Il sesto elemento

di Enges_Pi19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredici ***
Capitolo 15: *** Capitolo quattordici ***
Capitolo 16: *** Capitolo quindici ***
Capitolo 17: *** Capitolo sedici ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciassette ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciotto ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Era strano non sentire più le risatine di mia sorella Marianne per casa.
Ora la casa era vuota senza di lei.
La mia sorellina Marianne se ne andò a sei anni. Era un pomeriggio d'agosto, io ero in casa a leggere un libro sul divano e lei stava giocando fuori con la sua palla preferita, colorata dei colori dell'arcobaleno, pieno di stelline, quando lei cercò di palleggiarla più in alto fino a farla arrivare in cielo. Ma quel giorno quella stupida palla non cadde nel nostro prato ma cadde sulla strada rimbalzando. Marianne cercò di raccoglierla e riportarla in dietro per rivedere quel fascio di colori ritoccare il cielo, ma piccola come era nessuno la vide. Io urlai come non avevo mai fatto prima, cercai di raggiungerla per poterla salvare, ma non feci in tempo... ora lei era in cielo con gli angeli, tra le nuvole che formano diverse figure solo per lei.
Tre mesi erano passati da quando io, mia madre e mio padre ci eravamo trasferiti in un'altra città, in un'altra casa e in una nuova vita. Nella precedente casa c'erano ormai troppi ricordi di Marianne che ci facevano male. Abbiamo traslocato in un'altra città, la città della mamma. Lì ritrovò tutte le sue vecchie amiche ed ad ognuna di loro mi mostrava come un premio, l'ultimo ormai rimasto dei suoi premi. Tutte erano simpatiche e molto socievoli ed ognuna di aveva un figlio maschio, tutti amici. Ero l'unica ragazza  in quel gruppo creato dalle mamme, mi sentivo un po' a disagio. Non avevo mai pensato ai ragazzi, solo a divertirmi con la mia sorellina.

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Ero in camera mia a leggere un libro sotto le coperte, al caldo, quando mio parde uscì per lavoro e mia madre era pronta per andare dalle sue amiche a bere una tazza di tea e a chiaccherare un po'. Ero felice per lei. Ora, ogni giorno aveva molte cose da fare, tra commissioni e incontri con le amiche. Non so se fosse lei a crearsi quegli impegni per poter allontanare il dolore della perdita di Marianne, ma questo le serviva per riprendersi. Stava per uscire dalla porta quando le venne in mente una delle sue idee. Risalì le scale, la sentii benissimo. Si avvicinava sempre di più alla mia camera, non aveva dimenticato qualcosa, ma voleva me. In pochi minuti la porta si aprì: "Anne, tesoro, non ti stanchi a leggere tutti quei libri, piccola mia?", "No mamma. Mi piacciono i libri, dovresti saperlo", lei sorrise e si avvicinò. Si sedette sul letto e spostò una ciocca dei miei capelli rossi dietro l'orecchio, mi sorrise: "Si, lo so. Ma non ti piacerebbe uscire un po' con i figli delle mie amiche? Con quei cinque ragazzi? Ti divertiresti un po'...". Io sbiancai. Io non volevo per nessuna ragione al mondo stare con quei cinque ragazzi. " Io sono fuori luogo". Mia madre mi conosceva bene, sapeva che quando sbiancavo o cercavo mille scuse non volevo uscire ed incontrare qualcuno e non farmi vedere per settimane. Così si alzò ed andò verso l'armadio. Tirò fuori un paio di pantaloni neri e una magliettina con un orsacchiotto, e le appoggio sul letto. Indietreggio da quella posizione ed incrociò le braccia: " Anne Eleonor Barry, tu oggi incontrerai quei ragazzi che tu voglia o no!". Io mi nascosi sotto le coperte e non mi mossi da lì. Sentii dei passi andare verso la porta e chiuderla. Io tirai fuori la testa dalle coperte e presi tra le mie mani il libro che poco prima avevo appoggiato sul comodino. Dopo pochi istanti la porta si riaprì, era sempre mia madre, solo che ora teneva in mano un vasetto con dentro un ragno. Lo aveva preso nello studio di mio padre, lui li collezionava fin da piccolo. Mia madre mi si avvicinò sempre di più. Io cercai di scappare ma le coperte me lo impedirono, ero in trappola. " Ok, Ok ci verrò, verrò con te a conoscere i cinque ragazzi", mia madre si allontanò sorridendo, appoggiò il barattolo sulla scivania e attese di sotto che mi preparassi. Di malavoglia mi alzai, indossai i vestiti e le inseparabili Convers. Poi presi la giacca, la mia borsa e ci misi dentro il cellulare, i fazzoletti, le gomme da masticare e l'inseparabile libro. Andai verso la porta cercando di non passare vicino alla scrivania, con ancora appoggiato su di essa il barattolo contenente il ragno. Chiusi la porta e scesi le scale. Mia madre mi aspettava già fuori, tenendomi aperta la porta. Uscii. Un debole sole mi colpì in pieno viso e il vento freddo di novembre cercò di passarmi sotto la giacca calda. Mi misi le mani in tasca e camminai al fianco di mia madre fino ad una delle cinque case vicine alla nostra. Mia madre suonò il campanello e subito ci aprirono. Ci fecero accomodare. Tutte le mamme si abbracciarono e salutarono, poi una di loro mi disse: " Senti Anne i ragazzi sono qui di fronte, al campetto di calcio. Se vuoi puoi andare a salutarli e a conoscerli meglio.", Sbiancai. " Non mordono", tutte si misero a ridere. Mia madre mi incitò ad andare, dandomi una gomitata, sul braccio e un cenno con la testa. Io sconfitta salutai e mi diressi al campetto davanti a me. Stavano giocando cinque ragazzi, tutti differenti tra di loro.

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Entrai nel campo e mi sedetti sulla terra sintetica dei bordi del campo. Loro non si accorsero di me. Poi uno di loro capì chi ero e mi si avvicinò lasciando gli altri ancora giocare: "Ehi! Ciao! Tu dovresti essere Anne, giusto?", "S...si sono io" "Piacere io sono Liam!", mi porse la sua grande mano, io ricambiai. Era calda, protettiva. Non riuscivo a staccare la presa e per questo lui rise. Gli altri sentendo quelle risate vennero verso di noi. Mollai subito la sua mano. Sentivo le mie guance tingersi di rosa. I ragaazi si avvicinarono velocemente e si misero al fianco di Liam. "Ciao! Tu dovresti essere ... aspetta... Anne!", il biondino parlò per primo, io annuii. "Io sono Niall, lui è Harry, lui Louis e infine Zayn. Credo che tu abbia già conosciuto il nostro Liam". Ora era lui ad arrossire. Sorrisi. Abbassai lo sguardo sulle mie Converse. Feci un paragone tra le mie scarpe, pulite e semplici e quelle dei ragazzi, grosse e sporche di terra. Non mi sentivo a mio agio, la situazione mi imbarazzava e non sapevo cosa dire. Liam accennò a qualcosa, ma venne subito fermato dalla suoneria del mio cellulare. Ero salva. Mi scusai e mi allontanai dal gruppo. Mi mossi velocemente e feci cadere il libro che tenevo nella mia borsa. Non mi accorsi di ciò e premetti il tasto verde: " Pronto?", "Anne?, Sono io, Gemma!", " Gemma! Ciao! Da quanto tempo che non ci sentiamo". Gemma era una mia vecchia amica di scuola, eravamo inseparabile. "Eh sì! Dove sei adesso?", " Sono in un campo di calcio, bloccata con i cinque figli delle amiche di mia madre" " Cavolo, sei fortunata! Ben cinque ragazzi a tua disposizione!", " Non è come pensi, ma adesso tu dove sei?", "Sono a casa...", " Ah, beh, potresi sempre venirmi a trovare, tanto non siamo così lontane". La sentii felice, era contenta e anch'io, potevo vedere qualcuno che conoscevo. " Certo! Per il finesettimana sarò da te!", " Allora a presto", " Sì! Non vedo l'ora di riabbracciati. Ah! Lasciami almeno uno dei cinque!", " Gemma!", " Sto scherzando!". Così chiusi la chiamata. Ritornai indietro, sorridendo e sistemandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio, rimanendo a fissare lo schermo del mio cellulare. Mi morsi il labbro inferiore, alzai lo sguardo e vidi i cinque sfogliare il libro che mi era caduto poco prima. "Ehi!". Loro sorpresi fecero cadere il mio libro, pieno dei miei pensieri, i più dedicati a Marianne. Mi avvicinai per raccoglierlo, ma Liam si offrì di aiutarmi. L'avevo afferrato e anche lui. Le nostre mani si toccarono. Lui si ritirò di scatto e io mi rialzai diventando paonazza in viso. Gli altri quattro cominciarono a ridere. "Perchè non ricominciamo a giocare?" disse Liam in modo seccato. Tutti loro si allontanarono e mi sedetti per terra a leggere il mio libro. Liam si era dimostrato molto gentile nei miei confronti. Mi piaceva la sua dolcezza, mi sarebbe piaciuto diventare sua amica e anche degli altri. Fu difficile tenere gli occhi sulle righe del libro. Molte volte alzavo lo sguardo per vederli giocare. Liam era molto attento e riusciva a seguire senza problemi ogni scatto della palla. Era alto, capelli castani e occhi color cioccolato. Louis era iperattivo, non riusciva a stare fermo e a non saltare. Louis era il più grande e si notava, era altissimo e forte. Niall era veloce e furbo. Se non avevo capito male lui veniva da Mullingar, Irlanda. Quindi si era trasferito, anche lui da pochi passi dalla sua città natale. Lui era biondo, belle bianchissima e occhi di ghiaccio. Harry era il più piccolo. Era molto, molto veloce rispetto agli altri ragazzi. Aveva ricci castani, indomabili. Era muscoloso e si vedeva, dentatura bianca e occhi verde smeraldo. Infine Zayn, lui aveva gli occhi vispi e sempre vigili. Era di carnagione scura con un braccio completamente ricoperto di tatuaggi. Aveva i capelli neri con un maestoso ciuffo. Dopo la partita i ragazzi mi invitarono a casa di Liam. Era molto spaziosa. A turno andarono a farsi una doccia, intanto io osservavo tutta la casa. Era davvero grande! Era il turno di Harry, mentre gli altri erano in cucina con me per preparare qualcosa di commestibile. Sentii Harry uscire dal bagno ed affacciarsi alla porta della cucina. Rimasi a bocca aperta a quello spettacolo, che era davanti ai miei occhi: Harry indossava solo un asciugamano alla vita e aveva il torso nudo dove si vedevano ben scolpiti i suoi addominali. Chiusi la bocca. Diventai rossa in viso e lui se ne accorse sorridendomi. Gli altri gli urlarono dietro di coprirsi e vestirsi al più presto o non avrebbe ricevuto una parte della merenda. Lui indossò gli abiti velocemente e ci raggiunse. Mangiò tantissimo, come Niall. Come facevano a mangiare così tanto e poi non ingrassavano nemmeno. Zayn non mangiò, non aveva fame, mentre Liam e Louis mangiarono quel poco che era rimasto. Poi tutti e sei sparecchiammo ed uscimmo per le strade di quella piccola città. Spazio autrice: Ciao a tutte! Questa è la mia prima FanFic. Spero che vi piaccia... perfavore commentate! Alla prossima, Enges

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


Non era un gran giorno, si vedeva, nuvoloni in ogni dove, ci sarebbe stato un altro temporale. I ragazzi non mi ascoltarono e uscimmo comunque, volevano farmi vedere alcuni dei luoghi che preferivano. La piccola città già la conoscevo un po' e loro non volevano perdere tempo a mostrarmi i suoi monumenti. Anche se avevamo appena finito di fare una sostanziosa merenda i cinque riuscirono a trascinarmi a prendere un milkshake, con i loro gusti preferiti. Harry sembrava il più felice ed affamato, ma come era possibile! Poi facemmo rotta verso l'unico negozio di libri, che vendeva anche dischi, lì ci scambiammo opinioni e risate sui gusti di ognuno di noi. Io mi avvicinai ad uno scatolone dove erano raggruppati vari dischi dalla A alla D. Liam mi si avvicinò e fece scorrere tra le sue dita i dischi posti nello scatolone vicino al mio. Gli occhi mi brillarono. "Uhao! Quanti dischi! Quanti gruppi e quanti generi!", Liam sorrise al mio commento e io ricambiai. Poco dopo lui tirò fuori dall'elenco un disco che lo attirava particolarmente e me lo mostrò come un premio: "Guarda Anne, questo è il mio disco preferito!", io distolsi lo sguardo dall'elenco nel mio scatolone tenendolo fermo con un dito e voltai la testa in direzione di Liam. "! Sei riuscito a trovarlo!", lui mi guardò confuso ma io ero molto felice. "Ti piace questo disco?", "Eccome se mi piace!". Sfoderai un sorriso a trentadue denti. "Era da tanto che lo cercavo, nella città da dove mi sono trasferita, e ora l'ho davanti! Grazie Liam!". Lui mi sorrise compiaciuto e mi accompagnò alla cassa per pagare quel disco. E uscimmo dalla libreria. Pov Liam "Come era la tua città?", domandai ad Anne, "Beh, ecco....era bello vivere lì fino ad un giorno...". Sentì note di malinconia in quello che diceva. Molti ricordi le stavano tornando alla memoria tra cui il suo passato, in compagnia della sua sorellina Marianne. Sì, avevo letto il libro che reggeva quel giorno senza che lei me lo permettesse. Non volli forzarla a raccontare altro e la bloccai. Mi fermai e presi la tra le mie braccia. Era fredda ed io ero caldo. Volevo scaldarla e proteggerla dai brutti ricordi. Pov Anne Liam ad un certo punto mi abbracciò. Sentivo il suo calore e ne avevo bisogno. Avevo bisogno di quell'abbraccio, della sua protezione, della sua amicizia. Durante la nostra passeggiata cominciò a piovere a dirotto. Liam, Niall e Louis si nascosero subito sotto un portico, avevano paura di bagnarsi. Io, Zayn e Harry arrivammo poco dopo con calma. Arrivarti sotto il portico vidi i tre che cercavano di ascigarsi, anche Harry lo fece. Egli aveva un odore strano, diverso dal suo. Tutto ciò mi parve stano perchè poco prima tuuti avevano fatto una bella doccia. Fortunatamente la piaggia finì presto. Tutti tornammo da Liam. Lui, Louis e Niall si cambiarono velocemente e Harry preferì fare un'altra doccia per togliersi quel cattivo odore. Verso sera tornai a casa piena di domande. Mi buttai sul letto e mi addormentai. Pov Liam Se Anne scoprisse cosa siamo in realtà non si avvicinerà più, avrà paura di noi. E io non voglio perderla. Harry aveva un cattivo odore, di cane bagnato, colpa di tutto il pelo che gli stava ricrescendo e domani ci sarebbe stata la luna piena. Niall era sempre più trasparente. Quando Anne era a mangiare con noi avrà sicuramente notato l'appetito di Niall e sicuramente si sarà chiesta il motivo. Io e Louis se ci fossimo bagnati non saremmo riusciti a volare e per noi non è controllabile. A Zayn non è successo nulla, spero solo che non abbia mai a sentire l'odore del sangue di Anne o sarà nei pasticci. Visto che domani sarà un giorno faticoso per tutti sarà meglio andare nella nostra casa sull'albero. Quella casa l'avevamo costruita tutti insieme quando eravamo piccoli. E' abbastanza grande e sicura. Lì ognuno di noi si può trasformare senza preoccupazioni. L'unica cosa è che dovremmo tenere a bada Zayn e Harry. Io e Louis sorvoleremo la casetta e Niall... beh, basta che non si vada a ficcare in altri guai, quando scompare e ricompare. Ormai è tutto deciso. Domani dovremmo andarcene per l'ora di cena e nessuno ci dovrà seguire. Sopprattutto Anne. Pov Anne Quella mattina mi alzai e pensai a Liam. Sorrisi. Guardai fuori dalla mia finestra, il cielo era buio, scuro ,anche oggi sarebbe piovuto. Gemma mi aveva appena telefonato e mi avvisava che era ammalata e non mi poteva venire a trovare. Sarebbe stato un fine settimana noioso. Mi vestii semplicemente e andai a fare colazione. Finita salutai mia madre e mi diressi nelle case vicino alle nostre, dove abitavano Harry, Zayn, Louis, Niall, Liam. Bussai ad una ad una, ma nessuno di loro mi rispose , così decisi di andare in giro per negozi. Per l'ora di pranzo mangiai fuori un piccolo panino e continuai l'esplorazione della città. Verso le sette tornai a casa, ma notai cinque figure dirigersi verso il vecchio parco abbandonato.

