Dopo la Luce (After the Light)

di AryaPotter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo Inizio - Prologo ***
Capitolo 2: *** Certe decisioni cambiano la vita - Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Incontri inimmaginabili - Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Tre contro una - Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Lavorare insieme - Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Annunci in diretta - Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Cena fuori! - Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Imprevisti - Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Avvertimenti Indesiderati - Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Un nuovo Inizio - Prologo ***


Arrivare a Seoul - Prologo

L’aereo rollava sulla pista d’atterraggio con il solito seguito di rumori sinistri, sballottamenti e applausi fuori moda dei passeggeri. La ragazza seduta al 13A si sporse un po’ verso il finestrino ovale per guardare le luci dell’immenso aeroporto internazionale di Incheon, e sospirò: così finalmente era arrivata. Dopo due lunghi mesi a convincere i suoi genitori e a compilare tutte le scartoffie che l’università le aveva rifilato, era finalmente riuscita a partire per l’Erasmus Mundus Europe Asia, destinazione Seul, Corea del Sud. Un anno a studiare e vivere in quella che, ormai, era la cultura che l’ossessionava. Era iniziato tutto con un video su Youtube di un gruppo hip-hop di sette ragazzi e poi una cosa aveva tirato l’altra; aveva iniziato a studiare la lingua da autodidatta e a fantasticare su viaggi e permanenze a Seul. Quando scese dall’aereo, l’aria fresca dell’autunno coreano le schiarì le idee e fece volare via le paure. Raggiunse il nastro dei bagagli a passo fermo, ma fremente di eccitazione. Guardandosi intorno riconobbe poco distante da lei altri due ragazzi italiani, partiti anche loro per l’Erasmus. La guardavano e stavano per avvicinarsi quando la sirena del nastro prese a suonare e quest’ultimo a muoversi. Con fortuna inaspettata le sue due valige apparvero quasi subito permettendole di guadagnare l’uscita dell’aeroporto senza doversi intrattenere con quei ragazzi: era venuta in Corea per un’esperienza nuova, non per socializzare con altri connazionali. Chiamò un taxi e diede l’indirizzo dell’appartamento che aveva rimediato attraverso gli annunci per studenti, vicino all’università che avrebbe frequentato. Per un po’ chiacchierò con il conducente ma poi si perse nel caos della città, nell’atmosfera creata dalle luci notturne, nei giovani che si riversavano sulle strade, pronti per passare la serata insieme. Le sembrò un mondo del tutto diverso.
Giunti davanti l’appartamento, pagò il tassista e scese dall’auto che ripartì quasi subito. Rimase per qualche minuto ferma lì a guardare l’edificio, quindi prese un profondo respiro, raccolse le valige da terra e si avviò. Salì fino all’ultimo piano e aprì la terza porta sul lato destro del corridoio; la casa era al buio, non riusciva a vedere niente. Cercò a tentoni l’interruttore della luce e quando riuscì ad accenderla rimase senza fiato: era tutto molto più carino di quanto avesse sperato. Era un piccolo trilocale formato da una camera da letto, un piccolo salottino, una cucina a vista e il bagno; era arredato in uno stile che coniugava perfettamente l’occidente all’oriente ed era provvisto sia di televisore che cavo internet. Perfetto. Posò le valige in mezzo al salotto e iniziò a esplorare la casa; perfetta, riusciva a pensare a solo quest’aggettivo per descriverla. Il massimo dell’eccitazione lo raggiunse quando aprì la porta finestra in vetro del salotto e si ritrovò su uno spazioso balconcino da cui dominava quella zona di Seul. Se ne innamorò a prima vista e seppe di aver preso la miglior decisione della sua vita. Con un sorriso, rientrò in casa e iniziò a disfare i bagagli.
Come prima cosa tirò fuori il portatile e lo collegò al cavo internet; mentre aspettava che si accendesse, prese a sistemare altre cose. Vestiti, oggetti per il bagno, asciugami, un po’ di tutto. Il classico rumore di Skype che si connette la fece ritornare in salotto e sedere per terra, le gambe incrociate sotto il basso tavolino. Non fece nemmeno in tempo ad aprire l’applicazione che subito comparve la finestra di chiamata in arrivo.
-Ciao papà- sorrise all’uomo che le sorrideva di rimando attraverso la webcam.
-Ciao piccola, tutto bene?- la voce profonda di suo padre fu l’ultimo tocco di balsamo per i suoi nervi.
-Sì sì, il viaggio è andato bene e l’appartamento è carinissimo, domani con calma ve lo farò vedere-
-Ciao patata!- sua madre s’intromise, la voce affannata come di chi ha fatto una corsa per rispondere al telefono.
-Ciao mami- le sorrise, ben sapendo che per lei era stato molto difficile salutarla – Qui è tutto a posto, funziona tutto e come potete vedere ho anche internet – la rassicurò – Inoltre la casa è proprio carina-
-Bene- suo padre prese nuovamente in mano la situazione – allora ci sentiamo quando hai tempo, va bene?-
-Va bene, bacino-
Chiusa la chiamata riprese a sistemare le ultime cose ascoltando la musica. La voce di Lee Taeil dei Block B raggiunse ben presto ogni angolo della casa chiedendole “Where are you”?
-Esattamente qui, Taeil-oppa- rispose ridendo.
Sulle ultime note della canzone chiuse l’ultimo cassetto e finì di disfare le valige. Spense il computer e si avviò in bagno con in mano il pigiama e lo spazzolino. Dieci minuti dopo si raggomitolò sotto le morbide coperte e spense la luce. Una volta al buio mille pensieri le assalirono la mente: era in Corea. Era in Corea da sola. Era in Corea da sola e la cosa era fantastica. Un sorriso le si dipinse sulle labbra e si addormentò così.

