Hi! I'm a song.

di Chris Criss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I would ***
Capitolo 2: *** Stole My Heart ***
Capitolo 3: *** Change My Mind ***
Capitolo 4: *** Same Mistakes ***
Capitolo 5: *** They Don't Know About Us ***



Capitolo 1
*** I would ***


bannerper@GleeCast_SaveMe My space.
Salve, allora questa storia è tratta dalla canzone dei One Direction I would, se vedete la traduzione contiene alcuni versi, ogni capitol in questa Fan Fiction sarà diversa, tratterà ognuno di diverse canzone dei One Directio…spero che vi piaccia ;)
Se mi viene in mente qualcosa la dirò più tardi ;)








Mi misi davanti all’albero  che era nel cortile della scuola,mi avvicinai il più possibile all’ombra di esso.
Non volevo farmi vedere, non potevo farmi vedere… da lei.
La guardai varcare i cncelli della  scuola, mano nella mano con lui, Josh.
Josh era piu grande di me e lei di tre anni, non ho mai capito di cosa ci fosse in lui di tanto speciale, ma evidentemente lei lo aveva capito.
Lei era Amber, la ragazza di cui ero  innamorato perdutamente dalla prima media; adesso sono al secondo liceo. Se la avessi dovuto descrivere in una sola parola direi… MERAVIGLIOSA.
Meravigliosa perchè: quell’ondata di capelli biondi sembrava illuminarle  il viso e incorniciarlo come se fosse un quadro che nessuno puo toccare perchè troppo prezioso. I suoi occhi, I suoi bellissimi occhi coloro cristillo rappresentavono la sua anima: pura, chiara, innocente.
Ultimamente mi era capitato molte volte di pensare e sognare lei, nei miei sogni io sono il suo ragazzo. Ma nella realtà io non potevo neache sfiorarla, nei miei sogni ci baciavamo e tutto andava bene, ma lui mi avrebbe ammazzato   se avesse saputo cosa mi passava per la testa.



I miei medesimi sogni su di lei vennero  interrotti da Matt, il mio migliore amico, mi diede una pacca sulla spalla e si mise a gurdare il mio stesso punto, fece un sospiro profondo e disse
“Pensi ancora a lei?” non ricevette risposta, come potevo distogliere lo sguardo da lei e rispondergli? Sarebbe stato uno spreco, l’unica cosa che potevo fare era guardarla da lontano, quindi non perdevo occasione di farlo.
“Dai che stasera c’e’ la festa di Ashley” non gli risposi neanche allora.
“Credo che venga anche lei” aggiunse con un sorriso malizioso.

In quel momento mi girai.
“Davvero ?” balbettai.
“Sì”.
Per un momento mi attraversò l’idea di prlarci per la prima volta, ma scomparse subito quando seniti la voce di Josh nelle vicinanze.
Ancora non riuscivo a capire, lui non la meritava, non avevo mai sentito dedicarle un TI AMO, accarezzarla, baciarla dolcemente…Qualche volta l’avevo anche visto picchiarla, ma io davanti a quelle scene non potevo fare niente, mi facevo schifo da solo, potevo proteggerla,  potevo impedirlo, ma avevo paura, una schifosissima paura. Io le avrei potuto dare molto di più, l’avrei baciata con dolcezza, l’avrei abbracciata nei momenti di tristezza, non avrei perso momento per dirle quanto la amavo, ma era con lui, avevo perso.



Matt passò davanti casa mia alle sette.
La BMW argentata  si fermò sul vialetto di casa mia.
“Louis muoviti !” urlò suonando anche il claxon.
Uscii di casa ed entrai nella macchina.
“Sei pronto ?” disse armeggiando con il volante.
“Avrei preferito starmene a casa, sono davvero stanco”.
Non mi definivo proprio uno sfigato, ma neanche tanto fico, cioè, avevo anche io la fila di ragazze davanti a me ma nessuna di loro era come Amber.
Amber, sorrisi pensando a lei, il suo bellissimo viso comparve nella mia mente, forse oggi avrei potuto guardarla più da vicino.
Però ero davvero stanco, io la desideravo più di ogni altra cosa al mondo, ma da quando si era messa con quell’idiota nessuno si era più avvicinato a lei.
C’era stato un tempo un cui non mi ero arreso, ma era più di un anno fà, l’unica cosa che ne ricavai fù il setto nasale rotto e feci rimediare a Amber anche uno schiaffo da parte di Josh perchè lei mi aveva difeso.
Per questo avevo paura di affrontarlo, per quanto riguardava me poteva anche uccidermi, ma non volevo che toccasse Amber, quindi con il tempo mi ero arreso all’idea che un giorno fosse stata mia, mi ero anche ripromesso che non l’avrei mai trattata come faceva lui.




Arrivammo al festa, la casa rimbombava di luci e colori, ma soprattutto  di musica.
Entrammo, il tempo di salutare qualche gruppo di amici e la vidi, era bellissima, come al solito. I capelli biondi erano delicatamente appoggiati sulla spalla destra raccolti in una treccia, aveva un maglietta attillata che scendeva fino alle cosce, delle calze nere gli stivali, ogni stava benissimo su di lei, vidi il suo sorriso farsi spazio sul suo viso.
Per un attimo mi guardò, io le sorrisi, ci fissammo, non potevo crederci.
Josh si piazza davanti a me con le braccia incrociate e disse a denti stretti
“Tomlinson, stai guardando la mia ragazza ?”.
Seriamente, non ce la facevo più a nascondermi sotto una campana, non volevo più vederla soffrire.
“Sì, allora ?”.
Vidi Amber al dilà delle spalle di Josh, le feci l’occhiolino e un leggero rossore colorò le sue guancie.
Josh non ci vide più, mi venne incontrò e mi spinse con violenza contro il muro.
“Prova a rifarlo di nuovo e ti guiro che ti uccido”.
Cercai di togliermelo di dosso, Amber si avvicinò a noi e le sussurrò all’orecchio
“Lascia stare, ti prego” Josh mi guardò per un’ultima volta, mi diede le spalle e poi prese Amber per i capelli, un gemito uscì dalla sua bocca in modo soffocato, cercò di divincolarsi ma senza successo.
“Avvicinati di nuovo ad un ragazzo e uccido anche te !” le disse.
“LASCIAMI !” urlò, ormai tutti gli fissavano e io ero ancora appoggiato al muro.
Amber riuscì ad uscire dalla porta della casa, finendo sul vialetto, Josh la seguì.
Tutti tornarono a fare quello che facevano prima, io invece cominciai a fare lo slalom tra le persone.
Uscii dalla porta della casa a li vidi.
“Cosa pensi di me ? Cosa ami di me ?” disse Amber a grande distanza da Josh.
“Io bè…Io, il tuo cu…”.
“Scusa non ti ho sentito ? La devi smettere di fare lo stronzo con tutti” lui di avvicinò a lei e le diede uno schiaffo.
Lei si sfiorò la guancia che stava raggiungendo un colore rosso intense.
“Basta, è finite” disse con gli occhi lucidi.
“TU NON MI LASCI !” le urlò dandole un altro schiaffo.
Come potevo rimanere immobile davanti a quella scena ?
Comincia a correre verso Josh, lo buttai a terra e cominciai a tirare pugni a destra e manca, non avevo buona mira ma di certo avevo forza, una scarica d’adrenalina percorse la mia schiena quando vidi sgorgare il sangue dal suo naso.
Quando smisi Josh si alzò barcollando.
“Ma sì, vai pure con quella puttana, io posso avere tutte le ragazze che voglio !” disse, poi se ne andò.


