Since Always di Seele (/viewuser.php?uid=78384)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 1 *** Primo capitolo ***
Since
Always
Quell'intervista
andava avanti da minuti; l'intervistatrice iniziava ad annoiarli,
ponendo loro sempre le stesse domande scontate di sempre.
"E
se poteste tornare indietro nel tempo, cosa direste a voi stessi?"
fu l'ennesima delle sue questioni.
Louis
aveva sempre pensato che, porre certe domande, fosse incredibilmente
stupido. Anche se ci fosse stata una risposta, anche se avessero voluto sul
serio dire qualcosa a loro stessi, come avrebbero potuto? Mica si
può
tornare indietro ad anni prima.
Harry,
invece, sembrava sempre felice di domande di questo genere. Abbassava
gli occhi, rispondeva in modo evasivo, ma pensava tante cose mentre
sulle sue labbra si dipingeva un sorriso triste e nostalgico.
Perché,
dopotutto, se Harry ne avesse avuto la possibilità, sarebbe
tornato
indietro nel tempo e avrebbe detto a sé stesso tantissime
cose.
Ma
questo era impossibile, giusto?
Almeno
fino a qualche mese dopo.
*****
"Andrà
tutto bene, Lou" sorrise Harry, rassicurando il suo ragazzo.
Louis era ansioso, e tutta quest'idea del viaggio nel tempo di prova
non lo allettava molto; quando aveva scoperto la notizia, Harry aveva
subito dato la sua disponibilità al creatore dell'invenzione
per
provarla per primo, incurante degli eventuali imprevisti e di tutti i
guai che avrebbe potuto causare nel passato. Louis, invece, se ne
preoccupava eccome.
La
macchina del tempo aveva due posti e poteva andare sia avanti nel
tempo che indietro, e non poteva andare nel futuro e nel passato
oltre cinquant'anni dalla data di partenza. Era la prima volta che la
tecnologia arrivava a questo punto, ma l'invenzione in questione era
frutto del genio di uno scienziato poco conosciuto e, per questo, di
cui non molti si fidavano.
Ma
Harry si fidava ciecamente. Louis sapeva quanto il
suo ragazzo
potesse essere ingenuo, ma quella era davvero una pazzia.
"No,
Harry" fece risoluto. "Non ho voglia di disintegrarmi in
milioni di particelle nello spazio."
"Ma non succederà!"
protestò Harry.
"Allora
ci perderemo in qualche universo parallelo e ci resteremo
intrappolati per l'eternità, che ne dici? Ti piace di
più, questa
versione?"
"Magari
sarà un bell'universo" sbottò il più
giovane, sottovoce.
"Bene,
Harry, ascolta" sbuffò il ragazzo. "Per quanto ne so,
quella macchina potrebbe scoppiare con noi dentro e potremmo morire
in un secondo. Non mi va di perdere la vita per un esperimento"
cercò di farlo ragionare. Ma Harry non dava segni di
cedimento.
"Harry,
si può sapere perché ci tieni così
tanto?" fece, infastidito.
Di solito bastava una sua sola parola perché Harry lo
accontentasse,
ma stavolta era davvero deciso e sembrava assolutamente fermo nelle
sue intenzioni.
"Voglio
avvisare noi stessi del passato" spiegò, a testa bassa,
mostrandosi debole per la prima volta dopo tutti i suoi discorsi
pieni di forza. "Non voglio che facciano i nostri stessi errori"
continuò, "e non voglio che soffrano come noi."
Louis
tacque.
"Okay"
sospirò infine, e Harry lo baciò entusiasta.
****
Harry
e Louis si fecero a fatica spazio nell'armadio in cui dovevano
entrare, non prima che il maggiore avesse lanciato un'occhiataccia al
creatore della macchina del tempo.
“Lei
è sicuro che questa sia la sua invenzione e non il suo
armadio,
vero?” sibilò.
“Sicurissimo”
accertò l'uomo, poco più che trentenne. Davvero,
Louis doveva
essere impazzito per fidarsi in quel modo. “È per
assicurarmi che
voi arriviate nel passato sani e salvi, capite? È un luogo
che io so
per certo ci fosse anche...quando avete detto?”
“Tre
anni fa” sorrise Harry tranquillo, mentre Louis si passava
una mano
sul viso all'idea che lo scienziato non si ricordasse nemmeno la data
che gli avevano detto.
“Harry,
siamo ancora in tempo per tornare indietro” lo
chiamò,
preoccupato.
“Non
c'è motivo di allarmarsi” disse lo scienziato,
calmo. “Conoscete
già tutte le procedure, quindi non vi tratterrò
ancora. Pronti per
la partenza?”
“No”
fece Louis, mentre Harry annuiva emozionato.
“Quindi,
che giorno avete detto?” lo ignorò lo scienziato,
mentre Louis
mugolava disperato. Harry ripeté la data e prese la mano di
Louis,
senza smettere di sorridere.
“Bene,
ecco a voi il telecomando per il ritorno” continuò
l'uomo,
porgendo loro un oggetto che sembrava una piccola calcolatrice,
“vi
consiglio di tenerlo in mano e non nei vestiti che indossate,
perché
con molte probabilità quelli si disintegreranno durante il
salto
nello spazio” e Louis sbiancò.
“Ci
sono probabilità anche che noi faremo la
stessa fine?”
chiese, senza riuscire a non balbettare.
“Qualcuna”
e, prima che Louis potesse lanciarsi fuori dall'armadio, Harry prese
il telecomando dalla mano dello scienziato e chiuse le ante.
“Pronti!”
affermò, rivolgendo a Louis un sorriso felice ed emozionato.
Strinse
forte le loro mani, ponendo in mezzo ad esse il telecomando in modo
che entrambi potessero tenerlo.
Si
affrettò a dargli un bacio veloce, poi tutto divenne buio.
*****
Louis
non avrebbe saputo dire esattamente quando, né quanto tempo
dopo, ma
risollevò gli occhi dopo aver sentito un turbinio di
sensazioni
diverse e impercettibili scuotergli le budella e sentì un
leggero
senso di nausea, appena prima che il panico prendesse il sopravvento
su di lui.
Harry?
pensò preoccupato, non sentendo la voce del ragazzo.
Improvvisamente
si ricordò delle loro mani intrecciate, così
strinse la presa nel
buio dell'armadio e sospirò sollevato quando
scoprì ancora la mano
del ragazzo nella sua.
“Usciamo?”
propose Harry. Louis annuì e spalancò un'anta
dell'armadio nello
stesso momento in cui Harry aprì l'altra, mentre le loro
mani erano
ancora congiunte e fra di esse si trovava il telecomando.
“Oh!
Siete arrivati” c'era un uomo dinanzi a loro, sembrava
più giovane
dello scienziato che aveva fornito loro la possibilità di
viaggiare
nel tempo. “Benvenuti nel 2010. Da quale epoca
arrivate?”
“2013”
rispose Harry. Fece per uscire dal buio dell'armadio, ma l'uomo lo
fermò porgendo loro dei vestiti.
“Io
non uscirei prima di averli indossati” fece tranquillo, per
poi
voltarsi e andare a digitare qualcosa sulla tastiera del suo
computer. Harry arrossì e sia lui che Louis si vestirono,
perché
come aveva detto lo scienziato nel loro tempo, i loro vestiti si
erano disintegrati.
Louis
tossicchiò per attirare l'attenzione dell'uomo non appena
finirono
di rivestirsi, e questi si voltò verso di loro con aria
curiosa.
“Mi
fareste vedere quel telecomando?” domandò.
“Io non riesco a
finire il mio. Vorrei vedere che cosa mi sono inventato per farlo
funzionare” e Harry glielo porse, nonostante Louis stesse per
urlargli di non farlo; magari l'avrebbe rotto!
Tolse
la plastica che ricopriva i circuiti, sollevandola con attenzione, e
studiò i fili elettrici per qualche secondo.
“Oh”
fece lo scienziato, ammirato. “Ma certo! Come ho fatto a non
pensarci?”
Segnò
qualcosa sul suo portatile, poi sistemò la copertura e porse
di
nuovo a Harry il telecomando. “Okay, ragazzi, siete a posto.
Fate
quello che vi pare, purché non dite a nessuno di venire dal
futuro.
Chiaro? Fatevi vedere poco in giro.”
“Dobbiamo
parlare con noi stessi di questo tempo” spiegò
Harry, mentre Louis
era ammutolito a quella notizia.
“Avete
fatto qualche errore, mh?” e Louis pensò che lo
scienziato di
quell'epoca fosse molto più perspicace dell'altro,
evidentemente.
“Non
lo considererei errore, solo...avrebbe potuto andar meglio”
spiegò,
prendendo finalmente parola. L'uomo annuì, ma non sembrava
starlo
ascoltando sul serio.
“Beh,
vedete solo di non scombinare l'universo e fate quello che
volete”
li liquidò. “Quando il telecomando inizia a
lampeggiare tornate
qui di corsa, o potreste sparire nel continuum
spazio-temporale.”
“Eh?”
fece Louis con una smorfia.
“Ve
ne andate? Devo lavorare!” lo scienziato si tuffò
nei suoi libri e
Louis prese la mano di Harry allontanandosi, sbottando qualche
imprecazione.
“Dove
credi che siamo ora, Lou?” domandò Harry appena
arrivarono fuori
dalla casa dell'uomo, guardandosi intorno per niente colpito dal suo
essere rude.
“Io
e te ci cacciavamo sempre in qualche guaio”
suggerì Louis,
ritrovando il buonumore al ricordo.
“Perché
tu mi trascinavi nei casini” sorrise Harry, accarezzando
delicatamente il dorso della sua mano.
Quasi
si fossero chiamati in causa, videro i loro stessi del passato
passeggiare tranquillamente davanti a loro, Harry con una busta del
Gamestop in mano e la psp di Louis che faceva capolino dalla tasca
posteriore dei suoi jeans.
Louis
li indicò con la mano, poi rise nel riconoscersi
così...piccolo.
Beh, meno male che in confronto a prima almeno era cresciuto un po'
in altezza. In quel momento, era ancora più alto di Harry;
già
immaginava la faccia di sé stesso del passato nel vedere
Harry del
futuro così alto.
Louis
fece per dirigersi direttamente verso di loro, ma Harry lo
tirò
indietro.
“Che
c'è?” domandò il più grande.
“Ti sei pentito, Haz? Non vuoi
più parlare con noi?”
“No,
certo che voglio” negò Harry, “ma io e
te non stavamo ancora
insieme” spiegò, guardando le loro mani
intrecciate. Louis
comprese subito, dal suo sguardo, che gli dispiaceva non poter
camminare con lui mano nella mano in pubblico, in un passato in cui
nessuno sapeva chi loro stessi sarebbero diventati e in cui quindi
potevano.
“Hai
ragione” gli sorrise, per consolarlo. Lasciò la
sua mano con
delicatezza, poi si portò le proprie a imbuto accanto alla
bocca e
urlò: “Harry! Louis!”
“Cazzo”
sibilò Louis, a qualche metro da loro, senza voltarsi.
Harry,
accanto a lui, sobbalzò ma non si mosse di un centimetro.
“Harry,
avanti, guarda che ci raggiungono se non ti muovi!” lo
incitò
l'amico, tirandolo per un braccio nel tentativo di allontanarsi prima
che qualcun'altro li riconoscesse.
“No,
Lou!” protestò Harry. “Guarda
che...” si voltò, sorpreso,
“guarda che quella è la tua
voce!”
Anche
Louis si voltò, e rimase a bocca aperta.
Era
come se si stesse guardando a uno specchio, in cui era giusto di
qualche anno più grande.
“Cosa...”
boccheggiò, sorpreso.
“Ciao”
sorrise Harry, amichevole. Sé stesso arretrò di
un passo,
spaventato.
“Che
razza di scherzo è, questo?” sbottò
Louis. L'altro rise forte,
divertito dalla sua espressione interdetta.
“Calmatevi,
non è uno scherzo. Veniamo dal 2013”
spiegò tranquillo.
“Non
esiste una macchina del tempo” protestò il
più giovane dei
quattro.
“Sì,
che esiste! Altrimenti non saremmo qui” insistette il suo
riflesso,
senza riuscire a smettere di sorridere. Louis del presente
fissò
quello del futuro, pieno di rabbia.
“Okay,
questo è davvero molto poco divertente. Addio” e,
preso Harry da
un braccio, continuò a camminare stringendolo a
sé con fare
protettivo. Invece di arrabbiarsi, l'altro Harry sorrise ancora di
più; anche allora, Louis era così dolce con lui.
E,
allora, Louis del futuro tirò fuori la sua migliore arma.
“Curly,
davvero non mi credi?”
Entrambi
gli Harry lo fissarono, sorpresi. Perché certe cose non
sarebbero
cambiate mai.
“È
lui” mormorò l'Harry più giovane,
incredulo. “Cioè, Lou” si
rivolse al ragazzo accanto a lui, riscuotendosi, “sei tu!”
“Saprò
io chi sono e chi non sono, no?” si
imbronciò il Louis
diciottenne. “Dai, non dare retta a quel maniaco.”
Louis
del futuro fece un'espressione interedetta uguale a
quella del
Louis del presente nell'averli visti per la prima volta.
“No,
è lui!” sbottò ancora Harry, allora
Louis si voltò verso sé
stesso con aria esasperata.
“Bene,
mi dimostri che tu sei me?”
gli chiese con un
sibilio. L'altro annuì, sicuro di sé, lo prese in
disparte e gli
sussurrò velocemente qualcosa nell'orecchio. Louis, per la
prima
volta da quando l'Harry del presente lo conosceva, arrossì.
“Okay”
balbettò. “Lui...credo che sia me.”
Non
disse più una parola.
*****
“Cosa
gli hai detto?” bisbigliò curioso Harry a Louis,
sorpreso di come
sé stesso di quell'epoca si fosse lasciato convincere.
“Un
segreto fra me e lui” gli fece l'occhiolino l'altro, prima
che
Harry e Louis del presente entrassero nella loro (vecchia) stanza ad
X-factor.
“Bene,
abbiamo fatto un giro e sembra tutto tranquillo” sorrise
l'Harry
più giovane, e Louis del futuro sorrise a sua volta nel
vederlo così
adorabile. Doveva ammetterlo, l'Harry sedicenne gli piaceva un sacco
e tuttora gli faceva lo stesso effetto. “Quindi
raccontateci!”
“Abbiamo
fatto un viaggio nel passato, cioè ora, per...chiacchierare
un po'
con voi” spiegò l'altro Harry, con lo stesso
sorriso che c'era
sulle labbra del suo riflesso.
“Com'è
la nostra vita fra tre anni?” domandò il
più piccolo, curioso.
“Questo
dovreste scoprirlo da soli” consigliò il Louis
più adulto,
ridacchiando. L'altro gli lanciò un'occhiata truce.
“Se
io fossi me del futuro, e parlassi con me del passato, gli direi cosa
lo aspetta” commentò con astio.
“Non
cercare di fregarmi, bud” lo prese in
giro il maggiore,
“conosco la tua mente più di quanto
pensi.”
