L'Erede della Notte

di FreDrachen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2:Passato 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4-passato 2 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 passato 3 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 passato 4 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 passato 5 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 passato 6 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 passato 7 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


A mia sorella e a tutti coloro che hanno amato La morte delle Ombre.

CAPITOLO  1

Il conte Chalom, ex Cavaliere di Drago Blu, e ora consigliere della corte di Makrat non si sentiva per niente sicuro nella sua villa accogliente poco distante dal palazzo reale.
Negli ultimi mesi si erano registrati numerosi omicidi di conti e marchesi, tutti intrallazzati con la corte di Re Learco.
Coincidenza?
Chalom non ne era del tutto sicuro.
Dormiva un sonno agitato quando accadde. Sentì una presenza al suo fianco. Una figura si materializzò a pochi passi dal suo letto. Era completamente nascosta da un pesante mantello nero che la faceva sembrare la Morte in persona.
Aprì la bocca per urlare, ma non uscì alcun suono, preso com'era dal terrore. Alla luce fioca della stanza scorse il luccichio di un pugnale nero dall'elsa a forma di serpente.
«Non può essere»bofonchiò.«La Gilda…».
L'ombra fece un solo e semplice movimento del braccio. Le lenzuola si tinsero di rosso e la testa del conte rotolò a terra.
Recitò a mezza voce la formula, e sul pavimento apparve un pentacolo nero e rosso, con due serpenti attorcigliati a suo interno degli stessi lugubri colori, il simbolo dei Superstiti.
E poi come era venuta scomparve.

Percorse le vie deserte silenziosamente, anche adesso che aveva finto il suo lavoro. Era da quasi due anni che compieva fatti del genere e che adesso le venivano naturali.
Raggiunse la locanda dove aveva affittato la stanza per quei pochi giorni di permanenza. Ad attenderla una camera semplice con un letto imbottito di foglie secche sotto a una piccola finestrella
Si tolse il mantello. La fioca luce lunare illuminò il viso di una ragazza sui venticinque anni,contornato da una cascata di ricci ramati ribelli che spiccavano sulla carnagione pallida. La cosa che colpiva di più erano gli occhi azzurro ghiaccio.
Lei era Leah, la rinnegata. E un'Assassina.
Si tolse la cintura a cui era assicurato il pugnale ancora imbrattato del sangue della sua vittima.
Fissò a lungo le macchie di umido sul soffitto, finché il Morfeo non l'accolse tra le sue braccia.


La notizia si diffuse velocemente. Chalom era stato ucciso quella notte, e portava il marchio degli adepti della Gilda degli Assassini. Erano passati quasi due anni dalla distruzione della setta, ma questo provava che c'erano dei sopravvissuti.
Le indagini non conclusero nulla, e il volto dell'Assassino rimase celato nell'ombra da cui era emerso.


Angolo autrice:eccomi con una nuova storia:) Cosa centra con La Morte delle Ombre? Si capirà più avanti, non vi preoccupate. Il capitolo assomiglia molto all'inizio delle Guerre. In realtà sarà completamente diversa:)
Aspetto numerosi i consigli e/o commenti:)
Un bacio e alla prossima,
Drachen

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Capitolo 2
*** Capitolo 2:Passato 1 ***


CAPITOLO 2


PASSATO 1

Rewar seduto sulla sponda del letto osservava sua figlia intenta a ciucciarsi il pollice.
L'altra era stata rapita quella notte. Al suo posto nel lettino c'era una pergamena su cui scritto una richiesta di riscatto esorbitante.
Perché avevano rapito lei e non l'altra?
La sua primogenita era nata senza problemi. I fatti erano crollati alla nascita della seconda. Sua moglie era morta per un'emorragia violentissima.
Per questo odiava la sua figlia minore, Fenula. L'altra no, non si era macchiata di una colpa tanto tremenda.
Pagare il riscatto era fuori discussione. Lui era un re con una reputazione da difendere, e non poteva abbassarsi a prendere ordini da dei comuni plebei.
Per questo non fece niente, e lasciò la figlia in balia dei rapitori.
 
«E se il re non pagasse?». Runako uno dei rapitori ravvivò il fuoco.
Dalmar il capo scosse la testa.«Stiamo parlando dell'erede al trono, zucca vuota. Farà di tutto per riottenerla, e noi diventeremo ricchissimi».
Runako sorrise al pensiero. Non sarebbero più stati braccati,  e avrebbero vissuto il resto della loro vita nel lusso più sfrenato.
Lo scalpiccio di zoccoli in avvicinamento lo riportò alla realtà.
«Capo, rumore di zoccoli».
Dalmar parve soddisfatto.«Il Re finalmente si è deciso».
Un ruggito li fece trasalire, e in un batter d'occhio si trovarono circondati da soldati armati di lunghe spade affusolate e protetti da armature nere. Erano i soldati dell'esercito di Dohor di ritorno dal campo di battaglia.
«Bene, bene. Cos'abbiamo qui?»domandò con tono beffardo quello che sembrava il capo. Sedeva su un drago verde cupo dalle ali nere come la pece.
Li squadrò attentamente da sotto l'elmo. Solo dopo un po' si decise a toglierlo, rivelando di un uomo sui trent'anni. Aveva un viso dalla barba sfatta castano scuro, occhi nocciola venati di severità.
Puntò loro contro la spada.«Due avanzi di galera, ecco cosa».
Dalmar e Runako trattennero il fiato. Era Abhik conte di Damilar, uno dei migliori combattenti al servizio di Dohor.
Il vagito potente di un bambino gli fece distogliere gli occhi dai due uomini, che tornarono a respirare.
«Mio Signore»iniziò con tono servile Dalmar.«non vogliamo recarvi disturbo. Ci permetta di ripartire con la bambina».
«Di chi è?»
L'uomo non capì.
«La bambina stupido! Di chi è figlia?»tuonò Abhik furente.
«Mi-mia, Mio Signore»balbettò Dalmar terrorizzato.
«Credi che non capisca quando qualcuno mente?». La voce di Abhik era ora fredda e tagliente.
«Non ho mentito, Mio…»la frase gli morì in gola.
A un cenno di Abhik, un suo sottoposto lo trapassò con la spada.
Runako si buttò a terra.«Pietà Mio Signore. Pietà».
Non si fece ammorbidire. Il corpo di Runako cadde a terra con un tonfo.
Abhik scese con agilità sorprendente, per uno che indossava l'armatura, dal suo drago e prese delicatamente in braccio la bambina che per tutto quel tempo non aveva smesso di piangere disperata. A contatto con il visino morbido, provò un'intima tenerezza. La bambina smise finalmente di piangere e lo fissò con occhi azzurri acuti come quelli di un rapace. Accarezzò delicatamente quella piccola testolina con qualche sparuta ciocca ramata.
«Va tutto bene piccola. Sei al sicuro ora».
La bimba emise un versetto buffo, come se avesse capito ciò che le stava dicendo e provasse a rispondere.
Abhik sorrise intenerito. Tenendo sempre con se la bambina salì in groppa al suo drago che si alzò in volo.
 
Raggiunsero Makrat in tre giorni. Si presentò davanti a Dohor con la bambina ancora tra le sue braccia ora assopita.
«Porto buone notizie Maestrà. Abbiamo infranto il blocco dell''esercito della Terra della Notte. Vorrei ottener il permesso di procedere con la conquista di Narbet».
Non aveva alcun bisogno di informare il re, ma gli sembrava una forma di ubbidienza.
«Permesso accordato Abhik, amico mio»rispose il re visibilmente soddisfatto.
Abhik si inchinò per ritirarsi, ma la voce di Dohor lo bloccò.
«Chi è questo bambino che ti porti appresso?»
«L'ho salvata da due tipi loschi. è stata sicuramente rapita, ma non sappiamo a chi. Fino a quando non troviamo i suoi genitori vorrei tenerla con me e mia moglie. Le farebbe molto piacere dato che non può avere figli».
Dohor annuì.«Molto bene Abhik. Puoi andare».
 
Raggiunse la sua villa a Damilar in neanche un giorno. Non vedeva l'ora di riabbracciare la moglie.
Atterrò nel cortile principale. Lei era lì avvolta in un morbido scialle. Aveva lunghi capelli neri e occhi come l'ebano, era sottile come un giunco e di salute cagionevole. I genitori di lui l'avevano persuaso a non sposarla, ma Abhik era stato irremovibile. Si era innamorato del suo sorriso aperto e sincero, della sua dolcezza in ogni cosa che faceva, ma soprattutto della sua semplicità.
«Ananya»mormorò commosso.
«Abhik, sei tornato finalmente». La sua voce era lieve come una brezza estiva.
«Si tesoro. Resterò qui solo qualche giorno. Poi dovrò ripartire per il fronte».
Detestava quando quei straordinari occhi si incupivano.
«Ma non sarai sola». Le porse il fagotto.«Durante il viaggio di ritorno ho salvato questa bambina». Notò le lacrime raccogliersi intorno agli occhi della moglie.«Non ho avuto cuore di abbandonarla. Potremo allevarla noi e crescerla come se fosse nostra figlia».
«Abhik». Ananya era commossa.«è il regalo più bello che potessi farmi. Donarmi ciò che gli dei mi hanno negato».
Abhik le baciò la mano delicatamente.
«Allora a te l'onore di sceglierle il nome».
Ananya sorrise.«Si chiamerà Leah».

Angolo dell'autrice:hola:) Questo è un capitolo del passato...di chi? Di Leah, naturalmente, la nostra nuova protagonista:) Questa storia infatti è articolata in modo diverso dalla precedente. Mentre la prima è legata in qualche modo al libro originale, questa è una cosa a se stante. E in più capitoli del "presente" si altelneranno a quelli del "passato". Insomma uno stile tutto nuovo.
Ringrazio RayaFee e magicadark007 che hanno recensito, e continuo a  invitare chi la segue anonimamente di dare un parere della storia:)
Un bacio e alla prossima,
Drachen

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


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CAPITOLO 3

Raggiunse il covo all'alba.
Non era altro che una casa dimessa e abbandonata in mezzo ai campi.
"Il posto ideale per quelli come me"pensò.
Quando aprì la pesante porta cigolante, fu accerchiata dai suoi uomini felicissimi.
«Ben tornata Capo».
«Un colpo da maestro il tuo».
«Se non ti conoscessi avrei quasi paura di te». Ígor atteggiò le labbra in un sorriso bonario.
«E piantala Ígor di importunare la mia fidanzata»intervenne una nuova voce che proveniva dalla cucina.
«Mahish».
Un ragazzo dai capelli scuri lievemente lunghi e profondi occhi grigi, uscì dalla cucina con in mano un vassoio con una ciotola fumante di latte con accanto una fetta di pane raffermo.
«Per la mia Principessa»disse dolcemente.
Tutti si proruppero in un'esclamazione.
«E piantala di fare il rincitrullito Mahish. Ci fai venire il voltastomaco»lo prese in giro Pinur, un tipo smilzo dai capelli biondo platino e occhi azzurro slavato.
«Questo perché sei geloso. Non hai nessuna che ti corra dietro»ribatté Mahish con tono malizioso.
Erano cambiati. Qualche anno prima nella Casa non avrebbero mai scherzato così. Ma il fatto di essere sopravvissuti alla strage li faceva sentire uniti come una grande famiglia, di cui Leah era l'unica componente femminile.
Pinur si limitò a ridere.
«E ora lasciateci un po' d'intimità, per cortesia»dichiarò Mahish indicando la porta.
«Ma come? Non vuoi farci assistere a una scena romantica, dato che noi non avremo mai possibilità di ottenerla?»domandò Dan, un ragazzo dai capelli rossi tutto pepe.
«Neanche per idea Dan».
Quello si finse offeso.«Questo fa veramente male al cuore, amico».
«Non ci provare Dan. Oggi non mi freghi».
«Non è mica colpa nostra se hai la creatura più dolce di tutto il Mondo Emerso»replicò Einar, il più romantico.
«Adesso basta. Hanno bisogno d'intimità. Per cui». Freir guardò uno a uno i suoi compagni.«Li lasceremo soli. Sono stato chiaro?»
Tutti ubbidirono, temendo che Freir si arrabbiasse sul serio. Lui era un veterano. Aveva solo cinquant'anni ed era tra i migliori assassini in circolazione. Era un modello da seguire, sia per tenacia che per tecnica. Ma sotto sotto era un bonaccione. Si divertiva a spaventare i più giovani.
Per questo prima di chiudere la porta fece l'occhiolino a Leah che gli rispose con un sorriso.
Quando finì la colazione, Mahish si alzò.
«Dove stai andando?»domandò curiosa Leah.
Lui sorrise.«è una sorpresa».
Tirò fuori dal suo tascapane un involucro di carta.
«Hai detto che è il tuo fiore preferito»disse porgendoglielo.
Leah lo scartò. Era una rosa nera dai petali vellutati e coperti di una lieve rugiada.
«Mahish, io…»
Lui non le diede il tempo di rispondere. La baciò con trasporto.
«Ti amo»le mormorò. Era rimasto colpito da lei dal primo giorno in cui l'aveva incontrata.
Lei rispose con altrettanta foga.
«Ti amo anch'io, Mahish della Terra della Notte».
Lui era figlio di una sacerdotessa della Casa e di un Assassino, di cui non conosceva niente.
Non aveva mai vissuto fuori dalla Casa, ma ora in compagnia di Leah capiva cosa significava vivere veramente.
Leah sbadigliò fragorosamente.
«Hai dormito?»
La ragazza annuì.«Si, ma non ho chiuso occhio l'altro ieri sera. Per questo ho sonno».
«Ti accompagno in camera»disse offrendole il braccio.
Lei si lasciò guidare come una bambina.
La camera non era altro che una piccola stanzina con un letto addossato alla parete opposta alla finestra, un piccolo armadio e una specchiera.
«Voglio passare un po' di tempo con te».
Leah le fece spazio, e Mahish si accoccolò vicino al suo fianco minuto.
Affondò il viso nei suoi capelli umidi e odoranti di sudore e sangue.
«Ti amo». Voleva ripeterlo all'infinito, urlarlo agli quattro venti.
Leah si proruppe in un lieve risolino.«Lo so».
L'abbracciò forte a sé.
Quando tutto sarebbe finito si sarebbero sposati.
«Sei stata grande»le mormorò Mahish.
«Merito anche dell'Informatore. Senza di lui non avrei combinato niente».
Rimasero in silenzio per un po', finchè una voce non si fece strada nella mente di Leah.
«Mahish. Puoi lasciarmi sola un momento?»
«Lei ti sta contattando?»
Leah annuì, e Mahish scivolò silenziosamente fuori dal letto e uscì dalla stanza.
Sola nella stanza, chiuse gli occhi. Nella sua mente iniziò a prendere forma una figura.
«Chalom è morto. Ora non resta che colpire Loro».
La figura annuì.«Di qualsiasi ricordo tu abbia bisogno, saranno a tua completa disposizione».
Leah sorrise. Il momento era prossimo, e presto avrebbe ottenuto la sua vendetta.


Angolo autrice:e va bene, lo ammetto. Invece che dissipare i dubbi ve li aumento:)
Scusatemi per questo;)
Ringrazio RayaFee e magicadark007 che seguono questa storia con passione, e tutti voi lettori anonimi a cui lascio l'invito di inviarmi il vostro parere:
Alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 4
*** capitolo 4-passato 2 ***


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(Leah bambina) le assomiglia parecchio questa immagine:)
CAPITOLO 4
PASSATO 2

Aveva due anni quando accadde.
Abhik era tornato a casa in licenza per qualche giorno.
Leah era seduta sul prato giocando con la bambola di pezza che la madre le aveva fatto.
Non parlava ancora, e questo aveva messo in allarme i genitori che si erano recati da Alwin, il mago e curatore più importante di Damilar. Aveva visitato a lungo la bambina. A diagnosi finita sorrise ai due conti preoccupati.«Vostra figlia è sana come un pesce Mio Signore. Dovete solo darle del tempo».
Abhik era seduto lì vicino a lucidare la spada. Quando alzò gli occhi dal suo lavoro, notò con orrore che la bambina era scomparsa.
«Leah!»urlò disperato. Cercò freneticamente tra i cespugli del giardino, inutilmente. Ananya arrivò in quel momento.
«Abhik, che sta succedendo?»domandò preoccupata.
«Era qui un attimo fa. Leah è scomparsa».
Si aspettò una reazione isterica della moglie che non arrivò.
«Abhik calmati. Ora la cerchiamo insieme».
Setacciarono il giardino. Le ancelle cercarono in casa e le guardie nel rimanente perimetro della villa.
Fu Ciril a trovarla.
«è nella scuderia dei draghi, vicino a… Bhaart».
Ananya sbiancò. Il drago di Abhik era intrattabile, e avrebbe potuto facilmente ucciderla.
Con il cuore in gola corsero alla scuderia. Quello che videro li lasciò senza fiato.
Il drago era accoccolato a terra, il muso a pochi centimetri dalla bambina che rideva spensierata.
«Baa-baart»diceva. Poi batteva le mani entusiasta.
Abhik non credette alle proprie orecchie. Stava parlando. Sua figlia finalmente aveva iniziato a parlare. Ma la cosa più sconcertante era che Bhaart si faceva accarezzare come un cagnolino.
Quando si avvicinò, notò che la mano della figlia appoggiata al muso coriaceo del drago era avvolta da una tenue luce azzurrina.
«è una maga».
Abhik si avvicinò ancora di più.
«Hai visto Bhaart, sa parlare». Sembrava un bambino tanto era felice. Il drago gli lanciò fugacemente un'occhiata dubbiosa. Il suo padrone era veramente fuori di testa.

