An Unexpected Journey

di Mentos E CocaCola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** SORPRESA! ***
Capitolo 3: *** PRONTI, PARTENZA...VIA ***
Capitolo 4: *** UN BRUSCO RISVEGLIO ***
Capitolo 5: *** INCONTRI... ***
Capitolo 6: *** ...SCONTRI ***
Capitolo 7: *** AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH! ***
Capitolo 8: *** LA VERITA' ***
Capitolo 9: *** SCIAGURE E NUOVE CONOSCENZE ***
Capitolo 10: *** SI COMINCIA ***
Capitolo 11: *** PROVA E RIPROVA ***
Capitolo 12: *** CUCCIOLO ***
Capitolo 13: *** MINI-SHOW e qualcos’altro ***
Capitolo 14: *** MINI-PIGIAMA PARTY ***
Capitolo 15: *** LA PRIMA SFIDA ***
Capitolo 16: *** AMORE FRATERNO ***
Capitolo 17: *** QUESTIONI DI CUORE ***
Capitolo 18: *** TUTTO PER COLPA DI UNA STUPIDA ***
Capitolo 19: *** PASTICCI IN CUCINA E NON SOLO ***
Capitolo 20: *** SOLO BEST... ***
Capitolo 21: *** PAZZIE ***
Capitolo 22: *** COMPLICAZIONI ***
Capitolo 23: *** LA SFIDA (2) ***
Capitolo 24: *** A CENA CON DIECI STAR ***
Capitolo 25: *** NON E’ UN SOGNO ***
Capitolo 26: *** COCCOLE ***
Capitolo 27: *** CE NE ANDIAMO ***
Capitolo 28: *** UN CAMPO DA DIMENTICARE ***
Capitolo 29: *** PUZZIAMO ***
Capitolo 30: *** LIAM E MARGHERITA ***
Capitolo 31: *** MAL DI CUORE ***
Capitolo 32: *** PROBLEMI PROBLEMATICI ***
Capitolo 33: *** IL RAPIMENTO ***
Capitolo 34: *** LACRIME ***
Capitolo 35: *** DOLCEZZA ***
Capitolo 36: *** SESCHI ***
Capitolo 37: *** PAZZIA ***
Capitolo 38: *** APPUNTAMENTO ***
Capitolo 39: *** QUELLO GIUSTO ***
Capitolo 40: *** PRISON ***
Capitolo 41: *** SERATA ***
Capitolo 42: *** SOGNI PREMONITORI ***
Capitolo 43: *** NON È UN ADDIO! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Probabilmente se vi dicessi i nostri nomi, voi mi rispondereste con un “ma chi se ne frega?”.
Non posso certo darvi torto.
In effetti non siamo né un gruppo famoso, né facciamo parte della televisione, della moda o della pubblicità.
Forse qualche volta vi sarà capitato di vedere un nostro video su You Tube, o forse no.
Insomma noi siamo le…
-Uffa ma chi è che rompe?-
Risposi al cellulare che aveva cominciato a squillare.
-Ohi Mariola, scusa per l’ora ti ho disturbato?-
-No, non ti preoccupare-
Chissà se dal suo cellulare poteva vedere il mio naso che si allungava.
Ogni volta ne inventavano di nuove.
Tecnologia? Zona minata per me.
-Dimmi Auro che c’è?-
-Sabato alle cinque e mezza a casa di Claudia-
-Non alla gelateria?!-
-No , ha detto che ci deve far vedere una cosa-
-E cos’è?-
-Boh, non mi ha detto niente, comunque ho caricato il nostro ultimo video su Facebook e sto controllando i commenti, sai su uno cosa c’è scritto?-
Sorrisi.
-No, cosa?-
-Siete fantastiche One Directioners-
Eh sì, siamo proprio noi.
Cantiamo le canzoni del nostro gruppo preferito, che se ancora non si è capito sono i One Direction e poi facciamo dei video.
-Ohi pronto, te sei ‘ndormita Mariola?-allontanai il cellulare dalla mia orecchia, altrimenti avrei perso l’udito.
-No, sono sveglia, grazie Auro, ciao-
E riattaccai.
Mi piaceva attaccarle il cellulare in faccia, era divertente, anche se la prossima volta che ci saremo incontrate, mi avrebbe dato un doloroso calcio nel didietro.
Mi chiamo Maria, ho quasi 16 anni, nei nostri video interpreto sempre la parte di Louis, il perché? Mi piace da impazzire.
Il mio secondo ruolo? Sono la regista del gruppo.
Quella che avete sentito e che quasi mi ha reso sorda è la mia migliore amica: Aurora, quasi 16 anni, ama Zayn con tutte le sue forze e ha una voce stupenda, quindi interpreta Dj Malik e ci dà qualche dritta sulla musica e l’intonazione.
Probabilmente senza di lei saremmo uno stormo di cornacchie spennacchiate.
-Cosa ti ha detto Auro?- mi chiese Margherita, sdraiata sul suo letto a castello.
-Sabato ci incontriamo a casa di Claudia-
-Ah ok-
Margherita, mia sorella, quasi 15 anni, è molto diversa dal suo idolo, Liam Payne, diciamo che è un po’ aggressiva, pazza, violenta, da ricovero…
Oltre interpretare Liam è coreografa del gruppo.
Senza di lei probabilmente saremmo un branco di pupazzi di neve mezzi ubriachi.
Beh, io lo ero ancora.
-Com’era il video?-
-Aurora mi ha detto che stavolta abbiamo superato noi stesse. I “ mi piace” sono alle stelle-
-Benone, in effetti era bellissimo, complimenti Mariola-
-Ma per favore, l’abbiamo fatto tutte insieme-

HOLAHOLAHOLA!
allora ho un dacco di cose da dire:
1-questa è la mia prima ff sui 1D, quindi non lapidate il computer mentre la leggete
2-ne sto scrivendo una su Moonacre, se volete potete farci un salto, si chiama
BLACK & WHITE HEARTS
3-le 5 protagoniste di questa ff sono reali, quindi la dedico a Aurora, Elena, Claudia e quella storna di mia sorella ( snaturata), (ho cercato di descrivere durante il corso della storia i nostri caratteri il più possibile), vi voglio bene ragazze!!
4-è ambientata nell'estate 2013, vi sarà utile per le date
5-la scuola è pallosa ( non so che c'entra ma lo dovevo dire) XD!!

 

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Capitolo 2
*** SORPRESA! ***


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Ci dirigevamo verso casa di Claudia.
Aurora e Elena ci aspettavano già là.
Ma perché quel cambiamento?
Se ci doveva far vedere un nuovo video o se voleva farci leggere una nuova fanfiction bastava che portasse il pc alla Dolce Vita.
Ma stavolta era diverso.
Corsi verso Auro e praticamente mi ci tuffai sopra.
-Lo hai visto il video di “Lose my mind”?-
Elena sbuffò.
-Traditrici!-disse fingendosi offesa.
Elena Lenci, nostra coetanea, il suo unico amore? Harry Styles. Secondo ruolo nel gruppo? Costumista e scenografa.
È la più artistica del gruppo e nutre uno fortissima speranza di incontrare un giorno il suo idolo.
-Perché oggi ci siamo incontrate qui?-
-I don’t know!- disse Ele-Claudia stavolta non mi ha detto niente, il che è molto strano-
In effetti se non diceva niente neanche alla sua migliore amica era uno cosa o pericolosa o triste.
Ad un tratto Claudia si affacciò dalla finestra con in mano una telecamera.
-Ma che fai ci filmi?- sbottò Aurora nascondendosi dietro di me. Un classico!
-Fate come se la telecamera non ci fosse e venite su in fretta-
Era stranamente contenta, in effetti sembrava che stesse saltellando.
Oooooook, Claudia era impazzita!
Arrivammo alla porta, guardandoci l’un l’altra interrogativamente.
-Ora mi deve spiegare perché non mi ha detto niente, ma vi rendete conto sono la sua migliore amica e lei non si degna neanche di dirmi cosa succede-
Perfetto, ci stavamo giocando anche Elena.
Finalmente Claudia ci venne ad aprire, sempre con la telecamera in mano.
-Questo ragazze è un momento da immortalare-
Claudia, quasi 16 anni, due sole parole per descrivere il suo ragazzo tipo: Niall Horan.
Ci aiuta a pronunciare correttamente i testi delle canzoni ed è un’esperta in computer e video.
Senza di lei, il nostro gruppo sarebbe rimasto solo un sogno.
-Ma si può sapere che è successo?- chiese Marghe un po’ spazientita…ok sull’orlo di una crisi isterica, si vedeva lontano un miglio: voleva un gelato enorme.
Come la invidiavo, lei poteva ancora prenderlo, non come me.
Dovevo dimagrire dato che assomigliavo a una Balena Woman.
Quindi, se per caso venite investiti da una palla, non sono i marziani, ma sono io.
Claudia accese il pc, sorridendo davanti alle nostre facce incuriosite.
-Come sapete pubblico e pubblicizzo i nostri video su You Tube e Twitter, l’altro giorno sul mio profilo hao trovato questo- disse, mostrandoci un documento in inglese.
La guardammo con gli occhi fuori dalle orbite.
Avevamo notato tutte il logo che si trovava all’inizio pagina.
Mi misi a ridere.
-Non è il primo aprile, non fare come quella volta che hai detto a Ele che Harry ti seguiva su twitter-
Claudia divenne seria all’improvviso, ci guardò con i suoi occhi chiari e lesse il dubbio sui nostri visi.
-Non mi credete?! Bene allora ci vado io a Londra a passare un’estate con i One Direction-
-Cosa?!- urlò Aurora, fracassandoci le orecchie, poi le strappò dalle mani il pc, rischiando di far cadere Claudia dalla sedia.
Lesse tutto il documento ad alta voce e quando finì un silenzio di tomba ragnava nella stanza.
-Ci pagano il viaggio, il vitto e l’alloggio?!- chiese Elena con una faccia stralunata.
-A quanto pare sì, ho sentito il management su Skype insieme a mio padre e una cosa è certa, il documento è vero: i One Direction ci vogliono veramente con loro quest’estate.
Era Natale in pieno aprile.
Il fattore “c”, ovvero fattore “culo”, che influiva la nostra vita circa del 0,0000002% esisteva davvero.
-E dove alloggeremo?-
-In una via vicino ad un parco- mi rispose Claudia, navigando su Internet, per farci vedere un’enorme villa, con una piscina stratosferica.
-Mi sono informata, i One Direction l’hanno comprata appena una settimana fa , pochi giorni prima della lettera-
Sorridemmo come ebeti.
-L’hanno comprata per noi!- esclamai mettendomi a ballare per la stanza, mentre Elena piangeva, Margherita si strappava i capelli e ululava (sì, mia sorella è un po’ strana), Aurora stava per svenire e Claudia ci osservava, guardandoci un po’ male.
A poco a poco tutte le ragazze si unirono al mio balletto.
Se qualcuno ci avesse visto, ci avrebbe preso per pazze ubriache.
Claudia si fermò.
-Ragazze, mi sono scordata di dirvi una cosa-
Ci voltammo tutte verso di lei, aspettandoci qualcosa come “ Ci siete cascate come pere cotte”.
-La casa ha più di dieci camere da letto, non vi sembra un po’ strano?-disse ironica.
No, non potevo crederci…una cosa così l’avevo sentita solo sulle fanfiction…avevo bevuto, era l’unica spiegazione!

-Vivranno con noi?!-
 
CIAOOOO!
ECCOMI CON IL PRIMO CAPITOLO DI QUESTA STORIA!
GRAZIE A TUTTE LE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E SPERO CHE NEL CORSO DELLA STORIA LE RECENSIONI AUMENTERANNO, ANCHE PERCHè DIVENTERà PIù DIVERTENTE E COMPLICATA!
NON ABBANDONATEMI PLEASE! XD

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Capitolo 3
*** PRONTI, PARTENZA...VIA ***


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Tre mesi con i One Direction, praticamente un sogno.
Veder girare i ragazzi per casa ogni giorno sarebbe stato semplicemente…un miracolo!
Certo Harry dovrà stare un po’ più attento e più vestito soprattutto.
Con cinque ragazze in casa non può certo permettersi di girare nudo.
E lo dico per la sua salvezza, non vorrebbe certo avere una piovra (Elena) attaccata per tutto il tempo.
Li avremo visti ogni mattina…ma un momento, avrebbero visto anche noi ogni mattina.
Guardai Aurora sconsolata.
-Che c’è Mariola?-
-Devo dimagrire, sono una balena!!-
 
Tutto scorreva tranquillo nel mese di maggio…se non si teneva in considerazione che le ore scorrevano circa dieci volte più lentamente, che il mio stomaco chiedeva disperatamente nutella e patate fritte e che le mie occhiaie arrivavano quasi a terra, mannaggia a me e alla mia abitudine di fare jogging alle cinque di mattina!
Mi dirigevo verso la mia classe, strascicando i piedi.
-Maria-
Alzai lo sguardo giusto per vedere una mia compagna di classe correre verso di me.
Ehi, ehi cos’era tutta quella vitalità di mattina?!
-Allora, è vero?!-
Vero cosa?!
-Non so di cosa tu stia parlando-
-Allora è un rumor?!-
La mia connettività è di circa meno uno, durante tutto il giorno, ma di mattina presto supera i meno cinquanta!
-Cos’è un rumor?-
-Maria, quest’estate andrai sì o no a Londra?-
-Beh sì, ma non capisco…-
-Ti hanno invitato i One Direction a passare un’estate con loro!-
-Ma come fai a saperlo?!-
-Lo sanno tutti ormai-
Perfetto!
Avevo contro milioni di Directioners che mi volevano uccidere!
 
Eravamo all’aeroporto di Falconara, il 9 giugno alle otto del mattino precise.
Quella notte non avevo chiuso occhio per l’emozione, mentre mia sorella aveva dormito come un ghiro.
Ma chi la capisce?
In effetti dovevo avere un aspetto a dir poco orribile.
Tutte mi guardarono con tanto d’occhi.
-Non oso pensare cosa dirà Louis quando ti vedrà così-disse Elena.
Perché me lo facevano notare, perché?!
Non sapevano che entravo nel panico se mi dicevano così?!
Crisi isterica all’orizzonte!
-Bene, andiamo?-disse Claudia al colmo dell’eccitazione.
Mi sedetti tra Aurora e Margherita e mi allacciai la cintura.
-Bene, io ascolterò musica, Elena e Claudia guarderanno un film, Margherita leggerà un libro e tu Mariola cosa farai nelle prossime due ore?-
-Niente di che, cercherò di recuperare le ore di sonno e ascolterò musica- dissi , facendole l’occhiolino.
Mi sistemai meglio sul sedile e mi misi le cuffiette.
-Ehi sorella imbranata, spero che cambierai suoneria-
-Sì sì- le risposi con la musica a palla nelle orecchie, era evidente che non avevo capito una cippa di quello che aveva detto quella sorella snaturata.
Mi addormentai dopo pochi minuti con “Replace your Heart” dei The Wanted.
 
-Mariola in cariola con le mutande viola, svegliati porcaccia pepa- urlò Aurora strattonandomi.
-Ancora cinque minuti- mi accoccolai ancora di più sul sedile, avevo trovato un posticino comodo comodo-
-Seh, buonanotte suonatori, ti svegli? Siamo già a Londra-
“Londra” che bellissima parola!...ma un momento allora eravamo arrivate, mi svegliai di soprassalto, spinsi Aurora da un lato, facendola cadere sul sedile e mi precipitai a prendere i bagagli.
-Ben alzata, dormito bene?- mi chiese Claudia.
-Come un bradipo in letargo che sta digerendo- dissi alzando il pollice.
Avevamo tutte le nostre valigie in mano e stavamo per uscire, quando mi bloccai.
Oh no, nonononono non andava bene, no, non andava bene proprio per niente!
Ero la prima della cinque!!!
-Scordatevelo, io non esco per prima-dissi precipitandomi in fondo alla fila.
-Dai, Mariola, io di sicuro non esco per prima, se vedo Zayn il mio cuoricino fragile si spezzerebbe, quidi alza le chiappe e muoviti-
La gentilezza e la finezza di Auro mi stupivano sempre di più.
-Io non voglio andare avanti, credo di avere qualche ciocca fuori posto e il rossetto ormai è andato, quindi no, altrimenti che figura ci faccio? E poi si sa che la prima è quella che rimane più impressa-
E io che cosa dovevo dire? Avevo dormito per due ore su un aereo, avevo la maglia stropicciata, i capelli in disordine e due occhiaie che mi arrivavano fino ai piedi.
Appena i ragazzi mi avrebbero vista sarebbero scappati a gambe levate.
-Io seguo Ele-disse semplicemente Claudia, stringendo il braccio di Elena.
Guardai speranzosa mia sorella, che semplicemente mi disse:
-Ma sei matta?-
Ok, ero in trappola o meglio eravamo in trappola, perché se qualcuno non sbloccava la situazione saremmo rimaste in quell’aereo per sempre.
-E va bene, esco prima io, ma poi non lamentatevi se i One Direction cominciano a urlare, credendo di aver portato a Londra il cast di “Warm Bodies”-
Spinsi la porta per uscire e come al solito la mia sfiga da paura aveva colpito: avevo spinto invece che tirare.
Finalmente riuscii ad aprire la porta e mi precipitai fuori ad occhi chiusi.
Cos’avrei visto se li avessi aperti? Temevo le loro espressioni, magari erano rimasti delusi o schifiti.
-Signorina, può aprire gli occhi, i One Direction sono allo studio di registrazione e esprimono il loro immenso dispiacere per non avervi potuto incontrare-
Aprii gli occhi e davanti mi si presentò il sosia del signor Fulton.
Sì, sì non c’era dubbio: stesso viso, stessa fisionomia, stessa antipatia…
-Sono John Loutnery, il manager dei One Direction, domande?-
Alzai la mano.
-Sì signorina?-mi guardò scettico.
-Lei è sempre così simpatico e espansivo?-
-No a volte mi diverto a uccidere-
Bene, dovevamo passare l’estate con un pazzo maniaco che si divertiva ad uccidere. Perfetto!
Sarebbe stata un’estate interessante.
 
ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO!
LE NOSTRE CARE PROTAGONISTE HANNO RAGGIUNTO LONDRA, MA NON HANNO ANCORA INCONTRATO I LORO IDOLI.
NON PREOCCUPATEVI E NON TRUCIDATE IL COMPUTER CON UNA MOTOSEGA PERCHè I 1D ARRIVERANNO NEL PROSSIMO CAPITOLOOOOOOOOOO!

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Capitolo 4
*** UN BRUSCO RISVEGLIO ***


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Mi accasciai sul divano.
Avevo sfatto le valigie, mi ero fatta una doccia e ora stavo praticamente dormendo in piedi.
Le altre erano di sopra nelle loro camere, non avevo la minima idea di cosa stessero facendo e sinceramente ero troppo stanca per interessarmene.
Avevo tutto il pomeriggio davanti a me per recuperare le ore di sonno della notte precedente.
Quindi non feci altro che chiudere gli occhi per cadere tra le braccia di Morfeo.
 
Il martello di Thor massacrò il mio fianco sinistro.
Ma perché poi? Io sono Asgardiana convinta, perché doveva uccidere proprio me?!
Aprii gli occhi pronta ad affrontare un dio quando il mio sguardo non cadde su un Thor muscoloso, biondo e strafigo, ma su dei capelli spettinati castani, degli occhi di diamante e un sorriso stupendo…
-Lo-Louis Tomlinson!-
Stavo per avere un infarto e dato che il mio stupido cuore pompava sangue come un matto, divenni rossa come un peperone.
-Certo che hai le ossa dure, la tua anca mi ha fracassato il sedere- disse massaggiandosi il suo di dietro.
Non poteva fare quei gesti davanti ad una fan scatenata come me, no, non poteva!
Mi imbambolai, come un baccalà, a fissarlo: gli occhi azzurri erano luminosi, la bocca contratta in quel sorriso che faceva venir voglia di gridare per quanto era bello.
Mariaaaaa, scendi dal paradiso dei culi perfetti e torna alla realtà ,dove ti fa male da morire un fianco e hai quasi provocato la morte del tuo idolo.
-Ehm…ecco, io…- farfugliai, abbassando lo sguardo.
Sentii una risata dietro di me, mi voltai e vidi Niall che stava sputacchiando in giro pezzi di panino, dato che rideva come un matto.
-Louis, metti in imbarazzo le ragazze!-
Figura di merda con due star mondiali, parte 1 ( credo che vedremo molte parti nel corso di quest’estate)!
-Comunque non devi preoccuparti, sono io che devo scusarmi, non ti avevo proprio vista-
Lo guardai e gli sorrisi.
-No, scusami tu, mi sono messa a dormire sul divano come una barbona-
E in più dovevo anche scusarmi per il fatto che lo stavo uccidendo con il mio aspetto orrendo: immaginatevi di trovare sul divano una zombie uscito da Resident Evil, come ci restereste?
-Come ti chiami?-mi chiese sorridendomi e sedendosi vicino a me.
-Maria-
-Ah-a- mi urlò in faccia, facendomi prendere un colpo- sei tu la One Directioner che mi interpreta, che ha compiuto gli anni ieri  e che è pazza di me?-
Rimasi di stucco.
-Dì la verità, hai ingaggiato un agente della CIA per sapere tutte queste cose, ecco cosa ci faceva quel vecchietto davanti casa mia!-lo indicai, sospettosa.
Lui sorrise, mentre Niall si buttò a terra tenendosi la pancia.
Ooooooooook, in meno di mezz’ora avevo quasi ucciso due star.
-Niall, tutto bene , razza di irlandese ubriacone!-disse Zayn, uscendo, improvvisamente dalla cucina, scuotendo Niall ancora per terra, in preda a terribili convulsioni.
Il moro mi guardò e mi sorrise.
Mi sentii sciogliere.
Louis per me era il migliore, ma Zayn è semplicemente…Zayn Jawaad Malik!
-Scusalo, Niall ride sempre per ogni cosa-
-Ehi attenta, tra poco ti dovremo raccogliere con il cucchiaino- mi sussurrò all’orecchio Louis, facendomi arrossire.
Li avevo incontrati da nemmeno dieci minuti e già stavo per diventare un pomodoro.
Maria, calma, non è niente di che in fondo: è solo il tuo idolo che ti si è avvicinato , sussurrandoti qualcosa all’orecchio. Niente di che in fondo.
Gli feci una linguaccia.
-Dove sono Liam e Harry?-
Harry saltò fuori da dietro il divano, dove intanto io e Louis eravamo seduti.
-Chi ha chiamato il più figo della band?- urlò facendomi prendere un colpo: uno, perché era saltato fuori all’improvviso, due, perché portava solo i pantaloni.
Non andavo particolarmente matta per Harry, però dovevo ammettere che era proprio un bello spettacolo!
-Non mi sembra di averti chiamato, Louis-
-Ehi, sono io i più figo della band!- protestarono tutti in coro escluso Louis e compreso Liam, che era appena entrato nella stanza.
-Questa me la paghi!- esclamò Harry, fingendosi offeso-Vieni qui che ti faccio vedere io-
Cominciai a correre per la stanza con la mia solita andatura a struzzo, inseguita da un Harry piuttosto arrabbiato.
Zayn lo fece inciampare e lui cadde a terra come una pera cotta.
Tutti ridemmo ancora più di prima.
Sì, mi sarei divertita moltissimo quell’estate.





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Louis


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Liam


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Harry


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Niall


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Zayn


Ciao a tutti!!
sono tornata e questa volta ho portato anche gli 1D, siete contenti?
spero che il capitolo vi sia piaciuto e per farmelo sapere avete le recensioni...
sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensiate.
saluto e ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia e che l'hanno recensita!


 
 

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Capitolo 5
*** INCONTRI... ***


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-Ok, ora che siete tutti qui (e sinceramente devo ancora riprendermi), che ne dite di far prendere un colpo alle altre?-
Niall guardò gli altri atterrito.
-Ragazzi, abbiamo fatto entrare in casa una pazza psicopatica che ride satanicamente, chi dorme con me questa notte?-
Tutti alzarono la mano mentre cercavano di nascondersi dietro al divano.
Beh, se proprio cercavano compagnia, noi eravamo libere…

 
Pov Elena
 
Quel pomeriggio si prospettava noioso, i ragazzi non si erano ancora fatti vedere e quindi non avevo visto ancora Harry.
In effetti non vedevo l’ora che arrivasse quel momento, ma allo stesso tempo avevo una paura matta.
E se gli avessi fatto schifo?
Di sicuro non sarei riuscita a sopportare il suo vomito per tutta l’estate.
Sospirai, cercando di scacciare quel pensiero emo dalla testa e ritornai a scrivere la mia fanfiction, ascoltando “Up all night”.
Ad un tratto non vidi più.
Sicuramente avevo avuto un collasso o qualcosa di peggio…no, aspetta sentivo una leggera pressione intorno ai miei occhi.
Qualcuno me li aveva coperti con le mani: quel gioco stupido che non sopportavo.
Uhm, credo che lo metterò nella prossima storia.
-Maria, smettila di fare la stupida come al solito-
Sentii un risolino.
No, non era decisamente Maria.
-Ah sei tu Auro? Ti consideravo più matura-
Rise ancora più forte.
Non poteva essere Aurora, né Marghe, né Claudia, né Maria: la voce era decisamente maschile e l’unico uomo che avevamo incontrato era…
-Signor Loutnery?!- chiesi impaurita, di sicuro era venuto ad uccidermi, forse si annoiava.
Perfetto addio mondo, addio Harry, morirò prima di conoscerti…sentivo la fine vicina, mentre il pazzo omicida rideva.
Si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio.
-Decisamente no, cosa credi che quel pallone gonfiato abbia un tale senso dell’umorismo?-
Mi immobilizzai, no, non poteva essere…
Tolsi le sue mani dagli occhi e mi voltai.
Quella voce…
-Harry?-riuscii a balbettare come una cretina schizofrenica.
Avevo la lingua appiccicata al palato, mentre guardavo quelle fossette ,che amavo tantissimo, formarsi sulle sue guance, segno che stava sorridendo.
-Indovinato, l’unico e irripetibile Harry Styles-
Avevo aspettato quel momento da tutta una vita e bhe…potete immaginare cosa successe.
Le mie gambe si mossero praticamente da sole, mentre prendevo la rincorsa e gli saltavo addosso, per poi ancorarmi a lui come un koala.
-Sono la Directioner più felice del mondo- urlai, perforandogli i timpani.
 
Pov Aurora
 
Non ci potevo credere, era il nostro primo pomeriggio e Londra e noi ce ne stavamo a casa a fare…niente.
Per ammazzare il tempo mi ero fatta una doccia e poi avevo acceso il cellulare, facendo partire la playlist degli One Direction.
Cominciai cantare a squarciagola, soprattutto i pezzi di Zayn, dando il meglio di me.
Ad un tratto però mi accorsi che non ero sola a cantare.
La mia voce sovrastava la melodia, che proveniva dal cellulare,…ma ce n’era un’altra, anche se più attutita.
Ad un tratto mi vennero i brividi, un presentimento si fece strada nella mia mente.
Smisi di cantare, ma la voce, che scoprii provenire da fuori la porta, continuava il suo assolo su “Little Things” e al mondo c’era una sola persona che pronunciava “things” in quel modo.
Aprii la porta di colpo e trovai Zayn Malik appoggiato ad una parete, che continuava a cantare ad occhi chiusi.
Il mio cuore perse un battito.
-Zayn-
Aprì gli occhi e mi sorrise.
Meno male che il fondotinta copriva il rossore, altrimenti sarei diventata un tutt’uno con la maglietta.
Mi appoggiai alla maniglia per non rischiare di svenire.
-Allora ti è piaciuto cantare con me?-
-E me lo chiedi pure?! Cantare con il mio idolo è stato uno dei miei sogni da sempre-
Lui sorrise di nuovo.
Ok, era ufficiale, stavo per diventare una pozzanghera, già mi immaginavo uno Zayn sconvolto, che urlava a perdifiato di ripulire la stanza numero tre.
-Hai una bellissima voce- mi disse per poi farmi l’occhiolino.
Mi guardò malizioso.
-Ho avuto sempre un debole per le cantanti-
Ricordatemi che quando tornerò a casa ( giorno nefasto) dovrò ringraziare mia madre per avermi fatto con una voce stupenda.
 
Pov Margherita
 
Per fortuna avevo un intero pomeriggio per leggere quel libro.
Sull’aereo non avevo potuto farlo più di tanto tra il mugolare di mia sorella e le risate delle altre.
A proposito delle altre, loro non vedevano l’ora di incontrarli, mentre io desideravo che quel momento non arrivasse mai.
Avrei fatto una figura di merda colossale come al solito.
Ma perché assomigliavo a mia sorella così tanto? Dannata sorella imbranata!
Rilessi quella frase per la seconda volta, dato che non ci avevo capito un’acca.
Stupidi pensieri.
Sentii bussare alla porta.
Cosa mi ripeteva mia sorella in questi casi?
Ah sì, ora ricordo.
-Mi raccomando Margherita, conta fino a dieci prima di uccidere una persona, è un delitto-
Delitto o no, probabilmente sarei diventata da lì a poco la nuova assassina psicopatica di un film molto splatter.
Avevo ordinato molto esplicitamente di non essere disturbata per alcun motivo.
Così presi il libro e mi nascosi dietro la porta, giusto in tempo.
La porta si aprì e senza vedere chi fosse il nuovo arrivato gli diedi una librata in testa.
-Ahi!-
Subito si  girò.
E …il libro mi cadde dalle mani.
Avevo colpito Liam Payne, il mio Liam Payne.
-Oh mio Dio, scusa scusa, dannata violenza, scusa a volte ho dei complessi omicidi, ma guarda che stupida omicida che sono!-
Lo presi per mano e lo feci sedere sul letto.
I suoi occhi dolcissimi mi guardarono sorridendo.
-Ehi, non sono mica morto, è tutto ok-
-No, che non è ok, ma perché sono così stupida? Dimmi la verità è la prima volta che una Directioner ti colpisce in testa con un libro-
Lui rise.
-A dire la verità sì, ma mi piace provare nuove esperienze-
Gli sorrisi.
-Un’ultima cosa, se per caso i tuoi bodyguard ti chiedessero come ti sei fatto quel bernoccolo, potresti dirgli che ti è caduto addosso un armadio?-
Lui scoppiò a ridere come uno scemo.
Era proprio puccioso!
 
Pov Claudia
 
Mi ero stufata.
Non ne potevo più di stare dentro quella stanza ad aspettarli.
Sinceramente mi aspettavo l’inizio dell’estate molto diverso da questo!
Deciso! Sarei andata a fare un bagno in piscina.
Infilai in fretta il costume, afferrai un asciugamano e la crema solare e mi avviai verso l’uscita che dava sul retro della casa.
La piscina era veramente magnifica, era enorme.
L’aria era calda e il sole faceva venire voglia di tuffarsi, mi cosparsi di crema, presi la rincorsa e mi tuffai.
L’acqua era fredda e profonda, mi sentii avvolgere, era stupendo.
Cominciai a nuotare restando sul fondo della piscina per poi tornare in superficie.
-Si sta da Dio, vero?-
Mi girai di scatto e incontrai lo sguardo magnetico del mio bellissimo irlandese.
-Niall?-sussurrai.
Lui mi sorrise per poi togliersi la maglia e rimanere in costume.
Oh mammina mia!
Claudia, tieniti a galla se no affoghi!
Lui prese la rincorsa e si tuffò.
-Siete arrivati da tanto?- gli domandai appena riemerse.
-No, da poco poco-
Sospirai sollevata, che figura avrei fatto se fosse stato il contrario?
Mi prese una mano.
Oh mio Dio!
-Ehi tutto bene?-mi chiese leggermente preoccupato, mi inabissai in quegli occhi blu, che erano talmente belli che sembravano scolpiti nel diamante.
-No, ho il cuore a mille, se mi prende qualcosa mi porterai a riva? Non voglio morire a sedici anni-
-Ci puoi scommettere Baby-
 
Pov Maria
 
Sobbalzai.
Elena aveva lanciato un grido da 40000000000 decibel.
-Uhm, però che voce!-commentò Louis al mio fianco –Speriamo che Harry stia bene, quell’urlo può averlo spazzato via-
Ad un tratto dalle scale corse giù una Margherita affannata, che trascinava un Liam abbastanza interdetto, ok molto interdetto.
-Ma dov’è la cucina?-
Louis le indicò una porta a destra.
-Forza Liam ancora uno sforzo, cerca di resistere!-
Liam ci guardò sorridendo.
Li seguimmo in cucina, guardandoci confusi.
-Che è successo?-domandò Louis, mentre Margherita prendeva dal freezer del ghiaccio.
-Gli ho dato una librata in testa, non credevo fosse lui…io…mi dispiace, ma guarda che casino.
-Che libro era?-domandai.
-Le Cronache di Narnia-
-Povero Liam, quel libro pesa cento chili, credo che gli abbia fatto molto male- dissi maliziosamente.
Louis si voltò verso di me.
-Certo che sei una piccola stronza-
Gli feci l’occhiolino, facendolo sorridere.
-Mariaaaaaaaaaa!-
Mi voltai spaventata.
Elena mi guardava in modo truce e sembrava molto ma molto arrabbiata.
Ora, dato che avevo indirizzato il suo idolo nella sua camera, non mi aspettavo di certo quello sguardo.
-Ehm, sì Ele?-
-È vero che Harry è inciampato per colpa tua e ha sbattuto il suo sacrissimo naso?-
Il ragazzo in questione era accanto a lei e la guardava abbastanza turbato.
-Beh, ecco no e sì, sì ha sbattuto il naso e no, non sono stata io ma Zayn-
-Chi mi ha chiamato?-disse lui entrando improvvisamente in cucina.
Aurora lo seguiva sorridendo, non era mai stata così felice in vita sua.
Elena si rivolse a lui, ma molto più gentilmente.
-Zayn, dimmi per favore, hai fatto cadere tu Harry?-
Lui sorrise raggiante e annuì, non si rendeva conto che così facendo avrebbe scatenato la bestia.
Vidi gli occhi di Ele farsi di un rosso acceso e il fumo uscirle dalle orecchie, per fortuna che Harry era lì vicino a lei.
-Ehm, Ele non mi sono fatto niente, davvero, stavamo solo scherzando- le si avvicinò all’orecchio e le sussurrò con voce suadente-Comunque grazie!-
-Ok, io direi di chiamare un’ambulanza-
Tutti si girarono verso di me.
-Beh sì, Liam sta più male di quanto faccia vedere e Elena è diventata una statua-
Margherita andò subito a cercare il suo cellulare, urlando –Ti salverò Liam-
Alzai gli occhi al cielo.
-Oh no, ma quella mi ha preso sul serio!-
La inseguii e la fermai a metà scale.
-Stavo solo scherzando, Liam sta benissimo e Elena si riprenderà, comunque smettila di comportarti da psicopatica, stai preoccupando Liam-
Sbucò dalla cucina Louis.
-Ehi ragazze, sapete dove sono Niall e …?-
-Claudia-gli suggerii-No, non lo sappiamo, ma Claudia non è di sopra?-
-Elena ha detto di no-
-Avete provato a telefonare a Niall?- chiese Marghe.
-Sì, ma non risponde-
Mi stavo preoccupando da morire, poteva darsi che Niall non l’avesse trovata e che lei si fosse persa per Londra.
Ma perché mi era venuto in mente quello stupido scherzo? Sembrava aver fatto felice solo Auro.
Elena aveva avuto un attacco isterico, mentre Margherita aveva quasi ucciso Liam.
La prossima volta che mi sarebbe venuta un’idea col cavolo che l’avrei ascoltata!
Dov’era finita Claudia?!
Corsi da Elena in cucina.
-Claudia non risponde al telefono?-
Lei scosse la testa sconsolata.
-Ma perché non mi ha detto niente?-
Sentimmo sbattere la porta del retro, poi una risata.
Era inconfondibile!
-Claudia, ma dov’eri finita?! Ti stavamo cercando-
Lei era insieme a Niall, avvolti nello stesso asciugamano.
-Siete andati a fare un bagno in piscina?!- chiesi, incredula.
Lei annuii.
-Ma perché non mi hai detto niente?- domandò Ele, sull’orlo delle lacrime, abbracciandola.
-Veramente te l’avevo detto e ti avevo anche chiesto se volevi venire con me-
-Ehm, ecco io avevo le cuffiette e …non ho sentito-
Tutti ci voltammo verso di lei, afferrando i coltelli che si trovavano in cucina.
-Elena!-
 




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Louis



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Liam



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Harry



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Niall



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Zayn



CIAO A TUTTI!!
DA QUANT'è CHE NON AGGIORNO? UN Pò.
VI SONO MANCATI I MIEI CAPITOLI OPPURE AVETE ORGANIZZATO UN PARTY ?

COMUNQUE DEVO FARE UNA COMUNICAZIONE VERY IMPORTANT...DEVO FARE GLI AUGURI A ELENA CHE IL 27 HA COMPIUTO GLI ANNI!!
AUGURIIIIIIIIIIIIII!!
COMUNQUE SI è PROPRIO LA NOSTRA CARA ELENA, LA PROTAGONISTA DELLA STORIA.

E DITEMI LA STORIA VI PIACE??
NON SENTO PIù NESSUNO DA DUE CAPITOLI, MI STO PREOCCUPANDO, FATEMI SAPERE!!
:)))))))))))))))))))))

CIAO

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Capitolo 6
*** ...SCONTRI ***


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Pov Maria
 
La sveglia segnava le 7.00 a.m. precise. Mi alzai subito dal letto, mi infilai gli shorts e una canottiera, legai i capelli in una coda di cavallo, presi cellulare e cuffiette, per poi dirigermi di sotto.
Aprii la porta, mentre mi infilavo in fretta le trainers.
-Ehi, dove stai andando?-
Chi diavolo mi aveva fatto prendere un colpo mega gigantesco?
Mi voltai, Louis mi stava guardando con aria assonnata.
-Scusa ti ho svegliato-
-No, non ti preoccupare, è stata la porta che ha cigolato che ti ha tradita-
Lo guardai allibita, ma che orecchie aveva quel ragazzo?
-Vuoi dire che l’hai sentita da camera tua!-
-No, dormivo sul divano e …-
Ah ecco, mi sembrava strano.
-Comunque non hai ancora risposto alla mia domanda-
-Vado a fare un po’ di jogging-
Prese il cellulare per guardare l’ora, nella penombra della stanza quella era l’unica luce e illuminava solo il viso di Louis e i suoi occhi azzurri.
-Alle 7.10 del mattino?!-
-Sì, se non voglio morire sotto il sole-
Lui scrollò le spalle e disse:-Vengo con te-
Ok, calma Maria, non devi fare nessuna figura di merda, mentre se ti agiti ne farai tantissime, quindi calma.
-Ok, se vuoi-
-Aspettami un attimo-
Corse di sopra per mettersi qualcosa di decente, immagino.
Dopo neanche dieci minuti era pronto.
-Ok, fatto-
Indossava una canottiera nera e dei pantaloncini bianchi.
Mammina mia, che gran fico!
Cercai di concentrarmi sul fatto che si era alzato alle 7.10 del mattino per accompagnarmi a fare jogging.
-So benissimo che vuoi restare a casa a dormire- gli dissi, mentre apriva la porta.
-Ehi, è per scusarmi per ieri e per farti vedere un buon posto dove fare jogging-
Lo guardai confusa.
-Non andiamo nel parco qui davanti?-
-Macchè, è un buco-
Cominciammo con una corsetta molto lenta, non mi infilai le cuffiette: avevo vicino il mio idolo, potevo farmi scappare l’occasione di parlare con lui?
-Come hai fatto a non vedermi ieri?-
-Beh, il divano dà le spalle alla porta e ho fatto qualcosa come Zayn su One Thing, hai presente?-
Io annuii.
Stavamo velocizzando il ritmo, quando arrivammo ad un parco veramente immenso.
-Però, niente ma…-mi interruppi.
La suoneria del mio cellulare era partita a tutta birra.
-Scusa- dissi a Louis, che intanto mi guardava in modo strano, molto strano.
Sarà stato il suo sguardo mattutino.
Mi allontanai, rispondendo alla chiamata.
-Pronto?-
-Ciao, sono tua madre, piccola, come va? Tutto bene?-
-Sì mamma, è tutto ok, il volo è andato bene e li abbiamo conosciuti, sono fantastici-
-Sono contenta, comunque è vero che gli One Direction e i The Wanted non si possono neanche vedere?-
-Ehm, sì mamma-
Ma da quando in qua le interessavano queste cose?
-E allora spero che tu abbia cambiato la suoneria-
Sbiancai, mi ero scordata dopo tutto quello che era successo ieri, dannata stupida Maria!
-Va bene, ci sentiamo, puoi passarmi tua sorella?-
-Non posso, sono al parco a fare jogging-
-Ok, ciao-
-Ciao mamma-
Interruppi la chiamata e mi avvicinai a Louis abbastanza titubante.
Lui mi guardò duro, con i suoi occhi che ora sembravano di ghiaccio.
-Bella suoneria!- disse sprezzante per poi correre via.
-Louis, ti prego fermati, Louis!-
No, non si sarebbe fermato.
Perché sono così stupida? Perché con una suoneria del cavolo avevo rovinato tutto quanto, tutta quell’estate?
Continuai a correre, stavolta con la musica nelle orecchie, saltando ogni canzone di quel maledetto gruppo, ne avevo circa una cinquantina, quindi no, non era facile.
Perché avevo messo Gold Forever come suoneria e non Stole My Heart o Kiss You?
Perché mi piaceva.
Sì, era per quello.
E i miei gusti sono miei e di nessun altro.
No, non era colpa mia, io non c’entravo niente con la loro rivalità.
Era una loro faccenda.
Quindi Louis va a quel paese.
Ascoltai Behind Bars alzando il volume al massimo e soprattutto non cambiai suoneria.
Decisi di dire a Louis quello che pensavo, così tornai indietro.
Suonai il campanello e mi venne ad aprire Niall.
-Ehi, sai per caso che è successo a Louis?-
Sbiancai.
-Perché, non è ancora tornato?-
-no, è tornato da un pezzo, ma è incazzato nero, tu ne sai qualcosa?-mi chiese incuriosito.
-Forse- risposi vaga, precipitandomi in camera sua, senza neanche bussare.
-Ehi!-
Mi immobilizzai.
Aveva solo un asciugamano intorno alla vita e i capelli bagnati.
Doveva essere appena uscito dalla doccia.
Mi faceva girare la testa.
-Potresti uscire che mi devo vestire?-mi disse con tono canzonatorio.
Sentii rimontare la rabbia.
-No, tu adesso mi ascolti-
-Non credo che tu riesca a fare un discorso di senso compiuto se davanti a te hai il tuo idolo numero uno quasi nudo-
Idiota vanitoso!
Come aveva fatto ad indovinare i miei pensieri? Forse la bava alla bocca mi aveva tradito.
-E invece ci riesco, quindi apri le orecchie. Non me ne frega niente se odiate i The Wanted e vi fanno schifo, a me piacciono e continueranno a piacermi. Sei stato uno stronzo…-
E qui mi interruppe.
-Ah, io sono stato uno stronzo?! E allora tu cosa sei stata? Ti abbiamo pagato un’intera estate con noi, abbiamo realizzato il tuo più grande sogno. E il tuo modo per dimostrare la tua gratitudine qual è? Sbatterci in faccia le canzoni di quei pivelli?-
-Pivello a chi? Hai mai ascoltato una loro canzone o Mr Loutnery te l’ha proibito? Forse ti sarebbero piaciuti-
-Come posso ascoltare cantanti che hanno una faccia da stupidi o sono senza capelli?-
Mi bloccai di colpo, la rabbia era completamente scivolata via, facendo largo alla delusione.
-Veramente pensi che per cantare bene bisogna essere perfetti per forza? Max ha una voce magnifica , anche se è senza capelli. Tu sei perfetto e hai una voce che fa venire i brividi per quant’è bella, ma non vuol dire che questa sia la regola-
Uscii, sbattendo la porta.
Incredibile, ero sull’orlo di una crisi isterica eppure gli avevo fatto un complimento.
Dannata me!
-Ehi, ma che erano quelle urla?- mi chiese Zayn, uscendo proprio dalla porta di fronte a quella di Louis.
-N-niente- dissi, cercando di trattenere una lacrima.
Mi aveva fatto sentire una persona orribile e ipocrita.
-Maria, tutto bene?-
Annuii, cercando di sorridere per rassicurarlo.
-Uhm, io non credo proprio- mi prese per un braccio per poi condurmi in cucina- Forse davanti una tazza di cioccolata andrà meglio-
Non mi aveva neanche chiesto quale fosse il motivo della nostra sclerata, forse aveva capito che era meglio non parlarne.
-Avevi ragione sai, intendo con Aurora, era felicissima-
Gli sorrisi, quando mi porse una tazza di cioccolata.
-Grazie Zayn-
-Figurati-
Sorseggiai un po’ di cioccolata e mi sentii subito meglio.
-Ok- disse alzandosi- io e i ragazzi abbiamo un’intervista adesso, però se più tardi ti va di parlare…io ci sono-
-Grazie-
Lui mi spettinò i capelli per poi fuggire via.
-Ehi!-
Sentii la sua risata.
Possibile che membri della stessa band potessero essere così diversi?
 Magari anche Zayn si sarebbe arrabbiato al posto di Louis. Forse anche di più , dato che era partita da lui la rivalità.
No, non avrei detto niente neanche a Zayn, anche se era stato molto  gentile con me.
 




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Louis


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Zayn


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Niall


ahiahiahi, cominciamo ad avere i primi problemi!!
ve l'avevo detto che non sarebbe stato tutto così facile...i nostri eroi avranno molto da fare in quell'estate, eh già!!
comunque volevo dirvi che più o meno aggiornerò sempre il fine settimana, ovvero o venerdì o sabato...questo perchè scrivo le mie storie su carta e poi le devo copiare al computer.
comunque ringrazio sempre tutti coloro che hanno messo la mia storia nelle preferite, seguite e ricordate e tutti coloro che l'hanno recensita, che ancora sono pochini, ma spero tantissimo che aumenteranno. 
le gif che metterò alla fine di ogni capitolo sono solo dei personaggi che appaiono in quel capitolo, quindi oggi Liam a Harry non ci sono!! ciau e buona domenica a tutti quanti!

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Capitolo 7
*** AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH! ***


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Pov Maria
 
Era il 17 giugno.
Era trascorsa esattamente una settimana da quando avevo litigato con Louis e non era cambiato ancora niente.
Anzi ormai non solo non ci parlavamo più, ma non ci guardavamo neanche.
Non avevo immaginato così la mia estate con il mio idolo.
Bene era il 17 giugno e anche quel giorno mi alzai presto per il jogging.
Attraversai il salotto in punta di piedi, consapevole che lui dormiva sul divano, aprii la porta e me ne andai velocemente.
Ritornai allo stesso parco di quel giorno, sperando di incontrarlo lì più tardi ,che faceva anche lui jogging, ma questo non succedeva mai e credo che non sarebbe mai successo.
Cominciai a correre più velocemente con Another World nelle orecchie.
Ripensai a tutto quello che era successo in quei giorni. Che rabbia!
Ero stata un’idiota ma lui pure di più, molto di più.
Perché quel sorriso che una volta amavo tanto, ora mi era odioso? E perché i suoi occhi azzurri li trovavo estremamente irritanti?
Dannata porta che aveva cigolato e lo aveva svegliato!
Forse una settimana di pura indifferenza era un’esagerazione, ma dopo quella super mega litigata non mi era passata ancora la rabbia.
Mi concentrai sulla canzone che avevo nelle orecchie, ma che in realtà non stavo ascoltando affatto.
Canticchiai una nota di More Than This, mi concentrai solo sulla corsa, cercando di scacciare dalla mente Louis.
Si alzò un venticello fresco e l’ombra degli alberi sulla strada mi rilassava.
Aumentai la velocità, dato che mi sentivo benissimo.
-Ehi!-
Una voce estranea mi chiamò, mentre una mano mi aveva fermata per un braccio.
Oh mio Dio!
Ma chi era? Perché non mi ero comprata lo spray al peperoncino?
Sì, me lo sarei procurato quel pomeriggio stesso se fossi sopravvissuta!
Mi voltai di scatto, pronta ad affrontare il peggio e fu proprio allora che incontrai due occhi così chiari che sembravano il riflesso della primavera, erano stupendi, non c’erano parole per descriverli se non con frasi insensate come quella di prima.
-Eh scusa-
Mi lasciò il braccio in fretta per poi allontanarsi un po’.
Rimasi senza fiato: capelli castani, fisico da paura e occhi da urlo.
Nathan Sykes era davanti a me.
Rimasi immobile a fissarlo.
-Ehm, ecco io sono stato un po’ brusco, scusami, probabilmente non sai neanche chi sono…-
-Scherzi?!-lo interruppi subito-Sei Nathan Sykes dei The Wanted. Ragazzi siete fantastici! Ti prego fammi un autografo-lo pregai, porgendogli un pennarello indelebile nero sbucato da non so quale tasca dei pantaloni.
Lui sorrise.
Ok, stavo per sciogliermi, qualcuno vada a prendere un cucchiaino!
-Hai un pezzo di carta?-
-No, però puoi autografarmi la maglietta-
Era una semplicissima canottiera azzurra che era costata meno di cinque euro, quindi l’autografo non faceva altro che aumentarne il valore.
-Ma tu non sei una delle One Directioners?- mi chiese mentre mi firmava la maglietta, si era avvicinato anche troppo per i miei gusti.
-Sì-
-E passerai l’estate con gli One Direction?-
-Risposta affermativa-
-Wow, una Directioner a cui piacciono i The Wanted!-
Mi riconsegnò il pennarello, sorridendomi.
-Perché mi hai fermata?-
-Beh, volevo accertarmi che fossi una delle cinque ragazze che la band più famosa del mondo ha fatto venire dall’Italia-
-Allora hai trovato la persona giusta-
Cominciò a correre, invitandomi ad affiancarlo, lo raggiunsi e cercai di regolarizzare il ritmo della corsa.
E non è così semplice se vicino avete un cantante di cui andate matti, ve lo posso assicurare!
-E a loro sta bene che tu sia una nostra fan?-mi chiese ad un tratto.
-Non lo sanno, solo uno l’ha scoperto per caso-
-E…?-
-Abbiamo litigato e ora non ci parliamo più-ammisi.
Lui annuì comprensivo.
-È Zayn?-
-No, Louis-
-O porca l’oca! Ti è andata male: sono stati i due che hanno litigato con noi.-
-Sì, lo so-
Controllò l’ora.
-Oddio è tardissimo, devo andare , …ehi, domani pranziamo insieme così mi racconti…, ciao Mari-
-Come sai il mio nome?-
-Non ti ho detto che sono un fan del tuo gruppo?-
Sorrisi.
-A domani-
Poi corse via.
Tornai indietro, saltellando come una sclerata, per precipitarmi a casa.
-Siamo di buonumore oggi?- mi chiese sorridente Zayn, quando per poco non uccisi la porta ,entrando.
Gli sorrisi annuendo, prendendomi una bottiglia d’acqua dal frigo.
-Ti va di parlare di quello che è successo con Louis?-
L’acqua mi andò di traverso, cominciai a tossire in preda al panico.
Se gli avessi detto che ascoltavo i The Wanted e che mi piacevano veramente tanto, mi avrebbe ucciso!
-Ora non posso, devo farmi la doccia, magari dopo-
Andai al piano di sopra ed entrai in camera mia.
-E tu che ci fai qui?-
Harry se ne stava mia stanza con un’aria colpevole in viso.
Se era innocente io sapevo volare.
-Stavo andando via-disse, correndo fuori dalla mia stanza con un sorrisetto stampato sulla faccia.
Inchiavai la porta  e mi rinchiusi in bagno per farmi una doccia.
Sotto l’acqua ripensai all’incontro fortunato che avevo avuto quella mattina.
Fortunato per un certo senso, se i ragazzi fossero venuti a sapere che sarei andata a pranzo con Nathan Sykes, mi avrebbero legato una pietra al collo, per poi buttarmi nel Tamigi.
Forse Louis aveva ragione: non ero abbastanza grata nei loro confronti.
Non sapevo cosa fare.
Ma poi pensai che Louis se ne stava a casa pochissimo per stare con Eleonor.
Sentii montare la rabbia.
Se lui faceva quello che voleva, anch’io avrei fatto ciò che volevo: sarei andata a pranzo con Nathan.
Uscii dalla doccia, mi stracciai i capelli e indossai l’intimo.
Tornai in camera, aprii il cassetto dove avevo sistemato i pantaloni e presi un paio di pantaloncini .
Me li infilai velocemente, per poi aprire il cassetto dove invece c’erano le mie magliette.
Rimasi paralizzata!
Era vuoto…o meglio, quasi vuoto, c’era solo una maglia e la conoscevo bene.
Me l’aveva fatta  Margherita per compleanno.
C’era la stampa di Louis.
Ora avendo litigato con lui, non mi sembrava veramente il caso di indossarla e di girare per casa.
Avrei ucciso Harry!
Me la infilai velocemente, per poi aprire la porta della camera, decisa ad andare da Margherita a farmi prestare una delle sue.
Ma appena lo feci, vidi nel corridoio Harry che intratteneva Louis con delle chiacchiere assurde:
-Guarda Louis, è passato fuori dalla finestra un piccione enorme, che portava una maglietta con scritto “Ti amo Louis”-
Lui rideva, non poteva sapere che Harry voleva intrattenerlo, per fargli vedere che indossavo quella dannatissima t-shirt.
Non mi rinchiusi in camera tanto sarebbe riuscito a trasportarcelo in qualche modo.
Forse quello che Harry stava facendo era a fin di bene, ma io e Louis non ci saremo mai riappacificati in quel modo.
-Styles, ridammi immediatamente i miei vestiti!-
Entrambi si girarono impauriti dal mio urlo disumano.
-Perché ti copri con le braccia la maglietta? Non è che devi nascondere qualcosa- mi chiese malizioso Harry.
Sapeva benissimo cosa c’era su quella T-shirt.
Ma come faceva Elena ad adorare un ragazzo del genere? Era una peste bubbonica.
Louis stava per andarsene, il suo mutismo non sarebbe finito in quel momento.
-Non vuoi vedere quello che ha sulla maglia?-disse Harry, fermandolo per un braccio.
Louis mi guardò duro.
-Posso immaginarlo-
Poi si avvicinò a me, mi coprii ancora di più la maglietta con le braccia.
-Ci sarà la foto di quei pivelli- sussurrò in modo che solo io potessi sentirlo.
Lo guardai nei suoi occhi azzurri che mi scrutavano.
-Questo ti sembra Tom Parker?-gli sibilai mostrandogli cosa c’era stampato veramente.
Restò per un attimo interdetto, stava per dirmi qualcosa, ma io non potevo sentire altro, ero distrutta.
Un’altra litigata non l’avrei retta, così lo spinsi di lato per poi correre in camera di Elena, che era la più vicina alla mia.
 
Pov Elena
 
Sentii la porta della mia camera sbattere.
Distolsi lo sguardo dal ritratto di Harry che stavo facendo e vidi Maria in lacrime.
-Che è successo?-
Mi avvicinai preoccupata.
Lei mi abbracciò.
-Non ne posso più, mi sembrava di non soffrire , invece nascondevo il dolore dietro la rabbia- disse tra le lacrime.
Probabilmente era successo qualcosa con Louis, qualcosa che nessuno sapeva.
Avevo chiesto a Harry se lui, come migliore amico di Louis, fosse venuto a sapere qualcosa.
Ma era all’oscuro come noi.
-Maria, che è successo?-
-Harry è uno stronzo, sa benissimo che ho litigato con Louis e mi ha nascosto tutte le magliette tranne questa-
Rimasi interdetta.
-Non mi dire che Louis l’ha vista-
Lei annuì sconsolata.
Beh sì, aveva fatto proprio una figura di merda.
-E lui che ha detto?-
-Sono corsa qui prima che dicesse qualcosa-
Sentimmo bussare alla porta, Maria si asciugò in fretta le lacrime con un fazzoletto che le stavo porgendo.
Mi alzai ed aprii la porta.
Gli occhi verdi di Harry mi scombussolarono, le sue labbra erano chiuse e i capelli perfetti.
Ma quanto lo amavo?! Troppo!
-Sì?-
-Posso entrare un attimo?-
Io annuii.
E come si faceva a dirgli di no?
Lui si richiuse la porta alle spalle.
-Hai pianto?- chiese in tono colpevole a Maria.
-Sì e a quanto pare la causa sei tu-risposi io per lei. -Secondo te, Louis non si è incazzato ancora di più? Ma cosa ti passa per la testa?-
Harry mi guardò, per poi distogliere lo sguardo e portarlo sul pavimento.
-Sì hai ragione, ho fatto una cosa stupida, scusa Maria. Comunque te l’ho nascoste nello sgabuzzino.-
Lei si alzò e gli sorrise, poi uscì.
Rimanemmo solo io e Harry soli.
Lui si avvicinò alla scrivania.
-E questo cos’è?- disse mostrandomi il suo ritratto.
-Oh…beh…ecco…io…-
Oh, ma che frase senza senso hai composto, Elena, ma brava!
Lui mi guardò e sorrise.
-Ehi, ma sono io!-
Ci era arrivato adesso, allora non gli assomigliava molto.
-Sì, lo so non mi è venuto bene, non ti somiglia per niente-
-Vuoi scherzare? Sono venuto da Dio, volevo solo farti prendere un colpo-
-Maria ha ragione, sei uno stronzo-
Gli voltai le spalle, fingendomi offesa, stavo per scoppiare a ridere quando sentii le sue braccia, avvolgermi.
-Dai Ele, stavo solo scherzando!-mi sussurrò all’orecchio.
Mi irrigidii: il mio dolce Harry!
 
Pov Maria
 
Corsi lungo il corridoio più velocemente che potevo per poi raggiungere camera mia.
Aprii la porticina dello sgabuzzino nel bagno e infatti lì le trovai, le presi  e le infilai nel cassetto.
Mi sfilai quella che indossavo e ne presi un’altra a caso.
Che mattinata schifosa!
Solo l’incontro con Nathan l’aveva migliorata.
Uscii da camera mia per poi andare da Margherita.
Entrai nella stanza e come al solito lei stava leggendo.
-Marghe posso parlarti un attimo?-
Non mi rispose, anzi non sollevò neanche gli occhi dal libro.
-Margherita- dissi molto più forte.
Niente di niente.
Bene, le avrei fatto alzare gli occhi da quel libro.
Le misi le cuffiette (e lei neanche se ne accorse) per poi collegarle al suo cellulare, alzai lo stereo a tutto volume, poi lo accesi.
Se qualcuno fosse passato davanti a quella stanza avrebbe pensato che si stesse svolgendo un concerto heavy metal.
-Uh?- disse finalmente, alzando gli occhi dal libro.
Spensi tutto.
-Ti devo parlare-
Troppo tardi: era già tornata a leggere.
Non era possibile!
-Roooooooooooaaaaaaaaaaarrrrrrrrrrr!-ruggii.
-Uh!-
Porca miseriaccia, finalmente.
Le sfilai il libro dalle mani e sotto il suo sguardo omicida cominciai a raccontarle supervelocissimamente dell’incontro di quella mattina.
-Stamattinamentrefacevojogging,hoincontratoNathanSykes,abbiamoparlatoepoiluimihainvitataapranzo,secondotedevoandarci?-
Si mise a urlare.
-Wow Maria va a pranzo con Na…-e qui le tappai la bocca.
-Ma sei impazzita? se ti sentono i ragazzi!-
Lei mi morse la mano e ricominciò a saltellare per la stanza.
-Dove vi incontrerete?-
-In un ristorante qui vicino e …-
Liam irruppe nella stanza.
-Chi va a pranzo con chi?-
Ok, ero nella merda.
Margherita ti taglio quella linguaccia.
-Ehm ciao Liam…-
Liam face l’occhiolino a Margherita, che subito arrossì.
-Me lo dici tu Marghe, dato che Maria non credo che me lo dirà-
-Non posso, mi dispiace-
Dio sia lodato!
Era riuscita a resistere al fascino cuccioloso del suo idolo.
-Allora Maria, ti prego dimmi chi è. Sono curioso come una cacca volante-
Ok, questa so da dove l’aveva presa: solo una settimana e già parlava come Margherita.
Cosa avrebbe fatto dopo tre mesi? Avrebbe indossato un body e avrebbe iniziato a girare per casa  volteggiando con un bastone in mano, dato che mia sorella fa twirling?
Speriamo di no!
-È solo un ragazzo che ho conosciuto stamattina-
Lui fece una faccetta tutta eccitata tipica delle bambine di quattro anni.
Che maturità virile!
-E non me lo vuoi proprio dire il nome?-
Io scossi la testa.
Lui scrollò le spalle per poi aprire la porta e iniziare a urlare.
-Ragazziiii…?-
-Ma sei scemo!- lo zittii subito-Ti prego non voglio che lo venga a sapere nessuno-
-Ah ok, allora ti coprirò le spalle-
Io annuii riconoscente.
-Che vuoi Liam?-chiese Zayn, uscendo dalla sua camera.
-Perché?-
-Come perché, ci hai chiamati con un grido da orco-
-Guarda che io non ho detto niente-
Zayn lo guardò scettico.
-Su Maria, dillo tu: è vero che ha urlato?-
Io e Liam ci guardammo interdetti (che attori, ragazzi!).
-Ehm Zayn, Liam non ha urlato un bel niente-
Si sentì una risata sguaiata.
Margherita ci stai tradendo!
Zayn ci sorrise furbetto per poi entrare in camera di Margherita, ma la trovò sopra un libro come se non fosse successo niente.
-Marghe perché stavi ridendo?-
-Uh?- chiese lei ,con quell’aria da pesce fritto che aveva sempre quando usciva dal mondo dei libri.
Aveva una faccia serissima.
Zayn ci guardò interdetto, poi alzò le spalle e disse:
-Ora ritorno a fare il mio milione di flessioni quotidiane e dato che mi avete disturbato devo ricominciare da capo-
Che super figo, ragazzi!



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Harry


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Zayn


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Nathan

CIAO A TUTTI COME STATE?
SPERO BENE...
IO SONO CONTENTISSIMA PERCHè HO AGGIORNATO IN TEMPO, EVVIVA ME!!
GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO RECENSITO E A QUELLI CHE RECENSIRANNO ( SPERO DAVVERO CHE AUMENTERANNO...).
AVETE VISTO CHE è COMPARSO UN NUOVO BELLISSIMO PERSONAGGIO??SARà IMPORTANTISSIMO PER LA STORIA... MUAHAHAHAHA! QUANTO SONO CATTIVA CHE ANTICIPO LE COSE E POI NON VI DICO NIENTE. (RISATA MALIGNA).
VI SALUTO!
:)))))))))))))))))

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Capitolo 8
*** LA VERITA' ***


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Pov Maria
 
Giorno 18 giugno, giorno del pranzo con Nathan.
Era circa mezzogiorno quando scesi giù in salotto.
-Ragazzi, io vado a fare un giro!-
Louis, che era sdraiato sul divano con il pc tra le mani, mi squadrò.
-Ti accompagnerei volentieri, ma ho promesso a Clà che avremo pranzato insieme- mi disse Niall.
-Non ti preoccupare, tanto volevo camminare da sola-
Uscii di casa, per avviarmi al parco dove facevamo jogging.
Mi sedetti su una panchina, aspettandolo.
 
Pov Claudia
 
 Quel giorno significava molto per me: Niall mi aveva invitata a pranzare con lui.
Andai in camera di Ele, in preda alla disperazione.
-Ele ti prego, dimmi cosa posso mettermi.
Tu che sei la stilista del gruppo trova qualcosa!-
Elena si alzò allarmata dal letto, credo che non riuscisse proprio a ricordare che cosa sarebbe successo quel giorno.
-Devo pranzare con Niall-
-Oh, ah sì, è vero-
Wow, che memoria da elefante!
-Non credo che Niall avrà il tempo per guardarti, di solito tutta la sua attenzione è concentrata sul cibo.-
Le tirai un cuscino in piena faccia, lei fece una smorfia per poi tornare a dormire.
-Ti prego Ele, aiutami-
-Potevi andare a comprare qualcosa ieri-
-Non ho avuto tempo-
-Ma certo dovevi fare un bagno in piscina con lui-
Colpita e affondata.
S’, in effetti ero stata un po’ sprovveduta, ma come si poteva rifiutare una nuotata con Niall?
-Senti Clà è appena mezzogiorno, sto morendo di sonno, ti prego lasciami stare-
Va bene, non mi avrebbe dato una mano…beh di rado di mattina me la dava.
Ma per il momento quello che aveva detto aveva fatto effetto.
Avevo cominciato a pensare che a Niall non sarebbe importato niente di cosa mi sarei messa, così tornai in camera mia, optai per una camicetta e dei jeans.
Non era il massimo, ma sarebbe andato bene.
 Scesi in salotto e trovai Louis sdraiato sul divano con il pc appoggiato sulle gambe.
-Dove vai?-mi chiese con un sorriso.
-Pranzo con Niall-
Lui annuì.
-Devi essere contenta che tra te e il tuo idolo vada tutto a meraviglia-
Me lo disse con un’aria piuttosto triste, il mio pensiero andò subito a Maria.
Prima che potessi dire qualcosa, mi sentii chiamare da Niall.
 
Pov Maria
 
Mi girai di scatto, sentendomi toccare la spalla.
Incontrai i suoi occhi luminosi.
-Nathan!-
-Maria-
Mi alzai dalla panchina.
-Allora andiamo?-
Io annuii.
-Purtroppo continuiamo a lanciarci frecciatine.
Non volevo continuare quell’argomento, dovevo affrontarlo ventiquattro ore su ventiquattro e ora che avevo un momento, in cui  potevo benissimo non pensarci, volevo godermelo appieno.
-Sai le One Directioners avrebbero voluto fare un video anche sulle vostre canzoni-
Lui fece un sorrisetto.
-Non credo allora che saresti qui-
Lo guardai interrogativamente.
-Che vuoi dire?-
Mi fissò negli occhi.
-Veramente non sai perché sei qui?-
Io feci di no con la testa.
Era vero.
Io non sapevo perché ero lì o meglio credevo che i One Direction ci avessero invitate per farci un mega favore, ma in effetti era una favola inverosimile per non dire impossibile.
-Non sai che abbiamo ricevuto una sfida dai One Direction?!-
-Che cosaaaaaaaaaaaaa?!-
 
Pov Aurora
 
Allora, Maria era uscita, Claudia era a pranzo con Niall, Margherita probabilmete stava leggendo (senza probabilmente), Elena dormiva ancora.
Quindi tutte le ragazze erano occupate tranne me.
Non mi restavano che i ragazzi: Niall era già occupato, Harry stava ancora sotto la doccia da due ore, Louis e Liam davanti alla play.
E Zayn Jawaad Malik?
Sorrisi, sì probabilmente sarei andata da lui.
Uscii da camera mia per poi entrare di soppiatto in quella della mia star.
Stava chattando su Facebook o Twitter, non so.
-Allora, non avete qualche impegno per oggi?-
Ok, gli prese un colpo e morì.
I’m joking of course.
Si girò e mi disse solo “Ciao”.
-Comunque no, non abbiamo nessun’intervista-
-Allora siete solo pigri e non super impegnati come credevo-
Spense il pc e mi fissò negli occhi.
Affogai in un mare di cioccolato.
-Che vuoi dire?-
-Siamo qui da più di una settimana e non ci avete ancora portato a fare un giro per Londra-
Lui sorrise.
-Hai ragione, scusa, è che siamo un po’ stanchi-
-Ehi, stavo scherzando, so che avete mille cose da fare: interviste, meeting, amici, ragazze…-
Lui scosse la testa.
-Ormai con Perrie non va più tanto bene-
E detto questo si tolse la maglia , restando a petto nudo.
Ok, stavo per morire, abbassai lo sguardo per l’imbarazzo e quando lo rialzai aveva già un’altra maglietta addosso.
-Ok, possiamo andare-
-Dove?-
-In giro per Londra, insieme-
 
Pov Elena
 
-Svegliati, svegliati-
Chi cavolo mi svegliava alle una e mezza del pomeriggio, saltando sul mio comodissimo letto?
Aprii gli occhi con molta fatica e vidi quel coglione di Louis.
-Che vuoi?- chiesi scontrosa, in fondo non era mica Harry!
-Dai Ele, non puoi stare tutto il giorno a letto, sembri un piccione-
Lo guardai stranita, che c’entrava il piccione?
Ah giusto, stavo parlando con Louis-amo-i-piccioni-e-le-carote-e-mi-drogo-Tomlinson.
-Non ho niente di meglio da fare-
-Bene, neanche Harry, Liam, Marghe e io-
-E Zayn e Aurora?-
-In giro per Londra-
Claudia e Niall erano a pranzo insieme…e Maria?
-Dov’è Maria?-
Il suo sguardo si rabbuiò.
Elena tappati quella boccaccia, perché devi sempre parlare a sproposito?
-È uscita anche lei-
-Da sola?-
-Stando a lei, sì-
-E tu che hai intenzione di fare?-
Lui si innervosì.
-Beh, lasciarla fare, di certo non mi metto a inseguire una stupida ragazzina che…-
-Ehm Louis, intendevo cosa vuoi fare questo pomeriggio-
Lui cominciò a ridere della sua stupidità.
Non lo capivo proprio quel ragazzo, io al suo posto mi sarei messa a piangere.
-Vuoi venire in piscina con noi?-
-Ci sto, vacca-
Lui mi guardò contrariato.
-Vacca?-
Toccò a me stavolta sorridere.
 
Pov Maria
 
Erano le quattro e mezza del pomeriggio e Nathan aveva di lì a poco un importantissimo impegno.
-Allora ci sei domattina?-mi domandò.
-A fare jogging? Puoi contarci-
-Bene, allora a domani-
Si allontanò con un sorriso.
Bene se ne era andato, ora potevo dar sfogo alla bestia.
-Roaaaaaaaaar!-
Fu il ruggito più spaventoso che avessi mai fatto, tanto per capirci una bambina si era messa a piangere e un uomo stava chiamando la Protezione Animale.
Ok, forse avevo un pochino esagerato…no, non è vero!
Odiavo essere presa in giro, quando sarei tornata a casa li avrei uccisi.
Calma Maria!
Feci un respiro profondo.
Sarei stata molto diplomatica e mi sarei fatta spiegare tutto, o almeno ci avrei provato.
Tornai a casa correndo, almeno avrei scaricato un po’ la tensione.
Suonai il campanello…, niente da fare: non mi avrebbero aperto il cancello.
Scavalcai sbuffando, ma guarda cosa mi tocca fare!
Mi avviai verso la piscina e infatti li trovai tutti lì, tranne Aurora, Zayn, Claudia e Niall.
-Ehi Maria, vieni anche tu?- mi chiese Margherita, sbracciando in mezzo all’acqua come un’ubriaca,
-Sì, mi infilo il costume e arrivo-
Un pomeriggio in piscina non me l’avrebbe tolto nessuno, anche se ero un po’ arrabbiata.
Solo un po’?!
No, probabilmente avrei ucciso qualcuno.
Aprii la porta del retro della casa per poi correre in camera mia.
Mi infilai il costume per poi scendere, ma sulla porta dalla quale ero entrata c’era Louis in costume e tutto bagnato.
Sembrava che volesse dirmi qualcosa.
Mi guardò mentre scendevo le scale.
-Devo parlarti-
-Non possiamo parlare dopo? Voglio tuffarmi-
Feci per superarlo ma lui mi bloccò per un braccio.
Mi guardò risoluto.
-No, adesso-
-Bene, tanto anch’io devo dirti una cosa- dissi, scrollando le spalle con indifferenza anche se in realtà volevo dargli una pugno sulla faccia.
-Bene, allora comincio io- mi disse- tanto finiremo per litigare e io non riuscirei a dirti quello che…-
-Stringi Louis…se ancora non l’hai capito, voglio fare un bagno in piscina-
Lui annuì.
-Senti mi dispiace, Harry mi ha detto che ieri mattina stavi piangendo…io non volevo ferirti, pensavo che non te la saresti presa-
Un attimo solo.
Mi stava chiedendo scusa?!
Ok…o eravamo nel mondo del contrario o si era fumato qualcosa.
-Che ne dici di tornare come il primo giorno, quando ci siamo conosciuti?-
Cosa avrebbe detto se mi avesse vista con Nathan?
Mi avrebbe chiesto di tornare come prima?
No, non credo: se se la prendeva solo perché mi piacevano le canzoni dei The Wanted, figuriamoci cosa avrebbe fatto se avesse saputo che frequentavo uno di loro!
-Prima di risponderti devo chiederti una cosa-
Lui annuì un po’ confuso.
Ma che bravo attore!
Strinsi i pugni per la rabbia.
-Perché non ce l’avete detto subito?-
Mi guardò ancora più stranito.
-Cosa dovevamo dirvi?-
Mi avvicinai e gli diedi uno schiaffo, si portò la mano alla guancia e mi guardò come non aveva mai fatto prima.
-Siete degli stronzi- dissi con le lacrime agli occhi.
Mi afferrò un polso e cominciò a stringerlo per la rabbia.
-Si può sapere che ti prende?-
-Ah sei anche stupido oltre che dannatamente perfetto: non hai ancora capito che mi riferisco alla sfida con i The Wanted?-
Ok, ci restò abbastanza di cacca.
Mi lasciò il polso, esterrefatto.
-Chi te l’ha detto?-
-Chi me l’ha detto?! Io vengo a sapere una cosa del genere e tu sai dire solo questo?-
Mi guardò come per dire “Allora non rispondi alla domanda?”.
Sbuffai.
-L’ho letto su una rivista-
Si avvicinò, indietreggiai istintivamente ma mi ritrovai con le spalle al muro.
-È un po’ difficile, dato che né noi né i The Wanted abbiamo ufficializzato la notizia-
Restai muta.
Porca l’oca stitica con la sciatica! Mi ero incastrata da sola!
-Mi sembra un po’ improbabile che uno dei ragazzi ti abbia detto qualcosa, quindi…-continuò Louis, avvicinandosi ancora di più a me tanto da avere una perfetta visuale dei suoi occhi azzurri-…con chi sei uscita stamattina?-
-Con nessuno, te l’ho già detto, stamattina volevo fare una passeggiata da sola!-
-Ti conosco Maria, sei una ragazza timida e introversa: non ti azzarderesti mai ad uscire da sola se non per il jogging-
Brutti stronzo che non sei altro…
-Tu non mi conosci Louis e non mi conoscerai mai!- gli urlai praticamente in faccia.
Che pallone gonfiato!
Pretendeva di sapere come ero coma se ci conoscessimo da sempre, mentre ci eravamo parlati per un giorno solo.
Beh, avevamo anche litigato da una settimana.
Ma questo non voleva dire che mi conosceva.
-Dimmi con chi sei uscita Maria-insistette lui.
-Da sola-
E proprio allora sentimmo la suoneria del mio cellulare.
Oh no!
Cosa mi aveva detto Nathan? “Ti chiamo verso le 17.00 ok?”
Guardai l’orologio appeso al muro: erano le cinque del pomeriggio precise.
O merda! Certo che sfiga!
Louis sorrise, aveva capito.
Cominciò a correre verso camera mia, io lo inseguii ma …
-Pronto?...come Sykes? Vuoi Maria…subito-
Mi diede il cellulare con un sorriso di trionfo.
“Pronto?”
“Ciao Mary, scusa”
“E di che?”
“Credo di averti messa in una situazione imbarazzante”
“Ehi Nate, è tutto ok, non è colpa tua, ci vediamo domani e i bocca al lupo per l’intervista”
“Beh crepi, ciao”
Bloccò la chiamata.
-Allora non eri uscita con nessuno?!-
-Non sono affari tuoi Tomlinson, io ti dico forse qualcosa quando esci con Eleonor?-
-Io e Eleonor stiamo insieme e lei non fa parte dei The Wanted-
Questa affermazione fu seguita da un silenzio.
Forse era meglio non dirgli cosa pensavo della sua fidanzata.
No, meglio di no.
-Mi impegnerò al massimo per farvi vincere, ma non smetterò di frequentare Nathan- gli sibilai per poi uscire dalla stanza.
 
Pov Elena
 
Maria venne verso di noi, urlando “ Attenti alla balena!”, ma c’era qualcosa nel suo sguardo, qualcosa che non andava.
Dato che Louis era uscita dall’acqua non appena era rientrata a casa, sospettavo che lui c’entrasse con il suo malumore.
-Dov’è Tommo?-chiese Harry per poi beccarsi una mia gomitata nello stomaco.
Ma quanto sono stupidi i ragazzi?!
-Scusa Harry, ma in questo momento non vorrei parlarne- disse con voce tremante, per poi tuffarsi , forse per affogare quei pensieri che le turbinavano in testa.
Era successo qualcosa di più grave dell’altro giorno, me lo sentivo!
Stavo per nuotare verso di lei per delle spiegazioni, ma Harry mi afferrò per i fianchi.
-Dai, lasciami!-
-Scordatelo Ele- disse in tono canzonatorio.
-Voglio parlare con Mari di quello che è successo-
Mi guardò negli occhi.
-Beh mi pare ovvio, hanno di nuovo litigato-
Lo guardai come per dire “ Ma guarda che scoperta!”.
Lui sorrise rivelando le sue fossette.
(Elena sveglia, lo stai fissando da mezz’ora).
-Che ne dici li aiutiamo?-
-Non credo che a quel coglione interessi riappacificarsi con Maria-
-Sbagliato e comunque non è un coglione-
-Hai ragione…è un super coglione-
-Elena!-
Cominciò a farmi il solletico.
Oh mio Dio!
Stavo per affogare, insomma non riuscivo a tenermi a galla, così mi aggrappai istintivamente all’unica cosa solida nei paraggi, ovvero il collo di Harry.
-Se i paparazzi ci vedessero così, non so che storie inventerebbero-disse.
Arrossii.




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Nathan



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Louis



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Harry



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Niall
HELLO COME STANNO I MIEI CARI LETTORI?
SPERO BENE!
ECCO IL CAPITOLO CHE SPIEGA TUTTA LA MIA FF, QUINDI DOVETE LEGGERLO PER FORZA XD.
SCHERZOOOOOOOOOO!!!
COMUNQUE SCUSSATE IL RITARDO MA DATO CHE DECO COPIARE TUTTA LA FF SUL COMPUTER E SONO UN BRADIPO LA COSA è UN Pò DIFFICILE.
SE NON CI SENTIAMO PRIMA AUGURO A TUTTI UN 
BUON NATALE!!

 

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Capitolo 9
*** SCIAGURE E NUOVE CONOSCENZE ***


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Pov Maria
 
Louis entrò nella mia stanza senza neanche bussare.
Quanto si poteva odiare  un ragazzo da uno a dieci?
Forse la media comune era dieci, ma io la superavo di circa un infinito.
Non mi curai minimamente di lui, forse perché se gli avessi detto qualcosa avrei sputato fuoco.
Continuavo imperterrita a guardare le foto della mia famiglia, anche se non mi mancava nessuno in particolare.
-Sembrano adorabili- mi disse, guardando le foto.
Quelle erano le prime parole che mi rivolgeva dopo la sclerata di due giorni fa.
-Sembrano adorabili, in realtà sono bestie- dissi cercando di restare calma.
-Uhm…un vizio di famiglia-
Lo guardai negli occhi.
-Se sei venuto a rompere le scatole, puoi anche andartene-
Lui sorrise, ma non era quel sorriso che faceva davanti ai giornalisti, questo si poteva definire un ghigno.
-Volevo solo dirti che ora anche le altre sanno-
-Ah, quindi se apro la porta trovo una strage-
Lui rise.
-Diciamo che non hanno detto niente di che-
-E Margherita?-
-Ha solo protestato un po’, non si aspettava che Max ci avesse lanciato una sfida-
Spensi il computer.
Quelle ultime parole non quadravano.
-Mi pendi in giro? È stato Zayn-
-Non so cosa ti abbia raccontato Mr Nathan Castrato Sykes, ma la sfida è arrivata da Max-
Forse Louis aveva ragione, ma non riusciva a credere che Nathan mi avesse mentito.
Avevo il sospetto che sotto questa ci fosse molto di più.
-Beh…wow!-disse Louis mentre uscivamo dalla mia stanza.
-Che vuoi dire?-
-Parliamo da cinque minuti e non stiamo litigando-
 -Non farmelo notare per favore, comunque…-dissi con un ghigno imitandolo-come va la guancia?-
Mi fulminò con lo sguardo.
-Posso solo dirti che hai la mano pesante-
Sorrisi.
Muahahahahah! Che risata malefica.
-Mister Pivello ti ha detto in che consiste la gara?- mi chiese.
-Più o meno, Mister Idiota. Dovete fare la cover della canzone di un film e cantare una canzone interamente scritta da voi, no?-
Lui annuì.
-Abbiamo un pezzo pronto, la cover è da stabilire e voi ci servite per colpire i giudici-
Feci una smorfia.
-Detta così sembriamo delle mazze da baseball-
-Sai benissimo che i video non fanno parte dell’accordo, ma servono sempre per fare bella figura-disse, scendendo le scale  che portavano in salotto.
 