Rimanemmo solo io e Amber lì fuori, la guardai e le feci un piccolo sorriso.
Lei ricambiò, e trà un singhiozzo e un altro disse un semplice
“Grazie”.
Si sedette sul bordo del marciapiede mettendo la testa fra le ginocchia.
Mi misi vicino a lei, le accarezzai la schiena.
“Volevo farlo da tempo”.
Alzò il suo sguardo per dedicarlo completamente a me.
“Anche io sai Louis”.
Rimasi impietrito da quelle parole.
“Sò il tuo nome sì”.
Fù come se mi avesse letto nella mente.
“Posso  dirti una cosa ?” le chiesi, presi tutto il coraggio che avevo in me.
“Io bè…sai tutte le volte che lui non ti ha mati detto ti amo, io lo avrei fatto. Tutte le volte che non ti ha consolato, io lo avrei fatto, tutte le volte che…” non finii in tempo la frase che le sue labbra premettero con forza contro  le mie.
Affondò le mani nei miei capelli, la presi per i fianchi prendendola in braccio, le sue gambe si allacciarono intorno al mio bacino, ci staccammo e lei mi guardò, in tutto quel tempo non avevo mai visto uno sguardo più sincere di quello.
“Louis, ti devo dire una cosa, anche se ti sembrerà sciocca”.


Eravamo arrivati davanti a una Ceffetteria notturna, ci sedemmo ad un davolo e lei mi disse
“Tutte le volte che mi guardavo intorno ti vedevo, sorridevo, mi sentivo protetta semplicemente dal tuo sguarda, ti considero….” la guardai come per incitarla e lei continuo.
“Ti considero il mio angelo custode…Ho letto un libro non molto tempo fà, dove c’era la protagonist che s’innamorava del suo angelo custode…Io potrei essere lei, e tu il mio angelo”.
Mi stave dicendo con diversi giri di parole che anche lei ricambiava i miei sentimenti.
“Louis, io ti amo”.


My space
Di nuovo salve ! Spero seriamente che vi sia piaciuta la storia, mi scuso in anticipo per gli errori, l’ho controllata diverse volte ma sono sicura di aver tralasciato qualcosa. Ditemi cosa ne pensate mi raccomando ;)
-crediti banner @onedemiswords (twitter)

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Capitolo 2
*** Stole My Heart ***


My Space

Di nuovo salvee gente :D

Questo capitolo, come noterete in futuro, è totalmente diverso da quello precedente, la canzone di cui parla è Stole My Heart, nella storia ci sono tutti e cinque i ragazzi, ma in particolare qua si parla di Liam. Bè siccome questo my space stà diventando particolarmente lungo vi lascio alla storia ;)

 

 

 

 

 

 

 

“Ehi Liam oggi vieni alla festa sul molo ?” mi chiese Zayn appoggiandosi al mio armadietto e guardandomi.
“Non lo so, francamente non ne ho voglia” li risposi io scansandolo e riponendo il libro di matematica sul ripiano alto.
“Ma Harry ci vuole presentare sua cugina, Lisa, mi pare”.
“Oh quindi l’unico motivo per cui dovrei uscire sarebbe lei ?” dissi io in tono abbastanza acido.
“Dai per farli un favore e poi hai visto sua sorella Gemma che razza di gnocca è ? Pensa come deve essere la cugina !”.
Eccolo, il solito Zayn, sempre e solo interessato alle ragazze e sempre pronto a parlare in modo fine.
“Zayn ci penserò su però credo che sia un no”.
“Fai come ti pare, ehm…Ti dovrei chiedere un’ultima cosa”.
“Cosa c’è ?” chiesi io alzando gli occhi al cielo.
“Mi passi i bigliettini per scienze ?”.
“Zayn sapevi che c’era questo test da ormai tre settimane e…”
“Non ho avuto tempo !” mi interruppe.
“Andiamo Zayn” continuai io lasciandomi andare ad una risata.


 

Passata l’ora di scienze, in cui non avevo fatto altro che suggerire a Zayn, andammo a pranzo.
Io e Zayn ci sedemmo al nostro solito tavolo dove Niall, Louis e Harry si aggiunsero in seguito.
“Come và ragazzi ? Chi viene al molo stasera ?” disse Louis entusiasta.
“Io vengo ma il nostro amico Liam non ne ha voglia” aggiunse in tono scherzoso Zayn.
Niall poggiò il vassoio pieno di roba da mangiare e cominciò a divorare tutto ignorando la nostra conversazione.
“Come Liam ? Ti devo presentare mia cugina Lisa !” disse Harry guardandomi con uno sguardo dispiaciuto.

