Trust.

di AlexVause
(/viewuser.php?uid=515533)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Tremotino era attonito. Bocca spalancata dallo stupore e dalla preoccupazione.
Mille pensieri si sovrapponevano l'un l'altro nella sua mente.
Una sola domanda...Come.
- Rumple? Cosa succede?
Belle era preoccupata, non aveva mai visto Mr. Gold in quello stato.
Snow, Charming ed Emma avevano mille domande da fargli.
Cos'era accaduto di così grave da lasciarlo senza parole?
- Mr. Gold...
Tentò Mary Margareth come timido approccio.
- ...cos'è accaduto di così grave?
Tremotino non si scompose.
La sua posizione rimase immutata, ma ad essa aggiunse immediata agitazione.
- Regina...Regina...
Furono le uniche parole che riuscirono ad uscire da quel corpo, immobile come una statua.
- Umpf...era da immaginarselo. C'entra sempre lei!
Emma Swan, lo sceriffo di Storybrook, fece una smorfia disgustata.
Perché si immischiava di continuo quella donna?
Perché, ora che aveva trovato i suoi genitori e poteva godersi finalmente suo figlio, Regina le rovinava sempre la vita?
- No, Miss Swan...Regina deve sapere. Deve sapere. Deve...sapere.
Tutti i presenti in quella stanza, piccolo nascondiglio nel negozio dei pegni di Gold, si guardarono perplessi.
- La chiamo se vuole.
Emma prese il telefono.
Aveva il numero della Evil Queen memorizzato, in quanto madre adottiva, con lei divideva il figlio...purtroppo.
- Regina deve sapere.
Gold sembrava quasi in trance. Immobile a fissare una parete vuota.
Lo sceriffo fece il numero e attese risposta.
Quella voce la scombussolava sempre.
- Regina...ehm...vieni da Gold, c'è qualcosa che dovresti sapere.
Riattaccò immediatamente, forse per evitare le domande della donna.
Non era facile avere una conversazione con lei.
Snow White si avvicinò lentamente a Tremotino.
- Cosa dovrebbe sapere Regina esattamente?
Nessuna risposta.
Guardò il suo compagno James con aria lievemente spaventata. Cosa starà per accadere?
- Non ci resta che aspettare...
Rispose Charming tendendo la mano a Mary Margaret facendola avvicinare a sè.
Una nuvola viola improvvisamente apparve accanto alla bionda Swan.
I Charming, Emma e Belle ebbero un sussulto.
Ogni cosa poteva accadere per mezzo della magia, ma fortunatamente era solo Regina, arrivata da loro velocemente.
- Non mi abituerò mai a questo!
Emma scosse la testa. In poco tempo aveva dovuto assimilare l'esistenza di molte cose che credeva impossibili e decisamente frutto della fantasia.
- Cosa dovrei sapere?
La Evil Queen, sindaco di Storybrook, guardò Emma allarmata. Qualcosa non andava, se lo sentiva.
Emma si limitò ad indicare Mr. Gold.
Regina si avvicinò a Tremotino, passo sicuro che divenne sempre più incerto man mano che notava le condizioni dell'uomo.
- Cosa...dimmi...cosa dovrei sapere?
Era esitante. Aveva paura della risposta? Forse sì.
Tremotino si voltò verso di lei.
- Tua madre ha preso il libro della Magia Oscura.
- E lo tenevi in bella vista su di uno scaffale??
Regina era furibonda.
Temeva tutto questo sin da quando venne a conoscenza di quel libro.
- Certo che no.
- Sicuro sia stata lei?
Charming azzardò una domanda di cui purtroppo già conosceva la risposta.
- Era una mia allieva. Solo lei, oltre a me, sapeva come trovarlo.
Il sindaco si sentiva mancare il respiro, non doveva cedere al panico.
Emma notò quanto fosse tesa Regina. Vedere così tanta tensione nella Evil Queen significava solo una cosa: guai...grossi guai.
- Che tipo di problemi ci potrebbe portare?
Tremotino non poté rispondere allo sceriffo perché scomparve dalla stanza, assieme agli altri, lasciandolo solo con Belle.
Regina, Emma e i Charming erano svaniti nel nulla.



Nota di Alex: E' da un sacco che volevo scrivere una FF per poi pubblicarla.
Finalmente mi sono decisa...siate clementi eeee recensite tanto :) Ci tengo a sapere cosa ne pensate.
A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

- Non capisco.
Charming era nervoso.
- Non c'è nulla da capire.
La voce di Regina sembrava piuttosto calma, in apparenza, ma credo che la parola giusta fosse rassegnazione.
- Siamo sotto la biblioteca?
Emma trovava il luogo familiare.
- Credo di sì. Quello che mi domando è...perché?
Le rispose il Sindaco.
I Charming, Regina ed Emma erano comparsi nelle caverne sotto Storybrooke.
Nessuno ne sapeva il motivo, tranne chi li aveva portati lì.
Cosa voleva da loro?
- Giocate con me.
Tutti si guardarono attoniti.
Una sola frase era bastata per far venire i brividi, alle quattro persone li presenti.
Dov'era Cora?
Sembravano soli in quel luogo umido e deserto.
- Ehy...cosa vorresti dire?
Chiese James. Come gli altri anche lui non sapeva cosa aspettarsi da tutto ciò.
Un suono attirò la loro attenzione.
Sembravano voci, dapprima lontane, poi via via sempre più vicine.
Si udiva una bimba terrorizzata parlare con una giovane donna che le intimava di stare tranquilla.
Emma si guardò attorno...un attimo! La conosceva bene quella voce!
- Regina...
Regina e Snow si guardarono confuse.
- Siamo noi Regina...quando mi hai salvata...
Mary Margaret si rattristò al ricordo.
Il Sindaco si voltò verso il nulla, non voleva ricordare.
- Perché farci sentire tutto questo? Smettila di rivangare il passato!
Gridò la Evil Queen irritata.
Le voci sparirono.
- Aspetta Regina...guarda!
Snow White richiamò l'attenzione della matrigna, tirandole lievemente una manica del cappotto e indicandole un punto sulla parete.
Era comparsa una frase.
- Un po’ meno di te e un po’ più di me.
Lesse il Sindaco che alzò un sopracciglio incuriosita.
- Andiamo per enigmi vedo.
- A questo punto...credo proprio di sì.

Snow iniziava già a immaginare in che guaio erano capitate.
- Uff...ma che significa!
Emma stava perdendo la pazienza, e cosa peggiore, sentiva che qualcosa non andava...c'era di più sotto a quello stupido rapimento, di più sul perché erano lì.
Fruscii di ali, centinaia di ali ruppero presto il silenzio calato fra i quattro malcapitati.
Pipistrelli con zanne aguzze si diressero velocemente verso Snow.
Sarebbe stata travolta se Regina, prontamente, non le avesse dato una spinta facendola cadere a terra.
In un attimo, come erano comparsi, i pipistrelli svanirono.
- Vedo che capite in fretta, quali sono le regole del gioco.
Cora comparve dinnanzi a loro divertita.
- Ma che bello avervi tutti qui!
- Che vuoi!
James era adirato. Ira mista a preoccupazione per come si stavano mettendo le cose.
- Volete Henry? Beh...fate quello che vi dico!
La madre di Regina fece un ghigno, sapeva di averli in pugno.
- Aspetta!
Ruggì sua figlia, che iniziò ad agitarsi seguita da Emma.
All'udire quel nome, lo stomaco di entrambe si serrò in una morsa dettata dalla paura.
- Henry era a scuola!
- Come voi eravate da Gold. Ho bisogno di una cosa e se volete indietro Henry, me lo porterete! Raggiungere l'obbiettivo era facile, ma, ho preferito renderlo un po’ più difficile.
- Se era così facile, perché fare tutto questo? Potevi prendere ciò che volevi anche da sola!
Regina era furiosa.
- Non potevo figlia mia, perché uno di voi è la chiave. Ora basta perdere tempo! Andate e portatemi la fiala che cerco. La troverete alla fine di queste gallerie, celata dietro ad una porta che uno di voi aprirà. Dividetevi in coppie. Le strade saranno sempre due. Superate tutte le prove e cercate di sopravvivere.
Ricordate: Solo uniti, benché divisi, riuscirete a trovare ciò che cercate. Buona fortuna!

Dinnanzi ai quattro si aprirono due gallerie.
- E se muore la chiave?
- Beh...speriamo proprio di no.
Cara rise sguaiatamente.
- Ah...dimenticavo...le coppie le formo io.
Detto ciò Cora sparì.
Due catene magiche comparvero al polso di ogni partecipante, dividendo i Charming da Emma e Regina.
- Fantastico!
Il Sindacò guardò il suo polso destro incatenato a quello sinistro dello Sceriffo.
- Senti...nemmeno io salto di gioia. Spero che qui intorno ci sia qualcosa con cui difenderci.
Disse Emma.
Snow sospirò di tristezza guardando sua figlia. Sentiva il cuore farle male. L'avrebbe più rivista alla fine?
- Non ci resta che andare...Ti voglio bene Emma.
- Sì...sì andiamo Miss. Swan!
Regina pur di fuggire da un imminente pianto di Mary Margaret strattonò Emma nella galleria di destra.
La parete di pietra si chiuse dietro di loro, appena varcarono la soglia del tunnel.
Le torce ai lati, poste sul muro, si accesero una dopo l'altra.
Emma e Regina si guardarono per poi tornare a guardare dinnanzi a loro.
- Che il gioco abbia inizio!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Emma sospirò. Erano nei guai, e allora perché non mettere in pericolo anche se stessa ancor di più?
Decise di affrontare un argomento che le premeva da mesi.
- Tornerete mai a parlare, tu e mia madre, come quando la salvasti? Intendo come due persone normali?
La sua era una domanda sincera.
Silenzio.
- Oh già...l'orgoglio innanzi tutto...
- Non mi sembra il caso di affrontare questo discorso ora, Miss Swan.
- Allora ti chiedo un'altra cosa...Riusciremo mai a parlare come due persone civili, noi due, rapporto annesso?
Camminavano con passi incerti. Non sapevano cosa sarebbe successo, né quando.
- Forse.
Il sindaco rispose con tono distratto.
Guardandosi attorno, cercava di capire dove si trovavano.
- Tutto qui?
Regina si fermò improvvisamente, voltandosi verso la bionda.
- Cosa vuoi che ti dica? Vuoi seriamente parlarne ora?
- Shhh.
Emma aveva udito qualcosa.
Regina alzò gli occhi al cielo spazientita, volgendo lo sguardo altrove, ma nel farlo si accorse che non erano sole.
Un altro rumore.
- Ehi! Senti...
Iniziò Emma, ma il Sindaco le mise una mano sulla bocca, per zittirla, spingendola nello stesso istante contro la parete di pietra.
Unico punto apparentemente sicuro, all'ombra di un masso più alto di loro, ma non molto largo.
Erano giunte alla fine del tunnel, che si apriva su un punto della caverna più ampio e un dirupo poco ripido sul lato destro.
- Shh...Miss Swan...c'è un'Idra che dorme proprio qui di fianco a noi.
Bisbigliò all'orecchio di Emma, Regina, togliendo lentamente la mano dalla bocca della bionda.
I loro volti vicinissimi.
- Idra...è quel... grosso bestione mitologico a tre teste? Dimmi di no.
Il corpo del Sindaco era schiacciato contro quello dello Sceriffo.
Emma aveva timore che Regina riuscisse a sentire il battito del suo cuore, così veloce, così forte.
Non era solo paura, la colpa di quel suo battito accelerato.
- Esatto.
- Ti avevo detto di dirmi di no...Come ne usciremo?
La mora la guardò negli occhi. Spaventata ma determinata.
Non aveva mai visto in lei quello sguardo, così serio, così calcolatore.
Sicuramente aveva già pensato ad un piano.
- Se la magia di questo mondo me lo consente...
- Cioè, se ci riesci.
Regina fece una smorfia.
- ...potrei fare un incantesimo. Isolare l'Idra da qualsiasi rumore, così da passarci accanto senza destarla.
- Funzionerà?
- Credo...
- Credi? Gesù Regina...non c'è spazio per un "Credo"!

Disse Emma duramente, dopo aver afferrato Regina per il bavero della giacca.
Erano così vicine che i loro respiri riuscivano a confondersi fra loro.
La ragazza si sporse lentamente oltre il masso. Voleva vedere con i suoi occhi a cosa stavano andando incontro.
Tornò ad appoggiarsi alla parete con gli occhi sbarrati.
- No...cioè...Regina, ma l'hai vista quella cosa??
- Emma...
L'aveva chiamata per nome...detto da lei suonava così...strano.
Regina capiva quanto la ragazza fosse tesa e spaventata.
- ...ascolta...questo mondo è diverso dal mio, e con esso la magia. Ci riusciremo, vedrai, ma per farlo dovrò avvicinarmi il più possibile al mostro.
- Regina...no! Ci sarà un altro modo.
- Farci uccidere? No grazie! Comunque dorme...sarà facile.
Lo Sceriffo si sporse di nuovo oltre il masso, per vedere il mostro.
Poteva quasi accarezzare il viso di Regina col suo.
Si voltò incontrando il suo sguardo, per poi tornare a poggiarsi alla parete.
- Nulla qui è facile e ad Henry servono entrambe le madri.
Gli occhi profondi della mora incontrarono quelli color lago dello Sceriffo, che tolse la mano dal bavero.
Un istante che sembrò andare a rallentatore.
- Andiamo. Dobbiamo uscire di qui e trovare quella dannata fiala. Non voglio che ad Henry accada qualcosa.
Regina interruppe quel momento.
Si scostò lentamente da Emma, quasi come se non volesse andarsene.
- Seguimi...fai il più piano possibile.
Si incamminarono a passi lenti verso l'Idra.
Lo Sceriffo era dietro la Evil Queen.
Per non fare troppo rumore cercarono di muoversi all'unisono come fossero un tutt'uno.
Emma aveva il cuore in gola.
Nervi tesissimi e paura che quel dannato bestione, si svegliasse ad ogni passo delle due.
Quel mostro era gigantesco.
L'alito caldo, emanato dal respiro delle tre teste poggiate a terra, era orribile.
Lo Sceriffo ed il Sindaco, camminavano sul ciglio del dirupo per passare accanto all'animale.
Terriccio misto a piccola ghiaia, ricopriva tutto il terreno presente nella caverna.
Emma si sporse per vedere giù dalla discesa.
Il luogo dove si trovavano, si estendeva moltissimo oltre al dirupo.
Avvicinatasi troppo al ciglio, la Bionda, scivolò sul pietrisco perdendo l'equilibrio, ma senza cadere.
Regina ferma dinnanzi al mostro, era pronta a pronunciare l'incantesimo contro l'Idra, quando sentì uno strattone forte al braccio.
Si voltò verso lo Sceriffo allarmata e la vide impacciata.
- Stia attenta Miss Swan!
La riprese a bassa voce.
- Se lei scivola porterà con sé anche me!
- Ho capito! Scusa...
Rispose Emma infastidita, ma capiva il grado di tensione del momento.
Niente errori o sarebbero costati cari.
- Ehi...Regina...
Emma sfiorò la mano della Evil Queen per attirarne l'attenzione.
- Guarda su quella parete laggiù...
Regina seguì con lo sguardo la direzione indicata dalla Bionda.
Non fecero tempo a leggere cosa vi era scritto.
Un ruggito alle loro spalle, le fece voltare e una testa dell'Idra, colpì violentemente Regina al petto, scaraventando lei ed Emma giù dal dirupo.
Rotolarono, fino ad arrivare in un punto piano alla fine della discesa.
Emma si alzò velocemente.
Notando Regina priva di sensi, la afferrò dalle braccia e la portò a nascondersi in una piccola grotta, composta da massi abbastanza grandi per nasconderle entrambe.
Sembrò che il bestione non se ne fosse accorto. Lo Sceriffo sospirò per il sollievo.
Erano momentaneamente al sicuro.
- Regina...
Emma cercava di richiamarla a bassa voce per non fare troppo rumore.
Il suo cuore stava per esploderle nel petto.
Perché non poteva avere una vita normale?
Non si sarebbe mai immaginata tutto ciò, due anni fa.
Aveva invidiato gli eroi che vivevano queste avventure, ma ora sinceramente, desiderava essere a casa e basta.
- Regina...mi senti? Svegliati...ti prego.
Lo Sceriffo, picchiettava lievemente il viso del Sindaco sdraiato a terra.
Si sentiva tutta ammaccata.
Avevano fatto una brutta caduta e, il colpo inferto dall'Idra a Regina era stato notevole. Era preoccupata.
- Regina...ti prego...riprenditi! Non lasciarmi nei guai da sola...
Continuava a picchiettarle il viso, quando Regina inspirò troppo velocemente cominciando a tossire.
Aprì gli occhi, faticava a respirare.
Lo Sceriffo le prese il viso fra le mani.
- Ehi...Ehi...Regina guardami!
Regina si sentiva soffocare.
Si teneva una mano sul petto dolorante.
Guardò la bionda davanti a sé negli occhi.
- Respira lentamente Regina.
Le parlava dolcemente.
- Respiri profondi e lenti...ecco...così. Ti senti qualcosa di rotto?
Il Sindaco si sentiva ammaccata, intontita, ma meglio, se così lo si poteva definire.
- Credo...credo di no.
- Vieni...prova a sollevarti mettendoti a sedere...piano.
Emma si sedette accanto a lei, facendola appoggiare contro di sé.
- Come ti senti?
La Evil Queen aveva la testa sulla spalla di Emma, la caverna le girava un po’ intorno.
Occhi chiusi, cercò di capire cos'era accaduto.
Dopo un po’ di silenzio, rispose.
- Decisamente meglio prima.
La Regina si scostò dallo Sceriffo.
- Non ho dubbi.
Emma sorrise, per poi divenire subito seria.
- Vieni...dobbiamo portare a termine la prova per Henry...
- La...la frase l'hai letta?
Emma si sporse oltre ai massi, per vedere se riusciva a scorgere la scritta da li.
- No ma...la vedo...aspetta. Dice: "L'intelligenza abbatte molti ostacoli, lasciando spazio a nuove strade".
Sospirò a fondo la Evil Queen.
Sorreggendosi alla compagna di sventura, cercò di alzarsi.
Le braccia intorno al collo della bionda.
I loro visi molto vicini.
Cercò di sporgersi lentamente dal masso, per vedere com'era la zona dove si trovavano.
- Emma!
Di nuovo il suo nome...
Regina afferrò la spalla di Emma per portarla ancor più accanto a sé.
- Guarda là...una spada!
- Sarebbe eccitantissimo, se una di noi due la sapesse usare! La sai usare Regina?
- Chi io? Uso magia mica armi! Con Malefica hai fatto un bel lavoro...riprovaci!

La terra sotto i loro piedi iniziò a tremare.
Entrambe si sporsero di più, per vedere dov'era il mostro.
Si voltarono a guardarsi nello stesso istante.
- Viene verso di noi!
- Via di qui!
Una coda enorme distrusse il loro nascondiglio.
Emma correva davanti a Regina.
- Andiamo a prendere la spada!
Gridò il Sindaco, facendo un cenno allo Sceriffo che si mise a correre seguita dalla mora, nella direzione dell'Arma.
- Io uso la magia. Tu difenditi con quella!
L'Idra in pochi passi si voltò, raggiungendo le due.
Le tre teste erano pronte a divorarle.
Dalle mani la Evil Queen creò delle palle di fuoco.
- Che aspetti Regina! Lanciale!!
- Aspetto che si avvicinino le teste!
- Hai due mani e le teste sono tre!
- Se non te ne stai buona, le uso entrambe per te!

Una testa a bocca aperta, si fiondò sulle due.
Regina le fece mangiare entrambe le palle di fuoco.
Un verso gutturale, quasi un lamento, uscì dal mostro che fece un passo indietro, apparentemente illeso.
- Hai altre idee, genio della magia??
Un'altra testa si scagliò su di loro violentemente, a bocca chiusa, per colpirle.
Emma tirò Regina da un braccio e si spostarono velocemente.
La testa dell'Idra distrusse una roccia.
- L'uscita! L'intelligenza! Nuove strade!!
- Ne arriva un'altra Swan!!
Una terza testa si abbatté su di loro che corsero via.
- Dobbiamo cercare dei massi che possano coprire l'uscita!
- E' piena di massi la caverna, Regina!
Un colpo di coda le fece abbassare, passando sopra le loro teste.
- Proviamo dove c'è la scritta!
Le due corsero vicino alla parete con la frase incisa.
L'Idra lentamente le seguì.
Regina tirò al mostro qualche altra sfera di fuoco.
- Che fai??
Urlò la bionda Swan.
- Lo faccio arrabbiare!
- E' la tua specialità, vero?
La mora si voltò con sguardo glaciale verso lo Sceriffo.
- Arriva!
Una testa si abbatté pesantemente sulla parete, ma nessuna uscita si aprì, nessun tunnel.
- Dannazione!
Emma gridò frustrata e spaventata, correndo assieme a Regina lontano dal mostro.
Il Sindaco notò una formazione rocciosa, molto strana, che copriva una parete ad arco.
Afferrò la mano della donna accanto a lei.
- Là!!
Corsero velocemente verso il punto indicato da Regina, seguite dal mostro che distruggeva ogni cosa, al suo passaggio.
Capolinea. Erano in trappola.
Entrambe con la schiena contro i massi, cercarono di attirare l'animale in quel punto.
Le due capirono che era finita per loro, quando intuirono le intenzioni della bestia.
Caricò un triplo attacco, con tutte e tre le teste.
Per loro non vi era via di fuga...non più.
Ci fu un primo attacco potente, seguito da massi distrutti che volavano ovunque, in aria, come fosse esplosa dinamite.
Il secondo attacco, distrusse la parete alle loro spalle che crollò, scoprendo un tunnel e facendole scivolare al suo interno.
Il terzo attacco era destinato a loro.
Sdraiate entrambe a terra, sui massi ridotti in frammenti, Regina impiegò tutte le sue forze per creare una palla di fuoco potente. La loro ultima speranza.
La testa caricò il colpo e mentre si scagliava su di loro, Emma si aggrappò al braccio di Regina, lì al suo fianco.
Un'esplosione seguita da un tonfo sordo, poi il silenzio.
Lo Sceriffo ed il Sindaco avevano chiuso gli occhi, rassegnate alla fine.
Non sentendo più nulla attorno a sé, li aprirono lentamente.
L'Idra era sparita.
Emma si staccò da Regina e cercarono di alzarsi doloranti e stanche.
- Cosa...cos'è successo?
La bionda era incredula.
- Non lo so...e non starò qui a trovare una risposta. Andiamo prima che quella "cosa" ritorni.
Appena varcarono la soglia del tunnel, l'entrata si chiuse alle loro spalle.
Le due, senza forze, si appoggiarono alla parete per riprendere fiato.






Nota di Alex: Spero che inizi a piacervi la mia prima FanFiction...fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto :)
Grazie per leggere i miei sproloqui ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Le due poggiate alla parete, si misero a fissare un punto non definito davanti a loro.
Respiro veloce e il cuore che correva all'impazzata.
Erano doloranti e stanche.
- Quante prove ci saranno ancora? E soprattutto...saranno tutte così?
Chiese Emma con tono supplichevole.
- Credo sia solo la prima...Miss Swan.
Si udivano solo i loro respiri affaticati, in quel cunicolo immerso nell'ombra.
- Avevi mai sentito parlare, della fiala che stiamo cercando?
La Evil Queen, sembrò frugare nella propria memoria. Chiuse gli occhi, poggiando la testa sulla fredda parete alle sue spalle.
- Qualcosa credo di ricordare. Sicuramente legato ad una favola assurda.
- E...ti ricordi anche cosa diceva?
- Ci stò provando, ma non ricordo.

Sentì la donna al suo fianco, muoversi sul posto.
- Non ricordi o non vuoi ricordare?
Regina si voltò verso Emma. Sguardo duro.
- Non ricordo!
Scandì le parole.
Spostandosi dalla parete, si mise davanti allo Sceriffo.
- Ha qualche accusa nuova per me, Miss Swan?
Emma sospirò combattuta. Perchè Regina era sempre sulla difensiva?
- No. Perchè dovrei?
- Possibile vediate sempre e solo, il mio lato negativo?

Redimersi, con voi alle calcagna è un'impresa impossibile!
Il suo tono di voce si era alzato.
Lo Sceriffo si staccò dalla parete, facendo indietreggiare il Sindaco.
- Lasciati dire una cosa che già saprai. Con te, non si può parlare!
E poi, sempre questa forma di cortesia o... scortesia nel tuo caso.
- Non ho alcuna intenzione di affrontare anche lei ora!

Regina era furiosa.
Emma rise stizzita.
- E invece mi ascolterai! Tu...tu tieni sempre alla larga tutti da te. Tutti!
Non abbiamo alcuna possibilità di rapportarci in nessun modo, con la tua persona.
Ci ho provato, Dio solo sa quanto in questi due anni, ma ho sempre trovato davanti a me un muro invalicabile.
Vivi troppo nel passato Regina. Ti ci sei persa!
Va bene, farla pagare a chi ti ha creato problemi, ma Mary Margaret è solo un capro espiatorio e basta.

Regina non credeva alle sue orecchie.
- I veri problemi, in tutti questi anni passati a sterminare e devastare, erano le persone che ti hanno trasformata in ciò che sei stata fino a poco tempo fa.
Tua madre, ha fatto del male a Daniel e invece di vendicarti che fai? Cerchi di conquistarla, ancora e ancora, anche solo per un briciolo di ciò che mai ti potrà dare! Questo è ciò che hai sempre tentato di fare e lo sai benissimo.
Non parliamo poi di Mr Gold! Ha provato a fregarti in mille modi e più, per i suoi scopi personali, e tu...tu ti sei lasciata usare perchè accecata dall'odio verso tua madre, verso me, verso Mary Margaret e James, verso il mondo!
Ma...guarda caso...l'unica persona su cui si è riversata la tua vendetta, era una bimba di 10 anni che voleva solo aiutarti a suo modo. Non sapeva che tua madre era un mostro...voleva solo ripagarti per averla salvata e vederti felice!

Regina in cuor suo, sapeva che lo Sceriffo aveva ragione.
Non era in grado di replicare nulla...ascoltava solamente.
Emma capì in quel momento, di aver fatto breccia in quel muro ed il suo tono mutò divenendo più dolce, triste.
- Non ho mai voluto portarti via Henry...
L'hai cresciuto benissimo e sono fiera di ciò che stà diventando.
Volevo solo starci accanto...no combattere la terza guerra mondiale, contro la madre affidataria.
Capisco che ti sia sentita minacciata dalla mia presenza, ma è stata mia la decisione di darlo in affidamento.
So che per te, lui è tutto il tuo mondo...volevo solo che diventasse parte anche del mio.

Una lacrima inaspettata, scese sul viso di Emma.
Regina la guardava in silenzio...qualcosa dentro di se, era divenuto improvvisamente fragile.
Si voltò verso l'interno del tunnel, evitando così di guardare ancora in viso la bionda Swan.
Per la prima volta dopo tanti anni, il Sindaco guardò dentro di se.
- Ci sono cose che ho fatto...cose di cui mi pento, che non possono essere ne perdonate ne dimenticate.
E' vero, accecata dall'odio ho commesso un errore dopo l'altro.
Purtroppo...come per questa stupida situazione in cui ci troviamo, non posso tornare indietro...posso solo andare avanti.

Fu il turno di Emma, ora, quello di ascoltare in silenzio. Riusciva a sentire tutto il suo dolore.
Regina cercò di ricacciare indietro, un nodo che le attanagliava la gola.
Emma fece un passo verso di lei, ma il sindaco alzando un braccio, con la mano le fece gesto di stare lontana.
- Ti ho odiata così tanto...tu...la persona che mi ha fatto il regalo più grande, che potessi mai ricevere...
Lo Sceriffo era senza parole.
Era lei a parlare...la vera Regina...la ragazza che salvò sua madre e che amava Henry più della sua stessa vita.
La terra tremò sotto ai loro piedi.
Fu scossa da un boato lontano.
- Ma cosa? Non sarà successo qualcosa ai miei genitori!
Regina finalmente si voltò verso un'Emma preoccupata.
- Sono in gamba...non ti preoccupare.
Si avvicinò mettendole una mano sulla spalla.
- Dobbiamo proseguire...
Ma la Bionda aveva un'ultima cosa da dire.
Coprì la mano della mora con la sua, voltandosi verso di lei.
Sguardo intenso, che fece chiudere in una stretta lo stomaco di Regina.
- Sai...ho letto tutto il libro di Henry.
Capisco che non l'ho vissuto con voi...con te, e per questo non posso capire ogni cosa accaduta...ma...osservo molto.
In questi due anni, ho notato che tu non sei affatto ciò che eri. E' il motivo, per cui continuo a darti fiducia, e per questo ho sempre preferito affrontarti. Solo così ho imparato e capito.

Silenzio.
Regina guardò la persona davanti a se e sorrise. Sorriso sincero e dolce.
- Ora comprendo, da chi ha preso questo suo aspetto, Henry.
Sorrise nuovamente la Evil Queen, con gli occhi, con il cuore.
- Sei così bella quando sorridi...dovresti farlo più spesso.
Emma si immobilizzò con effetto immediato, dopo essersi resa conto di ciò che aveva appena detto al Sindaco.
Temeva una reazione "alla Mills", ma invece la mora la sorprese.
Si limitò a guardare Emma, incuriosita.
Non riceveva un complimento così da molto, molto tempo.
Ne fu sorpresa e lusingata.
Fu come se, dentro se, tornasse a sentire le farfalle nello stomaco.
La guardò in silenzio per qualche istante e poi sorrise nuovamente.
- Grazie.
La Evil Queen si voltò a guardare il tunnel buio.
- Vieni...proseguiamo.
Le due si incamminarono.
Serviva un pò di illuminazione.
Regina creò una palla di fuoco, così avrebbero visto eventuali ostacoli.
Lo Sceriffo rimurginava sulla frase che le era fuggita di bocca.
- E' da un pò che tenevi dentro quel discorso...non è così Emma?
Emma, mani in tasca, camminava a fianco del Sindaco.
Udire il suo nome le faceva uno strano effetto.
- Era da un pò che ti volevo parlare.
Regina si incuriosì.
- Per dirmi questo?
Lo Sceriffo sospirò.
- Per dirti un pò di cose...
Più si inoltravano in quel tunnel, più la temperatura dell'ambiente che le circondava si abbassava.
La Evil Queen fece sparire il fuoco.
Erano arrivate in un'ampia caverna, illuminata da luce naturale.
Si zittirono per paura di essere udite da qualche altro mostro o simile.
Controllarono bene la zona in cui erano entrate, ma sembrava non esserci presenza alcuna.
- Sono già stata qui...ma non faceva così freddo.
Emma cercava di scaldarsi, strofinandosi le braccia con le mani.
- E' la caverna di Malefica. La conosco e usciremo di qui!
- Questa è una bella notizia!

Regina afferrò il polso dello Sceriffo.
- Vieni...
La condusse vicino ad un'altura.
- Lassù, Miss Swan!
Indicò un punto posto in cima all'altura. Sembrava ci fosse un corridoio sopra le loro teste.
Emma si inginocchiò, unendo i palmi delle mani per fare da scaletta a Regina.
- Miss Swan?
Il sindaco alzò un soppracciglio.
- Vuole issarmi lassù?
Regina agitò il polso incatenato davanti al viso della bionda, che si rialzò in piedi.
- Oh...già. Scale? Rocce su cui arrampicarsi?
- No.

Emma alzò le braccia e le riabbassò velocemente, in un gesto di frustrazione.
- Ovviamente...E allora perchè mi dici che c'è un'uscita, se non la possiamo raggiungere??
- Teletrasporto, Miss Swan.
- E dillo subito!

Emma rise.
Regina le rispose con faccia incuriosita.
- Ti diverti?
Lo Sceriffo sorrideva.
- Uh...un pò. Dimmi Regina...come funziona questa cosa del teletrasporto?
- Ti tocco e sparisci assieme a me.
- E scommetto che non lo possiamo usare nè per andare da Henry, nè per uscire.
- Giusto. Purtroppo...

Cominciò Regina, ma Emma l'afferrò  per le spalle fissandola in volto.
- No...No, No. Sò già cosa stai per dirmi.
Miss Swan, questa è una caverna magica , bla bla bla.
Non può uscirne, bla bla bla, facendo quel che vuole bla bla.

Questa volta, fu il turno di Regina a sorridere.
- Più o meno, Emma.
Regina, circondò la vita di Emma con un braccio e sparirono.
Anche se fu breve, le era mancato quel contatto.
Comparvero sull'altura.
La vista della caverna, da lassù, era migliore.
Sembrava completamente vuota.
Mentre lo Sceriffo era intenta a cercare eventuali frasi, Regina perse quella speranza, ritrovata attimi prima.
- Era...Era qui!
La frustrazione e la rabbia presero il soppravvento.
- Era qui dannazione!!
La Evil Queen, iniziò a prendere a pugni la parete.
Emma le si parò davanti afferrandole, i polsi.
- Regina basta! Così ti farai solo del male.
- Credevo di avere una possibilità di fuga. Credevo...
- Ehi...ce la faremo Regina...vedrai. Non sei sola...ci sono io.

Il Sindaco si sentiva impotente.
Si udì un sibilo.
Uno stiletto di ghiaccio, lanciato da un punto indefinito, si frantumò sulla parete vicino alla testa di Emma, seguito da un urlo agghiacciante provenire da davanti a loro.
Il mostro che videro sembrava uno spettro dal corpo solido e non fatiscente.
- Malefica...
- Ma come può essere! L'avevo eliminata!
- Lei non muore mai...prende sembianze diverse.

La caverva in cui si trovavano con Malefica, era composta da sei colonne gigantesche di pietra, distanti parecchio fra loro.
Al centro, vi era una pozza abbastanza grande che, dato il clima, era sicuramente ghiacciata.
- Dobbiamo scendere di qui!
Regina tirò velocemente Emma a se e scomparvero.
Comparvero dietro ad una colonna, nella parte inferiore della caverna.
Si guardarono intorno, alla ricerca di una frase che indicasse loro come superare la prova ed uscire.
Niente.
Alcuni stiletti appuntiti come lance, passarono vicinissimi a loro sibilando.
- Dannazione! Dov'è Malefica, non la vedo!
- Venivano da là!

Emma indicò un punto alla loro destra.
Prese per mano Regina e la tirò con sè, per correre a ripararsi in un'altra zona più nascosta.
Mentre correvano, Malefica comparve davanti allo Sceriffo.
Il Sindaco tirò Emma Swan mettendosi a correre dal lato opposto alla direzione che presero in precedenza.
Erano dietro ad un'altra colonna.
Ancora nessuna traccia della frase.
- Dobbiamo combattere il ghiaccio con il fuoco.
- E la frase?
- La frase non ci servirà a nulla se ci uccide, Miss Swan!

Un'onda d'urto ghiacciata le colpì in pieno, facendole cadere a terra rovinosamente sovrastate dal mostro.
Erano sdraiate al suolo.
Malefica lanciava stiletti accuminati di ghiaccio che, colpivano il terreno attorno a loro.
Voleva spaventarle?
Si fermò a guardarle da vicino...le due erano immobili.
Non sapevano che intenzioni aveva, finchè non si allontanò da loro e iniziò a colpire seriamente con intenzione di ucciderle.
Aveva finito di giocare.
Il Sindaco tirò verso di sè, afferrando dalla giacca Emma.
Uno stiletto si conficcò, dove prima c'era la testa della Bionda.
Di rimando, Emma, allontanò Regina spingendola dalla spalla con entrambe le mani.
Il suo posto fu preso da un altro punteruolo appuntito.
In tutto questo trambusto, tra colpi e schivate, stando straiate a terra impossibilitate a rialzarsi, il sindaco scorse la frase sul soffitto della caverna.
- Ecco la frase! Lassù!!
Un altro stiletto si scagliò vicino alla testa di Regina, colpendo il suolo.
- Che dice??
Urlò la bionda al suo fianco.
- Io non...
- Regina!!

Emma la tirò nuovamente verso di sè per farle schivare il colpo di Malefica, mentre era intenta a leggere.
- Ehm...
Non riusciva a vedere tutte le lettere.
- Sbrigati! Non resisteremo a lungo così!!
Emma non poteva aiutarla, perchè non capiva dove fosse la scritta e soprattutto qualcuno doveva prestare attenzione agli attacchi.
- "L'insieme...
- Cosa??