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro ***


Io li seguii cautamente, per non farmi vedere. I ragazzi arrivarono vicino ad una quercia, la più maestosa tra le altre. Li vidi arrampicarsi. Mi avvicinai, guardai in sù e notai che tra quei grossi rami c'era una casetta. Ora un piccolo bagliore proveniva dall'interno: avevano acceso una candela per illuminare lo spazio intorno a loro. Mi allontanai con prudenza e mi nascosi dietro ad un albero per poter osservare indisturbata. Il tempo passava e ben presto arrivò la mezzanotte. Vidi la luce diventare fioca e alcune ombre infrangersi e rompersi sulle pareti di legno. Sentii un ululato. Mi vennero i brividi. Poi vidi due ombre uscire e fluttuare intorno alla casetta, riuscii a distinguerli bene: erano Louis, sì, era Liam! Una altra figura si aggiunse a loro, era bianco come la neve, era Niall! Con un tonfo sul prato atterrarono Zayn e un lupo. Zayn aveva gli occhi rossi come il sangue e due canini appuntiti che gli spuntavano dalla bocca. Se tutti erano era lì, Harry era quel lupo! Io tremavo come una foglia. Harry aveva annusato il mio odore e si stava avvicinando sempre di più all'albero dove mi ero nascosta per assistere a quella scena. Ero paralizzata, non riuscivo a muovermi, non riuscivo a scappare. Harry mi vide. Si leccò i baffi e fece cadere dalla bocca l'enorme lingua penzolante. Mi girai, appoggiai la schiena contro il tronco dell'albero e chiusi gli occhi. Quando li riaprii notai davanti a me una figura grande e pelosa che mi osservava cauta e un'altra vicino a lui con due occhi di un rosso acceso pronta a mordermi. Pov Liam Finalmente potevo volare, Louis era vicino a me e rideva come un matto, Niall appena si trasformò scomparve subito nella notte. Harry era grosso e feroce, non me lo ricordavo così, neanche Zayn i suoi occhi quella sera erano più accesi e più rossi. Era da tanto che non beveva sangue... Li vidi scomparire dietro un albero, mi avvicinai e vidi un'altra figura con loro: Anne! Era spaventata, livida tremava, aveva visto tutto. Ogni singola trasformazione. Le gambe le cedettero e cadde ai piedi dell'albero. Zayn ed Harry erano pronti ad impadronirsi di lei. Mi fiondai su di loro per calmarli, ma ricevetti spinte e rimproveri. Allora, imponendomi, presi il corpo della ragazza, la sollevai in volo e la portai all'interno della casetta. Louis preoccupato mi seguì e mi aiutò a farla rinvenire. Harry e Zayn furiosi cercarono di avvicinarsi di nuovo al corpo, ma ritornarono di colpo normali con me e Louis. In lontananza vedemmo che Niall stava tornando. La luce del giorno si fece spazio tra la notte per farla scomparire e con lei quello che era successo.

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque ***


" Ahi!". Mi sentivo disorientata, mi faceva male la testa, come se avessi dato una forte botta l'altra sera. L'altra sera! Ora ricordavo. Avevo visto Liam e Louis volare, Niall scomparire e Harry e Zayn... Harry e Zayn mi volevano fare del male. Con le mani che mi reggevano la testa mi alzai dal letto e cercai di andare in cucina a fare colazione. Mi bloccai. Sentivo qualcuno parlare con mia madre, ma non era mio padre, era Liam. "Ieri notte, l'avevamo trovata a camminare in un parco da sola. Era stanca e disorientata, si vedeva. Durante il percorso le hanno ceduto le gambe ed è caduta a terra, allora l'abbiamo portata a casa". Era tutto falso. Non ero stanca. Non ero disorientata. Ho visto tutto. Li ho visti trasformare. Feci cadere il mio libro, Harry lo sentì, salì le scale. Mi vide e sorrise. Mi allungò una mano ma io lo rifutai. Camminai avanti fino ad arrivare alle scale, inciampai, ma Harry mi prese per i fianchi e mi aiutò a scendere. Mi ritrovai davanti quei due ragazzi che volavano, uno che scompariva, uno che mi voleva succhiare il sangue e al mio fianco un lupo pronto ad assalirmi. "Buongiorno tesoro, come ti senti oggi?", mia madre era sempre premurosa nei miei confronti. " Bene, bene. Mi sento un po' scossa ma sto bene", "Ci credo, sei caduta e hai sbattuto la testa!". Liam cercava di convincermi e di convincere se stesso, ma sapevamo bene entrambi che non era vero. Mi sedetti su uno sgabello e mangiai un biscotto. Poi ritornai in camera mia senza salutare nessuno. Liam però mi segui. "Anne, ti devo parlare". " Quindi avevo ragione...". Ero sorpresa da quello che mi disse Liam. "Sì, Avevi ragione. Non volevamo dirtelo per il tuo bene e perchè non volevamo perderti. Soprattutto io, io non volevo perderti." Mi sentii soffocare. Ora avevo la conferma di cosa provava e di cosa provavo io. " Quindi tu sei...", non mi fece finire la frase "Sì, io riesco a volare come Louis, Niall è un fantasma, Zayn è un vampiro e Harry è un lupo". Sbiancai. " Tranquilla non ti farà più del male. E' molto dispiaciuto e anche Zayn. Mi sentii morire quando erano ad assalirti". Incominciai a tremare e Liam se ne accorse. Si stese con me sul letto e mi abbracciò. Io ricambiai. Mi serviva qualcuno con cui potermi confidare. In quel momento bussarono alla porta " Avanti", mi staccai da quell'abbraccio e Liam si alzò dal letto. La porta si aprì e vidi i raccioli di Harry spuntare e subito dopo il suo viso. Non era sorridente. " Permesso, possiamo entrare?", " Sì, certo. Entrate pure". "Abbiamo sentito che Liam ti ha raccontato e ... ci scusiamo per non averti detto niente prima". Ora tutti e cinque erano davanti a me. Ognuno di loro con il broncio. " Ragazzi tranquilli, ahi!", Liam si sedette ai bordi del letto. Mi prese la testa tra le mani e mi baciò i capelli. " Sto bene!". Ora tutti i cinque si sedettero sul letto intorno a me. " Ragazzi, non mi interessa se sapete volare, se siete lupi, vampiri o se scomparite nel nulla". Tutti mi guardarono attenti e analizzarono ogni parola che dissi. " Non mi interessa, l'importante è stare uniti e rimanere per sempre amici". Loro mi sorrisero. " Ci dispiace Anne, non sapevamo che ci stavi seguendo. Dovevamo dirtelo, ma soprattutto mi dovevo controllare". Harry è sempre stato dolce con me. Lo abbracciai. Lui ricambiò, annusò il mio odore. " Hei Harry!" , " Calma Liam è tutto ok!". Presi la parola" Vorrei che... l'unica cosa che vorrei è essere presente all pressima luna piena..." . Loro si meravigliarono. " Anne è pericoloso", mi disse Louis. " Non vorremmo commettere gli stessi errori", disse Niall. " Proveremo a controllarci", Disse Zayn, " Forse ci riusciremo". Sorrisi a Zayn e lui ricambiò. " No,no, no. Tu Anne rimmai a casa al sicuro". Liam era sempre protettivo nei miei confronti. Mi venne il broncio. " Oh, beh, se mi resterai vicino forse ...potrai essere presente all prossima luna piena...". Liam era il mio angelo. sapeva sempre come tirarmi sù il morale, rassicurarmi, e farmi sentire bene. Sì io gli volevo bene.

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Capitolo 7
*** Capitolo sei ***


Dopo quel momento cominciai a fare il conto alla rovescia per la luna piena. Mancavano pochi giorni, pochi giorni e avrei rivisto quei cinque ragazzi, i miei migliori amici ritornare in quelle loro sembianze. In quel momento ero nella mia stanza a scrivere tutte le emozioni che si stavano susseguendo in quei giorni con un sorriso sulle labbra, finchè qualcuno bussò alla mia porta "Ehi Anne! Ci sei?". Riconobbi subito quella voce: era Niall. "Sì,sì, vieni pure, la porta è aperta". Misi il mio libro dentro al cassetto del comodino e mi sedetti sul letto con le gambe incrociate. " Io e gli altri volevamo uscire un po' fuori e farti vedere la casa sull'albero", sapevo benissimo a cosa si stava riferendo. " Oh, beh, ok. Dammi cinque minuti". Mi alzai dal letto, presi i pantaloni e una maglietta. Mentre mi spostavo per la stanza Niall si sedette sul letto, e seguiva con lo sguardo divertito ogni mio movimento. " La smetti di fissarmi?", lui rise " Sei buffa quando cammini avanti indietro senza meta per la camera". " Boh, se lo dici tu ...", mi chiusi in bagno e feci scorrere l'acqua. Pov Niall Era davvero buffa. Poi arrabbiata si chiuse in bagno e cominciò a fare scorrere l'acqua. Io mi alzai da lì e incominciai l'esplorazione della camera. Sul suo comodino c'erano varie fotografie in alcune Anne era insieme alle sue amiche, in altre alla sua famiglia, ma in una si vedeva abbracciata ad una bambina. Sorrideva, si divertiva. quella bimba era sicuramente Marianne. Pov Anne Uscii dal bagno con il pigiama da riporre sul letto nelle mani, pronta e sorridente. Mi bloccai. Vidi Niall osservare alcune foto che avevo sul comodino. Si era soffermato su una di esse: in quella c'eravamo io e Marianne, abbracciate ridevamo. La foto fermava il giorno del compleanno di mia sorella, era il suo quinto compleanno. L' ultimo anno che passammo insieme. Mi scesero alcune lacrime dal viso e un singhiozzo si fece spazio nel silenzio della camera. Pov Niall Mi girai di scatto e vidi Anne in piedi che piangeva. Fece cadere il suo pigiama dalle mani e le mise sui suoi occhi. Riposi la foto, andai a confortarla ed abbracciarla. Sapevo già qualcosa su Marianne. L'avevamo letto in quel libro, quel libro che Anne aveva fatto cadere al campo e che noi senza il suo permesso avevamo letto. " Andiamo", mi disse asciugandosi l'ultima lacrima. Cercava di liberarsi dal mio abbraccio ma non ci riuscì, non riusciva a staccarsi, stava troppo male. Restammo lì ancora un po', in piedi in quella stanza dove risuonava il pianto di Anne e l' intreccio dei nostri respiri. Pov Liam "Ma quanto ci mettono", disse abbastanza seccato. " Liam, calmati, staranno per arrivare", mi disse Zayn, "Eh, il nostro Liam si è innamorato..." disse Louis scherzosamente. Lo fulminai con lo sguardo e lui si mise a ridere. Ero impaziente quindi entrai in casa, salutai la madre di Anne e mi diressi nella sua camera. Aprii la porta senza bussare e vidi davanti a me il mio migliore amico e Anne abbracciati. Lei piangeva. A quell'immagine non sapevo cosa provavo: gelosia o tenerezza. " Liam!" Anne si accorse della mia presenza, Niall si girò di scatto, il loro abbraccio si sciolse e Anne vagò per la stanza alla ricerca di un fazzoletto per il naso. " Ah, non volevo disturbare, ma pensavo che fosti pronta, ma... possiamo rimanere se vuoi", dissi. Pensavo quale fosse la cosa migliore per Anne, restare a casa o uscire a prendere una boccata d'aria ed essere comunque scossa dalla storia che si celava dietro alla casa sull'albero, l'inizio della nostra storia. " No, no, ragazzi andiamo", disse Anne, le spuntò un sorriso. Come faceva a cambiare umore così facilmente, da triste a solare. Aveva un sorriso bellissimo, raggiante, che ti tirava sù il morale. Cosa che serviva sempre un po' a tutti. Pov Anne In poco tempo arrivammo a quel parco, isolato dal mondo, cupo e misterioso. Quel giorno c'era il sole che spuntava tra i rami disegnando immagini morbide sul terreno. All'entrata del parco mi bloccai. Alcuni di loro andarono avanti. Liam si fermò con me. Mi porse la sua mano sorridendomi, io l'accettai ricambiando il sorriso. Quando arrivai per la seconda volta sotto quell' albero rimasi a bocca aperta. La notte in cui l'avevo visto per la prima volta non notai i disegni su di esso, era troppo buio, ma quella mattina erano ben visibili. Tutti i disegni erano formati da pennellate di colore. Erano particolari e luminosi. Raffiguravano un paio di ali, un capello piumato, un fiocco di neve, una goccia di sangue, un' impronta nera di un animale e una ragnatela. Al centro di questi simboli c'era la luna piena. Era facile capire il loro significato, l'unico che non compresi fu la ragnatela... non ci pensai. Chiusi finalmente la bocca e tutti risero del mio comportamento. Camminando per ultima entrammo nell' insenatura dell'albero dove si nascondevano delle scale di legno. Si aprì una botola e vidi una luce accecante. Intorno a me vidi solo delle comode sedute, tavoli con sopra fotografie, candele e un libro. Feci un giro su me stessa. Poi mi avvicinai ad una finestra, da essa potevo vedere tutte le cime degli alberi. Era magico stare lì sù. Sospirai. Mi sentii prendere i fianchi, era Liam "Ti piace questo luogo senza quei cinque mostri?", "Perchè dici così? Non siete cinque mostri, siete cinque ragazzi, bellissimi, gentili e molto dolci. Soprattutto tu!" e gli passai un dito sul naso. Lui mi sorrise. E appoggiò la testa sulla mia spalla, poi ci voltammo e continuammo a guardare il panorama. "Allora i due ragazzi hanno finito?", Louis ci squadrò con le mani incrociate sul petto. Io mi voltai e feci una linguaggia mentre Liam lo fulminò con lo sguardo. Mi liberai dalla presa di Liam e andai verso Louis. Gli diedi un bacio sulla guancia, sentii un sorriso formarsi a quel bacio. Notai, poi, che Liam divenne geloso. Sorrisi. Poi mi avvicinai il tavolo e presi il libro sopra di esso. Mi accomodai e cominciai a sfogliarlo. I cinque si sedettero con me e mi raccontarono la loro storia. Il libro che reggevo conteneva solo figure che si susseguivano. Nelle immagini potevo riconoscere i ragazzi. " Noi cinque siamo nati in luoghi differenti, ma tutti nello stesso momento" disse Niall, "Ma le nostre famiglie festeggiarono i nostri compleanni in giorni differenti" disse Zayn. " Negli anni qualcosa ci riunì in questa città, ci fece incontrare e diventammo amici" soggiunse Luis. Quella storia mi sembrava reale, fino ad un certo punto. " Per la luna piena, per il nostro diciottesimo compleanno decidemmo di passarlo tutti insieme nel nostro rifiugio sull'albero" proseguì Louis, " Quando scoccò la mezzanotte tutti noi eravamo seduti come adesso", rabbrividii " ad un certo punto Harry iniziò a grattarsi, a Zayn si dilatarono le pupille, Niall pian piano andava scomparendo, Louis ed io non riuscivamo a toccare terra. Non sentivamo il pavimento sotto di noi". Liam era stato chiaro. Nel loro diciottesimo compleanno avevano subito quella trasformazione. Ero un po' stranita da quella storia. Chiusi il libro provocando un botto. Mi alzai. I ragazzi mi seguivano con lo sguardo in ogni movimento. Posai il libro sul tavolo, mi girai e dissi " Chi vuole un gelato?", loro sorpresi mi sorrisero ed accettarono il mio invito.

