un tuffo al cuore

di Tefnuth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ricordo invernale ***
Capitolo 2: *** Inseguimento ***
Capitolo 3: *** L'indagine è aperta. ***
Capitolo 4: *** Paura nella notte. ***
Capitolo 5: *** Trasloco ***
Capitolo 6: *** Venerdì. ***
Capitolo 7: *** Sopralluogo ***
Capitolo 8: *** Alla banca. ***
Capitolo 9: *** Nuovi sviluppi. ***
Capitolo 10: *** Gioco di ruolo ***



Capitolo 1
*** ricordo invernale ***


Era una fredda mattinata d’inverno,la gente camminava per le strade cercando di ripararsi il più possibile dal gelo acuito dal vento che spirava dalle piccole stradine secondarie che facevano da cornice alla strada principale che costeggiava il lago e che da lì a qualche mese si sarebbe riempito del profumo degli alberi in fiore,dell’erbe appena tagliata e del rumore delle persone che passeggiavano allegramente. In quella mattina una ragazza di nome Silvy si mescolò tra la folla e si sedette su una delle panchine davanti ad un chiosco sfoggiando una borsa verde decisamente inadatta per la stagione ed iniziò a guardarsi intorno: stava aspettando qualcuno. Fu dopo dieci minuti che davanti a lei comparve un giovane uomo di statura medio - alta con corti capelli neri che la salutò non appena vide la borsa di lei,stregata dagli occhi verdi di chi non aveva mai conosciuto di persona,ma le sembrava di conoscerlo da sempre,forse era lui che aspettava. Erano l’uno di fronte all’altra,sebbene fossero ancora distanti e la gente passasse tra di loro senza cura, e quasi si vergognò quando sentì il sangue inondarle le guancie che arrossirono; fu lui ad avvicinarsi,era sorridente come non mai e quando fu abbastanza vicino dalle sue labbra uscì un candido saluto. Silvy avrebbe tanto voluto rispondere a quel giovane affascinante,  ma l’unica cosa che riuscì a dire fu un timido “Ciao” accompagnato dal gesto appena accennato della mano sinistra che subito tornò a stringere il manico della borsa; di solito lei non era così timida quando doveva conoscere nuove persone,così come di norma non accettava di conoscere persone con cui aveva parlato in internet ma quella volta,non seppe mai il perché,fece un’eccezione alla regola. Stavano per stringersi la mano quando una alfa nera sbucò da un vicolo non lontano da loro,si avvicinò a grande velocità e quando fu abbastanza vicino una pistola fece capolino dal finestrino abbassato e sparò cinque colpi in rapida successione contro l’uomo che cadde a terra inerme,era già morto. Lei rimase immobile davanti al cadavere,era terrorizzata alla vista eppure non riusciva a distogliere lo sguardo incurante della macchina che si era dileguata lasciando dietro di sé solo un intenso fumo grigio fuoriuscito dalla marmitta e i segni dei pneumatici dovuti alla brusca accelerazione. Le persone si avvicinarono immediatamente,qualcuno chiamò la polizia mentre altri si avvicinarono a Silvy per parlarle e sincerarsi che stesse bene ma lei,incapace di rispondere non riusciva ad ascoltarli; solo quando riprese a respirare fece l’unica cosa che ci si aspetterebbe in una situazione del genere : urlò più forte di quanto le sue corde vocali le potessero permettere poi,il buio totale.

Con un sobbalzo che per poco non la faceva cadere,Silvy si risvegliò nel suo letto; era sudata ed il suo cuore batteva forte nel suo petto,come se volesse uscire dalla gabbia toracica che lo teneva prigioniero. Una volta che mente e cuore si furono quietati,Silvy scese dal letto e guardò l’orologio posto sul comodino : erano appena le sei di una calda giornata d’estate e la sveglia avrebbe dovuto suonare un’ora più tardi perciò,sapendo che non sarebbe riuscita a prendere sonno,decise di andare in bagno ed aprire l’acqua della doccia. Spogliò il suo corpo dagli abiti che aveva usato quella notte per dormire e si mise sotto il getto di acqua tiepida che dolcemente le cadeva sopra le larghe spalle che anni di nuoto le avevano conferito insieme ad una corporatura statuarie. Chiuse gli occhi e fece profondi respiri mentre riportava alla mente il sogno di quella notte : sapeva che non era frutto della sua fantasia ma un fatto reale,accaduto mesi prima e che non sarebbe mai riuscita a cancellare dal suo inconscio quei terribili attimi di cui era stata testimone che le valsero una cicatrice dovuta dalla scia di un proiettile che evitò involontariamente quando si spostò non appena vide la pistola e mesi di terapia. Non sarebbe mai riuscita a superare quel giorno,soprattutto con tutte le domande che la polizia le fece nei primi tempi e che,a volte,ancora le faceva:già molte volte aveva detto all’ispettore di non sapere nulla riguardo a Thomas,questo il nome della vittima,di cosa si occupava o se avesse nemici sul lavoro perché il loro era stata un incontro casuale. Troppe volte,forse,aveva raccontato di essersi fermata davanti a quel chiosco perché aveva un appuntamento con il ragazzo,conosciuto su facebook,di cui fino a quell’istante non conosceva nemmeno il viso. Aprì gli occhi di scatto mentre il bagno si riempiva di calore ed i vetri si appannavano,non voleva ricordare oltre. Uscì dal bagno che era ancora umida e non fece caso neppure alle gocce che cadevano dai lunghi capelli e si posavano sul pavimento,fece colazione,si vestì con abiti leggeri adatti per il clima,sistemò casa ed uscì dopo aver preso le chiavi della macchina dalla borsa. Anche se non erano ancora le otto le strade erano già parecchio trafficate: la maggior parte erano turisti provenienti da ogni parte del mondo che riempivano la strade ed i paesi del lago di Garda per assaporare un po’ di quel meraviglioso paradiso. Silvy abbassò il finestrino per far entrare il profumo delle acque del Benaco,l’altro nome del lago,di cui ora Silvy ne stava percorrendo una parte di costa. Erano appena due anni che si era trasferita a Peschiera del Garda ma quel posto non le era mai stato nuovo : fin da quando era piccola lei ed i suoi genitori trascorrevano una vacanza di almeno tre giorni in quel piccolo angolo di gioia per uscire dallo stress della città e dai problemi,visitando i paesini del lago e promettendo davanti ad esso di ritornare l’anno successivo alla luce dei bellissimi tramonti; fu proprio davanti ad uno di quei tramonti che Silvy promise che non appena possibile sarebbe venuta a vivere lì,a Peschiera del Garda,e che sarebbe andata a lavorare al parco divertimenti numero uno in Italia ossia Gardaland. Così accadde.

Ogni volta che i suoi occhi si posavano sulle acque del lago ne rimaneva estasiata:cigni,oche,i battelli che i turisti utilizzavano per andare a visitare i paesi che si affacciavano sul lago le davano un senso di pace interiore come nient’altro; forse sarebbe potuta guarire dal ricordo doloroso di Thomas ma sapeva che non avrebbe mai avuto abbastanza tempo. Lungo il tragitto i suoi occhi erano attirati dai colori dei fiori e delle piante che addolcivano il freddo grigio del cemento delle strade,dalla moltitudine di gente che fin dalle prime ore del mattino prendeva ogni possibile mezzo per raggiungere i parchi divertimenti,visitare uno dei bellissimi paesi o,semplicemente,fare una bella passeggiata.

Il traghetto stava solcando le onde ad una velocità ridotta così che i passeggeri potessero gustarsi il magnifico panorama che distrasse anche Silvy,finché un turista con non molto garbo la riportò alla realtà suonando il clacson che,a suo parere,era l’accessorio più fastidioso che una vettura potesse mai avere ed era contenta che il regolamento stradale ne limitasse l’uso. Guardando l’orario sull’orologio che portava al polso e su cui casualmente cadde la coda dell’occhio si accorse che il tempo a sua disposizione stava per scadere quindi distese il piede sull’acceleratore per far andare la macchina più veloce,giusto quel poco che le avrebbe permesso di arrivare in tempo sul lavoro e,allo stesso tempo,di non infrangere i limiti di velocità. Nella sua mente,in quel momento,aveva fatto di nuovo capolino il ricordo di Thomas:i suoi occhi,di quel verde così intenso da ricordarle il mare e così difficile da dimenticare; l’uomo con cui la sera dialogava in internet con cui si era confidata senza rivelare troppo di se stessa dal momento che non si erano mai visti in volto tuttavia non le era mai sembrato di scorgere tra le righe che lui le scriveva,tra quelle magnifiche parole,che la sua vita fosse in pericolo o che qualcuno gli fosse nemico,soprattutto nelle ultime e-mail nelle quali c’era forse un segnale di maggiore apertura da parte dell’uomo. Un turbine di domande prese forma nella sua testa: “Chi lo ha ucciso; c’era la possibilità che quelli stessi assassini ora stessero cercando lei solo perché era là ed era stata testimone dei fatti;avrebbe mai potuto evitarlo anche solo ritardando l’ora dell’appuntamento?” domande che non facevano altro che seminare un mare di dubbi che non accennava ad inaridirsi e l’unica cosa di cui era certa era che non avrebbe più fatto eccezione alla regola della conoscenza fuori internet degli sconosciuti.

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Capitolo 2
*** Inseguimento ***


Finalmente arrivò al lavoro e dopo aver parcheggiato la macchina nel posto riservato ai dipendenti,si diresse all’entrata del parco divertimenti di Gardaland dove svolgeva la mansione di istruttrice di delfini al Palablù. Come ogni giornata il parco si stava preparando a gran festa per accogliere al meglio i suoi visitatori che ogni giorno erano migliaia sin dal primo giorno di apertura,il 28 di marzo,per fargli vivere una giornata indimenticabile. Mentre attraversava il parco incontrò l’addetto alle pulizie Patrick,un simpatico signore che le aveva fatto fare il giro del backstage del parco il suo primo giorno e che la salutò con il suo “Bonjour” caldo come il sole d’estate allo zenit. Proseguendo incontrò gli altri colleghi che si stavano dirigendo alle postazioni loro assegnate,tutti sorridenti anche se c’era chi sembrava più assonnato di altri: ristoranti e fast-food emanavano già profumo di patatine,hot – dog  e pollo,odori che a quell’ora della mattina Silvy avrebbe preferito non sentire,non avrebbe invece disdegnato l’ aroma del caffè appena fatto ma visto che nel parco sarebbero presto entrate persone con diverse abitudini era sempre bene tenersi pronti. Tra gli incontri della mattina ci fu anche la sua amica Franziska,che le ricordò il loro appuntamento per pranzo e per una chiacchierata sulle pene d’amore di Franziska sul suo ragazzo,Marcus, e Nicholas,il ballerino bulgaro che riusciva a fare delle acrobazie incredibili quando era sul palco ed anche Silvy non perdeva occasione per ammirarlo all’opera quando poteva. Entrò nel suo camerino dove ad aspettarla c’era la sua tuta da sub e la divisa chiuse in un armadietto,posò la borsa sul tavolo e sfilò  via il miniabito di seta blu che indossava così bene stando attenta a non urtare gli orecchini che portava ai sette fori delle orecchie; non vedeva l’ora di indossare la tuta blu e nera per andare a trovare i suoi amici Peter e Susy,i due delfini che stava ammaestrando. Poco prima di lasciare il camerino si guardò allo specchio appoggiato alla parete per vedere come le stava la tuta,contenta di quello che vedeva,si legò i capelli in una coda che poi attorcigliò per poter mettere la cuffia: adesso era pronta. Si diresse con velocità alla vasca dei delfini e si tuffò in cerca dei suoi amici pinnati; ogni volta che si tuffava Silvy provava un’incredibile sensazione di libertà come se quella non fosse acqua ma aria così che lei in quel momento non stava nuotando,ma volando. Nuotava con grande naturalezza e i due delfini,Peter e Susy,contenti nel vederla giunsero dietro di lei nuotandole intorno e spruzzandole acqua in faccia non appena emergevano “Vedo con piacere che oggi sul tuo viso è dipinto un bel sorriso Silvy. Oggi vedremo grandi spettacoli” disse una voce molto intensa e sensuale dal bordo vasca “Buongiorno Leo,sono contenta che tu sia guarito. Ti vedo in forma ” “Grazie,è un vero strazio prendere l’influenza in questo periodo dell’anno. Anche tu sei in forma” “Tutto merito dell’acqua;quando nuoto rinasco come una fenice” disse lei.

Leo si spogliò della maglietta a bordo piscina mentre lei lo osservava un po’ imbarazzata,i suoi occhi non poterono far a meno di osservare le sue larghe spalle,il suo torace dai pettorali scolpiti e la carnagione chiara leggermente abbronzata dal sole  a cornice del quadro. Silvy tolse con un po’ d’indugio lo sguardo dal ragazzo non appena scorse che anche lui la stava guardando con la coda dell’occhio; lui poi si tuffò con gran grazia per riaffiorare con la testa così vicina al volto di lei. I capelli neri incorniciavano i suoi occhi azzurri ed il suo sorriso malizioso era tutto per lei che,a sua volta, riprovò la sensazione di imbarazzo di poco prima; fortunatamente il delfino Peter si interpose tra i due,rompendo l’atmosfera che si era creata spingendo il ragazzo lontano da lei come se avesse percepito la richiesta d’aiuto di Silvy. Per buona parte del tempo successivo provarono gli esercizi dello spettacolo,finché non mancarono che due ore all’inizio dello show e fosse ora di far riposare i delfini. I due spettacoli che si svolsero nella tarda mattinata riscossero un grande entusiasmo tra il pubblico ed alla fine della mattinata, Silvy uscì dalla vasca ancor più felice di quanto non fosse al suo primo tuffo e si diresse nel suo camerino dove fece una doccia veloce e rilassante e si diede una riga di eye-liner per essere più presentabile all’appuntamento con Franziska,che vide seduta al bar della zona Hawaii,dove poterono ristorarsi un po’ pranzando con una “cesar salad” ed acqua fresca chiacchierando su come entrambe avevano trascorso la prima parte della giornata di lavoro. Silvy poi raccontò a Franziska del sogno che aveva fatto la notte scorsa,del ricordo di Thomas e dell’imbarazzo che aveva provato in vasca con Leo; l’amica rimase un po’ sconcertata,ma consigliò a Silvy di dimenticare il più possibile quell’incontro perché ormai se ne occupava del tutto la polizia e lei non sarebbe stata più coinvolta; per quanto riguardava l’incontro con Leo quasi la criticò per non essersi ancora messa con lui “Formereste davvero una bellissima coppia” le disse. Fu poi Franziska a confidarsi ed a dare sfogo ai suoi problemi con quello che era il suo ragazzo ormai da tre anni: Marcus. Lo conosceva ancor prima di trasferirsi in Italia per venire a lavorare al parco e si lamentava perché i lavori di entrambi non gli permettevano di vedersi spesso e temeva che potesse tradirla con un’altra ragazza;lui era un bel ragazzo tedesco alto,biondo,con occhi chiari e fisico scultoreo mentre lei era una ragazza alta,mora,dal fisico longilineo e che sotto i vestiti  nascondeva, come Silvy, un paio di tatuaggi.