Un altrò stiletto si frantumò al suolo.
- "L'insieme sprigiona un calore che la gelida anima non ha".
Emma e Regina si scostarono a lati opposti, per evitare l'ennesimo attacco.
Il colpo fu così potente che riuscì a spezzare la catena che teneva unite le due, ma fortunatamente senza ferirle.
Si alzarono in piedi velocemente e Regina si mise a bersagliare con palle di fuoco Malefica, facendola sparire.
- Ha Ha! Che ti avevo detto?
Regina era trionfante.
Con il fiatone, cercarono un punto riparato dove nascondersi.
- Potrai beffarti di me in un secondo momento. Andiamo a nasconderci là!
Emma Swan, non fu veloce quanto il Sindaco.
Una forza invisibile, scaraventò in acqua lo Sceriffo.
- Swan!
Regina si voltò e vide il mostro dinnanzi a se.
Lo colpì nuovamente, per poi andare a soccorrere Emma, ma non riusciva a vederla.
L'acqua era freddissima e più profonda di quanto credesse.
Cercava di scorgere la bionda dalla riva.
Il cuore in gola. Aveva paura.
Malefica approfittò della sua distrazione per lanciarla contro una colonna, vicino alla pozza d'acqua.
Regina, battè la schiena sulla fredda pietra e crollò a terra.
Emma si sentiva trafiggere da migliaia di lame.
Doveva uscire da li.
Cercò un punto semi nascosto, per uscire dall'acqua senza essere vista.
Vide il Sindaco al suolo. No!
Il mostro si avvicinò alla mora, intenta ad ucciderla.
La Evil Queen era vigile, ma finse di aver perso i sensi.
Appena Malefica le fu vicina col il volto, o ciò che vi assomigliava, Regina la colpì.
Un urlo agghiacciante le fece venire la pelle d'oca.
Emma Swan sospirò. Fù sollevata, nel vedere il Sindaco indenne rimettersi in piedi.
Le si avvicinò lentamente, restando nascosta fra le pietre per quanto possibile.
Il mostro tentò un secondo attacco contro Regina, che caricò un fascio di luce.
colpì malefica in pieno petto, ma servì solo a farla indietreggiare, fino a quando Emma non avvolse con entrambe le braccia, la vita di Regina.
Il fascio di luce, brillò così tanto da far chiudere loro gli occhi.
Un lampo illuminò la caverna, seguito da un boato che fece crollare una parete di massi.
Quando riaprirono gli occhi, Malefica era sparita.
Emma rimase abbracciata a Regina. Tremava.
Il Sindaco se ne accorse.
- Tutto bene?
Aveva le labbra blu.
I loro occhi si incontrarono.
- Stai gelando. Hai bisogno di asciugarti.
- E...e come...

Faticava persino a parlare, da quanto aveva freddo.
Emma tremava senza controllo.
Non voleva mostrarsi debole di fronte all'altra ma, non poteva farne a meno.
Regina le afferrò i lembi della giacca.
- Che...che...
- Non vorrà mica morire congelata vero? Suvvia Miss Swan...non ha nulla di diverso da me, che non ho già visto.

La bionda si arrese. Il cuore cominciò a correre.
Il Sindaco l'aiutò a togliersi la giacca fradicia in pelle rossa e la maglia nera a maniche lunghe che portava sotto di essa.
Rimase con una semplice canottiera bianca.
Regina, aprì la cintura che avvolgeva il suo cappotto e poi lo sbottonò.
Emma era a livelli di infarto, tanto il cuore lo sentiva veloce.
La mora se lo tolse e lo avvolse attorno alle spalle della bionda, che si crogiolò in quel tepore.
- Venga...
Il Sindaco l'attirò più vicina a sè.
- ...vediamo se con un pò di magia, riesco a darle un pò di sollievo.
La ragazza non rispose. Era intorpidita, desiderava solo del calore.
Regina la guardava, cercando di pensare a come fare.
Le prese le mani...erano così fredde.
Con un pò di energia che sprigionava calore, riuscì a far cambiare l'espressione alla bionda davanti a se.
- Lo sente?
- S..sì.

La mora la guardava negli occhi.
- E' sopportabile o eccessivo?
- Va...va bene
.
Lentamente la Evil Queen, mani aperte, iniziò a spostarsi col calore dalle mani di Emma ai polsi, per poi salire sulle braccia.
Qualcosa in lei sembrò cambiare.
Mentre lo Sceriffo, sembrava sollevata da quel calore, Regina si ritrovò a desiderarne anch'essa.
Forse era come con Graham? Semplice bisogno di quel tipo di contatto fisico?
Il Sindaco non riusciva a fermarsi.
Per la prima volta dopo anni, sentiva il suo cuore vibrare...battere vivo e veloce, per qualcuno che non era il suo piccolo Henry.
No...non era lo stesso che sentiva per quel cacciatore.
Guardava Emma, le sue mani accarezzare la sua pelle per fornirle calore.
Era così liscia.
La sua mente iniziò ad annebbiarsi.
Dalle braccia passò alle spalle.
Emma si sentiva decisamente meglio, anche se era ancora molto infreddolita.
Decise di farsi cullare da quel tocco caldo, magico, fino a quando i suoi occhi non incontrarono quelli della bruna.
Fu come una scintilla, che appiccò un fuoco assopito dentro lei.
Quel contatto di sguardi si mantenne, anche quando Regina avanzò di un passo verso lo Sceriffo.
Il tocco caldo della mora davanti a se si spostò sulle scapole, scostando il cappotto, poi sempre lentamente, scese sulla schiena, sulla vita.
Emma sbottonò la giacca corta che indossava il Sindaco.
Era sempre elegante quella donna.
Infilò le sue braccia sotto la giacca, provocando in Regina un brivido.
Lo Sceriffo si sentì senza fiato. Era così calda...
Regina ormai era manovrata dal suo cuore pulsante, che ebbe la meglio sulla ragione.
Tirò Emma verso di sè.
I loro corpi erano a stretto contatto.
Ecco...era quello, che a lei mancava così tanto.
Una mano continuò ad accarezzare la schiena della bionda, per scaldarla.
I loro sguardi erano persi nel momento.
L'altra mano, salì sulla spalla per poi accarezzare la guancia di Emma che sospirò.
Si sentiva così bene ora.
Il respiro di Regina era veloce.
Doveva...voleva farlo. La sua mente annebbiata prese il sopravvento, facendo chiudere la distanza fra loro.
Regina la baciò.
Lo Sceriffo si perse in quella donna forte e bella davanti a se.
Quel bacio fù così incredibilmente dolce, come se entrambe, assaporassero un frutto a loro proibito e desiderato da tempo immemore.
Emma la strinse forte a se, per approfondire l'emozione che stavano vivendo, ma questo, scatenò in Regina un ritorno di lucidità.
La Evil Queen, si accorse improvvisamente di ciò che era accaduto, come risvegliatasi di soprassalto da un sogno.
Confusione mista a paura per ciò che stava provando, la portò a staccarsi bruscamente da Emma.
Regina indietreggiò smarrita, fino a poggiarsi con la schiena ad una parete di pietra.
Sembrava sotto shock.
Daniel...aveva tradito Daniel.
Sapeva benissimo ciò che era accaduto con Emma, ricordandone altrettanto bene il significato.
Con Graham si era sempre sentita vuota...ma adesso...
- Regina...
Emma provò ad avvicinarsi preoccupata.
- Non ci pensi nemmeno, Miss Swan! Ho...
Non poteva...non poteva più parlarle così.
Il suo tono mutò.
- ...ho bisogno di...non lo sò.
- Regina...

Emma aveva capito...paura.
- Tempo...ti prego.
Il silenzio calò fra loro, quando una voce femminile lo ruppe, avvicinandosi sempre più.
- Eccole James! Sono Qui!
Snow White arrivò correndo, seguita dal principe.
Lo Sceriffo ed il Sindaco si guardarono stupite ma sollevate.
- Come siete arrivati qui?
Disse la figlia di Biancaneve.
Mary Margaret e James abbracciarono Emma, per poi salutare Regina che si era avvicinata a loro, mettendole una mano sulla spalla.
Una risata rieccheggiò nella caverna.
- Stento a credere che siate ancora tutti vivi.
Rise di nuovo. La voce di Cora era riapparsa.
- E guardandovi, qual scoperta emozionante...Regina ed Emma, un tornado che incontra un vulcano.
Devo essere sincera, non vi avevo dato chance.
- A che scopo tutto questo?
James gridò.
- Le domande le faccio io. Sbrigatevi a portarmi quella fiala!
Un tunnel si aprì davanti a loro.
Questa prova l'avrebbero affrontata assieme.







Note di Alex: Ringrazio tutti gli utenti che seguono questa Fan Fiction e, in anticipo, quelli che la seguiranno.
Soprattutto un grazie enorme a chi l'ha messa come preferita.
Spero di non deludervi con i prossimi capitoli.
Recensite e fatemi sapere se vi piace e se ci sono errori.
Ciao a tutti :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Varcarono tutti e quattro la soglia del tunnel e, come di consueto, l'entrata si era rinchiusa alle loro spalle.
Di nuovo erano immersi nell'oscurità.
Regina creò del fuoco dalla mano per illuminare.
Iniziava a sentirsi stremata, senza forze, non era più abituata all'uso della magia.
Si incamminarono, con la maga in testa al gruppo per fare strada. Emma accanto a lei.
Di tanto in tanto, la bionda l'osservava di sottecchi.
Era una donna così bella e fiera di se.
Non si era mai soffermata a pensare al suo passato. Lei provava qualcosa per la Regina che aveva conosciuto a Storybrook.
Dirlo ai suoi, non sarebbe stato affatto facile.
Nota positiva era la felicità di Henry, che poteva nascere, dallo trovarsi in una famiglia vera...anche se forse...inizialmente non avrebbe capito.
Il gruppo si fermò improvvisamente.
Il tunnel non avevava via d'uscita.
- Ma...come??
Mary margaret, chiese frustrata.
- Regina, spegni il fuoco perfavore.
Il Sindaco eseguì.
James aveva notato una cosa che, inizialmente, non era riuscito a scorgere.
Davanti a loro, a terra, si intravedeva uno spiraglio di timida luce.
Un cunicolo stretto e non molto alto dal suolo, ricoperto di massi, li separava dall'uscita.
James, appoggiò le mani alla parete di roccia e, con qualche calcio, riuscì a smuovere i sassi liberando così il passaggio.
- Ben Fatto!
Esclamò Snow al marito. Occhi dolci. Dio quanto l'amava.
Emma si accucciò per vedere oltre a quell'apertura. Siepe?
Si rimise in piedi.
- E' una specie di...giardino!
- Cosa?? Siamo fuori?

Chiese Regina. La speranza che avrebbe riabbracciato il figlio a breve, era molta.
I quattro si chinarono e strisciarono, uno dopo l'altro, oltre l'apertura.
La delusione li investì, quando si accorsero di essere ancora nella caverna.
Si trovavano in una specie di giardino oscuro, lugubre.
Un'alta siepe, si stanziava non molto lontano da loro. Sembrava un grande muro verde.
Alberi rinsecchiti, ai lati di un sentiero, lastricato da pavimento in pietra e terra.
Nebbia sollevata dal suolo, non si elevava oltre i loro sguardi. Era a mezz'aria.
- Inquietante...
Emma era stupita, le sembrava di essere in un film dell'orrore.
- Lo è davvero!
Mary Margaret si aggregò al commento della figlia.
- Io lo trovo rilassante.
James, Emma e Snow, si voltarono verso Regina perplessi.
- Cosa c'è! De gustibus non disputandum est.*
Disse il Sindaco, facendo spallucce.
Scossero la testa rassegnati.
Regina si guardava attorno incuriosita.
- Uhmm...ne ho sempre voluto uno nel mio giardino.
- Nostro giardino, Regina...e no!
- D'accordo Snow...tuo e sì per la residenza invernale.
- A cosa serve un giardino come quello, in una residenza invernale?
- Paesaggistica Cara.
- Ehy! Ma di che state parlando??

Emma le fermò.
- Labirinto. - Giardino.
Risposero entrambe all'unisono, Regina e Mary Margaret.
- Cosa?
- Giardino. - Labirinto.
Dissero nuovamente le due all'unisono, invertendo questa volta la risposta.
- Emma...lascia...
Disse James.
Regina sorrise e si rivolse ad Emma.
- Il castello di tua madre...
- Che tu hai distrutto.

Il Sindacò, lanciò uno sguardo di fuoco a Biancaneve, per poi schiarirsi la gola e tornare a parlare allo Sceriffo.
- ...dicevo. Il castello di tua madre, ha un giardino bellissimo.
- Aveva.

Regina, sospirò stizzita.
- ...aveva. Comunque. Il mio albero di mele lo rendeva ancor più bello.
Questo muro di siepe davanti a noi, è un labirinto.
Avevo sempre desiderato averne uno in quel giardino...ma tuo...

Un senso di nausea associato ai ricordi, l'assalì.
- ...nonno, non ha mai acconsentito. il giardino era un prezioso ricordo di tua...
- Nonna Emma.

Snow finì per il Sindaco, che si avviò all'entrata del labirinto.
Vedere Emma come la "vedeva" in quel momento, non era possibile.
Era tutto così complicato.
Si sentì afferrare una mano.
- Aspetta Regina.
Era Emma.
- Non andare sola. Perdersi...potrebbe essere pericoloso.
La guardò. Sguardo triste, ma il cuore...il suo cuore voleva correre verso lo Sceriffo.
- Mi sono già persa.
Bisbigliò alla bionda davanti a se.
Quello sguardo verde lago, sembrò pervaderla quando la guardò.
Emma le si era avvicinata un pò di più.
- E allora permettimi di ritrovarti.
Rispose a quella splendida mora al suo fianco. Avrebbe tanto voluto baciarla.
Erano così vicine...i loro cuori ebbero un sussulto.
Regina si staccò da Emma.
- Emma ha ragione. Restiamo uniti.
A parlare fu Snow che le raggiunse con velato sospetto.
Cosa stava succedendo fra quelle due?
Procedettero all'interno del labirinto uniti.
I Charming davanti, seguiti immediatamente da Regina ed Emma.
- Adesso dimmi...quale malsana idea, ti ha portata a nascondere: una fiala, in una stanza, con una porta, dentro ad un labirinto, in una serie di caverne con delle prove da superare?
Disse James voltandosi a guardare la Evil Queen.
- Perchè guardi me? Io ho solo messo in atto la maledizione.
I Charming si fermarono.
- vuoi dire...che non l'hai creata tu?
- Credevo lo sapeste.

Regina sollevò un soppracciglio.
James e Mary Margaret si guardarono straniti.
- Sapevamo solo che volevi mettere ed avevi messo in atto una potente maledizione.
Rispose James.
- Regina...se non sei stata tu...allora chi...
Si chiese Snow.
- Gold.
Disse Emma.
I genitori la guardarono.
- E' un'opzione plausibile...
Affermò James.
- No...è un'opzione certa.
- Che vuoi dire?

Biancaneve si avvicinò alla figlia.
- Io...lo sapevo.
- Cosa?

Regina si era estraniata dalla conversazione, mentre Snow cercava di chiarire cosa sapeva e come, sua figlia.
- L'ho scoperto.
Emma si voltò verso il Sindaco, per poi avvicinarsi. La vedeva immersa nei pensieri.
- E perchè non ce l'hai detto?
La figlia ignorò la domanda.
- Regina...
- Emma...

La Evil Queen la guardò.
- ...hai mai visto Gold in quello stato, prima d'ora?
La bionda si fermò a pensare.
- N...no. Voi?
Si rivolse ai genitori.
- No.
Risposero insieme.
Regina li guardò, poi ritornò a pensare.
- E se...Gold...non fosse...Gold?
- Se c'è una cosa che ho imparato qui, è che tutto può essere.

Lo Sceriffo, sfiorava con il suo braccio quello del Sindaco.
Un brividò la percorse totalmente al suo contatto. Amava averla vicina.
Gioia trovata dopo averla conosciuta davvero.
Anche Emma voleva starle vicino...voleva farle sapere, sentire, che era li con lei.
- Gold non chiede mai aiuto, soprattutto se questo, volesse dire "far sapere, cosa nasconde in quel negozio".
James centrò il punto.
- Cora.
Regina pronunciò il suo nome come se fosse maledetto.
- Non sarebbe la prima volta che muta il suo aspetto.
Snow puntualizzò le "doti" del nome pronunciato dalla matrigna.
- Se è così...dov'è Gold?
Chiese Emma.
Snow si mosse per prima, seguita da Regina e gli altri due.
- Muoviamoci e lo scopriremo.
Regina e Snow erano avanti di almeno un paio di metri, quando un muro di siepe divise Biancaneve e la sua matrigna, da James ed Emma.
Nuove coppie erano state formate.
- No! Di nuovo!!
Snow era arrabbiata e frustrata, contro tutto ciò che le stava accadendo.
Si voltò verso la nuova compagna d'avventure, rassegnata.
- Lo so...lo so.
Regina era certa che Mary Margaret, volesse esprimere quanto era contrariata della cosa, così la precedette.
Dall'altra parte del muro, James guardò la figlia preoccupato.
- Non si uccideranno. Regina stà cambiando davvero.
Sorrise Emma, nel pronunciare quella frase. Lei lo sapeva.
- Regina!
Urlò lo Sceriffo.
- Emma!
Il Sindaco la sentì chiamandola a sua volta.
- Emma, tesoro, state attenti!
Snow era preoccupata per la sorte del marito e della figlia.
- Emma...
Urlò Regina.
- ...se trovate la fiala, andate subito da Henry! Non aspettateci.
Alla bionda si fermò il respiro.
Esisteva davvero la possibilità che non si vedessero più?
- Regina! Sai qualcosa su questo dannato labirinto?
James gridò per farsi sentire.
- No! Ma per favore...rivoglio mio figlio! Confido in voi, nel caso non ci riuscissimo.
Snow aveva sempre desiderato sentire parlare Regina di lei in quel modo. Voleva solo conquistarla...senza mai riuscirci.
- E noi confidiamo in voi.
Il tono di Emma era triste. Dovevano uscire di li tutti!
- Buona fortuna!
Biancaneve urlò al marito e alla figlia.
Una lacrima le scese sul volto.
Regina per la prima volta la capì.
- Buona fortuna a voi!
Ne seguì il silenzio.
- Andra tutto bene.
Mary Margaret non rispose alla matrigna.
Si incamminarono nel labirinto. A cosa sarebbero andate in contro?
- Dimmi...Regina...
Snow provò a instaurare un dialogo.
- Cos'avete dovuto affrontare come prove?
Regina sentì la domanda di Mary Margaret e pensò che ricominciare da zero, o almeno provarci, per cambiare veramente...ritornare ad avere un dialogo con la figliastra sarebbe stata una buona idea.
- Prima prova, un'Idra.
Vide Snow strabuzzare gli occhi.
- Emma se l'è cavata molto bene...anche se ce la siamo vista brutta.
- Così non mi consoli...
- Nemmeno dicendo, che è in gamba e se la cava egregiamente anche senza me?

Biancaneve si corrucciò.
- Che vuoi dire?
- Nulla.
- Regina. Lanci il sasso e togli la mano?
- Lungi da me il farlo, Snow.

Ci fu una pausa, riempita solo dal rumore dei loro passi sul terriccio lastricato in pietra.
- Riusciremo mai a parlare come due persone normali?
Regina sorrise.
- E' la stessa cosa che mi ha chiesto tua figlia.
Snow si sorprese.
- Davvero?
- Si. Le stai molto a cuore.
- A quanto pare anche tu.

Regina si stranì nell'udire quelle parole. Cosa sapeva? O meglio...cosa sospettava?
La strada davanti a loro fece largo ad un bivio.
- Due strade?
Sospirò sconfitta Snow.
- Non ce ne andremo mai.
Piagnucolò.
- Dividiamoci.
Propose la Evil Queen.
- Stai scherzando vero?
-Una delle due avrà la strada bloccata. Quando troverà un muro davanti a se, tornerà indietro, e assieme all'altra proseguiranno.

Snow era titubante.
- No.
- Ascolta Snow...
Regina si mise davanti a Mary Margaret.
- ...sò che ti sembrerà una barzelletta, ciò che starò per dirti, ma...fidati di me.
- Cosa??

Snow era esterefatta.
- Ho un piano.
La figliastra inspirava ed espirava pensante, scettica.
Le stava chiedendo davvero ancora fiducia?
Si arrese.
- Sentiamo.
- Dammi qualcosa di tuo. Saprò ritrovarti.

Aveva capito!
- Ecco perchè hai detto ad Emma, che se trova Henry deve uscire di qui! Perchè li puoi trovare!
Regina sorrise.
- Bingo Cara.
Snow era più sollevata, ma poi si incupì nuovamente.
- La 100.000esima possibilità insomma.
Chi mi dice, che non mi lasci in pasto a qualche animale o mostro che troveremo qui?
- Il mio amore per Henry.

Mary Margaret sapeva che, ciò che provava Regina per suo nipote, era vero.
- Va bene.
Disse sospirando.
Si tolse la collana che aveva al collo e la diede a Regina, che se la mise in tasca prima di dividersi da Biancaneve.

Emma e suo padre camminarono in silenzio.
Il loro rapporto, non era fatto di lunghi dialoghi, ma poche e sincere parole.
- Come ve la siete cavata con le prove?
Emma fece spallucce.
- Tutto ok. Sono qui no?
James sorrise.
- E' stato difficile con Regina?
- No. Abbiamo anche avuto un chiarimento.
- Chiarimento?

Le chiese suo padre incuriosito, fermandosi.
- Si.
Emma era davanti a lui.
- A proposito di Henry?
La figlia sospirò, iniziando a perdersi nel ricordo di quel bacio.
- A proposito di tante cose.
- Cosa non mi stai dicendo?
James si preoccupò.
- Per caso ti ha fatto qualcosa?
Emma si riscosse.
- Cosa? Chi, Regina? No, no. Mi ha stupita invece.
Il padre si stupì a sua volta.
Non l'avrebbe mai creduto.
Si incamminarono nuovamente, in silenzio, raggiungendo anche loro un bivio.
- Due strade...
Fu Emma a spezzare il silenzio.
- Che facciamo?
- Dobbiamo dividerci.

Suo padre era contariato.
- No Emma! Non ti lascio sola!
- Dammi fiducia.

James sospirò.
- Va bene.
Padre e figlia si abbracciarono prima di dividersi.

Regina camminava. Passo svelto.
Voleva andare da Henry il più presto possibile.
Dentro se ribolliva dalla rabbia contro sua madre, poi il pensiero e l'ira mutarono in un sentimento diverso.
Emma. I suoi occhi, le sue labbra, la sua pelle.
Cos'era successo?
Al solo pensarci le venne nuovamente quella stretta allo stomaco.
Ne desiderava ancora, anche solo un bacio.
Serrò la mascella.
Era tutto così sbagliato.
Alzò lo sguardo. Muro di siepe davanti a lei.
- Perfetto!
Esclamò ironicamente.
Chiuse gli occhi. Voleva teletrasportarsi da Snow.
E se si fosse teletrasportata da Emma?
Scuotè la testa a destra e a sinistra velocemente, mimandosi un No da sola.
No, no...James l'avrebbe uccisa davvero stavolta.
Mise una mano nella tasca della giacca, toccando la collanina.
Cercò di concentrarsi sulla sua figliastra.
Trovata!
Snow era nei guai.
Sdraiata a terra teneva un bastone lungo, in orizzondale davanti a se, con entrambe le mani.
Un Minotauro Mezzo uomo e mezzo toro, spingeva l'arma contro la sua gola.
Regina apparve dietro al mostro.
Con una palla infuocata lo colpì alla schiena.
Un grido atroce si liberò dal mostro, che indietreggiò sofferente.
Si voltò e si diresse minaccioso verso il Sindaco che, alzando la mano sinistra, lo bloccò davanti a se.
- Seriamente? Un Minotauro??
Regina era incredula dalla banale fantasia, nella creazione di quel mostro in quel luogo.
snow si alzò affaticata.
- La ragione per cui odio i labirinti.
La Evil Queen guardava il mostro incuriosita.
- Io, personalmente, non avrei mai messo in giardino una creatura simile. E' anti-estetica.
Snow le si avvicinò.
- Conoscendoti Regina, l'avresti fatto sicuramente, se io ci fossi entrata.
Mary Margaret sorrise al Sindaco che rispose con una smorfia.
- Touchè.
Snow rise. Regina era diversa, lo sentiva.
- Che ne facciamo?
Il Sindaco con la mano destra fece sparire il mostro.
- Volevi portartelo a casa, Cara?
- Oddio! No.

Regina le sorrise, prima di riprendere a camminare, seguita da Snow, lungo il percorso che forse le avrebbe portate vicine alla fiala.

Emma camminava lungo quel sentiero, da sola.
Chissà come se la stavano cavando Regina e sua madre.
Il suo pensiero si spostò sulle ultime parole del Sindaco.
Perchè quella frase? Perchè non voleva che la cercasse?
Poi le torno alla mente la lotta contro Malefica.
Il teletrasporto!
Forse li avrebbe trovati lei!
- Uff...strada chiusa.
Si voltò per tornare indietro sino al bivio.
Doveva raggiungere suo padre.
Imboccò il sentiero toccato a lui.
Che strano avere dei genitori così giovani.
E Regina? Era sua nonna??
Oh...ma chi resiste ad una nonna così.
Iniziò a fantasticare.
Si diede uno schiaffo da sola.
- Torna alla realtà Swan! Non è il momento.
Fuori da quel labirinto...sarebbe cambiato qualcosa fra lei e il Sindaco?
Tornò davvero alla realtà quando udì la voce di suo padre, inveire contro qualcosa.
Che stava succedendo?
Corse verso il luogo da dove proveniva la voce di James e lo vide , intento ad allontanare con la spada, una miriade di serpenti.
Era una specie di stanza, illuminata da due grandi braceri su piedistallo, riempiti con una sostanza infiammabile e si trovavano proprio vicino ad Emma.
Il padre stazionava sopra ad un masso, più o meno al centro di una fossa al posto del pavimento.
Emma diede un calcio al piedistallo del bracere, che cadde spargendo il liquido infuocato che uccise e fece fuggire quegli animali striscianti.
La loro fuga rivelò che non era un masso, quello su cui stava il padre, ma il pezzo di un sentiero che portava all'uscita da quella stanza.
- Corri Emma!
Emma saltò sul sentiero ora scoperto e corse con James verso la strada che li avrebbe, forse, avvicinati alla fiala.
Si fermarono, ormai al sicuro, per riprendere fiato.
- Grazie.
- Di nulla.

Emma sorrise al padre.
- Credimi...prima quella stanza era completamente vuota.
- Non mi meraviglio più di certe cose...ci credo.

James le mise una mano sulla spalla.
- Vieni...andiamo...


*De gustibus non disputandum est: non si discutono i gusti.



Note di Alex: Ringrazio tutti gli utenti che mi seguono. Commentate facendomi sapere che ne pensate :)
Questo è un piccolo intermezzo poi si complicherà la storia :D
Grazie ancora per leggere la Fan Fiction. Alla prossima :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Regina e Snow, proseguirono sulla loro strada.
- Cosa volevi dire prima?
Biancaneve tergiversò.
- A proposito di?
- Quando hai detto che stò a cuore ad Emma.

Mary Margaret non rispose.
Non le sfuggì di certo, il fatto che non l'aveva chiamata Miss Swan, come di consueto.
C'era qualcosa di strano.
- Snow.
Regina volle richiamare l'attenzione della figliastra, accanto a se.
- E' sempre pronta a difenderti...ogni istante...come facevo io anni fa.
Non vorrei, che come me, rimanesse delusa.
Regina rimase in silenzio.
Quelle parole ebbero l'effetto di una coltellata.
Deludere qualcuno che ami, ti uccide.
Aveva già visto in Henry, lo sguardo di triste delusione nei suoi confronti...non poteva vederlo anche in Emma...non più.
- Io...mi dispiace.
Snow si scusò, avendo capito di aver ferito la matrigna.
- Non voglio le tue scuse.
Il tono di Regina era vuoto.
- Regina, smettila con questo orgoglio.
Biancaneve si indispettì. Il suo tono si fece più duro.
- Non è orgoglio. Non voglio le tue scuse, perchè non sei tu che devi porle!
Mary Margaret si zittì.
- Scusa.
- Ancora?
- Scu...

Si morse il labbro inferiore.
Proseguirono il loro cammino in silenzio.
- Scusami.
Fu Regina a scusarsi.
- Lo apprezzo.
- Anche se...scusarsi non cambia il passato.
- Lo sò.
Il dialogo si interruppe.
Di nuovo due strade davanti a loro.
- Ci stò provando davvero...per Henry.
- Avrei voluto che ci avessi provato...a suo tempo...anche per me.

Disse Biancaneve addentrandosi nel corridoio di sinistra.
Regina si pietrificò, restando di stucco.
Avrebbe dovuto capire, con tutte le possibilità di redenzione offerte da Snow, quanto era interessata a costruire un rapporto con lei.
Accecata com'era dall'odio e dal potere, non vide nulla di tutto ciò.

- A cosa siete andati incontro con le prove?
Chiese Emma al padre.
- Dunque...vediamo...una specie di medusa nella prima, e a noi stessi nella seconda.
Emma credette di aver capito male.
- Come scusa? Voi stessi?
- Si. Abbiamo combattuto, contro due nostri alterego.
- Figo!

James era perplesso.
- Direi che dobbiamo lavorare di più, sul tuo concetto di...figo.
- Ha ha!

Il padre le diede una pacca sulla spalla.
- Dimmi, hai un fidanzato?
La bionda Swan strabuzzò gli occhi. Non credeva alle sue orecchie.
- Cooosa? Ma papà, che domande sono!
James sorrise di gioia.
Finalmente l'aveva chiamato papà.
- Voglio solo conoscerti...
- Ma...adesso??

Non poteva dire di certo a suo padre, per chi le batteva il cuore.
- Ti piace qualcuno?
- Papà!

- Va bene, va bene...argomento delicato.
Rise di gusto il principe.
Ad Emma piacque. Finalmente aveva una famiglia, strana, ma sua.
- Certo che...mai ti saresti aspettata una famiglia così...
Emma rise.
- Già. Ho due genitori, che praticamente hanno la mia età!
- Per non parlare di tua nonna.

La figlia, sostò su quella frase.
- Eh...
Suo padre la guardò curioso.
- Sei sicura, che Regina non ti abbia fatto qualcosa?
- Cosa? No! Pensavo ad Henry.

Bugia.
- Ha una bisnonna molto singolare...Regina...
- E tuo padre?

James si rabbuiò.
- I miei veri genitori sono morti. Re George non è nessuno.
- Mi dispiace.

Il principe le circondò le spalle con un braccio.
- Va tutto bene...non ti preoccupare. Fa tutto parte di un passato, ormai lontano.
- Vogliamo parlare della mia bisnonna...Cora, trisnonna di Henry?

Emma nel dirlo soffocò una risata.
- Oh per la carità.
- Che famiglia bizzarra...

Una nota di malinconia, si udì nella voce della bionda.
- ...se tutti andassero d'accordo...sarebbe divertente.
- Ti immagini le cene del Ringraziamento?

Entrambe risero, ma la risata si smorzò arrivati ad un nuovo bivio.
Sospirò James, rassegnato a dividersi ancora dalla figlia.
- Pari, si va a destra.
- Ok. Pari. Uno...due...tre...

Si guardarono le dita delle mani. Quattro.
Emma si diresse verso il corridoio di destra, salutando il padre.
- Buona fortuna!
- A te figlia mia.


Un turbinìo di voci risuonavano nella sua testa.
"Avrei voluto che ci avessi provato...a suo tempo...anche per me."
"Permettimi di ritrovarti."
"Non vorrei che, come me, rimanesse delusa."

Regina camminava per il sentiero, senza prestare attenzione a dove andasse.
Sentiva il cuore sgretolarsi dentro se.
Per Biancaneve voleva il peggiore dei mali.
Voleva farle provare, ciò che aveva provato lei in prima persona...ma ora...
Se solo non si fosse arresa a Tremotino...alla magia che gli offrì a suo tempo...
Ogni azione svolta da lei, era stata per mente o mano di Gold.
Lui rendeva reale, ogni suo pensiero, anche se orribile.
Scaricare la colpa, assieme ad un mucchio di "Ma" e di "Se", non avrebbero fatto differenza adesso.
Arrivò in una stanza.
Si riscosse dai pensieri, tornando alla realtà.
Davanti a lei uno specchio.
Si guardò riflessa e vide dietro lei, l'uscita.
Troppo facile.
Sentì dei rumori.
- Snow?
Si guardò di nuovo allo specchio, ma ciò che vi vide, non era la Regina di quel presente, ma la Evil Queen.
Indossava un abito in velluto nero. Acconciatura elegante.
I suoi bellissimi capelli lunghi...quanto le mancavano.
Un ghigno sul suo volto.
Ricordò il giorno, in cui iniziò la sua crociata personale contro i Charming.
"La Regina è morta...lunga vita alla Regina malvagia."
Vide cattiveria e odio in quegli occhi.
Cos'era diventata?
Era forte, potente.
"Il potere rende liberi."
- No...il potere avvelena la mente, lasciandoti sola...schiava del vuoto che hai dentro.
Lo disse a se stessa.
Era una lezione che avrebbe dovuto capire molto tempo fa.
- La persona che vedo...non sono io.
Si udì un sibilo.
Una pietra colpì lo specchio che si infranse.
Regina ne uscì illesa proteggendosi con le braccia, ma non fu abbastanza lesta, nel vedere chi le si era avvicinato.
Un gladiatore, enorme rispetto a lei, la colpì con lo scudo facendola rovinare a terra.
- Regina!!
Snow vide la scena e gridò per richiamare l'attenzione della matrigna, ma era troppo tardi.
Il Gladiatore si voltò andando verso di lei.
Biancaneve cercò qualcosa con cui difendersi. Trovò una lancia.
Non era molto in gamba con quell'arma, infatti il gladiatore la spezzò subito con la sua daga.
Ok. Snow era momentaneamente nel panico. La stanza era piccola e lui gigantesco. Non poteva correre in circolo in eterno.
Regina stordita, lentamente si rialzò.
Era ferita alla tempia. Semplice taglio, ma il sangue le colava lungo il viso.
Doveva aiutare Snow.
Con il fuoco, colpì ripetutamente lo scudo più volte.
Il metallo divenne rovente e il gladiatore dovette lasciarlo cadere.
Provò a fare lo stesso con la spada, ma benchè urlasse di dolore, si rifiutò di gettarla a terra.
Ma mentre il Gladiatore era distratto con Regina, Snow lo colpì con lo scudo raffreddato, sulla schiena.
Il gigante crollò.
La Evil Queen alzò lo sguardo verso Biancaneve.
- Corri!
Snow la raggiunse e corsero lungo il nuovo sentiero.

Emma camminava a passo svelto.
Era stanca di questa storia. Voleva arrivarne in fondo al più presto.
Arrivò in una stanza che sembrava una camera da letto di un neonato.
Le pareti erano in pietra come quelle di un castello
Una culla, con al suo interno una copertina molto familiare.
Si avvicinò lentamente, immersa nell'oscurità rischiarata solo dalla luna.
Era già stata li! Quella era camera sua, nel castello dei suoi genitori!
Rumori di ferraglia la fecero voltare.
Un Gladiatore munito di mazza ferrata e scudo si avvicinò con l'intento di ucciderla.
Maledì il momento in cui, abbandonò quella dannata spada.
Si guardò intorno.
Una torcia appesa al muro. Meglio di niente!
Il Gladiatore sferrò i primi colpi con la mazza ferrata.
Emma li schivò, facendoli abbattere prima sulla culla poi su di uno scrittoio che si distrusse.
Cercò di colpirlo, ma lui faceva roteare l'arma costringendola ad accucciarsi o a schivarla.
- Emma!
Per fortuna arrivò suo padre a distrarre quell'accumulo di muscoli.
Mentre era occupato con James, Emma caricò di forza, colpendo il Gladiatore sulle spalle, con la torcia in legno.
Il gigante umano, attutì il colpo, abbassandosi di poco.
James colse l'occasione della sua distrazione per mollargli un fendente con la spada.
Il gladiatore cadde sulle ginocchia e crollò a terra.
- Oh...
Emma si assicurò, calciandolo col piede, che fosse morto.
- Andiamo!
Jame prese la figlia da un braccio e corsero sul sentiero che si addentrava ulteriormente nel labirinto.


