Sono Innamorato Di Uno Stylist

di Channie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto inizia con un bisogno... ***
Capitolo 2: *** La sera del comeback. ***
Capitolo 3: *** Il Dormitorio ***
Capitolo 4: *** Perchè hai smesso? ***
Capitolo 5: *** Vittoria all' M-CountDown. ***
Capitolo 6: *** The Telephone ***
Capitolo 7: *** Messaggi ***
Capitolo 8: *** La porta in Faccia... ***
Capitolo 9: *** Una passeggiata sul fiume Han ***
Capitolo 10: *** Oliver… Che è successo in quella scuola? ***
Capitolo 11: *** Labbra Salate ***
Capitolo 12: *** Wo Ai Ni! ***
Capitolo 13: *** Capitolo Extra - Mi sono innamorato di uno stylist ***



Capitolo 1
*** Tutto inizia con un bisogno... ***


“Sono sempre stato diverso.
Sono sempre stato disprezzato ed odiato.
Sempre.”
 
 
Mi sbracciai le maniche e presi la strada più dura del mondo.
Me ne andai dalla mia amata Changsha1, trasferendomi nell’affollata Seul2.
 
Io, che parlavo solo in dialetto, mi ritrovai a studiare una nuova lingua.
Io, che nel ballo ero negato, diventai uno dei 7 migliori ballerini del corso.
Io, che mi rifugiavo sempre nella musica, diventai un cantante.
 
La mia vita divenne quella che avevo sempre desiderato.
Fotografi da cui guardarmi, fan da amare e un gruppo con cui lavorare.
The Seven Jacket.
Sette membri e sette personalità.
Sette ragazzi pronti a realizzare i propri desideri.
Con loro legai molto, soprattutto con la main rapper V.R, anche lei arrivata dall’Europa con il solo sogno di poter essere qualcun’altra.
L’unica ragazza del gruppo, ma che di femminile non aveva nulla.
Passarono 2 anni prima del debutto e, una volta su quel palco, mi sentivo per la prima volta davvero amato.
 Fu proprio dopo un anno di successo che tutto cambiò.
Avevamo bisogno di uno stilista e truccatore fisso, visto che eravamo diventati molto noti.
Avevamo bisogno di una persona che avrebbe curato in nostro stile, d’ora in avanti.
E quella persona portava il nome di Park Oliver.
 
Quando lo vidi  per la prima volta, provai un senso di dolcezza nei suoi confronti.
Era un ragazzo magro, di media statura. Portava degli occhiali enormi, ma alla moda. Vestiva con pantalone attillato nero e maglietta a mezze maniche azzurra.
Teneva lo sguardo basso, quasi impaurito di avere a che fare con noi.
Ogni tanto alzava gli occhi per una frazione di secondo, riabbassandoli, accennando un sorriso lieve.
Quel sorriso che mi fece sentire un brivido percorrere tutta la schiena.
Quella sensazione di imbarazzo, misto a felicità.
 
 “Ni Hao3” balbettò, con un tono lieve e basso.
“Annyeo4” dissi con la mia profonda voce.
Rise. Non aveva senso dire la stessa parola in due lingue differenti.
 
“Puoi sederti, per favore?”
“Certo. Scusa se sono stato in piedi per tutto questo tempo. Ti ho rallentato il lavoro!”
“No… Ecco… Beh non mi hai rallentato! Ok… Iniziamo?” disse ancora dolcemente.
“Si… Iniziamo!”
 
E’ inutile dire che mi batté forte il cuore per tutto il tempo.
Le sue mani erano così morbide e si posavano con dolcezza sul mio viso.
I suoi occhi che non riuscivano a fissarmi per più di cinque secondi.
“Fatto! Oh… Ehm… Sei bell… volevo dire STAI benissimo!”
Non mi guardai nemmeno quella volta. Mi fidai di lui.
 
Il giorno dopo quella sera, tutti i giornali parlavano del trucco del sub-rapper dei Seven Jacket, J-Hyung.
Io lo vidi per la prima volta solo nelle foto e ne rimasi sbalordito.
Ero davvero io quell’uomo?
Era davvero la mia faccia quella?
Davvero quel dolce ragazzo mi fece quel trucco?
La mia mente formulava parecchie domande, ma quasi tutte riguardavano quel giovane.
Volevo sapere di più su di lui.
Volevo davvero conoscerlo meglio, non solo perché ha fatto un lavoro spettacolare, ma perché ne sentivo uno strano bisogno.
Un bisogno che dovevo colmare.
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
1 Changsha: capoluogo della Hunan, Cina.
2Seul: Capitale della Repubblica di Corea.
3Ni Hao: Ciao in cinese.
4Annyeo: Ciao in coreano.

Buon pomeriggio a tutti quanti!
Beh, volevo dare un introduzione a questo racconto, visto che è la prima volta ce scrivo nella sezione “Storie Originali”.
Questa storia nasce da un sogno che ho recentemente fatto e che mi è rimasto impresso nella mente.
Alcuni nomi che troverete con i futuri capitoli sono di personaggi davvero esistenti nel mondo della musica asiatica.
La maggior parte dei fatti è tutto frutto della mia immaginazione.
Spero sia di vostro gradimento e spero anche di leggere dei vostri commenti.
 
Channie ^^
 

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Capitolo 2
*** La sera del comeback. ***


Ero li. Seduto sul mio letto.
Il pc poggiato sulle mie ginocchia e io intento a fissare lo schermo.
Un giornale online aveva appena pubblicato un articolo sul nostro comeback.
 
The Seven Jacket trionfano anche questa volta con il nuovissimo album Robotic. Ed è proprio questo il fantastico contest del gruppo sud-coreano: Sette Robot con un anima umana.
 
Cominciai a leggere l’articolo, perdendomi nei banali commenti della giornalista, quando mi imbattei nel mio nome.
 
E questa volta non è stata la main rapper a mostrare il suo meglio. Dagli abiti al taglio, Dalla voce alla danza … Ma soprattutto al trucco del bellissimo J-Hyung! Si vocifera infatti che il gruppo abbia finalmente un  stylist e truccatore. E da quello che ci ha mostrato oggi, di sicuro è all’altezza di portare questi sette ragazzi all’apice della bellezza…
 
Il mio cuore sembrò esplodere.
Chiusi il pc e rimasi fermo a pensare.
Potevo facilmente ricordare le mani dolci sul mio viso.
Potevo sentire ancora il suo profumo.
Potevo vedere la sua timidezza.
Ero curioso di sapere di più su di lui.
Per il momento sapevo il suo nome e il fatto che fosse uno stylist.
 
Ma sapevo che, se nel nostro gruppo ci fosse stata una persona capace di farlo sentire a suo agio e farlo parlare un po’ di se… Quella era di sicuro V.R.
Il manager non voleva che si entrasse nella sua stanza, proprio perché è una ragazza. Ma noi, quando lui se ne andava, ci riunivamo tutti nella sua stanza e parlavamo del più e del meno per rilassarci.
Mi alzai dal letto e mi misi addosso un paio di pantaloncini.
Uscì dalla stanza e mi diressi verso quella porticina dipinta di azzurro.
Bussai.
“Entra pure…” la sua voce dall’altra parte della porta mi incitò ad entrare.
La sua stanza era praticamente identica alla mia. L’unica differenza era un piccolo bagno.
Era dipinta di blu, con scritte al muro delle frasi di canzoni che amava.
Una libreria colma di libri e cd, una scrivania con un libro di grammatica e un astuccio.
 
E lei… Seduta sul letto, con il portatile sulle ginocchia.
Alzò dolcemente lo sguardo dallo schermo.
“Hai visto l’articolo, vero Hyung1?” disse con fare dolce.
“Si…” mi sedetti sulla punta del suo letto matrimoniale.
“Hey Kwon… Cosa c’è? Si parla più che bene di te. Dicono anche che mi hai battuto! Sono gelosa! Insomma… Avevo fatto una cosa sbalorditiva per il nostro debutto…!”
Sorrisi nel ricordare V.R che alzava la maglietta per far vedere gli addominali.
Mi fissò per qualche minuto. Sorrise dolcemente e chiuse il pc, posandolo sul comodino di fianco al letto.
“Vieni qui…”
Raggiunsi la testata del letto e mi infilai sotto le coperte. L’abbracciai, stringendola con fare protettivo.
Le volevo molto bene. È sempre stata come una sorella per me.
“Sei riuscita a parlare con Oliver?”
“Un po’… E’ molto timido. Mi ricorda me quando vi ho conosciuti!”
“E ora sei l’esatto opposto mia cara.”
Sorrise, raggomitolandosi ancora di più.
“Mi ha detto che viene da Seul. Ha 23 anni e sta facendo dei corsi per stylist professionisti. Non sono riuscita a sapere altro. Perché queste domande Hyung? Ti incuriosisce?”
Il mio cuore si bloccò. Che dovevo dirle?
Alla fine è la mia migliore amica e non posso mentirle.
“Mi sembra un po’ montato. Tutto qua…”
Lei mi fissò, quasi sbalordita del mio commento.
“No… Non mi sembra!”
Ci fu un attimo di silenzio. Mi sentii davvero in colpa per la bugia detta.
Ma forse era meglio se per un po’ nessuno spesse di quello che sentivo dentro.
“Stavi studiando?”
“Si… Stavo ripassando bene l’alfabeto. Ga Gya, Go Gyo, … Per la pronuncia.”
“Oh… Io ho solo fatto i compiti per domani.”
“Già… Domani abbiamo lezione. E domani il manager arriva alle quattro di mattina. Se ti trova qui si arrabbia, lo sai!”
“Si lo so…” mi alzai dal letto, prendendo un po’ di freddo. Le rimboccai le coperte e le diedi un bacio sulla fronte.
“Notte Sandra.”
“Notte Babo2!”
Sorrisi e ritornai in camera, sperando che il giorno seguente avrei potuto scoprire di più!
 





Note dell’autrice.
1Hyung:  Termine coreano usato dai ragazzi per chiamare un altro ragazzo più grande di qualche anno rispetto a lui. È usata come forma di rispetto.
2Babo: Scemo in coreano.
 
 
Salve a tutti!
Mi scuso davvero tanto per il ritardo, ma in questi giorni ho davvero avuto tantissimi problemi!
Durante le vacanze spero di riuscire ad aggiornare spesso.
Una che volevo puntualizzare. Per chi non conosce i costumi e la cultura sud- coreana, mi prenderà per scema. Il termine Hyung si utilizza tra due ragazzi, ma nella storia lo usa una ragazza.
Teoricamente, se una ragazza si rivolge ad un ragazzo, quest’ultima dovrebbe usare il termine “Oppa”. Ma come dice lo stesso protagonista, L’unica ragazza del gruppo non è femminile.
Spero davvero che leggiate questa storia.
 
