Guilty

di Kikyo91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.~ Let's Party! ~ ***
Capitolo 2: *** 2.~ Reversing ~ ***
Capitolo 3: *** 3.~ Hiro ~ ***
Capitolo 4: *** 4.~ La Scelta Giusta ~ ***
Capitolo 5: *** 5.~ Conseguenze ~ ***
Capitolo 6: *** 6.~ Carcere! ~ ***
Capitolo 7: *** 7.~ Can You Hear Me? ~ ***
Capitolo 8: *** 8.~ Ti Proteggerò ~ ***
Capitolo 9: *** 9.~ Hearts ~ ***
Capitolo 10: *** 10.~ Un Incerto Domani ~ ***
Capitolo 11: *** 11.~ Tradire ~ ***
Capitolo 12: *** 12.~ Fuggire e Ritornare ~ ***
Capitolo 13: *** 13.~ Nuova Traccia ~ ***
Capitolo 14: *** 14.~ Forgive Me ~ ***
Capitolo 15: *** 15.~ Verità ~ ***
Capitolo 16: *** 16.~ Novità Sui Due Fronti ~ ***
Capitolo 17: *** 17.~ G U I L T Y ~ ***
Capitolo 18: *** 18.~ Sii Pronto A Combattere ~ ***



Capitolo 1
*** 1.~ Let's Party! ~ ***


Questa fanfic è stata scritta tanti, tanti anni fa ed ho deciso di rispolverarla (anche per paura di perderla TwT, visto che comunque ci sono affezionata), Chiedo già da subito venia per gli eventuali errori (il più saranno sicuramente di distrazionel lol), cercherò di correggere pian piano, aggiornando ^^

 

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A volte, andarsene non è una soluzione.
A volte, cercare di dimenticare non porta a nulla.
A volte, ripercorrere gli stessi passi può essere solo l’unica scelta.
A volte.

Gli anni passano, le cose cambiano.
Tu pensi di riuscire a fuggire dal passato.
Pensi di farcela, pensi che esso non ti tormenterà più.

Ma è troppo tardi quando te ne accorgi.
Quando rammenti che il passato non si può dimenticare.
Rimanendo indelebile nel tempo.
A tenderti, ad aspettarti.
A metterti in trappola.


Mi amerai ancora domani mattina?
Per tutta la vita!




 

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Capitolo 1
~ Let's Party! ~




 
- ...e con il potere a me conferito…dichiaro Kim JaeJoong laureato in “Scienze matematiche, fisiche e naturali” con 95 punti su 110! -

Il rumore di continui battiti di mani, echeggiò per tutta la sala
Ben cinque commissari d’esame, si alzarono in piedi, applaudendo con i restanti partecipanti a quella laurea.
Il giovane Kim JaeJoong, 24 anni, si alzò dalla sua postazione, scese dal piccolo gradino e s’inchinò profondamente onorato e, da un certo punto di vista incredulo, andando in seguito a stringere la mano ai commissari d’esame, mentre la folla si disperdeva per aspettare i festeggiato fuori.
Avanzò con veemenza e ringraziò più volte i commissari i quali si congratularono ancora, probabilmente orgogliosi di una nuova laurea. Doveva essere un momento di soddisfazione anche per loro! Al paese, serviva davvero gente capace.
Lui era fiero, era sorridente.
Strinse ognuna di quelle mani con serietà.
Ce l’aveva fatta infine. Laureato in Scienze matematiche, fisiche e naturali. Ancora non ci credeva.
Mai, mai da quando aveva iniziato ad andare all’università avrebbe creduto che un giorno si sarebbe laureato in quella facoltà che per lui era sempre stata impegnativa.
Era al settimo cielo. Non avrebbe mai potuto essere più soddisfatto di così!
Per lui era sempre stato importante!
A dirla tutta, tre erano le cose più importanti per Kim JaeJoong.
Primo, la sua laurea appena raggiunta
Secondo, i suoi amici
Terzo, il più importante, il suo amore per Jung YunHo.

Ebbene si. Ormai erano passati quasi cinque anni dal suo incontro con lui.
Un incontro puramente casuale. Ma che gli aveva decisamente cambiato la vita.
Il loro, si può dire, era stato un amore tormentato dal passato di entrambi.
E, per un periodo, era stato sicuro che non avrebbe mai potuto funzionare una storia basata solo di bugie e, purtroppo, anche di tradimenti.
Ogni volta che JaeJoong ci pensava, inevitabilmente, lo invadeva una profonda tristezza.
Erano così immaturi a quel tempo…
Aveva persino tradito YunHo con il suo migliore amico!
Poi, il dolore era stato troppo grande, tanto da fargli accettare di frequentare uno stage di 3 anni in America, per migliorare il suo inglese.
Aveva creduto di aver perso tutto. Di aver perduto YunHo per sempre.
Ma non era stato così alla fine. Tutto, inspiegabilmente si era sistemato.
L’aveva visto in quel’aeroporto, lo avrebbe voluto baciare davanti a tutti, ma infine, l’unica cosa che aveva potuto fare, era stata quella di abbracciarlo forte.
Si erano lasciati con poche parole.
Aveva conservato quegli anelli sino la giorno del suo ritorno, dove molte cose erano cambiate. Dove molto di ciò che era stato, si era completamente trasformato,
Ora, vivevano felici, nel loro appartamento, come una coppia qualsiasi.
Non avrebbe mai potuto andare meglio di così, pensava.

Non appena, con tanto di diploma in mano, uscì dalla sala, venne accolto da un buon numero di persone, tra amici e parenti.
Tutti lo abbracciarono contenti, congratulandosi ancora per la splendida prestazione.
I suoi genitori non erano potuti venire, però poteva contare sul sostegno dei suoi compagni di corso, di amici e sopratutto di sua sorella, che aveva recentemente partorito il suo terzo figlio.

- congratulazioni JJ! Mamma e papà saranno entusiasti! – esclamò abbracciandolo

- grazie finite… - sospirò felice il ragazzo

Poi, si abbassò a salutare anche i suoi tre nipotini, uno dei quali, dormiva beatamente nella carrozzina, cullato dalla voce dolce della madre.
Gli accarezzò la testina ancora priva di capelli. Quegli occhi piccolissimi e quelle manine grandi quanto un dito mignolo, lo facevano riflettere, pensando a ciò che, nelle sue condizioni, non avrebbe mai potuto avere.
Gli altri due bambini, lo tiravano per la maglia, baciandolo e coccolandolo. E lui, sorrideva e si divertiva, mentre la sorella guardava la scena contenta.

- ah… - esclamò all’improvviso - ..JJ! -

- mh? – rispose il ragazzo ancora impegnato con i due monellacci

- c’è YunHo! - concluse la ragazza indicando tra la folla

JaeJoong si alzò un po’ bruscamente da terra.
Guardò nella direzione che la sorella gli aveva appena mostrato. E lì, vide un giovane tra la folla.
Capelli castano scuro tendente al nero, un po’ lunghi, occhiali da sole e un espressione un po’ spesata.
Era tipico di YunHo!

- ehy! YunHo! – esclamò JaeJoong alzando il braccio in modo da farsi riconoscere

Ci vollero un paio di urli prima che l’altro si accorgesse.
Comunque, non appena lo vide, YunHo avanzò verso quella direzione, facendo largo tra la gente.

- JJ finalmente sei uscito! – esclamò arrivando - …ciao SunMi! – salutò poi rivolgendosi alla ragazza

- ciao a te YunHo! – sorrise la ragazza

- ti avevo detto che ci avrei messo un po’! – esclamò JaeJoong con tono un po’ offeso

YunHo sorrise sotto i baffi.

- dai stavo scherzando! Non pendertela! sei stato bravissimo! - si scusò tentando di abbracciarlo

- ahi! non in pubblico per favore! - obiettò JaeJoong staccandosi

- ti vergogni ancora JJ? – domandò SunMi maliziosa

- no che non mi vergogno! -

- se come no…allora vieni qui che ti do un bacio! – scherzò YunHo avvicinandosi all’amico

- tieni giù le mani animale che non sei altro! -

Ci fu una risata da parte di SunMi e YunHo. JaeJoong non capiva cosa ci fosse di così divertente.
Forse aveva fatto male a dire alla sorella di loro due. Ora, YunHo aveva una buona complice per i suoi scherzi idioti.

- comunque… - esclamò la ragazza sentendosi strattonare da uno dei i figli - ..che fai adesso? telo porti via subito? – domandò rivolto a YunHo

- e-eh?! – balbettò JaeJoong

- si! A casa lo stanno tutti aspettando per festeggiare! – sospirò YunHo

- cosa?! YunHo ti avevo detto che non volevo feste!! – borbottò il giovane un po’ arrabbiato

- suvvia! Si stratta solo di un piccolo pranzo tra amici! – spiegò YunHo - …vuoi unirti anche tu Miss bellezza divina?? -

SunMi sorrise.

- no grazie…ho queste tre pesti a cui badare…sarà per la prossima volta! – disse chinando il capo

- peccato… - sospirò il ragazzo

- ehm…sentite un po’ voi due… - cercò di dire JaeJoong

Ma venne interrotto nuovamente da entrambi.

- bene allora me lo porto via! – esclamò YunHo trascinando l’amico per un braccio – a presto! -

- ciao YunHo! … JJ! Ci vediamo! - li salutò la giovane madre facendo un sorriso complice a YunHo che ricambiò con al medesima intensità.

 

**



- Sai che in questo momento ti odio? -

Il volto imbronciato di JaeJoong lasciava trasparire uno strano senso di allegria da parte di YunHo.
Dopo aver salutato la sorella, si erano diretti in un ampio piazzale dove YunHo aveva parcheggiato la macchina.
Da quando erano partiti, JaeJoong era rimasto imbronciato. C’era un po’ di traffico quel giorno a Seoul.
Ci avrebbero messo un po’ a raggiungere l’appartamento.
Il guidatore, sorridendo, si voltò verso il biondo, assumendo uno sguardo dolce tutto d’un tratto.

- invece io ti amo tanto tanto! – disse

- guarda che non mi incanti! -

- uh…peccato.. – sospirò ridendo

- non sei divertente! – continuò – ti avevo espressamente detto niente feste! -

- dai, non fare il difficile…sai bene che gli altri non vedevano l’ora che tu ricevessi questa laurea! -

- …per avere un buon pretesto di ubriacarsi con litri di birra? - azzardò JaeJoong

- negativo! Solo e semplicemente perché ti vogliono bene! – rispose YunHo tutto tranquillo

- … -

- eeh… - sospirò tutto d’un tratto il moro - …il mio JJ alla fine si è laureato… -

- …che ti prende? senso di nostalgia? – rise JaeJoong

- può anche darsi… -

- le ripetizioni sono servite! - osservò con tono malizioso

Il ragazzo non poté fare a meno di sorridere compiaciuto. Strinse forte le mani la volante, mentre con lo sguardo teneva d’occhio il semaforo che in quel momento era rosso e lasciava passare i pedoni.

- tsk…ripetizioni… - ripeté

- beh, adesso non avrai più la scusa per saltarmi addosso ogni volta che studio… - sospirò il biondo osservando il fogli odi pergamena accuratamente ripiegato e legato da un piccolo nastro color Oro.

- tu dici?! - sogghignò l’altro

- io dico!...non è piacevole essere interrotti mentre si studia… -

- come no…fai tanto il prezioso ma poi sei il primo a lasciarsi andare… -

- perché tu sei incredibilmente irresistibile… -

- lo prendo come un complimento… -

- guarda che lo era… - sbottò JaeJoong

YunHo, mentendo sempre il controllo dell’auto, posò i suoi occhi sul volto dell’amico, che in quel momento non lo stava guardando.
Lo osservò da cima a fondo…quei morbidi capelli color biondo platino…quelle labbra rosee e carnose..quegli occhi d’angelo…quell’anello che portava costantemente al dito, così uguale al suo…
Ogni volta ci pensava e ogni volta si dava la stessa risposta.
Pensava a come sarebbe stata la sua vista adesso, se non lo avesse mai incontrato. Se YooChun, quel giorno non glielo avesse fatto conoscere. Di certo, non sarebbe stato così felice.
JaeJoong era stato la sua salvezza.
In quel mentre, il biondo si accorse che l’altro lo stava osservando già da un po’.
Sorrise, compiaciuto da quel gesto.

- la smetti di guardarmi così? – esclamò

- che ci posso fare…sei bello da morire… -

- … -

- … -

- ….e tu farai davvero morire qualcuno se non guardi la strada! – disse JaeJoong notando un eccessivo poco interesse di YunHo per quel lungo percorso rettilineo.

- eheheh…ammettilo…sono troppo sexy… -

- si certo…convinto tu… - sospirò aggrottando le sopraciglia un po’ contrariato

Sentì YunHo fischiare in quel preciso momento. Canticchiava una canzone che era stata di moda un paio di anni fa forse ,ma che a YunHo ricordava il periodo in cui si erano conosciuti quindi la cantava sempre, dove poteva.

- comunque…. – riprese il biondo

- mh? Dimmi…ti ascolto… -

- …chi c’è a casa nostra? - domandò

YunHo assunse uno sguardo un po’ indifferente

- oh…non preoccuparti… ti prometto che non distruggeranno la casa! -

- e-eeeeh??! -


 

**




- KYAAAAA!! È arrivato lo zio JJ! Lo zio JJ è qui!! -

- … -

- c’è anche zio YunHo! Sono arrivati tutti e due!! -

Non appena aprirono la porta di casa, il biondo credette di svenire sul colpo.
Il soggiorno del loro appartamento era stato completamente ricoperto da palloncini, giocattoli, festoni di ogni colore.
Accanto alla televisione vi erano cinque o sei pacchi regali, con tanto di biglietto d’auguri e scatola di cioccolatini.
Le finestre erano spalancate, per far entrare un po’ di aria fresca, i tappeti che c’erano erano completamente spariti, lasciando il posto ai coriandoli che di solito si usavano per carnevale.
I divani erano completamente sottosopra.
Sembrava di stare in un parco giochi. E quei due bambini non facevano che saltare come grilli per tutta la stanza.

- m-mi…mi sento decisamente male.. – sospirò JaeJoong sorreggendosi sulla porta d’ingresso

- il solito esagerato… - borbottò YunHo entrando in casa e trascinando il peso morto dell’amico - ...siamo a casa! -

- zia Jung! zia Jung! Gli zii sono tornati!! – urlarono i due bambini correndo in un'altra stanza, nella cucina.

- oh santo cielo, davvero?! –

I ragazzi non fecero in tempo a togliersi le giacche e quant’altro, che, dalla cucina, con tanto di mestolo in mano, sbucò una signora molto bella, dai lineamenti talmente delicati e raffinati che a stento si poteva credere che fosse la madre di YunHo.
Aveva la fronte un po’ accaldata, e un colorato grembiule un po’ sporco di sugo. Dalla cucina comunque, si sentiva un buon profumo.

- ciao ‘Ma! – esclamò YunHo

La donna sembrò non calcolarlo nemmeno

- fatti vedere giovanotto! – esclamò rivolta a JaeJoong un po’ scosso da tale accoglienza

- s-salve…anche lei qui?! – salutò il biondo lanciando un occhiata maligna a YunHo che fece finta di nulla

- e come potevo mancare alla festa per la laurea del mio genero preferito! – rispose la signora abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia

- ehm…esisto anche io…sappilo… - sospirò YunHo con nonchalance

- oh si YunHo scusami… - sorrise la donna dando un bacio anche la figlio

- …si certo… - sussurrò quest’ultimo grattandosi una mano

- allora JaeJoong…con quanto di sei laureato? – domandò entusiasta

- oh..con 95 su 110… - rispose cortese

- waaah! Che bello! Sono contentissima!! Bravo ragazzo mio! – sorrise raggiante

- a proposito…dove sono gli altri? – chiese il moro cambiando argomento

- YooChun e JunSu sono in cucina…mi stanno dando una mano…su venite! è quasi pronto! -

E li condusse in cucina, come sei quei due fossero stati a casa sua e non avessero saputo dove andare.
Per JaeJoong il trauma di vedere la propria cucina conciata in quel modo, era anche peggiore del primo tremendo impatto che aveva avuto la sua entrata a casa.
Tentò di non svenire, mentre YunHo gli cingeva le spalle.
YooChun in quel momento, stava controllando la cottura della pasta, mentre JunSu, in un angolo, cercava di tenere calmi i suoi due fratellini, dandogli qualche biscotto da mangiare.

- ecco qui il nostro festeggiato! – annunciò la signora Jung

i due ragazzi si voltarono

- JJ! YunHo siete tornati! – esclamò JunSu sorridendo

- ho sentito che ti sei laureato con più di 90! ben fatto! – disse YooChun corredo ad abbracciare l’amico

- gra-grazie YooChun… - esclamò JaeJoong un po’ in imbarazzo

- e a me?! non mi abbracci? – scherzò YunHo rivolgendosi a YooChun

- fatti abbracciare da JunSu se proprio vuoi… - ridacchiò quest’ultimo

- ehi!! – sbottò l’indiretto interessato

- abbiamo fame noi! – intervenne uno dei bambini iniziando ad urlare

- oh insomma! Vi siete appena rimpinzati di biscotti! – protestò JunSu

- ma JunSu Hyung…ce ne hai dati solo due!! -

- uffa… -

- ehm… - domandò JaeJoong avvicinandosi e sussurrando all’orecchio del fratello maggiore delle due pesti - …non li avrai portati tu spero.. -

- ho dovuto farlo! I miei sono andati via oggi! ero l’unico a cui potevano lasciarli… - sospirò JunSu

- susu! Bando alle ciance! Andiamo a mangiare che è pronto! – esclamò la signora Jung togliendosi il grembiule e spegnendo i fornelli.


Con grande sorpresa di JaeJoong, la terrazza era stata meravigliosamente preparata, con tanto di sedie e tavolo, accuratamente apparecchiato e con al suo centro, un bel vaso di fiori freschissimi appena comprati. Doveva ammetterlo, si era incantato a vedere quel ben di dio preparato solo per lui.
Tutto sommato, forse l’idea della festa non era stata male
Si sedettero tutti a tavola, allegramente. A JaeJoong toccò state a capotavola, essendo i festeggiato. Odiava essere al centro dell’attenzione, ma cercò comunque di dimostrarsi felice dato che YunHo non faceva che fissarlo ogni tre secondi.
I due bambini era dall’altra parte del tavolo e cominciavano già a tirarsi le molliche di pane mentre JunSu diceva loro di star buoni. Il tutto, mentre YooChun rideva a crepapelle per una battuta appena raccontatagli da YunHo.
Era contento. Non lo avrebbe mai detto a nessuno, ma era contento di averli tutti li, quel giorno così importante per lui. E vedere quei due che bisticciavano e ridacchiavano tra loro, lo rendeva estremamente felice.
A dirla tutta, dopo il suo ritorno dall’America gli era davvero parso che il rapporto tra di loro si fosse riconsoli dato come tempo addietro.
Eh già…la sua lontananza aveva giovato, a tutti!.
Ad un certo punto, arrivò la donna con una terrina piena di pasta che aveva un odore al quanto invitante.

- ecco qui! Datemi i piatti ragazzi! – sorrise allegramente iniziando da quello di JaeJoong

- grazie mille! – disse il biondo cercando del grana in quella tavola che sembrava immensa

- grazie… -

- grazie! -

- grazie ‘Ma! -

- grazie zia Jung! -

- prego a tutti… - sospirò la donna appoggiando la terrina sul lato del tavolo dove vi era un po’ di spazio e sedendosi anch’ella con i restanti partecipanti a quella festicciola.

Iniziarono così a marginare, stranamente in silenzio.
I due bambini sembravano soddisfatti della pasta e la trangugiavano, arrivando persino a sporcarsi le mani. Era tipico dei bambini.
YooChun mangiava e sorseggiava dell’acqua in continuazione, mentre JunSu continuava, con al coda dell’occhio ad osservare i due fratellini che in quel momento stavano pericolosamente giocando con le forchette.
YunHo sembrava soddisfatto mentre sua madre ogni tanto gli lanciava un occhiata di rimprovero per come mangiava.
Ecco, era in momenti come quelli, di assoluto silenzio, che JaeJoong si sentiva in un imbarazzo incredibile.
Tutti lo sapevano, eppure nessuno sembrava voler fare qualcosa.

- ehm..JJ… - cominciò YooChun

- eh? -

- io e YooChun siamo andati a letto insieme… - concluse YunHo tranquillo prima che l’amico potesse parlare

JunSu sputò l’acqua che in quel momento stava bevendo.

- coff coff! C-COSA?! - esclamò tossendo rumorosamente

- e-eh?! - JaeJoong non credeva di non aver afferrato bene il concetto evidentemente

- YunHo! Ci sono bambini qui!! - obiettò la madre

YooChun non fece altro che scambiargli un occhiata diabolicamente pericolosa

- stavo scherzando…era per smorzare un po’ la tensione… - sorrise allegramente YunHo

Poi però fece una smorfia di dolore, quando YooChun, accanto a lui, da sotto il tavolo, gli tirò un piccolo calcio con il piede. Augurandosi con tutto il cuore che gli avesse fatto un “tantino! Male.
Mentre il moro si apprestava a rispondere all’attacco dell’amico, quest’ultimo lo ignorò e tornò a parlare con JaeJoong.

- stavo dicendo…JJ…mi passeresti la bottiglia dell’acqua? – domandò infine

Il biondo sorrise e, allungando il braccio gliela porse.

- …JunSu Hyung? – aveva domandato uno dei due bimbi tirando la maglia del fratello

- che c’è ancora?! – esclamò un po’ esasperato

- cosa vuol dire che lo zio YunHo va a letto con zio YooChun? -

- … -

- … -

- ..YunHo…??? -

Quest’ultimo sembrò diventare invisibile al richiamo minaccioso di JunSu.

- ehm…siii? -

- ADESSO GLIELO SPIEGHI TU COSA VUOL DIRE!!! - esclamò

- …va bene… - sospirò interessato noncurante e decisamente troppo ironico per poter parlare sul serio - dunque…dovete sapere che lo zio YunHo si è fat… -

- YUNHO CHIUDI QUELLA BOCCA PER L’AMOR DEL CIELOOOO!!!! - intervennero JaeJoong, YooChun e JunSu quasi all’unisono


 

**




Restarono un'altra buona ora e mezza a chiacchierare tra loro, a ridere e ad arrabbiarsi, specialmente quando YunHo stappò la bottiglia di shampagne andando a sporcare il soffitto della casa con il tappo che accidentalmente gli era sfuggito di mano.
JaeJoong lo aveva ricoperto di tutti gli insulti che conosceva, minacciandolo di non fargli più da mangiare per i prossimi due mesi, se prima non avesse pitturato di nuovo e da solo la parte macchiata.
YooChun suggerì invece di chiamare un buon imbianchino, ma il biondo si era categoricamente rifiutato di farlo.
Al canto suo, JunSu era tremendamente imbarazzato, non sapendo come spiegare ai fratelli cosa aveva voluto dire YunHo con la frase di tempo prima, facendo rimanere i piccoli con la curiosità.
Poi fu l’ora del caffè e, a seguire della torta che mamma Jung aveva appositamente preparato per l’occasione.
Si scattarono un paio di foto, fecero due o tre brindisi, e poi, beatamente, iniziarono a sparecchiare, dando una mano a JaeJoong che già si preparava a passare l’intero pomeriggio a pulire.
Tuttavia, la donna fu molto gentile e sistemò per bene la cucina insieme a JunSu.
Poi, dovette andare. Salutò e abbracciò JaeJoong e il figlio, per poi prendere ala mano i due fratelli di JunSu

- me li porto a casa mia..se per te non è un problema! Mi faranno compagnia… - aveva detto

- oh! Nessun problema!li verrò a prendere più tardi! – esclamò il maggiore ringraziando il cielo per la grande occasione di potersi riposare.

Infine, dopo un altre buona mezz’ora, toccò a lui e YooChun salutare, finché JaeJoong e YunHo non rimasero le uniche anime ancora in vita dentro quella casa.
Quella casa il cui soggiorno era un perfetto campo di battaglia.
Al biondo stava venendo un forte impulso omicida, ma preferì trattenersi, ora avrebbe dovuto rimboccarsi le maniche e sistemare.
Se c’era una cosa che aveva imparato in quegli anni, era di non contare su YunHo per certe cose.

 

**



- potresti anche darmela una mano eh…dato che è solo per merito tuo se la casa è un campo di battaglia… - aveva sospirato JaeJoong dopo l’ennesimo tappeto pulito e sistemato al suo posto.

YunHo, lo osservava da una buona mezz’ora e ridacchiava sottovoce, appoggiato ad una parete del soggiorno.
Il biondo sbuffò e continuò con il suo “lavoro”.

- grazie mille eh.. - sospirò

- perché invece non andiamo in camera a riposare un po’? sono stanco… - disse il moro all’improvviso, staccandosi dalla parete e stiracchiandosi

- tsk… - sbottò l’amico – guarda che se cerchi un pretesto per farlo, non attacca… non ci casco più… - rispose sospirando e accucciandosi un po’ a terra per raccogliere qualche cartina

YunHo sorrise malizioso. Oddio, quando lo adorava quando faceva il “prezioso” era così tremendamente irresistibile in tutto quello che faceva…

- va bene… - sorrise infine - …allora, se ti dicessi che voglio farlo in questo momento tu che risponderesti? -

JaeJoong si voltò verso di lui, un po’ irritato

- ti direi che non posso perché sto sistemando… -

- …mi basta come risposta… -

Detto questo, gli prese la mano. Il biondo, al momento non capì, ma poi, sentì l’amico che lo trascinava fino la corridoio, dove si trovavano camera e bagno.

- ehi ehi ehi! Ti ho detto che non posso!!! – obiettò - gu-guarda che disastro di la!! -

- pazienza! Sistemeremo dopo! - sorrise
 

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Capitolo 2
*** 2.~ Reversing ~ ***


Capitolo 2
~ Reversing ~



 
- uh…sono esausto… -

JunSu era entrato in casa praticamente trascinandosi solo con la forza delle braccia. La prima cosa che aveva fatto era stata quella di levarsi le scarpe e di buttarsi sul primo divano libero che non avesse intralci tipo telecomando o biancheria pulita gettata la per chissà quale motivo.
Il compagno, entrò subito dopo di lui e, chiudendosi la porta d’ingresso, appoggiò i sui averi quali telefono e chiavi della macchina, su un tavolino in legno di mogano, decorato, appoggiato alla parete del soggiorno, proprio accanto alla porta.

- la festa ti ha distrutto così? – domandò YooChun andando ad aprire una finestra per far passare un po’ d’aria fresca

- non la festa… - sospirò l’altro - …ma quelle due pesti… -

YooChun sorrise compiaciuto, avvicinandosi al divano sul quale si era stravaccato l’amico.
Si mise dietro lo schienale e in quel mentre, allungò le forti braccia verso le sue spalle e cominciò a massaggiarlo delicatamente.

- …mmm.. – sibilò JunSu rilassando si all’improvviso - …ho la testa che mi scoppia… -

- vuoi che ti prenda una pastiglia? – domandò dolcemente

- naah…quella roba fa solo male… - sospirò

- che strano..non dovrebbe invece fartelo passare? – rise YooChun pigiando i polpastrelli di entrambi i pollici sul collo di JunSu, cercando di procurargli sollievo.

- sai cosa intendo… - bofonchiò il giovane - ….comunque… -

- comunque? -

- ….se dopo hai intenzione di utilizzare la doccia devi stare attento…la manopola è rotta… - spiegò ad occhi socchiusi, sentendo il massaggio rilassato del compagno

- va bene… -

- poi…questa mattina, quando i miei mi hanno lasciato i bambini…me l’hanno chiesto di nuovo… -

In quel mentre, YooChun si fermò un attimo con il massaggio.
Assunse uno sguardo un po’ preoccupato, e sapeva, anche se non riusciva a vederlo, che anche JunSu aveva appena fatto lo stesso.
Si abbassò un po’, cingendo le spalle dell’altro con le braccia.

- …e tu che hai risposto…?-

JunSu sospirò

- …che…ci penserò… - disse infine voltandosi verso YooChun

Quest’ultimo, lo guardò storto per qualche attimo, poi, quasi bruscamente si staccò dall’abbraccio e si allontanò per qualche passo, costringendo JunSu a girarsi del tutto per poterlo vedere in faccia

- gli hai detto che ci penserai?! – ripeté sconcertato

- non dirmi che te la sei presa?! – esclamò JunSu

- certo che me la prendo! Non si può continuare così accidenti! -

- cerca di capire, loro non sono ancora pronti per…accettarlo! – spiegò JunSu preoccupato

- poca miseria JunSu! Stiamo insieme da quasi due anni e ancora non hai mai detto niente ai tuoi genitori! -

- perché tu l’hai fatto?! -

- … -

- il problema è semplice YooChun! Non tutti sono come la madre di YunHo…non tutti riescono ad accettare il fatto che il proprio figlio viva con un ragazzo… -

- … -

YooChun sospirò pesantemente. Si passò una mano fra i capelli, evitando di guardare l’amico, decisamente arrabbiato.
Sentì un profondo e lento respiro da parte di JunSu , che si stese del tutto sul divano .

- senti…che ne dici di lasciar perdere l’argomento? – propose - …non mi piace litigare con te… -

- … -

- … -

- …nemmeno a me… - esclamò abbozzando un sorriso fuori luogo

-… -

- … -

- …YooChun? -

- mh? -

- puoi massaggiarmi ancora un pochino? -

Il ragazzo non poté proprio farne a meno.
Inevitabilmente un sorriso colorò il suo volto. JunSu gli faceva sempre quell’effetto. Ogni volta che litigavano lui non riusciva a stare meno di cinque minuti senza di lui. Era come una droga, gli faceva perdere letteralmente le staffe, lo stregava, doveva per forza averlo vicino per non sentire preoccupazione o altre sensazioni spiacevoli.
Era una droga…o una medicina?
Qualunque cosa fosse JunSu, la sua vicinanza lo faceva letteralmente sentire vivo.
Si avvicinò nuovamente al divano. Questa volta però, JunSu era disteso, e sembrava rilassato ugualmente.
Perfetto, pensava. Quella forse avrebbe potuto essere un’ottima occasione.
Avrebbe voluto coglierlo di sorpresa abbracciandolo, ma non appena mosse un muscolo, l’amico si alzò di scatto dalla sua postazione lasciandolo decisamente spaventato.

- accidenti! – borbottò JunSu tirandosi una pacca

- c-che c’è?! – domandò YooChun balbettando e facendo finta di grattarsi un gomito

- uhm…ho dimenticato le chiavi dei miei a casa di JJ e YunHo…sospirò -

- …questo si che è un problema.. – sospirò YooChun ironico

- spiritoso! - lo zittì JunSu - …mi sa che è meglio se vado a riprendermele… -

Dicendo questo, si alzò un po’ bruscamente, mentre YooChun lo guardava con la bocca spalancata, assolutamente deciso a non muoversi da li per nulla la mondo.

- che fai? Non vieni? – domandò JunSu

- … -

- ehi! Dico a te! -

- ehm…che ore sono?! – domandò a sua volta YooChun

- …uhm..le quattro…perché? -

YooChun sorrise sotto i baffi.
Anziché seguire JunSu, si sedette comodamente sul divano che fino a poco prima era stato occupato, e chiuse gli occhi.
L’amico gli lanciò un’occhiata cupa, non capendo cosa volesse fare.

- non andare adesso.. - sospirò infine

- p-perché? – chiese JunSu sconcertato

- a quest’ora, di solito, fanno un sacco di sozzerie quei due… -

 

**





- Dio santo JJ… -

- c-che vuoi?? -

- sei diventato pesantissimo!! -

- m-ma che vai dicendo??! -

- mi verrà il colpo della strega se non scendi… -

- guarda che è da mezz’ora che ti ripeto di voler scendere!! -

YunHo e JaeJoong, arrivarono un po’ goffamente e con molta lentezza, in camera propria, che si trovava lungo il corridoio, vicino al bagno.
Il moro aveva entrambe le braccia occupate nel sorreggere JaeJoong, che aveva giocosamente preso in braccio dopo che, per volere del biondo, avevano dovuto rimandare il divertimento di ben mezz’ora date le condizioni pietose del salotto.
YunHo cercò di aprire la porta con quanta abilità possedeva ma venne poi aiutato dall’amico, un po’ impaziente.
Con il piede, il moro spinse la porta e finalmente entrarono nella stanza..
C’era profumo di pulito nell’’aria. Le finestre esano socchiuse, le tende tirate. Il letto matrimoniale era sistemato a dovere, era quasi un peccato buttarcisi sopra!
YunHo avanzò di qualche passo e lasciò andare lentamente JaeJoong, appoggiandolo al letto.

- eccola qui, la mia principessa! – sorrise accarezzando i soffici capelli del biondo

- mi piaci quando sei così…dolce! – sospirò JaeJoong tirandogli la maglia

Era disteso su quel letto. Una scena comune,YunHo lo aveva visto centinaia di volte, eppure, ognuna era sempre come se fosse la prima.
Ogni volta provava il forte desiderio di farlo suo, di colmare la sua sete di amore.
JaeJoong lo sapeva, era premuroso. D’altronde, era triste dirlo, ma quello era stato il suo lavoro per molto tempo ,anni prima.
Aveva qualcosa di speciale, un aura tremendamente attraente che non lasciava scampo.
Quel corpo lo avevano violato in tanti, era vero, era palese. Eppure, adesso era soltanto suo. JaeJoong sarebbe stato toccato solo da lui., solo da YunHo.
Lui era il prescelto.
Si amavano, era un amore vero il loro. Pazienza il resto, pazienza ciò che era successo.
L’importante era la loro felicità.

- vieni un po’ qua… -

Il biondo trascinò YunHo sopra di lui, dolcemente.
Il moro cominciò a dargli piccoli baci sul collo, ad un ritmo sempre più veloce mentre JaeJoong gli accarezzava il petto, lo abbracciava e lo guardava.
Il collo era il suo punto debole. lo era sempre stato. E YunHo lo sapeva.
Sentiva i suoi gemiti provenire da quelle labbra meravigliose, mentre sentiva le sue mani, avide, che cercavano di sbottonargli la camicia, fino a far intravvedere parte del petto.
Lo stesso, a sua volta, faceva YunHo che ad ogni bacio, cercava ogni centimetro del corpo dell’amico.

- Yun….Ho… - sospirava

- …amore mio… - gli sussurrò all’orecchio quest’ultimo, mentre ormai la camicia pendeva dalle sue braccia forti.

JaeJoong cominciò ad accarezzargli il petto, toccarlo avidamente, mentre sentiva crescere l’eccitazione. YunHo trasaliva ad ogni suo tocco. Non perché gli desse fastidio, ma perché ogni contatto con lui, gli provocava inevitabilmente un brivido lungo tutta la spina dorsale. Un brivido freddo, gelido, ma piacevole.
Lo baciò con trasporto, tenendo saldi i suoi polsi, che si lasciavano imprigionare senza paura, senza timore.
La sua lingua entrava tra le sue labbra, giocando con la propria, in un bacio che sembrava non finire più, tanto che JaeJoong sentì il respiro mancargli per qualche attimo.
YunHo baciava avidamente ogni volta. Tuttavia era bello quando faceva il possessivo.
Ogni volt, la passione era talmente tanta, che JaeJoong non si accorgeva nemmeno delle mani di YunHo che pian piano gli sfilavano la maglia, i pantaloni…tutto.
Ed infatti, non se ne rese nemmeno conto quando lo fece, questa volta.
Si baciarono con trasporto, si toccarono, YunHo leccava il torace del biondo, facendolo gemere di piacere, mentre lasciava al suo passaggio una scia di saliva.

- a-ah… - gemette JaeJoong

Yunho, cominciando dall’ombelico, era sceso sempre più giù, dandogli piccoli baci seguiti da qualche morsetto.

- mmh…JJ… - sospirò sorridendo leggermente

- …AAH… -

Non disse nulla, non lo avvertì di nulla.
Senza un attimo di esitazione, JaeJoong si sentì esplodere, bruciare dentro.
YunHo era entrato in lui, ma lo aveva fatto senza lasciargli il tempo per reagire. A YunHo piaceva fare così. Lo trovava appagante, quasi divertente. E ogni volta, JaeJoong non capiva mai quando era il momento.
Il moro spinse dolcemente, seguendo la reazione di JaeJoong, il quale, stringeva forte il lenzuolo del letto quasi avesse voluto alleviare il dolore in quel modo.
YunHo intanto lo baciava, con le braccia lo cingeva a se ,mentre, sudato come non mai, continuava la sua “opera”.

- Y-YunHo…? – domandò il biondo ad un certo punto

Aveva cercato il suo sguardo e le proprie mani volevano le sue, impegnate a fare ben altro.
Tuttavia, al richiamo dell’amico, abbassò il volto e sfiorò la sua guancia con le labbra.

- …dimmi…ti fa male? – chiese con una certa curanza

JaeJoong, scosse al testa e cercò di sorridere, nonostante i suoi occhi chiedessero in qualche modo di smettere, almeno per un po’.

- …sei si…curo? – domandò nuovamente

Questa volta annuì piano, mentre gocce di sudore cadevano dalla sua fronte

- …. -

- … -

- ….ti piace…quando faccio il “padrone “ del gioco? -

- mmmh …si… - sospirò flebile, mentre, forse, parlare era l’unica cosa che gli permetteva di non sentire dolore.

Osservò il moro sorridere dapprima dolcemente e poi, in modo piuttosto ironico.
Andò a baciargli le clavicole perfette, assaporando il suo respiro affannoso.

- … -

- … -

- …questo tuo modo di sottometterti…mi eccita… - sospirò infine Yunho, ad un orecchio dell’amico



 

**
- ti lasci sottomettere da me per volontà o per obbligo? -
- … -
- …ti è così difficile rispondere..JJ? -
- …. -
- allora…fammi divertire ancora…mi piccolo ed esile tesoro … -

**







Qualcosa scattò nella mente di JaeJoong.
Un ricordo orribile di una notte senza fine, di una persona appartenente solo al passato, di qualcosa che, con quelle parole, YunHo sembrava aver risvegliato nel ragazzo.
Era chiaro come l’acqua cristallina di un ruscello. Era così terribilmente realistico quello che aveva ricordato…
Qualcuno che aveva creduto di aver dimenticato per sempre…
Senza sapere come ne perché, si dimenò violentemente e all’improvviso, dal dolce abbraccio del compagno.
Respirava affannosamente, e, di colpo, ci si stese sopra, facendolo girare a pancia in giù e, con una forza alquanto improvvisa, riuscì a bloccare YunHo in quella posizione.

- c-che ti prende?! – esclamò il moro confuso e sorpreso allo stesso tempo

JaeJoong non rispose. lo aveva intrappolato e il suo volto era appoggiato alla schiena sudata dell’amico, mentre quest’ultimo cercava di voltarsi indietro, invano purtroppo.
Lo teneva veramente saldo.

- JJ?! Vu-vuoi farmi girare?! – obiettò il giovane

- … -
La risposta fu vana ancora. YunHo non capiva. Però un brivido mi sto di paura e piacere, lo invase quando il biondo andò ad accarezzandogli la pelle, lungo tutta la spina dorsale, fino ai glutei.
Non lo vide, non potette vederlo,ma in quel preciso istante, JaeJoong fece un sorriso alquanto forzato.

- JJ! Insomma che ti prende?! – chiese nuovamente

Si preoccupò, non potette farne a meno.
Cercò di sollevare le braccia ma gli era quasi impossibile.
Era incredulo. JaeJoong aveva davvero tutta quella forza?cominciò ad avere paura, ma evitò di farglielo capire. Sentiva il suo sguardo puntato addosso.

- …io non… - sospirò JaeJoong abbassando gli occhi e baciando dolcemente la testa di YunHo

- ..JJ?! -

- …io…posso anche io…condurre...il gioco… -

- ....e-eh?!-

Il moro credeva di non aver sentito bene evidentemente.
Cercò di voltarsi, ma non fece in tempo.
All’improvviso, si sentì strano. Troppo strano.
Si accasciò di colpo con la testa sulla superficie morbida del letto e strinse i denti d’istinto.
Con i pugni, stritolava con forza il lenzuolo, mentre nella sua testa, c’erano solo un mare di parole e pensieri che non combaciavano fra loro.
Si sentì violato, si sentì davvero male.
Sentiva un dolore indescrivibile, un dolore che non aveva ai provato.
Da quanto ricordava, nemmeno il giorno in cui aveva quasi cercato i uccidersi, aveva provato così tanto dolore fisico come in quel momento.
Era la sua prima volta. Non era mai successo. JaeJoong comandava. Lo poteva manipolare, in quella posizione.
Lo sentiva entrare per poi uscire nuovamente, senza però urlare, o batter ciglio.
In realtà, avrebbe voluto piangere di dolore, ma qualcosa non glielo permetteva. Forse, quel qualcosa, si chiamava semplicemente orgoglio.

- …p-perché non urli..? – domandò ad un certo punto JaeJoong, evidentemente provato da ciò che stava facendo

Già, perché non urlava?

- … -

Ci fu una spinta e JaeJoong ci mise molta più forza.
Ma l’unico risultato che ottenne, fu solo un piccolo gemito dell’amico.
No, non era quello che voleva. Non era quello che si aspettava.

- ……p-perché tu …com’è possibile..? – balbettava incerto

- … -

- …tu..non senti dolore?! – chiese ancora

- … -

- …Y-YunHo… -

Era stanco, era esausto.
Cercava di essere forte, ma inevitabilmente, si ricordava di essere solo un ragazzo esile e debole. Non era capace di far nulla di concreto, mai.
Specialmente quando si trattava di YunHo.
Il moro, in un primo momento ringrazio JaeJoong per essersi finalmente fermato. Ansimava, ansimavano entrambi a dire il vero.
Quel giorno era stato un po’ diverso dai precedenti.
E JaeJoong, con delicatezza, si discostò e si posizionò accanto a lui, con molta dolcezza.
YunHo aveva il volto girato dalla parte opposta. Piccole lacrime continuavano a cadergli dagli occhi, ma erano lacrime causate dal dolore, lacrime involontarie.
In ogni caso, non voleva farsi vedere così.
In quell’istante, sentì la sua calda mano abbracciare d’amore la propria.
 

**

 

* You make me restless, you make me cry
Like a fool, like a child
I want to just laugh it off instead
The closer I get to you
Although I get more scared
I guess I cannot stop this love

 

**




- … -


- … -

- …Yu…YunHo? –


Sentiva la sua flebile voce chiamarlo sussurrando piano, quasi per paura di poterlo disturbare.
Le sue mano gli accarezzavano la schiena bagnata, mente il suo cuore correva all’impazzata.
Era voltato dalla parte opposta, continuava a fissare cupo la sua mano destra, nel cui palmo, vi erano ancora i segni e le cicatrici del suo gesto furioso e disperato avvenuto anni prima.
Le guardava e pensava. Penava a cos’era appena accaduto.
E più le osservava quelle cicatrici, più si convinceva che il dolore era ben altro che quello fisico.
O almeno, cercava di convincersene.
Già perché un dolore allucinante all’addome lo invadeva e sembrava tranciargli in due le interiora.
Chiudeva gli occhi, cercava di alleviare la pena pensando ad altro, ma non ci riusciva.
Gli faceva incredibilmente male.
Era la prima volta che gli succedeva. Era la prima volta che faceva l’amore con JaeJoong in quel modo.
Era la prima volta che faceva l’amore con gli occhi di JaeJoong.
Per qualche istante, poco prima che l’amico lo violasse, aveva avuto istintivamente paura. Una paura incontenibile.
Era forse questo il sentimento che provava il compagno ogni volta?
E tutte le volte che si era fatto toccare…aveva sofferto così atrocemente?

- ..Y-YunHo… - lo chiamava ripetitivamente

- … -

- …YunHo…? -

- … -

- … -

- …mi dispiace… -

Dalle sue labbra non poterono che uscire quelle parole.
Non si voltò verso JaeJoong, anche se avrebbe voluto farlo.
Quest’ultimo smise di accarezzarlo, per sollevarsi un poco col busto, avvicinando ancora alla sua schiena.

- …p-perhcè dovresti scusarti? - chiese

Doveva essere lui a sentirsi in colpa, non YunHo

- …non…non ho tenuto conto di ciò che provavi… - sospirò il moro continuando imperterrito ad adocchiare la sua mano segnata.

- … -

- …scusami JJ… -

- m-ma sono i-io che dovrei chiederti perdono! – obiettò JaeJoong cercando suoi occhi – io…non so cosa mi sia preso… -

- ….non preoccuparti…sto bene… - rispose YunHo voltandosi un attimo per potergli mostrare un sorriso

Ma non sembrava bastare per convincerlo.

- … -

- … -

- …ti fa m-male vero? – chiese nuovamente incerto

- … -

Ci pensò seriamente prima di rispondergli.
Ma d’altronde, tra d loro non ci dovevano essere segreti, no?
Il loro amore non si basava sulla fiducia reciproca?.

- …si…- sospirò infine - …mi fa male da morire…. -

- … -

JaeJoong s’incupì ancora di più. Ma d’altronde era stato sincero.
La sincerità era tutto.
...
Anche se, doveva ammetterlo, non era mai stata il suo forte.
Allungò un braccio, cercando di cingergli la vita.
Lui si lasciò abbracciare, sospirando dolcemente. Il biondo iniziò col massaggiargli l’addome e YunHo sembrò quasi rilassarsi a quel contatto.

- ….scusami… - sospirò

- …non…non ha importanza adesso… - esclamò YunHo dandogli un leggero bacio sulle labbra

- … -

- …beh, credo che per oggi entrambi ne abbiamo avuto abbastanza…dico bene? - esclamò YunHo abbozzando un sorriso un po’ ironico

JaeJoong, dapprima rimase un po’ stupito dalla reazione dell’amico. Poi, però, gli sorrise dolcemente e lo baciò su una guancia, appoggiando poi, la testa sopra la sua spalla.
Entrambi sospirarono sfiniti, coccolandosi beatamente.



Ma All’improvviso, il telefono squillò, interrompendo quell’attimo di pace che era venuto a crearsi tra i due.
JaeJoong alzò gli occhi al cielo.

- il telefono… - sospirò YunHo

- …uffaaaaaaaa…. – borbottò spostandosi e lasciando che l’altro riuscisse a raggiungere il telefono sul comodino opposto a dove si trovava lui.

- ma chi diamine è a quest’ora…?! -

- guarda che sono le cinque del pomeriggio…potrebbe essere chiunque… - osservò JaeJoong stizzito

- …grazie tante saputello….pronto?! – esclamò tutto d’un fiato alzando la cornetta

- ….prontoooooooo???? -

La voce esile ma allo stesso tempo squillante di YooChun fracassò i timpani di YunHo

- …Y-YooChun?! – rispose – che…perché diamine hai chiamato?! -

- eh? Ah! Scusa, eri impegnato a fare porcherie vero?? -

- bada ai fatti tuoi! - esclamò a voce alta. Poi, avvicinò meglio la cornetta alla bocca e parlò piano in modo che JaeJoong non lo potesse sentire. – c…comunque si… -

- Ha aH! Lo sapevo! Possibile che voi due ci diate dentro ogni santo giorno?! -

- si si va bene…perché hai chiamato?! -

- ah si…ehm…dunque…c-ci sarebbe un piccolo problema… -

- …problema?! -

- g-già…vedi… - continuò - …è successo un “piccolo” incidente con la doccia e… -

Ma non finì la frase. YunHo iniziò a sentire parole di scuse e la voce di JunSu, in sottofondo che urlava insulti di ogni genere e frasi del tipo “ma quale piccolo incidente, pezzo di cretino” oppure “lo chiami tu l’idraulico domani!!

- p-pronto?...YooChun?! – domandò YunHo guardando per un attimo JaeJoong che non capiva

- p-pronto! YunHo! Ci sei ancora?! -

- certo che ci sono! Che state facendo voi altri?!-

- eheheh..n-niente! JunSu…ahi!!...è un tantino arrabbiato!! -

- ma si può sapere cos’hai combinato?! -

- v-va bene se te lo raccontiiieeJunsu…no!, non pizzicarmi proprio li! Uh nonono! per favore, treguaa! -

- YooChun?! -

- eh?ah..senti, c-credo che fino a domani dovremo stare da voi… -

- e-eh?!che cosa?! -

- ti..ti spiego tutto adesso, arriviamo ciao! -

- eeeh?! Ehi, YooChun?! Ci sei?! Pronto!! Pronto!! -

Niente da fare, aveva buttato giù il telefono.
YunHo era sconvolto al massimo e riattaccò l’apparecchio per poi alzarsi definitivamente dal letto, cercando i boxer sparsi per terra insieme ai suoi vestiti e quelli di JaeJoong.

- era YooChun?! Che è successo? – domandò il biondo curioso

- ….non ho capito bene…ma quel deficiente deve averne combinata un’altra delle sue… - sospirò ironico YunHo - dai…sarà meglio se ti vesti! – lo incitò

- perché?! – domandò JaeJoong indignato

- primo, perché penso che non sia tua intenzione andare in giro nudo tutto il giorno…secondo, stanno arrivando! -

- chi?! -

- YooChun e JunSu…a casa nostra…si fermeranno fino a domani…credo… -

- c-cosaaaaaaaaa??????? -

- non guardarmi così! Non potevo dire di no! Anche perché YooChun non me ne ha lasciato il tempo! -

- m-ma sia cosa significa questo?! -

YunHo ci pensò seriamente, ma non riusciva a capire cosa passasse per la testa di JaeJoong.

- …uhm…significa…niente più scopate pomeridiane? – azzardò, sicuro di aver colto nel segno

- ma nooo!!!significa semplicemente che casa nostra diventerà un inferno! Fra te e YooChun non so chi sia il più disordinato!! – esclamò irritato

- eddai…non metterla su questo piano…staranno solo fino a domani mattina suppongo… -

- supponi?! -

- …vabbè senti, intanto godiamoci i nostri ultimi momenti di intimità, che dici??? - concluse YunHo ributtandosi nel letto vestito



DIN DON DIN DON



Il campanello d’ingresso suonò rumorosamente.
E dalla camera, si percepivano rumori di una mano che bussava forte alla porta.
Seguita poi da qualche urlo che doveva sicuramente appartenere a JunSu.

- buaaaaaaaaaaaaaaahhhh!! -

JaeJoong sprofondò nelle lenzuola, ancora più arrabbiato, mentre YunHo alzò gli occhi al cielo e si rialzò nuovamente, questa volta, decisamente seccato.
Ma tutte oggi capitavano?!.

- h-hanno fatto presto… - osservò YunHo sorridendo con forza.

- …tsk…questo mi fa rammentare quanto idiota sia stato nel lasciarti scegliere l’appartamento di fianco al loro… - borbottò JaeJoong cercando la propria biancheria

- guarda, dato che era a prezzo scontato non me ne pento affatto! -

- …almeno quello… -
 

* Lyrics di "Can You Hear Me" by TaeYeon

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Capitolo 3
*** 3.~ Hiro ~ ***



Capitolo 3
~ Hiro ~



 
Un odore inebriante si sparse pian piano in tutta la casa.
Era un odore strano, che inevitabilmente si poteva assaporare ogni mattina, quando ci si alzava.
Profumo. Ecco, forse, l’aggettivo che più si addiceva a quell’aroma.
Un ondata di caldo investì JaeJoong, all’improvviso.
Il giovane, spalancò gli occhi di colpo.
In un primo momento, non riuscì a distinguere bene ciò che lo circondava. Sembrava tutto a posto.
Istintivamente si voltò alla propria sinistra.
YunHo era li, ancora profondamente addormentato e, per di più, svestito quasi completamente.
Lo guardò per qualche attimo. Poi sbadigliò. Era talmente assonnato che, spiegabilmente, non si ricordava nemmeno di ciò che avevano fatto la sera prima.
Rimembrava solo che JunSu e YooChun erano venuti a casa loro e che avrebbero dovuto fermarsi fino alla mattina dopo per un “problema”.
YunHo quindi, per farsi ripagare, aveva avuto la brillante idea di ordinare da bere e mangiare per concludere in bellezza la festa della laurea di JaeJoong.
Ecco, da quel momento, non si ricordava nulla di nulla.
L’istinto gli diceva di svegliare YunHo a cuscinate, ma poi, vedendolo così rilassato e, appurato che in effetti erano solo le sei della mattina, decise di lasciar perdere. Per compassione se non altro.
Fece l’atto di ributtarsi sotto le coperte e riprendere a ronfare ma una voce sottile, quasi dei bisbigli, provenienti sicuramente dal salotto o dalla cucina, lo interruppero nel farlo.
Curioso, piano, senza svegliare il compagno, scese dal letto e si mise le ciabatte.
Arrancò a fatica verso la porta. Aveva i muscoli un po’ intorpiditi. Ma che cavolo avevano fatto lui e YunHo quella notte?!! Si chiedeva mentre cercava la maglia del pigiama.
Chiuse la porta della camera e si diresse silenziosamente in cucina, da dove era sicuro che provenisse quel buon odore di caffè.
Seguì le luci accese, ed Infilò la testa nella stanza.
In un primo momento sembrava che non ci fosse nessuno, eccetto la moca accesa che emanava fumo.
Poi però, in un angolo, con cellulare all’orecchio e andando costantemente avanti ed indietro, notò JunSu, ancora in pigiama che sussurrava parole quasi incomprensibili.
Rimase un tantino a bocca spalancata, quando l’amico si accorse di lui.
Un po’ distrattamente, JunSu gli fece un cenno di saluto con la testa e gli indicò la caffettiera che ormai era pronta con il caffè fatto.
JaeJoong capì al volo e corse a spegnerla, aprendo poi la portiera di un armadietto che conteneva le scodelle per la colazione.
Mentre JunSu continuava la sua chiacchierata con quello che doveva essere l’idraulico, mise quattro tazze sul tavolo, munite di cucchiaini e zucchero, andando poi a versare il caffè.
Infine, si sedette e cominciò a giocherellare con il proprio cucchiaino, nell’attesa che l’altro finisse la chiamata.
Non ci volle molto.
Senza che JaeJoong potesse rendersene conto, JunSu spense il cellulare e lo appoggiò un po’ bruscamente su una mensola.

- s-scusami… - esclamò - ti ho svegliato, JJ? -

- nono! Tranquillo! – lo rassicurò il biondo sorridendogli

Non sapendo con esattezza cosa fare, JunSu decise di sedersi al tavolo, osservando la tazza il cui liquido contenutovi lanciava in aria ondate di fumo caldo.

- YunHo…dorme? – domandò incerto

- si…come un ghiro…beato lui che ci riesce… - sospirò ironico

- perché?! Tu no?! -

- mi alzo sempre prestissimo alla mattina…ho l’orologio metabolico un po’ sballato… -

- eheheh..ti capisco…vale lo stesso per me… -

Entrambi presero a sorseggiare il loro caffè che stava già cominciando ad intiepidirsi.
JaeJoong solitamente era di poche parole alla mattina ma, nonostante avesse pure JunSu che continuava a fargli domande, non riusciva a formulare un discorso articolato con lui.
In realtà, da quando lo aveva conosciuto al suo ritorno, quel giorno in aeroporto, non ci aveva mai parlato faccia a faccia, da solo.
Anzi, probabilmente quella era la prima volta in assoluto che chiacchieravano insieme.

- ehm..YooChun dorme? – bofonchiò JaeJoong

- n-no… - rispose l’amico colto un po’ alla sprovvista - …c-credo sia in bagno a farsi una doccia… -

- capisco… -

- … -

- … -

- ….scusa se vi siamo piombati in casa di punto in bianco… - aggiunse infine JunSu

- non preoccuparti…non arrecate minimo disturbo! – gli sorrise il biondo, convinto

Poi, nuovamente, ripresero a bere la propria bevanda, incapaci di continuare a parlare.
Ne uno ne l’altro sapevano cosa dirsi. Anzi, non nascondevano una specie di imbarazzo.
Mentre JunSu cercava qualcosa di convincente da dire, JaeJoong, inevitabilmente, continuava fissarlo con la cosa dell’occhio, senza che lui se ne accorgesse.
Era davvero un bel ragazzo. Intelligente, amabile, perfetto sotto ogni punto di vista e assolutamente timido.
Aveva un anno in meno di YooChun(e di lui,ovviamente)ma molte volte, ne dimostrava anche di più.
Per la sua saggezza e serietà.
Portava al dito un anello d’argento, uguale a quello di YooChun.
Quando i due si erano giurati amore eterno, lui non c’era, era lontano, in America. Non aveva potuto assistere all’evento.
Non aveva potuto assistere alla felicità di YooChun.
YunHo una volta si era messo d’impegno e glielo aveva raccontato.
Gli disse che era stato un giorno piuttosto soleggiato, d’inizio marzo.
Gli disse che non aveva mia visto YooChun così felice.
Gli disse che JunSu era stata la salvezza dell’amico.
Da quando avevano cominciato a vedersi,YooChun era maturato, era cambiato.
Avevano fatto molte gite con YunHo in quel primo periodo. Il ragazzo aveva ammesso di averli pure invidiati.
In effetti, ripensandoci, YooChun era iperprotettivo nei confronti di JunSu.
Era sempre pronto ad aiutarlo, lo coccolava puntualmente tutte le volte che ne aveva la possibilità, insomma, era semplicemente premuroso.
Quel ragazzo doveva esser davvero speciale per YooChun.
Doveva amarlo davvero! Più di quanto non avesse amato JaeJoong o YunHo.
Guardare JunSu gli dava un senso di tenerezza immensa.
Non sapeva spiegarlo, ma sembrava un ragazzo così per bene, così innocente, così…puro.
Già…puro.
In effetti, della vita privata sua e di YooChun, JaeJoong sapeva poco niente.

- senti… -

Tutto d’un tratto, la voce di JunSu si fece esile, quasi tremante.
Aveva posato la tazza sul piano liscio del tavolo e sembrava parecchio incerto. Quasi avesse avuto timore di parlare.

- dimmi, ti ascolto… - esclamò il biondo tranquillo, cercando di rassicurare JunSu con il tono della sua calda voce

- … -

- …? -

- …a-avrei da chiederti…una cosa… -

- …di che tipo? – domandò a sua volta JaeJoong, cominciando ad essere troppo curioso

- …è una cosa piuttosto…personale… -

- con me puoi parlare! - lo incoraggiò – anche se centra con YooChun, stai pur certo che non dirò nulla! -

JunSu sorrise timidamente.

- …beh… -

- … -

- volevo…sapere se… -

- … -

- …tu…la tua prima volta….hai provato tanto dolore? -

JaeJoong smise di bere il caffè e lo guardò, come se non avesse afferrato bene il concetto.
L’amico, a qualche metro da lui, stava sprofondando nella vergogna più assoluta e sembrava sul punto di alzarsi per andarsene.
Era la prima volta che qualcuno gli chiedeva una cosa del genere. Era la prima volta ce qualcuno se ne interessava, a dire il vero.
JunSu gli aveva appena domandato com’era stata la sua prima volta…
E chi se la ricordava?!.
Provò a pensarci, abbassando lo sguardo.
Com’era stata la sua prima volta?
Da che ricordava, brutale, in tutti i sensi. Credeva di non aver mai sentito così tanto dolore come quella volta e, sfortunatamente, il suo primo cliente non era stato gentile, nonostante tutto.
Si ricordò persino di aver pianto tutta la notte, pregando perché finisse al più presto. E quel tipo, più lui piangeva, più si divertiva.
Era un ricordo triste, che aveva sempre cercato di dimenticare.
Cosa doveva rispondere adesso? Cosa doveva dire per non mettere paura a JunSu?
Anche perché lui, probabilmente non sapeva nulla del suo lavoro di accompagnatore.
JunSu pensava che la sua prima volta fosse stata con YunHo.
E quante volte aveva desiderato che fosse stato davvero così…

- p-perché…una domanda…del genere? – domandò un po’ evasivo

Il ragazzo non riuscì a dire una parola. Guardava vuoto il caffè che era rimasto nella tazza, ormai tiepido.
Assunse un aria un po’ triste. Forse sarebbe stato meglio rispondere più direttamente?

- s-scusami…so che non sono affari miei… - borbottò JunSu cupo

- no…non è questo… - lo interruppe JaeJoong – è solo..che non capisco il perché della domanda… -

- … -

- … -

- …se…ti dicessi…che ho paura? -

Il biondo sembrò ancora più confuso di prima, ma poi, realizzò ciò che JunSu probabilmente voleva dire.

- …paura…? - ripeté

- ho paura…paura del dolore…che potrei sentire…se…se decidessi di fare l’amore con YooChun… - ammise infine

JaeJoong sospirò pesantemente.
Dunque, era davvero quello il problema. Paura del dolore…a suo tempo, JaeJoong non si era posto una domanda del genere…

- lo sai…è da quasi due anni che stiamo insieme… - continuò

Il biondo annuì discretamente

- …beh…nonostante siamo una coppia da così tanto tempo…non lo abbiamo mai fatto… -

- … -

- YooChun mi ha detto…che non devo preoccuparmi…che se non mi sento pronto lui non insisterà… -

- … -

In quel mente, JunSu s’incupì ancora di più, quasi volesse negare ogni cosa, quasi si fosse appena pentito di aver raccontato tutto a JaeJoong.

- …ma sono sicuro…di essere un peso per lui…con questo mio atteggiamento… - sospirò

- …JunSu… -

- per questo te lo chiedo JJ…tu, probabilmente puoi capirmi più di tutti… -

Si guardarono per dei brevi istanti. Già, era vero.
Probabilmente, lui era l’unico che poteva capire lo stato d’animo di JunSu. Poteva capirlo più di YunHo o di YooChun.
Perché lui stesso aveva provato quel tipo di dolore. E lo aveva provato per moltissime volte prima di riuscire a convivere con esso.
Prima di riuscire ad alleviarlo, piano piano
Ora però non sapeva rispondergli. Non voleva spaventare JunSu, ma non voleva nemmeno dirgli di non preoccuparsi, che non c’era nulla di cui aver paura. Sarebbe stata una menzogna.
D’altronde, la prima volta doveva essere la migliore.
Per lui non lo era stata, ma lo aveva accettato col tempo.
E Junsu non poteva compiere i suoi stessi sbagli.

- …senti …JunSu… - cominciò titubante

- … -

- purtroppo io…non sono il tipo di ragazzo che va preso come esempio in questo caso… - sospirò amaramente

- c-cioè…? -

- hai ragione, io ti posso capire meglio di chiunque altro…però… - continuò - …la mia prima volta non è stata esattamente come la intendi tu…credo… - aggiunse in fretta vedendo l’amico assumere uno sguardo interrogativo

- ma…c-che vuoi dire…non capisco… -

Il biondo sospirò e abbassò lo sguardo.
Curvò le spalle, strinse i pugni quasi d’istinto. Credette che per un momento, JunSu si fosse pure spaventato da quella reazione.

- …le…mi prime esperienze…non sono state molto belle… - disse - …ma da quando ho incontrato YunHo, nella mia vita sono cambiate molte cose… -

- davvero? – chiese curioso

- già…certo, all’inizio è stata dura…ma poi si è risolto tutto per il meglio! -

Abbozzò un sorriso compiaciuto, mentre ricordava gli avvenimenti belli e brutti che in passato avevano travolto la sua vita.
JunSu, osservandolo così contento, sembrò riacquistare un po’ di colore e carattere.

- comunque…se non te la senti, non devi farlo… - concluse infine il biondo - …la prima volta deve essere la più bella! -

L’amico sorrise amichevolmente e annuì, anche se non ancora soddisfatto.
Avrebbe voluto chiedere a JaeJoong cosa significavano le parole di poco prima, ma aveva paura di essere davvero troppo invadente.

- …grazie…JJ… - sospirò infine sorridendo

- scusami, se non ti sono stato di grande aiuto... -

- ma no! – obiettò JunSu – ho capito perfettamente cosa intendevi! -

Il giovane sorrise ancora, anche se piuttosto leggermente.



- KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH! -



In quel momento, un urlo portentoso ruppe quella conversazione tranquilla, spaventando entrambi i ragazzi che ,per poco, non fecero cadere le tazze sul pavimento, mentre stavano andando a collocarle nel lavandino.

- che succede?! – chiese JunSu preoccupato

JaeJoong sospirò scocciato

- questo è YunHo di sicuro… - borbottò - …andiamo a vedere… -

Data lo scarso interesse da parte del biondo, JunSu non potette che essere doppiamente agitato.

- non…non sei preoccupato? -

- mah…come al solito non troverà le sue mutande preferite… -

- ha delle mutande preferite?! – esclamò sconvolto

- già…ti pare normale uno così?! -

Entrambi, si diressero verso le camere.
Tuttavia, l’urlo non proveniva dalla stanza dei padroni di casa, ma dal bagno, che si trovava di fianco a essa.
YunHo era davanti alla porta, solo con l’intimo addosso ed una spazzola in mano che stava utilizzando come possibile arma di difesa.
Sembrava a dir poco sconvolto.

- allora…che succede? – domandò stizzito JaeJoong

YunHo, balbettò parole incomprensibili e con il dito indicò l’interno del bagno.

Vi era niente meno che YooChun, ancora tutto grondante di acqua, appena uscito dalla vasca.
Aveva solo un asciugamano attorno alla vita.

- YooChun! – esclamò JunSu coprendosi gli occhi ed arrossendo per istinto

- mi…mi stavo facendo la doccia! E questo qui è entrato senza bussare! - spiegò il ragazzo alludendo a YunHo

- q-questo è il mio bagno accidentaccio!!! Rivestiti!!! -obiettò YunHo

- se mi lasci cinque minuti mi cambio!! –

- cinque minuti sono troppi!!! Copriti ed esci subitoo!! -

- ma di che ti scandalizzi scusa??!! Come se non avessi mai visto un maschio nudo… - borbottò YooChun indicando JaeJoong

- si…vabbè, ragazzi piantatelaaaa…. – li interruppe il biondo cominciando a spazientirsi

- ma JJ… - esclamò YunHo facendo gli occhi dolci – sai bene che se arrivo i ritardo il capo mi licenzia in tronco!! -

- tsk…svegliati prima alla mattina… -

- non ti faccio nemmeno un po’ di pena??!! -

- nah…mi irriti e basta… -

- eeehh??! -

- ehm…non vorrei interrompere… - intervenne JunSu

- …ma potreste discutere in salotto e chiudere la porta di questo accidenti di bagnooo??? – concluse YooChun

 

**




Fortuna volle, che quella mattina, a differenza di quanto YooChun aveva detto, non ci mise affatto cinque minuti, ma decisamente meno. YunHo, una volta vestito, si era precipitato al lavoro, saltando addirittura la colazione che JaeJoong gli aveva pure preparato.
“mangio qualcosa là!” gli aveva detto mentre si infilava le scarpe in fretta e furia.
Poi, se ne era andato in macchina, sperando di arrivare puntuale.
JunSu e YooChun quindi, aiutarono il biondo a sistemare un po’ il salotto, ancora in disordine dal giorno prima e, in seguito, decisero tutti e tre di andare a fare una passeggiata.
La giornata era abbastanza soleggiata, si poteva stare tranquillamente in maniche corte, senza il rischio di prendere freddo. Lungo la strada, si fermarono a comperare dei gelati e, tra un negozio e l’altro, JaeJoong si ricordò di fermarsi in edicola.
Alan, come sempre era disponibilissimo nei suoi confronti. Raramente metteva da parte le riviste i clienti, ma per chiunque facesse parte della famiglia Jung, questo era altro!.
E al ragazzo faceva davvero piacere essere considerato tale.
Lo conosceva decisamente bene, Alan…d’altronde, era stato il suo datore di lavoro per moti anni.
Ma in realtà, era sempre stato un buon uomo. Ogni tanto gli veniva alla mente il suo primo colloquio con lui…gli aveva consigliato di non farlo, di non entrare nel “giro”, che un ragazzino di quell’età aveva ancora così tanto per cui essere felice…
Poi, comunque, dopo che JaeJoong stesso aveva lasciato quel lavoro, anche Alan aveva fatto lo stesso.
La moglie non aveva mai sospettato nulla ed in fondo, era stato meglio così. Adesso, era una persona qualunque.
Quindi, dopo essere stati a trovarlo, i giovani decisero di dividersi. JunSu e YooChun andarono alla ricerca di un negozio di scarpe mentre il biondo pensò di andare a fare un salto a trovare YunHo.
Prese il taxi, dato che il posto era praticamente dall’altra parte della città.
Ci vollero una ventina di minuti. Non appena arrivò, pagò il taxista e si diresse poco più avanti.
In uno delle vie principali, famose soprattutto per le numerose boutique e profumerie, si trovava il bar, dove da qualche tempo, YunHo aveva trovato lavoro come cameriere.
Certo, per un laureato un lavoro del genere era un po’ umiliante, ma per ora, bastava ad entrambi.
Come al solito, c’era un grande via vai di gente, dato il punto strategico in cui si trovava, e così, si fermò davanti all’ingresso e vi spiò dentro.
Vi era il caos più totale. Del resto era piena mattina. Non riuscì a scorgere subito YunHo e quando finalmente lo vide, il ragazzo non si era accorto di lui.
Sembrava davvero molto indaffarato. Andava avanti ed indietro per i tavoli sorridendo in continuazione.
Fu un collega del moro a fare in modo che si accorgesse della presenza di JaeJoong.
Tuttavia, nonostante YunHo stesse per arrivare a salutarlo, venne nuovamente chiamato per una ordinazione.
JaeJoong sospirò leggermente e decise che forse era il caso di aspettare, seduto come un cliente normale.
Fu così che si sedette al primo tavolo liberò che trovò, in uno di quelli all’esterno del bar.
Appoggiò la giacca allo schienale della sedia e li, cominciò a leggiucchiare un quotidiano lasciato lì per sbaglio, probabilmente da un altro cliente. Canticchiò qualcosa, riuscì a comporre ben tre messaggi e ad inviarli in soli cinque minuti e con la coda dell’occhio, osservava YunHo , poco lontano, che cercava di liberarsi di una ragazza particolarmente fastidiosa, la quale sembrava chiederli con gli occhi “mi porti a fare un giro?”. Sbuffò per quella piccola scenata alla quale il moro pareva non riuscire a liberarsi.
Ma d’altronde, lo sapeva perfettamente. YunHo era davvero un bel ragazzo e qualunque donna o ragazza si sarebbe volentieri fermata a sedurlo. O almeno, ci tentava!.
Fu così, che dato che YunHo non si apprestava ad arrivare, si fece ordinare da bere ad un altro cameriere. Per fortuna, venne servito quasi subito.
E nel frattempo, YunHo era sparito nelle cucine a fare chissà che cosa.
Con le mani girava e rigirava il bicchiere pieno fino all’orlo di succo all’arancia , ogni tanto la gente lo adocchiava, forse per il colore insolito dei suoi capelli. Accadeva molto spesso anche se si sapeva che tra i giovani vi era questa moda “strana” di tingersi i capelli.

