabatte.
E spesso la mamma mi rimproverava per questo, non dovevo camminare scalza.
Poi notai la busta, sulla scrivania, davanti al letto, la dovevo ancora leggere.
Non  ho avuto il tempo.
Da parte di chi era?
E perché a me?
Cosa volevano dire le lette “M.G.N “ ?
Mh… non lo so.
La presi: era una busta bianca, con solo quelle lettere.
Boh!
“ Nicole, vieni dai, aiutami ad apparecchiare!” gridò la mamma dalla cucina, al piano di sotto.
“ si arrivo!”
Nascosi la lettera nel cassetto della mia scrivania, dove c’erano anche alcuni miei disegni, e scesi al piano di sotto.
“ che stavi facendo?”
“ niente, ho tolto le scarpe e ho posato lo zaino”
“ dai , sbrigati, che tra poco devo andare e viene la baby sitter.”
“ va bene, mamma”
Dopo aver mangiato tutta la pasta, come promesso, la mamma mi preparò il panino con la nutella!
“ brava, hai mangiato tutto, tieni il panino” disse, contenta, la mia mamma.
“ ci hai messo poco nutella, mamma!”
“ si, perché poi ti fa male la pancia!”
“ uffa!”
“ dai, sbrigati”
Mangiai tutto il panino, anche se con poca nutella, non volevo farla arrabbiare.
Poi suonò il campanello.
“ deve essere Diletta! Appena in tempo!”
E andò ad aprire, mentre io salivo a prendere lo zaino a fare i compiti.
“ciao Nicole!” mi salutò la mamma.
“ ciao mamma!”
“ fai la brava, mi raccomando!”
“ si si, va bene”
“ ma lei è sempre brava!” disse la ragazza.
“ comportati bene con Diletta”
“ non si preoccupi, signora!”
“ grazie, Diletta. Torno il prima possibile.”
“ okay, arrivederla”. La salutò Diletta.
“ hai tanti compiti, Nicole?”
“ non tanti.”
“ va bene, io sono nel divano, se hai bisogno. Tu vai a fare i compiti.”
“okay.”
 
 Non so per quanto tempo feci i compiti, ma anche se non erano tanti, ci sono stata molto, perché non avevo voglia di farli.
Già il sole era scomparso, era buio.
Ma la mamma non era ancora arrivata.
Così, sistemai i quaderni e libri nello zaino.
Lasciai lo zaino in cucina, dove avevo fatto i compiti, e andai in salotto dove c’era Diletta.
“ em.. scusa… ma la mamma quando torna?”
“ tra poco, non ti preoccupare Nicole.”
“ ma non è tardi? Fuori è gia buio.”
“no, sono ancora le cinque e mezza, fa buio prima in inverno.”
Feci finta di capire.
Non avevo capito.
“ va bene, vado in camera a disegnare”
“okay, se hai bisogno, chiamami” disse tranquillamente.
“va bene.”
Andai in camera, ti presi e presi anche alcuni fogli bianchi e i colori a matita per disegnare.
Poi mi sedetti nel letto.
E ora, sono qui che ti scrivo, aspettando che arrivi la mamma.
Ora dopo, inizierò a disegnare.
Cosa posso disegnare?
Mh..ora vedo.
Vado, diario.
Non vedo l’ora che arrivi la mamma. Mi manca.
Poi, prima di andare a letto aprirò la busta.
                                                                                                                                                                                                                                                                             20 gennaio   2001
Ps: ti voglio bene, diario!
Non mi lasciare!
Comunque, ho pensato che disegno una principessa e un principe!
E non vedo l’ora di andare a scuola.
Forse rivedo il bambino.
Speriamo che non mi prenda in giro come gli altri.

*spazio scrittrice*
ciao a tutte!
ero indecisa se pubblicare oggi il capitolo o di cancellare la storia, perchè non la seguono in molti!
un po' mi dispiace, io ci tengo alla storia.
però, grazie alle ultime due recensione, ho deciso di continuare, almeno per un po', la storia.
vorrei sapere:
vi piace la storia?
non vi piace?
ne vale la pena continuare?
perchè vedo che non siete molto attive!
ci terrei se lasciaste una recensione dove mi fate sapere!
passando al capitolo.
che ne pensate?
entrano in scena due personaggi.
come vi sembrano?
fatemelo sapere!
spero, alla prossima!
ciao.

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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


mi scuso già da ora se non mi sono fatta viva in queste settimane, ma tra la scuola e altri impegni, non ho molto tempo per scrivere.
solo oggi pomeriggio sto iniziando a scrivere un capitolo, che credo di postare o oggi o domani.
quindi, ne vale la pena scriverlo?
c'è qualcuno a cui interessa questa storia e di consegueza il prossimo capitolo?
fatemelo sapere in una recensione!
a più tardi!

