Hi! I'm a song. di Chris Criss (/viewuser.php?uid=384987)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I would ***
Capitolo 2: *** Stole My Heart ***
Capitolo 3: *** Change My Mind ***
Capitolo 4: *** Same Mistakes ***
Capitolo 5: *** They Don't Know About Us ***
Capitolo 1 *** I would ***
My space.
Salve, allora questa storia è tratta dalla canzone dei One
Direction I would, se vedete la traduzione contiene alcuni versi, ogni
capitol in questa Fan Fiction sarà diversa,
tratterà ognuno di diverse canzone dei One
Directio…spero che vi piaccia ;)
Se mi viene in mente qualcosa la dirò più tardi ;)
Mi misi davanti all’albero che era nel cortile
della scuola,mi avvicinai il più possibile
all’ombra di esso.
Non volevo farmi vedere, non potevo farmi vedere… da lei.
La guardai varcare i cncelli della scuola, mano nella mano
con lui, Josh.
Josh era piu grande di me e lei di tre anni, non ho mai capito di cosa
ci fosse in lui di tanto speciale, ma evidentemente lei lo aveva capito.
Lei era Amber, la ragazza di cui ero innamorato perdutamente
dalla prima media; adesso sono al secondo liceo. Se la avessi dovuto
descrivere in una sola parola direi… MERAVIGLIOSA.
Meravigliosa perchè: quell’ondata di capelli
biondi sembrava illuminarle il viso e incorniciarlo come se
fosse un quadro che nessuno puo toccare perchè troppo
prezioso. I suoi occhi, I suoi bellissimi occhi coloro cristillo
rappresentavono la sua anima: pura, chiara, innocente.
Ultimamente mi era capitato molte volte di pensare e sognare lei, nei
miei sogni io sono il suo ragazzo. Ma nella realtà io non
potevo neache sfiorarla, nei miei sogni ci baciavamo e tutto andava
bene, ma lui mi avrebbe ammazzato se avesse saputo
cosa mi passava per la testa.
I miei medesimi sogni su di lei vennero interrotti da Matt,
il mio migliore amico, mi diede una pacca sulla spalla e si mise a
gurdare il mio stesso punto, fece un sospiro profondo e disse
“Pensi ancora a lei?” non ricevette risposta, come
potevo distogliere lo sguardo da lei e rispondergli? Sarebbe stato uno
spreco, l’unica cosa che potevo fare era guardarla da
lontano, quindi non perdevo occasione di farlo.
“Dai che stasera c’e’ la festa di
Ashley” non gli risposi neanche allora.
“Credo che venga anche lei” aggiunse con un sorriso
malizioso.
In quel momento mi girai.
“Davvero ?” balbettai.
“Sì”.
Per un momento mi attraversò l’idea di prlarci per
la prima volta, ma scomparse subito quando seniti la voce di Josh nelle
vicinanze.
Ancora non riuscivo a capire, lui non la meritava, non avevo mai
sentito dedicarle un TI AMO, accarezzarla, baciarla
dolcemente…Qualche volta l’avevo anche visto
picchiarla, ma io davanti a quelle scene non potevo fare niente, mi
facevo schifo da solo, potevo proteggerla, potevo impedirlo,
ma avevo paura, una schifosissima paura. Io le avrei potuto dare molto
di più, l’avrei baciata con dolcezza,
l’avrei abbracciata nei momenti di tristezza, non avrei perso
momento per dirle quanto la amavo, ma era con lui, avevo perso.
Matt passò davanti casa mia alle sette.
La BMW argentata si fermò sul vialetto di casa mia.
“Louis muoviti !” urlò suonando anche il
claxon.
Uscii di casa ed entrai nella macchina.
“Sei pronto ?” disse armeggiando con il volante.
“Avrei preferito starmene a casa, sono davvero
stanco”.
Non mi definivo proprio uno sfigato, ma neanche tanto fico,
cioè, avevo anche io la fila di ragazze davanti a me ma
nessuna di loro era come Amber.
Amber, sorrisi pensando a lei, il suo bellissimo viso comparve nella
mia mente, forse oggi avrei potuto guardarla più da vicino.
Però ero davvero stanco, io la desideravo più di
ogni altra cosa al mondo, ma da quando si era messa con
quell’idiota nessuno si era più avvicinato a lei.
C’era stato un tempo un cui non mi ero arreso, ma era
più di un anno fà, l’unica cosa che ne
ricavai fù il setto nasale rotto e feci rimediare a Amber
anche uno schiaffo da parte di Josh perchè lei mi aveva
difeso.
Per questo avevo paura di affrontarlo, per quanto riguardava me poteva
anche uccidermi, ma non volevo che toccasse Amber, quindi con il tempo
mi ero arreso all’idea che un giorno fosse stata mia, mi ero
anche ripromesso che non l’avrei mai trattata come faceva lui.
Arrivammo al festa, la casa rimbombava di luci e colori, ma
soprattutto di musica.
Entrammo, il tempo di salutare qualche gruppo di amici e la vidi, era
bellissima, come al solito. I capelli biondi erano delicatamente
appoggiati sulla spalla destra raccolti in una treccia, aveva un
maglietta attillata che scendeva fino alle cosce, delle calze nere gli
stivali, ogni stava benissimo su di lei, vidi il suo sorriso farsi
spazio sul suo viso.
Per un attimo mi guardò, io le sorrisi, ci fissammo, non
potevo crederci.
Josh si piazza davanti a me con le braccia incrociate e disse a denti
stretti
“Tomlinson, stai guardando la mia ragazza ?”.
Seriamente, non ce la facevo più a nascondermi sotto una
campana, non volevo più vederla soffrire.
“Sì, allora ?”.
Vidi Amber al dilà delle spalle di Josh, le feci
l’occhiolino e un leggero rossore colorò le sue
guancie.
Josh non ci vide più, mi venne incontrò e mi
spinse con violenza contro il muro.
“Prova a rifarlo di nuovo e ti guiro che ti uccido”.
Cercai di togliermelo di dosso, Amber si avvicinò a noi e le
sussurrò all’orecchio
“Lascia stare, ti prego” Josh mi guardò
per un’ultima volta, mi diede le spalle e poi prese Amber per
i capelli, un gemito uscì dalla sua bocca in modo soffocato,
cercò di divincolarsi ma senza successo.
“Avvicinati di nuovo ad un ragazzo e uccido anche te
!” le disse.
“LASCIAMI !” urlò, ormai tutti gli
fissavano e io ero ancora appoggiato al muro.