- …non…non è possibile! J-JaeJoong?! -

Ad un tratto, il biondo sentì pronunciare il suo nome da una bocca ch non poteva essere quella di YunHo e tantomeno quella di JunSu o YooChun.
Si voltò, prima a destra e poi a sinistra, incerto, finché, non sentì un’ampia mano posarsi sulla sua spalla.
Leggermente spaventato, si voltò nuovamente questa volta indietro.

Era alto. Tremendamente alto.
Capelli neri, scurissimi, non particolarmente corti. Indossava un paio di occhiali da vista che però avevano l’aria di essere tenuti solo per pure bellezza.
Era vestito piuttosto elegantemente, con tanto di borsa da lavoro.
Accanto a lui, vi era un altro ragazzo, sembrava più giovane e pareva un tantino arrabbiato di trovarsi proprio lì in quel momento.

- H-Hiro?! –balbettò incerto JaeJoong

Quest’ultimo, fece un ampio sorriso e JaeJoong non potette fare a meno di alzarsi dal proprio tavolo.

- JaeJoong! – ripetè lui

- m-mi hai spaventato… -

Il biondo evitò accuratamente di guardarlo troppo negli occhi.

- da quanto tempo! – sorrise Hiro

- g-già…tre anni ormai… - osservò JaeJoong

- non sei cambiato per nulla! Tranne il colore dei capelli… - esclamò Hiro alludendo alla tinta bionda dell’altro.

- che cosa ci fai qui a Seoul?! – domandò il giovane evidentemente, cercando di cambiare argomento

- mi hanno appena trasferito! Adesso lavoro qui! Gestisco una piccola impresa… -

- davvero? Fantastico! – sorrise JaeJoong

Tuttavia, parve un tantino agitato nel ritrovarsi davanti quel ragazzo, di circa trent’anni, che continuava a fissarlo quasi come se avesse voluto abbracciarlo da un momento all’altro.
Se se ne accorse anche quest’ultimo.

- ah! – esclamò – voglio presentarti Takuya! È un mio collaboratore! -

Quel giovane si fece avanti titubante e con un cenno, salutò JaeJoong, lasciandolo un po’ sconcertato.

- piacere Takuya! – sorrise infine cercando di essere carino

- …senti JJ… - cominciò Hiro

- JJ! -

Entrambi i ragazzi si voltarono e il biondo si sentì immediatamente sollevato.
YunHo, con il vassoio in mano, si precipitò dai tre e, senza calcolare nessun’altro, salutò JaeJoong allegramente.

- scusami! Ma oggi è strapieno! – esclamò

- figurati! Sono solo venuto a farti un salutino… - lo rassicuro JaeJoong

- eheheh allora ti ringrazio… -

- JaeJoong…puoi presentarci? – intervenne Hiro mettendosi in mezzo tra i due

Non sembrava più molto felice come poco prima.
YunHo assunse uno sguardo interrogativo e poi, lo puntò sul biondo, che si sentì tremendamente chiamare in causa.

- e tu…saresti? - si apprestò a chiedere il moro

- ehm…lui è Hiro! Takahashi Hiro! – lo interruppe JaeJoong cogliendo la palla al balzo - in America, lavoravo nella sua agenzia di viaggio! Mentre l’altro è Takuya! Un suo collaboratore! -

- ah. – borbottò YunHo – piacere…Jung YunHo…sono un amico di JJ… - concluse allungando la mano

- piacere… -

Hiro gliela strinse forte. Non sapeva come spiegarlo, ma non appena lo fece, una sensazione quasi di disgusto, fece vibrare il corpo di YunHo e dovette, quasi subito, lasciarla andare.
Si guardarono per qualche attimo e sembrava esserci parecchia tensione fra loro. Hiro, riuscì a notare l’anello d’argento che splendeva al dito anulare del moro.
Continuavano a scrutarsi senza dire una parola.

- si…ok…dato che abbiamo fatto le presentazione… - cominciò JaeJoong – io dovrei andare adesso! -

- anche io…ho un’importante riunione da portare a termine…se faccio tardi sono guai… - sorrise Hiro

- faremo tardi Hiro… - borbottò Takuya scontento

- anche io dovrei lavorare… - si aggiunse YunHo un tantino irritato

- bene..JaeJoong…è stato un piacere rincontrarti, magari ci si rivede in giro… -

- si…magari… - sospirò JaeJoong agitando la mano

Poi, con un cenno salutò anche YunHo che ricambiò cortesemente e riprese il suo cammino, attraversando la strada e lasciando il bar.

Non appena se ne fu andato, il moro prese uno straccio e pulì il tavolo accanto a quello del biondo, un po’ arrabbiato.

- che ti prende?– domandò JaeJoong

- niente… -

- hai una faccia! –

- ma va là… -

- no….non sarai mica geloso spero… - azzardò curioso

- geloso?! Io?! Di quello?! Ma figurati… - esclamò andando in escandescenza


 

Giusto!
Quale motivo poteva avere per doverlo essere?




 

**





- uhm…ancora cinque minuti… -

JaeJoong, aprì la credenza e vi prese il sale da cucina.
Aprì il vasetto e vi buttò ben due cucchiai all’interno della pentola nella quale bolliva l’acqua per la pasta.
Erano ormai le dodici e mezza. YunHo sarebbe arrivato a momenti.
Quella mattina, sarebbero stati solo loro due a pranzare. YooChun e JunSu si erano fermati altrove ed in fondo, forse era meglio così. Ci voleva un po’ di privacy.
La pausa pranzo di YunHo durava un’ora abbondante e JaeJoong aveva deciso di preparagli qualcosa di buono da mangiare.
Aveva preparato il tavolo con tanto di piatti, posate, e tanto per essere romantici, una piccola candela spenta la centro, che avrebbero acceso solo più tardi (nonostante fuori ci fosse un sole pazzesco).
Dopo essere tornato dal bar, ancora con le palpitazioni che andavano a 10000 per l’incontro con Hiro, si era messo a pulire per bene casa, a rifare i letti e a preparare il pranzo.
Non vedeva l’ora di rivedere YunHo!
Canticchiando tra sé, assaggiò l’acqua per sentire se il sale era abbastanza e poi, prendendola dalla bilancia, butto la pasta nella pentola ed iniziò a rigirarla con il mestolo.

DRIIIIIIIIIIIIIIN!

Il campanello dell’ingresso suonò.
JaeJoong scattò in piedi e,con ancora i grembiule da cucina addosso, si precipitò alla porta per aprire a YunHo, anche se, si ricordava di avergli lasciato le chiavi quella stessa mattina.
Come al solito, doveva essersi scordato di averle.
Con molta non curanza, aprì la porta di colpo, sorridendo.

- ciao!! - esclamo allegro

- …ciao…JaeJoong… -

Quest’ultimo, smise subito di sorridere. Anzi, il suo sguardo s’incupì all’istante.
Non era proprio possibile.

- H-Hiro… - balbettò spaventato

Quest’ultimo, sorrise ampliamente, come qualche ora prima.
Tuttavia, quel sorriso sembrava così finto in questa circostanza…

- già…proprio io…carissimo… - sogghignò

Per istinto, JaeJoong cercò di chiudere la porta all’istante ma l’altro fu più veloce di lui, e bloccò la porta allungando un braccio verso l’interno della casa.

- ehi ehi…è così che si tratta un ospite? -

- … -

- …non mi fai entrare? -

- … -

Il biondo si discostò dall’ingresso e spalancò la porta, a sguarodo basso.
Hiro si fece avanti, come s fosse stato effettivamente a casa sua mentre JaeJoong richiudeva la porta guardandolo in ogni cosa che faceva, come se volesse tenerlo sottocontrollo.
Il ragazzo si guardava attorno, e poi, posò il suo sguardo alla cucina, collegata la salotto, preparata appositamente per il pranzo.

- wow…te la cavi bene in cucina a quanto vedo… -esclamò

- … - JaeJoong lo guardò torvo

- e, immagino che tu non viva da solo… -

- … -

- … -

- ….che cosa vuoi?! Come hai fatto a trovarmi?! – domandò JaeJoong impaziente

Hiro sorrise.

- ti ho semplicemente seguito… -

- …p-perché?! -

L’altro, si voltò verso idi lui. Sospirò pesantemente e si passò una mano tra i capelli perfettamente pettinati.

- …perché ti voglio di nuovo… -

- c-che cosa?! -

- hai capito benissimo… -

Il biondo parve assolutamente sconcertato.
Inoltre, Hiro si stava avvicinando a lui in maniera alquanto pericolosa.
Si discostò all’istante, raggiungendo di fretta e furia l’altra stanza, cominciando a sentire la pasta che si stava cuocendo.

- n-non prendermi in giro… - esclamò JaeJoong - io e te non abbiamo più nulla da dirci… -

- …tsk… - disse Hiro raggiungendolo molto lentamente in cucina – eppure oggi, davanti a quell’altro moccioso sembravi così carino e disponibile nei miei confronti… -

- … -

Il biondo non si voltò. Strinse forte i pugni e guardò fisso il lavandino vuoto, senz’acqua.

- …lascia fuori YunHo dalla questione…lui non sa nulla di te… -

- certo che non sa nulla…altrimenti…peso che ti avrebbe già lasciato da parecchio! – sorrise ironico, Hiro

- non parlare come se lo avessi tradito! – obiettò il ragazzo – è stata solo colpa tua! Io non…non avrei mai voluto… -

- all’inizio forse si! Ma poi, a quanto pare ti piaceva essere “coccolato”… -

- adesso basta! Sparisci! – lo interruppe JaeJoong – YunHo arriverà da un momento all’altro! -

Non voleva più sentire niente.
Era stanco.

- e allora? Cos’è? Hai paura che scopra ogni cosa?! -

- Non voglio che soffra ancora! -

- tsk…

- che hai da sbuffare? -

- ...non lo biasimo affatto...quello YunHo... -

Hiro si avvicinò al ragazzo.
Quest’ultimo era immobile, attonito, pallido e soprattutto, impaurito.
Non aveva il coraggio di muoversi e guardava costantemente il lavandino, come se fosse stata la cosa più bella ed allettante che avesse mai visto.
Sentì una delle dita di Hiro che li sfiorò la guancia.
Rabbrividì.

- …la tua pelle è fredda…il tuo corpo trema… - sospirò Hiro – ti faccio davvero così paura? -

- …v-vai via…ti prego… -

Tuttavia, il giovane sorrise e, anzi, non obbedì alla richiesta del biondo.
Gli si avvicinò ancora di più ma JaeJoong non lo capì immediatamente cosa voleva fare.
Quel dito era diventato una mano. Una mano che gli accarezzava il volto spaventato.

- tu mi preghi…JaeJoong?!

- v-vai via! – ripeté nuovamente

- … -

Il biondo chiuse gli occhi.
Tuttavia, non accadde nulla.
Hiro si staccò da lui in meno di quanto ci aveva impiegato per avvicinarsi.
JaeJoong li riaprì e guardò l’altro ascrivere qualcosa in un foglietto e con una penna tirata fuori dalla giacca nera.
Sembrava un biglietto da visita.
Non appena lo ebbe scritto, lo appoggiò al tavolo apparecchiato.

- …ho bisogno di vederti JJ…e dobbiamo essere soli… - esclamò

- p-perché?! -

- … se lo farai, sparirò per sempre dalla tua vita…. – sospirò - …se non lo farai…beh, in questo caso non so quanto potrà durare la felicità tua e di quell’altro moccioso… -
 

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Capitolo 4
*** 4.~ La Scelta Giusta ~ ***


 

Capitolo 4
~ La Scelta Giusta ~




 

- … -

- …-

- …allora… -

- …mh? -

- …sei silenzioso oggi… -

JaeJoong indirizzò gli occhi verso il proprio piatto di pasta, ancora fortunatamente caldo.
YunHo, poco distante, dall’altro lato del tavolo, mangiava lentamente la propria porzione, non potendo però evitare di guardare il compagno assorto nei suoi pensieri e tremendamente indeciso sul fatto di iniziare a mangiare.
Nemmeno la tv accesa del salotto sembrava aiutarli in un possibile dialogo.

- come mai non parli? – domandò nuovamente YunHo

- … -

- di solito mi rimbambisci di chiacchiere mentre oggi non hai detto una parola! -

- …scusami…sono solo un po’ stanco… - gli sorrise dolcemente JaeJoong

Entrambi poi, ripresero a mangiare silenziosi.
Anche troppo a dire il vero! Jaejoong sembrava più desideroso di andarsene che rimanere là un minuto ancora in più.
Tuttavia, la ferma convinzione che fosse effettivamente una cavolata quella di alzarsi di punto in bianco e chiudersi in camera a deprimersi, lo faceva sentire un perfetto idiota.
Se l’avesse fatto però, YunHo gli avrebbe chiesto cosa era accaduto. E lui, che gli avrebbe raccontato? Da dove avrebbe potuto cominciare?
Ma, soprattutto, YunHo avrebbe capito?
Il solo pensiero però, lo fece rabbrividire all’istante e, senza accorgersene, aveva preso a tremare come una foglia.
Si alzò lentamente dalla sedia nell’intento di mettere il piatto vuoto e sporco nel lavandino.
Facendolo, tuttavia, gli vennero i brividi.
YunHo non potette fare a meno di alzarsi

- JJ! – lo chiamò avvicinandosi con cautela

- e-eh? – domandò quest’ultimo

- tu non stai affatto bene! -

Il biondo rimase di stucco per qualche attimo.
YunHo gli prese il piatto di mano e lo mise nel lavello di fretta e furia, e poi, gli posò una mano sulla fronte.
JaeJoong cercò di discostarsi da quel gesto.

- p-piantala…sto bene… -

- non mi sembra proprio! Sei pallidissimo! -

- è solo una tua impressione… - spiegò il biondo – oggi mi sono stancato un po’…tutto qui… -

- forse è meglio se vai a letto! - disse YunHo non badando alle parole dell’altro

- non se ne parla…ho un sacco di cose da fare… -

- JJ! Non fare il bambino! Non vedi che non ti reggi in piedi?! -

- stai tranquillo, sto bene… -

- no che non stai bene! – insistette YunHo

-…YunHo… -

- va a riposarti! -

- … -

- avanti JJ! -

- E PIANTALA ACCIDENTI! -

Questa volta, YunHo si zittì quasi immediatamente.
Si allontanò di poco dal compagno, il quale, sembrava davvero confuso e arrabbiato.
JaeJoong si mise d’istinto una mano davanti alla bocca. Abbassò il volto, evitando lo sguardo ferito di YunHo che non riusciva a spiegarsi il perché di quella reazione.
Lo sentì sospirare pesantemente.
I suoi occhi si fecero tristi tutto in un attimo.
E lì, non potette più resistere.
Si fece largo e se ne andò in corridoio, entrando in bagno, sbattendo la porta con veemenza, lasciando il moro in cucina, perplesso.

 

**




- dove potremmo andare adesso? -

JunSu addentò un pezzo di Hot Dog assaporandolo da cima a fondo, senza degnare nemmeno di uno sguardo YooChun, il quale, un po’ irritato per la mancata risposta, proseguì silenziosamente accanto a lui, lungo quel viale tranquillo.
Tirava un forte vento, tuttavia con una semplice giacca si stava bene.

- non saprei… - si limitò a rispondere JunSu – una cosa è certa…non ho voglia di tornare a casa di YunHo e JJ… -

YooChun sorrise ironico

- hai paura di “coglierli in flagrante”? – azzardò divertito

L’amico divenne color peperone all’istante.
Addentò il suo panino ancora più avidamente di prima e accelerò in maniera considerevole il proprio passo lasciando, per qualche attimo, YooChun indietro.

- lo sai che in questo momento mi fai davvero schifo?! -esclamò indignato

- eddai, stavo scherzando! -

- tsk… -

- su su! Vieni u po’ qui che ti abbraccio! –sorrise allargando le braccia

- no, grazie! Siamo in un luogo pubblico! -

- ma se non c’è nessuno! -

- stessa cosa…non mi fido! – ribatté lui seccato

- uffa….c’è qualcosa che posso fare??? -

JunSu si fermò e per poco YooChun non gli andò addosso. Aveva, da sempre, la brutta abitudine di camminare con la testa perennemente indirizzata verso il cielo. Cosa ci trovava poi di così bello nell’osservarlo? Aah boh…se lo era sempre domandato anche lui.
Avrebbe voluto domandare a JunSu il perché di quell’improvviso fermarsi in mezzo alla strada.
L’amico non so voltò verso di lui, ma anche da solo, potette capire he era arrossito nuovamente.

- …puoi prendermi la mano…se vuoi… - balbettò

- … -

YooChun, dapprima rimase un po’ sorpreso. Strano ma vero, non era abituato a quelle “effusioni amorose” da parte di JunSu.
Quindi, gradendo la piacevole novità di quei cinque minuti, sorrise dolcemente e gliela prese delicatamente.
JunSu sobbalzò un attimo. In quell’istante erano passati due coppie di anziani signori e d’istinto, aveva cercato di allontanare la propria mano da quella dell’latro.
Tuttavia YooChun aveva continuato a tenergliela stretta, senza alcuna intenzione di lasciarla andare.
Questo, notò in seguito, non aveva fatto latro che far sprofondare JunSu una ennesima volta nella vergogna.
Ma decise di far finta di nulla. JunSu era fatto così, lo sapeva da anni ormai.
Nonostante sembrasse forte, era fragile e tremendamente insicuro. Per certi aspetti, gli ricordava molto il JaeJoong conosciuto tempo addietro, in Virginia.
Il giorno in cui lui e JunSu si erano incontrati per la prima volta, aveva appena nevicato. Stava passeggiando lungo un viale completamente bianco e lì, aveva scorto quel ragazzo così carino che non faceva altro che giocare con i fratellini.
Dopo quell’incontro, poco dopo che JaeJoong era partito per l’America, si erano rivisti nuovamente una seconda, una terza, una quarta volta e avevano finito col piacersi a vicenda.
Tuttavia, era sicuro di non aver mai udito dalla bocca di JunSu la parola “ti amo”.
Non dimostrava mai apertamente i suoi sentimenti e questo aveva reso le cose tra loro, un tantino complicate inizialmente.
Doveva ammetterlo, un po’ era stanco di quella situazione, però, stare anche solo cinque minuti con lui e tenendogli la mano, lo facevano sentire bene.

- ehi JunSu… - esclamò

- mh? -

- …eheh… -

Con delicatezza, gli sfiorò la guancia destra con le labbra e gli diede un piccolo bacio a tradimento.
Quest’ultimo si ritrasse come una chiocciola e gli lanciò un occhiata fulminante.

- mamamamamamamamamama che faii??! -

- ti ho solo dato un bacio, mon amour! – rispose YooChun sorridendo dolcemente

- … -

JunSu sembrò contrariato.
Si voltò dalla parte opposta, balbettando qualcosa che l’amico non comprese.
Tuttavia, YooChun sembrò soddisfatto lo stesso.

Tutto sommato, era felice così.
E JunSu, nonostante quel gesto un po’ irruento, gli stringeva ancora forte a mano

 

**




- …JJ…posso entrare? -

Vana fu la risposta.
Da quel bagno non usciva il minimo rumore.
YunHo aveva l’orecchio teso, nella speranza di sentire qualcosa, ma l’unica cosa che percepiva era solo il legno freddo della porta.
Bussò ancora, nonostante, effettivamente, la porta non fosse chiusa a chiave.

- …guarda che entro… - sospirò

E così facendo, aprì lentamente la porta di quella stanza.
La prima cosa che sentì, fu solo un caldo pazzesco.
Le pareti, lo specchio appeso al muro, ogni cosa, erano appannati, a causa del troppo calore.
Fece un passo avanti, incerto, e si richiuse la porta alle spalle.
In basso, alla sua destra vi era uno scaldabagno pienamente in funzione, che emanava aria calda.
Sospirò quasi affannato e decise di levarsi la felpa che portava, finendo con lo stare in maniche corte.
Vi erano parecchi vestiti sparsi per terra e nell’aria si sentiva un buon odore di mango.
Sorrise leggermente e si voltò dalla parte opposta a dove si trovava lo scaldabagno.
Lui era lì.
JaeJoong si trovava dentro la vasca piena d’acqua fino a poco più in basso del costato. Vi era una grande quantità di schiuma profumata e il giovane, aveva il volto chino e appoggiato alle ginocchia.
Sembrava non essersi nemmeno accorto che YunHo era entrato.

- …ehi… - disse piano il moro, accucciandosi al bordo della vasca

- … -

JaeJoong continuava a non rispondere
Così, YunHo, dolcemente, cominciò ad accarezzargli la schiena bagnata e, con la spugna insaponata, iniziò a massaggiarlo delicatamente.

- …mi dispiace per prima.. – ammise il moro - …non dovrei preoccuparmi così tanto… .-

- … -

- …è solo che…stamattina mi sembravi così felice..e non…non ti capisco, ecco tutto! -

- … -

- … -

YunHo lo osservò per qualche attimo. Non muoveva un dito e non si era nemmeno degnato di alzare lo sguardo.
Capì che probabilmente era davvero arrabbiato.

- …JJ…non mi dici niente?-

- … -

- ….scusa…vado allora…così non ti disturbo… - sospirò infine, lasciando cadere la spugna che andò ad infrangersi contro la superficie dell’acqua.
Fece per alzarsi tristemente.

- n-non andare… -

Udì due piccole ed esili parole.
Si accucciò nuovamente senza pensarci, mentre la mano del biondo si era allungata nel tentativo di afferrargli la stoffa dei pantaloni, in modo che non potesse andarsene.

- n-non andare…ti prego…per favore… - singhiozzò JaeJoong più forte

- …sono qui..JJ…. – lo rassicurò YunHo cercando di avvicinarsi il più possibile.

Il suo volto era ancora semi nascosto sopra le gambe, ma poteva capirlo chiaramente. Stava piangendo.
Era acqua o lacrime, le gocce che vedeva solcare lungo la superficie della sua pelle?

- scusami YunHo…scusami…non…non volevo u-urlare prima… - balbettò evitando il suo sguardo

- … -

Il moro gli accarezzò i capelli umidi e sorrise.

- non preoccuparti..non me la sono presa… -

- non importa! Io sono solo un vile! Un vile! – esclamò continuando a singhiozzare

Per la prima volta, si azzardò a sollevare lo sguardo verso quello preoccupato dell’amico

- ma che vai dicendo?! - borbottò YunHo

- è così! – rispose – tu ti preoccupi sempre per me ed io ricambio insultandoti! -

- JJ calmati adesso..non è successo niente… -

- c-come posso calmarmi? Eh?! Come?! – esclamò a voce alta, mentre le lacrime scorrevano inesorabili come un fiume in piena

- …senti… -

- l-la verità è che da quando ci conosciamo ti ho causato solo casini! Ti ho solo fatto soffrire! -

- …ma cosa stai..? -

Era davvero JaeJoong colui che stava parlando? Possibile che fosse così sconvolto?!
Lo sentiva addirittura tremare.

- davvero! Ho ragione! Se solo… - singhiozzò impaurito - …se solo non fossi mai esistito…tu non… -

- JJ PIANTALA DI DIRE CAZZATE, ACCIDENTI A TE! -

Basta, era davvero stufo di sentire tutte queste lamentele.
Non ci riusciva . Odiava vederlo piangere davanti ai suoi occhi.
Senza nemmeno aspettare che finisce di parlare, in meno di trenta secondo,il biondo si ritrovò bagnato fradicio, tra le forti braccia di YunHo, che nel tentativo di sollevare il compagno, si era bagnato quasi completamente la maglia a maniche cote che portava.

- che…che fai?! Mettimi giù! – esclamò JaeJoong impaurito ulteriormente da quel gesto.

- non ce la faccio più a sentirti piangere! – rispose il moro a tono

- lasciami! Per favore!...non…non vedi che sono completamente nudo?! -

- … -

- YunHo! -

- meglio così…JJ… -

- e-eh?! -

Detto questo, con una spinta, il moro aprì la porta del bagno che andò a sbattere contro la parete.
Con il ragazzo in braccio, uscì dalla stanza, decisamente più fredda e arieggiata di quella e si diresse verso la camera da letto.
Anche quella porta, la aprì con un piccolo cacio, mentre sentiva JaeJoong tremare e implorarlo di farlo scendere subito.
Lo depose quasi violentemente sul letto ancora disfatto di quella mattina e contemporaneamente, si adagiò sopra di lui.

- no YunHo! Non..non voglio farlo! -

Gli stava tirando esili pugni sullo stomaco, ma era talmente debole che riuscì a fare ben poco.
Lo sapeva, quando era in mano di YunHo, non poteva scamparla .
Quest’ultimo, sembrava praticamente assopito. Aveva gli occhi socchiusi e sembrava non sentire le implorazioni di JaeJoong.
Cominciò a baciarli il petto, a leccarlo avidamente.
Sapeva da pesca.
Con le dita gli portò i capelli biondissimi indietro, spostandoli dalla fronte bagnata, potendo in quel modo ammirare il suo volto.
Preva addirittura che avesse smesso di piangere.
E nonostante cercasse di levarselo di torno, lui insisteva a baciarlo.

- YunHo! T-ti prego..non…NON VEDI COME STO?! – esclamò urlando

- CERTO CHE LO VEDO, IDIOTA! -

- .. -

Il biondo si zittì all’improvviso, ma lo fece anche perché il moro gli aveva sigillato le labbra con il palmo della mano sinistra.

- certo che lo vedo… - ripeté – ma preferisco sentirti gemere di piacere piuttosto che vederti piangere! -

- m-ma che stai dicendo?! -

Cosa c’era di logico in quello che aveva appena detto?!

- TU…TU NON DEVI ASSOLUTAMENTE PENSARE DI ESSERE LA CAUSA DELLE MIE SFORTUNE! HAI CAPITO?! -

- …eh… -

- LO VUOI CAPIRE SI O NO CHE TU SEI L’UNICO AL MONDO PER CUI VIVO?! -

- … -

- ficcatelo bene in testa, porca miseria! -

Ancora una volta, JaeJoong rimase senza parole. YunHo, lo baciò freneticamente, accogliendolo tra le sue braccia calde e forti.
Era come tutte le volte che accadeva. Quei suoi baci infiniti che non gli lasciavano più respiro.
Come ogni volta, lo lasciava fare, gli permetteva di toccarlo senza problemi. Anche perché era profondamente diverso dal giorno in cui si erano conosciuti.
JaeJoong veniva toccato solo da lui. Era YunHo il prescelto.
Solo lui poteva toccarlo.
Solo lui poteva farlo sentire bene.
Solo lui e nessun altro.
Voleva essere felice, voleva che non ci fossero più problemi.
Lo voleva davvero, non avrebbe più potuto continuare così.
 

Voleva una vita in cui c’erano Lui, YunHo e il loro amore.



 

**




- I want to sleep while thinking of your voice
I even want to embrace the nights that I can't meet you…
-

- … -

- I can't help how much i love you
I'll protect your everything, so sweet
you're such a beautiful you
-

- … -

- can't help how much i love you
I'll protect your everything
So sweet…
-

- …f-fantastica… -

YooChun aprì violentemente gli occhi.
Accanto a lui, seduto sulla medesima panchina che lo ospitava, JunSu aveva assunto uno sguardo di pura ammirazione ed incredulità.
Avevano entrambi un gelato in mano e si stavano rilassando dopo quasi tre ore di passeggiata lungo le vie principali della città.

- dici davvero?! – domandò YooChun un po’ incerto

- che domande mi fai?! Ovvio! Era a dir poco peretta! – esclamò raggiante

- uhm…beh, grazie allora! – sorrise l’altro leccando avidamente il proprio cono al gusto limone.

- non ti facevo un cantautore! – sorrise JunSu ironico

- non lo sono infatti…ma tutto sommato me la cavo abbastanza… -

- hai una pronuncia quasi perfetta! – sorrise

- merito dello Stage…credo… - ammise quasi timidamente

Una leggera brezza scompigliò i loro capelli.
Ognuno riprese a mangiare il suo gelato, senza nuovi discorsi da portare avanti.
Mentre YooChun canticchiava la sua breve composizione, JunSu ogni tanto gli lanciava occhiate furtive.
Non riusciva a fare a meno di pensare a ciò che gli aveva detto JaeJoong quella mattina.
La prima volta, doveva essere la più bella.
L’aveva detto con un tono quasi affranto. Aveva cercato di nasconderlo, ma non ci era per niente riuscito.
Non sapeva nulla di ciò che era accaduto prima di conoscere YooChun.
L’unica cosa che gli era stata detta era che JaeJoong, aveva cambiato in modo positivo la vita di YunHo e che quello era “guarito” da una grave malattia.
Ora, che fosse stata una metafora o altro, non era ai riuscito a capirlo.
A volte, si sentiva addirittura di troppo. Si era ritrovato ad invadere la vita degli amici di YooChun, senza che quelli effettivamente l’avessero voluto.
Certo, col tempo erano diventati amici, ma, stranamente, non capiva mai fino in fondo i loro comportamenti.
E tutte le volte che lo aveva domandato a YooChun, lui gli aveva sempre risposto in modo vago.
Insomma, per lui, Kim JaeJoong era davvero un mistero!

- ..ehi, tutto bene? Sembri preoccupato… -

La voce di YooChun, lo fece tornare alla realtà.

- eh?! Ah…nono, non è niente… - esclamò agitandosi

- …hai freddo? -

- c-cosa?! - balbettò arrossendo

- te lo chiedo perché ti sta colando il naso… - sorrise YooChun indicandolo

- eeeeh??!! -

Il ragazzo si voltò immediatamente dalla parte opposta, sentendosi immerso nel lago della vergogna.
Cercò un fazzoletto, ma nel frattempo, aveva starnutito almeno due volte.
YooChun rise, trovandolo estremamente buffo.
Senza che quest’ultimo se ne accorgesse, si tolse il giubbino e glielo mise attorno alle spalle, per poi, cingergliele con il braccio, portandolo più a contatto con se stesso.
JunSu era paonazzo in volto.

- …a volte sembri proprio un bambino… - sorrise allegro

- …m-mai quanto te! -

- eheheh… -

- e poi, cosa sarebbe questo gesto?! Perché mi abbracci?! – domandò un po’ seccato

YooChun sospirò

- queste si chiamano effusioni amorose, mai sentito parlarne?! -

- s-so perfettamente cosa sono! Ma non capisco perché! Potrebbero vederci! -

- ma va là…chi vuoi che passi…saranno i soliti ragazzini… -

- appunto! Si potrebbe fraintendere! -

- suvvia…cerca di rilassarti e goditi questo bel momento… -

- ma che è ?! sei scemo?! -

- …chiudi gli occhi…e ascolta i battiti del mio cuore… -

- … -

Suonava come un ordine, non come una richiesta.
Tuttavia, non poteva resistere ancora a lungo, non quando si trattava di YooChun.
Ancora con lo sguardo abbastanza contrariato, posò delicatamente la sua testa sopra il petto dell’amico, il quale, lo strinse ancora più dolcemente, canticchiando soddisfatto.
JunSu, volle provare a fare come diceva YooChun.
Chiuse gli occhi quindi, ma molto lentamente.

In un primo momento gli sembrò solo una grande pagliacciata, ma poi, decise di provarci seriamente.

Doveva solo concertarsi e imparare ad ascoltare.
….
Ecco, sentiva qualcosa adesso…
Delle forti palpitazioni, che man mano che il tempo passava, aumentavano la loro frequenza.

Ma, c’era una cosa che non riusciva a capire.
Quel cuore che stava battendo all’impazzata, era il suo o quello di YooChun?
Aveva paura di domandare all’amico il perché fosse così agitato in quel momento.
Non voleva rompere quell’incantesimo meraviglioso.
Si sentiva davvero bene, si sentiva più tranquillo. Sentì le risatine di due bambini ce evidentemente passavano di là in quel momento.
Ma non gli importava nulla.
In quel momento voleva solo sentire quel cuore che palpitava.
E, maledettamente, anche quella volta, YooChun aveva avuto ragione.




 

**






 
- YunHo… -

- ….mh? -

- …tu mi amerai sempre…vero? -

- certo… -

- qualunque cosa accadrà…tu mi abbraccerai ancora? -

- …ovvio che si… -

- …d-davvero? -

- …sempre JJ…sempre… -








 
- m-mi lasci andare per favore!! -

- sta fermo! –

- l-la prego! La smetta subito! -

- è sta zitto moccioso! Lasciami divertire un po’…-

- no! N-non posso!io non… -

- STA ZITTO! o non sarò indulgente con te! -

- l-la prego… -

- PIANTALA HO DETTO! -

- …e-eh.... -

- ora lasciami fare…vedrai…piacerà anche a te… -

- …uh… -

- …molto bene…bravo…piccino… -

- ... -

- …Hiro è molto fiero di te…JJ… -




 

**







- AH! -

JaeJoong si svegliò di soprassalto.
Il cuore gli palpitava fortissimo e inizialmente, non riuscì a distinguere bene luci e colori e ne tantomeno dove poteva trovarsi.
Sentiva il sudore colargli lungo le guancie e la sua fronte era a dir poco bagnata.
La prima cosa che fece, fu quella di accertarsi di sapere dove si trovava.
Il risveglio brusco, lo aveva un po’ scombussolato.
Si guardò il petto nudo e sentì subito freddo, tanto che si ricoprì immediatamente con la coperta.
Un brivido corse lungo la sua schiena nel momento in cui si toccò il costato. La sua pelle era gelida.
Posò il suo sguardo alla sua sinistra e lì, beatamente addormentato, c’era YunHo.
JaeJoong sospirò pesantemente. Poi, sorrise leggermente e accarezzò un poco i capelli del moro, morbidissimi come sempre.
Poi, con un gesto, allungò il braccio verso il comodino e controllò l’ora.
Erano le 19.40.
Fuori, effettivamente, pareva essere già buio.
Dopo un ennesimo sopirò, si voltò nuovamente verso il compagno che in quel momento aveva incominciato a russare un poco.
Rise sotto i baffi.

- screanzato… - esclamò a bassa voce - non sei nemmeno andato a lavorare oggi pomeriggio… - gli sussurrò ad un orecchio

Quest’ultimo però parve non sentirlo.
Dormiva troppo profondamente.

- beato lui che dorme tranquillo… - pensava - …io invece non faccio che incubi… -


 

- …ho bisogno di vederti JJ…e dobbiamo essere soli… -





- uhm… -

Decise di alzarsi dal letto.
Aprì la cassettiera e cominciò a tirare fuori dell’intimo e una maglia.
Tremava ancora. Non riusciva proprio a smettere di farlo.
Aveva un gran mal di testa e si sentiva solo uno stupido.
Per quando ancora avrebbe potuto andare avanti così?
Aveva fatto una scenata pazzesca davanti a YunHo…stentava ancora a credere che non lo avesse mandato in manicomio.
Si vergognava profondamente si se stesso.
Chissà cosa aveva pensato YunHo in quel momento.



 
- p-er favore! Non posso! Non posso fargli anche questo torto! -

- …zitto JJ… -

- lui no! Lui non se lo merita! Non lo faccia la prego! -

- FA SILENZIO! -





- porca miseria…. – sospirò

Troppi ricordi stavano venendo a galla. Troppi…

Non appena si fu messo la prima maglia che aveva trovato, si diresse in bagno.
La prima cosa che fece, fu quella di sistemare un po’ la stanza, ancora in disordine.
L’acqua della vasca ormai era fredda e la schiuma si era del tutto dissolta.
Tolse il tappo e l’acqua cominciò a scivolare inesorabile lungo il tubo di scarico.
Poi, accorse allo specchio e si guardò attentamente
Capelli biondi, tratti femminei…era semplicemente lui.

- …mi faccio proprio schifo… - brontolò

Non c’era nulla in lui che andasse bene. Era tutto sbagliato.
Non faceva altro che combinare casini a tutti coloro che gli stavano intorno. Era un disastro.



 

- … se lo farai, sparirò per sempre dalla tua vita …se non lo farai…beh, in questo caso non so quanto potrà durare la felicità tua e di quell’altro moccioso… -





- accidenti…accidenti… - ripeté sconsolato

Oramai, non aveva più scelta.
Oramai era inutile indugiare.
Si accucciò a terra, cercando pantaloni tolti ore prima. Li trovò quasi subito, senza alcuna difficoltà.
Frugò nelle tasche e vi trovò il biglietto che gli aveva lasciato Hiro quella mattina.
Lo aprì e lo lesse. Era il numero di un indirizzo.
Abitava Seoul dunque…
Perfetto. Anche se avesse voluto dimenticare col tempo, non sarebbe mai riuscito a scappare. Hiro sapeva addirittura dove abitava. Lo avrebbe cercato sempre.
Era così ossessionato da lui che continuava a tormentarlo.
E così facendo, lui e YunHo non sarebbero mai potuti essere felici.
Non doveva fare altro che una cosa.
L’unica azione che ancora poteva salvare il suo amore e la sua felicità.
Senza pensarci un altro istante, raccolse quei pantaloni e se li infilò.
Poi, usci dal bagno di corsa, andò in soggiorno, si mise giacca e scarpe.
Strinse forte il biglietto tra le mani.
Tramava, ma doveva essere forte. Del resto, era il suo mestiere.
Seguendo la ferma convinzione che ben presto le cose sarebbero potute migliorare, JaeJoong aprì la porta di quella casa e, lasciando volutamente il cellulare sopra il divano, uscì di fretta e furia, chiudendo piano la porta.


 

**





- oh….ma guarda chi si rivede… -

- … -

- sei venuto presto JJ… -

- ..h-hai qualche problema?! -

- no ma…mi aspettavo di vederti fra due o tre gironi… -

- così che tu potessi rovinarmi ancora di più la vita?! -

- ahahah…non prenderla in questo modo… -

- sta zitto..ora sono qui, davanti a te! Si può sapere cosa vuoi?! -

- eh…? -

- stamattina mi hai detto che volevi vedermi… ebbene, eccomi! -

- …tsk… -

- c-che c’è da sogghignare?!-

- ….perchè…non entri in casa? -

- … -

- tanto tu sai cosa voglio…no? -

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Capitolo 5
*** 5.~ Conseguenze ~ ***



Capitolo 5
~ Conseguenze ~



- da quanto…sei a Seoul? -

- da due settimane. Ci sono venuto per lavoro -

La voce di Hiro era calma e tranquilla.
L’atmosfera che regnava in quella villetta, fuori dall’affollato centro della città, lontana dagli occhi della gente, era davvero molto tesa.
JaeJoong camminava avanti ed indietro, insicuro, titubante e, a dirla tutta, visibilmente preoccupato.
Non sapeva come comportarsi, non sapeva cosa dire.
Vi era solo la luce tenue di un paio di candele, ad illuminare quel salotto freddo, immenso grande quasi quanto l’appartamento del ragazzo.

- se devo essere sincero..non mi sarei mai aspettato di ritrovarti…JJ.. – continuò Hiro

- io invece speravo di non rivederti mai più… - sospirò JaeJoong voltandosi violentemente verso di lui

- tsk…è così? -

- … -

Il biondo sentì l’altro sospirare pesantemente.
Lo vide dirigersi in un'altra stanza per poi ritornare quasi subito.
Aveva in mano una bottiglia di vino rosso con due calici vuoti.
Li appoggiò sopra il piccolo tavolino in vetro che si trovava esattamente al centro del salotto, accanto ad uno dei divani in pelle.
Lo sentì stappare quella bottiglie e versare quel vino dal buon aroma, fino a riempirne completamente il bicchiere.
Poi, Hiro appoggiò la bottiglia, e prese uno dei due calici.

- non vuoi? – esclamò sorseggiando la bevanda

JaeJoong sorrise

- che è?! Vuoi forse ubriacarmi?! -

- tsk…non ti fidi proprio di me…vero? -

- e come potrei?! Dopo quello che mi hai fatto in America… -

- … -

Hiro lo guardò storto per qualche istante.

- suvvia…non ti ho fatto nulla di cui tu non fossi già abituato… -

- … -

- e poi, perché rimuginare il passato? Sono passati più di tre anni! -

- senti… -

- e mi pare che tu te la stia spassando alla grande con l’altro! -

- … -

Il moro sorrise nuovamente. JaeJoong abbassò lo sguardo incerto.
Non si accorse nemmeno di quando Hiro appoggiò il bicchiere sul tavolo e gli si avvicinò amorevolmente.
Il ragazzo evitò i suoi occhi freddi, gelidi come la notte. Sentiva un forte aroma di vino rosso e, d’istinto, indietreggiò.

- non capisco cosa ci trovi di così affascinante in uno come quello… - sospirò allungando la propria mano e accarezzando una guancia del biondo

- … -

- io possiedo tutto! Potrei renderti davvero felice se solo tu lo volessi.. -

- …no…non potresti….tu non mi ami davvero… -

- e tu che ne sai? Come fai a sapere che lui ti ama più di me?! -

- m-mi fido di lui… -

- …e lui…si fida di te…? -

JaeJoong spalancò gli occhi.
Un brivido corse lungo tutta la sua schiena.
Voleva ribattere, voleva rispondere con una secca affermazione, ma qualcosa glielo impediva. E questo qualcosa non era la mano di Hiro, che pian piano era scesa sempre più in basso, accarezzandogli le clavicole perfette.

- se lui sapesse ogni cosa…credi che si fiderebbe ancora di te? – domandò nuovamente

- …i-io… - balbettò il biondo incerto

- quella catenina…ce l’ho ancora…lo sai? - gli sussurrò ad un orecchio - chissà come reagirebbe, se scoprisse che l’anello che ti diede anni fa…in realtà non è lo stesso… -

- … -

- sono sicuro che se il tuo caro YunHo la vedesse, avrebbe certamente le idee più chiare… -

- …non…non puoi farlo! – obiettò JaeJoong

- no, non lo farò…se tu mi farai un po’ divertire… - annuì Hiro allegramente

JaeJoong in quel momento ebbe paura. Moltissima paura.
Abbassò lo sguardo tremante, non rispose, non disse una parola.
Hiro sembrava una calamita, sembrava che venisse attratto con forza verso di lui.
Lo abbracciò, ma non dolcemente. La sua stretta era sempre stata alla stregua di una morsa portentosa.
Sentì il proprio corpo cinto da quelle forti braccia che, in mezzo secondo, quando aveva creduto di aver dimenticato ogni cosa, si materializzarono di fronte ai suoi occhi.
Sentì il suo petto aderire perfettamente al proprio ed ebbe un sussulto.

- uh… -

- ssshht…buono piccino… - lo zittì Hiro

Aveva lo stesso tono di sempre. Di tutte quelle volte che lo sentiva urlare e con veemenza lo incalzava a stare zitto.
Il moro, avvicinò il suo volto a quello di JaeJoong. Tuttavia, il ragazzo si scansò leggermente.

- guardami… - ordinò Hiro

- … -

- Guardarmi! -

Questa volta capì che sarebbe stato meglio obbedire.
Timidamente, impaurito, alzò lo sguardo versò l’altro, ma non riuscì a guardarlo per più di cinque secondi.
Tuttavia Hiro sembrava soddisfatto. Come al solito, riusciva sempre a manovrarlo come un burattino.

- apri la bocca… - esclamò nuovamente

- … -

Non ci fu bisogno di ripeterglielo una seconda volta. JaeJoong aveva capito che se voleva finirla alla svelta, avrebbe dovuto obbedire da subito.
Si faceva schifo, veramente schifo. Ma quello sarebbe stato il prezzo da pagare per poter vivere finalmente in pace con YunHo. Doveva solo pensare di essere tornato indietro. Doveva pensare di essere il giocattolo di un ennesimo cliente voglioso e senza scrupoli.
Aprì leggermente le sue labbra e, senza alcun preavviso, Hiro si avventò su di esse.
Chiuse gli occhi mentre sentiva la sua lingua che scavava nella propria bocca alla ricerca di chissà che cosa.
Hiro era avido. Lo era sempre stato. E lui aveva imparato a portare pazienza.
E allora come mai, questa volta la nausea era maggiore? come mai, nonostante l’abitudine a certe cose, voleva maggiormente toglierselo di dosso?.
Si sentì spintonato all’indietro e, un istante dopo che Hiro staccò la sua bocca da quella del ragazzo, si ritrovarono entrambi seduti un po’ goffamente sul divano.
JaeJoong si ripulì le labbra dalla saliva e cercò di mantenere il respiro più regolare possibile.
Era piuttosto pallido e Hiro se ne accorse.

- che c’è, stai male?! – domandò divertito

- …n-no… - balbettò il biondo

- …vieni un po’ qui… -

Lo fece stendere pian piano lungo il divano.
Sorrise e cominciò a baciargli le clavicole.
Il ragazzo puntò lo sguardo al soffitto. Sembrava intenzionato a non guardare il suo “violentatore” ma riusciva ugualmente a percepire ogni suo tocco e ogni sua parola,nonostante si sforzasse di pensare ad altro.
Sentì la sua camicia che pian piano veniva sbottonata.
E immediatamente, i suoi pensieri andarono a YunHo che, probabilmente, stava dormendo tranquillo ed ignaro di tutto.
Ad ogni bacio di Hiro, gli veniva alla mente il volto del suo amato e si malediva.
Perché doveva essere sempre così?. Anche se lo stava facendo per il loro amore, sapeva bene che YunHo non avrebbe mai accettato un compromesso del genere.
Avrebbe cercato in ogni modo di evitarlo.
Ma non lasciarsi toccare,tornare a casa e fare come se nulla fosse successo, avrebbe solo peggiorato le cose.
Hiro non li avrebbe mai lasciati in pace.
YunHo avrebbe scoperto il segreto di quell’anello che portava al dito. E questa volt, chi poteva garantire a JaeJoong di essere perdonato?
Cosa avrebbe detto in sua difesa?
YunHo gli avrebbe mai creduto?
Gli aveva mentito così tante volte…

- mmmh… - sospirò tremando

- …sei così bello…JJ… - esclamò Hiro baciandolo con passione


 

vai pure a fare la puttanella in qualche locale, basta che non ti fai più vedere qui!!




In quell’attimo, i ricordi esplosero dentro di lui come una bomba ad orologeria.
Un ricordo terribile,il volto di YunHo triste ed arrabbiato…le sue urla di dolore…le sue dure parole…contro di lui!
La paura di non poterlo più rivedere.
Era terribile!.
Perché in quel momento, quella frase ormai lontana, detta in un momento di profonda angoscia, sembrava così dannatamente vera ?
Si stava lasciando toccare! Si stava lasciando concedere a qualcuno che non era YunHo!.
Allora, da quell’esperienza dolorosa, davvero non aveva imparato nulla?

- JJ… -

Sentì la voce di Hiro che si contrapponeva al volto dell’amato

- …lo sai che…è colpa tua…vero? – sospirò divertito

Si, lo sapeva. Sapeva che era tutta colpa sua.
D’altronde, era stato lui a volere questo.

- eheheh…povero YunHo,..non può neanche lontanamente immaginare che il suo ragazzo lo sta tradendo in questo momento… -

- … -

Le lacrime cominciarono a scendergli dagli occhi. Le sue ciglia si inumidirono e la vista gli si offuscò.
Hiro si lasciò cadere sopra di lui. Lo voleva fare suo. Lo capì dal modo in cui lo stringeva e si strusciava.
Piangeva, ma non voleva essere rumoroso.
Doveva solo tenere duro. Doveva solo sperare che quelle ore passassero velocemente.

- …sei debole…ti lasci sottomettere ogni volta… - sospirò Hiro asciugandogli le lacrime con le dita

- … -

- …e questa tua debolezza…fa solo soffrire coloro a cui tieni…. -

Già…era un debole.
Lo era da sempre. Ogni volta, in qualunque circostanza lui si lasciava sottomettere dal destino.
Anche quando lui e YunHo si erano lasciati, anche quella volta lui era scappato e si era rifugiato nelle braccia di YooChun. Aveva fatto soffrire anche lui per poi andarsene in America, lontano a tutti.
Cosa poteva fare? Che soluzione poteva trovare?
Hiro aveva perfettamente ragione.
Era colpa sua…di tutto!.
Perché doveva sempre finire in quel modo orribile? Perché, cercando di pagare il prezzo per la felicità di color a cui voleva bene, alla fine andava tutto a rotoli?
Non aveva detto a YunHo del suo lavoro di accompagnatore per non intaccare il loro bel rapporto.
Ma aveva torto.
Non aveva respinto YooChun per paura di ferire il suo cuore innamorato.
Lo aveva ugualmente spezzato.
Niente di ciò che aveva fatto era mai servito a fin di bene.
Ed ora, commetteva lo stesso errore?
Davvero voleva questo?.

- …n…no… -



 

**






- CHE COOOSAAAA???? -

JunSu per poco non svenne davanti all’ingresso dell’appartamento suo e di YooChun.
Quest’ultimo, con sguardo vacuo, sospirò pesantemente e in seguito fu quasi costretto a sorreggere l’amico che aveva assunto una faccia d indescrivibile stupore.

- E’ così signor Kim. Dato che non è solo la doccia ad avere problemi le toccherà cambiare tutto l’impianto idraulico… -

Un uomo, sulla cinquantina, chiuse con un abile gesto la sua cassetta degli attrezzi e tirò fuori dalla tasca della sua tuta un foglio che aveva la brutta aria di essere una ricevuta.
Non appena vi ebbe scritto e firmato, lo strappò dal blocchetto su cui era attaccato e lo consegnò al ragazzo che sbiancò all’improvviso.

- m a….ma….MA CHE SIGNIFICAAA??!! – urlò JunSu con una faccia indescrivibile

- è una ricevuta signor Kim… -

- lo so bene che cos’è! - protestò il ragazzo - quello che non capisco è…QUESTO!! -

Ed indicò con il dito il costo che avrebbe dovuto versare all’idraulico.

- beh…se non vuole rimanere senza impianto idraulico le conviene cambiarlo alla svelta. Quella sarà la parcella finale di tutto il lavoro. – spiegò perplesso

- e secondo lei sono figlio del presidente io??!! Dove minchia li vado a pescare tutti questi soldi??!! -

- JunSu stai calmo please! – intervenne YooChun

- come faccio a stare calmo! Questo qui ci vuole mandare sul lastrico!! -

- prego?! – esclamò l’idraulico offeso

- nonono, lo scusi signore! Il mio Coinquilino è piuttosto ritardato! –esclamò YooChun tappando letteralmente la bocca dell’amico con la propria mano – può pure iniziare i lavori domani! -

- molto bene – disse l’uomo con un cenno

Poi, diede in mano a YooChun la ricevuta e, lanciando uno sguardo scocciato a JunSu, se ne andò lasciando i due ragazzi davanti all’ingresso del loro appartamento.
Fu a quel punto che YooChun tolse la propria mano dalle labbra dell’altro.

- evita queste figure!! – lo rimproverò

- stavo solo esprimendo del mio disappunto!! -

- esprimilo in silenzio accidenti a te! -

- ma hai visto quanto dobbiamo pagare??!! Ti ricordo che ne tu ne io abbiamo uno straccio di lavoro! -

- e che problema c’è! Inizieremo a cercare lavoro da domani! – sospirò YooChun tutto tranquillo

- eh già…perché, secondo te un lavoro si trova così…in un secondo! -

- uuuuffaa! Allora chiederò un altro prestito a mia madre va bene? -

- non se ne parla nemmeno!!! -

- ma tu sei proprio una testa cald..d… -

YooChun non riuscì a concludere la parola.
Entrambi non si erano accorti di stare praticamente urlando lungo le scale. E la cosa ancora più imbarazzante era che YunHo, ancora in pigiama, se la rideva sotto i baffi, appoggiato alla porta dell’ingresso del proprio appartamento.

- certo che dovete farvi sempre riconoscere voi altri… - rise

- f-fatti i cavoli tuoi! - borbottò YooChun – che ci fai fuori dalla tua tana? -

- volevo capire chi erano gli ossessi che urlavano! – sbottò YunHo

- tsk! -

- e poi volevo anche chiedervi se volevate fare colazione da noi…sempre che non l’abbiate già fatta! -

 

**




- ..questo caffè è il peggiore che abbia mai bevuto… -

- te lo giuro YooChun…un altro commento del genere e ti butto fuori a calci… -

YunHo ripose la caffettiera vuota sopra i fornelli e si sedette con gli amici per poter finalmente incominciare a mangiare. Quella mattina, diversamente dalle altre, il tavolo non apparecchiato diligentemente,non era nemmeno imbandito di biscotto o torte.
No. C’erano solo un po’ di cereali e qualche ciambella appena riscaldata.

- uff…tutto qui? – sospirò JunSu

- perché? Non vi basta? – domandò YunHo stizzito

-..JJ dov’è? Si vede che non c’è la sua mano fatata… - esclamò YooChun addentando un cucchiaio di cereali

- è a letto… - si limitò a dire - ronfava come un ghiro quando mi sono alzato… -

- sta male? – azzardò JunSu

- …no… -

- non dirmi che ieri sera ci hai dato dentro inventandoti qualche assurda posizione… -

- ASSOLUTAMENTE NO! -

- eeheheheh…stavo scherzando! - si scusò il ragazzo sentendosi colpito a frecciate da JunSu, seduto di fianco a lui

- ieri sera è tornato tardi! Doveva essere molto stanco! – spiegò YunHo

- e dov’è andato?! -

- è quello che mi farò spiegare non appena si sveglia… -



- spiegare…cosa? -



I tre amici si voltarono leggermente spaventati.
JaeJoong era lì, in piedi, dallo sguardo di chi ancora avrebbe voluto trovarsi nel mondo dei sogni.
Sbadigliò rumorosamente e salutò il trio con una mano, mentre con l’altra era troppo occupato a massaggiarsi la schiena.

- buongiorno JJ! - esclamò allegramente YooChun lanciando un occhiata equivoca a YunHo

- salve… - bofonchiò distratto

- scusaci, ti abbiamo svegliato? – domandò JunSu apprensivo

- eh? ah…no no…non preoccupatevi… - sorrise buttandosi di peso nel divano

- JJ, si può sapere a che razza di ora sei tornato ieri? - intervenne YunHo – mi sono svegliato alle otto e non c’eri…ti ho aspettato fino alle dieci e mezza… -

JaeJoong sembrava non essersi nemmeno accorto della domanda postagli.
Tuttavia, facendo strani gesti con le mani, tentò di formulare una frase sensata.

- mmmh..sono tornato alle undici e mezza…sono andato al supermercato… -

- ma scusa, non potevi andarci questa mattina?! – osservò YooChun

- …mmmh…si…forse… -

- ok ragazzi…questo qui è bello e fatto! – sospirò JunSu preoccupato

- già…senti YunHo..forse è meglio se togliamo il disturbo no? -

- eh?! Perchè?! -

- io e JunSu abbiamo delle commissioni da fare in centro…sai com’’è… - sorrise l’amico tirando una pacca di incoraggiamento sulla spalla di YunHo

- va bene…a pranzo ci siete? -

- sicuro! – esclamò JunSu alzandosi dalla sedia – basta che sia JJ a cucinare! -

- ahahah…divertente… -

- va bene…a dopo allora! – salutò YooChun

Ed in meno di due minuti, lui e l’amico sparirono dalla porta e se ne andarono lasciando i due compagni nuovamente soli.

JaeJoong aveva il volto piantato sui morbidi cuscini ma si sentiva distintamente che stava respirando con la bocca aperta.
YunHo, sparecchiò velocemente le tazze degli altri e si avvicinò al divano, evitando di fare troppo rumore.
Si sedette su un angolino lasciato libero dall’amico.

- ehi… - sussurrò

- …mmmhh… -

Il moro sorrise dolcemente. JaeJoong gli faceva una tenerezza assurda in ogni cosa che faceva.
Dal suo modo di essere dolce e coccoloso quando era stanco, al suo lato più audace di quando facevano la doccia insieme.
Era adorabile in ogni caso!

- ieri… è stato bellissimo… - continuò - …mi hai fatto impazzire come al solito! -

- …mhh… -

JaeJoong provò a dire qualcosa, ma la bocca tappata dai cuscini non glielo permise più di tanto.
Tuttavia, annuì, cercando di trovare la forza necessaria a voltarsi verso il compagno.

- …ma che ore…sono? - domandò

- le dieci! - sorrise YunHo

- …non…sei al… lavoro? -

- oggi no! Volevo stare con te! – esclamò allungando un braccio ed accarezzandogli la testa

- …sei uno sciocco… -

- eheheh… -

- senti… -

- mh? -

- … -

- JJ? -

- …non è che…ce ne possiamo stare tranquilli…seduti sul divano…a guardare un po’ di tivù? – chiese con un filo di voce

- ...? c-certo, come vuoi! -

Detto questo, JaeJoong si alzò un poco per far spazio a YunHo, che si accucciò accanto a lui, sistemandosi un cuscino dietro la schiena in modo da poter stare più comodo.
Prese il telecomando e accese la televisione.
Il biondo, lentamente, appoggiò la propria testa sulla spalla di YunHo e sospirò pesantemente.
Allungò una mano e si mise ad accarezzare quella del compagno.
Il modo non provò a chiedere a JaeJoong i perché di quella richiesta di guardare la televisione un po’ assurda, a dirla tutta.
In quel momento, c’era un bel film alla televisione. Sembrava iniziato da tanto, ma YunHo non volle cambiare canale. C’era la sua attrice preferita che recitava!.
Lanciò un breve sguardo a JaeJoong, il quale, sembrava non molto interessato alla visione del film. Sembrava più che altro assente. Doveva essere ancora mezzo addormentato, pensò, e così facendo lo baciò sulla cute.
Il biondo sorrise leggermente e poi tornò a fissare lo schermo, stringendo di più la mano dell’altro.
Guardandolo in quello strano comportamento, YunHo notò che, semi nascosto dai capelli, sulla fronte di JaeJoong vi era un livido piuttosto evidente.

- …e questo? – esclamò spostandogli un po’ il ciuffo

- …ieri mi sono fatto male con la portiera della credenza! – rispose tutto tranquillo

- non hai messo del ghiaccio? -

- non serve! Domani sarà già guarito! – spiegò - ah! Ora che mi ci fai pensare…non mettere in lavatrice la tua biancheria, grazie! -

YunHo lo guardò torvo

- e perché mai?! Hai deciso che il tuo fidanzato deve puzzare? -

- no, idiota! – borbottò JaeJoong - …ma più tardi metterò a lavare le mie scarpe! Sono sporche… -

- e non puoi lavarle a mano? -

- …se non avessi null’altro da fare, si! -

- non fare il permaloso! – ridacchiò YunHo

- e tu non fare finta di essere stupido!! -

- guarda che potrei violentarti! -

JaeJoong lo guardò per qualche istante come se quello che aveva appena parlato non fosse stato lui.
Poi, reggendo il gioco, sogghignò e nascose il suo piccolo turbamento con una smorfia.

- tsk! E provaci! -

- guarda che lo faccio! - esclamò avvicinandosi

- sei proprio indecente!! -

- vieni un po’ qua…my princess! -



- so che dovrei essere l’ultimo a parlare ma…in questo momento mi viene una gran voglia di vomitare! -




YunHo e JaeJoong saltarono dal divano spaventati .
Il moro ricevette uno spintone dall’altro e per poco non cadette a terra.
Si voltarono di colpo e alle loro spalle, YooChun faceva finta di coprirsi gli occhi.
JunSu era all’ingresso, evidentemente imbarazzato da quella situazione.

- …mamamamamamamamama… - continuava a balbettare YunHo

- …c-come… - iniziò JaeJoong

- se vi dicessi che la porta d’ingresso era praticamente mezza aperta cosa rispondereste?! -

- CHE SEI UN PIRLA!!! ECCO COSA RISPONDEREI!! – urlò il modo adirato

- ma non ve ne eravate andati?!! – domandò JaeJoong rosso in volto

- ehm…si…ma vedete… - cominciò JunSu

- mi sono dimenticato una cosa! – aggiunse YooChun

- ma quale cosa!! Stavate origliando!!! - sbottò YunHo

- eh??? M-ma che dici?! – rispose l’amico con un sorriso forzato

- lo so che è così!! -

- prima che possiate uccidermi sappiate che era lui quello che origliava! – s’intromise JunSu

- JunSu! Che faiii??! -

- YooChun! Pure a spiare ti metti adesso!! – esclamò JaeJoong offeso

- c-chiedo scusa ma…c-certo che anche voi eh! – cercò di discolparsi il ragazzo - …mettervi a fare effusioni a quest’ora della mattina… -

- MA SARANNO CAVOLI NOSTRI L’ORA IN CUI DECIDIAMO DI SCOPARE, ACCIDENTI!! -

- YunHo!!! – lo interruppe Jaejoong

- che c’è? -

- mi volevi scopare adesso?! – domandò sconcertato

- …si beh… -

- m-ma….MA SEI UN ANIMALEEEE!!! - esclamò iniziando a tirargli pungi sulle spalle

- eddai!! Ma non l’avevi capito?! -

- pensavo che scherzassi! -

- m-ma come facevi a pensare che scherzassi scusa?! –

- YunHo, sulla mia testa mica c’è scritto “Pronto All’uso” eh!! -

- ….ehm….vi ricordo che non siete soli! – s’intromise YooChun

- E SPARISCI!! – urlarono i due in coro

- e-ehi!! -

- CHE DIAMINE VUOI?! -

- datevi una calmata! Che vi siete fumati?! -

- assolutamente niente! -

- non si direbbe! -

- sono incinto! – intervenne JunSu prontamente

- e-EEEH?! – esclamò YooChun sconvolto

- JunSu ma com… - cominciò JaeJoong

Ma l’interessato fu più veloce a parlare

- stavo scherzando…era par farvi dare una calmata… -

- anche perché sarebbe tecnicamente impossibile che tu rimanga incinto! – osservò YooChun

- si certo…ma se ci avevi pure creduto!! -


In quel mentre, il campanello suonò, disturbando la grande confusione che si era creata tra i quattro esaltati amici.
JaeJoong saltò in piedi e si sistemò un po’ la maglia e i pantaloni stropicciati per la posizione che aveva assunto nel divano.
Anche gli altri cercarono di darsi un contegno mentre il biodo, cercando le ciabatte, stava per andare ad aprire.

- aspettate qualcuno? – domandò sottovoce YooChun

- no... – scosse la testa il moro

- scommetto che con tutto il casino che abbiamo fato prima, sarà la polizia venuta a dircene quattro… - sospirò JunSu

- seee certo… - sbottò YooChun

- volete fare un po’ di silenzio?! – li zittì Jaejoong

Ed aprì la porta.
Questa volta JunSu aveva avuto ragione.
Davanti al biondo, seri, in tenuta borghese e facendo un mezzo inchino di saluto, vi erano ben cinque poliziotti.
JaeJoong rimase sconcertto per qualche istante.
Gli altri, probabilmente, lo erano anche più di lui. Specialmente JunSu, che iniziò a tirare la manica della felpa di YooChun, sussurrandogli a bassa voce alcune parole.

- io stavo scherzando prima eh! -

- buongiorno. – esclamò uno dei due poliziotti senza lacuna emozione

- b-buongiorno… - rispose jaejoong

Poi, dato che gli sembrava troppo “brutto” concludere la frase in quel modo, aggiunse in fretta - …desiderate? –

Nel gruppo vi era anche una donna. Ella, estrasse dalla sua valigetta, una cartellina nera e la aprì. Vi estrasse un foglio bianco e, adocchiandolo, parlò al posto del suo collega.

- chi di voi è Kim JaeJoong? – domandò essendosi accorta anche degli altri ragazzi

- …Kim JaeJoong sono io.. – esclamò il biondo

La donna lo squadrò.
Poi allungò la mani che teneva il foglio in mano e lo diede al giovane, senza troppa gentilezza.

- abbiamo un mandato di perquisizione da parte della procura – esclamò acida

- c-CHE? – esclamò JaeJoong incredulo

Gli altri rimasero immobili, sconvolti e YunHo più di loro.
I poliziotti spostarono un po’ bruscamente JaeJoong ed entrarono a tutta velocità, incominciando ad osservare in giro per il salotto.

- che significa?! – borbottò YunHo

Nessuno gli rispose

- potrei sapere perché c’è questo mandato?! -

Ancora vana fu la risposta

- …YunHo… - sospirò JaeJoong preoccupato

Intanto, sotto lgi occhi di tutti, la polizia continuò quasi indisturbata la sua perquisizione. Toccarono un po’ di tutto. Svuotarono molte credenze, rovesciarono parecchi libri per terra e rovistarono in mezzo agli album di fotografie.
La donna che gli aveva consegnato il foglio,andò a controllare, seguita da un collega, anche nelle altre stanze, compreso il bagno.
Il tutto mentre i ragazzi si lanciavano occhiate nervose e JaeJoong più di tutti.
Poi, ad un certo punto, uno dei requisitori uscì dalla lavanderia con un paio di scarpe che mostrò agli altri compagni.
Erano le scarpe di JaeJoong. Quelle che avrebbe dovuto lavare quel giorno stesso.
YunHo provò ad intervenire, ma il biondo lo sbloccò d’istinto.
Videro i poliziotti parlare tra loro ed annuire. Poi misero quelle scarpe in un sacchetto di nylon e lo chiusero con molta cura e attenti a nono toccare direttamente l’oggetto.
Non appena ebbero fatto, si avvicinarono a JaeJoong, impietrito.

- deve seguirci in centrale signor Kim… - esclamò la donna evitando distrattamente di guadarlo

- c- cosa?! - balbettò il ragazzo

- che significa?! – intervenne YunHo parandosi davanti all’amico – si può sapere che cosa succede?! -

Lei lo guardò torva.
Poi, dalla cinta, estrasse un paio di manette. Sospirò e ribatté a tono, seccata dall’improvvisa intrusione del moro.

- il signor Kim…è l’indagato principale per l’omicidio di Takahashi Hiro -
 

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Capitolo 6
*** 6.~ Carcere! ~ ***



Capitolo 6
~ Carcere! ~



 

La Procura di Seoul, distava a meno di 200 metri dalla stazione degli autobus e, a poco più di tre kilometri da quella dei treni.
Era un edificio grossolano, di dimensioni considerevoli, circondato da alte mura che avrebbero impedito a chiunque di entra di soppiatto.
L’unico ingresso che c’era, si trovava proprio davanti agli enormi portoni dall’aspetto maestoso e decorati nei minimi dettagli sui quali si ergeva lo Stemma del paese.
Per poter entrare, dovevi farti riconoscere dalle guardie che si trovavano piazzate proprio davanti ad essi.
C’era sempre un insolito via vai di persone che entravano o uscivano da quell’edificio.
Era assurdo pensare che ci fossero così tanti malviventi…o così tanti innocenti in questa città.
Già, perché molte volte, la giustizia non è mai veramente giustizia.


- andate dritte, lungo quel corridoio e poi svoltate a destra. Lì c’è la sala interrogatori. -

Il poliziotto indicò alle due donne l’esatto percorso.
Entrambe, una molto giovane e l’altra, sui cinquant’anni, fecero un inchino in senso di cortesia e si diressero nella direzione prestabilita.
Era tutto così..spento in quel posto.
Non c’era allegria, ogni poliziotto era impegnato nel proprio lavoro e sembrava esistere solo per quello.
D’altronde, quello non era un posto dove accadevano cose felici.
Le due, camminavano con una certa fretta. Sembravano molto scosse, specie la più giovane che non faceva altro che guardare a destra ed a sinistra preoccupata.
Vedendola così tesa, l’altra signora le aveva dolcemente posato una mano sulla spalla come per incoraggiarla ed incitarla ad andare più lentamente.
Le giovane, dapprima un po’ contrariata, aveva sorriso ed aveva rallentato il cammino.
Non ci vollero nemmeno cinque minuti per arrivare.
Come gli era stato detto, voltarono a destra e si trovarono a dover precorrere un altro corridoio. Solo che si fermarono prima, proprio all’inizio.
Un ragazzo, evidentemente turbato, se ne stava appoggiato alla parete, seduto per terra, opposta a quella dove se ne trovava un altro, anche lui decisamente cupo in volto. Poco più avanti, un terzo giovane camminava avanti a indietro, incerto.

- ..Y-YunHo! – balbettò la ragazza giovane

Il ragazzo si alzò da terra di scatto.
Anche gli altri due sembrarono uscire dalla catalessi.

- SunMi! – esclamò correndole incontro

Entrambi si abbracciarono come per farsi coraggio.

- sono venuta appena ho saputo… - sospirò la ragazza

- … -

Il ragazzo non rispose

- si può sapere che è accaduto?! – esclamò la signora

- …non…non lo so mamma… - sospirò YunHo

- da quanto è dentro? – domandò SunMi

- da un ora circa… – intervenne YooChun

- … -

Nessuno dei presenti parlò ancora.
Si limitarono a guardare quella porta dai vetro opaco, in modo che nessuno potesse vedere ciò che succedeva dentro.
La signora Jung sospirò pesantemente.