Pov Margherita
 
Ad un tratto suonò il cellulare di Liam.
Lui rispose.
-Sì pronto? Sì, Liam sono io, mi dica-
E fin qui ci siamo, Liam aveva un bel colorito e si reggeva sulle gambe, ma dopo quella telefonata la situazione si capovolse.
Si lasciò cadere sulla poltrona e chiuse gli occhi.
Una lacrima sfuggì dalle sue ciglia.
-Ehm…Liam tutto bene?- chiesi avvicinandomi.
Lui cercò di sorridermi, forse per non farmi preoccupare.
Zayn si alzò dal divano e andò in cucina a preparare una cioccolata calda (quel ragazzo risolveva tutto così).
Che giornata di merda: Liam era caduto in depressione, Maria continuava a litigare con Louis, ci avevano dato la notizia della sfida e in più pioveva.
Insomma una giornata veramente ma veramente sfigata!
Louis e Maria entrarono in salotto.
Lei fissò Liam e poi mi guardò.
-Non gli avrai fracassato in testa una lampada, vero Marghe?-
-Che c’entra la lampada?!-
-E che ne so! Magari ti sembrava un ladro-
La guardai stranita, io fracassare le cose in testa alle persone?
Quando mai?
Io ero un’allegra pacifista.
Peace e Love.
-Chi era al telefono Liam?-chiese Zayn, porgendogli una tazza di bevanda calda.
Lui sorrise per ringraziarlo.
-La maestra di ballo di Danielle-
-Le è successo qualcosa?- chiese Harry.
Liam scosse la testa affranto.
-Non si è presentata agli allenamenti-
Come tutto qui?
Anch’io facevo twirling e se mancavo ad un allenamento mi uccidevano (dico davvero), ma i miei genitori non ci restavano male.
-Ha lasciato un messaggio a Louise-
-E chi è?-chiese Maria.
-La maestra di ballo-rispose Louis, al posto di Liam, beccandosi un’occhiataccia da mia sorella.
-Lei…è…è…non ci riesco-
Gli presi una mano.
-Ragazzi, credo che Liam debba riprendersi, lo accompagno in camera sua-
Lui mi bloccò.
-No, grazie non serve, ve lo devo dire, non ci devono essere segreti tra di noi-
Maria arrossì e Louis la guardò ironico.
Che bastardo patentato!
-Danielleèfuggitaconunballerinobrasiliano-
-Cosa?-
Nessuno aveva capito niente e io meno di tutti, avevo capito che Danielle era fuggita con un ballerino brasiliano.
No, non avevo capito decisamente niente!
Lui sospirò.
-Danielle se ne è andata con un ballerino brasiliano-
-Che?!- chiedemmo tutti sbalorditi.
Allora avevo capito, non ero stupida come credevo.
Bip bip, comunicazione interna: la tua intelligenza è stata rivalutata da -1 a 0.
Piccole gioie della vita!
Guardai Liam, sembrava che soffrisse.
Che genio che ero!
Stava piangendo da mezz’ora e io lo avevo capito solo adesso.
Lasciai la mano di Liam e dissi:
-Signor Payne è un momento alquanto sfig…sfortunato, ma per metterla di buonumore faremo volentieri una scenetta per voi-
Lui sorrise.
-Grazie Marghe-
-Bene Mari, vieni con me-
Dissi prendendola per mano e trascinandola a forza in camera mia.
 
Pov Maria
 
Non so come ma mi ritrovai su una sedia a ballare l’Ahola vestita da hawaiana e con una grande parrucca arancione in testa.
Vi prego, sotterratemi!
-Scusi Principessa Ermenegilda Ambolza, vuole rispondere alla mia domanda?-
-Oh sì, la risposta è le teste di pesce-
Non avevo la minima idea di cosa stavo dicendo.
Tutti risero.
-Volete forse dire che vi lavate le ascelle con le teste di pesce?-
Che figura!
Voglio una scavatrice per la mia tomba, buahahahaahah!
Sono disperata!
Sentii a malapena la voce di Margherita
Che diceva che lo spettacolo (patetico) era finito.
Mi tolsi subito la parrucca e nel farlo persi l’equilibrio e caddi addosso a Louis.
Certo che sono sfigata e non è neanche venerdì 17!
In pratica ero sopra di lui.
Sorrise come un imbecille e mi sussurrò all’orecchio:
-Posso dirti solo una cosa?-
-No-dissi per poi alzarmi velocemente e correre in camera mia a cambiarmi, beh e non solo.
Chiamai Nathan.
“Dimmi tutto Mary”
“Salvami tu da questo inferno!”
“Maria tutto bene?”
“Di da du, la stella non c’è più”
“Ok, stai dando i numeri…vengo a prenderti così facciamo un giro”
“Ma sei fuori?! Se vieni qui assoldano Al Qaida per farti fuori”
Lui rise…Oh, voce angelica!
“E comunque piove”
“Ha smesso, quindi ci vediamo al solito parco?”
“Sì, mio salvatore”
Bloccai la chiamata, infilandomi i pantaloni, il che non è il massimo della praticità.
Scelsi una maglia a caso e poi uscii dalla mia stanza solo per ritrovare sulla porta quel pezzo di stronzo!
-Lo sai che hai una voce smielata quando parli con lui?-
-E allora perché mi hai ascoltato? Tutta quella dolcezza poteva cariarti i denti-
-Pessima!-
-Patetico!-
-Mi riferivo alla battuta-
-E io al tuo comportamento-
Ci guardammo per un attimo.
-Sei venuto per qualche motivo in particolare o solo a rompermi le scatole?-
-Volevo dirti quella cosa di prima-
-Ah, allora sei venuto solo a rompere-sbuffai, tornando in camera, cercando un giacchetto decente dato che fuori non era poi così caldo-
Lui mi seguì.
-Sai sei simpatica solo sulla scena-
-Se chiami “scena” quello scempio che abbiamo improvvisato, io…-
Mi posò un dito sulle labbra, lui sorrise, ma stavolta dolcemente.
-A me sei piaciuta …e mi piaci anche adesso-
-Cosa? What? Què?-
Lo dissi in tre lingue diverse: italiano, inglese e moiarolo.
-Sai benissimo che adoro le ragazze che arrossiscono e tu lo fai di continuo, è una provocazione-
Tolsi quella benedetta mano dalla mia bocca.
-Tu sei malato!-
-E tu sei rossa-
Mi nascosi le guance con le mani, in effetti erano bollenti…
-Smettila Tommo!-
-Come mi ha chiamato?-chiese lui stupito.
-Ehm Tomlinson?-
-No-
-Bastardo, idiota, stronzo, malato, carota, vacca, mucca…?-
-No, comunque me la dovete spiegare questa cosa della vacca.-
-Non ora, si può sapere come diavolo ti ho chiamato?-
-Veramente non lo hai notato?-
Io scossi la testa interrogativamente.
-Mi hai chiamato Tom…-
“Gold Forever” iniziò a diffondersi nella stanza.
Risposi alla chiamata.
-Maria, dove sei?-
-Sto arrivando Nate, scusa-
-Niente, figurati, ti aspetto-
Chiusi la chiamata.
-Ehm scusa, io…-
-Devi andare, lo so- disse facendomi l’occhiolino.
-Casomai parliamo dopo-gli dissi.
-Ehm no, stasera sto con Eleonor-
Io annuii.
-Ciao- dissi solamente, uscendo dalla stanza.
 
Pov Claudia
 
Allora Niall, che film vuoi vedere?-
-Non c’è niente di bello in televisione?-
Io scossi la testa.
-Solo telegiornali e documentari-
-Se è un documentario sulla cucina e il cibo per me va bene-
Gli diedi un piccolo pugno sul braccio.
Lui rise come il pazzo che era.
-Dai dico sul serio-
-Scegli tu, per me è indifferente-
-Ok, direi che Titanic può andare bene, no?-
-Un film strappalacrime?! Non ti basta la pioggia?-
-Allora cosa proponi?-
-Ratatoille-
-È un cartone animato-obbiettai.
-Sì, ma parla di cibo e poi è adorabile-
Rinunciai al mio bellissimo film strappalacrime per vedere uno stupido film che odiavo.
Cosa non si fa per il proprio idolo?
-Cosa guardate?-chiese Maria, che sembrava pronta per uscire.
-Ratatoille-rispose Niall eccitato come un bambino davanti ad un regalo.
Lei sorrise.
-Lo guarderei con voi, ma devo uscire-
-Hai un appuntamento?-le chiesi.
Lei mi sorrise, facendomi l’occhiolino.
 
Pov Maria
 
-Piove!-
-Capitan Ovvio colpisce ancora!-
Lui rise.
-No, dico davvero, Maria hai un ombrello?-
-No, mi avevi detto che non pioveva-
Lui fece una faccia da “Siamo a Londra, qui piove un giorno sì e l’altro pure”.
Lo guardai ironica.
-E tu non ce l’hai?-
-Me l’ha rubato un barbone per fabbricarci una lavatrice a pedali.-
Risi.
Nathan riusciva a mettermi il buonumore, come pochi ci riuscivano.
-Allora vieni con me- disse, prendendomi per mano.
Arrossii.
-Dove mi porti?-
Lui mi sorrise.
-È una sorpresa-
Cominciammo a correre sotto il diluvio, mi aspettavo ormai di vedere da qualche parte l’arca di Noè, quando ci fermammo davanti ad un edificio.
-Che giorno è oggi?-
-Beh, martedì, ma questo che c’entr…-
-È il giorno giusto-disse con un sorriso di trionfo.
-Così mi spaventi-
-Scommettiamo che quando usciremo da qua, mi riempirai di baci?-
-Aspetta e spera Nate-
Ci fermammo davanti alla porta di un appartamento.
-Non mi interessano le case, non sono un agente immobiliare-
Non mi fece neanche finire di parlare che aprì la porta.
Rimasi senza fiato.
Davanti a me c’erano Jay, Siva…Max e Tom.
-Oh mio Dio!-dissi, stringendo il braccio di Nate.
Ero quasi sul punto di svenire.
-Ehi Nathan, non ci presenti la tua ragazza?-chiese Tom con un sorriso.
Quel ragazzo era fantastico!
-Ehm noi non stiamo insieme, lei è Maria-
Jay cominciò a saltellare per la stanza come un canguro.
Lo guardai un po’ male, mentre gli altri non lo notavano neppure.
-Ehm sì, scusalo è un po’ pazzo-mi disse Max.
-Solo un po’?-chiese Siva, montandogli a cavalcioni sulla schiena.
Risi.
Quei ragazzi erano matti da legare.
 
Pov Louis
 
Scrutai dalla finestra la strada ormai buia, quando sentii il rumore del motore di una macchina.
Sykes!
Maria aprì lo sportello e lo salutò, dandogli un bacio sulla guancia.
Come faceva a non odiare quel damerino?
Era uno stupido come i suoi amichetti.
Le aprii la porta prima che suonasse il campanello.
-Non dovevi essere con Eleonor?-
Beh, sì, ciao anche a te!
-Aveva un impegno-dissi, scrollando le spalle con indifferenza-E comunque sei stata fortunata-
-Fortunata?-mi chiese-Perché?-
-Se fosse stato Zayn a vedere quello che ho visto io dalla finestra, l’avrebbe presa piuttosto male-
Il suo sorriso si spense.
-Gli ho dato solo un bacio sulla guancia, nessuno è mai morto per questo-
 
Pov Maria
 
Ma quanto gli piaceva farmi imbestialire?!
Conta fino a dieci Maria, magari ti passa la rabbia e non lo trucidi.
-Hai ragione ma Zayn ha ucciso per molto meno-
Come avevo fatto a pensare quella mattina che era stato carino con me?
Non era carino, era semplicemente odioso.
-Senti Tomlinson, io sono qui solo per lavorare, a quanto ho capito, quindi di solito i datori di lavoro non si interessano della vita privata dei dipendenti-
Strinsi i pugni, sì era decisamente ora di cominciare a contare.
1…2…
-Allora forse potrei licenziarti per spionaggio industriale o qualcosa del genere…-
3…4… Maria pensa a qualcosa di rilassante, che ne so? Come un campo di camomilla.
Non devi assolutamente scoppiare, non ascoltarlo!
-Non hai neanche un contratto di lavoro, magari ti multano per lavoro in nero, se Sykes fa la spia sei finita; comunque spero che farai il tuo dovere, anche se esci con quell’ imbecille-
5…6…7…
-Cosa c’è? Hai perso l’uso della parola? La lingua è rimasta incollata alla guancia di Sykes?-
8…9…10!
Respirai forte, rabbia passata, calma assoluta, insomma un angelo.
No, assolutamente no.
Gli lanciai uno sguardo che probabilmente avrebbe incenerito chiunque tranne lui.
-Smettila- urlai-Hai rotto, che ti frega se esco con Nate, che ti frega se gli sono amica?-gli diedi dei pugni sul petto. -Non te ne deve fregare niente e non mi frega se ti ho schifito come Flora, quella sgualdrina della Kinder, hai capito? Ignorami per tutta l’estate se ci tieni, ma basta con queste litigate- mi scese una lacrima, cercai di trattenere la seconda, ma non ci riuscii.
-Non ce la faccio più-dissi flebilmente.
Ma brava Maria, fallo uscire un’ altra volta vincitore, fagli provare la soddisfazione di vederti distrutta!
Sei debole!
Avevo ancore le mani sul suo petto, stringevano la sua maglietta.
Che fate stupide mani, spingetelo via!
No, non vogliamo.
Cretine traditrici!
Affondai il viso nel suo petto.
-Scusa-mi disse solo.
E non gli sembrava neanche tanto dispiaciuto!
Certo in fondo che gli poteva fregare di una ragazza sfigata come me?
Lo allontanai per poi correre in camera mia.
-Guarda che stupida che sono-mormorai.
Lui mi bloccò, afferrando il mio polso.
Lo guardai.
-Non sei lontanamente paragonabile a Flora-mi disse.
Ok che avevo un corpo che faceva vomitare i pesci, ma adesso dirmelo così, in faccia e soprattutto in quel momento non era una cosa tanto carina.
-Grazie tante!-sibilai, per poi fuggire in camera mia.
Idiota!
Chiusi la porta a chiave, poi mi stesi sul letto.
Perché era così stupido?
E avrei dovuto passare tutta l’estate con lui!
Madonnina mia, aiutami tu!
 
Pov Margherita
 
Che balls quei due!
Litigavano in continuazione.
-Scusa un attimo-dissi a Liam, che si trovava in camera mia con me.
Stavamo tranquillamente parlando: volevo distrarlo da quel brutto colpo che aveva preso, ma purtroppo ogni volta che usciva da quella stramaledetta casa, i giornalisti gli facevano domanda imbarazzanti a riguardo.
-Vengo anch’io, magari ha bisogno di qualche spiegazione sul comportamento di Louis-
-Ah, perché ce n’è qualcuna?-
Lui sorrise
Bussai alla porta di Maria.
-Chi è?-
-Margherita, la sorella migliore che ci sia e Liam-
-Sempre modesta-sussurrò Liam, ridacchiando.
Maria aprii la porta.
La guardai, aveva gli occhi rossi.
-Quello stronzo ha scassato una volta di troppo- dissi entrando nella stanza, seguita da Liam.
Lui mi guardò male.
Sì, aveva ragione: ero delicata come un elefante in un negozio di cristalli.
-Ti va di parlare di cosa è successo?-le chiese Liam, sedendosi vicino a lei!
Maria scosse la testa!
Povera cara!
-Allora ti dirò solo una cosa, anch’io sto passando un momento difficile, ma ora nesto uscendo, anche grazie a Marghe…quindi sfogati Maria, non fa bene tenersi tutto dentro-
Lei annuì, poi lo abbracciò.
-Grazie-
Che dolce che era!
Liam, non quella proboscide poliposa di mia sorella.
-Dai Marghe, dì qualcosa anche tu-
Ok, non sapevo neanche da dove si cominciasse.
Dannate parole uscite!
-Se hai bisogno- iniziai – di sfogarti, io ci sono-
Liam alzò il pollice.
Wow, ce l’avevo fatta!
-Ma prima devi prendere l’appuntamento e voglio come minimo 5£ all’ora-
Ero sempre la solita.



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Louis


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Liam


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Nathan


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Tom


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Max


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Jay


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Siva


CIAO A TUTTI, ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO!!
COME QUALCUNO DI VOI HA NOTATO MARIA E LOUIS LITIGANO SEMPRE, BEH PER  I PRIMI TEMPI SARà COSì...
SPERO CHE VI PIACCIA E CHE CONTINUATE A SEGUIRMI IN TANTI E A RECENSIRE.
BUONE FESTE!!

 

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Capitolo 10
*** SI COMINCIA ***


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Pov Maria
 
-Inizio dei lavori!-urlò Louis in mezzo al corridoio.
Sbuffai.
Erano le due e mezza del pomeriggio, facevo il mio bel riposino quotidiano, ovvero la mia cara e adorata siesta, quando quel disgraziato di un pollo a quattro zampe si mise a urlare come un mezzo ubriaco.
Mi aggrappai al cuscino come un koala.
Volevo rimanere su quel letto così morbidoso.
Richiusi gli occhi.
Ah ero in paradiso!
-Ehi sveglia!-
Ah no, giusto ero su questa verza di terra con un coglione  che mi si era catapultato nella mia stanza.
E sottolineo “mia”!
-Vattene!-
-Dobbiamo cominciare today-
-Sé today, tomorrow, Toyota-
-Sveglia cogliona-
-Sparisci coglione-
-Certo che sei fine e gentile come…una scaricatrice di porto-
-Ma che vuoi? Hai detto “coglione” pure te-
-Sì, ma io sono Louis Tomlinson-
-Già il più coglione della Terra, tanto coglione che se ci fosse una gara tra i più coglioni arriverebbe secondo perché è coglione-
Si grattò la testa.
-Questa non l’ho capita-
-Coglione!-
Vogliamo contare quante volte abbiamo detto “coglione/a”? bene.
Sono otto.
Esclusi quelli dei miei monologhi.
Mi prese per un braccio e mi tirò giù dal letto.
-Inutile Tomlinson, posso dormire benissimo anche sul pavimento-
-Che barbona!-
-No, chiamasi genio. Sono talmente dotata che mi sono adattata alle rotture come te-
-Quanto sei dolce!-
-Quanto sei sensibile!-
Mi alzai dal pavimento, ormai avevo capito che quello stronzo non mi avrebbe fatto dormire.
-Tomlinson, puoi anche lasciarmi il braccio ora- gli dissi bruscamente.
-Scherzi? Potresti addormentarti in piedi se non ti faccio camminare-
Alzai gli occhi al cielo.
Sembravo una sonnambula anche se mi teneva, quindi non avevo bisogno del suo aiuto, soprattutto del suo.
-Ti odio-
-Oh ma davvero?!Non si era capito-
Sbuffai.
-Sai a volte mi domando come quel ragazzo ti sopporti, dovrebbero farlo santo-
-Chi?-chiese Zayn, uscendo improvvisamente dalla cucina.
-Nessuno-dissi io, velocemente.
Mi guardò un po’ strano.
-Ok, comunque siamo tutti in cucina-
Infatti erano tutti intorno ad un tavolo che chiacchieravano.
Si voltarono non appena ci avvicinammo.
-Sembra che qui qualcuno si sia riappacificato-disse Harry.
Strattonai il braccio dalla presa di quell’idiota e mi sedetti il più lontano possibile da quel coglione.
-Allora, avete già un’idea cover?-
Niall scosse la testa.
-E voi ragazze?- ci domandò Liam.
Elena scosse la testa, Claudia e Aurora dissero semplicemente di no, mentre Margherita urlò “Mica penso!”.
-E tu barbona?-
Mi voltai verso di lui.
-Ehm…ecco…insomma…-
La verità?
Sì, avevo una canzone, ma avevo paura.
Ero sicura che mi avrebbero presa in giro fino alla morte.
-Maria, qualunque idea tu abbia ti prego diccela-mi incoraggiò Harry.
-Spero che non sia uno schifo, come quelle che ascolti di solito-
-No coglione-gli risposi, sapendo benissimo che si alludeva ai The Wanted.
Presi il cellulare e parii la cartella “musica”.
-Pensavo a questa-
La musica si diffuse nella stanza.
-Cosaaaa?! Non varrai che io canti questa schifezza!-urlò Elena sull’orlo di una crisi isterica.
Harry le circondò le spalle con un braccio per calmarla.
Un’ottima medicina!
-Ti sei dimenticata che non dobbiamo cantarla noi? Noi diamo solo una mano con i video-le risposi.
-E invece ti sbagli-disse Zayn.
Bloccai la musica.
-Che vuol dire?-
-Abbiamo pensato di far salire anche voi sul palco-
Mi cadde il cellulare dalle mani, per fortuna che Liam lo afferrò prima che cadesse a terra e si sfracellasse in milioni di pezzettini.
Guardai Louis che aveva un sorriso di trionfo che gli andava da un’orecchia all’altra.
Mi avvicinai a lui.
Sembravo un dugongo senza coda per quanto ero incacchiata.
Lo presi per il colletto della maglia e lo trascinai fuori dalla stanza, con un “Scusate un attimo”.
Chiusi la porta e lo guardai negli occhi.
-Perché quello sguardo truce? Dovresti essere contenta-
-Contenta?! Ci fai cantare solo per farmi fare una brutta figura con Nate-
-Oh, ma quanto sei egocentrica, credi veramente che io abbia macchinato tutto questo per farvi litigare?-
Annuii, aveva anche il coraggio di negare quel deficiente!
-Illusa, io non ti penso neanche quando mangio pesante a cena,…beh, aspetta forse lì sì-
-Guarda che non mi fai un favore se mi pensi, capito?-
Fantastico!
Stavamo litigando un’altra volta dopo quella sfuriata di ieri.
Che bellissima e tranquillissima estate!
 
-Ok, canterò con voi-dissi, scrollando le spalle-mi è venuta in mente una cosa-
Lui mi guardò ironico.
-Da quando in qua pensi qualcosa che non sia un insulto nei miei confronti?-
-Da quando ho scoperto che mangi le carote con i piedi, coniglio-
-E poi sarei io quello malato-
Liam venne verso di noi, urlando “Maria, siamo tutti d’accordo “Breaking free” sarà la nostra cover”.
-Ehi un momento…io non ho deciso-lo interruppe Louis.
Dannatissimo idiota!
Addio idea favolosa, per una stupida vacca dovrai restare all’interno della mia testa!
-Dai scherzavo, per me è ok-disse Vacca Number 1 ridendo.
 
Pov Elena
 
-Vuoi dire che dobbiamo cantare quella canzone orrenda in italiano?!-esclamai.
Odiavo quel pezzo bimbominchioso, mi ricordava Justin Bieber e io odio Justin Bieber.
-Non tutti, solo noi ragazze-
-E perché?-
-Semplicemente perché il nostro caro Luca Dirisio l’ha tradotta, e poi non è una cosa carina?-
Maria si era bevuta il cervello!
-Carina?! Hai una concezione del bello un po’ distorta…quella canzone fa schifo e non si può rendere più carina, anche se la cantiamo in Turco, Giapponese o Tedesco rimarrà sempre uno schifo-
-Infatti era solo una proposta-disse Maria. -Chi ha altre idee?-
-No no , “Breaking free”  a me piace – intervenne Harry.
Traditore!
Lo guardai come per dire “Ti sei fumato qualcosa?”.
Lui scosse la testa, poi mi indicò la porta, articolando con la bocca un “Ti devo parlare”.
Io annuii, per poi uscire dalla porta seguita da lui.
Se la chiuse alle spalle e poi ci si appoggiò.
-Cos’è che non va in quella canzone?-
-Cos’è che non va?! È la canzone di High School Musical, ecco cosa non va. Non voglio essere presa in giro per l’eternità-
-Anche se verrai presa in giro, sappi che non sarai l’unica, saremo in dieci e poi è un’idea carina quella che voi cantate in italiano la parte di Gabriella e noi in inglese quella di Troy-
Rimasi di sasso.
-Come fai a sapere i loro nomi?-chiesi allibita.
Avevo un terribile sospetto…
-Ti pare che non l’ho visto?!-
Ok, sospetto confermato…però avevo un’altra tremenda sensazione…
-E poi piace anche a me-
Ok numero 2, sensazione confermata.
Ero depressa!
Come potevo cantare una canzone che neanche mi piaceva?
Non ce la potevo fare.
-Ehi Ele-disse Harry, circondandomi le spalle con un braccio-possiamo organizzare un video a coppie e indovina tu con chi starai?-mi chiese facendomi l’occhiolino.
Aiutooooo! Ho la bava alla bocca.
 
Pov Louis
 
L’idea non era male, dovevo ammetterlo.
In fondo l’avevamo chiamate per questo no?
Non doveva essere uno dei soliti video, doveva essere diverso.
Per questo avevamo licenziato i registi e avevamo chiamato loro.
Maria mi guardava come se volesse sapere la mia opinione.
In effetti non avevo detto una parola.
Il perché?
Non volevo darle soddisfazione.
 
Pov Maria
 
Perché non diceva niente?
Oh cacchio, si è accorto che lo sto guardando.
-E tu coglione, che ne pensi? In fondo la sfida la dovete vincere voi-
-Mi sta bene che cantiate in italiano, è originale-
Ah-a gli piaceva la mia idea.
Tiè!
 E credeva che la mia amicizia con Nate mi avrebbe resa inutile.
Sbagliato, caro e dolce coglione.
-Facciamo così-continuò la carota ambulante con gli occhi azzurri-per vedere se l’idea funziona, ci dividiamo in coppie, proviamo e tra due giorni facciamo una sorta di spettacolo tra noi-
Che idea era mai quella?
E poi la faccenda delle coppie non mi convinceva affatto.
-Bravo Tommo, hai avuto la mia stessa idea-disse Harry, saltellando verso Louis.
Quel ragazzo era sicuramente discendente di un canguro stitico  o di uno scoiattolo con seri problemi.
-E quali sono le coppie?-chiese Aurora.
Si leggeva dal suo sguardo che voleva stare con Zayn.
Beh sì chiaro: ognuna voleva stare con il proprio idolo…tranne la sottoscritta.
Avrei dovuto frequentarlo più del solito in quei due giorni, a meno che…
-Propongo di fare le coppie con il sorteggio-dissi, alzandomi di scatto.
Non dovevo capitare con Louis.
Avrei truccato qualche biglietto se era necessario.
-Cos’è? Non vuoi capitare con me?-disse Louis, avvicinandosi con il suo solito sorriso odioso stampato in faccia.
Avvicinò il suo viso beffardo al mio.
-Hai per caso paura di stare due giorni con me da soli?-
Se l’odio fosse fuoco, a quest’ora il grande Louis Tomlinson sarebbe stato un ammasso di cenere.
Ma purtroppo il mio odio non aveva poteri soprannaturali…era solo odio.
-E tu non hai paura che io possa spaccarti la faccia?-chiesi con il suo stesso sorriso beffardo.
-Oh guarda tremo!-disse, facendo tremare una sua mano davanti ai miei occhi.
Attention please, attention please, la tua temperatura corporea si sta alzando drasticamente, se continua così il tuo organismo esploderà.
Scusa comunicazione interna?
Sì?
Chiamasi assoluta rabbia verso un coglione altamente stupido.
-Ok, vado a preparare una cioccolata-
Indovinate chi era?
Esatto.
Zayn Jawaad Malik, il ragazzo cioccolata.
-Tomlinson, comincia a tremare sul serio-urlai.
Lui sorrise.
-Credo proprio che non lo farò, ho talmente paura che…no, non riesco neanche a tremare-
Claudia mi tenne ferma se no ci sarebbe stato lo schiaffo numero 2.
-Maria, sta calma-mi sussurrò lei all’orecchio.
Sì giusto.
Sembravo una pazza isterica.
Ma non avevo ragione?
Abbassai lo sguardo.
Non volevo incontrare quello di Tomlinson se no sarei esplosa sul serio.
Canticchiai qualche nota di “Calma e sangue freddo”.
Sì, ci voleva taaaaaanta calma.
-Ehm comunque riguardo al sorteggio…avevo promesso a Ele che noi due saremo stati insieme, quindi…-
Guardai Harry.
Ok, mi stava mettendo in difficoltà.
Se per lui e Elena il sorteggio non valeva, allora non valeva neanche per…
-Io vorrei stare con Marghe-dissi Liam, scambiando uno sguardo d’intesa con mia sorella.
Ecco appunto, ero nei…
-E io con Claudia, dato che siamo diventati compagni di mangiate-
…casini!
Guardai Louis, che mi stava sorridendo con aria di sfida.
-Ti prego Zayn, stiamo insieme-disse Aurora pregandolo, nel vero senso della parola, dato che si era inginocchiata e aveva unito le mani.
Zayn fece finta di pensare e poi disse:
-Va bene, in realtà te lo stavo per chiedere io, ma non importa-
Aurora si mise a ballare per la stanza, mentre io noleggiavo una scavatrice per la mia fossa.
-Quindi fatemi capire-disse Louis, avvicinandosi a me-Il sorteggio non si fa più?-chiese ironico, fingendo di non sapere la risposta.
Che coglione!
Era un imbecille!
-Ehm no-disse Harry, guardandomi stranamente.
Si era accorto adesso  che per colpa sua ero nella cacca.
Che genio quel ragazzo!
-Molto bene, allora possiamo iniziare-
Oh bene!
Dovevo passare due giorni da mattina fino a sera con quel coglione, che di solito cercavo di evitare il più possibile.
Sì sì veramente splendido!
 



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Louis


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Harry


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Liam


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Niall


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Zayn


VI PREGO NON UCCIDETEMI PER LA CANZONE CHE HO SCELTO!
A ME PIACE è CARINA...E MOLTO DOLCE.
COME UN CIOCCOLATINO...ME LA DEVO SMETTERE A PENSARE AL CIOCCOLATO!!!
SPERO CHE IL RIENTRO A SCUOLA SIA ANDATO BENE...
CONTINUATE A RECENSIRE E A SEGUIRE LA MIA STORIA...
SIETE FANTASTICI!!

MARIOLA IN CARIOLA CON LE MUTANDE VIOLA!!!

 

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Capitolo 11
*** PROVA E RIPROVA ***


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Pov Claudia
 
Due giorni erano veramente pochi.
Mangiai un pezzo di cioccolata, mentre guardavo il video di “Breaking Free” insieme a Niall.
Ascoltai anche quello di Luca Dirisio.
Che orrore!
Non potevamo fare qualcosa di più decente?
-Bene Clà, cominciamo-mi disse, alzandosi.
Eravamo in una stanza abbastanza grande con una parete interamente ricoperta da uno specchio.
Credo per coordinare i movimenti.
Cominciò a cantare.
-Soaring, flying…-
Bene, mi ero già persa!
I suoi occhi risplendevano…insomma, era troppo bello.
Ad un tratto si interruppe e mi guardò.
-Che c’è?- dissi imbarazzata.
-Adesso attacchi tu-
Oh bene, cominciavamo veramente bene!
Avvicinai il microfono alla bocca, ma …inutile la voce non voleva uscire.
Mi vergognavo.
 E se la mia voce non gli fosse piaciuta?
-Che c’è Clà?-mi chiese, avvicinandosi preoccupato.
Mi ritrassi di scatto, per poi voltare la testa dall’altra parte.
-Non credo di potercela fare-dissi flebilmente.
-Che vuol dire?-
Mi voltai verso di lui, incontrando i suoi occhi.
Abbassai lo sguardo.
Appoggiai il microfono su un tavolinetto lì vicino.
-Scusa Niall, non sono utile qui. Vado a cercare Maria per iniziare il nuovo video…è quello il mio posto, davanti al computer-
Mi avviai verso la porta, ma lui mi fermò prendendomi la mano.
-Il tuo posto è qui…con me-
Mi voltai per guardarlo negli occhi.
Non potevo credere che avesse detto quelle parole!
 
Pov Elena
 
-Sei grande!-mi disse, dandomi il cinque.
Ok, sto per diventare una pozzanghera, parte uno.
Che dovevo dire?
Anche ti sei bravissimo?
No, era una di quelle frasi che si sentono a migliaia.
-Grazie-dissi sorridendo imbarazzata.
-Dato che con l’intonazione è tutto ok, io penserei alle mosse-
Sbiancai.
O my God!
Nonononononono!
E invece sì.
-Hai in mente qualche coreografia, per caso?-
-Ehm no, di solito è Marghe che si occupa del ballo-dissi, alzando le spalle dispiaciuta.
Harry cominciò a saltare per la stanza, sembrava una scimmia che doveva andare urgentemente in bagno.
Fece una mossa strana con la testa, poi mi prese e iniziammo a ballare qualcosa come un tango supervelocizzato, con tanto di caschè.
Quel ragazzo era assolutamente fuori!
-Allora che ne dici?-mi chiese Harry, proprio mentre stavo ancora con una gamba in aria e la schiena mezza incriccata nel bel mezzo di un caschè con il mio super idolo.
-Di cosa?-
-Non va bene questa coreografia?-
Io gli sorrisi.
-Potresti alzarmi Harry? Così ti risponderei meglio, non trovi?-
-Ehm, scusa-
Finalmente le mie gambe tornarono a terra.
Dolce terra!
Mi stiracchiai la schiena, dato che mi faceva male come ad una vecchietta.
-Allora che ne dici?-
-È  stupenda, bellissima-
Cominciai a saltellare entusiasta.
-Veramente?-
-No Hazza, fa schifo-dissi tra le risate.
Gliel’avevo fatta!
Ahahaahah!
-Brutta…-
E cominciò a rincorrermi per la stanza.
-Aiuto!-urlai in preda ad un attacco di risate.
Mi prese in meno di un secondo.
Mi abbracciò da dietro,
-Bene bene, allora adesso hai il coraggio di ripetere cosa pensi della mia coreografia?-
-Fa schifo-
Lui mi diede un bacio sulla guancia.
-Hai proprio ragione-
 
Pov Margherita
 
-Liam, smettila-
Ormai eravamo bagnati fradici dato che ci stavamo facendo i gavettoni.
-Dai dobbiamo provare-
-Oh ma quanto sei fiscale!-disse tra le risate-Mia nonna si diverte più di te!-
-Oh, grazie-dissi, fingendomi offesa.
-No, dai Marghe…non fare il labbretto, sei troppo dolce-disse, abbracciandomi.
Cominciai a fargli il solletico sui fianchi.
-Ah, ma non lo soffri!-
-Muahahahahah! -(risata maligna)-No!-
Ci mettemmo a sedere su una panca in un angolo.
-Sai credo che se continuiamo così, non combineremo niente-mi disse.
-Grazie Liam, non c’ero arrivata-
-Sei una cacchetta-
Sì, Maria aveva ragione, parlava proprio come me.
-E tu una caccola-
-Quanto sei dolce e fine-disse, scompigliandomi i capelli.
Poi mi sorrise.
-Ma dov’eri?-
-In Italia, genio!-dissi io ridendo.
Lui scosse la testa.
-Non in quel senso, genio-disse, imitandomi.
Risi.
-Volevo dire, è una fortuna che ci siamo incontrati, quasi quasi dovrei ringraziare Max per la sfida-
Mi prese una mano e la strinse.
-Sai, credo che senza di te non mi sarei ripreso da quel duro colpo-
Appoggiai la testa sulla sua spalla.
-I know it! Io sono l’unica e irripetibile Margherita, yeah!-
-Sembri una rap che non ha mai venduto un disco-
-Ehm…non è che sembro-
 
Pov Aurora
 
Era da un’ora che Zayn parlava a quel telefono.
O meglio, urlava.
-Senti Perrie…cosa?!E chi è questo Michael Jordan?...certo certo, come no…non credo che sia meglio di me…senza offesa ma quello è un rincoglionito e tu una stupida…, sì brava non cercarmi più,…ti odio…idiota!-
Finalmente chiuse la chiamata.
Mezz’ora al telefono urlando come un pazzo.
Credo che solo un cantante può fare questo.
-Fammi indovinare…Perrie-
Lui annuì.
-Indovina un po’! si è innamorata di un cestista-
Scrollai la testa.
-Aveva te, insomma la perfezione in persona e se ne va a cercare un altro-
Lui mi sorrise.
-che hai detto?-
-Se ne va a cercare un altro-
Lui scosse la testa.
-No, prima-
-Aveva te-
-Dopo-
-Non mi ricordo-
Memoria  a breve termine, parte uno.
Lui si alzò, venne verso di me e mi bloccò al muro.
Aiuto!
-Hai detto che sono la perfezione in persona, lo pensi veramente?-
Avevo detto così? Maledette corde vocali!
Io annuii titubante.
Mi accarezzò dolcemente una guancia.
-Magari lo fossi-
 
Pov Maria
 
-Porca…ho stonato!-esclamai, tappandomi la bocca con una mano.
-Me ne sono accorto-rispose lui duro, prendendo una bottiglia d’acqua.
-E meno male che sapevi la canzone a memoria-
-Guarda che non ti ho costretto io a stare con me, hai fatto tutto tu-
Ci ritrovammo presto faccia a faccia.
-Non l’ho fatto perché mi piace stare con te, ma per darti fastidio-
-Ma guarda, ci voleva un genio per capirlo-dissi ironica, pizzicandogli una guancia.
Lui mi diede uno schiaffetto sulla mano.
-Cos’è tutta questa confidenza?-chiese divertito.
Trattenni un sorriso, a volte faceva ridere.
E sottolineo a volte!
-Tra noi non c’è alcuna confidenza Tomlinson,…comunque tornando alla canzone…vorrei provare a fare una cosa-
-Quando fai così mi fai paura-
 
Pov Louis
 
Quella ragazza era troppo strana.
Era scappata dalla stanza correndo.
Si può sapere cosa le era preso?
-Eccomi bamboccio-
Si era cambiata: indossava un…
-Vestitino?-
Ok, ero abbastanza sorpreso.
Lei era la solita ragazza-pantaloni e adesso indossava un vestitino che le arrivava sopra il ginocchio.
-Sì, lo so, mi sta male-disse alzando gli occhi al cielo.
Era la solita!
-Ehm…in realtà volevo dire il contrario-
No, ero stato troppo gentile, infatti se ne era accorta pure lei, dato che mi guardava con due occhi sgranati da far paura.
-Non è che vuoi far colpo su di me?-
Arrossì.
 
Pov Maria
 
-Assolutamente no!-dissi, risoluta.
Ecco, ci risiamo.
Sentivo ancora le guance che scottavano.
Ma perché a me?
E naturalmente lui sorrideva.
-Se forse non hai notato, sul video lei porta una gonna, lo faccio solo per interpretare meglio il personaggio-
Poi gli lanciai la felpa che avevo preso in camera sua.
-Dovresti fare lo stesso-
Guardò sbalordito la felpa e poi me.
-Dove l’hai presa?-
-Nel buzzo dell’immondizia…scemo! In camera tua-
Si avvicinò pericolosamente.
-Sei entrata in camera mia?!-
Annuii.
-Ci sono cose personali-
-Oh certo, un computer, un letto e un armadio sono cose molto personali-
Ironia portami via!
Mi sistemai meglio quel vestitino blu scuro, poi presi il microfono aspettando che lui facesse lo stesso.
Louis sbuffò, mettendosi la felpa, poi si avvicinò allo stereo e fece partire la base.
Si avvicinò in fretta a me.
-Lasciamoci andare, ok?-
Io annuii titubante.
Che voleva dire?
Mi prese una mano.
-Soaring, flying…-
Era arrivato il mio turno.
-Tu lo sai che il mondo non ti accetta mai per quello che sei…-
Lo guardai negli occhi.
Non dovevo pensare a niente, solo a cosa la melodia suscitava in me.
Lui sorrise, lasciandomi la mano, per fare poi una giravolta.
Anch’io ne feci una e cominciai a ballare.
Si avvicinò di nuovo a me e intrecciò il braccio con cui teneva il microfono con il mio, tanto che per cantare dovevo restare attaccata a lui, il che non so se mi dispiaceva.
Maria, certo che ti dispiace, mandalo via, è uno stupido!
E allora perché non riesco a staccare gli occhi dai suoi?
La canzone era finita, avevamo entrambi il fiatone, ma nessuno dei due aveva accennato a sciogliere la nostre braccia o a distogliere lo sguardo.
-Scusa- disse Louis, rispondendo al cellulare che aveva cominciato a squillare.
-Ehi amore-disse aprendo la chiamata.
Distolsi subito lo sguardo dal suo per andare a sedermi.
Non avevo mai sopportato Eleonor e credo che non la sopporterò mai.
Presi il cellulare e mi accorsi che c’era un messaggio.
Era Nathan.
“Puoi uscire oggi?”
“In questi giorni sono occupata da mattina a sera, ma se vuoi possiamo uscire dalle otto in poi”
Glielo inviai e la risposta non si fece attendere per molto.
“Sicura che non sarai troppo stanca?”
Sorrisi.
Il mio Nathan.
Quanto poteva essere dolce una persona?
Era veramente premuroso nei miei confronti, non come un’altra persona.
Guardai Louis che intanto se ne stava in un angolo a parlare al telefono con quell’oca.
Si voltò e incrociai il suo sguardo.
Subito lo distolsi tornando a messaggiare con Nate.
“No, non ti preoccupare, poi che sarà mai? Mi addormenterò con la faccia su una pizza in un ristorante”
“Ahahahahahah, penso che tu ne sia capace”
“E fai bene a pensarlo, comunque facciamo stasera alle otto alla solita pizzeria?”
“Ok, ma va bene se co sono anche gli altri?”
O mio Dio!
“E me lo chiedi pure? Va superbene”
Appoggiai il cellulare sulla panca su cui ero seduta.
-Allora chi era?-mi chiese Louis chiudendo la chiamata.
Alzai le spalle.
-Nathan-
Lui fece una smorfia.
Oh sì, giusto! Stavo parlando con Louis-sono-figo-solo-io-Tomlinson.
-Comunque siamo andati più che bene, non trovi?-
-Sì, credo di sì, anche se sembravo una balena arenata…-
Mi tappò la bocca con un dito, sorridendo.
-Certo che la tua autostima è pari a meno infinito-
Arrossii.
Ma guarda che novità, questa non ve l’aspettavate proprio, eh!
Voltai la testa dall’altra parte.
-Ti preferisco quando mi tratti male-
-E io ti preferisco quando sei imbarazzata e arrosisci-
M nascosi la faccia con le mani.
Odiavo quando qualcuno mi faceva notare che ero rossa.
-Sai, sei molto più dolce quando fai così di quando mi chiami coglione. Forse ho capito cosa trova Nathan in te-
Mi scoprii la faccia e gli dissi:
-Guarda un po’ chi ha mangiato fette biscottate e latte stamattina-
Lui misorrise.
Ok, mi sentivo a disagio, insomma non stavamo litigando e lui addirittura mi faceva dei complimenti.
-Allora coglione, io direi di riprovare, sembravi una gallina spennacchiata-
Sorrise di nuovo.
-Gallina a chi?-
Cominciò a rincorrermi.
-Aiutoooooooo!-
-Vieni qui che ti faccio ingoiare cinquanta milioni di miliardi di pezzi di formaggio-
-No, ma che schifo!!-
-Appunto-
Continuavo a scappare, correndo in cerchio in quella stanza.
Avevo sentito che non bisogna mettere i pesci nelle bocce se no, a forza di nuotare in tondo, diventavano pazzi.
Non è che per noi era la stessa cosa?
No, perché io non volevo diventare pazza.
Louis già lo era quindi non credo che gli importasse.
Mi prese, abbracciandomi da dietro.
-Sei mia!-mi sussurrò ad un orecchio.
Rabbrividii istintivamente per il doppio senso che si celava in quella frase.



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Louis


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Liam


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Harry


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Niall


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Zayn


CIAO E TUTTI, ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO!
SPERO CHE VI PIACCIA E CHE MI LASCIATE QUALCHE RECENSIONE, SE VOLETE!
NON OBBLIGO NESSUNO...
RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE HANNO RECENSITO LA MIA FF , L'HANNO MESSA TRA LE PREFERITE/ SEGUITE E RICORDATE E A TUTTI COLORO CHE LA LEGGONO SILENZIOSAMENTE!
UN BACIO ENORME A TUTTI!



 

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Capitolo 12
*** CUCCIOLO ***


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Pov Maria
 
-Allora ragazzi, dite la verità: che c’è tra voi due?-ci chiese Tom quella sera, facendoci l’occhiolino.
Mi andò di traverso la pizza.
Nate mi diede delle piccole pacche sulla schiena.
Io gli sorrisi per ringraziarlo.
-Scemo-dissi ridendo a Tom, tirandogli dell’acqua che stava nel mio bicchiere-mi hai quasi ucciso-
Anche lui rise.
Probabilmente quella serata non poteva andare meglio.
Sedevo tra Nathan e Max e davanti a me c’era Tom.
 -No, dai veramente, vogliamo sapere cosa c’è tra voi due-mi chiese Siva.
Nathan rispose per me.
-Siamo amici-
Appoggiai la testa sulla sua spalla.
-Siete sicuri?-chiese Max guardandoci ironico.
Sorrisi a Nate.
-Forse siamo amici un po’ speciali-disse lui accarezzandomi i capelli.
Lo baciai su una guancia.
Quant’ era dolce!
Non l’avevo mai visto arrabbiato, mi aveva sempre capita e mi aveva dato consigli per affrontare il problema con Louis.
Era il caso di dirlo: ero la principale rottura di cojons di Nathan Sykes!
-Ueh!-dissero tutti in coro.
Io e Nathan li guardammo un po’ strano.
Ma cosa c’era nella pizza?
Credo che avevano scambiato il sale con qualche sostanza allucinogena.
Sì sì.
-Che vuol dire “ Ueh”?-chiedemmo noi due in coro.
-Significa che tra voi due c’è qualcosa-disse Jay, in preda ad un attacco di ridarella.
Alzai gli occhi al cielo.
-Siete fissati, allora per cambiare argomento…che si fa dopo?-
-Beh noi andiamo al cinema, ma voi due vorrete stare da soli…-
Nathan intervenne subito.
-Sì, assolutamente-disse, cingendomi le spalle con un braccio.
Lo guardai interrogativamente e lui mi fece l’occhiolino sorridendo.
Cosa aveva in mente?
-Bene-disse Tom alzandosi-allora per festeggiare la coppia pago io-
Mi alzai anch’ io.
-Scordatelo bello, qui non c’è nessuna coppia da festeggiare-
Lui mi sorrise e mi prese una mano per poi darmi un bacio sulla punta del naso.
-Adesso ce ne è una-
-Cosaaaa?!-
Tom che figo che sei!
Ok, forse le mie parole non coincidevano perfettamente con i miei pensieri…
Rimasi impietrita in piedi, mentre gli altri ridevano.
-Va bè, ragazzi io vado in bagno-disse poi Max alzandosi.
-Io vengo con te-disse subito Tom.
-No, bello tu resti qui-gli dissi prendendolo per il colletto della maglia.
Quanto mi piaceva essere cattiva!
Muahahahahah!
-Ueh!-
Ok, non erano normali.
Intanto Max era tornato.
-Fatto possiamo andare-
-Dobbiamo pagare-
-Fatto-disse lui tranquillissimo.
-Quella di andare al bagno era tutta una scusa!-esclamai, guardandolo in modo isterico.
-Eh già, hai trattenuto il povero e innocente Tom-
Quest’ultimo finse di mettersi a piangere.
Io lo abbracciai.
-No, cucciolo tata si scusa-
-Voglio le caramelle-disse, ciucciandosi un dito.
-Subito, subito-dissi, aprendo la borsa e dandogliene una.
-Grazie tata-disse, baciandomi una guancia.
-Ueh!
-Bastaaaaaaaaaa!-urlai in preda ad un attacco isterico.
Uscimmo dal ristorante e ci salutammo.
Io e Nate rimanemmo da soli.
-I ragazzi sono fantastici-
-E gli stai pure simpatica, non li capisco proprio-
Gli diedi un piccolo pugno sulla spalla.
-Grazie tante!-dissi, nascondendo un sorriso.
-Dai scherzo!-disse abbracciandomi.
-Ohi, Orso Abbraccia Tutti, datti una calmata-
Infatti stavo per cadere  a terra.
Quel ragazzo non poteva fare con me quella cosa.
Avevo l’equilibrio precario di un pollo senza becco.
Ma che sto dicendo?
-Allora dove mi porti di bello?-chiesi.
Ero veramente curiosa!
Anche perché volevo sapere cosa aveva ostacolato la mia serata-cinema.
-Siamo quasi arrivati, certo che sei insopportabile-
Io gli feci una linguaccia.
-Eccoci-
Alzai gli occhi e mi ritrovai davanti la…London Eye.
Certo che ero cieca, non l’avevo neanche vista prima e a dire che era bella grossa!
-Non mi dire che…-
Lui annuì sorridendo.
-Oddio Nate, sei dolcissimo, grazie grazie-
Stavolta fui io a gettarmi su di lui come una giraffa.
Ok, continuavo a dire cose senza senso.
Ma il mio entusiasmo non durò a lungo: davanti alla cassa c’era una fila lunga più di dieci chilometri.
-Ehi Mary, perché quella faccia?-
-Guarda che fila-
-Ho pensato a tutto, vieni con me donna di poca fede-disse ,prendendomi per mano e dirigendosi verso la cassa.
-Scusi, ci deve essere un sedile per Sykes-
Il  ragazzo della cassa lo guardò sorridente e poi mi fece l’occhiolino.
Nate se ne accorse e mi mise un braccio intorno alle spalle.
Woo, allora era geloso!
-Sì, c’è un sedile per il suo nome-
Fermò la ruota proprio quando il nostro posto era a terra.
-Grazie e buon divertimento-ci disse, facendo ripartire la ruota.
Mi accoccolai sul sedile, vicino a Nate.
 
Pov Margherita
 
Che faticaccia!
Dovevo coprire le spalle a Maria.
Mi ero inventata una storia assurda, ma in quel momento non avevo immaginazione.
Dissi a tutti che era scappata con un retino per acchiappare una farfalla rarissima.
Louis rideva sotto i baffi.
Naturalmente sapeva tutto, e infatti la mia missione non finiva lì.
Dovevo anche fare la guardia a Louis, non doveva dire niente a nessuno e in più dovevo anche finire il mio libro.
Ero sfinita!
Liam si sedette vicino a me sul divano del salotto, eravamo tutti riuniti lì.
-Che ne dite di ordinare qualcosa come una pizza o qualche cibo cinese?-
Mi misi a saltare sul divano.
-Sì sì, Liam hai avuto una bellissima idea. Voglio mangiare con le bacchette-
Tutti risero.
Elena giocava con il cellulare di Harry e appoggiava la testa sulla spalla di lui, Louis giocava con la play con Zayn, Niall mangiava insieme a Claudia latte e biscotti, mentre Aurora faceva il tifo per Zayn.
Sì, era una serata noiosa!
Avrei mangiato molto volentieri il cinese.
Liam chiamò subito il ristorante e ordinò tutto quello che gli suggerivo, ovvero tante porzioni da sfamare un esercito.
-Riusciremo a mangiare tutto?-
-Hai qualche dubbio Liam?-
Lui scosse la testa sorridendo.
-Ma se non ti finisci tutto...-disse minaccioso.
-Quanto sei aggre-
-E che vuol dire?!-
-Aggressivo-
Mi sa che non si diceva.
Va bè!
 
Pov Maria
 
Guardavamo Londra dall’alto.
Io gli abbracciavo la vita e avevo la testa sulla sua spalla, mentre lui mi circondava con un braccio, stringendomi a lui.
-Credo di non averti ancora ringraziato-
-Ehm, lo hai fatto circa duemila volte-
-Ah ok, beh, facciamo duemila e uno, grazie-dissi, abbracciandolo più stretto.
Lui sorrise.
-Dimmi una cosa Nate…ma per caso, prima alla cassa eri geloso?-chiesi, guardandolo sorridendo.
-Faceva lo sgarzellotto ed è un cretino-
Quindi sì.
-Sì, in effetti la faccia da cretino ce l’ha-
-E Maria mi dà ragione!-
Risi.
Quanto stavo bene con lui? Troppo.
Un vento fresco mi fece rabbrividire.
Lui si tolse la felpa e me la diede.
-No, sentirai freddo-
-Maria se non la prendi ti butto di sotto-
-Uhm…confortante-dissi, infilando la felpa.
-Ah, Nate?-
-Sì?-
-Grazie mille-
-Aaaaaaaaaarrrrrrrrr! Con questa fanno duemila e due-
Come far esaurire un ragazzo, parte uno.
E aggiungerei anche muahahahahahaha!
 
Mi accarezzò i capelli, arrossii di botto.
Lui cominciò a cantare Last to Know, guardandomi negli occhi.
Mi stava dedicando una canzone?
Noooooooooo! Maria ma sei matta? Come può dedicarti una canzone?
Ma allora perchè non stacca i suoi occhi dai miei e mi ha preso una mano?
Era troppo bello per essere vero.
Nessuno aveva mai cantato per me.
Nessuno.
Una lacrima scivolò lungo la mia guancia.
Nooooooooo, che facevo? Piangevo?
Dovevo ridere per quanto ero felice, invece no piangevo.
La stupidità non ha limiti!
-Però! Non mi capita spesso di dedicare una canzone sulla London Eye-
Tentai di asciugarmi una lacrima in fretta e soprattutto di nascosto.
Ma lui fu più svelto, me l’asciugò accarezzandomi una guancia.
-Piangi?!-
-È stata la cosa più bella che mi sia mai capitata-dissi sorridendo.
-Ah, ti sei commossa! Ma guarda che effetto faccio alle donne!-
-Stupido-dissi, dandogli un pugno  sul braccio.
-Comunque dobbiamo scendere-
Quindi quella serata era finita, per il meglio.
Scendemmo dal sedile, il ragazzo della cassa ci sorrise in segno di saluto facendo ripartire la ruota.
Tornammo al ristorante dove Nate aveva parcheggiato.
Entrai in macchina e lo pregai con lo sguardo.
-Maria, quante volte ti ho detto che devi fare come se fossi nella tua macchina?-
Io gli sorrisi e accesi la radio.
-Sai, non sarebbe male che tu mi facessi avere una copia delle chiavi-scherzai.
-Non ci pensare nemmeno, me la ritroverei sul fondo del Tamigi-
-Simpatico!-
-Lo so-risi.
-Comunque grazie per stasera, sono stata benissimo.-
-Siamo a duemila e tre, comunque sono stato bene anch’io.
Domani mattina ci incontriamo per fare jogging?-
Digli di sì, che ti frega di Louis Tomlinson?
-Sì, facciamo alle sette come al solito-
-Bene-
 
Pov Louis
 
Bene, si preparava un’altra giornata di prova e di canto.
Dovevamo ancora trovare i vestiti, la coreografia, per non parlare della scnografia.
Sì, sarebbe stata una giornata pesante!
Mi alzai in fretta e furia dal mio letto, misi qualcosa di decente e mi diressi in camera di quella palla al piede.
Bussai.
-Cogliona, sei pronta?-
Silenzio.
Ah, quella sfaticata stava ancora dormendo.
Bene, ci voleva un risveglio con i fiocchi, così impara a tornare a casa tardi per stare con quell’imbecille.
Aprii piano la porta e mi avvicinai a quello che credevo fosse il letto, dato che dentro quella stanza era tutto buio.
Salii sul letto e cominciai a saltarci sopra urlando.
-Sveglia, va tutto a fuoco!-
Ma niente…no, quella non era una reazione degna di quella barbona.
Andai alla finestra a l’aprii.
Il sole entrò nella stanza, illuminando il suo letto…vuoto.
 
Pov Maria
 
Aprii la porta di casa di scatto.
Salii le scale che portavano al piano camere più velocemente e silenziosamente possibile.
Con un po’ di fortuna non si sarebbe accorto di niente.
Purtroppo non avevo questa fortuna.
Lui era seduto davanti alla porta di camera mia e da come mi fissava doveva aver immaginato dove potessi essere.
-Un’ora e un quarto-disse, alzandosi.
 
Ok, che era stupido per dire stupido, ma adesso sparare ore a caso…
-Come scusa?-
-Ti sto aspettando esattamente da un’ora e un quarto-disse, avvicinandosi-mentre tu te ne stavi con quell’idiota.
-E tu te ne sei stato un’ora e un quarto a non fare niente? Chi deve vincere la sfida? Tu od io?-dissi, sorpassandolo e entrando in camera sbuffando. -Potevi intanto accendere la musica, pensare alla coreografia, farti un’idea della scenografia e dell’abbigliamento-
Mi prese per le spalle e mi scrollò.
-Cosa ti sembra un gioco? Mi costa ammetterlo, ma per pensare a queste cose ho bisogno di te-
Avvicinai il mio viso al suo, rossa di rabbia.
-Ma davvero? E perché? Sei tu la star e non io, tu dovresti insegnarmi-
-Dobbiamo farlo insieme, pensavo che te ne importasse qualcosa, ma a quanto pare mi sbagliavo. Forse è ora che tu decida da che parte stare, o la nostra o quella di quei pezzenti-
-Pezzenti?! Sono ragazzi fantastici, qui il vero pezzente sei tu!-
E qui arrivò talmente veloce e fulmineo che non lo vidi nemmeno.
Sentii solo la pelle che bruciava.
Mi aveva dato uno schiaffo.
Mi portai una mano sulla guancia e mi accorsi che era calda.
Mi prese l’altra mano.
-Scusa, io…-
Mi divincolai.
-Vattene, ti odio!-
Uscì dalla stanza, chiudendo la porta.
-Ti aspetto di sotto-urlò.
Mi buttai sul letto, strinsi il cuscino e scoppiai a piangere.
Mandai un messaggio a Nate, in quel momento avevo bisogno di lui.
“Sei libero?”
Subito dopo mi chiamò.
-Che è successo?-
Sorrisi.
-Nate, non ne posso più.-
-Che ti ha fatto?-
-Uno schiaffo, mi ha dato uno schiaffo-
-Cosaaa?! Io vengo lì e lo uccido, come può far del male alla mia piccolina?-
Risi.
-Ok, così sembri un padre mezzo paranoico-
-Evviva ti ho fatto tornare il buon umore!-
-Già!-
-Senti, sai che facciamo? Stasera facciamo una passeggiata insieme dopo cena, ok? Ti vengo a prendere…-
-No, vengo io ci incontriamo al parco-
-Maria è pericoloso, Londra non è come Moie-tentò di obbiettare, ma fu inutile, vinsi io.
Chiusi la chiamata, asciugai le lacrime, mi misi il vestito di ieri e scesi di sotto.
Non vedevo l’ora che venisse sera.
Volevo Nathan.
Lui mi sapeva confortare anche solo con il suo splendido sguardo.
Ma sarei sopravvissuta alle scagnarate con Louis?
Inspirai forte e poi entrai nella nostra stanza prove.
Lo trovai seduto su una panca con la testa appoggiata al muro, con un’aria depressa.
Sembrava che fosse stato lui a ricevere lo schiaffo e non io.
-Allora? Vogliamo provare?-dissi cercando di non mostrare che avevo paura.
Mi spaventavano i ragazzi che picchiavano le donne.
Era più forte di me.
Mi portai di nuovo la mano alla guancia che aveva colpito.
Mi ricordavo ancora il dolore.
Lui abbassò lo sguardo.
-Fai bene ad odiarmi, sai-
Mi sedetti accanto a lui.
-Mi odio anch’io stesso in questo momento, non mi era mai capitato di non andare per niente d’accordo con una persona, a parte Flora…-
Eccoli di nuovo, quei benedetti nervi!
-Sì sì, lo so, non è lontanamente paragonabile a me-dissi, alzandomi e facendo partire la base.
Sì, aveva ragione, lo odiavo.
 
Pov Nathan
 
Bene, era sera.
Bene?! No, molto male.
Londra non era certo una città sicura di notte.
Aveva ragione, sembravo un padre paranoico, ma lei non arrivava mai in ritardo.
Provai a chiamarla più volte, niente, non mi rispondeva.
Le inviai cinquanta messaggi, ma lei non dava segno di vita.
Il parco era deserto, non si sentiva nessun rumore.
Cominciai a correre sulla stradina dalla quale di solito arrivava.
Paura.
 
Non poteva essere!!
 
Pov Maria
 
Stava per succedere.
Sentivo da come mi toccava brutalmente e da come mi spingeva contro l’albero.
-Lasciami!-
-Zitta!-disse, dandomi uno schiaffo.
Sbattei la tempia sull’albero.
Sangue e…paura.
Avevo urlato ma nessuno mi aveva sentito.
Perché non avevo dato ascolto a Nathan?
Cercava di slacciare il bottone dei pantaloni, ma nella foga fortunatamente non ci riusciva.
Sentivo un dolore lancinante alla schiena e alla tempia…e piangevo.
-Lasciala stare-
Ad un tratto non l’avevo più addosso.
Caddi a terra.
Non riuscivo a tenermi in piedi.
-Maria, rispondimi-
Qualcuno mi accarezzò, aprii lentamente gli occhi e vidi lui…Nathan.
Mi abbracciò e mi aiutò ad alzarmi.
-Vieni ti porto a casa-
-No, Nate ti cacceresti in un guaio, vado da sola-
-Stai scherzando spero-
Cosa gli avrebbero detto?
Ero preoccupata, ma la parola “casa” in quel momento era l’unica che volessi sentire.
 
Pov Louis
 
Il campanello.
-La porta!-urlai con la speranza che qualcuno andasse ad aprire.
Ero stanchissimo.
Driiiiiiiiiiiiin.
Mi alzai dal divano.
Possibile che in questa casa nessuno andasse ad aprire?!
-Chi è?-chiesi, aprendo la porta, il che non è il massimo dell’intelligenza: avrei potuto essere travolto da un esercito di fan isteriche.
Comunque come ho detto, aprii la porta e mi ritrovai davanti le ultime due persone che mi sarei aspettata di trovare lì a quell’ora.
 
Pov Maria
 
Ci guardava con occhi sgranati.
-Che è successo?-chiese, facendoci entrare in casa.
Nathan mi fece sedere sul divano.
-Chi era alla…Sykes?!-
Benone, Zayn era appena venuto a vedere cosa era successo e sembrava parecchio incazzato.
-Che ci fai qui?-
Poi mi guardò.
-Cosa le hai fatto?-chiese spingendolo.
Mi alzai e mi infilai tra i due.
-Zayn, basta ti prego, lui non ha fatto niente, è stato un…un…-dissi, cercando di trattenere le lacrime.
Anche se non era successo nulla ero ancora spaventata.
-Credo che sia meglio non parlarne giusto?-disse Nate, accarezzandomi una guancia.
-Anche se non ho capito come voi due vi conoscete, preparo una cioccolata calda, qui ci vuole-
E Zayn si precipitò in cucina.
-Scusate, io vado di sopra a fare una doccia-
-Ok, noi ti aspettiamo quaggiù, Mary-mi disse Nathan, sorridendomi.
Corsi di sopra e mi precipitai in bagno, gettandomi sotto l’acqua calda.
 
Pov Louis
 
-Allora cosa è successo?-
A quelle parole Zayn si avvicinò a noi.
-Dovevamo uscire insieme-
Zayn aggrottò le sopracciglia.
-L’appuntamento era al parco dove facciamo jogging-
-E tu non sei venuta a prenderla qua? Sei..?-
Ma come si faceva ad essere così stupidi?!
-Non voleva che la venissi a prendere, ha insistito tantissimo-
-E così, mentre tu l’aspettavi, un uomo l’ha violentata!-dissi, al colmo dell’irritazione.
-Non è successo niente, sono intervenuto in tempo-
E io sarei intervenuto in tempo oppure non mi sarei minimamente accorto del suo ritardo?
Forse non mi sarei preoccupato.
Allora per fortuna che Maria aveva un amico come Nath…Sykes.
Zayn se ne stava muto in un angolo.
 



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Louis


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Nathan


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Liam


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Zayn


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Max


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Tom


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Jay


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Siva


CIAOOOOOOOOO!!
Ecco qua un nuovo capitolo spero che vi piaccia...comunque, sono curiosissima di sapere qual è la vostra coppia preferita.
scusate gli errori di battituraaaaaa!
fatevi sentireeeeeeeee.
Sempre se volete e se avete voglia :))))

 

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Capitolo 13
*** MINI-SHOW e qualcos’altro ***


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Pov Maria

-Nathaaaan-
Corsi di sotto.
-Dimmi-
-Non sei ancora andato via, per fortuna-
Gli porsi la felpa che mi aveva prestato quella sera sulla London Eye.
-Ah grazie-disse prendendola, gli sorrisi.
-Io ora devo andare, mi raccomando chiamami-
Annuii.
Lo accompagnai alla porta.
Mi diede un bacio sulla guancia e poi se ne andò.
Come facevo a spiegare a Zayn come avevo conosciuto Nathan?
Chiusi la porta e mi voltai verso Louis e Zayn.
Quest’ultimo mi lanciò uno sguardo da “parliamo dopo, ok?” e poi salì di sopra, lasciandomi sola con Louis.
Guardavo fisso a terra, probabilmente se non avessimo litigato a quest’ora non sarei stata lì impietrita.
-Fino ad oggi ho pensato che a Sykes non importasse nulla di te-alzai lo sguardo verso di lui-ma mi sbagliavo, ti vuole molto bene, giusto?-
-Credo di sì-
Lui annuì.
Si avvicinò e mi spostò una ciocca di capelli che mi copriva la tempia.
Nel farlo le sue dita avevano sfiorato la ferita.
-Ahi!-
-Scusa-
Mi prese per un polso.
-Vieni con me-
Mi portò in bagno e mi fece sedere sul bordo della vasca e mi disinfettò la ferita.
-Grazie-
-Figurati-disse, mentre si dilettava a fare l’infermiere.
Ero stanchissima!
Sia per le prove, sia per quello che era successo.
Appoggiai d’istinto la testa sul suo petto.
Ma che cacchio stavo facendo?! Ero forse impazzita?
Mi tirai su di scatto.
-Scusa-
-E di che? Non sei la prima che trova attraenti i miei pettorali-
-Stupido-dissi, ridendo e dandogli una pacca sulla spalla.
-Sei stanca?-
Io annuii.
Woo, ma allora anche lui sapeva essere premuroso.
-Guarda che non ti devi sforzare, sto bene-
-Non mi sto sforzando-disse offeso, facendo il broncio.
Sorrisi.
-Ma certo e io sono un leone vegetariano che lava i piatti-
-Ma che stai dicendo? Sicura di stare bene?-
Mi alzai dalla vasca e cominciai a muovermi come una danzatrice di cancan che si è rotta una caviglia, cioè non normalmente, e urlando “droga” come una pazza.
-Ah ecco svelato il mistero, ti droghi-disse lui ridendo.
-Che ti ridi?-
-Sembri un pellicano con quelle braccia-
-Vuoi dire che ho talmente tanti peli che sembro ricoperta di piume?-dissi, mettendogli le mani intorno al collo, come per strozzarlo.
-Calma Maria, flagello di Dio, farò per te sacrifici di ogni genere-
Muahahahahah, il potere di due mani intorno ad un collo!
-Comanda-
-Come dici sul serio?-
Lui annuì.
Bene, valeva la pena scherzare.
-Devi portarmi in braccio fino in camera, dato che sono troppo stanca per camminare-
Vedremo se hai intenzione di trasportare un così pesante fardello, o servo.
Ma come diavolo parlavo? Sembravo una schizofrenica mezza addormentata.
Lui si avvicinò, mi mise un braccio sotto le gambe e un altro intorno alle spalle e mi sollevò.
Ok, era la tipica scena di tutti i film romantici da far vomitare, solo che non era romantico per niente.
Mi aggrappai al suo collo, temendo che prima o poi mi avrebbe fatto cadere.
-Mettimi giù Louis, ti faccio male, ti si possono staccare le braccia-
-Stai scherzando? Io li sollevo sempre duecento chili al giorno, ormai per me è uno scherzo.-
-Che stronzo che sei!-dissi, nascondendo un sorriso.
-Sarò stronzo però ti faccio ridere-
Sbuffai.
-Invece di parlare perché non sali queste scale più velocemente? Mi sto addormentando-
Lui sorrise.
-E lei si addormentò tra le braccia di lui…-disse, imitando un poeta mezzo mezzo.
-Lui pensò che era dolcissima mentre dormiva-continuai io per lui.
Ehi, che ci dovevo fare? Mi piacevano i lieto fine.
-Sé, io che penso che sei dolce? E quando mai! Forse se ti rotoli nello zucchero e ti cospargi di miele potresti esserlo un pochino-
Finalmente eravamo arrivati.
-Ora puoi mettermi giù-
-Te lo scordi-
-Vogliamo restare tutta la notte così, Tomlinson? Per me va bene, non so per te-
-Uhm…no- e poi mi buttò sul letto, nel vero senso della parola.
-Bene ciao buonanotte-
-Buonanotte- gli dissi.
Se ne stava per andare…dovevo dirglielo, in fondo se lo maritava.
-Ah Tomlinson?-
-Sì?-chiese voltandosi.
-Grazie-
-Di niente- e poi uscì dalla stanza.
Certo che era un tipo di poche parole quando voleva.
Mi misi il pigiama e mi infilai nel letto.
Sarebbe passata come la dormita più profonda del secolo.

Pov Margherita

Stavamo su uno di quei bellissimi autobus londinesi rossi senza tetto, e noi stavamo proprio sopra.
Noi cioè io e  Liam.
Aurora, Elena e Claudia erano andate con Harry e Niall al luna park, Zayn era rimasto a casa con Louis e Maria era uscita con Nathan.
Insomma eravamo tutti occupati.
-Marghe?-
-Sì?-
-Ti stai annoiando?-
-Ma stai scherzando?-
Non ci poteva essere serata più bella: ero uscita con Liam, indossavo la maglietta che avevo comprato quel pomeriggio e in più non avevo visto mia sorella per tutto il giorno.
Insomma ero in paradiso.
-Allora sei pronta per domani?-
Annuii.
Quello stupido spettacolo che Louis aveva organizzato.
Sì ero pronta.
-Ci sarà anche un vincitore?-chiesi.
-Sì-
-Ah-a, vinceremo Liam e governeremo il mondo, insieme!-
Lui rise.
Ma che avevo detto di male?

Pov Maria

Inutile!
Non riuscivo a dormire.
Le immagini di ciò che sarebbe potuto accadere quella sera erano nella mia testa.
Avevo fatto di tutto per scacciarle: avevo contato ben 1783 pecore, avevo letto un libro intero e mi ero addirittura preparata una tazza di camomilla.
Ma niente!
Mi alzai sbuffando dal letto.
Dovevo dormire con qualcuno, ne avevo veramente bisogno.
Uscii piano dalla camera e mi avviai verso quella di Margherita.
Vuota!
Questo mi metteva nei casini.
Bussai alle altre stanza delle ragazze, ma anche quelle erano…
-Vuote. Il deserto del Sahara è più popolato credo-
Mi voltai di scatto.
Louis era appoggiato allo stipite della sua porta  e mi sorrideva.
-Cos’è? Non riesci a dormire?-
-No, ma che…per chi mi hai preso?...no, non ci riesco-ammisi alla fine.
-Bene, allora vieni-
-Certo come no-
No, non avrei dormito con lui, mi restava ancora un po’ di dignità.
-Ah, allora Zayn sarà ben felice di accoglierti, tanto ha solo scoperto che esci con le persone che odia di più al mondo-
Sbuffai.
Quanto odiavo quando aveva ragione!
Lo seguii nella sua stanza.
Lui sorrise.
Bene, il letto era enorme: potevo stare a cinque chilometri di distanza da quel coglione.
Muahahahahah!
Mi lasciai cadere sul letto senza infilarmi sotto le coperte, tanto faceva caldo.
-Se mi vedesse Eleonor ora, mi ucciderebbe-dissi a bassa voce.
-Che hai detto?-mi chiese Louis, alzando la testa dal cuscino.
-Niente-
Che figura!
Chiusi gli occhi.
Cercai di regolarizzare il respiro per cercare di non far riaffiorare nella mente quelle immagini spaventose,…ma eccole!
Mi avvicinai di più a Louis.
Dovevo ricordarmi che era tutto finito.
Mi circondò con un braccio la vita e mi tirò più a sé.
Arrossii di botto.
-ce ne hai messo di tempo, eh? Mica mordo-
-Spero di no-dissi, appoggiando la testa sul suo petto.

Pov Elena

-Ele, Ele!-
Ok Harry che è casa tua, ma mi sto cambiando e qualsiasi uomo con un pizzico di buonsenso busserebbe prima di aprire la porta della camera di una ragazza!
-Che c’è?-chiesi, infilandomi velocemente la maglietta del pigiama.
Mi prese per mano e mi condusse in camera di Louis.
-Ma Harry…-
-Shhhhhh…guarda!-
Mi indicò il letto e infatti sembrava che ci fossero due persone.
-Sarà Eleonor, dai andiamo via-
-No, è questo il bello, non è Eleonor-disse con una risatina.
-No?-
Ci avvicinammo di più al letto  e lui illuminò le due figure.
Cooooooooooosa?
Per fortuna che Harry mi tappò la bocca se no avrei urlato.
Maria nel letto di Louis?
-Non ci credo-
-Io faccio delle foto-
E cominciò a farle davvero e non finisce qui: salì addirittura sul letto per fare un bel primo piano.
-Fa vedere-
Caspita gli erano venute pure bene!
Ultimi cellulari di nuova generazione.
Uscimmo dalla camera e io mi diressi verso quella di Maria, presi il cellulare e accesi il Bluetooth.
-Che fai?
-Harry, forza passami quelle foto-
Bene, domani Maria avrà una bella sorpresa.

Pov Maria

Mi sveglia lentamente con un profumo buonissimo nelle narici.
Assomigliava a…a quello di Louis.
E infatti avevo ancora il viso che per poco non affondava nel suo petto.
Ok, anche se avevamo litigato come due bambini, era pur sempre il mio idolo.
Mi avvicinai ancora di più a lui e inspirai quel profuma dolcissimo.
-Ti piace, eh?-
Cacchio!
Mi staccai immediatamente.
Che figura di merda enorme!
Potevo dire tante di quelle cose, in quel momento, a quegli occhi azzurri, che mi fissavano divertiti, ma non me ne veniva in mente nessuna.
-Sei sveglio?!-
-Da un pezzo, mia cara-disse, pizzicandomi una guancia-tanto da capire che uno, ti piace il mio profumo, due, ti piace dormire con me-
-Tu sei fuori!-
-Ma se sono ancora dentro al letto?-
-Pessima-dissi, alzandomi e dirigendomi verso la porta.
-Come, mi lasci così?-mi chiese uscendo dal letto e prendendomi una mano.
Sbuffai.
-E perché mai dovrei fare qualcosa di diverso?-
Fece un sorrisetto da stronzo.
-Beh, abbiamo dormito insieme, mi aspetto come minimo un bacetto, che tu mi dica che il mio profumo è buonissimo e che ti è piaciuto stare con me stanotte-
-La prossima volta che non riesco a dormire col cavolo che vengo da te!-
Lui sorrise.
-Allora? Sto aspettando!-
Alzai gli occhi al cielo.
Ma come faceva Eleonor a sopportarlo?
Qualcuno la doveva fare santa anche se mi stava sul cavolo.
-Ma perché devo dire delle cose che non penso minimamente?-
Che bugiarda che sono! Certo che le pensavo.
-Allora perché mi stavi sniffando?-
-Volevo capire dove potevi aver trovato una schifezza del genere, può darsi che sia il profumo di Justin Bieber?-
-Questa non te la perdono-
Ma quel sorrisetto non spariva mai da quella faccia? Magari gli era venuta una paralisi.
Mi attirò a sé, facendo scontrare i nostri petti.
Maria, calma!
-Lasciami Louis-
-Devi prima dire quelle cose-
-Ok: il tuo profumo è buonissimo emi è piaciuto da impazzire dormire con te stanotte. Contento?-
-Manca una cosa-disse, mostrandomi una guancia.
Cacchio, ho sempre avuto a che fare con ragazzi con l’Alzheimer (tranne Nate naturalmente), mentre questo si ricorda di tutto.
-Col cavolo Tomlinson, scordatelo-
-Guarda che potrei costringerti-
-E come?-chiesi strafottente.
Certo voleva ottenere ciò che voleva!
Ma no, non gli avrei mai dato un bacio.
-Così- e mi spinse sul letto e mi venne sopra bloccandomi.
Ok Maria, non pensare a tutte quelle fanfiction che hai letto, non andrà a finire come pensi.
E poi lui è felicemente fidanzato, che c’entri tu?
-Tomlinson, scendi, mi fai male!-
-Sei una bugiarda-
-Caz…Louis scendi!-
-Oh, ma quanto sei amichevole, oggi mi chiami addirittura per nome!-
Lo guardai speranzosa: voleva forse dire che mi avrebbe lasciata andare?
-Allora questo bacio?-
Ahrrrrrrrrrrrrrrrr!
-E va bene-
Gli presi il colletto della maglia, facendolo avvicinare, poi gli diedi un bacio sulla guancia.
-Fatto, ora scendi Tomlinson o ti recido le gambe-
Lui scese dal letto e mi porse una mano per aiutarmi.
La ignorai completamente e mi alzai da sola.
-A che ora facciamo quello schifo di show tra noi?-
-Alle dieci-mi rispose.
Guardai l’orologio: le otto e un quarto, ovvero tardissimo.
-Ti voglio pronto tra mezz’ora-
-E io ti voglio qui ancora prima, devo fare un esperimento-
-Usa un’altra cavia per favore, non voglio morire a sedici anni-

Pov Elena

-Ele, Ele, sveglia è un giorno…-
-Di merda-lo interruppi.
Odiavo chiunque fosse allegro e ottimista di mattina, anche se era il mio dolce Harry.
Chi è quell’uomo castrato e mezzo ubriaco che ha detto che il mattino ha l’oro in bocca?
L’oro?!
Al massimo avrà in bocca gli avanzi della cena della sera prima se non si è lavato i denti.
-Dobbiamo vestirci, c’è lo show-disse lui più piano.
-Lo show!!-urlai, alzandomi velocemente dal letto e andando dritta in bagno per farmi una doccia.
-Ti fai una doccia?-mi chiese Harry mentre facevo scorrere l’acqua.
-No, cucino i peperoni, certo che mi faccio una doccia, potato!-
-La facciamo insieme?-
-Se vuoi…cosaaaaaaaaaa?!-
Mi girai verso di lui.
Cercai di nascondere il mio sguardo perv.
-Stavo scherzando Ele-
Nooooooo! Dolci visioni andate in fumo.
-Ci vediamo di sotto-disse, dandomi in fretta un bacio sulla guancia.

