Il mio canto libero sei tu.

di Dees
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pronta per la mia nuova vita. ***
Capitolo 2: *** Il mio vicino. ***
Capitolo 3: *** Io ti riconquisterò. ***
Capitolo 4: *** Continui sbagli ***
Capitolo 5: *** Per tutta la vita. ***
Capitolo 6: *** E lui chi è? ***



Capitolo 1
*** Pronta per la mia nuova vita. ***


“Caro diario,
Da quando è morto mio padre sono cambiate molte cose..Mamma ha iniziato a lavorare tutti i giorni, io ho iniziato il liceo, mi hanno ammessa al balletto della mia scuola di danza, sono dimagrita 8kl, è morto il mio gatto, i miei capelli biondi platino naturali sono cresciuti fino al sedere e ho conosciuto Leo.
Se dovessi parlarti di Leo avrei così tante cose da dirti ma alla fine scriverei una sola parola: Infinito. Lui è stato infinite cose. E’ arrivato quando ormai non credevo più a niente, mi sentivo vuota e allo stesso tempo troppo piena. Ho donato tutta me stessa a lui, a noi. Giorno dopo giorno crescevamo insieme. Una sola cosa ci fotteva… la DISTANZA. E’ una brutta bestia sai? Caro diario non c’è nulla di peggio di desiderare un abbraccio di una persona che si trova a centinaia di km da te.. Ogni giorno donavo una parte di me a Leo, ogni giorno rinascevo grazie alle sue parole. I miei problemi alimentari erano svaniti, gli incubi notturni non c’erano più se prima di addormentarmi sentivo la sua voce. Dopo un anno lui si è stancato di me e della distanza e mi ha abbandonata. In quel momento ho capito  che mi ero costruita una visione fantastica della mia vita. Non ero cambiata in un anno. Mi facevo schifo, mi odiavo, odiavo il mio corpo,  mi sentivo insignificante, mio padre non c’era più e mi ero annullata per Leo. So cose di lui nessuno al mondo sa ed è assurdo come le nostre vite che erano così unite si siano di colpo divise. Siamo due sconosciuti,che si conoscono meglio di chiunque altro.
Ora, caro diario, sono pronta alla mia nuova avventura. Mi trasferirò in una nuova città, mia madre avrà un nuovo lavoro e io avrò una nuova vita. Sono così spaventata.
So che la città è la stessa di Leo, ma stiamo parlando di Roma.. Grande com’è non correrò nessun rischio di incontarlo.”


Sono le sei di mattina e io mi trovo in macchina, la radio sta passando “ Sei di mattina” di Briga e questa canzone che amo tanto in questo momento mi sembra una grande  presa in giro. E’ già un’ora che sono in macchina, la cosa più brutta è che il tragitto che devo fare non è nemmeno lungo, solo che il camion del trasloco è troppo lento.  Da domani inizierà il mio terzo anno di liceo classico e sono così preoccupata.. Non ho mai avuto problemi ad integrarmi in una classe, ma questo non basta per tirarmi su di morale. Mentre penso cosa avrei indossato domani mattina cado in un sonno profondo e quando riapro gli occhi sono già al centro di Roma. E’ una città così bella, piena di arte e di allegria, mi affascina sapere che è una città così antica, ha un’anima. Ecco il Colosseo, che meraviglia, i Fori imperiali, l’estasi ed ecco l’altare della patria, che impatto. Ancora qualche km e sono a casa. Sono felice di abitare in una zona centrale. E  mentre mamma parcheggia le mie insicurezze mi cadono addosso. Sono qui e mi sto mettendo in gioco. Buona Alice.
Ah si, non mi ero presentata. Sono Alice Blue, i miei genitori sono Finlandesi e devo proprio a loro i miei capelli biondi e gli occhi blu. Sono minuta, molto bassa e abbastanza magra, anche se il mio fisico è il mio punto debole.. Ho sofferto di disturbi alimentari per anni.. non mi sento a mio agio con il mio corpo. Faccio danza classica da circa tredici anni e nel mio sedicesimo anno di vita posso dire che ormai vivo per questo. Solo ballando mi sento viva, la musica entra in me e in quel momento non esiste nient’altro che lei. Mi piacciono molto gli animali e ho sempre avuto un gattino sin da quando sono nata. E’ morto due anni fa.. e la sua mancanza si sente tutt’ora. Ho uno stile particolare.. Mi vesto sempre con colori scuri e come piace a me. Non seguo una moda ben precisa e spesso rubo i vestiti di mio fratello. Uhuh in questo momento sto scendendo dalla macchina e sto per entrare nella mia nuova casa, esteriormente mi piace molto. Sono così concentrata a guardare il palazzo che urto contro una persona.

Leo.

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Capitolo 2
*** Il mio vicino. ***


 Uhuh in questo momento sto scendendo dalla macchina e sto per entrare nella mia nuova casa, esteriormente mi piace molto. Sono così concentrata a guardare il palazzo che urto contro una persona.


Leo.


“Alice” Il suo risulta più un urlo si spavento che di sopresa. “Cosa ci fai qui?” 
“Ci vivo” Rispondo acida.E tutto il gelo che ho dentro e l’odio che provo nei suoi confronti sparisce solo sentendo la sua voce, devo rimanere più fredda e impassibile possibile. Dio quanto mi era mancato,com’è possibile che a distanza di così tanto tempo riesce a farmi tutto questo? Pensavo di essere riuscita  a dimenticarlo eppure sono qui, ferma impalata a fissare i suoi occhi. Ci fissiamo, a vicenda, e mi tuffo nei suoi occhi neri che ho sempre amato. Mi basta guardare i suoi occhi per  vedere tutti i colori del mondo e solo ora mi rendo conto di quanto la mia vita fosse nera..
“Al siamo vicini di casa!”
“Credo ci sia un errore” Rispondo alterata, non può essere, è un incubo.
“Guarda, quella è la mia porta.. Da quanto ho capito tu abiterai alla porta di fronte alla mia Al” Risponde lui sorridendo, mi conosce meglio delle sue tasche.. Sa che il mio essere alterata è solo sintomo di paura e di ansia.
“Scusami ma dovrei posare lo scatolone” Scappo, corro in casa. Scappo come ho sempre fatto.. Tutti dicono che ho un carattere forte ma in realtà sono la  persona più debole che io conosca. Non sono come le altre ragazze, non riesco ad essere così perspicace con i ragazzi. Non riesco a prendere l’iniziativa di scrivergli o di abbracciarli. Fottuta timidezza
Dopo tre ore la mia camera è ancora  il caos totale. Cioè,diciamolo sinceramente, non sono mai stata un tipo ordinato.. Ma attualmente camminare è veramente impossibile, scatoloni, libri, valige, scarpe, cuscini.. Tutto è fuori posto.  Per non parlare dei miei pensieri.. Il caos della mia stanza non è nulla rispetto al caos nella mia testa..  Cosa fai quando perdi l’amore? Non l’ho mai dimenticato, non è una novità. Notti intere a piangere non sono bastate a farmi cambiare idea, lui mi piace ancora come il primo giorno che ci siamo visti, quel maledetto giorno in teatro.  Sua sorella, molto più grande di lui,  è appassionata di danza classica e ama andare all’Opera. Un giorno per puro caso lui e la sorella sono venuti a vedere lo spettacolo del mio balletto. E dato che la sorella è amica della mia insegnate sono venuti anche alla cena dopo lo spettacolo. Ci siamo trovati subito, troppo simili per stare lontani. Ci siamo scambiati i numeri e per qualche giorno ci siamo visti, ma solo fin quando lui e la sorella hanno pernottato a casa di Ester, la mia insegnate.  Nel momento esatto in cui noi due capimmo di provare di qualcosa di profondo lui era in viaggio per tornarsene nella sua città a un centinaio di km da me. Nonostante le difficoltà per un anno siamo stati inseparabili.. E’ stato per me fratello, ragazzo, migliore amico e primo amore. Beh ora è anche il mio vicino. 
*Bibbip*

