Do I love him?

di Sery400
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo. ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo. ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo. ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo. ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo. ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo. ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo. ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo. ***


Nota: la storia si svolge dopo la 5x05, quindi per chi non ha visto la puntata, è spoiler.


Primo capitolo.

“Klaus”
“Caroline..”
“......”
“Che c’è, Caroline?  Non sei una di quelle che chiama per fare un saluto, non con me”
“Tyler..”
“Cosa? Siete felici e contenti? Lo sono anche io per voi.”
“No, è finita, e ora vuole vendicare la madre, sta venendo da te.”
“E così non è riuscito ad amarti più di quanto odia me..”
“Sta zitto! Volevo solo avvertiti ma già me ne sono pentita”
Sto per attaccare, quando sento ancora la sua voce.
“Aspetta! Perché l’hai fatto?”
“Fatto cosa?”
“Perché hai chiamato? Voglio dire, se anche mi fossi ritrovato Tyler qui davanti senza avvertimenti, io sono immortale, non puoi farmi del male, che senso ha avuto avvertirmi?”
Ha ragione. Che senso ha avuto avvertirlo? Non lo so nemmeno io, sentivo che dovevo chiamarlo, sentire la sua voce, e questo mi è sembrato un buon pretesto.
“Non dirmi che ti manco tanto da avermi chiamato appena qualcosa è iniziato ad andare storto” so che il suo sorriso si sta diffondendo sul suo viso, quel sorriso che tanto odio perché lo usa ogni volta che crede di aver vinto, e che tanto amo perché lo rende così dannatamente bello. Tanto da farmi sentire la sua mancanza.
“Se ti avessi chiamato ogni volta che qui a Mystic Falls fosse successo qualcosa che non va, sarei stata tutti i giorni al telefono con te”
“A me non sarebbe dispiaciuto”
Forse nemmeno a me, ma non glielo dico.
“Continui a corteggiarmi anche da chilometri e chilometri di distanza?”
“Non smetterò di amarti solo perché ti sono lontano, Caroline, soprattutto non ora che mi hai detto che con Tyler è finita” nella sua voce c’è quel tono dolce, ma sicuro, quello che usa solo con me e capisco che dice sul serio.
“Ci sentiamo, Klaus” rispondo dopo un po’ e detto questo attacco.
Mi butto sul letto del dormitorio. Elena non c’è, starà ancora con Damon. Perché la prima cosa che ho fatto dopo che Tyler se n’è andato è stata chiamare Klaus e non avvertire Elena, sfogarmi con lei, piangere, magari? Piangere come ho fatto quando mi ha detto addio la prima volta?
Può essere che dopo tutti gli addii che ci siamo detti ormai non faccia più così male?
Può essere che ormai mi ci sia abituata?
Ma come ci si può abituare all’addio della persona che si ama? Perché io lo amo Tyler, questo è sicuro. Nonostante tutto io Tyler lo amo e continuerò ad amarlo.
‘E Klaus?’ una vocina nella mia testa mi pone questa domanda. Domanda a cui non so rispondere, non ancora.
Klaus ha messo da parte l’odio per Tyler, per me.
Tyler ha preferito odiare lui.
Odiare è più facile di amare. Era più facile quando odiavo Klaus.
‘Quindi lo ami’ sussurra la stessa vocina di prima nella mia testa.
‘No che non lo amo, semplicemente non lo odio, non quanto e come vorrei’ le rispondo.
Mi sembra così stupido pensare a ciò che provo per Klaus subito dopo aver rotto definitivamente con Tyler. Eppure non posso farne a meno, ormai quel maledetto ibrido che ha rovinato tutte le vite dei miei amici e la mia, fa perennemente parte dei miei pensieri, ed è straziante non riuscire a fare niente per evitarlo. O forse sono io che non voglio evitarlo. Pensare a Klaus mi fa stare bene, lui mi fa stare bene, o almeno, faceva. Anche se da quando se n’è andato mi sembra che la mia vita sia tornata normale, per quanto la mia vita possa davvero esserlo. Non c’è più lui che spunta dappertutto. Non c’è più lui che mi fa mettere in discussione il mio amore per Tyler. Anzi, quello riesce ancora a farlo. Allora forse non è vero che la mia vita è tornata normale, lui è ancora con me, o peggio, è dentro di me.
Cosa devo fare?
Cosa provo davvero?
Non riesco a darmi una risposta, che ho finito di preparare una piccola valigia con le cose necessarie e mi dirigo verso la mia macchina.
Direzione: New Orleans. 


Nota: è la prima fan fiction a capitoli che scrivo, spero vi sia piaciuto questo primo capitolo e che vi piaceranno i seguenti.
I capitoli li pubblicherò a distanza di una settimana, o almeno, questa è l'idea.
Alla prossima settimana! :)

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo. ***


Secondo capitolo.