“Non ho voglia di uscire…”
“Sisi non ti preoccupare chiedimi un favore poi eh !” disse incrociando le braccia interrompendomi.
“Che palle che siete, allora vengo !”.
“Bene, allora ci vediamo alle sei davanti scuola !” prese il vassoio con se e se ne andò seguito da Louis.
“Niall…Tu che intenzioni hai ?” chiese Zayn rivolgendosi al cavernicolo che stava spolpando la coscia di pollo.
“Io…Voglio anche la pizza” disse alzandosi e dirigendosi verso il bancone della mensa ignorando totalmente Zayn.
Io e Zayn ci scambiammo uno sguardo per poi crollare a ridere.


 

“Finalmente Liam ! Non ne potevamo più di aspettarti” disse Zayn allargando le braccia.
Ero solo in ritardo di quaranta minuti e poi era già tanto che fossi venuto.
“Se vuoi me ne torno a casa” dissi facendo finta di rigirarmi e tornare indietro.
“No, non ti preoccupare, ma ora andiamo” mi poggiò una mano sulla spalla.


Salimmo nella macchina di Zayn, io, Louis e Niall, mancava Harry.
“Dov’è Harry ?”.
“Ha avuto un contrattempo, ci aspetta al molo con sua cugina”.
Mi voltai sul sedile per guardare Niall, stava lentamente gustando un rotolo di liquirizia, da quando lo conoscevo non aveva fatto altro che mangiare e il bello era che non ingrassava neanche.

Arrivammo al molo che Niall si era già fatto fuori la liquirizia e due barrette di cioccolato, di questo passo avrebbe dato di stomaco.
Io e i ragazzi cominciammo a guardarci intorno per cercare Harry.
Quando poi Zayn indicò uno stand.
“Ragazzi lì c’è Gemma !” non ci guardò neanche, si diresse subito verso lo stand, gli piaceva Gemma e anche molto, era l’unica ragazza che non ricambiava  alle sue avance.
“Ehi ragazzi finalmente siete arrivati !” disse lei, Zayn andò ad abbracciarla, lei rimase immobile nella sua stretta.
Mi guardai intorno e vidi Harry che parlava con una ragazza, lei però era di spalle, aveva dei lunghi capelli biondi dorato che le toccavano la base della schiena, i miei occhi guardarono per un secondo il suo sedere, era bello. Mentre li guardavo parlare Harry mi indicò e lei si girò.

I suoi occhi erano azzurri, quasi trasparenti, aveva delle lentiggini che si posavano sul naso e sulle guance, delle labbra rosee a forma di cuore e un nasino all’insù, era bella, davvero bella.
Lei mi guardò con un dolce sorriso, che però io non ricambiai, ero troppo occupato a guardarla in tutto il suo splendore. Il mio cuore perse un battito quando vidi formarsi due fossette a gli angoli della sua bocca, erano uguali a quelle di Harry.
“Vi presento mia cugina Lisa” disse Harry avvicinandosi, come poteva essere sua cugina ? Erano troppo diversi.

“Ciao” mi disse con una voce sottile avvicinandosi.

“Io…ehm…sono Liam” il mio cuore cominciò a battere sempre più forte, non sapevo neanche il perché !

 

 

 

Lisa era simpatica, aveva l’umorismo degli Styles, ancora non riuscivo a capacitarmi che Harry fosse suo cugino.

Cominciai a pensare a lei, adoravo i suoi capelli, erano sottili e di un biondo quasi trasparente così come i suoi occhi, aveva un’aria innocente, mentre fantasticavo su Lisa e il mio cuore cominciò a battere ancora di più finchè non mi si bloccò quando Zayn disse

“Ehi ragazzi andiamo a prendere un gelato” lo inchiodai con lo sguardo, a me non piaceva il gelato, specialmente quello del molo perché li non c’erano i coni, quindi equivaleva a prendere le coppette e il gelato in coppetta si mangia con il cucchiaio e io…Sono chucchiaio-fobico !

Non voglio approfondire il perché su come lo sono diventato, a parte  Zayn, Louis, Niall e Harry non lo sapeva  nessuno.

Zayn a sua volta mi guardò, fece un sorriso finto, sapeva che poi mi sarei vendicato.

Sicuramente avrei scambiato la sua barba per capelli con la panna; a quell’idea feci un piccolo ghigno.

 

Seguii i ragazzi davanti alla gelateria, non entrai neanche, non riuscivo neanche a guardare quei maledetti cucchiai.

Quando mi sedetti sulla panchina che si trovava davanti alla gelateria mi accorsi che a pochi metri da me Lisa era poggiata sulla ringhiera, sembrava che guardasse le stelle.

 

Mi avvicinai a lei e automaticamente il mio cuore cominciò a battere sempre più veloce, le mani cominciarono a sudarmi, avevo anche le farfalle nello stomaco, non avevo idea di quello che stesse succedendo.

 

Mi misi a guardare le stelle anche io.

“Sono belle vero ?” mormorai.

“Già” aggiunse lei.

Poggiai la mano sulla ringhiera, aspettandomi di incontrare il freddo dell’acciaio e invece la misi sopra la mano di Lisa, era calda. Lei mi guardò e, dolcemente, mi rivolse un sorriso.

“Scusa i-io non vole…”.

“Non ti preoccupare dai” il suo sguardo cominciò a fissare qualcosa alle mie spalle e subito il suo sorriso si allargò, non feci neanche in tempo a girarmi che afferrò subito per l’avambraccio e mi trascinò davanti alla ruota panoramica.

Io alzai lo sguardo per completare la visuale della giostra.

“Che dici ?” mi chiese.

“N-no, io non ci salgo s-su quel coso”.

“Quel coso” disse mimando le virgolette “mi offrirà tutta la visuale della città e io voglio vederla”.

Oltre alla cucchiaio-fobia si aggiungeva anche la paura delle altezze.

“Ti prego Liam, voglio vedere con te tutta la città”.

Non avevo assolutamente voglia di salire su quella cosa, ma tutta l’ostilità sparì quando le vidi fare la faccia da cucciolo, aveva il modo di arruffianarsi le persone uguale a quello di Harry.

Il mio cuore cominciò a battere, prima o poi sarebbe uscito dal petto, ne ero sicuro, il mio sguardo si soffermò sulla mia mano, ancora me la teneva.

Il mio cuore si fermò, almeno credovo fosse così, avevo una sensazione strana, quasi come se dal momento in cui l’avevo vista lei con un suo semplice sguardo avrebbe controllato il mio cuore, ogni singolo battito, era come se…Avesse rubato il mio cuore.