Il tempo passò in fretta e ben presto le due ragazze si accorsero di dover tornare al lavoro,non nascondendo un po’ di dispiacere: Franziska riprese il suo lavoro come addetta all’attrazione de “I Corsari” mentre Silvy finì la sua giornata di lavoro con gli altri spettacoli al Palablù. Non appena uscì dal camerino,pronta per passare una serata con gli amici a Sirmione,notò che due uomini non molto lontani la stavano fissando: un uomo sui cinquant’anni,brizzolato,occhiali da sole e barba incolta vestito con calzoni bermuda verde militare e camicia in tinta;l’altro,di poco più giovane e castano,indossava un jeans con una polo beige. Con fare gentile il più anziano si presentò “Buonasera signorina Silvy,la stavamo aspettando. Abbiamo assistito ai suoi spettacoli,ci sa fare con gli animali marini,veramente molto brava” la ragazza rispose con aria perplessa “Grazie,ma vorrei sapere voi chi siete e cosa volete. Voi mi conoscete ma io non conosco voi” “Stia pure tranquilla;abbiamo ritenuto,visto che facciamo parte delle indagini sul caso Thomas Rolls,di farle alcune domande riguardo ai fatti precedenti la morte della vittima” “Se vuole seguirci,cerchiamo un luogo più adatto dove potremmo parlarne” disse l’altro uomo “Io ho già dato la mia versione dei fatti,e dal momento che non ho mai visto la vittima prima di allora non vedo cosa potrei aggiungere. Vorrei cercare di dimenticare la cosa e proseguire la mia vita in pace,senza più tornare a quel giorno; mi è costato molto uscire da quest’incubo e non solo economicamente,mi creda!!!” rispose lei,era molto seccata. “Lo sappiamo,non deve essere facile per una ragazza così giovane come lei superare una circostanza così gravosa ma,noi riteniamo che lei non ci abbia fornito tutti i particolari e perciò la preghiamo di riflettere un momento e cercare di ricordare i dettagli con maggior lucidità,nel caso le venga in mente qualcosa” “E me la chiama solo così?Situazione gravosa dice lei. Vedere una persona uccisa da degli assassini sopra ad un’alfa nera non sapendo nemmeno il perché? Vi ripeto io ho già detto tutto quello che ho visto non appena sono stata abbastanza lucida da ricordare con precisione; non c’è niente da aggiungere,siete voi quelli che devono approfondire le indagini e cercare le persone giuste”. Un po’ seccata,Silvy stava congedando i due uomini quando uno di essi la afferrò per un braccio e la tirò a se; il suo era un odore irritante che dava noia allo stomaco. In quell’istante,la ragazza capì che quei due non potevano essere agenti della polizia e si diede della stupida per non aver chiesto di mostrarle il distintivo “Che cazzo volete? Lasciatemi subito o chiamo la sicurezza!” disse lei a gran voce ma la folla di gente che non era poi così distante da lei non riusciva a sentirla per via della musica. Il tono di voce dell’uomo brizzolato cambiò: ad una voce ferma ma tranquilla si sostituì una arrogante e rude “Fin’ora l’abbiamo trattata con gentilezza ma dal momento che lei non vuole collaborare dovremo procedere in altro modo. Ci segua senza fare storie se non vuole che i suoi colleghi vedano il suo necrologio sulle pagine del giornale di domani”. Con una spallata,il più giovane fece incamminare Silvy: stavano andando verso l’uscita del parco; la paura invase la ragazza che doveva pensare in fretta a come poter fuggire. Intorno a lei c’era una gran folla: famiglie e comitive,tutti sorridenti e spensierati che correvano verso le attrazioni cercando di arrivare prima per trovare meno coda possibile. Nella confusione,un ragazzo abbastanza in carne inciampò nella stringa delle proprie scarpe e cadde rovinosamente facendo perdere la presa all’uomo che tratteneva la ragazza per il braccio. Lei,sentitasi libera,corse via  tra la folla più veloce di una lepre consapevole che quella sarebbe stata la sua unica salvezza per cercare un posto dove trovare rifugio. Il battito del suo cuore accelerò come mai prima d’ora,dalla fronte il sudore scendeva freddo ed i suoi occhi spalancati andavano alla ricerca disperata di qualcuno,o qualcosa. Passò per la piazza del Souk arabo e vide che l’infermeria era aperta; fece un ultimo sforzo e si gettò dentro in preda alla paura sorprendendo il dottore e l’infermiera che erano all’interno. Senza più un filo di voce,Silvy cercò di parlare ai due ma il dottore,credendo che avesse avuto un attacco di panico,la fece sdraiare sul lettino e le somministrò subito dell’ansiolitico. I due individui invece,dopo la fuga della ragazza,avevano cercato tra le persone del parco passando anche davanti all’infermeria ma non pensarono di aprire la porta per guardare se dentro c’era la ragazza o qualcuno che aveva avuto un calo di pressione per la troppa adrenalina e perciò tirarono avanti. Si recarono velocemente all’uscita per evitare di essere intercettati dalla sicurezza che poteva essere stata avvertita dalla ragazza.

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Capitolo 3
*** L'indagine è aperta. ***


Quando Silvy si riprese dall’effetto del calmante,erano già passate le nove di sera; aprì faticosamente gli occhi e con la vista un po’ offuscata si accorse che accanto a lei non c’erano solo il dottore e l’infermiera,ma anche Franziska,Leo e…il suo capo. Tentò di risollevarsi dal lettino,ma le girava la testa e vedeva dei puntini rossi e blu,il respiro era ancora un po’ affaticato ed il corpo,appesantito,per nulla intenzionato a muovere una sola fibra muscolare. Con la voce flebile chiese cosa le era successo e il perché si trovasse in infermeria “Veramente dovresti dircelo tu. Abbiamo sentito da alcuni visitatori di una ragazza che correva per il parco spaventata ed in piena ad una crisi di nervi. Quando hanno dato la descrizione al punto d’ascolto ci hanno chiamato e siamo venuti a cercarti. Hai avuto un sogno ad occhi aperti o cosa?” le disse Leo ma Silvy,una volta riprese a pieno le sue facoltà psico-fisiche e “recuperata” la memoria gli rispose in tono non molto amichevole “Va a farti fottere cretino! Sono stata bloccata da due uomini che erano il doppio di te e che volevano portarmi chissà dove. Fortunatamente sono riuscita a scappare e quando ho visto l’infermeria mi ci sono fiondata dentro,ma non ho avuto il tempo di dire al dottore cosa era successo. Altro che crisi di nervi o sogno ad occhi aperti” “Pensavo che avessi avuto una qualche crisi e perciò ho preferito rimediare subito dandoti un calmante,ma forse non era il caso farti dormire. Mi dispiace” le disse il dottore, contrito “Non si preoccupi solo,la prossima volta provi ad aspettare cosa ha da dire il suo paziente. Se per favore uno di voi può prestarmi il cellulare: devo telefonare alla polizia” “Ecco il mio – disse Leo porgendole il suo black berry – così la prossima volta mi tratterai più gentilmente. Ti perdono perché sei ancora sotto l’effetto del farmaco” “ Scusa. Credo che per stasera sarà meglio che vada direttamente a casa,sarà per un’altra volta” disse la ragazza,l’appuntamento serale era con Franziska e Leo.

Dopo la telefonata,non ci volle molto perché arrivasse l’ispettore di polizia,che si presentò con un paio di agenti; Silvy spiegò loro il tentato rapimento ed attendava una risposta plausibile “Vede signorina – cominciò l’ispettore – non so dirle chi sono i due uomini che si sono presentati qui,ma sono certo che non facciano parte del nostro distretto. Domani chiamerò la polizia federale per sapere se loro ne sanno qualcosa,ma se non fosse così dati i recenti avvenimenti,potrei ardire a sospettare che loro possano essere complici se non esecutori dell’omicidio del signor Thomas Rolls” “Come? Cosa c’entra? Io non ho fatto niente” rispose Silvy,la rabbia divenne paura “Beh – riprese l’ispettore – ci sono alcune cose che non ci sono ancora ben chiare. Sappiamo però che la vittima non era certo chi diceva di essere,almeno sul piano di lavoro: è venuto alla luce che lui fosse un agente speciale mandato dall’Inghilterra. Non ne sappiamo ancora il motivo,ma poco dopo il delitto siamo risaliti fino all’appartamento che lui comprò un anno fa a Colombare di Sirmione e alla ditta di vini presso cui lavorava per copertura; quando siamo andati nel suo appartamento per perquisirlo abbiamo trovato solo il personal computer e abbiamo letto anche le vostre e-mail. Abbiamo trovato anche degli indizi che all’inizio ci sembravano strani,ma adesso con le nostre nuove informazioni tutto sembra avere un senso adesso. Volevamo tenerla all’oscuro di tutto perché pensavamo che lei non sarebbe stata più coinvolta,ma se quei due uomini erano qui per rapirla farebbe meglio a rimanere il meno sola possibile;per il suo bene” disse e se ne andò; se l’ispettore avesse continuato a parlare,la sua testa sarebbe di certo scoppiata, il suo cervello avrebbe sporcato la divisa dell’ispettore e sulla faccia di tutti i presenti. Quando tornò a casa,Silvy aveva una gran confusione in testa,avrebbe voluto cancellare l’ultimo anno della sua vita premendo il tasto “reset” che magari poteva trovarsi dietro la sua nuca,piuttosto che continuare a vivere in quella brutta situazione;lei dubitava di aver visto o saputo qualcosa tramite i messaggi che si scambiava con Thomas; ma era così stanca dopo quella scarica di adrenalina che l’aveva accompagnata per tutta la giornata che si addormentò non appena toccò il letto subito dopo essersi spogliata.
Le ore rimanenti della notte passarono in fretta;Silvy dormì profondamente e nessun incubo perturbò la sua mente. Quando andò in cucina,vestita del solo abbigliamento intimi,percepì un brivido lungo la schiena non appena sentì suonare il campanello;indossò velocemente la vestaglia e,con il cuore in gola,chiese chi fosse: l’ispettore con due uomini vestiti casual,tirò un sospiro di sollievo “Buongiorno signorina,spero di non averla svegliata” disse l’ispettore quando lei aprì la porta,entrambi erano imbarazzati ma non gli altri due uomini “Non si preoccupi,ero già sveglia anche se può non sembrare. Qualche problema?” chiese pudicamente “Nessun problema,volevo solo presentarle i due uomini che le faranno da scorta durante i suoi spostamenti. Stamattina ho chiamato i federali e mi hanno confermato che tra i loro agenti non c’erano i due che lei ha visto ieri ho pensato che per il momento sarà meglio che lei venga tenuta sotto sorveglianza” “Tipo arresti domiciliari? Sapete ho un lavoro eh…” “No,no,lei continuerà a condurre la sua vita come sempre; dovrà solo ricordarsi che loro due la accompagneranno,in borghese ovviamente: sono Frank  e Robert;sono due uomini degni di fiducia” disse l’ispettore;non appena lui finì di parlare e fece cenno a loro le due guardie del corpo  la salutarono all’unisono con un forte e deciso “Buongiorno,lieti di conoscerla” sembravano molto sicuri di loro stessi,dovevano averne passate tante “Il piacere è mio” disse la ragazza porgendo la mano ai due,quasi aveva paura che gliela rompessero con una delle loro strette,ma furono molto delicati. L’ispettore chiese congedo e salutò Silvy,lasciandola con i due uomini “Vado a mettere qualcosa di più adeguato;il caffè è pronto se ne volete,servitevi pure” disse la ragazza che si diresse,quasi correndo,in camera sua lasciandosi dietro le facce divertite dei due che evidentemente avevano percepito il suo imbarazzo.

Non appena Silvy terminò di prepararsi ed ebbe fatto velocemente colazione,il trio si diresse al parco; il tragitto da casa sua a Gardaland non era molto lungo ma,quel giorno,il traffico era particolarmente intenso e sarebbe arrivata in ritardo se l’arrivo della scorta non avesse anticipato la partenza di quindici minuti. Quella mattina, Silvy avrebbe potuto guardare il panorama con più attenzione giacché alla guida c’era Robert e lei era seduta dietro con Frank: il sole regnava già alto nel cielo e questo significava che la giornata avrebbe portato un maggior numero di visitatori al parco;le acque del lago erano calme,solo la brezza leggera le smuoveva ogni tanto;la spiaggia che lo incorniciava era già ghermita di gente e i cigni col loro manto candido si avvicinavano alla riva per raccogliere le briciole lanciate dai passanti,seguiti da oche ed anatre. Il tragitto proseguì in silenzio,ciascuno di loro era preso dai propri pensieri o rapito dal panorama circostante e,sebbene non fosse sola,Silvy si sentì quasi estraniata dal resto del mondo come se non ci fosse nessuno alla guida o nel posto passeggero vicino al suo.