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Capitolo 8
*** Capitolo sette ***


Pov Anne Tenevo il mio frullato in mano, camminavo osservandomi i piedi avanzare sul marciapiede grigio. Ero assorta nei miei pensieri, nel mio mondo e non sentivo niente intorno a me. "Anne? Ci sei? Sei ancora tra di noi ?", era Louis che mi sventolava le sue mani davanti al viso per attirare la mia attenzione, "Eh, sì, sì, certo". Lui mi guardò storto come tutti gli altri " Ragazzi cosa ho detto?", "Eh, sì, sì, certo", mi misi una mano sulla testa e sorrisi. "Scusate, ragazzi, cosa avevate detto? Non ero attiva...", " Lo avevamo visto" mi disse Niall sorridendo. Ricambiai. "Solo che domani ci sarà la luna piena" disse Harry "Ah... va bene". La luna piena. Un fenomeno che da piccola appariva ai miei occhi affascinante e ora sempre più pauroso ed ignoto. " Va bene se ti passiamo a prendere alle sette" cheise Zayn, "Trova una scusa buona, che tua madre beva" disse Louis indirizzandomi un occhiolino. Feci una faccia strana, non riuscivo a dire bugie " Non so ... lei sa quando mento e mi farà restare a casa. "Verrò io a casa tua, chiederò a tua madre se puoi uscire con noi e le dirò che ti riporteremo a casa sana e salva", "Grazie Liam!". Gli diedi un bacio sulla guancia. A fine pomeriggio i cinque mi accompagnarono a casa. quattro mi sorrisero e mi salutarono con la mano e uno restò con me. " Noi andiamo, a domani", " Ok, ciao ragazzi". Liam restò lì, pensavo che volesse parlare con mia madre, ma non era la sua intenzione. " Domani Anne abbiamo tutto il tempo". Gli sorrisi. Mi si avvicinò e mi cinse i fianchi facendomi avvicinare a lui, gli misi le mani sul petto, eravamo troppo vicini. Mi diede un bacio sulla guancia e mi guardò profondamente con i suoi occhi color cioccolato. Mi persi. " Staresti bene con delle ali o con una coda o con un cappello piumato, mi disse sorridendomi. Risi rivolgendo la testa all'indietro, Liam approffittò del mio gesto e mi baciò il collo, il suo bacio era soffice e mi fece solletico. Lui si allontanò mantenendo il suo sguardo nel mio, spostai le sue mani dal suo petto dietro di me sul pomello della porta. L'aprii e sorrisi a Liam salutandolo come gli altri. Mi chiusi dentro. All'interno misi la schiena sulla porta. Portai le dita nel punto in cui aveva baciato sulla guancia, per poi scendere ed arrivare fino al collo. Sorrisi. Ero davvero felice. Mia madre uscì dalla cucina chiedendo "Anne sei tu tesoro?" si bloccò quando mi guardò appoggiata alla porta, mentre tenevo la mano sul collo. "Anne?", " Sì, mamma?", " Tutto bene?", solo allora capivo a cosa si riferiva. Diventai paonazza e raggiunsi velocemente la mia camera chiudendomi dentro. Mia madre urlò qualcosa mentre salivo le scale " Anne, Liam è davvero carino, hai scelto bene tesoro", Aprii la porta e urlai " Mamma!", Lei rise e io mi richiusi in camera. Mi buttai sul letto. Sorrisi . Stavo pensando a Liam. Quella mattina non riuscivo a svegliarmi, ero stanchissima. Mia madre bussò " Avanti", " Tesoro, tutto bene? Hai dormito più del solito oggi", " Davvero!". Mi misi le mani sulla fronte, per poi abbassarle per stropicciarmi gli occhi. Girai la testa e vidi l'ora. " Abbiamo anche un ospite", disse mia madre. Sgranai gli occhi. " Chi è, mamma?", chiesi debolmente, " E' Liam, cara". Mi diedi un ciocco sulla fronte ed affondai nelle coperte. In pochi minuti si creò una battaglia tra me e mia madre, mi ero dimenticata che doveva parlare con lei. Mi arresi. " Cosa voleva?", " Cosa vuole cara è ancora qui!". Sbiancai. " Liam entra pure, caro". Lo invitò mia madre. La porta delicatamente si aprì e mostrò un ragazzo alto, forte e sorridente. Mi mostrò il ragazzo di cui mi ero innamorata. Restai a bocca aperta. Solo dopo pochi minuti capii cosa stavo facendo e in che condizioni ero. Avevo ancora il pigiama, i capelli scompigliati per la lotta, occhiaie e il mio letto era sottosopra. Chisi la bocca e cercai di sistemarmi. Liam rise al mio comportamento. Mi alzai dal letto e raggiunsi il bagno noncurante di chi mi stava guardando. Sentii chiudere la porta e scendere le scale. Con un sospiro aprii la porta del bagno, ero solo con i pantaloni del pigiama. Mi aggirai per la camera in cerca di una maglietta. Non mi accorsi che c'era qualcuno seduto sul mio letto " Ah! Liam", lui rise presi velocemente una maglietta e mi richiusi in bagno, stava ancora ridendo. Quando uscii con la magliettina cacciai Liam dalla stanza. Finito di vestirmi, mi spazzolai i capelli formando quei quasi boccoli nelle punte e poi scesi. Vidi mia madre ai fornelli e Liam mangiare un toast un po' troppo caldo. Risi a quella scena. Lui se ne accorse e appoggiò il pane nel piatto, mi sedetti nello sgabello vicino al suo presi un pezzo del suo toast. "Senti cara, Liam mi ha chiesto se vuoi uscire con lui e con gli altri. Ti piacerebbe?". Lui mi sorrise. " Certo mamma sarebbe bello". Risposi al sorriso. Mia madre si voltò con un vassoio di biscotti, ci vide sorridere e disse " Io vado di là. Anne se vuoi puoi uscire già questa mattina", tolsi lo sguardo da Liam per risponderle ma non la vidi più. Feci spallucce, presi un biscotto e con due morsi lo mangiai. Liam mi continuava a fissare " Perchè mi guardi? Ho qualcosa sulla faccia?", " No, no" rise, " Sei davvero bella". Divenni paonazza, gli diedi un pugno sul braccio, lui sorrise e mi diede un bacio sulla guancia. Io ricambiai il sorriso e scesi dallo sgabello " Mamma, noi usciamo", " Certo, ciao tesoro". Presi per mano Liam che scese dallo sgabello e uscimmo. Appena fuori gli mollai la mano " Perchè, ti dò fastidio?", "No,no é che... lo trovo un po' strano". Ci rimase male, entrambi provavamo lo stesso ma nessuno dei due riusciva ad incominciare. Gli diedi un bacio sulla guancia e gli sorrisi per tirarlo su di morale, ci riuscii. Così camminammo per tutta la mattina.

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Capitolo 9
*** Capitolo otto ***


Il giorno fece spazio alla notte. Io e Liam passammo tutto il pomeriggio in giro, ritornammo in quel negozio di dischi, era il mio preferito. Poi Liam mi portò in un negozio di giocattoli, era grandissimo. Era il paese dei balocchi, il paese delle meraviglie, io ero Alice e al mio fianco c'era il Cappellaio Matto, il mio immancabile compagno di avventura. Mi brillarono gli occhi e lui lo notò, mi avvicinai ad uno scomparto pieno di pupazzi. Ne presi uno in mano, era un orsetto: indossava pantaloni con bretelle e un simpatico cappello di paglia. Liam mi si affiancò. Prese dalla sua tasca posteriore il portafoglio e dalle mie mani il peluche, andò verso la cassa e l'unica cosa che mi porse era uno dei suoi bellissimi sorrisi, che io dolcemente ricambiai. Lo seguii da dietro e rimasi a sorridere finchè non riebbi tra le mani quell'orsetto. Usciti dal negozio gli saltai al collo e lo bacia sulla guancia, ero davvero felice. Camminammo verso il parco, dove quella notte ci sarebbe stato un evento che sarebbe rimasto per sempre nella mia memoria. Pov Liam Quella mattina la passai molto bene al fianco di Anne, Ma che dico è stato bellissimo. Mi convinse a tornare in quel negozio pieno di dischi. Poi mi venne un'idea, l'avrei portata nel mio negozio preferito da piccolo. Appena entrati le si illuminarono gli occhi, aveva quella scintilla che poche volte vedevo in una ragazza. Si avvicino ad uno scafale e ne tirò fuori un peluche, un orsacchiotto. Istintivamente presi il mio portafoglio e il pupazzo dalle sue mani, l'unica cosa che volevo dirle con un sorriso che presto quel peluche sarebbe stato suo. Usciti dal quel mondo di stoffa mi saltò al collo mi baciò, le sue labbra erano delicate e soffici. Ero al settimo cielo. Insieme camminammo verso il parco lì avremmo aspettato i nostri amici. Il tempo passava velocemente, tra chiacchiere e risate. Era davvero bella sotto i riflessi della luna. Avrei attuato il mio piano, la mia unica paura era un possibile rifiuto. Sarei morto solo al pensiero. Pov Anne Era bellissimo sotto i riflessi della luna. Stavamo chiacchierando con intensità e non ci accorgemmo che quattro figure si stavano avvicinando a noi. Erano Harry, Zayn, Niall, Louis. Insieme entrammo nel parco, arrivammo sotto l'albero e salimmo. Mancavano pochi minuti a mezzanotte, io ero seduta con in braccio l'orsetto che poco prima Liam mi aveva comprato. Ero accanto a Louis che mi osservava giocare sorridente, Niall stava mangiando qualcosa, mentre Harry, Zayn e Liam stavano parlando sottovoce vicino ad una finestra in disparte. Feci quello che non mi avevano mai insegnato a fare: origliare. "E' pericoloso, se tieni veramente a lei devi farla allontanare", disse Harry "Hai visto come non siamo riusciti a controllarci. Liam sii ragionevole". La luna piena spuntò da dietro un paio di nuvole. Harry incominciò a grattarsi, Niall si voltò e lo vedemmo quasi scomparire. Ci accennò un saluto e scomparve del tutto. Louis era più alto di me, stava fluttuando. Continuava a guardarmi mentre tenevo stretto il peluche, io lo osservavo con la bocca aperta. Mi sorrise. Harry si tenne la testa tra le mani e uscì velocemente dalla casetta. Mi alzai lasciando l'orsetto sulla sedia. Mi affacciai e notai Harry trasformarsi in un lupo, Zayn era vicino a me, vedevo nei suoi occhi le pupille dilatarsi ed una dentatura bianca e forte spuntare. Era diventato un vampiro. Appena si rese conto in che condizioni era, per proteggermi, uscì dalla finestra facendo un balzo e atterrando sul prato. Si addentrò nel bosco e non ne uscì. Liam e Louis fluttuavano per la casetta, mi invitarono ad andare all'aperto. Lentamente scesi la scale e arrivai di nuovo fuori. Vidi Harry davanti a me. Vidi nei suoi occhi verde smeraldo il mio riflesso, era bello, davvero bello anche se era un lupo. Allungai la mia mano davanti al suo muso, in segno di fiducia. Lui arretrò. Ero un po' scoraggiata e abbassai lo sguardo. Aveva paura di non potersi controllare. Sentii poi qualcosa di umido toccare la mia mano,era il muso. Voleva che lo accarezzarsi. Era morbido aveva il pelo lucido, brillava sotto la luna. Lo accarezzai dolcemente, si era riuscito a controllare. Liam ci osservava sorridente finchè non prese la mia mano e mi portò un po' lontano dagli altri, cosa voleva fare? Pov Harry Quando scesi dalla casettami reggevo ancora la testa tra le mani, mi stavano spuntando le orecchie, il pelo stava crescendo, mi stavo trasformando. Vidi scendere Anne e raggiungermi. Mi porgeva la sua mano in segno di fiducia. Mi allontanai di un passo, avevo paura, non volevo farle del male. Lei abbasso lo sguardo dal mio. Ci provai, era solo per lei, mi avvicinai e sfiorai con il naso la sua mano. Volevo accontentarla. Aveva il mio consenso. Era delicata sul mio pelo. Liam la allontanò da me ed io ci rimasi male, ma era la sua "preda". Si vedeva che ci teneva a lei, che gli piaceva e lei ricambiava e sapeva che quella notte Liam avrebbe attuato il suo piano.

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Capitolo 10
*** Capitolo nove ***