 

Mi ero innamorato, mi ero innamorato, continuavo a ripetermi con gli occhi chiusi mentre sentivo il vento contro la mia faccia, Lisa in qualche modo era riuscita a convincere a salire sulla ruota panoramica.

“Ora puoi aprirli” disse lei sfiorandomi la mano.

Appena gli aprii vidi i ragazzi fuori dalla gelateria che si guastavano il gelato e che ci guardavano.

 

Lisa cominciò a dare piccoli colpi sulla mia mano per attirare la mia attenzione.

“Guarda Liam, guarda !” disse indicando qualsiasi cosa le capitasse sotto al naso.

“Sono nato in questa città, la so a memoria”.

“Che scorbutico che sei”.

Ad un certo punto la ruota si fermò, io sobbalzai per lo spavento.

Un uomo in divisa da terra urlò

“C’è un piccolo problema tecnico, dovrete rimanere lì per un quarto d’ora”.

A quelle parole strabuzzai gli occhi.

“C-cosa ha detto ? Io non  ci rimango qui, non ci rimango” cominciai ad agitarmi dentro alla cabina e Lisa notandolo (chiaramente) prese con la mano il mio mento e abbassò il mio viso per far in modo che ci guardassimo.

“Calmati Liam, guardami e stai calmo” mi disse scandendo bene le parole.

L’unica cosa che mi poteva calmare in quel momento fu lei, dato che ci baciammo.

Un bacio lungo, mi alzai in piedi insieme a lei, la mia testa quasi sfiorava il soffitto della cabina, le sue braccia circondarono il collo e le mie mani vagavano per tutto il suo corpo, fino a toccare i suoi glutei e stringerli, per fare in modo che lei mettesse le gambe intorno al mio bacino, poggiai la sua schiena contro il vetro della cabina.

Quando la ruota ricominciò a girare non lo notammo neanche, eravamo troppo occupati a baciarci.

Quando la porta si aprì Zayn entrò di colpo e disse

“Menomale che non volevi uscire eh”.

Lo ignorai totalmente e cominciai a baciare l’angolo della bocca di Lisa, fino ad arrivare all’orecchio destro e sussurrarle

“Hai rubato il mio cuore”.

“E io lo proteggo, parola di Styles”.

 

 

 

My Space

Eilàà…Spero che vi sia piaciuta la storia ehmmm…credo di aver già detto abbastanza…alla prossima ;)

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Capitolo 3
*** Change My Mind ***


02

MY SPACE

Questo capitolo parla di Change My Mind, sempre una canzone degli One Direction dato che l’intera storia è ambientata su questo lol.

Oggi il protagonista è Harry, però comunque sia il resto dei ragazzi sarà presente nella storia, vi lascio alla letture ;)

Ah volevo aggiungere che il nome della protagonista si legge Ebbi.

 

 

 

 

Il claxon della macchina di Abby mi  fece saltare, facendo anche cadere il mio iPhone dalle mani, mentre lo riprendevo imprecai ricordandomi tutte le volte che avevo fatto volantinaggio per comprare quello stupido aggeggio che non sapevo neanche usare.

Quando il claxon suonò un’altra volta dissi

“Arrivo !” ignorando il fatto che lei non potesse sentirmi.

Uscii di casa salutando mia madre.

 

Entrai nella Porche rossa e salutai Abby dandole un bacio sulla guancia.

Molte persone credevano che ci fosse del tenero tra noi, ma lei è semplicemente la mia migliore amica, la conosco da quando eravamo piccoli, eravamo totalmente diversi, io con i capelli scuri e ricci e lei biondi e lisci, i miei occhi verdi e i suoi occhi color ghiaccio, io ero molto alto e lei non riusciva neanche ad arrivarmi al mento.

Insomma eravamo gli opposti, ma come si dice…Gli opposti si attraggono.

“Sei di buon ora, la prossima volta  non vengo più” disse lei facendo finta di mettere il broncio.

“Ah ok, ma poi non sperare in me quando ti devo aiutare in scienze”.

“Scherzavo…Comunque non hai niente da dirmi ?”.

Era il suo compleanno e io lo sapevo benissimo, ma volevo giocare un po’ con lei.

“Io ? Nulla di speciale” dissi nascondendo la risata che stava minacciando di nascere dentro di me.

“Oh, ok” in quel momento mise il broncio sul serio, non avevo intenzione di far durare il mio giochetto così poco ma non sopportavo l’idea di vederla triste.

“Abby, sto scherzando, oggi è il tuo compleanno, tanti auguri, sei più vecchia di un anno”.

“A-a…Mi serviva proprio essere presa in giro di prima mattina, comunque sia, che regalo mi hai fatto ?”.

La solita sfacciata -.-“

 

“Siccome sono il migliore amico di tutto il mondo –alzò gli occhi al cielo- ti ho regalato l’ingresso per The Hot”.

I suoi occhi si riempirono di gioia, mi piaceva quando era felice, specialmente se era a causa mia.

“Davvero ? Ma The Hot è la discoteca più esclusiva della città, come hai fatto ?”.

“Lo stavo programmando da mesi ormai, ci andiamo stasera insieme a Zayn, Louis, Niall, Liam, Jessica e Sara ok ?” era il nostro solito gruppetto di amici.

“Oh Harry sei il migliore”.

“Lo so piccola” del rosso colorò le sue guance, gli piaceva essere chiamata piccola, la faceva sentire protetta, e io volevo proteggerla ad ogni costo.

 

 

 

All’ora di pranzo mi trovavo al tavolo con Liam, Niall, Louis e Zayn quando Abby, Sara e Jessica si aggiunsero, prima la figura scura di Jessica, poi il roscio di Sara ed infine la mia biondina.

“Hai già detto a Abby di stasera ?” mi sussurrò Zayn.

“Si non ti preoccupare”.

“Ok, allora ci vediamo davanti al The Hot alle nove ok ?” disse in modo che potessero sentire anche gli altri.

Annuirono tutti tranne Abby.

“Ehm ragazzi a me serve un passaggio perché stasera devo dare la macchina a mio padre”.

“Non c’è problema ti passo a prendere io” le dissi.

“Ok” rispose lei con un dolce sorriso.