Channie ^^
 

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Capitolo 3
*** Il Dormitorio ***


La notte mi sembrò più cupa del solito.
Non riuscivo a prendere sonno, pensando solamente a lui.
Come potevo essere così ossessionato da uno stylist?
Andai in cucina a bere un sorso d’acqua e poi mi diressi sul divano del soggiorno.
Guardai l’orologio e iniziai il conto alla rovescia.
Cinque, Quattro, Tre, Due, Uno …
La serratura della porta iniziò a cigolare e subito dopo si aprì.
L’uomo fece sbattere la porta, non curante del fatto che, nel dormitorio, tutti dormivano.
Portava due buste della spesa in mano e, quando si girò verso il divano dove ero seduto, quasi non le fece cadere dallo spavento.
“Scusa Hyung. Non volevo spaventati!”
“Kwon… Che ci fai in piedi alle 4 di mattina?” disse dirigendosi in cucina.
“Non sono riuscito a dormire molto.”
“Hai ancora la tensione da comeback?”
Sorrisi e lo aiutai a sistemare il cibo nella dispensa.
“Credo di si… Vuoi del caffè?”
“Si grazie… Fallo per tutti! Nove tazze!”
“Ok…”
Iniziai a prendere le tazze.
Una per me, Una per il manager Kim, Una per V.R, una per Michael , Una per Soo, Una per Jimy, Una per Jun, Una per Seop e Una per…  
“Hyung… Perché nove, scusa?”
“Ehm…” sentì la porta bussare. “Per quello che ha suonato… Vai ad aprire Kwon!”
Roteai gli occhi e senza ribadire mi diressi verso la porta.
Vidi V.R in uno stato pietoso dirigersi verso di me.
“In cucina c’è Kim. Ha portato le brioches!”
La ragazza annui, picchiettando l’indice sulla sua guancia destra.
 
Coccolona!
 
Le diedi un semplice bacio e lei, dolcemente, sorrise.
Il campanello suonò di nuovo.
“Kwon! La porta!!” il manager aveva voglia di gridare oggi.
V.R si diresse in cucina e io andai ad aprire.
Rimasi immobile per qualche secondo.
 
Ricomponiti … Ricomponiti.
 
“Ehm… Ciao!”
Quella voce.
“Ciao… Oliver…”
“Posso entrare?”
“Oddio. Certo! Scusa!”
Sorrise dolcemente, e dopo essere entrato, si mise a guardare  timidamente il soggiorno.
Vidi la borsa nelle sue mani e aveva l’aria di essere pesante.
“Puoi poggiarla dove vuoi… La borsa! Al giubbotto ci penso io!” dissi, porgendo le mani in avanti.
“Grazie…”
Si tolse l’indumento e me lo porse timidamente. Sorrisi in modo da metterlo a suo agio.
“Sandra… MA CE LA FAI?”
“Hyung, ma quanto urli oggi?”
Iniziai a ridere. Stessa storia ogni volta che il manager Kim è nella stessa stanza di V.R!
“Di qua…” feci cenno, dopo aver sistemato il suo giubbino.
Si mosse con passo velato e insieme ci dirigemmo in cucina.
“Buon giorno a tutti!” disse chinandosi.
“Ciao! Come hai dormito oggi?” disse V.R.
“Aish… Ma che ti interessa? Lascia stare il povero Oliver!”
V.R lanciò uno sguardo omicida al manager, che si zittì.
Vidi il ragazzo ridere dei bisticci e il mio cuore si riscaldò.
Lo superai e presi una brioches, avvolgendola in un fazzoletto e porgendogliela.
“Vuoi?”
“Si… Grazie mille!”
“Io vado a svegliare tutti!” disse il manager.
Si mise al centro del corridoio e iniziò …
“SEVEN JACKET SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!”
 
                                                 ***
La Seven Jacket Sveglia era la cosa più orribile che potesse esistere, ma era molto efficacie.
In nemmeno trenta minuti, tutti i membri del gruppo erano svegli e vestiti.
“Allora… Sono le cinque… La radio inizia alle otto! Oliver… Dovresti truccarli e pettinarli tutti entro le sette. Ce la fai?”
“Certo! Farò del mio meglio!” disse il ragazzo.
Prese la valigia e iniziò a prendere tutto l’occorrente.
“Chi inizia?”
 
                                                                        ***
Uno dopo l’altro, Oliver truccò e pettinò tutti.
Era veloce e molto bravo! Ero davvero contento che il manager avesse scelto proprio lui!
Tutti eravamo sul divano a vedere un programma tv. Era il turno di V.R e poi sarebbe toccato a me.
Lei si alzò e io feci lo stesso.
“Posso guardare?” Dissi.
V.R mi guardò incuriosita e prima di aprire la porta della cucina fece un cenno con la testa.          
“Bon jour! Tocca a me giusto? J-Hyung vorrebbe guardare!”
Il ragazzo era intento ad attaccare una piastra.
“Certo. Siediti su una sedia. Non voglio che stai in piedi!”
“Non preoccuparti. Sto bene così!” dissi.
Sembrava nervoso.
V.R iniziò a parlare, visto che sapeva che volevo delle informazioni su Oliver.
“Quindi… Questo è il primo lavoro che fai? Insomma… Mi sembra così impossibile… Sei davvero bravo!”
“Grazie mille …”
“Sandra!”
“Ehm… Sandra…” disse con un sorriso.
“Lavorerai con noi tutti i giorni! Quindi è giusto che ci chiami con i nostri nomi!”
“Ok… Ehm… Posso chiederti di che nazionalità sei?”
“Italiana! Sono in Corea da 5 anni. Avevo 18 anni…”
Il ragazzo alzò lo sguardo e si piegò in modo da poter guardare la ragazza.
“Hai la mia età!”
“Ehm… Non esattamente… Avrei 24 anni in Corea1… ”
“Ah…” disse imbarazzato “Scusa…”
“Perché ti scusi? Non essere timido!” disse lei per incoraggiarlo.
Lui sorrise e ricominciò a toccare i capelli della cantante.
“Hyung… Io non ho voglia di andare a lezione dopo!”
La guardai e alzai le spalle.
“Dobbiamo! Te hai studiato bene?”
“Più o meno…”
“Scuola?” disse Oliver.
“Corso di coreano per idols stranieri! Io ho la sfiga che l’insegante mi parli in…”
“Non penso ne abbiate bisogno! Siete davvero ottimi!”
“Grazie… Ma essendo rapper entrambi, un errore di pronuncia farebbe abbastanza ridere…”
“Già… V.R io ho finito… tocca a te …” disse abbassando di nuovo lo sguardo.
 
Ok… Ora calmati Kwon!
 
“Io vado di la…  Kwon, fallo parlare un po’, così si sentirà più sicuro!” disse V.R, facendo arrossire completamente il ragazzo.
“Ok capo!”
Quando se ne andò, in cucina eravamo solo io e Oliver.
Mi sedetti sulla sedia e lui prese la piastra.
“Volevo dirti grazie… Per l’altro giorno!”
“Era più semplice di quanto tutti i giornali lo descrivono! È uno dei trucchi base di uno stylist!”
“Però era davvero bello!”
“Sono contento che ti sia piaciuto.”
“Sono contento che tu sia qui…”
Sentì il ragazzo bloccarsi e poi continuare dopo qualche secondo.
“Grazie per quello che hai appena detto!”
Era imbarazzato…
 
Non farlo imbarazzare… non farlo imbarazzare.
 
“Ehm… tutti noi lo pensiamo! Avevamo bisogno davvero di uno stylist! Soprattutto con il novo comeback!”
“Ah… Beh sono contento anche io” la sua voce era seccata ora.
Non parlò per tutto il tempo che gli ci volle per truccarmi.
“Finito…” disse infine.
“Grazie Mille!”
“Di nulla… Sono qui per questo”.
Uscì dalla cucina prima di me e andò dal manager.
“Perfetto… Sono le 7 in punto e noi dobbiamo andare. Lo show business ci aspetta ragazzi!”



 
 
 
Note dell’autrice
1 Avrei 24 anni in Corea: Nei paesi asiatici, un individuo ha 1 anno al momento della nascita. Quindi, nel conteggio degli anni, risulterebbe un anno in più.



 
Salve a tutti!
Un altro capitolo appena scritto…
Spero davvero che possiate apprezzare il mio lavoro!

Channie ^^

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Capitolo 4
*** Perchè hai smesso? ***


L’intervista andò piuttosto bene, non contando le stupide battute dell’MC tra una pausa e l’altra.
Dopo la radio, avremmo potuto goderci due giorni solo per noi.
Ero piuttosto contento, dopo una settimana passata con ore e ore di allenamento.
Tutti noi optammo una bella cena di gruppo alla sera.
Qualcosa di semplice, giusto per ridere e scherzare un po’ insieme.

Seop invitò anche Oliver.
Cosa che mi mise molto in agitazione.
Non capivo perché mi ritrovavo a pensare così spesso a lui.
Si dice che chi pensa a una persona di più rispetto a se stesso, è innamorato.
Oddio, no! Io non sono gay! Non posso esserlo!
Mi ero solo fissato… Tutto qua.
Niente di più normale.
 
Arrivammo in dormitorio alle sei del pomeriggio.
Ci vestimmo e aspettammo che il manager e Oliver arrivassero.
Alle otto eravamo in un piccolo ristorante tradizionale, senza troppe galanterie, a mangiare come maiali.
“V.R… Dai mangia… Non essere timida!” disse scherzando il manager.
“Ohohoh… Molto spiritoso caro! Sono a dieta e ho intensione di tenermi… Non come fai tu!”
Tutti quanti iniziammo a ridere, mentre quei due continuavano a battibeccare tra di loro.
 
“Allora, Oliver… Raccontaci un po’ di te… Quali sono le tue passioni?” iniziò il leader Michael.
“Beh… Ecco… Amo la musica, l’estetica, la danza…” rispose dolcemente.
“Danza… Che tipo di danza?”
“Classica. L’ho fatta per circa 18 anni.”
“18!???!!” V.R quasi non sputava l’acqua che stava bevendo.
“E’ come mai hai smesso?” chiese Seop.
Tutto il gruppo pendeva dalle sue labbra.
 “Ehm… Ho semplicemente smesso.”
Semplicemente smesso?
Qui c’è qualcosa che non va…
“E’ strano che un ballerino con così tanti anni di esperienza e allenamento smetta così semplicemente…” dissi risolutivo, portando alla bocca un pezzo di pane.
 