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Capitolo 2
*** Certe decisioni cambiano la vita - Capitolo 1 ***


Certe decisioni cambiano la vita - Capitolo 1
 
Un mese passò velocemente e Ottobre l’accolse ormai completamente abituata alla routine di Seul. La mattina andava a lezione in Università, scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo: la concezione coreana dell’educazione era decisamente diversa da quella italiana, più precisa e rigida. Le piaceva, la costringeva a concentrarsi come non aveva mai fatto prima con il risultato che stava ottenendo le migliori prestazioni della sua carriera scolastica. Si era fatta già qualche amico ed era entrata nel club di canto del campus. Il giorno che probabilmente segnò la svolta fu il 4 di Ottobre quando con il club decisero che sarebbero andati nelle piazze della città a esibirsi.
-Ho bisogno di soldi…- disse Jun lasciandosi andare sulla poltroncina dell’aula canto – qualcuno sa di qualche offerta di lavoro part time?- li guardò ad uno ad uno ma tutti scossero il capo.
-Potremmo provare a cantare per strada- la voce cristallina di Yong-ja provenne da dietro il pianoforte. Si girarono a guardarla, perplessi, allora lei, al loro silenzio carico di aspettative, si sollevò dal sedile su cui era semi sdraiata e spiegò – Non guardatemi con quelle facce, non saremmo di certo i primi – accavallò le lunghe gambe con un gesto sinuoso e riprese – ho qualche conoscenza anche in alcuni club ma penso che prima ci serva una buona dose di impatto col pubblico di strada –
Dopo qualche istante di silenzio, Alice scivolò giù dal banco su cui era rannicchiata e annuì – L’idea mi piace- raggiunse l’amica e le si sedette affianco – abbiamo un buon repertorio di cover e la giusta dose di pazzia per provare un’esperienza simile- Yong-ja le strinse il braccio grata per il supporto. Fissarono gli altri due ragazzi, Jun e Gwan Suk, finché questi non si arresero.
-Mi fido delle mie nuna- rispose Gwan Suk ammiccando a Yong-ja che sollevò gli occhi al cielo esasperata.
-La metà dei soldi che facciamo è mia però- Jun sorrise.
-Andata- disse Yong-ja.
-Andata- confermò Alice.
Il giorno dopo si diedero appuntamento in una piazza del popolare quartiere di Gangnam. Alice e Yong-ja si erano vestite come due idol (un’idea di Yong-ja) e dovettero aspettare sotto lo sguardo lascivo di molti ragazzi i loro due amici, ritardatari come al solito.
-Scusate!- arrivarono di corsa – Jun non trovava il plettro fortunato-
-Come al solito…- Alice si avvicinò proprio a quest’ultimo e gli sfilò dalle mani la custodia della chitarra. L’aprì ed estrasse lo strumento consegnandolo al suo proprietario per poter posare per terra l’involucro aperto come raccogli offerte.
-Ok…- disse un’improvvisamente seria Yong-ja – siete pronti?-
Gli altri tre annuirono, un po’ tesi. Alice si guardò intorno, già conscia che la gente iniziava a guardarli con curiosità e scetticismo, probabilmente chiedendosi che cosa stessero per fare quei quattro ragazzi al posto di essere a casa a studiare. Poi la musica partì e, semplicemente, tutto svanì. Le facce intorno a lei si fecero sfuocate e il rumore della strada scomparve, completamente sovrastato dalle note della chitarra di Jun che accompagnavano la sua voce nella cover di “Just Give Me a Reason” di P!nk. Terminò la sua prima strofa allargando le braccia al mondo, provando un lungo brivido lungo la schiena quando la voce alta e cristallina di Yong-ja si allacciò alla sua ultima nota, attaccando quella che doveva essere la parte di Nate dei Fun. Riaprì gli occhi e si ritrovò a guardare quelli grandi ed emozionati dell’amica; tese la mano verso di lei e prese la sua, attaccarono il ritornello guardandosi negli occhi giocando l’una con la voce dell’altra, perfettamente seguite dalla chitarra di Jun e dal coro di Gwan Suk. Sulle note finali, finalmente si rese nuovamente conto di trovarsi per strada e si guardò intorno imbarazzata e un po’ affiatata. La gente sorrideva e applaudiva, la custodia della chitarra era già piena di won. Sempre tenendo la mano di Yong-ja si inchinarono ai passanti, ringraziando.
Andarono avanti così fino a che il sole non sparì dietro i grandi grattacieli e la gente, col pensiero della cena, non iniziò a scemare sempre di più. Verso le sette, quando ormai stavano iniziando a morire di fame, raccattarono le loro cose e si diressero verso un ristorante che conoscevano. Lungo la strada chiacchieravano del più e del meno, intervallando momenti di silenzio, in cui ognuno si perdeva nei propri pensieri e nella città, a momenti di confusione totale. Durante la cena furono chiassosi al punto che il proprietario, vecchia conoscenza di Jun, per punirli li costrinse ad esibirsi per i clienti. Ovviamente sapeva che per loro non era una vera e propria punizione.  Alle undici, con lo stomaco pieno e l’umore alle stelle, si separarono. Alice prese un taxi e tornò a casa da sola, nonostante le pressioni di Jun.
Aveva cantato davanti ad un vero pubblico, senza mai essere presa dal nervosismo e riuscendo anche in certe note più alte che solitamente le sfuggivano. Era decisamente orgogliosa di sé e soprattutto al settimo cielo. Non appena varcata la porta si tolse i tacchi e si avviò verso il computer. Era troppo tardi per chiamare a casa, avrebbe mandato loro una mail così che la leggessero il mattino dopo. Descrisse la giornata in ogni minimo dettaglio, senza tralasciare nulla, nemmeno la mestolata che Gwan Suk si era preso in testa da Yong-ja dopo che ci aveva provato per l’ennesima volta. Concluse con le solite frasi di rito e inviò; aprì quindi Itunes e fece partire la riproduzione casuale delle canzoni dei Block B. La voce di Taeil-oppa, come la prima sera che era arrivata e molte altre durante quel mese, si diffuse nei vari locali della casa, il volume basso per non disturbare i vicini. La ragazza iniziò a vagare per le stanze preparandosi per la notte cantando insieme al main vocalist del gruppo, non sazia nemmeno dopo il pomeriggio appena passato. Aveva ascoltato e cantato quella canzone talmente tante volte da quando l’aveva scoperta che non si sentiva nemmeno più l’accento straniero: lei e la musica erano un tutt’uno. Troppo eccitata per andare a dormire, nonostante fosse ormai l’una passata, si mise a guardare qualcosa al pc. Verso le due e mezzo, finalmente, spense tutto e si mise sotto le coperte. 

