The Unexpected

di Leena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo inaspettato ***
Capitolo 2: *** Preoccupazione ***
Capitolo 3: *** La scoperta ***
Capitolo 4: *** Ripresa ***
Capitolo 5: *** Parlando per la prima volta ***
Capitolo 6: *** Ti va di mangiare qualcosa? ***
Capitolo 7: *** Amici? ***
Capitolo 8: *** Conoscendoci meglio ***
Capitolo 9: *** Ginny all'attacco, Harry confessa ***
Capitolo 10: *** Un Ricordo di Draco ***
Capitolo 11: *** Chiarimenti tra le parti ***
Capitolo 12: *** L'amara scoperta ***
Capitolo 13: *** Se hai bisogno... ***
Capitolo 14: *** Combattendo la legimanzia ***
Capitolo 15: *** Voldemort ***
Capitolo 16: *** Litigio e separazione ***
Capitolo 17: *** Pensieri ***
Capitolo 18: *** Scuse ai lettori U.U ***
Capitolo 19: *** Chiacchierata a tre ***
Capitolo 20: *** Contatto ***
Capitolo 21: *** Sicurezza ***
Capitolo 22: *** Colpo di fortuna ***



Capitolo 1
*** L'arrivo inaspettato ***


The Unexpected

The Unexpected

 

 

 

 

 

LONDRA, NOTTE, GRIMMAULD PLACE numero 12

 

 

Capitolo 1:

 

 

 L’arrivo inaspettato

 

 

Harry non riusciva a dormire, e si aggirava per la stanza, diede uno sguardo a Ron, che al contrario suo ronfava placidamente, il suo leggero russare gli arrivava alle orecchie.

Sorrise nell’ombra, era contento che almeno uno dei due fosse così rilassato da riuscire a  dormire.

 

 

Erano passate solo poche settimane dalla morte di Silente, ma Harry ancora non si era ripreso, era spesso assente con la testa, pensava, gli occhi guardavano nel vuoto, succedeva così spesso che ormai Ron,Hermione e tutti i Wesley avevano rinunciato a farglielo notare e si erano adattati ai suoi lunghi silenzi.

 

 

Gli mancava Silente, gli mancava tantissimo, era stato la sua guida, il suo mentore, era stato quasi un padre per lui, una delle persone a cui teneva di più in tutta la sua vita, insieme a Sirius e a Hermione e tutti i Wesley nessuno escluso.

 

 

E ora Silente era morto e Sirius anche.

 

 

L’unica cosa che gli era rimasta di Sirus era quella casa, la sede ufficiale dell’Ordine della Fenice.

 

 

Quella casa decadente, tetra ed enorme.

 

 

Un rumore fuori dalla porta.

 

 

Si diresse a  vedere cosa fosse, e non rimase per nulla stupito nel trovarsi davanti Kracher “Oh padrone non volevo svegliarla” disse in tono mellifluo e poi aggiunse sottovoce, credendo di non essere sentito “Povero Kracher a servire Potter il nemico della casata dei Black, che triste destino, che triste destino”. Ormai Harry sapeva cosa l’elfo domestico pensava di lui e di tutto l’ordine della Fenice,e con noncuranza gli disse di andarsene.

 

 

Rischiuse la porta,e tornò ad affondare nei suoi neri pensieri.

 

 

I minuti passavano lentamente, Harry si era buttato a letto nella vana speranza di prendere sonno, quando venne svegliato dal suo lievissimo dormiveglia, dalla porta di entrata che sbatteva e da voci concitate al piano di sotto.

 

 

Si alzò di scatto dal letto, Ron bofonchiò nel sonno, ma non si svegliò.

 

 

Harry si diresse verso la porta,e  vi appoggiò l’orecchio, in attesa di altre voci; “O mio Dio, ma come è conciato”, il giovane mago riconobbe sicuramente  la voce di Molly Wesley, tese ancora di più l’orecchio, a quanto sembrava avevano trovato qualcuno o qualcosa quella notte, una voce maschile in risposta “Non so come riesca ad essere ancora vivo dopo tutto quello che gli hanno fatto” era sicuramente Lupin quest’ultimo “Portiamolo su in una delle camere, almeno lo metteremo al caldo, povera creatura” di nuovo Molly.

 

 

Harry si scostò dalla porta, come se temesse che potessero rendersi conto della sua presenza dietro ad essa, sentì passi concitati salire le scale, e la porta di fianco alla sua camera aprirsi.

 

 

“Che succede?” la voce assonnata di Ron  lo fece sobbalzare, si mise il dito davanti alla bocca, per farlo tacere, Ron scese in stile zombie dal letto e si avvicinò ad Harry.

 

Dall’altra stanza giungevano voci concitate, “Ecco mettetelo qua” sempre Molly , “Oddio guardategli il braccio, quella cicatrice gli rimarrà per sempre” un’altra voce femminile, questa volta era Tonks a parlare, “Dobbiamo fermare il sangue” di nuovo Lupin.

 

 

Harry e Ron si guardavano sconvolti, avevano capito che chiunque fosse in quella camera se la stava vedendo molto male.

 

 

Una dolorosa sensazione attanagliò Harry al petto: chi dei suoi amici, conoscenti questa volta aveva rischiato la vita? Il signor Wesley? Moody? Fred o George? Percy? .

 

 

Stava cominciando a sudare freddo e Ron se ne accorse, “Stai tranquillo vedrai che si risolverà tutto”, gli diede una pacca sulla spalla, incoraggiante.

 

 

Le voci nella stanza si erano affievolite, si sentivano solo sporadicamente i gemiti del ferito.

 

 

“Ce la farà?” la voce incerta di Tonks, “E’ presto per dirlo” mormorò Molly “Bisognerà vedere se e come passerà la notte”, “Come lo diremo ai ragazzi?” ora era Lupin, “Ci penseremo domani ai ragazzi, ora pensiamo a lui” fu la risposta semplice di Molly.

 

 

Ron e Harry si guardarono interrogativi.

 

 

Nello stesso momento la porta della casa si riaprì ed entro di corso il signor Weasley, lo capirono dai passi pesanti che avevano imparato a riconoscere nel tempo.

 

Salì le scale,ed entrò nella stanza di fianco a quella dei due giovani maghi.

 

 

“Sono arrivato il più presto possibile” ansò cercando di prendere fiato “Come sta?” chiese appena entrato, “E’ presto per saperlo, ha perso moltissimo sangue,e ha ferite molto gravi su tutto il corpo, sto cercando di arginare il più possibile le emorragie. Starò con lui tutta la notte”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Preoccupazione ***


The Unexpected

The Unexpected

 

Ron ed Harry erano sempre più preoccupati, non riuscivano a capire chi fosse la vittima.

 

“Forse dovremmo andare a dare un’occhiata non pensi?” chiese Ron incerto.

 

Harry aveva ripreso il suo pellegrinare su e giù per la camera.

 

Era agitato, “Vorrei andare a vedere. Ma penso che se fosse stato una di noi ci avrebbero tirato giù dal letto, pur di informarci della sua salute. Aspettiamo che la situazione si calmi un pochino, ora saremmo solo di impiccio” concluse Harry, Ron annuì con la testa rossa arruffata, “Beh allora direi di provare a dormire un minimo” concluse.

 

Ma Harry non ci riusciva, si era sdraiato a letto da poco, quando decise di rialzarsi.

 

Dalla stanza non provenivano più rumori, tranne qualche sporadico lamento del ferito. Erano usciti tutti,e probabilmente solo Molly era rimasta a vegliarlo.

 

Decise di andare a  dare un’occhiata molto fugace, giusto per mettersi l’animo in pace.

 

Uscì a passo felpato dalla sua camera, per non disturbare Ron, e fece i 5 passi che lo separavano dall’altra camera.

Aprì lentamente la porta, sbirciando inizialmente dentro.

 

La stanza era completamente al buio, tranne che per alcune candele accese vicino al letto.

 

Harry aveva ragione, in camera c’era solo Molly Weasley, intenta a bagnare un pezzo di stoffa con acqua fresca.

 

Da dove si trovava non riusciva a  capire chi fosse adagiato sull’enorme letto a baldacchino, dalle trapunte pesanti.

 

Infine decise di entrare. La signora Weasley si accorse subito della sua presenza.

 

“Oh Harry, immagino tu sia stato svegliato dai rumori. Ma mi dispiace  non puoi stare qua adesso.” Si alzò e gli andò incontro, cercando di sospingerlo verso la porta “Dai Harry caro, vai a dormire. Ti spiegherò tutto domani mattina”.

 

Harry cercava di sbirciare dietro le spalle di Molly, inutilmente, c’era troppo buio,e per quel poco che era riuscito a vedere il ferito aveva metà del viso fasciato.

 

“Harry per favore esci da qui” il tono di lei non ammetteva repliche “Domani spiegherò a tutti. Ora vai a letto.” Lo spinse definitivamente fuori dalla porta, richiudendola dietro di se.

 

 

NdA.Molto breve lo so, ma sto scrivendo tante fic che mi sto confondendo XD, aggiornerò con un capitolo decente appena riuscirò promesso ^^.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** La scoperta ***


The Unexpected

The Unexpected

 

 

 

 

 

Tornò sconfitto in camera, dove si sdraiò a letto, cercando di prendere disperatamente sonno.

 

La mattina arrivò non si sa come, Harry aveva dormito malissimo, le occhiaie gli arrivavano fino quasi ai piedi, Ron aveva invece un’aria leggermente più riposata. Quelle che stavano meglio erano Hermione e Ginny che di tutto il pandemonio della notte prima non avevano sentito nulla, in quanto la loro stanza si trovava dall’altra parte dell’enorme casa.

 

Scesero con tutta calma a colazione, dopo essersi lavati e cambiati,e dopo aver messo Hermione e Ginny al corrente di quello che avevano sentito la notte prima.

 

In cucina regnava in silenzio irreale, gli adulti, compresa Molly, avevano tutti un’aria estremamente stanca, erano seduti intorno al tavolo, sembrava stessero attendendo appositamente l’arrivo dei ragazzi.

 

Appena li vide entrare la signora Wesley mosse la bacchetta con un gesto delicato,e la colazione finì sul tavolo.

 

“ ‘Giorno” , un lieve saluto da parte di Tonks, Lupin e il signor Wesley si limitarono a guardarli in faccia senza proferire parola.

 

“Buon giorno ragazzi” fu la fin troppo allegra di Molly.

 

Scambi di occhiate tra i ragazzi, dopo di che si sedettero, senza tuttavia toccare la colazione.

 

Erano in attesa, volevano spiegazioni.

 

Rendendosi conto della situazione Lupin cominciò a parlare.

 

“Ieri sera con Tonks e altri due Auror, stavamo pattugliando Diagon Alley. Erano circa le 3 del mattino, avevamo quasi finito la nostra ronda, quando abbiano sentito dei rumori provenire dall’ex negozio “Magie Sinister”.

Siamo entrati con molta cautela, non si sa mai quello che possiamo incontrare di questi tempi.”

 

Tonks lo guardò, un’occhiatata che lo esortava a tagliare corto ed andare al punto della situazione.

 

“Lupin riprese con un sospiro “Bene nel negozio, non c’erano ne’ Dissennatori, ne’ Mangiamorte… o per essere precisi, un mangiamorte c’era.”

 

Si interruppe, per guardare Harry che si era alzato in piedi, scattando come una molla.

 

“Avete soccorso un Mangiamorte??” chiese, il viso rosso di rabbia”Ma come diavolo avete potuto!!?”.

 

“Harry siediti!E ascolta!” la voce di Moody riecheggiò nella cucina “Ma..” “Ho detto stai seduto e ascolta!” ribattè il vecchio Auror.

 

Harry contrariato si sedette di nuovo e attese insieme agli altri la fine del racconto.

 

Lupin aspettò che le acque si calmassero e riprese “Beh è giusto parlare di Mangiamorte in questo caso, ma era ridotto in condizioni tanto penose, che non avrebbe avuto la forza di alzare la bacchetta. Sono stati gli stessi Mangiamorte a ridurlo così, lo abbiamo capito dal fatto che il Marchio Nero gli è stato bruciato via dal braccio. Tuttavia non capiamo il motivo del perché sia ancora vivo. L’unica spiegazione razionale è che sia riuscito a scappare poco prima di perdere i sensi.

Ed è stato fortunato ad aver incontrato noi, e non i Mangiamorte che lo cercavano.

Senza contare che quando starà meglio, se starà meglio, potrebbe collaborare con noi”

 

“Chi avete trovate? Avete intenzione di dircelo prima di stasera?” di nuovo Harry, la voce irata.

 

“Zitto ragazzo” di nuovo Moody.

 

Scese di nuovo il silenzio, Lupin riprese “Non so come possiate prendere questa notizia,specie tu Harry, ma il mangiamorte che abbiamo salvato stanotte è Draco Malfoy”.

 

Scese un silenzio tombale sulla cucina, tutti guardarono Harry in apprensione.

 

Per quanto riguardava Harry, il suo viso aveva una espressione indecifrabile.

 

Tantissimi sentimenti gli si affollavano nella testa.

 

Odio, tantissimo odio verso quel ragazzo arrogante e spocchioso. Colui che aveva architettato il piano che aveva portato alla morte Silente. Lui. e ora lo stavano salvando dai sui stessi compari?.

 

Scattò in piedi “Ma siete impazziti?State cercando di salvare la vita a che ha indirettamente ucciso Silente!E’ un assassino anche lui!Mi dispiace che i suoi Mangiamorte non lo abbiano finito!Non merita di vivere uno cos!”.

 

Uscì di corsa dalla cucina per dirigersi verso la stanza dove tenevano Draco.

 

Sentì solo vagamente le voci che dabbasso lo richiamavano alla calma.

 

Fece letteralmente irruzione nella camera.

 

Non era molto cambiata dalla sera prima, sempre buia.

 

Le finestre chiuse, le candele,discrete, accese ai lati del letto.

 

C’era un odore strano in quella stanza.

 

Odore di sangue, sembrava impregnare tutto, letto, finestre, porta, coperte, perfino la carta da parati.

 

Si avvicinò a passi lunghi al letto, le mani contratte a pugno, sul viso un’espressione che rappresentava tutto l’odio che provava per quella persona.

 

Rimase ad osservarlo.

 

Draco giaceva sul letto. Dormiva, o forse era svenuto, o forse in coma. Non gli interessava e non voleva saperlo.

 

Era esangue, più pallido del solito, aveva metà del viso fasciata, dell’altra metà era evidente solo, un occhio pesto, gonfio,e il labbro spaccato, un ciuffo biondo spuntava dalla fasciatura.

 

Aveva un braccio totalmente fasciato, e l’altro non era ridotto molto meglio, tagli ed escoriazioni lo coprivano quasi del tutto.

 

Da ciò che rimaneva delle sue vesti si intravedeva, il petto, glabro, pallidissimo, anche li i tagli e le bruciature non si risparmiavano.

 

Nella contemplazione di Draco ferito a morte, Harry non si era reso conto che tutti lo avevano raggiunto nella camera.

 

Hermione soffocò un grido, alla vista del giovane, Ginny, aveva le mani davanti alla bocca, l’espressione terrorizzata, il viso di Ron esprimeva gli stessi sentimenti della sorella.

 

Lupin si avvicinò ad Harry “Vedi perché non potevamo lasciarlo in quel negozio abbandonato?” appoggiò una mano sulla spalla del mago bruno “Impara la compassione Harry, anche per i tuoi nemici. Tutti meritano compassione, perfino un Mangiamorte di nemmeno 18 anni, massacrato da coloro che considerava suoi amici”.

 

La rabbia di Harry sembrò sciamare a quelle parole.

 

 

 

NdA: con questo capitolo spero di famri perdonare almeno un pochino il capito prima XD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Ripresa ***


The Unexpected

The Unexpected

 

 

 

 

 

Si allontanò dal letto, le spalle curve, l’espressione sconfitta.

 

Sapeva che Lupin aveva ragione, ma gli costava fatica ammettere, che una persona come Malfoy, avesse bisogno di una mano. E soprattutto gli costava ammettere, che il suo acerrimo nemico avesse trovato proprio un aiuto nella sua casa, tra i suoi amici, dalla sua parte.

 

Uscì dalla stanza, le idee confuse, voleva stare solo.

 

Si chiuse in camera sua, chiudendo il resto del mondo fuori.

Sentiva le voci fuori.

 

 Hermione stava parlando con Molly “Si salverà?” chiese incerta.

 

 “Ha ferite molto gravi, e deve aver sopportato la maledizione Crociatus per un bel po’ di tempo. Grazie a  Dio si sono fermati prima di renderlo come i genitori di Neville .E’ giovane per fortuna,e il suo fisico è resistente,ci vorrà del tempo, e io voglio essere ottimista, tra qualche giorno spero stia meglio. Avendo passato la notte tranquillo ha già fatto un passo avanti”.

 

Le voci dei suoi amici al di fuori della stanza.

 

Non voleva sentire nulla, solo stare con i suoi pensieri. Insonorizzò la stanza con un colpo di bacchetta.

 

Harry fece capolino fuori dalla sua stanza solo alla sera. Il primo posto dove si recò fu proprio la stanza di Draco.

 

Entrò lentamente, vide subito Molly ai piedi del letto.

 

Lei si volse  a guardarlo, gli sorrise dolcemente, come solo lei riusciva a sorridergli..

 

“Harry caro, come stai?”.

 

Non rispose subito, prima si avvicinò al letto e si sedette sulla sfonda opposta a quella della signora Wesley. Si concesse una lunga occhiata al giovane sdraiato sul letto.

 

“Bene direi” disse, sottovoce, forse per paura di disturbare il ferito.

 

Molly sorrise di nuovo, si era accorta di conto di quel piccolo gesto inconscio, sapeva che Harry si era reso conto del valore di una vita umana, anche se di un nemico.

 

Il giovane mago bruno fece un cenno con la testa verso il mago biondo “E lui come sta?”, alzò gli occhi verdi,  fino a incontrare  quelli azzurri della signora Wesley, interrogativo.

 

Lei sospirò, indugiando un attimo sul viso fasciato del giovane adagiato sul letto.

 

“Lui, si riprenderà. Non puoi saperlo ma oggi si è svegliato. Beh svegliato, ha aperto gli occhi per pochi minuti. Era molto confuso e spaventato. Ma per il fatto che si sia svegliato penso sia un buon segno”.

 

Harry si alzò dal letto, disse semplicemente “Bene” e uscì dalla stanza.

 

Raggiunse Hermione Ginny e Ron nella camera delle ragazze.

 

“Oh finalmente, guarda un po’ chi si è degnato di liberare la camera” fu l’accoglienza  poco cortese di Ron.

 

Hermione gli scoccò un’ occhiata assassina, Ginny fu meno delicata, uno schiaffo dietro alla nuca del fratello arrivò velocissimo e forte.

 

“Harry come va?”. La stessa domanda in pochi minuti, “ma perché tutti sono convinti che stia male?”.

 

La domanda era di Hermione, che ora attendeva una risposta guardando dall’alto in basso.

 

Harry si accoccolò per terra insieme a Ron e Ginny, “Va tutto bene Herm, avevo solo bisogno di pensare” sorrise incoraggiante verso l’amica, “ E hai avuto bisogno di tutta la giornata sigillato in camera nostra per pensare?” chiese Ron sempre imbronciato “ Ron e basta!” Ginny cercò di colpire nuovamente il fratello, con scarsi risultati, prendendo Harry in piena faccia “E io che c’entro”  disse massaggiandosi la guancia malamente colpita, mentre Ginny si scusava in mille modi.

 

Il momento di ilarità durò poco, poi il viso di Harry si incupì di nuovo “Voi cosa ne pensate?E se fosse una trappola?” i tre amici lo guardarono in contemporanea “E secondo te, quello è tanto matto da ridursi in quello stato solo per architettare una trappola?” Ron era sbigottito, Hermione annuì all’affermazione dell’amico, “E’ vero Harry, pensi che un ragazzo come Malfoy si faccia ridurre in fin di vita per un piano?” “ Beh se gli fosse stato imposto da Voldemort in persona, non avrebbe avuto molta scelta. O mezzo morto, o morto del tutto” si difese Harry ragionevolmente, Hermione non sembrava molto convinta, “Secondo me, anche se fosse stato un piano architettato a regola d’arte, non si sarebbe fatto ridurre così, insomma lo abbiamo visto tutti in che condizioni si trova!E tu non lo hai visto quando si è svegliato per pochi minuti. Fidati non ha nulla del Malfoy che conosciamo noi. Sembrava un bambino spaventato. Chiamava  il nome  di sua madre.

 

Ho paura che dopo il suo fallimento sia stato punito,e non sono affatto sicura che la sua famiglia sia ancora viva” Hermione terminò così il suo discorso, Harry la fissava in volto, “E questo dovrebbe farmelo apparire più simpatico?” sollevò un ciglio scuro, con aria interrogativa “Con tutte le volte che ha ricordato a me che la mia famiglia è stata sterminata” “Harry… per favore, sii ragionevole, Malfoy in questa guerra, è appena passato dalla parte delle vittime. Ha perso tutto, la famiglia, i suoi averi, la sua casa. Tutto, non ha più niente. Scommetto che quando si sveglierà non sarà più il solito Malfoy che tutti noi conosciamo.”

 

Harry si sdraiò sul pavimento coperto da una vecchia  e logora moquette, incrociò le braccia dietro la nuca “Spero tu abbia ragione Herm, lo spero veramente”

 

Le giornate passavano tranquille e lente come al solito, Harry, Ron, Hermione e Ginny erano impegnati con i compiti delle vacanze. Ma dei quattro l’unico sempre in ansia era Harry.

 

Non era ancora del tutto convinto della storia di Malfoy.

 

Era l’unico dei 4 giovani che non si informava mai delle condizioni del biondo.

 

Una sera mentre si trovavano tutti seduti a tavola per la cena, Tonks fece letteralmente irruzione nella cucina per informare tutti che Malfoy era definitivamente sveglio e cosciente.

 

Lupin  si alzò subito, intimando ai ragazzi di non muoversi dal tavolo. Solo Molly lo seguì fino in camera.

 

Tornarono circa un’ora dopo, trovando la cucina in pieno fermento.

 

“Ragazzi ragazzi state calmi” intimò Molly con il suo tono da: la mamma non ammette repliche.

 

Scese il silenzio istantaneamente.

 

“Bene, è cosciente, e lucido per la prima volta da una settimana a questa parte. Collaborerà con l’Ordine. Da ora in poi è ufficialmente sotto la nostra protezione” terminò Lupin guardando Harry dritto in faccia, sapeva che l’unico che poteva dare dei problemi in questo caso sarebbe stato lui. 

 

Harry non diede segni di belligeranza. Lupin si rilassò.

 

“Non ci ha parlato molto, ma abbiamo capito una cosa sicuramente. E’ stato obbligato…” Harry ebbe un fremito “è stato obbligato ad organizzare il piano che portò all’uccisione di Silente. Per ora non gli abbiamo fatto altre domande. Ora sta riposando.”

 

Molly al discorso di Lupin aggiunse “Possibilmente, ora non andatelo ad assillare”, tre teste annuirono all’unisono, la signora Weasley osservò Harry attendendo la sua risposta “Non ci tengo proprio ad andarlo a disturbare sinceramente” fa la secca risposta del moro.

 

 

 

 

 

NdA: FanZ lo so che vi sono mancata XD recensite recensite :) e ditemi che ne pensate ^^ Baciozzoli sbavosi  :*

Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Parlando per la prima volta ***


The Unexpected

The Unexpected

 

 

Notte fonda.

 

Ron come al solito ronfava placido  nel suo letto.

 

Harry come al solito aveva gli occhi spalancati e le orecchie tese.

 

Sentì dei rumori proveniente dalla stanza accanto.

 

In un attimo fu in piedi. Schizzò letteralmente fuori dalla stanza e si fiondò in quella di Malfoy.

 

Dopo aver spalancato la porta, si trovò Malfoy davanti, che malfermo sulle gambe cercava di muovere qualche passo “Che cazzo fai?” la domanda poco gentile di Harry causò un sussulto al biondo, ma la risposta altrettanto acida non si fece attendere “Cazzo vuoi Potter?Farti due risate sul Malfoy malfermo  e malandato?” gli occhi di ghiaccio del biondo possedevano ancora quella luce belligerante  che li avevano sempre caratterizzati “Dove pensi di andare ridotto come sei eh?” chiese il bruno avvicinandosi di qualche passo “Non ci provare Potter!Le ultime cose di cui ho bisogno ora sono il tuo aiuto e la tua compassione” Malfoy aveva teso entrambe le mani in avanti, come ad intimare ad Harry di stare fermo.

 

Le sue braccia stavano leggermente meglio, i tagli erano del tutto spariti, le escoriazioni quasi, solo il braccio destro era ancora coperto da una fasciatura. “Oh dai Malfoy metti da parte l’orgoglio per una volta!Hai bisogno di una mano!E di certo non sei in condizione di andare in giro in questo momento”.

 

Afferrò entrambe le braccia del biondo e lo obbligò a sdraiarsi di nuovo a letto “Ti aspetti un grazie forse?” chiese sprezzante Malfoy.

 

“Da uno come te non aspetto proprio nulla, stai a letto, se non vuoi farti male  a quel poco che ti è rimasto intatto nel corpo”, detto questo uscì, lasciando Draco solo, nel buio di una stanza a lui sconosciuta.

 

Il bruno tornato in camera sua, si sdraiò nuovamente a  letto,le braccia incrociate dietro la selva scura dei capelli. “E meno male che Herm era convinta che una volta svegliato, Malfoy avrebbe abbassato la cresta” pensava amaramente Harry “Mi sembra lo stesso odioso Malfoy di sempre, se non peggio” suo malgrado si trovò ad ammirarlo, almeno un pochino,dopo tutto quello che gli era stato fatto, cercava di mantenere la sua dignità.

Si addormentò, un sonno leggero, senza sogni, e dalla stanza accanto gli sembrò di sentire un pianto.

 

La mattina dopo uscendo dalla sua camera si scontrò con la signora Wesley.

 

Aveva un vassoio in mano, la colazione calda, aveva un profumo invitante.

 

“Buon giorno Harry caro!La tua colazione è di sotto, questa è per il nostro ferito”.

 

“Buon giorno Signora Weasley” salutò Harry poco convinto “Ora lo chiama il nostro ferito?” si chiese tra se, “Non vuoi venire Harry?” Gli chiese dolcemente Molly, attendendolo sull’uscio della porta “Ah…eh… no grazie, devo andare mi aspettano”, girò i tacchi e scese a  colazione.

 

La signora Wesley rimase sola, scuotendo la testa “Ah Harry, prima o poi capirai..” entrò nella stanza “Come sta oggi il nostro ferito?” chiese Molly con voce gaia.

 

Era felice di vedere quanto stava migliorando quel povero ragazzo.

 

Giù in cucina c’era solo Hermione, il naso affondato in un libro, in mano una semplice fetta biscottata mezza rosicchiata.

 

“Buon giorno Herm” salutò il bruno sorridendole, lei alzò gli occhi dal libro “Un buon giorno  a te Harry, dormito bene?” chiese l’amica, Harry si strinse nelle spalle, “Non tanto veramente”, lo guardava interrogativa “Beh ho sentito dei rumori nell’altra camera” attese di vedere una reazione di Hermione.

 

Ad esempio un : “Dobbiamo avvertire tutto l’Ordine, magari Malfoy sta architettando di scappare!”.

 

Invece Hermione disse “Immagino tu sia andato a controllare vero? Ti fidi così poco, che ti sarai fiondato alla velocità della luce in camera di Malfoy” aveva uno sguardo del tipo:Non cercare di raccontare palle perché ti conosco.

 

Harry arrossì fino alla punta dei capelli. Hermione gli sorrise “Lo sapevo, non cambierai mai, e dopo aver fatto irruzione in camera di Malfoy cosa hai visto?” continuò la ragazza “Beh…” si stava attorcigliando le dita dall’imbarazzo “Ecco, stava cercando di alzarsi dal letto, solo che non è molto sicuro sulle sue gambe ora, così… niente l’ho aiutato a rimettersi a letto,anche se lui non ha gradito per nulla”.

 

Si sedette, spazientito sulla sedia,e afferrò una frittella calda.

 

“Visto non ti ha morso, o sbaglio?” continuava Hermione osservando ogni mossa del suo amico, “No ma ti assicuro che è sempre il solito acido”.

 

Furono interrotti dalla signora Wealsey, aveva riportato il vassoio praticamente vuoto giù in cucina.

 

“Ah un buon appetito è sempre buon segno” disse rivolta ai due giovani  seduti a tavola.

 

Poco dopo anche Ginny e Ron fecero capolino nella cucina,tetra già di prima mattina.

