Pick me

di Helena99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non è solamente un caso ***
Capitolo 2: *** Era piuttosto seria la cosa ***
Capitolo 3: *** Piccola stella mia ***
Capitolo 4: *** E' contorto ***
Capitolo 5: *** Il messaggiatore segreto,o l'aiutante? ***
Capitolo 7: *** Tanti,troppi segreti ***



Capitolo 1
*** Non è solamente un caso ***


Avete presente quel momento in cui chiamano il vostro nome per intero? Personalmente l’ho sempre odiato,metteva quell’odore di guai nell’aria ma mia madre non avrebbe potuto farne a meno: “Alexandra Marie Salvatore bada a ciò che fai,hai 16 anni e voglio ben sperare che un po’ di coscienza tu ce l’abbia. FAI LA BRAVA” mi disse prima di partir. Infondo erano solo tre giorni senza genitori. Non ubbidii esattamente a mia madre perché la sera dopo in cui lasciarono la città io andai in discoteca con la mia migliore amica Jenna e il mio ragazzo Justin. Io e Jenna eravamo amiche da sempre mentre Justin era il mio ragazzo da poco,forse due o tre mesi. Amavo la discoteca. Quella sera misero quella canzone che fa "A sad,sad serenade”- semplicemente meravigliosa. Le luci calde e colorate arrivavano da tutte le direzioni e si soffocava per la folla.

“JUSTIN NON E’ CHE MI ACCOMPAGNERESTI A PRENDERE QUALCOSA DA BERE?”

Urlai per la musica troppo alta. Andammo al bar e prendemmo delle bevande. La mia attenzione fu attiarata da un ragazzo che entrava dalla porta sul retro,i suoi occhi erano così belli sembravano avere un colore come il miele. Non pensavo potesse esistere una bellezza simile a Stratford.

“Si chiama Jason McCann” Justin mi sussurrò in un orecchio ignorando il fatto che lui mi stesse fissando da lontano.

“Voi vi conoscete?” Chiesi incuriosita.


“Si” La sua faccia si perse un po’ nel vuoto per poi tornare a guardare quel ragazzo “Ed è il mio peggior incubo”

Quelle parole mi misero un po’ a disagio,non credevo che quel Jason potesse anche essere un incubo,era troppo perfetto. Non mi accorsi nemmeno del fatto che ce l’avessi davanti.

“Hei Bieber”

“Che ci fai qui?” Il suo tono di voce era talmente duro che mi fece rabbrividire. Mi girai a guardare Jason e aveva uno di quei sorrisetti ironici sulla faccia, all'improvviso guardò me mentre arrossivo e abbassavo la testa imbarazzata.

“Ciao,io sono Jason e il tuo nome è?” Mi baciò il dorso della mano,stavo per rispondergli ma Justin lo fece al posto mio.

 “Il suo nome, McCann, non ti interessa” Justin mi trascinò via da lì, era il suo peggior incubo.. Per tutta la sera ballammo e ci divertimmo. Vidi che Jenna passava parecchio tempo al bar invece di stare con me ma glielo concessi dato che mi sopporta da 16 anni! Verso le due del mattino chiesi a Justin di riaccompagnarmi a casa anche se lo feci a malincuore. Per tutto il tragitto in macchina non feci altro che pensare a quel ragazzo,il suo sguardo era così profondo,era come se lo conoscessi da sempre.

“Hei piccola allora ti passo a prendere domani all’ora di pranzo, ok?”

“Perfetto” Gli stampai un bacio, scesi dalla macchina e Justin ripartì. Mi avvicinai alla porta e mi fermai a guardare il cielo blu scuro con delle nuvole grigio fumo. Il telefono iniziò a vibrare nella mia borsetta, era un messaggio: “E se qualcuno ti stesse osservando? –Nobody” Mi guardai intorno, tremavo, l’aria gelida sfiorava la mia pelle, tirai fuori le chiavi e mi affrettai a rientrare in casa. 