Amber riuscì ad uscire dalla porta della casa, finendo sul
vialetto, Josh la seguì.
Tutti tornarono a fare quello che facevano prima, io invece cominciai a
fare lo slalom tra le persone.
Uscii dalla porta della casa a li vidi.
“Cosa pensi di me ? Cosa ami di me ?” disse Amber a
grande distanza da Josh.
“Io bè…Io, il tuo
cu…”.
“Scusa non ti ho sentito ? La devi smettere di fare lo
stronzo con tutti” lui di avvicinò a lei e le
diede uno schiaffo.
Lei si sfiorò la guancia che stava raggiungendo un colore
rosso intense.
“Basta, è finite” disse con gli occhi
lucidi.
“TU NON MI LASCI !” le urlò dandole un
altro schiaffo.
Come potevo rimanere immobile davanti a quella scena ?
Comincia a correre verso Josh, lo buttai a terra e cominciai a tirare
pugni a destra e manca, non avevo buona mira ma di certo avevo forza,
una scarica d’adrenalina percorse la mia schiena quando vidi
sgorgare il sangue dal suo naso.
Quando smisi Josh si alzò barcollando.
“Ma sì, vai pure con quella puttana, io posso
avere tutte le ragazze che voglio !” disse, poi se ne
andò.
Rimanemmo solo io e Amber lì fuori, la guardai e le feci un
piccolo sorriso.
Lei ricambiò, e trà un singhiozzo e un altro
disse un semplice
“Grazie”.
Si sedette sul bordo del marciapiede mettendo la testa fra le ginocchia.
Mi misi vicino a lei, le accarezzai la schiena.
“Volevo farlo da tempo”.
Alzò il suo sguardo per dedicarlo completamente a me.
“Anche io sai Louis”.
Rimasi impietrito da quelle parole.
“Sò il tuo nome sì”.
Fù come se mi avesse letto nella mente.
“Posso dirti una cosa ?” le chiesi, presi
tutto il coraggio che avevo in me.
“Io bè…sai tutte le volte che lui non
ti ha mati detto ti amo, io lo avrei fatto. Tutte le volte che non ti
ha consolato, io lo avrei fatto, tutte le volte
che…” non finii in tempo la frase che le sue
labbra premettero con forza contro le mie.
Affondò le mani nei miei capelli, la presi per i fianchi
prendendola in braccio, le sue gambe si allacciarono intorno al mio
bacino, ci staccammo e lei mi guardò, in tutto quel tempo
non avevo mai visto uno sguardo più sincere di quello.
“Louis, ti devo dire una cosa, anche se ti
sembrerà sciocca”.
Eravamo arrivati davanti a una Ceffetteria notturna, ci sedemmo ad un
davolo e lei mi disse
“Tutte le volte che mi guardavo intorno ti vedevo, sorridevo,
mi sentivo protetta semplicemente dal tuo sguarda, ti
considero….” la guardai come per incitarla e lei
continuo.
“Ti considero il mio angelo custode…Ho letto un
libro non molto tempo fà, dove c’era la
protagonist che s’innamorava del suo angelo
custode…Io potrei essere lei, e tu il mio angelo”.
Mi stave dicendo con diversi giri di parole che anche lei ricambiava i
miei sentimenti.
“Louis, io ti amo”.
My space
Di nuovo salve ! Spero seriamente che vi sia piaciuta la storia, mi
scuso in anticipo per gli errori, l’ho controllata diverse
volte ma sono sicura di aver tralasciato qualcosa. Ditemi cosa ne
pensate mi raccomando ;)
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Capitolo 2 *** Stole My Heart ***
My
Space
Di
nuovo salvee gente :D
Questo
capitolo, come noterete in futuro, è totalmente diverso
da quello precedente, la canzone di cui parla è Stole My
Heart, nella storia ci
sono tutti e cinque i ragazzi, ma in particolare qua si parla di Liam.
Bè
siccome questo my space stà diventando particolarmente lungo
vi lascio alla
storia ;)
“Ehi
Liam oggi vieni alla festa sul molo ?” mi chiese Zayn
appoggiandosi al mio armadietto e guardandomi.
“Non lo so, francamente non ne ho voglia” li
risposi io scansandolo e riponendo
il libro di matematica sul ripiano alto.
“Ma Harry ci vuole presentare sua cugina, Lisa, mi
pare”.
“Oh quindi l’unico motivo per cui dovrei uscire
sarebbe lei ?” dissi io in tono
abbastanza acido.
“Dai per farli un favore e poi hai visto sua sorella Gemma
che razza di gnocca
è ? Pensa come deve essere la cugina !”.
Eccolo, il solito Zayn, sempre e solo interessato alle ragazze e sempre
pronto
a parlare in modo fine.
“Zayn ci penserò su però credo che sia
un no”.
“Fai come ti pare, ehm…Ti dovrei chiedere
un’ultima cosa”.
“Cosa c’è ?” chiesi io alzando
gli occhi al cielo.
“Mi passi i bigliettini per scienze ?”.
“Zayn sapevi che c’era questo test da ormai tre
settimane e…”
“Non ho avuto tempo !” mi interruppe.
“Andiamo Zayn” continuai io lasciandomi andare ad
una risata.
Passata
l’ora di scienze, in cui non avevo fatto altro che
suggerire a Zayn, andammo a pranzo.
Io e Zayn ci sedemmo al nostro solito tavolo dove Niall, Louis e Harry
si
aggiunsero in seguito.
“Come và ragazzi ? Chi viene al molo stasera
?” disse Louis entusiasta.
“Io vengo ma il nostro amico Liam non ne ha voglia”
aggiunse in tono scherzoso
Zayn.
Niall poggiò il vassoio pieno di roba da mangiare e
cominciò a divorare tutto
ignorando la nostra conversazione.
“Come Liam ? Ti devo presentare mia cugina Lisa !”
disse Harry guardandomi con
uno sguardo dispiaciuto.
“Non
ho voglia di uscire…”
“Sisi non ti preoccupare chiedimi un favore poi eh
!” disse incrociando le
braccia interrompendomi.
“Che palle che siete, allora vengo !”.
“Bene, allora ci vediamo alle sei davanti scuola !”
prese il vassoio con se e
se ne andò seguito da Louis.
“Niall…Tu che intenzioni hai ?” chiese
Zayn rivolgendosi al cavernicolo che
stava spolpando la coscia di pollo.
“Io…Voglio anche la pizza” disse
alzandosi e dirigendosi verso il bancone della
mensa ignorando totalmente Zayn.