Controllo il telefono, ho un nuovo messaggio.

Colpo al cuore.
“Dobbiamo parlare, ti prego. Leo.”
Poso il telefono sul letto e non faccio in tempo a riflettere su cosa rispondere che mi arriva un nuovo messaggio.
“ Ti prego Ally, ti aspetto davanti al portone del palazzo alle 15. Andiamo insieme al parco.”
Non era cambiato, se voleva una cosa era insistente. Senza pensarci due volte scrivo : “ Ok.”

Prepararmi psicologicamente è più facile del solito, mia madre è a lavoro niente domande antipatiche. Non riesco nemmeno a pranzare per quanta ansia provo.
Alle 15 sono pronta per uscire, non mi sono sistemata molto le mie immancabili Vans rosse, il mio giacchetto di pelle e la mia magliettona porta fortuna comprata a Dublino così grande che mi copre fino a metà coscia. Eccolo lì, sulla porta.. con uno dei suoi soliti berretti di lana. Nonostante sia settembre lui indossa già la felpa, è una delle sue più grandi fisse. Mi guarda.. Non sposta lo sguardo dai miei occhi e appena lo raggiungo iniziamo a camminare senza una meta ben precisa.. 
Una volta seduti su una panchina mi giro verso di lui, lo fisso negli occhi e chiedo : “ Leo perché tutto è finito?”
“ Io non avrei  voluto Al, te lo giuro. Io.. io non sono mai stato bene con una persona quanto te. Non ho mai provato niente di simile ed ero spaventato, terrorizzato. Dopo cinque mesi che non ti vedevo ho commesso un errore, ho rivisto la mia ex.. Ho fatto solo quell’errore ma mi sentivo dannatamente in colpa.. Ho deciso di chiudere con te, meritavi sincerità”. Mi dice lui tutto d’un fiato.
“no” urlo. “ Non sei stato sincero, hai solo chiuso, rovinato tutto, senza darmi spiegazioni.Io ho smesso di mangiare, di nuovo. Li conoscevi i miei problemi Leo! Lo sai che ho rischiato già la vita…”
E’ veramente dispiaciuto, lo vedo dal viso.. Ma non riesco a dimenticare le notti insonni, i pianti, le giornate vuote. Mi alzo dalla panchina e inizio a correre verso casa, finchè non vengo bloccata da una mano possente, mi giro e incontro gli occhi della mia vita.
“ Aly Ci sono persone che non finiscono mai di volersi bene, semplicemente perché ciò che le lega è più forte di ciò che le divide. Io ti riconquisterò.”

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Capitolo 3
*** Io ti riconquisterò. ***


“Io ti riconquisterò” Con queste tre parole entro in casa, disperata e indecisa. Mia madre è in cucina, la raggiungo e l’abbraccio. Un suo abbraccio riesce sempre a calmarmi, per fortuna ho lei. E’ un po’ come un’amica più grande sempre pronta a proteggermi. Lei sa cosa c’è stato con Leo e sa che ora che è il mio vicino di casa gli incubi notturni inizieranno. Sa che dovrà cucinare cose buone per non farmi passare la fame. Mentre mi siedo a tavola per cenare mamma mi chiede seria: “Come ti sembra?”
“Mamma per quanto ho visto il posto è meraviglioso, diciamo che sono rimasta un po’ spiazzata dai vicini! Ho paura per la scuola se non mi  accettassero quelli della classe? “
Mia madre con un dolce sorriso affettuoso mi abbraccia di nuovo. “ Piccola Ali sei una delle persone più belle sulla faccia della terra, per me la più bella! Vedrai che anche loro lo capiranno. Anche con quel cretino della porta accanto si sistemerà tutto.”
“Grazie mum”
Dopo cena mi metto a scrivere un po’ nel mio diario.

Caro diario,
ieri ho parlato con Leo. Nei suoi occhi cioccolato ho visto di nuovo il mare, non so se riuscirò mai a dimenticarlo. Quand’è che le cose iniziano ad andare nel verso giusto? Quando riuscirò a provare qualcosa per qualcun altro? Attualmente non mi conosco,sono un continuo : “mhm” “va bene” “si”. Ma non ascolto minimamente chi mi è attorno, sono sempre sovrappensiero e da quando ho rivisto Leo ieri la cosa è andata solo ad accentuarsi. Ogni tipo di dipendenza è cattiva, non importa se il narcotico è l’alcol o la morfina o l’amore, Leo è la mia. Non sono bastati i mesi e i km per dimenticarlo. Ci provo ogni giorno. A dimenticarlo, dico. Ci provo ogni giorno, ma è una lotta, che sono sicura  non vincerò mai. È tutto un resistere fuori e crollare dentro, non posso dimostrare a mia madre che soffro. Lei soffre giornalmente eppure si dimostra forte per me. Devo fare lo stesso, se lo merita. Da quando è morto mio padre non ha mai pianto con me, tranne un giorno che  ricordo ancora molto bene. Due anni fa io e lei stavamo in un parco dove io e mio padre giocavamo spesso quando era ancora in salute, di colpo ho sentito i suoi singhiozzi e non c’è niente di più brutto di vedere tua madre soffrire e non poter fare niente. Non ho mai pianto in sua presenza, mai.  Quel periodo in cui ho sofferto di disturbi alimentari riuscivo a mangiare solo un arancio al giorno, è durato poco perché mia madre e mio fratello mi hanno aiutata. Alla fine di questo cupo periodo è arrivato Leo che mi ha fatto sperare in una vita migliore. E’ come un ciclo, ogni storia della ma vita finisce sempre con Leo. Non dimentichi la faccia della persona che è stata la tua ultima speranza. Oggi ha detto che mi riconquisterà, in cuor mio lo voglio così tanto. Ma non voglio illudermi. Ho paura caro diario, una fottuta paura di non saper reagire.  P.S. LEO STUDIA NEL MIO STESSO ISTITUTO.