-“Jenna? Jenna pronto, mi senti? Ascolta vieni a dormire da me stasera, ti prego ..”
Riattaccai e corsi di sopra in camera mia. Aprii l’acqua della doccia e la lasciai scorrere mentre mi spogliavo. Mi tornò in mente quel messaggio, era stato inviato da un numero privato, che cosa avrebbe dovuto significare? Scrollai le spalle entrando nella doccia. Le goccioline che mi cadevano sulla pelle mi fecero dimenticare tutti i miei pensieri per un attimo ma a me serviva più di un attimo per stare bene. Da quando il mio migliore amico Cody era morto io non mi davo più pace, stavo quasi per perdere la testa ma poi ho incontrato Justin e le cose sono cominciate ad andare meglio, in un certo senso.. Uscii dalla doccia e mi avvolsi un asciugamani intorno al corpo, tornai in camera per prendere il pigiama. Le scale iniziarono a scricchiolare e noi tutti sappiamo che le scale non scricchiolano se non c’è qualcuno che ci cammina sopra. Silenziosamente aprii il cassetto della scrivania e presi il coltello che mi aveva regalato Cody.

*Flashback*
“Prendi questo”
“Cody cosa dovrei farci?” Afferrai il coltello scrutando ogni singolo particolare e poi portai nuovamente lo sguardo su di lui aspettando una risposta.
“Legittima difesa”
*Fine del flashback*

“Grazie Cody” Sussurrai fra me e me. Mi avvicinai alla porta che dava sul corridoio in silenzio e tenendo il coltello dietro la schiena.

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"You lift my feet off the ground,you spin me around. You make me crazier."

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Capitolo 2
*** Era piuttosto seria la cosa ***


Uscii dalla camera facendo un balzo e mostrando il coltello a chiunque stesse salendo le scale.

“EI EI EI METTILO GIU’!”

“Jenna?” Abbassai il coltello e tornai in camera a posarlo.

“Qual è l’emergenza? Insomma.. per quale motivo sono qui?”

“Jenna io..” Fui tentata di dirle del messaggio ma poi decisi che forse sarebbe stato meglio se non l’avesse saputo nessuno “Niente è solo che avevo un po’ di paura a rimanere a casa da sola”

Il telefono vibrò per la seconda volta quella sera. Mi sporsi dal letto e lo afferrai, era di nuovo il numero privato: “Saggia decisione non dire a nessuno di noi due,sei intelligente ragazzina. –Nobody”. Questo ovviamente mi fece capire che non eravamo da sole. Mi sporsi dal letto cercando di guardare dalla finestra nella speranza di intravedere qualcosa o qualcuno ma niente.

“Chi è?” Disse Jenna distraendomi da quello che stavo facendo.

“Eh?”

“Da chi è il messaggio?” Ci pensai un po’ su e poi decisi di mentirle, ancora.. 
“Justin.. è da Justin” Le feci un sorriso rassicurante sperando che non facesse altre domande, avrei dovuto capirci prima qualcosa io e poi forse ne avrei parlato a qualcuno, forse. 

“Alex, c’è una cosa che devo dirti.. ti ho visto parlare con quel ragazzo in discoteca,Jason. Beh questa sera sono stata con lui tutto il tempo.” Sgranai un po' gli occhi per quell'affermazione ma poi mi finsi completamente disinteressata.
“E quindi?”

“Mi ha detto che tu non lo conosci,ma lui si ed è qui solo per te” Mi avvicinai ai cassetti prendendo il pigiama e lasciando cadere giù l’asciugamano mi vestii.
“Qualsiasi cosa voglia questo Jason io sono impegnata e anche se è dannatamente sexy non posso nemmeno guardarlo..Justin lo odia” Presi un altro pigiama e lo lanciai a Jenna che iniziò a metterselo.

