The Unexpected di Leena (/viewuser.php?uid=36014)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo inaspettato ***
Capitolo 2: *** Preoccupazione ***
Capitolo 3: *** La scoperta ***
Capitolo 4: *** Ripresa ***
Capitolo 5: *** Parlando per la prima volta ***
Capitolo 6: *** Ti va di mangiare qualcosa? ***
Capitolo 7: *** Amici? ***
Capitolo 8: *** Conoscendoci meglio ***
Capitolo 9: *** Ginny all'attacco, Harry confessa ***
Capitolo 10: *** Un Ricordo di Draco ***
Capitolo 11: *** Chiarimenti tra le parti ***
Capitolo 12: *** L'amara scoperta ***
Capitolo 13: *** Se hai bisogno... ***
Capitolo 14: *** Combattendo la legimanzia ***
Capitolo 15: *** Voldemort ***
Capitolo 16: *** Litigio e separazione ***
Capitolo 17: *** Pensieri ***
Capitolo 18: *** Scuse ai lettori U.U ***
Capitolo 19: *** Chiacchierata a tre ***
Capitolo 20: *** Contatto ***
Capitolo 21: *** Sicurezza ***
Capitolo 22: *** Colpo di fortuna ***
Capitolo 1 *** L'arrivo inaspettato ***
The Unexpected
The Unexpected
LONDRA,
NOTTE, GRIMMAULD PLACE numero 12
Capitolo 1:
L’arrivo inaspettato
Harry non riusciva a dormire, e
si aggirava per la stanza, diede uno sguardo a Ron, che al contrario
suo ronfava placidamente, il suo leggero russare gli arrivava alle
orecchie.
Sorrise nell’ombra, era contento
che almeno uno dei due fosse così rilassato da riuscire a dormire.
Erano passate solo poche
settimane dalla morte di Silente, ma Harry ancora non si era ripreso, era spesso
assente con la testa, pensava, gli occhi guardavano nel vuoto, succedeva così
spesso che ormai Ron,Hermione e tutti i Wesley avevano rinunciato a farglielo
notare e si erano adattati ai suoi lunghi silenzi.
Gli mancava Silente, gli mancava
tantissimo, era stato la sua guida, il suo mentore, era stato quasi un padre per
lui, una delle persone a cui teneva di più in tutta la sua vita, insieme a
Sirius e a Hermione e tutti i Wesley nessuno escluso.
E ora Silente era morto e Sirius
anche.
L’unica cosa che gli era rimasta
di Sirus era quella casa, la sede ufficiale dell’Ordine della Fenice.
Quella casa decadente, tetra ed
enorme.
Un rumore fuori dalla porta.
Si diresse a vedere cosa fosse, e non rimase per
nulla stupito nel trovarsi davanti Kracher “Oh padrone non volevo svegliarla”
disse in tono mellifluo e poi aggiunse sottovoce, credendo di non essere sentito
“Povero Kracher a servire Potter il nemico della casata dei Black, che triste
destino, che triste destino”. Ormai Harry sapeva cosa l’elfo domestico pensava
di lui e di tutto l’ordine della Fenice,e con noncuranza gli disse di andarsene.
Rischiuse la porta,e tornò ad
affondare nei suoi neri pensieri.
I minuti passavano lentamente,
Harry si era buttato a letto nella vana speranza di prendere sonno, quando venne
svegliato dal suo lievissimo dormiveglia, dalla porta di entrata che sbatteva e
da voci concitate al piano di sotto.
Si alzò di scatto dal letto, Ron
bofonchiò nel sonno, ma non si svegliò.
Harry si diresse verso la
porta,e vi appoggiò l’orecchio, in
attesa di altre voci; “O mio Dio, ma come è conciato”, il giovane mago riconobbe
sicuramente la voce di Molly
Wesley, tese ancora di più l’orecchio, a quanto sembrava avevano trovato
qualcuno o qualcosa quella notte, una voce maschile in risposta “Non so come
riesca ad essere ancora vivo dopo tutto quello che gli hanno fatto” era
sicuramente Lupin quest’ultimo “Portiamolo su in una delle camere, almeno lo
metteremo al caldo, povera creatura” di nuovo Molly.
Harry si scostò dalla porta, come
se temesse che potessero rendersi conto della sua presenza dietro ad essa, sentì
passi concitati salire le scale, e la porta di fianco alla sua camera
aprirsi.
“Che succede?” la voce assonnata
di Ron lo fece sobbalzare, si mise
il dito davanti alla bocca, per farlo tacere, Ron scese in stile zombie dal
letto e si avvicinò ad Harry.
Dall’altra stanza giungevano voci
concitate, “Ecco mettetelo qua” sempre Molly , “Oddio guardategli il braccio,
quella cicatrice gli rimarrà per sempre” un’altra voce femminile, questa volta
era Tonks a parlare, “Dobbiamo fermare il sangue” di nuovo Lupin.
Harry e Ron si guardavano
sconvolti, avevano capito che chiunque fosse in quella camera se la stava
vedendo molto male.
Una dolorosa sensazione
attanagliò Harry al petto: chi dei suoi amici, conoscenti questa volta aveva
rischiato la vita? Il signor Wesley? Moody? Fred o George? Percy? .
Stava cominciando a sudare freddo
e Ron se ne accorse, “Stai tranquillo vedrai che si risolverà tutto”, gli diede
una pacca sulla spalla, incoraggiante.
Le voci nella stanza si erano
affievolite, si sentivano solo sporadicamente i gemiti del ferito.
“Ce la farà?” la voce incerta di
Tonks, “E’ presto per dirlo” mormorò Molly “Bisognerà vedere se e come passerà
la notte”, “Come lo diremo ai ragazzi?” ora era Lupin, “Ci penseremo domani ai
ragazzi, ora pensiamo a lui” fu la risposta semplice di Molly.
Ron e Harry si guardarono
interrogativi.
Nello stesso momento la porta
della casa si riaprì ed entro di corso il signor Weasley, lo capirono dai passi
pesanti che avevano imparato a riconoscere nel tempo.
Salì le scale,ed entrò nella
stanza di fianco a quella dei due giovani maghi.
“Sono arrivato il più presto
possibile” ansò cercando di prendere fiato “Come sta?” chiese appena entrato,
“E’ presto per saperlo, ha perso moltissimo sangue,e ha ferite molto gravi su
tutto il corpo, sto cercando di arginare il più possibile le emorragie. Starò
con lui tutta la notte”.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Preoccupazione ***
The Unexpected
The Unexpected
Ron ed Harry erano
sempre più preoccupati, non riuscivano a capire chi fosse la vittima.
“Forse dovremmo
andare a dare un’occhiata non pensi?” chiese Ron incerto.
Harry aveva ripreso
il suo pellegrinare su e giù per la camera.
Era agitato, “Vorrei
andare a vedere. Ma penso che se fosse stato una di noi ci avrebbero tirato giù
dal letto, pur di informarci della sua salute. Aspettiamo che la situazione si
calmi un pochino, ora saremmo solo di impiccio” concluse Harry, Ron annuì con la
testa rossa arruffata, “Beh allora direi di provare a dormire un minimo”
concluse.
Ma Harry non ci
riusciva, si era sdraiato a letto da poco, quando decise di
rialzarsi.
Dalla stanza non
provenivano più rumori, tranne qualche sporadico lamento del ferito. Erano
usciti tutti,e probabilmente solo Molly era rimasta a vegliarlo.
Decise di andare
a dare un’occhiata molto fugace,
giusto per mettersi l’animo in pace.
Uscì a passo felpato
dalla sua camera, per non disturbare Ron, e fece i 5 passi che lo separavano
dall’altra camera.
Aprì lentamente la
porta, sbirciando inizialmente dentro.
La stanza era
completamente al buio, tranne che per alcune candele accese vicino al
letto.
Harry aveva ragione,
in camera c’era solo Molly Weasley, intenta a bagnare un pezzo di stoffa con
acqua fresca.
Da dove si trovava
non riusciva a capire chi fosse
adagiato sull’enorme letto a baldacchino, dalle trapunte pesanti.
Infine decise di
entrare. La signora Weasley si accorse subito della sua presenza.
“Oh Harry, immagino
tu sia stato svegliato dai rumori. Ma mi dispiace non puoi stare qua adesso.” Si alzò e gli
andò incontro, cercando di sospingerlo verso la porta “Dai Harry caro, vai a
dormire. Ti spiegherò tutto domani mattina”.
Harry cercava di
sbirciare dietro le spalle di Molly, inutilmente, c’era troppo buio,e per quel
poco che era riuscito a vedere il ferito aveva metà del viso
fasciato.
“Harry per favore
esci da qui” il tono di lei non ammetteva repliche “Domani spiegherò a tutti.
Ora vai a letto.” Lo spinse definitivamente fuori dalla porta, richiudendola
dietro di se.
NdA.Molto breve
lo so, ma sto scrivendo tante fic che mi sto confondendo XD, aggiornerò con un
capitolo decente appena riuscirò promesso ^^.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** La scoperta ***
The Unexpected
The Unexpected
Tornò
sconfitto in camera, dove si sdraiò a letto, cercando di prendere disperatamente
sonno.
La mattina
arrivò non si sa come, Harry aveva dormito malissimo, le occhiaie gli arrivavano
fino quasi ai piedi, Ron aveva invece un’aria leggermente più riposata. Quelle
che stavano meglio erano Hermione e Ginny che di tutto il pandemonio della notte
prima non avevano sentito nulla, in quanto la loro stanza si trovava dall’altra
parte dell’enorme casa.
Scesero con
tutta calma a colazione, dopo essersi lavati e cambiati,e dopo aver messo
Hermione e Ginny al corrente di quello che avevano sentito la notte prima.
In cucina
regnava in silenzio irreale, gli adulti, compresa Molly, avevano tutti un’aria
estremamente stanca, erano seduti intorno al tavolo, sembrava stessero
attendendo appositamente l’arrivo dei ragazzi.
Appena li
vide entrare la signora Wesley mosse la bacchetta con un gesto delicato,e la
colazione finì sul tavolo.
“ ‘Giorno” ,
un lieve saluto da parte di Tonks, Lupin e il signor Wesley si limitarono a
guardarli in faccia senza proferire parola.
“Buon giorno
ragazzi” fu la fin troppo allegra di Molly.
Scambi di
occhiate tra i ragazzi, dopo di che si sedettero, senza tuttavia toccare la
colazione.
Erano in
attesa, volevano spiegazioni.
Rendendosi
conto della situazione Lupin cominciò a parlare.
“Ieri sera
con Tonks e altri due Auror, stavamo pattugliando Diagon Alley. Erano circa le 3
del mattino, avevamo quasi finito la nostra ronda, quando abbiano sentito dei
rumori provenire dall’ex negozio “Magie Sinister”.
Siamo
entrati con molta cautela, non si sa mai quello che possiamo incontrare di
questi tempi.”
Tonks lo
guardò, un’occhiatata che lo esortava a tagliare corto ed andare al punto della
situazione.
“Lupin
riprese con un sospiro “Bene nel negozio, non c’erano ne’ Dissennatori, ne’
Mangiamorte… o per essere precisi, un mangiamorte c’era.”
Si
interruppe, per guardare Harry che si era alzato in piedi, scattando come una
molla.
“Avete
soccorso un Mangiamorte??” chiese, il viso rosso di rabbia”Ma come diavolo avete
potuto!!?”.
“Harry
siediti!E ascolta!” la voce di Moody riecheggiò nella cucina “Ma..” “Ho detto
stai seduto e ascolta!” ribattè il vecchio Auror.
Harry
contrariato si sedette di nuovo e attese insieme agli altri la fine del
racconto.
Lupin
aspettò che le acque si calmassero e riprese “Beh è giusto parlare di
Mangiamorte in questo caso, ma era ridotto in condizioni tanto penose, che non
avrebbe avuto la forza di alzare la bacchetta. Sono stati gli stessi Mangiamorte
a ridurlo così, lo abbiamo capito dal fatto che il Marchio Nero gli è stato
bruciato via dal braccio. Tuttavia non capiamo il motivo del perché sia ancora
vivo. L’unica spiegazione razionale è che sia riuscito a scappare poco prima di
perdere i sensi.
Ed è stato
fortunato ad aver incontrato noi, e non i Mangiamorte che lo cercavano.
Senza
contare che quando starà meglio, se starà meglio, potrebbe collaborare con
noi”
“Chi avete
trovate? Avete intenzione di dircelo prima di stasera?” di nuovo Harry, la voce
irata.
“Zitto
ragazzo” di nuovo Moody.
Scese di
nuovo il silenzio, Lupin riprese “Non so come possiate prendere questa
notizia,specie tu Harry, ma il mangiamorte che abbiamo salvato stanotte è Draco
Malfoy”.
Scese un
silenzio tombale sulla cucina, tutti guardarono Harry in apprensione.
Per quanto
riguardava Harry, il suo viso aveva una espressione indecifrabile.
Tantissimi
sentimenti gli si affollavano nella testa.
Odio,
tantissimo odio verso quel ragazzo arrogante e spocchioso. Colui che aveva
architettato il piano che aveva portato alla morte Silente. Lui. e ora lo
stavano salvando dai sui stessi compari?.
Scattò in
piedi “Ma siete impazziti?State cercando di salvare la vita a che ha
indirettamente ucciso Silente!E’ un assassino anche lui!Mi dispiace che i suoi
Mangiamorte non lo abbiano finito!Non merita di vivere uno cos!”.
Uscì di
corsa dalla cucina per dirigersi verso la stanza dove tenevano Draco.
Sentì solo
vagamente le voci che dabbasso lo richiamavano alla calma.
Fece
letteralmente irruzione nella camera.
Non era
molto cambiata dalla sera prima, sempre buia.
Le finestre
chiuse, le candele,discrete, accese ai lati del letto.
C’era un
odore strano in quella stanza.
Odore di
sangue, sembrava impregnare tutto, letto, finestre, porta, coperte, perfino la
carta da parati.
Si avvicinò
a passi lunghi al letto, le mani contratte a pugno, sul viso un’espressione che
rappresentava tutto l’odio che provava per quella persona.
Rimase ad
osservarlo.
Draco
giaceva sul letto. Dormiva, o forse era svenuto, o forse in coma. Non gli
interessava e non voleva saperlo.
Era esangue,
più pallido del solito, aveva metà del viso fasciata, dell’altra metà era
evidente solo, un occhio pesto, gonfio,e il labbro spaccato, un ciuffo biondo
spuntava dalla fasciatura.
Aveva un
braccio totalmente fasciato, e l’altro non era ridotto molto meglio, tagli ed
escoriazioni lo coprivano quasi del tutto.
Da ciò che
rimaneva delle sue vesti si intravedeva, il petto, glabro, pallidissimo, anche
li i tagli e le bruciature non si risparmiavano.
Nella
contemplazione di Draco ferito a morte, Harry non si era reso conto che tutti lo
avevano raggiunto nella camera.
Hermione
soffocò un grido, alla vista del giovane, Ginny, aveva le mani davanti alla
bocca, l’espressione terrorizzata, il viso di Ron esprimeva gli stessi
sentimenti della sorella.
Lupin si
avvicinò ad Harry “Vedi perché non potevamo lasciarlo in quel negozio
abbandonato?” appoggiò una mano sulla spalla del mago bruno “Impara la
compassione Harry, anche per i tuoi nemici. Tutti meritano compassione, perfino
un Mangiamorte di nemmeno 18 anni, massacrato da coloro che considerava suoi
amici”.
La rabbia di
Harry sembrò sciamare a quelle parole.
NdA: con questo capitolo spero di famri perdonare almeno
un pochino il capito prima XD
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Ripresa ***
The Unexpected
The Unexpected
Si allontanò dal letto, le spalle curve, l’espressione
sconfitta.
Sapeva che Lupin aveva ragione, ma gli costava fatica ammettere, che una
persona come Malfoy, avesse bisogno di una mano. E soprattutto gli costava
ammettere, che il suo acerrimo nemico avesse trovato proprio un aiuto nella sua
casa, tra i suoi amici, dalla sua parte.
Uscì dalla stanza, le idee confuse, voleva stare solo.
Si chiuse in camera sua, chiudendo il resto del mondo fuori.
Sentiva le voci fuori.
Hermione stava parlando con
Molly “Si salverà?” chiese incerta.
“Ha ferite molto gravi, e
deve aver sopportato la maledizione Crociatus per un bel po’ di tempo. Grazie
a Dio si sono fermati prima di
renderlo come i genitori di Neville .E’ giovane per fortuna,e il suo fisico è
resistente,ci vorrà del tempo, e io voglio essere ottimista, tra qualche giorno
spero stia meglio. Avendo passato la notte tranquillo ha già fatto un passo
avanti”.
Le voci dei suoi amici al di fuori della stanza.
Non voleva sentire nulla, solo stare con i suoi pensieri. Insonorizzò la
stanza con un colpo di bacchetta.
Harry fece capolino fuori dalla sua stanza solo alla sera. Il primo posto
dove si recò fu proprio la stanza di Draco.
Entrò lentamente, vide subito Molly ai piedi del letto.
Lei si volse a guardarlo,
gli sorrise dolcemente, come solo lei riusciva a sorridergli..
“Harry caro, come stai?”.
Non rispose subito, prima si avvicinò al letto e si sedette sulla sfonda
opposta a quella della signora Wesley. Si concesse una lunga occhiata al giovane
sdraiato sul letto.
“Bene direi” disse, sottovoce, forse per paura di disturbare il
ferito.
Molly sorrise di nuovo, si era accorta di conto di quel piccolo gesto
inconscio, sapeva che Harry si era reso conto del valore di una vita umana,
anche se di un nemico.
Il giovane mago bruno fece un cenno con la testa verso il mago biondo “E
lui come sta?”, alzò gli occhi verdi, fino a incontrare quelli azzurri della signora Wesley,
interrogativo.
Lei sospirò, indugiando un attimo sul viso fasciato del giovane adagiato
sul letto.
“Lui, si riprenderà. Non puoi saperlo ma oggi si è svegliato. Beh
svegliato, ha aperto gli occhi per pochi minuti. Era molto confuso e spaventato.
Ma per il fatto che si sia svegliato penso sia un buon segno”.
Harry si alzò dal letto, disse semplicemente “Bene” e uscì dalla
stanza.
Raggiunse Hermione Ginny e Ron nella camera delle ragazze.
“Oh finalmente, guarda un po’ chi si è degnato di liberare la camera” fu
l’accoglienza poco cortese di
Ron.
Hermione gli scoccò un’ occhiata assassina, Ginny fu meno delicata, uno
schiaffo dietro alla nuca del fratello arrivò velocissimo e forte.
“Harry come va?”. La stessa domanda in pochi minuti, “ma perché tutti
sono convinti che stia male?”.
La domanda era di Hermione, che ora attendeva una risposta guardando
dall’alto in basso.
Harry si accoccolò per terra insieme a Ron e Ginny, “Va tutto bene Herm,
avevo solo bisogno di pensare” sorrise incoraggiante verso l’amica, “ E hai
avuto bisogno di tutta la giornata sigillato in camera nostra per pensare?”
chiese Ron sempre imbronciato “ Ron e basta!” Ginny cercò di colpire nuovamente
il fratello, con scarsi risultati, prendendo Harry in piena faccia “E io che
c’entro” disse massaggiandosi la
guancia malamente colpita, mentre Ginny si scusava in mille modi.
Il momento di ilarità durò poco, poi il viso di Harry si incupì di nuovo
“Voi cosa ne pensate?E se fosse una trappola?” i tre amici lo guardarono in
contemporanea “E secondo te, quello è tanto matto da ridursi in quello stato
solo per architettare una trappola?” Ron era sbigottito, Hermione annuì
all’affermazione dell’amico, “E’ vero Harry, pensi che un ragazzo come Malfoy si
faccia ridurre in fin di vita per un piano?” “ Beh se gli fosse stato imposto da
Voldemort in persona, non avrebbe avuto molta scelta. O mezzo morto, o morto del
tutto” si difese Harry ragionevolmente, Hermione non sembrava molto convinta,
“Secondo me, anche se fosse stato un piano architettato a regola d’arte, non si
sarebbe fatto ridurre così, insomma lo abbiamo visto tutti in che condizioni si
trova!E tu non lo hai visto quando si è svegliato per pochi minuti. Fidati non
ha nulla del Malfoy che conosciamo noi. Sembrava un bambino spaventato.
Chiamava il nome di sua madre.
Ho paura che dopo il suo fallimento sia stato punito,e non sono affatto
sicura che la sua famiglia sia ancora viva” Hermione terminò così il suo
discorso, Harry la fissava in volto, “E questo dovrebbe farmelo apparire più
simpatico?” sollevò un ciglio scuro, con aria interrogativa “Con tutte le volte
che ha ricordato a me che la mia famiglia è stata sterminata” “Harry… per
favore, sii ragionevole, Malfoy in questa guerra, è appena passato dalla parte
delle vittime. Ha perso tutto, la famiglia, i suoi averi, la sua casa. Tutto,
non ha più niente. Scommetto che quando si sveglierà non sarà più il solito
Malfoy che tutti noi conosciamo.”
Harry si sdraiò sul pavimento coperto da una vecchia e logora moquette, incrociò le braccia
dietro la nuca “Spero tu abbia ragione Herm, lo spero veramente”
Le giornate passavano tranquille e lente come al solito, Harry, Ron,
Hermione e Ginny erano impegnati con i compiti delle vacanze. Ma dei quattro
l’unico sempre in ansia era Harry.
Non era ancora del tutto convinto della storia di Malfoy.
Era l’unico dei 4 giovani che non si informava mai delle condizioni del
biondo.
Una sera mentre si trovavano tutti seduti a tavola per la cena, Tonks
fece letteralmente irruzione nella cucina per informare tutti che Malfoy era
definitivamente sveglio e cosciente.
Lupin si alzò subito,
intimando ai ragazzi di non muoversi dal tavolo. Solo Molly lo seguì fino in
camera.
Tornarono circa un’ora dopo, trovando la cucina in pieno
fermento.
“Ragazzi ragazzi state calmi” intimò Molly con il suo tono da: la mamma
non ammette repliche.
Scese il silenzio istantaneamente.
“Bene, è cosciente, e lucido per la prima volta da una settimana a questa
parte. Collaborerà con l’Ordine. Da ora in poi è ufficialmente sotto la nostra
protezione” terminò Lupin guardando Harry dritto in faccia, sapeva che l’unico
che poteva dare dei problemi in questo caso sarebbe stato lui.
Harry non diede segni di belligeranza. Lupin si rilassò.
“Non ci ha parlato molto, ma abbiamo capito una cosa sicuramente. E’
stato obbligato…” Harry ebbe un fremito “è stato obbligato ad organizzare il
piano che portò all’uccisione di Silente. Per ora non gli abbiamo fatto altre
domande. Ora sta riposando.”
Molly al discorso di Lupin aggiunse “Possibilmente, ora non andatelo ad
assillare”, tre teste annuirono all’unisono, la signora Weasley osservò Harry
attendendo la sua risposta “Non ci tengo proprio ad andarlo a disturbare
sinceramente” fa la secca risposta del moro.
NdA: FanZ lo so che vi sono mancata XD
recensite recensite :) e ditemi che ne pensate ^^ Baciozzoli sbavosi
:*
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Parlando per la prima volta ***
The Unexpected
The Unexpected
Notte fonda.
Ron come al solito ronfava placido
nel suo letto.
Harry come al solito aveva gli occhi spalancati e le orecchie
tese.
Sentì dei rumori proveniente dalla stanza accanto.
In un attimo fu in piedi. Schizzò letteralmente fuori dalla stanza e si
fiondò in quella di Malfoy.
Dopo aver spalancato la porta, si trovò Malfoy davanti, che malfermo
sulle gambe cercava di muovere qualche passo “Che cazzo fai?” la domanda poco
gentile di Harry causò un sussulto al biondo, ma la risposta altrettanto acida
non si fece attendere “Cazzo vuoi Potter?Farti due risate sul Malfoy
malfermo e malandato?” gli occhi di
ghiaccio del biondo possedevano ancora quella luce belligerante che li avevano sempre caratterizzati
“Dove pensi di andare ridotto come sei eh?” chiese il bruno avvicinandosi di
qualche passo “Non ci provare Potter!Le ultime cose di cui ho bisogno ora sono
il tuo aiuto e la tua compassione” Malfoy aveva teso entrambe le mani in avanti,
come ad intimare ad Harry di stare fermo.
Le sue braccia stavano leggermente meglio, i tagli erano del tutto
spariti, le escoriazioni quasi, solo il braccio destro era ancora coperto da una
fasciatura. “Oh dai Malfoy metti da parte l’orgoglio per una volta!Hai bisogno
di una mano!E di certo non sei in condizione di andare in giro in questo
momento”.
Afferrò entrambe le braccia del biondo e lo obbligò a sdraiarsi di nuovo
a letto “Ti aspetti un grazie forse?” chiese sprezzante Malfoy.
“Da uno come te non aspetto proprio nulla, stai a letto, se non vuoi
farti male a quel poco che ti è
rimasto intatto nel corpo”, detto questo uscì, lasciando Draco solo, nel buio di
una stanza a lui sconosciuta.
Il bruno tornato in camera sua, si sdraiò nuovamente a letto,le braccia incrociate dietro la
selva scura dei capelli. “E meno male che Herm era convinta che una volta
svegliato, Malfoy avrebbe abbassato la cresta” pensava amaramente Harry “Mi
sembra lo stesso odioso Malfoy di sempre, se non peggio” suo malgrado si trovò
ad ammirarlo, almeno un pochino,dopo tutto quello che gli era stato fatto,
cercava di mantenere la sua dignità.
Si addormentò, un sonno leggero, senza sogni, e dalla stanza accanto gli
sembrò di sentire un pianto.
La mattina dopo uscendo dalla sua camera si scontrò con la signora
Wesley.
Aveva un vassoio in mano, la colazione calda, aveva un profumo
invitante.
“Buon giorno Harry caro!La tua colazione è di sotto, questa è per il
nostro ferito”.
“Buon giorno Signora Weasley” salutò Harry poco convinto “Ora lo chiama
il nostro ferito?” si chiese tra se, “Non vuoi venire Harry?” Gli chiese
dolcemente Molly, attendendolo sull’uscio della porta “Ah…eh… no grazie, devo
andare mi aspettano”, girò i tacchi e scese a colazione.
La signora Wesley rimase sola, scuotendo la testa “Ah Harry, prima o poi
capirai..” entrò nella stanza “Come sta oggi il nostro ferito?” chiese Molly con
voce gaia.
Era felice di vedere quanto stava migliorando quel povero
ragazzo.
Giù in cucina c’era solo Hermione, il naso affondato in un libro, in mano
una semplice fetta biscottata mezza rosicchiata.
“Buon giorno Herm” salutò il bruno sorridendole, lei alzò gli occhi dal
libro “Un buon giorno a te Harry,
dormito bene?” chiese l’amica, Harry si strinse nelle spalle, “Non tanto
veramente”, lo guardava interrogativa “Beh ho sentito dei rumori nell’altra
camera” attese di vedere una reazione di Hermione.
Ad esempio un : “Dobbiamo avvertire tutto l’Ordine, magari Malfoy sta
architettando di scappare!”.
Invece Hermione disse “Immagino tu sia andato a controllare vero? Ti fidi
così poco, che ti sarai fiondato alla velocità della luce in camera di Malfoy”
aveva uno sguardo del tipo:Non cercare di raccontare palle perché ti
conosco.
Harry arrossì fino alla punta dei capelli. Hermione gli sorrise “Lo
sapevo, non cambierai mai, e dopo aver fatto irruzione in camera di Malfoy cosa
hai visto?” continuò la ragazza “Beh…” si stava attorcigliando le dita
dall’imbarazzo “Ecco, stava cercando di alzarsi dal letto, solo che non è molto
sicuro sulle sue gambe ora, così… niente l’ho aiutato a rimettersi a letto,anche
se lui non ha gradito per nulla”.
Si sedette, spazientito sulla sedia,e afferrò una frittella
calda.
“Visto non ti ha morso, o sbaglio?” continuava Hermione osservando ogni
mossa del suo amico, “No ma ti assicuro che è sempre il solito
acido”.
Furono interrotti dalla signora Wealsey, aveva riportato il vassoio
praticamente vuoto giù in cucina.
“Ah un buon appetito è sempre buon segno” disse rivolta ai due
giovani seduti a tavola.
Poco dopo anche Ginny e Ron fecero capolino nella cucina,tetra già di
prima mattina.