- ma chi era Takahashi…Hiro? – chiese JunSu titubante

- …JJ me ne aveva parlato per telefono…era il suo datore di lavoro a New York – rispose SunMi

- ora che ci penso..io l’ho incontrato…proprio ieri al bar! – pensò YunHo

- d-davvero? – osservò YooChun

- già…mi era sembrato un tipo a posto…anche se…boh…aveva un aria strana… -

- … -

- … -

- … -

- aah! Adesso basta! - borbottò SunMi all’improvviso – ora vado lì dentro e me lo riporto a casa!! -

La giovane, puntò verso la porta della sala interrogatori, decisa a compiere quell’assurdo gesto, ma la mano di YunHo, prese la sua e la bloccò a metà strada.

- SunMi,per favore, mantieni la calma! -esclamò

- come puoi dirmelo?! Ti ricordo che c’è JJ lì dentro! -

- lo so perfettamente! Ma entrando adesso non gli faremmo certo un favore! -

- sempre meglio che restare qui senza far nulla! -

- ragazzi, per piacere…finitela… - incalzò la signora Jung

- mollami YunHo! – insistesse SunMi - sono più grande di te! -

- in questo momento mi sembri solo una mocciosa, comportandoti così! -

- oh scusami tanto se mi sto preoccupando per JJ! -

- ti ripeto che sono preoccupato anche io! -

- E’ MIO FRATELLO ACCIDENTI!! – urlò la ragazza

YunHo la mollò quasi per istinto. Era stupito. Più che altro, per il fatto che era la prima volta che sentiva SunMi urlare in quel modo. Nemmeno con i suoi figli lo aveva mai fatto.

- ora basta!!insomma, non vi vergognate?! – puntualizzò JunSu interrompendo la discussione

- YunHo, SunMi…non litigare, non risolvete nulla… - disse la signora Jung

- hanno ragione..ci stanno guardando tutti… - concluse YooChun

La ragazza abbassò lo sguardo afflitta, ma YunHo sembrava anche più mortificato di lei.

- …s-scusa SunMi…non avrei dovuto… -

- no…scusami tu…sono sempre la solita impetuosa… so che vuoi bene a JJ… - esclamò

La calma tornò a regnare e i due si sorrisero lievemente.

- adesso…. – sospirò YooChun accucciandosi a terra lungo il corridoio – non dobbiamo fare altro che attendere… -

 

**




Era da più di un ora che stava seduto.
Era da più di un ora che aveva la luce della lampada puntata contro il viso
Era da più di un ora che quelle due persone continuavano a fissarlo, camminando attorno ad un tavolo.
L’unico che c’era, in tuta la stanza.
Gli scuri della finestra erano serrarti. Non c’era luce, se non quella artificiale.
In quella piccola camera c’erano solo un tavolo, una sedia e il nulla.

- allora… - cominciò uno dei due uomini in borghese - …sappiamo per certo che lei alle 11 di ieri sera ti trovavi alla villa del signor Takahashi, giusto? -

JaeJoong dapprima lo guardò. Poi, abbassò lo sguardo violentemente e annuì piano, quasi solo accennando ad un leggero movimento.

- perché era lì ieri sera?! Cosa dovevate fare?! – domandò nuovamente

- … -

Era la sesta volta che glielo domandavano. Ed era la sesta volta che lui non rispondeva o era molto vago nel farlo.
Sapeva perfettamente che loro avrebbero continuato a chiedergleilo all’infinito eppure, non ci riusciva proprio.
Non poteva certo raccontare a quei due il motivo per cui era andato da Hiro la sera prima.
Cosa avrebbe detto? “sono andato da lui perché volevo che mi scopasse”? bella risposta!
Avrebbe anche potuto dirglielo, ma poi, sicuramente, YunHo, la sorella, i suoi amici lo avrebbero saputo.
E sarebbe stato come se nulla fosse successo. Come se lui non fosse mai andato da Hiro. Ciò che aveva dovuto fare, non sarebbe servito per ottenere la tanto sospirata felicità.

- …non l’ho ucciso io… - sospirò con voce flebile ignorando la domanda

Uno dei due uomini, quello che non aveva parlato, si adirò un poco.

- non ti abbiamo chiesto se l’hai ucciso o no! Ti abbiamo chiesto cosa ci facevi li!! -

- si, perché tanto per voi è già palese che l’abbia ammazzato io, vero?! - esclamò JaeJoong sulla difensiva

- rispondi alla domanda! -

- e voi rispondete alla mia! – attaccò il giovane

- non sei nella posizione adatta a darci ordini ragazzino! -

JaeJoong sospirò, infiammando il suo animo, sentendolo bruciare ad ogni loro parola o accusa contro di lui

- si, sono andato a casa sua! L’ho fatto perché doveva dargli una cosa!! -

- una cosa?! – ripeté il magistrato

- si!! Se gliel’avessi data, lui ci avrebbe lasciato in pace! – esclamò tutto d’un fiato

- vi avrebbe? – osservò il collega

- m-mi! – si corresse il ragazzo in fretta

Ma ormai era tardi. Ecco, altro errore del cavolo!.
Entrambi gli si avvicinarono di più, appoggiando le mani sul piccolo tavolo di legno.
Puntarono lo sguardo su di lui tanto che si sentì ben presto a disagio.

- tu…e chi altro? -

- …non c’è nessuno… -

- non mentire! Altrimenti aggravi la tua posizione! -

- … -

- … -

- …se io non mi fossi offerto a lui….io e YunHo saremmo stati perseguitati sempre… -

Ecco. Tanto valeva dire tutto.
Voleva sprofondare nella vergogna più assoluta, lo voleva davvero. Abbassò lo sguardo cupo, mentre i colleghi si lanciavano occhiate strane.
Poi, li sentì sospirare entrambi.

- YunHo? –

- il mio…coinquilino… - sospirò stando ben attento a ciò che disse -…ma lui non centra! Non sa nulla di questa storia! – aggiunse in fretta

- che è accaduto? – chiesero i due

- …alla fine…mi sono rifiutato… -

- … -

- …così te ne volevi andare ma lui non era d’accordo e tu l’hai ucciso…giusto? -

- QUESTO NO! – urlò JaeJoong

- Takahashi Hiro è stato trovato morto col cranio fracassato da percosse! E tracce del suo sangue sono state trovate anche nelle tue scarpe! COME PUOI DIRE CHE NON SEI STATO TU?! -

- MA LEI PER CASO SA COSA VUOL DIRE?! – lo interruppe JaeJoong sbattendo i pugno sulla superficie del tavolo

- … -

- lei sa cosa si prova ad essere toccati da qualcuno di cui hai paura?! - continuò - Hiro lo odiavo…ammetto di averlo odiato ma non avrei mai voluto la sua morte! Non sono quel tipo di persona! -

- anche le persone di buoni principi possono impazzire! -

- io non ho ucciso Hiro!! -

- … -

- potete insinuare ciò che vi pare, ma io so di essere innocente! -

Entrambi gli uomini si guardarono perplessi ma con evidente segno di stanchezza.
Non doveva essere il loro primo caso in cui il “colpevole” diceva di essere “innocente”.
Era sempre al solita storia.

- va bene…dai adesso alzati! – ordinò uno dei due

JaeJoong era un po’ contrariato,ma eseguì la richiesta.
Subito, uno di loro estrasse un paio di manette e, piuttosto bruscamente, gliele mise ai polsi, dietro la schiena.

- adesso…che mi fate?! –domandò il giovane quasi ironico

- sei il sospettato principale! - risposero – farai bene a trovarti un buon avvocato ragazzo! -

- e-eh?! -

- …ti portiamo al carcere di massima sicurezza. Laggiù potrai rinfrescarti un po’ le idee! -

- c-cosaaa?! -

Senza un attimo di tregua, lo spinsero fuori dalla stanza degli interrogatori, tenendolo ben saldo, perché non potesse scappare.

- e-ehi! Un momento! - si dimenava il ragazzo

Poi, la porta si spalancò.
YunHo, SunMi, YooChun…erano tutti lì, fuori ad aspettarlo preoccupati.
Tuttavia, i due poliziotti non si fermarono nemmeno per un istante.

- J-JaeJoong! - esclamò YunHo

- YunHo! – rispose quest’ultimo dimenticandosi dei due – SunMi! Ragazzi! -

- JJ! – esclamò la sorella provando ad avvicinarsi, ma non glielo permisero – che succede?! -

- ..non…non preoccuparti! Va tutto bene! –cercò di rassicurarla il biondo mentre lo portavano all’ingresso

- JJ! – urlò YunHo – dove ti stanno portando?! -

- non vi preoccupate! È..solo una precauzione! Sono innocente e loro lo sanno! – cercò di sorridere il ragazzo

- JJ! -

YunHo urlò nuovamente.
Tuttavia, questa volta il compagno non lo sentì. Le porte della procura si chiusero davanti a loro e il biondo venne condotto in un furgone.
L’istinto gli diceva di correre, di inseguirli. La mano di YooChun, posata dolcemente sulla sua spalla, gli diceva invece di restare lì.
Pioveva. Il cielo era denso e scuro.
Nemmeno se ne era ricordato.
Era il 4 Gennaio.
Quel giorno, cadeva l’anniversario del ritorno di JJ dall’America.
Un giorno freddo.
Ma quella volta non aveva piovuto.
Tuttavia, quando aveva scoperto la triste verità su JaeJoong, la pioggia era caduta fitta ma silenziosa.
Che la pioggia portasse anche la verità?


- questa non ci voleva… - sospirò YooChun

- … -

- non posso credere che JJ sia colpevole! Lui non farebbe del male ad una mosca! – obiettò SunMi

Nessuno sapeva spiegarsi il perché di tutta quella losca faccenda. La signora Jung guardava cupa il pavimento chiaro mentre JunSu non faceva altro che guardare il proprio cellulare, senza un motivo preciso.

- …ehi YunHo… - esclamò YooChun avvicinandosi all’amico

Lei continuava a fissare la direzione in cui si era diretto il furgone con JaeJoong. La pioggia sembrava consumarlo nell’anima.

- … -

- dai…vedrai che tutto si risolve! - cercò di consolarlo

- …mi ha mentito YooChun… -

- eh?! -

- aveva detto di essere andato al supermarket… -

YooChun lo guardò perplesso

- ehi! Stammi bene a sentire!! Non vuol dire nulla! Nulla, hai capito?! -

- credevo di conoscerlo…ma a quanto pare mi sbagliavo… - sospirò cupo

- YunHo ma… - cominciò l’amico

- scusa…devo andare… -

Si discostò dal gesto dell’amico.
Non voleva sentire più nulla e nessuno. In quel momento voleva solo andare a casa.
Senza dire una parola in più, senza uno sguardo ai suoi amici, uscì camminando velocemente, aprendo le porte d’ingresso ed allontanandosi.

- ehi, dove vai?! - esclamò l’amico – così ti prenderai un malanno!! –

- YunHo! - urlò SunMi

Fece per correre fuori a chiamarlo ma la signora Jung la fermò

- lascialo andare cara… - sospirò

- come?! Ma..signora! fuori diluvia! -

- … -

- …? -

- conosco mio figlio…in questo momento l’ultima cosa di cui ha bisogno sono le persone… -

- …. -



 

**






- mettiti questi… -

Una donna, robusta, dal volto decisamente poco graziato e femminile, vestita solo di un camice verde scuro, lanciò degli indumenti a JaeJoong, che li prese al volo, anche se un po’ goffamente.
Il ragazzo, li osservò per qualche attimo e poi, sempre con visibile perplessità , lanciò un’occhiata alla donna.
Erano una maglia e un paio di pantaloni lunghi entrambi di colore grigio scuro, di stoffa.

- cos’è?! Stai aspettando che esca fuori?! Muoviti! – esclamò la donna con tono aggressivo

JaeJoong capì che la privacy non era certo la parola d’ordine in quel posto.
Era arrivato al carcere dopo circa venti minuti di furgone. Una volta sceso, l’avevano condotto all’interno della struttura e fatto firmare alcune carte.
Poi, l’avevano mandato in quella stanza a oppia uscita.
Lentamente, cominciò a togliersi i vestiti.
Si sentiva tremendamente a disagio. Quella donna continuava a guardarlo quasi con disgusto.
Cercò di infilarsi velocemente i pantaloni, seguiti dalla maglia.
Quegli indumenti prudevano molto. Dovevano essere appena stati lavati anche se il profumo da pulito non si sentiva.

- togli anche gli orecchini , collane e robe varie…appoggia tutto qui dentro… - esclamò indicando un piccolo cestino di plastica

Il biondo si tolse i piercing che portava ad entrambi i lobi.
Dovette anche levarsi la catena che portava spesso e il suo braccialetto porta fortuna.
Mi se il tutto dove indicato dalla guardia.

- anche l’anello! - disse

JaeJoong sussultò.
Si guardò la mano destar. L’anello che gli aveva regalato YunHo brillava attorno al suo anulare, dove era sempre stato.
Lo osservò attentamente per qualche attimo. Sospirò amaramente e poi, lo tolse con un piccolo gesto.
Quando lo sentì sbattere contro la superficie del cestino, gli venne una fitta al cuore. Ed essa divenne più grande quando la donna prese quel contenitore e lo mise dentro un armadio, chiudendolo a sua volta.

- p-potrò riavere le mie cose?! – chiese il ragazzo cortesemente

Quella lo guardò decisamente male.

- su cammina! La guardia ti porterà nella tua cella… - esclamò infine aprendogli una porta proprio davanti a loro

JaeJoong non se la prese per la mancata risposta.
Anzi, a dirla tutta, non riusciva proprio ad essere arrabbiato. Era stanco, aveva passato tutta la mattina otto interrogatorio, uscendone sconfitto a dire il vero.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di realizzare ciò che era accaduto.
Mentre una ennesima guardia lo conduceva lungo molteplici corridoio, cupi, senza vita, ripensava agli ultimi avvenimenti.
Hiro era morto. Era stato ucciso.
Hiro non c’era più, non esisteva più.
Tuttavia non era felice. Ma non era nemmeno triste. Non sapeva cosa sentiva.
Forse perché adesso doveva pensare a problemi ben peggiori.
Hiro era morto. E lui era accusato di averlo ucciso.
Nonostante fosse scomparso, era riuscito nel suo intento di rovinargli la vita.
Ma come mai erano così sicuri della sua colpevolezza? Cosa c’era, quale particolare sapevano i poliziotti da poterlo incastrare così facilmente?
Più ci pensava e più ogni cosa sembrava assurda.
Lui era certo di essere innocente. Lui lo sapeva, ma gli altri?
I sui pensieri andarono subito ai suoi amici…a SunMi…a YunHo.
Già, YunHo.
Chissà cosa aveva pensato vedendolo in quello stato….

- ecco, questa è la tua cella! -

La voce tremante ma fredda della guardia lo fece tornare alla realtà.
Alzò lo sguardo, finora tenuto costantemente basso. Era una porta. Una porta di ferro, senza maniglia, solo un’apertura per la chiave.
Vi era una piccola finestrella, apribile solo dall’esterno.
Sentì immediatamente un brivido lungo la schiena.
La guardia inserì la chiave nella serratura e la porta, magicamente si aprì.
JaeJoong ci mise un po’ a focalizzare ciò che vide in quel momento:
un letto a castello.
Una piccola scrivania.
Una porta che conduceva ad una piccolissima stanzina, il bagno.
Una finestra chiaramente sbarrata. Poca luce, fioca, artificiale.
Un armadietto di legno ormai su punto di marcire.
E una persona che se ne stava seduta, coricata su una seggiola, mentre consumava quel poco che restava del pranzo di mezzogiorno.

- ehi tu! – esclamò la guardia a quella persona – ha i finito di mangiare si o no?! -

JaeJoong, sentendosi un po’ messo da parte, lo guardò attentamente.
Era un ragazzo.
Aveva lineamenti molto particolare, virili, ma allo stesso tempo bambineschi.
Sembrava avere più o meno la sua stessa età. Aveva uno sguardo vacuo, assolutamente ironico e scettico.
I suoi capelli erano non troppo corti.
Alla domanda della guardia, scostò le spalle, come se non gli importasse nulla.
Anche gli guardò per circa mezzo secondo JaeJoong. A poi, riprese a mangiare il suo panino al tonno.

- questo è il tuo nuovo compagno di stanza…vedi di non litigare anche con lui chiaro?! – continuò la guardia

- tsk.. – sbottò quel giovane così impetuoso

Detto questo, l’uomo spinse leggermente JaeJoong all’interno della stanza, per poi richiuderla.
Il biondo, osservò nuovamente il suo compagno di stanza. Tuttavia, era stanco. Era sfinito. Voleva solo buttarsi a letto e dormire.
Fece per avanzare verso il letto a castello (il suo doveva per forza essere quello in basso…dato che quello sopra era pieno di cianfrusaglie strane).
Non potette nemmeno permettersi di sedersi, quando la porta della cella si aprì nuovamente.
Entrò nuovamente la stessa guardia, evidentemente scocciata anch’ella.
Dette un’occhiata JaeJoong.

- cambio di programma! Abbiamo saputo che non hai mangiato… -

JaeJoong sembrò stupito

- m-ma veramente io non… - balbettò

- su! Muoviti! La mensa chiude tra poco! -

- …m-ma… -

- muoviti! – ordinò con più impeto

Il biondo era davvero arrabbiato
Non erano passati nemmeno due minuti da quando era entrato!
Sembrò sentire il suo compagno ridersela sotto i baffi.
Non ci fece troppo caso a quello strano ragazzo.
Sospirò scocciato e seguì nuovamente la guardia fuori dalla cella.

 

**




- secondo te sta bene? -

Era la seconda volta che JunSu gli faceva quella domanda.
Tuttavia, non sapeva minimamente cosa rispondere.
Non poteva certo sapere cosa stesse facendo JaeJoong in quel momento!.

- ..non lo so… -

YooChun parve quasi afflitto dal non poter dare una risposta.
Ma la verità era che nemmeno lui lo sapeva.

- …YunHo…sarà a casa? -

- … non lo so… -

- … -

JunSu parve finalmente concludere quella sottospecie di interrogatorio che non aveva fatto altro che sottoporgli per tutto il tragitto fino alla macchina, parcheggiata a mezzo kilometro dalla procura.

- …mi sembra tutto così assurdo…JJ accusato di omicidio… - sospirò YooChun a voce alta

- …già…da non credere… -

- SunMi si è data già all’assalto per un avvocato decente…da quello che ho sentito dire dalla polizia, JJ è messo proprio male… -

- … -

- giuro che se si azzarda a dubitare di lui…lo prendo a cazzotti! -

- …YooChun… -

- mh?! -

- chi è che prendi a cazzotti?! -

Era tipico di YooChun dire frasi sconnesse e senza alcun senso logico l’una con l’altra.

- YunHo intendo! – borbottò - …non sarebbe la prima volta! -

JunSu parve perplesso.
Il compagno lo guardò per un attimo e poi, sorridendo lievemente, sospirò.
Già, JunSu non sapeva e non poteva sapere di ciò che era accaduto durante il primo anno di università…quando JJ e YunHo si erano conosciuti per la prima volta.

- scusami…tu non puoi saperlo… - sospirò

- …fa nulla! – sorrise JunSu

Poi, ripresero a camminare in silenzio.
La pioggia era fitta, silenziosa, insistente.
Il traffico in città si era accumulato piuttosto velocemente tanto che vigili del fuoco erano già al lavoro per soccorrere gente appena tamponatasi in macchina.

- c…comunque… - sospirò JunSu in seguito

- mh? -

- io…penso che JJ sia innocente! -

YooChun lo guardò, mentre cercava di distogliere lo sguardo dal suo.
Era così carino quando si vergognava!
Non potette fare a meno di sorridere.
Dolcemente gli prese la mano e gliela strinse.
Gli sorrise, ma JunSu sapeva bene quanta tristezza provava in fondo la cuore.
Uno dei suoi miglio amici era appena stato accusato.
La sua mano era salda e tremante.
yooChun iniziò a guardare il marciapiede su cui camminava, cupo.
JunSu rispose alla stretta di mano facendo altrettanto, per incoraggiarlo.

- …anche io… - sospirò infine – anche io sono sicuro che è innocente… -

Ma mentre lo diceva, una lacrima solcò la sua guancia, seminascosta dai capelli e dal berretto che portava per ripararsi dal freddo.

 

**




JaeJoong venne condotto lungo un altro corridoio che sembrava non finire mai.
Quell’edificio sembrava un labirinto. Ra li da nemmeno un ora e già si sentiva perso.
Ironicamente, pensava che tanto avrebbe avuto modo di ispezionarlo per bene, durante la sua permanenza in quel posto.
Quando svoltò a destra, sfociando in un altro piccolo atrio, cominciò a sentire i primi suoni di civiltà umana.
O almeno così credeva.
La guardia lo bloccò proprio davanti alle porte della mensa.
E li lo lasciò in modo che si arrangiasse.
Non appena aprì una delle due porte, si rese conto di averlo appena lasciato il mondo della civiltà!.
La mensa i questione era un grande stanzone che al massimo poteva contenere 500 persone.
C’erano tavoli di plastica posti un po’ ovunque e , proprio a pochi metri dall’ingresso, vi era un piccolo self service con il pranzo da prendersi.
Tuttavia, lui di fame non ne aveva e l’ultima cosa che avrebbe voluto era quella di doversi sedere accanto ad uno di quei ceffi.
Era tutta gente della peggior specie, pensava.
Tutti quei carcerati, vestiti come lui, sembravano così potenti e…grossi, al suo confronto!.
Sembrarono non accorgersi della sua presenza, ma non appena mosse un solo piede, si voltarono quasi di colpo come se fossero stati a scoppio ritardato.
JaeJoong si sentì profondamente osservato da ogni angolazione.
Non ebbe nemmeno il coraggio di tenere lo sguardo alto.
Decise, che forse il miglior modo di passare inosservato era appunto evitare di fare cose strane.
Avanzò lentamente, in direzione del self service.
Tutti guardavano. C’era chi sghignazzava e chi se la rideva sotto i baffi. Giurò persino di aver sentito un “oh, abbiamo una ragazzina” . ma evitò di farci caso apposta..
S’incamminò ancora a sguardo basso.
Tuttavia, anche evitando il ben che minimo contatto con chiunque di loro, un omone piuttosto robusto di costituzione, gli si parò davanti e fu costretto a fermarsi.

- ehy, moccioso! Sei il nuovo arrivato giusto?! – esclamò sghignazzando

JaeJoong non risspose. Alzò solo lo sguardo contro di lui, ma non fece altro.
Enza nemmeno che se ne rendesse conto, molti altri si avvicinarono a lui.

- p-per favore… - sospirò JaeJoong – puoi spostarti? Voglio mangiare… -

Sorrise quasi in modo crudele.

- fatti guardare meglio, sembri proprio una ragazzina! – esclamò un altro dei carcerati

- …per favore…fatemi passare… - continuò JaeJoong ignorando il commento

- hai ucciso quello con cui te la facevi giusto?! – azzardò colui che si era messo davanti per primo

JaeJoong si sentì infiammare.

- …non sono affari vostri questi… -

- oh ho! Fa il timido! – risero alcuni

- perché non fai vedere anche a noi cosa facevi con quell’imprenditore? -

- e-eh?!-

Il ragazzo si sentì praticamente in trappola.
Percepì che qualcuno gli aveva appena sfiorato il braccio destro, ma lui di si scostò bruscamente da quel gesto.

- insomma! Lasciatemi stare!! -esclamò

- non è che sei femmina in realtà?! – scherzarono – facci vedere un pò! -

- c-che?! -

- …dai! -

- n-NO! -

Nel momento in cui quel tizio si era avvicinato, JaeJoong gli aveva tirato un sonoro schiaffo in piena faccia.

- n-non ti avvicinare chiaro?! – esclamò indietreggiando

- brutto moccioso! - sogghignarono gli altri

Ci volle poco. Molto poco.
JaeJoong, venne colpito allo stomaco con un pugno che lo fece barcollare. andando a finire direttamente fra le braccia dei suoi assalitori.
Questi’ultimi, lo tennero stretto per le braccia mentre altri due, gli bloccarono le gambe a mezz’aria.

- L-LASCIATEMI SUBITO!! LASCIATEMI!! - urlò

Che cosa volevano fare?!.
Lo sapeva, non avrebbe mai dovuto entrare lì dentro!.

- brutto moccioso…non si trattano così i propri sunbaes… - sospirò quello a cui il biondo aveva tirato lo schiaffo.

Tuttavia, al contrario di prima, adesso aveva in mano un bastone non molto grande di legno, probabilmente il ricavato da una gamba rotta di una qualche sedia della mensa.
JaeJoong impallidì all’istante.

- sai? A me le checche non piacciono per niente! – sbottò arrabbiato

- e-eh?! Ch-che vuoi fare?! – balbettò il biondo

- ma chissà… -

Cominciò a strusciare quel bastone lungo la gamba del ragazzo, immobile, impaurito.
La percorse tutta fino ad arrivare all’interno coscia.
Li si fermò.

- Domani mattina, quando ti alzerai…vorrei sapere se ti fa ancora male…d’accordo? - sorrise

- c-che cosa?! Ehi! Fermo! Che vuoi fare!!! Lasciatemi!! -

- tenetelo fermo ragazzi, oggi ci divertiamo! – sogghignò malefico.

- BASTA! PER FAVORE, LASCIATEMI! -

Aveva paura, tremendamente paura. Si dimenava on tutta la forza di cui disponeva, ma era impossibile.
Erano in troppi e lui era debole.
Ecco che si sottometteva nuovamente.

- sentirai solo un po’ di male! Eheheh… -

N-NO!! SMETTETELA PER FAVORE! VI PREGO! –

- eheheh… -

Non ebbe più la forza di urlare.
Non ebbe più la forza di dimenarsi.
Non ebbe più forza.
Sentì un improvviso dolore, forte, penetrante.
Un dolore lacerante all’inguine. Un dolore che persisteva, che diventava maggiore.
Si sentiva colpire. In un primo momento sembrava non sentire nulla. Ma poi, il dolore cominciò a manifestarsi in tutta la sua atrocità.
Urlò.
Urlò con tutta la voce che aveva. Mentre sentiva voci di assassini che ridevano, che si divertivano. Che gli toccavano il viso, il petto…
Che lo rendevano più simile ad una bambola di pezza, ad un oggetto inutile.
Tutti uguali erano! Tutti che volevano toccarlo.
Un ennesimo colpo all’inguine, lo fece sobbalzare. Chiedeva di smetterla, chiedeva che lo asciassero andare…
Ma non c’era nessuno che potesse aiutarlo?
Avrebbe voluto tirare calci, pugni, ma era bloccato. O meglio, era debole. Debole per poter combattere. Debole per prendere l’iniziativa.
Semplicemente debole.




 

…lo sai che…è colpa tua…vero?







- ehi! Tutto bene?! -

La guardia sembrava leggermente preoccupata. Forse non era la prima volta che vedeva certe scene.
Grazie al cielo, aveva sentito le urla di JaeJoong ed era intervenuta, portandolo via, al riparo da quella gente.
Allora, un po’ di umanità c’era dentro quell’edificio malsano e acre.

- s-si… -

Il biondo annuì discretamente.
Camminava zoppicando, lentamente. Aveva qualche livido sul volto e stringeva la propria mano sulla pancia, massaggiandola.
Non voleva dirlo a nessuno, non voleva farlo capire.
Ma stava soffrendo.
Venne riportato con una certa fretta alla sua cella.
Lì, esattamente come lo aveva lasciato, si trovava quel ragazzo.
L’entrata in scena di JaeJoong sembrò non interessargli anche se lo scrutò per qualche attimo, intento a capire cosa mai potesse essere successo al nuovo arrivato.
JaeJoong non si voltò verso di lui. Non gli parlò. Non volle fare nulla.
Si trascinò a fatica e i coricò a letto.
Gli veniva da piangere. Quel letto era duro. Il cuscino era talmente sottile che sembrava non esserci. Le lenzuola pungevano, erano fredde e ispide.
Come avrebbe potuto resistere in un posto come quello?
Come, sapendo di essere innocente?
Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter essere accanto al suo amore, in quel momento…
Voleva chiudere gli occhi, non pensare al dolore. Voleva dormire. Dormire e sognarlo.
Voleva sentirlo vicino…
D'altronde, quella sarebbe stata la prima notte che avrebbe passato lì.
La prima notte in cui non ci sarebbe stato lui a coccolarlo.

- ..YunHo… -

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Capitolo 7
*** 7.~ Can You Hear Me? ~ ***



Capitolo 7
~ Can You Hear Me? ~





 

As if you were my very last
As if it were my very last moment
Next to you, who just let me go so easily
I go closer to you again step by step
Although I cannot move at all





 
- …mhhh… -

Piano piano aprì gli occhi.
La luce proveniente dalla finestra non chiusa,quasi lo accecò.
Si sentiva strano confuso. Non capiva dove fosse e a percepire i colori di quella stanza.
Di solito si svegliava dolcemente, cullato dall’odore di un buon caffè appena fatto.
Erano rare le volte in cui si svegliava in quel modo.
Era da anni che non accadeva.
Aveva le coperte tirate fino al collo. Sentiva freddo.
Già s’immaginava lo stato in cui poteva essere. Aveva sicuramente i capelli arruffati ed una espressione terribile.
Odiava doversi alzare alla mattina.
Preferiva di gran lunga farlo con calma, magari coccolato dalla persona che aveva accanto.

- …ehi..JJ… -

Si voltò verso la sua destra.
Si aspettava di trovare quel viso d’angelo accanto a lui. Quei capelli biondo platino e quell’espressione dolce che lo facevano andare in paradiso ogni mattina.
Tuttavia, l’unica cosa che c’era accanto a lui, era il nulla.
Guardò quella metà di letto, confuso.
Vi appoggiò una mano. Non era un sogno.
JaeJoong non c’era.
Si fermò immobile, fisso in quel punto.
Ma…ma dov’era JJ?
Un flash del giorno prima sembrò accecarlo.
Era tutto così confuso nella sua testa: la bugia, l’arresto, l’interrogatorio e il carcere.
Cercò di rimettere a posto gli eventi.
Come se fosse facile! Nemmeno lui aveva potuto rendersi conto di ciò che era accaduto! Nessuno gliene aveva lasciato il tempo.
Se ne era andato dalla procura sconvolto. Era tornato a casa a piedi, sotto la pioggia.
Era triste, arrabbiato, incerto sul da farsi. Aveva passato una notte tranquilla ma…fredda!.
La sua prima notte solo, senza JaeJoong. Si era talmente abituato ad avercelo lì, accanto a lui, che adesso si sentiva così tremendamente solo…
Fece per alzarsi, ma non ci riuscì. Era ancora intontito e si sentiva stanco.
Quel giorno avrebbe dovuto andare al lavoro ma non ne aveva alcuna voglia.
Gli pareva anche di sentire i rimproveri di JaeJoong “sbrigati sfaticato, che fai tardi!!” il che lo rese ancora più triste.
Era così vuoto quell’appartamento senza di lui!. Così…insignificante.
Addirittura, il suo profumo si poteva ancora percepire nell’aria.
Un profumo dolce, un profumo a cui non faceva mai troppo caso ma che in quel momento sembrava nostalgico.

- …JJ…puoi sentirmi…vero? -

Quel sospiro fu accompagnato da un leggero singhiozzo.
Si mise una mano sopra gli occhi, si morse le labbra e sprofondò sotto le coperte.
Pregava davvero perché il compagno potesse sentire i suoi lamenti…


 

**





- uhm… -

Ci volle un po’ prima che JaeJoong realizzasse dove si trovava in quel momento.
Si era svegliato sentendo freddo e non era stato piacevole.
Aveva passato una notte d’inferno , cercando in tutti i modi di alleviare il dolore all’inguine che continuava a perseguitarlo.
Era ancora mezzo tramortito, i lividi gli facevano male a contatto con la superficie di qualsiasi cosa e credeva addirittura che il suo labbro inferiore si fosse gonfiato leggermente.
Si era addormentato tra le lacrime, tremante di freddo. Non si ricordava nemmeno di essersi coperto eppure, il lenzuolo era lì che alleviava un po’ la sua sofferenza.
Aveva le ossa che gli facevano male. Il materasso era duro e lui non ci era abituato.
Decise di alzarsi. Tanto, a che serviva stare a letto ancora?
In cella era solo. L’altro ragazzo non c’era. La prima cosa che controllò, fu l’ora,a fu ben difficile trovare un orologio.
Ne trovò uno da polso sopra una minuscola mensola. Doveva appartenere all’altro.
Erano le undici di mattina. Aveva dormito per tutto quel tempo?
Si stiracchiò, non ricordandosi di avere male un po’ dappertutto. Infatti, sentì subito dolore e si massaggiò, piegandosi in due.
Allora, si diresse al piccolo bagno di quella stanzina.
Era anche più piccolo del ripostiglio di casa sua. Non aveva niente. Solo un lavandino e un wc. C’erano chili di muffa sulle pareti e la polvere regnava sovrana.
Pensò subito che forse, se avesse voluto lavarsi avrebbe dovuto utilizzare delle docce comuni.
Si risciacquò il viso un po’ sbadatamente. Si lavò i denti con lo spazzolino in dotazione. Non sapeva quando avrebbe potuto riavere le sue cose, ma sperava presto.
In seguito, si mise i calzini del giorno prima.
Quella cella era vuota, spoglia, triste. Gli mancava da morire la sua camera. In realtà,gli mancava da morire il suo YunHo.

- …e-ehi! Guardia! – balbettò incerto fiondandosi alla porta e cominciando a tirare qualche pugno

Nessuno rispose. tuttavia attese in silenzio.
Bussò ancora una volta.
Sentì finalmente il rumore di una serratura che veniva parta. Si allontanò dalla porta e questa si aprì di colpo.
Comparve la guardia, un po’ stupita di vederlo in piedi.

- oh, ti sei alzato finalmente! - esclamò

- e-eh?! -

- il tuo compagno mi ha detto che stavi poco bene e che avevi qualche linea di febbre -

- c-cosa?! – balbettò JaeJoong

Ma lui non aveva mai avuto la febbre!
Quel ragazzo aveva detto una cosa del genere?
Non se lo ricordava nemmeno di faccia,eppure si domandava perché lo avesse fatto.

- stai bene ora? – domandò la guardia destandolo dai suoi pensieri

- s…si… - esclamò reggendo al gioco

- bene…allora sbrigati! Gli altri sono già in giardino a pulire! -

- … -

 

**




Chiamarlo giardino era tanto. JaeJoong si era guardato a destra ed a sinistra ma l’unica cosa che aveva notato era solo une norme piazzale munito di alte mura tanto da soffocarlo, con due canestri, palloni e attrezzi da palestra.
Di erba, non ce ne era nemmeno l’ombra.
Vide molti detenuti indaffarati a pulire quel pavimento in cemento armato, altri invece mettevano a posto gli attrezzi e altri ancora stavano sistemando un piccolo ripostiglio.
La guardia lo lasciò all’entrata e lui, zoppicando ancora, ma senza dare nell’occhio, si avventurò in quella giungla alla ricerca di uno straccio o una scopa per poter pulire.
Questa volt,a tutti erano troppo occupati per poterlo calcolare. Nessuno sembrava schifato dalla sua presenza e questo lo rincuorò un poco. Tuttavia, alcuni gli dettero un occhiata .se non altro, ai lividi che aveva in fronte.
Per qualche attimo, JaeJoong cercò di adocchiare il suo compagno di stanza di cui aveva un vago ricordo.
Non aveva avuto il tempo di analizzarlo per bene tuttavia era sicuro di riuscire a riconoscerlo in mezzo a quei colossi di uomini. Non era poi tanto diverso da lui.
Nell’aria vi era un odore intenso, acre , malsano. Gli mancò il respirò un paio di volte, finche non riuscì a trovare ciò che cercava.
C’era una scopa abbandonata da chissà chi. La prese e si scelse un angolino per pulire.
Di solito fare le pulizie lo elettrizzava, era una delle cose che sapeva fare meglio. Ma quella volta, non sembrava particolarmente entusiasta di farle. Non riusciva a fare un passo senza sentire una fitta lacerante all’inguine. Non si era guardato, ma era sicuro di avere un ematoma enorme in quella zona.
Prese a far strisciare la scopa qua e la con poco interesse. Aveva altro a cui pensare.
Un modo per uscire da lì, ad esempio.
Fino a pochi giorni prima era laureato, felice e senza problemi…ora invece, era come uno qualunque. Un delinquente.
Chissà cosa avrebbero pensato i suoi genitori. Tra loro non correva buon sangue, più che altro perché avevano scoperto il lavoro di JaeJoong tempo addietro. Solo SunMi gli era rimasta vicino e lo aveva capito.
Lei sapeva che il fratello lo aveva fatto, si per denaro, ma esso serviva soprattutto ad aiutare i genitori che difficilmente, con il loro stipendio, arrivavano a fine mese.
“nessuno vorrebbe soldi guadagnati in questo modo!” gli aveva detto sua madre un giorno
“sei una vergogna! Guarda tua sorella! Lei ha un lavoro rispettabile! Prendi esempio da lei!.”
Quelle erano state le parole di suo padre.
Un altro motivo per cui andare in America gli era parsa la cosa giusta.

Ma perché gli venivano in mente solo ora quei pensieri? Era forse perché non aveva nessuno con cui parlare? Era perché la solitudine lo stava invadendo?
Restare solo lo spaventava sempre.
Aveva anche una leggera paura del buio. La paura che qualche mano lo potesse toccare nella notte lo faceva rabbrividire.
Non glielo aveva mai detto, ma le prime volte in cui aveva dormito con YunHo, a casa loro, aveva avuto molta paura.

Ecco che ripartiva con i giri mentali!
Era proprio un idiota!
E quel posto lo stava facendo diventare pazzo già dal primo giorno!

- …ehi…moccioso… -

Qualcuno lo chiamò.
Lui, tuttavia, non alzò lo sguardo.
Smise di pulire e rimase immobile.

- ehi, dico a te! -

Non si rese conto di aver iniziato a tremare.
Lasciò cadere la scopa e alzò leggermente lo sguardo in avanti.
Sarebbe stato meglio non farlo.
Sarebbe stato meglio rimanere in cella, al sicuro.
Vide quel volto e si ricordò di ciò che gli era accaduto il giorno prima.
Subito abbassò lo sguardo titubante. Lo sentì ridere sotto i baffi.

- dormito bene, nuovo arrivato?! – esclamò sghignazzando

- … -

Non rispose.
Il suo istinto gi diceva di ribattere prontamente, ma la paura glielo impediva.

- sai, ieri, mentre gemevi come un agnellino…hai fatto divertire da impazzire me e i miei amici! -

- … -

- …ti fa male il pancino? – domandò ironico - …vuoi che te lo massaggi per bene? -

- …l-lasciatemi stare…per favore… - sospirò il biondo sottovoce

- aspetta piccolo…ti faccio passare io la bua… -


Non potette avvicinarsi al ragazzo. Non ci riuscì.
Questo perché qualcuno, gli aveva prontamente bloccato il braccio teso verso JaeJoong con il proprio.
Era un ragazzo. Era alto, moro, un po’ mingherlino ma dal fisico decisamente sviluppato.
Era semplicemente lui.

- allora, la vogliamo finire?! – esclamò scocciato

- M-Max! - brontolò il detenuto - sparisci che qui ho da fare! -

Il giovane lanciò un occhiata d insufficienza a JaeJoong

- te la prendi sempre con i nuovi arrivati eh?! - sospirò

- a te cosa t’interessa! Smamma! -

Quel “Max” sembrò incendiarsi a quelle parole.
Gli mollò il braccio e si rimise il proprio nelle tasche dei pantaloni.

- se il tuo cervello fosse grande quanto la tua stazza sapresti che è vietato molestare gli altri compagni…quindi, se non vuoi che chiami le guardie, gira i tacchi e smamma chiaro?! -

- va bene…va bene…ho capito! - brontolò - sempre giocare al paladino tu eh?! -

Detto questo, l’omone guardò in cagnesco il biondo, che indietreggiò di qualche passo.
JaeJoong non credeva ai propri occhi. Qual giovane aveva tratta il suo assalitore con aggressività e nonostante tutto non ne aveva ricavato nessun livido in corpo.
Era stato secco, preciso, senza paura.

Era ancora li, immobile a contemplarlo, quando quello, gli prese la mano e se lo trascinò all’ingresso del piazzale, senza dire una parola.

- guardia! Io e il mio compagno vogliamo tornare in cella! – esclamò

- e-eh?! –balbettò JaeJoong che non capiva più nulla

Quella li guardò un po’ contrariata. Era indecisa sul da farsi ma alla fin fine, non sembrava favorevole a lasciarli tornare.

- il mio compagno sta male! - esclamò il ragazzo

- c-cosa… - iniziò JaeJoong

Tuttavia, dopo essere stato fulminato da uno sguardo di puro odio, abbassò lo sguardo e annuì piano, cercando id convincere la guardia.
Il piano funzionò ed entrambi potettero tornare in cella.
JaeJoong si sentì stringere la mano sempre più forte man mano che si stavano avvicinando alla loro destinazione.
Ma chi era quel ragazzo? Perché faceva così?
Una volta arrivati, chiesero di farsi aprire la stanza ed entrarono.
Il giovane mollò JaeJoong, il quale si massaggiò per bene la mano oramai rossa.

- ..s-si può sapere che vuoi?! – borbottò un po’ scocciato

Il ragazzo sospirò pesantemente, mentre si sistemava un po’ la scrivania.

- un grazie sarebbe stato più opportuno – tagliò corto

- …g-grazie! - rispose a tono il biondo

- che ti dice il cervello JaeJoong?! Perché non sei rimasto in cella ?! -

- …c-come sai il mio nome?! -

- qui dentro tutti sanno chi sei! Le voci corrono più di quanto immagini… – esclamò tranquillo – se non ti fai un po’ più furbo rischierai sempre di finire come ieri… -

- … -

JaeJoong lo guardò ancora più sconvolto di prima. Come faceva a sapere ciò che chi era successo il giorno prima?!

- ma…tu..come fai a..? -

- quelli lì fanno sempre così con i nuovi arrivati! - spiegò senza che il biondo potesse formulare la domanda - hanno fatto così anche con me! tu sei solo il loro nuovo passatempo! -

- p-passatempo?! -

Il ragazzo gli lanciò uno sguardo.
Osservò in lungo e in largo il volto del biondo. Lo osservò in tutta la sua femminilità e rise un po’ sotto i baffi. Si soffermò in particolare sui due lividi che aveva in fronte.
Poi, si divertì ad adocchiare il suo sguardo sconvolto e sorpreso allo stesso tempo.
Sospirò pesantemente e si passò una mano fra i capelli arruffati.
JaeJoong rimase immobile a fissarlo.
Quest’ultimo, smise di giocherellare con una matita, e gli si avvicinò leggermente, indicando i due lividi.

- …a quanto pare…tu non hai ancora capito come funziona qui dentro…eh? – esclamò sorridendo leggermente afflitto

- … -

- finche sarai qui, tra queste mura…non puoi permetterti di essere debole! Non puoi! – sospirò – non devi farti mettere i piedi in testa da nessuno o sarai sempre preso di mira! -

- …chi sei tu…per dirmi ciò che devo fare?! - esclamò JaeJoong con un po’ di impeto in più

- … -

- io sono innocente! Uscirò da qui molto presto! -

- … -

Si squadrarono per dei brevi istanti. JaeJoong era pienamente convinto di ciò che diceva e on avrebbe certo aspettato mesi per poter uscire da quel posto orribile!.

- innocente?! –

- certo! Sono qui solo per un errore! –

- …errore?! –

Il tono della sua voce si fece ironico al massimo.
Il biondo capì che lo stava prendendo in giro, che non credeva a nessuna delle sue parole.
D’altronde non lo biasimava. Aveva tutte le ragioni del mondo per pensare che JaeJoong avesse ucciso qualcuno.
Altrimenti, perché sarebbe stato lì dentro?
Era così tremendamente logico!

- …beh…fa come vuoi JaeJoong…io ti ho dato un consiglio… - esclamò cupo il giovane

Poi, tornò alla sua scrivania, si sedette sulla sedia e prese in mano una matita. Su u foglio bianco cominciò a scrivere alcune frasi.
JaeJoong restò lì, fermo dov’era a guardarlo in quella sua azione.
Provava stupore e ammirazione allo stesso tempo.
Provava gratitudine e un minimo di compassione per quel ragazzo.
Per un attimo, il volto di YunHo aveva abbandonato i suoi pensieri.
Quel piccolo gesto di carità, di umanità, lo aveva colpito profondamente.

- ……comunque… - balbettò incerto -…c-come ti chiami? -

Smise di scrivere. Si voltò un po’ stupito da quella domanda.

- qui dentro mi chiamano Max…ma il mio vero nome è…ChangMin… -

Lo disse in modo strano. Disse il suo nome come se avesse dovuto rimembrare tra i ricordi quella parola. Come se l’avesse dimenticato col tempo, dopo aver perso un’identità, una vita, una casa magari!.
Sembrava addirittura infastidito nel dover pronunciare quel nome che si era, evidentemente, lasciato alle spalle da ormai molto tempo.

- … -

JaeJoong non sapeva come comportarsi. Era certo, tuttavia, di aver trovato almeno un alleato, qualcuno che non lo disprezzasse lì dentro.
Qualcuno che lo avrebbe aiutato a non impazzire.
Forse, in quell’inferno non c’erano solo demoni. Non erano tutti uguali, forse.
Forse c’era ancora qualcuno che ricordava di essere, prima di qualunque altra cosa, una persona.

- …grazie per prima …ChangMin… -

Quest’ultimo lo guardò con ancora più stupore. Lasciò quasi cadere la matita a quelle parole. Parole che era certo di non aver mai sentito.
JaeJoong fece un leggero inchino in segno di gratitudine e un tenero sorriso disegnò le sue labbra.
ChangMin sospirò, guardando altrove, guardando quei fogli.
Appoggiò i gomiti al tavolo e il suo volto sprofondò fra le mani, come per mascherare l’emozione.

- …è la prima volta…che qualcuno mi chiama con il mio nome.. – sospirò - …non lo sentivo più da molto tempo… -


 

**





- YunHo!!! -

- … -

- YunHooo!! -

- shhht non urlare! -

JunSu tappò la bocca di Yoochun, troppo impegnato ad urlare e a sbattere i pugni sulla porta dell’ingresso dell’appartamento dell’amico, mentre una coppietta id vecchietti arzilli lanciava sguardi infastiditi mentre scendeva le scale.

- non risponde! – esclamò YooChun

- magari non è in casa! – osservò JunSu

- impossibile! Lo conosco troppo bene! Quello quando è depresso si chiude nella sua tana e non esce più!! – borbottò infuriato – YUNHO APRI!! SO CHE SEI LI DENTROO!! -

Tirò un ennesimo pugno sulla superficie di legno, quando all’improvviso, la porta si aprì leggermente lasciando entrambi di stucco.
YooChun indietreggiò ma poi, dall’interno, la testa spettinata di YunHo comparvi.

- ehi tu! –esclamò a bassa voce rivolto a YooChun – ti pare il modo di fare questo?! -

- e tu? Ti secca troppo venirmi ad aprire?! È da un quarto d’ora che suono e busso!! -

- scusa…mi stavo lavando… -

- scuse accettate! – esclamò l’amico tirandogli una pacca sulla spalla semi nascosta dietro il muro.

- come …va? –domandò JunSu un po’ titubante

- …bene…perché? – rispose YunHo

Tuttavia non aveva l’aria di una persona che diceva la verità.

- volevamo sapere come stavi… -

- …grazie per l’interessamento… - sorrise lievemente il ragazzo

- si beh... – sospirò YooChun – noi in realtà siamo venuti per domandarti una cosa… -

- …e sarebbe? -

- …andiamo a trovare JJ adesso! – intervenne JunSu

YunHo lo guardò un attimo in modo vacuo. Poi, abbassò lo sguardo indifferente, come se la cosa non lo avesse riguardato.

- ah - si limitò a dire

- c-come “ah”?! – ripeté YooChun – è di JJ che stiamo parlando! Non di tua zia! -

- non vuoi venire anche tu? -

- … -

Il moro continuava imperterrito a guardare la punta dei propri piedi, con una espressione di totale indifferenza chiaramente leggibile in volto.
Sospirò pesantemente e si arruffò ancora di più i capelli scompigliati.

- è stato carino da parte vostra… -

- … -

- …ma forse è meglio se io non vengo… -

- cosa?! -

YooChun non credeva alle proprie orecchie.

- c-come sarebbe a dire?! -

- perché YunHo?! – si preoccupò JunSu

- …non me la sento…tutto qui! -

- guarda che in questo modo gli fai un dispiacere enorme! Lo sai questo…vero?! – lo attaccò YooChun

- … -

- sei sicuro YunHo? –domandò JunSu a metà tra il premuroso e l’arrabbiato

- …mi dispiace…ho molto da fare… - sospirò voltandosi

Fece per rientrare in casa, ma la voce dell’amico lo bloccò sull’uscio.

- cosa dirò a JJ,eh ?! cosa devo dirgli?! – chiese arrabbiato

- … -

- YunHo! -

- …inizia col chiedergli…da dopo che è partito per l’America…quante volte mi ha tradito… -

YooChun era pronto a ribattere ma quell’affermazione lo aveva colto impreparato. Si fermò con la sua risposta ancora in bocca mentre poteva chiaramente vedere in YunHo lo stesso sguardo che ricordava di aver intravisto anni prima, durante quel breve periodo in cui la loro amicizia sembrava essere finita a causa dell’amore che entrambi avevano provato per JaeJoong.
YunHo sospirò pesantemente. JunSu provò a fermarlo ma quest’ultimo fu più veloce e richiuse la porta.

- oddio!! – balbettò quasi impaurito

- … -

- che facciamo YooChun?! Proviamo a parlarci?! -

- …sarebbe fiato sprecato… - sospirò - andremo solo noi due… -

- …ma… -

- quello sguardo… -

- eh? –chiese JunSu

- …solo una volta ho visto negli occhi di YunHo quella luce opaca e senza vita… -

- … -

- …quando aveva appena lasciato JJ…molti anni fa.. -


 

**





- ..c.he scrivi? -

JaeJoong, si alzò dalla sua brandina e sbucò da dietro le spalle di ChangMin, il quale era da circa un ora che non faceva altro che scrivere e scarabocchiare su un paio di fogli.

- …ti interessa? – domandò il ragazzo coprendo il tutto con una mano

- beh…se posso sapere…si! - sorrise

- è una lettera per la mia sorellina! – esclamò ChangMin

- davvero? Waah! - eslcamò il biondo – maggiore o minore? -

- minore! Ha sette anni! – sorrise lievemente – e tu? -

- io cosa? -

- hai fratelli o sorelle? -

- una più grande! Ha tre figli! Sono delle pesti!! -

- eh..i bambini sono tutti così.. -

JaeJoong capì chiaramente che l’argomento stava diventando troppo personale. Difatti, ChangMin guardò cupo i fogli che stava scrivendo e si bloccò con la mano appoggiando la penna sulla loro superficie.
Sembrava essersi rattristato di colpo.

- m-mi dispiace ChangMin! – esclamò JaeJoong di fretta

- eh? Per cosa?! -

- non sono affari miei! Scusami se ti ho fatto ricordare qualcosa d spiacevole! – si scusò il biondo

- ah nono! Non mi hai fatto ricordare nulla di brutto! -

- ma ti sei incupito tutto all’istante! – osservò JaeJoong preoccupato

- stavo solo provando ad immaginare..che aspetto ha mia sorella adesso! - spiegò

JaeJoong lo guardò fisso.

- …d-da quanto tempo è che non la vedi? – domandò titubante

Non sapeva se la domanda era fuori luogo o meno. Anzi, in effetti, forse stava esagerando. L’aver trovato qualcuno con cui parlare senza essere picchiato o preso in giro, lo aveva esaltato a tal punto che si era accorto di risultare persino invadente nei confronti del suo compagno di cella.

- non la vedo da quattro anni… - sospirò -…da quando sono qui, i miei genitori non mi hanno mai permesso di vederla… -

- … -

- anzi, probabilmente si sono pure trasferiti in un'altra città… -

- …m..mi dispiace… -

- oh no, figurati…anzi, mi ha fatto piacere che tu me lo abbia domandato! – ammise – non parlo molto con la gente che c’è qui… -

- …posso farti una domanda ChangMin…? – azzardò JaeJoong un po’ triste in volto per la storia appena raccontatagli

- dimmi… -

- …quanti anni …avevi quando sei arrivato qui? -

Il giovane sospirò pesantemente e si mise ad osservare il tavolo su cui aveva appoggiato con i gomiti.

- …a diciannove anni venni portato qui… - iniziò - …e da allora, i miei genitori sembra che si siano dimenticati di aver avuto un figlio… -

- … -

- sai JaeJoong? -

- …mh? -

- ..io dovrò passare altri vent’anni chiuso qui… - sospirò -…questo posto ti cambia a poco a poco, col tempo….spero che tu sappia cavartela meglio di me… -

Il biondo non capì al volo quelle parole. Anzi, molte gli parvero pure senza un senso logico con il resto della frase.
Cosa significava? che ChangMin credeva nella sua innocenza? Che lo supportava? O semplicemente, voleva fargli comprendere che la lotta per la liberà sarebbe stato solo fiato sprecato?
Lo osservò per qualche attimo. Più lo guardava e più non capiva.
Chi era ChangMin? cosa mai aveva potuto fare di grave un ragazzo così buono, tanto da dover scontare una pena così pensante?

Ad un tratto, la porta della cella si spalancò, spaventando non poco i due ragazze in particolare ChangMin.
Il volto della guardia di turno a quell’ora sbucò sospettosa.

- che c’è?! Potete lasciarci in pace?! – sbottò ChangMin assumendo l’aria scocciata che aveva quando era arrivato JaeJoongi l giorno prima

- Kim JaeJoong? -

- …sono io! - esclamò il biondo facendo un passo avanti

- …seguimi per favore! C’è qualcun che vuole parlare con te! -


 

**





- ..J-JaeJoong! -

- … -

- … -

- …Yoo..Chun?! -

Il ragazzo sentì una morsa la petto incredibile.
Le manette che lo tenevano bloccato lo lasciarono andare. Lui corse i fretta e furia al piccolo tavolino di legno che veniva utilizzato per i colloqui con gli esterni.
L’amico si trovava già seduto da un po’, evidentemente. Era piuttosto teso e triste di trovarsi lì.
Anzi, sembrava che non avesse dormito per giorni e giorni.

- che…che ci fai qui?! –borbottò JaeJoong a bassa voce, sedendosi sull’apposita sedia

- …sono venuto a vedere come stavi! – gli sorrise lievemente

Sembravano secoli che non si vedevano. E invece, non era vero. erano passati neanche due giorni e già si mancavano da morire.

- non me la passo malaccio.. – scherzò JaeJoong

- … -

L’amico si mise a fissarlo, mettendolo leggermente a disagio.

- che c’è?! -

YooChun , lentamente, senza farsi notare dalla guardia che controllava la situazione i n quella stanza dove c’erano molti altri carcerati che stavano colloquiando, allungò il braccio e sfiorò la fronte dell’amico ,notando i lividi che si era procurato il giorno prima.

- …c-cosa ti hanno fatto quei bastardi?! – domandò arrabbiato

- n-niente YooChun… - balbettò – me li sono fatti da solo! -

- non me la dai a bere! Non sei bravo a mentire con me… -

- … -

- … -

- ehh…dall’ultima volta che ti ho detto una bugia…non sono migliorato..vero? -

- no, per niente… - sorrise YooChun

JaeJoong prese la mano dell’amico e la accarezzò dolcemente.
Tuttavia dovettero staccarsi per paura di venire scoperti.

- …s…sei venuto da solo? – domandò infine il biondo

- …c’è JunSu fuori…ma non lo hanno fatto entrare… -

Anche se capì che non era quella la risposta che si aspettava il ragazzo.

- capisco… -

YooChun osservò il volto di JaeJoong incupirsi. Quel’improvvisa visita sembrava avergli fatto più male che bene.

- …non preoccuparti JJ! -

- eh? -

- uscirai presto da qui! È sol questione di ore! SunMi ha trovato un ottimo avvocato… -

- …eheheh..immagino…che quella pazza di mia sorella ci abbia dato dentro! – sorrise lievemente pensando a SunMi

- beh, la conosci meglio di me no? -

- … -

- …che vuoi chiedermi JaeJoong? -

- …cosa? -

- lo capisco dal tuo sguardo..c’è qualcosa che vuoi dirmi? -

- … -

- … -

- …YunHo...non è venuto? -

Ecco, lo sospettava.
Era questa la cosa che più premeva a JaeJoong.
Ed ora, lui cosa doveva dirgli? Ricordava perfettamente il volto di YunHo, quel giorno. Probabilmente pensava che JaeJoong gli avesse nascosto troppe cose in tutto uqel periodo. Probabilmente ora era lì a deprimersi e a compiangersi.
Era tipico di YunHo.

- …non…non se la sentiva… -

Il biondo s’incupì nuovamente, abbassando lo sguardo
YooChun si sentì tremendamente in colpa. Avrebbe dovuto portarlo li oc la forza, costringerlo a parlare con JaeJoong. Era stato uno stupido a rinunciare in quel modo.

- …mi…dispiace JJ… -

- … -

- d-devi dargli un po’ di tempo! È stato un duro colpo per lui… - cercò di incoraggiarlo

- anche per me lo è stato! – sbottò il giovane - forse…pensa che io centri con tutta questa storia?! – domandò

- ma no! Non pensarlo nemmeno! Tu sei innocente! E lui lo sa! -

- … -

- …YooChun… -

- mh? -

Il ragazzo sembrava sul punto di piangere in silenzio. tuttavia, notava la sua determinazione e la sua fatica per non farlo, per essere forte anche davanti ad un amico.
Si era ricordato delle parole di ChangMin. Dover essere forte, dover farsi valere.
Anche piangere significava essere debole.

- …s-secondo te…lui può sentirmi? Può sentire il mio amore anche se io sono qui? -

- … -

YooChun sospirò pesantemente.
Si morse le labbra, cercando una risposta che potesse risultare convincente.
Ma che cosa poteva rispondere d’altronde? Era una domanda di cui lui non poteva sapere la risposta.

- …non lo so…JJ… -

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Capitolo 8
*** 8.~ Ti Proteggerò ~ ***


Capitolo 8
~ Ti Proteggerò ~



 
- ehi!! -

- … -

- ehi!! -

- … -

- J-JaeJoong! -

- … -

- insomma SVEGLIAA! –

Sentì una calda mano posarsi sulla sua guancia. Non fu un risveglio burrascoso, al contrario, fu più dolce di quello che poteva aspettarsi.
Quella mattina, si era svegliato all’alba, grazie ad un leggero colpo di freddo causato dalla coperta che durante la notte gli era caduta, lasciandolo solo in pigiama.
Se l’era raccolta pazientemente ma poi non era più riuscito a dormire.
Come per la sera prima, cercare di prendere sonno era un impresa, a causa del letto decisamente poco comodo.
La giornata era stata un tumulto di eventi. Il più significativo, era stato sicuramente l’aver conosciuto il suo compagno di stanza ChangMin.
Da quanto aveva potuto constatare, quel ragazzo che aveva appena due anni in meno di lui, non era come tutti gli altri. Al contrario, era stato gentile. Lo aveva trattato come una persona normale e lo aveva preso subito in simpatia.
ChangMin era diverso dagli altri. E non capiva proprio come poteva, un ragazzo così per bene, essere finito in quell’inferno senza regole e senza morale?

- uhm…si si…mi alzo… -

Sbadigliò rumorosamente. Aprì lentamente gli occhi.
Mise per bene a fuoco la grezza stanza ma si trovò la faccia id ChangMin proprio davanti al naso.

- sei fortunato! Sei riuscito a saltare la pulizia della mensa anche oggi! - esclamò il ragazzo scostandogli di dosso le coperte

- mmmmh che ore sono? – brontolò il biondo

- le 11! - rispose - hai il sonno pesante eh? -

JaeJoong pian piano si mise seduto sul letto. Il compagno rise, indicando i suoi capelli scompigliati, ma poi si ricompose discreto e cominciò a cercare i propri calzini che aveva lasciato chissà dove la sera prima.

- non mi capita mai di dormire così a lungo… - sospirò

- ho detto alle guardie ch stavi ancora male…loro non hanno insistito dato che per ora sei solo un ospite… - spiegò ChangMin

- o..ospite? – ripeté JaeJoong confuso

- beh…non sei ancora condannato! Sei qui solo per “precauzione” - esclamò - quindi sei privilegiato per ora! -

- wow fantastico… - sbottò JaeJoong alzandosi in piedi definitivamente

ChangMin gli sorrise tristemente. Un po’ si pentì di avergli fatto quella piccola battuta sulla sua condizione.
Il suo sguardo lo accompagnò fino la bagno, dove lo vide risciacquarsi il viso più volte.
I suoi capelli biondi erano qualcosa di assolutamente ipnotico. Sarebbe rimasto a fissarlo per ore ed ore se quello non si fosse voltato, uscendo dal bagno goffamente, massaggiandosi l’addome.

- ti fa ancora male vero? – domandò con discrezione

- mh? -

- l’addome intendo… -

- … -

ChangMin, oltre che simpatico, era anche un buon osservatore.

- …si abbastanza…ma mi sta passando… - sospirò

- forse dovresti far dare un occhiata al medico, qui in carcere…non si sa mai! – propose il giovane

- mah…. -

- ah! Comune prima mi hanno dato un paio di cose per te! -

- eh? -

Il ragazzo, con un dito puntato sull’unico tavolo che c’era in quella minuscola cella, indicò una pila di vestiti e qualche altra cianfrusaglia.
Erano quelli che aveva avuto JaeJoong in giorno dell’arresto.
Il biondo, si mise ad osservare quel malloppo di roba e poi, pian paino si apprestò a raggiungere il tavolo.
Ma mano che si avvicinava, intravide anche altri suoi averi. Una collana, un paio di orecchini, la cintura e…l’anello.
Quell’anello.
Il suo caro anello. Quello uguale a YunHo.
Tralasciò tutto il resto, sembrò quasi vedere solo quel minuscolo oggetto che brillava un po’ in disparte.
Lo prese in mano delicatamente, come se avesse avuto paura di farlo cadere.
Rimase immobile ad osservarlo, mentre ChangMin assunse un‘ espressione piuttosto singolare.

- c-come mai…me li hanno riportati?! – balbettò il biondo

- beh…perché li hanno controllati e sono a posto presumo… -sorrise ChangMin quasi ironico

- capisco… -

- hai una faccia da funerale lo sai? – osservò il ragazzo - è importante per te, vero? -

JaeJoong lo squadrò per pochi attimi

- c-cosa? -

- quel’anello! – rispose – pare che sia l’unica cosa che ti interessi! -


- …. -

Già, era vero. quella era l’unica cosa che gli interessava in quel momento. Riavere il suo anello.
Riavere almeno una piccola parte del suo YunHo.

- q-questo anello…me lo ha dato una persona… - sospirò il biondo

ChangMin sorrise dolcemente

- l’avevo capito! Dall’espressione dei tuo occhi! – spiegò

- …già… -

- lui sa che sei qui dentro? – domando successivamente

- e-eh? -

JaeJoong sembrò incredulo

- oh andiamo! L’ho capito che si tratta di un maschio! Non farti problemi! -

Forse doveva davvero fidarsi di lui. Forse parlarne con lui sarebbe servito almeno a sfogarsi.

- …sono stato portato via davanti ai suoi occhi… - esclamò JaeJoong abbassando lo sguardo verso quel piccolo oggetto circolare che splendeva tra le sue mani.

- … -

ChangMin rimase in silenzio. forse, tutto sommato aveva fatto male a domandarglielo. JaeJoong era diventato triste in un istante.
La prima cosa che aveva pensato, quando lo aveva visto, era stata che secondo lui, era un ragazzo che cambiava umore facilmente.
Aveva capito che era facile ferirlo. Bastava una parola a farlo andare KO.
E quella parola sembrava essere “amore”.

- beh! Guarda il lato positivo! – esclamò infine stiracchiandosi

- cioè? – chiese il biondo pensieroso

- almeno tu hai qualcuno che ti aspetta e che crede in te, lì fuori! – sorrise cercando di tirarlo su di morale

Ma non ottenne il risultato sperato.
JaeJoong lo fissò e gli sorrise leggermente. Poi, guardò il suo anello e senza molta curanza, se lo infilò all’anulare destro, come era di consuetudine.
Sospirò pesantemente e pose il proprio sguardo alla piccola finestra che si ergeva sulla parete alta della cella.
Le inferiate non gli permettevano di guardare all’esterno, inoltre era troppo alta per lui.
Però, se si sforzava, sentiva gli uccellini cinguettare.
Doveva essere una giornata soleggiata.

- …non lo so…non so più se qualcuno mi sta aspettando… -


 

**





- sei insopportabile lo sai?! -

- … -

- sei un imbecille!! -

- … -

- sei un idiota!! -

- …. -

- sei un emerito deficiente che non mi ascolta mai!!! -

- … -

- e non mi stai ascoltando nemmeno adesso, accidenti a te!! -

YooChun ormai era la limite della pazienza.
Era stufo di parlare con YunHo e ricevere solo versi anonimi e fuori luogo come risposta.
Quella mattina, lui e JunSu avevano deciso di aiutare l’amico con le pulizie di casa che di solito spettavano a JaeJoong.
Avevano trovato YunHo steso sul divano a dormire, con la televisione accesa.
Il risveglio era stato burrascoso, perché era iniziato con una serie di insulti da parte di YooChun e che riguardavano il suo comportamento.
Tuttavia, per tutto quel tempo, il ragazzo non lo aveva minimamente ascoltato e continuava guardare la televisione. Ma non cera nessun programma ad interessargli. Non la stava nemmeno guardando in realtà.

- insomma YooChun…lascialo in pace… - sbottò JunSu dalla cucina, intento a lavare i piatti

- ma non può continuare a fare lo zombie per sempre!!non lo sopporto più, mette ansia anche a me!! -

- … -

- oh insomma…finitela di urlare… - sospirò YunHo assente

- ci preoccupiamo per te, cretino! – esclamò YooChun indignato

- nessuno ve lo ha chiesto… - rispose

- visto JunSu?! Hai sentito??! -

JunSu sospirò pesantemente, sentendosi chiamare in causa anche quando avrebbe voluto starsene fuori dai loro problemi.
Chiuse il rubinetto dell’acqua e cercò qualcosa per asciugarsi le mani.
Poi, quando si avvicinò al divano, con un cenno di rimprovero disse a YooChun di “andarsi a fare un giro” e questi, imprecando a dire il vero, aveva eseguito quella sottospecie di ordine, lasciando i due ragazzi soli.
YunHo sembrò incurante, quando l’altro si sedette vicino a lui, con un espressione preoccupata.

- …perchè fai così? – chiese con gentilezza

- … -

- …YooChun è preoccupato per te, lo sai? -

- … -

- … -

- …si. Lo so… - borbottò infine dopo attimi di silenzio

JunSu sorrise, più che altro perché l’amico gli aveva finalmente risposto.

- YunHo…sappiamo che sei in pena per JJ… -

- … -

- …però non puoi abbatterti così! -

- …non è “pena” che provo… - ammise il moro – è semplicemente rabbia… -

- … -

- tu non lo sai JunSu, non sai nulla di come sono state le nostre vite prima della sua partenza in America… -

Il ragazzo voltò il proprio sguardo verso JunSu, il quale rimase immobile, senza batter ciglio per quella mezza accusa che gli era appena stata rivolta.

- …non ho mai chiesto nulla a te…ne a YooChun… - esclamò -…perché non voglio intromettermi nei vostri affari! -

- … -

- però sono vostro amico! e so anche che JJ, per quanto poco lo conosca, è un bravo ragazzo! -

- …JJ è sempre stato un mistero…quando credi di conoscerlo, ecco che le tue convinzioni s’infrangono sulla gelida verità… - spiegò YunHo spegnendo la televisione di colpo

Allora, a JunSu venne un dubbio.

- …ma tu…pensi che JJ ti abbia tradito? che sia colpevole? Che abbia davvero ucciso qualcuno?! -

- … -

- … -

- non lo so… - ammise

- questa non è una buona risposta… -

- ma è l’unica che ho da dare… -

- quindi non ti fidi di lui… -

- … si invece…io mi fido… - lo corresse YunHo

- allora non capisco questo tuo comportamento! -

- è che ho paura di rimanere ferito un'altra volta! -

- … -

- ho paura di scoprire la verità, JunSu! -

Si guardarono. YunHo si sentiva stupido in quel momento, gli sembrava di ritrovarsi davanti JaeJoong, solito a confortarlo.
Non si era mai reso conto di quanto lui e JunSu fossero così simili in realtà. Così “protettivi” nei confronti di chi amavano.
Forse era per questa somiglianza che a YooChun piaceva JunSu.
Un po’ di amarezza lo invase. Il ricordo di quel periodo burrascoso, in cui JJ era stato con il suo migliore amico lo fece sobbalzare leggermente, tanto che JunSu si preoccupò ancora di più.
Per non farlo stare in pensiero per nulla, gli sorrise leggermente.

- …perché non gliela chiedi tu? - propose JunSu

- …cosa? -

- la verità! Lui non potrà mentirti! -

- … -

- … -

- …come fai a dirlo? – domandò YunHo sconsolato

- …non lo so infatti…ma l’unica cosa certa è che vi amate da impazzire! – sorrise

- … -

- oggi io e YooChun pensavamo di andare al carcere! L’avvocato incontrerà JJ questo pomeriggio… -

- ah… -

- vieni anche tu! Sono sicuro che JJ sarà felice… -

- …. -

- ci è rimasto malissimo l’ultima volta… -

YunHo ci pensò un po’ su. Sospirò pesantemente. Sentiva che doveva parlare con JaeJoong. Sentiva che doveva fidarsi e ascoltare la sua verità. Qualunque essa fosse stata.
Si amavano da impazzire, aveva ragione JunSu.
Si amavano e nonostante le difficoltà erano sempre riusciti a cavarsela. Era stato il loro amore a tenerli uniti anche quando kilometri li separavano l’uno dall’altro.
Per una volta, doveva fidarsi di JaeJoong.