Abhik decise di affidarla a Alwin perché potesse apprendere la magia in tutta la sua forza.
Furono anni quelli dove Leah si sentiva in pace con se stessa e con il mondo, grazie anche allo stretto legame con la natura. Seppur piccola imparava in fretta.
Il suo primo esperimento fu l'incantesimo di levitazione. Il padre l'aveva trovata che fluttuava all'altezza del lampadario, che rideva come una matta.
Il secondo invece di addormentare un servo durante il suo lavoro. Se la prese con il cuoco e per quella sera mangiarono pane e carne secca freddi.
Infine fu un susseguirsi di guai uno dopo l'altro.
A sei anni sapeva padroneggiare gli incantesimi base e qualcheduno potentissimo.
Pur essendo giovanissima, aveva imparato a leggere. I suoi preferiti erano quelli dedicati ai sigilli.
Mentre la sera ascoltava le storie della madre su Nihal e Sennar, e la Battaglia d'Inverno di quasi quarant'anni prima. Ma più che la colpiva era Aster e la sua storia tormentata. Circolavano voci che avesse guarito la madre con la magia quando era nient'altro che un neonato.
Da quel giorno Leah si concentrò su quel pensiero.
"Un giorno sarò una maga potentissima".



Angolo autrice:quando ho scritto questo capitolo mi stavo sciogliendo di tenerezza;)
Voi che ne pensate?:)
Ringrazio RayaFee, magicadark e dibeh che hanno recensito i precedenti(e che hanno preso in simpatia la nuova protagonista, che è più fuori di Fenula);) e raccomando voi lettori anonimi di dare il vostro parere, se ve la sentite.
Che dire alla prossima:)

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


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CAPITOLO 5

«E con questo fanno cinque».
Learco seduto sul trono fissava tetro uno dei suoi più fidati consiglieri.
Tremava. E non poteva dargli torto.
Tutte le vittime degli Assassini erano tra i più fidati dei suoi collaboratori, ex Cavalieri di Drago Blu.
Al primo omicidio non aveva fatto molto caso. Poteva essere stato assassinato da un sicario pagato da un altro nobile, certo un crimine grave ma non più di tanto.
Poi ce n'era stato un altro. E un altro ancora. E ora Chalom.
Dubhe, seduta al suo fianco aspettò che l'anziano consigliere lasciasse la sala.
«Cosa pensi di fare?»
Learco sospirò.«Andare alla radice del problema. Annientarli una volta per tutte».
Dubhe non replicò. Sapeva che, come lei, odiava profondamente la Gilda.
«E come pensi di fare, visto che non sappiamo dove hanno instaurato il nuovo covo?»
Learco digrignò i denti.«Sguinzaglierò i miei uomini e…»
«E cosa? Li manderai allo sbaraglio senza un bersaglio sicuro».
Sospirò.«Allora che possiamo fare?»
«Potrei indagare io. Non ho fatto altro da quando avevo otto anni. Potrei…»
«è fuori discussione»la interruppe Learco.«Ora sei regina. Non puoi esporti a un pericolo simile. Chiederemo rinforzi».
 
Theana alzò le braccia al cielo verso l'immensa statua di Thenaar che tondeggiava su di loro.
«Potente Thenaar, signore della folgore illumina il nostro cammino e veglia sui tuoi figli»recitò.
Ma quando si volse, si trovò sporadiche facce dubbiose.
"Ecco l'eredità che ci ha lasciato la Gilda"pensò con rabbia.
Grazie e Dubhe e Learco, era riuscita a edificare un maestoso tempio bianco, in cui poteva processare la vera indole del suo dio.
Ma le cose non erano andate come aveva previsto.
La gente la guardava di malocchio, temendo che potesse essere come quei folli degli adepti della setta.
«Dai tesoro. Ho visto qualche faccia in più oggi. Stiamo migliorando». Lonerin, suo marito, cercò di tirarle su di morale.
Theana si sedette pesantemente sul pesante scanno.
«Cosa devo fare? Non voglio che il mio culto sia frainteso con quello di quei folli».
Lonerin le cinse dolcemente le spalle.
«Troveremo un modo».
In quel momento qualcuno bussò alla porta. Era un messo del re.
«Siete desiderati urgentemente dalle Vostre Altezze. Immediatamente».
Theana s'irrigidì. Cosa poteva essere successo di tanto grave?
Arrivati a palazzo trovarono i giovani sovrani seduti sul trono. Dubhe aveva un'espressione indecifrabile.
Learco andò loro incontro.«Sono contento che siate arrivati subito. La faccenda è grave».
«Learco calmati, cos'è suc…».
«è morto un altro dei miei dignitari. E indovina per mano di chi? Di uno della Gilda».
Lonerin lo fissò stralunato.«Scusa. Aspetta un momento. Ero lì quando l'abbiamo debellata. Non possono essere stati loro».
«Non tutti sono morti quel giorno»intervenne cupa Dubhe.«Qualche bastardo è sopravvissuto». «E noi che centriamo?»
«Abbiamo in mente di debellarli una volta per tutte, e abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile».
«E cosa possiamo fare?»
Learco cominciò a camminare avanti e indietro per la sala. S'illuminò.
«Theana, tu sei una maga. Puoi avvertire un alto tasso di magia come quello dell''Assassino».
La maga sorrise amara.«Mi fa piacere che tu creda in me così tanto Learco. Ma non ho abbastanza energia per farlo».
Learco imprecò.«Maledizione».
In quel momento entrò una guardia dal viso trafelato.
«Maestà. C'è una cosa che dovete assolutamente vedere».
Lo fissarono tutti sgomenti. Dubhe era a un passo dal collasso.
Sull'arazzo che ritraeva i due sovrani era apparso il doppio pentacolo, il simbolo della Bestia.
Ora rappresentante dei Superstiti.
Learco fissò intensamente Theana, che sospirò.«Vedrò cosa posso fare. Non ti garantisco niente».
«è la nostra unica speranza ti trovarli».
Dubhe sorrise incoraggiante all'amica.
«L'ultimo posto che ha colpito?»
«La casa di Chalom. Perché?»
«potrebbe aver lasciato una traccia. Con qualcosa che gli appartiene posso rintracciarlo».
«Sei grande Theana». Lonerin la prese in braccio, e la fece volteggiare.
Anche Learco e Dubhe sorrisero.
Finalmente avevano una pista.



Angolo dell'autrice:hola:) ci siamo un po' staccati da Leah e preso in considerazione un po' i nostri Dubhe, Learco e co. In qualche modo la loro vita s'intreccerà a quella di Leah e degli Assassini. Quando?;)
No spoiler, mi spiace;)
Ringrazio RayaFee, magicadark007 e dibeh che seguono questa storia, e il mio invito agli altri di commentare è sempre valido:)
Alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 6
*** capitolo 6 passato 3 ***


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Leah a nove anni:)
CAPITOLO 6

PASSATO3

«Dove andiamo papà?»
Leah teneva per mano il padre. Stavano attraversando il dedalo di corridoi del palazzo reale di Makrat.
«Vedrai. è una sorpresa».
Sbucarono nei giardini reali.
Ad attenderli Dohor e un bambino piccolo sui quattro anni che si nascondeva timidamente dietro le gambe del padre, che subito l'apostrofò:«Per la miseria Learco sei il futuro re. Mostra un po' di contegno».
Il bambino annuì timidamente e si fece avanti. Aveva corti capelli biondi quasi bianchi e occhi verdi.
Leah lo squadrò. Che ci doveva fare lei, che aveva già nove anni, con un bambinetto di quattro?
«Maestà». Il tono di Abhik era deferente.
Dohor fissò Leah.«Tua figlia immagino».
«Si, Mio Signore».
«Tuo padre ti ha detto il motivo per cui sei qui?»
Leah scosse la testa.
«Te lo dico io allora. Ti ha portata qui perché tu possa istruirti e apprendere la magia al meglio. Vivrai qui con noi a palazzo. Domande?»
Non sapeva come rispondere a un re, ma doveva comunque sapere.«Potrò andare a trovare mamma e papà ogni tanto?»
Il re annuì con sufficienza.
«Learco ti mostrerà il palazzo. Buon soggiorno». Detto questo Dohor girò i tacchi e se ne andò.
Abhik si accucciò all'altezza della figlia.«Comportati bene, mi raccomando. Ci scriveremo sempre. E il re mi ha promesso che quando vorrai potrai tornare a casa dalla mamma, d'accordo?»
Leah l'abbracciò fortemente.«Mi mancherai papà».
Abhik le scompigliò affettuosamente i capelli.«Anche tu pulcino mio».
Quando suo padre si fu allontanato, Leah si concentrò su il principino. Negli occhi scorse una nota di maturità anomala per la sua età.
«Vieni»disse Learco senza troppi preamboli.
La trascinò di corridoio in corridoio.
«Qui ci sono gli appartamenti reali. Il tuo è lì in fondo». Leah rimase innoridita. Quello non era un bambino. Era un adulto richiuso in un corpo debole e gracile, come Aster.
«Qui c'è la sala da pranzo. Se ti affacci noti le scuderie dei cavalli».
Dopo un po' a Leah venne mal di testa. Troppe informazioni da tenere a mente.
Infine tornarono in giardino, e Learco imboccò un sentiero nascosto tra gli alberi.
«Dove mi stai portando?». Erano le prime parole che diceva da quando si erano mossi per il palazzo.
Per la prima volta il principe sorrise.«è una sorpresa».
Si fermarono davanti a un platano. Tra i suoi rami c'era una piccola casetta in legno. Dentro era semplicemente graziosa. Un piccolo lettino sotto la finestra, due spade di legno addossate alla parete e un mobiletto.
«Ti presento il mio regno. L'unico posto dove possa trovare un po' di pace»dichiarò Learco con una punta d'amarezza.
Leah lo fissò stupita.
«Come sarebbe a dire? Siete l'erede al trono. Presto sarete re e potrete fare tutto ciò che volete».
«Fino ad allora solo qui potrò sentirmi un po' libero».
«Non è giusto»disse senza pensare. Si pentì di quelle parole. Temette che il principe la punisse, già il suo primo giorno di permanenza.
Invece Learco sorrise.
«Hai ragione. Ma è la storia della mia vita».
In quel momento Leah sentì inspiegabilmente vicino quel bambino tormentato.
A tradimento Learco la prese per mano.«Io voglio con tutto il cuore che tu sia mia amica».
Leah strinse la presa.«E allora lo saremo…per sempre».
 
Leah fu di parola. Non si separavano mai. Dove c'era uno c'era l'altro.
Imparò addirittura a tirare con la spada. E ci sapeva fare.
«Avete un talento innato contessina»la elogiava il maestro di scherma.
Lei si limitava a sorridere compiaciuta.
Ma quello che odiava più di tutto, erano le lezioni di letteratura antica che animava con i suoi trucchetti magici.
«Ti ha messo in punizione?». Learco era sorpreso.
Leah annuì.«Ho mosso la sedia con il pensiero, mentre si stava sedendo».
Learco aveva faticato a riprendersi dalle risate.«Avrei tanto voluto esserci. Ma zio Forra…». S'incupì improvvisamente.
Leah sapeva quanto era spietato Forra. Per lei non era altro che un omone tutto muscoli e niente cervello. Ma si riguardava bene da lanciargli qualche incantesimo.
Con il carattere che si ritrovava poteva benissimo prendersela con una bambina.
Dopo ogni incontro con suo zio, il principino tornava sempre con qualche livido.
"Un giorno la pagherà"pensava con rabbia Leah quando vedeva il suo amico terrorizzato ogni volta che vedeva suo zio.
Perché era questo che facevano gli amici. Si aiutavano nel momento del bisogno.



Angolo autrice:eccomi con il pasato 3. Non trovate Learco e Leah troooppo carini?;)
Ringrazio RayaFee, magicadark007, dibeh e chi segue questa storia.
Un bacio e alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


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CAPITOLO 7

L'Informatore era in attesa, seduto a un tavolo di una locanda affollatissima. Era stato contattato quella mattina da un emissario del Capo. Con questo nome conosceva chi guidava i Superstiti. Non dovette attendere molto. Una figura nera si fece largo, fino a raggiungere la sedia posta davanti a lui.
«Porti notizie?»
La prima volta che l'aveva sentito parlare, era rimasto scioccato. Il suo interlocutore era una donna giovanissima, di cui però non conosceva l'identità.
«Ho fatto come mi avete ordinato. Ho raccolto informazioni sulla corte di Makrat. La sorveglianza è triplicata, dopo la morte dei più alti dignitari e del vostro scherzo con il simbolo. Adesso il re vi sta cercando per tutto il Mondo Emerso».
Se l'aspettava. Learco non era da prendere alla leggera. L'aveva capito fin dalla prima volta che l'aveva visto quasi sedici anni prima.
«Altro?»
L'Informatore scosse la testa, sconsolato.
Il Capo gettò un sacchetto di monete sul tavolo.
«Mi sei stato di grande aiuto»disse senza troppi preamboli.
Uscì silenziosamente dalla locanda e si perse nel caos di Makrat.
 

«è fuori discussione!»urlò Mahish furente.
Tornata al covo Leah l'aveva aggiornato sui fatti, e gli aveva illustrato il suo piano.
«Mi spieghi perché non dovrei farlo?»domandò pazientemente. le stava a cuore la sua apprensione. ma così era eccessivo.
«è troppo pericoloso. Hai la più pallida idea di cosa potrebbe succederti se ti scoprono?». Le prese le mani.«Io non ti voglio perdere».
Leah l'abbracciò forte, intenerita.
«Si tratta solo di un sopralluogo, nient'altro. Poi, al momento opportuno agirete anche voi e porteremo a termine la missione. Vivi»sottolineò.
«Sei sicura di volerlo fare?»
«Mai stata più determinata». Lo baciò.«Inoltre…»continuò«Learco mi conosce bene. Nessuno sospetterà di me»replicò con un sorriso.
«Ti controlleranno. Dopo che hai fatto apparire il simbolo la sorveglianza sarà ferrea».
«E io non desterò sospetti».
«Mi hai convinto».
Con gli altri non fu meglio.
«E noi che faremo senza di te Capo?». Einar aveva sul viso un'espressione di pura preoccupazione.
«Ve la caverete alla grande. Ma cercate di non finire nei pasticci. Intesi?»
Gli Assassini annuirono.
«Per questo ho incaricato Freir a prendere il mio posto. Mi sembra il più responsabile della congrega».
«Oh no»brontolò Pinur.«Poi inizierà a montarsi la testa e a darsi delle arie da capo supremo».
Freir gli lanciò un'occhiata talmente agghiacciante, che Pinur si affrettò a correggersi.«Mi sembra una fantastica idea. Sicuro, non vedevo l'ora di essere comandato a bacchetta dal capo supremo».
Dan gli diede una pacca sulla schiena.«Bravo. Comincia ad allenarti a prostrarti a terra».
Pinur lo spinse con fare scherzoso.
«Ma piantala. La mia sorte toccherà a te».
Mentre i suoi compagni continuarono il battibecco, Leah prese da parte Freir.
Si fidava istintivamente di lui. I suoi occhi grigi le rammentavano tantissimo quelli di Mahish.
«Occupati di loro. Hanno bisogno di te».
Freir le sorrise paterno.«Non preoccuparti. Non li perderò di vista neanche un secondo».
Leah alzò lo sguardo verso la luna.
«Soprattutto Mahish».
«Pensi che possa raggiungerti a Makrat?»
«Penso che si possa mettersi nei guai».
«Non preoccuparti. Lo farò rigare dritto».
 
 
Le indagini non portarono a nulla. Theana setacciò in ogni angolo della camera da letto di Chalom nel tentativo di recuperare anche un filo degli abiti che indossava l'Assassino. Nulla.
"Un vero maestro. Non c'è che dire"pensò con rabbia.
Si era sentita forte e determinata dopo l'incontro con i sovrani. Per questo si era gettata anima e corpo in quel compito.
Senza risultati. L'Assassino aveva colpito con la precisione di un chirurgo senza lasciare tracia del suo passaggio da bravo professionista.
E ora come l'avrebbe detto a Dubhe e Learco?
 

