Chi vuole sposare Destiny Chambers?

di Black Phoenix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il diavolo è femmina. ***
Capitolo 2: *** Serpenti e baci sulla guancia. ***
Capitolo 3: *** Una passione in comune ***
Capitolo 4: *** Lei. Tutte le mie certezze. ***
Capitolo 5: *** Quando sei troppo vecchio per essere solo fidanzato. ***
Capitolo 6: *** La dolce illusione ***
Capitolo 7: *** Dimmi che non è così. ***
Capitolo 8: *** Le parole che non ti ho detto. ***



Capitolo 1
*** Il diavolo è femmina. ***


senza titolo "Padroncino Sirius, gli ospiti sono qui."
"Uffa..."
Un ragazzino di sette anni cerca di allentare la cravatta che ha al collo, che gli stringe sulla gola, fermando il sangue. Si tira fuori la camicia dai pantaloni e scrolla forte la testa, scompigliandosi i capelli che prima cadevano lisci sulle spalle.
"Dì un po', Kreacher," dice all'elfo, che aspetta sulla porta "tu mi sposeresti, messo così?"
L'elfo riflette.
"Kreacher non lo sa, padroncino, ma Kreacher pensa che se così è stato deciso la bambina non potrà dire no, padroncino."
"Umpf..." il bambino si specchia ancora.
"Kreacher deve insistere perchè lei scenda, padr-"
"Arrivo!" e cammina via con passi pesanti, dando uno spintone all'elfo.
Il bambino scende un paio di gradini, prende fiato, e corre giù, in salotto, urlando più che può. Tutti si voltano a guardarlo, mentre il padre lo blocca.
"Sirius!" dice "Santo cielo, ragazzo!"
"Ciao!" dice allegra la bambina. I lunghi capelli castani scendono, un po' scompigliati, sulle spalle. Al vestito sono state strappate le maniche. Forse anche lei aveva sperato in un rifiuto da parte sua.
"Ciao..." dice Sirius.
"Oh, questo deve essere il piccolo ribelle: Sirius!"
dice una signora magra e bassa. Si avvicina e spinge la bambina verso di lui. "La nostra piccola Destiny ha tanto voluto conoscerti!"
"In verità io volevo solo restarmene a casa a giocare!" urla la bambina "Che me ne importa di questo stupido damerino!"
"Prova a ripeterlo!" dice il bambino in tono di sfida.
"Sirius, datti un contegno." lo avverte la madre.
"E poi che diavolo di nome è Sirius! Mi sembra una marca di medicine." prosegue lei, fingendo di impiccarsi.
"Bene!" taglia corto la signora "Vedo che già vi piacete! Su, in camera a giocare."
"Che palle!" dice Destiny.
"Destiny, cosa ti avevo detto?"
Ma la bambina continua a ripeterlo saltellando su per le scale, mentre Sirius pensa che forse non sarà così schifoso sposare lei.

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Capitolo 2
*** Serpenti e baci sulla guancia. ***


2 "Questa sarebbe casa tua?"
"Sì. Che schifo, eh?"
"Beh... E' un po' tetra..."
"Comunque questa è la mia camera... Vuoi entrare?"
Destiny alza le spalle.
"Ok..."
La stanza è grande e tutta verde, con grossi serpenti che scorrono lungo parte alta del muro.
"Non ti fanno paura?" domanda lei.
"Cosa? Quelli? Nah... Ci ho fatto l'abitudine... Una volta sono scesi dal muro e quasi mi entravano nel letto!"
"Wow! Fico!"
Lui la guarda storto.
"Non avresti detto la stessa cosa se quindici serpenti di pietra nera ti avessero quasi mangiato le coperte."
La piccola ride forte.
"Che hai da ridere?" dice lui girandosi e incrociando le braccia.
Lei smette e si avvicina, mettendogli una mano sulla spalla.
"Scusa. Non volevo farti arrabbiare."
Sirius si volta. Destiny sorride, speranzosa.
"Ok. Non importa." ridacchia "E' ridicolo, lo so. Ma credo che volessero vendicarsi perchè una volta li avevo pitturati di rosa."
Ridono di nuovo. Non che ci sia nulla da ridere, ma a cinque anni ridi per ogni cosa.
"Allora da grande sarai Serpeverde..."
Lui la guarda e si siede sul letto.
"A dire il vero spero di no. Spero più di essere Grifondoro."
"Anch'io voglio esserlo. E' il più bello di tutti i nomi."
Sirius sorride.
"Così vuoi esserlo solo per il nome?"
"Chiaro." dice "Cioè, non so nemmeno che cosa bisogna fare per esserlo..."
"Beh," risponde Sirius sdraiandosi. "devi essere coraggiosa. E leale."
"Credi che aver strappato il mio vestito e essermi scompigliata i capelli nonostante tutta la mia famiglia mi avesse ripetuto mille volte di stare buona sia abbastanza coraggioso?"
Si siede.
"Beh..." lei guarda il soffitto, sognante. "Sì, Destiny. E' coraggioso."
"Evviva!" urla. Si mette in piedi sul letto.
"Cosa fai?!"
"Questo!" E salta, fino a toccare il soffitto.
"Fico!" E salta a anche lui, più forte che può.