Oliver mi guardò in uno strano modo, come se volesse uccidermi con lo sguardo.
Devo averlo offeso… Di sicuro.
Ma perché?
“Beh… Di sicuro ci sarà un motivo no?” chiedi incuriosito.
“Scusate…” Oliver si alzò dal tavolo e si diresse verso i bagni.
Tutti quanti mi guardarono come se avessi fatto la cosa più sbagliata al mondo.
“Che c’è? Che ho fatto?”
“Quando una persona ti guarda come se ti volesse uccidere… Tieni la boccuccia sigillata!... E’ un consiglio per il futuro, Kwon… ” disse Sandra in tono irritato.
 
***
 
Uscimmo dal locale verso le due di notte. Il manager era completamente ubriaco e tutti gli altri non erano da meno.
Reggere l’alcol non era il punto forte di nessuno. A quanto pare io ero quello che lo reggeva meglio.
Solo Oliver non aveva toccato alcol.

E’ stata strana la sua reazione alla mia domanda.
Volevo tanto sapere che cosa gli fosse successo.
E volevo che lui non si sentisse a disagio. Ma dopo stasera, …
Sentì che c’era qualcosa che non andava, da come si comportava.
Si tenne a debita distanza da me, e questo mi scocciò parecchio.
Fui tentato di avvicinarmi, di chiedergli scusa, ma non lo feci.
Stetti nel mio, come lui stette nel suo.
Quando entrammo in dormitorio, tutti si piombarono o in camera o in bagno, lasciando in soggiorno tutti i cappotti.
Il manager vagava da una poltrona all’altra, finché non si decise ad andare in camera sua.
“Io vado a dormire… Kwon, ricordati di chiudere la porta appena Oliver se ne va, ok?”
“Certo Hyung!” risposi.

Eravamo soli. Io e lui.
Forse era il momento di chiedere scusa.
“Io…”
“Forse è meglio che vada.” Disse Oliver, bloccando le mie parole.
“Non avrei dovuto farti quella domanda, giusto?”
Lui mi guardò seccato, si girò verso la porta e l’aprì.
Ma non se ne andò.
Si girò, con occhi lucidi e mi guardò piegando la testa verso destra.
“Preferirei non parlare di questo argomento… e comunque… Non sono affari tuoi!” disse, voltandosi e sbattendo la porta rumorosamente.

Che cazzo avevo combinato?



 
Note dell’autore:

Ciao a tutti… Spero stiate tutti bene.
Ottimo!!!
Vi starete chiedendo come mai Oliver si sia così tanto arrabbiato… Eheheh … Diciamo che da questo capitolo in poi ci saranno delle belle situazioni!
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
E, come sempre, io non ho molto da dire… Quindi vi saluto !!!
Alla prossima!
 
Channie ^^

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Capitolo 5
*** Vittoria all' M-CountDown. ***


Il giorno dopo, provai la stessa identica sensazione quando mi truccò.
Non era come le volte precedenti, in cui sentivo i suoi dolci tocchi.
Non riuscivo a perdermi nei suoi profondi occhi impegnati.
Erano degli occhi severi quelli che indossava quella mattina.
Lo sentivo distaccato e questo mi portava un grande rammarico.
Non era lo stesso. Sembrava arrabbiato.

“Finito.” Disse appena finì.
Non fece commenti, ne disse una parola in più.
Mi sentivo in colpa e questo mi faceva sentire ancora più male di quanto già stavo.
Uscimmo dal camerino, camminando a due metri di distanza l’uno dall’altro, verso il backstage.
Io ero intento ad aggiustarmi il microfono vicino alla bocca, mentre lui camminava a testa bassa, guardandosi i piedi.

“J-Hyun Sbrigati… Tocca a noi tra 20 secondi” gridò V.R quando mi vide.
“Si…” corsi fino ad unire le mie mani con quelle dei sei ragazzi in cerchio.
“Ragazzi… Amiamoci e continuiamo ad essere i sette pazzi più pazzi del mondo! Date il meglio di voi e io cercherò di fare lo stesso!” Gridò il Leader con un filo di entusiasmo.
“Seven Jacket… FIGHTING!”

 
***
 

“E oggi i vincitori dell’M-Countdown1 sono…”
Vidi passare davanti a me tutti quei numeri che scorrevano velocemente… Eravamo alla pari con uno dei gruppi più famosi del Sud-Corea.
“Non li batteremo mai! Ma è già un ottimo risultato quello che abbiamo raggiunto… Quindi sii rilassato, main dancer!” mi sussurrò piano Seop all’orecchio, mentre sorridevamo alle telecamere.
Perché no? Eravamo alla pari.
E poi… Tutto si mosse.

I nostri voti erano aumentati.
Avevamo vinto! La nostra prima vittoria all’M-Countdown!
“… Seven Jacket con Robotic…!!!!”
Il leader si avvicinò e prese il trofeo dalle mani dell’MC2.
“Grazie mille per il supporto che ci date tutti i giorni. I Seven Jacket sono qui, pronti a condividere questo premio con tutti i nostri fan che tanto ci amano. Spero davvero che in futuro potremmo passare 100 … Anzi no 1000… Ma che dico 10000 giorni come questi!” Michael era decisamente emozionato.
“Leader… Non esagerare per favore!  Thank you very much for your support! We love you!” V.R era l’addetta ai ringraziamenti in inglese.
E ora toccava a me… Ringraziai in cinese tutti i nostri fan e quando finii, una musica familiare partì.
Robotic. Il nostro successo!
Ci inchinammo davanti al pubblico e ai nostri fan, per poi correre fino al backstage.

“Cazzo…” Michael, che si era trattenuto fin troppo, iniziò a piangere per l’emozione.
Fu seguito da V.R che, dolcemente, lo abbracciò.
Una lacrima cadde anche sul mio viso e sorrisi.
“Che è quella cosa, scusa?” disse Seop avvicinandosi a me.
Passai sbrigativo la mano sulla guancia.
“Ma guarda guarda! Si è emozionato anche Kwon!”
“Kim Joseop… non posso emozionarmi adesso?” gridai, ridendo.

“Seven Jacket siete stati … OWOWOWOWOUW!” Disse il manager correndo verso di noi.
“Eccolo, Il guasta feste che più adoro è qui!” disse V.R.
Dietro c’era Oliver, che mostrò un bellissimo sorriso.
Guardò tutti. Quando puntò gli occhi su di me, il suo sorriso si affievolì, diventando nullo.
Distolse lo sguardo e guardò in basso, per poi rialzare lo sguardo, ritrovandosi Sandra di fronte.
“Io stasera me ne esco con Oliver! Ti va? Andiamo a farci un giro?”
Il ragazzo sembrò piuttosto sorpreso dalla domanda, ma poi accettò.
 
Non sapevo davvero cosa provare.
Ero geloso di V.R forse?
Come potevo? Non riuscivo a essere geloso di quella ragazza.
E allora… Cos’è questa strana sensazione?
“V.R … Non dirmi che ti sei preso una cotta per Olly!!” disse il leader ancora in lacrime.
“No… Voglio solo parlare un po’ con lui. E poi sapete tutti che io amo incondizionalmente il nostro dolce Manager!”
“Oh Certo!” disse Kim con uno sbuffo.
“Ah… Oppaaaaa3!!!!” Disse la ragazza cercando di riabbracciare il Manager.
“Aish… Tu sei davvero incredibile!”
 
Che hai in mente?
Di cosa vuoi parlare con Oliver?
 






Note dell’autrice
1 M-Countdown: è un programma musicale coreano.
2MC: Conduttore.
 3Oppa: Modo rispettoso con cui una ragazza si riferisce ad un ragazzo più grande di lui. Il significato corretto è fratello.
 



Buon pomeriggio a tutti…
Oggi sto davvero malissimo! Ma non preoccupatevi… Sono riuscita a postare questo capitolo! ^^
Oh e adesso… Cosa avrà in mente la Main rapper dei Seven Jacket?
E J-Hyun avrà capito cosa realmente prova?
Sarà molto interessante vedere come si evolverà questa storia …
Grazie mille a tutte le persone
 
Channie ^^

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Capitolo 6
*** The Telephone ***


Tutto questo durò per circa una settimana. Non parlammo, né ci guardammo per tutto questo tempo.
V.R spesso andava a trovarlo a casa e tornava la sera tardi.
Iniziai davvero a pensare che tra lei e Oliver ci fosse qualcosa.
Da quando tutto iniziò, le parlai anche di meno.
Non sapevo cosa mi prendesse, ma sapevo solo una cosa.
Avevo bisogno di tempo.
Tempo per pensare a cosa fare.
Perché in realtà avevo capito cosa mi stava prendendo.
 
Ero innamorato… Di Oliver.
 
Mi ci volle una lunga settimana per accettarlo, ma ce la feci.
E ora che lo avevo capito, lo stylist non mi parlava.
Ed avevo bisogno di tempo per capire come riconquistarmi la sua fiducia.
 
“Hey scemo!” disse Seop, piombandosi sul divano e distogliendomi da tutti quei pensieri.
“Hey…”
“Che hai? Sembri spaesato…”
“Spaesato? Ma no, che dici! Pensavo solo alle vittorie che ci siamo conquistati in questa lunga settimana.”
“Già…”
Il Maknae1 sospirò.
“Tre vittorie all’M-Countdown… Posso dichiararmi più che soddis…. Hey baby!”
Seop salutò la ragazza che, sbattendo la porta, entrò nel dormitorio.
“Ciao ragazzi… Gli altri?” disse con ancora il fiatone.
“Hai corso?” chiese ancora il Maknae.
“Tu che dici?”
“Scusa, chiedevo… Comunque sono andati dai loro genitori!”
“E tu perché sei qui?” chiese curiosa, posando il cappotto sul divano e distendendosi a sua volta.
“Non avevo voglia!”
“Capisco… Va beh, io vado a farmi una doccia!” disse, posando il cellulare sul tavolinetto.
“Massi… Perché no? Vado a trovare un amico che sta nelle vicinanze, così mi faccio anche due passi a piedi.”
Seop si alzò e andò in camera sua a prendere il giubbotto.
“Io me ne sto qui. Sandy se hai bisogno chiama!”
“Ok Capo” disse prima di infilarsi in bagno.
“Ok Vado anche io. A stasera Kwon!” e anche Joseop se ne andò di casa, chiudendo accuratamente il dormitorio a chiave.
 