“Ragazzi, oggi niente studio, dobbiamo un po’ pulire questa casa. E io da
sola non ci riesco!”, Molly non lo stava chiedendo, lo stava
ordinando.
I ragazzi sconsolati si avviarono dietro la signora Wesley,pronti alla
dura giornata di lavoro.
Ron, sbagliando incantesimo, riuscì a ossidare tutto l’argento di
casa.
Ginny diede fuoco a un tappeto antico.
Hermione per errore svegliò la
Signora Black, che cominciò ad inveirle
contro.
E Harry?
Harry, si trovava nella sala dell’arazzo, dove era rappresentata tutta la
famiglia dei Black.
Doveva pulire le ampie vetrate, ma la sua attenzione era stata catturata
dall’arazzo. Tra i vari nomi spiccava quello di Narcissa Black, sposata con
Lucius Malfoy, dalla loro unione era nato Draco Malfoy.
“Sembrerebbe quasi che questa casa appartenga più a lui che a me.. alla
fine… lui è un erede naturale, io ero solo il figlioccio di Sirius, nulla a che
vedere, con le questioni di sangue” pensò, continuando ad osservare il nome di
Malfoy, fino a quando non divenne una forma indistinta.
“Harry!”, brusco ritorno alla realtà, Molly aveva fatto irruzione nella
sala dell’arazzo, “Allora che aspetti con quei vetri?Non si puliscono mica da
soli!Dai ti do una mano”.
Harry si sbloccò ed aiutò la signora Wesley, a pulire tutte le ampie
vetrate, senza evitare tuttavia, di fare qualche piccolo disastro.
Alla sera i giovani maghi arrivarono stanchi morti. “Oh Merlino, se non
dormo stanotte, non dormirò mai più” disse Harry a Ron, una volta nella loro
stanza.
Si stavano cambiando entrambi, per andare a letto, il rosso stava
sbadigliando con prepotenza da un po’, “Mia madre deve essere impazzita, farci
pulire tutta questa enorme casa, in una giornata, sono stanco morto” Ron si era
già sdraiato sotto le coperte,Harry si limitò a mugugnare in
risposta.
Ora anche lui si trovava sotto le coperte. Se lo sentiva quella notte
avrebbe dormito come un ghiro in letargo.
“Notte” bofonchiò Ron, quasi tra le braccia di Morfeo.”Notte” rispose il
bruno.
Le quattro del mattino, Harry era ovviamente già sveglio.
Aveva le orecchie tese, dalla stanza accanto arrivavano singhiozzi
soffocati.
Si alzò, indeciso sul da farsi.
Da un lato voleva controllare, ma dall’altro sapeva che chi piangeva era
una persona che aveva sempre odiato, quindi perché preoccuparsi?.
Infine si decise, si infilò le ciabatte, e si avviò a passo felpato,
nella stanza di Malfoy.
Prima di entrare però, appoggiò l’orecchio, allo stipite.
Piangeva ancora, lo sentiva.
Aprì la porta,terribilmente incerto.
Non sapeva come avrebbe potuto reagire Malfoy, anche se ancora malandato,
aveva dimostrato di aver ancora il suo pessimo carattere.
Draco, era seduto sul letto,le braccia, strette intorno alle gambe
lunghe, il viso appoggiato alle ginocchia.
Le spalle sussultavano al ritmo dei singhiozzi.
Harry ebbe di nuovo la sensazione strana, di provare tenerezza per questo
Malfoy indifeso.
Draco ebbe la sensazione di essere osservato, alzò gli occhi “Chi è?”
chiese,nella tenue luce delle
candele non riusciva a capire chi stesse entrando in camera.
Harry non rispose, si limitò ad avanzare nella camera, fino a quando, non fu riconoscibile alla
luce.
“Potter” voce sibilante. Occhi grigi resi luminosi dalle
lacrime.
“Cosa vuoi?” distolse lo sguardo. Non voleva farsi vedere così
vulnerabile, non davanti a lui.
Il bruno continuava a non parlare, si limitò a sedere sul bordo del
letto.
“Cosa succede Malfoy?” .
Non sapeva nemmeno lui perché glielo avesse chiesto.
“Da quando ti interessi a me Potter?” sempre acido.
Harry, si strinse nelle spalle “Forse da quando sei arrivato qua mezzo
morto” asserì il bruno.
Draco non rispose subito “Ammettilo… te la sei goduta tutta la scena. Hai
sempre voluto vedermi morto e seppellito”.
Harry lo guardò, aveva un colorito leggermente migliore dall’ultima volta
che lo aveva visto, il labbro stava decisamente meglio, e l’occhio era
completamente aperto,solo un lieve segno nero vi era rimasto intorno.
“E’ vero che hai sopportato la Cruciatus?” chiese infine il
bruno.
Draco alzò gli occhi grigi verso l’altro, poi face un breve cenno
affermativo con il capo biondo “Perché?” indagò ulteriormente Harry.
“Non ci arrivi Potter?” chiese Draco alzando un elegante sopracciglio
biondo, “Voglio sentirtelo dire” la risposta semplice di Harry.
Il biondo ebbe un tremito,breve e a malapena percettibile “Ho fallito
Potter, e sono stato punito. Come solo i mangiamorte sanno punire.”, Harry
indicò con un cenno del capo il braccio fasciato del biondo.
Draco capì, emise un sospiro, “Non sono più uno di loro Potter, loro non
ammettono falliti. E il modo per farlo capire, è la tortura e la successiva rimozione in modo particolarmente
doloroso del Marchio Nero”.
Il biondo stava guardando dritto negli occhi Harry.
Le parole uscirono flebili dalle labbra del bruno “Mi
dispiace”.
Non riusciva a sostenere lo sguardo immensamente triste di
Malfoy.
Harry era incerto, ancora diviso tra l’indifferenza e l’attenzione che
ora una parte di se voleva dedicare a Malfoy.
“E…..emh…. i tuoi genitori?” gli occhi verdi erano ostinatamente chini
sulla coperta.
Draco girò il bel volto verso la finestra, non voleva che Harry lo
vedesse così, già aveva permesso troppo a quell ’odioso ragazzo.
“I miei..” iniziò con un filo di voce, un singhiozzo.
“Draco?” la voce di Harry, incerta.
“I miei…sono morti Potter. L’oscuro Signore ha pensato bene di punirmi
nel modo peggiore possibile. Facendomi assistere alla morte dei miei genitori…e
sai quale è la cosa più buffa in tutto questo?”, Draco aveva girato di nuovo il
viso, in modo da guardare Harry, che a
sua volta continuava a guardare da un’altra parte.
“La cosa più buffa di tutta questa storia è che… di mio padre non mi
interessava assolutamente nulla. L’ho sempre odiato, ma mia madre…. Mia mamma…
lei non c’entrava niente in tutto questo”.
Ora Draco piangeva apertamente, se ne sbatteva se stava piangendo davanti
a Potter, non riusciva, non ce la faceva, voleva sfogarsi con
qualcuno.
Preso da uno slancio di compassione Harry circondò le spalle di Malfoy,
stringendolo a se il giovane Serpeverde.
Il biondo non fece resistenza, si limitò a piangere, il viso affondato
nella spalla di Harry.
Draco passò dal pianto al sonno, Harry semplicemente, per paura di
svegliare il giovane biondo, rimase nel suo letto a dormire tutta la
notte.
Qualcosa era cambiato tra i due, anche se i due ragazzi ancora non lo
sapevano.
NdA: Capitolo un pò più lungo per farmi
erdonare l'assenza di ieri :) spero sia di votsro gradimento come sempre. Bacini
Sbavosi.
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Ti va di mangiare qualcosa? ***
The Unexpected
The
Unexpected
Harry si
svegliò poco prima dell’alba,sgattaiolando via dalla stanza di Draco in punta di
piedi.
Il
biondo dormiva alla grossa, e non si rese minimamente conto del movimento di
fianco a lui.
Grugnì
leggermente nel sonno e si girò su un fianco, ma non accennò minimamente ad
aprire gli occhi.
Harry
rientrò nella sua stanza, accoccolandosi sotto le coperte. Stranamente,la notte
passata a dormire con Draco era stata la prima in tante settimane in cui era
riuscito a dormire.
La
mattina dopo Hermione scrutava pensierosa Harry “Va tutto bene?”, sollevò gli
occhi dalla sua magnifica frittella calda “Si Herm perché?” , lei si limitò a
stringersi nelle spalle “Non saprei, sembri più rilassato stamattina,e non ti
vedevo così rilassato da una settimana”.
Colpito
affondato.
Effettivamente Harry era
più tranquillo di prima, forse dopo la notte scorsa la sua fiducia in Malfoy
junior era leggermente aumentata, anche se da li al fidarsi ciecamente c’erano
di mezzo due Oceani interi.
“Cosa
facciamo oggi?”chiese Ginny “Mi sto annoiando a morte, chiusa qua
dentro”.
In
effetti i ragazzi non mettevano il naso fuori dalla sede dell’Ordine della
Fenice dagli inizi di giugno e l’unico evento che aveva scosso un po’ la
situazione era stato il ritrovamento di Draco la settimana prima.
“Non
penso che mamma ci darebbe il permesso” rispose Ron imbronciato, “Beh magari se
le diciamo che andiamo a trovare
solo Fred e George ci lascia andare” propose Ginny.
Si
girarono tutti a guardare Harry, sapevano che in breve tempo era diventato il
cocco della signora Weasley, non avrebbe mai rifiutato un favore a lui, Harry si
alzò “E va bene va bene, ci proverò, ma non garantisco risultati eh”, si avviò
al piano di sopra.
A
quell’ora del mattino Molly si trovava sicuramente in camera di Draco per
cambiargli le fasciature e portargli la colazione.
Bussò
con discrezione alla porta. Per una volta non voleva entrare clandestinamente o
facendo irruzione nella stanza.
Non
ricevette risposta. Bussò una seconda volta, più forte.
Non
ricevette nuovamente risposta.
La sua
mente cominciò a galoppare: la chiacchierata della sera prima lo aveva
distratto, era tutto preparato, e ora che Draco stava meglio aveva approfittato
della gentilezza della signora Weasley
per assalirla, ucciderla e scappare.
I buoni
propositi di non fare irruzione vennero dimenticati istantaneamente.
Spalancò
la porta.
E si
trovò davanti Malfoy in boxer.
“Potter
ma cazzo!E bussa qualche volta” fu l’urlo di risposta del biondo.
Harry
rinchiuse la porta. Era imbarazzato. Anche se per pochi secondi aveva visto
Malfoy in tutta la sua statuaria bellezza.
Ora
capiva perché i ¾ delle ragazze di Hogwarts gli sbavava dietro.
Aveva un
fisico mozzafiato, alto, muscoloso, le mani lunghe terminanti in dita affusolate e
flessuose, una lieve peluria solo sulle gambe e sulle braccia, pettorali ben
scolpiti.
Harry
sudava freddo, non gli piaceva avere quella reazione, senza tener conto che
nessuno ancora sapeva della sua omosessualità latente, e non sarebbe stato bello
farsi beccare così.
Si
impose di calmarsi.
“Conta
fino a 10 Harry e se non bastasse fino a 10000”.
Poi
chiese “Posso entrare?”.
Un si
brontolato gli arrivò di risposta .
Harry
entrò a testa china, quanto a rossore in questo momento stava facendo
concorrenza ai capelli di Ron, “Io
emh… scusami non immaginavo, non ho sentito risposta al mio bussare e ho
pensato.. che.. insomma” Malfoy era
davanti a lui, quella mattina aveva un aspetto decisamente migliore, riusciva a
stare in piedi e con le braccia muscolose incrociate sul petto guardava Harry
interrogativo “Pensavi cosa Potter? che avessi ucciso la signora Weasley e
stessi cercando di darmi alla fuga?” l’espressione curiosa che aveva Draco sul
viso in quel momento era impagabile, un piccolo sorriso canzonatorio gli
illuminava il volto.
Harry
non rispose subito, quel ragazzo lo metteva a disagio, “Emh…. Beh immagino di
si… “.
Una
risata.
Draco
stava ridendo, e che bel suono aveva quella risata, che per una volta non aveva
nulla di ironico.
“Potter
tu mi ucciderai a forza di cazzate!Secondo te, non sono in grado di ripagare un
debito quando me lo trovo davanti? Non farei mai del male alla signora Weasley,
anche se ammetto di non averla trattata molto bene in passato. Ma ora molte cose
sono cambiate” il sorriso si spense, Harry ne approfittò “Ecco giusto la signora
Weasley stavo cercando.. di solito a quest’ora è qua con te, sai dove sia?”
Draco si strinse nelle spalle, un gesto elegante e fluido “Mi ha lasciato la
colazione, poi le ho chiesto se gentilmente mi lasciava un po’ di privacy per
fare una doccia, e non l’ho più
vista” .
Harry
fece un gesto con la mano come dire : ok è tutto quello che voleva
sapere.
Diede le
spalle a Draco e uscì dalla
stanza.
Trovò
Molly nella camera che divideva con Ron.
Con la
bacchetta stava elegantemente mettendo in ordine la stanza. Gli sorrise, aveva
sentito tutta la discussione tra Harry e Draco.
“Oh
Harry caro. Buon giorno!, Come va stamattina?” , Harry le sorrise di rimando
“Molto bene grazie, volevo chiederle un piccolo favore” Molly fermò un momento
la pulizia della stanza per osservarlo “Dimmi pure Harry” “Beh io,Ron e le
ragazze, volevamo andare a Diagon
Alley se possibile stamattina, a trovare Fred e George”, Harry sfoderò un
sorriso innocentissimo “Umh…” Molly ricominciò a lavorare con la sua bacchetta
“va bene, purché” aggiunse vedendo il viso del giovane illuminarsi “Purché
andiate in compagnia di Moody” “Emh… proprio Moody? Attira un po’ troppo
l’attenzione non trova? Tonks andrebbe benissimo” Occhini innocentissimo e
labbro leggermente sporto in avanti.
Harry
sapeva essere un lecchino eccezionale quando voleva.
“E va
bene, vada per Tonks allora” capitolò infine Molly sorridendo.
Harry le
risposte con un sorriso enorme e sincero “Grazie” le urlò quando già stava
scendendo le scale.
“Possiamo andare, purché
Tonks venga con noi” “Beh allora possiamo cominciare a prepararci” Ginny presa
da uno slancio di felicità abbracciò Harry stringendolo a sé “Sei stato
bravissimo” gli disse sorridendo.
Un’oretta dopo si trovavano
tutti e cinque all’inizio di Diagon Alley.
“Bene
ragazzi dritti da Fred e George, un giro per negozi e poi via a casa. Capito?” chiese Tonks,
non aveva per nulla un tono severo, in realtà era ben contenta di poter fare un
giro con i ragazzi, per distrarsi un minimo.
Il
negozio “Tiri vispi Weasley”
luccicava nel vicolo stretto di Diagon Alley. Il negozio era pieno, malgrado
l’aria di morte che circondava tutto il mondo magico.
Fred e
George erano indaffaratissimi, la clientela, composta per maggior parte da
bambini e ragazzi molto giovani. Le bambine e le ragazzine erano estasiate dai
nuovi arrivi di puffole pigmee. I bambini
stavano facendo incetta di caramelle vomitose.
“Harry!”
fu il saluto gioioso dei gemelli “Oh c’è anche il fratellino rompino” aggiunsero
vedendo la testa di Ron spuntare subito dietro Harry. Hermione e Ginny subito
dopo aver salutato i gemelli si diressero verso le bacheche delle
puffole.
Intanto
Fred stava spiegando a Harry i loro ultimi acquisti “Beh dopo aver acquistato
anche Mielandia a Hogsmeade, ci stiamo allargando non solo al business degli
scherzi, ma anche ai dolciumi di tutti i tipi” Fred alzò il coperchio di un
bidone, mostrando ad Harry e Ron una quantità spropositata di Cioccorane
frementi. “Ahia!” Ron ritrasse la mano, dove si stava formando un segno rosso,
“Non si tocca fratellino rompino” “Fred posso prenderne alcune?” chiese Harry
“Si si fai pure” fu la risposta, il rosso indicò l’amico con una faccia
sconcertata “Ma come??Lui si e io che sono vostro fratello no?”, George sorrise soddisfatto “Proprio per
quello a te niente “ sghignazzava.
Passarono alcune ore in
compagnia dei gemelli e in giro per Diagon Alley.
Tornarono a casa nel
pomeriggio tardi, stanchi morti, ma felici e pieni di caramelle.
Fu una
cena particolarmente felice.
Tutti
intorno ridevano e scherzavano. Finalmente nella casa tetra dei Black, le risate
riecheggiavano.
Andarono
a letto molto tardi. Sempre di buon umore.
“Non è
giusto!” Ron stava ancora pensando alle ingiustizie arrecategli dai fratelli
maggiori.
Un
cuscino volò per la stanza colpendo la testa rossa del ragazzo “E ti ci metti
anche tu ora?... vuoi guerra eh?” il cuscino tornò al mittente, roteando per la
stanza prendendo Harry preciso alla nuca mentre era impegnato a cambiarsi la
maglia.
In poco
tempo si scatenò una battaglia a cuscinate tra i due, sedata solo
dall’intervento della signora Weasley che li spedì a letto senza troppo
storie.
“Domani
voglio la rivincita” bofonchiò Ron nel suo letto, Harry era impegnato a levarsi
una piuma dalla bocca “Bleah, ho pure le piume in bocca a causa tua
Ron”.
“Veramente hai cominciato tu lo sai?”
rispose il rosso divertito “Ti conviene non abbassare la guardia nei prossimi
giorni, la vendetta arriverà quando meno te l’aspetti… ma ora il letto mi
aspetta… notte Harry” “Notte Ron”.
Le prime
ore di sonno passarono tranquille per Harry.
Poi
all’improvviso spalancò gli occhi e non ci fu più verso di chiuderli.
“Al
diavolo un’altra notte così no” si rigirava nel letto inquieto.
Passò
una mezz’oretta buona a contare le pecore, un’ altra a leggere il libro di
scuola di storia della magia “Di solito questa odiosa materia mi fa dormire
all’istante e stasera nemmeno questa funziona” si arrese, scese dal letto,
deciso a scendere in cucina, magari a sgranocchiare qualcosa, quando gli venne
in mente una cosa.
Draco
aveva passato tutta la giornata da solo, perché non fargli compagnia per un
po’?
“Ma dico
sei ammattito Harry? Primo: stai parlando di Malfoy mica di Neville o Seamus.
Secondo: è notte fonda starà dormendo come tutti in quella casa. L’unico pirla
sveglio sei tu.”
Ma
l’idea aveva preso a ronzargli in testa e si rifiutava di staccarsi dal suo
cervello.
Rimase
in attesa di udire anche un solo piccolissimo rumore proveniente dalla stanza
accanto. In realtà da un lato ci sperava con tutto se stesso.
Ma i
minuti passavano,e nessun segno di vita giungeva dall’altra camera.
“Ma
possibile che Malfoy abbia scelto proprio stanotte per dormire sogni
tranquilli?”.
Cominciava a diventare
impaziente, quando all’improvviso sentì un tonfo provenire dalla stanza
adiacente.
Rizzò le
orecchie, non era riuscito a capire, cosa diavolo fosse caduto.
Era
tornato il silenzio tombale tipico della notte.
Vinto
dalla curiosità si alzò dal letto, e con il suo ormai collaudato passo
silenzioso si avviò verso la porta
del biondo.
La aprì
con molta delicatezza. Quella sera la luna era piena,e la tende della finestra
tirata da un lato.
Seduto
sul davanzale a guardare fuori c’era Draco.
“Allora
non sono l’unico a soffrire di insonnia stanotte” esordì Harry entrando
lentamente in camera.
Draco
ebbe un sussulto, poi girò il viso a guardarlo “Potter, ma diavolo non hai nulla
di meglio da fare la notte?” il solito Malfoy.
Il bruno
si limitò a stringersi nelle spalle “Veramente ho sentito un tonfo provenire da
qua”.
L’espressione di Draco era
esasperata “Non avrai pensato che stessi legando insieme i lenzuoli per evadere
eh?” il solito sopracciglio inarcato.
Harry
rise sommessamente “Si probabilmente ho pensato anche quello” fissò il giovane
biondo negli occhi “in realtà che è successo?”, Draco fece un gesto svogliato
verso il candelabro che ora si trovava sul comodino “Gli ho solo dato una
manata” rispose tranquillamente.
Harry
osservò il candelabro, era in argento, pesante e piuttosto grosso, altro che
manata.
“Dovresti avere una mano
gonfia ora come ora” osservò scettico, cercando segni sulla mano del
biondo.
Draco
alzò gli occhi al cielo “Oh per Merlino Potter, stavo avendo un incubo va bene?
devo averlo afferrato mentre dormivo,e sempre mentre dormivo l’ho fatto cadere”
si alzò dal davanzale e atterrò gentilmente sul pavimento, aveva una spanna
buona in più di Harry in altezza “Contento ora?”.
Harry
non rispose subito, ma si diresse verso la porta “E dove vai ora Potter?” la
posizione del biondo era cambiata, ora era seduto sul letto.
“A
prendere qualcosa da mangiare,e se
trovo magari della Burrobirra… ti va di unirti a me?” il tono era assolutamente
noncurante, se Draco avesse accettato o no, per lui non sarebbe cambiato nulla.
Draco
sembrò spiazzato dall’offerta, l’aria di sgomento profondo che si era disegnata
sul suo bel viso fiero, fece esultare Harry, in quel momento seppe che Malfoy
junior avrebbe accettato il suo invito.
Ostentando finta
indifferenza Draco rispose un “Beh se trovi qualcosa anche per me”.
Harry
sorrise, e uscì dalla stanza.
“Ma
dico, Harry ma sei impazzito? E’ Malfoy!Ora anche lo spuntino di mezzanotte gli
offri?E domani che fai? Lo porti fuori a cena?
Scese
facendo il meno rumore possibile le scale malandate che portavano alla
cucina.
Frugò in
giro per dieci minuti buoni, e alla fine tornò vittorioso in camera del
biondo.
Tra le
braccia portava: 2 panini appena preparati “Ah che bello cucinare con la magia”,
2 boccali di Burrobirra, fregati dalla scorta personale del signor Weasley,e un
sacchetto con dentro una quantità spropositata di Cioccorane, e tuttiigusti + 1,
regalo di Fred e George.
Draco
era nello stesso posto dove lo aveva lasciato, sul letto a gambe incrociate, lo
guardava dubbioso “Hai svaligiato la cucina Potter?”.
“Darmi
una mano magari Malfoy?” chiese per nulla convinto di un aiuto da parte del
biondo.
Invece
Draco si alzò, andandogli in contro per prendere le due Borrobirra.
Harry
rimase stupito “Eh…eh.. grazie” balbettò in risposta a mo di professor
Raptor.
“Non
farci l’abitudine Potter” fu la sgarbata risposta, aveva appoggiato i due
bicchieroni, sul comodino di fianco al letto, Harry invece buttò le caramelle su
letto, facendo attenzione a non far cadere i panini.
Si
sedette sul letto, attendendo il biondo, che lo guardava poco convinto.
“Non è
che stai cercando di avvelenarmi eh Potter? Chiese indicando i panini sul
letto.
Harry
rise, e vedendo l’espressione di Draco rise più forte. “Tu sei paranoico
Malfoy”.
Draco si
strinse nelle spalle, poi si sedete con eleganza sul letto, a debita distanza da
Harry.
Il bruno
afferrò un panino,e gli diede un morso, notando che Draco non accennava a
muoversi, si fermò a guardarlo “Non ti voglio avvelenare te lo giuro” ripeté
guardando il biondo.
Draco
stava osservando il suo panino, poi le caramelle, infine decise per il dolce,e
afferrò una cioccorana.
“Mi sono
sempre piaciute” disse poco prima di mangiarsi la cioccorane, “Ma i miei non
erano molto propensi a farmeli mangiare da bambino” aggiunse dal nulla,
guardando fisso davanti a se.
Harry
abbassò il suo panino, osservando il biondo, stava per aprire bocca quando Draco
lo interruppe, “Pensavano che fossero delle cose per maghi bamboccioni” rise
alle sue parole, una risata amara, piena di tristezza.
Afferrò
un’altra Cioccorana, rigirandosela un attimo tra le dita “Cosa c’era di male
a darti le caramelle da bambino….
Si insomma… tutti i bambini mangiano caramelle,e non per questo diventano più
sdolcinati” disse Harry, Draco rispose ridendo “Ah Potter, tu sei cresciuto tra
i babbani, e soprattutto, non sei cresciuto con i Malfoy… un Malfoy non piange
mai,non ride mai, non si diverte mai, e non mangia caramelle” il biondo non potè fare a meno di
sorridere.
“Ma… non
capisco il perché” terminò infine
Harry “Umh… perché siamo tra le
casate più antiche e potenti del mondo magico intero, mio padre era il
mangiamorte più stimato da Lord Voldemort,e io dovevo prendere il suo posto, e
infine, i Malfoy non sbagliano mai. Ti bastano come perché?”, Draco ora guardava
Harry negli occhi, Harry sosteneva lo sguardo.
“Lupin
l’altra sera quando ti sei ripreso, ha detto che sei stato obbligato a fare…” si interruppe, il ricordo era
ancora troppo doloroso, Draco annuì, un breve e velocissimo cenno del capo
biondo
“E’
vero?” ingiunse Harry, il tono urgente, “Si” rispose il serpeverde con un filo
di voce “Forse non lo sai, ma l’unico mangiamorte in famiglia era mio padre, mia
madre pur condividendo le sue idee
non si era mai unita a Voldemort. Un giorno,l’estate scorsa, mio padre mi chiamò
nell’attuale rifugio dell’Oscuro Signore. Mi dissero che dovevo entrare
ufficialmente a fare parte dei Mangiamorte, e dovevo farmi marchiare,e infine
che dovevo portare a termine un piano, non importava come, l’importante era
riuscirci. Dovevo uccidere Silente.” Pronunciò l’ultima frase sussurrando e
guardando Harry negli occhi verdi, “Non potevi rifiutarti?” la domanda posta da
Harry era inutile, sapeva già la risposta “Potter, rifiutare un favore a Voldemort?” era sinceramente shokkato “E
poi per essere sicuri che portassi a termine il mio lavoro, mi dissero di
pensare a mia madre… un modo molto velato per dirmi: fallisci e lei ne paga le
conseguenze”.
Draco si
sdraiò sul letto, portandosi le braccia dietro alla nuca, i capelli, leggermente
più lunghi rispetto a giungo, scivolarono con delicatezza verso la coperta,
rimaneva zitto nel buio della stanza, Harry affondato nei suo pensieri,Draco nei
suoi.
“E’ per
via di tua madre se hai deciso di collaborare con l’Ordine?” chiese infine il
bruno.
Draco
non rispose subito, rimaneva fermo ad osservare il soffitto “Per lei e per
me,ora sono l’ultimo Malfoy rimasto. Voglio redimere il nome della mia
famiglia”.
NdA: Scusate l'interruzione del capitolo, ma la
scuola chiama >.< . fatemi sapere cosa ne pensate come sempre......e
in risposta a Fra ro effettivamente sia Draco che Harry dormono ben poco
XD, avranno le occhiaie lunghissssime ihih.
Bacini sbavosi.Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Amici? ***
The unexpected
The
unexpected
Scese un
silenzio tranquillo tra i due, Harry sembrava incerto, gli sembrava una
situazione molto strana, lui che parlava amichevolmente con Malfoy, eppure era
incuriosito da quel ragazzo, che conosceva da 7 anni ma che non era mai riuscito
a capire.
“Potter?” la voce bassa di
Draco nel buoi, un mugugno in risposta da parte del bruno “Sai cosa mi sono
sempre chiesto?” continuò Draco, altro mugugno in risposta.
Se Draco
avesse guardato avrebbe notato che Harry stava muovendo la testa in segno di
assenso e diniego accompagnando i suoi grugniti.
“Mi
stavo chiedendo… come mai hai rifiutato la mia amicizia quel primo giorno ad
Hogwarts?” il tono del biondo era rilassato e innocente.
Prima di
rispondere Harry afferrò una Tuttigusti + 1, la scartò, e si mise a sedere in modo più comodo sul
letto.
“Beh….