 

 

Finita scuola tornai a casa e fatte le sette cominciai a prepararmi per la serata.

Presi un paio di Jeans neri e ci infilai sopra una camicia bianca, ai piedi misi le mie amate converse bianche, misi anche un po’ di profumo ed ero pronto.

Uscii di casa e prese la mia macchina.

Arrivai davanti casa di Abby e suonai il claxon di continuo per vendicarmi di quella mattina. Lei uscii, non potevo credere ai mei occhi, già era bella di suo ma in quel modo, non avevo mai visto una ragazza tanto stupenda da farmi letteralmente cadere la bocca.

Il suo corpo calzava a pennello con un vestito nero lungo fin sopra il ginocchio e dietro una specie di strascico un po’ più lungo.

Entrò in macchina  e rimasi a guardarla.

“Allora ? Partiamo ?”.

Non le risposi, le mie narici stavano inalando il suo profumo al caramello, forse se n’era messo un po’ troppo.

“Harry ?!” il mio nome mi riportò alla realtà.

“Mmmh ? Oh andiamo”.

 

 

Il viaggio fino al The Hot era corto, fu anche piuttosto silenzioso.

 

 

Parcheggiai la macchina davanti l’ingresso, dove ci aspettavano anche gli altri.

Scendemmo dall’auto e dopo aver salutato ci dirigemmo verso l’entrata, prima di varcare la soglia un ragazzo mi passò accanto colpendomi la spalla.

“Stai at…Styles ?!” disse lui girandosi.

“Scott”.

“Che ci fai qua ?” sputò.

A quel punto serrai i pugni pronto a sferrarglieli.

Una mano mi afferrò i polsi, mi girai e vidi le braccia di Abby allungate verso le mie mani, sapeva cosa stavo per fare e lei non voleva.

*FLASH BACK*

“Ehi Harry !”

“Ciao Abby, allora stasera stai con Scott ?”

“Certo, d'altronde è San Valentino”

“Scusa ti saluto che devo andare a lezione, ciao Abby”

“Ciao Harry”

LA SERA:

“Pronto ?”

“P-pronto Harry ?”

“Abby ? Stai piangendo, che succede?”

“E’ Scott, s-sono arrivata a casa sua in anticipo e-e era a letto con un’altra”

*FINE FLASH BACK*

Quel giorno mi ero presentato a casa sua e lo avevo pestato a sangue,

però non aveva sporto denuncia, aveva troppa paura di me quel bastardo.

Feci un grande respiro, cercando di respingere tutta la rabbia che minacciava di presentarsi in quel momento.

“Siamo qui per il compleanno di Abby” dissi con la mascella tesa.

“Oh- spostò i suoi occhi su Abby, guardandola dall’alto in basso- tanti auguri” fece un passo cercando di avvicinarsi a lei, io imitai i suoi passi per poi ritrovarmelo davanti, era più basso di me, lo erano tutti, aveva dei capelli castani che sistemava sempre in un ciuffo che portava sulla parte sinistra della sua fronte…Secondo me non era per niente bello ma le ragazze sbavavano per lui.

“Non ti avvicinare a lei” dissi io.

“Non posso farle neanche gli auguri”.

Non risposi, mi limitai solo a prenderla per mano e portarla vicino a me in modo da sorpassare Scott.

 

 

Quando era abbastanza lontano dissi a Abby

“Non sapevo che ci sarebbe stato anche lui”.

“Non ti preoccupare, ormai ho superato la cosa”.

 

 

La serata continuò, anche piuttosto bene, finche non vidi Scott fare zig zag tra la folla, teneva per mano una ragazza, era Abby.

A quel punto mollai la soda che stavo bevendo e li seguii, finche non riuscii a bloccare Abby.

“Perché stai con Scott ?” le dissi.

“Non sai quante cose dolci mi ha detto, si è scusato e ha detto che vuole tornare co…”

“NO” la bloccai.

“Tu non ci torni con lui”.

Presi la sua mano libera e la tirai verso di me.

“Styles, lasciala decidere da sola” disse Scott con un sorriso malizioso.

“No, tu non la tocchi” dissi scandendo bene le parole”.

“Harry lasciami”.

“Abby tu non…”

“Delle volte vorrei che fossi meno di un amico per me” disse lei divincolandosi.

La lasciai andare, come aveva potuto dire una cosa del genere.

Rimasi fermo, in mezzo a tutta quella gente che si dimenava, io a fissare il vuoto.

Volevo solo proteggerla.

Una mano si posò sulla mia spalla.

Mi girai, un po’ deluso perché forse mi aspettavo Abby.

“Harry”.

“Liam ? Che c’è ?”.

“Dove è finita Abby”.

Ingoiai un groppo nella gola e continuai a parlare

“E’ con…Scott”.

“Ma la macchina di Scott non c’è più, l’hanno visto andare via”.

“Cosa ?! Devo trovare Abby”.

Presi alla svelta le chiavi della macchina  uscii dal retro del locale, prima di svoltare l’angolo mi trovai a faccia a faccia con alcuni degli amici di Scott.

Uno di loro  mi spinse verso il muro, l’altro mi diede un cazzotto in faccia, l’altro ancora una sulla pancia.

Uno di loro aveva una bandana rossa in testa, cominciò a ridere sfregandosi le mani.

“E’ andato via con lei, mi ha detto che si farà una bella scopata stasera, forse ci darà un assaggio anche a noi” terminò questa frase dandomi un pugno sulla faccia, mi spaccò il labbro.

D’un tratto mi prese per i capelli e mi disse

“Se sopravvivi ti dico dove sono andati, lascialo”.

I due ragazzi che qualche momento prima mi avevano preso le braccia mi lasciarono e mi spinsero verso il ragazzo con la bandana che non perse un secondo per darmi una ginocchiata nello stomaco facendomi cadere a terra.

Ripensai a quelle parole…Non potevano toccare in quel modo Abby, non potevano toccarla in nessun modo.

In quel momento lui si avvicinò a me, i suoi piedi erano davanti la mia faccia quando gli afferrai entrambi e lo feci cadere facendoli sbattere anche la testa, un gemito uscii dalla sua bocca, rimase immobile sul marciapiede.

“Prendetelo” disse lui rivolgendosi a gli altri due…che ormai se n’erano andati.