Poso il diario che ormai è notte fonda, per fortuna domani è sabato e potrò dormire un po’.  Mille domande vagano per la mia mente, io ho paura. Faticando mi addormento.
L’indomani verso l’una mia madre mi chiama per pranzo. Non sono mai stata una persona mattutina, vado a dormire sempre tardi e poi la mattina mi piace dormire. Spesso Leo diceva che ero una civetta, fatta al contrario. A proposito di Leo ho sentito mia madre parlare con la sua, questo fine settimana è a Firenze dai suoi nonni quindi per un po’ sarò libera di riflettere senza avere quegli occhi meravigliosi tra i piedi. Lunedì inizia scuola e io ho paura di non essere accettata. Mi mancherà la mia classe così unita. Dopo il pranzo squisito di mia madre vado di corsa a prepararmi, verso le quattro io e mamma andiamo a via del corso per fare alcune compere. Anche se ho gusti particolari amo fare shopping, ma con mia madre è un po’ impossibile. Quello che per me è bellissimo per lei è da uomo o sgraziato, quello che per lei è bello per me è da bambina di due anni. Passo però un pomeriggio piacevole , infondo con una persona folle ed allegra come mia madre è inevitabile. Scorre piacevolmente anche tutto il resto del week end e arriva la Domenica sera che io mi trovo nel panico più totale. Prendo un foglietto e scrivo:


-PROBLEMI DI DOMANI.
1. Non morire alla vista di Leo all’entrata.
2. Trovare una/o  compagna/o di banco.
3. Simpatizzare con la classe
4.Resistere alla vista di Leo a ricreazione.
5.In caso leo mi parlasse saper reagire.
6.Sopravvivere
Quandono sono in ansia faccio stupidaggini. Non faccio in tempo a posare il foglio che squilla il telefono.
 “ Ei Finlandese! “
 E’ Martina, una delle più care amiche che ho. Con lei abbiamo fatto tutte le scuole insieme e solo il pensiero di stare così lontano da lei mi uccide.
“Ei Marti, come stai??”
 Rispondo fingendo di essere almeno un po’ felice di sentirla, quando invece vorrei averla qui con me ed abbracciarla.
 “Alis io sto bene ma qui si parla di te! Mi ha detto Fede che sei la vicina di casa dello stronzo! Non ci voglio credereeeeeee! E’ così grande Roma e tu ti sei andata a prendere quella casa? Io l’ho sempre detto che quando è destino è destino! E tu che non mi vuoi mai credere! Oh Dio che bello la tua vita sembra un film! Ragazza si trasferisce a Roma e scopre di vivere vicino al suo ex. Torneranno insieme e potranno riprodursi come conigli”
Non cambierà mai, è una macchinetta! Parla a raffica e ci mette un attimo a pensare a cosa sconce.
 “ Marti calmati, parla più calma e soprattutto non pensare certe cose! Io Leo non lo perdono”
Dall’alta parte del telefono Martina scoppia a ridere. “Certo Ali ci credo proprio! Ti do tempo un mese! Tesoro devo andare che mamma mi chiama! Non preoccuparti per domani, scuola andrà una bomba e non fare strage di cuori”
Sorrido.
“Notte Marti”.
Vado a dare la buonanotte a mia madre ma lei già dorme beata. E’ li su quel  letto ed è la donna più bella del mondo. Occhi blu e capelli platino, in Finlandia forse sarebbe stata una delle tante donne con questi colori meravigliosi, ma qui è unica. Per fortuna ho ereditato da lei i capelli mossi e biondi, da mio padre invece ho ereditato gli occhi celesti, non blu come quelli di mamma, ma comunque particolari. Non so purtroppo da chi ho preso la statura, entrambi alti e slanciati e io così bassa. Anche mio fratello è alto. Le forze della natura si sono scatenate contro di me.  Domani mattina indosserò la mia felpa preferita , larghissima e lunghissima, le converse nere e dei semplici leggins neri.  Vesto sempre larga proprio perché odio il mio corpo. Stanca e con mille paure mi metto a letto. Domani dovrò fare bella figura e soprattutto reggere il confronto con Leo. Chissà cosa mi dirà. E’ notte fonda e io non riesco a dormire, mi capita spesso nei periodi di ansia, alla fine tra dubbi e terrore finalmente mi addormento.

*POV  Narratore*
Non molto lontano da quella stanza Leo pensa, riflette. Quella ragazza era stata il suo primo vero amore. Prima di lei le ragazze erano solo giocattoli, divertimento e sesso. Quando ha capito che con lei era tutto diverso si era spaventato. Ma ora, in quella stanza, quello che lo spaventa di più è non poterla riconquistare. Non dimenticherà mai i suoi occhi turchesi, i suoi biondi capelli e quella pelle così bianca. Non dimenticherà quel corpo così perfetto, quella dolce minuta statura. Non dimenticherà mai di quanto l’ha trovata cambiata il giorno precedente. Alice è dimagrita, molto. E se avesse smesso di mangiare ancora?  Ma  Leo la trova ancora la ragazza più bella mai vista. Domani dovrà trovare una soluzione, come avrebbe potuto riconquistarla? Alice non sa ancora tante cose del nuovo  Leo, come reagirà quando le scoprirà? E’ notte fonda, si possono sentire i grilli e la luna piena illumina ogni cosa. Leo pensa a come sarebbe Alice alla luce della luna, la pelle bianca e così vellutata sarebbe ancora più bella, resa addirittura come un qualcosa di divino. Le sue labbra rosse sarebbero come una rosa appena sbocciata, vellutate e profumate. Sognante Leo si addormenta.
 