Pov Maria

Alle otto e quaranta ero pronta in camera di Louis.
E lui era pronto?
Certo che no.
Stava cantando sotto la doccia.
Bussai alla porta del bagno.
-Chi va là?-
-Cappuccetto Rosso-
-Hai sbagliato camera, quella della nonna è in fondo al corridoio a destra-
Un  momento, “in fondo al corridoio a destra”…, quella è la mia camera!
-Idiota, comunque io sono pronta e ti avevo detto di farti trovare pronto per le otto e tre quarti-
-Io mi lavo a differenza tua-
-Anch’io mi sono fatta la doccia, mi sono lavata i capelli e mi sono vestita-
-Ok, Flash, mi fai un favore, così facciamo prima? Potresti farmi il letto?-
Sbuffai.
Dannato Louis!
Gli feci il letto e poi mi ci sedetti sopra.
Finalmente uscì dal bagno, solo in boxer.
-Potevi anche vestirti-dissi, cercando di non guardarlo.
-Sei arrossita-disse sorridendo.
-Non è vero-
-E invece sì-
-Sei pur sempre il mio idolo Louis Tomlinson-
Si vestì e ci mise un’altra mezz’ora per asciugarsi i capelli.
-Comunque grazie per il letto-mi disse.
-Figurati, dopo tutto ci ho dormito anche io stanotte-
-Già e con tutto quello che abbiamo fatto ci voleva proprio una sistemata-
Sbuffai.
Certo che era…dolcissimo!
No, no era perv, sì era molto perv!
-Ora spazio agli esperimenti, siediti qui criceto-
Oddio ma allora ero davvero una cavia e io che credevo che stesse scherzando!
-L’esperimento di oggi sarà questo-disse mostrandomi…
-Una trousse?! Hai bevuto! E poi che ci fa un trousse in camera tua?-
-Me l’ho fatta prestare da Aurora. Dai te lo prometto: non ti trasformerò in un mostro, parola di boyscout-
-Ma sei non hai mai fatto scout in tutta la tua vita!-
-Sai troppe cose su di me-

Pov Margherita

Ero tesissima.
Volevo divertirmi ma allo stesso tempo fare bella figura con Liam.
Due cose chiaramente inconciliabili.
-Marghe, va benissimo, ma potresti essere un po’ più sciolta?-
-Vuoi dire snodata? Sì hai ragione, quando faccio la spaccata sembro quel ciocco di legno di mia sorella quando cerca di imitarmi…-
-No no-mi interruppe-volevo dire più tranquilla-
Una parola!
E come facevo?
-Senti anch’io mi vergogno, non ho mai saputo ballare e ora devo farlo solo con te, prima mi nascondevo tra gli altri, ma ora…quindi tranquilla, ok? Non devi sentirti giudicata da me-
Annuii e gli saltai al collo.
-Grazie Liam, sei un amico-

Pov Maria

Non ci potevo credere!
Era da mezz’ora che continuavo a guardare il mio riflesso.
Il colore si intonava perfettamente al vestito e ai capelli.
-Mi spieghi come sai truccare così bene?-
-Ho quattro sorelle e ho detto tutto-
-Sei bravissimo-
-E so fare anche il parrucchiere-
Wow, nuovi talenti crescono!
-E con questo che vorresti dire?-dissi, mettendomi una mano sui capelli. -Sto bene come sto-
In realtà sapevo benissimo che sembravo una scimmia, ma che ci potevo fare?
Dovevo coprire in qualche modo la ferita sulla tempia, anche perché non volevo che gli altri lo venissero a sapere.
Mi guardò scettico.
-Siediti-disse, indicandomi una sedia davanti ad uno specchio.
Mi sedetti sbuffando.
Maria porta pazienza, cerca di non sembrare una zitella acida.
-Non rasarmi a zero, ti prego-
-Tu mi sottovaluti, donna-disse, pettinandomi i capelli.
-Solo una cosa, potresti lasciare coperta la ferita?-
-Non preoccuparti, baby-

Non so come ma appena finito sembravo un’altra: coda di cavallo, alcune ciocche circondavano il viso, coprendo le tempie ( grazie Louis) e i capelli raccolti erano tutti ricci e vaporosi.
-Fatto-
-Caspita!-
-E siamo anche in anticipo di un quarto d’ora, non sono mitico?-
Scossi la testa e lo guardai anche piuttosto male, dato che si era atteggiato da dio greco.
-Ehm no, comunque proviamo?-
-Non ho voglia-
Bene, da dio greco era passato a barbone emo depresso.
Risi.
-Dov’è finita la tua professionalità?-
-Senti, l’ho sprecata tutta per farti i capelli-
-Louis, se non proviamo ti uccido-

Pov Claudia

Ok, eravamo i primi.
Dovevamo cantare davanti a tutti nel giardino dietro casa.
Per fortuna che c’era il mio Niall.
-Potresti far partire la musica, Louis?-gli chiese.
Bene, si cominciava.
Elena leggeva nei miei occhi l’ansia.
-Dai Clà, sei una grande-urlarono tutte insieme le mie amiche.
I ragazzi risero.
Niall cominciò a cantare.
Mi feci trasportare dalla sua voce melodiosa.
Mi prese una mano e me la strinse.
Ok, se lui era lì accanto a me ce la potevo fare.
Mi persi del tutto in quel gioco di suoni e voci.

Pov Maria

-Brava Claudia, siete stati bravissimi-urlai abbracciandola.
-Grazie Mari-mi rispose modestamente per poi guardare Niall che sorrideva.
Li lasciai soli, sì probabilmente volevano parlare.
-Barbona?-
-Che vuoi Louis?-
Perché aveva quel sorrisetto divertito?
Possibile che doveva sempre ridere?
Ah certo lui non era una ragazza, quindi non aveva l’appuntamento del mese.
Quanto sono persicace!
-Siamo noi i prossimi-
Cooooosssssaaaaaaaa?
Io non volevo essere seconda, né prima, se è per questo neanche terza, per non parlare di quarta, e ultima? Neanche per sogno!
Sì, insomma non lo volevo fare!
Louis andò a prendere il cesto per il basket e lo posizionò vicino a lui, mentre io presi un tavolinetto e una sedia.
Avevo quel camice bianco che odiavo.
Zayn fece partire la musica.
Louis iniziò a palleggiare  e a tirare a canestro senza acchiapparci.
Bravo Louis!
Iniziò a cantare, guardandomi mentre scrivevo su un quaderno.
Poi toccò a me guardarlo che palleggiava, mentre cantavo.
Lui mi si avvicinò, mi prese la mano e cantammo insieme il ritornello, guardandoci negli occhi.
Gli sorrisi: stavamo andando benone.
Mi tolsi il camice.
Ero vestita come una baskettista e lui si levò la felpa e si mise il camice.
Questo non ve l’aspettavate, eh?
Cominciammo a cantare, correndo intorno alla piscina.
Finalmente finì, anche perché stavo per morire.
-Buuuuuuuhhh! Fate schifo!-
Grazie Marghe, sei una sorella dolcissima e incoraggiante, ti voglio tanto bene.
Liam le tappò la bocca.
Ho già detto che adoro quel ragazzo?
-E questa è fatta, scusate vado un attimo a cambiarmi e poi torno-
-E muoviti soprattutto che sei più lenta di un ornitorinco-
-Louis ti odio-
Corsi alla velocità della luce in camera mia, probabilmente Bolt al mio confronto era una vecchietta su una sedia a rotelle.
Presi una canottiera a caso e me la infilai, stavo per infilarmi anche i pantaloncini, quando quel bisonte senza cervello aprì la porta senza bussare.
-Ehi-urlai, infilandomi i pantaloncini in un nanosecondo.
Era rimasto impietrito sulla porta.
-Ecco…io…scusa, mi ero dimenticato che avessi la patumba- aggiunse, sorridendo.
Gli feci una linguaccia (oggi ero di buonumore, altrimenti qui sarebbe scoppiata una guerra).
-Dai, andiamo di sotto-
-Aspetta devo prendere il cellulare-dissi, cercandolo dappertutto.
-Te l’ho già preso io.-
-Grazie, allora possiamo andare-
Chiusi la porta dietro di me, a chiave, per poi voltarmi verso Louis.
Guardava stupito il mio cellulare.
-Cos’è Tomlinson?! Non hai mai visto una merdina come il mio cellulare?- gli domandai ironica.
Forse il successo gli aveva fatto dimenticare quando anche lui, con una famiglia numerosa, faceva economia.
Mi guardò divertito.
-Sì, sei decisamente dolce quando dormi-
Gli presi il cellulare dalle mani e…la vidi.
Dov’era finito il mio sfondo?
Al posto della locandina de “Lo Hobbit” c’era una foto di quando avevamo dormito insieme.
Lui teneva un braccio intorno alla mia vita e aveva il viso tra i miei capelli, mentre io avevo la fronte appoggiata sul suo petto.
-Chi..?-
-Harry, il suo nuovo cellulare fa delle foto magnifiche  e questa ne è la prova-
Lo guardai scettica.
Feci per cambiarla, quando lui me lo preso dalle mani.
-Ridammelo-
-Non ci penso neanche- poi guardò la foto pensieroso-Uhm, forse questa è stata scattata prima che perdessi la patumba-
-Dammela!-
-La patumba?-
-No, la foto, insomma il cellulare-
Riuscii a riprenderlo con uno scatto e poi mi precipitai giù per le scale.
-Maria, non cancellarla, è troppo bella-
-Lo so, infatti non la cancello-
-Ma prima…?-
-Volevo solo cambiare lo sfondo-
-No, dai-disse urlando.
Guardai indietro mentre scendeva le scale come una gallina che fa le uova.
Risi e …mi scontrai.
-Zayn, scusa-
Ma perché gli stavo chiedendo scusa?!
Insomma ero io quella per terra, no Mister Cioccolata.
Dai però ero caduta bene, insomma il cellulare aveva fatto un volo pazzesco per poi ricadere sulla mia pancia.
Mitico!
Facciamo santo il cellulare!
Santo cellulare…Prega per noi.
Lo presi con una mano, mentre con l’altra afferravo quella che mi tendeva Zayn, per aiutarmi.
-Grazie-
-Figurati, ah una cosa, prima…e anche adesso…insomma…volevo dire che…ecco…-
-I ragazzi non ti riconoscevano quasi, per come ti ho conciata-intervenne Louis.
-Beh, spero che non sia perché mi stia male, posso anche struccarmi…-
-No!-urlarono i due in coro.
Ok, altamente soddisfatta che mi preferiscano adesso alla babbuina di stamattina.
-Ecco, ti sta davvero bene-disse Zayn imbarazzato, grattandosi la nuca.
-Ehi gringo, mantieni le distanze, la ragazza sta con me- disse Louis, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Oh, ma sì grazie Louis, Zayn mi stava facendo dei complimenti e tu lo hai zittito, come se gli avessi messo una ciabatta in bocca!
-Già Zayn-dissi, mettendo una mano sulla spalla di quest’ultimo-in fondo io e te non abbiamo mai dormito insieme, mentre con il signorino Tomlinson…- e qui lasciai in sospeso, come se avessimo fatto le peggio cose-comunque grazie!-
E poi uscii fuori, mentre Louis mi guardava come se non riuscisse a capacitarsi che avessi detto quelle cose.
Tiè!
Muahahahahaha!
Il ritorno del lupo cattivo.
Un film di Maria.
La storia?
Se siete minorenni non potete neanche sapere la trama, infatti è altamente sanguinosa e spaventosa.
Mi andai a sedere vicino a Liam e Harry.
-Allora, Tommo è ancora sul letto?-mi chiese Harry, ridacchiando.
-Guarda, che non abbiamo potuto fare niente, l’altra notte, quando ci hai fotografati, mi ha rubato la patumba-
Harry scoppiò a ridere, mentre Liam mi guardava con tanto d’occhi.
-Che avete fatto tu e Louis?!-
-Io e lei non abbiamo fatto niente-disse Louis, interrompendo il nostro discorso.
Si sedette proprio dietro di me.
-Beh, sì tranne qualche…-
-Louis, quante volte ti ho raccomandato di non entrare nel particolare?-
-Scusa Mary-disse, sporgendosi e dandomi un bacio sulla guancia.
Che stupido che era! E gli altri ancora gli credevano.
-Ehm Liam, perché stai guardando mia sorella come se fosse bella?-
Mi voltai verso Margherita con la faccia depressa.
Marghe provo qualcosa molto forte per te…l’odio!
-Tua sorella e Louis hanno…, ecco Marghe…insomma…-

Pov Margherita

Ma che andava farfugliando?
-Cosa avete fatto?-
Sbuffò.
-Ma secondo voi, veramente abbiamo fatto ciò che voi pensate che noi abbiamo fatto?-
Allora premettendo che non sono una stupida, anche se mia sorella dice il contrario, non ci avevo capito un’acca.
Che diavolo stavano dicendo?
-Io in realtà non penso-risposi, alzando una mano.
-Si può sapere che è successo?-
-Oh niente di che-rispose Harry noncurante-Maria e Louis stanotte hanno dormito insieme-
Cosa? What? Che cacca aveva detto?
-Voi due avete…?
Mi interruppi.
Mia sorella.
Louis Tomlinson.
-Non ci credo-dissi-voi due non avete fatto niente, mia sorella è troppo cessa per te- dissi, indicando Louis.
Mia sorella fece finta di mettersi a piangere.
-No no-diceva lui, mentre l’abbracciava-non ascoltare quella cattivona-
-Ha detto che sono una cessa- disse lei piagnucolando.
-Su su, un po’ cessa sei-disse lui, ridendo.
-Oh, ma grazie-disse, spingendolo.
-Liam abbracciami tu-
Eh no, questo non poteva farlo!
Di chi era Liam? Mio e di nessun altro.
Prima che Maria potesse abbracciarlo, mi sedetti sulle sue gambe, non su quelle di quell’orso di mia sorella, ma su quelle di Liam.
Poi lo abbracciai e la guardai torva.
-Mio-
Ooooooooook, sembravo uno di quei bambini che vedono una cosa ed è automaticamente sua.
Liam sorrideva e era arrossito.
Che si arrossiva pure lui? Non era superovvio che era mio?
-Se vuoi ti abbraccio io-disse Harry a mia sorella.
-Non voglio tu sei cattivo-disse lei, alzandosi e andando via, probabilmente a chiamare Nathan.

Pov Maria

Salii nella mia stanza, guardai dalla finestra giù in giardino.
Elena e Harry stavano ballano e cantando.
Chiamai Nate, anche perché quella mattina non gli avevo detto neanche buongiorno.
Buhhhhhhhhh vergogna! 
Presi il cellulare e lo chiamai.
“Pronto?”
“Buongiorno Nate, sto benissimo e spero che anche tu stia bene!”
“Sì, ma perché sei contenta?”
“Io? Contenta?”
Risi.
“Non sono contenta, sono serena…forse…ecco…per ieri…comunque grazie ancora per avermi salvato”
“Maria, smettila è la centosedicesima  volta che mi ringrazi!” mi rispose ridendo.
Risi anch’io.
“Io Nate oggi non me la sento di uscire, magari domani, ok?”
“Sì sì, ci vediamo”
Chiusi la chiamata e aprii la porta di camera mia e mi trovai davanti Zayn.
-Ehm, posso parlarti?-
Annuii.
Ok, era arrivato il momento di importanti rivelazioni.
Già mi vedevo vestita da profeta e veggente.
-Immagino per la storia dei The Wanted, vero?- chiesi entrando nella mia stanza e facendogli segno di seguirmi.
-Beh, ecco…io…sì…-ammise infine.
-Da quanto vi frequentate tu e Sykes?-
-Uhm, diciamo da una settimana dopo che ho iniziato a stare con voi, l’ho incontrato mentre facevo jogging e poi ci siamo visti a pranzo-
-Maria-disse lui, mettendomi una mano sulla spalla- senti, tra non so quanto ci sarà il nostro debutto e…ecco, non so se sia il caso che tu continui a frequentarlo-
-Che vuol dire? Perché non dovrei?-
Lui sospirò.
-Ecco…non vorrei che venisse a sapere che cosa cantiamo  e come-
Cosa aveva detto?!
-Vuoi dire che potrei essere così ingenua da…?-
-Maria, lui potrebbe essere così furbo da farti dire qualcosa che non dovresti. Cosa credi? Che ti abbia invitata ad uscire per qualche altro motivo che non sia quello di venire a sapere qualcosa? Ti sta usando! Apri gli occhi-
No, stava mentendo!
Nate non era così…lui era il mio Nate…non mi stava usando…eravamo amici.
E se fosse vero?
Se fossi solo un oggetto?
No no!
-Nate mi vuole bene-
-Maria, no…ragiona-
Mi sfuggi una lacrima e Zayn se ne accorse.
-Maria…io…-
Fuggii dalla stanza prima che potesse dire qualcosa.
Perché diceva quelle bugie?
Perché?
Non conosceva Nate come lo conoscevo io.

Stavo uscendo sul retro quando mi incrocia con Louis.
-Che è successo?-mi chiese, aggrottando le sopracciglia.
-Niente-dissi, fingendomi noncurante.
-Niente? Ma stai piangendo.-
Scossi la testa.
-No è tutto a posto, veramente-
Stavo per sorpassarlo per uscire, quando mi prese un polso.
-È successo qualcosa con Zayn?-
Ti prego voce cerca di non tremare, non pensare alle cose che ti ha detto.
-No-
Grazie voce che mi dai ascolto, eh!
Quel “no” era sembrato il “no” di una vecchietta senza denti.
Si sedette sul divano, trascinandomi vicino a lui.
-Adesso me lo dici-
-Louis , non è successo niente, è tutto ok, davvero, ora devo andare: voglio vedere Elena e Harry-
-Hanno finito e ho fatto il video, quindi non hai scuse.-
Sospirai.
Ma perché si impicciava sempre di tutto? Non poteva farsi gli affari suoi?
-Allora, prima Zayn è venuto in camera mia e …-
-Non mi dire che avete fatto quello che sto pensando-
-Louis!-dissi ridendo, dandogli un pugno sul braccio. -Sei un imbecille-
-Quindi Zayn ti è venuto a parlare della faccenda di Sykes, giusto? E magari ti ha anche detto che devi smettere di frequentarlo-
Io annuii.
-Ha detto anche che mi sta usando per vincere la sfida-dissi, cercando di non dare peso alle parole che pronunciavo.
-Senti Maria, per quanto io possa odiare quella persona, credo che Sykes non ti stia usando, magari ti vuole davvero bene, anche se non so come faccia-
Nascosi un sorriso.
Stavolta non riuscivo a rispondergli da stronza come al solito.
-Grazie Louis-dissi, abbracciandolo.
Ma quant’era buono il suo profumo? Troppo.
-Allora andiamo?-
-Adesso a chi tocca?
-A tua sorella-

Pov Elena

Eravamo andati benone.
-Sai, devo farti i complimenti per i vestiti, sono unici-
-Grazie Harry-
Oooooooooooooook, stavamo nello stesso camerino.
Si tolse la maglia, rimanendo a torso nudo.
Elena, stai calma e non guardarlo come se fosse il più bello dell’universo…un momento, è il più bello dell’universo.
-Che fai non ti cambi?-
-Ehm sì, magari vado in camera-dissi, avvicinandomi alla porta.
Ma lui mi bloccò sul muro.
-No, io intendo qui-
Harry se fai così  mezzo nudo per di più, comincio a pensare cose strane, molto ma molto strane.
-Ehm Harry, non so se sia il caso-
Che altro dovevo dire? Qualcosa come “magari è meglio che ti spogli tu”?
No, sarei passata da pervertita.
Ma io ero pervertita!
Muahahahahaha!
Trema Styles trema!
-Ele, tutto bene? Sei arrossita-disse sorridendo.
Che stronzo che era!
Mi lasciò  e poi si voltò per andare a prendere una maglia, credo.
Gli salii a cavalcioni sulla schiena.
-Sei stupendo Harry Styles!-

Pov Margherita

Finalmente avevamo finito a cantare quello strazio, non ne potevo più!
Quei giorni l’avevo sentita una quarantina di volte, senza esagerare.
-Allora siamo andati benone-disse Liam, mentre entravamo in casa.
-Benone? Solo benone? Abbiamo spaccato, Liam!-urlai, abbracciandolo.
-E quindi secondo te abbiamo qualche possibilità di vincere?-
-Assolutamente sì-dissi.
Improvvisammo un balletto scrauso, credo solo i pinguini che si fumano qualcosa avrebbero potuto ballare come noi.
-Ma quanto siete dolci?-
Ooooooooooooook, chi aveva detto quella frase?
Noi non eravamo dolci, punto e basta.
Eravamo…eravamo…stupendosamente fighi!
Yeah!
Mi voltai verso il divano e lì vidi quella barbona di mia sorella, che ci guardava con una faccia dolciosa e due occhi enormi, e Louis, che naturalmente sorrideva.
-Perché siete qui?-chiesi minacciosa a loro due.
-Siamo venuti qui subito dopo che avete finito a starn…cantare, volevo dire cantare-disse mia sorella, ghignando come una scema.
Così deprimeva Liam.
Uhm, avevo in mente qualcosa, muahahahahahah!

Pov Maria

Ci avevano comunicato la data della prima sfida, ovvero tra dieci giorno.
Aiutoooooooooo!
Come far venire un colpo al cuore parte uno.
E questa era la prima cosa che dovevo dire.
La seconda?
Ero stanchissima.
Dopo quello spettacolo assurdo, avevamo provato fino alle 20.00.
Avevo chiamato Nate circa cinquanta volte per sopravvivere.
Mi trascinavo per le scale, probabilmente la vecchiette erano più veloci di me, in quel momento.
Una doccia, voglio una doccia.
Aprii la porta di camera mia e …
-Louis che vuoi?-
Possibile che me lo dovevo trovare anche in camera?
-Anzi no, non dirmelo, prima mi faccio una doccia-dissi, rinchiudendomi in bagno.
Mi feci una doccia veloce, mi vestii e poi uscii dal bagno.
Non ero affatto curiosa di cosa mi volesse dire.
Mi trascinai lentamente verso il letto e mi ci tuffai sopra, immergendo il viso nel cuscino.
-Ti devo parlare-
-Lo so e io ti ascolto-
-Mi puoi spiegare cos’è questa lista?-
Non avevo minimamente voglia di sollevare gli occhi e soprattutto la testa.
-Me la puoi leggere?-chiesi quasi sul punto di addormentarmi.
-Ok: “ Quindici motivi per cui non posso piacere a Louis Tomlinson:
        -Non potrò mai incontrarlo;
    -E’ una star;
    -E’ bellissimo;
    -Sono una sfigata;
    -Faccio schifo;
    -E’ fidanzato;
    -Troppo impegnato;
    -Non so l’inglese;
    -Sono patetica;
    -Non sono una supermodella;
    -Non sono famosa;
    -Anche se lo incontro, mi considererà solo una fan;
    -Ho già detto che faccio schifo?
    -Ho già detto che è perfetto?”

Oddio!
Quella era la lista che avevo scritto in un momento bimbominchioso e depresso, ma il problema era…come diavolo l’aveva trovata?
Mi alzai dal letto e gliela strappai dalle mani.
Ma perché l’avevo tradotta in inglese?
Perché?
-Dove l’hai trovata?-
-Qualcuno l’ha fatta passare sotto la porta in camera mia-
Solo una persona era a conoscenza di quella lista, oltre a me, e cioè quella storna di mia sorella.
-Direi che alcuni punti li hai superati-
-Che vuoi dire?-chiesi, guardando il suo sorriso divertito…oh, certo, che cosa spassosissima mettere in imbarazzo la gente!
-Che, ad esempio, il primo è andato, sbaglio o ci siamo già incontrati?-
Stracciai la lista davanti ai suoi occhi.
-Bene, fa finta che non ci sia mai stata, ok?-
-Impossibile, ho già fatto delle fotografie e delle fotocopie-
Ok, questo era essere nella cacca.
Non sapevo neanche cosa dire: ero imbarazzata da morire.
-Senti l’ho scritta in un momento in cui ero depressa e innamorata persa, quindi lascia perdere, è una cavolata assurda-
Lui rise, avvicinandosi.
Indietreggiai.
Posò una fotocopia della lista sulla scrivania e nel farlo si avvicinò ancora di più a me.
-Direi che otto motivi non valgono più, quindi non ne ho quindici perché tu non mi possa piacere-
-Beh ne hai sette…Louis non puoi far finta di non aver mai visto quel foglio?-lo implorai congiungendo le mani, cercai di fare gli occhi dolci, credo che in quel momento assomigliavo più al gatto di Shrek che ad un homo sapiens sapiens.
-È una cosa che mi riguarda, quindi…-
-Senti, sono accadute tante cose da quando ho scritto quella stupida lista…-
-Vuoi dire…-
-Louis, ti credevo diverso, ecco, ero innamorata di un’idea che avevo di te, nient’altro-
Si irrigidì, era la verità non potevo farci niente.
-E come credevi che fossi?-
Ok, si stava incavolando.
Possibile che ogni volta che parlavamo dovevamo finire per litigare?
-Senti, non sto criticando il tuo carattere, voglio solo dire che non siamo fatti per stare insieme, anche perché è impossibile, solo questo-
Se si era calmato non lo dava a vedere, sinceramente mi aspettavo un altro schiaffo.
-Quindi devo scordarmi completamente di quel foglio?-
Io annuii.
Si avvicinò alla porta per andarsene, si voltò a guardarmi.
-Beh, sappi che di motivi ne sono rimasti veramente pochi-

Pov Margherita

Cos’era quella furia che era entrata in camera mia, distruggendo quasi la porta?
Ah sì, quel bisonte infuriato di mia sorella.
-Puoi uscire? Vorrei dormire-
-Non credo proprio, signorinella, mi spighi perché gli hai fatto vedere quella lista?-
-Per farti uno scherzo, mica è morto qualcuno-
Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti-
Era Liam in pigiama, mezzo addormentato.
-Perché state urlando?-
-Perché mia sorella è una cretina-
L’avevamo detto insieme.
-Cretina, io?-
Continuavamo a parlare contemporaneamente.
-Ehm ragazze, basta!-
Ci girammo a guardarlo.
Oh, il mio cucciolo voleva farci fare pace.
-Maria, mi puoi spiegare cosa è successo?-
-Margherita ha dato a Louis una lista abbastanza imbarazzante su di me-
-È  vero?-chiese, rivolgendomi a me.
Sbuffai e annuii.
-Secondo me, dovresti chiarire con Louis, lui ti vuole bene Mary, anche se non lo dimostra più di tanto-
Maria fece una faccia da “ci sei o ci fai?”.
-Va bè, buonanotte, non uccido quella tizia solo perché ci sei tu Liam-disse uscendo.
Quando chiuse la porta alzai gli occhi su di lui.
-Sai forse tua sorella ha ragione, sei un po’ stronza-
-Liam , era uno stupido scherzo-
-E non li sai riconoscere gli scherzi buoni da quelli cattivi?
-Oddio Liam, non mi guardare in quel modo! Mi fai sentire una merda-
-Credo che sia il caso che tu vada da Louis a mettere a posto questa cosa.

Pov Louis

Me ne stavo comodamente in boxer, sdraiato sul letto con il mio fedele pc.
Chattavo con Eleonor: possibile che quella ragazza fosse occupata più di me quell’estate?
Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti-
Entrarono Margherita e Liam.
-Ti deve dire un cosa-disse lui, indicando la sorella di quella barbona.
Lei gli lanciò un’occhiataccia.
-Allora Louis, prima di tutto, ti prego di non interrompermi, mi sono preparata tutto il discorso. Allora sono stata io che ti ho fatto passare la lista e non dovevo farlo. Se tu e Maria avete litigato per quello stupido foglio, stavolta te la devi prendere solo con me e non con lei-
Ma quella ragazza riusciva a vivere senza respirare!
Aveva urlato quel discorso senza riprendere fiato.

Pov Maria

Bene, avevo tutto.
Sdraiata sul letto, in pigiama, con il cellulare tra le mani.
“Com’è andata oggi, Nate?”
“Bene, anche se mi sei mancata”
“Ma se ti ho chiamato cinquanta volte!”
“Non mi bastano”
“Ma che dolce che sei! E gli altri stanno tutti bene?”
“Sì, continuano a salutarti, non hanno ancora capito che sto messaggiando e che non è una chiamata”
“Posso immaginarmi la scena”
-Che stai facendo?-
Alzai gli occhi di scatto, sulla porta c’era Louis in boxer.
Certo che il senso del pudore lo aveva sotto i piedi!
-Sei in boxer!-
-Se vuoi me li tolgo-
-Certo che sei stupido!-
Si sdraiò vicino a me e guardò il nuovo messaggio che mi era arrivato.
“Non credo, è proprio una scena da manicomio, comunque come va con Louis, avete chiarito?”
-Rispondigli di farsi gli affari suoi-
Gli diedi uno schiaffetto.
“Boh, chiamiamola situazione di stallo”
-Situazione di stallo?-
-Beh, non credo che la litigata di oggi sia la prova della nostra amicizia, comunque che devi dirmi?-
-Perché devo avere qualcosa da dirti? Non posso stare con la mia barbona preferita?-
-Barbona preferita? Certo che hai uno strano modo di dimostrare affetto-
Lui rise abbraciandomi.
-così va meglio?-
-Wooooo, e Louis Tomlinson mi abbraccia, devo segnarlo sul calendario-
Lou mi prese il cellulare dalle mani.
-Posso guardare le foto?-
-Certo, non sono una di quelle putroccole che si fanno le foto da spocciate-
-Ah, a proposito di putroccole, quando ho detto che non sei lontanamente paragonabile a Flora, volevo dire che non mi hai schifito affatto, diciamo che era un complimento-
Alzai le spalle indifferente.
Lo guardai mentre osservava le mie foto.
Quant’era bello!
Con quegli occhi azzurri.
-Ehi, ma non ci sono per niente foto di noi due! Ce l’hai con Liam, Harry, Niall, Zayn, ma con me no, a parte quella dove dormiamo insieme-
Che scusa idiota per farsi una foto!
Ne fece una.
Gli presi il cellulare dalle mani per guardarla.
-Faccio schifo-
Entrambi sorridevamo, non era brutta, c’era solo la mia faccia che la rovinava completamente.
-Che stai facendo?- mi chiese.
-La sto cancellando-
-No!-disse lui rubandomi il cellulare.
-Louis ridammelo, fa schifo quella foto, o meglio faccio schifo io-
-Ma che dici? Sei dolcissima con le treccine-disse appoggiando la testa sulla mia spalla.
C’era decisamente qualcosa che non andava!
Cos’era tutta quella dolcezza improvvisa?
-Hai parlato con Margherita?-gli chiesi.
Lui mi guardò.
-Perché?-
-Beh, prima abbiamo litigato e ora vieni in camera mia per stare con me , ci possono solo essere due spiegazioni. La prima è che tu abbia parlato con mia sorella, la seconda, che gli alieni ti abbiano rapito e ti abbiano fatto il lavaggio del cervello-
Lui rise.
-Ebbene sì, ho parlato con tua sorella. Mi ha spiegato che la lista me l’ha data solo per farti uno stupido scherzo e non per farci litigare-
Ah, ecco mi sembrava!
Grazie Marghe!
-Quindi non cancellare la foto ti prego-
Sbuffai e posai il cellulare sul comodino.
-Allora?-
-Allora che?-chiesi interdetta.
-Che vuoi fare?-
-Ti prego guardiamo un film-chiesi congiungendo le mani e supplicandolo con lo sguardo.
-Ok-
Mi alzai e presi il computer portatile, poi tornai sul letto.
-Che vuoi vedere?-mi chiese lui.
-Un film qualunque-
-Molto bene, allora “ Forrest Gump”-disse andando su You Tube.
-L’hai mai visto?-
Scossi la testa.
-Sacrilegio! Empia!-disse spettinandomi.
-Louis!-



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Louis


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Nathan


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Liam


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Harry


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Niall


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Zan


CIAO A TUTTI, ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO E UN PEZZO DOLCIOSO TRA LOUIS E MARIA!!
PEPPEREPPEPè...
GRAZIE PER LE RECENSIONI E 
SCUSATEMI PER IL CAPITOLO LUNGHISSIMOOOOOO!
AVETE VISTO IL VIDEO NUOVO? QUANT'è BELLO!!
P.S. LA VECCHIETTA SONO IO!




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Capitolo 14
*** MINI-PIGIAMA PARTY ***


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Pov Elena
 
-Harry cosa stai facendo?-
Mi sorrise.
-Niente di che, mi stavo sfogando-
Si stava sfogando, cantando a squarciagola “Nella vecchia fattoria” e ballando come una gallina impazzita?
Ragazzo con seri problemi!
-Sei stanca?-mi chiese, sedendosi accanto a me.
-Non molto-
In realtà ero sfinita, ma avevo Harry Styles vicino e nessuno mi avrebbe portato  a dormire in quel momento.
-Bene, allora possiamo fare un gioco tutti insieme-
Un gioco?
Harry , mio dolce Harry, credi veramente che gli altri vogliano giocare?
Aurora ti darà un calcio nel didietro, Zayn ti impiccherà, Maria ti sputerà in un occhio e gli altri non so che faranno.
-Ottima idea- dissi, abbracciandolo entusiasta.
Insomma erano solo le nove e già c’era gente in camera sua!
Che vergogna!
-Bene cucciola, vieni con me, andiamo a chiamarli!-disse facendomi l’occhiolino.
 
Pov Maria
 
Film interrotto, sedere su uno scomodo pavimento e stanchezza estrema: stavo per uccidere qualcuno!
-Puoi spiegarci Harry perché ci hai tirati giù dal letto?-gli chiese Liam.
Ma come faceva ad essere così gentile?!
-Bene ragazzi, dato che vi stavate annoiando, ho pensato di fare un gioco tutti insieme-
-Posso dire una cosa?-chiesi.
Lui annuì.
-Chi ti ha detto che ci stavamo annoiando?-
Ok, momento di panico per il mitico Harry Styles!
-Ehm, Harry scherzavo, voglio giocare-
In realtà volevo? Assolutamente no!
Volevo solo un letto e il profumo di Louis.
-Basta che non sia il gioco della bottiglia-
Ci fece sedere in cerchio, facendoci mettere un maschio e una femmina.
Io ero vicino a Harry e a Zayn.
Louis mi stava davanti.
Mi fece l’occhiolino quando si accorse che lo guardavo.
-È un gioco molto semplice, ognuno di noi entrerà a turno nel cerchio e gli altri gli faranno delle domande imbarazzanti, ok?-
Bene bene.
Dovevamo rispondere a delle domande.
No, non era un bene.
Era un male, un enorme male.
-Bene, chi inizia?- chiese Harry.
-Maria, la vedo pronta-disse Aurora.
La guardai in modo truce.
Ma che le era saltato in mente?
-Sì sì Maria, vai al centro-disse Louis.
Ma chi me l’aveva fatto fare?
Strisciai sbuffando al centro del cerchio.
-Allora chi comincia?-
-Io-disse Harry alzando la mano.
-Quand’è che hai dato il primo bacio?-
-Non vorrei dirtelo Styles, potresti rimanerne stupito…scherzavo, non l’ho mai dato-
Una domanda fatta, ero sopravvissuta?
A quanto pare sì.
-Quanti ragazzi hai avuto?-
Stavolta era Niall.
-Due, ma facevo le elementari-
Le ragazze non mi chiedevano niente, certo sapevano tutto di me.
-Segreti scandalosi?-chiese Zayn.
-Non ce ne sono-dissi io sicura.
Quel gioco mi piaceva sempre meno.
-Quanto odi questo gioco da uno a dieci?-
Liam che dolce che sei. Non mi hai fatto una domanda bastarda!
-Dieci-
E ora a quanto pareva restava Louis.
Mi guardava accarezzandosi le labbra, come per pensare chissà cosa.
-Cosa pensi che io pensi di te?-
Ero rimasta a bocca aperta.
Ma che razza di domanda era?
-Vediamo, pensi che sono un’assoluta seccatura, mocciosa, non ti sto simpatica neanche per sbaglio e ti faccio piuttosto pena-
Scrollai le spalle.
-Va bene, ho fatto-
Harry annuì.
Tornai al mio posto, cercando di non guardare Louis.
Quell’ultima domanda non me l’aspettavo proprio e non avevo mentito.
Quelle cose le pensavo veramente.
-Ehm Maria?-
-Sì Louis?-
-Potrei parlarti un attimo?-
Annuii.
Cosa voleva?
 
Pov Margherita
 
Con la coda dell’occhio vidi Maria e Louis che se ne andavano.
Lui le prese la mano e la portò sul balcone.
Quanto ti voglio bene Lou? Mi hai portato via Maria!
-Adesso voglio fare io!-dissi alzando la mano e andando nel mezzo.
Quel gioco era divertente!
Harry alzò le spalle.
-A me non va più di giocare-
-No, tu adesso resti qui, lo hai inventato tu  e ora vuoi andartene?-disse Ele trattenendolo.
-Sentite ragazzi, era un assurdo pretesto per iniziare un pigiama party-
Cominciai a saltellare per la stanza.
-Bravo Harry, hai avuto una bellissima idea!-dissi, correndo in camera mia.
Aprii la porta e recuperai la valigia con la quale ero venuta.
-Che stai facendo?-chiese divertita una voce alle mie spalle.
Era Liam.
Perché sorrideva?
Ah, forse perché ero sdraiata a quattro di spade per terra con la testa sotto il letto.
-Mi sono portata un po’ di film e credo che per un bel pigiama party non ci sia niente di meglio di qualcosa di forte come un horror-
Si sdraiò sul pavimento vicino a me.
-Che film hai?-
-Allora…”The Orphan”, “Sweeny Todd”, “Lo Hobbit” anche se non è un horror.
Posò una mano sopra la  mia.
-Ma se invece di guardare un film, facessimo qualcosa tutti insieme?-
Ok, Marghe cerca di non pensare male, certamente non si riferiva a quello.
-Ehm in che senso?-
-Marghe sei una zozzona!-disse dandomi uno schiaffetto.
 
Pov Maria
 
-Allora? Do cosa vuoi parlarmi?-
L’aria di Londra era così fresca anche se era estate.
-Perché prima hai risposto in quel modo alla mia domanda?-
-Perché non pensi queste cose di me?! Ho sempre avuto l’impressione che la mia presenza ti infastidisse-
-Maria, guardami-
Sollevai lo sguardo per posarlo su quelle iridi azzurre.
-Non c’è bisogno che tu mi dica qualcosa Louis, se le cose stanno così non è colpa di nessuno- gli dissi per poi voltarmi.
Stavo per rientrare in casa quando mi prese una mano.
Mi voltai.
-Allora forse non mi conosci, perché io non penso nessuna di quelle cose che hai detto-
-Ah no!-
Come stupire una persona, parte uno.
-Certo che hai una stima sotto i piedi-mi disse con un sorriso, dandomi una piccola schicchera sulla guancia.
-Beh, non credo, sono solo realista-
Ero realista?
Da come mi guardava in quel momento non credo che la pensasse come me.
Lo guardai.
Volevo capire se in effetti aveva qualcosa da dirmi oltre quella domanda, anche perché cominciavo a sentire freddo con i miei pantaloncini e la t-shirt del pigiama.
-Se non ti dispiace io rientro-
-No, aspetta , volevo dirti anche un’altra cosa-
Ah-a ecco mi pareva!
-Ecco…non ti arrabbiare…ma…tu e Sykes state insieme?-
E adesso che gli fregava?
Non si era mai interessato al mio rapporto con Nate.
-Ehm, perché me lo chiedi?-
-Curiosità-
-Allora fattela passare Louis-
Quanto mi piaceva farlo arrabbiare.
-E dai, perché non me lo vuoi dire?-
-Segreto professionale-
Lui sorrise.
-Sei impossibile-
Esatto, ero impossibile!
-Ehm ragazzi-disse Margherita-preferite guardare un film o raccontare storie horror?-
 
Pov Elena
 
Raccontare storie?
No, assolutamente no.
Era la cosa più pallosa che si potesse fare ad un pigiama party.
Guardai sconsolata Auro che mi ricambiò lo sguardo, mentre Maria lì vicino a lei sembrava saltellare dalla felicità-
-Scusate, chi può ripetermi di chi è stata questa idea?-
Liam alzò la mano.
-Ehm, sono stato io-
Si fece piccolo piccolo sotto il mio sguardo truce.
-Era solo una proposta, se non volete possiamo fare qualcos’altro.-
-A me piace-disse subito Maria, supplicandomi con la faccia da gattino.
-D’accordo chi comincia?-mi arresi.
-Liam-disse Margherita.
Ci sedemmo a cerchio sul pavimento.
-Io ho fame!-
-Zitto Niall!-lo sgridammo in coro.
-Bene, c’era una volta…-
Dopo queste parole mi persi.
Credo che tutti abbiano capito che le storie horror mi fanno vomitare.
Harry mi fece l’occhiolino.
-Resisti-mi disse con il labiale.
Resistere?! Quella serata sarebbe stata ancora lunga e “resistere” non mi sembrava possibile.
Harry rise davanti alla mia espressione, poi si voltò verso Louis e gli parlò all’orecchio.
Entrambi si alzarono silenziosamente.
Dove stavano andando?
 
Pov Maria
 
Qual era la cosa più stupida che poteva accadere ad un pigiama party?
Un blackout.
E indovinate cosa successe quella sera?
Esatto, un blackout.
Dato che fuori non c’era neanche un temporale, come si poteva spiegare?
Elena rise.
-O Harry-
Ah-a beccato!
Se si aspettava che mi sarei messa a urlare si sbagliava di grosso.
Accesi il cellulare per fare un po’ di luce.
Oddio…dieci chiamate da Nate e venti messaggi?
Dovevo essere condannata a morte, come minimo.
-Scusate un attimo ragazzi!-dissi velocemente, per poi uscire in fretta  e furia dalla stanza e uscendo nel retro della casa.
“Pronto Nate, scusascusascusa, mi perdoni? Ti prego”
Lui rise.
“Ehi, clama Mary, so che sei impegnata, volevo solo darti la buonanotte e sapere come stavi”
“Sto benissimo e tu?”
“Mi sei mancata, quindi sto un po’ così così”
“Ah che dolce che sei! Quanto ti voglio bene, cucciolo?”
Lui rise ancora.
“Domani puoi uscire?” mi chiese.
“Ti giuro Nate, che domani esco anche a costo di farmi sparare da uno dei ragazzi”
-Oh, non siamo così malvagi-
Mi girai di scatto giusto per vedere Louis appoggiato al muro della casa.
-Da quant’è che sei qui? Eh?! No, Nate non mi riferivo a te-
-Da quando Harry ha fatto saltare la luce-
“Ehm Mari tutto bene?”
“Sì, Nate comunque a che ora facciamo domani?”
“Alle otto e ti vengo a prendere io, niente storie”
“Ok, buonanotte”
Chiusi la chiamata.
-Allora Tomlinson, da quando in qua spii le telefonate altrui?-
-Da quando certa gente mi si mette praticamente accanto e non mi vede-
Gli feci la linguaccia.
Quant’era stupido!
-Comunque far saltare la luce in un pigiama party non è una cosa originale o divertente-
-Non l’ho fatto mica per farti divertire, mi stai piuttosto sul cavolo e farti ridere non è una delle mie più grandi aspirazioni-
Prima mi diceva che gli stavo simpatica e poi che gli stavo sul cavolo…
Ragazzo bipolare!
 



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Louis


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Liam


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Harry


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Niall


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Zayn


CIAO A TUTTI, FINALMENTE SONO TORNATA, SCUSATEMI PER IL RITARDO, MA TRA COMPITI, CARTELLONI, PROGETTI, SCOUT NON HO AVUTO IL TEMPO DI AGGIORNARE...
SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA, VI PREGO FATEMELO SAPERE.
CIAO CIAO

 

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Capitolo 15
*** LA PRIMA SFIDA ***


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Pov Maria
 
Oggi è il gran giorno: la prima sfida.
Mi alzai di scatto e mi infilai sotto la doccia.
Sentii bussare alla porta del bagno.
-Chi è?-
-Il lupo mangiafrutta-
Louis!
-Io la frutta non ce l’ho, va a chiedere al barbone con gli occhi azzurri se ha qualche avanzo che ha trovato nel buzzo dell’immondizia-
-Che simpatica che sei!-
-Lo so grazie-
Ma che voleva?
Le sue uniche occupazioni mattutine erano infastidirmi e fare ironia sulle mie battute?
Evidentemente sì.
-Che vuoi?-
-Che ti muovi, tra mezz’ora dobbiamo essere al “Queen and King”-
-E cos’è?-
-Il posto dove canteremo-
-Oh sì, certo, era ovvio, in fondo come faccio a non saperlo? Io sono nata a Londra…sparisci coglione!-
Lo sentii ridere.
Ma come faceva ad urtarmi così tanto i nervi?
Doveva aver preso una laurea o una cosa del genere.
“Laurea nella disciplina ComeRompereLeScatoleAltrui”.
Forse esisteva!
E ora mi aveva fatto anche agitare più di prima.
Cacchio! Come farò a cantare in questo stato?
Molto semplice, non ce la farò.
Dove era Zayn? Avevo bisogno di una cioccolata.
Uscii dalla doccia, indossai l’intimo, un paio di pantaloncini e una canottiera, poi uscii dal bagno.
-Buh!-
-Louis, mi hai fatto prendere un colpo, ma non eri uscito?-
Non poteva rispondermi, dato che era accasciato per terra occupato a tenersi la pancia dal gran ridere.
-Senti, sono nervosissima, se mi fai incavolare ancora di più non risponderò più delle mie azioni-
Cominciai ad asciugarmi i capelli e indovinate lui che faceva? Esatto, rideva ancora.
-Ehm, senti ragazzo con seri problemi ti dispiacerebbe alzare le chiappe e andartene?-
E qui si bloccò di colpo.
Non ci potevo credere!
-No, aspetta hai detto che sei nervosa?-
Annuii mentre mi asciugavo i capelli.
-Allora io ho un metodo per calmarti-disse, facendomi l’occhiolino e rubandomi il phon.
-Cattivo metodo Tomlinson, così mi fai innervosire ancora di più-
-Non è questo, scema, siediti qui davanti allo specchio-
Feci come aveva detto.
-Che vuoi fare Louis?-
Lui sorrise poi cominciò ad asciugarmi i capelli, accarezzandomeli.
Ok lo ammetto, era molto rilassante.
-Meglio?-
-Sì, ti prego, continua-
Lui rise.
-Bene, allora per una volta ti sono d’aiuto più di Sykes-
-Non credo proprio, caro Tomlinson, Nate è il mio migliore amico e nessuno può superarlo-
 
Pov Elena
 
Ero con Claudia in camera mia, cercavamo di calmarci a vicenda.
Tra migliori amiche doveva riuscire no?
Ma allora perché continuavo a sentire un peso sullo stomaco.
-Come ti senti Clà?-
-Come prima: ho una fifa tremenda-
Sentimmo bussare alla porta.
-Chi è?-
-Harry, ragazze siete pronte? Posso entrare?-
Sorrisi.
-Vieni Styles, c’è anche Horan?-
-Ehm sì, perché?-
-Entrate tutti e due-
Entrarono e si sedettero sul mio letto, dove stavamo anche noi.
-Quindi ci vestiamo là?-
Niall annuì sorridendo.
-Siete nervose?-chiese Harry sorridendo.
-E ce lo chiedi pure? Credo che non riuscirò ad aprire neanche la bocca quando sarò sul palco-
Harry ridendo mi mise un braccio intorno alle spalle.
Ma che si rideva?
Certo, lui c’era abituato, ormai faceva quel lavoro da tre anni.
E io? Da quant’è che cantavo live davanti ad un pubblico numeroso?
Da …mai, o meglio avrei cominciato tra due ore, quindi ero più che giustificata.
-Sentite ragazze, non dovete aver paura, è più facile di quanto pensiate e poi ci siamo noi, tranquille-disse Niall, accarezzando il braccio di Clà.
Quei due erano diventati pappa e ciccia.
Mi voltai verso Harry, incontrando i suoi occhi verdi.
-Mi prometti una cosa?-
Lui annuì.
-Se sul palco cadessi nel panico, guardami negli occhi, ti prego, il tuo sguardo è il migliore calmante che io conosca-
Lui sorrise.
 
Pov Maria
 
Per tutto il viaggio verso il forum non avevo fatto altro che guardare fuori dal finestrino e torturarmi le mani e ora ero lì.
Avevo paura, tutti ne avevamo.
 
-Malik!-
Zayn si girò verso quella voce con la mascella tirata.
-George!-disse.
Infatti era lui, Max.
-Non vi siete ancora ritirati?-chiese quest’ultimo, avvicinandosi pericolosamente. –Eppure hai paura lo so-
Ma che gli prendeva? Non si era mai comportato così.
-Max ora basta!-
Lui mi guardò.
-Sai Maria, mi stupisco che tu abbia ancora a che fare con questi-
-Questi qui, Max, sono i miei idoli e io…-
-Max, vieni a provare?-
Oh no! Quel giorno non sarebbe finito bene, me lo sentivo.
Da dietro una parete comparve Tom.
Si bloccò di colpo quando ci vide, si soffermò per un attimo su Louis.
Oh beh sì, la loro rivalità.
Mi fece un cenno di saluto che io ricambiai con un sorriso.
-Se vuoi vedere Nathan prima della gara è nei camerini con Siva e Jay-
Forse quello non era il momento più adatto, ma…
-Davvero posso?-
Lui annuì sorridendo.
Lo abbracciai di scatto.
-Grazie Tom-
Poi corsi via.
 
Pov Claudia
 
Ma cosa? Maria cosa c’entrava con i The Wanted?
Guardai Elena in cerca di una risposta, ma lei era più disorientata di me.
-Allora Tomlinson, cos’è quella faccia? Sei stupito che Maria abbia così tanta confidenza con noi?-
Louis sorrise ironico.
-In realtà non ho ancora capito come faccia a sopportarti-
-Ah, questa è bella- intervenne Max, guardandolo negli occhi. –Nathan ha detto che spesso quando parlavano di te, lei voleva cambiare argomento. Tu sei l’unico ragazzo che non sopporta-
Guardai Niall.
Volevo vedere la sua espressione ed era chiaro che neanche lui ci capiva niente.
Ma cosa stava succedendo?
 
Pov Maria
 
Tom mi aveva detto che Nate era nei camerini.
Bene fantastico!
Un piccolo problema però: io non avevo la più pallida idea di dove potessero essere.
Lì era un labirinto.
Cominciai a correre per quei lunghi corridoi , ma niente.
Stavo per perdere la speranza, quando la vidi, quella benedetta porta dei camerini.
Bussai.
Mi venne ad aprire Siva, che mi sorrise.
-Ehi Nathan, ci sono visite per te-
Entrai nella stanza e lo vidi.
-Maria!-
Gli corsi incontro e lo abbracciai.
-Cucciolo!-
-Come sapevi che ero qui?-
-Me l’ha detto Tom-
-E loro ti hanno lasciata andare?!-
-In realtà sono scappata, io e …oh cacchio! Ho lasciato Max e Tom insieme ai ragazzi!-
Nate sgranò gli occhi, oddio, sembrava un rospo: faceva troppo ridere!
Mi prese per mano e mi trascinò fuori dal camerino, lungo l’interminabile corridoio che avevo percorso poco prima.
-Vieni, dobbiamo impedire una strage!-
Corsi più che potevo per riuscire a stare dietro a Nate e meno male, perché quando arrivammo le cose si stavano mettendo davvero male.
Max e Tom fronteggiavano rispettivamente Zayn e Louis.
Li guardai un attimo, incontrando lo sguardo di Tomlinson.
Fissò me, poi Nate e infine il braccio che lui aveva avvolto intorno alla mia vita.
Deluso…era deluso!
Odiai quello sguardo.
-Max, Tom che state facendo? Dobbiamo provare-
Questi ultimi si scambiarono un ultimo sguardo minaccioso con gli altri e poi seguirono Nate, che allontanandosi mi fece l’occhiolino.
-Cenetta insieme stasera?-
Urlò ormai lontano.
-Sì, Sykes, ci conto-
 
Pov Elena
 
Pettinate, truccate, vestite e soprattutto nervose. Ormai eravamo pronte e tra solo mezz’ora avremo dovuto cantare e naturalmente saremo stati il primo gruppo a esibirsi. Ovvio!
Avevamo già provato e ora ce ne stavamo seduti a sudare freddo.
-Ehm sbaglio o i The Wanted ti conoscono?- chiese Niall a Maria, che aveva tenuto lo sguardo a terra per tutto il tempo.
-Ehm, ecco io…-
-Sì, li conosce- intervenne Louis - e non solo, esce anche con loro da quando abbiamo litigato-
Maria riabbassò lo sguardo. Stava trattenendo le lacrime, la vedevo.
-Ehi Mary, per noi non è un problema - intervenni io per tirarla su- vero ragazzi?- dissi guardando in modo eloquente Harry.
-E invece per me è un problema- disse Louis, scaldandosi- un conto è se esci solo con Sykes, un altro se esci anche con gli altri, soprattutto con Parker e George e a me non sta bene-
-E chi se ne frega?-chiese lei, alzandosi e avvicinandosi a lui- a te non sta bene niente di me, se fosse per te non mi avresti mai portato con le altre qui a Londra-
Come faceva a trattenere le lacrime? Louis la trattava da schifo, anche Harry gliel’aveva detto più volte di darsi una regolata, ma lui non gli dava mai ascolto.
-Ragazzi, fra poco tocca a voi-disse una voce di donna fuori la porta.
-Già, meno male che un’estate dura poco- ribatté Louis in tono spezzante uscendo dalla stanza.
Maria si prese la testa dalle mani, ma perché la faceva soffrire così? Io non capivo.
Presi per mano Harry.
-Puoi andare a parlare con Louis? Non può trattarla così- lo supplicai. Lui annuì spettinandosi i ricci. Era preoccupato.
-Buona fortuna- dissi dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
 
Pov Louis
 
Ma perché non la sopportavo? In fondo era simpatica, ma mi dava fastidio il fatto che invece di stare con noi stesse con quei deficienti.
-Tommo?-
Mi voltai.
-Hazza che c’è?-
-Mi puoi spiegare cosa ti succede? Non hai mai trattato così una ragazza-
Alzai gli occhi al cielo. Ma che volevano tutti? Era proprio una giornata no per me.
-Non lo so, va bene? È che mi fa saltare i nervi-
-Ehm, non è che sei un po’ geloso?-
-Ti sei fumato il cervello?-dissi ridendo. Io geloso di Sykes per quella ragazza? No, no proprio.
-Ehm Hazza?-
Era lei.
Mi voltai per incontrare i suoi occhi, ma non potei, li aveva bassi e cercava accuratamente di non guardarmi.
-Elena è nel panico, mi ha detto di chiamarti-
Lui sorrise.
-Vengo subito- disse per poi entrare nel camerino. Lei stava per seguirlo. Certo cosa credevo , che volesse stare insieme a me?
-Aspetta-le dissi. Lei si bloccò, ma non si voltò neanche a guardarmi.
-Ecco…mi dispiace…insomma scusa-
Louis che ti prende? Perché balbetti come un idiota? Forse perché sei un idiota.
-Ne riparliamo più tardi, Tomlinson. Cerchiamo almeno di non picchiarci durante l’esibizione, ok?-
Mi dava fastidio, le avevo detto scusa e lei? Neanche si era girata per guardarmi, era proprio una bambina; comunque aveva ragione.
-Ok-
 
Pov Aurora
 
3, 2, 1…che si dia inizio allo spettacolo!
I ragazzi cominciarono a fare palleggi con il pallone da basket, mentre noi fingevamo di fare delle formule chimiche.
Guardai con la coda dell’occhio Zayn che vedendomi mi sorrise.
Allora già che ero agitata, mi voleva far venire proprio un infarto!
Cominciammo a ballare insieme ai ragazzi.
Bene, eravamo intonati.
Guardai Louis e Maria. Dopo quella sfuriata c’era da meravigliarsi che lui fosse ancora vivo.
Lei si teneva staccata da lui più del dovuto. Ehm ragazzi è un ballo di coppia. Che state facendo? Dovete imitare Claudia e Niall, Harry e Elena, me e Zayn e anche Margherita e Liam, che non se la cavavano per niente male.
Louis sembrava essersene accorto, infatti le prese la mano e la fece avvicinare a lui.
Ok, pronti per l’acuto finale? Sì. Bene.
Applausi e urla ed erano tutti per noi.
Ci inchinammo insieme.
Incatenai il mio sguardo a quello di Zayn, che mi sorrise.
-Sei andata forte-mi sussurrò all’orecchio.
Gli sorrisi.
 
Pov Maria
 
Durante lo show avevo visto Nate in mezzo alla folla.
-Allora?- gli chiesi avvicinandomi.
-Sei andata alla grande- mi disse abbracciandomi.
-Cucciolo, ti ascolterò anch’io durante l’esibizione.
-E Louis è d’accordo?-
-Boh, ma non mi frega, sei il mio migliore amico e il minimo che possa fare è ascoltarti e fare il tifo-
Lui rise.
-Quando iniziate?-
-Tra cinque minuti, credo-
-Bene, giusto il tempo di cambiarmi, buona fortuna-
Mi fiondai lungo il corridoio, nei camerini.
Entrai in quello delle ragazze. Mi tolsi in fretta quel vestito e mi infilai i vestiti con i quali ero venuta al forum, per poi fiondarmi fuori per vedere il mio Nate. Arrivai appena in tempo, erano tutti sul palco. Feci un cenno a Nathan che mi vide e sorrise.
Poi si avvicinò il microfono alla bocca.
-Vorrei dedicare questo pezzo ad una persona molto speciale: Maria è per te-
Oddio, non potevo credere che avesse pronunciato quelle parole. Mi stava dedicando una canzone davanti a tutti!
Le note di “My heart will go on” si diffusero nel forum…
 
Pov Elena
 
-Scusate, ma dov’è andata Maria?- chiesi entrando nel camerino dei ragazzi.
-Non so, non era con voi?- mi rispose Harry.
-Beh si è cambiata in cinque secondi e poi è scappata via , pensavo che fosse venuta a chiarirsi con Louis-
Quest’ultimo scosse la testa.
-Io non l’ho vista più dopo lo show, ma conoscendola credo che sia ad ascoltare quei cinque idioti-
Guardai Harry. Ma non gli aveva parlato? Lui alzò gli occhi al cielo.
Ah già, Louis era il solito!
Io sorrisi.
-Allora credete che abbiamo possibilità di vincere?-chiesi.
-Possibilità?! Siamo certi di vincere contro quegli idioti-disse Zayn.
Oh, ma oggi giravano a tutti eh!
Harry rise davanti alla mia espressione.
-Ehi Ele, cenetta insieme stasera, io e te?- mi chiese facendomi l’occhiolino.
Harry Styles che invitava una normale ragazza a cena fuori? Da segnarselo sul calendario.
 
Pov Margherita
 
Sentimmo bussare alla porta.
-Avanti-urlai io come una disastrata mentale.
Liam entrò titubante. E ci credo, quell’urlo poteva averlo spaventato!
-Ehm Liam, perché stai sorreggendo Elena?-gli chiesi dopo averla vista in un completo stato di trance autistico, accanto a lui.
-Harry l’ha invitata a cena e così…-
Un classico!
Liam la posò su una panchina poi si rivolse a me.
-Allora Marghe, sei una ragazza coraggiosa?-
-Dipende, perché?-
-Vedi, questo forum è costruito sopra un vecchio teatro, ma i sotterranei dovrebbero essere ancora intatti e siccome sono un fan di Dora L’Esploratrice vorrei esplorarli, quindi, mi accompagni?-
Liam Payne, fan di Dora L’Esploratrice, quella bambina con seri problemi che domanda ai telespettatori dov’è il fiume e magari ci sta annegando dentro?
Ooooooooooooooook.
-Si dà il caso, caro Liam, che essendo un’esploratrice della natura selvaggia, non possa certo ritirarmi da una proposta così ganza-
-Ehm, forse l’ultima parola non è adatta ad un linguaggio pomposo-
-Liam Payne, è un particolare insignificante-
Uscimmo dai camerini, appiattendoci sui muri come delle spie con seri problemi di claustrofobia.
-Allora…-
-Zitto Liam, potremmo attirare l’attenzione di una banana mannara  e niente è più pericoloso di una banana mannara-
Lui rise  accasciandosi al muro. Come fan di Dora L’Esploratrice non era un granché.
Rise così tanto da trovarsi per terra, per poi chiudere gli occhi e addormentarsi. Un momento ma si era addormentato sul serio, oppure era…era…
-Liam tutto bene?-chiesi preoccupata, avvicinandomi a lui.
-Sì-urlò facendomi fare un salto di mezzo metro.
-Che stupido che sei, mi hai fatto prendere un colpo-dissi fingendomi offesa.
-Dai Marghe, ti prego, scusa, dai per farmi perdonare ti porto a cena fuori in un ristorante cinese-
Lo abbracciai. Dovevo fingermi offesa più spesso.
 
Pov Claudia
 
Show finito, stanchezza estrema, Niall vicino in macchina, sì, mi sarei presto addormentata.
-Sei stanca?- mi chiese lui sorridendomi.
-Sì, un po’-
-Allora se ti invitassi a cena fuori tu rifiuteresti?-
Mi riscossi tutta.
-Certo che no Niall, verrei volentieri, in fondo non è una cosa stressante, no?-
Lui rise.
-Allora dove vuoi andare stasera?-gli chiesi.
-Nandos-urlò lui. Bene, Nandos, perfetto, come facevo a non aspettarmelo?
-E gli altri vengono con noi?-
Lui scosse la testa.
-Harry va a cena con Elena, Liam con Margherita, Aurora e Zayn a  quanto ho capito se ne stanno a casa e ordinano una pizza e Maria va a cena con Sykes-
-Ma tu sapevi niente che si conoscevano?-
Scosse la testa.
-Louis e Zayn lo sapevano, ma non ci avevano detto niente-
Annuii. Certo, era per questo che Louis e Maria non si potevano vedere.
 
Pov Maria
 
Risi alla battuta di Nate. Possibile che quando stavo con lui stavo così bene?
-Allora Nate, com’è andato lo show?-
-Bene, sì sì, Max ha così tante speranze di stracciare Malik che…oh scusa, non ti piace vero parlare della nostra rivalità?-
Scossi la testa.
-Meglio cambiare argomento tanto quando sarò a casa mi faranno tutti il terzo grado
-Dai Mari, magari riuscirai a chiarirti- disse, accarezzandomi con il pollice il dorso della mano. Gli sorrisi.
Nathan guardò dietro di me stralunato.
-Oh no!-
-che c’è?-
-Maria non girarti, c’è Louis Tomlinson-
-Cosa?! Anche qui me lo devo ritrovare? Senti, facciamo finta di non averlo visto, ok?-
Annuì.
-Ma è solo?-
-Sì, Eleonor è in America a fare un servizi fotografico che la terrà occupata per tutta l’estate-
Lo guardai ironica.
-Ma non è una semplice commessa?-
-Sì, ma a volte fa anche da modella per la casa di moda di suo padre-
Non la sopportavo e non ci sarei mai riuscita. Sbuffai, mi voleva anche rovinare la serata.
Era un ragazzo impossibile!
-Ignoriamolo, ti prego!-
Lui annuì sorridendo.
-Allora, per cambiare argomento, dove andiamo dopo?-
-Sei mai stata ad Hyde Park?-
Scossi la testa.
 
Pov Elena
 
Il tempo è un grandissimo bastardo. Quando sei a scuola non passa mai, mentre quando stai bene…come sono già passate due ore?!
Più o meno questo è stato quella sera a cena, siamo tornati a casa che erano le una e mezza, ma a me sembrava che fossero passati solo cinque minuti.
-Grazie per la serata Harry, sono stata veramente bene-
-Lo so, sono un mito a organizzare cenette-
Gli diedi una pacca sulla spalla. Ma sì, aveva ragione!
-Buonanotte Styles-dissi, ma mi sembrava veramente troppo poco.
Mi avvicinai e gli diedi un bacio a stampo.
Ok, mi stupii di me stessa: primo bacio in assoluto dato al mio idolo più grande, il fatto è che lui mi piaceva da morire.
Ora voi penserete “Che coraggio!”, ma in realtà abbassai gli occhi e corsi in camera mia.
Ma cosa avevo fatto? Noi eravamo solo amici, ok, magari io avevo una cotta per lui ma questo non significava che lui provasse la stessa cosa per me.
Sì, la mattina dopo gli avrei chiesto scusa, anche se non sapevo come, dato che non credevo che sarei riuscita a guardarlo negli occhi.
 
Pov Margherita
 
Otto e mezza, ristorante cinese, Liam Payne. Bene, era tutto perfetto…o quasi.
Il bello è che avevamo ordinato da mezz’ora e nessuno si degnava a portarci qualcosa da mangiare.
-Liam, fra poco mi vedrai per terra presa da atroci crampi. Ho fame-
Lui rise.
-Sai Marghe, quando sto con  temi viene da piangere-
Feci il labbretto.
-Per il ridere-
Ambè.
-Senti io vado a chiedere al cameriere, tu resta qui-gli dissi, ma lui si alzò lo stesso.
-No, vengo, se tu perdessi la pazienza potresti uccidere quel povero ragazzo.-
Io? Perdere la pazienza? Uccidere?
 Liam non mi conosceva bene, io non facevo del male neanche ad una mosca.
Mi avvicinai al ragazzo che aveva preso le nostre ordinazioni, bene Margherita diplomazia e gentilezza.
-Scusi, noi abbiamo ordinato da un po’, ma…-
-Siete del tavolo?-
-Quindici-
Guardò il suo taccuino, poi ci guardò.
-Ehm, scusate…ma ho dimenticato di dare le ordinazioni ai cuochi-
Coooooooooooooooooooooooossssssssaaaaaaaaaaaa?!
Quindi io stavo crepando di fame per una dimenticanza?
Liam mi prese una mano per evitare che mi trasformassi in Hulk e mi riportò al tavolo, pregando il cameriere di fare presto.
-Meno male che c’ero io altrimenti te lo saresti mangiata-
-Almeno qualcosa mi avrebbe riempito la pancia, quindi Liam se mi vedessi tra poco mangiare come una porca è solo per fame-
-Uhm, ci credo poco-
Sorrisi, in effetti io mangiavo come un porco anche quando non avevo fame, oooooooooops.
-Comunque, credo che sia ora di esercitarsi con le bacchette-dissi afferrandole.
Le avvicinai al viso di Liam e poi gli presi il naso. Scoppiammo a ridere come pazzi, beh forse un po’ lo eravamo.
 
Pov Maria
 
Ero sfinita! Hyde Park era bellissimo ma enorme, quindi avevamo camminato per circa due ore, ovvero un’eternità per me, il bello è che avevamo digerito completamente la cena.
Salii in camera mia, trascinandomi come meglio potevo sulle scale, aggrappandomi alla ringhiera, che in quel momento era la mia unica ancora di salvezza.
-Ti serve una mano?-
Mi voltai e vidi quel deficiente.
-No, grazie-
-Sai hai uno stano modo si ringraziare, sembra quasi che mi stia augurando di crepare-
Sbuffai, continuai a salire a gattoni le scale con la lingua a penzolone per la fatica.
-Ma sei sicura che non vuoi una mano?-
-Tomlinson va a dormire, ce la faccio-
-In realtà io volevo parlare di quella litigata di stamattina-
-Sono troppo stanca per litigare di nuovo, ok?-
-Ma io in realtà volevo chiederti scusa e…ecco mi dispiace di averti detto quelle cose, ero solo arrabbiato con…-
-Me, vuoi dire?-
-Ehm no, con loro, sono insopportabili almeno con noi-
-Forse perché vi odiate a vicenda? Senti ne parliamo dopo che mi sono cambiata- dissi chiudendomi dentro la mia stanza. Mi trascinai vero il letto come un lombrico, mi infilai il pigiama alla velocità di una lumaca in letargo che sta digerendo per poi lasciarmi cadere sul letto a peso morto.
Louis entrò poco dopo e naturalmente era in boxer.
-Comincia pure a parlare ti ascolto-
-Ma è andato tutto bene con Sykes? Sembri morta-
Io annuii.
-Mi ha solo portata ad Hyde Park-dissi con gli occhi che ormai si chiudevano.
-Come come?-
Aprii di malavoglia un occhio per guardarlo.
-Perché quella faccia stupita?-
-Guarda che ad Hyde Park…va bè non fa niente, tanto credo che lo scoprirai domattina; comunque che ci facevate in quella pizzeria?-
-Sai com’è, quando uno va in una pizzeria è per mangiare pizza-
-Non per quello, è il mio ristorante preferito-
-Beh, anche il nostro-
Volevo dormire e quello mi chiedeva cose assurde. Eh, che pazienza che avevo o forse ero solo troppo stanca per buttarlo fuori dalla mia stanza.
-io vado in camera mia-
Wow, era la cosa più intelligente  che avesse detto fino a quel momento.
-Buonanotte-
E finalmente chiusi gli occhi. Pace e soprattutto un letto morbido su cui dormire.
-Ehm Mari, in camera mia si scoppia di caldo…posso dormire qui?-
Non mi preoccupai neanche di chiedere chi fosse. Non mi interessava niente, in quel momento potevo dormire anche con Gozzilla.
La mattina dopo non sarei andata a fare jogging con Nate, così potevo dormire fino a mezzogiorno. Yupppppiiiiiiii!!
Ah devo dire un’altra cosa: Margherita puzza!
 


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One Direction


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CIAO A TUTTI!
Finalmente sono tornata con un nuovo capitolo, vi prego di scusarmi per il ritardo...
spero che vi sia piaciuto, vi assicuro che nel prossimo ci saranno numerose sorprese...vi dico solo che si chiama "Questioni di cuore". :)

 

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Capitolo 16
*** AMORE FRATERNO ***


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Pov Maria
 
La canzone era bellissima. Sprizzava di energia, era veramente…wow!
Ci facemmo fare il bis, il tris, il quattris, il quintis, poi loro caddero a terra stremati.
-Vi prego, pietà- urlò Louis verso di noi.
Claudia se ne stava in un angolo ad ascoltare.
Povera Clà!
Beh, povera? Aveva avuto un bacio dal suo idolo! Non era certo una cosa che capitava tutti i giorni. Ma l’incertezza è una cosa spregevole: consuma i sogni e ci fa sentire…cacchette.
-Allora barbona, ti è piaciuta la canzone?-
Mi voltai e incontrai lo sguardo divertito del coglione.
-Wow, il grande Louis Tomlinson che viene a chiedere un parere all’apostata?-
-Ehm, sì…ma che vuol dire “apostata”?-
-Traditore!-
Sì, era un coglione.
-Comunque è bellissima e secondo me avrà molto più successo di “What makes you beautiful”- dissi sedendomi su un tavolo.
-Speriamo-
-Ehi-dissi, dandogli un piccolo pugno sul braccio-non è tipico del grande Louis Tomlinson essere emo-
Lui rise., poi all’improvviso si fece serio.
-Oggi esci con Sykes?-
-Sì, stasera-
-Quindi il pomeriggio sei libera?-
-Beh, se non ci sono le prove-
-Oggi facciamo pausa-
-Allora sì, sono libera-
Ma dove voleva andare a parare? Insomma non gli era mai fregato molto dei miei programmi.
-Ecco…ti andrebbe di andare da  Starbucks?-
Beh, tutte queste storie per andare da Starbucks?! Certo che ci volevo andare.
-Sì certo, chi viene?-
-Io-
-Ok e poi?-
-E basta. Maria, solo noi due-
Ok.
Facciamo un breve riassunto del rapporto tra me e Tomlinson: appena arrivata, litigo con lui, per poi litigare con lui di nuovo, per poi litigare con lui ancora.
Sì, insomma, non era una cosa ragionevole chiedermi di uscire.
-Gli alieni ti hanno fatto il lavaggio del cervello?-chiesi incredula, guardandolo con tanto d’occhi-Oppure stai scherzando?-
-Sono serissimo, allora vuoi venire o no?-
-Ok, Tomlinson, vengo, anche se la compagnia non è delle migliori-dissi, facendogli l’occhiolino e andandomene di sopra.
Non ci potevo credere. Uscivo con Tomlinson, probabilmente un milione di ragazze sarebbero volute uscire con lui, ma per me quell’”appuntamento” non era altro che una cosa diversa per passare il tempo quel pomeriggio.
Aspettavo la sera solo per vedere Nathan e andare da Starbucks mi avrebbe aiutato a non annoiarmi.
Guardai fuori dalla finestra: pioveva.
Ah già, dimenticavo siamo a Londra!
Mi vestii in fretta e furia, mi preparai e poi scesi di sotto a guardare la televisione, l’avevo anche in camera, ma quella del soggiorno era enorme e ventiquattrore su ventiquattro c’era sempre qualcuno che la guardava, si poteva quindi fare due chiacchiere.
Scesi di sotto e c’era…nooooooooo, quell’idiota di mia sorella.
Mi sedetti vicino a lei che stava sfogliando un fumetto, mentre masticava una gomma e ascoltava musica.
E voi direte, ma allora che ci stava a fare davanti ad una televisione accesa?
Beh, il bello è che, mentre faceva tutte queste cose, alzava gli occhi per guardare la tv.
Ma naturalmente non poteva capire più di tanto cosa stava guardando-Ehm Marghe, a me non interessa il programma “Come la cacca dei polli può cambiare la tua vita”, posso cambiare?-chiesi, rubandole il telecomando.
Lei scosse la testa.
-Ma se non stai neanche ascoltando-
-È  molto interessante invece, spiega che la cacca dei polli è una sorta di…-
-Non me ne frega niente-dissi, cambiando canale.
Iniziai a guardare i cartoni animati.
-Che fai esci?-mi chiese.
-Sì, con Louis-
La gomma le cadde dalla bocca, le cuffie le scivolarono dalle orecchie e il fumetto precipitò a terra.
Deglutì.
-Con…con Louis?-
Io annuii.
-Perché fai quella faccia?-
-Niente niente, è che mi sembra un po’ strano che usciate insieme dato che litigate una volta sì e l’altra pure-
-Infatti è strano, ma mi ha invitato lui e a me va bene-
Deglutì un’altra volta.
-Senti, se comincia a parlarti di cose strane, fai finta di niente, ok?-
-Va bene-
Ma che diavolo voleva dire? Per un momento mi immaginai la nostra conversazione: “Lo sai che le bufale hanno un sedere che proviene dallo spazio?”.
Questa era una cosa strana!
-Ehi barbona, sei pronta?-urlò Louis da metà scale.
-Da un pezzo-urlai in risposta.
Diedi il telecomando a Margherita  e poi mi alzai dal divano, mentre lei rimetteva ad ascoltare musica, leggere, guardare la TV e masticare gomma. Sì, è una ragazza abbastanza strana.
Mi voltai verso Louis che stava scendendo le scale.
-Allora possiamo andare?-
Io annuii.
Salutai Margherita, che naturalmente non mi sentì, e uscimmo.
Non pioveva più, anche se il cielo era nero da far paura, così decidemmo di andare da Starbucks a piedi.
 
Pov Margherita
 
Mi precipitai in camera di Liam.
-Abbiamo un problema-
-Cioè?-mi chiese lui confuso.
-Louis è uscito con Maria, a quanto ho capito vanno da Starbucks-
-E allora? Non vedo il problema-
-Ma non hai capito?! L’ha invitata solo perché le deve parlare di quello che ha sentito stamattina-
-Vuoi dire la cazzata che hai sparato?-
-Sì, proprio quella, oddio, cosa ho fatto?- dissi disperata, prendendomi la testa tra le mani e sedendomi sul letto di Liam.
-Probabilmente si ritroverà in una situazione di cacca e non saprà come uscirne e naturalmente finiranno per litigare-
Liam si sedette accanto a me.
-Che possiamo fare?-
-Ho un’idea: li pediniamo e se Louis comincerà il discorso, gli taglieremo la lingua, oppure ho un altro piano: mettiamo della colla nella sua bevanda , così non riuscirà più a parlare.-
Liam rise.
-Sono soluzioni un po’ drastiche, non ti pare?-
-Per una sorella si fa tutto!-
 
Pov Maria
 
Dopo circa un’eternità raggiungemmo lo Starbucks.
Nathan aveva detto che aveva fatto tutta quella strada di corsa…per me. Sorrisi.
Purtroppo il tempo non era dei migliori e faceva piuttosto freddo.
Ordinai una cioccolata calda con biscotti.
-Credevo che avresti preso solo un bicchiere d’acqua per non rovinare la linea-
-Tomlinson, la mia è una linea circolare chiusa, ovvero una circonferenza, quindi la cioccolata va benissimo-
Lui rise.
Gli portarono un milkshake enorme e a me la cioccolata.
-Allora Tomlinson, giusto per parlare un po’, come va con Eleonor?-
Abbassò lo sguardo e il suo sorriso si spense.
-Oddio scusa Louis, non volevo essere invadente, cambiamo argomento-
-No no, dovrei parlarne con qualcuno in effetti, tra me e Eleonor le cose non vanno più molto bene, siamo tutti e due troppo impegnati e ormai la nostra è una relazione a distanza, forse neanche stiamo più insieme  e nessuno dei due lo sa-
Abbassai lo sguardo sulla mia cioccolata.
Cosa potevo fare per confortarlo? Ero completamente estranea a queste situazioni.
-Secondo me, ne dovresti parlare con i ragazzi, insomma vi volete bene come fratelli, ti diranno loro la cosa giusta da fare-
Lui annuì.
-Comunque avevi ragione, cambiamo argomento, vedi, stamattina tua sorella ha detto una cosa a Liam, insomma che tu…-
E qui si interruppe, guardando a bocca aperta i due personaggi strani che erano appena entrati.
Sembravano due venditori ambulanti, ma dal loro comportamento sembrava che vendessero droga molto forte.
Uno di loro cominciò a urlare “Ahola” e a ballare intorno al bancone, spaventando la cassiera, mentre l’altro tirava coriandoli in giro per la stanza.
Io e Louis ci guardammo e scoppiammo a ridere. Ce n’era di gente strana a Londra!
Ma non tutti avevano il nostro senso dell’umorismo, infatti un cliente tirò a quello che ballava l’Ahola una bottiglietta d’acqua urlando “Andatevene via, drogati!” e lo colpì sulla fronte.
L’altro  che spargeva coriandoli urlò “bulugulorulu!” e si caricò sulle spalle il compagno, ancora stordito, per poi andarsene.
Bene, ni due stavamo per morire!
-Oddio, non ce la faccio più!- dissi, ridendo tenendomi la pancia.
Come facevo a finirmi la cioccolata in quelle condizioni? Non volevo di certo finire come Louis, che aveva sputato quasi tutto il milkshake sul tavolo.
-Louis, ti prego, va a prendere qualcosa per pulire-
-Subitissimo!-disse, alzandosi e rischiando di cadere.
-Ehi, attento!-
Mi fece l’occhiolino sorridendo.
Guardai fuori sulla strada, il cielo faceva schifo. Cosa avremo fatto quella sera? Di certo il tempo non avrebbe consentito grandi passeggiate, uff, odiavo rifugiarmi dentro un bar.
-Non ti preoccupare, tra poco il tempo si farà bello, è sempre così a Londra-
Mi voltai per incontrare il suo sguardo.
-Di sicuro, stasera con Sykes ti divertirai-
Mi sentii tremendamente in colpa in quel momento, aveva indovinato alla grande i miei pensieri.
Gli sorrisi per poi sorseggiare la mia cioccolata ormai fredda.
-Allora prima che quei pazzi entrassero nel locale avevi cominciato a dirmi qualcosa. Di cosa si trattava?-chiesi incuriosita.
Il suo sguardo si fece serio.
-Beh, ecco, vedi…ho sentito da Margherita il motivo della “riunione femminile”-
Quasi mi strozzai con la cioccolata.
Cacchio, allora Margherita, nonostante le occhiatacce aveva parlato!
Ma perché non se ne poteva stare zitta in un angolo con la faccia rivolta verso il muro?
-Sul serio?-chiesi titubante.
Lui annuì.
-Senti Lou, è una cosa che nessuno doveva sapere, ok? Potresti dimenticarla?-
Lui si passò una mano sul mento.
-Devo dimenticare un po’ troppe cose, tra poco credo che dimenticherò di dimenticare-
Cercai di imitare il gatti no di Shrek.
-Ti prego Lou, fammi questo favore-
Lui rise.
-E va bene, ma ad una condizione, adesso ce ne andiamo a casa, ma quando tornerai vorrei un attimo parlarne, ok?-
-Solo noi due, vero?-
-Beh, certo!-
Perché era così ovvio?!
 