Pov Liam Ero davvero contento, Anne non aveva paura di noi. Zayn era sparito, doveva trovare qualcosa da cui bere. Harry aveva paura di farle del male, lo capii ma accettò comunque di farsi toccare, ero fiero di lui. Presi Anne per mano e la portai un po’ più lontana dagli altri. Era confusa, io lei sorrisi per metterla a proprio agio. Ci riuscii. La tenni più stretta e incominciai che le mie ali ci portassero su, su, su, fino a vedere da vicino la luna e le stelle. C’eravamo solo noi. Lei si voltò per vedere il cielo. Osservava e notava qualcosa che ai miei occhi sfuggiva. Delle piccole lacrime le scesero dal viso. La guardai preoccupato, L’unica cosa che mi seppe dire fu “Marianne”. L’abbracciai. Quel giorno avevo letto tutto dal suo quaderno. Era stato duro poter andare avanti. La riscaldai e le risollevai l’umore con dolce semplice sorriso, era l’unica cosa che in quel momento riuscivo a donarle. “Farei qualsiasi cosa pur di farti sorridere. L’unica cosa che ti posso donare ora è un sorriso, un dolce semplice sorriso. Anche se vorrei fare di più, vorrei amarti”. Ero quello che provavo per lei, tutto quello che provavo per lei glielo avevo appena detto, avevo appena confidato a lei i miei sentimenti. Mi sentivo leggero e libero, mi sentivo davvero bene. Pov Anne Ecco cosa voleva fare, voleva farmi volare. Da quando ero piccola volare era uno dei miei più grandi sogni ed ora si era realizzato. Da quell’altezza potevo vedere la luna, le stelle…mi comparve la figura di Marianne, sì, era lei era seduta e in mano reggeva una ragnatela ben formata, era simile a quella vista nel disegno sulla parete della casetta. Una lacrima mi scese. Vedevo Marianne in ogni luogo in cui andavo, ma qui la sua immagine era nitida e potevo vedere bene i suoi occhi, vivi e rivolti nei miei. Sì, mi stava guardando. Liam si accorse della piccola lacrima e mi abbracciò, con il suo abbraccio mi stava riscaldando. Poco dopo mi disse “Farei qualsiasi cosa pur di farti sorridere. L’unica cosa che ti posso donare ora è un sorriso, un dolce semplice sorriso. Anche se vorrei fare di più, vorrei amarti”. Era davvero dolce. Lo sapevo che aveva letto il mio diario, conosceva la mia storia anche se io non avevo aperto bocca. Aveva capito come mi sentivo e mi aveva appena detto ciò che provava per me. Erano le stesse cose che il mio cuore continuava a pensare, ma senza coraggio per poterlo dire. L’abbracciai più forte, provavo per lui qualcosa che non avevo mai provato, trovavo sicurezza, conforto e protezione, cose di cui, in quel momento, avevo bisogno. Dopo l’abbraccio mi sorrise, osservai per l’ultima volta quella grande e tonda luna e scendemmo fino a toccare con i piedi il soffice e freddo prato. Il mio cuore batteva più che mai, non riuscivo a smettere di sorridere. Non volevo essere in nessun posto che non fosse quello. Pov Liam La resi felice, lo vidi dai suoi occhi. Continuavamo a fissarci e a sorriderci. Mi morsi il labbro. Lentamente cercai di avvicinarmi sempre di più al suo viso. Avevo molta paura ma anche volevo farlo, era da tanto che lo aspettavo. Mi avvicinai sempre di più, il mio cuore batteva come un cavallo in corsa. Non feci in tempo che lei mi prese il viso tra le sue mani morbide e mi baciò. Io ricambiai e l’avvicinai più a me. Il nostro bacio divenne da dolce a più appassionante. Lei poi spostò le sue mani dal mio viso dietro il mio collo per assicurarsi quel bacio. E sicuramente se lo assicurò e con lui il mio cuore. Poco dopo ci staccammo, le sorrisi e lei ricambiò. “Era da tanto che volevo farlo”, le dissi, “Anch’io”, mi confessò. Mi diede un veloce bacio sulle labbra e mi prese per mano per raggiungere gli altri. Pov Anne Non resistei, era troppo bello e ormai ero al culmine del mio amore per lui. Sapevo cosa stava per fare ma io lo precedetti: gli presi il viso tra le mani e lo baciai, lo sorpresi. Sentii un sorriso formarsi sulle sue labbra, mi avvicinò di più a lui e io gli misi le mani dietro il collo. Lo volevo, volevo quel bacio da tanto e finalmente l’avevo ottenuto. Pov Harry La luna piena durò poco. Scomparve subito e mi ridiede i miei amici. Niall ritornò, era contento, aveva un sorriso sulla bocca, chissà cosa aveva combinato il nostro fantasmino… Zayn ritornò fuori dal bosco. Si stava pulendo la bocca con il dorso della mano, sporca di sangue di qualche animale. Louis atterrò appena in tempo sulla piattaforma della casetta. Io continuavo a tenermi la testa tra le mani e mi giravo in continuazione per vedere i miei amici ritornare. Però due mancavano all’appello: Anne e Liam. “Dove sono Liam e Anne?”, chiesi, “Saranno ancora dentro il bosco…”, disse Louis, in cima alla casetta, con fare malizioso. Non gli diedi importanza ed insieme a Zayn e Niall salii sulla casetta. Ci sedemmo, come avevamo fatto al nostro diciottesimo compleanno e ci raccontammo a vicenda storie di paura. Sentii alcuni passi salire le scale e si presentarono Anne e Liam, mano nella mano sorridenti. “Allora Liam, hai fatto centro?”, Louis era sempre diretto nelle sue domande. Liam sorrise alla bella ragazza che rispose per lui “Sì, penso proprio di sì”. Presto si crearono molti “Oh” nell’aria. Entrambi divennero rossi ed abbassarono lo sguardo. Io alzai gli occhi al cielo “Ragazzi…”, li fermai, Liam e Anne mi rivolsero dei sorrisi di ringraziamento. Poi Anne riprese la parola “Io vado a casa, ci vediamo ragazzi. Buona notte!”, tanti “buona notte” risuonarono nella casetta rivolti ad Anne. Liam si offrì di accompagnarla ed entrambi uscirono dalla casetta lasciandoci al punto in cui Niall era arrivato con la sua storia di paura.

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Capitolo 11
*** Capitolo dieci ***


Pov Narratore I giorni successivi passarono velocemente. Si susseguivano come in un film dove accadeva sempre la solita routine, la solita vita, i soliti sentimenti. Ora Anne era molto legata con i ragazzi e anche con Liam. Si sentivano sempre, uscivano molto spesso e molte feste avevano come protagonisti sei ragazzi, ognuno diverso dall’altro ma tutti legati ad un piccolo segreto. Il loro piccolo segreto. Quella dolce routine venne spezzata da un giorno piovoso, pieno di lampi e tuoni. Anne era chiusa in camera sua, in casa non c’era nessuno solamente lei. Era stesa nel suo letto illuminata dallo schermo del computer e da qualche lampo che squarciava il cielo seguito da un forte tuono. Si stava rovinando gli occhi, lo sapeva benissimo, ma comunque non le importava. Liam non era raggiungibile sul cellulare come tutti gli altri ragazzi. Il suo umore non poteva essere più basso di quello. Spense il computer. Si tolse le coperte di dosso e affondò i piedi nel soffice tappeto. Si stiracchiò. Scese le scale di malavoglia, viaggiava per casa senza una meta. Oltrepassò lo studio del padre nel momento stesso in qui un lampo illuminò la porta di esso. Fece due passi indietro, si girò, appoggiò la sua mano calda sul pomello freddo della porta. La aprì. Le si presentò davanti, in lontananza, una scrivania, nell’angolo a destra una libreria e in fondo a sinistra uno scaffale con sopra alcuni vasetti con dentro ragni o altri insetti velenosi e non. Pov Anne Camminai in avanti facendo scricchiolare, sotto il suo passo scalzo, il pavimento in legno. Andai dritta verso lo scaffale. Un lampo lo illuminò e in quello stesso momento incrociai lo sguardo con uno di quei ragni: aveva gli occhi dorati, come se in essi ci fosse disegnata una mappa, aveva il pelo rizzato verso l’alto. Aprì la bocca mostrando i suoi denti posti lateralmente ad essa. La richiuse subito dopo. Non voleva colpirmi. I ragni per poter allontanare, spaventare ma soprattutto immobilizzare le loro prede li ricoprivano con uno strano liquido, ma quel ragno non lo fece. In qualsiasi caso ero coperta dal contenitore in cui era esso. Ma non credo che si fosse bloccato per quell’ostacolo davanti ai suoi occhi, era per un altro motivo che non capii. Passai tutto il pomeriggio in quello studio ad osservare quegli esemplari e leggere gli appunti e le riflessioni che mio padre fece su di essi. A metà pomeriggio il sole illuminò la finestra e attraverso uno spiraglio capii che il temporale era passato e che potevo uscire con Liam per potergli raccontare quello che era accaduto in quello strano pomeriggio. Pov Anne Mi preparai semplicemente. Scesi dalla mia camera, avvisai mia madre, appena tornata con mio padre, le diedi un bacio sulla guancia ed uscii. Ritrovai Liam seduto su un muretto con le gambe a penzoloni che fissava le sue scarpe. Appena sentì la porta chiudersi alzò lo sguardo e mi sorrise. Io ricambiai. Attraversai la strada. Lui scese dal muretto e mi abbracciò. Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia. Poco dopo ci allontanammo ma mantenemmo comunque un contatto unendo le nostre mani. Ci dirigemmo verso uno di quei bar verso il centro, intanto raccontavo al ragazzo al mio fianco la parte più superficiale di quello che era successo. La parte più interessante e le mille domande che volevo fargli erano anche la parte più difficile da raccontare e glielo avrei detto più tardi con calma. Entrammo in un locale molto carino e seguendo le regole del galateo Liam entrò per primo per poi farmi accomodare. “Cosa vorresti, Anne?”, chiese gentilmente, io sorrisi e risposi con altrettanta gentilezza “Un the alla vaniglia, grazie”. Andò ad ordinare ed io intanto posi lo sguardo fuori dalla finestra, su una coppia di bambini che si tenevano per mano e si sorridevano a vicenda, erano davvero carini. Sorrisi a quella scena. Liam si sedette davanti a me e mi sfiorò le mani facendo una carezza. “Cosa volevi dirmi oltre alla storia dei ragni e al resto?” Qual è il punto?”, era preoccupato, lo si vedeva nei suoi occhi. Sospirai ed incominciai a raccontare “Quando eravamo piccole io e Marianne ricevevamo lezioni sul mondo degli insetti da mio padre. Sapevamo ogni piccolo particolare. Io e Marianne poi scegliemmo quello giusto per noi. Nostro padre diceva che ogni persona è legata ad un’animale e noi due scegliemmo due ragni. Quello che avevo visto questo pomeriggio era proprio quello di Marianne ed era lo stesso che non mi attaccò. Poi mi venne in mente un giorno, sì, il giorno prima che Marianne morisse. Nostro padre in quel giorno ci confidò un piccolo segreto: ognuno di noi è legato ad una persona cara attraverso un filo, un sottile filo come quelli che producono i ragni. Io e Marianne allora pensammo che saremmo rimaste insieme per sempre legate da quel filo, da quel magico e sottile filo”. Riuscii per poco a trattenere i singhiozzi, ma già alcune lacrime scesero sulle mie guance. Liam tenne stretto con una mano le mie e con il pollice dell’altra asciugò le mie piccole lacrime. Poco dopo ripresi a parlare “Quando ero venuta con voi nella casetta notai quei disegni e seppi darvene uno per uno”, Liam sorrise “ma uno non capii a chi fosse destinato: era una ragnatela”, quel ragazzo divenne improvvisamente serio. “Anne, tu hai diciassette anni, giusto?”, annuii “E li compirai tra qualche giorno, giusto?”, annuii ancora. Aspetta cosa voleva dire? “Dici che potrei essere io il sesto elemento?”, lui annuì. Gli lasciai le mani e le misi davanti alla mia bocca. Ero molto spaventata, non volevo trasformarmi e rimanere così per sempre! “Liam io… io non voglio diventare come voi, non mii fraintendere ma…”, “No Anne, ho capito tutto”, disse tristamente e con una nota di rabbia. “Non vuoi diventare un mostro come noi”, proseguì, “No Liam, no, non siete dei mostri, siete solo diversi…”. Era ancora più arrabbiato, mi faceva paura “Bene, ok, a presto Anne!”, si alzò, andò a pagare il suo caffè e uscì da quel locale, lasciandomi da sola con il mio the alla vaniglia tra le mani e le lacrime che chiedevano di uscire. Terminai con fatica quella bevanda, la pagai e mi incamminai verso casa. Pensavo sempre a Liam e a quello che gli avevo detto, cosa mi era preso? Volevo risolvere tutto ma pensavo di averlo perso. Mi chiusi in camera, mi sedetti sul letto e feci uscire le lacrime. Ero a terra. Asciugandomi le lacrime versate alzai lo sguardo e vidi il peluche che Liam mi aveva comprato. Ricominciai presto a piangere. Rimasi in camera mia per tutta la sera. Solo quelle mura dipinte di bianco sapevano quante lacrime avevo versato. Mi addormentai con ancora i vestiti che indossavo quel pomeriggio, senza cenare. La mattina seguente mi alzai. Mi girava la testa, diedi la colpa al piando di ieri. Mi diressi in bagno, passai davanti alla mia scrivania e notai il calendario che avevo li vicino: quella sera ci sarebbe stata la luna piena.

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Capitolo 12
*** Capitolo undici ***


Pov Liam Quella notte la passai insonne. Ero seduto sul cornicione del balcone della mia camera, con le gambe portate al petto e bloccate con le mie mani incrociate. Passai tutta la notte lì, in quella posizione. Guardavo la luna che piano, piano si stava formando. Presto ci sarebbe stata la luna piena. Il giorno stava arrivando e vidi nell’orizzonte la luna fare posto all’alba che stava prendendo spazio nel cielo. Mi era sempre piaciuta l’alba, era con lei che mi svegliavo quando ero piccolo. Quando mio padre mi portava nel nostro posto speciale. Ci potevamo stendere sull’erba e osservare il cielo dove l’alba si stava formando. Sì, quando c’era ancora… Scacciai quei pensieri e accolsi le parole che ci eravamo scambiate io e Anne al bar. Forse avevo ragione, forse era lei il sesto elemento. Ma non ne voleva sapere niente, non voleva diventare come noi, non voleva rimanere così per sempre. Era una sua scelta… ed essa mi aveva fatto male, mi aveva ferito. Volevo risolvere tutto ma pensavo di averla persa. In quel momento mi arrivò un messaggio da Harry – Hey, vieni con noi a fare colazione? Ti aspettiamo al solito posto! Harry -, avevo ancora i miei amici per distrarmi ma era difficile. Scesi dal cornicione, entrai dalla porta finestra, andai in bagno e mi portai dietro una camicia e un paio di jeans. Quando tornai in camera mia vidi che mi era arrivato un messaggio da Anne – Ciao, non so dove trovo il coraggio per scriverti. Ti volevo solo dire che non racconterò mai a nessuno il vostro segreto. Sarò una buona amica nel custodirlo. Anne x -. Buttai per terra uno dei cuscini posati sul mio letto. Ero arrabbiato, non mi chiedeva nemmeno scusa, scusa di avermi fatto male? Solo un “costudirò il vostro segreto”? Cercai di calmarmi e scesi le scale sbattendo dietro tutte le porte che avevo davanti per poi raggiungere i miei amici. Pov Harry Stavo parlando con i ragazzi di una partita che avevamo giocato in quella settimana, dei goal che aveva fatto Louis e dei cartellini che prese Zayn e anche delle mille risate che fece Niall quando vincemmo e quando facemmo uno scherzo al nostro allenatore. Sì, ci eravamo divertiti, peccato che non ci fosse anche Liam… A proposito lo vidi arrivare con lo sguardo basso e le mani in tasca. Era turbato o forse arrabbiato? “Ciao Liam!”, disse subito Louis “Ciao, ciao!” arrivarono poi da Zayn e Niall, “Liam, cosa è successo? Tutto bene amico”, dissi io. Tirò su lo sguardo, aveva gli occhi lucidi. Lo facemmo sedere e ci raccontò quello che era successo ieri con Anne. Lui pensava che il sesto elemento fosse quella piccola ed indifesa ragazza. Ci stranimmo tutti. Come poteva essere? Anne. Anne era il sesto elemento? Anne era il ragno? Pov Anne Stavo stesa nel mio letto, con il cellulare alzato per poter vedere bene lo schermo. Niente. Non avevo ancora ricevuto una risposta da Liam. Sospirai. Sapevo che lo avevo ferito, lo sapevo e in quel momento, in quel locale, con quella tensione non lo avevo nemmeno in mente, non era mia intenzione, ma comunque lo feci. Buttai il cellulare sul materasso che rimbalzò e cadde dal letto. Mi misi le mani nei capelli, cosa potevo fare? Niente. Non potevo andare da loro e dire “Sono tornata! Avevate ragione, o pure torto, sono io il sesto elemento!”. Mi tirai su e scesi le scale lasciando il cellulare sul tappeto. Entrai nello studio di mio padre e cercai il ragno di Marianne ed il mio. Erano vicini. Li presi. Mi sedetti sul pavimento e aprii il contenuto, che presto fuoriuscì. Cosa stavo facendo? Non lo sapevo. Sapevo solo che ero al sicuro, non mi avrebbero fatto male. Infatti mi si avvicinarono solo per poi andare incontro l’uno all’altro e guardarsi. Sorrisi. I ragni ora giravano per tutto lo studio. Sentii la porta dell’ingresso chiudersi, allora velocemente presi uno ad uno i ragni e li chiusi nel loro vasetto. Ma nel prendere sia il mio che quello di Marianne, mi graffiai. Li rimisi dentro ed uscii velocemente dallo studio di mio padre per chiudermi in camera mia. I graffi che mi procurarono i ragni non erano niente, presi un fazzoletto e mi tamponai il sangue che piano piano stava finendo di uscire. In quel momento entrò mia madre “Tesoro, tutto bene? Ho sentito chiudere una porta e delle corsa su per le scale…”, si riferiva a poco prima “Si, si, tutto bene, tranquilla! Stavo per leggere un libro”, dissi falsamente, “Ah, bene! Sono contenta che riprendi un po’ a leggere. Volevo solo dirti che questa sera io e tuo padre non saremo a casa. Io sarò dalle mie amiche e papà ha il turno di notte in laboratorio”, “Ok, va bene. Tanto penso di andare a letto presto questa sera”, dissi con poco interesse. Mia madre mi sorrise e chiuse la porta. Sì, quella sera sarei andata a letto presto, volevo che questo incubo finisse presto.