Io e Zayn ci scambiammo uno sguardo per poi crollare a ridere.
“Finalmente
Liam ! Non ne potevamo più di aspettarti” disse
Zayn
allargando le braccia.
Ero solo in ritardo di quaranta minuti e poi era già tanto
che fossi venuto.
“Se vuoi me ne torno a casa” dissi facendo finta di
rigirarmi e tornare
indietro.
“No, non ti preoccupare, ma ora andiamo” mi
poggiò una mano sulla spalla.
Salimmo nella macchina di Zayn, io, Louis e Niall, mancava Harry.
“Dov’è Harry ?”.
“Ha avuto un contrattempo, ci aspetta al molo con sua
cugina”.
Mi voltai sul sedile per guardare Niall, stava lentamente gustando un
rotolo di
liquirizia, da quando lo conoscevo non aveva fatto altro che mangiare e
il
bello era che non ingrassava neanche.
Arrivammo al molo che Niall si era già fatto fuori la
liquirizia e due barrette
di cioccolato, di questo passo avrebbe dato di stomaco.
Io e i ragazzi cominciammo a guardarci intorno per cercare Harry.
Quando poi Zayn indicò uno stand.
“Ragazzi lì c’è Gemma
!” non ci guardò neanche, si diresse subito verso
lo
stand, gli piaceva Gemma e anche molto, era l’unica ragazza
che non ricambiava alle
sue avance.
“Ehi ragazzi finalmente siete arrivati !” disse
lei, Zayn andò ad abbracciarla,
lei rimase immobile nella sua stretta.
Mi guardai intorno e vidi Harry che parlava con una ragazza, lei
però era di
spalle, aveva dei lunghi capelli biondi dorato che le toccavano la base
della
schiena, i miei occhi guardarono per un secondo il suo sedere, era
bello.
Mentre li guardavo parlare Harry mi indicò e lei si
girò.
I suoi occhi erano azzurri, quasi trasparenti, aveva delle lentiggini
che si
posavano sul naso e sulle guance, delle labbra rosee a forma di cuore e
un
nasino all’insù, era bella, davvero bella.
Lei mi guardò con un dolce sorriso, che però io
non ricambiai, ero troppo
occupato a guardarla in tutto il suo splendore. Il mio cuore perse un
battito
quando vidi formarsi due fossette a gli angoli della sua bocca, erano
uguali a
quelle di Harry.
“Vi presento mia cugina Lisa” disse Harry
avvicinandosi, come poteva essere sua
cugina ? Erano troppo diversi.
“Ciao”
mi disse con una voce sottile avvicinandosi.
“Io…ehm…sono
Liam” il mio cuore cominciò a battere sempre
più
forte, non sapevo neanche il perché !
Lisa
era simpatica, aveva l’umorismo degli Styles, ancora non
riuscivo a capacitarmi che Harry fosse suo cugino.
Cominciai
a pensare a lei, adoravo i suoi capelli, erano sottili
e di un biondo quasi trasparente così come i suoi occhi,
aveva un’aria innocente,
mentre fantasticavo su Lisa e il mio cuore cominciò a
battere ancora di più
finchè non mi si bloccò quando Zayn disse
“Ehi
ragazzi andiamo a prendere un gelato” lo inchiodai con lo
sguardo, a me non piaceva il gelato, specialmente quello del molo
perché li non
c’erano i coni, quindi equivaleva a prendere le coppette e il
gelato in
coppetta si mangia con il cucchiaio e io…Sono
chucchiaio-fobico !
Non
voglio approfondire il perché su come lo sono diventato, a
parte
Zayn, Louis, Niall e
Harry non lo sapeva
nessuno.
Zayn
a sua volta mi guardò, fece un sorriso finto, sapeva che
poi mi sarei vendicato.
Sicuramente
avrei scambiato la sua barba per capelli con la
panna; a quell’idea feci un piccolo ghigno.
Seguii
i ragazzi davanti alla gelateria, non entrai neanche, non
riuscivo neanche a guardare quei maledetti cucchiai.
Quando
mi sedetti sulla panchina che si trovava davanti alla
gelateria mi accorsi che a pochi metri da me Lisa era poggiata sulla
ringhiera,
sembrava che guardasse le stelle.
Mi
avvicinai a lei e automaticamente il mio cuore cominciò a
battere sempre più veloce, le mani cominciarono a sudarmi,
avevo anche le
farfalle nello stomaco, non avevo idea di quello che stesse succedendo.
Mi
misi a guardare le stelle anche io.
“Sono
belle vero ?” mormorai.
“Già”
aggiunse lei.
Poggiai
la mano sulla ringhiera, aspettandomi di incontrare il
freddo dell’acciaio e invece la misi sopra la mano di Lisa,
era calda. Lei mi
guardò e, dolcemente, mi rivolse un sorriso.
“Scusa
i-io non vole…”.
“Non
ti preoccupare dai” il suo sguardo cominciò a
fissare
qualcosa alle mie spalle e subito il suo sorriso si allargò,
non feci neanche
in tempo a girarmi che afferrò subito per
l’avambraccio e mi trascinò davanti
alla ruota panoramica.
Io
alzai lo sguardo per completare la visuale della giostra.
“Che
dici ?” mi chiese.
“N-no,
io non ci salgo s-su quel coso”.
“Quel
coso” disse mimando le virgolette “mi
offrirà tutta la
visuale della città e io voglio vederla”.
Oltre
alla cucchiaio-fobia si aggiungeva anche la paura delle
altezze.
“Ti
prego Liam, voglio vedere con te tutta la città”.
Non
avevo assolutamente voglia di salire su quella cosa, ma
tutta l’ostilità sparì quando le vidi
fare la faccia da cucciolo, aveva il modo
di arruffianarsi le persone uguale a quello di Harry.
Il
mio cuore cominciò a battere, prima o poi sarebbe uscito dal
petto, ne ero sicuro, il mio sguardo si soffermò sulla mia
mano, ancora me la
teneva.
Il
mio cuore si fermò, almeno credovo fosse così,
avevo una sensazione
strana, quasi come se dal momento in cui l’avevo vista lei
con un suo semplice
sguardo avrebbe controllato il mio cuore, ogni singolo battito, era
come se…Avesse
rubato il mio cuore.
Mi
ero innamorato, mi ero innamorato, continuavo a ripetermi con
gli occhi chiusi mentre sentivo il vento contro la mia faccia, Lisa in
qualche
modo era riuscita a convincere a salire sulla ruota panoramica.