Che diamine sto facendo? Perché sono in questa macchina? E perché sto andando a New Orleans?
Queste sono le domande che mi ronzano in testa per tutto il viaggio.
Mi ripeto che sto andando lì per Tyler, perché non voglio che si trasformi in Klaus, perché non voglio che ciò che gli ho detto si avveri ‘per uno che odia Klaus, sembri davvero molto simile a lui’.
Ma so che probabilmente è una bugia che mi sono inventata per Elena e per non pensare che stia andando lì per salvare Klaus. Da cosa, poi? Lui è immortale! Ma allora perché non riesco a levarmi dalla testa il pensiero che vederlo soffrire mi farebbe più male di quanto penso?
Tra un pensiero e l’altro mi ritrovo a New Orleans prima di quanto pensassi.
E ora? Mi chiedo. Non conosco questa città, non conosco nessuno qui.
Ma come mi è saltato in mente di venire?
Parcheggio la macchina e entro nel primo bar che incontro; se so una cosa in questo momento, è che ho bisogno di bere.
Mentre entro non riesco a negare a me stessa che una parte di me spera di trovarlo qui.
Aspetta! Ora il mio ‘lui’ è diventato Klaus? Chi è che spero di incontrare? Mi dico che sto pensando a Tyler, ma non posso mentirmi per sempre.
Le mie speranze diventano realtà appena bevo il primo sorso di scotch, più o meno.
“Ma guarda chi si vede, una puttanella bionda seduta ad un bancone di un bar, a New Orleans” Rebekah sottolinea quelle ultime parole con enfasi.
“Tra tutte le persone che vorrei vedere in questo momento, tu sei in fondo alla lista”
“Però almeno ci sono, nella lista”
Sospiro.
“E scommetto che il mio fratellone è il primo, non è vero?” continua. Finalmente mi volto a guardarla. Sta sforzandosi di non ridere, e io sto sforzandomi di non provare ad ucciderla o, visto che è immortale, a farle del male, molto male.
“Non conosco il posto e tu, vivendoci, sei automaticamente entrata nella lista dalle persone da vedere.”
“E perché mai, se non conosci il posto, saresti venuta fin quaggiù?”
Pensa di sapere la risposta, ma non è così. Decido di svuotare il sacco.
“Tyler è venuto a NO per vendicare la madre e ha messo da parte me, per questo. Non permetterò che per colpa di Klaus si trasformi in qualcuno che non è”
“Mmm… e così non saresti venuta per vedere il mio fratellone, che ti manca tanto?” dice facendo un finto faccino dolce, per poi tornare a sorridere divertita.
Mi rigiro e riprendo a bere, dopo aver capito che Rebekah non mi aiuterà minimamente. Realizzo di aver sbagliato a pensare questo, appena riapre bocca.
“Non ho visto Tyler, ma posso portarti da Klaus. Quanto intendi restare?”
“Resterò fin quando non avrò parlato con Tyler e non gli avrò fatto cambiare idea”
“Ehi, non sopravvalutarti troppo. Comunque se ti serve un posto dove dormire, se la benvenuta, più o meno” dice, scocciata.
“Non devi farlo per forza” le rispondo, non voglio essere un peso, ma soprattutto non voglio stare con una persona che mi odia e sentire le sue battutine tutto il tempo.
“Non lo faccio per te” risponde immediata.
Lo fa per Klaus. Lo capisco da come ha pronunciato quelle parole, ma non ribatto. Mi alzo e le faccio segno di fare strada.
 
Mi blocco appena vedo la residenza in cui vivono. Dall’esterno è magnifica, immensa e probabilmente lo sarà anche all’interno. Ma prima ancora di entrare qualcuno spalanca la porta di casa.
“Klaus”
Al suo della mia voce Klaus alza lo sguardo e si ferma, come paralizzato. Nel suo sguardo riesco a leggere sorpresa, felicità, confusione.
“Caroline” sussurra “che ci fai qui?”
“Io andrei via…” dice Rebekah scomparendo, ma quasi non ci facciamo caso. Ormai per me esiste solo lui e per lui esisto solo io, e ne siamo entrambi consapevoli. Rimaniamo a fissarci per un tempo indefinito, fin quando, non sapendo nemmeno come è successo, mi ritrovo stretta tra le sue braccia, a ricambiare l’abbraccio.

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo. ***


Terzo capitolo.

POV KLAUS.
 
“Non si è ancora fatto vedere” la informo. Siamo sul divano del soggiorno, bevendo, perché a bere siamo bravi, a dimostrare i nostri sentimenti l’uno per l’altro no. Anche se c’è stato quell’abbraccio, uno dei più belli e dei più strani della mia vita (ed è tutto dire!). Voglio dire, come mi è venuto in mente di abbracciarla? Ovviamente la domanda se l’è posta anche lei, visto il suo sguardo dopo averla lasciata andare. Il bisogno di sapere che Caroline era davvero qui era implacabile, come il bisogno di sentire di nuovo il suo calore, di saperla di nuovo vicino a me; ma non avrei mai creduto di arrivare a lasciarmi andare fino a quel punto. È stato strano abbracciarla, non l’avevo mai fatto prima, non ne avevo mai avuto il diritto. In realtà nemmeno prima l’avevo, ma l’istinto ha prevalso sulla ragione. Comunque sia, dopo quell’abbraccio non è successo niente. Mi sarebbe piaciuto stare abbracciato a lei per sempre, ma sapevo che ciò che desideravo non era possibile, così l’ho invitata a bere qualcosa.
Non riesco a levarmi dalla mente il pensiero che Caroline è qui, con me, è venuta per me. È vero, ha detto che è venuta per Tyler, ma io so che non è così, l’ho sempre saputo, e anche lei lo sa, semplicemente non riesce ad ammetterlo a se stessa.
Tutto me stesso le vorrebbe urlare ‘resta, ti prego, resta per me’, ma non lo faccio. Mi limito a chiederle “che vuoi fare ora?”
“Credo che rimarrò, almeno fin quando non ci avrò parlato” risponde. Non riesco a leggere nei suoi occhi, sembra stanca. Tutto il mio corpo però sta urlando perché lei, anche se per Tyler, rimarrà.
“Beh, allora menomale che il mio letto è abbastanza grande per tutte e due” dico sorridendo. So che ora ribatterà, urlerà e si arrabbierà, ma mi piace stuzzicarla e credo di averlo detto anche perché non vedo l’ora che un giorno, il sogno di dormire insieme, si avvererà.
Al contrario di quella che ho pensato potesse essere la sua reazione, mi guarda male, ma sta in silenzio.
Faccio allargare un altro po’ il mio sorriso ‘diabolico’ e sto per parlare ancora, quando mi interrompe: “sono stanca, Klaus, non ho voglia di stare ai tuoi giochetti”
Quelle parole mi spiazzano. ‘I miei giochetti’. Così è questo che pensa di me, che è tutto un gioco. L’espressione sul suo viso cambia, probabilmente dopo aver visto la mia, ma faccio finta di non preoccuparmene e le dico semplicemente: “ti faccio strada verso la tua camera”.
 