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Capitolo 13
*** Capitolo dodici ***


Pov Liam L’intero pomeriggio lo passai con i miei amici. Tra chiacchere e risate. Piano piano mi stavo dimenticando di quello che Anne mi aveva detto e della storia che si celava dietro noi cinque ragazzi. Presto arrivò la sera. Salimmo sulla nostra casetta, ci sedemmo e aspettammo il momento di cui tutti gli scrittori si procuravano per scrivere spaventose storie o solo racconti per spaventare i più piccoli. Eravamo in cerchio e Louis teneva il libro aperto sulle sue ginocchia “Ragazzi, questa è l’ultima luna in cui noi possiamo completare la trasformazione. Da questa luna in poi saremo completamente mezzo umano e mezzo, lupo, mezzo vampiro, mezzo fantasma e per metà potremo volare”. Mi spaventava. “Le prime lune allora le potevamo evitare, potevamo restare completamente umani!”, dissi arrabbiato, Louis annuì. Potevo rimanere un umano, potevo spezzare quella specie di incubo e rimanere con Anne. Ma ora non più. Mi alzai arrabbiato e me ne andai lasciando i ragazzi ancora seduti nella casetta. “Liam aspetta! Non è stata colpa tua!”, disse Zayn, appena sull’uscio della porta, “Sì, è stata colpa mia! Potevo sapere di più! E ora potevo ancora essere con Anne! Ma ormai non posso più fare niente, niente!”, dissi quasi urlando “Liam, calmati”, disse Niall. Era spaventato, tutti erano spaventati dal mio comportamento non mi avevano mai visto così. Scesi le scale e mi inoltrai nel bosco. Dovevo calmarmi, avevano ragione. Mi misi le mani in tasca e camminai finche’ non mi stancai. Mi accasciai ai piedi di un albero. La luna stava spuntando da dietro le nuvole. Era bellissima, era tonda e splendente. I riflessi mi illuminavano il viso e proiettavano la mia ombra sul prato intorno a me. In meno che non si dica avevo le ali. Continuavo a camminare, non curante di quello che mi stava succedendo. Però… la mia trasformazione mi stava facendo male, le ali stavano spuntando con fatica e mi facevano male. Sentii degli ululati, era Harry. Corsi dai miei amici e mi maledissi per non essere rimasto con loro. Li vidi tutti sul prato doloranti: vidi Harry che soffriva tantissimo, gli stava spuntando la coda e le orecchie si facevano spazio sulla sua testa. Louis aveva i miei stessi problemi, le ali che si stavano facendo vedere sulla sua schiena gli procuravano un profondo dolore. Niall stava scomparendo e ricomparendo di continuo. Si teneva le mani sulla testa per cercare di alleviare il dolore. Zayn invece guardava nel vuoto, si premeva le mani davanti alla bocca, stava tremando. Avevo paura. Cosa ci stava succedendo? Poi capii. Non ci stavamo completando, in metà uomo e metà mostro. Ci stavamo trasformando completamente in mostri. Avevamo tutti paura. Sapevamo a cosa era dovuto quel dolore, presto ci saremo trasformati completamente in un lupo, un vampiro, in un fantasma e due ragazzi che sapevano volare. Pov Anne Erano le due di mattina quando mi svegliai improvvisamente. Ero sudata nel mio letto. Mi ero svegliata di colpo da un incubo, un brutto incubo. Stavo sognando di essere davanti ad un bivio, da una parte c’erano i ragazzi trasformati in quello che erano realmente e la casetta sull’albero; dall’altra la mia famiglia, la mia sorellina, la mia casa… Mi alzai dal letto. Andai verso il bagno, un “click” era l’unico suono che sentii prima di vedere tutto chiaro. Mi appoggiai al lavandino, alzai la testa e vidi i miei occhi riflessi nello specchio. I capelli erano scompigliati e ricadevano sulle spalle. Mi avvicinai meglio allo specchio e vidi le mie pupille, erano più scure del solito. Mi sentivo strana, le gambe mi tremavano, il cuore mi batteva forte nel petto come volesse uscire, le braccia non mi reggevano e mi girava forte la testa. Cosa stava capitando? Mi allontanai dallo specchio e mi tenni la testa tra le mani. Stavo male, molto male. Qualcosa mi diceva che i miei amici erano nei guai, che Liam era nei guai. Non sapevo cosa fare così seguii l’istinto. L’istinto, cosa mi diceva? Da una parte di uscire da lì, andare dai miei amici e l’altra rimanere a casa al sicuro. Poi decisi: uscii dalla finestra e mi incamminai verso quel parco. Mi sentivo sempre più strana ogni passo che facevo. La vista mi si stava appannando, le mani mi stavano facendo male, stavano crescendo come se si allungassero, il bacino si rendeva più pesante, mi sentivo sempre più pesante come se trasportassi un masso. In poco tempo arrivai davanti al parco. Ripresi fiato ed incominciai a correre e correre verso quell’ululato che si spezzò nell’aria gelida. Arrivata sotto la casetta rivolsi lo sguardo sui disegni. Tutti erano brillanti, splendenti. Allungai lo sguardo dietro ad essa, e vidi i ragazzi. Vidi Liam, Liam mi stava guardando e io ricambiavo.

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Capitolo 14
*** Capitolo tredici ***


Pov Liam Vidi in lontananza una figura, non capivo chi era, era nascosta nell’oscurità. Quando fece due passi in avanti mostrandosi alla luce della luna vidi che era Anne. Avevo ragione era lei il sesto elemento! Mi passarono per la mente tutti i ragionamenti fatti sere fa, tutti giusti, ma ora non era il momento di pensare. Anne era diventata un ragno, aveva due denti all’estremo della bocca, aveva gli occhi oscurati dalle pupille scure, aveva alla fine delle dita artigli, artigli che contenevano veleno e intorno al suo bacino aveva un filo rosso. Era quel magico filo. Era il filo che teneva legata lei alle persone a lei care. Con lentezza si avvicinò a tutti noi e ci legò il bacino con il suo filo rosso. Poi si allontanò. Lasciava che la luna piena avesse il suo corso. Intanto essa stava scomparendo e noi stavamo soffrendo di più. Quando la luna calò per fare spazio alla luce dell’alba, sentii una fitta al bacino. Era il filo. Si illuminò di luce propria, fece alleviare il nostro dolore e ci fece tornare umani. Ero confuso di quello che era appena accaduto. Ero rimasto metà uomo e metà mostro o ero diventato un umano per sempre? I ragazzi, ritornarono nelle loro sembianze. Ci guardammo tutti storto poi Harry urlò “Anne!”. Anne era accasciata sul prato, ci aveva salvati. Corsi subito da lei. Era svenuta. Aveva speso fin troppa energia. La sollevai e la portai a casa sua. I ragazzi ci lasciarono andare e presto raggiunsi la casa della mia piccola Anne. Pov Anne Ero stordita. Cosa era successo? Come avevo fatto? L’unica cosa che mi ricordavo e che i ragazzi stavano bene ed era tutto per me… Aprii gli occhi e mi ritrovai in camera mia, tra le coperte. Stavo per alzarmi quando la porta si aprì. Era Liam. Mi rimisi a letto, non volevo parlare con lui. “Anne, per favore lasciami parlare…”, era così dolce. Mi rigirai e mi tirai su a sedere “Volevo dirti grazie. Grazie per averci salvati e volevo dirti che sarai sempre la benvenuta se ti sentirai un po’ giù”. Abbassò lo sguardo e solo allora cercai di parlare “ No, io mi devo scusare. Non dovevo farti soffrire, non era mai stata mia intenzione e anche per non avere accettato il fatto che ben presto sarei diventata come voi e non ci sarebbe stata una via di fuga…”, ora io abbassai la testa vedendo che Liam alle mie parole sorrise e mi intimò con due dita sotto il mento di guardarlo negli occhi. Erano bellissimi, come mi ricordavo, marroni cioccolato. Avvicinò piano il suo viso al mio e mi baciò. Era da tanto che mi mancavano quelle labbra. Erano soffici e dolci. Presi il suo volto tra le mani e ricambiai il bacio. Venimmo interrotti dalla porta della mia camera che si apriva. “Scusa Liam ma volevamo anche noi vedere come stava A…Anne”, disse Niall appena tutti entrarono nella mia camera. “Scusate… ci togliamo di torno”, disse Harry chiudendo la porta, “No, no, ragazzi entrate pure!”, dissi io, quasi ridendo. Tutti rientrarono e si sedettero sul letto vicino a me. “Sono contenta che siate ancora con me! Che non vi siate trasformati completamente in…”, dissi io un po’ impaurita “Anne, puoi dirlo, siamo tutti mostri qui!”, disse Louis sorridendo, ricambiai il sorriso. Li abbracciai tutti. Ero davvero contenta. “Ma adesso siete comunque metà umani e metà mostri?”, tutti annuirono, “E tu sei il sesto elemento: il ragno”, disse Harry ed io con un sospiro annuii. Liam mi abbracciò, “Lo sai che saremo tutti uniti, e se qualcosa non va siamo pronti ad aiutarti!”, gli altri annuirono al discorso di Liam. Mi sentii sollevata. Pov Narratore Da quel giorno Anne, Liam, Louis, Zayn, Niall e Harry ripresero la loro routine. Passarono tutti i giorni in compagnia l’uno dell’altro. I ragazzi poi ripresero la scuola. Anne e Liam si frequentarono ancora e ancora, niente ormai riusciva a separarli. La luna piena non era più un pericolo ora che tutti gli elementi si erano ritrovati e vivevano in serenità. Nessuno ancora conosceva il loro segreto. Nessuno conosceva il segreto di quei ragazzi, ognuno tanto diverso dagli altri, ma sotto, sotto tutti uguali.

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Capitolo 15
*** Capitolo quattordici ***


Pov Anne Era incominciata la scuola e con essa la valanga di compiti da eseguire. Incominciarono, anche, le ripetizioni ed alcune punizioni. La sveglia suonò, mi alzai di malavoglia dal letto. Affondai i piedi nel morbido tappeto e portai le mani in alto per stiracchiarmi. Quando andai in bagno una forte luce proveniente dalla finestra mi beccò gli occhi che chiusi di scatto e poi riaprii. Vidi la mia immagine riflessa sullo specchio. Sembravo uno zombie… Mia madre entrò in camera, “Cara, sei già in piedi?”, si avvicinò al bagno, mi vide ancora mezza addormentata. Rise a quella scena. Io la guardai male e chiusi la porta del bagno lasciandola fuori, “Comunque Anne, la colazione è pronta!”, mi avvisò lei. Sbuffai. Mi feci una doccia veloce e mi vestii semplicemente. Cercai per tutta casa le mie inseparabili Converse, bianche, basse con i lacci di diversi colori, le mie preferite. Alla fine le trovai, erano sotto il divano. Arrivai in cucina. Mi sedetti su uno degli sgabelli e presi un biscotto. Gli diedi un morso. Guardai l’orologio, c’era ancora tempo, così con calma preparai la cartella per poi dare un bacio sulla guancia a mia madre ed uscire di casa. Camminavo per strada con lo sguardo fisso sul marciapiede e le mani in tasca. Stavo pensando a ciò che era successo quell’estate. Avevo scoperto tanti segreti, sui miei amici e anche su di me. Harry, Zayn, Louis, Niall e Liam erano come me. Eravamo così diversi ma allo stesso tempo così uguali. Loro erano il lupo, il vampiro, il fantasma e i due ragazzi con le ali della casetta ed io ero il ragno. Il sesto elemento, l’elemento mancante. Ero così presa dai miei pensieri e non mi ero resa conto che ero già arrivata a scuola, ero ancora in anticipo, la campanella non era ancora suonata. Entrai dentro l’edificio e mi diressi verso il mio armadietto. Aprii il lucchetto e l’anta. Notai subito qualcosa di sottile in fondo ad esso. Lentamente allungai una mano per recuperare l’oggetto, era una rosa, una rosa blu. Era molto bella ed anche profumata. Mi sorpresi a quel regalo. D’un tratto sentii delle braccia forti cingermi il bacino ed un dolce bacio sulla mia guancia. Sorrisi. Mi girai e vidi un viso famigliare, era Liam. Ricambiai il bacio e lo ringraziai per la rosa, sapeva che mi piacevano le rose blu. Mi rigirai liberandomi dalla presa del ragazzo e misi la borsa, con dentro alcuni libri, nell’armadietto e presi sottobraccio quelli della lezione che presto avrei avuto ed insieme a lui andai in classe prima che la lezione incominciasse. “Dove sono gli altri ragazzi?”, chiesi. Con tutti avevo molte ore in comune. “Eccoci! Vi stavamo mancando?”, disse Louis che in modo sarcastico ci raggiunse alle spalle insieme agli altri, facendoci così sobbalzare. Rise. Scossi la testa “Il nostro Louis…”, dissi, “Non cambi mai, vero? Continuerai a farci spaventare?”. “Esatto, Anne”, mi rispose dandomi un bacio sulla guancia. Liam mi avvicinò più a sè ed io, sorridendo, ricambiai quell’abbraccio. Arrivati davanti alla prima aula, l’aula di chimica, salutammo Zayn ed Harry ed entrammo per la nostra prima ora di scuola. “Buongiorno ragazzi, come sono andate le vacanze?”, ecco, il nostro professore. Alto, capelli ormai bianchi, molto sistemati. Camicia e sopra un maglione a quadri. Lui ci avrebbe insegnato chimica, era bravo, sì, ma nessuno gli dava retta. Io e Liam ci sedemmo vicino alla finestra e Niall e Louis si sedettero dietro di noi. Appoggiai i libri sul banco. Tra quelli c’era un quaderno di un rosso acceso. Liam, incuriosito si girò verso di me, “Cos’è?”, chiese, io sorrisi. Era da un po’ di tempo che cercavo di disegnare la quercia con sopra la casetta, la nostra casetta. Aprii lievemente il quaderno, “E’ il disegno della quercia e della casetta…”. Niall e Louis allungarono la testa per vedere cosa era raffigurato in quelle pagine e per questo vennero richiamati dal professore. Si sedettero ai loro posti, aprirono i libri e di malavoglia ed ascoltarono la lezione. Liam prese il quadernone rosso acceso dalle mie mani, lo osservò meglio. Con un dito contornò tutti i particolari, dai disegni sopra la casetta ai rami della quercia. Era sorpreso e si vedeva. “Perché hai voluto disegnare la casetta?”, mi chiese. Sinceramente non sapevo cosa rispondergli, “Per ricordare sempre la nostra avventura e ricordare che siamo tutti sempre uniti, come una famiglia”, sorrisi. Mi girai e vidi che anche Louis e Niall sorridevano, avevano sentito quello che avevo detto. Poi ritornai allo sguardo di Liam che compiaciuto ricambiava il sorriso. Quel pomeriggio andai fuori, sapevo che i ragazzi erano all’allenamento, così decisi di fare un giro da sola, per far prendere un po’ d’aria al cervello dopo i compiti. Indossai una felpa ed uscii. Misi le mani in tasca cercando il mio fidato lettore MP3. Play. Passai davanti al campo di calcio. Riuscivo benissimo a vedere Louis cercare di mettere in rete la palla, seguito da Zayn. Liam cercava di marcarli insieme ad Harry, ma mi vide e i due ragazzi con la palla lo sorpassarono e segnarono un goal. Liam venne richiamato da Harry così interruppe il nostro contatto visivo. Io risi e andai avanti. Canzoni su canzoni si susseguivano nella mia mente. Arrivai in centro e camminai di fronte a tutte quelle vetrine, piene di vestiti, scarpe o borse. Se spostavo lo sguardo leggermente in là, riuscivo a vedere la commessa e il cliente che parlavano con un sorriso sulle labbra, ed un’altra commessa che porgeva una busta, con dentro forse un bell’abito, al cliente che uscii parandosi davanti ai miei occhi. La città era sempre un po’ movimentata e questo mi rendeva tranquilla. Per le strade c’erano bambini mano nella mano con le loro mamme, signore con folte pellicce che tenevano borse allacciate ai loro polsi e signori con la loro inseparabile valigia ventiquattrore. Mi fermai in un bar per prendere qualcosa da mettere sotto i denti. Poi continuai a girare ancora per le vie fino a che non fu tardi e dovetti tornare a casa. Tolsi le cuffie dalle mie orecchie e feci la strada per il ritorno. Decisi di passare ancora davanti al campo di calcio. Vidi Liam in lontananza che si allenava ancora con il suo allenatore che gli urlava dietro di correre di più. Forse era colpa mia se ora si stava allenando più degli altri. Lo stavo ancora guardando fino a che non andai a sbattere contro un ragazzo, della mia stessa età. “Oh, scusami tanto…”, “Tranquilla Anne, non è successo niente.”. Come faceva a sapere il mio nome? Pov Harry Ero con gli altri negli spogliatoi, mancava solo Liam all’appello, era ancora con l’allenatore in campo. Prima gli era sfuggita la palla, aveva visto qualcosa, o meglio qualcuno, Anne. Ora è la fuori a correre. “Povero Liam, ancora a correre la fuori”, disse Niall con fare dispiaciuto, “Tutta colpa di Anne… Ah, il nostro Liam…”, disse Louis in fare malizioso. “Eccolo!”, disse Zayn, infatti in quel momento entrò il ragazzo di cui stavamo parlando. Si mise vicino a me, si tolse la maglietta ed andò dritto dritto in doccia. Ci mise cinque minuti. Uscì. Eravamo solo io e lui, gli altri erano usciti e i componenti della squadra se ne erano andati da un pezzo. Lo aspettai ed insieme uscimmo. “Finalmente siete usciti!”, disse Louis portando le mani in aria. Noi non rispondemmo, ma vedemmo in lontananza Anne, con un tipo. Liam cercò di avvicinarsi ma lo bloccai, “Vado io, tranquillo”, annuì. Mi staccai dal gruppo con un sorriso ed uno sguardo d’intesa con Liam il quale ricambiò. Uscii dal campo ed andai verso Anne. Più mi avvicinavo, più riuscivo a vedere meglio la figura davanti alla ragazza del mio amico: Harold. “Hey! Harold! Qual buon vento ti porta qui?”, dissi rivolgendomi a lui ed affiancando Anne, che incuriosita spostava lo sguardo da me al ragazzo che aveva davanti agli occhi. “Ah, niente Harry, ero solo venuto a conoscere questa ragazza, è nel mio stesso corso di chimica”, “Ma non è vero…”, disse Anne, “Presto lo sarò…”, rispose il ragazzo con tono fermo e duro. “Allora, che mi racconti?”, cercai di cambiare discorso, “Niente Harry, niente”, disse continuando a fissare Anne, “Stavo cercando una cosa e finalmente l’ho trovata”. Anne fece un passo indietro e io la tenni stretta a me. Harold smise di fissare la ragazza e con tono più pacato mi chiese “E’ la tua ragazza?”, “No. Ma di un mio caro amico.”, “Peccato. Alla prossima Harry. Anche a te, Anne”. Quando ebbe finito di pronunciare quella frase se ne andò, girò l’angolo e poi sparì. “Chi era Harry?”, mi chiese Anne con tono preoccupato, “Era un vecchio amico”, le dissi. Mi girai e la guardai negli occhi “Però mi devi promettere con ci parlerai più, intesi?”, ero molto preoccupato, ma cercai di mascherare la voce e renderla più decisa per non spaventarla. Lei debolmente annuì. “Bene”, dissi, “Vuoi camminare un po’, ti accompagno a casa, se vuoi”, continuai. Lei scosse la testa come liberarsi di alcuni pensieri, “Certo, grazie!”, mi rispose con un sorriso. A metà tragitto mi chiese come io ed i ragazzi conoscevamo Harold, non sapevo cosa dire quindi mentii, “Lo avevamo conosciuto alle medie, era un nostro compagno di classe. E credo lo sarà anche quest’anno”.