La
sua proiezione aggrottò le sopracciglia, infastidito.
“Mi dispiace
essere così antipatico, nel futuro.”
“E
a me dispiace non credermi nel passato” ribatté
l'altro.
“Okay,
basta litigare” sospirò l'Harry più
grande. “Me lo aspettavo,
comunque siamo venuti qui per un motivo. Solo che...adesso che ci
penso...”
Si
rivolse al Louis del suo tempo, “Lou, come facciamo? Loro,
cioè
noi, non hanno -non abbiamo ancora...uhm...”
Louis
del presente trasalì. “Aspetta, aspetta,
aspetta” sbiancò, “non
abbiamo fatto sesso da ubriachi o qualcosa di simile che ha rovinato
per sempre la nostra amicizia, vero?”
“Ti
piacerebbe” mimò l'altro Louis con le labbra, bene
attento che
nessuno dei due Harry lo vedesse.
“No,
non-” e Harry si interruppe, perché in effetti la
prima parte del
discorso era anche stata vera, qualche volta, “non abbiamo
fatto
sesso rovinando la nostra amicizia” ridacchiò poi,
senza mentire e
senza lasciare trapelare la verità.
“Non
credo che comunque questo fermerebbe la nostra amicizia, Lou”
protestò l'Harry più giovane, aggrottando le
sopracciglia. E Louis
ventunenne scoppiò a ridere così forte che tutti
e tre gli altri
sobbalzarono.
“Louisss?”
lo gelò il suo ragazzo, facendo sibilare pericolosamente la
esse
mentre arrossiva a dismisura, apposta per infastidirlo. Loro stessi
del passato li fissarono, confusi.
“Scusa,
scusa, eri troppo-” e si fermò per non dire altro.
“Mi
state confondendo” si morse un labbro il più
giovane fra i
quattro, preoccupato.
“Non
è questo il punto” scosse la testa l'altro,
temendo che avesse
capito qualcosa. “Harry...possiamo parlare in
privato?”
*****
“Cos'è
quel lucchetto sul tuo polso, Harry?” chiese il
più piccolo,
osservando incuriosito il polso di sé stesso mentre l'altro
Harry
sedeva davanti a lui sul letto di Louis.
“Sapevo
che me lo avresti chiesto” rise. “Ed è
proprio di questo che
volevo parlarti. Tu...fra tre anni, non sarai più
così libero.”
“Sarò
assalito dalle fan ovunque andrò?”
esclamò allegramente l'altro.
“Beh, non mi dispiace affatto!”
“Anche”
ridacchiò Harry, “ma non mi riferivo a
questo.”
Il
più giovane lo guardò in attesa.
“Sarai
controllato, avrai degli obblighi e dei divieti”
spiegò Harry,
abbassando lo sguardo.
“Perché
ho la sensazione che ci sia Lou di mezzo?” domandò
l'altro,
preoccupato.
“Perché
c'è” sospirò la sua proiezione
futuristica. “I tuoi divieti
saranno legati sopratutto a lui.”
Harry
tacque, poi parlò con voce tremante. “Ha-Harry, mi
stai
spaventando.”
“Guarda
che supererai tutto!” lo rassicurò il ragazzo.
“Solo che sarà
difficile. Non voglio spaventarti, voglio solo avvisarti...la vita di
una popstar non è tutta rose e fiori come sembra,
anzi.”
“Credo...credo
di saperlo” mormorò Harry. “Non mi
aspetto che lo sia.”
L'altro
attese in silenzio, aveva intuito che ci fosse di più che
voleva
dire.
“È
il fatto che anche Louis sia coinvolto in questo, che mi
preoccupa”
sospirò infine il minore. “Io...cosa intendi con
il fatto che sarà
difficile?”
“Proprio
quello che ho detto” rispose Harry, senza rispondere sul
serio.
Sapeva di non poter parlare troppo.
Sorrise
dell'espressione di sé stesso; conosceva bene i suoi
pensieri a
quell'età. Ricordava la sua attrazione per Louis che
considerava
sbagliata, i sentimenti che cominciavano a nascere e che non riusciva
a cacciare indietro nonostante tutti i suoi sforzi. Era perfettamente
a conoscenza di quanto si sentisse spaventato e fuori posto in quella
nuova scoperta di sé stesso, e di quanto desiderasse
parlarne con
qualcuno.
“Harry”
lo chiamò quindi, “non aver paura.”
Il
più giovane alzò lo sguardo, mordendosi un
labbro. “Di cosa?”
domandò.
Harry
rise e gli venne voglia di raccontargli tutto, ma si trattenne.
“Lo
sai” disse soltanto, sorridendo.
*****
“Tu.”
iniziò Louis, sospettoso. “Non mi stai
simpatico” concluse
guardandolo storto.
“Nemmeno
tu, Louis” rispose sé stesso più
adulto, steso pigramente sul
letto di Harry. Annusò il cuscino, facendo sbiancare Louis
dalla
gelosia, poi glielo lanciò addosso.
“Tieni,
sniffatelo quanto vuoi” lo prese in giro, sapendo bene cosa
gli
passava per la testa, “tanto non hai idea di quanto buono
è il suo
vero odore.”
“Che
intendi?” corrugò le sopracciglia l'altro.
“In
questo tempo sta ancora usando un profumo che gli ha regalato sua
sorella prima delle audizioni ad X-factor”
raccontò il maggiore,
“e copre decisamente il suo odore. Non sai che ti
perdi.”
Davvero,
quanto poteva essere divertente stuzzicare sé stesso?
“Dio!”
esclamò il Louis minore. “Mi stai facendo girare
le palle.”
“Harry
odia le parolacce” gli ricordò l'altro, fingendosi
indifferente.
“Lo
so” sibilò il più giovane.
“Non era una parolaccia.”
“Cos'è,
devi ancora insegnargliele?” lo prese in giro, sempre
più
divertito. L'altro strinse i pugni dalla rabbia.
“Non
so come fa a sopportarti” lo gelò. Louis rise.
“Devi
parlare al plurare, amico. Guarda che io me lo ricordo, che razza di
testa di cazzo ero alla tua età.”
Il
minore sorrise vittorioso. “Harry odia le
parolacce” gli ritorse
contro, imitandolo.
Louis
si limitò ad ignorarlo, levandosi le scarpe per stendersi al
meglio
sul letto di quello che sarebbe diventato il suo ragazzo.
“Tu
non sai cosa ti aspetta” fece, con un piccolo sorriso
malinconico.
“Anche Harry comincierà ad imprecare.”
L'altro
rise. “Impossibile.”
“Dico
sul serio” ribatté il maggiore. “Gli
farai del male, piangerà
fra le tue braccia, ti urlerà contro ma ti
perdonerà ogni volta.
Harry è fatto così.”
Louis
abbassò di poco la testa in modo colpevole. “Mi
dispiace. Lo
eviterò.”
“Non
puoi” fece l'altro, senza ammettere repliche. Poi nello
sguardo del
suo riflesso si accese la luce della curiosità.
“Aspetta,
questo vuol dire che stiamo insieme nel futuro?”
domandò,
sorpreso. Louis sorrise divertito prima di rispondere.
“Ti
piacerebbe, eh?” lo istigò, con la sua migliore
espressione da
bastardo.
“Stronzo”
lo additò infatti sé stesso. “Avanti,
dimmelo.”
“Non
ci penso nemmeno!” rise l'altro. Tornò serio in un
secondo. “Però
dico davvero, Louis. Non dare mai nulla per scontato, specialmente i
sentimenti di Harry. Che siano di affetto, di amore o di qualsiasi
altra cosa...prenditi cura di lui.”
Louis
sorrise. “Sembri davvero innamorato di lui.”
L'altro
ricambiò il sorriso, con una risata divertita ma piena di
significato mentre alzava gli occhi nei suoi.
“Potrei
dire lo stesso di te.”
Buon
viaggio nel tempo a tutti! Sono Seele, e questa
è la mia
seconda long Larry dopo You're
every line, you're every word, you're everything , a cui
se
vi va potete dare un'occhiata. Questa è una long
già conclusa, che
dovrebbe contare circa cinque-sei capitoli: nulla di enorme, insomma,
ma vi prometto che questa storia vi farà sempre sorridere.
Almeno
spero che vi piaccia quanto piace a me! Mi sono davvero divertita a
scriverla.
Bene,
che altro dire? Potete contattarmi su twitter
e su ask, se
non sullo stesso efp con un messaggio personale. Non
mordo, anzi sono molto gentile -così dicono!-, per cui non
siate timidi!
Direi
che non c'è altro da aggiungere, dunque vi saluto. A presto
:)
Seele
P.S.:
nel caso qualcuno fosse interessato a farmi un banner per questa
fanfiction me lo faccia sapere tramite messaggio personale qui su
efp, mi farebbe davvero piacere :)
|
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Capitolo 2 *** Secondo Capitolo ***
Since
Always
“Vorrei
parlare con lui” confessò Harry, senza avere il
coraggio di
guardare il maggiore negli occhi. “Con il Louis del tuo
tempo,
intendo. Voglio vedere...chi è diventato.”
Sorrise,
facendo apparire le fossette. “Sei più alto di
lui!” rise.
“Una
bella soddisfazione” annuì l'altro, ridendo.
“Comunque, certo
che puoi parlargli.”
“Voi
due sembrate molto...intimi”
azzardò il minore. Harry
annuì.
“Sì,
anche tu e Louis” conciliò.
“Non-
non intendevo in quel senso” si morse il labbro inferiore
l'altro.
“Nemmeno
io” sorrise il suo riflesso, divertito. Harry
sbuffò.
“Non
mi dirai niente, vero?” chiese, rassegnato.
“Nemmeno un
consiglio? Nemmeno un accenno?”
Scrutò
il viso di sé stesso a lungo, e non trovò niente
nella sua
espressione se non la fermezza di non parlare.
Abbassò
il proprio volto, lasciando andare un sospiro. “Sono
così confuso,
Harry” mormorò.
“So
che lo sei” disse lui, intenerendosi. “Ma presto
farai
chiarezza.”
“Cosa
pensa Louis?” domandò il più giovane.
“È protettivo e a volte
sembra geloso, ma non capisco se scherza. E poi mi tocca i capelli e
se mi allontano si avvicina e mi legge nel pensiero e mi -e mi
sorride” Harry si sorprese della sua
espressione. Era
così...così innamorata.
“Come
facevo ad avere dubbi?!” si chiese ridendo, ad alta voce. Il
minore
lo guardò confuso, interrompendosi, ma l'altro non gli
concesse
nessuna spiegazione. “Scusa, stavo solo pensando fra me e
me.”
Si
fermò, rendendosi conto che effettivamente stava davvero
pensando
fra sé e sé, e Harry ne rise
con lui.
“Davvero,
uhm...non preoccuparti” provò a rassicurarlo,
cercando di non
lasciarsi scappare qualcosa di troppo. “Però, devo
avvisarti che
le occasioni di soffrire non mancheranno.”
Harry
lo guardò perplesso, senza dire nulla.
“Mi
prometti una cosa, Harry?” chiese il maggiore, serio.
Aspettò che
l'altro annuisse, prima di continuare. “Anche se Louis ti fa
soffrire o compie azioni che ti fanno del male, tu...tu non fargliene
una colpa. Lo fa per te, lo fa per noi”
spiegò con assoluta
sincerità. “Promettilo, Harry.”
“Prometto”
sospirò il più giovane. “Ma quindi mi
stai dicendo che stiamo
-staremo insieme?”
Harry
si morse un labbro con aria colpevole, ma alla fine sorrise.
“Tu
che dici?”
*****
Louis
non si sentiva molto a suo agio, con quell'Harry così adulto
davanti. Era abituato ad essere lui il maggiore, non viceversa.
“Uhm.”
disse solo, come se bastasse. Lo guardò mentre lui studiava
alcune
foto attaccate sul muro sopra al suo letto. “Sei
alto.”
“Sono
cresciuto in fretta” rispose Harry, senza voltarsi.
“I
tuoi capelli sono meno ricci di adesso” continuò
Louis.
“Cercano
di darmi un'aria più adulta” spiegò
l'altro.
“Perché
non mi guardi mentre ti parlo?” sbottò il
più giovane. Harry
sorrise, alzando finalmente gli occhi su di lui.
“Perché
so che non ti piace vedermi più grande di te”
disse semplicemente,
prima di tornare a guardare le foto.
Louis
lo seguì con lo sguardo, ammirato. “Okay,
Harry” riprese un
secondo dopo, tossendosi nel pugno con enfasi, “quindi io e
te
stiamo insieme, nel futuro?”
Se
Harry del 2013 gli capitolava tanto in fretta quanto quello del suo
tempo, allora poteva ottenere una risposta solo da lui.
“Perché
non lo scopri-”
“Da
solo?” lo anticipò Louis, forte della sua
posizione anche con
degli anni in meno rispetto a lui. “Non ci penso nemmeno. Lo
voglio
sapere adesso.”
Harry
ridacchiò, pensando a come un tono simile l'avrebbe indotto
a
parlare subito. In effetti l'avrebbe fatto anche ora, se non fosse
stato che rispetto al Louis del suo tempo quel ragazzo era un
agnellino.
“Tu
e Louis dovete esservi divertiti, mh?” non rispose, ignorando
la
domanda. “Scommetto che vi siete scannati a
vicenda.”
“Ha
parlato di qualcosa circa il tuo vero odore e un profumo che indossi
qui ad X-Factor” spiegò Louis con stizza.
“E
alla fine l'ha avuta vinta lui” intuì Harry,
ridacchiando. “Come
sempre.”
Il
minore lo guardò fisso per un po', poi sorrise sicuro di
sé.
“Avanti, Harry, è così palese
che mi ami.”
Louis
aveva mille sfaccettature che forse Harry non avrebbe mai conosciuto
fino in fondo, ma era abbastanza certo di conoscere bene
quell'aspetto di lui. Quello sfacciato, convinto, ma segretamente
dubbioso e insicuro.
“Se
è così palese come dici” rispose,
“perché non ne hai ancora
parlato con Harry?”
Louis
si irrigidì. “Dimmi solo quand'è che
iniziamo a stare insieme.”
“Non
ho mai nemmeno detto che sia vero” si affrettò a
chiarire Harry.
“Oh,
che palle!” sbuffò il più giovane.
“Tu e Louis siete
insopportabili.”
Harry
sorrise, divertito e malinconico. Louis era una tale testa calda, a
quell'età -non che fosse poi cambiato molto negli anni.
“Non
dobbiamo dirvi nulla, sai” confidò a bassa voce.
“Ma magari,
ecco, ti voglio più bene di quello che pensi.”
Louis
sospirò, insoddisfatto, poi riprese a parlare.
“Arrossisci
come un bambino, ma a volte credo che tu lo faccia solo
perché pensi
che io sia sfacciato e prepotente e il mio obbiettivo nella vita sia
quello di imbarazzarti” confessò, improvvisamente
insicuro.
“Tu
sei sfacciato e prepotente, Louis”
ridacchiò il maggiore.