- …v-va bene.. – esclamò infine

Pensava a JaeJoong in quel momento ,pensava al suo prossimo incontro con lui, diverso da tutti gli altri. Pensava solo a questo mentre sentiva le braccia di JunSu cingergli il collo dolcemente.


 

**





Roteava costantemente i suoi occhi da destra verso sinistra, dall’ alto verso il basso.
Aveva la gola secca, avrebbe davvero voluto bere un sorso d’acqua, ma i due poliziotti che lo avevano condotto in un stanza a lui sconosciuta, non avevano voluto consentirgli di fare ciò.
L’avevano nuovamente prelevato da quella cella.
“il tuo avvocato vuole parlare con te” gli avevano detto.
Fino a quel momento ,non sapeva di avere un avvocato. Probabilmente, SunMi e i suoi amici erano riusciti a trovargliene uno.
Anche se era convinto che non gli sarebbe servito. Lui era innocente poteva provarlo benissimo da solo!.
Si morse le labbra mentre il suo sguardo si era posato sull’ anello che portava al dito. Sospirò pesantemente.
Stava aspettando da quasi un quarto d’ora e nessuno era ancora entrato da quella porta.
Era seduto, il desiderio di alzarsi però era molto forte, ma non gli avevano permesso di fare nemmeno quello.
Non era dell’umore adatto per parlare. E nemmeno per vedere quel fantomatico avvocato.
Aveva solo voglia di tornare in stanza, da ChangMin, a finire la partita a carte con lui.
Voleva stare tranquillo.
Era brutto da dire, ma di dover far valere le proprie convinzioni, non ne aveva minimamente voglia.

Finche, una porta si aprì quasi bruscamente, distogliendo JaeJoong da quei pensieri cupi e concentrando il suo interesse e spavento, verso la figura che entrò con fare deciso e in tutta la sua grazia sbattendosi bruscamente la porta blindata alle spalle.
Capelli neri, lunghi con dei riflessi che parevano bluastri.
Portava un completo nero, aveva un mano un pacco di fogli e nell’altra, la sua valigetta.
Indossava gli occhiali, ma il biondo era quasi certo che li indossasse solo per finta.

- tu dei essere Kim JaeJoong vero? -

Da quelle labbra ne uscì una voce angelica, delicata, ma sicura di sé.
Quando pronunciò il suo nome, JaeJoong fece un cenno con la testa, ancora impegnato a guardare colui, o meglio colei, che era arrivata.
Già, era una donna.
Una ragazza, più appropriatamente.

- il mio nome è Kim SoHyun – esclamò secca - e sono il tuo avvocato -

JaeJoong non proferì parola. Si limitò ad annuire lei lo squadrò per qualche attimo e poi, appoggiò le sue cose sopra il tavolo di plastica sulla quale il ragazzo aveva appoggiato i propri gomiti.
La giovane prese la sua sedia,la tirò indietro facendola strisciare e ci si sedette.
Estrasse una penna nera dal taschino della sua giacca e cominciò a compilare uno di quei fogli che aveva portato.

- …sei il fratello di SunMi giusto? - domandò

Guadava fissa il foglio su cui stava scrivendo, e fu per questo che JaeJoong si spaventò parecchio, quando gli fece tale domanda.

- …s-si… -

- …tua sorella è una mia cara amica… - continuò scrivendo

- ah… -

Passarono altri minuti prima che l’avvocato avesse concluso di scrivere. E altrettanti ne passarono prima che rimettesse al proprio posto la penna che aveva utilizzato.
Il biondo non aveva fatto altro che fissarla tutto il tempo. Non per la sua raffinata bellezza, quanto per la giovane età.
Doveva avere all’incirca la stessa età della sorella.

- dunque JaeJoong – cominciò finalmente, guardandolo per la prima volta da quando erano lì, seduti uno di fronte all’altra. – tu sai perché ti trovi qui? -

Il ragazzo sembrò cadere dalle nuvole. La guardò un po’ stizzito.
Ma che cavolo di domanda era?!.

- …perché mi piace stare “fresco” ??? -

Si accorse di aver risposto con tono piuttosto ironico. Non aveva veramente voluto dirle così, tuttavia, gli era uscito. Non sapeva nemmeno il perché.
Lei sembrò fulminarlo con quegli occhi che diventarono di ghiaccio.
Tuttavia non si scompose minimamente.

- vedi di non fare troppo lo spiritoso… la prossima settimana avrai la prima udienza… - sbottò

- …udienza? - domandò il ragazzo

Lei annuì.

- vediamo di crearci una buona difesa prima di allora!, ti sta bene?! -

- a che serve? Sono innocente! – sbottò il giovane

SoHyun smise di giocherellare con il manico della sua valigetta a quelle parole.
Lo guardò, urtata da quel commento appena fatto.
Poi, abbassò lo sguardo e sospirò pesantemente.

- ciò che credi di essere non basterà a proteggerti dalle accuse che ti verranno attribuite… -

- non è ciò che credo io! È la verità! – esclamò JaeJoong convinto

- lo sai che rischi qualcosa come 30 anni di galera, vero? – chiese SoHyun senza nemmeno ascoltare il ragazzo

- … -

- sei stato accusato di un reato gravissimo e purtroppo per te non hai un alibi convincente! – continuò - non credi che dovresti fare qualcosa? -

- qualcosa…cosa?! - ripeté

- per esempio, potresti cominciare col raccontarmi cosa ci facevi a casa di Takahashi quella sera… -

Un sibilo sembrò uscire dalle labbra di JaeJoong. Lei lo fissava immobile e gli aveva appena chiesto di raccontarle un qualcosa che lui avrebbe davvero voluto dimenticare.
Distolse lo sguardo da quello dell’avvocato.

- a cosa servirebbe saperlo..? – sospirò afflitto

- beh…potrebbe aiutarti a non farti finire in galera, tanto per cominciare… -

- … -

- … -

- … -

- …forse tu non ne sei stato informato…ma ieri hanno svolto l’autopsia del corpo.. – esclamò la ragazza

- e con ciò? -

JaeJoong aveva il cuore in gola.

- Takahashi risulta essere morto dopo una serie di repentini colpi alla nuca e al volto… - spiegò estraendo un foglio pieno di numeri e lettere - e poi, fatto ancora più interessante… -

- … -

- …. Sembra che poco prima di morire avesse avuto dei rapporti con qualcuno… -

Il giovane scattò in piedi dalla sedia.
Questa, spinta bruscamente , cadde all’indietro facendo un tonfo.
SpHyun sobbalzò leggermente e lo fissò quasi incredula, mentre JaeJoong la guardò con uno sguardo misto di terorre e preoccupazione. Non si era reso conto di aver sbattuto violentemente il pugno destro contro il tavolo, iniziando a tremare.

- c-che vuol dire?! – balbettò

- … ne sai qualcosa, dico bene? – azzardò l’avvocato

- non si azzardi ad insinuare! – rispose il ragazzo sempre più arrabbiato

- non sto insinuando nulla JaeJoong, ho solo chiesto se ti viene in mente qualcosa… -

- … -

- alle undici e mezza di quella sera, tu eri andato da Takahashi, giusto? -

Il giovane rimase immobile, ma la ragazza lo interpretò come un si, visto il pallore che aveva appena assunto.

- cosa volevi da lui? Cosa dovevate fare? - domandò

- … -

- in che tipo di rapporto eravate? -

- QUESTOE’ TROPPO! - urlò il biondo sbattendo, questa volta entrambe le mani sul tavolo

L’avvocato lo fissò senza batter ciglio.

- chi è lei per farmi certe domande??!! -

- sono quella che ti deve aiutare JaeJoong… - esclamò tranquilla

- oh ma per favore… - sbottò - a lei non gliene frega nulla! Che io sia innocente o colpevole a lei non gliene importerebbe un fico secco!! -

- …cercare di farti evitare la galera è il mio lavoro…il resto è irrilevante… - disse sempre con molta calma


- tsk…lei non sa nulla di me, signorina! Proprio nulla! -

- se tu, invece di essere così cocciuto, mi lasciassi conoscere, forse ne saprei un po’ di più! -

- LEI NON PUO’ SAPERE COSA SI PROVA AD ESSERE TOCCATI DA UNO COME HIRO!! - urlò nuovamente con tutta la voce che aveva in corpo

Allontanandosi dal tavolo, andò a bussare violentemente, contro la porta blindata

- dove pensi di andare?! – esclamò SoHyun alzandosi a sua volta

- VIA DA QUI! VOGLIO TORNARE IN CELLA! -

- non potrai fuggire dal tuo passato per sempre! Devi affrontarlo prima o dopo! -

- … -

- … -

- … v-voglio uscire… -

Si sentì bruciare gli occhi. Li sentì umidi. Sentì la propria pelle bagnarsi di calore, mentre la vista si annebbiava.
SoHyun volle tentare di bloccarlo, quando una guardia aprì quella porta, ma poi si convinse a lasciarlo andare. Non sarebbe servito a nulla, non avrebbe mai parlato con lei.
JaeJoong fece un cenno di saluto, evidentemente mortificato per la scenata, ma ormai le lacrime scendevano inesorabile e non se la sentiva più di continuare.
Era tutto così assurdo…
Uscì quasi ci corda dalla stanza, accompagnato da un poliziotto.
Cercò di asciugarsi gli occhi con la manica della maglia, ma con scarsi risultati. tremava ancora e si vergognava da impazzire. Avrebbe davvero voluto sprofondare all’inferno, nella più assoluta vergogna.
Sentiva il suo cuore farsi a pezzi sempre più piccoli, fino a sbriciolarsi completamente.


- J…JaeJoong…? -



Si sentì chiamare.
Alzò il proprio sguardo, fino a quel momento rivolto verso il basso, e vide davanti a se, colui che meno di tutti avrebbe voluto vedere in quel momento.

- Y…YunHo.. .- esclamò continuando a camminare, come trasportato

Fu tutto così brave.
Si guardarono per qualche istante, YunHo lo aveva raggiunto ma JaeJoong , fra le lacrime, non si fermò d’innanzi a lui .
Gli passò di fianco, cercando di evitare il suo sguardo frastornato.
L’unica cosa che fece fu quella ti sfiorargli la mano, che YunHo però, non riuscì a prendere.

- ..perdonami… - sussurrò JaeJoong dolcemente mentre, distogliendo lo sguardo, proseguì piangendo

Il moro rimase immobile, e in quel momento erano arrivati anche JunSu e YooChun.
Ma JaeJoong non li salutò, ne tantomeno, li degnò di uno sguardo.
Continuò il suo cammino, ignorando i loro guardi stupiti.
YunHo si voltò vero il biondo, ma quando lo fece,quest’ultimo era già sparito, diretto al suo dormitorio.


 

**





- oh, bentornato! -

ChangMin. Sentendo sbattere la pota della stanza, uscì precipitosamente dal bagno, con fare piuttosto allegro.
Tuttavia, quando trovò JaeJoong davanti a lui, la sua espressione di effettiva giocosità e allegria, scomparve dal suo volto, lasciando un’espressione di pura meraviglia.

- JaeJoong? -

Aveva gli occhi rossi, gonfi di pianto.
Un espressione vuota e malinconica. Non sembrava nemmeno sulla terra in quel momento.
ChangMin si avvicinò preoccupato, pensando che stesse male.

- ..che è successo?! Hai un colorito tremendo! – esclamò

- … -

- v-vuoi che chiami un dottore per caso?! - insistette il ragazzo

Ma il biondo non gli rispose, aveva il volto cupo ,rivolto verso il basso. Mentre le lacrime, diminuite, continuavano a solcare le sue guancie rosee.
Fece qualche passo avanti, adocchiando quella cella. La sua cella.
Vide una piccola finestrella molto alta, video un letto a castello piuttosto malridotto e un tavolino in legno con sopra alcune matite, enne, e carta da lettere.
C’era un piccolo armadietto dove, appoggiate, vi erano i suoi vestiti che quello stesso giorno gli erano stati restituiti.
Cera solo quello, niente altro.
Era vuota quella stanza, proprio come il suo cuore in quell’istante.

- e-ehi! Guarda che mi preoccupi! – intervenne ChangMin -si può spere che hai combinato?! -

- … -

- …non dovevi vedere l’ avvocato oggi?! - domandò

- l-l’avvocato… - ripeté il biondo tremando

- ? J-JaeJoong? -

Alzò lo sguardo verso il ragazzo. Lo fissò per pochi istanti, lo fissò nella sua interezza, nella sua persona.
Quella stanza non era vuota, c’era qualcuno.
E quel qualcuno era ChangMin. L’unico “amico” che aveva lì dentro. L’unico che non gli faceva odiare quel posto del tutto.
L’unico che, al di fuori di YunHo, lo faceva sentire in qualche modo a casa propria.

- …ChangMin… - sospirò

- dimmi! Che hai? Vuoi stenderti?! – esclamò riempiendolo di domande

Non riuscì a porgerne nemmeno un’altra, quando si sentì improvvisamente pesante, talmente pesante che barcollò pericolosamente lungo la parete della stanza.
Si sentì il corpo caldo di JaeJoong sul proprio. Lo sentì singhiozzare rumorosamente, mentre percepiva il suo cuore che palpitava all’impazzata.
Stringeva forte la sua maglia con le mano tremanti, mentre il volto angelico era sprofondato nel suo petto protettore.
Il ragazzo rimase un attimo spiazzato.

- e-ehy…JaeJoong…che fai…piangi? -

- …i-io…io sono innocente accidenti!! Sono innocente!! – borbottava il biondo piangendo

- …e-eh? -

- io non centro nulla! P-perché non vogliono capirlo?! C-cosa…cosa vogliono da me?! -

- … -

ChangMin non sapeva cosa dirgli. Non sapeva cosa fare.
Poteva solo rispondere a quell’abbraccio disperato.
Allargò le braccia e lo accolse fra di esse, con dolcezza.
Fu un gesto involontario,ma inevitabile: gi accarezzò la testa dolcemente, come per consolarlo. Proprio come faceva YunHo quando JaeJoong era triste per qualcosa.

- su su JaeJoong..non è il momento di abbattersi.. - esclamò

- sono stufo! S-stufo!! Non mi crede nessuno!! C-cosa posso fare??!! –

- …s-stai calmo…che agiti anche me… -ammise il ragazzo

- s-sono solo una palla al piede…lo sono sempre stato…faccio soffrire tutti quanti!! -

- e-ehi! Adesso non dire cavolate per favore!! – sbottò ChangMin – sappi che io potrei anche crederti! – esclamò

- … -

- quindi non piangere! O mi faresti soffrire!! -

JaeJoong sollevò l sguardo frastornato verso di lui, il quale, si voltò dalla parte opposta in leggero imbarazzo.
Il biondo continuava astringersi a lui, e sembrava intento a non lasciarlo andare.

- ricordi cosa ti ho detto? – domandò ChangMin

- …mh? -

- ti ho detto che devi essere forte! Che non devi farti abbattere in questo modo! - disse

- … -

- là fuori ci sono persone che ti vogliono bene! Cerca di ricordartelo! -

Sembrò voler aggiungere anche qualcos’altro a quella frase, ma lasciò perdere all’ultimo secondo, intento ad asciugare le lacrime dell’altro con le dita.

- i-io…non so se posso farcela… - sospirò con voce rotta

- ehi! Mica se solo qui dentro! -

- … -

- per tutto il tempo che resterai qui JaeJoong, io ti proteggerò, farò del mio meglio per non farti accadere nulla! -

Il biondo sembrò quasi estasiato da quelle parole, ma un velo di tristezza lo invase nello stesso istante

- …ChangMin …Io non… -

- io ti proteggerò! - ribadì - ma tu in cambio dovrai fare il possibile per uscire da questo inferno! -


 

In fondo, non era solo.
Aveva YunHo.
Aveva i suoi amici.
Aveva ChangMin

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Capitolo 9
*** 9.~ Hearts ~ ***



Capitolo 9
~ Hearts ~






Quel pomeriggio faceva piuttosto caldo.
Nonostante oramai fosse pieno Gennaio e l’inverno fosse iniziato da settimane, stranamente uno strano tepore riscaldava l’atmosfera.
Il meteo aveva previsto una inaspettata “ondata di caldo” che avrebbe potuto superare anche i 25 gradi. Temperatura assolutamente assurda per quel periodo che di solito era caratterizzato da neve e gelo.

- toh! ho vinto! -

YooChun posò le proprie carte sopra la superficie del tavolo.
Sospirò soddisfatto e lanciò uno sguardo vincente agli altri due partecipanti.

- ecco perfetto..un altra volta..- sospirò YunHo sconsolato buttando a malo modo le proprie sopra quelle dell’amico.

- ti credo che vinci sempre… - borbottò a sua volta JunSu - quelle due pesti ci guardano le carte! -

Il ragazzo indicò scocciato i due fratellini minori, che gongolavano accanto alla sedia di YooChun, evidentemente non infastidito dalle loro marachelle.

- ma va la…è solo che vi scoccia perdere! – si parò il ragazzo - che dite, altra partita? – propose in seguito

- beh, se proprio bisogna… - sbottò JunSu

- non capisco che gusto ci trovi a giocare…tanto vinci sempre… - osservò YunHo ironico

- oh dai! Oggi va così!è la mia giornata fortunata! -

- …si certo. Lo erano anche ieri, cinque giorni fa, due settimane fa… - esclamò cominciando a tenere il conto con le mani

JunSu prese tutte le carte e ricominciò a mescolarle per una nuova manche.

- uuuffa…. – borbottò uno dei due bambini

- che vi prende adesso?! - sospirò il fratello maggiore

- siete noiosi oggi! Non ci fate divertire! -

JunSu sembrò sul punto di rispondergli male, ma YooChun fu più svelto di lui.

- perché dite così? È perché giochiamo a carte? -

- non è per le carte! –spiegò il bambino

- di solito ci fate ridere anche giocando come gli adulti! –ammise l’altro

I tre ragazzi si lanciarono occhiate nervose

- zio YunHo? -

- mh? – rispose l’interessato sorridendo dolcemente

I due bambini lasciarono YooChun per avvicinarsi al moro con fare curioso

- ma perché sei da solo? - domandarono in coro

- … Che volete dire? -

- dov’è zio JJ? -

A quella domanda, YooChun scattò nervosamente in piedi dalla propria sedia, mentre JunSu smise di mischiare le carte e le lasciò accidentalmente cadere.
I due bambini sembrarono quasi non accorgersene. I loro occhi erano puntati su YunHo, incredulo.
Li guardò. Loro sembrarono quasi mortificarsi alla domanda appena fatta.
Il ragazzo sorrise loro dolcemente.
Fece sedere uno dei bambini, il più piccolo, sopra le proprie ginocchia.

- Zio JJ non c’è… -sospirò

- ...e dov’è? -

YunHo si fece cupo tutto d’un tratto.

- …è…è andato in un posto… - balbettò senza volere

- …e quando torna? -

- …. -

- … -

- …non lo so bambini… - sospirò cercando si sorridere

- ma perché è andato via? Avete litigato? - domandarono i due

- ragazzi adesso basta con le domande! – esclamò JunSu cercando di porre fine all’interrogatorio

- n-non abbiamo litigato! - Disse velocemente YunHo - …JJ è dovuto andare in un bel posto…doveva fare una cosa!! - spiegò amorevolmente

YooChun abbassò violentemente lo sguardo e strinse i pugni sul tavolo.

- … ma allora perché sei triste zio YunHo?? -

- … -

- … -

- beh perché…perché mi manca tanto! – concluse il moro dando al bambino che teneva in grembo un piccolo pizzicotto sulla guancia

- su bambini…andate a giocare adesso… - disse loro YooChun

I due si guardarono un po’ frastornati, poi obbedirono e andarono, stuzzicandosi, in soggiorno a continuare la lotta tra soldatini che avevano cominciato qualche ora prima.
I ragazzi, evitarono di guardarsi negli occhi mentre cercavano di riprendere a giocare come se nulla fosse stato.
YunHo tuttavia sembrava parecchio turbato e continuava a guardare imperterrito il tavolo.

- …m-mi dispiace YunHo.. – esclamò JunSu all’improvviso, distribuendo le carte

- n-no figurati…sono solo dei bambini, e mi hanno fatto un ovvia domanda… - lo rassicurò

Allora, così era quel vuoto che sentiva dentro in quel momento?
Cos’era tutta quell’angoscia che gli opprimeva il petto e non gli lasciava tregua?
Il giorno prima era andato al carcere per incontrare JaeJoong.
Ci era andato per lui e per se stesso.
Odiava quel posto, era uno dei luoghi che, da ciò che ricordava, non gli erano mai piaciuto fin da bambino.
Era andato solo per JaeJoong, per farlo felice, per cercare in qualche modo di colmare la propria solitudine anche solo potendolo vedere.
Tuttavia non era andata come previsto.
Aveva visto il suo amato JaeJoong uscire di fretta da quella stanza. Stava piangendo.
E benché lo avesse voluto, non era riuscito a fermarlo e, ancora una volta, gli era sfuggito.
Aveva sentito un “perdonami” ma non aveva avuto il tempo di ribattere, di fermarlo e di poterlo abbracciare.
Era da giorni ormai che non lo faceva, che non sentiva più il suo calore nel corpo.

- c…comunque…ora sarà meglio che vada ragazzi… - sospirò infine

- cosa? Non dovevamo fare un altra partita? – esclamò YooChun

- …si ma…mi sono ricordato che dovrei essere al lavoro… -

- ma oggi avevi detto che non andavi… -

- … -

- …YunHo? -

- ..scusatemi… - disse a bassa voce alzandosi dalla sedia - …c-ci vediamo stasera…domani…boh… -

Guardò gli amici e fece un cenno di saluto con la testa. Non sapeva il perché, ma si guardò a destra e a sinistra come impaurito.
Poi prese la sua giacca che aveva appoggiato sopra il divano e spalancò la porta dell’ingresso, uscendo ma lasciandola aperta.

- … -

- …eccolo che ricomincia… - sbottò YooChun sbattendo le carte sul tavolo un po’ scocciato

- non dovresti dire così…sa soffrendo tantissimo… -

- ... mi da fastidio il fatto che si debba sempre tenere tutto dentro…siamo amici da una vita! -

- non vuol dire…tu sei troppo impetuoso! – osservò JunSu

- cosa?! -

- già! Ti lasci prendere troppo la mano! Capisco che sei preoccupato, ma ogni tanto esageri! -

YooChun lo guardò dalla testa ai piedi.

- stai dicendo che mi preoccupo troppo? -

- …forse un po’ troppo si.. – annuì JunSu

- … -




 

 

- perché? perché mi hai rubato anche lui? -

- … -

- dimmi perché!! -






- …boh…forse… -

Se JunSu, con le sue parole aveva voluto confortarlo in qualche modo, ebbene, l’effetto che causò fu il contrario di quello che aveva sperato.
YooChun aveva chinato la testa in avanti non concludendo la sua frese.
Si era alzato in piedi, gongolando e farfugliando qualcosa che l’amico non aveva capito.
JunSu sospirò pesantemente, quasi mortificato . Non era la prima volta quella.
Rammentava, che quando finivano col parlare di YunHo o di JaeJoong…o di entrambi, l’amico assumeva molte volte uno sguardo un po’ perso, smarrito e, detto sinceramente, tremendamente colpevole.
Accadeva sempre così e Junsu evitava di domandagli troppo.
L’unica cosa che rammentava, era il fatto che YooChun avesse amato JaeJoong tempo addietro ma che inevitabilmente non era stato ricambiato dello stesso focoso affetto.
Tuttavia non sapeva altro. Non voleva sapere altro.
A lui bastava soltanto la convinzione che si amassero.
Li bastava solo quello, del passato a lui non importava.

- …YooChun… -

Lo abbracciò forte.
Cinse la sua vita con le braccia esili e appoggiò al suo petto la testa dai capelli arruffati.
YooChun sembrò inerme all’abbraccio, probabilmente era ancora nei suoi pensieri.
Sembrò non averlo nemmeno sentito.

- …s-scusami…sono stato troppo invadente… - sospirò

- … -

- … -

Sentì le mani di YooChun toccarlo, risalire lungo la schiena, provocandogli una sensazione che non riuscì a descrivere immediatamente.
Poi, rispose in modo deciso all’abbraccio del compagno, lasciandolo perplesso e incantato allo stesso tempo.

- … -

- …n-no… JunSu… - esclamò infine - …sono io che dovrei decidermi a scacciare i fantasmi dal mio passato… -

Questa volta lo tenne stretto a sé. Non lo lasciò andare.
Non lo avrebbe mai fatto fuggire.
Non avrebbe mia commesso lo stesso errore.
Non sarebbe mai stato come con YunHo.
JunSu era tutto per lui. Era la sua anima gemella e colui con cui voleva condividere tutto.
Era colui che lo aveva salvato dal baratro dell’incertezza.



- ehm…posso? -



I due ragazzi si staccarono all’istante.
Entrambi si voltarono verso l’ingresso e per poco non presero un colpo.
Anche i fratellini di JunSu scattarono in piedi e, urlando, andarono a vedere chi era appena spuntato dall’ingresso.

- s-signora Jung! - balbettò YooChun

La buona donna, vestita con un grazioso abito blu notte, sorrise lievemente, abbracciando uno dei due bambini che aveva appena urlato Il suo nome.

- scusate il disturbo…ma la porta era aperta… - spiegò cercando id nascondere l’imbarazzo

- n-no! - esclamò JunSu allontanandosi dl’amico – non stavamo facendo niente di niente! -

- appunto! – continuò YooChun

- zia Jung che cosa fai qui?? - aveva chiesto un bambino

- se sta cercando YunHo…non è a casa adesso! – disse YooChun

- no, in realtà ero venuta a farvi un saluto…come state ragazzi? – chiese un po’ preoccupata

- non male! - affermò JunSu

- bene! Sono contenta! –

- anche se in questi giorni non è facile… -

- …si…non lo è nemmeno per me… - sospirò la donna

- … -

- sent… -

BIRIRIRIRIRIRIRIRI

Un rumore assordante invase l’abitazione in quel momento.
JunSu scattò in piedi come un soldato, spaventato.
Si sentì vibrare il gluteo sinistro e tirò fuori il proprio telefono dalla tasta dei pantaloni.
Guardò il numero, ma non ci fece troppo caso in realtà.

- è il mio cellulare! - esclamò agitato – scusatemi un secondo… -

Camminando velocemente, andò nell’altra stanza e si chiuse in camera, lasciando la signora e YooChun soli.
Il silenzio tornò a regnare sovrano, il ragazzo fece accomodare la madre di YunHo e si mise a sparecchiare un po’ il tavolo dalle cianfrusaglie in modo che lei potesse sentirsi a proprio agio.
Nessuno parlò. Lei continuava a fissare un quadro appeso alla parete e lui, più semplicemente, non aveva niente da dire.
Solo, si sentiva in estremo imbarazzo.

- c-come va signora? – domandò il ragazzo rompendo quella tranquillità – a casa sua tutto bene? -

- …si, non mi lamento! – sorrise – non c’è più molto da fare da quando YunHo si è trasferito –

- boh, posso capire…YunHo è disordinatissimo…se non ci fosse JaeJoong casa sua sarebbe un porcile! – esclamò

- ehehe…si hai ragione…è una perfetta donnina di casa… - rise la donna di gusto

- almeno si riposa, signora! -

- ma non è più divertente come un tempo! -

- e suo marito? Lavora ancora? -

- … -

La signora Jung sembrò incupirsi leggermente a quella domanda

- …in verità…è da un paio di mesi che non si fa sentire… - sospirò - …da quando YunHo gli ha parlato di JaeJoong… -

YooChun abbassò di colpo gli occhi e si voltò dalla parte opposta quasi immediatamente.

- l..l’ha presa male? - chiese timidamente

- …si e no…più che altro, è rimasto di stucco dalla mia reazione… -

- cioè? – domandò ancora, curioso.

Vide il volto della donna contrarsi e capì che forse aveva sbagliato a porle quell’ennesimo quesito.

- probabilmente si aspettava che cercassi di far ragionare YunHo…che lo convincessi nel ridisporre le sue scelte… - sospirò

- … -

- sai, YooChun…io avrei tanto voluto avere dei nipotini… - continuò sorridendo tristemente

- …si…signora…capisco quello che prova… -

- YunHo è sempre stato un ragazzo ordinato, puntuale, studioso…da quando JaeJoong è entrato nella sua vita tutto questo è cambiato…c’è stato un momento in cui non l’ho più riconosciuto… -

- … -

E quel giorno…quando lo trovai lì…per terra, nel sangue…lo capii. Capii che lui era cambiato definitivamente… -

YooChun tentò di rispondere, tuttavia rimase in silenzio, senza dire una parola. Voleva ascoltare per filo e per segno ogni parola che quella donna aveva da dire.

- è stato allora, che ho compreso quanto JaeJoong significasse per lui! - esclamò ancora con più veemenza - ... e ora che sta accadendo tutto questo…ho paura…paura per YunHo… -

- … -

- …il cuore di mio figlio non reggerà una seconda volta senza JaeJoong… -

- … -

- … -

- …così…vuole che lo tenda d’occhio, dico bene? – sospirò il ragazzo un po’ attonito

- …voglio solo che non gi accada più nulla di male…in qualunque modo finisca questa assurda vicenda… -

- capisco che lei si fidi di me… – la interruppe YooChun – però…forse io non sono il più indicato… -

- …-

- lo sa, signora? -

- mh? -

- io non riesco proprio a dimenticare…non posso farne a meno…non riesco a scordarmi quel giorno… - spiegò – lui era lì, davanti a me tremante…io, invece di consolarlo, di aiutarlo…gli ho voltato le spalle inseguendo i miei desideri…e l’ho lasciato lì…ho lasciato che is autodistruggesse nel proprio dolore… -

- … -

- non sono mai stato un vero amico per lui…non lo merito… -

- … -

- … -

- tu sei un ragazzo buono… -

Il giovane alzò lo sguardo per qualche istante verso la signora che si era appena alzata , reggendosi sulla sedia.

- …non fartene una colpa…tu non potevi sapere cosa sarebbe accaduto…è successo. -

- ma avrei potuto evitarlo! Solo io potevo farlo! -

- no…il vero responsabile…è qui dentro… - esclamò la donna toccandosi il petto

- e-eh? -

- a volte esso ci conduce per le strade sbagliate…è nostro compito saper tornare indietro ed imboccare la via giusta! – sorrise infine

YooChun dapprima non capì ciò che volesse dire.
Poi, vedendola sorridere, ogni cosa gli fu chiara.
Era così semplice, così facile.
Possibile, che in quegli anni non avesse ancora imparato la lezione?

- zia Jung! Zia Jung! Ci porti a fare un giro!! Ci annoiamooo! -

Le urla imploranti dei due bambini, fecero tornare l’ambiente sereno e piacevole, distogliendo i due dai pensieri cupi di pochi attimi prima e riconducendoli alla realtà effettiva.
La donna, si accucciò a terra e gli sorrise dolcemente.

- certo bambini! Vi porto a prendere un cioccolata calda va bene?- esclamò

- siii!! Andiamo andiamo!! -

- posso portarli con me a casa? – chiese a YooChun - mi faranno compagnia! -

- certo! Non ci sono problemi…JunSu ne sarà felice! – rise YooChun che già si pregustava la scenata allegra del compagno

- avete sentito lo zio bambini? Su vestitevi! – ordinò scherzando la donna

- siiiiiiiiii!!! -

Ve li riporto stasera! - esclamò

- ok! - sorrise YooChun

- … -

- … -

- andiamo zia Jungg??? - esclamarono i due fratellini mettendosi il giubbotto e precipitandosi all’ingresso

- eccomi, arrivo! -

- …ehm…signora? – domandò all’improvviso il ragazzo bloccandola a metà strada

- dimmi, ti ascolto! -

- …e-ecco… -

- ? -

- …p-può stare tranquilla! -disse - qualunque cosa accada…mi occuperò io di YunHo! Glielo prometto! -

Lei vi rimase un po’ stupita. Poi, non poté fare a meno di sorridere speranzosa e allo stesso tempo triste.
Ciò voleva semplicemente dire che per JaeJoong poteva non esserci più nulla da fare.
Ciò voleva dire che se fosse accaduto qualcosa al ragazzo, sarebbe spettato a lui prendersi cura di YunHo, ad aiutarlo.
L’idea lo terrorizzava, non che spaventava.
Tuttavia, qualunque cosa fosse successa, non si sarebbe tirato indietro.
Non avrebbe fatto come quella volta.
Sarebbe stato attento a fare la scelta giusta.

- …grazie… - lo salutò la donna

Detto questo, entrambi si scambiarono un bacio sulla guancia.
Poi, sentendosi strattonata dalle due pesti, lei uscì di fretta e furia, trascinandosi la porta dietro e sbattendola, ma con poca violenza.



 

**





Era annoiato, tremendamente annoiato.
Non sapeva che ore erano, non sapeva che tempo facesse fuori
Sapeva solo che a forza di rimanere rinchiuso li dentro, stava impazzendo pian piano.
Aveva le mani ruvide, piene di tagli che il giorno prima non aveva avuto.
Se li era procurati quella mattina, strofinando gli innumerevoli piatti sporchi, appena usati dai detenuti, durante il pranzo.
Certo, ci era abituato a quel genere di lavoro, tuttavia, non aveva mai passato quattro ore di fila con le mani immerse nell’acqua bollente del grande lavandino.
In tutto, erano in sei gli addetti al lavaggio dei piatti.
I suoi compagni di sorte, non lo avevano degnato di una parola o di uno sguardo ma in fondo, preferiva di gran lunga così. La botta al’addome gli faceva ancora male e non era assolutamente intenzionato a procurarsene un’altra.
La puzza di cibo mescolato con l’odore acre delle cucine, gli faceva venire attacchi di nausea improvvisa che a stento riusciva a trattenere. Sudava parecchio e non vedeva l’ora di concludere il proprio turno per poi potersi risposare un po’ in cella, prima della cena che sarebbe iniziata a partire dalle sette.
Quel giorno era passato piuttosto velocemente e senza troppi incidenti. Il motivo poteva essere solo uno: la sua vicinanza a ChangMin sembrava garantirgli la più assoluta sicurezza.
Tutti lo rispettavano, come fosse stato un loro pari. Nonostante fosse così giovane, era un tipo intelligente, furbo e per di più piuttosto violento all’occorrenza.
Non sapeva cosa provava. Da un lato, stare con lui lo faceva sentire protetto, in un certo senso “felice”, mentre dall’altra era sempre attanagliato dal desiderio di poterne sapere di più, di poter capire come una persona così potesse essere entrata in un posto del genere.
Non v’era molto da dire al riguardo.

- per cosa credi che mi abbiano rinchiuso qui? – aveva risposto seccato a quella domanda

- …h-hai ucciso qualcuno? - aveva azzardato

- … -

- … -

- … se lo sai perché continui a chiedermelo?! -


Non aveva infierito oltre. In quel momento, ChangMin gli era sembrato molto arrabbiato e non aveva più insistito con la domanda. Anzi, invece di risolvere il quesito, esso si era infittito ancora di più, causando anche una notevole e maggiore curiosità.
Inoltre, in quel momento, i suoi occhi, era certo che si fossero rattristati, incupiti nel dare quella risposta secca.
Gli era sembrato che in realtà avesse veramente voluto parare del motivo per cui era lì, ma ciò nonostante altri fattogli glielo impedivano. E JaeJoong non sapeva quali fossero ovviamente.

- ehi JaeJoong! È in arrivo l’ultima carrellata di piatti! -

Il ragazzo si voltò leggermente verde in volto.
Vide entrare in cucina, ChangMin, con un carrello pieno zeppo di piatti ancora unti e da lavare.
Sembrò svenire di fronte a tale vastità ma sapeva che doveva resistere.

- …p-perfetto… - balbettò sospirando

ChangMin gli lanciò un occhiata divertita e cominciò ad appoggiare i piatti sulla credenza da dove poi il biondo li prendeva e li lavava.

- tranquillo, dopo hai finito! - sorrise

- si…la fai facile tu… - sospirò JaeJoong mostrando all’amico i tagli sulle mani

- ahi ahi! Hai le mani così delicate?! - sbottò - non dirmi che non hai mai lavato un piatto in vita tua… -

- a casa li lavo sempre! – obiettò il ragazzo offeso - …m-ma…così tanti..no, mai… -

- ti ci dovrai abituare temo… -

- e-eh??!! Perché?! -

- perché sarà la tua mansione per tutto il tempo che resterai qui… - continuò tranquillo

JaeJoong lo guardò come se gli fosse appena stato ordinato di ballare nudo in mensa

- e questo chi l’avrebbe deciso?! -

ChangMin scrutò per bene la lunga pila di piatti-

- mi sono permesso di “consigliarti” alla guardia per questa mansione… -

- eeeh?! M-ma perché scusa?! Non sono io che dovrei decidere?! – esclamò JaeJoong indignato e a bassa voce per paura che le guardie lo sentissero chiacchierare

- perché è meglio per te, tutto qui! -

- ah si?! E tu che ne sai scusa?! Perché non li lavi tu i piatti mentre i vado a servire i tavoli?! -

- semplicemente perché meno ti fai vedere in giro e meglio è! – sbottò acido

- eh… -

- prova ad immaginare cosa accadrebbe se tu andassi di là… - sospirò il giovane seccato - …possiible che non ci arrivi?! -

- … -

Già. In quel momento si sentiva veramente stupido.
ChangMin aveva ragione, perfettamente ragione. Lo aveva fatto solo per lui, solo per proteggerlo. Glielo aveva pure detto il giorno prima.
Si voltò tristemente, intento a lavare un altro piatto.
L’altro ragazzo lo osservò nel fare quel piccolo gesto quotidiano e subito, non poté che provare tenerezza.
Era arrabbiato, perché JaeJoong non capiva. Eppure, bastava davvero poco. Non riusciva a tenergli il broncio per più di due minuti.
In qualche modo, il sentire il bisogno di proteggere qualcun altro, solo faceva sentire utile.
Udì il biondo lamentarsi per un taglio che evidentemente si era appena riaperto.
Sospirò divertito.

- …lascia, ti aiuto anche io… - esclamò infine avvicinandosi

JaeJoong non riuscì ad afferrare bene il concetto e si girò indietro per farsi ripetere la frase. Tuttavia, in meno di qualche attimo, ChangMin era già di fianco a lui, con la testa china sul lavandino e con le mani immerse nell’acqua, accanto alle sue.

- g-guarda che…non serve… - balbettò il biondo incerto sul da farsi

ChangMin gli sorrise

- se non ti do una mano va a finire che facciamo notte… - esclamò

- ehi! -

- ..e poi…- continuò - …non voglio che le tue mani si rovinino troppo… - concluse con voce flebile

JaeJoong, che in quel momento lo stava guardando, si voltò dall’altra parte fingendo di non aver capito.
Percepì un tuffo al cuore, ma concluse che ciò era dovuto al fatto che faceva davvero molto caldo li dentro e che probabilmente era solo stanco.
Per un po’ giocarono a spruzzarsi l’acqua addosso e a fare a gara su chi lavava più piatti, ma ben presto si stancarono e ognuno continuava per sé il proprio lavoro.
Il tutto avvenne con un silenzio quasi tombale.
ChangMin ogni tanto fischiava allegro mentre JaeJoong si sentiva sempre più in imbarazzo e non ne capiva il motivo.

- …ehm…JaeJoong? -domandò all’improvviso il ragazzo

- mh? -

- ti chiedo scusa per questa mattina…quando mi hai domandato del motivo per cui mi trovo qui…non so cosa mi sia preso… - disse sentendosi in colpa

Il biondo non si aspettava di certo di ricevere simili scuse da parte sua. Anzi, a dire il vero non si era nemmeno preoccupato di pensare al fatto accaduto poche ore prima.

- …oh no…tranquillo…sono io che sono un impiccione…dovrei scusarmi… - esclamò sorridendogli timidamente

- guarda chela tua non è una domanda da “impiccione” era più che lecita -

Eccola lì la curiosità, che lo attanagliava.
Avrebbe davvero voluto saperne di più dato che il moro sembrava disponibile a parlare.

- lasciamo perder va bene?...a me non importa saperlo… -lo esortò JaeJoong

- …e perché? -

ChangMin lo guardò fisso negli occhi.
Il biondo non poté non distogliere il proprio sguardo dal suo e nuovamente il suo cuore aveva fatto un capitombolo da un dirupo.
Strofinò con veemenza un piatto, ma si accorse che era lo stesso da quasi cinque minuti.

- beh perché… - cominciò - …perché mi stai aiutando tanto…e non voglio saperlo..tutto qui… -

- hai paura di scoprire chi è veramente colui che hai di fianco? – azzardò l’altro perplesso

- ….tu sei una brava persona ChangMin… - ammise infine

Il giovane ne rimase quasi affascinato. Non che colpito da tale affermazione. Era certo di non aver mai sentito nessuno dei suoi pretendenti compagni, dire una cosa del genere.
Poi però ,inevitabilmente, si rattristò.

- …se sono qui…evidentemente non lo sono…non credi? -

- … -

- … -

Non rispose. Non ci riusciva perché non sapeva che dire.
Continuò nel suo lavoro,senza degnarlo di mezzo sguardo.
Quella situazione era assurda, se ne rese conto perfettamente.
Si conoscevano da pochi giorni, ma erano già molto affiatati. Chissà perché poi…forse JaeJoong aveva bisogno di ChangMin e lui, a sua volta, aveva bisogno di JaeJoong. Non c‘era un motivo. Era semplicemente così.


- … -

- …ChangMin… - borbottò

- mh? -

- … -

- …che c’è? -

- …guarda che... – continuò incerto - …quella è la mia mano… -

Il ragazzo indicò il lavandino. Le loro braccia erano vicine, ma non si intravvedevano le loro mani, nascoste da litri di acqua e schiuma.

ChangMin sorrise lievemente. Senti JaeJoong sussultare,probabilmente perché gliel’aveva stratta un po’ più forte.

- …si…lo so… - sospirò

- … -

- …è morbida… -

- …perché è bagnata… -

- no, è veramente morbida… -

- …s-se lo dici tu… -

Non riuscì a dire altro. I muscoli delle braccia non rispondevano ai comandi de cervello che gli ordinavano di staccare la mano da quella del compagno di cella.
Aveva caldo, si sentiva sudato e rosso in faccia. Questa volta non provò a convincersi che si trattava della temperatura della stanza. Era, invece, qualcosa che cera in lui, nel profondo, a bruciare.
Ma non voleva andare oltre per poterlo scoprire. Anzi, a dirla tutta non gli importava cosa fosse e ne come fosse accaduto.
La mano di ChangMin era grande, era accogliente, come quella di YunHo.
Entrambi lo facevano sentire bene.
Notò che il ragazzo evitava di guardarlo. Anche lui distolse lo sguardo.
Non provò a staccare quella mano dalla sua. Non gli disse di smetterla. Non fece niente si tutto ciò.
Per una volta voleva solo lasciare che gli eventi seguissero il suo corso.
Voleva che tutto scorresse.
Voleva non fermare nulla. Voleva solo godersi il momento.
Quando gli sarebbe capitato ancora, chiuso li dentro?

 

Ancora non capiva cosa si stava trasformando, dentro di lui.
Non capiva chi stava diventando.
Non capiva se fosse la pazzia nello stare in quell’inferno.
O solo l’inizio di qualcosa.

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Capitolo 10
*** 10.~ Un Incerto Domani ~ ***


Capitolo 10
~ Un Incerto Domani ~




 
- uffaaa… -

YooChun alzò le braccia al cielo per poi passare le proprie mani fra i capelli, arruffandoli giocosamente.
Una leggera brezza entrava dalla finestra semi aperta mentre una metereologa, alla televisione, diceva che probabilmente il caldo sarebbe durato ancora per qualche giorno.
Il ragazzo aveva fatto una panoramica di tutti i programmi ma non c’era nulla che gli interessasse veramente.
La signora Jung se ne era andata via da dieci muniti e adesso, senza i due bambini, regnava una calma quasi innaturale.
E la cosa più strana era che JunSu doveva ancora tornare dalla sua telefonata improvvisa.
Non lo sapeva, ma poteva intuire chi fosse stato a chiamare.
I genitori di JunSu non demordevano.
Ogni occasione era buona per disturbare il ragazzo per cercare di convincerlo a fare chissà che cosa.
Nemmeno i suoi sapevano della sua relazione con JunSu, e YooChun sapeva a sua volta che se lo avessero scoperto, probabilmente non gli avrebbero più rivolto la parola per il resto della loro vita.
Per JunSu, ma la situazione era più o meno simile.
Anche se forse, molto più complicata.

- …ma quanto ci mette… - sospirò alzandosi dal divano

Lentamente, sgattaiolò fuori dl soggiorno e si diresse, lungo il corridoio, alla propria camera da letto in cui JunSu era entrato.
La porta era leggermente socchiusa. Sentiva la voce flebile dell’amico, che probabilmente, parlava in quel modo per non farsi sentire.
Sapeva che origliare era sbagliato, ma la curiosità lo rodeva nel profondo.
Così, piano piano, senza fare rumor,e si avvicinò il più possibile all’uscio della porta.

- ma si, ma si…non metterla su questo piano… - brontolava JunSu

Aveva il cellulare all’orecchio e sembrava agitato. Camminava avanti ed indietro un po’ frustrato.

- come stanno i tuoi fratelli? Ti arrecano disturbo? -

Una voce femminile, si sentiva appena.

- si, sono le solite pesti..lo sai no? – esclamò il ragazzo

- e tu? Quando ti decidi a sistemarti una buona volta? -

JunSu a quelle parole si era fermato di colpo.

- guarda che sono già sistemato! -

- in quell’appartamento?! È troppo scomodo! E poi devi pure condividere con quel…tuo amico! -

- beh, per ora mi va bene! -

- perché invece non vieni a casa nostra per un po’? è da tanto che non ci vediamo! -

- non lo so mamma…qui ho molto da fare… -

Il tono della voce della madre di JunSu sembrò alterarsi, anche se non fu molto evidente.

- non hai un lavoro! E nemmeno lui ce l’ha giusto? - esclamò

- …senti non… -

- come fate a mantenere quell’appartamento si può sapere?! -

- …sono affari miei…. -

- per favore, JunSu, vieni a casa! - aveva detto - e poi…sai, c’è quella ragazza di cui ti ho parlato…sai, la figlia del… -

- ADESSO BASTA, NON MI INTERESSA UN ACCIDENTE!!! -

Probabilmente, non si era nemmeno reso conto di aver urlato.
Senza riflettere, interruppe al chiamata e buttò il cellulare per terra.
Esso sbatté contro il comodino di fianco al letto per poi cadere definitivamente sul tappeto.
JunSu lo guardò, conscio di ciò che aveva appena fatto.
Dapprima assunse un aria indifferente ma poi, si rese conto di aver davvero esagerato.

- …merda… -

Sospirò pesantemente e si accinse a raccogliere il telefono.
Provò a riaccenderlo. Grazie al cielo funzionava ancora. Ne era valsa la pena di aver tenuto il vecchio modello. Quello era indistruttibile a differenza delle ultime tecnologie.
Si passò una mano in volto, stanco, e appoggiò infine, il cellulare, questa volta con cautela, sul comò grande.

- ….sono proprio stanco di questa situazione… - sospirò stringendo i pugni

Poi, il suo sguardo si rivolse verso la porta della camera.

- …e lo sono ancora di più nel venire spiato!! – esclamò

YooChun capì che il suo nascondiglio era stato scoperto e, probabilmente, non era mia stato al sicuro dietro quella porta di legno massiccio.
Pian pano, aprì la porta mostrandosii e potendo, finalmente, vedere il volto triste che aveva JunSu in quel momento.

- …mi dispiace… - si scusò il ragazzo

- possibile che tu debba sempre origliare?! – borbottò JunSu scocciato

- se sapevi che ero lì ad ascoltarti perché non me lo hai fatto capire subito?! – si discolpò YooChun

JunSu lo guardò male.

- ero al telefono santo Dio! -

- si, da mezz’ora! La madre di YunHo ha fatto in tempo ad andarsene! -

- oh, che ti posso dire… - sospirò JunSu

- …si può sapere chi era?! -

Il ragazzo si spense tutto d’u tratto
Peroò YooChun aveva capito, sapeva bene chi aveva chiamato JunSu anche quella volta.

- …tua madre, no? -

- … -

Annuì discretamente

- l-le piace decidere del mio futuro..le è sempre piaciuto… - ammise timidamente

- … -

YooChun s’incupì, mentre l’amico evitava in ogni modo di guardarlo.

- …sai bene come la penso al riguardo… - sospirò infine

- si! Vorresti che io dica a mia madre di noi due! – brontolò JunSu

- ti è così difficile farlo?! -

- non è facile YooChun…è tu lo sai! -

- peccato che tu non faccia niente di niente per rendere il tutto più semplice! -

JunSu non ne poteva semplicemente più.
Prima sua madre, adesso anche YooChun. Tutti che gli dicevano cosa doveva fare. Non era più un bambino da coccolare.

- ti ricordo, che anche tu non lo ha ancora detto ai tuoi! – esclamò stizzito

- si certo…pensa che bell’affare finire sul lastrico perché mio padre non mi manda più assegni in banca… - disse ironicamente YooChun

- senti…va a quel paese… - sbottò JunSu arrabbiato – scusa ma sono davvero stufo! -

Fece per andarsene, dirigendosi verso la porta, ma YooChun, deciso più che mai, si mise in mezzo a braccia conserte.
Il ragazzo si fermò a metà strada stupito e, soprattutto, arrabbiato.

- levati per favore! – esclamò

- non credo proprio – rispose secco YooChun

- piantala di fare il bambino! Fammi passare, ho voglia di farmi un giro! -

- … -

- …YooChun! –

- …tu non hai ancora capito vero?! -

YooChun si rattristò tutto d’un colpo. La sua espressione dura e severa lasciò spazio a due occhi tristi e cupi, mentre dalla tasca dei pantaloni, estrasse il proprio cellulare. Lo prese in mano e lo mostrò a JunSu, il quale rimase immobile allibito da quel gesto.

- capito cosa?! -

- mi basta premere questo tasto JunSu, solo questo… - sospirò col pollice teso su un quadratino di gomma verde con il simbolo di un telefono alzato

- … -

- se tu lo vuoi, io glielo dico, non ho problemi! - esclamò

- … -

JunSu lo guardò sconvolto.

- …ma se hai appena detto che.. -

- certo! – lo interruppe – però, io sono disposto a mandare tutto all’aria, ogni cosa, pur di vederti sereno almeno una volta! -

Entrambi si guardarono. JunSu si sentiva uno stupido e YooChun, profondamente frustrato.
Nessuno dei due sapeva cosa fare. La loro situazione era complicata ed entrambi, avrebbero davvero voluto avere dei genitori come quelli di YunHo. Tuttavia non era così e non avrebbe mai potuto esserlo.
Certo, non gli costava nulla dirlo. Si sarebbero arrangiati come avevano sempre fatto. YooChun si sarebbe trovato un lavoro e JunSu avrebbe fatto lo stesso.
Le cose sarebbero rimaste quasi come erano adesso.
E poi, avrebbero avuto i loro amici accanto.
M allora, perché per entrambi era così difficile?. In primis, YooChun in fondo al suo cuore era convinto che, nonostante fosse stato palese, nonostante avesse amato JaeJoong e, ancora prima, anche YunHo, non aveva ancora imparato ad accettare la propria condizione.
Certo, lui amava JunSu alla follia, forse più di quanto non avesse amato gli altri, tuttavia, si era sempre sentito un “diverso”.
Aveva osservato YunHo e JaeJoong con profonda invidia tempo addietro ma anche ora, che aveva trovato l’amore della sua vita, sembrava non essere pienamente soddisfatto anzi, in un qualche modo sembrava oppresso dal desiderio di “cambiare”

- …scu…scusami… -

Sentì JunSu bofonchiare quelle parole.
Lo vide sedersi sul letto con le mani davanti agli occhi, come se si fosse vergognato.

- …lascia perdere… - sbuffò YooChun

Poi, con calma, lasciò la sua posizione iniziale. Rimise il telefono in tasca e si sedette accanto all’amico.
Senza pensarci per più di mezzo secondo, lo abbracciò forte. Nel farlo, percepì un piccolo sussulto da parte dell’altro che però, si lascio ò tranquillamente abbandonare a quel gesto.

- …ne usciamo…prima o poi… - sospirò YooChun

- e se ti dicessi che ho paura…di ciò che potrebbe accadere? – gli domandò JunSu preoccupato

- …ti direi…che ci sono io a proteggerti… -

- …lo so… -

YooChun gli accarezzò i soffici capelli. Si guardarono intensamente per dei lungi istanti, che per loro erano così importanti.
JunSu cercò di non guardarlo, di non cascare nel suo tranello, ma l’amico cominciò delicatamente a dargli piccoli baci sul collo. Gli si era avvicinato quasi di soppiatto, continuando ad accarezzargli la testa quasi fosse stato il suo cucciolo.
E lui si lasciò tranquillamente toccare. Non aveva problemi, YooChun faceva sempre così quando voleva fare il tenero.
Così, quando egli cercò di baciarlo, JunSu non ebbe esitazione.
Si baciarono con trasporto. Era uno di quei baci magici che sembravano durare un eternità, di quelli che ti fanno togliere il fiato.
YooChun ebbe un brivido quando il compagno gli infilò una mano dentro la maglietta, a cercare il suo petto.

- …YooChun… - sospirava JunSu

I due continuavano a baciarsi intensamente, prendendo fiato tra un bacio e l’altro.
L‘atmosfera c’era e YooChun, questa volta, voleva approfittarne.
Adagio, fece scivolare il corpo di JunSu all’indietro, facendolo coricare sul letto, poi, con delicatezza gli si mise sopra, continuando ad accarezzarlo.
Fu allora che JunSu capì cosa l’amico avrebbe voluto fare.

- …c-che fai… - esclamò con voce flebile

- … -

Detto questo, le sue mani si fecero molto più avide. Erano mani ansiose, e JunSu lo sentiva.
Le sentiva solcare ogni centimetro del suo petto. Gli venero i brividi intensi, chiuse gli occhi e sospirò.
Sentiva caldo, molto caldo.
Poi, all’improvviso, YooChun gli andò a toccare la sua virilità e lui, di scatto, provò ad alzarsi.

- ehi!! – esclamò indignato

- c-che c’è?! – rispose YooChun evidentemente contrariato dall’interruzione

- ma dove tocchi?! -

- … -

Lo guardò come se fosse caduto dalle nuvole.

- sei un maniaco accidenti!! -

Cercò di levarselo di dosso, ma quest’ultimo non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare. Lo spinse con un po’ di violenza nuovamente sul letto e gli bloccò un braccio in modo che stesse fermo.
Quindi, continuò la sua opera, andando a slacciargli i pantaloni.

- Y-YooChun! – lo chiamò quasi impaurito

Ma lui non ci badò affatto.
Con un gesto lento ma deciso, glieli abbassò quasi completamente e nello stesso tempo, lo baciò con passione, in modo da distrarlo.
E funzionò. JunSu si lasciò travolgere da quell’ennesimo bacio e, ad un tratto, si sentì strano.
Sentiva che la mano di YooChun lo stava toccando e non poteva nemmeno chiedergli di smetterla. La sua bocca era sigillata dalle labbra del compagno.
Quella mano andava su e giù freneticamente e JunSu stava cominciando a non capirci più nulla.
Non gi faceva male, e nemmeno provava paura. No, la sensazione che provava in quel momento era un'altra, ben diversa.
Ben presto, i due si staccarono da quel bacio e YooChun parve soddisfatto una volta che osservò il volto di JunSu cominciare a rilassarsi.

- …ti piace? – domandò

- … -

Quello non rispose. Aveva gli occhi socchiusi e ogni tanto, dalla sua bocca usciva qualche gemito.
Il ragazzo allora aumentò il ritmo e JunSu cominciò a sussultare.

- mmmh!! -

Cercò di aggrapparsi a YooChun e quest’ultimo, avendolo capito, gli strinse forte la mano con l’unica libera che gli era rimasta, come per confortarlo.
Mentre guardava JunSu, si sentiva davvero strano e non capiva il perché.

- …t-togliti quei vestiti! – esclamò all’improvviso JunSu che in quel momento stava cercando di raggiunger i bottoni della camicia dell’amico.

YooChun obbedì e aiutò JunSu a spagliarlo. Non stante fosse passato relativamente poco tempo , i due erano già sudati fradici.

- f-fa caldo… - sospirò

- …ti stai lasciando andare JunSu… - sorrise l’interessato

- …uh… -

Non rispose altro. Andò con delicatezza a baciargli le clavicole, mentre le mani di YooChun erano impegnate a fare ben altro. Gli leccò il petto, voleva assaporare la sua pelle che in tutti quegli anni non aveva mai pregustato.
La testa inesorabilmente gli stava per scoppiare e sentiva che non avrebbe potuto farcela ancora a lungo.
Si tolse completamente ogni indumento, il caldo lo stava assillando e non si era nemmeno accorto che anche il compagno aveva fatto lo stesso. La prima cosa che pensò, fu che YooChun era davvero sexy in quel momento.
Si abbracciarono ancora, si rigirarono si toccarono, facendo diventare quel letto il loro ring amoroso.
Mentre YooChun continuava con i suoi innumerevoli baci e con le sue carezze, non poté fare a meno di ricordare la sua prima esperienza.
La prima volta in cui lui aveva fatto l’amore.
Una prima volta che però, avrebbe davvero voluto dimenticare. Se non altro perché non era come l’aveva sempre sognata.
Quella volta, quel “qualcuno”, mentre lo baciava con passione, lo aveva scambiato per un altra persona.
Quella volta, JaeJoong non era in sé, sconvolto.
Quella volta aveva finto di essere YunHo per una notte.
Era stata una notte magica, certo, aveva ottenuto la cosa che più aveva bramato.
Ma a che prezzo?
Aveva solo rovinato la vita ai suoi due più cari amici.

- Y-YooChun! -

Il ragazzo, dopo quel richiamo, tornò alla realtà.
Si rivolse a JunSu che lo guardava impaziente, in attesa di qualcosa.
Gli si avvicinò, facendo strusciare sensualmente il proprio bacino sul suo, facendo gemere ancora di più.
JunSu non capiva cosa gli stava succedendo. Sapeva solo che ne voleva ancora e ancora. Non aveva mai provato nulla di simile.

- …ne sei sicuro? Guarda che non ha importanza… - esclamò YooChun leggermente contrario

Possibile che JunSu fosse così in preda dal piacere, da dimenticarsi completamente di come la pensava al riguardo?.
Il pensiero di fare l’amore lo aveva sempre spaventato.

- s-si!! - balbettò - ..v-voglio solo te in questo momento! -

Sembrava deciso, sembrava serio. Tuttavia YooChun sembrò esitare.
Adesso era lui ad avere paura.
Paura di sbagliare un'altra volta, di compiere lo stesso errore anche con lui.
JunSu gi prese le mani e gliele leccò, in modo da incitarlo ad andare avanti. Sentì la sua lingua che giocava fra le sue dita come fosse stato un bambino con il proprio ciuccio.
Basta, era stufo. Ormai, anche lui era al limite. Sentiva l’eccitazione crescere e doveva farlo suo.
Si avvicinò al corpo tremante del compagno e, piano, entrò leggermente in lui.
JunSu si sentì scoppiare nuovamente il cervello. Percepiva un bruciore incalcolabile e sapeva che quello sarebbe stato nulla rispetto a ciò che lo aspettava.
Strinse i denti e si ricordò delle parole di JaeJoong.
Era stato vago al riguardo, ma lui lo aveva capito perfettamente.
Il dolore faceva parte del prezzo da pagare per restare insieme.
Se era così, era pronto ad affrontarlo.

- v-vai avanti ti prego! – lo incitò

E YooChun obbedì silenzioso. Lo penetrò più internamente ma sembrò pentirsene quando JunSu levò un urlo che echeggiò per tutta la stanza. Ansimava, ma sembrava procinto a voler continuare.
Così il ragazzo uscì leggermente per poi rientrare, ma questa volta con più forza della precedente.
Il suo compagno, a denti serrati, lo incitava a continuare. Voleva goderne fino in fondo di quella situazione.
Ci fu una serie di spinte non molto violente e YooChun sentiva che, forse per i preliminari di poco prima, le forze a breve gli sarebbero mancate.
In più, ad ogni spinta, ad ogni gemito di JunSu, gli tornavano alla mente innumerevoli flashback del passato.
Anche JaeJoong nella sua incoscienza gli aveva incitato di andare avanti, di non aver paura.
A qual tempo, quando faceva ancora l’accompagnatore, sembrava sicuro di se, sembrava che il dolore non gli facesse paura. Ma sapeva che non era così. Era solo perché aveva imparato a conviverci.
YunHo, YunHo e YunHo.
Per tutta la notte, anche la culmine del piacere aveva ansimato chiamando quel nome.
E lui aveva sopportato in silenzio. gli era bastato avere JaeJoong almeno una volta.
Ora invece, era diverso. Stava facendo l’amore con una persona che ricambiava il suo affetto. Con una persona che non lo avrebbe mai scambiato per qualcun altro. Con una persona che era solo sua.

-YooChun! – urlò JunSu – I-io…io..! –

- shhhht…amore mio… - lo cullò quest’ultimo, baciandogli la fronte in seguito ad un'altra spinta

JunSu, che fino a quel momento aveva chiuso gli occhi per tutto il tempo, li riaprì leggermente e, per un attimo, sembrò stupirsi di ritrovarsi l’amico con un’ espressione così…triste.
Allungò un braccio, gli accarezzò le guance sudate e, silenziosa, una lacrima solcò i suoi occhi.
Era li per lui, solo per lui. Il suo corpo si stava abituando, ma non del tutto. Le fitte erano decisamente dolorose e sapeva che YooChun cercava di fare piano.

- …Y-YooChun… -

Voleva dirglielo. Voleva farlo, era quella l’occasione adatta.
Voleva dirgli ciò che per lui era sempre stato un peso da mandar giù.

- … -

E lui attese. Attese quelle parole che tanto aveva aspettato.

- …ti amo… -

Fu quasi una frase sussurrata. JunSu sospirò pesantemente e, sfinito, si lasciò accogliere tra le forti braccia dell’altro.
YooChun piano, uscì dal suo corpo e ansimò accanto a lui, tenendolo saldo al proprio petto.
Finalmente JunSu gli aveva detto quelle parole. Solo Dio sapeva quanto le aveva aspettate.


 

- …mmmhh…YunHo…YunHo…-

- …….sono qui JJ… -

- ….ti amo… -





Basta con i ricordi.
Era ora di darci un taglio netto. Ora era felice.
Era felice con JunSu.
In qualche modo, era riuscito a superare la sua crisi interiore che lo aveva sempre accompagnato.
JunSu lo amava, e lui amava JunSu. Non c’era niente di sbagliato, non c’erano scelte dolorose da compiere, non c’erano tradimenti.
Non avrebbe più avuto paura di tradire il proprio migliore amico e di rovinargli la vita.
Lui era YooChun non YunHo.
Finalmente, avrebbe potuto tornare ad essere se stesso.
Finalmente avrebbe potuto tornare a vivere accanto alla persona che amava.
Finalmente, il suo incubo era finito.


- …ti amo anche io…. - sospirò infine, accarezzandogli la schiena bagnata



 

**






- ok YunHo…sei un cretino… -

- … -

- e anche un perfetto idiota, lo sai no? -

- … -

- insomma, vuoi rispondere una buona volta??! -

Il suo monologo allo specchio andava avanti da una buona quindicina di minuti.
Era partito con la ferma intenzione di doversi lavare i denti per poi andare al lavoro, almeno quelle poche ore che lo separavano dalla cena. Era da giorni che non ci andava e forse, era il caso di far sapere in giro che era ancora vivo.
Si era guardato allo specchio e si era accorto di essere pallido e poco paragonabile ad un essere vivente.
La sua faccia sembrava quella di qualcuno che era pronto a morire da un momento all’altro. Gli venne da ridere mentre si immaginava la scena, e concordò che già il fatto stesso di ridere alle proprie patetiche battute, era un segno di guarigione dalla depressione post-arresto di JaeJoong.
Si sentiva solo in quel piccolo appartamento che sembrava così grande.
Aveva passato tutta la mattina a giocare a carte a casa dei suoi amici e per un po’ il pensiero del compagno in galera, lo aveva abbandonato. Era durato poco tuttavia. Era bastata una domanda di un bambino a mandarlo nuovamente in crisi.
Che grande idiota che era. Invece di confortare JaeJoong, invece di incoraggiarlo, se ne stava tutto il tempo a deprimersi e a pensare al peggio.
Non l’aveva proprio imparata la lezione. Pensava di essere cresciuto, ma in realtà era ancora un bambino.
Fuori c’era una bella giornata, l’ideale per uscire.
L’ideale per andare a lavorare, in realtà. Era già tardi.
Sicuramente, lo avrebbero sgridato e lui sarebbe stato costretto a spiegare il perché dell’assenza. A meno che non lo si sapesse già. Probabilmente la storia di JaeJoong era finita sui giornali. Lui non poteva saperlo. Era da secoli che non andava più da Alan ormai.
E magari una visitina gli avrebbe pure fatto comodo.
Cosa gli costava tanto era sulla strada per andare al lavoro d’altronde!.
Si rece conto infine, che i monologhi mentali avevano preso il sopravvento in lui.
Stava diventando troppo simile a YooChun e non andava affatto bene.
Ogni tanto si domandava come era possibile che una persona come lui gli potesse essere piaciuta a tal punto da andare in depressione pure per lei.
Ecco, in realtà si sentiva doppiamente idiota da questo punto di vista.
Non era proprio possibile una cosa del genere. Lui, sempre tutto puntuale, preciso, diligente…cadere in fallo in quel modo.
No, non era proprio possibile.

- eccoti YunHo, evvai con i trip mentali! - borbottò tra se

Prese l ‘asciugamano e si pulì la faccia dall’acqua.
Si riguardò ancora una volta allo specchio.

Forse doveva andare dal parrucchiere. Sembrava davvero un morto di fame.

- …bene YunHo…sei un figo assurdo…vai e distruggi! - esclamò facendo il gesto di vittoria

Già.
Forse, anche il quei momenti tristi, un po’ di autoconvinzione sarebbe servita.



 

**






- JJ… -

- … -

- …JJ, insomma… -

- … -

- ….uffa… -

Niente da fare.
Il ragazzo sembrava perennemente entrato nel mondo dei sogni.
Dopo aver concluso il lavaggio dei piatti, JaeJoong e ChangMin si erano diretti verso la propria cella.
Vi era stato un certo imbarazzo per tutto il percorso, specialmente da parte del biondo. Poi, in seguito, il compagno era stato chiamato da una guarda e lui era tornato in cella da solo.
Aveva aspettato per una buona mezz’ora, e non vedendo tornare, si era beatamente appisolato.
Quando ChangMin era tornato, lo aveva scoperto che dormiva.
Aveva provato a svegliarlo ma nulla, quando si addormentava era quasi impossibile ridestarlo. Doveva essere molto stanco. Le sue mani erano rosse e avevano tagli qua e là.
Nel vederlo così, il ragazzo si era un po’ pentito di avergli dato una mansione del genere tuttavia era fermamente convinto che fosse l’unico modo per tenere JaeJoong lontano dai guai.
A breve, sarebbero state le sette, ed entrambi avrebbero dovuto tornare in mensa ad eseguire il proprio lavoro.
Anche ChangMin era stanco ma la sua stanchezza non era paragonabile a quella di JaeJoong. Lui ci era abituato almeno.
Si avvicinò a lui, con l’intento di svegliarlo ancora.
Lo scostò un po’ e gli smosse la spalla, ma nulla, dormiva profondamente. Era in momenti come quelli che si domandava di come quel ragazzo passasse le sue giornate. Sembrava una persona seria, tuttavia era profondamente pigra.
Lo osservò attentamente.
Sembrava che stesse sognando. Ma non sembrava un incubo. Al contrario, il suo volto era rilassato e tranquillo. Avrebbe giurato che quella fosse la prima volta.
Durante la notte, lo sentiva speso parlare nel sonno, chiamare sempre lo stesso nome.
Era così carino, con quel viso d’angelo che si ritrovava, pensò ChangMin sospirando pesantemente.
Chissà come mai alla fine si era offerto di proteggere quel ragazzo così ‘inerme’ che era pure più grande di lui. Come era possibile?
Dentro il suo cuore non capiva. Era tutto confuso.
Era tutto offuscato.
Anche poche ore prima, quando aveva stretto la sua mano...gli era sembrato di ritornare indietro nel tempo.
Lo conosceva da pochissimo eppure, JaeJoong sembrava già essere importante per lui.

- …sai JaeJoong? - esclamò piano, sorridendo amaramente - potrei odiarti…perché mi ricordi lui… -

Tese una mano verso il volto del biondo che, dormendo, era del tutto incosciente.
Gli spostò una ciocca ribelle di capelli dall’occhio e poi, scese ad accarezzargli dolcemente il volto.
JaeJoong non si mosse.

- …tuttavia…non ce la faccio… è più forte di me… - continuò avvicinandosi di più al compagno

Il suo cuore batteva forte e la sua testa pulsava.
Stava impazzendo o cosa? Eppure, quel volto era così ipnotizzante, così sensuale…
Così, silenzioso, con delicatezza, appoggiò le sue labbra su quelle di JaeJoong.
Fu semplice, fu un bacio molto esile. Non voleva svegliarlo.
Voleva che dormisse profondamente, voleva che quando si sarebbe svegliato non ricordasse nulla.
Aveva commesso un delitto. Ne era consapevole.
Ma nessuno lo avrebbe mai saputo.
Si staccò da quelle labbra quasi subito. Vide il volto di JaeJoong contrarsi per poi tornare rilassato come prima.
Anzi, gli parve pure che il biondo avesse sorriso. Forse, stava sognando l’altro.
Sospirò pesantemente, un po’ pentito.
Gli sistemò dolcemente la coperta e si alzò da suo letto per salire nel proprio, giusto il tempo per riposarsi prima del nuovo servizio.