Finalmente giunsero al parco,dove ad aspettarli c’erano anche Franziska e Leo che rimasero molto sorpresi dagli accompagnatori di Silvy “Sono la mia scorta,l’ispettore ha pensato che fosse meglio per me essere sorvegliata da un paio di agenti in borghese” spiegò loro la ragazza dopo aver assicurato a Frank e Robert che loro avrebbero mantenuto segreta la loro identità. Una volta spiegata la nuova situazione,lei e Franziska si salutarono con un bell’abbraccio rinnovando il loro appuntamento quotidiano all’ora di pranzo mentre Leo,prestando attenzione ad un’eventuale reazione dei “nuovi arrivati”.prese Silvy sotto braccio ed insieme si diressero verso i camerini “Come stai? Sei riuscita a dormire un po’ ” le chiese il ragazzo sottovoce,l’aveva già perdonata dell’offesa subita ieri “Ieri sera hypnos  mi ha portato un buon sonno,anche se ho avuto una gran paura quando l’ispettore mi ha suonato al campanello: temevo che fossero di nuovo quei due di ieri,se fossero stati soli sarei scappata dalla finestra. Speriamo che Peter e Susy riescano a ridarmi  la serenità” ribatté passando dall’essere felice all’essere demoralizzata “Io sono qui se hai bisogno di me,ci sarò sempre. Non so se lo hai notato,ma ultimamente ho iniziato a fare arti marziali e ti posso difendere anche senza l’aiuto di quei due cagnolini” disse Leo stando ben attento a non farsi sentire da Frank e Robert; Silvy quasi arrossì ma riuscì a nasconderlo facendo un piccolo sorriso. Non appena arrivarono davanti al camerino,i due si separarono per ritrovarsi a bordo vasca e tuffarsi per raggiungere i delfini,mentre i due agenti vigilavano seduti in tribuna. Sott’acqua i due animali si sfioravano,balzavano verso il cielo con pochi colpi delle loro possenti code per poi ricadere in acqua sollevando lievi spruzzi; Silvy e Leo li aspettavano per essere poi sospinti,permettendo loro di nuotare veloci come motoscafi,lasciandoli infine immersi nelle onde della vasca. Durante le prove,Leo prese Silvy per i piedi tirandola con se sott’acqua; lei lo guardò sconcertata mentre il ragazzo l’abbracciava stretta lungo i fianchi,lei cercò di divincolarsi e con un colpo da maestro gli colpì il naso e,involontariamente,l’inguine costringendolo a lasciare la presa e a risalire in superficie,dolorante; ma si contenne dal fare gesti inconsulti quando vide che Frank e Robert erano già pronti ad intervenire “Ma che ti è saltato in testa? Colpirmi a quel modo,potevi lasciarmi secco. Non so se ti è arrivata la notizia,ma ho una reputazione da difendere io,ohi”. Il senso di colpa prese il cuore di Silvy che si avvicinò e disse,con un filo di voce “Mi dispiace,non credevo di averti colpito così forte;pensavo che con gli allenamenti di arti marziali fossi diventato d’acciaio. Mi perdoni?” “Se mi dai un bacio si” rispose lui guardandola negli occhi. Silvy non riusciva a tenere lo sguardo con quello di Leo;il suo cuore cominciò a battere velocemente mentre il suo corpo cominciò a fremere. I due corpi si avvicinarono accarezzandosi;le loro bocche stavano per incontrarsi ed il momento sembrò interminabile fin quando un applauso proveniente dalla tribuna interruppe quella magia: si erano dimenticati di non essere soli;i due poliziotti avevano assistito alla scena “Non vi hanno detto che per guardare bisogna fare il biglietto,rompiscatole!!!” urlò seccato Leo,Silvy fece una piccola risatina e,poco prima di uscire dalla vasca,diede un piccolo bacio sulla guancia di Leo “Così adesso sono perdonata” disse;mentre si dirigeva a bordo vasca a Leo sembrava di vedere una sirena per come la ragazza si muoveva in modo armonioso nell’acqua.

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Capitolo 4
*** Paura nella notte. ***


Passarono giorni prima che l’ispettore contattasse di nuovo Silvy,fissando un appuntamento con lei nel tardo pomeriggio in modo che lei potesse finire l’orario di lavoro. Si incontrarono davanti alla “Valle dei Re”,l’ispettore era vestito in borghese e alla ragazza quella visione parve un po’ strana,talmente tanto che quasi dovette reprimere una piccola risata “Buonasera Silvy,ha passato una bella giornata?” chiese con gentilezza “Poteva andare meglio,ma chi si accontenta gode. Lavorare con gli animali costa molta energia e sacrifici ma quando vedo ogni giorno centinaia di persone che vengono a vedere il mio spettacolo e ne sono felici mi ripaga di ogni fatica e poi…i suoi uomini non mi hanno parso di vista nemmeno un istante; hanno addirittura pagato il biglietto anche se io gli avevo detto che li avrei fatti entrare gratuitamente” “Loro sanno fare bene il proprio lavoro;ma sono molto felice vederla amare il proprio lavoro con così tanta devozione. Questo è un luogo incantevole anche per uno della mia età” “Ogni giorno il parco è ghermito di persone che cercano un modo parallelo in cui poter trascorrere anche solo un’ora della sua vita; qui ritrovano la serenità e tornano bambini,in qualunque stagione dell’anno. Anch’io vorrei essere come loro in questo momento”. L’ispettore la guardò e vide che dai suoi occhi scese una calda lacrima che le rigò il viso “Vedrà che presto riusciremo a risolvere questo rebus;così potrà tornare a sognare come queste persone – l’ispettore bevve un sorso dalla bottiglietta d’acqua acquistata poco prima – tornando al nostro caso,i nostri esperti hanno iniziato a decifrare gli appunti trovati nel computer della vittima; sembra che questo giovane fosse in possesso di documenti dove fosse contenuto il progetto per un’arma, di genere ignoto, creata dalla collaborazione di vari paesi per protezione contro possibili nemici ed è probabile che i nostri avversari vogliano l’arma,per renderla offensiva oppure per utilizzarla; sappiamo anche i nomi dei paesi coinvolti ma non vorrei implicarla più di quanto non lo sia già. A quanto pare,il signor Rolls doveva custodirli finché non fossero arrivati degli specialisti,ma ci ha rimesso la pelle. L’unico problema per loro è sapere cosa abbia fatto o detto la vittima prima della morte ed è qui che entra in gioco lei: è stata l’ultima ad avere contatti con lui; per sua disgrazia stanno cercando in ogni modo di scoprire se le abbia passato delle informazioni via e-mail o poco prima che lui fosse ucciso durante il vostro incontro” “In quell’occasione ho avuto a malapena il tempo per salutarlo,a meno che lui non fosse un telepate e mi abbia trasmetto tutte le informazioni in testa senza che io lo sapessi,ma queste sono cose che si vedono solo nei film. Per quanto riguarda la nostra corrispondenza temo di non poter aiutare né lei né le altre persone da lei nominate; parlavamo,questo è impossibile da negare,ma non ci siamo mai aperti veramente l’un l’altra e,dopo la sua morte,mi sono collegata raramente ad Internet per quanto ne so,potrebbe esserci ogni genere di dati là dentro oppure niente,se qualche virus ha cancellato tutto. Se devo proprio rivedere la nostra posta,lo farò e cercherò di ricordare qualunque cosa che possa aver dimenticato ma non credo di aver tralasciato niente ”. L’ispettore bevve l’ultimo sorso di acqua,il più lungo di tutti, e poi parlò “Sarebbe molto utile per tutti,potrebbe salvare molte più vite di quanto non immagini,compresa la sua”; il loro colloquio terminò e Silvy tornò nella sua casa accompagnata,come ormai era diventato d’abitudine,dalla sua scorta. La preoccupazione per quello che avrebbe dovuto fare nei prossimi giorni la turbò molto e le fece sentire ancora di più la stanchezza perciò,dopo una doccia calda,si mise il pigiama e s’infilò nel letto addormentandosi mente Frank e Robert vigilavano. Nel cuore della notte,una macchina nera si fermò sotto casa sua,scese un uomo dal volto coperto da un passamontagna ed altri due scesero,vestiti allo stesso modo; presero delle armi dal bagagliaio e poi salirono le scale nel silenzio più completo,come se non fossero esseri corporei ma fantasmi; si avvicinarono alla porta dell’appartamento di Silvy e la aprirono con un piede di porco. Avendo sentito i rumori,Robert si accorse dell’intrusione e tirò fuori la sua pistola;sparò diversi colpi prima di nascondersi dietro ad una parete. La risposta fu immediata: i tre si gettarono su di lui,il più nerboruto lo costrinse a terra,gli aprì la bocca e sogghignando ci mise dentro la sua pistola e fece fuoco; il cervello di Robert schizzò sul pavimento arrivando a sporcare anche la parete poco lontana.

Frank accorse immediatamente da Silvy che si era nascosta sotto al letto,la prese per un braccio e la fece uscire dalla finestra per poi aiutarla a scendere nel terrazzo del piano inferiore “Che succede?” domandò la ragazza terrorizzata “Hanno scoperto dove abita;dobbiamo andarcene via subito” rispose Frank mentre rompeva il vetro della finestra con il gomito. Entrarono velocemente nell’appartamento dei vicini, fortunatamente vuoto, e si nascosero nel bagno da dove chiamarono la centrale “Stia tranquilla,ce la caveremo;stanno arrivando i rinforzi”; dopo qualche minuto infatti,si udirono spari e grida al piano superiore e Silvy portò le mani alle orecchie accovacciandosi sulle ginocchia; Frank l’abbracciò per farla sentire più al sicuro. Il tutto accadde in pochi istanti mentre a loro due sembrò un’eternità,come se il tempo si fosse fermato; qualcuno poi bussò alla porta,Silvy si alzò di soprassalto invece Frank puntò la pistola pronto a sparare ma quando si aprì la porta davanti a loro comparve l’ispettore che li fece uscire dal loro rifugio e li scortò alla centrale di polizia. Dopo aver raccontato l’accaduto,Silvy chiese di poter essere accompagnata a casa di Franziska; naturalmente assieme a lei c’era Frank ed un’altra guardia del corpo, per sostituire Robert.

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Capitolo 5
*** Trasloco ***


La casa di Franziska era un grazioso edificio situato nella parte superiore di Sirmione: aveva un bel balcone adornato di fiori e piante che profumavano la zona circostante;le finestre avevano delle tendine con un grazioso lavoro ad uncinetto,regalo della nonna di Franziska; l’interno era molto arioso e luminoso con uno stile molto moderno che non tradiva quello della sua abitante che non aveva paura nell’utilizzare diverse sfumature di uno stesso colore per colorare le stanze,ad eccezione della cucina che era piccola ma essenziale nei due colori bianco e nero che predominavano anche nei servizi; il salotto invece seguiva la regola delle sfumature, con le pareti ed il soffitto verde acqua, con delle grandi finestre sul lato che dava la vista sul lago ed al centro un comodissimo divano e,dietro di esso,la grande libreria con i libri catalogati per genere ed ordine alfabetico; lei era una grande lettrice,come Silvy,perciò molti di quei libri erano stati regali dei parenti oppure ricordi di viaggio nella lingua originale infatti,se si guardava bene,c’erano alcuni libri in giapponese come ricordo del viaggio dello zio. Dalla parte opposta,davanti al divano, c’era il mobile che conteneva il nuovo televisore,vari soprammobili,la consolle per l’x-box e la wii con i rispettivi giochi ed i dvd anch’essi in perfetto ordine.

Salendo una scala a chiocciola,lavorata in legno e protetta da una ringhiera in vetro,si arrivava alla zona notte: sulla destra un bagno confortevole ed a lato due camere da letto di cui una dava la vista sul lago “Mia sorella ora è in vacanza,perciò puoi tranquillamente usare la sua camera per un po’; si vede meno dall’esterno rispetto alla mia-  disse Franziska – ma se vuoi dare un’occhiata al lago ogni tanto,basta che vieni nella mia”. Silvy non se lo fece ripetere due volte e ne approfittò subito per guardare quel bellissimo specchio d’acqua: era il posto ideale par gustare al meglio il suo moto tranquillo stando seduti sul balconcino appena fuori la camera di Franziska per poi perdere lo sguardo oltre l’orizzonte; era su quel balconcino,dove era stato messo un tavolino e due sedie,che Franziska amava scrivere al suo ragazzo quasi ogni notte,quando non si scrivevano durante le giornate libere. Lo fece anche quella sera,non appena Silvy andò a dormire nella camera vicina e non appena le due guardie del corpo scomparirono posizionandosi in luoghi strategici per prevedere eventuali attacchi. Franziska era sicura che quella sera,come tutte le altre,Marcus il suo ragazzo sarebbe rimasto sveglio fino a tardi per aspettare una sua e-mail anche se la giornata lavorativa fosse stata molto impegnativa perciò,accese il suo computer portatile che teneva in una borsa con sopra la cover di “Nightmare before Christmas” ed iniziò a scrivere,sia in tedesco sia in italiano per appagare i gusti di entrambi: lei preferiva il tedesco mentre Marcus aveva sempre considerato l’italiano una bella lingua e non aveva mai nascosto il desiderio di impararla il prima possibile.
In quella e- mail,Franziska spiegò tutto quello che era successo a Silvy cercando di scrivere le parti in italiano il più chiaramente possibile senza omettere parole di infinito amore per lui;non appena ebbe scritto l’ultima lettera la inviò,non senza averla controllata più volte. Non dovette aspettare molto prima di ricevere una risposta: era molto dispiaciuto per quello che era successo a Silvy,ma era felice che lei non fosse stata ancora coinvolta; per tirarla un po’ su le raccontò delle risate che si era fatto quando aveva accompagnato l’attuale collega di lavoro,Greg,a farsi un tatuaggio e delle risate che si era fatto perché non smetteva di lamentarsi; la mail finiva con una bellissima frase d’amore tutta per Franziska e poi degli smiley. Solitamente Franziska non era per questo genere di frasi,ma il modo in cui Marcus le scriveva facevano sciogliere il cuore alla ragazza ogni volta che le leggeva; stettero davanti al computer finché quello di Franziska non iniziò ad avvisare che la batteria era quasi scarica e dovette per forza chiudere il collegamento.