“Alex mi sembrava piuttosto seria la cosa per lui,forse dovresti parlarci,dovresti capire cosa vuole. So solo che non ha paura di Justin e non ti lascerà in pace fino a quando non avrà ottenuto ciò che vuole.”

“Non mi importa,adesso voglio solo dormire.” Mi accoccolai al cuscino e spensi la luce,Jenna si sdraiò accanto a me e mi addormentai. 

Il giorno dopo mi sveglia da sola nel letto e trovai un foglio attaccato all’armadio “Scusami Alexina ma mamma ha voluto che tornassi presto questa mattina,a domani ;)” sempre la solita. Guardai l’orologio,erano le 11:15,cominciai a vestirmi e a prepararmi per uscire con Justin. Sentii la sua macchina parcheggiare nel vialetto,era in anticipo. Non mi preoccupai di andare ad aprire,la porta era aperta. Mentre mi truccavo vedevo con la coda degli occhi che c’era qualcuno che stava fermo nel mezzo della mia stanza ma non mi girai nemmeno pensando che fosse il mio ragazzo.

“Hei bambolina” Mi girai di scatto spaventata capendo che non era Justin.
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"Two can keep a secret if one of them is dead"

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Capitolo 3
*** Piccola stella mia ***


Urlai per lo spavento quando lo vidi, per di più ero praticamente solo con la biancheria intima.

“Jason che diavolo ci fai qui!?” Continuai ad urlare mentre uscivo dal bagno sorpassandolo per prendere i miei vistiti. 

“Stai bene anche senza” Sogghignò, mi infilai il vestito per impedirgli di guardare il mio corpo un secondo in più.

“Stupido..” Mormorai tra me e me, ma con il destino sempre dalla mia parte lui mi sentì. Si avvicinò a me e prendendomi per il polsi mi sbatté contro il muro, non riuscivo a capire cosa provasse, aveva degli occhi illeggibili. Ovviamente la paura era evidente sul mio volto e questo fece cadere la sua smorfia in una risatina mentre abbassava gli occhi per non guardarmi in faccia. Mi lasciò i polsi camminando verso l’altra parte della stanza. Cercavo disperatamente qualcosa da dire ma tutto mi sembrava troppo sbagliato.

“Ho parlato con Jenna ieri sera” In qualche modo attirai la sua attenzione. Si girò a guardarmi con il sorriso sul viso e un sopracciglio alzato, ero piuttosto divertente a quanto pare. “Che cosa vuoi da me, Jason?” 

“Ahh piccolina” Sospirò buttandosi sul letto “Ci sono tante cose che non sai e, di sicuro, non sarò io a dirtele.” Mi fece l’occhiolino prima di distendersi con le braccia sotto la testa. “Sdraiati vicino a me” Non ne avevo nessunissima voglia però il terrore di farlo arrabbiare di nuovo non mi dava pace, mi aveva spaventata prima. Mi sedetti sul letto accanto a lui e piano piano mi sdraiai. Lo guardai fissare il soffitto per quella che sembrò un eternità. “Hai mai pensato a delle stelle?”

“Come scusa?”

“Delle stelle” Arricciò la punta del naso mentre i suoi occhi erano ancora fissi nel nulla “Stelle attaccate al soffitto. Così quando ti sdrai pensi all’universo e alle sue infinite stelle luccicanti” Fece una pausa e mi girai a guardarlo ed arrossii quando vidi che lui lo stava già facendo. Rise un pochino prima ti tornare serio “Lo sai che per me sei come una stella?” 

“In che senso?” Si sistemò su un lato per guardarmi meglio.

“Quando una sera sei triste, guardi il cielo e vedi una stella luccicare, che cosa fai?”

“Sorrido”

“Esatto" Sospirò tornando sdraiato sulla schiena e a fissare il soffitto biaco. "Tu mi fai sorridere"
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"My world shines when I'm near you"

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Capitolo 4
*** E' contorto ***


Quell’affermazione mi spiazzò a dir poco. Non succedeva tutti i giorni che un ragazzo appena conosciuto ti dicesse che eri il suo sorriso. Mi alzai e aspettai che lui facesse lo stesso. Guardò verso di me un po’ confuso prima di rimettersi in piedi e sistemare la sua felpa rossa. 