Corsero ancora un pò, finchè non sembrò loro di essere al sicuro.
- Grazie.
Disse Regina con il fiatone.
- Grazie a te.
Rispose Snow.
Si voltò a guardare la ferita del Sindaco.
- Fa male?
Regina si toccò la tempia insanguinata, poi si guardò la mano.
- Non me n'ero accorta. Vieni...andiamocene. Voglio uscire!
- Si!
Ripresero a correre.
Dopo qualche minuto, arrivarono in una stanza gigantesca.
Aveva una porta dorata e un'altra apertura, davanti a loro, dove si intravedeva ancora muro di siepe del labirinto.
Passi veloci si udirono poco distanti da loro.
Regina creò una palla di fuoco, come difesa.
Emma e James comparvero nell'altra entrata.
- Ce l'avete fatta!!
Fu la frase pronunciata da tutti in quel momento.
Snow e James si corsero in contro abbracciandosi, baciandosi.
Regina ed Emma invece cercarono di contenere la loro felicità nel rivedersi.
Si sorrisero timide, guardandosi negli occhi e avvicinandosi l'una all'altra.
Lo Sceriffo notò la ferita, ma fu subito rassicurata dalla mora, dicendo che non era nulla.
Emma le accarezzò il braccio.
- Bentornata.
Le sorrise, e mentre abbassava la mano Regina l'afferrò, stringendola nella sua.
I Charming erano ancora occupati e non se ne accorsero.
- Bentornata anche a te.
Il Sindaco ricambiò il sorriso.
- Quella è la porta?
Emma vi si avvicinò seguita dagli altri tre.
- Come si apre secondo voi?
Chiese Snow.
- Cora ha detto, che uno di noi è la chiave...proviamo a toccarla uno alla volta?
Regina tentò una soluzione.
- Dici?
Emma chiese incuriosita.
- Non mi viene in mente altro.
Per prima provò Regina. Accarezzò la porta al centro, dove poteva esserci un'ipotetica serratura.
Niente.
Poi fu il turno di Emma e di James, ma in entrambe i casi non accadde nulla.
Infine toccò a Snow, che toccando nello stesso punto degli altri, si sentì come fosse stata punta da qualcosa.
- Ahi!
Si guardò il dito.
Il meccanismo si attivò.
Una goccia del suo sangue, fece aprire l'enorme porta d'oro.
Regina alzò un soppracciglio sbuffando.
- Solito clichè del cuore puro. Che noia.
Emma rise.
- Svelti entriamo.
Disse James concitato.
Fu seguito da tutte le donne presenti.
Al centro della stanza, oltrepassata la porta, c'era la fiala su di un piedistallo.
- Ce l'avete fatta finalmente! Avevo perso le speranze.
Cora comparve ridendo davanti a loro.
- Dov'è Henry?
Chiese Regina, facendo un passo in avanti verso la madre.
- Dov'è sempre stato, mia cara.
Non trovando nessuno di voi, dopo la scuola, è andato da...Granny mi pare che sia.
La dolce Cappuccetto Rosso, vi attende in ansia, mentre lui cena da solo.
- Voglio vedere!

Regina fece un gesto con la mano, sul muro della stanza, ed apparve Henry.
Era davvero al Granny.
- Visto?
Sorrise lei, così scaltra. Si era presa gioco di loro, sin dall'inizio, sapendo che per il ragazzino avrebbero fatto ogni cosa.
Lo sguardo di Regina riuscì a mettere in allarme i presenti.
Abbassò il viso per poi alzarlo lentamente. Occhi di fuoco, ricchi d'odio, puntati sulla madre.
La magia intorno a loro era palpabile.
Espressione dura, respiro calcolato ma veloce.
Un toro pronto alla carica, sembrava un timido ed innoquo micio a confronto della donna.
- Che cosa?
- Non ne sei felice?

Cora sorrise beffarda.
Uno scatto fulmineo di Regina sulla madre, mise in guardia i quattro spettatori.
Il Sindaco non riuscì mai ad afferrare Cora, perchè venne bloccata tramite incantesimo.
Una risata.
- Cosa credevi di fare figlia mia?
Regina venne alzata da terra di un paio di metri.
- Tu sei debole. Mi piacevi di più tempo fa. La maledizione è stata fantastica. Mi avevi resa fiera di te. Ora invece mi deludi.
Regina era schifata da quel discorso.
- Ti deludo perchè scelgo di salvare mio figlio?
Ti deludo perchè lo amo?
- No mia cara. Mi deludi perchè ami. Sei sempre stata sentimentale. Credevo avessi imparato.
Il potere è forza. Il potere ti fa divenire "grande" agli occhi del mondo.

Regina sorrise.
- Dimmi la verità madre...questo tuo "essere grande", dove ti ha portata?
Cora fece una smorfia.
- Ricordo con infinita gioia, quello splendido discorso che hai fatto sul patibolo.
Snow White e Charming, ti avevano condannata a morte ricordi?

Emma guardò i genitori. Non lo sapeva.
Regina si irrigidì. Stava per perdere il controllo della sua rabbia.
Snow impallidì...lo ricordava eccome.
Si volse a guardare la matrigna. Sperava davvero, che Cora, non rovinasse tutti gli sforzi fatti da Regina per cambiare.
- Me lo ripeti, perfavore?
- A che scopo?

Rispose Regina furente.
- Ripetilo. C'è qualcuno qui dentro, che ancora non sà.
Emma...il pensiero che ella potesse cambiare nei suoi confronti, odiandola, la rese ancora più furente.
- No.
Cora strinse la presa sulla figlia, che gemette dal dolore.
- Dimmi figlia mia...vuoi davvero soffrire per loro?
Regina non rispose.
- "Nessuno sarà mai al sicuro, finchè Regina sarà viva".
Qualcuno dei presenti rammenta questa frase?

I Charming smisero adirittura di respirare.
L'obbiettivo di Cora era rivoltare Regina contro di loro?
Il Sindaco scorse i volti dei due.
Emma era senza parole.
- Si mia cara. Loro non hanno mai avuto fiducia in te, e mai l'avranno.
Ti basterà fare anche solo un errore per essere giudicata ancora.
- Regina! Non la ascoltare!

Alla Evil Queen batteva il cuore.
Emma...sempre pronta a sfidare chiunque, pur di difendere ciò che le era più caro.
- Vedi tesoro...mia figlia sà benissimo che i Charming, sono solo degli ipocriti, e tu...tu non sei diversa da loro.
- E tu no?

Gridò Emma.
- Io? Voglio solo il suo bene.
- No! Tu vuoi il tuo!

Swan ribolliva dalla rabbia.
Cora strinse la presa sulla figlia.
- Fa vedere a loro, figlia mia, quanto sei potente.
Regina soffriva. Stava per svenire ma non doveva darlo a vedere.
Non sarebbe mai potuta stare con Emma.
Non l'avrebbero mai accettata.
Ma quegli occhi. Quando si perdeva in quel lago si sentiva viva.
Doveva tornare ad essere ciò, che sarebbe sempre dovuta essere.
Ma ora...ora doveva porre fine a tutto questo.
C'era un'unica soluzione.
- "Io sò, che sono stata giudicata per il mio passato.
Sò che vi ho causato dolore..."

Cora iniziò a pronunciare quel dannato discorso, con l'obbiettivo di allontanare dalla figlia ogni persona che la voleva redenta.
Il Sindaco era immobile. Occhi chiusi.
Lacrime solcarono il suo viso.
- "...sò che vi ho inflitto molte pene e ho causato persino la morte."
Emma scuoteva la testa. Sperava con tutto il cuore, che Regina non cedesse alla provocazione.
Si sentì morire quando, sulle labbra del Sindaco, vi lesse un sussurrato "Perdonami".
- "Se mi guardo indietro e vedo quello che ho fatto, voglio che sappiate tutti quello che provo..."
Continuò Cora.
- Rimpianto.
La voce di Regina era bassa. Vi si sentiva tutto il dolore che provava.
Cora abbassò la figlia, ancora sollevata da terra, fino a farle toccare il suolo con i piedi.
La liberò dall'incantesimo.
- Rimpianto per non essere stata in grado, di causare maggior dolore...
Emma non credeva a ciò che stava vedendo e sentendo.
Nessuno era in grado di muoversi.
Regina aprì gli occhi. Quello sguardo li fece tremare. Era finita per loro.
- ...per non avere inflitto maggiori pene...
Avanzava lentamente la Evil Queen.
La madre compiaciuta, sorrideva già vittoriosa.
- ...e portato ancora più morte.
La magia attorno a loro era pura elettricità. Intensa, potente.
La voce di Regina si alzò.
La sua furia si stava scatenando.
Questa volta non era in catene e nessuno sarebbe riuscito a fermarla.
- E sopra ogni cosa, con ogni fibra del mio essere, io rimpiango...
Ora era davanti a Snow.
James ed Emma non riuscivano a muoversi per salvare la moglie, la madre.
Qualcuno li stava bloccando.
Guardarono Cora.
La madre di Regina li vide voltarsi verso di lei e con il dito indice, fece segno di "No".
Non dovevano intromettersi.
- ...di non essere stata capace di uccidere...Snow White!
Ciò che si susseguì, fu tutto così veloce.
Regina afferrò il coltello che Biancaneve teneva alla cinta. Probabilmente trovato, in una delle missioni precedenti con James.
Alzò il braccio per pugnalarla.
Mary Margaret si protesse alzando le braccia davanti a se.
Aveva paura.
Regina svanì.
Comparve davanti alla madre e nell'immediato istante, afferrò Cora al collo minacciandola con il pugnale vicino al viso.
- E' sempre stata la tua guerra, non la mia.
Sono stanca di lottare per compiacerti, stanca di essere manipolata da te.
Non ho mai voluto vivere la tua vita. Lasciami vivere la mia.

Cora era stata presa alla sprovvista.
Il suo orgoglio ne fu ferito.
- Grosso errore mia cara.
Svanì.
Regina era immobile, in piedi.
Nessuno osò muovere un passo.
Fece cadere a terra il pugnale.
- Da qui... si può uscire.
La sua voce vuota li fece tornare alla realtà.
Dovevano correre da Henry.
I tre si avvicinarono.
Snow appoggiata al braccio di Charming.
Emma vicino al Sindaco.
Regina mise le mani sulle spalle a James e allo Sceriffo prima di sparire tutti insieme.






Nota di Alex: Grazie ancora a tutti voi per continuare a leggere la FF :)
Alla prox. Da qui inizia il divertimento... :)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Comparvero all'esterno, proprio accanto all'entrata del Granny's.
Erano stremati ma la stanchezza in quell'istante era inesistente...volevano solo vedere il ragazzino.
Aprirono la porta in tutta fretta, precipitandosi all'interno della tavola calda.
Videro Henry, seduto al bancone, intento a mangiare Hamburgher e patatine.
- Henry!
Gridarono tutti e quattro in coro.
Corsero a travolgerlo letteralmente di abbracci, sotto l'occhio incuriosito dei clienti del locale.
Il ragazzino non aveva la minima idea di cosa fosse accaduto.
- Dov'eravate? Cos'è successo? Ero preoccupato!
Lo stavano quasi stritolando dalla felicità, che provavano ad averlo li...davanti a loro sano e salvo.
- Cosa vi è successo?
Chiese preoccupata Ruby, vedendoli stanchi, sporchi e con i vestiti sgualciti.
- Lunga storia.
Rispose Emma.
- Mamma, ma sei ferita!
Il piccolo, notò la tempia sanguinante di Regina.
- Non è niente.
Disse la madre adottiva, stringendolo a se.
- Volete qualcosa da mangiare?
Chiese la cameriera Red.
- Si!
Fu la risposta all'unisono dei quattro.
- Oh...Ruby...mi porteresti il kit di pronto soccorso?
Chiese timidamente Emma.
- Certo! Sedetevi e vengo a prendere le ordinazioni.
Andarono verso ad un tavolo con due divanetti.
Henry vicino al muro che finiva la sua cena, seduto accanto ad Emma e Regina.
Mary Margaret e James seduti davanti a loro.
- Non ho mai desiderato così tanto sedermi!
Esclamò Snow. Erano tutti a pezzi.
Ruby arrivò con un blocchetto ed il kit.
- Hamburgher e patatine?
- Si.
Risposero tutti tranne una.
Si voltarono verso il Sindaco.
Regina si sentì leggermente osservata.
- Per me, lasagna.
- Vino rosso?
- Si.
- Arrivo subito con tutto...nel frattempo, ecco il kit.

Ruby prima di andarsene, appoggiò sul tavolo una valigetta rossa con una croce bianca al centro.
- Riesci ad essere sofisticata, anche quando sei stanca.
Disse Emma sorridendo.
Regina sorrise a sua volta, mentre si alzò per andare in bagno a medicarsi.
- Torno fra un paio di minuti.
Emma si scostò dal tavolo.
- L'accompagno.
Il Sindaco e lo Sceriffo si congedarono.
Entrarono nella toilette del locale.
Regina si lavò il viso ed il taglio iniziò nuovamente a sanguinare senza sosta.
- Dannazione!
Esclamò la Evil Queen.
Emma velocemente prese delle salviette.
- Regina siedi li.
- Ma...
- Lasciami fare.

Il Sindaco si sedette su di una sedia, vicino al lavabo.
Lo Sceriffo si accucciò davanti a lei, tamponandole la ferita.
- Ti sei presa cura per dodici anni di Henry...lascia che mi prenda cura io di te, adesso.
Le sorrise dolcemente.
A Regina si scaldò il cuore.
Quanto tempo era passato, da quando qualcuno si era preso cura di lei.
Il Sindaco fece un sì accennato con la testa, cercando di ricambiare il sorriso.
- Puoi reggere un'istante?
Regina tenne tamponata la ferita, mentre Emma prendeva cotone e disinfettante.
- Ok...lascia.
Regina eseguì.
- Non servono punti...ma è un bel taglio. Cos'è successo?
- Un Gladiatore mi ha colta alla sprovvista.
- Oh...hai capogiri? Nausea?
- No e...no. Tu come stai?

Emma le sorrise dolcemente. Niente forma di cortesia dandole del lei...era un passo avanti.
- Bene.
I loro sguardi si catturarono...così magnetici.
- Farà un pò male.
- Ok.

Lo Sceriffo aveva paura di nuocerle, ma doveva medicarla.
La vide chiudere gli occhi.
- Fa male?
- Brucia...tanto...

Emma andò per togliere la mano, ma Regina la fermò con la sua.
Sembrò che il tempo si fermasse.
- Non importa...resisto.
Il Sindaco le sorrise e fra le due calò il silenzio.
La ragazza finì la medicazione, ponendo sulla ferita dei cerotti che facevano anche da punti di sutura, appena verificò che il sangue si fosse davvero fermato.
- Prima o poi dovremo parlarne...
Regina si alzò e si diresse verso la porta.
- Prima o poi.

La cena era già arrivata sul tavolo.
Non vedevano l'ora di andare a riposare.
Mary Margaret starnutì.
Mise la mano nella tasca della sua giacca, per prendersi un fazzoletto...quando sentì qualcosa di strano al tatto.
Il suo volto divenne paonazzo.
Gli altri, seduti al tavolo con lei, se ne accorsero.
- Che succede?
Chiese James.
Emma, Henry e Regina assisterono alla scena.
Snow estrasse dalla tasca la fiala che erano stati incaricati di prendere.
- Non è finita.
Disse.
- Che cosa non è finita?
- Te lo spiegheremo poi, ragazzino.

Rispose Emma al figlio.
- Snow! Perchè ce l'hai tu??
Regina si alzò in piedi di scatto allarmata.
Biancaneve era allibita e allo stesso tempo stranita, dalla domanda del Sindaco.
- Io non l'ho presa!
- Non l'ha presa nessuno in effetti...

Intervenne Emma.
- Perchè tua madre non l'ha presa?
- Non ha potuto.

Fu Gold a rispondere alla domanda dello Sceriffo.
Si materializzò proprio in fianco a loro.
- Dov'era lei?
Regina si voltò fronteggiando l'uomo con fare aggressivo.
- Calma, mia cara. Anch'io sono felice di rivederla.
- Non giochi con me!

La Evil Queen scandì ogni singola parola.
Emma si alzò mettendosi a fianco a lei.
I clienti del locale si fecero da parte per godersi la scena.
- Mi sono, di recente, svegliato in un capanno alquanto scomodo. Regina. Grazie dell'interessamento. Un buco nella memoria, mi impedisce di ricordarmi chi sia stato a portarmi li.
- Si ricorda nulla?
Chiese James.
- Solo che, passeggiavo lungo il porto ieri sera con Belle e poi, buio. Il che mi disturba molto.
Belle in quel momento entrò al Granny's.
Sembrava sorpresa.
- Rumple. Sei già qui? Ti ho lasciato al negozio neanche cinque minuti fa! Hai usato la magia?
Mr. Gold era stranito.
- Al negozio?
Regina strabuzzò gli occhi, afferrò la mano di Emma e svanirono.
Comparvero nel negozio di Gold.
- Regina... ma che!
- Shhh...

Le fece gesto di stare in silenzio, mettendosi l'indice sulle labbra.
Emma capì immediatamente perchè erano li.
Passi leggeri, le due donne cercarono in tutto il negozio la presenza di un secondo Gold.
Non c'era nessuno.
Regina avvolse la vita di Emma con un braccio per poi sparire di nuovo e tornare da Granny's.
- Se nè andata!
Esclamò Emma.
- Che facciamo adesso?
Chiese Belle a cui, nel frattempo, avevano spiegato ogni cosa.
Regina si voltò verso la bibliotecaria.
- Chi sei?
Belle la guardò scioccata per la domanda.
- Regina...ma mi conosci.
- Chi sei?

Ripetè con lo stesso tono di prima, il Sindaco.
Rumple la prese per mano.
- Rispondile Cara.
- oh...Belle.

Regina non le toglieva lo sguardo di dosso. La fissava dritta negli occhi.
- Chi sei stata?
- Lacey.
- Perchè e quante volte?

Belle fece una faccia perplessa.
- Uhm...ehm...lo sono diventata dopo la...maledizione e dopo l'incidente.
Gli occhi del Sindaco divennero due fessure. Le passò una mano davanti al viso per scaturire alcuni ricordi della giovane.
- Una tazza?
Disse Regina alzando un soppracciglio.
Gold sorrise.
- E' lei senza dubbio.
Belle ricambiò il sorriso.
- Scusala...ma abbiamo avuto una giornata molto pesante.
Emma si scusò per conto di Regina, con la sua amica.
- Venite a casa nostra. Dobbiamo parlare di tutto questo.
Intervenne Mary Margaret.
- Credo sia la cosa migliore.
Aggiunse James.
Henry strinse le due madri, per poi rivolgersi a Regina.
- Vieni anche tu, vero mamma?
Avrebbe fatto di tutto pur di passare del tempo con lui.
- Certo.
Sorrise.
Emma ne fu felice.
- Neccesitate anche della nostra presenza?
- Se vuole sapere il motivo di ciò che le è accaduto, Mr Gold, sarebbe il caso.

Rispose James prima di avviarsi a casa Blanchard assieme agli altri.

Nella casa di Mary Margaret che condivideva con Emma, Henry e James si era discusso per ore sull'avventura vissuta dai quattro e sui ricordi di Gold e Belle.
Regina era seduta sul divano.
Il ragazzino dormiva con la testa poggiata sulle sue ginocchia, mentre lei gli carezzava delicatamente i capelli.
Quanto gli era mancato.
Mentre in cucina i charming parlavano ancora con Gold e la compagna, Emma si avvicinò ad Henry e alla madre adottiva.
- Hey...Regina...come stai?
- Ora che Henry è qui al sicuro, molto bene. Tu?
- Concordo con te.

Lo Sceriffo appoggiò i gomiti sul divano, vicino a dov'era poggiata la testa della mora, per poterle parlare in modo che altre orecchie non ascoltassero.
La sua bocca a breve distanza dall'orecchio del sindaco, che si irrigidì.
Il cuore di Regina correva veloce. Voleva far assopire ciò che sentiva per la donna bionda al suo fianco...aveva avuto un solo amore e non poteva sostituirlo così. Lui era tutto...era...
- Regina...perchè ti sei allontanata da me quando eravamo nella caverna?
- Non voglio parlarne. Soprattutto ora.

Emma sospirò tristemente.
Provava qualcosa di forte per quella donna e sperava che qualcosa fosse cambiato anche in Regina.
Stettero qualche istante in silenzio, poi lo Sceriffo si scostò, raddrizzandosi in piedi per andarsene nuovamente in cucina. Ma qualcosa la fermò.
- Ne volevo di più.
Bisbigliò Regina.
Emma tornò con il viso vicino a quello della mora.
- Cosa?
- Mi sono accorta che ne volevo di più.

Emma sorrise, ma era certa che Regina non avesse detto tutto.
- Io...non posso.
Ora, aveva detto tutto.
Fu come ricevere uno schiaffo anche se, se lo aspettava.
- Sai che non è così Regina.
La mora si voltò.
Ad entrambe mancò il respiro, quando le loro labbra furono così vicine.
Regina guardò Emma negli occhi, poi lo sguardo cadde sulle sue splendide labbra.
I secondi sembrarono eterni.
In quell'istante le due donne erano in un altro mondo, fatto di silenzi che valevano più di mille parole o gesti.
- Anche se...vorrei.
A quelle parole, la forza di controllo da parte di Emma fu enorme. Dio quanto desiderava un suo bacio.
- Volete altra torta?
Snow le riportò bruscamente alla realtà.
Regina scostò lentamente la testa di Henry dalle sue gambe, per poggiarla sul cuscino.
Si alzò dal divano.
- No grazie. Per me è ora di andare.
- Non sarebbe meglio rimanere uniti? Almeno finchè non risolviamo il problema fiala-Cora.

James non aveva torto.
Il silenzio ricco di tensione, si fece pesante in quella stanza.
- Charming ha ragione, Regina. Dovresti restare...e anche voi.
Snow si voltò verso Gold e Belle.
- Io starò sul divano. Mentre Regina può dormire con Henry.
Propose Emma.
- Certo. Per voi ho una camera al piano di sopra.
Snow non era molto convinta della situazione, ma a conti fatti era la migliore.
Poteva tenere d'occhio la matrigna e Tremotino, e in più se Cora fosse arrivata avrebbero avuto aiuti in battaglia.
Belle e Gold accettarono.
Per Regina era un motivo in più per stare con Henry, anche se avrebbe dovuto affrontare la presenza costante di Emma.
- E' deciso allora!
Biancaneve si diresse a preparare le stanze e tutto il necessario per gli ospiti.

James aveva messo a letto Henry, prima di andare a dormire al piano di sopra.
Regina era andata a prepararsi per la notte.
Uscì dal bagno indossando un'ampia maglia prestatale da Emma.
Si mise a letto, chiuse gli occhi e venne travolta da un mare di pensieri.
Pensò a tutto ciò che le era accaduto in quella giornata infernale.
Immagini dei momenti passati con Emma, in quella caverna, le si pararono davanti agli occhi.
Il contatto con la sua pelle, i suoi occhi di cristallo, così magnetici...e poi...quel bacio.
Si era sentita viva dopo tutto quel tempo...
Dei lievi passi si avvicinarono alla camera dove si trovava il Sindaco.
Un leggero bussare richiamò la sua attenzione.
- Posso entrare?
Regina non si mosse.
Occhi chiusi.
- Cambierebbe qualcosa se rispondessi di no?
Era stato un errore presentarsi alla porta della sua stanza, ma Emma sapeva pure che, se avesse aspettato, ancora una volta avrebbe perso l'occasione di affrontarla.
Regina era abile a rinnegare i sentimenti e chiudersi in se stessa.
Non gliel'avrebbe permesso.
Lo Sceriffo entrò nella camera.
Prese una cosa dallo scaffale accanto al letto.
Regina aprì gli occhi incuriosita.
Era un libro.
Emma si sedette sul letto.
La Evil Queen sentì il suo cuore correre. Non riusciva a controllarlo...non poteva.
- Sai...quando ero piccola, in orfanotrofio, trovai un libro.
Lo lessi. Inizialmente non lo capii, ma sentii dentro me che c'era qualcos'altro in quella storia...qualcosa di speciale.
Ero piccola e di certo non davo retta a quel tipo di pensieri, così lo accantonai e tornai a giocare.
Quando, dopo cinque anni da quell'episodio, fui affidata ad una famiglia... la lettura di quello stesso libro, me la darono come compito per casa. Lo lessi e lo rilessi e finalmente...lo capii davvero.

Emma Swan si mise a sfogliarlo, poi lo poggiò aperto vicino a Regina.
Si alzò e si diresse verso la porta della camera da letto.
- Buonanotte Regina.
Se ne andò così...in silenzio, lasciando il Sindaco nella più totale curiosità.
Sentì i suoi passi raggiungere il divano e sdraiarcisi.
Regina prese il libro.
La luce della luna che filtrava dalla finestra, le permise di leggere quelle poche righe, evidenziate con uno sbiadito pennarello verde.
Lesse fra sè qualcosa che la emozionò.
- "È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio."
Velocemente voltò il libro, per guardare il titolo sulla copertina.
- Il Piccolo Principe.





Note di Alex: Ringrazio di cuore i numerosi utenti che seguono questa storia...grazieeee siete ogni giorno di piùùùùù.
Un immenso grazie a chi mi ha fatto l'onore di metterla come preferita.
Recensite e fatemi sapere se vi piace e cosa ne pensate :D mi farebbe un sacco piacere leggere le vostre opinioni. a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Regina chiuse gli occhi.
Non sapeva come comportarsi con Emma...come affrontare questa situazione.
Era così confusa.
Sempre preoccupata ad ascoltare la sua ragione, il suo stupido orgoglio, piuttosto che dar retta ai suoi sentimenti.
Si mise a pensare ad Henry, a quelle risate ormai perdute da tempo.
Tutto era cambiato fra loro da quando il ragazzino lesse quel libro.
Per lui, lei era la Regina cattiva delle favole, capace solo di odiare… ma ora che gli aveva promesso di rinunciare alla magia, lui la guardava con occhi diversi…come  se nulla in tutto quel tempo fosse cambiato.
Fu con quel pensiero che si alzò e con passo leggero si avvicinò al divano dove dormiva la bionda Swan.
Si sedette a terra, guardando un punto fisso davanti a se.
Emma dormiva dietro di lei.
- Credi che Henry ne sarà felice?
Lo Sceriffo si destò lentamente. Le era parso di sentire qualcosa.
Si voltò aprendo gli occhi e si ritrovò vicino Regina.
Sobbalzò dalla sorpresa improvvisa.
- Gesù! Regina!
Il Sindaco non si scompose.
- Credi che Henry ne sarà felice?
Ripeté la domanda.
- Quindi, ci dai una possibilità?
Emma scese dal divano e si mise a sedere accanto a Regina.
- Non hai risposto alla mia domanda.
Lo Sceriffo sospirò.
- Credo che, non vedendoci più combattere l'un l'altra e sentendosi parte finalmente di una vera famiglia...beh...credo di si. Io lo sarei.
Sorrise.
Regina non rispose.
Aveva bisogno di capire...fare ordine in tutto quel caos dentro se.
Emma prese la coperta poggiata sul divano, e la usò per coprire se stessa e la mora accanto a se.
La Evil Queen poggiò la testa sulla spalla della bionda Swan, che in risposta le circondò la vita con un braccio.
Rimasero così per un po’, a godersi il silenzio della notte e la compagnia reciproca.
- Non sono brava ad amare...
- A volte bisogna lasciarsi trascinare.
- Come?

Emma si scostò delicatamente.
Regina la guardò perdendosi nei suoi occhi.
Lo Sceriffo le accarezzò il viso per poi chiudere ogni distanza fra loro con un bacio.
Le loro labbra si accarezzarono dolcemente.
Un bacio delicato che mutò in passionale.
I loro sensi furono travolti da ciò che provarono in quell'istante.
Regina si strinse ancor più ad Emma e accarezzandole il viso, approfondì il bacio.
Le lingue danzavano lentamente, intensamente, seguendo il battito del loro cuore.
Il Sindaco non aveva più dubbi su ciò che stava provando.
Forse era giusto così.
Doveva dimenticare La Regina per essere Regina.
Emma tirò il Sindaco su di se mentre si sdraiava a terra, ma la Evil Queen la fermò.
La mano sul suo petto. Sentiva il cuore della bionda correre veloce.
- Scusami...
Lo Sceriffo ebbe paura di aver commesso qualche errore che l’aveva fatta allontanare.
Regina accarezzò la guancia di Emma per poi darle un dolce bacio fugace.
- Va tutto bene…solo... un passo alla volta...
La baciò di nuovo. Un bacio che sembrava un sussurro.
Emma ricambiò il sorriso sollevata.
- Ok.
Regina si alzò in piedi e tese la mano allo Sceriffo.
- Vieni...
La Bionda la guardò interrogativa ma felice e lo era davvero.
Regina la portò nella sua camera.
Si sdraiò accanto ad Henry mettendosi di fianco, rivolta verso di lui.
Emma la imitò.
Il Sindaco prese le mani dello Sceriffo e si circondò la vita con esse.
- Buonanotte Emma.
La bionda le diede un bacio sulla guancia.
Le sue labbra erano così fresche sulla sua pelle calda.
- Buonanotte Regina.
 
Mary Margaret fu la prima a svegliarsi.
Complice il pensiero di tutti quegli ospiti in casa sua o forse l'ansia di un imminente attacco da parte di Cora.
Non aveva dormito molto.
Scese le scale per andare a preparare la colazione.
Vide che Emma non era sul divano.
Proseguendo verso la cucina la cercò con lo sguardo, trovandola nel posto più impensato che lei potesse immaginare.
Stava dormendo con Regina.
Sembrò che il mondo le crollasse addosso.
Qualcosa dentro lei bruciava.
Cosa stava architettando la sua matrigna ancora?
Voleva usare sua figlia come mezzo per distruggere la sua vita? No! Non poteva farle del male…non a lei!
Venne assalita dalla rabbia.
Emma non era una sprovveduta, ma lei era malvagia.
Avrebbe voluto colpire Regina, con una padellata in fronte, invece iniziò a preparare uova e bacon.
I suoi pensieri vorticavano ed erano tutti negativi nei confronti del Sindaco.
Decise di andare a chiamare James, ma vide che Henry si stava svegliando.
Attese per vedere la reazione del nipote.
Il ragazzino si svegliò guardandosi intorno per capire chi c'era li con lui.
Vide le sue due madri dormirgli accanto.
Per la prima volta si sentì parte di una vera famiglia.
Si alzò piano a sedere per poi tuffarsi letteralmente in mezzo alle due, facendole sobbalzare e svegliandole immediatamente.
- Siete qui!!!
Era in estasi.
Regina ed Emma ancora intontite dal sonno sorrisero abbracciando il figlio.
Mary Margaret non sapeva cosa pensare.
Aveva dato troppe chance a Regina e ne era rimasta ferita altrettante volte.
Prima o poi, sapeva che la Evil Queen avrebbe fatto un passo falso e quel giorno avrebbe sofferto anche chi amava di più al mondo.
- So a cosa stai pensando.
James le era arrivato accanto, senza che se ne rendesse conto.
- Non credo...anzi...sono certo che non farebbe mai del male ad Henry.
- Perché la difendi? Proprio tu poi che non le hai mai dato una possibilità.

Il principe le prese le mani nelle sue.
- Non lo so… ma so quanto ama nostro nipote.
Snow rispose con il silenzio tornando a preparare la colazione.
 
Ormai in quella casa erano tutti svegli.
Tutti seduti intorno al tavolo, decisero di organizzare la giornata.
- Dobbiamo sapere a cosa serve il libro rubato da Cora e la fiala in possesso di Snow.
Il Principe stilò il punto della situazione.
- Il libro non è altro che una raccolta di incantesimi d'invocazione.
Spiegò Regina.
- Ne parli, come se fosse il libro delle ricette di nonna Granny.
Non è altro che un fascicolo per cucinare muffins! Ma stiamo scherzando??
La situazione è grave e tu la prendi così alla leggera!

Improvvisamente tutti tacquero.
Il Sindaco guardò con aria interrogativa una Snow furente.
- Arrabbiarsi non serve mia cara.
Gold ricevette uno sguardo di fuoco da Biancaneve.
- Da quando perdi il controllo così facilmente?
Emma era seria. Qualcosa non andava.
- Ho voluto iniziare la mia giornata così...arrabbiandomi!
- Bell'inizio...

Borbottò la figlia.
Gold si schiarì la gola per poi intervenire.
- La fiala dovrebbe contenere un incantesimo per invocare una creatura potente.
- Ecco si...invocare dolci micini no?

Emma sbuffò.
- Dai…sentiamo… come funziona?
- Funziona in simbiosi con il libro. Senza di esso è inutile.

Rispose Rumple.
- Che effetto avrebbe?
- Devastante Miss Swan.
- Dobbiamo distruggerla.

Disse James risoluto.
- Escluso. Ci distruggerebbe a sua volta.
Intervenne Regina.
- E' la stessa fine che faremo se l'avrà Cora.
Puntualizzò Emma.
- Non se prendiamo il libro. Dentro vi si trova un incantesimo di annullamento.
- E come possiamo trovarlo Regina?
- Localizzandolo.

- Regina, lo sai che è impegnativa come magia.
- Che vuole dire Gold?

Chiese Snow.
- Che ci vuole molto tempo per crearla.
- Vorrà dire che terremo impegnata Cora, mentre voi preparate qualsiasi cosa dobbiate preparare.
- Quel "Voi" non esiste Miss Swan. Cora è forte.
Per preparare questa magia basta una persona sola.
Regina vi aiuterà a difendervi.

Precisò Gold.
- Sempre che non ci faccia uccidere tutti.
Snow ironizzò cinicamente.
- Grazie della fiducia. Stamane sprizzi simpatia a quanto posso constatare.
Rispose Regina stizzita.
Emma guardò torva la madre che si alzò allontanandosi dal tavolo. Che le stava accadendo?
Belle trattenne una risatina.
Il Sindaco si guardava in giro circospetta.
Biancaneve si fermò in mezzo al salone.
Calò il silenzio nella stanza.
Gold percepì qualcosa.
- Lo avverti anche tu, Regina?
La Evil Queen si voltò verso lo specchio della sala.
Sembrava liquido.
Dallo specchio ne uscì una freccia che trafisse Snow alla spalla, facendola inginocchiare sul pavimento.
- Snow!
Charming la raggiunse di corsa.
Gli altri si alzarono dalle sedie per accucciarsi, temendo di essere colpiti, ma tutto finì in quell'istante.
- Nonna!
Henry chiamò Mary Margaret, ma venne trattenuto da Emma. Era troppo pericoloso avvicinarsi a quello specchio.
Gold lentamente gli andò accanto toccando la superficie riflettente. Era nuovamente solida.
Con un pugno lo distrusse.
- Dobbiamo coprire gli specchi. Quella...donna...ci controlla!
James fece sedere a terra Snow sofferente.
- Dobbiamo portarti dal Dottor Whale.
Avvertiva un dolore lancinante lungo il collo, la spalla, il braccio.
Regina si avvicinò alla figliastra.
- Io e Gold possiamo aiutarti.
Il Sindacò avvicinò la mano per estrarre la freccia.
- Non mi toccare!
Regina non ebbe reazione alcuna. La fissò a lungo negli occhi con sguardo duro.
Snow non si oppose ulteriormente.
Con uno strattone seguito da un urlo di dolore da parte di Biancaneve, tolse la freccia.
Gold con la magia fece guarire la ferita.
James, accanto a Biancaneve, era paonazzo.
Guardava la freccia.
- James?
Snow se ne accorse, come tutti gli altri.
- Solo una persona possiede questo tipo di frecce...è un messaggio ben preciso.
James serrò la mascella.
- Che intendi dire?
Emma era preoccupata.
- Sono i colori della mia casata.
Snow impallidì a sua volta.
- Re George!
- Dobbiamo andare in biblioteca. E' il posto più sicuro per procedere con l'incantesimo della localizzazione.

Suggerì Rumple.
- E in più possiamo restare uniti.
Intervenne Emma.
- Così sia!
Rispose Regina.
II presenti si presero per mano e per mezzo di Gold e della Evil Queen scomparvero.