Sarà che se al posto di Caroline ci fosse stata qualsiasi altra ragazza non avrei perso tempo a portarmela a letto, sfruttando le sue debolezze e la sua stanchezza, ma per una volta, sento di aver fatto la cosa giusta. Ho accompagnato Caroline in una delle tante camere che abbiamo, poi mi sono fatto dire dove ha lasciato la sua macchina, sono andato a prenderla e l’ho guidata fino a qui, portando in camera sua la sua piccola valigia. Chissà quanto ha intenzione di restare. Nel tempo che ho impiegato nel portare la sua macchina a casa, lei si è lavata e cambiata, infatti quando sono entrato nella sua camera era già nel letto, lo sguardo puntato al soffitto. Mi piace pensare che stesse pensando a me. Ho lasciato la sua valigia accanto alla porta e con un ‘buonanotte’ sono uscito.
Ora sono nella stessa posizione in cui era lei: steso sul letto, occhi puntati al soffitto, gambe e braccia distese. L’unica differenza e che io sono ancora vestito e con le scarpe e sono sopra le coperte.
‘Lei è qui’. La mia mente riesce a pensare solo a questo e per una sera non penso alla guerra che sta per scoppiare fuori dalle mura che compongono questa casa.

Note: spero che questo capitolo, anche se è molto corto, non vi deluda.
Mi fa tantissimo piacere vedere che la storia è seguita e ringrazio le perosne che l'hanno recensita.
Alla prossima settimana! :)

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo. ***


Quarto capitolo.
 
POV CAROLINE.
 
Mi sveglio rendendomi conto di dove sono solo dopo aver osservato la camera in cui ho dormito per qualche istante. La rottura con Tyler non era un sogno, così come non lo è stata la chiamata a Klaus, il viaggio, il suo abbraccio, la bevuta.
Mille immagini si riversano nella mia mente e vado nel panico. Perché sono qui? Perché sono da Klaus? Non dovrei essere qui, Tyler mi ha lasciata perciò ormai quello che fa non è affar mio e Klaus potrebbe farsi illusioni.
‘Sicura che sono solo illusioni?’ la vocina nella mia testa che tanto odio si rifà sentire. Decido di ignorarla, anzi, decido di ignorare tutto, ogni pensiero. Infondo, se sono qui è per un motivo, anche se non so quale assurdo motivo sia, basterà solo capirlo.
Che ore sono? Guardo il cellulare per scoprirlo: 10.27. Ho dormito così tanto? Quant’è che non dormivo così? È vero che mi sono addormentata tardissimo per i mille pensieri che mi ronzavano in testa, ma pensavo di svegliarmi prima.
Dov’è Klaus? Non lo so, perciò decido di alzarmi e fare un giro per casa.
Arrivo in cucina e mi verso un bicchiere d’acqua. Proprio nel momento in cui sto posando il bicchiere dopo aver bevuto qualcuno entra nella stanza. Quando mi volto non capisco il motivo di tanta sorpresa nel vedere Hayley, in fondo avrei dovuto sapere che viveva con Klaus e Rebekah. Dovrebbe esserci anche Elijah, ma non l’ho ancora visto.
“Caroline, che ci fai qua?” mi chiede, stupita.
“Ciao Hayley, è una storia lunga, hai tempo?” chiedo.
“Ho tutto il tempo del mondo, sono praticamente bloccata in casa” quando la guardo confusa continua “Klaus non vuole che esca, continua a ripetere che è pericoloso, sai, per il bambino”
Il bambino. Non ci ho mai pensato a lungo, anzi, non ci ho mai pensato e basta. Klaus me l’aveva accennato, ma non mi ha mai detto niente a tal proposito e io non ho mai fatto domande. Ma ora mi viene da pensare ‘perché pensa ancora a me, quando ha un bambino e una madre da accudire?’.
“Vieni, ti racconterò” e così dicendo ci sediamo sullo stesso divano dove la sera prima mi ero seduta a bere con Klaus.
“A proposito di Klaus, sai dov’è?” chiedo, prima di iniziare a parlare di tutto ciò che è successo il giorno prima.
“È uscito stamattina presto, così come Rebekah e Elijah, non so se ti ha parlato di quello che sta succedendo qui”
“No, non abbiamo avuto molto tempo in realtà”
 
Quando finisco di raccontare a Hayley di Tyler e del motivo per cui sono venuta a New Orleans, le chiedo di raccontarmi di lei, di come è la vita con un bambino in grembo, il cui padre è Klaus.
Mi informa dicendomi che Klaus non si è trasformato in un padre dolce e affettuoso e che loro non sono legati da niente, a parte il fatto che lei è incinta di suo figlio. Mi ha fatto capire che non stanno insieme, semplicemente le ha offerto di stare a casa sua per proteggerla.
‘Mi ama ancora’ penso, e mi rendo conto in quel momento che è la realtà: Klaus mi ama e non smetterà di farlo, nemmeno per suo figlio.
Capisco anche che sta succedendo qualcosa qui a New Orleans, ma mi farò spiegare bene da Klaus.
Per ora faccio come mi ha consigliato Hayley: rimango in casa, anche perché non saprei dove andare.
 