Sai la prima volta che ti incontrai da Madama McClan.. ricordi?” , si interruppe
attendendo risposta, ma a quanto sembrava Draco stava aspettando il continuo, il
bruno sbuffò leggermente poi riprese “Ecco in quel primo nostro incontro, provai
un’ antipatia pazzesca per te, poi a King’s Cross ho conosciuto Ron, e ecco, non
mi ha parlato molto bene di te, o della tua famiglia” il biondo bofonchiò
qualcosa di chiaramente iroso nei confronti del rosso.
“Quindi
tu mi hai giudicato senza nemmeno conoscermi Potter?” il tono di Malfoy era il
solito tono Malfoyano, odioso e pungente.
Harry si
prese qualche secondo prima di rispondere “Si in realtà si, ma poi tu non hai
fatto nulla per farmi cambiare idea sul tuo conto, anzi hai peggiorato la
situazione, tanto che quando ho saputo che eri qua ho dato di matto”, il biondo
rise, il viso nascosto nel buio “San Potter incazzato?Non ti ci vedo proprio”
“Beh magari ora avrai il modo di farmi cambiare idea eh Malfoy?”, il sorriso che
si formò sul viso di Harry era di speranza, si affrettò a cancellarlo dalla sua
faccia più velocemente possibile, per poi rendersi conto che Malfoy aveva gli
occhi chiusi.
“Cioè,ora San Potter vuole
essere mio amico?”.
Harry
tirò un sospiro di sollievo, per un attimo aveva pensato che Draco si fosse
addormentato, dopotutto era ancora in convalescenza.
“Diciamo
che potremmo rifare tutto da capo, non saremo mai amici per la pelle, ma almeno
non cercheremo di ucciderci a vicenda tutte le volte che ci vediamo”.
Draco si
rimise a sedere, appoggiando il
peso del corpo sulle braccia bianche.
Rise
sommessamente, “Quindi ora, dovrei tenderti la mano come feci 7 anni fa e dirti piacere io sono Draco Malfoy?”,
Harry rise di rimando, “Si esattamente… Piacere Harry Potter e tu come ti
chiami?”Dicendo questo aveva teso una mano a Malfoy, che rimase ad osservarla
stupito.
Quando
ormai Harry si era convinto che non l’avrebbe mai presa, Draco tese la sua
“Piacere Draco Malfoy” un piccolissimo sorriso gli increspava le labbra, per una
volta sembrava un sorriso innocente e senza secondi fini.
Harry
gli strinse la mano, sorridendogli a sua volta “Però ora non chiamarmi più
Potter, San Potter, il ragazzo d’oro, lo sfregiato e roba simile, solo… Harry”
aggiunse in fretta, prima che Malfoy tornasse il solito di sempre.
“Sarà
difficile perdere l’abitudine, ma ci proverò” Draco gli stava
sorridendo.
“Dio che
sorriso amabile che ha” fu il fugace pensiero di Harry, ma gli bastò per
diventare rosso in tutto il viso. Per fortuna si trovavano al buio.
“Sembriamo due bambini” fu
il commento di Draco a tutta la scena.
“Sai ho
l’idea che tu non sia mai stato bambino Malf… Draco” si corresse in fretta il
bruno.
La voce
che giunse in risposta era malinconica “Io non sono mai stato bambino. O almeno
non nel modo in cui lo intendi te. Sempre a studiare, a sopportare il peso di un
cognome sempre più ingombrante, sempre più aspettative su di me. Non ho mai
avuto una vita normale fino ad ora. In questa settimana, ho sperimentato ciò che
è una vera famiglia” l’ultima frase finì leggermente strozzata.
Harry
studiò attentamente la risposta da dargli, non voleva offenderlo o turbarlo
“Sembra quasi che tu abbia odiato la tua vita Draco” disse infine.
Draco
emise un piccolo sospiro, sapeva che il bruno aveva perfettamente ragione, ma
odiava doverlo ammettere,anche se ormai di orgoglio gliene era rimasto ben
poco.
E senza
rendersene conto si ritrovò a rispondere ad Harry che aveva ragione.
Appena
terminata la parola:ragione, Draco ammutolì, come se avesse appena detto
qualcosa di terribilmente sconveniente.
“Non
starai facendo ancora l’orgoglioso con me?”, Harry prese la sua bacchetta e
agitandola con un gesto deciso declamò “Lumos”, la punta della bacchetta si
illuminò, una luce che bastava solamente ad illuminare il viso del biondo
davanti a lui.
“Odio
parlare senza riuscire a vedere in
faccia i miei interlocutori” un sorriso furbo gli increspava le labbra.
NdA: Lo
so è corttttttoooooooo =( e sto portando avanti il solito discorso nella solita
notte XD, ma questi ragazzi hanno un sacco da dirsi XD.
Prometto
di fare meglio la prossima volta ^^.
Baciotti
Sbavosi.
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Conoscendoci meglio ***
The Unexpected
The
Unexpected
"Conoscendoci
meglio"
Come
Harry aveva immaginato, il biondo davanti a lui aveva un’espressione leggermente
sconvolta.
Gli
occhi grigi cercavano di evitare quelli verdi di Harry, non voleva, si rifiutava
di mostrasi ancora più debole davanti a lui.
“Oh ma
che diavolo te ne frega?Ti ha visto mezzo morto, infermo sulle gambe, piangere,
piagnucolare chiamando tua madre, pensi che si faccia ulteriori problemi?
Infondo Pott… Harry si era mostrato spasso debole davanti a te”.
Alla
fine di quel pensiero, Draco si rilassò totalmente, si girò a sedere a gambe
incrociate in modo da riuscire a guardare Harry in faccia, poi riprese il
discorso “Ho sempre odiato la mia vita Harry.”
Il bruno
ebbe un tonfo al cuore. Era la prima volta che Draco lo chiamava per nome,e
sentirlo pronunciare da quella voce bassa e sexy, gli fece girare per un momento
la testa. Il biondo sembrò non accorgersi dell’attimo di smarrimento del suo
interlocutore e proseguì.
“Mio
padre mi ha sempre tartassato con le sue idee, fin dalla mia tenera età.”
Poi
vedendo il viso di Harry farsi interrogativo aggiunse “Che c’è di strano,
secondo te sono nato acido e insofferente?Ti posso giurare che da appena nato
ero adorabile quanto tutti i bambini” un bellissimo sorriso gli illuminò il
volto, Harry rispose al sorriso sinceramente felice per quella situazione che si
stava creando.
“E
invece come è stata la tua infanzia?” chiese Draco, i suoi occhi esprimevano
interesse.
Fuori
nel frattempo il cielo si stava tingendo di rosso, era quasi l’alba, e la luce
all’interno della stanza si stava facendo un po’ più forte, permettendo ad Harry
di spegnere le sua bacchetta.
Alzò gli
occhi verdi al cielo, come per raccogliere le idee e i ricordi, “La mia, è stata
una normale infanzia tra babbani. Normale, beh si poteva fare molto meglio,ma i
miei zii non potevano vedermi proprio per niente, e si sono dilettati per 11
anni a peggiorarmi la vita con tanti piccoli espedienti” Harry si interruppe, si
era appena reso conto che Draco non sapeva praticamente nulla sui Babbani, e il
suo viso esprimeva perfettamente i suoi dubbi.
“Sai
tipo, chiudermi a dormire in uno sgabuzzino, facendomi indossare i vestiti
smessi di mio cugino Dudley, che per la cronaca è circa quattro volte me, non
permettendomi di partecipare a
nessun tipo di vita sociale. Addirittura non ho mai saputo il vero motivo
della morte dei miei genitori o del fatto di essere un mago fino a quando Hagrid non è venuto a prelevarmi
dalla catapecchia dove i mie zii si erano rifugiati per sfuggire alle lettere di
Hogwarts”.
Harry si
mise a ridere indicando con un dito
il viso di Draco “Dovresti vedere che faccia hai in questo momento”.
Il
biondo scosse la testa e sembrò riprendersi, poi fece gesto ad Harry di tacere,
ma non era un gesto spazientito, era tranquillo e per nulla sgarbato “Aspetta,
aspetta, mi stai dicendo che, tu non sapevi di essere il mago più famoso del
mondo magico?” chiese Draco, stava cercando di trattenere una risata.
Harry si
strinse nelle spalle “Esattamente. I miei zii odiano tutto ciò che sia al di
fuori dell’ordinario Babbano. Speravano che se io non avessi saputo la verità,
non avrei mai avuto a che fare con il nostro mondo”.
Draco
non resistette, si mise a ridere a
crepapelle. Harry non si sarebbe mai aspettato una reazione simile dal
glaciale Malfoy che conosceva.
Tra una
risata e l’altro riuscì a dire “Il grande Harry Potter, non sapeva di essere un
mago. Oh Merlino questa è bellissima” si calmò un attimo e poi aggiunse “E cosa
diavolo hanno raccontato i tuoi zii invece della verità sulla morte dei tuoi?”
era tornato serio e guardava Harry fisso negli occhi.
Il bruno
rispose con una voce leggermente più bassa del solito “Semplicemente mi dissero
che erano morti in un incidente stradale. Io ero dietro, legato al seggiolino e
per quello non mi feci niente” stava guardando di nuovo la coperta, come se
quello che stava dicendo fosse in qualche modo sconveniente.
E Draco
disse una cosa stupefacente “Senti non è stata colpa tua, i tuoi zii si sono
comportati da idioti impedendoti di conoscere la verità sulla tua identità. Alla
fine l’importante è, che tu abbia guadagnato gli anni perduti, anche se
ovviamente la tua infanzia se ne è andata via piuttosto tristemente” terminò la
frase, l’ultima parte sembrava quasi riferita a se stesso.
Harry lo
stava scrutando, voleva essere sicuro che nel tono di voce del biondo non ci
fosse qualcosa di canzonatorio, Draco restituiva lo sguardo tranquillamente
“Stupito? Immagino che in passato ti sia fatto un’idea veramente pessima di me”
rimorso nel tono di voce.
“Effettivamente mi ero
fatto un’idea di te forse leggermente sbagliata, ad esempio pensavo che tu
avessi la sensibilità di una pozzanghera d’acqua piovana acida”. Draco rise, una
mano appoggiata alle labbra sottili “Sai forse fino a 2 settimane fa lo ero
veramente. Non mi stupisce per nulla che metà scuola mi odiasse”.
Si erano
fatte le 6 del mattino, avevano schiccherato come due vecchi amici per 2 ore
buone., ed entrambi sembrava soddisfatti di quel nuovo inizio.
Harry si
alzò dal letto, si sgranchì le membra indolenzite “Sarà meglio che vada, forse
riesco a dormire 1 oretta” non era
per nullo convinto di quello che aveva appena detto.
Draco lo
imitò alzandosi.
Si
stiracchiò anche lui, era più alto di Harry, cosa che il bruno notò solo in quel
momento.
“Sai
credo che questo nuovo Malfoy mi piaccia di più di quello di prima”, Draco rise
sommessamente “Purtroppo, molte cose s capiscono solo quando qualcosa arriva
nella tua vita tranquilla e la sconvolge. Quel qualcosa nella mia vita è
arrivato l’anno scorso più o meno in questo periodo”.
Harry
indicò la porta “Sarà meglio che vada” stava palesemente battendo in ritirata,
non sapeva cosa dire per rispondere a
quel ragazzo enigmatico e bellissimo, che spesso in 7 anni lo aveva messo
in imbarazzo e a dura
prova.
Draco si
limitò a fare un brevissimo cenno di assenso con il capo biondo, sostava nella
chiazza di luce che il sole stava formando nella stanza.
“Con la
luce del sole sembra quasi un angelo” ennesimo pensiero fugace di Harry, che lo
imbarazzò tantissimo.
Harry si
diresse deciso verso la porta, per poi girarsi all’ultimo momento per guardare
Draco “Sai, prima o poi, dovrai pure uscire da questa stanza, ora che stai
meglio”, un cenno con la mano, e prima che Draco potesse replicare Harry era
uscito.
Il
biondo rimasto solo si sdraiò nel letto,il braccio ferito appoggiato al ventre,
l’altro piegato cotto la sua testa.
“Potter
simpatico, e chi lo avrebbe mai detto?.
Forse è
la volta buona in cui riesco a tenermi un amico”.
Si
sedette di nuovo, voleva vedere che aspetto avesse il suo braccio.
Cominciò
a sfasciare la benda con calma, e lentamente, non aveva minimamente intenzione
di procurarsi altro dolore intenzionalmente.
Il viso
si contrasse in una smorfia, vedendo le condizioni penose in cui versava il suo
braccio.
Tutto
l’avambraccio, nel punto dove si trovava il Marchio Nero, aveva una cicatrice,
aveva il tipico aspetto di un’ustione, pulsava, un pulsare continuo e
fastidioso.
Rifece
la fasciatura, non voleva vedere di nuovo quell’orrore sul suo braccio.
Per
fortuna a prendersi cura delle sue ferite c’era la signora Weasley.
Draco
sorrise tra se al pensiero.
“Se mi
fossi trovato al posto della signora Wealsey, mi sarei lasciato morire per terra
dissanguato. Invece mi ha curato come avrebbe potuto curare un dei suoi figli.
Merlino come sono diventato sentimentalista” scosse la testa e si alzò dal
letto, sapeva che dopo l’uscita dalla stanza di Harry non sarebbe riuscito a
prendere sonno, quindi si diresse verso la porta del bagno, aveva intenzione di
farsi una doccia calda dato che stava ghiacciando nell’aria fresca del
mattino.
Harry
era nella sua stanza.
Seduto
sul bordo del suo letto.
Mille
pensieri gli vorticavano in testa.
“Lui e
Draco amici?Mai si sarebbe aspettato una cosa simile.
Scoprendo infine che Draco
non era altro che un ragazzo plagiato dalle idee malsane del padre. Era
simpatico alla fine. Anche se aveva un senso dell’umorismo tutto suo.”
“Ed è
terribilmente sexy” aggiunse una vocina maligna nella sua testa.
Spesso
durante la serata Harry aveva avuto la tentazione di entrare maggiormente in
confidenza con Draco.
“Oh
Harry dilla tutta volevi baciarlo senza troppi giri di parole”.
Draco
era sotto la doccia.
Il corpo
presentava ancora le cicatrici, anche se si stavano attenuando ogni giorno che
passava.
Aveva il
viso rivolto verso il getto di acqua calda, la lasciava scivolare, pigramente
sul suo corpo.
Strano a
dirsi ora guardandolo, ma Draco non aveva nulla del ragazzino pallido che fu il
primo anno di scuola.
Sempre
chiaro come il latte di carnagione, ma l’altezza e una vita sana e sportiva gli
aveva permesso di sviluppare un fisico niente male, che al primo anno ad
Hogwarts nessuno si sarebbe mai aspettato.
Si passò
il bagnoschiuma, sul corpo, gesti pigri e volutamente lenti. Voleva stare sotto
la doccia il più possibile.
Gli era
sempre piaciuto il contatto dell’acqua calda sulla sua pelle.
Fin da
bambino, tutte le volte che il padre si trovava lontano da casa, sua madre gli
permetteva d fare lunghi bagni,giusto per il gusto di fare divertire il
figlioletto, Lucius avrebbe certamente etichettato tutto questo come
stupidaggini.
Uscì un
po’ reclarcitante dalla doccia, in fondo li sotto si stava così bene.
Si coprì
con un’ asciugamano, e si specchiò davanti all’unico specchio presente nel
bagno.
Doveva
essere molto antico, la cornice era rovinata in più punti,e il vetro aveva una
piccola crepa nell’angolo sinistro.
Quello
che lo specchio gli rimandava non gli piacque in modo particolare.
Aveva
l’aria stanca, e delle occhiaie gli circondavano gli occhi. Anche i suoi occhi
grigi risentivano della mancanza di
sonno, sembravano spenti, avevano perso la loro vitalità.
La bocca
sottile si curvò all’ingiù, una smorfia infantile gli si dipinse in volto. Una
lacrima solitaria scese coraggiosa e
decisa giù per la sua guancia. Strinse gli occhi e uscì dalla porta
sbattendo la porta.
Harry fu
scosso dai suoi pensieri proprio dal rumore della porta che sbatteva.
Anche
Ron si destò all’improvviso“Eh?Cosa?Che succede?I dissennatori!” blaterò
incoerentemente.
La testa
rossa girò vorticosamente per la stanza, cercando di localizzare eventuali
nemici, rendonsi conto che tutto era tranquillo, si diede mentalmente
dell’idiota, e si mise a sedere sul
letto “Giorno Harry” bofonchiò sbadigliando.
Harry
che stava osservando l’amico fin da quando si era svegliato gli rispose con un
sorriso, “Buon giorno Ron!Complimenti per il bel risveglio”.
Ron
brontolò qualcosa poi scese dal letto per raggiungere il bruno.
“Cosa
diavolo ha sbattuto?” Harry indicò il muro di separazione dalla stanza del
biondo “Mi sa che Draco ha fatto sbattere una porta”.
Ron non
registrò subito la parola Draco nel discorso di Harry e riprese a parlare “Ma Malfoy non ha niente di
meglio….. aspetta…. Come lo hai chiamato?” chiese sconvolto guardando in
direzione di Harry.
Harry
per nulla sconvolto si strinse semplicemente nelle spalle “L’ho solo chiamato
per nome, che c’è di strano?”, Ron cominciò a balbettare, se il professor Raptor
fosse stato ancora vivo sarebbe stato fiero di lui “Harry… emh… cioè… tu non hai
mai chiamato Malfoy per nome in 7 anni” gli fece notare, il bruno si strinse di
nuovo nelle spalle “Beh c’è sempre una prima volta nella vita no?”.
Si era
alzato dal letto e ora guardava Ron dall’alto in basso “Infondo è una persona
anche lui, e dato che ha un nome… perché non usarlo?”.
Anche il
rosso si alzò in piedi, afferrò Harry per le spalle e lo scosse “Chiunque tu sia
esci da questo corpo! Ridammi il mio Harry!”, il bruno si divincolò dalla presa
di Ron “Eddai Ron,sono sempre io, ho solo avuto modo di parlargli un
pochino”.
“E
quando gli avresti parlato, passi tutte le giornate con noi, che fai ci vai di
notte?” Ron si era già risposto da solo “Tu vai da Malfoy la notte?”, il viso
del rosso era tutto ciò che poteva rappresentare l’incredulità.
Un’altra
stretta di spalle da parte di Harry, “Beh alla fine non c’è nulla di male, e ora
lui collabora con l’Ordine, è dei nostri”.
Ron non
sembrava molto convinto “Secondo me sei sotto l’Imperio” brontolò, a voce non
abbastanza bassa per non essere udito, Harry sbuffò sonoramente.
“Va beh, prima cercate tutti di farmi
ragionare su Draco, e ora che aziono il cervello, e comincio a fare la persona
matura, mi date contro?”.
Ron lo
guardava con entrambe le sopracciglia inarcate “Veramente io ero l’unico a essere dalla tua parte, quando non
volevi Malfoy qua” il rosso era scattato, qualcosa nel tono di Harry lo aveva
irritato.
Il bruno
sollevò le mani davanti al peto, a mo di difesa “Ok, ok scusami Ron, lo so che
eri l’unico dalla mia parte. Ma diamine esiste il libero arbitrio, o almeno tra
i babbani, e ho solo cambiato idea su Draco”.
Il
giovane Weasley, si era leggermente rilassato, mantenendo comunque
un’espressione tirata.
“Non mi
chiedere di andare a fare amicizia con lui perché non ci penso nemmeno” sbottò
infine uscendo dalla stanza a passi lunghi.
Harry
sospirò, ormai solo nella camera.
Draco si
era fermato con la maglia a mezz’aria, aveva sentito tutto il discorso tra Harry
e Ron.
Era
stupito, nessuno prima d’ora aveva mai preso le sue difese.
Finì di
vestirsi con tutta calma. La maglia nera attillata, a maniche corte, i pantaloni
altrettanto neri e lunghi, ma di tessuto leggero, gli coprivano le belle gambe e
cadevano perfettamente sul bel sedere. L’unica nota di “colore” era data dalle
scarpe, un semplice paio di Adidas bianche, con bande nere.
Era
vestito ma non aveva alcuna intenzione di mettere il naso fuori dalla stanza.
Se
Weasley la pensava così, probabilmente anche tutti gli altri la pensavano allo
stesso modo.
E non
aveva nessuna voglia di fare litigare Harry con mezzo Ordine.
“La
smetto di preoccuparmi tanto di Harry? Diamine saprà anche cavarsela da
solo”.
Draco
non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo, sembrava che Harry fosse
diventato il centro dei suoi pensieri negli ultimi due giorni.
“Ed è
così carino” una vocina malefica gli introdusse questa idea nella testa, e non
ci fu verso di levarsela.
Harry
era sceso a colazione.
Trovò
Hermione e Ginny immerse in una discussione piuttosto accesa sulla
trasfigurazione delle civette in lampade, Ron invece era solitario e taciturno,
seduto lontano da tutti.
Salutò
tutti e prese posto vicino alle due
ragazze.
Ginny
gli chiese sottovoce “Che ha?” indicando con un gesto degli occhi il fratello
imbronciato.
Harry
spiegò brevemente alle due ragazze cosa era successo quella mattina tra lui e
Ron.
Appena
finito di spiegare, Hermione esibiva un sorrisone a 32 denti “Visto?Lo sapevo
che ce l’avresti fatta a parlare con lui”.
Harry
sorrise imbarazzato. Aveva sempre odiato ricevere complimenti, lo imbarazzavano
e basta.
Ginny
aggiunse “Beh magari potremmo fargli un po’ di compagnia oggi pomeriggio che ne
dite?”.
Entrambi
annuirono decisi.
Ovviamente avrebbero
chiesto anche a Ron di unirsi a
loro, anche se sapevano già la risposta.
Infatti
più tardi dopo pranzo, Ron si rinchiuse in camera sempre imbronciato, nello
stesso momento in cui Harry, Hermione e Ginny bussavano delicatamente alla porta
di fianco alla sua.
La
risposta dall’interno giunse molto flebile.
Harry
aprì la porta, per una volta con gentilezza.
Draco
era di nuovo seduto sul davanzale, il sole che gli scaldava la pelle, in mano
aveva un libro, stava leggendo.
“Disturbiamo?” chiese Harry
mettendo la testa dentro la stanza.
Non
fosse mai che Draco si trovasse di nuovo in boxer.
Il
biondo alzò gli occhi dal libro.
Strabuzzò un po’ gli occhi
rendendosi conto di avere tre persone davanti e non solo Harry.
“Giornata di visite oggi
eh?” chiese scrutando i tre, e indugiando particolarmente su Harry.
Si alzò
dal davanzale e lasciò il libro su di esso aperto.
Ginny
sembrava intimidita, Hermione era un po’ tesa, l’unico a suo agio sembrava
proprio Harry, che sorrise tranquillo.
“Se
disturbiamo possiamo sempre tornare più tardi” con un cenno del capo indicò la
porta.
Draco
scosse la testa biondissima, in senso di negazione.
“Mi
stavo giusto annoiando a morte, un po’ di carne fresca fa sempre piacere”
ghignò.
Hermione
e Ginny si portarono le mani
davanti alla bocca.
Harry le
guardò interrogativo “Credo stia scherzando”.
Draco
era interdetto “Faccio una pessima impressione alle ragazze” disse rivolto ad
Harry.
Il bruno
rise, guardandolo negli occhi notò un guizzo di divertimento nell’altro.
La prima
a farsi avanti fu Hermione, gratificando Draco con un enorme sorriso “Mi fa
piacere che tu stia meglio, sul serio”.
Draco
arrossì lievemente, solo un po’ di rosso gli si sparse sulle gote.
Ginny
prese coraggio, e si esibì nel suo migliore sorriso “E’ un piacere vederti di
nuovo in piedi”.
Draco
sorrise, un bel sorriso amabile, che né Ginny né Hermione avevano mai
visto.
Le due
ragazze sembravano incantate.
Harry
provò un lieve senso di malessere nel pensare Draco abbracciato ad una delle sue
due amiche.
Ma non
per Hermione o per Ginny, per lui:Draco.
“Che fai
ora sei anche geloso di lui?” chiese la vocina dispettosa.
Ginny si
sedette per terra, sul vecchio tappeto, che decorava la stanza, imitata subito
da Hermione.
La rossa
vedendo che Harry non si decideva a sedersi al suo fianco lo afferrò per una
mano, e lo obbligò a sedersi.
Quel
gesto così, amichevole, fu recepito da Draco come gesto intimo, e quindi
relegato nella zona: gelosia acuta.
Fece di
tutto per nascondere una smorfia, che però non sfuggì all’occhio di falco di
Hermione, che tuttavia rimase in silenzio.
“Allora
come stai oggi?” chiese cercando di alleggerire un po’ la situazione che si era
creata.
Ginny
dopo aver preso la mano di Harry non l’aveva più mollata, dimostrando una certa
territorialità nei confronti del
bruno.
Draco
aveva l’aria corrucciata e offesa da quel gesto.
Si
riscosse dai suoi pensieri, e focalizzò la sua attenzione su Hermione “Molto
meglio grazie” le sorrise apertamente “.
Ginny
era sembra appiccicata ad Harry, che cercava a sua volta di staccarsela di dosso
con gentilezza.
Il
pomeriggio passò in fretta, Draco sembrò apprezzare la compagnia dei tre ex
nemici.
Specie
quella di Harry.
Anche se
doveva ammettere che la presenza di Ginny lo infastidiva un po’.
Ogni
occasione era buona per la rossa di attaccarsi ad Harry, e questo irritava Draco
oltre ogni sua comprensione.
Anche
Harry non era per nulla contento di questo comportamento.
Capiva
solo che il fatto che Ginny fosse così invadente lo irritava.
NdA:
Spero di farmi perdonare con questo capitolo ^^ dopo quello di ieri avreste
anche ragione a volermi strozzare
=). Fatemi sapere che ne pensate come sempre.
Baciozzoli bavosi.
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Ginny all'attacco, Harry confessa ***
The unexpected
The
Unexpected
Ginny
all'attacco, Harry confessa
Quando
uscirono dalla stanza di Draco era sera, il sole stava calando dietro i palazzi
di Grimmauld Place.
Harry,
Hermione e Ginny erano felici e soddisfatti, si erano veramente goduti quella
lunga chiacchierata con questo nuovo Draco.
Sul
pianerottolo si imbatterono in Ron.
Li
guardò con aria di sufficienza.
“Ron”
cominciò Hermione, ma lui si voltò e scese le scale.
Harry
fece per inseguirlo, ma Hermione lo bloccò “Ci parlo io, se gli parlassi tu
finirebbe in rissa conoscendovi”.
A Ginny
si illuminarono gli occhi, l’occasione perfetta per stare da sola con
Harry.
“Ah
Harry, devo farti vedere una cosa in camera mia” disse inventandosi la prima
cosa che le passava per la mente.
Il bruno
cercò di opporre resistenza “Ma io veramente dovrei…” Ginny lo ignorò, lo
afferrò per la mano e lo trascinò attraverso il corridoio.
Ignoravano il fatto che
Draco da dietro la porta avesse sentito tutto il discorso di Ginny.
“Si
certo… tanto valeva dirgli: vieni da me che ti mostro la mia collezione di
farfalle.”
Strinse
i pugni, e si appoggiò alla porta.
L’odio
che provò per Ginny in quel momento lo lasciò per un momento
stupefatto.
“Reazione troppo violenta.
Calmati Draco, calmati e respira”.
Ginny
era nel frattempo riuscita a
trascinare Harry nella stanza che divideva con Hermione.
Il bruno
fingeva indifferenza, cercando di evitare di guardare la rossa negli
occhi.
“Emh,
cosa dovevi farmi vedere Ginny? Avrei da fare in realtà…” non riuscì a finire la
frase, che Ginny gli era letteralmente saltata in braccio.
Harry
perse l’equilibrio e si trovò sdraiato per terra, sul pavimento coperto di
moquette, con Ginny sopra che lo baciava con foga.
Cercava
di levarsela di dosso “Ginny!Per favore!Ma che diav…!” Ginny gli imprigionò di
nuovo la bocca nella sua, mentre con le mani armeggiava con la sua camicette
leggera.
Vedendo
la rossa intenta a spogliarsi, qualcosa scattò nella testa di Harry, che
prendendola per le braccia, la spinse indietro riuscendo a levarsela di dosso.
Il
giovane mago scattò in piedi, guardando Ginny furente.
Ginny
era ancora a terra, si stava riallacciando i pochi bottoni che era riuscita a
sbottonare.
“Ma cosa
diavolo ti prende!?Ma sei impazzita??Cosa diavolo ti ha fatto credere che
volessi starci?” le stava urlando in faccia, senza troppi complimenti.