Leah si fermò senza fiato davanti al palazzo reale di Makrat. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che ci aveva messo piede.
"Due anni d'assenza"pensò con amarezza.
Quante memorie erano racchiuse in quelle mura. Ovunque si girasse ricordava ogni singolo episodio dai più buffi ai più seri.
Si riscosse dai ricordi. Era ora di entrare in scena.
Si avvicinò con passo marziale alla guardia di servizio, avvolta nel suo mantello. Per fortuna aveva avuto la brillante idea di presentarsi in panni nobili e non con la divisa da Guardia degli Incantesimi, appartenuta alla sorella.
Non appena la notò, la guardia si mise in posizione di difesa.
«Chi è là?».
Leah si tolse il cappuccio.«Leah, contessina di Damilar».
La sua reazione la colse per un attimo alla sprovvista.
Venne accerchiata da due guardie muscolose che le bloccarono le braccia.
«Così vi siete consegnata di vostra spontanea volontà traditrice».
Leah cercò di mantenersi impassibile.
«Vedremo come la penserà il re».
Il soldato sorrise beffardo.«Già. Portatela nella sala del trono. Io informo Sua Altezza».
 
Bussarono alla porta del suo studio. Learco era seduto alla scrivania intento a leggere i rapporti dei suoi generali nei fronti ancora aperti nella Terra della Notte.
«Avanti».
Entrò uno dei suoi soldati da guardia.
Quando apprese la notizia si fiondò fuori dalla stanza.



Angolo autrice:
Fenula fantasma:stavolta sarò io ad accogliere voi lettori. Drachen è al momento...indisposta.
Povera sorellona:)se ci fossi stata io l'avrei fatta vedere io a quel soldato...
Demar:Amore, calmati. Leah ha tutto sotto controllo. Fa parte del piano. Vero Leah
Leah(offesa):mi avete presa per una sprovveduta?? Certo che si.
*Drachen si fa largo tra i suoi personaggi*
Drachen:Vi mollo cinque minuti e siete già qui ad azzuffarvi:P
Ringrazio RayaFee, magicadark007, dibeh e tutti coloro che seguono la storia e che hanno una pazienza infinita con questi personaggi un po'...
*abbasso la voce con fare cospiratorio*
...pazzoidi:)
Un bacio, e alla prossima:)
Drachen:)

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Capitolo 8
*** capitolo 8 passato 4 ***


CAPITOLO 8
 

PASSATO 4

 
Era in ritardo, come al solito. Doveva raggiungere in biblioteca Learco per la lezione di letteratura antica.
Maledisse mentalmente il vestito che indossava troppo elaborato verde acqua tenue trattenuto in vita da una cintura dorata. L'ancella aveva impiegato quasi un quarto d'ora ad allacciare i lacci del corpetto. Era sua la colpa del colossale ritardo.
Percorse a passo sostenuto il corridoio davanti alla sala del trono.
Non si accorse di essere sola. Urtò accidentalmente qualcuno.
Era in ritardo, maledizione. Per questo tirò dritto. Ma la curiosità ebbe la meglio.
Era una figura che si stava allontanando a passo sostenuto. Indossava un lungo mantello nero, su cui spiccavano corti capelli ricci ramati.
"Come i miei"si ritrovò a pensare Leah.
Quando aprì la porta della biblioteca, si ritrovò faccia a faccia con quella odiosa del maestro.
Come previsto si dovette assorbire le sue lamentele.
«Contessina, dovete imparare a essere puntuale»gracchiò con la sua voce irritante.
Fu allora che Leah non ci vide più. Mormorò a mezza voce la formula, e i libri presero a fluttuare per la stanza, sotto lo sguardo scioccato del Maestro che sbiancò prima di darsela a gambe terrorizzato.
Learco non ce la faceva più a trattenere le risate.
«Un colpo di classe Leah. Meno male. Non ne potevo più a sentire i suoi deliri. Ora possiamo rilassarci».
Si sistemarono in una stanza vuota, usata di solito per gli allenamenti. Brandirono la spada. Leah era diventata particolarmente agile anche se impacciata dalla gonna del vestito.
Learco da canto suo si divertiva moltissimo in compagnia della ragazza.
Gli anni non avevano fatto altro che consolidare la loro amicizia, rendendola invulnerabile ai problemi.
Bastarono pochi assalti che la spada di Learco volò a terra.
«Sembra che abbia vinto»dichiarò Leah con un sorriso.
«Non credo»replicò Learco con un sorriso sghembo.
Le fece lo sgambetto, facendola cadere rovinosamente a terra.
«Questo non è leale!»protestò la ragazza.
«Tutto è permesso in battaglia Leah. Dovresti saperlo».
«Allora anche questo». Mormorò a mezza voce la formula che aveva evocato qualche ora prima. Il principe si ritrovò a fluttuare nell'aria.
Leah scoppiò a ridere.«Allora questo è leale»disse, piegata in due dalle risate.
«Ah, ah. Molto divertente maghetta. Ora ti dispiace mettermi giù?»
«D'accordo». Schioccò le dita, e Learco si ritrovò a terra.
«Un atterraggio più morbido no?»
Leah sbuffò.«Come sei pignolo».
«Sai ci tengo alle mie ossa intere»disse sarcastico.
Fu allora che Leah capì la finta di Learco.
«Mi hai ingannato! Era tutta una messa in scena!»
Learco scoppiò a ridere davanti alla reazione della sua amica. Leah rimase per un attimo stupita, poi si unì anche lei alle risate.
Quella notte la passò insonne.
Chi era quella ragazza che tanto le assomigliava? L'unico che le poteva dare risposte si trovava a Damilar.


Angolo autrice:Hola:)
Eccoci a ricomporre la vita di Leah:9
Diciamo che oggi sono di poche parole, quindi...
*vengo interrotta da rullo di tamburi e fuochi d'artificio*
Fenula(fantasma):notizia straordinaria!!!Drachen è a corto di parole. Miracolo!!!
*io le lancio un'occhiataccia, e lei scompare*
...quindi, come stavo dicendo ora lascio la parola a voi che leggete. Che ne pensate?
Ringrazio RayaFee, magicadark007, dibeh e a tutti voi che leggete:)
Alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


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CAPITOLO 9


Learco avanzò nel corridoio col cuore in gola. Erano passati due anni da quando aveva appreso la notizia della morte della sua migliore amica. A quel tempo era prigioniero nella Casa, e si sentiva enormemente in colpa di non esserle stata accanto a proteggerla.
E ora il suo sottoposto veniva a digli che era viva e che l'avevano condotta nella sala del trono.
Si ritrovò a correre per i corridoi sotto lo sguardo scandalizzato di servi e cortigiani. Ma non poteva attendere. Doveva vederla. Doveva essere sicuro che non fosse un' illusione.
Spalancò la porta con le braccia. Quando la vide il suo cuore perse un battito.

Quando lo vide entrare avvertì un moto di nostalgia e rancore.
Si sentiva tradita dall'unico amico che avesse mai avuto, prima di conoscere gli Assassini.
Il soldato strinse la presa sul suo braccio.
«Scommetto cento scudi che ti ordinerà di liberarmi»gli disse beffarda.
«Accetto la sfida»sogghignò il soldato beffardo.
Learco, passato lo stupore iniziale, si avvicinò sorridente.
«Guardia, lasciala andare».
«Ma…Vostra Altezza…è una traditrice»provò a controbattere, ma venne fermato dal sovrano.
«è una mia amica e come tale deve essere trattata con tutti gli onori. Sono stato chiaro?» Il soldato si proruppe in un inchino, e si congedò, lasciando i due ragazzi soli.
«Leah…Non posso credere che tu sia veramente qui. Quanto tempo è passato».
«Due anni».
«Già, due anni. Non so come possa essere andato avanti senza il tuo appoggio».
Leah non seppe che dire. A sentirlo parlare, sembrava che nutrisse ancora qualcosa nei suoi confronti.
"Non lasciarti intenerire Leah. Pensa alla missione"si rimproverò con rabbia.
Learco si batté la mano sulla tempia.«Non stiamo qui imbambolati. Devi conoscere mia moglie e il Supremo Officiante con suo marito».
Si lasciò guidare per quel palazzo che conservava tutti i suoi ricordi dell''adolescenza.
Si fermò davanti a un arazzo. Imprimeva la distruzione della Casa, e la Bestia alle prese con gli Assassini.
Nella sua mente sentì Demar gemere. Sul suo corpo avvertiva il dolore provato dall'Assassino in punta di morte. E come lui altri.
Decise di sbrigarsi, quando i suoi occhi si soffermarono su uno gnomo senza occhio sinistro e dalla barba folta.
Stavolta a emergere fu la mente di Fenula.
"è lui il mio assassino Leah". Sentì anche in quel caso il dolore.
Fece capolino anche l'essenza di Leuca. "Anche il mio".
«Leah, non vieni?».
«Arrivo».
Alla fine del corridoio tondeggiava un quadro raffigurante Learco e una giovane donna. Non troppo bella, si ritrovò a pensare Leah.
Stavolta la reazione fu più violenta.
Sentì la rabbia pura di Rekla, l'odio di Turno, Filla e Kerav.
Stavolta il dolore fisico fu troppo. Barcollò, ma riuscì ad appoggiarsi alla parete.
Learco accorse subito in suo aiuto.«Leah,stai male?»
«Un giramento di testa. Non preoccuparti».
Sbucarono in una ampia sala. La sala d'attesa delle udienze.
«Mandate a chiamare la regina e il Supremo Officiante con suo marito»ordinò, e una guardia volò fuori dalla stanza.
I due ragazzi si sedettero su comode poltrone di velluto.
«Sono passati anni dall'ultima volta che ci siamo nascosti qui, in questa sala. Ricordi la faccia del maestro quando avevi acceso e spento le fiamme degli acciaini?»
Leah annuì.«Quante risate ci siamo fatti».
Learco annuì.«Già. E ora siamo di nuovo qui come ai vecchi tempi».
Leah distolse lo sguardo.
«Dove sei stata tutto questo tempo?»
«Qua e là per tutte le terre»minimizzò lei.
Learco fece per replicare, quando il paggio annunciò gli attesi.
I primi a entrare furono Lonerin e Theana.
Nella sua mente, Leah sentì i pensieri appena sussurrati di Demar.
"Il ragazzo è colui che ha liberato lo spirito del Tiranno. E è colui che ci ha portato alla rovina scoprendo i nostri piani. Lei è colei che ha liberato Dubhe dal sigillo".
Leah li salutò con un inchino.
«è un piacere conoscerti Leah. Learco ci ha parlato molto di te»disse Theana cordiale.
Leah, prima gettò un'occhiata a Learco, poi si aprì in un sorriso.
«Piacere mio».
Learco prese per mano una ragazza, dall'aspetto apparentemente innocuo.
Stavolta non si fece cogliere impreparata dall'odio di Rekla.
"è lei Dubhe".
L'odio le invase ogni vena del suo corpo. Il suo fu un gesto del tutto volontario. Il viso s'incupì e la mano destra si chiuse a pugno. Ma durò tutto pochi secondi.
Sul viso si disegnò nuovamente un sorriso, questa volta falso.
«Leah mia moglie Dubhe. Dubhe, lei è la mia migliore amica d'infanzia».
Le due donne si strinsero la mano. La tensione che si era creata era così palpabile che si poteva tagliare con un coltello.
Fu Learco a rompere il ghiaccio
«Dobbiamo festeggiare assolutamente il tuo ritorno. Farò indire un ballo in tuo onore».
«Non ce n'è bisogno…»
«Niente affatto. Dopo anni ci siamo ricongiunti. è giusto festeggiare».
«Come volete Maestà».
Learco si voltò verso la moglie.«Non ti arrabbi se dedico un po' di tempo a…»
Dubhe fece un gesto d'insofferenza.«Niente affatto».
Solo quando Learco e Leah si allontanarono per il corridoio, Dubhe si voltò verso Theana.
«Hai percepito qualcosa in lei?»
Theana scosse la testa.«Non mi sono concentrata. Perché? Hai dei sospetti nei suoi confronti?»
Dubhe sospirò.«Quegli occhi…io li ho già visti. Non so come spiegartelo, ma erano in qualche modo…famigliari».
«Forse sarà meglio tenerla d'occhio»propose Lonerin.
Dubhe annuì, osservando il marito e la ragazza girare l'angolo.
"Chi sei veramente?"

Angolo autrice:ecco il fatitico incontro tra Leah e Learco lontani da quasi due anni:)
Ringrazio RayaFee, magicadark007, dibeh e tutti coloro che seguono la storia:)
Nel prossimo c'è...indovinate un po'...
Va bè,
alla prossima;)
Drachen:)

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Capitolo 10
*** capitolo 10 passato 5 ***


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CAPITOLO 10

PASSATO 5

Dalla carrozza ammirò il panorama che si estendeva ai suoi piedi. Damilar sorgeva in mezzo a una fitta foresta di latifoglie.
Era riuscita a strappare al re una licenza per tornare a casa qualche settimana. Sporgendosi dal finestrino inspirò l'aria umida e profumata della foresta. Quando apparve la sua casa fuori città, il cuore le martellò nel petto. Quanto le era mancata.
Quando scese dalla carrozza, due serve le andarono subito incontro.
«Bentornata contessina».
Leah era molto amata dalla servitù e dai popolani della città, per via del suo carattere dolce e solidale.
«è un piacere essere tornata»replicò con un sorriso.
Si guardò attorno.
«Dov'è mia madre?»
Una delle serve si rattristò.
«Ha avuto un attacco di febbre stanotte. Adesso è a letto».
Leah salì in fretta le scale, e aprì lievemente la porta della camera da letto.
Lei era lì, con la fronte madida di sudore, avvolta in un numero spropositato di coperte.
Le prese la mano.
«Mamma».
La donna aprì lentamente le palpebre.
«Sei proprio tu Leah?»mormorò con un filo di voce.
Leah le sorrise dolcemente.«Sono tornata per qualche giorno mamma».
La donna strinse la presa.«Mi fa immensamente piacere figlia mia. Ho sentito molto la tua mancanza».
Leah si liberò delicatamente dalla sua presa.
«Adesso vado a raccogliere delle erbe per alleviare i sintomi. Tornerò prestissimo»promise.
Ananya annuì debolmente, e chiuse gli occhi.
Leah tornò qualche ora dopo con la cesta piena di meliloto con cui preparò l'infuso. L'aroma delicato della pianta si espanse nella stanza.
Quell'arte l'aveva imparata leggendo libri di botanica. Si scoprì portata per la produzione di medicine naturali adatte a ogni occasione.
Ananya lo bevette senza protestare, poi tornò supina a letto.
Lentamente la febbre diminuì fino a scomparire, e il respiro si fece più regolare.
Il giorno dopo scomparì del tutto, ma la donna rimase comunque a letto indebolita dalla malattia. Leah si prese cura di lei in ogni momento della giornata. Ora i ruoli si erano invertiti, era lei ad accudire la madre e non viceversa come quando era bambina.
E le piaceva. Si sentiva in qualche modo responsabile nei confronti di una persona a cui voleva bene.
La ragazza misteriosa di Makrat passò in secondo piano, almeno fino a una settimana dopo.
«State un po' meglio oggi madre?»
Ananya annuì.«Penso che tra pochissimo potrò alzarmi da questo letto».
Leah sorrise.«Così ti potrò mostrare quel bel prato di fiori che ho scoperto quando sono andata a cogliere il meliloto?»
La donna le sorrise dolcemente. Pur avendo già ventitre anni era rimasta vivace e curiosa come una bambina.«Sicuramente. Però adesso prenditi un po' di riposo. Va a farti un giro per Damilar, per rilassarti».
«Non hai più bisogno del mio aiuto?»
«No. me la caverò. in fondo si tratterà di poche ore».
La sua mente corse a Alwin, il mago.
«Va bene,mamma. Sarò di ritorno tra qualche ora».
Fece preparare Tempesta, la sua giumenta nera come la pece. Ma quando fece per salire un battito possente d'ali la fermò.
Era Bhaart, e con lui suo padre.
«Pulcino mio, non mi avevi detto che eri in licenza»disse il padre sorridendo, abbracciando fortemente la figlia.
«è stata una decisione dell'ultimo minuto. Avevo bisogno di staccare un po' dalla vita assillante di corte».
«Hai fatto benissimo. Dove stai andando?»chiese, indicando il cavallo trepidante.
«Faccio un salto in città».
Abhik le fece l'occhiolino.«Divertiti allora».
 