Il rumore di passi in direzione della mia camera mi fa smettere di sistemare le cose che ho in valigia. Sento bussare un attimo dopo essermi fermata.
“Avanti” dico.
Entra Klaus. Lo guardo, lo osservo: è bello. È in giacca, con sotto una camicia blu sbottonata tanto da far intravedere parte del petto. Distolgo immediatamente lo sguardo da lui e cerco di riconcentrarmi sulla valigia.
“Cosa c’è, Klaus?” gli chiedo, visto che sembra non intenzionato a parlare.
“Devo parlarti”
“E allora parla”
“Vieni” dopo quella parola mi giro e vedo che mi sta indicando il letto. Si siede e faccio altrettanto.
“Non so quanto Hayley ti ha detto, ma non voglio coinvolgerti con ciò che sta succedendo qui, non siamo a Mystic Falls, qui sta per scoppiare una guerra”
“Cosa?”
“E’ molto complicata la storia e non voglio che tu ne faccia parte, però non voglio nemmeno che tu sia all’oscuro di tutto. Tanti anni fa io e i miei fratelli abbiamo contribuito a creare questa città e qui eravamo felici. Ho conosciuto questo ragazzo: Marcel, l’ho cresciuto, gli ho insegnato a combattere, a vincere, a comandare. Gli ho insegnato ad essere Re. Ora lui si è impadronito di tutto ciò che un tempo era mio, lo rivoglio, ma sembra più difficile di quanto pensassi” dopo un po’ continua “non voglio che scopra che sei qui, dalla mia parte.”
“Mi terrai prigioniera in questa casa come fai con Hayley?” gli chiedo. C’è irritazione nella mia voce, non rimarrò qui senza fare nulla, so che vuole proteggermi, ma non gli permetterò di tenermi chiusa in casa.
“Non ti tengo prigioniera. Fosse per me ti farei visitare la città, ogni centimetro, ogni luogo; ti porterei a cena fuori ogni sera; ti accompagnerei a fare shopping, anche se poi so che me ne pentirei; farei di tutto, per farti stare bene.”
“Però non lo fai” intervengo.
“Ma non lo capisci” ora si è alzato in piedi e sta urlando “che è troppo pericoloso? Se Marcel scoprisse chi sei ti ucciderebbe, o peggio, ti userebbe contro di me”
“Che è peggio di morire, no? È meglio che io muoia piuttosto che stare contro di te, perché tu non puoi fare a meno del potere, lo vuoi tutto per te, e allora io sarei solo un ostacolo!” ora sono in piedi anche io e sto urlando più forte di lui.
In un secondo è davanti a me, a pochi centimetri di distanza da me. È così vicino che riesco a sentire il suo profumo, il suo fiato su di me.
“Non riuscirei a sopportare l’idea di vederti dalla sua parte, lontana da me” sussurra così piano che probabilmente un essere umano non sarebbe riuscito a sentirlo, e tutti i sentimenti che ha messo in quelle parole –amore, paura, protezione e altro che non riesco ad identificare- mi fanno smettere di ribattere. Improvvisamente non trovo più parole da dire, è come se il mio corpo si fosse paralizzato, è come se la sua vicinanza mi avesse ipnotizzata; riesco semplicemente a rimanere immobile davanti a lui, in silenzio. Non ho paura, non di lui almeno; paura di quello che potrebbe succedere. Dovrei allontanarmi, andare via, dirgli che voglio stare da sola e che devo finire di sistemare le mie cose, ma non lo faccio, rimango semplicemente lì immobile, a fissare i suoi occhi blu, così intensi che mi mettono timore. Con una mano mi sfiora la guancia e al suo tocco rabbrividisco. Se il mio cuore fosse ancora vivo adesso batterebbe all’impazzata. La mano con cui mi aveva toccata scivola di nuovo lungo il suo fianco.
“E’ tornata Rebekah con Elijah” sussurra.
Mi chiedo come faccia a saperlo, poi mi rendo conto che con il mio udito potrei sentire anche io i loro passi, ma ero talmente concentrata su di lui, su quel momento che non ci avevo fatto minimamente caso.
“Meglio andare a salutare, allora” rispondo, sempre in sussurro.
Fa un passo indietro e mi indica la porta.
Mi dirigo verso l’uscita con lui che mi segue.


Note: la storia è seguita e mi fa un piacere immenso. Sappiate che siete libere di recensire, mi è anche utile per capire quali punti è meglio modificare.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto:) Alla prossima settimana! 

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo. ***


Quinto capitolo.