Ginny si
alzò dal pavimento, cercando di fronteggiarlo “Tu ci stavi con me fino a qualche
settimana fa!Ecco cosa ho pensato!” piangeva.
Si
asciugò le lacrime, che le scendevano dagli occhi azzurri, con una
manica.
Harry
non si preoccupò minimamente, uscì dalla stanza senza emettere un
fiato.
Nel
corridoio incontrò Hermione e Ron.
Ron
sembrava molto più tranquillo.
“Emh
Harry…” cominciò il rosso.
“Non
ora Ron, stasera parliamo”, riuscì
comunque a sorridere all’amico,
mentre lo superava e si dirigeva a passo di marcia verso una stanza lui ormai
ben nota.
Hermione
e Ron si scambiarono un’occhiata interrogativa, rimanendo imbambolati nel
corridoio.
Harry
fece, al solito suo, irruzione nella stanza di Draco, che stava sonnecchiando
sul letto.
Il
biondo si svegliò, scattando seduto così in fretta che rischiò di cadere dal
letto.
“Ma dico
sei impazzito!!!?” poi vedendo la faccia di Harry si accigliò “Che diavolo è
successo?”
Harry
percorse la stanza a passi veloci fino a raggiungere la finestra.
Afferrò
il bordo del davanzale e strinse il marmo tra le mani, fino a farle diventare
bianche.
Draco
gli si era avvicinato, appoggiandosi con la spalla al muro, incrociando le
braccia sul petto.
Non fece
domande, si limitava ad aspettare che Harry parlasse.
Passarono alcuni minuti
fino a quando il bruno non sbottò “Non .Ci.Posso.Credere.”, voltò il viso fino
ad incontrare quelle del biondo, che continuava a guardarlo
interrogativo.
Harry
disse semplicemente “Ginny”.
Draco
ebbe un fremito “Cosa diavolo a fatto quella stupida oca rossa?”, spostò il peso
da un piede all’altro.
“Cosa è
successo?” domandò infine, poi staccò le mani di Harry dal davanzale “Me lo stai
rompendo” aggiunse come spiegazione al suo gesto.
Harry si
allontanò, il contatto delle mani fredde di Draco lo turbava, si sedette
sull’unica poltrona disponibile nella stanza.
Draco lo
imitò sedendosi a sua volta sul letto, attendendo spiegazioni.
“Quando
siamo usciti di qua, Ginny mi ha detto di avere una cosa da farmi vedere in
camera sua. Se non fosse che appena entrati mi sia letteralmente saltata
addosso”.
Draco
trattenne il respiro, non voleva che la sua gelosia trasparisse “Ah…ma, tu e
Ginny non stava insieme ad Hogwarts?”, domanda dal tono noncurante.
Harry
assentì con il capo “Sono cambiate molte cose da allora”, l’allusione riferita
alla morte di Silente colpì Draco come un pugno allo stomaco.
“Non me
la sento di stare con lei, non me la sento di stare con nessuna altra
ragazza” Harry aveva quasi
sussurrato quella frase.
Il
biondo continuava ad osservarlo, studiandolo in tutti i suoi minimi
particolari.
“Quindi,
umh, con la Weasley è finita, ma lei sembra
rimasta indietro con le lezioni o sbaglio?”
In un
momento di sincerità acuta, neanche fosse sotto l’effetto del Veritasserum Harry
aggiunse “In realtà, credo di non essere proprio attratto dalle
ragazze”.
Ci mancò
poco che Draco finisse per terra a questa confessione.
“Ma che
cazzo fai Harry?Sei amico suo da nemmeno 48 ore e gli stai spiattellando la tua
vita sessuale?”.
Harry
diventò color peperone, “Io….
Scusa, in fondo queste cose non ti interessano” .
Il
biondo era impegnato a non mostrare i suo sentimenti, e a ricomporsi.
Quella
confessione di Harry lo aveva spiazzato moltissimo.
Fino a
due settimane prima si sarebbero uccisi a vicenda incontrandosi, e ora Harry era
li davanti a lui a confessargli di essere gay, e lui gongolava felice alla
notizia.
Non
sapeva esattamente da che parte cominciare, poi disse semplicemente “ E che male
c’è?”.
Ora fu
il turno di Harry per rimanere spiazzato.
“Nulla,
ma non tutti la pensano come te, e soprattutto non pensavo che te” calcò la
parola appositamente “potessi essere di questa idea, dato che mi sei sembrato
sempre molto, razzista su alcune cose”.
Il viso
di Draco si contorse in una smorfia
Harry
aveva ragione su molte cose, ma su una solo si era sbagliato.
Non era
mai stato omofobico.
Per il
semplice motivo che anche lui non disdegnava la compagnia maschile.
Non era
gay al 100% come Harry, ma bisex sicuramente.
Anche se
di certo non sarebbe andato a dirlo a Potter in quel preciso momento, sempre che
prima o poi si decidesse a
dirglielo.
Harry
scattò in piedi, era sempre rosso in viso.
Indicò
la porta.
“La
prossima volta busso te lo giuro” sorrise “Ora dovrei chiarirmi con Ron, sai per
stamattina”.
Draco si
strinse nelle spalle, afferrò il libro abbandonato sul comodino e si mise a leggere senza proferire
parola.
Harry
uscì, cercando Ron per la casa.
Lo trovò
in cucina, era da solo. Probabilmente Hermione era con Ginny.
“Harry!Ti sembrava il caso
di dire di tutto a Ginny?Sta piangendo come una fontana da mezz’ora!” furono le
prime parole di Ron.
Il bruno
prese posto di fronte al rosso “Non che lei sia stata molto delicata con me eh
Ron”
“Lo so,
mi ha raccontato… ma forse, c’è modo e modo per dire una cosa”.
Ron non
era arrabbiato, conosceva la sorella e sapeva che non era una ragazza molto facile, o con cui avere una
discussione.
“Harry,
riguardo stamattina. “gli occhi azzurri di Ron incontrarono quelli verdi di
Harry “Mi dispiace ok? Hermione mi ha spiegato di oggi pomeriggio.
E mi ha
detto di quanto sia cambiato Malf… Draco. Magari domani vengo a parlare anche io
con lui” aggiunse tutto in un fiato.
Harry si
limitò a sorridergli “Grazie Ron. Sei un amico vero”.
NdA: Per tutte le
"amanti" di Ginny, dolce vendetta MUHAHAHA. Scrivere la parte di Harry con Ginny
mi ha nauseato, per quello è durata così poco XD. Commentate la mia ultima
fatica - occhioni-
Bacioni sbavosi.
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Un Ricordo di Draco ***
The Unexpected
The
Unexpected
Un Ricordo di
Draco
Draco in camera sua cercava di concentrarsi sulla lettura del
suo libro. Inutilmente.
I suo pensieri tornavano con ostinazione a Harry e a quello che il bruno gli aveva
confessato.
“Draco piantala sembri una femminuccia alle prese con la tua
prima cotta” si mise a girare per la stanza nervosamente, misurandola a grandi
passi.
Harry era sempre in cucina con Ron.
Stava cercando di batterlo per la milionesima volta agli
scacchi dei maghi.
Con scarsissimi risultati ovviamente.
Ron era veramente un mostro agli scacchi.
Verso l’ora di cena, la cucina cominciò ad
animarsi.
Molly scese per preparare la cena, Tonks si offrì di aiutarla,
ma, dopo aver rovesciato un pentolone pieno di acqua bollente, venne spedita il
più lontano possibile dalla cucina.
Hermione, spuntò a cena ormai ultimata, scoccando a Harry
un’occhiata irritata e di
disapprovazione.
Di Ginny non si ebbero notizie per tutto il
tempo.
Fu Hermione a prendere Harry sottobraccio alla fine della
cena, e a trascinarlo in una stanza
vuota.
Lo guardava con sguardo truce “Non credi che dovresti andare a
scusarti?” chiese senza troppi preamboli la riccia.
Harry non aveva alcuna intenzione di litigare anche con lei
quel giorno “Herm per favore…. Non stasera, io ho reagito male è vero, ma Ginny
ha cercato di violentarmi”.
Hermione sbuffò alzando gli occhi al cielo.
“Merlino quanto sei esagerato, era la tua ragazza fino a
cinque settimane fa.. o te lo sei dimenticato?”.
Ora fu il turno di Harry di sbuffare “Esatto, hai usato il
verbo giusto, ERA la mia ragazza, ciò implica che non lo sia più” disse in tono
neutro.
“Questo non vuol dire che tu la debba trattare come un
giocattolo rotto..”.
“Ma perché tutti vi ostinate a vedere solo il mio lato buono?Ho anche
io le mie giornate storte, o oggi lo è stata dopo l’assalto non richiesto di
Ginny!Ora non sono proprio dell’umore per andare a scusarmi con lei…” detto questo uscì
lasciando Hermione sola nella stanza vuota.
Ecco ce l’aveva fatta, aveva litigato anche con la sua
migliore amica.
Prima Ron, poi Ginny, ora Hermione.
Stranamente l’unico con cui non litigava era proprio
Draco.
Stranamente sembrava l’unico in grado di capirlo in quel
periodo.
E stranamente, era l’unica persona con cui avesse voglia di
parlare o che avesse voglia di vedere.
La voce della signora Weasley lo riportò alla
realtà.
Aveva in mano un vassoio con la cena , calda e fumante
sopra.
“Harry caro, sii gentile, portalo al nostro ferito” gli porse
il vassoio con un sorriso amabile.
“Ah… emh.. si certo” balbettò prendendo il vassoio in mano
senza fare troppe storie.
Si avviò con calma su per le scale, anche perché voleva
evitare di rovesciare il contenuto della brocca piena di acqua
fresca.
Con un equilibrio
degno di un funambolo, riuscì ad aprire la porta della stanza, senza rovesciare
nulla e senza procurarsi lesioni interne.
Draco non era nella stanza.
O almeno non era nella visuale di Harry.
Infatti il biondo si trovava in bagno.
Ad osservare la sua immagine pallida e sciupata in quel vecchio
specchio.
Gemette.
Odiava vedersi in quello stato, si sentiva ancora debole, non
si era ristabilito del tutto, e aveva dei seri dubbi che la sua mente sarebbe
tornata come prima.
Aveva perso tutto, la sua famiglia, i suoi averi, l’importanza
del suo nome.
Lui, uno dei maghi più influenti, l’unico rapollo di due delle
famiglie più antiche del mondo magico.
L’unico rampollo dei Black e dei Malfoy.
La congiunzione tra le due famiglie.
Ormai cadute entrambe in disgrazia.
Non gli era rimasto nulla, solo i ricordi.
Quelli non li avrebbe persi mai.
La durezza di suo padre.
La dolcezza di sua madre.
Gli ordini di suo padre.
Le carezze di sua madre.
Le proibizioni di suo padre.
I permessi di sua madre.
Un’infanzia passata nel terrore.
Sapendo che quello che il padre faceva non era per nulla
lecito e morale.
Ma nello stesso tempo sapendo che quella strada un giorno
avrebbe dovuto percorla lui.
Ricordava ancora una discussione, che i suoi avevano avuto
quando lui aveva più o meno 7 anni.
Flashback:
Un Draco bambino si aggirava per l’enorme Manor
Malfoy.
Ad un certo punto Narcissa, sua madre, gli andò
incontro.
Si inginocchiò davanti al figlioletto e gli disse “Draco,
tesoro, ora dovresti andare in camera tua va bene?”, il piccolo Draco non
disubbidiva mai a sua mamma, nemmeno ora.
Annuì convinto con il capo biondo, e si lasciò condurre
tranquillamente dalla madre in camera sua.
Solo la sua stanza era grossa quanto due camere normali messe
insieme.
Al centro della stanza, si trovava un grosso letto a
baldacchino molto antico.
Le coperte erano semplicemente nere, pesanti.
Era inverno, si ricordava la neve fuori dalla sua finestra,
nel prato antistante la sua casa.
La stanza era ingombra di libri, una grossa scacchiera, una
libreria piena di libri di tutti i generi, rigorosamente non
Babbani.
Un manico di scopa ultimo modello era appoggiato alla
parete.
Le finestre a vetrata facevano entrare la bellissima luce
invernale nella stanza.
C’erano ben pochi giochi in quella stanza.
Il piccolo Draco si diresse verso la libreria e ne estrasse un
libro.
Era un libro che Draco adorava.
Ed era anche l’unico libro che suo padre non doveva vedere.
Mai. In nessuna occasione.
Glielo aveva regalato la madre per il suo sesto compleanno,
ovviamente di nascosto a Lucius.
Draco si rigirò la copertina lucida e consunta tra le sue
piccole manine.
Sulla copertina a caratteri d’oro c’era stampato : Le favole
dei Fratelli Grimm.
Un libro babbano, ecco perché quel libro non doveva essere
visto da nessuno.
Quando Draco si sentiva triste e solo, prendeva sempre quel
libro in mano, e ne leggeva qualche storia.
Sdraiato a pancia sotto nel suo lettone, sfogliava le pagine,
leggendo e guardando le figure.
Non vedeva cosa ci fosse di male in quelle innocue storie
babbane.
Quel giorno proprio mentre si arrampicava a fatica sul suo
lettone, sentì le urla provenienti dalla stanza dei suoi
genitori.
Stavano litigando. Di nuovo.
Narcissa stava cercando di far capire a Lucius che loro figlio
era troppo piccolo.
Troppo piccolo per capire cosa gli succedeva
intorno.
Lucius non era della stessa idea, e urlava senza ritegno
contro la moglie.
Draco si spaventava sempre quando i suoi
litigavano.
Aveva paura per la mamma.
Scese dal letto, dimentico per un momento del libro babbano
aperto sul letto.
Si avvicinò con le orecchie alla porta.
Voleva sentire cosa succedeva.
“Non voglio Lucius!Non voglio e basta!E’ il mio unico figlio!”
la voce di sua mamma, irritata e leggermente isterica.
Lucius camminava avanti e indietro per la
stanza.
“Oh Narcissa piantala! Lo sai benissimo che è il suo destino!
E’ anche mio figlio, se per caso te lo fossi dimenticata! E come mio unico
figlio deve per forza servire l’Oscuro Signore!E’ un Mangiamorte da quando è
nato!”
Lucius si era fermato, stava fissando furente la moglie negli
occhi.
“E soprattutto non tollero essere contrariato quando Draco è
in giro!Lo sai che potrebbe sentire tutto”.
Narcissa singhiozzò.
Draco nella sua cameretta singhiozzò a sua
volta.
“Smettila Narcissa, devi essere forte!Sei una Malfoy per Dio”
il suo di uno schiaffò risuonò nel silenzio caduto all’improvviso nella
stanza.
Draco non resistette, si strinse le orecchie con le
manine.
Si diresse verso il letto, e sdraiandosi sopra pianse a
dirotto.
Poco dopo sentì la porta di casa che sbatteva.
Sua padre se ne era andato.
Sua madre lo raggiunse in camera.
Entrò lentamente, avvicinandosi al figlio.
“Draco tesoro” la voce a mala pena udibile.
Il bimbo sollevò il visino rigato di lacrime.
“Mamma” urlò, buttando le braccia al collo della
madre.
“Sono qua figlio mio, e finché sarò con te nulla ti potrà
succedere”.
Fine
flashback
Un Draco ormai adulto, si stava osservando, nello
specchio.
Una lacrima solitaria gli scese sulla guancia.
Fu un rumore attutito proveniente dalla camera da letto a
distrarlo dai suoi ricordi agrodolci.
Si asciugò la lacrima, e uscì dal bagno.
Harry era riuscito ad appoggiare il vassoio, senza rovesciare
nulla, sul comodino.
Draco, rimase un po’ sorpreso.
In quella settimana la cena gliela aveva portata solo la
signora Weasley.
“Potter ti stai per caso affezionando a me?” lo apostrofò il
biondo.
“Oh si tantissimo” fu il pensiero di Harry, ma la sua risposta
fu ben diversa.
“Si vorresti Malfoy” rispose ghignando.
“Si lo vorrei tantissimo”fu il pensiero di
Draco.
Si avvicinò al vassoio.
“Tutta questa roba per me?” chiese indicando il
contenuto.
Harry si strinse nelle spalle “A quanto
sembra”.
Draco sollevò un coperchio da una pietanza a
caso.
Il profumo di una bistecca la sangue gli arrivò immediatamente
al naso.
Lo stomaco reagì subito, brontolando.
Il viso del biondo arrossì leggermente.
Harry rise, “Ma tu non mangi da oggi a
pranzo?”.
Il biondo si limitò ad annuire,mentre si preparava ad
affrontare la bistecca.
“Ti scazza se sto qua?Non mi sento molto socievole
stasera”.
Draco sollevò leggermente lo sguardo.
Inghiottì il boccone che aveva in bocca e disse “E quando non ti senti socievole
stai con me? Molto gentile da parte tua”.
Harry non rispose, si sedette solo nella poltrona, attendendo
senza disturbare che il biondo mangiasse.
Ebbe così modo di osservarlo.
Lo conosceva da sette anni, e per la prima volta si accorgeva
di quanto in realtà fosse un ragazzo normale.
E forse ora che non era più sotto l’influsso del padre, lo era
ancora di più.
O per meglio dire: era se stesso.
Il vero
Draco.
Quello che sarebbe dovuto essere da sempre, e non solo da una
settimana quella
parte.
Mangiava in modo tranquillo, ordinato.
Doveva essere una persona meticolosa e precisa.
L’esatto contrario di Harry, che era il disordine
personificato.
Era talmente assorto da non essersi accorto, che Draco aveva
finito la cena e lo stava osservando.
“Potter non hai un aspetto rassicurante in questo momento”
ruppe il silenzio all’improvviso il biondo.
Harry si scosse, con un sussulto “Non ti avevo detto di
chiamarmi Harry?”.
Draco si alzò dal letto, sbadigliando, “Si vero, ma anche tu
mi hai chiamato Malfoy poco fa” gli ricordò.
Harry si alzò, avvicinandosi al vassoio.
“No se ne va già” fu il pensiero di Draco.
“Sai”cominciò il bruno “Penso che seriamente a breve potrai
cominciare a scendere con noi ai pasti. In fondo ora, fai parte della grande
famiglia dei buoni” finì il bruno sorridendo incoraggiante.
“Non me la sento Harry…. Essere considerato buono, non penso
che molti si fidino di me, persino te no ti fidavi fino a 2 giorni fa” ridacchiò
“Essere considerato buono” ripetè il biondo.
“Draco…. Noi non ti consideriamo buono, sappiamo che sei
sempre stato buono. Ricordati che tutti hanno un lato buono, il tuo era solo
molto ben nascosto”
Gli fece un occhiolino fugace in segno di intesa, e si
allontanò.
Draco era di nuovo solo.
In balia dei suoi ricordi.
NdA: Lo so ritardo =( chiedo perdono. Mentre
scrivevo questo capitolo, mi sono soffermata sul serio a pensare a che
tipo di infanzia possa avere avuto Draco, e è triste lo so ma me la immagino
così, anche perchè se no non si spiegherebbero molte cose -.-. Sperando che vi
sia gradito come sempre un baciozzolo sbavoso.
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Chiarimenti tra le parti ***
The Unexpected
The
Unexpected
Chiarimenti
tra le parti
Ora che
era uscito dalla stanza di Draco, Harry si sentiva molto più rilassato.
Decise
di andare a risolvere il problema con Ginny una volta per tutte.
Si
diresse convinto verso la camera delle ragazze.
Ma
appena arrivato davanti alla porta ebbe un momento di incertezza.
Bussò
lentamente.
Un
avanti poco convinto gli arrivò dall’interno della stanza.
“Emh, è
permesso?” chiese inserendo la testa nello spiraglio di porta che aveva
aperto.
Ginny
era seduta sul suo letto.
Aveva
gli occhi rossi, probabilmente dal gran pianto.
Si era
cambiata, ora aveva un pigiama rosa indosso.
“Ah sei
tu” disse appena vide la testa di Harry fare capolino dalla porta.
Harry
entrò, sentendo il coraggio di prima venire meno.
Ma
doveva risolvere quella questione, odiava lasciare questioni aperte .
Entrò
lentamente e si diresse verso il letto di Ginny, senza tuttavia
sedersi.
Lei alzò
gli occhi verso il bruno, le si stavano di nuovo riempiendo di lacrime.
“Cosa
vuoi ora?Umiliarmi ancora un po’?” il tono piccato di Ginny non diede fastidio
ad Harry, per un momento si rese conto di provare del rancore verso quella
ragazza.
Si
sedette a distanza di sicurezza dalla rossa e prendendo un profondo respiro
cominciò a parlare.
“Ginny
senti, se oggi ho reagito in quel modo, è perché ho i miei buoni motivi”, Ginny
lo fulminò con un’occhiata.
“Cioè, è
vero siamo stati insieme, ma i tempi sono cambiati, ora non posso e non voglio
stare con nessuno, è vero ho reagito molto male oggi, e di questo ti chiedo
scusa, ma non voglio che succeda mai più nulla tra di noi. La tua amicizia mi è
preziosa sul serio… ma non voglio altro”.
Gli
occhi di Ginny si riempirono di lacrime.
“Mi
dispiace Ginny” ma il suo tono di voce non esprimeva alcun tipo di
dispiacere.
Si alzò
dal letto meccanicamente, e si diresse verso la porta senza guardarsi
indietro.
Appena
uscito tirò un sospiro di sollievo, si era appena levato un peso enorme dallo
stomaco.
E gli
era anche venuta fame, a cena aveva mangiato poco e niente a causa di quel
malessere che sentiva.
Si
diresse in cucina, dove razziò tutto ciò che trovò nel frigo.
Era
solo, e potè abbandonarsi ai suoi pensieri.
Si mise
a ripercorrere mentalmente gli ultimi 7 anni della sua vita.
Il
giorno del sue undicesimo compleanno, quando scoprì di essere una mago.
Quando
apprese la verità sulla morte dei suoi genitori.
Quando
conobbe Ron ed Hermione, e perché no anche Draco.
L’avventura del primo anno
contro il professor Raptor
Il
secondo anno contro il basilisco.
Il terzo
anno scoprì di avere un padrino. Sirius.
Il
quarto anno assistette al ritorno di Voldemort e all’uccisione di
Cedric.
Il
quinto anno scoprì l’esistenza della profezia che riguardava lui e Voldemort, e
la successiva morte di Sirius.
Il sesto
anno, la scoperta che Draco era un mangiamorte, e la morte di Silente.
E ora,
aveva Draco dalla sua parte, sotto il suo stesso tetto. Ed erano amici.
Era
questa la parte che gli piaceva di più, sapere che finalmente poteva essere
amico di Draco.
“Sicuro
che sia solo questo il motivo che ti faccia felice?” una vocina malefica gli
entrò in testa.
“Ammettilo Harry, Draco ti
piace, ti attira come una calamita”.
Come se
fosse stato posseduto da qualche forza misteriosa si alzò dalla sua sedia e si
diresse verso la camera a lui ormai tanto familiare.
Bussò
con delicatezza, ed entrò senza attendere il permesso.
Questa
volta Draco era davanti al camino spento.
Sembrava
pensieroso.
Alzò gli
occhi per vedere chi fosse entrato.
Il suo
cuore ebbe un balzo notando chi era appena entrato.
“Harry,
Harry mi viene a trovare di sua
spontanea volontà…. Merlino sembri una femminuccia”
“Cosa è
ti stai affezionando sul serio?” Chiese con un sopracciglio biondo alzato,
interrogativo.
“No… è
che sembra che ultimamente l’unica persona con cui io non litighi sia proprio
tu” si strinse nelle spalle.
Draco
emise un verso divertito “Beh abbiamo litigato per 7 anni, direi che è anche
l’ora di smetterla!”.
Harry lo
osservò stupito, un Draco così gaio non lo aveva mai visto, era quasi
simpatico.
“Mi
sembri più tranquillo di stasera o sbaglio?” chiese Draco avvicinandosi al
bruno.
Harry
tergiversò, guardandosi intorno, “Ho parlato con Ginny” disse in tono
neutro.
Il
biondo non aggiunse nulla, rimase solo li ad osservarlo, attendendo che
continuasse il discorso.
“E…
niente, le ho detto che non voglio che accada mai più una cosa come oggi, e che
voglio definitivamente troncare con lei”.
Guardò
Draco negli occhi grigi, come le nuvole in tempesta.
Il
biondo rimandò lo sguardo, affondando letteralmente negli occhi verdi di
Harry.
“Lei non
l’avrà prese bene immagino, ma tu come stai?” chiese con interesse.
Harry si
strinse nuovamente nelle spalle “Bene direi, anzi, molto meglio di stasera
sicuramente”.
Harry
sorrise incoraggiante.
“E tu
come stai?”.
Draco
prese un po’ di tempo prima di rispondere.
Non
sapeva esattamente cosa rispondere. Si fisicamente stava molto meglio, ma
mentalmente era molto confuso.
Alla
fine optò per un “Molto bene grazie”. Veloce e indolore.
Sorrise
incerto in direzione del bruno.
C’era
attrazione nell’aria.
Un
scarica elettrica gli attraversò il corpo.
Harry si
rese conto del cambio di situazione, del cambio di atmosfera
improvviso.
E si
sentiva terribilmente attirato da Draco.
Erano
seduti vicini, a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Si
girarono a guardarsi negli occhi nello stesso momento.
Harry
ebbe un fremito di incertezza.
Draco
deglutì.
“Oddio,Oddio no” fu il
pensiero di Draco.
“Non lo
stai per fare Harry, E’ vero che non lo stai per fare?”.
Ma prima
ancora di finire il pensiero, le labbra di Draco erano appoggiate sulle sue,
morbide, invitanti, e calde.
NdA. Non lo so non è tantissimo. E ppppoi brutte
notizie per i fanZ di Harry and Draco. Mi sono momentaneamente impallata -.-.
Devo trovare il modo giusto per andare avanti. Ma non disperate ce la farò!.
fatemi sapere che ne pensato come sempre!
baciozzoli sbavosi. Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** L'amara scoperta ***
The Unexpected
The
Unexpected
L'amara
scoperta
La
reazione fu istantanea, Harry scattò in piedi e Draco come rendendosi conto
troppo tardi di ciò che aveva fatto, si ritrasse all’indietro sul
letto.
Nel giro
di pochi secondi il bruno era sparito dalla camera.
Draco si
prese il viso pallido tra le mani, scrollando il capo biondo.
“Cosa
hai fatto Draco? Merlino non puoi averlo fatto”.
Harry
corse in camera sua, il fiato mozzo, le guance rosso fuoco.
Ron
quasi cadde dal letto per lo spavento.
“Harry!!Ma c’è modo e modo
di entrare in camera!”.
Poi
vedendo la faccia sconvolta di Harry, cambiò espressione.
“Che
succede? E’ successo qualcosa?”.
Si era
avvicinato premurosamente verso l’amico, che minacciava di inciampare nei suoi
piedi ad ogni passo.
Lo aiutò
a sedersi sul bordo del letto.
“Harry?”.
Il mago
bruno lo osservò, sembrava smarrito.
“Harry?”
ripeté Ron leggermente preoccupato dal mutismo dell’amico.
Harry si
obbligò a rispondere.
“Emh, si
si, tutto bene Ron, solo che” pensò ad una scusa plausibile da raccontare
all’amico.
“Solo
che mi sono chiarito con Ginny, e insomma, non ci siamo lasciati molto
amichevolmente”.
Almeno
aveva trovato un alibi plausibile.
Ma Ron
non sembrava molto convinto. Guardava Harry indagatore.
“Non
credevo che mia sorella di sconvolgesse tanto” disse infine.
Harry
riuscì a mettere insieme un sorriso sghembo, guardando il rosso negli occhi
chiari.
“Comunque sia non entrare
mai più in camera facendo tutto quel casino, se non vuoi farmi morire di
infarto” asserì Ron alzandosi dal letto e dirigendosi verso il suo, dove stava
leggendo l’ultimo numero della “Gazzetta del profeta”.
Harry
non rispose.
I suoi
pensieri schizzavano sempre verso quel bacio veloce e fugace.
Fu
interrotto da Ron che aveva appena esclamato “Harry vieni a leggere!” .
Il tono
di voce del rosso indussero Harry a darsi una mossa.
Raggiunse l’amico sul
letto, e si mise a leggere il trafiletto che Ron gli stava indicando.
Il
trafiletto titolava:
“Ritrovati i corpi di Lucius e Narcissa
Malfoy”.