Note di Alex: Grazie a tutti i miei lettori...siete sempre più numerosiiiii.
Grazie delle recensioni, è un piacere leggervi.
Ho tante idee, spero che vi piacciano e che non vi deludano...alla prox e scriveteeee :)
Grazie a tuttiiiiii :D

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
Gold, Belle, i Charming, Henry, Emma e Regina fecero la loro comparsa in biblioteca.
- Quante entrate ci sono che portano qui?
Chiese James.
- Ehm…la porta grande principale, quella sul retro d’emergenza…
Belle indicò un punto, oltre gli scaffali di libri alla loro destra.
- …e basta. Se escludiamo l’ingresso alle caverne nascosto dietro a quel muro e la porta, dietro il bancone della reception, che da all’archivio comunale situato nel sottosuolo.
Concluse Belle.
- L’archivio comunale si collega al municipio tramite un’altra porta.
Aggiunse Regina.
- Possiamo proteggere gli ingressi con qualche incantesimo?
Chiese Snow preoccupata.
- Certo mia Cara. A questo ci penseranno Miss Swan e il Sindaco.
- Io? E perché non Lei Gold?
- Mia Cara, il tempo è poco, l’incantesimo suggerito da Regina è lungo da preparare e io ho solo due mani. E’ così di cattiva compagnia la Evil Queen, tanto da volerla evitare?

Emma arrossì.
- N…no…non ho detto questo.
- Anche lei è dotata di magia. Si renda utile.
- Ma non so usarla!
- Lo farà. Non si preoccupi troppo.

Regina si avvicinò allo Sceriffo accanto a se.
- Ti aiuto io. Cominciamo con l’archivio.
- Meglio se incantiate anche la porta situata nel municipio.

Si assicurò Gold.
- Rimani qui con i nonni Henry.
Disse Regina, prima di allontanarsi con la madre del ragazzino.
- Vado a sprangare la porta principale e quella sul retro, nel frattempo.
James si diresse subito verso il retro della biblioteca.
- Voi giovani donne, potete aiutarmi a trovare e preparare tutti gli ingredienti ed elementi necessari per questo incantesimo.
Belle, Gold e Snow si misero all’opera sotto l’occhio attento di Henry.
 
- E luce fu.
Disse Emma non appena Regina accese la luce del seminterrato.
- Mio Dio…ma è…è…
- Grande?
- …stavo per dire stratosfericamente gigantesco, ma grande credo possa andare bene.

Regina sorrise.
- Ricopre buona parte del sottosuolo di Storybrook.
Emma era sbigottita.
- La parte non occupata dalle caverne di Malefica.
- Esatto.

Il Sindaco si rabbuiò.
- Che succede?
La bionda le accarezzò il braccio.
- Lei sarà la mia ultima chance.
- Stai scherzando vero?

Lo Sceriffo era seriamente preoccupato.
- No.
- Vuoi farti ammazzare?
- Non lo farà se le ridarò forma umana.

Emma la guardò seria.
- Regina…ci credi davvero, in ciò che hai appena detto?
- No…ma lei è un ottimo alleato, credimi. Andiamo.

Si incamminarono nell’archivio.
- Beh ma anche tu sei un ottimo alleato…e ci servi viva.
Regina non rispose.
- Dimmi… chi è Malefica?
Il Sindaco sospirò al ricordo della donna.
- Lei è la strega che fece addormentare la principessa Aurora.
- Oh…la Bella Addormentata nel bosco?

Regina fece una smorfia.
- Esatto…la fiaba è quella. Ed era anche la mia migliore amica.
Emma tacque.
- Come hai potuto farle questo?
- Non sapevo cosa sarebbe diventata con la maledizione di Gold.
Arrivarono alla porta che conduceva all’interno del municipio.
- Cosa devo fare per aiutarti?
Regina vide che lo sguardo della bionda era mutato.
Non era per la magia che dovevano compiere…le tante piccole verità che teneva dentro se , l’avrebbero allontanata.
- Dammi la mano e l’altra appoggiala sulla porta.
Così fece anche il Sindaco, stringendo la mano dell’ Sceriffo.
- Ora immagina una barriera che si eleva dal pavimento al soffitto e ripeti dopo di me.
Con queste ultime indicazioni Regina procedette con l’incantesimo di protezione seguita da Emma.
Una forte energia riempì l’interno dell’archivio.
- Ce l’abbiamo fatta?
La mora creò una palla di fuoco.
- Stai a vedere.
Le fece cenno di scostarsi e la lanciò contro alla porta, che non si scalfì.
- Yesss! Siamo una squadra vincente!
- Frena il tuo entusiasmo…dobbiamo vedere se resiste ai veri cattivi.

- Oh…beh vorrà dire che li affronteremo assieme.
Emma le sorrise.
- Si…assieme.
Lo Sceriffo le tese la mano.
- Andiamo a sistemare gli altri ingressi.
Regina rifiutò la mano incamminandosi seguita da Emma.
- Regina…
- Si?
- …sei preoccupata?
- Tu no?
- Io…si, ma mi fido di voi.
- Perché?
- Come perché! Perché siete potenti, scaltri e tosti personaggi delle fiabe!
Non so voi, ma se gli altri antagonisti non gli ho mai sentiti…un motivo ci sarà!

Emma rise, ma Regina aveva il morale a terra.
Il suo sorriso svanì, facendosi seria.
- La tua domanda non ha a che fare con la situazione in cui ci troviamo tutti, vero?
La bionda si fermò imitata da una silenziosa Evil Queen.
- Che ti succede Regina?
Il sindaco abbassò lo sguardo sul pavimento per poi guardare quel lago infinito nei suoi occhi.
- Perché continui a farmi ridere, quando il mio unico scopo era farti cadere?
La bionda capì ciò che l’affliggeva e le sorrise dolcemente.
Si avvicinò alla mora davanti a se, scostandole una ciocca di capelli dal viso con una mano.
- Forse perché ho sempre creduto che dentro la Evil Queen, ci fosse Regina…e non viceversa.
- E’ proprio vero, che la mela non cade molto lontano dall’albero.

Fu James a rispondere alla figlia.
Le due si guardarono.
- Sono venuto a vedere se vi serviva una mano.
- No…grazie…abbiamo fatto.

Emma rispose al padre.
- Regina, puoi per favore…
- Lasciarvi un attimo?

Concluse la frase per lui, il sindaco.
Guardò Emma che le fece un cenno di assenso con il capo. Cenno non sfuggito a James.
- Certo. Ti aspetto di sopra.
Disse per poi allontanarsi.
Il principe Charming attese che la porta si chiuse, prima di parlare alla figlia.
- Tua madre sospetta qualcosa.
- A proposito di?
- Non prendermi in giro, sono pur sempre tuo padre, nonostante l’età.
- E cosa? Vuoi farmi una ramanzina su cosa devo o non devo fare? E’ tardi per questo.
- Cosa stai facendo di preciso?

Chiese James incuriosito.
- Sinceramente? Non lo so.
- Regina non accetta  un “Non lo so”.
- Sono io la prima a non sapere ciò che faccio.

La voce di Regina li irrigidì come statue.
- Ciò che facciamo o non facciamo, sono affari nostri Charming.
- Emma è affar Mio.
- Ehy! Salve, mi chiamo Emma, ho 28 anni e sono proprio qui al vostro fianco.

Regina cercò di trattenere una risata e nel vedere la sua reazione anche James si rilassò.
- Scusami. Non ho potuto fare a meno di origliare…
Il Sindaco si rivolse ad Emma.
- …ma lasciami dire una cosa, poi me ne vado.
- Prego, continua.

 James le fece cenno di proseguire.
- Davvero, non so cosa stia accadendo fra di noi, ne cosa accadrà in futuro.
Voglio essere sincera. Il nostro primo pensiero è e sempre sarà Henry, per il resto…
- Ci stiamo lavorando.

Aggiunse Emma.
- Ho promesso ad Henry che sarei cambiata. Sto mantenendo la mia promessa.
- E io farò in modo che continui a mantenerla.

James le guardava attentamente.
- Gli occhi non mentono mai. Vero Regina?
- Lo sai meglio di me, Principe.
- Uhm…

Era dubbioso.
- …decido di darti il beneficio del dubbio, per ora.
Si voltò per raggiungere la porta e tornare in biblioteca, ma si fermò.
- Un’ultima cosa. Fa del male a lei o a mio nipote e non avrai né un posto dove nasconderti, né una maledizione che ti possa salvare. Sono stato chiaro?
Regina gli tese la mano.
James non le staccava gli occhi di dosso.
Decise di stringerle la mano.
- Abbiamo un accordo. Ma se è lei a fare caos, io non rispondo.
Disse Regina sorridendo.
James ricambiò il sorriso, poi salì le scale. Raggiunta la porta si voltò nuovamente.
- Non sarò io a dirlo a tua madre.
Se ne andò.
Le due continuarono a guardare la porta.
- Uhm…sarà dura.
Emma disse a Regina.
- Già.




Note di Alex: Ecco aggiunto un nuovo capitolino intermedio.
Buona lettura a tutti e grazie che mi leggete e commentate :)
Alla prox!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Gli alambicchi di Gold, situati su di un lungo tavolo da lettura, erano già riempiti di intrugli che bollivano.
Rumple era intento a dosare in modo preciso e attento, gli ingredienti che stavano accuratamente preparando Belle e Snow.
Regina ed Emma tornarono dall'archivio e incantarono la porta alle loro spalle.
- Henry tutto bene?
Chiese Regina al figlio.
Il ragazzino fece si con il capo, sorridendo alle madri.
- Bene.
- Andiamo a sistemare la porta sul retro.

Disse Emma ai presenti.
Nessuno rispose. Erano tutti intenti a fissare il trio che preparava l'intruglio magico.
- Massima concentrazione...magari, se lo dici ora a tua madre, ti levi un peso e nemmeno se ne accorge.
Emma si voltò verso Regina e le diede una leggera gomitata.
- Sei proprio perfida.
Disse ridendo, mentre si addentravano nella biblioteca.
Stavano arrivando alla porta.
- Tuo padre l'ha barricata bene...sa che non funziona vero?
- Neanche un pochino?
- Direi di no.

Una voce dietro le loro spalle, rispose alla bionda Swan.
Sembrava un'Odalisca.
Gonna di veli viola e neri. Catenine argentate in cintura e sul corpetto.
Volto coperto da un lieve velo nero.
Un serpente tatuato sulla sua pelle, partiva dalla mano destra con la testa, correva arrotolato lungo il braccio, passando dietro al collo e si intrecciava sul braccio sinistro, finendo con la coda sulla mano.
- Hai un tatuaggio notevole.
Ironizzò Emma.
Le due arretravano. Occhi negli occhi con la donna davanti a loro.
- Cosa vuoi?
- Uccidervi. Mi sembra ovvio.

L'animale disegnato sulla sua pelle, prese vita.
- Ehm...Regina...non è il caso di fare qualcosa?
Regina era come ipnotizzata.
- Regina!
Le due indietreggiando, accompagnate dall'incantatrice di serpenti, raggiunsero gli altri.
- Non guardatela negli occhi!
Gridò Gold.
La donna fece scivolare il serpente, lungo il braccio destro.
L'animale si aizzò contro Emma che si scostò velocemente.
Regina era immobile contro uno scaffale di libri.
- Gold fa qualcosa!
Urlò Snow.
Rumple alzò gli occhi al cielo annoiato e con un gesto della mano, trasformò la donna in una statua di pietra.
Regina tornò in se.
- Cosa...
Si sentiva confusa.
- Era un'incantatrice di serpenti, mia cara.
- Ho capito ma, perché non riuscivo a muovermi?
- Ho sempre creduto che in lei, Regina, ci fosse nascosta una serpe.

Gold tornò a mescolare la pozione.
L'espressione sul viso del Sindaco, fu impagabile.
Con bocca calata dallo sbigottimento per ciò che aveva udito, guardò Tremotino e successivamente Emma.
Si sentirono risatine a stento trattenute.
Gold alzò lo sguardo verso la Evil Queen.
- Prima che mi tramuti in carciofo, sappi che scherzavo. Humor inglese, sa cos'è?
Regina era ancora incredula.
- Uhm...a quanto pare no.
Detto ciò Rumple tornò nuovamente alla pozione.
Il Sindaco si voltò verso la statua dell'incantatrice e alzando una mano, la distrusse in pezzi che caddero sul pavimento.
- E se avessi voluto interrogarla?
Chiese James trattenendosi il più possibile dallo sghignazzare.
- Incollala!
La Evil Queen si addentrò nella biblioteca.
- Dai Regina...non sai stare agli scherzi.
Sorrise Emma facendo l'occhiolino al figlio.
- Ha. Ha. Ha.
Fu la lontana risposta del Sindaco, mentre tornava verso la porta nel retro.
- Miss Swan!
Gridò alla bionda.
Ridendo, Emma mimò un "Uuuuh" al padre per poi raggiungere la mora.

- E per mangiare come facciamo?
Henry sollevò un quesito interessante.
- Mamma?
Regina ed Emma raggiunsero il figlio.
- Si?
Chiese il Sindaco.
- Potresti fare qualche magia, creando del cibo.
- Oppure potrei andare nella cucina, dietro a quella porta e preparare qualcosa.

Si offrì Belle.
- Questa è una buona idea. Noi proseguiamo con le ultime due porte.
Emma si diresse verso l'entrata principale, seguita da Regina.
- Emma tutto ok?
Il Sindaco vedeva che la bionda iniziava ad essere stanca.
- Mi sta venendo mal di testa.
- Pazienta...ancora una, poi ti riposi.
- Ok.

Incantarono la porta.
Regina la guardò.
- Vieni ti mostro una cosa.
Il Sindaco portò lo Sceriffo dietro al bancone della reception, sotto lo sguardo attento di Gold.
Con entrambe le mani rivolte alla parete dietro al bancone, bisbigliò alcune parole facendo apparire un intera libreria a muro, dapprima inesistente.
Tutti alzarono lo sguardo verso di loro.
- Qui troveremo sicuramente qualche spiegazione inerente al libro e alle invocazioni che contiene.
Gold era allibito.
- Sicuramente anche informazioni sulla fiala.
Suppose James.
- Sono libri di magia?
Chiese Emma.
- Si.
Le rispose Regina.
Gold si avvicinò al Sindaco lentamente, senza togliere lo sguardo dalla libreria.
- Tutti i libri?
- Tutti.
Con uno scatto fulmineo, Rumple scaraventò a terra Emma e afferrò Regina, spingendola contro la parete di libri appena apparsa.
Bloccò i presenti in modo che nessuno potesse intervenire, per poi far apparire un pugnale e puntarlo alla gola della Evil Queen.
- Li ho cercati per tutto questo tempo. Potevo trovare mio figlio, con il loro aiuto. Lei me l'ha impedito!
- Poteva chiedere Gold.
- Presumevo fossero spariti.
- Non mi assumo alcuna responsabilità, su ciò che lei presume.
Sono sempre stata qui a Storybrook con lei. Poteva chiedere.

Gold si allontanò da Regina e liberò i presenti.
Snow aiutò la figlia ad alzarsi da terra.
- Come se fosse così facile. Avrebbe voluto qualcosa in cambio.
Regina stava per rispondere all'uomo, ma Gold alzò una mano per indicarle di tacere.
Ella a sua volta indicò bruscamente i libri.
- Legga tutto ciò che vuole.
Poi lo afferrò dal bavero della camicia tirandolo a se con forza. Il suo sguardo parve infuocato.
- Ma non si azzardi a toccarmi ancora.
- Altrimenti?

Regina lo lasciò e si diresse verso l'elevatore che portava, sia alla torre con l'orologio, sia alle caverne.
- Interessante. Deve fare uno sforzo immane per non essere più se stessa.
La donna non rispose. Dentro se ribolliva dalla rabbia.
- La smetta Gold!
Intervenne Emma.
- Non...
Regina alzò il dito indice verso lo Sceriffo, per poi abbassarlo sospirando.
Gold riprese a lavorare sulla pozione.
Il Sindaco controllò che l'elevatore sia apposto, prima di chiudere la porta.
- Vieni Emma...per favore. Finiamo il nostro lavoro.
Il suo tono era abbattuto.
Emma la raggiunse. Ultimarono la protezione della Biblioteca.

Passarono le ore.
Erano immersi nella tranquillità.
Il cielo si era oscurato. Era calata ormai la notte.
Regina sfogliava i libri di magia, alla ricerca di spiegazioni sul libro che dovevano rubare a Cora.
Emma le si avvicinò con due tazze di caffè fra le mani.
Una la porse al Sindaco.
- Tieni...prenditi una pausa.
Regina accettò il caffè.
- Trovato niente?
- No purtroppo.
- Dovremo fare dei turni di guardia stanotte, in modo da procedere con le ricerche sul libro e con la pozione.

Propose James.
- La pozione è praticamente finita. Bisogna solo controllare che il fuoco sia costante. Quando il liquido avrà il colore dell'acqua pura, potremo procedere con l'incantesimo.
Rispose Gold.
- Va bene. Primo turno Gold/Belle, secondo turno Regina/Emma, per ultimi Io e Snow. Accettate?
- Per noi va bene.

Disse Belle seguita da Regina.
- E io, e io?
- Tu Henry devi riposarti un po’.

Disse Emma al figlio.
- Che noia. Dai voglio aiutarvi!
- Aiuta noi Henry.

Propose Belle.
- Puoi guardare il fuoco assieme a me.
Henry esultò, facendo una linguaccia ad Emma che rise.
- Noi riposeremo su questo divano. Per qualsiasi cosa chiamateci.
- Non esiteremo nel farlo.

Fu la risposta di Gold a James.
I Charming andarono a riposare.
Regina si massaggiò le tempie e chiuse gli occhi.
- Riposati un po’ Regina.
- Sto bene.
- Sei stanca.
- Sto bene.

Li riaprì, trovandosi faccia a faccia con Emma.
La guardò, quasi volesse scrutarle l'anima.
- Adoro i tuoi occhi.
- Uhm...un sincero complimento.

Sorrise la bionda dolcemente.
- Credo sia la prima volta.
- Che ti faccio un complimento?
- Si.

Si guardavano in silenzio, sedute una di fronte all'altra.
- Vorrei sapere a cosa stai pensando, Regina.
- Non te lo dirò mai.

Rispose sorridendo.
Emma le si avvicinò ancor di più, accarezzandole le ginocchia, le cosce.
Regina indossava dei Jeans attillati neri.
I loro nasi potevano quasi sfiorarsi.
Occhi negli occhi.
- Come posso fare per scoprirlo?
Regina le fece un ghigno sfidandola.
- Non lo so....hai la magia. Usala.
Emma le prese delicatamente il viso fra le mani.
Regina rimase immobile. Chiuse gli occhi imitata dallo Sceriffo.
La sentiva così vicina.
Il sindaco poggiò le mani sui polsi della bionda davanti a se, per poi accarezzare le sue braccia, lentamente, fino alle spalle.
Ad Emma venne un brivido.
Finalmente riusciva a sentirla...Regina...così diversa.
Le mani di Regina scesero lente fino alla vita, sui fianchi.
I loro cuori vibravano all'unisono.
- Mamma?
Le due aprirono gli occhi tornando alla realtà.
- Cosa stavate facendo?
Si sentivano come due adolescenti, scoperte dai genitori.
- Stavo insegnando a tua madre, come sentire la magia che ha dentro se.
Rispose al ragazzo Regina, nella speranza che se la bevesse.
Nemmeno lei credette a ciò che aveva detto al figlio.
Gli occhi di Henry divennero due fessure che scrutarono entrambe le madri.
- Finché non litigate è ok.
Fece un sorrisone di gioia.
- Ho sonno.
- Vieni ragazzino, ti portiamo sul divano.
- Poi continuate a studiare la magia?
- Riposeremo anche noi, altrimenti saremo stanche quando arriva il nostro turno di guardia.
- Ok. Mi piace.

Disse Henry sorridendo.
- Che cosa?
Chiese Regina incuriosita.
- Che siate felici.
Entrambe le donne accennarono un sorriso.
- Buonanotte Henry.
- Buonanotte.

Rimboccarono le coperte al figlio che si mise a dormire.
Regina si diresse verso il muro, vicino ad uno scaffale, in un a zona un po’ appartata.
Vi si poggiò con la schiena e poi sospirando, si sedette a terra.
I Charming dormivano semi sdraiati, su di un altro divano, vicino ai tavoli da lettura.
Belle e Tremotino bevevano un thè, vicino al tavolo con gli alambicchi.
Emma si avvicinò a Regina sedendosi a fianco.
- Finirà tutto presto vedrai.
Il Sindaco poggiò la testa, sulla spalla della ragazza accanto a se.
- Ho sempre desiderato una vita semplice...normale. Solo io, la persona che amo ed eventuali figli. Basta.
Emma ascoltava silenziosa.
- Dimentica tutto...sto diventando ridondante.
- Pensi a Daniel?

Regina rise nervosa.
Ogni volta che udiva quel nome, le mancava il respiro.
- No.
Il turno di Belle e Rumple era finito. Decisero di andare a dormire, ma per accomodarsi, avrebbero dovuto passare davanti alle due sedute a terra.
Mr. Gold prese Belle da un braccio fermandola. Voleva ascoltare.
- Non si origlia...non è corretto.
Bisbigliò la bibliotecaria riprendendo Rumple, che le sorrise.
Le due non si accorsero di nulla.
- Pensavo...
Regina alzò la testa dalla spalla di Emma per poterla guardare negli occhi.
- ...a noi.
Lo Sceriffo accarezzò le mani che la mora teneva in grembo, per poi intrecciare le sue dita con quelle dell'altra.
Gold e Belle si guardarono incuriositi.
Belle si sporse un po’ di più per poter vedere e sentire meglio.
- Non era corretto vero Belle?
Rumple rise a bassa voce. Lei rispose con una linguaccia.
Emma si avvicinò a Regina.
Voleva baciarla, farle sentire come il suo cuore batte per lei, ma il rumore di un libro che cadde a terra le interruppe bruscamente.
- Oh accidenti!
Disse la bibliotecaria risistemando il libro sullo scaffale.
- Io...non volevo disturbare.
Il Sindaco le fece un gesto di stizza, per dire alla donna che non disturbi oltre.
- Vai a riposare Belle, io do un'ultima occhiata alla pozione. Ti raggiungo a momenti.
Gold diede una carezza sul viso dell'amata, prima di dirigersi nuovamente a scrutare gli alambicchi.
Regina aspettò che i due si allontanassero, poi distese le gambe sul pavimento.
Si sorrisero dolcemente.
Emma voleva stringerla a se.
Si avvicinò a Regina per accarezzarle il viso.
I loro occhi non persero mai il contatto.
Il Sindaco con una mano la scostò per poi alzarsi in piedi.
Emma smise di respirare.
Regina le tese la mano che venne afferrata dallo Sceriffo.
Che stava succedendo? Si chiese la bionda.
Il Sindaco si diresse verso gli scaffali sul fondo della biblioteca, lontano dagli occhi e dalle orecchie dei presenti.
- Dove stiamo...
Regina mise il dito indice sulle labbra di Emma, spingendola delicatamente contro il muro.
La baciò.
Si lasciò guidare da quei sentimenti, offuscati dal tempo, immergendosi in quella passione dimenticata.
La mano di Regina accarezzò i suoi bellissimi capelli, color del grano.
Emma la teneva stretta a se afferrandola alla vita.
Dio quanto la voleva.
In quella situazione di allerta costante, stare in intimità era l'ultimo dei loro pensieri, ma l'attrazione, l'alchimia fra loro era senza controllo, e cresceva giorno dopo giorno.
Ad ogni suo bacio, ad ogni suo tocco ne voleva sempre di più.
Emma sbottonò la camicia bianca di Regina.
Voleva toccare la sua pelle...accarezzarla, sentirne il suo calore.
Quant'era bella...
Regina mise le mani sotto la maglia di Emma.
I loro respiri così veloci.
- Ti voglio.
Sussurrò all'orecchio di Regina lo Sceriffo, che la afferrò capovolgendo la situazione.
Ora la mora era spalle al muro.
- Io...non credo...sia il momento.
Le loro bocche si cercavano affamate di baci.
Il loro desiderio era al limite.
- E' pronto! Possiamo procedere!
Gridò Gold, facendole rinsavire.
Le due si sistemarono per raggiungere l'uomo, che in quell'istante odiavano più di ogni cosa al mondo.
- Che c'è mia cara...vi ho disturbate?
Emma gli lanciò uno sguardo infuocato.
- Stia zitto.
I Charming li raggiunsero svegliati da Belle.
- Come dobbiamo procedere?
- Belle, tesoro. Hai una carta geografica, di questo delizioso paese?

Chiese con ironia.
La bibliotecaria la mise subito sul tavolo dopo essere andata a recuperarla.
Dalla tasca Gold estratte un cristallo appeso ad un legaccio in cuoio.
Lo immerse nella pozione e poi lo fece roteare sopra la mappa.
- Riesci a vedere dove si trova il libro?
Chiese Henry incuriosito.
- La calma è la virtù dei forti, ragazzo mio.
Appena il cristallo si fermò su di un punto della mappa, un rumore forte all'esterno dell'edificio in cui si trovavano, li fece sobbalzare.
- E' qui. Il Libro è fuori di qui!





Note di Alex: Eccomi con un pò di azione...in tutti i sensi :D
Vi ringrazio un sacco per i commenti che sono aprezzatissimi! Fatemi sapere che ne pensate.
Ciao alla prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
- Vogliono entrare!
Disse Snow
Un'esplosione, fece tremare l’intero edificio.
- Da cosa l'hai capito?
Ironizzò nervosamente Regina, stringendo Henry a se.
Le luci della biblioteca si spensero. Erano nel buio più totale.
- Gold! Mi aiuti a creare uno scudo!
L'uomo si fece vicino alla maga.
- Stringetevi a noi. Veloci!
Emma si strinse a Regina, Henry e ai Charming.
Gold e Belle al loro fianco.
- Ora!
Appena attivarono la protezione su di loro, la porta principale dell'edificio, venne sfondata da
un'onda d'urto che la ridusse in pezzi.
Cora varcò l'entrata con accanto un uomo e una donna.
- Buonasera miei cari. Che piacere trovarvi tutti qui.
Cora tese la mano.
- La fiala, prego.
- Seriamente? Pensi davvero, di venire qui a chiederci la fiala e tendere la mano come se uno di noi te la consegnasse, senza battere ciglio?
- Miss Swan. Trovo che lei parli sempre una volta di troppo.

La madre di Regina, guardò la donna accanto a lei che fece sbucare dei rami dal pavimento, sotto
Emma.
Si arrampicarono su per le sue gambe immobilizzandola.
Un ramo davanti alla bocca la fece tacere.
- Lo scudo protettivo non serve a nulla contro gli elementi. E ora…la fiala.
- No. Ora che fai? Chiudi la bocca anche a me?
- Oh, figlia mia. No, era solo pura cortesia la mia richiesta.
- Che vuoi? Dimmelo una volta per tutte!
- Tutto il potere oscuro. Adesso se volete scusarmi, vi userò come cavie per testare queste nuove
magie. Quando avrò finito, mi darete la fiala di vostra spontanea volontà.

Lanciò un'onda d'urto contro Belle e Gold facendoli finire addosso ad alcuni scaffali che si
ribaltarono.
- Per loro ho altri progetti. E ora, via di qui!
Bastò un gesto di Cora per far sparire Emma, Regina, Henry ed i Charming e portarli nell'area
portuale di Storybrooke.
- Qui vi aspetta qualcuno. Vi lascio in sua compagnia. Ho altre cose da sbrigare nel frattempo.
Buon Divertimento.

Ridendo se ne andò assieme ai due che si portava appresso.
Il terreno tremava sotto i loro piedi.
- Oh no...un'altra volta!
Protestò Emma impugnando una spada.
Un Drago apparve puntando con cattive intenzioni i cinque.
L'area portuale era composta da casette in legno, una di fianco all'altra, fatta eccezione per
qualche piccola via nascosta che portava alla strada.
Di fronte a queste costruzioni c'era il molo che costeggiava l'oceano e varie imbarcazioni
attraccate ad esso.
I Charming cercarono di aggirare il mostro, tenendosi il più vicino possibile alle case di legno.
Il Drago colpì con la coda la strada, dividendo Biancaneve e James, da Emma, Henry e Regina, che si
misero a correre seguiti dal mostro.
- Hey!
Gridò James per distrarre la bestia.
Assieme a Snow, cercarono di attirarlo lontano da loro, entrando in una via che portava verso il
bosco.
Il Drago con un altro colpo di coda abbatté due case.
I Charming vennero bloccati dalle macerie.
- Andate ad avvisare i cittadini! Che stiano lontani da qui!
Urlò Emma ai genitori.
Una fiammata uscita dalla bocca del mostro, fece accucciare a terra Regina, Emma e il figlio.
Il Sindaco prese Henry e scomparvero per apparire dai Charming.
- Portatelo con voi. Noi attireremo il Drago lontano dal centro paese.
Scomparve nuovamente, prima che la coppia potesse replicare.
Apparve accanto ad Emma e si misero a correre.
Sentivano grandi passi dietro di loro.
Il terreno tremava ad ogni falcata dell’animale, poi...il nulla.
Si fermarono immediatamente.
Erano immerse nel buio, illuminato da un timido lampione a luce bianca.
Il suono delle onde, faceva loro compagnia.
- Come abbiamo fatto a seminare quell'affare?
Emma vide Regina intenta ad ascoltare i rumori intorno a loro.
- Credi che stia distruggendo qualcos'altro?
- Shh...

Davano le spalle alla strada.
Dietro di loro il Drago ricomparve in una nuvola, e prendendo forma umana colpì Emma con un bastone,
facendola cadere a terra svenuta.
- Avevo bisogno di parlare con te.
Disse la strega avvicinandosi a Regina.
- Malefica.
Il Sindaco era immobile, pronta ad accettare un'eventuale vendetta da parte della donna davanti a se.
Malefica la fissava in silenzio.
- Ti ha soddisfatta tutto questo?
Disse la strega indicando Storybrooke.
Regina non rispose.
- Te l'avevo detto che la maledizione era una cattiva idea.
- Si, l'hai fatto.
- Infatti! E ora? Cosa ne hai ricavato, dimmi.

Ancora silenzio.
- Immaginavo.
- Vuoi uccidermi?

Chiese Regina.
- L'avrei già fatto.
- Per quel che vale...non ero a conoscenza degli effetti della maledizione, sulle varie persone.
Non credevo ti privasse della forma umana.
- E della libertà. Ventotto anni in una caverna, Regina.
- Mi dispiace.
- La temuta Evil Queen che chiede scusa?

Malefica rise.
- E' pieno di novità questo mondo!
- Sto tentando di redimermi.
- Che cosa? Amica mia, ha fatto più male a te che a me la maledizione.

Regina guardava il terreno sotto di se.
- E' così?
Chiese la Strega. Riusciva a sentire tutto il dolore, di quella che un tempo era la sua più cara
amica.
- E il tuo lieto fine?
Non vi fu risposta.
- E' stata decisamente una cattiva idea. Possiamo fare ritorno nella foresta incantata?
- Forse. Ancora stiamo lavorando a questo.
- Stiamo? Chi ti aiuta?
- Biancaneve e il principe.

Malefica la guardò incredula.
- Rettifico, è stata una terribile idea. Amica mia...Ti lascio un attimo e compi una sorta di guaio dopo l'altro!
Si girò verso Emma a terra.
- E dimmi...la biondina...posso ucciderla?
- Preferirei di no.
- Sei davvero malata. Ma grave...credimi!
- Di lei.

Disse a bassa voce Regina, quasi in un sussurro.
Malefica capì. Era sbigottita.
Sospirò.
- Capisco.
Guardò di nuovo Emma, ancora a terra.
- Credo di ricordare male, sai, dopo tutti questi anni...una giovane donna mi disse molto tempo fa, che l'amore è debolezza.
Continuò la Strega.
Il Sindaco andò verso la bionda. Si chinò accarezzandole i capelli.
- Già.
Disse Malefica guardandola.
- E' la figlia di Biancaneve e James.
Affermò Regina.
- Pure!
La strega guardò meglio Emma.
- Sei sua nonna sai?
- E la madre adottiva di suo figlio.
- Oh ti prego! Fammi sedere e raccontami tutto! E' da non credere!

Emma si stava riprendendo.
Sentì la voce di regina parlare con qualcuno.
La sua mano accarezzarle i capelli con delicatezza.
Si destò. Si alzò vedendo la strega e raccolse la spada minacciandola.
Regina le si mise davanti facendo scudo con il suo corpo per proteggere Malefica.
- Emma. No. Le ho recato già abbastanza disagi.
- Disagi...dovresti scegliere un diverso termine.

Sentenziò la donna.
- E'... Malefica?
Chiese la bionda Swan.
La testa della strega sbucò da dietro quella del Sindaco.
- In carne ed ossa.
- Ma voleva ucciderci.

Protestò Emma.
- Giocava. - Giocavo.
Fu la risposta all'unisono delle due.
- Ah...Ah. Che intenzioni ha?
Chiese lo Sceriffo.
- Posso aiutarti Regina.
- Perché?

Domandò il Sindaco, guardando la sua amica di un tempo.
- Sono fuori da queste cose, da troppo tempo. Un po’ di azione mi farà bene.
- Siamo sicure che non ci tradirai?

Emma chiese sospettosa.
- Avrebbe preferito morire, piuttosto che darmi l'incantesimo per scatenare la maledizione.
Spiegò il Sindaco allo Sceriffo.
- Avresti dovuto ascoltarla Regina.
- Qualcun'altro che ha più senno di te, mia folle amica.
- Cosa vuoi in cambio per il tuo aiuto?

Chiese Emma alla donna.
- Voglio solo tornare a casa. Sono stanca di questo posto. E a dir la sincera verità, preferisco
avere a che fare con Regina che con sua madre.

- Pienamente d'accordo.
Fece eco Emma.
- Ci hai avuto a che fare, Biondina?
- Non me lo ricordare.

 
I Charming cercarono di mettere in guardia i cittadini di Storybrooke.
Dovevano limitare i danni e proteggerli il più possibile.
- Restate nelle vostre case e non uscite per alcun motivo al mondo!
Portarono Henry al Granny, affidandolo a Ruby.
Era tutto troppo pericoloso per lui.
Uscirono per strada, diretti alla biblioteca per controllare come stavano Gold e Belle.
- I Charming. Coloro che detengono la corona, strappata ai genitori con la forza. Che ingrati.
Cora era in piedi davanti a loro. Sola.
- Non è ingratitudine! Vogliamo solo il bene per il nostro popolo!
Disse James duramente.
- La vostra famiglia è il mio ostacolo verso il dominio della Foresta Incantata.
- Non ti basta rovinare la vita agli abitanti del Paese delle Meraviglie?

Gridò Emma attirando l'attenzione di Cora su lei, Regina e Malefica.
Le guardò facendo una smorfia.
- Non vi facevo così scaltre.
Si rivolse a Malefica.
- E tu chi sei?
La Strega sorrise.
- Così mi offendi. Diciamo che mi sono sostituita al Drago, da te precedentemente invocato.
La madre di Regina serrò la mascella. Sogghignò. Aveva altri assi nella manica.
- Poco male. Qualcuno in più con cui giocare.
- Ti sei lasciata accecare dal potere mia cara.

Disse Gold raggiungendo il gruppo con Belle al suo fianco.
- Credevo si fossero occupati di voi, quei due buoni a nulla!
Rispose Cora adirata.
- Cora. Eri una mia allieva. Non ti ho insegnato tutto ciò che so.
Rumple fece un ghigno di sfida.
- Visto che ci siete tutti, non ci resta che dare il via alle danze.
La donna scomparve.
A Regina non sfuggì la nube viola, comparsa dentro la torre dell'orologio, sopra la biblioteca.
La intravide con la coda dell'occhio. Nascondiglio perfetto.
Vetrata di notevoli dimensioni, da cui si poteva vedere tutto ciò che accadeva sulla strada, ma
rimanendo nascosti.
Dei battiti di ali e alcuni ruggiti provenienti da più direzioni, ruppero il silenzio calato fra di
loro.
- Cosa sta arrivando?
Chiese Belle preoccupata.
In breve tempo furono circondati da stormi di volatili dal volto di donna.
- Arpie!
Gridò Snow, ma non furono le uniche.
Arrivarono poco dopo quattro chimere. Una in ogni direzione.
Emma afferrò Regina da un braccio, per richiamare la sua attenzione.
- Che stai guardando. Siamo in pericolo!
- E' sulla torre dell'orologio!