La città era proprio come se la ricordava. Caotica. Gente ovunque e le strade piene di bancarelle di ogni merce. ma quello che stava cercando si trovava in periferia.
Si fermò davanti a una casetta di legno semplice ma al tempo stesso carinissima.
Spinse la porta cigolante.
«C'è nessuno?»
Notò una figura accanto al caminetto.
«Chi è là?»gracchiò la voce di un vecchio.
«Sono Leah».
La figura si alzò. Era un uomo sui settant'anni con una lunga barba bianca, con adosso una tunica palissandro  lunga fino ai piedi con fregi dorati. Sembrava Merlino della Corte di Re Artù.
«Oh, Leah. La figlia di Abhik. Prego, accomodati»
Si sedettero su due sedie di legno.
«Bene. A cosa devo la tua visita?»
Leah fu novizia di particolari. Raccontò dell'incontro con la ragazza e della strana sensazione che aveva provato.
«Vorrei sapere chi è»concluse.
Alwin si alzò, prese un tizzone ardente e vi ci buttò sopra strane erbe secce. Ne scaturì un vapore aromatico penetrante. Poi iniziò a mormorare una lugubre litania in una lingua a lei sconosciuta. Poco a poco nel fumo prese consistenza una forma indefinita, che poco a poco si particolareggiò.
Leah trattenne il respiro.
Era come osservare la propria immagine speculare in uno specchio. Davanti a lei c'era se stessa con indosso la divisa degli Assassini.
«Mi assomiglia»riuscì solo a dire, sentendosi ingenua.
«Lo credo bene. è tua sorella gemella»dichiarò il mago scrollando le spalle.
Il mondo intorno a Leah crollò.«Non è possibile…»mormorò con un filo di voce.
Alwin le rivolse un sorriso amaro.
«Invece si Leah. Tu sei stata adottata da Abhik e Ananya, che ti hanno amato come una figlia lo sai. In verità tu sei  figlia di Rewar, re della Terra della Notte fino a quando venne spodestato da Dohor. Con te che sei la primogenita ha avuto un'altra figlia. Si chiama Fenula ed è la Guardia degli Incantesimi della Gilda degli Assassini».
Il cuore di Leah sprofondò. Tutte le sue convinzioni stavano vacillando.
«Sei pallida». C'era preoccupazione nella voce del mago.
«Sono l'erede al trono della Terra della Notte?»
Alwin annuì.
«E mia sorella un'Assassina della Gilda?»
Il mago annuì nuovamente.
Solo allora crollò totalmente.
«Non è possibile…»
«Invece si Leah. Ma non pensare che i tuoi genitori adottivi non ti abbiano amato».
La ragazza scosse la testa.
«Infatti non lo penso. Però…». Fissò intensamente il mago negli occhi.«Perché mi hanno tenuto all'oscuro la verità?»
«Abhik e Ananya non sanno chi erano i tuoi veri genitori».
«Ma loro devono sapere»disse, alzandosi di scatto e raggiungendo velocemente la porta.«Grazie Alwin».
Il mago s'inchinò.«Sempre al vostro servizio».
 
Galoppò a rotta di collo verso casa. Il sole si oscurò improvvisamente. Leah alzò gli occhi. Ciò che vide la lasciò senza fiato. Erano Cavalieri di Drago Blu, nemici alla sua terra. Si stavano dirigendo verso Damilar.
Leah spronò il cavallo ad andare al massimo. Aveva un brutto presentimento.
Con orrore vide i draghi scendere di quota.
"No!!Mamma. Papà"pensò con disperazione. Pur essendo stata adottata, voleva loro un mondo di bene. E non li avrebbe persi.
Quando raggiunse il cortile della villa, e lasciato il cavallo, due braccia forti la bloccarono. Riuscì a scorgere fugacemente i tratti del viso del suo assalitore. E li riconobbe. Era Chalom, un veterano di guerra. Il più temibile tra i Cavalieri Drago, subito sotto Ido.
«Bene, bene. La contessina. non mi aspettavo di trovare la famiglia al completo»disse con un ghigno.
I suoi compagni sghignazzarono.
Leah provò a divincolarsi.
«Lasciami! Lasciami andare lurido bastardo!»
Chalom strinse la presa, lasciandole sfuggire un gemito.
«Non credo. Sei una ragazza così…affascinante. Credo che ti terrò con me, per i miei comodi. E intanto assisterai alla fine della tua famiglia».
«No! Mamma! Papà!»
I suoi genitori con tutta la servitù vennero rinchiusi nella villa.
A un segno di Chalom, gli altri Cavalieri si alzarono in volo, e spronarono i loro draghi a vomitare lingue di fuoco che avvolsero immediatamente la villa.
Sentì le urla disperate e di dolore levarsi al cielo con potenza inaudita.
Leah urlò di disperazione con tutto il fiato che aveva in gola.
No. Non poteva averli persi.
Un ruggito spaventoso sovrastò le urla. Bhaart era uscito dalle scuderie in fiamme irato. I draghi blu non riuscirono a colpirlo. Il drago sfruttò le correnti ascensionali per prendere quota.
Sola. Ora era sola.



Angolo autrice:eccomi con il passato 5.
Purtroppo iniziano gli eventi cruciali che influenzeranno poi il continuo della storia.
Ringrazio RayaFee, magicadark, pietraghiaccio0608, dibeh, ma anche giadycamy e Aster_Mezzelfo che l'hanno messa tra le preferite, hola1994 che l'ha inserita tra le preferite e fef staystrong che l'ha messa tra le seguite:)
Alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


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CAPITOLO 11


Tornare alla vita di corte fu piuttosto facile.

Forse perché lei era nata in quel mondo mondano che ora non aveva più segreti.

Per questo si dedicò principalmente alla missione.

Studiò ogni turno di guardia di ogni singolo soldato sparso per il palazzo.

Dopo il suo scherzo del simbolo, come le aveva anticipato l'Informatore, le forze erano quadruplicate.

"Poco male"pensò. Un incantesimo del Sonno sarebbe bastato a levarle dai piedi la maggior parte.

Camminava per i corridoi con disinvoltura, spiegando ad ogni angolo che voleva riabituarsi a quella vita.

Ma non si sentiva solo gli occhi dei soldati puntati addosso. C'era qualcuno che la seguiva come un ombra, che registrava ogni suo singolo movimento.

Per questo cercava di non avere una meta precisa.



Dubhe avvolta nel suo mantello, quello che il Maestro le aveva comprato molti anni prima, la seguì in ogni dove del palazzo.

Voleva una conferma dei suoi sospetti. In cuor suo sperava che fosse lei l'Assassina.

Sarà forse la gelosia a farle venire certi pensieri? O forse la somiglianza con quel fantasma del passato di cui non riusciva a ricordare il volto?

Si limitò a seguirla, aspettando un segno.





Si fermò a lungo in biblioteca. Sfiorò con delicatezza i libri sugli scaffali d'ebano, come fossero una reliquia. Contemplò a lungo quelli di Magia Proibita, libri che Alwin non le aveva mai fatto leggere.

"La Magia Proibita è pericolosa. Ti porta alla dannazione". Così diceva l'anziano mago.

Leah sorrise amara. Ora in caso di necessità non inorridiva al pensiero di usarla.

Sentì una sedia spostarsi.

Leah sussultò, e si voltò in direzione del rumore.

Era Theana.

La ragazza sospirò. Falso allarme.

«Mi spiace avervi spaventato, contessina»si scusò la maga dolcemente.

«Ero in soprappensiero. Non ti ho sentito». Leah sentiva ancora il cuore battere a mille.

Theana si guardò attorno con un sorriso.

«Mi piace molto venire qui, a consultare questi volumi. Perché racchiudono verità a noi celate che si manifestano davanti ai nostri occhi in mille modi diversi».

Leah la guardò un po' stralunata.

"è un tipo abbastanza strano"commentò Fenula, ridacchiando.

“Già”rispose.

Theana fece per riprendere la parola, ma fu bloccata dal paggio reale.

«Contessina. Siete attesa in sala da pranzo dalle Vostre Altezze».

«Ci si vede in giro, Leah»si limitò a salutarla Theana.

A pranzo quasi crollò la recita.

Learco le porse la stessa domanda di qualche giorno prima.

«Dove sei stata in questi due anni?»

Si sentiva addosso gli occhi indagatori di Dubhe.

«Te l'ho già detto. Un po' in tutto il Mondo Emerso»rispose Leah vaga.

«Quindi avrai sentito parlare dei Superstiti?»

Stavano entrando in un argomento pericoloso. Cercò di mantenersi sul vago.

«Qualcosa».

«E sai anche degli omicidi che hanno compiuto?»

Leah scrollò le spalle.«Quello che sa la gente. Niente in particolare».

«L'ultimo a morire è stato Chalom»intervenne Dubhe. Voleva una prova. In fondo al cuore sperava che l'istinto non la tradisse. Aspettò un segno. Che non arrivò.

«Ho sentito parlare di lui»rispose invece la ragazza.

Dubhe represse un moto di delusione.

Learco annuì.«è stato un grande Cavaliere di Drago Blu, prima di sistemarsi definitivamente qui a Makrat. Per il suo coraggio, e gratitudine l'ho nominato consigliere insieme ai suoi compagni. Sai, sono stati loro a liberare Makrat dai sostenitori di mio padre».

«Come i miei genitori»si lasciò scappare Leah.

«Mi spiace per i tuoi. Ma non è andata così. Chalom mi ha raccontato, com'è andata. Non c'era più nulla da fare».

Leah strinse la mano a pugno.

«Cosa ti ha detto?»

«Che i soldati di mio padre hanno dato fuoco a casa tua con la tua famiglia all'interno. Ha provato a salvarli. Inutilmente».

"Porco maledetto"pensò con rabbia Leah. Come aveva potuto mettere su una bugia del genere?

Non rispose, rimuginando su ciò che le aveva rivelato Learco.

"Maledetto. Ti sei rigirato tutto a tuo favore. Ma per fortuna, sei morto".

Almeno poteva contare su quest'ultimo pensiero consolante.



Quel pomeriggio Learco la condusse nella sala degli addestramenti.

Nel rivederla Leah ebbe un tuffo al cuore. Quanti ricordi erano racchiusi in quelle quattro mura? Ne aveva perso il conto.

«Te la senti di tirare due affondi con me?»

«Perché no». Si sarebbe tenuta un po’ in allenamento per il Gran Colpo.

Dopo un paio di scoccate, Learco non credeva ai propri occhi. L’amica l’aveva sconfitto in poche mosse fulminee.

«Diamine se sei migliorata. Dove hai imparato?»

Leah rimase per un attimo titubante. Non poteva dirgli che era stato Freir, durante i suoi primi mesi di permanenza con i Superstiti, ad allenarla.

«Avendo vagabondato in ogni dove del Mondo Emerso mi sono imbattuta in soldati. Mi è bastato osservarli e ricordare le loro mosse». Era la scusa più stupita che era riuscita a trovare, che però convinse Learco.

«Che guerrieri che devono essere stati».

Fu interrotto dal ciambellano.«Perdonate il disturbo Vostra Altezza. Siete desiderato dai generali nella sala della riunioni».

«Con il tuo permesso»si congedò Learco, baciando nobilmente la mano della ragazza.

Leah rimase sola tra lo scintillio delle armi e i raggi del sole pomeridiano che si facevano strada prepotentemente tra gli spiragli delle tende.





A tarda sera Dubhe entrò come una furia in camera sua. Una perdita di tempo. Aveva seguito Leah in ogni momento della giornata e in ogni singolo luogo.

Soffocò un moto di stizza. Eppure aveva già delle prove. La sinuosità nei movimenti quando si muoveva. O, stando ai racconti di Learco, la sua notevole padronanza della magia. Se solo l'Assassino avesse colpito di nuovo. Avrebbe potuto smascherarla.

No. Non poteva perdere la concentrazione

“Un altro giorno Dubhe. Solo uno”.



Rimase a letto a leggere alla lieve luce della candela.

Ma non riusciva a concentrarsi.

Le parole si mescolavano, creando i volti dei suoi amici.

Quanto le mancavano. Loro avevano ereditato il ruolo dei suoi genitori adottivi.

Erano la sua famiglia.

Sconfitta, chiuse il libro.

E fissò il soffitto. Il suo ultimo pensiero fu per Mahish.







Angolo autrice:imploro pietà per il ritardo(problemi tecnici):)

A dire la verità non è venuta questa meraviglia il capitolo:p spero che lo possiate comunque apprezzare:)

Vi ringrazio per la pazienza che avete avuto nell'attenderlo:)

Nel prossimo...si rivelerà il lato oscuro di Chalom:(

Alla prossima che non sarà tanto tardi,

Drachen:)

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Capitolo 12
*** capitolo 12 passato 6 ***


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CAPITOLO 12


PASSATO 6

I giorni di prigionia sotto Chalom furono solo due,ma i peggiori della sua vita.
Depredata della sua nobiltà veniva trattata peggio di un animale.
«Non vali neanche il prezzo di un riscatto»l’aveva beffeggiata più volte.
E aveva iniziato a picchiarla con piacere. Le urla della ragazza non facevano che incitare Chalom. Perché lui provava una sorta di ebbrezza all'odore del sangue.
E a tarda sera anche della sua dignità.
La prima notte la svestì del suo abito,ormai malconcio.
«Tu ora verrai a letto con me » le aveva detto con un ghigno sadico.
« Non soddisferò mai il tuo piacere! Piuttosto preferirei morire!» gli aveva urlato nel patetico tentativo di ribellarsi.
Chalom non si fece intimorire, e si era permesso un sorrisetto sarcastico.
«Come vuoi. La scelta è tua».
La trascinò di peso verso il letto.
Legò i polsi con una robusta catena alle sbarre di ferro del letto. E lì la violentò. Chalom provava piacere nel dolore degli altri. Quella notte raggiunse un notevole stato d'eccitazione. Il suo piacere era accresciuto dal terrore che trapelava da ogni resistenza della ragazza.
La mattina buttò la giù dal letto piena di lividi bluastri in quasi tutto il corpo.
Tremava in preda al terrore puro. Non immaginava che esistesse un Inferno simile.
«Alzati e vestiti,animale».
Leah non aveva neanche la forza di ribellarsi, per questo ubbidì umilmente.
Il viaggio fu durissimo. Chalom procedette a cavallo. Teneva legati con una robusta corda, assicurata saldamente alle redini, i polsi già segnati da profonde ferite della ragazza. Procedevano spediti e senza sosta, e se Leah si accasciava a terra sfinita c'era sempre Chalom pronto a infierire su di lei a colpi di frusta.
La notte si ripeté la stessa storia del giorno precedente.
 
Erano al confine con la Terra dei Giorni, quando accadde.
«Tra due giorni raggiungeremo Narbet».
«Molto bene»disse Chalom con un sorriso luciferino.
Quando il suo attendente ebbe lasciato la tenda, si voltò verso la ragazza.«Quando arriveremo a Narbet non sarai più un mio problema. è un peccato però, mi hai portato a livelli inimmaginabili d'eccitazione. Vedrò di ricavare una buona somma al mercato degli schiavi».
Le spalle di Leah si abbassarono. Dunque, finiva così. I suoi pensieri furono interrotti da un ruggito tonante di un drago. Chalom uscì dalla tenda, con la spada in pugno. Nella confusione recuperò il mantello di Chalom.
Leah l'avrebbe riconosciuto tra mille. Bhaart. Il suo Bhaart l'aveva trovata.
Con un ruggito, da terrorizzare anche il più coraggioso dei guerrieri, si fece strada tra i soldati per proteggere la sua padrona. Vomitò fiamme in tutte le direzioni finché i Cavalieri non si arresero e scapparono a gambe levate.
Quando non furono altro che puntini all'orizzonte Leah si lasciò andare in un pianto liberatorio.  Ora era finalmente libera da quell'incubo, in compagnia del suo drago.
Ma adesso dove andare? L'unica cosa che le venne in mente fu la Casa.
Volò  per due giorni interi,senza dormire. Aveva paura di ricordare le notti con Chalom.
Dopo aver raggiunto Narbet, e lasciato Bhaart in una scuderia si addentrò nel centro, dove sentì  una strana agitazione.
Tutti gli abitanti stavano festeggiando.
Entrò in una locanda e pagò il pasto con quei pochi soldi che aveva nascosta in una tasca nascosta della gonna.
«Cos'è successo?»
«Dohor e la Gilda sono stati sconfitti»disse felicissimo il locandiere.
Il cuore perse un battito. No. Aveva perso anche sua sorella.
Voleva vedere con i suoi occhi.
 
Leah osservò la distruzione della Casa da lontano.
Alwin era stato chiaro. Era là che si trovava la sua gemella.
Solo quando fu sicura che non ci fosse anima viva si decise ad avvicinarsi.
Le rovine erano più spettrali da vicino. Le guglie erano a terra e sul rosone si apriva uno squarcio come quello di una ferita.
Alzò gli occhi al cielo. La luna brillava spietata su quelle rovine, come per farsi beffa della morte che aveva impregnato quel luogo.
Si passò la lama del pugnale nel palmo della mano. Lasciò che il suo sangue vermiglio gocciolasse a terra lasciando piccole gocce rotonde.
«La tua morte sorella mia come quella dei tuoi compagni non sarà vana. perché nonostante tutto avrai la tua vendetta». Lo giurò su se stessa.
Fece per andarsene, quando sentì rumori di zoccoli in avvicinamento.
Erano soldati delle Terre Libere. Riconobbe l'emblema del casato dei re della Terra delle Rocce.
«Bene, bene. Cosa ci fai qui sgruadrinella? Hai perduto la strada di casa?»la beffeggiò uno.
Leah notò a pochi centimetri dal suo piede una spada. Con agilità la raccolse e la frappose tra sé e i soldati.
«Avvicinatevi, e vi ammazzo. Chiaro?»
«La vipera ha tirato fuori il veleno»disse il soldato, con tono beffardo.
«E non solo quello».
Leah brandì la spada con entrambe le mani, e si accannì sui soldati.
Recise di netto le teste dei soldati vicini. Ma gli altri non si fecero cogliere impreparati.
Un dolore atroce al fianco la lasciò senza fiato. Cadde a carponi a terra, il corpetto già zuppo di sangue. Con la coda dell''occhio vide una figura nera che si muoveva leggiadra contro i soldati, prima di perdere i sensi.
 