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Capitolo 3
*** Incontri inimmaginabili - Capitolo 2 ***


Incontri inimmaginabili - Capitolo 2 
 
La settimana scorse in un turbinio di emozioni: tutti i pomeriggi si erano dati appuntamento nella piazza di Gangnam e avevano cantato fino a sera, raccogliendo sempre più persone e denaro; ormai la spartizione fruttava abbastanza a tutti, con immensa gioia di Jun. Proprio lui, la domenica sera, mentre rimettevano a posto le cose, disse una cosa strana.
-Ci siamo fatti il nostro primo fan- sorrise e ammiccò con la testa verso un ragazzo alto un buon venti centimetri più dell’amica occidentale, appoggiato a un muretto poco distante da loro e che li fissava intensamente.
-Uh…?- completamente assorta nell’analisi della sua ultima performance, Alice ci mise un po’ a realizzare le parole del compagno e quando alzò gli occhi per mettere a fuoco il soggetto del dibattito questi la stava guardando. Per un attimo le si fermò il cuore e qualcosa in quello sguardo le stuzzicò la mente in maniera fastidiosa, come se avesse già visto quegli occhi ma non si ricordasse dove.
-Così bardato non si capisce nemmeno se è carino- commentò scocciata Yong-ja.
-Meglio…- borbottò Gwan Suk senza nemmeno sollevare il proprio di sguardo.
-Quando diventeremo famosi avremo bisogno di un manager, voi due siete completamente incapaci nelle relazioni col pubblico- Jun si voltò verso Alice – ma li hai sentiti?-
La ragazza, però, era ancora imprigionata dallo sguardo del misterioso “fan”. Riuscì a balbettare qualcosa solo quando la lasciò libera, voltandosi per andarsene – Cos…oh sì, li ho sentiti. Hai ragione, Jun-hyung- I tre smisero di botto di fare quello che stavano facendo e la guardarono allibiti. Non si chiamavano in modo formale dal terzo giorno che si erano conosciuti, ovvero più di un mese prima. Yong-ja la squadrò per bene.
-Lo conosci?- le domandò quindi a bruciapelo
-Eh!?- l’amica si riscosse del tutto e riprese, forse con troppa foga, ad arrotolare il cavo dell’amplificatore – figurati…-
-E allora qual è il problema?- Jun le si era avvicinato e dal tono si intuì che lo scombussolamento della ragazza per colpa di quello sconosciuto non gli era piaciuto.
-Non c’è nessun problema- sibilò infastidita la cantante – muoviamoci, ho fame- gli volse le spalle e mise nello zaino il cavo e il microfono.
Jun fece per ribattere ma Gwan lo bloccò prendendolo per un braccio e scuotendo la testa. Lavorarono per un po’ in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Alice si sentiva addosso lo sguardo di Jun e stava per dirgliene quattro quando una voce dietro di lei la fece sobbalzare.
-Scusa…-
Si voltò di scatto e rimase allibita, era il ragazzo di prima. Doveva aver fatto solo finta di andarsene. La ragazza non rispose nulla, un campanello d’allarme che squillava dentro la sua testa avvisandola che c’era qualcosa che doveva ricordarsi.
-Sì?- Jun si avvicinò ai due con fare minaccioso e fu forse questo che la fece riprendere. Lo sconosciuto non lo degnò nemmeno di uno sguardo e continuò a rivolgersi alla ragazza – So che è sconveniente, ma ti spiace se parliamo un attimo? – finalmente gettò una veloce occhiata ai tre che lo guardavano – da soli se fosse possibile-
-N…- fece per iniziare Jun quando venne interrotto dall’amica – è possibile- rispose esalando tutta l’aria che aveva nei polmoni.
Il ragazzo le sorrise, o almeno, i suoi occhi sembrarono sorridere visto che aveva la bocca coperta da una mascherina, e le fece strada. La guidò fuori dalla piazza, in una via poco trafficata, senza troppi occhi e orecchie indiscrete. Nell’improvviso silenzio, il rumore dei tacchi della ragazza sembrava amplificato e le fece venire i brividi: forse non era stata una bella idea. Quando il ragazzo si fermò quasi gli andò a sbattere contro, non se l’aspettava.
-Scusa…- si affrettò a dire portando le mani tra loro, i palmi rivolti verso di lui in segno di scusa.
-Non voglio farti niente…- disse lui in tono ironico – ma ti devo chiedere di non urlare- si portò una mano alla mascherina, esitò aspettando una risposta.
Il campanello d’allarme nella testa della ragazza suonò ancora più forte, limitandola ad un semplice cenno della testa. Lo guardò portare anche l’altra mano al viso e sfilarsi la mascherina, molto lentamente. Il primo impulso della ragazza fu quello di urlare ma, memore della sua richiesta, si limitò a un verso strozzato portandosi le mani alla bocca per aiutarsi a stare zitta.
-Kyung-oppa…- una voragine le si aprì nello stomaco. Sbatté velocemente le palpebre come per accertarsi che non fosse una visione, ma non era un sogno. Era reale. Lui le sorrise amichevolmente e annuì – Io non…- tentò di dire qualcosa ma fallì. Prese un respiro profondo e ci riprovò – Io non capisco- le era costato praticamente tutto il coraggio di riserva.
-Vorrei che Zico-sshi ti sentisse cantare- disse senza troppi giri di parole il rapper dei Block B.
La sua risposta fu talmente assurda che la ragazza scoppiò a ridere – Ok sto avendo le allucinazioni. Jun deve avermi messo qualcosa nell’acqua- continuava a ridere, al punto che le vennero le lacrime agli occhi. Il ragazzo sorrideva ma scuoteva anche la testa.
-Non ti sto prendendo in giro e non stai avendo le allucinazioni- le disse molto seriamente – è una settimana che vi sento cantare e il tuo timbro di voce è completamente diverso da tutti quelli che si sentono qui in Corea- era partito in modalità professionale. La sua serietà spense anche l’eccesso di ilarità della ragazza – Siamo alla ricerca di qualcosa di diverso e nuovo da inserire nel nostro sound e secondo me Zico-sshi impazzirebbe per la tua voce-
La ragazza arrossì violentemente – Io…- ancora una volta l’emozione la fece balbettare – Ti ringrazio per le belle parole, ma non credo tu stia dicendo seriamente…Andiamo, ci sono moltissime cantanti nel mondo della musica pop coreana che potrebbero andare benissimo per il vostro progetto… - non la fece nemmeno finire. Con un gesto stizzito della mano la interruppe.
-Sono cose già sentite e risentite. Noi cerchiamo qualcosa di diverso e tu sei la quintessenza della diversità- la sorrise come se le avesse fatto un complimento, in realtà lei non era poi così sicura se interpretarlo come tale. Dopo un attimo di silenzio in cui rimase a guardarlo per soppesare la sua serietà, congiunse le dita davanti alle labbra e lo affrontò.
-Mettiamo per un attimo che la tua offerta sia seria – lui fece per ribadire ma lo anticipò – mettiamo che accetto questa tua proposta – mimò le virgolette – non sono una professionista- gli sorrise con il più gentile dei suoi sorrisi – non so molto di musica, ho solo la mia voce, tra l’altro abbastanza comune dalle mie parti, e non sono nessuno. La vostra compagnia non accetterà mai nemmeno di farmi avvicinare alle orecchie di Jiho-oppa- sorrise un’altra volta, stavolta un po’ malinconica – Non penso nemmeno che sarebbero felici di sapere che ti sei camuffato per uscire da solo, in mezzo alla folla, solo per ascoltare dei cantanti di strada- lo vide arrossire – Come immaginavo- si inchinò profondamente, le mani giunte sulle cosce – Ti ringrazio dell’offerta e soprattutto sono davvero onorata che tu sia stato colpito dalla nostra musica, ma non posso accettare- rimase chinata ancora per un po’, quindi si risollevò e senza osare guardarlo, per paura di perdere il controllo sulle emozioni che stava difficilmente tenendo, si voltò per andarsene.
Arrivò quasi all’angolo quando lo sentì raggiungerla a passi veloci – Nuna aspetta!- Imprecando mentalmente si costrinse a fermarsi e voltarsi – Tieni- le mise in mano un biglietto da visita – nel caso cambiassi idea – le sorrise – ah e, non so il tuo nome…-
Oddio, pensò la ragazza sentendosi infiammare le guance – Alice- disse con un filo di voce – Mi chiamo Alice Bisale- chinò il capo, come si confà quando ci si presenta.
-Spero non cambierete luogo dove esibirvi- disse lui dopo un attimo, quindi la lasciò libera di andare. Lei annuì e si voltò, camminando velocemente verso i suoi amici che l’aspettavano curiosi e un po’ preoccupati.
Liquidò le loro domande con un brusco cenno della mano e declinò l’offerta di una cena fuori, come sempre. Tornò direttamente a casa, la testa piena di pensieri e la sensazione che fosse stato tutto solo un orribile scherzo; si rintanò sotto le coperte dieci minuti dopo aver varcato la soglia dell’appartamento ma le ci vollero due ore per addormentarsi. Continuava a fissare il biglietto da visita che le aveva dato il ragazzo e che ora giaceva appoggiato sul comodino vicino il letto. 