A Harry
si gelò il sangue nelle vene, ma continuò a leggere.
Ieri sera, davanti all’entrata del
Ministero Della Magia,sono stati abbandonati due corpi, ora identificati come
quelli di Lucius e Narcissa Malfoy.
I corpi, ormai privi di vita, sono
stati trovati da un funzionario del Ministero che stava tornando a casa dopo la
giornata di lavoro.
Non si hanno dubbi, sul mandante
dell’omicidio, e probabilmente esecutore materiale dello
stesso.
Lucius Malfoy è da sempre un
sostenitore convinto di voi-sapete-chi, e uno dei suoi più fedeli
Mangiamorte.
Probabilmente questa è stata la
punizione dell’Oscuro Signore, inflitta al giovane figlio dei Malfoy, Draco, per
il fallimento della missione a lui
affidategli poche settimane fa.
Ricordiamo infatti che l’omicidio del
Professore Albus Silente è avvenuto per mano di Severus Piton., e non per mano
del giovane Malfoy, come riferito da testimoni oculari della
scena.
Del giovane Malfoy non se ne hanno
tracce, ma le autorità non sperano sicuramente di trovarlo
vivo.
Il
trafiletto terminava così.
Probabilmente, il Ministero
stava cercando di far passare un po’ la questione in sordina.
Draco,
sapeva già della morte dei suoi genitori,ma non sapeva del ritrovamento del
corpo dei suoi, abbandonati in un vicolo maleodorante di Londra, come sacchi di
spazzatura.
Sembrava
che Ron stesse pensando la stessa cosa, con un cenno del capo indicò il muro
oltre il quale si trovava la camera del biondo, “E ora come glielo diciamo?”
chiese pensieroso verso Harry.
Harry
fissava il trafiletto sul giornale.
Una foto
ritraeva l’intera famiglia Malfoy, con un ghigno stampato in faccia a tutti e
tre.
Si
soffermò ad osservare Draco, dietro a quel sorriso strafottente si nascondeva
ben altro.
Gli
occhi erano velati di tristezza.
Proprio
come lo sguardo che Draco aveva sempre in quei giorni.
Ron
attendeva risposta, osservando l’amico.
Harry si
alzò e si diresse verso la porta della camera “Glielo dico io… “
Rimase
per quasi una mezz’ora davanti alla porta.
Il
ricordo del bacio, e l’idea di dover dire a Draco che avevano trovato i corpi dei
suoi genitori lo tormentavano.
Il
problema fu risolto da un Draco che aprì all’improvviso la porta.
Dietro
di lui si trovava il professor
Lupin.
Il
biondo arrossì fino alla punta dei capelli trovandosi davanti proprio il motivo
del suo imbarazzo.
Lupin
lanciò ad Harry un’occhiata ammonitrice.
Aveva
immaginato che Harry potesse trovarsi li proprio per riferire a Draco la
notizia.
Appoggiò
le mani sulle spalle del giovane biondo, e lo indusse ad uscire alla
stanza.
Il
biondo non lo degnò di uno sguardo, teneva il viso fieramente dritto davanti a
sé.
Probabilmente aveva già
capito che qualcosa non andava.
Harry si
fece da parte per far passare i due, e li osservò sparire giù dalla
scala.
Hermione
gli stava andando incontro per il corridoio.
“Harry
hai letto?” disse sottovoce all’amico.
Il bruno
si limitò ad annuire.
Rimasero
in silenzio nel corridoio, in mezzo alle due camere dove, poco dopo, furono raggiunti sia da Ron che da
Ginny.
“Glielo
dirà Lupin a quanto sembra” asserì in tono neutro Harry, guardando sempre verso
la scala dove aveva visto sparire la bella schiena di Draco pochi minuti
prima.
Lupin
aveva condotto Draco, verso una stanza ampia, ordinata, e decisamente meno
polverosa delle altre camere della casa.
Lo fece
accomodare su una sedia, davanti agli altri membri dell’Ordine che in quel momento si trovavano alla
base.
Lupin si
accomodò di fronte a Draco.
Draco
osservava le persone davanti a sé,
molte non si ricordava nemmeno di averle mai viste.
In
fondo, dal suo arrivo le persone che aveva visto di più erano la signora Weasley
e Harry.
Riconobbe tuttavia la
brutta faccia di Moody, il signor Weasley, e ovviamente Lupin.
Oltre ai
3 citati nella stanza c’erano Tonks e la signora Weasley.
I suoi
occhi grigi dardeggiavano da un viso all’altro, inquieti.
Fu Moody
a prendere parola.
“Emh,
ragazzo, non c’è un modo veloce e indolore per dire quello che ti sto per dire,
ma devi ovviamente venire a sapere” fece una pausa, forse per prendere coraggio,
e poi continuò “Ieri sera, davanti al Ministero della Magia….. hanno trovato i
corpi dei tuoi genitori” si fermò, voleva prima vedere la reazione del
giovane.
Draco
non battè ciglio, incassò il colpo rimanendo in silenzio e composto, non un
battito di ciglia, non un sospiro, non un singhiozzo.
Moody
perplesso continuò.
“Sospettiamo che il Signore Oscuro, o chi
per sé, abbia conservato i corpi dei tuoi genitori, e li abbia lasciati davanti
al Ministero per un ovvio motivo. Farci sapere che non avrà pace fino a quando
non ti troverà e completerà l’opera. Vuole farci capire che è sulle tue e nostre
tracce, deve aver capito che qualcuno di potente ti sta proteggendo.”
Molly e
Tonks guardavano il giovane in apprensione.
Probabilmente se avesse
avuto un attacco isterico sarebbe andata meglio.
Draco si
limitò a stringere i pugni, il viso contratto in una smorfia.
Non
parlava, si limitò a fissare Moody.
Fu Molly
la prima ad alzarsi, si avvicinò al ragazzo, e lo obbligò ad alzarsi.
Lo
accompagnò in silenzio nella sua camera.
Fu Ron
il primo a sentire i passi che
risalivano le scale “Stanno tornando” disse sottovoce agli altri tre.
Harry
scattò in piedi, voleva andare a vedere come stava Draco, ma Hermione lo fermò
“No Harry, non ora, c’è sicuramente Molly con lui, ed è tutto quello che ora gli
serve”.
Il bruno
si bloccò che aveva già la mano sul pomello della porta.
“Hai
ragione Herm”.
Tornò
con gli altri e si sedette per terra in compagnia di Ron, mentre le due ragazze
si trovavano sul letto.
“Non
avrei mai pensato di dover dire : Povero Malfoy… vi giuro in tutta la mia vita,
mi sarei aspettato piuttosto di diventare addestratore di puffole pigmee, ma non
di dire:Povero Malfoy.” disse Ron all’improvviso.
Un
silenzio calmo calò tra i quattro maghi.
Dalla
stanza del biondo non proveniva alcun rumore.
Harry
cominciò a mordicchiarsi nervosamente le unghie, poi all’improvviso ruppe il
silenzio “Sapete che Voldemort, gli ha tenuto la madre in ostaggio per
obbligarlo a portare a termine la missione?”.
Hermione
alzò gli occhi dalla Gazzetta del Profeta che stava sfogliando, Ginny, che era
intenta a giocare con Arnold, la sua puffola pigmea, la lasciò un attimo sul
letto dimentica di lei, Ron sollevò semplicemente lo sguardo dalla moquette
consunta.
Sei
occhi si fissarono su di lui.
Hermione
era sconcertata “Che cosa? E tu come lo sai?”.
Harry li
guardò uno per uno, decidendosi alla fine di rivelare ai tre amici delle due
serate passate in compagnia di Draco.
“E’
stato allora che mi ha riferito della minaccia di Voldemort” terminò il
racconto, in tono atono, Harry.
Hermione
sembrava pensierosa
“Certo che ora che ci dici queste cose,
la morte di Silente assume tutt’altro aspetto.
Cioè
fino a poco tempo fa avremmo potuto uccidere Draco con le nostre mani. E ora
scopriamo che alla fine, non è altro che una vittima.
Ma
almeno lo avessero obbligato con qualche maledizione. Ma così, ricattandolo
subdolamente, non possiamo nemmeno immaginare cosa abbia passato” stava
scuotendo i lunghi capelli ricci.
Riscese
il silenzio sui quattro ragazzi, interrotto solo dal rumore delle macchine
babbane in strada.
Nessuno
mangiò volentieri a cena.
L’allegria della sera prima
aveva lasciato posto a un umore cupo, triste, e il cielo non migliorava di certo
la situazione.
Verso le
sei di sera aveva cominciato a piovere, e non aveva ancora dato segno di voler
smettere.
Harry
raggiunse il suo letto con gratitudine, quella giornata lo aveva
devastato.
I suoi
nervi stavano per crollare, e sentì per la prima volta dopo cinque settimane, un
desiderio irrefrenabile di piangere.
Salutò
Ron, contento finalmente di non dover più parlare con nessuno fino al giorno
dopo.
Dormì
poco, e quel poco fu disturbato da incubi poco desiderati.
Inizialmente sognò i suoi
genitori,erano felici insieme a lui e lo tenevano stretto tra loro. Harry
sorrise nel sonno.
Poi il
sogno cambiò, e dietro i suoi genitori si materializzò Voldemort, che rideva
malignamente, sollevava la bacchetta uccidendo tutti e tre.
La scena
cambiò di nuovo, ora era insieme a Silente sulla Torre di astronomia, vedeva
Draco sollevare la bacchetta senza tutta via colpirlo, l’incertezza nel suo
volto giovane, poi l’arrivo di Piton, e il raggio verde che colpiva in pieno il
Preside.
Infine
cambiò un’ ultima volta, questa volta si trovava nella sala comune dei
Grifondoro, e stava baciando per la prima volta Ginny.
Si
svegliò, sudato fradicio, aveva praticamente distrutto il letto agitandosi nel
sonno.
Appoggiò
i piedi per terra, indeciso sull’alzarsi o meno, guardò la sveglia, le 3.25 del
mattino.
Sbuffò
piano. Lui era sveglio ma questo non voleva dire svegliare anche Ron.
Tese
l’orecchio, sapeva che Molly verso le 11
si era allontanata da Draco, e da allora non più un verso, un rumore, lo
zero totale.
Tenne le
orecchie bene tese per svariati minuti.
Poi si
decise, si alzò dal suo letto e raggiunse in punta di piedi la camera di
Draco.
Entrò
lentamente, la camere era immersa nel buoi e nel silenzio.
Sembrava
che Draco per una notte stesse dormendo sul serio.
Probabilmente Molly gli
aveva dato qualcosa per aiutarlo a dormire.
Si
avvicinò cautamente al letto.
Le tende
del baldacchino erano tirate, nascondendo il corpo addormentato di Draco alla
vista.
Aprì uno
spiraglio nella tenda, giusto un minimo per riuscire a sbirciare dentro.
Draco
dormiva su un fianco, il viso appoggiato su una mano, l’altra nascosta sotto il
cuscino.
Il bel
corpo era visibile sotto le
lenzuola leggere, aveva una gamba piegata e l’altra distesa.
Per la
prima volta Harry vedeva il viso del biondo completamente rilassato.
Aveva un
aspetto quasi angelico.
Rimase
alcuni minuti ad osservarlo, ipnotizzato, poi rendendosi conto che il biondo per
quella notte non si sarebbe svegliato, tornò un po’ deluso verso la sua
stanza.
NdA.
Prima di tutto, vorrei ringraziarvi. The Unexpected ha raggiunto il numero di 41
preferenze *.*. Un grazie di cuore a
tutti voi! Un grazie speciale va anche a tutti coloro che leggono e a coloro che
commentano. Queste sono soddisfazioni! =) - si inchina
al suo pubblico- e ora un bacione enorme (non bavoso per questa volta
XD).Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Se hai bisogno... ***
The Unexpected
The
Unexpected
Se hai
bisogno...
Draco, aprì
leggermente gli occhi, si era reso conto di una presenza nella sua stanza, ma
aveva volutamente tenuto gli occhi chiusi.
Tutto quello che in
quel momento voleva era stare solo, nemmeno la presenza di Harry lo avrebbe
distratto dal suo dolore.
La sua mente era
torturata dalle immagini della morte di sua madre.
Le sue
urla.
I suoi vani
tentativi di scappare dalla giustizia di Lord
Voldemort.
Strinse con forza
gli occhi chiari, voleva far sparire quelle immagini dai suoi occhi, voleva far
sparire quelle urla dalle sue orecchie.
Desiderava con tutte
le sue forze morire.
Addormentarsi in
quel letto, troppo grosso per lui, con il calore dell’estate sulla pelle e il
rumore dei babbani di sottofondo, avrebbe voluto addormentarsi e non aprire mai
più gli occhi.
Morire così, nel
silenzio, in pace, passare dal sonno alla morte.
Solo così sapeva che
avrebbe avuto pace.
Sorrise a quel
pensiero macabro, mentre le lacrime gli solcavano il bel
viso.
Harry era
inquieto.
Non era rimasto per
molto in camera.
Aveva provato a
prendere sonno.
Con scarsissimi
risultati.
Si era alzato una
mezz’ora dopo, scazzato.
Scese al piano terra
e raggiunse la sala dell’arazzo, che aveva trovato qualche giorno
prima.
Afferrò una poltrona
e la portò davanti all’arazzo.
Rimase ad osservare
i nomi e i visi impressi su di essi.
Ma il nome su cui i suoi occhi verdi si
fermavano di più era quello di Draco.
Sorrise nella sala
vuota pensando a quanto fosse appropriato il suo nome per una persona come
Draco.
Draco, “serpente”
dal greco antico.
E in effetti
possedeva la stessa sinuosità dei movimenti e la stessa bellezza incantatrice di
un serpente.
“Ma Harry, ma
diavolo, ti sembrano pensieri sensati da fare su Draco? Stai parlando di
Malfoy!” la solita vocina non tardò a farsi sentire.
Concentrò i suo
pensieri su altre cose.
In breve tempo
realizzò una cosa: Draco era orfano, ufficialmente orfano, ne aveva avuta la
conferma poche ore prima.
E Harry realizzò di
essere l’unico a capirlo pienamente.
L’istinto da un lato
gli diceva ancora di tenersi lontano da lui, di non
fidarsi.
Ma il cuore gli
diceva tutt’altra cosa.
Il
bacio.
Quel piccolo, fugace
bacio, gli aveva sconvolto la mente.
Si alzò
all’improvviso.
Non si preoccupò di
mettere apposto la sedia.
Tornò al piano di
sopra.
Ed entrò per
l’ennesima volta in quella camera, che lo attirava e lo respingeva allo stesso
momento.
Draco sentì la porta
aprirsi.
Ebbe giusto il tempo
di chiudere gli occhi, prima di sentire una figura avvicinarsi al suo letto,
come era successo solo un’oretta prima.
Harry arrivò a passo
sostenuto verso il letto del biondo.
Aveva fatto più
rumore del necessario per fare in modo che si
svegliasse.
Lo scosse con poca
delicatezza.
Draco aprì gli
occhi.
E la prima occhiata
fu assassina.
Non voleva nessuno
ad irrompere nella sua vita in quel momento.
Si sentiva già
abbastanza indifeso così.
“Di’ Potter, non
potevi aspettare domani mattina?” brontolò mettendosi a
sedere
Harry rimase in
piedi davanti al letto, osservando il biondo.
Draco lo osservava
dubbioso.
“Ti capisco lo sai?”
parlò all’improvviso, il giovane mago bruno.
“Capire cosa
Potter?”era disorientato e indispettito allo stesso
tempo.
Harry si strinse
nelle spalle, un gesto che stava diventando abituale per
lui.
“Capisco cosa provi
in questo momento” disse semplicemente.
Adagiandosi con
delicatezza sul bordo del letto, senza mai interrompere il contatto visivo con
Draco.
“Fantastico Potter,
ma potevi anche dirmelo domani non trovi?” rispose il biondo scrutandolo
torvo.
Harry scosse la
testa, perennemente disordinata.
“No, ora è il
momento adatto per parlarne”.
Draco
sbuffò.
Harry estrasse dalla
tasca un accendino e allungò il braccio per prendere il
candelabro.
Il biondo osservava
la scena senza fiatare, non riusciva a capire che diavolo avesse in mano
Harry.
Harry terminò di
accendere le candele e appoggiò il candelabro nuovamente sul
comodino.
Stava per riporre
l’accendino in tasca quando si accorse dello sguardo curioso di
Draco.
Tese l’accendino al
biondo che lo prese in mano scrutandolo.
“E’ un accendino, i
babbani lo usano per accendere i fuochi, è fuoco portatile praticamente” spiegò
velocemente.
Draco gli restituì
l’accendino, sempre in silenzio.
Harry
sorrideva.
“Non sai proprio
niente di Babbani eh?”.
“Mi hanno insegnato
ad odiarli fin da bambino, secondo te come faccio a sapere qualcosa sui
babbani?”.
Harry tergiversò un
attimo,osservando la stanza.
Sentì il biondo
agitarsi di fianco a lui.
Lo stava guardando
incuriosito e in attesa.
“Ora forse, capirai,
cosa provavo io quando nell’arco di questi sette anni, mi prendevi in giro per
la morte dei miei genitori” cominciò il bruno in tono
atono.
Draco abbassò lo
sguardo, trovando improvvisamente interessante il
lenzuolo.
“Non mi aspetto
scuse da te, sia ben chiaro, volevo solo farti sapere che…” trasse un profondo
respiro “che se hai bisogno di una mano io ci sono… tutto
qui”.
Draco sollevò lo
sguardo, Harry lo stava guardando.
E gli stava
sorridendo.
Era sconvolto, e gli
si leggeva perfettamente nel viso pallido.
Aprì la bocca ma
nessuno suono ne uscì.
“Come stai ora?”
chiese Harry per interrompere quel silenzio che si stava facendo
pesante.
“Come vuoi che stia,
Harry?” rispose il biondo sottovoce.
“Lo so che ti
sembrano frasi fatte e preparate appositamente per queste situazioni, ma è vero,
quando si dice che il tempo guarirà le tue ferite”.
Mentre parlava il
bruno aveva appoggiato una mano sulla schiena del biondo, che ora lo guardava
stupito.
Draco sorrise, una
risata leggermente isterica.
“Perdonami ma in
questo momento non ti credo molto…”
Harry si limitò a
sorridergli.
“Lo so, ora è tutto
uno schifo, e hai tutti i motivi di pensarla così. Non ti sto dicendo che devi
far finta di nulla, devi solo andare avanti giorno per giorno,contando sulle tue
forze. Hai dimostrato di aver carattere, e ora ne hai bisogno più che
mai”.
La mano di Harry era
sempre appoggiata sulla schiena di Draco.
Draco aveva gli
occhi spalancati, sembrava che gli dovessero uscire dalle orbite da un momento
all’altro.
“Harry, che da
consigli a me… Oh Merlino, devo veramente essere messo male” fu il pensiero del
biondo.
Harry si schiarì la
voce.
“So che non è il
momento più adatto per chiedertelo, ma…. Cosa diavolo è successo oggi
pomeriggio?”
Draco lo guardò per
un momento disorientato, poi improvvisamente ricordò.
Con tutto quello che
gli era successo nel pomeriggio se ne era completamente
dimenticato.
Il
bacio.
Il suo raptus di
follia personale.
E lui che pensava di
aver passato il limite seguendo le idee malate di suo
padre.
Fino ad oggi
ovviamente.
Harry lo vide
arrossire alla luce delle candele.
Draco aprì la bocca
per richiuderla subito.
Fece la stessa scena
un paio di volte.
L’altro era
imbarazzato quanto lui, quell’argomento lo metteva a
disagio.
Ma odiava le
situazioni irrisolte.
Un lampo di luce
illuminò la stanza per un brevissimo momento.
Pochi secondi
dopo il rombo di un
tuono.
E fuori aveva
ripreso a diluviare
Harry ne approfittò
per distrarre lo sguardo da quello glaciale di Draco.
“Non lo so che mi
abbia preso Harry” la voce di Draco arrivò alle orecchie del mago distratto
dalla pioggia, come un sussurro.
Tornò a concentrarsi
sul suo interlocutore.
Notò una cosa
bizzarra.
Draco aveva il suo
stesso vizio quando era imbarazzo.
Stava cercando di
slogarsi le dita da solo.
“Non so che mi abbia
preso, ma non si ripeterà puoi starne certo”.
Il cuore di Harry si
infossò fino ai piedi.
“No!No”NO!” gli
urlava la mente “Ti prego ripetilo!Ripetilo tutte le volte che
vuoi!”.
Scosse la testa, ma
il suo turbamento traspariva dal suo viso.
Si ritrasse
all’improvviso, di pochi centimetri da Draco.
E questo gesto non
sfuggì al biondo.
“Non mordo Harry” disse in tono esasperato, alzando
gli occhi al cielo.
“Solo perché ti ho
baciato una volta non vuol dire che lo debba rifare tutte le volte che ti vedo”
aggiunse in tono laconico.
Il cuore di Harry si
infossò ancora un po’.
“Beh immagino che il
tuo gesto si possa classificare come: impulsivo e irripetibile” rispose
amareggiato il bruno, distogliendo lo sguardo.
Neanche questo
dettagli sfuggì a Draco.
E rincarò la dose
per curiosità.
“Sembra quasi che ti
dispiaccia se lo dici con quel tono Harry” ostentava noncuranza che in realtà
non possedeva.
“Merlino, trovo più
facile affrontare Lord Voldemort in
persona che questo discorso con lui”pensava febbrilmente Draco, mentre attendeva
la risposta di Harry.
Ora era il suo turno di slogarsi le dita da
solo.
Era vero, gli
dispiaceva e anche tanto, e c’era dell’altro.
Draco cominciava a
piacergli sul serio.
Harry si strinse
nelle spalle.
Si alzò dal letto,
lasciando Draco disorientato.
“Bhe magari avremmo
modo di parlarne più avanti, ora non mi sembra il caso. Dormi Draco, ti farà
bene. E ricordati, io ci sono se hai bisogno di una mano, per qualsiasi
cosa”.
Sorrideva
amabilmente.
Draco sentì qualcosa
grosso come un macigno sciogliersi nel suo petto.
Non aveva mai
sperimentato così tanto amore come nelle quasi due settimane trascorse a
Grimmuald Place.
“Buona notte Draco”
disse infine Harry prima di dirigersi verso la porta.
“Notte” sussurrò a
malapena Draco, ancora seduto nel mezzo del suo letto e intontito dal discorso
di Harry.
NdA: Ecco qua un
altro capitolino ^^.Devo decidermi a fare dormire quei due poveri ragazzi, ma mi
sa che la notte mi ispira di più. Vi devo ringraziare ancora di più, perché dal
momento che vi scrivo “The Unexpected” ha raggiunto quota 51 preferenze! Vi amo
profondamente a
tutti!!!.
Ah prima che mi
svanisca, nel capitolo prima c’è una piccola errata corrige, o piuttosto un
problema di tempi XD. Se rileggete attentamente scoprirete che li ho fatti
cenare due volte nella stessa sera….. dettagli che correggerò al più presto
promesso ^^.
Baciozzoli bavosi:
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Combattendo la legimanzia ***
The Unexpected
The
Unexpected
Combattendo
contro la Legimanzia
La mattina
dopo.
La sede dell’Ordine
della Fenice si stava svegliando lentamente.
La signora Weasley,
fu la prima a mettere il naso fuori dalla porta della camera che divideva con il
marito.
Ancora assonnata si
diresse verso la stanza di Draco.
Lo faceva tutte le
mattine da quando era arrivato, per assicurarsi che andasse tutto
bene.
Ma quella mattina in
particolare, si era svegliata con una strana
sensazione.
Non riusciva a
spiegarsi cosa, ma sentiva che qualcosa non andava.
Aprì la porta con
maggiore forza delle altre mattine.
E lo vide
subito.
Draco era a terra,
apparentemente svenuto.
Molly gli corse in
contro, chiamando a gran voce aiuto.
Si inginocchiò in
fretta di fianco al corpo del ragazzo, prendendo il capo inerme tra le
braccia.
Respirava, ed era di
per se un piccolo buon segno.
Nel frattempo,
l’intero Ordine si era riversato nella stanza, compresi i
ragazzi.
Harry si era
catapultato giù dal letto appena aveva sentito le urla della signora
Weasley.
Aveva capito subito
che doveva essere successo qualcosa di grave.
Molly non perdeva
mai la calma, e se la perdeva vuol dire che era
successo.
E in questo caso,
sembrava grave sul serio.
Fu Moody ad arrivare
per ultimo, scostando di malagrazia il piccolo drappello di persone che si era
formato sulla porta.
Si avvicinò
zoppicante a Molly, che era ancora inginocchiata con il corpo di Draco tra le
braccia.
“Mettiamolo sul
letto” ordinò in direzione di Lupin, che accorse subito in suo
aiuto.
I due uomini
issarono il corpo del giovane sul letto.
Aveva la fronte
bollente e la pelle aveva ripreso quella sfumatura di bianco che aveva i primi
giorni di permanenza a Grimmauld Place.
Moody stava
controllando il battito del ragazzo.
Aveva cercato
inutilmente di svegliarlo, ma sembrava non udire alcun tipo di stimolo
esterno.
Harry sembrava
pietrificato.
La sua mente
sconvolta continuava a urlare a fasi alterne: NO!NO!NO!Non Ora!Non ora che
ancora non gli hai spiegato!.
Scosse la testa, per
riprendersi dallo shock, e si avvicinò a grandi passi verso il
letto.
Moody fece per dire
qualcosa ma una breve occhiata di Molly lo indusse a zittirsi.
Harry era ormai al
fianco di Draco.
Ora che si era
avvicinato poteva notare meglio le condizioni del
biondo.
Aveva la fronte
imperlata di sudore, una piccola goccia gli stava scendendo lentamente verso la
guancia destra.
Stringeva le
palpebre e talvolta sembrava sul punto di aprire gli occhi grigi e
penetranti.
Strava digrignando i
denti.
Poi Harry notò una
cosa.
Il braccio, dove
Draco aveva avuto il marchio Nero, era sfasciato.
Non era mai stato
sfasciato dal suo arrivo.
Glielo toccò e sentì sotto la mano, una pelle
bollente,molto più bollente di quanto una comune febbre potesse
scaldare.
Harry guardò Moody,
gli occhi verdi pieni di apprensione.
L’occhio sano di
Moody stava osservando il volto del giovane biondo sul
letto.
L’occhio blu
elettrico, magico, era puntato su di Harry.
Molly teneva le mani
piccole e paffute davanti alla bocca, mentre Lupin si limitava a fissare la
scena.
Se si trattava di
magia oscura Moody se ne sarebbe accorto sicuramente.
“Ninfadora!Fai
uscire tutti dalla stanza…..No non tu Harry” disse rivolto al ragazzo, che si
stava accingendo a malincuore ad uscire.
Quando la stanza fu
vuota, tranne che per Moody,Harry e Draco, il vecchio Auror cominciò a
parlare.
“Sta contrastandola Legimazia” disse secco rivolto ad
Harry.
Le pupille di Harry
si dilatarono all’istante.
Strinse ancora più
saldamente la mano di Draco, che forse per reazione motoria, forse perché aveva
capito malgrado tutto a chi appartenesse quella mano, si strinse intorno a
quella di Harry.
“Dobbiamo
interrompere il contatto con Voldemort…. per fortuna il contatto deve essere
avvenuto poco prima che Molly entrasse in camera” si interruppe, osservando il
giovane che lottava con tutte le sue forze contro l’intrusione nei suoi pensieri
“E per fortuna, il giovanotto qua, ha l’addestramento da
Mangiamorte”.
Moody fece un gesto
impaziente in direzione di Harry, che capì subito di doversi
spostare.
Lasciò la mano di
Draco a malincuore, e si posizionò a distanza di
sicurezza.
L’Auror alzò la
bacchetta e avvicinò il suo viso sfigurato a quello del
biondo.
Sussurrò qualcosa
che Harry non capì.
Poi successe tutto
molto in fretta.
Moody volò
all’indietro, spinto da un Draco che si era svegliato
all’improvviso.
Era scattato seduto
in fretta, e con le mani aveva allontanato da sé Moody, che cadde
all’indietro.
Harry scattò verso
di lui, afferrando il biondo, che stava cercando di scendere dal letto,ancora
confuso.
Lo scosse con forza,
obbligandolo a concentrarsi su di lui.
“Draco!Ehi!Draco,
sono io!Harry!Guardami!!Guardami!”.