Pov Margherita
 
-Ahi Liam fa male! Ma cosa gli è preso a quel vecchio pazzo? Ma ha lanciato una bottiglia, ti pare normale?-
Lui rideva mentre mi metteva una borsa di ghiaccio sulla fronte.
Avevo un bernoccolo grosso come quello sui cartoni animati.
-Forse hai esagerato un pochino, ok che dovevi distrarre Tommo, ma sembravi una pazza scatenata-
-Mai quanto te che hai urlato in non so quale lingua stramba-
Ridemmo insieme.
-Dobbiamo inventarci una scusa per questo bernoccolo-disse lui.
-Uhm, potrei dire che ero uscita di casa e uno squalo bianco mi ha attaccato, oppure- proseguii, notando la sua espressione scettica- posso dire la verità-
-No no, troppo imbarazzante-
-Non è imbarazzante, eri abbastanza figo mentre lanciavi coriandoli-
Mi guardò.
-Beh grazie, comunque anche tu non eri male- e cominciò a ballare l’Ahola, io mi unii a lui e così improvvisammo una sorta di scompenso musicale (se così si può chiamare).
-Ma che state facendo?-chiese Zayn che era appena entrato con Aurora.
-La cacca!-urlai io. -E voi che fate?-
-Siamo venuti a preparare la cena dato che oggi tocca a noi, sapete se per caso qualcuno mangia fuori?-
Noi scuotemmo la testa continuando a ballare.
Eh, se eravamo pazzi!
-Ok-disse Zayn- ci aiutate ragazzi?-
Io mi bloccai di colpo. Guardai Zayn truce che si nascose dietro ad Aurora.
-Cosa hai detto?-urlai isterica.
-Per me va bene, mi piacerebbe aiutarvi-
Mi voltai incredula verso Liam. Quel ragazzo non era normale.
-Liam Payne ti devo forse ricordare che quando abbiamo cucinato non ci ha aiutato nessuno e sottolineo nessuno?-
-Ah, sei una tipa vendicativa-disse lui prendendomi il naso e sorridendomi.
-Assolutamente-
-Ehm Marghe cosa hai fatto sulla fronte?-chiese Aurora.
O cacchio!
-Ecco mi sono messa a ridere e…mi è spuntato il bernoccolo-
Sguardi stupiti.
-Vuoi dire che hai sbattuto da qualche parte?-
-No no è proprio spuntato  come un fungo, così, popp-
E tutti risero.
 
Pov Maria
 
-Allora Sykes, cosa abbiamo in programma per stasera?-chiesi in macchina.
-Ti porto al bowling-
-Ehm Nate, non per rovinare la serata, ma io non so giocare-
Lui sorrise.
-Beh, ti insegno io-
-Ok-dissi sorridendo.
Naturalmente restammo mezz’ora davanti alla cassa, litigando per pagare l’entrata e come sempre lui vinse.
-Prima o poi ti restituirò tutti i soldi caro Nathan e se non li prenderai, ti ucciderò-
-Uhm, ci credo poco, ma quel giorno farò finta di avere una paura tremenda-disse facendomi l’occhiolino. Gli feci una linguaccia mentre indossavo le scarpette da bowling.
-Allora andiamo-
Annuii. Ero pronta sia fisicamente che psicologicamente a fare le mie solite stupende figure.
Raggiunsi la nostra pedana senza cadere. Segno di vittoria!
-Allora, guarda bene-disse lui prendendo una palla- prima prendi la rincorsa e poi tiri…così-
Guardai la palla che rotolava e faceva strike.
-Ok, è molto più difficile di quanto credessi, quindi mi rifugio nel bar e compro qualcosa, ho voglia di patatine, tu?-
-Maria, non cambiare argomento, almeno provaci una volta-disse lui, porgendomi una palla. La presi titubante.
-Come così?-
-No-disse lui ridendo. In effetti sembravo un macellaio assassino -Così- disse.
Mi prese la mano e infilò tre dita nei tre buchi della palla. Ah, erano per le dita e io che pensavo che fosse rovinata. Questo vi fa capire quanto ne sapessi sul bowling!
Alzai gli occhi per ringraziarlo e quando lo feci, trovai il suo volto vicinissimo al mio, restai a guardare i suoi occhi bellissimi per non so quanto.
Cosa cacchio mi stava succedendo? Che stupida che ero!
Distolsi lo sguardo, per poi fare un timido sorriso.
-Poi cosa devo fare?-chiesi per cambiare quella situazione. Ma cosa ci aveva preso? Incontrai di nuovo i suoi occhi verdi e sentii una morsa alla bocca dello stomaco.
No, non potevo…non potevo innamorarmi del mio migliore amico.
Maria svegliati!
-Allora piegati un po’ e cerca di dare una spinta alla palla-
-In che senso?-
-Guarda così-
Mi si avvicinò.
-Lo facciamo insieme, ok?-disse sorridendo. Mi circondò con un braccio la vita e con l’altra mano mi prese la mano che teneva la spalla. Guardai paurosamente il braccio che mi stringeva. O cacchio, e se avesse sentito il peso che avevo sullo stomaco?
-Ehi, Mary, più sciolta, sembri fatta di marmo-mi sussurrò ridendo ad un orecchio.
Arrossii all’improvviso. Ma cosa mi prendeva quella sera? Cosa avevano messo Aurora e Zayn nella cena?
Nathan insegnava alla mia mano il movimento giusto che doveva fare, mentre io non facevo altro che pensare alla sua mano a contatto con la mia.
-Adesso tira- ubbidii e feci strike.
-Bravissima!-
-Tecnicamente lo hai fatto tu-
-Uhm non credo proprio, dai prova di nuovo-
-Sai che facciamo signor Sykes? Facciamo una piccola sfida tra noi due e chi perde, beh…paga da bere all’altro-
-Ok, ci sto-
Indovinate chi vinse.
Esatto. Nathan.
Aveva fatto  ben quattordici strike su quindici tiri e sapete quanti strike avevo fatto io?
Uno, quello all’inizio.
-E bravo il mio Nate! Mi hai stracciato alla grande-dissi, dirigendomi verso il bar con lui.
-Già, certo che non hai neanche la fortuna del novellino, speriamo almeno che tu sia fortunata in amore-
-Eh già, infatti ho circa tredicimila ammiratori segreti…scherzi a parte Nate, ti sembro una tipa fortunata?-
-Ehm…no!-
-Viva la sincerità!- esclamai alzando le braccia in aria, attirando l’attenzione di più della metà dei giocatori. Ok , ecco la prima figura di merda. Sinceramente mi stavo preoccupando non vedendola da nessuna parte.
 
Pov Margherita
 
-O Liam come sono disperata, ho messo la mia sorellona adorata in una bruttissima situazione, mi darà tante totte, lo so!- ripetevo abbracciando Liam come se fosse la mia unica ancora di salvezza.
-Cosa posso fare?-
-Beh, spiega a Louis che era una cavolata-
Lo guardai negli occhi.
-Non posso buuuuhhhhhhhh! Dopo mi chiederà il vero motivo della riunione e io non posso dirglielo, perché lui non è dolce, gentile e buono come te…ehm, credo di averti fatto un po’ di complimenti e tu neanche ringrazi? Screanzato!- dissi alzandomi e guardandolo storto.
-Sì, ehm, grazie Marghe-
-Beh, hai rimediato, ma ora ti prego, dimmi cosa posso fare- lo pregai facendo il labbretto.
Lui ci pensò su poi mi sfilò il cellulare dalla tasca e me lo porse.
-Chiamala-
Annuii, sì, era senza dubbio la cosa più sensata da fare. Digitai il numero e accesi la chiamata.
“Sì Marghe?”
“Ehm, ciao Mary, come va?”
“Bene, ma perché me lo chiedi?”
“Per sapere, senti ti devo dire una cosa importantissimissima, talmente importante che te la devo dire proprio ora”
“Di che si tratta?”
“Ecco io…”
 E proprio sul più bello venni interrotta da Zayn che si precipitò in camera mia per chiamarci.
-Ragazzi, venite giù, è successa una cosa che…oddio!-
“Scusa Mary te lo dico dopo”
Mia sorella poteva aspettare.
Ero più che stupita di vedere Zayn Jawaad Malik traumatizzato in camera mia.
Guardai Liam turbata e lui mi sorrise rassicurandomi.
Avrei dovuto lasciare al suo triste destino mia sorella.
 




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Louis


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Nathan


CIAO A TUTTI! ECCO IL MIO NUOVO CAPITOLO SPERO CHE LO LEGGERETE IN NUMEROSI!
 

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Capitolo 17
*** QUESTIONI DI CUORE ***


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Pov Maria
 
Aprii lentamente gli occhi e la prima cosa che guardai fu l’ora, erano le dieci e mezza.
Ok, basta dormire, dovevamo cominciare a provare per la sfida del 25 luglio e mancavano solo ventitré giorni.
Un momento ma di chi era quel braccio intorno alla mia vita?
Ah, era Louis e secondo voi si era messo qualcosa addosso oltre i boxer?
Naturalmente no.
-Ehm, Louis ti puoi alzare per favore?-
Nessun segno di vita, in fondo non ero io quella che aveva camminato per due ore ad Hyde Park, giusto?
Spostai delicatamente il braccio e mi alzai, mi cambiai (tanto lui dormiva ancora) e scesi di sotto di corsa a fare colazione, quella mattina doveva cucinare Niall, quindi c’era una marea di roba da mangiare.
Entrai in fretta in cucina e mi si presentò una scena piuttosto tragica.
Elena era seduta e si teneva la testa tra le mani, sembrava disperata, mentre Claudia la consolava e Niall preparava la colazione e guardava quella scena preoccupato.
-Cos’è successo?- chiesi sedendomi accanto a Elena.
-Ieri sera quando lei e Harry sono tornati a casa, lei lo ha baciato e ora non sa cosa fare-disse Claudia.
-Ma lui ha ricambiato il bacio?-
-Era a stampo e non so neanche se gli è piaciuto, dato che sono scappata via subito-disse Elena, sull’orlo delle lacrime. –Sicuramente voleva che restassimo solo amici-
-Lui adesso dov’è?-chiesi.
-Dorme ancora-intervenne Niall.
-A te ha detto niente Horan?-
-Non l’ho visto per niente ieri sera-
Nella cucina entrò Louis e naturalmente non si era messo niente addosso. Alzai gli occhi al cielo.
Guardò Elena, poi Claudia e infine Niall.
-È per la storia del bacio?-chiese.
-E tu che ne sai?-gli domandai.
-Ehi Harry è il mio migliore amico, me l’ha detto subito, sai Ele credo che dovresti andare a parlare con lui-
-Non credo neanche di essere più capace di guardarlo negli occhi-
E proprio in quel momento entrò Harry.
 
Pov Elena
 
Abbassai lo sguardo.
-Ehm perché mi state guardando tutti? Ah già dimenticavo, sono il mitico Harry Styles-disse, scatenando le risate generali. –Scherzi a parte, vorrei parlare con Ele in privato, quindi…-
-Scordatelo, noi restiamo qui, voi due ve ne andate in salotto a parlare, io devo cucinare le uova-
Meglio così, non volevo scomodare i miei amici per qualcosa in cui non c’entravano.
Mi guardò negli occhi come per chiedere “per te va bene?”. Io annuii e mi alzai per andare in salotto seguita da Harry.
-Allora, vuoi iniziare tu a parlare?-mi chiese lui.
-Non credo di riuscirci-ribattei io flebilmente.
-Mi hai preso abbastanza alla sprovvista, dato che quella sera a cena mi avevi detto che non avevi mai baciato nessuno-
-Ti assicuro che non è stato niente di che, volevo solo ringraziarti per la serata, davvero niente d’importante-
-E allora perché sei scappata via così?-chiese lui avvicinandosi.
E adesso che gli potevo dire? Ma perché non avevo cominciato io a parlare? Magari sarei riuscita a cavarmela e non sarei diventata rossa come un peperone, come invece stava accadendo in quel momento.
-Dovevo andare in bagno-
Lui rise, poi mi bloccò al muro.
-Io non credo, non è forse che ti piaccio?-
No, ma che dici?! Hai solo gli occhi verdi più stupendi del mondo, sei dolcissimo e sei il mio idolo, come puoi piacermi?
-Beh tu che dici? È già da quando ero in Italia che mi sono innamorata di te-sbottai.
Ma che ero diventata pazza?
Mi tappai subito la bocca con la mano.
-Scusa un attimo-dissi, liberandomi dalla sua stretta e correndo in camera mia. Magari avrei sentito cosa aveva da dirmi più tardi, ora avevo bisogno di riprendermi.
 
Pov Maria
 
Harry tornò in cucina in silenzio, passandosi una mano tra i capelli. Si riempì un bicchiere con dell’aranciata.
-Allora com’è andata?-gli chiese Louis per poi beccarsi una mia gomitata nel fianco. Certo che era un cafone!
-Un disastro. Mi ha detto che le piaccio-
-E a te lei non piace?- chiesi.
-No, è questo il punto, a me lei piace molto, cacchio, ma è scappata prima che potessi dirglielo-
-Ma sei scemo…? Che aspetti? Ca da lei e dille che l’ami, poi l’afferri…-
-Louis, non è mica una bistecca-
Avevo un Homo Erectus accanto!
Harry annuì e poi uscì dalla stanza.
-Ah Maria?-mi chiamò Louis.
-Che c’è?-
-È  carino il colore del tuo intimo, blu elettrico giusto?-rimasi a bocca aperta. –In più si intona ai miei boxer-
-Louis, mi hai vista? Ma come hai fatto? Stavi dormendo-
-Facevo finta, genio!-
Che figura!
-Sei un porco!-gli urlai, tirandogli la prima cosa che avevo a portata di mano, ovvero il bicchiere di aranciata  che Harry aveva lasciato sul tavolo, meno male che era di plastica, ma oooooooooooooooooops era pieno!
 
Pov Elena
 
Sentii bussare alla porta.
-Avanti-
Entrò Harry, sembrava piuttosto impacciato.
-Ehm senti Harry, non fa niente se non ti piaccio, ok? Restiamo solo amici, io non mi offendo-
-È proprio di questo che volevo parlarti-
E ti pareva!
-Il punto Ele è che amo chiamarti “cucciola”, amo le tue risate , amo quando chiami “vacca” Louis, amo i tuoi occhi, la tua voce,…io Ele ti amo-
Non potevo credere a quello che mi aveva appena detto.
Mi prese dolcemente una mani e mi fece avvicinare a lui, mi accarezzò una guancia per poi baciarmi.
Sorrisi in quel bacio.
Cominciavo a credere seriamente ne “i sogni diventano realtà” e cose simili.
 
Pov Margherita
 
Per la prima volta nella mia vita, quella mattina feci jogging insieme a Liam, dato che la sera prima avevo mangiato come un butrozzo.
Passammo davanti ad un’edicola, posai lo sguardo sui vari giornali e riviste.
Amavo le edicole, spesso mi fermavo a guardare i quotidiani e poi me ne andavo sempre senza comprare niente. In effetti ero il terrore dei giornalai, il flagello delle riviste, ecc…
Ad un certo punto la mia attenzione fu attratta da una rivista di gossip.
-Liam, guarda-dissi, mostrandogliela.
-O mio Dio!-
E così fu per la prima volta che comprai una rivista scandalosa e per la foga feci anche cadere tutti i giornali dell’edicola e io, insieme a Liam, fui occupata per ben trenta minuti a rimetterli in ordine e spolverarli (questi inglesi!).
Corsi a casa il più velocemente possibile, seguita da Liam.
-Ragazzi ragazzi-urlai mentre entravo in cucina-guardate qua-dissi posando la rivista sul tavolo.
Erano tutti lì, tranne Harry e Elena.
-“One Direction In Love”? Ma cos’è il mondo di Lelly Kelly?-commentò Maria.
In effetti l’articolo era decorato con fiori, cuoricini e robacce varie.
Louis cominciò a leggere ad alta voce.
-Occhi dolci tra Zayn e Aurora, una delle One Directioners, il celebre fangroup invitato dagli One Direction  a trascorrere l’estate con loro. Durante la celeberrima sfida contro i The Wanted, dopo aver cantato “Breaking Free”, durante gli applausi Zayn Malik e Aurora C., italiana, hanno incrociato i loro sguardi e si sono sorrisi (qui sotto la foto), è evidente che tra loro c’è del tenero”-
E poi Louis mostrò a tutti la foto, ma si fermò davanti a Niall e lo guardò provocante (se uno sguardo a pesce può essere provocante).
-Domani i paparazzi parleranno anche di noi, dolcezza-
E dopo aver traumatizzato Niall James Horan fino alla fine dei suoi giorni, continuò a leggere, mentre Zayn e Aurora si scambiarono uno sguardo allarmato.
-“Ma Zayn non è l’unico ad essere stato colpito dal fascino delle italiane, infatti Liam Payne ha cenato fuori nel ristorante cinese “Draco” con Margherita L., i due sono restati nel ristorante per più di quattro ore, cosa avranno fatto?”-
-La cacca-intervenni io - c’era un cameriere scemo che si è dimenticato di dare le ordinazioni in cucina-
-Uhm, facciamo finta di crederci- disse Louis- ma naturalmente non finisce qui: “ Liam Payne, dopo la delusione amorosa con…”-
-Ehm…puoi andare avanti per favore Tommo?-
Povero Liamino.
Lo abbracciai.
-“Ha sicuramente trovato il vero amore nella coreografa delle One Directioners-
Umpf balle!
-E naturalmente c’è la foto-dissi sempre Louis, mostrandocela.
-“Per non parlare di Niall Horan e Harry Styles, entrambi a cena fuori nei ristoranti della catena Nandos con Claudia B. e Elena L., tornati a casa tardi , hanno dato sfogo alla loro passione-
A Claudia andò di traverso il succo e Niall le diede piccole pacche sulla schiena per non farla strozzare-
-“Quindi l’unico immune al fascino italiano è il nostro caro Louis Tomlinson, fidanzato felicemente con Eleonor. Maria L., ideatrice dei video, ha diverse volte provato a conquistarlo, ma inutile, non è caduto nella sua trappola, così ha ripiegato in Nathan Sykes, celebre cantante della band rivale degli One Direction. Ieri sono stati fotografati ad Hyde Park, durante una passeggiata serale, mano nella mano. Hyde Park è il celebre parco delle coppiette, quindi riteniamo la loro apparizione come dichiarazione ufficiale del loro fidanzamento. Viva gli sposi!”-
Maria sbuffò.
-Ma che c’entrano gli sposi?! Comunque è già tanto che non abbia detto qualcosa come che ho quattro figli con Nate; è uno dei giornali di gossip più stupido che io abbia mai visto, si può sapere Marghe perché lo hai comprato?-
-Dai Mary non fare così-le disse Louis- in effetti una cosa l’ha azzeccata: tra Elena e Harry è veramente sbocciato l’amore-
Aspetta un attimo: cosa mi sono persa?
 
Pov Elena
 
Tornammo in cucina mano nella mano.
Tutti ci applaudirono, mentre Louis e Maria ci tiravano del riso.
Quei due erano pazzi!
Fissai Harry divertita, mentre lui si grattava la nuca imbarazzato. Risi.
Maria si mise poi a leggere una rivista di gossip.
-Di che parla?-le chiesi.
-Di una strega che non riesce a conquistare un bellissimo principe e alla fine ripiega in un ragazzo d’oro e lo conquista con i suoi incantesimi-
-Sembra interessante-
-Già peccato che è per il cento per cento falsa-
Louis rise come un idiota.
Sentimmo il campanello suonare.
-Vado io-disse Maria, uscendo dalla stanza.
 
Pov Maria
 
-Chi è?- chiesi al citofono.
-Sono Nathan, vorrei vedere Maria-
-Ti apro subito Nate-
Aprii la porta, Nate era paonazzo, aveva corso.
-Cos’è successo?-
-Ho parcheggiato vicino a Starbucks e l’ho fatta tutta a correre-
Lo invitai ad entrare, ma lui scosse la testa.
-Dimmi che non hai letto nessuna rivista di gossip oggi?-
-Purtroppo l’ho letta-
-Maria, senti-disse, prendendomi per mano- non ti ho portata ad Hyde Park per…-
-Lo so, lo so… lo hai fatto solo per farmelo visitare, nient’altro, lo sapevo, sono i giornalisti che si inventano tutto-
-Temevo che ti fossi offesa-
Risi.
-Offesa?! Nate, sei il mio migliore amico, non riuscirai ad offendermi tanto facilmente-dissi sorridendo.
-E loro che hanno detto?-chiese abbassando lo sguardo.
-Che t’importa Nate? La cosa riguardava noi due e nessun altro, i ragazzi possono dire quello che vogliono, a me non interessa-
-Meglio così allora-
-Ah Nate , quanto sei dolce-urlai abbracciandolo e riempendole di baci su una guancia.
Lui rise ricambiando l’abbraccio e stampando anche lui un bacio sulla guancia.
-Va bene, io vado, esci oggi?-
Annuii.
-Stasera dopo cena-
-Ok, ti passo a prendere alla solita ora-
-Va bene, a dopo-
 E poi se ne andò, tornai in cucina.
-Chi era alla porta?- mi chiese Louis.
-Nathan-
-hanno già cominciato a provare per la seconda sfida?-
-Non lo so, non parliamo mai di questo-
-Peccato, sarebbe stato utile sapere qualcosa-
Gli feci una linguaccia. Quel ragazzo era impossibile!
Alzai gli occhi al cielo.
-Stavo scherzando- disse sorridendo.
Voleva dire che era uno scherzo? A me non sembrava che stesse scherzando.
-Beh, non hai fatto ridere nessuno-
-A me sì-disse Margherita saltellando sul posto.
Ma perché doveva essere così…così…stupida? Ecco sì, era stupida o aveva qualche problema, ma alla fine era più o meno la stessa cosa, no?
La guardammo tutti un po’ male, tranne Louis che le diede il cinque e restò tutto il giorno con un sorrisetto soddisfatto in faccia, come per dire “ E faccio le battute più fighe del mondo!”.
Sì, insomma uno strazio!
-Ehm ragazzi, non dobbiamo provare per la seconda sfida?-chiese Aurora.
-Hai ragione e noi infatti ci siamo preparati-disse Niall, mangiando come un porco le uova che aveva appena cucinato.
-Noi chi?-chiesi.
-Noi ragazzi, adesso vi facciamo sentire la canzone che abbiamo scritto-disse Louis.
-Ehi fratello, dopo colazione, io voglio mangiare!-disse Claudia, sedendosi vicino a Niall e cominciando anche lei a mangiare.
-Clà?!-esclamammo tutti in coro guardandola.
Aveva preso la Niallite!
 
Pov Claudia
 
Erano diventati tutti pazzi!
Mi avevano rinchiuso in camera e mi avevano fatto stendere sul letto.
Il motivo?
Credevano che avessi preso la Niallite.
Si può cosa diavolo era?
-Cosa mi farete?- chiesi allarmata e se foste nella mia situazione , ve lo giuro, anche voi  lo sareste.
Vivere con dei pazzi squilibrati è abbastanza inquietante.
-Niente di che, dobbiamo disintossicarti- disse Ele mettendosi dei guanti di lattice.
-Ele, non scherzare-
-Ma io non sto scherzando- disse facendo una faccina tranquilla, mi aspettavo che a momenti prendesse una motosega o un frigorifero, insomma qualche arma pazzoide.
Arrivò anche Harry, che salutò quella squilibrata con un bacio.
-Allora cucciola, come va la paziente?-
Elena era andata in iperventilazione.
-Non dà segno di voler essere disintossicata, secondo lei, dottore, il virus è entrato in circolazione?-
Guardai preoccupata Harry che intanto mi guardava riflettendo.
-Spero di no, perché se così fosse dovremmo dissezionare la paziente-
Cosa?! Ma che diavolo stavano dicendo? Cos’era il gioco di ruolo dell’Allegro Chirurgo?
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
Oddio, speriamo che sia qualcuno che possa portarmi via di qui.
Elena aprì la porta e si ritrovò a faccia a faccia con Niall.
Mio salvatore!
-Vade retro, Horan-gli intimò Harry –O la condizione della paziente potrebbe peggiorare: potrebbe prendere anche l’Horanisi e a quella malattia non c’è rimedio se non la…morte!-
Andiamo bene!
Claudia saluta il mondo perché questo è il tuo ultimo giorno.
Addio mondo!
Niall cominciò a ridere ma Harry urlò.
-Dottoressa, sta rilasciando germi nell’atmosfera, faccia qualcosa-
-Subito- e detto questo, Elena estrasse da non so dove una pistola ad acqua e cominciò a spruzzare al mio povero Niall, che fuggì.
Noooooooooo, la mia unica speranza di salvezza era appena fuggita squacquerando! Delusion Time!
Rimasi impietrita.
-Fiù, l’abbiamo scampata bella, Elenuccia-
-Già già Harryino-
Dissero scambiandosi un bacio.
Ma quant’erano carini quei due?
Bene, Romantic Time concluso.
Infatti si girarono verso di me.
-Non si preoccupi, signorina, le dobbiamo solo praticare un salasso-
-Cosa?! Lasciatemi! Ele, non voglio il salasso, ti prego torna in te!-
-La prego signorina, non si agiti- mi disse Harry.
Stavo per temere il peggio, quando la porta si spalancò per lasciar entrare Niall mascherato da supereroe.
Insomma uno più sano dell’altro. Aggiungerò nel mio curriculum “esperienze al manicomio londinese”.
-Mi chiamo Niallanator, difensore dei deboli e terrore dei cattivi, e vi ordino di lasciare quella ragazza-
Harry e Elena si voltarono stupiti a guardarlo, mentre io stavo letteralmente morendo dalle risate.
-Tira fuori la pistola-ordinò Harry, che intanto si stava proteggendo con il mio pettine.
Elena cominciò a spruzzare a Niallanator, che si riparò con il mantello blu.
-Prendete queste!-urlò lanciando delle crocchette per cani contro quei due pazzi.
-No! Crocchette radioattive- urlò Elena disperata accasciandosi a terra insieme a Harry.
-Elenuccia, io…io…aaaaaaaaahhhhhhhhh che dolore!-
-Lei cosa dottore?-
-Io vi ho amata dal primo momento che vi ho vista-
-Anch’io dottore!- disse Elena, chiudendo gli occhi.
-Ok, sono ko, venga con me fanciulla-disse Niallanator- Usciamo di qui-
Mi prese per mano e uscimmo dalla stanza, mi portò sul balcone.
Cosa dicevano quelle svampite dei film dei supereroi adesso?
-Ehm…grazie, Niallanator, non ti dimenticherò mai-
Niall sorrise per poi avvicinarsi e lasciarmi un fugace bacio sulle labbra e fuggire via.
No, non ci potevo credere.  Mi toccai le labbra, doveva essere stato tutto un sogno.
Ma allora perché sentivo ancora il suo sapore?
 
Pov Maria
 
Indovinate chi aveva ideato quella scenetta da manicomio?
Sì, esatto io.
-Ehi barbona, levati subito quel sorrisetto soddisfatto dalla faccia, non è stata tutta opera tua-
Ok, ok lo ammetto, anche Tomlinson aveva ideato una parte del piano…ma era piccolissima e particolarmente insignificante.
Il bello era che Harry aveva una mini telecamera nella cintura e  quindi stavamo guardando quel video.
Claudia non c’era, mentre Niall stava ridendo come un pazzo , davanti al computer.
Che si fosse offesa? Dovevo accertarmi che non se la fosse presa.
Mi alzai silenziosamente , praticamente nessuno aveva fatto caso a me.
Salii le scale e bussai alla camera di Claudia, che poi era accanto a quella di Louis.
-Clà, posso entrare?-
-Sì, vieni pure-
Che voce strana!
Entrai e la vidi distesa sul letto che guardava il soffitto.
Cacchio, allora si era offesa!
-Ehm Clà, scusa, sono stata io ad ideare quella scena, mi dispiace-
-Ehi Maria, non preoccuparti, è stato divertente.-
Ma allora…?
-Non mi sono offesa per quello scherzo…, è successa un’altra cosa-
-Vuoi che ti vada a chiamare Ele?-chiesi preoccupata.
Lei annuì.
-Ma venite anche voi, le One Directioners al completo-
Corsi di sotto e mi misi seduta accanto a Ele.
-Claudia ci vuole parlare, solo One Directioners, passa parola-
Lei annuì e lo disse a Auro che lo disse a Marghe, che lo disse a…beh nessuno, siamo solo cinque.
Ci alzammo.
-Dove andate?-chiese Harry.
-Riunione femminile-rispose Ele facendogli l’occhiolino.
Entrammo tutte in camera di Claudia.
-Allora che è successo?-chiese Ele preoccupata, abbracciandola.-  Quando Niall ti ha portata via da quella stanza?-
Claudia abbassò lo sguardo, annuendo.
-Ho cominciato a dirgli la solita frase che si dice ad ogni supereroe, poi lui mi ha…ecco…baciata-
Urlammo tutte in coro, poi l’abbracciammo.
-Oddio, ma è fantastico!-esclamai.
-Ma non so se è uno scherzo, come lo era l’operazione e Niallite!-
O cacchio! E adesso?
 
Pov Margherita
 
Tornai di sotto, correndo giù per le scale come uno struzzo truzzo e mi diressi verso Liam.
Avevano finito di vedere il video e sembrava che si stessero preparando per un mini concerto in sala.
-È successo qualcosa di grave?-mi chiese lui.
-No, niente di grave, è solo che Claudia è preoccupata perché Niall…-e qui la mano di Maria mi tappò la bocca.
Ma da dove era sbucata quella palla al piede?!
-Ehm, scusaci un attimo Liam-disse lei, trasportandomi verso un punto della stanza lontano dagli altri.
-Ma sei impazzita?-
-No, sono Margherita. Scherzi a parte, si può sapere cosa ho fatto di male?-
-C’era lì vicino Niall che stava ascoltando tutto e Claudia si è raccomandata di non fargli sapere niente-
Ma perché avevo una sorella così stupida? Forse era una caratteristica di famiglia, no aspetta, mi sto insultando da sola.
Tornai da Liam.
-Allora cosa è successo a Claudia?-
-Ehm niente, in realtà Claudia non c’entra affatto, riguarda Maria, che si rammarica perché non è riuscita a conquistare Louis-
Liam si guardò intorno.
-Ehm, credo che l’interessato ti abbia sentito-
In effetti guardava Maria, che si trovava dall’altra parte della stanza con Aurora, in modo un po’ strano.
O cacchio, avevo fatto fare una figura di merda a quella ballsbreaker di mia sorella.
Dovevo rimediare!
Presi Liam per mano e andammo insieme da Louis.
-Lou, non è che per caso hai sentito cosa ho detto a Liam?-
-Ehm sì, ho sentito, insomma ero a tre passi da voi e quindi…-
-Ma io ,ecco, non intendevo quello…, volevo dire solo che Maria si rammarica della sua puzza puzzoide…ma cosa sto dicendo?-
Sollevai lo sguardo e incontrai quello di Maria, che sembrava dirmi “Taci, taci sciagurata!”.
Ma come facevo a risolvere quella situazione, se dovevo tacere?
Mistery of life!
-Ehm Marghe stai bene?-mi chiese Liam premuroso, mettendomi una mano sulla fronte.
-Sì, solo che…sono una sciagurata-



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Harry


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Niall


CIAO A TUTTI!!
SCUSATEMI PER IL RITARDO, MA SPERAVO IN UNA RECENSIONE DELLO SCORSO CAPITOLO...PURTROPPO NON è ARRIVATA E QUINDI HO PUBBLICATO LO STESSO:)
SE NON CI SENTIAMO PRIMA...BUONA PASQUA A TUTTI!
 

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Capitolo 18
*** TUTTO PER COLPA DI UNA STUPIDA ***


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Pov Maria
 
-Sono a casa- urlai sulla porta.
 Nessuno.
Wow, che calda accoglienza! Beh sì, ero mancata moltissimo a tutti.
Andai in cucina e li trovai tutti lì. Tutti tranne Louis.
-Dov’è Tomlinson?-
Zayn si voltò verso di me per un attimo e poi si chinò di nuovo a preparare la sua cioccolata.
Cioccolata? Brutto segno!
Harry abbracciava Elena, mentre Marghe se ne stava seduta sulle gambe di Liam a guardare fisso il pavimento, mentre Claudia, che si teneva a distanza da Niall, versava qualche lacrima.
-È successo qualcosa a Louis?- chiesi allarmata.
-Eleanor  ha dichiarato di voler restare in America per sempre, ha detto che non ha niente che la trattiene qui in Europa-rispose Harry.
Mi coprii la bocca con le mani. Non poteva essere!
-Deve essere stato un duro colpo per Louis-
-È depresso!-dichiarò Marghe.
Povero Lou!
-Potresti portargli tu la cioccolata Mary? Noi lo abbiamo disturbato abbastanza-
Io annuii.
-Il tempo di cambiarmi e gliela porto subito-
Corsi in camera mia, indossai qualcosa di più comodo e poi riscesi di sotto per prendere la cioccolata.
Salii di nuovo le scale solo che stavolta avevo una tazza di cioccolata in mano.
Voltai a sinistra e mi ritrovai proprio davanti alla camera di Louis. Bussai piano. Aspettai un po’ ma nessuno mi dava risposta. Magari si era addormentato, beh se così fosse stato gli avrei messo la tazza sul comodino.
Così entrai, cercando di fare meno rumore possibile, ma lui non dormiva affatto, era sdraiato sul letto a guardare impassibile il soffitto.
Sì, concordavo pienamente con Marghe, era depresso.
Non mi degnò di nemmeno uno sguardo quando entrai.
-Ehm…Zayn ti manda la cioccolata-gli dissi, appoggiandogliela sul comodino.
Aspettai che dicesse qualcosa, ma niente neanche un grazie.
-Mi dispiace Louis, se lo avessi saputo prima sarei tornata subito a casa-
Stavolta girò la testa per guardarmi.
-Non credi avresti interrotto il tuo appuntamento per stare con me-
-Lo credi davvero?-gli chiesi delusa.
-Non lo so, forse non ti conosco abbastanza bene per dirlo- ammise lui.
Mi sedetti sul letto. Lui mi guardò.
-Se ti do fastidio me ne vado- dissi alzandomi velocissimamente.
Lui sorrise.
-No no puoi restare, non mi dai fastidio-
-Ok-
Mi risedetti di nuovo.
-Allora che avete fatto tu e Sykes stasera?-
-Mi ha portata al bowling-
In realtà lo sapevo che non gliene importava niente, ma sapevo anche che voleva cambiare argomento, così gli risposi senza fare storie.
-Non sapevo sapessi giocare a bowling-
-In effetti non ci so giocare, ma lui mi ha insegnato-
Mi ricordai per un attimo le sensazioni che avevo provato quella serata e quello che era successo quando mi aveva passato la palla.
-Perché sei tutta rossa?-
Oddio! Mi portai alla svelta le mani sulle guance e in effetti erano bollenti.
-Cos’è, vi siete baciati?-gli diedi un pugno sul braccio.
-Idiota, è il mio migliore amico, non c’è niente tra di noi-
-E perché hai detto “niente” come se fossi la ragazza più triste del pianeta?-
Lo guardai scettica.
Certo che era un idiota patentato!
Sbuffai.
-Dai Mary scherzavo!- disse lui abbracciandomi da dietro. -Ah e comunque sono io quello che ha bisogno di affetto- disse lui facendo il labbretto.
Sorrisi, sdraiandomi accanto a lui e abbracciandolo.
-Così va bene?-
-Perfetto!-disse lui cominciando a giocare con i miei capelli.
-Allora adesso è venuto il momento di parlare della “riunione femminile”- disse lui facendomi l’occhiolino.
Panico, pa-panico, paura…
Ok, se gli facevo giurare che non lo avrebbe detto a Niall, non mettevo nei casini Clà, giusto?
Io annuii.
-Senti, nessuno lo doveva sapere, ma dato che hai sentito, giuri di non dirlo a nessuno, specialmente a Niall?-
Lui fece una faccia interrogativa come un punto di domanda.
-Ok, adesso chiedimi quello che vuoi sapere-
-Cominciamo da quando ti sei innamorata di me-
Mi alzai con le braccia e lo guardai negli occhi.
-Louis William Tomlinson, cosa stai dicendo?-
-Beh tutto parte da qui, no?-
-No; uno, non è vero, due , non c’entra niente-
-Mi stai prendendo in giro? Ho sentito chiaramente da Margherita che volevi un po’ di conforto dalle tue amiche perché non eri riuscita a conquistarmi-
Marghe ma che casino hai combinato, disgraziata?
-Ehm sinceramente era per Claudia che, durante quello scherzo che le abbiamo fatto, è stata baciata da Niall e ce lo voleva dire-
-Sì, come no! Dai Mary lo so che sei timida e vuoi nascondere a tutti i costi che ti piaccio-
-Assolutamente no, mio caro, questa è la pura e semplice verità, Margherita si sarà inventata qualche cavolata perchè vicino c’era Niall-
Fece finta di pensare.
-Uhm ok, farò fina di crederti-
Sospirai di sollievo.
-Ora puoi dimenticare cosa hai sentito? Please-
Cercai di fare una faccia supercucciolosa.
-E va bene. Ma a proposito di dimenticare: mi stavo dimenticando di dirti una cosa su una cosa che avrei dovuto dimenticare ma non l’ho fatto-
Ora voi ditemi se quel ragazzo si esprimeva come un essere umano normale e se io potevo capirci qualcosa-
-Non sono più fidanzato giusto?-
Rimasi di sasso. La lista!
-Sono rimasti solo cinque motivi-
Lo guardai scettica.
-E quali sarebbero quelli che non varrebbero più?-
-Allora, tutti quelli in cui dici che fai schifo, che non sei famosa, che non ci incontreremo mai…quelli lì insomma-
Alzai gli occhi al cielo.
Lui rise avvicinandosi e lasciandomi un bacio sulla fronte.
-Ehi ragazzo scatenato, datti una calmata, ci sono ancora cinque motivi-
Lui rise e io gli feci l’occhiolino mentre mi alzavo per tornarmene nella mia stanza.
-Buonanotte Lou-
-Come, non dormi con me? Potrei anche dimenticarmi i cinque motivi per una notte-
Gli feci una linguaccia per poi lasciargli un bacio sul naso e sussurrargli “Sogni d’oro”.
Poi me ne andai in camera mia.
“È proprio un coglione” pensai sorridendo e scrollando la testa.
Guardai il cellulare e vidi che c’era un messaggio: Nathan.
“Ehi, dormi bene best friend, un bacione”
Sorrisi.
Ripensai a quella serata e a cosa avevo detto a Tomlinson.
Ma non ero sicura neanche io di quello che avevo detto.
Veramente tra me e Nate c’era solo una semplice amicizia?
Ma cosa andavo a pensare?!
Certo che c’era solo un’amicizia e nient’altro…
 
Pov Claudia
 
La mattina dopo ero già da un pezzo di sotto in cucina quando Elena entrò assonnata, aprendo il frigo e prendendo una bottiglia di succo.
La guardai stupita.
-Già sveglia alle nove e mezza di mattina? Questa sì che è una novità!-
-C’era Aurora che russava così forte che si sentiva  fino in camera mia-
-Beh, russa come canta, comunque la tua camera è quasi davanti alla sua-
-Sì ma le onde sonore hanno sempre sfondato due porte e oltrepassato un corridoio che è larghissimo-
Risi e l’abbracciai.
In quel momento entrò Harry.
-Ehi cucciola, buongiorno-disse baciandola.
Lei sorrise.
Quant’erano fortunati quei due!
-Che hai preparato Clà?- mi chiese.
-Latte, caffè, thè, cereali e frittelle-
-Pancia mia  fatti capanna!-urlò Niall, entrando improvvisamente in cucina.
Abbassai d’istinto lo sguardo.  Dopo quello che era successo non riuscivo più a guardarlo negli occhi.
-Buongiorno-gli dissi.
Entrarono in cucina Liam e Marghe…quei due ormai erano inseparabili.
-Grazie per la colazione Clà-dissero schioccandomi un bacio sulla guancia.
-Figuratevi, oggi era il mio turno con Zayn-
-Ma lui ancora non si vede- costatò Elena.
-E invece sono qui- disse entrando, atteggiandosi da dio greco. -Grazie e scusa per non essermi svegliato in tempo-
Scrollai le spalle.
-Non ti preoccupare, per me non è un problema-
L’unico a non avermi rivolto la parola era Niall che divorava la sua porzione  come se non mangiasse da duemila anni. Beh grazie!
 
Pov Maria
 
Ma…ma quello era odore di frittelle!
Mi svegliai di colpo e…mi uccisi la testa o meglio la uccisi anche a Louis.
-Ahio, ma sei pazza ad alzarti così?-urlò lui tenendosi la testa.
-E tu che ci facevi in camera mia, sopra di me per giunta?-
-Volevo farti venire un colpo-disse lui sghignazzando molto satanicamente.
Lo guardai male.
-Dai vieni che ci sono le frittelle-disse lui tendendomi la mano- Credo che mi hai spappolato il cervello- disse lui.
-Ah sì?! Perché lì dentro c’è qualcosa chiamato cervello?!-
-Maria!- e cominciò a rincorrermi, mentre io scappavo sbracciando come una pazza.
Corsi in cucina e mi nascosi dietro ad Aurora che era ancora assonnata.
-Auro proteggimi, ti prego, quel pazzo mi vuole ucci…oddio eccolo!-esclamai terrorizzata vedendo che era entrato in cucina.
-Tu!-disse indicandomi.
Mi inginocchiai davanti a lui congiungendo le mani.
-Ehm Mary non ho intenzione di sposarmi così presto-disse lui confuso.
-Idiota! Stavo solo chiedendo pietà-
-Ehm ragazzi, ci sono le frittelle-
-Lo sappiamo- rispondemmo a Claudia e ci sedemmo subito vicini.
-Grazie sono stupende- esclamammo di nuovo in coro. Poi ci guardammo e scoppiammo a ridere.
-Ehm allora Tommo, hai dormito bene?-gli chiese Harry premuroso.
-Come un sasso, anche se mi sentivo solo…tanto solo- disse disperato, lanciandomi uno sguardo.
Alzai gli occhi al cielo. Coglione!
-Capisco, ti manca…ma se vuoi stanotte-
-No, non mi manca affatto, ragazzi e sto bene, comunque grazie Harry ma lo chiederò a qualcun altro, beh a qualcun’altra per la precisione-
Ok, mi stavo quasi strozzando con quella delizia chiamata frittella. Non so perché, ma avevo la netta sensazione che con quel “qualcun’altra” si rivolgesse a me.
Forse (e speriamo) era solo una sensazione.
Liam che era davanti a me mi riempì il bicchiere di latte. Lo mandai giù d’un fiato per evitare di morire.
-Oddio, ma era latte, che schifo! Comunque grazie Liam di avermi salvato la vita, ma…ma era latte…bleah!...succo, vi prego, succo!-dissi, spaparanzandomi sul tavolo per cercare di afferrarlo, ma era troppo lontano.
Claudia allora lo passò a Louis che me lo porse.
Mi riempii il bicchiere e la tazza, era il minimo per disintossicarmi.
Latte…bleah!
-Allora Mary-mi girai verso il mio vicino con la tazza che mi copriva gran parte della faccia, dato che stavo ancora bevendo. -A che cosa era dovuto quell’attacco di tosse? Hai il sospetto che la mia scelta possa ricadere su di te? Allora dovresti fare la detective perché io ho intenzione di dormire con te stanotte-
Gli sputai praticamente tutto il succo addosso dalla sorpresa. Oddio!
-Scusa scusa Lou, guarda che ti ho fatto, mamma mia…vieni andiamo in bagno così ti asciugo e ti cambi-
 
Pov Claudia
 
Seguii per un attimo con lo sguardo quei due che uscivano dalla stanza.
Sentii qualcuno che aveva posato la mano sopra la mia.
Fissai la mano: era di Niall.
Lo guardai negli occhi (wow), dato che si trovava davanti a me.
-Credo di non averti ancora ringraziato-
-Non fa niente-
-E invece mi dispiace-mi disse sorridendomi dolcemente. Sentii un peso allo stomaco.
Oddio!
-Di niente-
Lui scosse la testa.
-Sei la solita modesta-disse alzandosi e avvicinando il suo volto al mio. –Ma è per questo che mi piaci-sussurrò prima di darmi un bacio a stampo.
Un urlo si alzò dal resto del tavolo. Elena si teneva le mani sulle guance e aveva una bocca spalancata da far paura.
-Non ci credo!- urlò abbracciandomi.
-Finalmente questo gnocco si è deciso-disse Marghe.
Sorrisi timidamente a Niall che guardò Margherita con tanto d’occhi. Già finalmente si era deciso.
 
Pov Maria
 
Non aveva detto niente. Cacchio, ecco si era offeso!
Lo feci sedere sul bordo della vasca.
-Scusa Louis, ti giuro non volevo, non l’avrei mai fatto apposta- dissi asciugandogli il viso con un fazzoletto.
Lui mi prese dolcemente il polso.
-Mary, non è successo niente, non era mica acido-
Gli sorrisi riconoscente fissando quei pozzi azzurri che si trovava per occhi.
-Sai, tutto questo mi ricorda quella sera quando ti ho disinfettato la ferita-
Abbassai lo sguardo, ricordandomi il perché di quel sangue. Lui se ne accorse e mi accarezzò una guancia.
-Scusa-
Misi la mano sopra la sua e la tolsi dal mio viso.
-Niente, Tomlinson, anche  io me lo stavo ricordando in effetti; penso che ti voglia fare una doccia, giusto?-
Lui annuì.
-Bene, allora ti lascio da solo, a dopo Lou- dissi voltandomi.
Lui mi prese una mano facendomi voltare.
-Mi stavo chiedendo una cosa…perché non riesci a chiamarmi Tommo?-chiese facendo avvicinare il volto al mio.
-Ehm non so, ma non credo sia troppo difficile-dissi imbarazzata dalla vicinanza.
-Allora perché non lo dici?-chiese lui, sorridendo per il mio imbarazzo, penso.
-Non mi viene spontaneo, tutto qua, quando mi chiamerai con un soprannome più affettuoso di Mary allora credo che ti chiamerò Tom…Tom…Tom-
Lui rise.
-Non riesci proprio a dirlo, eh? Comunque ci sto- disse e lo lasciai solo a farsi la doccia.
Corsi in camera, presi il cellulare e chiamai Nate.
“Pronto? Ciao best!”
“Ciao best” mi rispose lui ridendo.
“Come stai oggi piccola?”
“Benone, grande”
Lui rise.
“Allora puoi uscire oggi?”
“Credo che proveremo, ma per pranzo dovrei riuscirci”
“Quindi ci vediamo a mezzogiorno?”
“Ok, ciao Nate, a dopo”
Mi cambiai in cinque secondi, indossai un paio di pantaloncini azzurri per la ginnastica e una canotta bianca, poi scesi di sotto.
Louis era appena uscito dalla doccia, lavato e asciutto.
-Oggi proviamo?-
Lui annuì.
-Io vado a pranzo con Sykes a mezzogiorno-
-Ok, tanto stacchiamo alle 11.30-
Perfetto!
-Perché quella faccia vittoriosa?-
-Questa è la mia faccia, Tomlinson, significa che è sempre e dico sempre vittoriosa-
Lui fece una pernacchia.
-Tomlinson!!-urlai.- Ora ti faccio vedere io-
Lo spinsi e lui cadde sul divano come un sacco di patate andato a male, beh l’odore era decisamente migliore.
Gli salii sopra a cavalcioni e gli presi i polsi con forza, bloccandoli al divano. Avvicinai il mio volto al suo.
-Ora chi è il vittorioso?-chiesi ironica.
Lui spalancò per un attimo gli occhi dalla sorpresa poi i sorrise malizioso, alzò un po’ la testa, portando la sua bocca vicino al mio orecchio.
-Ehm, lo so che ti sei fatta prendere dal momento ma ci sarà tempo stanotte per fare le porscellate-
-Louis William Tomlinson, ricordi che io non ho ancora accettato l’invito, quindi non dormirò con te stanotte-
-E invece credo proprio che lo farai, altrimenti…- e in un momento, non so come, mi ritrovai sotto di lui e mi stava bloccando come io avevo fatto prima con lui.
-Altrimenti cosa?-chiesi in tono di sfida.
Lui sfregò il suo naso con il mio. Ero rossissima! Aiuto!
Adesso avrebbe sicuramente fatto quei commentini stupidi.
-Non provocarmi Maria o per te sarà la fine…ehi ma sei tutta rossa!-
-Non è vero!-
-E invece sì-
-Sento caldo-dissi sbuffando.
-Vedremo stasera quanto ne sentirai-mi sussurrò di nuovo all’orecchio.
 
Pov Margherita
 
Quella mattina ci eravamo spremuti le meningi per fare una presentazione originale…beh, a dire la verità loro avevano pensato, io avevo solo ascoltato.
Eh già, pensare non è il mio forte.
Per questo in quella che doveva essere la mia pausa pranzo era nella stanza prove a “pensare” alla coreografia.
Feci partire la canzone e cominciai a muovere braccia e gambe a ritmo, guardandomi attraverso lo specchio se poteva andare.
-Ehi Marghe che stai facendo?-
Mi voltai, Liam era sulla porta, aveva in mano un sacchetto.
-Penso alla coreografia, l’avevo detto a Maria che sarei venuta quaggiù-
-Si sarà dimenticata di riferircelo, è appena andata a pranzo con Sykes-
Scrollai le spalle.
-E tu Liam non vai a mangiare?-
-Avevo intenzione di farlo con te-disse, mostrandomi il sacchetto.
-Grazie-dissi stampandogli un bacio sulla guancia e rubandogli il cibo dalle mani.
-Wow, che meraviglia!-
-So che ami il cibo cinese e così…-
-Grazie Liam, sei un amore-
 
Pov Maria
 
Quello di cui avevo bisogno era una doccia e un letto. Ero stanchissima!
Dopo aver pranzato con Nate ero tornata a casa e avevamo messo su una coreografia e poi l’avevamo provata per…no, ho perso il conto.
Uscii dalla doccia e non mi asciugai neanche i capelli dato che faceva caldo. Li legai in una treccia laterale e poi mi avviai verso il letto con la stessa velocità di un sonnambulo.
-Dove stai andando?-
Mi voltai lentamente per vedere chi aveva parlato: Louis.
-Sto andando a dormire-dissi, per poi sdraiarmi sul letto. –Ah, io me lo sposo-
-Chi?-
-Il letto-risposi, baciando il cuscino.
-Non per rovinare questa dichiarazione d’amore, ma tu mi avevi promesso che avresti dormito insieme a me stanotte-
Chiusi gli occhi e scossi la testa.
-Io non ho promesso un bel niente e quindi…Louis, ma che diavolo fai?- urlai, dato che mi aveva messo su una spalla come un sacco di patate.
Cominciai a scalciare intimandogli di mettermi giù. Neanche mi rispose.
Mi portò in camera sua e mi buttò sul letto con la grazia di un porco.
Cercai di andarmene, ma lui fu più veloce di me: chiuse la porta a chiave.
Mi risedetti sul letto imbronciata.
-Ti odio-
-Non faccio fatica a crederlo-rise, facendomi l’occhiolino.
-Non potevi dormire con qualcun’altra come Marghe o Auro?-
-Secondo te, Liam e Zayn ne sarebbero stati contenti?-
-Non credo che avrebbero avuto problemi-
Lui sorrise.
-Non li conosci bene e comunque con te è più divertente e a me piace tanto ridere-disse sdraiandosi sul letto.
Io sbuffai. Misi le gambe sul letto e mi appoggiai allo schienale.
Presi il cellulare, per fortuna che l’avevo nella tasca del pigiama.
-Ti conviene dormire, domani ci aspetta una giornata pesante-
Alzai gli occhi al cielo.
Inviai la buona notte  a Nate e poi lo spensi per appoggiarlo sul comodino di quello stupido, dato che dalla mia parte c’era…il vuoto.
-Scusa , potresti mettere il cellulare sul tuo comodino, per favore?-
-No-
-Dai, ti prego-
-No-
Mamma mia che stronzo che era!
Dato che non avevo voglia di alzarmi , cercai di mettercelo da sola, allungando un braccio. Inutile, non ci arrivavo. Mi misi a gattoni, sbuffando e mi avvicinai a Louis, cercai di sporgermi ma neanche così ci riuscivo.
Lui rise.
-Cosa c’è di tanto divertente?-
Lui continuò a ridere.
Sbuffai e sì, dovetti fare quello che temevo. Con le braccia scavalcai il corpo di Lou e così finalmente appoggiai il cellulare. Stavo per tornare al mio posto, quando mi prese un braccio, facendomi cadere vicino a lui.
-Come ti ho già detto una volta, non mordo-
-Lo so, ma sento caldo quindi…-
-Non è una scusa che tiene-
Sbuffai, dato che mi teneva attaccata a lui non potevo certo andarmene così facilmente.
Mi arresi. La stanchezza prese il sopravvento.
Mi sdraiai a pancia sotto e appoggiai la testa sul cuscino.
-Ah, ma è morbidissimo e profuma-
Lui rise.
-Sì, ci ho spruzzato il mio profumo stasera, tanto sapevo che ti piaceva-
Sorrisi inconsciamente e chiusi gli occhi, respirando quel profumo.
Dopo circa venti minuti lo sentii alzarsi.
-Dove vai?-
-Avevi ragione, è caldo-
Aprii per un attimo un occhio.
Si era spogliato, aveva solo dei boxer neri.
Mi allontanai un po’ imbarazzata, ma naturalmente non passai inosservata, mi circondò con le sue braccia e mi fece avvicinare a lui, facendo toccare la mia schiena con il suo petto.
Rise.
-Ma sono così divertente?-
-Oh sì-






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Louis


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Niall




SCUSATE PER L'IMMENSO RITARDO, SPERO CHE NON MI UCCIDERETE PER ESSERE TORNATA O PER NON ESSERMI FATTA VIVA PER COSì TANTO TEMPO!
SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA E CHE MI LASCIATE UNA RECENSIONCINAINAINA!

 

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Capitolo 19
*** PASTICCI IN CUCINA E NON SOLO ***


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Pov Maria
 
Sentii la sveglia suonare. Erano le otto.
Ma perché diavolo avevo acceso quello strazio di aggeggio?
No, dovevamo preparare la colazione!
Odiavo cucinare e l’avrei dovuto fare con Louis che non sapeva neanche accendere un fornello.
-Louis svegliati- gli sussurrai.
Niente.
-Louis, dobbiamo preparare la colazione- glielo dissi più forte.
Mi abbracciò e mi strinse.
-Ancora cinque minuti-
-No adesso-
Presi il mio cuscino e cominciai a prenderlo a cuscinate.
Cominciò a sfregarsi gli occhi.
-Che dolce risveglio! Pensavo che mi avresti tirato qualcosa di più pesante di un semplice e morbido cuscino-
-Sì lo so, sono dolcissima-
-E per provarlo mi daresti un bacetto?-mi chiese, pregandomi con i suoi occhi azzurri. Sorrisi per poi dargli un bacio sulla guancia, abbracciandolo.
-Wow, la grande Maria si è sciolta con il mitico Louis Tomlinson!-
Gli diedi uno schiaffo divertita sul braccio.
-Come non detto-
-Dai dormiglione, dobbiamo preparare la colazione-
Si mise la mani tra i capelli.
-Tocca a noi due?-
Io annuii.
-Ma sei sicura che non devi farlo con nessun altro?-
-L’ho fatto con tutti tranne che con te-
-Ma tu sai cucinare?-
Scossi la testa.
-Neanch’io-
-Dai, mi vado a cambiare  e poi scendo di sotto-
Mi diede la chiave per aprire la porta e così finalmente raggiunsi camera mia, mi cambiai e poi scesi di sotto. Presi un libro di cucina e cominciai a sfogliarlo.
-Non possiamo preparare solo latte e biscotti?-mi chiese Louis entrando in cucina.
Scossi la testa.
-Non sarebbe giusto nei confronti degli altri, loro hanno fatto sempre qualcosa di speciale-
-Io avrei un’idea-disse, chiudendo il libro di cucina che stavo sfogliando, lo guardai perplessa.
-Cosa hai in mente, Tomlinson?-
Lui aprì lo sportello della credenza e tirò fuori una confezione di paste sfoglie dolci da imbottire.
-Grande Lou e in frigo c’è la panna , quindi…-
Dopo circa mezz’ora cominciammo a montare la panna e indovinate chi lo fece? Esatto, Louis.
Aveva insistito tanto e alla fine glielo avevo lasciato fare.
-Louis, tieni bene il coperchio se no la panna uscirà tutta fuori-
Non feci in tempo a dirlo che ci ritrovammo ricoperti di panna. Lo guardai truce.
-Quale parte di “tieni bene il coperchio” non ti era chiara?-
Lui scrollò le spalle e aprì il frigo.
-Qui c’è altra panna-
-Bene, la monto io, tu intanto scalda il latte e prepara il cappuccino-
 
Pov Elena
 
Aprii gli occhi lentamente e mi ritrovai tra le braccia di Harry, in camera sua. Ma cosa ci facevo lì? Ah s’, ora ricordo! Avevamo visto un film e io dovevo essermi addormentata e lui, sicuramente per non svegliarmi, non mi aveva portata in camera. Non che mi fosse dispiaciuto dormire con lui. Anzi.
Gli accarezzai i ricci e sorrisi. Di certo non avrei mai creduto di poter diventare la ragazza di Harry Styles. L’avevo sempre sperato.
Aprì lentamente gli occhi, lasciandomi scorgere quei pozzi verdi.
-Buongiorno cucciola- mi disse sorridendo.
-Buongiorno- dissi avvicinando i nostri volti e dandogli un bacio. Lui si tirò su a sedere.
-Chi cucina oggi?-
-Maria e Louis-
-Oddio, ma quei due non sanno neanche cuocere un uovo-
-Già, è per questo che ieri sera ho mangiato come una porca-
Lui sorrise. Lo baciai di nuovo e mi lasciai cullare dalle sue braccia.
Ero in estasi quando un grido disumano mi risvegliò.
 
Pov Maria
 
Stavo tranquillamente farcendo le paste foglie quando una nebbia bianca calò in cucina.
-Louis, che cosa hai combinato?-urlai girandomi verso di lui che nascondeva qualcosa dietro la schiena.
-Io?! Niente-
Cercai di guardare per terra e vidi una montagna bianca di farina. Ok, ero sul punto di ucciderlo!
Lui si inginocchiò spaventato.
-Maria ti prego, sii clemente, l’ho solo scambiata per lo zucchero e mi è caduta a terra-
-Vuoi dire che hai messo la farina nel latte?-
-No no, mi è caduta prima –
Sospirai di sollievo.
-Va bene, dai non preoccuparti, comunque abbiamo finito-
Fissammo compiaciuti il nostro lavoro, ma avevamo praticamente sporcato tutta la cucina: il pavimento era ricoperto di farina e di panna e i fornelli erano pieni di schizzi di latte e noi? Beh, noi eravamo due dolciumi in pratica.
-Dobbiamo pulire tutto prima che arrivino gli altri-dissi prendendo una scopa.
-Beh sì, buona fortuna, io vado a farmi una doccia-
Lo fermai per un braccio.
-Eh no, dimentichi che tutto questo è successo per colpa tua, quindi mi aiuterai a pulire-
-Ehm…no- disse cercando di scappare, riuscii a riprenderlo per un lembo della maglia.
-Louis, non puoi lasciarmi qui, sei un egoista-
Lui sbuffò guardandomi.
-Ma sono tutto appiccicoso e ricoperto di farina-
Mi avvicinai a lui e con un dito presi un po’ di panna che aveva sulla guancia e la portai alla bocca.
-Beh, nonostante tutto sei appetitoso-
Lui sorrise.
-A quanto pare-
Dopo un quarto d’ora avevamo fatto, proprio quando gli altri stavano arrivando.
-Bene, ora possiamo andarci a fare una doccia- gli dissi e uscimmo dalla cucina sotto lo sguardo degli altri che credo ci avessero scambiati per mostri zuccherosi o qualcosa del genere.
Salimmo le scale ridendo per quello che era successo.
.-Credo che non toccherò più panna in tutta la mia vita-
Lo guardai scettica. Lui rise, poi mi prese una mano e mi avvicinò a lui.
-Sai, dopo questa mattina credo che tu abbia capito una cosa-
Deglutii per la vicinanza.
-Cosa?-
-Non sono perfetto, sono solo un normale ragazzo-
La lista.
Possibile che se la doveva ricordare nei momenti più inopportuni?
Alzai gli occhi al cielo-
-Possibile che hai una memoria da elefante solo per le cose stupide?-
-Forse perché per me non sono stupide-
- Ti avevo chiesto di dimenticarla non perché mi metteva in imbarazzo parlarne, ma perché per me non ha più senso-
Mi guardò perplesso.
-Che vuoi dire?-
-Sai quando ho scritto quella lista? Ben sette mesi fa, quando mi facevo delle pippe mentali paurose e …-
-Eri innamorata di me giusto? Ti sono piaciuta una volta perché non potrebbe succedere di nuovo?-
Ah e ora si divertiva pure a giocare con i sentimenti della ragazze che avevano ancora la forza di sognare.
-perché tu non mi interessi più, va bene? Non riusciamo neanche a essere amici, figurati stare insieme!-
-E allora chi ti interesserebbe? Sykes, forse?- mi urlò praticamente in faccia.
Era ufficiale, non riuscivamo a stare calmi per più di due giorni.
-Sì, va bene? È il ragazzo più dolce che si possa desiderare-
Si bloccò di colpo.
-Ti piace Sykes?! Me è uno…-
-Ma è …cosa?! Mi ha fatto visitare Londra, mi ha portata ad Hyde Park, siamo saliti sulla London Eye mi ha dedicato ben due canzoni…tu cosa hai fatto Louis? Hai solo sporcato una cucina-
A poco a poco stavo abbassando il volume della mia voce, tanto che il mio discorso poteva essere rappresentato come una curva molto curvosa verso il basso.
Non potevo credere a quello che avevo detto, avevo urlato in faccia a Louis quello che non ero riuscita  ad ammettere neanche a me stessa. Questa volta il mio cuore mi era sfuggito di mano.
-da come parli, non credo ti piaccia solamente , credo che tu ne sia innamorata-
Scossi la testa e poi me ne andai in camera  a fare quella maledetta doccia che poi era il motivo per cui eravamo venuti su insieme.
 
Pov Aurora
 
Stavolta Louis e Maria avevano superato se stessi.
Stavo sorseggiando tranquillamente il mio cappuccino, quando i miei timpani furono letteralmente forati da delle grida animalesche provenienti dal piano di sopra.
Guardai preoccupata Margherita che non  se ne curò più di tanto. Certo quei due litigavano spesso. Più volte Maria mi aveva detto che Louis era la persona che le dava più sui nervi. Ma stavolta era troppo, non avevano mai raggiunto quel livello vocale, anche i vetri delle finestre si stavano rompendo.  Allora non sono io che ho i timpani delicati!
Mi alzai da tavola.
-Dove vai?- mi chiese Zayn.
-A parlare con quei due, non possono continuare così per tutta l’estate-
Lui annuì e mi lasciò andare.
Salii le scale ed entrai in camera di Maria. Era sotto la doccia, in effetti ne avevano bisogno tutti e due. Dopo circa dieci minuti uscì dal bagno con i capelli bagnati tutti davanti al viso.
-Ciao Auro, come mai qua? Hai già finito di mangiare?-
Io scossi la testa. In effetti avevo lasciato un’intera tazza di cappuccino e una pasta sfoglia incustodite a quella banda di animali feroci.
-Volevo sapere cosa è successo con Tommo-
Prese il pettine e cominciò a strecciarsi i capelli con forza come se se li volesse staccarsi dalla testa, forse per la rabbia. Le presi il pettine dalle mani e cominciai a strecciarglieli io. Quando finii  mi ringraziò e si stese sul letto.
-Non voglio più parlare con quel farabutto-
-Ma dai Mary, litigate spesso ma questo non vuol dire che non devi parlargli più-
-No Auro, stavolta è diverso-
-Vedrai, tutto si risolverà, ritornerete presto come prima-
-E  se anche fosse? Tanto litigheremo un’altra volta-
Uscii dalla stanza e me ne ritornai di sotto.
-Stavolta è una cosa seria, non è una delle solite litigate che fanno-
Mi sedetti al mio posto accanto a Zayn e rimasi a bocca aperta: il cappuccino e la pasta sfoglia erano sani e intatti.
-Ho fatto l’ angelo custode alla tua colazione per tutto questo tempo-
Arrossii. Che dolce!
 
Pov Maria
 
L’unica cosa che mi costrinse a scendere di sotto quella mattina era la fame.
Avevo lavorato con anima e corpo per preparare quella colazione.
Così scesi di sotto ed entrai in cucina.
Gli altri se ne erano già andati, tutti tranne uni.
Lui…quel  bastardo!
Stava mangiando tranquillamente  come se non fosse successo nulla.
Ebbi la tentazione di tornare di sopra, ma dovevo sembrare forte, dovevo fargli credere che non mi vergognavo se sapeva chi mi piaceva.
Così gli passai davanti senza neanche guardarlo, riempii la mia tazza di cappuccino e presi le mie paste sfoglie, ma ne mancava una. Lanciai uno sguardo a quelle di Louis…ne aveva una in più. La presi sbuffando e mi andai a sedere al lato opposto del tavolo.
Mangiai  una pasta sfoglia mentre guardavo le foto di quell’estate sul cellulare, sorrisi nel vederne una in cui Nathan mi baciava su una guancia e io facevo una smorfia buffa. La impostai come sfondo.
Un messaggio.
“Buongiorno best, cosa fai di bello?”
Era Nate.
“Mangio ed è una cosa ganza e tu best?”
“Ahahahahahah io provo”
“Cosa? I pantaloni? XD”
“Scema, ma è per questo che ti voglio un bene dell’anima”
“Ed io te ne voglio di più, non sai quanto”
Eh già, non sapeva proprio quanto gli volevo bene.
“Non riesco ad immaginarmelo, forse sarebbe meglio incontrarci così me lo dimostri”
Sorrisi.
-Stai messaggiando con lui? Sai sei tutta rossa e stai sorridendo come un’ebete-
Scoccai un’occhiataccia truce a quello scemo della sedia non proprio accanto.
-Fatti gli affari tuoi Tomlinson-
-Ti girano?-
-No, anzi sono piuttosto tranquilla, calma e gentile-dissi ironica. Il mio sarcasmo era a dir poco stupendoso.
“Possiamo fare dopo cena alle 9, ok?”
“Ok, ti passo a prendere io, a dopo stella”
Stella? E questa da dove sbucava fuori? Mi piaceva.
Bevvi lentamente il mio cappuccino con la speranza che prima o poi Louis se ne sarebbe andato, dato che finì la sua colazione circa un quarto d’ora prima di me.
Quando finii, misi la tazza e il piatto nel lavandino per sciacquarli. Ad un certo punto sentii afferrarmi per i fianchi.
-Tomlinson lasciami! Se forse non hai capito oggi non è aria-
-Hai paura che glielo dica?- mi sussurrò all’orecchio.
-Non ho paura di niente-
In realtà ero terrorizzata. Cosa avrebbe detto Nate se avesse saputo che mi piaceva il mio migliore amico? Di sicuro non mi avrebbe parlato più per tutta la vita e io sarei stata così imbarazzata da non riuscire neanche a guardarlo negli occhi, figurarsi a chiarirmi con lui.
-da come rabbrividisci non penso-
Mi voltai per guardarlo negli occhi.
-Strano che non mi hai chiesto di dimenticare anche questo-
-Senti Tomlinson uno, non te l’ho chiesto perché non l’avresti fatto; due, non sono in vena di supplicarti con gli occhi dolci-
Lui avvicinò il suo volto al mio. Ero troppo arrabbiata anche solo per allontanarmi. Il problema era che oltre alla rabbia, mi bloccava anche il lavandino dietro di me. In altre parole? Ero in trappola.
-Peccato perché a me piacciono gli occhi dolci-
-Beh, fatteli fare da qualcun’altra o altro, dipende dal tuo orientamento sessuale-
Lui rise, ma io non volevo fare una battuta. E di sicuro non ero in vena di farlo ridere.
-Ma che ti ridi coglione?-
Sì, mi dava decisamente sui nervi.
-Ehi, ma che ti ho fatto? Dovrei essere io quello incazzato: mi hai insultato in tutti i modi possibili-
-Ah tu?! Ed io che dovrei dire? È dal secondo giorno che sono arrivata che mi fai costantemente sentire una merda-
-Forse perché lo sei-
-Grazie, ma sempre meglio di te che sei uno stronzo-
-Io, uno stronzo?-
-No, il maiale nella fattoria di mia nonna, certo tu-
-Sai cosa ti dico? Quella lista non me la dovevi far vedere-
-Ma adesso che c’entra la lista?! E poi è stata mia sorella a dartela e non io-
-Certo come no!-
Sbuffai.
-Vai a quel  paese Tomlinson e restaci-dissi andandomene dalla cucina.
-Brava! Scappa. Tra noi è guerra…hai capito? Guerra!-
 



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Louis


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Zayn


CIAO A TUTTI! FINALMENTE è ESTATE ANCHE SE NON SO DA VOI MA DA ME IL TEMPO è SCHIFOSO!!
SPERO CHE VI PIACCIA IL CAPITOLO E SPERO CHE NON MI UCCIDIATE PER LA CONFESSIONE DI MARIA...
CIAO CIAO

 

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Capitolo 20
*** SOLO BEST... ***


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Pov Maria
 
-Che ti succede in questo periodo?-
Mi voltai a guardare Nathan. La mia concentrazione fino a quel momento era su Hyde Park. Sì, mi ci aveva portata di nuovo, eravamo sdraiati per terra su una coperta.
-Niente, non  mi succede niente, davvero-
-E allora mi spieghi perché sei più silenziosa del solito?-
Gli sorrisi.
-Scusa, sono solo un po’ sovrappensiero: sai, la sfida, gli allenamenti…- (Louis, ma questo non lo dissi, non volevo farlo preoccupare inutilmente).
-Ehi, andrà tutto bene-disse spostandomi una ciocca dietro l’orecchio. Ci guardammo per un attimo negli occhi.
-Lo spero, ma ho paura: a quanto ho capito il contratto con la casa discografica della band che perde salterà. Sono preoccupata-
-Siete delle ragazze così originali che non possono fare altro che migliorare una band, quasi quasi cominciano a piacermi i One Direction-
Gli diedi un pugno sul braccio.
-Stupido- dissi ridendo e abbracciandolo.
-Ehi piccioncini!-
Ci voltammo tutti e due per vedere chi avesse parlato.
-Tom, quante volte te lo devo dire? Noi non stiamo insieme-gli dissi calcando sulle ultime parole. Accanto a lui c’era anche Max che ci salutò con un sorriso.
-Che ci fate voi due ad Hyde Park?- gli chiese Nathan.
-Una passeggiata e voi?-
-Ci rilassiamo, non si vede?-
Loro si guardarono divertiti e ci rivolsero con un sorriso sornione.
Sbuffai divertita dalle loro espressioni.
-Che facciamo Mary? Ci uniamo a loro?-
Mi ricordai la mia stanchezza dopo aver passeggiato per Hyde Park, in pratica mi si poteva raccogliere con il cucchiaino. Ma poi guardai Nate che mi supplicava con lo sguardo. Quel ragazzo aveva proprio voglia di camminare a differenza mia, che me ne sarei stata lì sdraiata per terra per tutto il tempo.
Sospirai.
-E va bene-
Mi alzai e piegai la coperta per poi darla a Nathan che la portò in macchina.
-Forse vi abbiamo disturbato, volevate restare da soli-disse Tom facendo l’occhiolino a Nate che si portò una mano sulla nuca per l’imbarazzo.
-No, no ragazzi…voi non disturbate mai!-dissi io.
Insomma potevo uscire con Max, Tom e Nate…praticamente un sogno.
 
Pov Margherita
 
-Liam, Liam? Liam James Payne dove cacchio sei?-
Entravo e uscivo da miliardi di stanze completamente vuote in cerca di quel ragazzo. Quando lo avrei trovato mi avrebbe sentita!
-Zayn, hai visto Liam?- gli chiesi quando entrai in camera sua.
-No, mi dispiace …sai dov’è Auro?-
-È in cucina , sta lavando i piatti con Tommo-
Lui annuì. Uscii dalla stanza e mi diressi in salotto. Avevo fallito nel mio tentativo…
Dato che avevo messo in dubbio il suo spirito di Aiutante di Dora L’Esploratrice, avevamo cominciato a giocare a nascondino e avevamo scommesso che lo avrei ritrovato in meno di cinque minuti. Ma ne erano passati ben trenta di minuti e non avevo la più pallida idea  di dove si potesse essere cacciato.
Mi buttai sfinita sul divano.
Lo dovevo ammettere: quel ragazzo superava di gran lunga quella bambina con seri problemi.
-Buh!-
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola. Chi diavolo si divertiva a far prendere un infarto alla gente?
-Liam?! Ma dove ti eri cacciato? Ti ho cercato per tutta la casa-
-Non te lo dirò mai, un vero esploratore non svela mai i suoi nascondigli segreti-
Feci una pernacchia e poi scoppiammo a ridere.
 
Pov Aurora
 
-Tommo, fa attenzione, è il terzo piatto che rompi-
-Oh scusa, ero sovrappensiero-
Raccolsi i cocci per terra prima che per “sovrappensiero” si facesse male.
-Fammi indovinare…Maria-
-Nonononono…ma che ti viene in mente? Perché doveri pensare a lei?-
-Non so forse perché avete litigato di brutto l’ultima volta che vi siete parlati…lei ha dichiarato addirittura di non volerti neanche più vedere-
Lui scrollò le spalle.
-Gliel’ho già detto che tra noi è guerra: non si può ignorare l’avversario per sempre-
In quel momento entrò Zayn in cucina. Indossava solo un costume da bagno.
Oddio oddio, una bacinella, un secchio per la bava!
Mi sorrise.
-Auro, vuoi fare un bagno in piscina con me?-
Io annuii. Certo che volevo. Me lo chiedeva pure?
-Cosa? Mi lasciate solo a lavare i piatti?-urlò Louis come un pinguino mezzo sclerato.
-Potresti fatti aiutare da Maria appena torna-disse Zayn, gli lanciai una gomitata in un fianco.
-Vuoi scherzare? Non le chiederei d’aiutarmi neanche se fosse l’ultima ragazza sulla terra.
Bene. Quei due si sarebbero riappacificati in due secondi!
 
Pov Maria
 
Era mezzanotte passata. Ero in pratica restata fuori tutto il giorno. Era domenica, quindi ci eravamo riposati e non c’erano state prove.
Nathan parcheggiò davanti casa mia.
-Buonanotte Nate- dissi abbracciandolo per poi uscire dalla macchina.
Aprii la porta di casa e mi spaparanzai sul divano.
Ah una superficie morbida per il mio sedere! Anche se odiavo ammetterlo, dovevo alzarmi per andare di sopra, non potevo dormire sul divano!
Ah le gambe!
Sì, insomma ero una grande camminatrice .
Sentii bussare alla porta.
-Chi rompe?-
Louis entrò senza neanche rispondere.
-Che hai da fissare?-
Mi giravano un tantino, eh? Ma non c’era niente di più stressante di camminare un intero pomeriggio ad Hyde Park, tornare a casa sfinita, stendersi sul letto ed essere interrotta da una rottura di cojons umana.
-Se hai intenzione di stare lì e non fare niente puoi anche andartene-
Niente, se ne stava lì come un rinco a non fare niente, anzi mi fissava come un…
-Beota! Sei solo e soltanto un beota!- urlai lanciandogli il cuscino che neanche lo sfiorò. Dannata mira! Mi alzai sbuffando per raccoglierla e proprio mentre mi alzavo feci una smorfia di dolore per le gambe.
-Sei una pappamolle-
-Non mi frega niente di quello che pensi-dissi tornando sul letto con rabbia.
-Non puoi evitarmi per sempre-
-Hai ragione! Ma potrò farlo per quest’estate –
-Sei una stronza-
-Grazie!-
Ma che voleva? Credo che neanche lui lo sapesse, ma io sapevo benissimo quello che volevo fare io: dormire dormire dormire.
Mi alzai dal letto e me ne andai di sotto, avrei dormito sul divano se necessario. Ma inutile, lui mi seguiva.
-Smettila, voglio dormire-
-E allora dormi, chi te lo impedisce?-
-Tu, mi dà fastidio come mi guardi e non seguirmi-
-Non credo-
E a questo punto mi venne un’idea stupenda. Presi il cellulare e chiamai Nate, sì, proprio davanti a LouisRompoTantoICojonsEMiPiaceTomlinson.
“Pronto best, dimmi tutto”
“Ehm Nate, non per essere invadente ma…potrei dormire con te stanotte? Qui c’è Tomlinson che rompe”
“Per me non c’è problema, ti passo a prendere tra poco ciao”
“Ciao”
Tomlinson mi guardava torvo.
-E adesso vediamo se mi segui anche a casa di Nate-dissi in tono di sfida correndo di sopra e misi dei vestiti  in una sacca ( dato che non potevo cambiarmi perché Mr Tomlinson mi stava guardando e non c’era verso di farlo andare via).
-Vuoi uscire in pigiama?-
-Problemi?-
Sentimmo un colpo di clacson.
-Bene è arrivato-
Mi precipitai fuori di casa facendo il dito medio a quello stupido e salii in macchina.
-Ciao Nate, scusa il disturbo-
-Figurati…ma sei un pigiama?-
-Già-dissi io solamente.
Nate aveva gli occhi fissi sulla strada.
I fari delle auto li rendevano ancora più luminosi. Rimasi lì a fissarlo come un’ebete.
-Grazie per avermi salvata Nate, quel ragazzo è terribile-
-Ma si può sapere perché si comporta così?-
Ripensai ai pasticci in cucina, alle scale , alle urla, alla mia confessione.
-Non lo so- mormorai abbassando lo sguardo  e voltando la testa dall’altra parte.
-Comunque siamo arrivati- disse lui parcheggiando la macchina in garage. Scesi dall’auto ed entrai nel suo appartamento dopo di lui. Era carinissimo! Posai le mie cosa sul divano.
-Che stai facendo? Non vorrai dormire sul divano?!-
-Certo, che c’è di strano?-
-Non ho la camera degli ospiti, ma posso cederti il mio letto-
-Che cosa? Mi vuoi far sentire una buttafuori?-
-Beh, allora possiamo dormire insieme-
-Come?- arrossii. Io? Dormire ? Con Nathan?
-Io…ecco…io-
-Va bene Mari, se non vuoi …ea solo un’idea-
-No no, va bene- dissi cercando di sembrare noncurante, anche se in realtà avevo il cuore che mi batteva all’impazzata. Smettila Maria, sei una stupida! Ma perché dovevo rovinare sempre tutto? La nostra amicizia era perfetta  e io la dovevo rovinare con una stupida cotta.
Lo seguii in camera. Il letto era a dir poco enorme.
-Se vuoi usare il bagno è in fondo al corridoio a destra-
 
Pov Aurora
 
-Maria Maria…-
Irruppi in camera sua. Nessuno. Non c’era nessuno.
Scrollai le spalle. Andai di sotto urlando “Maria Maria…” come una sclerata.
Ma lei non c’era, c’era solo Louis sul divano.
-Tommo, dov’è Maria?-
-Oggi non dorme qui-
-E dove?-
-A casa di Sykes-
Mi bloccai di colpo.
-Ma non erano solo amici?-
-Credo che neanche loro sappiano cosa siano in questo momento- sussurrò lui.
-Cos’è successo?- chiese Zayn  mentre scendeva le scale.
-Maria dorme a casa di Sykes-gli dissi io.
Lui spalancò gli occhi dalla sorpresa.
-E perché?-
-Perché non riusciva ad addormentarsi-rispose Tommo.
Zayn lo guardò scettico.
-Ok, le davo u po’ fastidio-
-Tommo…-
-Ok ,e la davo molto fastidio, lo ammetto- disse lui alzando gli occhi al cielo.
-Ma le avevo detto che tra noi è guerra…-
-Basta!- gli urlai praticamente in faccia –Te la devi smettere a trattarla così, hai capito? Se l’avessi trattata meglio, stanotte avrebbe dormito qui a casa e se io fossi nella sua stessa situazione, avrei fatto lo stesso-
Lui mi guardò, stava per ribattere ma poi abbassò lo sguardo, annuì e corse di sopra.
Sbuffai e guardai Zayn.
-Però!  E chi ti ferma quando ti incacchi?-
Arrossii. Solo tu Zayn, solo tu.
 