“Bekah, racconta” sento dire da Klaus appena entriamo in salone, dove i suoi fratelli si sono accomodati sul divano.
“Va tutto come previsto, mi sto avvicinando a Marcel” dice Rebekah. Lei e Marcel? Ma lui non era il ‘cattivo’?
“E io mi sono avvicinato a Davina, si fida di me” aggiunge Elijah con un sorriso sincero sulle labbra. Chi è Davina? Non ci sto capendo più nulla.
“Perfetto” annuncia Klaus dopo le due notizie a quanto pare buone.
“E lei?” chiede Elijah, indicandomi. Non mi sta accusando, come avrebbe fatto Rebekah, è solo curioso.
“Si è lasciata col suo fidanzato ed è corsa immediatamente da me” risponde Klaus prima che io possa intervenire. Ha quel suo sorriso irritante sul volto e mi guarda divertito.
“E’ un po’ complicata la storia ma non è come dice lui” rispondo invece paziente, lanciando un’occhiataccia a Klaus. “E’ vero che io e Tyler abbiamo rotto” continuo con un sospiro “lui vuole vendicarsi di sua madre e perciò dovrebbe star venendo qui a New Orleans e sono qui per impedire che ciò accada”
“Accada cosa, precisamente?” è Rebekah a chiedere. Sorride divertita, quando si tratta di me lo fa sempre.
“Non voglio che Tyler diventi un mostro” rispondo decisa.
“Come me” sussurra Klaus, così piano che non so se i suoi fratelli l’hanno sentito. Mi giro verso di lui, non riesco a comprendere quello che prova, i suoi occhi sembrano tristi ed è strano, lui non è mai triste.
Prima che però possa dire qualcosa, Elijah parla: “ti farò sapere se lo vedo in giro”. Le sue parole, come il suo sguardo, sono sincere. È per questo che mi piace Elijah: niente sorprese, niente delusioni, solo sincerità. Klaus è l’opposto. Non sa fare una promessa senza che ci sia qualcosa sotto. Ma forse c’è un lato positivo in questo: non ci si annoia mai con lui. E mi rendo conto solo ora che con Tyler eravamo arrivati al capolinea. Doveva finire. Non riuscivamo più a stare due giorni insieme senza dirci addio. E forse è proprio questa consapevolezza che mi ha portata qui; forse è il tempo di riniziare a vivere, di provare, di rischiare.
E quando Klaus entra in camera mia, senza bussare, dopo che avevo avvisato tutti in sala di voler stare un po’ da sola, capisco che provare, rischiare, è quello che ho sempre voluto fare, ma ero ancora troppo legata alla mia vita passata, da umana.
“E così è questo che pensi di me? Che sono un mostro.” Afferma Klaus. Nel suo tono riesco a notare la rabbia, ma non è tutto, c’è qualcosa che non riesco ad identificare. Tristezza? Può essere?
“Beh, un angelo non lo sei sicuro” rispondo.
“Non lo era nemmeno Tyler” dice, più piano questa volta.
Così è di questo che si tratta.. “che cosa c’entra Tyler?”
“Perché lui?” mi chiede, invece.
“Scusami?”
“Perché hai sempre scelto lui? Hai scelto di rimanere con lui anche se non vi vedevate mai, anche se era in fuga, anche se era chiaro che da te non voleva tornare”
“Dove vuoi arrivare, Klaus?”
“Ti avrei potuto dare tutto io, ma hai sempre scelto lui” continua, senza prestare attenzione alla mia domanda.
“Io sono qui ora.” Non so come quella frase sia uscita dalla mia bocca, ma ormai il danno è fatto. Klaus alza immediatamente gli occhi su di me, che prima guardavano un punto indefinito e mi fissa, confuso. Poi fa un passo in avanti. Un altro paio di passi e staremmo uno di fronte all’altra, a dividerci solo qualche centimetro.
“Sei qui per lui”
“Con lui è finita. Lo capirai?” perché sto dicendo queste cose? Perché sto facendo capire a Klaus che non è più Tyler che voglio, ma qualcos’altro, stavolta? È questa quindi la verità? È lui che voglio?
“Perché sei qui, Caroline?” mi chiede. Sembra stanco, distrutto, sembra faccia fatica a pronunciare ogni parola.
“Non lo so” rispondo. È la verità e non ho più né la forza né la voglia di fuggire ad essa.
Fa un altro passo in avanti e io lo imito. Siamo così vicini da poterci baciare. Lui non ci pensa due volte e senza accorgermene ho le sue labbra sulle mie. Mi ritrovo a ricambiare il bacio immediatamente. Le sue labbra sono calde, tenere, belle da baciare. Mi stringe sempre di più, come se si aspettasse che corressi via da un momento all’altro. L’unica cosa che non sa è che per la prima volta, non ho la minima intenzione di scappare. Quando la mia lingua va a toccare la sua sembra capirlo e allenta di poco l’abbraccio. Ormai il bacio è diventato un miscuglio di labbra, lingue e denti e sento di volerlo sempre più vicino, sempre di più. Con le mani vado a stringere i suoi ricci biondi dietro la nuca e tendo a spingerlo sempre di più vicino a me. Lui fa lo stesso. Siamo appiccicati l’uno all’altro e nonostante questo sembriamo ancora insoddisfatti. Le sue mani si infilano sotto la mia maglietta e iniziano ad accarezzarmi la schiena. Stacco le mie mani da dietro la sua testa e gli levo la maglia. Rimango per un attimo a osservare il suo fisico, impeccabile, per poi riprendere a baciarlo con sempre più passione.
Siamo tanto concentrati su di noi da non renderci conto di quello che sta accadendo fuori dalla camera. Torniamo alla realtà solamente quando Tyler fa irruzione in camera.


Note: e proprio quando era arrivato il momento che tanto aspettavamo.... Tyler arriva a rompere le scatole (come al solito)!
Che dire? Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto. Aspetto qualche vostra recensione :)

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo. ***


Sesto capitolo.

Allontano Klaus con uno spintone che si china a raccogliere la maglietta e se la infila.
“Meglio lasciarvi un po’ da soli” dice, per poi andare a via. Prima di uscire mi lancia un’ultima occhiata.
“Caroline, che diamine stavi facendo?” il suo tono sembra calmo, ma so che invece si sta trattenendo per non urlarmi contro. Freme di rabbia.
Non rispondo.
“Caroline!” ora sta urlando.
“Cosa, Tyler? Cosa c’è?” urlo anch’io.
“Davvero Care? Con lui? Stavi per andare a letto con lui? “ chiede palesemente schifato.
“Sarebbe così orribile?”
“Si! Si!” ripete, a voce più alta.
“Perché?” chiedo, sempre urlando.
“Ha rovinato tutte le nostre vite!”
“Ormai è quello che dici per giustificare qualsiasi cosa” dico, facendo riferimento alla nostra rottura.
“Dimmi che non avevi intenzione di andarci a letto”
“Io ho il diritto di andare a letto con chi mi pare, non devo chiederti il permesso!”
“Ci siamo lasciati da UN giorno! UNO!”
“Davvero?” chiedo, sorprendendo non solo lui, ma anche me stessa.
“Che intendi?”
“Da quant’è che non mi dici ‘ti amo’? Da quant’è che non mi abbracci dicendomi che sono al sicuro con te?”
“Caroline…”
“Si lo so, gli Appalacchi, non prendeva il cellulare eccetera. Ho capito. Ti ho detto che sarebbe finita se mi avessi voltato le spalle, l’hai fatto, ora basta” gli dico con un po’ di scocciatura nella voce. Non si fa sentire per mesi, poi torna solo per lasciarmi e si sente in diritto di dirmi cosa devo fare e con chi?
Restiamo in silenzio per un po’, poi mi fa la domanda che mi avrebbe dovuto fare sin dall’inizio: “che ci fai qui?”
“Non ti permetterò di fare ciò che sei venuto a fare.”
“Per Klaus?”
“Per te!” non se l’aspettava. “non voglio che ti trasformi in qualcuno che non sei; tu non sei questa persona Tyler” continuo più dolcemente.
“Beh forse lo sono diventato” risponde secco.
“Ma non capisci che lui è sempre un passo avanti? Ed è immortale? Ti ucciderà appena ne avrà l’occasione.”
“Ti rendi conto che stai parlando dell’uomo che stavi baciando, vero?”
“Non centra niente con questo! Cresci Tyler!”
“Cosa ho da perdere?” continua prima che possa rispondere “l’unica cosa di cui mi importa me la sono lasciata portare via dalla persona che odio di più al mondo”
“Non è lui che mi ha portato via, sei tu che mi hai lasciato andare” sussurro.
“Fatto sta che ormai ti ho perso”
“Non come amica”
“Non voglio essere tuo amico”
“Sappi solo che se davvero cercherai vendetta da lui, mi perderai in tutti i modi possibili. Non farlo,Tyler. Non perdere te stesso, non per questo, non ne vale la pena. Proverà solo soddisfazione nel vederti combattere e probabilmente perdere.”
“Ora ho un motivo in più per combattere”
“E sarebbe?”
“Ti farà soffrire, Caroline.”
“Tyler non farti influenzare dalle mie scelte. Lasciami vivere la mia vita e tu vai avanti con la tua. Dimentica tutto questo, parti, vivi, innamorati ancora e ancora. Sii felice”
Dopo quest’ultima frase rimaniamo in silenzio fin quando mi abbraccia, dicendomi “non ti dimenticherò mai, Care, sei stata il mio primo amore”
“Nemmeno io ti dimenticherò mai, rimarrai sempre qui” gli rispondo staccandomi dall’abbraccio e indicandomi il cuore. E so che è la verità. Potrò anche smettere di amarlo, ma non dimenticherò chi è stato per me.
“Addio, Caroline” mi dice con una lacrima che gli scende sulla guancia. Gliel’asciugo e rispondo: “addio, Tyler”
 