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Capitolo 16
*** Capitolo quindici ***


Pov Harry Quella sera stessa mandai un messaggio a Liam – Ti devo parlare, è importante. Si tratta di Harold. Harry -. La risposta non mancò ad arrivare – Harold, quell’Harold? Ci troviamo davanti al parco. Adesso. Liam -. Scesi le scale, ero ancora vestito con gli stessi indumenti di quel pomeriggio, dissi a mia madre che presto sarei tornato dovevo solo incontrarmi con Liam e lei anuii. Con passo svelto arrivai davanti al cancello del parco dove ci trovai Liam, appoggiato con le mani incrociate. Quando mi vide mi venne incontro. “Allora, cosa è successo oggi con Harold?”, chiese, sospirai. “Quel ragazzo che era con Anne, questo pomeriggio era lui”, “Questo lo sapevo”, disse con tono duro. Mi incitò a continuare. “Disse che sarà un vostro compagno di chimica e che ha trovato quello che cercava, ed era inteso ad Anne”. Liam si arrabbiò, “Ha detto qualcos’altro?”, “Mi ha chiesto se Anne era la mia ragazza, ma gli ho risposto di no. Che era la ragazza del mio migliore amico”, Liam si tranquillizzò. “Senti Liam, Harold, per me vuole…”, non mi fece finire, “Vuole Anne”, disse lui convinto. Io annuii. Liam da che vedeva solamente il cemento sotto di se, mi guardò “E questo dobbiamo impedirglielo”, disse. Pov Liam Dopo quella conversazione andammo rispettivamente alle nostre case. Ero molto preoccupato. “Stavo cercando una cosa e finalmente l’ho trovata”, cosa intendeva dire? Perché voleva Anne? Lei era mia, era sotto la mia protezione. Non doveva capitarle niente. Entrai in casa sbattendo la porta della mia camera. Mi fermai nel mezzo della stanza, davanti allo specchio. C’era una figura riflessa su di esso. Chi era? Chi era quel ragazzo con i pugni serrati, con le nocche bianche, con lo sguardo nel vuoto, con la mascella tesa? Ero io. Sapere che la mia ragazza poteva essere nei guai, mi faceva diventare così, un mostro. Io non ero così. No, non ero così. Allentai la presa dei pugni. Sospirai. Andai bagno, mi sciacquai la faccia. Ero stanco, sì, ma decisi di rimanere sveglio per tutta la notte. Avevo paura, non sapevo cosa fare. Se quello che Harry aveva detto era vero? Se Harold volesse veramente Anne? Cosa potevo fare io? Potevo solo proteggerla ed era quello che avrei fatto. Avrei protetto la mia Anne. Quella notte rimasi seduto sul cornicione del balcone della mia camera, con una gamba portata al petto e l’altra lasciata penzolare giù dal balcone. Appoggiai la schiena al muro e sospirai. Passai tutta la notte lì, in quella posizione a guardare le cime degli alberi in lontananza e la luna che lentamente si stava formando. Pov Anne Quel pomeriggio avevo incontrato un vecchio amico dei ragazzi, Harold. Era strano. Sapeva il mio nome e sapeva che presto sarei stata una sua compagna di classe. Mi preoccupava. Aveva un fare strano. Harry, fortunatamente venne vicino a me ed, in un certo senso, mi offrì la sua protezione ed incominciò a parlare con quel ragazzo. Una frase mi colpì della loro conversazione: “Allora, che mi racconti?”, “Niente Harry, niente. Stavo cercando una cosa e finalmente l’ho trovata”. Cosa intendeva dire? Mentre pensavo a quello che era successo mi misi sotto le coperte e chiusi gli occhi. Ora non dovevo pensare più a niente. Ora solo il sonno poteva prendere il sopravvento su di me. Il giorno dopo mi alzai sorridente. Sapevo che avrei incontrato tutti i ragazzi. Quel giorno alla prima ora c’era latino e tutti noi eravamo nella stessa classe. Entrai in bagno e mi feci una doccia veloce per poi mettermi una maglietta, un pantalone e le mie inseparabili Converse. Scesi le scale e presi una mela, quella sarebbe stata la mia colazione, diedi un bacio sulla guancia a mia madre e uscii di casa. Con la mia borsa in spalla entrai nell’edificio. Mi diressi verso il mio armadietto. Lo aprii ed ci appoggiai dentro i libri che avevo nella borsa e ne misi altri dentro. Poi con calma andai nella classe di latino. Mi sedetti in un banco vuoto vicino alla finestra e tirai fuori il mio quaderno rosso. La campanella non era ancora suonata quindi potevo ancora stare tranquilla e disegnare ancora la nostra quercia. Incominciai a delineare i solchi di essa, poi i rami, le foglie e alla fine il prato intorno, pieno di erba. Poi misi la matita dietro l’orecchio, presi i colori e raccolsi tra le dita dall’astuccio un verde chiaro e uno più scuro: cercavo di ricreare le sfumature del prato e delle foglie. In quel momento mi sembrava di essere nel disegno, mi immaginavo sotto quel grande albero a guardare verso l’alto e vedere i riflessi della luce passare attraverso le foglie illuminandole del loro verde più acceso. Presi alla fine il marrone e il bianco, creando altre sfumature dando all’albero una buona lucentezza. Avevo quasi completato quel disegno, mancava solo un tocco di celeste sopra l’albero per dare vita ad uno sfumato. Lo conclusi con un sorriso sulle labbra. Non mi ero nemmeno accorta che vicino a me si era seduto qualcuno, era Harry. Gli sorrisi. “Grazie per ieri”, lui ricambiò il sorriso “Di cosa? Devi solo promettermi che non ci parlerai più e che ci avviserai se si avvicinerà a te, ok?”. Ero confusa ma lo capivo. “Va bene. Ma perché?”, lui abbassò lo sguardo “Perché è meglio così e poi sai che Liam si ingelosisce”, finì con una lieve risata che prese anche me. “Chi si ingelosisce?”, era arrivato Liam ed Harry, si mise al suo posto spinto sia da Liam che dalla campanella che suonò. Chiusi il quaderno rosso e mi alzai in piedi per accogliere l’insegnante entrato in classe. L’ora passò velocemente e quelle successive arrivarono come la prima fino a che l’ultima prese il loro posto, l’ora di chimica. Presto avrei rivisto Harold. Come se mi avessero letto nel pensiero i ragazzi si misero vicino a me sorridenti. Io ricambiai. Quando entrammo in classe vedemmo Harold e i suoi quattro amici parlare seduti sopra i loro banchi. Solo Harold spostò per un secondo lo sguardo da i suoi amici a me. E per quel secondo Liam mi avvicinò di più a sé. Ci sedemmo in tempo, prima che la campanella suonasse. Per tutta la lezione scambiai sguardi da Liam a Harold finche’ non appoggiai la testa sul banco. “Signorina Barry, si sente bene?”, mi chiese la professoressa, io tirai su la testa e la scossi “Non tanto, potrei andare un minuto in bagno?”, “Certo”, “Grazie”. Mi alzai ed uscii, prima di chiudere la porta vidi il volto di Liam preoccupato quindi gli sorrisi e chiusi la porta. Camminai per il corridoio deserto fino ad arrivare al bagno. Guardai la mia immagine riflessa nello specchio. Feci scorrere l’acqua, ne presi un po’ e mi sciacquai la faccia. Molto meglio. Prima che rientrassi in classe la porta di essa si aprì, speravo che fosse Liam ma mi sbagliai, mi trovai davanti Harold che mi sorrideva. Io arretrai di un passo. “Anne!”, “Harold”. Il cuore mi batteva a mille. “Devo rientrare in classe”, dissi con voce ferma, tutto il contrario di quello che era la mia voce realmente. “Non ora”, avevo paura. Ma sentivo qualcosa che non andava. Sentivo un odore, ma non era quello dei ragazzi, da quando ero diventata un ragno riuscivo a sentire gli odori dei miei amici. Riuscivo a percepire ogni odore, quello di vampiri, di lupi, di ragazzi con ali e di altri ragni, in più anche quelli di normali esseri umani. Riuscivo a riconoscerli tutti. L’odore che provocava Harold era famigliare, ma strano. Sembrava un lupo, ma accennava anche dei tratti di vampiro. Era uno strano odore. Ero spaventata da lui ma allo stesso tempo impaurita, ma la curiosità ebbe la meglio su di me. Mi avvicinai di più a lui, lui continuava a sorridermi, ma non feci in tempo ad avvicinarmi che la campanella suonò e la porte delle classi si aprirono e tanti studenti uscirono e ricoprirono il corridoio prima deserto. Dalla classe uscirono anche i ragazzi che vedendomi mi vennero in contro. Harold sparì, lasciandoci soli. “Cosa ti avevo detto? Devi stare lontana da Harold, lo avevi promesso!”, disse Harry tra l’arrabbiato e il preoccupato. Avevo ancora lo sguardo fisso sulla figura di Harold che piano piano scompariva tra gli alunni. “Aveva un odore strano. Non era un semplice odore da umano. Era diverso.”. I ragazzi mi guardarono incuriositi. “Che tipo di odore?”, chiese Louis “Non saprei era un incrocio, erano due o più odori messi insieme”, scossi la testa “Io vado a casa ragazzi, ci vediamo oggi pomeriggio?”, loro annuirono. “Ti accompagno”, disse Liam, gli sorrisi ed insieme uscimmo dalla scuola per poi raggiungere la mia casa.