Pov Maria
 
-Maria, devi stare calma, è solo un amico, hai dormito con Louis perché con Nate dovrebbe essere diverso?-
Stavo tentando di autoconvincermi a voce alta, fissando la mia immagine allo specchio.
-Ehm Mary?- mi chiamò Nate bussando alla porta del bagno –Tutto bene? Sei lì dentro da mezz’ora-
-Sì sì tutto bene- dissi sforzando un sorriso ed uscendo e…ok, questa non la dovevo vedere.
Nathan dormiva in boxer.
Specchio? Dove sei? Devo autoconvincermi di nuovo! Arrossi come un peperone.
-Ecco se per te è un problema io…-
-No no Nate…non ti preoccupare, nessun problema-dissi sorridendogli, cercando di non sciogliermi davanti a quel fisicaccio.
Mi sdraiai sul letto e augurai la buonanotte a Nathan, dandogli un bacio sulla guancia.
Ci fissammo per un attimo negli occhi. E naturalmente fui io la prima a distogliere lo sguardo.
Ma certo! Ora non riuscivo neanche a sostenere lo sguardo più bello del mondo. Ero messa proprio bene!
-Buonanotte best- mi disse lui sbadigliando.
-Anche a te- gli dissi anche se sapevo che quella notte non sarebbe stata per niente buona, non sarei riuscita neanche a chiudere occhio. Ero troppo emozionata per addormentarmi.
Lo guardai mentre dormiva.
Mi avvicinai lentamente e mi raggomitolai accanto a lui.
Lui aprì lentamente gli occhi e mi guardò sorridendo.
Oddio, specchio specchio delle mie brame  chi è la più calma del reame? Di sicuro non io, dato che avevo il cuore in gola.
Gli sorrisi timidamente.
Mi accarezzò una guancia.
Chiusi gli occhi per sentire meglio il suo tocco sulla pelle .
-Sei la migliore best  che si possa desiderare –
Lo abbracciai.
Certo solo best, non potevo essere di più. Cosa credevo?
Mi addormentai.



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Nathan


 
CIAO A TUTTI, ECCO IL MIO NUOVO CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACCIA E CHE MI LASCIATE QUALCHE RECENSIONCINA :)

 

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Capitolo 21
*** PAZZIE ***


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Pov Maria
 
Aprii gli occhi lentamente.
Nathan non c’era più.
Odio questi risvegli!
Presi il cellulare. Erano le 9.10, cacchio le prove sarebbero cominciate tra venti minuti.
Avevo una chiamata persa: Louis.
Che risveglio di merda!
E pensava che lo avrei richiamato? Col cavolo!
 Se voleva dirmi qualcosa d’importante avrebbe richiamato…il cellulare squillò come un pazzo.
Era lui.
“Ehi Tomlinson”
“Ehi Maria”
“Perché mi hai chiamato?”
“Senti…scusa per ieri, sono insopportabile, probabilmente non riusciamo ad andare d’accordo perché siamo troppo simili…insomma quello che voglio dire è che…”
“Louis, non credo che questo sia un discorso che si possa fare per telefono. Tra poco torno a casa e ne parliamo, ok?”
“Va bene. Ti serve un passaggio?” “ Due secondi che chiedo a Nate”
Mi alzai dal letto e lo raggiunsi in cucina.
-Buongiorno, senti Nate tu potresti portarmi a casa oppure faccio venire Tomlinson?-
-In effetti te lo stavo per chiedere, tra poso ho un’intervista importante, scusa-
-Non fa niente-
“Louis, puoi venire a prendermi?”
“Sì, tra dieci minuti sono lì, ok?”
“Super, a dopo grazie”
-Scusa, ma…-
-Non ti preoccupare best, tutto risolto, più  che altro mi devo scusare io per il disturbo-
-Nessun disturbo anzi potresti venire più spesso, sempre che tu ne abbia voglia-
Gli sorrisi abbracciandolo. Mi lasciai cullare dalle sue braccia forti e muscolose, poi mi andai a cambiare e a darmi una sistemata in bagno.
Mentre mi stavo strecciando i capelli lui entrò e si appoggiò allo stipite della porta.
-Che hai sognato stanotte?- mi chiese.
Guardai per un attimo perplessa il suo riflesso sullo specchio.
-Perché?-
-Perché nel sonno hai detto il mio nome e poi hai sorriso, doveva essere un sogno piacevole-
Mi prese un colpo.
 E ora come me la sarei cavata? Non potevo certo dire “Il fatto è che mi piaci da morire e quindi ti sogno tutte le notti, ma anche il giorno se è per questo”. Non, non potevo dirgli una cosa del genere davanti la faccia.
-Davvero?-
Lui annuì.
-Non ricordo, lo sai che ho una memoria a breve termine-
-Sì, lo so, comunque anche io ti ho sognata stanotte-
Non potevo crederci, aveva sognato me.
-D-davvero? Litigavamo?-
-No, il contrario veramente: stavamo insieme-
 
Pov Claudia
 
Nialler ancora dormiva. In pratica ero l’unica sveglia in tutta casa.
Come non detto!
Mi sfrecciò davanti Louis alla velocità di un treno.
-Ehi dove stai andando?-
-Vado a prendere Maria a casa di Sykes-urlò chiudendosi la porta alle spalle. Non mi sarei stupita se l’intera Londra l’avesse sentito.
Mi sedetti sul divano e accesi la TV, non avevo voglia di preparare la colazione e poi non era neanche il mio turno. Perché la mattina doveva essere così noiosa? Non so cosa avrei dato per aver Niall accanto a me in quel momento.
Cercai di concentrare la mia attenzione sul programma che avevo davanti agli occhi. C’era una donna che voleva rifarsi le tette e il culo e lo diceva a mezzo mondo. Ma chi se ne frega?! Se ti vuoi rifare non è nel nostro interesse, grazie.
Ma dove avevo cacciato il telecomando? Volevo cambiare canale, quella futura tettona cominciava a rompere.
Guardai sotto i cuscini, sotto il divano, le poltrone, dietro la televisione, sul pavimento.
Sentii qualcuno scendere le scale.
-Ehm pasticcino alla crema, perché sati guardando un programma sulla gente che si rifà le tette?- mi chiese Niall piuttosto turbato.
-Il fatto è che non trovo il telecomando-
-Ehm, ce l’hai in mano-
In effetti era vero…avevo avuto in mano quel telecomando per tutto il tempo e non me ne ero neanche accorta! Bene!
Spensi la TV  e corsi ad abbracciare il mio irlandese.
-Grazie comunque buongiorno, mio piccolo panino al tonno-
-Panino al tonno?!- mi chiese turbato, sorridendo.
-Certo a me piacciono i panini al tonno e mi piaci anche tu, ergo Niall uguale panini al tonno-
Lui rise e mi baciò abbracciandomi.
-Allora mio piccolo bignè, c’è qualcosa per colazione?-
-Io non ho preparato niente, non era il turno di Zayn e Margherita?-
-Quei due non si sveglieranno mai in tempo per prepararla, la facciamo noi due, mio dolce barattolo di nutella?- mi chiese avvicinandosi e facendo toccare i nostri nasi.
-Ok , mio dolce frappè al cioccolato-
Tutti quei cibi mi avevano fatto venire fame. Eh l’amore tra due buongustai!
Sentimmo la porta sbattere, ci affacciammo per vedere chi fosse: Louis e Maria.
Ci salutarono con un sorriso che noi ricambiammo.
-Siete arrivati giusto in tempo, io e il mio biscottino al miele stiamo preparando la colazione- disse lui.
-Io non ho fame, grazie lo stesso- disse Maria –Vado un attimo di sopra, scusatemi-
La guardammo in silenzio salire le scale.
-Cos’è successo Tommo?-
-Non lo so, Clà, ha fatto così per tutto il viaggio, forse è successo qualcosa con Sykes-
 
Pov Maria
 
-Maria, vuoi stare più attenta per favore, è la quindicesima volta che sbagli questo passo-
Eravamo di nuovo in sala prove , la chiamavamo anche la “Sala della concentrazione” perché lì si pensava solo alla musica e al ballo, ma il fatto era che per me quella sala era la “Stanza dei pensieri  deprimenti su Nathan”.
-Scusa Marghe, hai ragione, devo concentrarmi di più-
Concentrarsi. Una parola! Come diavolo facevo?! Se Liam avesse sognato di stare insieme a lei sono sicura che neanche lei sarebbe stata così “concentrata” in quel momento.
Oddio mi aveva sognato!
-Ahi!-
Mi voltai: avevo appena fatto inciampare Aurora che ora si trovava  per terra.
-Oddio scusa Auro- esclamai aiutandola ad alzarsi.
Margherita mi si avvicinò arrabbiatissima.
-Ma si può sapere dove hai la testa oggi? (ruggito) Mi spieghi  qual è il problema? (ruggito) Se ti serve una pausa la devi soltanto chiedere anche se tanto poi non te la concedo (ruggito). Torna sulla terraaaaarrrrr-
Venne a trascinata fuori dalla stanza a forza da Liam, mentre urlava cose incomprensibili come “La puzza è buona per gli asini”,  “La coca cola mangia le banane mannare”
Fantastico! Ero tornata a casa da appena un’ora e avevo già provocato una crisi isterica a mia sorella e avevo quasi rotto il coccige ad una mia amica (prontamente soccorsa da Zayn).
Ero un disastro!
 Tutti mi stavano guardando un po’ confusi. Non sopportavo quegli sguardi.
-Scusatemi, vado un attimo a prendere un bicchiere d’acqua.
Così fuggii dalla stanza per dirigermi verso la cucina.
Ripensai a tutte le cose che erano successe quella mattina. Se fosse esistita una macchina del tempo l’avrei distrutta immediatamente, non volevo certo rivivere quella mattinata imbarazzante.
-Ehi-
 
Pov Aurora
 
-Ahi!-
Tolsi subito dal sedere  la borsa di ghiaccio che Zayn mi aveva gentilmente dato.
-Hai dato una bella botta-
-Già, credo che ucciderò Maria-
Lui rise.
-Dai, povera, non sembrava neanche sulla terra in quel momento.
-La stai difendendo?- gli chiesi minacciosa.
-No no-
-Ah ecco, mi sembrava!-
Il grande Zayn Jawaad Malik che rabbrividisce davanti ad un mio sguardo omicida, fortemente omicida.
-Comunque grazie- gli dissi arrossendo.
-Figurati, ho fatto solo il mio dovere da bravo ragazzo- mi disse facendomi l’occhiolino – E poi se aspettavo che qualche altro ti soccorresse, saresti rimasta lì per il resto dei tuoi giorni, ma dato che ci sono io…-
-Posso vivere il resto dei miei giorni in piedi e perfettamente camminante-
Lui rise e mi guardò negli occhi.
-Hai degli occhi bellissimi- sussurrò.
-Cosa hai detto?-
Di sicuro non avevo capito bene.
-Hai degli occhi stupendi- disse stavolta più forte non lasciando più dubbi. Arrossii e abbassai lo sguardo per l’imbarazzo.
-Ma che dici? Fanno schifo-
Mi fece alzare la testa con due dita sotto il mento.
-Schifo?! Non devi vederci molto bene- disse lui facendo un sorriso che poco dopo si spense. Persi un battito quando mi accorsi che mi fissava le labbra. Si inumidì le sue e poi cominciò ad avvicinarsi socchiudendo gli occhi. Si stava avverando quel sogno che avevo da sempre: dare il mio primo bacio a Zayn!
Socchiusi anch’io gli occhi e mi avvicinai a lui. Sentivo già il suo respiro sulla mia pelle e il suo odore di…cioccolata, sì, cioccolata calda…
-Ehi ragazzi!-
Ci separammo subito, il momento magico era finito, anche se in realtà non era neanche iniziato, le sue labbra non avevano neanche sfiorato le mie-
-Noi proviamo mentre aspettiamo…ehi ma ho interrotto qualcosa?-
-No Ele non hai interrotto niente- le disse lui sorridendo come se non fosse successo niente.
E forse non era successo davvero niente.
 
Pov Marghe
 
-Slegami Liam sono tornata in possesso delle mie facoltà mentali-
Lo guardai implorante, cercando di fare la faccia da cucciolo bagnato. Mia sorella diceva che non funzionava: per lei quella faccia faceva vomitare e le sembrava quella di uno scoiattolo rabbioso. Ma si sa che mia sorella è una perfetta imbecille, ergo le cose che dice sono delle stupidaggini.
-Slegami da questa sedia, Liam, ti prego-
-Prima voglio vedere se sei tornata in te: quante dita hai in una mano?-
-Errr…una, no aspetta…due…non mi ricordo…- sospirai affranta-…passo!-
-Credo che dovrai restare lì per molto tempo ancora, Marghe- mi sorrise lui.
Sbuffai. Forse era vero che ero uscita di testa ( anche se sinceramente non ricordo granché), ma in quel momento non ero pericolosa (almeno non con Liam), avevo solo bisogno di un po’ di tranquillità per riordinare il mio povero cervello resettato. Quindi quella sedia e quella corda non servivano a niente! Roar!
Cercai di strappare la corda con i denti; se mi fossi liberata avrei abbracciato Liam e poi avrei ucciso quella storna di mia sorella.
-Ehi, ehi calma-
Non gli diedi neanche ascolto, continuavo a lottare per la mia libertà. Ad un certo punto sentii qualcosa sul naso come una crema, smisi di mordere le corde e guardai Liam.
Aveva in mano un barattolo di nutella e me ne aveva spalmata un po’ sulla faccia.
-Su Alice nel Paese delle Meraviglie funziona, anche se lì usano la marmellata-
Stavo per dirgli qualcosa di molto brutto (ehi, dovevo ancora riprendermi) quando mi penetrò nelle narici il soave profumo della nutella. E così cominciò un’altra lotta: dovevo leccare la nutella che stava sul mio naso. Un leggerissimo problema: la mia lingua non è lunga due chilometri e mezzo. Quindi facevo delle smorfie orribili per cercare di abbassare il naso o alzare la lingua.
-Sei un animale- disse Liam tra le risate.
-No gli animali sono molto più intelligenti-
 
Pov Maria
 
Mi voltai,
-Ehi- gli risposi flebilmente, forzando un sorriso. Anche lui mi fece un sorriso sghembo.
Ad un certo punto sentii la musica ripartire.
-Non vai a provare?- gli chiesi.
Lui puntò su di me quegli occhi azzurri. Erano belli, ma quelli di Nathan erano diecimila volte meglio.
-Magari con te-
-Louis ho bisogno di una pausa- lui annuì.
-Si vede. Mi spieghi che ti succede?-
-Niente, non mi succede niente- risposi abbassando lo sguardo.
-O certo e io sono un coniglio pazzo che sa cantare e che mangia milioni di carote!- disse ironico.
-Ehm…non so se te ne sei accorto ma ti sei descritto perfettamente.-
Sbuffò e io ridacchiai.
-Io non sono un coniglio- piagnucolò in modo abbastanza isterico.
-Sei un coglione-
Piagnucolò ancora più forte.
-Così ferisci i miei sentimenti- urlò aprendo il frigorifero, prese un gambo di sedano e mi lanciò uno sguardo satanico.
-Ehm Louis…tutto bene?-
-Certo- urlò salendo sul tavolo cominciando a ballare il tiptap. Il sedano per lui doveva essere qualcosa come un bastone o qualcosa del genere.
-Ehi Louis, non siamo mica  a Broadway-
-E invece sì- disse continuando a ballare come un demente- Ed è bellissimo perché tu non ci sei-
-Ehi!!-
Così salii sul tavolo.
-Non ti lascerò mai da solo, calcheremo insieme i palcoscenici di Broadway-
-Oddio che incubo!- urlò come una femminuccia abbastanza in calore.
Lo guardai piuttosto male.
-Non dirlo a me Tomlinson, il mio grande talento è in parte oscurato dalla tua figura- sospirai affranta – rovinata da una vacca in calore-
-Ehi, chi è la vacca?!- sbraitò lui, cercando di picchiarmi con il sedano. Saltai giù in fretta dal tavolo e dato che Louis-sono-molto-intelligente-e-ve-lo-dimostro-Tomlinson si trovava esattamente in un angolo del tavolo e, mancando il contrappeso, questo si ribaltò e con lui quel coglione do Tomlinson.
Mi avvicinai cercando di non morire dalle risate.
-Tutto ok Lou?-
-Sto bene sto bene…-
Cercò di alzarsi ma nel farlo sbatté la testa su uno sportello e si uccise un dito cercando di chiuderlo.
Aiuto, non respiro! Ridevo come una pazza e di sicuro non pensavo minimamente all’aria e alla mia respirazione , in quel momento, molto irregolare.
-Che ti ridi? È una cosa gravissima: mi sono rovinato i capelli!- starnazzò, cercando disperatamente di un posto dove potesse specchiarsi e aggiustarsi quella chioma pulciosa. Si specchiò sulla finestra, su un bicchiere d’acqua, sul lampadario e nelle mie pupille.
-Ecco ferma così, ho una visione perfetta-
Sbuffai.
-E chi l’avrebbe mai detto che mi sarei ritrovata a fare lo specchio di Grimilde?-
-Mariaaaaaaaaaa!-
 
Pov Margherita
 
-Torna qui Liam, combatti da uomo!- urlai mentre lo inseguivo, correndo, con un cucchiaio in mano. -Me la pagherai, non si lega una sclerata come me su una sedia, io sono una ragazza calmissimaaaaaaaaaroar-
Liam correva per tutta casa, agitando le mani come uno che ha appena visto la morte in faccia.
Beh, aveva ragione: quel cucchiaio era spaventoso,  aveva addirittura il manico di plastica colorata. Rosa! Un colore veramente terrificante, lo potevo capire. Ma non per questo sarei stata meno crudele, sissignore Liam avrebbe assaggiato il mio cucchiaio e lo avrebbe fatto da uomo.
-Combatti!- urlai. Nessuna risposta. Era sparito! Dannata Dora l’esploratrice! Primo, quella bambina era la causa della sua mania per i nascondigli segreti, secondo, mi stava tremendamente su quel posto perché era stupida. Quindi sì, maledetta Dora l'esploratrice! Ma ora non potevo pensare a quella bimba e a quella scimmia schifosa, dovevo concentrarmi per ritrovare Liam.
Guardai attentamente in cerca di qualche traccia della mia preda.
Ah-a, una piega del tappeto e proprio davanti alle scale che portavano in soffitta. Eh Liam, dovevi stare più attento!
Salii silenziosamente le scale e aprii la porta: ero in soffitta.
-Liamino, mio piccolo dolce caro Liam, vieni fuori, so che sei qui-
Immaginai la sua paura e il sudore freddo che probabilmente gli scendeva lungo la schiena. Muahahahahahaha! Sono un Dissennatore, mi nutro di paura: mangio fette biscottate e paura a colazione.
Cercai dappertutto ma di Liamino neanche l’odore.
Sentii qualcosa muoversi dentro il mio stomaco, forse era il mio istinto che mi indicava dove fosse finita la preda o forse era…
-Burp!-
…un rutto. Era il rutto più enorme che avessi mai fatto. In quel momento sperai ardentemente che Liam non fosse in quella stanza, altrimenti mi sarei trovata in una situazione piuttosto imbarazzante.
Mi guardai intorno circospetta e aprii la porta per uscire, ma questa si chiuse molto rumorosamente da sola.
Quindi c’era corrente, ma come?
Le finestre erano tutte chiuse…oppure c’era una stanza che non vedevo con una finestra aperta…e sicuramente  lì dentro c’era Liam!
-Ah-a, questo è lavoro per Sherlock Holmes e Watson, sei con me mio caro e fedele amico?- domandai al mio unico e fedele compagno di investigazioni: il cucchiaio dal manico di plastica rosa.
 
Pov Liam
 
Me ne stavo in un angolino cercando di non fare rumore. Sudavo freddo.
 Secondo me, Dora l’esploratrice non aveva affrontato pericoli più temibili di questo, anche se i pericoli del suo mondo  erano davvero tremendi! O Dora, aiutami tu!
Ma sentila quella psicopatica, parla anche con il cucchiaio ora!
-Cosa Watson? Per te… ma certo…questo spiegherebbe la corrente d’aria e la mancanza di odore di chiuso…elementare Watson!- e sentii qualcosa come un rumore di cucchiaiata su pelle umana. Non stentai a credere che avesse dato il cinque a quel terribile cucchiaio. Paura!
-Ah-a trovato!-
Sobbalzai, ce l’aveva fatta: aveva trovato il mio nascondiglio segreto.
-Geniale la scala, all’inizio mi sembrava un normalissimo reperto da mettere via, ma porta alla botola per arrivare a questo solaio nascosto. Sei scaltro ma non abbastanza per fregare Sherlock Holmes e il suo fedele assistente Watson- disse mostrandomi il cucchiaio. Quella ragazza era fuori come un terrazzo.
-Ah, ma dimenticavo che tu hai un conto in sospeso con il mio fedele assistente- disse guardandomi satanicamente.
-Cucchiaio, scelgo te!- urlò scleratamente.
Ma come mi era venuto in mente di liberarla così presto? Di sicuro il suo cervello era ancora in fase di recupero.
-Ehm Marghe quante dita hai nella mano?-
-Liam, ora sono calmissima e non fare lo sciocco, tutti sanno che le dita della mano sono settordici-
Mi diedi uno schiaffo sulla fronte. Sé, si era calmata! Ma quando mai?
E ora per una stupida azione, mi ritrovavo nella situazione più terrificante di tutta la mia vita.
Addio mondo crudele, addio a te Margherita, addio ragazzi, addio!
Ehi, un secondo. Non tutto era perduto come sembrava , anche i pazzi avevano un lato dolce.
-Ehi Marghe, ascolta, se riponi quella terribile arma, ti assumerò come fedele compagna di avventure nel fantastico mondo di Dora l’esploratrice. E questo sarà il nostro nascondiglio segreto. Solo nostro-
Per un attimo mi guardò.
-Veramente?-
Annuii sorridendo.
-Evvai!- lanciò il cucchiaio in aria e corse verso di me per abbracciarmi.
 
Pov Maria
 
-Comunque non mi hai ancora detto cos’è successo-
Sbuffai.
-Senti Louis, sono piuttosto confusa a riguardo e non so…-
-Allora posso aiutarti-
Lo guarda scettica.
-Ehi che c’è? Ho quattro sorelle, ne so qualcosa di problemi femminili-
-E va bene. C’entra Nathan-
-Ah-a, proprio come sospettavo-
-Stamattina dopo che mi hai chiamato sono andata a vestirmi e poi sono andata in bagno-
-A fare cosa?-
-A…Louis! Cosa fa secondo te la gente in bagno? Sbuccia le arance?-
-Non si sa mai- scrollò le spalle-Continua-
-Mentre mi pettinavo è entrato Nathan e ecco…-
-Che porcellini! Addirittura in bagno!-
Risi e gli diedi una pacca sulla spalla.
-Idiota, non è successo niente del genere, ecco lui…mi ha detto…di avermi sognata,  ha detto che nel suo sogno…noi due stavamo insieme-
Guardai Louis, spettando che dicesse qualcosa. Lui si limitò a sgranare gli occhi  e a sorridere.
-E tu che hai fatto?-
 
Flashback
 
Mi immobilizzai per poi voltarmi a guardarlo negli occhi.
-Come?-
-Sì, stavamo insieme- Si staccò dallo stipite della porta e si avvicinò. Era ancora in boxer e questo non migliorava di certo la situazione. –Ed eravamo felici, io ero felice…come non lo sono mai stato-
Mi guardava serio, i suoi occhi erano diversi, brillavano  e quella luce che emanavano era bellissima. Indietreggiai imbarazzata.
-Beh, era proprio un sogno strano- cercai di dire con quel po’ di voce che era rimasta. Lui si bloccò e abbassò lo sguardo.
-Sì, era abbastanza strano- sussurrò flebilmente.
-Non ti preoccupare, io sono una maestra dei sogni strani, figurati una volta ho sognato che Joe Jonas faceva il barista  e lavorava anche in un negozio di parrucche-
Lui rise.
-Beh sì, questo è un sogno strano lo ammetto-
 
Fine flashback
 
-E dopo tu che hai detto?-
-Niente, l’ho solo salutato perché eri arrivato tu- sbuffai- il solito guastafeste!-



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CIAO A TUTTI, ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACCIA E CHE MI LASCIATE QUALCHE RECENSIONCINA! CIAO CIAO

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Capitolo 22
*** COMPLICAZIONI ***


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Pov Margherita
 
-Marghe, per l’ennesima volta, quel cucchiaio non può averti indicato il luogo in cui ero nascosto-
Liam era sull’orlo delle lacrime, ma io non mi facevo piegare facilmente. Ci voleva ben altro di due occhi cucciolosi per convincermi di qualcosa.
-Ti assicuro Liamino che è un fedele assistente -
Si diede uno schiaffo in fronte, atteggiandosi da disperato. Che esagerato! Entrammo in cucina e rimasi di sasso. Era un disastro: Harry stava frugando nei cassetti buttando tutto a terra, mentre lì vicino Elena cercava di calmarlo.
-Ele Ele, dov’è? Non lo trovo da nessuna parte-
-Su Harry non può essere scomparso, lo troveremo non ti preoccupare-
-Cosa c’è che non va Hazza?- gli chiese Liam.
-il mio cucchiaio se n’è andato-
Lo guardai trionfante.
-Visto quante cose può fare un cucchiaio-esclamai, agitando il mio fedele compagno d’ investigazioni proprio sotto il suo naso.
-Eccolo!- Harry mi rubò dalle mani Watson.
-Ridammi subito il mio socio- urlai minacciosa, atteggiandomi molto da orango tango. Lui si nascose subito dietro Elena.
-Ma…ma è mio! È il mio cucchiaio da colazione-
-Ma non farmi ridere: questo è un cucchiaio troppo intelligente per essere un cucchiaio da colazione e poi, Harry, è rosa, non può di certo essere tuo-
Poi lo guardai sospettosa.
-A meno che tu non voglia rubarmi l’assistente!- lo fissai minacciosa.
-Ripensandoci bene… puoi tenerlo- sussurrò spaventato.
Il mio fedele assistete era salvo!
 
Pov Louis
 
Quella palla al piede non si vedeva ancora, le prove sarebbero cominciate tra mezz’ora e lei non accennava a tornare. Certo, era troppo impegnata a guardare gli occhi di Sykes per accorgersi che il tempo scorreva.
Sto cacchio di jogging! Mi devo sfogare! Fare tutto il giorno la parte dell’amico di quella non è proprio il massimo del relax. Credeva davvero che le mie scuse fossero sincere? Non potevano essere sincere, semplicemente perché non avevo nulla di cui scusarmi.
Louis Tomlinson è ancora in guerra, oh sì!
Il campanello.
Mi alzai in fretta dal divano, per poco non mi ammazzai con il tappeto ed andai ad aprire.
-Ciao Mari…Sykes- lo salutai con un cenno del capo.
-Ciao- mi rispose lui sorridendo. Ma che aveva da ridere? Pubblicizzava per caso una nuova dentiera?
Maria lo salutò ed entrò in casa. Salì velocemente le scale.
Mi voltai verso quel carciofo di Sykes che intanto se ne stava andando.
-Ehi Sykes, un momento- lo chiamai. Si girò stupito a guardarmi.
-Mi hai chiamato?!- sì eh! L’ho detto anche a mia nonna, amplifon esiste e ti semplifica la vita.
-Sì…senti, ti volevo chiedere una cosa-
Lui mi guardò con una faccia da rimbambito, ovvero con la sua solita espressione.
-Dimmi-
-Maria mi ha raccontato quello che è successo a casa tua quella mattina- lui per un attimo aggrottò la fronte-…quindi da quello che ho capito, tu tieni davvero molto a lei, giusto?-
-Più di qualsiasi altra cosa-
Puah, vomitevole al quadrato!
-Bene, dato che io e lei abbiamo litigato veramente di brutto, volevo scusarmi con lei e quindi…-
-Cosa c’entro io?-
-Ecco, avevo pensato di fare una cena tutti insieme-
Mi guardò scettico.
-Non so se te ne sei accorto ma non siamo in buoni rapporti-
Ma dai!
-Sì, lo so. Ma lo sai qual è il sogno più grande di quella ragazza? Vederci andare d’amore e d’accordo. Non te l’ha detto?! Strano! Allora sono l’unico a saperlo-
Mi guardò freddo, forse aveva capito che lo stavo provocando.
-Allora che dici?-
Sospirò.
-E va bene, ma lo faccio solo per Maria-
Super!
 
Pov Margherita
 
-Tutto ok Liamino?-
Avevo visto quell’espressione sul suo viso soltanto una volta ed era quando quella putroccola da strapazzo lo aveva piantato in asso.
-Poco fa ho ricevuto una chiamata-
Chiamata?! Brutta storia davvero!
-Era…era…-gli presi la mano, era sconvolto.
-No Liamino, adesso calmati, chiamo Zayn che ti prepara una cioccolata-
Stavo per correre come una pazza giù in cucina, quando mi prese per mano, mi rivolse uno sguardo doloroso.
-No, ti prego resta, ho bisogno di sfogarmi con qualcuno-
Annuii seriamente preoccupata e mi sedetti sul letto.
-Dimmi tutto-
Si prese la testa tra le mani.
-Era…-deglutì- era il mio gestore, mi ha detto che ho di nuovo esaurito il credito del mio telefono-
Rimasi di sasso.
-Ma ti rendo conto Marghe, avevo fatto una ricarica ieri- disse ridendo davanti alla mia espressione. Così si prendeva gioco dei miei sentimenti. No, questo non va bene!
-Liamino devo forse ricordarti che ho un cucchiaio in tasca?-
-Nooooo, il cucchiaio nooooooooo- urlò disperato. Mi stavo avvicinando minacciosamente quando la suoneria del suo cellulare esplose nella stanza. Mi misi a ballare come una scema, mi piaceva troppo quella musichetta.
Mi guardò un po’ male.
-Ehm Marghe questa è la sigla di Dora l’esploratrice-
O merda!
 
Pov Maria
 
Scesi di sotto di corsa e atterrai sopra mia sorella. Quella storna mi tagliava sempre la strada.
-Guarda dove vai!-
-Eh? Oh sì, scusa-
No, non era decisamente da Margherita rispondere in quel modo quando non aveva un libro in mano.
-Tutto bene Marghe?-
Lei scosse la testa.
-Che è successo?-
-Danielle sta tornando, a minuti suonerà quel campanello- disse indicando la porta. Rimasi a bocca aperta. Quell’oca starnazzante osava farsi rivedere qui dopo tutto quello che aveva fatto?! Era più stupida di quanto pensassi.
-Da quanto ho capito il ballerino brasiliano è fuggito con una campionessa eschimese di corsa con slitta-
Povero, doveva essere proprio disperato!
-E Liam adesso dov’è?-
-In camera sua-
Povera Marghe! Ma Liam non poteva essere così stronzo e ingenuo, non sarebbe tornato con Danielle. E se fosse ancora innamorato di le? Di sicuro stava ancora ripensando all’accaduto.
Il campanello suonò.
-È lei- disse Margherita, andando ad aprire la porta. Il viaggio verso il patibolo doveva essere estremamente più piacevole, giudicando la espressione.
Aprì piano la porta.
 
Pov Margherita
 
Cercai disperatamente di non vomitare in faccia a quella visione orrenda. Era tremendamente e schifosamente rosa e tra parentesi io odio il rosa (tranne te cucchiaio, tranne te). Era indubbiamente quella capra. Si guardava intorno come una stupida e di tanto in tanto si lisciava il vestitino-ino-ino rigorosamente rosa e con…o mio Dio…la faccia enorme di Peppa Pig sulla tetta sinistra.
-Ehm…-dissi cercando di attirare (ahimè) la sua attenzione.
-Chiunque tu sia a parlarmi, non riesco a vederti-
Ora, dato che eravamo faccia a faccia, di sicuro non mi aspettavo che urlasse quella frase come un gorilla imbufalito.
 -Ehi sveglia, bella addormentata, sono qui davanti a te-
Mi guardò sorridendo.
-Ma tu non sei Liam- wow, questa è la perspicacia fatta persona!
-No, direi di no-
-Posso vederlo vero? È in casa? C’è la televisione al plasma vero? Devo vedere Peppa Pig, non posso perdermela davvero- e poi lanciò un gridolino che mi perforò un timpano e ruppe il vetro della finestra  in cucina. Cosa ci trovava Liam in quella lì? Sembrava appena uscita da un biglietto d’auguri o da Andalasia, lo avrei deciso più tardi.
Mi spostò di lato  ed entrò trottando in casa. Aiuto!! In quella tizia c’era qualcosa che non quadrava.
-Danielle-la chiamò Liam dalle scale. “Quella” cominciò a saltellare sul posto come se avesse un petardo dove non batte il sole. Corse sbracciando verso Liam e lo abbracciò.
Togli quelle manacce, putroccola, leva subito quelle manacce! È un ordine!
Guardai Liam, il mio Liamino, che ricambiava l’abbraccio, diciamo, con trasporto.  Dovevo esserci io al posto di quella, io.
Mi allontanai cercando di passare inosservata. Non ne potevo più di quella situazione.
-Ehi Liametto, ti piace il mio vestito? So che Peppa Pig è il tuo cartone animato preferito e allora…-
Che idiota! Non sapeva neanche quale fosse il suo idolo! Corsi in soffitta e mi arrampicai nel nostro nascondiglio segreto. Nostro: solo suo e mio. In quel posto esisteva un noi, ma ora…
Qualcosa scivolò lungo la mia guancia. Sobbalzai: una lacrima! Stavo piangendo.
Mi rannicchiai in un angolo e mi sedetti, appoggiando la schiena al muro. Per la prima volta piangevo per un ragazzo!
 
Pov Elena
 
-NO, Rose, perché non gli fai posto su quel pezzo di legno? Eh, perché?!-
Stavo piangendo come una fontana, ma non potevo farci niente. Titanic è sempre Titanic. Harry mi asciugava le lacrime con dei dolci baci; diciamoci la verità: non era stato molto attento al film.
Lo abbracciai singhiozzando e appoggiando la testa sul suo petto. Eravamo in uno di quei momenti pandosi e dolciosi, quindi non volevamo che finis…
-Sorratemi  ragazzi , disturbo? Devo vedere Peppa Pig-
 E fu così che il nostro momento stupendo fu rovinato. Un minuto di silenzio per il nostro missing moment, please.
Rubò il telecomando , si spaparanzò tra noi due, dividendoci e cambiò canale.
Stavo per strozzarla anche perché Titanic non era finito e nessuno era talmente stupido da preferire Peppa Pig a quel film stupendo. Beh, questo lo pensavo prima di conoscere Danielle.
Le lanciai uno sguardo omicida mentre imitava il verso di Papà Pig solo che non le riusciva tanto bene perché, si sa, le oche non grugniscono, starnazzano, quindi la sua imitazione risultava più come un “gronfquaquaquaquagronfquaquaquaquagronfquaquaquagronf”. Quindi diciamo che la parte oca era quella dominante.
Harry mi lanciò uno sguardo da “ andiamocene-prima-che-mi-venga-la-tentazione-di-chiamare-il-manicomio”. Gli sorrisi e mi alzai. Lo presi per mani e andammo in cucina dove trovammo Niall e Claudia che si stavano scambiando…ehm dolci effusioni.
-Scusate piccioncini ma ci siamo anche noi- disse Harry schiarendosi la voce. Entrambi diventarono rossi come due peperoni. Che dolci!
 E noi eravamo due bastardi: avevamo rovinato il loro super momento, ma poi mi ricordai che c’era un’altra bastarda…
 
-Ma quella lì ha fatto sempre così?- chiesi incredula ai due unici ragazzi lì presenti, indicando quella ragazza decisamente non normale che saltellava sul divano come la palla di Peppa Pig.
Niall annuì.
-Liam si è innamorato perché secondo lui è una ragazza originale, ma per me è solo una donna che usa droga troppo forte-
-Ma Liam ormai si è fatto passare la cotta, vero?-
Pensai a Margherita, era chiaro come il sole che lui le piaceva molto, chissà come si era sentita quando se l’era ritrovata davanti?
-A proposito di Liam, dov’è Margherita?- chiese Claudia.
 
Pov Margherita
 
Ehi dignità, dove sei? Rispondi! Inutile, l’avevo persa completamente. Non era da Margherita Lorenzetti starsene per tre ore a piangere in un soppalco polveroso.
Mi asciugai quelle stramaledettissime lacrime e le mandai molto poco gentilmente a quel paese, ma non mi mossi da lì.
Non era poi così male  starsene da sola con i propri pensieri, forse stavo diventando pazza. No, le pazze hanno sempre una camicia da notte bianca e io odiavo le camicie da notte. Quindi non ero pazza!
Verso di trionfo!
-Marghe- mi voltai di scatto, riconoscendo la voce. Si sedette affianco a me. –Perché stai quassù tutta sola?-
-Non sono sola Liam, ho il mio fedele assistente con me- dissi, sguainando Watson dalla tasca. Credo che se gli avessi detto che avevo la peste si sarebbe allontanato molto di meno.
-Sì sì, però ora rimettilo a dormire d’accordo?-
-Hai ragione, Watson è un po’ stanco-
Lui rise di gusto.
-Perché sei venuto quassù?- gli chiesi.
-Ti stavo cercando e mi serve un consiglio-
-Su cosa?- doveva essere proprio disperato. Chiedere consigli a me? Non è che in tre ore l’intera popolazione era stata sterminata dalle banane mannare o da stupidi camerieri mocciosi che si dimenticavano di consegnare le ordinazioni in cucina?
-Su Danielle-
Oh bene!
-Sappi Liam che qualunque sia il tuo dilemma, il mio consiglio sarà un po’…di parte-
-Beh, ecco sinceramente non so cosa fare con lei, secondo te devo dimenticare l’accaduto oppure dimenticare lei?-
-Uhm, vediamo-dissi pensando –Ah ecco, ok, ora preparati perché sta per arrivare una bomba di consiglio. Il mio consiglio è…A MORTE, A MORTE, DANIELLE A MORTE, A MORTE, A MORTE!-
Mi voltai verso Liam che mi guardò depresso.
-Ehi, te lo avevo detto che ero leggermente di parte-
Lui rise e mi passò un braccio intorno alle spalle. Nessuno mi avrebbe portato via Liam, neanche Peppa Pig in persona e Danielle lo avrebbe imparato a sue spese. Il giorno dopo per caso, si ritrovò la sua palla di Peppa Pig bucata, il giorno dopo ancora sparì il suo mini pezzo di stoffa rosa che lei chiamava vestito e solo più tardi scoprimmo che, sempre per caso, era finito nell’aspirapolvere e il giorno dopo ancora ancora si lavò i capelli con la crema depilatoria, che distratta!, ma in effetti questo la rese felice: andava ripetendo in giro –Oddio, adesso sono veramente Peppa Pig, non ho neanche i capelli!-. il quarto giorno trovammo solo una lettera: la megera pazzoide era scomparsa, era corsa in Cina dove si stavano facendo i provini per gli attori del film su, esatto, Peppa Pig.
Mi rinchiusi in camera al colmo della felicità e cominciai a cantare cose senza senso come “sgranocchio i crackers peggio di una motosega” o “il profumo puzza”. Se ne era andata!
Mi lasciai cadere sul letto.
-Marghe, dobbiamo parlare , tra dieci minuti nel nostro nascondiglio segreto- disse Liam da fuori la porta.
 
-Si può sapere che ti è venuto in mente?!-
-Non so di cosa tu stia parlando-
Liam mi guardò come per dire “Lo sai molto bene”. Sbuffai.
-E va bene, lo ammetto. Diciamo che ho dato un piccolo aiutino alla crema depilatoria a finire dentro il barattolo dello shampoo di Peppa Pig e che la lettera di stamattina non è stata scritta proprio tutta da un famoso regista cinese…-
-M sai dire perché?- urlò lui, scaldandosi. Indietreggiai. Ecco lo avevo ferito e ti pareva. Grazie cervello, eh, grazie di avermi consigliato quelle cose! Ohi , ma che vuoi? Tu  non mi consulti  mai prima di fare una cosa, quindi è solo colpa tua. Sì, era vero, era solo colpa mia.
-Allora mi vuoi dire perché lo hai fatto?-
Una lacrima.
-Avevo paura-
Un’altra lacrima.
-Di cosa?-
-Di…-
Un’altra.
-Di perderti, non volevo che te ne andassi, non volevo non poterti più parlare ,  non volevo…-
Non potei finire . Stavo singhiozzando come una Bratz quando perde uno smalto, ovvero mi stavo disidratando.
Ad un tratto sentii due braccia che mi stringevano, presi la maglia di Liam tra le mani e affondai la faccia bagnata nel suo petto caldo e profumato.
-Non mi perderai mai Marghe, mai…è una promessa- disse facendomi alzare lo sguardo e asciugandomi le lacrime con i pollici.
Mi prese il viso tra le mani e si avvicinò socchiudendo gli occhi. Stava succedendo, stava succedendo.
Sentii qualcosa aprirsi alla bocca dello stomaco, sperai solo che non fosse un rutto.
Sentii il suo respiro caldo sul mio viso e in un attimo le sue labbra carnose assaporavano le mie in un baciodolce e tenero, proprio come lui.
Il mio Liam , mio e di nessun’altra.
Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi. Io gli sorrisi.
-Ehm Liam, credo che sia venuto il momento di dirti una cosa-
Mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.
-Dimmi tutto-
-Ecco, ti ricordi quel giorno quando ti inseguivo con un cucchiaio in mano?-
-Non credo che me lo potrei dimenticare-
-Perfetto, tu per caso hai sentito una sorte di boato?-
-Sì, sembrava un tuono, ma dato che c’era il sole ho pensato che un aereo avesse rotto il muro del suono-
-Ehm, non era un aereo, sono stata io-
Mi guardò confuso.
-Ecco, Liam, quello era un mio rutto… ti ci dovrai abituare!-
 


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ECCO QUA UN NUOVO CAPITOLO: MARGHERITA E LIAM SI SONO DICHIARATI, DANIELLE è RICOMPARSA MA SI è SUBITO TOLTA DALLE SCATOLE, MA LOUIS E MARIA NON SEMBRANO ANDARE MOLTO D'ACCORDO E LOUIS è IL SOLITO TIPO CHE MACCHINA SCHERZI DI CATTIVO GUSTO.
POVERA MARY :)

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Capitolo 23
*** LA SFIDA (2) ***


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Pov Maria
 
Il 25 stava per arrivare, lo intuivamo dai nostri comportamenti, sembravamo tutti in menopausa. Ma cosa c’è di più terribile dei giorni d’attesa prima di una sfida? Ve lo so dire io: il giorno della sfida.
La sveglia mi perforò i timpani alle 7.30 precise. Mi segnai quel risveglio nella lista dei “Risvegli traumatici”.
Ero ancora per metà nel mondo dei sogni quando decisi di farmi una doccia. Mi diressi in bagno trascinando i piedi e sbattei la fronte sullo stipite della porta.
-Ahio e questo chi ce l’ha messo? Voglio un nome, un nome!- urlai, correndo in cucina per metterci del ghiaccio , altrimenti alla sfida ci sarebbe andato un unicorno e non Maria.
-Ehi Mary?-
Mi voltai con la borsa del ghiaccio che  mi copriva praticamente tutta la faccia.
-Aahhhhhhh, un mostro!-
-Louis non fare il coglione-
Mi guardò ridendo. Ed era di nuovo in boxer ! Ma quel ragazzo la conosceva la parola “pigiama”? Evidentemente non era ancora entrata nel suo dizionario.
-Si può sapere che hai fatto?- mi chiese.
-Ho sbattuto contro lo stipite della porta-
-Insomma sei moto intelligente-
Sentimmo qualcuno che correva giù dalle scale poi il rumore di un capitombolo e degli “ahi”, “ohi”, “ehi”. Ci girammo tutti e due e vedemmo Margherita che se ne stava per terra massaggiandosi il sedere. Poi si alzò supervelocissimamente e mi corse incontro, mi prese per le spalle e mi scrollò.
-Mary-
-Sì?-
-Quando sorrido ho la bocca storta-
Io e Louis ci guardammo con la convinzione di avere una pazza scatenata davanti a noi.
-Ehm sì Marghe, da quasi quindici anni ormai-
-E perché non me lo hai mai detto?-
-Non pensavo fossi così stupida-
-Ah ok- disse scrollando le spalle e se ne andò via, cantando “Io puzzo tanto lo dico e me ne vanto”. Questo è un esempio delle nostre conversazioni mattutine. Da paura!
-Però! Hai una sorella davvero fuori- disse Louis , guardando quella squilibrata che cantava a squarciagola, trotterellando su per le scale.
-Già-
 
Pov Margherita
 
Bussai di soppiatto alla camera di Liam. Nessuna risposta. Il mio patatino Crik Crok dormiva ancora eh!
Cominciai a sbattere il povero Watson sulla porta cercando di farmi aprire. Cosa si faceva per il proprio ragazzo!
Niente, non funzionava: Liam non accennava ad aprire e in più avevo storto tutto il collo del mio fedele assistente. Scusami Watson, scusami!
Ok, quella mattinata era stata fino ad ora una cacca secca. Prima di tutto mi ero alzata ed avevo scoperto una cosa molto sconcertante sul mio aspetto fisico ed ora per il bacetto mattutino avevo anche mezzo accoppato il mio socio.
-Liamino, sto cominciando ad incavolarmi-
Non rispondeva neanche a questo. A mali estremi estremi rimedi. Sarei entrata con la forza. Non in senso che avrei fatto un corso accellerato  dal maestro Yoda per aprire la porta con la Forza dell’ universo e della galassia… anche se sinceramente non era una cattiva idea, ma non sapevo dove trovare Yoda così all’ultimo momento.
Così passai al secondo significato di forza, ovvero forza pericolosamente brutale. Andai in camera mia e indossai i miei guantoni da box e tornai alla porta in questione.
-Liam, apri o sfondo la porta-
Ultimo tentativo fallito! E arrivò l’ora di Cacca Puzzolente ( il mio nome d’arte nel mondo della box).
-Ehm, sole dei miei occhi che illumini e riscaldi il mio cuore cosa stai facendo alla mia porta?-
Mi voltai di  scatto, nascondendo i guantoni dietro la schiena.
-Nie-niente, stavo solo ammirando la maniglia, è…è d’oro?-
-No, plastica-
Ok, questa era da segnarsela tra “le figure di merda peggiori di quelle di mia sorella”.
-E comunque se stavi ammirando la maniglia mi spieghi perché indossi dei guantoni da pugile?-
Oh cacchio!
-Quali guantoni?- chiesi noncurante.
-Quelli- disse cercando di indicarmi la schiena.
-Quelli? Ma…ma quelli sono un’illusione ottica-
Lui sorrise.
-Te l’ho già detto che sei pazzoide?- chiese avvicinandosi-Sei la mia pazzoide numero uno-
Mi prese le mani guantonate tra le sue, mi avvicinò a sé.
-E ripeto mia- sussurrò prima di sfiorare le mie labbra con le sue.
-Buongiorno pazzoide numero uno- disse strofinando il suo naso con il mio.
-Buongiorno e comunque si può sapere dove sei stato?-
-Ehm ero andato giù in piscina, ieri avevo dimenticato il mio asciugamano sulla sdraio-
Dannato asciugamano!
Aprì la porta della sua camera che non era neanche chiusa a chiave (quanto sono intelligente) e mi invitò ad entrare.
-Quando lo diremo agli atri Marghe? Non capisco perché dobbiamo tenerli all’oscuro-
-Vorrei fare qualcosa come un annuncio ufficiale, ma se non ti va più di aspettare  proporrei stasera-
-Vada per stasera-
Sorrise facendomi l’occhiolino.
 
Pov Elena
 
Di nuovo in quei camerini! Sembrava che la tensione della scorsa volta fosse rimasta.
Harry mi strinse la mano più forte che poté.
-Andrà tutto bene tranquilla, in fondo questa volta non dovete neanche cantare-
Non mi aveva rassicurata per niente, anzi mi ero agitata ancora di più. Harry mi prese il viso tra le mani e fissò i suoi occhi nei miei.
-Amore, andrà tutto bene, ti ricordi  cosa mi hai detto la mattina della prima sfida?-
Scossi la testa. Non ero in grado di comporre una frase di senso compiuto in quel momento.
-Mi hai detto che se fossi caduta nel panico ti avrei dovuto guardare negli occhi, beh questo vale anche per oggi, se hai paura guardami, il mio sguardo è sempre su di te-
Si avvicinò e mi lasciò un dolce bacio sulle labbra.
 
Pov Claudia
 
Entrammo sul palco non appena le note di “Thank you” si diffusero sul palco. Dato che l’intera canzone era un ringraziamento alle fan, chi meglio di cinque directioners scatenate poteva animarla?
Eravamo vestite come i nostri idoli solo in versione femminile: Maria indossava una maglietta a righe e dei pantaloni rossi, Marghe una camicia a quadri e jeans corti, Elena una camicetta con un papillon e una minigonna nera, Aurora una giacca allacciata solo al collo e dei jeans e infine io una polo rossa con un cardigan e leggings.
Ci avvicinammo ballando alle cinque statue bianche che li rappresentavano, poi da dietro comparvero loro con i microfoni alla bocca  pronti a cantare solo come loro sapevano fare.
La folla era in delirio e noi cui stavamo scatenando. Mi stavo divertendo da morire.
Guardai per un attimo Nialler che mi fece l’occhiolino, gli sorrisi.
Ed ora toccava alla nostra coreografia con loro.
-Stai andando benissimo- mi sussurrò Niall all’orecchio dato che eravamo in coppia.
Il mio cucciolo!
 
Pov Maria
 
Ma dov’era Nate? Non lo avevo neanche visto arrivare con gli altri e non potevo neanche vedere la loro esibizione dato che appostata fuori dai camerini c’era una miriade di giornalisti ficcanaso.
Non avevo fatto neanche in tempo a cambiarmi che mi ritrovai sotto il naso uno stupido microfono.
-Pensa di avere della possibilità di battere la band avversaria?-
-Ehm, noi ci siamo veramente impegnati per vincere la sfida, ma non sottovaluterei i The Wanted…-
-È vero che tra lei e Nathan Sykes c’è una storia?-
Arrossii.
-Siamo solo amici-
-Ed è vero che stasera le due band ceneranno insieme anche con la presenza del suo fangroup?-
-Non ne so niente ,ma penso che sia tutto inventato e spero proprio che sia così: odio trovarmi insieme alle due band nello stesso momento-
Quei giornalisti avevano cominciato a rompere , insomma ero uscita solo per andare a salutare Nathan ed ero stata sommersa da quell’orda di rompiscatole.
-Mi scusi ma lei che taglia di reggiseno porta?-
-Una…un momento ma che gliene frega?-
-Il pubblico lo vuole sapere, la prego una dichiarazione della stampa-
-Ma certo, porto una settordici e mezzo- scrissero tutti su dei taccuini, ma non penseranno veramente che questa sia la verità!
-Ci racconti un po’ di lei-
-Sono nata in India, non vedevo mai mio padre perché, essendo Sandokan, era sempre in giro  a rompere le scatole agli altri e quindi me ne stavo sempre con mia madre Cleopatra e…-
-Maria, puoi venire un attimo?-
-Nathan- gli sorrisi –due secondi che devo finire di raccontare cavolate a questi giornalisti stupidi-
-Hei, ci vuole dire che ci ha mentito?!-urlarono buttando a terra le telecamere e mangiando i microfoni.
Nathan mi prese per mano e mi aiutò a fuggire dall’ira dei ficcanaso.
Ci rinchiudemmo in una stanza ridendo.
-Ma come ti è venuta in mente una cosa del genere?-
-Non lo so, ma mi rompevano da morire- lui rise tenendosi la pancia.
-Ti hanno guardata come degli idioti, avevano degli occhi enormi-
-Allora come è andata?- gli chiesi.
-Bene, la folla era in delirio- disse lui- Però neanche voi siete andati tanto male-
-Ci hai visto?-
-Sì e ho ancora la canzone in testa “Thank you, thank you, cause you –you-you love meeeeeeee”, ehm poi non me la ricordo più-
-Devo andare, usciamo stasera?-
-Non vieni alla cena-
Quel figliolo si era fumato qualcosa.
-Che cena?-
-Stasera ceniamo tutti insieme in pizzeria, ha organizzato tutto Tomlinson-
Cosa cavolo fritto aveva fatto quel deficiente?!
-Ha detto che era per scusarsi…-
-Ma lui sa benissimo che non mi piace per niente stare tutti insieme, finirete per litigare  e io lo odio-
Lui mi guardò turbato fissando i suoi occhi nei miei.
-Mi dispiace non lo sapevo-
Lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia.
-Tranquillo, non è colpa tua, ora scusami ma devo uccidere un coglione mangiacarote-
Uscii dalla porta ritrovandomi circa un centinaio di microfoni davanti.
-Dove sta andando?-
-A ritrovare i resti del Titanic-
-Scrivi scrivi-
 
Pov Louis
 
-Per la diciottesima volta, Harry sto bene-
-Ma no che non stai bene, non riesci neanche ad alzarti-
Ero sdraiato sul divano con un occhio nero e di sicuro avevo qualche costola crinata. Maria doveva aver scoperto della cena, perché si era presentata nel nostro camerino con Margherita che poi mi aveva picchiato a sangue urlando –Ora assaggerai il destro di Cacca Puzzolente!-
Poi quando mi aveva quasi ucciso se n’era andata con dieci sterline in mano.
-Grazie Marghe-le aveva detto quel mostro di donna con una faccia soddisfatta da far paura.
 


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Capitolo 24
*** A CENA CON DIECI STAR ***


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Pov Maria
 
 
Io quello stupido lo odiavo! Non solo organizzava una cena per farmi dispetto, ma lo vengo per caso a sapere il giorno stesso. Quando ce lo voleva dire tre secondi prima di partire? Non sapevo neanche cosa mettermi e chi aveva mai cenato con dieci star tutte insieme?
-Ehi  Mary – disse Claudia entrando in camera mia-noi andiamo a fare shopping per stasera, vieni?
-no grazie io e lo shopping facciamo a cazzotti, per stavolta passo-
E voi mi direte “Ma sei stupida? Hai buttato al vento l’unico modo per riuscire a trovare qualcosa “. Avete ragione. E mi avrebbero potuto dare anche delle dritte sulla moda, che io di moda non ci capisco niente, l’unica che era restata a casa era Marghe… no era uscita anche le! Quando uno è nato sfigato rimane sfigato. Decisi di chiamare Nathan.
-Pronto Best?-
-Ehi Best, cos’è questo tono depresso-
Perché sono depressa, sono un disastro, non so cosa mettermi-lui rise.
-Non ti preoccupare, andiamo nella nostra solita pizzeria…-
-Sì ma ci saranno un sacco di fotografi e non posso vestirmi da barbona come al solito-
-Ehi a me piaci come sei, ma pensandoci bene, non puoi finire sui giornali pantaloni larghi e t-shirt, soprattutto se andiamo ad un a cena tutti insieme-
-Oddio sono già le sei e mezza-
-Vedo attacco isterico all’orizzonte intanto fatti una doccia per rinfrescarti le idee-
-Ahahah simpatico, comunque anche se le tue battute sono molto scrause seguirò il tuo consiglio!-
E così mi feci la doccia più lunga della mia vita, ma le idee non si rinfrescavano. Probabilmente sarei dovuta andare nella fabbrica dei Po-Po-Po-Po-Polaretti. Nooo, non c’è il ghiaccio nei Polaretti, sono solo bustine piene di liquido. Che delusione!! Mi uccisi uscendo dalla doccia, dato che scivolai a causa dei piedi bagnati. Quella sera non sarei dovuta uscire me lo sentivo, quelli erano tutti segnali che dicevano “No, non andare, resta a casa, restaa!!”. Sbuffai. Certo che era una tentazione , ma io dovevo andarci a quella cena, non per darmi delle arie,  ma io ero il punto di unione di quelle due band e se volevo evitare spargimenti di sangue dovevo andarci. Mi asciugai i capelli e poi uscii dal bagno con un’immensa voglia di buttarmi dalla finestra , accorgendomi che erano le sette e mezza. Sentii bussare alla porta. Andai ad aprire in accappatoio, per la disperazione non mi ero neanche vestita.
-Marghe?-
Era tutta vestita e pettinata benissimo, sembrava che dovesse andare a farsi fare delle foto per una rivista di moda, mentre io sembravo Isma su  “Le follia dell’imperatore”!  
L’abbracciai di scatto.
-Buhhhhhhh, sono disperata, non so cosa mettermi, Aurora è tornata? Magari le chiedo se ha qualcosa da prestarmi…-
Lei mi spinse via.
-Ehi, non mi toccare, sono sacra- mi disse spolverandosi. - Comunque Aurora è già andata là-
Mi immobilizzai pietrificandomi. La mia ultima speranza era svanita.
-Ma…-
La interruppi.
-Non una parola sorella. Vado a prendere la vanga e mi vado a sotterrare in giardino-
-Che sorella stupida che ho, eh Watson? Perché  non rispondi? Ah dormi, che carino che sei!-
Stavo per uscire dalla camera , chiedendomi dove Harry avesse messo la vanga dopo averla usata per ucciderci uno scarafaggio, mentre mia sorella faceva il solletichino al cucchiaio. Eh sì, io avevo certi elementi in casa!
-Dove vai zombie?- mi chiese puntandomi contro il suo “assistente” – Non vuoi vedere i vestiti che ti ho comprato?- disse sventolandomi una busta sotto il naso. Guardai imbambolata quella stupenda visione.
-Ehm Mari, hai degli occhi a frittella, fai paura!-
L’abbracciai e cominciai a grattarle la testa con le nocche.
-Ma che sorella che ho, ti posso costruire un tempio Marghe?-
-E non hai ancora sentito la parte più importante- disse con un filo di voce dato che la stavo quasi strozzando. Lei si distaccò.
-Ho perfino noleggiato un parrucchiere- truccatore solo per te-
E da dietro la porta comparve Louis, tirato a forza da Margherita. Anche se indossava una camicia quasi del tutto sbottonata non gli avrei mai fatto toccare i miei capelli.
Ci fissammo. Quello che vedevo nei suoi occhi era una sotto forma di scusa?
-Si è offerto lui per farsi perdonare, non è carino? Ah,  e per il tempio…-
-Te lo scordi!- le urlai praticamente in faccia –Io non mi fido delle sue scuse- dissi puntando un dito contro quel…quell’elemento.
Lui guardò il mio dito contrariato e con un gesto fulmineo mi prese la mano e mi spinse dentro la stanza, afferrando la busta che Marghe aveva in mano.
-Grazie mille, tu puoi andare, ora qua ci penso io-
Marghe annuì e se ne andò via correndo e urlando -Liamino, ti manca Watson?-
Puntai i miei occhi in quelli di Tomlinson.
-Se fossi in te farei quello che dice tua sorella, sono le 19.40-
Guardai per un attimo allarmata l’orologio.
-Se esci mi vesto-
-Scordatelo, hai dei capelli orribili-
Lo guardai in cagnesco.
-Grazie di questo complimenti che ti nascono dal cuore!- gli urlai in faccia. Quel deficiente mi rompeva  e mi insultava anche. Non potevo sopportarlo!
Si mise una mano tra i capelli disperato poi uscì dalla stanza. Avevo vinto!
Mi misi a saltare sul letto dalla felicità.
 
Pov Aurora
 
Ce ne stavamo lì da circa mezz’ora ma dei The Wanted neanche l’ombra.
-Secondo te, se ne sono dimenticati?- chiesi a Zayn.
-No, George  non è il tipo da scordarsi una cosa del genere- disse duro, forse un po’ troppo. Se ne accorse e si voltò verso di me sorridendo.
-Ti va di andare a fare un giro in giro?-
Io annuii sorridendo anche perché come si faceva a dire di no a Zayn Jawaad Malik? Non si faceva.
Cominciammo a camminare in un parco. Ad un tratto mi prese per mano. Lo guardai per cercare il suo sguardo, ma non lo trovai, guardava dritto davanti a sé.
-A volte…a volte pensi a quello che è successo quel giorno in cucina?- mi chiese.
Se ci pensavo?! Ci pensavo tutto il giorno, ogni giorno.
-Ecco io…- si grattò la nuca imbarazzato.
-Ehi Zayn, hai ragione tu…non è successo niente- disse sussurrando e lasciandomi la mano.
 
Pov Maria
 
Chi può spiegarmi ancora per una volta perché sono su una sedia lagata e un ragazzo che odio mi sta piastrando i capelli? Ah sì, è stata Margherita ad incastrarmi. Avrei trovato il modo di fargliela pagare.
-Mi tieni ancora il muso?- mi chiese lui divertito.
-Sto pensando a quanti capelli rimarranno sulla testa una volta che avrai finito, ho paura che si potranno contare sulla punta delle dita-
-Tu mi sottovaluti-
-Non credo-
-E invece sì, sei sempre ingiusta nei miei confronti-
-Ehi, io non ti sottovaluto su tutto, infatti a rompere le balls non ti batte nessuno-
-Io non rompo le balls-
-Ah no? E allora perché hai organizzato una cena per farmi dispetto?-
-Non è colpa mia se mi provochi-
-Ti provoco?! Io?! Che porco!-
-Non in quel senso, stupida-
-E allora in quale, cretino?-
-In quello non perv, deficiente-
-Ah sì, coglione?-
-Sì stupida-
-L’hai già detto-
-Non è vero-
-Sì, che è vero-
-No-
-Sì-
-No-
-E invece sì-
-Noooooooo-
-Bella la camicia, l’hai fregata a Harry?-
-E questo che c’entra?-
-Niente, ma non posso farti neanche una domanda?-
Lui sorrise  e passò a truccarmi gli occhi e il viso.
-Sì, l’ho fregata a Harry, come mi sta?-
-Da Dio… cioè, volevo dire…-
Sbuffai.
Lui sorrise e mi sciolse dalla sedia.
-Dai vatti a vestire-
Gli feci una linguaccia, raccolsi la busta e mi rinchiusi in bagni a doppia mandata.
-Non serve, non sono un maniaco- urlò lui da fuori la porta.
-Non si sa mai…ti provoco-
-E basta con questa storia!-
Mi vestii e mi guardai per un attimo allo specchio: i capelli castani scuri erano lisci e arrivavano quasi fino al sedere  e gli occhi dello stesso colore erano…erano truccati decentemente.
Aprii la porta di scatto e mi fiondai da Louis. Lo abbracciai stritolandolo in un abbraccio peluchoso.
-Grazie mille, ora possiamo andare-
Erano le 19.55, avevamo battuto il record!
Mi fiondai giù per le scale e aprii la porta.
-Dai lumacone muoviti!-
-Ti sei scordata la pochette- disse tirandomela.
-Ma che ci faccio? Oh giusto…devo pagare-
Corsi in camera, presi delle sterline  e ricorsi di sotto.
Louis inchiavò e cominciammo a camminare a passo di marcia verso la pizzeria.
-Gli altri?-
-Sono già andati là, ma…ma sei nervosa?- mi chiese sgranando gli occhi, in effetti gli stavo stritolando un braccio.
-E se a Nathan non piacessi?- chiesi già immaginandomi la scena: lui che scappava  e io che lo rincorrevo in un mare di lacrime.
-Se Sykes non resterà incantato a guardarti allora o è cieco o è gay, io stesso non riesco a toglierti gli occhi di dosso-
-Deficiente…e poi io ti provoco-
-Basta!- urlò sull’orlo di una crisi isterica. Risi.
-Ehm Mary, ti conviene guardarti alla tua destra, c’è Nathan che praticamente ti mangia con gli occhi- mi sussurrò quel coniglio, aggiustandosi la camicia, forse per far vedere meglio i pettorali.
-Louis-
-Sì?-
-Se fai così mi provochi-
Mi guardò sgranando gli occhi e pietrificandosi. Mi voltai ridendo verso la mia destra e vidi la più belle visione della Terra: cinque ragazzi scolpiti dagli angeli sul marciapiede opposto.
Li salutai sbracciando e saltellando. Loro ricambiarono quella sottospecie di saluto.
Dopo neanche cinque secondi mi ritrovai faccia a faccia con Nathan. Lo abbracciai.
-Ueh!-urlarono gli altri. E ‘rdagliela!
-Basta!- urlai. E fu allora che Tom si accorse di Louis.
-Allora Tomlinson, siamo in ritardo?-
-Giusto di due minuti, ma lo siamo anche noi- rispose lui, facendomi l’occhiolino.
Arrivammo alla tanto famigerata pizzeria.
-Posso dirti una cosa?- mi sussurrò Nathan all’orecchio.
-Hai fame-
-No…cioè sì…ma non è questo, volevo dirti che sei bellissima-
Lo guardai negli occhi arrossendo.
-Stai scherzando-
-No, non sto scherzando…uffa, non mi prendi mai sul serio- disse lui andandosene via, fingendosi offeso.
Adoravo quel gioco!
-Nate-urlai, facendo voltare verso noi nove star e quattro One Directioners. E chi osa dire che il mio tono di voce non supera i duemila decibel verrà ucciso.
-Sei cattivo- urlai saltandogli sulla schiena a cavalcioni, rischiando di spezzargli la spina dorsale. Cominciai a picchiarlo con la pochette sulla testa, mentre lui nitriva  e urlava “Spirit cavallo selvaggio!”.
-Sorella screanzata, quella pochette te l’ho comprata io- urlò quella storna correndo verso di noi. Scesi da Nathan  e cominciai a scappare da quella pazza.
-Qualcuno mi salvi dalla sorella più sclerata del mondo!-
Nessuno…che carini!
Entrai nella pizzeria e mi fermai alla cassa, sperando che quella pazza non mostrasse la sua deficienza anche in pubblico.
-Scusi ci deve essere un tavolo per quindici persone per “Tomlinson”-
Ad un certo punto sentii un braccio intorno al collo.
-Ora chiedi scusa alla pochette, svergognata, quella povera borsa ha parlato con Watson e gli ha detto che si è estremamente offesa- e intanto mi dava delle borsate in testa. Il fatto era che quella borsa era un’enorme borsa e soprattutto non c’erano solo delle sterline dentro ma un vero e proprio equipaggiamento: portafogli, matita, cellulare, due o tre libri…e non facevo fatica a pensare che ci avesse cacciato dentro anche Watson.
Guardai la cameriera che ci guardò allarmata e fece cadere tutti i menu che teneva in mano, poi si voltò verso la porta e vedendo entrare dieci ragazzi belli e muscolosi corse loro incontro.
-Oddio, presto salvate quella povera ragazza- disse per poi lanciare uno sguardo languido a Harry.
Elena subito si aggrappò  ad un braccio di lui e la guardò in cagnesco.
-È mio-
Brava Ele! Fa vedere a quella tettona il cartello di proprietà privata!
-Un momento…voi due siete sorelle?-chiese Tom con due occhi grossi come due frittate. Io annuii dato che Louis con l’aiuto di Liam era riuscito a liberarmi da quel…quel…mostro.
Ci sedemmo in un tavolo fuori. Io ero tra Nathan e Louis, poi c’era Harry, Elena, Claudia , Niall, Zayn, Aurora, Margherita, Liam, Siva, Jay, Tom, Max.  La situazione era piuttosto tesa, ogni minuto che passava in quel silenzio di tomba era una maledizione lanciata verso Louis, meno male che c’era quella malata mentale di mia sorella.
-Ehi Tom?-
-Sì?- disse lui facendole l’occhiolino.
-Lo sai che son dire l’alfabeto ruttando?-
E poi cominciò la sua esibizione sotto gli occhi sgranati dell’intera band dei The Wanted, mentre noi mangiavamo tranquillamente.
-Ok Marghe, adesso basta-le disse Liam, perdendo per la prima volta la pazienza, dopo che lei era arrivata per la quarta volta alla z.
Lei gli sorrise poi si alzò in piedi, trascinandosi dietro anche lui.
-ragazzi, vi dobbiamo dare una notizia strepitosa…io e Liam stiamo insieme-urlò lei, facendo voltare verso di noi l’intero ristorante.
-Coooooooooosa?!- esclamammo noi in coro.
-Già, vi abbiamo stupiti, eh!- disse lei mentre Liam si grattava la nuca imbarazzato.
-Grande idea Watson!- disse rimettendosi seduta, guardando amorevolmente la borsa.
Ah-a allora avevo ragione a sospettare che si era portata Watson dietro. Ma…ma…mia sorella era fidanzata e non me l’aveva neanche detto! Avremmo fatto i conti a casa! Anche perché era una cosa incosciente  e stupida dichiararsi pochi giorni prima del 28.



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 PERCHè PER MARIA FIDANZARSI IL 28 è UNA COSA STUPIDA? COSA SUCCEDE IL 28 LUGLIO? MA SOPRATTUTTO COSA PROVA NAHAN PER MARIA? QUESTO E ALTRO NEL PROSSIMO CAPITOLO! :))

 

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Capitolo 25
*** NON E’ UN SOGNO ***


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Pov Maria
 
La serata non stava passando poi così male: io parlavo per la maggior parte del tempo con Louis e Nate, mentre Margherita tirava i tappi delle bottiglie con una sorta di catapulta improvvisata con bicchieri e posate, Claudia chiacchierava con Siva avendo trovato un punto in comune, l’amore per la tecnologia, mentre Jay faceva battute stupide.
Gli unici un po’ tesi  erano Max e Zayn che continuavano a lanciarsi degli sguardi ostili.
-Allora Malik, perché non ci dici in faccia gli insulti che invece ci invii su twitter?-
Alzai gli occhi al cielo, dando un calcio a Max sotto il tavolo. Zayn lo guardò serrando la mascella.
-Senti chi parla,  quello che non ha neanche il coraggio di guardarsi allo specchio!-
-Che vorresti dire?- chiese Max minacciosamente, alzandosi dal tavolo e fronteggiando Zayn.
-Che sei patetico- disse lui alzandosi a sua volta.
-Ripeti se hai il coraggio-
-Sei patetico-
-Io? Patetico?- urlò Max, prendendo per il colletto della maglia Zayn.
-Sì, tu, ti nascondi dietro uno schermo per sfidarci-
-Guarda che sei tu che ci hai inviato la sfida-
-Io?! Sei scemo? Ah sì, scusa…-
-Basta!- urlai alzandomi e separandoli – Sembrate due bambini, smettetela!-
Quanto odiavo quando litigavano!
-Allora perché non giochiamo?- disse Zayn sarcastico.
-Maria, mi dispiace, ma io non riuscirò mai e poi mai ad andare d’accordo con…quel deficiente- mi disse Max.
-Deficiente a chi, pelata?-
-Basta!-urlai, dando la pochette a mia sorella (per pagare) e scappando dal locale in lacrime.
Perché non riuscivano ad andare d’accordo? Era così difficile? Vederli litigare mi faceva stare così male.
Corsi verso casa, anche se sinceramente non avevo la minima idea di come entrare. Tirai su col naso e mi diedi della stupida.
Perché ero corsa via in quel modo?
Rabbrividii per il freddo, quando ad un tratto sentii qualcosa di caldo intorno alle spalle. Mi voltai di scatto e vidi gli occhi di Nathan. Mi strinsi nella giacca che mi aveva dato.
-Grazie-
-Figurati- disse, asciugandomi una lacrima con il polpastrello del pollice.
-Sono una stupida-
-No, non è vero- disse abbracciandomi. Affondai il viso nell’incavo della sua spalla. Sentii quel nodo allo stomaco che si formava ogni volta che ero in sua compagnia.
-Ti prometto che prima o poi riusciremo ad andare d’accordo-
-Devo tornare indietro a chiedere scusa-
-Già, soprattutto a Jay-
-Perché?-
-Ti ricordi il calcio che hai dato a Max?-
-Sì-
-Beh, non lo hai dato a Max ma dritto dritto nelle balls di Jay-
Risi.
-Oddio, spero di non averlo castrato-
-No no, sta bene- disse ridendo lui. Mi prese per mano.
-E se invece di tornare dagli altri facessimo un giro?-
-Un giro in giro?- chiesi sorridendogli -Ci sto- dissi spettinandogli i capelli. Così cominciammo a camminare mano nella mano.
-Stasera hai fatto colpo sulle mie amiche- gli dissi –Elena e Aurora non ti toglievano gli occhi di dosso-
-Devi ammetterlo, ho il mio fascino- scherzò lui.
Sbuffai dandogli uno schiaffetto sul braccio. Rise. Andammo in un parco lì vicino.
-Comunque non hai ancora ammesso che ho il mio fascino- disse lui fingendosi offeso.
Gli salii di nuovo a cavalcioni sulla schiena.
-Ricorderai questo giorno come il giorno in cui Maria ti ha quasi spezzato la spina dorsale-
-Non è che me l’hai quasi spezzata, me l’hai polverizzata-sussurrò agonizzante.
Scesi subito e lo guardai preoccupata mentre si trascinava gemendo verso la panca.
-Ho la grazia di un elefante in un negozio di cristalli, scusa, fammi sentire Nate-
Lo feci sedere e gli toccai la schiena preoccupata in cerca di qualcosa di rotto.
-Ma qui è tutto a posto-
-Infatti… scherzavo!-urlò lui perforandomi un timpano.
-Ma sei scemo? Mi sono preoccupata per niente-
Mi alzai dalla panca e gli diedi le spalle arrabbiata.
Mi abbracciò da dietro e mi diede un bacio sulla guancia.
-Dai Mari, mi perdoni? Non sopporto vederti col muso- piagnucolò appoggiando il mento sulla mia spalla. Sorrisi.
-Certo, sei il mio best- dissi voltandomi e abbracciandolo.  Lui sorrise. Lo guardai negli occhi e vidi che si era fatto serio.
-Che c’è?- gli chiesi.
Lui sospirò.
-Credo che sia arrivato il momento di dirti una cosa- sempre guardandomi negli occhi mi prese le mani tra le sue.
Lo guardai turbata.
-Ecco…io…insomma…non voglio essere più best-
Abbassai lo sguardo.
-Vuoi dire che non siamo più amici?-
-No no no no- disse lui velocemente –Io volevo dire che non mi basta più-
Il nodo all’altezza del mio stomaco si strinse ancora di più.
-Non capisco-
-Mary, è da quel giorno al bowling che sento che tra noi è cambiato qualcosa, ti ricordi quando ci siamo guardati quando ti ho passato la palla?-
Annuii titubante. Ma stavo sognando? Cosa c’era nella pizza?
Magari qualche stupefacente. Oh no, aspetta un momento…avevo preso una pizza con funghi: erano allucinogeni!
-Ecco, io non riuscivo a staccarli dai tuoi, come quando sei venuta a dormire a casa mia e mi hai dato quel bacio sulla guancia, io avrei voluto…ecco…-si passò una mano tra i capelli.
Il cuore mi tamburellava forte e mi pizzicavo continuamente il braccio, ripetendomi che non era un sogno perché io sentivo il suo profumo e il calore delle sue mani che stringevano le mie. Non poteva essere un sogno o un’allucinazione!
-Nate…io…-
-Non dire niente se non ricambi…-
-Non è questo…ma ecco…noi due non potremo mai stare insieme-
Abbassò lo sguardo triste.
-È per Tomlinson?-
-No no, come ti viene in mente?- dissi forzando un sorriso e prendendo il suo viso tra le mani. La pelle era liscia  e fresca.
-E allora per cosa?-
Presi coraggio e glielo dissi.
-Nate, io parto tra tre giorni-



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E COSì LE NOSTRE CARE PROTAGONISTE DEVONO PARTIRE, MA MARIA RIUSCIRà A DIRE A NATHAN CIò CHE PROVA E COME REAGIRà LOUIS ALLA PARTENZA DI LEI?  QUESTO E ALTRO NEL PROSSIMO CAPITOLO...


 

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Capitolo 26
*** COCCOLE ***


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Pov Maria
 
-Mi spieghi cosa ti passa per la testa? Ti sei fidanzata una settimana prima della partenza, come ci può rimanere quel ragazzo?-
Marghe si tappò le orecchie e cominciò a cantare “La, la, la”.
-Marghe, sono seria-
Lei sospirò.
-Almeno glielo hai già detto?-
-Mary basta, tu avresti fatto sicuramente come me se il ragazza dei tuoi sogni…-
-No, tu non sai come stanno le cose…non sei l’unica ad aver avuto una dichiarazione!- urlai uscendo dalla camera e sbattendo la porta. Me ne andai in camera mia e mi tuffai sul letto ripensando alla sera prima, al suo sguardo, alle sue parole, alle sue lacrime.
-Mary mi dispiace…guarda anche Watson ti chiede scusa-
L’abbracciai e lei mi accarezzò i capelli.
-Sei una sorella cattiva, neanche mi avevi detto che Nathan si era dichiarato, che offesa!-
Risi. In fondo quella pazzoide di mia sorella era la mia migliore amica.
-Scusa, comunque come è andata la cena dopo che sono scappata via?-
-A meraviglia, io e Liam ci siamo scambiati tanti bacini anche se credo che qualcuno fosse geloso-
-E chi?-
Non ditemi che mia sorella aveva fatto colpo su qualcuno dei The Wanted!
Mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio –Watson-
-Ceeeeeerto, il tuo cucchiaio era geloso di Liam!-
-Già, povero Liamino-
Il mondo era pieno di pazzi. Mi allontanai lentamente da mia sorella, quando all’improvviso mi venne un sospetto.
-Comunque non ti sembra un po’ strano che nessuna delle due band ammetta di aver lanciato la sfida?-
-Mi hai tolto le parole di bocca, sorellona- urlò lei stritolandomi.
Stavo soffocando per non parlare del timpano che mi aveva disintegrato poco prima con quell’urlo animalesco.
-A meno che nessuno ammette della sfida…perché nessuno l’ha mandata-
-Vuoi dire che le case discografiche…-
-Non lo so, Claudia può analizzare la cosa quando ormai noi due…- e mi fermai con un groppo in gola, non volevo partire.
-Anch’io non voglio andarmene  ma i patti alla nostra partenza erano questi e mamma ci rincorrerebbe con una mazza da baseball se ci rimangiassimo la parola-
-Io direi con una motosega- dissi.
-Già, io vado al management e mettermi d’accordo per la nostra partenza, tu vai a dire agli altri che…-
-Certo, sempre a me il compito più difficile-
Finse per un attimo di pensare.
-Ti lascio Watson, ti suggerirà lui le parole giuste da dire- disse poi mi diede riluttante il suo cucchiaio, cercando di non guardarlo nel momento della separazione.
-Ehm, Marghe, se vuoi puoi tenerlo tu-
Ero alquanto dubbiosa sulle capacità di quella posata.
-No- disse poi andandosene dalla stanza. Rimasi con quel cucchiaio in mano e lo guardai begli “occhi”.
Poco dopo si sporse Margherita da dietro la porta.
-Scusa Watson, è che non mi piacciono gli addii- disse sull’orlo della lacrime sbattendo la porta e disintegrandosi un dito.
-Porca Peppa Pig!- urlò isterica.
Mi infilai il cucchiaio in una tasca dei pantaloncini  neri che indossavo. Respirai forte e scesi di sotto.
Sinceramente non sapevo neanche come iniziare. Non potevo certo dire “Oh ciao, io parto tra tre giorni, quindi addio, non ci rivedremo più”. Mi avrebbero come minimo buttato fuori di casa a calci.
Respirai forte e me ne andai in cucina, dove trovai Claudia. Che sorpresa!
-Ciao Clà-
-Mary, quando avete intenzione di dirlo ai ragazzi?-
-Beh, adesso e Margherita ha scaricato tutto su di me-
-Ci mancherete-
Le sorrisi.
-Comunque ti vorrei chiedere un mega favore-
-Sì?-
-Ecco, vorrei che controllassi le conversazioni su Twitter di tutte e due le band, non ci vedo chiaro, magari scopri qualcosa quando io e mia sorella ritorniamo in Italia-
Sentii un rumore come di una craniata.
-Ahio!-
 E spuntò Niall da chissà dove, tenendosi la testa.
-Oddio, mio piccolo bignè allo zabaione, tutto ok?- chiese lei preoccupatissima, avvicinandosi al suo dolce irlandese. Gli guardò premurosa la fronte, poi prese il suo viso tra le mani e la baciò dolcemente.
-Guarirai in fretta-
Mi sentivo tremendamente fuori posto, insomma quei due preferivano stare un po’ da soli e si vedeva lontano un miglio. Così mi avvicinai silenziosamente alla porta.
-Ferma lì-
Mi voltai e mi ritrovai gli occhi di Niall addosso.
-Che vuol dire quel “quando io e mia sorella ritorniamo in Italia”?-
Abbassai lo sguardo.
-Significa che io e mia sorella partiamo prima…tra tre giorni-
Dopo dieci minuti mi trovavo sottoposta ad un interrogatorio. Liam mi guardava sconcertato.
-Sentite non si può fare proprio niente- sbottai infine- mia madre è stata chiara: niente campo-scout, niente estate a Londra. Dobbiamo andarci a quel campo, ragazzi-
-Ma perché vostra madre è così? Anche io e Elena, saremmo dovute andare al campo, ma…-
Interruppi Aurora.
-Quella donna è una pazza- ammisi.
-Fammi capire bene- disse Louis guardandomi negli occhi –Te ne andresti solo per un campo scout?-
Annuii.
-Ma non potreste tornare?- chiese Harry serio.
Sospirai, scuotendo la testa.
-Il management è stato chiaro, niente spese fuori programma, quindi i biglietti dell’aereo non possono essere pagati e i nostri genitori non li sborseranno mai-
Louis scosse la testa e mormorò qualcosa come -è una follia-.
Zayn guardò turbato Liam e poi chiese -Dov’è Marghe?-
-Al management , deve comunicare che partiamo prima del previsto-
Liam si passò una mano tra i capelli e fuggì di corsa in camera sua.
 