“Jason ascolta,io non ti conosco. Non so se posso fidarmi,se devo aver paura,non so cosa vuoi da me! Per favore parlami.” Si girò dandomi le spalle per poi sedersi sulla cassa ai piedi del letto,si strofinò il viso con le mani.

“Alex è piuttosto difficile da spiegare,io-” sbuffò e poi detto un urlo di frustrazione che gli veniva da dentro “E’ una cosa contorta”. Mi morsi l’interno della guancia mentre fissavo il pavimento non avendo il coraggio di alzare gli occhi. Mi distrasse un rumore troppo familiare. Feci una piccola corsa verso la finestra per poi affacciarmi, spalancai gli occhi quando vidi la figura di Justin scendere dalla sua macchina e venire verso la porta di casa. 

“JASON!” Urlai sotto voce con tono stridulo “Justin è venuto a prendermi” Guardai la sua espressione diventare da frustrata a sorpresa, mi girai in torno fino a quando non trovai l’illuminazione “Il bagno! Vai vai vai.” Lo presi per la felpa e lo spinsi nel bagno chiudendo la porta, mi accasciai a terra con il fiatone per la paura che Justin fosse entrato e mi avesse visto con lui. 

“Ehi Alexitaa” Urlò dalle scale “La porta era aperta piccola e allora sono entrato!” Entrò in camera e mi guardò con aria confusa mentre gli sorridevo e mi alzavo dal pavimento. Gli corsi incontro avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo. “Andiamo, non vedo l’ora di passare un po’ di tempo da solo con te” Annuii e uscimmo dalla stanza.

“Ah Justin” Si girò accorgendosi che la mia voce era lontana “Ho dimenticato una cosa in bagno,aspetta un attimo” mi diede un ultima occhiata dal fondo del corridoi mentre io rientrai in camera mia e subito in bagno chiudendo la porta alle mie spalle,trovai  Jason che giocava con le mie mollette seduto per terra.

“Jason..” Scivolai giù accanto a lui “Io vado, quando senti che la macchina se n’è andata esci e chiudi la porta,ok?” Fece cenno di si con la testa. 

“Che..?” Mi girai e vidi Justin in piedi sulla porta che ci guardava con aria stupita,infuriata,il suo volto sembrava emanare infinite emozioni, sembrava che stesse per esplodere. 

“No Justin aspetta-” Mi alzai e gli andai vicino cercando di giustificarmi. 

“Alex che ci fai lui qui?” Indicò Jason nell’angolino che continuava ad alternare il suo sguardo tra noi e la mia molletta. Non sapevo veramente cosa dire,cosa fare, dov’era Jenna quando serviva? Il cellulare vibrò nella mia mano, lo sbloccai velocemente mentre le goccioline di sudore cominciavano a farsi evidenti sulla mia fronte. Era un messaggio: “SCAPPA! –Nobody” non me lo feci ripetere due volte,in una frazione di secondo mi girai dando una spallata a Justin e iniziai a correre per le scale. I passi dietro di me si facevano sempre più forti, sentii delle braccia stringersi attorno alla mia vita ed emisi un urlo fortissimo,una voce vicino al mio orecchio mi disse di stare zitta,non era la voce della persona che credevo che fosse.

“Ma tu come- e Justin?” Mi girai guardandolo confusa e spaventata.