“E adori mettermi in difficoltà.”
Louis
sorrise. “Voi due state insieme, ne sono sicuro.”
“Ed
ecco che ricomincia” alzò gli occhi al cielo
Harry. “Se ne sei
così certo e se ti piaccio” continuò,
“allora vai a dirmelo,
no?”
“Tu
non mi piaci!” si difese Louis, di nuovo insicuro,
lanciandogli una
maglietta stropicciata addosso.
“Nemmeno
un po'” lo prese in giro Harry, e per la seconda volta in
assoluto
lo vide arrossire.
*****
“Sembri
così adulto” mormorò pensierosamente
Harry, osservando Louis che
si rimetteva le scarpe.
“Non
lo sono, fidati” rise l'altro.
“Sei
ancora il leader degli One Direction, vero?”
“Sempre
e per sempre” scherzò. Si stava trattenendo a
fatica dal saltargli
addosso, sinceramente.
“Sei...diverso”
osservò il più giovane.
“O
forse è solo diverso il modo in cui mi comporto con te del
futuro?”
lo invogliò l'altro, divertito dalla sua espressione
insicura.
“Senti,
io -anche! E le fan hanno iniziato a fare questo casino di Larry
Stylinson e io non capisco se-”
“Vi
daranno un sacco di problemi” sospirò Louis,
interrompendolo. “Non
hai nemmeno idea.”
Harry
si morse un labbro. “Ce ne danno anche ora”
sussurrò.
“Non
è nulla, in confronto a quello che faranno dopo”
scosse la testa
il ragazzo.
“Non
mi interessa delle fan e delle loro questioni”
sbuffò Harry,
tornando al nocciolo della questione, “voglio sapere di me e
di te.
Punto.”
“Ma,
scusa” ridacchiò Louis, “non pensi che
dicendomi così metti nei
problemi Harry? Perché tu sembri innamorato di me, babe”
e
Harry si irrigidì nel sentirsi chiamare con quel
vezzeggiativo.
“Non
sono innamorato di te” sbottò, cercando di coprire
il rossore
sulle sue guance.
“Ma
del Louis del tuo tempo, sì” lo istigò
l'altro. Harry avvampò.
“Non
-tu non sai nulla!” lo accusò.
“Come
faccio a non sapere nulla?” gli ritorse contro lui.
“Ricordati
che vengo dal futuro, bello.”
Louis
si era accorto dell'effetto dei suoi nomignoli su Harry, e infatti
quello si infilò una mano nei capelli per distrarsi
dall'imbarazzo.
“E allora dimmi cosa sai.”
“Mai”
disse Louis in un soffio, con un ghigno sulle labbra.
“Hai
parlato di Harry, prima” riprovò il più
piccolo. “Non puoi
dirmi nemmeno se sono cambiato, rispetto ad adesso?”
“Nemmeno
di una virgola” ridacchiò Louis, poi ci
rifetté meglio. “Anzi,
uhm...se proprio dovessi trovare qualcosa che è cambiata in
te,
direi che hai iniziato a dire parolacce e ti sei ricoperto di
tatuaggi.”
Harry
abbassò gli occhi sulle sue braccia. “Anche tu ne
hai” gli fece
notare.
“Sì,
ma tu hai addosso praticamente la tua vita” rise amaramente
il
ragazzo.
“Ho
visto quello che dice things I can e things
I can't”
fece pensierosamente il minore. “Ci saranno delle cose che
non
potrò più fare, in futuro?”
“Più
che altro, che dovrai nascondere” rispose Louis. “E
ci starai
malissimo” ammise, dopo una piccola pausa.
“Anche
tu?” chiese il più giovane. “Anche tu
avrai cose da nascondere?”
Louis
sospirò. “Praticamente non faccio altro che
mentire dalla mattina
alla sera” confessò. Harry rimase in silenzio per
qualche
lunghissimo secondo.
“Harry
mi ha detto che mi farai soffrire tanto” mormorò.
“Lo
farò” ammise con un profondo sospiro dispiaciuto.
“Ma sappi, in
anticipo, che non mi piacerà.”
“E
allora perché lo farai?” continuò a
chiedere lui.
“Perché
sarò costretto” spiegò Louis con
stizza. “Non è qualcosa a cui
posso oppormi.”
“Questo
vuol dire che stai facendo soffrire Harry anche in questo
momento?”
Stava
diventando una tortura. “Sì.”
Prese
un respiro profondo, poi chiese: “ora possiamo cambiare
argomento?”
Harry
annuì, poi si sedette meglio incrociando le gambe. Louis era
lì
vicino a lui, aveva sempre il solito odore, buono e familiare.
Improvvisamente gli venne in mente qualcosa.
“Louis”
lo chiamò, “perché mi tocchi sempre i
capelli?”
E
Louis si illuminò, come chiamato in causa.
“Sono così
morbidi!” trillò allegro, infilando una mano fra i
suoi ricci e
iniziando ad accarezzarli come non faceva da tempo. “Oddio,
quanto
mi è mancato!”
“Ehi
-ehi, basta, mi fai male! L'altro Louis è più
delicato!” strillò
Harry, cercando di scostarsi.
In
quel momento, Louis diciottenne entrò nella stanza e rimase
a bocca
aperta, come sconvolto. Harry sbiancò, l'altro Louis rimase
immobile
senza spostare la mano, L'Harry dietro la soglia soffocò una
risatina.
“Sei
morto!”
******
Harry
stava tamponando delicatamente una ferita che Louis si era procurato,
asciugando con un batuffolo di cotone il sangue che gli usciva dal
naso.
“Maledetto”
sibilò lui. “Mi ha quasi rotto il setto
nasale.”
“Fossi
in te mi godrei le attenzioni di Harry senza protestare, dude”
lo prese in giro sé stesso, divertito.
“Non
litigate” sbuffò l'Harry più giovane.
“È già bastato che vi
siate presi a botte, smettetela.”
“Ero
sicuro che sarebbe andata a finire così”
sospirò l'altro,
raggiungendo Louis con del disinfettante in mano. Prima ne
versò sul
batuffolo di cotone che aveva in mano il suo riflesso, poi su un
altro pulito che posò sulle nocche arrossate del suo ragazzo.
“Non
è colpa mia, se qualcuno infastidisce il
mio migliore amico” soffiò l'altro, astioso.
“Qualcuno
che te le ha date di santa ragione, mi sembra di capire”
sogghignò
Louis.
“Tu
sei più grande, Lou” sbottò l'Harry del
suo tempo, “quindi sii
maturo e non glielo rinfacciare.”
“Ehi!”
protestò il Louis diciottenne. “Guarda che mi so
difendere da
solo, Harry!”
“Si
è visto” lo stuzzicò ancora il suo
riflesso, non contento. Il più
giovane fra i quattro dovette letteralmente trattenere il suo
migliore amico perché non si lanciasse su di lui, di nuovo
isterico.
“Tu
ed Harry andate così d'amore e d'accordo!”
sbottò il Louis più
giovane, infastidito. “A me invece tocca discutere con questa
testa
di cazzo.”
“Che
poi saresti tu-” e l'altro Harry tappò la bocca al
suo ragazzo.
Invece di ascoltare sé stesso che cercava di calmare
l'amico, si
guardò distrattamente intorno: e impallidì quando
vide un
calendario.
“Che
succede?” biascicò Louis incomprensibilmente, con
il suo palmo
ancora sulla bocca.
“L-Louis”
balbettò l'altro. Il ragazzo seguì la direzione
del suo sguardo, e
trasalì; pronunciò un'imprecazione coperta dalla
mano di Harry,
prima di spostarla e trascinarlo fuori dalla stanza.
Gli
altri sé stessi li guardarono perplessi, mentre loro si
chiudevano
la porta alle spalle.
“Cosa...?”
fece il più piccolo, turbato.
“Saranno
finite le loro ore a disposizione nel passato”
scrollò le spalle
l'altro. “Meglio così.”
“Avevo
ancora delle cose da chiedere a Harry!” piagnucolò
l'amico.
“Louis
è antipatico” storse il naso l'altro. Harry rise.
“Guarda
che è uguale a te” disse dolcemente, tamponando
ancora il sangue
che gli usciva dal naso. Louis si mosse in fretta e si fece male da
solo, prima che Harry gli prendesse un polso e lo facesse star fermo.
“Dai,
Lou, se ti agiti in questo modo non finirò mai”
borbottò. “Sei
un terremoto.”
“E
tu sei mia madre?” lo istigò l'amico, con la
stessa espressione
dell'altro Louis.
“Ecco
a cosa mi riferivo” sospirò il più
piccolo. “Dai, se stai fermo
poi ti faccio toccare i miei capelli quanto vuoi.”
“Tu
mi conosci, Harreh” sorrise l'altro, felice.
*****
Chiunque
sarebbe potuto passare di lì, in quel momento; fare loro una
foto,
chiedergli chi fossero, scombinare tutti i tempi in modo
irrimediabile. Ma, in ballo, per Louis ed Harry c'era molto
più che
un universo spazio-temporale; quel giorno era assolutamente
importantissimo.
“Dannazione,
non dovevamo arrivare qui oggi!” sbiancò Harry.
“A quest'ora -io
e te ci mettiamo insieme fra poco!”
“Oh,
Dio” gemette Louis, preoccupato. “Te lo ricordi?
Eravamo in
camera nostra e io-”
“Tu
mi hai baciato” concluse Harry al posto suo, con un piccolo
sorriso
ancora timido. Tornò subito serio. “Dobbiamo fare
qualcosa, Lou.”
“Parliamo
con loro” propose il ragazzo. “Diciamo loro di
lanciarsi e
provare a stare insieme.”
“Ma
dovrebbero farlo di loro spontanea iniziativa!”
protestò il più
giovane.
“Non
lo so, Harry, non lo so” sospirò l'altro.
“Credi che se li
lasciamo soli...”
“Non
credo” scosse la testa Harry, intuendo i suoi pensieri.
“Io e te
eravamo tranquilli, ora loro pensano a questa storia e sono
preoccupati e-”
Harry
si interruppe, vedendo il sorriso improvvisamente sicuro sulle labbra
del suo ragazzo. “Lou?” lo chiamò,
incuriosito.
“Tu
sei preoccupato, Harry” ghignò lui.
Ed
Harry comprese all'istante.
*****
“Senti,
Hazza, a proposito di Harry e Louis di quel tempo...”
esordì
improvvisamente Louis, mentre Harry gettava nella spazzatura il
batuffolo di cotone intriso di sangue e disinfettante, “tu
cosa
pensi di loro?”
Harry
non ebbe il coraggio di voltarsi, ma ne trovò abbastanza per
fingere
di non sapere a cosa si riferisse. “Che intendi?”
“Beh”
tossicchiò Louis, “sembrano così...vicini.”
“Certo,
sono -siamo migliori amici” ridacchiò nervosamente
l'altro.
“Harry,
puoi voltarti?”
Il
ragazzino aspettò qualche secondo. Sapeva che Louis era a
pochi
passi, ne era a conoscenza fin troppo bene.
“Harry.”
Pochi
centimetri fra i loro piedi.
Si
voltò, incerto. “Cosa?”
“Harry,
io...”
Vicino.
Louis
alzò gli occhi nei suoi. “Io credo che noi stiamo
insieme, Harry.”
Così
vicino da sentire il suono del suo respiro.
“Io-”
“Ne
sono sicuro.”
Vicinissimo.
“Posso
baciarti, Harry?”
Harry
si limitò ad annuire, le guance arrossate e nessun altro
calcolo
della distanza, solo Louis.
*****
Louis
e Harry si erano baciati tante, tantissime volte.
Ma,
ovviamente, non si erano mai visti mentre lo facevano.
Quindi,
quando aprirono uno spiraglio della loro vecchia stanza ad X-Factor,
a vedere loro stessi così vicini, non trovarono il coraggio
di
allontanare lo sguardo; rimasero a guardarli, mentre Louis si
avvicinava sempre un po' di più ad Harry e questi era
così
insicuro, così timido che il Louis più adulto
sorrise al ricordo.
Invece,
l'altro Harry arrossì pensando a come Louis gli fosse
sembrato tanto
deciso da spaventarlo. Sicuramente il loro primo bacio era avvenuto
in modo leggermente diverso, ma in fin dei conti forse quella
versione era ancora migliore.
Louis
chiese ad Harry se potesse baciarlo, e Harry annuì soltanto.
L'altro
riuscì a sentire la risatina soffocata del suo ragazzo, e lo
incenerì con lo sguardo: non era colpa sua, se era
così timido a
quell'età!
Poi
tornò a guardare sé stesso: Louis si era
avvicinato ancora di più
al suo viso, e l'aveva baciato con una delicatezza che quasi non
ricordava.
Poi
gli portò le mani sui fianchi per avvicinarlo ancora, forse
notando
come fosse intimidito da quel bacio. Lo baciò con un po'
più di
decisione, e Harry ricambiò con felicità e
imbarazzo.
“Sei
stato così dolce!” sussurrò l'Harry del
futuro, intenerito.
L'altro Louis ridacchiò, stringendogli un fianco come il suo
riflesso stava facendo con il suo amico.
“Sono
felice che le cose siano andate in quel modo lo stesso”
rifiatò,
sollevato.
“Lo
sai come si chiama, amore?” soffiò Harry,
voltandosi verso di lui
per baciarlo. Louis scosse la testa, ma in realtà lo sapeva
benissimo.
Harry
lo baciò sorridendo.
“Destino.”
Ed
eccomi qui con il secondo capitolo! :)
Che
ne pensate? Spero davvero che vi sia piaciuto. Io adoro questa
storia, sul serio, sopratutto i capitoli che seguono.
Grazie
a Stylinsonrainbow, WithoutyouJ,
Xdoppelganger, YouKnowThatIllCarryYou,
SP_InMyHeart, e Harridol_.
Grazie dal profondo del cuore!
Piuttosto,
voi: dico a voi che leggete! Ho controllato la lista: so che siete in
più di 40 a seguire questa storia, quindi su, tastiera
alla mano e ditemi cosa ne pensate! u.u
Ah,
e avete visto quella meraviglia di banner? È ad opera di Valigie
per restare, ed
è stupendo secondo me.
Vi
devo salutare per andare a cena, ma prima voglio lasciarvi i miei
contatti: mi trovate su twitter
e su ask
. Fatemi sapere se, come per l'altra storia You're
every line, you're every word, you're everything , volete
anche qui l'ask
per i personaggi di questa storia che uso
però
generalmente per
l'altra long; in quel caso, specificate di quale ff si tratta.
Bastano anche le iniziali, in questo caso SA! :)
Bene,
ora vado c: a presto!
Seele
|
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Capitolo 3 *** Terzo Capitolo ***
Since
Always
“Bene,
guys,
vi abbiamo
spiati e abbiamo riso del vostro imbarazzo, salvandovi poi da questo
momento parecchio scomodo, quindi ci dovete qualcosa -e una sextape
dal vivo.”