Mi inginocchia su di lui, serrai i pugni e li dissi

“Ora mi dici dove l’ha portata”.

“Scordatelo” li diedi un pugno in faccia.

“Dimmelo !” urlai.

“Va bene, va bene…L’ha portata a casa di Abby”.

A quel punto mi alzai e lasciandolo sul marciapiede mi precipitai verso la macchina.

 

Dopo dieci minuti ero davanti casa di Abby, le luci della sua camera erano accese, i suoi non c’erano.

Cono un calcio aprii la porta, quando sentii Abby urlare salii di corsa le scale, aprii la porta della camera e vidi Scott che l’aveva bloccata addosso al muro mentre cercava di alzarle il vestito.

“Lasciala” dissi io, il mio petto si alzava e abbassava velocemente, serrai i pugni.

Lui si girò e fece un ghigno.

“Dillo di nuovo”.

“Lasciala stare !”.

Scott invece di ascoltarmi la baciò e cominciò a toccarle il seno mentre lei cercava di divincolarsi in tutti i modi.

“Vedi come la lascio stare” di lasciò andare ad una grande risata.

“La prima volta  non ti ho ammazzato, ma ora lo farò”.

Lo tolsi da davanti a Abby, lo sbattei a muro e cominciai a prenderlo a pugni finche non vidi sanguinare il suo labbro e naso e finche anche le nocche delle mie mani non fecero altrettanto.

“Harry basta ! Così lo uccidi, Harry !”.

I suoni intorno a me sparirono, sentivo solo le urla di Abby che tentava di fermarmi.

 

 

 

 

 

 

 

Ero seduto su gli scalini della casa di Abby mentre la guardavo parlare con un agente di polizia, dopo che avevo QUASI ucciso Scott, Abby aveva chiamato l’ambulanza, era arrivata anche la polizia, Abby aveva dichiarato che era legittima difesa, in effetti era così.

 

Dopo che la polizia se ne andò, così come l’ambulanza, io e Abby rimanemmo da soli.

“Forse è meglio se vai a dormire” dissi io in tono freddo, ancora non mi era andata giù la frase che mi aveva detto al locale.

“Harry, rimani ?”.

“Forse è meglio se ripensi a quello che mi hai detto, devo andare” mi girai ma lei mi afferrò il polso.

“Ti prego Harry, non volevo, sono stata una stupida, non voglio rimanere da sola, i-io non voglio perderti” disse singhiozzando, non volevo vederla soffrire, ma anche io stavo soffrendo…Anche più di lei.

 

Uscii da casa sua e salii in macchina, non la accesi, stavo pensando, stavo pensando a lei, quante volte mi era capitato di pensare a lei ? Ogni giorno, quante volte l’avevo protetta, sempre, io l’ho sempre protetta, quante volte poco prima di incontrarla avevo le farfalle allo stomaco…Quante volte avevo avuto il desiderio di baciarla quando sorrideva ?

 

 

Scesi dalla macchina e suonai il campanello.

“Harry”

Non le diedi il tempo di dire qualcos’altro, la baciai.

“Ho cambiato idea, resto”.

 

 

 

 

MY SPACE

Premetto che in questo capitolo la parte della canzone occupa uno spazio minore, però alcuni versi sono li stessi se controllate la traduzione…Detto questo, spero vi sia piaciuta ;)

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Same Mistakes ***


MY SPACE

Questa storia tratta di Same Mistakes, il protagonista è Zayn e dei ragazzi sarà presente solo Liam.

Buona lettura J

 

 

 

Mentre la pioggia picchietta velocemente sul cruscotto e i tergicristalli si muovono velocemente, io e Sasha accompagniamo questi rumori con il suono alto delle nostre voci, si sentono solo quelle nel cuore della notte.

“La smetti di preoccuparti sempre per me, Zayn !”.

“Non posso farlo! Non posso smetterla dopo che tu te ne sei andata in giro alle 4 di mattina !”.

“Zayn non sono una bambina, la devi smettere di preoccuparti sempre per me !”.

“Invece si che sei un bambina, hai solo 15 anni stupida !”.

“Non mi chiamare stupida, idiota !”.

“Appena torniamo a casa non uscirai per tre settimane !”.

“Zayn, non sei mio padre e nessuno ti ha chiesto di farlo, sono stu-”.

Sasha non finisce la frase, perché tutto si spegne.

 

Riapro gli occhi, davanti a me un soffitto bianco e immacolato, un odore di minestra entra nelle mie narici.

Sbatto più volte gli occhi perché le figure davanti a me sono sfocate.

Comincio ad assimilare tutto, una porta bianca, un armadio azzurro chiare e, accanto a me una sedia, però non è vuota, mia madre, con il gomito poggiato sul comodino, dorme.

 

5 MESI DOPO

“Ei Zayn sei pronto per. Zayn ? Perché continui a guardare quella foto ?”.

“Perché è l’unica cosa che mi rimane di lei” dico con gli occhi ormai lucidi.

“Zayn se tu continui a pensare a quel giorno, non potrai mai essere felice”.

“Come posso esserlo ? E’ stata tutta colpa mia”.

“Questo non devi neanche dirlo, non è assolutamente vero”.

“Sì, Liam. Se io non l’avessi rimproverata, se non avessi alzato la voce con lei, se non avessi fatto quel terribile sbaglio, lei sarebbe ancora qui”.

“Zayn, ma tua sorella è ancora qua”.

Liam si avvicina a me, mi mette una mano sul cuore e dice

“Proprio qua, adesso dovremmo andare”.

Metto la foto di me e Sasha sul mio comodino, dove è sempre stata, fino a qualche mese prima, perché era sul comodino del mio letto d’ospedale.

Cinque mesi fa, io e mia sorella Sasha abbiamo avuto un incidente stradale, durante un temporale abbiamo sbattuto contro un albero, io sono stato in come per tre settimane e mia sorella, mia sorella è morta sul colpo.

Non posso far a meno di pensare che sia stata colpa mia, lo è stata, è stato il mio terribile sbaglio.

Nella vita ne ho fatti davvero tanti, e non gli avevo mai rimpianti, ma quello sì, ogni giorno che passa della mia vita, rimpiango quello stupido sbaglio.

 

Mi alzo dal letto, trascinando i piedi sul parquet della mia camera.