Rimango qualche minuto sul letto, incapace di pensare a niente. Tyler se n’è andato. Per sempre. Non riesco nemmeno a pensare a Klaus. Voglio dire, lo stavo baciando! E… non lo so, non penso di essere capace di guardarlo di nuovo negli occhi. Sinceramente non mi aspettavo di ottenere questa resa da parte di Tyler così facilmente, pensavo avrei dovuto sudare, pensavo sarebbe finita male.
Continuo a ripetermi che è un bene il fatto che se ne sia andato: sono riuscita a fare ciò che sono venuta a fare, no? Eppure non riesco ad andarmene; eppure non riesco a scacciare via il pensiero che non lo vedrò mai più.
Mentre la mia mente è invasa da mille pensieri, sento un rumore, un forte rumore, come di qualcosa preso e scaraventato al muro. Corro al piano di sotto, arrivo all’immenso salone e finalmente capisco quello che sta succedendo. Klaus è sdraiato per terra in maniera scomposta, la schiena appoggiata al muro. Ecco cos’è che era stato scaraventato. Del sangue gli esce dal labbro inferiore. Per un momento mi passa per la testa il pensiero che rovinare delle belle labbra come quelle è uno spreco, ma poi vedo chi è stato a conciare Klaus un quel modo e qualsiasi pensiero sulle sue labbra vola via. Tyler è al centro della stanza, pronto a correre verso l’ibrido. Questo però si alza in piedi a velocità vampira e andando in contro a Tyler gli tira un forte gancio destro sullo zigomo. Non posso fare a meno di lanciare un urletto strozzato, attirando l’attenzione su di me.
“Che diamine state facendo?” urlo, ora arrabbiata, più verso Tyler che verso Klaus, perché in fondo so benissimo cosa sta succedendo: Tyler non aveva intenzione di andare via, le mie parole non aveva fatto alcun’effetto. Dovevo capire che era stato troppo facile convincerlo. Tuttavia, alla mia domanda risponde Klaus: “Infatti, cosa sta succedendo? Ho sentito la vostra conversazione, perché sei ancora qui?”
Sto per urlare contro Klaus che non aveva alcun diritto di origliare la conversazione, ma una vocina dentro la mia testa, ‘davvero?’, mi fa stare in silenzio.
“Beh, per la vendetta, no?” risponde Tyler, un sorrisetto sulle labbra. “Non ho alcuna intenzione di lasciare te illeso, dopo quello che mi hai fatto, per di più con Caroline.”
“Ad una delle due cose potevi rimediare rimanendo al mio fianco qualche giorno fa” dico.
“E per quanto riguarda la prima, non hai chance di farmi del male” continua Klaus.
“Proviamo?” lo sfida Tyler.
Sta per correre nuovamente verso di Klaus quando mi metto tra i due e spingo Tyler all’indietro, cogliendolo alla sprovvista.
“Che stai facendo, Care?” mi chiede lui una volta alzatosi da terra.
“Te l’ho detto, non ti trasformerai un qualcosa che non sei. E se davvero fossi ostinato a farlo, allora ti batterai contro di me” rispondo fermamente.
Per un momento mi continua a guardare con aria di sfida, poi sembra afferrare quel che voglio dire.
 
 
POV KLAUS.
 