La mattina seguente passò in modo abbastanza regolare,si erano alzate entrambe abbastanza presto e poterono prendersela con comodo: Franziska parlò a Silvy di quello che si era detta con Marcus la sera prima davanti ad una tazza di caffè ed una brioche alla cioccolata calda e fragrante appena tolta dal forno “Le tue brioche sono buonissime,avresti dovuto fare la pasticcera” disse Silvy dopo aver salvato la maglietta del pigiama da una grossa goccia di cioccolata “Non credo che mi avrebbe giovato,preferisco di gran lunga stare al fresco ai Corsari. Se avessi fatto la pasticcera non avrei incontrato Marcus” rispose Franziska,che preferiva dividere in due la brioche prima di mangiarla “Non capisco come facciate voi due a comunicare con le mail scritte in quante?Due,tre lingue?” Franziska fece una piccola risata “Si,è un po’ strano ma lo faccio perché voglio aiutare Marcus ad imparare l’italiano. Lui ci sta mettendo molto impegno,anche se non capisco tutta questa passione per l’italiano,non è una lingua così bella” il cellulare di Franziska squillò: era un messaggio di Marcus in cui scriveva che era riuscito a farsi dare le meritate ferie e che venerdì sarebbe venuto a trovarla “Evviva,come sono felice” disse la ragazza,stava esplodendo di gioia “Almeno tu lo sei” pensò Silvy tenendoselo per se,non voleva rovinare un momento così bello alla sua migliore amica. Il tempo in più che avevano lo passarono a chiacchierare al tavolo della cucina, così le due ragazze dovettero sbrigarsi per vestirsi: Franziska indossava già la divisa ma Silvy,che non aveva certo avuto il tempo di prendere i suoi vestiti dall’armadio,dovette farsi prestare abiti e trucco dall’amica; la muta era già nell’armadietto del Palablù. Una volta arrivata sul posto di lavoro,Frank ed il resto della scorta controllarono minuziosamente il camerino e le tribune; Leo era già a bordo vasca. Un abbracciò ed un bacio sulla guancia fu il loro saluto: non avevano più parlato di quel caldo incontro,anche se Leo avrebbe tanto voluto approfondire l’argomento capiva che quello non era per niente il momento giusto per chiedere a Silvy di mettersi con lui ma una cosa la doveva fare. Prese da parte Silvy,la guardò negli occhi e cominciò a parlarle: la sua voce usciva calda dalle sue labbra e cercava il modo più semplice per riferirle quella che doveva essere una conversazione avuta poco prima con il capo del personale “Lui si preoccupa per te come tutti noi; non vorrei che ti accadesse qualcosa o che la situazione incidesse sulla tua rendita al lavoro o sulla tua salute. Quello che sto dicendo è che lui ti propone un periodo di riposo finché tutto non torna alla normalità per evitare anche che quei tizi ritornino e facciano del male ai visitatori; penserei io a tutto”. Silvy cambiò espressione,facendosi seria e minacciosa “Digli pure che io non intendo,per nulla al mondo,abbandonare il mio posto di lavoro. Se avete paura per la mia salute,sappiate bene che venire qua e fare il mio dovere è l’unica cosa che non mi manda fuori di testa. Per la sicurezza il capo non si deve preoccupare perché la polizia ha incrementato la sorveglianza,sia con uomini sia con le telecamere ma non credo siano così scemi da sparare in mezzo alle persone alla cieca o lo avrebbero già fatto quando hanno tentato di rapirmi” le sue ultime parole erano al limite delle grida. Guardò Leo per un istante,si era spaventato della sua reazione,non l’aveva mai vista così decisa dal giorno in cui posò gli occhi su di lei; Silvy invece,si accorse che il suo tono era stato troppo brusco ed ingiusto verso il ragazzo,lui non se lo meritava “Scusami,io non ce l’ho affatto con te ma…la mia vita mi sta sfuggendo dalle mani,mi sento inutile e non faccio altro che scappare. Per questo voglio stare qui,voglio fare qualcosa e non voglio restare da sola ad aspettare la morte” di nuovo cambiò espressione,sembrava un cucciolo abbandonato “Ho capito,dovevo immaginarlo. Ti dirò la verità,quello che ti ho detto prima non me lo ha detto il capo;è stata tutta una mia idea. Io mi preoccupo per te,vorrei solo che tu sia al sicuro ma…se questo significa farti impazzire preferisco che tu corra il pericolo” disse Leo pentendosi delle sua parole,forse aveva lasciato parlare troppo il cuore “Non preoccuparti,me la caverò: ho due uomini grandi e grossi pronti a proteggermi”disse e gli accarezzò i capelli,facendolo quasi eccitare,ma l’idillio fu interrotto da Frank per ricordare loro che tra poco sarebbe iniziato lo spettacolo. Nelle sue parole,Silvy notò un tono di seccatura,o forse gelosia; Leo invece,probabilmente per istinto maschile,sentiva che c’era qualcosa di strano in lui che lo faceva sembrare una minaccia piuttosto che un alleato. La giornata trascorse molto velocemente,in un modo che Silvy avrebbe potuto associare alla normale routine,se non fosse stato per le guardie del corpo che la sorvegliavano in quasi tutte le sue azioni anche quando era a casa di Franziska,ma ormai anche avere quei due accanto era diventata un’abitudine e lei imparò a non farci più caso così arrivò presto il venerdì.

   

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Capitolo 6
*** Venerdì. ***


Quel giorno Franziska si era svegliata piena di gioia e di energia,sembrava un albero in primavera, e non si poteva non notare la sua felicità tanto che anche Silvy fu partecipe della sua felicità e la aiutò a scegliere gli abiti adatti per la serata; in borsa inoltre,aveva portato pettine,trucchi e profumo. Non sapeva a che ora e dove avrebbe visto Marcus,sapeva solo che era una sorpresa,poi lo vide salire su una delle barche della giostra: il suo cuore si riempì di felicità a tal punto che stava quasi per scoppiare;avrebbe tanto voluto lasciare la postazione per gettarsi tra le sue braccia,ma dovette contenersi e limitarsi a rispondere al saluto con un occhiolino,sperando di non aver rivelato ai turisti quel suo momento di gioia incontenibile. In quello stesso istante,Silvy ricevette un messaggio dall’amica che la avvertiva dell’arrivo di Marcus accompagnato da molti cuoricini e da uno smiley sorridente “La giornata si prospetta interessante” si disse Silvy non appena lesse il messaggio sul cellulare quando andò a ricambiarsi per la pausa pranzo,accompagnata come sempre dalle due guardie del corpo e,questa volta,anche da Leo per far compagnia al ragazzo di Franziska.

Dopo i saluti,il gruppo si sedette ad uno dei tavoli della “Locanda del Corsaro nero” mentre le guardie del corpo si sedettero al tavolo dietro al loro per gustare il loro pranzo “Non si sono più fatti vedere gli uomini che ti hanno messo a soqquadro casa?” chiese Leo,quasi incurante del fatto che ci fosse Marcus ad ascoltare,infatti Silvy glielo fece notare con un’occhiataccia “Non lo guardare così,mi sono permessa di dirgli cosa è successo quella volta – disse Franziska,poi le sussurrò all’orecchio – ma sta tranquilla,la sua bocca resterà cucita e non ho voluto dargli ogni dettaglio” “No Leo,fortunatamente ancora no. Ma non si fermeranno di certo,forse pensano davvero che io sappia qualcosa o che lui mi abbia mandato dei file segreti con le e-mail; ma devo ancora recuperare il mio computer,se è ancora  a casa mia,altrimenti dovrò sperare che non abbiano preso la chiavetta usb con dentro tutto quello che ho copiato da quando il pc ha iniziato a darmi problemi. Devo farmi coraggio e vedere se ci può essere qualcosa di utile. L’ispettore pensa che i codici del computer di Thomas,quello che ne è rimasto,siano dei riferimenti a vari progetti segreti e ad attentati tra agenti segreti” rispose Silvy,il suo sguardo ancora perso nei suoi pensieri e spaventata dai ricordi “Ma la polizei non…contatta agenti…to stop this kind of war?” domandò Marcus nel modo migliore che sapeva fare,certe volte odiava dover finire le frasi italiane in inglese o nella sua lingua madre “Accidenti,per capirti ci vorrà un’interprete che conosca il marcusese – disse Leo ridendo – ma da che paese vieni scusa? Comunque,a parte gli scherzi,non credo che la situazione di rapporti tra i vari dipartimenti di polizia sia così rosea come ce la fanno sembrare; se vai ad investigare puoi vedere che si uccidono tutti con veleni ed armi di ogni sorta,basta guardare il telegiornale per pensarci” “Queste sono solo cose da film. Il problema vero è che la nostra Silvy conosceva questa persona ed adesso è lei ad essere in pericolo,anzi,dal momento che siamo amici suoi anche noi siamo nella stessa situazione. Io correrò il rischio – si rivolge a Leo,il suo sguardo poteva essere paragonato a quello di un’arpia – e per quanto riguarda la tua incapacità di capire quello che dice il mio ragazzo a me non me ne frega niente ed è un problema solo tuo”.
La risposta di Franziska fu così acida che Leo ribatté,sembrava stessero giocando ad una partita di tennis “Si certo,a te importa solo che sappia parlare bene a letto vero? Cos’è quelli di qua non ti hanno soddisfatta? Tanto me lo farò raccontare domattina da Silvy,gli hai dato la camere vicino alla tua vero?” a quella risposta,Marcus chiamato in causa si alzò di scatto dalla sedia e,con tono minaccioso,si rivolse a Leo in un italiano perfetto “Attento a come parli amico,io Franziska l’ho presa perché la amo davvero non per il suo fisico,e non ti preoccupare che so parlare benissimo a letto” Franziska non poté sopprimere una grossa risata e dovette intervenire Silvy per decretare la “fine dell’incontro”(con la vittoria di Marcus) “Calma ragazzi,sappiamo che siete bravi;la vostra fama vi precede. Ora sarà meglio che torniamo al lavoro,il pubblico ci aspetta. Non preoccuparti per stanotte Franziska,io dormo con i tappi alle orecchie,oppure andrò a parlare con la mia scorta” a quelle parole,Leo divenne pallido ed alzandosi vide Frank che sembrava stesse sogghignando come un gatto che ha appena catturato un topo.

 

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Capitolo 7
*** Sopralluogo ***


Il giorno seguente,nella sua giornata libera,Silvy chiese a Frank e all’altra guardia del corpo di accompagnarla fino al suo appartamento per recuperare il computer,o quello che ne era rimasto mentre Franziska era fuori con Marcus. Aperta la porta davanti a loro,si presentò uno scenario inquietante: le pareti del corridoio erano intrinseche del sangue di Robert,morto durante lo scontro, ed erano scheggiate dai proiettili;le vetrate di porte e finestre erano in frantumi,i vetri erano sparsi dappertutto; i soprammobili erano rovesciati e seriamente danneggiati,così come le sedie ed i mobili; nel punto in cui c’era il cadavere di Robert,ora si trovava una sagoma fatta con il gesso bianco per marcare la posizione in cui lo avevano trovato,ogni possibile prova era circondata da un segno bianco e numerata.
Silvy rimase senza fiato a quella vista,la casa dei suoi sogni per cui aveva tanto faticato adesso era distrutta e chissà se avrebbe mai potuto rimetterci piede; solo gli occhi riuscirono a manifestare il dolore piangendo lacrime amare. Entrata in quello che avrebbe dovuto essere il piccolo salotto,si chinò e raccolse una fotografia: era una vecchia fotografia in cui c’era lei ed i suoi genitori davanti al Palablù in una giornata di vacanza;cercò di ripulirla dalla polvere e la tenne stretta tra le mani dopo aver avuto da Frank il permesso di tenerla “Per noi non è importante” aveva detto lui “Ma lo è per me” rispose lei,i suoi occhi a Frank sembrarono quelli di un cucciolo abbandonato.

Oltrepassò alcuni detriti e si ritrovò nella camera: il letto era,ovviamente, disfatto;la coperta di pizzo bianco era stata sporcata con le impronte delle scarpe,lo specchio sul comò venato in più punti. Dopo una piccola ispezione,Frank la raggiunse “Hai trovato qualcosa? – le chiese – dobbiamo sbrigarci. Questo non è un posto sicuro,altri potrebbero venire per prendere quello che cerchiamo noi” “Credo che però abbiano già preso il mio computer,non lo trovo da nessuna parte. Mi fa così male vedere la mia casa ridotta così,ma hai ragione mi devo dare una mossa. Non posso mettere radici qui,spero non abbiano trovato la mia pen drive o non avremo più nulla” rispose Silvy,era preoccupata ma si dette coraggio ed iniziò a cercare,sperando di ritrovare il suo prezioso tesoro.

Mentre lei continuava le ricerche,Frank rimase un po’ a fissarla; dalla prima volta che aveva posato gli occhi su di lei,qualcosa era scattato in lui ed il suo sentimento cresceva ogni minuto che restava con lei,ma sapeva di non poterglielo dire altrimenti per ragioni di regolamento avrebbe dovuto rinunciare all’incarico e perderla. Dopo qualche minuto,Silvy gli mise davanti agli occhi la sua pen drive “Fortunatamente è finita sotto i vestiti,nell’armadio. Questo è tutto ciò di cui abbiamo bisogno,il mio vice computer. Chiederò a Franziska di poter usare il suo computer e poi la porterò dall’ispettore” il suo viso era di nuovo gioioso “Bene,adesso andiamo” rispose Frank assumendo la sua espressione seriosa di sempre. Salirono nell’auto non appena usciti dal palazzo e durante il tragitto Frank e le altre due guardie osservarono attentamente tutto ciò che li circondava come se aspettassero un attacco da lì a pochi secondi. E,infatti,una moto di grossa cilindrata li affiancò: sopra c’erano due uomini,con il volto coperto dal vetro oscurato del casco. I due motociclisti intimarono l’alt,il passeggero prese un fucile e puntò; Frank,che era alla guida,accelerò bruscamente mentre l’altro agente spinse la testa di Silvy verso il basso e prese la pistola con l’altra mano; il battito dei loro cuori batteva così forte che quasi si legava al rombo di motore della macchina.

Sempre più veloce,serpeggiando tra le macchine,la moto continuava inesorabile il suo inseguimento: volevano la ragazza e avrebbero fatto di tutto per averla; Frank non sapeva cosa fare per fermarli così decise di proseguire per la gardesana sperando di trovare meno traffico ed una più facile via di fuga. I due uomini continuarono ad accelerare,fino ad affiancare la macchina; l’uomo seduto dietro riprese la mira ed iniziò a crivellare la fiancata della macchina; Silvy urlò per la paura mentre Frank assunse improvvisamente un’espressione di dolore e stizza,un proiettile lo aveva raggiunto alla gamba. Con grande fatica,Frank riuscì a mantenere il controllo della vettura e,con una sferzata,colpì la moto che perse il controllo e finì fuori strada; finalmente erano riusciti a liberarsi dei  loro inseguitori,ma Frank stava perdendo molto sangue ed aveva necessità di immediate cure mediche. Fermarono l’auto,l’altra guardia del corpo prese il volante e Frank fu posto sui sedili posteriori con la testa sulle gambe della ragazza; con un filo di fiato si rivolse a Silvy “Mi dispiace,ho fatto quello che ho potuto e per un po’ non potrò starti vicino. Ma sono contento di stare tra le tue braccia,anche nella peggiore delle possibilità” e chiuse gli occhi,perdendo ogni contatto con la realtà,sempre sorvegliato da Silvy che,stupefatta dalle sue parole,lo lasciò fare anche se sapeva benissimo che in casi come quello lasciare che il ferito chiudesse gli occhi era una pessima idea.

In poco tempo la macchina raggiunse l’ospedale di Desenzano,dove Frank fu operato d’urgenza per estrarre il proiettile mentre Silvy fu riaccompagnata a casa di Franziska assistita dai suoi amici e dalla guardia del corpo rimasta illesa. Le parole fluirono come acqua dalle labbra di Silvy mentre raccontava dell’accaduto,da quello che aveva visto a casa sua fino alla sparatoria,chiese poi a Franziska di poter utilizzare il suo computer e lei,naturalmente,acconsentì. La tazzina del caffè tra le mani,il pensiero di Frank e del pericolo che aveva corso,fecero desiderare a Silvy un po’ di solitudine, così si rifugiò sul balconcino dove poteva riflettere da sola con la compagnia delle acque del lago; solo quando vide il sole abbassarsi all’orizzonte si accorse delle ore trascorse all’ospedale,da lontano si vedevano già le luci del parco.