 
*POV Alice*
E’ il mio primo giorno di scuola, inutile dire che sono terrorizzata. Quando ieri ho letto su face book che era anche la stessa scuola di Leo avrei voluto scappare. E’ solo un giorno che non le vedo ma già le mie migliori amiche mi mancano da morire. Mi manca mio fratello. Io e lui abbiamo quattro anni di differenza, ne ha compiuti venti da poco ed ha deciso di rimanere a casa di nonna per finire l’università. Prima che mi trasferissi diceva sempre che non mi avrebbe mai lasciata qui a Roma sola, sarebbe venuto lui a salvarmi. Ma dopo un giorno solo che sono qui ho già capito che le sue sono solo parole.  Ma non perché è un bugiardo, semplicemente perché ognuno tende a promettere cose che non riusciremo mai a mantenere solo per rendere felice una persona. Un po’ come Leo.. No, non devo pensare a Leo. Basta.

Vado in cucina ma mamma è già andata a lavoro. Faccio velocemente colazione, esco di casa e raggiungo giusto in tempo la fermata per prendere il pullman. La scuola esteticamente mi piace, è grande, grandissima. Comprende il Liceo Classico, Scientifico e Linguistico. Leo è allo scientifico. Qualcosa  vicino al cancello principale colpisce la mia attenzione. Una ragazza con dei lunghi capelli mori con delle ciocche fucsia sta avvinghiata ad un ragazzo a me familiare. Capelli mossi castani, larghe spalle…

“Ciao, sei nuova? Vedo che già ti sei persa nel guardare lo spettacolo mattutino di Leonardo e Giorgia! Piacere io sono Chiara!”


Cosa sta succedendo???Ciao splendori, ho cancellato il capitolo precedente e l'ho perfezionato. Spero vi piaccia di più. Mi auguro che la storia sia di vostro gradimento.Vi ringrazio per tutte le rensioni, mi aiutano a crescere! Ne ho tanto bisogno! Buon proseguimento!!! 

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Capitolo 4
*** Continui sbagli ***


Nel giro di quarantotto ore tutto era cambiato. Leo aveva promesso di riconquistarmi e invece se ne stava attaccato come una ventosa alla bocca di una mora dal fisico mozzafiato,  avevo una compagna di banco che in sei ore di scuola non aveva mai smesso di parlare, avevo passato la ricreazione in compagnia di Chiara e di alcuni suoi amici. Mi ero apparentemente integrata ma dentro stavo morendo.  E ora me ne sto sul mio bus aspettando con ansia di tornare a casa.  Come d’abitudine orma da quando mi sono trasferita pranzerò da sola, ma in una situazione come questa non posso che esserne felice, meno domande alle quali rispondere, ho così tante domande nella testa che non posso sopportarne altre. Mentre aspetto che il pullman arrivi alla fermata davanti casa prendo il diario e scrivo.
 

Caro diario,
il mio destino è stato già scritto. Io sono destinata ad essere sola,ma non ho paura. E’ che ormai sono abituata al disordine, allo sporco dentro, al silenzio che fa male, al vissuto, a tutto ciò che non è perfetto, così lo trovo accogliente, mi riconosco in tutto questo, è la mia e non può essere perfetta, non sarebbe più una storia. Io non ho paura si tutto questo, io sono solo stanca. Vorrei che per una volta la mia vita fosse semplice. E’ da quando ho dieci anni che lotto ogni giorno contro la mia vita, contro la morte di un familiare, contro i problemi alimentari e i problemi del cuore. Vorrei poter trovare una persona che sia capace di curarmi, curarci. Perché i dispiaceri sembrano piccoli se si è insieme. Perché continuo a fidarmi di Leo? Caro diario ti prego spiegamelo! E’ sempre stato così, non è cambiato. Promette e non mantiene, si scusa e poi sparisce ancora. Non posso vivere così. Ora ti lascio che sono arrivata a casa, spero di non incontrare Leo nel palazzo.

Parli del diavolo e spuntano le corna, proprio mentre sto entrando nel palazzo la figura di Leo giunge alle mie spalle . Ha il coraggio di salutarmi. “ Ciao All”
Mi giro, lo guardo, sostengo il suo sguardo e me ne vado. Di nuovo scappo, da lui, da me e dal mondo. Invece di lottare io scappo, sempre. Pranzo con un panino veloce e passo il pomeriggio leggendo sul divano e leggendo qualche notizia su facebook.  Quando il sole inizia a calare me ne vado in camera e appena entro chiamo Martina, mi manca troppo.

Due squilli, tre squilli, quattro squilli.
“Pronto?”
“Tina”
“Amooooooooooooooooooooooore” Risponde lei sempre felice di vedermi.
“Disturbo?” Chiedo con un tono triste.
“Scherzi???! Allora com’è andata a finire con il bel tenebroso che vuole riconquistarti?”
Sospiro e triste aggiungo “Male Marti, sta mattina era attaccato alla bocca di una mora meravigliosa”
“Ali, Leo ha sempre provato qualcosa per te, magari quella è la sua ragazza attuale ma non vuol dire che non provi nulla. Devi capire che in un anno in cui vi siete persi di vista le cose sono cambiate, lui è cambiato. Vedremo cosa ti dirà per giustificarsi!
“Io non voglio avere più niente a che fare con un tipo come lui!” Sento chiudere la porta di casa e aggiungo velocemente “ Tesoro è arrivata mamma, ti chiamo o ti mando un messaggio dopo! Ti voglio bene e mi manchi tanto.”
Non le do tempo di rispondere che riattacco e mamma entra in camera mia con una velocità pazzesca.
“Si può sapere perché questa casa è sempre così disordinata?
“Ciao anche a te mamma” Rispondo scocciata.
“Che modi sono di rispondere? Ti sembra il caso? Hai messo in disordine il salotto e non hai riordinato.” Il suo tono è così alto che mi spaventa, il lavoro accumulato e il trasloco l’hanno fatta diventare isterica.
“Ma dai calmati, dopo sistemo” Provo a sdrammatizzare un po’ con una vocina stupida.
“Niente vocine stupide e niente stupidaggini. Io sono stanca e per colpa tua ora devo sistemare anche la casa.”
Non le rispondo nemmeno, mi alzo prendo il cappotto ed esco. Odio discutere con mia madre, in realtà odio discutere con chiunque, ma soprattutto con lei. Ogni volta va a finire che piango per ore e lei si arrabbia ancora di più. Ma questa volta è diverso, nessuna discussione stupida potrà farmi piangere come ora. Leo ha distrutto un’altra parte di me. Decido di rientrare in casa quando ormai le lacrime sono cessate e gli occhi non sono più rossi, mamma è in cucina e sta cenando.
“Ti ho preparato la pasta, vieni” Mi dice sorridendo. Tra di noi è così, passa subito tutto.
“Scusami Mu per prima,è stressante per ora stare qui”.
“Tranquilla amore, lo so..” Sorride e continua a mangiare, appena finita la cena vado in camera prendo un foglio e scrivo.
 