- ...dormi…JaeJoong… - gli sussurrò delicatamente prima di andarsene



 

**






- YooChun… -

- …si? -

- … -

- dimmi, ti ascolto JunSu… -

La sua voce parve rassicurarlo.
Così, prese un po’ di coraggio e provò a porre il sui quesito.

- …stavo pensando… - iniziò - …secondo te, siamo degli infami? - domandò

YooChun si voltò di scatto verso il compagno, sistemato accanto a lui, sotto le coperte di quel caldo letto dove poco prima avevano consumato c’è che cera di più bello al mondo.
JunSu aveva gli occhi puntati al soffitto. Era piuttosto pallido e la contrario di YooChun, era ancora molto sudato.
Sospirava con fatica ma probabilmente era solo dovuto dalla stanchezza e dal dolore allucinante che provava.

- …perché dovremmo esserlo, scusa? - chiese YooChun stupito

- …YunHo e JaeJoong stanno soffrendo in questo momento… - sospirò

- … -

- …e noi stiamo qui, beati, a…a…. -

- …a fare l’ amore? – concluse YooChun avendo intuito ciò che l’amico voleva dire

- …si, mettiamola pure così… - annuì JunSu

YooChun ci pensò seriamente. Sospirò nel tentativo di trovare una risposta convincente alla domanda, ma non era facile.
Come poteva chiamarsi infamia quella?
D’accordo, i suoi migliori amici erano in crisi profonda, ma che c’era di male nel cercare un po’ di felicità personale? Se l’era meritata d’altronde.

- no JunSu – disse infine scuotendo il capo – io non credo di essere un infame nel cercare un po’ di pace ogni tanto… -

Già, lui l’infamia la conosceva bene. Sarebbe stato un aggettivo perfetto, che gli si addiceva, molto tempo prima.

- … -

Sapeva, tuttavia, che JunSu non ne era per niente convinto.

- …è triste da dire… - continuò YooChun - ma noi non possiamo farci proprio nulla in questo caso… -

- …lo so… -

- è una questione che devono risolvere loro due…e in primis JaeJoong… -

- … -

- …quindi, io non ci vedo niente di male nel fare l’amore in un momento come questo… -

- capisco…scusami, mi faccio troppi problemi… - sospirò amaramente JunSu

Nessuno dei due parlò. Entrambi si rivoltarono dalla parte opposta, un po’ sconsolati. JunSu ricoprì per bene, sembrava che avesse davvero molto freddo.
L’amico invece, puntò gli occhi alla finestra. Gli uccellini non cinguettavano più già da un pezzo. Il giorno era quasi giunto al termine.
Un ennesimo giorno.

- comunque… - esclamò all’improvviso

- mh? –

- …ti fa tanto male…vero? -

JunSu parve un po’ amareggiato e stupito allo stesso tempo.
Pensò a cosa dirgli, a quale bugia inventarsi per non farlo preoccupar,e ma inevitabilmente, non riusciva ad essere bugiardo con lui.

- …si…molto… - ammise infine

- …mi dispiace…la prossima volta…ti giuro che farò piano! – lo rassicurò YooChun cercando la sua mano sotto le coperte

- …stai tranquillo…sono felice, davvero… -

- non è per questo che sono preoccupato… -

- ah no? -

- …no… -

- e allora cos’è? -

- … -

- … -

- …la verità è che ho timore… - sospirò

- … -

- timore di alzarmi domani mattina e di non trovarti più… -

- … -

- …non so se riuscirei a sopportarlo… -

‘un'altra volta’, stava per dire.
Ma si bloccò, perché non ebbe più il fiato per parlare.
JunSu gli si era avvicinato e lo aveva colto di sorpresa con un bacio amorevole.
Lui ne rimase quasi sconvolto, ma rispose al gesto con la stessa identica voga, abbracciandolo.

- …adesso sei tu che ti fai troppi problemi… - gli sorrise dolcemente

- … -

- secondo te perché dovrei andarmene, domani mattina? -

- … -

- … -

- …Junsu io non… -

Ma venne interrotto di nuovo.

- io domani continuerò ad amarti! – esclamò – e anche dopodomani, fra due giorni, fra un anno…sempre! -

- … -

- quindi, non avere paura e dormi sereno…perché io ci sarò… -

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Capitolo 11
*** 11.~ Tradire ~ ***



Capitolo 11
~ Tradire ~




 
JunSu sentì il profumo inebriante del pane appena tolto dal forno.
Socchiuse gli occhi e si rigirò sotto le coperte, mugugnando qualcosa.
Rimase così per un po’, finché quello del pane, si mescolò anche l’odore del caffè fatto da poco più aromatico e, in seguito, udì una porta che si apriva.
Era troppo stanco per alzare lo sguardo e vedere chi fosse.

- ehi…JunSu… - sospirò qualcuno con voce flebile

- ….mmmh… - bofonchiò a bocca chiusa

- dai su…guarda che ti ho preparato! -

Il ragazzo decise di alzare la testa, anche se piuttosto controvoglia.
YooChun era seduto dall’altra parte del letto, con in mano un piccolo vassoio e la colazione per JunSu.
Sorrideva contento, mentre con delicatezza appoggiava il ben di Dio sopra i letto.
JunSu sorrise appena. Era stanchissimo e gli girava la testa non poco.

- c-che cos’è…? - balbettò

- la tua colazione, stupido! – esclamò ridendo

Il ragazzo, facendosi forza con le braccia, cercò di mettersi seduto, appoggiato allo schienale del letto, ma quando lo fece si accorse di un piccolo particolare che lo fece sprofondare nuovamente fra le coperte.

- porca vaccaaa!! - esclamò

- ...? che c’è?! – domandò YooChun

- come che c’è!!! S-sono nudo qua sotto!!! - disse agitato

- ….e allora??? - sospirò YooChun ridacchiando

- e alloraaa???!! E allora voltati, che mi metto le mutande!!! -

- non dirmi che ti vergogni ancora! –

JunSu divenne bordeaux all’improvviso

- ma figurati! È solo che ho anche io la mia privacy!! -

- ti rendi conto almeno che stai dicendo cose senza senso?! – domandò preoccupato YooChun – e poi ieri quando l’abbiamo fatto per la seconda volta non mi sembravi così timido…anzi, me lo hai chiesto tu !! - spiegò paziente

- bastaa!! Non dire più nulla per favoreee!! – urlò JunSu sprofondando di vergogna

- dai su, mangia sta roba altrimenti si raffredda!! - esclamò l’amico ponendogli un croissant ancora caldo.

JunSu sospirò pesantemente ed evidentemente contrariato.
Aprì la bocca piano piano e YooChun capì che avrebbe dovuto imboccarlo. Ruppe un pezzo del croissant che fumò ancora di più. Se lo portò alle labbra e vi soffiò sopra. JunSu sorrise lievemente a quel gesto.
Poi, l’amico gli avvicinò alle labbra quel pezzetto. Lui aprì meglio la bocca e lo morse con i denti.
La masticò piano, senza fretta. YooChun lo osservava invaghito e sembrava avere la faccia di uno che gli sarebbe presto saltato addosso.

- b-buono? – domandò distogliendo lo sguardo da lui

JunSu si leccò le labbra.

- …si…ma la tua bocca è più buona! – esclamò apposta

- tsk…cos’è? credi di incantarmi così? Di prima mattina? – sogghignò il giovane

- si vede lontano un miglio che mi vuoi saltare addosso! -

- m-ma figurati… -

- Eheheheh… e se mi avvicino…così? -

Si spostò un poco, in direzione di YooChun, il quale faceva sistematicamente finta di nulla, evitando addirittura lo sguardo del compagno.
Tuttavia, fece male a non guadarlo. Perché non poté accorgersi dei suoi movimenti. Difatti, all’improvviso, sentì una mano risalirgli lungo la maglia pulita e messa quella stessa mattina. Gli accarezzava dolcemente la pelle e ad ogni toccò sentiva un brivido.

- e-ehi…leva quella mano… - sbottò YooChun

- dillo che vuoi sbattermi su una parere e farlo! - gli sussurrò ad un orecchio

- scusa ma…che ti salta in mente stamattina?! - domandò YooChun confuso

- vieni un po’ qui… -

- ..J-JunSu… -

- … -

- … -


DRIIIIIIIIIIIIIIN


- c-campanello!!!! -

YooChun saltò su dal letto facendo perdere l’equilibrio a JunSu, che era nell’intento di appoggiarsi a lui.
Era rosso in faccia e sembrava quasi evidente che stava cercando una scusa palese per non cedere alla tentazione.

- chi se ne frega del campanello!! – obiettò JunSu tirandolo a sé, per la maglia

- c-come! Sarà YunHo sicuramente! DEVO aprirgli!! - esclamò YooChun liberandosi dalla sua presa

- ma…! -

- sai com’è!! Abbiamo da discutere di una cosa!! - disse agitato - i-intanto vestiti prima che…prima che ti prenda una broncopolmonite!! -

Detto questo aprì la porta e la richiuse in meno di cinque secondi scappando in salotto per vedere effettivamente chi fosse e lasciando JunSu praticamente mezzo rintontito.
Guardò per qualche istante la colazione lasciata lì, senza praticamente averla toccata e alzò gli occhi al cielo.

- UFFAAAAAAAAAAAAAA - sospirò ributtandosi sul letto sconsolato - YunHo potrei ucciderti… -


 

**





- Y U N H O!! -

Il ragazzo per poco non prese un infarto quando si trovò davanti YooChun paonazzo in volto e alquanto agitato.

- c-ciao… - balbettò incerto - …tutto bene…? – aggiunse poi

- certo certo! Sei arrivato al momento giusto!! - esclamò YooChun sorridendogli

- d-davvero?? – domandò l’amico ancora più sconcertato

- of course! entra pure, ti offro da bere, mio salvatore!! -

In realtà anche se avesse voluto, YunHo non poté rifiutare l’invito perché YooChun lo costrinse praticamente ad entrare con la scusa di un tifone imminente lungo le scale che li avrebbe risucchiati al’istante se non avesse chiuso la porta d’ingresso immediatamente.
La casa era un po’ in disordine, ma mai quanto la sua: in quei giorni era un vero campo di battaglia quel posto e si vedeva lontano mille miglia che mancava JaeJoong.

- che vuoi? acqua? Succo? Caffè?!- chiese YooChun quasi meccanicamente

- …c-che hai stamattina?! Sei più patetico del solito… - rise YunHo – comunque…caffè grazie… -

- io? Assolutamente niente! Non posso essere gentile con il mio migliore amico?! -

- … -

YunHo lo guardò storto e si guardò intorno mentre l’amico cercava il caffè avanzato di quella mattina.
Non c’era niente di anormale in quell’appartamento,era tutto come al solito. Beh, disordine a parte s’intende!.

Anzi no, mancava qualcosa in effetti, anzi, qualcuno.

- e…JunSu dov’è?! -

YooChun sobbalzò con il caffè in mano

- d-d-d-dì là, in camera! -balbettò

- … -

- non pensare male eh! -

- guarda che non sto pensando a niente… -

- infatti, perché dovresti?! – rise YooChun

- ehi… -

- e-eh?! -

YunHo sospirò pesantemente. Sembrò sul punto di parlare ma qualcosa glielo impedì all’ultimo momento.
Guardò a vuoto il caffè che l’amico gli aveva appena porto e si rattristò. Tanto che YooChun smise di sorridere e lo osservò preoccupato.

- ….cosa c’è? – chiede nuovamente

- …lunedì…è dopodomani… - sospirò YunHo

- si, perché? -

- … -

- … -

- …lunedì c’è la prima udienza… -

YooChun per poco non si maledì. Era vero, due giorni dopo ci sarebbe stata la prima udienza di JaeJoong. Lo sapeva, ma se ne era dimenticato. Si sentì in colpa tutto d’un tratto, ma cercò di non farlo notare a YunHo, indeciso evidentemente, se continuare a parlare oppure no.
L’unica cosa che gli venne di fare, fu quella di avvicinarsi all’amico e di appoggiargli una mano sulla spalla, per confortarlo.

- ..andrà bene, vedrai… -

- …non ne sono sicuro...per niente… - sospirò

- perché? -

- …SunMi mi ha chiamato stamattina…ha parlato con l’avvocato ieri… -

- …e? -

YooChun stava sulle spine

- …e…e finché JJ non si decide a parlare…non potranno aiutarlo… - concluse

- … -

- … -

Nessuno dei due parlò. Anzi, non si guardarono nemmeno negli occhi, erano troppo indecisi, troppo confusi su ciò che stava accadendo…


- …YunHo io… - cominciò il ragazzo

- …spiegami YooChun…spiegami… - balbettò YunHo

- … -

- …se JJ è veramente innocente, perché non racconta nulla?! Perché non vuole?! – domandò quasi disperato

- … -

- m-mi chiedo…se ci siano cose che…che io non devo sapere…!! -

- NON DIRLO NEMMENO PER SCHERZO!! -

L’urlo di YooChun spaventò il ragazzo e lo colse di sorpresa.
Lo guardò sorpreso da quell’improvviso gesto che, era sicuro, YooChun non aveva mai fatto. Non aveva mai urlato in quel modo contro di lui.
Tuttavia, fu ancora più sconvolgente il fatto che o’amico lo avesse, mentre urlava, abbracciato forte anziché tirargli uno schiaffo o simili.
YunHo rimase immobile con lo sguardo perso nel vuoto.

- NON DIRLO YUNHO, TI PREGO! - disse

- …Y-YooChun… -

- non le devi nemmeno pensare certe sciocchezze! – continuò - …Jj ti ama e non ti nasconde nulla di nulla, chiaro?! -

- …se fosse vero…che non mi nasconde nulla…allora cosa centra lui con Hiro? -

- … -

YunHo si staccò quasi bruscamente dall’abbraccio dell’amico.
Aveva gli occhi lucidi, ma non sembrava avere alcuna intenzione di piangere.

- ..YunHo…JJ ha bisogno di te! -



 

- …s-secondo te…lui può sentirmi? Può sentire il mio amore anche se io sono qui? -






- non fa che pensarti, in ogni momento! -

- … -

- se davvero lo ami come dici sempre..allora…forse dovresti cominciare a fidarti veramente di lui! – concluse infine

- … -

- … -

- …YooChun… -

- ricordati che ci sono io! E JunSu! - sorrise YooChun – non siete da soli! -

YunHo lo guardò in modo singolare. Non poteva crede che YooChun avesse appena detto quelle cose. Non era da lui confortare la gente in quel modo.
Tuttavia, gli piaceva questo suo modo di fare. Quel lato di lui che non aveva mai scoperto.
Gli piaceva pensare di avere YooChun accanto a lui, nei momenti di angoscia e paura. Di avere un amico accanto su cui piangere.
Non credeva nei miracoli. Non credeva nemmeno in Dio, in un certo senso. Eppure, molte volte si era ritrovato a pregare, a chiedere aiuto. E dio, bene o male lo aveva sempre aiutato.
Gli aveva dato una persona da amare.
Gli aveva dato amico con la quale passare il resto della propria vita.


 

**





- Kim JaeJoong! -

La voce della guardia era piuttosto severa, ma ormai JaeJoong non ci faceva nemmeno più caso. Anzi, capitava che ogni tanto rispondesse pure male se era di cattivo umore.


- si… - sospirò stressato

- oggi ti toccherà servire anche ai tavoli per il primo turno… -

- …si, lo so… -

- inizi tra cinque minuti! Finisci di sistemare e sbrigati. -

- ho capito! – esca il biondo alzando la voce

La guardia lo guardò piuttosto male e JaeJoong fece lo stesso per un breve istante. Poi, tornò a sistemare i piatti sul carrello che gli avevano appena portato in cucina.
Quel giorno sarebbe stato un inferno , pensava.



 
- cosa?! Te ne vai?! -

- si, ho ricevuto una convocazione… -

- e quando torni?! -

- …tranquillo JJ! Torno verso le sette! -

- …e io che faccio fino a quell’ora?! -

- il tuo lavoro senza blaterare troppo con gli altri…ecco cosa fai! -

- m-ma ChangMin io…io non so se da solo… -

- si che ce la fai! Stai anche imparando a non piangere! -

- e questo che centra?! -

- beh…niente, ma è già un buon risultato! -




- mah….io quello non lo capisco… - sospirò il biondo sbattendo un canovaccio sul lavandino vuoto - ..prima mi dice di non separarci mai e poi mi manda allo sbaraglio… -

Era la prima volta che faceva qualcosa senza ChangMin. Ed aveva timore. Non conosceva nessuno e quelli che conosceva non voleva certo incontrarli ancora! Aveva brutti ricordi in loro compagnia.
Inseguendo quei pensieri non proprio promettenti, il giovane finì di riporre gli ultimi piatti pieni di cibo sul carrello.
Non ci volle molto perché lo venissero a chiamare, lui ed altri tre compagni, si diressero fuori dalle cucine con i rispettivi carrelli.
La, in quella mensa, vi era l’inferno più totale.
C’erano tanti detenuti che urlavano ,altri che litigavano da ore ed ore e altri che, semplicemente, aspettavano in silenzio la propria porzione di pasta o carne, evidentemente affamati.
JaeJoong mandò giù tre volte, con il cuore in gola. Gli venne detto dove andare e lui, silenzioso, si diresse verso la fila che gli era stata destinata.
Camminava a sguardo basso, senza incrociare quello di nessuno.
Quando cominciò a dare i primi piatti i commenti furono piuttosto prevedibili “ah, ecco il nuovo arrivato”, “ non l’avevo mai visto prima…” oppure “ è piuttosto carino per essere un maschio!”.
Ecco, quello era il genere di commenti che lo faceva andare su di nervi.
Possibile che chiunque lo vedesse pensasse subito alla sua faccia?. Non poteva farci nulla, era carino e ne era consapevole. Attirava più uomini che donna ma ci aveva preso l’abitudine ormai. Tuttavia, la sua faccia, era forse una delle poche cose che veramente odiava di se stesso. Se avesse potuto, l’avrebbe voluta diversa. Però anche solo per il fatto che piacesse a YunHo, in parte lo aveva convinto a ripensamenti.

- …non c’è Max…vero?! -

Una voce familiare, lo interruppe nel suo lavoro.
Si voltò a destra e a sinistra per capire chi fosse stato a parlare. Non ci mise molto a trovare il’interessato. E la sorpresa fu anche piuttosto brutta.
Un tavolo più avanti, insieme ai suoi soliti “amici” si trovava uno dei detenuti che aveva conosciuto in quel carcere, durante il primo giorno da recluso.
Sorrideva sotto i baffi e aspettava il suo piatto con una certa avidità. Gli amici ,accanto a lui se la ridevano e bisbigliavano.
Il biondo si pietrificò al suo posto, incerto sul da farsi. Tuttavia, già sentiva gli altri carcerati lamentarsi perché si sbrigasse.
Ma perché ChangMin non c’era in quel momento?.
Decise infine di prendere il coraggio a due mani e di continuare, finché non fu al tavolo.

- …ciao carino… - salutò l’uomo sghignazzando

JaeJoong non rispose. Si limitò a consegnar i piatti a tutti.

- …ogni non sei a coppietta con Max? – domandò ridendo

- … -

- …carne o pasta? – domandò a sua volta JaeJoong guardandolo acidamente

- ….ohohohoh…allora sai parlare… -

- …carne o pasta? – ripeté JaeJoong un po’ impaziente

- dimmi..dov’e Max?! -chiese ancora il detenuto mentre gli amici ridevano a crepa pelle

- …vuole rispondermi? Ho altri piatti da consegnare… - esclamò il biondo

- …si è stancato di te….per il motivo che ben si può immaginare?! -


Quello fu troppo anche per il giovane.
Perso da un attimo di voga, sbatté il palmo della mano contro il tavolo, facendo per poco cadere un bicchiere che si trovava accanto.
In un nanosecondo, tutti i presenti nei paraggi si zittirono, compreso il detenuto, che lo guardò dall’alto al basso in evidente sorpresa.
JaeJoong tremava. Ma non di paura.
Di rabbia.

- …NON PERMETTERTI MAI PIU’ DI INSINUARE QUALCOSA! - urlò

- …perché ti scaldi tanto…moccioso?! -

- purtroppo per te, io e ChangMin siamo solo amici! niente di più, chiaro?! -

- … -

- e poi io ho già un ragazzo che mi sta aspettando la fuori!! – esclamò con rabbia

Nessuno sembrò voler parlare.

- ficcatevi tutti in quella maledetta zucca che IO NON SONO DI NESSUNO!! – concluse urlando

Sospirò pesantemente, mentre regnava il silenzio.
Guardò il suo interlocutore evidentemente ‘abbagliato’ e un po’ sconvolto. Poi guardò un piatto a caso e lo prese in mano.
Con poca cura, glielo sbatté davanti arrabbiato.

- …oggi si mangia carne! - concluse con il carrello alla mano e superando quel tavolo furibondo.


Una cosa che notò inseguito,fu che nessuno osò contraddirlo sulla scelta dei piatti che decideva di dare ad ogni persona.



 

**






- c-cosa?! -

SunMi per poco non vene presa da un attacco d’ansia improvvisa.

- non ti agitare per favore! Non c’è niente di sicuro!! -

Erano le cinque del pomeriggio.
A casa di SunMi regnava una pace quasi innaturale, questo perché tutti i suoi figli erano a letto ed il marito, quel girono era in viaggio di lavoro.
La ragazza, seduta su una poltrona, ascoltava con un misto di arrabbiatura e stupore, ciò di cui l’avvocato di JaeJoong era venuta ad informarla.

- c-come faccio a stare calma SooHyun?! - protestò la ragazza – mi hai appena detto che esistono delle foto che potrebbero diventare un problema!!! -

- ma non c’è niente di sicuro! L’ho scoperto stamattina,per caso…no so fino a che punto sia vero… -

- m-ma…sono foto che potrebbero compromettere di molto la situazione di JJ? -

SooHyun la guardò un po’ perplessa. Poi, sospirò riprendendo il suo discorso.

- …premettendo che la situazione di tuo fratello oon è tra le più rosee… - cominciò -…si, credo che quelle foto potrebbero essere pericolose… -

- …oddio… -

- senti SunMi…te l’ho detto anche stamattina…devi cercare di convincerlo a parlare con me…io ci ho provato ma non ha voluto ascoltarmi… -

- …p-pensi che sia colpevole?! – azzardò SunMi contrariata

SooHyun aprì bocca per ribattere, ma la richiuse subito, incerta.



 

- a lei non gliene frega nulla! Che io sia innocente o colpevole a lei non gliene importerebbe un fico secco!! -






-…SunMi… - sospirò - …francamente, quello che penso io conterà poco in tribunale… -

- … -

- …ci serve la collaborazione di JaeJoong! Lui è l’unico che può aiutarci a toglierlo dai guai! -

- …mio fratello è testardo… - sospirò un po’ ironica

SooHyun le sorrise dolcemente.


- …come te, del resto… -


 

**





Un’altra ennesima giornata stava per finire. Era imbarazzante pensarlo, ma JaeJoong non vedeva l’ora di buttarsi sotto le coperte della sua branda e riposare.
Non sapeva che ore erano, però sentiva che doveva essere taro pomeriggio.
Da circa due or,e aveva finito il suo turno ed era tornato in cella a riposare, prima della cena delle otto. Non era molto stanco, o almeno non come i giorni precedenti.
A breve poi, sarebbe arrivato anche ChangMin! E la prima cosa che gli avrebbe raccontato, sarebbe stata quella che era avvenuta in mensa, quando aveva zittito tutti quei detenuti.
Era stata una scoperta anche per se stesso.
Ora però vi era un altro pensiero che l attanagliava, più di ogni altra cosa: la doccia.
Aveva sul letto il proprio asciugamano, i propri bagnoschiuma e l’intimo puliti. Li guardava controvoglia ma sapeva di non potersi sottrarre. Era la prima volta che, in tutta la sua vita, odiava lavarsi.
Non perché le docce di quelle poto fossero peggiori di altre, ma proprio per il fatto di volersi lavare con tutte quelle persone.
Le docce erano in comune e lui sin dal primo giorno, le aveva odiate.
Odiava essere osservato mentre si lavava e sapeva che tutti gli occhi sarebbero stati puntati su si lui.
Era già successo, e gli era bastata come prima volta.
Per questo,questa volta, voleva arrivare più in ritardo che poteva.
Voleva essere solo, almeno nella su intimità.
Non ci volle molto perché la guardia spazientita gli ordinasse di uscire.
Lui eseguì alla lettera, con la speranza che a quell’ora alle docce non ci fosse più nessuno.
Per tutto il lungo corridoio, tenendo in mano le proprie cose, pregò ogni Dio che conosceva, perché esaudisse la sua richiesta di rimanere solo.
Quando arrivò infine, scoprì che le sue preghiere si erano avverate.
L’ultimo detenuto, uscì proprio quando si presentò all’ingresso dei bagni.
Il poliziotto lo lasciò lì, seccato, mentre il biondo si apprestò ad entrare.
Vi era una umidità impressionante li dentro. Il grande bagno sembrava immenso. C’erano ben venti docce e una decina di lavandini.
Un lunghissimo specchio occupava tutta la parete laterale della stanza e le finestre, sbarrate, erano zuppe di acqua.
Adagio, attento a non scivolare, appoggiò la propria roba sopra un dei lavandini. Si bagnò un pò, ma lasciò perdere.
Si guardò al grande specchio. Sospirò pesantemente e controllò ancora una volta di essere solo.
Accertatori di ciò, cominciò a spogliarsi lentamente, sempre con la code dell’occhio puntata alla porta.
Ben presto, gli vennero i brividi. Quel posto, era piuttosto freddo e i termosifoni scaldavano appena.
In quelle condizioni, si precipitò ad una delle docce portandosi il sapone e lo shampoo per i capelli.
aprì l’acqua. Inizialmente era fredda ma poi, pian piano, divenne quasi subito calda e poté cominciare a lavarsi un po’. Si ‘immerse’ nell’acqua corrente, bagnandosi i capelli e cominciando a massaggiarsi per bene con la spugna, nella quale, vi mise un po’ di sapone che fece subito una schiuma piacevole.
Più si toccava e più ogni cos gi sembrava irreale. Pensava a molte cose, pensava ai suoi amici ,a Hiro, a YunHo…a cosa stesse facendo lui in quel momento. Se era triste o felice, se era arrabbiato o semplicemente deluso.
Pensava e continuava a maledirsi.
Sapeva di aver sbagliato. E sapeva anche di aver commesso un grave errore dell’andare da Hiro quella notte. Se non l’avesse fatto probabilmente non ci sarebbe mai stato nessun omicidio e lui non si sarebbe trovato lì dentro, chiuso e senza nessuno.


- …ehm…J…JaeJoong?-


Quel nome lo riportò alla realtà, spaventandolo.
Si voltò si colpo, preoccupato chiedendosi come accidenti aveva fatto a non accorgersi che c’era altra gente.
Ma si trovò davanti a lui niente meno che ChangMin.

- …C-ChangMin! – balbettò arrossendo

Il ragazzo lo guardò dall’alto in basso

- …s-scusa, pensavo non ci fosse nessuno.. – balbettò - …sono tornato adesso e ho pensato di venirmi a lavare… -

- e-eh… - sospirò JaeJoong evitando di guardarlo e paonazzo in viso.

Anche l’amico sembrava piuttosto imbarazzato da quella situazione

- c-comunque…scusami! -disse -…se vuoi me ne vado così…finisci in pace! -

- ma no! – esclamò JaeJoong con un filo di convinzione

- …ma non so se… -

- ..v-vieni pure! - lo esortò cercando di sorridere

- …o…ok va bene… -

Il ragazzo, ancora un po’ perplesso, si avvicinò e si posizionò nella doccia accanto a quella del biondo.
Accese l’acqua e qualche schizzo finì sulla schiena di JaeJoong, voltato rigorosamente dall’altra parte.
Anche ChangMin sembrava in profondo imbarazzo, ma a differenza di JaeJoong era piuttosto tranquillo e ogni tanto cercava il suo sguardo.
Cosa che, ovviamente il modo non consentiva che facesse. La vergogna era tale che non gli permetteva nemmeno di parlare senza che uscissero frasi insensate.
Continuarono così per altri cinque minuti, durante i quali JaeJoong rischiò di ficcarsi le dita negli occhi più di una volta.

- …JaeJoong…? - domandò infine

- s…si? – rispose incerto

- ..se non ti dispiace… -

- ... –

- ….posso lavarti la schiena? –

il ragazzo si sentì sprofondare ed arrossì ancora più vistosamente.
Si voltò un attimo verso ChangMin.

- p-perché?! –

- …perché stai provando da mezz’ora e mi dai sui nervi!! – rispose secco il moro

- … -

- …su! Ora girati che te la lavo io! Così mi calmo!! – ordinò ChangMin prendendo la spugna in mano

- o-ok… -


E il biondo, si avvicinò a lui e, lentamente, lasciò la sua schiena nelle mano dell’amico, che cominciò a massaggiargliela dolcemente.
La prima cose che JaeJoong sentì, erano le sue calde mani che gli sfioravano la pelle, facendolo sussultare Un’emozione che aveva provato solo quando stava con YunHo.
E in un istante, non provò più vergogna anzi, solo una calda sensazione che gli fece chiudere gli occhi.
ChangMin sorrise dolcemente ma il biondo non lo vide

- …hai paura…che gli altri ti guardino…vero? -

La domanda spiazzò il ragazzo di un po’, ed aprì gli occhi violentemente

- …lo detesto… – ammise infine

Il massaggio continuò tranquillamente e JaeJoong si stava rilassando davvero.

- …questo perché sei…davvero bello… - sospirò ChangMin

Il biondo si sentì arrossire tutto d’un tratto.
Ma che gli stava succedendo poi? Gli aveva solo fatto un complimento! E allora perché il suo cuore palpitava così? Erano solo amici ,amici e niente di più. Eppure, perché si sentiva così…bene con lui?

- …p-perché dici questo… - balbettò

- …perché è quello che sei… - rispose ChangMin

Abbassò un braccio lentamente. Cercò la sua mano. JaeJoong lo sentì prenderla con delicatezza per poi stringerla un po’ più forte. Rispose a quel gesto, non sapeva perché, ma l’istinto gli diceva di farlo.
Sospirò affannosamente, mentre l’acqua gli bagnava il volto. Si sentiva strano. Molto strano.
Changmin cercò di avvicinarsi un po’ di più a lui, tanto che il bindo si lasciò quasi cadere tra le sue braccia.
Gli diede qualche bacio sulle clavicole e JaeJoong sussultò.

- …C-ChangMin… - sospirò

- …scusami… JaeJoong… - esclamò l’altro - alla fine…non ho saputo trattenere ciò che provo… -

Entrambi, bagnati fradici, ascoltarono in silenzio i battiti dei loro cuori che andavano a mille.
JaeJoong non ce la faceva più. Il suo stava per scoppiare. Si voltò quasi bruscamente verso ChangMin e lo portò ancora più vicino a se, abbracciandolo.

- …ChangMin…meno male…che sei tornato… - disse

- …sono stato fuori per poco…sciocco… -

- ….m-ma per me è stata un’eternità! -

- … sono qui adesso… -

Si avvicinò alle sue labbra. A quelle labbra che aveva violato la sera prima senza che lui se ne accorgesse. JaeJoong sapeva quello che stava per fare, ma non lo fermò. Non ci pensò nemmeno a fermarlo. Non capiva più nulla, non voleva più pensare a niente. Aveva pensato a ChangMin tutto il giorno. Nn aveva fatto altro che aspettarlo ed ora ce l’aveva lì, per lui, solo per lui.
Lui, che era l’unica persone che lo aveva aiutato in quell’inferno.

Si baciarono. E fu un bacio intenso, eterno.
E la voga fu tanta. A JaeJoong ben presto mancò il respiro e l’acqua che gli veniva spruzzata in pieno volto di certo non aiutava.
ChangMin lo spinse dolcemente contro la parete bagnata e gli baciò avidamente il petto, assaporando la sua pelle e sentendo i suoi sospiri piacenti.


- mmh…si…ti prego… - sospirava balbettando – lo…lo voglio… -

- …J-JaeJoong… -

- … -

- …s-scusami ti prego…scusami… -

Perché si stava scusando poi? Perché ChangMin ,mentre lo baciava e lo toccava, si stava dispiacendo?.
JaeJoong non capì subito cosa volesse dire. Poi, quando s’immaginò per un attimo il sorriso di YunHo, tutto gli fu chiaro.
Continuò a stringerlo a se, senza alcuna intenzione di lasciarlo andare.
ChangMin sapeva di sbagliare. A lui però non importava in quel momento. A JaeJoong non importava nulla.
Non voleva piangere, benché sapesse che le lacrime sarebbero scese da li a poco. Pensava a molte cose, ma era tutto così confuso nella sua mente…

- …adesso…adesso per me ci sei tu...ChangMin… - sospirò abbracciandolo ancora più forte

Pensava. Pensava a molte cose.
Pensava ai suoi amici.
Pensava a Hiro.
Pensava a YunHo…a cosa stesse facendo lui in quel momento. Se era triste o felice, se era arrabbiato o semplicemente deluso.

Se era consapevole o meno del suo tradimento.

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Capitolo 12
*** 12.~ Fuggire e Ritornare ~ ***


Capitolo 12
~ Fuggire e Ritornare ~




- oggi hai fatto il bravo? -

Alla domanda appena postagli, JaeJoong sorrise divertito, lasciandosi coccolare dalle forti braccia di ChangMin, coricato nel suo letto e comodamente adagiato ad esso.
Aveva la testa appoggiata al suo petto e poteva sentire i battiti del suo cuore, regolari e calmi.

- si, più o meno! – esclamò ridendo - mi hanno fatto proprio arrabbiare… -

- …chi? - domandò ChangMin un po’ preoccupato

- tranquillo, non ti agitare…ho risolto tutto io… - continuò il biondo con calma

- ecco, ora si che sono preoccupato! – sbottò il moro con molta più apprensione di prima

- grazie tante eh… - sbuffò JaeJoong offeso

Erano le nove di sera. C’era un silenzio quasi irreale, come ogni giorno che passava.
Quella stessa situazione in cui si trovavano i dure ragazzi poteva definirsi tale. Fino a poche ore prima, non erano altro che sconosciuti che condividevano un destino presso che simile.
Ora invece, erano tranquilli, abbracciati come se nulla e nessuno avesse mai potuto intaccare quel barlume di felicità che avevano entrambi appena riottenuto. JaeJoong, mentre ChangMin cercava di riposare un po’, continuava giocherellare con le dita delle mani del compagno, accarezzandole e intrecciandole con le proprie.
In realtà, cercava qualcosa da fare pur di non prendere sonno. Non voleva assolutamente addormentarsi, perché era quasi certo che se lo avesse fatto, la prima cosa che la sua mente avrebbe disegnato sarebbe stato il volto di YunHo.
Del suo YunHo.
O dello YunHo che era stato suo fino a poco prima.
Accanto a lui, adesso, si trovava un ragazzo più piccolo ma estremamente più forte. Un ragazzo gentile e buono che l’aveva aiutato a superare in parte la crisi post-arresto.
Un ragazzo che, probabilmente da quando era entrato, aveva preso una cotta per lui. Una cotta che si era trasformata, con i giorni, in amore sincero.
JaeJoong, dal canto suo, voleva bene a ChangMin.
Poteva addirittura credere di amarlo. Era buffo e stupido pensare di poter essersi innamorato di qualcuno che non fosse YunHo, ma allora, come poteva definire questo sentimento che stava provando?
Amicizia? No. Gli amici non si baciavano in quel modo.
E allora cosa poteva essere? era forse la solitudine ad averlo spinto fra le braccia del suo compagno di cella?

- posso confidarti una cosa, JaeJoong? – chiese nuovamente ChangMin interrompendo il biondo nel suo gioco con le dita e mettendosi un po’ sopra di lui.

Il ragazzo sorrise e annuì dolcemente, sprofondando con la nuca nel cuscino.
ChangMin gli si avvicinò e gli diede un bacio sul collo, il che, fece sussultare un poco JaeJoong.

- …era questo ciò che volevi dirmi? – chiese sorridendo

- no! – rispose il moro

- … -

- è solo che…stavo pensando… - continuò incerto e ridendo sotto i baffi

- a che cosa? -

- …beh, stavo pensando…che in questo periodo ho sempre cercato di immaginare a come avresti potuto essere senza niente addosso… - esclamò arrossendo lievemente

JaeJoong dapprima lo guardò un po’ stranamente. Poi, sorrise compiaciuto e gli accarezzò la guancia che prendeva focosamente colore. Lo baciò dolcemente alzando un poco la testa.

- …e…cosa ne pensi? - gli sospirò sull’orecchio

- …penso che…sei proprio come ti immaginavo… - rispose il ragazzo dandogli un bacio sulle labbra

- come?! Non sono meglio?! – rise JaeJoong fingendosi offeso

- …beh…mi immaginavo la perfezione! Che c’è di più perfetto della perfezione?! -

- Kim JaeJoong! – sogghignò il biondo

- ehi ehi…com’è che oggi devo ancora vederti piangere, mister perfezione?! -

- non posso certo passare tutte le giornate a frignare! – sbottò JaeJoong

- …non infatti, te l’ho sempre detto! - sorrise ChangMin

- …sarà che oggi…ho pensato costantemente a te…in ogni momento… -

Il moro, una volta che JaeJoong finì di parlare, lo guardò un po’ perplesso. Quest’ultimo, lo osservava a sua volta con un’espressione un po’ afflitta che si contrapponeva all’esile sorriso che disegnava le sule labbra perfette.
Gli accarezzò i morbidi capelli biondi e glieli sistemò a dovere. JaeJoong chiuse gli occhi e ChangMin ne approfittò per baciarlo lievemente sulle clavicole che si intravvedevano dalla maglia.
I suoi occhi rimasero chiusi, ma quando la bocca del compagno andò ad assaporare la sua pelle non poté fare a meno di lanciare un gelido sussulto.

- ..aaah… - sospirò il biondo

- … -

- …C-ChangMin? – lo chiamò

- dimmi… -

- … -

- …JaeJoong? -

- …che…che ne diresti… - esclamò con voce tremante - …non…non ti piacerebbe vedermi senza niente addosso una seconda volta? -

- e-eh?! -

ChangMin non riuscì a realizzare bene, perché in quel momento, JaeJoong si alzò un poco ed andò a cercare le sue labbra, unendole alle proprie in un bacio appassionato.
Con le mani, andò a cercare il petto dell’amico. Erano mani avide, che volevano qualcosa. Cercò di sfilargli la maglietta, ma il moro, gli bloccò l’atto, prendendogliele entrambe e chiudendole in una morsa quasi micidiale.
JaeJoong lo guardò un po’ sorpreso, e allo stesso tempo deluso. Ansimava ed era rosso in volto. Tuttavia, ChangMin lo sembrava anche più di lui. Però nei suoi occhi, una punta di amarezza era ben visibile.

- sm…smettila… - balbettò incerto sul da farsi

Senza pensarci, si levò da sopra il biondo e si alzò dal letto, allontanandosi.
Aveva ancora il fiatone e il cuore gli palpitava all’impazzata.
JaeJoong cercò di riprendersi, se non altro, di riportare alla normalità il suo respiro ancora piuttosto affannato.

- p-perché?! – chiese con un filo di voce

- … -

- …perché non vuoi?! -

- … -

- Rispondimi! -

- non va bene così … - si limitò a dire ChangMin, evidentemente provato dalle quasi lacrime che stavano solcando le guance dell’amico

- che vuoi dire?! – esclamò – non avevi detto che ti piacevo? -

- tu mi piaci… - annuì discreto

JaeJoong iniziò a tremare.
Non capiva, o forse non voleva capire il perché ChangMin non avesse voluto. Eppure, non erano stati bene fino a qualche attimo prima?
Era lui ad aver sbagliato?

- se è così, perché non mi vuoi?! -

- … -

- …io sono qui per te! Solo per te! - disse

Era così maledettamente convinto di ciò che stava dicendo.

- …io sono solo tuo in questo momento! -

- … -

ChangMin sospirò pesantemente. Il biondo a stento riusciva a non piangere e ciò, gli impediva di essere effettivamente oggettivo.
Come YunHo,anche ChangMin odiava vedere JaeJoong piangere. Da quando lo conosceva, era la seconda cosa che odiava di più di lui.

- …è proprio questo il problema JaeJoong… -

- e-eh?! -

I suoi occhi incrociavano costantemente i propri.

- …perché hai tutta questa fretta? - chiese

- … -

Bella domanda. Perché?
Forse perché non voleva più rimanere solo? O forse perché il desiderio di amore nei confronti di ChangMin era insostenibile?.
O più semplicemente, perché in cuor suo sapeva già che sarebbe rimasto lì, chiuso in quel carcere, per sempre?.

- …sembra quasi che se non fai sesso, tu non ti senta “abbastanza” per gli altri… - continuò imperterrito

- …i-io… - balbettò JaeJoong incredulo - …non è vero… -

- invece si, secondo me…secondo me per te il sesso è come una specie di certezza – spiegò il moro – una certezza che ti permette di capire che chi hai di fronte ti ama davvero… -

- …p-perché dici questo?! – domandò il biondo

- …perché ti voglio bene… - sospirò ChangMin -…perché non voglio che entrambi facciamo una cosa di cui poi sicuramente ci pentiremo… -

- … -

Jaejoong abbassò lo sguardo. Tremava e stringeva il palmo della mano sul ruvido materasso. Non aveva il coraggio di guardarlo in faccia, ne di ribattere. Non avrebbe mai saputo cosa dire per difendersi da quella mezza accusa.
ChangMin, in parte si cominciò a sentire in colpa. Sospirò pesantemente e, pian piano, si avvicinò nuovamente al ragazzo.
Si mise in ginocchio, accanto al letto in cui JaeJoong era seduto. Allungò una mano e gli accarezzò la spalla. JaeJoong continuava a non guardarlo, probabilmente in preda ad una vergogna inimmaginabile.
Il moro gli sorrise, ma l’altro non vide quel gesto quasi spontaneo. Tremava e singhiozzava. Era tipico di lui.

- …non piangere… - gli disse dolcemente

- …n-non sto piangendo… - balbettò JaeJoong

- allora cosa sono quei lacrimoni? -

- …q-quali scusa?! - sbottò il biondo tentando di nascondere le lacrime strusciandosi il viso

- …JaeJoong…io ti voglio bene… -

- … -

ChangMin sembrò indeciso sul da farsi. Ma poi, sentì che era giusto farlo.

- …ma sappi che non ho alcuna intenzione di rinunciare! -

- …c-cosa? – chiese JaeJoong confuso

- …non rinuncerò alla tua libertà! - esclamò – non intendo permettere che per questo nostro sentimento, tu rinunci alla tua libertà per stare con me! -

JaeJoong sembrò incupirsi ulteriormente.
Alzò lo sguardo all’improvviso e i suoi occhi, gonfi di pianto, lasciarono trasparire un senso di irrequietezza e di angoscia che sarebbero potuti essere percepiti da chiunque.
ChangMin gli strinse forte la mano , con l’intento di non lasciargliela andare. Quella stessa mano in cui portava l’anello di YunHo.
JaeJoong, dapprima guardò il moro e poi, i suoi occhi puntarono su quel piccolo oggetto argentato che luccicava nel suo dito.
ChangMin voleva digli qualcosa. Ma lui non riusciva a capire.
Sapeva solo che non poteva tradire la sua fiducia.

- …h-ho capito… - sospirò infine cercando di sorridere

Ma nonostante lo sforzo, non riuscì nel suo intento

- …lo farò…farò tutto ciò che è in mio potere, per poter uscire di qui… - sospirò infine

ChangMin, gli sorrise ancora.
Ma questa volt,e era un sorriso felice. Felice e pieno di speranza e, allo stesso tempo di paura.
Avrebbe davvero voluto piangere in quel momento ma doveva essere più forte di JaeJoong. Doveva essere il suo punto di riferimento.

- …grazie… - disse infine abbracciandolo



 

**





- stai scherzando vero?! -

YunHo non si rese nemmeno conto di aver urlato al telefono.
YooChun e JunSu lo guardavano un po’ perplessi, colpiti dalla sua reazione improvvisa.
La sera precedente il ragazzo aveva passato la notte da loro, tra una partita a carte e l’altra, finendo con l’addormentarsi sul divano dopo un paio di birre.
YooChun era rimasto con lui tutta la notte, a vegliarlo, mentre JunSu si era addormentato anch’egli sulla sua spalla.
L’indomani ci sarebbe stata la pria udienza per JaeJoong ed entrambi , sapevano che YunHo doveva esserne terrorizzato.

- no YunHo! JaeJoong ha accettato di parlare! -

La voce di SunMi risuonò nelle sue orecchie quasi come una speranza.

- e…e quando.. – balbettò il ragazzo sconvolto

- oggi alle due, ha un incontro con l’avvocato! - spiegò la ragazza – stamattina JaeJoong ha dato il suo consenso! -

- … -

- vedrai che andrà tutto bene! Ok YunHo? – lo rassicurò SunMi non sentendolo più al telefono

- …o-ok…grazie mille per la notizia SunMi! -

E riattaccò quasi senza pensarci. Ancora troppo sconvolto per realizzare ciò che stava succedendo. Guardò il telefono ancora qualche istante e poi, si voltò verso gli amici ,spaparanzati sul divano un po’ preoccupati.
Li osservò, cercando di nascondere la propria felicità che aveva, per quel breve attimo ,riacquistato con quella notizia.

- … -

- …uhm…YunHo…? – domandò JunSu

- … -

- t-tutto bene? – chiese a sua volta YooChun preoccupato - che cosa ti ha detto SunMi? -

- … -

- … -

- … -

- …prontoooo??? – continuò l’amico vedendo che non rispondeva

Anzi, aveva preso a tremare come una foglia.

- JAEJOONG HA ACCETTATO DI PARLARE CON L’AVVOCATOOOOOO!!!! - urlò all’improvviso senza trattenersi

- c-cosa???!! -

JunSu e YooChun saltarono in piedi dal divano, increduli a loro volta dalla notizia appena urlatagli.

- dimmi che non ci stai prendendo in giro!! – esclamò YooChun

- n-nooo! - sorrise YunHo al culmine della felicità – questo pomeriggio parlerà con l’avvocato! -

- stupendo!!! - esclamò YooChun correndo ad abbracciare l’amico

- a-ancora non riesco a crederci!! – rise YunHo che a stento riusciva trattenere la propria emozione, stringendo forte l’amico – finalmente ha deciso di collaborare! -

- …te l’abbiamo detto noi! -annuì JunSu

- …JJ non vede l’ora di riabbracciarti! – concluse YooChun

- …a-avevate ragione! Tutti e due! – sospirò felice YunHo -devo fidarmi di JaeJoong! -

Il ragazzo si lasciò andare in un abbraccio consolatore. Non si rese nemmeno conto di essersi aggrappato insistentemente a YooChun, tanto da averlo lasciato sconvolto per qualche attimo.
Sentiva le sue forti braccia cingergli la vita ma, nonostante tutto, non riusciva ad esprimere la sua gratitudine per YooChun in altro modo. Sentiva solo che gli era vicino e che lo confortava con delle dolci parole. Le parole di un amico.
Senza accorgersi nemmeno che JunSu li guardava un po’ in disparte, leggermente cupo.



 

**






- …salve JaeJoong… -

L’avvocato Kim SooHyun, un volta entrata, chiuse la porta a chiave, in modo da non essere disturbata. Leggermente rincuorata dall’improvviso cambiamento di idea da parte del ragazzo, appoggiò la propria valigetta sopra l’unico tavolo che c’era nella sala degli interrogatori, e si sedette dal lato opposto a quello in cui si trovava JaeJoong.
Lui, con lo sguardo un po’ accigliato, cortesemente, chinò il capo e ricambiò il saluto.

- …s-salve… - disse con una certa tranquillità

SooHyun sorrise leggermente alla risposta. JaeJoong sembrava tranquillo.
La donna notò le manette di metallo che circondavano le mani del ragazzo, congiunte sopra il tavolo e fece per alzarsi, un po’ seccata.
JaeJoong capì al volo cosa avrebbe voluto fare.

- lasci stare! - la bloccò – non mi danno fastidio! -

Lo guardò perplessa. Sembrò voler chiedergli perché, ma alla fine non lo fece.
Forse si considerava un criminale’ o forse era solo pura rassegnazione al suo stato?
Si risedette la proprio posto, in silenzio.
Estrasse fuori dalla valigetta in po’ di fogli e il suo astuccio. La penna nera iniziò a tingere d’inchiostri uno di quei fogli mentre l’unica cosa che si sentiva era il rumore delle pale sopra le loro teste.

- …cosa ti ha spinto a cambiare idea…? – chiese ad un tratto l’avvocato, mentre aveva gli occhi puntati sul foglio

- …niente…ho deciso di mia spontanea volontà… - sospirò JaeJoong preparato alla domanda

- …mi sembravi sicuro di te, l’altra volta… - ammise

- … non siamo qui per parlare di questo… - sbuffò JaeJoong

SooHyun sorrise

- già, hai ragione! – esclamò – e poi, in effetti non sono affari miei… -

- … -

- ….so che tu mi consideri alla pari di un estranea impicciona… -continuò tranquilla

Il ragazzo trasalì, senza guardarla

- …ma che io ti piaccia o meno, ora siamo qui, e ho tutta la mia buona intenzione di aiutarti! - spiegò

- …l-lo so… - disse JaeJoong con un filo di voce

Il silenzio ritornò a regnare in quella minuscola stanza, finché non fu il giovane, a iniziare un discorso.

- …avvocato… -

- mh? -

- …io ho deciso di parlare ma…quello che dirò diventerà di dominio pubblico, vero? -

- ...-

Lei rimase un po’ perplessa alla domanda

- …mi dispiace, ma sarà inevitabile… - annuì tristemente

Il ragazzo sospirò una ennesima volta, amaramente. Strinse i pugni sul tavolo, mentre le manette non gli permettevano un movimento adeguato degli arti.

- ….lo sospettavo… - esclamò sorridendo lievemente

Era afflitto, e SooHyun lo percepiva solo guardandolo. Ciò che doveva raccontare ,era così ‘terribile’ da farlo indugiare in quel modo?

- … -

- … -

- …da quanto conoscevi Hiro Takahashi? -domandò ad un tratto l’avvocato

JaeJoong sorrise amaramente.

- da più di tre anni…lui…era il mio datore di lavoro a New York… - cominciò

- …sei stato in America? -

- già..per tre anni…L’Università mi aveva dato l’opportunità di studiare Inglese all’estero. A dire il vero, ci sono andato anche per rimediare a molti dei miei errori.. -

- … -

- quando arrivai, non conoscevo nessuno e il mio inglese non era buonissimo…mentre andavo all’Università a New York, avevo deciso di cercarmi anche un lavoro che mi permettesse di mantenermi…provai di tutto, ma nessuno mi voleva…credo per il mio inglese… - spiegò con una certa ironia negli occhi

- …hai incontrato Takahashi in quelle condizioni? – domandò SooHyun

JaeJoong annuì

- ... mi era sembrato fin da subito una brava persona. Gestiva un azienda immobiliare e mi aveva chiesto se potevo aiutarlo nella gestione dei documenti, nel suo ufficio… - spiegò con calma - …era un lavoro semplice, e nonostante all’inizio avessi avuto problemi, Hiro era sempre lì che mi aiutava…però… -

S’interruppe, abbassando di colpo lo sguardo.

- …però? -

- …però, non avevo capito niente… - disse infine chiudendo gli occhi

- … -

- non avevo capito che ogni suo gesto carino, ogni suo sguardo rivolto a me…non erano normali… -

- …cos’è successo? -gli chiese SooHyun attenta e, in un certo senso, interessata

- … -

JaeJoong sbuffò tra se, come se avesse appena fatto una battuta a se stesso. Probabilmente si sentiva uno stupido a raccontare quelle cose, ma forse, quella sarebbe stata l’occasione buona per sfogarsi dopo anni di tormenti.

- …un giorno, mi chiese di fermarmi un po’ di più, per aiutarlo a sistemare i documenti da compilare nelle apposite cartelle…io, ovviamente accettai senza sospettare nulla…m-ma… -

Il biondo prese a tremare tutto d’un tratto. Strinse i denti, immaginandosi e ricordando la scena alla perfezione, sotto gi occhi stupefatti di SooHyun, che lo guardava preoccupata.

- …l-lui…ha cominciato a fare discorsi strani,assurdi…ha cominciato a …t-toccarmi…e…ed io non…non riuscivo a staccarmene… - spiegò con un filo di voce - …gli urlai di lasciarmi, ma lui era troppo forte…e…e così…lui…io… -

Si fermò, rendendosi conto di aver iniziato a piangere senza accorgersene. Il ricordo del volto di Hiro, lo assalì all’improvviso e si portò le mani al volto, cercando di asciugarsi le lacrime fastidiose.
SooHyun, che stava scrivendo tutto ciò che lui aveva detto, si fermò e appoggiò la penna. Sospirò e i suoi occhi si fecero tristi. Aveva capito fin troppo bene, ma doveva domandarglielo.

- …ti…ha violentato? - domandò infine

Il biondo aprì violentemente gli occhi che fino a quel momento erano rimasti chiusi. La guardò stupito ma poi, vergognandosi ancora i più, tornò a fissare il tavolo, annuendo tremante.

- …che hai fatto dopo? – chiese ancora SooHyun

- … -

- … -

- …niente… -

- ? -

- …Hiro non mi permise mai di lasciare quel posto…se lo avessi fatto, mel’avrebbe fatta pagare cara…e mi prese l’anello che portavo al collo… - concluse, indicando il suo anulare su cui luccicava l’anello - …quello era di YunHo…in seguito, ne feci fare uno uguale, in modo che nulla fosse mai accaduto… -

- …per quanto tempo Hiro ha abusato di te? – continuò a chiede l’avvocato


JaeJoong rimase in silenzio e ci pensò.
Poi, asciugando l’ultima lacrima, rispose con una certa fermezza.

- …dopo un anno, Hiro venne chiamato alla gestione in un altro immobile…e dovette andarsene dall’azienda…fino a Los Angeles… - sospirò - …io non lo rividi più… -

- … -

- cercai un altro lavoro, convinto di essermi liberato delle sue oppressioni per sempre…tornai a casa, dai miei amici, e mi comportai come se nulla fosse mai accaduto… -

- … -

- lei non ha idea…di come mi sentivo tutte quelle volte che YunHo mi chiamava al telefono chiedendomi come stessi…di quante bugie io gli abbia raccontato per ben tre anni e oltre… - sospirò

- …forse no, ma lo immagino…JaeJoong - lo rincuorò SooHyun

- sa cos’è stata la cosa più brutta? -

- … -

- …l’aver capito che il passato non si può cancellare, che prima o poi torna a perseguitarti… - sospirò il ragazzo

- …perché Hiro è tornato…giusto? – annuì SooHyun

- ….eh…lui…mi voleva, un ultima volta.. o così ha detto almeno… - continuò - …poi mi avrebbe lasciato in pace…tsk…io stupido, gli stavo pure per credere… -

- …cioè? -

- è per quello che sono andato da lui quella sera! Perché pensavo che fosse la soluzione migliore! Pensavo che poi, io e YunHo saremmo stati finalmente liberi… -


- …alla fine, com’è andata? -

- …mi sono reso conto che..non potevo fare un torto a YunHo…un altro! non potevo proprio! Così, mi sono rifiutato di andare oltre… -



 

- d-dove vai?! -

- a casa mia!! -

- a-aspetta! non puoi farmi questo! Non ricordi che ti ho detto?! –

- n-non mi interessa Hiro non posso tradire YunHo un'altra volta… -

- non ti azzardare sai!! -





- …lui ha cercato di fermarmi, voleva continuare, ma io ho cercato di dimenarmi con tutte le mie forse….mi sbatté violentemente contro un comodino e, confuso, la prima cosa che ho fatto è stata quella di colpirlo con la prima cosa che ho trovato… -

- …una lampada… - finì SooHyun

JaeJoong sorrise lievemente - …vedo che è informata… -

- … -

- comunque sia, cercando di sfuggirli, sono uscito in fretta e furia da casa sua, lasciando la porta spalancata…sanguinava, ma non mi ha seguito…ha solo urlato… -



 

- TI PERSEGUITERO’ PER SEMPRE!! NON SAI QUELLO CHE HAI FATTO! -





- … questo è quanto ho da dire… -

- … -
SooHyun ormai aveva smesso di scrivere da un po’ era rimasta assorta a sentire il racconto di JaeJoong, tremante, leggermente imbarazzato, ma perfettamente coerente con tutto quello che diceva.

- lo so cosa sta pensando adesso… - rise JaeJoong ironico

- …eh? – chiese l’ avvocato sorpreso

- …è palese ce l’abbia ucciso io…avrei avuto tutti i motivi del mondo per farlo ma…la verità è che quando me ne sono andato, Hiro era ancora vivo! - spiegò

- …ti sbagli JaeJoong non stavo affatto pensando che tu sia colpevole..d’altronde, io sono quella che deve aiutarti ad uscire…il resto non conta… - disse SooHyun

- già…è il suo lavoro… - sbuffò

- comunque, ti ringrazio di avermi reso partecipe di te stesso alla fine… - sorrise SooHyun - ….pochi avrebbero avuto il tuo stesso coraggio… -

- … -

- … -

- …era anche ora…che mi sfogassi…dopo tutti questi anni… - rise il biondo compiaciuto

- … -

- mi sono sempre chiesto perché…perché la mia faccia è così… -

- …la tua faccia? -

- i miei guai sono dovuti alla mia faccia…non capisco perché…tutti ne sono attratti…questa faccia è…è la mia rovina… -

- …sciocchezze… -

- eppure è così! E questo è un dato di fatto! -

- … -

- … -

- in ogni caso, domani abbiamo la prima udienza…cercherò di costruirti una buona difesa entro stasera…ma non sarà facile… -

- …lo so… -

- le accuse contro di te sono pesanti… -

- …già… -

- ma vedrai che le la facciamo! Ho peso poche cause fino ad ora, ed erano peggiori di questa! - cercò di rincuorarlo

- …grazie ma…faccia solo il possibile – rise

SooHyun contraccambiò il sorriso complice.

- …tua sorella è preoccupata per te, lo sai vero? – esclamò

- SunMi si preoccupa troppo! -

- ha saputo del tuo incidente, durante il primo giorno… -spiegò SooHyun

Il biondo trasalì ancora

- come?! C-chi glielo ha detto?! -

- …ne sono stata informata dalle guardie…l’ho avvertita io… -

- n-non avrebbe dovuto farlo! -

- dovevo farlo! – spiegò – e poi l’hai detto tu stesso! Non si può scappare dal proprio passato! -

- … -


- e non sentirti in dovere di nascondere ciò che provi agli altri! Così li fai solo stare peggio! -

- tsk! E lei che ne sa?! -

- fidati se ti dico che mi è ricapitato un caso simile al tuo! -

- ohhh davvero? –esclamò ironico JaeJoong

- già! Due anni fa! Le accuse contro di lui erano frammentarie, potevamo vincere! Ma quello stupido ragazzino si è arreso per chissà che assurdo motivo e si è beccato una cosa come venticinque anni di galera! -

- …. -

- quindi piantala di scherzare e di fare dell’ironia, che qui non mi pare proprio il caso! -

- eddai…non mettiamola su questo piano… - brontolò JaeJoong un po’ offeso

In effetti, aveva voglia di scherzare, di riderci un po’ sopra. Era stanco di piangere e di essere compatito persino dal suo avvocato.
Per questa volt,a voleva fare di testa sua e lasciarsi andare. Si voleva prendere in giro. Si voleva umiliare. Forse si sarebbe sentito meglio.

- sappi che, da parte mia, ti credo… - ammise SooHyun convinta

JaeJoong ne rimase evidentemente sorpreso.

- …questo non avrebbe dovuto dirmelo… -

- …ormai l’ho fatto! e farò tutto ciò che posso per aiutarti, domani! -

- … domani… -

- …? -

- domani…YunHo..scoprirà ogni cosa…e la fatica che ho fatto per nascondergli tutto svanirà… - sorrise amaramente

- …m-mi dispiace JaeJoong… -

- …alla fine, Hiro ha mantenuto la sua promessa… -

Già. Hiro l’avrebbe perseguitato anche da morto.
Era colpa sua se JaeJong era in quello stato.

- …pensi che potrà odiarti dopo la sentenza di domani? - esclamò SooHyun riferendosi a YunHo

- … -

Il biondo si fermò a riflettere, a pensarci seriamente.
Era così tremendamente reale ciò che sarebbe accaduto da li a poche ore.
Non vedeva l’ora di sparire, di tornare in cella, di abbracciare ChangMin in cerca di un conforto…

- …tanto, mi odierebbe in ogni caso… -

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Capitolo 13
*** 13.~ Nuova Traccia ~ ***


Capitolo 13
~ Nuova Traccia ~







- che fai, non vieni a letto? -

JunSu se ne stava in piedi, appoggiato alla parete di quel salotto così silenzioso e tranquillo, un po’ in disordine, dopo una serata passata a festeggiar,e per così dire.
Era quasi mezzanotte, la cucina era ancora da pulire e l’aria, in quell’appartamento, sapeva insopportabilmente da birra.
L’unico rumore che si poteva sentire, era il leggero russare di YunHo, steso sul divano, profondamente addormentato. YooChun era accucciato accanto a lui, per terra, con le braccia incrociate sotto il mento.

- …scommetto che è da giorni oche non dormiva… - sospirò ad un tratto, non badando affatto alla domanda di JunSu

- lo capisco, domani sarà un giorno importante… - annuì l’amico

- ….già…speriamo che vada tutto bene… -

- … -

- … -

- …allora? che fai? Andiamo a dormire? - chiese nuovamente JunSu

- …no…vai tu…io resto un po’ con lui… - esclamò YooChun quasi distrattamente, non togliendo lo sguardo dal volto di YunHo

JunSu ci rimase evidentemente male. Ma fece di tutto per non farlo notare al compagno. Anzi, a dire il vero, era quasi sicuro che a YooChun, in ogni caso, non sarebbe importato.
Sospirò pesantemente, aspettando qualche altra parola.
Ma il ragazzo era concentrato su altro e lui, ben presto, si stufò di aspettare una qualche reazione.

- …allora…vado a letto… -

- … -

- …buonanotte…YooChun… -

- …notte! - brontolò distrattamente il giovane

- … -

JunSu si staccò dalla parete, sospirando. Guardò i due amici con un espressione mista di tristezza e invidia, per poi sparire nel’oscurità di quel corridoio che conduceva alla sua camera da letto.



 


**





- cerca di rilassarti per favore! -

- s-sono rilassato! -

- oh si, lo vedo… -

ChangMin alzò gli occhi al cielo ed ingoiò avidamente il suo panino con la marmellata che si era pazientemente fatto.
Erano le nove di mattina e in mensa c’era un grande via vai di detenuti appena svegliati.
Lui e JaeJoong avevano scelto un tavolino un po’ appartato, in modo da poter parlare senza essere disturbati, anche se gli sguardi erano molti , soprattutto rivolti verso il biondo.
Quest’ultimo continuava a guardare il suo caffè bollente che pian piano smetteva di fumare, mentre non riusciva a decidere se berlo o meno. Era agitato, tremendamente agitato. Tra due ore esatte ci sarebbe stata l’udienza e lui aveva i nervi a fior di pelle.
La sua testimonianza sarebbe stata essenziale, o almeno così aveva detto SooHyun ance se nemmeno lei era certa di ciò che ne sarebbe potuta ricavare. E la cosa più terribile, sarebbe stata Dover raccontare tutto con YunHo in sala, ad ascoltare.
Chissà come avrebbe reagito, chissà che gli avrebbe detto dopo quell’udienza…semmai avesse ancora voluto parlargli. Era questa una delle sue paure più grandi. Gli aveva raccontato un infinità di bugie, anche quando gli aveva promesso di non farlo più.
Pensando a questo si sentì davvero un perfetto traditore ed egoista. A lui ormai cosa importava? Come poteva pensare di considerarsi ancora il “suo” JaeJoong? Di appartenere solo a YunHo?. Qualcosa era cambiato e lui lo sapeva. Qualcosa di cui, in parte aveva paura.
Per lui, YunHo era la persona più importante della sua vita, ma aveva ancora il diritto di pensare di esserlo? Lo aveva tradito con ChangMin e anche se non avevano mai fatto niente, sapeva di aver commesso quel peccato anche solo con il pensiero.
E d’altronde, anche ChangMin era importante per lui.
Fino a qualche tempo prima, era stato sicuro che YunHo sarebbe stato e rimasto il solo e l’unico che avrebbe mai potuto amare. Adesso invece, non ne era più tanto sicuro.

- insomma, vuoi bere quel caffè?! - bofonchiò ChangMin scocciato

- non ho voglia… - sospirò

- uffa, che noioso… aspetta un attimo, vado a prenderti del pane… - esclamò il modo alzandosi di colpo dalla sedia

- ma ti ho detto che non ho voglia!! - obiettò JaeJoong

- devi mangiare! Altrimenti scompari!! – insisté ChangMin non ascoltandolo e dirigendosi in self service dall’altra parte della sala.

E rimase solo, ad aspettarlo, leggermente triste.
Il biondo continuò a fissare la sua bevanda sconsolato per l’imminente sentenza e non poteva fare a meno di pensare al dopo. A cosa sarebbe accaduto dopo quel giorno.
Sospirò di nuovo, questa volta molto pesantemente.

- ehi, nuovo arrivato! -

Si sentì chiamare. Alzò lo sguardo e davanti a lui, si ritrovò davanti il solito detenuto che da quando era arrivato in quel carcere, si divertiva a tormentarlo ogni qualvolta che era da solo.
Ma JaeJoong ormai aveva imparato a non farsi più prendere in giro.

- che cavolo vuoi? – disse acidamente

Quello sorrise, divertito e si sedette sulla sedia vuota di fronte a lui.

- che caratterino! – disse

- si può sapere che vuoi? -

- volevo solo augurarti buona fortuna per oggi, moccioso… - sorrise

JaeJoong lo inquadrò. Come faceva a saperlo? La notizia era forse diventata di dominio pubblico?

- grazie.. - esclamò freddo e senza battere ciglio.

- ma no, che hai capito… - sorrise ancora più ampiamente l’omone

- … -

JaeJoong lo squadrò quasi offesosi.

- intendevo, buona fortuna per le ore divertenti che passerai con Max prima della tua sentenza… -

- la cosa non ti riguarda minimamente… -

- oh no infatti… - ammise - però, la tua pelle suppongo che ti sia cara… -

- … -

JaeJoong iniziò a non capire dove l’altro voleva arrivare.
Lo vedeva ridere, ma lui era confuso al massimo.

- …che…vuoi dire? – domandò incerto

- voglio solo metterti in guardia…Max delle volte è piuttosto… irrequieto.. -

- …? -

- d’altronde, ci sarà un motivo se è chiuso qui dentro…non ti pare…? -

- chiudi quella bocca e sparisci! – esclamò JaeJoong adirato

Non voleva sentire altro. Non voleva ascoltarlo. Di certo, stava dicendo solo un mare di stupidaggini.
Il detenuto si alzò dalla sedia bruscamente, con l’intento di andarsene. Tuttavia sorrideva ancora, un sorriso beffardo che si prendeva gioco di JaeJoong.

- …prova a chiedergli che fine ha fatto il suo ex compagno di cella -

- … -

Detto questo, sempre con fare beffardo, lo salutò con un cenno e se ne andò proprio nello stesso istante in cui ChangMin era arrivato, leggermente preoccupato.



 

**





- YooChun, mi dai una mano? -

Era da un paio di minuti che YunHo girovagava per l’appartamento dell’amico, alla ricerca di qualcuno che lo aiutasse nel suo intento di abbottonarsi la camicia.
Il ragazzo, sospirando un po’ scocciato smise di guardare la televisione e si alzò dal divano.

- che c’è?! - domandò

- mi aiuti ad abbottonarla? - chiese

YooChun lo guardò male.

- …ma che è? Sei un bambino di sei anni?! – domandò a sua volta

- non è colpa mia! – spiegò il giovane – sono agitato!! Le mie mani tremano! -

In effetti, YooChun notò il tremolio agli arti che aveva il suo migliore amico e penso che in fondo non poteva essere una bugia.
Sospirò ancora e gli si avvicinò delicatamente, iniziando ad agganciargli il primo bottone.
Sembrava una madre che vestiva il proprio bambino.

- cerca di stare calmo… - lo rassicurò YooChun

- …s-sono calmo…più o meno… -

- non si direbbe dal tuo colorito pallido! - osservò

Già. Era sempre stato un ragazzo acuto.

- sto bene! È che sono un po’ stressato… -

- se tu ti facessi aiutare, invece di fare l’orgoglioso… -

- ma quale aiutare…qui non sono io quello che ha bisogno di aiuto.. – disse YunHo mentre YooChun stava per raggiungere l’ultimo bottone

- … -

- … -

- YunHo? - domandò all’improvviso YooChun una volta che ebbe concluso anche l’ultimo bottone

- eh? -

- …in qualunque modo vada questa udienza….sappi che ci sono io accanto a te… -

YunHo s’incupì. Del piccolo sorriso che fino a poco prima aveva disegnato le sue labbra, ora non vi era più alcuna traccia.
Abbassò di colpo lo sguardo, confuso e disorientato. Perché gli diceva questo?

- …così sembra che non ci siano speranze… - esclamò YunHo

- c’è sempre speranza… - lo corresse l’amico

- allora perché mi dici questo? Perché?! -

YooChun dapprima non rispose. lo guardò dritto negli occhi tristi che aveva.
Occhi che aveva già avuto anni prima, forse meno maturi.
Occhi che ormai conoscevano la sofferenza meglio di chiunque altro.
Senza dargli il tempo di capire, allungò un braccio e cercò la sua mano. Gliela prese e YunHo non capiva.
La osservò, gli guardò il palmo liscio ma, un po’ dappertutto, solcato dalle cicatrici di numerosi tagli. Cicatrici che servivano a ricordargli il passato che probabilmente avrebbe solo voluto dimenticare.
A ricordargli la vita passata.
YooChun appoggiò le proprie labbra su quel palmo, lasciando l’amico un po’ colpito.