 

“Ragazzi, oggi niente studio, dobbiamo un po’ pulire questa casa. E io da sola non ci riesco!”, Molly non lo stava chiedendo, lo stava ordinando.

I ragazzi sconsolati si avviarono dietro la signora Wesley,pronti alla dura giornata di lavoro.

 

Ron, sbagliando incantesimo, riuscì a ossidare tutto l’argento di casa.

 

Ginny diede fuoco a un tappeto antico.

 

Hermione per errore svegliò la Signora Black, che cominciò ad inveirle contro.

 

E Harry?

 

Harry, si trovava nella sala dell’arazzo, dove era rappresentata tutta la famiglia dei Black.

 

Doveva pulire le ampie vetrate, ma la sua attenzione era stata catturata dall’arazzo. Tra i vari nomi spiccava quello di Narcissa Black, sposata con Lucius Malfoy, dalla loro unione era nato Draco Malfoy.

 

“Sembrerebbe quasi che questa casa appartenga più a lui che a me.. alla fine… lui è un erede naturale, io ero solo il figlioccio di Sirius, nulla a che vedere, con le questioni di sangue” pensò, continuando ad osservare il nome di Malfoy, fino a quando non divenne una forma indistinta.

 

“Harry!”, brusco ritorno alla realtà, Molly aveva fatto irruzione nella sala dell’arazzo, “Allora che aspetti con quei vetri?Non si puliscono mica da soli!Dai ti do una mano”.

 

Harry si sbloccò ed aiutò la signora Wesley, a pulire tutte le ampie vetrate, senza evitare tuttavia, di fare qualche piccolo disastro.

 

Alla sera i giovani maghi arrivarono stanchi morti. “Oh Merlino, se non dormo stanotte, non dormirò mai più” disse Harry a Ron, una volta nella loro stanza.

 

Si stavano cambiando entrambi, per andare a letto, il rosso stava sbadigliando con prepotenza da un po’, “Mia madre deve essere impazzita, farci pulire tutta questa enorme casa, in una giornata, sono stanco morto” Ron si era già sdraiato sotto le coperte,Harry si limitò a mugugnare in risposta.

 

Ora anche lui si trovava sotto le coperte. Se lo sentiva quella notte avrebbe dormito come un ghiro in letargo.

 

“Notte” bofonchiò Ron, quasi tra le braccia di Morfeo.”Notte” rispose il bruno.

 

Le quattro del mattino, Harry era ovviamente già sveglio.

 

Aveva le orecchie tese, dalla stanza accanto arrivavano singhiozzi soffocati.

 

Si alzò, indeciso sul da farsi.

 

Da un lato voleva controllare, ma dall’altro sapeva che chi piangeva era una persona che aveva sempre odiato, quindi perché preoccuparsi?.

 

Infine si decise, si infilò le ciabatte, e si avviò a passo felpato, nella stanza di Malfoy.

 

Prima di entrare però, appoggiò l’orecchio, allo stipite.

 

Piangeva ancora, lo sentiva.

 

Aprì la porta,terribilmente incerto.

 

Non sapeva come avrebbe potuto reagire Malfoy, anche se ancora malandato, aveva dimostrato di aver ancora il suo pessimo carattere.

 

Draco, era seduto sul letto,le braccia, strette intorno alle gambe lunghe, il viso appoggiato alle ginocchia.

 

Le spalle sussultavano al ritmo dei singhiozzi.

 

Harry ebbe di nuovo la sensazione strana, di provare tenerezza per questo Malfoy indifeso.

 

Draco ebbe la sensazione di essere osservato, alzò gli occhi “Chi è?”  chiese,nella tenue luce delle candele non riusciva a capire chi stesse entrando in camera.

 

Harry non rispose, si limitò ad avanzare nella camera, fino a  quando, non fu riconoscibile alla luce.

 

“Potter” voce sibilante. Occhi grigi resi luminosi dalle lacrime.

 

“Cosa vuoi?” distolse lo sguardo. Non voleva farsi vedere così vulnerabile, non davanti a lui.

 

Il bruno continuava a non parlare, si limitò a sedere sul bordo del letto.

 

“Cosa succede Malfoy?” .

 

Non sapeva nemmeno lui perché glielo avesse chiesto.

 

“Da quando ti interessi a me Potter?” sempre acido.

 

Harry, si strinse nelle spalle “Forse da quando sei arrivato qua mezzo morto” asserì il bruno.

 

Draco non rispose subito “Ammettilo… te la sei goduta tutta la scena. Hai sempre voluto vedermi morto e seppellito”.

 

Harry lo guardò, aveva un colorito leggermente migliore dall’ultima volta che lo aveva visto, il labbro stava decisamente meglio, e l’occhio era completamente aperto,solo un lieve segno nero vi era rimasto intorno.

 

“E’ vero che hai sopportato la Cruciatus?” chiese infine il bruno.

 

Draco alzò gli occhi grigi verso l’altro, poi face un breve cenno affermativo con il capo biondo “Perché?” indagò ulteriormente Harry.

 

“Non ci arrivi Potter?” chiese Draco alzando un elegante sopracciglio biondo, “Voglio sentirtelo dire” la risposta semplice di Harry.

 

Il biondo ebbe un tremito,breve e a malapena percettibile “Ho fallito Potter, e sono stato punito. Come solo i mangiamorte sanno punire.”, Harry indicò con un cenno del capo il braccio fasciato del biondo.

Draco capì, emise un sospiro, “Non sono più uno di loro Potter, loro non ammettono falliti. E il modo per farlo capire, è la tortura e la successiva  rimozione in modo particolarmente doloroso del Marchio Nero”.

 

Il biondo stava guardando dritto negli occhi Harry.

 

Le parole uscirono flebili dalle labbra del bruno “Mi dispiace”.

 

Non riusciva a sostenere lo sguardo immensamente triste di Malfoy.

 

Harry era incerto, ancora diviso tra l’indifferenza e l’attenzione che ora una parte di se voleva dedicare a Malfoy.

 

“E…..emh…. i tuoi genitori?” gli occhi verdi erano ostinatamente chini sulla coperta.

 

Draco girò il bel volto verso la finestra, non voleva che Harry lo vedesse così, già aveva permesso troppo a quell ’odioso ragazzo.

 

“I miei..” iniziò con un filo di voce, un singhiozzo.

 

“Draco?” la voce di Harry, incerta.

 

“I miei…sono morti Potter. L’oscuro Signore ha pensato bene di punirmi nel modo peggiore possibile. Facendomi assistere alla morte dei miei genitori…e sai quale è la cosa più buffa in tutto questo?”, Draco aveva girato di nuovo il viso, in modo da guardare Harry, che a  sua volta continuava a guardare da un’altra parte.

 

“La cosa più buffa di tutta questa storia è che… di mio padre non mi interessava assolutamente nulla. L’ho sempre odiato, ma mia madre…. Mia mamma… lei non c’entrava niente in tutto questo”.

 

Ora Draco piangeva apertamente, se ne sbatteva se stava piangendo davanti a Potter, non riusciva, non ce la faceva, voleva sfogarsi con qualcuno.

 

Preso da uno slancio di compassione Harry circondò le spalle di Malfoy, stringendolo a se il giovane Serpeverde.

 

Il biondo non fece resistenza, si limitò a piangere, il viso affondato nella spalla di Harry.

 

Draco passò dal pianto al sonno, Harry semplicemente, per paura di svegliare il giovane biondo, rimase nel suo letto a dormire tutta la notte.

 

Qualcosa era cambiato tra i due, anche se  i due ragazzi ancora non lo sapevano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Capitolo un pò più lungo per farmi erdonare l'assenza di ieri :) spero sia di votsro gradimento come sempre. Bacini Sbavosi.

Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Ti va di mangiare qualcosa? ***


The Unexpected

The Unexpected

 

Harry si svegliò poco prima dell’alba,sgattaiolando via dalla stanza di Draco in punta di piedi.

 

Il biondo dormiva alla grossa, e non si rese minimamente conto del movimento di fianco a lui.

 

Grugnì leggermente nel sonno e si girò su un fianco, ma non accennò minimamente ad aprire gli occhi.

 

Harry rientrò nella sua stanza, accoccolandosi sotto le coperte. Stranamente,la notte passata a dormire con Draco era stata la prima in tante settimane in cui era riuscito a dormire.

 

 

La mattina dopo Hermione scrutava pensierosa Harry “Va tutto bene?”, sollevò gli occhi dalla sua magnifica frittella calda “Si Herm perché?” , lei si limitò a stringersi nelle spalle “Non saprei, sembri più rilassato stamattina,e non ti vedevo così rilassato da una settimana”.

 

Colpito affondato.

 

Effettivamente Harry era più tranquillo di prima, forse dopo la notte scorsa la sua fiducia in Malfoy junior era leggermente aumentata, anche se da li al fidarsi ciecamente c’erano di mezzo due Oceani interi.

 

“Cosa facciamo oggi?”chiese Ginny “Mi sto annoiando a morte, chiusa qua dentro”.

 

In effetti i ragazzi non mettevano il naso fuori dalla sede dell’Ordine della Fenice dagli inizi di giugno e l’unico evento che aveva scosso un po’ la situazione era stato il ritrovamento di Draco la settimana prima.

 

“Non penso che mamma ci darebbe il permesso” rispose Ron imbronciato, “Beh magari se le diciamo che andiamo a  trovare solo Fred e George ci lascia andare” propose Ginny.

 

Si girarono tutti a guardare Harry, sapevano che in breve tempo era diventato il cocco della signora Weasley, non avrebbe mai rifiutato un favore a lui, Harry si alzò “E va bene va bene, ci proverò, ma non garantisco risultati eh”, si avviò al piano di sopra.

 

A quell’ora del mattino Molly si trovava sicuramente in camera di Draco per cambiargli le fasciature e portargli la colazione.

 

Bussò con discrezione alla porta. Per una volta non voleva entrare clandestinamente o facendo irruzione nella stanza.

 

Non ricevette risposta. Bussò una seconda volta, più forte.

 

Non ricevette nuovamente risposta.

 

La sua mente cominciò a galoppare: la chiacchierata della sera prima lo aveva distratto, era tutto preparato, e ora che Draco stava meglio aveva approfittato della gentilezza della signora Weasley  per assalirla, ucciderla e scappare.

 

I buoni propositi di non fare irruzione vennero dimenticati istantaneamente.

 

Spalancò la porta.

 

E si trovò davanti Malfoy in boxer.

 

“Potter ma cazzo!E bussa qualche volta” fu l’urlo di risposta del biondo.

 

Harry rinchiuse la porta. Era imbarazzato. Anche se per pochi secondi aveva visto Malfoy in tutta la sua statuaria bellezza.

 

Ora capiva perché i ¾ delle ragazze di Hogwarts gli sbavava dietro.

 

Aveva un fisico mozzafiato, alto, muscoloso, le mani lunghe  terminanti in dita affusolate e flessuose, una lieve peluria solo sulle gambe e sulle braccia, pettorali ben scolpiti.

 

Harry sudava freddo, non gli piaceva avere quella reazione, senza tener conto che nessuno ancora sapeva della sua omosessualità latente, e non sarebbe stato bello farsi beccare così.

 

Si impose di calmarsi.

 

“Conta fino a 10 Harry e se non bastasse fino a 10000”.

 

Poi chiese “Posso entrare?”.

 

Un si brontolato gli arrivò di risposta .

 

Harry entrò a testa china, quanto a rossore in questo momento stava facendo concorrenza ai capelli  di Ron, “Io emh… scusami non immaginavo, non ho sentito risposta al mio bussare e ho pensato.. che.. insomma”  Malfoy era davanti a lui, quella mattina aveva un aspetto decisamente migliore, riusciva a stare in piedi e con le braccia muscolose incrociate sul petto guardava Harry interrogativo “Pensavi cosa Potter? che avessi ucciso la signora Weasley e stessi cercando di darmi alla fuga?” l’espressione curiosa che aveva Draco sul viso in quel momento era impagabile, un piccolo sorriso canzonatorio gli illuminava il volto.

 

Harry non rispose subito, quel ragazzo lo metteva a disagio, “Emh…. Beh immagino di si… “.

 

Una risata.

 

Draco stava ridendo, e che bel suono aveva quella risata, che per una volta non aveva nulla di ironico.

 

“Potter tu mi ucciderai a forza di cazzate!Secondo te, non sono in grado di ripagare un debito quando me lo trovo davanti? Non farei mai del male alla signora Weasley, anche se ammetto di non averla trattata molto bene in passato. Ma ora molte cose sono cambiate” il sorriso si spense, Harry ne approfittò “Ecco giusto la signora Weasley stavo cercando.. di solito a quest’ora è qua con te, sai dove sia?” Draco si strinse nelle spalle, un gesto elegante e fluido “Mi ha lasciato la colazione, poi le ho chiesto se gentilmente mi lasciava un po’ di privacy per fare una doccia, e  non l’ho più vista” .

 

Harry fece un gesto con la mano come dire : ok è tutto quello che voleva sapere.

 

Diede le spalle  a Draco e uscì dalla stanza.

 

Trovò Molly nella camera che divideva con Ron.

 

Con la bacchetta stava elegantemente mettendo in ordine la stanza. Gli sorrise, aveva sentito tutta la discussione tra Harry e Draco.

 

“Oh Harry caro. Buon giorno!, Come va stamattina?” , Harry le sorrise di rimando “Molto bene grazie, volevo chiederle un piccolo favore” Molly fermò un momento la pulizia della stanza per osservarlo “Dimmi pure Harry” “Beh io,Ron e le ragazze, volevamo andare a  Diagon Alley se possibile stamattina, a trovare Fred e George”, Harry sfoderò un sorriso innocentissimo “Umh…” Molly ricominciò a lavorare con la sua bacchetta “va bene, purché” aggiunse vedendo il viso del giovane illuminarsi “Purché andiate in compagnia di Moody” “Emh… proprio Moody? Attira un po’ troppo l’attenzione non trova? Tonks andrebbe benissimo” Occhini innocentissimo e labbro leggermente sporto in avanti.

 

Harry sapeva essere un lecchino eccezionale quando voleva.

 

“E va bene, vada per Tonks allora” capitolò infine Molly sorridendo.

 

Harry le risposte con un sorriso enorme e sincero “Grazie” le urlò quando già stava scendendo le scale.

 

“Possiamo andare, purché Tonks venga con noi” “Beh allora possiamo cominciare a prepararci” Ginny presa da uno slancio di felicità abbracciò Harry stringendolo a sé “Sei stato bravissimo” gli disse sorridendo.

 

Un’oretta dopo si trovavano tutti e cinque all’inizio di Diagon Alley.

 

“Bene ragazzi dritti da Fred e George, un giro per negozi  e poi via a casa. Capito?” chiese Tonks, non aveva per nulla un tono severo, in realtà era ben contenta di poter fare un giro con i ragazzi, per distrarsi un minimo.

 

Il negozio “Tiri vispi  Weasley” luccicava nel vicolo stretto di Diagon Alley. Il negozio era pieno, malgrado l’aria di morte che circondava tutto il mondo magico.

 

Fred e George erano indaffaratissimi, la clientela, composta per maggior parte da bambini e ragazzi molto giovani. Le bambine e le ragazzine erano estasiate dai nuovi arrivi di puffole pigmee. I bambini  stavano facendo incetta di caramelle vomitose.

 

“Harry!” fu il saluto gioioso dei gemelli “Oh c’è anche il fratellino rompino” aggiunsero vedendo la testa di Ron spuntare subito dietro Harry. Hermione e Ginny subito dopo aver salutato i gemelli si diressero verso le bacheche delle puffole.

 

Intanto Fred stava spiegando a Harry i loro ultimi acquisti “Beh dopo aver acquistato anche Mielandia a Hogsmeade, ci stiamo allargando non solo al business degli scherzi, ma anche ai dolciumi di tutti i tipi” Fred alzò il coperchio di un bidone, mostrando ad Harry e Ron una quantità spropositata di Cioccorane frementi. “Ahia!” Ron ritrasse la mano, dove si stava formando un segno rosso, “Non si tocca fratellino rompino” “Fred posso prenderne alcune?” chiese Harry “Si si fai pure” fu la risposta, il rosso indicò l’amico con una faccia sconcertata “Ma come??Lui si e io che sono vostro fratello no?”,  George sorrise soddisfatto “Proprio per quello a te niente “ sghignazzava.

 

Passarono alcune ore in compagnia dei gemelli e in giro per Diagon Alley.

 

Tornarono a casa nel pomeriggio tardi, stanchi morti, ma felici e pieni di caramelle.

 

Fu una cena particolarmente felice.

 

Tutti intorno ridevano e scherzavano. Finalmente nella casa tetra dei Black, le risate riecheggiavano.

Andarono a letto molto tardi. Sempre di buon umore.

 

“Non è giusto!” Ron stava ancora pensando alle ingiustizie arrecategli dai fratelli maggiori.

 

Un cuscino volò per la stanza colpendo la testa rossa del ragazzo “E ti ci metti anche tu ora?... vuoi guerra eh?” il cuscino tornò al mittente, roteando per la stanza prendendo Harry preciso alla nuca mentre era impegnato a cambiarsi la maglia.

 

In poco tempo si scatenò una battaglia a cuscinate tra i due, sedata solo dall’intervento della signora Weasley che li spedì a letto senza troppo storie.

 

“Domani voglio la rivincita” bofonchiò Ron nel suo letto, Harry era impegnato a levarsi una piuma dalla bocca “Bleah, ho pure le piume in bocca a causa tua Ron”.

 

 “Veramente hai cominciato tu lo sai?” rispose il rosso divertito “Ti conviene non abbassare la guardia nei prossimi giorni, la vendetta arriverà quando meno te l’aspetti… ma ora il letto mi aspetta… notte Harry”   “Notte Ron”.

 

Le prime ore di sonno passarono tranquille per Harry.

 

Poi all’improvviso spalancò gli occhi e non ci fu più verso di chiuderli.

 

“Al diavolo un’altra notte così no” si rigirava nel letto inquieto.

 

Passò una mezz’oretta buona a contare le pecore, un’ altra a leggere il libro di scuola di storia della magia “Di solito questa odiosa materia mi fa dormire all’istante e stasera nemmeno questa funziona” si arrese, scese dal letto, deciso a scendere in cucina, magari a sgranocchiare qualcosa, quando gli venne in mente una cosa.

 

Draco aveva passato tutta la giornata da solo, perché non fargli compagnia per un po’?

 

“Ma dico sei ammattito Harry? Primo: stai parlando di Malfoy mica di Neville o Seamus. Secondo: è notte fonda starà dormendo come tutti in quella casa. L’unico pirla sveglio sei tu.”

 

Ma l’idea aveva preso a ronzargli in testa e si rifiutava di staccarsi dal suo cervello.

 

Rimase in attesa di udire anche un solo piccolissimo rumore proveniente dalla stanza accanto. In realtà da un lato ci sperava con tutto se stesso.

 

Ma i minuti passavano,e nessun segno di vita giungeva dall’altra camera.

 

“Ma possibile che Malfoy abbia scelto proprio stanotte per dormire sogni tranquilli?”.

 

Cominciava a diventare impaziente, quando all’improvviso sentì un tonfo provenire dalla stanza adiacente.

 

Rizzò le orecchie, non era riuscito a capire, cosa diavolo fosse caduto.

 

Era tornato il silenzio tombale tipico della notte.

 

Vinto dalla curiosità si alzò dal letto, e con il suo ormai collaudato passo silenzioso si avviò verso la porta  del biondo.

 

La aprì con molta delicatezza. Quella sera la luna era piena,e la tende della finestra tirata da un lato.

 

Seduto sul davanzale a guardare fuori c’era Draco.

 

“Allora non sono l’unico a soffrire di insonnia stanotte” esordì Harry entrando lentamente in camera.

 

Draco ebbe un sussulto, poi girò il viso a guardarlo “Potter, ma diavolo non hai nulla di meglio da fare la notte?” il solito Malfoy.

 

Il bruno si limitò a stringersi nelle spalle “Veramente ho sentito un tonfo provenire da qua”.

 

L’espressione di Draco era esasperata “Non avrai pensato che stessi legando insieme i lenzuoli per evadere eh?” il solito sopracciglio inarcato.

 

Harry rise sommessamente “Si probabilmente ho pensato anche quello” fissò il giovane biondo negli occhi “in realtà che è successo?”, Draco fece un gesto svogliato verso il candelabro che ora si trovava sul comodino “Gli ho solo dato una manata” rispose tranquillamente.

 

Harry osservò il candelabro, era in argento, pesante e piuttosto grosso, altro che manata.

 

“Dovresti avere una mano gonfia ora come ora” osservò scettico, cercando segni sulla mano del biondo.

 

Draco alzò gli occhi al cielo “Oh per Merlino Potter, stavo avendo un incubo va bene? devo averlo afferrato mentre dormivo,e sempre mentre dormivo l’ho fatto cadere” si alzò dal davanzale e atterrò gentilmente sul pavimento, aveva una spanna buona in più di Harry in altezza “Contento ora?”.

 

Harry non rispose subito, ma si diresse verso la porta “E dove vai ora Potter?” la posizione del biondo era cambiata, ora era seduto sul letto.

 

“A prendere qualcosa da mangiare,e  se trovo magari della Burrobirra… ti va di unirti a me?” il tono era assolutamente noncurante, se Draco avesse accettato o no, per lui  non sarebbe cambiato nulla.

 

Draco sembrò spiazzato dall’offerta, l’aria di sgomento profondo che si era disegnata sul suo bel viso fiero, fece esultare Harry, in quel momento seppe che Malfoy junior avrebbe accettato il suo invito.

 

Ostentando finta indifferenza Draco rispose un “Beh se trovi qualcosa anche per me”.

 

Harry sorrise, e uscì dalla stanza.

 

“Ma dico, Harry ma sei impazzito? E’ Malfoy!Ora anche lo spuntino di mezzanotte gli offri?E domani che fai? Lo porti fuori a cena?

 

Scese facendo il meno rumore possibile le scale malandate che portavano alla cucina.

 

Frugò in giro per dieci minuti buoni, e alla fine tornò vittorioso in camera del biondo.

 

Tra le braccia portava: 2 panini appena preparati “Ah che bello cucinare con la magia”, 2 boccali di Burrobirra, fregati dalla scorta personale del signor Weasley,e un sacchetto con dentro una quantità spropositata di Cioccorane, e tuttiigusti + 1, regalo di Fred e George.

 

Draco era nello stesso posto dove lo aveva lasciato, sul letto a gambe incrociate, lo guardava dubbioso “Hai svaligiato la cucina Potter?”.

 

“Darmi una mano magari Malfoy?” chiese per nulla convinto di un aiuto da parte del biondo.

 

Invece Draco si alzò, andandogli in contro per prendere le due Borrobirra.

 

Harry rimase stupito “Eh…eh.. grazie” balbettò in risposta a mo di professor Raptor.

 

“Non farci l’abitudine Potter” fu la sgarbata risposta, aveva appoggiato i due bicchieroni, sul comodino di fianco al letto, Harry invece buttò le caramelle su letto, facendo attenzione a non far cadere i panini.

 

Si sedette sul letto, attendendo il biondo, che lo guardava poco convinto.

 

“Non è che stai cercando di avvelenarmi eh Potter? Chiese indicando i panini sul letto.

 

Harry rise, e vedendo l’espressione di Draco rise più forte. “Tu sei paranoico Malfoy”.

 

Draco si strinse nelle spalle, poi si sedete con eleganza sul letto, a debita distanza da Harry.

 

Il bruno afferrò un panino,e gli diede un morso, notando che Draco non accennava a muoversi, si fermò a guardarlo “Non ti voglio avvelenare te lo giuro” ripeté guardando il biondo.

 

Draco stava osservando il suo panino, poi le caramelle, infine decise per il dolce,e afferrò una cioccorana.

 

“Mi sono sempre piaciute” disse poco prima di mangiarsi la cioccorane, “Ma i miei non erano molto propensi a farmeli mangiare da bambino” aggiunse dal nulla, guardando fisso davanti a se.

 

Harry abbassò il suo panino, osservando il biondo, stava per aprire bocca quando Draco lo interruppe, “Pensavano che fossero delle cose per maghi bamboccioni” rise alle sue parole, una risata amara, piena di tristezza.

 

Afferrò un’altra Cioccorana, rigirandosela un attimo tra le dita “Cosa c’era di male a  darti le caramelle da bambino…. Si insomma… tutti i bambini mangiano caramelle,e non per questo diventano più sdolcinati” disse Harry, Draco rispose ridendo “Ah Potter, tu sei cresciuto tra i babbani, e soprattutto, non sei cresciuto con i Malfoy… un Malfoy non piange mai,non ride mai, non si diverte mai, e non mangia caramelle”  il biondo non potè fare a meno di sorridere.

 

“Ma… non capisco il perché”  terminò infine Harry  “Umh… perché siamo tra le casate più antiche e potenti del mondo magico intero, mio padre era il mangiamorte più stimato da Lord Voldemort,e io dovevo prendere il suo posto, e infine, i Malfoy non sbagliano mai. Ti bastano come perché?”, Draco ora guardava Harry negli occhi, Harry sosteneva lo sguardo.

 

“Lupin l’altra sera quando ti sei ripreso, ha detto che sei stato obbligato a  fare…” si interruppe, il ricordo era ancora troppo doloroso, Draco annuì, un breve e velocissimo cenno del capo biondo

 

“E’ vero?” ingiunse Harry, il tono urgente, “Si” rispose il serpeverde con un filo di voce “Forse non lo sai, ma l’unico mangiamorte in famiglia era mio padre, mia madre pur condividendo le  sue idee non si era mai unita a Voldemort. Un giorno,l’estate scorsa, mio padre mi chiamò nell’attuale rifugio dell’Oscuro Signore. Mi dissero che dovevo entrare ufficialmente a fare parte dei Mangiamorte, e dovevo farmi marchiare,e infine che dovevo portare a termine un piano, non importava come, l’importante era riuscirci. Dovevo uccidere Silente.” Pronunciò l’ultima frase sussurrando e guardando Harry negli occhi verdi, “Non potevi rifiutarti?” la domanda posta da Harry era inutile, sapeva già la risposta “Potter, rifiutare un favore a  Voldemort?” era sinceramente shokkato “E poi per essere sicuri che portassi a termine il mio lavoro, mi dissero di pensare a mia madre… un modo molto velato per dirmi: fallisci e lei ne paga le conseguenze”.

 

Draco si sdraiò sul letto, portandosi le braccia dietro alla nuca, i capelli, leggermente più lunghi rispetto a giungo, scivolarono con delicatezza verso la coperta, rimaneva zitto nel buio della stanza, Harry affondato nei suo pensieri,Draco nei suoi.

 

“E’ per via di tua madre se hai deciso di collaborare con l’Ordine?” chiese infine il bruno.

 

Draco non rispose subito, rimaneva fermo ad osservare il soffitto “Per lei e per me,ora sono l’ultimo Malfoy rimasto. Voglio redimere il nome della mia famiglia”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Scusate l'interruzione del capitolo, ma la scuola chiama >.< . fatemi sapere cosa ne pensate come sempre......e in risposta a Fra ro  effettivamente sia Draco che Harry dormono ben poco XD, avranno le occhiaie lunghissssime ihih.

Bacini sbavosi.Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Amici? ***


The unexpected

The unexpected

 

 

 

 

Scese un silenzio tranquillo tra i due, Harry sembrava incerto, gli sembrava una situazione molto strana, lui che parlava amichevolmente con Malfoy, eppure era incuriosito da quel ragazzo, che conosceva da 7 anni ma che non era mai riuscito a capire.

 

“Potter?” la voce bassa di Draco nel buoi, un mugugno in risposta da parte del bruno “Sai cosa mi sono sempre chiesto?” continuò Draco, altro mugugno in risposta.

 

Se Draco avesse guardato avrebbe notato che Harry stava muovendo la testa in segno di assenso e diniego accompagnando i suoi grugniti.

 

“Mi stavo chiedendo… come mai hai rifiutato la mia amicizia quel primo giorno ad Hogwarts?” il tono del biondo era rilassato e innocente.

 

Prima di rispondere Harry afferrò una Tuttigusti + 1, la scartò, e si mise a  sedere in modo più comodo sul letto.

 

“Beh…. Sai la prima volta che ti incontrai da Madama McClan.. ricordi?” , si interruppe attendendo risposta, ma a quanto sembrava Draco stava aspettando il continuo, il bruno sbuffò leggermente poi riprese “Ecco in quel primo nostro incontro, provai un’ antipatia pazzesca per te, poi a King’s Cross ho conosciuto Ron, e ecco, non mi ha parlato molto bene di te, o della tua famiglia” il biondo bofonchiò qualcosa di chiaramente iroso nei confronti del rosso.