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Capitolo 4
*** Tre contro una - Capitolo 3 ***


Tre contro una - Capitolo 3
 
-Dove diamine sei stato?- la voce imperiosa del suo leader lo raggiunse non appena ebbe fatto un passo all’interno del caotico appartamento che condivideva con gli altri sei membri del gruppo – Volevo andare in studio a rivedere alcune delle tue parti ma eri sparito e nessuno sapeva dirmi dove fossi finito- Jiho lo raggiunse all’ingresso e si fermò a guardarlo sfilarsi la giacca e le scarpe, appoggiandosi al muro.
-Ero in sala prove- provò a mentire Kyung senza troppa convinzione.
-Min Hyuk e Yu Kwon erano lì e non ti hanno visto- Zico lo fissava intensamente, pretendendo una risposta sincera dal suo migliore amico.
Kyung sospirò – Ero a Gangnam- si tolse la scarpa destra e la mise a posto vicino a quelle di Zico.
-Cosa ci facevi a Gangnam?- Jaehyo spuntò da dietro il leader, una bottiglia d’acqua tra le mani e la sua espressione da “sono il più vecchio anche se non lo sono e per questo posso farti la filippica quando voglio”.
-Passeggiavo- scrollò le spalle e si tolse anche l’altra scarpa, stando attento a non intercettare lo sguardo di nessuno dei suoi hyung.
-Sei andato di nuovo a sentirla cantare- Tae Il aveva affiancato gli altri due con un sorriso amichevole sul volto.
Taeil! Kyung scosse la testa, rimproverandosi per essersi confidato con il main vocalist. Si rialzò e si fece largo tra i tre compagni per andare a stravaccarsi sul divano.
-A sentire cantare chi?- Jaehyo e JiHo non mollavano – Non c’era il concerto di nessuno oggi a Gangnam- JiHo gli si sedette affianco.
Dato il silenzio di Kyung, i due si rivolsero a Taeil che subito fece un passo indietro – Chi cantava?-
-Vi ho già detto sin troppo…- tentò di difendersi.
-No, stai solo coprendo Kyung- disse Jaehyo con fare minaccioso, per quanto possa esserlo – e non dovresti. Non dobbiamo uscire da soli-
Taeil guardò sconsolato il rapper che gli rispose con un sospiro – Lasciate in pace Taeil-hyung- disse alla fine – vi dirò tutto io- i due hyung gli rivolsero subito la loro attenzione – Sono andato a sentire dei ragazzi che suonano e cantano in una piazza di Gangnam- spostò lo sguardo sul suo migliore amico – credo di aver trovato quello che cercavamo- per un attimo gli si illuminarono gli occhi ma al ricordo della reazione della ragazza l’entusiasmo scemò.
-Hai trovato quello che cercavamo?- JiHo si illuminò di immenso e non si accorse nemmeno che nel frattempo Jaehyo aveva iniziato la sua filippica, facendo accorrere in sala anche i restanti membri del gruppo, incuriositi dal baccano.
-Sì- gli rispose Kyung guardando il soffitto e ignorando il sub vocalist – le ho anche parlato ma ha rifiutato di farsi ascoltare da te-
Taeil scoppiò a ridere. Era una cosa talmente strana vederlo scoppiare così all’improvviso che lo guardarono tutti, persino Jaehyo smise la sua filippica – Scusate- disse il main vocalist – ma le hai seriamente chiesto di essere ascoltata da Zico?-
Kyung sorrise – Non proprio così…le ho detto che secondo me Zico-sshi sarebbe impazzito per la sua voce- a quel punto risero tutti, la risata bassa e tonante di P.O. sovrastava tutte le altre –Oh avanti, cosa c’è da ridere? Non potevo mica prenderla e portarla qui di peso! È pure più vecchia di me, credo. Quando l’ho chiamata noona non mi ha corretto – risero tutti ancora di più facendo offendere Kyung che incrociò le braccia al petto aspettando che la smettessero.
Il primo a riprendere fiato fu JiHo – Se non viene lei, andremo noi- disse asciugandosi le lacrime con il dorso della mano – sempre che non abbiano deciso di cambiare luogo d’esibizione visto il tuo assalto- la battuta fece partire di nuovo le risate di tutti.
-Molto divertente- Kyung lo guardò di traverso – E comunque le ho chiesto di non cambiare posto-
Yu Kwon, tra una risatina e l’altra, riuscì a sillabare qualche parola – Per fortuna che eri tu quello bravo con le ragazze, Kyung-
Il ragazzo non si diede pena di rispondergli e lasciò che si sfogassero per bene; quando finalmente smisero di ridere riprese la parola – Allora, verrai con me a sentirla cantare?-
Il leader, ancora senza respiro per il troppo ridere, annuì – Voglio che venga anche Taeil, però – Kyung annuì ma il main vocalist si fece subito sull’attenti.
-Oh, no no, JiHo, non serve che venga anche io-
-Sì invece, se è una vocalist sei tu quello con la maggior esperienza per valutarla- annuirono tutti mettendo il piccolo Taeil con le spalle al muro.
-Voglio venire anche io!- P.O. si intromise come al solito. Figurarsi se si perdeva l’occasione di farsi una gita fuori agenda con i suoi hyung.
-Già in tre daremo nell’occhio- disse JiHo – figurati con uno spilungone dal vocione fin troppo riconoscibile come te!-
P.O. gli tirò un pugno sulla spalla – parla quello con il naso talmente grosso da essere visto da chilometri!- stavolta risero tutti di JiHo.
 