Probabilmente il
tono perentorio di Harry, riuscì a far tornare in se Draco, che ora lo osservava
con sguardo vacuo.
Draco aprì la bocca,
ma non ne uscì nessun suono.
Si limitava a
guardare Harry negli occhi.
Gli occhi grigi si
stavano riempiendo di lacrime.
La scena fu
interrotta da Moody, che a fatica
si era rialzato, e si era diretto verso i due
giovani.
Spinse Harry da un
lato e afferrò Draco per un braccio, obbligandolo ad
alzarsi.
“Ha visto
qualcosa?”ringhiò in faccia al biondo, che ancora non si era ripreso dalla
Legimazia.
Scosse il giovane
per un braccio.
”Allora?” ringhiò di
nuovo, sondando con gli occhi il biondo.
Draco infine scosse
la testa.
Moody lo lasciò
andare, sempre con malagrazia.
Harry fu subito di
fianco all’altro, appoggiandogli una mano sulla
schiena.
“C’è modo e modo di
chiedere le cose, specie in una situazione come questa!” urlò contro
Moody.
“Invece no!C’è solo
un modo in questo caso. Chiedere le cose subito, e ottenere risposte subito!”
rispose acidamente l’Auror, dopodiché aprì la porta della
stanza.
Davanti alla stanza
c’era ancora tutto l’Ordine riunito.
Moody si avvicinò a
Lupin e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
Lupin annuì e lo
seguì.
Harry nel frattempo,
aveva aiutato Draco a rimettersi nel letto.
Aveva ancora la
fronte bollente, e tremava visibilmente.
La signora Weasley
entrò a passi decisi nella stanza, pronta a prendersi cura del
biondo.
“Caro, caro, come
stai?”chiese in direzione di Draco, che si limitò ad osservarla con aria sempre
vacua.
Non rispose,
sembrava aver perso la lingua.
Harry lo osservava
preoccupato, dimenticandosi completamente, dei suoi amici, cui l’attenzione di
Harry per Draco non era sfuggita per niente.
“Deve essere lo
shock” sentenziò infine la signora Weasley, vedendo che il ragazzo non dava
segni di ripresa.
Circa una mezz’ora
dopo, quando infine Molly aveva persuaso tutti ad andarsene, tranne Harry che
rimase ostinatamente al suo posto, rientrarono in camera Moody e
Lupin.
Quest’ultimo aveva
in mano un ampollina, piena di un liquido violaceo.
Il bruno la
riconobbe subito.
Era la pozione, che
obbligava a dire la verità contro la tua volontà.
Era
Veritasserum.
Scattò in piedi in
direzione di Lupin.
“Cosa avete
intenzione di fargli ancora?”.
“Potter spostati!”
sibilò Moody, che lo afferrò per il braccio e lo spinse fuori dalla porta,
chiedendola a chiave.
Lupin si avvicinò a
Draco.
Molly si strinse al
ragazzo con fare materno.
Bere Veritasserum
non era mai piacevole.
E agli occhi di
Molly, Draco era troppo debilitato in quel momento per
berlo.
“Moody, sei sicuro
che ora sia il caso?” chiese scoccando un’occhiata preoccupata al
giovane.
L’auror non rispose,
prese l’ampollina di mano a Lupin e con una mano obbligò Draco ad aprire la
bocca.
Il biondo non oppose
resistenza, e bevve il contenuto dell’ampollina.
I tre adulti
attesero qualche minuto in modo che la pozione facesse
effetto.
Molly era sempre più
in apprensione, Lupin era chiuso in un ostinato mutismo, l’unico ad essere
tranquillo sembrava Moody, perfettamente a suo agio nello svolgere il suo
vecchio lavoro.
“Dimmi ragazzo,Chi
ha usato la legimazia contro di te?”chiese infine.
Draco aprì la bocca,
e questa volta un flebile suono uscì dalla sua bocca.
“Il signore Oscuro”
disse lentamente.
Moody annuì,
apparentemente soddisfatto dalla risposta, poi
continuò.
“Cosa
voleva?”.
Di nuovo una
risposta molto flebile da parte del giovane “Sapere dove mi
trovo”.
“E tu glielo hai
detto?”incalzò Moody con urgenza.
“N-no” enfatizzò la
risposta scuotendo il capo biondo.
“Sei assolutamente
sicuro di non avergli fatto vedere nulla?” insistette il vecchio
Auror.
Draco annuì “Si
sicuro”.
Moody sorrise
soddisfatto.
“A quanto sembra,
Voldemort ha fatto un ottimo lavoro con i suoi Mangiamorte, è addestrato fin
troppo bene” disse indicando con un cenno di testa il
ragazzo.
Molly si lasciò
andare ad un sospiro di sollievo.
Era tutto
finito.
Lupin uscì dalla
stanza seguito da Moody.
Harry era sempre
fuori dalla stanza.
Le braccia
incrociate sul petto.
Lo sguardo truce e
la bocca imbronciata.
Appena vide la porta
aprirsi e uscire i due uomini , entrò di corsa nella
camera.
Molly era seduta
vicino a Draco.
Aveva appena fatto
apparire una bacinella di acqua fresca, e con una pezza inumidiva il viso del
giovane sdraiato a letto.
Harry si avvicinò in
silenzio, e si sedette dal lato opposto rispetto alla signora
Weasley.
“Non ha avuto un
bella giornata, Harry caro, spero che si riprenda in fretta” guardò di soppiatto
Harry, rendendosi conto dei mille sentimenti che stavano passando di testa al
bruno.
Decise di lasciarli
soli.
“Harry caro, puoi
stare tu con lui?Io devo preparare la colazione, e se la scio la cucina in mano
a Tonks va a finire che da fuoco a tutta la casa”.
Harry annuì,
prendendo la pezza che la signora Weasley gli
passava.
“Per qualsiasi cosa,
avvertici. Immediatamente” lo ammonì Molly prima di chiudersi la porta dietro la
schiena.
Harry stava
rinfrescando il viso di Draco da pochi minuti, quando quest’ultimo aprì gli
occhi, sbattendo leggermente le palpebre.
La prima cosa che
vide fu Harry che gli sorrideva incerto.
Draco stiracchiò le
labbra in un debole sorriso.
NdA:Perdonatemi per il ritardo pazzesco, ma i
preparativi di Natale mi stanno uccidendo U.U.Spero ora che mi trovo in vacanza
di riusce ad aggiornare un pò più regolarmente....spero^^. Un grazie a
tutti voi :) per la pazienza nel seguirmi,per le letture,per i commenti, per le
preferenze, per tutto insomma!.
Baciozzoli sbavosi. Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Voldemort ***
The Unexpected
The
Unexpected
Voldemort
Attenzione!In questo capitolo spoiler del settimo libro!Uno solo ma
c’è!
“Sei tornato tra noi
vedo”.
Harry ora gli
sorrideva apertamente, incoraggiante.
Draco si portò la
mano libera alla fronte.
“Ho un mal di testa
infernale” mormorò.
Il bruno riprese a
passargli la pezza fresca sulla fronte.
“Cosa è successo?”
chiese interrogativo.
Harry levò la pezza
e la intinse nell’acqua fresca ancora una volta,prima di
rispondergli.
“Legimazia” disse
semplicemente.
Gli occhi di Draco
si dilatarono leggermente, fissava Harry.
All’improvviso si
era ricordato tutto l’accaduto.
“Legimazia,Voldemort
e il…. Veritasserum?” chiese.
Harry annuì, poi gli
sorrise “Sei ancora sotto l’effetto del Veritasserum, quindi faresti bene a
stare attento a quello che hai intenzione di dire”.
Draco sorrise,
questa volta più tranquillo.
Passarono alcuni
minuti immersi nel silenzio.
Il bruno continuava
a bagnare la fronte del biondo, che infine sbottò.
“Harry, se fai così,
sembro un infermo… e in questo momento è l’ultimo dei miei desideri
credimi”.
Mise il panno nella
bacinella, e rimase li ad osservare il biondo.
“Beh che c’è?” aveva
una tipica espressione malfoyana, con le sopracciglia
alzate
Un ghigno sbarazzino
si stampò sulla faccia del bruno.
“Sai stavo
pensando…. Sei ancora sotto l’effetto del Veritasserum
no?”
Draco contro la sua
volontà annuì, con un gesto poco convinto.
Il ghigno di Harry
si allargò ancora di più.
“Harry cosa diavolo
stai facendo!Fermati!Fermati!” la coscienza lavorava febbrile per far ragionare
Harry, con scarsi risultati.
Draco era molto
confuso ora e lo guardava con aspettativa.
“Perché mi hai
baciato?” chiese a bruciapelo l’altro.
“No, non dirlo!Non
farlo!Non devi” la mente di Draco scattò come un topolino in fuga, ma il
Veritasserum stava ancora compiendo il suo dovere, e così si trovò a
rispondere.
“Perché mi andava di
farlo” disse semplicemente, portandosi le mani davanti alla bocca poco
dopo.
Il sorriso di Harry
aveva raggiunto una distensione tale, da mostrare tutti i candidi denti bianche
allineati perfettamente.
“Mi aspettavo una
risposta simile sai?” disse infine il bruno “E sono contento ce tu l’abbia
detto, perché ora va a me di farlo”.
Si avvicinò al
biondo, che non si era ancora ripreso dallo shock, e gli diede un lungo bacio,
appassionato.
Fu molto diverso dal
primo, questa volta nessuno dei due voleva interrompere il contatto, nessuno dei
due voleva ritrarsi.
Le loro lingue si
toccarono con delicatezza, e lievemente imbarazzate.
Harry emise un
sospiro appagato al contatto con la morbida bocca
dell’altro.
Malfoy
Manor, campagna Inglese, mattina presto.
Lord Voldemort stava
sfogando la sua rabbia sugli oggetti che si trovavano nel salotto lussuoso dei
Malfoy.
Già una ventina di
libri erano finiti inceneriti nel camino marmoreo.
Una sedia,finemente
intagliata giaceva a gambe all’aria nel centro della
stanza.
Codaliscia tremava
in un angolo, terrorizzato dalla furia del suo
padrone.
“Maledizione!” urlò,
scagliando un piatto di porcellana finissima contro il
muro.
“Come ha potuto un
moccioso come lui, contrastare la mia Arte!Ha resistito a me!Lord
Voldemort!”.
Un altro piatto
attraversò velocemente la stanza, e si andò a frantumare a pochi centimetri
dalla testa di Codaliscia
Si fece ancora più
piccolo nel suo angolino nascosto.
“Codaliscia!” tuonò
l’Oscuro Signore, in direzione del suo servo.
Si fece avanti,
tremante come una foglia, si chinò leggermente davanti al suo padrone “Si
signore?”.
“Vai a prenderlo”disse
semplicemente.
Codaliscia uscì
velocissimo e solerte dalla stanza.
Scese nelle ex
cantine del Malfoy Manor, adibite per l’occasione a carceri.
Si avvicinò a una
cella controllata a vista da Nott.
“Aprimi la cella”
ordinò secco all’altro Mangiamorte.
Questi obbedì e
scattò verso la porta della cella, vi entrò, e ne uscì poco dopo con un
uomo.
Lo teneva saldamente
con una mano stretta intorno al braccio.
L’uomo aveva lunghi
capelli neri e unti, la pelle molto pallida e una naso piuttosto
adunco.
Gli occhi neri erano
stretti come fessure.
Codaliscia, con
falsa giovialità lo salutò “Severus!Amico mio!Il Mio Signore vuole
parlarti!”.
E insieme a Nott condusse Piton al
cospetto di Lord Voldemort.
“Severus!Mio caro
amico!” calcò appositamente la parola caro, per far notare il
sarcasmo.
Il suo viso ormai
poco umano,ghignava in direzione del traditore.
“Allora ti stai
divertendo nelle nostre celle?Nott è una persona piuttosto di compagnia non
trovi?”.
Parlando si era
avvicinato a Piton, che lo osservava, senza esprimere sentimenti di
sorta.
“Sai” riprese a
parlare, girando intorno all’uomo “Oggi, mi è successa una cosa spiacevole”
.
Piton sentì i passi
di Voldemort fermarsi dietro di lui.
“Stamattina, ho
provato a usare la legimazia sul tuo figlioccio” riprese a parlare e ha
camminare.
“E mi è successa una
cosa molto strana, non sono riuscito a leggere i suoi pensieri, è stato
impossibile entrargli in testa… eppure è un moccioso…. Quindi..” si
interruppe.
Piton aveva a stento
trattenuto una risata sentendo le parole di
Voldemort.
Alzò la bacchetta e
gliela puntò contro, sussurrando “Crucio”.
Il dolore esplose
nel corpo dell’ex Mangiamorte, cadde a terra, contorcendosi, non c’era un
millimetro di corpo che non provasse un dolore disumano in quel
momento.
Dopo un minuto buono
di tortura, Voldemort decise che per quel momento era
abbastanza.
“Ora, se riesci ad
ascoltarmi senza ridacchiare come un idiota” riprese a camminare intorno a Piton, che si
trovava ancora a terra.
“Sono proprio
curioso di sapere, come la mente di Draco sia diventata così impenetrabile ai
miei stessi poteri…”.
Era di nuovo davanti
a Piton, e lo guardava con aria interrogativa.
“Forse sei diventato
sordo vecchio mio?Ti ho chiesto come quel ragazzino abbia sviluppato tutte
quelle facoltà nel giro di pochi mesi”.
Questa volta Piton,
rise apertamente in faccia all’Oscuro Signore.
“Merlino, sei così
patetico!Frustrato dal fatto di essere stato battuto da un ragazzino!Vuoi sapere
perché Draco è così bravo contro la Legimazia?Beh semplice, glielo ho
insegnato io!In previsione di tempi bui come questi!”
.
Continuava a ridere
sfacciatamente davanti a Voldemort.
Codaliscia si fece
avanti, con la bacchetta pronta a colpire, ma con un gesto della mano il suo
signore gli impose di fermasi.
“Non ora
Codaliscia…. Per lui ho in servo ben peggio, riportalo in cella”
ordinò.
NdA: Eccomi qua!
Nuovo capitolino!Spero sia di vostro gradimento come sempre
=).
Colgo l’occasione
per augurarvi un BUON NATALE A TUTTI E BUON ANNO!!Anche se sicuramente ci
sentiremo prima ^^.
Baciozzoli
bavosi.Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Litigio e separazione ***
The Unexpected
The
Unexpected
Litigio e
separazione
Grimmauld
Place
I due giovani si
staccarono, dopo un lungo bacio.
Draco aveva le
guance infiammate dall’imbarazzo.
Harry non era messo
molto meglio, era così rosso da fare invidia alla sua sciarpa di
Grifondoro.
Occhi di ghiaccio,
contro occhi di smeraldo.
Sembravano
combattuti nei loro
sentimenti.
Harry aprì bocca,
forse per scusarsi.
Ma Draco fu più
veloce.
Appoggiò di nuovo la
bocca su quella del bruno,e si strinse a lui.
Obbligò lentamente
Harry a sdraiarsi sul materasso, e gli si appoggiò
contro.
Draco si appoggiò
con il peso del suo corpo su di Harry.
Stavano assaporando
sensazioni nuove.
Harry era
letteralmente perso nel profumo della pelle del
biondo.
Draco stava toccando la pelle più morbida con cui
fosse mai venuto a contatto.
Entrambi
realizzarono quanto quel contatto giovasse ai loro giovani
corpi.
Passarono diversi
minuti a toccarsi e a baciarsi a vicenda.
Infine Draco si
ritrasse lentamente.
Guardava il giovane
sdraiato sotto di se.
Harry
contraccambiava lo sguardo, intensamente, pieno di
desiderio.
Ora sapeva cosa
voleva, ora sapeva perché aveva odiato Draco fin dal primo
momento.
Perché la sua
coscienza sapeva di essere attratta da lui.
Perché sotto sotto
lo aveva sempre saputo.
Dal canto suo ora
Draco aveva capito perché il famoso Harry Potter lo aveva sempre attirato e
allontanato.
Lui era quello che
lui non sarebbe mai stato.
Lui era freddo,
Harry caldo.
Lui era un cattivo
ragazzo, Harry il bravo ragazzo.
Lui era la notte,
Harry il giorno.
Lui era il male,
Harry era il bene.
Harry era tutto ciò
che non sarebbe mai stato.
Harry gli sorrise,
un bel sorriso che gli illuminò tutto il volto.
“Grazie” sussurrò a
mezza voce il biondo.
Harry continuava a
sorridere inebetito, gli occhi verde smeraldo distratti da quelli grigi del
biondo.
“Di cosa?” chiese,
puntellandosi sui gomiti, per vedere meglio Draco in
viso.
Il biondo fece un
gesto con la mano.
“Immagino per tutto”
rispose.
Poi entrambi
tacquero.
Un velo di imbarazzo
scese su entrambi, mentre fuori cominciava di nuovo a
piovere.
Per fortuna
l’imbarazzo fu interrotto dalla signora Weasley, che scelse quel momento per
bussare alla porta.
Harry fece giusto in
tempo a mettersi seduto di fianco al giovane biondo.
“Ragazzi, ho il
pranzo per il nostro ospite”.
Entrò in camera,
reggendo nelle manine grassocce un vassoio, pieno di
pietanze.
Draco guardò il
vassoio come per dire:Non riuscirò mai a mangiare tutta quella
roba.
“Oh non fare quella
faccia signorino!Hai bisogno di mangiare ora più che mai!Devi rimetterti in
forze!”.
Draco si strinse
nelle spalle noncurante.
Aveva fame, una fame
del diavolo a dirla tutta.
La signora Weasley
appoggiò il vassoio sul comodino,
poi si rivolse ad Harry “Harry caro, sarà meglio che tu venga giù per
pranzo”.
Harry annuì con il
capo.
“Torno tra un pò”
disse prima di uscire dalla stanza.
Quel giorno Harry a
pranzo, si sentiva particolarmente leggero.
Mille pensieri gli
ronzavano in testa.
Non vedeva l’ora di
assaggiare di nuovo quelle labbra.
Ma i suoi dolci
pensieri furono interrotti da Moody, che schiarendosi la voce, attirò
l’attenzione sulla sua brutta faccia.
“Abbiamo un annuncio
da fare. In seguito a quanto successo stamattina, non è più sicuro tenere qua il
giovane Malfoy, per cui non più tardi di domani mattina all’alba, verrà
trasferito in un altro posto segretissimo.”
Harry sentì il cuore
infossarsi nei piedi.
“NO!Non ora!Perchè
maledizione!”, pensò, prima di accorgersene si era già alzato in
piedi.
“Se trasferite lui
io voglio andare con lui”.
Tutto l’Ordine della
Fenice si girò a guardarlo.
Tutte le espressioni
erano tra lo stupito e il shoccata.
I suoi amici
soprattutto, lo stavano guardando come se fosse un
marziano.
“Harry non possiamo
rischiare di trasferire te. Il posto più sicuro in questo momento è
l’Ordine.”rispose Lupin, anticipando Moody.
“Se l’Ordine è il
posto più sicuro dove io possa stare, non vedo perché non possa essere sicuro
anche per lui” aggiunse Harry, chiaramente sul piede di
guerra.
“Non hai capito
ragazzo, dobbiamo tenere il giovane Malfoy, lontano dall’Ordine e da te, non vogliamo assolutamente che
Voldemort scopra nessuna delle due cose. Non possiamo permetterci di perdere te”
Moody calcò l’ultima parola appositamente, fissando Harry con i suoi strani
occhi.
Il ragazzo stringeva
i pugni, il viso livido di rabbia.
Stava per dire
qualcosa, ma Moody lo anticipò.
“Questa è la mia
ultima parola ragazzo”.
Il tono non
ammetteva repliche.
Harry si risedette,
proprio ora che tutto sembrava andare per il meglio.
Ora che iniziava ad
avere a cuore
Draco.
Proprio ora, doveva
separarsi da lui.
Finì di mangiare in
silenzio, assorto nei suoi pensieri.
Finito il pranzo,
Harry si alzò lentamente dalla sua sedia, e ignorando Ron che cercava di
attirare la sua attenzione, si diresse in camera del
biondo.
Spalancò la porta, e
rimase deluso nel vedere che il biondo non era sul
letto.
Il vassoio mezzo
vuoto, si trovava ordinato e pulito sul solito
comodino.
Ma di Draco nemmeno
l’ombra.
Harry tese
l’orecchio, e sentì l’acqua scrosciare dal bagno
vicino.
Un pensiero
attraversò la sua testa come un fulmine a ciel
sereno.
“Draco + doccia =
Draco nudo”.
Il viso di Harry
arrossì istantaneamente.
Ma prima che potesse
rendersi conto di quello che faceva il suo corpo si mosse da solo, raggiungendo
la porta socchiusa del bagno.
Si accostò, tendendo
l’orecchio.
I suoi occhi
catturarono un movimento nello specchio.
Draco era li, sotto
il getto di acqua calda.
Il corpo giovane,
che si tendeva sotto l’acqua.
Harry notò delle
cicatrici sul suo corpo
.
Draco si passò le
mani sui capelli morbidi.
Harry trattenne un
respiro.
Draco afferrò lo
shampoo e se lo passò tra i capelli.
Harry emise un
respiro strozzato.
Draco si massaggiava
pigramente la testa.
Harry trattenne il
fiato di nuovo.
Sentiva una strana
pulsazione provenire dalle sue parti basse.
Quella scena,
innocente e quotidiana, lo aveva eccitato.
Draco continuava
ignaro, a insaponarsi il corpo.
Nel momento in cui
si girò ad appoggiare il bagno schiuma, i suoi occhi grigi intercettarono
qualcosa d’altro.
Un movimento nello
specchio.
Capì subito di chi
si trattasse.
E le sue attenzioni
lo lusingarono.
Fece finta di
nulla,e continuò a sciacquarsi.
Una goccia di sudore
scese sulla guancia di Harry.
Era ipnotizzato da
Malfoy.
Tutto in quel corpo
gli piaceva, cicatrici comprese.
Si accorse troppo
tardi che qualcosa non andava.
L’acqua non scorreva
più.
Draco era uscito
dalla doccia e si stava legando un’
asciugamano intorno alla vita.
E con immenso orrore
di Harry si stava dirigendo verso la porta del bagno.
Ebbe giusto il tempo
di spostarsi dalla porta, che Malfoy la aprì del
tutto.
“Piaciuto lo
spettacolo?” chiese con un ghigno stampato in faccia.
Harry, dal colore di
un peperone, non riuscì a rispondergli.
Draco lo aspettava,
appoggiato con una spalla allo stipite della porta.
Aveva lo sguardo
interrogativo.
Quando Harry sembrò
ritrovare la lingua disse semplicemente “Domani mattina ti porteranno
via”.
Draco strabuzzò gli
occhi.
“Via?
Dove?”.
Harry si strinse
nelle spalle.
“Non lo so, lo fanno
per impedire a Voldemort di trovare
l’Ordine”.
Draco mugugnò
qualcosa, che Harry non capì, dirigendosi a grandi passi verso il
letto.
Si
sedette.
L’asciugamano, gli
lasciava libere le gambe.
Gli occhi di Harry
vagarono sulle gambe del biondo.
Draco se ne accorse,
ma non fece nulla per coprirsi.
“Quindi… quando mi
porterebbero via?” chiese.
“Domani, mattina,
penso all’alba”.
“E sarò solo?”
Harry si strinse
nelle spalle, quel gesto stava diventando tipico.
Draco lo guardava
costernato.
Ora che aveva
trovato un appiglio nella sua misera vita, lo perdeva di
nuovo.
Harry chinò gli
occhi, era triste e non voleva farlo capire al
biondo.
“Harry?”.
Alzò di nuovo gli
occhi sul biondo.
La tristezza degli
occhi grigi lo colpì come un pugno allo stomaco.
“Vuoi stare con me
oggi pomeriggio?”.
Un piccolo sorriso
speranzoso si aprì sul viso di Draco.
Harry si limitò ad
annuire.
Si accoccolò sul
letto, le gambe incrociate, Draco a pochi centimetri da
lui.
“Da quanto
tempo…volevi… si insomma hai capito” farfugliò Draco, sfuggendo agli occhi di
Harry.
Harry si stava
storcendo le dita, “Da…. Esattamente non lo so.. so solo che oggi non ho
resistito” ammise candidamente.
Draco aveva un
sorrisino storto stampato in faccia.
“Cosa pensi che mi
succederà?”.
Aveva una
straordinaria capacità d cambiare discorso, e di adattarsi perfettamente ai vari
argomenti.
Ora che non
parlavano più di baci e affini, era molto più
rilassato.
“Non lo so” fu la
risposta sincera.
“Ma stai per certo,
che non ti lascerò da solo a lungo”.
Draco sbuffò “Ah
Grifondoro fino alla fine eh?Se non ti ficchi nei casini per gli altri non sei
felice vero? Tu devi aiutare tutti, Non ho bisogno della tua compassione
Potter!”.
La voce di Draco era
leggermente alterata e ora il suo sguardo si era
indurito.
Harry non rispose,
non si era aspettato una reazione simile dalla persona che pochi minuti prima
gli aveva chiesto di fargli compagnia.
Si alzò di scatto
dal letto.
“Insomma, se ti
aiuto non va bene, se non ti aiuto non va bene lo stesso!Vuoi deciderti una buona volta?Siamo in
guerra Draco!E tu non sei più un Mangiamorte!Sei uno dei nostri adesso!E volente
o nolente, ora sei solo e l’unico aiuto potrebbe arrivarti da noi e
basta!”.
Aveva fatto una
tirata unica, e arrivato alla fine del discorso riprese
fiato.
Gli occhi verdi
brillavano di rabbia.
Il biondo si alzò in
piedi, sovrastava Harry di una testa buona.
“Non permetterti di
parlarmi così Potter!” gli urlò in faccia, il viso a pochi centimetri da quello
del Grifondoro.
“Perché se no cosa
fai?Lo dici a papà?”.
Harry si fermò.
Troppo tardi.
La trasformazione
che ebbe il viso di Malfoy, lo sconvolse.
Cominciò a
balbettare delle vane scuse.
Sapeva di averla
fatta grossa.
“Vai.Fuori.Di.Qui”
gli urlò il biondo in faccia, indicando con la mano la
porta.
“Io… Dra…” non
finì mai la frase, perché Draco
aveva ripreso ad inveirgli contro.
Uscì di corsa dalla
stanza, maledicendo la sua lingua lunga.
Non voleva, ma si
diresse in camera sua.
Ron, Hermione e
Ginny erano immersi in una conversazione fitta.
La conversazione
terminò all’improvviso, appena Harry mise piede nella
stanza.
I tre amici si
voltarono a guardarlo, con aria colpevole.
Harry si addentrò
nella camera, guardando i suoi amici, uno per uno.
“Su avanti, ditemi
cosa state pensando e chiudiamo qua questa storia” disse scocciato in direzione
degli amici.
Fu Hermione a parlare, “Harry, vorremmo solo capire
cosa ti sta succedendo.. prima per ogni movimento di Malfoy scatenavi una
guerra…. Ora che se ne va lo vuoi anche accompagnare?... Cosa ti è successo
Harry? sembri sragionare” terminò in fretta la ragazza, attendendo la reazione
violenta di Harry.
Reazione che non
arrivò.
Harry si limitò ad
accasciarsi sul letto di Ron, il più vicino alla
porta.
“Non lo so cosa mi
stia succedendo…”cominciò “So solo che dopo la morte di Sirius e Silente, mi
sento svuotato” il tono basso, era quasi un sussurro.
Gli amici lo
ascoltavano in silenzio.
“E ora, mi trovo ad
aiutare Malfoy, proprio lui. L’ultima persona che mai avrei pensato di dover
aiutare. Vederlo più morto che vivo sul letto, il giorno dopo il suo arrivo, mi
ha fatto ragionare.”
Sorrideva
stancamente verso i suoi amici. Non sembrava affatto un ragazzo di 17
anni.
Dai suoi occhi
traspariva un immensa tristezza, gli occhi di chi, della vita aveva visto solo
il peggio.
Nessuno dei ragazzi
aprì bocca, attendevano ancora spiegazioni.
“Bhe la verità è
che, in questi pochi giorni, stavo imparando ad apprezzare Draco… cioè… non è la
persona che si è mostrata a noi per anni…” terminò
infine.
Ginny chiese gelida
a quel punto “Apprezzare in che senso Harry?E’ un’opzione aperta a diverse
interpretazioni”.
Harry le scoccò
un’occhiata gelida.