 

“Quindi tu mi hai giudicato senza nemmeno conoscermi Potter?” il tono di Malfoy era il solito tono Malfoyano, odioso e pungente.

 

Harry si prese qualche secondo prima di rispondere “Si in realtà si, ma poi tu non hai fatto nulla per farmi cambiare idea sul tuo conto, anzi hai peggiorato la situazione, tanto che quando ho saputo che eri qua ho dato di matto”, il biondo rise, il viso nascosto nel buio “San Potter incazzato?Non ti ci vedo proprio” “Beh magari ora avrai il modo di farmi cambiare idea eh Malfoy?”, il sorriso che si formò sul viso di Harry era di speranza, si affrettò a cancellarlo dalla sua faccia più velocemente possibile, per poi rendersi conto che Malfoy aveva gli occhi chiusi.

 

“Cioè,ora San Potter vuole essere mio amico?”.

 

Harry tirò un sospiro di sollievo, per un attimo aveva pensato che Draco si fosse addormentato, dopotutto era ancora in convalescenza.

 

“Diciamo che potremmo rifare tutto da capo, non saremo mai amici per la pelle, ma almeno non cercheremo di ucciderci a vicenda tutte le volte che ci vediamo”.

 

Draco si rimise a  sedere, appoggiando il peso del corpo sulle braccia bianche.

 

Rise sommessamente, “Quindi ora, dovrei tenderti la mano come feci 7 anni fa  e dirti piacere io sono Draco Malfoy?”, Harry rise di rimando, “Si esattamente… Piacere Harry Potter e tu come ti chiami?”Dicendo questo aveva teso una mano a Malfoy, che rimase ad osservarla stupito.

 

Quando ormai Harry si era convinto che non l’avrebbe mai presa, Draco tese la sua “Piacere Draco Malfoy” un piccolissimo sorriso gli increspava le labbra, per una volta sembrava un sorriso innocente e senza secondi fini.

 

Harry gli strinse la mano, sorridendogli a sua volta “Però ora non chiamarmi più Potter, San Potter, il ragazzo d’oro, lo sfregiato e roba simile, solo… Harry” aggiunse in fretta, prima che Malfoy tornasse il solito di sempre.

 

“Sarà difficile perdere l’abitudine, ma ci proverò” Draco gli stava sorridendo.

 

“Dio che sorriso amabile che ha” fu il fugace pensiero di Harry, ma gli bastò per diventare rosso in tutto il viso. Per fortuna si trovavano al buio.

 

“Sembriamo due bambini” fu il commento di Draco a tutta la scena.

 

“Sai ho l’idea che tu non sia mai stato bambino Malf… Draco” si corresse in fretta il bruno.

 

La voce che giunse in risposta era malinconica “Io non sono mai stato bambino. O almeno non nel modo in cui lo intendi te. Sempre a studiare, a sopportare il peso di un cognome sempre più ingombrante, sempre più aspettative su di me. Non ho mai avuto una vita normale fino ad ora. In questa settimana, ho sperimentato ciò che è una vera famiglia” l’ultima frase finì leggermente strozzata.

 

Harry studiò attentamente la risposta da dargli, non voleva offenderlo o turbarlo “Sembra quasi che tu abbia odiato la tua vita Draco” disse infine.

 

Draco emise un piccolo sospiro, sapeva che il bruno aveva perfettamente ragione, ma odiava doverlo ammettere,anche se ormai di orgoglio gliene era rimasto ben poco.

 

E senza rendersene conto si ritrovò a rispondere ad Harry che aveva ragione.

Appena terminata la parola:ragione, Draco ammutolì, come se avesse appena detto qualcosa di terribilmente sconveniente.

 

“Non starai facendo ancora l’orgoglioso con me?”, Harry prese la sua bacchetta e agitandola con un gesto deciso declamò “Lumos”, la punta della bacchetta si illuminò, una luce che bastava solamente ad illuminare il viso del biondo davanti a lui.

 

“Odio parlare senza riuscire  a vedere in faccia i miei interlocutori” un sorriso furbo gli increspava le labbra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Lo so è corttttttoooooooo =( e sto portando avanti il solito discorso nella solita notte XD, ma questi ragazzi hanno un sacco da dirsi XD.

Prometto di fare meglio la prossima volta ^^.

Baciotti Sbavosi.

Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Conoscendoci meglio ***


The Unexpected

The Unexpected

 

"Conoscendoci meglio"

 

Come Harry aveva immaginato, il biondo davanti a lui aveva un’espressione leggermente sconvolta.

 

Gli occhi grigi cercavano di evitare quelli verdi di Harry, non voleva, si rifiutava di mostrasi ancora più debole davanti a lui.

 

“Oh ma che diavolo te ne frega?Ti ha visto mezzo morto, infermo sulle gambe, piangere, piagnucolare chiamando tua madre, pensi che si faccia ulteriori problemi? Infondo Pott… Harry si era mostrato spasso debole davanti a te”.

 

Alla fine di quel pensiero, Draco si rilassò totalmente, si girò a sedere a gambe incrociate in modo da riuscire a guardare Harry in faccia, poi riprese il discorso “Ho sempre odiato la mia vita Harry.”

 

Il bruno ebbe un tonfo al cuore. Era la prima volta che Draco lo chiamava per nome,e sentirlo pronunciare da quella voce bassa e sexy, gli fece girare per un momento la testa. Il biondo sembrò non accorgersi dell’attimo di smarrimento del suo interlocutore e proseguì.

 

“Mio padre mi ha sempre tartassato con le sue idee, fin dalla mia tenera età.”

 

Poi vedendo il viso di Harry farsi interrogativo aggiunse “Che c’è di strano, secondo te sono nato acido e insofferente?Ti posso giurare che da appena nato ero adorabile quanto tutti i bambini” un bellissimo sorriso gli illuminò il volto, Harry rispose al sorriso sinceramente felice per quella situazione che si stava creando.

 

“E invece come è stata la tua infanzia?” chiese Draco, i suoi occhi esprimevano interesse.

 

Fuori nel frattempo il cielo si stava tingendo di rosso, era quasi l’alba, e la luce all’interno della stanza si stava facendo un po’ più forte, permettendo ad Harry di spegnere le sua bacchetta.

 

Alzò gli occhi verdi al cielo, come per raccogliere le idee e i ricordi, “La mia, è stata una normale infanzia tra babbani. Normale, beh si poteva fare molto meglio,ma i miei zii non potevano vedermi proprio per niente, e si sono dilettati per 11 anni a peggiorarmi la vita con tanti piccoli espedienti” Harry si interruppe, si era appena reso conto che Draco non sapeva praticamente nulla sui Babbani, e il suo viso esprimeva perfettamente i suoi dubbi.

 

“Sai tipo, chiudermi a dormire in uno sgabuzzino, facendomi indossare i vestiti smessi di mio cugino Dudley, che per la cronaca è circa quattro volte me, non permettendomi di partecipare a  nessun tipo di vita sociale. Addirittura non ho mai saputo il vero motivo della morte dei miei genitori o del fatto di essere un mago fino a  quando Hagrid non è venuto a prelevarmi dalla catapecchia dove i mie zii si erano rifugiati per sfuggire alle lettere di Hogwarts”.

 

Harry si mise a  ridere indicando con un dito il viso di Draco “Dovresti vedere che faccia hai in questo momento”.

 

Il biondo scosse la testa e sembrò riprendersi, poi fece gesto ad Harry di tacere, ma non era un gesto spazientito, era tranquillo e per nulla sgarbato “Aspetta, aspetta, mi stai dicendo che, tu non sapevi di essere il mago più famoso del mondo magico?” chiese Draco, stava cercando di trattenere una risata.

 

Harry si strinse nelle spalle “Esattamente. I miei zii odiano tutto ciò che sia al di fuori dell’ordinario Babbano. Speravano che se io non avessi saputo la verità, non avrei mai avuto a che fare con il nostro mondo”.

 

Draco non resistette, si mise a ridere a  crepapelle. Harry non si sarebbe mai aspettato una reazione simile dal glaciale Malfoy che conosceva.

 

Tra una risata e l’altro riuscì a dire “Il grande Harry Potter, non sapeva di essere un mago. Oh Merlino questa è bellissima” si calmò un attimo e poi aggiunse “E cosa diavolo hanno raccontato i tuoi zii invece della verità sulla morte dei tuoi?” era tornato serio e guardava Harry fisso negli occhi.

 

Il bruno rispose con una voce leggermente più bassa del solito “Semplicemente mi dissero che erano morti in un incidente stradale. Io ero dietro, legato al seggiolino e per quello non mi feci niente” stava guardando di nuovo la coperta, come se quello che stava dicendo fosse in qualche modo sconveniente.

 

E Draco disse una cosa stupefacente “Senti non è stata colpa tua, i tuoi zii si sono comportati da idioti impedendoti di conoscere la verità sulla tua identità. Alla fine l’importante è, che tu abbia guadagnato gli anni perduti, anche se ovviamente la tua infanzia se ne è andata via piuttosto tristemente” terminò la frase, l’ultima parte sembrava quasi riferita a se stesso.

 

Harry lo stava scrutando, voleva essere sicuro che nel tono di voce del biondo non ci fosse qualcosa di canzonatorio, Draco restituiva lo sguardo tranquillamente “Stupito? Immagino che in passato ti sia fatto un’idea veramente pessima di me” rimorso nel tono di voce.

 

“Effettivamente mi ero fatto un’idea di te forse leggermente sbagliata, ad esempio pensavo che tu avessi la sensibilità di una pozzanghera d’acqua piovana acida”. Draco rise, una mano appoggiata alle labbra sottili “Sai forse fino a 2 settimane fa lo ero veramente. Non mi stupisce per nulla che metà scuola mi odiasse”.

 

Si erano fatte le 6 del mattino, avevano schiccherato come due vecchi amici per 2 ore buone., ed entrambi sembrava soddisfatti di quel nuovo inizio.

 

Harry si alzò dal letto, si sgranchì le membra indolenzite “Sarà meglio che vada, forse riesco a dormire  1 oretta” non era per nullo convinto di quello che aveva appena detto.

 

Draco lo imitò alzandosi.

 

Si stiracchiò anche lui, era più alto di Harry, cosa che il bruno notò solo in quel momento.

 

“Sai credo che questo nuovo Malfoy mi piaccia di più di quello di prima”, Draco rise sommessamente “Purtroppo, molte cose s capiscono solo quando qualcosa arriva nella tua vita tranquilla e la sconvolge. Quel qualcosa nella mia vita è arrivato l’anno scorso più o meno in questo periodo”.

 

Harry indicò la porta “Sarà meglio che vada” stava palesemente battendo in ritirata, non sapeva cosa dire per rispondere a  quel ragazzo enigmatico e bellissimo, che spesso in 7 anni lo aveva messo in imbarazzo e  a dura prova.

 

Draco si limitò a fare un brevissimo cenno di assenso con il capo biondo, sostava nella chiazza di luce che il sole stava formando nella stanza.

 

“Con la luce del sole sembra quasi un angelo” ennesimo pensiero fugace di Harry, che lo imbarazzò tantissimo.

 

Harry si diresse deciso verso la porta, per poi girarsi all’ultimo momento per guardare Draco “Sai, prima o poi, dovrai pure uscire da questa stanza, ora che stai meglio”, un cenno con la mano, e prima che Draco potesse replicare Harry era uscito.

 

Il biondo rimasto solo si sdraiò nel letto,il braccio ferito appoggiato al ventre, l’altro piegato cotto la sua testa.

 

“Potter simpatico, e chi lo avrebbe mai detto?.

 

Forse è la volta buona in cui riesco a tenermi un amico”.

 

Si sedette di nuovo, voleva vedere che aspetto avesse il suo braccio.

 

Cominciò a sfasciare la benda con calma, e lentamente, non aveva minimamente intenzione di procurarsi altro dolore intenzionalmente.

 

Il viso si contrasse in una smorfia, vedendo le condizioni penose in cui versava il suo braccio.

 

Tutto l’avambraccio, nel punto dove si trovava il Marchio Nero, aveva una cicatrice, aveva il tipico aspetto di un’ustione, pulsava, un pulsare continuo e fastidioso.

 

Rifece la fasciatura, non voleva vedere di nuovo quell’orrore sul suo braccio.

 

Per fortuna a prendersi cura delle sue ferite c’era la signora Weasley.

 

Draco sorrise tra se al pensiero.

 

“Se mi fossi trovato al posto della signora Wealsey, mi sarei lasciato morire per terra dissanguato. Invece mi ha curato come avrebbe potuto curare un dei suoi figli. Merlino come sono diventato sentimentalista” scosse la testa e si alzò dal letto, sapeva che dopo l’uscita dalla stanza di Harry non sarebbe riuscito a prendere sonno, quindi si diresse verso la porta del bagno, aveva intenzione di farsi una doccia calda dato che stava ghiacciando nell’aria fresca del mattino.

 

Harry era nella sua stanza.

 

Seduto sul bordo del suo letto.

 

Mille pensieri gli vorticavano in testa.

“Lui e Draco amici?Mai si sarebbe aspettato una cosa simile.

 

Scoprendo infine che Draco non era altro che un ragazzo plagiato dalle idee malsane del padre. Era simpatico alla fine. Anche se aveva un senso dell’umorismo tutto suo.”

 

“Ed è terribilmente sexy” aggiunse una vocina maligna nella sua testa.

 

Spesso durante la serata Harry aveva avuto la tentazione di entrare maggiormente in confidenza con Draco.

 

“Oh Harry dilla tutta volevi baciarlo senza troppi giri di parole”.

 

Draco era sotto la doccia.

 

Il corpo presentava ancora le cicatrici, anche se si stavano attenuando ogni giorno che passava.

 

Aveva il viso rivolto verso il getto di acqua calda, la lasciava scivolare, pigramente sul suo corpo.

 

Strano a dirsi ora guardandolo, ma Draco non aveva nulla del ragazzino pallido che fu il primo anno di scuola.

 

Sempre chiaro come il latte di carnagione, ma l’altezza e una vita sana e sportiva gli aveva permesso di sviluppare un fisico niente male, che al primo anno ad Hogwarts nessuno si sarebbe mai aspettato.

 

Si passò il bagnoschiuma, sul corpo, gesti pigri e volutamente lenti. Voleva stare sotto la doccia il più possibile.

 

Gli era sempre piaciuto il contatto dell’acqua calda sulla sua pelle.

 

Fin da bambino, tutte le volte che il padre si trovava lontano da casa, sua madre gli permetteva d fare lunghi bagni,giusto per il gusto di fare divertire il figlioletto, Lucius avrebbe certamente etichettato tutto questo come stupidaggini.

 

Uscì un po’ reclarcitante dalla doccia, in fondo li sotto si stava così bene.

 

Si coprì con un’ asciugamano, e si specchiò davanti all’unico specchio presente nel bagno.

 

Doveva essere molto antico, la cornice era rovinata in più punti,e il vetro aveva una piccola crepa nell’angolo sinistro.

 

Quello che lo specchio gli rimandava non gli piacque in modo particolare.

 

Aveva l’aria stanca, e delle occhiaie gli circondavano gli occhi. Anche i suoi occhi grigi  risentivano della mancanza di sonno, sembravano spenti, avevano perso la loro vitalità.

 

La bocca sottile si curvò all’ingiù, una smorfia infantile gli si dipinse in volto. Una lacrima solitaria scese coraggiosa e  decisa giù per la sua guancia. Strinse gli occhi e uscì dalla porta sbattendo la porta.

 

Harry fu scosso dai suoi pensieri proprio dal rumore della porta che sbatteva.

 

Anche Ron si destò all’improvviso“Eh?Cosa?Che succede?I dissennatori!” blaterò incoerentemente.

 

La testa rossa girò vorticosamente per la stanza, cercando di localizzare eventuali nemici, rendonsi conto che tutto era tranquillo, si diede mentalmente dell’idiota, e si mise  a sedere sul letto “Giorno Harry” bofonchiò sbadigliando.

 

Harry che stava osservando l’amico fin da quando si era svegliato gli rispose con un sorriso, “Buon giorno Ron!Complimenti per il bel risveglio”.

 

Ron brontolò qualcosa poi scese dal letto per raggiungere il bruno.

 

“Cosa diavolo ha sbattuto?” Harry indicò il muro di separazione dalla stanza del biondo “Mi sa che Draco ha fatto sbattere una porta”.

 

Ron non registrò subito la parola Draco nel discorso di Harry e riprese  a parlare “Ma Malfoy non ha niente di meglio….. aspetta…. Come lo hai chiamato?” chiese sconvolto guardando in direzione di Harry.

 

Harry per nulla sconvolto si strinse semplicemente nelle spalle “L’ho solo chiamato per nome, che c’è di strano?”, Ron cominciò a balbettare, se il professor Raptor fosse stato ancora vivo sarebbe stato fiero di lui “Harry… emh… cioè… tu non hai mai chiamato Malfoy per nome in 7 anni” gli fece notare, il bruno si strinse di nuovo nelle spalle “Beh c’è sempre una prima volta nella vita no?”.

 

Si era alzato dal letto e ora guardava Ron dall’alto in basso “Infondo è una persona anche lui, e dato che ha un nome… perché non usarlo?”.

 

Anche il rosso si alzò in piedi, afferrò Harry per le spalle e lo scosse “Chiunque tu sia esci da questo corpo! Ridammi il mio Harry!”, il bruno si divincolò dalla presa di Ron “Eddai Ron,sono sempre io, ho solo avuto modo di parlargli un pochino”.

 

“E quando gli avresti parlato, passi tutte le giornate con noi, che fai ci vai di notte?” Ron si era già risposto da solo “Tu vai da Malfoy la notte?”, il viso del rosso era tutto ciò che poteva rappresentare l’incredulità.

 

Un’altra stretta di spalle da parte di Harry, “Beh alla fine non c’è nulla di male, e ora lui collabora con l’Ordine, è dei nostri”.

 

Ron non sembrava molto convinto “Secondo me sei sotto l’Imperio” brontolò, a voce non abbastanza bassa per non essere udito, Harry sbuffò sonoramente.

 

 “Va beh, prima cercate tutti di farmi ragionare su Draco, e ora che aziono il cervello, e comincio a fare la persona matura, mi date contro?”.

 

Ron lo guardava con entrambe le sopracciglia inarcate “Veramente io ero l’unico a  essere dalla tua parte, quando non volevi Malfoy qua” il rosso era scattato, qualcosa nel tono di Harry lo aveva irritato.

 

Il bruno sollevò le mani davanti al peto, a mo di difesa “Ok, ok scusami Ron, lo so che eri l’unico dalla mia parte. Ma diamine esiste il libero arbitrio, o almeno tra i babbani, e ho solo cambiato idea su Draco”.

 

Il giovane Weasley, si era leggermente rilassato, mantenendo comunque un’espressione tirata.

 

“Non mi chiedere di andare a fare amicizia con lui perché non ci penso nemmeno” sbottò infine uscendo dalla stanza a passi lunghi.

 

Harry sospirò, ormai solo nella camera.

 

Draco si era fermato con la maglia a mezz’aria, aveva sentito tutto il discorso tra Harry e Ron.

 

Era stupito, nessuno prima d’ora aveva mai preso le sue difese.

 

Finì di vestirsi con tutta calma. La maglia nera attillata, a maniche corte, i pantaloni altrettanto neri e lunghi, ma di tessuto leggero, gli coprivano le belle gambe e cadevano perfettamente sul bel sedere. L’unica nota di “colore” era data dalle scarpe, un semplice paio di Adidas bianche, con bande nere.

 

Era vestito ma non aveva alcuna intenzione di mettere il naso fuori dalla stanza.

 

Se Weasley la pensava così, probabilmente anche tutti gli altri la pensavano allo stesso modo.

 

E non aveva nessuna voglia di fare litigare Harry con mezzo Ordine.

 

“La smetto di preoccuparmi tanto di Harry? Diamine saprà anche cavarsela da solo”.

 

Draco non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo, sembrava che Harry fosse diventato il centro dei suoi pensieri negli ultimi due giorni.

 

“Ed è così carino” una vocina malefica gli introdusse questa idea nella testa, e non ci fu verso di levarsela.

 

Harry era sceso a colazione.

 

Trovò Hermione e Ginny immerse in una discussione piuttosto accesa sulla trasfigurazione delle civette in lampade, Ron invece era solitario e taciturno, seduto lontano da tutti.

 

Salutò tutti  e prese posto vicino alle due ragazze.

 

Ginny gli chiese sottovoce “Che ha?” indicando con un gesto degli occhi il fratello imbronciato.

 

Harry spiegò brevemente alle due ragazze cosa era successo quella mattina tra lui e Ron.

 

Appena finito di spiegare, Hermione esibiva un sorrisone a 32 denti “Visto?Lo sapevo che ce l’avresti fatta a parlare con lui”.

 

Harry sorrise imbarazzato. Aveva sempre odiato ricevere complimenti, lo imbarazzavano e basta.

 

Ginny aggiunse “Beh magari potremmo fargli un po’ di compagnia oggi pomeriggio che ne dite?”.

Entrambi annuirono decisi.

 

Ovviamente avrebbero chiesto anche a  Ron di unirsi a loro, anche se sapevano già la risposta.

 

Infatti più tardi dopo pranzo, Ron si rinchiuse in camera sempre imbronciato, nello stesso momento in cui Harry, Hermione e Ginny bussavano delicatamente alla porta di fianco alla sua.

 

La risposta dall’interno giunse molto flebile.

 

Harry aprì la porta, per una volta con gentilezza.

 

Draco era di nuovo seduto sul davanzale, il sole che gli scaldava la pelle, in mano aveva un libro, stava leggendo.

 

“Disturbiamo?” chiese Harry mettendo la testa dentro la stanza.

 

Non fosse mai che Draco si trovasse di nuovo in boxer.

 

Il biondo alzò gli occhi dal libro.

 

Strabuzzò un po’ gli occhi rendendosi conto di avere tre persone davanti e non solo Harry.

 

“Giornata di visite oggi eh?” chiese scrutando i tre, e indugiando particolarmente su Harry.

 

Si alzò dal davanzale e lasciò il libro su di esso aperto.

 

Ginny sembrava intimidita, Hermione era un po’ tesa, l’unico a suo agio sembrava proprio Harry, che sorrise tranquillo.

 

“Se disturbiamo possiamo sempre tornare più tardi” con un cenno del capo indicò la porta.

 

Draco scosse la testa biondissima, in senso di negazione.

 

“Mi stavo giusto annoiando a morte, un po’ di carne fresca fa sempre piacere” ghignò.

 

Hermione e Ginny  si portarono le mani davanti alla bocca.

 

Harry le guardò interrogativo “Credo stia scherzando”.

 

Draco era interdetto “Faccio una pessima impressione alle ragazze” disse rivolto ad Harry.

 

Il bruno rise, guardandolo negli occhi notò un guizzo di divertimento  nell’altro.

 

La prima a farsi avanti fu Hermione, gratificando Draco con un enorme sorriso “Mi fa piacere che tu stia meglio, sul serio”.

 

Draco arrossì lievemente, solo un po’ di rosso gli si sparse sulle gote.

 

Ginny prese coraggio, e si esibì nel suo migliore sorriso “E’ un piacere vederti di nuovo in piedi”.

 

Draco sorrise, un bel sorriso amabile, che né Ginny né Hermione avevano mai visto.

Le due ragazze sembravano incantate.

 

Harry provò un lieve senso di malessere nel pensare Draco abbracciato ad una delle sue due amiche.

 

Ma non per Hermione o per Ginny, per lui:Draco.

 

“Che fai ora sei anche geloso di lui?” chiese la vocina dispettosa.

 

Ginny si sedette per terra, sul vecchio tappeto, che decorava la stanza, imitata subito da Hermione.

 

La rossa vedendo che Harry non si decideva a sedersi al suo fianco lo afferrò per una mano, e lo obbligò a sedersi.

 

Quel gesto così, amichevole, fu recepito da Draco come gesto intimo, e quindi relegato nella zona: gelosia acuta.

 

Fece di tutto per nascondere una smorfia, che però non sfuggì all’occhio di falco di Hermione, che tuttavia rimase in silenzio.

 

“Allora come stai oggi?” chiese cercando di alleggerire un po’ la situazione che si era creata.

 

Ginny dopo aver preso la mano di Harry non l’aveva più mollata, dimostrando una certa territorialità  nei confronti del bruno.

 

Draco aveva l’aria corrucciata e offesa da quel gesto.

 

Si riscosse dai suoi pensieri, e focalizzò la sua attenzione su Hermione “Molto meglio grazie” le sorrise apertamente “.

 

Ginny era sembra appiccicata ad Harry, che cercava a sua volta di staccarsela di dosso con gentilezza.

 

Il pomeriggio passò in fretta, Draco sembrò apprezzare la compagnia dei tre ex nemici.

 

Specie quella di Harry.

 

Anche se doveva ammettere che la presenza di Ginny lo infastidiva un po’.

 

Ogni occasione era buona per la rossa di attaccarsi ad Harry, e questo irritava Draco oltre ogni sua comprensione.

 

Anche Harry non era per nulla contento di questo comportamento.

 

Capiva solo che il fatto che Ginny fosse così invadente lo irritava.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Spero di farmi perdonare con questo capitolo ^^ dopo quello di ieri avreste anche ragione a  volermi strozzare =). Fatemi sapere che ne pensate come sempre.

Baciozzoli bavosi.

Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Ginny all'attacco, Harry confessa ***


The unexpected

The Unexpected

 

Ginny all'attacco, Harry confessa

 

 

Quando uscirono dalla stanza di Draco era sera, il sole stava calando dietro i palazzi di Grimmauld Place.

 

Harry, Hermione e Ginny erano felici e soddisfatti, si erano veramente goduti quella lunga chiacchierata con questo nuovo Draco.

 

Sul pianerottolo si imbatterono in Ron.

 

Li guardò con aria di sufficienza.

 

“Ron” cominciò Hermione, ma lui si voltò e scese le scale.

 

Harry fece per inseguirlo, ma Hermione lo bloccò “Ci parlo io, se gli parlassi tu finirebbe in rissa conoscendovi”.

 

A Ginny si illuminarono gli occhi, l’occasione perfetta per stare da sola con Harry.

 

“Ah Harry, devo farti vedere una cosa in camera mia” disse inventandosi la prima cosa che le passava per la mente.

 

Il bruno cercò di opporre resistenza “Ma io veramente dovrei…” Ginny lo ignorò, lo afferrò per la mano e lo trascinò attraverso il corridoio.

 

Ignoravano il fatto che Draco da dietro la porta avesse sentito tutto il discorso di Ginny.

 

“Si certo… tanto valeva dirgli: vieni da me che ti mostro la mia collezione di farfalle.”

 

Strinse i pugni, e si appoggiò alla porta.

 

L’odio che provò per Ginny in quel momento lo lasciò per un momento stupefatto.

 

“Reazione troppo violenta. Calmati Draco, calmati e respira”.

 

Ginny era nel frattempo riuscita  a trascinare Harry nella stanza che divideva con Hermione.

 

Il bruno fingeva indifferenza, cercando di evitare di guardare la rossa negli occhi.

 

“Emh, cosa dovevi farmi vedere Ginny? Avrei da fare in realtà…” non riuscì a finire la frase, che Ginny gli era letteralmente saltata in braccio.

 

Harry perse l’equilibrio e si trovò sdraiato per terra, sul pavimento coperto di moquette, con Ginny sopra che lo baciava con foga.

 

Cercava di levarsela di dosso “Ginny!Per favore!Ma che diav…!” Ginny gli imprigionò di nuovo la bocca nella sua, mentre con le mani armeggiava con la sua camicette leggera.

 

Vedendo la rossa intenta a spogliarsi, qualcosa scattò nella testa di Harry, che prendendola per le braccia, la spinse indietro riuscendo a  levarsela di dosso.

 

Il giovane mago scattò in piedi, guardando Ginny furente.

 

Ginny era ancora a terra, si stava riallacciando i pochi bottoni che era riuscita a sbottonare.

 

“Ma cosa diavolo ti prende!?Ma sei impazzita??Cosa diavolo ti ha fatto credere che volessi starci?” le stava urlando in faccia, senza troppi complimenti.

 

Ginny si alzò dal pavimento, cercando di fronteggiarlo “Tu ci stavi con me fino a qualche settimana fa!Ecco cosa ho pensato!” piangeva.

 

Si asciugò le lacrime, che le scendevano dagli occhi azzurri, con una manica.

 

Harry non si preoccupò minimamente, uscì dalla stanza senza emettere un fiato.

 

Nel corridoio incontrò Hermione e Ron.

 

Ron sembrava molto più tranquillo.

 

“Emh Harry…” cominciò il rosso.

 

“Non ora  Ron, stasera parliamo”, riuscì comunque a  sorridere all’amico, mentre lo superava e si dirigeva a passo di marcia verso una stanza lui ormai ben nota.