L'attacco da parte dei volatili cominciò.
Snow le colpiva con le frecce.
Mentre Malefica si trasformava in Drago, Regina e Gold attaccarono con palle di fuoco.
- Iniziano ad avvicinarsi le Chimere!
Urlò James, pronto a fronteggiarle assieme alla figlia con le spade.
- Dobbiamo riuscire a prendere quel dannato libro!
Disse Gold dopo aver udito ciò che aveva detto Regina.
- E come?
Chiese la maga a fianco a lui.
Con un colpo di coda Malefica scaraventò lontano due Chimere, facendo poi cadere al suolo alcune
Arpie con una fiammata.
- Devi andare lassù!
- Non ti lascerò andare da sola.

Emma pronunciò quelle parole afferrando un polso di Regina.
- Muovetevi allora!
Incitò Gold.
Alcuni volatili si avventarono su Belle. La loro vita fu breve perché eliminate dal fuoco di Gold e
dalle frecce di Biancaneve.
Un cenno d'intesa e ringraziamento fra i due e la battaglia continuò.
Charming fronteggiava una Chimera.
Una seconda prese la rincorsa per saltargli alle spalle.
Emma si mise a fianco a lui, pronta ad affrontarla, ma un'Arpia scese in picchiata per ferirla con
gli artigli.
- Due contro uno non vale.
La belva simile ad un leone spiccò il salto verso la bionda, ma fu fermata da Malefica che
l'afferrò al volo con la bocca e scagliata lontano.
Il volatile cadde a terra morto, grazie ad una freccia di sua madre.
Emma si guardò intorno.
- Gold! Dov'è Regina?
Chiese preoccupata all'uomo al suo fianco.
- Lassù per prendere il libro!
Le rispose senza distogliere lo sguardo dagli attacchi imminenti.
 
- Madre!
- Sei venuta quassù a goderti lo spettacolo o ad osservare il mio trucco migliore?
- Arpie e Chimere? Fra pochi minuti saranno solo carne allo spiedo.

Ironizzò Regina.
- No mia cara. Quelle sono semplici animaletti da distrazione.
Cora infilò una mano nella tasca del cappotto.
- Io parlo di questo.
Aveva la fiala.
- Com'è possibile!
Regina ricordò ciò che lesse nel libro di magia: "Quando il contenuto della fiala, sarà riversato sul
libro, l'intero potere verrà assorbito da chi per esso, col suo sangue, sacrificato si sarà. Solo
la sua distruzione metterà fine all'oblio che nascerà da questa unione."

Regina si tuffò sulla madre, vicinissima alla grande vetrata dell'orologio.
- Cosa stai facendo!
Cora chiese alla figlia, mentre lottava contro di lei per trattenere la fiala.
- Ti impedisco di distruggerci.
- Per questo è troppo tardi.

Regina riuscì a spingere la madre contro il muro con la schiena.
Braccio alzato e mano stretta intorno alla fiala.
L'urto contro la parete fece togliere il tappo al piccolo contenitore.
Regina se ne accorse e prima che la madre facesse uscire il liquido sul libro chiuso, tappò la
fiala con il palmo della sua mano.
Cora ebbe il soppravvento, dando una spallata alla figlia che cadde al suolo malamente e con essa
il contenitore, che riversò sula copertina del libro parte del suo contenuto.
- Grazie mi hai risparmiato il lavoro.
Disse la donna dando le spalle alla porta.
Regina alzatasi in piedi,vide Emma arrivare e attaccò nuovamente la madre.
Emma, anche se preoccupata, approfittò della situazione per prendere il libro.
Cora se ne accorse.
- Ridammelo!
- Arrenditi, ormai è finita!
Lo Sceriffo cercò di far desistere Cora.
Regina non mollava la presa ai polsi della madre.
- E' finita, si. Ma non per me.
La donna spinse con la magia, il Sindaco contro la vetrata che si infranse.
Regina cadde.
Il cuore di Emma si fermò.
Si sentì morire.
Corse giù dalle scale.
Cora le comparve davanti, sbarrandole la strada.
- Hai qualcosa che mi appartiene.
Il libro sparì dalle mani dello Sceriffo.
- Ora non più.
Esclamò Gold prima di sparire.
Emma in un gesto di rabbia, alzò il piede per dare un calcio a Cora e farla cadere dalle scale, ma
svanì prima che ci riuscisse.
Si catapultò fuori dall'edificio.
Malefica aveva arrestato la caduta di Regina con la magia e ora la stava facendo scendere a terra
lentamente.
- Regina!
Emma le corse incontro. Voleva abbracciarla, baciarla.
Il Sindaco capì facendole l'occhiolino per poi dare una lieve pacca sulla spalla all'amica.
Lo Sceriffo mimò un "Grazie" con le labbra a Malefica.
- Dov'è Rumple?
Chiese Belle ad Emma.
- E' svanito.
I Charming, sconfitta l'ultima Arpia, si voltarono verso la biblioteca vedendo Emma.
Le corsero incontro.
- Stai bene?
- Quando sarà finita...si.
- Dobbiamo distruggere il libro.

Gold apparve a fianco a Regina.
- Non così in fretta.
Comparve anche Cora a qualche metro dalla figlia.
- Sono stanca dei vostri stupidi giochi.
Disse la madre di Regina.
- Vedo che sei viva figlia mia. Non avevo dubbi.
Cora si mise la mano dietro alla schiena.
Tutti i presenti si misero in posizione di attacco con le proprie armi.
- Devi sapere Regina, che le cose per farle bene...
Si avvicinava alla figlia.
- ...bisogna farle nel più semplice dei modi.
Estrasse un coltello, pronta a colpire Regina.
Il libro scomparve dalle mani di Gold e apparve fra quelle del Sindaco, fungendole da scudo proprio
nel momento in cui Cora le trafisse il cuore con il pugnale.
Invece del cuore, venne trafitto il libro da cui scaturì una luce accecante.
- No!
Cora gridò.
L'energia sprigionata dal libro era fortissima.
Si venne a creare un vortice dietro alla madre di Regina, in cui venne risucchiata.
Calò di nuovo il buio.
Il sindaco cadde a terra. Il libro ancora nelle sue mani.
- Regina!
Emma si precipitò dalla donna, intontita ma viva.
- Sto bene.
- Grande idea mia ingegnosa amica.
Malefica sorrise.
Lo Sceriffo tese la mano a Regina per aiutarla ad alzarsi.
- Che sia finita?
Chiese James avvicinandosi assieme a Snow, alla Evil Queen.
- Lo spero.
Rispose Gold raggiungendo il gruppo con Belle.
 
 
 
 
 
 
Note di Alex: Ecco un capitolino ricco di azione.
Spero vi sia piaciuto :)
Ho deciso di dare corpo al personaggio di Malefica, visto che si vede pochissimo nel telefilm e (in quanto unica amica di Regina) l’ho voluta al suo fianco.
Aspetto i vostri commenti.
Alla prossima :)

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
Una nube color porpora, comparve nel salotto di casa Charming.
Stavano ancora tutti dormendo, stanchi da quanto era accaduto il giorno precedente.
A passi lenti la creatura si avvicinò alla camera dove riposavano Emma, Regina ed Henry.
Era immobile, in piedi vicino al letto.
La guardava dormire serena. Sarebbe durato ancora per poco quel sonno così tranquillo.
Decise che era arrivato il momento di vendicarsi.
- Regina.
Non vi fu risposta.
- Regina.
Ancora il nulla.
Con la punta del bastone, picchiettò la donna che dormiva beatamente fra la figlia dei Charming e il figlio di dodici anni.
Il sindaco iniziò a destarsi finché non aprì gli occhi vedendola.
- Oddio!
Regina sobbalzò dalla sorpresa, seguita dagli altri due che si svegliarono all'istante.
- Voglio anch'io vestirmi strana.
La mora cercava di metterla a fuoco.
- Cosa?
Voce ancora impastata dal sonno.
- Sei Malefica?
Fu la domanda di Henry.
- Esatto!
- Figo!

Le due madri lo guardarono malamente.
- Mi dispiace mia assonnata amica, ma è giunto il momento di vendicarmi.
- Vuoi uccidermi davanti a loro?

Henry si strinse alla madre adottiva.
- Cosa? Ma no! Voglio che tu, renda realtà tutti i miei desideri.
Rispose la strega, gesticolando teatralmente per dare enfasi alla frase.
- In pratica...devo fare tutto ciò che vuoi?
- Esatto.

Ne seguì una pausa.
- Va bene. Uccidimi.
Disse Regina, sdraiandosi nuovamente per dormire.
- Regina! - Mamma!
Dissero nello stesso istante Emma ed Henry.
- Non ti preoccupare, arriva subito.
Emma rassicurò ironicamente Malefica, andando poi a scuotere la sua quasi compagna.
- Dai Regina...che mai sarà!
Cercò di convincerla lo Sceriffo.
- Che ore sono?
Chiese la mora.
- Ora di...come la chiamate voi...
Schioccò le dita come per chiamare a se la parola.
- ...colazione?
Regina si mise a sedere.
- E va bene.
Emma si scostò lasciando uscire dal letto Regina.
Passi pesanti e veloci, scesero dalle scale.
James comparve in boxer, armato di spada, all'entrata della camera da letto.
- Oddio!
Esclamò vedendo Malefica voltarsi a guardarlo.
- Se sei qui per la tua vendetta, ripensaci. Ci sono altri modi per sistemare le cose fra te e Regina.
La strega e il sindaco alzarono entrambe un sopracciglio, ma prima che potessero rispondere al principe, piccoli passi lo raggiunsero.
- Oh...Oddio!
Disse Snow allarmata vedendo tutti svegli e il marito armato.
- Se vuoi vendicarti di Regina, fallo, ma fuori da casa mia.
Gli occhi di Regina divennero due fessure mentre fissava la figliastra prima di lasciare la stanza.
- Sto collezionando un "Oddio" dopo l'altro. Inizio a pensare che si saluti così, in questo strano luogo.
Sorrise Malefica, facendo l'occhiolino ad Henry che rise.
- Oddio anche a voi Biancaneve e James.
Emma si alzò dal letto.
- Vuole vendicarsi si, ma non come pensate...
Guardò il padre che abbassò la spada.
- ...o sperate.
Guardò in malo modo la madre.
- Vanno a fare colazione da Granny.
- Oh...ok.

Disse Snow.
- Posso venire anch'io Emma? Ti prego.
Henry trascinò l'ultima parola per impietosire la madre.
- No. Devi prepararti per andare a scuola.
- Credi sia il caso?
Chiese Biancaneve dubbiosa.
- Dobbiamo pur sempre andare avanti con le nostre vite. Non possiamo rinchiuderci qui dentro nell'attesa di attacchi, che forse avverranno o forse no, perché Cora forse è sparita o forse no e perché avrà scagnozzi...
- O forse no?
Completò Malefica con un sorriso.
- Già.
Rispose James.
- Teniamoci in contatto spesso durante la giornata.
- Certo.

Confermò Emma.
Snow si mise a preparare la colazione.
- Allora...Malefica...come hai passato la notte al Granny's?
Chiese lo Sceriffo curiosa.
La Strega si sedette su di uno sgabello.
- Confondo ancora il giorno con la notte. Sai...nelle caverne il tempo scorre senza ore ne giorni.
- Dovrai procurarti degli abiti per questo posto. Se vuoi posso prestarti qualcosa nel frattempo.

Si offrì Biancaneve.
- Senza offesa ma...no.
- Certo...con Regina fino in fondo.

Brontolò fra sé la donna ai fornelli.
Emma finse di tossire.
Malefica indossava uno splendido abito lungo in stile nobiltà medievale, di due tonalità di viola.
- Uhm...com'è che diceva quella ragazza? Obsoleta. Si diceva che sono obsoleta.
Emma rise.
- Te l'ha detto Ruby?
- Ha due strisce rosse sui capelli. Che ragazza strana.

La strega si fece pensierosa.
- Non mi vestirete come lei vero?
- Tranquilla lei è unica nel suo genere.

Rise Snow.
Regina era pronta. Uscì dal bagno.
- Andiamo.
Malefica si alzò dallo sgabello.
- Magia?
- Piedi.

Rispose il Sindaco.
Si diressero verso la porta, ma prima di uscire la Malefica si voltò.
- Una puntualizzazione principessa. Sempre.
Detto ciò se ne andarono.
- Credevo non avesse sentito.
Cercò di scusarsi Snow con la figlia.
- A volte non so chi è più infantile fra te e Regina.
 
Erano sedute ad un tavolo.
Davanti a loro tè e torta di mele.
Con qualche difficoltà, Regina era riuscita a prestare dei vestiti a Malefica.
Da parte della strega vi furono non poche proteste per quei vestiti "strani".
- Non l'hai fatta tu questa torta, vero mia velenosa amica?
Regina fece una smorfia.
- Spiritosa.
La mora guardò l'amica. Sguardo serio.
- Posso farti una domanda?
- Prego.

Le fece cenno di continuare.
- Perché sei qui?
- Spiegati.
- Qui con me.
- Oh. Mi chiedi perché non mi vendico davvero?

Silenzio.
- Ho covato molto odio verso di te, non te lo posso nascondere. Con gli anni era mutato in apatia.
Diversamente da te Regina, sono a conoscenza, che la vendetta nei tuoi confronti non mi procurerebbe sollievo alcuno. Certo, non nego che almeno all'inizio potrei sentirmi sollevata, ma poi?

Ti sembrerà assurdo, ma mi sono mancate le nostre chiacchiere.
- Sei sempre stata un passo avanti a me, Malefica.
- Solo perché non ti sei mai soffermata abbastanza su ciò che possedevi.

- Il nulla?
- Un padre che ti amava.

Regina non rispose.
- E un'amica che ti ascoltava.
Il Sindaco alzò le spalle.
- Che avrei dovuto fare?
- Dimenticare la corona. Farti da parte e iniziare una vita tua dopo aver ucciso il Re. La tua vendetta l'avevi avuta. Occhio per occhio. Non era il fidanzato, ma sempre qualcuno che le stava a cuore. Lasciavi il regno a sua figlia e potevi ricominciare da capo.

Regina strabuzzò gli occhi. Non poteva ascoltare oltre.
- Stai scherzando spero! Lasciare tutto a lei. E i miei sacrifici?
- Capisco cos'hai passato...
- No. Non capisci, altrimenti non mi diresti certe cose.

La mora sentiva il sangue ribollire.
- Un giorno aprirai gli occhi amica mia e capirai i tuoi errori.
- So già di aver sbagliato.

Disse il Sindaco a denti stretti sporgendosi verso la Strega.
Malefica spostò il suo corpo in avanti. I loro volti vicinissimi.
- Ma non te ne importa.
Scandì la frase sussurrandola.
Nonostante la voce bassa, il tonò risultò ugualmente duro.
Fra le due parvero volar scintille, da uno sguardo all'altro.
- Mi scusi.
Il sindaco e la Strega si voltarono verso chi le aveva disturbate.
- Si?
La madre superiora Reul Ghorm, era in piedi a fianco del tavolo.
- Noi sorelle vorremo organizzare un mercatino come opera di beneficienza per raccogliere fondi.
Il ricavato verrà destinato a ricostruire la zona portuale di Storybrooke e risistemare la biblioteca con annessa torre dell'orologio.
- Ups...

Malefica si sentì presa in causa ed abbassò lo sguardo. La distruzione di alcune case nell'area portuale era opera sua.
- Mi date il vostro consenso Regina o devo chiedere ai Reali?
Chiese la donna in piedi a fianco del Sindaco.
Se le avessero dato un pugno, avrebbe fatto meno male al suo orgoglio.
Lo sguardo di Regina si rabbuiò.
- Fino a che i Reali...
Pronunciò quella parola con disprezzo.
- ...non mi leveranno l'incarico, sono io il Sindaco. Comunque. Può iniziare i preparativi. Parli anche con Snow White. Potremo coinvolgere le classi dell'età di mio figlio.
- E una gara di torte. Ho sempre desiderato vederne una e partecipare.
Regina guardò stranita l'amica al suo fianco, per poi rivolgersi alla superiora.
- E una gara di torte. Che ne pensate?
- Vado subito a parlarne con la Principessa.
Fece una pausa.
- Un'ultima cosa. Il Signor Gold preme per l'affitto del teatro.
Una delle sorelle ha rivolto uno sguardo al bilancio, riscontrando alcuni errori.
Noi povere donne di chiesa, non abbiamo le credenziali per far fronte a tali controlli.
Conosce per caso qualcuno che ci può aiutare?
- Controllerò io personalmente.
- La ringrazio. Arrivederci.

La Superiora si congedò.
- Che personcina strana.
Commentò Malefica.
- Fonte di guai.
- Chi, lei?

Regina guardò seriamente l'amica, facendo cenno di assenso con la testa.
- Però! A volte i buoni possono essere una vera spina nel fianco.
- Possono essere anche più crudeli dei cattivi.

Disse il Sindaco pensierosa.
- Almeno noi siamo dirette. Uccidiamo e morta li.
Malefica rise tra se.
- Morta li...l'hai capita Regina?
La mora sospirò.
- Le caverne ti hanno fatto male, Malefica.
- Buongiorno!

Salutò Emma raggiante, arrivando al tavolo delle due.
- Buongiorno a te.
Ricambiò con ampio sorriso Regina.
- Come mai qui?
- Sono venuta a vedere, come se la passa il Sindaco.

Disse lo Sceriffo sorridendo.
- Henry è andato a scuola?
- L'ho accompagnato io.
- Malefica stai bene vestita così.

Commentò Snow, arrivando alle spalle della figlia.
- Scelta d'abiti molto faticosa.
Disse sbuffando Regina.
- Ne è valsa la pena però.
Disse la Strega ridendo.
- Snow ti devo parlare.
- A proposito di?

 Il Sindaco le fece cenno di sedersi a fianco a Malefica.
- Intanto vado a ordinare del caffè.
Disse Emma e in seguito si allontanò.
- Hai già parlato con Reul Ghorm?
- No, perché?

Chiese accigliata Snow.
- Chi è Reul qualcosa?
Si intromise la Strega.
- La personcina strana.
Le rispose Regina.
- Comunque. La madre superiora, vuole indire una specie di mercatino per beneficienza. Il ricavato verrà usato per riparare i suoi danni...
Indicò Malefica.
- ...e quelli causati da mia madre. Le ho suggerito di chiederti se si poteva coinvolgere la classe di Henry.
Snow era immobile. Fissava il Sindaco negli occhi.
- Perché non paghi tu? E' colpa tua ciò che è successo. In più dovremo riguardare la tua carica.
Regina non si mosse.
Malefica guardava l'amica con un sorriso sghembo di sfida. Quanto avrebbe resistito la sua amica, senza uccidere Biancaneve?
L'aria intorno a loro si fece pesante.
Gli occhi di Regina iniziarono a velarsi di un colore viola.
Ruby si accorse di ciò che stava per accadere e indicò la scena ad Emma che si voltò a guardare.
Regina si riscosse.
Sbatté ripetutamente le palpebre e la velatura di magia oscura nel suo sguardo scomparve.
- Non ci casco. Provocami quanto vuoi. Non ci casco.
- Cerchi di convincere me o te stessa?

Regina sorrise e si alzò.
Con un gesto fece apparire due cataste di fogli sul tavolo.
- Buon lavoro. Maestà!
Chinò il capo come segno di riverenza. Un ghigno di irritazione, dipinto sul volto.
- Andiamo Malefica.
Disse uscendo dalla tavola calda.
La Strega scomparve dal posto dov'era seduta, per apparire in piedi accanto a Snow White.
- Non aiuti nessuno così. Nemmeno te stessa.
Le mise una mano sulla spalla.
- E non ti scordare la gara di torte, Principessa.
Scomparve in una nube color porpora, lasciando Snow impietrita a chiedersi "Cosa stava facendo" ed Emma senza parole.
Lo Sceriffo era poggiata al bancone. Guardava la madre.
- Pensi di aver fatto la cosa giusta Mary Margaret?
La bionda estrasse dalla tasca dei jeans il cellulare e vi compose il numero di Regina.
- Io non credo.
Terminò la frase per poi avviare la chiamata al Sindaco, nella speranza di una risposta.
 
Un leggero bussare alla porta dell'ufficio, distolse Emma da ciò che stava facendo.
- Avanti.
Quei tacchi...li avrebbe riconosciuti ovunque.
- Buongiorno di nuovo.
Il Sindaco sorrise.
- Buongiorno a te.
Emma ricambiò dolcemente.
- Malefica?
Chiese la bionda curiosa.
- L'ho venduta.
- Fatto un buon affare?
- Vedremo...se entro sette giorni non la restituiscono...forse si.

Il Sindaco fece un sorriso sghembo.
- E' ad aiutare per la raccolta di beneficienza. Si sente responsabile dei danni.
- Forse perché lo è.  La facevo più malvagia.

Constatò Emma.
- E' sempre stata più saggia di me, nonostante gli errori che ha commesso in passato.
Regina andò accanto allo Sceriffo, dietro alla sua scrivania.
- Ti ho chiamata perché ho bisogno...
Il Sindaco si era chinata a guardare le carte, su cui stava lavorando la donna davanti a se.
Emma voltandosi con la sedia verso la mora, notò la scollatura. Il suo cervello si inceppò.
- Avevi bisogno di qualche firma?
Chiese Regina.
- S...
Il Sindaco mise l'indice sotto il mento della bionda per alzarle lo sguardo occhi negli occhi.
- Focus.
Emma si ridestò.
- Si. Scusa.
Regina fece una risata.
- Avevo bisogno che ci ripensassi. Snow non voleva dire ciò che ha detto.
Cercò di scusarsi al posto della madre.
- Non sta a te dirmi ciò. Tuo padre?
- A fare il bilancio dei danni.

La mora con la mano, chiuse magicamente la porta dell'ufficio.
I loro visi vicinissimi.
La mano del Sindaco, si spostò dal mento ai capelli della bionda, accarezzandoli dopo aver sfiorato delicatamente la guancia.
- E' un po’ difficile concentrarsi così.
Puntualizzò lo Sceriffo.
Emma allungò la mano per toccare la donna davanti a se, ma ella scomparve, comparendo dietro alla sedia dov'era seduta.
- No. Non ho detto che potevi toccarmi.
Le bisbigliò all'orecchio.
- Ma così non vale.
Protestò la bionda.
Le dita di Regina, scostarono i capelli dal collo di Emma.
Il loro posto fu preso dalle labbra della mora che le baciavano la base del collo delicatamente.
Allo Sceriffo sfuggì un gemito.
Le mani del Sindaco si poggiarono sulle spalle della bionda.
Scesero lentamente sulle braccia e poi l'abbracciò da dietro teneramente.
La guancia di Regina poggiata su quella di Emma.
- Hai un buon profumo.
Regina sorrise.
- Grazie.
Il Sindaco sciolse l'abbraccio, facendo scivolare le mani sulle gambe della bionda che si pietrificò.
Le carezze della donna. si spostarono dalle ginocchia verso l'interno coscia, molto lentamente, ma senza toccare la zona interessata.
Voleva farsi desiderare.
Il respiro di Emma era divenuto veloce.
Adorava le sue mani su di lei, le sue labbra...
Lo Sceriffo trattenne le mani di Regina con le sue e si alzò dalla sedia.
Portò le mani della mora a poggiare sul suo seno.
Il volto di Regina avvampò.
- E...
- E?
- Emma...
- Avevi detto che non dovevo toccarti. Perciò...

Lasciò la frase in sospeso.
Emma spinse Regina contro l'archivio, una libreria che riempiva l'intera parete.
Le sue mani comandavano quelle della donna davanti a lei.
I suoi occhi color lago, persi in quelli profondi e scuri del Sindaco.
Una mano la fece poggiare sulla schiena. Tolse la propria mano per potersi alzare la maglia e accompagnò l'altra mano di Regina a contatto con la propria pelle... sulla pancia poi fino al reggiseno.
Regina era una statua.
- Sei così...calda.
Il Sindaco fece scivolare da se sotto la maglia, anche l'altra mano.
Un brivido di piacere la scosse interamente.
Regina andò ad insinuarsi sotto il reggiseno della bionda che chiuse gli occhi portandosi con il corpo più vicino alla mora.
Bussarono alla porta.
Appena Emma si sistemò, Regina sbloccò la porta tornando alla scrivania dello Sceriffo.
- Avanti.
Disse la bionda.
James entrò. Il volto serio.
- Immaginavo.
Disse l'uomo.
- Hai i bilanci dei danni?
Chiese Regina.
- Si. Ero andato in municipio per mostrarteli, ma la tua macchina non c'era. Immaginavo fossi qui.
- Oh...allora non sei stato correttamente informato...
- Regina.

Emma non voleva udire ciò che stava per dire la mora.
- ...non sono più il vostro Sindaco. Da oggi tua moglie si arrangerà.
James appoggiò i bilanci sulla scrivania.
La Evil Queen li prese scrutandoli e poi li dette di ritorno a Charming.
- Di cosa stai parlando?
Chiese il principe accigliato.
- Fotocopia e me ne vado.
Rispose Regina.
- Di che cosa stai parlando.
Ripeté Charming guardandola negli occhi.
- Mi occuperò solo dei bilanci della raccolta fondi e controllo registri contabili del teatro.
- Per quale motivo?

Si diresse verso la fotocopiatrice.
- Gold preme sull'affitto del teatro ma i conti non quadrano, indi per cui terrò d'occhio anche la parte burocratica per quanto riguarda la contabilità di questa raccolta fondi.
- E per il resto...cosa intendevi?
Regina prese i fogli fotocopiati e sospirò.
- Non mi riguarda più...
Si incamminò verso l'uscita.
-...parlatene fra di voi.
Il Sindaco fece un cenno di saluto con la testa e se ne andò.
- Che novità è mai questa?
Chiese James rivolto ad Emma.
- Mary Margaret. Ha detto che dovete riguardare la carica di Regina. Sicuramente la colpa è di ciò che sta accadendo fra noi.
- Motivo in più per parlarle non credi?
Emma riabbassò la testa sulle scartoffie rispondendo con il silenzio che calò fra lei e il padre.
 
Regina entrò in teatro e si recò nel sotterraneo.
Si mise a cercare i registri contabili.
Appena li ebbe trovati li poggiò su di una scrivania un po’ alta, si poteva benissimo stare in piedi a lavorare.
Cercò uno sgabello su cui sedersi. Non lo trovò.
Premette sull'interruttore per accendere calcolatrice e luce da ufficio, entrambe sulla scrivania, ma non accadde nulla.
Si chinò leggermente. La spina era staccata.
Alzando gli occhi al cielo, si accucciò sotto il tavolo.
- Si è ridotta a lavorare in uffici umidi, situati in scantinati scomodi e polverosi?
Fu colta alla sprovvista.
Udendo la voce di Gold, alzò la testa all'improvviso, sbattendola contro la scrivania.
Si rimise in piedi massaggiandosi la nuca.
- Cosa vuole, Gold?
Chiese Regina stancamente.
- Lo sa che bilanci e tutto ciò che li riguarda è compito mio.
- Mi è stato chiesto un favore.

Gold rise.
- Cerca un posto in paradiso?
La donna non rispose.
- Stia attenta alle cose in cui si impiccia, Regina.
- E' una minaccia?

L'uomo sorrise beffardo.
- Chi ha orecchie per intendere...
Uscì dalla porta lasciando il Sindaco sola fra le scartoffie.
Sospirò.
- Sono del parere che un combattimento contro Scilla e Cariddi sia meno faticoso di questa giornata. Dovrò provare.
Si rimise a controllare i conti.
Mentre controllava ogni dato e calcolo, Emma arrivò alle sue spalle abbracciandola da dietro.
Regina sorrise voltandosi.
- Ciao.
La salutò baciando lo Sceriffo.
- Sono passata a vedere come stavi.
Emma prese la mano di Regina e si sedette su di una poltrona in pelle consumata, vicino alla scrivania.
La fece sedere sulle proprie ginocchia, girata di fianco.
La mora nascose il viso nell'incavo fra il collo e la spalla della bionda.
Qualcun'altro stava assistendo alla scena senza essere visto.
- Hai intenzione di cambiare idea Regina?
- Su ciò che è accaduto oggi?
- Si.
- Dobbiamo proprio parlarne?
- Si.

Regina iniziò a baciare il collo di Emma.
- Tu giochi sporco.
Lo Sceriffo si scostò abbracciando la mora.
Le accarezzò il viso. Carezza delicata mentre si guardavano negli occhi.
- Sei così bella Regina.
Il Sindaco, una mano sul colletto della giacca della bionda, la tirò a se baciandola.
Emma la strinse forte.
Era così bello averla così vicina, sentirla sua.
Le loro bocche si cercavano dolcemente.
Erano perse l'una nell'altra.
I loro respiri erano diventati un tutt'uno seguiti dai cuori che correvano impetuosi.
Regina si staccò.
- Shh...ferma un secondo.
Una porta che si apriva l'aveva messa in allarme.
Un mugugno melodico proveniva dal corridoio. Stava venendo verso di loro.
Il Sindaco si alzò in piedi tornando alla scrivania.
Belle entrò nell'ufficio.
- Salve!
Salutò raggiante le due donne.
- Ciao Belle.
Ricambiò Emma.
- Emma...tuo padre ti cerca. Sta sistemando il palco per la presentazione e ha bisogno di una mano.
- Ah...Eh...arrivo subito.

Belle salutò con un cenno della mano Regina e si incamminò nel corridoio.
Emma diede un bacio fugace al Sindaco che si rimise al lavoro con le scartoffie.
- Mi prometti che riprenderemo da dove abbiamo lasciato?
La mora a quella domanda sorrise.
- Promesso.
Emma corse fuori dall'edificio.
Una persona nascosta nell'ombra attese che si allontanasse per andare a fare una visita alla Evil Queen.
camminando lungo il corridoio e avvicinandosi furtivamente all'ufficio, la vide.
Eccola...in piedi vicino al tavolo. Le dava la schiena.
Emma nel frattempo arrivò da suo padre.
- Mi hai mandata a chiamare?
James sorrise alla figlia.
- No tesoro.
Emma ebbe un sospetto che le fermò il respiro.
- Ma già che sei qui...
- Devo andare.

Lo Sceriffo si voltò e correndo tornò da Regina.
- Oh...Ok...
Disse James stranito, guardando il punto dove prima c'era la figlia.
Il Sindaco era ancora intento a controllare i bilanci, quando sentì gridare il suo nome.
Si voltò e vide Mary Margaret che a passo svelto la raggiunse dandole un ceffone.
Regina rimase allibita da quel gesto.
Si toccò la guancia arrossata.
- Ma cosa...
La matrigna era senza parole.
- Cosa credi di fare?
Snow era senza controllo dalla rabbia.
Spinse il sindaco addosso alla scrivania, con forza.
- Cosa stai architettando ancora? Pensi di farmi del male usando mia figlia?
Il tono della voce era al massimo.
- Cosa? No!
Biancaneve l'afferrò dalla giacca.
- Non ti credo più Regina. Eri perdonabile finché te la prendevi con me, ma adesso si tratta di MIA figlia!
- Non voglio fare del male ad Emma.

Regina non voleva reagire.
- Taci!
Emma entrò di corsa.
- Cosa stai facendo Mamma!
Il cuore di Snow ebbe un sussulto a quel nome. Mamma.
Si voltò verso la figlia. Lacrime sul suo volto.
- Che cosa stai facendo Emma.
- Seguo il mio cuore.

Biancaneve piangeva.
- Perché lei...perché...
Emma afferrò le mani della madre,
- Ascolta...so badare a me stessa. Regina mi sa dare tanto.
Snow si staccò dalla figlia quasi inorridita per ciò che aveva sentito.
- Io non...non posso ascoltare oltre.
Detto ciò corse fuori dall'ufficio e se ne andò lasciando le due nel più totale silenzio.
Emma si avvicinò a Regina, ancora poggiata alla scrivania.
- Mi dispiace Emma.
Lo Sceriffo sorrise.
- Le passerà... vedrai.





Note di Alex: Ecco un pò di pace...forse...per la coppietta :P
Fatemi sapere cosa ne pensate :D
Alla prox!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
Regina era seduta nella cucina di casa Charming da sola.
Avevano deciso di farla restare per alcuni giorni, sia per il piacere di Henry, sia come precauzione nel caso Cora avesse deciso di tornare.
Una tazza di caffè bollente davanti a se.
Dopo quel litigio, non era più riuscita a parlare con Mary Margaret.
Fissava il vuoto, pensando a tutto e a niente.
Snow la vide. Voleva tornare sui suoi passi e lasciare la stanza, ma Regina la fermò.
Emma era sulle scale nascosta alle due.
- Ho cercato in tutti i modi di redimermi. Faccio del mio meglio, ma con te non ho successo.
Bevve un sorso dalla sua tazza di caffè.
Sguardo vuoto e immobile davanti a se.
- Ho fatto tanti errori in passato.
Ero costretta a stare con una persona che non volevo, vivendo una vita che mi stava stretta.
Morivo ogni giorno dentro me, vedendo te vivere ciò che avrei potuto avere io...essere ciò che sarei potuta essere io. Felice.
Giorno...dopo giorno, mi perdevo divenendo l'ombra di me stessa.
Ho fatto cose imperdonabili, convinta che fosse la cosa giusta da fare.
Ero accecata dall'odio e dal potere.
Ho preferito affogare nell'oblio, piuttosto che dare il giusto valore a chi mi stava accanto...a mio padre, per esempio.

Le si strinse un nodo alla gola nel ricordare quell'uomo che l'aveva tanto amata.
Non l'aveva mai ricambiato abbastanza.
Regina le parlava fissando la parete.
Sentiva i suoi occhi che la fissavano.
Snow ascoltava in silenzio.
- Lui era tutto ciò che mi era rimasto.
Abbassò lo sguardo sulle sue stesse mani poggiate sul tavolo.
- Ho messo in atto tutto...questo...solo per avere il mio stupido lieto fine.
Ciò che ho ottenuto invece, è stato un vuoto inimmaginabile dentro me.

Si alzò dalla sedia avvicinandosi a Mary Margaret. Fece un passo avanti per dirigersi verso la porta, ma decise di fermarsi, voltandosi a guardare Snow negli occhi.
Fu l'unico istante, in tutti quegli anni, che la donna vide in Regina tutto ciò che si portava dentro.
La malvagità e l'odio che albergava da sempre in quello sguardo profondo, venne sostituito dalla più totale tristezza. Se ti perdevi in essa, poteva trascinarti sempre più giù.
Si voltò per andarsene e in quel momento qualcosa cambiò.
La Evil Queen vide Emma sostare sulle scale. Sorrise...con le labbra e con gli occhi.
Era lei...era tornata la persona che l'aveva salvata quel giorno, quando era una bambina.
Proseguì verso la porta stringendone la maniglia.
Questa volta fu Snow a fermarla.
- Perché questo cambiamento?
Regina era immobile. Sguardo a terra.
La tristezza tornò a pervadere il suo volto.
- Mi sono guardata allo specchio. La donna che vi vedevo riflessa...non ero io.
- Perché adesso?

In quella stanza così silenziosa tutto sembrava sospeso, nel tempo che si era fermato.
- Sono stata riportata a galla.
Aprì la porta ed uscì.
- Regina!
Non rispose.
- Mi dispiace. Torna a ricoprire la carica di Sindaco. Per favore.
Senza proferire verbo chiuse la porta alle sue spalle, andandosene.
- Hai sentito tutto.
Disse la madre ad Emma.
- Si.
Scese dalle scale.
- Credo...credo di aver trovato la persona che cercavo da tanto tempo. Spero resti.
La figlia sorrise, sedendosi al posto dove prima c'era Regina.
- Farò di tutto perché resti.
 
Malefica era intenta ad arricciare della stoffa viola, attorno ad uno dei due tavoli, che sarebbero stati usati per presentare le torte in gara.
- Oh. Sei qui amica cara.
Disse la Strega, voltandosi verso la presenza della donna alle sue spalle.
- Non ti ho visto per tutta la giornata, ieri.
- Giornata pesante amica mia.

Rispose Regina.
Mani nelle tasche del cappotto, si guardava attorno esaminando l'operato di Malefica.
- Hai fatto un buon lavoro con l'allestimento.
- Piace?
- Direi di si.

Fece un lieve sorriso il Sindaco.
- Ti va di fare due passi?
- Certo mia triste amica.

Rispose Malefica alla mora un po’ abbattuta.
Si incamminarono lungo la strada principale di Storybrooke.
Ad ogni lato della strada, c'erano bancarelle in allestimento.
- Vedo che Snow White si è data da fare.
Osservò Regina.
- No...lei ha dato solo i consensi. Tutto ciò che vedi ,è opera della personcina strana e della sua aiutante irritante.
Regina guardò l'amica incuriosita.
- Oh...e sarebbe?
- Lorna, Morna, Corna...Verna?
- Nova.
- Probabile. Lova o Tova infatti li ho scartati subito.