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Capitolo 9
*** capitolo 7 (vero) ***


25 gennaio 2001
Caro diario,
questi giorni, in cui non ti ho potuto scrivere, sono stati stancanti, faticosi e strani.
La mamma, l’altra volta è arrivata più tardi del previsto ed era dispiaciuta per Diletta.
Avevo sentito dalla mia cameretta, Diletta parlare al telefono con qualcuno; diceva che arrivava tardi a casa perché ancora la signora, credo si riferisse a mia mamma, era ancora fuori.
Poi, ho anche sentito, che diceva di essere stanca, ma cosa fa, poi?, comunque, diceva di essere stanca e di non voler aiutar suo fratello con i compiti quando sarebbe tornata.
Quindi ha un fratello.
Povero lui, come fa a sopportare Diletta?
Anche se sembra dolce e bella, non fa niente, non vuole mai giocare con me.
Ma in fondo, chi vorrebbe giocare con me?
Con una bambina brutta, senza amici, e cicciona.
Però, forse, quel bambino misterioso potrebbe voler giocare con me.
Ma non so come si chiama. Uffa.
Comunque, la mamma è tornata tardi, e sembrava stanca, ma aveva ancora il sorriso. La voglio bene, non smette mai di sorridere anche se è stanca.
“ mi dispiace Diletta, ma ho avuto degli imprevisti e c’era anche traffico. Poi sono andata a fare la spesa e allora non mi sono più sbrigata. Ti pago il tempo in più, tranquilla.” Si era scusata la mamma appena entrata a casa.
Io mi precipitai da lei, e aprì i sacchetti della spesa… aveva comprato la nutella! Che bello!
“ non si preoccupi signora, è sempre un piacere badare a vostra figlia.”
“no, ma che dici, tieni lo stesso – disse, porgendo dei soldi di carta a Diletta- non mi sembra coretto nei tuoi confronti.”
“beh, grazie,allora.” Ringraziò felice Diletta.
“non ti preoccupare, ora vai che è tardi, non vorrai fare preoccupare tua madre!”
“no, certo che no!”
“allora vai, e salutami tua madre.”
“lo farò, arrivederci signora e ciao Nicole!”
“ciao Diletta!” sorrisi, finalmente se n’era andata!
“mamma!” andai da lei correndo e l’abbracciai più forte che potevo.
“amore, che hai fatto di bello?”
“niente, ho disegnato e ho guardato un po’ di televisione.”
“brava, ora, cosa vuoi da mangiare?”
“non c’è bisogno, mi ha già fatto mangiare Diletta.”
“oh, bene!” disse contenta mia mamma.
“mamma…” sussurai io.
“ dimmi tesoro!”
“perché papà non sta mai con me? Non mi vuole?”
“ma che dici Nicole, tu sei la bambina più bella, simpatica e dolce del mondo; tuo papà ti vuole bene e non è vero che non ti vuole..solo…” si fermò la mamma.
“mamma, solo che…?” le domandai dolcemente.
“solo che lui fa un lavoro molto importante e non può essere sempre a casa!”
“ ma… mamma… è da tanto che non lo vedo! È dall’inizio della scuola che non lo vedo!”
“ma lui è sempre vicino a te e ti pensa sempre, ad esempio, ti ricordi della lettera che ti ha inviato per Natale?”
“si” sussurrai, me lo ricordo. La tengo sempre sotto il cuscino, e ancora, qualche volta prima di andare a dormire, la leggo.
“ecco, e il regalo che ti ha fatto per Natale?”
“si”. Era un peluche a forma di renna. Era marroncino, il muso bianco e soprattutto era morbidissimo!
“bene! Vedi che ti pensa sempre?” chiese felice mamma.
“ si è vero…” ma… uffa, perché il papà di Denise c’era sempre? Denise lo vedeva sempre, e io no!
Perché?
Finì lì la discussione, e negli altri due giorni, non be abbiamo più parlato.
In questi due giorni a scuola abbiamo fatte le verifiche di matematica e di italiano.
Credo di averle fatte bene, o almeno spero.
Sono sempre seduta da sola, e Denise e Niall stanno sempre assieme.
Inoltre, nella ricreazione vado sempre in bagno, un po’ per scappare dalle prese in giro e da Niall, un po’ perché speravo di trovare quel bambino misterioso… ma niente.
Forse mi evita, forse non vuole parlare con e per questo non mi cerca. Io non l’ho più visto.
Domani è domenica!
Finalmente posso stare a casa, o, se no fa freddo, posso chiederle di andare al parco!
Sarebbe fantastico.
Poi, ora che ci penso, tra tutti i compiti e la voglia di non far niente, ancora devo aprire la busta!
Che ci sarà?
Vabbè, l’aprirò domani che sarò più riposata!
Adesso vado, caro diario.
                                                                                                                           Nicole.
 