Scusami mamma,
scusa se oggi non ho studiato. Se anche oggi ho passato la giornata a bivaccare e a stare su internet. Scusa se porterò delle insufficienze a casa, perchè questo è un periodo no, e non riesco a concludere niente di positivo. Scusa se ancora una volta ti nasconderò le mie insicurezze, se costruirò dei muri tra di noi, se ancora una volta non mi confiderò con te. Scusami se ti parlo a monosillabi, perchè non ti voglio spiegare più niente. Scusa se sto riversando la mia sofferenza su di te, scusa se ti farò incontrare decine di delusioni e non ti darò mai nessuna spiegazione. Forse perchè non c’è una spiegazione da darti, perchè per ora va così e basta. Lo so, non augurerei a nessuno un disastro come figlia. Mi dispiace tanto.



Ripiego il foglio, lo metto nel diario. Non la leggerà mai.
 Mi metto a letto. Non sono mai andata a dormire così presto ma tutta questa situazione mi sta uccidendo. Domani mattina avrò un tema, il mio primo tema nella mia nuova scuola. La cosa mi preoccupa. Come se non bastasse dovrò vedere Leo, spero di evitarlo sul pullman.
In un attimo è già mattina e svegliarsi è dannatamente faticoso, indosso un paio di jeans a vita alta ed una felpa grigia e corta che lascia intravedere il modello dei pantaloni, lego i miei lunghi capelli platino in una coda veloce e metto giusto un po’ di mascara. La mattina odio sistemarmi, starei sempre in tuta. Uscendo i casa mi accorgo che sto per perdere il pullman, corro e salgo all’ultimo secondo. La prima persona che vedo è  lui. Un’altra occasione che conferma la regola.. Sono nata sfigata. Mi siedo lontana ma poco dopo, come previsto si avvicina e si siede accanto a me.
In una cosa sono brava, devo ammetterlo. Sono brava a farmi divorare viva dai ricordi. Ora che è così vicino a me ricordo il nostro primo discorso, il primo bacio, il primo pianto, la prima pace. Ricordo la distanza e la vicinanza, l’amore e l’odio. L’ultimo discorso e il suo bacio con Giorgia la bellona.
“Cosa vuoi Leonardo?” Non lo chiamo mai con il nome intero, ma ho deciso che da oggi in poi devo dei paletti, una distanza non materiale tra noi.
“Niente,Era solo che volevo stare vicino a te”. Risponde tentando di ammaliarmi.
“Bene io non voglio, o ti alzi tu o mi alzo io.”
“Non fare la sciocca Al”
Mi imbestialisco. “Mi vieni a dire di non fare la sciocca? Ma dove vivi? In che mondo? Mi dici che mi riconquisterai, che ti piaccio solo e io devo vederti mentre ti baci con un furetto con delle ciocche fucsia? Sei impazzito?”
“ Al devi darmi i miei tempi.”
“Non do tempi a nessuno, mi dimostri solo che non mi vuoi. Un tempo con te si poteva ragionare.. Adesso sei cambiato.” Dico con tono basso ma fermo.
Lui scoppia a ridere e dice “Ali, hai sedici anni, goditela! Non scocciare la gente, mi piaci, sei l’unica persona che mi sia mai piaciuta ma devo avere del tempo per sistemare la mia vita. “
“Leo, perché non capisci?! Non riesco a fidarmi di nuovo di te se continui a combinare stupidaggini. Perché non me lo hai detto al parco che eri fidanzato?”
Non risponde. Aggiungo “Ci siamo incontrati perché doveva succedere, e anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi ci saremmo sicuramente incontrati da qualche parte.
Abbiamo condiviso qualcosa, tu ed io. Si era creato un legame. L’ho sentito. E poi, più nulla. Mi hai abbandonata. Le nostre vite si incontrano di nuovo, tu prometti ancora,menti. Penso che è ora di scontrare il destino, combatterlo. E’ ora di finirla qui noi due. Rimani con la mora alta due metri, io starò bene lo stesso, come infondo sono stata quest’anno senza parlarti. “
Dentro di me so che mento spudoratamente, la rabbia mi acceca e dico ciò che non penso. Lui mi guarda, sta zitto, mi fissa.
Il pullman è finalmente arrivato a scuola e lo lascio lì, l’amore della mia adolescenza, seduto su un sedile di uno sporco pullman.
Entro nel cortile e trovo Chiara.
“Ei bella ragazza nuova, pronta per il tema?” Dice sempre allegra e sorridente.
“Chiaaaa, no! E’ iniziata proprio male questa giornata” Rispondo con un tono disperato.
“Centra qualcosa con il muso lungo di Leo? Mi nascondi qualcosa ragazza?” Chiede curiosa e per poco non mi strozzo.
“Chiara, meno film! Lascia la tua inventiva per il tema!”
Entriamo in classe e già la prof è pronta per dettarci la traccia, che ansia!
“ Bene ragazzi, raccontatemi di voi. Ma non voglio sapere cosa fate il pomeriggio o il vostro sport. Voglio qualcosa di profondo, di emozionante. Il titolo è : Cosa fai nella vita?”
 Devo ammetterlo, nella vita una cosa la so fare. Ho un talento ad essere un disastro, ed a combinare casini.
Prendo il foglio, metto il nome e poi scrivo:

                                                    Cosa fai nella vita?
                                       CONTINUI SBAGLI.


Consegno ed esco, per un giorno non voglio pensare alle conseguenze. E’ il primo giorno in cui piango nel bagno della scuola.






Sembra proprio che questi due innamorati non sappiano cosa fare della loro vita. Amore e odio, brutta storia? Come continuerà? Continuate a leggere! Vi ringrazio per ogni singola recensione, mi state aiutando a crescere! Ed è molto importante per me! Grazie mille!


Lui è Leo, l'indeciso.

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Capitolo 5
*** Per tutta la vita. ***


                                            Cosa fai nella vita?
                                    CONTINUI SBAGLI.


Consegno ed esco, per un giorno non voglio pensare alle conseguenze. E’ il primo giorno in cui piango nel bagno della scuola.
 
Esco da scuola e corro a casa, tanto mamma lavorerà per tutto il giorno. Anche oggi. Decido di chiudermi in bagno e di farmi una bella doccia bollente. Non c’è niente di meglio di quelle docce fatte con acqua bollente in un freddo pomeriggio autunnale, mentre magari fuori diluvia. Come sottofondo la musica, quella che ti riscalderebbe anche in mezzo ad una tormenta. E in un attimo tutte le ansie, i pensieri e i problemi ti scivolano via come se non fossero nemmeno stati tuoi. Esco dalla doccia rilassata ma appena mi specchio mi prende il panico. Non sono affatto cambiata, lo vedo. Il grasso è ancora lì… E’ ancora troppo. Mi odio da far schifo, io mi faccio schifo. Mi asciugo i capelli, metto il maglione preferito di mio fratello e piango. Per lui, per me, per Leo, per mio padre che non vedrò mai più, per mia madre che ha perso l’amore. Per il mio grasso, le mie cosce, per la solitudine. PER LEO.