- ti dico questo perché non voglio ripetere lo stesso errore… perché non voglio più lasciarti solo… -

Sembrava sincero, anzi, lo era davvero.
Per qualche attimo, a YunHo era venuto un tuffo al cuore che lo fece sussultare nel momento stesso in cui YooChun gli lasciò la mano.
Aveva sentito il suo cuore palpitare forte. Per un attimo, aveva ricordato i bei momenti che avevano trascorso insieme tempo addietro. Momenti i cui non era riuscito, malgrado tutto, a dimenticare.



 


**





- l’imputato Kim JaeJoong può entrare. -

La voce del giudice, calma e impassibile, echeggiò per tutta la grane aula dove si sarebbe svolta l’udienza.
C’erano numerose persone, i più erano giornalisti che non vedevano l’ora di spettegolare e di prendere appunti.
SooHyun era in piedi, in uno dei primi banchi: sembrava piuttosto tranquilla, ma allo stesso tempo preoccupata perché vedeva il giudice fin troppo deciso a chiudere velocemente quell’udienza giornaliera.
YunHo, YooChun, JunSu, SuMi e la signora Jung erano qualche banco più indietro, anch’essi decisamente con i nervi a fior di pelle. YunHo in particolare, non faceva che mordersi le labbra e le sue mani erano impegnate a stropicciare un fazzoletto di carta, tirato fuori solo per rilassarsi. Ogni tanto YooChun gli aveva sussurrato di stare calmo ma lui sembrava intento a non badarci troppo.
Quando quella porta si aprì, JaeJoong venne sommerso dai flash abbaglianti delle macchine fotografiche dei giornalisti.
Aveva cercato di riparasi con le mani ma in un secondo momento si era ricordato di avere le manette ad entrambe e che quindi i movimenti gli erano molto limitati.
Imperterrito, avanzò lungo il corridoi indicatogli, scortato da tre guardie. Per tutta la durata di quel cammino, aveva osservato tra i banchi, alla ricerca dei suoi amici e l’aveva visto. Aveva visto YunHo che lo guardava tristemente. E sembrava più magro e pallido. Sembrava sciupato quasi quanto lui.
Infine, il biondo venne fatto sedere su un banchetto, tenuto sotto controllo da due delle tre guardie, che si trovava proprio accanto a quello del giudice.
A sguardo basso, si sedette con le braccia appoggiate al piano liscio e verticale in legno, con le mani congiunte.
Il giudice con un colpo del proprio martelletto, diede inizio all’udienza.
SooHyun fu la prima ad alzarsi per parlare.

- vostro onore! - iniziò – sono qui per difendere l’imputato Kim JaeJoong dalle accuse che gli sono state rivolte -

Egli non fece altro che un cenno, perché potesse continuare.

- ebbene tutti noi sappiamo che il signor Kim JaeJoong quella sera è andato a casa del signor Takahashi, che in seguito è stato ucciso … -

Il silenzio regnava nell’alula.

- il corpo del signor Takahashi è stato sottoposto all’autopsia, in cui sono stati riscontrate le cause della morte… - continuò – ma è stato anche trovato un particolare interessante di cui la polizia non ha tenuto conto… -

JaeJoong alzò lo sguardo violentemente, puntandolo dapprima su SooHyun e poi su YunHo poco lontano, intento ad ascoltare pensieroso.
Era arrivato così velocemente quel momento…

- che particolare? – domandò il giudice

- nel corpo di Takahashi Hiro sono state trovate tracce di un rapporto tenutosi poco prima di essere ucciso -

Ci fu un leggero brusio da parte dei giornalisti.
JaeJoong teneva il volto puntato su YunHo il quale, sembrava alquanto confuso e disorientato, come se non avesse ancora afferrato bene il concetto.

- che vuole dire avvocato? – chiese a sua volta il pretore colpito

- allora, ricapitolando… - continuò SooHyun - Kim JaeJoong dopo essere arrivato a casa di Takahashi l’ha aggredito con una lampada provocandogli un forte trauma cranico e quindi, la morte. Ma questo è quello che l’assassino ha voluto fari credere! -

- si spieghi meglio,avvocato! -

- Takahashi conosceva il signor Kim da anni e… -

- … -

- e in passato Kim JaeJoong aveva subito violenze proprio da lui! -

Quelle parole per il ragazzo furono insopportabilmente dolorose.
YunHo si era alzato violentemente dal proprio posto, incredulo e sconvolto.

- c-cosa… - balbettò incerto guardando SooHyun poco distante

Lei non fece altro che abbassare lo sguardo tristemente.

- che…che vuol dire… - esclamò

- signor Jung si sieda o sarà costretto a farle abbandonare l’aula – ordinò il giudice

- …YunHo siediti per favore! - esclamò YooChun

- … -

Si sedette piano, senza dire una parola. Guardava solo JaeJoong che in quel momento avrebbe voluto sprofondare, sparire in un attimo.

- continui avvocato… -

- quella sera il signor Kim era andato a casa di Takahashi per porre fine al ricatto che quell’uomo gli aveva fatto. Aveva deciso di offrirsi a lui un ultima volta in modo che poi lo avrebbe finalmente lasciato in pace – disse tutto d’un fiato

- non capisco dove vuole arrivare…- sbottò il giudice evidentemente seccato da quei dettagli di poco conto

- avete ragione vostro onore…ma vedete, se la scientifica fosse stata più attenta avrebbe sicuramente notato un particolare! Ovvero, che la morte dell’uomo non è stata causata da quel colpo che Kim gli ha inferto…ma da un altro, datogli probabilmente dopo… -

- come lo può provare? -

- un altro colpo gli è stato dato con una bottiglia di vetro che è stata trovata accanto al cadavere, quella mattina. Ma quella bottiglia non aveva le impronte dell’imputato! - spiegò con calma – inoltre dubito che il signor Kim si sia preso la briga di indossare un paio di guanti ,altrimenti in casa non avrebbero trovato nessuna impronta… -

- … -

- … -

- teoria interessante avvocato… - sospirò tranquillamente - tuttavia, chiedo alle guardie di far entrare il signor Aoyama… -

SeoHyun rimase un tantino spiazzata di fonte alla richiesta. Lo stesso valse per JaeJoong che si voltò immediatamente alla porta, mentre questa venne aperta.
In aula, entrò un ragazzo. Doveva essere poco più grande di JaeJoong. Aveva un espressione fredda, semi sciupata e allo stesso tempo rilassata.
Fu in quel momento che il biondo sussultò pericolosamente.
No, non poteva proprio essere.

- signor Aoyama Takuya, si sieda al banco testimoni… - disse il giudice

- certo… - rispose quest’ultimo

Per un attimo JaeJoong e Takuya si squadrarono. Quest’ultimo guardò il biondo con sguardo misto tra ripudio e felicità. Uno sguardo che fece rabbrividire il ragazzo.
Si sedette a qualche metro di distanza.

- lei giura di dire solo la verità? -

- lo giuro… - esclamò ancora mettendosi una mano sul petto.

- allora la ascoltiamo…proceda… -

- … -

Takuya sembrò esitare ma poi, si armò di coraggio.

- …sono stato io a trovare il corpo di Hiro quella mattina. Alle otto ero andato a casa sua per accompagnarlo al lavoro dato che ero anche il suo autista…la porta era chiusa senza la serratura e così, dopo aver bussato senza alcuna risposta ho deciso di entrare….e l’ho trovato lì per terra…morto… -

- ..lei ha detto di aver ricevuto, pochi giorni fa, delle foto da un anonimo…dico bene? - domandò il giudice

Takuya annuì discretamente

- si, le ho consegnate subito alla polizia… -

- non ha idea di chi possa essere stato? -

- …direi di no… -

- …posso vederle? - domandò ancora

In quel momento, un poliziotto gli si avvicinò e consegnò al giudice un pacchetto marrone sigillato con dello scotch. Lo aprì sotto gli occhi di tutti e in particolare sotto quelli sconvolti di JaeJoong che chiedeva con lo sguardo, spiegazioni a SooHyun che sembrava conoscere l’esistenza di quelle foto.
Il giudice le guardò. Erano circa cinque o sei, tutte in sequenza.
L’uomo ridacchiò tra se, riguardandole più volte.

- …avvocato sarebbe meglio che se le guardi bene… -

SooHyun si alzò di colpo dal banco e tese il braccio ad una guardia che le aveva appena porto le medesime foto.
In realtà, non vi era molto da vedere. Erano state scattate probabilmente dalla finestra della casa di Hiro. Si poteva vedere non molto chiaramente la sagoma di JaeJoong e di Hiro, che sembrava stessero discutendo. Un'altra mostrava il biondo nell’intento di dare uno spintone all’altro. Tutte le foto erano più o meno simili, finché, infine, l‘ultima mostrava ancora più chiaramente, JaeJoong che colpiva Hiro in piena fronte, con un oggetto.
La ragazza le guardò tremante, di rabbia se non altro.
Sbatté violentemente le mani contro il tavolo e si alzò dal proprio posto.

- vostro onore, questo non prova nulla! -esclamò

- questo prova che l’imputato è colpevole, avvocato… -

- ma vostro onore! ciò che le ho detto prima… -

- ciò che lei suppone è irrilevante! Queste parlano chiaro! -

- queste servono solo ad incastrarlo! – obiettò - la polizia non può basarsi solo su queste foto! -

- … -

- il vero assassino vuole sicuramente incastrare un innocente, e voi state facendo solo il suo gioco! -

- basta così, avvocato! Non tollero sentire altro! – esclamò il giudice facendo cenno di tacere

- … -

SooHyun, ferita nell’orgoglio, abbassò lo guardo, senza posarlo su JaeJoong, sempre più triste e sconsolato. La giovane tremava di rabbia, ma, si sedette comporta al suo posto, come se nulla fosse successo.

- le indagini continueranno! Nel frattempo Kim JaeJoong è in attesa di giudizio… - disse il pretore

- … -

- la sentenza finale verrà posta la prossima settimana… -

- vostro onore! È troppo presto! Le indagini potrebbero non essere ancora… - intervenne SooHyun

- questa è la mia ultima parola avvocato… - esclamò facendola tacere

E così, dichiarò conclusa la seduta.
SooHyun, arrabbiata, raccolse alla svelta tutti i propri fogli, squadrando il giudice piuttosto malamente. Non era andata esattamente come se l’era immaginato. Si voltò vergo YunHo e i compagni, ma questi s erano già diretti fuori dall’aula.
JaeJoong si alzò tristemente, accompagnato dalle guardie. Non aveva parlato per tutta la sentenza, ma era ancora più confuso di prima. Takuya, le foto…chi è che gli voleva così male da incastrarlo in quel modo?.
Sospirò pesantemente e si diresse all’uscita.
Aveva cercato YunHo con gli occhi, ma non lo vide più in aula.
Ora sapeva ogni cosa. Ora lui sapeva di tutte le sue bugie. Sapeva di ciò che c’era stato fra lui e Hiro, di ciò che li aveva legati per tutti quegli anni.
Video SooHyun, sconsolata, che tentava di raggiungere gli altri. Si soffermò a guardarla e lei se ne accorse. Non gli nascose il suo sguardo preoccupato , di chi non sapeva più che carte giocare. Le sorrise, cercando di rincuorarla. SooHyun si stupì di quel gesto. Doveva essere lei a rincuorarlo ed invece non ci riusciva. Lo vide mentre veniva nuovamente ricondotto in quel carcere che probabilmente avrebbe lasciato tra molto tempo.

 

**



- c-come ha saputo di quelle cose?...quelle che ha detto durante l’udienza… -

YooChun, una volta fuori dall’aula aveva aspettato SooHyun per chiedere spiegazioni.
Nemmeno lui poteva crederci. Nemmeno lui poteva capacitarsene.

- me le ha dette lui durante il nostro colloquio… -

- v-vorrebbe forse dire che…che mio fratello è stato… - balbettava tremante SunMi appoggiata alla signora Jung che a stento tratteneva le lacrime

SooHyun annuì discreta.

- m-mi dispiace SunMi…JaeJoong non avrebbe mai voluto dirvelo… -

- …e si è tenuto questo peso per tutti questi anni… - sospirò JunSu tristemente

- i-io non ci posso credere… - esclamò YooChun – avrebbe dovuto dircelo! -

- non è così semplice! Lui…non voleva farvi soffrire…ha pensato che tenersi tutto dentro fosse la cosa migliore… - spiegò SooHyun

- è stato uno stupido idiota!! - urlò SunMi piangendo – solo uno stupido!! -

- calmati cara… - sospirò la signora abbracciandola dolcemente

- mi pare di aver capito che l’udienza non è andata molto bene… - disse JunSu

- per niente…il giudice praticamente convinto che è stato JaeJoong ad uccidere Takahashi… - esclamò l’avvocato – e le foto che sono state trovate sembrano confermarlo anche se… -

- anche se? -


- anche se c’è qualcosa che non mi torna… -

- …scusa, non riesco a seguirti.. – disse YooChun

- idem… - annuirono le altre

SooHyun spiegò pazientemente

- le foto trovate, fanno vedere che JaeJoong colpisce Hiro con qualcosa per poi scappare chiudendosi la porta alle spalle. -

-ok…e con ciò? –

- ecco…vedete, JaeJoong mi ha detto che quando ha colpito Hiro, questo lo ha seguito fino alla porta, lasciandola poi aperta… -

- … -

- capite? È per questo che non quadra niente! -

- nelle foto la porta era chiusa quindi…se JJ l’ha lasciata aperta… - continuò YooChun

- …vuol dire che qualcuno è arrivato dopo di lui! - concluse JunSu

- penso che sia così…inoltre è difficile capire se la sagoma nella foto era di JaeJoong. Era buio, e si vede appena di profilo… -

- quindi, potremmo provare che è innocente? – chiese SunMi speranzosa

- possiamo provare a dimostrarlo – sorrise lievemente SooHyun – ma dobbiamo parlarne anche con YunHo…sapete dov’è? -

YooChun e JunSu ci pensarono

- …in realtà noi pensavamo che stesse venendo a parlare con te… -

- …no, io non l’ho visto.. – disse la giovane

- ..a me ha detto che andava in bagno… - si ricordò SunMi un po’ preoccupata – aveva un brutto colorito… -

- … -

- OH MADONNA!! - esclamò YooChun all’improvviso – quello ci combina casini!! -

- e-eh?! – domandò JunSu preoccupato

- SooHyun dov’è il bagno in questo posto? -

- ehm…in fondo il corridoio a destra… - esclamò

- accidenti!!! -



 

**





- uh…m-maledizione… -

YunHo era appoggiato alla parte del bagno. Tremava e ansimava mentre con la mano destra si reggeva l’atra, che grondava di sangue.
Aveva gli occhi puntati a terra e riusciva persino a contare le schegge di vetro che inondavano il pavimento della stanza, causati dalla rottura dello specchio dei lavandini vicini.
Era confuso e disorientato, la mano ferita gli tremava e gli bruciava da morire. Era uscito da quell’aula con l’intento di parlare con JaeJoong ma quest’ultimo, l’aveva solo potuto guardare tristemente, mentre veniva condotto di nuovo al carcere. E l’aveva perso per l’ennesima volta, in quel periodo.
In più, finalmente si era reso conto di quante volte JaeJoong gli avesse mentito in tutti quegli anni in cui era stato via. E la cosa peggiore era che non poteva sfogarsi. Non poteva prendersela con JaeJoong perché non era colpa sua. Ma non poteva prendersela nemmeno con Hiro, perché era morto. Avrebbe davvero voluto avercelo di fronte e, probabilmente ucciderlo con le proprie mani per vendicarsi di ciò che quell’ignobile aveva fatto al suo amore.
Ma Hiro era morto e l’unico sfogo che gli rimaneva era quello di sbattere i pugni sugli specchi, di spaccare tutto ciò che trovava al suo passaggio, di cancellare ogni cosa.
Gli venivano in mente un sacco di cose, ma nessuna che fosse allegra. Tutte brutte.

- ..YUNHO!! -

- AAH! -

La voce di YooChun gli penetrò nelle orecchie come un martello pneumatico. Aveva la vista un po’ offuscata, ma riusciva a percepire chiaramente che in quella stanza erano entrati tutti i suoi amici , comprese SunMi e sua madre, che lo guardava a dir poco sconvolta.

- CHE CAVOLO STAI FACENDO, IDIOTA?! - esclamò YooChun avvicinandosi e avvolgendolo in un abbraccio,nel tentativo di tirarlo un po’ su da terra.

- … -

Non rispose. Non c’era niente da dire.

- g-guardati la mano, brutto imbecille!!! - disse YooChun sconvolto

- … va tutto bene… - sopirò YunHo mentre gli doleva il braccio

- no! Non va bene per niente!! -

YooChun osservò i vetri che c’erano per terra e subito, ebbe un presentimento di paura . Un’immagine che per notti intere lo aveva perseguitato. YunHo,che si lasciava morire, nella sua casa, dopo il litigio con JJ. YunHo che desiderava la propria morte dopo essere rimasto solo, senza nessuno. Dopo che il suo migliore amico l’aveva abbandonato, tradendolo a sua volta.
Quello YunHo che, piangendo, probabilmente aveva chiesto di morire. Che aveva chiesto di poter scomparire, senza lasciare traccia.

- non ti avevo forse detto che ci sarei stato io?! Eh?! - esclamò YooChun esasperato - cosa pensavi di fare questa volta?! -


- … -

- … -

- …guarda…c-che mi hai frainteso… - balbettò YunHo - …non volevo mica morire…. -

- …e-eh?! – esclamò l’amico staccandosi dalla’braccio

- …ero arrabbiato e…beh, ho preso a pugni lo specchio… - esclamò un filo di ironia sulle labbra

- … -

- non era mia intenzione romperlo… -

- … -

- … -

- m-ma allora sei un idiota accidenti a te!!!!!! -

- YuooChun! Il braccio mi fa male!! – esclamò YunHo

- è quello che ti meriti razza di deficiente con seri problemi mentali!!!! -

- ma non l’ho fatto apposta!! –

- lo stesso! Dovrebbero scriverti in faccia : sono un idiota!! –


- …m-mi ha fatto prendere un colpo… - sospirò SunMi

- a me due... – brontolò la madre sollevata

- YunHo, SooHyun ha detto che forse c’è una possibilità! – intervenne JunSu interrompendo la litigata tra amici

- … -

il moro di fermò ad ascoltarlo ma in quel momento sbucò dalla porta, SooHyun

- proprio così! Se daremo in formazioni utili alla polizia credo che dovremmo farcela! - esclamò

- …NO! -

La risposta di YunHo la lasciò alquanto perplessa.

- come sarebbe a dire YunHo?! – disse yooChun

- intendo dire che non chiederò più aiuto alla polizia! - spiegò il ragazzo

- … -

- che vuoi fare?! – chiese JunSu

- … -

- le indagini me le farò da solo! - rispose

- cosa?! -

- che stai dicendo YunHo? – domandò SooHyun colpita

- …JaeJoong si è cacciato nei guai solo per…per proteggere quella felicità che finalmente eravamo riusciti a trovare… -

- … -

- ricambierò con la stessa moneta! - esclamò, cercando di alzarsi, aiutato da YooChun

- … -

- e so anche da dove partire per risolvere questo caso… -
 

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Capitolo 14
*** 14.~ Forgive Me ~ ***


Capitolo 14
~ Forgive Me ~





 
- tu devi essere più pazzo di quanto credevo… -

- … -

- d-devi avere seri problemi!! -

- … -

- …ma poi sono scemo io che ti sto seguendo!! -

- …YooChun… -

YunHo si era voltato verso l’amico, seminascosto dietro di lui, un po’ titubante.
Erano entrambi appostati dietro un muretto, poco distante dal parcheggio delle auto.
JunSu era in macchina, parcheggiata a qualche metro di distanza, in modo da poter controllare meglio la situazione.
Quel giorno era particolarmente soleggiato e alla questura c’era poca gente. Era una mattinata piuttosto tranquilla.

- che c’è adesso?! - Borbottò YooChun

- …ma vuoi piantarla?! - esclamò il moro esasperato

- come faccio?! Stiamo commettendo un reato bello e buono!! -

- quale reato…piantala di fare il fifone… - continuò YunHo non badando troppo alle moine preoccupate di dell’amico.

Era concentrato su qualcos’altro, con lo sguardo puntato ai grandi portoni di quell’edificio.

- siamo pure a due passi dalla questura!! Oddio santo, YunHo se ci beccano io ti ammazzo e poi.. -

- eccolo sta arrivando!! – lo interruppe il ragazzo tappandogli la bocca con una mano, piuttosto distrattamente

Da quella porta, era appena uscito il motivo per cui loro erano così scomodamente appartati, senza farsi vedere.
Con una certa nonchalance, Aoyama Takuya salutò alcuni poliziotti e si diresse piuttosto lentamente alla sua macchina, proprio davanti all’ingresso dell’edificio, probabilmente munita di permesso speciale.
Sembrava particolarmente contento quella mattina.
YunHo scattò in piedi, facendo finalmente respirare un po’ d’aria al povero YooChun, che lo ringraziò ironicamente per il quasi riuscito omicidio da parte sua.
Si precipitarono verso la loro auto, spaventando un poco JunSu, seduto sul sedile posteriore.

- r-ragazzi! – balbettò incerto

- è uscito! – spiegò YunHo allacciandosi la cintura

- ed ora che facciamo?! – domandò YooChun

- come che facciamo?! Lo seguiamo! -

- eeeh?! -

- ma YunHo…non dovevamo limitarci ad aspettarlo?! - chiese JunSu cominciando a capire come mai quella mattina YooChun avesse cercato in ogni modo di darsi per malato quando YunHo era venuto a bussare alla loro porta.

- se non lo seguiamo non sapremo mai dove abita! –

- …e a che ti serve?! –

- dai dai dai accendila!! – esclamò YunHo agitato e rivolgendosi a YooChun, alla guida del veicolo

- se me lo dici un'altra volta giuro che non lo faccio! -

- sbrigati! Sta partendo! - disse il moro indicando la Mercedes nera poco più avanti di loro che stava lentamente uscendo dal parcheggio.

YooChun sospirò rassegnato e inserì la chiave, facendo partire l’auto.
Il rombo fu piuttosto delicato e, secondo le direttive di YunHo, cominciò a far muovere il veicolo nell’istante dopo in cui la macchina di Takuya aveva svoltato l’angolo.


 

**





- daaai su! Apri la bocca! -

- … -

- avanti!! -

- che è?! Vuoi baciarmi per caso?! -

- se questo garantisse che tu la apra, si! -

JaeJoong sbuffò quasi offeso dalle parole di ChangMin.
Sdraiato sul suo letto, con una faccia la cui espressione diceva espressamente ‘lasciatemi in pace’, si voltò distrattamente verso l’amico e aprì leggermente le labbra. Il moro, colse l’occasione gli diede quel cucchiaio di sciroppo che teneva in mano da un buon quarto d’ora, senza che si rovesciasse nulla.
Il biondo deglutì amaramente e fece un gesto quasi schifato.
ChangMin sorrise soddisfatto e appoggiò il cucchiaio su un piattino, sopra il comodino di legno vecchio.

- ecco fatto, il bambino è a posto… - sorrise

- ah-ha, spiritoso… - bofonchiò JaeJoong - …guarda che sto bene… -

- non lo metto in dubbio! Ma stamattina avevi qualche linea di febbre… -

- capirai…sarà stato uno sbalzo di pressione… -

- a proposito, te la sei provata? -domandò ChangMin

- cosa?! -

- la pressione! Magari ce l’hai bassa… -

- sciocchezze, ti preoccupi troppo… - esclamò JaeJoong scuotendo la testa

- tu non ti preoccupi affatto invece! – sospirò – più rimani qui e più bambino diventi…a volte mi domando come possa essere possibile che tu sia più grande di me… -

- ChangMin… -

- eh? -

- …sai quanti anni ho io? – domandò il biondo sorridendo

- 6? – bofonchiò il giovane

- no dai! Seriamente!! -

- …uhm…24..? -

- ecco appunto…e quanti ne hai tu? -

- …22… - sospirò

- dovresti chiamarmi ‘Hyung’! – rise allegramente il biondo

ChangMin assunse un espressione ebete tutto d’un tratto

- col cavolo!! Non significa proprio niente!! - obiettò

- uhuhuhuhuh! - rise ironico JaeJoong

- e piantala!! Non sai quanto odio queste formalità!! -



 

- perché quando YooChun ti chiama Hyung te la prendi? -

- …perché mi da fastidio… -

- e perché? Fa parte del nostro modo di fare… -

- che te ne importa?! Tanto tu non dovrai mai chiamarmi Hyung… -

- no, ma tu dovresti farlo… -

- figurati! Odio le formalità… -

- … -

- a volte non ti permettono di esprimere i tuoi veri sentimenti… -

- … -





- ehi JaeJoong…tutto bene? -

Il biondo all’improvviso si ridestò, come se si fosse svegliato da un sonno profondo e quasi eterno.
Si era ricordato delle parole che YunHo gli aveva rivolto un giorno, uno dei tanti in cui erano a casa soli.
Il suo ragazzo aveva assunto un’espressione piuttosto triste che lo aveva fatto riflettere.
Ora, al posto di YunHo c’era ChangMin, visibilmente preoccupato, seduto su letto, accanto a lui.
Gli stava accarezzando una ciocca di capelli in maniera così dolce che se avesse continuato, probabilmente si sarebbe persino addormentato.
JaeJoong s’incupì all’istante e cambiò umore. Di discostò un po’ da quel gesto e si girò a pancia in giù, spiaccicando la propria testa sul cuscino decisamente poco morbido

- scusa…vorrei dormire, sono un po’ stanco… -

- … -

ChangMin ne rimase un po’ colpito

- … -

- …va bene… -

JaeJoong non sentì più la sua calda mano cercare i suoi capelli. Lo sentì alzarsi dal letto, piuttosto lentamente.
L’aveva praticamente cacciato senza un perché, un perché che doveva assolutamente dargli. Almeno con lui, voleva essere sincero.
Voleva, almeno questa volta, fargli capire il motivo del suo turbamento.

- …ChangMin! - lo chiamò

- mh? – rispose lui amorevolmente

- … -

- che c’è? -

- …. -

- … -

- ..s-scusami …ma… -

- …? -

- …mi è tornato alla mente il ricordo di lui… - sospirò JaeJoong immerso sotto le lenzuola ruvide - ….m-mi dispiace… -

Il moro lo guardò mentre si divincolava nel suo letto, sotto le sue coperte.
Avrebbe voluto stringergli quella mano che sbucava fuori dalla branda, ma qualcosa lo trattenne nel farlo. Qualcosa che si chiamava semplicemente buon senso. Sospirò pesantemente, senza aspettarsi nient’altro da JaeJoong, senza aspettarsi nessun’ altra parola o gesto.
In cuor suo aveva saputo da sempre che dopo l’udienza del giorno prima sarebbe accaduto qualcosa.
Sapeva che non poteva durare per sempre.

- …lo sospettavo… - si limitò a dire sorridendo dolcemente

Era triste, lo era davvero.
Ma JaeJoong stava peggio di lui.


 

**





- sento che ci siamo… -

YunHo bofonchiò quelle parole mordendosi le dita dall’ansia. Aveva detto agli amici di indossare un paio di occhiali da sole neri per evitare di essere riconosciuti e YooChun aveva più volte affermato che tutti e tre con gli stessi occhiali sembravano usciti fuori dal film “Man In Black”.
La macchina davanti alla loro, quella di Takuya, percorreva tranquillamente quella piccola strada che aveva tutta l’aria di portare ad un qualche quartiere lussuoso.

- eheheheh carissimo… - sbottò YooChun stringendo i pugni al volante - se non stessi guidando te le suonerei… - esclamò

YunHo alzò gli occhi al cielo

- sei noioso lo sai? - disse infine

- noioso un cavolo!! Lo stiamo seguendo da due ore! Due ore, capisci l’antifona?! -

- YooChun calmati… - sorrise JunSu un po’ preoccupato

- hai detto ‘ci siamo quasi’ mezz’ora fa!! - spiegò esasperato - è andato alle poste, al supermercato e persino al bar!! Sono stufooo!! -

- stavolta sento davvero che ci siamo! – obiettò YunHo

- oh certo, signor veggente!! - ridacchiò – ho una vita anche io!! Vorrei andare in giro a divertirmi, andare al bar, fare quella certa cosa con JunSu…insomma, cose così! -

- …quale certa cosa?! – domandò JunSu

- zitti un momento!! Sta parcheggiando!! – esclamò YunHo interrompendo quello che probabilmente sarebbe diventato un litigio se YooChun avesse spiegato ciò che intendeva dire

La Mercedes, a pochi metri di distanza, si fermò davanti un cancello di una piccola villetta. Era un po’ più in disparte rispetto alle altre ed aveva un bel giardino pieno di piante e fiori.
I ragazzi parcheggiarono qualche casa più indietro e spensero il motore dell’auto, con il fiato sospeso.
Videro Takuya scendere dall’auto e chiuderla con la chiave. Poi, estrasse dalla valigetta quelle che dovevano essere le chiavi di casa e aprì il cancello con l’interruttore elettronico.
Senza troppa fretta, lo videro entrare. Allora YooChun riaccese la macchina e andarono avanti di qualche metro, stando attenti che non ci fosse nessuno nei paraggi. Spensero nuovamente il veicolo e scesero tutti e tre, intenti a continuare il loro spionaggio. Per fortuna, la siepe del giardino non era particolarmente folta e poterono facilmente guardarci attraverso.
Takuya stava aprendo la porta di casa. In realtà, notarono che c’era solo quella di chiusa! Infatti, in tutto il resto della casa, le finestre erano quasi tutte spalancate e ciò lasciava dedurre che non ci fosse nessun tipo di allarme a proteggerla da eventuali furti.

- uno così non può essere normale… - esclamò JunSu sconcertato

- a sto punto se lasci aperta anche la porta non cambia niente… -concordò YunHo

- sarà una di quelle manie che hanno le persone…come quella di YunHo per i “filmini speciali”… - osservò YooChun

Il moro divenne paonazzo al solo sentire quelle parole.

- m-ma che stai dicendo??!! - rispose YunHo esasperato

Avrebbe voluto urlargli in faccia ma erano in incognito

- perché, non è forse vero?! - sbottò YooChun - e scommetto che JJ non lo sa!! -

- YooChun giuro che ti uccidooo!!! -

- ma non eravamo venuti qui per spiare Takuya? – sospirò JunSu allontanandosi dai due litiganti e guardando per conto suo

Takuya era appena entrato e si era chiuso la porta alle spalle. JunSu sospirò pesantemente e si guardò in torno. C’erano davvero poche case in quella zona. Erano parecchio lontani dal centro di Seoul.
Diede inoltre uno sguardo al cancello dell’abitazione. Era molto alto, ma non sembrava impossibile riuscire a scavalcarlo.
Tutti stavano facendo la loro parte per aiutare JaeJoong. Tutti eccetto lui.
Sapeva di non essere mai stato ‘attivo’ e pronto per aiutare l’amico ma, guardando quel cancello, sapeva che forse almeno una cosa l’avrebbe potuta fare per lui.


 

**





- questo non dovevate farlo! -

- … -

- avreste potuto essere visti! -

SooHyun guardò i tre ragazzi da cima a fondo. Era arrabbiata e perplessa allo stesso tempo.
JunSu e YooChun sembravano mortificati, ma YunHo se ne stava un po’ in disparte, non curante di ciò che l’avvocato stava dicendo.

- guarda che sto parlando anche con te, signorino! – sbottò la donna acida

- si si, sto sentendo… - sospirò YunHo

- per fortuna che non è successo niente… - intervenne JunSu titubante

- no ma…si può sapere che vi è saltato in mente? -

- … -

- inseguire Aoyama fino a casa sua…che senso ha?! -

- … -

- ha senso…- intervenne YunHo

SooHyun si voltò verso di lui sorpresa. YooChun e JunSu rimasero a guardare l’amico.
Il modo aveva alzato lo sguardo, un po’ seccato a dire il vero.

- che vuoi dire? – domandò SooHyun

- voglio dire che secondo me quel bell’imbusto nasconde qualcosa… - spiegò

- …eh?! -

- mi è bastato uno sguardo per capirlo…ieri all’udienza…era davvero troppo calmo! -

- come fai a dirlo? – disse l’avvocato – ti ricordo che non c’era lui al banco degli imputasti ieri… -

- oh andiamo! - borbottò YunHo - come è possibile che abbia ricevuto quelle foto da un anonimo! Persino lui ha detto di non avere nemici particolari… - spiegò – aveva il volto rilassatissimo, sembrava che fosse sempre stato pronto su ciò che diceva… -

- stai dicendo che Aoyama potrebbe essere coinvolto nell’omicidio? -

- sto dicendo che non è una possibilità da escludere! -

YooChun e JunSu ascoltavano il colloquio piuttosto impietriti.
SooHyun non sapeva più cosa dire e si limitò, dopo qualche attimo di silenzio, a cercare la propria borsetta, frugandoci dentro per poi estrarvi una sigaretta ed un accendino.
L’accese con una certa nonchalance.

- …avvocato, lei fuma? – chiese YunHo sorpreso

- solo quando sono indecisa sul da farsi… - rispose la donna aspirando il fumo

- tsk, e io che la credevo una donna dai sani principi… - rise ironico il ragazzo

- …tu piuttosto…sembri preparato… -

- mh? -


- si, voglio dire…sembri un magistrato alle prime armi… - sorrise - tutto intuito e pochi fatti! -

- …si beh…mi sto laureando in psicologia criminale… -

- EEEEH???? -

YooChun scattò come una molla a quelle parole, guardando YunHo perplesso

- tu ti stai laureando?! U…un’altra voltaaa?! -

- ehm…avrebbe dovuto rimanere un segreto… - sospirò il ragazzo

- ma ma ma ma ma ma ma… .- balbettò il giovane scosso dalla notizia

- ve lo avrei detto il giorno della laurea! Ma vabbè, questa era l’occasione giusta… -

- ehm…temo che sia colpa mia… - sorrise SooHyun un po’ in colpa

- dai YooChun non prendertela! – esclamava JunSu strattonando un braccio del compagno ancora sotto shock

- penso che avresti un futuro roseo, semmai decidessi di diventare magistrato… - sorrise SooHyun rivolta al moro

- …non so se ho voglia di diventarlo… -sbottò il giovane

- ….? -

- la giustizia di questo paese fa piuttosto schifo… -

- … -

- comunque, Avvocato… -

- dimmi…? -

- … -

- …? -

- …mi può preparare un incontro? -


 

**





- ChangMin…posso chiederti una cosa? -


JaeJoong finalmente aveva deciso di alzarsi dal letto. Erano circa le undici e mezza di mattina e, dopo la ottocentesima volta che ChangMin lo aveva chiamato, aveva deciso di vestirsi per bene: anche perché quel giorno, come tutti gli altri, sarebbe toccato lavare i piatti in mensa.
Il moro, stava seduto alla piccola scrivania di legno, intento a scrivere un ennesima lettera ai parenti, anche se sapeva per certo che sarebbe servita a poco. Eppure continuava a scrivere, nella speranza di ricevere una risposta.

- ..si, dimmi ti ascolto… - esclamò distrattamente

- … -

Sembrava non molto intento ad ascoltarlo

- …s-sei arrabbiato con me? – chiese quasi timidamente

ChangMin parve un po’ stupito, ma non si voltò verso il ragazzo. Anzi, continuò a scrivere ininterrottamente

- …no, perché dovrei? -

- … -

- … -

- p-per quello che ho detto prima… -

- … -

- …no…non devi preoccuparti… - sospirò il moro

Non lo stava guardando, eppure JaeJoong era convinto che i suoi occhi si fossero incupiti in quello stesso istante. E non sapeva se fosse per la ferma convinzione che la sorella non avrebbe mai ricevuto quella lettera o semplicemente per ciò che aveva appena detto.

- ..m-mi dispiace… - continuò a scusarsi mortificato

- …non devi… -

- ..p-però… -

- per favore, non rendere il tutto più complicato di quanto non sia già! -

Aveva alzato la voce. Per la prima volta da quando si conoscevano, ChangMin aveva alzato la voce.
JaeJoong ne rimase un po’ spiazzato, ma non si scompose più di tanto. Anzi, continuò a guardarlo, sconsolato, come se non fosse accaduto nulla.
Sapeva bene quando il ragazzo soffrisse dentro di lui.

- s-scusa, non volevo alzare il tono.. – sorrise amaramente, distogliendo lo sguardo dal biondo

- … -

- è solo che…veramente JaeJoong, devi smetterla di scusarti… - sospirò - perché tu almeno sei sincero… -

- …a differenza di chi? – continuò JaeJoong calmo

Sapeva bene dove voleva arrivare. In realtà, non aspettava altro da un bel po’.

- … -

- …di te, per caso? – continuò

ChangMin smise di scrivere. Guardò il foglio mezzo scritto e continuò a fissarlo in cerca di qualcosa da dire.

- …te ne sei accorto eh? - borbottò

- ……più che altro…sentivo che non sei stato del tutto sincero con me… - sospirò JaeJoong

- … -

- …non credi che sia arrivato il momento di dirmi tutto? – chiese - …di raccontarmi un po’ ciò che ti è accaduto? -

- … -

- … -

- …forse…forse dovrei… -



- Kim! -

La voce della guardia, interruppe quella strana conversazione. JaeJoong alzò gli occhi e si voltò verso l’ingresso della cella mentre ChangMin tornò distrattamente alla sua lettera.

- si? - esclamò

- ti vogliono vedere…in sala colloqui… -

- ..? e chi è? – domandò incerto

- un tuo amico – tagliò corto – dai sbrigati! – lo esortò


 

**





- ciao JJ… -

Da quanto tempo.
Sembrava che fossero trascorso anni e anni dall’ultima volta che lo aveva potuto vedere così distintamente.
Era piuttosto sciupato, stanco o almeno a lui sembrava così. Percepiva il suo modo di fare stanco ei suoi occhi emanavano una luce opaca e scura.
Il suo cuore aveva maledettamente iniziato a palpitare nello stesso istante in cui era entrato. Le manette li prudevano e cercava di nasconderle ai suoi occhi. Tuttavia non ci era riuscito per niente.

- …Y-YunHo… - sospirò JaeJoong sedendosi su quella sedia apposta per lui

Il moro gli sorrise piuttosto dolcemente.
Lui abbassò lo sguardo intimidito.

- …da quanto tempo…che non ci vediamo tranquillamente… - sopirò leggermente cupo

I suoi pugni erano stretti al tavolo.

- …già… - disse JaeJoong

- …c-come stai?- domandò YunHo con un filo di timore

- …bene…più o meno… -

- …-

- … -

- non devi preoccuparti per ieri…sistemeremo tutto…io e gli altri… - esclamò il moro trovando qualcosa da dire

Tuttavia JaeJoong non sembrò rallegrarsi.

- tanto ormai…ormai non mi importa più di tanto… - ammise

- non dire così! - lo rincuorò YunHo – vedrai che ne esci pulito te lo prometto! -

Il biondo alzò lo sguardo triste verso di lui. I suoi occhi sembravano sinceri. Era veramente sincero con lui. E ciò lo faceva sentire peggio di un verme in quel momento.

- …mi manchi… - sospirò YunHo sorridendo lievemente – senza di te è una noia… -

Quella ennesima parole lo trafisse ancora più in profondità.

- …anche tu… - rispose il ragazzo - …molto… - aggiunse cercando di essere convincente

- …ti chiedo scusa, se all’inizio ho dubitato di te… -

- … -

- non avevo idea di quanto tu hai sofferto in questi anni… - continuò YunHo con una punta di amarezza

- …n-non potevi saperlo… - sospirò JaeJoong sempre più affranto

Perché era così gentile con lui? Non se lo meritava, dopotutto.

- ….non sono stato in grado di proteggerti da quel verme… - esclamò arrabbiato

- … -

- avrei dovuto essere con te…avrei dovuto…impedirti di andare in America… -

- …non ci saresti riuscito… - disse il biondo serio

- l’hai fatto solo per pagare i tuoi errori.. . – lo interruppe il giovane - …errori che non avevi commesso! –

- l’ho fatto per voi! L’ho fatto per te e YooChun! per la vostra amicizia -

- se ci sono stati scontri fra me e lui, non è certo per colpa tua! -

- … -

- non credi di aver pagato anche troppo per questi tuoi fantomatici errori?! -

- ti prego…smettila… -

YunHo smise di parlare. Guardò JaeJoong: aveva gli occhi languidi, sembrava sul punto di trattenere le lacrime.
Aveva cominciato a tremare e stringeva forte i pugni degli arti, uniti dalle manette di ferro che era costretto a portare.

- …JaeJoong… -

- ..i-io non merito la tua compassione… - tremava il biondo – ne tantomeno il tuo amore…-

- che dici?! -

- p-per favore, non chiedermi nulla! Nulla! - balbettò

- … -

YunHo continuò a sorridergli dolcemente.

- …tu pensi che la mia sia solo compassione? – chiese - pensi di farmi solo pena? -

- … -

il biondo non rispose. non lo guardò nemmeno in faccia. Non ne aveva il coraggio.

- beh se pensi questo di me, ti sbagli di grosso! – esclamò

- non volevo dire questo… - si discolpò JaeJoong

- non devi pensare di essere rimasto solo, hai capito?! Ci stiamo tutti facendo in quattro per aiutarti! -

- …lo so… -

- tua sorella è davvero preoccupata, e anche YooChun e JunSu non vedono l’ora di riaverti con noi! Per non parlare dei bambini….manchi molto anche a loro… -

- … -

- vedrai, farò qualsiasi cosa pur di tirarti fuori da qui! - lo consolò YunHo

- …m-ma non lo capisci? – domandò JaeJoong esasperato

- … -

- c-così mi rendi tutto più difficile! - singhiozzò

- non dire così… -

- lo vuoi capire o no che non merito il tuo amore?! -

- … -

- … -

- …la cosa non mi interessa JaeJoong… -

- come fai a dire una cosa del genere?! - disse incredulo

- che tu te lo meriti o meno non mi importa…ma io ti amo, e questa è una cosa che non ho potuto decidere… -

- … -

- … -

- …Y-YunHo… -

Cominciò a singhiozzare più forte.
Si mise le mani davanti al volto, per non fargli vedere la propria tristezza.
La verità era che non poteva crederci. Non poteva credere di avere YunHo lì, davanti a lui, pronto a consolarlo. Quello YunHo che si sognava ogni notte. Quello YunHo che aveva tradito così spudoratamente e che ora si trovava lì, solo per lui.
Si sentiva davvero un infame e un codardo. Non sarebbe mai riuscito a dirgli la verità, solo per la paura di ferirlo. Ma in realtà non sapeva nemmeno lui quello che provava.
Era confuso e non capiva. Sentiva il suo cuore battere per YunHo, per il suo amore di una vita.
Eppure, anche ChangMin era importante per lui. Cosa doveva fare dunque? Come poteva risolvere quella situazione?
Era stanco di far soffrire la gente.

- mi dispiace…mi dispiace davvero… -

Non riusciva a dire altro

- …sssht…non piangere … - sospirò YunHo consolandolo

- …mi dispiace… -

- … -

- …m-mi sei mancato tantissimo… - esclamò

E questa volta ne era davvero convinto

- c-credevo di averti perso… -

- …-

- … -

- …non accadrà mai, qualunque cosa accada… - lo rincuorò YunHo

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Capitolo 15
*** 15.~ Verità ~ ***


Capitolo 15
~ Verità ~







Era mattina. Il sole era già ben alto nel cielo, nonostante il meteo, la sera prima avesse previsto pioggia. YooChun, con fare quasi furtivo, uscì dalla cucina mordicchiando un pezzo di focaccia comprata un paio di giorni prima e mai finita. JunSu non amava i dolci e se l’era dovuta mangiare tutta lui.
Si guardò a destra e a sinistra, leggermente preoccupato. Il balcone del soggiorno non era ancora stato aperto e il giovane aveva acceso la luce per poterci vedere meglio. Guardò l’ora, erano le otto di mattina.
Presto, pensò distrattamente. Sgattaiolando all’ingresso dell’appartamento, cercò le scarpe che ricordava di aver messo nella mensolina apposita. Tuttavia, non le trovò.

- se cerchi le scarpe sono in lavanderia… -

YooChun per poco non ebbe un infarto.
Si voltò alla sua sinistra.
JunSu era in piedi, appoggiato alla porta che andava in corridoio, verso le camere. Aveva una faccia assonnata ma anche un pochino irritata.

- J-JunSu! - esclamò il ragazzo

- si può sapere che stai facendo??! -

- …n-niente! Perché?! -

- stai uscendo di soppiatto da casa tua!! – esclamò JunSu – dove stai andando?! -

- …ehm…da YunHo! - spiegò

- …YunHo?! -

JunSu inarcò le sopraciglia in una smorfia ancora più irritata di prima.
Ultimamente sentiva quel nome uscire troppo spesso dalla bocca del compagno e non nascondeva affatto di esserne davvero stufo. Tuttavia, YooChun non se ne era ancora accorto.

- e cosa ci vai a fare da lui di prima mattina?! – domandò calmo

- niente! Vado a dargli una mano a pulire l’ appartamento! – esclamò YooChun tranquillo, cercando un altro paio di scarpe

- …e perché ci vai di soppiatto! Sembra quasi che tu non voglia farti scoprire! -

- non volevo svegliarti! Tutto qui! -

- … -

JunSu non trovò altro per ribattere.
In effetti, il ragionamento di YooChun non faceva una piega e sembrava essere sincero. D’altro canto, JunSu non se la sentiva di infierire oltre e per qualche attimo, si maledì per aver pensato cose cattive su YunHo.
In fondo, era suo amico ed aveva bisogno di aiuto , ora che JaeJoong non c’era più.
Non c’era motivo di farsi tante paranoie, pensò.

- …va bene…ho capito.. – sospirò infine

- sbaglio o sei un po’ acido ultimamente? – osservò il giovane

- …sbagli... – borbottò JunSu sorridendo lievemente

Odiava l’ottimo intuito di YooChun a volte.

- ci vediamo a pranzo! Vieni da YunHo? – chiese YooChun

- …si…a mezzogiorno vengo a far da mangiare… - annuì distrattamente

- ok allora! se hai bisogno di qualcosa sono di là! -

YooChun, trovate le altre scarpe, si voltò e aprì la porta, facendo per uscire.

- YooChun! – lo chiamò l’amico all’improvviso

- dimmi! -esclamò

- … -

- JunSu? -

Il ragazzo era lì, in piedi, incerto su cosa fare o dire dopo averlo fermato. Lo vide stringersi nelle sue spalle, facendosi sempre più piccolo ed indifeso.

- …p-posso baciarti? - domandò infine titubante

- …eh? – chiese YooChun un po’ stupito

- …ti prego, dimmi che posso baciarti… - chiese nuovamente JunSu

- …c-certo che puoi, sciocco! -

Detto questo, YooChun non poté muoversi o fare altro, che JunSu si era fiondato su di lui e l’aveva baciato, aggrappandosi al suo petto e cingendosi su di lui.
Ne rimase esterrefatto e colpito. Ricambiò sia l’abbraccio che il bacio, incurante del fatto che la porta che dava alle scale esterne era aperta e che tutti avrebbero potuto vederli.

- …ci …ci vediamo dopo allora… - balbettò JunSu una volta che il bacio fu sciolto

YooChun sorrise e gli accarezzò la fronte.

- certo, my princess! – esclamò scherzosamente



 

**




- Dio che mal di testa… -

ChangMin si svegliò piuttosto male quella mattina. Dalla piccola finestrella in alto, sbarrata e con il balcone di vetro serrato, filtrava molta luce che l’aveva svegliato più volte la notte.
Tuttavia, era sempre riuscito a riprendere più o meno sonno, ma non era più riuscito ad addormentarsi profondamente. Quando si svegliava, era assai difficile che si riprendesse.
Si massaggiò la testa distrattamente e si sfilò le coperte. Si mise seduto a cavalcioni sul letto, stiracchiandosi e facendo attenzione al soffitto della cella. Essendo in un letto a castello, ogni mattina doveva stare attento a non sbattere la testa nell’alzarsi, cosa assai difficile se si era alti come lui.
Con una certa sonnolenza ben visibile dai suoi occhi stanchi, scese delicatamente dal suo letto, appoggiandosi alla piccola scaletta di ferro, fatta a posta.
Una volta sceso, si aspettava di trovare JaeJoong ancora bello e addormentato, ma così non fu. Anzi, JaeJoong nel suo letto non c’era proprio.
Rimase due buoni minuti a guardare quel letto vuoto, chiedendosi se fosse una visione o semplicemente la realtà.
In un primo momento pensò che forse era uscito, tuttavia i suoi vestiti erano ancora tutti lì.

- ..ma cosa… - esclamò distrattamente

Ad un tratto, gli parve sentire tossire qualcuno.
Quel suono proveniva sicuramente dal bagno e ChangMin, in punta di piedi e leggermente preoccupato, andò a verificare, aprendo molto lentamente la porta del bagno.
E lì, lui trovò JaeJoong per terra, accanto alla tavoletta del WC.

- JaeJoong!! – esclamò ChangMin precipitandosi verso di lui

- … -

Il ragazzo non rispose. Era davvero molto pallido, sembrava un lenzuolo. Tremava non poco e non si era voltato a guardare il compagno nemmeno per un istante.

- che ti prende?! JaeJoong!! – lo chiamò

- …i-io… - balbettò il biondo

Aveva le lacrime agli occhi

- c-che cos’ hai?! - chiese ChangMin preoccupato

- …i-io…n… -

Ma non poté dire altro che ai ritrovò a dover rimettere la testa dentro il WC. ChangMin era pallido quanto JaeJoong a quella vista. Gli massaggiò la schiena con una mano mentre con l’altra, tentava di raccoglierli i capelli un una piccola coda.

- che cos’hai?! Che ti succede?! -chiede ancora

- …n-non…lo…so… - spiegò il giovane mentre le lacrime solcavano le guancie pallide e stanche

- c-chiamo qualcuno!! -

- n-no!! – lo fermò JaeJoong

- come no?! Tu stai male!! -

- …n-non f-farlo… - esclamò - …non…f-farl-o…. -

- JaeJoong! Che stai dicendo?! -

Il biondo non lo stava nemmeno ascoltando probabilmente.

- …n-non chi…amare…n-nessuno… - balbettò - …ti preg-go…Yu..nHo… -

- e-eh?! -

ChangMin credé di non aver sentito bene. Esasperato, allontanò JaeJoong dal WC e lo sollevò un poco. Era pallidissimo e i suoi occhi continuavano al lacrimare benché lui non stesse effettivamente piangendo. Ma sembrava completamente assente.
Cercò di rianimarlo, scuotendolo, ma niente, era semi svenuto ormai. Chissà da quante ore era stato lì, seduto per terra a vomitare.

- ehi JaeJoong! Mi senti?! – lo chiamò – sono io, sono ChangMin!! – esclamò

- …Y-Yun..Ho… - sospirava il biondo - …Yu…nHo…dov-ve sei… -


ChangMin questa volta lo sentì bene. Lo sentì davvero bene quel nome.
Senza pensarci, strinse forte JaeJoong al suo petto, alzando la voce e chiamando aiuto.


 


**




- non è niente di grave…si tratta di influenza intestinale… -

Il dottore del carcere esaminò con cura gli esami che aveva fatto su JaeJoong, disteso sul letto dell’infermeria del posto, profondamente addormentato dopo il calmante che gli avevano somministrato.
ChangMin si trovava nella stanza accanto, con il dottore, in attesa che si svegliasse. Gli avevano fortunatamente dato il permesso per restare lì un po’.

- capita, quando si mangiano cose a cui non si è abituati… - continuò a spiegare

- la febbre dell’altro giorno…può essere causata da quello? – chiese ChangMin titubante

- non lo escludo! – annuì il medico

- … -

- la vita in carcere è dura per il primo periodo…-

- …si lo so bene… - sospirò ChangMin

- sei il suo compagno di cella? - chiese

Il ragazzo annuì

- …cerca di tenerlo d’occhio quando mangia…deve mangiare molta frutta e verdura! -

- si… -

- per un paio di giorni deve prendere queste … -

Il dottore diede al ragazzo una scatola bianca con delle pastiglie. Ce ne erano cinque o sei. ChangMin ringraziò e se le mise in tasca.

- farò in modo che le prenda… -

- bene.. -

- dottore! -

- mh? -

- …posso vederlo? – chiese ChangMin riferendosi a JaeJoong

- certo! Tra qualche ora però dovete tornare entrambi in cella… - esclamò infine

- grazie… -


L’uomo tornò alle cartelle di altri pazienti e ChangMin poté andare da JaeJoong. Aprì la porta della sua piccola stanza e lo trovò lì, in quel letto, con la flebo attaccata al braccio, che dormiva profondamente.
Poco più in la, c’era una sedia e la prese, la trascinò accanto al letto e si sedette, con il mento appoggiato sopra il materasso e un espressione piuttosto triste.
JaeJoong dormiva, poteva sentire i respiri profondi che faceva, nel sonno. Pareva tranquillo, probabilmente non stava sognando nulla in quel omento.
ChangMin sospirò pesantemente. Prese la mano del biondo e la strinse.

- …scusami…avrei dovuto stare più attendo… - gli sussurrò tristemente

- … -

- …d’ora in poi cercherò di non commettere più errori..saprò prendermi cura di te… -

- … -

- per il tempo che resterai qui… - continuò cupo

Già. Avrebbe voluto stare con JaeJoong per sempre ma voleva anche farlo uscire da quella prigione il più presto possibile. Più semplicemente, voleva solo il suo bene. Era diviso tra ciò che provava per lui e il senso di responsabilità che lo affliggeva.

- … -

- …C-ChangMin…? -

Il biondo aprì leggermente gli occhi, ancora molto assonnati.
Il giovane si alzò di scatto dalla sua posizione non appena sentì la sua voce.

- JaeJoong! - esclamò – t-ti sei svegliato… -

- … -

Il ragazzo si guardava intorno, confuso e disorientato. Cercò di muovere il braccio ma ben presto si accorse di avere la flebo che al minimo movimento gli procurava dolore.

- ..d-dove sono? chiese

- sei in infermeria…ti sei sentito male stamattina, ti ricordi? -

- … -

ChangMin sorrise e gli accarezzò i morbidi capelli

- …lascia stare…è tutto passato adesso! – sorrise – ma mi hai fatto prendere paura! -

- …s-scusami… -

- tranquillo…cerca di riposare… - esclamò dolcemente

JaeJoong sorrise lievemente. Era una bugia. In verità, ricordava perfettamente ciò che era accaduto quella mattina. E ricordava anche ciò che aveva detto. Ciò che ChangMin probabilmente non avrebbe voluto mai sentire.

- …r-riguardo stamattina… - cominciò incerto

ChangMin lo guardò un po’ titubante

- …h-ho detto qualcosa di strano vero? - chiese

- … -

Gli occhi del giovane si fecero leggermente tristi. JaeJoong capì ogni cosa, ma voleva che fosse ChangMin a dirglielo in faccia.

- …YunHo… - disse infine

- eh? -

- …non facevi che ripetere quel nome…YunHo… - spiegò sforzandosi di pronunciare quel nome

- … -

- d-deve essere davvero importante per te… - esclamò ChangMin sorridendo tristemente

- … -

JaeJoong si voltò dalla parte opposta, chiudendo gli occhi. Si vergognava e non sapeva cosa dire in sua discolpa. Strinse le lenzuola con la mano sana e rimase in silenzio.

- …lo prendo come un si… - continuò

- per favore…non farmi sentire così… - sospirò JaeJoong - non farmi sentire così in colpa… -

- … -

- prima YunHo…adesso tu…tutti che mi fate sentire male… -

- … -

- sono stanco… - esclamò - …di amare… -


ChangMin lo guardò intensamente, benché il biondo stesse facendo altrettanto. Com’era simile. Com’era simile al ChangMin di due anni prima…

- …anche io…dicevo questo… - intervenne con una punta di amarezza – quando mi arresi davanti alla giustizia… -

- … -

JaeJoong si voltò nuovamente verso ChangMin, cupo, triste ma deciso come non lo era mai stato. Lo capiva dai suoi occhi.
Stava per sputare tutta quella verità e quel mistero che aveva sempre tenuto nascosto e non aveva mai permesso al ragazzo di capire chi fosse veramente.

- …c-che vuoi dire? - chiese

- … -

- ChangMin? –

- sarai curioso di sapere…perché mi trovo qui…no? – domandò ChangMin

- … -

- …ebbene due anni fa…fui accusato della morte…di colui che ho amato più di me stesso… -

JaeJoong spalancò occhi e orecchie, stupito.
Guardò ChangMin sconvolto e non riuscì a proferire parola. Rimase in silenzio, senza domandargli nulla.
Il moro sospirò pesantemente e continuò.

- eravamo migliori amici…io…lui…e lei… -

- ..lei? – domandò JaeJoong

ChangMin sorrise lievemente

- …lei… - ripeté - …JiYoung… -

- … -

- siamo stati amici fin da bambini…per noi, lei era come una sorellina da proteggere…eravamo davvero un bel trio! – spiegò – ne abbiamo passate tante insieme… -

- … -

- …ma...come accade spesso…io e JiYoung finimmo… con l’amare la stessa persona… -

- … -

JaeJoong rimase in silenzio, ad ascoltare quella confessione così pungente e triste nello stesso tempo. Vide il volto di ChangMin contrarsi ad ogni parola che diceva, come se in quegli anni avesse cercato di dimenticare ogni cosa.

- …e lui…alla fine scelse me… - concluse sorridendo amaramente

- … -

- JiYoung sembrò accettare la sua decisione…ma io sapevo che in fondo al cuore soffriva molto…eppure…lei continuava a stare con noi, come prima…in un primo momento sembrava che non fosse cambiato nulla…
Io, dal canto mio ero davvero felice. Avevo scoperto di amarlo, per me era tutto, mi sentivo davvero bene e…probabilmente…la mia colpa più grande fu quella…di non aver capito quanto in realtà JiYoung si fosse chiuse nel suo mondo di tristezza, lontana da noi… -

- … -

- ..poi…una sera….io andai a casa di lui, volevo fargli una sorpresa! Era un anno che eravamo insieme! - continuò - …però…sarebbe stato meglio che non fossi mai andato… -

- … -

ChangMin fece una piccola pausa. Si accorse che JaeJoong in quel momento gli aveva appena stretto la mano, come se potesse immaginare il resto.

- …io…li trovai insieme…abbracciati…lui e JiYoung… - sospirò

- … -

- ricordo solo che provai una grande rabbia…una rabbia incontenibile…gli urlai “Perché?!” ..e lui non mi rispose… - disse – litigammo furiosamente…come mai prima di allora…JiYoung piangeva e cercava di fermarci…e poi… -

- …p-poi…? – lo incitò JaeJoong

- …poi…durante la lite…lui scivolò accidentalmente…sbatté la testa contro lo spigolo di una credenza…e…e…e poi cadde…davanti ai nostri occhi…e non rialzò più… ricordo solo il suo sangue che grondava dalla testa…e JiYoung che piangeva e lo abbracciava… -

- … -

- … -

- …m-ma a-allora… - balbettò JaeJoong - … t-tu sei…innocente?! Tu …non hai mai commesso nessun reato!! –

ChangMin abbassò lo sguardo, distogliendolo dal biondo, incredulo che attendeva spiegazioni. JaeJoong era debole ma voleva saperne di più. Dunque era vero. ChangMin era davvero un bravo ragazzo. E non era colpevole di nulla. Era solo e semplicemente innocente.

- …l’inchiesta andò avanti due settimane… - continuò il moro imperterrito – JiYoung era l’indiziata principale perché nei suoi vestiti era rimasto impresso il suo sangue…ma lei non centrava…era solo colpa mia ciò che era successo…

- … -

- la giustizia di questo paese voleva un colpevole. Non poteva accettare che quello fosse stato un incidente…bello avere a che fare con gente simile eh?! – sorrise amaramente – io non…volevo che lei soffrisse ancora…sapevo che l’aveva amato, forse più di me…e così…nonostante il mio avvocato mi avesse garantito una difesa implacabile…mi costituii…e così la giustizia ebbe il suo colpevole… -


- …m-ma perché…perché? – chiese JaeJoong – eri innocente!! P-perché l’hai fatto?! -

- … -

- … -

- …l’ho fatto…per espiare la mia colpa… -

- colpa? – esclamò il biondo ancora più incredulo

- …avevo fatto soffrire una dei miei migliori amici. Per un istante l’ho odiata, ma poi…ho capito tutto…lei soffriva più di me per ciò che era successo… -

- … -

Tsk…sai tutte quelle volte in cui sono andato via? –

- …s-si… - annuì il ragazzo ricordandosi delle assenza dell’amico

- …ecco…lei è l’unica che dopo due anni viene ancora a trovarmi… l’unica che mi è rimasta accanto… -

- … -

- l’unica che continua a chiedermi di ripensarci e di dire la verità… -

- … -

- …questo è quanto…scusami…se ti ho mentito per tutto questo tempo… -

JaeJoong non disse nulla. Lo vide piegarsi in due e mettersi le mani davanti al volto, come per nascondersi. Il biondo poteva sentire i suoi sospiri affranti e la sua tristezza. Aveva provato anche lui una cosa simile in passato.
Senza pensare a nulla, incurante del male che la flebo provocava la suo braccio intorpidito. Si sollevò leggermente e gli si avvicinò, abbracciandolo. Il ragazzo ci rimase di stucco, sentì il suo caldo abbraccio consolatore.

- s-sono io che devo chiederti scusa…c’è stato un momento in cui ho dubitato di te… - ammise

Si ricordò delle parole del detenuto, di qualche giorno prima.

- …se ne raccontano tante sul mio conto… - sospirò ChangMin - …ogni carcere ha le sue leggende… -

- …so che sei un ragazzo buono…l’ho sempre saputo… - continuò JaeJoong

- … non buono come pensi… - rise amaramente - …ho distrutto la vita dei miei due migliori amici… -

- …no… -

- … -

- non è stata colpa tua…e sono sicuro che anche lui, da qualche parte, pensa la stessa cosa… -



 


**





- Ok -

- … -

- questo è troppo!! -

YooChun fece cadere la spugna bagnata sul lavandino, seccato e stanco.

- lo sai che ore sono? -

- ….mmmmmh…le dieci di sera? -

- NO idiota!! Sono le undici e mezza di mattina!! -

- mh…fa lo stesso… -

YunHo era straiato sul divano in soggiorno, davanti alla tivù che stava trasmettendo un film d’amore. Accanto a lui e sopra il tavolino c’erano tre o quattro bottiglie di birra e tutte, completamente vuote.
Cinque, contando quella che il ragazzo stava ancora finendo di bere.

- vuoi piantarla di bere come una spugna?! – gli ordinò – tua madre e tutti quanti arrivano tra poco!! -

- p-pazienza… -

- oh si certo, pensa che bello spettacolo vedere te che ti inforchetti il naso al posto delle patate!!! -

- eeeh sta zitto… - gli sorrise YunHo finendo di bere

YooChun sembrava davvero seccato.

- sai? Dubito fortemente che tu sia così depresso da ubriacarti fino a sto punto! – spiegò - anche perché hai ben altri precedenti!! -

- … -

- uffa…almeno renditi presentabile!!! –

In effetti, YunHo era ancora in canottiera e boxer

- …YooChun… - lo chiamò il ragazzo all’improvviso

- eh? -

- …mi passi un'altra birretta? -

- ….ma tu sei completamente scemo!!!! -

- daaiiii!! – lo implorò YunHo

- non se ne parla nemmeno! -

- te ne lasciò metà! -

- non ci tengo a ridurmi come te!! – sbottò – ora dai, ti aiuto a vestirti… -

Il ragazzo si avvicinò al divano e tolse la bottiglia dalle mani di YunHo che, probabilmente non se ne era nemmeno accorto.
La appoggiò sul tavolino e prese YunHo per un braccio, in modo da sollevarlo un po’.
Il moro però, per tutta risposta, lo prese a sua volta e lo fece cadere dall’altro lato del divano.

- scemo!! Che fai?! – sbottò YooChun – andiamo a cambiarti su!! - esclamò

Cercò di rialzarsi, ma YunHo gli bloccava le gambe con le proprie, sorridendo. Era un sorriso strano,quasi malizioso.
Gli si avvicinò un poco.

- eheheh…lo sai? Hai un bel viso… - disse

- e tu sei completamente fatto!! Levati! -ordinò YooChun cercando di spostarlo

- …perché tutta questa fretta?! -

- e-eh?! -

- … -

YooChun lo guardò egli occhi. Era ubriaco e lo si vedeva lontano un miglio. Eppure, quegli occhi non erano solo quelli di uno che aveva bevuto cinque bottiglie di birra.
Non sapeva come fosse possibile, ma riusciva a percepirne la tristezza che li affliggeva.
Ora che lo aveva lì, accanto a lui poteva vederla bene. E probabilmente, lo aveva sempre afflitto e lui non se ne era mai reso conto.

- sei stato cattivooo… - sorrise YunHo accarezzandogli il braccio con il polpastrello di un dito.

- …cosa?! -

- m-mi hai lasciato..non si fa, nono… - continuava a dire in preda all’alcol

- … -

- mi sei mancato…e mi manchi anche adesso… - sorrise malizioso

- …p-piantala…sei ubriaco al massimo… levati -

Allora perché non riusciva a toglierselo di torno?

- eheheheh…ti amavo tantissimooo!! – diceva – e tu sei stato dav-vero cattiv-vo! -

- …s-cusa… - riuscì a dire YooChun frastornato da quella improvvisa confessione

- che stupidino che sono… - esclamò buttandosi su di lui

- …Y-YunHo!! Avanti, non fare cavolate!! -

- …lo so che…è tardi…ma un po’ ti amo ancora! – sorrise il moro

- …e-eh?! -

- …pazienza se tu non mi vuoi…ci sono abituato.. -

- … -

YunHo gli era ancora più vicino. Era davvero vicino al suo viso. Non lo era mai stato così, anzi, forse si, ma era accaduto molti anni prima.
Quando erano innamorati uno dell’altro, quando YooChun aveva ancora paura di ciò che avrebbe potuto comportare una situazione di quel genere.
Gli si avvicinava sempre di più, ma per qualche strano motivo aveva rinunciato a discostarlo. I suoi occhi tristi l’avevano paralizzato e non capiva.
Non sapeva che fare.

- ..Y-YunHo… -

- … -

- ..non farlo.. -

- …eheheheh…tanto non ci scopre nessuno! -

Senza un attimo per esitare. Senza un attimo per rispondere, YooChun sentì la sua lingua entrare dentro la bocca. Fu una sensazione strana, ma già provata qualche volte, nel loro passato. Era una sensazione piacevole e assolutamente stregante.
YunHo con avidità andava a cercare ogni centimetro della sua bocca, giocando con la sua lingua, che si intrecciava alla propria in un gioco tremendamente sensuale.
YooChun gli accarezzò il viso con le mani, spostandogli i capelli in odo da poterlo osservare bene.
Quello YunHo che non era lui.
Quella parte di YunHo rimasta nascosta per tutti quegli anni e che solo una bottiglia in più era ricucita a tirar fuori.
Il ragazzo triste che lui aveva lasciato indietro, nel passato.
Era sbagliato tutto questo: JaeJoong, JunSu…no, perché avrebbero dovuto fare un torto del genere ad entrambi?
Eppure, non poteva fare a meno di assecondare YunHo in ciò che faceva. Era così eccitante!

- …Y-YunHo… -

- eheheheh… -

Le sue mani scesero lungo la schiena.
Gli alzò la maglia e le sue labbra gelide andarono ad assaporare la pelle del compagno, incerto, incredulo sul da farsi. YooChun non sapeva proprio che fare.
Continuava a baciarlo ininterrottamente sul collo, sulla bocca, da ogni parte. Era come essere tornati bambini.
Era come essere tornati indietro nel passato.
Un passato felice. Un passato triste.
Il loro passato.

- s-stiamo sbagliando tutto… - rammentò a voce alta

- …e a te cosa importa? – sorrideva YunHo mentre continuava a stimolargli i capezzoli

- …n-non..d-dovrebbe andare in questo…modo… -

- …stai zitto..s-sono arrabbiato… - continuò YunHo

- … -

Cercava di parlare con il vero YunHo, ma quello si era addormentato e al posto suo era uscito quello del passato.
Che aveva portato con se anche la verità ce si era sempre tenuto dentro il cuore.
La sua rabbia contro di lui. Il suo essere arrabbiato per l’abbandono.
Quella tristezza incontenibile che non era mai riuscito ad allontanare del tutto benché avesse trovato un po’ di felicità in quegli anni.

- …mi..dispiace… - sospirò YooChun continuando a baciarlo

- v-vuoi stare zitto… -

- …n-non pensavo che soffrissi ancora così tanto… -

- …c-chiudi quella bocca… -

- mi dispiace!! -

Senza pensarci, lo abbracciò di colpo, lasciandolo alquanto sorpreso.
YunHo rimase immobile, praticamente sopra di lui. Probabilmente una parte di se stesso si era accorta dell’abbraccio dell’amico.

- ….eheheh… - sorrise

- non avevo..tenuto conto di te…non l’h mai fatto… - ammise YooChun

- …eheheh sei un codardo… -

- già! -

- …non mi baci? – domandò YunHo

- …no YunHo…basta così… -

- e…eh? -

- …non possiamo rifugiarci in continuazione nel nostro passato… -spiegò

YunHo era ubriaco, non era in lui, eppure, gli era sembrato che stesse comprendendo in quell’istante.