“Lo ami?” le chiedo entrando in camera sua dopo una buona manciata di minuti dall’addio di Tyler. Ricordo ancora la rabbia che ho provato quando quell’insulso ibrido ha preso in considerazione l’idea di sfidare Caroline, pur di ferirmi. Un essere così non potrà mai essere all’altezza di Caroline, mai degno di lei. Fortunatamente la rabbia è passata quando si è arreso e, dopo una conversazione con Care troppo lunga per i miei gusti, se n’è finalmente andato.
Le ho lasciato del tempo per stare da sola. Non riesco a capire se ha pianto, ma capisco dal suo sguardo che è triste.
“Non più come prima, ma non l’ho dimenticato, non del tutto. Lui farà comunque parte di me, sempre. Ma devo andare avanti, voglio andare avanti” si sta aprendo con me. Volevo lo facesse, ma non me l’aspettavo. Forse ha capito che sono sempre disposto ad ascoltarla.
“Mi ami?” le chiedo tutto d’un fiato. Non so come mi sia uscita quella domanda, ma dopo averla fatta sento che è quello che voglio da quando l’ho conosciuta. Voglio che mi ami. Probabilmente la risposta sarà no, come può amarmi? È stata una domanda stupida e impulsiva; ha appena detto addio al ragazzo che ama, per sempre, come posso pretendere ora una cosa del genere? Ma ormai il danno è fatto e pentirsi e sentirsi in colpa non servirà a niente. In più, una parte di me, una gran parte, spera che la risposta sia si.
“Potrei farlo” risponde piano. Ora il suo sguardo è cambiato, ma non riesco ancora a capire cosa prova.
Quella risposta mi dà la forza di fare ciò che avrei voluto fare dall’inizio: mi avvicino a lei e le do un leggero bacio sulla bocca. Faccio per staccarmi ma mi trattiene e mi inizia a baciare con passione. Inizialmente ricambio il bacio, ma poi mi allontano dolcemente.
“Non ora, Care. Sei ancora scossa” le dico. Il suo sguardo è triste e stanco. Annuisce. “Andiamo a mangiare qualcosa” continuo. È ora di cena.
Stiamo tutti in cucina a mangiare, ha cucinato Elijah che, non si direbbe, ma è un vero chef! Lo prendo sempre in giro per questo, ma sa che scherzo.
“Non sapevo cucinassi così bene” si complimenta con lui Caroline.
“Quando vivi per così tanto tempo devi trovarti qualche hobby, sennò impazzisci. C’è stato un periodo in cui mi sono dedicato alla cucina” spiega.
“E i tuoi fratelli ti ringraziano” intervengo io, visto che né io, né Rebekah siamo molto bravi a cucinare.
Scoppiamo tutti a ridere, compresa Caroline, e vederla ridere è la cosa più bella del mondo.
 
La accompagno in camera sua dopo cena per dargli la buonanotte. Aspetto che si cambi in bagno e si prepari per dormire. Quando rientra in camera alzo le coperte per farla sdraiare e gliele sistemo sopra, come si farebbe con un bambino piccolo. Sto per andarmene quando sento la sua mano prendere la mia.
“Resta”. Mi basta quell’unica parola per levarmi le scarpe ed entrare nel letto con lei. La stringo forte a me e lascio che si addormenta circondata dal mio abbraccio. È la prima notte da quando sono a New Orleans che dormo in un letto che non è il mio, eppure è la notte più bella del mondo. E non mi importa se l’unica cosa che ho avuto è stato un bacio sulla guancia e un ‘buonanotte’, il mio sogno di dormire con lei si è avverato.

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo. ***


Settimo capitolo.


POV CAROLINE.
 
Vengo svegliata dalla voce di Klaus: “buongiorno” e da un suo bacio su una guancia.
Quando apro gli occhi mi rendo conto di essere circondata dalle sue braccia. Mi chiedo come sono finita in quel letto con lui e cosa è successo ma appena ricordo la sera prima mi tranquillizzo. ‘Resta’. Gli avevo chiesto di restare. Ne sono felice, mi sono sentita protetta con lui. Sono riuscita a dormire, accanto a lui. È strano: non dovrei sentirmi così, dovrei essere disgustata da lui, da quello che provo, dovrei provare di tutto, ma non dovrei assolutamente sentirmi al sicuro, eppure è come se visto che è immortale, con lui mi sento immortale anche io.
“Non sai quanto mi piacerebbe rimanere a letto con te tutta la mattina ma lì fuori c’è una guerra che mi aspetta” mi dice.
Non sono pronta a lasciarlo andare. Mi avvicino ancora di più a lui e lo bacio con passione. La sua bocca è ancora calda e tenera, e ancora bella da baciare, tanto che potrei abituarmici. Si mette sopra di me e ricambia il bacio. Rimaniamo a baciarci per qualche minuto, con le mie mani sotto la sua maglietta esplorando quella sua bellissima schiena. La maglia è la stessa di ieri, non si è cambiato per rimanere a dormire con me. Mi chiedo come dorma di solito, di sicuro non si mette un pigiamino con gli orsetti.
Quando sento le sue mani sui miei fianchi che prendono i lembi della canottiera con cui ho dormito gli prendo le sue mani tra le mie e gli sussurro all’orecchio: “ehi, che hai intenzione di fare? Non hai una guerra che ti aspetta?”
Mi guarda negli occhi e vedendo il mio sguardo divertito insieme al mio sorriso mi dice: “non ti capirò mai”.
Poi, sorridendo, si alza dal letto ed esce.
 
POV KLAUS.
Entrando al solito bar con cui mi do spesso appuntamento con Marcel, vedo che lui è già qui, insieme a Cami. Non lo capisco Marcel. A Rebekah piace Marcel, questo si vede da chilometri, e quando stanno insieme si sente da chilometri anche la tensione sessuale che c’è tra loro. Allora perché è così invaghito da quella Cami? È una bella ragazza, è vero, e con lei anche io mi trovo bene, ma non è troppo diversa da lui? Così tranquilla, così innocente, così semplice e genuina. Mi trovo senza farlo a posta a pensare a Caroline. Forse perché anche lei è come Cami. Perché non riesco a capire Marcel, quando io stesso provo quello che prova lui? Ormai pare che sia un dato di fatto che a noi ‘cattivi’ piacciano le più innocenti. Vorrei parlagli di Caroline, dirgli che capisco quello che prova per Cami, e dirgli quello che provo io, sento di doverlo dire a qualcuno, non è giusto che lo sappia solo io. Ma mi ricordo immediatamente che Marcel non è più il ragazzo che ho cresciuto tempo fa e che Caroline non è una semplice ragazza del posto. Non può sapere di lei. Così decido che appena torno a casa, quello che provo lo dirò proprio a Care.
“Ti vedo pensieroso” mi dice Marcel avvicinandosi e dandomi una pacca sulla spalla.
“Nah, ti ho visto con Cami, non volevo disturbare” rispondo con un sorriso non troppo innocente.
“Quella ragazza è speciale, la conquisterò” annuncia.
“E io sarò una spalla perfetta” lo informo.
Passo la mattinata con Marcel, cercando di tirargli fuori qualche informazione che potrebbe essermi utile per il mio piano. Ottengo poco. Non riesco a smettere di pensare a Caroline che è qui in città e, ora che ci penso, ha parlato con Tyler, gli ha fatto cambiare idea, eppure è ancora qui.
 