 

Hermione e Ron si scambiarono un’occhiata interrogativa, rimanendo imbambolati nel corridoio.

 

Harry fece, al solito suo, irruzione nella stanza di Draco, che stava sonnecchiando sul letto.

 

Il biondo si svegliò, scattando seduto così in fretta che rischiò di cadere dal letto.

 

“Ma dico sei impazzito!!!?” poi vedendo la faccia di Harry si accigliò “Che diavolo è successo?”

 

Harry percorse la stanza a passi veloci fino a raggiungere la finestra.

 

Afferrò il bordo del davanzale e strinse il marmo tra le mani, fino a farle diventare bianche.

 

Draco gli si era avvicinato, appoggiandosi con la spalla al muro, incrociando le braccia sul petto.

 

Non fece domande, si limitava ad aspettare che Harry parlasse.

 

Passarono alcuni minuti fino a quando il bruno non sbottò “Non .Ci.Posso.Credere.”, voltò il viso fino ad incontrare quelle del biondo, che continuava a guardarlo interrogativo.

 

Harry disse semplicemente “Ginny”.

 

Draco ebbe un fremito “Cosa diavolo a fatto quella stupida oca rossa?”, spostò il peso da un piede all’altro.

 

“Cosa è successo?” domandò infine, poi staccò le mani di Harry dal davanzale “Me lo stai rompendo” aggiunse come spiegazione al suo gesto.

 

Harry si allontanò, il contatto delle mani fredde di Draco lo turbava, si sedette sull’unica poltrona disponibile nella stanza.

 

Draco lo imitò sedendosi a sua volta sul letto, attendendo spiegazioni.

 

“Quando siamo usciti di qua, Ginny mi ha detto di avere una cosa da farmi vedere in camera sua. Se non fosse che appena entrati mi sia letteralmente saltata addosso”.

 

Draco trattenne il respiro, non voleva che la sua gelosia trasparisse “Ah…ma, tu e Ginny non stava insieme ad Hogwarts?”, domanda dal tono noncurante.

 

Harry assentì con il capo “Sono cambiate molte cose da allora”, l’allusione riferita alla morte di Silente colpì Draco come un pugno allo stomaco.

 

“Non me la sento di stare con lei, non me la sento di stare con nessuna altra ragazza”  Harry aveva quasi sussurrato quella frase.

 

Il biondo continuava ad osservarlo, studiandolo in tutti i suoi minimi particolari.

 

“Quindi, umh, con la Weasley è finita, ma lei sembra rimasta indietro con le lezioni o sbaglio?”

 

In un momento di sincerità acuta, neanche fosse sotto l’effetto del Veritasserum Harry aggiunse “In realtà, credo di non essere proprio attratto dalle ragazze”.

 

Ci mancò poco che Draco finisse per terra a questa confessione.

 

“Ma che cazzo fai Harry?Sei amico suo da nemmeno 48 ore e gli stai spiattellando la tua vita sessuale?”.

 

Harry diventò color peperone,  “Io…. Scusa, in fondo queste cose non ti interessano” .

 

Il biondo era impegnato a non mostrare i suo sentimenti, e a ricomporsi.

 

Quella confessione di Harry lo aveva spiazzato moltissimo.

 

Fino a due settimane prima si sarebbero uccisi a vicenda incontrandosi, e ora Harry era li davanti a lui a confessargli di essere gay, e lui gongolava felice alla notizia.

 

Non sapeva esattamente da che parte cominciare, poi disse semplicemente “ E che male c’è?”.

 

Ora fu il turno di Harry per rimanere spiazzato.

 

“Nulla, ma non tutti la pensano come te, e soprattutto non pensavo che te” calcò la parola appositamente “potessi essere di questa idea, dato che mi sei sembrato sempre molto, razzista su alcune cose”.

 

Il viso di Draco si contorse in una smorfia

 

Harry aveva ragione su molte cose, ma su una solo si era sbagliato.

 

Non era mai stato omofobico.

 

Per il semplice motivo che anche lui non disdegnava la compagnia maschile.

 

Non era gay al 100% come Harry, ma bisex sicuramente.

 

Anche se di certo non sarebbe andato a dirlo a Potter in quel preciso momento, sempre che prima o poi si decidesse a  dirglielo.

 

Harry scattò in piedi, era sempre rosso in viso.

 

Indicò la porta.

 

“La prossima volta busso te lo giuro” sorrise “Ora dovrei chiarirmi con Ron, sai per stamattina”.

 

Draco si strinse nelle spalle, afferrò il libro abbandonato sul comodino e si mise  a leggere senza proferire parola.

 

Harry uscì, cercando Ron per la casa.

 

Lo trovò in cucina, era da solo. Probabilmente Hermione era con Ginny.

 

“Harry!Ti sembrava il caso di dire di tutto a Ginny?Sta piangendo come una fontana da mezz’ora!” furono le prime parole di Ron.

 

Il bruno prese posto di fronte al rosso “Non che lei sia stata molto delicata con me eh Ron”

 

“Lo so, mi ha raccontato… ma forse, c’è modo e modo per dire una cosa”.

 

Ron non era arrabbiato, conosceva la sorella e sapeva che non era una ragazza  molto facile, o con cui avere una discussione.

 

“Harry, riguardo stamattina. “gli occhi azzurri di Ron incontrarono quelli verdi di Harry “Mi dispiace ok? Hermione mi ha spiegato di oggi pomeriggio.

 

E mi ha detto di quanto sia cambiato Malf… Draco. Magari domani vengo a parlare anche io con lui” aggiunse tutto in un fiato.

 

Harry si limitò a sorridergli “Grazie Ron. Sei un amico vero”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Per tutte le "amanti" di Ginny, dolce vendetta MUHAHAHA. Scrivere la parte di Harry con Ginny mi ha nauseato, per quello è durata così poco XD. Commentate la mia ultima fatica - occhioni-

Bacioni sbavosi. Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Un Ricordo di Draco ***


The Unexpected

The Unexpected

 

Un Ricordo di Draco

 

 

Draco in camera sua cercava di concentrarsi sulla lettura del suo libro. Inutilmente.

 

I suo pensieri tornavano con ostinazione a Harry e  a quello che il bruno gli aveva confessato.

 

“Draco piantala sembri una femminuccia alle prese con la tua prima cotta” si mise a girare per la stanza nervosamente, misurandola a grandi passi.

 

Harry era sempre in cucina con Ron.

 

Stava cercando di batterlo per la milionesima volta agli scacchi dei maghi.

 

Con scarsissimi risultati ovviamente.

 

Ron era veramente un mostro agli scacchi.

 

Verso l’ora di cena, la cucina cominciò ad animarsi.

 

Molly scese per preparare la cena, Tonks si offrì di aiutarla, ma, dopo aver rovesciato un pentolone pieno di acqua bollente, venne spedita il più lontano possibile dalla cucina.

 

Hermione, spuntò a cena ormai ultimata, scoccando a Harry un’occhiata  irritata e di disapprovazione.

 

Di Ginny non si ebbero notizie per tutto il tempo.

 

Fu Hermione a prendere Harry sottobraccio alla fine della cena, e  a trascinarlo in una stanza vuota.

 

Lo guardava con sguardo truce “Non credi che dovresti andare a scusarti?” chiese senza troppi preamboli la riccia.

 

Harry non aveva alcuna intenzione di litigare anche con lei quel giorno “Herm per favore…. Non stasera, io ho reagito male è vero, ma Ginny ha cercato di violentarmi”.

 

Hermione sbuffò alzando gli occhi al cielo.

 

“Merlino quanto sei esagerato, era la tua ragazza fino a cinque settimane fa.. o te lo sei dimenticato?”.

 

Ora fu il turno di Harry di sbuffare “Esatto, hai usato il verbo giusto, ERA la mia ragazza, ciò implica che non lo sia più” disse in tono neutro.

 

“Questo non vuol dire che tu la debba trattare come un giocattolo rotto..”.

 

“Ma perché tutti vi ostinate  a vedere solo il mio lato buono?Ho anche io le mie giornate storte, o oggi lo è stata dopo l’assalto non richiesto di Ginny!Ora non sono proprio dell’umore per andare  a scusarmi con lei…” detto questo uscì lasciando Hermione sola nella stanza vuota.

 

Ecco ce l’aveva fatta, aveva litigato anche con la sua migliore amica.

 

Prima Ron, poi Ginny, ora Hermione.

 

Stranamente l’unico con cui non litigava era proprio Draco.

 

Stranamente sembrava l’unico in grado di capirlo in quel periodo.

 

E stranamente, era l’unica persona con cui avesse voglia di parlare o che avesse voglia di vedere.

 

La voce della signora Weasley lo riportò alla realtà.

 

Aveva in mano un vassoio con la cena , calda e fumante sopra.

 

“Harry caro, sii gentile, portalo al nostro ferito” gli porse il vassoio con un sorriso amabile.

 

“Ah… emh.. si certo” balbettò prendendo il vassoio in mano senza fare troppe storie.

 

Si avviò con calma su per le scale, anche perché voleva evitare di rovesciare il contenuto della brocca piena di acqua fresca.

 

Con  un equilibrio degno di un funambolo, riuscì ad aprire la porta della stanza, senza rovesciare nulla e senza procurarsi lesioni interne.

 

Draco non era nella stanza.

 

O almeno non era nella visuale di Harry.

 

Infatti il biondo si trovava in bagno.

 

Ad osservare la sua immagine pallida  e sciupata in quel vecchio specchio.

 

Gemette.

 

Odiava vedersi in quello stato, si sentiva ancora debole, non si era ristabilito del tutto, e aveva dei seri dubbi che la sua mente sarebbe tornata come prima.

 

Aveva perso tutto, la sua famiglia, i suoi averi, l’importanza del suo nome.

 

Lui, uno dei maghi più influenti, l’unico rapollo di due delle famiglie più antiche del mondo magico.

 

L’unico rampollo dei Black e dei Malfoy.

 

La congiunzione tra le due famiglie.

 

Ormai cadute entrambe in disgrazia.

 

Non gli era rimasto nulla, solo i ricordi.

 

Quelli non li avrebbe persi mai.

 

La durezza di suo padre.

 

La dolcezza di sua madre.

 

Gli ordini di suo padre.

 

Le carezze di sua madre.

 

Le proibizioni di suo padre.

 

I permessi di sua madre.

 

Un’infanzia passata nel terrore.

 

Sapendo che quello che il padre faceva non era per nulla lecito e morale.

 

Ma nello stesso tempo sapendo che quella strada un giorno avrebbe dovuto percorla lui.

 

Ricordava ancora una discussione, che i suoi avevano avuto quando lui aveva più o meno 7 anni.

 

Flashback:

 

Un Draco bambino si aggirava per l’enorme Manor Malfoy.

 

Ad un certo punto Narcissa, sua madre, gli andò incontro.

 

Si inginocchiò davanti al figlioletto e gli disse “Draco, tesoro, ora dovresti andare in camera tua va bene?”, il piccolo Draco non disubbidiva mai a sua mamma, nemmeno ora.

 

Annuì convinto con il capo biondo, e si lasciò condurre tranquillamente dalla madre in camera sua.

 

Solo la sua stanza era grossa quanto due camere normali messe insieme.

 

Al centro della stanza, si trovava un grosso letto a baldacchino molto antico.

 

Le coperte erano semplicemente nere, pesanti.

 

Era inverno, si ricordava la neve fuori dalla sua finestra, nel prato antistante la sua casa.

 

La stanza era ingombra di libri, una grossa scacchiera, una libreria piena di libri di tutti i generi, rigorosamente non Babbani.

 

Un manico di scopa ultimo modello era appoggiato alla parete.

 

Le finestre a vetrata facevano entrare la bellissima luce invernale nella stanza.

 

C’erano ben pochi giochi in quella stanza.

 

Il piccolo Draco si diresse verso la libreria e ne estrasse un libro.

 

Era un libro che Draco adorava.

 

Ed era anche l’unico libro che suo padre non doveva vedere. Mai. In nessuna occasione.

 

Glielo aveva regalato la madre per il suo sesto compleanno, ovviamente di nascosto a Lucius.

 

Draco si rigirò la copertina lucida e consunta tra le sue piccole manine.

 

Sulla copertina a caratteri d’oro c’era stampato : Le favole dei Fratelli Grimm.

 

Un libro babbano, ecco perché quel libro non doveva essere visto da nessuno.

 

Quando Draco si sentiva triste e solo, prendeva sempre quel libro in mano, e ne leggeva qualche storia.

 

Sdraiato a pancia sotto nel suo lettone, sfogliava le pagine, leggendo e guardando le figure.

 

Non vedeva cosa ci fosse di male in quelle innocue storie babbane.

 

Quel giorno proprio mentre si arrampicava a fatica sul suo lettone, sentì le urla provenienti dalla stanza dei suoi genitori.

 

Stavano litigando. Di nuovo.

 

Narcissa stava cercando di far capire a Lucius che loro figlio era troppo piccolo.

 

Troppo piccolo per capire cosa gli succedeva intorno.

 

Lucius non era della stessa idea, e urlava senza ritegno contro la moglie.

 

Draco si spaventava sempre quando i suoi litigavano.

 

Aveva paura per la mamma.

 

Scese dal letto, dimentico per un momento del libro babbano aperto sul letto.

 

Si avvicinò con le orecchie alla porta.

 

Voleva sentire cosa succedeva.

 

“Non voglio Lucius!Non voglio e basta!E’ il mio unico figlio!” la voce di sua mamma, irritata e leggermente isterica.

 

Lucius camminava avanti e indietro per la stanza.

 

“Oh Narcissa piantala! Lo sai benissimo che è il suo destino! E’ anche mio figlio, se per caso te lo fossi dimenticata! E come mio unico figlio deve per forza servire l’Oscuro Signore!E’ un Mangiamorte da quando è nato!”

 

Lucius si era fermato, stava fissando furente la moglie negli occhi.

 

“E soprattutto non tollero essere contrariato quando Draco è in giro!Lo sai che potrebbe sentire tutto”.

 

Narcissa singhiozzò.

 

Draco nella sua cameretta singhiozzò a sua volta.

 

“Smettila Narcissa, devi essere forte!Sei una Malfoy per Dio” il suo di uno schiaffò risuonò nel silenzio caduto all’improvviso nella stanza.

 

Draco non resistette, si strinse le orecchie con le manine.

 

Si diresse verso il letto, e sdraiandosi sopra pianse a dirotto.

 

Poco dopo sentì la porta di casa che sbatteva.

 

Sua padre se ne era andato.

 

Sua madre lo raggiunse in camera.

 

Entrò lentamente, avvicinandosi al figlio.

 

“Draco tesoro” la voce a mala pena udibile.

 

Il bimbo sollevò il visino rigato di lacrime.

 

“Mamma” urlò, buttando le braccia al collo della madre.

 

“Sono qua figlio mio, e finché sarò con te nulla ti potrà succedere”.

 

Fine flashback

 

Un Draco ormai adulto, si stava osservando, nello specchio.

 

Una lacrima solitaria gli scese sulla guancia.

 

Fu un rumore attutito proveniente dalla camera da letto a distrarlo dai suoi ricordi agrodolci.

 

Si asciugò la lacrima, e uscì dal bagno.

 

Harry era riuscito ad appoggiare il vassoio, senza rovesciare nulla, sul comodino.

 

Draco, rimase un po’ sorpreso.

 

In quella settimana la cena gliela aveva portata solo la signora Weasley.

 

“Potter ti stai per caso affezionando a me?” lo apostrofò il biondo.

 

“Oh si tantissimo” fu il pensiero di Harry, ma la sua risposta fu ben diversa.

 

“Si vorresti Malfoy” rispose ghignando.

 

“Si lo vorrei tantissimo”fu il pensiero di Draco.

 

Si avvicinò al vassoio.

 

“Tutta questa roba per me?” chiese indicando il contenuto.

 

Harry si strinse nelle spalle “A quanto sembra”.

 

Draco sollevò un coperchio da una pietanza a caso.

 

Il profumo di una bistecca la sangue gli arrivò immediatamente al naso.

 

Lo stomaco reagì subito, brontolando.

 

Il viso del biondo arrossì leggermente.

Harry rise, “Ma tu non mangi da oggi a pranzo?”.

 

Il biondo si limitò ad annuire,mentre si preparava ad affrontare la bistecca.

 

“Ti scazza se sto qua?Non mi sento molto socievole stasera”.

 

Draco sollevò leggermente lo sguardo.

 

Inghiottì il boccone che aveva in bocca  e disse “E quando non ti senti socievole stai con me? Molto gentile da parte tua”.

 

Harry non rispose, si sedette solo nella poltrona, attendendo senza disturbare che il biondo mangiasse.

 

Ebbe così modo di osservarlo.

 

Lo conosceva da sette anni, e per la prima volta si accorgeva di quanto in realtà fosse un ragazzo normale.

 

E forse ora che non era più sotto l’influsso del padre, lo era ancora di più.

 

O per meglio dire: era se stesso.

 

 Il vero Draco.

 

Quello che sarebbe dovuto essere da sempre, e non solo da una settimana  quella parte.

 

Mangiava in modo tranquillo, ordinato.

 

Doveva essere una persona meticolosa  e precisa.

 

L’esatto contrario di Harry, che era il disordine personificato.

 

Era talmente assorto da non essersi accorto, che Draco aveva finito la cena e lo stava osservando.

 

“Potter non hai un aspetto rassicurante in questo momento” ruppe il silenzio all’improvviso il biondo.

 

Harry si scosse, con un sussulto “Non ti avevo detto di chiamarmi Harry?”.

 

Draco si alzò dal letto, sbadigliando, “Si vero, ma anche tu mi hai chiamato Malfoy poco fa” gli ricordò.

 

Harry si alzò, avvicinandosi al vassoio.

 

“No se ne va già” fu il pensiero di Draco.

 

“Sai”cominciò il bruno “Penso che seriamente a breve potrai cominciare a scendere con noi ai pasti. In fondo ora, fai parte della grande famiglia dei buoni” finì il bruno sorridendo incoraggiante.

 

“Non me la sento Harry…. Essere considerato buono, non penso che molti si fidino di me, persino te no ti fidavi fino a 2 giorni fa” ridacchiò “Essere considerato buono” ripetè il biondo.

 

“Draco…. Noi non ti consideriamo buono, sappiamo che sei sempre stato buono. Ricordati che tutti hanno un lato buono, il tuo era solo molto ben nascosto”

 

Gli fece un occhiolino fugace in segno di intesa, e si allontanò.

 

Draco era di nuovo solo.

 

In balia dei suoi ricordi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Lo so ritardo =( chiedo perdono. Mentre scrivevo questo capitolo, mi sono soffermata sul serio a pensare a  che tipo di infanzia possa avere avuto Draco, e è triste lo so ma me la immagino così, anche perchè se no non si spiegherebbero molte cose -.-. Sperando che vi sia gradito come sempre un baciozzolo sbavoso.

Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Chiarimenti tra le parti ***


The Unexpected

The Unexpected

Chiarimenti tra le parti

 

 

 

 

 

 

 

Ora che era uscito dalla stanza di Draco, Harry si sentiva molto più rilassato.

 

Decise di andare a risolvere il problema con Ginny una volta per tutte.

 

Si diresse convinto verso la camera delle ragazze.

 

Ma appena arrivato davanti alla porta ebbe un momento di incertezza.

 

Bussò lentamente.

 

Un avanti poco convinto gli arrivò dall’interno della stanza.

 

“Emh, è permesso?” chiese inserendo la testa nello spiraglio di porta che aveva aperto.

 

Ginny era seduta sul  suo letto.

 

Aveva gli occhi rossi, probabilmente dal gran pianto.

 

Si era cambiata, ora aveva un pigiama rosa indosso.

 

“Ah sei tu” disse appena vide la testa di Harry fare capolino dalla porta.

 

Harry entrò, sentendo il coraggio di prima venire  meno.

 

Ma doveva risolvere quella questione, odiava lasciare questioni aperte .

 

Entrò lentamente e si diresse verso il letto di Ginny, senza tuttavia sedersi.

 

Lei alzò gli occhi verso il bruno, le si stavano di nuovo riempiendo di lacrime.

 

“Cosa vuoi ora?Umiliarmi ancora un po’?” il tono piccato di Ginny non diede fastidio ad Harry, per un momento si rese conto di provare del rancore verso quella ragazza.

 

Si sedette a distanza di sicurezza dalla rossa e prendendo un profondo respiro cominciò a parlare.

 

“Ginny senti, se oggi ho reagito in quel modo, è perché ho i miei buoni motivi”, Ginny lo fulminò con un’occhiata.

 

“Cioè, è vero siamo stati insieme, ma i tempi sono cambiati, ora non posso e non voglio stare con nessuno, è vero ho reagito molto male oggi, e di questo ti chiedo scusa, ma non voglio che succeda mai più nulla tra di noi. La tua amicizia mi è preziosa sul serio… ma non voglio altro”.

 

Gli occhi di Ginny si riempirono di lacrime.

 

“Mi dispiace Ginny” ma il suo tono di voce non esprimeva alcun tipo di dispiacere.

 

Si alzò dal letto meccanicamente, e si diresse verso la porta senza guardarsi indietro.

 

Appena uscito tirò un sospiro di sollievo, si era appena levato un peso enorme dallo stomaco.

 

E gli era anche venuta fame, a cena aveva mangiato poco e niente a causa di quel malessere che sentiva.

 

Si diresse in cucina, dove razziò tutto ciò che trovò nel frigo.

 

Era solo, e potè abbandonarsi ai suoi pensieri.

 

Si mise a ripercorrere mentalmente gli ultimi 7 anni della sua vita.

 

Il giorno del sue undicesimo compleanno, quando scoprì di essere una mago.

 

Quando apprese la verità sulla morte dei suoi genitori.

 

Quando conobbe Ron ed Hermione, e perché no anche Draco.

 

L’avventura del primo anno contro il professor Raptor

 

Il secondo anno contro il basilisco.

 

Il terzo anno scoprì di avere un padrino. Sirius.

 

Il quarto anno assistette al ritorno di Voldemort e all’uccisione di Cedric.

 

Il quinto anno scoprì l’esistenza della profezia che riguardava lui e Voldemort, e la successiva morte di Sirius.

 

Il sesto anno, la scoperta che Draco era un mangiamorte, e la morte di Silente.

 

E ora, aveva Draco dalla sua parte, sotto il suo stesso tetto. Ed erano amici.

 

Era questa la parte che gli piaceva di più, sapere che finalmente poteva essere amico di Draco.

 

“Sicuro che sia solo questo il motivo che ti faccia felice?” una vocina malefica gli entrò in testa.

 

“Ammettilo Harry, Draco ti piace, ti attira come una calamita”.

 

Come se fosse stato posseduto da qualche forza misteriosa si alzò dalla sua sedia e si diresse verso la camera a lui ormai tanto familiare.

 

Bussò con delicatezza, ed entrò senza attendere il permesso.

 

Questa volta Draco era davanti al camino spento.

 

Sembrava pensieroso.

 

Alzò gli occhi per vedere chi fosse entrato.

 

Il suo cuore ebbe un balzo notando chi era appena entrato.

 

“Harry, Harry mi viene a  trovare di sua spontanea volontà…. Merlino sembri una femminuccia”

 

“Cosa è ti stai affezionando sul serio?” Chiese con un sopracciglio biondo alzato, interrogativo.

 

“No… è che sembra che ultimamente l’unica persona con cui io non litighi sia proprio tu” si strinse nelle spalle.

 

Draco emise un verso divertito “Beh abbiamo litigato per 7 anni, direi che è anche l’ora di smetterla!”.

 

Harry lo osservò stupito, un Draco così gaio non lo aveva mai visto, era quasi simpatico.

 

“Mi sembri più tranquillo di stasera o sbaglio?” chiese Draco avvicinandosi al bruno.

 

Harry tergiversò, guardandosi intorno, “Ho parlato con Ginny” disse in tono neutro.

 

Il biondo non aggiunse nulla, rimase solo li ad osservarlo, attendendo che continuasse il discorso.

 

“E… niente, le ho detto che non voglio che accada mai più una cosa come oggi, e che voglio definitivamente troncare con lei”.

 

Guardò Draco negli occhi grigi, come le nuvole in tempesta.

 

Il biondo rimandò lo sguardo, affondando letteralmente negli occhi verdi di Harry.

 

“Lei non l’avrà prese bene immagino, ma tu come stai?” chiese con interesse.

 

Harry si strinse nuovamente nelle spalle “Bene direi, anzi, molto meglio di stasera sicuramente”.

 

Harry sorrise incoraggiante.

 

“E tu come stai?”.

 

Draco prese un po’ di tempo prima di rispondere.

 

Non sapeva esattamente cosa rispondere. Si fisicamente stava molto meglio, ma mentalmente era molto confuso.

 

Alla fine optò per un “Molto bene grazie”. Veloce e indolore.

 

Sorrise incerto in direzione del bruno.

 

C’era attrazione nell’aria.

 

Un scarica elettrica gli attraversò il corpo.

 

Harry si rese conto del cambio di situazione, del cambio di atmosfera improvviso.

 

E si sentiva terribilmente attirato da Draco.

 

Erano seduti vicini, a pochi centimetri l’uno dall’altro.

 

Si girarono a guardarsi negli occhi nello stesso momento.

 

Harry ebbe un fremito di incertezza.

 

Draco deglutì.

 

“Oddio,Oddio no” fu il pensiero di Draco.

 

“Non lo stai per fare Harry, E’ vero che non lo stai per fare?”.

 

Ma prima ancora di finire il pensiero, le labbra di Draco erano appoggiate sulle sue, morbide, invitanti, e calde.

 

 

 

 

 

 

 

NdA. Non lo so non è tantissimo. E ppppoi brutte notizie per i fanZ di Harry and Draco. Mi sono momentaneamente impallata -.-. Devo trovare il modo giusto per andare avanti. Ma non disperate ce la farò!. fatemi sapere che ne pensato come sempre!

baciozzoli sbavosi. Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** L'amara scoperta ***


The Unexpected

The Unexpected

L'amara scoperta

 

La reazione fu istantanea, Harry scattò in piedi e Draco come rendendosi conto troppo tardi di ciò che aveva fatto, si ritrasse all’indietro sul letto.

 

Nel giro di pochi secondi il bruno era sparito dalla camera.

 

Draco si prese il viso pallido tra le mani, scrollando il capo biondo.

 

“Cosa hai fatto Draco? Merlino non puoi averlo fatto”.

 

Harry corse in camera sua, il fiato mozzo, le guance rosso fuoco.

 

Ron quasi cadde dal letto per lo spavento.

 

“Harry!!Ma c’è modo e modo di entrare in camera!”.

 

Poi vedendo la faccia sconvolta di Harry, cambiò espressione.

 

“Che succede? E’ successo qualcosa?”.

 

Si era avvicinato premurosamente verso l’amico, che minacciava di inciampare nei suoi piedi ad ogni passo.

 

Lo aiutò a sedersi sul bordo del letto.

 

“Harry?”.

 

Il mago bruno lo osservò, sembrava smarrito.

 

“Harry?” ripeté Ron leggermente preoccupato dal mutismo dell’amico.

 

Harry si obbligò a rispondere.

 

“Emh, si si, tutto bene Ron, solo che” pensò ad una scusa plausibile da raccontare all’amico.

 

“Solo che mi sono chiarito con Ginny, e insomma, non ci siamo lasciati molto amichevolmente”.

 

Almeno aveva trovato un alibi plausibile.

 

Ma Ron non sembrava molto convinto. Guardava Harry indagatore.

 

“Non credevo che mia sorella di sconvolgesse tanto” disse infine.

 

Harry riuscì a mettere insieme un sorriso sghembo, guardando il rosso negli occhi chiari.

 

“Comunque sia non entrare mai più in camera facendo tutto quel casino, se non vuoi farmi morire di infarto” asserì Ron alzandosi dal letto e dirigendosi verso il suo, dove stava leggendo l’ultimo numero della “Gazzetta del profeta”.

 

Harry non rispose.

 

I suoi pensieri schizzavano sempre verso quel bacio veloce e fugace.

 

Fu interrotto da Ron che aveva appena esclamato “Harry vieni a leggere!” .

 

Il tono di voce del rosso indussero Harry a darsi una mossa.

 

Raggiunse l’amico sul letto, e si mise a leggere il trafiletto che Ron gli stava indicando.

 

Il trafiletto titolava:

 

Ritrovati i corpi di Lucius e Narcissa Malfoy”.

 

A Harry si gelò il sangue nelle vene, ma continuò a leggere.

 

Ieri sera, davanti all’entrata del Ministero Della Magia,sono stati abbandonati due corpi, ora identificati come quelli di Lucius e Narcissa Malfoy.