L'ombra rimase stupito nel contemplare la danza mortale di quella ragazza, così bella.
Sussultò quando venne colpita al fianco da cui iniziò a colare sangue vermiglio.
Solo allora decise d'intervenire. Sguainò la spada e colse di sorpresa due soldati che si trovarono con la testa recisa.
Gli altri in si fecero cogliere impreparati, ma soccombero sotto quella furia.
Quando tutti i soldati furono morti, si decise ad avvicinarsi alla ragazza. Era davvero bellissima con i suoi capelli ramati tutti scompigliati come a formare una corona. Con orrore notò il viso terreo e pallido. Doveva curarla. E anche subito.
La prese in braccio, e si allontanò nella vegetazione.

 

Angolo autrice:chi di voi vuole uccidere Chalom? è tutto vostro. Ancora non capisco come mi sia venuta in mente una cosa simile!
Perdonate il mio attimo perverso...è lo stress da studio che mi fa venire in mente certe idee;)
Ciao, ciao:)
Drachen;)

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


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CAPITOLO 13

Mahish non si sentiva per niente tranquillo.
Era quasi due settimane che aveva ricevuto il primo messaggio magico di Leah.
"Dentro"
Quei giorni furono di fuoco. Seduto sugli scalini del porticato della casa, era coinvolto in una lotta interna. Da una parte la ragione, che lo tranquillizzava. "Leah è al sicuro. Sa quello che fa".
 Dall'altra il cuore che  lo incitava di salire in groppa a Bhaart e volare a rotta di collo fino a Makrat, prendere Leah tra le braccia e baciarla.
Mai il desiderio nei suoi confronti si era fatto così prepotente.
Neanche quel bellissimo giorno in cui si era finalmente dichiarato. Una notte stellata che non avrebbe mai dimenticato…
 
Ricordò quel bellissimo giorno quando le rivelò il suo amore per lei.
Era accaduto quasi dieci mesi prima.
Erano seduti sul prato dietro al loro covo.
Lui d'istinto aveva allungato la mano verso di lei,e l'aveva stretta tra le sue. Durò tutto una manciata di secondi.
Ritrasse la mano imbarazzatissimo. Cos'aveva combinato?
«scusa...io...non volevo» aveva farfugliato rosso in viso e il cuore a mille all'ora.
Proprio a lei doveva farlo,che era stata violentata da quel porco di Chalom?
Leah lo fissava con una strana luce negli occhi.
«Perché hai ritratto la mano?»
Mahish la fissò negli occhi.
«Perché so quello che ti è successo. Non volevo turbarti. Dimentica che l'abbia fatto».
Ma a sorpresa lei si avvicinò,fermandosi a pochi millimetri dal suo viso. I suoi capelli selvaggi gli sfioravano il viso. Mahish si perse nella profondità di quegli occhi.
«So che non mi farai mai del male Mahish. Mi fido di te».
E lo baciò con passione.
Lui parve per un attimo sorpreso. Il suo sogno si era avverato. Fin da qundo l'aveva vista la prima volta l'aveva desiderata. Ma dopo la terribile rivelazione aveva lasciato perdere. E ora era lei a BACIARLO.
«Ti amo» le aveva sussurrato, e l'aveva condotta in camera sua.
Lei era rimasta sull'uscio titubante. E aveva tutte le ragioni.
«Se non te la senti non c'è problema...»
Lei l'aveva trascinato a letto. Si erano sdraiati vicini,i corpi aderenti da sembrare complementari.
Era stata la notte più bella della sua vita.

 
«Preoccupato?»
Freir emerse dall'ombra, e si sedette vicino al ragazzo.
Mahish annuì.
«Non ce n'è bisogno. Leah è un tipo in gamba che sa quello che fa».
«Lo so, ma… è sola tra i nemici. Ho paura che la scoprano».
«Tieni molto a lei»osservò Freir.
«Più della mia stessa vita»dichiarò Mahish sicuro.
«Comprendo ciò che stai provando»disse Freir sinceramente.
«Davvero?»
Freir annuì.«Anch'io sono stato innamorato, una volta»disse. Poi sorrise di fronte all'espressione smarrita del ragazzo.«Cosa credi? Che noi Guardie siamo automi privi d'emozioni?»
Mahish arrossì.«No, è solo che…le voci…»
Freir incrociò le braccia al petto divertito.«Non dirmi che credi ancora a quella leggenda?»
Circolavano voci tra gli Assassini semplici sulle Guardie, macchine assassine prive d'emozioni umane come l'amore e la felicità, ma solo portatori di morte. Freir, in quanto Guardia delle Stanze, era tra loro, pur essendo la persona più simpatica che abbia mai conosciuto(questo lo scopre dopo il crollo della Gilda).
«Si…»mormorò imbarazzato il ragazzo.
«Stai tranquillo. Non è affatto così»lo rincuorò.
«Quindi anche tu sei stato innamorato?»
«Già…»rispose Freir perso nei ricordi.
«Era una sacerdotessa. Si chiamava…sono passati ventisei anni…ah, si…Tamara».
«Era bella?»domandò Mahish incuriosito.
«Molto. Aveva profondi occhi neri, e un certo non so che, che la rendeva diversa dalle altre donne. Forse il suo modo di amare così puro e semplice, o come ti faceva sentire al sicuro. Non so. Ma fatto sta che ci vedemmo per moltissime notti. Dopo pochi mesi rimase incinta».
«Maschio o femmina?»
«Maschio. Ma Yeshol mi permise di vederlo solo alla nascita e di ricordare il suo nome. Mahish».
«Come me».
Freir lo fissò negli occhi.
In quel momento Mahish capì. I tasselli andarono al loro posto come un puzzle.
«Sono tuo figlio?»
Freir annuì.«Avrei tanto voluto dirtelo prima ma Yeshol me l'aveva proibito. Poi con la caduta della Casa, l'arrivo di Leah non ho trovato il tempo di rivelartelo. Ma ora posso chiamarti…figlio».
Mahish non riuscì a trattenere la commozione e buttò le braccia intorno al collo del padre che aveva appena ritrovato.
Finalmente si erano ricongiunti.
Ma la loro felicità durò poco.
Fu Dan a dare l'allarme.
«Ci attaccano!»




Angolo autrice:ciao:) spero di non avervi traumatizzato con questa rivelazione shock;)
Vi chiedo umilmente perdono ^_^
Spero che possiate apprezzarlo comunque:)
Vi ringrazio per la vostra pazienza, non è molto facile avere a che fare con una come me;)
Un bacio,
Drachen:)

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


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CAPITOLO14


«Un buco nell'acqua»disse Dubhe, furente.
Theana alzò gli occhi dai rapporti dei pochi Fratelli della Folgore sparsi per il continente.
«Non ha messo piedi in fallo. Non ha fatto niente che la incastrasse». Si prese la testa tra le mani.«Leah è innocente. E io ho seguito il mio stupidissimo istinto che la collegava a un fantasma che non esiste».
Theana le mise la mano sulla spalla.«Dubhe calmati».
Lei alzò gli occhi disperata.«Sai cosa significa la comparsa di quel simbolo sull'arazzo. I prossimi obiettivi dell'Assassino saremo io e Learco. Non voglio che accada».
«Lo fermeremo». L'amica provò a farle coraggio. Ma non poteva negare evidenza.
Sapeva che la loro era una corsa contro il tempo.
Dubhe fece per replicare, quando un paggio bussò alla porta.
«C'è una missiva importante per voi, Maestà».
Dubhe lesse velocemente la pergamena che le porse.
All'improvviso si alzò di scatto, indossando il mantello.
«Dubhe, cosa…»
«Metti il mantello Theana. Dobbiamo andare nei bassifondi».
 
La periferia della città era come la ricordava. Gente losca intenta a concludere chissà quali affari. Passò davanti all'erboristeria di Tori, e fu quasi tentata di andare a salutare il vecchio amico.
Ma si bloccò.
"Non adesso Dubhe. Hai altro di importante da fare"pensò.
Entrarono in una locanda malfamata, il"Drappo Nero".
Si sedettero in un tavolo in disparte.
C'era gente che giocava d'azzardo, e rideva sguaiatamente quando vinceva. Uno gnomo sbronzo nel tavolo lì vicino.
Theana si strinse nel mantello.
Dubhe impassibile fissava la porta.
Una figura avvolta in un mantello nero si fece strada verso il loro tavolo.
«Siete voi Dubhe?»
La giovane regina annuì.
L'ombra si sedette sulla sedia davanti a loro. Si chinò in avanti con fare cospiratorio.
«Ho le informazioni che state cercando»dichiarò.
Dubhe sorrise sprezzante.
«Per questo siamo venute qui in questo posto malfamato. Ebbene fa che tutto non sia vano».
L'ombra si contorse nervosa sulla sedia.
«Prima di parlare voglio la vostra parola».
Dubhe liquidò il discorso con la mano.
«Avrai protezione, se le tue informazioni saranno importanti come dici».
L'ombra prese aria.«Il mio nome è Ahmad e sono l'Informatore del Capo dei Superstiti».
Dubhe lo guardò con occhi sgranati.
«Sei in combutta con quei demoni»mormorò con rabbia.
«Lo sono stato. Ma ora sulla mia anima gravano tutti gli omicidi che hanno compiuto in questi due anni. Per questo voglio rimediare. Sono stato io a dare informazioni al Capo sulla corte di Makrat».
«Il Capo? Tu conosci la sua identità?»
Ahmad scosse la testa.«So solo che è una donna giovane dal tono di voce».
«Però»continuò«so dove si trova il loro covo».
«Te l'hanno rivelato?»
Ahmad scosse nuovamente la testa.«Una volta ho seguito il Capo di nascosto. Hanno sede in una vecchia cascina poco lontano da qui».
«Come hai fatto a finire nel loro giro?»domandò Theana incuriosita.
«Ho tentato di uccidere uno di loro. Mi ha fermato uno sulla cinquantina che mi ha minacciato con il pugnale. Io volevo vivere, per questo implorai pietà. Me la concessero però in cambio sarei stato il loro informatore».
«Se non l'avessi fatto?»
«Mi avrebbero ucciso»rispose Ahmad lapidario.
Dubhe si alzò.«Grazie. Ci sei stato di grande aiuto. Manderò tre dei miei soldati che ti proteggeranno».
L'uomo s'inchinò commosso.«Grazie Mia Signora. Grazie».
Dubhe si sentì gli occhi puntati addosso.«Non è necessario».
Solo allora Ahmad capì.«Oh, certo. Mi scusi». E uscì dalla locanda.
«Andiamo Theana. Abbiamo del lavoro da sbrigare».
 
Una pioggia di fuoco si abbatté su di loro. Ebbero il tempo di uscire dalla cascina prima che questa prendesse fuoco.
Ad attenderli una cinquantina di soldati armati fino ai denti.
"Maledizione"pensò con rabbia Mahish.
Come avevano fatto a scoprirli? E Leah? L'avevano scoperta?
Non ebbe il tempo di pensare ad altro che un soldato provò a colpirlo con un fendente. Mahish fu rapido a schivarlo e a piantare la lama del pugnale nella schiena. E così al successivo.
Non si accorse di uno alle sue spalle che preparò il colpo mortale. Che non andò a segno.
Freir si era frapposto tra il figlio e la morte. Il soldato si distrasse solo per un attimo, colto alla sprovvista. Mahish fu rapido a colpirgli la testa, recidendogliela di netto.
Urlò tra le lacrime il nome del padre appena trovato, a terra in un lago di sangue.
«Mi spiace Mahish di come è andata a finire. Però almeno prima di morire sono riuscito a chiamarti…figlio»mormorò Freir con le ultime forze che gli rimanevano. Gli occhi gli si spensero e il corpo si abbandonò mollemente a terra.
Mahish urlò con tutto il fiato che aveva in gola tutta la sua disperazione. E preso da una furia omicida si accanì sui soldati.



Angolo autrice:eccomi con il capitolo 14.
è uno dei più tristi che abbia mai scritto:( a mio parere.
Ringrazio chi segue questa storia, sul serio mi fate arrossire con i vostri complimenti ://)
Un bacio,
Drachen:)

P.S:posterò anche una storia inedita sullamore tra Freir e Tamara:)

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Capitolo 15
*** capitolo 15 passato 7 ***


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CAPITOLO 15


PASSATO 7

Il suo fu un sonno agitato.
Nel buio prendevano forma persone che l'osservavano severe.
Poi dall'ombra emerse lei. Fenula.
Aveva un sorriso aperto e sincero.
«è bello conoscerti sorella mia».
Leah rimase allibita.
«Sei tu?»
Fenula scoppiò a ridere.«Ti aspettavi qualcun altro?»domandò retoricamente.
Leah scosse la testa.«Eri tu nel corridoio di Makrat?»
«Già». Si fece seria.
«Noi»disse indicando la gente che si era disposta in cerchio intorno a loro.«Siamo gli adepti della Gilda degli Assassini morti per mano di Dubhe e l'esercito delle Terre Libere. Ma non tutto è perduto sorella mia».
«La setta non è stata distrutta?»
«Se ne sono salvati sei Leah. Trovali, unisciti a loro e vendicaci, non ti chiediamo altro. Uccidi Dubhe».
Leah scosse la testa.«Sono la persona sbagliata. Non sono come te, non ho mai ucciso nessuno».
«Ti sbagli. Tu sei mia sorella. L'omicidio ce l'hai nel sangue. E poi non ti sei allenata a combattere con Learco?»
Leah annuì, senza sapere cosa rispondere.
Fenula le prese le mani.«Ora devi andare».
«No!»urlò Leah.«Non mi lasciare!Non ora che ti ho trovata!»
«Sorella mia, tu non sarai mai sola. Ti sono sempre stata accanto nei momenti di bisogno».
Le premette l'altra mano sulla fronte.
«Da adesso in poi vedrai ciò che noi abbiamo visto. Potrai sfruttare i nostri ricordi per la missione. Rammenta. Noi saremo al tuo fianco fino all'ultimo. Tu sarai il nostro tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti».
Furono le ultime parole che sentì prima di essere risucchiata verso il basso.