- siamo stati bene insieme… - continuò

- … -

- però, il nostro tempo è finito… -

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Capitolo 16
*** 16.~ Novità Sui Due Fronti ~ ***


Capitolo 16
~ Novità Sui Due Fronti ~




Il campanello aveva suonato almeno tre volte.
YooChun, con una certa fretta aveva messo in ordine il soggiorno e buttato nella pattumiera le bottiglie che YunHo si era scolato poco prima. Si sentiva tremendamente in ansia ed era agitato. Avrebbe voluto buttarsi giù dalla finestra se il campanello non avesse suonato per la quarta volta, seguito da un colpo.
Il ragazzo con un po’ ti titubanza, aprì infine la porta.

- era ora! – sbottò JunSu evidentemente scocciato

- salve YooChun… -

La madre di YunHo s’inchinò leggermente al ragazzo, salutandolo.

- s-salve!! - disse incerto il ragazzo – scusate ma stavo sistemando il soggiorno!! – esclamò facendoli entrare

La signora appoggiò la borsetta sul divano e JunSu andò immediatamente in cucina, già pronto per apparecchiare, senza degnare di mezzo sguardo YooChun.

- dov’è YunHo? – chiese la donna

YooChun trasalì non poco.

- a letto!! Ieri non ha chiuso occhio..era stanchissimo… - spiegò trattenendo il respiro

- non mangia? – chiese JunSu a sua volta

- credo di si!! Si sveglierà spero!! – rise YooChun in maniera quasi meccanica

- …. -

- uff…è sempre il solito…JunSu, ti do una mano! – sospirò la signora andando in cucina insieme al ragazzo




Inutile dire che le due del pomeriggio non tardarono ad arrivare e di YunHo ancor nessuna traccia.
Finirono di cucinare poi, tutti i presenti, si misero a tavola per mangiare anche se piuttosto imbarazzati. JunSu mangiava lentamente e in silenzio, lanciando occhiate a YooChun, visibilmente preoccupato. Avrebbe voluto chiedergli cosa avesse ma sentiva che probabilmente si sarebbe solo arrabbiato. Non sapeva spiegarlo, ma sentiva che l’amico gli stava nascondendo qualcosa
Anche la signora Jung probabilmente voleva fare la stessa identica domanda, ma sentiva di essere troppo indiscreta vista già la pensante aria che tirava tra i due amici seduti di fianco a lei.

- buon giorno a tutti… -

I tre ospiti, sentirono una voce flebile salutarli. Tutti si girarono verso la porta del corridoio che conduceva alle stanze da letto.
In piedi, con una faccia visibilmente scossa, si trovava YunHo mezzo addormentato. Era esattamente come lo aveva lasciato YooChun: boxer e canottiera, appena alzato dal letto.
Per poco YooChun non sputò tutto quello che aveva ingurgitato mentre JunSu gli lanciò uno sguardo a dir poco feroce ma senza che se ne fosse accorto.
Qui la cosa puzzava.

- YunHo! Alla buon’ora! – esclamò la madre – vestiti per carità! Sono le due del pomeriggio!! – lo rimproverò

- yaaawn…scusatemi… - sbadigliò il ragazzo

- … -

YooChun con molta costanza, non si degnava nemmeno di guardarlo. YunHo gli lanciò un occhiata seria ma lui scosse la testa e si concentrò sul proprio cibo, visibilmente rosso in volto.

- dai sbrigati! È pronto da una vita! - sbottò JunSu alzandosi dalla sedia e recuperando il piatto di YunHo sopra i fornelli, in attesa.

- non ho…molta fame….ho lo stomaco sottosopra… - disse il moro massaggiandosi la pancia

- questo è perchè non mangi bene! – esclamò la signora Jung perplessa

- beh, pazienza! – li interruppe JunSu – mangerà più tardi! – continuò seccato e battendo il piatto sul lavandino

Era un miracolo se non si era rotto.

- q-qualche problema caro..? – domandò la buona donna che era l’unica, evidentemente, ad essersi accorta dell’umore nero di JunSu

Quest’ultimo sospirò pesantemente.

- no… - sbottò cercando di rassicurarla

YooChun lo guardava, anch’egli perplesso

- dovete scusarmi…sono solo stanco…vado in appartamento adesso… - disse un po’ incerto

Aveva abbassato lo sguardo, non aveva il coraggio di guardare ne YooChun e tantomeno YunHo, che non capiva in parte il comportamento dell’amico. Fece per andarsene davvero ma YunHo lo fermò prendendolo per un braccio.

- JunSu…tutto bene davvero? – domandò visibilmente preoccupato

Lui lo guardò per un breve attimo. Era sincero. Qualunque cosa capitasse, lui era sempre YunHo d’altronde! Gli sorrise lievemente e lo rassicurò annuendo.
Poi dopo un saluto generale, salutò i presenti e uscì dall’appartamento, senza accorgersi di aver sbattuto un po’ troppo forte la porta d’ingresso.

- … -

- … -

- è arrabbiato con te… -

YunHo e la madre lo dissero quasi in coro.
YooChun si sentì chiamato in causa.

- c-con me?! E perché dovrebbe?! – sbottò il ragazzo

- beh, si vede lontano un miglio YooChun! – spiegò la donna – non ti ha degnato di mezzo sguardo per tutto il giorno! -

- … -

- ma si può sapere che hai combinato…? – domandò YunHo un po’ stupito

L’amico gli lanciò uno sguardo infastidito. Tuttavia il moro continuava a guardarlo più serio che mai e YooChun non ne capiva il perché.
Cioè, poteva solo immaginarlo.

- io non ho fatto niente di niente! – disse offeso

- forse dovresti parlargli… - sorrise la signora Jung

- … -

- … -

- boh, forse dovrei… -




 

**





- ooh accidenti!!! -

SooHyun esasperata, butto la propria penna sopra la scrivania con una certa violenza. si passò una mano fra i capelli, pensierosa e decisamente arrabbiata.
Si era alzata presto quella mattina, per poter avere del tempo per pensare al caso di JaeJoong. Era andata in ufficio e non ne era uscita nemmeno per fare colazione.
Il sole era ormai alto nel cielo lei continuava ininterrottamente a lavorare

- avvocato, dovresti riposare… -

- non posso proprio Jin… - sospirò la donna rileggendo per l’ennesima ovlta alcuni fogli

Jin, l’aiutante di SooHyun, un ragazzo di circa vent’ anni, raccolse pazientemente la penna e le offrì un buon caffè matutino appena preso dalla macchinetta fuori dall’ufficio.

- tieni, fai una pausa Soo! - le disse

- grazie… - annuì lei prendendo il bicchiere in mano

- sei ancora dietro col caso Kim? – chiese il giovane osservando i fogli sui quale si stava scervellando

- mhhh già… - sospirò – non riesco a venirne a capo…non capisco… -

- cioè? -

- …non saprei…ho riletto la precedente sentenza ma…non mi torna una cosa… -

- …caso complicato eh? –

- non dirmelo, non so più che peci pigliare! –

- sei bravissima! Te la caverai come sempre! - le sorrise

- Jin! – lo chiamo SooHYun

- dimmi! -

- …tu…se dovessi essere un assassino…come faresti per passare inosservato? -

- ah bella domanda… - sbottò il ragazzo – beh, credo che scapperei senza lasciare traccia… -

- mmmh… -

- oppure…credo che cercherei di far sbagliare pista nel corso delle indagini… -

- …sbagliare…dici? -

- si, perché? -

- … -

- SooHyun? -

- ho un dubbio tremendo Jin… - confessò

- un dubbio?! -

- senti, quanto ci metti a trovare informazioni su un certo Takuya? -

- intendi quello delle foto? -

- si! -

- lo sai che gli uffici non possono concederci materiale personale senza un permesso speciale… -

- e noi lo facciamo senza permesso! – sbottò SooHyun

- cosa?! -

- me ne assumo tutte le responsabilità! -

- v-a bene…ma ci vorranno un paio di minuti! Il tempo di intercettare il sito del ministero! – esclamò Jin piazzandosi quasi immediatamente davanti al computer poco più in là

- io intanto faccio venire il signor Jung qui… - disse SooHyun prendendo in mano il telefono

- …avvocato, a cosa stai pensando? – domandò Jin ironico

- …sto pensando che forse YunHo ha ragione… -



 

**





- d..devo stare calmo… -

JunSu tremava. Non poteva farne a meno.
Una volta tornato, si era chiuso in bagno esasperato cercando si scacciare i brutti pensieri dalla testa. Lasciò che l’acqua del rubinetto gli scorresse gelida sulle mani, per poi passarsi le medesime sul volto sofferente e stanco.
Non capiva, non sapeva cosa provava. Non sapeva cosa pensare o a chi dare la colpa di questa sua inquietudine.
Non lo sapeva e basta.
Perché gli sembrava che YooChun gli stesse nascondendo qualcosa? Perché seguiva con amarezza ogni gesto o smorfia che faceva YunHo fino al punto da pensare di prenderlo a botte?
Perché sentiva che gli occhi di YooChun erano solo di YunHo?
Era confuso e non sapeva cosa fare.
L’amico gli aveva giurato, tempo addietro che con YunHo era ormai finita da anni, che era stato proprio lui a lasciarlo. E allora, perché si comportava così?. Avrebbe voluto chiederglielo ma qualcosa glielo impediva, qualcosa che si chiamava orgoglio. O più semplicemente paura.

- no…Y-YooChun…lui mi ama… - si diceva per cercare di reagire

Ormai era da giorni che cadeva nella sua autocommiserazione ed era davvero stanco.
Lo amava profondamente eppure, sembrava così distante in quei momenti.
Era arrivato persino a piangere da solo, chiuso in casa, in silenzio. anche ora, le lacrime solcavano le sue guancie e non avevano l’aria di voler smettere.
Avrebbe voluto urlare. Avrebbe voluto piangere e aggrapparsi a qualcuno. Ma non c’era nessuno in quel momento.
Nessuno.

- perché stai piangendo? -

Ad un tratto, quella voce, la sua voce interruppe i suoi singhiozzi e JunSu, spaventato, si voltò dietro di lui.
Era vero, non era un sogno. Lui era lì, appena tornato.

- …Y-YooChun… - balbettò JunSu cercando di asciugarsi con la maglia

- …perché stai piangendo? - chiese ancora YooChun

Tuttavia, sembrava impassibile, quasi arrabbiato

- non sto piangendo… - disse il ragazzo

- non dire cavolate…ti si sentiva fino in salotto… -

- …se c’è una cosa che non mi è mai piaciuta di te…è la tua brutta mania di origliare… - sbottò JunSu

- non stavo origliando! -

- fa lo stesso…ora esci, voglio lavarmi in pace… -

- perché non mi guardi in faccia, eh? – chiese YooChun arrabbiato

- … -

- me ne sono accorto sai? E tutto prima che mi eviti! -

- …non dire sciocchezze… - si limitò a rispondere JunSu

- perché sei arrabbiato?! – chiese ancora

- …non so di cosa stai… -

Ma non fece in tempo a dire altro perché YooChun, arrabbiato, lo prese per un braccio e con forza, lo butto alla parete del bagno, lasciandolo di stucco.

- lasciami! -

- NO! – urlò il ragazzo

- mi stai facendo male, lasciami subito!! -

JunSu cominciò ad avere paura seriamente
Senza mollarlo e tenendolo ben saldo, YooChun lo baciò quasi violentemente, cogliendolo impreparato e sentendolo che si dimenava all’impazzata. No, non voleva questo.
Cercò di staccarsi da quel bacio, ma gli fu impossibile. YooChun era fortissimo e quando, violentemente, lo girò mettendolo a pancia contro il muro, capì al volo le sue intenzioni e non poté opporsi.

- ti prego, lasciami stare!! – lo implorò JunSu

- …vorrei solo capire cosa ti passa per la testa… - gli sussurrò sull’orecchio YooChun

- …n-niente… - insisté JunSu

- niente?! -

Il ragazzo, tenendo JunSu schiacciato sul muro, andò a cercare con la mano libera i suoi pantaloni, provando in tutti i modi a slacciarglieli.
JunSu dal canto suo cercava inutilmente di levarselo di dosso.

- lasciami per favore!! – lo implorava – non voglio!! -

- perché non mi parli mai di ciò che ti tormenta?! - lo accusò YooChun

- l-lasciami!!! -

Non lo ascoltò nemmeno.
Continuava a baciargli il collo, la schiena, sentendolo tremare sotto di lui come un cucciolo impaurito che aveva perso la mamma.
JunSu, come al solito non aveva capito niente, pensava.

- …davvero pensi che potrei farti qualcosa in questo momento?! –sbottò quasi amaramente, togliendo la mano dai pantaloni di JunSu

Quest’ultimo ansimava impaurito e si accorse che YooChun non lo stava più baciando ne toccando, era solo lì, appoggiato su di lui, facendogli quasi male.

- … - non riusciva nemmeno a parlare


- hai così paura di me?! – domandò YooChun con un filo di tristezza

- … -

- come possiamo costruirci qualcosa insieme se hai così paura di quello che ti faccio… -

- …v-vai… - balbettò JunSu

- … -

- …vai per favore… -

- …JunSu… -

- ti prego…vai…torna tra u-un po’… - diceva il ragazzo – m-mi sarò calmato… -

- … -

YooChun lo guardò quasi mortificato.
Era voltato contro il muro, non si era voltato nemmeno per girarsi dalla scomoda posizione. Niente di niente.
Voleva accarezzargli la testa, fargli capire che c’era per lui ma si fermò nell’atto.
Sospirò pesantemente e si voltò, uscendo e chiudendo la porta del bagno.
Quando JunSu sentì il cigolio della porta fermarsi, finalmente poté voltarsi. Non tremava più, ne piangeva.
Eppure piccole lacrime solcavano ancora i suoi occhi che non piangevano. Cosa assai strana. YooChun gli aveva messo paura eppure, l’aveva fatto per lui, ad una qualche maniera.
Si lasciò scivolare su se stesso, fino a sedersi completamente sul pavimento, appoggiato con la schiena al muro.
Sapeva che YooChun non gli avrebbe mai fatto del male. Lo sapeva, eppure, perché non l’aveva abbracciato per farglielo capire?
Sapeva la risposta, e ne aveva paura.
Aveva ancora gli occhi umidi e non riusciva a farli smettere di lacrimare. Ormai per lui era una prova evidente.
Una prova che gli aveva fatto capire tante cose.
Non piangeva perché aveva paura di YooChun.
Non piangeva perché era stato crudele con lui.
Piangeva perché nel suo corpo, nel momento in cui lo aveva toccato, aveva sentito un profumo.
Un profumo soave, delicato.
YooChun amava mettersi sempre lo stesso profumo alla mattina. Era un maniaco di quelle essenze così particolari.
Tuttavia, quel profumo che YooChun aveva addosso non era il suo.
Sapeva di chi era, ed il solo pensiero lo faceva sentire ancora più male.



 

**





- sono venuto appena ho potuto! -

YunHo era entrato in fretta e furia nell’ufficio di SooHyun, dopo che aveva ricevuto una chiamata urgente da lei stessa.
Aprendo la porta, l’aveva sbattuta contro il naso del povero Jin, appena alzatosi dalla sua postazione al pc, che si stava dirigendo proprio ad aprire. Inutile dire che l’avrebbe volentieri ucciso.
Il moro dal canto suo si scusò diecimila volte, sotto lo sguardo divertito dell’avvocato che, vedendo quella scena, aveva dimenticato per un attimo le sue preoccupazioni.

- Jin, tutto bene? – aveva riso la donna

- p-potrei stare meglio… - sbottò quest’ultimo – la prossima volta avvertitemi se rischio la vita… - disse massaggiandosi il naso

- chiedo scusa!! – s’inchinò più volte YunHo, cominciando ad essere più mortificato che mai – non ti ho proprio visto!! –

- e ti credo, sei praticamente entrato senza bussare! –

- scusaa! –

A guardarlo bene, Jin era anche più giovane di lui, pensava YunHo. Probabilmente, era un ragazzino appena uscito dalle superiori.

- eheheh… - sorrise SooHyun – YunHo, questo è Jin, il mio assistente… -

- piacere! – esclamò il ragazzo tendendogli la mano

- piacere mio!...e scusa per la botta… - disse il moro

- fa niente, a SooHyun fa bene ridere, ogni tanto… -

- mi avevi detto che ci sono novità, al telefono… - esclamò YunHo rivolto all’avvocato

Lei sorrise quasi ironicamente.

- e direi novità ‘scottanti’! – disse -vieni, guarda cos’abbiamo trovato! -

Andarono entrambi alla postazione di Jin e quest’ultimo, già rimessosi seduto al pc, stava stampano una serie di fogli. YunHo per un istante, aveva intravisto l’indirizzo del sito dalla quale stavano stampando il materiale.

- ma quello è… -

- eh già! Il sito del ministero! – sorrise Jin compiaciuto

- m-ma come avete fatto a… -

Non finì la frase , questa volta fu SooHyun ad interromperlo

- Jin è un mago del computer! Per lui non ci vuole niente ad infiltrarsi nei siti protetti! -

- che non venga in mente a nessuno di ricordarmi che potrei finire in galera se mi scoprono… - disse Jin sarcastico

- wow… - sospirò sbalordito YunHo – non ti facevo così spericolata, avvocato! -

- quando serve lo sono sempre! -

- la stampa ha finito! - esclamò il ragazzo prendendo i fogli in mano e consegnandoli personalmente a YunHo.

Il moro riprese in mano e li osservò
Erano dati anagrafici e non solo. Tutti di una persona in particolare.
Non credeva nemmeno lui a quello che stava leggendo.

- sono di quel Takuya… - esclamò scorrendo le righe

- già! – sorrise SooHyun - solo che… -

- è perfettamente pulito! – sbottò Jin

- …v-vedo…fedina penale completamente perfetta…nessun reato…praticamente un cittadino modello… - sospirò un po’ afflitto

- e pure ricco sfondato… - aggiunse l’altro

- a noi…cosa ci serve sta roba? – chiese YunHo non riuscendo a capire

- mi meraviglio di te! – protestò SooHyun - leggi meglio! -

YunHo tornò al foglio ancora più perplesso, rileggendolo nuovamente da capo.

- …al nostro caro amico Takuya piace fare fotografie! – disse Jin facendo l’indifferente

- eh?! -

- pare sia stato un fotografo professionista…ma che abbia fallito assieme alla sua azienda circa due anni fa…da allora fa l’autista… -

- c-cavolo… -

- e non è finita! – spiegò la donna estraendo un altro foglio dalla stampa – da quello che so, le foto in cui si vede JaeJoong uccidere Hiro sono state scattate da una macchina fotografica per professionisti…una Canon 350, un vecchio modello che non è più in vendita da un bel po’… -

- dalle nostre piccole indagini domestiche sembra che quell’azienda producesse, tra i tanti tipi di macchine fotografiche, proprio le Canon 350…e a quanto pare le loro, erano le uniche messe in commercio…. - continuò Jin – quando l’azienda è fallita anche la produzione è cessata… -

- voi credete che…Takuya abbia questa macchina fotografica? - domandò YunHo perplesso - …non vorrei sembrarvi guastafeste, ma ci potrebbero essere centinaia di persone ad avere quel modello di macchina… -

- beh certo! – rise Jin – se pensi che il presidente passi il suo tempo ad ammazzare le persone siamo messi bene… -

YunHo non capì al volo la battuta. SooHyun gli mise una mano sulla spalla.

- quello che Jin ti vuol dire è che…gli unici a possedere ancora questo tipo di macchine sono attualmente il nostro presidente, Il museo della tecnologia di Seoul, e altre sette collezionisti che in questo momento sono all’estero… -

- oltre a Takuya naturalmente.. – concluse Jin stiracchiandosi

- …m…ma allora.. – balbettò YunHo praticamente sconvolto

- già… -

- è stato Takuya…ad uccidere Hiro?! -

- è possibile… - lo corresse SooHyun – non ne abbiamo nessuna prova purtroppo… -

- … -

Com’è che in quel momento gli sembrava tutto cosi chiaro?
YunHo non riusciva a crederci. Era bastato così poco per riuscire a trovare un nesso logico con tutto ciò che stava succedendo…

- e quelle disponibili, sono tutte contro JaeJoong – concluse un po’ amareggiata

- s-stanno per condannare la persona sbagliata! - esclamò YunHo contrariato

- la sentenza è fra pochi giorni SooHyun… - osservò Jin rivolto a lei – riuscirai a preparargli una difesa adeguata per allora? -

- … -

SooHyun non rispose. Era preoccupata anche lei.

- l’unica cosa che possiamo fare è quella di ottenere un mandato di perquisizione a casa di Takuya…se ha ancora la macchina fotografica, siamo a cavallo… -

- e allora andiamo a prenderci sto mandato! -

- non è semplice YunHo…servono permessi…e serve un buon motivo soprattutto… - sospirò – ricorda che per i giudici, JaeJoong non è altro che un ragazzino che si è vendicato di un torto subito… -

- … -

- domani cercheremo di ottenere qualcosa…farò tutto ciò che è in mio potere… - sorrise infine SooHyun, cercando di incoraggiarlo



 

**





- mangia più lentamente! -

- Chiudi il becco!! –

- guarda che così muori! –

JaeJoong sembrò non ascoltare le parole di ChangMin, che cercava in vano di levargli il cucchiaio della minestra dalla mano per porre un freno all’ingordigia che lo aveva colto quel giorno.

- ehi JaeJoong!! – sbuffò il ragazzo

- piantala, sto mangiando!! - lo zittì il biondo

- sei arrabbiato? -

- eh certo che lo sono!!! -

JaeJoong morse con forza un pezzo di pane assieme ad un cucchiaio di minestra calda.

- e perché scusa? – chiese ChangMin

- non posso credere che tu faccia così l’indifferente! – spiegò JaeJoong - lo vuoi capire o no che tu non dovresti essere qui dentro?!! -

- non…dirmi che è per questo che sei arrabbiato?!!! -

- e per così altro sennò???? -

ChangMin sembrava parecchio infastidito dalla questione, ma non ebbe il tempo di diglielo perché per un pelo evitò una pizzicata sulla guancia da parte di JaeJoong.

- dovresti pensare alla tua prossima udienza, non a me! - sbottò

- mi sto preoccupando per tutte e due! - ammise

- beh, sarai almeno un po’ agitato per te stesso… -

- certo che lo sono! Che credi?! – disse il biondo - ma ho un buon avvocato… e i miei amici faranno di tutto per tirarmi fuori di qui! -

- il tuo lui verrà a salvarti! – sorrise ironico ChangMin

- il mio lui sta per diventare avvocato se permetti! – sorrise il moro compiaciuto – tra poco ci sarà la sua laurea -

- ah congratulazioni… - sospirò ChangMin un po’ stizzito

JaeJoong aveva capito di aver parlato un po’ troppo. ChangMin aveva smesso di ossessionarlo per il cibo e aveva abbasso tristemente lo sguardo.

- s-scusami… - sospirò JaeJoong mortificato

- non preoccuparti! -gli sorrise quest’ultimo

- … -

- sai? Sentirti parlare di lui mi mette di buon umore! – disse

- perché?! -

- perché sembra la sola cosa che ti fa sorridere! -



 

**





Erano le sei del pomeriggio.
In casa regnava il silenzio profondo, nonostante fosse tutto spalancato in modo che quei pochi raggi di sole che potevano esserci a Gennaio, entrassero per un pochino.
JunSu era seduto sul divano con le braccia congiunte a guardare un programma comico che nemmeno gli interessava. Era da due ore che stava davanti alla televisione senza proferire parola. Ormai era l’ora di iniziare a sistemare la cucina in vista della cena ma non ne aveva la minima voglia. Probabilmente, pensava, quella sera non ci sarebbe stata nessuna cena.
Cambiò canale una o due volte, per poi ritornare sempre sullo stesso, senza nessun cambiamento. Aveva gli occhi gonfi da un po’, colpa delle lacrime di qualche ora prima.
Ad un tratto, sbucò dalla porta della camera, YooChun. Sembrava indaffarato a cercare qualcosa, probabilmente il cellulare dato che continuava a dire”devo farlo suonare” .
Non lo degnò nemmeno di uno sguardo, non che YooChun provasse a lanciargliene uno e l’atmosfera era piuttosto pesante.
Lo senti sospirare pesantemente dopo che aveva trovato ciò che cercava. Il cellulare appunto! Ormai lo conosceva troppo bene.

- io esco… - sospirò YooChun infine dirigendosi alla porta

- e dove vai? – chiese JunSu serio e alzandosi per la prima volta dal divano

- … - YooChun lo guardò perplesso da quel gesto - …fuori! - aggiunse

- fuori dove? – domandò ancora

Il ragazzo forse aveva capito dove voleva arrivare JunSu

- da YunHo, se è questo che vuoi sapere! – disse infine

- tsk! Lo sapevo! – sbottò JunSu – sei piuttosto prevedibile sai? -

- …? -

- mai una volta che mi rendi partecipe di qualcosa! E poi sei tu che ti lamenti anche! - esclamò arrabbiato

- che stai dicendo JunSu? – chiese YooChun

- ultimamente mi lasci sempre da solo! Non facciamo più niente insieme da settimane!! Sei sempre con YunHo! -

Gliel’aveva quasi urlato in faccia tanto che YooChun non riusciva a crederci pienamente.

- sto solo andando ad aiutarlo! Oggi ha scoperto qualcosa di interessante! - spiegò calmo

- non fare il finto tonto per favore, che non è proprio il caso… -sospirò JunSu

- PERCHE’ NON MI CHIEDI QUELLO CHE VUOI SAPERE?! – urlò all’improvviso YooChun, esasperato

- perché ho paura della risposta che potresti darmi! – ammise JunSu

- ma tu…credi che fra me e YunHo ci sia… -

-NON LO SO! – urlò JunSu – NON LO SO PROPRIO ED E’ QUESTO CHE MI SPAVENTA! –

- sei ridicolo! YunHo è solo il mio migliore amico! -

Già. Era il suo migliore amico. Anche se sentiva ancora il sapore di quelle labbra e il profumo di quella pelle così soavi.

. ma non capisco eh?! – sbottò JunSu – NON CAPISCI CHE OGGI AVEVI ADDOSSO IL SUO PROFUMO?! –

- e-eh?! -

- o credevi che non me ne sarei accorto?! -

Il ragazzo stava iniziando a piangere, YooChun poteva capirlo dai suoi occhi languidi e dai suoi pugni serrati che tremavano di rabbia.

- cosa dovrei pensare eh?! - continuò

- non significa niente… - si parò YooChun

- mi avevi detto che non lo amavi più! Mi avevi detto che era finita!! -

- e lo è! è finita da anni!! – gli rispose a tono

- tutte quelle volte che state insieme…cosa fate, vorrei tanto saperlo sai? - continuava JunSu che a stento tratteneva le lacrime

- …ti stai facendo film che non esistono! -

- sto solo considerando i fatti! -

-… -

- tu…TU LO AMI ANCORA!! -

- E ANCHE SE FOSSE?! -

 

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Capitolo 17
*** 17.~ G U I L T Y ~ ***


Capitolo 17
~ GUILTY ~

 

YooChun si portò immediatamente una mano alla bocca. Per qualche istante guardò il vuoto, senza capire cosa stesse succedendo e ricordandosi all’improvviso la stupidaggine che aveva detto in preda alla rabbia.
JunSu era in piedi davanti a lui, tremante e pressoché sconvolto. Le sue labbra tremavano, la sua pelle era pallida e sembrava sul punto di svenire. Lo guardò dritto negli occhi, come per cercare un qualcosa che gli facesse capire che YooChun non aveva realmente detto quella cosa.

- è…è così?! – balbettò furente

- … -

- d-dunque…per tutto questo tempo..t-tu… -

- …no…JunSu… - cominciò YooChun cercando di rimanere calmo - …io non… -

- IO COSA SONO STATO PER TUTTO QUESTO TEMPO?! -

Quell’urlo fu per YooChun un colpo in pieno petto. Nell’urlare, JunSu aveva fatto cadere volontariamente un piccolo soprammobile posto su una mensola vicina, il quale, una volta a terra, si ruppe in tanti pezzi, facendo un tonfo forte.

- non…non volevo dire…! – esclamò YooChun

- come no?! COME NO ?! ME L’HAI URLATO IN FACCIA!! -

- J-JunSu…per favore…non… -

YooChun cercava di parlare, ma invano, perché l’altro aveva già cominciato ad andare avanti e indietro per tutta la stanza, agitato e con le guance rosse e bagnate dalle lacrime che sembravano bruciargli la pelle.

- almeno di qualcosa!! Inventati qualche scusa!!! DI’ QUALUNQUE COSA PER DISCOLPARTI!! -

- Io non amo YunHo!! – fu la risposta dell’amico – io amo solo te!! -

- AAAH!! SMETTILA!!!! - urlò ancora una volta, tirandogli dietro un cuscino trovato su un divano, per la rabbia che lo aveva invaso

- lasciami spiegare!! – continuava a dire YooChun – hai..hai frainteso tutto! -

- SONO STATO UNO STUPIDO, UNO STUPIDO!! Non….non avrei mai dovuto starti a sentire!! -

- JunSu per favore, ascoltami!! -

- NO! DEVI STARE ZITTO, NON VOGLIO SENTIRE NIENTE DA TE!! -

- Jun… -

-VATTENE, LASCIAMI SOLO!! SPARISCI!! -gli urlò contro

- … -

YooChun capì che non sarebbe servito a nulla parlare. Non sapeva cosa fare e cosa dire, a quale appiglio appendersi per non affondare. JunSu, il suo JunSu gli aveva appena detto quelle cose orribili. E la cosa più disgustosa era che lui non aveva fatto niente per impedire che accadesse.
Gli tornavano alla mente tutte quelle volte in cui lo aveva lasciato solo ed in disparte, per andare da YunHo, per aiutarlo.
Si era sempre sentito responsabile, in un qualche modo della tristezza del suo migliore amico, della sua solitudine senza JaeJoong. L’aveva sempre fatto soffrire, in ogni cosa che faceva, addirittura, rubandogli il suo più grande amore.
Aveva il compito di proteggerlo. E non perché lo amava o per qualunque altro simile motivo. Ma più semplicemente perché aveva voluto ascoltare le preghiere di una madre.
Aveva un debito da pagare verso YunHo, un debito che probabilmente JunSu aveva da sempre inteso male. E non se ne era mai accorto.
Si era rifiutato di vedere, di ascoltare il cuore di JunSu e capire che stava soffrendo per questo suo comportamento.
Non lo aveva fatto e quelle erano state le conseguenze. Lo aveva forse perso per sempre?
Inseguendo quei pensieri, sospirando pesantemente e in preda ad una quasi crisi di pianto, uscì di corsa dalla casa, incurante del fatto che YunHo, che era uscito sentendo quel baccano anche da dentro l’appartamento, lo stava aspettando sulla soglia della porta visibilmente preoccupato.

 


**

 


Quell’anello lo aveva osservato così tante volte che aveva finito per dimenticarsi di tenerlo in ogni momento della giornata, dal più intimo al più quotidiano.
Era di semplice fattura, senza particolari scritte e di un argento che risplendeva come il sole se messo alla luce.
Era un ricordo di un periodo prezioso ma anche turbolento. Glielo aveva regalato YunHo, dopo la prima volta in cui avevano fatto l’amore consapevoli di chi si trovava di fronte ad entrambi. Erano stai felici ma quello stesso giorno, YunHo aveva scoperto del suo lavoro da accompagnatore ed in seguito, erano avvenuti una serie di avvenimenti che avevano spinto JaeJoong ad andare in America.
Era un anello che avrebbe voluto far sparire ma che inevitabilmente doveva tenere stretto. Era il suo più caro ricordo della vita turbolenta che aveva passato da diciannovenne.
E anche adesso, coccolato da quel letto duro e insipido, mentre un filo d’aria passava come sforzandosi di entrare, da quella piccola finestra della cella, lui continuava ad osservarlo risplendere nel suo anulare destro, sospirando ogni tanto.

- nostalgia? -

ChangMin, seduto alla sua piccola scrivania, gli aveva posto la domanda più ovvia del mondo.

- abbastanza… - ammise il biondo levandosi l’anello e continuando a guardarlo.

- deve volerti molto bene… -

- già… - sospirò – troppo forse… -

- … -

- secondo te…dovrei dirglielo? – chiese il biondo dopo un breve pausa

- cosa? – domandò ChangMin perplesso

- che l’anello che porta al dito…non è altro che una copia, un falso…che non è quello che mi ha donato perché lo proteggessi… -

- … -

Il ragazzo non sapeva cosa rispondere. Poteva capire cosa provava JaeJoong, ma non sapeva come aiutarlo.
In verità sentirlo parlare solo di lui, lo faceva star male ma allo stesso tempo lo rasserenava perché sorprendentemente, sembrava che JaeJoong avesse preso maggior coscienza di sé stesso.

- …s…secondo me… - cominciò pensandoci

Il biondo si voltò a guardarlo

- …secondo me ogni tanto qualche bugia va detta… - disse – non si può sempre essere sinceri, a volte è meglio mentire per essere felici… -

- … -

- non si può vivere senza qualche piccola bugia…almeno, io la penso così… - ammise tristemente

- …credo…che tu abbia ragione… - sospirò JaeJoong

- vedrai che presto vi riabbraccerete… - sorrise ChangMin

Ma sembrava un sorriso così tremendamente finto.

- … -

- … -

- qualcosa mi dice…che non sarà così semplice… - sospirò infine il ragazzo, rimettendosi l’anello al dito

 


**

 


- che è successo? -

YunHo, visibilmente preoccupato, fece sedere YooChun sul divano.
Quest’ultimo, frastornato, non aveva nemmeno sentito la domanda. Si limitava a guardare fisso il pavimento,mentre YunHo, in piedi, aspettava una risposta che già sapeva, probabilmente.

- …niente… - sospirò YooChun infine

- niente?! – domandò nuovamente il moro stizzitosi

- …no…niente… - sospirò ancora

Abbassò violentemente lo sguardo. Le labbra gli tremavano, non sarebbe mai riuscito a fare un discorso sensato in quello stato. JunSu era ancora in quella casa, e chissà cosa stava facendo.

- … -

- …n-niente…niente… - continuò a dire sconvolto

- tu e JunSu avete litigato? – azzardò YunHo

- … -

- … -

- … -

- …allora è così… - sospirò non proprio sollevato nel sapere di aver colto nel segno

- che cosa posso fare YunHo?! Cosa posso fare?! – chiese YooChun quasi sul punto di piangere

- … -

Cosa mai avrebbe potuto rispondere lui?
Lui, quello a cui YooChun dava sempre consiglio su come comportarsi con JaeJoong.
Lui,che combinava casini ogni cinque minuti.
Lui, il suo migliore amico.

- lui pensa che non lo amo più, YunHo!! – spiegò il ragazzo

- eh?! –

- pensa…lui pensa che fra me è te… - continuò, non trovando le parole proprio sul più bello

- SCHERZI VERO?! -

- e secondo te me ne starei qui sconvolto, se fosse uno scherzo?!! -

- ti rendi conto che non ha senso questa cosa?! - sbottò YunHo

- non ci capisco più niente…anche prima! Quando mi ha chiesto cosa provassi..io… -

- tu che? -

- … -

- NON MI DIRAI CHE GLI HAI DETTO CHE MI AMI?! -

- NO! – alzò la voce YooChun - però… -

- … gliel’hai fatto intendere, immagino… -

- … -

- ho ragione? -

- …si… - ammise infine il giovane, vergognandosi profondamente

- … -

YunHo non disse più nulla. Guardò l’amico perplesso e allo stesso tempo una leggera rabbia lo bruciava dentro.
Strinse forte i pugni, voleva urlare a YooChun tutte le parole che conosceva per sgridarlo, ma non sapeva quale usare per prima. E non sapeva nemmeno se YooChun in quel momento potesse capire discorsi complicati in quello stato di semi coma post abbandono.

- …che faccio…che faccio… -continuava a dire il ragazzo

- …YooChun.. – esclamò YunHo abbassando lo sguardo

Quest’ ultimo, lo fissò con una tristezza immensa e stava per rispondergli. Quando un pugno, in piena faccia e senza alcun preavviso, lo fece sobbalzare facendolo oscillare pericolosamente già dal divano.
YooChun non capì bene così era accaduto se non quando si sentì le labbra bagnate. Se le toccò con le mani e ciò che vide fu solo il sangue. Guardò YunHo a dir poco sconvolto.

- CHE FAI?! – gli urlò

- sei uno stupido!! Un idiota!! – sbottò YunHo

- ma..?! -

- TE NE MERITERESTI ALTRI CENTO DI PUGNI!! -

Poi, il moro, prese per il colletto della maglia YooChun e lo tirò in piedi, verso di lui, guardandolo fisso negli occhi.

- guardami!! - urlò – guardami!! -

- …Y…lasciami…!! – esclamò YooChun cercando di divincolarsi dalla presa

- ti dico di guardarmi!! Come fai a pensare che io possa amarti ancora??!! – urlò YunHo con voce roca

- … -

- dimmelo!! Credi…credi che dopo quello che mi hai fatto…dopo che mi hai abbandonato..potrei ancora amarti?! -

- …i-io… -

- credi forse che quello che è successo prima significhi qualcosa??! -

YooChun per la prima volta in quei minuti, lo guardò con una luce nuova in volto. Era a dir poco stupito da quelle parole. YunHo ricordava? Ricordava tutto ciò che era successo prima del pranzo di quel giorno? Ricordava le sue parole e i suoi baci passionali? Baci che per una volta non erano stati diretti verso JaeJoong.
E lui, che per quel breve attimo, lo aveva pure desiderato, si sentiva davvero uno schifo.

- ..YunHo…ma tu…tu … - iniziò incerto

- … -

- …non eri ubriaco? -

YunHo annuì arrabbiato e i sui occhi trasparivano solo tristezza.

- quello che posso aver detto non conta…lo vuoi capire?! – disse infine - è possibile che le mie parole ti abbiano confuso le idee… -

- … -

- ma…io amo JaeJoong! Lui e solo lui! - concluse

YooChun si sentì sollevato e triste allo stesso tempo. Non sapeva il perché di quella sensazione anomala

- e tu ami JunSu! E lo sai! – disse – per favore, non rovinare tutto solo per una cosa che ho detto mentre non ero in me!-

- … -

- … -

- …hai sofferto…vero? - domandò YooChun dopo una pausa durante la quale YunHo a stento riusciva a respirare regolarmente

- …già…molto… - sorrise il moro amaramente

- …sono stato un vile…lo so… -

- vero anche questo… -

- …perdonami…anche se è tardi… -

- ….forse ti sembrerà strano…ma l’ho già fatto…molto tempo fa… -

YooChun lo guardò ancora più perplesso. YunHo continuava a sorridere. Ed era un sorriso sincero questa volta. certo, lo riteneva responsabile di molto del suo dolore, ma era proprio grazie alla loro separazione che lui aveva trovato JaeJoong. E, ironia della sorte, anche YooChun poteva dire lo stesso.

- …YunHo…io… - cominciò YooChun

Ma venne interrotto da qualcuno che aveva, lievemente, bussato alla porta. Il ragazzo rimase immobile abbassando di colpo gli occhi mentre YunHo si alzò da divano su cui, nel frattempo si era seduto e andò ad aprire curioso.
Trovò la persona che non avrebbe mai pensato di vedere in quel momento così particolare.
JunSu, era davanti a quella porta, pallido, con due occhi gonfi di pianto a uno zaino in spalla.

- JunSu! – esclamò YunHo sorpreso ma non facendosi sentire dall’amico in salotto

Annuì discretamente.

- …è qui vero? - chiese

- …si, è distrutto! - disse YunHo

- … -

- vuoi…? – chiese invitandolo ad entrare

- no….sono solo passato per dare a YooChun le chiavi di casa… - esclamò JunSu

- eh?! - domandò – perché? Dove vai?! -

- …ho bisogno di un po’ di tempo per pensare… a me…. - spiegò

- ma…JunSu…e YooChun?! –

il ragazzo abbassò lo sguardo e fece una smorfia ironica

- non è affar mio… - disse infine tendendo le chiavi all’amico, che le prese titubante

- si che lo è JunSu! Dovete chiarire! – esclamò YunHo

- … -

- tra me e lui non c’è niente! -

- quello che pensi tu non conta YunHo… -

Detto questo, si voltò, fece per andarsene, ma la mano dell’amico, pronta e salda, lo bloccò in quell’atto che pareva così difficile da affrontare.

- …e JJ? Tra poco ci sarà la sentenza…non ti importa più niente di lui?! -

- …non è così…- -sospirò tristemente

- e allora rimani! Parla con YooChun! -

- … -

- … -

- …voglio stare un po’ con i miei fratelli…li ho trascurati in questo periodo… - disse lasciando che YunHo gli mollasse la mano - …ma sarò reperibile al cellulare… -

- … -

- tra qualche giorno…forse parleremo… - spiegò

YunHo perplesso, lo lascò del tutto. JunSu, senza guardarlo oltre, con la mano fece un cenno di saluto. Il moro fece altrettanto e JunSu gli sorrise lievemente. Poi scese quelle scale che aveva sempre percorso con YooChun , mano nella mano. E scomparve, lasciando quell’appartamento, vuoto e ancora in disordine dalla loro litigata.
Tuttavia, nonostante quel semi abbandono, YunHo era convinto che sarebbe tornato. Non sapeva spiegarlo, ma lo credeva davvero.
E YooChun, silenziosamente, piangeva, nascosto dietro la porta, ad origliare.
Questo vizio se lo portava dietro da anni.
Quando YunHo, tristemente, gli consegnò quelle chiavi che fino a quel girono aveva condiviso con JunSu, gli sembrò che anche una parte di se se ne fosse andata, lontano da lui e dal suo mondo.

- tornerà… - gli aveva detto YunHo convinto

Ma lui, non aveva risposto.
In cuor suo, sentiva che non lo avrebbe mai più rivisto salire quelle scale con allegria.

 


**

 


- comportati bene! -

- … -

- non infastidire nessuno… -

- … -

- e soprattutto: niente scenate! -

- …ma per chi mi hai preso avvocato? -

SooHyun aveva dettato quelle piccole regole nel momento in cui l’ascensore del palazzo del governo li aveva accolti per il colloquio che avevano chiesto, per cercare di ottenere un mandato di perquisizione.
Con YunHo, era venuto, anche se a malincuore, YooChun, per cercare di distrarsi dall’abbandono semi permanente di JunSu di poche ore prima.
Erano le quattro del pomeriggio e pioveva. Una giornata piuttosto terà a dirla tutta.
Quando tutti e tre andarono all’ufficio dei magistrati che seguivano il caso di JaeJoong, con loro sorpresa videro uscire dal medesimo posto, niente popò di menò che Takuya in persona.
YunHo si bloccò sul posto mentre SooHyun lo incitò ad andare avanti perplessa.
Takuya avanzò indifferente e s’inchinò leggermente ai ragazzi, con un sorrisino piuttosto beffardo tanto che YunHo aveva seriamente preso in considerazione l’idea di prenderlo a pugni.
SooHyun, una volta davanti all’ufficio, bussò con decisione e, insieme, entrarono.

- mi scusi l’orario, magistrato… - esclamò SooHyun – presidente della corte… - salutò poi

YunHo si accorse dell’uomo panciuto che stava parlando con il magistrato: era stato il giudice della sentenza prima.

- avvocato…spero sia qualcosa di importante…sono indaffarato.. . –sospirò l’uomo

- saremo brevi magistrato… - affermò SooHyun - questi sono Jung YunHo e Park YooChun… - esclamò indicando i ragazzi, che s’inchinarono rispettosamente.

L’uomo, invitò i tre a sedersi alla sua scrivania e poi, dando una poltrona anche la giudice, si sedette a sua volt,a con aria frustrata.

- mi illumini…perché una visita così improvvisa? – domandò infine

- non mi tratterrò molto… -sorrise SooHyun – ho solo un favore da chiederle…. -

- favore? -

- vede… - cominciò la ragazza

doveva tare molto attenta ai termini che usava. Nessuno sapeva dell’intrusione sul sito del ministero e, doveva cercare di ottenere quel mandato senza dare nell’occhio.

- …lei è a conoscenza del caso Kim vero? - chiese

L’uomo sogghignò

- ah si…ne stavo giusto parlando con il mio collega prima… - esclamò indicando il giudice

- beh, questo mi faciliterà le cose… - annuì SooHyun

- avvocato, sia diretta. Non ho molto tempo… -

- mi scusi…la verità è che mi domandavo se poteva concedere un mandato di perquisizione per domani… - spiegò

- un mandato?! – rise il magistrato – verso chi?! -

- Takuya Hitomi – confermò la giovane

YunHo si sentì fremerne sulla poltrona mentre YooChun seguiva la discussione con un misto di interesse e preoccupazione.
L’uomo ci rimase di stucco, mentre il giudice rideva sotto i baffi. Ci fu un silenzio imbarazzante per qualche attimo ,che fu interrotto poi da una risatina alquanto stridula.

- spero stia scherzando avvocato… - sorrise il magistrato divertito

- niente affatto… - rispose SooHyun calma – ho ragione di pensare che Takuya sappia molto più di ciò che vuole far credere… -

- lei dice?! E dove sono le prove? -

- … -

- non ce le ha, vero? -

La discussione stava prendendo una piega strana.

- magistrato…al prego di riflettere… se noi… -

- non avrà nessun mandato signorina Kim! – la interruppe l’uomo

Lei alzò lo sguardo contrariata, YunHo stava per ribollire, lo sentiva.

- ma, magistrato! Takuya sa qualcosa! E ci potrebbe essere utile per risolvere questo caso! -

- la mia risposta è negativa…non ci sono prove ed io non posso autorizzare proprio nulla… -

- ma..l’udienza è fra due giorni! Ci sere quel mandato! -

A quelle parole che suonavano così disperate, egli ridacchiò. Una risata che si sentì per tutta la stanza.

- avvocato, l’avremmo avvertita a tempo debito… - spiegò

- …su cosa? – chiese lei

- nemmeno mezz’ora fa il signor Takuya Hitomi è venuto per chiederci di anticipare l’udienza… -

- e…EH?! Come sarebbe?! – sbottò SooHyun alzandosi di colpo dalla sedia – quando?! -

- domani alle dici di mattina in Tribunale… - rispose per la prima volta il giudice – il signor Takuya ha un impegno e non può disdire per partecipare all’udienza.. -

- ma…ma è ridicolo!! – si arrabbiò la ragazza

- fareste meglio a trovare una difesa per il ragazzo, dato che tutte le prove sono contro di lui! - continuò il magistrato

- ma… -

- anche se ormai, la decisione dei giudici credo sarà irremovibile… -

- … -

- il giovane Kim JaeJoong verrà quasi sicuramente condannato domani…. –

- questo no.. – cercò di dire SooHyun, ma YunHo la interruppe alzandosi di scatto

- DUNQUE E’ QUESTA LA VOSTRA GIUSTIZA?!! – urlò

- si calmi signor Jung… - sbottò l’uomo

- no che non mi calmo!! Voi idioti non sapete giustiziare un bel nulla!! – esclamò arrabbiato

- …YunHo… - lo chiamò SooHyun

- state per lasciare libero un assassino! -

- bada a come parli, ragazzo… -

- stento a credere che la gente si fidi di idioti come voi!! -

- YunHo… -

- le prove contro di lui sono schiaccianti… -

- MA LEI SA COSA HA PASSATO JAEJOONG IN QUESTO PERIODO? -

- …non è affare mio…. -

- ah no?! -

Sarebbe successo il finimondo, se YooChun non avesse afferrato l’amico per un braccio, prima che quello potesse dare in escandescenza.

- c…calmati… - gli disse

- … -

- magistrato…la prego di ripensarci! – intervenne SooHyun

- mi sta davvero seccando avvocato… - sbottò l’uomo – lei, sempre in super tiro…come mai le interessa tanto la fine che farà quel delinquente?! -

- è un mio cliente! -

- non è che si tratta anche di qualcos’altro?!del resto, siete una ragazza nel fiore degli anni… -

- Questo è troppo!! – saltò YunHo - BRUTTO STRONZO ORA TI FACCIO VEDERE IO!! -

- YUNHO NO! -

SooHyun lo fermò con decisione. Il ragazzo si bloccò con il braccio semi teso, mentre sentiva la mano della ragazza bloccargli il petto. Ma era diverso. Quella mano, sempre ferma e salda, adesso tremava. La sentiva, nonostante lei cercasse di non farglielo notare.

- …basta così… - sospirò sorridendogli con forza

- ma… - cercò di dire YunHo

- sparite tutti e tre dal mio ufficio! - esclamò il magistrato - non tollero simili comportamenti! -

- … -

- …YunHo…lascia stare… andiamo via… - sospirò ancora SooHyun

- … -

- ….fottiti, brutto bastardo… - esclamò il ragazzo infine, arrabbiato

- a…arrivederci magistrato… - salutò distrattamente SooHyun

YooChun si alzò in piedi e, insieme agli altri due si diresse in fretta e furia fuori da quell’ufficio.

 


**

 


- MALEDIZIONE!!! -

Quel pugno, tirato con forza sulla parete di marmo bianco che ricopriva l’ufficio dell’avvocato, sembrava non provocargli alcun dolore. Sembrava inerme a qualsiasi parola che gli venisse detta.
YooChun in un angolo sembrava avvolto nei suoi pensieri, mentre Jin, invano ,cercava di tirare su d morale SooHyun, a dir poco depressa.

- …YunHo… - lo chiamò lei

- dimmelo avvocato…dimmi perché la giustizia fa così schifo!!! – esclamò il moro fuori di se

- … -

- perché ogni cosa deve andare a rotoli per colpa di quattro idioti che non sanno fare il proprio lavoro!! -

- …è…è colpa mia… - sospirò SooHyun – avrei dovuto…prepararmi a tutto… -

- non dire così Soo! – la incoraggiò Jin

- avvocato, tu non centri…hai dato il meglio di te! – le rispose YunHo

- forse…ma se mi fossi spinta oltre magari… -

- ti hanno incastrata!!ti hanno umiliata! Io questo non posso accettarlo!! – sbottò YunHo – oh, se solo potessi… -

- …ucciderli tutti? – concluse lei seria

- … -

- non è in questo modo che si risolvono le cose! -

- e allora qual è? Dimmelo tu, avvocato! – disse YunHo sconcertato – perché io ormai non ho più speranze…ne sogni…solo incubi… -

- … io… - cominciò SooHyun - …non lo so YunHo… non lo so proprio… -

- non voglio vedere JJ dietro delle sbarre per il resto della sua vita…io non…non posso sopportare di…perderlo…ancora… - disse, sospirando sempre di affannosamente

SooHyun non rispose, mortificata.
Allora era vero? tutto stava per finire? la loro lotta stava per concludersi in quel modo? Perché anche se non era ancora detta l’ultima parola, lei lo sapeva. Sapeva che JaeJoong sarebbe stato condannato, e non avrebbe potuto impedirlo.

- …JJ…JJ… - gemeva YunHo

E le lacrime scendevano inesorabili sul suo volto. Non sapeva cosa fare. Non sapeva a chi chiedere aiuto. S’ immaginava solo il volto del suo amore, corrugarsi nella solitudine di una cella, il pianto mozzato di SunMi quando sarebbe venuta a saperlo, lo sconforto di sua madre…
Come era potuto accadere? Come?
E lui, come aveva potuto fare in modo che accadesse?
Oramai era arrivato al limite, lo sentiva.

- …cosa pensa di fare, avvocato? – domandò YooChun afflitto

- …d-dovrò parlare con JJ…stasera…e…SunMi…devo avvertirla… - disse lei

Ma sembrava incapace di decidersi sul da farsi.
Troppe cose erano successe in così poco tempo. Takuya, se era lui il colpevole, li aveva soggiogati tutti.

- SunMi…la avvertirò io… - disse YunHo

- … -

- avvocato… -

- dimmi… -

- …per quello che vale…grazie di tutto…. -

Yunho tentò di sorridere, ma le guancie inondate di lacrime gli regalavano un espressione cupa e sciupata. Tentava di asciugarle invano.
SooHyun, commossa, ancora una volta non sapeva cosa dire.

- ….saresti un bravo magistrato… - esclamò infine sospirando tristemente

- …gliel’ho già detto…la giustizia di questo paese fa schifo… -

- …tu potresti cambiare questa realtà, se solo volessi… -

 


**

 


Quando JaeJoong entrò nella sala predisposta ai colloqui, come al solito trovò il suo avvocato, Kim SooHyun, seduta al tavolo, ad aspettarlo.
Indossava un completo nero, poco vistoso e un paio di orecchini a forma di stella, argentati. Era sempre truccata e portava i capelli raccolti in una coda di cavallo. Come ogni volta che l’aveva incontrata, prima che lui arrivasse e, per passare il tempo giocherellava con la penna nera e scarabocchiava su un foglio bianco degli strani motivi.
Solitamente aveva un ‘espressione fredda, ma allo stesso tempo, imparando a conoscerla, dolce e gentile e sulle sue labbra, ogni volta che lo vedeva entrare, un sorriso si disegnava rilassato.
Quella sera però, quando lui aveva spalancato quella porta, con le manette addosso, lei non gli aveva sorriso. Anzi, in vero, non lo aveva nemmeno salutato. Non prima che lui si fosse inchinato leggermente in segno di saluto. Solo dopo, lei si era come ridestata da un sonno profondo e gli aveva sorriso, come sempre, anche se più discretamente.

- avvocato! Come mai così tardi? – domandò

Era stato abbastanza felice quel giorno.

- scusami l’orario JaeJoong… - sospirò lei

Sembrava afflitta.

- ha notizie per me? – chiese JaeJoong

- … -

- …? -

- si… -

- beh, spero che siano belle! Sono stanco di rimanete in cella! Ogni giorno non faccio mai niente di nuovo! -

Sembrava parecchio di buon umore e cominciò a raccontarle i fatti della giornata. Vederlo così felice, probabilmente sperando nella tanto sospirata liberazione, fece sentire SooHyun ancora più male.

- non vedo l’ora di essere fuori…sono stanco di quella gente… - sorrise leggermente JaeJoong, credendo di fare un piacere alla ragazza

- …JaeJoong… - iniziò lei

- mi dica? - sorrise

- oggi …sono stata informata di una cosa… -

- ah si? E che cos’è? -

- …vedi… - cercava di trovare le parole - …la tua udienza… -

- ...? -

- è stata spostata a domani… - concluse

JaeJoong non nascose la sua perplessità. Tuttavia le sorrise ugualmente, come non sapendo il perché di tutta quella serietà.

- beh…meglio no? – disse - così uscirò prima! -

- … -

SooHyun non riusciva a guardarlo. Le labbra gli tremavano e non riusciva più a parlare. Era più difficile del previsto.
Lo vedeva sorridere e le faceva male il cuore. Troppo male.
E lui, probabilmente in cuor suo, sapeva già che risposta gli avrebbe dato lei.

- …perché…uscirò…vero avvocato? – continuò il ragazzo

- … -

- … -

- …JaeJoong…i-io non… -

- mi lasci indovinare… -

- … -

Deglutì amaramente. Smise di sorridere, guardò il volto del suo avvocato che tentava di non piangere.
E, ad un tratto, capì ogni cosa.
Capì il motivo di quella visita improvvisa, capì il perché di quegli occhi tristi.

- …v-verrò condannato, vero? – chiese balbettando

Voleva essere forte. Così gli aveva insegnato ChangMin.

- … -

- … -

- …f…forse…se patteggiamo…la tua pena potrebbe essere ridotta… - sospirò

- … -

- inoltre…c’è anche la buona condotta c-che..po…trebbe…a-aiutarti… -

Faceva fatica a parlare, non ci riusciva chiaramente. Si guardava a destra e a sinistra come per cercare una soluzione che non sarebbe mai arrivata.
JaeJoong abbassò lo sguardo. Aveva un magone terribile allo stomaco e voleva piangere. Ma si tratteneva. Perché sapeva che, almeno questa volta, non sarebbe servito a nulla.

- …no avvocato… - disse – io non patteggerò…. -

- ...m-ma JaeJoong… -

- io sono innocente, non voglio macchiarmi di un crimine che non ho commesso.. –

Lei lo guardò seria. Era davvero coraggioso.
Il ragazzo allungò il braccio verso di lei e SooHyun gli prese la mano. Avevano entrambi bisogno di conforto. Lui più di tutti.
Ma, le sembrava, JaeJoong era diventato molto più maturo in quelle settimane di prigionia. Le sembrava diverso dal ragazzino piagnucolone che aveva conosciuto.

- …io…non ti lascerò solo…. - esclamò

- …non…non ho paura, avvocato.. - balbettò

In realtà, la paura era tanta. Ma doveva essere forte.

- … -

- sono pronto… -

 

 


**

 

 

 

TUUUUUU TUUUUUUUU TUUUUUUUU…

- … -

TUUUUUU TUUUUUU TUUUUUU

- … -

- TUUUUU TUU—pronto? -

- …J-JunSu! -

- …..sei tu… -

- …d-dove sei… -

- in albergo….non riesci a stare senza di me adesso?! -

- …torna ti prego… -

- ….non cominciare YooChun…. -

- …JunSu…torna… -

- ….è successo qualcosa? Ti sento tremare  -

- ….JJ….JJ -

- ….? -

- ….la sentenza è domani… -

- … -

- ….ti prego, almeno per lui… -

- … -

- ….JunSu, ci sei? -

- …. -

- … -

- …a che ora è ? -

- alle dieci… -

- …ci sarò… -

- ….g-grazie… -

- …ciao…. -

- ciao… -

 

 

**

 

 

 

Il passato è come la tua ombra.
Indissolubile, ti accompagna sempre.
Indelebile, ti perseguita dovunque vai.
E prima o poi ti raggiunge.
E tu non puoi farci niente.
Aspetti solo che il destino decida per te.
Nel bene e nel male.

 

 

 


**

 

 


Tribunale di Seoul – ore 10.00

 

- la corte, oggi si riunisce per decretare la sentenza su Kim JaeJoong, accusato di aver ucciso Takahashi Hiro -

La voce del giudice echeggiò per tutto il tribunale.
C’erano proprio tutti. Giornalisti, curiosi, polizia, magistrati.
Tutti erano venuti ad assistere alla condanna di Kim JaeJoong.
Lui era lì, seduto su quel bancone, con le mani ammanettate e lo sguardo rivolto alla folla. Poteva vedere lei, SooHyun, pensierosa.
Poteva vedere, poco più indietro, il suo YunHo che continuava a guardarlo affranto e allo stesso tempo speranzoso. Gli aveva sorriso ma forse non era bastato a calmarlo.
Accanto a lui, c’era YooChun con gli occhi fissi nel vuoto più totale.
E sua sorella SunMi, che piangeva in silenzio, come se avesse già saputo cosa lo attendeva.
E dietro, dopo qualche banco, c’era JunSu, un po’ in disparte, serio, triste, amareggiato…non capiva bene, e capiva ancora meno il motivo per cui si era seduto lontano dagli amici.
C’erano tutti per vedere la sua disfatta. Tuttavia, era tranquillo, forse perché lo sapeva come sarebbe andata a finire e non se ne preoccupava.
“credici fino alla fine” gli aveva detto ChangMin la sera prima, dopo che, inesorabilmente, si era sfogato piangendo, dopo la visita di SooHyun.
Ma lui ormai, non ci credeva più. Aveva smesso di credere nei miracoli già da un bel po’.
Takuya era seduto, soddisfatto, in uno dei banconi davanti. Ma JaeJoong non ci faceva troppo caso.
Anzi, guardava costantemente il giudice, pregando perché facesse presto, perché tutto finisse.
Ad un tratto, mentre quello continuava a leggere alcuni documenti, SooHyun, si alzò in piedi decisa, e chiese il diritto di parola.

- posso parlare, presidente della Corte?- chiese

- … - lui la guardò incuriosito, poi, distrattamente annuì

- va bene… sia breve… -

SooHyun uscì dal suo posto e si mise proprio davanti alla cattedra del giudice.

- presidente della Corte, voglio solo dire una cosa, in proposito a questa sentenza… -

- … -

- …se condannerete Kim JaeJoong, sarà come aver fatto un torto alla giustizia stessa! -

- … -

- condannerete un innocente a marcire in prigione…lasciando libero un assassino che potrebbe uccidere ancora tante volte…e quando scoprirete di aver torto sarà troppo tardi, perché avrete distrutto la vita di un giovane ragazzo che non ha mai fatto male a nessuno! -

Takuya osservava la scena perplesso.
JaeJoong in cuor suo la ringraziava dal profondo del suo cuore. Lei era davvero una persona meravigliosa.

- chiedo di meditare su questo, perché solo il fatto di aver anticipato l’udienza ad oggi è stato un gesto vile e da vigliacchi! Di certo,non degno di uomini che, davanti al tribunale, hanno giurato di salvaguardare la giustizia e di contemplare sempre la verità! -

Ci fu un sussulto generale e molti giornalisti prendevano appunti scrupolosamente. Il giudice sembrò un tantino alterato e allo stesso tempo non sapeva cosa ribattere.

- avvocato, si sieda… - disse infine

Lei, eseguì l’ordine, non prima di aver posato i suoi occhi sul biondo, che contraccambiò con un piccolo inchino.

Ma ormai, la magia era finita.
Vide il giudice alzarsi. La folla tacque inesorabilmente.
Il cuore di JaeJoong si fermò per qualche secondo.

- …dopo aver discusso con i magistrati…riguardo le prove ottenute nel corso delle indagini, io e i miei colleghi siamo arrivati ad una conclusione… -

Ancora attesa.
Ancora angoscia.

- col potere conferitomi da questa corte... -

- … -

JaeJoong si sentiva leggero in un certo senso. Non sentiva più i battiti del suo cuore e le voci in quella sala sembravano affievolirsi.
Per un attimo, in fondo, nascosto in un angolo, gli parve di vedere Hiro.
Lo guardava, gli sorrideva e JaeJoong non capiva. Sorrise e basta. Il suo fantasma era venuto per dirgli addio.
In fondo, Hiro aveva ottenuto ciò che voleva. La disfatta di JaeJoong, ora la sua anima avrebbe potuto trovare la pace, pensava.
Poi, come un lampo,avvenne.
JaeJoong, chiuse gli occhi.
Sospirò pesantemente, sentì solo il giudice che proclamava quella tanto attesa sentenza.
Quella sentenza che risuono rimbombando nella sua testa.

- …dichiaro Kim JaeJoong, colpevole dell’ omicidio volontario e premeditato di Takahashi Hiro, assegnandogli, come stabilito dalla legge, la pena di trent’anni di reclusione -

 

 

Pazienza se il destino gioca a tuo sfavore.
Tu ci hai provato.
E il solo provarci ha reso di te un vincitore

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Capitolo 18
*** 18.~ Sii Pronto A Combattere ~ ***


Capitolo 18 FINAL
~ Sii Pronto A Combattere ~

 

 

Quelle parole suonarono amare in quel momento.
Quella sentenza così lungamente aspettata aveva sancito la parola fine a tutta quella storia, per la gioia di alcuni e il dolore di altri.
Il giudice, sotto la moltitudine di flash e penne che scricchiolavano ansiose, prese in mano un piccolo martelletto di legno e, con un leggero tonfo, lo batté su un rinforzo rotondo anch’esso il legno, alzandosi in piedi solennemente.

- la sentenza è chiusa… - disse

La folla si mosse. JaeJoong aprì nuovamente gli occhi, e gli sembrò che tutto il suo mondo fosse cambiato all’improvviso.
SooHyun aveva le mani davanti agli occhi, era pallida e sembrava piuttosto provata.
Si guardò a destra e a sinistra, confuso, senza un reale motivo.
Sentì la mano del carceriere toccargli la spalla, segno che doveva alzarsi.
Si mosse leggermente, quasi per istinto. Non poteva crederci appieno.
Non ci riusciva proprio.
Ancora una volta, il carceriere gli gfece segno di seguirlo.
Ma lui, come poteva andarsene senza poter dire addio ai suoi cari?.

- …NOO! -

Sentì una voce femminile, poco lontano, urlare quell’imprecazione così disperatamente.
Non solo JaeJoong, ma molti altri si voltarono per capire chi era.
E quando il biondo lo seppe, una morsa al cuore lo colpì e lo fece sentire ancora più male.
SunMi era lì, che cercava di divincolarsi dalla stretta di YooChun, che l’aveva bloccata nel suo intento di raggiungere il fratello.
Aveva il volto rigato di lacrime e continuava a dimenarsi.

- NO, LUI NON CENTRA NULLA!!! - urlava – NON HA FATTO MALE A NESSUNO!! -

- …s-sorella… - balbettò a bassa voce JaeJoong

- JJ!! JJ!! Lui….LUI NON HA FATTO NULLA!!! -

- SunMi! - aveva esclamato SooHyun che si era avvicinata all’amica

- c-calmati… - l’aveva persuasa YunHo tristemente

- E’ MIO FRATELLO!!! E’ MIO FRATELLO!!! -

- ...sorell…a… -

Gli veniva da piangere ad assistere a quella scena. SunMi continuava ad urlare e piangere, mentre veniva portata fuori da YooChun e SooHyun.
Avrebbe voluto raggiungerla, anche solo per un momento. Avrebbe voluto correre da lei, abbracciarla, dirle di stare tranquilla.
Ma quelle manette di ferro ai polsi, gli ricordavano il motivo per cui era lì, lo stesso motivo per cui SunMi era così disperata.
Lo stesso motivo per cui YunHo era ancora seduto al bancone, con la testa china, a versate lacrime su lacrime di rabbia e tristezza.
Lo stesso motivo per cui JunSu sembrava essere venuto.
Lo stesso motivo per cui tutta quella gente aveva aspettato.


**


- calmati…calmati...vuoi qualcosa da bere? -

Lungo il corridoio, fuori dall’aula del tribunale, mentre centinaia di persone uscivano e i giornalisti correvano a pubblicare chissà quale articolo, SooHyun aveva fatto sedere SunMi fuori, su una sedia, accanto alle macchinette del caffè.
Lei tremava e piangeva, tenendo il fazzoletto di carta stretto a se. L’avvocato cercava ogni parola per confortarla, ma non sapeva nemmeno lei cosa dirle in un momento del genere.

- SooHyun ti prego! Ti prego! – diceva disperata – fai qualcosa..qualunque cosa!! -

La giovane rimase a fissarla speranzosa, ma SooHyun abbassò lo sguardo tristemente, lasciandole intuire, lasciandole capire che niente poteva più essere fatto.
Niente poteva più rendere a JaeJoong la libertà.

- p-perché non dici nulla?? - chiese

- … -

- SooHyun!! –


Le tirò una pacca sulla spalla, ma l’avvocato non rispose.

- ..m-mi dispiace… - si limitò a dire mentre le lacrime scendevano per la prima volta dal suo viso

 

Poco lontano, mentre YunHo, appoggiato la muro, guardava il nulla assoluto, la madre di quest’ultimo, era arrivata piuttosto di fretta al tribunale, con appresso, i fratellini di JunSu.
L’unica cosa che aveva fatto, senza parole, era stata quella di correre verso il figlio e abbracciarlo amorevolmente. Con tutta la sua forza.
Piangeva anche lei. La sentiva sospirare e sussurrargli “mi dispiace” e poi ancora “ci sono io qui con te”
Già. Lei c’era per lui. Ma a lui mancava già qualcun altro.
JunSu per ultimo, guardava la scena un po’ in disparte. I suoi fratellini, non appena l’avevano visto, gli erano saltati addosso riempiendolo di baci sulle guancie, felici. Loro non potevano capire la situazione.
Il ragazzo si era chinato, accarezzando la testa la minore dei due, sorridendo lievemente.
Poi, YooChun gli si era avvicinato.

- J…JunSu… -

- … -

Il ragazzo non gli rispose. Si limitò a prendere i fratellini per mano.

- …non voglio parlarti… - sussurrò con voce flebile

YooChun strinse i pugni e lo guardò senza piangere ciglio

- …come ti senti? - chiese

- … -

Ma perché ci pensava poi? Non era semplice rispondere?

- …triste… -

- … -

- …non giudicarmi male… - continuò – non piango perché… non ho più lacrime… -

YooChun capì che si stava riferendo al risultato della sentenza

- … -

- ora vado… - esclamò voltandosi

- e dove? -

- … -

- … -

- …lontano… -


Già. Lontano.
Voleva lasciare tutto e tutti. Tanto ormai, che motivo aveva per rimanere?
Era triste per JaeJoong. Era arrabbiato per colpa di YooChun. Era semplicemente un'altra persona.
Già sentiva i fratellini tirarlo per la maglia perché si sbrigasse.
Già sentiva il disperato sussurro di YooChun che lo implorava di rimanere.
Ma non si voltò a guardarlo.
Non tornò indietro sui propri passi. Guardò avanti e solo avanti.
Il passato andava gettato alle spalle.

- fratellone?? Dove ci porti?? – esclamavano i bambini

- … -

Già, dove?

- fratellone??? -

- …vi..vi porto al mare..che ne dite? -

 

 

**

 

 

- è finita… -

- …eh? -

- è finita ChangMin… -

Aveva pronunciato quelle parole con così poca convinzione che l’amico gli aveva creduto a stento.
Rientrato in cella, JaeJoong aveva una visione completamente diversa della sua situazione. Tutto in quel momento gli era parso più piccolo, più opprimente. Quella stanzina minuscola , quel letto duro in cui aveva passato notti da incubo alternate a sogni lontani, quella piccola finestra sbarrata che lo lasciava fuori dal resto del mondo. Tutto ciò era cambiato. Lo vedeva con una luce diversa.
La luce di qualcuno che non aveva più libertà.
E ChangMin non aveva parole. Non ne aveva perché non c’era niente da dire. Aveva provato anche lui quella stessa sensazione anni prima, solo che a differenza di JaeJoong, lo aveva voluto.
Aveva pregato tutte le notti perché JaeJoong avesse potuto riottenere la libertà ma nessuno a quanto pare, lo aveva ascoltato.
Ora era lì, con le guancie arrossate e due occhi che cercavano invano di non lacrimare.