Dopo l’incidente, mi sono trasferito a Wolverhampton con il mio migliore amico Liam, dopo il coma non so più andato a scuola e poi ci sono state le vacanze estive, per cui oggi è il primo giorno.

 

 

Appena arrivati ci dirigiamo verso i nostri armadietti, per fortuna sono vicini, senza Liam non ce la farei, dopo l’incidenti non ho avuto molti rapporti con il mondo esterno, Liam è il mio unico amico, e non ne voglio altri.

Vicino a i nostri armadietti c’è un gruppo di ragazzi, sono i soliti che si vestono con giacche di pelle borchiate eccetera, insomma quelli che si vogliono far prendere per “Bad boy”, come dicono le ragazze.

A un certo punto sento un nome che esce dalla bocca di uno di loro, “Sasha”, probabilmente non sta parlando di mia sorella, ma mi giro comunque a vedere chi parla, un ragazzo con una bandana blu in testa.

“Si ho sentito di lei, mi pare sia morta cinque mesi fa, quanto me la sarei sbattuta” finendo la frase tutti i suoi amici cominciano a ridere all’unisono.

Chiudo l’armadietto, ma non come si fa di solito, talmente forte da rompere la serratura.

Tutte le persone che si trovano del corridoio concentrano il loro sguardo su di me.

Mi giro verso il ragazzo con la bandana blu.

“Cosa hai detto su mia sorella ?”.

“Tua sorella ? Ah Sasha, sì stavo dicendo che me la sarei sbattuta molto volentieri, e non solo una volta”.

A quel punto non ci vedo più, vado velocemente verso di lui e prendendolo per la maglietta lo sbatto sul muro.

“Ei ei, guarda chi si è risvegliato dal coma ahahahah”.

“E ora guarda ci ti ci manda” gli sferro un pugno in piena faccia, facendolo cadere a terra incosciente, comincio a prenderlo a calci, su di me sento tutti gli sguardi degl’altri studenti, fin che qualcuno mi blocca.

“Zayn, Zayn fermati ! Non ne vale la pena, Zayn ! Cosa direbbe Sasha !”

Mi blocco, comincio a fissare il vuoto.

Dopo di che sento la voce del preside dall’interfono “Zayn Malik è pregato di raggiungere il mio ufficio”.

Lascio andare il ragazzo a terra e raggiungo l’ufficio del preside.

“Prego Zayn, accomodati”.

Mi siedo su una delle due sedie di pelle nera.

“Allora, se non fosse arrivato il bidello ad avvisarmi, che fine avrebbe fatto tuo fratello”.

Non rispondo.

Il preside fa un profondo sospiro.

“Zayn so cos’è successo, mi dispiace, ma questo non ti dà il diritto di sfogarti con le altre persone, per ora puoi andare”.

 

 

Dopo la scuola non sono andato a casa, ma sul luogo dell’incidente.

L’albero è stato tagliato e vicino alle sue vecchie radici c’è un burrone, mi affaccio leggermente per guardare il vuoto, chiudo gli occhi e comincio a pensare a quella notte, alle nostre urla, non ho potuto neanche dirle addio, e le sue ultime parole non sono state le migliori.

Come ho potuto, come ho potuto commettere uno sbaglio così grande, non posso sopportarlo, non posso andare avanti con questo enorme peso.

Comincio ad urlare a squarcia gola, fin che le tempie non mi fanno male.

 

Poi apro gli occhi, vedo il vuoto, e lo raggiungo, poi tutto si spegne, per sempre.

 

 

 

 

 

“Zayn ?”.

“Sasha ?”.

“Sì, mi senti ?”.

“Sì”.

 

MY SPACE

 

Salve gente, come ho detto in precedenza la storia tratta di Same Mistakes e se appunto guardate la traduzione ci sono alcuni versi interpretati, ammetto che è particolarmente triste questo capitolo, ma la canzone in se da la sensazione di perdono e tristezza, e quindi io l’ho scritta così, però spero vi sia piaciuta… Alla prossima ;)

 

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Capitolo 5
*** They Don't Know About Us ***


MY SPACE

Salve gente volevo anticiparvi il fatto che questa sarà una OS Larry, ma non ci saranno scene di sesso e cose così, qui si parlerà solo del loro amore e delle difficoltà che hanno del portarlo avanti, la OS è su They Don’t Know About Us. Saranno presenti soltanto Harry e Louis dei ragazzi, buona lettura.

 

 

“Ehi piccioncini, SVEGLIAAAAA!”.

Liuke ci svegliò con la sua solita delicatezza, tolsi il braccio da sopra la spalla di Louis, accarezzandola leggermente. Quando mi alzai e comincia a fissarlo dai piedi del letto, notai che alcuni raggi del sole lo illuminavano, era bellissimo, i suoi capelli castani sotto il sole brillavano, incorniciavano il suo bellissimo viso. Mentre la mia mente paragonava la bellezza di Louis a quella di un dio il prof. di algebra entrò nella stanza

“Oh, vedo che siete svegli” gettò un’occhiataccia alla figura di Louis ancora dormiente e continuò “preparatevi, tra mezz’ora tutti fuori dalle stanze”.

Era stata un fortuna che ci avessero messo in stanza insieme, io, Liuke e Louis.

Liuke era il solo che sapeva della nostra omosessualità e, del fatto che io e Louis stessimo insieme segretamente.

Eravamo andati in gita scolastica a Roma per una settimana, e giuro che non avrei resistito un giorno senza poter stare con Louis, quindi ripeto, è stata un vera fortuna.

Tornai a guardare il letto di Louis, che ormai era vuoto ?

Mi girai per scovarlo, quando mi saltò addosso e finimmo entrambi sul letto.

La sua risata echeggiava per tutta la stanza, i nostri respiri si mischiavano, e il contatto con la sua pelle nuda del petto mi dava i brividi, gli presi le mani e con i pollici inizia a disegnare dei piccoli cerchi sul dorso di esse, mentre la sua bocca lasciava una piccola scia di baci sull’incavo del mio collo, quando poi arrivò alla mia bocca, ci guardammo a lungo negl’occhi, io perdendomi nei suoi, dopo di che ci gettammo entrambi in un bacio, quando ci staccammo mi sussurrò

“Buongiorno Harold”.