Pov Liam
 
Perché non me l’aveva detto prima? Mi sarei potuto abituare all’idea …no balle! Non mi sarei mai abituato all’idea di dover perdere la mia pazzoide numero uno.
Guardai una nostra foto, lei faceva una delle sue smorfie mentre io la baciavo su una guancia.
Basta! Le dovevo parlare.
Scesi in cucina e la trovai lì che frantumava un povero cereale con il piede.
-Ah-a, ho ucciso un cereale!-
Resistetti all’impulso di abbracciare la mia piccola, dolce squinternata, pazzoide, disastrata mentalmente ragazza.
Mi schiarii la voce per attirare la sua attenzione.
Inutile, era troppo occupata ad uccidere cereali.
-Marghe- urlai isterico. Lei si girò.
-Ehi, che bisogno c’è di urlare? Non sono mica una vecchietta sorda-
Sorrisi. Ma come si faceva  a non adorare uno scricciolo del genere? E a pensare  che nel giro di tre giorni le avrei detto addio…forse per sempre.
-Perché non me lo hai detto prima?- le chiesi, puntando i miei occhi nei suoi. Chi diceva che gli occhi più belli erano quelli azzurri? I suoi erano di un bel marrone cioccolato. Ed io mi ci perdevo ogni volta che li ammiravo. Lei abbassò lo sguardo.
-Se te lo avessi detto…mi avresti baciata quel giorno?- mi chiese triste, rigirandosi Watson tra le mani.
Rimasi in silenzio.
-Secondo me, non lo avresti fatto, avresti avuto troppa paura di soffrire e non avremmo potuto vivere queste quasi due settimane insieme-
Mi avvicinai , le presi una mano e l’appoggiai sul mio cuore. Poi le accarezzai una guancia.
-Senti il mio cuore?-
-No-
Porca cacca, io stavo cercando di essere romantico e lei smontava tutti i miei piani!
Allora appoggiò l’orecchio sul mio petto all’altezza del cuore.
-Ora lo sento-
L’abbracciai.
-Bene, senti quanto batte veloce?-
-Sì, sei sicuro che non ti stia prendendo un infarto?-
Risi.
-No no. Batte così forte solo quando ti vedo, quando sento la tua voce, quando ti tocco, quando le mie labbra baciano le tue… questo cuore batte per te, mia dolce pazzoide e ho una paura tremenda che quando mi lascerai lui smetterà di battere-
Non si staccò da me, anzi immerse il suo viso nel mio petto e mi abbracciò stritolandomi.
Sentii i suoi singhiozzi e vidi le sue lacrime bagnarmi la canottiera, mentre le mie inzuppavano i suoi capelli.
-Liam…no…non voglio lasciarti- sussurrò tra le lacrime.
 -Se fosse per me…-
-Lo so- risposi io amaramente.
Le tirai su il viso, mettendole due dita sotto il mento.
Avvicinai lentamente io mio volto al suo, socchiudendo gli occhi.
Sentii il suo respiro irregolare a causa del pianto, sul mio viso.
Finalmente baciai quelle dolci labbra che mi sarebbero mancate da morire.
Approfondii il bacio, prendendo il suo viso tra le mie mani, mentre lei infilava le sue mani tra i miei capelli.
Sentii il mio cuore spezzarsi, pensando che quello era no dei nostri ultimi baci.
 
Pov Maria
 
Secondo voi cosa fa una ragazza altamente disordinata e ritardataria tre giorni prima della sua partenza?
Una cosa sola: le valigie.
Odio fare le valigie per due motivi: il primo è che bisogna raccogliere tutte le cose che ho seminato per casa, secondo perché bisogna piegarle molto ma molto bene, altrimenti per chiudere quell’aggeggio si dovevano fare i salti mortali.
-Ehm Barbon, cosa stai facendo?-
Alzai gli occhi per vedere quel coglione che mi guardava come se fossi un’aliena di non so che pianeta.
-Le valigie- risposi con il fiatone dato che non è proprio una passeggiata saltare sopra ad una valigia, cercando nel frattempo di chiuderla.
-Le valigie?! A me sembra che stai sperimentando un nuovo tipo di trampolino-
-Ahahahaha, simpatico!- dissi ironica sbuffando per togliermi quei maledetti capelli che mi erano finiti tutti in faccia. Ma io dico, stavano tanto bene legati, perché se ne andavano per i fatti loro?
-Dannati capelli…comunque puoi anche darmi una mano, il tuo lato da gentiluomo inglese non dice niente davanti ad una donzella in difficoltà?-
-Già, ma qui non ci sono donzelle, c’è solo una barbona-
-Non sto scherzando, dammi una mano…-
-Altrimenti?-mi sfidò lui.
Gli sorrisi maligna.
-Altrimenti chiamo Cacca Puzzolente-
E qui la porta si aprì per far entrare mia sorella.
-Qualcuno mi ha chiamata?-
-Sì, sono stata io e mi sei stata di grande aiuto, grazie-
Lei uscì tutta soddisfatta, sono sicura che non ci avesse capito un’acca. Aprendo la porta aveva schiacciato Louis al muro.
-Tua sorella è pericolosa-
-Già, ora potresti aiutarmi con le valigie?-
-Sì, madame, subito madame, con piacere madame-
Muahahahahah!
-Allora…te ne vai davvero- mi disse, mentre cercava di chiudere la valigia mentre io continuavo a saltarci sopra urlando qualcosa come “Banzai” o “Tuffo a bomba”.
-Non posso fare altrimenti, mia madre mi prenderebbe a cocomerate in testa e ti assicuro che non è una cosa piacevole-
Lui annuì.
-Dai Mary, un ultimo sforzo, spingi, riesco quasi a …-
-Vedergli la testa, scusa Louis ma se fai così sembra che stiamo in sala parto-
-Sta zitta e impegnati-
Dopo circa mezz’ora riuscimmo a chiudere quella valigia del cavolo. Sfiniti ci buttammo a bomba sul mio letto.
-Sai, è un peccato che te ne vai-
Lo guardai.
-Mancava solo un punto della lista-
Alzai gli occhi al cielo e gli diedi una cuscinata in testa.
-Sei un cretino-
Attimo di silenzio.
-E un coglione-
Lui rise.
-Comunque hai ragione- gli dissi.
-Su cosa?-
-Beh, è un peccato che me ne vado, finalmente andavamo d’accordo-
-Credi davvero che non avremmo litigato di nuovo?-
Lo esaminai.
-No, hai ragione. Non posso resistere alla tentazione di darti uno schiaffo-
-Mi pareva…e Sykes come l’ha presa?-
Guardai il soffitto. Già, come l’aveva presa Nathan? Dalla faccia che aveva fatto di certo non avrebbe organizzato una festa in spiaggia.
-Non molto bene-
-Era arrabbiato?-
-No, era solo molto molto…-
-Disperato-
Annuii.
-Comunque mi sto a piangere addosso quando c’è mia sorella che tra tre giorni perderà la cosa più bella che le sia mai capitata-
-Sicuramente quei due si staranno facendo centinaia di coccole- disse lui, facendo una vocina lellikellosa.
-Sì, lui è così dolce-
-Anch’io so essere dolce- disse lui malizioso.
-Non voglio coccole perché le tue fanno schifo… e poi non sei dolce-
-Dai Mary, fammi almeno provare-
-Ho detto che non voglio coccole-
-Beh, fai finta che io sia Sykes-
Lo guardai scettica.
-Ti prego Maria, voglio farti le coccoleeeeeeee- urlò disperato.
Quel disgraziato, svergognato,  figlio di una buona donna mi aveva rotto i timpani oltre a qualche cosa là sotto.
-Uffa e va bene!- mi arresi alla fine.
 Quel ragazzo rompeva!
-Evvai!-
 Certo che  quel ragazzo si sentiva realizzato con poco-
Mi guardò negli occhi e mi accarezzò una guancia. Arrossii.
-Ripensandoci…-
Lui sorrise.
-È solo l’inizio e tu sei già imbarazzata, non ci siamo- disse malizioso.
-Louis…-
Ma perché gli avevo detto sì?
-Ssshhh-
Mi disse posandomi un dito sulle labbra.
Ok, bene, calma Maria, calma!
Voglio un sedativo!
Deglutii mentre sfregava il suo naso con il mio. Mi accarezzò piano i capelli e cominciò ad attorcigliarseli intorno alle dita.
-Sembri fatta di legno- sorrise lui.
-Vorrei vedere te-sbuffai.
Mi accarezzò un braccio mentre mi guardava negli occhi. Quegli occhi azzurri così magnetici. Mi abbracciò e cominciò a baciarmi dolcemente una guancia scendendo sempre più giù fino al collo.
-Basta- dissi alzandomi di fretta e furia dal letto. Non volevo che mi baciasse il collo, era…era troppo intimo, ecco. E lui era solo un amico.
Si alzò di scatto e mi passò vicino per uscire. Mi guardò per un attimo.
-Ti giuro che neanche l’ultimo punto della lista varrà più-


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BEH DICIAMO CHE LOUIS è PARTICOLARMENTE AFFETTUOSO...E LO POTREMO VEDERE ANCHE NEL PROSSIMO CAPITOLO,CHE SI SVOLGERò TRA LACRIME, NUOVE DICHIARAZIONI, ATTACCHI ISTERICI E PRESUNTI PERVERTITI...
ATTENZIONE! ANCHE SE LE NOSTRE PROTAGONISTE STANNO PARTENDO LA STORIA NON è FINITA!

 

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Capitolo 27
*** CE NE ANDIAMO ***


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Pov Maria
 
Mi alzai con la tremenda voglia di uccidere qualcuno. Guardai disperata la valigia che stava accanto al letto.
Due mesi erano passati così in fretta. Decisi di farmi una doccia giusto per togliere dalla pelle tutto quello che avevo passato quell’estate. Mi rinchiusi in bagno e cominciai a spogliarmi quando sentii la porta della camera sbattere.
-Chi è?-
-Servizio in camera, le ho portato la colazione-
Sorrisi, mentre mi rivestivo. Aprii la porta e ritrovai davanti…
-Nate- urlai saltandogli addosso e abbracciandolo. Lui rise.
-Ma com’è possibile? Insomma…-
-Ha organizzato tutto Tomlinson, in fondo è meno stronzo di quanto credessi-
-Guarda che ti ho sentito!- urlò quel demente da dietro la porta.
Aprii la porta di scatto, scorgendo quel deficiente che ritornava in camera sua.
-Tomlinson- urlai correndogli incontro. Dovevo sembrargli una furia impazzita perché si guardò intorno in cerca di vie di fuga. Ma era in trappola. Fregato!
Gli saltai addosso, abbracciandolo e baciandogli una guancia.
-Graziegraziegrazie!-
Lui ancora assonnato mi guardò come un demente e l’unica cosa che disse fu –Buongiorno anche a te-, segno che non ci aveva capito niente.
Le sue capacità mentali mi stupivano ogni giorno di più.
Ritornai da Nathan. Mi sedetti accanto a lui sul letto e cominciai a mangiare quello che mi aveva portato: cappuccino, biscotti e una rosa. Beh, quella non la mangiai, non ero mica mia sorella!
La presi in mano e l’annusai e indovinate cosa successe…starnutii.
Certo che ero abbonata a queste figure di merda.
Lui sorrise teneramente e mi accarezzò una guancia.
-Grazie, ma non dovevi-
-Certo che non dovevo, ma l’ho fatto lo stesso- disse accarezzandomi una guancia.
Gli sorrisi e mentre guardavo quegli occhi verdi pensavo ai momenti che avevamo passato insieme: la London Eye, Hyde Park, quella canzone che aveva avuto il coraggio di dedicarmi davanti a migliaia di telespettatori.
Sentii una lacrima scivolarmi lungo una guancia. Lui me la bloccò con un dolce bacio che mi bloccò il respiro, perché non era un normale bacio ma sembrava che mi avesse stampato sulla pelle quelle parole che non riusciva a dire –Perché devi partire? Resta con me ti prego-
-Non posso- urlai dentro la mia testa mentre lo abbracciavo di scatto.
-Tu non sai nemmeno quanto voglia rimanere- dissi scoppiando a piangere sulla sua spalla.
-Ehi ehi- disse cercando di calmarmi-Il nostro non è un addio, non ci rivedremo per…un po’ di tempo ma noi verremo di sicuro a fare dei concerti in Italia e ti farò stare in prima fila e guarderò solo te- disse cercando di sorridere e guardandomi negli occhi.
-È una promessa?-
-È una promessa-
 
Pov Margherita
 
Dov’è il mio bastone da twirling?
Qualcuno era nel mio letto!
Cominciai a colpire quella massa informe sotto le coperte.
-Muori pervertito, muori-
-Ahio, ehi pazzoide che ti prende?-
Oddio, ma era Liamino!
-Liamino?!- Poi lo guardai con due occhi enormi. –Non mi dire che abbiamo fatto qualcosa stanotte  e che qui dentro ci potrebbe essere un piccolo Payne-
Lui divenne rosso come un peperone.
-Sei stata tu a dirmi se potevamo dormire insieme stanotte e comunque non abbiamo fatto niente- disse ridendo. Sospirai di sollievo.
-Amo questi risvegli pazzi, hanno qualcosa di te- mi disse dolcemente.
Mi rituffai sul letto accanto a lui e mi attaccai come una sanguisuga al suo petto, diciamo che era una sorta di abbraccio. Lo avrei chiamato “La morsa della piovra”.
Guardai il mio Liamino farsi triste.
-Che succede cucciolo? Ieri hanno trasmesso l’ultima puntata di Dora l’esploratrice?-
-Già- disse lui disperato.
Gli stritolai le guance.
-Screanzato, credevo che fosse perché me ne devo andare via-
-Ma certo che è per quello- disse lui abbracciandomi –Non posso pensare di dovermi separare dalla mia dolce , piccola pazzoide-
Lo abbracciai anch’io scompigliandogli i capelli.
-Se non mi chiami tutti i giorni ti uccido con una motosega-
Lui rise e mi baciò il naso.
-Ti chiamerò ogni giorno tutte le ore- sussurrò per poi baciarmi dolcemente. Sentivo le sue labbra carnose sulle mie. Approfondì subito il bacio, mentre mi accarezzava una guancia.
Quanto mi sarebbero mancate le sue labbra, le sue mani, la sua voce, i suoi occhi… chissà quando avrei potuto rivederlo.
-Marghe?- urlò Elena entrando in camera.
La guardai truce.
-Ehm, ecco volevo solo dirti che dobbiamo fare in fretta perché l’aereo parte tra due ore-
-Vieni anche tu?!-
-Sì, io e Auro abbiamo deciso di venire, Mary non può guidare una squadriglia da sola-
Uhm e avrebbero lasciato Harry e Zayn per venire ad uno stupido campo?
-Mi hai interrotto con Liamino-
-Sì…ecco…scusa-
-Non mi accontento di una scusa, vieni qui che ti uccido- urlai e cominciai a rincorrerla con il bastone da twirling.
Nella mia pazza corsa vidi Nathan Sykes che salutava mia sorella e poi se ne andava.
-Cosa ci faceva Nathan qui?- le chiesi.
-Mi ha portato la colazione in camera, non è stato carino?-
Alzai gli occhi al cielo.
-Liam è meglio, vero Watson?- chiesi al mio fedele assistente.
 
Pov Maria
 
L’aeroporto era così deprimente. Quando eravamo arrivate sembrava il posto più bello del mondo mentre ora era l’unico posto in cui non volevo trovarmi.
Respirai forte per darmi forza: tra poco avrei dovuto dire addio ai miei amici e al ragazzo che mi piaceva.
Quanto avrei voluto essere Claudia, lei sarebbe rimasta fino alla fine dell’estate: non faceva scout  e non aveva genitori strambi con la tremenda voglia di vederti in lacrime.
-Ok- disse Elena stranamente felice – credo che sia ora di andare-
La guardavo con tanto d’occhi: avrebbe perso Harry da lì a poco e non riusciva a smettere di ridere, in effetti neanche Aurora sembrava tanto affranta quanto mi aspettavo.
Abbassai lo sguardo.
-Ehi Mary- sentii due dita sotto il mento che mi tirarono su il viso per farmi incontrare due pozzi azzurri: gli occhi di Louis.
Le altre erano andate a salutare gli altri. Guardai Margherita che sembrava non volersi staccare più dalle labbra di Liam.
Sorrisi amaramente.
Abbracciai Louis.
-Scusa per tutto- mi disse –avrei potuto renderti l’estate migliore, scusami, sono un deficiente-
-Ehi Louis- dissi guardandolo negli occhi cercando di sorridere - non ti devi scusare di niente, ho passato l’estate più bella della mia vita grazie a voi, quindi grazie- gli dissi stampandogli un bacio sulla guancia.
-Possiamo salutare anche noi?-
-Nate- urlai andando ad abbracciarlo.
-Ehi e noi?-
Mi sciolsi dall’abbraccio e vidi gli altri quattro membri dei The Wanted.
-Ragazzi!-
E così facemmo un mega abbraccio di gruppo.
-Mary, io volevo invitarti alla mia super festa di compleanno il quattro agosto, anche se non puoi venire, vorrei darti lo stesso l’invito- mi disse Tom, porgendomi una figata di biglietto.
-Grazie- dissi con le lacrime agli occhi –Non vi dimenticherò mai ragazzi-
-Allora adesso vi lasciamo soli- disse Max facendo l’occhiolino a Nate  e a me. E si allontanarono con dei sorrisi dementi stampati in faccia, lasciandoci soli.
Ci guardammo per un attimo negli occhi per poi abbracciarci.
-Ueh!-
Risi mentre le lacrime bagnavano la spalla di Nathan. Mi concentrai sul suo buonissimo profumo, cercando di mettermelo bene in testa perché lo volevo ricordare per sempre.
-Ricordati della promessa- mi disse lui, cercando di fermare le mie lacrime.
Annuii dato che dalla mia bocca non riuscivo ad emettere neanche un suono.
 
Pov Aurora
 
Abbracciai Zayn.
-Allora buon campo-
Lo guardai ironica.
-I campi non sono mai “buoni campi”, ti sembra forte dormire in tenda e farsi la doccia con un tubo che ti spara acqua gelata addosso?-
Lui annuì facendomi sorridere.
-Ehm prima di partire Zayn vorrei farti una domanda-
-Spara-
-Beh, ecco quella volta in cucina cosa…?-
-Stava per succedere?- finì lui per me.
Annuii arrossendo. In realtà sapevo benissimo cosa stava per accadere ma era solo per introdurre l’argomento. La vera domanda che mi tormentava era –Cosa significava quel bacio che stavamo per scambiarci?-
-Beh ecco…-
Si grattò la nuca imbarazzato. Faceva una tenerezza!
-Ecco io non sono tanto bravo on le parole…-
E detto questo mi prese il viso tra le mani e mi baciò le labbra.
Ricambiai subito il bacio mentre gli accarezzavo quei capelli perfetti.
Quando ci staccammo avevamo entrambi il fiatone. Appoggiò la fronte sulla ma.
-Sono stato chiaro?- mi chiese sorridendo.
Annuì.
-Altroché-
 
Pov Maria
 
Mi staccai a malincuore da Nate.
-Devo andare-
Lui annuì. Gli diedi un bacio sulla guancia per poi avvicinarmi ad Elena che a quanto pareva era l’unica pronta.
-Aurora?- chiesi.
-È impegnata a staccare Margherita da Liam-
Sentii un urlo disumano che mi distrusse l’orecchio.
-NO, no n posso lasciare il mio Liamino, porca Peppa Pig! Al gabinetto il campo, mia madre e quell’aereo di cacca di bisonte! Io non parto- urlava quella storna di mia sorella, aggrappata come una piovra a Liam, mentre Aurora cercava di staccarla.
Sorrisi. Non potevo certo biasimarla, neanche io saltavo di gioia all’idea di partire.
-Allora Mary, non vai ad aiutare Aurora?- mi chiese Louis.
-No, posso capire mia sorella, anch’io ho dovuto lasciare la persona più importante per me- dissi guardando negli occhi Nate. Mi guardò con le lacrime agli occhi, ma con il sorriso sulle labbra per la consapevolezza di essere ricambiato.
-Margherita, il nostro aereo sta per partire, muoviti!- urlai.
-NO e no, sai che ti dico? Io non ritorno in Italia mai più-
-Marghe, muovi le chiappe e sali su quell’aereo- urlò Liam con le lacrime che gli rigavano le guance.
Margherita si arrese e si lasciò trascinare da Aurora che anche lei in forza brutale non scherzava-
Mi voltai per un’ultima volta prima di entrare nel check- in e incontrai gli occhi di Louis. Aggrottai le sopracciglia. Erano pieni di lacrime. L’unico mio pensiero mentre salivo sull’aereo fu “allora mi vuole un po’ di bene in fondo in fondo”.
 
Pov Claudia
 
Dalle vetrate vedemmo l’aereo decollare. Niall mi mise un braccio intorno alle spalle.
-La casa sarà molto più vuota ora- mi disse.
-Già-
Louis si avvicinò a Nathan  Sykes, che guardava ancora l’aereo, che ormai si allontanava prendendo quota. Gli strinse una spalla per fargli forza.
-Sei in gamba Sykes- gli disse sotto lo sguardo stupito di tutti i presenti. Max era a dir poco traumatizzato, Siva balbettava qualcosa come “Aspetta un attimo…Nathan…aereo…Tomlinson…gamba” e poi era svenuto, mentre Jay non aveva capito evidentemente niente perché ripeteva “Nathan non reagisci? Ti ha appena detto che hai un sacco di peli sulle gambe”. I soliti idioti 3!
Corsi a soccorrere Siva dato che nessuno dei presenti si era accorto del suo “improvviso malessere”. Gli diedi  degli schiaffetti sulle guance per farlo rinvenire, ma…niente.
-Niall, i sali!-
-Ma ti sembro il tipo che va in giro con dei sali?-
-Allora fa qualcosa, tra patrioti ci si aiuta e che cavolo!-
Lui fece un verso di trionfo.
-Ho trovato!- disse come se avesse scoperto che esisteva un mare di cioccolata. Estrasse dalla tasca dei pantaloni un fagottino.
O mio Dio!
Mi allontanai di duecento metri, perché quel…quel coso puzzava da morire. Sembrava qualcosa come puzza di sudore di orso  con aroma di sedere di elefante, insomma uno schifo!
-Nessun irlandese può resistere al soave profumo del formaggio irlandese-
Soave? Profumo? Quel ragazzo paragonava un soave profumo a quel puzzo? Ma di chi mi ero innamorata?
Quell’irlandese avvicinò il formaggio al naso del moro.
Chiusi gli occhi per non assistere ad un omicidio.
A un tratto sentii una voce, sicuramente quella di Siva.
-Che soave profumo-
O mio Dio!
 
Pov Margherita
 
Guardai mia sorella che se ne stava come una beota a fissare il nulla. Dato che non volevo avere la sua stessa espressione da ebete decisi di chiamare Liam.
“Ehi Liamino”
“Pazzoide number one, mi manchi già”
“Non dirlo a me, vorrei uccidere tutti i piloti, prendere il controllo dell’aereo e volare da te”
Sentii lui dall’altra parte ridere.
“E come hai intenzione di atterrare?”
“ E chi ha parlati di atterrare? Io mi lancio con il paracadute”
“E gli altri passeggeri?”
“Che si fot…”
“Pazzoide, sei malvagia”
“Stavo scherzando Liamino” In realtà non scherzavo affatto.  Muahahahahah! Tremate passeggeri e passeggere, tremate!
“Scusa qui c’è Louis che vuole parlare con Maria”
“Che la chiamasse con il suo cell…”
“Mary, ci sei? Barbona?”
“Brutto coglione, restituisci quel telefono di cacca al mio Liamino” urlai talmente forte che quella defi di mia sorella mi guardò male, ma molto male.
“Dai Marghe, ti prego passami tua sorella, so che c’è del buono in te”
“Sì, ma è talmente in fondo che neanche io lo trovo più”
Mia sorella rise.
“Dai, che è vicino a te, sento la sua risata”
“Ti ho detto di no e ora passami Liamino, razza di brutto coglione” urlai isterica. Una vecchietta mi guardò scandalizzata.
-E lei cosa vuole? Non ha mai visto una sclerata?-
-Screanzata- urlò, dandomi una borsettata in testa.
-Ehi signora si calmi, merda Liam salvami- urlai nel mio cellulare.
“Pazzoide che succede?”
Si era riappropriato del suo cellulare, evidentemente aveva ucciso quel coglione di Louis. Evvai!
“C’è una vecchia pazza che mi dà delle borsate in testa”
-Non sono una vecchia pazza, sono Assunta Rossi- urlò, continuando a colpirmi con la borsa.
“Scusa Liam ti richiamo dopo”
-Ah, mia cara signora ma lei è italiana proprio come me- dissi nel tentativo di fermarla. Non l’avessi mai fatto. In due ore di viaggio avevo scoperto che era marchigiana come noi, aveva tre figlie, quattro gatti, due tartarughe e sapevo anche tutti i nomi: Lucia, Tarta, Fufi, Ruga, Agnese, Micio, Mao, Giada e Lulù. Forse ho fatto un po’ di confusione. E non era finita qui. Sapevo che era vedova, che faceva le tagliatelle a mano e che ricamava. Ero immersa in un’interessante discussione sulla coltivazione delle patate quando il cellulare di mia sorella squillò.
 
Pov Maria
 
“Pronto?” risposi seccata dato che mi interessava veramente conoscere i segreti per ottenere delle buone patate.
“Ciao Mary, quella pazza di tua sorella non riusciva a passarti quel cellulare.”
“Louis?”
“Sì, che ti aspettavi? Non hai visto chi ti chiamava?”
“Ehm, ero sovrappensiero”
“Non ho capito niente, c’è un macello, ma dove sei in aereo o in una discoteca”
“No, è solo mia sorella che le prende da una vecchietta”
-Marghe, ma che succede?-
-E che ne so, io le ho solo chiesto cosa potevo fare per ottenere delle buone banane-
Alzai gli occhi al cielo.
“Ehm, è una faccenda di banane”
Lui rise.
“Comunque perché mi hai chiamato?”
“Volevo solo sapere come sta la mia barbona”
“Ehm bene, ma mi spieghi cos’è tutto questo affetto ora?”
“Va bene, allora chiudo la chiamata se non vuoi sentir…”
“No no, mi fa piacere sentirti, davvero! Ma mi sembra un po’ strano, ecco”
“Ehi, te l’ho detto che so essere molto dolce, non ti ricordi quel giorno delle coccole?”
“E come dimenticarlo?”
Ok, avevo fatto una gaffe e l’avevo anche capito in ritardo dalla risatina di Louis.
“Cioè, volevo dire che…”
“Sì sì, lo so che volevi dire” disse malizioso.
“Volevo dire che è stato molto ma molto imbarazzante, credo che sia stata la cosa più imbarazzante che io abbia mai fatto”
“Però devi ammettere che ti è piaciuto”
“No, mi ha fatto schifo”
“Sto facendo il labbretto”
“E chi se ne frega?”
“Ohi, ma sei cattiva”
“Lo so, muahahaha”
-Ehi ma la volete piantare voi due?- urali istericamente a mia sorella e alla vecchietta –Anche lei nonnina , abbia un po’ di compassione per questa squinternata-
-Ehi, nonnina a chi?-
-Ehi, squinternata a chi? Signora alleiamoci contro questa screanzata, con la sua borsa e la mia innata propensione all’originalità, possiamo sconfiggerla-
Guardai quelle due pazze cantare la canzone della trasformazione delle Winx  e fare anche le mosse.
“Mary? Ci sei?”
“Ma tu sapevi che alle vecchiette piacciono le Winx?”
“No, ma sai che ti dico?”
“Cosa mi dici?”
“Che quel cartone è una gran figata”
E poi si mise anche lui a cantare la loro stessa canzone. Non è possibile era anche intonato!
Allora a Harry piaceva High School Musical, a Louis le Winx, a Liam Dora l’Esploratrice, a Niall Ratatoille e a Zayn? No, Zayn era troppo forte e figo per amare quei programmi un po’ da checche.
Passai quelle due ore di viaggio, ascoltando in pratica le sigle di tutti i cartoni animati possibili: Mew Mew, Witch, Dragonball, Pokemon, Peppa Pig, Teletubbies, Winx club, Winx Enchantix, Winx Believix, Winx Sirenix. E quella vecchietta cantava a squarciagola insieme a mia sorella ed entrambe si tenevano una mano sul cuore, come se cantassero chissà che inno nazionale. Un viaggio all’insegna della musica.
-Siete pregati di allacciarvi le cinture –
Ecco, eravamo arrivati.
Margherita abbracciò la vecchietta molto calorosamente, poi uscimmo dall’aeroporto trainando i nostri mega trolley.
Vidi i nostri genitori sorriderci. Qualcuno ha una motosega o un’ascia da vendermi all’istante?
No eh. Peccato!
-Grazie per averci rovinato l’estate!-


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Niall
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LE RAGAZZE SE NE SONO ANDATE, TUTTE TRANNE CLAUDIA CHE HA RICEVUTO UN COMPITO IMPORTANTE CHE DOVRà PORTARE A TERMINE NEL SUO SOGGIORNO A LONDRA, LE ALTRE SONO TORNATE A CASA PRONTE A RIPARTIRE PER UN CAMPO SCOUT, LOUIS SEMBRA ESSERSI AFFEZIONATO A MARIA E ZAYN HA CONFESSATO I SUOI SENTIMENTI. MA RIVEDRANNO MAI PIù I LORO NUOVI AMICI?

 

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Capitolo 28
*** UN CAMPO DA DIMENTICARE ***


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E' da tanto che non sento qualche lettore...anche se vi fa schifo vi prego fatemi sapere come la pensate!


-Allora ragazze, mi aiuterete a scoprire cosa significa questa lettera?-
Guardammo la nostra capo travestita da un Ulisse mezzo mezzo molto ma molto male.
-No, non ce ne frega una verza di quella stupida lettera- urlò Margherita per poi coprirsi la bocca dato che si era appena accorta di aver dato voce ai suoi pensieri. Non che i nostri fossero meno chiari, sulle nostre facce aleggiavano dei musi lunghi quattro chilometri e mezzo.
-Volevo dire…non vedo l’ora di scoprire cosa dica quella interessantissima lettera- si corresse facendo due occhioni dolciosi che sicuramente avrebbero fatto impazzire Liam.
Liam…One Direction…Londra…Nathan.
Stupido cervello di cacca di vacca cosa vai a pensare?
Basta piangere sul latte versato: ora siamo in Italia e non più a Londra.
Guardai Aurora che disperata mi disse con il labiale –Voglio Zayn-
La potevo capire. Anche se si sentivano ogni sera in tenda di nascosto, dato che al campo qualunque forma di tecnologia moderna è punibile con il sequestro, gli occhi di Zayn dovevano mancarle. Anche perché io sentivo la mancanza del suo ciuffo, del profumo di Louis, della dolcezza di Liam, della colazione di Niall, della voce di Harry e dei bellissimi occhi del mio Nathan.
Quindi come tutte le altre sere Aurora stava ciuciulando sottovoce al telefono con Zayn quando ricevetti una chiamata da Claudia.
“Pronto Clà? Non azzardarti a chiedere se ci stiamo divertendo perché niente può essere più divertente di due mesi a Londra con dei pazzi scatenati.”
Lei rise.
“Non avevo intenzione di chiedertelo, volevo dirvi che ho indagato come mi avevi chiesto”
“E…?” chiesi curiosissima.
“Avevi ragione, con l’aiuto di Siva ho scoperto che anche i The Wanted hanno ricevuto una sfida uguale, identica, spiccicata alla nostra”
“Lo sapevo, le due case discografiche volevano più ascolti e così hanno pianificato la sfida. E Zayn come l’ha presa?”
“Beh, lui e Max si sono scusati anche se entrambi sembravano un po’ a disagio”
Annuii.
“Va bene, Clà, grazie. Salutami tutti quanti e dà uno schiaffo a Louis da parte mia, ciao”
Chiusi la chiamata e guardai le altre. Fortunatamente Elena e Aurora erano in squadriglia con me e quindi sapevano come erano andate le cose, ma Marghe era una tenda più in là. Glielo avremo detto l’indomani, anzi no, glielo avrei detto subito.
 
Pov Margherita
 
-Forza Nicole, passami il dentifricio, lo metto sulla faccia di Puzzò-
Puzzò era una di quelle bambine apatiche e mogne molto in sovrappeso e con molto ma molto poca igiene personale. Quindi non era colpa di una cena di fagioli lo schifo di odore che aleggiava in quella tenda.
Lo svuotai quasi tutto  sulla sua faccia, non si svegliò neppure. Credo che quella fu l’unica volta che un dentifricio toccò quella persona.
-Ehi Marghe?-
Una voce.
-Chi mi ha chiamato?-
-Noi non abbiamo sentito niente-
-Marghe?-
-Chi cavolo mi chiama? Perché c’è qualcuno che mi chiama lo sento-urlai. Non ero pazza non ero pazza. Ok, sembrava che mi stessi autoconvincendo.
Sentii la tenda aprirsi e vidi una forte luce. Ecco stavo morendo!
Addio Liamino, addio sorella snaturata, addio genitori disgraziati, addio Watson, addio biscotti al cioccolato…-
-Ma che stai facendo, sorella pazzomane?-
In effetti mi ero sdraiata nel sacco a pelo e avevo messo le braccia a croce sul petto, aspettando di vedere da un momento all’altro l’angelo della morte venirmi a prendere.
Ma quello che aveva parlato non era di sicuro l’angelo perché:
1) Io non sono sorella di una creatura ultraterrena
2) Quella era una voce bestiale e sono sicura che gli angeli hanno una voce molto più bella.
-Maria!!-urlai.
-Ma che ti urli, pezzo di cacca? Se le Capo mi scoprono sono nei guai-
-Mi sembravi l’angelo della morte-
-Te l’ho detto che ti fa male usare quelle droghe così forti, comunque mi ha chiamato Claudia e mi ha detto che ha scoperto che in realtà la sfida è tutta una macchinazione delle case discografiche per ricevere più ascolti-
Alzai un braccio in segno di vittoria, per poi fare finta di nuotare a rana, imitai anche un pollo.
-Cosa stai facendo?-
-La danza del trionfo, avevamo ragione-
E cominciai una danza hawaiana a cui si unì mia sorella.
-Ehm Marghe, i tuo cellulare sta squillando- mi disse Nicole da dentro la tenda. Mi ci fiondai come una che vaga per il deserto e trova una pozza d’acqua o, per capire meglio, come quando Louis William Tomlinson vede una carota.
Era Liamino.
“Pronto, ciao Liamino, cucciolino, patatino crik crok, dolcettino…”
“Ehm , sono Louis, ciao Marghe”
“Ancora?!restituisci quel cellulare al mio Liamino, brutto coglione, possibile che tu non ne abbia uno? Razza di brutto pezzo di cacca…”
“Ehi pazzoide, calmati, Louis  voleva solo farti uno scherzo”
“Sono supercalma ora, ti giuro, potrei fare un corso di meditazione talmente sono calma”
Lui rise.
“Mi manchi pazzoide”
“Anche a me Liamino”
“Quanto vorrei baciarti”
“Beh, possiamo farlo”
“E come?”
“Al telefono, dai è una cosa divertente”
“Va bene”
E così cominciai a baciare l’aria , sotto lo sguardo spaventato delle mie squadrigliere che sicuramente credevano di dormire con una pazza schizofrenica. Ma loro non potevano capire che sentivo i baci di Liam ed era come se fossi in Paradiso.
 
Pov Elena
 
Cominciavo a chiedermi se quel campo sarebbe mai finito.
Ci divertivamo un mondo in tenda e ridevamo anche per le gaffe di Marghe. Ma mi mancava Harry, il mio dolce piccolo Harry. Come ad Aurora mancava Zayn, a Margherita Liam, a Maria Nathan e Louis. Beh, diciamo che non ero tanto sicura che Louis le mancasse quanto Nathan, ma una cosa era certa: a lui mancava molto. La chiamava tutti i santissimi giorni.
-Hai sentito Harry?- mi chiese lei mentre io , lei, Aurora ci stavamo dirigendo in bagno ovvero in natura.
-Sì, è stato dolcissimo, mi ha ripetuto mille volte che mi ama e poi mi ha cantato una canzone dolcissima, si può essere più dolci?-
Aurora le diede un calcio.
-E il mio Zayn allora? Dove lo mettiamo?- chiese minacciosa, agitando la carta igienica che aveva in mano.
Ok, mi stava facendo paura: sembrava l’assassino psicopatico di qualche film dell’orrore.
-Ma certo Zayn è dolcissimo- la rassicurò Mary. Subito sul viso di Aurora comparve un sorrisone compiaciuto, poi si avviò verso il posticino che aveva scelto per fare i suoi bisognini.
Scossi la testa e lasciai da sola Maria per avviarmi in quello che sarebbe stato il mio bagno improvvisato. Naturalmente avevo il cellulare in tasca, ehehehehe!
“Pronto cucciola”
Sorrisi.
“Ciao amore, quanto mi manca la tua voce?”
“Oooook, cucciola non cominciare a fare la pazza isterica”
“Troppo tardi, sto già saltellando sul posto”
“Ahahahah, non è che Marghe ti ha …Louis ma che fai? Ridammi il cellulare”
“Pronto Ele, ciao”
“Tommo, razza di deficiente, che vuoi?”
“C’è Maria?”
“Dovrebbe essere nelle vicinanze ma si è infrattata”
“E con chi?”
Uhm…geloso.
“Con nessuno coglione, è andata in bagno tra virgolette”
“Ah ok, ha il cellulare?”
“Non lo so, fai una prova  e ora passa quell’aggeggio al mio tesoro o ti spacco la faccia, razza di lurido…”
“Pronto cucciola, ti amo”
“Harry” dissi sospirando calmandomi all’improvviso.
 
Pov Maria
 
“Louis, in questo momento ho bisogno di stare tranquilla, sono in pausa riflessiva”
Uffa però, non si può stare in pace neanche in bagno e a dire che sarebbe stata una faccenda piuttosto lunga.
“Guarda che ho appena sentito Elena e so benissimo cosa stai facendo”
“E mi chiami pure? Sospettavo che ti fossi laureato in Coglionologia ma adesso ne sono proprio sicura”
Lui rise.
“Cos’hai da dirmi Louis?”
“Che mi stai su quel posto”
“E allora perché all’aeroporto piangevi? Non dirmi che ti era finito qualcosa nell’occhio perché tanto non ci credo”
Attimo di silenzio.
“Ehm, ecco…il fatto è che…sono…”
“Scemo scemo, guarda quanti semo a ditte che sei scemo”
“Sei simpatica come un palo nel…”
“Risparmiati queste perle di saggezza che fanno comprendere il senso della vita”
“Volevo dire nel cu…ore, sempre a pensare male, la tua è una fissa però”
Alzai gli occhi al cielo, ma perché quel ragazzo rompeva?
“Comunque ti saluto Louis, le Capo ci stanno chiamando” mentii.
“Ok, ti saluto, ci sentiamo”
“Spero di no, comunque ciao”
Evvai, mi ero liberata del super coglione! Salto di gioia.
Ma come si fa a rompere così tanto?! Non credevo che un essere umano potesse urtare così tanto i nervi. E lo dice una che solitamente è calma e non sclera come la sorella.
Mi tranquillizzai e cercai di concentrarmi sulla natura che mi circondava. Aaaaaaaahhhhhhhhh, ero in Paradiso!
Say my name like the last time, li…”
Nooooooooo! Dannatissimo cellulare e dannatissimo Louis!
“Cosa cacchiarola vuoi, piattola umana, rottura di…”
“Ehm ciao Mary, un po’ nervosetta oggi?”
“Na…Nate…ma…come…scusa, credevo fosse Louis, sono proprio imbranata”
Lui rise.
“Sembri quasi sull’orlo di una crisi isterica”
“Non è che sembro, quel ragazzo mi sta facendo impazzire”
Rise di nuovo.
“Comunque…che succede di bello là a Londra?”
“Tom non vede l’ora di compiere venticinque anni, sta saltellando in tutta casa, continuando a gonfiare palloncini”
“Ma mancano ancora due giorni”
“E vaglielo a dire! Speriamo solo di non finire come “Up””
“Ehi, sarebbe una forza, io amo le case volanti”
“Mi hai contagiato con questi cartoni animati, per tutto ieri ho guardato “My Little pony”!”
“Ehi, uomo, non esageriamo io amo cartoni più istruttivi come Paperino e le W.I.T.C.H.”
Attimo di silenzio.
“Ti fai di robe brutte, eh?”
“Come hai fatto ad indovinare?”
“Istinto…”
“Animale…in effetti mia sorella ha sempre detto che assomigli al bradipi dell’Era Glaciale”
“Ma allora siamo parenti!”
“Brutto pezzo di…no, non posso dirlo perché ti voglio troppissimo bene”
“Troppissimo?!”
“Certo, mentre se ti riferisci alla mia pancia allora è trippissimo”
Lui rise. Ma che si rideva? Non stavo mica scherzando. Per i miei dieci idoli si parlava di addominali, per me di lardominali. La mia dolcissima tartaruga capovolta!
“Sai…mi manchi tantissimo” mi disse calmandosi.
“Se non ci fosse stata quella stupida sfida, avremmo potuto passare più tempo insieme e …!
Lo interruppi.
“Se non ci fosse stata quella stupida sfida, non ci saremmo neanche incontrati, genio!”
Avevo interrotto un suo discorso dolcissimo con una stupidissima frase da quattro centesimi. Ma il fatto è che mi stavano venendo le lacrime agli occhi e non mi andava di piangere di nuovo.
Un fischio! O no, le Capo avevano chiamato!
“Scusa Nate, devo andare!”
“Va bene…ehi Mary?”
“Sì?”
“Mi manchi…e ti voglio bene”
“Anch’io ti voglio bene, ciao Nate”
Che scena diabetica, da far venire la carie. Veramente.
Ma in fondo non ci aveva sentiti nessuno. Beh, forse Tom aveva sentito Nathan, ma non credo che ci avesse fatto troppo caso, era troppo impegnato a trasformare il suo appartamento in una casa volante. Ho già detto che quel quasi uomo ha tutta la mia stima?
Ma la cosa più importante di tutte è  che con tutte quelle telefonate mi ero scordata di fare una cosa importantissima: i miei bisognini.
Ok, mi sarei contorta dai dolori per tutto il pomeriggio!


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LE RAGAZZE SONO AL CAMPO SCOUT E HANNO SCOPERTO LA VERITà SULLA SFIDA...COSA SUCCEDERà NEL PROSSIMO CAPITOLO, LOUIS E MARIA SI RINCONTRERANNO? 
 

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Capitolo 29
*** PUZZIAMO ***


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Pov Marghe
 
-Al chiaror del mattin, al chiaror del mattin ci sveglia la canzon, ci sveglia la canzon, al chiaror del mattin ci sveglia la canzon col sol, su leviam su leviam…-
Ma chi mi stava prendendo a borsate in testa? Non è che era tornata quella super vecchina stupendosa!
Mi alzai di botto e mi prese un colpo. Traumi adolescenziali che bloccano la crescita, parte uno.
Era Puzzò che mi stava svegliando , uccidendomi la testa con la sua sacca di vestiti sporchi.
-Ehi, sono sveglia!-
In realtà la puzza delle sue mutande sporche mi aveva danneggiato le mucose nasali e disintegrato i polmoni. Stavo per ucciderla a colpi di Amuchina, quando mi venne in mente una vendetta peggiore: la legna.
Muahahaha!
La legna era il terrore delle novizie!
Ho già detto che un mio lontano parente era un Dissennatore?
Uscii dalla tenda in fretta e furia, infilandomi gli scarponi, presi il guidone e urlai – Chi mi ama mi segua-
Nessuno.
Wow, vi amo tanto anch’io. Forse se ci fosse stato Liam sarebbe andata un pochino diversamente.
-Marghe, mi spieghi cosa ci fai in piedi sulla nostra cassa!-
-Cosa Mary?-
-La cacca rosa, scimunita-
In pratica tuttala squadriglia Antilopi mi guardava come se fossi un gorilla pazzo che raccoglie margheritine.
-Ero un po’ sovrappensiero, le mutande sporche di Puzzò mi hanno danneggiato il cervello se ne avevo uno-
Maria mi guardò con due occhi enormi.
Spiegai urlando tutta la faccenda e alla fine vomitavano tutte.
-E ho deciso che come punizione  farà legna da sola, non sono perfida?- urlai atteggiandomi da campionessa di pugilato.
-Ehm non per smorzare il tuo entusiasmo, sorella con seri problemi, ma oggi è l’ultimo giorno de non bisogna fare legna-
Mi sdraiai a terra e cominciai a piangere dalla disperazione sbattendo i pugni a terra.
-Nooooo, perché questo stracacchio di cervello non funziona? Perché?-
 
Pov Maria
 
Vidi i nostri odiosi procreatori che ci salutavano dicendo – Siamo arrivati-. Oh guarda, che gioia! Ma certo ero super contenta di vederli, in fondo mi avevano solo costretto a tornare un mese prima da Londra per fare uno stupido campo. Non è niente! Avrei potuto tranquillamente metterci una pietra sopra!
Andai verso di loro con il sorriso stampato sulle labbra.
-Strozzatevi!- dissi.
-Ma come? Credevamo che una settimana di campo vi avrebbe fatto dimenticare l’intera faccenda- disse quella scimmia ululante di mia madre.
-Oh, ma sì, certo. Siamo così contente di essere tornate che faremo subito una festa in spiaggia-
-Io mi occupo dei salatini- intervenne quell’homo erectus di mio padre. Lo guardai con quell’espressione  che avevo soprannominato “Tipica faccia da usare quando l’intelligenza suina dei tuoi genitori supera ogni limite”, ovvero T.P.D.U.Q.I.S.D.T.G.S.O.L.
Ok, forse avrei dovuto chiamarla in un altro modo anche perché la usavo un giorno sì e l’altro pure.
La mia vomitevole famiglia con evoluzione mancata!
Stavo andando verso Marghe che se ne stava in un angolo a raccogliere margheritine, quando sentii qualcuno battermi un dito sulla spalla. Mi voltai aspettandomi la solita ramanzina di quelle due scimmie scappate da uno zoo, che noi chiamavamo più comunemente genitori.
Ma non c’era un orango tango dietro di me ma un homo del tutto sapiens sapiens.
Lasciai cadere a terra dalla sorpresa  il cappellone e la borraccia che tenevo in mano.
-Si…signor Lautnery?-
-Buongiorno signorina-
Stropicciai gli occhi.
Com’era possibile che il signor Lautnery si trovasse a Fonte Luca?
Semplice, non era possibile, la stanchezza fa brutti scherzi.
-Via, visione, via, io non credo in te-
Una domanda: ma le visioni fanno una smorfia da “ci fai o ci sei?”? perché questa faceva precisamente quella smorfia.
-Ma lei è veramente il signor Lautnery!- urlai , dopo avergli affondato un dito nella guancia.
-Dove? Dove?- urlò mia sorella guardandosi intorno. Poi ci vide e ci venne incontro correndo per poi saltare addosso al manager più musone della Terra. Lui urlò come una femminuccia in calore prima di essere travolto da una bufala imbizzarrita di nome Margherita.
-Ma lei signore è il cielo che la manda- urlava quella sclerata  mentale, riempendolo di baci, mentre lui aveva una faccia da…uno che sta vedendo la morte.
-In realtà mi hanno mandato i One Direction e poi…mantenga le distanze, signorina-
-Macchè distanze – disse lei dandogli una pacca sulla schiena, facendolo piegare in due – io te ormai siamo amici intimi, qua la mano fratello!-
Ok , era ufficiale, l’avevamo persa!
-Marghe, non ucciderlo, ci deve dire perché lo hanno mandato in questo posto sperduto nel bel mezzo del nulla-
-Grrrrrrrrrrrrrazie!- disse lui, ricomponendosi e guardandomi in cagnesco.
-In One Direction hanno fatto un accordo con il mio management  si è stabilito che…-
 
Pov Aurora
 
Venni travolta da un asteroide. No, aspetta non ero morta, ero viva e vegeta. Quindi chi cacchio mi era venuto addosso con la grazia di un porco?
Una persona sola: Maria.
-Auro Auro, ma voi lo sapevate, tu e Elena intendo, che noi…oddio!-
Ma che andava farfugliando? Che si fosse drogata?
-Ma di cosa cacchio stai parlando?-
-Come di cosa sto parlando?! Passeremo un altro mese on la band più fantastica del mondo-
Ah, si riferiva a quello.
-Beh, certo che lo sapevamo, è stata un’idea di Harry, Zayn e Niall…-
-Ma che brutta bimba che sei!-urlò, cominciandomi a sfregare le nocche sulla testa e stritolandomi le guance. Mi liberai di quella sanguisuga dato che ormai avevo la testa e le guance in fiamme.
-Devo convincere i miei procreatori- disse poi sull’orlo di una depressione piuttosto violenta.
-Tutto fatto, il management ha già informato le nostre famiglie, partiremo con l’aereo delle 17.00-
-Tra due ore? Ma…le valigie?-
-Secondo te perché esiste una strana razza chiamata “Genitore”?-
-E la puzza?-
Colpo al cuore, a questo non avevamo pensato per niente. Avremo dovuto andare in aereo zozze e puzzolenti?
-A quanto pare dovranno tapparsi il naso-
E evidentemente non furono solo loro che si tapparono il naso: i posti intorno a noi erano vuoti mentre i passeggeri si accalcavano vicino ai finestrini e gli altoparlanti cercavano di riportare la calma spiegando che non c’era una fuga di gas.
-Ma siamo così puzzolenti?- domandai al signor Loutnery.
-Noooooooo- rispose lui attraverso la mascherina – Anzi emanate un gradevole profumo-
Lo guardai storto. Certo lui non si era ammazzato la schiena in una settimana di corse, escursioni, cucina, legna espressioni, sacco a peli…
-Allora Awewina- mi disse Maria, dandomi una gomitata che mi spaccò in due il braccio –Non vedi l’ora di vedere Zayn, eh ammettilo-
Diventai rossa come un pomodoro.
-Tu pensa a Nathan, Mariola in carriola con le mutande viola-
Diventò rossa come un peperone. Cinquanta sfumature di rosso due!
Eravamo tremendamente e terribilmente cotte e puzzolenti.
-Chissà che faccia faranno Louis e Liam quando vi vedranno- disse ridacchiando Elena.
-Già, loro non lo sanno, ma credo che Louis ne sarà molto felice- dissi a Mary facendole l’occhiolino.
-Che vuoi dire?-
-Su, non fare la finta tonta…ti ha chiamato un giorno sì e l’altro pure e in più Harry e Zayn lo hanno visto talmente depresso che stavano per dirgli tutto-
Sbuffò.
-Che carine che siete…coffcoffstrozzatevicoffcoff-
Io e Ele ci battemmo il cinque ridendo.
-Siete pregati di allacciarvi le cinture, stiamo per atterrare-
-Evvai!- urlammo tutte in coro catapultandoci ai finestrini, mentre gli altri passeggeri corsero tutti dalla parte opposta. Insomma ci eravamo tutti quanti allacciati le cinture! (ironia portami via!).
 
Pov Margherita
 
Uscimmo dall’aeroporto, rischiando di uccidere le nostre valigie, ma soprattutto rischiando di far venire un infarto al signor Loutnery. Ma cosa ci potevamo fare? Eravamo velocissime per natura…scherzo, in realtà mia sorella è talmente lenta che, per vederla camminare veloce, devo filmarla e poi fare un riavvolgimento veloce, ma in quel momento correvamo come pazze.
Dov’era Liam? Dov’era?
Eccolo!
Era di spalle, camicia a quadri, era lui anche se i capelli non me li ricordavo così lunghi.
Posai la mia valigia a terra per poi prendere la rincorsa e montargli a cavalcioni sulla schiena.
-Liamino sono tornata, sei contento?-
-Aiuto! Una terrorista, una terrorista!-
Ma quello non era Liamino…era…era una vecchietta. Anzi era la vecchietta: Assunta Rossi.
-Mi scusi Assunta-
Lei mi guardò truce.
-La tua brutta facciaccia mi è familiare…ti ho già picchiata altre volte?-
Feci il labbretto e scoppiai a piangere.
-Ma…ma come?! Signore, lei mi offende…dai, le do un aiutino: -Magic Winx…mi trasformerò, fonte di energia è la magia, avrò forza e potere in più, nuova fata io sarò- urlai cominciando a ballare.
-Ragazzina, io ti adoro-
-Allora si ricorda!-
-No, non ho idea di chi tu sia, ma so che ti piacciono le Winx e che mi hai ucciso la schiena, quindi…-disse prendendomi per il colletto della maglietta di scout e cominciando a tirarmi –adesso andiamo dalla polizia-
Merda! Ma proprio una vecchietta con un buco nero al posto del cervello mi doveva capitare?
Maria mi guardò sconcertata.
-Ma come hai fatto a scambiare una vecchietta per Liam?-
-Ma…ma aveva la camicia a quadri-
Che incompresa che sono! Dov’è Liamino? Watson, aiutami tu!
Ad un tratto sentii un “Aaaaaaahhh!” sospirato.
Mi voltai e visi Zayn e Harry e una pozza di bava che stavano lasciando Elena e Aurora.
-ragazzi aiutatemi!- urlai mentre quella sclerata di una vecchietta mi provocava dei traumi celebrali con le sue borsate. Inutile, non avevano intenzione di ascoltarmi, quelle due erano troppo occupate a baciare quei due.
-Aspetta, ma io mi ricordo che sei- mi urlò nell’orecchio Assunta – Tu sei quella ragazzina fichissima che sa le sigle di tutti i cartoni animati compresi quelli che vedeva mio nonno!-
Grazie Watson per aver esaudito le mie preghiere!
-Ma certo che sono io Assunta, chi ti pareva?-
-Ehi signorina, non è colpa mia se sotto quello strato di zozzo spesso come il muro di Berlino sei irroconoscibile, quindi rispetto!-
 
Pov Elena
 
Mi staccai lentamente dalle labbra di Harry, lui fece il labbretto e mi guardò disperato.
-Dobbiamo andare, Harru, tu e Zayn state già attirando troppe attenzioni-
-Nooooo, ci guarda solo mezzo aeroporto, che vuoi che sia?-
-Niente storie, andiamo se no ti picchio-
Quel demente del mio ragazzo si nascose dietro Maria, lanciando un grido da donnicciuola che le perforò un orecchio.
-Elena, ha ragione, andiamo-disse Aurora, che staccò a forza Margherita da quella vecchietta e poi se la caricò sulla schiena, come il sacco di Babbo Natale.
-Hai interrotto un interessantissimo concerto live con sigle dei cartoons più belli- brontolò quella drogata.
-Ehi amore, hai bisogno di una mano?- le chiese premuroso Zayn.
-Non sottovalutarmi ragazzo-cioccolata, quelli che vedi sono tutti muscoli-
-A me invece servirebbe una mano- urlò disperata Maria che portava la sua valigia, quella di Marghe e quella di Auro.
Nessuno…
-Grazie tante-
Poi fece partire “It’s the final countdown”!
-In confronto a me Rocky Balboa ha pettinato le bambole della nonna-brontolò mentre io mi perdevo negli occhi di Harry.



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ECCO LE NOSTRE CARE PROTAGONISTE CHE SE NE TORNANO TUTTE A LONDRA...NEL PROSSIMO CAPITOLO VEDREMO UNA DI LORO CHE PASSERà UNA FELICE SERATA CON UN MEMBRO DELLA BAND, CHI SARA'?
 

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Capitolo 30
*** LIAM E MARGHERITA ***


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P.O.V. Liam
 
Niente non rispondeva. Probabilmente stava dormendo.
Lanciai il cellulare sul letto per la frustrazione. Ero diventato Margherita- dipendente. Ma perché avevo dovuto trovare la mia unica ragione di vita in quella ragazza? Inutile, non trovavo una spiegazione.
Mi guardai allo specchio: si notavano terribilmente quelle due occhiaie dovute a quelle notti passate insonni.
Liam Payne fatti forza oppure trasferisciti in Italia.
E la band? È il mio lavoro, la mia vita…non posso lasciarla!
E lei invece? Non è la tua vita?!
-Sì, è la mia vita- dissi ad alta voce.
Ma…e i ragazzi?
Se la caveranno Liam, è la tua vita…devi fare ciò che è giusto per te, ciò che ti rende felice.
Annuì.
I ragazzi erano come fratelli per me, avrebbero capito…
-Sì, lo devo fare-
-Adesso parli anche da solo! Guarda Watson che ragazzo mi sono trovata! Dopo sarei io quella malata sclerata-
Non ti voltare Liam, è un’altra allucinazione, dovrai aggiungerla alle tue quarantotto.
Ma allora perché la sua voce è così reale che mi fa uscire il cuore dal petto e perché sento anche la puzza stavolta?
Mi voltai verso la porta e la vidi. Gli occhi scuri erano lucidi, la bocca sorrideva e indossava una maglietta blu, un fazzolettone e dei pinocchietti, il tutto sporchissimo. Ma a lei stava bene.
-Ma…Marghe?-chiesi titubante.
Com’era possibile? Lei era in Italia, era partita esattamente una settimana fa.
-Sto diventando pazzo!-
Lei rise.
Se diventare pazzi significava vederla ogni giorno allora ero ben felice di perdere le mie facoltà mentali.
-Dato che non mi abbracci, lo farò io Liamino Pandone- mi disse correndomi incontro e abbracciandomi a stile “morsa della piovra”. Quell’abbraccio mi tolse il respiro. Lei era lì con me!
-Sei…sei vero…in senso che insomma non sei una visione…-
Mi posò Watson sulle labbra.
-Quanto parli Liamino-
-Mi spieghi come hai convinto i tuoi? Mi avevi detto che sarebbe stato praticamente impossibile-
-Hai degli amici fantastici, Zayn, Harry e Niall ci hanno pagato il viaggio-
I miei cari ragazzi li avrei stritolati più tardi.
-Liam, io vado a farmi una doccia che puzzo come una capra-
-Ma come già te ne vai?-
-Starti vicino in questo momento può danneggiare le tue mucose nasali-
-Non mi importa una ciuppa delle mucose nasali ora-
Lei sorrise. L’abbracciai cercando di trasmetterle tutto l’affetto che provavo per lei.
Poi la guardai negli occhi, portai una mia mano dietro la sua testa e spinsi le mie labbra sulle sue. Rimasi ancora una volta inebriato dal suo sapore buonissimo, assaporai le sue labbra che sognavo di poter baciare da almeno una settimana.
Lei era lì.
 
P.O.V. Margherita
 
Feci la doccia più corta della mia vita e ve lo dice una persona che sotto la doccia se ne sta circa due ore cantando come una sclerata “Jingle Bells” anche a Pasqua. Ma come potevo restare sotto la doccia per tutto quel tempo, se dall’altra parte delle porta c’era Liamino, il Pandone? Semplice, non potevo.
Cominciai a cantare a squarciagola, come una disastrata mentale, tutte le sigle dei cartoni animati. Quella vecchietta aveva lasciato un segno indelebile nel mio cuore, oltre che sulla mia testa, dato che avevo un bernoccolo grosso come l’Himalaya e il K2 messi insieme.
Ci vendicheremo Watson, ci vendicheremo!
Ad un tratto sentii un rumore tremendo, qualcuno aveva buttato giù la porta!
-Ma chi cacchio ha sfondato la porta del bagno? Voglio anch’io la mia privacy!- urlai, ero tentata di uscire dalla doccia per tagliare a dadini il maniaco con la motosega che tenevo vicino al water.
-Ehm scusa cucciola, sono stato io, ma mi ero spaventato sentendo quei lamenti di morte-
Porca banana!
-Liamino, quelli non erano lamenti di morte ma le mie canzoni preferite! Ed ora rimontami la porta, altrimenti…niente bacini-
-Noooooooooooo- urlò disperato –io un bacino lo vorrei-
-Allora rimontami la porta, porca banana-
-Pazzoide number one mi stai trattando male-
-Mi monteresti per favore la porta cucciolino mio?-
-Molto meglio!-
Ma quanto era dolce il mio Liamino?!
-Ok, Pazzoide, io ho fatto, ti aspetto di là, ok?-
-OK, ah Liam?-
-Sì?-
-MI potresti fare un favore?-
-Tutto quello che vuoi-
-Potresti lucidarmi Watson?-
Se ne andò via urlando come un orco, un orco molto ma molto malato!
Uscii dalla doccia, uccidendomi il sedere dato che ero scivolata ad ero caduta come una pera cotta.
-Porca banana ancora appesa all’albero che ti possa mangiare una scimmia!-
Esempi di malattie mentali, parte uno!
Mi vestii e poi corsi di sotto saltellando. C’era Liam che stava facendo un mega abbraccio di gruppo con Niall, Harry e Zayn. Quei tre erano diventati viola dato che Liam non li stringeva ne “La morsa della piovra” ma ne “La morsa di Hulk”.
Li abbracciai anch’io. Io amavo quei ragazzi ragazzosi!
Liam mi sorrise e mi prese per mano per poi stamparmi un bacio sulle labbra.
-Ceniamo fuori stasera?- mi chiese.
-E certo, mi sarei offesa se non me lo avessi chiesto- dissi dandogli un pugno sugli addominali che lo fece piegare in due.
-Sicuro che non ti si è rovinato l’appetito?-
-Perché?- mi chiese lui agonizzante.
-Perché hai appena assaggiato il pugno di Cacca Puzzolente!-
 
P.O.V. Liam
 
Mi guardai allo specchio: canotta bianca con giacchetto di jeans senza maniche e jeans.
-È tornata- ripetevo come una cacca volante. Stavo impazzendo se non lo ero già del tutto!
Quando me l’ero vista davanti credevo che il cuore stesse per esplodere. Toccai il pacchetto che avevo in tasca e sorrisi.
Sentii qualcuno che uccideva la porta nel tentativo di bussare.
-Ehi Liamino Pandone sei pronto?-
-Sì e tu?-
-No-
Mi schiaffeggiai la fronte. Quella ragazza era un caso disperato. Molto disperato!
Uscii dalla camera e la trovai fuori dalla porta che mi fissava stralunata.
-Beh, che c’è?- le domandai divertito.
-Cosa sono quelle palle da cannone che hai sotto la pelle sugli avambracci?-
-Ehm…muscoli-
-Ma io ti sposo Liamino-
Beh, non mi sarebbe dispiaciuto.
Quella sera era stupenda: felpa verde senza maniche, jeans e anfibi verdi.
-Stai benissimo- le dissi prendendola per mano e poggiando le mie labbra sulle sue.
-Porco macaco, ho fame!- disse lei quando sentii un rombo che mi sconquassò il cervello.
-Vuoi dire che quello era il tuo stomaco? Hai una sorta di amplificatore interno o cosa?-
-Potrebbe essere una teoria. Spiegherebbe i miei rutti ultrasonici- urlò lei vittoriosa tanto che da giù in cucina Zayn, Harry, Aurora, Elena e Claudia urlarono:- Marghe, ma che schifo!-
-Forse non hanno mai visto mia sorella ballare- disse lei scrollando le spalle.
Risi mentre scendevamo insieme di sotto. Uscimmo di casa salutando tutti.
-Dopo una settimana in mezzo alla cacca di vacca eccomi nella città più strafica del mondo-
-Perché in quale altra città sei stata?-
-Solo la mia, che in realtà non è neanche una città- mi disse per poi toccarmi con un dito il mio bicipite destro.
-Allora non è gommapiuma come mi aspettavo-
Risi.
-Che c’è da ridere? Credevo che fosse un trucco per fare colpo su di me-
-E a che mi servirebbe? Tanto io colpo su di te l’ho già fatto-
Mi guardò male, ma molto male. Assomigliava ad un assassino psicopatico, mentre sguainava  il suo cucchiaio. La morte, la morte!
-Hai ragione, Liamino- disse abbracciandomi. Ricambiai l’abbraccio.
-Questa settimana senza di te sono stato da schifo- le sussurrai –Non riuscivo neanche a dormire-
-In effetti Liamino hai due occhiaie! Sei sicuro di non essere uno zombie o qualcosa del genere?-
Strofinai il mio naso contro il suo-
 
P.O.V. Margherita
 
-VOGLIAMO MANGIARE, VOGLIAMO MANGIARE!- stavo praticamente urlando, sbattendo forchetta e coltello sul tavolo.
-Sati calma abbiamo ordinato da dieci minuti e poi non avrai tanta fame, dato che hai fatto fuori tutti i grissini che c’erano sul tavolo-
-Non sottovalutare mai lo stomaco di una ragazza-
Lui rise mentre mi prendeva una mano. Il mio cucciolino!
Sinceramente gli occhi cioccolatosi di Liam mi facevano venire ancor più fame.
Chiamai un cameriere e mi si presentò un ragazzino cinese. E questo parlava inglese? Boh!
-Ehm…cin ci cian cin la ciun cia-
Ma guardò male, ma molto male.
-Guarda che parlo la tua lingua-
-Gli occhi a mandorla mi hanno tradito-
Liam stava morendo dalle risate, cadde anche dalla sedia.
Ci portarono quelle quattro porzioni di involtini di primavera, nuvole di drago, maiale in agrodolce e pollo con funghi e bambù.
-Marghe fame, Marghe mangia!- urlavo tra una porzione e l’altra.
 
-Sei stata mitica al ristorante-
-Dimentichi una cosa Liam Payne-
-Cioè?-
-Io sono sempre mitica e sai perché?-
-No-
-Perchè sono Batman-
 Un consiglio: quando qualcun vi dice queste cose, allontanatevi da lui: è uno psicopatico!
Ma in effetti Liam mi strinse ancora di più.
-Sai che sei una pazza ricoverabile?-
-Ma questo non ti fa stare lontano da me vero?-
-Assolutamente no- disse appoggiando la sua fronte sulla mia –Anzi è proprio la tua pazzia che mi ha fatto avvicinare a te-
-Tu mi apprezzi per quello che sono: una brutta racchia pazza, mangiona e isterica!-
-Guarda che la Befana passa il sei gennaio…-
-Watson Watson!- dissi istericamente, avvicinandomi a lui con il mio fedele socio in mano.
-Assomigli all’uomo pazzo di Shining-
Muahahahah!
 Fermò la mia risata diabolica, baciando improvvisamente le mie labbra. Approfondii il bacio mentre gli toccavo le palle di cannone che lei chiamava bicipiti.
-Ehm Marghe?-
-Che c’è Liamino?-
-Ecco…io…vorrei darti questo- disse estraendo dalla tasca un pacchetto regalo.
-Io amo i regali, grazie Liam-
-In realtà non è un regalo, mi devi ridare i soldi-
-Watson…Watson!-
-Scherzavo cucciola, è un regalo solo per te-
Forse ero troppo malvagia. Noooooo!
Scarti velocemente il pacchettino anche con i denti e con gli artigli.
C’era un piccolo cofanetto, lo aprii…e restai a bocce aperta. Era una piccola catenina d’argento con un ciondolo con scritto Liam.
-“Liam” come Liam Payne?-
Volevo dire qualcosa come “T di Troy?” ma non ci stava. Dannati film!
-In realtà è una sigla: L.I.A.M.-
-E che significa?-
-“Love is a madness” quindi addio- disse girando i tacchi e andandosene.
-Dammi una W, dammi una A, dammi una T, dammi una S, dammi una O, dammi una N…dammi Watson!-
Tornò subito da me.
-Liamino è bellissima-
-Io ne ho una con scritto Margherita-
Mi alzai sulle punte e lo baciai dolcemente, stavolta se lo meritava. Come tutte le altre volte.
Stavolta fu lui ad approfondire il bacio. Mise le sue mani tra i miei capelli, mentre le mie erano intorno al suo collo per strozzarlo.
Scherzo!
Ci staccammo per riprendere fiato, poi lui mi prese la collana dalle mani e me l’allacciò dietro il collo. Lo abbracciai di scatto.
-Ricordi cosa ti ho detto prima che partissi?- mi chiese.
-Svegliati o perderai l’aereo?-
-NO…beh…sì, ti ho detto anche questo…ma è un’altra cosa…quella sul cuore-
Annuii incastrando la testa nell’incavo della sua spalla.
-In questa settimana il mio cuore stava diventando freddo e duro come pietra, avevo pensato anche di abbandonare la band per trasferirmi in Italia-
Lo abbracciai ancor più forte, era la cosa più bella che qualcuno mi avesse detto. Avrebbe abbandonato la sua carriera, la sua notorietà, Londra per me.
-Beh, ora il mio cuore è guarito, tu l’hai guarito con i tuoi sorrisi, con i tuoi scleri, con i tuoi baci…- che dolce! -…con la tua imbecillità, bastardaggine e il tuo cervello inesistente-
Aspetta un attimo ma quelli non erano complimenti.
-Liamino Pandone devo forse ricordarti che ho un cucchiaio che brama la tua carne- dissi con tono omicida
 -Sentiti un roastbeef-
-In realtà mi sto sentendo una polpetta…-
 Lo abbracciai di scatto.
-Polpettino mio!- dissi baciandolo. Poi venni accecata. Cosa sorprendente dato che avevo gli occhi chiusi ed era notte e anche se Liam era senza dubbio un essere perfetto dubitavo che emanasse luce propria. Ah-ah…erano stati loro…i Man in Black, forse avevamo visto involontariamente un alieno.
-Aiuto, ci stanno sparaflashando!- urlai in preda al panico nell’orecchio di Liamino riducendolo in una poltiglia.
Altro che sparaflashi quelli erano flash senza spara!
Eravamo circondati da circa  47.500 macchine fotografiche, senza esagerare. Giornalisti!
-Liam, ci sono gli sparapazzi-
-Vorrai dire paparazzi- disse lui ridendo.
-NO, sparapazzi, guarda sono pazzi e ci stanno sparaflashando-
-Fregatene!- disse baciandomi dolcemente.
Non so se avete mai baciato qualcuno con 250.000.000 di CLICK sotto, ma se non lo avete mai provato vi assicuro che non  è una cosa piacevole.
Persi la mia briciola di pazienza e mi avventai su uno di loro.
-Aiuto aiuto!-
-Che ti gridi sparapazzo? Sono una normalissima ragazza italiana che ti vuole prendere a cazzotti, in fondo niente di che –
Quello ricominciò ad urlare come un pazzo isterico.
Ehi, sono io l’unica pazza isterica in circolazione!
Stavo quasi per sbranarlo, quando Liam mi prese per mano e mi portò via.
-Lasciali stare, sono dei deficienti-
-Odio gli sparapazzi, ma perché qualche volta non noleggiate un bazooka e poi li…-
-Cucciola, sei crudele!-


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E QUINDI MARGHERITA HA PASSATO UN DOLCE MOMENTO CON LIAM, MA LOUIS E MARIA? E LEI NON AVEVA IL COMPLEANNO DI TOM? QUESTO E ALTRO NEL PROSSIMO CAPITOLO!

 

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Capitolo 31
*** MAL DI CUORE ***


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P.O.V. Maria
 
“Indovina un po’ Nathan James Sykes!”
“Uhm, vediamo, hai un tono da schizzata, quindi appena sei tornata a casa hai trovato un’enorme torta gelato tutta per te!”
Ohi, ma siamo impazziti? Mica che io mangiavo torte giganti, oh, mica che io mangiavo come un porco!
“Il fatto è che non sono a casa”
“E allora dove sei? Dal tono felice che hai, credo proprio che ti sia nel posto che ti piace di più al mondo”
“Infatti!”
Certo che quel ragazzo era abbastanza lento di comprendonio.
“Mi stai prendendo in giro?”
“NO, sono tornataaaaaa, i ragazzi ci hanno pagato il biglietto”
Silenzio.
“Nathan, ci sei?” forse dovevo essere meno diretta.
“Sei veramente a Londra?”
“Certo scemo, sono a casa”
“Non ci credo, è un miracolo”
“Nate, stai per caso ballando per la stanza?”
“Ehm no”
“Allora ci vediamo più tardi?”
“Non vieni alla festa di Tom?”
“O merda, me ne ero dimenticata  e a dire che gli avevo fatto pure gli auguri stamattina”
“Quindi vieni?”
“Non so Nate, sono già le sei e mezza e non ho niente di decente da mettermi”
“Dai, che ti frega, ti prometto che non ci farò caso”
Sbuffai.
“E va bene, ciao Nate”
Chiusi la chiamata proprio mentre un bisonte entrava in camera.
-Louis-
-Maria!-
Mi guardava con due occhi enormi. Lo guardai male quando cominciò ad urlare –Io non credo in te-
-Louis sono tornata-
-Ma…allora è vero…eri in Italia e loro…-
Gli spiegai tutto nel caso svenisse.
-Ma che amici che ho!- disse mettendosi a ballare per la stanza. Lo guardai scettica.
-Non sarai mica contento che io sia tornata!-
-Certo che no! Cosa vai a pensare?
Fece una faccia da cucciolo innocente.
-Solo che mi mancava qualcuno a cui rompere-
-Bugiardo-
-Non è vero, io sono solo diversamente sincero-
-Sì e diversamente intelligente-
Mi guardò scettico.
-Ed io sarei il diversamente intelligente? Chi deve andare ad una festa stasera e non si sta preparando?-
Sbuffai. Aprii il mio armadio e presi un paio di jeans e una canottiera.
-Mi stai prendendo in giro, vero?-
-Senti, caro ballsbreaker, io e la moda siamo decisamente all’opposto, quindi…-
-Per fortuna, che hai un amico che pensa sempre a tutto- disse tirando fuori da non so dove una busta di carta. La presi in uno stato di trance. -L’avevo preso prima che partissi, quando ancora non sapevo che te ne saresti andata. Su, preparati, ti aspetto di sotto in macchina-
-Come?-
-Ti accompagno-
-Tu hai intenzione di accompagnarmi alla festa di Tom Parker?-
-Sì e ora muoviti!- disse uscendo dalla mia stanza.
Aprii la busta e tirai fuori un vestitino blu con una spallina di pizzo, guardai la gonna, era bellissima: aveva due strati, uno attillato e l’altro sopra semitrasparente, morbido e leggermente più lungo dietro.
Lo amavo. Il vestito, non Louis Tomlinson.
Perciò avrei dovuto chiamare al più presto un prete coreano, avevo intenzione di sposarlo.
Dopo la doccia, lo indossai, era perfetto.
Presi anche le scarpe dalla busta. Quel ragazzo aveva pensato proprio a tutto. Decolleté blu. Bellissime e con un tacco non esageratamente alto.
-Dannazione, perché questo piede del cavolo non vuole decidersi a infilarsi dentro questa malede…un biglietto?-
Lo presi.
“Ci vuole qualcosa di meglio di una tuta da ginnastica per andare ad una festa con Tu Sai Chi. Stasera è la tua sera, goditela, piccola”
Un momento solo.
Piccola?!
Uscii di fretta dalla stanza zampettando su un tacco solo, mentre tenevo l’altra scarpa in mano.
Mi catapultai in camera di Aurora e la trovai con Zayn a disfare le valigie. Entrambi si voltarono verso di me.
-Vai al compleanno di Parker?- mi chiese Zayn squadrandomi.
Annuii.
-Auro, mi puoi ripetere cosa hai detto su Louis quando eravamo in aereo?-
-Ho detto qualcosa su Louis?-
Guardai l’ora sul cellulare, ero disperata.
-Sì, sul fatto che era depresso o qualcosa del genere-
La guardai supplichevole.
-Buonanotte suonatori…-
-Perché l’hai detto?-
Scrollò le spalle.
-Mi andava di dirlo, tutto qui-
Zayn ci guardò sorridendo.
-Ok, te lo dico io, Mary. Louis spara un mare di cazzate, ma quella più grossa di tutte è quella che ti odia. Quando siete partite Liam non era l’unico depresso in questa casa…-
Depressione…lacrime…chiamate…vestito…passaggio…biglietto…piccola.
Me ne tornai in camera mia e mi sedetti davanti allo specchio, presi la spazzola e cominciai a strecciarmi i capelli.
Forse stavo facendo conclusioni affrettate. Mi vedeva sicuramente solo come una sorella minore, nient’altro.
Mi truccai velocemente e poi scesi in garage.
Louis mi stava già aspettando in macchina guardando il suo cellulare.
Entrai in macchina velocemente.
-Potevi aspettare che ti aprissi lo sportello- mi disse ironico.
-Non sono quel genere di ragazza-
-Già, ma un bravo cavaliere aiuta sempre una donzella in difficoltà-
-Non sono in difficoltà- dissi accendendo la radio che trasmetteva “Castle of Glass” dei Linkin Park.
-Con quei tacchi rischi di ammazzarti-
Gli diedi una pochettata in testa.
-Dimmi quando devo ridere e comunque come sai che non so camminare sui tacchi se non mi hai neanche guardato?-
Lui ripose il cellulare.
-Ti ho vista quando ti ammazzavi entrando in camera di Auro- disse mettendo in moto.
-Non ti ho visto-
-Già, eri troppo impegnata a sclerare-
Arrossii ripensando al motivo del mio sclero.
-Sei arrossita- disse lui dandomi un’occhiata. Sbuffai.
-E tu stasera sei troppo serio, non mi hai fatto ancora un sorriso decente…-dissi io sfidandolo.                                          -Comunque…grazie-
-Per cosa?-
-Come per cosa? Mi hai regalato un vestito stupendo, delle scarpe da urlo e in più mi dai un passaggio con  una macchina da sogno, se non ti conoscessi direi che stai diventando gentile con me-
Fece un sorriso sghembo guardando la strada.
-Ti sbagli, io non sono gentile, con te soprattutto, diciamo che l’ho fatto per dovere-
Sembrava he stese cercando di evitarmi con lo sguardo. Perché?
-Tu dici dovere? Questa è la spiegazione più patetica che io abbia mai sentito-
-Non dirmi che è più patetica di quella quando abbiamo beccato tua sorella con un cucchiaio in bocca e un barattolo di nutella in mano-
-Ah, quando disse che il barattolo le aveva pregato di fargli perdere peso-
Lui rise.
Finalmente! Era stato quasi serio per tutto quel tempo, mi stava quasi spaventando.
Ci fermammo poco dopo davanti al locale che Tom aveva affittato per la sua festa. Strano, era ancora a terra, a quanto pareva non avremo festeggiato in una mongolfiera!
-Siamo arrivati- disse Louis guardando fuori –Emozionata?- mi chiese.
-No, ma che dici? In fondo ci sarà solo la gente più in di Londra…-
-Beh, c’è Sykes, questo dovrebbe farti sentire meglio-
Annuii titubante per poi uscire.
-Ehi Mary?- mi chiamò Louis dal finestrino.
-Sì?-
Lui mi squadrò per un attimo poi sorrise.
-credo che anche l’ultimo punto della lista è superato-
-E qual era?-
-Non sono una supermodella, ci vediamo- disse partendo subito.
Che coglione!
Mi sistemai i capelli che mi ricadevano sulla schiena, mi avvicinai agli armadi che molti chiamavano bodyguard e mostrai ad uno di loro il biglietto. Quello fece un grugnito e mi fece cenno di entrare. Wow, che gentilezza! Se già un mobile mi guardava dall’alto in basso, figuriamoci gli invitati.
Entrai ancora più nervosa di prima.
La musica mi investì come anche l’odore di uomo e i milioni di palloncini.
-Ehi bella, vuoi fare un giro con me?- mi chiese un ragazzo ubriaco fradicio appoggiandosi a me.
Uhm, cominciavamo bene!
Maria stai calma, tira fuori le balls per una buona volta.
-No grazie-
Wow Mary vai così, magari lo spaventerai a morte!
-Non farti pregare, dai vieni!- disse cominciando a strattonarmi. Gli diedi un calcio in uno stinco ma non ottenni nulla, in più rischiavo anche di cadere, dato che indossavo due trampoli che mi stavano uccidendo.
-Ehi Ben, lasciala, lei sta con me-
-Scusa Nathan- disse lui andandosene zigzando.
Guardai negli occhi Nate che mi sorrise e mi abbracciò.
-Meno male che non avevi niente da metterti-
-Oh beh, ho trovato qualcosa nella mia stanza-armadio-
Rise e mi prese per mano.
-Ti porto da Tom, sarà contento di vederti- disse facendosi spazio a gomitate tra la gente.
-Scusi, con permesso…-
Il mio caro e gentile Nate.
-Cacchio,  ti vuoi spostare o hai seri problemi alle gambe? Stupido idiota!-
Ehm, come non detto.
Vidi Tom che si scatenava sulla pista da ballo.
-Ehi auguri uomo-
-Grazie donna-
-Dimmi…quante volte Nate ti ha ordinato di smettere di gonfiare palloncini-
-Troppe e tutto fiato sprecato, meglio se lo usava per aiutarmi-
Grilli dei Griffin.
Io e Nate lo guardammo male.
-Ehi ragazzi è il mio compleanno, lasciatemi fare battute scrause almeno per oggi-
Abbracciammo insieme quell’uomo o meglio lo strangolammo. “La morsa della piovra” aveva contagiato anche noi. Eravamo messi male se mia sorella ci aveva influenzato.
Dovevamo fare tutti un test psichiatrico.
-Vieni con me- mi sussurrò Nate all’orecchio, cominciando a camminare velocemente, salutai iva, Jay e Max di fretta dato che Nathan mi stava tirando come un treno.
-Ohi, ferma i cavalli Nate, mi sembra di camminare sui chiodi, quindi smettila di trainarmi come un carro-sbottai quando per la quindicesima volta stavo per cadere. Lui mi sorrise.
-Scusa, comunque siamo arrivati- disse aprendo una porta a vetri che dava su una terrazza enorme.
Ce la chiudemmo alle spalle, lasciando dentro la musica e la gente.
Dopo una settimana che non ci vedevamo ci voleva un momento da soli.
Mi tolsi le scarpe  e poi lo abbracciai di slancio. Inutile dire che quella serra mi sembrava più bello.
Ci fissammo negli occhi.
-Allora come è andato il campo?-
Lo guardai scettica.
-Non fingere di non saperlo, mi hai chiamata tutti i giorni-
-Ehi, era un tentativo per aprire una conversazione- si difese lui.
-Un tentativo penoso-
Ridemmo insieme per poi tornare seri quando i nostri occhi si incontrarono.
-Ti ho mai detto che hai degli occhi stupendi?-
Lui scosse la testa sorridendo.
-Ed io ti ho detto che stasera sei stupenda?-
Arrossii.
-Beh, stupenda, che parolona! Diciamo femminile-
-Femminile? Hai una stana autostima-
Mi mordicchiai un po’ il labbro inferiore e finalmente gli dissi quello che gli dovevo dire da quando ero arrivata alla festa.
Distolsi lo sguardo dal suo.
-Forse dovremmo parlare di quello che ho detto all’aeroporto-
Mi prese una mano mentre con l’altra mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Lo guardai per un attimo.
-Non c’è niente di cui dobbiamo parlare- disse prendendo il mio volto tra le sue mani e avvicinando il suo. Chiusi gli occhi aspettando che le sue labbra toccassero le mie. Sentivo il suo tocco e il suo profumo sulla mia pelle.
Le sue labbra stavano per sfiorarmi quando pensai a Louis. La sua immagine mi esplose nella testa. Stavo per baciare Nathan ma la mia testa pensava di stare per baciare Louis.
Aprii di scatto gli occhi e mi allontanai da Nate. Non potevo fargli questo.
Riaprì gli occhi, guardò per un attimo le mie labbra e poi me. Era confusa forse anche triste.
-Che succede?- mi chiese.
Ripensai a quella sensazione di essere tra le braccia sbagliate, le braccia di Nate erano sbagliate.
Che potevo dirgli? Scusa ho pensato a Louis mentre stavi per baciarmi e non ho avuto il coraggio di farlo?
.Non devi partire un’altra volta vero?-
Io scossi la testa.
-Ma allora…?-
Una lacrima scivolò lungo la mia guancia.
-Scusami- dissi, riprendendo le mie scarpe e tornando dentro, lasciandolo lì fuori da solo.
Ero un’idiota.
Non ci capivo più niente.
Uscii di corsa da quel locale e respirai forte per calmarmi.
A me piaceva da morire Nathan, era una persona fantastica e allora qual era il problema?
A volte pensavo veramente troppo.
Mi sedette sulle scale e alzai gli occhi per guardare quella terrazza. Non l’avessi mai fatto. Nathan mi stava guardando. I nostri occhi si incontrarono, i suoi pieni di domande a cui io non sapevo rispondere.
Il senso di colpa mi costrinse ad abbassare lo sguardo, ad infilarmi di nuovo le scarpe, nonostante i piedi doloranti, ad alzarmi e a chiamare un taxi.
Dissi il nome della via all’autista.
Guardai per l’ultima volta la terrazza e non lo vidi e in quel momento mi accorsi che non erano solo i piedi a farmi male.