 

I corpi, ormai privi di vita, sono stati trovati da un funzionario del Ministero che stava tornando a casa dopo la giornata di lavoro.

 

Non si hanno dubbi, sul mandante dell’omicidio, e probabilmente esecutore materiale dello stesso.

 

Lucius Malfoy è da sempre un sostenitore convinto di voi-sapete-chi, e uno dei suoi più fedeli Mangiamorte.

 

Probabilmente questa è stata la punizione dell’Oscuro Signore, inflitta al giovane figlio dei Malfoy, Draco, per il fallimento della missione  a lui affidategli poche settimane fa.

 

Ricordiamo infatti che l’omicidio del Professore Albus Silente è avvenuto per mano di Severus Piton., e non per mano del giovane Malfoy, come riferito da testimoni oculari della scena.

 

Del giovane Malfoy non se ne hanno tracce, ma le autorità non sperano sicuramente di trovarlo vivo.

 

Il trafiletto terminava così.

 

Probabilmente, il Ministero stava cercando di far passare un po’ la questione in sordina.

 

Draco, sapeva già della morte dei suoi genitori,ma non sapeva del ritrovamento del corpo dei suoi, abbandonati in un vicolo maleodorante di Londra, come sacchi di spazzatura.

 

Sembrava che Ron stesse pensando la stessa cosa, con un cenno del capo indicò il muro oltre il quale si trovava la camera del biondo, “E ora come glielo diciamo?” chiese pensieroso verso Harry.

 

Harry fissava il trafiletto sul giornale.

 

Una foto ritraeva l’intera famiglia Malfoy, con un ghigno stampato in faccia a tutti e tre.

 

Si soffermò ad osservare Draco, dietro a quel sorriso strafottente si nascondeva ben altro.

 

Gli occhi erano velati di tristezza.

 

Proprio come lo sguardo che Draco aveva sempre in quei giorni.

 

Ron attendeva risposta, osservando l’amico.

 

Harry si alzò e si diresse verso la porta della camera “Glielo dico io… “

 

Rimase per quasi una mezz’ora davanti alla porta.

 

Il ricordo del bacio, e l’idea di dover dire a  Draco che avevano trovato i corpi dei suoi genitori lo tormentavano.

 

Il problema fu risolto da un Draco che aprì all’improvviso la porta.

 

Dietro di lui si trovava  il professor Lupin.

 

Il biondo arrossì fino alla punta dei capelli trovandosi davanti proprio il motivo del suo imbarazzo.

 

Lupin lanciò ad Harry un’occhiata ammonitrice.

 

Aveva immaginato che Harry potesse trovarsi li proprio per riferire a Draco la notizia.

 

Appoggiò le mani sulle spalle del giovane biondo, e lo indusse ad uscire alla stanza.

 

Il biondo non lo degnò di uno sguardo, teneva il viso fieramente dritto davanti a sé.

 

Probabilmente aveva già capito che qualcosa non andava.

 

Harry si fece da parte per far passare i due, e li osservò sparire giù dalla scala.

 

Hermione gli stava andando incontro per il corridoio.

 

“Harry hai letto?” disse sottovoce all’amico.

 

Il bruno si limitò ad annuire.

 

Rimasero in silenzio nel corridoio, in mezzo alle due camere dove, poco dopo,  furono raggiunti sia da Ron che da Ginny.

 

“Glielo dirà Lupin a quanto sembra” asserì in tono neutro Harry, guardando sempre verso la scala dove aveva visto sparire la bella schiena di Draco pochi minuti prima.

 

Lupin aveva condotto Draco, verso una stanza ampia, ordinata, e decisamente meno polverosa delle altre camere della casa.

 

Lo fece accomodare su una sedia, davanti agli altri membri dell’Ordine  che in quel momento si trovavano alla base.

 

Lupin si accomodò di fronte a Draco.

 

Draco osservava le persone davanti a  sé, molte non si ricordava nemmeno di averle mai viste.

 

In fondo, dal suo arrivo le persone che aveva visto di più erano la signora Weasley e Harry.

 

Riconobbe tuttavia la brutta faccia di Moody, il signor Weasley, e ovviamente Lupin.

 

Oltre ai 3 citati nella stanza c’erano Tonks e  la signora Weasley.

 

I suoi occhi grigi dardeggiavano da un viso all’altro, inquieti.

 

Fu Moody a prendere parola.

 

“Emh, ragazzo, non c’è un modo veloce e indolore per dire quello che ti sto per dire, ma devi ovviamente venire a sapere” fece una pausa, forse per prendere coraggio, e poi continuò “Ieri sera, davanti al Ministero della Magia….. hanno trovato i corpi dei tuoi genitori” si fermò, voleva prima vedere la reazione del giovane.

 

Draco non battè ciglio, incassò il colpo rimanendo in silenzio e composto, non un battito di ciglia, non un sospiro, non un singhiozzo.

 

Moody perplesso continuò.

 

 “Sospettiamo che il Signore Oscuro, o chi per sé, abbia conservato i corpi dei tuoi genitori, e li abbia lasciati davanti al Ministero per un ovvio motivo. Farci sapere che non avrà pace fino a quando non ti troverà e completerà l’opera. Vuole farci capire che è sulle tue e nostre tracce, deve aver capito che qualcuno di potente ti sta proteggendo.”

 

Molly e Tonks guardavano il giovane in apprensione.

 

Probabilmente se avesse avuto un attacco isterico sarebbe andata meglio.

 

Draco si limitò a stringere i pugni, il viso contratto in una smorfia.

 

Non parlava, si limitò a fissare Moody.

 

Fu Molly la prima ad alzarsi, si avvicinò al ragazzo, e lo obbligò ad alzarsi.

 

Lo accompagnò in silenzio nella sua camera.

 

Fu Ron il primo a sentire  i passi che risalivano le scale “Stanno tornando” disse sottovoce agli altri tre.

 

Harry scattò in piedi, voleva andare a vedere come stava Draco, ma Hermione lo fermò “No Harry, non ora, c’è sicuramente Molly con lui, ed è tutto quello che ora gli serve”.

 

Il bruno si bloccò che aveva già la mano sul pomello della porta.

 

“Hai ragione Herm”.

 

Tornò con gli altri e si sedette per terra in compagnia di Ron, mentre le due ragazze si trovavano sul letto.

 

“Non avrei mai pensato di dover dire : Povero Malfoy… vi giuro in tutta la mia vita, mi sarei aspettato piuttosto di diventare addestratore di puffole pigmee, ma non di dire:Povero Malfoy.” disse Ron all’improvviso.

 

Un silenzio calmo calò tra i quattro maghi.

 

Dalla stanza del biondo non proveniva alcun rumore.

 

Harry cominciò a mordicchiarsi nervosamente le unghie, poi all’improvviso ruppe il silenzio “Sapete che Voldemort, gli ha tenuto la madre in ostaggio per obbligarlo a portare a termine la missione?”.

 

Hermione alzò gli occhi dalla Gazzetta del Profeta che stava sfogliando, Ginny, che era intenta a giocare con Arnold, la sua puffola pigmea, la lasciò un attimo sul letto dimentica di lei, Ron sollevò semplicemente lo sguardo dalla moquette consunta.

 

Sei occhi si fissarono su di lui.

 

Hermione era sconcertata “Che cosa? E tu come lo sai?”.

 

Harry li guardò uno per uno, decidendosi alla fine di rivelare ai tre amici delle due serate passate in compagnia di Draco.

 

“E’ stato allora che mi ha riferito della minaccia di Voldemort” terminò il racconto, in tono atono, Harry.

 

Hermione sembrava pensierosa

 

 “Certo che ora che ci dici queste cose, la morte di Silente assume tutt’altro aspetto.

Cioè fino a poco tempo fa avremmo potuto uccidere Draco con le nostre mani. E ora scopriamo che alla fine, non è altro che una vittima.

 

Ma almeno lo avessero obbligato con qualche maledizione. Ma così, ricattandolo subdolamente, non possiamo nemmeno immaginare cosa abbia passato” stava scuotendo i lunghi capelli ricci.

 

Riscese il silenzio sui quattro ragazzi, interrotto solo dal rumore delle macchine babbane in strada.

 

Nessuno mangiò volentieri a cena.

 

L’allegria della sera prima aveva lasciato posto a un umore cupo, triste, e il cielo non migliorava di certo la situazione.

 

Verso le sei di sera aveva cominciato a piovere, e non aveva ancora dato segno di voler smettere.

 

Harry raggiunse il suo letto con gratitudine, quella giornata lo aveva devastato.

 

I suoi nervi stavano per crollare, e sentì per la prima volta dopo cinque settimane, un desiderio irrefrenabile di piangere.

 

Salutò Ron, contento finalmente di non dover più parlare con nessuno fino al giorno dopo.

 

Dormì poco, e quel poco fu disturbato da incubi poco desiderati.

 

Inizialmente sognò i suoi genitori,erano felici insieme a lui e lo tenevano stretto tra loro. Harry sorrise nel sonno.

 

Poi il sogno cambiò, e dietro i suoi genitori si materializzò Voldemort, che rideva malignamente, sollevava la bacchetta uccidendo tutti e tre.

 

La scena cambiò di nuovo, ora era insieme a Silente sulla Torre di astronomia, vedeva Draco sollevare la bacchetta senza tutta via colpirlo, l’incertezza nel suo volto giovane, poi l’arrivo di Piton, e il raggio verde che colpiva in pieno il Preside.

 

Infine cambiò un’ ultima volta, questa volta si trovava nella sala comune dei Grifondoro, e stava baciando per la prima volta Ginny.

 

Si svegliò, sudato fradicio, aveva praticamente distrutto il letto agitandosi nel sonno.

 

Appoggiò i piedi per terra, indeciso sull’alzarsi o meno, guardò la sveglia, le 3.25 del mattino.

 

Sbuffò piano. Lui era sveglio ma questo non voleva dire svegliare anche Ron.

 

Tese l’orecchio, sapeva che Molly verso le 11  si era allontanata da Draco, e da allora non più un verso, un rumore, lo zero totale.

 

Tenne le orecchie bene tese per svariati minuti.

 

Poi si decise, si alzò dal suo letto e raggiunse in punta di piedi la camera di Draco.

 

Entrò lentamente, la camere era immersa nel buoi e nel silenzio.

Sembrava che Draco per una notte stesse dormendo sul serio.

 

Probabilmente Molly gli aveva dato qualcosa per aiutarlo a dormire.

 

Si avvicinò cautamente al letto.

 

Le tende del baldacchino erano tirate, nascondendo il corpo addormentato di Draco alla vista.

 

Aprì uno spiraglio nella tenda, giusto un minimo per riuscire a  sbirciare dentro.

 

Draco dormiva su un fianco, il viso appoggiato su una mano, l’altra nascosta sotto il cuscino.

 

Il bel corpo era visibile  sotto le lenzuola leggere, aveva una gamba piegata e l’altra distesa.

 

Per la prima volta Harry vedeva il viso del biondo completamente rilassato.

 

Aveva un aspetto quasi angelico.

 

Rimase alcuni minuti ad osservarlo, ipnotizzato, poi rendendosi conto che il biondo per quella notte non si sarebbe svegliato, tornò un po’ deluso verso la sua stanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA. Prima di tutto, vorrei ringraziarvi. The Unexpected ha raggiunto il numero di 41 preferenze *.*. Un grazie di cuore a  tutti voi! Un grazie speciale va anche a  tutti coloro che leggono e a coloro che commentano. Queste sono soddisfazioni! =) -    si inchina al suo pubblico- e ora un bacione enorme (non bavoso per questa volta XD).Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Se hai bisogno... ***


The Unexpected

The Unexpected

Se hai bisogno...

 

Draco, aprì leggermente gli occhi, si era reso conto di una presenza nella sua stanza, ma aveva volutamente tenuto gli occhi chiusi.

 

Tutto quello che in quel momento voleva era stare solo, nemmeno la presenza di Harry lo avrebbe distratto dal suo dolore.

 

La sua mente era torturata dalle immagini della morte di sua madre.

 

Le sue urla.

 

I suoi vani tentativi di scappare dalla giustizia di Lord Voldemort.

 

Strinse con forza gli occhi chiari, voleva far sparire quelle immagini dai suoi occhi, voleva far sparire quelle urla dalle sue orecchie.

 

Desiderava con tutte le sue forze morire.

 

Addormentarsi in quel letto, troppo grosso per lui, con il calore dell’estate sulla pelle e il rumore dei babbani di sottofondo, avrebbe voluto addormentarsi e non aprire mai più gli occhi.

 

Morire così, nel silenzio, in pace, passare dal sonno alla morte.

 

Solo così sapeva che avrebbe avuto pace.

 

Sorrise a quel pensiero macabro, mentre le lacrime gli solcavano il bel viso.

 

Harry era inquieto.

 

Non era rimasto per molto in camera.

 

Aveva provato a prendere sonno.

 

Con scarsissimi risultati.

 

Si era alzato una mezz’ora dopo, scazzato.

 

Scese al piano terra e raggiunse la sala dell’arazzo, che aveva trovato qualche giorno prima.

 

Afferrò una poltrona e la portò davanti all’arazzo.

 

Rimase ad osservare i nomi e i visi impressi su di essi.

 

Ma il  nome su cui i suoi occhi verdi si fermavano di più era quello di Draco.

 

Sorrise nella sala vuota pensando a quanto fosse appropriato il suo nome per una persona come Draco.

 

Draco, “serpente” dal greco antico.

 

E in effetti possedeva la stessa sinuosità dei movimenti e la stessa bellezza incantatrice di un serpente.

 

“Ma Harry, ma diavolo, ti sembrano pensieri sensati da fare su Draco? Stai parlando di Malfoy!” la solita vocina non tardò a farsi sentire.

 

Concentrò i suo pensieri su altre cose.

 

In breve tempo realizzò una cosa: Draco era orfano, ufficialmente orfano, ne aveva avuta la conferma poche ore prima.

 

E Harry realizzò di essere l’unico a capirlo pienamente.

 

L’istinto da un lato gli diceva ancora di tenersi lontano da lui, di non fidarsi.

 

Ma il cuore gli diceva tutt’altra cosa.

 

Il bacio.

 

Quel piccolo, fugace bacio, gli aveva sconvolto la mente.

 

Si alzò all’improvviso.

 

Non si preoccupò di mettere apposto la sedia.

 

Tornò al piano di sopra.

 

Ed entrò per l’ennesima volta in quella camera, che lo attirava e lo respingeva allo stesso momento.

 

Draco sentì la porta aprirsi.

 

Ebbe giusto il tempo di chiudere gli occhi, prima di sentire una figura avvicinarsi al suo letto, come era successo solo un’oretta prima.

 

Harry arrivò a passo sostenuto verso il letto del biondo.

 

Aveva fatto più rumore del necessario per fare in modo che si svegliasse.

 

Lo scosse con poca delicatezza.

 

Draco aprì gli occhi.

 

E la prima occhiata fu assassina.

 

Non voleva nessuno ad irrompere nella sua vita in quel momento.

 

Si sentiva già abbastanza indifeso così.

 

“Di’ Potter, non potevi aspettare domani mattina?” brontolò mettendosi a sedere

 

Harry rimase in piedi davanti al letto, osservando il biondo.

 

Draco lo osservava dubbioso.

 

“Ti capisco lo sai?” parlò all’improvviso, il giovane mago bruno.

 

“Capire cosa Potter?”era disorientato e indispettito allo stesso tempo.

 

Harry si strinse nelle spalle, un gesto che stava diventando abituale per lui.

 

“Capisco cosa provi in questo momento” disse semplicemente.

 

Adagiandosi con delicatezza sul bordo del letto, senza mai interrompere  il contatto visivo con Draco.

 

“Fantastico Potter, ma potevi anche dirmelo domani non trovi?” rispose il biondo scrutandolo torvo.

 

Harry scosse la testa, perennemente disordinata.

 

“No, ora è il momento adatto per parlarne”.

 

Draco sbuffò.

 

Harry estrasse dalla tasca un accendino e allungò il braccio per prendere il candelabro.

 

Il biondo osservava la scena senza fiatare, non riusciva a capire che diavolo avesse in mano Harry.

 

Harry terminò di accendere le candele e appoggiò il candelabro nuovamente sul comodino.

 

Stava per riporre l’accendino in tasca quando si accorse dello sguardo curioso di Draco.

 

Tese l’accendino al biondo che lo prese in mano scrutandolo.

 

“E’ un accendino, i babbani lo usano per accendere i fuochi, è fuoco portatile praticamente” spiegò velocemente.

 

Draco gli restituì l’accendino, sempre in silenzio.

 

Harry sorrideva.

 

“Non sai proprio niente di Babbani eh?”.

 

“Mi hanno insegnato ad odiarli fin da bambino, secondo te come faccio a sapere qualcosa sui babbani?”.

 

Harry tergiversò un attimo,osservando la stanza.

 

Sentì il biondo agitarsi di fianco a lui.

 

Lo stava guardando incuriosito e in attesa.

 

“Ora forse, capirai, cosa provavo io quando nell’arco di questi sette anni, mi prendevi in giro per la morte dei miei genitori” cominciò il bruno in tono atono.

 

Draco abbassò lo sguardo, trovando improvvisamente interessante il lenzuolo.

 

“Non mi aspetto scuse da te, sia ben chiaro, volevo solo farti sapere che…” trasse un profondo respiro “che se hai bisogno di una mano io ci sono… tutto qui”.

 

Draco sollevò lo sguardo, Harry lo stava guardando.

 

E gli stava sorridendo.

 

Era sconvolto, e gli si leggeva perfettamente nel viso pallido.

 

Aprì la bocca ma nessuno suono ne uscì.

 

“Come stai ora?” chiese Harry per interrompere quel silenzio che si stava facendo pesante.

 

“Come vuoi che stia, Harry?” rispose il biondo sottovoce.

 

“Lo so che ti sembrano frasi fatte e preparate appositamente per queste situazioni, ma è vero, quando si dice che il tempo guarirà le tue ferite”.

 

Mentre parlava il bruno aveva appoggiato una mano sulla schiena del biondo, che ora lo guardava stupito.

 

Draco sorrise, una risata leggermente isterica.

 

“Perdonami ma in questo momento non ti credo molto…”

 

Harry si limitò a sorridergli.

 

“Lo so, ora è tutto uno schifo, e hai tutti i motivi di pensarla così. Non ti sto dicendo che devi far finta di nulla, devi solo andare avanti giorno per giorno,contando sulle tue forze. Hai dimostrato di aver carattere, e ora ne hai bisogno più che mai”.

 

La mano di Harry era sempre appoggiata sulla schiena di Draco.

 

Draco aveva gli occhi spalancati, sembrava che gli dovessero uscire dalle orbite da un momento all’altro.

 

“Harry, che da consigli a me… Oh Merlino, devo veramente essere messo male” fu il pensiero del biondo.

 

Harry si schiarì la voce.

 

“So che non è il momento più adatto per chiedertelo, ma…. Cosa diavolo è successo oggi pomeriggio?”

 

Draco lo guardò per un momento disorientato, poi improvvisamente ricordò.

 

Con tutto quello che gli era successo nel pomeriggio se ne era completamente dimenticato.

 

Il bacio.

 

Il suo raptus di follia personale.

 

E lui che pensava di aver passato il limite seguendo le idee malate di suo padre.

 

Fino ad oggi ovviamente.

 

Harry lo vide arrossire alla luce delle candele.

 

Draco aprì la bocca per richiuderla subito.

 

Fece la stessa scena un paio di volte.

 

L’altro era imbarazzato quanto lui, quell’argomento lo metteva a disagio.

 

Ma odiava le situazioni irrisolte.

 

Un lampo di luce illuminò la stanza per un brevissimo momento.

 

Pochi secondi dopo  il rombo di un tuono.

 

E fuori aveva ripreso a diluviare

 

Harry ne approfittò per distrarre lo sguardo da quello glaciale di Draco.

 

“Non lo so che mi abbia preso Harry” la voce di Draco arrivò alle orecchie del mago distratto dalla pioggia, come un sussurro.

 

Tornò a concentrarsi sul suo interlocutore.

 

Notò una cosa bizzarra.

 

Draco aveva il suo stesso vizio quando era imbarazzo.

 

Stava cercando di slogarsi le dita da solo.

 

“Non so che mi abbia preso, ma non si ripeterà puoi starne certo”.

 

Il cuore di Harry si infossò fino ai piedi.

 

“No!No”NO!” gli urlava la mente “Ti prego ripetilo!Ripetilo tutte le volte che vuoi!”.

 

Scosse la testa, ma il suo turbamento traspariva dal suo viso.

 

Si ritrasse all’improvviso, di pochi centimetri da Draco.

 

E questo gesto non sfuggì al biondo.

 

“Non mordo  Harry” disse in tono esasperato, alzando gli occhi al cielo.

 

“Solo perché ti ho baciato una volta non vuol dire che lo debba rifare tutte le volte che ti vedo” aggiunse in tono laconico.

 

Il cuore di Harry si infossò ancora un po’.

 

“Beh immagino che il tuo gesto si possa classificare come: impulsivo e irripetibile” rispose amareggiato il bruno, distogliendo lo sguardo.

 

Neanche questo dettagli sfuggì a Draco.

 

E rincarò la dose per curiosità.

 

“Sembra quasi che ti dispiaccia se lo dici con quel tono Harry” ostentava noncuranza che in realtà non possedeva.

 

“Merlino, trovo più facile affrontare  Lord Voldemort in persona che questo discorso con lui”pensava febbrilmente Draco, mentre attendeva la risposta di Harry.

 

Ora era il  suo turno di slogarsi le dita da solo.

 

Era vero, gli dispiaceva e anche tanto, e c’era dell’altro.

 

Draco cominciava a piacergli sul serio.

 

Harry si strinse nelle spalle.

 

Si alzò dal letto, lasciando Draco disorientato.

 

“Bhe magari avremmo modo di parlarne più avanti, ora non mi sembra il caso. Dormi Draco, ti farà bene. E ricordati, io ci sono se hai bisogno di una mano, per qualsiasi cosa”.

 

Sorrideva amabilmente.

 

Draco sentì qualcosa grosso come un macigno sciogliersi nel suo petto.

 

Non aveva mai sperimentato così tanto amore come nelle quasi due settimane trascorse a Grimmuald Place.

 

“Buona notte Draco” disse infine Harry prima di dirigersi verso la porta.

 

“Notte” sussurrò a malapena Draco, ancora seduto nel mezzo del suo letto e intontito dal discorso di Harry.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Ecco qua un altro capitolino ^^.Devo decidermi a fare dormire quei due poveri ragazzi, ma mi sa che la notte mi ispira di più. Vi devo ringraziare ancora di più, perché dal momento che vi scrivo “The Unexpected” ha raggiunto quota 51 preferenze! Vi amo profondamente a  tutti!!!.

Ah prima che mi svanisca, nel capitolo prima c’è una piccola errata corrige, o piuttosto un problema di tempi XD. Se rileggete attentamente scoprirete che li ho fatti cenare due volte nella stessa sera….. dettagli che correggerò al più presto promesso ^^.

Baciozzoli bavosi: Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Combattendo la legimanzia ***


The Unexpected

The Unexpected

Combattendo contro la Legimanzia

 

 

La mattina dopo.

 

La sede dell’Ordine della Fenice si stava svegliando lentamente.

 

La signora Weasley, fu la prima a mettere il naso fuori dalla porta della camera che divideva con il marito.

 

Ancora assonnata si diresse verso la stanza di Draco.

 

Lo faceva tutte le mattine da quando era arrivato, per assicurarsi che andasse tutto bene.

Ma quella mattina in particolare, si era svegliata con una strana sensazione.

 

Non riusciva a spiegarsi cosa, ma sentiva che qualcosa non andava.

 

Aprì la porta con maggiore forza delle altre mattine.

 

E lo vide subito.

 

Draco era a terra, apparentemente svenuto.

 

Molly gli corse in contro, chiamando a gran voce aiuto.

 

Si inginocchiò in fretta di fianco al corpo del ragazzo, prendendo il capo inerme tra le braccia.

 

Respirava, ed era di per se un piccolo buon segno.

 

Nel frattempo, l’intero Ordine si era riversato nella stanza, compresi i ragazzi.

 

Harry si era catapultato giù dal letto appena aveva sentito le urla della signora Weasley.

 

Aveva capito subito che doveva essere successo qualcosa di grave.

 

Molly non perdeva mai la calma, e se la perdeva vuol dire che era successo.

 

E in questo caso, sembrava grave sul serio.

 

Fu Moody ad arrivare per ultimo, scostando di malagrazia il piccolo drappello di persone che si era formato sulla porta.

 

Si avvicinò zoppicante a Molly, che era ancora inginocchiata con  il corpo di Draco tra le braccia.

 

“Mettiamolo sul letto” ordinò in direzione di Lupin, che accorse subito in suo aiuto.

 

I due uomini issarono il corpo del giovane sul letto.

 

Aveva la fronte bollente e la pelle aveva ripreso quella sfumatura di bianco che aveva i primi giorni di permanenza a Grimmauld Place.

 

Moody stava controllando il battito del ragazzo.

 

Aveva cercato inutilmente di svegliarlo, ma sembrava non udire alcun tipo di stimolo esterno.

 

Harry sembrava pietrificato.

 

La sua mente sconvolta continuava a urlare a fasi alterne: NO!NO!NO!Non Ora!Non ora che ancora non gli hai spiegato!.

 

Scosse la testa, per riprendersi dallo shock, e si avvicinò a grandi passi verso il letto.

 

Moody fece per dire qualcosa ma una breve occhiata di Molly lo indusse a  zittirsi.

 

Harry era ormai al fianco di Draco.

 

Ora che si era avvicinato poteva notare meglio le condizioni del biondo.

 

Aveva la fronte imperlata di sudore, una piccola goccia gli stava scendendo lentamente verso la guancia destra.

 

Stringeva le palpebre e talvolta sembrava sul punto di aprire gli occhi grigi e penetranti.

 

Strava digrignando i denti.

 

Poi Harry notò una cosa.

 

Il braccio, dove Draco aveva avuto il marchio Nero, era sfasciato.

 

Non era mai stato sfasciato dal suo arrivo.

 

Glielo toccò e  sentì sotto la mano, una pelle bollente,molto più bollente di quanto una comune febbre potesse scaldare.

 

Harry guardò Moody, gli occhi verdi pieni di apprensione.

 

L’occhio sano di Moody stava osservando il volto del giovane biondo sul letto.

 

L’occhio blu elettrico, magico, era puntato su di Harry.

 

Molly teneva le mani piccole e paffute davanti alla bocca, mentre Lupin si limitava a fissare la scena.

 

Se si trattava di magia oscura Moody se ne sarebbe accorto sicuramente.

 

“Ninfadora!Fai uscire tutti dalla stanza…..No non tu Harry” disse rivolto al ragazzo, che si stava accingendo a malincuore ad uscire.

 

Quando la stanza fu vuota, tranne che per Moody,Harry e Draco, il vecchio Auror cominciò a parlare.

 

“Sta contrastandola Legimazia” disse secco rivolto ad Harry.

 

Le pupille di Harry si dilatarono all’istante.

 

Strinse ancora più saldamente la mano di Draco, che forse per reazione motoria, forse perché aveva capito malgrado tutto a chi appartenesse quella mano, si strinse intorno a quella di Harry.

 

“Dobbiamo interrompere il contatto con Voldemort…. per fortuna il contatto deve essere avvenuto poco prima che Molly entrasse in camera” si interruppe, osservando il giovane che lottava con tutte le sue forze contro l’intrusione nei suoi pensieri “E per fortuna, il giovanotto qua, ha l’addestramento da Mangiamorte”.

 

Moody fece un gesto impaziente in direzione di Harry, che capì subito di doversi spostare.

 

Lasciò la mano di Draco a malincuore, e si posizionò a distanza di sicurezza.

 

L’Auror alzò la bacchetta e avvicinò il suo viso sfigurato a quello del biondo.

 

Sussurrò qualcosa che Harry non capì.

 

Poi successe tutto molto in fretta.

 

Moody volò all’indietro, spinto da un Draco che si era svegliato all’improvviso.

 

Era scattato seduto in fretta, e con le mani aveva allontanato da sé Moody, che cadde all’indietro.

 

Harry scattò verso di lui, afferrando il biondo, che stava cercando di scendere dal letto,ancora confuso.

 

Lo scosse con forza, obbligandolo a concentrarsi su di lui.

 

“Draco!Ehi!Draco, sono io!Harry!Guardami!!Guardami!”.

 

Probabilmente il tono perentorio di Harry, riuscì a far tornare in se Draco, che ora lo osservava con sguardo vacuo.

 

Draco aprì la bocca, ma non ne uscì nessun suono.

 

Si limitava a guardare Harry negli occhi.