Camminarono un po’ nel silenzio, guardando la città, gli abitanti tutti intenti nei preparativi.
- Come va con la biondina?
- Credo bene.

Disse una Regina esitante.
- Credi?
- Bene...con lei bene.
- Ottimo allora.

L'espressione della mora accanto a se, non era della stessa convinzione.
- Regina. Posso essere schietta?
- Certo.
- Hai una relazione con la biondina o con Biancaneve tutta panna?

Regina strabuzzò gli occhi.
- Con Emma! Che domande.
- E allora della madre che ti importa. Mi sembra in grado di ragionare con la propria testa, la persona con cui stai.
- Si...si.

Malefica prese Regina sotto braccio.
- Non mi sprizzi gioia. Pensi a Daniel?
Silenzio.
Di li a poco raggiunsero una panchina dove si sedettero.
- Parlami dei tuoi pensieri.
- Perché?
- Lo hai sempre fatto. Che cambia adesso?

Regina sospirò.
- Ho notato che lei è...dolce. Mi fa molti complimenti sinceri, ma io...non ci riesco.
Sento il cuore stretto in una morsa.
- Ti fa male riuscire ad aprirti con lei?
- Si.
- Amica mia...io ti vedo persa per lei.
- E lo sono! Ma...ho paura.
- Che se ne vada, lasciandoti sola?

Regina non rispose.
- Devo andare a finire i controlli alla contabilità in teatro. Ti accompagno alla bancarella della gara.
Disse il Sindaco alzandosi in piedi.
- Va bene.
 
- Rubi!
- Emma!

Lo Sceriffo era entrato al Granny e salutò con vigore, l'amica che vi lavorava come cameriera.
- Potresti farmi due caffè? Uno lo porto a James.
- State montando il palco?
- Affermativo!

Rubi indicò con il dito indice una persona cara ad Emma, in piedi vicina al bancone, intenta a leggere il giornale.
Emma si voltò a guardare chi stesse indicandole.
- Senti...ti andrebbe questa sera di uscire con me e Belle?
Le chiese porgendole i caffè.
- Serata fra donne?
Chiese Emma tornando a guardare l'amica.
- Yes! Chiama anche Double M.
- Chi?

Lo Sceriffo fece una smorfia strana nell'udire il nome.
- Mary Margaret...Double M.
Le andò di traverso il caffè per non ridere.
- Chiederò.
Fece l'occhiolino a Rubi, prima di avvicinarsi alla donna persa nella lettura.
Era dietro di lei.
Le mise una mano sulla spalla.
Il Sindaco si voltò con sguardo brusco ,che subito immediatamente si addolcì alla vista della Bionda.
- Sempre alle spalle tu?
Emma sorrise a quella domanda.
- Sempre. Ma dimmi...non dovresti essere immersa nei numeri? Stai facendo una pausa?
Regina si voltò verso Emma che le si mise davanti.
- Sinceramente? Ho marinato la scuola, signora maestra.
Mise un piccolo broncio.
- Oh. Dovrei darti una nota, per il tuo comportamento indisciplinato.
Sorrise al Sindaco.
- Seriamente Regina. E' per quanto accaduto ieri?
- In parte.
- Pensieri?
- Tanti.
- Hai voglia di parlarmene?

Si fece vicina la bionda.
- No...scusami.
Regina abbassò lo sguardo sul giornale.
Emma le prese le mani.
- Ti va di uscire stasera? Ruby mi ha invitata ad una serata fra donne. Vieni con me dai.
Il Sindaco fece una fragorosa risata.
- Stai scherzando?
- No. Sono seria. Parola di scout.

La mora rispose con un'alzata di sopracciglio.
- Non si dicono le bugie Regina.
Malefica era dietro al Sindaco.
- A proposito di?
Chiese Emma.
- Mi aveva detto che andava a fare conti. E invece se ne sta qui a bighellonare.
Le fece l'occhiolino, Malefica.
- Strisce rosse mi fai un tè? Con un po’ di torta al limone per favore.
La Strega si andò a sedere ad un tavolo.
- Arrivano subito.
- Malefica.

Chiamò Emma.
- Si?
- Ehy Emma non...

Regina cercò di trattenere la sua quasi compagna, afferrandola al braccio.
Emma posò il dito indice sulle labbra della mora, lasciando di stucco lo stesso Sindaco.
- Vieni ad una serata fra donne?
- Sarebbe?

Chiese la Strega incuriosita.
- Nulla Malefica.
Rispose veloce Regina.
Rubi era attonita. Davvero la sua amica aveva invitato quelle due?
E soprattutto...cosa stava accadendo fra Emma e Regina? Doveva indagare!
- Oh...è una cosa assai divertente.
Disse Emma, sedendosi davanti a Malefica.
- Spiegati.
Era sempre più incuriosita.
- Una stupida uscita a bere e chiacchierare.
Disse Regina svogliatamente, sedendosi accanto a Malefica.
- Tu ci vieni?
- Ovvio che...
- Si!

Rispose Emma al posto di Regina che sbuffò.
- Benone, allora contate su di me mie festaiole amiche!
Disse Malefica raggiante.
- Fantastico!
Aggiunse Rubi.
- Sarà una cosa fuori dal comune!
- Che succede fuori dal municipio?

Chiese Snow, trascinando un piccolo carretto provvisto di ruote, pieno di scartoffie.
- Festa fra donne. Ci devi essere!
Disse Rubi sprizzante.
- Fuori dal municipio?
Chiese accigliata Biancaneve.
- Ma no! Al Rabbit Hole!
- Ahhhh!
Regina indicò il carretto guardando Snow.
- Oh...Regina...non ho la magia per farti comparire i documenti sul tavolo. Ti prego riprenditi tutto.
Chiese supplichevole la figliastra.
- Già stanca di "Governare"?
Il Sindaco mimò le virgolette con le dita.
- Ha. Ha.
Snow fece una smorfia a Regina.
- Ha.
Finì Biancaneve.
Il Sindaco fece sparire le carte.
- Il carretto non mi serve.
Svanì.
- E adesso dov'è andata?
Chiese Malefica.
Emma, Rubi e Snow fecero spallucce.
 
La giornata era trascorsa velocemente, nonostante tutto.
Regina era comparsa seduta su di un'altalena, nel castello progettato da lei, per i bambini di Storybrooke.
Era un bel posto per pensare e con tutti quei preparativi in cui erano impegnate pure le scuole, sarebbe stato vuoto.
- Mamma!
- Henry?

Regina alzò lo sguardo, vedendo arrivare il figlio di corsa.
- Va tutto bene?
- Io si. Pensavo e ti ho vista.

La madre era incuriosita.
- Vieni a pensare qui?
- Andavo nel vecchio fortino in legno. Ora vengo qui.

Regina sorrise.
- Almeno qualcosa ti ho trasmesso.
- Anche tu per pensare andavi al fortino?
- Spesso...si.

Il ragazzino si sedette sull'altalena libera accanto alla madre.
- Ricordi cosa facevamo, quando eri piccolo ed avevi paura di salire sull'altalena?
Henry sorrise al ricordo.
- Si. Ti sedevi sull'altalena e io mi sedevo in braccio a te.
Stettero un po’ a dondolare in silenzio.
- Cos'è accaduto poi?
- Quando mamma?
- Scusami...domanda sbagliata. Cos'è accaduto, quando Mary Margaret ti ha dato il libro?

Il ragazzino guardò la terra sotto i suoi piedi.
- Dopo averlo letto, sapevo che tu era la Regina Cattiva.
A Regina venne un groppo in gola.
- Pensavo che dopo tutte le cose che avessi fatto, tu mi odiassi, perché chi è malvagio non può amare.
- Decidendo di dimenticarti di me...di noi.

Una lacrima le scese sul viso e si voltò perché il figlio non vedesse.
Henry scese a terra.
- Mi dispiace mamma.
Si tuffò su Regina abbracciandola.
Non accadeva da tanto tempo.
Un'altra lacrima le scese dagli occhi, ma questa volta era di felicità.
- Vieni...andiamo a vedere cosa fa la mamma.





Note di Alex: Scusate i tanti dialoghi.
Aspetto i vostri commenti :D
Ringrazio tanto chi mi segue e gli utenti che l'hanno messa come preferita.
Alla Prox.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 
Emma, Regina e Malefica entrarono al Rabbit Hole.
Ruby, Belle e Mary Margaret erano già sedute ad un tavolo, in loro attesa.
Lo Sceriffo le raggiunse, mentre il Sindaco e la Strega si fermarono al bancone.
- Finalmente! Non ci speravamo più!
Disse Red felicemente.
- Scusate, ma ho avuto una discussione dell'ultimo minuto a cui far fronte.
Emma era dispiaciuta.
- Brontolo e chi, questa volta?
Chiese Ruby sospirando.
- E Whale.
- Whale?

Risposero tutte all'unisono.
Emma rise.
- Ci provava con Astrid.
- Non ci credo!

Sbottò la donna lupo divertita.
- Credici. Quell'uomo ci prova con tutte...basta respirino.
Disse Regina raggiungendo il gruppo, assieme all'amica.
- Scusatemi. Dovevo chiedere a Glass come procede il concorso di scrittura.
Il Vincitore avrà una rubrica sul giornale. Gli ho proposto che la premiazione potrebbe avvenire in
concomitanza con la raccolta fondi.

- Bell'idea tesoro!
Esclamò Emma che si bloccò all'istante, accortasi di quanto detto.
- Te...tesoro di donna quando ti comporti gentilmente.
Le ragazze la guardarono stranite.
Regina sollevò un Sopracciglio.
- Certo...cara.
Si sedettero.
- Pensi davvero di riuscire a nasconderlo ancora a lungo?
- Che vuoi dire Ruby?

Fece finta di non sapere.
- Lo sappiamo Emma.
- Sapete cosa?
- Tesoro di donna, quando finge così palesemente.

Disse Regina, mettendo una mano sulla spalla della bionda.
Scatenò una risata generale.
Emma divenne colore della sua giacca in pelle...rossa.
- Scusate.
- E poi io ho il fiuto da lupetto.
- Non dire altro, donna lupo.

Alzò il dito indice per zittire Red che rise.
- Cosa? Perché ridi?
Chiese Belle.
- Nulla.
Brontolò il Sindaco.
- Inutile chiedervi come ve ne siete accorte.
- Oh...Ho. Ho.

Ironizzò Snow.
- Disse il Babbo Natale della Foresta Incantata.
Emma canzonò la madre.
- Da come vi guardate...improvvisamente tutti hanno notato che non litigate più...
Iniziò Ruby.
- ...l'irascibilità incontrollabile di Snow White.
- E ce ne vuole per farla innervosire!

Puntualizzò Belle.
- Dovremo forse renderlo ufficiale?
Chiese Emma, guardando dolcemente Regina imbarazzata.
- Io...beh...
Lo Sceriffo accarezzò una guancia della mora per poi baciarla.
Il Sindaco era impietrita quando la bionda si scostò, lasciandola senza fiato.
Le sorrise aspettando una risposta.
Le altre donne sedute al tavolo con loro, rimasero di stucco.
- Opterei per un si, che dici?
- Eh...beh...
- Dice di si.

Rispose Malefica.
- L'hai lasciata senza parole. Allora è vero che sei dotata di magia, biondina...per riuscirci ci
vuole o un incantesimo o un miracolo!

Proseguì la Strega ridendo, accompagnata dalle altre.
Un ragazzo giovane con blocchetto, si avvicinò al tavolo per prendere le ordinazioni, che
arrivarono dopo qualche minuto.
- Malefica?
- Si?
- Posso chiederti una cosa?

Chiese Emma.
- Certamente.
- Com'era Regina quando eravate nella Foresta Incantata?

Regina si voltò a guardare la compagna.
- Cosa vorresti sapere?
Le chiese la mora.
- Nulla...solo com'era il tuo aspetto.
- Oh...Biondina. Quello non è mai cambiato, a parte i vestiti e i capelli.

Puntualizzò Malefica.
- I suoi capelli erano lunghissimi. Adorava sistemarli, nelle più svariate acconciature. Te li invidiavo Regina.
Ammise Snow.
- Per non parlare dei suoi vestiti. Io le invidiavo quelli.
Disse la strega.
- Li ho ancora.
Tutte si voltarono a guardare la Evil Queen.
- Come?
Chiese Ruby.
- Li ho ancora. Ho tenuto i più belli.
Sorrise al gruppo di donne al suo tavolo.
- Un giorno me li mostrerai?
- Forse, chissà. Fanno parte di un passato che vorrei dimenticare.
- Se qualcuno mi avesse detto che ci saremo trovate a bere, tutte attorno allo stesso tavolo, non ci avrei creduto.

Tutte risero.
- Puoi dirlo Ruby.
Disse Belle.
- Com'era mia madre da piccola?
La timida domanda di Emma a Regina, scaldò il cuore della madre ma allo stesso tempo la preoccupò per la risposta che poteva ricevere.
Il Sindaco guardò Snow negli occhi per poi voltarsi verso lo Sceriffo.
- Una peste!
- Ma no dai...che mai avrò combinato!

Esclamò Mary Margaret.
- Niente bugie Biancaneve. Tua madre mi raccontava quello che le combinavi.
Sentenziò Malefica.
Regina ebbe un tuffo al cuore.
Non si era mai considerata la madre di Biancaneve.
- La tua matrigna...scusa, pietra sopra.
Se ne risentì la Strega, dopo aver visto lo sguardo strano dell'amica.
- Oh. Hoo sentiamo!
Belle e Ruby si avvicinarono divertite a Regina, sporgendosi sul tavolo.
- Non credo che tu abbia dimenticato, il giorno in cui ti eri nascosta nelle cucine e combinasti quel guaio.
- Quale guaio?
Chiese Emma sorridendo.
- Ricordo che mi cercavi per trascinarmi a lezione.
Rispose Snow rivolgendosi alla matrigna.
- Certo! Dovevi pur avere un'istruzione. E comunque ti ho scovata nascosta nelle cucine.
Mary Margaret si rivolse a tutte.
- Per scappare via da lei e nascondermi altrove, rovesciai una bacinella.
- Contenente olio.

Specificò Regina.
- Noooo.
Fu il commento generale delle altre.
- Si! E perché non la sgridassi ulteriormente, si è messa a pulire.
- Non volevo vedessi cos'avevo combinato.
Raccontò Biancaneve.
- Eh...ma ho visto cadere ripetutamente un servo dietro l'altro.
Le ragazze si misero a ridere.
- Ricordo che mi hai nascosta dietro di te...nonostante tutto...perché non capissero che ero stata  io.
- Visto che la odiavi, potevi lasciare che le dessero la colpa.

Snow guardò Malefica malamente.
- Grazie eh.
- Suo padre era molto brusco, certe volte.

Rispose Regina.
- E hai dato dei "maldestri incompetenti" agli sguatteri.
Rammentò Mary Margaret.
- Certo. Che dovevo fare?
Altre risate.
- Raccontaci altro Regina, dai.
La spronò Belle.
- Ero una brava ragazza.
Mise il broncio Snow.
- Come no. Eri un maschiaccio.
- Ma va!
Esclamò Ruby.
- Oh si. Eravamo a cavallo io e Regina. Andavamo al passo, chiacchierando in tranquillità, quando qualcosa investì Regina facendola cadere da cavallo.
Si mise a raccontare Malefica.
Snow rise.
- Mi difesi dicendole che la credevo un malintenzionato.
Emma rise seguita dalle altre.
- E lei si arrabbiò. Oh se si arrabbiò.
Continuò la Strega.
- E certo! Mi facesti finire in una pozza di fango. Cosa dovevo fare, applaudire?
Disse Regina.
- Si alzò leggermente la gonna e la rincorse lungo tutto il sentiero, in mezzo al bosco.
Continuò Malefica.
- Finché non caddi in un piccolo dirupo, incastrandomi fra i rami di un albero.
Terminò il racconto Biancaneve.
Le ragazze risero ancora e ancora.
La serata sembrò volare fra ricordi e risa.
 
Erano arrivate a casa.
Henry dormiva nel lettone con James. Avevano guardato un po’ di sport fino ad addormentarsi.
Mary Margaret andò a dormire al piano superiore.
Regina ed Emma rimasero sole.
Il Sindaco si tolse gli stivali sedendosi sul bordo del letto.
Lo Sceriffo le si avvicinò.
Si perse nei suoi misteriosi occhi scuri.
Regina afferrò la bionda per il bavero della giacca, tirandola sopra di se.
- Cosa vuoi fare?
Le chiese Emma sorridendo.
- Uhm...non saprei.
La Evil Queen la baciò.
La bionda fece scivolare una mano nell'interno coscia della mora.
- Io una mezza idea l'avrei.
La baciò nuovamente. Voleva assaporare ogni istante di quel momento.
L'amava profondamente. Non le importava nulla del suo passato. Lei era li. Era la sua Regina.
Scese con le labbra a morderle il collo. Adorava la sua pelle, il suo profumo.
- Ho voglia di te.
Le sussurrò Regina stringendola a se, prima di cominciare a spogliarla.
Le tolse la giacca rossa e la maglietta sottostante, lasciandola in reggiseno e jeans.
Emma era seduta sulle gambe della Evil Queen che le accarezzava la schiena baciandola con passione.
Mentre le loro lingue si cercavano, giocavano, la bionda le tolse la giacca, la camicia per poi
sdraiarsi su di lei.
I loro baci famelici.
Regina slacciò la cintura dello Sceriffo e sbottonò i pantaloni.
Emma si mise a sedere afferrando una mano della mora che la guardò incuriosita.
L'espressione di Regina mutò, quando la bionda le infilò la mano nei propri slip, facendo sentire
al Sindaco quanto la voleva.
Si sentì felice, lusingata...tantissimi pensieri piacevoli vagavano nella sua mente.
Non smise mai di guardare Emma, nemmeno quando decise di muovere le dita fra le gambe della
compagna.
Era tutto nuovo per la mora, ma poterle dare piacere, essere lei a renderla felice era la
sensazione più bella che potesse provare in quel momento.
- Da quando mi sono persa nei tuoi occhi, ho desiderato potermi perdere in te.
Le uscì così, in un soffio quella frase dolce ma che la rese così vulnerabile.
Il cuore di Emma mancò un battito. Era la cosa più bella che qualcuno le avesse detto.
Strinse la mora a se.
L'accarezzò con dolcezza infinita.
Tutto ciò che successe poi, fu un susseguirsi di sussurri, carezze e baci, dolci e passionali.
I loro cuori correvano a ritmo frenetico come il loro respiro.
Si amarono vivendosi ogni istante di quella notte.
Dopo una doccia rilassante, misero il pigiama e tornarono a letto...piccola precauzione per la mattina che sarebbe arrivata a momenti.
Emma strinse a se Regina per poi lasciarsi trasportare dal sonno, assieme alla mora, strette in un abbraccio che niente e nessuno poteva sciogliere...




Note di Alex: Breve capitolino intermedio...la quiete prima della tempesta.
Ringrazio specialmente chi mi commenta con pazze o regular recensioni sempre molto gradite e attese :)
Alla prox e grazie perchè mi leggete!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
Il mattino seguente si trovarono da Granny.
Erano appena entrate quando videro i Charming.
- Grazie del biglietto.
Sorrise Emma arrivando al tavolo, seguita da regina, dove stavano facendo colazione i genitori.
- Non volevamo disturbare. Dormivate così bene.
James fece l'occhiolino alle due.
- Si...ringrazia tuo padre che ha afferrato Henry al volo. Si stava per lanciare su di voi. Voleva svegliarvi perché lo accompagnaste a scuola insieme.
Regina rise. Che dolce il suo Henry.
- Grazie. La prossima volta lascialo fare. Sono cose che un giorno ci renderanno nostalgici.
James si rattristò.
- Hai ragione Regina.
- Sedetevi...fate colazione con noi.

Le invitò Snow.
Emma si sedette vicino alla madre, Regina a fianco a James.
- Buongiorno!
Salutò Ruby.
- Buongiorno Red.
Ricambiò lo Sceriffo.
- Cosa vi posso portare?
- Caffè.

Dissero all'unisono Emma e Regina.
Entrambe risero.
- La nonna ha fatto dei buonissimi croissant alla crema. Sono ancora caldi.
- Portane due.

Disse Regina.
- Arrivano subito.
Una persona inattesa entrò al Granny's attirando l'attenzione di tutti i presenti, su di se.
- Che strano vedere tutti i Reali dell'Enchanted Forest, seduti allo stesso tavolo.
I quattro si alzarono in piedi per affrontare l'uomo.
James si irrigidì.
- Regina. Cerchi alleanze con chi ti ha rubato il trono?
- Non le abbiamo rubato il trono.

Puntualizzò Snow.
L'uomo rise.
- Hai ragione. Lo avete rubato a me. Finché io e Regina saremo vivi, voi Charming non governerete mai la Foresta Incantata.
- Non mettermi in mezzo.
Sbottò Regina duramente.
- Chi sei?
Chiese Emma con rabbia.
- Dovresti saperlo principessa.
- Lui è Re George.

Disse James quasi con disgusto.
- Perché sei qui?
Chiese Charming.
- Per una ragione. Posso tornare nella Foresta Incantata e mi riprenderò ciò che è mio.
- Nulla è più tuo.

Puntualizzò il Principe.
- Sbagli. Fai sapere a tutti chi sei veramente! Tu non sei e non sarai mai un Principe. Sono ancora
il legittimo sovrano del mio regno!

- Perché sei qui?
Chiese questa volta Regina.
- Voglio proporti un patto. Uniamo le forze. Crea la tua armata delle tenebre e governa con me.
- Cosa ne ricavi tu?
- Tu ti riprendi ciò per cui hai lottato e io ho un alleato potente, che mi aiuterà a trasformare l'Enchanted Forest nel mio mondo ideale.

- E se mi rifiutassi?
- Allora sarò costretto al ricatto. Sei sola Regina. La tua magia non può sconfiggermi.
Ho molti alleati più potenti di te.

- Dimentichi una cosa.
Malefica comparve al fianco di Regina.
- Lei ha me. Non te lo dimenticare.
- Malefica, qual buon vento. Siete solo in due.
- No. Ci siamo anche noi.

Disse James.
- Non mi sembra che Regina vi abbia menzionati.
Regina si avvicinò all'uomo.
- Non ho intenzione di tornare nella Foresta incantata.
- Ci tornerai vedrai, e di tua spontanea volontà...come tutti voi.

Qualcosa lo fece sparire, lasciando i cinque preoccupati.
- Se ha dalla sua parte la magia...i guai sono tornati.
James era preoccupato.
La porta del Granny si aprì lasciando entrare due uomini.
- Aspettavate me?
Disse uno dei due richiamando l'attenzione su di se.
- August! Sei tornato!
Esclamò Snow abbracciandolo.
- Si ed ho portato con me un amico.
Ad Emma non sfuggì "l'amico".
Da quando era entrato nella tavola calda, non le aveva tolto gli occhi di dosso.
- Neal.
- Emma.

Regina sentì che qualcosa non andava.
- Emma? Vi conoscete?
Chiese Snow alla figlia.
- Lui...lui è il padre di Henry.
Regina rimase impietrita.
Malefica istintivamente si avvicinò all'amica.
Il mondo le cadde nuovamente addosso.
- Chi è Henry?
Chiese Neal.
Regina si voltò verso Emma.
- Io...devo andare.
- Regina non...

Il sindaco uscì dalla porta e si diresse verso l'auto.
- ...farlo.
 
Era seduta su di una panchina. Da quante ore era li a guardare le piccole onde che si infrangevano
sul molo? Ne aveva ormai perso il conto.
Sentiva il cuore sgretolarsi nel petto.
Ora che Neal era comparso si sarebbe portato via Emma...Henry...il suo Henry.
Aveva sempre rinnegato l'amore proprio perché non voleva stare male.
"L'amore è debolezza". Si...ti rende debole ti ferisce...ma sa darti cose indescrivibili.
Qualcuno si sedette sulla panchina a fianco.
- Da quanto lo sapevi?
La bionda sospirò. Si sentiva mancare il respiro. L'avrebbe persa?
Un groppo alla gola.
- Da ieri.
- Immaginavo che non ti fossi trattenuta solo a causa di Leroy.

Il suono delle onde faceva da sottofondo a quel silenzio, altrimenti assordante.
- Vuoi fargli conoscere Henry?
- E' suo padre.
- Capisco.

Regina si alzò per andarsene. Via da tutto...via da lei.
Fece qualche passo ma Emma la fermò, afferrandola da un braccio.
Voleva trattenerla li con se.
- Non so come comportarmi.
La sentiva scivolare via dalle sue mani...dalla sua vita.
Quella risposta ebbe fin troppo senso per Regina.
- Hai già detto tutto.
- No.

Emma la tirò verso di se baciandola.
Aveva bisogno di lei.
- Io...Ti Amo Regina.
Il cuore del Sindaco sussultò.
Una lacrima scese sul suo volto.
- Non ne sarei così sicura fossi in te.
Emma non se lo aspettava.
Lasciò la presa sulla mora che si allontanò andandosene.
Possibile che quella donna, sapesse più di ciò che Emma voleva ammettere a se stessa?
Omettere l'arrivo di Neal alla donna che ama, era come nascondere quanto ciò davvero la turbasse.
Perché venire a Storybrooke? Perché ora?
- Ti ho cercata ovunque...volevo parlarti.
La bionda si voltò verso l'uomo.
- Dimmi perché sei qui.
 
Erano passati due lunghissimi giorni da quando Re George aveva fatto la sua comparsa in
caffetteria...dall'arrivo di Neal nelle loro vite...
Regina ed Emma erano sedute in sala da pranzo.
Il Sindaco controllava e firmava alcuni documenti mentre lo Sceriffo stilava rapporti.
Regina ruppe il silenzio.
- Ho deciso di andarmene...di tornare a casa mia.
Emma si sentì morire.
- Perdonami ma, non riesco a fingere di essere felice.
Non ti accorgi nemmeno di quanto stai prendendo le distanze da me.
- Regina no...ti prego.

Lacrime iniziarono a rigare il viso della bionda.
Se ne era resa conto solo ora Emma, che da quando Neal era arrivato in città lei si sentiva confusa
e inevitabilmente aveva preso le distanze dalla mora.
- Non cercarmi...non seguirmi.
- Non lasciarmi indietro con il passato Regina.

Henry sentì tutto.
Corse giù dalle scale, aprì la porta d'entrata e fuggì via.
Emma gli corse dietro, ma Regina on la magia fu più veloce, arrestando la corsa del figlio
comparendo davanti a lui.
La bionda uscì di corsa poco dopo.
- Perché te ne vai? Devi sempre rovinare tutto.
Henry si dimenava dall'abbraccio della madre, con rabbia.
- Guardami.
Lui la guardò negli occhi furente.
- Non posso rovinare una cosa che non esiste. Hai tua madre e tuo padre. Io sono...a parte.
Il ragazzino piangeva.
- Ma io voglio te...voglio stare con te, con voi.
- Ho bisogno di te.

Regina alzò lo sguardo verso Emma che aveva pronunciato quella frase.
- Vorrei fosse vero.
Diede un bacio sulla testa del figlio.
Le lacrime scesero senza sosta sul viso della mora, che svanì lasciandoli soli.
 
Dopo la minaccia ai Reali, Re George non si era più fatto vedere.
Cosa stava covando?
A Regina non importava.
Era passata ormai una settimana.
Era sparita dalla vita di Emma, da quella del figlio.
Voleva starsene sola.
Ricordava le parole di Gold fuori dal Granny...
Regina ferma immobile a guardare le due persone più importanti della sua vita, fare colazione come
una vera famiglia.
- Si dice che i cattivi non abbiano mai il lieto fine.
- Grazie a te, Tremotino, ho sprecato la mia vita.

Si riscosse dai suoi pensieri sentendo chiamare il suo nome.
- Regina!
Emma urlava per richiamare l'attenzione della donna.
- Henry è stato rapito!
A quelle parole il cuore del Sindaco si fermò.
- Come?
- Non c'è tempo per spiegare!

Emma afferrò Regina per un braccio portandola nella sala comunale.
- James!
Gridò la figlia.
Il padre era imprigionato da rami di rampicanti lungo il muro.
- Ehy ma cosa succede!
- L'ha preso quell'essere! E' andato là, presto!

Con la testa indicò una porta che dava su di un ufficio.
Si sentiva la voce di Henry urlare da dentro la stanza.
- Henry!! Siamo qui!
Urlò Regina.
Emma si mise a prendere a calci la porta che cedette dopo qualche colpo.
La mora creò una palla di fuoco ed entrarono nella stanza.
Henry era legato ad una sedia.
Un uomo robusto e abbastanza alto si voltò verso le due donne.
Regina gli lanciò la palla di fuoco, che purtroppo venne assorbita dalla mano dell'essere e poi
rilanciata al mittente che per schivarla finirono a terra.
- Sono immune alla magia. Povere stolte.
- I giochi sono finiti.

Gridò Emma rialzandosi in piedi.
- Non sto giocando. Questo è puro piacere e la ricompensa per la morte di questo moccioso, sarà
immensa!

- Devi solo provare a fargli del male!
Emma voleva uccidere quell'uomo con le sue stesse mani.
Regina gli lanciò un'altra palla infuocata ma anche quella fu riassorbita e fatta tornare indietro
addosso alla donna che si scansò.
L'essere estrasse un coltello e si girò pronto a colpire Henry.
Nello stesso istante in cui lui si voltò, Emma estrasse la pistola dalla fondina e sparò.
Il coltello cadde a terra e sia l'uomo che Henry svanirono in una nube verdastra.
Regina si voltò a guardare la bionda ma prima di dire qualsiasi cosa, dietro la finestra vide Re
George correre assieme ad un uomo che teneva Henry sulle spalle.
- La fuori!!!
Gridò la Evil Queen.
Corsero fuori dall'edificio raggiunte da Snow, James che era stato liberato da Neal, Malefica e
Gold.
Re George lanciò un fagiolo che aprì un portale e vi si tuffò dentro assieme all'uomo ed Henry e
immediatamente dopo riuscirono ad entrarvi tutti gli altri sette prima che si richiudesse dietro di
loro.
Malefica era dolorante ma viva. Si trovava su di una spiaggia. Poco più lontana da lei c'era
Regina. Sembrava svenuta.
- Amica mia sei viva?
Si udì qualche protesta seguita da dei lamenti.
- Regina...
- La mora si destò.
- Henry!!

Malefica le mise una mano sul braccio.
- Ci siamo solo noi due purtroppo.
Regina si guardò attorno.
- Dove siamo?
- Nella foresta incantata.





Note di Alex: Rieccomiiiii...preparatevi a qualche altra avventura.
Scusate se ho velocizzato la storia, ma dilungare sarebbe stato inutile.
Niente Neverland...tutti nella Foresta Incantata! Lasciamo che i personaggi possano dare sfogo al meglio di loro stessi nel proprio mondo.
Alla Prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

- Siamo a casa Regina, ci pensi?
Malefica e Regina camminavano fra i boschi della Foresta Incantata.
- Si...ci penso.
Rispose con tono vuoto la Evil Queen.
- Aspetta!
La Strega fermò l'amica afferrandola alle braccia.
- Questo significa che abbiamo pieni poteri!
Regina fece un ghigno.
- Hai ragione.
- Sarà facile trovare tuo figlio, Amica mia.

Malefica era raggiante.
- Il nostro mondo, le nostre regole.
Gli occhi di Regina si velarono di un leggero viola per poi svanire.
- Esatto.
La Strega guardò l'amica da capo a piedi e fece una smorfia.
- Comincia con il cambiati questi straccetti, mia troppo umana amica.
Malefica con un gesto cambiò i vestiti di Regina.
Pantaloni in pelle neri. Giacca lunga fino a terra, in velluto nero.
Corazza in metallo a mezzo busto e quei splendidi capelli, tornati lunghi appena furono catapultate
in quel mondo, raccolti in una coda alta.
Ora era tornata ad essere la vera Evil Queen.
- Andiamo a cercare gli altri. Assieme saremo più forti.
Regina si rabbuiò.
Malefica prese l'amica sotto braccio.
- Ascolta...anche se non posso sapere con certezza, come sono andate le cose fra voi...ti sarai già
resa conto da tempo oramai, che si nasce per soffrire e piangere, ma anche per vivere momenti
felici...per quanto essi siano talvolta pochi, ahimè.
Sai che ti dico? Combatti per quella felicità Regina!
I vostri occhi, quando vi guardavate, brillavano di una luce speciale.
Con lei l'hai vissuta quella gioia ed era vivida, reale. Devi tornare ad esserlo.
- Cosa?

Chiese Regina persa nel vuoto dentro se.
- Felice!
La Strega la scosse un po’, tenendola per le spalle.
- Che dovrei fare?
Si fissarono negli occhi. Finalmente la mora aveva alzato lo sguardo verso l'amica.
- Riprendertela!

Snow camminava senza meta.
Appena risvegliatasi in quel mondo notò che i capelli le erano tornati lunghi. Quanto le mancavano.
Si guardò intorno. Era in un punto della Foresta che non conosceva.
Si sentiva sola, disarmata e persa.
Dov'erano gli altri?
Non avrebbero dovuto tuffarsi così nel portale, senza afferrarsi l'un l'altro.
- Guarda, guarda che abbiamo qui.
Nel giro di pochi istanti si ritrovò circondata, da una decina di uomini.
Di certo non erano mossi da buone intenzioni.
- Lasciatemi andare. Non ho nulla.
Uno di quelli si fece avanti e l'accarezzò sul viso.
Snow si scostò malamente.
- Una cosa per noi ce l'hai.
Risero.
Incominciò a indietreggiare impaurita.
Non era un buon inizio, come prima giornata nell'Enchanted Forest.
In lontananza si sentì un rumore di zoccoli sul terreno.
Biancaneve pregò che fosse qualcuno di buon cuore, giunto ad aiutarla.
Le sue speranze svanirono quando riconobbe l'armatura del cavaliere sul cavallo nero.
Era una delle guardie che ventotto anni prima, avevano servito Regina.
Faceva parte della sua armata delle tenebre.
Che ci faceva li? Chi serviva adesso?
Gli uomini che prima molestavano la Principessa, ora si allontanarono impauriti.
Non era per niente un buon segno.
Il cavaliere puntava dritto verso Snow White.
L'elmo le proibiva di vedergli il volto.
Si mise a correre a perdifiato, ma fu raggiunta, afferrata e caricata pancia in giù sul cavallo.
Cosa le sarebbe accaduto ora?
Pensava a James, ad Emma, al piccolo Henry.
Mentre il cavallo continuava per la sua strada, il cavaliere la teneva stretta.
Una lacrima le scese sul viso. Voleva piangere.
La corsa rallentò finché non si fermarono.
Il cavaliere scese, facendo scendere anche Snow che immediatamente provò a scappare.
Fu afferrata e trattenuta.
La sua stretta era forte.
Biancaneve si arrese. Poggiò il viso al petto di chi la cingeva con le braccia.
- La prossima volta, tocca a te fare il cavallo...
Quella voce. Le parve di conoscerla.
- ...non siete fuscelli leggiadri.
Non era stato il cavaliere a parlare.
Alzò il viso e lo vide togliersi l'elmo.
Sorrise. Quel sorriso la fece piangere.
- Oddio. Questa reazione non me l'aspettavo.
Disse il cavaliere imbarazzato, cercando in qualche modo di consolare la principessa.
- Regina. E' sempre colpa tua. Sarà il tuo Charme?
Biancaneve rise abbracciandola e comprendendo nella stretta anche Malefica.
- Grazie...grazie davvero. Mi avete salvata.
Regina le fece l'occhiolino, tornando a vestirsi come l'aveva trasformata l'amica.
- Proseguiamo la nostra ricerca.
Disse la matrigna.
- Ma prima...
Malefica trasformò i vestiti di Biancaneve nell'abito color beige con pantaloni e stivali.
- Mi ricordavo che vestivi con una cosa simile.
Mary Margaret rise.
- Si, hai ragione.
Confermò alla strega.
- Aspetta...
Regina fece apparire arco e frecce.
- ...adesso siamo pronte.

Emma picchiettò Neal su una spalla.
Era svenuto disteso sulla sabbia.
- Ehy. Svegliati.
Lentamente aprì gli occhi.
- Dove siamo? Stai bene?
Chiese l'uomo ancora intontito.
Si mise a sedere.
- Diciamo di si.
Rispose Emma guardandosi in giro.
- Non so dove ci troviamo.
Ne seguì il silenzio.
- Tuffandoci così nel portale, ci siamo perduti.
Continuò poi. Emma era preoccupata per Henry, per i suoi genitori e per...Regina.
- A che pensi?
La bionda ritornò alla realtà.
- A Henry...a...
- Ai tuoi genitori?
- Anche, ma soprattutto...