La sua mente era satura di pensieri: i fatti della mattina e la doppia vita di Thomas;la polizia aveva finalmente esaminato tutti i dati trovati nel computer di Thomas che,a differenza del suo,non era stato portato via ma non avevano trovato nient’altro di importante oltre a quello che già le aveva detto l’ispettore, anche se era molto più di quanto si aspettasse, sicuramente perché lui aveva già cancellato tutto quello che doveva essere nascosto ai suoi nemici o a chiunque fosse venuto in possesso del pc. Non le rimaneva che leggere il contenuto della pen-drive;il pensiero di rileggere quelle conversazioni non le piaceva,ma sapeva di doverlo fare perciò accese il computer ed aprì i suoi file per iniziare poi a rileggerli uno ad uno. Trascorse circa un’ora e mezzo prima che lei arrivasse a leggere le loro ultime parole,lesse più volte ogni singola parola ma non trovò niente se non quando si collegò con Internet alla sua posta e si accorse di un messaggio con mittente sconosciuto mandatole proprio il giorno della morte di Thomas e che non aveva ancora letto: parlava di un piccolo tesoro tenuto presso la banca nazionale di Sirmione, intestato ad un certo Tommaso Righetti, che Silvy suppose trattarsi di alcuni risparmi messi da parte sotto altro nome per difenderli da qualche parente avvoltoio,se fosse stata di Thomas;pensò che la mai fosse stata mandata all’indirizzo sbagliato,ma in fondo il mittente faceva esplicito riferimento a lei. Considerando allora l’ipotesi che questo tesoro non consistesse in denaro,ma in documenti da tenere all’oscuro da altri che non fossero i parenti,ritenne che quella fosse la pista giusta da dove ricominciare.

 

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Capitolo 8
*** Alla banca. ***


Aspettò impaziente il sorgere dell’alba distesa sul letto,incapace di dormire con l’adrenalina che di nuovo entrava in circolo;poi aspettò che tutti si svegliarono e dopo aver fatto vedere il contenuto della mail alla guardia del corpo telefonò all’ispettore che non si fece attendere più del necessario,accompagnato da un agente. Dopo avergli fatto leggere la sua scoperta,si diressero in banca e parlarono con il direttore che dopo l’accertamento dei documenti avviò le dovute procedure ed infine consegnò loro una cassetta di sicurezza al cui interno c’erano dei fogli: progetti per l’installazione di un radar e la costruzione di alcune armi da installare in alcune zone montuose tra cui anche le coste del lago,sulla costa bresciana a difesa dell’Europa da un possibile attacco futuro dei paesi dell’est o islamici “Ecco cosa cercavano: la vittima sicuramente doveva consegnare questi progetti agli agenti italiani,ma vistosi seguito e temendo che finissero in mani nemiche li ha nascosti qui. Non avendoli trovati nel suo appartamento a Colombare,hanno pensato di ucciderlo credendo di trovarglieli addosso ma,per loro sfortuna,quel giorno c’era una testimone. E’ per questo motivo che le danno la caccia signorina: pensano ci sia stato un passaggio di documenti” disse l’ispettore “E’ un bel pasticcio. Cosa ha in mente di fare adesso?”chiese Silvy,cercando di nascondere la preoccupazione dietro ad un velo di indifferenza;l’ispettore rifletté per qualche istante prima di rispondere “Prima di tutto andremo alla centrale per far leggere questi documenti ai nostri esperti,poi contatteremo le persone giuste cui consegnarli”.

Una volta uscito dalla banca, il gruppo si diresse verso la macchina ma improvvisamente fu circondato da tre vetture che aprirono uno scontro a fuoco. La guardia del corpo e l’altro agente presero la ragazza e la spinsero contro un furgoncino parcheggiato,mentre l’ispettore cercava di rispondere al fuoco. I proiettili cadevano a terra come frecce,la gente per strada iniziò subito ad urlare e scappare in tutte le direzioni cercando un rifugio sicuro,ma in quel caos non si riusciva a distinguere più nulla ed anche trovare rifugio diventava difficile. Silvy tremava per la paura e non capiva cosa stava succedendo perché il furgoncino le impediva di vedere,così fece capolino guardando da sotto il furgone ed i suoi occhi strabuzzarono nel vedere l’ispettore cadere a terra in una pozza di sangue,ferito a morte da un proiettile che gli aveva perforato il cranio;non poteva creder a quella scena: un’altra persona era stata uccisa per lei. In un attimo di lucidità,pensò subito ai documenti,custoditi nella giacca dell’ispettore: dovevano essere recuperati in fretta,ma doveva trovare il modo perché uscire di lì significata essere uccisa. La ragazza attese qualche istante,mentre l’agente e la guardia del corpo erano usciti allo scoperto per cercare di fermare gli aggressori, poi,chinata come un marines,strisciò verso il corpo dell’ispettore; le venne qualche conato di vomito quando vide il foro che il proiettile aveva fatto nel cranio del morto. Lo fissò,i suoi occhi ormai privi di luce sembravano guardarla a loro volta e chiederle pietà,abbassò velocemente lo sguardo,frugò nella tasca dove trovò i documenti contenuti in una cartella di plastica ed indietreggiò piano,fin quando una mano la afferrò alle spalle e la atterrò. Urlò e si dibatté,calciando fin quando si accorse che era un poliziotto accorso in suo aiuto. La situazione stava peggiorando perché ora allo scontro si erano venuti ad aggiungere anche i poliziotti di ronda nelle strade; uno di questi fece salire Silvy sull’auto ed insieme scapparono a tutta velocità. In quella sparatoria erano rimasti uccisi l’ispettore ed alcuni degli aggressori che si dimostrarono essere più del previsto; gli agenti intervenuti erano rimasti feriti mentre il resto degli assalitori era fuggito,così le dissero in seguito.

Quando arrivarono al pronto soccorso Silvy fu medicata assieme agli altri agenti:aveva riportato solo lievi escoriazioni,ma era sconvolta. Il suo corpo le doleva ugualmente come se un tir le fosse passato sopra e nella confusione si era dimenticata dei documenti che custodiva gelosamente tra le mani,salvi grazie alla cartella che li richiudeva. Cominciò a chiedersi chi fosse venuto a conoscenza della visita alla banca,chi sapesse che in quel luogo si potessero trovare indizi utili. Di punto in bianco,decise di tenere per sé il ritrovamento dei documenti e quando la polizia la interrogò,raccontò che la cassetta di sicurezza non conteneva niente,disse che qualcuno ne aveva già prelevato il contenuto,invece erano nella borsa della ragazza; fortunatamente la guardia del corpo e l’agente che era venuto assieme all’ispettore le tennero il gioco,sebbene questo andasse contro il loro codice. Silvy aveva iniziato a temere che nella polizia ci fosse qualcuno che stava facendo la talpa e che voleva la distruzione dei progetti; ritornò a casa di Franziska non appena uscì dalla centrale. Durante il viaggio nulla sembrava che fosse stato turbato dagli ultimi avvenimenti: il lago riposava,le persone passeggiavano lungo le sue rive ed il sole continuava a riscaldare i turisti che si tuffavano nelle piscine dei loro alberghi. Il traffico scorreva velocemente ed in pochi minuti arrivarono sotto la torre scaligera di Sirmione; entrando in casa,la ragazza fu accolta a braccia aperte dall’amica. Fecero una lunga chiacchierata ma Silvy,come fece alle centrale di polizia,tralasciò di dirle della scoperta fatta nella banca perché non voleva che anche lei fosse coinvolta. I pochi giorni che seguirono passarono fortunatamente senza complicazioni,purtroppo il tempo a disposizione di Marcus era scaduto così Silvy e Franziska decisero di preparare una bella cena di arrivederci a base di pesce e come dessert Franziska mise tutta se stessa nel preparare il dolce preferito da Marcus: la foresta nera con le ciliegie fresche “Così mi vizi cara,dovrò fare una doppia seduta in palestra. Wunderbam ” disse Marcus. Una volta finita la cena,Franziska accompagnò Marcus all’aeroporto; Silvy invece decise che quella sera sarebbe andata a dormire prima del solito,era stata una giornata pesante e necessitava di riposo soprattutto perché,il giorno seguente,doveva tornare al lavoro. Franziska la seguì non appena tornata a casa.

Si fece presto giorno,la sveglia destò le ragazze dal loro sonno con i suoni della natura; si fecero una rapida doccia,si prepararono e via in macchina per raggiungere il parco. Lungo il tragitto,Silvy ripensò ai documenti che ancora teneva con se e a dove avrebbe potuto nasconderli;doveva assolutamente trovare un posto lontano da occhi indiscreti ma che avrebbe potuto sorvegliare con facilità. Non aveva ancora avuto l’occasione di leggerli,sapeva solo quello che le aveva detto l’ispettore dopo una sua rapida occhiata poco prima che fosse ucciso; Silvy provò pena per quell’uomo che non meritava una fine così indegna,lei stessa si riteneva baciata dalla fortuna per essere ancora viva e,soprattutto,per aver trovato degli uomini disposti a tutto pur di proteggerla. Una volta arrivate al parco,la ragazza ricevette una visita molto gradita:Frank,dimesso dall’ospedale e sopraggiunto per riprendere il suo compito,anche se ancora accusava dell’incidente; Silvy non poté fare a meno di abbracciarlo,felice di rivederlo in salute e di essere di nuovo sotto la sua protezione. Subito Frank le comunicò che,nel pomeriggio,si sarebbe svolto il funerale per l’ispettore,ma lei non avrebbe potuto parteciparvi per la sua incolumità; questo dispiacque molto a Silvy che,mentre si cambiava il vestito con la muta,mandò un saluto a quell’uomo tra sé promettendo di andare a visitare la sua tomba e quella degli altri agenti morti una volta che tutta la storia fosse finita. Avrebbe voluto raccontare a Frank del ritrovamento dei documenti,di lui si fidava,ma il lavoro la stava chiamando perciò decise di rimandare a quando sarebbero rimasti soli.
Quando raggiunse la vasca,vide che Leo stava indossando una nuova muta,ormai quella di prima si era allargata e consumata dal troppo uso, che metteva in risalto il suo fisico atletico e dal quale la ragazza non riusciva a staccare gli occhi di dosso. Lo spettacolo andò molto bene,i delfini eseguirono alla perfezione ogni esercizio; a quanto pare non sembrarono influenzati da Silvy che,nel suo profondo,temeva che qualcuno del pubblico fosse in realtà una spia pronta ad ucciderla ma fortunatamente Frank era tornato apposta per lei e questo la faceva sentire più sicura. Frank,da parte sua,continuava a guardarla con ammirazione; ormai era palese che provasse qualcosa per lei,ma tra loro due c’era sempre quel Leo che continuava ad attirare la sua attenzione ed aveva il vantaggio di potersi porre a lei senza dover seguire un protocollo.

Una volta finito il primo turno di spettacoli,Silvy andò nel suo camerino per cambiarsi quando qualcun bussò alla porta,era Leo “Sono felice di vederti allegra,dopo tutto quello che ti sta succedendo,aveva ragione quando dicevi che stare qui non poteva farti altro che bene. Se però penso a tutto quello che ti è successo…pensavo di non vedere più il tuo sorriso e le tue…” disse il ragazzo,poi si fermò e si avvicinò: non riusciva più a parlare,incapace di trattenere la sua voglia di starle vicino,di abbracciarla così le mise delicatamente le mani sulle braccia guardandola negli occhi sperando che questo bastasse a farle capire quanto la desiderasse e poi,la baciò. Fu un bacio lungo e appassionato,tanto che anche il tempo decise di fermare le sue lancette; Silvy in un primo momento tentò di resistergli,poi ogni sua barriera cadde. Le loro mani si accarezzavano dolcemente;il vestito cadde per terra facendo rimanere Silvy con il solo completo intimo,mentre le loro bocche continuavano a cercarsi; Leo si tolse la camicia scoprendo il suo torace muscoloso ed i due corpi vennero a contatto,ma il tempo riprese a scorrere e qualcun altro bussò alla porta “Tutto bene là dentro? Sei pronta Silvy,o devo entrare dentro a darti una mano? La tua amica ci sta aspettando” la voce era quella di Frank,che origliando aveva sentito Leo entrare nello spogliatoio poi,non sentendo più alcuna voce, aveva deciso di intervenire ma la risposta non si fece attendere “Sto uscendo Frank,stavamo solo guardando insieme il programma de l prossimo spettacolo” disse Silvy ricomponendosi velocemente e tirando fuori dalla borsa il foglio con il programma per rendere la scusa più credibile,poi aiutò Leo a rivestirsi. Quando uscirono,la ragazza fece un sorriso imbarazzato a Frank e gli sventolò sotto il naso il programma spettacoli,mentre Leo lo guardò fisso ed esclamò “Già tornato? Sei sicuro di essere guarito? Qualche giorno in più all’ospedale non ha mai fatto male a nessuno” e se ne andò un po’ incazzato.