Harry
e Louis del presente si girarono nello stesso momento verso quelli
del futuro, mentre Louis li prendeva in giro con un ghigno e Harry,
con le labbra un po' più rosse e sorridenti, alzava
divertito gli
occhi al cielo.
Gli
altri due avevano appena smesso di baciarsi, ed erano passati
all'imbarazzo post bacio, come l'aveva definito Harry prima di
entrare nella camera; adesso i loro stessi del presente li guardavano
a disagio.
“Non
fate quelle facce” rise ancora Louis, “guardate che
quelli erano
solo bacetti innocenti. Louis, ascoltami bello”
chiamò l'altro sé
stesso, “fossi in te correrei nella stanza libera
più vicina e
poi-”
“Louis”
sibilò il suo ragazzo, interrompendolo,
“è proprio necessario?”
L'altro
Harry era arrossito, abbassando gli occhi, e Louis rise ancora di
più.
“Talmente
adorabile” fece intrigato, prima che
sé stesso lo
minacciasse di morte se non la finiva.
“Perché
non ne parliamo in privato?” propose il maggiore, e un
secondo dopo
erano soli.
Si
chiusero la porta alle spalle; Harry si lasciò subito andare
sul
letto.
“È
stato così...” mormorò, con le mani
davanti al viso, “così...”
Harry
lo guardò intenerito, sapeva bene di tutte le farfalle che
gli
stavano svolazzando nello stomaco. “Così
come?” lo incitò,
sorridendo.
“Così
bello” sospirò il
più piccolo.
Harry
vide un sorriso sincero, felice, entusiasta spuntare sul suo viso.
“Io- mi piace così tanto.”
“Lo
so” ridacchiò il più grande,
completamente a conoscenza di cosa
l'altro stesse provando.
“Ma...durerà,
Harry? Voglio dire, voi due state ancora insieme? Ora puoi
dirmelo!”
“Sì”
rise lui. “Sì, stiamo insieme.”
“Tre
anni!” esclamò il più piccolo,
sorpreso. “Tre anni, altro che
le stupide relazioni adolescenziali!” fece ancora, quasi
sognante.
“Non ci posso credere, è impossibile,
io...è troppo bello per
essere vero!”
Si
prese un secondo per tirare su col naso, asciugandosi le ciglia
bagnate.
“Non
sono mai stato così felice, prima d'ora” disse in
un sussurro
pieno di emozione.
“E
non sai quante altre volte lo dirai, Harry” gli sorrise
l'altro,
facendolo ridere fra le lacrime.
*****
“Era
ora che ti dessi una mossa, dude!”
sghignazzò Louis, forte.
“Non gli resistevi più, eh?”
Louis
del presente gli lanciò addosso un paio di jeans,
colpendogli il
naso con la cintura ancora attaccata e facendogli emettere un lamento
seccato e dolorante. Ne sorrise, orgoglioso. “Non fare
l'idiota, tu
l'hai baciato prima di me e-”
Si
bloccò. L'altro Louis ghignò ancora di
più.
“Esatto,
prima di te” lo istigò divertito,
“e ci ho anche fatto
l'amore, prima di te” continuò
con la sua migliore
espressione da stronzo, vedendolo arrossire appena, “mi ha
detto
'ti amo' prima di te” e non riuscì a continuare
perché l'altro
gli si gettò addosso, iniziando a fare di nuovo a botte.
“Smettila
di provocarmi!” esclamò, alterato.
“Harry è tanto mio quanto
tuo!”
“Mh,
ah sì? Ti potrei porre mille domande a cui non sapresti
rispondere”
rise Louis, bloccandogli i polsi.
“Beh,
perché lo conosci da più tempo! Non è
colpa mia se vieni dal
futuro!” protestò il più giovane.
“Lo
sai che a Harry piacciono solo i ragazzi che baciano bene? Non sai
quanti ne ha baciati, prima di te” mentì, per il
solo gusto di
vederlo sgranare gli occhi. “E tu non sai baciare bene,
amico.”
Louis
strinse i denti. “Perché tu sì,
invece?”
“Vuoi
vedere?” sogghignò l'atro. Il tempo per il suo
riflesso nel
presente di guardarlo traumatizzato, che l'altro si stava
già
abbassando e in quel momento la porta si spalancò.
Entrambi
gli Harry li guardarono sconvolti, e Louis del presente andò
nel
panico.
“Oddio”
urlò stranito, spingendo l'altro lontano, “sei un
pazzo maniaco!”
Louis
del futuro incontrò lo sguardo del suo ragazzo, trovandolo
con un
sopracciglio alzato, mentre l'altro più piccolo lo fissava
confuso.
“Tranquillo, babe”,
ridacchiò, rivolgendosi a lui, “non
te lo consumo mica.”
Harry
del presente arrossì, mentre l'altro alzò gli
occhi al cielo. “Lou”
chiamò paziente, “perché stavi cercando
di baciare te stesso?”
“Avanti,
Harreh” sorrise sghembo, “sono un così
bel ragazzo. Come posso
resistermi?”
Gli stessi jeans di prima gli arrivarono di nuovo
in faccia, lanciati con furia dall'altro Louis.
“Ehi,
smettila di essere così violento!”
sbottò, tirandoglieli
indietro. “Guarda che quella cintura fa male.”
“Sei
fuori di testa!” esclamò l'altro.
“Ti
rendi conto che potremmo essere le uniche persone al mondo a poter
dire di aver baciato sé stessi?” fece Louis del
futuro, per poi
guardare gli altri due. “Harry senior, Harry junior, dovreste
farlo
anche voi.”
I
due Harry si fissarono palesemente confusi, abbastanza colpiti dai
loro nuovi nomignoli.
“Louis,
non infastidire te stesso” borbottò l'Harry
più adulto,
dirigendosi verso il suo ragazzo e aiutandolo a tirarsi su
prendendogli i polsi. “Hai il naso rosso. Quella cintura ti
ha
colpito forte.”
“Beh,
dopo che il suo ragazzo me l'ha lanciata addosso
come una
scimmia male addestrata” rispose Louis nascondendo un ghigno,
fissando Harry del presente; come previsto, al sentire chiamare Louis
come suo ragazzo, lui arrossì completamente.
“Portatelo
via” piagnucolò l'altro Louis. “Non lo
sopporto più.”
Harry
sbuffò, eseguì e lasciò i due da soli.
“Mi
dispiace di essere un tale idiota, nel futuro”
sospirò Louis.
“Lo
sei anche adesso” sorrise Harry, ridacchiando. “Ma
mi piaci lo
stesso” aggiunse, con timidezza.
Louis
fece un sorriso furbo, avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
“Allora,
dove eravamo rimasti?”
*****
“Ahia
-cazzo, Harry, sta' fermo.”
“Sta'
fermo tu. Ho il tuo gomito conficcato nel fianco!”
“Se
tu non fossi così riluttante all'idea di dormire come una
persona
normale invece di cercare di fondere il tuo corpo con il mio, forse
riusciremmo a trovare una posizione decente!”
“Guarda
che si sta stretti, Lou. Mi dispiace di occupare il tuo spazio
vitale, ma non ho alternative. Altrimenti ti butto
giù dal letto
e la facciamo finita.”
“Se
qualcuno butterà qualcun'altro giù dal letto,
quello sarò io.”
“Louis,
davvero, puoi solo abbracciarmi e dormire?”
“No.
Questa cuccetta è troppo piccola e tu sei dannatamente
cresciuto.”
“Se
magari mi abbracciassi invece di lamentarti, lo spazio libero
aumenterebbe e-”
“Dio”
esalò l'altro Louis, mentre un cuscino arrivava dritto sulla
faccia
di Harry, “la volete piantare?! Stiamo cercando di dormire,
qui!”
Louis
del futuro prese il cuscino arrivato in faccia al suo ragazzo e lo
lanciò verso l'altro letto, chiedendosi poi chi dei due
avesse
colpito. Il mormorio assonnato di Harry gli informò che
aveva preso
lui.
“Cazzo,
così lo svegli” sibilò sé
stesso del futuro. “Louis, se si
sveglia ti uccido.”
“Oh,
sei proprio un bad boy protettivo”
lo sfotté l'altro. Il suo ragazzo sbuffò, seccato.
“Ho
sonno” sospirò il Louis più giovane,
“e ho intenzione di
ignorarti. Dormite e fate silenzio. Noi qui non facciamo tante
storie, nonostante stiamo stretti anche noi.”
“Avete
tre anni in meno di noi e noi siamo abituati a condividere un enorme
letto matrimoniale” protestò l'altro,
“non puoi negarci di
lamentarci almeno un po'!”
“Al
posto vostro, ringrazierei il Cielo che quegli altri tre pettegoli se
ne siano andati dalle loro famiglie e qui siamo rimasti solo
noi”
replicò Louis astioso, “altrimenti, il letto ve lo
sognavate.”
“Beh,
resta il fatto che-”
“Basta,
Lou” piagnucolò Harry, stringendosi al petto del
suo ragazzo.
“Sono stanco, mi lasci dormire un po'? Di questo passo
sveglierai
anche me stesso.”
“D'accordo”
concesse Louis, posandogli poi un piccolo bacio sulle labbra di cui
sé stesso non si accorse. “Buonanotte”
augurò poi.
“Anche
a te” rispose sé stesso più giovane,
stizzito.
“Non
dicevo a te!” sbottò l'altro. Allora il
più piccolo dei quattro
sollevò le palpebre, svegliato da tutti quei rumori.
“State
ancora litigando?” biascicò. “Voglio
dormire...”
“A
chi lo dici” sbuffò l'altro Harry.
“Dormiamo, okay?”
E
finalmente, dopo un breve scambio di parolacce da parte dei due
Louis, il silenziò calò nella camera.
*****
Era
da un po' che Louis li fissava in silenzio, quei due;
erano...assurdi. Un concentrato di dolcezza, amore,
spontaneità.
Ecco,
era proprio quella ad averlo colpito di più: sapeva
benissimo che,
per quando anche lui stesso fosse dolce con Harry, Louis del futuro
non era di sicuro particolarmente predisposto alla tenerezza e alla
gentilezza nei confronti di qualcuno. Pensava che lui si sforzasse di
comportarsi così con Harry, almeno un pochino, e invece era
totalmente spontaneo, come se il suo ragazzo fosse la perfetta
eccezione che conferma la regola.
Un
po' arrossiva al pensiero che dopotutto lui era Louis, e Harry era lo
stesso ragazzo ancora addormentato fra le sue braccia, ma loro due
avevano gli sguardi traboccanti di amore. Altro che
stupidi
film sdolcinati, non aveva mai visto niente di più
sconvolgente.
“Lou?”
pigolò Harry, svegliandosi. Si stropicciò gli
occhi, lo guardò
assonnato e Louis gli baciò la punta del naso.
“Era
ora” ridacchiò, sciogliendo delicatamente
l'abbraccio in cui
l'aveva avvolto tutta la notte. “Harry e Louis hanno
già preso la
colazione.”
Harry
lo guardò confuso per qualche secondo, probabilmente
chiedendosi se
Louis fosse impazzito a nominare loro stessi, ma infine
ricordò e
annuì. “Sono ancora qui?” chiese, mentre
Louis gli scostava un
ricciolo dalla fronte.
“Mh-mh”
rispose, annuendo. “Vuoi alzarti?”
Harry
assentì, e un secondo dopo era in piedi a sbadigliare mentre
Louis
lo teneva stretto a sé per un fianco.
Il
più piccolo, quando vide loro stessi nel futuro, ebbe la sua
precisa
reazione: stupore.
Louis
aveva il polso di Harry fra le dita, ad avvicinare la sua mano al
proprio viso. Diede un morso al suo cornetto mentre Harry lo guardava
dolcemente; poi annuì con un'espressione di apprezzamento,
evidentemente Harry gli aveva detto di provare quel cornetto, poi
lasciò delicatamente la presa sul suo polso e sorrise.
In
quel momento, i due si voltarono verso di loro.
“Ben
svegliati” ridacchiò Harry, per poi guardare Louis
con gli occhi
che brillavano di luce propria. “Mi sembra di essere
genitori,
Lou.”
“Naah,
un figlio così mi darebbe sui nervi”
scherzò Louis, guardando sé
stesso del presente.
“Non
cominciamo a prima mattina” sospirò questi.
“Allora, che ci
avete portato?”
Si
sedettero al tavolino, e Harry mostrò loro la colazione.
Louis si
tuffò dritto verso i suoi biscotti preferiti, lanciando
un'occhiataccia all'altro perché ne erano rimasti
metà, mentre
Harry ancora assonnato iniziava a sorseggiare un bicchiere di
caffellatte.
“Ehi,
svegliati curly!” trillò Louis
del futuro. “Sei ancora
nel mondo dei sogni!”
Harry
sobbalzò, invece l'altro Louis strinse i pugni e si impose
di non
lanciargli addosso il caffé bollente che teneva in mano.
“In
questo modo lo chiamo solo io” disse con calma inquietante.
“Te
l'ho già detto.”
“Lou,
basta” sospirò l'Harry più adulto.
“Non ora, okay?”
Louis
si acquietò, ponendo una tregua. “Solo
perché me l'hai chiesto
tu” specificò, addentando di nuovo il suo cornetto
e stavolta
senza permesso.
“Dormito
bene?” chiese allora il suo ragazzo, rivolto a loro stessi
più
giovani. Louis annuì, Harry sorrise prima che il suo
cellulare
iniziasse a squillare.
Louis
lo anticipò, rispondendo al suo posto -come sempre,
ricordò
l'Harry del futuro. Ancora si chiedeva come facesse ad avere dubbi
sul fatto che Louis lo amasse o no, a quell'età.
“Liam!”
salutò Louis. “Sì, sì, ma di
chi abbia il controllo del telefono
di Harry a te non deve interessare” fece, mentre Harry
ridacchiava
al sentirlo. “Insomma, perché hai chiamato? E
daiii, non mi fare
la paternale.”
Sbuffò,
un attimo prima che sé stesso gli rubasse il telefono di
mano.
“E
quindi non verrete, oggi?” chiese, soffocando una risata, e
dall'altra parte del telefono seguì il silenzio per qualche
secondo.
Louis dovette trattenersi davvero dal ridere, quando Liam gli disse
che la sua voce aveva qualcosa di strano. “Più adulta,
dici?” ripeté Louis. “No, ti
assicuro.”
L'altro
Louis, stizzito, riprese il controllo della telefonata.
“Okay,
bene, addio.”
Chiuse
il telefonino, riponendolo sul tavolo. “Dice che non
verranno,
oggi” spiegò. “Quindi che avete
intenzione di fare, voi? Rompere
ancora -non mi riferisco a te, Harry- o tornarvene nel vostro
tempo?”
Harry
guardò Louis, indeciso, poi gli altri sé stessi
del presente. “Beh,
uhm, non so...non c'è niente di cui vorreste
parlarci?”
“Oh!
Io sì” rispose prontamente l'altro Harry.
Guardò Louis del
futuro, intimidito dalla sua figura ancora più sfacciata e
incline a
sconvolgerlo. “Vorrei parlare con te.”