Ho sempre adorato il fatto che lui fosse l’unico a chiamarmi così, la sua pronuncia di quel nove aveva un non so che di eccitante.

Quando fummo tutti e tre pronti uscimmo dalla stanza.

La porta della  nostra camera si affacciava a quella delle ragazze, Rose, Emma e Dianna, ecco ora il problema non erano le ragazze, ma il fatto che fossero proprio loro, Rose e Emma andavano dietro e Louis e Dianna…la si può definire la mia stolker. Non che mi lamenti di questo, ma prima cosa non voglio ferirla perché un giorno sarò costretta a dirle che lei non è il mio tipo, insomma, tutto il genere femminile non è il mio tipo.

Appena aprimmo la porta della camera e uscimmo le ragazze fecero altrettanto, ci salutarono e se ne andarono ridacchiando.

Io e Louis ci guardammo interdetti e anche noi cominciammo a ridere, con dietro Liuke che era ancora mezzo addormentato.

Ci trovavamo davanti al Colosseo quando il prof. decise che io e Louis dovevamo essere i chiudi fila, adoravo esserlo, insomma insieme a Lou, così mentre tutti erano girati a seguire il prof. o a fare altro io e lui potevamo tenerci tranquillamente per mano, quando sono a contatto con lui mi sento già meglio, insomma, mi sento completo.

Quando fummo dentro ad una delle gallerie del Colosseo purtroppo dovetti lasciare la mano di Lou, perché la fila si era sciolta, ma rimase il contatto dei nostri occhi, o almeno per i miei, dato che non smisi di fissarlo neanche per un secondo, avevo paura che se l’avrei lasciato, non l’avrei più visto, è una cosa sciocca lo so, ma comunque Lou è un bel vedere quindi il mio tempo non è sprecato.

 

La sera tornammo da una giornata straziante di camminata per tutta la città, mi spalmai letteralmente sul letto. Ma non potevo stare in pace neanche un momento che il prof. entra urlando a destra e sinistri, con gli occhi paonazzi e quegl’unici capelli bianchi in testa dritti.

“Styles, Tomlinson ! Venite qui !”.

“Prof., siamo già qui” disse Louis, gli lanciai un sorriso e lui rispose ammiccando.

“Spiegatemi perché le vostre valige si trovano sul tetto dell’Hotel ! Avete intenzioni di andare da qualche parte ?!”.

Io e Louis guardammo sotto a i nostri letti e le nostre valige erano sparite, uno scherzo idiota !

“Prof. noi non centriamo niente !” cercai di spiegare, ma il prof. ci spedì entrambi sul tetto a prendere le nostre cose e in più al nostro ritorno a Londra ci avrebbe fatto scrivere un tema di cinque pagine su Roma, grande !

“Giuro che se trovo chi è stato lo ammazzo” dissi sul tetto, con il vento freddo che mi fece perdere sensibilità al naso e alle orecchie.

“Saremo in due Harry”.

Appena prese le nostre cose, ritornammo nell’ascensore per scendere.

Prememmo il pulsante con il due stampato sopra ed esso si illuminò, dal numero 8 arrivammo al 5 quando poi la luce cominciò a tremare, altrettanto fece l’ascensore fin che non si fermò totalmente, per fortuna non ci scoraggiammo, provammo ad aprire le porte ma niente, provammo a far suonare la campanella ma anche quella non funzionava.

Quando poi Louis si fermò e sorrise.

“Che hai Lou ?”.

“Meno proviamo ad uscire da qua, più tempo possiamo stare soli e insomma, alla fine qualcuno verrà a cercarci o cercherà di usare l’ascensore, che dici ?”.

“Mmmmh, hai ragione”.

Non perdemmo tempo, cominciammo a baciarci per tutte quelle volte in cui ci è stato reso impossibile anche solo il pensiero di sfiorarci.

E ogni tanto dalle nostre bocche uscivano parole come ti amo o delle frasi seguite da un per sempre, ed in certi momenti erano solo i nostri sospiri o risate a padroneggiare il tempo.

Quando poi il nostro amore ci aveva fatto indolenzire anche le labbra cominciammo a parlare

“Harry, quando, insomma hai capito no ?”.

Sapevo benissimo che cosa intendeva dire e, purtroppo sapevo già la risposta, perché avevo riposto già molte volte a quella domanda.

“Lou” presi un sospiro, sapevo che quello che gli avrei detto non gli avrebbe fatto bene.

La gente dice che non dovremmo stare insieme, che siamo troppo giovani per sapere cosa vuol dire per sempre, ma comunque, io lo voglio gridare al mondo, voglio dirgli che tu sei mio e che questo amore diventa sempre più forte, ma Lou, io voglio anche che tu sia felice e se noi lo diremo, non sarai felice, te lo assicuro, perché Loro non sanno le cose che facciamo, loro non sanno dei nostri “ti amo”, ma scommetto che se sololo sapessero. Sarebbero solo che gelosi di noi, loro non sanno nulla delle nostre notti passate svegli ,loro non sanno che ho aspettato tutta la mia vita per trovare un amore che sento così giusto. Ma è anche vero che Un tocco e ci ho creduto subito, con ogni bacio è diventato tutto più dolce, continua a migliorare, quindi Lou, non dovremmo aspettare molto, perché ad un certo punto della vita arriveremo con un amore indistruttibile, così forte che niente e nessuno ci potrà fermare e a quel punto saremo quello vogliamo. Lou ti amo, non dimenticarlo, ti amo e non voglio che tu debba subire ogni giorno cattiverie da parte di gente che non ci accetta, questo è tutto”.

Non solo lui aveva gli occhi ormai lucidi, sapevo che era stanco di sentirsi sempre dire queste cose, comunque sia capiva ed era d’accordo.

“Harry..”.

“Si Lou ?”.

“Loro non sanno nulla su di noi, ed è un bene, perché noi siamo l’amore più forte del mondo”.

MY SPACE

Salve lettori, spero che vi sia piaciuta questa  OS Larry e vi invito a commentare maggiormente questa proprio perché è Larry e vorrei sapere se so esprimere bene il mio concetto. Voglio anche ringraziare per chi mette nelle seguite, preferite o da ricordare, grazie mille.

 

Crediti banner: @_weareallmad (Twitter)

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