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Capitolo 32
*** PROBLEMI PROBLEMATICI ***


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P.O.V. Maria
 
-Cosaaaa? Tu…insomma…Nathan…Louis…che cacca volante!-
Tappai quella fogna di bocca a quella stupida di mia sorella. Fra poco anche Nathan le avrebbe risposto.
-Che ti urli scema? Se Louis sente qualcosa sono nei casini-
Mi diede una cucchiaiata in testa obbligandomi a togliere la mano dalla sua bocca.
-Ahi!-
Marghe guardò male Watson.
-Cucchiaio violento! Scusami tanto Mary, è solo che a volte il mio assistente non si regola-
Ma perché dovevo avere una sorella così fuori? Non potevo averne una normale che mi faceva un mucchio di regali, mi dava consigli utilissimi e mi pettinava i capelli?
-Possiamo tornare al mio problema per favore?-le domandai.
-Tu lo sai che non sono brava con queste cose ma ti assicuro che conosco delle persone che possono aiutarti-
Mi trascinò a forza in camera sua e accese il Pc.
-Mi sono iscritta ad un sito in cui ragazzi incompresi per i loro amici strani possono fare delle domande, pensa c’è un ragazzo che ha come amica un’affettatrice, ce n’è di gente strana in giro-
Lo guardai ironica.
-Pensavo di conoscere l’unica persona al mondo che parlasse con un cucchiaio-
Mi guardò scandalizzata abbracciando Watson.
-No, socio, non voleva dire quello che ha detto-
Poi mi guardò in modo molto molto omicida.
-L’hai offeso-
Ok, questa mi voleva uccidere.
Mi allontanai, recitando a mente tutte le preghiere che conoscevo. L’unica cosa che impedì la mia morte prematura fu “Ciuccio ti ha scritto”
-Oh, guarda chi si fa vivo?-
Lessi il messaggio: “Cosa devo fare per non farla più a letto? Ciuccio”
Già il fatto di avere consigli da gente schizofrenica non mi andava molto a genio, ma ora si stava esagerando. Ero molto tentata di ringraziare mia sorella e fuggire a gambe levate, ma era troppo tardi.
-Bene, ho inserito il tuo problema, tra un po’ avrai tutti i consigli che vuoi-
-Spero che tu abbia accuratamente evitato di fare nomi e cognomi-
Mi guardò molto male e mi diede una cucchiaiata in testa.
-Mica che sono scema, oh! Ho dato un nickname a te e ai tuoi due problemi: ti sei Fava, Louis è Piccione 1 e Nathan Piccione2-
Mi diedi uno schiaffo in fronte: quella ragazza era un caso disperato.
-Ehi pazzoide sei…? Oh, ciao Mary- disse Liam entrando.
Gli occhi di mia sorella si accesero come due lampadine.
Wow, avevo appena trovato una nuova fonte di energia rinnovabile. E il Premio Nobel per l’ecologia va a …Maria!
Grazie grazie, troppo buoni!
-Liamino ciao- disse lei correndogli incontro e aggrappandosi a lui come una piovra.
-Che stavate facendo di bello?- chiese lui.
-Oh niente di che Liamino. Solo che Maria, ieri…-
-Marghe!-la interruppi, tappandole quella boccaccia  prima che potesse spifferare tutto a Liam.
Ci sarà un motivo perché si chiamava “segreto” e non “notizia ufficiale dell’ultima ora”!
Sorrisi innocentissima a Liam, mentre Marghe cercava di mordermi la mano.
Quel benedetto ragazzo ci guardò un po’ confuso.
-Oh, guarda sono le cinque, beh, io vado a preparare un tè, ne volete uno anche voi?-
Loro annuirono e così mi tolsi dalle scatole, non prima di aver lanciato un’oacchiata di minaccia a mia sorella.
Scesi in cucina canticchiando:
-Doraemon, Doraemon è un gatto spaziale…”
Presi la teiera e misi a scaldare l’acqua.
-Solo tu ci regali oggetti speciali…-
E cominciai anche a ballare come un caso psichiatrico.
-Ma che stai facendo?-
Mi girai di scatto giusto per vedere, appoggiato allo stipite della porta, Louis che mi guardava divertito.
Bene, mi era tornato in mente il mio problema ed io che mi comportavo da psicopatica per non pensarci!
-Ciao Piccio…volevo dire Louis-
Si staccò dallo stipite della porta e poi mi si avvicinò lentamente. Un brivido mi corse giù per la schiena. Speravo che non si accorgesse che mi metteva a disagio.
Mi passò accanto e andò a controllare l’acqua nella teiera, mentre io rimanevo impalata in mezzo alla cucina.
-Non ti ho sentita rientrare ieri-
Finsi un tono noncurante.
-Era molto tardi, forse eri già nel mondo dei sogni e dei minipony-
-Ti ha riaccompagnata Sykes?-
Strano, non rispondeva con un insulto. Forse mentre ero in campeggio delle scorie radioattive avevano sommerso Londra e avevano modificato geneticamente tutti gli abitanti. Sì, era una teoria.
-No, ho preso un taxi-
Si girò per un attimo per poi tornare a preparare il tè. Mi avvicinai a lui.
-Un taxi?-
Ero sicura che gli importasse più di quanto facesse vedere.
-Sì-
-Potevi chiamarmi, se ne sentono di autisti pervertiti.
Risi e gli diedi una piccola spinta con la spalla.
-Ho chiamato l’unico taxi in circolazione guidato da una donna, amami-
-Ti sei accertata del suo orientamento sessuale?-
Ma perché era così interessato a quello che era successo ieri sera?
Lo guardai per un attimo mentre metteva la teiera, le bustine, i biscotti e le tazze su un vassoio.
-Da quant’è che ti comporti da padre paranoico?-
-Non sono paranoico e non mi comporto da padre-
Avvicinai il mio volto al suo e con un’espressione canzonatoria che mi sarei presa a schiaffi da sola.
-E allora perché tutte queste domande?-
Fece per rispondere, poi si zittì.
La sua bocca si aprì in uno dei suoi sorrisi sghembi e mi diede il vassoio.
-Portalo su o si raffredderà-
-Cambia pure argomento, tanto rimani un padre paranoico-
-Maria!-
-Dimmi papone!-
-Ti odio-disse fingendo di strozzarmi.
Cercai di fuggire, rischiando di far cedere tutto a terra e corsi su per le scale precipitandomi in camera di mia sorella.
-Allora, ecco qua il tè-
Liam mi guardava con due occhi enormi, mentre Margherita si riempì la tazza.
-Ehi, ma questa è acqua-
Alzai gli occhi al cielo.-
-Perché ci devi immergere questa- ma perché avevo avuto quella pazza idea di fare il tè?
Margherita stava inzuppando la bustina, schizzando tutta l’acqua bollente addosso a Liam, che intanto se ne stava impalato a fissarmi. Sembrava veramente ma veramente scioccato, insomma aveva la stessa faccia di quando Margherita aveva scoperto che in realtà i bambini non li portava la cicogna né si trovavano sotto i cavoli.
-Ehm, tutto bene Liam?- gli chiesi porgendogli il tè già pronto.
-Due piccioni con una fava-
Ok, quel ragazzo stava male, molto male.
Guardai per un attimo Marghe interrogativamente che inzuppava ancora la bustina, inutile dire che il suo tè assomigliava più ad una tazza di petrolio che ad una bevanda rilassante.
-Ehm sì Liam, che ne dici di bere il tè? Magari dopo starai meglio-
-Due piccioni con una fava-
Collegai tutto: il sito dei pazzoidi schizofrenici, i nostri nickname, Margherita che puzzava…insomma tutto.
-Glielo hai detto?- le urlai praticamente in faccia.
Se Louis fosse venuto a sapere qualcosa, mi avrebbe presa in giro per sempre e che dire di Nathan?
Ecco che mi vedevo davanti la Morte che mi diceva- Vengo a prenderti dopo che ho finito di guardare l’ultimo video-tutorial di “Clio Make Up”!-
-Sì, è il mio ragazzo, tra noi non ci sono segreti-
-Ma…ma questo potevi benissimo non dirglielo, non è una cosa che ti riguarda-
-Ormai sì, mi hai messo in mezzo chiedendomi aiuto e quindi, porca Peppa Pig, c’entro anch’io-
Alzai gli occhi al cielo.
-Dai Mary, ti prometto che non lo dirò mai a nessuno, guarda, croce sul cuore-disse per poi essere buttato a terra da Margherita.
-Aiuto, una valanga!-starnazzava lui.
-Che puccioso che sei, Liamino, e che pettorali che hai!- urlava, disintegrandomi le orecchie, quella pazza di mia sorella.
 
P.O.V. Margherita
 
-Guarda Mari, guarda-
-Sì, Marghe, sto guardando, senza che mi spiaccichi la faccia sullo schermo del computer-
Avevano risposto circa quindici persone al messaggio.
L’avevo sempre detto che quel sito era fantastico soprattutto per i geni che erano iscritti.
Mi sedetti sopra le gambe di Liam e aprii il primo messaggio:
“Mi dispiace ma non mi viene in mente nulla mente mi lavo le ascelle con la mia amica spugna!”
Il secondo:
“Io direi di sostituire la fava con del mangime!
Guardai preoccupata Maria che si stava infilando i guanti da pugile. O my Watson, aiutami tu!
Aprii il terzo messaggio:
“Consiglio a Fava di farsi un vero amico, ho sentito dire che gli scolapasta sono molto socievoli e sempre con dei consigli da dare”
Intanto Maria tentava di uccidermi ma Liamino mi difendeva, non che ce ne fosse bisogno, ma era troppo stupendo quando si preoccupava per me.
Muahahahaha!
-Ok, l’ho spinta fuori dalla stanza e per ora siamo a posto- disse lui, mentre sudava come un caprone, ma un caprone bellissimo.
Lo abbracciai.
-Ma che ragazzo che ho io!-
Lui sorrise e mi baciò.
-Liamino, ora, dato che mi vuoi tanto bene, appendi questo sulla porta-
Gli diedi il foglio che avevo preparato prima che quella rompiscatole venisse a rompere le scatole.
-“L.P.P”? significa per caso “Lasciatemi in Pace, Please”?-
Gli diedi una watsonata in testa.
-Significa “Liamino Pandone Polpettino”…Watson, dobbiamo spiegargli cos’è la deduzione, quando insieme governeremo il mondo non posso certo spiegargli cosa significa L.P.P.!-
Liam mi guardava abbastanza confuso e si stava avvicinando alla porta, cercando di correre via. Ma lui non sarebbe mai corso via da me, me l’aveva promesso. E infatti si riavvicinò e mi diede un bacio sulla fronte.
-Grazie tesoro pazzoide-
 
P.O.V. Maria
 
-Maria, si può sapere perché giri per casa con uno scolapasta in testa?- mi chiese Louis guardandomi come se fossi un’aliena.
La mia espressione facciale poteva far benissimo capire cosa ne pensavo di quel mio nuovo amico.
-Zitto Tomlinson, mia sorella è sotto terapia-intervenne Margherita riemergendo da un libro. Tomlinson la squadrò per un attimo fermamente convinto che fosse una  pazza molto pericolosa e non aveva torto: mi aspettavano lunghi giorni da passare con uno scolapasta in testa!
-In che senso sotto terapia? Sei per caso malata Mariola?- intervenne Aurora, abbracciandomi mentre Zayn andava a preparare una cioccolata.
-No, sto benissimo-
Sbuffai.
-Non sta benissimo, ha un problema e da figona di sorella che sono la sto aiutando a superarlo-
Ma perché quella ragazza non si chiudeva mai la bocca? Andare a sbandierare che avevo un problema riguardante Louis, mentre lo avevo davanti non era certo una cosa intelligente!
Ma in fondo mia sorella non era intelligente, cosa mi dovevo aspettare? E poi di sicuro Louis era troppo stupido per...
-Che tipo di problema? C’entra Sykes forse?- intervenne lui.
Bam, colpita e affondata! Ero così prevedibile? Stavo per dire qualcosa come “no, ma che dici? È tutto a posto, volevo solo sapere come si sentivano gli spaghetti in uno scolapasta”, quando mia sorella provocò la mia depressione:
-Esatto e c’entra anche un altro piccione-
Ehi scavatrice, la mia fossa è quasi pronta?
Presi mia sorella per i capelli, la condussi fuori da quella stanza.
-Liamino aiutami!-
Le tappai la bocca con mashmellow prima che potesse far evaporare i miei timpani.
-Chiudi quella fogna, sorella snaturata! Si può sapere quando il tuo cervello torna dalla sua vacanza alle Hawaii? Se Louis scopre qualcosa sono morta, capito? Morta-
Lei mi guardava impassibile masticando il mashmellow.
Bussai sulla sua testa.
-Toc toc, c’è nessuno in casa?-
Giurai che in quel momento una voce dicesse :-Mi dispiace, il numero selezionato al momento non è disponibile, lasciate un messaggio dopo il bip, sarete richiamati al più presto-
Ma perché dovevo avere una sorella così anormalmente anormale? Insomma mia madre non poteva sa…
-Cos’è che dovrei scoprire?-
Dandandandandan (musica dello Squalo).
Mi voltai fingendomi noncurante verso Louis che era appoggiato allo stipite della porta. Merda, aveva sentito tutto!
-Niente- disse per poi rinchiudere in umo sgabuzzino mia sorella, prima che potesse fare qualcosa di stupido.
Mi appoggiai allo sgabuzzino con la schiena in modo che la bestia non si potesse liberare.
Mi guardò scettico.
-Allora me lo dici?- mi richiese.
Maria, dai lavora di fantasia, non farti prendere dal panico.
Ooops, troppo tardi, io sto affogando ne panico e se fosse per me a quest’ora mi sarei già buttata dalla finestra.
-Maria, te lo richiedo per l’ultima volta, cosa c’entro io non Sykes?- disse avvicinandosi a me.
-Chi ti dice he sei tu il Piccione?-
-Il fatto che mi stai guardando con due occhi grandi così- disse divertito.
Si avvicinò ancora di più e mi intrappolò con le sue braccia alla porta dello sgabuzzino.
Ero nella merda!
 
P.O.V. Aurora
 
-Zayn, cucciolo, la cioccolata non serve più- dissi entrando in cucina.
Lui mi guardò e sorrise.
-Beh, allora vuol  dire che la berremo noi-
Guardai il mio ragazzo e poi fuori dalla finestra. Era mezzogiorno, il sole spaccava le pietre tanto che Harry, Claudia e Liam erano andati a fare un bagno in piscina.
-Stai bene Zayn?-
-Oh, la mia cucciolotta che si preoccupa per me- disse abbracciandomi.
-Non mi preoccupo per te- dissi seria, guardandolo- ma per la tua salute mentale-
Picchiettai un dito sulla sua fronte. Rimasi per un attimo pensierosa. Cosa poteva aver procurato la pazzia in quel figaccione da paura?
Ci sono!
-Zayn Jawaad Malik, non sarai per caso impazzito a causa dello scherzo che ci hanno tirato le case discografiche, vero?-
Lui cominciò a saltellare  e a battersi i pugni sul petto, mentre urlava qualcosa come -One banana, two bananas , three bananas, four, five bananas, six bananas , seven any more-
Sì avevo decisamente indovinato.
Ma quanto sono intelligente? I am epic!
Lo abbracciai e gli diedi un piccolo bacio.
-Gliela faremo pagare biscottino. Quei pezzi grossi delle mie ciabatte infradito assaggeranno il mio pugno megasonico, subiranno la mia onda energetica, periranno sotto…-
-Amore non ti sembra di esagerare?-
Lo guardai male.
-Ricordati di una cosa Zayn Jawaad Malik, Aurora non esagera mai!-
 
P.O.V. Maria
 
Glu, glu sempre più giù, sempre più giù, in questa cacca nera nera nera…!
Sì, ero nella cacca mentre quegli occhi azzurri così vicini mi scrutavano. Mi tolse  lentamente lo scolapasta dalla testa (Santo Louis…), mentre i capelli mi ricaddero tutti sulle spalle.
Mi mordicchiai il labbro inferiore cercando di dirgli qualcosa di sensato. Niente, vuoto totale!
-Allora cominciamo dalla festa di ieri, sicuramente è successo qualcosa là, ecco perché Sykes non ti ha riaccompagnata a casa-
-Che ti frega Tomlinson?- gli urlai in faccia.
-Mi frega perché a quanto pare c’entro anch’io ed è una cosa seria-
Lo guardai scettica.
-Non mi dire che ti stai preoccupando per me, Tomlinson!-
-E se anche fosse?!- disse piano avvicinando ancora di più il suo volto al mio.
-Non giocare con me, credo che tu abbia capito che ragazza sono-
-Penso di sì e non sto giocando- disse inumidendosi le labbra e fissando le mie.
Lo fissai per un attimo confusa negli occhi. Non stava mica per fare quello che io credevo che stesse per fare?
Mi fissò ancora per un po’ poi si avvicinò ancora di più.
Sentii un tuffo al cuore quando una sua mano si posò sul mio collo.
Perché non lo stavo spingendo via? Perché non compariva nella mia testa Nathan?
Chiusi gli occhi cercando la sua immagine nella mente e proprio in quel momento sentii le labbra di Louis sfiorare le mie lentamente. Ma la cosa che mi fece più male fu sentire le mie labbra ricambiare quel bacio, sfuggendo completamente al controllo del mio cervello.
Come potevo fare una cosa così spregevole a Nathan?! Lui era un ragazzo d’oro, provava per me qualcosa di forte ed io come lo ricambiavo? Baciando Louis!
Poggiai le mani sul suo petto per farlo fermare, ma lui non capì, anzi cercò di approfondire il bacio.
Lo spinsi via mentre lui mi guardava confuso. Confuso? Lui? Ed io allora? Prima litighiamo poi mi bacia!
Pensai a Nathan, cosa avevo fatto?
-Hai delle labbra morbidissime- disse cercando di spingermi ancora una volta contro lo sgabuzzino.
-Ti odio imbecille-
 

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Capitolo 33
*** IL RAPIMENTO ***


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P.O.V. Elena
 
Quando Louis scese per la cena piombò un silenzio di tomba in cucina.
-Vi hanno tagliato la lingua?- ci chiese sedendosi vicino ad uno sgabello vuoto, il posto di Maria.
Io e Harry ci guardammo e dato che nessuno voleva spiegare presi la parola.
-Sappiamo cos’è successo stamattina-
Si bloccò per un attimo mentre stava masticando.
-Ve l’ha detto lei?-
-No, è stata Margherita, da dentro lo sgabuzzino ha sentito tutto-
Harry mi prese la mano.
-Secondo me dovresti andare a parlarle Tommo- intervenne lui- Io quando l’ho fatto ho conquistato una ragazza stupenda- disse abbracciandomi.
Mi sciolsi, come si faceva a resistere?
-Stavo per farlo milioni di volte, ma mi sono bloccato davanti la porta, sentendo che piangeva e sinceramente non me la sono sentita- disse riprendendo a mangiare.
Guardai per un attimo allarmata Harry.
La situazione si faceva complicata.
Eravamo molto legate le une alle altre e sapere che una di noi soffriva faceva stare male anche le altre. Noi ragazze ci guardammo e ci alzammo in piedi contemporaneamente.
-Andiamo noi-
Louis annuì.
Appena fuori dalla porta ci fermammo. Avevamo tutte lo stesso dubbio: le sarebbe stata d’aiuto la nostra presenza?
Dalla cucina proveniva un silenzio di tomba. Louis non faceva le sue battute  e gli altri che lo fissavano preoccupati.
-Secondo voi, è meglio se la lasciamo sola?- intervenne Aurora.
-Già, in fondo è una cosa che riguarda solo lei e Louis- continuò Claudia.
-Ehi e Nathan dove lo mettiamo? Non possiamo certo ficcarlo in un cesso e tirare l’acqua, non credete?-
Ecco che si faceva largo la delicatezza e la finezza di quella sbandata di Margherita. La guardammo tutte un po’ male mentre imitava il suono dello sciacquone.
Dalla cucina arrivò la voce di Liam –Pazzoide, sei stupenda quando imiti l’acqua che porta via i bisognini!-
Ma che coppia matta avevamo in casa! Beh, anche Zayn e Aurora erano andati, Niall e Claudia pure, sì, insomma gli unici normali eravamo io e Harry. No, non è vero!
-Ho un’idea- urlò Margherita, salendo in piedi su un mobile.
-Wow, sarebbe la prima volta- disse Aurora mentre Claudia andava a segnarlo sul calendario.
-Udite udite gente: che ne dite di chiamare Nathan e spiegargli l’intera faccenda? In fondo lui la potrebbe capire-
Liam uscì di corsa dalla cucina  e le tappò la bocca con una mela, se la caricò su una spalla e poi fuggì in una stanza con lei.
Sì, erano pazzi. Ce ne accorgemmo soprattutto quando Margherita cominciò a cantare  -Oh, oh, oh Merry Christmas!-
Forse si credeva un sacco pieno di regali.
Louis uscì dalla cucina proprio in quel momento e ci guardò.
-Non dovevate andare a parlarle?-
-Abbiamo deciso che è una cosa che devi fare tu- risposi io- noi intanto dobbiamo fare un’altra cosa-
In fondo l’idea di Marghe non era male.
 
P.O.V Maria
 
Ve la smettete manacce del cacchio a toccare quelle stupide labbra?
Per caso vi sembro isterica? Forse un pochino. Ma il fatto era che non sapevo con chi sfogarmi: le ragazze non sapevano niente di Nathan tranne Margherita e lui…
Ero seduto sul letto e a appoggiavo la testa sulle mie ginocchia.
Mi avrebbe preso di sicuro un colpo alla spina dorsale dato che non avevo cambiato posizione per tutto il pomeriggio.
Avevo selezionato il numero di Nate da circa tre ore, volevo chiamarlo…ma dopo quello che avevo fatto…no, non potevo.
Spensi finalmente quell’aggeggio del cavolo. Sospirai passandomi le mani tra i capelli. Il fatto era che non ce l’avevo con Louis per avermi baciata ma perché mi aveva rubato il mio primo bacio. Quel bacio che doveva essere di Nathan e che io avevo rifiutato da brava cretina che ero.
Bruuuuuuuuum.
Cos’era stato quel tuono che mi aveva sconquassato le orecchie? Non c’era Margherita nei dintorni con i suoi rutti ultrasonici, quindi poteva essere solo una cosa: il mio stomaco.
Cavoli, era da quella mattina che non mangiavo!
-Fame?-
Mi venne quasi un colpo. Mi girai di scatto verso la porta. C’era lui, che sorrideva divertito, con un vassoio in mano.
-Vattene!- gli dissi, voltandomi dall’altra parte.
- Hai saltato due pasti più il tè delle cinque…-
Alzai gli occhi al cielo.
-Non fingerti preoccupato per me Tomlinson, non attacca-
Lui si avvicinò al mio letto, appoggiò il vassoio sul comodino e si sedette.
Ma sì, con comodo mi raccomando, in fondo ce l’ho solo a morte con te, che vuoi che sia!
Lo guardai truce.
Di certo provava un gusto immenso nel tormentarmi, come spiegare altrimenti il fatto che mi avesse baciata e che ora mi stesse scassando le balls?
-Se svieni sappi che farei di tutto per sorreggerti tra le mie braccia- disse, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Spostai subito il viso. Ma che gli prendeva? Gli occhi azzurri mi guardavano insistenti, la mano che si era avvicinata al mio viso si stava abbassando lentamente e la bocca era piegata in un sorriso amaro.
Quando aveva detto quella frase la bocca dello stomaco si era contorta in un nodo, di sicuro era la fame…o forse…no no era la fame!
-Peccato che ho lo stomaco vuoto Tomlinson altrimenti avrei già vomitato-sdrammatizzai, gattonando sul letto per avvicinarmi al vassoio: avevo una fame tremenda.
Mi sedetti proprio vicino a quello scimunito che però aveva tutta la mia stima, dato che mi aveva portato un kebab enorme. Ok, stavo sbavando!
-Preparati Tomlinson ad assistere ad uno spettacolo altamente schifoso e che può bloccare la tua crescita-
In effetti il kebab era la cosa più sbrodolante del mondo. Mordevi il panino da una parte e la salsa ti sporcava tutta la maglietta e il fatto che questo kebab fosse molto ma molto strapieno non facilitava di certo le cose.
Ma io avevo fame  e di certo non mi fregava granché di fare una figura di cacca con quel rimbambito di Tomlinson.
Addentai il panino e mi esplosero in faccia cento chili di salsa.
-Buonissimo- dissi quando ebbi finito. Louis mi sorrise divertito, mi passò un dito sulle labbra e poi se lo portò alla bocca.
- Adoro il kebab- disse in estasi. Gli diedi un calcio.
-Idiota-
-Ehi, ma che ho fatto?- disse innocentissimo.
Sbuffai, andando in bagno per lavarmi le mani, dato che ero piena di salsa ovunque.
-Comunque grazie per il kebab, idiota-
-Anch’io ti voglio bene-
Mi asciugai le mani e poi tornai da lui. Si alzò e si avvicinò alla porta.
-Perfetto, adesso abbiamo chiarito tutta la storia di stamattina…-
Lo guardai malissimo. Mi era sfuggito qualcosa o era lui che faceva lo stupido? Sicuramente la seconda.
-Non so se te ne sei accorto ma abbiamo parlato solo di kebab, ergo non è tutto chiarito-
Lo bloccai appena in tempo dato che stava per scappare. Lo tirai verso di me, prendendolo per il colletto della maglia tanto da ritrovarmi faccia a faccia con lui.
-Adesso mi spieghi perché lo hai fatto- gli dissi minacciosa.
-Ehm, perché sono un idiota?-
-Tomlinson, non deve essere per forza la cosa che vorrei sentire-
Lui sorrise.
-Ti va di fare una cosa strana?-
Lo bloccai sulla porta. Quel ragazzo mi aveva stufato: o mi dava una risposta o mi dava una risposta. Non c’erano alternative.
Un silenzio calò nella stanza. Lui serrò le labbra e qualche volte se le inumidiva, mi ritrovai a fissarle come una beota.
Maria scantati, brutta imbecille, guarda che si è accorto!
Alzai lo sguardo e infatti incontrai i suoi occhi azzurri che fissavano i miei.
-Rispondi alla domanda Tomlinson!-
Si passò una mano tra i capelli e se li spettinò in cerca di una risposta da darmi.
-Non lo so, va bene? Magari te lo dico dopo-
Aspetta un momento, dopo cosa?
Mi ritrovai in un attimo caricata sulle sue spalle come un sacco di patate. O mio Dio!
Adesso mi uccide, adesso mi uccide!
-Mettimi giù, imbecille- urlai dato che stava scendendo le scale per andare al piano terra e avevo una paura matta di cadere in avanti e fracassarmi tutte le ossa.
-Non ci penso neanche, sei stata in quella camera per troppo tempo, è ora di sgranchirti un po’ le gambe-mi disse, cercando di bloccarmi le mani e le gambe con scarsi risultati dato che sbracciavo come un ornitorinco.
I ragazzi ci guardarono con due occhi grandi come frittate. Ci credo, doveva essere uno spettacolo abbastanza strano.
-Vi prego, aiutatemi!-
Nessuna risposta alla mia richiesta di aiuto. Ma quanto erano carini e dolci, sempre pronti ad aiutare “fanciulle leggiadre in difficoltà”, dei veri cavalieri insomma.
Le mie amiche erano chissà dove e non potevano di certo aiutarmi.
Louis aprì la porta e disse-La rapisco, casomai ci vediamo dopo-
-Va bene, ciao Louis- dissero in coro, rimettendosi a giocare con la play.
Come “Va bene ciao Louis”?! aveva detto che mi stava rapendo. Erano dei pazzi sconsiderati, io ero sull’orlo dal finire su un articolo di cronaca nera, Louis dal diventare un ricercato e loro dicevano “va bene, ciao Louis”, come se avesse detto “vado a prendere una boccata d’aria”! roba da drogati!
Quando fummo sulla strada, mi fece scendere. Ci avevo quasi rinunciato!
Appena fui coi piedi per terra, mi accorsi che ero rimasta con i vestiti di quella mattina a mezzogiorno: salopette corta con sotto una canottiera.
Insomma stavo morendo dal freddo.  Per non parlare dei capelli che erano raccolti in una coda morbida di lato, il problema era che alcune ciocche erano sfuggite dall’elastico e mi ricadevano sul viso.
Lo fulminai con lo sguardo, mentre rideva.
-Che imbecille- borbottai mentre mi facevo una coda decente.
-Allora dove andiamo?- gli dissi spazientita, cominciando a saltellare sul posto dato che avevo un freddo cane.
-Cominciamo a camminare-
Lo guardai scettica.
-Come così? Senza baffi finti, occhiali da sole o parrucche?-
Lui mi fece l’occhiolino e cominciò a camminare.
-È proprio questa la figata-
Lo guardai male per poi raggiungerlo.
-Ti diverti con poco, ragazzo. Comunque potevi anche aspettare che mi cambiassi, ho un freddo cane…-
Mi interruppi sentendo che mi metteva la sua felpa intorno alle spalle. Quel gesto mi ricordò Nathan: troppe volte lo avevo fatto restare nudo e al freddo.
-Grazie- dissi abbassando lo sguardo.
-Figurati-
Wow, che fantasia che hai, Maria, brava, puoi dirgli anche qualcosa di più. Stavo per aprire bocca, quando un urlo mi perforò i timpani. Mi voltai allarmata e vidi un’orda di ragazzine in calore correrci incontro.
-Finiremo schiacciati-
-Non oggi-
Mi prese la mano. Cominciammo a correre per sfuggire a quell’ammasso urlante di galline e la cosa peggiore era che a ogni passo se ne aggiungevano sempre di più.
Ora capivo perché a Louis piaceva: il cervello non pensava a niente se non a correre e a sopravvivere. Era un modo per dimenticare solo per un attimo tutte le preoccupazioni che si aveva in testa e io in quei giorni ne avevo veramente tante.
Eravamo nel bel mezzo di “Free Runner, corri o muori”.
-Per di qua- disse lui, tirandomi dentro un vicolo.
Il branco di scimmie urlatrici ci sorpassò da brave stupide che erano.
Ci appoggiammo alla parete e poi scoppiammo a ridere.
-Devi ammetterlo, è fichissimo- mi disse lui tra una risata e l’altra.
-Sì, è abbastanza fico-
 
P.O.V. Margherita
 
Ma perché alla porta dovevano suonare proprio quando io e Liam stavamo abbracciati sul divano a vedere un film comico?
Presi Watson e mi avvicinai alla porta urlando –Wendy, Wendy!-
-Cucciola- mi girai un attimo verso Liamino, che se ne stava sul divano. Indicò la porta.
-Niente spargimenti di sangue, intesi?-
-Uffa, non si può fare proprio niente in questa casa!-
Aprii la porta e mi ritrovai davanti Nathan Sykes!
Restai a bocca aperta e per chiuderla dovetti usare Watson. Lui mi guardò e sforzò un sorriso.
-Tua sorella è in casa?- mi chiese abbassando lo sguardo. Lo feci entrare, mentre tenevo fermo a fatica Watson. Calma, socio, non è ancora la tua ora!
No, fermo…inutile, stava sfuggendo al mio controllo.
-Ahi!-
Nathan mi guardò con due occhi grandi così, massaggiandosi la testa, mentre Liam ridacchiava.
-O Dio scusa, Watson a volte è così violento che…cattivo Watson, cattivo!- e gli diedi una sculacciata. Il mio socio doveva assolutamente imparare l’educazione o non sarebbe andato da nessuna parte.
-Sta parlando con un cucchiaio!- disse Nathan, guardando Liam, spaventato.
-Benvenuto nel mio mondo- disse il mio Liamino alzandosi e venendomi ad abbracciare.
-Ehi ragazze, credo sia arrivato quel ficone di Nathan Sykes- urlò Elena dal piano di sopra.
Chi ha detto che sono l’unica pazza isterica di questa casa? Chi?
Nathan si guardò intorno con una faccia da Ma-dove-sono-capitato? E cercò anche di scappare quando vide una mandria scendere le scale.
Ah, ehm, non era una mandria, erano quelle tre pazze che lo avevano chiamato. Liam mi prese per mano e mi condusse nella stessa stanza dove mi aveva rinchiuso quella mattina. Ma stavolta non avevo fatto niente! Watson, preparati a colpire!
Liam si chiuse la porta dietro le spalle e mi guardò, passandosi una mano in mezzo ai capelli. Era disperato.
-Che è successo Polpettino? Non hai visto la puntata di Dora l’esploratrice?- chiesi abbracciandolo. Non vi posso certo dire che era morbido. Diedi un colpo sul suo petto con Watson.
-Sei pieno di muscoli, Liamino, non è che ti dopi?-
Lo guardai con lo stesso sguardo che avevo lanciato a mia sorella quella volta che mi aveva perso il segno del libro che stavo leggendo. Dopo  naturalmente l’avevo uccisa, peccato che era sopravvissuta!
Prese il mio viso tra le mani e mi guardò negli occhi.
-Dobbiamo mandare via Sykes, Marghe-
-Perché invece non lo uccidiamo, avevo visto un coltello in cuci…-
Mi tappò la bocca con le sue labbra morbide e calde. Quando si staccò appoggiò la fronte sulla mia.
-Ascoltami, dobbiamo convincerlo ad andarsene…-
-Tu lo sai che non si schioderà da quel salotto, vero? Direi di passare alle maniere forti, tu lo distrai mentre io lo spingo a forza fuori dalla porta, alla più brutta uso il piede di porco-
Mi guardò male.
-Quante volte ti ho detto, cucciola, che le persone non si uccidono?-
-Intendevo per fargli alzare le chiappe-
Rise per poi farsi serio, guardandomi negli occhi. Il mio dolce Liamino Pandone Polpettino!
Mi accarezzò le labbra con il pollice. Sentivo il cuore tamburellare fortissimo. Eppure ero sicura: non avevo ingoiato Jumanji di recente. Si avvicinò lentamente facendo prima sfiorare le nostre fronti, poi i nostri nasi ed infine le nostre labbra. Le sue accarezzarono lentamente le mie. Altro che bacio perugina, questo sì che era un bacio dolcissimo.
Lo approfondì subito, infilando le mani tra i miei capelli, mentre le mie erano attorno al suo collo. Quando le nostre labbra si separarono avevamo ancora gli occhi chiusi. Sentivo il suo respiro affannato sulla mia pelle, il suo profumo. Lo strinsi nella “morsa della piovra”.
-Andiamo a cacciare Nathan Sykes- dissi decisa prendendolo per mano e insieme tornammo in salotto per…
Ci bloccammo. Quel bacio era stato più lungo del previsto.
Maria e Louis erano arrivati.


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ECCO UN NUOVO CAPITOLO, SPERO CHE VI POSSA PIACERE.

VI PREGO FATEVI SENTIRE, MI STO DEPRIMENDO!:))))
 

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Capitolo 34
*** LACRIME ***


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P.O.V. Maria
 
Ho sempre creduto che la dea bendata mi evitasse accuratamente mentre la sfiga mi accoglieva in ogni occasione a braccia aperte. E quella sera ebbi la conferma che in realtà era proprio così.
Per caso non era sfiga ritrovarsi davanti a Nathan, sorridente, mano nella mano con Louis e con addosso la sua felpa?
-Na-Nathan- dissi, guardandolo stupita. Cosa ci faceva lì?
Lui mi squadrò per un attimo e poi abbassò lo sguardo.
-Possiamo parlare?-
Io annuii e lanciai uno sguardo eloquente a Louis, che se ne andò trascinandosi dietro tutti quanti. Prima di chiudere la porta ci guardammo per un attimo: i suoi occhi azzurri erano titubanti.
-Allora è vero?- mi chiese Nathan piantando i suoi occhi nei miei.
No…non poteva saperlo, di sicuro non poteva averlo letto sui giornali e quindi…no, aspetta e allora perché era qui? Non lo avevano chiamato le mie amiche che credevano che tra noi due andasse tutto a gonfie vele, vero?
-Vero cosa?- chiesi titubante, ero quasi sicura che sapesse ciò che era successo tra me e Louis.
Lui mi si avvicinò in uno scatto di rabbia e mi prese il polso per poi farmi piegare il braccio dietro la schiena che ora aderiva completamente al suo petto.
-Non fare la finta tonta, Maria, è per questo che ieri mi hai rifiutato, era lui il motivo?- mi disse in un orecchio.
Una lacrima mi sfuggii dalle ciglia. Lo sentiva, Nathan mi odiava, gli avevo spezzato il cuore. Il suo fiato gelido mi feriva la pelle come le mie azioni avevano ferito il suo cuore.
Sfiorò con le sue labbra la mia orecchia.
-Rispondi- mi ordinò, stringendo così tanto la presa da farmi scappare un gemito.
-Rispondi-urlò quasi disperato. Le lacrime mi bagnavano le guance che il suo respiro gelido ghiacciava.
Come potevo rispondere ad una domanda a cui io stessa non sapevo rispondere? Ero confusa e il dolore che provavo in quel momento era più la conseguenza del mio cuore spezzato che della presa di Nathan.
-Lasciami, Nathan, ti prego- dissi tra i singhiozzi, lui in risposta mi strinse più a sé, circondandomi il petto con l’altro braccio.
-Lasciami- ripetei con voce strozzata dal pianto. Mi abbandonai definitivamente tra le sue braccia: ero stanca per la corsa e le lacrime e il dolore avevano fatto il resto. Ero allo stremo delle forze.
-Ti ha detto di lasciarla stare, sei sordo Sykes?-
La presa di Nathan si sciolse al suono di quella voce dal tono così duro. Le braccia che mi sorreggevano mi abbandonarono, rischiando di farmi cadere in avanti, ma la mia caduta fu fermata dal petto di qualcuno.
Presi la maglietta che lo copriva tra le mani e poi mi voltai verso Nathan, che si guardava le sue spaventato.
Alzò un poco lo sguardo incontrando il mio, lo sfuggì subito.
-Non guardarmi Maria, sono un mostro- disse fuggendo via sbattendo la porta.
Mi raggomitolai sul letto a cui apparteneva la maglietta. Mi importava poco di chi fosse. In quel momento volevo solo vicino qualcuno.
Mi fece sedere sul divano continuando ad abbracciarmi.
-Ehi, se continui ad inzupparmi la maglietta di lacrime finirò per prendere una polmonite- scherzò dolcemente accarezzandomi la parte del braccio che Nathan aveva stretto. Alzai gli occhi e incontrai quelli azzurri di Louis.
 
P.O.V. Aurora
 
-Mary- dissi sospirando entrando nella sua camera.
Ma perché spettavano sempre a me i compiti più difficili? Ci sentivamo tutte in colpa per aver chiamato Nathan, ma questo non voleva dire che dovevo parlarle solo io. Anche perché era abbastanza deprimente, mentre se ne stava seduta sul letto a fissare il vuoto con la testa appoggiata sulle ginocchia.
-Scusa, non dovevamo immischiarci, abbia…-
-Non potevate saperlo- mi interruppe.
-Cosa non potevamo sapere?- le chiesi sedendomi sul letto davanti a lei.
Così faceva anche più paura:  capelli bagnati, pigiama e occhi spiritati.
-Il fatto che l’ho rifiutato alla festa-
Bene! Avevamo proprio combinato un bel casino. Le nostre menti geniacce  questa volta avevano fatto cilecca, dannata mente geniaccia!
Si prese la testa tra le mani e poi mi guardò disperata.
-Auro, sto impazzendo, ti prego distraimi-
L’abbracciai, pensando a qualcosa di divertente. Niente! Ma perché questa mente geniaccia oggi non voleva proprio lavorare? Forse era in sciopero.
Poi mi illuminai. Idea.
-Ehi Mary, che ne dici di far fare un’enorme figura di letame a quelle disgraziate delle case discografiche?-
Le riferii il mio piano che avevo macchinato in un intero pomeriggio della mia utilissima esistenza.
Il suo sguardo si illuminò.
-Auro, sei un genio-
-Chiamatemi Merlino!- dissi baciandomi i bicipiti.
-Ehm, Merlino non era un genio, era un mago, Auro-
Cacchiarola, qui ci doveva essere qualche sciopero di cervelli. Scendemmo tutte e due di corsa di cotto e ci fermammo nel bel mezzo del salotto per fare l’Ahola.
Dire che gli altri ci guardavano malissimo era cosa da poco. Louis si era immobilizzato, il mio Zayn aveva una faccia da Mi-sono-innamorato-di-una-rimbambita, Niall stava chiamando il manicomio, Liam e Margherita si stavano sbaciucchiando, mentre Elena e Claudia si erano già buttate dalla finestra (ma eravamo al pianoterra).
-Non crederete mica che siamo impazzite, riducendoci al livello di Marghe, vero?- chiesi stralunata a quella massa di bocche aperte.
-Ehi, io non sono pazza- protestò Marghe, cominciando a dare cazzotti all’aria. Certo lei non era pazza!
-Ehm Mary, forse è meglio che vai a riposare di sopra- disse Louis, accostandosi a Maria che lo incenerì con lo sguardo.
-Non era questo quello che mi aspettavo come risultato quando ti ho consigliato di andarle a parlare- disse lui indicando Mariola in carriola con le mutande viola. Gli diedi un calcio nello stinco, facendolo ululare per il dolore e mentre saltellava per la stanza , spiegai agli altri il mio piano modestamente perfetto.
-Sarebbe più carino se ci fossero anche i The Wanted, non credete?- chiese Margherita. Allora non solo il mio cervello aveva scioperato, ma aveva anche raggiunto quello di Cacca Puzzolente alle Hawaii.
Mi voltai verso Maria che era evidentemente sbiancata.
Zayn mi si avvicinò abbracciandomi da dietro.
-Beh, possiamo farlo anche senza di loro, in fondo verrebbe bene lo stesso- disse cercando di riparare l’EPIC FAIL di quella pazzoide. Ma quant’era dolce il mio Zayn?! Voltai il viso verso di lui per far toccare dolcemente le nostre labbra.
-No no, ha ragione mia sorella, si deve fare con i The Wanted-
Ci voltammo tutti verso Maria, che se ne stava lì, ferma, immobile, bradipante in mezzo al salotto a pugni chiusi.
-Domani stesso parlerò con Nathan- disse forzando un sorriso.
Lo avevo capito solo ora: la mia migliore amica aveva manie suicide molto pericolose!
 
P.O.V. Maria
 
Mi infilai lentamente una canottiera nera e dei jeans, per poi guardarmi allo specchio. Sembravo una drogata: i capelli spettinati e le occhiaie erano i segni della notte passata insonne. A chi volevo darla a bere? Non sprizzavo di felicità da tutti i pori all’idea di parlare con Nathan, dopo quello che era successo ieri.
Cercai di coprire quelle maledette occhiaie con qualsiasi cosa: correttore, fondotinta, terra, cetrioli…ottenni solo qualche piccolo miglioramento.
Scesi lentamente le scale.
Come avrei cominciato il discorso? Ma soprattutto avrei avuto il coraggio di parlare o anche solo la forza?
Ero ancora scossa da ieri…
-Vai adesso?- mi chiese Louis, alzandosi dal divano e guardandomi.
-Sì-
-Ti accompagno- disse, afferrando le chiavi dell’auto e aprendo la porta. Lo fermai per una mano prima che uscisse di casa. Lui si girò confuso a guardarmi.
-No, Louis, prendo la metropolitana, c’è una fermata poco lontano da casa sua-
Cercai di fuggire il suo sguardo. Se non era stupido si sarebbe accorto che stavo palesemente nascondendo qualcosa. Se Nathan avesse saputo che Louis mi aveva accompagnato si sarebbe sicuramente arrabbiato di nuovo. Ed io non volevo.
Prima che Louis potesse dire qualcosa, uscii di casa  e mi avviai di corsa verso la fermata della metro.
Riuscii a salire appena in tempo e rimasi in piedi vicino ad un finestrino.
Cosa avrei detto a Nathan? Ma soprattutto, avrebbe accettato anche solo di vedermi? Non lo avevo calcolato e nella mia mente si faceva sempre più strada l’idea che quel viaggio era stato fatto a vuoto.
Scesi dopo mezz’ora e mi ritrovai davanti la via dove abitava.
Cominciai a camminare velocemente. Era una cosa che prima o poi avrei dovuto fare: dovevo chiarire e dovevo anche parlare del mega piano di Aurora.
Ecco quello era il suo palazzo.
 Entrai e mi diressi verso l’ascensore.
Come “Fuori servizio”? volva dire che mi sarei dovuta fare cinque piani a piedi? Sicuramente avevo ucciso qualcuno d’importante nella mia vita passata…
Dopo circa dieci rampe di scale e cinque chili in meno, suonai il campanello del suo appartamento.
Non avevo la più pallida idea di cosa dire, forse era stato uno sbaglio volergli parlare.
Ero tentata di andarmene, quando la porta si aprì.
I nostri occhi si incontrarono e nei suoi potevo leggere sorpresa mista a smarrimento. Abbassò subito lo sguardo e rimase in silenzio.
-Posso entrare? Devo parlarti- gli chiesi titubante. Ero sempre più convinta che quella di venire non era stata una grande idea. Lui annuì e poi mi fece cenno di seguirlo in casa.
Chiuse la porta dopo che ero entrata e si appoggiò ad essa sempre con lo sguardo basso.
Mi odiava così tanto da non riuscire neanche a guardarmi? Sarebbe finita così la nostra amicizia?
-Non credevo saresti venuta- sussurrò lui piano, lanciandomi una fugace occhiata per poi tornare a guardare un punto indefinito sul pavimento.
-Mi credi cos’ stronza da non…-
-Intendevo per quello che ho fatto ieri- mi interruppe.
Si accasciò cadendo in ginocchio e coprendosi il volto con le mani. Cominciò a singhiozzare rumorosamente.
-So-sono stato un mostro, scusami, ti prego-
Lo abbracciai.
Come poteva pensare che non lo avrei scusato? Gli volve troppo bene per avercela con lui e lui sicuramente non lo sapeva, dato che quando lo strinsi a me si immobilizzò.
-Sono stata io un mostro, Nate, non tu…ho rovinato tutto, se fossi stata più sicura dei miei sentimenti a quest’ora noi…-
Mi passò un dito sulle labbra e stavolta mi guardò negli occhi, cercò di sorridermi ma aveva le guance rigate dalle lacrime. Ero stata un’idiota e anche se nel suo sguardo non c’era rancore, mi faceva sentire in colpa.
Asciugai quelle lacrime che gli sfuggivano dalle ciglia, con i pollici, poi lo abbracciai d’istinto, mentre scoppiavo a piangere sulla sua spalla. Mi strinse forte a lui.
-Mary, non cambierà niente tra noi, dimentichiamo cosa è successo, te l’assicuro non ti lascerò sola-

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ECCOMI CON UN ALTRO CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACCIA E SE MI LASCIATE QUALCHE RECENSIONCINA MI FAREBBE MOLTO PIACERE!

 

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Capitolo 35
*** DOLCEZZA ***


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P.O.V. Elena
 
Sentii bussare alla porta e poi la maniglia si abbassò…
Sbuffai, non staccando gli occhi dal pc. Ma allora mi volevano far perdere la pazienza!
-Si può sapere che ti bussi se poi non aspetti la mia risposta, ma soprattutto ce li hai gli occhi per leggere il cartello “Non disturbare”, scritto grosso come una casa?!-
Probabilmente sembravo un rinoceronte imbufalito ma ne avevo tutte le ragioni: la prima, mi ero svegliata a mezzogiorno meno dieci, record personale (non mi ero mai alzata così presto, se non costretta), la seconda, stavo cercando delle scarpe adatte alla nostra idea e non ne avevo trovata neanche una decente, la terza, Maria sembrava rinata ma ora mi metteva fretta, dato che aveva già ideato il tema del video e aveva assegnato i ruoli (le era quasi andato a fuoco il cervello), la quarta, non vedevo Harry da circa quindici ore dato che si era rinchiuso nei suoi studi con gli altri quattro pazzoidi per comporre.
-Ehm amore, ti amo tanto anch’io- disse una voce titubante che mi fece voltare.
Mi alzai di fretta dal letto e corsi incontro a Harry. Lo abbracciai per poi guardarlo negli occhi. Erano verdi e sorridenti, anche se segnati dalla stanchezza.
Gli infilai un dito in una fossetta, facendolo sorridere ancora di più.
-Fammi indovinare, non avete dormito stanotte- gli dissi preoccupata. Lui si passò una mano tra i capelli.
-Ehm no, abbiamo composto tutta la notte assieme ai The Wanted, siamo troppo controllati di giorno…-
-Ma anche di notte se è per questo- dissi facendolo sedere sul mio letto.
Lui annuì, sdraiandosi e socchiudendo gli occhi.
-Vicino ai nostri studi c’è una birreria, e la cosa più fantastica , oltre alla birra è il fatto che l’uscita di servizio è quasi del tutto comunicante con gli studi-
Mi sdraiai vicino a lui e abbracciai il suo petto con un braccio.
-Sei sicuro che il proprietario terrà la bocca chiusa?- gli chiesi preoccupata.
-Non ti preoccupare, sappiamo trattare- mi disse facendomi l’occhiolino per poi cominciare a russare come un orso. E vi assicuro che quel momento, anche se eravamo abbracciati, non era per niente romantico per le mie orecchie seriamente provate.
 
P.O.V. Maria
 
-Tieni-
Porsi a Louis il caffè che avevo preparato dato che se ne stava da circa mezz’ora immobile sul divano fissando il vuoto. Lui voltò piano la testa, mi guardò e poi guardò la tazza di caffè.
Sembrò quasi risvegliarsi e mi guardò con gli occhi ridotti a fessure.
-Chi sei tu?-
Sbuffai, sedendomi piano vicino a lui.
-Non significa che se ogni tanto mi girano per colpa tua ti odi-
Lui mi guardò scettico, prendendo velocemente la tazza dalle mie mani, la annusò, intinse un dito nel caffè e poi se lo portò alla bocca.
Urlò facendomi fare un salto di trenta metri e disintegrandomi quell’ultimo briciolo di timpano che mi era rimasto.
-Ma sei impazzito o cosa?- urlai, provando ad ucciderlo con lo sguardo dato che con le mani era troppo impegnata a tenermi l’orecchia quasi del tutto liquefatta. Perché mi doveva sbraitare nelle orecchie proprio quel ragazzo che ogni volta che urlava distruggeva a martellate il muro del suono?
-Guardo tutte le puntate di Conan e so che il cianuro ha un sapore simile alla mandorla e questo caffè- disse alzandosi e indicando la tazza – sa di mandorla-
Questo era fuori. Probabilmente non aveva visto che sul piattino dove era appoggiata la tazza avevo messo tre biscotti alle mandorle. Di sicuro il naso sniffatore aveva annusato l’odore dei biscotti e la questione del sapore proveniva sicuramente dalla droga che aveva in testa dalla nascita. Mi guardò con due occhi spalancati che in quel momento assomigliavano da morire a quelli di Gollum.
-Tu hai cercato di avvelenarmi-
-Tomlinson!- esclamai spazientita, strappandogli la tazza dalle mani.
-Dimmi tutto Maria-
-Sei come la carta igienica ruvida, dopo un po’ irriti- esclamai, battendo un piede  per la frustrazione e tornando in cucina. Volevo essere solo gentile e lui mi ricambiava accusandomi di essere un’avvelenatrice.
Era il colmo!
Versai il latte nel caffè e poi ne bevvi un sorso.
Non potevo certo sprecare una tazza di buonissimo caffè solo perché un super idiota credeva che ci fosse del cianuro.
Lui si alzò dal divano e mi raggiunse in cucina. E mi si sedette pure vicino: non c’era davvero limite alla stupidità. Einstein aveva proprio ragione quando diceva –Sono sicuro dell’infinito di solo due cose: l’universo e la stupidità e non sono neanche tanto sicuro che l’universo sia così infinito-
E Louis ne era la prova vivente. Il fatto è che quel benedetto ragazzo si era messo pure a fissarmi come un idiota mentre bevevo, forse non vedeva l’ora di vedermi crollare con la testa nella tazza per il cosiddetto cianuro, ovvero la droga nel cervello di Louis.
Decisi di cambiare l’argomento “avvelenatrice”, altrimenti lo avrei strozzato.
-Come va la canzone?- gli chiesi addentando un biscotto.
-Benone, non avrei mai creduto che la rabbia fosse una così potente ispiratrice-
Lo guardai stupita.
-Hai mangiato per caso fette biscottate e parolone stamattina?-
-Ahahahah simpaticona- disse ironico.
-Lo so- dissi ovvia, scrollando le spalle – è una delle mie numerosissime qualità-
-Ceeeerto, talmente numerose  che si contando sulle punte delle dita-
Lo guardai malissimo, mentre lui si nascondeva dietro un cucchiaio. Quella posata aveva un ruolo fondamentale in quella casa.
-Ma quanto sei dolce!- dissi, alzandomi e posando la tazza ormai vuota nel lavabo.
Ma come faceva quel benedetto ragazzo a rompere anche quando non si reggeva in piedi dal sonno?
 
P.O.V. Margherita
 
Entrai di corsa in camera di Liam, ricordandomi all’ultimo momento che per entrare in una stanza bisognava prima aprire la porta.
-Ehi!- disse Liam, guardandomi con tanto d’occhi dato che , se ancora non si è capito, ero entrata a razzo in camera sua e dato che era in boxer.
Cacchiarola che fisicaccio!
-Si può sapere che ti prende Pazzoide? È la diciottesima volta che entri in camera mia all’improvviso-
Lo guardai trionfante.
-Avevo una missione e ora l’ho portata a termine-
Mi guardò grattandosi la testa confuso.
-Ovvero?-
-Ovvero sorprenderti in boxer, caro il mio stupendo ragazzo- dissi trionfante per poi lanciare una risata maligna. In effetti ne era valsa la pena: vedere pettorali, addominali, fossette di Venere, bicipiti, tricipiti, quadricipiti e tutto quell’ammasso di muscoli tutto assieme non era certo un brutto spettacolo.
-Watson dice che sei bellissimo-
Lui mi sorrise ironico, infilandosi (sigh) una canottiera nera.
-Sei sicura che lo dica il cucchiaio e non una ragazza fantastica di mia conoscenza?-
-Boh, forse entrambi- dissi abbracciandolo e dandogli un leggero bacio su una guancia. Lui sorrise per poi affondare il viso tra i miei capelli.
-Dovete finire il lavoro stanotte?- gli chiesi.
Lui annuì.
-Allora devi riposare Liamino, non puoi certo cantare niente a suon di sbadigli-
Lo spinsi sul letto e lui cadde sopra come un sacco di patate, ma il fatto è che mi aveva preso per una mano proprio mentre io lo spingevo e così mi ritrovai sopra di lui.
-Cucciola, mi stai schiacciando- disse quasi senza respirare, dato che il mio bellissimo gomito era conficcato nella sua pancia.
-Scusa Liamino, ma tu sai benissimo che mettersi contro Cacca Puzzolente è una pazzia-
-Purtroppo l’ho scoperto- disse massaggiandosi la pancia e cercando di prendere aria.
-Sei violenta, lo sai?-
 Cominciò a farmi il solletico mentre io mi divincolavo, cercando di sferrargli qualche cazzotto, che non arrivò quasi mai a segno e quelli che arrivarono a segno colpirono solo rocc…muscoli.
Dannazione a me e alla mia testaccia. Mi ero scordata il tirapugni in camera!
-Basta Liamino, sto soffocando- dissi tra una risata e l’altra. Lui si bloccò di colpo e non chiedetemi come perché non lo so, mi ritrovai sotto di lui.
Mi guardò negli occhi mentre il suo respiro affannato mi sfiorava la pelle.
Lui era uno spettacolo di bellezza, mentre io…potevo immaginare il mio stato: occhi rossi per il troppo ridere, capelli spettinati, che in confronto a me Caparezza sembrava essersi fatto la piastra, la maglia tutta stropicciata…insomma per le vacanze di Natale avrei dovuto prenotare un posto all’ Hotel Transilvania.
Lui mi carezzò per un attimo le labbra con il suo sguardo, per poi inumidirsi le sue.
Si avvicinò lentamente, socchiudendo gli occhi.
Lo imitai mentre sentivo le sue labbra sfiorare intensamente le mie.
Sorrisi.


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Capitolo 36
*** SESCHI ***


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P.O.V. Maria
 
-Aspetta un momento…cosa significa che dobbiamo muoverci come “gatte seschi”?!- sbraitai, guardando mia sorella spaventata. Nathan arrivò di corsa e mi tappò la bocca, prima che un altro urlo disumano potessi rivelare all’intera Londra il nostro nascondiglio, che per quella sera era una sorta di cantina vuota sotto gli studi di registrazione dei The Wanted.
-Non so se te nei accorta Marghe…ma qui ci sono dieci ragazzi in piena crisi ormonale…quindi no-
Le due band mi guardarono malissimo.
-Devi farlo Mary, hai mai visto una direttrice  che non sia sexy?- disse Max cercando di farmi ragionare.
-Max ha ragione, devi farlo- disse Zayn.
Quei due che andavano d’accordo su qualcosa? Li preferivo quando litigavano.
Guardai disperata Nathan che mi sorrise divertito.
Mi spiegate a cosa serve un migliore amico se poi non ti aiuta quando sei in difficoltà?
-Allora cominciamo? Marghe ci ha fatto vedere tutta la coreografia- disse Louis posizionandosi. Gli altri lo imitarono, mentre io e le altre raggiungemmo il centro del semicerchio che i ragazzi avevano formato.
Sospirai sentendo la musica partire.
Come facevo ad essere seschi se non ero seschi?!
Incrociai lo sguardo di Tomlinson attraverso il riflesso sullo specchio enorme che ricopriva un’intera parete. Era uno sguardo di sfida, credeva che non ce la potessi fare, eh!
Bene, attento Tomlinson hai scatenato la bestia. Anche se in questo caso sarebbe stata una micetta!
-Proviamo solo il nostro pezzo ragazzi, ok?- disse Elena.
Perfetto! Mi concentrai sulla sensualità della musica, sembrava composta proprio per questa coreografia: prima lenta e dolce, poi dura e piena di rabbia.
Guardai di nuovo Louis attraverso lo specchio, lo guardai malissimo ma lo sguardo di sfida era sempre lì. Non ero una persona competitiva, ma quella volta mi sarei presa la vittoria che mi spettava. Oh yeah!
Margherita cominciò a contare e al suo quattro cominciammo a muoverci.
Dovevo essere una gatta seschi? Bene, sarei stata una gatta seschi.
Cercai di imitare al meglio le oche putroccole che si trovavano nella mia classe e…beh, inutile dire che cominciai a strusciarmi su colonne invisibili e a camminare come una modella , rischiando che mi partisse il bacino.
Non ci accorgemmo neanche che Siva aveva stoppato la musica e continuammo a ballare e a cantare.
-Ehm ragazze, ora potete fermarvi- disse Harry spaventatissimo e sul punto di fuggire dalla stanza.
-Allora come siamo andate?- chiesi facendomi una coda.
Era una domanda che poteva sembrare generica ma che in realtà era rivolta ad una sola persona: Louis.
Lo guardai di sfuggita per un attimo e colsi sulle sue labbra un sorriso molto ma molto malizioso.
-Sorella bradiposa- urlò quella mia sorella snaturata cominciando a fare la giocoliera con tutte, e dico tutte, le bottiglie dell’acqua che ci eravamo portati.
-Sì?- risposi.
-Tu dici che io sono pazza ma anche tu non scherzi. Dì la verità: sei schizofrenica e mentre ballavi ti sei immaginata di giocare con degli hula hoop-
Mi puntò il dito contro.
-Non dovevo fare la gatta seschi?- domandai indifferente.
Nathan mi venne vicino e mi circondò le spalle con un braccio.
Io lo guardai sorridendo.
-Per me è stata bravissima- disse. Gli sorrisi per poi abbracciarlo.
Sentimmo sbuffare. Ci voltammo verso Louis che ci guardava spazientito.
-Se ancora non si è capito siamo qui per provare, non c’è tempo per bacetti e robacce varie-
Lui e Nathan  si guardarono a lungo e malissimo. Se volevo evitare un omicidio dovevo intervenire.
-Che ne dite di riprovare?- chiese Elena, mettendo una mano sulla spalla a Louis per farlo calmare. Io la imitai, solo con Nathan.
Distolse lo sguardo da quello di Louis e mi guardò serio come se stesse pensando a qualcosa.
-Tutto ok?- gli chiesi preoccupata.
-Penso di sì- disse, lanciando un’ultima occhiata in cagnesco a Louis che si stava levando la maglietta per poi asciugarsi con un asciugamano.
Nathan sbuffò e si allontanò.
Louis si girò e sorrise malizioso quando si accorse che lo stavo guardando.
-Ti piace quello che vedi?-
Sbuffai alzando gli occhi al cielo mentre lui si avvicinava.
Mi posò due dita sotto il mento per poi voltare il viso verso il suo.
-Allora? Non mi hai risposto-
-Cosa dovrei dirti? Che sei bellissimo, con dei muscoli da paura e che se fossi una ragazzina in calore ti sarei già saltata addosso?-
Lui sorrise e avvicinò il suo viso al mio orecchio.
-Dì la verità: Nathan se li sogna dei muscoli così- mi sussurrò per poi prendere tra le sue labbra il lobo del mio orecchio.
Mi immobilizzai e arrossii di botto. Una vocina dentro di me mi sussurrava quello che non avrei mai voluto sentire.
-Cosa fai dopo le prove?- mi sussurrò in modo suadente.
-Esco già con Nathan- dissi dura.
-Anche stasera? E se rifiutassi il suo invito e accettassi il mio?-
Mi scostai un po’ da lui per guardarlo negli occhi.
-Non ci provare Tomlinson, sai benissimo che non sono interessata!-
Lui mi guardò scettico.
-Oh ma davvero? E allora perché quel giorno non volevi staccare le tue labbra dalle mie?-
Lo guardai sprezzante. Come osava solo tirare fuori quella storia? Mi ero rinchiusa nella mia stanza quasi per un giorno intero e lui me la risbatteva in faccia.
-C’è qualche problema?- intervenne Nathan guardandolo duro. Louis sorrise canzonatorio.
-No, tutto a posto Angelo Custode, vero Maria?-
Io annuii.
Poi quello stupido se ne andò, lasciando soli me e Nathan.
 
P.O.V. Louis
 
Erano le quattro e mezza della mattina e non mi sembrava che qualcuno fosse rientrato.
Uhm…allora le piaceva fare le ore piccole…o ero io che ero sordo?
Mi alzai dal letto e mi diressi verso la sua camera. La luce era accesa, quindi era rientrata. Forse mi ero addormentato e non l’avevo sentita.
Bussai alla porta ma nessuno mi rispose, così decisi di entrare.
Stava dormendo abbracciata al cuscino.
Doveva essere stremata povera piccola.
Le accarezzai una guancia e sorrisi.
-Louis?-
Mi voltai di scatto. Zayn mi guardava sorpreso sulla porta. Mi alzai dal letto in fretta e furia.
-Zayn, che ci fai qui?-
-Avevo visto la luce accesa e ho pensato che ci fosse qualche problema- poi mi guardò interrogativamente
-E tu?-
-Ehm…ecco io…-
E adesso cosa gli rifilavo?
-Per la stessa cosa-
Sembrava più una domanda che un’affermazione e lui se ne accorse.
-Certo, come no, mi credi così stupido?-
Mi guardai intorno in cerca di una risposta più convincente e lo sguardo mi cadde per caso su Maria. Sorrisi inconsciamente.
-Da quant’è?-
-Da quant’è cosa?-
Zayn sospirò fingendosi disperato.
-Hai capito Louis, non fare il finto tonto: tu sei innamorato di lei-
Sospirai.
-Ammettilo- mi disse, dandomi una pacca sulla spalla e ridendo.
-Uff e va bene, è vero-
-E da quanto?-
-Non so, forse da sempre, forse da una settimana…so solo che quando me ne sono accorta era troppo tardi- dissi triste, guardandola.
Zayn mi strinse una spalla poi uscì dalla sua stanza, lasciandomi solo con lei. Mi avvicinai lentamente, mi inginocchiai e poi le posai un leggero bacio sulle labbra.
 
P.O.V. Maria
 
Non so se vi siete mai svegliati con l’odore del cappuccino nelle narici dopo aver fatto le ore piccole. Diciamo che è una cosa piuttosto piacevole.
Mi misi a sedere sul letto e mi stiracchiai un po’.
-Buongiorno, Bella Addormentata-
Mi voltai di scatto: Louis era seduto su una sedia accanto al mio letto.
Quel ragazzo aveva degli strani e oscuri poteri: me lo ritrovavo all’improvviso davanti e mi faceva sempre prendere un colpo.
-Buongiorno, cosa ci fai qui?- gli dissi strofinandomi ancora un po’ gli occhi.
-TI ho portato la colazione-
Indicò con un cenno della testa il vassoio che aveva posato sul mio comodino: cappuccino e brioche calda.
Guardai Louis a bocca aperta.
-Mi stai facendo preoccupare Tomlinson, ora mi porta addirittura la colazione in camera?-
Lui mi sorrise e mi posò il vassoio sulle gambe ma nel farlo i nostri volti si ritrovarono all’improvviso vicinissimi. Mi vidi riflessa nei suoi lucenti occhi azzurri, che erano incatenati ai miei.
Arrossi, ricordandomi che quella breve distanza poteva essere benissimo annullata  da uno dei due , abbassai lo sguardo, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio per l’imbarazzo.
-Comunque grazie.
Gli sorrisi ancora con le guance arrossate.
-Figurati…io farei di tutto per vederti sorridere-
Ci guardammo per un attimo.
Cosa voleva dire? In quei giorni era troppo galante e questo era molto strano per Louis Tomlinson.
-Non sei in te: o sei ubriaco oppure qualche strano alieno ti deve aver fatto il lavaggio del cervello-
Lui sorrise.
-Non ti preoccupare Mary, non sono ubriaco né tanto meno il mio cervello ha subito lavaggi di alcun genere. Vorrei solo che mi considerassi un amico e non un avversario da battere-
Si stava palesemente riferendo a quella notte e a quella sfida che avevo palesemente vinto.
-Ma io ti considero un amico solo che qualche volta mi piace anche vincere- dissi sorridendo e cercando in tutti i modi possibili di non risultare troppo mielosa.
-Beh, se devi vincere sfide come quella di ieri notte  sono molto contento-
Gli tirai un cuscino e lui si mise a ridere.
Che si rideva? Di sicuro non sapeva che io odiavo comportarmi da putroccola e che per me quello di ieri era stato un enorme sacrificio e tutto per fargli sparire quel sorrisetto strafottente dalle labbra.
-Sei un porco!-
Lui mi guardò ironico.
-Non credo proprio bellezza, dovevi sentire  i  nostri commenti quando ci cambiavamo. E quando dico “nostri”, non intendo solo miei, ma di tutti quanti cara , compreso Nathan e compagnia bella-
Mi nascosi sotto le coperte e mi sorpresi non poco quando non le vidi andare in fiamme. Che vergogna!
-Dimmi che stai scherzando, ti prego- lo supplicai scoprendomi solo un po’ gli occhi per guardare la sua espressione.
-Certo che è tutto vero, dalla prima parola all’ultima. Senti, anche Liam, che è il più santo e fedele del gruppo, ha dovuto ammettere che eri tremendamente sexy-
Nononononono!
Ma perché quell’unica volta che accettavo una sfida poi dovevo subito pentirmene?
Guardai Louis malissimo.
-Dimmi la verità, lo hai fatto apposta: lo sapevi che non ho mai sopportato la  tua faccia da schiaffi-
Lui mi guardò facendo il labbretto, dilatò così tanto le pupille che sembrava allo stesso tempo il gatto di Shrek e un drogato in botta.
-Non mi commuovi-
-Regina di ghiaccio!- urlò come un serio malato mentale perforandomi  e sublimandomi i timpani.
Alla fine di quell’estate temevo che non sarebbe restata traccia della loro esistenza.
 
P.O.V. Margherita
 
Dopo il diciottesimo caffè che avevo ingozzato in quella mattina il sonno se ne era andato.
Non potevo dormire quella mattina per una ragione importantissima da cui dipendeva tutta la mia vita: la lezione di kung fu di Jackie Chan!
Ero un asso nella box con il mio caro nome, ma volevo diventare  una campionessa  anche nel kung fu. Certo avrei dovuto trovare un altro nome, qualcosa come Scoreggia Salterina o Stupidità Rimbalzante.
Mi piantai davanti al mega televisore del salotto.
-Ehi, stavo guardando il Trenino Thomas, ergo non hai il permesso di oscurarmi la visuale!-
Mi voltai sguainando Watson e puntandolo contro a …
-Zayn?!-
Lui mi guardò furibondo.
-En guard!- urlai dopo essermi ripresa. E chi se l’aspettava che Zayn avesse dei gusti orrendi riguardo a cartoni animati.
Lui si alzò dal divano e prese la sua paletta da ferroviere per poi darmela in testa. Io in risposta gli diedi una cucchiaiata sul naso.
-Ahio!- urlò neanche l’avessi castrato.
-Ehi, che colpa ho io se hai dato una nasata sul mio cucchiaio? Quello che deve essere offeso qui è Watson, non tu- mi rivolsi poi al mio dolcissimo socio posatoso –Ti ha fatto male quel cattivone?- gli chiesi amorevolmente.
Zayn lanciò un grido di frustrazione per poi dirigersi di sopra borbottando qualcosa su una convivenza forzata con una pazza scatenata. Chi sa a chi si riferiva?
-Che è successo a Zayn?- mi chiese Liam entrando in salotto proprio mentre stavo provando la prima mossa.
-Ha offeso Watson-
-Non puoi picchiare chiunque parli male del tuo cucchiaio- disse lui sedendosi sul divano dietro di me.
-In realtà è stato lui a dare una nasata al mio socio e così lo ha offeso-
-Sei sempre più pazzoide-
-Già, ma è per questo che ti piaccio giusto?-
Lui si alzò e mi abbracciò da dietro per poi darmi un bacio sulla guancia.
-Puoi scommetterci, che ne dici di andare a fare un giro insieme? Oppure sei stanca e vuoi dormire?-
-Ho trangugiato talmente tanti caffè che potrei restare sveglia fino al prossimo anno, quindi vada il giro, anche perché questo programma è uno schifo: non fa neanche “metti la cera, togli la cera”-
-Quello è karate, tesoro-
Mannaggia, avrei dovuto dire addio ai miei sogni di fama nel kung fu!


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Capitolo 37
*** PAZZIA ***


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P.O.V. Margherita
 
-Ehi ragazzi?- urlai in uno di quei rari momenti di pausa dalle prove che ci concedevamo, per attirare l’attenzione di tutti. Si girarono  a guardarmi, mentre mia sorella sbatteva ripetutamente la testa su una colonna, forse per diventare intelligente quasi quanto me.
-Chi vuole ridere senta questa: Dio disse “luce” e luce fu, Dio disse “terra” e terra fu, Dio disse “kung” e kun…fu-
Scoppiai a ridere, mi piaceva troppo quella battuta.
-Beh, non ride nessuno?-
I ragazzi mi guardarono male per poi guardare interrogativamente Liam e mia sorella, in cerca di spiegazioni.
Non riuscivano a capire il mio genio.
-Scusatela, è da un po’ che è fissata con questo kung fu- disse Liam, sorridendo come per dire di non preoccuparsi, mentre mi spintonava a forza fuori dalla sala prove. Mi guardò serio.
-Parliamoci chiaro Marghe, tra una settimana attueremo il nostro piano e deve essere tutto pronto, non puoi traumatizzarli con queste battute-
-Ehi Liamino, non farmi arrabbiare, ho sempre Watson  con me- dissi minacciosa, mostrandoglielo.
Mi guardò ancora più serio.
-È solo un cucchiaio, non parla, non pensa e non è il tuo socio, sei abbastanza grande per capirlo ormai-
Abbracciai il mio dolcissimo compagno di investigazioni e poi guardai Liam. Avevo gli occhi che pizzicavano e sicuramente assomigliavano a quelli del gatto di Shrek.
-Lo stai offendendo-
-Non può offendersi: è uno stupido e orrido cucchiaio-
-Non staremo litigando, vero Liam?-
-Sì, stiamo litigando: sto cercando di farti ragionare ma tu non vuoi crescere-
Senza rispondergli, rientrai nella sala prove per poi attraversarla velocemente e rinchiudermi nella stanza che avevo nominato “Lo spogliatoio”.
Abbracciai Watson…no, non è vero…Watson non c’era più, dove lo avevo lasciato?
Lo avevo perso, no…
Che giorno fantaschifoso!
 