 
Il mattino dopo, Kyung trovò difficile concentrarsi sulla mole di lavoro che avevano programmato. Durante le prove della coreografia fu il peggiore di tutti, persino peggio di Taeil, e anche durante il check di alcune parti delle canzoni fu conscio di non aver dato il massimo. Aveva la testa completamente altrove. Continuava a risentire nella mente la voce della ragazza e ad ogni volta si convinceva sempre di più che era perfetta per accompagnare la voce di Taeil e degli altri vocalist. Persino in contrasto con il rap di Zico, P.O. e suo avrebbe fatto la sua figura. In qualche momento di lucidità, aveva osservato JiHo e aveva notato che anche lui sembrava leggermente distratto; Teil, invece, iniziò ad agitarsi verso l’ora di pranzo.
-Non sono ancora sicuro che la mia presenza sia necessaria- disse per l’ennesima volta mentre erano seduti intorno al tavolo del ristorante.
-Smettila di ripeterlo, Taeil- replicò Zico in maniera informale – tu vieni e non se ne discute- si portò alle labbra un raviolo al vapore e iniziò a mangiare soddisfatto.
-Kyung…- Taeil provò a trovare conforto nell’altro rapper.
-Le parole di Zico sono legge- scherzò – non puoi sottrarti al suo comando- ma era nervoso quasi quanto il main vocalist. E se non avesse ceduto nemmeno davanti a Zico e Taeil?
I ragazzi intorno alla tavola risero, mentre Taeil gemette. P.O., da sempre molto protettivo nei confronti del main vocalist, gli posò una mano sulla spalla per qualche secondo, quindi riprese a mangiare come se nulla fosse lasciando il suo hyung sconcertato.
 
Le attività del pomeriggio andarono meglio e verso le quattro furono liberi di andare. Durante il tragitto in macchina verso l’appartamento, scese un silenzio carico di attesa ed eccitazione. I ragazzi non avevano fatto parola con nessuno delle loro intenzioni per cui le noona della produzione e il manager iniziarono a chiedersi cosa stessero per combinare. Ne avevano passate talmente tante negli ultimi mesi che un altro scandalo/problema li avrebbe messi k.o. per sempre. Sentendosi gli sguardi inquisitori addosso, JiHo decise di mettere le mani avanti.
-Visto che abbiamo il pomeriggio libero da impegni, io, Kyung e Taeil avremmo deciso di andare a fare un giro per Gangnam- la noona seduta di fianco al guidatore lo guardò con tanto d’occhi.
-Noi invece resteremo a casa a riposare un po’- U-Kwon fu il più veloce a dar man forte al leader – Non abbiamo voglia di stare in giro- B-bomb annuì in sostegno.
-Non so se è il caso che usciate da soli…- il manager parlava senza guardarli, gli occhi fissi sullo schermo del suo telefono, le dita che volavano sulla tastiera – Una noona verrà con voi-
-No- Kyung rispose di getto, senza pensarci. Ritrovandosi addosso lo sguardo stupito del manager e delle produttrici si affrettò a rimediare- Tre ragazzi e un’adulta danno molto più nell’occhio che tre ragazzi che girovagano da soli- sorrise alla noona seduta di fianco a lui – torneremo sani e salvi, non combineremo guai e ci terremo lontani dai pericoli – I ragazzi risero, anche il manager, tuttavia le produttrici rimasero scettiche.
Arrivati a casa tutti si diedero da fare per camuffare i tre che dovevano uscire. Le produttrici si impegnarono particolarmente ma tra tutti chi si divertì di più fu P.O. ; non smetteva di ridere e continuava a proporre outfit improponibili, lui che da sempre è uno dei più attenti allo style. Dopo un’ora Kyung sbottò.
-Basta!- P.O. che gli stava sistemando il cappellino si allontanò sghignazzando, gli altri si voltarono a fissarlo – direi che possiamo andare- guardò l’orologio con una punta di apprensione, erano già le cinque passate, dovevano muoversi. Salutarono, chiamarono un taxi e uscirono. La strada verso Gangnam sembrò più lunga del solito: Kyung guardava fuori dal finestrino con un’espressione preoccupata, Taeil era bianco come un fantasma e JiHo continuava a muovere la gamba destra. Quando finalmente il taxi si affiancò al marciapiede erano ormai le sei meno venti. Kyung lasciò Taeil e JiHo il compito di pagare e si precipitò verso il punto della piazza in cui si esibivano di solito i ragazzi. Corse a per di fiato, terrorizzato dall’idea di non trovarli, quando arrivato a metà strada iniziò a sentire la musica.
-JiHo! Tae!- urlò senza fermarsi e in barba ai formalismi – di qua!-
Raggiunse la piccola folla che assisteva allo spettacolo e vi si confuse, per evitare che lo vedessero; quando lo raggiunsero, tirò i suoi amici vicino a lui e gliela indicò. Avevano appena finito una canzone e ora il ragazzo che il giorno prima non gli era piaciuto diede la prima nota della nuova canzone con la pianola: “Stay” di Rihanna. Lei iniziò a cantare e Kyung dimenticò tutto il resto. Non lo innervosì nemmeno che fosse lo stesso Jun ad accompagnarla nella parte maschile.
 