Neal era incuriosito.
Emma si alzò in piedi sbuffando.
- Lascia stare.
Decisero di incamminarsi verso la foresta.
- Posso farti una domanda Emma?
Lei non rispose.
- Cosa c'è fra te e Regina?
- Non lo so più.

Una freccia sfiorò la testa di Neal, conficcandosi su di un albero poco distante.
Si voltarono per vedere chi l'avesse scagliata.
Erano ancora sulla spiaggia quando due uomini sbucarono dal bosco dietro di loro e altri due
avanzarono da davanti.
- Chi siete? Cosa volete?
Gridò Emma.
Una donna incappucciata si avvicinò.
- Divertirci.
Fu la sua risposta.
- Senza di me? Non credo proprio!
Una donna dai capelli lunghi e neri arrivò su di un cavallo bianco.
- Snow?
Disse Emma. Sembrava irriconoscibile.
Due sfere di ghiaccio colpirono in pieno petto gli uomini dietro Neal ed Emma, facendoli svanire.
Un cavallo marrone si affiancò a quello di Biancaneve, da cui scese un'altra donna dall'abito lungo
e porpora.
- Malefica. Che piacere vederti.
Rimasero solo due dei quattro scagnozzi della maga.
Ciò non la preoccupò.
Due sfere di fuoco passarono a fianco di Neal ed Emma provenendo da dietro le loro schiene e
colpirono gli ultimi due uomini rimasti.
- Sei sola adesso.
Quella voce. Il cuore di Emma mancò un battito.
Era l'unica persona al mondo a farle un effetto simile.
Si voltò verso la persona alle sue spalle e la vide.
Era così bella. Dio quanto le era mancata.
- Credimi che basta.
Disse la donna prima di scomparire.
- State bene?
Chiese Snow abbracciando la figlia.
Malefica e Regina si avvicinarono ai tre.
La donna ricomparve davanti a loro e con un gesto li circondò con un cerchio di fuoco.
Regina istintivamente abbracciò Emma per proteggerla.
Quel profumo. Il suo profumo.
La bionda la strinse a se.
Le fiamme iniziarono ad alzarsi.
- Siamo in trappola!
Urlò Snow.
- Non per molto.
Disse Malefica prima di trasformarsi in un enorme drago che poggiando la coda a cerchio sul fuoco
lo spense.
Spiegò la coda verso l'esterno per colpire la maga ma ella svanì.
Attesero qualche istante ma della donna non vi fu più traccia.
La Strega riprese le sue sembianze.
Regina si scostò ma la bionda la trattenne.
- Ti prego...resta, solo...un altro po’.
La Evil Queen l'abbracciò. Le era mancato quel caldo abbraccio.
- Dobbiamo cercare tuo padre.
Emma si scostò leggermente ma trattenne la mora accanto a se.
- Non era con te?
Chiese la figlia.
La madre si rattristò.
- Andiamo.
Disse Neal incamminandosi.
- Aspettate.
Tutti si voltarono a guardare Malefica.
- Venite qui.
Prese un bastoncino da terra e tracciò sulla sabbia, una specie di disegno della Foresta Incantata.
- Io e Regina siamo apparse qui.
Disse Malefica segnando sulla "cartina" approssimata un punto.
- Poi abbiamo trovato Mary Margaret circa...
Rifletté Regina.
- ...qua.
Indicò il punto con un dito. Malefica tracciò un segno.
- Ora, se la memoria non mi inganna, ci troviamo qui.
Continuò la Strega.
- Dici?
Chiese Snow titubante.
Neal si avvicinò, guardandosi intorno.
- Si. Confermo. Siamo in questa zona.
- Siete apparsi qui?

Chiese Snow.
- Si.
Rispose Emma.
- Cercate di capire dove possono essere gli altri?
Chiese poi la bionda.
- Non ce né bisogno.
Gold era giunto alle loro spalle seguito da James poco distante che corse immediatamente ad
abbracciare la moglie e la figlia.
- Ci siamo tutti a quanto pare.
Constatò Neal.
- Non ci resta che dirigersi al castello.
Disse Biancaneve.
Abbassarono tutti la testa sulla mappa disegnata a terra.
Malefica conficcò il bastone proprio nel punto dove si sarebbe dovuto trovare il castello di Re
George.
James alzò lo sguardo al cielo.
- Si sta facendo buio.
- Non possiamo proseguire. La foresta di notte è un pericolo dopo l'altro.

Puntualizzò Malefica.
- Non possiamo sparire e apparire al castello?
Chiese Emma ingenuamente.
- Ci vuole troppa magia.
Rispose Gold.
- Andremo a trovarci completamente nel cuore della foresta. Un suicidio.
Puntualizzò Regina.
- Accampiamoci qui e facciamo turni di guardia.
Propose James.

Il buio stava calando velocemente.
Accesero un fuoco.
Snow con l'aiuto di James catturò delle lepri e successivamente assieme a Gold e Neal le ripulirono, fatta eccezione per Biancaneve che assieme a Malefica si misero a cucinarle.
Regina era in prossimità della foresta alla ricerca di spezie, ordine datole da Malefica.
Emma cercava ramoscelli e legna da ardere, tenendo d'occhio la mora in ogni suo movimento.
Senza armatura era ancor più bella.
Non la vide più.
Guardò intorno a se, la cercò. Niente.
Poggiò sul terreno il fascio di rami trovati e si diresse verso il punto, dove l'aveva vista poco tempo prima.
Si addentrò nel bosco, facendo attenzione a non allontanarsi troppo dall'accampamento.
Non riuscì ad udire nulla...niente passi ne rumori.
Era concentrata su ogni piccolo suono, quando qualcuno comparve dietro di lei tappandole la bocca.
Quel profumo.
La mano si allontanò.
- Vuoi farti ammazzare Regina?
- Perché non mi hai cercata?

Le sussurrò all'orecchio Regina.
- Avevo bisogno di capire ciò che tu sapevi prima di me.
Ora sono arrivata ad una conclusione.
La mora aveva il cuore in gola.
- Quale?
La bionda spinse la Evil Queen contro ad un albero, dolcemente.
Le era mancata così tanto che baciarla nuovamente, era come tornare a respirare.
Era lei...si...lei era la persona che voleva al suo fianco.
La stringeva a se così forte, quasi da farle male.
Le loro labbra si cercavano, si desideravano.
Regina infilò le mani sotto la maglia della donna davanti a se.
Il calore della sua pelle la faceva andare in estasi.
- Non andartene più ti prego.
Emma scese a baciarle e morderle il collo, ma la mora la richiamò sulle sue labbra.
Le loro lingue giocavano mentre i baci divennero più profondi.
- Sono qui per restare.
Sussurrò Regina.
Si udirono dei rumori nella foresta.
- Meglio tornare dagli altri.
Disse Emma sbuffando.
- Aspetta.
Bisbigliò Regina che si sedette a terra.
C’era un piccolo spiazzo senza erba.
Attirò la bionda su di se.
Emma le afferrò il volto accarezzandole i capelli, il viso.
Mentre la baciava si muoveva lentamente sulla mora sotto di se.
Erano state lontane troppo tempo.
La desiderava più di ogni altra cosa.
Di nuovo quei rumori.
Regina capovolse la situazione mettendosi sopra alla bionda.
Era fra le sue gambe.
Emma le sorrise per poi baciarla.
Adesso era la mora a muoversi su di lei.
Lo Sceriffo gemette.
Qualcosa le assalì.
Regina urlò alzandosi in piedi.
- Cos’era?
Chiese la mora impaurita.
Emma rideva.
- Un coniglio.
E rise.
- Un coniglio?
La bionda continuò a ridere.
La Evil Queen raccolse qualche spezia, ignorando la sua compagna che rideva ancora.
Lo Sceriffo recuperò il suo fascio di rami e tornarono al piccolo campo.
- Alla buon'ora!
Sentenziò Neal.
- Volevo venire a cercarvi ma me l'hanno proibito.
- Ho sentito un grido cos’è accaduto?

Chiese Snow preoccupata.
- Regina è stata attaccata da un coniglio.
Emma ricominciò a ridere.
La mora si versò da bere e poi tirò l’acqua contenuta nel bicchiere addosso alla bionda
Lo Sceriffo si ribaltò dal tronco su cui era seduta, con la schiena sulla sabbia, continuando a ridere.
- Perché ci avete messo tanto?
Chiese Neal spazientito.
Malefica nell'udire quella domanda rise.
- Noi donne, Neal...abbiamo i nostri tempi.
Snow sputò l'acqua che stava bevendo.
- Malefica!
Richiamò Biancaneve.
- Cos'ho detto! Per fare pipì ci vuole un po’.
Risero tutti tranne Neal. Persino Gold sogghignò.





Note di Alex: Salve a tuttiiiiiii!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Ho molte idee.
Ringrazio chi mi segue e ancor più chi fa recensioni. Siete fortissime!
Alla prox :)

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17
 
 
Si udì un tonfo seguito da alcuni lamenti.
- Ha Ha! L'ho detto che era una pessima idea! Non mi ascolti mai.
La voce di Malefica suonava canzonatoria.
Emma si destò. Cos'era accaduto?
Alzandosi vide la Strega di spalle che parlava, tranquillamente seduta su un tronco.
Niente di grave pensò.
- L'ho sempre fatto da ragazza.
Biascicò Regina, ancora sdraiata sulla sabbia.
Il gruppo iniziò a svegliarsi.
Il sole si stagliava all'orizzonte.
- Hai detto bene...Ragazza.
Rise Malefica, accompagnando la parola finale con un gesto della mano indicante il passato.
- Vuoi dire che sono vecchia?
- Chi? Io? No.
La Strega trascinò quel no accompagnandolo con un cenno negativo della testa.
- Ti aiuto ad alzarti mia anziana amica?
Rise.
- Non accetto aiuto da chi mi deride.
La mora si mise a sedere.
Emma le raggiunse.
- Sei riuscita a farla arrabbiare di prima mattina?
La bionda si era rivolta a Malefica.
- Vuoi un frutto?
Regina glielo porse da terra.
Emma l'aiutò a rialzarsi.
- Voleva farteli assaggiare, cogliendoli senza la magia.
Puntualizzò Malefica.
- Cadere non era in programma.
Rispose malamente Regina.
- Oh...quindi quel tonfo sordo eri tu.
Constatò la bionda ridendo per poi baciarla dolcemente. L'amava ogni giorno di più.
Gli occhi di Regina ridotti ad una fessura.
- Io ci sono riuscita senza alcun problema.
Disse Snow scendendo con grazia da un albero li vicino.
- Tzè...tutta fortuna.
Esclamò la mora andandosi a sedere sul tronco, vicino all'amica.
Le tre donne risero.
Vennero raggiunte da Neal, James e Gold.
- Ci dirigeremo verso la rupe, dove ci accamperemo per la notte.
Spiegò Gold.
- Ultima tappa, prima di raggiungere il castello.
Puntualizzò James.
- Dobbiamo trovare altri cavalli.
Intervenne Snow.
- Nel frattempo uno di noi camminerà a turno.
Proseguì Regina.
Malefica fece svanire, tutto quello che avevano materializzato per dormire durante la notte.
James e Snow salirono sul cavallo bianco.
La Evil Queen teneva le briglie per far salire Malefica e con l'altra mano teneva fermo l'animale per Emma.
Neal approfittò di quel fatto, per salire dietro la bionda.
- Vado io a piedi.
Informò Gold. Nella Foresta Incantata la sua gamba non aveva alcun problema.
- Regina. Vieni.
Malefica richiamò l'attenzione dell'amica, che sicuramente avrebbe dato fuoco a Neal se non
l'avesse distratta.
La fece salire davanti a se.
- In marcia!
 
Durante il tragitto attorno a loro era apparentemente tutto tranquillo.
Regina innervosita, teneva d'occhio Neal che si stringeva ad Emma.
Il cavallo dei due era qualche metro più avanti.
I Charming chiudevano la fila, assieme a Gold che gli camminava accanto.
Neal senza motivo apparente, diede un calcio all'animale che si impennò facendo sussultare Emma, per poi mettersi a correre.
- Reggiti!
Disse Regina a Malefica che si strinse a lei, prima che la donna partisse al galoppo.
- Che hai fatto Neal!
- Si sarà spaventato.
Neal prese le redini stringendo più a sè la bionda.
Regina gli stava dietro. Sapeva cavalcare benissimo.
Riuscì ad affiancarli.
- Ferma il cavallo!
Urlò la Evil Queen.
L'uomo non la ascoltò.
- Ho detto ferma il cavallo, Neal!
- Hai sentito che ha detto? Fermalo!
Gli ordinò Emma spaventata. Non era abituata a cavalcare.
Neal tirò le redini e il cavallo rallentò sino a fermarsi.
Emma scese immediatamente seguita dall'uomo.
Regina si avvicinò ai due, ancora in groppa al suo destriero.
Scese, mentre Malefica prese le redini.
La Evil Queen afferrò Neal per la giacca tirandolo a se.
- Cosa credevi di fare?
L'uomo rise divertito.
Emma si avvicinò alla mora.
- Lascialo Regina.
Avrebbe voluto dirle che Neal aveva calciato l'animale di proposito, ma non lo fece.
Doveva tenerlo d'occhio.
Lo lasciò malamente direzionandolo, con un gesto brusco del braccio, verso il cavallo di Malefica.
- Ti consiglio di eseguire ragazzo.
Gli disse la Strega indicandogli di salire dietro, mentre Emma e Regina li affiancarono già in sella.
Aspettarono che le precedessero per poi seguirli.
- Regina che ti è preso?
- Eri in pericolo.
- Regina...
La mora non rispose.
- Ti Amo.
La strinse da dietro.
Regina sorrise cercando di accarezzarla allungando un braccio dietro di se.
- Scusa. Non so essere gelosa in modo bilanciato.
- Va tutto bene.
Regina si guardò attorno e vide dei rami spezzati e impronte di cavallo secche.
- Tieniti a me.
Velocizzarono l'andatura dell'animale per affiancarsi a Malefica e Neal.
- Voi due, seguitemi.
Galopparono fino a raggiungere i Charming.
- Dove...
James fu zittito da Regina con un gesto.
- Ho visto tracce di zoccoli. Fate attenzione.
- A noi?
Un uomo parlò.
un gruppo di almeno quindici uomini armati li accerchiarono.
- Avete cavalli per caso?
Chiese Malefica con fare innocente.
- Si tre. E ora ne avremo altri tre, grazie a voi.
Disse uno dei malviventi ghignando soddisfatto, pregustando la vittoria.
Gli altri risero divertiti.
- Io ho seri dubbi.
Furono le ultime parole di Gold che scagliò delle palle di fuoco contro alcuni degli uomini, che le schivarono buttandosi a terra.
C'è chi si spaventò e chi decise di andare alla carica armato di spada.
James saltò giù dal cavallo e affrontò tre malviventi con successo.
Malefica e Regina fermarono delle frecce provenienti da alberi attorno a loro.
- Sono sugli alberi!
Gridò Emma per avvertire i genitori.
Uno sguardo di intesa fra la Strega e la Evil Queen e le frecce tornarono al mittente lanciate dalle due con un incantesimo.
Trafissero cinque uomini.
Gold ne abbatté tre e Snow con le frecce ne colpì quattro.
Sembrò tutto finito.
Erano in silenzio per ascoltare eventuali rumori ma si udirono solo i nitriti di alcuni cavalli in lontananza.
- Prendiamo i cavalli e andiamocene. Dobbiamo essere alla rupe prima che il sole cali.
Sentenziò Gold guardando il cielo.
- Rimanete qui. Vi raggiungeremo.
Disse James.
James, Neal e Gold si addentrarono nella foresta.
 
Passarono alcuni minuti prima di vedere i tre sbucare a cavallo e riprendere la corsa verso la rupe.
Il sole iniziò a calare. La notte stava per prendere il sopravvento, quando videro lo spiazzo che cercavano.
Dava su di un burrone dove sotto vi era ancora foresta e in lontananza si intravedeva un villaggio fatto di case in legno.
- Eccoci arrivati.
Disse James scendendo da cavallo e avvicinandosi a Snow per aiutarla.
Mentre il gruppo iniziò a prepararsi per la cena e accamparsi per la notte, Regina se ne stava vicina al dirupo.
Lo sguardo verso il villaggio, ma in realtà guardava i ricordi dentro se.
Vedeva ancora le fiamme illuminare il cielo.
Il loro calore riusciva a salire lungo la rupe dove, a quel tempo, la Evil Queen scrutava la sua opera di distruzione a cavallo del suo più fidato destriero.
Le case ed i campi bruciavano.
L'aria impregnata dall'odore del fumo.
- A che pensi?
Emma le si era avvicinata timidamente.
Snow e Charming le erano accanto fingendo di raccogliere legna per il fuoco.
- E' stato qui che i tuoi mi hanno catturata. Il tutto grazie ad un incantesimo della fata Turchina.
Regina parlò senza distogliere lo sguardo da quelle case.
- Riesco a sentire ancora l'odore di fumo nell'aria.
Quanto male ho fatto a quella gente...ai tuoi genitori...
Biancaneve le mise una mano sulla spalla.
La Evil Queen distolse lo sguardo da quei ricordi.
Guardò la mano, ne seguì il braccio fino ad incontrare gli occhi della figliastra.
- Ricominciamo assieme.
Disse Snow.
Regina tornò a voltarsi verso il villaggio.
- Come farò a redimermi da tutto questo?
Chiese la mora.
- Lo stai già facendo.
La voce dolce di Emma le fece fare un lieve sorriso.
- La redenzione non è mai abbastanza.
Tutti si voltarono verso il punto nella foresta, da dove proveniva la voce.
- Non vi sarete dimenticati di me spero.
La donna incappucciata si mostrò al gruppo in missione per liberare Henry.
- Che vuoi ancora?
Le urlò contro James.
- Non lascio mai incompleto il mio lavoro.
Con un gesto Malefica e Gold furono attirati nella foresta da una forza invisibile.
James, Neal, Emma, Snow e Regina si apprestarono ad andare alla loro ricerca.
Corsero verso i due malcapitati che si stavano rialzando.
- State bene?
Chiese Regina.
- Dietro di voi!
Urlò Malefica.
Un'onda d'urto catapultò lontano qualche metro Neal, Snow e James.
Andarono incontro ai tre e si misero  tutti in cerchio per poter vedere gli attacchi.
Di nuovo furono attaccati da una forza invisibile che spinse Regina in un ruscello poco distante.
- Regina!
Gridò Emma ma la stessa forza la tratteneva, così faceva anche con Neal, James e Biancaneve.
I due stregoni si spostarono vicino ai quattro sotto incantesimo per proteggerli.
Regina si sollevò mettendosi in ginocchio.
Era fradicia. L'acqua era bassa da arrivarle appena sopra le caviglie.
- Mossa sbagliata mia cara.
Disse Tremotino rivolgendosi alla Maga senza nome.
La Evil Queen mise le mani a coppa nell'acqua per poi lanciare, con forza, il contenuto verso la donna.
Le singole gocce divennero aghi acuminati che trafissero ogni cosa al loro passaggio.
Malefica alzò il bastone e protesse con uno scudo gli alleati.
La maga venne ferita al volto, braccia e gambe, ma non si arrese.
Si mise in posizione di contrattacco, ma Tremotino le lanciò contro sfere di luce colpendola in pieno e facendola cadere.
Cominciava a cedere.
Regina uscì dall'acqua inginocchiata e proseguì accucciata come una pantera nera, verso la donna
avversaria.
Gold capì le sue intenzioni.
- Cosa pensi di fare? Hai passato ventotto anni senza usare la magia. Pensi davvero di potermi battere?
La Evil Queen sorrise prima di colpire il terreno con una mano.
Si venne a creare una massa infuocata che avanzò direttamente verso la Maga, nel momento in cui
Regina spiegò il braccio fino a puntare la mano verso la donna.
- No!
Inutile sarebbe stato qualsiasi tentativo di protezione. La maga fu raggiunta dalle fiamme prima di
poter reagire.
Una nube verdastra prese il suo posto.
- Splendido mia fradicia amica.
Si congratulò Malefica.
- Le hai riscaldato l'anima Mia Cara.
Scherzò Gold.
Emma le si avvicinò. Ora potevano tornare a muoversi.
- A volte mi spaventi...ma sei stata grande.
Le disse dandole un lieve bacio che ricambiò con piacere.
- Ho bisogno della mia stilista personale.
Rise Regina.
- Stilista?
Chiese Emma incuriosita.
- Malefica. Si è occupata lei del nostro abbigliamento.
Disse Snow indicando la stessa Strega e Regina.
- Credo tu abbia trovato la tua vocazione nel mondo Reale.
Ironizzò Neal.
- Oh per carità!
Commentò Malefica avvicinandosi all'amica e provocando risatine generali.
Già se la immaginavano.
- Adesso speriamo di stare tranquilli fino al castello.
Sospirò Neal abbattuto per tutti questi contrattempi.
Già il non poter muoversi la notte era un problema che rubava a loro tempo prezioso.
- Lo sai vero che perché ciò accada serve un miracolo.
Disse James.
- O una buona dose di fortuna.
Si intromise Gold.
- Già.
Rispose Neal.
Il giorno seguente sarebbero arrivati al castello di Re George.
Dovevano preparare un piano. La sfida sarebbe stata sicuramente ardua, ma con tre Stregoni potenti  come Malefica, Regina e Il Signore Oscuro Gold avrebbero avuto sicuramente qualche chance in più.
Tremotino, nel momento in cui fu sconfitta la donna con cappuccio, quando scomparve vide cadere una cosa.
Guardò che anche gli altri non l’avessero notato e poi si avvicinò.
Un foglio recante una scritta accese il suo interesse per un fatto avvenuto nel passato.
Lo mise in tasca e tornò dagli altri che dialogavano sui turni di sorveglianza.
 
- Regina.
Il suo nome sussurratole all’orecchio la svegliò.
Si era addormentata perché indebolita dalla magia usata contro la Maga.
Aprì gli occhi.
- Uhm.
Rispose mettendo a fuoco la persona accucciata accanto a lei.
- Neal si è addentrato nel bosco e la tua bella lo è andato a cercare.
Sta passando un po’ troppo tempo da quando si sono allontanati ed ho pensato di informarti, amica mia.
Disse Malefica.
Regina si alzò.
- Avrebbe dovuto svegliarmi invece di andare da sola.
- Voleva che tu recuperassi le forze per domani.
- Resta qui. Se avverti che siamo nei guai chiama gli altri e cerca di raggiungerci.
La Evil Queen era decisa ad andare a cercare Emma.
- Fa attenzione. Non mi resti che tu.
Malefica afferrò a mora dal braccio e le disse quelle parole sussurrate. Quasi come se non volesse farle sentire alla persona a cui le diceva.
Con un cenno d’assenso del capo, Regina si allontanò.
Nel bosco, Neal ed Emma erano seduti a parlare di Henry.
- Mi manca sai...l’ho amato dal primo istante che l’ho incontrato.
La bionda sorrise.
- E’ una sua caratteristica.
Spiegò Emma. Quel “colpo di fulmine” con il figlio l’ha avuto anche lei una volta resasi conto di chi fosse davvero.
- Come ti ha trovata?
Le chiese l’uomo.
- In autobus.
Si fecero alcune risate.
- Perché mi hai lasciata Neal?
Era una domanda che le premeva nel cuore da molto tempo.
- Sinceramente? Non lo so…
Ne seguì silenzio prima che Neal completasse la risposta a quella domanda che si era formulata nella testa per anni.
- …e sai perché non lo so?
Emma lo guardava incuriosita.
L’uomo si avvicinò con il viso al suo, cose se volesse baciarla. Erano vicinissimi.
In quell’istante tutto sembrava immobile accanto a loro.
- Perché io non sono Neal.
Fu un sussurro il suo ed il cuore della bionda si fermò. Era caduta in una trappola.
Regina era ormai vicina, se lo sentiva, quando udì un urlo. Era Emma.
Prese un bastone robusto che trovò vicino a se.
Si mise a correre fra gli alberi, dirigendosi dove proveniva il suono.
La donna era stata incatenata ad un albero con dei rampicanti. Sembravano vivere di vita propria.
L’uomo davanti a lei vicinissimo al suo viso.
- Neal non è mai arrivato qui nella Foresta Incantata.
Ho preso le sue sembianze vedendolo da Granny con August il suo amico.
Chiacchieravano tranquilli mentre voi eravate preoccupati a salvare vostro figlio e nipote.
Indovina un po’? L’uomo con il pugnale ero io. Henry stesso, quel giorno ero io.
Regina apparve dietro a Neal silenziosamente.
Mise il bastone al collo dell’uomo, reggendolo da dietro. Voleva soffocarlo, ma lui svanì sotto ai suoi occhi in una nube verdastra.
Apparve dietro di lei spingendola addosso ad un albero. Con il suo corpo, di peso, la tenne schiacciata. La faccia della mora, contro la corteccia.
- Quindi anche la Maga eri tu.
Disse Emma imprigionata.
- Oh si.
Il finto Neal assaporò a pieni polmoni il profumo di Regina.
- Quante cose vorrei farti, molte delle quali…shhh…non le posso nemmeno dire.
L’uomo rise, accarezzando la mora ovunque.
Il sangue di Emma stava ribollendo nelle sue vene mentre vedeva quella scena.
- Lasciala stare!
Lui si voltò verso la bionda e Regina ne approfittò per dargli una gomitata nello stomaco che gli spense il sorriso.
La Evil Queen si allontanò dall’albero.
- Anch’io vorrei farti tante cose, ma la tematica sicuramente è diversa dalla tua.
Lo colpì con una palla infuocata che venne assorbita da Neal lasciandolo illeso.
- Chi sei?
Chiese Regina furiosa.
- Il mio nome è Jafar.
Pronunciò il suo nome facendo un inchino galante mentre le sue sembianze cambiarono.
La mora lo riconobbe dal bastone con la testa di un cobra apparso in quell’istante.
- Tu sei un genio. Chi ti manda…Re George?
Domandò la mora.
Lui fece un ghigno.
- Siete il mio incarico prima della libertà.
- Devi ucciderci?
Chiese Emma.
Il ghigno divenne un largo sorriso.
- Non esattamente.
Spinse Regina nuovamente addosso ad un albero sul cui tronco sbatté violentemente la schiena.
Cadde a terra ma dolorante si rialzò.
Cercò di colpirla con il bastone, ma lei afferrò quello che aveva recuperato nel bosco e si difese.
- Incredibile come nessuno abbia notato la differenza…
La Evil Queen riuscì con un’onda d’urto a lanciarlo contro un albero per poi tenerlo fermo contro il tronco.
Braccio teso in avanti e mano aperta come se fosse lei stessa a spingerlo.
- …tutti troppo immersi nei vostri problemi…così tanto da non rendervi conto, di cosa accade alle vostre spalle.
Completò la frase Jafar.
- Se non finisco la mia opera con voi…vostro figlio ahimè morrà.
Ne susseguì una profonda risata.
Regina si catapultò sull’uomo afferrandolo dal colletto.
Lui ghignò nuovamente.
Estrasse un’ampolla dalla cinta lanciandola a terra.
Un fumo violaceo circondò la mora che si sentì mancare il respiro.
Fece un timido tentativo di incontrare lo sguardo di Emma, ma i suoi sensi l’abbandonarono facendola crollare al suolo inerme.



Note di Alex: E rieccoci con un altro avventuroso capitolo. Come se la caveranno i nostri eroi?
Vi ringrazio perchè la seguite in molti...siete grandissimi!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima :)

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18
 
- Regina!
Gridò Emma terrorizzata.
- Grazie alla sua prevedibilità, vostro figliò vivrà un po’ più a lungo.
Svanì in una risata mentre Gold, i Charming e Malefica arrivarono preoccupati.
 
Regina si svegliò, rendendosi conto di essere stata riportata al piccolo campo posticcio fatto dal suo gruppo di alleati, poche ore prima.
Emma dormiva accanto a lei.
- E’ crollata da poco.
La voce di Snow la fece voltare.
- Come ti senti?
- Confusa.
Nella sua mente le immagini di ciò che era accaduto, si sovraffollavano.
- Ricordi niente?
Regina si alzò in piedi allontanandosi da Emma. Non voleva disturbarla.
Biancaneve con un gesto della mano, la invitò a sedersi accanto a lei.
Declinò l’invito rimanendo in piedi.
- Neal…
La Evil Queen parve riflettere attentamente e si corresse.
- No…Jafar.
- Ti ha tolto i poteri.
Regina si sedette a fianco a Snow, pesantemente, come se il peso sulle sue spalle improvvisamente divenisse insopportabile.
Rimasero in silenzio a guardare le fiamme del fuoco danzare.
- Andrà tutto bene, vedrai.
Tentò di rassicurarla Biancaneve.
- Più mi sento ripetere questa frase, più le cose peggiorano.
Snow all’improvviso perse i sensi.
La matrigna l’afferrò coricandola a terra.
- Esiste un contro-incantesimo.
Gold attirò l’attenzione su di se.
- Si trova nel mio castello.
Disse Tremotino avvicinandosi a Regina.
- Sei stato tu?
Disse la mora indicando Biancaneve.
Gold sorrise.
Con un gesto dell’uomo gli altri furono isolati da ogni suono, in modo che le parole fra i due non potessero giungere ad orecchio alcuno.
Regina si guardò intorno.
- Lei hai un piano, vero Mr. Gold?
- Ho sempre un asso nella manica Mia Cara. Devi solo fidarti di me.
Gold sogghignò.
- La mia vita è rovinata, proprio perchè mi sono fidata di lei Gold.
- I dettagli talvolta sono inutili. Ci sono cose a cui teniamo che devono essere ritrovate. Per farlo ho bisogno di lei.
- L'ascolto.

 
Il sole illuminò, con i suoi primi timidi raggi, il cielo azzurro.
I Charming ed Emma si svegliarono notando l’assenza di Malefica, Regina e Gold.
L’ansia investì la bionda come un vento gelido.
- Nei paraggi c’è la più assoluta tranquillità.
Informò la Evil Queen arrivando assieme all’Amica dalla foresta.
- Gold dov’è?
Chiese Snow.
- Ci raggiungerà al castello. Ha deciso di aiutare Regina di sua spontanea volontà.
Rispose Malefica mentre Regina si avvicinò alla compagna.
- Buongiorno.
Sorrise alla bionda che l’abbracciò.
- Ho temuto le peggio cose…
Regina si scostò. Volle vedere i suoi occhi.
Quegli occhi verdi che tanto desiderava incontrare prima di svenire.
La baciò. Fu un bacio dolce e intenso, quasi da sembrare un addio.
Emma si sentì togliere il fiato. Cosa sarebbe accaduto?
La strinse a se. La mano della mora scivolò sopra la tasca dei jeans di Emma, prima di scostarsi.
- E’ meglio incamminarci. Henry è vicino ed ha bisogno di noi.
Disse Regina.
- Andiamo.
Invitò James.
Salirono sui cavalli.
Ci volle tutta la giornata per arrivare su di una collina ove si appostarono, nascosti dalla vegetazione.
Ormai era giunto il tramonto.
Da quel punto il castello si mostrava per la sua predominanza sull’intero villaggio, situato davanti ad esso.
Era una costruzione di epoche lontane e sembrava aver visto giorni migliori.
Apparentemente era disabitato. Niente guardie, niente torce o fuochi accesi.
A pochi metri da loro, si trovava il sentiero che portava al castello di Re George.
- Sul lato nord della fortezza, c’è un passaggio segreto. Entreremo da li.
James conosceva il castello come le sue tasche. Ci aveva abitato a lungo.
- Bel modo per entrare nella residenza.
Jafar era giunto dietro di loro.
- Lasciate che vi aiuti.
Con un gesto del braccio, si generò una nube rossastra che circondò i Charming, Emma, Malefica e Regina, portandoli in una grande stanza fredda e umida, illuminata da torce attaccate alle pareti.
- Grazie per averli portati fino a me, Jafar.
Sorrise Re George.
- E’ per me un piacere e un onore servirvi. Vostra altezza.
Fu la risposta adulatrice del Genio, che fece un inchino.
- Rammentatemi una cosa. Mi sembrava di avervi detto, che verrete nella Foresta Incantata di vostra volontà. Sono in errore?
Fece una pausa.
- A guardavi credo proprio di no.
Rise profondamente il padre di James.
- Dov’è Henry?
Chiese il figlio con rabbia.
- Sfortunatamente per voi non è qui. Ho bisogno di una cosa che avete.
- Cosa vuoi?
Domandò Emma all’uomo.
Lui alzò il braccio puntando l’indice verso Regina.
- In questo momento…Lei!
- Perché ci fai questo?
Chiese Snow stanca di tutti i soprusi che stavano subendo da tempo.
- E’ l’unico modo per ottenere ciò che voglio. Quando l’avrò, riavrete il piccolo Henry.
Fu la risposta del Re.
Gold apparve dietro alla Evil Queen che per istinto, si voltò verso di lui.
Tremotino con un gesto veloce, le soffiò sul viso una polverina tanto fine ed invisibile da non essere nemmeno notata, dalle persone che li circondavano.
- Jafar portala qui.
Ordinò il Re al genio.
- No!
Gridò Emma trattenendo a se la compagna da un polso.
- Se serve a salvare Henry…
Regina si separò dalla bionda dirigendosi, di sua volontà, verso Jafar che con un incantesimo non permise agli altri suoi compagni di avanzare oltre.
- Molto bene. Sei sempre stata una persona intelligente Regina. Devo presentarti una persona.
Una giovane donna dagli occhi cristallini come il ghiaccio ed i capelli colore del grano, entrò nella stanza.
- Lei signori, è una veggente. Mi ha mostrato uno splendido futuro, il mio, coronato di vittorie. Tutto ciò si realizzerà solo ed esclusivamente se al mio fianco avrò la Evil Queen.
- Perché dovrei aiutarti?
Chiese Regina al Re. Il suo tono vuoto.
- Semplice. Ho dato uno sguardo anche al tuo futuro e a quello dei tuoi cari. Voglio mostrartelo. Se veni con me, cambierai il loro destino.
- E’ una trappola Regina!
Emma urlava.
Regina non si sarebbe mai fidata sulla parola, soprattutto su quella di George.
- Mostrami.
Chiese la Evil Queen alla veggente.
- Vuoi che ti mostri ciò che accadrebbe se rimani con loro?
Indicò i suoi compagni.
- Mostrami.
Ripeté Regina. Questa volta tese le mani in avanti, verso la giovane donna.
I palmi rivolti verso l’alto.
La veggente poggiò le sue mani su quelle della mora.
Un’onda di immagini la investì.
Il suo sguardo fisso nel vuoto.
Il terrore si dipinse sul volto di Regina che interruppe il contatto con la veggente.
Arretrò di qualche passo poggiandosi alla parete con la schiena dove si lasciò scivolare a terra fino a sedersi.
Sembrava smarrita.
- Che le hai fatto!
Gridò Emma.
- Ho mostrato a lei null’altro che il vostro futuro, basato sulle sue decisioni in questo immediato presente.
Espose la donna.
- Regina non l’ascoltare! Il futuro ce lo creiamo noi.
Le urla di Emma passarono inosservate.
- Regina. Tic Tac.
Canzonò Re George.
Il Genio l’alzò da terra afferrandola da un braccio. La mora gli fece un cenno di assenso con il capo.
Jafar le fece comparire delle catene ai polsi.
- No! Ti prego Regina non farlo!
Le lacrime cominciarono a scorrere sul viso di Emma.
Quella donna in catene, la sua donna, sembrava un involucro vuoto.
Agiva come un automa.
- Grazie di tutto.
Rise Re George prima di incamminarsi verso la porta.
Al suo seguito la veggente e Jafar che portava dietro di se la Evil Queen in catene.
- Regina, Ricorda. Nulla di ciò che possediamo, può andarsene davvero.
Emma alzò gli occhi verso Tremotino. Perché quella frase?
Tutto sembrò muoversi al rallentatore.
Prima di attraversare la porta assieme ai suoi carcerieri, Regina si voltò verso Gold.
Nel suo sguardo un viola velato e sulle sue labbra un ghigno era comparso per poi tornare alla sua espressione da donna sconfitta.
Emma guardò la porta, dove la vide sparire nel nulla.
La stanza si fece improvvisamente vuota e buia.
L’incantesimo di Jafar era svanito.
Emma ormai senza più nulla, si mise le mani nelle tasche dei Jeans estraendone un biglietto.
Era tutto ciò che restava di lei.