CRACK!

"Che succede?"
"Credo... Credo che l'abbiamo rotto."
I due si guardano. E scoppiano a ridere, facendo cadere il letto a terra, ridotto a grosse schegge di legno.
"Destiny!"
La bimba gurda Sirius.
"E' mia mamma, devo andare."
"Ok... Ci vediamo." Le tende la mano.
Lei le ignora e lo bacia sulla guancia, prima di correre via.
Sirius resta fermo a guardare la porta.
"Accidenti!" dice "Mi ha baciato!"

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Capitolo 3
*** Una passione in comune ***


3 E il tempo passa, e si ferma ad un giorno che non ha niente di speciale.
"Così ti piace il rock..."
"Oh, sì!" Destiny era cresciuta perecchio. I suoi capelli castani chiari si erano scuriti, fino ad arrivare al colore del cioccolato fondente.
"Ma che cos'è, esattamente?"
"E' un tipo di musica. Me l'ha fatta ascoltare mio padre. Lui è appassionato di roba babbana."
"Ah." Sirius pedalava piano sulla bicicletta che lei gli prestava ogni volta. I suoi genitori non volevano che lui ne avesse una sua.
"Vuoi sentire una canzone?"
Il ragazzo alzò gli occhi. Sebbene avesse solo dieci anni, i suoi occhi azzurri avevano sul fondo quella leggera malinconia di chi si sente fuori luogo.
"D'accordo."
"Allora andiamo a casa." Lei girò la bicicletta e accellerò, fino al sentiero che portava dal parco a casa sua, e Sirius la seguì.
Arrivarono pochi minuti dopo a casa, il respiro pesante che imponeva di fermarsi. Buttarono le vecchie biciclette sul prato ed entrarono nel grande garage dei Chambers.
"Ciao, papà!"
Il signor Chambers si voltò e sorrise.
"Oh, salve ragazzi; Sirius, che piacere vederti!"
Sirius sorrise.
"Grazie, signore." L'uomo gli diede una pacca sulla spalla e disse, allegro.
"Allora io tolgo il disturbo, attenti alla moto, mi raccomando!" e se ne andò.
"Moto?" chiese Sirius mentre Destiny scorreva i dischi in cerca di qualcuno che le piacesse.
"Sì, io e papà stiamo lavorando ad una vecchia moto. In verità faccio tutto io, ma lui insiste a dire che collabora."
"Ma che cos'è?"
Destiny si girò e andò verso qualcosa di grosso coperto da un telo e lo scoprì. C'era un grande veicolo a due ruote che Sirius trovò fantastico.
"E' tipo una macchina, ma con due ruote." Gli spiegò. "Non è favolosa?"
Sirius non rispose, ma Destiny capì che, sì, la trovava favolosa.
Un ragazzo entrò nel garage.
"Ciao, ragazzi. Ehi, Sir, era un po' che non ti si vedeva!"
"Ciao, Jasper!" Jasper era il fratello di Destiny. Era molto più grande, ma avrebbe potuto dire che erano fratelli anche se non li avesse conosciuti: erano identici.
"Mamma chiede se resti a pranzo."
"Volentieri, grazie!"
"Figurati, amico. Ciao, scimmia."
"Sta' zitto, scemo." gli disse Destiny, ma Sirius sapeva che non facevano sul serio.
Sirius tornò dalla moto.
"E' favolosa. Sarà tua?"
"Beh, quando avrò l'età e sarà finita, sì."
Sirius fissò la moto. Non poteva staccarle gli occhi di dosso. Era stupenda.
"Ne vuoi vedere altre?"
"Ne hai delle altre?"
Lei sospirò.
"Beh, non dal vero. In un catalogo. E' un giornale con su le moto che puoi comprare, capito?"
Sirius annuì e lei gli allungò un giornale.
Dentro c'erano un sacco di moto: lui le avrebbe comprate tutte.
"Ma sai cos'è la cosa più bella di una moto?" disse lei, quando ebbero sfogliato tutto il catalogo. "Che puoi correre dove vuoi. E il vento ti passa tra i capelli e respiri la libertà."
Sirius provò ad immaginare come sarebbe stato. E sognò di possedere una moto come quella di Destiny. E di essere libero.
Ma quando la madre della ragazza urlò che era pronto, il sogno si dissolse.
Ma avrebbe potuto farlo di nuovo, perchè Destiny gli disse che poteva tenersi il catalogo.