“Ora
puoi aprirli” disse lei sfiorandomi la mano.
Appena
gli aprii vidi i ragazzi fuori dalla gelateria che si
guastavano il gelato e che ci guardavano.
Lisa
cominciò a dare piccoli colpi sulla mia mano per attirare
la mia attenzione.
“Guarda
Liam, guarda !” disse indicando qualsiasi cosa le
capitasse sotto al naso.
“Sono
nato in questa città, la so a memoria”.
“Che
scorbutico che sei”.
Ad
un certo punto la ruota si fermò, io sobbalzai per lo
spavento.
Un
uomo in divisa da terra urlò
“C’è
un piccolo problema tecnico, dovrete rimanere lì per un
quarto d’ora”.
A
quelle parole strabuzzai gli occhi.
“C-cosa
ha detto ? Io non ci
rimango qui, non ci rimango” cominciai ad
agitarmi dentro alla cabina e Lisa notandolo (chiaramente) prese con la
mano il
mio mento e abbassò il mio viso per far in modo che ci
guardassimo.
“Calmati
Liam, guardami e stai calmo” mi disse scandendo bene le
parole.
L’unica
cosa che mi poteva calmare in quel momento fu lei, dato
che ci baciammo.
Un
bacio lungo, mi alzai in piedi insieme a lei, la mia testa
quasi sfiorava il soffitto della cabina, le sue braccia circondarono il
collo e
le mie mani vagavano per tutto il suo corpo, fino a toccare i suoi
glutei e
stringerli, per fare in modo che lei mettesse le gambe intorno al mio
bacino,
poggiai la sua schiena contro il vetro della cabina.
Quando
la ruota ricominciò a girare non lo notammo neanche,
eravamo troppo occupati a baciarci.
Quando
la porta si aprì Zayn entrò di colpo e disse
“Menomale
che non volevi uscire eh”.
Lo
ignorai totalmente e cominciai a baciare l’angolo della bocca
di Lisa, fino ad arrivare all’orecchio destro e sussurrarle
“Hai
rubato il mio cuore”.
“E
io lo proteggo, parola di Styles”.
My
Space
Eilàà…Spero
che vi sia piaciuta la storia ehmmm…credo di aver
già detto abbastanza…alla prossima ;)
|
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Capitolo 3 *** Change My Mind ***
MY
SPACE
Questo
capitolo parla di Change My Mind,
sempre una canzone degli One Direction dato che l’intera
storia è ambientata su
questo lol.
Oggi
il protagonista è Harry, però
comunque sia il resto dei ragazzi sarà presente nella
storia, vi lascio alla letture
;)
Ah
volevo aggiungere che il nome della
protagonista si legge Ebbi.
Il
claxon della macchina di Abby mi fece
saltare, facendo anche cadere il mio
iPhone dalle mani, mentre lo riprendevo imprecai ricordandomi tutte le
volte
che avevo fatto volantinaggio per comprare quello stupido aggeggio che
non
sapevo neanche usare.
Quando
il claxon suonò un’altra volta
dissi
“Arrivo
!” ignorando il fatto che lei
non potesse sentirmi.
Uscii
di casa salutando mia madre.
Entrai
nella Porche rossa e salutai Abby
dandole un bacio sulla guancia.
Molte
persone credevano che ci fosse del
tenero tra noi, ma lei è semplicemente la mia migliore
amica, la conosco da
quando eravamo piccoli, eravamo totalmente diversi, io con i capelli
scuri e
ricci e lei biondi e lisci, i miei occhi verdi e i suoi occhi color
ghiaccio,
io ero molto alto e lei non riusciva neanche ad arrivarmi al mento.
Insomma
eravamo gli opposti, ma come si
dice…Gli opposti si attraggono.
“Sei
di buon ora, la prossima volta non
vengo più” disse lei facendo finta di
mettere il broncio.
“Ah
ok, ma poi non sperare in me quando
ti devo aiutare in scienze”.
“Scherzavo…Comunque
non hai niente da
dirmi ?”.
Era
il suo compleanno e io lo sapevo
benissimo, ma volevo giocare un po’ con lei.
“Io
? Nulla di speciale” dissi
nascondendo la risata che stava minacciando di nascere dentro di me.
“Oh,
ok” in quel momento mise il broncio
sul serio, non avevo intenzione di far durare il mio giochetto
così poco ma non
sopportavo l’idea di vederla triste.
“Abby,
sto scherzando, oggi è il tuo
compleanno, tanti auguri, sei più vecchia di un
anno”.
“A-a…Mi
serviva proprio essere presa in
giro di prima mattina, comunque sia, che regalo mi hai fatto
?”.
La
solita sfacciata -.-“
“Siccome
sono il migliore amico di tutto
il mondo –alzò gli occhi al cielo- ti ho regalato
l’ingresso per The Hot”.
I
suoi occhi si riempirono di gioia, mi
piaceva quando era felice, specialmente se era a causa mia.
“Davvero
? Ma The Hot è la discoteca più
esclusiva della città, come hai fatto ?”.
“Lo
stavo programmando da mesi ormai, ci
andiamo stasera insieme a Zayn, Louis, Niall, Liam, Jessica e Sara ok
?” era il
nostro solito gruppetto di amici.
“Oh
Harry sei il migliore”.
“Lo
so piccola” del rosso colorò le sue
guance, gli piaceva essere chiamata piccola, la faceva sentire
protetta, e io
volevo proteggerla ad ogni costo.
All’ora
di pranzo mi trovavo al tavolo
con Liam, Niall, Louis e Zayn quando Abby, Sara e Jessica si
aggiunsero, prima
la figura scura di Jessica, poi il roscio di Sara ed infine la mia
biondina.
“Hai
già detto a Abby di stasera ?” mi
sussurrò Zayn.
“Si
non ti preoccupare”.
“Ok,
allora ci vediamo davanti al The
Hot alle nove ok ?” disse in modo che potessero sentire anche
gli altri.
Annuirono
tutti tranne Abby.
“Ehm
ragazzi a me serve un passaggio
perché stasera devo dare la macchina a mio padre”.
“Non
c’è problema ti passo a prendere
io” le dissi.
“Ok”
rispose lei con un dolce sorriso.
Finita
scuola tornai a casa e fatte le
sette cominciai a prepararmi per la serata.
Presi
un paio di Jeans neri e ci infilai
sopra una camicia bianca, ai piedi misi le mie amate converse bianche,
misi
anche un po’ di profumo ed ero pronto.
Uscii
di casa e prese la mia macchina.