Not really sure how to feel about it
Something in the way you move
Makes me feel like I can't live without you
It takes me all the way
I want you to stay
 
Le ultime note scivolarono via insieme alla sillaba allungata con cui la ragazza chiuse la canzone. Per un attimo vi fu silenzio, poi la gente iniziò ad applaudire e Kyung con loro. Si voltò verso i suoi compagni senza trovare le parole adatte ma ciò che vide fu abbastanza: JiHo era a bocca aperta e batteva le mani guardandola con occhi sognanti, Taeil era in lacrime. Niente di strano considerato che si stava parlando di Taeil ma Kyung lo considerò comunque un ottimo segno.
-Grazie a tutti- l’altra ragazza del gruppo si fece avanti – grazie mille per averci ascoltato e averci supportato, ci potete ritrovare qui domani dalle quattro. Buona serata – si inchinò e fu subito seguita da tutti gli altri. La folla iniziò a diradarsi.
Kyung prese da parte i suoi amici – Allora?-
-è stata…- JiHo provò a trovare l’aggettivo adatto - …-
-Perfetta- Taeil venne in suo aiuto, asciugandosi le ultime lacrime – Avevi ragione, Kyung, è quello che stavamo cercando – si voltò a guardare la ragazza con discrezione – non è solo brava tecnicamente, per quanto ci siano cose che si possono ancora perfezionare, è brava a far sentire quello che prova mentre canta. È una qualità non facile da trovare-
JiHo annuì – Andiamo da lei- e fece per avviarsi.
-Aspetta!- Kyung lo prese per la manica e lo trattenne – I suoi amici…-guardò oltre la spalla del leader – soprattutto quello che ha cantato con lei, non sono molto amichevoli-
JiHo lo guardò con un ghigno sulla faccia – solo perché tu non sai farti rispettare- si liberò e si incamminò trascinandosi dietro Taeil. A malincuore, Kyung li seguì.
-Hey- JiHo, parlata da rapper di strada, fece un cenno di saluto con la testa ai quattro ragazzi – vi abbiamo sentiti cantare prima-
I due ragazzi li guardarono inarcando un sopracciglio, la ragazza che aveva salutato la folla si limitò ad una lunghissima occhiata inquisitrice; Alice, voltata di spalle, si irrigidì percettibilmente. Attese un attimo, quindi si voltò lentamente e non appena ebbe messo a fuoco i tre arrivati sbiancò. Il suo sguardo saettò su Kyung e si fece di fuoco.
-Ehm…ciao- il ragazzo la salutò con un imbarazzato cenno della mano – Non sono riuscito a trattenerlo, scusa-
-Ali – Jun affiancò la ragazza con fare protettivo, come il giorno prima – li conosci?- lei annuì anche se non del tutto convinta. Kyung la compatì: ritrovarsi in una situazione del genere non deve essere bello.
-Torno subito- mormorò la ragazza e fece cenno ai tre di seguirla. Si incamminò a passo svelto verso il vicolo, cercando di camminare normalmente, ma con dei tacchi come quelli che Yong-ja le aveva fatto mettere era mostruosamente difficile. Giunti al riparo da sguardi indiscreti si appoggiò al muro e attese che la raggiungessero.
-Qui si che si può parlare!- JiHo era al settimo cielo.
-Zico-oppa…-la ragazza lo stava fissando come se non credesse ai suoi occhi – Taeil-oppa…- la voce le tremò e si portò le mani alla bocca.
-Canti davvero bene- Taeil, rosso come un peperone, parlò per primo, in modo molto formale – l’esecuzione di “Stay” mi ha emozionato –
-Se Taeil avesse fatto la parte maschile mi sarei emozionato anche io- JiHo esagerò platealmente ma si capiva che comunque il complimento alla base era sincero. La ragazza era a corto di parole, li guardava come se fossero un sogno.
-Ti avevo detto che Zico-sshi sarebbe impazzito nel sentirti cantare- Kyung cercò di metterla a suo agio, le sorrise. Lei gli rispose con un debole accenno di sorriso – So che ti sembrerà tutto strano, mi dispiace. Non volevo che ti assalisse così ma è difficile tenerlo a bada quando prende una decisione- prese per le spalle il suo leader che sghignazzò – Siamo venuti a rinnovarti l’offerta che ti ho fatto ieri-
JiHo annuì – Saremmo davvero contenti se collaborassi con noi- Taeil fece un cenno con la testa senza guardarla negli occhi.
La ragazza prese un respiro profondo, chiuse un attimo gli occhi e poi li riaprì – Voi non state scherzando- non era una domanda.
-No- rispose JiHo, serissimo – Non scherzo mai sul lavoro dei Block B-
Alice non ne dubitò nemmeno un istante – E siete davvero sicuri di voler collaborare con una newbie che non ha mai nemmeno fatto un corso di canto?- stavolta non riuscì a nascondere un accenno di domanda.
-Taeil e gli altri vocalist ti daranno tutto l’aiuto che ti serve, per non parlare del fatto che sarai sotto mia costante guida- il rossore che si dipinse sulle guance della ragazza a queste parole li fece sorridere tutti e tre –Allora, ci stai?- JiHo allungò una mano. Lei la guardò per un attimo, quindi gliela strinse.
-Ci sto
 