Per la prima volta non vedo l’ora di lasciare il bar e tornare a casa. Ora che Elijah è tornato e Caroline vive da me, la casa è il posto più bello che ci sia.
“Caroline!” urlo appena arrivo a casa. A velocità vampiro arriva in salone, dove sono io, e con altrettanta velocità l’attiro a me e la porto in camera mia, chiudendo la porta.
“Questa è camera tua?” chiede guardandosi un po’ intorno. Ci sono un paio di quadri poggiati alle pareti.
Annuisco.
“Mi piace questo” dice avvicinandosi al quadro che ho finito la sera prima, pensando proprio a lei.
“L’ho dipinto pensando a te” dico.
Si gira a guardarmi.
“Perché? Tu non sei questo tipo di persona” dice.
“Lo sono con e grazie a te” rispondo. “Poi senti chi mi accusa di essere incoerente, quella che diceva che dopo aver parlato con Tyler se ne sarebbe andata” continuo.
“Ehi, se vuoi me ne vado!” esclama.
“No” rispondo, dolce. Mi avvicino a lei e mi rendo conto che tutte le parole del mondo sarebbero inutili. “Quanto cose vorrei dirti, ma davanti all’intensità dei tuoi occhi sembrano tutte così insignificanti”
“Nulla di ciò che dici è insignificante alle mie orecchie”
Siamo di nuovo così vicini che potrei baciarla, ma non lo faccio.
“Ti direi che con te riesco a trovare la pace interiore, che con te tutta questa rabbia che ho dentro, scompare, che vorrei passare ogni secondo della mia vita con te e che non ho provato niente del genere per nessun’altra. Questa cosa è bella tanto quanto timorosa per me. Ma appena guardo i tuoi occhi capisco che non importa più niente, né per te, né per me. Tu mi vuoi, e non sono io a dirlo, ma i tuoi occhi”
In quel momento mi bacia: la dimostrazione che le mie parole sono vere.
Questa volta nessuno dei due ha intenzione di fermarsi. Nei nostri baci c’è tutto ciò di cui ci siamo privati in questi anni; hanno il sapore di tutto il tempo perso e dei baci mai dati, di tutte le urlate contro l’altro quando tutto ciò che volevo fare è sempre stato avvicinarmi e baciarla. Mi leva la maglietta tanto velocemente quando dolcemente; la sua dolcezza e passione allo stesso tempo mi sconcertano. Le levo anch’io la maglietta e dopo il suo consenso, datomi con un cenno del capo, le slaccio il reggiseno. La prendo in braccio, le sue gambe intorno alla mia vita, le mie mani sulle sue cosce, e la faccio stendere sul letto, per poi posizionarmi sopra di lei.
Non ho mai fatto amore più bello di quello.
 
 
POV CAROLINE.
 
Passiamo il pomeriggio a letto: il pomeriggio più bello della mia vita. Imparo a conoscerlo e lui, per la prima volta, non sembra infastidito di dover parlare del suo passato.
“Caroline” mi interrompe all’improvviso. “Non voglio che tu pensa che io sia cambiato, io sono sempre la stessa persone che ero a Mystic Falls, la stessa che hai odiato per mesi, la stessa che uccideva senza pensarci due volte, sono la stessa persona Caroline, non pensare che, essendo innamorato di te, sono cambiato. È vero, con te mi sento un’altra persona, ma fuori da qui sono lo stesso di sempre. Sei sicura di riuscire a sopportarlo?”
“Penso che lo scoprirò quando usciremo da questo letto”
Se usciremo da questo letto” mi dice col suo tono sensuale e mi fa ridere. Scoppio a ridere e ride anche lui. Approfittando del suo momento di debolezza per salire sopra di lui e bloccarlo a letto, sotto di me. Non gli piace sentirsi impotente. Con un movimento per lui facilissimo, ribalta le situazioni e ricomincia a baciarmi, sempre con più intensità.
“In questo modo credo che riuscirei a sopportare di tutto” gli sussurro all’orecchio, facendo riferimento alla sua domanda precedente. Mi guarda e scoppiamo a ridere.
È la verità, in questo momento potrei affrontare qualsiasi cosa. In questo momento, dopo tanto, mi sento libera. Libera di vivere. Klaus ha questo potere: riesce a farmi sentire viva, anche da morta.
Ed è solo ora che comprendo a pieno il motivo per cui sono venuta a New Orleans: dovevo lasciarmi il passato alle spalle e andare a prendere tutto ciò che, anche se incoscientemente, ho sempre desiderato.


Note: buon sabato! Questo è stato programmato come l'ultimo capitolo. Questo è quello che desideravo (e desidero tutt'ora) succedesse. Caroline che va a New Orleans e si rende conto che la verità è che è innamorata di Klaus, Tyler che si leva dai coglioni (passatemi il termine, non lo sopporto proprio ahaha), loro due che combattono per la loro storia... tutto ciò che ho sempre desiderato è il Klaroline e grazie a questa ff l'ho avuto e l'ho fatto avere a voi che seguite la storia. Vi ringrazio immensamente, non sapete quanto mi ha resa felice vedere in quanti seguono la ff. Spero che questo capitolo sia degno degli altri e che vi piaccia. Recensite tranquillamente, se volete.
Ciao! :D

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