Arrivai
davanti casa di Abby e suonai il
claxon di continuo per vendicarmi di quella mattina. Lei uscii, non
potevo
credere ai mei occhi, già era bella di suo ma in quel modo,
non avevo mai visto
una ragazza tanto stupenda da farmi letteralmente cadere la bocca.
Il
suo corpo calzava a pennello con un
vestito nero lungo fin sopra il ginocchio e dietro una specie di
strascico un
po’ più lungo.
Entrò
in macchina e
rimasi a guardarla.
“Allora
? Partiamo ?”.
Non
le risposi, le mie narici stavano
inalando il suo profumo al caramello, forse se n’era messo un
po’ troppo.
“Harry
?!” il mio nome mi riportò alla
realtà.
“Mmmh
? Oh andiamo”.
Il
viaggio fino al The Hot era corto, fu
anche piuttosto silenzioso.
Parcheggiai
la macchina davanti
l’ingresso, dove ci aspettavano anche gli altri.
Scendemmo
dall’auto e dopo aver salutato
ci dirigemmo verso l’entrata, prima di varcare la soglia un
ragazzo mi passò
accanto colpendomi la spalla.
“Stai
at…Styles ?!” disse lui girandosi.
“Scott”.
“Che
ci fai qua ?” sputò.
A
quel punto serrai i pugni pronto a
sferrarglieli.
Una
mano mi afferrò i polsi, mi girai e
vidi le braccia di Abby allungate verso le mie mani, sapeva cosa stavo
per fare
e lei non voleva.
*FLASH BACK*
“Ehi Harry !”
“Ciao Abby, allora stasera stai
con Scott ?”
“Certo,
d'altronde è San Valentino”
“Scusa
ti saluto che devo andare a lezione, ciao Abby”
“Ciao
Harry”
LA
SERA:
“Pronto
?”
“P-pronto
Harry ?”
“Abby
? Stai piangendo, che succede?”
“E’
Scott, s-sono arrivata a casa sua in anticipo e-e era a letto
con un’altra”
*FINE
FLASH BACK*
Quel
giorno mi ero presentato a casa sua e lo avevo pestato a sangue,
però
non
aveva sporto denuncia, aveva troppa paura di me quel bastardo.
Feci
un
grande respiro, cercando di respingere tutta la rabbia che minacciava
di
presentarsi in quel momento.
“Siamo
qui per il compleanno di Abby” dissi con la mascella tesa.
“Oh-
spostò i suoi occhi su Abby, guardandola dall’alto
in basso- tanti auguri” fece
un passo cercando di avvicinarsi a lei, io imitai i suoi passi per poi
ritrovarmelo davanti, era più basso di me, lo erano tutti,
aveva dei capelli
castani che sistemava sempre in un ciuffo che portava sulla parte
sinistra
della sua fronte…Secondo me non era per niente bello ma le
ragazze sbavavano
per lui.
“Non
ti
avvicinare a lei” dissi io.
“Non
posso farle neanche gli auguri”.
Non
risposi, mi limitai solo a prenderla per mano e portarla vicino a me in
modo da
sorpassare Scott.
Quando
era abbastanza lontano dissi a Abby
“Non
sapevo che ci sarebbe stato anche lui”.
“Non
ti
preoccupare, ormai ho superato la cosa”.
La
serata
continuò, anche piuttosto bene, finche non vidi Scott fare
zig zag tra la
folla, teneva per mano una ragazza, era Abby.
A
quel
punto mollai la soda che stavo bevendo e li seguii, finche non riuscii
a
bloccare Abby.
“Perché
stai con Scott ?” le dissi.
“Non
sai
quante cose dolci mi ha detto, si è scusato e ha detto che
vuole tornare co…”
“NO”
la
bloccai.
“Tu
non
ci torni con lui”.
Presi
la
sua mano libera e la tirai verso di me.
“Styles,
lasciala decidere da sola” disse Scott con un sorriso
malizioso.
“No,
tu
non la tocchi” dissi scandendo bene le parole”.
“Harry
lasciami”.
“Abby
tu
non…”
“Delle
volte vorrei che fossi meno di un amico per me” disse lei
divincolandosi.
La
lasciai andare, come aveva potuto dire una cosa del genere.
Rimasi
fermo, in mezzo a tutta quella gente che si dimenava, io a fissare il
vuoto.
Volevo
solo proteggerla.
Una
mano
si posò sulla mia spalla.
Mi
girai,
un po’ deluso perché forse mi aspettavo Abby.
“Harry”.
“Liam
?
Che c’è ?”.
“Dove
è
finita Abby”.
Ingoiai
un groppo nella gola e continuai a parlare
“E’
con…Scott”.
“Ma
la
macchina di Scott non c’è più,
l’hanno visto andare via”.
“Cosa
?!
Devo trovare Abby”.
Presi
alla svelta le chiavi della macchina
uscii dal retro del locale, prima di svoltare
l’angolo mi trovai a faccia
a faccia con alcuni degli amici di Scott.
Uno
di
loro mi spinse
verso il muro, l’altro mi
diede un cazzotto in faccia, l’altro ancora una sulla pancia.
Uno
di
loro aveva una bandana rossa in testa, cominciò a ridere
sfregandosi le mani.
“E’
andato via con lei, mi ha detto che si farà una bella
scopata stasera, forse ci
darà un assaggio anche a noi” terminò
questa frase dandomi un pugno sulla
faccia, mi spaccò il labbro.
D’un
tratto mi prese per i capelli e mi disse
“Se
sopravvivi ti dico dove sono andati, lascialo”.
I
due
ragazzi che qualche momento prima mi avevano preso le braccia mi
lasciarono e
mi spinsero verso il ragazzo con la bandana che non perse un secondo
per darmi
una ginocchiata nello stomaco facendomi cadere a terra.
Ripensai
a quelle parole…Non potevano toccare in quel modo Abby, non
potevano toccarla
in nessun modo.
In
quel
momento lui si avvicinò a me, i suoi piedi erano davanti la
mia faccia quando
gli afferrai entrambi e lo feci cadere facendoli sbattere anche la
testa, un
gemito uscii dalla sua bocca, rimase immobile sul marciapiede.
“Prendetelo”
disse lui rivolgendosi a gli altri due…che ormai se
n’erano andati.
Mi
inginocchia su di lui, serrai i pugni e li dissi
“Ora
mi
dici dove l’ha portata”.
“Scordatelo”
li diedi un pugno in faccia.
“Dimmelo
!” urlai.