La pausa pranzo con Franziska fu meno dialogata del solito poiché Silvy continuava a pensare a quello che era successo nel camerino,non sapeva a quali conseguenze avrebbe portato quel bacio soprattutto perché lei non sapeva quello che provava per Leo; in una vita passata a giocare più con i maschi che con le femmine non aveva mai pensato a come si sarebbe accorta di considerare un uomo più che un semplice amico,non ora che c’era anche Frank. Dopo gli spettacoli del pomeriggio,Leo sperava di poter rimanere da solo con Silvy,ma la continua presenza di Frank lo disturbava e di questo la guardia del corpo ne era assai compiaciuta soprattutto adesso che aveva capito che il suo rivale in amore stava iniziando a tirare fuori le sue carte. Quando tornarono a casa,le ragazze fecero una cena leggera poi Franziska si ritirò sul balconcino per chattare con Marcus,lasciando soli Frank e Silvy; fu allora che lei ne approfittò per parlare a Frank del materiale trovato alla banca e del suo sospetto di un infiltrato nella polizia. Frank rimase esterrefatto dal racconto e prese in considerazione che la ragazza avesse ragione sulla possibilità dell’esistenza della talpa “E molto probabile,soprattutto constatando il fatto che le aggressioni come quelle alla banca hanno seguito di poco la scoperta”. Silvy stava in piedi davanti a Frank,non riusciva a stare ferma, e lui la osservava attentamente rapito dalla sua bellezza; dopo pochi secondi agì: in un momento di distrazione di Silvy la prese fra le braccia e la baciò. Silvy non sapeva che fare,presa così alla sprovvista per la seconda volta,ma come nella mattina sentiva nel suo cuore qualcosa che la portò a ricambiare il bacio attraverso cui avvertiva il trasporto ed il desiderio di Frank di averla,di fare l’amore con lei. Cominciò a toccarla,sciolse il nastro che le legava i capelli ed una cascata dorata cadde sulle sue spalle;le mani di lui le accarezzarono il viso,i capelli e poi scesero lungo le spalle e sul suo seno.
Silvy si lasciò accarezzare,trasportava da un desiderio che non sapeva descrivere: non riconosceva se il desiderio che provava fosse gratitudine,protezione oppure se fosse qualcosa di più profondo ma questo le piaceva. Frank le sussurrava parole dolci all’orecchio,le dichiarò il suo amore sebbene sapesse di violare moltissime regole del protocollo ma non gli interessava; la portò in camera sua, la sdraiò e continuò a baciarla. Silvy e Frank si lasciarono andare alla passione,incuranti del fatto che Franziska avrebbe potuto bussare da un momento all’altro. Stavano facendo l’amore quando la porta si spalancò ed apparve l’altra guardia del corpo che guardò Frank con occhi terrorizzati poco prima di cadere a terra come un burattino senza fili; alle sue spalle comparvero tre uomini,uno di loro teneva per i capelli Franziska che piangeva terrorizzata ed implorava pietà “Cosa abbiamo qui?Ti stavi divertendo un po’ Frank? Che ne dici se ci divertissimo noi con la tua puttana?” disse l’uomo più alto con un accento russo mentre Silvy e Frank cercavano i loro indumenti per coprirsi,sperando che quello non mettesse in atto le sue parole. Fu poi l’uomo che teneva in ostaggio Franziska a rivolgersi a Frank, anche lui aveva un accento russo “Dobbiamo parlare di cose molto serie e fareste bene a dirci subito tutta la verità, altrimenti questa morirà – si rivolse poi a Silvy – quanto a te è meglio che ti vesta leggera perché prima di ammazzarti giocherò un po’ con te. Potresti iniziare a riaprire la cerniera dei pantaloni,o toglierti il reggiseno decidi tu per me è lo stesso”,il terzo intruso non proferiva parola,sembrava che fosse venuto solo ad assistere. “Maledizione,non avrei dovuto distrarmi; devo pensare in fretta a come salvarci tutti e tre – pensava Frank – e poi non permetterò mai a quei bastardi di mettere le mani sulla mia donna”. Vennero portati in cucina e fatti sedere sulle sedie “Allora – cominciò l’uomo più alto – immagino che sappiate perché siamo qui. Vogliamo quello che avete preso in quella banca,qualunque cosa sia fosse anche merda,forza dove è? – si avvicina a Silvy,terrorizzata,poi le da uno schiaffo in faccia – parla,sporca puttana” “Non la toccare” urlò Frank. L’altro uomo,con un tono più tranquillo ma non per questo meno spaventoso,disse “Calmi,se però lei o lui non vogliono parlare,forse potrebbe farlo questa signorina qui - riferendosi a Franziska,iniziando poi ad accarezzarle la guancia con la lama del coltello – è tenera come il burro ammorbidito, sarebbe un peccato rovinare una pelle così ben curata,così attraente”. Silvy non poteva permettere che fosse fatto del male all’amica,così prese parola “Non c’era niente nella cassetta di sicurezza,nemmeno l’aria. Era una falsa pista” “Come posso credere che questa non sia una falsa pista? In fondo io non ero là dentro con voi,nemmeno il direttore da quanto mi ha detto; ma di lui mi fido: continuava a ripeterlo anche dopo che gli avevo mozzato due dita” disse facendo il segno del taglio sulla sua mano; fece poi cenno agli altri due di cercare per casa : quelli spostarono  mobili;ruppero cassetti,vetrine e si spostarono nelle varie stanze lasciando l’altro uomo da solo. Frank non distolse lo sguardo dall’intruso,osservando ogni suo respiro e in un momento di distrazione ne approfittò per colpirlo ai genitali,l’uomo si piegò in due dal dolore e prima e Frank ne approfittò per sferrargli un secondo calcio in faccia,lasciandolo tramortito a terra. Uno dei suoi compagni,sentendone i lamenti,corse in suo aiuto ma Frank lo accolse colpendolo varie volte con la sedia fino a che anche lui rimase a terra privo di sensi; mentre Frank stava legando i due con del nastro isolante,Silvy urlò vedendo arrivare il terzo aggressore che non esitò a colpire Frank al volto iniziando una dura colluttazione tra i due uomini che si picchiarono pesantemente,facendo uscire alcune gocce di sangue a quasi ogni colpo scagliato; Silvy e Franziska intanto si erano andate a rifugiare nella stanza accanto,inginocchiate a terra; Silvy guardava la scena mentre Franziska si era messa le mani alle orecchie per non ascoltare e teneva la testa sulla scapola di Silvy. Nell’altra stanza i due contendenti continuarono lo scontro senza darsi mai il tempo per studiarsi,poi si sentì uno sparo quando entrambi caddero a terra; le due ragazze rimasero immobili,quasi non respiravano.
Frank e l’altro uomo si alzarono in piedi dopo pochi secondi come se nulla fosse successo; l’aggressore accennò ad un mezzo sorriso,era lui che aveva la pistola in mano ma cadde riverso a terra dopo aver tentato qualche passo verso Silvy e Franziska; l’aggressore aveva preso la pistola dalle mani di Frank, ma solo dopo che quest’ultimo gliel’aveva presa per sparargli. Silvy corse fra le braccia di Frank e lo baciò,sotto lo sguardo incredulo di Franziska che rimase impressionata forse più da quello che aveva visto che dalla brutta esperienza appena passata “La mia povera casa” poté solo dire la ragazza “Pagherò io tutti i danni,in un paio di giorni sarà tutto a posto” rispose Frank,ma da quell’istante Franziska iniziò a percepire,come Leo, dell’antipatia nei confronti della guardia del corpo.

Dopo  alcuni minuti dalla centrale arrivarono il nuovo ispettore con degli agenti ed un’ambulanza,per la guardia del corpo che fortunatamente non era ancora deceduta,anche se non aveva avuto la stessa  abilità di Frank nel corpo a corpo e che non avrebbe potuto riprendere servizio per molto tempo; per quanto riguarda gli aggressori invece,furono subito portati in prigione in attesa di interrogarli. Dopo che Frank ebbe presentato Silvy al nuovo ispettore e sicuro di essere rimasto solo con la ragazza, le chiese dove avesse nascosto i documenti che gli agenti russi non erano riusciti a trovare nonostante la ricerca serrata. La ragazza lo guardò e,sussurrandogli all’orecchio,gli disse che erano nascosti in un luogo custodito da due agenti molto speciali : i suoi adorati delfini Peter e Susy; Frank non poteva credere a quelle parole: dei documenti segretissimi e della massima importanza erano stati nascosti,chissà come e dove, nella vasca dei delfini del Palablù visibili e invisibili a tutti “Non solo bella e attraente,ma anche intelligente e furba” pensò la guardia del corpo,poi si avvicinò a Silvy e le disse “Prima,a causa dei miei sentimenti e del mio desiderio di averti,ho rischiato di farci uccidere; se mi fossi trovato al mio posto,mi sarei accorto della loro intrusione e nessuno si sarebbe fatto male. Devo trattenermi nei tuoi confronti,anche se questo sarà molto doloroso per me,almeno finché questa storia non sarà finita e se tu mi vorrai. Se sarà così,e lo spero,sarò ad aspettarti; so che provi qualcosa per me perché ho sentito il tuo desiderio di avermi ma so anche che nel tuo cuore e nella tua testa c’è un altro uomo,più giovane ed attraente di me. Spero che tu riesca a fare chiarezza nel tuo cuore e che fino ad allora non faccia più l’amore con nessuno dei due,me compreso”. Con un nodo alla gola,Silvy gli rispose “Frank…io,non so cosa mi stia succedendo ultimamente; non mi sono mai comportata a questo modo. Sono così confusa,sento una forte attrazione nei confronti di Leo,per la sua bellezza ed il suo carisma ma… quando sto fra le tue braccia e vedo la tua maturità,provo qualcosa che non so se sia affetto o di più visto che siamo finiti a letto insieme ma puoi star certo che se non ci avessero interrotti mi sarei concessa del tutto a te,prima” “Non dire così,sennò finisce che prendo fuoco. Ricorda le mia parole,ti prego non concederti a quel Leo finché non sarai certa chi vorrai di noi due: lui è un adulatore e ci sa ben fare”. Con queste parole,Frank lasciò la stanza e si rifugiò sotto la doccia.

Franziska invece,ora che si era calmata,si avvicinò all’amica e le sussurrò all’orecchio “Ma sei diventata matta? – Silvy rivolse i suoi occhi verso di lei e le narrò l’accaduto – cosaaaaa? Tu a letto con Frank? Saltargli al collo e baciarlo a quel modo? E Leo allora? Chi dei due è messo meglio,chi ci sa fare di più?”. Sbalordita dalla piega che avevano preso le domande dell’amica Silvy decise di non risponderle,non avrebbe saputo cosa dirle,ma si limitò ad alzare entrambi i pollici in segno di numero uno “Sono eccellenti tutti e due dici? I soliti culi,e adesso chi sceglierai?”. Silvy si dimostrò dubbiosa,purtroppo era presa tra due fuochi ed era tirata da entrambe le parti in ugual modo;aveva bisogno di tempo per decidere. Più tardi,dopo che Silvy andò a dormire una volta rimesso a posto il caos creato dall’incursione, Franziska accese il computer che fortunatamente si era salvato e si collegò alla sua posta elettronica per parlare con Marcus “Amore mio,oggi ho rischiato di morire,pensavo di non vederti più…” raccontò tutta la vicenda e la paura provata quando il russo le aveva passato la lama del coltello sulla pelle utilizzando anche le emoticons per esprimersi ancora meglio; la reazione di Marcus non si fece attendere,era veramente furente “Cosaaa? Figlio di puttana,se mi capita tra le mani lo faccio a pezzi. Se ti avesse fatto altro giuro che lo avrei inseguito fin nella sua tana anche in capo al mondo e gli avrei strappato il cuore. Nessuno può portarti via da me,anche perché non saprei proprio dove trovare un’altra bellezza come te. Ti penso sempre e mi manchi,non vedo l’ora di poterti riabbracciare; quei pochi giorni che abbiamo passato assieme sono stati meravigliosi anche se troppo pochi.” E aggiunse anche lui due smiley,uno arrabbiato e l’altro che mandava dei baci.

Il resto della serata trascorse in modo piacevole,anche se il pensiero di Silvy ripercorreva le  ultime ore trascorse: prima il bacio e la passione con Frank poi gli aggressori. Per quanto ci provasse,Silvy non riusciva proprio a dormire così raggiunse Frank sulla terrazza per ammirare il lago che allietava i loro cuori con il suo dolce moto. Era una bella serata,agosto stava finendo e la sera cominciava a rinfrescare;Silvy portò le mani alle braccia trovandole fresche e infreddolite; Frank,notando il suo gesto,le si avvicinò e pose la sua giacca sulle spalle della ragazza “Così va meglio?” le chiese “Si,molto. Ero talmente presa dal guardare il lago che non mi ero resa conto che la temperatura sta lentamente cominciando a calare,ma non te ne approfittare” gli rispose accennando una risatina. Frank non ascoltò le ultime parole di Silvy,era troppo attratto dal profumo della sua pelle così la baciò sul collo “Niente distrazioni per favore,così mi farai di nuovo perdere il controllo delle mie azioni” “Lo so,ma la tua pelle ha un profumo così buono ed è un peccato non baciarla,mi piace sentirla sulle mie labbra e so che lo vuoi anche tu” disse Frank con voce profonda mentre stringeva la ragazza più forte a se sprigionando tutto il desiderio del suo corpo ma Silvy si girò,lo guardò dritto negli occhi e ribatté “No,abbiamo fatto un patto e anche se adesso non esiterei a toglierti la giacca non intendo rompere la promessa finché non mi sarò schiarita le idee” “Giusto,avrei potuto starmene zitto e parlare dopo che avevamo scopato per la seconda volta,non prima. Vuol dire che andrò a fare un giro di perlustrazione. Buonanotte,che lo sia almeno per te perché non farò altro che pensare alla tua pelle” disse e se ne andò,lasciando la ragazza da sola con i suoi pensieri a contemplare la luna. In quella serata il satellite terrestre era visibile in tutto il suo splendore,Silvy non avrebbe mai potuto immaginare che nell’arco di un anno la sua vita sarebbe stata cambiata così radicalmente: al liceo non si era mai innamorata ne aveva mai provato interesse per qualcuno,così che i compagni di classe le avevano dato il titolo di “Regina di ghiaccio” mentre adesso il suo cuore palpitava per due uomini: il coetaneo e magnetico Leo e il maturo ed affascinate Frank; non sapeva dire quale fosse l’uomo giusto per lei e nemmeno la luna sembrava darle consiglio “Potresti almeno darmi un indizio” disse alla luna poco prima di tornare in camera da letto. Tuttavia la nottata passò molto lentamente: Silvy non riusciva a prendere sonno perché la sua testa non riusciva a scrollarsi di dosso il pensiero dei suoi due spasimanti; fortunatamente la sveglia suonò e l’inferno finì presto.

 

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Capitolo 9
*** Nuovi sviluppi. ***