“Qualsiasi
cosa, sweetie” e Louis del presente
lanciò un'occhiataccia
a sé stesso, appena prima che questi scoppiasse a ridere
della sua
espressione gelosa.
Nel
giro di una mezz'ora durante la quale si vestirono, Harry del
presente aspettava Louis del futuro nella sua stanza; poco dopo
questi arrivò, bagnato dalla testa ai piedi e con una
smorfia
irritata sul viso.
“Quello
stupido del tuo ragazzo” sbottò, a mo' di
spiegazione. “Come fai
a sopportare un simile idiota?”
Detto
questo si levò la maglietta, e Harry iniziò ad
andare nel panico.
“Beh,
sei tu” gli fece notare debolmente, osservandolo mentre si
slacciava la cintura dei jeans. Iniziava a fargli dannatamente
caldo, e si mosse agitato sul posto.
“Mi
ha gettato addosso un'intera bacinella d'acqua con l'aiuto di
Harry”
continuò a borbottare Louis, incurante dell'ondata di
eccitazione
che gli stava provocando, “e se la rideva, il
bastardo.”
Si
levò le scarpe con un calcio, poi portò le mani
sulla cerniera dei
pantaloni e Harry, che già si sentiva male solo a guardargli
il
petto scoperto, credette seriamente di morire. Allontanò
immediatamente lo sguardo non appena Louis fece scivolare i jeans
giù
dai fianchi, e arrossì come mai in vita sua.
Solo
allora, Louis si rese conto del suo stato e sorrise furbo.
“Mi
vedrai nudo molto più spesso in futuro, piccolo”
gli ricordò,
osservando le sue guance che sembravano stare per prendere fuoco.
Harry non ebbe il coraggio di guardarlo, anzi si imbarazzò
solo di
più.
“Dev'essere
dura, eh?” lo provocò Louis, prendendo un paio di
jeans
dall'armadio di sé stesso nel presente. “Avere
davanti il ragazzo
che ti piace in nient'altro che boxer, e non guardarlo
perché ti
sembra di tradire la persona che ha appena cominciato a stare con te.
Se poi aggiungi che i soggetti in questione sono la stessa persona
provenienti da tempi diversi...davvero un bel casino, non
c'è che
dire.”
Harry, che era rimasto ancora alla frase in
nient'altro che boxer, impiegò qualche secondo di
troppo a
formulare una risposta. “E-esatto”
balbettò, “è difficile,
ma...a me piace Louis. Quello del mio tempo. E -e avrò tutto
il
tempo per guardarlo quando lo decideremo insieme.”
Louis
rise. “Fosse per lui, lo farebbe con te
immediatamente” sorrise
sghembo, “ma io e Louis abbiamo un difetto.”
“Quale?”
chiese Harry, a disagio.
“Con
te sappiamo fare solo l'amore” sospirò Louis con
finta
drammaticità. Harry arrossì, abbassando lo
sguardo mentre lui si
infilava una maglietta.
“Io
e Harry non abbiamo idea di cosa sia il sesso”, aggiunse,
“facciamo
sempre e soltanto amore.”
“È
una cosa bella” mormorò il più giovane,
imbarazzato, ma senza
riuscire a nascondere un sorriso.
“Mh,
sì, ma credo che io debba essere stato una specie di santo,
a
resisterti così tanto in questo tempo”
sogghignò Louis, “perché
sei così dannatamente eccitante con quel
faccino ingenuo.”
Si
avvicinò sensuale, e Harry per istinto fece un passo
indietro sul
letto.
“Non
credo che valga come tradimento, se facciamo qualcosa”
lo
provocò con un sorriso malizioso, “dopotutto si
tratta di me e te
come sempre.”
“Io
-Louis, mi sono messo con te ieri!”
mormorò il più
piccolo, arrossendo.
“Posso
insegnarti qualcosa” propose Louis, avvicinandosi ancora.
Harry
indietreggiò di più, fino a scontrarsi con il
muro; allora, senza
via di uscita, strinse le ginocchia al petto per porre maggiore
lontananza fra di loro.
“Non
era questo che volevo chiederti!” strillò
imbarazzatissimo.
“Ma
è quello che vuoi”
soffiò Louis, sempre più vicino. Ormai
non c'erano più di pochi centimetri di distanza, e il cuore
di Harry
stava battendo terribilmente forte. “Non sei curioso di
vedere come
ti conosco?”
Si avvicinò al suo orecchio e Harry portò le mani
sul suo petto, cercando inutilmente di allontanarlo. “So cosa
ti
piace, so come farti impazzire” sussurrò sensuale.
Allora ad Harry
prese un attacco di panico, perché aveva la stessa identica
voce di
Louis, lui era Louis, e tutte le cose che diceva
dovevano
essere vere per forza; Louis era sempre lo stesso Louis, solo che...
Improvvisamente,
Harry lo spinse indietro con decisione e questi lo guardò
sorpreso.
“No”
disse risoluto. “Io voglio Louis. Quello del mio
tempo.
Tutte le cose che sai su di me le conosci solo perché le hai
scoperte giorno dopo giorno, e io voglio che lo stesso accada per me
e per Louis come per te e Harry, anche se in tempi diversi.
È
naturale che ti voglio, siccome sono innamorato di te”
arrossì,
facendo tremare leggermente la voce nell'ultima frase prima di
riprendere il suo tono serio, “ma voglio farlo nel giusto
tempo e
con la giusta persona. Quella di cui mi sono innamorato in questo
tempo, e non tre anni fa come è successo per Harry della tua
epoca.”
Un
breve silenzio calò su di loro, e per un secondo Harry
temette di
avere seriamente offeso Louis e si morse il labbro inferiore,
preoccupato che ciò potesse avere ripercussioni anche nella
relazione di lui e sé stesso di tre anni dopo.
Poi,
inaspettatamente, Louis rise soddisfatto.
“E
bravo il mio Harry” lo lodò con un piccolo ghigno,
affondando una
mano tra i suoi capelli per scompigliarglieli. “Prova
superata.”
Harry
lo guardò sorpreso, con i riccioli disordinati sulla fronte
e sugli
occhi. “Quale prova?”
“Prova
di fedeltà” spiegò
Louis, orgoglioso. “Mi chiedevo se ti
saresti lasciato convincere...ma, a quanto pare, tu sei innamorato
sul serio. Beh, è che ti vedevo un po' titubante durante
questo
tempo, e mi sono sempre chiesto se mi avresti mai tradito avendone la
possibilità con un ragazzo più grande e
più sfacciato...”
Sembrò
perso nei suoi pensieri per un attimo, poi gli sorrise. “Sono
davvero fiero di te, Harry.”
Harry
arrossì e non disse nulla per qualche tempo, infine si
schiarì la
voce.
“Io
avrei un dubbio simile...” esordì, a bassa voce.
Louis lo guardò
incuriosito, incitandolo ad andare avanti.
“So
che non è bello dubitare della sincerità di
Louis, specialmente
vedendo te e Harry del tuo tempo così vicini e
innamorati”
mormorò, “ma...ti piaccio davvero, Louis? In
questo tempo, voglio
dire? Perché Louis -tu sei bello,
intelligente, simpatico e
sfacciato e potresti avere chiunque e io sono timido e insicuro
e...”
Louis
lo interruppe prima che potesse finire. “Lascia che ti dica
una
cosa, Harry” fece serio. “Un segreto fra me e te,
va bene? Questo
non lo sa nessuno, nemmeno l'Harry del mio tempo. Beh, se lui mi
facesse una domanda così lo direi anche a lui, ma non penso
me la
porrà mai. Quindi, vuoi conoscere la mia risposta?”
Harry
esitò un secondo prima di annuire, insicuro. Louis gli si
avvicinò
con aria confidenziale.
“Sicuro
che qui sia tutto chiuso, Harry?” disse, ancora
più vicino. Harry
annuì mentre Louis si guardava intorno con fare circospetto.
“Se
qualcuno lo venisse a sapere, sarebbe davvero un bel guaio per la mia
reputazione” sospirò Louis. “Avvicinati
un altro po', te lo devo
dire a voce bassissima.”
Harry
era praticamente appiccicato a Louis, ma nonostante ciò si
avvicinò
ancora e ancora. Louis abbassò tantissimo il tono di voce.
“Il
mio segreto è...”
E
gli schioccò un bacio sulle labbra.
Si
allontanò ridendo forte subito dopo, mentre Harry si copriva
imbarazzatissimo la bocca e arrossiva a dismisura; Louis stava
ridendo così tanto che per poco non ruzzolò
giù dal letto.
“Louis!”
sibilò Harry. “Avevo detto- ti ho fatto tutto un
discorso e tu te
ne sei fregato completamente!”
“Non resistevo!” si difese il
più grande, così divertito da essere vicino alle
lacrime. “Sei
troppo adorabile!”
Harry abbassò il viso, infilandosi le mani
fra i capelli e sospirando. Rialzò il volto poco dopo,
ancora rosso
in viso ed imbronciato.
“Credevo
che mi dicessi davvero un segreto” sbottò. Louis
tornò serio.
“No,
quella parte del discorso era vera” assicurò.
Harry lo guardò con
sospetto.
“Allora,
lo vuoi sapere o no?” lo incitò Louis. Harry
annuì, “però
stammi lontano” specificò guardandolo male,
facendolo ridere.
“Okay,
ma non devi dire a Louis che te l'ho detto e nemmeno a Harry.
Promesso?”
“Promesso”
giurò il più piccolo.
Louis
esitò solo un istante prima di parlare, poi prese un bel
respiro
profondo e puntò gli occhi nei suoi.
“Mi
sono piaciute le ragazze per tutta la vita, Harry”
confessò,
serio. “Tu sei stato l'unica persona di cui io mi sia
innamorato
sul serio, e quando è successo non me ne importava niente
che tu
fossi un ragazzo, perché non avevo mai sentito niente di
simile.
Quindi, per favore, non dubitare di ciò che Louis prova per
te...”
Harry
ebbe la certezza che non stava mentendo, e arrossì annuendo.
Ma gli
sembrava che Louis volesse aggiungere qualcosa, così rimase
in
silenzio.
“E
adesso, non per fare il romantico” sospirò il
ragazzo, mentre un
impercettibile rossore si diffondeva anche sulle sue guance, facendo
sgranare gli occhi ad Harry, “ma sei la cosa migliore che mi
sia
mai capitata.”
Harry
tacque per un momento, poi si mosse agitato sul posto. “Beh,
sono
tante cose da assimilare” soffiò, imbarazzato.
“Sono
sicuro che ce la farai” rise Louis, spezzando la tensione.
Poi gli
infilò una mano fra i capelli, disordinandoli di nuovo.
“Sul
serio, Harry” ci tenne a ribadire, “Louis ti
a-”
“Non
dirlo!” strillò il più piccolo,
portandogli una mano sulla bocca
prima che potesse finire quell'ultima, importantissima frase.
“Voglio
che me lo dica Louis” spiegò, abbassando lo
sguardo imbarazzato.
“Quando è il momento adatto.”
“Sei davvero speciale” rise
Louis, per poi guardarlo con dolcezza. “Louis è
proprio un ragazzo
fortunato.”
“Sei
tu!” rise Harry, e Louis si innamorò appena un po'
di più.
Ehilà!
Rieccomi :)
Che
ne dite di questo capitolo? Vi è piaciuto? E la storia, in
generale,
vi piace? Spero di sì, fatemelo sapere :)
Purtroppo
vado di corsa e, perdonatemi, non faccio in tempo a fare
ringraziamenti e cose varie, mi dispiace davvero. Ma, in cambio,
prometto di rispondere alle recensioni il prima possibile :)
Faccio
soltanto il copia e incolla dei soliti link ai miei contatti: mi
trovate su twitter
e su ask .
Fatemi sapere se, come per l'altra storia You're
every line, you're every word, you're everything , volete
anche qui l'ask
per i personaggi di questa storia che uso
però
generalmente per l'altra long; in quel caso, specificate di quale ff
si tratta. Bastano anche le iniziali, in questo caso SA!
E
adesso scappo dopo aver miseramente copiato l'angolo
autrice
della volta scorsa, omg mi odio da sola , sappiate che
pubblico questa mezza cosa che definisco anche come
“note” solo
per farvi leggere il nuovo capitolo in un tempo semi-accettabile u.u
Torno
a studiare arte, a presto :)
Seele
|
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Capitolo 4 *** Quarto capitolo ***
Since
Always
Appena
tornò nella stanza in cui erano rimasti Harry del futuro e
sé
stesso del presente, Louis si lanciò direttamente in
direzione del
suo ragazzo, prendendogli il viso fra le mani e baciandolo senza
preamboli.
Gli
altri Harry e Louis si irrigidirono; vedere loro stessi baciarsi era
un colpo abbastanza duro da ricevere.
Louis
non si staccò dalle labbra di Harry finché non fu
soddisfatto; poi,
con un sorriso allegro in viso, gli passò una mano nei
capelli e si
sedette sul letto di Liam come se non fosse successo niente.
Tutti
e tre lo fissarono in silenzio, con espressioni interdette sul volto.
“Non
guardarmi in quel modo scandalizzato, honey”
si rivolse al
suo ragazzo, “ho fatto una chiacchierata con te di questo
tempo e
mi è venuta una voglia gigantesca di baciarti. Quindi
prenditela con
lui e con quell'aria dannatamente innocente.”
Harry
alzò un sopracciglio, poi si rivolse al più
piccolo fra i quattro.
“Scommetto che ha fatto qualcosa di strano” fece
con aria
sospettosa.
“Oh,
ehm” tossì l'altro, “non-”
“Louis” Harry gli lanciò
un'occhiataccia, “non voglio che me stesso subisca dei
traumi,
quindi dimmi cosa gli hai fatto.”
“Non
gli ho fatto niente” fece Louis, con aria fintamente offesa.
“Ti
ha violentato, Haz?” chiese quello del presente, con aria
alterata.
“Lo amma-”
“Mi
ha baciato!” confessò Harry imbarazzato,
afferrando l'amico per la
maglietta per impedirgli di vedersela con Louis. Due paia di occhi,
praticamente fuori dalle orbite, lo fissarono sconvolti.
“Tu-
hai- tu hai baciato il- il mio- ragazzo”
e Louis si
lanciò direttamente su sé stesso del futuro,
senza che né Harry
riuscisse a trattenerlo né che il rumore poco rassicurante
di
qualcosa di rotto lo distraesse dal suo intento.
“È
stato un bacio innocente!” si difese Louis ridendo,
afferrando il
cuscino di Liam e tirandolo in testa all'altro. Harry rise,
divertito, e l'altro se ne accorse.
“Non
sei geloso?” domandò timidamente.
Harry
fece spallucce. “So che ha un debole per te”
sorrise, “e so
anche che ci è andato piano. Non è
così?”
“È
stata davvero una cosa innocente” annuì l'altro,
leggermente a
disagio, “però mi ha baciato a tradimento, ti
giuro che io non ho
nemmeno ricambiato!”