“Va
bene,
va bene…L’ha portata a casa di Abby”.
A
quel
punto mi alzai e lasciandolo sul marciapiede mi precipitai verso la
macchina.
Dopo
dieci minuti ero davanti casa di Abby, le luci della sua camera erano
accese, i
suoi non c’erano.
Cono
un
calcio aprii la porta, quando sentii Abby urlare salii di corsa le
scale, aprii
la porta della camera e vidi Scott che l’aveva bloccata
addosso al muro mentre
cercava di alzarle il vestito.
“Lasciala”
dissi io, il mio petto si alzava e abbassava velocemente, serrai i
pugni.
Lui
si
girò e fece un ghigno.
“Dillo
di
nuovo”.
“Lasciala
stare !”.
Scott
invece di ascoltarmi la baciò e cominciò a
toccarle il seno mentre lei cercava
di divincolarsi in tutti i modi.
“Vedi
come la lascio stare” di lasciò andare ad una
grande risata.
“La
prima
volta non ti ho
ammazzato, ma ora lo
farò”.
Lo
tolsi
da davanti a Abby, lo sbattei a muro e cominciai a prenderlo a pugni
finche non
vidi sanguinare il suo labbro e naso e finche anche le nocche delle mie
mani non
fecero altrettanto.
“Harry
basta ! Così lo uccidi, Harry !”.
I
suoni
intorno a me sparirono, sentivo solo le urla di Abby che tentava di
fermarmi.
Ero
seduto su gli scalini della casa di Abby mentre la guardavo parlare con
un
agente di polizia, dopo che avevo QUASI ucciso Scott, Abby aveva
chiamato
l’ambulanza, era arrivata anche la polizia, Abby aveva
dichiarato che era
legittima difesa, in effetti era così.
Dopo
che
la polizia se ne andò, così come
l’ambulanza, io e Abby rimanemmo da soli.
“Forse
è
meglio se vai a dormire” dissi io in tono freddo, ancora non
mi era andata giù
la frase che mi aveva detto al locale.
“Harry,
rimani ?”.
“Forse
è
meglio se ripensi a quello che mi hai detto, devo andare” mi
girai ma lei mi
afferrò il polso.
“Ti
prego
Harry, non volevo, sono stata una stupida, non voglio rimanere da sola,
i-io
non voglio perderti” disse singhiozzando, non volevo vederla
soffrire, ma anche
io stavo soffrendo…Anche più di lei.
Uscii
da
casa sua e salii in macchina, non la accesi, stavo pensando, stavo
pensando a
lei, quante volte mi era capitato di pensare a lei ? Ogni giorno,
quante volte
l’avevo protetta, sempre, io l’ho sempre protetta,
quante volte poco prima di
incontrarla avevo le farfalle allo stomaco…Quante volte
avevo avuto il desiderio
di baciarla quando sorrideva ?
Scesi
dalla macchina e suonai il campanello.
“Harry”
Non
le
diedi il tempo di dire qualcos’altro, la baciai.
“Ho
cambiato idea, resto”.
MY
SPACE
Premetto
che in questo capitolo la parte della canzone occupa uno spazio minore,
però
alcuni versi sono li stessi se controllate la
traduzione…Detto questo, spero vi
sia piaciuta ;)
-CREDITI BANNER @louistaches (twitter)
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Capitolo 4 *** Same Mistakes ***
MY
SPACE
Questa
storia tratta di Same Mistakes, il protagonista è Zayn e dei
ragazzi sarà presente solo Liam.
Buona
lettura J
Mentre
la pioggia picchietta velocemente sul cruscotto e i
tergicristalli si muovono velocemente, io e Sasha accompagniamo questi
rumori
con il suono alto delle nostre voci, si sentono solo quelle nel cuore
della
notte.
“La
smetti di preoccuparti sempre per me, Zayn !”.
“Non
posso farlo! Non posso smetterla dopo che tu te ne sei andata in
giro alle 4 di mattina !”.
“Zayn
non sono una bambina, la devi smettere di preoccuparti sempre
per me !”.
“Invece
si che sei un bambina, hai solo 15 anni stupida !”.
“Non
mi chiamare stupida, idiota !”.
“Appena
torniamo a casa non uscirai per tre settimane !”.
“Zayn,
non sei mio padre e nessuno ti ha chiesto di farlo, sono
stu-”.
Sasha
non finisce la frase, perché tutto si spegne.
Riapro
gli occhi, davanti a me un soffitto bianco e immacolato, un
odore di minestra entra nelle mie narici.
Sbatto
più volte gli occhi perché le figure davanti a me
sono
sfocate.
Comincio
ad assimilare tutto, una porta bianca, un armadio azzurro
chiare e, accanto a me una sedia, però non è
vuota, mia madre, con il gomito
poggiato sul comodino, dorme.
5
MESI DOPO
“Ei
Zayn sei pronto per. Zayn ? Perché continui a guardare
quella
foto ?”.
“Perché
è l’unica cosa che mi rimane di lei”
dico con gli occhi ormai
lucidi.
“Zayn
se tu continui a pensare a quel giorno, non potrai mai essere
felice”.
“Come
posso esserlo ? E’ stata tutta colpa mia”.
“Questo
non devi neanche dirlo, non è assolutamente vero”.
“Sì,
Liam. Se io non l’avessi rimproverata, se non avessi alzato
la
voce con lei, se non avessi fatto quel terribile sbaglio, lei sarebbe
ancora
qui”.
“Zayn,
ma tua sorella è ancora qua”.
Liam
si avvicina a me, mi mette una mano sul cuore e dice
“Proprio
qua, adesso dovremmo andare”.
Metto
la foto di me e Sasha sul mio comodino, dove è sempre stata,
fino a qualche mese prima, perché era sul comodino del mio
letto d’ospedale.
Cinque
mesi fa, io e mia sorella Sasha abbiamo avuto un incidente stradale,
durante un temporale abbiamo sbattuto contro un albero, io sono stato
in come
per tre settimane e mia sorella, mia sorella è morta sul
colpo.
Non
posso far a meno di pensare che sia stata colpa mia, lo è
stata,
è stato il mio terribile sbaglio.
Nella
vita ne ho fatti davvero tanti, e non gli avevo mai rimpianti,
ma quello sì, ogni giorno che passa della mia vita,
rimpiango quello stupido
sbaglio.
Mi
alzo dal letto, trascinando i piedi sul parquet della mia camera.