“Tranquilla” Sussurrò cullandomi fra le sue braccia “lui per un po’ non ci darà fastidio”.
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"I'll pray for us at night"

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Capitolo 5
*** Il messaggiatore segreto,o l'aiutante? ***


“Jason lasciami” Iniziai a muovermi per far si che la sua presa su di me si allentasse e io potessi scappare,ma non sembrava funzionare,anzi,ad ogni movimento che facevo lui mi stringeva ancora di più “Jason..” mi lasciai cadere sulle ginocchia mentre i miei occhi cominciavano a far uscire le lacrime “Lasciami andare,per favore” a quelle parole tolse le sue braccia dai miei fianchi e mi fissò mentre cercavo di smettere di piangere “Che hai fatto a Justin?” Dissi alzandomi con gli occhi ancora lucidi. Si mise le mani in tasca e prese un lungo respiro e dopo aver guardato un po’ qua e là il suo sguardo tornò su di me,ma non sembrava  voler rispondere alla mia domanda. Corsi su per le scale il più veloce che potei con Jason che mi seguiva,entrai in camera mia e sentii le lacrime pungere i  miei occhi di nuovo a quella visione. “JUSTIN!” il suo corpo era a terra con un livido sul labbro e il sangue che usciva da dietro la sua testa. Gli andai vicino,presi la sua mano e portandomela vicino al viso la bacia mentre continuavo a piangere silenziosamente.

“Alex mi-”

“Shh” mi girai e lo vidi sulla soglia della porta con ancora le mani in tasca “Aiutami piuttosto a medicarlo” annuì e si avvicinò a me e Justin,andai in bagno e presi il kit di mia madre con tutto l’occorrente,non avrei mai pensato che un giorno mi sarebbe stato utile. Presi un pezzo di ovatta e la bagnai con l’alcool,cominciai a passarla sulla ferita dietro la testa,si vedeva con non era grave per fortuna.

“Dobbiamo riportarlo a casa sua” affermò Jason alzando lo sguardo verso di me.

“E per quale motivo scusa?” gli chiesi confusa.

“Se lo riportiamo a casa sua peserà che sia stato solo un sogno o qualcosa del genere,ma se resta qui ucciderà prima me e poi te.” Annuii rimettendo apposto tutti i cerotti e  i medicinali, andai in bagno per riposare il kit e vidi Jason mettersi il corpo senza coscienza di Justin sulla spalla “Vuoi che venga con te?” attirai la sua attenzione facendolo girare verso di me,mi fece di no con la testa e lasciò la stanza. Mi sedetti sul bordo del letto e con una salviettina lavai via il sangue che mi era rimasto sulle mani,ripensai a tutto quello che era successo ma mi mancava un pezzo. Il telefono segnò l’arrivo di un messaggio. Mi alzai camminando verso la porta e ripresi il telefono che mi era caduto mentre correvo. Aprii il messaggio che diceva: “Carelmi Street,23 –Nobody”. Presi la borsa dalla sedia e corsi giù dalle scale uscendo di casa. Era assurdo che facessi tutto quello che un massaggiatore anonimo mi dicesse. Arrivai a Carelmi Street e cercai la casa numero 23,non me l’ero mai cavata con i numeri civici. Trovata la casa iniziai a chiedermi cosa ci facessi io lì, iniziai a pensare di essere stata una stupida ad aver ascoltato quel Nobody. Una macchina parcheggiò proprio dietro di me ma per non dare nell’occhio non mi voltai, sentii lo sportello aprirsi e poi sbattere violentemente. “Alex che ci fai qui?” di scatto mi girai vedendo Jason venire verso di me con aria confusa.

“No,che ci fai tu qui!”

“Io ci abito qui tesoro.” Aprii la bocca per dire qualcosa ma la richiusi subito dopo capendo che non avevo nulla da dire. “Vuoi entrare un attimo? Credo che volessi sapere cosa..emh,giusto?” feci cenno di si con la testa e entrambi entrammo in casa e ci sedemmo sul divano.

“Allora,emh,posso sapere cos’è successo?” Chiesi più spaventata di saperlo che curiosa.