«Ah!». Si svegliò di soprassalto. Era sdraiata su un comodo giaciglio con una coperta fino a metà torace.
Si guardò attorno. Era una stanza piccola e poco arredata.
Provò a girarsi un fianco, che le lanciò una fitta dolorosissima. Le scappò un urlo.
«Stai ferma, altrimenti è peggio». Nel suo campo visivo entrò il viso di un ragazzo poco più grande di lei, con capelli scuri leggermente lunghi e occhi grigi sofferenti.
«Chi sei?»mormorò Leah con un filo di voce.
« Mahish, per servirvi»si presentò il ragazzo, regalandole un sorriso sincero.
Leah si abbandonò pesantemente sul letto.
«Dove mi trovo?»
«Al sicuro»minimizzò lui, con fare evasivo.
Sapendo che non avrebbe ricavato altro, decise di cambiare argomento.
«Cos'ho?»
«Una profonda ferita al fianco e numerosi lividi. Quando ti abbiamo portata qui eri in fin di vita. Sei rimasta priva di vita per tre giorni. Tieni». Le porse una ciotola di zuppa calda.«Devi rimetterti in forze».
Leah scoprì di avere una fame da lupi e finì la zuppa in pochissimi secondi.
Mahish rise di fronte a quella voracità.«Aspetta, te ne prendo dell''altra di là».
«Grazie».
Sentì delle voci fuori dalla porta.
«Allora, come sta?»
«Si è svegliata, ma deve rimettersi in forze prima di rispondere alle nostre domande».
«Non può essere lei. Insomma è morta…»
«Tutto a tempo debito». La voce di Mahish era autoritaria.
Rientrò poco dopo con due ciotole fumanti. Anche lì le finì a tempo record.
«Va meglio ora?»
Leah annuì.«Sei stato molto gentile, e ti ringrazio. Ma ho una missione da portare a termine». Fece per alzarsi ma il dolore la inchiodò ì dov'era.
«Tu non vai da nessuna parte. Non conciata così, intesi?»
Sembrava suo padre. "No Leah, devi stare a letto. Bruci di febbre. Dove credi di andare?"
Si risitemò ubbidiente sotto le coltri.
Mahish sorrise.«Te la senti di rispondere a delle domande? I miei compagni sono curiosi di sapere chi sei».
Leah deglutì.«D'accordo». E ora doveva stare attenta a ciò che rispondeva.
Mahish aprì la porta e entrarono cinque uomini, tutti indossanti un mantello nero. Sembravano più grandi di lei di qualche anno, e ce n'era uno sulla cinquantina. Avevano una carnagione pallida che li faceva sembrare degli spettri, e sul viso era dipinta preoccupazione.
Si fece avanti un biondino dagli occhi azzurro slavato, niente a che vedere con i suoi.
«Chi sei?»
La ragazza prese fiato.«Leah».
Un mormorio percorse gli uomini che si lanciarono sguardi intensi.
«E che ci facevi là, in prossimità delle rovine del Tempio?»
«Niente»minimizzò lei. Si accorse delle facce scettiche degli uomini. Insomma le avevano salvato la vita. Poteva fidarsi. O no?
«In verità ero là in prossimità della Casa perché sono legata profondamente a quel luogo. Ma i soldati delle Terre Libere mi hanno attaccata»replicò, con sincerità.
«Quindi non sei una spia del Consiglio delle Acque?»
Leah lo fissò con occhi sgranati.«Io? Mio padre era il più fidato luogotenente di Dohor».
«Un'ultima domanda. Sei tornata dall'aldilà?»
Leah lo fissò stralunata. Che razza di domanda era?
«Sappiamo chi sei…Fenula».
Ora era tutto chiaro. L'avevano presa per la sorella. Ma se loro la conoscevano, questo poteva significare…
«Siete voi i superstiti della Gilda». Li aveva trovati.
La fissarono in silenzio.«Certo che si Fenula. Non ci riconosci? Siamo i tuoi compagni».
«Forse nell'aldilà le hanno fatto il lavaggio del cervello»sghignazzò il ragazzo dai capelli rossi, che si beccò una gomitata dal vicino.
Leah scosse la testa.«è tutto un grosso malinteso. Io non sono Fenula, sono sua sorella gemella».
Tutti la fissarono a bocca aperta.
«Diamine se le assomigli»disse uno largo come un armadio, ma dal viso bonario.
«Ma tu come fai a sapere che insomma…noi siamo Assassini».
Leah sorrise.«Fenula mi ha contattato nel sonno. Mi ha chiesto di unirmi a voi per compiere la vendetta che ci spetta».
Gli Assassini si fecero attenti.«E in che modo?»
«Uccidendo i responsabili della nostra rovina. Dubhe e Learco».
Notò sorrisi farsi strada sui visi dei suoi nuovi compagni.
«Siamo con te».
Vollero sapere tutto di lei.
Leah li accontentò. Parlò loro di come aveva scoperto la magia, quando era stata portata a Makrat per continuare gli studi e della sua amicizia con Learco. L'incontro fugace con Fenula nei corridoi del palazzo e di quando aveva scoperto la verità sul suo passato. Della morte dei suoi genitori adottivi, l'incubo con Chalom, allo scontro con i Cavalieri delle Terre Libere che l'avevano attaccata nella Terra della Notte.
Anche loro si aprirono alla ragazza.
Alla fine si sentiva come loro. Maledetta e ricercata.
Ma, presto avrebbe ottenuto vendetta sotto tutti i punti di vista.
Il trono perduto.
La morte degli assassini dei suoi genitori adottivi.
Dubhe, artefice della fine di Fenula e dei suoi compagni.
E poi, quando aveva scoperto che Chalom e i suoi compagni erano diventati consiglieri della corte di Makrat anche contro Learco. Già, Learco. Si sentiva tradita dal suo migliore amico. Anche lui sarebbe perito.
Spostarono il loro covo da una casa abbandonata nella periferia di Narbet in una in mezzo ai campi appena fuori Makrat.
Decisero di colpire le fondamenta della monarchia della Terra del Sole assassinando proprio loro, i più fidati consiglieri, ex Cavalieri di Drago Blu, nell'attesa del Grande Colpo.
Ed è così che la storia inizia.



Angolo autrice:i tasselli del passato di Leah sono andati a posto:)
E adesso? Adesso ci sarà ciò che i Superstiti(se sono soppravvissuti) definiscono il Grande Colpo. Il destino del Mondo Emerso sarà deciso per sempre...
Curiosi di sapere come andrà?;)
Nei prossimi capitoli la suspence salirà alle stelle...o almeno spero:) ho messo tutta me stessa per riuscirci:)
Un grandissimo grazie a chi segue questa storia:)
Un bacio,
Drachen:)

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


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CAPITOLO 16

Dubhe pregustò il momento di fronte alla finestra. All'orizzonte si levava fumo nero. E questo significava una cosa sola. Avevano finalmente scovato i Superstiti che, a quanto diceva Ahmad, erano solo sette.
Un sorriso di soddisfazione si dipinse sul suo volto. Ma le sfuggiva qualcosa.
«Ce l'abbiamo fatta Dubhe. Abbiamo vinto». Theana era seduta lì vicino.
Dubhe avrebbe voluto dire di si, ma qualcosa la bloccava. L'istinto le diceva che non era ancora finita.
Cercò di rammentare le parole di Ahmad, il giorno prima.
 
«Perché ora ce lo dici? Non hai paura che ti scoprano?»
Ahmad aveva sorriso.«Da quando ho incontrato per l'ultima volta il Capo non sono più entrati in azione. E inoltre»continuò«non devo temere per il Capo. Ora è in incognito a corte».
 
Per Dubhe fu come ricevere un pugno.
 
«Quanto tempo fa avete avuto l'ultimo incontro?»gli aveva chiesto.
«Mmm…un mese fa, credo».
 
Le mancò l'aria.
Leah…Leah era apparsa una settimana dopo. Coincidenza?
Poi ricordò dove aveva già visto i suoi occhi.
Era stato quattro anni prima. In preda alle convulsioni della Bestia nella cella dove Rekla l'aveva segregata la prima settimana di permanenza nella Casa, aveva visto tra le sbarre il volto infantile di una donna su ventitre anni. Sorrideva compiaciuta davanti alla sua sofferenza.
«Dovrà imparare prima a poi chi comanda qui, non trovi?»aveva detto a Rekla. Fenula, la Guardia degli Incantesimi. Ecco chi era.
Ora era tutto chiaro, cristallino come l'acqua.
«Dubhe…». Theana era preoccupata dall'improvviso cambiamento d'umore dell''amica.
Dubhe non l'ascoltò. Uscì in corridoio. Notò Lonerin si stava avvicinando.
«Dov'è Learco?»
«L'ho visto poco fa. è in compagnia di Leah, nella sala del trono».
«Dobbiamo sbrigarci!»
«Dubhe che c'è?»
«L'Assassino colpirà tra poco. E io lo devo fermare!»
«Dubhe…tu…»
«Siamo stati ingenui. L'abbiamo avuto sotto gli occhi per tutto questo tempo. Ci ha ingannati».
Fu in quel momento che Theana capì.«Per Thenaar…»
 
«Davvero pensi che funzionerà?»
Erano seduti sugli scalini della pedana su cui erano adagiati i due troni, che sorseggiavano del buon vino rosso.
Leah sorrise.
«Dopo tutto il tempo che ho passato con te, ho imparato anch'io un po' di politica».
Learco annuì. Il fronte nelle Terra della Notte non andava molto bene. Le sue truppe erano lì per mantenere la pace tra le famiglie nobili che si disputavano il trono vacante, senza risultato. Era guerra aperta. Per questo stava valutando la proposta di Leah. Una sfida.
«Una sfida con prove di abilità. Così il popolo potrà scegliere chi è degno di diventare re».
Learco si massaggiò l mento pensoso.
«Dovrei indire un Consiglio con gli altri regnanti e valutare la proposta». Le sorrise.«Sapevo di poter contare sul tuo aiuto».
Leah gli sorrise nervosa. La cosa sospettò Learco che preferì, però, non indagare.
«Potresti diventare tu regina»disse ironicamente.
A Leah andò di traverso il vino. La tosse fu così violenta da farle versare un po' dela bevanda sul suo abito porpora.
«Oh, cavolo. Scusa Leah».
Lei lo fissò stralunata.«Stavi scherzando prima, vero?»
Learco scoppiò a ridere.«Certo. Anche se ti ci vedrei parecchio».
Leah lo fissò di sottecchi.«Ti dispiace se vado a cambiarmi d'abito?»
Learco le porse il braccio per aiutarla ad alzarsi.«Certo che no».
La ragazza si allontanò a passo sostenuto dal trono.
Si bloccò per un attimo sulla soglia.
«Addio Learco».
 
 
Dubhe arrivò trafelata seguita da Lonerin e Theana entrambi sconvolti.
«Dubhe, cosa…»
«Dov'è Leah?»
«Ha detto che torna subito. Perché?»
Dubhe non l'ascoltò. Chiamò le poche guardie che riuscì a trovare. Un totale di otto. Tra loro un giovane dai capelli scuri e gli occhi grigi, un gigante, un tipo smilzo dai capelli biondo slavato, e un tipo dai capelli rosso fuoco.
«Maestà»s'inchinarono.
«State all'erta»ordinò Dubhe nervosa.
I soldati si misero in posizione di difesa.
Per un po' non accadde niente. Tutti si guardavano attorno.
«Dubhe…». La regina si voltò.
Il viso di Theana era una maschera di puro terrore. Indicò semplicemente il pavimento, su cui stava comparendo un simbolo. Il doppio pentacolo.
«Preparatevi all'attacco»ordinò.
I soldati sguainarono le spade.
«Che accoglienza calorosa Dubhe»disse una voce.
Dubhe si voltò.
Era lui. O per meglio dire l'Assassina.
Riconobbe subito quella voce.«Fenula…»




Angolo autrice:non avete dovuto aspettare molto ^_^
faccio una piccola premessa:Dubhe non ha mai saputo che Fenula è morta per mano di Ido...
E dopo questa pecisazione vi lascio nel dubbio...che succederà nel prossimo?;)
Un caloroso ringraziamento a chi legge questa storia ^_^
Alla prossima,
Drachen.

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


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CAPITOLO 17

«Fenula…»mormorò sconvolta Dubhe.
L'Assassina si avvicinò con passo ieratico.
«Sorpresa?»
«No»rispose con sincerità Dubhe.
«Paura?»domandò con tono beffardo l'Assassina.
«No»le rispose, di nuovo con sincerità.
L'Assassina ridacchiò.
«oh, bé…è ancora presto. Perché tra poco tremerai un preda al terrore più puro».
«Non accadrà. Ti abbiamo scoperto in tempo. Fenula».
L'Assassina si tolse il cappuccio che aveva calato sul viso. Già, era proprio come l'aveva vista nella Casa.
«Davvero credi che sia Fenula?»
«Ti ho vista nella Casa che ti facevi beffa di me quando ero in preda alle convulsioni della Bestia. Non negarlo».
"Non nego"disse Fenula nella sua mente.
La ragazza inclinò la testa divertita.«E se ti dicessi che non sono Fenula, come la prenderesti?»
«Leah…cosa…»
Leah si voltò verso Learco, più stupito che mai.
«Ci è arrivato tuo marito. Metti in moto la testa Dubhe».
«Ma…è illogico. Tu devi per forza essere Fenula».
«Mi hai presa per la mia sorella gemella Dubhe».
Dubhe si riprese dallo shock.«Sarai chi vuoi, ma non potrai portare avanti ciò per cui sei venuta. Come vedi»disse, indicando i soldati«ci siamo organizzati. Tu sei sola, ormai».
Leah sorrise maligna.«Non sono affatto sola». Fece un solo e impercettibile gesto. Il ragazzo dai capelli rossi colpì a tradimento il soldato più vicino che stramazzò a terra.
«Come vedi, ho con me i Superstiti».
«Loro sono morti…abbiamo mandato i soldati ad annientarli…»
«Non siamo morti»sibilò Mahish, minaccioso.

INIZIO FLASHBACK
Quando aveva visto il fumo all'orizzonte aveva sentito un groppo alla gola. Aveva un brutto presentimento.
E quando comparve il vapore tipico dei messaggi magici, capì che qualcosa non andava.
"Ci hanno scoperti. Ora ci troviamo al Drappo Nero".
Leah prese il mantello e si fiondò fuori dalla camera.
Arrivò alla locanda pochi minuti dopo, con il fiatone. Li trovò spauriti in una stanza al piano superiore.
Li abbracciò con gli occhi uno a uno. Le erano mancati.
«Cos'è successo?»
«Ahmad ci ha traditi»disse lapidario Pinur.
Leah ci mise un po' per metabolizzare la notizia.
«Ma…»
«Ha spifferato tutto a Dubhe che ci ha mandato i soldati contro. Se non fosse stato per Bhaart che ha ucciso la maggior parte dei soldati, non saremmo qui».
Leah notò in un angolo Mahish, perso in chissà quali pensieri.
«Cos'è successo?». Si guardò attorno. Sentì serpeggiare nel suo animo un brutto presentimento.
«Dov'è Freir?»
Gli Assassini si limitarono ad abbassare il capo.
Leah si avvicinò a Mahish.
«Mahish…».
Lui alzò lo sguardo. Non l'aveva mai visto in quello stato. Aveva il volto scavato, profonde occhiaie scure e gli occhi rossi e gonfi di pianto.
«Ho appena scoperto un padre e me lo tolgono subito…».
Leah l'abbracciò fortemente. Sapeva come si sentiva. Anche lei aveva sentito un darlo interiore alla morte dei genitori adottivi.
Ma almeno lei aveva passato molto tempo con loro. Mahish solo pochi minuti.
La sua mente corse a Freir. Sentiva che c'era qualcosa che lo legava a Mahish. Finalmente aveva capito.
Rimasero abbracciati per un tempo che parve infinito.«Ora sto meglio»mormorò Mahish. Leah si staccò dall'abbraccio, e passò in rassegna i volti dei suoi compagni.
«Non abbiamo più tempo. Dobbiamo intervenire».
«E come?»domandò Dan.«Siamo senza covo e braccati in tutto il continente. è finita Leah. Ci prenderanno e ci giustizieranno. è questo il nostro destino. Raggiungere i nostri compagni nell'aldilà».
Leah gli si piazzò davanti.«Non ti devono neanche passare per la testa pensieri del genere. Hai capito? A nessuno di voi»dichiarò fissando tutti intensamente.
«Io non mi arrendo. Abbiamo atteso molto questo momento. E non mi tirerò indietro».
«Leah ha ragione»disse Mahish«non possiamo arrenderci a un passo dalla meta». Le regalò un breve sorriso a cui Leah rispose.
«Il Capo ha ragione»affermò Pinur convinto.«Qual è il piano?»
Leah sorrise.«Entrerete in scena in un modo in cui non desterete sospetti».

«è ridicolo. Ci possono scoprire in qualsiasi momento. E il giustacuore mi sta massacrando i fianchi»protestò Dan.
«Di che ti lamenti? A me sta larghissimo»obiettò Pinur.
«Adesso basta»mormorò Mahish.«Se Leah di ce che funzionerà, funzionerà».
«Sei…». Si bloccò.
Si ritrovarono Dubhe davanti.
«Venite nella sala del trono. Immediatamente».
I cinque annuirono.
Tutto secondo i piani.

FINE FLASHBACK

Pinur fece un passo avanti.«E siamo qui per ottenere vendetta».



Angolo autrice:chiedo perdono per questo allungamento d'agonia dei nostri personaggi^_^
I Superstiti sono soppravvissuti anche stavolta...ma sarà fino alla fine?
Vi ringrazio per le recensioni che mi lasciate...non ho parole per descrivere l'emozione che provo nel leggerle ^_^
Che dire di altro:)
Alla prossima,
Drachen :)

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


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CAPITOLO 18

«Non credo proprio Leah». Lo sguardo di Dubhe era ferreo.
Leah si permise un sorrisetto sarcastico.
«Ma davvero? Ne sei così sicura?»
«Si»sibilò minacciosa. Fece un cenno con la testa a Theana e Lonerin che si prepararono a lanciare l'incantesimo.
Ma Leah fu rapidissima a controbattere. Una barriera argentea si materializzò intorno ai due maghi,colti di sorpresa.
Leah sorrise apertamente.«Mai sottovalutare un mago. Ha sempre dei trucchi nella manica».
Si girò verso Dubhe.«E ora a noi».
«No!». Learco provò a intervenire,ma si ritrovò con il pugnale di Mahish puntato alla gola.«Tu non farai niente»sibilò.«Leah ha bisogno di vedersela da sola con la traditrice».
Learco non poté fare altro che assistere al duello imponente.
 