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Capitolo 17
*** Capitolo sedici ***


Pov Harold “Anne è davvero interessante”, dissi, “Come?”, mi chiese il fantasma, “E’ bella, è intelligente ed è una di noi”. Gli altri si sorpresero per quello che avevo detto. “Come fai a sapere che è una di noi?”, mi chiese il vampiro, “Semplice, oggi quando è uscita dalla classe l’ho seguita e riusciva a sentire gli odori, sentì l’odore che provocavo”, “Era un odore di balsamo e gel per capelli”, disse il fantasma ridendo, io risi sarcasticamente, fino a che lui non finì di ridere poi continuai “Però rimase confusa su quello che ero”, dissi sorridendo “Presi l’odore da voi, standovi vicino, quindi ancora non capisce la mia identità. L’unica cosa che sa è che io e lei siamo uguali”. Pov Liam Dopo scuola accompagnai Anne a casa. Era un po’ stanca, però decise di seguire il nostro allenamento da bordo campo. Dieci minuti prima l’andai a prendere a casa, era bellissima. Appoggiai il mio braccio attorno alle sue spalle ed insieme ci incamminammo verso il campo dove poi la lasciai con un bacio per andare negli spogliatoi. I ragazzi mi accolsero con alcune grida: “Il nostro Liam… con la fidanzatina!”, “Il nostro Liam è cresciuto!” ed altri commenti a cui non potei non sorridere. Ci cambiammo ed uscimmo in pantaloncini e magliettina della divisa. Giocai meglio che potei. Vedevo Anne da bordo campo che sorrideva mentre rubavo la palla e segnavo un goal. Vinse la mia squadra, grazie ad Anne. Feci una doccia, “Ragazzi, venite al bar in centro?”, chiesi mentre mi asciugavo i capelli bagnati, “Ok. Viene anche Anne?”, chiese Louis in modo malizioso. Io gli sorrisi e risposi “No, Lou. La riaccompagno a casa e poi vengo”, “Veniamo anche noi Liam”. Annuii. Ci vestimmo ed uscimmo dagli spogliatoi. Vidi Anne in piedi, osservare tutto il campo. Non ci vide arrivare quindi le circondai i fianchi abbracciandola. Lei sussultò. “Andiamo ti accompagniamo a casa”, lei annuì. Fianco a fianco andammo a casa di Anne. Sulla soglia ci demmo un bacio e ci salutammo. Poi i ragazzi ed io andammo in centro, nel nostro bar, lo stesso bar in cui io e Anne ci siamo lasciati, ma quella è acqua passata. Ci sedemmo ed una cameriera venne a prendere gli ordini. “Allora come ho giocato oggi?”, chiesi sarcasticamente ai ragazzi, “Ah Liam, sappiamo che è stato tutto merito di Anne…”, disse Louis con un sorriso. Non riuscì a terminare la frase. Aveva gli occhi puntati sull’entrata del bar. Allora tutti e cinque ci girammo e vedemmo Harold e i suoi amici entrare e scambiarsi alcuni sguardi complici. Harold osservò il locale come se fosse il suo territorio e fermò lo sguardo, con un sorrisino sulle labbra, al nostro tavolo. Tutti si avvicinarono a noi e si sedettero. “Ragazzi”, “Harold”, dissi “Cosa ci fate qui? Ah, bel goal Liam”. Chiusi la mani in due pugni che nascosi sotto il tavolo, “Stavamo bevendo qualcosa, voi, che ci fate qui? E perché avete visto gli allenamenti?”, disse Harry. Harold rise, “Noi stavamo solo guardando un semplice allenamento di calcio e poi volevamo parlarvi”, “Allora parla”, disse Louis anche lui arrabbiato. “Volevamo solo chiedervi chi è il fidanzatino di Anne, tra tutti voi”, disse volgendo lo sguardo su tutti noi. “Io”, dissi duro. Lui mi sorrise beffardo, “Bene. Allora dovrò chiederti, quanto ci tieni a lei?”, che domande faceva? Anne era mia, era il mio ragnetto, era il mio mondo ed era la mia ragazza. “Più di me stesso”, dissi ancora più sicuro. “Bene. Spero solo che non sia in cattive mani”, disse volgendo poi lo sguardo su tutto il locale. Tirai su i pugni e li sbattei sul tavolo, era troppo. Harold sussultò “Calma, amico”, “Non siamo tuoi amici”, disse Zayn, “Non intrometterti vampiro”, disse lui. Zayn si stupì come tutti noi, come faceva a sapere che Zayn era un vampiro? “Sì, so che è un vampiro. Tu sai volare come quello alla tua destra. Lui è un lupo e lui è un fantasma”, disse Harold con convinzione. “Come sai?”, chiese Niall “Semplice siamo come voi”, accennò con la testa un suo amico che con uno scatto aprì la bocca mostrando i canini “Solo, manca uno di noi oggi…”, continuò Harold. Ognuno di noi rimase a bocca aperta, non eravamo i soli ad essere così. Anche Harold e la sua banda era come noi. “Lui è un vampiro. Lui e lui sanno volare. Lui è un fantasma ed io…”, “Tu sei un lupo”, finii io. Lui mi sorrise. “Bene. Credo che si sia fatto tardi”, disse il ragazzo di fronte a me, “Meglio tornare a casa prima che si faccia notte” e mi fece l’occhiolino. Notte. L’unico momento in cui io, Zayn, Harry, Niall, Louis e Anne eravamo come loro, nelle nostre vere sembianze. Tutti noi eravamo uguali. Pov Harry La mattina dopo andai a scuola. Sapevo che presto avrei rivisto Harold. Quel pomeriggio tutti noi siamo rimasti stupiti di non essere gli unici ragazzi trasformati. Tutto ciò ci fece capire che ormai non ci potevamo più fidare di nessuno. Entrai nell’edificio. Mentre andavo verso il mio armadietto, intravidi Harold venire verso di me. Io velocemente aprii l’anta e mi nascosi dietro ad essa. Il ragazzo mi passò dietro, stava andando verso l’aula di informatica. Presi ciò che mi serviva ed andai dai ragazzi. Li trovai davanti all’armadietto di Louis che parlavano. “Stamattina ho visto Harold”, tutti smisero di ridere e scherzare e mi guardarono attenti, “Stava andando verso l’aula di informatica.”, tutti tennero un sospiro di sollievo, “Abbracciò i suoi amici, in tutto erano in cinque…”, conclusi. Louis fu sorpreso di quello che avevo appena detto. “In c-cinque?”, disse lui, io annuii, egli deglutì. Sapeva cose che noi non sapevamo? Sì, lui era il più grande e sapeva meglio di noi quello che accedeva ogni luna piena, ogni cosa strana lui conosceva il suo significato. “Cosa c’è Louis?”, chiese Zayn, Louis pensò, “Harold ieri pomeriggio aveva chiesto chi fosse il fidanzato di Anne, giusto?”, “Sì” rispondemmo tutti, poi mi guardò “E quel pomeriggio in cui tu eri da solo con Anne e con Harold e lui ti aveva anche detto che aveva trovato quello che cercava?”, continuò lui, “Sì”. Louis poi spostò lo sguardo verso Liam, “Se anche loro sono come noi, se Harold ha chiesto chi fosse il fidanzato di Anne e se loro sono in cinque, l’elemento, la persona che mancava ieri e che cercava Harold è Anne”. Tutti lo sguardammo stupiti. “Riflettete, Harold aveva detto che aveva trovato quello che cercava, ieri aveva detto che erano come noi, ma che mancava un componente, ieri aveva chiesto chi fosse il fidanzato di Anne… Lui vuole Anne nel suo gruppo per completarlo all’ultima luna piena.”, concluse Louis. E’ vero. Da quando Anne era nel nostro gruppo erano passate solamente sette lune, sette lune passate tra amici, tra fratelli. La decima luna sarebbe comparsa fra ancora molte e… “Con Anne abbiamo trascorso solo sette lune piene. La decima è ancora lontana, la decima luna, ragazzi, è quando un gruppo, tutti i sei elementi sono insieme, sono formati e rimarranno sempre insieme, sempre quei sei elementi, non ci potranno essere scambi, sarà così per sempre”, ecco. “Quindi Harold vuole Anne per la decima luna, per formare per sempre il suo gruppo”, disse Liam. Louis annuì. “Siamo nei guai”, disse Niall, “No, non lo siamo. Se proteggiamo Anne da tutto potremo arrivare alla decima luna tutti insieme. Senza che Anne se ne vada o che qualcun altro di noi se ne vada”, disse Liam. “Chi se ne deve andare”, era una voce famigliare, quella che sentimmo. Era Anne. Tutti ci girammo e la vedemmo davanti a noi, con la sua borsa a tracolla, sorridente guardarci uno a uno. “Nessuno Anne, solo che forse dovremo cercare un altro componente della squadra, perché…”, disse Liam, “Un ragazzo è andato in un'altra città”, dissi io. Guardai Liam e lui mi ringraziò senza farlo a vedere. Anne fece spallucce, diede un bacio sulla guancia a Liam e ci salutò. “Per quanto tempo ancora mentirai ad Anne?”, chiese Zayn, “Quando sarà il momento le dirò tutto. Ora è meglio di no. Ora teniamola al sicuro, l’importante è quello.”, rispose. Era convinto, molto convinto. E tutti noi sappiamo che quando Liam si mette una cosa in testa esiste solo quella.

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Capitolo 18
*** Capitolo diciassette ***


Pov Anne Quel giorno passai tutto il pomeriggio fuori. Ero in quel negozio di dischi. Quando entrai mi ricordai la prima volta che ci andai. Mi ero appena trasferita in quella città e avevo appena conosciuto i ragazzi e Liam. Ricordai i pessimi gusti di Louis e Zayn e i gusti che avevo in comune con Liam. Mi avvicinai agli scatoloni contenenti dischi, li sfiorai delicatamente con i polpastrelli, fino a fermarmi. Feci scorrere quelle buste di plastica tra le mie dita. Intravidi un disco familiare, lo sollevai ed era quello che cercavo e che Liam mi mostrò. Sorrisi. Lo rimisi al suo posto e continuai a sfogliare il contenuto degli scatoloni. Ne tirai fuori uno, era molto vecchio, era degli anni in cui mia madre e mio padre si sposarono. Girai il disco e vidi nella tracklist la canzone dei miei genitori. La loro canzone. Sorrisi. “Chissà se anch’io e Liam avremo una canzone, solo nostra”. Tenni il disco nell’incavo del mio braccio e continuai a spulciare tra gli altri dischi. Arrivai davanti ad uno scatolone, di fianco ad esso c’era un ragazzo. Indifferente continuai il mio lavoro. Intravidi un altro disco che mi interessava, era il disco di una band, sì, la band di cui ero innamorata, era composta da cinque ragazzi, facevano canzoni che davano infinite emozioni, le ascoltavo sempre, la loro sembrava solida unione, ma dopo pochi anni si lasciarono. Era comunque un ricordo, il ricordo che condividevo con le mie amiche. I pomeriggi trascorsi in camera ad ascoltare ininterrottamente le loro canzoni. Ognuna di noi aveva il suo preferito, di cui era innamorata, fantasticavamo sui probabili viaggi per andargli a trovare o ad un ipotetico appuntamento svolto nella nostra città, durante i loro tour. Era bello ricordare tutto ciò. Erano bei momenti passati a fantasticare, ma eravamo ancora giovani. Ancora un po’ piccole per affrontare quello che siamo ora, di quello che sono ora. Sì, ancora non riesco ad abituarmi. Scossi la testa e ritornai nel mondo reale. Presi quel disco e lo unii con quello che avevo preso prima. Stavo per andare a pagare che una voce mi fermò, “Bel disco vero? Anche ad una mia cara amica piacevano, ma ormai ha cambiato gusti”, era quel ragazzo che aveva parlato, era Harold. “Harold. Sì, è un disco davvero bello. Cosa ci fai qui?”, chiesi senza far notare una piccola nota di paura, “Niente. Ero qui per il tuo stesso motivo”. Quel “niente”, vagava sempre nella mia mente: “Ah, niente Harry, ero solo venuto a conoscere questa ragazza, è nel mio stesso corso di chimica”, “Niente Harry, niente. Stavo cercando una cosa e finalmente l’ho trovata”, “Niente. Ero qui per il tuo stesso motivo”, era frustrante. “Bene. Ciao Harold”, dissi sbrigativa, lui rise sottovoce, “Anne! Non ero venuto qui per questi dischi, ma per parlare con te”, disse, mi bloccai. Sbiancai. Harry mi aveva detto di stare attenta e di non parlare con lui, “Non posso. Devo andare! A casa mi aspettano”, dissi girandomi. “Ti posso accompagnare io”, disse, “No, no, grazie”. Andai fino alla cassa e velocemente pagai i dischi. Poi passai vicino ad Harold, facendo provocare in lui una sottile risata, ed uscii. Tenni stretta i dischi come se fossero una protezione. Una figura si mise al mio fianco, era di nuovo lui. “Allora Anne, cosa ti ha fatto legare con i ragazzi e con Liam”, chiese lui. Camminava al mio fianco, con il mento alto, le mani raccolte dietro la schiena indifferente dell’argomento che aveva tirato fuori. “I miei genitori si sono trasferiti e le amiche di mia madre sono le mamme dei ragazzi e quindi siamo diventati amici”, non sapevo nemmeno perché l’avevo detto, non dovevo dirglielo. “Sì, ma anche un’altra cosa lega te ed i ragazzi, un altro legame avete, tutti voi”, cosa sapeva? “Certo, io e Liam siamo fidanzati”, dissi per dare un’altra risposta alla domanda. “Anne non cambiare i fatti, tutti voi siete uniti”, disse Harold sottolineando il “tutti”. Fortunatamente ero arrivata a casa. Tirai un sospiro di sollievo. “Ora devo proprio entrare! Harold”, dissi velocemente mentre aprii la porta, “Va bene Anne, non vuoi dirmelo. Comunque lo sapevo già, tranquilla. A presto Anne!”, disse lui con un sorriso e se ne andò, lo guardai fino a che non svoltò il vicolo e scomparire. Cosa sapeva? Quella domanda mi torturava. Stavo per entrare in casa quando un’altra voce mi colpii, “Anne!”, era famigliare, non era Harold, “Anne, aspetta!”, era Harry. Mi girai e vidi Harry arrivare veloce vicino a me. Era dall’altra parte della strada, aveva visto tutto. Aveva visto Harold. E se avesse sentito? Mi venne un tuffo al cuore. “Anne”, disse con il fiatone, “Ti ho visto. Ti ho visto con Harold, ho visto tutto”. Pov Harry Avevo visto Anne. Avevo visto tutto, era con Harold. Le avevo detto di non stare con quel ragazzo ora che sapevo quale era il suo vero motivo. La chiamai. Volevo sapere cosa le aveva detto e soprattutto cosa gli aveva detto. “Harry! Ciao! Hai visto tutto”, disse nervosa, “Ti avevo detto che non dovevi parlarci con quello!”, dissi arrabbiato. Lei abbassò lo sguardo e mi chiese scusa. Non resistei, la perdonai. “Va bene. Però vorrei sapere cosa è successo questo pomeriggio”, dissi, lei annuii e mi invitò dentro. Salimmo in camera sua e ci sedemmo sul letto. “Allora, io questo pomeriggio ero uscita al negozio di dischi per cercare qualcosa che mi interessava”, le feci segno di continuare, “Ad un tratto una figura si mise al mio fianco, non sapevo che era Harold, così incurante andai a pagare, ma la voce di quella figura mi richiamò. Mi chiese il parere sul disco che poco prima avevo scelto e solo in quel momento riconobbi la voce e il viso di quel ragazzo.”, capisco che Anne sia andata li per comprare dei dischi ma cosa ci faceva li?. Fu quella la domanda che feci ad Anne poco dopo, “Disse che era per il mio stesso motivo. Allora lo lasciai lì, ma lui mi bloccò ancora e mi disse che il vero motivo era per parlare con me”, mi raddrizzai con la schiena, ecco il vero motivo. “Mi chiese alcune cose”, “Cosa, Anne? Cosa ti ha chiesto?”, chiesi frettoloso, “Mi chiese come ho fatto ad incontrarvi”, “E tu…”, “Gli ho risposto per via del mio trasloco e per le nostre madri”, tirai un sospiro di sollievo. “Poi mi disse che eravamo tutti uniti anche per un secondo motivo…”, continuò lei, restai in tensione “E cosa gli hai risposto”, anche lei era nervosa, “Sapevo cosa intendeva così sviai la risposta e dissi che io e Liam eravamo fidanzati”, sospirai. “Ho detto una cosa sbagliata?”, era impaurita che avesse sbagliato qualcosa e avesse rivelato il nostro segreto, “No, no hai detto bene.”, dissi, “Ti ha detto qualcos’altro?”, chiesi. Lei ci pensò un attimo, “Sì, mi disse che non volevo dirlo, ma che lui sapeva già tutto”, disse. Ecco, lui sapeva che tutti noi eravamo uguali, ma ebbe la conferma che Anne ancora non lo sapeva. Non sapeva cosa accadde quel pomeriggio. Liam ci aveva chiesto di non rivelare niente ad Anne, per il suo bene ed io manterrò questa promessa. “Harry, tutto bene? Ti vedo pensieroso”, Anne mi fece ritornare sulla terra. Scossi la testa, “No, no tranquilla. Beh, pensandoci, mi faresti vedere i dischi che hai comprato?”, chiesi, con un sorriso. “Certo”, mi rispose gentile. Me li porse e vidi che prese un disco di una band, aspetta l’avevo già vista, “Anche a mia sorella piacevano! Era pazza di loro!”, dissi ricordando, lei mi sorrise. Poi vidi un altro disco, era molto vecchio, “E’ dei tempi dei miei genitori ed… è la canzone dei miei genitori”, disse, le sue guance si tinsero di rosa. “Perché sei diventata rossa?”, chiesi gentile, “Ah, nulla di che. Pensavo se anch’io e Liam potevamo avere una canzone nostra, la nostra canzone”, disse diventando sempre più rossa. Era molto innamorata del mio amico. “Credo che l’avrete”, dissi sorridente. Poi ritornai sul disco. Sì, Anne era davvero innamorata di Liam e anche lui era pazzo di lei. L’unica cosa storta era Harold. Harold. Voleva separarli. Gli serviva Anne per la decima luna. Voleva allontanarla da Liam e da noi. Questo dovevo impedirglielo. Non volevo che quel tipo allontani i miei amici. No. Non glielo avrei permesso. Pov Anne Quella notte non riuscii a dormire. Nella mia mente si manifestava la stessa immagine. Cercavo di trovare altri argomenti su cui la mia mente potesse lavorare per poi farmi addormentare tranquillamente. Pensai alla scuola, pensai che venerdì avrei avuto un esperimento di chimica… Ma niente, mi ritornava in mente, come un’ossessione. In quella immagine non c’era niente di cui preoccuparsi ma io ci trovavo qualcosa di strano, qualcosa che mi diceva di non fidarmi, di non sperare niente di confortante in tutto ciò. Scossi la testa, chiusi gli occhi e li stropicciai, pensai ad altro, “Domani ci sarà la luna piena!”, dissi alzandomi di scatto a sedere sul letto. Mi misi una mano sulla fronte e aguzzai la vista fino al mio fidato calendario che tenevo vicino alla scrivania. Sì, domani ci sarebbe stata la luna piena. Pov Liam Ero già in strada verso la scuola quando mi venne in mente che quel giorno ci sarebbe stata la luna piena. Feci per tornare indietro ma non ce ne fu bisogno, Anne era già al mio fianco sorridente. Risposi al sorriso. “Ti volevo venire a prendere ma hai fatto tutto da sola”, dissi guardando dritto a me. “Già!”, mi rispose ed incrociò le sue braccia attorno al mio bacino, abbracciandomi. “Anne…”, “Mmh”, mi incoraggiò ad andare avanti, “Lo sai che domani ci sarà la luna piena?”. Lei sbuffò, “Sì, lo so…”, “Quindi…”, non mi fece continuare, “Quindi appena si fa buio venire alla casetta sull’albero e restare lì fino a che l’alba non spunterà tra gli alberi”, disse come una cantilena. Ormai si era… uniformata al gruppo e sapeva ciò che accadeva ad ogni luna piena, le sue conseguenze e le sue precauzioni. Proseguimmo la nostra strada senza parlare, alla fine ci salutammo, ci saremmo rivisti a scuola finita. Pov Harry Lentamente cominciai a muovermi nell’oscurità che odorava di terra. Mi stavo muovendo sotto la luce della luna piena che si intravedeva tra la fitta boscaglia davanti a me come una presenza spettrale, nascondendosi e mostrandosi. Questa parte del bosco la conoscevo, qui venivo spesso a giocare con i ragazzi, qui nel rifugio protetto degli alberi ci sentivamo parte della natura: già c’era tra noi il presagio di quello che saremmo diventati. Questo era anche il bosco nel quale io e Harold avevamo giocato da bambini, un periodo della nostra vita felice e spensierato. Ma era mai stata una amicizia sincera la nostra? Possibile che Harold fin da piccolo nutrisse invidia e risentimento nei miei confronti? Per la mia grande amicizia e il forte legame che avevo con i ragazzi da cui Harold era sempre stato escluso. Quelle lotte che facevamo, giochi infantili, ma che a volte mi lasciavano addosso lividi, possibile che Harold avesse la volontà di farmi del male? Per quanto tempo Harold aveva pianificato la sua vendetta? E ora lo faceva alle spese di Anne e dei ragazzi. Questo non potevo permetterlo. Proseguivo a scatti, facevo pochi passi poi si fermavo ad annusare l’aria, ad ascoltare il silenzio. Il vento che aveva soffiato fino a quel momento si calmò all’improvviso, e nella calma successiva, ebbi la sensazione che la vita del bosco venisse messa a tacere da una presenza non desiderata. In principio notai dei ramoscelli spezzati e delle impronte come cancellate, mi fermai per riflettere sul modo migliore di agire. Continuai ad andare avanti e ad un tratto la boscaglia fece spazio alla radura illuminata dalla pallida luna. Affrettai il passo, la mia pelliccia veniva mossa da un sottile vento, qui non c’erano rami che si impigliavano in essa, la luce della luna trasformava il vasto prato in un’immagine di grande bellezza, che appariva simile ad un sogno. Mi accovacciai sul terreno, avevo la sensazione di essere osservato. Poi all’improvviso di fronte a me apparve Harold, la pelliccia ritta sulla schiena, gli occhi neri mandavano lampi d’odio. Avanzammo lentamente tutti e due, scrutavamo i nostri movimenti, ci mettemmo fianco a fianco ed iniziammo a girare con lenti passi. Nessuno voleva fare la prima mossa. Sentivo il suo respiro affannoso, ci fermammo e i nostri musi si avvicinarono, vidi i suoi canini affilati spuntare dalle fauci, l’odore dell’attacco era nell’aria…