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Capitolo 4
*** Lei. Tutte le mie certezze. ***


4 E così erano ad Hogwarts.
C'era voluto poco perchè tutta la scuola capisse che erano migliori amici. E che mai sarebbe cambiato.
Sirius e Destiny erano praticamente i ragazzi più amati della scuola.
Lui con il suo fascino da 'bello e dannato' e lei per la sua chitarra.
Aveva implorato Silente perchè le permettesse di portarsela. E alla fine c'era riuscita.
"Io ottengo sempre ciò che voglio!" Aveva detto ridendo quando Sirius le aveva fatto notare la sua ostinazione.
E quando i due si mettevano a cantare, tutta la sala comune di Grifondoro si univa a loro o ascoltava, ammirata.
Sirius aveva i suoi amici, e lei i suoi, ma erano inseparabili. Senza contare, poi, che era come un quinto malandrino. "La sostituta di Peter." aveva detto Remus sorridendo, quando la verità su Sirius era venuta a galla.
E così da bravi Grifondoro, audaci e competitivi, avevano scommesso.

"Senti, lasciala perdere, quella. E' un'oca."
"Ma tu guarda: ricordami con chi stai tu?"
"Tommy è uno serio. E io non cambio ragazzo con la frequenza con cui cambio le mutande!"
"Solo perchè non ne troveresti."
Aveva parlato troppo. Lei aveva allungato la manno e detto la fatidica parola:
"Scommettiamo."

Era stato così ingenuo: sapeva benissimo che avrebbe perso. Destiny non scherzava quando diceva che vinceva sempre.
E la sfida era partita.
Con suo grande stupore, lui vinceva. Continuamente.
"Non posso" aveva detto, delusa da sè stessa "non ce la faccio a vederli andare via, tristi."
Ma Sirius non capiva. Lui riusciva benissimo.
"Allora ho vinto?"
Destiny aveva annuito.
"Però sei senza cuore." Si era alzata e se n'era andata.
E le cose avevano iniziato a precipitare.
Non si parlavano più. Quando lui entrava in una stanza, lei se ne andava. Evitava gli sguardi.
E una parte di Sirius parve morire. Capì che il suo essere allegro, divertente, dipendeva da lei. Sapeva dargli quello che cercava senza farsi notare.
Ed è proprio vero che non capisci l'importanza di quello che hai finchè non lo perdi.
"Sirius, proprio non capisci?" se n'era venuto fuori James una mattina, stranamente serio. "La stai facendo star male. Tu te ne vai dalle altre ragazze e te ne freghi bellamente."
"Tu che ne sai?"
"Come credi che mi senta quando vedo Lily con altri ragazzi?"
Sirius non rispose.
"Forse tu e lei non prendete seriamente questa storia del matrimonio, e nemmeno io. Però lei ti ha dato la possibilità di scegliere."
"Scegliere?"
"Poteva solo ignorarti e venire da te il giorno del matrimonio, ereditando tutto quello che hai." Lo guardò negli occhi "Ma ha scelto di essere tua amica. Di vedere se eri davvero solo Sirius Black lo 'sciupafemmine', o se c'era dell'altro."
"Vuoi dire che lei mi ama o cosa?"
"Sirius, rifletti: se così non fosse, ti avrebbe vietato di vedere altre ragazze. Ma mi ha confessato che qualcosa dentro di lei le dice stare calma. Ha detto che secondo lei, per essere felice deve lasciarti fare. E lei ti vuole felice. Ti vuole il Sirius delle pedalate in bicicletta, ti vuole il Sirius che fa lo scemo. Ti vuole... Così. Non diverso."
E James lo aveva convinto. Già. La stava facendo soffrire. E lui non poteva permetterlo.