Leah scoccò le spalle.«Oggi mi sento in buona Dubhe. Per cui ti darò libera scelta. Vuoi una morte veloce e indolore? O preferisci una lenta e dolorosa?»
 «Nessuna delle due Leah!Perché sarai tu a prostrarti a terra a implorare pietà!»
Leah si finse impaurita.«Davvero? Guardami. Sono tutta un brivido».
«Mi stai pigliando in giro?»
Leah rise imperiosa.«Esattamente. Ti pentirai della tua arroganza Dubhe».
«Sei pazza! Pazza! Pazza!»le urlò contro Dubhe.
Leah abbassò per un attimo lo sguardo. Ma quando tornò a fissarla, i suoi occhi brillavano.
«E allora unisciti alla mia follia».
Si gettò su di lei e con la mano le strinse la gola. Aveva una presa d'acciaio. Dubhe cercò spasmodicamente il pugnale appeso alla cintura, ma Leah la bloccò con il braccio.
«Niente trucchi»le sussurrò all'orecchio.
Fu in quel momento che Dubhe ebbe una folgorazione. Una scena simile era già accaduta con Rekla pochi anni prima nelle Terre Ignote, dove ancora poteva contare sulla furia omicida della Bestia che l'aveva salvata da morte sicura.
Agì d'istinto. Fece pressione sul braccio dell''avversaria che mollò per un attimo la presa, il tempo che occorse a Dubhe di sguainare il pugnale e lanciarlo con tutta la forza di cui era capace.
Quando portò lo sguardo su Leah notò che si teneva stretta la spalla da cui usciva copiosamente sangue inzuppandole il corpetto.
«Maledetta…»sibilò Leah più furiosa che mai.
Sguainò la spada e partì con un affondo violentissimo. Dubhe parò con difficoltà, e il polso le inviò una stiletta di dolore.
Rapidissima Leah preparò un fendente, che colpì il fianco destro di Dubhe da cui iniziò a scendere sangue vermiglio.
Dubhe si portò la mano al fianco, e Leah le assestò un calcio potentissimo alla mandibola.
Le si sedette a cavalcioni sul petto e sguainò il pugnale. Ne rimirò la lama, e la pugnalò alla spalla.
«Perché mi fai questo…io non ti ho fatto niente»mormorò Dubhe, in preda al dolre.
«Oh si invece. Hai condannato vite per cosa, Dubhe? Spiegami per cosa? Vendetta?Non c'era motivo di ucciderli»
«Di chi stai…»
«Sto parlando degli Assassini della Gilda».
«Tu non puoi sapere…»
«Sono un strumento in mano ai morti Dubhe. Tu non senti il loro richiamo. L'odio che provano nei tuoi confronti»disse ferrea.
Avvicinò il viso a pochi centimetri di quello della sua vittima.
Fu in quel momento che Dubhe li vide riflessi in quegli occhi azzurro ghiaccio:l'orrore di Filla di fronte al suo corpo mutato dalla maledizione e il corpo senza vita di Rekla. Vide Demar soccombere sotto la sua furia nella Casa. Vide Rekla e l'odio che provava nei suoi confronti più letale di un coltello. Vide Turno e il suo corpo massacrato nella Grande Terra. Altri volti si soprapponevano con altri orrori da raccontare.
Dubhe urlò di terrore. Quelle immagini, quei spietati ricordi che aveva cercato di dimenticare ora tornavano a galla impietosi.
Leah allontanò il viso e divelse il pugnale con violenza e per un attimo Dubhe si sentì mancare. Stavolta non c'era la Bestia a salvarla. Sarebbe perita per mano di uno di loro.
"E tutto finisce come sarebbe dovuto finire".
 
Angolo autrice:fan di Dubhe non fatemi fuori dopo aver letto questo capitolo ù.ù
le cose non vanno come vi farà pensare ciò che c'è scritto poche righe più in su ^_^
Sapevate che sarebbe dovuto accadere:)
Comunque, vi ringrazio a tutti voi che recensite e seguite questa storia ://) mi commuovete tantissimo.
Alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


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CAPITOLO 19

«Abbiamo ucciso tutti i soldati presenti in sala». La voce di Dan era venata d’orgoglio.
«Ottimo lavoro Dan…». Mahish non finì la frase che una decina di guardie irruppero nella sala.
Mahish si proruppe in un’imprecazione.
«Non doveva andare così…»gemette Pinur.
«Restiamo calmi. Dobbiamo tenerle occupate, ora che Leah se la sta vedendo con Dubhe».
Fece per mollare la presa sul collo di Learco, ma Einar lo bloccò.«Ci pensiamo noi. Tu spostati verso il centro della sala con Learco».
Mahish annuì, e con le spalle coperte dai suoi compagni, si spostò verso il centro della sala. Si fermò dove la panoramica del massacro era migliore.
Fu in quel momento che Learco urlò di disperazione.
 
Learco urlò disperato con tutto il fiato che aveva in gola il nome della moglie.
«Leah! Non farlo! Ti scongiuro!»
Leah alzò lo sguardo verso di lui. No. Non poteva essere la sua migliore amica. Aveva dipinta sul viso un'espressione di odio puro. Sembrava posseduta.
«Dopo che avrò finito con la tua preziosa mogliettina, passerò a te»disse impassibile.
«Perché?! Che ho fatto di male?»
Leah si alzò di scatto dal petto di Dubhe che si permise di respirare regolarmente.
«Cos'hai fatto!? Tu hai il coraggio di chiedermelo!»gli urlò Leah furente.
La pentola a pressione era infine scoppiata.
«Hai nominato quel porco di Chalom e i suoi amici come consiglieri! Hai tentato di uccidere la mia nuova famiglia! Tu, Learco, devi morire!»
«Chalom…che centra…»
«è stato lui a uccidere la mia famiglia adottiva. Li ha rinchiusi nella vita e li ha arsi vivi. E come se non bastasse mi ha violentata! Ti basta?»
Learco ci mise un po' a metabolizzare le notizie. Ma una le sfuggiva.
«Adottiva? Non sei figlia di Abhik?»
«è il male minore ormai. Sei a capolinea Learco. è finita».
«Non posso credere che tu lo pensi veramente Leah».
Era assolutamente convinto di poter far tornare sui propri passi Leah.
«Tu noi sei così come vuoi far credere!» le urlò.
Leah sorrise sarcastica.«E come sarei?»
«Per me sei ancora quella bambina che è apparsa nella mia vita quasi sedici anni fa. Quella che ha giurato di essere mia amica per sempre»disse con tutta la sincerità possibile.«Sei ancora la ragazza che animava le lezioni noiose del maestro. Ti ricordi l'Illudincanto? Ha avuto visioni mostruose per una settimana». Ridacchiò al pensiero.«Sei ancora la ragazza che fantasticava di fondare un consiglio di maghi tutto suo. Sei quella che voleva inventare nuovi intrugli erboristici».
Si fermò. Notò che Leah aveva gli occhi lucidi.
I veli che aveva posto fra sé e il resto stavano per cadere ormai.
«Sei la mia migliore amica Leah. La persona a cui posso confidarmi. E di cui mi fido ciecamente».
Leah rimase immobile a suo posto. Perché Learco le aveva dichiarato tutto questo?
«Ma ora fermati Leah. Ti scongiuro. Non tutto è perduto. Se ti arrenderai farò in modo che non ti accada niente»le promise Learco sinceramente.
Leah percorse con lo sguardo i volti dei suoi amici. Nutrivano profonda fiducia.
Poi la sua concentrazione tornò a Learco.
«Mi arrenderò a due condizioni Learco»disse infine.
«La prima è che mi aiuterai a ascendere al trono della Terra della Notte».
«Non vedo come possa…»provò a dire Learco, ma Leah lo bloccò.«Sono figlia di Re Rewar, sovrano di quella terra prima che finisse sotto il protettorato della Terra del Sole. Sono la legittima erede al trono».
«Va bene. E la seconda?»
«Non avrete la loro vita»disse, indicando gli Assassini.«Ho perso troppe persone care. Loro ora sono la mia famiglia. E io ti impedirò di togliermela».
«Leah, sai cosa mi stai chiedendo?»
Leah incrociò le braccia al petto.«Le condizioni sono queste. Prendere o lasciare».
Learco fissò prima la moglie, poi Theana e Lonerin. Tutto dipendeva da lui.
Prese fiato.
«Avrai ciò che vuoi»disse infine.
Leah si rilassò visibilmente, però sorrise spavalda.«Non avevo dubbi».
Ci fu un urlo. Con orrore Leah vide  Mahish colpito al fianco da un soldato che aveva eluso la guardia di Einar.
Il suo cuore perse un battito.



Angolo autrice:piccolo avviso prima che vi venga il collasso...le cose non andranno come pensate, intesi?^_^
Insomma ve lo dico perchè ho intenzione di scrivere il sequel, che non posso attuare se uccido i miei personaggi:)
Detto questo vi lascio con il fiato sospeso fino al prossimo capitolo;)
Ringrazio tutti voi che seguite la storia^_^
Baci,
Drachen:)

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


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CAPITOLO 20

«Mahish!»urlò disperata.
Lo vide lasciare la presa su Learco e accasciarsi a terra, tenendosi il fianco da cui scendeva copiosamente sangue.
Per Leah fu un gesto involontario.
Il colpo partì senza alcun preavviso.
Un coltello da lancio colpì  in pieno la fronte della guardia, che stramazzò a terra.
Learco si era allontanato per permettere a Leah di avvicinarsi.
La ragazza si buttò in ginocchio di fianco all'amato, ripetendo tra le lacrime come una cantilena il suo nome.
«Non puoi lasciarmi Mahish…senza di te non esisto».
Mahish le accarezzò rudemente la testa.
«Va tutto bene Leah…va tutto bene…»
Leah scoprì la ferita. Si portò la mano alla bocca. Era più grave di quello che le sembrava.
«Adesso di farò un incantesimo di guarigione…e guarirai prestissimo, vedrai…»
«Leah…»
«Non è così grave come sembra…»
«Leah».
La ragazza lo guardò tra le lacrime.
«Che c'è?»
«è tardi ormai…non era destino che ci amassimo per tutta la vita…»
«Non dirlo neppure per scherzo Mahish! Tu ti salverai!»
La mano che Mahish le teneva appoggiata sulla testa si fece improvvisamente fredda e inerte. Cadde a terra, tra le urla disperate di Leah.
 
Learco aveva assistito a tutta la scena. Si sentiva un po' responsabile di ciò che era successo.
Non sapeva come prendere la sua migliore amica in preda alla disperazione totale. Continuava a urlare il nome di Mahish a squarciagola, come se lui potesse all'improvviso rianimarsi.
Dubhe, da canto suo osservò la scena impassibile. Un Assassino in meno in vita. Ancora non capiva come mai Learco aveva dato ordine ai soldati di ritirarsi, proprio quando stavano avendo la meglio sugli altri Assassini.
«Davvero non l'immagini Dubhe?»disse una voce famigliare al suo fianco.
Dubhe si girò stupita. Di fronte a lei c'era Fenula. O per meglio dire il suo fantasma.
«Che ci fai qui?»
Fenula la guardò sarcastica.«E me lo chiedi?»
Dubhe liquidò il discorso con un cenno di mano.«Se sei qui per farmi chissà quale discorso, hai scelto la persona sbagliata».
Fenula la squadrò da capo a piedi.«Non credi che sia ora di chiudersi il passato alle spalle Dubhe?» Dubhe la guardò furiosa.«Dopo tutto quello che mi avete fatto?»
«Mia sorella non c'entra niente».
«Invece si. è proprio come te…»
«Ma almeno lei ha un cuore. In te se c'è, è privo d'emozioni umane».
Fissò a lungo la sorella.«Io là non vedo altro che una ragazza innamorata disperata per la morte dell''uomo che amava».
Dubhe scrollò le spalle.«Affari suoi».
Fenula le scoccò uno sguardo agghiacciante.«Se fosse stato Learco in quella situazione, cosa avresti fatto?»
«Ci siamo andati vicino…se non fosse stata per quella guardia che è intervenuta…»
«Leah si era già fermata…Learco l'aveva già convinta ad arrendersi».
Dubhe si ritrovò a corto di parole. L'aveva sentito vagamente il discorso tra Leah e Learco. Fenula aveva ragione, ma non voleva dargliela vinta.
«Perché sei qui?»
Le labbra di Fenula s'incresparono in un sorriso.
«Ho intenzione di aiutare mia sorella».
Dubhe fece un cenno con la mano.
«Prego. è tutta tua».
Ma Fenula rimase ferma dov'era.
«Non è così semplice. Perché possa evocare l'incantesimo in grado di riportare qui Mahish devo avere una consistenza…mmm…solida, mettiamola così».
«Puoi usare tua sorella»le disse acida Dubhe.
Fenula scosse la testa.
«No Dubhe. è te che voglio. è il tuo modo di riscattarti».
Dubhe si permise un risolino sarcastico.«E per cosa?»
Fenula si rabbuiò.«Se non mi permetterai di usufruire del tuo corpo, io e gli altri possiamo anche decidere di perseguitarti per tutta la vita. Ti ho convinto?»
Dubhe sbuffò.«Se la metti così».
Ebbe un leggero intontimento, quando entrò in contatto con la mente di Fenula, che si aprì come un libro sotto i suoi occhi.
Ogni suo episodio della sua vita si rivelò. La vide prendere le difese di Demar preso in giro dagli altri Assassini. Il primo omicidio del ragazzo, e la sicurezza che aveva sentito a contatto con il cuore di lui, dopo essere stata ferita al fianco. Sentì l'amore di lei nei confronti di quel ragazzo, che aveva conosciuto solo di vista. Sentì il rancore che provava dopo la notizia della morte di Rekla, e il viaggio verso Zalenia dove poi contrò la morte per mano di Ido.
"Sei diversa da come mi aspettavo" confessò Dubhe.
Percepì che Fenula sorrideva. "Non si giudica dalle apparenze Dubhe. Agli occhi del mondo era un'Assassina, ma non per Demar e le persone che mi volevano bene".
Perse sensibilità del corpo. Provò a muovere le dita delle mani, ma non ci riuscì.
"Non preoccuparti"la tranquillizzò Fenula."Al momento sono io che controllo il tuo corpo, ma a operazione finita ti prometto che esco subito".
Però a Dubhe sfuggiva qualcosa.
"Mmm…Fenula. Per compiere questa magia userai la mia energia vitale?"
Per un attimo Fenula non rispose. "Certo che no"ribatté poco dopo piccata.
"E allora procedi".
 
Il corpo di Dubhe si mosse verso Leah, ancora con la testa appoggiata al torace di Mahish.
La prese delicatamente per le spalle.
«Lasciami in pace Dubhe…»mormorò con Leah con la voce arrochita dal troppo urlare. Alzò gli occhi e incontrò un paio azzurro ghiaccio, come i suoi. Anche la voce non era di Dubhe.
«Fenula…»
Dubhe/Fenula sorrise. Leah si scostò per permetterle di sedersi di fianco al corpo senza vita di Mahish.
Mormorò la formula in elfico.
A sorpresa, Leah le prese la mano, e ripetè l'incantesimo insieme a lei nella loro lingua, nella lingua di tutte le razze del Mondo Emerso, e di tutti coloro che avevano amato Mahish. Questa volta le loro parole si trasformarono in un canto. Un canto d'amore:per Mahish, dalla ragazza che amava e da quella  pentita.
Sangue del mio sangue, tua è la protezione.
Vita della mia vita, la tua prendi, la mia prendi.
Corpo del mio corpo, midollo e mente,
anima della mia anima, alla nostra anima Vincolati.
Sangue del mio cuore, mia luna, mie maree.
Sangue del mio cuore. Mia salvezza, mio destino.
Leah si chinò su Mahish.
Gli prese la mano.
Sentì le dita di lui stringere delicatamente le sue.
«Mahish…»
Lui aprì gli occhi, quegli straordinari occhi che Leah temeva di non vedere più.
Leah si portò al viso la sua mano.«Non mi lasciare…»
Mahish le sorrise.«Non accadrà».
 
Fenula come promesso lasciò il possesso del corpo di Dubhe.
«è stato…incredibile»riuscì solo a dire.
Fenula le sorrise furbescamente.«Visto? Dopotutto non siamo poi così male».
Dubhe s'incupì.«A questo proposito…ho capito che ho sbagliato. Mi dispiace».
«Scuse accettate»dichiarò Fenula con un sorriso.«Però»continuò«ti vorrei chiedere una cosa…mia sorella non ha avuto un periodo facile, e anche se ha i miei ex compagni e Mahish, ha bisogno di un'amica».
«Farò ciò che mi chiedi. Anche se all'inizio non sarà facile per entrambe»promise senza troppi preamboli.
Fenula sorrise.«Non avevo dubbi». E scomparve.
Dubhe si avvicinò a Leah che aveva lasciato circondare Mahish dai suoi compagni.
«Bello! ti è andata bene anche stavolta»lo prese in giro Pinur.
«E com'era l'aldilà?»lo provocò Dan.
«Pieno di belle pupe che ti volevano massaggiare e soddisfare»lo beffeggiò Mahish.
«Allora colpiscimi con il pugnale».
Leah rise a quella scena. Vide Dubhe avvicinarsi.
Il sorriso le si cancellò dal volto.
Aspettò che Dubhe iniziasse a parlare, cosa che non fece perché a corto di parole.
«Allora?»la spronò.
Dubhe sospirò.«Ho capito molte cose Leah. Tua sorella mi ha aperto alla realtà. Ti chiedo perdono per quello che ho fatto e ciò che stavo per fare».
Contro ogni aspettativa Leah l'abbracciò.
«Sapevo che mi avresti detto una cosa simile».
Dubhe la guardò stupita.
«Davvero?». Fu in quel momento che notò Fenula a pochi passi dal trono, dove scomparve definitivamente.
Lonerin, Theana e Learco si avvicinarono con facce sorprese.«Mi spiegate cos'è successo?»
Dubhe scoppiò a ridere.«Un miracolo, un vero miracolo»
«Quello che tra qualche giorno dovrai compiere te Leah»disse Learco.
Leah mise il broncio.«Non me lo ricordare».