Caro diario,
oggi ho visto il mio corpo con occhi diversi, con gli occhi di un estraneo. Ho visto troppo grasso, troppe imperfezioni, troppi errori. Ho visto delle cosce troppo larghe, una pancia troppo rotonda, un seno troppo piatto, delle clavicole che si vedono troppo poco e delle costole che sono troppo nascoste. Ho visto un numero sulla bilancia troppo alto. Ho visto troppo cibo nel piatto. Ho visto che non mi sento a mio agio con me stessa, ho visto che voglio cambiare. Ho visto che voglio dimagrire, anche se gli altri non capiranno.


Chiudo il diario e mi addormento.

Mi risveglio con il suono del campanello, mi do una sistemata allo specchio e corro ad aprire.
Apro la porta e trovo davanti Rossella, la madre di Leo.
“Ciao cara, ti disturbo?”
“No Rossella non preoccuparti, come posso esserti d’aiuto?” Nel frattempo la maledico perché mi ha svegliata da un bellissimo sogno in qui io e suo figlio eravamo tanto felici
“In realtà tesoro volevo avvertire tua madre chela cena di questa sera è confermata, vi aspettiamo alle sette. Leo, se vieni, è felice “ E intanto tutta contenta se ne torna in casa senza aspettare una mia risposta.
Chiudo la porta, URLO.
Più cerchi di evitare una persona più te la trovi davanti!
Alle sei e mezza io non sono pronta e mamma sta entrando di corsa in casa.
“TESOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOORO”  
“Ciao M A M M A. “ Scandisco le parole con un tono da assassina.
“Perché non mi hai avvertita? Io non ci voglio venire. “ Continuo.
“Tesoro, se vai a cena da lui risulterai superiore. Leo così penserà che ti è passata del tutto la cotta e vedrai che ti lascerà in pace.”
Sono accecata dalla rabbia.
“Mamma non siamo bambini dell’asilo che ci ignoriamo. Io per Leo non ho una semplice cotta, lo sai. Non verrò.”
Fatto sta che io alle sette e dieci sono in cucina in casa del mio nemico numero uno.  Come se non bastasse una bambina di sette anni mi sta assillando.“Aliiiiiiiiiiiiiiiii mi trucchi come te? Aliiiiiiiii mi insegni qualche balletto? Aliiiiiiiiiiiiiiiii giochiamo? Aliiiii Aliiiiiiiiiiiii Aliiiiiiiiiiiiiiii”Lei è Michela, la piccola della famiglia, la sorella del nemico.
“Alice, piuttosto, balli ancora?” Mi chiede Rossella in modo molto gentile.
“Sì, domani inizierò i corsi nella nuova accademia.” Sorrido quando in realtà muoio dentro. Leo non si vede e se prima pensavo che sarebbe stato brutto cenare insieme ora sono convinta che non sapere dove si trova è ancora più brutto.
“Dov’è Leo? “ Chiede mia madre solita impicciona.
“Oh ora arriva, è da Giorgia.La sua ragazza.”
Bene, preferivo non saperlo dove stava.
Tralasciamo.
Per un’ora mi sono finta felice di giocare con una bambina che di delizioso ha solo la magliettina rosa.
Finalmente sua signoria Leonardo si degna di entrare in casa e di farci finalmente cenare.
“Leo ma ti sembra l’ora di rientrare?” Lo sgrida la madre.
“Scusa mammottina, lo sai come è fatta Giorgia.” Una cosa mi rendeva triste e una cosa mi rallegrava un po’. Il fidanzamento con questa Giorgia era ufficiale, ne parlava addirittura con la madre. D’altro canto però continuava a usare la nostra espressione “ mammottina.” Lo avevamo preso entrambi dal film che vedevamo sempre quando stavamo insieme: LOL la versione francese. Ogni volta che facevo qualche complimento su Mael, il protagonista, si ingelosiva tanto. Senza sapere che  tra loro due non ci sono molte differenze, si assomigliano. Ma tra tutti  avrei sempre scelto lui, il mio primo amore.Leo.
Persa nei miei pensieri non mi accorgo che ora è a tavola con noi e mi sta davanti. Mi fissa ed io muoio per ogni suo sguardo, mi guardo le mani, strappo le pellicine e mordo il labbro. Vorrei urlargli contro, scaraventare su di lui ogni granello di odio.
E quando pensi che le cose stanno già andando male arriva sempre qualcosa a peggiorare la situazione .
“Leoooooo Leoooooo” Urla Michela.
“Dimmi piccola, senza che urli che sono qui vicino a te” Risponde Leo con una dolcezza che mi fa venire la pelle d’oca. Quanto mi manca.
Michela tutta felice dice “Perché non lasci Giorgia e ti metti  con Ali? Lei sembra una principessa delle favole”. Ah si, io per la sua famiglia sono sempre stata la migliore amica a distanza..
“Michi, penso che Ali e io ormai siamo cresciuti” Risponde Leo.
La bambina triste continua a guardare la televisione mentre il mio stomaco si è chiuso in una morsa letale.
Siamo cresciuti? Siamo cresciuti da due settimane fa da quando aveva detto che mi avrebbe riconquistata? Da quando stavamo per fare l’amore l’anno scorso e poi ci siamo fermati? Dal primo bacio? Tutto questo mi sembra accaduto un’eternità fa eppure è così presente.
“ E’ pronto” E’ Rossella che ci salva da una situazione insostenibile, o meglio sono le lasagne che ci porta dentro la teglia che ci salvano. Io non riesco a cenare, un po’ perché devo dimagrire e un po’ perché sono nauseata dalla situazione e quindi fingo di stare male.
Finito la cena un’idea malsana passa per la testa delle nostre mamme.
“Leooo perché non vai in camera con Ali mentre io e sua madre parliamo di cose da grandi?” Dice Rossella come se davanti a se avesse dei bambini di dieci anni.
“ Non credo abbia voglia di venire” Risponde pronto Leo.
“Oh non dire sciocchezze, dai andate  ragazzi.” Dice mia madre, devo ricordarmi di ucciderla questa notte.
Ci dirigiamo verso la camera di Leo, lui era stato molte volte a casa mia in passato ma io nella sua mai. Avevo visto la sua camera quando facevamo la web molto tempo fa e nel momento in cui entro mi accorgo che in fondo non è cambiata affatto. E’ sempre la stessa che vedevo nelle mie sere felici dell’anno scorso.
Lui mi guarda, mi fissa, non parla. Io impazzisco. Perchè gli occhi si amano prima del cuore, si baciano prima delle labbra,fanno l’amore prima del corpo. E in un attimo immagino cosa vorrei da lui, un abbraccio, le sue labbra. Vorrei il suo amore.
“Mi dispiace” Dice soltanto.
Io non rispondo.
“Mi dispiace” Continua lui. “ Mi dispiace per quello che stai passando, io non riesco a rivoluzionare la mia vita ora. “
“Lascia perdere” Lo blocco, non voglio sentire altre parole vuote, altre promesse.” Io devo andare, ho una festa con Chiara.”
“ Beh vado anche io, andiamo insieme.  Vai a cambiarti che tra dieci minuti usciamo.”
Non ho voglia di parlare ancora, così esco e mi vado a vestire.
Indosso dei leggins neri attillatissimi e una camicia larga nera e borchiata. Indosso le mie Jeffrey Campell nere tacco dodici che mi portano tanta fortuna, mi trucco leggermente, spruzzo il mio profumo alla violetta e sono pronta ad uscire.
A metà tragitto Leo mi guarda, sorride e dice “ Amo il tuo profumo alla violetta, ti caratterizza. Sei l’unica persona che conosco che lo porta. E’ il tuo profumo, sa di te.”
Lui sa la storia di quel profumo e per un attimo dimentico quanto odio posso provare nei suoi confronti perché i ricordi mi annebbiano.
 