Nei due giorni che seguirono,Silvy focalizzò il proprio pensiero sulla decisione che avrebbe dovuto prendere riguardo Leo e Frank perciò sul lavoro esaminava con cura il comportamento di Leo,cercando di portare alla sua mente quante più cose sapesse sul ragazzo,che cosa l’attraeva e che cosa invece non le piaceva;fece la stessa cosa nei confronti di Frank,anche se fu più difficile perché di lui sapeva ben poco. Sapeva di dover decidere in fretta,tra i due corteggiatori la tensione cresceva sempre di più e anche se la loro socializzazione non aveva mai superato la soglia dei saluti,si sentivano entrambi nemici l’uno dell’altro; soprattutto a Leo non andava giù la presenza di Frank,fin dal primo giorno lo aveva sentito come una presenza malevola “Devi sbarazzartene in fretta” le disse Leo una volta “Perché dovrei? E’ qui per proteggermi” gli aveva risposto Silvy “Da quando è qui non ti succedono altro che incidenti,non mi dà una buona impressione” “E’ un presentimento il tuo,oppure è invidia?” “Invidioso io di quello? Figuriamoci,io temo solo per la tua incolumità. Io tengo a te più di quanto tu possa immaginare” improvvisamente scese il silenzio,lui mise le mani su quelle di Silvy che lesse nei suoi occhi una sincera preoccupazione,come se Leo avesse notato qualcosa che le era sfuggito “Me la caverò,sono grande e vaccinata; non sono un agnellino. Se succede qualcosa gli assesterò un bel calcio ai genitali” gli disse per tranquillizzarlo facendogli anche l’occhiolino “Non cambierai mai,devi sempre fare tutto da sola,sei testarda; ma in fondo è questo quello che mi piace di te”,data la situazione Leo aveva deciso di essere più aperto con Silvy per avere qualche speranza in più di conquistarla. Alla fine di ogni “giornata d’osservazione”. Silvy faceva rapporto a Franziska,sperando di poter ricevere qualche consiglio da lei anche se era palese che lei favorisse Leo: per i suoi gusti Frank aveva troppi anni in più rispetto a Silvy e per quanto gli fosse riconoscente che avesse più volte salvato la vita a Silvy,e anche la sua,non era pronta a dargli completa fiducia. Fu durante uno di questi discorsi d’amore,sedute nel salotto una sul pavimento e l’altra sul divano,che qualcuno bussò alla porta. Fu Franziska che andò ad aprire dopo aver controllato dallo spioncino che non fosse un potenziale assalitore,anche se sicuramente era già stato perquisito da Frank : era una donna magra e di statura media dai capelli lunghi e neri,gli occhi invece erano del colore del ghiaccio e con se aveva una ventiquattrore nera “Desidera?” chiese Franziska molto cortesemente “Sto cercando la signorina Silvy,vorrei parlarle a proposito del defunto Thomas Rolls. Credo di sapere qualcosa che le potrebbe interessare” rispose la donna,il suo tono di voce era gentile ma anche risoluto “Beh,ecco…” Franziska non sapeva cosa fare,così fu Silvy ad intercedere facendo sentire la sua voce senza però farsi vedere “Veramente può darmi delle informazioni su Thomas?” “Si,e sicuramente quello che ho da dirle non le è ancora giunto all’orecchio” rispose la donna,alzando la voce senza tentare di scorgere la ragazza “Mi voglio fidare,lasciala pure entrare Franziska io intanto vado a preparare del caffè”. Non le ci volle molto e quando fu pronto le tre si sedettero sul divano del salotto dove un capiente tavolo dell’altezza giusta poteva far da appoggio per la tazze del caffè “Credo sia giunto il momento che lei ci spieghi il motivo della sua visita,però prima vorrei sapere il suo nome,come ha conosciuto Thomas e soprattutto come ha fatto a sapere la mia attuale residenza” disse Silvy assumendo un tono autoritario che Franziska non le aveva mai sentito usare “E’ più che lecito. Innanzitutto ho trovato la sua attuale ubicazione semplicemente cercando per tutto il paese,il mio nome è Anna Petraskaya ed ho conosciuto Thomas sul lavoro qualche mese dopo la mia assunzione. In poco tempo diventammo grandi amici,nonostante la differenza d’età,così ci aiutammo a vicenda nei casi che ci venivano affidati. Recentemente,come sicuramente le avranno detto,Thomas aveva ricevuto l’incarico di proteggere dei documenti su un progetto segreto ma il nostro concorrente ne è venuto a conoscenza e lo ha ucciso. Questo è ciò che sanno gli interessati,quello che ancora non sa nessuno è che prima di morire lui mi aveva confidato di averla conosciuta su Internet,così non appena ho ricevuto la triste notizia ho pensato di inviarle parte del materiale dicendole inoltre il luogo dove avrebbe potuto trovarlo” “Perciò quello che abbiamo trovato era solo una parte dell’intero,come mai nessuno se n’è accorto?” “Sono brava nel mio lavoro,inoltre i due documenti non possono essere letti correttamente se non sono insieme e soprattutto se non si possiede la chiave di letture. Anche il materiale che è rimasto a me non serve a molto senza questi due elementi” Silvy fece un piccolo sorriso “Lei è una degli specialisti,vero? Forse nemmeno Thomas sapeva che li se ne doveva occupare veramente” “Lei è un’acuta osservatrice,ma la prego mi dia pure dl tu” “Lo stesso vale per me”. Rimasero a parlare ancora un po’, mente Franziska preferì partecipare al dialogo facendo unicamente da spettatrice,poi Anna dopo aver dato un veloce sguardo all’orologio decise che era l’ora di andare “Per quanto riguarda l’altra metà che è in tuo possesso,come possiamo farla recapitare alle giuste persone?” chiese Silvy poco prima che la donna uscisse “Ti chiamerò io domani,tu fammi il favore di venire accompagnata. Se posso darti un consiglio,stai attenta a quell’uomo che ti fa da scorta,non mi sembra una persona molto rassicurante” disse e se ne andò “Lo farò” disse Silvy alzando un po’ la voce per farsi sentire,quando la vide salire sulla sua auto dalla finestra appoggiò la schiena al muro e si sedette per terra non sapendo se piangere o ridere: era felice che un’altra persona condividesse il suo peso ma dall’altra non poteva credere all’ultima frase di Anna; le aveva praticamente detto di non fidarsi di una delle poche persone che la stavano proteggendo e che stava dimostrando un certo interesse per lei. Come poteva pensare che avrebbe creduto a lei,una donna appena conosciuta,piuttosto che a Frank che le sembrava di conoscere ormai da anni.

Per tutta la giornata, ed anche quella seguente, Silvy aspettò impaziente la telefonata di Anna; era talmente presa dal controllare il cellulare che Leo e Franziska dovettero più volte richiamarla all’attenzione “Senti non puoi stare tutto il giorno con quel coso in mano, quando chiamerà sentirai suonare la suoneria” le disse Franziska seriamente intenzionata a sequestrarle il telefono, ma si limitò a prenderlo dalla mano della ragazza ed a metterlo al centro del tavolo “E se non lo sentissi? Sai quante volte mi è successo?” rispose Silvy “Con la suoneria  che ti ho messo  è impossibile, avresti dovuto usarla fin da subito e poi… se non facessi in tempo a rispondere puoi sempre richiamarla tu. Sai che il cellulare memorizza i numeri vero?”. Proprio in quell’istante il cellulare squillò a tutto volume con la suoneria messa da Franziska, era impossibile ignorarla dal momento che era “This is halloween” di Marylin Manson. La mano di Silvy afferrò il telefono con una velocità impressionante e rispose senza nemmeno controllare chi fosse “Pronto?” chiese la ragazza “Buongiorno Silvy, sono Anna ,volevo chiederti se oggi avessi un po’ di tempo libero per vedermi, verrei io al parco” “Si certo, però dovrebbe essere prima delle quattro o dopo uno spettacolo” “Dì pure tu a che ora possiamo incontrarci,solo ti chiedo di vederci vicino all’entrata; non sono molto pratica del parco” “Potremmo fare alle tre meno un quarto,poi possiamo andare a sederci da qualche parte” “Vieni accompagnata,possibilmente da qualcuno che non sia Frank. Arrivederci” e chiuse la chiamata “Allora?” chiese Leo,adesso era lui quello impaziente di sapere mentre Silvy sembrava essere stata svuotata da tutta l’ansia che aveva in corpo e appoggiò la schiena alla panchina “Alle tre meno un quarto mi vedo con Anna all’entrata” rispose Silvy “E’ la donna che ti ha fatto visita ieri,vero?” chiese Frank “Si,è lei e vuole che ci vada accompagnata” “Ma lo fa già Frank ogni giorno” disse Franziska “In verità non vuole che lui mi accompagni,preferirebbe che lo faccia un’altra persona” rispose la ragazza,dispiaciuta per quello che stava dicendo “Cosa? E’ fuori discussione,il mio compito è proteggerti e andrò ovunque tu vada. Quella donna si deve rassegnare,altrimenti non ci sarà alcun dialogo tra voi due” tuonò Frank indispettito “E se oltre a lui venisse qualcun altro? Io però non posso accompagnarti,ho il turno di lavoro per quell’ora” disse Franziska “Vengo io” intercalò Leo,sicuro di sé “Sicuro? Forse è una trappola” disse Frank non curandosi che le sue parole avrebbero potuto dar fastidio a Silvy “Proprio per questo voglio venire,se la donna non è da sola non basterà per proteggere Silvy” quelle parole fecero ammutolire Frank che non dovette far altro che accettare il fatto che venisse anche il ragazzo “Grazie Leo,non sei obbligato” disse Silvy “Quando mai ho detto una cosa del genere? Basta che chiedi e io vado anche a vedere la bocca di un vulcano in procinto di esplodere” quella frase fece scoppiare una fragorosa risata alla ragazza,negli ultimi giorni Leo aveva mostrato un lato di se che lei non avrebbe mai pensato che ci fosse. Come era stato concordato,Silvy Leo e Frank si diressero all’entrata del parco per l’ora stabilita e videro che Anna era già lì,seduta dove la fontana di Prezzemolo a contemplare l’acqua; con la sua espressione così assorta le ricordò la favola di Narciso “Avrei preferito che lei non fosse accompagnata dalla sua scorta” disse Anna non appena i tre furono abbastanza vicini per poterla sentire “La signorina deve essere costantemente sotto la mia protezione,questi sono gli ordini” disse Frank con tono molto autoritario e seccato “Sicuro che siano gli ordini e non una sua precisa volontà? Se non sbaglio c’è un altro ragazzo qui con lei e mi sembra più che in grado di proteggerla” rispose la donna,a quelle parole Leo fece un piccolo sorriso e dovette faticare per non trasformarlo in una risata “Smettila Anna,sai benissimo che lui non è in grado” “Vi conoscete?” chiese Silvy incredula “Si,ci conosciamo da molto tempo,ma questo non è il luogo adatto per le spiegazioni. Devo parlare con Silvy,da sola,perciò adesso io e lei ci spostiamo più in là così ci potrete vedere ma non sentire e non chiederò il permesso per farlo. Vieni cara” disse Anna e portò Silvy fino alle biglietterie,un luogo ben visibile ma abbastanza lontano da non essere ascoltate. “Posso chiederti perché non vuoi che Frank senta quello che hai da dirmi?” chiese Silvy “E’ una storia lunga,ma per risponderti ti dirò che sono una donna molto diffidente che non crede molto nel lavoro dei poliziotti,anche se questo può sembrare un paradosso rispetto al mio lavoro” rispose la donna,anche se la ragazza capì che doveva esserci qualcosa di più personale tra i due “Ho capito,non sono affari miei. Per quanto riguarda i documenti?” “Li ho con me,nella mia valigetta – prese la valigetta e tirò fuori un blocco di fogli – eccoli. I suoi invece dove sono?” “Lei non crederà,ma li ho messi in una delle luci della piscina,sono molto grandi e un mio amico è stato abbastanza gentile da far in modo che non si bruciassero o bagnassero” “Molto ingegnoso,davvero,potresti entrare nei servizi segreti. Adesso è necessario prenderli per portarli agli altri specialisti,devo approfittare del tu tempo ancora un po’ ” “Certo,andiamo subito a prenderli. Seguimi. ”

Quando le donne si riunirono a Frank e a Leo,Silvy notò che c’era qualcosa di strano nell’atteggiamento dell’uomo e vide che anche Leo aveva un’espressione più seria di prima “Cosa vi siete detti?” chiese Silvy a Leo “Assolutamente nulla,non vi ha staccato gli occhi di dosso. Come se avesse cercato di origliare da dove eravamo noi”. Raggiunsero nuovamente il Palablù,dove Silvy entrò nello spogliatoio per potersi mettere la muta ed entrare in acqua; Anna e Leo l’avrebbero osservata dagli spalti mentre Frank era entrato per poterla sorvegliare,sempre rispettando la sua intimità,ma era diventato molto più nervoso di prima e gocce di sudore scendevano dalla sua fronte “Ho quasi fatto,non ci vorrà ancora molto” disse Silvy a voce alta,poi sentì un rumore di passi che si avvicinavano ed improvvisamente una forte stretta al collo. Per istinto la ragazza piegò la gamba sinistra per colpire i genitali dell’aggressore, certamente un uomo; ci dovette provare almeno un paio di volte prima di riuscire ad andare a segno e a liberarsi dalla stretta, ma ebbe un’amara sorpresa quando nella fuga verso la porta vide in uno specchio lì vicino che l’aggressore non era altri che Frank. Ebbe quasi l’impulso di tornare indietro per chiedergli scusa, ma il suo cervello le diceva che se lo avesse fatto avrebbe fatto una brutta fine e l’adrenalina in circolo fece scattare le sue gambe fuori dallo spogliatoio ancor prima che se ne accorgesse,anche se non sapeva assolutamente dove andare.

Pochi passi di corsa e sentì la voce di Frank che le urlava di fermarsi, poi lo sparo con la pistola che colpì una delle colonne esterne del “Gardaland theatre” che richiamò l’attenzione di Leo e Anna che fecero appena in tempo a vedere l’inseguimento “Silvy” urlò Leo a squarciagola fiondandosi subito in soccorso dell’amica, seguito da Anna che prese subito in mano il cellulare per chiamare la polizia. Sfortunatamente Leo non fu abbastanza veloce da raggiungere Silvy e Frank,né di vedere dove fossero andati; l’unica cosa che poté fare fu quella di chiamare quanti più colleghi possibile per farsi aiutare,prima fra tutte Franziska “Maledetto bastardo,sapevo che non doveva fidarsi di un figlio di puttana come lui. Se lo prendo gli strappo i coglioni e li friggo nell’olio bollente” pensò Franziska che,non appena ebbe ricevuto la telefonata di Leo,lasciò il posto di lavoro per precipitarsi all’inseguimento.

Intanto Silvy,con molta paura in corpo,era riuscita a raggiungere la giostra di Ramses e ad entrarvi,suscitando lo stupore di tutti i suoi colleghi che tentarono di fermarla ,senza alcun risultato, e Silvy non ebbe la benché minima idea di chiedergli aiuto mentre si inoltrava a piedi nel percorso; l’unica cosa che gli addetti poterono fare fu quella di aiutare i turisti ad uscire dal gioco,non appena entrò Frank che minacciava di sparare con la pistola che teneva per aria. Grazie alla chiamata di Anna la polizia non ci mise molto ad arrivare e grazie alle telecamere di sorveglianza,e alle numerose lamentele dei visitatori,seppero dove andare a cercare “Mi faccia vedere dove sono” disse l’ispettore non appena entrò assieme ad Anna nella sala di comando del Ramses,ma per il momento scorgevano solo Frank; non c’era alcuna traccia di Silvy,che si era nascosta tra le statue semoventi del percorso mentre tentava di trovare una via di fuga; poi sugli schermi comparve la figura di Leo,che stava seguendo Frank disarmato con solo una piccola torcia in mano con cui fece segno alla telecamera di spegnere tutto; gli addetti guardarono l’ispettore chiedendosi se dovessero farlo oppure no “Fatelo,così avremo più possibilità di trovare la ragazza prima di lui. Non avrei mai creduto che potesse succedere una cosa del genere”rispose l’ispettore e loro eseguirono “Io lo sapevo che non ci dovevamo fidare di lui. Vi avevo avvertito,da quando ho fatto quelle ricerche” rispose Anna.