“Se proprio lo vuoi
sapere Ginny, per apprezzare, intendevo come persona” tagliò corto il
bruno.
“Si certo come
no”mugugnò la rossa sottovoce.
Hermione e Ron non
proferirono parola.
Si scambiarono
un’occhiata di intesa.
“Emh…. Harry”
cominciò Hermione, senza sapere minimamente come far finire quella
frase.
“Volete sapere la
verità?Bene ecco la verità e vedete di capirla subito perché non starò a
ripeterlo. Le ragazze non mi piacciono, non mi sono mai piaciute, e penso che
mai mi piaceranno” disse semplicemente, levando Hermione dall’impaccio di
formulare una domanda di senso compiuto
sull’argomento.
Ron era sbiancato,
si sarebbe aspettato tutto da Harry, ma non
quell’ammissione.
Ginny sembrava in
qualche modo offesa.
Hermione sembrava
l’unica a essere neutrale.
Si alzò in piedi e
si avvicinò ad Harry.
“Sinceramente Harry,
non mi interessano assolutamente i tuoi gusti sessuali, ma fai attenzione in
cosa ti vai a cacciare” disse gelida, poi uscì dalla
stanza.
Ginny si alzò
seguendo la ragazza castana a ruota.
Solo Ron rimase
nella stanza con lui.
Si sedette di fianco
all’amico.
“Quindi fammi
capire, se tu avessi davanti Malfoy e mia sorella, tu sceglieresti Malfoy?” il
tono di voce era isterico, e leggermente più alto del
solito.
Stava sorridendo, un
sorrisino tirato, ma meglio che niente.
Harry lo guardò per
un momento negli occhi azzurri prima di annuire con la testa
disordinata.
“Emh…e ecco… non hai
mai fatto… insomma.. pensieri su di me vero?” chiese incerto l’amico dai capelli
rossi.
Harry rise più
apertamente.
“Ron per favore!Sei
praticamente un fratello per me, non ce la farei nemmeno se mi
impegnassi”
Ron rise insieme
all’amico, emettendo un sospiro di sollievo.
“Oddio meno male”
disse in tono scherzoso.
“A parte questo,
Herm ha ragione, fai comunque attenzione,è pur sempre un Serpeverde, un
mangiamorte, un Malfoy insomma.”
“Ovvio Ron, non sono
così sprovveduto”.
Draco era in camera
sua, come sempre nelle ultime settimane.
Non aveva visto
altro, camera, bagno, camera, bagno, camera, bagno.
Si stava stancando
di tutto questo.
Ma il problema non
si poneva, avrebbe cambiato alloggio di li a poche
ore.
“Si e non vedrai più
Harry” la solita vocina maligna nella sua testa.
“E come farai senza
di lui, piccola serpe?Eh?Come pensi di cavartela?”.
Draco strinse gli
occhi così stretti che ad un certo punto vide i puntini danzargli davanti alle
palpebre chiuse.
“Hai allontanato
l’unica persona che qua dentro voleva vederti sul serio, l’unica persona che ti
volesse aiutare veramente”.
In un moto di rabbia
Draco afferrò il candelabro e lo scaraventò contro il
muro.
Draco si ributtò nel
letto, il viso affondato nel cuscino.
Un gesto infantile,
che si era abituato a fare da bambino.
Flashback:
Draco si trovava
nell’ufficio di suo padre.
L’ufficio gli aveva
sempre messo un certo disagio addosso.
Forse perché lui era
così piccolo, e l’ufficio così grande.
Non ci entrava molto
spesso.
E quelle rare volte
che succedeva era sicuramente per punizione.
Lucius, i capelli
lunghi e lisci lasciati liberi sulle spalle.
Era giovane, ed era
un bell’uomo.
E incuteva una paura
pazzesca al figlioletto, di 9 anni.
Chiunque dei suoi
amici o nemici lo avesse visto in quel momento, non avrebbe collegato il Draco
spavaldo e strafottente a quel piccolo bimbo
piangente.
Suo padre lo
sovrastava, uno sguardo arcigno gli illuminava gli occhi grigi come quelli del
figlio.
In mano teneva, la
copia del libro babbano tanto cara al piccolo Draco.
L’aveva trovata
Dobby, e sotto espresso ordine di Lucius era stato obbligato a
consegnarlo.
La furia di Malfoy
senior, quel giorno non investì solo il piccolo Draco, ma anche
Narcissa.
Narcissa, la donna
che lui amava, ma che si comportava in modo troppo libertino in alcuni
casi.
Ora toccava a suo
figlio, doveva capire che un Malfoy non aggira le regole, un Malfoy non si culla
nelle stupidità Babbane, un Malfoy non piange.
Esattamente tutto
ciò che Draco aveva fatto, all’insaputa di suo padre, per tre
anni.
Da quando sua mamma
gli aveva regalato quel libro per il suo compleanno.
Ovviamente di
nascosto da suo padre.
Draco era al centro
dello studio, la testa china, il visino rigato dalle
lacrime.
Suo padre lo stava
sgridando da circa mezz’ora, ma sembrava non aver ancora
finito.
Sgridare.. gli stava
inveendo contro da mezz’ora.
“Non posso
permettere che un Malfoy abbia un comportamento così… così frivolo. Queste
stupidità babbane sono bandite in casa nostra… e per favore piantala di
frignare!”
All’ennesimo urlo
del padre, Draco cercò di trattenere un singhiozzo, con scarsi
risultati.
Fu la goccia che
fece traboccare il vaso.
Lucius infuriato,
afferrò il figlio per un braccino e lo obbligò a stare fermo, mentre con la
bacchetta faceva apparire dal nulla una cinghia.
Draco vedendola,
cominciò a divincolarsi ancora di più, ciò provocò una stretta ancora più ferrea
sul suo braccino sottile.
Quella volta suo
padre non gli risparmiò nulla.
La schiena del
bambino ci mise giorni a guarire.
Era in quei giorni,
che il piccolo Malfoy, aveva imparato a piangere con il viso affondato nel
cuscino.
Fine
flashback
Ricordi
dolorosi.
In quei giorni,
aveva avuto modo di pensare,e si era reso conto di quanti ricordi tristi ci
fossero nel suo passato.
Di quanto suo padre
avesse fatto soffrire lui e sua madre.
Stava
male.
Mentalmente stava
male.
Non si sentiva per
nulla sano di mente.
Aveva perso
tutto.
Era l’ombra di se
stesso.
Non si
riconosceva.
Sempre perennemente
sull’orlo di una crisi isterica.
E quel Potter
“Harry” si corresse mentalmente.
Lui era quello che
lo faceva star peggio.
Lui con i suoi modi
dolci.
Lui con i suoi modi
attenti.
Lui che si
preoccupava.
Lui con il suo
profumo.
Lui con la sua
bocca.
Lui con le sue
mani.
Lui in tutta la sua
interezza.
Lui che lo attirava
e lo allontanava.
Lo voleva ma allo
stesso tempo lo
rifiutava.
Odiava sentirsi così
confuso.
Ma era tutto confuso
nelle sua vita in quel momento.
E Harry peggiorava
la situazione.
Si girò a supino nel
letto.
Un braccio
appoggiato sulla fronte liscia.
L’altra mano
appoggiata sul ventre.
Se tutto fosse
andato bene non avrebbe più visto Harry.
E allora forse
avrebbe schiarito in via definitiva le sue idee.
Stare lontano da
Harry.
Quello si, che era
un piano geniale.
Farsi trasferire non
si sa dove, lontano da lui.
Sospirò, mentre il
pomeriggio inoltrato si schiariva leggermente
all’esterno.
Ron aveva lasciato
Harry ai suoi pensieri.
E ora anche lui si
trovava a pensare.
Si stava dando
mentalmente dello stupido da mezz’ora.
Come aveva potuto
dimenticarsi di una cosa simile?
Come diavolo aveva
potuto dire una cosa simile a Draco?
Voleva
parlargli.
Ma il suo orgoglio
glielo impediva.
Ma il suo cuore gli
diceva tutt’altro.
Confuso.
Enorme
confusione.
Maledizione.
Voleva stare con
lui, ma non voleva.
Perché non c’era
niente di male ad essere attratti da un ragazzo.
Ma c’era qualcosa di
male nell’essere attratto da Malfoy.
Non
lui.
Ma era così
bello.
Era un potenziale
assassino!
Ma i suoi
occhi.
Era un
traditore!
Ma i suoi
capelli.
Era un mago oscuro,
contro cui lui avrebbe dovuto combattere.
Ma la sua fragilità
era sincera.
Maledizione.
Prima se ne andava
di li meglio sarebbe stato .
Si tenere lontano
Malfoy da lui.
Così gli sarebbe
passata.
Per fortuna, Draco
se ne sarebbe andato via la mattina dopo.
Ora doveva solo
evitarlo fino alla partenza.
Facile, se ne
sarebbe stato chiuso in camera sua.
Chiuse gli occhi,
mentre fuori le nuvole lasciavano spazio a un pallido
sole.
Il pomeriggio
terminò in una sera triste e cupa.
Harry si rifiutò di
uscire dalla stanza.
Draco si rifiutò di
alzarsi dal letto.
La mattina
dopo.
Draco dormiva,
stranamente tranquillo, nel suo letto, quando Moody fece
irruzione.
“In piedi
ragazzo!Dobbiamo andare!”.
Draco si tirò
spaventato. Non era proprio il risveglio che si era
aspettato.
Ancora insonnolito
scese dal letto e si avviò verso il bagno per
vestirsi.
“Siamo lenti alla
mattina appena alzati eh?Siamo abbastanza di corsa quindi
muoviti!”
Draco mugugnò
qualcosa da dietro alla porta, e pochi minuti dopo apparve completamente
vestito.
“Hai preso tutta la
tua roba?”.
Draco lo guardò
perplesso, alzando le sopracciglia “Secondo lei quanto roba dovevo avere in
questo posto?”.
Moody non rispose
semplicemente si avviò fuori dalla stanza, facendo un gesto impaziente con la
mano.
Il biondo
allacciandosi il mantello nero li seguì.
Nel salone
principale della casa si trovava schierato metà
dell’Ordine.
“Allora ragazzo,
insieme a noi verranno, Arthur,Tonks, Lupin e Kingsley, staremo con te giorno e
notte, dandoci il cambio, in cambio non chiediamo nulla, a parte ovviamente la
tua obbedienza a qualsiasi tipo di ordine ti verrà impartito, E il nostro primo
ordine è: Non cercare, in nessun modo, di contattare Grimmauld Place.Hai
capito?”.
Draco annuì
semplicemente, fissando Moody in quei suoi strani
occhi.
“Bene!Molly
gentilmente, prepara la polvere volante”.
Molly si allontanò ,
tornando poco dopo con un sacchetto consunto tra le
mani.
“Andrò prima io,
seguito subito dopo da Lupin, tu verrai per terzo ragazzo, hai
capito?”.
Altro cenno del capo
affermativo
Moody prese un pungo
di polvere volante e la getto nel camino.
Vi entrò dentro e
urlò “Craven Road,7”.
Sparì in un turbinio
di fiamme verdi.
Poco dopo anche
Lupin eseguì la stessa operazione.
Quando giunse il suo
turno Draco prese un pugnetto di polvere,la buttò nel camino, diede un’ultima
scorsa alla stanza e poi urlò “Craven Road 7*!”.
Il viaggio durò
pochissimo, movimentato come al solito.
Atterrò nel camino
di una comune casa babbana.
Scrollandosi la
fuliggine di dosso diede un’occhiata in giro.
Il camino si trovava
in quello che doveva essere la sala principale.
Al centro si trovava
un tavolo rotondo in legno massiccio, intorno al quale si trovavo 7 sedie,anche
esse in legno massiccio.
Il camino era in
marmo, con numerosi intagli sulla superficie. Un lampadario di cristallo
sovrastava il tavolo.
Una morbida moquette
rossa affievoliva i passi degli occupati della
stanza.
Una tenda molto
pesante, copriva una finestra particolarmente grossa.
Mentre Draco si
guardava intorno, vagamente stupito, Tonks, Arthur e Kingsley arrivarono
finalmente nella stanza.
“Bene ragazzo,
questo appartamento, è la sede che ebbe l’Ordine della Fenice prima che Sirius
ci cedesse la sua casa a Grimmauld Place. Ovviamente è protetta con tutti gli
incantesimi che proteggono la sede ufficiale.”
Il ragazzo si
guardava intorno sempre più stupito. Cominciò ad aggirarsi per le varie
stanze.
Erano tutte molto
grosse e spaziose, dotate di grandi finestre che in tempi diversi avrebbero
fatto entrare una luce solare eccezionale, e in ogni stanza c’era un qualche
strano oggetto babbano di cui Draco non capiva l’uso.
Tonks lo seguiva a
debita distanza, non perché lei non si fidasse di un mago di nemmeno 18 anni,
disarmato per di più, ma perché Moody non si fidava nemmeno della sua
ombra.
Infine Draco
raggiunse una stanza, che era chiaramente una camera da
letto.
Sembrava quasi la
copia della camera che aveva occupato a Grimmauld place, solo molto più pulita e
molto,ma molto, meno tetra.
C’era un letto a due
piazze al centro della stanza, ai fianchi del letto due comodini in legno, due
finestre lo sovrastavano, anch’esse coperte da pesanti tende
tirate.
Una parete era
rivestita da una libreria fornitissima Una piccola porticina portava a un bagno
accorpato alla stanza.
Di fianco alla porta
della stanza si trovava un grosso armadio, probabilmente in mogano,
perfettamente lucido.
Senza pensarci su
due volte Draco si diresse verso la libreria.
Aveva sempre avuto
un debole per la lettura, anche se ben pochi lo
sapevano.
Diede una scorsa ai
libri, rendendosi conto che la maggior parte de titoli non li aveva mai sentiti
nominare.
Erano praticamente
tutti libri babbani.
Draco era molto
colpito da quell’appartamento, che era molto più grosso di quanto potesse
sembrare, ed anche trattato piuttosto bene.
Pensò soddisfatto
che in quel posto si sarebbe finalmente levato dalla testa Harry
Potter.
Harry, Ron, Hermione
e Ginny, scesero a colazione piuttosto tardi quella
mattina.
Ancora assonnati
presero posto ai loro posti nel tavolo.
La signora Weasley,
si trovava già in cucina, intenta a preparare la colazione con la
becchetta.
Quattro diversi
“Buon giorno” più o meno strascicati la raggiunsero nello stesso
momento.
Girò il bel viso
paffuto a guardare i ragazzi che si erano appena seduti in cucina e sorrise
“Alla buon’ora!Dormiglioni!Ecco la vostra colazione!”, con un movimento fluido
della bacchetta la colazione si posò davanti ai
quattro.
“Buon appetito”
cinguettò la signora Weasley.
Ron non se lo fece
ripetere due volte e attaccò senza ritegno la povera frittella che si trovava
davanti a lui.
Hermione afferrò la
copia della “Gazzetta del profeta” e cominciò a sfogliarla in cerca di notizie
interessanti, mentre aspettava che il suo thè si raffreddasse un
po’.
Anche Harry partì
all’attacco della sua frittella, annegandola nello sciroppo
d’acero.
Ginny, assorta nei
suoi pensieri, mordicchiava una fetta biscottata con la marmellata
sopra.
La pace della
colazione fu interrotta dalla signora Weasley, che chiese a nessuno in
particolare “Come mai nessuno di voi è venuto a salutare Malfoy stamattina? Mi
sembrava che dai rapporti che avevate instaurato, foste almeno in
armistizio”.
Gli occhi di Molly
si fermarono per qualche secondo di più su Harry.
“Ah giusto, è andato
via stamattina” fu il laconico commento di Harry.
Sia Hermione che
Ginny che Ron si fermarono a fissarlo.
Non capivano, il
pomeriggio prima sembrava l’uomo più felice della giornata, per quel suo nuovo
rapporto con Malfoy, e ora commentava così?
Anche Molly parve
stupita dalla risposta.
“Pensavo che almeno
tu Harry saresti venuto a salutarlo” aggiunse
indagatrice.
Harry si limitò a
rispondere con gli occhi “Non vedo perché avrei dovuto, dato il modo in cui mi
ha trattato”.
I tre amici e la
signora Weasley non ci capivano più nulla.
Harry dedicò di
nuovo la sua intenzione alla frittella “Ecco bravo concentrati sulle frittelle e
levatelo dalla testa”.
NdA: Dopo una
settimana ecco il nuovo capitolo, sperando che sia di vostro gradimento come al
solito, ai posteri l’ardua sentenza. Auguro un Buon Anno a tutti ^^ ci rivediamo
il prossimo anno^^ (ossia domani -.-)
* Craven Road,7, se
qualcuno di voi è fan di Dylan Dog ha già riconosciuto la via ^^.. aaaahhhhh
Dylan - sospira-
Baciozzoli bavosi.
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Pensieri ***
The Unexpected
The
Unexpected
Pensieri
Poco dopo il suo
arrivo a Craven Road, Draco sistemò
i suoi pochi averi nella stanza con la libreria ben fornita.
Non voleva
ammetterlo ma quella nuova sistemazione gli piaceva
parecchio.
Si avvicinò alla
libreria, tutti quei libri babbani lo attiravano come una
calamita.
Scorse i titoli con
pigrizia, accarezzando le copertine
con il dito indice lungo e affusolato, mentre sottovoce leggeva i
titoli.
“Cime tempestose…
It... Romeo e Giulietta.... Il signore degli anelli..... Novecento.....
Intervista con il vampiro..... Io robot…”.
C’erano letture di
tutti i tipi, di tutti i generi e tutte le epoche, e lui non ne conosceva
nemmeno una, tergiversò per alcuni minuti prima di scegliere Romeo e
Giulietta.
Aveva sentito una
sua ex compagna di Serpeverde parlare di un certo William Shakespeare e aveva
riconosciuto il nome sul volume.
Con il libro in mano
si diresse verso la poltrona davanti alla finestra.
Cominciò a leggere e
si perse nella storia tragica.
Harry finì la
colazione in silenzio, immerso nei suoi pensieri.
“Sei veramente
felice ora che se ne è andato?”
Era il pensiero che
gli ronzava in testa da quando la signora Weasley gli aveva ricordato che Draco era
partito la mattina.
Scosse la testa, ben
sapendo che quel pensiero non se ne sarebbe andato così
facilmente.
Si alzò
meccanicamente e si diresse nella stanza a lui ormai ben
nota.
Entrò con
delicatezza, come se si aspettasse di trovare Draco sul letto a
sonnecchiare.
Si diresse verso il
letto, ancora disfatto e vi si sedette.
Allungò la mano
verso il cuscino candido, aveva ancora la forma della testa del
biondo.
Sospirò. Se lo
aspettava. Sospettava che una volta partito Draco gli sarebbe
mancato.
Improvvisamente un
ricordo lo fulminò.
Flash Back:
Era a Hogwarts, solo
pochi mesi prima.
Era appena entrato
in bagno dei maschi, dove, aveva visto sulla mappa del Malandrino il puntolino
indicante Draco Malfoy.
In quel periodo era
ossessionato da Malfoy, stava tramando qualcosa,aveva un incarico da portare a
termine, e voleva scoprire cosa, prima che il piano andasse a buon
fine.
Aprì la porta il più
lentamente possibile e quello che vide lo lasciò
ammutolito.
Draco gli dava le
spalle, era appoggiato al lavandino, la testa piegata tra le spalle, le mani
stringevano con così tanta forza il lavandino da essere bianche.
Tremava.
Mirtilla Malcontenta
era lì con lui, cercava inutilmente di consolarlo.
Harry sentì la voce
del Serpeverde, tremante “Nessuno può aiutarmi…. Nessuno…e lo so che non
funzionerà… non ci riesco…e lui mi ucciderà e ucciderò i miei
genitori…”
Solo allora Harry
notò che Draco stava piangendo.
In quel preciso
momento, Malfoy alzò lo sguardo, e incontrò due occhi verdi che lo
guardavano.
Reagì d’istinto, si
girò e urlò una maledizione contro il Grifondoro, che la schivò e rispose con la
stessa prontezza di riflessi.
Mirtilla si mise a
urlare, implorandoli di smetterla.
Draco con il volto
deformato dalla rabbia urlò “Crucio…” ma non finì mai la maledizione, Harry fu
più veloce e rispose con un altro incantesimo.
“Sectumsempra!” urlò
sovrastando anche le grida di Mirtilla.
Fu un attimo, Draco
colpito in pieno, cadde a terra, il viso e il petto tagliati profondamente in
più punti, il sangue sgorgava a fiotti.
Harry si buttò sul
corpo del suo nemico di sempre spaventato, Mirtilla stava urlando
“Assassinio!Assassinio nel bagno!”
Draco gemeva, il
viso distrutto, le mani che si contraevano come artigli nella
sofferenza.
Sembrarono passare
secoli prima che Piton entrasse nel bagno richiamato dalle urla, e rendendosi
conto della situazione intervenisse sulle ferite di
Draco.
Fine Flash Back
Harry tornò alla
realtà, probabilmente alcune di quelle cicatrici che tanto lo avevano
affascinato, le aveva procurate proprio lui stesso a
Draco.
Chinò il capo,
osservandosi attentamente i piedi.
Forse in quel
momento li, vedendolo piangere disperatamente, si era reso conto seriamente che
Draco era una persona, un essere umano con sentimenti, un essere pensante, che
eseguiva ordini sotto minaccia di morte.
Nelle ultime
settimane, Harry aveva cominciato a malapena a scoprire la punta dell’ice
berg.
E ora non ci sarebbe
stato più nulla. Draco se ne era andato sotto protezione chissà
dove.
Draco si divorò il
libro. Quella storia lo aveva emozionato tantissimo.
Era stupito, era
stato cresciuto con l’idea di odiare i Babbani, che fossero creature indegne di
vivere, e ora si ritrovava con gli occhi lucidi leggendo proprio una storia
scritta da un babbano.
Inspiegabilmente si
trovò a pensare a Harry.
Quella storia gli
aveva ricordato i piccoli, brevi momenti d’intimità che aveva avuto con il
giovane bruno.
La storia dei due
ragazzi che non potevano amarsi apertamente per via della rivalità delle loro
famiglie.
Chissà perché a
Draco ricordava tanto lui e Harry.
Nati in due mondi
diversi, cresciuti in mondi diversi, con idee ben
diverse.
Eppure, eppure
qualcosa li univa. Il biondo si perse nei suoi
pensieri.
Gli tornava in mente
il brusco congedo che aveva avuto con Harry solo poche ore
prima.
Sembrava andasse
tutto bene, i baci, le carezze, l’affetto che iniziava a provare per il
Grifondoro.
Arrossì al solo
pensiero.
Poi, Harry gli aveva
proposto di venirlo a trovare durante il suo trasferimento, e, cosa diavolo gli
aveva preso?
Perché se l’era
presa tanto per una promessa in fondo innocente? Per una promessa che in fondo
gli avrebbe fatto molto piacere?
Scosse la testa,
sconfitto, i capelli biondi gli accarezzarono il viso
pallido.
“Ah Draco, tu e il
tuo maledetto orgoglio Malfoy, sei veramente scemo lasciatelo
dire”.
Il biondo fece un
gesto impaziente con la mano, come per zittire la voce della sua
coscienza.
“Voleva aiutarti e
il tuo orgoglio ferito si è messo a ragionare per
te”.
E dal nulla, il
desiderio imperante di voler vedere di nuovo Harry, almeno per chiarirsi, per
dirgli quello che pensava veramente di quella
situazione.
Ma come? Se Moody lo
avesse beccato lo avrebbe ridotto un colabrodo.
Concentrandosi sulla
vita babbana che scorreva davanti ai suoi occhi grigi, si mise a pensare un
piano
NdA: Eccomi qua, non è lunghissimo, ma la lettura dì HP e i doni
della morte mi ha assorbito completamente, senza contare che il mio PC ha deciso
di non funzionare più e ora sono in clandestinità nel pc di mia
sorella.
Buona lettura!
Baciozzoli sbavosi.Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Scuse ai lettori U.U ***
Scuse ai lettori
Scuse ai
lettori
NO, non preoccupatevi, non ho
intenzione di interrompere di "The Unexpected" semplicemente, vi avviso, che gli
aggiornamenti sono in preparazione, non ho più aggiornato per vari motivi che
variano dallo studio, al computer poco funzionante.
Appena passo il peridodo nero
con lo studio, ritronerò ^^. Scusatemi per l'assenza, ma tronerò a breve
Muhahaah, per vostra sfortuna aggiungerei U.U.
Baciozzoli sbavosi.
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Chiacchierata a tre ***
The Unexpected
The
Unexpected
Chiacchierata a tre
Passarono giorni,
che a Harry sembrarono mesi, in cui nulla di nuovo successe nella sua
vita.
Tutto tranquillo,
tutto passava liscio come l’olio, tranne che per un piccolo pensiero che gli si
insinuava nella testa tutte le volte che abbassava la guardia:
Draco.
La voglia di vederlo
si faceva ogni giorno più forte. Era convinto che se avesse avuto l’occasione
con Draco sarebbe potuto nascere qualcosa.
“In cosa speri
Harry?Che lui ti si presenti davanti alla porta?Che ti dica:Eccomi sono tutto
tuo?”
Tutte le volte che
questi pensieri si affacciavano nella sua testa, cercava di scacciarli in tutti
i modi possibili, dalle letture sul Quiddich alla padellate in testa, ogni
metodo era valido.
In questa situazione
l’umore, già precario, di Harry ne risentiva ancora di
più.
Sembrava che nulla
riuscisse a tirarlo su di morale,
in presenza degli amici o della famiglia Weasley, ergeva intorno a sè una
maschera di falsa tranquillità, per
farla cadere appena si ritrovava da solo.
Una sera mentre dava
una scorsa pigra alla Gazzetta del Profeta, sentì dei passi provenire dal
corridoio e poco dopo la porta di camera sua
spalancarsi.
Alzando lo sguardo
dal giornale, si trovò a fissare 4 occhi, un paio castano scuro e un paio
azzurri.
Hermione e Ron erano
davanti alla porta e gli sorridevano.
Harry sorrise di
rimando, anche se negli ultimi tempi non era stato affatto se stesso, si obbligò
ad essere sincero almeno con i suoi migliori amici e anche se il sorriso uscì un
po’ storto almeno era sincero.
Era felice di avere
loro al suo fianco malgrado tutto.
Fu Hermione, come
quasi sempre, a prendere parola per prima, avvicinandosi con passo maestoso al
letto dove stava bivaccando Harry.
“Harry dobbiamo
parlarti un momento” disse sedendosi vicino al bruno.
Harry si sistemò in
modo da fare spazio sia a Hermione che Ron, cosa difficoltosa tenuto conto che
sia lui che Ron erano cresciuti ulteriormente in quei due mesi di vacanza.
Il bruno osservava i
due amici incuriosito, non sapeva di cosa volessero
parlargli.
“Uh ci sono notizie
interessanti?” domandò Ron, vedendo il giornale aperto davanti ad Harry, e
mentre questi si accingeva a rispondere, Hermione cominciò a
parlare.
“Harry, sia io che
Ron, siamo qua per parlarti di…” si interruppe, forse cercando le parole più
adatte “Beh insomma, ci siamo resi perfettamente conto del tuo cambiamento da
quando Malfoy se ne è andato” si interruppe di nuovo, aspettando che Harry
assimilasse quanto aveva detto.
“Insomma,
sappiamo,che il tuo interesse per Malfoy andava oltre all’amicizia.. o
sbagliamo?” .
Harry fece un
piccolo accenno di assenso in direzione dell’amica e abbassò lo sguardo verso
la Gazzetta
del Profeta.
Hermione continuò il
suo discorso, cercando con lo sguardo l’appoggio di Ron, che dopo il discorso del giornale si era zittito,
era imbarazzato, era evidente che di tutti i discorsi che voleva affrontare con
il suo migliore amico l’ultimo fosse quello della sua omosessualità e
Malfoy.
Accettare i suoi
gusti sessuali era una questione, ma parlarne apertamente, per ora, gli veniva
difficile.
Vedendo che
l’appoggio di Ron tardava ad arrivare, Hermione decise di continuare da
sola.
“Harry,perché non ci
parli di come ti senti?Perchè ha deciso di non renderci
partecipi?”
Il bruno alzò
nuovamente il viso, con un gesto fluido ma poco convinto e piantò i suoi occhi
verdi in quelli castani scuri di Hermione, erano pieno di tristezza, troppi
avvenimenti li avevano riempiti di
delusione, rabbia, voglia di riscatto e ora tutti quei sentimenti si mischiavano
insieme e la fissavano con tutta la
loro intensità.