Cinque anni prima, il natale prima della morte di mio padre, avevo ricevuto in regalo dai miei genitori una boccetta di profumo alla violetta. Mio padre mi disse che il colore delle viole gli ricordava molto il colore dei miei occhi al momento del tramonto. Da quel giorno quel profumo diventò parte di me.

Svegliata dal mio stato di trans creato da troppi pensieri trovo Leo accostato ad un lato della strada che mi tiene la mano.
“Sei la persona più forte del mondo, ricordalo sempre” Detto questo riparte veloce in direzione della tanto aspettata festa. Mentre guida lo fisso ed è così bello, con la sua camicia a quadri rossa  e nera e i suoi skinny jeans così attillati. Il suo ciuffo è più spettinato del solito, ma probabilmente è fatto solo per renderlo più provocante. Le sue mani sul volante risvegliano in me qualcosa, Dio com’è provocante. Il suo collo lo morderei all’infinito.
Persa nei miei pensieri non mi accorgo di essere già arrivata e rossa in viso esco di corsa dalla macchina ed entro nel locale alla ricerca di Chiara.
La trovo attaccata a una bottiglia di birra e da quel momento in poi restano di quella serata solo ricordi frastagliati.  Salgo sul palco, poco lucida, inizio a ballare, probabilmente senza maglia quando qualcuno mi afferra e mi prende in braccio. Mi accorgo che è Leo solo nel momento in cui riesce silenziosamente ad aprire la porta di casa mia e portarmi dentro, sempre in braccio. Mi adagia molto lentamente sul letto e mi toglie la felpa che mi aveva prestato per poi mettermi la maglia del pigiama. Sotto il suo tocco dolce e lento tutto il male che sento sembra svanire, vorrei rimanere così per sempre.
Nel momento in cui sento che sta uscendo di casa lo fermo.
“Leo” Bisbiglio.
“Shhh, o ti sentirà tua madre Cenerentola.”
“Resti con me?" Bisbiglio ancora.
“Se mi vuoi si, Cenerella.”
“Tutta la notte?”
Un bacio schioccò sulla sua fronte. 
“Tutta la vita.”
Ma mentre pronuncia quelle parole così importanti io sono già nel momento dei sogni al caldo tra le sue braccia, il mio posto preferito.
 
 



Salve a tutti dolci anime, vi ringrazio per ogni recensione e per ogni singola visualizzazione. Vi amo tutti, dal primo all'ultimo.

Lei è la nostra dolce Alice.

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Capitolo 6
*** E lui chi è? ***


Resti con me?" Bisbiglio ancora.
“Se mi vuoi si, Cenerella.”
“Tutta la notte?”
Un bacio schioccò sulla sua fronte. 
“Tutta la vita.”
Ma mentre pronuncia quelle parole così importanti io sono già nel momento dei sogni al caldo tra le sue braccia, il mio posto preferito.


Mi sveglio infreddolita e con un mal di testa assurdo, sul mio cuscino c’è un foglietto.
-SEI SEMPRE TENERA QUANDO DORMI ACCOCCOLATA SUL MIO BRACCIO. CI VEDIAMO DOPO A SCUOLA E NE PARLIAMO POMERIGGIO.”

Bene in queste semplici parole c’è scritto tutto, chiaro e tondo. Ancora non sa cosa vuole. Non vuole assolutamente parlarne a scuola, ma dopo tutto è normale, non vuole discussioni con la sua Bratz.
Dopo tutto non mi stupisco più, Leo è così.
Mi preparo di corsa mettendo dei leggins neri e una felpa rossa, raccolgo i capelli in una coda alta e nemmeno mi trucco e corro a scuola, senza nemmeno fare colazione. Nessuno si sarebbe accorto del mio digiuno nemmeno oggi,dato che mia madre avrebbe lavorato tutto il giorno.  Ancora una volta.
E mentre provo a far sbollire la mia incazzatura con il mondo non mi accorgo nemmeno che il mio pullman è appena sfrecciato davanti al mio viso ed è filato via.
La giornata è ufficialmente iniziata male. Propongo Un minuto di silenzio per tutti i bambini che non vedono l'ora di essere adolescenti pensando che sia divertente.
Mentre corro verso scuola un motorino accosta a pochi metri da me e un ragazzo mi fa segno di fermarmi.
“Ei ti propongo uno scambio equo” Propone il ragazzo sorridente.
“Senti non ho tempo da perdere, devo andare a scuola.” Continuo a camminare urtata.
“Senti, io devo andare a scuola e sono nuovo in città. Ti do un passaggio fino alla tua scuola se mi spieghi dov’è la mia.”
Scocciata mi giro e rispondo: “ A che scuola devi andare?”
“Il liceo classico che sta qui vicino.”
Spazientita dico: “ Senti se non hai nemmeno il nome della scuola che pretendi?Facciamo così vieni a scuola con me e vedi se è quella.”
“Va bene, sempre meglio di niente.” Risponde acido.
Salgo senza fare ulteriori discussioni, non ne ho proprio voglia. Arriviamo a scuola e  Leo è davanti al cancello, mi osserva. Sicuramente si starà domandando chi è il ragazzo che mi sta accompagnando a scuola, se solo lo sapessi anche io…
Scendendo dal motorino il misterioso ragazzo si presenta. “ Ei io sono Valerio, ora che leggo il nome sul cancello credo proprio che questa sia la mia scuola e ti ringrazio così tanto.. Come posso sdebitarmi?”
“ Ei ma sei scemo? Nessun favore in cambio, quando sarò in difficoltà io mi aiuterai tu. Comunque io sono Alice, Alice Blue.”
Valerio scoppia in una risata contagiosa e dice: “ Scusami ma la tua presentazione sapeva molto di James, James Bond.”
Rido anche io insieme  a lui e senza farci più di tanto caso passo davanti a Leo infuriato fino al midollo.
“Eiiiiiiiiiiiiiiiiii non mi presenti al tuo nuovo friend?” Eccola, Chiara più raggiante che mai.
“Chiaaa lui è Valerio, l’ho conosciuto per caso questa mattina.. A quanto pare siamo due cause perse appena svegli..”
Valerio sorride a Chiara e aggiunge: “ Bene ragazzuole questo pomeriggio siete ospiti a casa mia. Viene un mio amico e si potrebbe fare un’uscita carina. Chiara sono sicura che ti piacerà il mio amico e in quanto a te” Dice guardandomi.” Devo sdebitarmi per questa mattina.” Il ragazzo “nuovo” corre dentro scuola e inizio a pensare che forse il fatto che mi abbia chiesto informazioni era tutta una scusa…
Durante l’ora di italiano prendo il diario dallo zaino ed inizio a scrivere, tanto lo so che Chiara ha smesso di provare a leggere cosa scrivo. Senza speranze.