 
 
 
 
26 gennaio 2001
Caro diario,
in questi giorni la mamma è strana, ma pensandoci bene, anche Greg lo è.
Per quelle poche volte che lo vedo si comporta male con me, dice che non vuole parlare con nessuno e che è colpa della mamma. Non lo capisco. Poi, ho notato che è sempre stanco, ma cosa fa? La scuola non fa stancare così tanto… boh.
Poi, quelle poche volte che c’è e io suono la chitarra, lui scappa dalla nostra stanza.
Why?
Ma la mamma?
Perché dà la colpa a lei?
Che ha fatto?
Poi, un’altra cosa strana è che dad non è tornato a casa. Da quando mi ha regalato la chitarra, l’indomani non c’era più, e ancora non è tornato.
Strano.
La mamma non ne parla.
Ogni volta che le chiedo dov è, lei dice che è sempre occupato con il lavoro.
Io non lo so.
Perché se ne è andato?
È colpa mia?
Brutti voti non ne ho presi, non ho fatto il monello, sto imparando a suonare la chitarra!
Cosa ho che non va?
Quella volta che la mamma mi ha detto di  mettere una busta nello zaino di Nicole, io glielo ho messa, quindi ho obbedito a lei!
Non l’ho neanche letta, proprio come mi aveva detto.
Però lo ammetto, ero curioso di saper cosa c’era scritto, ricordo solo che al di fuori della busta c’erano alcune lettere. Boh.
Poi, non sono brutto e ciccione come Nicole, quindi non sono un cattivo figlio.
Perché te ne sei andato papà?
Ormai, ho quasi imparato bene l’italiano e lo so scrivere quasi bene, ma un passo alla volta.
A scuola, infatti, le maestre mi hanno fatto i complimento perché ho imparato subito!
Sono contento per questo!
Allora, perché te ne sei andato papà?
Anche a calcio vado bene, e Louis mi ha detto che sto migliorando ogni giorno di più!
Anche oggi pomeriggio sono andato a calcetto, e c’era anche Louis!
Lui è il mio best friend. È davvero speciale, e lui mi dice che posso contare su di lui per qualsiasi cosa.
Uffa, vorrei che fosse nella mia stessa classe o scuola, ma lui va in un’altra scuola!
Comunque, se ti starai chiedendo come va con Deni o con Nicole, beh, con Denise va tutto bene, anche se a volte è antipatica, ma mi diverto sempre con lei e con gli altri compagni della classe. Sono tutti simpatici, mi cercano sempre, le femmine dicono che sono bello e che sono fidanzato con Denise, ma non è vero, perché io e lei siamo solo amici!
Invece Nicole, lei è così strana, forse è bella, ma che dico? Lei è bruttissima! Ma a volta, devo ammettere che mi fa pena, non so il perché, forse perché inizio a capirla.
Si dice che non vede da molto suo padre, e per questo un po’ la capisco, ma niente.
Non le parlo lo stesso!
Prima di iniziare a scriverti ho sentito la mamma che parlava al telefono e diceva cose strane, mi ricordo che ha detto “Ho perso una causa…. Il giudice mi ha condannato a pagare anche le spese dell’avvocato …. sono un mucchio di soldi, non c’è niente da fare?”
Cosa vuol dire?
Perché deve spendere tutti questi soldi?
e perché?
Cosa è successo?
Non lo so, tu che pensi?
Chiederò a Greg.
Adesso vado, anche se è domenica pomeriggio, ancora devo finire i compiti! Uffa!
Ciao!                                                                                                                    Niall
P.s: ho deciso che  dopo i compiti aprirò la busta!
Ti faccio sapere al più presto!
 
*si nasconde*
ciao a tutte!
dopo non so quanti giorni di blocco, sono riuscita  a scrivere questo, per me, schifoso capitolo.
come avevo detto prima, mi dispiace molto, ma son stata impegnata! spero discrivere qualcosa durante queste vacanza di natale!
passando al capitolo, che ne pensate?
si scopre già qualcosa, o, almeno, si possono intuire delle cose.
cosa pensate sul padre di Nicole?
e su quello di Niall?
e della telefonata di sua mamma?
credo che o nel prossimo o tra due capitoli, verrà scoperto qualche cosa in più sulla lettera!
perciò, vi prego, mi lasciate una recensione? ne sarei contenta!
possiamo raggiungere almeno 3-5 recensioni?
*fa occhi dolci*
vado, alla prossima!

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