Ero solo in soggiorno.
Ritornai a fissare il televisore spento, facendo viaggiare i miei pensieri.
Presi il telecomando e accesi l’apparecchio, che iniziò a proiettare immagini che non comprendevo.
Iniziai a cambiar canale con una frequenza di un secondo.
Cercai qualche cosa di divertente, quando il cellulare di Sandra vibrò.
Guardai il display dell’S4 illuminarsi.
La lucetta blu che si accendeva e spegneva ogni secondo iniziò a darmi su i nervi.
Presi il telefono e lo sbloccai.
Mi crollò il mondo alle spalle, notando il nome di Oliver come mittente del messaggio.
Non potevo aprirlo. Era pur sempre il cellulare della mia migliore amica.
Non potevo violare la sua privacy.
Ma il nome era quello di Oliver.
“Scusa Sandra!”
 
-Sandra, Grazie mille per avermi consigliato!
E’ stata difficile questa settimana, e mi sono sentito decisamente uno schifo ad ignorare Kwon!
Ma ho seguito il tuo consiglio! Spero tu abbia ragione!
Grazie ancora! Sei davvero un ottima amica!-
 
Che aveva davvero in mente quella ragazza?
Perché Oliver le aveva inviato quel messaggio!
E soprattutto… Lui si è sentito in colpa per avermi ignorato?
V.R gli aveva consigliato tutto questo?
 
“Kwon, ho per caso lasciato i miei occhiali…”
Persi un battito.
V.R, con una maglia larghissima e dei pantaloncini che gli arrivavano fino alle ginocchia, mi guardò con sorpresa.
“…Qui!”
Per un attimo sembrò tutto fermarsi. Poi lei fece un passo verso di me.
Prese il suo cellulare dalle mie mani.
Quando lesse il suo volto si fece sempre più arrabbiato.
“io…”
“Chi cazzo ti ha autorizzato a prendere il mio cellulare e a leggere i miei messaggi?”
Stetti in silenzio. Era davvero arrabbiata.
“Hyung!!!!” iniziò a gridare.
Feci per alzarmi, quando mi prese il braccio e lo strinse forte, facendomi girare.
“Ma che ti salta in testa?!?”
“Dovrei farti la stessa domanda Sandra!”
“Che stai dicendo?”
“Che sto dicendo? Che significa quel messaggio? Cosa c’è tra te e Oliver? Cos’è che gli hai consigliato di fare?!”
Lei mi guardò con aria sorpresa e decise di lasciare la presa sul mio braccio.
Sorrise e iniziò a scuotere la testa, abbassandola e fissando il suo cellulare.
Poi mi prese la mano, e posò l’S4 su di essa.
“Fai una bella cosa… Leggiti tutti i santi messaggi che ci siamo inviati… Poi mi dici come ti senti!”
Prese i suoi occhiali dal tavolinetto e si chiuse a chiave nella mia stanza.
“Perché ti sei chiusa in camera mia?”
“Ti farò entrare solo appena li finisci di leggere!” disse, gridando dall’altra parte della porta.
Non potevo fare altro.
Mi sedetti, cercando di rilassarmi.
Aprì i messaggi e iniziai a leggere tutto dall’inizio.
 
-V.R… Grazie mille per la serata! Ci possiamo vedere domani? Devo parlarti di Kwon!-
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
1Maknae: E’ il membro più piccolo di un gruppo.
 
 
 
 
Oh mamma… Io sto decisamente morendo.
Sto malissimo e non vedo l’ora di guarire!!!
Va beh … By The Way!
E Kwon l’ha capito!!!!! Finalmente ci è arrivato!
Ma forse non doveva leggere i messaggi di V.R! O forse si?
Beh, di sicuro la main rapper si è arrabbiata parecchio!
Però, come mai Oliver si sente in colpa? (E’ aperto il dibattito!)
Spero davvero che, come sempre, possiate apprezzare questa storia!
Grazie a tutti coloro che recensiscono e mi fanno comprendere quanto ci tengono!
See Ya!!!


 
Channie ^^
 
 

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Capitolo 7
*** Messaggi ***


Sandra: Ok, Ho capito. Ci vediamo stasera, ora ho lezione.
Oliver: ok Ciao.
 
 
Sandra: Oliver Come stai?
Oliver: Bene grazie, tu?
Sandra: Bene.

Oliver: Ehm… Kwon?
Sandra: Non mi parla più come prima. Sto cercando di non fargli capire che l’ho notato. Secondo me è geloso del fatto che io parlo spesso con te!
Oliver: Geloso? Ehm, non saprei…
Sandra: Per me è come un fratello e secondo me ha qualcosa per la testa. Devo capire ancora cosa, però! Ma tu perché non gli parli? E’ per quella storia del ristorante?
Oliver: Credo di si…

Sandra: Ti va di parlarne?
Oliver: Mi sono ripromesso che quella storia l’avrebbe saputa solo il ragazzo con cui avrei avuto una relazione sentimentale e che avrei davvero tanto amato.
Sandra: Capisco… Il ragazzo?
Oliver: Si… il ragazzo…
Sandra: Capisco! :)
Oliver: ^-^
 
 
Sandra: Oliver, non devi rimanerci male ok? Capisco che ti senti in colpa, ma segui il mio consiglio.
Oliver: Ma non posso semplicemente chiedergli scusa per il mio comportamento?
Sandra: Assolutamente no! Forse ho capito cosa frulla per la testa a quello scemo! E se cedi ora sarà finita!
Oliver: Come? Centro qualcosa io?

Sandra: Beh, secondo me si! Secondo me si sente in colpa per quella domanda.
Oliver: Ok… Cercherò di riuscirci!

 
 
Oliver: Sandra, tutto bene?
Sandra: Si Oliver. Ho capito cosa ha Kwon… Ma non posso dirtelo adesso.

Oliver: Ok…
Sandra: Vorrei solo sapere una cosa… Come trovi Kwon? Nel senso, cosa pensi di lui?
Oliver: Non lo so… E’ dalla priva volta che l’ho visto che lo trovo carino. Insomma, mi sembra premuroso… E poi i suoi lineamenti sono davvero carini… E balla bene… Poi mi sono sempre piaciuti i ragazzi un po’ scontrosi…
Sandra: I suoi LINEAMENTI sono carini?
Oliver: Cioè… Volevo dire che … Ecco ha un bell’aspetto :)
Sandra: … Ok… Hai ragione … è scontroso.
Oliver: Oddio, ma non tanto… Cioè è distaccato!!! Ehm… A che pensi?
Sandra: So cosa fare … Tu tieniti i lineamenti e robe varie in testa, ti prego!
Oliver: Ahah…Ok!

 
 
Sandra: Oliver sono appena tornata … ho fatto una corsa dalla palestra fino a casa e … Trovo Seop e Kwon sdraiati sul divano. Va beh, vado a farmi una doccia e poi ti spiego bene cosa devi fare! Domani ti do il permesso di dirgli qualcosa… Ma di certo non sarà uno “Scusa”, ok?
Oliver: Sandra, Grazie mille per avermi consigliato!
E’ stata difficile questa settimana, e mi sono sentito decisamente uno schifo ad ignorare Kwon!
Ma ho seguito il tuo consiglio! Spero tu abbia ragione!
Grazie ancora! Sei davvero un ottima amica!
 
 
 
Le mani mi tremavano e non sapevo nemmeno a cosa pensare.
Strinsi il telefono tra le dita.
Volevo piangere ed effettivamente una lacrime scese dai miei occhi.
Ero come scioccato da quelle conversazioni.
Non sapevo cosa V.R avesse capito. Non sapevo cosa le frullasse per il cervello.
Ma una cosa era certa.
 
E’ dalla prima volta che l’ho visto che lo trovo carino
 
Un’altra lacrima scese silenziosa e questa volta chiusi gli occhi.
Potevo vedere il suo viso rilassato e felice.
Potevo vedere quella dolce fossetta quando rideva.
Potevo essere sereno solo se lui lo era.
 
Sentì la porta della mia camera aprirsi.
Mi sbrigai ad asciugare le lacrime, prima che V.R a braccia conserte, con si sedette vicino a me.
 
“Hyung… E’ inutile che ti copri… Ti ho sentito…”
Tutta la durezza che riscontrai venti minuti prima svanì dal suo volto.
Mi prese la mano e la strinse nella sua. Poi dolcemente mi sorrise.
“Dimmi che ho fatto bene a consigliargli di non parlarti per una settimana! L’ho fatto più per te che per lui. I primi tre giorni fu lui che non ti volle parlare. Poi voleva chiederti scusa, ma io lo bloccai quando capii che cosa avevi…”
Guardai le nostre mani intrecciate. Guardai il tatuaggio sul suo polso.
Guardai tutto… tranne il suo viso.
“Sei in imbarazzo vero? Lee Kwon, lo so! Ti conosco da tanto tempo ormai! Tu … ”
 
Si bloccò, quando iniziai a singhiozzare di nuovo.
Mi abbracciò forte e sentì di potermi lasciare andare.
Cosa mi costava dirglielo?
Cosa mi costava dirgli che aveva fatto bene? Che mi aveva fatto capire la cosa più importante?
La strinsi forte e la sentì sussurrare di calmarmi.
Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai anche io.
Ma il mio era più leggero di un sussurro, quasi un sospiro.
Ma fui certo che già lei lo sentì.

“Lui mi piace…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:


Ciao a tutti!

Yaaa!!!!!!!
Questo capitolo mi piace particolarmente, non so perché!!
Ma il prossimo sarà il più bello! Eheheh…
Farò fare una bella figuraccia alla povera V.R … Ok ho anticipato troppo!!! ^-^
Beh, Ora Kwon ha chiarito tutto con la sua migliore amica… Cosa farà ora lei per aiutarlo?
Grazie mille ancora per tutto il supporto!!!
Non vedo l’ora di ricevere delle recensioni di una CERTA PERSONA ( Capirà di sicuro chi è… Ciao Baby!!! ^_^)
 
 
Channie ^^

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Capitolo 8
*** La porta in Faccia... ***


“ J-Hyung… Sbrigati… Vatti a truccare!”
Il manager era piuttosto infuriato dal mattino. Era logico, visto che mi aveva trovato nello stesso letto di V.R.
Ed ovviamente V.R reagì  in modo piuttosto eccessivo, continuando ad imprecare contro Kim.
Mi è davvero dispiaciuto vedere quei due litigare per colpa mia.
Alla fine, V.R ha voluto che io stessi in camera sua.
 