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Capitolo 19
*** Capitolo diciotto ***


Pov Anne “Eccomi. Sono arrivata davanti al cancello del parco.”, dissi tra me e me. Sospirai e chiusi gli occhi. L’aria era fredda quella notte, era fredda e anche piena di paura. Non ne sapevo il motivo ma mi sentivo indifesa, non credevo che ancora mi facesse effetto, ma mi sbagliai. Riaprii gli occhi e mi incamminai nel parco. Tra gli alberi sentii il fruscio delle foglie e il vento soffiarmi in faccia. Ecco. Stava succedendo, mi lasciai trasportare dal vento e da quell’odore di linfa. Quando arrivai notai subito che Louis e Liam stavano parlando ma erano già sospesi nell’aria e anch’io mi ero trasformata. Riuscivo a percepirlo da come i miei muscoli si erano allungati. Ancora non mi avevano visto. Presi il mio filo e con un gesto veloce del polso catturai Liam per il bacino. Lui si meravigliò. Non gli diedi il tempo di voltarsi che lo attirai a me sorridendogli e dandogli un bacio sulle labbra. Louis sorrise e scese anche lui alla nostra altezza. Quando ci staccammo Liam mi guardò dolce, “Ben arrivata”, mi sussurrò, “Grazie”, risposi. Mi allontanai da lui e gli tolsi il filo dal corpo, “Dov’è Zayn?”, chiesi rivolgendomi a Louis, “Eccomi!”, rispose Zayn appena riapparso da alcuni alberi, “Eccolo”, disse Louis indicandolo. Sorrisi a quell’affascinante vampiro e ritornai sul simpatico ragazzo di prima, “E Harry?”, chiesi di nuovo a Louis. Lui non mi rispose fece solo spallucce. Mi guardai intorno nessuna traccia del lupo. Mi spaventai. Dove era Harry? Guardai Liam cercando di fargli capire la mia preoccupazione. Studiò ancora per un po’ il mio sguardo e poi disse tenendolo nel mio, “Dobbiamo cercare Harry! Subito!”. Pov Liam Ero preoccupato, Harry si era allontanato da noi senza dire nulla, velocemente, come se temesse le nostre domande. Erano già passate alcune ore, la luna stava calando e noi avremmo assunto le nostre sembianze umane, ma di lui nessuna traccia. Tutti eravamo sospesi in una attesa del suo ritorno. Nessuno di noi parlava, ma si avvertiva quel senso di disagio per la sua assenza. La prima a rompere il silenzio pesante fu Anne, non riuscì più a trattenere la sua preoccupazione e le sue parole divennero la molla che ci fece scattare per andare a cercarlo. Mai Harry si era comportato in quel modo, doveva essere successo qualcosa. Ognuno di noi prese una torcia ed iniziammo ad attraversare il bosco, i rami mi graffiavano le braccia ed il volto, tenevo vicino a me Anne nella speranza di proteggerla. Lasciammo alle spalle gli ultimi alberi e arrivammo alla radura, di fronte a noi, con una luce fredda del mattino illuminò una scena di morte. Harry era a terra, privo di sensi, con il volto insanguinato ed una ferita sul fianco. Rimanemmo muti per l’orrore, poi Anne scoppiò a piangere, di un pianto silenzioso, che straziava il cuore, Zayn si inginocchiò su di lui e toccò il suo volto sporco di sangue, le sue mani si insanguinarono, gli uscì dalla gola un urlo rauco. Avvicinai la torcia per vedere meglio “E’ ferito, respira ancora” sussurrò Louis. Zayn si tolse la camicia e tamponò la ferita alla testa, sembrava che qualcuno dopo averlo ferito sul fianco gli avesse dato un colpo con una pietra. Qualcuno che lo voleva uccidere. Io e Naill sollevammo con grande cautela il corpo del nostro amico ferito ed ci incamminammo verso l’uscita del parco. Dovevamo portarlo al più presto all’ospedale, anche se lì avremmo dovuto dare una spiegazione del suo incidente. Il resto del gruppo marciò faticosamente dietro a me e Naill che tenevano saldamente tra le braccia Harry. Si udì un gemito sommesso e mi domandai chi di noi fosse stato a lasciarselo sfuggire. Tutti avevamo il sospetto di chi era stato a ridurre in fin di vita Harry, ma ora non era il momento della vendetta, ora bisognava aiutare il nostro amico. Il tempo della vendetta sarebbe arrivato. Pov Anne “Cosa diavolo è successo a Harry?! Perché non eravamo lì con lui?! Cosa è successo?! Chi è stato a fargli questo?! Chi?!”, dissi arrabbiata. Non sopportavo che Harry, il mio migliore amico fosse ferito e anche così gravemente. Non riuscivo a crederci. “E’ stata colpa mia, dovevo subito avvertire che non c’era, che non era con noi e anche da molto tempo ormai. Dovevo notarlo. E’ colpa mia, tutta colpa mia!”, dissi tenendomi le mani sugli occhi, temevo che altre lacrime potessero venire fuori. Niall mi si avvicinò e mi diede un forte abbraccio. “Grazie Niall”, lui mi strinse ancora di più. Anche lui era preoccupato per le condizioni di Harry ed era, credo, l’unico che mi potesse capire… “No! Non è stata colpa tua, è stata colpa di tutti, sapevamo che si era allontanato e da tanto tempo, noi dovevamo tenerlo d’occhio, noi dovevamo seguirlo, noi dovevamo proteggerlo!”, disse Liam quasi urlando. Mi sciolsi dall’abbraccio di Niall e mi asciugai gli occhi e poi lo guardai. “No!”, dissi convinta, “Si Anne! Si!”, disse sempre più forte avvicinandosi di più. Indietreggiai di un passo. Guardai gli altri e annuirono. “Dovevamo stargli vicino”, disse Louis, “Dovevamo proteggerlo”, disse Zayn. Abbassai lo sguardo. Per un momento per la testa mi passò un’immagine, l’immagine di quel pomeriggio, passato con Harry, nella mia stanza a parlare di musica e… di Harold. Alzai di scatto la testa. Harold. Harry mi aveva sempre detto di allontanarmi da lui. Mi aveva raccomandato tanto di quelle volte… “Harold. E’ stato lui! Sono sicura! E’ stato Harold!”, dissi. Tutti mi guardarono stupiti. “Si! Ne sono certa, è stato lui!”, dissi guardando tutti. “Si, lo sappiamo anche noi che è stato lui…”, disse Zayn, “Dopo quello che voleva… lo ha ottenuto, no?”, disse Niall appoggiandosi ad una finestra della casetta. “Cosa?”, chiesi. Lui sbiancò. Sembrava che quello era un segreto che non doveva svelare. Lui guardò gli altri e così feci anch’io. Avevamo compiuto gli stessi movimenti ma con richieste differenti, la sua di scusa e la mia di risposta. “Cosa è successo con Harold che io non sappia?”, dissi guardando tutti e soffermandomi soprattutto su Liam. Lui, che per quel momento aveva osservato Niall con rabbia abbassò lo sguardo e sospirò. “Allora?”, dissi mettendo le mani sui fianchi. “Beh, non sai un pezzo della storia…”, mi disse, “A questo ci ero arrivata!”, “Quel pomeriggio in cui sei venuta agli allenamenti, e Liam ha segnato un goal, ecco… dopo di essi siamo andati a bere qualcosa…”, disse Louis tentennante, “Poi… la porta si è aperta ed è entrato Harold con i suoi amici….”, continuò Niall, “Si sedettero al nostro tavolo e incominciammo a parlare…”, disse Zayn. Esasperata dissi loro di continuare. “Allora…”, disse uno, “Abbiamo scoperto che…”, finì l’altro, “Che?!”, dissi arrabbiata. Chiusi le mani in due pugni. “E abbiamo scoperto che loro sono come noi!”, disse Liam, che per tutto il tempo rimase in silenzio. Allentai i pugni. Come noi. Come noi. Cioè…. Come noi. “Quindi… loro sono…”,”Un vampiro, un fantasma, due con le ali e Harold è un lupo”, disse Liam concludendo. No… no.. non era così… “E’ impossibile”, dissi convincendomi, “No, è tutto vero, e anche probabile. Ci possono essere una o due specie uguali in una stessa città o anche Stato. E loro sono qui.”, disse Louis. Louis sapeva tutto di queste cose, era il più grande e conosceva la storia di tutto ciò. Gli credetti senza controbattere. Guardai in basso. “Va bene. Loro sono come noi…”, dissi incrociando le braccia al petto, “Devo sapere qualcos’altro?”, dissi sollevando lo sguardo. Li guardai ad uno a uno. Niall fece un passo avanti, avvicinandosi a noi. “Si. Harold ti vuole per completare il suo gruppo nella decima luna e diventare più forte”, disse tutto d’un fiato. “Cosa significa?”, dissi spaventata. Ecco a cosa si riferiva: “Stavo cercando una cosa e finalmente l’ho trovata”. Ero io a cui si riferiva. Ero io. Mi stava cercando per completare il suo gruppo alla decima luna. Guardai Louis e lui annuì. “Alla decima luna, i componenti, il lupo, il vampiro, i ragazzi volanti e il ragno si uniranno e formeranno un gruppo, dove più nessuno potrà uscire o entrare. Diventerà più forte e resterà così per sempre”, disse Louis più serio che mai. L’unica cosa che volevo fare in quel momento era gridare. Quei ragazzi, i miei amici erano riusciti a farmi pensare di picchiarli, per non avermelo detto prima, e di abbracciarli uno per uno per almeno avermi messa in guardia e avermi detto la verità. Ero scombussolata. “Bene! Ora quindi cosa dovrei fare? Dire “Mi dispiace Harold ma non voglio stare nel tuo gruppo, ci si vede” e far sì che vi faccia male uno ad uno?”, dissi tra lo spaventato e l’impaurito. Mi rimisi a piangere, ora tutti mi vennero ad abbracciare, mi comprendevano. Era bello stare tra le loro braccia, sicura che riusciremo tutti insieme ad andare avanti. “Grazie ragazzi… Ma ora cosa facciamo?”, dissi con ancora qualche lacrima scendere. Liam la asciugò con un pollice “Staremo uniti. Come abbiamo sempre fatto. Solo uniti risolveremo tutto”. Sorrisi. E abbracciai Liam più forte che potevo. Ero felice. Ero felice di avere degli amici così, ero felice di avere un ragazzo così ero felice di essere così! Ormai il fatto che Io ero il ragno, che Io ero il sesto elemento non mi spaventava anzi mi rendeva sempre più fiera di esserlo e di sapere che molte responsabilità saranno presto mie e che resterò per sempre con i miei amici, qualsiasi cosa accada. Qualsiasi. Noi staremo sempre insieme. “Anne… Anne, mi fai male..”, disse Liam corto di fiato. Lo lasciai e risi. Lui rispose al sorriso. Poi mi girai ed incontrai altri tre sorrisi. Ne mancava uno, ma presto si sarebbe aggiunto ai nostri. Si, presto Harry sarebbe stato meglio e pronto per la decima luna.

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