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Capitolo 5
*** Lavorare insieme - Capitolo 4 ***


Lavorare insiemeCapitolo 4
 
Due settimane dopo, svolte le varie pratiche burocratiche, si trasferì nell’appartamento di fronte a quello dei ragazzi, definitivamente sotto contratto con la Seven Seasons come collaboratrice. Era successo tutto talmente in fretta che non aveva nemmeno avuto il tempo di assimilare del tutto la cosa. Quando una delle produttrici la accompagnò all’appartamento era ancora spaesata e in balia delle emozioni e della situazione. Si fece rispiegare tutto due volte e nel vederla così tesa la produttrice le sorrise amichevole; “Andrà tutto bene” le disse prima di andarsene e lasciarla da sola. I suoi genitori non erano stati molto contenti della cosa ma avevano ceduto dopo una lunga chiacchierata via Skype, con la sola raccomandazione che non avrebbe dovuto rinunciare all’università. Cosa inutile da sottolineare visto che lei stessa non ne aveva alcuna intenzione. Ancora in trance iniziò a sistemare le proprie cose e per calmarsi mise l’Iphone sull’amplificatorino portatile: partì la sua playlist preferita e come prima canzone risuonò proprio “Where are you” dei Block B. Sorrise all’ironia della cosa e iniziò a canticchiare. A metà del primo ritornello aveva già completamente perso la cognizione dello spazio e iniziò a cantare a pieni polmoni, prendendo ogni nota di petto e giocando a modificare qualcosa, come se stesse doppiando con Taeil e non sovrapponendosi alla sua voce. La musica la rendeva sorda ad ogni altro rumore e per questo non si rese conto del tonfo contro la porta di ingresso e del chiacchiericcio che ne seguì.
I ragazzi, in corridoio, erano tutti accostati alla porta e al muro, e l’ascoltavano cantare. Kyung, Taeil e JiHo guardavano gli altri membri del gruppo e a turno bisbigliavano “Avete sentito?” oppure “Vi avevamo detto che era brava!”. Persino Jaehyo, che era stato il più scettico nelle due settimane precedenti, era colpito.
-Cosa state facendo?- il manager li sorprese in quell’assurda posizione e dovette trattenersi dal ridere – Non si spiano le ragazze-
-Non la stavamo spiando!- Taeil urlò un po’ troppo meritandosi una gomitata da parte di U-Kwon.
-Hyung, l’hai sentita cantare?- Jaehyo, ritrovando il quasi perso scetticismo di cui sopra, espresse i suoi dubbi.
-Certo, io e le produttrici l’abbiamo sentita cantare più di una volta questa settimana, sotto sua esplicita richiesta – accennò con il capo alla porta chiusa da cui continuava ad arrivare la voce della ragazza – voleva che fossimo davvero sicuri di volere una “newbie” senza esperienza – sorrise – ha carattere e soprattutto sa di avere dei limiti. Questo ci ha fatto capire che ha degli ottimi potenziali - guardò Jaehyo dritto negli occhi – Fidati del nostro giudizio, Jaehyo, i ragazzi ci hanno visto giusto stavolta- li superò per andare nel suo appartamento ma a metà strada si volse di nuovo verso di loro, cuccandoli a lottare per ottenere il miglior posto intorno la porta – E basta spiarla così, se volete parlarle bussate!-
Rimasti nuovamente soli, Kyung prese in mano la situazione – Ok, voi tornate dentro, ci parlo io –
-Perché tu?- JiHo lo squadrò scettico.
-Perché mi conosce meglio- ribatté il secondo rapper.
-Sì e sei anche quello che la innervosisce di più!-
-No quello è Jaehyo- entrambi si voltarono verso l’hyung con un ghigno sul volto.
-Idioti- Jaehyo li superò e prima che qualcuno potesse fermarlo bussò tre volte sulla porta.
Il silenzio cadde nel corridoio e all’interno della stanza.
-Sì?- la voce della ragazza era resa acuta dal nervosismo.
-Sono Jaehyo-oppa, con me ci sono anche gli altri membri, volevamo darti il benvenuto- formale ma educato, B-Bomb gli batté sulla spalla in segno di apprezzamento.
Da dietro la porta giunse il rumore della serratura e poi l’uscio si scostò, rivelando la ragazza. Era in tenuta da casa, pantaloncini corti e felpa di almeno tre taglie più grande della sua, i lunghi capelli castano chiaro lasciati sciolti sulle spalle. Per un attimo nessuno parlò; i sette ragazzi e la ragazza si fissarono in assoluto silenzio.
-Ehm…- Alice provò a spezzare il momento imbarazzante – volete entrare?- arrossì non appena finito di pronunciare la frase ma mantenne un certo contegno generale.
-Certo!- JiHo non se lo fece ripetere due volte e balzò in avanti. La ragazza si spostò di lato per farlo entrare, ridendo. Il teatrino sembrò smuovere del tutto l’atmosfera perché gli altri entrarono uno dopo l’altro. Quando fu il turno di P.O. Kyung, che era passato subito prima di lui, lo fermò.
-Eh no, il maknae torna da noi e recupera qualcosa da bere e da mangiare- gli riserbò un largo sorriso e gli chiuse la porta in faccia.
-Non dovresti trattare così P.O.- disse Alice che era rimasta lì per vedere cosa combinassero. Lui sorrise anche a lei e si avviò verso il salottino. Gli altri ragazzi si erano già messi comodi sul suo divano.
-Cavolo è molto più comodo del nostro!- U-Kwon stava tastando i cuscini.
-Forse perché a furia di saltarci sopra i nostri sono diventati delle suole- gli rispose Jaehyo.
-Forse-
Alice rise senza trattenersi e tutti si voltarono a guardarla facendola arrossire violentemente. JiHo le sorrise e si alzò per avvicinarsi a lei.
-Finalmente ridi! Non ti mangiamo, davvero- la spinse con delicatezza verso la poltrona per farla accomodare.
-Oh- disse lei dopo essersi seduta – ora sì che mi sento al sicuro-
Kyung rise all’espressione semi offesa del leader e andò a sedersi sul bracciolo della poltrona su cui si era accomodata la ragazza: gli altri avevano monopolizzato il divano. La vide arrossire per quella vicinanza e per un attimo pensò che fosse davvero carina. Resosi conto del pensiero si irrigidì; la fortuna sembrò girare dalla sua parte perché proprio in quel momento si sentì un tonfo contro la porta e la voce cavernosa di P.O. che urlava a qualcuno di andare ad aprirgli.
-Vado io- disse il rapper. Raggiunse la porta e fece entrare il maknae che gli scaricò tra le braccia due bottiglie e dei pacchetti di patatine che stavano per cadergli per terra.
-Ho cercato di prendere su tutto quello che potevo- JiHoon lo sorpassò ed entrò in salotto – datemi una mano!- sbraitò diretto ai suoi compagni. Si mossero solo Taeil e Alice. Lo aiutarono a sistemare le cose sul tavolino e a spartire i bicchieri e i tovaglioli. Riapparve anche Kyung che, una volta posate le bottiglie e i pacchetti, si sedette ai piedi del divano, vicino JiHo e U-Kwon. Guardò la ragazza versare da bere, niente di alcolico ovviamente, e per un po’ si perse il resto della conversazione.
-Kyung?- JiHo lo stava chiamando – Kyung?- di nuovo.
-Eh?- finalmente si voltò verso di lui, distogliendo lo sguardo da Alice – dimmi-
Il migliore amico lo guardò per un momento, perplesso, poi scrollò le spalle – sei tu quello dei brindisi- sollevò il bicchiere e così Kyung si rese conto che avevano tutti il proprio bicchiere sollevato e attendevano.
-Mm…vediamo- sollevò anche il suo e pensò a quali parole sarebbero potute andare bene – Brindiamo a questa nuova collaborazione e alla buona riuscita del nostro lavoro insieme. D’ora in poi ci prenderemo cura gli uni dell’altra- un po’ formale forse, ma poteva andare.
-Salute!- risposero tutti in coro per poi far cozzare i bicchieri. JiHo e P.O. furono un po’ troppo violenti e le loro bevande strabordarono dai bicchieri bagnando tutto il tavolino ma nessuno vi fece troppo caso. Ridevano ed erano spensierati come Kyung non li aveva visti da tempo. Soprattutto JiHo sembrava particolarmente felice e questo per Kyung valeva più di qualsiasi altra cosa; conosceva l’amico sin dalle elementari e aveva notato che, nonostante l’eccitazione per l’ottima riuscita del comeback, c’era comunque qualcosa che non lo soddisfaceva pienamente. Ora, invece, sembrava tranquillo, sicuro; questo avrebbe significato lavorare come matti nelle settimane a venire, ma nessuno se ne sarebbe lamentato. Si fidavano tutti ciecamente della guida di JiHo. Rimasero a chiacchierare con lei fino a notte fonda e a ogni ora che passava la tensione e l’imbarazzo scemavano via. Verso l’una, persino Taeil riuscì a guardarla negli occhi e ridere insieme a lei. Ben prima, Jaehyo aveva mandato alle ortiche tutti i suoi sospetti e aveva iniziato a comportarsi come suo solito intorno alle ragazze: il problema era che i suoi sforzi sembravano vani. Alice era immune al suo fascino. Una strana sensazione di sollievo si diffuse per tutto il corpo di Kyung.
-Karaoke time!- verso l’una e mezza JiHo se ne uscì con questa splendida idea. Si avvicinò al telefono di Alice e iniziò a scorrere la playlist annuendo di tanto in tanto per esprimere la propria approvazione verso i suoi gusti musicali – Ah!- sollevò lo sguardo verso di loro – trovata, è la canzone perfetta per me e te Kyung-
Il rapper lo raggiunse e si sporse oltre la sua spalla per spiare lo schermo del telefono – Sicuri che non ci fosse alcool in quelle bibite?- chiese scuotendo la testa – vuole cimentarsi con Eminem- I ragazzi risero tutti a crepapelle e persino Alice intuì dove Kyung volle andare a stuzzicare l’amico. Nonostante avesse studiato all’estero, JiHo era decisamente scarso in inglese. Decisa a non vederlo umiliarsi troppo, si alzò e gli prese il telefono dalle mani – Basta saper scegliere la canzone giusta- mormorò scorrendo la lista dei brani – Ecco!- disse dopo averla trovata- la sua parte in questa canzone non è troppo lunga ne troppo impegnativa- sorrise al leader e Kyung ebbe una stretta allo stomaco. Tornò a sedersi mentre le note iniziavano a diffondersi nella stanza e lei iniziava a cantare.
 