"Ehi, Destiny... No! N-non te ne andare. Ti prego."
Si era voltata.
"Io... Sai non ho idea di che dire. Sarà che ho paura di aver sbagliato tutto..."
"Sarà che vuoi vincere fino in fondo. Sarà che manco solo io alla tua collezione!"
Aveva detto, fredda.
"Sai che non è così. Hai dimenticato la moto? La musica? Eh? L'hai dimenticato?"
"No, Sirius Black." I suoi occhi verdi erano più tristi che mai. "Io non ho dimenticato. Ma tu sì."
"NO! Io non ho dimenticato che eravamo ribelli. Non ho dementicato che... Che..."
Lei lo guardava. Semplicemente.
"... Non ho dimenticato che ti amavo."
Non sembrava crederci.
"Dillo ancora, Sirius."
Era così tanto più difficile, con lei... Perchè?
"T-ti amo...?"
"Parli sul serio?"
Sirius aveva annuito. Sapeva che la sua voce sarebbe stata poco adatta, a causa di quel magone che gli opprimeva la gola.
"Allora dimostralo." Disse sorridendo. Come un tempo.
E Sirius sapeva cosa fare.

Non aveva mai scordato quel bacio. Di come si era quasi pisciato addosso. Di come aveva ringraziato per mille e mille volte, nei suoi pensieri, sua madre per aver scelto lei.
Di come alla fine erano tornati. Più malandini che mai.


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Capitolo 5
*** Quando sei troppo vecchio per essere solo fidanzato. ***


5 E poi si cresce, ci si diploma.
Anche James era riuscito a far innamorare Lily. Da un appuntamento che era nato quasi per gioco, dopo essersi finalmente arresa, un po' stanca di essere stressata da quel Potter sempre in mezzo ai piedi.
E poi, quando hai capisci che sei troppo 'vecchio' per essere solo fidanzato, allora succede.

["James, c'è una cosa che ti devo dire..."
"Cosa? Spara."
"Beh, sai... E' che è così difficile dirlo... Sai, no, che io e Destiny ci amiamo... Sì? E allora c'è che..."
"Sirius, guardami negli occhi."
E Sirius lo fece. E c'era lo sguardo di chi è felice.
"Ti sei fatto incastrare! Le hai chiaesto di...?"
"Ehmm... S-sì..."
"Sirius Black, non credo a cosa sto per dire, si... Si sposa! E che giorno?"
"Ecco ti volevo chiedere... Ti va... Cioè, se non ti va è uguale, ma..."
"Insieme? Sarebbe fantastico, vecchio botolo!"
E si erano abbracciati e saltellavano, mentre Lily e Destiny si chiedevano se fossero tornati i dementi di Hogwarts.]

Era il 4 agosto del 1979, ed era il giorno più bello che tutti e quattro avessero mai passato. Il più bello delle loro vite.
E i malandrini si erano fatti delle foto insieme, nessuno riusciva a credere che fossero cresciuti. E la McGranitt piangeva, e Silente la dava pacchette sulla schiena, mentre anche lui rideva, felice. Anche con Destiny, che li aveva pregati di lasciarla in pace, si erano fatti una foto:

["No, io con voi quattro sfigati non mi faccio la foto!"
"Guarda che te lo sei sposato, uno di 'noi sfigati'!
"Ma che c'entra, io-"
"Sorridete!"
FLASH
"Ecco, lo sapevo..."]

E tutti lanciavano riso, tanto riso. Sirius ci aveva messo settimane per toglierselo dai capelli. E lei rideva. Era tutto così felice, che desiderò che potesse non finire mai.
Anche se è vero che, di solito, le cose belle durano poco.







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Capitolo 6
*** La dolce illusione ***


6 Non era certo un giorno speciale, quello: loro si riunivano quasi tutte le domeniche.
Ma era uno dei giorni che Sirius faticava a togliersi dalla memoria.

Godric's Hollow, domenica 23 settembre 1981. Ore 21.45.


Era una sera fredda, l'inverno iniziava farsi sentire in giro. Il vento annunciava che entro dicembre sarebbe nevicato.