Ed eccomi qui, costretto ad entrare in un camerino nel backstage.
E soprattutto, costretto ad imbattermi in Oliver.
Ora sapevo cosa provava.
Sapevo cosa pensava di me.
E questo mi rendeva ancora più debole.
 
Bussai.
“Avanti…”
La sua voce.
 
Aprì ed entrai silenziosamente.
Lo stylist, intento a sistemare i suoi trucchi, mi fissò.
Abbassai lo sguardo, incerto.
“Siediti.” Disse freddo.
Mi sistemai comodamente sulla poltrona e gettai un occhio allo specchio.
Ero davvero io quello?
 
“Hai una brutta cera oggi… Anche i tuoi occhi sembrano stanchi… Hai dormito, ieri notte?”
Non risposi.
Il mio cuore batteva talmente forte che minacciava di esplodere.
Mise uno strato di correttore sotto gli occhi, per nascondere le occhiaie.
Poi, terminata la base, mi guardò a lungo.
Prese una sedia e si mise di fronte a me.
“Se non cambi espressione… Io non riesco a truccarti!” disse seccato.
“Grazie mille per avermi fatto notare che ho una faccia da schifo questa mattina!”
Vidi i suoi occhi diventare tristi ed arrabbiati.
Si alzò, quasi deluso.
Senza pensare, allungai una mano e gli strinsi il polso, facendolo girare.
“Che c’è?”
Mi alzai, tenendo la stretta sul polso e guardandolo negli occhi.
Lui distolse lo sguardo, guardando altrove e sussurrando un lieve “L-Lasciami…”

Ora o mai più Kwon…
 
Mi avvicinai, fino a portare il suo braccio dietro il mio collo, in modo da poterlo abbracciare.
“Kwon…”
“Scusa. Non so cosa ti sia successo in passato e se non lo vuoi dire, per me è ok! Sono stato troppo sgarbato e scontroso…”
Oliver portò anche l’altro braccio intorno al mio collo, stringendomi di più a se.
Sorrisi per un momento, pensando a quella frase che aveva inviato a V.R.
Gli piacevo sin dall’inizio.
“Sei tu che mi devi scusare, hyung… Non ti ho trattato proprio bene…”
“Zitto… Abbracciami e basta!” sussurrai al suo orecchio.
Giurai di averlo sentito tremare a quelle parole.
 
“Si certo certo, hai ragione… Si vai va…”
Oliver quasi non morì di infarto tra le mie braccia, quando V.R entrò all’improvviso nel camerino.
Probabilmente stava scappando da un’ennesima lite con il manager.
Mi voltai, facendo notare che aveva appena rovinato un momento delicato.
Ma questo lo capì da sola, aprendo gli occhi a dismisura e iniziando a gesticolare.
“Io… Ecco… Non sono qui… è una vostra … IMMAGINAZIONE… Prendo solo il mio cellulare… ed esco!”
E così fece.
Prese l’S4 dalla borsa e aprì la porta con violenza, quando…
 
***
 
“Oddio…”
Oliver ed io accorremmo alla porta.
La scena che ci si presentò davanti fu così scioccante e divertente da far morire!
V.R aprendo la porta, che dava sul corridoio principale, non fece altro che sbatterla in faccia a un cantante di uno dei più famosi gruppi sud-coreani… Lay1!
Mi trattenni dal ridere e guardando Oliver, sembrava che anche lui stesse facendo altrettanto.
V.R era in uno stato confusionale, se non sotto shock.
 
Primo, perché non lo aveva mai incontrato dal vivo.
Secondo, perché non si sarebbe mai immaginata di incontrarlo sbattendogli la porta in faccia.
 
“Scusami tanto… N-Non volevo… S-Stavo a-aprendo la porta … e …”
“Non preoccuparti, non è nulla!” disse il cantante, sfoggiando un bellissimo sorriso.
“N-No… Sono tremendamente dispiaciuta…”
Sandra continuava ad inchinarsi e a chiedere scusa in tutti i modi possibili.
 “Sandra, dopo il comeback, ha iniziato ad essere un po’ sotto pressione e non vede dove mette i piedi! Ti prego di scusarla!” dissi in un miglior coreano possibile, perché data la situazione così imbarazzante, nemmeno io riuscivo bene a parlare.
“Lo vedo! Siete sempre molto impegnati!” il ragazzo parlò in cinese.
“Xie xie Lay!” dissi.
“Signor Zhang, potrei occuparmi io del suo trucco. È leggermente sbavato sulla guancia.” Intervenne Oliver.
V.R era ancora in una fase di shock e non sapeva né cosa fare, né come reagire.
“Sandra mi farà compagnia… Non è vero Sandra?” disse lo stylist, dandogli una gomitata.
“C-Credo… C-Credo di si…” disse infine, entrando nuovamente nel camerino.
 
***
 
“Ecco fatto… Finito!” disse sorridente Oliver.
“Oh… Grazie mille!”
“Signor Zhang… Io mi…”
“Basta scusarti! E ti prego non chiamarmi signor Zhang… Mi fai sentire vecchio! Chiamami Yixing! Io … potrei chiamarti Sandra? Lo trovo davvero un bel nome!”
Scoppiai a ridere. Mi ero trattenuto troppo per un solo giorno.
Ero sicuro al cento per cento che un’altra parola l’avrebbe fatta svanire.
“S-si… Certo…” iniziò a sorridere nervosamente.
Guardai Oliver e lui fece spallucce.
“Grazie ancora… A presto! E … Ci vediamo, Sandra…” disse il cantante, prima di aprire con cautela la porta.
 
V.R si sedette e iniziò a parlare istericamente.
“Allora… o io sono scema o quello era proprio lui… Insomma… Lui… Lui… Zhang Yixing… Lui… Era… Qui… in … Questo… Camerino…”
 
Poi indicò Oliver.
“Tu … Gli hai sistemato il trucco…”
 
Poi indicò me.
“Tu… Gli hai parlato in cinese…”
 
Poi si indicò da sola.
“Ed io… GLI HO SBATTUTO LA PORTA IN …”

“Perché Lay è uscito da questo camerino?” disse il manager entrando.
“E poi… Poi mi ha chiesto se poteva chiamarmi Sandra… E poi mi ha detto ci vediamo… Oddio mi sento svenire!!!”
“Ehm… principessa… vedi di svenire dopo il live, grazie!”
“Tutto quello che vuoi Manager Kim…” disse, alzandosi in uno stato di shock e uscendo.
 
Il manager puntò il dito prima su me e poi su Oliver.
“Voi due dopo mi racconterete tutto quanto!”
Quando anche il manager uscì, io e Oliver ci scambiammo un’occhiata divertita.
 
“Ti prego raccontagli tu, perché se no io potrei morire!” dissi continuando a ridere.
“OK… Ehm… Però voglio un compenso!” disse avvicinandosi a me e abbracciandomi.
“Una cena ti può andar bene?”
“Credo di si…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice:
Lay1: è il nome d’arte di uno dei membri degli EXO, gruppo sud-coreano. Il suo vero nome è Zhang Yixing. Lay è di nazionalità cinese (Changsha, come il protagonista della storia).
 
 
 
 
Buona Sera a tutti!!! ^^
Posso dire che la storia è divisa in due parti.
La prima, parla di Oliver e di J-Hyung. Infatti i due torneranno a far pace.
La seconda parte (E posso assicurarvi che mentre la scrivevo e immaginavo, ero piegata in due dalle risate!) parla dalla bella figura della povera V.R.
Insomma… Vi immaginate sta poveretta che ha sempre sognato di incontrare il suo idolo in diverse occasioni… Sbattergli la porta in faccia??? Ahahahhaahh
Devo ammettere che questa è un’idea dell’ultimo momento!
E poi, la storia finisce con un bellissimo J-Hyung che invita il dolce Oliver a cena!

Come sempre … Grazie mille per il vostro supporto e per tutti i commenti e consigli
I LOVE YOU!
 
 
Channie ^^
 

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Capitolo 9
*** Una passeggiata sul fiume Han ***


“E poi, mi avvicinai alla porta e indovinate…”
Tutti i Seven Jacket pendevano dalle labbra dello stylist.
“V.R, con gli occhi spalancati, guardava Zhang Yixing degli EXO tenersi la mano davanti il viso per la botta!”
 
Dire che i ragazzi scoppiarono a ridere era poco.
Seop cadde dal divano e il leader si teneva la pancia.
Io risi con moderazione, visto che sfogai  tutto me stesso qualche ora prima.
 
“Oddio … Credo di morire!!!” disse il Manager.
“Ah… Io ero terribilmente imbarazzata!!!” V.R era ancora rossa dal ricordo del suo idolo.
“Si … J-Hyung… Hai notato che Lay l’ha guardata tutto il tempo? “ disse il maknae, con uno sguardo pensante.
Aveva ragione! Ora che ci pensavo, durante la premiazione, le ha pure fatto le congratulazioni.
“Omo… Davvero? Davvero scemo davvero??” disse, prima girandosi verso di me e poi verso Kiseop.
“Oh mamma… V.R mi fai morire davvero!!!” il manager sembrava volesse esplodere da un momento all’altro.
“Senti… Vorrei vedere te se avessi sbattuto la porta in faccia ad IU1 o a Boom2!” sbotto la ragazza.
“Tu come…” disse il manager, dopo aver sentito i due nomi.
“Ho visto le foto sul tuo cellulare!”
“Tu …Brutta stron…” disse il manager, prima di piombarsi sulla cantante facendole il solletico.
Ci fu una risata generale.
 
Anche Oliver rideva.
Il suo sorriso era davvero spettacolare.
“Ragazzi… Io ed Oliver dovremmo andare in un posto!” dissi, ricordandomi la cena che gli avevo promesso.
“Oh… Dove si va?” disse lui con occhietti da cerbiatto.
“Beh… Dove vuoi!” dissi avvicinandomi sempre di più a loro.
Vidi i suoi occhi brillare e poi abbassare la testa timidamente.
 
Era così bello!
“Terra chiama Oliver e Kwon! Se dovete lanciarvi questi sguardi… Per favore fuori dal dormitorio!” disse il manager, finendo di torturare la povera Sandra.
“Vado a prendere il giubbotto…”
 
 
***
 
 
“Ricordami di portarci V.R la prossima volta! Lei adora il riso alla cantonese! E quello che ci hanno servito era  davvero uno dei migliori!”
“Hai ragione Hyung!” disse lui.
 
Camminavamo lungo il fiume Han3 vicini e, ogni volta che le nostre mani si sfioravano, Oliver guardava l’acqua scorrere, imbarazzato.
Potevo notare che era molto agitato.
Non potevo far altro che sorridere.
 