Harry
rise. “Ne ero sicuro!” fece tranquillo. Poi
tornò a guardare i
due Louis che si stavano ancora prendendo a botte sul letto di Liam,
che era il più alto del letto a castello, e alzandosi appena
sulle
punte afferrò la caviglia del suo ragazzo e la
tirò verso di sé.
“Cosa
cazzo- Harry!” esclamò Louis, cercando di liberare
la caviglia
dalle sue mani, con l'unico risultato di finire a terra.
“Scusa,
amore” ridacchiò Harry, senza accorgersi del
vezzeggiativo, “ma
non voglio più sentirvi litigare!”
L'altro
Louis si sporse dal letto, sorridendo vittorioso e porgendo il palmo
ad Harry. Questi gli diede il cinque, ridendo.
“Oh,
Louis” fece poi il ragazzo, con un'espressione
improvvisamente
furba sul viso, “se tu hai baciato il mio,
io ho tutto il diritto di baciare il tuo Harry,
vero?”
Louis
del futuro si tirò immediatamente su dal pavimento.
“Non oserai”
sibilò. “Piuttosto, baciati il tuo”
sbottò poi, stringendosi
Harry addosso con aria protettiva.
L'altro
Harry rimase in silenzio, un po' preoccupato dalla piega che stavano
prendendo gli eventi.
“No,
Lou” sbottò poi, mentre lui e l'altro si urlavano
contro
motivazioni e insulti. “Sono geloso”
confessò, ad occhi bassi.
“Ma
lui ti ha baciato!” sibilò il suo ragazzo.
“Devo vendicarmi!”
“Anche
io sono geloso, Harry” affermò Louis del futuro,
“prova a
baciarlo e niente sesso per una settimana.”
Calò
il silenzio per qualche secondo, poi Louis guardò storto
ognuno di
loro. “Che volete, non stavamo litigando?”
E
ripresero a scannarsi a vicenda, finché Harry
sbuffò e raccolse da
terra il cuscino di Liam, gettandolo addosso al suo ragazzo.
“Lou,
siete davvero infantili” sospirò.
“Quindi, siccome sembra che
qui l'unico adulto sia io -e tu hai due anni
più di me, ti
ricordo- , risolvo da solo.”
Lanciò
un'occhiata a sé stesso del presente. “Harry, ho
il tuo permesso?
Mi sa che è l'unica cosa da fare, prima che venga Simon
direttamente
a cacciarci fuori.”
Harry
s'imbronciò, ma annuì. “Va
bene” sospirò.
“Okay,
allora è fatta” fece l'altro, avvicinandosi a
Louis del presente.
“No,
aspetta, 'è fatta' proprio per niente!”
protestò il suo ragazzo.
“Harry, non hai il mio consenso, guarda che-”
Durò meno di un
secondo; giusto il tempo di schioccare un breve bacio sulle labbra di
Louis, e Harry si era già allontanato.
“Non
l'ho nemmeno sentito” sbottò Louis del presente,
insoddisfatto,
mentre l'altro era ridotto a una massa informe e dagli occhi sgranati
in un angolo della stanza.
“Beh,
era uguale a quello che si sono scambiati loro due” gli fece
notare
Harry, mentre quello del presente sospirava di sollievo, vedendo che
era stata davvero una cosa senza importanza. Louis non era dello
stesso avviso.
“Avevo
detto di no” sbottò, offeso. “Cazzo,
Harry. Sono arrabbiato.”
“E
dai, amore” lo pregò l'altro, sorridendo
dolcemente e
avvicinandoglisi, “lo sai che amo solo te.”
“Non
avevi il mio permesso” borbottò lui, incrociando
le braccia al
petto. “Io sapevo che non ti saresti arrabbiato se lo avessi
baciato. E tu sapevi che mi sarei offeso se tu avessi baciato lui. Ma
lo hai fatto lo stesso!”
“Non
mi tenere il broncio” replicò Harry, avvicinandosi
ancora e
accarezzandogli le braccia. Gli altri Harry e Louis pensarono bene di
andarsene, visto che stavano rischiando l'autocombustione per
l'imbarazzo.
“No”
sospirò Louis. “È uno stronzo e tu lo
hai baciato.”
“Baciato?”
ripeté Harry giocoso, gli occhi pieni di amore.
“Ma io bacio solo
te, amore mio.”
Gli
cinse i fianchi con le braccia, inclinò il volto e lo
baciò
dolcemente, come solo lui era in grado di fare. Louis lambiva,
mordeva, divorava; Harry baciava. Baciava e
comunicava tutto
l'amore che provava, senza dimenticarne nemmeno la più
piccola e
insignificante parte.
Si
scostò dopo aver baciato Louis intensamente e teneramente;
ma non
riuscì ad allontanarsi di un passo, che Louis lo
attirò di nuovo a
sé.
“Dove
credi di andare, adesso?” soffiò sulle sue labbra,
divertito e
seducente.
“Avevi
detto niente sesso per una settimana” gli ricordò
Harry con una
risata, sottovoce.
“Ma
io e te non facciamo sesso, sweetheart”,
replicò il
ragazzo, “io e te facciamo amore.”
Tornò
serio per un secondo. “L'ho detto anche ad Harry.”
Il suo
ragazzo si limitò ad annuire con un sorriso, mentre posava
altri
piccoli baci sulle sue labbra. “Forse non dovremmo farlo
qui” gli
fece notare poi, preoccupato all'idea di stravolgere gli eventi.
“Non
fare storie” sussurrò Louis nel suo orecchio,
facendogli venire i
brividi, “non lo sapranno mai.”
Chiuse
la porta a chiave, e il tempo perse qualsiasi importanza.
*****
“Voi
due avete fatto l'amore” fu la prima cosa che disse Louis del
presente, non appena l'altro lo fece entrare in camera.
“Sì”
ammise tranquillamente, infilandosi una maglietta. Rivolse uno
sguardo ad Harry, addormentato mezzo nudo nel letto; “sta'
tranquillo, non abbiamo sporcato e nessuno lo verrà a
sapere.”
Si
sedette di fronte all'altro sé stesso, intrecciando le
proprie dita;
“so cosa pensi, Louis” disse serio.
“Diciotto anni, etero,
fidanzato.”
Louis
annuì, lievemente a disagio. Poi, il più adulto
concluse.
“Prima
di Harry.”
L'altro
sospirò: “prima di Harry”
conciliò.
“E
da allora hai diciotto anni, sei gay, e single. Almeno fino a ieri;
ora stai con lui.”
“Non
pensavo...” mormorò Louis, “che una sola
persona avrebbe
stravolto tutto in un secondo.”
“Nemmeno
io” rise dolcemente il ragazzo. Allungò una mano
per accarezzare i
ricci di Harry, e nel suo sguardo c'era così tanto amore che
sé
stesso quasi sobbalzò.
“Ha
stravolto tutto, hai detto bene” disse sottovoce,
“ma non posso
fargliene una colpa.”
“Perché
dovresti?” domandò il più giovane,
confuso. “Voi due siete
felici.”
“E
siamo nascosti” aggiunse l'altro, con una risata amara.
“Nessuno
sa di noi, a parte gli amici intimi e...beh, tutti”
sorrise
tristemente, “ma non possiamo dire la verità. Non
ancora.”
Sospirò.
“O, perlomeno, spero che sia così.”
Lo
guardò negli occhi: “diranno di Harry che
è un don Giovanni, lo
costringeranno a un sacco di flirts con altrettante donne, daranno a
te una beard, negherai di stare assieme a lui tantissime volte e lo
distruggerai un po' alla volta sempre di più. Ma lui ti
amerà lo
stesso” raccontò a bassa voce,
“perché Harry è la persona
più
meravigliosa che esista.”
Sorrise,
vedendo che Louis era leggermente arrossito. “Siamo
così
fortunati, io e te” continuò poi, “e non
per la fama, per il
successo o per i soldi: siamo fortunati perché abbiamo lui.
E perché
lui, incomprensibilmente, ci ama più della sua stessa
vita.”
“Okay,
basta” sbottò l'altro, arrossendo, “mi
rifiuto di pensare di
essere così schifosamente smielato e romantico.”
“E
sentiamo” lo incitò Louis, “di cosa
vorresti parlare, invece?
Della nostra prima volta, per esempio?”
Il
più piccolo fece per replicare, poi aggrottò le
sopracciglia.
“Adesso che l'hai tirato tu in ballo, me
lo devi dire.”
“Hush,
Louis” replicò l'altro, dispettoso,
“questo lo devi scoprire da
solo.”
“Okay”
sospirò il ragazzo: “quando?”
Louis
impiegò qualche secondo a capire quale fosse la domanda.
“Quando è
stata la nostra prima volta, intendi?” chiese.
Lui
annuì. “Almeno questo puoi dirmelo.”
“Beh...”
rispose Louis, pensando a una risposta che non dicesse tutto,
“diciamo che le fan sono convinte che l'abbiamo fatto per la
prima
volta in una tenda, a Leeds.”
L'altro
aggrottò le sopracciglia. “Non sembra molto
romantico” commentò.
“Cioè, niente di cui lamentarsi” rise,
“solo che...non so,
pensavo altrove.”
“Ma
io non ho detto che è così, mate”
sorrise Louis, vago.
*****
“Sembra
proprio che ci salutiamo qui” fece Harry, estraendo dalla
tasca dei
suoi jeans il telecomando della macchina del tempo.
“È da
parecchio che ci troviamo in quest'epoca, e non vorrei che si
pensasse che ci siamo persi o qualcosa di simile.”
“È stato
bello conoscervi” sorrise l'altro, sincero. “Non mi
aspettavo
che...sarebbe successo.”
“Nemmeno
noi” rise Louis, per poi guardare sé stesso del
presente. “Ehi,
Louis” lo chiamò; “mi raccomando,
trattamelo bene. Fra tre anni
lo voglio vedere sano e salvo, chiaro?” si
assicurò indicando il
più piccolo dei quattro, facendo ridere Harry del futuro.
Louis del
presente sbuffò, ma annuì con un leggero sorriso.
“Non
sei poi così male” confessò, riluttante
ma divertito.
“Nemmeno
tu” gli fece l'occhiolino l'altro. “E adesso
andiamo.”
Infilò
una mano fra i ricci di Harry del presente, accarezzandoli un'ultima
volta. “Davvero, Harry, ho un fetish per
te di quest'epoca”
sospirò, guadagnandosi un'occhiata truce di sé
stesso.
“Si
era capito” rise il suo ragazzo, mentre Louis stringeva Harry
a sé
con fare geloso e protettivo, facendolo arrossire,
“però dobbiamo
sbrigarci!”
Harry
e Louis fecero per incamminarsi fuori dal palazzo, quando
improvvisamente si voltarono verso di loro come se si fossero
ricordati di qualcosa di importante.
“Fate
le scelte giuste” si raccomandò Harry.
“Potete ancora cambiare.
Siete ancora liberi.”
“Quando
torneremo nel nostro tempo, la realtà avrà subito
i cambiamenti che
voi le avete imposto” continuò Louis,
“perciò...vivete questo
periodo come il più bello, perché poi le cose
diventeranno
difficili.”
Harry,
notando la loro aria preoccupata, sorrise rassicurante. “La
cosa
importante, è che voi siate sempre insieme ad affrontare
tutto.”
“Promesso”
sorrise Louis del presente, cingendo quasi inconsapevolmente il
fianco del suo ragazzo. “State tranquilli.”
“Buon
ritorno al futuro, allora” ridacchiò Harry.
E,
stavolta, loro stessi se ne andarono senza mai voltarsi indietro.
*****
Harry
e Louis erano appena arrivati a casa dello scienziato, ancora chino
sui suoi progetti e senza la minima voglia di ascoltarli; ma i
ragazzi necessitavano della sua attenzione.
“Davvero,
è importante!” insistette il più
giovane fra i due. “Possiamo
andare nel futuro? Per favore? O nel passato? Giusto per fare un
viaggetto fra le epoche” lo pregò. L'uomo
alzò gli occhi al
cielo, distogliendoli finalmente dallo schermo del suo computer.
“Fate
quello che volete, d'accordo? Terrò qui il mio armadio tutto
il
tempo, ma voi lasciatemi in pace ora!”
“Che
tipo” sbottò Louis, prima di prendere Harry per
mano e trascinarlo
dentro all'armadio. Solo allora, lo scienziato si alzò dalla
sua
sedia girevole e diede loro due piccole palline di metallo.
“Questo
dovrebbe evitare che i vostri vestiti si distruggano, insieme ai
vostri circuiti celebrali e al resto delle vostre cellule del
corpo”
spiegò, facendo rabbrividire Louis,
“perché andare nel futuro è
più difficile che andare nel passato. Insomma...non so se
funzionerà.”
Non
disse altro, chiuse le ante lasciandoli da soli.
“Harry”
mormorò Louis. “Sono preoccupato: ne vale la
pena?”
“Tanto,
nel nostro tempo ci dobbiamo tornare lo stesso” gli fece
notare
Harry. “Dai, andrà tutto bene. Dove vuoi andare
prima di tornare a
casa?”
Louis
ci pensò un secondo, poi gli prese il telecomando di mano e
digitò
qualcosa senza che Harry lo vedesse.
Arrivarono
nell'epoca scelta in un secondo, e -almeno a giudicare dall'aspetto
dell'uomo seduto alla scrivania- evidentemente si trovavano nel
passato; avevano ancora i loro vestiti addosso, e il futuro
scienziato neppure si era accorto di loro. Louis, divertito,
sgattaiolò fuori con Harry senza mai attirare la sua
attenzione.
“Dove
siamo?” domandò Harry. “Lo
vedrai” sorrise Louis,
trascinandolo ancora chissà dove. “Gli One
Direction non erano
stati nemmeno pensati, in quest'epoca”
raccontò, fermando
un taxi per poi dire al tassista il nome del posto sottovoce,
perché
Harry non lo sentisse, “e sono curioso di vedere una
cosa.”
Si
levò la cintura dei pantaloni e la avvolse intorno al viso
di Harry,
coprendogli gli occhi; Harry si lasciò guidare fuori
dall'auto, poi
iniziò a sentire vagamente della musica e solo allora,
mentre Louis
si infiltrava da qualche parte stando ben attento a non fare rumore,
comprese dove si trovavano.
Erano
sicuramente dentro a uno stadio in cui loro stessi avevano certamente
cantato, di cui Louis conosceva le entrate secondarie e nascoste
-come avrebbe fatto ad entrare senza un biglietto, altrimenti?-, e la
voce dei cantanti della band The Script aleggiava
nell'aria
già satura delle urla dei fan.
Louis
gli levò la cintura dagli occhi, e Harry si
ritrovò davanti sé
stesso appena tredicenne con, a pochi metri di distanza, Louis
quindicenne.
“Io
ti ho visto subito!” sorrise Louis risistemandosi la propria
cintura sui fianchi, osservando lo splendido sorriso che il suo
ragazzo gli rivolse. “E sai cos'ho desiderato, nel momento in
cui
anche tu ti sei voltato e ci siamo visti per la prima volta?”
Harry
scosse la testa, ma in realtà lo sapeva benissimo.
“Baciarmi?”
domandò, fingendo di tirare a indovinare.