["James, apri, sono arrivati!"
"Sirius, Destiny, come state? Venite dentro, ragazzi!"
"Ciao, James! E allora, dov'è quel mostricciattolo?"
Il piccolo Harry fece capolino da dietro al bancone della cucina, ridendo.
"Oh, Dio. E' sempre più identico a te, vecchio mio!"Aveva notato Sirius. Ma come non notarlo?
 "Ciao, piccolino!" disse Destiny prendendolo in braccio. "Io sono zia Destiny e questo è zio Sirius. Non puoi ricordarti di noi!"
" 'Nity?" disse il piccolo sorridendo.
"No, è Des-ti-ny!" sillabò Sirius.
"Sirius, è un bambino! Nity andrà benissimo! E lui?" disse indicando quello aveva definito 'zio Sirius'.
" 'Ius?"
Tutti risero, mentre Lily saliva dallo scantinato portando una grossa torta congelata tra le mani.
"Buonasera, ragazzi! Vedo che avete già trovato il mini-James"
"Non per niente si chiama Harry James!"

"Harry James? Questo bambino è condannato! Capisco perchè Voldemort vuole ucciderlo!" disse Destiny, suscitando le risate di tutti.
"In verità Harry James è il nome completo. Sarà solo Harry." spiegò James.
"E voi? Quando avrete un marmocchietto che vi tenga occupati?"
"Mai! Al limite mi compro un gatto!" disse Destiny, decisa.
"Non credo che Sirius approverebbe." disse James.
"Io e Lily, dobbiamo dirvi una cosa, a parte gli scherzi."
"Sapete, pensiamo che sarebbe meglio cambiare custode."
Sirius li guardò intensamente.
"Che c'è, non vi fidate più di noi?"
James si affrettò a rispondere.
"Felpato, non è questo, vecchio mio. E' che pensiamo che i mangiamorte capirebbero facilmente che sei tu."
"Già. Abbiamo pensato all'ultima persona che mai possano credere un custode segreto."
"Peter." dissero quasi in coro Destiny e Sirius.
"Sì. Voi... Non ve la prenderete, vero? Siete arrabbiati?"
"Lily, credo di parlare per tutti e due, quando dico che è un ottimo piano."
"Già, avremmo fatto la stessa cosa. Vogliamo tutti il vostro bene."
"Bah, parla per te. Io voglio solo quello di 'Harry James'! Il suo nome gli ha già procurato abbastanza dolore!" disse Destiny, mentre tutti si univano a lei in una forte risata.]



E nessuno sapeva a cosa andavano incontro, mentre chiaccheravano di questo e di quello, nella dolce illusione che tutto sarebbe andato sempre per il meglio...

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Capitolo 7
*** Dimmi che non è così. ***


7 Erano passati pochissimi giorni da quella domenica, così troppo felice per essere vera. E quella mattina, quando si era svegliato, Sirius non aveva trovato Destiny, da nessuna parte.
Tutti si erano mobilitati per la ricerca, anche se molti erano convinti che fosse solo uscita. Poi, verso le nove, James lo aveva chiamato.

[Sirius era entrato di corsa, speranzoso ed allarmato.
"Allora, l'avete tr-" si era interrotto. Erano tutti lì, James, Lily, Remus, Peter e Silente. Dagli occhi rossi, dedusse che Lily aveva pianto. "Che succede?"
"Sirius, l'hanno trovata." dise James. Ma perchè sembravano così tristi?
"Oh, bene. Dov'è?"
"No, Sir. Non è un bene."
Sirius li guardo e scoppiò a ridere.
"Seee, non siete convincenti, ragazzi. Destiny, dai, lo scherzo è finito. Vieni fuori."
"Sirius..." Disse Remus, ma James gli diede una pacca sul braccio, scuotendo la testa.
No.
Non poteva essere.
Si mise a correre per tutta la casa, urlando il suo nome, implorandola di rispondere. Singhiozzando.
Quando si fermò, esausto, cadendo in ginocchio e piangendo, James lo abrracciò, e così fece Remus.
Era distrutto dal dolore, tuttavia, il suo orgoglio fu sollevato dal vedere che anche loro piangevano. Che anche Albus piangeva.
"Volevano informazioni, credevano che fosse la custode." gli sussurrò James. La sua voce era rotta dal pianto. "Ma lei non ha detto nulla. Si dice che... Che sia stata tua cugina, con Voldemort."
Lily non trattenne un gridolino, mentre Silente lo aiutava ad alzarsi e lo abbarracciava.
Si misero a sedere, senza dire nulla. Chi seduto sul divano, chi sdraiato a terra. Sirius e James si addormentarono dopo un'oretta, abbracciati come bambini, per terra.
E nessuno pensò, neanche lontanamente di svegliarli.
Sarebbe stato impossibile che Sirius tornasse nel mondo di sofferenza che lo aspettava l'indomani.]