Dopo
l’incidente, mi sono trasferito a Wolverhampton con il mio
migliore amico Liam, dopo il coma non so più andato a scuola
e poi ci sono
state le vacanze estive, per cui oggi è il primo giorno.
Appena
arrivati ci dirigiamo verso i nostri armadietti, per fortuna
sono vicini, senza Liam non ce la farei, dopo l’incidenti non
ho avuto molti
rapporti con il mondo esterno, Liam è il mio unico amico, e
non ne voglio
altri.
Vicino
a i nostri armadietti c’è un gruppo di ragazzi,
sono i soliti
che si vestono con giacche di pelle borchiate eccetera, insomma quelli
che si
vogliono far prendere per “Bad boy”, come dicono le
ragazze.
A
un certo punto sento un nome che esce dalla bocca di uno di loro,
“Sasha”,
probabilmente non sta parlando di mia sorella, ma mi giro comunque a
vedere chi
parla, un ragazzo con una bandana blu in testa.
“Si
ho sentito di lei, mi pare sia morta cinque mesi fa, quanto me la
sarei sbattuta” finendo la frase tutti i suoi amici
cominciano a ridere all’unisono.
Chiudo
l’armadietto, ma non come si fa di solito, talmente forte da
rompere la serratura.
Tutte
le persone che si trovano del corridoio concentrano il loro
sguardo su di me.
Mi
giro verso il ragazzo con la bandana blu.
“Cosa
hai detto su mia sorella ?”.
“Tua
sorella ? Ah Sasha, sì stavo dicendo che me la sarei
sbattuta
molto volentieri, e non solo una volta”.
A
quel punto non ci vedo più, vado velocemente verso di lui e
prendendolo per la maglietta lo sbatto sul muro.
“Ei
ei, guarda chi si è risvegliato dal coma ahahahah”.
“E
ora guarda ci ti ci manda” gli sferro un pugno in piena
faccia,
facendolo cadere a terra incosciente, comincio a prenderlo a calci, su
di me
sento tutti gli sguardi degl’altri studenti, fin che qualcuno
mi blocca.
“Zayn,
Zayn fermati ! Non ne vale la pena, Zayn ! Cosa direbbe Sasha
!”
Mi
blocco, comincio a fissare il vuoto.
Dopo
di che sento la voce del preside dall’interfono
“Zayn Malik è pregato
di raggiungere il mio ufficio”.
Lascio
andare il ragazzo a terra e raggiungo l’ufficio del preside.
“Prego
Zayn, accomodati”.
Mi
siedo su una delle due sedie di pelle nera.
“Allora,
se non fosse arrivato il bidello ad avvisarmi, che fine
avrebbe fatto tuo fratello”.
Non
rispondo.
Il
preside fa un profondo sospiro.
“Zayn
so cos’è successo, mi dispiace, ma questo non ti
dà il diritto
di sfogarti con le altre persone, per ora puoi andare”.
Dopo
la scuola non sono andato a casa, ma sul luogo dell’incidente.
L’albero
è stato tagliato e vicino alle sue vecchie radici
c’è un
burrone, mi affaccio leggermente per guardare il vuoto, chiudo gli
occhi e
comincio a pensare a quella notte, alle nostre urla, non ho potuto
neanche
dirle addio, e le sue ultime parole non sono state le migliori.
Come
ho potuto, come ho potuto commettere uno sbaglio così
grande,
non posso sopportarlo, non posso andare avanti con questo enorme peso.
Comincio
ad urlare a squarcia gola, fin che le tempie non mi fanno
male.
Poi
apro gli occhi, vedo il vuoto, e lo raggiungo, poi tutto si
spegne, per sempre.
“Zayn
?”.
“Sasha
?”.
“Sì,
mi senti ?”.
“Sì”.
MY
SPACE
Salve
gente, come ho detto in precedenza la storia tratta di Same
Mistakes e se appunto guardate la traduzione ci sono alcuni versi
interpretati,
ammetto che è particolarmente triste questo capitolo, ma la
canzone in se da la
sensazione di perdono e tristezza, e quindi io l’ho scritta
così, però spero vi
sia piaciuta… Alla prossima ;)
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Capitolo 5 *** They Don't Know About Us ***
MY
SPACE
Salve
gente volevo anticiparvi il fatto che questa sarà una OS
Larry, ma non ci
saranno scene di sesso e cose così, qui si
parlerà solo del loro amore e delle
difficoltà che hanno del portarlo avanti, la OS è
su They Don’t Know About Us.
Saranno presenti soltanto Harry e Louis dei ragazzi, buona lettura.
“Ehi
piccioncini, SVEGLIAAAAA!”.
Liuke
ci svegliò con la sua solita delicatezza, tolsi il braccio
da sopra la spalla
di Louis, accarezzandola leggermente. Quando mi alzai e comincia a
fissarlo dai
piedi del letto, notai che alcuni raggi del sole lo illuminavano, era
bellissimo, i suoi capelli castani sotto il sole brillavano,
incorniciavano il
suo bellissimo viso. Mentre la mia mente paragonava la bellezza di
Louis a quella
di un dio il prof. di algebra entrò nella stanza
“Oh,
vedo che siete svegli” gettò
un’occhiataccia alla figura di Louis ancora
dormiente e continuò “preparatevi, tra
mezz’ora tutti fuori dalle stanze”.
Era
stata un fortuna che ci avessero messo in stanza insieme, io, Liuke e
Louis.
Liuke
era il solo che sapeva della nostra omosessualità e, del
fatto che io e Louis
stessimo insieme segretamente.
Eravamo
andati in gita scolastica a Roma per una settimana, e giuro che non
avrei
resistito un giorno senza poter stare con Louis, quindi ripeto,
è stata un vera
fortuna.
Tornai
a guardare il letto di Louis, che ormai era vuoto ?
Mi
girai per scovarlo, quando mi saltò addosso e finimmo
entrambi sul letto.
La sua
risata echeggiava per tutta la stanza, i nostri respiri si mischiavano,
e il
contatto con la sua pelle nuda del petto mi dava i brividi, gli presi
le mani e
con i pollici inizia a disegnare dei piccoli cerchi sul dorso di esse,
mentre
la sua bocca lasciava una piccola scia di baci sull’incavo
del mio collo,
quando poi arrivò alla mia bocca, ci guardammo a lungo
negl’occhi, io
perdendomi nei suoi, dopo di che ci gettammo entrambi in un bacio,
quando ci
staccammo mi sussurrò
“Buongiorno
Harold”.
Ho
sempre adorato il fatto che lui fosse l’unico a chiamarmi
così, la sua
pronuncia di quel nove aveva un non so che di eccitante.