 

Gli occhi grigi si stavano riempiendo di lacrime.

 

La scena fu interrotta da Moody, che a  fatica si era rialzato, e si era diretto verso i due giovani.

 

Spinse Harry da un lato e afferrò Draco per un braccio, obbligandolo ad alzarsi.

 

“Ha visto qualcosa?”ringhiò in faccia al biondo, che ancora non si era ripreso dalla Legimazia.

 

Scosse il giovane per un braccio.

 

”Allora?” ringhiò di nuovo, sondando con gli occhi il biondo.

 

Draco infine scosse la testa.

 

Moody lo lasciò andare, sempre con malagrazia.

 

Harry fu subito di fianco all’altro, appoggiandogli una mano sulla schiena.

 

“C’è modo e modo di chiedere le cose, specie in una situazione come questa!” urlò contro Moody.

 

“Invece no!C’è solo un modo in questo caso. Chiedere le cose subito, e ottenere risposte subito!” rispose acidamente l’Auror, dopodiché aprì la porta della stanza.

 

Davanti alla stanza c’era ancora tutto l’Ordine riunito.

 

Moody si avvicinò a Lupin e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.

 

Lupin annuì e lo seguì.

 

Harry nel frattempo, aveva aiutato Draco a rimettersi nel letto.

 

Aveva ancora la fronte bollente, e tremava visibilmente.

 

La signora Weasley entrò a passi decisi nella stanza, pronta a prendersi cura del biondo.

 

“Caro, caro, come stai?”chiese in direzione di Draco, che si limitò ad osservarla con aria sempre vacua.

 

Non rispose, sembrava aver perso la lingua.

 

Harry lo osservava preoccupato, dimenticandosi completamente, dei suoi amici, cui l’attenzione di Harry per Draco non era sfuggita per niente.

 

“Deve essere lo shock” sentenziò infine la signora Weasley, vedendo che il ragazzo non dava segni di ripresa.

 

Circa una mezz’ora dopo, quando infine Molly aveva persuaso tutti ad andarsene, tranne Harry che rimase ostinatamente al suo posto, rientrarono in camera Moody e Lupin.

 

Quest’ultimo aveva in mano un ampollina, piena di un liquido violaceo.

 

Il bruno la riconobbe subito.

 

Era la pozione, che obbligava a dire la verità contro la tua volontà.

 

Era Veritasserum.

 

Scattò in piedi in direzione di Lupin.

 

“Cosa avete intenzione di fargli ancora?”.

 

“Potter spostati!” sibilò Moody, che lo afferrò per il braccio e lo spinse fuori dalla porta, chiedendola a chiave.

 

 Lupin si avvicinò a Draco.

 

Molly si strinse al ragazzo con fare materno.

 

Bere Veritasserum non era mai piacevole.

 

E agli occhi di Molly, Draco era troppo debilitato in quel momento per berlo.

 

“Moody, sei sicuro che ora sia il caso?” chiese scoccando un’occhiata preoccupata al giovane.

 

L’auror non rispose, prese l’ampollina di mano a Lupin e con una mano obbligò Draco ad aprire la bocca.

Il biondo non oppose resistenza, e bevve il contenuto dell’ampollina.

 

I tre adulti attesero qualche minuto in modo che la pozione facesse effetto.

 

Molly era sempre più in apprensione, Lupin era chiuso in un ostinato mutismo, l’unico ad essere tranquillo sembrava Moody, perfettamente a suo agio nello svolgere il suo vecchio lavoro.

 

“Dimmi ragazzo,Chi ha usato la legimazia contro di te?”chiese infine.

 

Draco aprì la bocca, e questa volta un flebile suono uscì dalla sua bocca.

 

“Il signore Oscuro” disse lentamente.

 

Moody annuì, apparentemente soddisfatto dalla risposta, poi continuò.

 

“Cosa voleva?”.

 

Di nuovo una risposta molto flebile da parte del giovane “Sapere dove mi trovo”.

 

“E tu glielo hai detto?”incalzò Moody con urgenza.

 

“N-no” enfatizzò la risposta scuotendo il capo biondo.

 

“Sei assolutamente sicuro di non avergli fatto vedere nulla?” insistette il vecchio Auror.

 

Draco annuì “Si sicuro”.

 

Moody sorrise soddisfatto.

 

“A quanto sembra, Voldemort ha fatto un ottimo lavoro con i suoi Mangiamorte, è addestrato fin troppo bene” disse indicando con un cenno di testa il ragazzo.

 

Molly si lasciò andare ad un sospiro di sollievo.

 

Era tutto finito.

 

Lupin uscì dalla stanza seguito da Moody.

 

Harry era sempre fuori dalla stanza.

 

Le braccia incrociate sul petto.

 

Lo sguardo truce e la bocca imbronciata.

 

Appena vide la porta aprirsi e uscire i due uomini , entrò di corsa nella camera.

 

Molly era seduta vicino a Draco.

 

Aveva appena fatto apparire una bacinella di acqua fresca, e con una pezza inumidiva il viso del giovane sdraiato a letto.

 

Harry si avvicinò in silenzio, e si sedette dal lato opposto rispetto alla signora Weasley.

 

“Non ha avuto un bella giornata, Harry caro, spero che si riprenda in fretta” guardò di soppiatto Harry, rendendosi conto dei mille sentimenti che stavano passando di testa al bruno.

 

Decise di lasciarli soli.

 

“Harry caro, puoi stare tu con lui?Io devo preparare la colazione, e se la scio la cucina in mano a Tonks va a finire che da fuoco a tutta la casa”.

 

Harry annuì, prendendo la pezza che la signora Weasley gli passava.

 

“Per qualsiasi cosa, avvertici. Immediatamente” lo ammonì Molly prima di chiudersi la porta dietro la schiena.

 

Harry stava rinfrescando il viso di Draco da pochi minuti, quando quest’ultimo aprì gli occhi, sbattendo leggermente le palpebre.

 

La prima cosa che vide fu Harry che gli sorrideva incerto.

 

Draco stiracchiò le labbra in un debole sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA:Perdonatemi per il ritardo pazzesco, ma i preparativi di Natale mi stanno uccidendo U.U.Spero ora che mi trovo in vacanza di riusce ad aggiornare un pò più regolarmente....spero^^. Un grazie a  tutti voi :) per la pazienza nel seguirmi,per le letture,per i commenti, per le preferenze, per tutto insomma!.

Baciozzoli sbavosi. Leena

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Voldemort ***


The Unexpected

The Unexpected

Voldemort

 

 

Attenzione!In questo capitolo spoiler del settimo libro!Uno solo ma c’è!

 

 

“Sei tornato tra noi vedo”.

 

Harry ora gli sorrideva apertamente, incoraggiante.

 

Draco si portò la mano libera alla fronte.

 

“Ho un mal di testa infernale” mormorò.

 

Il bruno riprese a passargli la pezza fresca sulla fronte.

 

“Cosa è successo?” chiese interrogativo.

 

Harry levò la pezza e la intinse nell’acqua fresca ancora una volta,prima di rispondergli.

 

“Legimazia” disse semplicemente.

 

Gli occhi di Draco si dilatarono leggermente, fissava Harry.

 

All’improvviso si era ricordato tutto l’accaduto.

 

“Legimazia,Voldemort e il…. Veritasserum?” chiese.

 

Harry annuì, poi gli sorrise “Sei ancora sotto l’effetto del Veritasserum, quindi faresti bene a stare attento a quello che hai intenzione di dire”.

 

Draco sorrise, questa volta più tranquillo.

 

Passarono alcuni minuti immersi nel silenzio.

 

Il bruno continuava a bagnare la fronte del biondo, che infine sbottò.

 

“Harry, se fai così, sembro un infermo… e in questo momento è l’ultimo dei miei desideri credimi”.

 

Mise il panno nella bacinella, e rimase li ad osservare il biondo.

 

“Beh che c’è?” aveva una tipica espressione malfoyana, con le sopracciglia alzate

 

Un ghigno sbarazzino si stampò sulla faccia del bruno.

 

“Sai stavo pensando…. Sei ancora sotto l’effetto del Veritasserum no?”

 

Draco contro la sua volontà annuì, con un gesto poco convinto.

 

Il ghigno di Harry si allargò ancora di più.

 

“Harry cosa diavolo stai facendo!Fermati!Fermati!” la coscienza lavorava febbrile per far ragionare Harry, con scarsi risultati.

 

Draco era molto confuso ora e lo guardava con aspettativa.

 

“Perché mi hai baciato?” chiese a bruciapelo l’altro.

 

“No, non dirlo!Non farlo!Non devi” la mente di Draco scattò come un topolino in fuga, ma il Veritasserum stava ancora compiendo il suo dovere, e così si trovò a rispondere.

 

“Perché mi andava di farlo” disse semplicemente, portandosi le mani davanti alla bocca poco dopo.

 

Il sorriso di Harry aveva raggiunto una distensione tale, da mostrare tutti i candidi denti bianche allineati perfettamente.

 

“Mi aspettavo una risposta simile sai?” disse infine il bruno “E sono contento ce tu l’abbia detto, perché ora va a me di farlo”.

 

Si avvicinò al biondo, che non si era ancora ripreso dallo shock, e gli diede un lungo bacio, appassionato.

 

Fu molto diverso dal primo, questa volta nessuno dei due voleva interrompere il contatto, nessuno dei due voleva ritrarsi.

 

Le loro lingue si toccarono con delicatezza, e lievemente imbarazzate.

 

Harry emise un sospiro appagato al contatto con la morbida bocca dell’altro.

 

 

 

 

Malfoy Manor, campagna Inglese, mattina presto.

 

 

 

 

Lord Voldemort stava sfogando la sua rabbia sugli oggetti che si trovavano nel salotto lussuoso dei Malfoy.

 

Già una ventina di libri erano finiti inceneriti nel camino marmoreo.

 

Una sedia,finemente intagliata giaceva a gambe all’aria nel centro della stanza.

 

Codaliscia tremava in un angolo, terrorizzato dalla furia del suo padrone.

 

“Maledizione!” urlò, scagliando un piatto di porcellana finissima contro il muro.

 

“Come ha potuto un moccioso come lui, contrastare la mia Arte!Ha resistito a me!Lord Voldemort!”.

 

Un altro piatto attraversò velocemente la stanza, e si andò a frantumare a pochi centimetri dalla testa di Codaliscia

 

Si fece ancora più piccolo nel suo angolino nascosto.

 

“Codaliscia!” tuonò l’Oscuro Signore, in direzione del suo servo.

 

Si fece avanti, tremante come una foglia, si chinò leggermente davanti al suo padrone “Si signore?”.

 

“Vai a  prenderlo”disse semplicemente.

 

Codaliscia uscì velocissimo e solerte dalla stanza.

 

Scese nelle ex cantine del Malfoy Manor, adibite per l’occasione a  carceri.

 

Si avvicinò a una cella controllata a vista da Nott.

 

“Aprimi la cella” ordinò secco all’altro Mangiamorte.

 

Questi obbedì e scattò verso la porta della cella, vi entrò, e ne uscì poco dopo con un uomo.

 

Lo teneva saldamente con una mano stretta intorno al braccio.

 

L’uomo aveva lunghi capelli neri e unti, la pelle molto pallida e una naso piuttosto adunco.

 

Gli occhi neri erano stretti come fessure.

 

Codaliscia, con falsa giovialità lo salutò “Severus!Amico mio!Il Mio Signore vuole parlarti!”.

 

E  insieme a Nott condusse Piton al cospetto di Lord Voldemort.

 

“Severus!Mio caro amico!” calcò appositamente la parola caro, per far notare il sarcasmo.

 

Il suo viso ormai poco umano,ghignava in direzione del traditore.

 

“Allora ti stai divertendo nelle nostre celle?Nott è una persona piuttosto di compagnia non trovi?”.

 

Parlando si era avvicinato a Piton, che lo osservava, senza esprimere sentimenti di sorta.

 

“Sai” riprese a parlare, girando intorno all’uomo “Oggi, mi è successa una cosa spiacevole” .

 

Piton sentì i passi di Voldemort fermarsi dietro di lui.

 

“Stamattina, ho provato a usare la legimazia sul tuo figlioccio” riprese a parlare e ha camminare.

 

“E mi è successa una cosa molto strana, non sono riuscito a leggere i suoi pensieri, è stato impossibile entrargli in testa… eppure è un moccioso…. Quindi..” si interruppe.

 

Piton aveva a stento trattenuto una risata sentendo le parole di Voldemort.

 

Alzò la bacchetta e gliela puntò contro, sussurrando “Crucio”.

 

Il dolore esplose nel corpo dell’ex Mangiamorte, cadde a terra, contorcendosi, non c’era un millimetro di corpo che non provasse un dolore disumano in quel momento.

 

Dopo un minuto buono di tortura, Voldemort decise che per quel momento era abbastanza.

 

“Ora, se riesci ad ascoltarmi senza ridacchiare come un idiota” riprese a  camminare intorno a Piton, che si trovava ancora a terra.

 

“Sono proprio curioso di sapere, come la mente di Draco sia diventata così impenetrabile ai miei stessi poteri…”.

 

Era di nuovo davanti a Piton, e lo guardava con aria interrogativa.

 

“Forse sei diventato sordo vecchio mio?Ti ho chiesto come quel ragazzino abbia sviluppato tutte quelle facoltà nel giro di pochi mesi”.

 

Questa volta Piton, rise apertamente in faccia all’Oscuro Signore.

 

“Merlino, sei così patetico!Frustrato dal fatto di essere stato battuto da un ragazzino!Vuoi sapere perché Draco è così bravo contro la Legimazia?Beh semplice, glielo ho insegnato io!In previsione di tempi bui come questi!” .

 

Continuava a ridere sfacciatamente davanti a Voldemort.

 

Codaliscia si fece avanti, con la bacchetta pronta a colpire, ma con un gesto della mano il suo signore gli impose di fermasi.

 

“Non ora Codaliscia…. Per lui ho in servo ben peggio, riportalo in cella” ordinò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Eccomi qua! Nuovo capitolino!Spero sia di vostro gradimento come sempre =).

Colgo l’occasione per augurarvi un BUON NATALE A TUTTI E BUON ANNO!!Anche se sicuramente ci sentiremo prima ^^.

Baciozzoli bavosi.Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Litigio e separazione ***


The Unexpected

The Unexpected

Litigio e separazione

 

 

 

 

Grimmauld Place

 

 

I due giovani si staccarono, dopo un lungo bacio.

 

Draco aveva le guance infiammate dall’imbarazzo.

 

Harry non era messo molto meglio, era così rosso da fare invidia alla sua sciarpa di Grifondoro.

 

Occhi di ghiaccio, contro occhi di smeraldo.

 

Sembravano combattuti  nei loro sentimenti.

 

Harry aprì bocca, forse per scusarsi.

 

Ma Draco fu più veloce.

 

Appoggiò di nuovo la bocca su quella del bruno,e si strinse a lui.

 

Obbligò lentamente Harry a sdraiarsi sul materasso, e gli si appoggiò contro.

 

Draco si appoggiò con il peso del suo corpo su di Harry.

 

Stavano assaporando sensazioni nuove.

 

Harry era letteralmente perso nel profumo della pelle del biondo.

 

Draco stava  toccando la pelle più morbida con cui fosse mai venuto a contatto.

 

Entrambi realizzarono quanto quel contatto giovasse ai loro giovani corpi.

 

Passarono diversi minuti a toccarsi e a baciarsi a vicenda.

 

Infine Draco si ritrasse lentamente.

 

Guardava il giovane sdraiato sotto di se.

 

Harry contraccambiava lo sguardo, intensamente, pieno di desiderio.

 

Ora sapeva cosa voleva, ora sapeva perché aveva odiato Draco fin dal primo momento.

 

Perché la sua coscienza sapeva di essere attratta da lui.

 

Perché sotto sotto lo aveva sempre saputo.

 

Dal canto suo ora Draco aveva capito perché il famoso Harry Potter lo aveva sempre attirato e allontanato.

 

Lui era quello che lui non sarebbe mai stato.

 

Lui era freddo, Harry caldo.

 

Lui era un cattivo ragazzo, Harry il bravo ragazzo.

 

Lui era la notte, Harry il giorno.

 

Lui era il male, Harry era il bene.

 

Harry era tutto ciò che non sarebbe mai stato.

 

Harry gli sorrise, un bel sorriso che gli illuminò tutto il volto.

 

“Grazie” sussurrò a mezza voce il biondo.

 

Harry continuava a sorridere inebetito, gli occhi verde smeraldo distratti da quelli grigi del biondo.

 

“Di cosa?” chiese, puntellandosi sui gomiti, per vedere meglio Draco in viso.

 

Il biondo fece un gesto con la mano.

 

“Immagino per tutto” rispose.

 

Poi entrambi tacquero.

 

Un velo di imbarazzo scese su entrambi, mentre fuori cominciava di nuovo a piovere.

 

Per fortuna l’imbarazzo fu interrotto dalla signora Weasley, che scelse quel momento per bussare alla porta.

 

Harry fece giusto in tempo a mettersi seduto di fianco al giovane biondo.

 

“Ragazzi, ho il pranzo per il nostro ospite”.

 

Entrò in camera, reggendo nelle manine grassocce un vassoio, pieno di pietanze.

 

Draco guardò il vassoio come per dire:Non riuscirò mai a mangiare tutta quella roba.

 

“Oh non fare quella faccia signorino!Hai bisogno di mangiare ora più che mai!Devi rimetterti in forze!”.

 

Draco si strinse nelle spalle noncurante.

 

Aveva fame, una fame del diavolo a dirla tutta.

 

La signora Weasley appoggiò il vassoio sul  comodino, poi si rivolse ad Harry “Harry caro, sarà meglio che tu venga giù per pranzo”.

 

Harry annuì con il capo.

 

“Torno tra un pò” disse prima di uscire dalla stanza.

 

Quel giorno Harry a pranzo, si sentiva particolarmente leggero.

 

Mille pensieri gli ronzavano in testa.

 

Non vedeva l’ora di assaggiare di nuovo quelle labbra.

 

Ma i suoi dolci pensieri furono interrotti da Moody, che schiarendosi la voce, attirò l’attenzione sulla sua brutta faccia.

 

“Abbiamo un annuncio da fare. In seguito a quanto successo stamattina, non è più sicuro tenere qua il giovane Malfoy, per cui non più tardi di domani mattina all’alba, verrà trasferito in un altro posto segretissimo.”

 

Harry sentì il cuore infossarsi nei piedi.

 

“NO!Non ora!Perchè maledizione!”, pensò, prima di accorgersene si era già alzato in piedi.

 

“Se trasferite lui io voglio andare con lui”.

 

Tutto l’Ordine della Fenice si girò a guardarlo.

 

Tutte le espressioni erano tra lo stupito e il shoccata.

 

I suoi amici soprattutto, lo stavano guardando come se fosse un marziano.

 

“Harry non possiamo rischiare di trasferire te. Il posto più sicuro in questo momento è l’Ordine.”rispose Lupin, anticipando Moody.

 

“Se l’Ordine è il posto più sicuro dove io possa stare, non vedo perché non possa essere sicuro anche per lui” aggiunse Harry, chiaramente sul piede di guerra.

 

“Non hai capito ragazzo, dobbiamo tenere il giovane Malfoy, lontano dall’Ordine e  da te, non vogliamo assolutamente che Voldemort scopra nessuna delle due cose. Non possiamo permetterci di perdere te” Moody calcò l’ultima parola appositamente, fissando Harry con i suoi strani occhi.

 

Il ragazzo stringeva i pugni, il viso livido di rabbia.

 

Stava per dire qualcosa, ma Moody lo anticipò.

 

“Questa è la mia ultima parola ragazzo”.

 

Il tono non ammetteva repliche.

 

Harry si risedette, proprio ora che tutto sembrava andare per il meglio.

 

Ora che iniziava ad avere a  cuore Draco.

 

Proprio ora, doveva separarsi da lui.

 

Finì di mangiare in silenzio, assorto nei suoi pensieri.

 

Finito il pranzo, Harry si alzò lentamente dalla sua sedia, e ignorando Ron che cercava di attirare la sua attenzione, si diresse in camera del biondo.

 

Spalancò la porta, e rimase deluso nel vedere che il biondo non era sul letto.

 

Il vassoio mezzo vuoto, si trovava ordinato e pulito sul solito comodino.

 

Ma di Draco nemmeno l’ombra.

 

Harry tese l’orecchio, e sentì l’acqua scrosciare dal bagno vicino.

 

Un pensiero attraversò la sua testa come un fulmine a ciel sereno.

 

“Draco + doccia = Draco nudo”.

 

Il viso di Harry arrossì istantaneamente.

 

Ma prima che potesse rendersi conto di quello che faceva il suo corpo si mosse da solo, raggiungendo la porta socchiusa del bagno.

 

Si accostò, tendendo l’orecchio.

 

I suoi occhi catturarono un movimento nello specchio.

 

Draco era li, sotto il getto di acqua calda.

 

Il corpo giovane, che si tendeva sotto l’acqua.

 

Harry notò delle cicatrici sul  suo corpo .

 

Draco si passò le mani sui capelli morbidi.

 

Harry trattenne un respiro.

 

Draco afferrò lo shampoo e se lo passò tra i capelli.

 

Harry emise un respiro strozzato.

 

Draco si massaggiava pigramente la testa.

 

Harry trattenne il fiato di nuovo.

 

Sentiva una strana pulsazione provenire dalle sue parti basse.

 

Quella scena, innocente e quotidiana, lo aveva eccitato.

 

Draco continuava ignaro, a insaponarsi il corpo.

 

Nel momento in cui si girò ad appoggiare il bagno schiuma, i suoi occhi grigi intercettarono qualcosa d’altro.

 

Un movimento nello specchio.

 

Capì subito di chi si trattasse.

 

E le sue attenzioni lo lusingarono.

 

Fece finta di nulla,e continuò a sciacquarsi.

 

Una goccia di sudore scese sulla guancia di Harry.

 

Era ipnotizzato da Malfoy.

 

Tutto in quel corpo gli piaceva, cicatrici comprese.

 

Si accorse troppo tardi che qualcosa non andava.

 

L’acqua non scorreva più.

 

Draco era uscito dalla doccia  e si stava legando un’ asciugamano intorno alla vita.

 

E con immenso orrore di Harry si stava dirigendo verso la porta del bagno.

 

Ebbe giusto il tempo di spostarsi dalla porta, che Malfoy la aprì del tutto.

 

“Piaciuto lo spettacolo?” chiese con un ghigno stampato in faccia.

 

Harry, dal colore di un peperone, non riuscì a rispondergli.

 

Draco lo aspettava, appoggiato con una spalla allo stipite della porta.

 

Aveva lo sguardo interrogativo.

 

Quando Harry sembrò ritrovare la lingua disse semplicemente “Domani mattina ti porteranno via”.

 

Draco strabuzzò gli occhi.

 

“Via? Dove?”.

 

Harry si strinse nelle spalle.

 

“Non lo so, lo fanno per impedire a Voldemort di  trovare l’Ordine”.

 

Draco mugugnò qualcosa, che Harry non capì, dirigendosi a grandi passi verso il letto.

 

Si sedette.

 

L’asciugamano, gli lasciava libere le gambe.

 

Gli occhi di Harry vagarono sulle gambe del biondo.

 

Draco se ne accorse, ma non fece nulla per coprirsi.

 

“Quindi… quando mi porterebbero via?” chiese.

 

“Domani, mattina, penso all’alba”.

 

“E sarò solo?”

 

Harry si strinse nelle spalle, quel gesto stava diventando tipico.

 

Draco lo guardava costernato.

 

Ora che aveva trovato un appiglio nella sua misera vita, lo perdeva di nuovo.

 

Harry chinò gli occhi, era triste e non voleva farlo capire al biondo.

 

“Harry?”.

 

Alzò di nuovo gli occhi sul biondo.

 

La tristezza degli occhi grigi lo colpì come un pugno allo stomaco.

 

“Vuoi stare con me oggi pomeriggio?”.

 

Un piccolo sorriso speranzoso si aprì sul viso di Draco.

 

Harry si limitò ad annuire.

 

Si accoccolò sul letto, le gambe incrociate, Draco a pochi centimetri da lui.

 

“Da quanto tempo…volevi… si insomma hai capito” farfugliò Draco, sfuggendo agli occhi di Harry.

 

Harry si stava storcendo le dita, “Da…. Esattamente non lo so.. so solo che oggi non ho resistito” ammise candidamente.

 

Draco aveva un sorrisino storto stampato in faccia.

 

“Cosa pensi che mi succederà?”.

 

Aveva una straordinaria capacità d cambiare discorso, e di adattarsi perfettamente ai vari argomenti.

 

Ora che non parlavano più di baci e affini, era molto più rilassato.

 

“Non lo so” fu la risposta sincera.

 

“Ma stai per certo, che non ti lascerò da solo a lungo”.

 

Draco sbuffò “Ah Grifondoro fino alla fine eh?Se non ti ficchi nei casini per gli altri non sei felice vero? Tu devi aiutare tutti, Non ho bisogno della tua compassione Potter!”.

 

La voce di Draco era leggermente alterata e ora il suo sguardo si era indurito.

 

Harry non rispose, non si era aspettato una reazione simile dalla persona che pochi minuti prima gli aveva chiesto di fargli compagnia.

 

Si alzò di scatto dal letto.

 

“Insomma, se ti aiuto non va bene, se non ti aiuto non va bene lo stesso!Vuoi  deciderti una buona volta?Siamo in guerra Draco!E tu non sei più un Mangiamorte!Sei uno dei nostri adesso!E volente o nolente, ora sei solo e l’unico aiuto potrebbe arrivarti da noi e basta!”.

 

Aveva fatto una tirata unica, e arrivato alla fine del discorso riprese fiato.

 

Gli occhi verdi brillavano di rabbia.

 

Il biondo si alzò in piedi, sovrastava Harry di una testa buona.

 

“Non permetterti di parlarmi così Potter!” gli urlò in faccia, il viso a pochi centimetri da quello del Grifondoro.

 

“Perché se no cosa fai?Lo dici a papà?”.

 

Harry si fermò. Troppo tardi.

 

La trasformazione che ebbe il viso di Malfoy, lo sconvolse.

 

Cominciò a balbettare delle vane scuse.

 

Sapeva di averla fatta grossa.

 

“Vai.Fuori.Di.Qui” gli urlò il biondo in faccia, indicando con la mano la porta.

 

“Io… Dra…” non finì  mai la frase, perché Draco aveva ripreso ad inveirgli contro.

 

Uscì di corsa dalla stanza, maledicendo la sua lingua lunga.

 

Non voleva, ma si diresse in camera sua.

 

Ron, Hermione e Ginny erano immersi in una conversazione fitta.

 

La conversazione terminò all’improvviso, appena Harry mise piede nella stanza.

 

I tre amici si voltarono a guardarlo, con aria colpevole.

 

Harry si addentrò nella camera, guardando i suoi amici, uno per uno.

 

“Su avanti, ditemi cosa state pensando e chiudiamo qua questa storia” disse scocciato in direzione degli amici.

 

Fu Hermione  a parlare, “Harry, vorremmo solo capire cosa ti sta succedendo.. prima per ogni movimento di Malfoy scatenavi una guerra…. Ora che se ne va lo vuoi anche accompagnare?... Cosa ti è successo Harry? sembri sragionare” terminò in fretta la ragazza, attendendo la reazione violenta di Harry.

 

Reazione che non arrivò.

 

Harry si limitò ad accasciarsi sul letto di Ron, il più vicino alla porta.

 

“Non lo so cosa mi stia succedendo…”cominciò “So solo che dopo la morte di Sirius e Silente, mi sento svuotato” il tono basso, era quasi un sussurro.

 

Gli amici lo ascoltavano in silenzio.

 

“E ora, mi trovo ad aiutare Malfoy, proprio lui. L’ultima persona che mai avrei pensato di dover aiutare. Vederlo più morto che vivo sul letto, il giorno dopo il suo arrivo, mi ha fatto ragionare.”

 

Sorrideva stancamente verso i suoi amici. Non sembrava affatto un ragazzo di 17 anni.

 

Dai suoi occhi traspariva un immensa tristezza, gli occhi di chi, della vita aveva visto solo il peggio.

 

Nessuno dei ragazzi aprì bocca, attendevano ancora spiegazioni.

 

“Bhe la verità è che, in questi pochi giorni, stavo imparando ad apprezzare Draco… cioè… non è la persona che si è mostrata a noi per anni…” terminò infine.

 

Ginny chiese gelida a quel punto “Apprezzare in che senso Harry?E’ un’opzione aperta a diverse interpretazioni”.

 

Harry le scoccò un’occhiata gelida.

 

“Se proprio lo vuoi sapere Ginny, per apprezzare, intendevo come persona” tagliò corto il bruno.