“Baciarti”
accertò Louis, cingendogli i fianchi e avvicinandosi a lui,
per poi
azzerare la distanza fra i loro visi e posargli un bacio lungo e
dolcissimo sulle labbra.
E
gli altri Harry e Louis, totalmente ingenui e inconsapevoli, si
guardarono in quell'esatto momento.
*****
“Voglio
vederti” pregò Harry, con voce dolce.
“Voglio parlarti.”
Louis
sbuffò, accondiscendente, prima di premere alcuni tasti sul
telecomando e fare un nuovo salto nel tempo.
Dieci
anni prima, partendo dal 2007; quando aveva cinque anni.
Stavolta,
fortunatamente, lo scienziato non era in casa. Quindi si diressero
direttamente a Doncaster, non prima di aver visto un foglio con su
scritto “non spostare mai!”
affisso
all'anta dell'armadio da cui erano usciti e ridacchiare fra di loro.
Louis
da piccolo, proprio come Harry si aspettava, non era poi molto
diverso da come era adesso; stessa aria furba, stessi occhi azzurri,
stesse bretelle addosso.
Giocava
da solo, con la palla, vicino casa sua; la palla rotolò
più
lontano, e Harry non ruscì a frenarsi dal prenderla.
Si
allontanò leggermente da Louis, che invece rimase a guardare
senza
voler interferire fra sé stesso ed Harry.
“Ciao”
sorrise il ragazzo, avvicinandosi al bambino per ridargli la palla.
“Giochi da solo?”
Louis
annuì. “Ridammi la palla”
ordinò, e Louis nascosto ridacchiò
sotto i baffi.
“Va
bene, va bene” rise Harry. “Anche io voglio giocare
con te.”
“Non
puoi. Sei troppo grande” negò Louis.
“Ti
prego!” insistette il ragazzo, divertito. Sembrava un
gigante, in
confronto a un bambino così piccolo; tuttavia questi si
comportava
come se fosse il più grande, in maniera quasi altezzosa,
ignorandolo.
“Mi
chiamo Harry” cambiò allora argomento lui.
“E tu chi sei?”
“Louis”
rispose il bambino. “Ho cinque anni”
proseguì, contando il
numero sulle dita delle mani.
“Sei
innamorato di qualcuno, Louis?” sorrise Harry. Louis
annuì.
“C'è
una bambina bellissima che viene con me a
scuola!” rispose,
sgranando gli occhi azzurri. Si rabbuiò un secondo dopo.
“Ma ce ne
sono tante brutte.”
Harry scoppiò a ridere rumorosamente, e
Louis alle sue spalle alzò gli occhi al cielo sbuffando.
“E
scommetto che tu piaci a tutte” incalzò Harry,
“quell'aria da
monello è irresistibile. Mi viene una voglia di coccolarti
incredibile!”
“Mamma
mi ripete sempre che i maniaci dicono le stesse cose”
commentò
Louis atono, e quello più grande scoppiò a ridere
così forte che
Harry si voltò per guardarlo offeso.
“Non
sono un maniaco, te lo giuro” sospirò il ragazzo,
tornando a
puntare gli occhi sul piccolo. “Sono un tuo amico.”
“Pedofilo”
lo additò Louis, tirandogli la palla in testa. E, davvero,
sé
stesso di questo passo sarebbe sicuramente morto per le risate.
“No,
davvero!” assicurò Harry, dispiaciuto, ridandogli
la palla. “Te
lo giuro, Louis.”
“Dimostramelo!”
strillò il bambino. “Altrimenti chiamo la mia
mamma! E la mia
mamma ti spacca la testa e ti porta alla stazione dei treni e ti
chiude in un colleggio per farti diventare bravo!”
Harry
guardò oltre la propria spalla, lanciando a Louis
un'occhiata
divertita. Il suo ragazzo sospirò: “mia madre mi
diceva così
quando combinavo qualche guaio” sbuffò, facendo
ridacchiare Harry.
“Ehi,
la smetti di parlare con quello?” sbottò il
bambino. “Se non ti
sbrighi, vado subito a-”
“BooBear”
disse soltanto Harry, e il piccolo Louis si immobbilizò.
Aggrottò
le sopracciglia: “così mi chiamano solo i miei
genitori” si
accigliò, “tu come lo sai?”
“Perché
me lo dirai tu, fra tredici anni” sorrise Harry.
“Mi vorrai tanto
bene, e io ne vorrò tanto a te. Nel futuro saremo tanto,
tanto
amici...e ti piacerò più di quella bambina
bellissima di cui ora
sei innamorato.”
Il
piccolo Louis rimase in silenzio, come studiandolo. Harry sorrise, in
attesa.
Poi
“bugiardo!” esclamò il bambino,
tirandogli di nuovo la palla
addosso con forza e poi scappando chiamando a gran voce la madre.
“Ma-
ma-” balbettò Harry dopo qualche secondo che
impiegò a
riprendersi dallo stupore, deluso, voltandosi verso Louis che se la
rideva della grossa. “Louis, eri una testa di cazzo!
Assolutamente
insopporta-”
E
Louis lo stava già baciando a mo' di scuse, mentre
sé stesso ancora
strillava correndo verso i genitori.
*****
Qualche
minuto dopo, per decisione di Louis, si trovavano vent'anni avanti
nel futuro.
“Ho
sempre desiderato che succedesse quest'anno”
soffiò Louis prima di
uscire dall'armadio, ignorando le domande dello scienziato
improvvisamente allegro e socievole, “e in questo mese.
Quindi,
vieni” tagliò corto, prendendo la mano di Harry e
senza lasciarla
nemmeno mentre camminavano lungo la strada.
“In
che anno siamo, Lou?” domandò il suo ragazzo,
curioso.
“2017”
rispose Louis, “Maggio.”
Sembrava
così rapito, nel cercare quel qualcosa che Harry non avrebbe
saputo
indovinare; semplicemente si lasciò trascinare un po'
ovunque, fino
a un parco che ben ricordava, perché la prima volta che ci
erano
venuti da adolescenti avevano scherzato, seduti su una panchina, a
proposito del loro...
Oh.
Harry
sgranò gli occhi, il cuore che batteva a mile.
...matrimonio.
Louis
si fece spazio fra gli invitati, senza farsi notare ed entrando
nell'enorme radura che sé stessi avevano affittato in onore
della
cerimonia; e Harry sentiva il proprio cuore scoppiare, minacciare di
uscire dalla cassa toracica per l'emozione, mentre un Louis
venticinquenne si rivolgeva a sé stesso per mettergli
l'anello al
dito.
“Ne
ero sicuro” disse Louis a bassa voce, gli occhi lucidi tanto
quanto
quelli di sé stesso mentre anche Harry lasciava scivolare
l'anello
di matrimonio lungo il suo anulare.
C'erano
tutti; la piccola Lux -beh, in realtà adesso era cresciuta-
che
faceva da damigella, Niall che piangeva a dirotto e Liam che, seppure
anche lui sul punto delle lacrime, lo prendeva silenziosamente in
giro, mentre Zayn si asciugava in fretta gli occhi. Gemma e Anne
erano sedute vicino a Johannah, mentre le sorelle di Louis
sorridevano contente; vicino a Lottie c'era un ragazzo che le
stringeva la mano, seduto accanto ad Ed Sheeran che sorrideva
commosso.
Ma
poi, al momento del bacio, Harry non riuscì più a
guardare le
persone partecipanti al matrimonio; singhiozzò, forte,
felice come
non lo era mai stato prima d'ora. Louis lo baciò come se non
fossero
solo loro stessi del futuro a sposarsi, ma anche loro, e Harry
ricambiò con un'intensità tale che quando si
scostò rise fra le
lacrime, la stessa identica reazione di sé stesso del futuro
mentre
Nick Grimshaw rideva e batteva le mani.
“Non
ci posso credere” sorrise piangendo, e Louis lo prese per
mano
allontanandolo di poco dalla radura, temendo che se fossero rimasti
lì li avrebbero visti.
“Non
è bellissimo?” rise, con gli occhi umidi e lucidi.
“Ne ero
assolutamente certo.”
Lo
strinse in un abbraccio pieno di emozione, fino a quando Harry
calmò
i singhiozzi di felicità, e solo allora, prendendo le sue
mani,
disse:
“Torniamo
nel nostro tempo. Non vedo l'ora di poterlo vivere.”
Aww,
forse uno dei miei capitoli preferiti; credo sia un assurdo contenuto
di fluff. Spero di non avervi fatto venire il diabete, in quel caso
siete liberi di denunciarmi.
Devo
dirvi una cosa, purtroppo: questo è il penultimo capitolo!
Ve lo
avevo detto, che non sarebbe stata una long troppo long
molto grande, ebbene siamo già al suo
termine. Spero che vi
stia piacendo, e che la lascerete con il sorriso sulle labbra :)
Bene!
E ora facciamo un po' di ringraziamenti. _xheystyles,
MelleSkyscraper, NeeDYourSmile,
Xdoppelganger, SP_InMyHeart,
She Flies, grazie mille
per le
recensioni; e anche per coloro che seguono questa storia, circa
settanta persone, che anche se silenziose mi fa piacere che
apprezzino questa ff!
Al
solito, faccio copia e incolla: mi
trovate su twitter
e su ask .
Fatemi sapere se, come per l'altra storia You're
every line, you're every word, you're everything , volete
anche qui l'ask
per i personaggi di questa storia che uso
però
generalmente per l'altra long; in quel caso, specificate di quale ff
si tratta. Bastano anche le iniziali, in questo caso SA!
E
adesso vado, a presto :3
Seele
|
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Capitolo 5 *** Quinto capitolo ***
Since
Always
Sarebbe
molto romantico, dire che Harry e Louis dopo aver assistito al loro
matrimonio tornarono nel loro tempo felici e emozionati; ma non fu
così, perché vinti dalla curiosità
decisero di andare ancora
avanti nel tempo.
Approdarono
nel 2026, e lo scienziato che venne ad accoglierli sorrise loro con
gratitudine: “mi avete reso famoso!”
ringraziò. “Quindi,
datemi il vostro telecomando e apporterò una modifica ai
circuiti.”
Aprì
lo sportellino, mettendo in bella vista tutte le particelle che
componevano quella piccola, eppure complicatissima apparecchiatura, e
dopo aver aggiunto un filo e aver avvitato una minuscola vite,
spiegò
loro che adesso il telecomando poteva portarli ovunque volessero.
Stavolta fu Harry a sorridere, grato, e anche Louis
ringraziò prima
di dire ad alta voce il luogo in cui voleva arrivare ed essere
trasportato, insieme ad Harry, in un batter d'occhio a casa loro.
Si
ritrovarono davanti a un'enorme villa, la cui insegna dorata accanto
al grande cancello davanti all'abitazione recitava: Tomlinson-Styles.
Louis
suonò al citofono. “Chi è?”
chiese quella che, inconfondibile
anche attraverso il suono elettronico, era la voce di Harry.
“Siamo...voi”
ridacchiò quello del passato, e la voce di Louis del
presente in
sottofondo esclamò “ce ne stavamo quasi
dimenticando!” prima che
il cancello si aprisse e i due li lasciassero entrare.
Si
diressero alla porta, trovando ad accoglierli loro due poco
più che
trentenni; nascosta dietro alle gambe di Louis, c'era una bambina che
li fissava ingenuamente.
Genitori,
riuscirono solo a realizzare Harry e Louis del passato prima di
immobilizzarsi lungo il vialetto.
“Avanti,
non statevene lì impalati!” sorrise il
più adulto, facendo loro
segno di avvicinarsi. Si rivolse alla bambina nascosta dietro di lui:
“tesoro, quelli sono papà Louis e papà
Harry tredici anni fa.”
“Fatti
vedere, principessa” la incitò dolcemente Harry,
prima che quella
si sporgesse appena oltre le gambe del genitori e salutasse
timidamente.
“Ciao”
rispose Harry del passato senza fiato, avvicinandosi a lei con gli
occhi che brillavano e con un sorriso enorme sulle labbra.
“Come-
come ti chiami, piccola?”
La
bambina guardò i genitori, cercando la loro approvazione,
poi tornò
a puntare gli occhioni azzurri su di lui e ostentò un
sorriso
timido.
“Roxanne
Gemma Tomlinson Styles” recitò alla perfezione. E,
nel momento in
cui la bambina pronunciò il nome di sua sorella maggiore,
Harry
sgranò gli occhi.
Perché,
adesso che ci faceva caso, Roxanne somigliava tantissimo
a sé
stesso e a Louis. Come se fosse la loro figlia naturale.
Harry
sollevò subito il viso, cercando gli occhi di Louis del
futuro per
trovarci dentro delle spiegazioni; quello, più maturo e meno
incline
agli scherzi, gli sorrise rassicurante.
“Vi
spiegheremo tutto davanti a una bella tazza di the” propose,
“che
ne dite?”
E
Harry, decisamente, si era appena innamorato di Louis per la seconda
volta.
*****
Roxanne
si trovava giusto a pochi metri da loro, ad accarezzare il micetto
bianco che le faceva teneramente le fusa; Louis sorrideva
automaticamente ogni volta che la guardava, mentre sé stesso
del
futuro raccontava della nascita di loro figlia.
“Volevamo
una bambina che avesse il nostro sangue” spiegò,
mentre Harry del
passato lo fissava come ipnotizzato, “perciò, dopo
averci pensato
per tre anni dal nostro matrimonio, abbiamo deciso di realizzare le
idee che avevamo in testa.”
“Gemma
l'ha fatta nascere” continuò Harry al posto suo,
sorridendo. “Non
le ho mai voluto così tanto bene come in quel momento,
quando ha
acconsentito.”
“Io
sono il padre naturale” raccontò ancora Louis, e
Harry del passato
si sentì morire di felicità all'idea di una
bambina che avesse il
suo patrimonio genetico -occhi azzurri, come i suoi, lei ha
gli
occhi di Louis dentro agli occhi- , “ma Roxanne ha
inaspettatamente ereditato gran parte delle caratteristiche di Harry,
anziché di Gemma.”
“L'avete
visto anche voi” ridacchiò Harry;
“è timida, dolcissima e...”
Si
voltò verso la sua bambina, distraendola dai giochi.
“Tesoro, fa'
un bel sorriso!”
Sua
figlia eseguì, divertita da quella solita domanda; e mise in
mostra
due adorabili fossette agli angoli delle labbra.
“È
perfetta” sospirò l'Harry più giovane,
con aria quasi sognante e
felice, dannatamente felice.
“Eccome”
conciliò il suo ragazzo. La fissarono in silenzio per
qualche
secondo, poi Louis del passato si schiarì la voce.
“Sapevate
che saremmo arrivati, quindi?” domandò,
perché aveva delle
domande da fare e perché, pensò con un sorriso,
di tempo per
fissare sua figlia ne avrebbe avuto tantissimo nel futuro.
“Sì”
annuì Harry del presente, con un sorriso. “Ce lo
ricordavamo,
aspettavamo solo voi.”