Improvvisamente, all’interno dell’attrazione,le statue smisero di muoversi e così il treno;i nastri registrati non emettevano più alcun suono ed anche le luci si spensero lasciando solo quelle di emergenza. Silvy era spaventata,così non avrebbe più potuto vedere Frank. Fece un piccolo sobbalzo quando si sentì toccare la mano,ma poi vide che era Leo e la gioia invase il suo cuore “Come hai fatto a trovarmi?” gli chiese “L’ho sperato,tu hai sempre adorato questa attrazione e questa è la sala che ha più posti per nascondersi. Ho fatto il giro di tutto il parco e quando ho visto i poliziotti qua fuori ho capito di non aver sbagliato” rispose Leo “Come possiamo uscire da qui?” “Semplice,useremo le porte di emergenza. Una è qua vicino e se riusciamo a raggiungerla senza farci scoprire possiamo seminarlo” “Va bene,andiamo” disse la ragazza e seguì Leo verso la porta di emergenza;ma proprio quando iniziarono a vedere la loro via di salvezza uno spero colpì il ragazzo al braccio facendolo cadere in ginocchio “Credevi di farmela eh? Sbagliato,ed ora andremo a prendere quei documenti. Se farai la brava nessuno si farà del male” disse una voce che risuonò per tutta la sala,Silvy non comprendeva da dove provenisse perciò non poteva nemmeno provare la fuga “Non starlo a sentire,ci ammazzerebbe lo stesso” disse Leo sofferente,la pallottola gli era penetrata nel braccio ma sembrava che non avesse perforato l’arteria “E’ vero,ma non possiamo fare altrimenti,tu devi assolutamente andare da un dottore e non voglio che soffri a causa mia” “Sarò più contento quando tu sarai fuori di qui,al sicuro e lontana da lui” “Ti vuoi muovere? Non ho tutto il giorno,o devo pensare che non vuoi collaborare?” urlò ancora Frank,stava perdendo la pazienza e il sapere che i poliziotti sarebbero arrivati presto di certo non aiutava la situazione “Io vado,tu esci di qui e vai a farti medicare. Ti prego” dissi Silvy con le lacrime agli occhi “Ne sei sicura? Quello ti ucciderà,non credere che ti risparmierà solo perché ti ha scopato una volta” a queste parole Silvy trasalì,forse era per quello che poco prima il ragazzo aveva un’espressione così seria; Frank gli aveva detto della loro notte d’amore “Può darsi,ma almeno ti avrò salvato” e fece per alzarsi,ma poco prima che si alzasse del tutto Leo si avvicinò e la baciò stupendola per la seconda volta “Spero che tu capisca,io ti amo e non mi interessa cos’è successo quella notte. In bocca al lupo”.

Silvy si alzò ed a tentoni andò al centro della sala,in modo che Frank potesse illuminarla direttamente nel viso con la piccola torcia che si era procurato,poco prima di parlare lei sussurrò un piccolo “crepi”tra sé e poi si rivolse a Frank “Farò come vuoi,ma lascia andare Leo. E’ ferito ed ha bisogno di cure,te ne prego. Non può farti nulla in quelle condizioni” la luce si scostò leggermente,così lei poté intravedere Frank “Brava bambolina,ma che non provi a seguirci altrimenti sparo a te e poi a lui. Non provate ad imbrogliarmi,ho memorizzato la mappa del parco,ne conosco ogni anfratto - la luce si spostò ancora di più fino ad illuminare  il treno che era fermo a pochi centimetri dalla ragazza – va lì sopra e resta  in piedi,così ti raggiungo”. Silvy fece come le era stato ordinato,in quel momento arrivarono i poliziotti “Fermi o le sparo” urlò Frank,tutti si fermarono tenendo le armi abbassate “Leo è ferito,pensate a lui” disse Silvy indicando il punto in cui il ragazzo si era nascosto. Per Silvy fu poi come se il mondo avesse ricevuto  una forte scossa quando Frank le prese il polso e l’avvicinò a lui,puntandole la pistola alla testa “Prima ci farete uscire da qui e poi penserete a Romeo,ora fermi e fate accendere le luci” disse Frank,dopo qualche istante la sua richiesta fu esaudita ed in quel momento l’uomo fece cenno alla ragazza di precederlo ed andare verso l’uscita,sotto l’occhio vigile della polizia e delle telecamere.
Non appena Silvy e Frank uscirono dalla sala per dirigersi all’uscita,Anna ed un agente si occuparono di Leo “Arrivare prima no eh?” lamentò il ragazzo “Purtroppo abbiamo avuto difficoltà ad avanzare nel buio” rispose il poliziotto che lo aiutò ad alzarsi;fu in quel momento che il ragazzo sentì un piccolo peso nella tasca dei suoi pantaloni e quando ci mise dentro la mano constatò che era il suo cellulare.

Subito la mano libera compose il numero di Franziska,in modo da avvertirla di dove fosse diretto Frank con Silvy; lui non avrebbe potuto far nulla nelle condizioni in cui era ma se Franziska fosse riuscita a trovare aiuto e a raggiungere il fuggitivo forse ci sarebbe stata ancora una speranza. Quando Franziska ricevette la telefonata stava correndo nella strada dell’ “area western” tra i visitatori che si giravano incuriositi nel vedere un’addetta del parco che correva tutta trafelata guardandosi intorno: il cellulare squillò a gran voce nella sua tasca con la suoneria di “Hey du ” dei Tokio hotel e la ragazza fu molto felice di vedere che era Leo; sperava avesse trovato Silvy. “Franziska ascoltami è urgente” disse Leo non appena sentì la voce della ragazza “Dimmi pure Leo” rispose lei senza aggiungere altro,aveva capito che era veramente importante e non uno degli scherzi dell’amico “Ho trovato Silvy,era nel Ramses,ma Frank ci ha trovati ed ora lei è insieme a lui. La sta portando al Palablù.” “E tu non hai fatto niente?” “La stava portando via ma quel figlio di puttana mi ha sparato nel braccio. Ora sono con Anna ed i poliziotti,ti prego Fra devi fare qualcosa trova qualcuno e fermali o cerca di ritardarli perché qui gli agenti non possono fare niente altrimenti lui la ucciderà” in quell’istante Franziska vide passare il ballerino Nicholas che,come lei,si aggirava in cerca di Silvy e le venne l’idea perfetta perciò lo fermò “Non preoccuparti,ci penso io. Tu pensa a farti curare”. Chiuse la chiamata poi spiegò tutto a Nicholas che era molto entusiasta di partecipare.

 

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Capitolo 10
*** Gioco di ruolo ***


Erano davanti all’edificio del Palablù,Silvy era terrorizzata e sperava che qualcuno la aiutasse “Perché lo hai fatto? Io mi sono fidata di te,mi sono anche concessa e tu mi ripaghi così?” chiese la ragazza fermandosi chiese la ragazza,non sapeva se Frank l’avrebbe uccisa o meno non appena avesse ottenuto ciò che voleva ma voleva delle spiegazioni “Mi sono stufato di proteggere persone che non lo meritano,è ora che anch’io faccia ciò che voglio” rispose Frank che continuava a tenere la pistola puntata alla testa della ragazza “Ma quella volta,a casa di Franziska…ho sentito distintamente un accento russo cosa c’entri tu con quelli?” “Semplicemente degli amici che hanno simulato la pronuncia,sono stati bravi vero?Ci hanno messo molto ad imparare il giusto accento ma ne è valsa la pena” “E dell’aggressione alla banca? Tu non potevi saperne niente,eri in ospedale” “Lo ammetto,quello è stato un colpo di fortuna bello e buono. Mi hanno riferito quello che stavate facendo la stessa mattinata,il resto non è stato difficile. Ora silenzio e cammina,non voglio che ci sentano” rispose Frank premendo di più la pistola,l’unico gesto che potesse fare per impedire a Silvy una qualunque azione difensiva poi,improvvisamente,una voce interruppe la loro marcia proprio a pochi metri dall’entrata del Palablù “Lasciala andare” disse Nicholas spuntando fuori da una siepe dietro di loro “Vattene via moccioso” disse Frank puntando ora la pistola contro il ragazzo che alzò le mani per dimostrare di essere disarmato,doveva solo prendere tempo per far agire qualcun altro molto vicino a loro “Volevo solo vedere se lei stava bene,non ho armi con me” “Si sta bene vedi? E’ ancora tutta intera,puoi anche toglierti di mezzo adesso. Sparisci” “Non  puoi lasciarla andare? Prendi me al suo posto se ti serve per forza un ostaggio” “Non saresti certo tu stronzetto,ora vattene o ti faccio saltare la testa. Non voglio ripetermi ancora”. Tutt’ad un tratto,qualcosa colpì la mano armata di Frank,che dovette lasciare la presa sulla pistola facendola ricadere a terra : era stata Franziska a tirargli un grosso sasso con una fionda dalla stessa siepe da cui era spuntato Nicholas “Merda” urlò Frank piegandosi un poco per portare l’altra mano su quella colpita;momento perfetto per Silvy che poté mettere in atto alcune tecniche di autodifesa colpendolo allo stomaco e all’inguine. Frank era muscoloso,ma i colpi che scagliò Silvy furono sufficienti  per liberarsi dalla sua presa,prendere la pistola e puntarla alla testa di Frank che non poté far a meno di rimanere immobile e guardare gli occhi di Silvy che contenevano un misto di rabbia e frustrazione. Gli dispiaceva di averla ferita a quel modo. “Ottimo lavoro Silvy,sapevo che le mie lezioni di autodifesa ti sarebbero servite” disse Franziska avvicinandosi;solo in quel momento si accorse che braccia e gambe avevano la tipica tonicità di chi praticava le arti marziale “Ora portiamo questo bastardo a chi di dovere,vorrei spaccarti la faccia ma non voglio sporcarmi le mani con la feccia,sai ho uno spettacolo più tardi” disse Nicholas “ Io invece ho finito il mio turno di lavoro per cui… - Franziska assestò un pugno diretto al viso di Frank – ora mi sento molto meglio”. Tenendo Frank lontano da Silvy e sotto la minaccia della sua stessa pistola,i ragazzi riportarono Frank all’attrazione del Ramses,dove la polizia ancora aspettava “Non avrei mai creduto di doverlo dire ma…ti dichiaro in arresto Frank. Conosci già i tuoi diritti,ma non ti serviranno a molto” disse il tenente che mise personalmente le manette ai polsi dell’uomo che,da parte sua,non fece alcuna resistenza. Finalmente l’incubo era finito,ma poco prima di salire sull’auto della polizia Frank aveva ancora una cosa da dire “Silvy,mia cara,sei stata l’unica persona che io abbia mai sentito di dover proteggere veramente senza alcun ordine. Quando mi proposero il tuo caso,fui ben felice di occuparmi della tua protezione non per quello che volevo fare ma perché mi hai subito rubato il cuore. Per te,sono andato volentieri all’ospedale,solo per te. Addio” “Addio” così si salutarono per sempre Silvy e Frank. Quelle ultime parole avevano risollevato lo spirito della ragazza perché sapeva che era stato sincero,glielo aveva letto negli occhi,ma ora doveva andare a ringraziare qualcun altro: Leo.

Era stato portato in ospedale poco dopo che fu portato fuori dall’attrazione,in infermeria poteva fare ben poco per il proiettile nel suo braccio che non aveva recato danni permanenti. Silvy aveva il cuore in gola quando bussò,tempestata da miriadi di domande, e la voce che la invitava ad entrare arrivò alle sue orecchie “Ciao” disse lei quando oltrepassò la soglia,dovette fare un gran sforzo per aprire la bocca ed articolare la parola “Silvy,sono felice di vedere che stai bene. Mi ha detto Franziska che hai messo al tappeto quel bastardo” disse Leo,era tutto eccitato dalla notizia dell’amica anche se avrebbe voluto farlo lui stesso “Il merito è tutto di Franziska,è stata lei ad insegnarmi la mossa decisiva e poi se non fosse arrivata lei con Nicholas non avrei mai potuto farlo” “Non dire cazzate,se una persona ti insegna qualcosa non significa che tu la sappia utilizzare come si deve e poi sicuramente ce l’avresti fatta anche da sola” “Tu come stai? Mi hanno detto che tra poco ti operano” “Non c’è male,il problema maggiore è il proiettile ma una volta toto potrò recuperare a pieno. Però per un po’ non potrò lavorare con i delfini in acqua,dovrò limitarmi a farlo dall’esterno con una sola mano – i suoi occhi si posarono sulle lacrime che Silvy tentava inutilmente di nascondere – cos’hai,perché piangi?” “E’ tutto diverso,tu non saresti qui se io…” si fermò,non poteva più parlare “Non preoccuparti,l’importante è che sia tutto finito adesso. Quello che è successo non importa,per favore non piangere più,mi duole vederti così; la ragazza di ghiaccio che si scioglie per me” “Mi sento così in colpa,se potessi farei di tutto per cancellare tutto questo” “Nemmeno per sogno,se non fosse successo niente io non avrei mai trovato il coraggio di baciarti e tu non saresti qui ora; non so se lo avevi capito,ma tu sei il mio centro gravitazionale,la mia musa e forse qualcosa di buono Frank l’ha fatto” con quelle parole Leo colpì molto Silvy,ricordandosi non solo del nomignolo che lei aveva detto di aver ricevuto al liceo dai compagni di classe,ma anche della sua passione per l’astrologia e la mitologia “Non esagerare,non sono chissà chi” disse lei,era lusingata dalle parole del ragazzo perché aveva capito che era ciò che provava anche lei,ma il suo cuore seppur in un angolino molto remoto aveva timore di un secondo inganno  cui non avrebbe retto “Non dire sciocchezze,dalla prima volta che ti ho visto ti ho sempre trovato bellissima ed intelligente perciò mi chiedevo se magari,potessimo provare ad essere più che amici,visto che ormai avrai capito che il mo comportamento era un modo per farti la corte. Io ti amo,e credo che tu in qualche modo mi ricambi altrimenti conoscendoti mi avesti riempito di botte al primo bacio rubato” “ Penso che…potremmo provare si” il cuore si alleggerì ad entrambi “Questo è senza dubbio il regalo più bello che tu potessi mai farmi,adesso potrebbero operarmi anche senza anestesia” disse Leo; era salito alle stelle dopo il consenso di Silvy perciò non riuscì a trattenersi dal darle un bacio sulla bocca e questa volta anche lei ricambiò,non ne rimase stupita perché ora era felice.

Dopo l’arresto di Frank anche quello che era rimasto della sua compagine fu arrestato e Silvy fu ben felice di consegnare i documenti nelle mani di Anna,sapendo che erano al sicuro “Quello che hai fatto è simbolo di grande coraggio,ora ti attende un nuovo capitolo della tua vita. Ti ringrazio molto Silvy,spero che potremmo restare amiche” disse Anna “Certamente,anzi se vuoi restare per vedere lo spettacolo prima di andare via” “Mi dispiace,questa volta non posso ma prometto che tornerò molto presto. Questo è un arrivederci,non un addio” così si salutarono,poco prima che iniziasse lo spettacolo di Silvy con Leo che la guardava dagli spalti in tutto il suo splendore in un giorno di festa con moltissimi spettacoli all’aperto e con l’apertura e la chiusura del parco anticipate di due ore. Adesso che Silvy e Leo si erano trovati,erano le persone più felici di tutto l’universo conosciuto e non.

 

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