Decisi di avvicinare la mano destra di più alla sua sinistra.
Toccai il suo mignolo e lo intreccia col mio.
Tremava. E anche tanto.
 
“Tutto bene?” chiesi.
“Insomma… Ho paura che qualcuno possa vederci… insomma… Tu sei famoso!” disse guardando il fiume.
“Non sei bravo a mentire sai!”
“C-Che?” disse con la voce tremante, guardando per terra.
 
Allungai il passo un istante, parandomi davanti a lui.
Gli presi l’altra mano e la intrecciai con la mia.
Potevo sentire il suo respiro farsi sempre più pesante e il suo battito cardiaco sempre più accelerato.
 
No… Questo è il mio cuore!
 
Tremava ancora più forte.
I suoi occhi fissavano le nostre mani.
“Mi guardi solo per un momento?”
Dolcemente gonfiò le guancie e piano piano alzò il capo.
Era così buffo e bello che iniziai a ridere.
 
Avvicinai le mie labbra sulla guancia destra e la sfiorai dolcemente.
Quando mi allontanai, lui diventò ancora più bello.
Si toccò la guancia con la mano e diventò completamente rosso.
Gli ripresi la mano e camminammo ancora per dieci minuti.
 
“Ora che si fa?” chiese lui, questa volta guardandomi.
“Che ore sono?”
“Circa le 21…”
“Non so … Tu che vuoi fare?”
“Verresti… A casa mia?”
“Ok…”
“Devo mostrarti e dirti una cosa!” disse d’un tratto serio.
Il suo tono era molto basso, che quasi mi spaventò.
“Cosa riguarda?”
 
“La mia carriera da ballerino…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
1IU: Cantante Sud-Coreana
2Boom: Cantante Sud-Coreana, Membro del gruppo femminile 2NE1
3Fiume Han: Fiume che bagna Seul.
 
 
 
 
YAAAAAAAAA! Sorry per il ritardo!
Il mio pc è un pirla e mi si spegneva da solo.
Quindi, ora che è ritornato nel mondo dei vivi, ed è in vena di collaborare, ne ho approfittato!
Wa, il loro primo appuntamento!!! Diciamo che ad Oliver è andato il cervello in pappa quando il nostro Kwon gli ha baciato la guancia!!!
Oh che tenerooo!!
E adesso, Il nostro Stylist ha invitato Kwon a casa, per mostrargli e dirgli cosa è successo durante la sua carriera da ballerino.
Che sarà mai successo al povero Oliver?
Beh, lo scoprirete nelle prossime puntate.
Come sempre, vi ringrazio molto e aspetto i vostri DIVERTENTISSIMI commenti.
See Yaa!!!
 
Channie ^^

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Capitolo 10
*** Oliver… Che è successo in quella scuola? ***


“Attento… C’è un gradino, appena giri l’angolo.”
Arrivammo nel pianerottolo del piccolo condominio, dove lui abitava.
Prese le chiavi e aprì la serratura della porta.
“Prego…” disse, facendomi entrare per primo.
Una volta dentro, mi guardai in giro e rimasi subito colpito.
 
Il soggiorno era molto piccolo, ma molto ordinato ed accogliente.
“Questo è il soggiorno… Questa è la cucina… Il bagno … e la mia camera da letto…” disse, indicandomi tutte le porte che davano su uno stretto corridoio.
Aveva uno sguardo sereno e felice.
Si tolse il suo giubbotto e mi incitò a fare lo stesso.
Poi, preso l’indumento dalle mie mani, lo portò in camera sua.
“Siediti sul divano… Io provvedo per una tazza di the! E poi vado a prendere quella cosa.”
“Ok…”
 
Mi accomodai sul divano e mi sistemai come meglio potevo.
Stavo scorrendo ogni dettaglio della casa, finché il mio occhio non cadde in una foto.
Uno sfondo blu, incorniciava perfettamente il volto di un bambino che non aveva più di 6 anni, con un pantalone bianco attillato.
Una dolce fossetta addobbava la sua guancia sinistra.
“Ah… Sono io…” disse, uscendo dalla cucina con due tazze fumanti.
 
Ritornò indietro per poi tornare nuovamente con una scatola.
Si sedette vicino a me e posò la scatola sulle sue gambe.
L’aprì e prese un  paio di ballerine.
“Oh mamma… Sono piccolissime!”
“Le mie prime scarpe da ballo… Avevo 3 anni quando iniziai. Nella foto appesa al muro avevo 4 anni.” Disse sorridente.
 
“Oliver… Se non te la senti, non lo voglio sapere…”
“No… Ho promesso a me stesso che l’avrei detto a…” si bloccò di colpo.
Abbassò lo sguardo e abbozzò un sorriso.
Sapevo cosa voleva dire. Era in uno dei messaggi che inviò a V.R.
Accarezzai la sua guancia e lui si fece sempre più vicino a me, poggiando la testa sul mio petto.
“Dicevi?” dissi, guardandolo negli occhi.
Lui si leccò le labbra e iniziò a raccontarmi.
 
“Facevo danza in una piccolissima scuola nei pressi di Busan, dove sono nato. Amavo danzare e ogni movimento mi rendeva calmo e felice. Il mio allenatore fece un ottimo lavoro con me e voleva che io danzassi anche ad alti livelli…”
Guardai il suo volto diventare sempre più serio.
Allungò una mano dentro la scatola ed estrasse una lettera.
Prese un profondo respiro e me la porse, riprendendo a parlare.
“Questa è la lettera che posò sulle mie mani a vent’anni.”
Guardai prima lui e poi la busta.
Decisi di aprirla e un logo spiccava fiero sul bianco della pagina.
Spalancai gli occhi e più leggevo, più non capivo.
 
“Ti hanno offerto un provino per far parte della miglior scuola di danza di Seul?” chiesi disorientato.
“Si… Andai a Seul!”
“Allora… Tu hai fatto questo provino!”
“Si…”
Prese un altro oggetto dalla scatola. Una medaglia dorata.
“Questa l’assegnarono solo a tutti coloro che superarono il provino iniziale…”
Guardai la lettera… Guardai la medaglia … Guardai lui.
 
“Oliver… Che è successo in quella scuola?”
Mi fissò per un po’ e poi, nervoso, mi prese per mano.
Iniziò a giocherellare con le mie mani e intanto le prime parole cominciavano ad uscire dalla sua bocca.
 
“I primi giorni di lezione furono un disastro. Nonostante facevo tutti gli esercizi, il coreografo continuava a dire che non ero all’altezza della scuola. Ripeteva che mi avevano fatto passare solo per gli anni di esperienza e non per la mia bravura. Ma notai che molti altri ragazzi erano peggio di me, ma solo io ero la sua preda. Colui che prendeva sempre di mira. Notai che un ragazzo molto bello, ma molto fragile in alcuni movimenti, era favorito rispetto a tutti noi …”
Cominciò a stringere la mia mano sempre di più.
“Ogni tanto chiedevo al signor Song, l’allenatore, di mostrarmi che cosa facevo di sbagliato. Volevo assolutamente migliorare me stesso! Ma lui si limitava a dire che non ne ero in grado. Mi sbatteva in faccia ogni singolo giorno che venivo dal nulla e che questo era troppo per me… Così un giorno feci l’errore più grande della mia vita.”
I suoi occhi erano fissi sulle nostre mani intrecciate.
La sua testa premeva sempre di più sul mio petto.
“Che cosa hai fatto Oliver?”
 
“Una sera, dopo lezione, andai nel suo ufficio e gli domandai cosa avevo fatto. Lui disse, con una strana calma, che nulla in me era storto, anzi… Ero il miglior ballerino del corso…”
“Allora perché tutte quelle battute?” chiesi, iniziando a vederlo tremare sotto di me.
“Solo perché gli andava… Voleva spronarmi in tutti i modi. Mi disse che non avrei mai potuto debuttare se non per merito suo…”
Sentì la mano bagnarsi di una goccia caduta dai suoi occhi.
“Mi disse anche che c’era un modo, oltre all’allenamento, che mi avrebbe permesso di raggiungere il successo. Lo stesso modo che stava adottando quel suo favorito…”
 
“Hey… Basta… Non lo voglio sapere se continuare ti fa così male!”
Scosse la testa, sedendosi sulle mie ginocchia e circondando il mio collo con le sue braccia.
I nostri volti erano vicini e poté vedere con perfezione il suo dolore, nei suoi occhi.
 
“Kwon… Rifammi quella domanda che ci allontanò per una settimana!”
Lo guardai ancora a lungo prima di pronunciare quelle parole.
“Perché dopo 18 anni hai smesso di danzare?”
 
“Song mi chiese di fare una cosa, per arrivare dove volevo…
E io la feci…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
 
Salve a tutti! So a cosa state pensando!!!
“MA questa è scema… prima la storia è a rating Verde e mo’ è a rating Arancione…”
Allora, gente… Penso che da questo capitolo già si capisca il contenuto del successivo, e siccome non riuscivo a svilupparlo per il rating verde, ho deciso di scriverlo in maniera decente.
E rileggendolo e rivedendo le regole per i rating, ho dovuto cambiare (Eh si… Anche per un solo capitolo!).
Ho anche aggiunto la voce “Tematiche delicate” che non avevo aggiunto prima.
Bene… modifiche a parte…
Oliver sta aprendo il suo cuore a Kwon. Il sub rapper dei Seven Jacket vede la sofferenza che costa al ragazzo!
Spero di non cadere nella banalità, nel prossimo capitolo…!!!
Non lo farò!! Sono certa che vi piacerà!!! ^-^
Come sempre aspetto le vostre recensioni e le vostre critiche o quant’altro!
See Ya!
 
 
Channie^^
 
 
 

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Capitolo 11
*** Labbra Salate ***


“Song mi chiese di fare una cosa, per arrivare dove volevo…
E io la feci…”
 
Ci fu un momento di silenzio tra di noi.
Lo sentì prendere un profondo respiro, poi mi strinse forte la mano e mi guardò negli occhi.
“Ho paura che se ti dicessi tutto, tu non mi guarderesti più in faccia… Ma ho bisogno di dirlo! Ne ho un fottutissimo bisogno! Me lo tengo dentro da così tanto ormai… Mia madre sa la proposta, ma non sa che io l’accettai!... Io … Sono davvero un schifo!”
 