Angolo dell'autrice:ciao a tutti^_^
credo che questo sia uno dei capitoli ben riusciti ù.ù
Piccolo quesito per voi lettori;):di che miracolo parlerà Learco?
E quale sarà il destino dei nostri amati Superstiti?:)
Al prossimo capitolo,
Drachen:)

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


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CAPITOLO 21

Learco fu di parola.
Fece indire un consiglio con tutti i casati nobili della Terra della Notte.
Leah percorse con lo sguardo la sala.
E se non l'avessero voluta come regina?
"Non pensarci Leah. Andrà tutto bene".
La voce di Fenula scese come balsamo nel suo corpo.
I nobili urlavano tra loro. Imprecavano, schiamazzavano, discutevano senza ottenere risultati.
Leah se ne sentì quasi intimidita.
Presto, se l'avessero accettata, loro sarebbero diventati il suo popolo.
Learco era seduto di fianco a lei, serio e composto come non l'aveva mai visto. Trasmetteva quella sicurezza di cui Leah aveva bisogno in quel momento.
«Pronta?»le sussurrò all'orecchio.
Leah annuì.
«Sono qui per dissipare la rivalità che vi divide che si propaga ormai da troppo tempo». La voce di Learco riuscì a far calare il silenzio in aula.
Tutti gli astanti si voltarono verso di lui, chi incuriosito, chi indifferente e chi scocciato.
«Vi presento la vostra nuova sovrana»dichiarò solennemente, indicando Leah.
La maggior parte si proruppe in imprecazioni poco lusinghiere.
«Cosa ce ne facciamo noi di una bambina sul trono? Noi abbiamo bisogno di un re forte e autoritario capace di governare un paese in crisi».
«E un sovrano del genere avrete. Non potete impedirle l'ascesa al trono»replicò gelido Learco agli astanti.«Ho l’onore di presentarvi la figlia di Re Rewar, Leah unica erede al trono».
La folla scoppiò a ridere.«Tu menti giovane re. Le figlie di Rewar sono morte entrambe». «Sapevo che avreste risposto così. Per questo…»fece cenno con la mano. Un anziano si alzò tra la folla. Leah non credeva ai propri occhi. Alwin. Era Alwin.
«…ho portato un mago che le possa sondare la mente e provare che sto dicendo la verità. Vieni avanti Alwin».
«Si, Vostra Maestà».
Il mago si fece strada verso il sovrano e la ragazza sotto shock.
Intanto gli astanti borbottavano tra di loro.
«È proprio lui. Uno dei più grandi maghi della storia».
«Si dice che abbia incastrato innumerevoli impostori nella sua vita».
Alwin si fermò di fronte a Leah, che deglutì.
«Vi ho deluso, Maestro»sussurrò.
Alwin le sorrise.«Niente affatto».
«ma voi non siete…»
«Tutto a tempo debito Leah»la bloccò il mago. «Ora devi aprire la tua mente. Al resto ci penso io».
Leah ubbidì permettendo alla magia di Alwin di invaderla.
Ricordi che neanche sapeva di avere vennero a galla.
 
Una donna dai capelli rosso fuoco e occhi verdi la guarda intenerita, tenendola teneramente in braccio.
«Benvenuta al mondo…piccola mia». Poi la donna urla di dolore, come se le avessero strappato le membra. Ora è in braccio a una donna dai capelli grigi stretti in un chignon. Si mette a piangere.«Non piangete principessa. Sta per arrivare vostro fratello o sorella».
Le urla non cessano. La nutrice piomba nel panico. Le levatrici e il curatore di corte cercano freneticamente di salvare la loro regina e la creatura che sta venendo alla luce.
Poi tutto sprofonda in un silenzio irreale rotto dal pianto liberatorio della sorella. E infine le ultime parole della regina.«Le mie bambine…». La sua voce pian piano si spegne, gli occhi si chiudono e lei sprofonda nel sonno eterno.
Le urla disperate di un uomo è ciò che sentì poco dopo.
«May»urla impazzito.
E quando finisce le lacrime per la moglie se la prende con la sorella.«Maledetto demonio! L’hai uccisa! L’hai uccisa!».
La scena cambia radicalmente. Ricorda i volti dei suoi rapitori. La tenerezza nello sguardo di Abhik dopo che l’ha salvata. L’amore nei suoi confronti di Ananya dal primo momento tra le sue braccia.
La sua vita le passa davanti agli occhi. Felicità e dolore, amore e odio si mescolano tra loro. Solo allora Leah capisce chi è veramente e il suo destino. La strada che aveva percorso non era altro che il tracciato solcato dagli dei.
 
«Ha detto la verità»annunciò Alwin orgoglioso.
«Deponete le armi e inchinatevi di fronte alla vostra nuova regina».
Nessuno si mosse di un millimetro.
Fu allora che Leah si alzò. Si sentì tutti gli occhi puntati addosso.
«So che per voi è difficile accettarmi come vostra sovrana. Conosco le voci che circolano su mio padre e il suo casato.». Prese fiato.«per questo vi darò libera scelta. Se mi riterrete degna di diventare la vostra regina acconsentirò con piacere per il bene di questa terra che si deve risollevare». Li guardò uno a uno negli occhi.«Vi raccomando di scegliere per il bene della Terra della Notte. Ora è tutto nelle vostre mani».
Dagli spalti si alzò un uomo corpulento dall’armatura nera e dorata. Sguainò il suo spadone a due mani, e s’inchinò di fronte a leah.
«Le vostre parole Milady hanno colpito profondamente il mio cuore. Siamo stati stupidi in questi due anni a combattere per il nostro tornaconto. Oggi siete venuta qui non a pretendere il trono ma ad aprirci il vostro cuore. Amo la mia terra, e per questo vi chiedo di accettare la mia lealtà nei vostri confronti».
Poco a poco anche gli altri nobili e generali seguirono l’esempio del loro compagno, giurandole fedeltà.
Il primo ostacolo era stato superato. Ora la prova era il popolo.
 
Le ancelle le fecero indossare un abito rosso e dorato dalla fattura piuttosto complicata. Leah tremava come una foglia dall’emozione. La sua vita dipendeva tutta da quel momento.
La folla in piazza applaudì non appena la regina si affacciò dal parapetto.
Leah l’abbracciò con gli occhi. Il suo popolo. Le vite di quelle persone ora erano tutte in mano sua. Avvertì un moto di paura. E se avesse preso delle scelte sbagliate?
Ma quando incrociò lo sguardo di Mahish e degli altri, la paura scomparve e rimase una forte determinazione.
Si schiarì la gola.«Sono lieta che siate tutti qui con me in questo momento di gioia. Oggi mi avete visto ricevere la corona dal mio popolo, da un Consiglio che voi avete scelto e eletto.  Come regina cercherò di mantenerle promesse che vi ho fatto. Governerò con saggezza e tolleranza. Nessuna discriminazione, né oppressori né oppressi. Perché ognuno di voi nel suo piccolo è importante per la crescita del nostro paese».
Prese dalle mani di Alwin il calice che le stava porgendo.
«Io non brindo per la mia ascesa, ma per il nostro paese, che crescerà in prosperità finchè avrò vita».
La folla si aprì in un urlo di gioia.
Non appena si zittirono, riprese a parlare.«C’è ancora una sorpresa». Fece cenno a Mahish di avvicinarsi. Il suo cuore perse un battito. Non poteva essere vero.«Non avete soltanto ottenuto una regina, ma anche un re. Ho l’onore di presentarvi Mahish mio futuro sposo».
La folla l’acclamò. Mahish li osservò uno ad uno. Ora non sarebbe stato padrone di se stesso, ma di tutti loro. Cinse con il braccio Leah, che gli sorrise dolcemente.
Si. Sicuramente era pronto a diventare re.
 
Il matrimonio venne celebrato nel piccolo tempio che Theana e lonerin erano riusciti a edificare, sotto l’occhio vigile dell’enorme statua in marmo bianco di Thenaar.
«Vuoi tu Leah unirti in matrimonio a Mahish, amandolo e rispettandolo in malattia e miseria, finchè morte non vi separi».
«Lo voglio».
Il fratello della Folgore ripetè la procedura con Mahish.«Lo voglio»dichiarò senza esitazione. Il suo sogno si stava avverando. Vivere per sempre la sua vita al suo fianco.
«Vi dichiaro marito e moglie. Re e regina».
Mahish prese delicatamente il viso tra le mani e la baciò. I presenti si proruppero in urla di gioia che echeggiarono in ogni angolo della città di Narbet.
«Manca ancora una cosa»dichiarò leah.
Fece avvicinare Einar, Pinur, Dan e Igor che s’inginocchiarono ai suoi piedi.
Alwin le porse la spada appartenuta a suo padre.
«Io in quanto regina della Terra della Notte nomino voi membri del Consiglio»disse con un cipiglio d’orgoglio.
«Giurate fedeltà e lealtà a questa terra fino alla morte?»aggiunse.
«Giuriamo»dichiararono i quattro decisi.
Leah sorrise.«ora si può festeggiare. Che in ogni angolo del paese ci sia solo felicità in questo giorno di festa».
Ci fu un affresco con le famiglie nobili nei giardini del palazzo. Leah si allontanò dalla gente.
Poggiata sul parapetto sentì una mente famigliare farsi strada nella propria. Fenula.
La vide emergere dal nulla come la prima volta, seria in viso.
«Ho fallito»disse semplicemente Leah«ti ho delusa».
Si aspettò una predica o una punizione dolorosissima. Che non arrivò.
Contro ogni aspettativa Fenula si era aperta in un sorriso.«Non proviamo nessun rancore nei tuoi confronti Leah».
«Ma come? Non vi ho vendicati. Non…»
«Hai seguito il tuop cuore. Hai deciso per il bene della nostra terra».
Le prese la mano.«Sono fiera di ciò che sei diventata  sorella mia. Tutti noi lo siamo». Gli Assassini annuirono e la salutarono portando le mani al petto. Leah rispose al saluto e li vide scomparire come nebbia.
«è tempo per noi di tornare nell’ombra»dichiarò fenula con voce rotta.
«No! Non puoi lasciarmi! Ho bisogno di te!»urlò tra le lacrime Leah.
«è il nostro destino leah. E l’abbiamo accettato. Il tuo ora è di governare la nostra terra. Non deludermi. E non temere. Perché alla fine ci ritroveremo».
La vide scomparire.
Nella sua mente tornò il silenzio.
Si portò la mano sul cuore.«Non ti deluderò».



Angolo autrice:finalmente Leah ce l'ha fatta:) Ha raggiunto il suo scopo:)
Sper vi piaccia questo capitolo;)
Baci,
Drachen:)

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


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CAPITOLO 22

Twenty year later
 
La Terra della Notte ottenne il monopolio nel commercio delle stoffe richieste da tutti i nobili del Mondo Emerso, e delle armi grazie al talento degli armaglieli.
Leah era sulla terrazza. Il vento scompigliava i suoi ricci ribelli.
«Mediti?»
Leah si voltò.
Mahish, ormai suo marito le porse il mantello. Si stava avvicinando la sera, e l'aria si era fatta frizzantina.
«Si».
«Illuminami con le tue perle di saggezza Amore. Ti ascolto».
Leah si perse nell'orizzonte infinito.
«Pensavo a noi due. A tutti gli ostacoli che abbiamo superato. E ciò che siamo diventati».
«è ciò che desideravi?».
Leah sorrise.
«Da bambina mi leggevano le leggende su Nihal, Sennar e Aster. E fantasticavo di diventare una maga potentissima. Mai mi sarei aspettata di diventare regina. Ma sento che questo è sempre stato il mio destino». Gli prese la mano.«Con te».
Mahish le cinse le spalle.
«Siamo in due».
«Ora»continuò Leah«voglio continuare a vivere questa vita al tuo fianco. Ma non saremo soli»disse con fare misterioso.
Mahish la guardò senza capire.
«Ti stai riferendo a Pinur e gli altri? Non ci lasceranno soli un minuto».
Leah scoppiò a ridere.«Non mi riferivo a loro…»
Fu allora che Mahish capì.«Non può essere vero…»
«Si Mahish. Aspetto un bambino».



Angolo autrice:penultimo capitolo d questa storia ù.ù
Si, è vero è un po' cortino:P perchè in verità doveva essere l'ultimo, però ho avuto ispirazione per un 23° ^_^
Ringrazio calorosamente tutti voi che seguite:)
Un bacio,
Drachen:)

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Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


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CAPITOLO 23

Un anno dopo

Le serve visibilmente commosse stavano allestendo gli ultimi particolari nella stanza del nascituro.
«Da chi avrà preso?».
«Spero dal re. È molto attraente».
«Io invece dalla regina,che ha un cuore nobile».
Il cuoco entrò nella discussione.«Ma almeno donne sapete se è maschio o femmina?»
Le serve ammutolirono.
«Non ci è ancora giunta notizia».
«Bene. Tornate al lavoro allora».
 
«Un ultimo sforzo,Mia Regina».
Leah non ce la faceva più. Il figlio non ne voleva sapere di uscire.
«Ci siamo quasi».
La voce della levatrice arrivò ovattata. Stava per perdere i sensi.
«Eccolo!Eccolo!»
La levatrice avvolse il neonato in una morbida coperta.
«È una femmina»annunciò emozionata,e la porse alla madre,sfinita.
Prese la bimba tra le braccia.
Aveva profondi occhi grigi e vispi già in movimento alla scoperta del mondo.
«Benvenuta al mondo,Alyssa».
 
La voce del paggio si sparse in ogni angolo del palazzo reale di Narbet.
«La principessa è nata!».
In meno di poche ore tutta la città sapeva.
 
Stesa sul letto Leah sorrise.
Finalmente aveva coronato uno dei suoi più grandi sogni. Diventare madre.
Era stato un figlio tanto atteso. Un anno prima avevano già provato a dare un erede al trono.
Inizialmente sembrava andare tutto bene, fino al quarto mese di gravidanza.
Leah si era svegliata la notte madida di sudore. Colta da un orribile presentimento aveva convocato Alwin, che aveva scosso la testa dispiaciuto. Le aveva dato la notizia nel miglior modo possibile.
«Mi dispiace Leah. Non era destino che nascesse. Ma sei giovane, ci sarà un'altra possibilità».
Ma Leah non si era ripresa dallo shock, ed era caduta in uno stato di depressione assoluta. Sembrava uno zombie. Mahish era sempre più preoccupato.
La notte a letto cercava di trasmetterle un po' di calore, un po' di vita. Ma Leah rimaneva gelida e inerte sotto il suo tocco.
Fino al quel fatidico giorno che la vide correre spensierata nella terrazza. Sembrava posseduta da una calma infinita. Quella donna che le stava davanti non aveva nulla a che fare con la Leah con cui aveva diviso il letto negli ultimi mesi.
<< Dove vai Leah? >> le chiese Manish, confuso da quella sprizzata di vita e gioia della moglie.
<< Indovina? >> disse lei con voce suadente mentre se ne andava via sculettando. Lui la acchiappò per la vita e la sollevò.
 << Ah lasciami! >> rise Leah, che smise di divincolarsi solo quando il suo ragazzo la fece sdraiare sul letto.
<< Leah… >> sussurrò Manish percorrendo con la lingua la lunghezza del suo collo << Ti amo >>. Lei sorrise e chiuse gli occhi << Ti amo anche io >> rispose, poi si arrese al desiderio e all’amore che fiammeggiava tra i due sovrani.
Qualche giorno dopo Leah fu assalita da una forte nausea e un giramento di testa che l'aveva per un attimo disorientata.
Mahish l'aveva aiutata a stendersi, e aveva nuovamente chiamato Alwin.
Era terrorizzato. Non poteva perdere Leah. Non avrebbe retto.
Invece il mago era uscito con una notizia fantastica.
«è in dolce attesa»aveva detto con un sorriso.
Cercarono in tutti i modi di non perdere anche quella creaturina.
Tutto andò per il meglio.
La principessina aprì i suoi occhi per la prima volta in una fresca giornata di primavera.



Angolo autrice:ringrazio magicadark per il momento lime dei nostri due protagonisti(io sono altamente negata per certe cose)ù.ù

Ringraziamenti:
Il primo grazie va a mia sorella che pur avendo solo 10 anni ama e mi aiuta a migliorare le mie storie^_^
Un caloroso ringraziamento va a chi ha seguito questa storia, in particolar modo a magicadark, RayaFee, pietraghiaccio, _Arrietty_Kuroi e Aster_Mezzelfo ^_^
A cui voglio fare una sorpresa nel sequel, che confermo pubblicherò, forse già domani^_^
Il titolo sarà: Dark shines ^_^
(dovrò smetterla di ascoltare i Muse)ù.ù
Un grandissimo bacio,
Drachen:)

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