Caro diario,
Hai presente quello sguardo che fanno i ragazzi quando vedono una bella ragazza? Il modo in cui sorridono, in cui muovono gli occhi. Alzano leggermente le sopracciglia e inclinano il collo di lato, e hanno un’espressione così dolce. Per la prima, dopo Leo, ho provato questa sensazione. Il suo nome è Valerio ed è stato il mio salvatore questa mattina. Pomeriggio abbiamo una sorta di appuntamento e non credo di essere pronta. E’ davvero un bel ragazzo, ma ho perennemente in testa quegli occhi profondi che mi fanno tanto star  male. Le parole di ieri sera “Per sempre”, perché le ha dette? Perché parla senza pensare e promette senza mantenere?
Ho riletto i nostri messaggi, li rileggo spesso.Con gli occhi pieni di lacrime, e un sorriso stampato in faccia. Sì, un sorriso. Uno di quelli malinconici, uno di quelli in cui le labbra si incurvano da sole verso l’alto, senza che tu te e accorga. Uno di quelli che si hanno quando si ricorda il passato, un passato che crea nostalgia, uno di quelli che ricordi con il cuore che freme e le mani che tremano. Come farò a


Non faccio in tempo a finire di scrivere che vengo interrogata alla lavagna da un prof stanco dei suoi continui richiami ignorati. L'interrogazione è andata  in maniera decente ed ho finalemente il tempo di finire ciò che stavo scrivendo.

Come farò a dimenticare Leo? So bene che la teoria del "Chiodo schiaccia chiodo" è sbagliata ed ingiusta, ma quest'uscita con Valerio non equivale ad un appuntamento e quindi sono salva no? Mi è concesso.Per una volta basta essere la solita santarellina, voglio divertirmi.  Vado,mi diverto e dimentico. Non ho intenzione di ascoltare Leo, almeno per oggi. Non voglio delle spiegazioni riguardo a ieri sera, io devo dimenticarlo.


Subito dopo scuola Chiara mi convince a correre a casa, dato che mamma sarà di nuovo assente ci prepareremo da me. Da quanto ho capito durante la ricreazione, che io ho passato in classe per evitare di vedere Leo con la Bratz, Chiara è riuscita a trovare l'indirizzio di casa di Valerio e come sempre è intenzionata a divertirsi più che mai. Pranziamo con un'insalata veloce e mentre sto piastrando i capelli suona il campanello, Chiara va ad aprire e la persona meno opportuna in questo momento è intenzionata a parlarmi.
"Chiara c'è Ali?" Dice Leo.
"Senti Leo abbiamo da fare, vi sentite sta sera."
"No, io devo parlarle urgentemente!" Risponde lui con un tono ansioso che mi spinge quasi a raggiungere la porta. Ma mentre sto per uscire dal bagno Chiara urla.
"Leo dai, abbiamo un appuntamento. Ci sentiamo dopo! 
Non gli lascia il tempo di ribattere che già ha chiuso la porta.
"Senti ora non abbiamo tempo da perdere ma un giorno mi spiegherai cosa c'è tra di voi."
So che dovrei uscire e parlare con lui, so che mi sto comportando male io, per una volta. Lui è venuto a chiarire e io l'ho cacciato.. Ma sono troppo presa dal momento per pormi delle domande.

E' già un'ora che siamo casa di Valerio, Chiara e l'amico di Vale dal nome sconosciuto sono  in camera a fare chissà cosa da un bel po', io non so cosa sto facendo di preciso.. Sto abbracciata ad un ragazzo che conosco a malapena da dieci.
"Sto bene con te, è come se ti conoscessi da tanto". Dice Valerio sorridendo.
"Vale anche per me" 
"Sei bellissima e dolcissima" 
E in un secondo ci scambiamo un bacio. Se all'inizio è lento e passionale il bacio diventa triste ed amaro. Non è il bacio che vorrei e Valerio non è la persona che vorrei. Lo interrompo.
"Vale senti, non ci riesco."
I suoi occhi si riempono di rabbia.
"Non ti vuoi divertire?" Urla quasi.
"No.. non è quello."
"Ah no? continua ad alzare la voce."
"Senti devo andare." Sto per andarmene quando mi afferra il polso e urla.
"Senti troietta, io ho intenzione di divertirmi non rovinarmi i piani."
Senza ascoltarlo provo a divincolarmi e ad uscire di casa. Corro, scappo e arrivo a casa. Sul portone trovo Leo e la sua Bratz. Lui vede che piango, singhiozzo ma non mi ferma. Me lo merito, ho sbagliato. Mi sono comportata da troietta, lui era venuto a chiarire eppure io ho voluto fare la spavalda e sono andata a casa di un perfetto sconosciuto. Me la sono cercata. Entro in casa e mi chiudo in camera, guardo mio braccio e noto che è tutto livido. Valerio mi ha stretta pesante, mi accascio a terra e piango tutte le lacrime che mi stanno affogando dentro. Me la sono cercata.




 

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