Note di Alex: Amanti della Swan Queen siamo agli sgoccioli.
Ultimissima avventura dopo questo breve capitolino e poi...chi lo sa.
Fatemi sapere se vi piace. :D
Alla Prox ;) attendo le vostre recensioni :D

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Regina veniva trascinata da una stanza all’altra, tutte arredate da mobili in legno antico ed illuminate da fiaccole, fino a giungere davanti alla porta delle prigioni.
- Ti do il permesso di stare con tuo figlio. Voglio che tu veda che sta bene. Devi fidarti di me.
Re George cercava in tutti i modi di conquistare Regina.
- Perché? A cosa ti servo io?
Chiese la mora con tono duro.
- La tua magia e le mie strategie militari, ci porteranno lontani.
L’uomo era fiero di se.
- Mi ricordi qualcuno.
Ammise Regina disgustata.
- Infatti…mi sono lasciato trascinare.
Il Re rise sonoramente.
- Come la metti con la magia? Ne sono priva, grazie al tuo aiutante Genio.
Chiese la Evil Queen.
- Non ti preoccupare di questo. Basta chiacchiere. Devo sbrigare delle commissioni.
Voi due!
Si rivolse alle guardie che piantonavano la porta della prigione.
- Portatela nella cella con il ragazzo. Tranquilli, è innocua.
Re George rise nuovamente. Si beffava di lei.
- Si signore!
L’afferrarono per le braccia.
- Un’ultima cosa…
Disse il Re prima di andarsene.
- …non affannarti ad urlare. I tuoi amici, sono altrove.
Rise ancora e si incamminò nel corridoio.
- E il nostro patto?
Jafar lo fermò facendolo voltare.
- Mantengo sempre la mia parola. Sei libero.
Re George gettò a terra la lampada nera del Genio e se ne andò.
Una luce scaturì per pochi istanti da Jafar.
- Finalmente!
Esclamò il Genio.
- Buona Fortuna.
Disse poi inchinandosi verso Regina.
Rise divertito e scomparve.
Le due guardie aprirono la porta delle Prigioni e trascinarono Regina giù dalla scala.
- Mamma!
Gridò Henry dalla cella davanti a lei.
- Henry!
Quando lo vide, il suo cuore infranto iniziò a battere nuovamente.
Gli uomini aprirono la porta a sbarre.
- Entra!
Regina non se lo fece ripetere due volte.
Corse ad abbracciare il figlio.
La porta si chiuse alle sue spalle.
Nessuno si accorse che la veggente era rimasta vicino alla scala.
Li guardò. Una lacrima scese dal suo volto prima di svanire nel nulla.

“Pensare che potrei non rivedere quegl’occhi, rende difficile non piangere e mentre rivolgo a te il mio ultimo arrivederci, sono sul punto di farlo. Aspettami.”
Emma piangeva leggendo quello poche righe, illuminate da un timido raggio di luna.
Lacrime scendevano senza poterle fermare.
- Emma…
La madre le si avvicinò timidamente, circondandole le spalle con un braccio.
- Li troveremo.
Cercò di rassicurarla dolcemente.
- E come! Sono spariti nel nulla.
Si sentì come se il mondo le cadesse addosso.
- L’unico posto dove possono essersi diretti sono le segrete. Venite!
Disse James.
Malefica picchiò a terra la punta del bastone due volte.
La sfera su di esso si illuminò per fare luce nelle stanze che dovevano attraversare. Buie, umide ed in rovina.
Il castello era in disuso. Alcune pareti e parte del tetto stavano crollando.
La luce della luna filtrava dalle finestre ormai senza vetri.
Giunsero nelle segrete.
Emma scese le scale di quel posto così lugubre e sporco.
Non c’era nessuno.
Davanti a lei una cella aperta. Vi entrò.
- Il suo profumo…
Disse la bionda in un sussurro.
Inspirò a pieni polmoni.
- Sento il suo profumo!
Alzò la voce per farsi sentire dagli altri che si avvicinarono a lei.
- E’ una tua impressione tesoro. Sei ancora sconvolta.
La madre le mise una mano sulla spalla.
- Qui non c’è nessuno.
Anche James le si era avvicinato, prima di lasciarsi distrarre da un rumore proveniente da un angolo buio delle prigioni.
Malefica lo illuminò.
- Non fatemi del male.
Un vecchi etto seduto a terra e vestito di stracci si rannicchiò spaventato.
- Chi sei? Che ci fai qui?
Chiese James
- E’ l’unico riparo che ho per la notte.
- Come hai fatto a scampare a Re George e alle sue guardie?
Il vecchio guardò Emma come se fosse impazzita.
- Il castello è disabitato da ventotto anni.
Emma si sentì morire.
Malefica le si avvicinò.
- Non so che incantesimo possano avere fatto, ma non li troverai qui. Usciamo.
Mentre se ne andarono uno strano ghigno comparve sul viso del vecchio che svanì nell’oscurità in cui era immerso.

- Mamma, sei venuta da sola?
Un nodo le si bloccò in gola alla domanda del figlio.
Quanto le mancavano i suoi occhi, la uccideva non sapere se stava bene.
- No…sono venuti i tuoi nonni, la tua mamma, Malefica e Gold.
- E ora dove sono?
Regina sospirò.
- Ora siamo da soli tesoro. Usciremo presto vedrai. Dammi la mano.
Sparirono uscendo dalla cella e comparendo vicino alla porta, in cima alle scale.
La porta in legno massiccio, con grata che dava sul corridoio era chiusa.
Regina sbirciò oltre.
- Sembra non esserci nessuno.
Bisbigliò.
- Prima di uscire, dobbiamo recuperare dei fagioli magici che ci aiuteranno a tornare a Storybrooke.
- Dove li troviamo?
- Non lo so, ma li troveremo Henry.

Si accamparono per la notte.
Emma non riuscì a chiudere occhio.
Sentì uno strano bisbigliare, come se qualcuno cercasse di tenere la sua attenzione.
Si alzò, avvicinandosi agli alberi della foresta, vicini all’accampamento.
- So che cerchi una donna e un bambino.
Un giovane ragazzo comparì dalla fitta vegetazione.
- Come lo sai?
Chiese Emma dubbiosa.
- Conosco il nome di chi potrebbe sapere dove li hanno portati.
- Perché me lo vuoi dire? Cosa ne ricavi?
La bionda era sempre più sospettosa.
- E’ da tre giorni che non mangio. Ho solo bisogno di cibo. Informazioni in cambio di un piccolo pasto.
Emma lo guardò attentamente.
- Parla.

- Qualcosa non quadra.
Regina continuava a fissare fuori dalla grata, pensante.
- Cosa mamma?
Chiese Henry incuriosito.
- Quando eravamo sulla collinetta, vicino al castello, era un rudere, stava in piedi per miracolo.
Guarda. Tu cosa vedi?
Prese in braccio il figlio, per fargli vedere cosa c’era oltre alla porta.
- Vedo un corridoio illuminato da torce, appese alle pareti. Non sembra così vecchio da cadere a pezzi.
Lo riappoggiò a terra.
- Appunto.
Si udirono dei passi.
Un gruppo di guardie erano dirette verso di loro.
Regina ed Henry comparvero nuovamente in cella.
- Un’altra cosa…questo posto, era disabitato. Ora invece brulica di guardie. Com’è possibile?
- Una volta eliminato l’impossibile, ciò che resta per quanto improbabile, deve essere la verità.
Regina si stupì di quanto fosse intelligente suo figlio.
- Sherlock Holmes?
- Esatto.
Henry sorrise.
- Distorsione temporale all’interno del castello?
Disse la madre dubbiosa.
- Tutto può accadere nella Foresta Incantata.
- Oh. Ma è un’assurdità. Credi sia possibile?
In realtà fu più una domanda a se stessa che al figlio.
- Perché lo chiedi a me? Sei tu l’adulto qui.
Regina rise, mettendo da parte per pochi secondi, tutti i suoi pensieri.
- A volte sei più adulto tu di me…
La Evil Queen parve riflettere.
- …sicuramente, spesso sei più adulto di Emma.
Regina ed Henry risero, prima che i loro volti si velassero di tristezza.
- Dormi tesoro. Domani ce ne andremo di qui.
Henry strinse a se la madre, felice di non essere ancora solo in quel luogo così estraneo.

Emma non si era allontanata molto dall’accampamento.
Avrebbe agito di testa sua. Basta magie, basta rispetto delle regole e soprattutto basta attese.
Il ragazzo incontrato nel bosco, le aveva riferito di una maga potente, che abitava nel villaggio adiacente al castello diroccato, sapeva esattamente dov’erano stati portati Regina ed Henry.
Nemica di Re George e ancor più ostile verso Jafar, l’avrebbe aiutata di certo.
Bussò alla porta di una casetta in legno. Una timida luce filtrava dalla finestra.
Un uomo la osservava da un fienile li vicino.
Mentre aspettava che le aprissero, Emma guardò il cielo.
La luna e le stelle lo illuminavano.
Finalmente la porta si aprì. Fu una dolce vecchietta ad invitarla ad entrare.
- Tu sei la salvatrice vero? Ti stavo aspettando.
- Come sa del mio arrivo?
Chiese Emma sospettosa, varcando la soglia.
L’interno della baracca in legno era molto accogliente.
- Molti sanno della tua esistenza.
Molti vogliono il tuo aiuto.
Molti vogliono distruggerti.
Io voglio solo aiutarti.
Rispose l’anziana signora.
- Perché?
- Tuo padre, il principe James, mi ha salvato la vita molto tempo fa. Voglio ricambiare.
Siediti, ti prego giovane, siediti.
Emma si sedette.
L’anziana donna le offrì da bere, ma lei declinò educatamente.
- Ciò che cerchi è celato ai vostri occhi.
- Incantesimo?
- Si mia cara, sul castello.
Puntualizzò la vecchia signora.
- Chi è stato…Jafar?
Emma era intenzionata a scovare, chiunque avesse avuto a che fare con la cattura della sua compagna e il rapimento di suo figlio.
- Oh no. No.
Sorrise la donna.
- Qualcuno di molto più potente, servitore delle arti oscure.
- Dove posso trovarlo?

- Arrrghhh!
Esclamò Malefica adirata.
Gold e i Charming si destarono improvvisamente.
- Che succede mia cara?
Chiese Gold. Voleva conoscere la causa di quel caos.
- Regina mi ucciderà!
- Emma. Dov’è andata?
Snow era preoccupata.
- Dobbiamo sbrigarci. Testarda come Regina! Si son trovate d’amore e d’accordo quelle due!!
Malefica era furiosa.
- Di che parli?
Chiese James interrogativo.
- Ehy, Charming, svegliati. Tua figlia è andata!
- Ma che ca…!
- Eh buongiorno!

- Tesoro ascolta. Dobbiamo verificare, la teoria dell’incantesimo sul castello. Per farlo ho bisogno di te.
Regina aveva un piano, ma per attuarlo doveva accertarsi di alcune cose.
- Cosa devo fare mamma?
- Ormai dovrebbe essere giorno. Vedi la finestra con le sbarre lassù?
- Si.
- Ti alzo e mi dici cosa vedi.
Regina si inginocchiò. Unì i palmi delle mani per fare da scaletta al figlio che issandolo si aggrappò alle sbarre.
- Vedo il sole sul prato là fuori.
- Per favore, metti un braccio fuori dalla finestra e dimmi se vedi la luce sulla tua pelle.
Il figlio eseguì.
- Si e ti dico di più. Se metto la mano davanti alla finestra, si illumina.
- Il sole colpisce il castello, ma non entra.
Pensò ad alta voce Regina, rimettendo a terra Henry.
- Cosa possiamo fare?
- Uscire.
Sorrise la mora svanendo assieme al figlio.

James si voltò di scatto verso Gold.
Poco distante da lui, nascosto fra la vegetazione, c’era un ragazzo sdraiato al suolo. Sembrava dormire.
Al suo fianco i loro resti della cena.
A passi veloci il principe, andò verso di lui. Lo afferrò dalla maglia sgualcita e lo sollevò di peso.
- Chi sei? Dov’è mia figlia?
Era furioso.
Il ragazzo incominciò a tremare dalla paura.
- Mi è solo stato detto di mandarla al villaggio.
Iniziò a frignare.
- Chi?
Chiese Snow avvicinandosi. Malefica era al suo fianco.
- Un uomo alto, magro. A…a…
- A?
Si intromise la Strega.
- Aveva un bastone con la testa di serpente.
James strabuzzò gli occhi.
- Jafar!
Esclamò il principe, lasciando la presa sul ragazzo che cadde al suolo con un tonfo.
Malefica gli puntò il bastone al petto, facendolo sdraiare a terra.
- Dove?
Gli chiese la Strega.
- Non…
- Dove?
Ripeté alzando la voce. Nei suoi occhi una luce porpora brillava.
- Una maga…
- So dov’è! Andiamo!
Esclamò James salendo a cavallo e seguito dagli altri.
Afferrò il ragazzo, che si era sdraiato in piedi pronto a fuggire.
- E tu vieni con noi.
Lo alzò da terra, caricandolo a pancia in giù sulla sella

Henry e Regina avanzarono silenziosamente nel castello, comparendo e scomparendo fino a giungere alla porta Principale.
- Quella è la porta che ci farà uscire?
Chiese curioso Henry. Il suo cuore batteva forte nel petto. Aveva paura.
- Si. Ma prima, dobbiamo vedere se qualcuno esce, per essere sicuri che varcando la porta non ci accada nulla.
Si udirono delle voci.
- Il giardino davanti al castello o almeno ciò che ne resta, è grande abbastanza per i vostri addestramenti.
Dobbiamo prepararci. Una volta convinta la Evil Queen, la guerra contro i ribelli sarà vicina.
Era Re George che parlava con alcune guardie.
- Si Signore!
- Andate.
- Si Signore!
Gli uomini armati si incamminarono a passi pesanti verso il corridoio che portava dritti da loro due.
Regina si guardò velocemente attorno e afferrato il figlio si nascosero dietro ad una porta, in una piccola stanza vuota.
La grande porta si aprì e le guardie uscirono.
- Capitano!
Re George era vicino alla stanza dove Regina ed Henry si erano nascosti.
- Si Vostra Maestà?
- Vada dalla Regina e me la porti qui. Non abbiamo tempo per i suoi convenevoli con il figlio.
- Si Maestà!
Il cuore della Evil Queen si fermò.
Avevano pochi istanti per trovare i fagioli e andarsene.
- Cercavate questi Milady?
Una voce lieve dietro di loro li fece sobbalzare. Si voltarono.
La veggente era li, davanti a loro, con un sacchettino in velluto nero tra le mani.
Lo aprì e ne estrasse un fagiolo.
- Come…
- Lo so? Sono una veggente ricordi?
Bene. Ora avevano tutto. Bastava uccidere la donna, prendere i fagioli e andarsene da quel posto.
L’allarme sarebbe stato dato a momenti.
Creò una palla di fuoco, pronta ad abbatterla sulla veggente.
- Non serve uccidermi. Voglio aiutarti.
- Perché?
- Anch’io devo essere salvata.
Ti ho celato la verità, mostrandoti solo immagini create con la mente.
Per avere il tuo aiuto e per salvare tuo figlio, farti catturare era l’unico modo.
Un vociare concitato si stava per avvicinare.
- Non c’è più tempo. Andiamo!
Esclamò Regina.
- Non possiamo uscire con la magia, ma solo a piedi.
La Evil Queen spalancò la porta dello stanzino in cui si trovavano.
Tenendo stretta la mano di Henry corsero verso la grande porta principale.
- I prigionieri! Prendeteli!
Ordinò Re George.
Le guardie furono presto alle calcagna dei tre.
Regina ed Henry stavano per varcare la soglia della porta, quando la veggente si fermò. La mora l’afferrò per un braccio trascinandola fuori con se e il figlio.
La luce del sole, il prato verde, erano fuori finalmente. Sparirono.

- La casa dove abita la maga è poco lontano da qui.
James capitanava gli altri. Erano scesi da cavallo e camminavano fra le case, tenendo le briglie.
Il ragazzo era tenuto d’occhio da Malefica.
- Eccola!
Il Principe la indicò.
Giunsero davanti a quello che rimaneva di una casa.
- Abitava qui.
Spiegò James, constatando che quel rudere non fu più ricostruito da dopo l’incendio appiccato al villaggio dalle guardie di Regina.
- Chi cercate stranieri?
Un uomo si avvicino a loro sospettoso.
- Qui abitava un’anziana signora. Sa dove la posso trovare?
James era speranzoso.
- E’ morta ventotto anni fa, durante la guerra fra la Evil Queen, Re George e i giovani regnanti.
Rispose.
- E’ per caso passata di qui una giovane donna bionda stanotte?
Chiese Snow.
- Si. Ricordo di aver incontrato una giovane dai capelli lunghi e biondi…
I Charming sorrisero. Era Emma.
- …non so per quale motivo fosse entrata in quella casa, ormai ridotta in cenere, ma dopo un po’ di tempo è uscita e si è incamminata verso quel sentiero.
L’uomo indicò un sentiero che attraversava il bosco.
- La ringrazio davvero molto.

- Benvenuta.
Una risata riecheggiò in tutta la grande stanza di quel palazzo lugubre, in cui Emma si trovava.
- Mi hanno riferito che mi avresti fatto visita e che avrei dovuto accoglierti splendidamente.
Un uomo giovane comparve in una nuvola scura, davanti a lei.
Emma estrasse un pugnale dalla cinta e lo puntò verso lo stregone.
- Dove sono Regina e mio figlio!
- Perché vuoi puntarmi un’arma, quando è evidente non la sai usare?
Il pugnale volò via dalla sua mano finendo sul pavimento.
- Non ho bisogno di stupidi trucchetti, ma di risposte.
- Ho sentito molto parlare di te…
Iniziò l’uomo.
-…la Salvatrice. Non avrei mai creduto che tu fossi una ragazzina sciocca e confusa, in realtà.
Il sangue di Emma ribolliva nelle sue vene.
- Vuoi da bere?
- Sai, credo tu sia la prima persona che mi piacerà uccidere.
L’uomo rise.
- Non puoi uccidermi. Saresti responsabile di una guerra che coinvolgerebbe e annienterebbe i tuoi poveri genitori.
Disse lo Stregone avvicinandosi ad Emma, che mise una mano dietro alla schiena afferrando un’arma magica datale dalla maga, con cui aveva parlato al villaggio.
- Mi conosci a malapena…in fondo.
- Mi hanno parlato di te. Hai collaborato con Re George per far rapire mio figlio e catturare Regina. Ti diverti a torturare ed uccidere…
Il viso dell’uomo di avvicinò ad Emma che si interruppe.
- Beh non ho detto di essere perfetto. No?
Rise beffandosi di lei e con l’arma Emma ne approfittò per colpirlo allo stomaco.
Lo stregone finì sul pavimento.
- Uh. Dove hai preso quel bel giocattolino?
Emma puntò l’arma magica contro la gola dell’uomo.
Da dietro di lei arrivò correndo James.
- Emma.
Cercò di richiamare la sua attenzione.
- Dimmi dove li hanno portati. Dimmelo! O ti costringerò a farlo.
La figlia non si era nemmeno accorta dell’arrivo dei propri genitori alle sue spalle.
James prese Emma di peso dalle braccia e la spostò, trattenendola con un braccio spiegato.
- Tu. Vattene!
Gridò il Principe all’uomo che si rialzò.
Si avvicinò ad Emma.
- Continueremo.
Le disse canzonandola.
- Ho detto vattene!
Gridò ancora più adirato James, spingendo via lo stregone in malo modo, che rise sonoramente a quel gesto.
- Che stai facendo?
Chiese Emma stupita al padre.
- Ti salvo.
Rispose lui tentando di calmarla, visto che a tutti i costi voleva riacciuffare lo Stregone.
- Lasciami andare, lasciami andare!
-No!
Le urlò il Principe.
- Se lo uccidi, le forze oscure non si fermeranno finché non sarai morta.
- Non mi interessa.
La voce di Emma era un sussurro contro il padre.
Lo guardava negli occhi furente.
Voleva trovarla e lo avrebbe fatto ad ogni costo.
Nell’udire ciò, a James si spezzò il cuore.
- A me, si.
- Emma.
La chiamò la madre giuntale alle spalle.
- Era l’unica persona che poteva dirmi dove trovare Henry e Regina.
Emma crollò a terra con le lacrime agli occhi.
- Non c’era nessuno in quella casa, ridotta in cenere.
La persona che ti ha detto di venire qui, ti ha mandata da lui perché morissi.
James aveva un tono più calmo ora.
- Ma…lei aveva detto che tu l’avevi salvata e voleva ricambiare.
- Quella donna è morta nell’incendio ventotto anni fa.
Quello stregone non sa nulla ne su Regina ne sul piccolo Henry.
Credo che, a questo punto, nessuno lo sappia. Non me ne starò qui a guardarti morire.
James si allontanò a testa bassa.
- Qualcuno lo sa.
Emma si alzò in piedi.
- Qualcuno lo sa!
Gridò al padre ormai uscito da quella casa.
Snow le si avvicinò.
- Andiamo tesoro.
Le circondò la vita con un braccio.
- Andiamo.
Ripeté.
Emma aveva un nodo alla gola.

- Hai detto che dovevi essere salvata. Perché?
Regina tratteneva ancora il braccio della veggente.
- Mi hanno rapita ventotto anni fa, dal mio villaggio ad est, a causa del mio dono.
Rispose educatamente la donna.
- Perché non sei uscita prima dal castello?
Chiese il piccolo Henry.
- Mi hanno fatto un incantesimo. Potevo si uscire, ma solo per volontà altrui.
Tu mi hai tirata oltre la soglia, non l’ho varcata intenzionalmente.
Regina alzò un sopracciglio scettica.
- Eri una bambina quando ti hanno presa?
Chiese nuovamente Henry.
- No. Il tempo nel castello scorre in modo diverso. Grazie per avermi liberata. Ora potrò finalmente tornare da mio figlio.
Una lacrima scese sul suo volto.
- Buona Fortuna.
Le sorrise il ragazzino, guardando speranzoso la madre perché la lasciasse andare.
Regina sospirò, lasciando la presa sul braccio della donna.
- Buona Fortuna.
La veggente sorrise.
- Grazie. Grazie. Grazie!
Svanì.
- Henry dammi la mano. Raggiungiamo subito gli altri.
- Sai dove sono mamma?
- No. Ma userò il bracciale di Malefica che ci porterà da lei.

- Miei cari. Credevate forse che sarebbe stato così facile separarvi da me?
Jafar era in piedi davanti ai Charming, Malefica, Gold ed Emma.
- Mi sono preso la briga di occuparmi di una persona. Così. Per gioco.
E’ intelligente, sfrontata e l’ho presa a cuore perché vuole sempre tenermi testa, qualsiasi forma assumo.
Purtroppo avete interrotto ciò che mi ero prefissato di fare. Vorrà dire che mi dovrò sporcare le mani da solo.
Una nube rossa investì Emma che la fece sparire assieme a Jafar.
Regina ed Henry, comparvero accanto a Malefica.
- Nonni!
I Charming si voltarono.
- Henry sei tu?
Abbracciarono il nipote.
Malefica diede una pacca sulla spalla all’amica, che notò l’accoglienza un po’ fredda.
- Che succede? Dov’è Emma?
Chiese la Evil Queen preoccupata.
- Jafar l’ha rapita pochi istanti fa.
Regina sgranò gli occhi.
- Tenete Henry al sicuro. E’ diventata una questione personale.
- Regina!
Fu troppo tardi. Vano fu il tentativo di Snow, che cercò di trattenere con se la matrigna…ma ella svanì in una nube viola.

- Jafar che vuoi da me?
Domandò Emma.
Una sfera di energia la colpì in pieno, mandandola addosso ad un muro.
Cadde in ginocchio, ma si rialzò.
Erano in una vecchia baracca in legno.
- C’è una taglia sulla tua testa.
Emma rise.
- Davvero? Mi lusinga.
Jafar la colpì di nuovo. Il labbro della bionda cominciò a sanguinare.
- Sei spiritosa. Renderà tutto più divertente.
Una forza invisibile la spinse nuovamente contro un muro.
- Se mi uccidi, ti pagano di più?
Fu il turno di Jafar, a ridere, lanciandola addosso ad un tavolo di legno.
- No, ma è più interessante e meno noioso.
Ormai Emma era senza forze.
Jafar le si avvicinò. L’afferrò per il collo.
- Un’ultima parola salvatrice?
- Si…
Una nube viola apparve dietro Jafar, senza destare l’attenzione dell’uomo.
- …il tuo prezioso gioco…è finito.
Regina trafisse alla schiena, con un pugnale, Jafar.
L’uomo si toccò il ventre, su cui si allargava a vista d’occhio una chiazza di sangue.
Il suo sguardo si adombrò e lo Stregone si accasciò al suolo senza vita.
La mora si avvicinò ad Emma immobile con lo sguardo fisso sull’ex Genio.
L’abbracciò teneramente per poi scomparire.

- Regina stanno arrivando!
Snow era nel panico.
In lontananza zoccoli di tanti cavalli si abbattevano veloci sul terreno.
Salirono sui propri destrieri.
Regina diede un fagiolo a Gold, in testa al gruppo, con l’ordine di lanciarlo a terra ed aprire un portale, non appena fossero state seminate le guardie, ormai troppo vicine a loro.
I Charming erano fra Malefica ed Emma e Regina ed Henry.
Appena li ebbero a tiro, la Strega e la Evil Queen , scagliarono delle palle di fuoco colpendo i cavalieri accanto al Re che aveva il comando.
Cadevano uno ad uno.
Mentre Regina continuava con il fuoco, Malefica decise di ergere un muro di rampicanti, che venne saltato solo da George.
Fu allora che Snow, imbracciando il suo arco si voltò.
- Ora!
Gridò Regina.
Tremotino lanciò a terra il fagiolo aprendo un portale e prima di sparire in esso, Biancaneve scoccò una freccia colpendo Re George.
Tutto attorno a loro si fermò.
Henry aprì gli occhi, chiusi dalla paura.
STORYBROOKE.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20
 
Scesero tutti da cavallo.
Volevano toccare con i loro piedi per vedere se il luogo dove si trovavano era reale o pura fantasia.
Erano a casa, finalmente erano giunti a casa.
Si trovavano in mezzo alla strada principale, vicino alla biblioteca.
Henry corse subito ad abbracciare forte Emma.
I paesani allibiti, vedendoli arrivare così dal nulla, si avvicinarono ai Charming che cercarono di spiegare cos’era accaduto.
Emma chiese al piccolo di raggiungere i nonni.
Henry si accorse subito che qualcosa non andava, ma obbedì, mentre Regina si avvicinava alla bionda.
Voleva stringerla, sentirla vicina…il suo profumo, accarezzare i suo capelli biondi.
Emma però si scostò bruscamente.
- Ho bisogno di spazio.
Regina si sentì mancare il respiro.
- Come hai potuto?
Chiese la bionda alla sua compagna che la guardava sbigottita per ciò che stava udendo.
- Non sono di certo andata a fare una grigliata, in società con Re George. Sono andata a salvare nostro figlio.
- Potevi portarmi con te. Parlarmi del piano, invece di parlarne solo a Gold e Malefica.
- E dirti cosa? Se Gold non me lo mette in quel posto, mi farà riavere i poteri e in cambio dovrò trovare dei fagioli che ci portino a casa. Ah si e già che ci sono salvo nostro figlio, anche se non ho la minima idea di come andranno le cose. Ti andava bene un discorso così?
Sbottò Regina. Il suo tono era un misto di tristezza, rabbia e delusione.
- Ho creduto di averti persa.
Gridò Emma.
- Ho scritto “arrivederci” sul biglietto, no addio. Cosa fondamentale ho scritto “Aspettami”!
- Attaccami pure. E’ la cosa che ti riesce meglio fra tutte.
- Non accusare me dei tuoi errori, Swan!
All’udire quel cognome così impersonale, Emma si sentì avvampare.
- I miei errori? Ti credevo in pericolo, persa dio solo sa dove! Pretendevi che me ne stessi li ferma ad aspettare, mentre forse eravate in pericolo?
- E per non aspettare, hai trovato giusto fare di testa tua senza l’aiuto di nessuno, col rischio di farti ammazzare!
- Da che pulpito.
Disse Emma roteando gli occhi al cielo.
Regina si rattristò. Sguardo rivolto verso il basso.
- E pensare che io mi aspettavo almeno un abbraccio al nostro ritorno…grazie.
- Senti…andiamo a casa.
Il tono della bionda non era dei più felici. Sembrava volesse solo mettere fine a quella conversazione.
- Detto così è proprio allettante. Era meglio se restavo nella foresta.
Emma serrò la mascella.
- Ah si? Sai una cosa Regina? Fottiti.
A tutti i presenti non fuggì una sola parola di quel litigio.
Regina rimase di stucco per ciò che le era appena stato detto.
Si ammutolì.
Henry corse dalle madri.
- Smettetela. Emma tu sbagli. Ha rischiato tanto per me, per noi.
Emma abbassò gli occhi sul figlio.
- Non puoi capire ragazzino.
- E invece capisco benissimo.
Regina senza dire nulla, salì a cavallo.
- Non tornerò a casa…non ora.
Lo sguardo vuoto.
Henry cercò di attirare la sua attenzione tirandole la giacca in velluto nero.
- Voglio venire con te mamma.
Fu la prima volta dopo così tanto tempo, che Henry “preferì” Regina ad Emma, lasciando di stucco tutti compresa la bionda e facendo salire le lacrime agli occhi della Evil Queen.
Regina lo fece montare davanti a se, su quello splendido destriero nero.
- Hey, dove pensi di andare con mio figlio?
La mora non si voltò nemmeno verso Emma.
Serrò la mascella per trattenere il pianto imminente e spronò il cavallo al galoppo diretti verso la spiaggia.
- Regina!
Emma urlò inutilmente.
- Non riuscite mai a mettere da parte l’orgoglio.
Disse Malefica rattristata dalla situazione. Ci teneva alla sua amica e vederla trattata così, la feriva.
Snow si avvicinò alla figlia.
- E’ vero che ti ha fatta preoccupare molto, ma adesso è qui con Henry…con te.
Si intromise Mary Margaret.
- Io non…io…sono confusa adesso.
Furono le ultime parole di Emma, prima di allontanarsi e andare verso casa.
 
- Cosa pensi di fare adesso, mamma?
Henry e Regina avevano legato il cavallo ad una staccionata li poco distante.
Il tramonto quella sera era davvero bello, soprattutto perché era seduta sulla spiaggia con suo figlio ad ammirare quei splendidi colori.
- Vado a casa nostra.
Henry tirava piccoli sassolini nell’acqua. Si voltò verso la madre.
- Torni da mamma?
Nei suoi occhi la speranza.
- No. Casa mia e tua.
Il piccolo sospirò abbattuto.
Sarebbe tornato tutto come prima? La madre contro Emma e i Charming…litigi…
- Non devi seguirmi, se non vuoi.
Ciò che disse non era quello che voleva veramente. Aveva bisogno di suo figlio accanto a se, ma non poteva forzarlo.
- Voglio venire con te mamma.
Regina era incredula.
La gioia, nonostante la grande ferita causatale da Emma, era immensa.
- Dici davvero?
Si voltò per la prima volta verso il figlio. I suoi occhi marroni sorridevano.
Henry lo notò e sorrise a sua volta.
- Ad una condizione.
La Evil Queen lo guardò incuriosita.
- Insegnami a cavalcare.
Un ampio sorriso si dipinse sul volto della madre, che lo strinse forte a se.
- Certamente.
Henry si scostò.
- Posso andare a salutare i nonni ed Emma prima di tornare a casa?
- Va bene. Mangia con loro se vuoi.
 
Henry era ormai a letto da qualche ora.
Regina non riusciva a chiudere occhio.
I pensieri, le emozioni, affollavano il suo cuore e la sua mente.
Prese una decisione.
Comparve in casa Charming.
Con un gesto di entrambe le mani, fece sparire silenziosamente tutte le sue cose, lasciate in quell’appartamento.
Restò in piedi davanti al letto di Emma.
La guardava dormire o almeno credeva dormisse.
La bionda era sveglia, ma controllò ogni singolo muscolo per restare immobile.
Sentiva i suoi occhi che la guardavano.
Perché era li?
Il cuore di Emma batteva veloce nel petto. Avrebbe voluto correre da lei ma qualcosa gli e lo impediva.
Non poteva…non ora.
Regina svanì.
Emma si mise velocemente a sedere.
Le mancò il respiro. Se n’era andata.
Le mancava Regina.
Si guardò intorno e capì. Aveva portato via con se, tutte le cose che aveva lasciato in quell’appartamento.
Ora di lei non era rimasto più nulla in quella casa.
Un nodo le si formò in gola.
Avrebbe voluto piangere, ma si addormentò, con la consapevolezza del ricordo di Henry e Regina che dormivano nel letto al suo fianco.
 
Il giorno successivo, le attività ordinarie tornarono alla normalità, nella cittadina di Storybrooke.
Continuavano i preparativi per la raccolta fondi.
Henry e la sua classe allestivano, insieme a Mary Margaret, un banchetto in legno con tutti lavoretti e disegni fatti da loro.
Malefica era impegnata con gli ultimi preparativi per la gara di torte e Regina era nel seminterrato del teatro.
Stava terminando di controllare il bilancio, quando i suoi occhi si posarono su di una poltrona, dove si era seduta con Emma quando era passata a salutarla.
Si diresse verso di essa e vi si sedette.
Lo sguardo fissava la finestra, ma in realtà cercava il suo sorriso fra i ricordi nella sua mente.
- Stai meglio con i capelli lunghi, lo sai amica mia?
Malefica era entrata timidamente alle spalle di Regina che scoppiò in un pianto.
- Oh…oddio scusami Regina. Non sapevo ci tenessi così tanto ai tuoi capelli.
Le si avvicinò.
Regina si coprì il viso con le mani, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
- Per favore. Lasciami sola.
Le chiese con la voce rotta dal pianto.
- Regina…
Malefica improvvisamente perse le parole. Non era la persona più adatta a consolare qualcuno.
La Realtà forse era diversa. Vedere la sua amica così…
- Regina…
La voce di Emma richiamò l’attenzione delle due.
Regina fece dei respiri profondi cercando di controllare le lacrime e soprattutto la voce, ma le lacrime non volevano smettere di scendere.
Malefica poggiò una mano sulla palla dell’amica per poi andarsene e lasciarle sole.
Emma le si avvicinò lentamente.
- Regina…io…
- Henry sta bene, se è questo che vuoi sapere.
La bionda si morse il labbro trattenendo qualsiasi commento.
La odiava quando faceva la persona forte e scontrosa.
Le si inginocchiò davanti.
Voleva guardarla negli occhi.
- Mi sono sentita poco importante per te.
La Evil Queen non rispose.
Emma abbassò lo sguardo sospirando. Capì che non era il momento per parlarle.
Si alzò e si diresse verso la porta.
- Non potevo dirti cos’aveva in mente Gold. Me l’avresti impedito.
La bionda si fermò.
- Forse…ma avresti dovuto parlarmene ugualmente.
Di nuovo silenzio.
Emma era in piedi vicino alla porta.
- Mi dispiace.
Dissero all’unisono. Ciò le fece sorridere.
Lo Sceriffo tornò ad inginocchiarsi davanti a Regina.
Le accarezzò le guance asciugandole le lacrime con dolci baci.
- Ti Amo Regina. Non andartene.
Dopo tutto quel tempo passato, finalmente potevano perdersi nuovamente, l’una negli occhi dell’altra.
Senza pericoli, senza il tempo che scorre contro di loro.
Esistevano solo loro due in quell’istante.
Regina ed Emma.
- Vieni a vivere con noi?
Quella domanda fu fatta tutta d’un fiato.
Emma sorrise.
Le accarezzò i capelli e la baciò.
Un bacio dolce, intenso e passionale, come se tutto ciò che stavano per perdere, l’avessero finalmente ritrovato l’una fra le braccia dell’altra.
 
 THE END




Note di Alex: Ultimo capitolo. Mi dispiace un pò averla finita. Spero vi piaccia anche se un pochino corto.
Grazie di cuore a chi ha seguito la storia e a chi l'ha messa fra i preferiti.
Grazie ancor più a chi ha recensito. EvilRegal9841 mi mancheranno le tue recensioni :D
Buona giornata a tutti :)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2134489