Oliver…
 
Gli presi le guancie con entrambe le mani, facendolo sorprendere.
Non mi piaceva vederlo piangere e non volevo assolutamente  lasciarlo fare ancora.
Avvicinai il suo volto al mio e lasciai solo una distanza di qualche centimetro.
Il suo sguardo guardava in basso, impaurito e decisamente imbarazzato.
Portai l’indice al di sotto del mento, alzando il suo volto fino a che i nostri occhi non si incontrarono.
“Non potrei mai pensare a te come uno schifo… Capito?” cercai di dirlo con un tono di voce basso.
Abbassò d’istinto lo sguardo e lo vidi arrossire e sorridere dolcemente.
Poi ritornò a guardarmi, un po’ più deciso.
 
“Ho sempre pensato di dirlo alla persona a cui più tenevo e di cui non mi sarei mai vergognato in nessun senso… Ti prego di prenderti cura del mio segreto!”
Lo abbracciai forte, sussurrandogli un “D’accordo” all’orecchio.
 
Quando si sistemò nuovamente sul divano, circondai il suo collo col braccio e, facendolo accucciolare al mio petto.
“Non so se te l’ho detto prima... Ero un ragazzo solare! Mi piaceva parlare, scherzare, ridere come un forsennato! Avevo davvero un’allegria che non riuscivo mai a contenere. Non conoscevo la parola timidezza! Non sapevo cosa significasse, fino a quel giorno… N-Nell’ ufficio di Song!”
“Oliver… Cosa ti chiese?”
 
Il ragazzo disegnava figure immaginarie sulla mia camicia con il suo dito.
“Song mi disse che mi aveva notato parecchio. Vedeva che ero molto bravo. Gli chiesi per quale motivo, allora, mi insultasse così pesantemente. Lui mi rispose soltanto –Perché mi piaci- “
“Perché mi piaci?”
“Si.. Disse così… Inutile dire che rimasi a fissarlo, chiedendogli di ripetere… e lui rispose che se volevo davvero diventare qualcuno avrei dovuto soffrire parecchio, sia fisicamente che mentalmente. Avrei dovuto allenarmi come non mai, ma avrei dovuto anche fargli parecchi favori…”
“Aspetta un attimo… Che intendi per favori?” dissi preoccupato per il pensiero che mi balenò in testa.
Nascose il suo volto imbarazzato sulla mia spalla e li sentì la camicia inumidirsi.
“Kwon… è quello a cui stai pensando…” disse con un filo di voce.
 
“Ah…”
 
Il mio cuore iniziò a diminuire il ritmo dei battiti.
No… Mi rifiuto di credere che sia quello che …!
“Kwon.. A che pensi?”
“Ho bisogno che tu me lo dica esplicitamente… Ho paura di quello a cui ho pensato, Oliver… Ti prego…”
Dopo qualche secondo, lui ritornò a guardarmi negli occhi. I suoi erano così addolorati e pieni di lacrime.
 
“Se lo farai ti aggiudicherai il primo posto…
Se lo farai sarai primo ballerino…
Se lo farai sarai semplicemente il primo…
Furono queste le parole che mi incantarono. Sapevo che se lo avessi fatto, avrei perso tutto... Ma accettai!”
 
Esitai un momento, quando lui intrecciò nuovamente le nostre mani.
Lo strinsi più forte che potevo e lo sentì piangere.
Intanto quelle parole che non volevo udire uscivano dalla sua bocca.
 
“Mi chiese di fare delle cose .. d-di ogni genere.
Persi la verginità quella stessa notte. Fu… Fu orribile!
Non fu per niente piacevole…
Fu solo tremendamente schifoso…
Mi sentivo una puttana che si dava facilmente per uno stupido sogno!
Il giorno dopo non riuscivo nemmeno a fare un pliè… Ma lui non mi disse nulla…
Venne vicino a me e mi diede consigli, senza alzare la voce o insultarmi.
Diedi l’esame due giorni dopo, e lo superai, sapendo di non aver dato il meglio di me stesso.
E continuai così, Kwon… Al mattino ad allenarmi e alla sera a scopare con lui.
Dio se me vergogno!”
 
Tremava.
Tremava parecchio.
“Oddio…” abbassai gli occhi e vidi che stava davvero male.
Gli accarezzai il collo, facendolo rilassare un po’.
Poi ritornò a parlare.

“Dopo due mesi, era quasi diventato sesso gratuito.
Facevo molta fatica a passare i test, mi allenavo fino a tardi e spesso dopo dovevo seguirlo.
Non riuscivo più a tener nascosto tutto ai miei genitori e iniziai anche a deprimermi.
Un giorno, mia madre mi chiese cosa avevo e io risposi con una domanda.
Saresti disposta a dare tutta te stessa per arrivare dove vuoi?... Lei rispose no.
Rispose che l’ambizione è nemica di ogni uomo e che ce la dobbiamo guadagnare con le nostre forza, senza corrompere in alcun modo coloro che intermediano tra noi e lei.
Quel suo discorso mi fece piangere e lei si accorse che qualcosa non andava.
Gli dissi tutto e insieme andammo a denunciare il fatto… Le sono ancora grato…
Quando mi chiese cosa volevo fare della mia carriera, io risposi che ero stanco morto e che avevo lottato troppo per un’ambizione troppo alta per me.
Così decisi di appassionarmi a qualcos’altro.. Alla cosmetica …”
Il suo ultimo sorriso, appena accennato tra le lacrime, fu come un raggio di sole tra delle nuvole.
Sorrisi a mia volta e accarezzai la sua guancia, asciugando una goccia che scivolava su di essa.
Guardandomi con gli occhi lucidi, mi pose una domanda.
 
“Cosa pensi, Kwon?”
“Perché mi chiedi cosa penso?”
“Perché ho paura. Ho paura che quello che ti ho detto influenzerà il nostro rapporto!”
La sua voce era rotta dalle lacrime che, anche se si era calmato, non a smettevano di uscire.
Cercai di guardarlo nel modo più intenso possibile, in modo da imprimergli nella mente ciò che stavo per fare.
“Oliver…”
 
Un sospiro uscì dalle sue labbra. Sorrisi per la sua reazione.
Quelle sue mani, usate per far cose proibite.
Quei suoi occhi, che hanno visto troppo orrore.
Quelle sue labbra, che un uomo ha violato per così poco.
E che ora, volevo solo rendere meno amare.
 
“Oliver… Hai fatto ciò che il tuo cuore e la tua passione ti ha suggerito di fare. Hai sbagliato e ora devi dimenticare! E giuro su Dio che farò di tutto per aiutarti”
Iniziò a ridere come un matto, nonostante sforzai tutto me stesso ad essere sensuale.
Non mi aspettai nemmeno che lui si mettesse seduto sulle mie ginocchia, mettendo le mani intorno al mio collo e sforzandosi a tenere il mio sguardo.
I nostri visi erano così vicini…
 
“E come hai intensione di riuscirci?” sussurrò con una voce dolce.
“Mh… Potrei iniziare da questo…”
 
E mi bastò poco per catturare quel sorriso che ancora sapeva di sale.
 
 










 
Note dell’autrice.
 
Scusate davvero tanto, ma in sti giorni non ci sono con la testa.
Mi sono imposta di scrivere e c’è l’ho fatta.
Purtroppo sono nella fare “Scelta università” e “Preparazione per la fiera del fumetto”.
Quindi sono abbastanza su di pensieri.
Spero che abbiate apprezzato questo capitolo, il cui Oliver racconta il suo passato.
E… IL PRIMO BACIO ^.^
Spero anche di leggere i commenti delle dociosissime lettrici che seguono questa storia…
Mi sono mancati i vostri commenti dementi Ahahhaha
 
 
 
Channie ^^
 
 
 

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Capitolo 12
*** Wo Ai Ni! ***


Fu quando un raggio di sole filtrò dalla piccola finestra che mi svegliai.
Ci vollero parecchi minuti prima di riuscire a mettere a fuoco ciò che mi circondava.
Una piccola stanza, un armadio, due comodini e un letto.
Richiusi gli occhi e cercai di mettere assieme ciò che era successo la notte precedente.
 
Passeggiata in riva al fiume Han…
Casa … Divano …
Lacrime … Dolore …
Dolcezza … Amore …
Letto…
Oliver.
 
“Hey…” sentì sussurrare vicino al mio orecchio.
Mi voltai, vedendo lo stilista sdraiato su un fianco, in attesa di essere coccolato.
“Hey …” sorrisi dolcemente, facendolo accomodare nel mio abbraccio.
Un dolce bacio a stampo, rese quel momento ancora più dolce.
Lo strinsi forte, iniziando ad accarezzare i suoi capelli.
“Dovresti dormire più spesso qui!” disse.
“Mh… Non male come idea!”
Sciolsi l’abbraccio, lasciando il suo corpo nudo tra le candide lenzuola.
Cercai i pantaloni, che il ragazzo posò su una sedia vicino alla porta della stanza, in un momento di lucidità.
 
Lucidità… Dove finì la scorsa notte.
 
“Kwon… C-Che farai oggi?” chiese, coprendosi fino al collo, sedendosi.
“Radio. Poi ho gli allenamenti e stasera il corso di lingua.”
“Puff… Quindi oggi non ci vedremo più?” disse sbuffando.
 
Guardai in direzione del letto e abbozzai un sorriso.
Aveva le lenzuola fino alla testa e con le mani cercava di non farle aprire, chiudendole all’altezza del collo. Le sue guancie erano gonfie e il tutto lo rendeva molto buffo.  
 
Con i pantaloni ancora slacciati e la cintura penzolante, mi gettai su di lui, ridendo.
“Che fai Kwon?!?”
“Sembri un pupazzo di neve!”
“Smettila di fare così!” disse, fingendo di picchiarmi.
Presi i suoi polsi e li portai fin sopra la testa.
Un altro bacio sbocciò tra una risata e l’altra e subito dopo tornò la serietà.
 
Tornarono i miei occhi fissi suoi lineamenti, sulle sue labbra,…
“Hey…” sussurrai.
“Che c’è?”
“Wo ai ni1!”
“Mh… Non parlarmi in cinese… Non ti capisco, lo sai!” disse, diventando tutto rosso.
Era così palese il fatto che mi avesse capito!
 