“Ma
vi eravate dimenticati il giorno esatto” rise Harry del
passato,
ricordando la conversazione al citofono. Louis ammise che era vero,
ridendo.
“E
quand'è...” Louis abbassò di poco la
voce, a quella domanda, “che
avete fatto coming out?”
Harry
e Louis del presente si guardarono un secondo negli occhi, prima di
tornare a guardarli e a sorridere tranquillamente.
“Prima
di quello che pensate, ragazzi” concluse il più
giovane. “E
sarà...bellissimo.”
Allora
Roxanne si avvicinò, posando le manine morbide sulle
ginocchia dei
due futuri genitori e scrutandoli con attenzione.
“Voi
due siete proprio uguali ai papà”
decretò infine.
“Anche
tu lo sei” commentò Louis, intenerito. Harry la
sollevò da sotto
gli incavi delle spalle, mettendola seduta sulle sue cosce e rivolta
per metà a lui e per metà a Louis.
“Sei
bellissima!” si complimentò, facendola arrossire.
“È perché ho
le fossette e gli occhi azzurri” spiegò la
bambina, con l'aria di
chi aveva sentito quella frase talmente tante volte da averla
imparata a memoria, “la zia Gemma me lo dice
sempre.”
Harry
sorrise nel vedere che, nonostante lui non fosse il suo padre
naturale, sua figlia lo considerasse ugualmente come tale.
“E
zia Gemma? Ha dei bambini?” le chiese, curioso. Lei
annuì con
entusiasmo.
“Ho
tre cugini simpaticissimi!” raccontò.
“Anche i figli di zia
Lottie sono divertenti” proseguì, imbronciandosi,
“ma sono anche
antipatici, certe volte.”
Si
guardò intorno con aria sospettosa, prima di sussurrare:
“papà
Harry ha detto di non dirlo a nessuno” bisbigliò,
“ma mi ha
spiegato che tutti i Tomlinson sono sfacciati e dispettosi.”
Harry
scoppiò a ridere, e anche Louis non poté
trattenere qualche risata.
Quella
bambina, decisamente, era la cosa più bella che avessero mai
visto.
E,
anche se non era ancora nata, la figlia migliore che potessero
sperare di avere.
*****
Si
erano appena teletrasportati nuovamente all'interno dell'armadio
dello scienziato, decisi a ritornare a casa nel loro tempo, quando
Louis fermò repentinamente Harry dal digitare la data in
questione
sul telecomando.
“Che
succede, Lou?” chiese il ragazzo, interdetto. Louis sorrise
furbo,
digitò una data e solo qualche secondo dopo aprì
le ante del
mobile, uscendone, appena arrivati in un nuovo tempo.
“Devo
assolutamente fare una cosa!” spiegò, prima di
andare a sbattere
contro la porta chiusa della stanza che si aprì
improvvisamente.
Harry
non rise soltanto perché davanti a loro c'era poco
più che un
ragazzino.
“Ladri!”
esclamò questi, prima di afferrare un grande volume di
scienze dalla
scrivania e tirarlo in testa ad Harry.
Louis
si alzò subito in piedi -era caduto dopo l'impatto con la
porta- e
si schermò davanti al suo ragazzo.
“Calmati!”
gli intimò, prendendogli il volume di mano.
“Veniamo dal 2013, e
siamo qui grazie alla tua macchina del tempo.”
Il
futuro scienziato li fissò basito, poi si riscosse.
“Davvero?”
domandò con un filo di voce. Harry annuì con un
sorriso.
“Quindi...”
continuò il ragazzino, cauto, “non siete
ladri?”
“Siamo
cantanti famosi a livello mondiale, non credo proprio che ci daremo
mai al crimine” ridacchiò Louis.
“E
da dove siete usciti?” proseguì lui, curioso.
“Dal
tuo armadio” rise Harry. “Letteralmente.”
“Allora
non lo sposterò mai di lì” promise il
ragazzo. “Posso vedere
con cosa...”
Si
fermò, per poi scuotere la testa e “no!”
urlare, facendo
sobbalzare i due, “devo capire da solo! Andate, avanti, prima
che
cambi idea” e li spinse fuori dalla stanza.
Harry
e Louis si lanciarono un'occhiata confusa e divertita, poi si
teletrasportarono.
*****
Anne,
di almeno vent'anni più giovane, era seduta su una tovaglia
da pic
nic in mezzo all'erba, in un'assolata giornata di primavera.
Harry
la notò subito; bellissima, allegra e solare, mentre
chiacchierava
con Gemma. Anche lei era più piccola, e rideva di qualcosa
che la
madre le aveva detto.
“Perché
ci hai portati qui, Lou?” domandò sottovoce il
ragazzo, nascosto
con lui alle loro spalle.
“Te
l'ho detto, devo assolutamente fare una cosa”
ripeté Louis. “Ma
dove sei?”
“Qui
davanti a te” rispose Harry interdetto, facendolo ridacchiare
a
bassa voce.
“Intendevo
il te di questo tempo!” specificò. Evidentemente
lo disse con un
tono troppo alto, perché Gemma si voltò verso di
lui e sgranò gli
occhioni.
“Mamma,
c'è un principe!” affermò. Anche Anne
si voltò, facendo
sobbalzare i due.
La
donna non vide per primo Louis, che Gemma stava indicando, ma Harry.
Perché, davvero, gli ricordava tantissimo suo figlio.
“Non
sono un principe, piccola” rispose Louis, divertito. Harry
sorrise
e ai lati della sua bocca comparvero delle fossette che Anne aveva
già indubbiamente visto sul viso di suo figlio.
“Siete
dei parenti che non conosciamo o...?” domandò,
confusa. “Che ci
fate qui?”
“Piacere,
sono Louis” sorrise Louis, divertito dalla situazione.
“No, ci
troviamo qui per puro caso” continuò, impedendo ad
Harry di
presentarsi, “giusto per una passeggiata.”
Anne
rimase un attimo in silenzio, poi rise. “Oh cielo, che
stupida”
scherzò, “per un attimo mi sei sembrato mio
figlio. Assurdo! Vi
somigliate tantissimo” sorrise, guardando Harry.
“Molto
piacere, Anne” quasi ridacchiò lui. Poi si rese
conto di averla
chiamata per nome senza che prima si fosse presentata.
“Come?”
si accigliò la donna. Harry trasalì.
“Io,
ehm, non è come sembra perché-”
“Siamo
i parenti che non conosci!” lo salvò Louis. Non
era il caso di
dirle che venissero dal futuro, fossero cantanti di fama mondiale,
stessero insieme e fossero gay, quindi decise di mentire.
“Non
prendetemi in giro!” sorrise Anne, di nuovo tranquilla.
“Non mi
lascio mica confondere, eh. Io l'ho capito subito! Siete i cugini da
Londra!”
“Esattamente!”
colse la balla al balzo Louis, completamente convinto. Harry
cercò
di non ridere.
“La
somiglianza fra te e mio figlio è spaventosa,
comunque” disse ad
Harry. Poi guardò Louis. “Invece, tu...uhm...a chi
somigli? È
vero che non vi vedo da anni, ma non riesco a ricollegare il tuo viso
a nessuno della mia famiglia...”
“Non
faccio parte dei Cox, infatti” rise Louis. Harry lo
guardò
sorpreso, intuendo cosa stava per dire, e anche Anne notò lo
stupore
nei suoi occhi.
“Stiamo
insieme” concluse, con una semplicità tale che
Harry non riuscì a
preoccuparsene.
“Oh.”
fece Anne, fissandoli per qualche secondo. Poi sorrise sincera.
“Questo è davvero bello!”
Harry
sospirò sollevato, annuendo.
“Grazie,
Anne” sorrise Louis, tranquillo. “Adesso dobbiamo
salutarvi...ma
è stato un piacere parlare con te.”
Guardò
Gemma. “Ciao, piccola!” salutò,
accarezzandole i capelli. Harry
salutò allo stesso modo, timidamente e insicuro, temendo di
essere
scoperto, poi si lasciò prendere per mano e Gemma li
guardò
stupita.
“Mamma!”
esclamò la bambina, non appena si allontanarono.
“Perché due
maschi si tengono per mano?”
“Perché
si vogliono tanto bene, tesoro” spiegò lei con
calma. “E volersi
bene è sempre una cosa bella, tutto il resto non
importa.”
“Anche
io ti voglio tanto bene, mamma” si accigliò Gemma.
Anne rise.
“Lo
capirai quando sarai grande, Gemma” replicò con
gentilezza.
“Adesso, non sei contenta di averli conosciuti? Che strano
che ci
siano venuti a salutare così...all'improvviso...stasera
chiamerò i
parenti di Londra e organizzerò una cena con loro. Sei
felice?”
“Sì!”
trillò la bambina. Poi s'imbronciò.
“Mamma, ma quindi quello non
era un principe azzurro?”
“Sai
una cosa, piccola?” rise Anne, accarezzandole il viso.
“Credo che
tu sia la principessa di qualcun altro.”
Una
decina di anni dopo, sul palco di X-Factor, Anne avrebbe visto e
capito tutto.
******
Louis
ridacchiò divertito quando vide una piccola copia di Harry
addormentata ai piedi di un albero, con un'espressione tranquilla sul
viso infantile e le palpebre abbassate a coprire gli occhioni verdi.
“La
tua cosa da fare assolutamente era spiarmi mentre
dormivo?”
scherzò Harry sottovoce, fermandosi a pochi passi da
sé stesso.
Invece Louis lasciò la sua mano e si avvicinò
ancora.
“C'è
sempre stata una cosa che mi ha dato fastidio”
spiegò, facendo
domandare mentalmente ad Harry cosa diavolo c'entrasse sé
stesso da
bambino, “e adesso che posso voglio rimediare.”
Louis
si avvicinò ancora di più. “Sono stato
la tua prima volta, Harry”
si voltò verso di lui di nuovo, ma solo per un secondo,
“voglio
essere anche il tuo primo bacio.”
Harry
sgranò gli occhi, ma prima di poter dire qualsiasi cosa
Louis si
chinò su sé stesso da bambino e lasciò
un piccolo, delicato, quasi
impercettibile bacio sulle sue labbra.
Harry
si agitò leggermente, aprendo gli occhi e puntandoli in
quelli del
ragazzo che si stava allontanando dal suo viso. Fece per parlare, ma
Louis lo precedette.
“Dormi,
piccolo” sorrise. “Ci vediamo tra dodici
anni.”
Harry
chiuse gli occhi, e l'altro arrossì nascondendo i propri
emozionati
e lucidi.
******
“Si
parlava di Larry Stylinson sin da quando la band si è
formata”
stava dicendo l'intervistatrice davanti a loro, con aria incuriosita,
“ma da voi, finora, abbiamo sentito solo dissensi. Come
potete
giustificarli adesso?”
Louis
sorrise. “In realtà il nostro contratto non ci
lasciava liberi di
avere relazioni con gli altri membri della band”
spiegò, “ma
siamo stati scoperti, perciò...”
La
donna li guardò indagatrice. “Scoperti
volontariamente, sembra”
rise, anche se in realtà era seria.
“Chi
lo sa!” commentò ironicamente Harry, felice come
non lo era mai
stato prima.
“E
adesso cosa avete intenzione di fare? Il vostro coming out vi ha
fatto perdere dei fan?”
“Affatto”
negò Louis. “Gran parte di loro sapeva
già tutto. E gli altri
hanno accettato la nostra relazione, anche se probabilmente non
è
stato facile.”
“Avete
dei progetti per il futuro?”
“Beh,
sono passati solo pochi mesi dall'uscita di this is us
e del
nostro nuovo album, ma avendo sciolto il contratto con la Modest! non
si farà nessun tour nel 2014. È stato un bel
problema, molti fan
hanno protestato, ma il nostro nuovo management ha assicurato che
faremo un altro tour che avrà più o meno le
stesse date. Ci saranno
nuovi posti liberi, ma coloro che avevano già prenotato i
propri
hanno già fatto richiesta e riceveranno i biglietti per
primi.”
L'intervistatrice
annuì. “La vostra è stata una scelta
molto coraggiosa”
proseguì, chiaramente poco interessata alla questione dei
concerti,
“fare outing mentre gli One Direction sono ancora sulla
cresta
dell'onda. Non eravate spaventati all'idea di perdere
successo?”
“A
dire la verità, un po' sì” rispose
Harry, onesto. “Ma
confidavamo nei nostri fan, e infatti loro non ci hanno
delusi.”
“Siamo
molto felici” aggiunse Louis, “abbiamo i migliori
fan del mondo!”
“E
da quand'è che state insieme?” chiese ancora la
donna.
Harry
e Louis si guardarono per un secondo, con aria complice e innamorata.
“Da
sempre.”
Oddio,
non posso credere che sia finita! So che erano solo pochi capitoli,
ma questa ff mi mancherà ugualmente. È quella che
mi è piaciuta di
più fra quelle che ho scritto, un concentrato di fluff alla
massima
potenza, niente angst e solo unicorni cavalcanti arcobaleni. Ok,
questa potevo risparmiarmela
E
quindi...insomma...non voglio mettere “completa”
ç__ç non sono
pronta!
Meno male che c'è ancora You're
every line, you're every word, you're everything ,
che
potete leggere se ne avete voglia, quella è ancora ben lungi
dall'essere terminata! E
quando la finirò sarà un trauma, credo
morirò di dolore
Va
beeene...ho fatto tardi con l'aggiornamento, un po' perché
non ho
avuto tempo, un po' perché è l'ultimo e mi
dispiace tanto, sul
serio. Comunque anche
se probabilmente non vi interessa
inizierò presto una nuova ff, si chiamerà
“I loved you
first”,
consta già di circa
sei capitoli ma è ancora da terminare. Nel frattempo vi delizierò
(?) con alcune shot, che ho scritto e non ancora pubblicato proprio
per questo, e naturalmente con gli aggiornamenti dell'altra ff.
Ebbene,
pare che sia finita sul serio! Risponderò a tutte le
recensioni
domani stesso, se Santo
Stylinson Dio
vuole, intanto vi ringrazio uno a uno dal profondo del cuore. I
lettori silenziosi, coloro che recensiscono, che ricordano o seguono
questa ff, che magari fra qualche mese decideranno di rileggerla,
così, perché li ha fatti sorridere e
perché non hanno niente da
fare, nei pomeriggi noiosi in cui piove o non si ha voglia di
studiare. Spero che queste parole vi scaldino sempre un po' il cuore.
Va
bien, meglio se la smetto di poeticizzare, ché ora non
è proprio il
momento. Grazie a tutti, sul serio, per ogni parola o per ogni
sorriso, per ogni pensiero.
Potete
contattarmi su twitter
e su ask . In
teoria potete ancora fare domande qui, sull' ask per i personaggi
di questa storia, vi basterà
scrivere SA
all'inizio della domanda o dopo, e capirò che vi riferite a
questa
ff e non ad altre.
È
proprio ora di mettere la spunta a quel quadratino,
“completa”,
anche perché so di starvi rompendo come non mai con i miei
inutili
sentimentalismi! A presto, un abbraccio a tutti :)
Seele
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