- …JaeJoong… - esclamò

- …non…devo piangere! – disse il biondo tirando su col naso

- … -

- d-devo essere fort…e…. -

Lo ammirava davvero.
E lo riteneva anche uno stupido ragazzino. Perché doveva nascondere quello che provava anche in quella situazione?

- non dire balle per favore!… - esclamò correndo verso di lui

Lo abbracciò forte. Lo strinse la suo petto e gli fece appoggiare la testa sulla spalla mentre, nel frattempo,con la mano gli accarezzava la testa.

- … -

- piangi! Hai il diritto di farlo!! – lo rimproverò

- …i-io non… -

- essere forti non significa nascondere i propri sentimenti! -

- … -

- tu non sei debole! Sei solo spaventato… -

- …umh… -

In quel momento, lo vide.
Vide YunHo, felice corrergli incontro e sorridergli. Centinaia di ricordi li invasero. Momenti felici, momenti tristi, momenti che non aveva mai dimenticato.

 

…p..perdonami…

SO BENE DI AVER SBAGLIATO! EPPURE…eppure…

…mi amerai ancora domani mattina?

…per tutta la vita

 


Non ce la faceva proprio più. Non ci riusciva più.
Invano cercava di scacciare YunHo dalla sua mente e invano tentava di trattenersi, stretto su ChangMin come fosse stato una madre.
Lo vedeva, riusciva a percepirlo: YunHo stava soffrendo.
Non avrebbe mai più rivisto il suo dolce sorriso.
Non avrebbe mai più passato una notte d’amore con lui.
Non avrebbe mai più sentito il suo calore nel corpo.
Niente, niente avrebbe potuto ridargli ciò che aveva perduto, questa volta per sempre.

- ..Yu…YunHo… - balbettò

E ChangMin sentì la propria maglia bagnarsi. E anche il suo cuore si era bagnato di quelle lacrime.

- non..non potrò vederti…mai più… - singhiozzava

- … -

- io…Yu…YunHo… -

- …J-jaeJoong… - sospirò ChangMin

E rimasero lì, abbracciati, a versare quelle lacrime.
Le ultime, speravano.
Quel giorno erano successe molte cose.
Quel giorno il destino aveva deciso.
E nessuno di loro poteva cambiare le cose.

 


**

 


Inch’ŏn.
Quello non era soltanto il nome di una cittadina, lontana da Seoul e a pochi passi dal mare.
Era qualcosa di un po’ più speciale.
Quando JunSu scese dalla macchina, dopo tre ore di viaggio in compagnia dei fratellini, gli sembrò in un qualche modo, di essere tornato indietro nel tempo.
Non era la prima volta che visitava quel luogo, ci era già venuto in passato, con i suoi amici di sempre. Con il suo YooChun.
La prima cosa che pensò, quando video quelle case bianche, vuote, color latte e quel viottolo che portava direttamente alla grande spiaggia, fu che in tutti quegli anni non era cambiato nulla.
Quella spiaggia, era stata il luogo dove lui e YooChun si erano ‘promessi’ davanti a YunHo che in quel periodo, era solo, senza JaeJoong. Era strano. Ricordava perfettamente il volto contratto di lui, che probabilmente pensava solo al suo amore lontano, in America.
Era stata una giornata indimenticabile, ricca di belle cose, eppure, nonostante che fosse passato niente più che qualche anno, tutto questo non c’era più.
Tornare lì, lo faceva sentire perso, vuoto, con tutte le spiagge che c’erano, aveva scelto proprio quella, senza un reale motivo.
Era stato l’istinto a guidarlo lì.
Il vento era pungente e ben presto, a JunSu vennero i brividi, si incurvò su se stesso e prese la giacca dai sedili posteriori, mentre i fratellini saltarono già dalla macchina con allegria.

- dai fratellone dai!! – lo incitavano correndo verso il bagnasciuga

- non correte ragazzi… - sospirò sorridendogli lievemente

Poi li seguì, con la coda dell’occhio ben puntata su di loro, per paura di perderli in quella vastità.
Era bellissima.
Fu quella la prima cosa che pensò quando arrivò a quella spiaggia, dalla sabbia fine e argentata, che si alzava leggermente ad ogni ventata forte, e quel mare, grigio e poco mosso, senza barche, senza nulla, spoglio di tutto, come lui del resto.
Senza pensarci, si tolse le scarpe. I suoi piedi a contatto con la sabbia fredda gli causarono brividi lungo la schiena. Era una bella sensazione.

- JunSu Hyung!!! Sbrigati!! – lo chiamò il fratellino più grande

- arrivo! – esclamò con una strana allegria che in quel momento lo aveva colto.

- vediamo chi arriva prima dai!! – esclamò il più piccolo cominciando a correre in direzione della riva

Dapprima JunSu si limitò a fissarli divertito.
Poi, qualcosa nel suo animo si mosse. Qualcosa che non aveva mai provato fuoriuscii ed esplose come una bomba.
In quell’istante, provò una gioia strana, inspiegabile. Sentì i suoi piedi muoversi da soli, sentendo i richiami dei due fratelli.
E senza rendersene conto, sorrise, mettendosi a correre, senza nemmeno capirne il motivo.

- NON MI FARO’ BATTERE DA VOI!! – urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e muovendosi a raggiungere gli altri due, già avanti e che ridevano a crepapelle, dandosela a gambe

Ad un tratto, si sentì leggero, senza pensieri.
Gli sembrava di volare, ma in realtà stava solo correndo per acchiappare i fratelli. Lanciò le scarpe in aria, e utilizzò tutte le forze che aveva per raggiungere gli altri.
I bambini, invano cercarono di scappare. Lui, raggiungendoli, prese il minore in braccio, facendolo girare su se stesso, quasi fosse stato un papà con il proprio bambino.
E rideva felice, dicendogli di continuare la ‘giostra’ mentre JunSu, sentiva l’altro dire “Hyung anche io! Anche io!”

- ce ne è per tutti e due!! – sorrise buttandosi per terra sulla sabbia fine

- all’attacco!!! – urlarono i bambini

E ben presto gli furono sopra, cercando di fargli il solletico.
JunSu rideva di cuore ed era felice. Eppur,e quanti avvenimenti erano avvenuti quel giorno.
Lui si stava divertendo, per qualche attimo, dimenticando i suoi problemi. Ma per qualcun altro non era così.
Però se ci pensava, lo attanagliava un ansia insopportabile. Quindi, tanto valeva lasciarsi andare e godersi quel poco che c’era.

- dai Hyung!! Vieni sugli scogli!! -

I due monelli, gli lasciarono un po’ di tregua, alzandosi da terra e rincorrendosi a vicenda. Verso gli scogli che segnavano la fine di quella spiaggia e l’inizio di un'altra.
Il rumore del mare che si infrangeva sulla riva non permetteva di sentire bene.
JunSu si alzò anch’egli, e seguì i due bambini con lo sguardo.

- state attenti!! È pericoloso!! -

Ma non lo avevano nemmeno sentito.
Sospirò, un po’ scocciato. Quei due dovevano fare sempre di testa loro, pesò mentre si avvicinava gli scogli.
Lui però non ci sarebbe mai salito. Li odiava. Ne aveva paura, sin da piccolo ne aveva sempre avuta. La paura di cadere era continuata anche dopo l’adolescenza.
Ecco, se c’era una cosa che odiava di una spiaggia, erano proprio gli scogli.
Con attenzione, cominciò a mettere un piede su una roccia, stando attento ad ogni minimo movimento.
Appoggiò una mano su un altro masso, intento a darsi una bella spinta in avanti.
Ma qualcosa, lo fermò nell’intento.
I suoi occhi, puntati su quello scoglio appuntito, grigio e un po’ consumato dall’acqua, avevano intravisto qualcosa.
Dei segni, non particolarmente vecchi ma risalenti sicuramente a più di un anno addietro.
Erano segni artificiali, fatti da qualcuno.

- metti il tuo nome qui! Così saremo sempre legati! -

-AH! –

Si staccò quasi subito dalla roccia, impaurito. Quel ricordo gli era affiorato nella mente dopo tantissimo tempo.
Il suo cuore per un momento aveva smesso di battere, per poi riprendere, ma piuttosto velocemente.
Fece qualche passo indietro. Eppure, tornò a guardare quei segni, che sembravano sempre più simili a delle scritte


- … -

Quelle scritte, quelle lettere impresse.
Ecco, ora ricordava! Come aveva fatto a dimenticarselo?
Una morsa micidiale lo attanagliò e lo stomaco gli si contorse.
Provò a toccare quelle scritte con un dito, erano fredde, quasi antiche.
Lo lasciarono piuttosto interdetto.
Se ne staccò subito, voltandosi, e facendo qualche passo indietro.
Si sentiva male, avrebbe voluto rimandare tutto, anche l‘anima.
Probabilmente aveva fatto male a venire lì. Quel posto racchiudeva troppi ricordi. Ricordi felici per giunta. E lui non ne voleva, non ne aveva bisogno.
Vedeva il volto di YooChun, sorridergli timidamente mentre si scambiavano un tenero bacio su quella spiaggia. E mentre lui andava a scrivere la lettera “JS” su quella roccia, al posto suo, perché aveva paura.
Com’era possibile che tutto fosse cambiato così?.

- …Y…YooChun… - balbettò

Ma sapeva che lui non c’era. Che non poteva essere lì. Che lo aveva abbandonato a Seoul.
Si strinse su se stesso, s’incurvò, finendo con le ginocchia a terra. Sentiva solo il rumore del mare che esclamava.
Solo il vento che urlava un nome solo alle sue orecchie.

 

 io domani continuerò ad amarti!

 quindi, non avere paura e dormi sereno…perché io ci sarò…

 

quante parole che aveva detto. Parole che aveva pensato davvero. Quante promesse che si erano fatti su quel letto d’amore.

- sono…solo… - disse senza rendersi conto di urlarlo

Molte lacrime venero in seguito, come trasportate dalle onde di quel mare che sembrava piangere con lui.
Non riuscì a trattenersi, era una tristezza che andava oltre la sua volontà.
In quel preciso istante, lo voleva davvero. Voleva vedere YooChun e chiarire. Eppure, si trattava di orgoglio. Ecco cos’era che gli impediva di farlo. Semplicemente il suo orgoglio.

- fratellone?? -

Un esile richiamo lo svegliò

- b..bambini? – disse cercando di sorridere

- perché stai piangendo? – chiesero quasi insieme

- hai la bua? -

- … -

JunSu tentò di asciugarsi le lacrime con la giacca e poi, accarezzo la testa di entrambi, sorridendo

- ..n-no…JunSu Hyung è solo triste… -

- allora andiamo dallo zio YooChun!! Lui ti fa sempre ridere!! -

- … -

- ? -

- …no bambini…zio YooChun non può… -

- eeeh? -

- …dai su…andiamo, si è fatto tardi… -

- uffa!! Volevamo stare ancora un po’!! -

JuSu sorrise ancora. Erano così innocenti e ignari di tutto…

- domani vi porto dalla zia Jung, contenti? -

 


**

 


- pensi di farcela? -

SooHyun guardò YunHo apprensiva.
Erano le otto di sera, pioveva, niente allegria per le strade di Seoul, che di solito era piena di giovani a quell’ora.
Lui si trovava ancora lì, all’ufficio dell’avvocato, in compagnia anche di Jin. YooChun era tornato a casa poco dopo la sentenza di JaeJoong, più morto che vivo mentre la signora Jung che aveva riportato i bambini a JunSu, era tornata a casa con SunMi, fino all’arrivo del marito che l’avrebbe riportata dai figli.
Il moro continuava a guardare fuori dalla finestra, senza interesse. Si sentiva completamente stanco e senza forze.
Sembrava che la condanna di JaeJoong gliele avesse prosciugate tutte.

- …possiamo rimandare a domani se vuoi… - insisté l’avvocato

“tanto avremo altri trent’anni” aveva pensato YunHo dopo quelle parole.

- …no…voglio vederlo… - sospirò alzandolo sguardo

- ma… -

- lui starà peggio di me… - disse convinto, purtroppo, di quello che diceva

- d’accordo… - esclamò infine SooHyun – Jin! -

Il ragazzo scattò in piedi come un razzo.

- dimmi! - rispose

- chiedi di un colloquio con Kim JaeJoong, al carcere… - esclamò – fra mezz’ora… -

- subito! -

E senza pensarci due volte prese in mano il telefono.

Mentre Jin faceva ciò che SooHyun gli aveva chiesto, lei, amaramente, si avvicinò a YunHo e, delicatamente, gli appoggiò una mano sulla spalla.
Lui non si mosse dopo quel gesto. Sospirò e basta. Entrambi, guardarono fuori dalla finestra. La pioggia si era fatta più fitta.

- dunque è finita…? – chiese YunHo

- … -

- …tutto quello che abbiamo fatto…non è valso a nulla… -

SooHyun lo guardò, complice ma allo stesso tempo avversaria

- no….ancora molto può essere fatto… - sospirò cercando di convincerlo

- JaeJoong è stato condannato! – le ricordò YunHo

- si ma…una. condanna ingiusta può cessare se si trova il vero colpevole… -

- forse non c’è un colpevole… - sospirò YunHo – forse Hiro si è solo ucciso, forse…forse è stato tutto un malinteso… -

- … -

- … -

- YunHo? -

- ..mh? -

- …devi essere il primo a credere nella sua innocenza…se non lo credi, è inutile continuare… - esclamò SooHyun con l’intento di smuoverlo

- io so che è innocente! – sbottò lui

- …e allora smettila di piangerti addosso e reagisci! – disse la ragazza – per JaeJoong non è ancora scritta la parola ‘fine’! -

YunHo la guardò, stupito da quelle parole. lei, proprio lei, credeva ancora che qualcosa potesse essere fatto? Dove aveva trovato tutto quel coraggio per sperare, per avere ancora fede?
Lui di fede non ne aveva mai avuta, salvo in alcune occasioni. Probabilmente, Dio ce l’aveva con lui perché lo pregava solo quando gli serviva.
Dio voleva punirlo per la sua mancata fede. Ed aveva ragione.
Era solo uno stupido ragazzino con un sacco di pregiudizi.
Doveva crederci, come SooHyun. Doveva essere il primo a rassicurare JaeJoong.
Doveva farlo per lui, per se stesso, e per la sua fede.


**


Voleva corrergli incontro. Voleva abbracciarlo, voleva baciarlo.
Non gli importava della guardia che continuava a tenerlo d’occhio. Non gli importava niente delle manette ai polsi che orma sembravano essere diventate parte di lui.
Non gli importava nemmeno di essere sentito.
JaeJoong si era precipitato in sala colloqui, tremante, ma desideroso di vedere YunHo.
Quando aveva aperto quella porta, lo aveva trovato lì, seduto, ad attenderlo. Era pallido e stanco, lo si vedeva lontano un miglio.
Non appena era entrato, il moro aveva alzato lo sguardo tristemente ma gli aveva sorriso.
JaeJoong, impaziente, si era seduto al tavolo.
Dopo un’esitazione iniziale, cercò di avvicinarsi il più passibile.

- m-mi manchi! – esclamò allungando la mano verso di lui

- a-anche tu…sempre… - sospirò YunHo prendendogliela dolcemente

JaeJoong mostrò un sorriso, ma YunHo ora non rideva più. Era triste
Restarono in silenzio, senza sapere cosa dirsi.

- ho lasciato…che accadesse… - esclamò all’improvviso il moro

- … -

- avrei dovuto proteggerti e invece… -

- non è colpa tua… - sospirò JaeJoong – è andata così… -

Doveva cercare di far reagire almeno lui. Fargli capire che la vita sarebbe andata avanti lo stesso

- farò tutto ciò che è in mio potere! Anche se questo dovesse costringermi ad uccidere qualcuno! – disse YunHo sempre più cupo ma deciso

- non dire sciocchezze…non ne saresti in grado…sei buono…- lo rimproverò il biondo – e poi…non devi preoccuparti per me…davvero… -

- come faccio secondo te?! -

- …ho un amico…in questo periodo mi ha aiutato molto… - sorrise lievemente JaeJoong

Ma YunHo sembrò non rasserenarsi alla notizia.
Gli strinse forte la mano e JaeJoong a quel tocco sussultò. Era da così tanto tempo che non accadeva.

- per il tempo che rimarrai qui..ti giuro, verrò ogni giorno, ad ogni ora se necessario! – esclamò il moro – sarò sempre qui per te! -

- … -

Ne rimase colpito profondamente. Tuttavia, qualcosa in fondo al cuore gli diceva che così non sarebbe mai potuto funzionare.
Che YunHo non poteva vivere con il suo ricordo.

- …YunHo… -

- mh? -

- vuoi che ti dica la verità? -

- … -

Il ragazzo rimase perplesso, ma aspettò che JaeJoong si decidesse a parlare.

- ….ti…ti chiedo di dimenticare…ogni cosa… -

- …e-eh? – balbettò incerto

Cosa voleva dire?

- cosa intendi? -

JaeJoong alzò lo sguardo e guardò fisso negli occhi YunHo, che non capiva.

- tu sei…così giovane amore mio… - sospirò il biondo – hai il diritto di farti una vita felice…di trovare…qualcuno…che ti possa amare più di me…una ragazza, magari… - disse con una punta di ironia

E mentre pronunciava quelle parole gli venne male. Male al cuore.
Perché nemmeno lui era convinto di ciò che diceva.

- …stai..stai scherzando vero?! – obiettò YunHo – io amo solo te! Io sono felice solo con te! -

- ma io non ci sarò, lo vuoi capire?! -

- … -

- io non potrò esserci..perché sarò qui…e tu non puoi rovinarti la vita solo per aspettarmi… -

Rimasero in silenzio. nuovamente. Entrambi osservavano tutto tranne chi avevano di fronte. Nessuno dei due poteva credere a quelle parole.. ne chi le aveva dette, ne chi le aveva ascoltate.

- non dire sciocchezze… - disse YunHo – non ti lascerò mai andare! Ti aspetterò! -

- dovrai aspettare trent’anni! Lo vuoi capire?! Trent’anni! – lo esortò JaeJoong – trent’anni, passando tutto il tuo tempo a guardare qualcuno dietro le sbarre… -

- tu uscirai da lì…non permetterò che passi la tua vita in quel posto… -

- ma perché non pensi un po’ alla tua di vita? Quella che stai per rovinare, se continui ad amarmi?! -

- TU SEI L’UNICA COSA CHE MI FA VIVERE, JJ! -

- … -

- …io…solo con te mi sento vivo…se ci sei…provo una gioia di vivere infinita…se non ci sei..divento pazzo… - esclamò

E quasi senza volerlo, gli mostrò le mani su cui giacevano, immobili nel tempo, molte cicatrici. Erano i segni della sua pazzia senza di lui.

- e tu, JJ? Tu come ti senti lontano da me? -

- … -

- … -

Già. Cosa doveva rispondergli ora? qual’era la risposta giusta a dare?
Cosa doveva dirgli? Quello che provava o quello che voleva che lui facesse?

- …io…ho avuto parecchi dubbi in questo periodo… -

E il suo pensiero andò a ChangMin, inevitabilmente

- non mi hai risposto JJ… -

- … -

- … -

- …s-senza di te… - cominciò incerto

Non doveva lasciarsi andare con i sentimenti. Non doveva.
Doveva far capire a YunHo ch così non andava bene eppure…

- …senza di te…mi manca il respiro… - disse con voce flebile – senza di te…soffoco…e ho paura… -

- … -

- … -

- io ci sarò JJ, qualunque cosa accadrà in futuro…lotterò per te finché avrò forze…. – sospirò YunHo

- …sei uno sciocco… - sbuffò JaeJoong

- …voglio vivere insieme a te…voglio invecchiare insieme a te, arrivare al crepuscolo dei miei giorni con te accanto… -

- …non dirlo…te ne prego… - singhiozzò JaeJoong all’improvviso

- non devi avere paura…questa è la vita che ho scelto! E non me ne pentirò mai… -

- … -

- … -

- ti amo tanto YunHo…tan-to… -

Il moro sorrise lievemente a quella piccola dichiarazione. JaeJoong piangeva in silenzio ma tutto ciò che poteva fare era stringergli forte la mano.
Solo quello gli era concesso.
Ma al oro bastava.
In tutti quegli anni, dal giorno in cui si conobbero su quel cortile dell’ Università, ancora non sapendo quali erano i veri problemi della vita, avevano capito che le cose semplici erano molto più importanti di qualunque altra cosa.

 

 

**

Il giorno dopo

**

 

 

DIN DOOON DIN DOOON

- … -

DINDOON DINDOON

- …arrivo, un momento! -

La signora Jung, aprì la porta d’ingresso con una certa fretta, per paura che la sua torta di mele potesse bruciarsi nel forno, se non avesse fatto in tempo.

- ZIA JUUUNG!!! -

- e-eh? -

Sul pianerottolo, JunSu, con i due fratelli, la spaventarono non poco, specialmente i due bambini, che le saltarono subito addosso, felici di vederla.
Il ragazzo sembrava un po’ mortificato.

- buongiorno signora… -sorrise lievemente

- b-buongiorno a te JunSu! Che succede? - chiese

- …sono venuto a chiederle se mi può tener i bambini…per un po’.. -

La donna i rimase un po’ di stucco. Mentre i bimbi le si arrampicavano sul grembiule.

- c-certo, nessun problema! Da me sono sempre i benvenuti!! – sorrise nervosa

- grazie infinite! – s’inchinò JunSu

- non…vuoi entrare caro? Ti offro una fetta di torta! -

- …no grazie…ho un paio di cose da fare… - rifiutò il ragazzo

- uhm… - sospirò la signora Jung

Poi, con fare piuttosto autoritario, si mise ad urlare al piano di sopra.

- YUNHO! SCENDI UN MOMENTO! -

- YunHo..è qui? – chiese JunSu

La donna non fece in tempo a rispondere, che il moro era già giù, dopo aver saltato tutti e tre i gradini finali con un balzo, ed essersi precipitato alla porta, effettivamente sorpreso di trovarsi proprio JunSu davanti.

- JunSu! - esclamò

- …c-ciao… -

- va bene bimbi…venite con la zia Jung adesso.. . –sorrise la madre sentendosi di troppo, seguita a ruota dai due fratellini

Fu così che rimasero soli. Imbarazzati, a dire il vero.

- come…come stai? – domandò YunHo rompendo il ghiaccio

- ..b-bene! Me la cavo… - spiegò JunSu – mi troverò un lavoro prossimamente… -

- capisco… -

- già… -

- ah..grazie per essere venuto ieri…non ne avevi motivo in fondo.. - -sorrise YunHo lievemente

JunSu però si rattristò a quelle parole

- non dirlo! Avevo tutti i motivi del mondo! JaeJoong è mio amico! Ed inoltre volevo… -

- vedere anche YooChun, dico bene? -

- … -

- …JunSu lui… -

- per favore, YunHo, non tocchiamo quest’argomento…non ne ho voglia… -

- …come vuoi… - sospirò il moro

- …comunque…ora devo andare. Sono passato solo per le due pesti! -

 - si capisco! Anche io dovrei andare da SooHyun oggi… - spiegò

- ah si? -

- noi combattiamo ancora! – esclamò YunHo deciso

- fate bene… -

- … -

JunSu fece dietro front intento ad andarsene. Ma sul più bello, si fermò, sembrando ripensarci.

- …ah, YunHo! – lo chiamò

- si? -

- ..per quello che potrà valere…io non sono ancora fuori dalla partita… -

- ? -

- farò un ultima cosa per JaeJoong… -

Detto questo, senza lasciare che YunHo replicasse o gli chiedesse spiegazioni, se ne andò, salendo sul taxi che lo aveva aspettato fuori, in strada e che l’avrebbe condotto chissà dove.

 

**

 

- dunque…qualcuno di voi ha un’idea? -

SooHyun squadrò i tre ragazzi da cima a fondo.
YunHo, YooChun e Jin si sentivano un po’ al centro dell’attenzione in quel momento. Sembrava di essere in una sala interrogatori, invece si trovavano solo dentro l’ufficio dell’avvocato, che passeggiava avanti ed indietro in cerca di chissà quale risposta.
Solo dopo un po’ Jin alzò la mano.

- dimmi Jin… -sospirò lei

- perché non entriamo nel carcere, lo rapiamo e lo portiamo in Russia dove nessuno potrà trovarlo? - propose

SooHyun sospirò ancora più sconcertata

- bocciata… - disse infine - …anche se l’idea di base era buona… -

Il più incredulo era YunHo, che non riusciva a credere a ciò che l’avvocato aveva detto.

- potremmo…chiedere nuovamente un mandato… disse YooChun non propriamente in vena

- ce l’hanno rifiutato quando JaeJoong non era condannato…figuriamoci adesso… - scosse la testa SooHyun

- uhm… - sospirò YooChun

- YunHo tu non dici nulla? -

- … -

- YunHo! -

- eh?! -

Il ragazzo era così assorto nei suoi pensieri, che non si era nemmeno accorto del richiamo di SooHyun. Era preoccupato per le parole di JunSu, quella mattina.

- ci stavamo chiedendo se hai qualche idea! – ripeté la ragazza

- …no..almeno non qualcosa che sia legale… - sbottò

- ah perfetto! – sospirò lei

- e se provassimo a far parlare Takuya? – propose ancora Jin

- in effetti, ho proprio voglia di spaccargli la faccia a quel piccolo …-

- BOCCIATA!! – li zittì SooHyun – senza contare che non parlerà mai, sa da che parte stiamo e non credo sia stupido! -

- beh, se fino ad ora ha detto balle e nessuno tranne noi se ne è accorto , stupido di certo non è… - annuì YooChun

- allora, cerchiamo di far funzionare il cervello per l’amor del cielo!! - propose l’avvocato esasperata

- basta non fare niente di stupido… -

 


**

 

- ok…uno…due…TREEE! -

Con un abile mossa, anche se con un inizio un po’ goffo, JunSu riuscì a balzare sul muro di quella grande casa.
Si era guardato bene intorno prima di compiere quel gesto e adesso, stava cercando un appiglio per scendere senza farsi male.
Con la coda dell’occhio guardava l’abitazione con curiosità. Le finestre erano aperte come l’ultima volta e, non pareva esserci nessuno dentro. La Mercedes nera di Takuya non c’era sul piazzale.
Ormai era quasi mezzogiorno. Probabilmente, pensava, sarebbe rientrato per pranzare. Doveva fare presto.
Trovò un punto del muro molto vicino ad un grande albero, che aveva l ‘aria di poter resistere la suo peso.
Gli si avvicinò pian piano, stando attento a non cadere, per poi, montare su uno dei rami più spessi e grossi.
Fece un po’ di fatica a scendere e si graffiò più volte le braccia nel tentativo.
Una volta con i piedi per terra, cercando di non dare nell’occhio, si avvicinò alla casa ulteriormente, guardandosi le spalle. Aveva il cuore in gola e per un attimo si era maledetto di averlo fatto. Non era un tipo così audace e quel gesto non era da lui.
Eppure, aveva pensato, magari avrebbe potuto essere utile, almeno una volta ai suoi amici.
Con questa convinzione, percorse tutto il giardino e arrivò ad una delle finestre. Era quella della cucina. Per fortuna, era piuttosto atletico e per lui, saltare su di essa ed intrufolarsi dentro casa, non era un grosso problema.
Dentro, regnava il silenzio più assoluto era una cucina piuttosto ordinata e vi erano pochi, essenziali mobili. A JunSu venne male pensando che probabilmente avrebbe dovuto controllare dappertutto, e in una villetta come quella, ci sarebbero volute ore.
Ma lui, non aveva ore, solo, probabilmente, nemmeno una mezz’ora.

- allora JunSu..stai calmo.. – si diceva sentendosi già sudare - …se tu fossi uno squilibrato, dome metteresti le prove di un omicidio? -


Facile dirlo che pensarlo.
Si guardò attorno ma niente poteva sembrare un possibile nascondiglio. In effetti, in quella cucina così ordinata e con così pochi attrezzi, era impensabile nascondere qualcosa.

- ok, probabilmente in cucina no… - esclamò cambiando stanza

Si mise ad aprire scaffali, piccoli mobili seminascosti, a guardare sotto i tappeti in caso ci fossero state botole, ma niente. Era un normalissimo salotto costoso senza particolarità ne niente di irrilevante.
JunSu continuava a guardare l’orologio in ansia e ogni tanto lanciava sguardi fuori dalla finestra.
Aveva più paura ogni secondo che passava.
Senza impegnarsi troppo, salì al piano superiore con una certa fretta.
L’aria circolava incredibilmente in quella casa, ed era strano che nessuna porta avesse ancora sbattuto.
Entrò nel bagno, ma lo escluse subito oltre al lavandino, wc e vasca, non c’era nient’altro. Solo un mobiletto che conteneva profumi.
Nello sgabuzzino c’erano solo vestiti e soprabiti. Niente rientranze o porte nascoste.
C’erano altre tre, quattro stanze e lui ne beccò una a caso.
Era una camera da letto. Quella di Takuya a quanto pare. Sopra il materasso del matrimoniale, vi erano appoggiate alcune giacche lussuose e sopra il comodino c’erano una lampadina, un telefono e una boccetta di profumo da uomo.
JunSu si guardò intorno. Senza pensarci un secondo di più, prese in mano il cellulare e andò alla finestra. Da lì, si vedeva bene l’entrata della casa, cancello e il piccolo viale.
Posizionò il cellulare e scattò una foto. La guardò per qualche attimo, per vedere se era venuta bene. Soddisfatto, andò alla rubrica e cominciò a fogliare i numeri di telefono. Si fermò a quello di YooChun. Ci pensò un attimo ma poi, proseguì e si trovò quello di YunHo. Ci cliccò e inviò il messaggio con la foto, speranzoso che la ricevesse in tempo reale.
Poi, già più tranquillo, cominciò a guadare sotto il letto, e sui cassetti del comodino. Niente.
Pulito. Cominciava a pensare che probabilmente, Takuya era oslo una persona un po’ stramba ma senza problemi mentali che lo spingesse all’omicidio.
Stava per andarsene, quando decise di fare un'altra foto alla stanza, questa volta. La fece e la inviò sempre a YunHo.
Era tutto pronto, quando si accorse di essersi dimenticato di guardare nel grande e armadio bianco appoggiato alla parete di fianco al letto.
Doveva fare presto, pensò.
Lo aprì con cautela, ma ne rimase illuso ancora una volta. Solo vestiti. Provò a spostarne qualcuno ma nulla. Tuttavia, i suoi occhi caddero in basso, su una piccola mensolina che faceva parte dell’armadio. Lì c’era un panno, e sotto di esso, sembrava che ci fossero delle scarpe.
Lo alzò quasi distrattamente, come sapendo di non trovarci nulla.

Ma quando prese fra le mani quel panno, quasi perfettamente pulito, non poté credere a ciò che vide, in un primo momento.
Quelle scarpe, bianche, da ginnastica, erano sporche. C’erano delle piccole macchie un po’ dappertutto e in particolare sulla punta. JunSu, con il cuore in gola, ne prese una e ,a mise alla luce per vedere meglio.
Era sangue.
Il suo cuore prese a battere all’impazzata, come incitato da qualcosa. Ad un tratto gli tremarono le mani e fece cadere la scarpa a terra, con un piccolo tonfo.

- oddio… - balbettò -…ok JunSu, non…su calmati… - si disse per tranquillizzarsi

E nuovamente, il cellulare fu pronto a fotografare.
Una volta fatta ed inviata la foto, JunSu pensò subito che potesse bastare. Non aveva già raccolto prove a sufficienza? Probabilmente però, si era reso conto che un paio di scarpe non serviva a nulla.
Allora, armato di più convinzioni, continuò a rovistare. C’era una scatola di cartone, seminascosta, proprio accanto a dove aveva trovato le scarpe. C’erano indumenti e per di più erano sporchi. E quello sporco era lo stesso, era semplicemente sangue.
Gli venne un nodo allo stomaco, ma scattò comunque la foto. Tutto poteva essere utile, lui poteva essere utile.

- con questo, JaeJoong potrebbe avere speranze… - disse – ecco…così… -

Si puntò la telecamera verso di lui, cercando di non far vedere la propria faccia. Voleva puntare a ciò che c’era dietro di lui, in modo che, se fosse venuta la polizia, avrebbero saputo dove guardare.

Ecco fatto. Ormai poteva definirsi soddisfatto. E per di più, tra gli indumenti, aveva trovato una macchina fotografica, probabilmente vecchia di qualche anno.
Sentiva le gocce di sudore cedergli dalla fronte, ma era in un certo senso felice.
C’erano stati grandi passi in avanti quel giorno.
E JaeJoong forse avrebbe avuto una possibilità.
Per una volta, pensò, era riuscito ad essere utile per qualcuno.

- fiuuuu..a-adesso…è meglio uscire da qui … -


- sempre se ci riuscirai, moccioso… -

- e-eh?! -


Ad un tratto, si sentì improvvisamente strano.
Aveva sentito una voce si era girato bruscamente all’indietro. Era riuscito a vedere solo la sagoma di qualcuno, di un ragazzo.
Po, la vista gli si offuscò improvvisante, sentì uno braccio cingergli il collo e un panno venirgli messo in faccia, cioprendogli il naso e bocca.
Aveva tentato di parlare, di gidare, ma nulla. Si sentì stanco all’improvviso.
Il cellulare gli cadde di mano e da quel momento, non sentì più nulla.

 


**

 

- YunHo…tutto bene? – chiese YooChun all’improvviso

Il moro si voltò verso l’amico, un po’ preoccupato. Avevano appena mangiato in ufficio di SooHyun ed erano usciti a prendere una boccata d’aria, un po’ stanchi.
Tuttavia, era da quando erano usciti che YunHo non aveva più parlato, pensieroso, nonostante YooChun cercasse di iniziare un discorso serio.

- …si…bene… - sospirò incerto

In verità, non era ‘bene’ per niente.

- c’è qualcosa che non va? – chiese ancora

- molte cose YooChun…ma tanto le sai già… -sorrise ironico il ragazzo

- no, se fosse per JJ non saresti così ‘tranquillo’ – sbottò l’amico un po’ offeso

- … -

In effetti, il suo problema non era JaeJoong in quel momento. Il suo problema si chiamava JunSu.
Non riusciva a togliersi dalla testa le parole che gli aveva detto quella mattina, chiedendosi se fosse stato il caso di informare anche YooChun.

- e va bene te lo dico… - esclamò infine rassegnandosi all’idea di spifferare ogni cosa

- ti ascolto… -

- stamattina, a casa di mia madre è passato JunSu… -

- c-cosa??! -

YooChun non credette alle proprie orecchie. Si fermò in mezzo al marciapiede, con un’espressione quasi da idiota.

- e quando pensavi di dirmelo??! -

- in effetti, non lo pensavo! – sorrise YunHo leggermente mortificato – ha solo lasciato i bambini a mia madre! -

- che ti ha detto? – domandò YooChun speranzoso

YunHo sapeva a quanto ci teneva.

- …beh, niente di che… - cercò di deviare

- …mi vuole parlare? -

- ..b-beh… -

- …? -

- … -

- aloha sei in casa??!!! -

- è...è ancora arrabbiato! – rispose infine facendosi sempre più piccolo

- …ah… - sospirò YooChun incupendosi

- dai…vedrai che prima o poi ti chiama… - cercò di sorridere YunHo

- …si… - annuì

Ma non sembrava per niente convinto.

 


**

 


- uhm… -

La luce del giorno era sempre più accecante.
Aveva un mal di testa insopportabile e sentiva che tra poco avrebbe dato di stomaco. Tentò di aprire gli occhi, ma quando ci riuscì non vide nulla. Era tutto offuscato. Avrebbe voluto massaggiarsi gli occhi, ma quando provò a muovere il braccio, si accorse che quello, nonostante gli sforzi non rispondeva. Anzi, nemmeno l’altro, a dire il vero.
Sapeva di trovarsi steso su un letto o un divano, a giudicare dalla morbidezza e dal fatto che non aveva le ossa rotte.
Tentò di alzarsi, ma gli facevano male i muscoli da ogni parte. Anche solo sollevarsi, sembrava costagli fatica. Ben presto si accorse di avere i polsi legati dietro la schiena.

- ..m…ma d…dove?... – cercò di dire mettendo a fuoco quella stanza

- vedo che ti sei svegliato… -

Si voltò di scatto verso la sua destra.
Seduto su una sedia occasionalmente posta di fianco al letto, Aoyama takuya si divertiva ad osservarlo, gustandosi la scena dalla sua comoda postazione.
JunSu non capì subito, poi ogni cosa gli fu chiara.
Lui era arrivato e l’aveva colto di sorpresa.

- …t-tu sei… - cominciò a dire perplesso

- …sai chi sono…no? – sorrise ironico takuya

- … -

- dovrei chiamare la polizia, ti sei intrufolato in casa mia e hai sbirciato senza permesso.. . - disse

- …d-di la verità…sei stato tu vero? - chiese JunSu cercando di arrivare al sodo

- eh…a fare cosa? -

- ….ad…uccidere Hiro… -

- cosa te lo fa credere? -sbuffò il ragazzo divertito

JunSu sorrise

- q-quando la polizia di catturerà..JJ sarà libero! -

- eheheheh… - rise Takuya – quel moccioso si meritava solo di finire dentro! -

- perché?! Che ti ha fatto?! -

- … -

JunSu sapeva di aver colto nel segno. Takuya sembrava essersi innervosito a quelle parole.

- ..non…non ne avevi il motivo…lui nemmeno ti conosceva! –

- … -

- era per Hiro? –

- ragazzino, tu parli troppo per i miei gusti… - sbuffò ad un tratto

- non è che per caso centrava il suo rapporto con lui? – chiese

- … -

Si guardarono negli occhi per qualche istante. Poi Takuya sospirò pesantemente e si alzò lentamente dalla sedia.

- ..a che ti serve saperlo? - chiese - tanto, morirai tra poco! – sorrise come fosse stata la cosa più ovvia del mondo

JunSu aveva paura, molta paura. Però, oramai era solo questione di tempo.
Si accorse che il giovane gli si era avvicinato, sedendosi nuovamente, ma sul letto, accanto a lui.

- …anche se è un peccato ammazzarti…in fondo sei carino… -

- stammi lontano! – sbottò JunSu cercando di allontanarsi invano

- mi divertirei un po’ con te se avessi tempo…ma no ne ho purtroppo… sai, ho una riunione importante… -

- …maledetto bast… -

Ma JunSu on riuscì a dire altro, perché Takuya lo colpì con un pugno in pieno stomaco, facendolo sussultare non poco.

- uh… - sospirò JunSu tremando dal male

- sai che cos’è questa? – chiese Takuya

JunSu, ancora sottoshock, gli guardò la mano che in quel momento aveva preso qualcosa dal comodino di fianco, mostrandogliela.

- ..ma..q-quella è… - balbettò spaventato

- eheheh…una siringa, già… -

La vedeva luccicare sotto i suoi occhi, pena di un liquido trasparente.

- che..che vuoi fare?! -

- è piena di un farmaco che di solito si utilizza nei malati mentali…una sola iniezione ti paralizza per un paio d’ore…bello no? -

- … -

- e la cosa più divertente è che morirai vedendo ogni cosa…e pregando fini all’ultimo per essere salvato… -

- a-aspetta…! -

- non ti addormenterai..rimarrai cosciente fino alla fine… -

- …e-ehi…asp… -

- adesso, goditi lo spettacolo…moccioso… -

- n-no… -

E fu in quel momento ,che sentì un dolore allucinante invaderli tutto il braccio.
E non pensò più a nulla e a nessuno, sentendosi fremere in un attimo, come colpito da un fulmine durante una tempesta.

 


**

 


Biririririri biriririririri biriririririri biriririririri

- … -

Biririririri biriririririri biriririririri biriririririri

- … -

Biririririri biriririririri biriririririri biriririririri

- …far smettere quel cellulare, no? – sbottò SooHyun quasi offesa – stiamo lavorando qui! -

YunHo alzò gli occhi al cielo, chiedendo scusa con un gesto.
SooHyun tornò alle sue carte mentre Jin e YooChun cercavano senza sosta chissà cosa, su internet, visibilmente stanchi.
Il moro, prese il cellulare dai pantaloni, che stava ancora vibrando dopo quattro volte.
Dovevano essergli arrivati dei messaggi e lui non se ne era accorto.
Guardò lo schermo e lesse il mittente.

- …JunSu? – esclamò ad alta voce

YooChun alzò lo sguardo dal computer

- … -

Vide che c’erano 5 messaggi non letti che risalivano a quasi tre ore prima.
Ne aprì uno e subito vi rimase perplesso.
Ne aprì un altro, e fu ancora più confuso di prima. Ne partì un terzo. E lì, fece cadere con un tonfo assordante, la penna ce stava utilizzando per scrivere.

- ma…c-cosa?! – balbettò alzandosi di scatto

- che succede?! – chiese SooHyun

- J-JunSu mi ha inviato dei messaggi con foto! - spiegò

- cosa?! –

Subito, YooChun si precipitò da lui, curioso
Li guardarono insieme perplessi.

- oh mio dio!! – barcollò Yoohun

A quel punto, anche SooHyun si rivolse e andò dai due ragazzi mollando il proprio lavoro

- che significano queste foto?! - sbottò l’avvocato

- … -

- q-questa…è la casa di Takuya!! La riconosco benissimo dal cancello!! – esclamò YunHo

- eeeh?! -

Si guardarono tutti e tre perplessi

- YunHo dammi il cellulare! - esclamò SooHyun agitata – Jin, collegalo al computer! -

- subito signora! – sorrise il giovane eseguendo l’rodine

Attaccarono il cellulare al computer con un cavetto speciale e caricarono le immagini sullo schermo, il tutto in pochissimi minuti.
Una volta caricate, le guardarono una ad una.

- bella casa! – sorrise jin scorrendole

- YunHo, che ci fa JunSu a casa di quello lì?! – chiese YooChun

- e io che ne so!! – si discolpò lui – stamattina ha detto cose strane! -

- eh?! -

- ha detto che non era ancora fuori dalla partita, e che avrebbe aiutato JJ…che ne sapevo io!!! -

- porca miseriaccia!! -

- m-mi dispiace! Se avessi saputo lo avrei fermato! –

YooChun sembrava a dir poco arrabbiato

- YooChun credimi, mi dispiace!! –

- calmatevi voi due! – ordinò SooHyun – guardate qui, piuttosto! -

Osservarono ogni immagine, anche quelle delle scarpe e degli indumenti sporchi.

- indubbiamente è sangue… - disse Jin allargando l’immagine

- … -

- a quanto pare il vostro amico ha colto nel segno! – sorrise SooHyun

- cambia immagine! – li incitò YooChun

C’era quella che JunSu si era fatto da dietro.
La guardarono a lungo, osservandola bene. Ma sembrava una innocua immagine.

- vuole farci vedere dove si trovano le prove… - spiegò SooHyun

Ma YunHo non era sicuro.

- ehi Jin… - disse

- mh? -

- prova…prova ad ingrandire qui… - esclamò indicando un punto della foto dove c’era uno specchio

- ok, ci provo… -

Un leggero clic del mouse e una zoomata, bastarono a far venire i brividi a tutti e quattro i presenti.
C’era uno specchio, che probabilmente si trovava proprio dalla parte opposta alla porta i quella stanza. E, da quello specchio, si vedeva il riflesso di qualcuno, che attendeva, dietro la porta aperta a metà. Sembrava un ragazzo.
E sembrava anche troppo familiare.

- T-Takuya?! - esclamò YunHo quasi sovrappensiero

- … -

- … -

Rimasero tutti in silenzio, per alcuni attimi. Ancora nessuno poteva crederci.

- ..J…JunSu… - balbettò YooChun cominciando a preoccuparsi – l-lui…lui è in pericolo!! - esclamò

- chiamo subito la polizia! - saltò su SooHyun -Jin, stampami quelle foto alla svelta! -

- due minuti e sono da te! - disse Ji già pronto

- YunHo, YooChun, noi tre andremo dai magistrati SUBITO! – continuò SooHyun

- va bene! – obbedì YunHo

- N-No! -

Entrambi si voltarono verso YooChun.

- i-io non posso! Io devo andare da JunSu! - obiettò

- no! Se quel tipo è armato farai una brutta fine! – spiegò SooHyun

- e JunSu?! E lui allora?! - esclamò cominciando ad agitarsi

- aah insomma!! – sbottò YunHo bloccandolo - cerca i controllarti!! -

- c-controllarmi?! S-stiamo parlando di JunSu!! -

- lo so!! Ed è per questo che andremo dalla polizia adesso!! - spiegò – se vai lì da solo, metteresti in pericolo sia te che lui!! -

Nel frattempo, SooHyun aveva preso il proprio cellulare e aveva effettuato una chiamata.

- pronto, sono l’avvocato Kim SooHyun, mi passi subito il comandante della polizia!! - esclamò non appena risposero

- il comandante è impegnato, avvocato, riprovi più tardi! -

- tardi un corno!! È importante!! -

- avvocato…proprio non può… -

- ME LO PASSI ACCIDENTI A LEI!! -

- ….aspetti un secondo -

Attese impaziente, finché non arrivò un uomo alla cornetta

- avvocato, che succede?  – chiese egli

- bisogna assolutamente mandare degli uomini a casa di Aoyama Takuya! – spiegò lei

- che?! Cos…avvocato, ancora con questa storia?! -

- UN RAGAZZO E’ IN PERICOLO MALEDIZIONE!!! -

- cosa?! -

- tra cinque minuti sarò lì da voi, servono uomini e un mandato, ha capito?! - sbottò SooHyun

- ma… -

- ha già condannato un innocente oggi, non vorrete avere sulla coscienza anche un omicidio!!! -

E interruppe la chiamata in fretta e furia.
Agitata, prese le proprie cose, sistemandole a malo modo in borsa.

- YooChun non c’è tempo per fare gli eroi! – disse poi – se tardiamo ancora sarà troppo tardi!! -

- … -

 


**

 


- gioca gioca una bambina… -

- … -

- gioca gioca con la pallina… -

- … -

- gioca gioca finché è stanca… -

- … -

- …eheheh…non è emozionante? -

JunSu era adagiato sulla vasca da bagno. L’acqua sgorgava lentamente. Era fredda come il ghiaccio ma lui non provava nulla..
Non riusciva a muovere un muscolo, era completamente paralizzato. Riusciva solo a roteare gli occhi a destra e a sinistra, ma con molta fatica.
Sul bordo della vasca, che giocava con l’acqua che usciva, Takuya rideva e canticchiava allegro. aveva un espressione così terribilmente divertita, che JunSu non poteva fare a meno di avere paura.
Lo seguiva con gli occhi, in ogni movimento che faceva. JunSu sentiva l’acqua che saliva sempre di più, bagnandolo tutto. Alzando lo sguardo, aveva visto il condotto secondario dove l’acqua sarebbe filtrata, ma era troppo in alto e lui era adagiato troppo in basso.
Cercò di alzarsi almeno di qualche millimetro ma niente. Non aveva forze.

- è inutile che ci provi…non ci riuscirai… - sorrise Takuya

- … -

- vedi, in fondo è solo colpa tua, moccicoso! – disse - se tu te ne fossi stato buono, io non avrei avuto seccature, tu non saresti morto e… -

Gli si avvicinò ancora, schizzandolo con l’acqua che nel frattempo stava raggiungendo il torace.

- …e il tuo amato non avrebbe subito questo dolore atroce… -

- … -

Già YooChun.
Oh, quanto si sentiva stupido, quanto? Era stato solo un idiota, non aveva capito nulla di lui. Solo ora se ne era accorto.
Avrebbe dovuto parlargli, era stato un ingrato ed egoista.
Tentò di parlare, ma non ci riuscì.

- …non agitarti…tra un paio di minuti morirai… e quando tornerò…ti porterò altrove… -

- … -

- è un peccato…eri arrivato fino a qui…e non è servito a nulla… - sorrise

Ma poi, guardò gli occhi di JunSu. Erano impauriti, ma allo stesso tempo, sembrava stessero ridendo, prendendosi gioco di lui.
Takuya si fermò per qualche attimo.

- …aspetta… -disse - …tu…non dirmi che col cellulare di prima hai… - balbettò

- … -

JunSu non poteva risponder,e ma bastò il suo sguardo per una conferma.
Takuya, sembrò sobbalzare, preoccupandosi ad un tratto.

- MALEDIZIONE!! - urlò – maledizione!!! -

JunSu si sentiva in un certo senso felice del suo piccolo successo personale.

- muori, piccolo bastardo!!! - esclamò Takuya

Aprì l’acqua del tutto.
Con quasi violenza, andò a riempire ancora di più la vasca.
Takuya si alzò dal bordo e cominciò a camminare avanti e indietro, un po’ agitato.
JunSu ormai era al limite.
 Tra poco l’acqua avrebbe raggiunto la testa e per lui, non ci sarebbe stato più nulla da fare.
Takuya, arrabbiato, lo spinse ancora più in fondo con violenza, tirandogli un pugno nuovamente allo stomaco.

- m-muori!! Muori!! - urlava

 

Embracing, how much of my strength do you still have?



L’acqua ormai lo aveva raggiunto. Ed essendo paralizzato, non era riuscito a trattenere il respiro a dovere. I suoi occhi, aperti, tendevano al cielo tutti i suoi ultimi pensieri.
Vide Takuya, che si era allontanato di fretta dalla vasca, probabilmente andandosene.
Non galleggiava nemmeno, si sentiva pesante. In quel mentre, il suo mondo si sommerse e i suoi occhi incontrarono l’acqua calda che li faceva bruciare.
Era tutto un fremito e ripensava a molte cose.
Ripensava alle ultime cose che aveva detto a YooChun e ai suoi amici. L’unica cosa che voleva era quella di poterlo vedere ancora una volta…una sola.
Ma sapeva che ormai era finita. La sua mente si stava svuotando, ormai l’acqua entrava nei polmoni e la sentiva distintamente.
Però, era contento infondo.
Con quel gesto, JaeJoong sarebbe tornato libero.
E lui…beh, lui si sarebbe sentito, per la prima volta, meno codardo.
E YooChun sarebbe stato fiero di lui

 

We made a promise that we’ll smile till the end
You certainly know, my heart had already collapsed because of the damage you made

 

- salve, sono Aoyama Takuya!, voglio un aereo per New York al più presto!! -

Takuya, in fretta e furia, stava sistemando la propria valigia, mettendoci dentro vestiti un po’ alla rinfusa, agitato più che mai.

- nono, idiota! Lo voglio ora, subito!! – esclamò adirato – si va bene tra venti minuti accidenti! -

 

Those uncaring eyes, is like the tide of love drawing back
Why couldn’t I have realized this sooner?

 

Spense il telefono e cominciò a mettersi la giacca e a far sparire la siringa usata per JunSu, nascondendola sotto il letto.
Guardò la porta del bagno preoccupato, ma ormai non gli importava più nulla.
Quel ragazzino era morto ormai.
Prese la valigetta, chiuse la finestra della stanza e fece per uscire.

 

Back then, we went through so many obstacles

 


- FERMO Lì, POLIZIA!! -

- e-eh?! -

Ma era tardi orai per scappare.
Takuya aveva le spalle al muro.
SooHyun e JooChun arrivarono, con una decina di poliziotti armati.
Oramai era tutto finito.

 

We stand with happiness around us, yet feel not a single touch of comfort

 

- Aoyama Takuya, siete In arresto per l’omicidio di Takahashi Hiro! – aveva esclamato SooHyun quasi solennemente

- n-No FERMI!! – urlò Takuya dimenandosi dai poliziotti che nel frattempo lo avevano preso, colto alla sprovvista

Gli altri, stavano rovistando in giro.

- dov’è JunSu?! – intervenne YooChun – DOV’è?!! -

- eheheh…è bello e andato ormai!! eheheheh -

- C-COSA?! -

- Portatelo via subito!! – ordinò SooHyun

 

Love, can actually be something so costly

 

- JUNSU!! – urlò YooChun con tutto se stesso

Senza pensarci, senza decidere nulla, la prima cosa che fece fu quella di controllare proprio nel bagno.
E lì lo trovò,come immerso in una tomba d’acqua.

- aah! – urlò SooHyun sconvolta

- JUNSUU!! -

 

I don’t know how to explain it, but the both of us have become so real
It’s like they say, you learn from your pain


- ch..chiamate un’ambulanza subito!! – urlò SooHyun

- JunSu, JunSu!!! -

L’aveva tirato fuori dall’acqua, adagiandolo su di lui, bagnandosi a sua volta. Era pallido, era lontano.
Neil suo volto non vedeva più alcuna luce.

- JUNSU!! JUNSU TI PREGO!! -

Niente. Non sentiva nulla. Le sue labbra un tempo rosee erano diventate violacee. La sua pelle ora era bianca come l’inverno del loro primo incontro.
Quegli occhi, che avevano sempre sorriso, ora erano chiusi.

- J-JUNSUU!-
 

A lost love is the only reality
Who is willing to hear me out?

 

- t-ti prego…ti prego..non andartene… -

Le lacrime ormai non si contavano più. Lo guardava morire, e non poteva farci nulla. Sembrava un incubo terribile.
Il caos, il disordine erano nella sua mente. Lo stringeva forte su di lui, sul suo petto, come faceva sempre.
Perché proprio lui, gentile e dolce? Perché non c’era stato YooChun al suo posto? Perché era tutto così maledettamente ingiusto?
Cos’era meglio a quel punto?
Perdere o lasciare?

 

My breath is dying down, tears are mocking my foolishness
My heart has no energy left to turn back…

 

- …coff…coff… -

Sentì qualcuno tossire.
Abbassò lo sguardo.
No,non poteva crederci. Due occhi si stavano aprendo leggermente, spaesati.
Un fremito era corso lungo la sua schiena in quel preciso istante.

- e-eh?! -

Quegli occhi gli stavano ancora sorridendo.

- J…JUNSU!! -

- … -

 

 

My heartbreaking cries, my longings till the end
It was then did I know that only pain was left

 

Non riusciva a muoversi, il paralizzante era ancora in circolo. Aveva aperto la bocca, ma non gli uscivano suoni.
JunSu lo guardò come fosse stata la prima volta. Era ancora lì, per lui.
E non lo avrebbe mai più lasciato andare.

- perdonami JunSu!! Perdonami!!! – gli sussurrava dolcemente, coccolandolo

- … -

Non poteva rispondergli.
Ma se ne fosse stato capace, gli avrebbe detto “ti amo”.

- non ti lascerò mai più, mai più!! – esclamò YooChun piangendo

Infine non nera morto? e Takuya era stato catturato?
Quante domande si stava ponendo in quel momento.
Ma poco gli importava ora. Adesso, voleva solo un letto caldo, un buon riposo e il suo YooChun accanto.

 

 

From that time till forever, still I only
Believe that this love belongs to me; you are here to protect my love

The love of a lifetime…

 


**

**

**

 

 

- la prego di scusarmi infinitamente, avvocato! -

Sia il magistrato che il giudice, s’inchinarono rispettosamente verso SooHyun, leggermente imbarazzata
I giornali e la televisione, erano impazziti dopo la cattura del vero e famigerato assassino di Hiro, avvenuta il giorno prima.
Tutti ne erano rimasti colpiti ed indignati allo stesso tempo, per il modo in cui ma magistratura aveva condotto le indagini ,a danni di persone che non centravano nulla.
Quello stesso giorno, si era svolto un veloce processo e Takuya, aveva dovuto confessare tutto.
Non era stato altro che un semplice omicidio per gelosia.

- quel Takuya ci aveva imbrogliati tutti… -

- non preoccupatevi….l’importante è che tutto si sia risolto! - sorrise lei – e comunque…senza il signor Jung, Park e Kim avrei fatto ben poco! -

- ora Takuya sarà trasferito in un carcere fuori Seoul…gli hanno dato l’ergastolo! – spiegò ll giudice

- è quello che si merita… - concorse SooYunh

- per quanto riguarda il signor Kim JaeJoong…beh, credo che delle scuse appropriate serviranno… -

- a proposito…dov’è il ragazzo? – esclamò il magistrato non vedendolo in giro

SooHyun sorrise

- ..il mio cliente doveva dare i suoi ultimi saluti… -

 


**

 


- allora, qui dentro ci sono i tuoi vestiti! -

- … -

- mentre qui, ho messo lo spazzolino, il sapone, shampoo, ciabatte, quella roba lì insomma… -

- … -

- mi raccomando, non lasciare che lo shampoo si apra, maneggia con cura!! -

ChangMin era su di giri al massimo. Andava avanti ed indietro per la cella, in cerca di cose nuova da mettere dentro le due piccole borse di nylon che avevano dato a JaeJoong perché ci mettesse le sue cose. Sembrava parecchio felice, come un bambino nel giorno di natale.
Sicuramente, più felice del diretto interessato.

- JaeJoong, sbrigati, o farai tardi!! - lo chiamò

Il ragazzo, uscì dal bagno vestito e perfettamente a posto.
Guardò ChangMin e gli sorrise, anche se lievemente. Sembrava che dovesse partire per un viaggio.
E, in effetti, era più o meno così. Solo che quel viaggio era diretto verso la libertà.

- ho finito… - esclamò

- bene dai!! Lì c’è la tua roba!! – disse ChangMin contento

Ma JaeJoong non lo sembrava altrettanto.

- ehi, piantala con quel muso! Sii felice!! Oggi è un giorno bellissimo per te! - gli disse tirandogli una pacca

- ..già… -

- allora, stamattina ti ho preso una focaccina alla mensa, nel caso tu senta la mancanza di… -

ChangMin aveva già iniziato a parlare quando ad un tratto, JaeJoong gli si incollò al petto, senza dire una parola e lasciandolo piuttosto spiazzato.
Nessuno dei due sembrò voler parlare.

- ehi…c-che ti prende…? – chiese ChangMin

- …niente… - sbottò

Il moro rispose all’abbraccio e smise di sorridere per qualche momento.
Capiva come si sentiva JaeJoong. Diviso tra la sua vera vita e quella che aveva vissuto in quelle settimane.

- ..il carcere…non è poi stato così male… - sospirò tristemente il biondo

- non dirlo nemmeno per scherzo! Dovunque è meglio di qua, ricordatelo! – lo spronò il ragazzo

- … -

- non devi essere triste! Stai per rincontrare il tuo lui! -

A quelle parole, sembrò incupirsi ulteriormente

- … m-mi dispiace… -

- no JJ…hai solo fatto una scelta! E la più giusta, a mio parere - gli sorrise dolcemente

JaeJoong lo guardò un po’ stupito. Quella era la prima volta che lo chiamava così, con il suo nomignolo.

- tu…tu mi hai donato il paradiso…in questo inferno… - continuò ChangMin -e mi basta questo… -

- …io..non voglio perderti… - ammise JaeJoong

- e non mi perderai…come amico… - annuì

Restarono abbracciati per qualche istante.
Poi, fu l’ora di andare.
Fu l’ora di tornare libero. Fu l’ora di dire addio a molte cose.

- …ti prego…accompagnami… - chiese JaeJoong

- …lo sai, posso solo fino ad un certo punto… - esclamò ChangMin tristemente

- …m-mi basta… -

 

A volte il passato ritorna

 

- Y..YunHo… . -

- …JJ! -

Lungo quel corridoio freddo, che separava le celle da ciò che si definiva libertà, i loro animi si riscaldarono.
JaeJoong, con il cuore palpitante, lasciò la mano di ChangMin e si mise a correre, vegliato dal suo sguardo.
YunHo aveva fatto altrettanto, buttando a terra le chiavi della sua macchina e precipitandosi da lui.

 

A volte, non si può far nulla per impedirlo

 

Sembravano passati anni, moltissimi anni. Entrambi non riuscivano a ricordare l’ultima volta in cui si erano abbracciati.
Sentirono il calore nei loro cuori, e una vibrazione li percorse.
Fu l’abbraccio più lungo della loro vita. E il più importante. Il moro lo strinse forte, come avesse avuto paura di lasciarlo andare.
Lo aveva sognato per molte notti prima di quel giorno.

- JJ…JJ… - sospirava

- a..amore mio… - balbettava JaeJoong

Si toccarono i capelli, i volti, per accertarsi che tutto quello fosse reale e non il frutto di un sogno.
Si erano finalmente ritrovati. Nessuno dei due sembrava crederlo. Quanti incubi avevano vissuti prima di quel momento.
Quando la loro fede si era affievolita. Quando sembrava che la speranza li avesse abbandonati. Quando tutti erano stati contro di loro.

 

Lui torna, ma tu, sii pronto a combattere

 

- J-JunSu…lui…lui come sta? – chiese JaeJoong in preda ad un panico di indefinibile gioia – ho sentito che… -

- lui sta bene…è con YoChun, a casa nostra… - gli sorrise dolcemente YunHo

- … -

- sono stati tutti in ansia per te…. -

- YunHo io… -

- è lui? -

- eh?! -

JaeJoong si voltò dove aveva indicato YunHo. Si girò verso ChangMin, che li guardava e si era sorpreso che YunHo facesse lo stesso.

- è lui il tuo amico? – chiese ancora

- …s-si… - balbettò JaeJoong distrattamente

YunHo gli poggiò una mano sulla spalla e lo invitò a seguirlo, tornando indietro. JaeJoong non capiva cosa volesse fare e non lo capì finché non furono davanti a ChangMin, un po’ sorpreso.
Si guardarono per qualche istante

 

Con tutte le tue forze, con ogni aiuto

 

- t-tu…devi essere YunHo… - esclamò ChangMin - ho sentito tanto parlare di te… -

- …a-ache io.. . –annuì lui, imbarazzato – so che hai aiutato JJ… -

- …beh, ho fatto del mio meglio.. - sorrise lievemente – mi raccomando, fallo mangiare, fa molto il bambino… -

JaeJoong rise sotto i baffi mentre YunHo annuì con sincera gratitudine
Poi, si avvicinò a ChangMin, e senza che lui dicesse una parola, gli diede un piccolp abbraccio.
Aveva capito anche lui, che doveva essere una persona buona, pensava JaeJoong.

- grazie di tutto…quello che hai fatto per lui… - gli disse inchinandosi rispettosamente

- … -

Lui, dapprima rimase stupito, poi gli sorrise e annuì

- sei fortunato…YunHo… - gli disse – ora…andate… -

- … -

Posò il suo sguardo su JaeJoong. Lui stava per piangere, ma si trattenne. Voleva essere forte ancora una volta per ChangMin.

- …non ti dimenticherò…t-ti aiuterò, vedrai! - esclamò

- …sciocco… - sbottò il moro

YunHo s’inchinò ancora. poi, prese JaeJoong per mano.
E così, era davvero finita.
Un ultimo sguardo verso ChangMin, verso il suo secondo amore.
Un ultimo sorriso.


E un ultima lacrima, solitaria, che solcò le sue guancie, nel momento stesso in cui ChangMin aveva agitato la mano in segno di saluto.

 

 

Tu, puoi farcela, non sei solo

 

 - allora, dove andiamo? -

La libertà, aveva un sapore davvero diverso ora che JaeJoong aveva provato la prigionia

- vedo che ti è tornato il buon umore! - gli sorrise YUnHo

- ho così tanta voglia di riscoprire il mondo! - esclamò JaeJoong assaporando quella brezza invernale che sentiva dopo tanto tempo

- si potrebbe fare un bel viaggetto! E io vengo con te stavolta!! – sbottò YunHo accarezzandogli la testa arruffata

- mmm…ci sto! A patto che scelgo io il posto! -

- per me va bene… -

- comunque…hai detto che JunSu e YooChun sono a casa? -

- già! Non vedono l’ora di festeggiare!! -

JaeJoong ci rimase di sasso

- e-eh?! -

- si tratta di una festicciola piccola piccola!! – esclamò YunHo

- no, un'altra festa noooooo!!!!! – si disperò il biondo

- eddai, che ti costa! C’è pure tua sorella e il tuo caro cognatino! -

- scherzi??!! Pure lui?! –

- ti sta antipatico? –

- n-no ma…mi mette un po’ di imbarazzo… -

- sciocchezze! Starai con i bambini! –

- b…?!!!!! –

- eheheheh… -

- … -

- ehm…JJ? -

- YUNHO TI ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!! –

 

 

Vai avanti, vivi la tua vita.
Vivendo il presente, si dimentica il passato

 

 

 

 


2 anni dopo

 


Tribunale di Seoul. Ore 11.00 AM


- quattro anni fa, venne condannato un ragazzo innocente. Un ragazzo che pagò i propri errori in cambio della propria libertà. Un ragazzo buono, che non avrebbe a fatto del male volontariamente ad una mosca. Un ragazzo che ha amato profondamente…un ragazzo che ha ammesso di aver ucciso, solo per proteggere un amica! –

Kim SooHyun si alzò in piedi formulando quel discorso con il cuore. Tutta la sala ghermita di gente, era rimasta in silenzio ad ascoltare quelle parole. Poco lontano, una ragazza, stringe forte i pugni sulla propria postazione e, speranzosa, continuava a guardare il banco degli imputati

- ..ora…questo ragazzo ha confessato ogni cosa…e ha il diritto di essere libero di vivere la propria vita! –

Ci fu un applauso generale. SooHyun si sedette al proprio posto, soddisfatta.

- molto bene…avvocato Jung, vuole aggiungere qualcosa? - chiese il giudice

- …solo…solo una parola, presidente della Corte… - esclamò un ragazzo ventiseienne, alzandosi e dirigendo il proprio guardo all’imputato

- parli pure… -

- …vorrei solo dire a quel ragazzo che noi oggi stiamo giudicando…un grazie infinite…perchè ha dimostrato i essere buono, forte e gentile anche nelle condizioni in cui ha vissuto fino ad oggi… - esclamò sorridendo – ed io…io sono fiero, di aver lavorato per la sua liberazione! -

Tutta la folla continuò in applausi. SooHyun sorrise sotto i baffi soddisfatta. L’avvocato Jung s’inchinò rispettoso e si ricompose al suo posto.

- …non ho altro da dire… -

- bene… - annuì il Giudice - …dunque… -

E il silenzio irruppe nella sala.
Il giudice sollevò lo sguardo alla platea e poi, lo puntò su colui a cui era diretta la sentenza.

- credo…credo che sia d’obbligo annunciare…..che l’imputato Shim ChangMin è innocente … - esclamò – e che l’omicidio di cui si era macchiato volontariamente sia stato frutto di un banale incidente domestico… -

ci furono altri applausi, questa volta più forti. ChangMin, che fino a quel momento era rimasto seduto, si alò in piedi quasi meccanicamente, mettendosi una mano davanti agli occhi.
Si guardò intorno e vide lei, felice, che piangeva, cercando di nasconderlo.
Era tutto così diverso. La vita aveva un gusto così dolce per lui, in quel momento.

- ottimo lavoro YunHo! - aveva sorriso SooHyun

- sei una brava maestra… - sbottò il ragazzo mettendosi la giacca e dando la mano alla sua collega

- ChangMin non poteva finire in mani migliori delle tue! È sempre stato un testardo… -

- beh, per questo, mi ricorda un po’ JaeJoong – sorrise il moro

- ah beh…ora vai su! Vai dai tuoi amici! – lo incitò SooHyun

- e le carte da compilare? – domandò YunHo

- faccio io…Jin mi darà una mano! - sorrise

- …grazie! -

- ci vediamo domani in ufficio…non fare tardi! - gli ricordò la ragazza

- certo! Ci vediamo domani!! -

- ciao… -

Sollevò la mano, ma YunHo era già partito in quinta.
Non stava mai fermo un secondo, nemmeno quando lavorava.
Era tipico di lui. Aveva imparato a conoscerlo bene in quegli anni.
In un certo senso, era cresciuta anche lei come persona. E tutto grazie a quell’esperienza con JaeJoong.

- …sei cresciuto…YunHo… - sorrise tra se, mentre lo vedeva correre via dall’alula del tribunale

 

Impari dai tuoi errori
Diventi adulto e consapevole

 

- io…non…so come ringraziarti … -

ChangMin non aveva parole. Era semplicemente afflitto da un senso di colpa misto alla gratitudine verso YunHo e non solo. Verso tutti quelli che lo avevano aiutato.
Quest’ultimo, gli aveva messo un braccio attorno al collo, strattonandolo per bene, contento.

- piantala! Sei mio amico! – gli sorrise

- … -

- YunHo, ChangMin! -

Entrambi alzarono lo sguardo, non appena arrivarono all’ingresso del tribunale.
Fuori, appartati sotto uno degli alberi che circondavano l’ampio viale, YooChun, JaeJoong e JunSu attendevano ansiosi.

- arriviamo! – esclamò YunHo facendosi sentire

E si corsero quasi incontro.

- andata bene vero? – chiese YooChun

- magnificamente! – sorrise YunHo

- yaaaa!!!! Lo sapevo!!! – esclamò JunSu al settimo cielo, abbracciando YooChun ed, inseguito precipitandosi su ChangMin

Lui dal canto suo, si sentiva ancora profondamente a disagio con loro.

- ChangMin… -

Era stato JaeJoong a parlare. Lui, un po’ timidamente, gli sorrise.
Finalmente, dopo due anni ,era riuscito a tornare da lui.
Finalmente, avrebbero potuto tornare a stare insieme.

- …JaeJoong – gli sorrise

Anche il biondo fece lo stesso. Era un sorriso così bello…
E pensare che fino a poco tempo rima era convinto di dover vivere il resto della propria vita in galera.

- sei cresciuto! – esclamò ChangMin misurandogli l’altezza

- scemo! – sbottò lui quasi offeso - …anche tu lo sei! -

- si…diamo di si… -

Ancora non ci poteva credere. Era libero.
Era semplicemente libero di vivere accanto a coloro che gli stavano più a cuore.

- ….era ora che vivessi la libertà che ti meriti! -

E dicendo questo, JaeJoong lo abbracciò forte.
Come molto tempo prima, quando si erano detti addio nel carcere.
Quando erano ancora dei bambini ,a conti fatti.
Quando ancora, il sapore della libertà non era giunto ad entrambi.

 

 

 

E’ dagli errori del passato
che si costruisce il futuro
che sia bello o brutto

Beh, tocca a te deciderlo!

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