 

“Si certo come no”mugugnò la rossa sottovoce.

 

Hermione e Ron non proferirono parola.

 

Si scambiarono un’occhiata di intesa.

 

“Emh…. Harry” cominciò Hermione, senza sapere minimamente come far finire quella frase.

 

“Volete sapere la verità?Bene ecco la verità e vedete di capirla subito perché non starò a ripeterlo. Le ragazze non mi piacciono, non mi sono mai piaciute, e penso che mai mi piaceranno” disse semplicemente, levando Hermione dall’impaccio di formulare una domanda di senso compiuto sull’argomento.

 

Ron era sbiancato, si sarebbe aspettato tutto da Harry, ma non quell’ammissione.

 

Ginny sembrava in qualche modo offesa.

 

Hermione sembrava l’unica a essere neutrale.

 

Si alzò in piedi e si avvicinò ad Harry.

 

“Sinceramente Harry, non mi interessano assolutamente i tuoi gusti sessuali, ma fai attenzione in cosa ti vai a cacciare” disse gelida, poi uscì dalla stanza.

 

Ginny si alzò seguendo la ragazza castana a ruota.

 

Solo Ron rimase nella stanza con lui.

 

Si sedette di fianco all’amico.

 

“Quindi fammi capire, se tu avessi davanti Malfoy e mia sorella, tu sceglieresti Malfoy?” il tono di voce era isterico, e leggermente più alto del solito.

 

Stava sorridendo, un sorrisino tirato, ma meglio che niente.

 

Harry lo guardò per un momento negli occhi azzurri prima di annuire con la testa disordinata.

 

“Emh…e ecco… non hai mai fatto… insomma.. pensieri su di me vero?” chiese incerto l’amico dai capelli rossi.

 

Harry rise più apertamente.

 

“Ron per favore!Sei praticamente un fratello per me, non ce la farei nemmeno se mi impegnassi”

 

Ron rise insieme all’amico, emettendo un sospiro di sollievo.

 

“Oddio meno male” disse in tono scherzoso.

 

“A parte questo, Herm ha ragione, fai comunque attenzione,è pur sempre un Serpeverde, un mangiamorte, un Malfoy insomma.”

 

“Ovvio Ron, non sono così sprovveduto”.

 

Draco era in camera sua, come sempre nelle ultime settimane.

 

Non aveva visto altro, camera, bagno, camera, bagno, camera, bagno.

 

Si stava stancando di tutto questo.

 

Ma il problema non si poneva, avrebbe cambiato alloggio di li a poche ore.

 

“Si e non vedrai più Harry” la solita vocina maligna nella sua testa.

 

“E come farai senza di lui, piccola serpe?Eh?Come pensi di cavartela?”.

 

Draco strinse gli occhi così stretti che ad un certo punto vide i puntini danzargli davanti alle palpebre chiuse.

 

“Hai allontanato l’unica persona che qua dentro voleva vederti sul serio, l’unica persona che ti volesse aiutare veramente”.

 

In un moto di rabbia Draco afferrò il candelabro e lo scaraventò contro il muro.

 

Draco si ributtò nel letto, il viso affondato nel cuscino.

 

Un gesto infantile, che si era abituato a fare da bambino.

 

Flashback:

 

Draco si trovava nell’ufficio di suo padre.

 

L’ufficio gli aveva sempre messo un certo disagio addosso.

 

Forse perché lui era così piccolo, e l’ufficio così grande.

 

Non ci entrava molto spesso.

 

E quelle rare volte che succedeva era sicuramente per punizione.

 

Lucius, i capelli lunghi e lisci lasciati liberi sulle spalle.

 

Era giovane, ed era un bell’uomo.

 

E incuteva una paura pazzesca al figlioletto, di 9 anni.

 

Chiunque dei suoi amici o nemici lo avesse visto in quel momento, non avrebbe collegato il Draco spavaldo e strafottente a quel piccolo bimbo piangente.

 

Suo padre lo sovrastava, uno sguardo arcigno gli illuminava gli occhi grigi come quelli del figlio.

 

In mano teneva, la copia del libro babbano tanto cara al piccolo Draco.

 

L’aveva trovata Dobby, e sotto espresso ordine di Lucius era stato obbligato a consegnarlo.

 

La furia di Malfoy senior, quel giorno non investì solo il piccolo Draco, ma anche Narcissa.

 

Narcissa, la donna che lui amava, ma che si comportava in modo troppo libertino in alcuni casi.

 

Ora toccava a suo figlio, doveva capire che un Malfoy non aggira le regole, un Malfoy non si culla nelle stupidità Babbane, un Malfoy non piange.

 

Esattamente tutto ciò che Draco aveva fatto, all’insaputa di suo padre, per tre anni.

 

Da quando sua mamma gli aveva regalato quel libro per il suo compleanno.

 

Ovviamente di nascosto da suo padre.

 

Draco era al centro dello studio, la testa china, il visino rigato dalle lacrime.

 

Suo padre lo stava sgridando da circa mezz’ora, ma sembrava non aver ancora finito.

 

Sgridare.. gli stava inveendo contro da mezz’ora.

 

“Non posso permettere che un Malfoy abbia un comportamento così… così frivolo. Queste stupidità babbane sono bandite in casa nostra… e per favore piantala di frignare!”

 

All’ennesimo urlo del padre, Draco cercò di trattenere un singhiozzo, con scarsi risultati.

 

Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

 

Lucius infuriato, afferrò il figlio per un braccino e lo obbligò a stare fermo, mentre con la bacchetta faceva apparire dal nulla una cinghia.

 

Draco vedendola, cominciò a divincolarsi ancora di più, ciò provocò una stretta ancora più ferrea sul suo braccino sottile.

 

Quella volta suo padre non gli risparmiò nulla.

 

La schiena del bambino ci mise giorni a guarire.

 

Era in quei giorni, che il piccolo Malfoy, aveva imparato a piangere con il viso affondato nel cuscino.

 

Fine flashback

 

Ricordi dolorosi.

 

In quei giorni, aveva avuto modo di pensare,e si era reso conto di quanti ricordi tristi ci fossero nel suo passato.

 

Di quanto suo padre avesse fatto soffrire lui e sua madre.

 

Stava male.

 

Mentalmente stava male.

 

Non si sentiva per nulla sano di mente.

 

Aveva perso tutto.

 

Era l’ombra di se stesso.

 

Non si riconosceva.

 

Sempre perennemente sull’orlo di una crisi isterica.

 

E quel Potter “Harry” si corresse mentalmente.

 

Lui era quello che lo faceva star peggio.

 

Lui con i suoi modi dolci.

 

Lui con i suoi modi attenti.

 

Lui che si preoccupava.

 

Lui con il suo profumo.

 

Lui con la sua bocca.

 

Lui con le sue mani.

 

Lui in tutta la sua interezza.

 

Lui che lo attirava e lo allontanava.

 

Lo voleva ma allo stesso  tempo lo rifiutava.

 

Odiava sentirsi così confuso.

 

Ma era tutto confuso nelle sua vita in quel momento.

 

E Harry peggiorava la situazione.

 

Si girò a supino nel letto.

 

Un braccio appoggiato sulla fronte liscia.

 

L’altra mano appoggiata sul ventre.

 

Se tutto fosse andato bene non avrebbe più visto Harry.

 

E allora forse avrebbe schiarito in via definitiva le sue idee.

 

Stare lontano da Harry.

 

Quello si, che era un piano geniale.

 

Farsi trasferire non si sa dove, lontano da lui.

 

Sospirò, mentre il pomeriggio inoltrato si schiariva leggermente all’esterno.

 

Ron aveva lasciato Harry ai suoi pensieri.

 

E ora anche lui si trovava a pensare.

 

Si stava dando mentalmente dello stupido da mezz’ora.

 

Come aveva potuto dimenticarsi di una cosa simile?

 

Come diavolo aveva potuto dire una cosa simile a Draco?

 

Voleva parlargli.

 

Ma il suo orgoglio glielo impediva.

 

Ma il suo cuore gli diceva tutt’altro.

 

Confuso.

 

Enorme confusione.

 

Maledizione.

 

Voleva stare con lui, ma non voleva.

 

Perché non c’era niente di male ad essere attratti da un ragazzo.

 

Ma c’era qualcosa di male nell’essere attratto da Malfoy.

 

Non lui.

 

Ma era così bello.

 

Era un potenziale assassino!

 

Ma i suoi occhi.

 

Era un traditore!

 

Ma i suoi capelli.

 

Era un mago oscuro, contro cui lui avrebbe dovuto combattere.

 

Ma la sua fragilità era sincera.

 

Maledizione.

 

Prima se ne andava di li meglio sarebbe stato .

 

Si tenere lontano Malfoy da lui.

 

Così gli sarebbe passata.

 

Per fortuna, Draco se ne sarebbe andato via la mattina dopo.

 

Ora doveva solo evitarlo fino alla partenza.

 

Facile, se ne sarebbe stato chiuso in camera sua.

 

Chiuse gli occhi, mentre fuori le nuvole lasciavano spazio a un pallido sole.

 

Il pomeriggio terminò in una sera triste e cupa.

 

Harry si rifiutò di uscire dalla stanza.

 

Draco si rifiutò di alzarsi dal letto.

 

La mattina dopo.

 

Draco dormiva, stranamente tranquillo, nel suo letto, quando Moody fece irruzione.

 

“In piedi ragazzo!Dobbiamo andare!”.

 

Draco si tirò spaventato. Non era proprio il risveglio che si era aspettato.

 

Ancora insonnolito scese dal letto e si avviò verso il bagno per vestirsi.

 

“Siamo lenti alla mattina appena alzati eh?Siamo abbastanza di corsa quindi muoviti!”

 

Draco mugugnò qualcosa da dietro alla porta, e pochi minuti dopo apparve completamente vestito.

 

“Hai preso tutta la tua roba?”.

 

Draco lo guardò perplesso, alzando le sopracciglia “Secondo lei quanto roba dovevo avere in questo posto?”.

 

Moody non rispose semplicemente si avviò fuori dalla stanza, facendo un gesto impaziente con la mano.

 

Il biondo allacciandosi il mantello nero li seguì.

 

Nel salone principale della casa si trovava schierato metà dell’Ordine.

 

“Allora ragazzo, insieme a noi verranno, Arthur,Tonks, Lupin e Kingsley, staremo con te giorno e notte, dandoci il cambio, in cambio non chiediamo nulla, a parte ovviamente la tua obbedienza a qualsiasi tipo di ordine ti verrà impartito, E il nostro primo ordine è: Non cercare, in nessun modo, di contattare Grimmauld Place.Hai capito?”.

 

Draco annuì semplicemente, fissando Moody in quei suoi strani occhi.

 

“Bene!Molly gentilmente, prepara la polvere volante”.

 

Molly si allontanò , tornando poco dopo con un sacchetto consunto tra le mani.

 

“Andrò prima io, seguito subito dopo da Lupin, tu verrai per terzo ragazzo, hai capito?”.

 

Altro cenno del capo affermativo

 

Moody prese un pungo di polvere volante e la getto nel camino.

 

Vi entrò dentro e urlò “Craven Road,7”.

 

Sparì in un turbinio di fiamme verdi.

 

Poco dopo anche Lupin eseguì la stessa operazione.

 

Quando giunse il suo turno Draco prese un pugnetto di polvere,la buttò nel camino, diede un’ultima scorsa alla stanza e poi urlò “Craven Road 7*!”.

 

Il viaggio durò pochissimo, movimentato come al solito.

 

Atterrò nel camino di una comune casa babbana.

 

Scrollandosi la fuliggine di dosso diede un’occhiata in giro.

 

Il camino si trovava in quello che doveva essere la sala principale.

 

Al centro si trovava un tavolo rotondo in legno massiccio, intorno al quale si trovavo 7 sedie,anche esse in legno massiccio.

 

Il camino era in marmo, con numerosi intagli sulla superficie. Un lampadario di cristallo sovrastava il tavolo.

 

Una morbida moquette rossa affievoliva i passi degli occupati della stanza.

 

Una tenda molto pesante, copriva una finestra particolarmente grossa.

 

Mentre Draco si guardava intorno, vagamente stupito, Tonks, Arthur e Kingsley arrivarono finalmente nella stanza.

 

“Bene ragazzo, questo appartamento, è la sede che ebbe l’Ordine della Fenice prima che Sirius ci cedesse la sua casa a Grimmauld Place. Ovviamente è protetta con tutti gli incantesimi che proteggono la sede ufficiale.”

 

Il ragazzo si guardava intorno sempre più stupito. Cominciò ad aggirarsi per le varie stanze.

 

Erano tutte molto grosse e spaziose, dotate di grandi finestre che in tempi diversi avrebbero fatto entrare una luce solare eccezionale, e in ogni stanza c’era un qualche strano oggetto babbano di cui Draco non capiva l’uso.

 

Tonks lo seguiva a debita distanza, non perché lei non si fidasse di un mago di nemmeno 18 anni, disarmato per di più, ma perché Moody non si fidava nemmeno della sua ombra.

 

Infine Draco raggiunse una stanza, che era chiaramente una camera da letto.

 

Sembrava quasi la copia della camera che aveva occupato a Grimmauld place, solo molto più pulita e molto,ma molto, meno tetra.

 

C’era un letto a due piazze al centro della stanza, ai fianchi del letto due comodini in legno, due finestre lo sovrastavano, anch’esse coperte da pesanti tende tirate.

 

Una parete era rivestita da una libreria fornitissima Una piccola porticina portava a un bagno accorpato alla stanza.

 

Di fianco alla porta della stanza si trovava un grosso armadio, probabilmente in mogano, perfettamente lucido.

 

Senza pensarci su due volte Draco si diresse verso la libreria.

 

Aveva sempre avuto un debole per la lettura, anche se ben pochi lo sapevano.

 

Diede una scorsa ai libri, rendendosi conto che la maggior parte de titoli non li aveva mai sentiti nominare.

 

Erano praticamente tutti libri babbani.

 

Draco era molto colpito da quell’appartamento, che era molto più grosso di quanto potesse sembrare, ed anche trattato piuttosto bene.

 

Pensò soddisfatto che in quel posto si sarebbe finalmente levato dalla testa Harry Potter.

 

Harry, Ron, Hermione e Ginny, scesero a colazione piuttosto tardi quella mattina.

 

Ancora assonnati presero posto ai loro posti nel tavolo.

 

La signora Weasley, si trovava già in cucina, intenta a preparare la colazione con la becchetta.

 

Quattro diversi “Buon giorno” più o meno strascicati la raggiunsero nello stesso momento.

 

Girò il bel viso paffuto a guardare i ragazzi che si erano appena seduti in cucina e sorrise “Alla buon’ora!Dormiglioni!Ecco la vostra colazione!”, con un movimento fluido della bacchetta la colazione si posò davanti ai quattro.

 

“Buon appetito” cinguettò la signora Weasley.

 

Ron non se lo fece ripetere due volte e attaccò senza ritegno la povera frittella che si trovava davanti a lui.

 

Hermione afferrò la copia della “Gazzetta del profeta” e cominciò a sfogliarla in cerca di notizie interessanti, mentre aspettava che il suo thè si raffreddasse un po’.

 

Anche Harry partì all’attacco della sua frittella, annegandola nello sciroppo d’acero.

 

Ginny, assorta nei suoi pensieri, mordicchiava una fetta biscottata con la marmellata sopra.

 

La pace della colazione fu interrotta dalla signora Weasley, che chiese a nessuno in particolare “Come mai nessuno di voi è venuto a salutare Malfoy stamattina? Mi sembrava che dai rapporti che avevate instaurato, foste almeno in armistizio”.

 

Gli occhi di Molly si fermarono per qualche secondo di più su Harry.

 

“Ah giusto, è andato via stamattina” fu il laconico commento di Harry.

 

Sia Hermione che Ginny che Ron si fermarono a fissarlo.

 

Non capivano, il pomeriggio prima sembrava l’uomo più felice della giornata, per quel suo nuovo rapporto con Malfoy, e ora commentava così?

 

Anche Molly parve stupita dalla risposta.

 

“Pensavo che almeno tu Harry saresti venuto a salutarlo” aggiunse indagatrice.

 

Harry si limitò a rispondere con gli occhi “Non vedo perché avrei dovuto, dato il modo in cui mi ha trattato”.

 

I tre amici e la signora Weasley non ci capivano più nulla.

 

Harry dedicò di nuovo la sua intenzione alla frittella “Ecco bravo concentrati sulle frittelle e levatelo dalla testa”.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Dopo una settimana ecco il nuovo capitolo, sperando che sia di vostro gradimento come al solito, ai posteri l’ardua sentenza. Auguro un Buon Anno a tutti ^^ ci rivediamo il prossimo anno^^ (ossia domani -.-)

 

* Craven Road,7, se qualcuno di voi è fan di Dylan Dog ha già riconosciuto la via ^^.. aaaahhhhh Dylan - sospira-

 

Baciozzoli bavosi. Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** Pensieri ***


The Unexpected

The Unexpected

Pensieri

 

Poco dopo il suo arrivo a Craven Road, Draco  sistemò i suoi pochi averi nella stanza con la libreria ben fornita.

 

Non voleva ammetterlo ma quella nuova sistemazione gli piaceva parecchio.

 

Si avvicinò alla libreria, tutti quei libri babbani lo attiravano come una calamita.

 

Scorse i titoli con pigrizia, accarezzando le copertine  con il dito indice lungo e affusolato, mentre sottovoce leggeva i titoli.

 

“Cime tempestose… It... Romeo e Giulietta.... Il signore degli anelli..... Novecento..... Intervista con il vampiro..... Io robot…”.

 

C’erano letture di tutti i tipi, di tutti i generi e tutte le epoche, e lui non ne conosceva nemmeno una, tergiversò per alcuni minuti prima di scegliere Romeo e Giulietta.

 

Aveva sentito una sua ex compagna di Serpeverde parlare di un certo William Shakespeare e aveva riconosciuto il nome sul volume.

 

Con il libro in mano si diresse verso la poltrona davanti alla finestra.

 

Cominciò a leggere e si perse nella storia tragica.

 

 

 

  

Harry finì la colazione in silenzio, immerso nei suoi pensieri.

 

“Sei veramente felice ora che se ne è andato?”

 

Era il pensiero che gli ronzava in testa da quando la signora Weasley  gli aveva ricordato che Draco era partito la mattina.

 

Scosse la testa, ben sapendo che quel pensiero non se ne sarebbe andato così facilmente.

 

Si alzò meccanicamente e si diresse nella stanza a lui ormai ben nota.

 

Entrò con delicatezza, come se si aspettasse di trovare Draco sul letto a sonnecchiare.

 

Si diresse verso il letto, ancora disfatto e vi si sedette.

 

Allungò la mano verso il cuscino candido, aveva ancora la forma della testa del biondo.

 

Sospirò. Se lo aspettava. Sospettava che una volta partito Draco gli sarebbe mancato.

 

Improvvisamente un ricordo lo fulminò.

 

Flash Back:

 

Era a Hogwarts, solo pochi mesi prima.

 

Era appena entrato in bagno dei maschi, dove, aveva visto sulla mappa del Malandrino il puntolino indicante Draco Malfoy.

 

In quel periodo era ossessionato da Malfoy, stava tramando qualcosa,aveva un incarico da portare a termine, e voleva scoprire cosa, prima che il piano andasse a buon fine.

 

Aprì la porta il più lentamente possibile e quello che vide lo lasciò ammutolito.

 

Draco gli dava le spalle, era appoggiato al lavandino, la testa piegata tra le spalle, le mani stringevano con così tanta forza il lavandino da essere bianche. Tremava.

 

Mirtilla Malcontenta era lì con lui, cercava inutilmente di consolarlo.

 

Harry sentì la voce del Serpeverde, tremante “Nessuno può aiutarmi…. Nessuno…e lo so che non funzionerà… non ci riesco…e lui mi ucciderà e ucciderò i miei genitori…”

 

Solo allora Harry notò che Draco stava piangendo.

 

In quel preciso momento, Malfoy alzò lo sguardo, e incontrò due occhi verdi che lo guardavano.

 

Reagì d’istinto, si girò e urlò una maledizione contro il Grifondoro, che la schivò e rispose con la stessa prontezza di riflessi.

 

Mirtilla si mise a urlare, implorandoli di smetterla.

 

Draco con il volto deformato dalla rabbia urlò “Crucio…” ma non finì mai la maledizione, Harry fu più veloce e rispose con un altro incantesimo.

 

“Sectumsempra!” urlò sovrastando anche le grida di Mirtilla.

 

Fu un attimo, Draco colpito in pieno, cadde a terra, il viso e il petto tagliati profondamente in più punti, il sangue sgorgava a fiotti.

 

Harry si buttò sul corpo del suo nemico di sempre spaventato, Mirtilla stava urlando “Assassinio!Assassinio nel bagno!”  

 

Draco gemeva, il viso distrutto, le mani che si contraevano come artigli nella sofferenza.

 

Sembrarono passare secoli prima che Piton entrasse nel bagno richiamato dalle urla, e rendendosi conto della situazione intervenisse sulle ferite di Draco.

 

Fine Flash Back

 

Harry tornò alla realtà, probabilmente alcune di quelle cicatrici che tanto lo avevano affascinato, le aveva procurate proprio lui stesso a Draco.

 

Chinò il capo, osservandosi attentamente i piedi.

 

Forse in quel momento li, vedendolo piangere disperatamente, si era reso conto seriamente che Draco era una persona, un essere umano con sentimenti, un essere pensante, che eseguiva ordini sotto minaccia di morte.

 

Nelle ultime settimane, Harry aveva cominciato a malapena a scoprire la punta dell’ice berg.

 

E ora non ci sarebbe stato più nulla. Draco se ne era andato sotto protezione chissà dove.

 

 

Draco si divorò il libro. Quella storia lo aveva emozionato tantissimo.

 

Era stupito, era stato cresciuto con l’idea di odiare i Babbani, che fossero creature indegne di vivere, e ora si ritrovava con gli occhi lucidi leggendo proprio una storia scritta da un babbano.

 

Inspiegabilmente si trovò a pensare a Harry.

 

Quella storia gli aveva ricordato i piccoli, brevi momenti d’intimità che aveva avuto con il giovane bruno.

 

La storia dei due ragazzi che non potevano amarsi apertamente per via della rivalità delle loro famiglie.

 

Chissà perché a Draco ricordava tanto lui e Harry.

 

Nati in due mondi diversi, cresciuti in mondi diversi, con idee ben diverse.

 

Eppure, eppure qualcosa li univa. Il biondo si perse nei suoi pensieri.

 

Gli tornava in mente il brusco congedo che aveva avuto con Harry solo poche ore prima.

 

Sembrava andasse tutto bene, i baci, le carezze, l’affetto che iniziava a provare per il Grifondoro.

 

Arrossì al solo pensiero.

 

Poi, Harry gli aveva proposto di venirlo a trovare durante il suo trasferimento, e, cosa diavolo gli aveva preso?

 

Perché se l’era presa tanto per una promessa in fondo innocente? Per una promessa che in fondo gli avrebbe fatto molto piacere?

 

Scosse la testa, sconfitto, i capelli biondi gli accarezzarono il viso pallido.

 

“Ah Draco, tu e il tuo maledetto orgoglio Malfoy, sei veramente scemo lasciatelo dire”.

 

Il biondo fece un gesto impaziente con la mano, come per zittire la voce della sua coscienza.

 

“Voleva aiutarti e il tuo orgoglio ferito si è messo a ragionare per te”.

 

E dal nulla, il desiderio imperante di voler vedere di nuovo Harry, almeno per chiarirsi, per dirgli quello che pensava veramente di quella situazione.

 

Ma come? Se Moody lo avesse beccato lo avrebbe ridotto un colabrodo.

 

Concentrandosi sulla vita babbana che scorreva davanti ai suoi occhi grigi, si mise a pensare un piano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Eccomi qua, non è lunghissimo, ma la lettura dì HP e i doni della morte mi ha assorbito completamente, senza contare che il mio PC ha deciso di non funzionare più e ora sono in clandestinità nel pc di mia sorella.

Buona lettura!

Baciozzoli sbavosi.Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Scuse ai lettori U.U ***


Scuse ai lettori

Scuse ai lettori

NO, non preoccupatevi, non ho intenzione di interrompere di "The Unexpected" semplicemente, vi avviso, che gli aggiornamenti sono in preparazione, non ho più aggiornato per vari motivi che variano dallo studio, al computer poco funzionante.

Appena passo il peridodo nero con lo studio, ritronerò ^^. Scusatemi per l'assenza, ma tronerò a breve Muhahaah, per vostra sfortuna aggiungerei U.U.

Baciozzoli sbavosi. Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Chiacchierata a tre ***


The Unexpected

The Unexpected

 

Chiacchierata a tre

 

 

Passarono giorni, che a Harry sembrarono mesi, in cui nulla di nuovo successe nella sua vita.

 

Tutto tranquillo, tutto passava liscio come l’olio, tranne che per un piccolo pensiero che gli si insinuava nella testa tutte le volte che abbassava la guardia: Draco.

 

La voglia di vederlo si faceva ogni giorno più forte. Era convinto che se avesse avuto l’occasione con Draco sarebbe potuto nascere qualcosa.

 

“In cosa speri Harry?Che lui ti si presenti davanti alla porta?Che ti dica:Eccomi sono tutto tuo?”

 

Tutte le volte che questi pensieri si affacciavano nella sua testa, cercava di scacciarli in tutti i modi possibili, dalle letture sul Quiddich alla padellate in testa, ogni metodo era valido.

 

In questa situazione l’umore, già precario, di Harry ne risentiva ancora di più.

 

Sembrava che nulla riuscisse a  tirarlo su di morale, in presenza degli amici o della famiglia Weasley, ergeva intorno a sè una maschera  di falsa tranquillità, per farla cadere appena si ritrovava da solo.

 

Una sera mentre dava una scorsa pigra alla Gazzetta del Profeta, sentì dei passi provenire dal corridoio e poco dopo la porta di camera sua spalancarsi.

 

Alzando lo sguardo dal giornale, si trovò a fissare 4 occhi, un paio castano scuro e un paio azzurri.

 

Hermione e Ron erano davanti alla porta e gli sorridevano.

 

Harry sorrise di rimando, anche se negli ultimi tempi non era stato affatto se stesso, si obbligò ad essere sincero almeno con i suoi migliori amici e anche se il sorriso uscì un po’ storto almeno era sincero.

 

Era felice di avere loro al suo fianco malgrado tutto.

 

Fu Hermione, come quasi sempre, a prendere parola per prima, avvicinandosi con passo maestoso al letto dove stava bivaccando Harry.

 

“Harry dobbiamo parlarti un momento” disse sedendosi vicino al bruno.

 

Harry si sistemò in modo da fare spazio sia a Hermione che Ron, cosa difficoltosa tenuto conto che sia lui che Ron erano cresciuti ulteriormente in quei due mesi  di vacanza.

 

Il bruno osservava i due amici incuriosito, non sapeva di cosa volessero parlargli.

 

“Uh ci sono notizie interessanti?” domandò Ron, vedendo il giornale aperto davanti ad Harry, e mentre questi si accingeva a rispondere, Hermione cominciò a parlare.

 

“Harry, sia io che Ron, siamo qua per parlarti di…” si interruppe, forse cercando le parole più adatte “Beh insomma, ci siamo resi perfettamente conto del tuo cambiamento da quando Malfoy se ne è andato” si interruppe di nuovo, aspettando che Harry assimilasse quanto aveva detto.

 

“Insomma, sappiamo,che il tuo interesse per Malfoy andava oltre all’amicizia.. o sbagliamo?” .

Harry fece un piccolo accenno di assenso in direzione dell’amica e abbassò lo sguardo verso la Gazzetta del Profeta.

 

Hermione continuò il suo discorso, cercando con lo sguardo l’appoggio di Ron, che dopo  il discorso del giornale si era zittito, era imbarazzato, era evidente che di tutti i discorsi che voleva affrontare con il suo migliore amico l’ultimo fosse quello della sua omosessualità e Malfoy.

 

Accettare i suoi gusti sessuali era una questione, ma parlarne apertamente, per ora, gli veniva difficile.

 

Vedendo che l’appoggio di Ron tardava ad arrivare, Hermione decise di continuare da sola.

 

“Harry,perché non ci parli di come ti senti?Perchè ha deciso di non renderci partecipi?”

 

Il bruno alzò nuovamente il viso, con un gesto fluido ma poco convinto e piantò i suoi occhi verdi in quelli castani scuri di Hermione, erano pieno di tristezza, troppi avvenimenti  li avevano riempiti di delusione, rabbia, voglia di riscatto e ora tutti quei sentimenti si mischiavano insieme e  la fissavano con tutta la loro intensità.