P.O.V. Maria
 
-Marghe apri la porta, ti prego, sono tua sorella, apri-
-No, scordatelo!-
Sembrava sconvolta e Liam non era da meno. Beh, almeno credevo…dato che non era rientrato per niente e nessuno lo aveva rivisto.
-Può capitare una litigata ogni tanto, ma questo non vuol dire che non vi vogliate più bene, giusto?-
Lei non mi rispose. Qualcuno mi posò una mano sulla spalla.
-Inutile, dovresti saperlo meglio di me, tua sorella è testarda come un mulo-
Sobbalzai, quella non era la voce di chi mi aspettavo. Non era Nathan…era Louis.
-Già, ma stavo cercando di farla calmare, manca solo una settimana al debutto e se Marghe non ce la fa a riprendersi?-
Cominciammo a camminare per il lungo corridoio che avevamo davanti, allontanandoci sempre di più dalla sala prove.
-Ce la farà, ne sono sicuro, è una ragazza forte e chi ti dice  poi che non si chiariranno?-
-E chi ti dice che si chiariranno?-
Ci guardammo un attimo seri negli occhi.
-Nessuno-ammise lui –ma è sempre meglio pensare positivo, no?-
Annuii.
-Ehm Mary?-
-Sì?-
Lui si grattò la nuca imbarazzato.
-Ti andrebbe se dopo le prove andassimo a prendere qualcosa da bere?-
E adesso che gli potevo rispondere? In fondo me l’aveva chiesto gentilmente e io beh…ma soprattutto cosa avrebbe detto Nathan, se avessi accettato?
Di sicuro sarebbe stato un duro colpo per lui.
Guardai gli occhi di Louis che attendevano impazienti una risposta.
Abbassai lo sguardo.
-Grazie per l’invito ma sono veramente stanca e …-
Lui fece una risatina amara.
-Ma sei hai dormito tutto oggi e poi…non credo che avresti detto di no a Nathan se te lo avesse chiesto, giusto?-
Abbassai ancora di più lo sguardo. Se mi avesse invitato Nathan in effetti non gli avrei detto di certo di no.
-Certo che no- si disse, rispondendosi da solo-perché ti ostini a non voler uscire con me? In fondo, non chiedo niente di che mi pare-
Piantai i miei occhi nei suoi.
Arrossii mentre sbottai.
-Perché ho paura, ok? Ho paura della reazione di Nathan, ma soprattutto sono terrorizzata dall’idea di scoprire perché quel giorno mi hai baciata e perché le mie labbra non si volevano staccare dalle tue-
Prima che mi potessi accorgere di ciò che stavo dicendo, avevo già finito di dire tutto ciò che pensavo.
Dovevo fare un corso accelerato su come dire una bugia e non essere scoperti per evitare altre epiche figure di cacca.
-E io voglio scoprirlo, per una volta non potresti accontentarmi?-
Mi morsicai il labbro inferiore in cerca di una risposta.
-E va bene-
 
P.O.V. Nathan
 
Cos’aveva Tomlinson quella sera? Era stranamente su di giri e non mi sembrava che ci fosse qualcosa per cui essere felici. Erano passate da mezz’ora le due e Liam e Margherita continuavano a sbagliare. Ovviamente pensavano ad altro! In più Maria era troppo pensierosa. Ok che la sorella aveva litigato con Liam, ma così era veramente troppo.
-Che hai?- le chiesi una volta finite le prove. Mi guardò con aria colpevole.
-Niente perché?-
-È da mezz’ora che non ti vedo sorridere-
Lei sospirò.
-Forse sto esagerando ma ho un brutto presentimento: non è che per caso Louis Tomlinson ti ha invitata ad uscire e tu hai accettato?-
Lei annuì.
La guardai stupito.
Io l’avevo buttata a ridere e invece avevo un futuro come profeta.
-Ecco perché è così felice-dissi cupo, eccome se ce l’aveva una ragione per saltellare in giro come una pecorella con un tappo tra le chiappe.
-Che intendi dire?- mi chiese lei interrogativamente.
Come, veramente non l’aveva capito? Tutti quei segnali che lui le lanciava, lei non ne aveva colto neanche uno?!
-Come che intendo dire? Mary, lui è completamente pazzo di te-
 
P.O.V. Liam
 
Ma cosa mi era saltato in testa?! Perché le avevo detto quelle cose?
Se non avrei risposto a quelle due domande entro quella sera, sarei impazzito.
Harry, Zayn e Niall erano fortunati: le loro litigate erano state sempre per delle stupidaggini e si erano risolte altrettanto facilmente.
Uscii per primo dallo spogliatoio e mi ritrovai inevitabilmente davanti a lei. Ci guardammo negli occhi.
Come dovevo comportarmi? Dovevo parlarle? Oppure…ma certo!
Le diedi quello che avevo trovato e che sicuramente sarebbe stata contenta di ricevere.
-Ehm, ho trovato Watson…- le dissi porgendoglielo.
Lei lo prese titubante e sentii il suo tocco tremante sulla mia mano. Lo strinse a sé.
Chi ero io per poterla giudicare? In fondo non era da pazzi avere paura dei cucchiai?
-Watson dice che lo hai trattato bene-sussurrò guardandomi di sfuggita. Sorrisi.
-Sì è vero, penso che non potrei comportarmi altrimenti con qualcosa che ti appartiene-
Nascose un sorriso.
-Cucciola, ti prego scusami. Ho criticato la tua pazzia quando è la tua pazzia che ti distingue dalle altre, io…insomma…-
Lei mi posò un dito sulle labbra per poi sostituirlo con le sue labbra. Ci abbracciammo mentre ci baciavamo. Si staccò piano dalla mia bocca.
-Sapevo che avremo risolto tutto: avevi fatto una promessa, ricordi Liamino?- disse, strofinando il suo naso contro il mio.
La baciai di nuovo. Sì, avevo fatto una promessa che avrei mantenuto per sempre.
 


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Capitolo 38
*** APPUNTAMENTO ***


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P.O.V. Maria
 
Pazzo di me? Ma stavamo parlando dello stesso Louis William Tomlinson?! Quello con cui avevo litigato per circa un’infinità di volte?
Lo guardai di sottecchi mentre guidava.
No, non poteva essere, Nathan si era di sicuro sbagliato. Ma si era mai sbagliato di qualcosa? Più ci pensavo e più ero convinta che fosse il grillo parlante in ogni circostanza.
-Hai qualche preferenza sul locale dove possiamo andare?-
-Non conosco bene i locali di Londra-
-Allora te ne farò conoscere uno davvero stupendo-
Bene, almeno qualcosa di quella serata sarebbe stato stupendo, anche se era solo un locale.
Fermò la macchina davanti ad un enorme birreria.
Lo guardai divertita.
-“A tutta birra”?-
Lui mi guardò stranito.
-Per me sei già ubriaca prima ancora di bere-
-Può darsi-ammisi.
Entrammo e ci confondemmo tra le gente, la puzza di alcol e la musica.
Ordinammo due birre, lui una media ed io una piccola.
Ci sedemmo ad un tavolo isolato.
-Smettila di guardare il tuo boccale con quella faccia!- mi disse ridendo.
-Quando avevo ordinato una birra piccola, non mi sarei di certo aspettata questa- dissi indicando l’enorme boccale che mi si parava davanti.
-Beh, vacci piano, di solito mischiano sempre la birra con qualcosa di superalcolico-
Lo sorseggiai per un quarto  e già mi girava la testa, ma non tanto da non riuscire a vedere Louis che si dimenava  come uno stupido sulla sua sedia.
-Si può sapere che ti prende?-
-Ho bevuto un boccale enorme di birra irlandese-
-E allora?-
-Devo fare pipì-
Scoppiai a ridere. Quel ragazzo era veramente strano.
-E allora va al bagno-
-Ma ecco…questo…non so…-
Allarme rosso, allarme rosso! Si stava preoccupando per me?!
Lo guardai ironica.
-Vai e non fare lo stupido-
Lui annuì, si alzò e corse saltellando verso il bagno. Non osai immaginare cosa sarebbe successo se ci fosse stata la fila.
-Ehi bellezza!-
Alzai lo sguardo mentre il cuore cominciò a battere all’impazzata. Due uomini che non ispiravano molta fiducia mi stavano guardando ghignando. Oh bene!
 
P.O.V. Louis
 
-Ti vuoi muovere, razza di babbuino dal sedere a scacchi?-
Perché quel deficiente non si muoveva? Io me la stavo facendo addosso.
Pensai per un attimo a Maria seduta là al nostro tavolo. Sta bene, Louis, non ti preoccupare, preoccupati della tua viscica più che altro.
Finalmente quella lumaca uscì e io mi precipitai di corsa verso la mia salvezza. Feci quello che si fa di solito in un bagno e poi uscii di fretta.
Ora il mio unico pensiero era Maria. Avevo in tasca ciò che le avevo comprato quel pomeriggio, non era un anello, in fondo non stavamo neanche insieme, ma conoscevo i suoi gusti e speravo che la sarebbe piaciuto.
Alzai gli occhi verso il nostro tavolo e …o cacca!
Corsi lì preoccupatissimo e molto incavolato con quei due imbecilli che le stavano rompendo le scatole.
-Dai fammi un sorriso- disse uno di loro, mettendole una mano sulla gamba. Lei la spostò subito  e sorseggiò un’altra po’ di birra. Furba la ragazza, li ignorava  e nascondeva la sua espressione impaurita nel bicchiere. Peccato che già al primo quarto aveva il mal di testa e ora che l’aveva finita come stava?
-Ehi, la ragazza sta con me-
I due si voltarono a guardarmi e notando il mio sguardo truce si allontanarono velocemente.
-Maria, stai bene?-
-Mi gira la testa-
-È  perché non sei abituata a bere, vieni, andiamo a prendere una boccata d’aria-
Uscimmo dal locale e cominciammo a camminare, o meglio io cominciai a camminare mentre lei ondeggiava.
-Dai ti aiuto- le dissi mettendole un braccio intorno alla vita.
-Cosa stai facendo Tomlinson?- rise.
-Ti sto aiutando-
-So benissimo cavarmela da sola, cosa credi, che non sappia camminare sulle mie gambe?-
Inutile discutere con una ragazza mezza alticcia.
Entrammo in un parco e ci sedemmo su una panchina libera.
Lei cominciò a piangere disperata. Tipico degli ubriachi!
-Tu mi vuoi tanto bene Louis e sei tanto gentile con me, ma io sono tanto cattiva e ti tratto male-
Sorrisi.
-Sì, ti voglio bene, ma tranquilla, non mi tratti male- le sussurrai accarezzandole i capelli. -A proposito ho qualcosa che può tirarti su il morale-
Presi il pacchetto che avevo dentro la tasca e glielo diedi.
-Per te-
Lei mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia. Uhm…dovevo farla bere più spesso!
-O Louis, io…-
Le presi dolcemente dalle mani la collana che le avevo regalato e gliela allacciai intorno al collo.
Le sollevai il mento con due dita in modo che i suoi occhi si incatenassero ai miei. Era giunto il momento di dirglielo, era tutto il giorno che facevo prove davanti allo specchio, dovevo farlo.
-Grazie- mi disse –Ma perché?-
-È solo per farti capire  quanto tengo a te, io…-
Argh, non mi venivano le parole e a pensare che davanti allo specchio ero riuscito a parlare per un quarto d’ora senza fermarmi.
-Insomma… io devo dirti che…tu-
Lei sorrise e mi posò l’indice sulle labbra , poi mi accarezzò una guancia.
Le sorrisi e le posai una mano sulla sua, mentre con l’altra le mettevo una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Mi avvicinai lentamente e notai che socchiuse gli occhi, aspettando che le mie labbra toccassero le sue.
Mi sporsi in avanti e sentii la sua morbida bocca sulla mia. Le mie labbra sfioravano le sue, accarezzandole, come le mie mani facevano sul suo viso.
Approfondii il bacio e questa volte lei non si oppose . il cuore mi esplose, era…beh ecco, non me l’aspettavo, l’altra volta era stato tutto veloce e diciamo che Maria, dopo quel bacio, aveva covato manie omicide per tutto il tempo. Ma ora era diverso.
Ci staccammo lentamente e lei si accoccolò tra le mie braccia e sul mio petto.
L’abbracciai per poi darle un bacio sulla testa.
-Ti amo Maria-
Lei sorrise e mi strinse ancora di più a sé.
 
P.O.V. Maria
 
Uno stupidissimo raggio di sole mi accecò, svegliandomi.
Ma io dico, per una volta in questa bellissima casa le serrande non possono essere abbassate, coprendo il sole se già non ci aveva pensato qualche nuvola?
Mi alzai velocemente.
Come facevo a trovarmi in un letto? Ehi, un momento, io non avevo un poster di Michael Jackson nella mia camera e per di più odiavo Robbie Williams, quindi quella non era la mia camera.
-Cosa ci faccio nella camera di quella carota?- urlai alzandomi una volta per tutte e andando a passo di marcia giù di sotto.
Stavano tutti, felici e contenti, facendo colazione e naturalmente non mi degnarono neanche di uno sguardo, mentre io fumavo dalle orecchie come una fornace.
-Tomlinson, spiegami perché mi sono ritrovata nel tuo letto stamattina e per di più solo con una tua maglietta addosso!- urlai, avvicinandomi a lui cominciando a strozzarlo. Lui mi guardava come se avesse visto per la prima volta l’abominevole uomo delle nevi.
Vi chiederete perché ero incacchiata nera con lui, beh…vi rispondo subito.
L’ultimo ricordo che mi era rimasto dalla sera prima era io che mi ingozzavo di birre per sfuggire a due rompiscatole, mentre il procione, no è un animale troppo carino…il dugongo era in bagno perché non riusciva a tenere la pipì. Poi il buio totale.
Margherita era salita in piedi sul tavolo e urlava come una pazza: -Rissa rissa, voglio sangue-, mentre Liam cercava, ma inutilmente, di tirarla giù dal tavolo.
Louis mi guardava un po’ stranito.
-Come cucciola non ricordi?-
Cucciola?! Da quand’ero cucciola per l’orango tango urlatore?
-Cucciola sarà tua sorella- sclerai sotto lo sguardo sbalordito degli altri esseri umani, mentre un babbuino di nome Margherita ballava sul tavolo apparecchiato per la colazione grattandosi le ascelle.
-La collana che hai al collo non ti dice niente?- mi chiese Louis avvicinandosi.
Io non portavo collane, odiavo i gioielli di qualunque tipo.
Mi guardai il collo e vidi l’unica collana che avevo sognato da tutta una vita. Rimasi a bocca aperta.
Me l’aveva regalata l’essere primitivo?!
Lo guardai con tanto d’occhi mentre lui si avvicinava sorridendo.
-Cominci a ricordare qualcosa?-
-Non ricordo un fico secco di ieri sera, Tomlinson. Vuoi spiegarmi cosa è successo di preciso?-
-Non ricordi proprio niente?! Neanche di questo?- disse, estraendo dalla tasca…o mio Dio!...il mio reggiseno!
Urlai come una pazza.
-Che cavolo abbiamo fatto ieri sera Tomlinson?!-urlai cercando di strangolarlo e credevo proprio che ci stavo riuscendo dato che il suo viso era diventato viola.
-Non dirmi che abbiamo fatto quello che penso, potrei non rispondere delle mie azioni!-
Lui cominciò a tossire convulsamente.
-Lascialo stare, Mary, era solo uno scherzo- mi disse Liam preoccupato, bloccandomi i polsi.
Louis cadde a terra tossendo.
-Che razza di scherzo è?! Brutto idiota! Per un attimo avevo pensato che…-
-Credi veramente che sia tutto uno scherzo?!- mi chiese lui flebilmente cercando di alzarsi.
-Che vuoi dire?- ero sull’orlo di una crisi isterica, me lo sentivo.
-Ieri sera ci siamo baciati, ecco cosa è successo…e beh tu sembravi abbastanza partecipe-
Mi immobilizzai. No, non poteva essere. Io non potevo ricambiare il bacio della carota ambulante.
Un momento solo…se ci eravamo baciati…voleva dire che lui provava qualcosa per me.
Lo guardai stralunata, mentre cominciavo a ricordare tutto quello che era successo la sera precedente…anche quel “ti amo” che mi aveva sussurrato.
Lui si passò una mano tra i capelli abbastanza teso e solo allora notai che era a petto nudo, mettendo in mostra  il suo fisico.
Arrossii immediatamente.
Borbottai qualcosa, gli strappai il mio reggiseno dalle mani e corsi di sopra.
Mi chiusi in camera mia e inchiavai la porta. Mi tuffai a bomba sul letto, accorgendomi solo in quel momento che portavo il reggiseno e che quindi quello che lui aveva in mano me l’aveva preso dal cassetto.
Basta, dovevo pensare ad altro!
E avevo anche la sua maglietta.
Destino crudele!
Alle narici mi arrivò il suo odore, facendomi rivivere chiaramente tutto quello che era successo il giorno prima.
Mannaggia a quei due imbecilli del cavolo e quella birra supermegaenorme!
Come dovevo comportarmi? Sinceramente non me l’aspettavo proprio che l’australopiteco potesse provare un sentimento così complesso come l’amore, soprattutto nei miei confronti.
Presi il cellulare e proprio in quel momento mi chiamò Nathan.
“Pronto best, sei sopravvissuta all’appuntamento di ieri sera?”
“Purtroppo sono viva”
“È successo qualcosa? Sembri un po’ giù”
“Solo un po’?”
Gli spiegai tutta la faccenda, mentre cercavo di vedere il lato positivo di tutto quello che era successo ieri. Ma non lo trovavo.
“Non sembri molto contenta  di come si siano messe le cose, mi pare”
“Acuta osservazione! Non so come comportarmi con lui…è difficile, insomma non so se quello che è accaduto ieri è stato sotto effetto della birra o di qualcos’altro”
“Uhm, non so proprio cosa fare per aiutarti, senti facciamo così…stanotte ci sono le prove, ti darò qualche  consiglio lì, ok? Ora ho un impegno con la band, scusami”
“Ok, non ti preoccupare, ciao Nate. Ti voglio bene.”
“Anch’io, ciao”
E ti pareva? Normale che non volesse parlare di questa cosa, in fondo dopo tutto quello che era successo tra  noi due non potevo certo aspettarmi qualcosa di diverso.
Sotterrai la mia testa sotto il cuscino, cercando di trovare una soluzione a tutta quella faccenda. Ma non c’era! Anzi, più ci pensavo, più mi sembrava che l’intera faccenda  fosse più complicata del previsto.
Mi alzai sbuffando dal letto, dovevo cambiarmi assolutamente quella maglia, se volevo evitare una crisi di qualsiasi genere.
Aprii il cassetto e mi prese un mezzo colpo. La mia maglietta preferita e i miei pantaloncini extra comodi non c’erano…di sicuro erano in camera del babbuino. Ci tenevo tantissimo a quel completo, non potevo davvero sopportare che fosse in mano all’essere con mancata evoluzione.
Uscii dalla mia camera di corsa, controllando che non ci fosse nessuno e poi mi buttai a capofitto nella stanza di Tomlinson. Vidi i miei stupendi vestiti sulla scrivania, tutti piegati…ma allora sapeva che ci tenevo veramente tanto!
Maria ti vuoi muovere? Ti ricordo che sei nella stanza dell’ultima persona al mondo che vorresti vedere.
Giusto.
Presi i miei vestiti e mi voltai per uscire, ma troppo tardi: sulla porta c’era il babbuino che mi guardava con un mezzo sorriso.


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BUON ANNO A TUTTI! SPERO CHE QUESTO CAPITOLO POSSA RALLEGRARVI IL CAPODANNO, SAPETE CON TUTTI I NUOVI REUMATISMI PER L'ETà CHE AVANZA...

 

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Capitolo 39
*** QUELLO GIUSTO ***


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P.O.V Maria
 
I vestiti mi caddero a terra e li raccolsi subito.
Ero nella cacca!
-Sapevo che saresti venuta a riprenderli…-
Non mi dovete considerare una che smania per vestiti alla moda, ma a quelli tenevo tantissimo e non erano neanche firmati. Solo a quelli, gli altri potevo benissimo buttarli nel cesso e tirare l’acqua.
Mi morsicai imbarazzata il labbro inferiore, notando che se ne stava ancora a petto nudo.
I capelli erano spettinati, gli occhi azzurri mi squadravano, sulla bocca aveva un mezzo sorriso… era veramente bellissimo, bisognava proprio ammetterlo.
-Ehm, vado in camera a cambiarmi, così posso ridarti la maglietta- dissi avvicinandomi alla porta e quindi a lui, stavo quasi per uscire da quell’inferno, quando lui, che era appoggiato allo stipite della porta, stese il braccio impedendomi così la salvezza.
-Voglio che la tieni, ti sta benissimo- disse accarezzandomi una guancia, mentre io distoglievo imbarazzata il mio sguardo dal suo.
Non avevo la minima idea di come tirarmi fuori da quella situazione.
-Louis…- mi spostai, impedendo così che la sua mano potesse sfiorare la mia guancia. Lui mi guardò turbato.
-Ti prego, dimentica il bacio di ieri, ero mezza brilla…- cercai di borbottare. Lui si avvicinò a me, facendomi indietreggiare.
Mi guardava serio.
-Non lo sai? L’alcool verita-
Indietreggiai ancora tanto che la mia schiena toccò il muro, lui mi bloccò con le sue braccia. Piantò i suoi occhi azzurri nei miei.
Se qualcuno fosse entrato avrebbe pensato che stessimo facendo qualcosa di estremamente sporco: io avevo solo la sua maglietta addosso, che cercavo in continuazione di tirarla più giù possibile, per coprire tutto quello che c’era da coprire. Inutile dire che per quanto l’avevo tirata aveva assunto la forma e le dimensioni di un burqa.
-Lo sai anche tu che quello che stai dicendo è una cavolata, anche tu provi qualcosa per me, ammettilo-
-Ti stai sbagliando di grosso-
-E allora perché mi hai baciato? Per illudermi forse? L’hai sempre saputo che mi hai attratta sin dal primo momento… quello che ti ho detto alla festa di Parker sull’ultimo punto della lista per te era uno scherzo?-
Io l’avevo sempre attratto? Mi venne quasi da ridere…tutte quelle litigate mi rendevano affascinante, dovevo ammetterlo!
-Attratto sin dal primo momento?! Non so se te ne sei accorto Louis, ma abbiamo litigato un giorno sì e l’altro pure, quindi non era molto facile capirlo- sbottai avvicinando il mio volto al suo sfidandolo. Lui arrossì per la vicinanza, facendomi sorridere. Che dolce!
Mariaaaaaaaaa!
Volevo dire: una carota abbronzata?!
-Sei sempre stata interessante, ma allo stesso tempo non riuscivo a capire da quale verso dovessi prenderti…poi è arrivato Sykes che ha complicato le cose più del previsto-
Ecco, doveva sempre mettere in mezzo Nathan, odioso!
-E Eleanor? Dove la mettiamo? Non so se te ne sei accorto ma siete  stati insieme fino agli inizi di luglio-
Lui mi sorrise ironico.
-E credi che sia stata tutta una coincidenza? La nostra amicizia che stava nascendo, Eleanor che magicamente resta in America, io che la dimentico in poco tempo-
Lo guardai sbalordita: lui aveva provocato tutto questo e io che quel giorno lo avevo confortato e…coccolato!
-L’ho chiamata quella notte e le ho detto che non l’amavo più come prima, che solo in quel momento mi accorgevo che il nostro amore era diventato solo uno sorta di patto, certo non mi aspettavo che rimanesse in America, ma di sicuro è stata la scelta migliore per entrambi-
-Idiota e noi che eravamo preoccupati da morire!-
Questa volta fu lui ad avvicinare il suo viso al mio.
-Quindi anche tu lo eri?-
-Certo, sembravi una mummia in stato di trance e, non so da te, ma dalle mie parti quando una persona sta sdraiata su un letto per tutto il giorno, guardando il soffitto, non è indice di completa salute mentale-
Lui sorrise ancora di più.
-Eri preoccupata…per me? Per l’odioso Louis William Tomlinson che ti ha sempre trattata male? E quindi non provi niente?!-
Sbuffai, quel discorso cominciava ad essere abbastanza a senso unico e io odiavo i discorsi a senso unico!
-Tomlinson, mettitelo bene in testa: a me non piaci e …- lo fermai prima che potesse interrompermi –quei baci non  erano altro che l’effetto della birra e della stanchezza, quindi dimenticali e questa volta fallo sul serio, per favore!-
Lo scansai con una spallata e mi diressi a passo di marcia verso la mia stanza.
 
P.O.V. Claudia
 
-Nialler, se non mi aiuti a mettere a posto la tavola niente bacini per una settimana-
Lui urlò disperato, fingendo di pugnalarsi con una carota.
-Donna crudele!-
Crudele io?! E lui allora cos’era dato che se ne stava lì a pettinare le bambole, mentre io sgobbavo come una schiava?
-Horan, alza le chiappe e lavora!- dissi, facendolo alzare dato che se ne stava lì a pettinare le bambole, mentre io sgobbavo come una schiava.
-Ehi, non puoi pretendere che io sfacchini dopo aver trangugiato quattro uova, una salsiccia enorme, latte e caffè, due panini con la cioccolata e una brioche!-
In effetti sembrava incinto e si muoveva veramente come un pinguino ciccione.
-Ma sei matto a mangiare così tanto?- gli chiesi abbracciandolo.
-Ormai lo sai come sono fatto, se vedo una cosa commestibile devo mangiarla-
Eccome se lo sapevo: per sfamarlo dovevamo fare la spesa per un reggimento.
Gli diedi un bacino sulla punta del naso.
-Allora vatti a riposare amore, qui ci penso io-
-Grazie mia piccola salsiccetta-
Salsiccetta?!
 
P.O.V. Aurora
 
Quella giornata si prospettava piuttosto noiosa: nessuno voleva fare niente, c’era la stanchezza della sera precedente e la prospettiva poco allettante delle prove quella sera.
Mi scaraventai sfinita sul mio letto, cercando di riposare, quando sentii un urlo selvaggio e poi venni trasformata in sottiletta da una massa di carne umana.
-Aury, non puoi dormire ancora, mi sembri una di quelle vecchiette di ottant’anni-
Zayn!
Amavo troppo quel ragazzo per scaraventarlo fuori dalla finestra come le mie manie omicide mi stavano proponendo di fare.
-Ma che dici? Io sono peggio di una vecchietta e tu lo sai bene! Però ora se proprio tieni alla tua cara Aurora alza quel culo perfetto della mia schiena-
Lui ubbidì subito, fortunatamente  ero ancora tutta intera.
-Allora cosa ti va di fare?- gli chiesi, mentre guardavo il mio caro cuscino morbidoso che mi attendeva.
-Che ne dici di guardare il Trenino Thomas insieme?-
Lo guardai malissimo, stavo veramente per uccidere qualcuno: o lui, perché era pazzo o me perché stavo con un pazzo.
-La risposta è no, io sembrerò pure una vecchietta di ottant’anni, ma tu sembri un bambino di due-
Detto questo feci sprofondare la mia faccia nel cuscino, respirando, per modo di dire  dato che mi stavo autosoffocando, l’odore della vittoria.
Ad un tratto sentii dei rumori terrificanti, qualcosa come “ciuf ciuf”, aprii gli occhi e notai che Zayn stava guardando veramente il Trenino Thomas, abbracciato a me.
 
P.O.V. Maria
 
Margherita si catapultò in camera mia, informandomi che lei, Elena, Harry e Liam sarebbero andati a fare un bagno in piscina. Li lasciai andare e me ne restai tranquillamente in camera mia. Di sicuro quella non era proprio la mattinata adatta per un bagno in piscina.
Avevo troppe cose a cui pensare, la prima tra tutte: Louis.
Io gli volevo bene, certo, ma…ecco, insomma, non è che mi piaceva…beh, era solo un ragazzo bellissimo e molto simpatico con cui stavo veramente bene insieme…un momento, ma allora mi piaceva.
Impallidii.
Ma che cavolo stavo pensando?! Stare con lui mi faceva male, molto male e il fatto era che in un modo o nell’altro dovevo uscire da quella camera per ridargli la maglietta, che in tutta onestà non volevo proprio tenere.
E poi non potevo ignorarlo per quella settimana che rimaneva. Dovevo affrontare le mie paure, dovevo parlargli come se fosse stato un ragazzo normale e come se quella cosa non fosse mai successa tra di noi.
Afferrai la sua maglietta, la piegai il meglio possibile e poi uscii dalla camera. Percorsi tutto il corridoio e senza bussare entrai in camera sua.
-Ehi!- urlò, dato che era quasi completamente nudo, tranne per i boxer.
Arrossii fino alla punta dei capelli, borbottai qualcosa e poi mi chiusi la porta alle spalle una volta uscita dalla sua stanza.
Mi diedi uno schiaffo in fronte: ero proprio un caso disperato e ora dovevo sorbirmi anche i suoi commentini sarcastici su quello che era appena successo.
No, me la dovevo svignare…
-Ehi, ora puoi entrare- mi disse lui, affacciandosi dalla porta. Naturalmente si era vestito: una canottiera nera e dei pantaloncini bianchi. Deglutii a vuoto mentre entravo in quella stanza sotto il suo sguardo.
-Ehm…ecco…io…volevo solo riportarti questa- gli dissi posando la maglietta sul suo letto.
-Mi sembra di averti detto che la potevi tenere, ma d’altronde non fai mai quello che ti dico-
Lo guardai malissimo: se mi amava come sosteneva, perché continuava a provocarmi?-
In effetti non sono la tua schiava e ho un cervello autosufficiente che sa benissimo cosa fare- gli risposi a tono.
Andare a riportargli la maglietta non era stata una buona idea come credevo.
Louis fece un sorriso di scherno.
-E allora ho anche io un cervello autosufficiente che non vuole dimenticare quei due baci, mi dispiace-
Oh sì, quanto gli dispiaceva! Si vedeva da un miglio di distanza, era così affranta che stava ridendo come un idiota sotto i baffi. Mi avvicinai alla porta con l’intento di andarmene.
-Aspetta un momento-mi fermò lui, trattenendomi. Lo guardai truce. Cosa voleva ancora? Se non si fosse tolto quello stupido sorrisetto dalla faccia lo avrei ucciso a colpi di quello stupido microfono gonfiabile  che si trovava in camera sua!
-Sei veramente sicura di non provare niente di niente nei miei confronti?-
-Certo che ne sono sicura-
Lui mi guardò scettico.
-Scommettiamo che non è così?-
Dove voleva arrivare quel gorilla delle paludi? Non aveva ancora capito che ciò che provavo nei suoi confronti era solo schifo e che se voleva essere ricambiato si doveva comprare un litro di elisir d’amore? Sicuramente non l’aveva capito!
-Promettimi che qualunque cosa succederà non fuggirai da questa stanza?-
Lo guardai a bocca aperta. Fuggire?! Io non fuggivo davanti a Tomlinson, era un idiota!
Lui si tolse la canottiera rimanendo così a petto nudo. Arrossì di botto quando mi accorsi che il mio sguardo era posato sui suoi pettorali e addominali. Lui mi prese le mani e le posò sul suo petto per poi farmi avvicinare a lui abbracciandomi la vita.
Quando incontrai i suoi occhi, il peso che mi chiudeva la bocca dello stomaco mi impedì di respirare.
-Louis…- sussurrai cercando di staccarmi. Lui sorrise spostandomi una ciocca dietro l’orecchio. Mi accarezzò dolcemente una guancia per poi avvicinare lentamente il suo viso al mio. Divenni ancora più rossa, mentre appoggiava lentamente le sue labbra sulle mie. Erano la cosa più buona che avessi mai assaggiato, sapevano allo stesso tempo di cioccolato, gelato alla crema, estate e risate: insomma sapevano di lui. Chiusi gli occhi per gustarmi quel sapore intenso. Sì, era decisamente buonissimo.
Si staccò lentamente dalle mie labbra e sorrise ironico.
-E così non proveresti niente per me? Sei rossa come un pomodoro, qui le cose sono due: o ti piaccio, o stai prendendo il brevetto per diventare un semaforo-
Risi per poi dargli un piccolo bacio a stampo. Lui mi guardò sorpreso: di solito io non facevo altro che allontanarmi e dargli calci in mezzo alle gambe e ora addirittura lo baciavo!
-È sicuramente la seconda- dissi per poi staccarmi da lui e tornare in camera mia.
Sorrisi tra me e me, chiudendo la porta a chiave e improvvisai un passo di danza cosacca, naturalmente cadendo e rovesciandomi sopra un intero armadietto. Ma non smisi di ridere…era Louis quello giusto.


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Capitolo 40
*** PRISON ***


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P.O.V. Margherita
 
Devo ammettere che nonostante stessi saltando a piedi uniti sulla pancia di Liam, gli addominali si sentivano lo stesso.
-Liamino Pandone Polpettino, svegliati prima che ti prenda a ferrostirate!-gli urlai in un orecchio.
Niente! Solo io potevo svegliarmi tardi in quella casa.
-Va bene, allora vado a prendere il ferro da stiro, l’hai voluto tu-
Neanche ricorrendo alla violenza il mio amorino si svegliava, se ne stava lì beato sul letto in boxer a dormire.
Forse non si ricordava che quella mattina avremo attuato il piano a cui stavamo lavorando da quasi tre settimane ormai.
Eh già, era il primo settembre e tra meno di una settimana  saremo dovute partire. Dannata scuola del cacchio, dannate professoresse con i denti marci e il sorriso stitico, dannate bidelle che durante le assemblee di istituto ballavano la zumba, dannati voti di cacca!
Presi i miei guantoni da Cacca Puzzolente e cominciai a picchiare la schiena di Liamino per la frustrazione. Gli ero salita sopra a cavalcioni e lo stavo gonfiando ma lui non si svegliava.
Ah-a, avevo capito il suo gioco, o meglio Watson lo aveva capito.
Liamino Pandone Polpettino voleva essere svegliato con dolcezza . corsi verso la cucina con un grido selvaggio per poi strappare dalle mani di mia sorella il barattolo di nutella.
Ritornai da Liamino e lui non si era nemmeno mosso di un centimetro. Cominciai a ballare una danza di guerra indiana sopra il letto, per poi cospargergli tutta la faccia di cioccolata. Gliela ficcai anche dentro il naso e gli ficcai la sua lingua dentro una narice. Cioccolata alle caccole, buona gnam gnam!
Liam si alzò con grido e poi corse in bagno. Lo seguii stile di corsa.
-Cos’era quella cosa viscida che mi si era infilata nel naso?!- disse scioccato guardandosi alo specchio.
-Un lombrico-
-Ma a quest’ora sarà arrivato al cervello, me lo starà mangiando-
Poi corse verso di me e mi piantò i suoi occhi cioccolatosi, che gli stavano da Dio su quella faccia letteralmente nutellosa, nei miei.
-Marghe, tesoro mio, dovrò dirti addio!-
Gli diedi una watsonata in faccia.
-Liamino era la tua lingua, ricordati, non ti metterei mai un lombrico mangiacervelli nel naso, anche perché morirebbe di fame. Io amo gli animali, parola di Cacca Puzzolente-
Liam mi guardò scettico.
-Ami gli animali?! Ma se l’altro giorno hai impiccato tutta la mia collezione di Angry Birds! E poi…aspetta un momento, cosa significa che un lombrico mangiacervelli nella mia testa morirebbe di fame?- mi guardò minaccioso socchiudendo gli occhi –Non starai mica insinuando che non abbia un cervello!-
Mi sgrullai una mano davanti alla faccia come per dire che era fuori di testa.
-Mica che io insinuo, oh!-
Lui si rilassò per poi avvicinarmisi e darmi un bacino sul naso.
-Buongiorno Pazzoide-
 
P.O.V. Maria
 
-Louis, se non te la smetti di guardarmi in quel modo mentre provo il pezzo iniziale, ti do uno schiaffo-
Ero praticamente esplosa dopo la quinta prova nei sotterranei del forum.
Oltre al suo solito sorrisetto, sul suo viso c’era anche uno sguardo da pervertito.
Mi lanciò un bacio per poi farmi una linguaccia. Che checca!
-Allora ragazzi, io direi che può andare- intervenne Ele –possiamo andare a cambiarci e mi raccomando dobbiamo toglierci i vestiti di copertura alla velocità della luce-
Guardò Harry fulminandolo con lo sguardo –Quindi niente “Aspetta un attimo, ho un ricciolo fuori posto”, se non volete vedere un tosaerba acceso sulla vostra testa-
I ragazzi, sia gli One Direction che i The Wanted si nascosero dietro ad Aurora gridando come delfini. Tutti tranne Max, in effetti il tosaerba sulla sua testa non poteva tagliare niente.
-Togliti quel sorriso dalla faccia Max George, con te useremo un’altra punizione- urlai per poi montargli sulla schiena e atteggiarmi da cowboy impazzito.
-Ehi Max vuoi rubarmi la ragazza?-urlò Louis.
-Ma che dici?! Rubartela?! Io voglio che sparisca al più presto, riprenditela pure-
Lo sguardo di Louis si fece minaccioso.
-Vuoi forse dire che non ti piace la mia ragazza?-
Insomma eravamo molto normali: due ore dopo dovevamo cantare davanti a migliaia di spettatori e milioni di telespettatori e stavamo imitando delle quaglie bagnate.
-No, certo che mi piace, ma…-
-Ti piace?!- urlò la checca.
Scesi dalla schiena di Max, che corse a sedersi dato che gli avevo procurato il mal di mare. Mi diressi verso Louis.
-Sei una checca travestita da quaglia o una quaglia che finge una checca?-
Lui mi sorrise, mi prese una mano per poi accarezzarmi il braccio. Mi guardò profondamente negli occhi e disse –Con questa mi ci sono pulito il sedere-
Alzai le spalle indifferente.
-Allora forse è meglio che non ti dica dove è stato prima il mio braccio-
Lui lanciò un urlo di terrore che mi rese sorda a vita e poi si prese la mano che mi stava accarezzando , guardandola con amore.
-Ti prego non morire, mia piccola amorevole appendice con cui posso prendere le cose-
Volevo dirgli qualcosa come “più comunemente chiamata mano”, ma mi accorsi all’improvviso che ci stavano tutti guardando male e ci indicavano pure per farci sentire diversi. Feci finta di niente e ignorai completamente Louis che stava facendo una cosa molto simile alla respirazione bocca a bocca alla mano.
-Beh, io dico che siamo pronti, andiamo a cambiarci?- dissi, dando una gomitata allo stomaco di Louis per farlo smettere. Lui si zittì subito, notando il mio sguardo da orca assassina.
-Va bene- disse Elena, correndo come un fulmine verso gli spogliatoi, seguita  a ruota da Margherita e quando dico “a ruota” intendo nel vero senso della parola, ovvero attraversò tutta la “sala prove” facendo ruote, sotto lo sguardo a frittata di Liam.
E finalmente io e Louis ci ritrovammo da soli: in fondo un po’ di tempo per noi ci voleva, solo il giorno prima la nostra storia era cominciata.
-Veramente sembro una quaglia?- mi chiese.
Il mio dolce Louis!
-Certo che no, ma una checca sì-
Mi guardò ironico mettendosi, guarda caso, da checca.
-Ti devo forse ricordare che sei la mia ragazza?-
“La sua ragazza”…era troppo strano, ma in fondo avevo il sospetto che quelle litigate  non erano altro che il frutto del nostro interesse l’uno per l’altra. Sospirai affranta.
-Purtroppo me lo ricordo…Louis? Cos’è quello sguardo?-
Era il tipico sguardo da “non mi piace come l’hai detto, adesso ti uccido” e in effetti dovetti cominciare a correre perché evidentemente non scherzava.
-Vieni qui, ragazza ingrata, combatti da uomo-
-Non ci penso neppure e poi non posso combattere da uomo, sono una donna-
Evidentemente avrei dovuto fare al più presto un corso su come correre mentre si parla con qualcuno alle nostre spalle perché mi schiantai contro il muro.
E quando dico “schiantare” intendo proprio catapultarsi sul muro e rimbalzare all’indietro.
Ma stranamente non mi spezzai l’osso sacro, in effetti non sembrava neanche il pavimento quello su cui ero sdraiata. Aprii gli occhi che avevo tenuto chiusi per tutto quel tempo per evitare di vedere un muro in 3D.
Louis mi stava sorreggendo con le sue braccia e mi sorrideva.
-Tutto bene?- mi chiese facendomi alzare.
-Sì, penso di sì-
Mi guardò poi mi fece l’occhiolino.
-Sono talmente bello che ti ho accecato così tanto da non vedere un muro-
Alzai gli occhi al cielo, mentre si levava la maglietta e si ravvivava i capelli.
-Lo sai che quando fai così sembri malato?-
Mi fulminò con lo sguardo, mentre io mi stavo deprimendo essendomi appena accorta di che razza di ragazzo avevo.
-Dai scherzo!- gli dissi, ridendo, avvicinandomi a lui per poi posargli un piccolo bacio sulle labbra. Il suo profumo era qualcosa di indescrivibile per non parlare degli occhi che a quella vicinanza mi stavano accecando. Lui sorrise e avvicinò di nuovo il suo viso al mio.
-Basta Lou, dai vatti a cambiare –
-Ma ti volevo dare un bacino!-
-E va bene, però poi ti vai a vestire-
Lui annuì poi mi posò due dita sotto il mento per farmi sollevare il viso. Sentii subito dopo le sue labbra sulle mie, fresche e dolcissime che accarezzavano dolcemente le mie.
 
P.O.V. LOUIS
 
Entrai negli spogliatoi, atteggiandomi da dio greco per poi urlare come un disgraziato:- Ecco la star!-.
Tutti mi guardarono piuttosto male.
-Facci indovinare- disse Zayn-Maria-
-Perché che è successo con Maria?- chiese Max spalancando gli occhi.
Evidentemente pensavano che quello che era successo poco prima era tutto uno scherzo.
-Stanno insieme da ieri- spiegò Niall, poi sospirò - il nostro Louis è fidanzato-
-Sul serio?- chiese Nathan seriamente.
Mi voltai verso di lui che era ancora di spalle senza maglietta, sembrava essersi bloccato. Doveva provare ancora qualcosa per Maria, anche se le aveva detto che si dovevano scordare tutto il casino che era successo.
-Sì- gli risposi.
- E lei è felice?-
-Mi sembra di sì-
Lui sospirò.
-Bene mi fa piacere…ma se le cose dovessero cambiare, se tu la ferissi in qualche modo…-
-Per me è la cosa più importante- lo interruppi- non potrei mai farle del male-
Lui annuì per poi infilarsi la maglietta e uscire velocemente.
Un silenzio di tomba calò nella stanza dopo che la porta si richiuse.
Tom lo ruppe dicendo:-Si è preso una bella batosta per quella ragazza-
 
P.O.V.  ELENA
 
Il tricheco travestito da pinguino che si trovava sul palco in quel momento doveva essere qualcuno di estremamente famoso, lo avevo visto quando ero in Italia su qualche canale internazionale o qualcosa del genere. Ma cosa importava dato che tra poco lo avremo buttato giù dal palco a furia di calci nel sedere?
Anche perché aveva un papillon arancione. Era particolarmente orribile!
E proprio mentre ero sul puto di vomitare avvicinò il suo viso ciccione al microfono, sputacchiò qualcosa che doveva essere saliva, ma che probabilmente non era, e disse: ”Vi prego di fare attenzione”.
Claudia e Siva si alzarono e si tirarono su i cappucci per raggiungere la zona dei tecnici. Per fortuna che quei due sapevano essere molto diplomatici…
-No Marghe, non penso che a Claudia servano i tuoi guantoni da Cacca Puzzolente-
-È giunto il momento- continuò il cocomero infiocchettato di arancione- di annunciare la band vincitrice di questa sfida. Il giudizio è una somma di televoto, applausi e giudizio di cantanti famosi e esperti del mondo dello spettacolo; la band che  si è qualificata come la migliore firmerà un contratto con la casa discografica più famosa del mondo, mentre l’altra, ahimè, cadrà nell’ombra-
I ragazzi strinsero i pugni, sapevano benissimo che “la casa discografica più famosa del mondo” era socia delle altre due. Che ladri!
Attimo di pausa, rullo di tamburi e…
-La band che ha vinto è…-
Ti prego fa che funzioni, fa che funzioni!
-Nessuna delle due, mi dispiace- disse Siva al microfono che i nostri cari tecnici gli avevano fornito.
L’intero forum era nel caos più totale, i manager delle due band si stavano per buttare dalla finestra, mentre noi stavamo facendo la nostra dance of the victory.
Ad un tratto anche noi avevamo dei microfoni, che evidentemente avevano qualche potere sovrannaturale perché di solito non spuntano sotto il naso della gente come funghi, ma questi sì.
-Ora dovete farci dire la nostra sull’intera faccenda!- esclamò Zayn guardando in cagnesco i loro manager.
Salimmo tutti sul palco mentre Siva e Claudia ci raggiungevano lasciando il posto a dei fidati tecnici.
Ci sfilammo in un nanosecondo i vestiti di dosso per poi lanciare uno sguardo di sfida all’intero forum.
Ora nessuno ci poteva fermare!
 
P.O.V. MARGHERITA
 
Avevo una voglia tremenda di gridare parolacce con il microfono attaccato alla bocca, ma Liam mi stava guardando abbastanza disperato.
Lui era disperato? E noi allora? Eravamo strette in una camicia talmente attillata che sembravamo tutte quante avere due scolapasta sul davanti, più una gonna a tubino nera e quegli odiosi tacchi della malora che mi stavano disintegrando i piedi.
Lui disperato?
Cacca Puzzolente non poteva essere incompresa! Noi ragazze formammo un cerchio e aspettammo che la musica partisse. La melodia suadente che ormai conoscevamo bene si diffuse nel forum.
La prima parola la cantò Aurora.
-Fame!-
-Money- cantò mia sorella, tirando su di scatto la testa come aveva fatto Aurora.
-Sex- Certo che a Elena avevano dato la parola migliore.
-Glory- e questa era Claudia e ora toccava a me.
-Lies-
Ripetemmo tutte quante le nostre parole creando un effetto cacofonico che riecheggiava nel forum. Continuammo a muoverci in modo provocante, imitando il più possibile delle segretarie sexy in calore e galline.
Non in senso che ci mettemmo a starnazzare e a fare uova davanti a tutti, ma quasi!
E penso che le cretine delle loro case discografiche si fossero accorte che eravamo la loro immagine sputacchiata…sputata!
Cantammo ancora su come avevamo in mente di fregare le due band e a questo punto i dieci cantanti uscirono dalle quinte. Erano stupendi e non solo perché erano tutti in canottiera bianca sporca e jeans strappati e una palla al piede…ok, diciamo che era soprattutto per quello, ma io non avevo occhi che per il mio dolce Liamino!
Deciso: per tutta la vita lo avrei mandato in giro come un disastrato costretto ai lavori forzati.
Che idea! Potrei vendere schiavi su Ebay…ma terrò Liam per me, sarà il mio schiavo personale, deciso!
Stavo per esplodere i una risata, quando mi ricordai di stare su un palco davanti a migliaia di persone e che dovevo avvicinarmi a Liam e a Tom, che stavano cantando.
Insieme alle altre mi avvicinai ai ragazzi, sculettando.
Quando sarei tornata a casa mi aspettava la cintura di castità a vita!
 
P.O.V. MARIA
 
Indovinate che ragazzi delle due band dovevo prendere? Con  la fortuna che avevo, mi avevano assegnato Nathan e Louis. Li presi per le cravatte e poi li trascinai in avanti.
Nathan continuava a non alzare lo sguardo per incontrare il mio.
Che cosa era successo?
Alle prove era stato sempre così sorridente e solare.
Doveva essere accaduto qualcosa mentre ci stavamo cambiando.
Guardai Louis in cerca di risposta , ma lui non fece altro che lanciarmi uno sguardo colpevole.
Meno male che in quel momento non era il nostro turno a cantare perché altrimenti ci saremmo senz’altro confusi e avremmo detto qualcosa come:
Cosa è successo?”
“C’è un cane sotto processo”.
Seguito da uno schiaffo così sonoro da rendere inutile il microfono.
Finalmente l’inchino: ero spompata al massimo e in più con una domanda che mi frullava in testa.
Il forum esplose in un applauso mentre dei giornalisti cominciarono ad accalcarsi attorno a quei cani rognosi delle case discografiche .
Louis mi guardò sorridendo.
-Che c’è?- gli chiesi, in effetti non mi sarei preoccupata molto solo per il fatto del sorridere, ma dato che era un sorriso ebete…sì mi stavo preoccupando.
-Sei bellissima-
Lo guardai, alzando il sopracciglio.
-Ferma il momento dolcioso Tomlinson e fattelo tornare stasera sul divano davanti ad una tazza di tè fumante-
Lui sorrise di nuovo, ma questa volta era malizioso.
-Ora mi puoi spiegare perché Nate ha quella faccia da funerale?-
Quel sorriso odioso scomparve subito, sostituito da una sorta di smorfia di puro dolore.
-Ehm, ecco io…-
Non fece in tempo neanche a inventarsi qualche cavolata che una marea di giornalisti, non so da quale stramba attrazione lunare fosse influenzata, ci travolse.


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Capitolo 41
*** SERATA ***


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P.O.V. MARGHERITA
 
Appena entrai nella limousine con gli altri, sentii un rombo di tuono che proveniva da qualche parte all’interno del mio corpo. Pregai ardentemente che non fosse qualcosa che dovesse fuoriuscire dal reparto “paesi bassi”, fortunatamente era solo il mio stomaco che mi stava praticamente urlando di riempirlo di buonissimo cibo.
-Liam?-
Lui si voltò subito verso di me sorridendomi.
-Che c’è cucciola?-
-Vieni più vicino, ti devo dire un segreto-
Avvicinò l’orecchio alla mia bocca.
-HO FAME!- urlai disperata dritto dritto nel suo timpano, facendolo diventare uno dei più accaniti clienti di amplifon .
Si mise un dito nell’orecchio, mentre dondolava sul sedile, evidentemente stordito dal mio urlo supersonico.
Louis ridacchiò, mentre mia sorella scuoteva disperata la testa. Non poteva capire il mio stato attuale.
Gli doveva essere esploso il cervello dopo quell’ondata di decibel che aveva inondato l’orecchio sinistro.
Liam si voltò molto lentamente verso di me, mentre gli occhi gli giravano ancora dentro le orbite.
-Purtroppo non ho niente, tesoro-
-Neanche il peluche di Dora? Ho talmente fame che potrei mangiarmi quello alla più brutta-
Lui urlò abbracciando il suo peluche di quella bambina molto anormale.
-Mai, è la cosa più importante che ho!-
Lo guardai molto minacciosa, infilandomi i guanti di Cacca Puzzolente.
-Come scusa?! Non ho capito bene qual è la cosa più importante che hai-
Ero pronta a tirargli un pungo sul naso, io ero unica e irripetibile, non potevo certo essere sostituita con un peluche di una perfetta imbecille.
-Allora te lo ripeto: questo peluche è la cosa più importante che ho…-
-Allora avevo capito bene, preparati ad essere picchiato a sangue…-
-…Ma ho fretta di aggiungere che tu sei la persona più importante che ho-
-Uhm, ripensandoci potrei anche risparmiarti per stavolta , sempre se sopravvivrò ai crampi per la fame-
L’autista ci guardò dallo specchietto retrovisore.
-C’è un McDrive tra due chilometri, mi devo fermare?-
Margherita calmati, cerca di reprimere la rabbia per favore, non comportarti sempre come una disastrata mentale, ormai hai quasi quindici anni.
-Certo che ci fermiamo, brutto idiota, vuoi che crepi qui come un pupazzo di neve in mezzo al deserto?-
Liamino mi guardò preoccupato.
-Nel senso che ti stai per sciogliere?-
-Cosa vai a pensare Liamino?! Io mi sciolgo solo per te!-
 
P.O.V. MARIA
 
-Io e Maria ci fermiamo in un altro ristorante, sinceramente il McDrive è un po’ triste!-
Lo guardai malissimo.
-E quando avrei deciso questa cosa?-
Lui mi fece l’occhiolino per poi prendermi la mano e trascinarmi fuori dalla macchina, e quando dico “trascinare” intendo proprio l’atto di trascinare, dato che ero anche inciampata.
Salutò gli altri con la mano, mentre la macchina ripartiva ed io cercavo di rimanere in piedi, cercando di non cadergli addosso e non dover sopportare i suoi “dolci” commentini sulla mia carnagione rosso fuoco.
Ma naturalmente grazie alla mia solita fortuna e al mio equilibrio precario di una balena su una corda, accadde quel che più temevo: persi l’equilibrio e gli caddi addosso, ritrovandomi i suoi occhi ad un millimetro dai miei.
Il cuore cominciò a battermi all’impazzata, notando che il suo sorriso si allargava.
-Non per vantarmi, ma è da mezz’ora che ti sto tenendo per i fianchi per non vedere il tuo bel faccino spiaccicato sul marciapiede-
Lo guardai scettica.
-Non penso che la tua presa faccia tanto…-
-Ok-
E subito sciolse le braccia che mi tenevano i fianchi e su cui io stavo scaricando tutto il mio peso in quel momento molto instabile e caddi dritta dritta con il sedere a terra, frantumandomi l’osso sacro.
Lo fulminai con lo sguardo mentre mi massaggiavo il di dietro.
-Sei un idiota!-
Niente, non mi rispondeva e non mi aiutava neanche ad alzarmi!
Rideva solo, come un imbecille!
Mi alzai da sola e mi lisciai le pieghe del vestito.
Ah, perché dimenticavo di dirvi che non ero in comodi pantaloncini, ma in un vestito bellissimo, ma sempre un vestito e un paio di zeppe, che non aiutava affatto il mio equilibri precario.
L’imbecille si asciugò una lacrima che gli era scesa dal ridere per poi avvicinarmisi.
-Scusa, ti sei fatta tanto male? Potrei farti un massaggio- disse facendo ballare le sopracciglia.
Lo guardai malissimo tanto da farlo nascondere dentro ad una cabina telefonica.
-Grrrrrrrrazie, ma posso fare benissimo da sola!-
Lui annuì più volte, si inginocchiò e mi baciò i piedi.
-Ehm Louis, ci stanno guardando tutti.
Lui si alzò e mi fece l’occhiolino per poi prendermi per mano.
-Sto morendo di fame- mi disse.
-Anch’io, ma prima ti devo chiedere una cosa: che cosa è successo con Nate?-
-Ehm, ha scoperto che stiamo insieme-
Bene! Le cose andavano di bene in meglio!
-E come l’ha presa?-
-È contento che tu sia felice-
Annuii.
Si fermò per poi abbracciarmi.
-Sei sconvolta-
Cercai di negarlo in tutti i modi possibili, ma Louis mi guardò negli occhi.
-Sei sconvolta- ripeté.
-Non riesco a capire come possa tenere ancora così tanto a me. L’ho distrutto in tutti i modi, Louis. Dichiarandomi, illudendo le sue speranze, l’ho trasformato in qualcosa che non è più lui… e lui prova ancora affetto per me!-
Louis abbassò lo sguardo.
-E tu?-
-Io cosa?-
-Provi ancora qualcosa per lui, non è vero?-
-Louis!-
-Lo so, te lo si legge dallo sguardo quando si parla di lui, se stai con me solo per dimenticarlo, sappi che io ti amo davvero!- disse tutto questo a occhi bassi.
Di cosa aveva paura? Di vedere quello sguardo di cui parlava?
-Lou, ascoltami bene. Stappati quelle orecchie foderate di prosciutto che ti ritrovi, per favore, perché non lo ripeterò-
Presi il suo viso tra le mie mani, ma il suo sguardo era ancora a terra.
-Nathan per me è come un fratello, questo e nient’altro, è naturale che gli voglia un bene dell’anima. Ma tu Louis, sei qualcosa di indescrivibile. Sei dolce, disponibile, originale… e io ti amo, hai capito? Amo te e non Nathan o qualunque altra persona. Solo te-
Lui alzò lentamente lo sguardo su di me, per poi guardarmi come mai nessuno aveva mai fatto prima.
Arrossii di botto: non ero mai stata molto espansiva, soprattutto con i ragazzi e soprattutto su queste cose!
-Sul serio?- mi chiese, portando una ciocca dietro al mio orecchio.
Io annuii abbastanza imbarazzata, facendolo sorridere.
Mi accarezzò lentamente una guancia con il dorso della mano. Poi si avvicinò lentamente e mi sussurrò un “ti amo” sulle mie labbra per poi baciarle.
Lo abbraccia mentre lui approfondiva il bacio. Il suo profumo mi stordiva e il mio cuore tamburellava talmente forte nel petto he non avevo dubbi che lo potesse sentire anche lui.
Si staccò molto lentamente.
-Sei tutta rossa!-
-Tomlinson, se non te la smetti di fare il coglione ti spedisco in Siberia, hai capito?-
E poi gli pestai un piede, uccidendoglielo dato che portavo i tacchi. Lui si piegò in due cercando di baciarselo, ma sembrava più una tartaruga rovesciata che un cantante di fama mondiale.
-Se smetti di fare lo scemo potremmo anche andare a mangiare-
 
P.O.V. Louis
 
-Grazie per la cena ma non dovevi-
Sorrisi mettendole un braccio intorno alle spalle per poi avvicinarla a me.
-Sei la mia ragazza, se non ti posso offrire una cena sarebbe piuttosto grave non ti pare?-
Lei scrollò le spalle.
-Per me non ci sarebbe nessun prob…-
Le squillò il cellulare.
Ma possibile che ci dovevano disturbare proprio adesso? Voglio dire, non potevano aspettare un’oretta?
Guardò lo schermo del cellulare corrugando la fronte per poi lanciarmi un’occhiata che non presagiva nulla di buono.
-Pronto Nate-
O merda!
Mi passai preoccupato una mano tra i capelli e mi aggiustai la camicia che avevo fregato ad Harry e che mi lasciava gran parte del petto scoperto.
-Non sapevo come dirtelo, avevo paura della tua reazione…lo so che non mi avresti fatto nulla, ma…no no, ti prego non dire così, ti voglio bene, lo sai-
Eccome se gli voleva bene!
La guardai mentre incrociava un piede davanti l’altro e si mordicchiava il labbro inferiore. Era stupenda anche da sconvolta.
L’abbracciai mentre stava al telefono per farle capire che io ero lì con lei, anche in quel momento difficile non l’avevo abbandonata.
Lei mi strinse forte la camicia all’altezza della spalla e mi guardò smarrita negli occhi.
Non sapevo cosa fare!
-Sei veramente felice che io stia con Louis?...ok, grazie Nate, ti voglio tanto bene anch’io, buonanotte-
Restai per un attimo in silenzio, guardandola mentre rimetteva il cellulare nella borsa.
-Che ha detto?-
-Non riesco quasi a crederlo- mi disse con gli occhi quasi fuori dalle orbite- ha detto che sei un ragazzo in gamba-
-Perché avevi qualche dubbio su questo?- le chiesi aggiustandomi di nuovo il colletto della camicia in modo che lasciasse scoperta gran parte dei pettorali.
-Che idiota che sei!- rise lei dandomi un pugno sulla pelle scoperta.
La guardai malizioso.
-Che c’è?-
-Dì la verità, l’hai fatto apposta-
-A fare che?- mi chiese come se stesse parlando con un pazzo.
-A darmi un pungo sui pettorali, l’hai già detto che con questa camicia ti provoco-
Lei alzò gli occhi al cielo.
-Evidentemente mi sono scordata di aggiungere la parola “vomito”-
-Certo- le dissi scettico.
-Lo ammetto, ti sta bene-
Le feci l’occhiolino per poi darle un piccolo bacio sulle labbra. Le presi la mano e cominciammo a camminare verso casa.
 
P.O.V. Elena
 
Finalmente ero in camera mia spaparanzata nel mio bellissimo letto, pronta per andare in letargo, quando quei deficienti di Harry e Niall entrarono in camera mia cominciando a saltellare intorno a me-
-Si può sapere che stai facendo, amore mio?- gli chiesi.
-La danza della buonanotte –
Le mie sinapsi in quel momento erano molto lente, quindi mi ci vollero tipo cinque minuti prima di rendermi conto che non esisteva nessuna danza della buonanotte. Lo dissi a Harry, cercando di sembrare intelligente.
-Ce la siamo inventata giù in salotto in cinque minuti- disse mentre ancora saltellava come un canguro.
-Non mi sembra molto difficile-
-Perché non hai ancora visto tutto, tra poco si fa più complicata…Niall adesso-
 E tirarono su le braccia e cominciarono a saltare con le braccia alzate, tanto che sembravano due spaghetti impazziti.
Li guardai malissimo quando cominciarono anche a cantare qualcosa come una ninna nanna mixata.
-Ninna nanna (oh!)
Ninna(oh!)
Questo bimbo (oh oh!)
A chi lo do? (yeah!)- e intanto Niall  faceva anche gli effetti con la bocca.
Da pazzi!
-Ragazzi?-
Niente, continuavano a cantare come scemi, Niall cominciava anche ad imitare un dj sulle note di qualcosa di “tutz tutz”.
-Amore, Niall- urlai come una sclerata.
-Sì?-
-Se non uscite immediatamente vi uccidoooooo (oh!)-


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CIAO A TUTTI ECCO UN ALTRO CAPITOLO, DEVO COMUNICARVI CHE FRA POCO QUESTA STORIA FINIRA' MA NON VI PREOCCUPATE CE N'è SUBITO UN'ALTRA CHE VI ASPETTA!

 

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Capitolo 42
*** SOGNI PREMONITORI ***


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P.O.V. Claudia
 
Avevo come la sensazione che fossero passati quattro anni in un nanosecondo, una cosa abbastanza strana oserei dire!
E per di più mi trovavo nel bel mezzo di un matrimonio in una chiesa mai vista prima d’ora.
Cosa diavolo ci facevo nella panca delle amiche della sposa? Io non conoscevo la sposa, semplicemente perché non ero stata invitata a nessun matrimonio.
Guardai i due giovani sposi perché in effetti  erano giovanissimi. Lei non doveva essere più grande di me, forse era addirittura più piccola.
Margherita?!
Ma sì, sì era lei, il neo sul mento era inconfondibile e poi come non riconoscere Watson che fermava il velo nell’acconciatura?
Era bellissima e sicuramente quella era anche l’opinione dello sposo.
Mi sporsi per vedere meglio e vidi Liam, certo era abbastanza diverso da come lo conoscevo. Prima di tutto aveva la barba, era più muscoloso e i capelli erano ricci, segno che aveva seguito alla lettera i gusti di Marghe.
I due sposi non facevano altro che guardarsi con due occhi che erano luce.
Quando venne il momento delle fedi mi venne quasi un colpo: la testimone era Maria!
Certo che mi aspettavo? Era il matrimonio della sorella!
Guardai dalla parte dello sposo per vedere chi fossero i testimoni. Uno era Louis!
Cavolo che bona…ehm, volevo dire carino! Ciuffo, smoking, barbetta e muscoli. Una visione a dir poco niente male e sembrava che lui ne avesse una altrettanto attraente.
Non faceva altro che guardare la testimone della sposa con un sorrisetto sulle labbra.
In effetti anche lei era cambiata: i capelli erano lunghissimi e molto mossi, quasi ricci, indossava una vestitino blu a palloncino con un copri spalle e i tacchi che le stavano davvero bene. In più il trucco azzurro risaltava i suoi occhi marroni.
E lei non faceva altro che guardare da un’altra parte con un lieve rossore sulle guance, segno che si era accorta delle attenzioni di lui.
Un momento…ma se c’erano quei due, allora non poteva di certo mancare il resto della band.
Vidi Zayn e Harry solo alla fine della celebrazione fuori dalla chiesa, che si stavano tirando il riso come dei bambini, anche se di bambino il loro fisico non aveva proprio nulla, erano uomini al cento per cento.
Ma se quei due erano lì e Louis si stava avvicinando a Maria, dov’erano Niall, Elena e Aurora?
Aguzzai la vista ma vicino a quei due scemi c’erano solo due figure che non riuscivo a distinguere molto bene. Che strano! Dovevo farmi una visita oculistica al più presto!
Ma Niall? Dov’era?
Non poteva di certo mancare ad un evento del genere.
Inutile, non lo trovavo!
Ad un certo punto un grido e un applauso mi perforarono un timpano.
Gli sposi erano usciti dalla chiesa anche se non si vedevano molto bene dato che un’ondata di riso li travolse.
I due neosposini si guardarono per poi baciarsi dolcemente.
-Bravi!- urlò Maria saltellando, guadagnandosi uno sguardo e un sorriso di Louis.
Margherita prese la parola sputacchiando riso:
-Grazie mille, prima di ammazzarci per il buffet vorrei fare solo una cosa: il lancio del bouquet!-tutte le ragazze presenti urlarono come galline, tranne Maria che sbuffò –mettetevi in posizione puledrine- urlò Margherita-mentre ringrazio tutti per il riso che mi è entrato anche nelle mutande!-
Il suo sguardo si spostò sulla sorella che se ne stava ancora vicino alla coppia.
-Che stai facendo qui?-le chiese molto vicino all’ucciderla.
-Ehm, ti sto ascoltando-
-L’università ti sta rimbecillendo? Vai insieme alle altre-
-Anche se non voglio?-
-Anche se non vuoi!-
Maria sbuffò e si mise molto dietro rispetto alle altre partecipanti del gioco, giusto per far capire la sua voglia, che non aveva, di giocare.
-Sappi Liam che non ti invidio per niente- urlò da giù in fondo, scatenando la risata generale.
Margherita si concentrò, poi si voltò e tirò il bouquet come se fosse stato una bomba che le era capitata per sbaglio in mano, ovvero dritta dritta nelle mani di Maria, l’unica che non aveva fatto assolutamente niente per prenderlo.
La testimone si avvicinò a sua sorella più arrabbiata che mai.
-Dì la verità, l’hai fatto apposta! Brutta sorella troll che non sei altro!-
Poi si guardarono e cominciarono a cantare “trollololollol” e poi scoppiarono a ridere.
-Ti assicuro Mary che io non c’entro niente e poi sarà un segno del destino: dovevi essere sposata già da un pezzo- urlò Margherita-se una tro...-
-Amore, non davanti alla chiesa- per fortuna che c’era Liam.
-Stavo per dire trottola, comunque…se una trottola di nostra conoscenza non si fosse messa in mezzo, vero Louis?-
-Marghe!- esclamò Maria imbarazzatissima mentre lanciava uno sguardo a Louis che intercettò, accarezzandosi il labbro inferiore con il pollice e facendole l’occhiolino.
-Penso di sì, Marghe- disse lui, continuando a guardare Maria che era diventata tutta rossa  e guardava tutto da un’altra parte.
-Ehi amore com’è andata la cerimonia?- disse qualcuno toccandomi il braccio.
Sicuramente aveva sbagliato persona, quella non era la voce di Niall!
-Ehi Clà, tesoro mio?-
Mi girai, ma allora stava parlando con me!
Pelle scura, capelli neri, accento irlandese.
-Siva?!-
 
Mi svegliai di colpo urlando, ero sudata da morire e in testa avevo ancora quel viso che conoscevo, ma non come il mio ragazzo!
Avevo la gola secca e mi accorsi di stare piangendo solo quando una lacrima salata mi cadde sul dorso della mano.
Corsi in cucina per bere un bicchiere d’acqua ma mi tornò in mente Siva.
Urlai frustrata e le lacrime ricominciarono a scendere. Non mi ero accorta neanche di stare sognando!
Mi bloccai di colpo: un sogno premonitore! Perfetto!
Chi ha detto che la verità è sempre la cosa più giusta? A me faceva schifo.
-Schifo!-urlai.
Niall entrò di fretta nella stanza e mi abbracciò fortissimo, non mi chiese neanche il motivo, mi consolava e basta. E io non lo avrei amato per sempre!


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Capitolo 43
*** NON È UN ADDIO! ***


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P.O.V. Claudia
 
Non avevo mai visto l’aeroporto così affollato. Non che quell’estate l’avessi frequentato molto, ma di sicuro il 9 giugno non era così pieno.
Tutti partivano per tornare dove dovevano tornare, nel nostro caso l’inferno.
Ci guardammo tutti quanti negli occhi in silenzio.
Noi eravamo pronte a tornare alla normalità e loro…beh, loro ci erano sempre stati.
Nialla guardava un punto indefinito davanti a sé e mi stringeva convulsamente la mano, fino a quando Maria corse verso l’entrata: l’intera band dei The Wanted era venuta a salutarci…e tra loro c’era anche Siva.
Quando mi sorrise, salutandomi, mi tornò in mente quel sogno così terribile ma purtroppo premonitore.
Lo salutai anch’io ma freddamente, non ci fece neanche troppo caso, forse si aspettava, essendo il giorno della nostra partenza, che non avrei fatto salti di gioia e ballato il merengue intorno ad un totem.
Max mise una mano sulla spalla a Zayn.
In fondo non era male vedere i frutti dell’estate davanti a noi: una nuova amicizia, un nuovo contratto e storie d’amore.
-Credo che sia arrivato il momento- dissi o meglio sussurrai, dato che avevo la gola secca.
Niall annuì guardandomi negli occhi incatenandoli ai miei, finchè per la troppa vicinanza dei nostri visi non dovemmo chiuderli.
-Ti amo Claudia, sei una delle persone più importanti che io abbia mai conosciuto-
Guardai i suoi occhi che erano così pieni di lacrime che sembravano veramente due diamanti.
Lo strinsi fortissimo a me, consapevole che forse quella era l’ultima volta che ci vedevamo così, faccia a faccia. In effetti noi non avevamo fatto alcuna promessa, come Margherita e Liam.
-Ti amo Claudia- ripeté lui- ti giuro che…- lo zittii, posandogli un dito sulle labbra, non potevo sopportare altro, avrebbe detto scuramente qualche bugia che in quel momento sarebbe sembrata la più bella dichiarazione di sempre, ma che in realtà era solo un’illusione e nient’altro.
-Non giurare cose che poi col tempo potrebbero cambiare-
Mi guardò confuso, non riuscivo a sopportare quello sguardo, era troppo limpido, lo trasformava quasi in un cucciolo indifeso e come potevo fargli del male rivelandogli la verità sul nostro futuro? Semplicemente non potevo. Mi guardai intorno e vidi Elena  e Harry che se ne stavano abbracciati e sembravano non volersi più staccare, inconsciamente lo sguardo mi cadde sui The Wanted e intercettò quello di Siva, che mi sorrise quasi timidamente.
Mi voltai subito verso Niall e lo baciai all’improvviso, sorprendendolo, ma fu subito lui che approfondì il bacio. Se anche non saremo stati insieme per sempre, volevo ricordare per sempre il sapore di un ragazzo che avevo amato e che profumava di un’ estate indimenticabile.
 
P.O.V. Elena
 
Probabilmente se non mi avesse messo due dita sotto il mento per tirarmi su il viso l’unico ricordo che avrei avuto di lui sarebbe stata una camicia bagnata dalle mie lacrime.
-Ehi piccola, ricordati che non è un addio…-
Anche se parlava con dolcezza non era riuscito per niente a calmarmi, anzi il fatto che quell’ “”addio” lo aveva pronunciato quasi strozzandosi a causa del nodo in gola, mi aveva procurato una crisi isterica.
-Mi chiamerai tutti i giorni, vero? Non posso resistere senza sentire la tua voce che mi ripete quanto io sia importante per te-
Lui annuì singhiozzando e baciandomi la testa. Teneva le braccia intorno alla mia vita, quasi come un gesto disperato per farmi restare vicino a lui. Ma il momento di separarsi era arrivato e se ancora non se ne era fatto una ragione, il tempo lo avrebbe aiutato a farsene una. Guardai Claudia che stava salutando i The Wanted  e che quindi si era già separata da Niall.
Sorrisi tristemente  guardando Harry. Lui tirò un po’ su col naso e si passò una mano tra i capelli.
-Sto piangendo come un bambino-disse, asciugandosi le lacrime.
-E io sto piangendo come una bambina. Non penso che ci sia del male in questo, giusto?-
Lui annuì.
Inutile non sorrideva, insomma mi sarei accontentata anche di qualcosa di forzato, ma non poteva fissarmi in quel modo e per di più con quegli occhi pieni di lacrime.
Mi stava facendo impazzire per non parlare del senso di colpa che mi stava uccidendo!
-Vienimi a trovare in Italia, mi raccomando, magari potresti prendere un po’ di sole, così sembri un cotton-fioc ambulante-
Lui sorrise e mi baciò dolcemente le labbra, per poi approfondire il bacio che mi lasciò un sapore dolcissimo in bocca, il suo.
 
P.O.V. Aurora
 
Mi persi nei suoi occhi color cioccolata e mi ritrovai solo quando li distolse dai miei per guardare da dove provenisse quel lamento di morte disumano che penso aveva richiamato anche gli avvoltoi in Australia.
Non mi voltai neanche, conoscevo fin troppo bene quella voce che faceva invidia al barrito di un elefante: Margherita.
Sorridemmo per poi tornare seri quando i nostri sguardi si incatenarono.
-Avremmo dovuto passare più tempo insieme-
-Oppure non dovevamo per niente metterci insieme-
Lui mi guardò confuso.
-Che vuoi dire?-
-Zayn…ho passato dei momenti bellissimi con te, ma ora sto soffrendo, stiamo soffrendo e ho paura che potremmo soffrire per molto tempo-
-Diciamo per un anno-
Toccò a me ora guardarlo confusa.
-Un anno?-
Lui mi sorrise.
-Con i ragazzi abbiamo deciso che non sarebbe male passare un’altra estate insieme.
Cominciai a saltellare come una sclerata: un’altra estate insieme e stavolta senza sfide, balli, sorprese e case discografiche.
Un’estate dedicata solo a noi.
-Sarebbe fantastico, ma la casa discografica non avrà qualcosa da obiettare?- gli domandai ricordandomi all’improvviso che dovevano obbedire ad un pallone gonfiato.
-Non penso sia un problema, comunque se non sarà d’accordo me ne fregherò altamente, d’altronde non sono mai stato molto bravo ad obbedire-
Sorrisi e gli presi il naso.
-Lo so, mio caro. In effetti non ti è fregato niente neanche quando ti avevo detto che ero allergica a cartoni animati demenziali e fortemente deprimenti, se ricordo bene mi hai legato ad una sedia per farmi vedere il trenino Thomas-
-E ti è piaciuto?-
-Mi ha fatto letteralmente cacare!-
Lui mi guardò scettico.
-Ma se hai cantato la sigla per una settimana intera e hai voluto a tutti i costi una paletta da ferroviere tale e quale ala mia!-
 
P.O.V Margherita
 
-Liamino sei cattivo!-
Lui mi guardò con un’espressione stralunata.
-Ma che ho fatto?-
-Mi stai facendo partire-
-Sto piangendo da una settimana per la tua partenza, non credi che se ci fosse stato qualcosa che avrei potuto fare per impedirti di andartene lo avrei già fatto da un pezzo?-
Tirò su col naso producendo un rumore altamente schifoso.
-Soffiati il naso Liamino che fai schifo!-
Al momento eravamo molto lacrimosi e piagnucolosi, forse tra qualche istante qualcuno ci si sarebbe avvicinato con delle bottiglie credendoci sorgenti o qualcosa del genere.
Dopo esserci soffiati il naso circa un miliardo di volte e quindi dopo aver esaurito tutti i fazzoletti di carta presenti sul mercato, ci guardammo negli occhi.
-Ho…ho preparato una piccola cosa per te- gli dissi imbarazzata, tirando fuori un cartello di proprietà privata. Lui lo prese, sorridendo, sfiorandomi le mani con le sue ancora bagnate dalle sue lacrime.
-Mi raccomando sbattilo in faccia a qualche putroccola che ti si avvicina quando io sarò…sarò…o Liamino!-urlai abbracciandolo.
Lui mi strinse fortissimo al suo petto, forse credeva che per osmosi sarei entrata dentro di lui.
Sentivo il suo cuore battere dritto dritto nel mio orecchio e mi ricordai che batteva per me.
Lo baciai.
-Che stai facendo?-
-Ho detto al tuo cuore di non smettere di battere altrimenti Watson gliela farà pagare-
-E il bacio?-
-Gliel’ho sussurrato-
Lui mi sorrise.
-Allora posso sussurrarti anch’o qualcosa?- disse sulle mie labbra, prima di fondere le sue con le mie in un bacio che toglieva il respiro.
Non appena si staccò avvicinò piano la bocca al mio orecchio.
-Ti amo, amore mio. Ti giuro che non ho mai detto questa parola con il significato che le do ora. Non so cosa mi hai fatto, ma so solo che tutto quello che era prima di te era grigio e tu lo hai colorato di te-
-Te la sei scaricata da Internet?-
-No!-
-Ambè, altrimenti Watson avrebbe compiuto un omicidio-
Lui mi sorrise e mi baciò di nuovo e stavolta approfondì il bacio, mettendo le mani tra i miei capelli, mentre io le posai sul suo cuore.
Sentivo le sue labbra accarezzare le mie con dolcezza e allo stesso tempo con passione, facendomi sentire l’unica persona che avrebbe veramente amato per e in tutta la sua vita.
E seppi allora cos’era l’amore.
-Ti amo Liamino- dissi quando appoggiò la fronte sulla mia e mentre io gli cingevo il collo con le braccia.
Lui mi guardò le labbra.
-Ti prego ripetilo-
-Ti amo ti amo ti amo, se vuoi lo posso ripetere altre diecimila volte  finchè anche il cielo non si stancherà di sentire la mia voce ripeterlo e mi ucciderà-
Mi accarezzò una guancia con il dorso della mano, portandomi via alcune lacrime che continuavano a correre lungo le mie guance.
-E io lo convincerei a prendere la mia vita piuttosto che la tua-
Quelle parole mi tolsero il respiro come un pugno alo stomaco, un colpo basso persino per Cacca Puzzolente. Il fatto è che era serio, in quel momento seppi che diceva la verità che lo avrebbe fatto veramente.
-Ed io pregherei il cielo di uccidermi per raggiungerti perché questa vita senza di te è come una brioche senza marmellata, vuota-
-Sono le parole più belle che una persona mi abbia mai detto- disse dopo aver trattenuto il respiro per un po’.
-E per me le tue sono le più belle parole che un ragazzo potrà mai pronunciare e sai perché?-
Lui fece di no con la testa, guardando le mie labbra che si stavano avvicinando alle sue.
-Perché saranno sugellate da questo bacio, mi raggiungeranno il cuore ne sono sicura-
Baciai le sue labbra carnose più e più volte, mentre le lacrime inumidivano le nostre guance.
Non sarebbe servito il cartello di proprietà privata, lui era mio per sempre e dio ero sua, soltanto sue per sempre.
 
P.O.V. Maria
 
Stavo abbracciando Nathan da più di mezz’ora.
 Tra risate e lacrime stavamo riassumendo tutta l’estate. Lo guardai negli occhi, anche se ero innamorata di Louis, i suoi erano sempre i più belli.
Mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Non posso pensare che te ne stai andando via-
Io annuii.
All’inizio dell’estate, quando mi aspettavano davanti tre mesi con la mia band preferita mi erano sembrati un’eternità, ma ripensandoci, mi rendevo conto che erano pochissimi.
Nathan guardò oltre la mia spalla e sorrise.
-Ti conviene andare da Louis, si sta torturando quei poveri capelli-
Anche se il suo tono nascondeva tutto ciò che provava, sapevo benissimo che in realtà lasciarmi andare era l’ultima cosa che avrebbe voluto vedere.
Mi mordicchiai il labbro inferiore.
-A proposito di Louis…-
Mi posò un dito sulle labbra e mi guardò negli occhi, scavandomi dentro.
-Se lui è la persona che ti fa felice, io sono felice…non ti devi scusare Maria-
Lo abbracciai di scatto.
-Grazie Nate, sei il migliore amico che si possa desiderare-
-Ora va da lui!- disse facendo un cenno con la testa verso Louis.
Mi diressi verso di lui che non faceva altro che guardare fisso a terra.
-Ehm …Louis?-
-Mi hai interrotto- disse facendo il broncio.
-Interrotto a fare cosa?-
-Mi stavo preparando tutto il discorso e tu mi hai interrotto proprio sul più bello-
Lo guardai stralunata, indietreggiando lentamente e indicandolo per farlo sentire diverso.
-Vuoi dire che ti serve preparare un discorso per dirmi addio?- gli domandai con un tono minaccioso non indifferente.
-Non voglio dirti solo addio, ma voglio dare forma a tutta i pensieri che mi frullano in testa e ti assicuro che non sono pochi-
Mi finsi stupita, mentre mi stringeva tra le sue braccia.
-Ammazzi di fatica quel povero neurone, eh!-
Lui mi guardò per un attimo.
-Ma sei almeno un po’ triste di lasciarmi? Stai scherzando come se dovessimo andare in spiaggia insieme-
Gli diedi un pugno sul braccio.
Cavolo, che dolore! Mi aveva ucciso tutte le dita della mia povera manina sinistra.
Dannati muscoli trollolo!
Lui sorrise dolcemente davanti alla mia smorfia, facendomi arrossire.
-Sei sempre la solita- mi disse sorridendo teneramente.
Lo guardai imbarazzatissima.
-Vuoi dire la solita ragazza goffa, insicura, stupida, che fa di continuo figure di cacca e battute scrause?-
Lui scosse la testa.
-Voglio dire la ragazza più belle e simpatica di sempre che trasforma qualunque cosa faccia in una cosa originale. Sto parlano di quella ragazza che mi ha colpito sin dal primo momento e che ora mi ha rubato un tesoro che mi appartiene-
Le lacrime cominciarono a riempirmi gli occhi dopo quelle bellissime parole che sinceramente mi avevano spiazzato.
Mi aspettavo la presa in giro più lunga della storia e invece aveva pronunciato la dichiarazione d’amore più commovente della storia.
-E cosa avrei rubato?- chiesi tra i singhiozzi.
Lui si avvicinò lentamente, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Il mio cuore- sussurrò ad un soffio dalla mie labbra.
Annullai la distanza che ci separava, fondendo i nostri respiri, baciai quelle labbra che avevano pronunciato quelle parole piene di dolcezza.
Lui approfondì il bacio stringendomi più che poteva. Sentivo il suo petto caldo a contatto con il mio e i nostri cuori scandire all’unisono il poco tempo che ci era rimasto.
Ci staccammo lentamente per poi perderci l’uno negli occhi dell’altra.
-Devo andare- sussurrai con un nodo alla gola.
Lui annuì senza lasciarmi le mani che ancora stringeva tra le sue.
Sorrisi.
-È ora Louis, ti prego lasciami-
Lui chiuse gli occhi e sospirò, poi lasciò lentamente le mia mani.
E in quel momento sentii che una parte del mio cuore  rimaneva con Louis a Londra e una parte del suo cuore veniva in Italia.
Con me.



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Fine

BENE RAGAZZI, VI SALUTO, QUESTO è L'ULTIMO CAPITOLO DI QUESTA STORIA, SPERO CHE VI SIA PIACIUTA E CHE CONTINIUATE A SEGUIRMI IN NUMEROSI!
 

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