“Quando sei scappata io ti stavo venendo dietro ma Justin me l’ha impedito mettendosi davanti a me e  stava per tirare fuori la pistola che aveva nella cintura dei pantaloni, così l’ho preso per il colletto e l’ho spinto fuori dal bagno, gli ho dato un pugno sul labbro forse troppo forte,è andato indietro con la testa ed ha sbattuto sull’attaccapanni cadendo a terra senza sensi” lo guardai incredula,sembrava quasi un film.

“Ma adesso sta bene? Dov’è?”

“Non si era ancora svegliato,ora è a casa Alex”  aprii la borsa e cominciai a cercare un fazzoletto,mi cadde tutto per terra,imbarazzata iniziai a raccogliere le mie cose dal pavimento “Questa cos’è?” Jason prese la foto di me e Cody,ne tenevo una in ogni borsa così ogni volta che mi sentivo scoraggiata la guardavo e mi sentivo più forte.

“Ridammela” gliela strappai dalle mani, me la portai più vicino agli occhi e la accarezzai con il pollice “Lui è Cody,è-” mi maledii mentalmente per quello che avevo appena detto ma continuai “era il mio migliore amico..”
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"I'd never let you go"

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Capitolo 7
*** Tanti,troppi segreti ***


“Che vuol dire era? Avete litigato?” Mi chiese incuriosito. Abbassai la testa e fissandomi le mani deglutii.

“Non ne voglio parlare.” Presi un respiro profondo e mi alzai rimettendomi la borsa a tracollo, Jason si rimise anche lui in piedi e si leccò le labbra. Lo guardai bene, sotto quei capelli ad hair flip si nascondeva un viso rotondo, i suoi occhi color miele ti facevano innamorare da un chilometro, le sue labbra erano a forma di cuore e il suo nasino leggermente all’insù, era perfetto giuro. “Io vado..emh, per qualsiasi cosa io ci sono.” Gli feci un sorriso e poi abbassando lo sguardo sulle mie ballerine uscii il più lentamente possibile. Pur essendo estate c’era un fresco venticello che mi travolse non appena uscii da casa di Jason. Era un casa interessante, un po’ vintage, appena si entrava c’erano le scale per il piano superiore, a destra due scalini per scendere nel soggiorno e a sinistra il divano con davanti un tavolino dove c’erano un sacco di oggetti di valore. Più di tutti mi colpì un medaglione d’oro appoggiato al centro del tavolino, avrei giurato di averlo già visto da qualche altra parte. “Tanti, troppi segreti -Nobody” era il messaggio che mi si illuminò sul telefono, ma quali segreti? Se questo anonimo avesse continuato così probabilmente sarei impazzita. Cambiai strada e mi precipitai a casa di Jenna. Fu sua madre ad aprirmi, si chiamava Angelìn, a volte era un po’ acida ma per il resto era una bellissima donna e anche tanto simpatica.

“Ciao Alex!” mi fece spazio per entrare con un sorriso a trentadue denti sul volto, io mi limitai solo ad alzare gli angoli della bocca “Credo che tu sia qui per Jenna, è di sopra” cercai di sforzarmi un pochino e le sorrisi. Corsi su per le scale ed arrivata davanti camera di Jenna bussai e poi aprii la porta. Lei era seduta sul letto senza scarpe a leggere una rivista. Adoravo camera sua, era grandissima e fuxia! Alzò la testa dal giornalino per guardarmi e mi fece un cenno con la testa, andai vicino a lei e mi accomodai sul letto.

“Jenna..” le sussurrai. Si sporse per posare la rivista sul comodino e poi ritornò nella posizione di prima. “Ti devo chiedere una cosa.”

“Dimmi Alex” mi sorrise.

“Tu hai raccontato a qualcuno il mio segreto?”

“No! Lo sai che non farei mai una cosa del genere!” Annuii sapendo che aveva ragione. Il silenzio calò nella stanza, era così imbarazzante.

“Questa mattina Jason si è presentato a casa mia” affermai “ma chi è Jason McCann, Jenna?”