***
 
“Giorno Cindarella… Fammi indovinare…
A mezza notte i cavalli si sono trasformati in topi, che si sono suicidati nel fiume Han dopo la mezza notte così da non poter più far da mezzo per portare il tuo culo spelacchiato qui?”
Il manager disse quelle parole così velocemente e senza respirare, che il tutto fu seguito da una risata isterica di V.R.
“Manager … Questa te la concedo!”
L’uomo si girò verso la ragazza e con fare superiore fece un inchino in segno di approvazione.
“Ehm… Ecco…”
“L’ho trattenuto io!” disse Oliver, entrando subito dopo di me dalla porta.
“Buon giorno signor Kim. Mi scusi davvero per averle portato Kwon così in ritardo!”
“Ah…”
V.R mi lanciò un occhiata che sembrava volesse dire “dopo mi racconti i particolari”.
Intanto, ci sedemmo sul divano, in attesa che gli altri membri si svegliassero.
“Volete la colazione? Brioches?”
“Si grazie” risposi.
 
“Allora… Alle 7 pronti per la radio. Poi ci saranno gli allenamenti tutto il giorno. Danza, Musica, Danza e per te e V.R… Aspetta un attimo… OLIVER CHE CI FAI TU QUI?”
“Ehm…”
“Oggi potevi benissimo riposarti.”
“Glielo ho detto!” dissi guardando lo stylist.
“Volevo accompagnarti. Mo’ me ne vado ok? Se non mi vuoi…” l’ultima frase fu sussurrata così piano che anch’io faticai a sentirla.
“E comunque… Sapete che è successo ieri sera?” V.R sembrava eccitata.
“Che è successo ieri sera?” chiesi.
“Allora… Dopo che voi ve ne siete andati, abbiamo deciso di fare una piccola festa al ristorante cinese in centro. Prendiamo i tavoli e iniziamo a mangiare. Ad un tratto, si sentono una miriade di voci all’entrata e… Gli EXO appaiono. Giuro che stavo malissimo. Il mio cuore stava per esplodere…”
Guardai Sandra con un’espressione divertita e shoccata allo stesso momento.
Oliver continuava a ridere e ad assecondare la ragazza.
“… E poi… indovinate… Lay si avvicina al nostro tavolo e ci fa i complimenti!! Dio dovevate vedere quanto la tenerezza esaltasse dalla sua persona…”
 
Ma in che lingua parla?
 
Lo stylist non si reggeva più, continuando a ridere e usando la mia camicia per coprire il suo viso.
“Il problema è che lo ha raccontato 1000 volte, J-Hyung! E la scena bella deve ancora arrivare” il manager sembrava seccato.
“... Si… Si… Si… Si è avvicinato a me e … MI HA CHIESTO IL NUMERO! A ME! Proprio a me!”
“ODDIO!” cominciai a ridere come un matto, aggrappandomi al ragazzo ormai senza fiato vicino a me.
Ero tremendamente divertito e contento per V.R che sempre sognava ciò.
“Ora sei felice, spero!”
“Si… Per questo mi dovrai insegnare il cinese J-Hyung!”
“Si…”
 
“Allora.. io vado. Ci vediamo… Signor Kim, Sandra… Kwon.”
“Scrivimi quando arrivi a casa.”
“ok…”
Quando la porta del dormitorio si chiuse bene, il manager curioso iniziò a parlare.
“Che significa Scrivimi quando arrivi a casa?”
“Manager Kim…”
“Si V.R” disse, voltandosi verso la ragazza.
“Dalla perfetta camminata di Oliver, si può dedurre che i due si sono dati parecchio da fare stanotte. Sono contenta che abbiate fatto pace!” disse sorridente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
1Wo Ai Ni: Ti amo in cinese.
 
 
 
Buona Sera a tutti!
Come state? Spero bene.
Allora, questo ufficialmente è l’ultimo capitolo… ma siccome non voglio lasciarmi così…
Ci sarà un capitolo Extra che so che apprezzerete tantissimo (Perché non sarà J-Hyung a parlare…!)
J-Hyung ha dormito (Eheheh…) a casa di Oliver.
Il manager ha dato il suo meglio con i giochi di battute! Dai, quella di Cindarella è stata fantastica!!!! *-*
E poi abbiamo V.R che se potesse farebbe la maratona dalla felicità!
Spero, come sempre che anche in questo capitolo abbiate apprezzato il mio impegno!
Grazie mille a tutti coloro che seguono e recensiscono la storia!
Davvero grazie (o come direbbe Kwon… Xiè Xiè!)
 
 
 
 
 
Channie ^^
 
 
P.S: Preparatevi al capitolo EXTRA !!!!! <3

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Capitolo 13
*** Capitolo Extra - Mi sono innamorato di uno stylist ***


“Dopo Someone e Robotic, i Seven Jacket debuttano con un nuovo album. Il video è stato rilasciato stamattina e già si contano i 4 milioni di visualizzazioni. Questo è il più alto record a livello nazionale.
E proprio questa sera, abbiamo avuto l’occasione di intervistarli, proprio qui.
Q: Per favore presentatevi!
7J: We are Crazy, We are Seven, We are JACKET!
 
Q: Benissimo! Passiamo alle domande serie… Veniamo al dunque. In questi tre anni, i Seven Jacket hanno dato il loro meglio proponendo al pubblico e ai loro fan un volto sempre fresco e giovanile. Che potete dire a riguardo?
Seop: Qui è il Maknae del gruppo che parla. Noi siamo un gruppo giovane e sempre in cerca di novità. Siamo alla moda e cerchiamo di esserlo sempre, per tenere il passo con i tempi!
Q: Quindi niente più giacche fuori moda?
Seop: No… Metteremo delle Giacche Colorate (Hehe…)
Q: Lo spero proprio. La vostra immagine è stata, con gli anni, molto pulita. Che potete dirmi su questo?
V.R: Ci teniamo alla nostra immagine. Vogliamo essere un gruppo acqua e sapone. Quel genere di gruppo che non stanca mai! Quel gruppo di cui ogni ragazzo, adulto o anziano sia fiero di ascoltare.
Q: Sono bellissime parole V.R. Lo scorso anno però è partita la follia delle vostre fan per la storia di J-Hyung. Hai voglia di raccontarci?
J-Hyung: Per, appunto, questa nostra concezione del nostro futuro, ho voluto dichiarare il mio stato. Sono molto felice di stare con il nostro make-up stylist e non me ne vergogno affatto. È stato molto difficile per me accettare ciò che sono e sono fiero di me stesso per ciò che sono diventato. Sono fiero e innamorato e penso che un essere umano non possa essere più felice di così!
Q: Credo davvero che il Make-Up Stylist dei Seven Jacket sia davvero molto fortunato!
J-Hyung: Sono io quello fortunato!”

 
 
 
 
Un sorriso mi sbocciò tra le labbra. Lessi tutta l’intervista che i ragazzi affrontarono il giorno precedente.
Un ora con un MC che voleva solo scoop. 
Dovevo riconoscere che Sandra sviò particolarmente bene le domande su lei e Yixing.
Quella ragazza!
Posai i gomiti sulle ginocchia, tenendo il tablet con entrambe le mani. Il camerino era ancora vuoto e l’attesa si faceva sempre più lunga. I ragazzi sarebbero dovuti arrivare circa 20 minuti fa.
“Oliver… Non sono ancora arrivati?”
“No Yemin… Non ancora… Prepara bene in vista i trucchi nel ripiano davanti allo specchio. Almeno siamo già pronti per quando arriveranno!” abbozzai un sorriso.
La ragazza si mise all’opera e io continuai la mia lettura.
 
“Q: Credo davvero che il Make-Up Stylist dei Seven Jacket sia davvero molto fortunato!
J-Hyung: Sono io quello fortunato.”
Fottiti Hyung!
 
Ripensai all’ultimo anno.
Ripensai a come J-Hyung, imbarazzato, rivelò la nostra relazione ai membri del gruppo.
Ripensai a quando lo disse al loro produttore.
Ripensai allo scandalo che provocò la notizia e la relativa reazione dei fan.
Ripensai anche a come J-Hyung Rispose.
 
“Anche tra mille anni… Anche tra mille difficoltà…
Io continuerò ad amarlo.
Pensate ciò che volete.”
Poi si alzò impassibile dalla sedia e uscì dalla sala conferenze.
 
Ripensai a quante volte rimase a casa mia.
A tutte le volte in cui mi faceva sentire bene.
E quante volte avevamo fatto l’amore?
Troppe!
 
Quante volte mi strinse tra le sue braccia?
Quante volte mi disse Wo Ai Ni e io, come uno sciocco, arrossivo?
 
Non credo che mi stancherei mai di lui!
Non ne avrò mai abbastanza!

“Dai fanciulle… Su … Forza! Oliver, Yemin… Scusate il ritardo” il manager era abbastanza di fretta.
“Che è successo?” sussurrai dolcemente, gettando le braccia al collo di Kwon.
“Abbiamo beccato un incidente proprio all’entrata dell’autostrada e le macchine erano completamente bloccate!”
“Stai bene?”
“Sisi… Noi tutto bene, tranquillo!”
 
Pian pianino tutti i membri del gruppo entrarono nel camerino.
“Oliver… La prima esibizione è quella di Kai e J-Hyung… Quindi trucca il tuo ragazzo per primo, così si toglie subito dai coglioni.”
“Ok… Dai su!”
Presi i pennelli e cominciai a fare la base.
“Allora… Come posso truccarti oggi?”
“Oliver… Come la prima volta che ci siamo incontrati.”
“Cos…”
“Si… mi hai capito bene!”
“Ma era troppo semplice!!”
“Non importa! Era semplice, ma era bello!”
Lo guardai per qualche istante e poi… Lo accontentai.
Accarezzai ogni lembo del suo viso con il pennello e quando ogni minimo spazio fu riempito lo lasciai andare.
“Kwon…” dissi guardandolo negli occhi, prima che potesse uscire dalla porta.
“Cosa c’è?”
“Posso baciarti?!”
 “Mi sono innamorato di uno stylist… Dovresti dire qualcosa come Attento al trucco o robe del genere…”
“Posso baciarti?!” non me ne fregava del trucco! Volevo solo un bacio.
Lui sorrise e posò un bacio sull’angolo destro della mia bocca.
Abbassai lo sguardo, decisamente imbarazzato e abbozzai un leggero sorriso.
“Appena finisce lo show, ho voglia di passare un po’ di tempo da soli, ok?”
“Tu sei un maledetto!” dissi, sentendo le guancie tremendamente in fiamme.
Un altro bacio sull’angolo sinistro e poi scappò nel back stage.
Portai entrambe le mani sulle guancie, per poterle almeno raffreddare un po’.
Quando mi voltai, Yemin era abbastanza felice.
“Che c’è?” chiesi innocentemente.
“State così bene insieme, Oppa!”
 
Già… Lo penso anche io!
 
 
 
 
 
 
FINE.

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