“Herm…
non l’ho fatto con cattiveria, ma, non lo so, sentivo che la questione di Draco
dovevo vedermela da solo, risolveva da solo, anche se… beh non mi sembra di aver
fatto un gran lavoro” ammise sorridendo lievemente.
“E
allora noi due che ci stiamo a fare qua?” chiese all’improvviso Ron, stava
sorridendo anche se il tono di voce era serio “Nel senso, Harry… sono quasi
sette anni che ci conosciamo… anche se l’argomento è un po’ fuori dalle nostre discussioni standard, non vedo perché non parlarne con
noi”.
Il
sorriso di Harry si allargò. Per la prima volta in un mese era felice, si
protese per abbracciare i suoi amici in un unico stretto abbraccio, lasciandoli
entrambi stupiti per quell’improvviso
slancio di affetto.
“Harry
allora, vuoi parlare una buona volta o no?”, il bruno sospirò e cominciò a
raccontare tutti gli ultimi avvenimenti che erano successi tra lui e Draco e il
motivo per cui non era andato a salutarlo il giorno della partenza.
A fine
racconto, Hermione aveva la tipica espressione di quando pensa a un piano mentre Ron prese parola “Certo
che hai fatto la tua bella figura sbattendogli in faccia suo padre quel giorno
eh? Fossi stato in te mi sarei scusato il prima possibile”, Harry lo sapeva,
molte volte aveva fatto da paciere tra Ron ed Hermione, e ora i suoi stessi
consigli si rendeva conto di non averli seguiti.
“Lo so
Ron, non c’è bisogno che me lo ricordi, sto già abbastanza male così” rispose
Harry,leggermente irritato.
“Sai per
caso dove hanno portato Draco?” domandò Hermione all’improvviso, Harry scosse la
testa sconsolato, “Beh c’era da aspettarselo, Moody avrà fatto di tutto per
tenerlo nascosto, dobbiamo trovare un modo per scoprire dove lo
tengono”.
“Indagare con discrezione?”
domandò Ron titubante, guardando prima Hermione e poi Harry.
“Ci
beccherebbero subito probabilmente e se provassimo ad ascoltare con le orecchie
oblunghe?Immagino che Fred e George abbiano lasciato una certa scorta qua in
casa” propose Hermione, Ron non sembrava convinto “Non so voi, ma io non ho mai sentito parlare del luogo in cui
hanno portato Draco” gli altri due dovettero convenire all’affermazione
dell’amico “Beh direi che l’unica via percorribile sia quella delle orecchie
oblunghe, alla fine Moody, Tonks e Lupin si danno il cambio per andare da lui,
con le orecchie potremmo sentire la destinazione prima che entrino nel camino”
asserì infine Harry alzandosi in piedi.
Hermione
e Ron lo seguirono a ruota.
“Dobbiamo escogitate un
piano per non farci beccare, se no chi li sente” aggiunse Ron, indicando con un
cenno la porta.
“Mia
mamma potrebbe anche cercare di strozzarmi se ci scoprisse, alla fine hanno
fatto tutto questo per la tua incolumità”.
Hermione
esasperata scosse la testa “Oh Ron ma quante volte devo spiegartelo!Per amore si
fatto questo e altro!” poi rendendosi conto di quello che aveva appena detto si
zittì, Harry era diventato di una sfumatura cremisi molto accesa.
“Io…
scusa Harry, non intendevo dire, quello che ho detto ecco” si zittì,
accorgendosi di non migliorare la situazione con le sue scuse
balbettate.
Harry le
si avvicinò, e le appoggiò le mani sulle spalle.
“Herm,
non è successo nulla, alla fine credo che tu abbia ragione” ammise.
Ora
aveva una possibilità di sistemare la questione in sospeso con Draco, e sapere
che i suoi amici erano dalla sua parte lo faceva stare molto meglio. Quella
giornata era partita decisamente bene.
Erano
quasi le 10 del mattino, quando gli occhi grigi di Draco si decisero ad aprirsi,
si stiracchiò pigramente e si mise a
sedere sul letto.
Aveva
fatto un sogno strano, o meglio, aveva sognato proprio colui che ultimamente
affollava i suoi pensieri: Harry.
Era
passato un mese, niente più notizie, niente più aggressioni mentali da parte di
Voldemort, le sue ferite fisiche erano perfettamente guarite, mentre
quelle mentali erano più ardue da guarire.
Sua
mamma gli mancava tantissimo, le sue carezze, le sue frasi dolci sussurrate per
farlo addormentare quando era più piccolo, tutto di lei gli mancava.
Suo
padre, ebbene gli mancava anche lui, ma sicuramente non ai livelli della madre,
doveva a lui il suo carattere, il suo comportamento, le sue paranoie, il fatto
di saperlo morto in un certo modo lo faceva stare meglio.
E
infine, Harry, anche lui gli mancava, le chiacchiere notturne, i baci rubati,
quanto gli piaceva passare il tempo con lui.
Non
avrebbe mai creduto di sentire la mancanza di San Potter, e invece.
Sorrise,
con il sole che gli scaldava la faccia, aveva deciso di mettersi in contatto con
Harry e avrebbe usato la
Legimanzia.
Il
brunetto gli aveva raccontato delle sue disastrose lezioni con Piton l’anno
prima e sapeva che Harry non aveva fatto nulla per colmare quella sua lacuna
enorme in magia.
Semplice, veloce e
indolore.
Voleva
vederlo, e scusarsi per la sua scenata il giorno prima della sua partenza e
soprattutto aveva voglia di chiarire una volta per tutte la situazione con il
piccolo Grifone.
Praticamente nello stesso
momento, sia Harry che Draco, a insaputa l’uno dall’altro, si stavano muovendo
per mettersi in contatto e riunirsi.
NdA: Eccccommmiii!Ebbene si ce l’ho fatta U.U, non so perché ma è
stato il mio aggiornamento più sofferto,e alla fine non è venuto fuori molto
lungo :(, ho abbassato il rating della storia perché ho deciso di non fare
scene slash,ma solo piccole scene terribilmente dolci (oddio e che ho mangiato
oggi zucchero concentrato?).Comunque sia ecco a voi l’aggiornamento, spero sia
di vostro gradimento come sempre, e grazie per l’ infinita
pazienza.
Baciozzoli bavosi.Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Contatto ***
The Unexpected
The
Unexpected
Contatto
I
preparativi fervevano al numero 12
di Grimmauld Place.
Ron
frugando nella stanza un tempo occupata da Fred e George aveva trovato, ben
nascosti dall’occhio di lince di mamma Weasley, una scatola piena di prototipi
di scherzi, tra cui un bel po’ di orecchie oblunghe.
Hermione
aveva iniziato la sua tattica ben celata di sorveglianza del salotto ove si
trovava il camino, nella vana
speranza di riuscire a scoprire il luogo segreto dove Draco veniva tenuto, per
potersi evitare l’utilizzo delle orecchie oblunghe, ma fino ad ora i suoi
risultati erano pari solo allo zero.
Harry,
lui sperava che quel periodo passasse in fretta, molto in fretta. Era nervoso,
sempre agitato e ogni minima cosa gli ricordasse Draco, un gesto,
un’espressione o una parola, gli
faceva partire il cuore al galoppo come una cavallo dopato.
Quel
pomeriggio al colmo del nervosismo aveva urlato così forte contro Ginny, rea di
averlo preso in giro per una stupidata, che quasi l’aveva fatta cadere dalla
sedia.
La sera
era il momento di calma per tutti e tre, l’unico momento in cui si riunivano per
parlare tranquillamente dei loro progressi, ed era il momento in cui Harry si
rilassavo un po’.
“Ti ho
sentito strillare contro Ginny oggi pomeriggio” buttò li Ron con noncuranza
quella sera, era seduto per terra sopra un logoro tappeto che aveva visto tempi
molto migliori.
Hermione
alzò lo sguardo interrogativo verso Harry che era appoggiato alla scrivania,
ricoperta di libri.
Harry si
strinse nelle spalle, quel gesto ormai così tipico per lui, “Beh oggi ha
esagerato”.
L’espressione di Hermione
divenne molto scettica “Harry, l’altro giorno hai quasi fatto volare Kreacher
dalla finestra e ti ha solo rivolto le sue solite gentilezze”, Harry cambiò posizione leggermente a disagio, sapeva che Hermione aveva
perfettamente ragione, chinò il capo in segno di resa “Okok, lo ammetto, sono un
pò nervoso ultimamente”, una risatina provenne da Ron “Solo un po’?” chiese
sarcasticamente il rosso “Harry sei così nervoso che sembra che tu ti stia per
sposare!” aggiunse ghignando, Hermione accennò un sorriso, sperando con tutta se
stessa che Harry si unisse a loro invece di incarognirsi ancora di più e per
fortuna per quella volta Harry l’accontentò “E va bene ho esagerato oggi
pomeriggio” ammise infine ridacchiando insieme agli amici.
Ripresero a parlare del
piano per scoprire dove si trovava Draco. Dopo i fallimenti di Hermione nello
scoprire il luogo, decisero di affidarsi alle orecchie oblunghe.
La prima
proposta di Harry fu di usare il mantello dell’invisibilità, per avvicinarsi il
più possibile alla porta, dato che non c’erano scale da cui far scendere le
orecchie come il caso della cucina, ma Hermione gli ricordò che l’occhio magico
di Moody vedeva al di sotto dei mantelli dell’invisibilità, e nella molto
probabile situazione in cui nel camino fosse entrato lui, Harry sarebbe stato
visto subito.
La
seconda proposta fu di mimetizzare le orecchie oblunghe in un momento di pulizia
generale della casa, quando nel caos generale un oggetto molto piccolo non
sarebbe stato notato.
La terza
proposta fu quella di usare Kreacher per posizionare l’orecchia oblunga nella
sala, in fondo la sua presenza era normale nel salotto, per le pulizie o anche
solo per girare lamentandosi dei nuovi padroni.
Dopo una
lunga discussione optarono per l’ultima scelta, Kreacher era la soluzione più
veloce e sicura.
La
piccola riunione strategica fu interrotta da un lieve bussare alla porta.
Il viso
tondo e rosso della signora Weasley fece capolino dallo spiraglio della porta
“Ragazzi è tardi!Cosa ci fate ancora svegli?” chiese in tono giovale ai tre
giovani, che avevano assunto un’aria colpevolissima “C’è qualcosa che non va?”
domandò vedendo le espressioni dipinte sui loro visi “Emh no mamma ora andiamo a
letto tutti quanti promesso” rispose Ron sfoderando un sorriso angelico di chi
non ha mai fatto nulla di male nella sua vita.
Infine
Molly li salutò, anche se non del tutto convinta e andò a letto.
“Allora
rimandiamo tutto a domani ok?Harry ricordati di parlare con Kreacher domani
mattina mi raccomando”.
Harry
assunse un’espressione alla : Si mamma farò tutto quello che vuoi e promise di
chiamare Kreacher appena sveglio.
Nel giro
di mezz’ora sia Harry che Ron erano nei rispettivi letti, pronti a dormire, in
vista della giornata movimentata del giorno dopo.
“Sai
Harry, ci voleva un po’ di azione, quest’estate è veramente noiosa”.
Gli
arrivò solo un grugnito in risposta.
“Ok
recepito il messaggio… buona notte Harry”.
Altro
grugnito in risposta.
Voleva
far credere a Ron di essere così stanco da essere crollato subito addormentato,
invece aspettò che l’amico si addormentasse profondamente, per sgattaiolare
nella stanza che per 2 settimane aveva ospitato Draco, dormiva li e al mattino,
molto presto, tornava in camera con Ron.
Non
sapeva esattamente perché non mettesse Ron al corrente di questa sua nuova
abitudine, forse pensava che lo avrebbe preso in giro e in effetti non avrebbe
avuto tutti i torti.
Si era
sdraiato nel letto occupato da Draco nel mese prima, da poco più di mezz’ora,
quando prese sonno.
Craven Road
7
Draco
non era mai stato un grande dormiglione, e negli ultimi 2 mesi l’usanza di
andare a letto molto tardi si era acutizzata.
Erano le
2 del mattino, quando finalmente decise di agire.
Aveva
scelto quella sera per contattare Harry, perché c’era di turno Tonks, che
sicuramente a quell’ora dormiva ed era molto meno guardinga di Moody, che lo
piantonava in continuazione.
Si era
appena accertato che effettivamente
Tonks dormisse e poi si chiuse in camera sua.
Svuotò
la mente, pronto all’aggressione mentale che avrebbe messo in atto contro Harry
da li a pochi minuti.
Regolarizzò il respiro e si
rilassò.
Si
sedette sul letto e si concentrò sulla mente di Harry.
Lentamente si rese conto di
essere entrato nella testa del giovane bruno.
Piton
non scherzava per niente quando diceva che Harry era veramente negato in
Occlumanzia, entrare nella testa di quel ragazzo fu una delle cose più facili
che Draco avesse mai fatto in vita sua.
Grimmauld Place
12
Harry
iniziò ad agitarsi nel sonno, sapeva che qualcosa non andava, ma non riusciva ad
apporsi, cercò di aprire gli occhi e scoprì di non riuscirci. Una piccola goccia
di sudore gli scese lungo la guancia rosea.
Craven Road
7
Una
goccia di sudore scese dalla tempia bianca di Draco. Stava trasmettendo ad Harry
le immagini del posto dove si trovava, sperando che capisse il suo messaggio
alla prima.
Nella
concentrazione del momento riuscì ad accennare un sorrisino sghembo, all’idea
che Potter capisse qualcosa alla prima.
Grimmauld
Place 12
Harry cominciò a
capire.
Quello
che inizialmente aveva preso per un attacco mentale da parte del suo nemico
giurato, arrivava invece da tutt’altra persona.
Il cuore
cominciò a battergli all’impazzata. Si trovò scioccamente a pensare che tutti
quegli sbalzi del ritmo cardiaco prima o poi gli avrebbe fatto venire un
infarto.
Cominciava a vedere le
prime immagini.
Craven Road
7
Ora la
fronte di Draco era imperlata di sudore, aveva avvertito una leggerissima
resistenza subito, ma ora aveva via libera, se avesse voluto avrebbe potuto
carpire tutti i segreti di Harry in pochi secondi, ma orma c’era spazio solo per
l’invio delle immagini e del nome della via.
Grimmauld Place
12
Harry
capì, si sedette di scatto nel letto, gli occhi spalancati, il sudore che
scendeva lento lungo le guance e la fronte, Draco gli aveva inviato il nome
della vita e le immagini della casa.
Ora
sapeva dove doveva andare. In fondo Draco gli aveva risparmiato un lungo
lavoro.
Craven Road
7
Draco
interruppe il contatto.
Sapeva
che Harry aveva capito e si lasciò andare rilassato sul letto, dove si
addormentò quasi subito. Ora doveva solo aspettare.
NdA:
Eccomi qua! Vittoria!Un altro capitolo!Comincio a sentirmi in colpa per la
lentezza con cui sto postando >.<.
Comunque
sia, è San Valentino da circa un quarto d’ora, quindi auguri a tutti, ance a chi
non festeggia J
e chissà magari domani troverò il tempo per una piccola one shot
amorosa
Baciozzoli
bavosi.Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Sicurezza ***
The Unexpected
The
Unexpected
Sicurezza
Harry ci mise pochi minuti a riprendersi del tutto e una volta
lucido,scese dal letto e raggiunse di corsa Ron che dormiva tranquillo nel suo
letto.
“Ron!!!Svegliati!” era praticamente saltato addosso al rosso,
spaventandolo a morte.
“EH?Cosa?Chi? Harry!Che diavolo stai facendo?!” chiese Ron qualche
secondo dopo essersi reso conto di essere stato assalito da Harry e non da un
Dissennatore.
“Ce l’ho!Ce l’ho!” quasi urlò il bruno nel buio della
stanza.
Ron era sconcertato.
Il
suo cervello ancora mezzo addormentato si rifiutava di
collaborare.
“Hai che cosa?” chiese infine titubante.
“L’indirizzo!Il posto dove tengono Draco!”
Ron spalancò gli occhi azzurri e fissò l’amico.
“Come diavolo fai ad avere l’indirizzo?Chi te lo ha
dato?”
Harry si toccò con il dito indice la tempia
“Legimanzia”
Gli occhi di Ron erano quasi fuori dalle orbite.
“Non capisco, hai usato la legimanzia?Tu sei negato nella
legimanzia!!”
Harry alzò gli occhi al cielo esasperato dalla lentezza di
comprendonio dell’amico.
“No!Draco l’ha usata con me!Mi ha fatto vedere la via e il palazzo
dove si trova!”
Ron non sembrava affatto contento delle rivelazioni
dell’amico.
“E
se invece di Draco fosse stato un Mangiamorte o
colui-che-non-deve-essere-nominato a inviarti quelle immagini?!Ci hai pensato un
millisecondo?”
Harry stava scuotendo la testa bruna con energia “No Ron sono sicuro
che fosse lui!Lo sentivo che era lui!”
Il
rosso non era per niente convinto delle illazioni dell’amico e la sua poca
convinzione gli si leggeva in faccia.
“Facciamo così,Harry, aspettiamo domani mattina, ne parliamo con
Hermione e vediamo cosa dice, ok?”
Harry riuscì a guadagnare un minimo di self control, quanto bastava
per calmarsi e riflette un momento sulla situazione.
Era Draco, ne era sicuro al 100%.
Non importava come lo sapesse, lo sentiva nel suo
profondo.
Il
fatto che il biondo Mangiamorte si fosse messo in contatto con lui,lo aveva reso
euforico.
Voleva parlagli al più presto.
Aveva penato per un mese aspettando sue notizie, sognandolo la notte
e ora finalmente un segno di vita, e Ron cosa faceva? Gli diceva di aspettare
fino al mattino dopo.
Rassegnato si alzò dal letto dell’amico e si diresse verso il
suo.
“Va bene aspettiamo domani mattina” brontolò mettendosi sotto le
coperte leggere.
In
Craven Road nel frattempo….
Draco dormiva, rilassato e tranquillo come poche volte in quel mese
di esilio a Craven Road.
Sapeva di aver fatto la cosa giusta e sapeva anche che ora l’unica
cosa da fare era attendere, per quanto fosse difficile.
Per quel che aveva capito di Harry nella sua breve permanenza a
Grimmauld Place, sicuramente il Grifondoro non si sarebbe mosso senza aver prima
messo appunto un piano ingegnoso, aiutato dalla Granger.
Probabilmente l’attesa sarebbe stata più lunga del previsto, ma ormai
giorno più giorno meno non cambiava tanto.
La
mattinata di quel metà agosto particolarmente afoso si presentava cupa e pronta
al diluvio.
Sembrava presagire cattivi eventi.
Ma
due persone non se curavano minimamente.
Harry era sveglio già alle 6.00 quella mattina, dopo aver dormito a
rate e rigirandosi come una frittella.
Draco si svegliò decisamente più tranquillo, deciso a godersi la
giornata, magari leggendo un libro o chiacchierando con Tonks, che si era rivelata molto più
simpatica e di compagnia di quanto
avesse mai creduto.
Il
bruno Grifondoro si diresse a passo di marcia verso la stanza delle ragazze,
trascinandosi dietro un Ron ancora decisamente addormentato.
“Harry staranno dormendo” bofonchiava inerme,mentre l’amico lo
trascinava a mo di sacco della spazzatura.
Raggiunse la stanza di Hermione e Ginny alla velocità record di 45
secondi e fece irruzione senza troppi preamboli.
Sia Hermione che Ginny lo guardarono stupite. Erano ancora in pigiama
e avevano i capelli disordinati in testa.
Dovevano essere sveglie da poco tempo.
“Emh…. Ciao Harry… ciao Ron… a cosa dobbiamo la visita
mattiniera?”
Harry spinse dentro Ron e chiuse la porta in fretta.
Fece cenno alle due amiche di avvicinarsi e parlò
sottovoce.
Spiegò rapidamente quello che era successo la notte.
Come Harry aveva temuto la prima reazione di Hermione fu uguale a
quella di Ron, Ginny si limitava a guardarlo con aria indifferente, ancora piena
di astio nei confronti di Harry, per essere stata rifiutata a causa di un altro
ragazzo.
“Sei veramente sicuro che fosse lui Harry?” chiese Hermione per la
terza volta in dieci minuti.
“Sicurissimo, era lui e si stava mettendo in contatto con me per
farsi trovare!”.
Davanti alla convinzione di Harry sia Hermione che Ron capitolarono e
decisero di aiutarlo a incontrare il biondo.
NdA: Piccolo capitolino, per farvi sapere che sono
ancora viva^^. Volevo ringraziarvi perchè The Unexpected è la tra le preferite
di 79 persone *.*, volevo ringraziare tutti quelli che hanno lasciato un segno
del loro apprezzamento (e anche del non apprezzamento) ;) e vi invito a seguirmi
anche nella altre storie, tra cui la nuovissima "next Generation" raccolta di
one shot yaoi su Al Potter e Scorpius Malfoy (si la mia perversione non ha
limiti -.-) -pubblicità mode off-
Baciozzoli sbavosi.Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Colpo di fortuna ***
The Unexpected
The
Unexpected
Colpo di
fortuna
Draco si aggirava per l’appartamento solo
con i pantaloni del pigiama addosso, aveva caldo e quella mattina le cicatrici
lasciate dai suoi “amici” Mangiamorte, facevano particolarmente
male.
In cucina si imbatté in Tonks che stava
facendo colazione.
“Buon giorno” bofonchiò lei con la bocca
mezza piena.
Lui rispose con un cenno della
mano.
Si sedette di fronte a lei e si versò il
latte che si trovava sul tavolo.
“Come va stamattina?” chiese lei , senza
smettere di leggere il giornale.
“Annoiato come sempre” rispose prima di
bersi metà del bicchiere di latte.
Lei scoccò un’occhiata indagatrice al viso
del giovane.
“A Grimmauld Place ti annoiavi
meno?”
“Beh almeno c’erano persone della mia
età”
Tonks si alzò da tavolo, spedendo con un
colpo di bacchetta la tazza nel lavello.
“Io devo andare”
Draco alzò di scatto la testa verso
l’Auror.
“Cosa vuol dire che devi andare?E mi
lasciate solo?”
“Al ministero hanno bisogno di tutti gli
Auror disponibili, non posso rimanere qua, e comunque hai dimostrato di essere
degno di un minimo di fiducia,spero, se no te la vedrai con me” terminò prima di
avviarsi verso il camino e sparire
in una fiammata verde.
Draco era ancora stupito per la notizia che
aveva ricevuto.
Chissà se anche Harry ne era stato messo al
corrente?
Il trio stava facendo colazione in cucina,
quando la notizia dell’intervento massiccio di Auror al ministero li aveva
raggiunti.
Harry aveva rizzato le orecchie a mo di
gatto e aveva atteso con il fiato sospeso di sentire maggiori
notizie.
Sentiva i signori Weasley parlare tra loro
nel corridoio.
“Ma allora, il posto è sguarnito?” domandò
preoccupata
“Si” mormorò il signor
Weasley.
“Non sarebbe meglio mandare qualcuno?Non so
se sia un bene che sia da solo in quel posto”
“Tutti gli auror, e dico tutti sono
impegnati al ministero, sai benissimo che Tu sai chi ha dato il via ad un
attacco massiccio, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto
possibile.”
“E’ solo un’idea, ma potrei andare io”
azzardò Molly.
“No!Te lo proibisco Molly, voglio che tu
rimanga qua, voglio che la mia famiglia rimanga unita”
“Ma non possiamo lasciare quel ragazzo da
solo in un posto che non conosce”
Harry quasi affogò nel suo latte sentendo la
preoccupazione, infondata, della signora Weasley.
“Quindi Draco è solo nell’appartamento”
disse a voce bassa Hermione
guardando prima Harry e poi Ron.
Harry non riusciva più a nascondere la sua
impazienza.
In un certo senso, per una volta, Voldemort
si era rivelato utile.
Con il suo attacco al ministero e con tutti
gli Auror impegnati al suo seguito, lui poteva senza troppi problemi introdursi
nell’appartamento.
Avrebbe approfittato di questa situazione
servita su un piatto d’argento per raggiungere Draco.
Il signor Weasley fece capolino nella
cucina, per un saluto veloce,mentre la signora Weasley se dirigeva verso la
stanza di Ginny per aiutarla a riordinarla.
Bastò uno scambio di occhiate tra i tre per
decidere di intervenire.
Si assicurarono che tutti gli adulti fossero
usciti o comunque impegnati, per dirigersi a passo di gatto verso il salone
principale.
“Dove è la polvere?” domandò Harry
guardandosi intorno senza vederla.
“So io dove la tiene mamma” rispose Ron,
dirigendosi fuori dal salone, per ritornare dopo meno di un minuto con un
sacchettino in mano.
Hermione tese ad Harry una
monetina.
“E’ una delle monetine superstiti delle E.S,
la useremo per dirti quando tornare
indietro ok?”
Harry sorrise con gratitudine ai suoi due
amici, poi prese una manciata di polvere, entrò nel camino e disse “Craven
Road,7”
Sentì la solita sensazione di risucchio e
pochi secondi dopo passava per i vari camini, riuscendo a scorgere solo brevi
frammenti delle abitazioni.
Quando atterrò nel camino di Craven Road era
stordito.
Si guardò un momento intorno,chiedendosi se
il posto fosse giusto.
Quella casa aveva ben poco di magico,aveva
un’ aria molto più babbana.
Accolse con gioia il sole che entrava nella
casa attraverso le enormi finestre aperte.
Nell’attimo di smarrimento non notò la
figura pallida che si avvicinava alla sala.
Draco era entrato nel salotto con un libro
aperto in mano, non aveva nemmeno distolto lo sguardo.
“Tonks, come mai sei già qui?Cosa è non ti
fidavi di …..” lasciò la frase a metà.
Aveva alzato gli occhi grigi dal libro, per
incontrare due occhi verdi e ben diversi da quelli di Tonks.
“Harry?” domandò quasi fosse incerto
dell’immagine che i suoi occhi gli stavano mostrando.
“Ciao Draco” salutò il bruno, sorridendo
incerto.
“Ma cosa diavolo ci fai qua?” chiese Draco
in evidente stato confusionale.
“Tu mi hai chiamato e io sono venuto”
rispose semplicemente il bruno.
Harry aveva iniziato ad avvicinarsi
lentamente, quasi avesse paura che Draco scappasse al minimo movimento
avventato.
“Harry ma… potrebbe arrivare qualcuno da un
momento all’altro” mormorò il biondo sulla difensiva.
Ecco il solito effetto che gli faceva
Harry,lo intimidiva.
“Non oggi, Tu sai chi ha attaccato in forze
il ministero, tutti gli Auror sono la,mi sa che rimarrai da solo per un bel po’”
sorrise malizioso in direzione di Draco.
“E comunque in caso di ritorno improvviso ho
questa” disse mostrando la monetina.
Si avvicinò per guardarla
meglio.
“Cosa diavolo dovrebbe essere?” chiese
incuriosito
“Le monete che usavamo noi dell’ ES”
sorrise, guardando i biondi capelli
che si muovevano seguendo i movimenti.
Quando Draco allungò la mano per afferrare
la moneta, Harry ne approfittò per prenderla tra le sue.
“Harry che diavolo fai?”
“Faccio quello per cui sono stato male per
più di un mese”
Con un movimento improvvisò tirò Draco per
un braccio, ritrovandoselo a pochi centimetri dal viso.
“Ammettilo Draco, se non ti fossi
mancato,non ti saresti messo in contatto con me” sussurrò sfiorando con la bocca
le labbra dell’altro.
Per una volta Malfoy sembrava senza
parole.
Si limitava a guardare gli occhi verdi,
avevano calamitato la sua attenzione, quei enormi occhi verdi pieni di
aspettativa.
Si lasciò andare alla tentazione e baciò
quella bocca gentile.
NdA.
Sono stupita di me stessa, ma alla fine ce l’ho fatta!Mi dispiace veramente
tantissimo per l’attesa,ma tra scuola e poca ispirazione,non ho scritto
praticamente nulla negli ultimi tempi, o comunque nulla che mi piacesse tanto da
pubblicarlo. Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno messo questa
storia tra le loro preferite (ben 83!) ringrazio tutti coloro che leggeranno e
che commenteranno e soprattutto vi ringrazio per la vostra immensa
pazienza!
Baciozzoli bavosi.
Leena
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=183236
|