 

“Herm… non l’ho fatto con cattiveria, ma, non lo so, sentivo che la questione di Draco dovevo vedermela da solo, risolveva da solo, anche se… beh non mi sembra di aver fatto un gran lavoro” ammise sorridendo lievemente.

 

“E allora noi due che ci stiamo a fare qua?” chiese all’improvviso Ron, stava sorridendo anche se il tono di voce era serio “Nel senso, Harry… sono quasi sette anni che ci conosciamo… anche se l’argomento è un po’ fuori dalle  nostre discussioni standard, non  vedo perché non parlarne con noi”.

 

Il sorriso di Harry si allargò. Per la prima volta in un mese era felice, si protese per abbracciare i suoi amici in un unico stretto abbraccio, lasciandoli entrambi stupiti per quell’improvviso  slancio di affetto.

 

“Harry allora, vuoi parlare una buona volta o no?”, il bruno sospirò e cominciò a raccontare tutti gli ultimi avvenimenti che erano successi tra lui e Draco e il motivo per cui non era andato a salutarlo il giorno della partenza.

 

A fine racconto, Hermione aveva la tipica espressione di quando pensa a  un piano mentre Ron prese parola “Certo che hai fatto la tua bella figura sbattendogli in faccia suo padre quel giorno eh? Fossi stato in te mi sarei scusato il prima possibile”, Harry lo sapeva, molte volte aveva fatto da paciere tra Ron ed Hermione, e ora i suoi stessi consigli si rendeva conto di non averli seguiti.

 

“Lo so Ron, non c’è bisogno che me lo ricordi, sto già abbastanza male così” rispose Harry,leggermente irritato.

 

“Sai per caso dove hanno portato Draco?” domandò Hermione all’improvviso, Harry scosse la testa sconsolato, “Beh c’era da aspettarselo, Moody avrà fatto di tutto per tenerlo nascosto, dobbiamo trovare un modo per scoprire dove lo tengono”.

 

“Indagare con discrezione?” domandò Ron titubante, guardando prima Hermione e poi Harry.

 

“Ci beccherebbero subito probabilmente e se provassimo ad ascoltare con le orecchie oblunghe?Immagino che Fred e George abbiano lasciato una certa scorta qua in casa” propose Hermione, Ron non sembrava convinto “Non so voi, ma io non ho  mai sentito parlare del luogo in cui hanno portato Draco” gli altri due dovettero convenire all’affermazione dell’amico “Beh direi che l’unica via percorribile sia quella delle orecchie oblunghe, alla fine Moody, Tonks e Lupin si danno il cambio per andare da lui, con le orecchie potremmo sentire la destinazione prima che entrino nel camino” asserì infine Harry alzandosi in piedi.

 

Hermione e Ron lo seguirono a ruota.

 

“Dobbiamo escogitate un piano per non farci beccare, se no chi li sente” aggiunse Ron, indicando con un cenno la porta.

 

“Mia mamma potrebbe anche cercare di strozzarmi se ci scoprisse, alla fine hanno fatto tutto questo per la tua incolumità”.

 

Hermione esasperata scosse la testa “Oh Ron ma quante volte devo spiegartelo!Per amore si fatto questo e altro!” poi rendendosi conto di quello che aveva appena detto si zittì, Harry era diventato di una sfumatura cremisi molto accesa.

 

“Io… scusa Harry, non intendevo dire, quello che ho detto ecco” si zittì, accorgendosi di non migliorare la situazione con le sue scuse balbettate.

 

Harry le si avvicinò, e le appoggiò le mani sulle spalle.

 

“Herm, non è successo nulla, alla fine credo che tu abbia ragione” ammise.

 

Ora aveva una possibilità di sistemare la questione in sospeso con Draco, e sapere che i suoi amici erano dalla sua parte lo faceva stare molto meglio. Quella giornata era partita decisamente bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano quasi le 10 del mattino, quando gli occhi grigi di Draco si decisero ad aprirsi, si stiracchiò pigramente e si mise a  sedere sul letto.

 

Aveva fatto un sogno strano, o meglio, aveva sognato proprio colui che ultimamente affollava i suoi pensieri: Harry.

 

Era passato un mese, niente più notizie, niente più aggressioni mentali da parte di Voldemort, le sue ferite fisiche  erano perfettamente guarite, mentre quelle mentali erano più ardue da guarire.

 

Sua mamma gli mancava tantissimo, le sue carezze, le sue frasi dolci sussurrate per farlo addormentare quando era più piccolo, tutto di lei gli mancava.

 

Suo padre, ebbene gli mancava anche lui, ma sicuramente non ai livelli della madre, doveva a lui il suo carattere, il suo comportamento, le sue paranoie, il fatto di saperlo morto in un certo modo lo faceva stare meglio.

 

E infine, Harry, anche lui gli mancava, le chiacchiere notturne, i baci rubati, quanto gli piaceva passare il tempo con lui.

Non avrebbe mai creduto di sentire la mancanza di San Potter, e invece.

 

Sorrise, con il sole che gli scaldava la faccia, aveva deciso di mettersi in contatto con Harry e avrebbe usato la Legimanzia.

 

Il brunetto gli aveva raccontato delle sue disastrose lezioni con Piton l’anno prima e sapeva che Harry non aveva fatto nulla per colmare quella sua lacuna enorme in magia.

 

Semplice, veloce e indolore.

 

Voleva vederlo, e scusarsi per la sua scenata il giorno prima della sua partenza e soprattutto aveva voglia di chiarire una volta per tutte la situazione con il piccolo Grifone.

 

Praticamente nello stesso momento, sia Harry che Draco, a insaputa l’uno dall’altro, si stavano muovendo per mettersi in contatto e riunirsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Eccccommmiii!Ebbene si ce l’ho fatta U.U, non so perché ma è stato il mio aggiornamento più sofferto,e alla fine non è venuto fuori molto lungo :(, ho abbassato il rating della storia perché ho deciso di non fare scene slash,ma solo piccole scene terribilmente dolci (oddio e che ho mangiato oggi zucchero concentrato?).Comunque sia ecco a voi l’aggiornamento, spero sia di vostro gradimento come sempre, e grazie per l’ infinita pazienza.

Baciozzoli bavosi.Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Contatto ***


The Unexpected

The Unexpected

Contatto

 

 

 

I preparativi fervevano al numero 12  di Grimmauld Place.

 

Ron frugando nella stanza un tempo occupata da Fred e George aveva trovato, ben nascosti dall’occhio di lince di mamma Weasley, una scatola piena di prototipi di scherzi, tra cui un bel po’ di orecchie oblunghe.

 

Hermione aveva iniziato la sua tattica ben celata di sorveglianza del salotto ove si trovava il  camino, nella vana speranza di riuscire a scoprire il luogo segreto dove Draco veniva tenuto, per potersi evitare l’utilizzo delle orecchie oblunghe, ma fino ad ora i suoi risultati erano pari solo allo zero.

 

Harry, lui sperava che quel periodo passasse in fretta, molto in fretta. Era nervoso, sempre agitato e ogni minima cosa gli ricordasse Draco, un gesto, un’espressione  o una parola, gli faceva partire il cuore al galoppo come una cavallo dopato.

 

Quel pomeriggio al colmo del nervosismo aveva urlato così forte contro Ginny, rea di averlo preso in giro per una stupidata, che quasi l’aveva fatta cadere dalla sedia.

 

La sera era il momento di calma per tutti e tre, l’unico momento in cui si riunivano per parlare tranquillamente dei loro progressi, ed era il momento in cui Harry si rilassavo un po’.

 

“Ti ho sentito strillare contro Ginny oggi pomeriggio” buttò li Ron con noncuranza quella sera, era seduto per terra sopra un logoro tappeto che aveva visto tempi molto migliori.

 

Hermione alzò lo sguardo interrogativo verso Harry che era appoggiato alla scrivania, ricoperta di libri.

 

Harry si strinse nelle spalle, quel gesto ormai così tipico per lui, “Beh oggi ha esagerato”.

 

L’espressione di Hermione divenne molto scettica “Harry, l’altro giorno hai quasi fatto volare Kreacher dalla finestra e ti ha solo rivolto le sue solite gentilezze”, Harry  cambiò posizione leggermente a  disagio, sapeva che Hermione aveva perfettamente ragione, chinò il capo in segno di resa “Okok, lo ammetto, sono un pò nervoso ultimamente”, una risatina provenne da Ron “Solo un po’?” chiese sarcasticamente il rosso “Harry sei così nervoso che sembra che tu ti stia per sposare!” aggiunse ghignando, Hermione accennò un sorriso, sperando con tutta se stessa che Harry si unisse a loro invece di incarognirsi ancora di più e per fortuna per quella volta Harry l’accontentò “E va bene ho esagerato oggi pomeriggio” ammise infine ridacchiando insieme agli amici.

 

Ripresero a parlare del piano per scoprire dove si trovava Draco. Dopo i fallimenti di Hermione nello scoprire il luogo, decisero di affidarsi alle orecchie oblunghe.

 

La prima proposta di Harry fu di usare il mantello dell’invisibilità, per avvicinarsi il più possibile alla porta, dato che non c’erano scale da cui far scendere le orecchie come il caso della cucina, ma Hermione gli ricordò che l’occhio magico di Moody vedeva al di sotto dei mantelli dell’invisibilità, e nella molto probabile situazione in cui nel camino fosse entrato lui, Harry sarebbe stato visto subito.

 

La seconda proposta fu di mimetizzare le orecchie oblunghe in un momento di pulizia generale della casa, quando nel caos generale un oggetto molto piccolo non sarebbe stato notato.

 

La terza proposta fu quella di usare Kreacher per posizionare l’orecchia oblunga nella sala, in fondo la sua presenza era normale nel salotto, per le pulizie o anche solo per girare lamentandosi dei nuovi padroni.

 

Dopo una lunga discussione optarono per l’ultima scelta, Kreacher era la soluzione più veloce e sicura.

 

La piccola riunione strategica fu interrotta da un lieve bussare  alla porta.

 

Il viso tondo e rosso della signora Weasley fece capolino dallo spiraglio della porta “Ragazzi è tardi!Cosa ci fate ancora svegli?” chiese in tono giovale ai tre giovani, che avevano assunto un’aria colpevolissima “C’è qualcosa che non va?” domandò vedendo le espressioni dipinte sui loro visi “Emh no mamma ora andiamo a letto tutti quanti promesso” rispose Ron sfoderando un sorriso angelico di chi non ha mai fatto nulla di male nella sua vita.

 

Infine Molly li salutò, anche se non del tutto convinta e andò a letto.

 

“Allora rimandiamo tutto a domani ok?Harry ricordati di parlare con Kreacher domani mattina mi raccomando”.

 

Harry assunse un’espressione alla : Si mamma farò tutto quello che vuoi e promise di chiamare Kreacher appena sveglio.

 

Nel giro di mezz’ora sia Harry che Ron erano nei rispettivi letti, pronti a dormire, in vista della giornata movimentata del giorno dopo.

 

“Sai Harry, ci voleva un po’ di azione, quest’estate è veramente noiosa”.

 

Gli arrivò solo un grugnito in risposta.

 

“Ok recepito il messaggio… buona notte Harry”.

 

Altro grugnito in risposta.

 

Voleva far credere a Ron di essere così stanco da essere crollato subito addormentato, invece aspettò che l’amico si addormentasse profondamente, per sgattaiolare nella stanza che per 2 settimane aveva ospitato Draco, dormiva li e al mattino, molto presto, tornava in camera con Ron.

 

Non sapeva esattamente perché non mettesse Ron al corrente di questa sua nuova abitudine, forse pensava che lo avrebbe preso in giro e in effetti non avrebbe avuto tutti i torti.

 

Si era sdraiato nel letto occupato da Draco nel mese prima, da poco più di mezz’ora, quando prese  sonno.

 

 

 

 

 

Craven Road 7

 

 

 

 

 

Draco non era mai stato un grande dormiglione, e negli ultimi 2 mesi l’usanza di andare a letto molto tardi si era acutizzata.

 

Erano le 2 del mattino, quando finalmente decise di agire.

 

Aveva scelto quella sera per contattare Harry, perché c’era di turno Tonks, che sicuramente a quell’ora dormiva ed era molto meno guardinga di Moody, che lo piantonava in continuazione.

 

Si era appena accertato  che effettivamente Tonks dormisse e poi si chiuse in camera sua.

 

Svuotò la mente, pronto all’aggressione mentale che avrebbe messo in atto contro Harry da li a pochi minuti.

 

Regolarizzò il respiro e si rilassò.

 

Si sedette sul letto e si concentrò sulla mente di Harry.

 

Lentamente si rese conto di essere entrato nella testa del giovane bruno.

 

Piton non scherzava per niente quando diceva che Harry era veramente negato in Occlumanzia, entrare nella testa di quel ragazzo fu una delle cose più facili che Draco avesse mai fatto in vita sua.

 

 

 

 

 

 

Grimmauld Place 12

 

 

 

 

 

Harry iniziò ad agitarsi nel sonno, sapeva che qualcosa non andava, ma non riusciva ad apporsi, cercò di aprire gli occhi e scoprì di non riuscirci. Una piccola goccia di sudore gli scese lungo la guancia rosea.

 

 

 

 

 

Craven Road 7

 

 

 

 

 

Una goccia di sudore scese dalla tempia bianca di Draco. Stava trasmettendo ad Harry le immagini del posto dove si trovava, sperando che capisse il suo messaggio alla prima.

Nella concentrazione del momento riuscì ad accennare un sorrisino sghembo, all’idea che Potter capisse qualcosa alla prima.

 

 

 

 

 

Grimmauld Place 12

 

 

 

 

 

Harry cominciò a capire.

 

Quello che inizialmente aveva preso per un attacco mentale da parte del suo nemico giurato, arrivava invece da tutt’altra persona.

Il cuore cominciò a battergli all’impazzata. Si trovò scioccamente a pensare che tutti quegli sbalzi del ritmo cardiaco prima o poi gli avrebbe fatto venire un infarto.

Cominciava a vedere le prime immagini.

 

 

 

 

 

 

 

Craven Road 7

 

 

 

 

 

 

Ora la fronte di Draco era imperlata di sudore, aveva avvertito una leggerissima resistenza subito, ma ora aveva via libera, se avesse voluto avrebbe potuto carpire tutti i segreti di Harry in pochi secondi, ma orma c’era spazio solo per l’invio delle immagini e del nome della via.

 

 

 

 

 

Grimmauld Place 12

 

 

 

 

Harry capì, si sedette di scatto nel letto, gli occhi spalancati, il sudore che scendeva lento lungo le guance e la fronte, Draco gli aveva inviato il nome della vita e le immagini della casa.

Ora sapeva dove doveva andare. In fondo Draco gli aveva risparmiato un lungo lavoro.

 

 

 

 

 

 

 

Craven Road 7

 

 

 

 

Draco interruppe il contatto.

Sapeva che Harry aveva capito e si lasciò andare rilassato sul letto, dove si addormentò quasi subito. Ora doveva solo aspettare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Eccomi qua! Vittoria!Un altro capitolo!Comincio a sentirmi in colpa per la lentezza con cui sto postando >.<.

Comunque sia, è San Valentino da circa un quarto d’ora, quindi auguri a tutti, ance a chi non festeggia J e chissà magari domani troverò il tempo per una piccola one shot amorosa

Baciozzoli bavosi.Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Sicurezza ***


The Unexpected

The Unexpected

Sicurezza

 

 

 

Harry ci mise pochi minuti a riprendersi del tutto e una volta lucido,scese dal letto e raggiunse di corsa Ron che dormiva tranquillo nel suo letto.

 

“Ron!!!Svegliati!” era praticamente saltato addosso al rosso, spaventandolo a morte.

 

“EH?Cosa?Chi? Harry!Che diavolo stai facendo?!” chiese Ron qualche secondo dopo essersi reso conto di essere stato assalito da Harry e non da un Dissennatore.

 

“Ce l’ho!Ce l’ho!” quasi urlò il bruno nel buio della stanza.

 

Ron era sconcertato.

 

Il suo cervello ancora mezzo addormentato si rifiutava di collaborare.

 

“Hai che cosa?” chiese infine titubante.

 

“L’indirizzo!Il posto dove tengono Draco!”

 

Ron spalancò gli occhi azzurri e fissò l’amico.

 

“Come diavolo fai ad avere l’indirizzo?Chi te lo ha dato?”

 

Harry si toccò con il dito indice la tempia “Legimanzia”

 

Gli occhi di Ron erano quasi fuori dalle orbite.

 

“Non capisco, hai usato la legimanzia?Tu sei negato nella legimanzia!!”

 

Harry alzò gli occhi al cielo esasperato dalla lentezza di comprendonio dell’amico.

 

“No!Draco l’ha usata con me!Mi ha fatto vedere la via e il palazzo dove si trova!”

 

Ron non sembrava affatto contento delle rivelazioni dell’amico.

 

“E se invece di Draco fosse stato un Mangiamorte o colui-che-non-deve-essere-nominato a inviarti quelle immagini?!Ci hai pensato un millisecondo?”

 

Harry stava scuotendo la testa bruna con energia “No Ron sono sicuro che fosse lui!Lo sentivo che era lui!”

 

Il rosso non era per niente convinto delle illazioni dell’amico e la sua poca convinzione gli si leggeva in faccia.

 

“Facciamo così,Harry, aspettiamo domani mattina, ne parliamo con Hermione e vediamo cosa dice, ok?”

 

Harry riuscì a guadagnare un minimo di self control, quanto bastava per calmarsi e riflette un momento sulla situazione.

 

Era Draco, ne era sicuro al 100%.

 

Non importava come lo sapesse, lo sentiva nel suo profondo.

 

Il fatto che il biondo Mangiamorte si fosse messo in contatto con lui,lo aveva reso euforico.

 

Voleva parlagli al più presto.

 

Aveva penato per un mese aspettando sue notizie, sognandolo la notte e ora finalmente un segno di vita, e Ron cosa faceva? Gli diceva di aspettare fino al mattino dopo.

 

Rassegnato si alzò dal letto dell’amico e si diresse verso il suo.

 

“Va bene aspettiamo domani mattina” brontolò mettendosi sotto le coperte leggere.

 

 

 

 

In Craven Road nel frattempo….

 

 

 

 

Draco dormiva, rilassato e tranquillo come poche volte in quel mese di esilio a Craven Road.

 

Sapeva di aver fatto la cosa giusta e sapeva anche che ora l’unica cosa da fare era attendere, per quanto fosse difficile.

 

Per quel che aveva capito di Harry nella sua breve permanenza a Grimmauld Place, sicuramente il Grifondoro non si sarebbe mosso senza aver prima messo appunto un piano ingegnoso, aiutato dalla Granger.

 

Probabilmente l’attesa sarebbe stata più lunga del previsto, ma ormai giorno più giorno meno non cambiava tanto.

 

 

La mattinata di quel metà agosto particolarmente afoso si presentava cupa e pronta al diluvio.

 

Sembrava presagire cattivi eventi.

 

Ma due persone non se curavano minimamente.

 

Harry era sveglio già alle 6.00 quella mattina, dopo aver dormito a rate e rigirandosi come una frittella.

 

Draco si svegliò decisamente più tranquillo, deciso a godersi la giornata, magari leggendo un libro o chiacchierando con  Tonks, che si era rivelata molto più simpatica e  di compagnia di quanto avesse mai creduto.

 

Il bruno Grifondoro si diresse a passo di marcia verso la stanza delle ragazze, trascinandosi dietro un Ron ancora decisamente addormentato.

 

“Harry staranno dormendo” bofonchiava inerme,mentre l’amico lo trascinava a mo di sacco della spazzatura.

 

Raggiunse la stanza di Hermione e Ginny alla velocità record di 45 secondi e fece irruzione senza troppi preamboli.

 

Sia Hermione che Ginny lo guardarono stupite. Erano ancora in pigiama e avevano i capelli disordinati in testa.

 

Dovevano essere sveglie da poco tempo.

 

“Emh…. Ciao Harry… ciao Ron… a cosa dobbiamo la visita mattiniera?”

 

Harry spinse dentro Ron e chiuse la porta in fretta.

 

Fece cenno alle due amiche di avvicinarsi e parlò sottovoce.

 

Spiegò rapidamente quello che era successo la notte.

 

Come Harry aveva temuto la prima reazione di Hermione fu uguale a quella di Ron, Ginny si limitava a guardarlo con aria indifferente, ancora piena di astio nei confronti di Harry, per essere stata rifiutata a causa di un altro ragazzo.

 

“Sei veramente sicuro che fosse lui Harry?” chiese Hermione per la terza volta in dieci minuti.

 

“Sicurissimo, era lui e si stava mettendo in contatto con me per farsi trovare!”.

 

Davanti alla convinzione di Harry sia Hermione che Ron capitolarono e decisero di aiutarlo a incontrare il biondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Piccolo capitolino, per farvi sapere che sono ancora viva^^. Volevo ringraziarvi perchè The Unexpected è la tra le preferite di 79 persone *.*, volevo ringraziare tutti quelli che hanno lasciato un segno del loro apprezzamento (e anche del non apprezzamento) ;) e vi invito a seguirmi anche nella altre storie, tra cui la nuovissima "next Generation" raccolta di one shot yaoi su Al Potter e Scorpius Malfoy (si la mia perversione non ha limiti -.-) -pubblicità mode off-

 

Baciozzoli sbavosi.Leena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Colpo di fortuna ***


The Unexpected

The Unexpected

 

 

Colpo di fortuna

 

 

Draco si aggirava per l’appartamento solo con i pantaloni del pigiama addosso, aveva caldo e quella mattina le cicatrici lasciate dai suoi “amici” Mangiamorte, facevano particolarmente male.

 

In cucina si imbatté in Tonks che stava facendo colazione.

 

“Buon giorno” bofonchiò lei con la bocca mezza piena.

 

Lui rispose con un cenno della mano.

 

Si sedette di fronte a lei e si versò il latte che si trovava sul tavolo.

 

“Come va stamattina?” chiese lei , senza smettere di leggere il giornale.

 

“Annoiato come sempre” rispose prima di bersi metà del bicchiere di latte.

 

Lei scoccò un’occhiata indagatrice al viso del giovane.

 

“A Grimmauld Place ti annoiavi meno?”

 

“Beh almeno c’erano persone della mia età”

 

Tonks si alzò da tavolo, spedendo con un colpo di bacchetta la tazza nel lavello.

 

“Io devo andare”

 

Draco alzò di scatto la testa verso l’Auror.

 

“Cosa vuol dire che devi andare?E mi lasciate solo?”

 

“Al ministero hanno bisogno di tutti gli Auror disponibili, non posso rimanere qua, e comunque hai dimostrato di essere degno di un minimo di fiducia,spero, se no te la vedrai con me” terminò prima di avviarsi verso il camino  e sparire in una fiammata verde.

 

Draco era ancora stupito per la notizia che aveva ricevuto.

 

Chissà se anche Harry ne era stato messo al corrente?

 

 

 

Il trio stava facendo colazione in cucina, quando la notizia dell’intervento massiccio di Auror al ministero li aveva raggiunti.

 

Harry aveva rizzato le orecchie a mo di gatto e aveva atteso con il fiato sospeso di sentire maggiori notizie.

 

Sentiva i signori Weasley parlare tra loro nel corridoio.

 

“Ma allora, il posto è sguarnito?” domandò preoccupata

 

“Si” mormorò il signor Weasley.

 

“Non sarebbe meglio mandare qualcuno?Non so se sia un bene che sia da solo in quel posto”

 

“Tutti gli auror, e dico tutti sono impegnati al ministero, sai benissimo che Tu sai chi ha dato il via ad un attacco massiccio, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile.”

 

“E’ solo un’idea, ma potrei andare io” azzardò Molly.

 

“No!Te lo proibisco Molly, voglio che tu rimanga qua, voglio che la mia famiglia rimanga unita”

 

“Ma non possiamo lasciare quel ragazzo da solo in un posto che non conosce”

 

Harry quasi affogò nel suo latte sentendo la preoccupazione, infondata, della signora Weasley.

 

“Quindi Draco è solo nell’appartamento” disse a  voce bassa Hermione guardando prima Harry e poi Ron.

 

Harry non riusciva più a nascondere la sua impazienza.

 

In un certo senso, per una volta, Voldemort si era rivelato utile.

 

Con il suo attacco al ministero e con tutti gli Auror impegnati al suo seguito, lui poteva senza troppi problemi introdursi nell’appartamento.

 

Avrebbe approfittato di questa situazione servita su un piatto d’argento per raggiungere Draco.

 

Il signor Weasley fece capolino nella cucina, per un saluto veloce,mentre la signora Weasley se dirigeva verso la stanza di Ginny per aiutarla a riordinarla.

 

Bastò uno scambio di occhiate tra i tre per decidere di intervenire.

 

Si assicurarono che tutti gli adulti fossero usciti o comunque impegnati, per dirigersi a passo di gatto verso il salone principale.

 

“Dove è la polvere?” domandò Harry guardandosi intorno senza vederla.

 

“So io dove la tiene mamma” rispose Ron, dirigendosi fuori dal salone, per ritornare dopo meno di un minuto con un sacchettino in mano.

 

Hermione tese ad Harry una monetina.

 

“E’ una delle monetine superstiti delle E.S, la useremo per  dirti quando tornare indietro ok?”

 

Harry sorrise con gratitudine ai suoi due amici, poi prese una manciata di polvere, entrò nel camino e disse “Craven Road,7”

 

Sentì la solita sensazione di risucchio e pochi secondi dopo passava per i vari camini, riuscendo a scorgere solo brevi frammenti delle abitazioni.

 

Quando atterrò nel camino di Craven Road era stordito.

 

Si guardò un momento intorno,chiedendosi se il posto fosse giusto.

 

Quella casa aveva ben poco di magico,aveva un’ aria molto più babbana.

 

Accolse con gioia il sole che entrava nella casa attraverso le enormi finestre aperte.

 

Nell’attimo di smarrimento non notò la figura pallida che si avvicinava alla sala.

 

Draco era entrato nel salotto con un libro aperto in mano, non aveva nemmeno distolto lo sguardo.

 

“Tonks, come mai sei già qui?Cosa è non ti fidavi di …..” lasciò la frase a metà.

 

Aveva alzato gli occhi grigi dal libro, per incontrare due occhi verdi e ben diversi da quelli di Tonks.

 

“Harry?” domandò quasi fosse incerto dell’immagine che i suoi occhi gli stavano mostrando.

 

“Ciao Draco” salutò il bruno, sorridendo incerto.

 

“Ma cosa diavolo ci fai qua?” chiese Draco in evidente stato confusionale.

 

“Tu mi hai chiamato e io sono venuto” rispose semplicemente il bruno.

 

Harry aveva iniziato ad avvicinarsi lentamente, quasi avesse paura che Draco scappasse al minimo movimento avventato.

 

“Harry ma… potrebbe arrivare qualcuno da un momento all’altro” mormorò il biondo sulla difensiva.

 

Ecco il solito effetto che gli faceva Harry,lo intimidiva.

 

“Non oggi, Tu sai chi ha attaccato in forze il ministero, tutti gli Auror sono la,mi sa che rimarrai da solo per un bel po’” sorrise malizioso in direzione di Draco.

 

“E comunque in caso di ritorno improvviso ho questa” disse mostrando la monetina.

 

Si avvicinò per guardarla meglio.

 

“Cosa diavolo dovrebbe essere?” chiese incuriosito

 

“Le monete che usavamo noi dell’ ES” sorrise, guardando  i biondi capelli che si muovevano seguendo i movimenti.

 

Quando Draco allungò la mano per afferrare la moneta, Harry ne approfittò per prenderla tra le sue.

 

“Harry che diavolo fai?”

 

“Faccio quello per cui sono stato male per più di un mese”

 

Con un movimento improvvisò tirò Draco per un braccio, ritrovandoselo a pochi centimetri dal viso.

 

“Ammettilo Draco, se non ti fossi mancato,non ti saresti messo in contatto con me” sussurrò sfiorando con la bocca le labbra dell’altro.

 

Per una volta Malfoy sembrava senza parole.

 

Si limitava a guardare gli occhi verdi, avevano calamitato la sua attenzione, quei enormi occhi verdi pieni di aspettativa.

 

Si lasciò andare alla tentazione e baciò quella bocca gentile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA. Sono stupita di me stessa, ma alla fine ce l’ho fatta!Mi dispiace veramente tantissimo per l’attesa,ma tra scuola e poca ispirazione,non ho scritto praticamente nulla negli ultimi tempi, o comunque nulla che mi piacesse tanto da pubblicarlo. Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno messo questa storia tra le loro preferite (ben 83!) ringrazio tutti coloro che leggeranno e che commenteranno e soprattutto vi ringrazio  per la vostra immensa pazienza!

 

 

Baciozzoli bavosi.

 

Leena   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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