“E’ un ragazzo che viene da Los Angeles, Alex, ti giuro che non ha cattive intenzioni.” Mi disse un po’ insicura.

“Tu lo conoscevi prima di ieri sera?”

“..no” Esitò un po’ nel rispondermi ma poi lo fece.

“Adeso devo andare da Justin, ci sentiamo” Mi alzai e in un minuto dopo ero già in strada correndo verso casa di Justin. Suonai al campanello ripetutamente ma nessuno mi aprì. Iniziai a preoccuparmi, era passata più di un ora da quando l’avevo visto e se non si era ancora svegliato voleva dire che.. Mi affrettai a comporre il numero di Jason sul cellulare, squillava.

“Pronto?”

“Jason! Oh mio Dio” gli urlai “Corri a casa di Justin, ti prego, lui non mi apre. Ho paura Jason!” non ebbi niente come risposta, chiuse il telefono, ma sapevo che era già in macchina per venire lì. Il cuore mi batteva a mille, le gambe continuavano a tremarmi, il vento era diventato più freddo del solido sulla mia pelle ma nonostante questo io continuavo a sudare. Dopo circa 10 minuti vidi il SUV nero di Jason svoltare l’angolo. Scese dalla macchina e iniziò a correre verso di me.

“Jason..” gli sussurrai quando fu abbastanza vicino per sentirmi, intanto una lacrima mi solcò il viso.

“Hei” mi prese il viso tra le mani e con il pollice mi asciugò la guancia “andrà tutto bene” disse baciandomi la fronte. Scavalcò il basso cancelletto che dava l’ingresso sul giardinetto davanti alla casa e poi aiutò me a fare lo stesso, mi prese la mano e corremmo velocemente verso la porta.

“Stai indietro, ok?” Annuii con la testa ed mi allontanai un po’. Jason prese una rincorsa e con una spallata buttò giù la porta. Mi fece cenno di restare lì mentre lui entrò, io mi accoccolai vicino all’entrata. Mi sentii leggermente meglio quando sentii la voce di Justin.
“Ti stavo aspettando McCann”

“Justin stai bene?” chiese Jason.

“Vaffanculo, pensavi che confondendomi le idee io non mi sarei ricordato comunque?” rispose con tono duro. Sentivo la tensione salire fino a lì fuori. Avevo paura che qualcun altro rimanesse ferito, ma non sapevo se entrare o no. “Vuoi sentire cosa si prova?” a quelle parole mi alzai di scatto e corsi dentro attirando l’attenzione di entrambi.

“Alex ti avevo detto di rimanere fuori!” mi urlò Jason dal centro del salone “Questa è una cosa fra me e lui.”

“NON VOGLIO CHE VI FACCIATE DEL MALE JASON!” Gli urlai contro a squarciagola mentre ricominciavo a piangere tossendo per lo sforzo che avevo fatto per urlare.

“Alex..” disse Justin venendomi incontro con aria dispiaciuta.

“E TU!” gli puntai il dito sul petto “CHE CAZZO CI FACEVI A CASA MIA CON UNA FOTTUTA PISTOLA NEI PANTALONI?” continuai arrabbiata mentre il pianto mi rendeva difficile controllare la voce. “EH?” chiesi aspettando una risposta.

“E’ una cosa complicata Alex..” mormorò Justin.

“Oh certo! Per te è complicato, per lui è contorto” indicai Jason che mi guardava stupito “Qualcuno ha intenzione di dirmi cosa cazzo sta succedendo?”

“La verità, Alex, è troppo pericolosa.” Affermò Jason mentre si metteva le mani nelle tasche dei jeans “E’ meglio se ne resti all’oscuro. Lo dico per te” cominciò ad avanzare verso di noi “mica per me. Non voglio in alcun modo che tua sia coinvolta in tutto questo.”

“Ma tutto questo cosa?” Sbottai arrabbiata. Però Jason aveva ragione, la verità era pericolosa e a me faceva paura.
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"Say the truth, save the truth"

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