Quando
fummo tutti e tre pronti uscimmo dalla stanza.
La
porta della nostra
camera si affacciava
a quella delle ragazze, Rose, Emma e Dianna, ecco ora il problema non
erano le
ragazze, ma il fatto che fossero proprio loro, Rose e Emma andavano
dietro e
Louis e Dianna…la si può definire la mia stolker.
Non che mi lamenti di questo,
ma prima cosa non voglio ferirla perché un giorno
sarò costretta a dirle che
lei non è il mio tipo, insomma, tutto il genere femminile
non è il mio tipo.
Appena
aprimmo la porta della camera e uscimmo le ragazze fecero altrettanto,
ci
salutarono e se ne andarono ridacchiando.
Io e
Louis ci guardammo interdetti e anche noi cominciammo a ridere, con
dietro
Liuke che era ancora mezzo addormentato.
Ci
trovavamo davanti al Colosseo quando il prof. decise che io e Louis
dovevamo
essere i chiudi fila, adoravo esserlo, insomma insieme a Lou,
così mentre tutti
erano girati a seguire il prof. o a fare altro io e lui potevamo
tenerci
tranquillamente per mano, quando sono a contatto con lui mi sento
già meglio,
insomma, mi sento completo.
Quando
fummo dentro ad una delle gallerie del Colosseo purtroppo dovetti
lasciare la
mano di Lou, perché la fila si era sciolta, ma rimase il
contatto dei nostri
occhi, o almeno per i miei, dato che non smisi di fissarlo neanche per
un
secondo, avevo paura che se l’avrei lasciato, non
l’avrei più visto, è una cosa
sciocca lo so, ma comunque Lou è un bel vedere quindi il mio
tempo non è
sprecato.
La
sera tornammo da una giornata straziante di camminata per tutta la
città, mi
spalmai letteralmente sul letto. Ma non potevo stare in pace neanche un
momento
che il prof. entra urlando a destra e sinistri, con gli occhi paonazzi
e quegl’unici
capelli bianchi in testa dritti.
“Styles,
Tomlinson ! Venite qui !”.
“Prof.,
siamo già qui” disse Louis, gli lanciai un sorriso
e lui rispose ammiccando.
“Spiegatemi
perché le vostre valige si trovano sul tetto
dell’Hotel ! Avete intenzioni di
andare da qualche parte ?!”.
Io e
Louis guardammo sotto a i nostri letti e le nostre valige erano
sparite, uno
scherzo idiota !
“Prof.
noi non centriamo niente !” cercai di spiegare, ma il prof.
ci spedì entrambi
sul tetto a prendere le nostre cose e in più al nostro
ritorno a Londra ci
avrebbe fatto scrivere un tema di cinque pagine su Roma, grande !
“Giuro
che se trovo chi è stato lo ammazzo” dissi sul
tetto, con il vento freddo che
mi fece perdere sensibilità al naso e alle orecchie.
“Saremo
in due Harry”.
Appena
prese le nostre cose, ritornammo nell’ascensore per scendere.
Prememmo
il pulsante con il due stampato sopra ed esso si illuminò,
dal numero 8
arrivammo al 5 quando poi la luce cominciò a tremare,
altrettanto fece l’ascensore
fin che non si fermò totalmente, per fortuna non ci
scoraggiammo, provammo ad
aprire le porte ma niente, provammo a far suonare la campanella ma
anche quella
non funzionava.
Quando
poi Louis si fermò e sorrise.
“Che
hai Lou ?”.
“Meno
proviamo ad uscire da qua, più tempo possiamo stare soli e
insomma, alla fine
qualcuno verrà a cercarci o cercherà di usare
l’ascensore, che dici ?”.
“Mmmmh,
hai ragione”.
Non
perdemmo tempo, cominciammo a baciarci per tutte quelle volte in cui ci
è stato
reso impossibile anche solo il pensiero di sfiorarci.
E ogni
tanto dalle nostre bocche uscivano parole come ti
amo o delle frasi seguite da
un per sempre, ed in certi momenti
erano solo i nostri sospiri o risate a padroneggiare il tempo.
Quando
poi il nostro amore ci aveva fatto indolenzire anche le labbra
cominciammo a
parlare
“Harry,
quando, insomma hai capito no ?”.
Sapevo
benissimo che cosa intendeva dire e, purtroppo sapevo già la
risposta, perché avevo
riposto già molte volte a quella domanda.
“Lou”
presi un sospiro, sapevo che quello che gli avrei detto non gli avrebbe
fatto
bene.
“La
gente dice che non
dovremmo stare insieme, che
siamo troppo giovani per sapere
cosa vuol dire per sempre, ma comunque, io lo voglio
gridare al mondo,
voglio dirgli che tu sei mio e che questo amore diventa sempre
più forte, ma
Lou, io voglio anche che tu sia felice e se noi lo diremo, non sarai
felice, te
lo assicuro, perché Loro non sanno le cose che facciamo,
loro
non sanno dei nostri “ti amo”, ma
scommetto che se sololo sapessero. Sarebbero
solo che gelosi di noi, loro
non
sanno nulla delle nostre notti passate svegli ,loro
non sanno che ho aspettato tutta la mia vita
per
trovare un amore che sento così giusto.
Ma è anche vero che Un tocco e ci ho creduto subito, con
ogni bacio è diventato tutto più dolce,
continua
a migliorare, quindi Lou, non
dovremmo aspettare molto, perché ad un certo punto della
vita arriveremo con un
amore indistruttibile, così forte che niente e nessuno ci
potrà fermare e a
quel punto saremo quello vogliamo. Lou ti amo, non dimenticarlo, ti amo
e non
voglio che tu debba subire ogni giorno cattiverie da parte di gente che
non ci
accetta, questo è tutto”.
Non
solo lui aveva gli occhi
ormai lucidi, sapevo che era stanco di sentirsi sempre dire queste
cose,
comunque sia capiva ed era d’accordo.
“Harry..”.
“Si
Lou ?”.
“Loro
non sanno nulla su di
noi, ed è un bene, perché noi siamo
l’amore più forte del mondo”.
MY
SPACE
Salve
lettori, spero che vi
sia piaciuta questa OS
Larry e vi invito
a commentare maggiormente questa proprio perché è
Larry e vorrei sapere se so
esprimere bene il mio concetto. Voglio anche ringraziare per chi mette
nelle
seguite, preferite o da ricordare, grazie mille.
Crediti banner: @_weareallmad
(Twitter)
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