Ed era così troppo orribile, che sembrava quasi provenissero da un'altra persona i ricordi felici di quei due giorni che erano passati da quella domenica.
Era il 25 settembre 1981. Era il giorno più brutto delle loro quattro giovani vite. Il giorno più triste che, i malandrini in particolare, avessero mai passato. O forse, solo per tre di loro.

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Capitolo 8
*** Le parole che non ti ho detto. ***


8 Sirius si annodò la cravatta, stretta. Si pettinò i capelli, lisci. Si mise la camicia nei pantaloni, ordinata. Si chiuse la giacca, pulita. Si allacciò le scarpe, nere.
Poi si smaterializzò. Quella stretta al collo era quasi normale.
Camminò attraverso il parco, con la gente intorno che sussurrava e i bambini che gli puntavano il dito contro chiedendo alle madri se era lui "Il marito della signora morta".
E infine, vicino alla lapide, c'erano Remus, James, Lily, Silente e anche la McGranitt.
Silente e la McGranitt gli strinsero la mano, Remus e James lo abbracciarono e Lily quasi gli cadde addosso, piangendo.
Ma lui non sentiva niente.
"Dov'è Peter?"
"Non si sentiva bene."
"Ah."
Il parroco gli si avvicinò. "Possiamo procedere?" disse, alludendo alla tomba.
"Aspetti, la prego. Sarebbe... Sarebbe possibile aprirla, solo un secondo?"
"Ma... Certo, certo, figliolo."
La bara si aprì.
Sirius prese la sua bacchetta e sussurrò "Accio chitarra". La chitarra di Destiny apparve vicino a lui, mentre trasfigurava un microfono.
"Salve. Sarò breve. Siamo tutti qui Oggi per..." la gente lo guardava, aspettando chissà quale discorso "Oh, chissenefrega. Io e... alcuni di voi... Siamo venuti qui perchè non abbiamo dimenticato quello che Destiny era. Per me e per voi. E voglio solo suonare la sua canzone. L'unica che sia mai riuscito ad imparare." Molti sorrisero. "Era una brava isegnante, ma io non sono mai stato granchè. Ora..." Prese la chitarra. "Ecco, so che lei avrebbe voluto che nessuno stesse male per lei. Odiava vedere la gente triste. E sorrideva anche se voleva piangere. Sempre."
E iniziò a suonare. La gente si mise a piangere. Lily compresa. E James abbassò il viso. E Remus anche. E Silente sorreggeva la McGranitt. E la pioggia cadeva.
E Sirius si allentò la cravatta. Si aprì la giacca. Si tirò fuori la camicia dai pantaloni. Si slacciò le scarpe. Si scompigliò i capelli. E nessuno sapeva il perchè, ma tutti fecero la stessa cosa. Un corteo di trasandata gente lo osservava, con rispetto e tristezza.
Come lui. Come all'inizio di tutto.

[I could stay awake just to hear you breathing
Watch you smile while you are sleeping While you're far away dreaming
I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
Every moment spent with you is a moment I treasure

Don't want to close my eyes
I don't want to fall asleep
Cause I'd miss you baby
And I don't want to miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
I'd still miss you baby
And I don't want to miss a thing

Lying close to you feeling your heart beating
And I'm wondering what you're dreaming
Wondering if it's me you're seeing
Then I kiss your eyes
And thank God we're together
I just want to stay with you in this moment forever
Forever and ever

Don't want to close my eyes
I don't want to fall asleep
Cause I'd miss you baby
And I don't want to miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
I'd still miss you baby
And I don't want to miss a thing

I don't want to miss one smile
I don't want to miss one kiss
I just want to be with you
Right here with you, just like this
I just want to hold you close
Feel your heart so close to mine
And just stay here in this moment
For all the rest of time

Don't want to close my eyes
I don't want to fall asleep
Cause I'd miss you baby
And I don't want to miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
I'd still miss you baby
And I don't want to miss a thing

Don't want to close my eyes
I don't want to fall asleep
I don't want to miss a thing]

"Questo è tutto quello che ho da dire. Questo è per te, Destiny. Per farti sapere che io non ho dimenticato. E che mai dimenticherò. Ti amo."
Mise la chitarra nella bara, la chiuse e quella volò lentamente in quel buco, da cui, pensò Sirius, l'anima di Destiny sarebbe certamente fuggita



Era il primo ottobre. Era l'unico giorno in cui Albus Silente era mai stato visto vestito in un elegante smoking nero.

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