On the first page of our story
the future seemed so bright
then this thing turned out so evil
I don't know why I'm still surprised
even angels have their wicked schemes
and you take that to new extremes
but you'll always be my hero
even though you've lost your mind
(“Love the way you lie – part 2”, Rihanna ft. Eminem. )
 
In qualche modo JiHo riuscì a cavarsela nella complicata parte di Eminem e alla fine della canzone sia lui che lei erano visibilmente contenti, anche se affiatati. Tutti batterono le mani e Taeil saltellava addirittura sul divano. I due performer si inchinarono al loro pubblico e poi scoppiarono a ridere. A turno cantarono tutti ma alle due e un quarto furono cacciati dall’appartamento dopo che il manager, arrabbiato per il troppo rumore, li venne a sbattere fuori.
Il mattino dopo, forse per punirli, andarono a svegliarli alle sei, dopo solo quattro ore scarse di sonno. Diedero loro il tempo di una veloce colazione e poi li caricarono tutti in macchina. Arrivati allo studio di registrazione l’atmosfera si fece tesa. I ragazzi e Alice si sedettero sulle poltroncine nella saletta dei controlli, mentre JiHo si sistemò proprio al pannello dei comandi; rimasero soli per qualche minuto durante il quale nessuno osò fiatare. La più tesa era visibilmente la ragazza, continuava a bere piccoli sorsi dalla sua bottiglietta d’acqua: Jaehyo le toccò la spalla e le fece l’occhiolino per rassicurarla, ma lei gli rispose con un sorriso tirato. Kyung, che l’aveva osservata dal pannello di controllo, di fianco a Zico, stava per dire qualcosa quando entrò il manager.
-Bene- disse fermandosi in mezzo a loro – oggi proveremo l’armonia delle vostre voci. Fortunatamente in passato avete già arrangiato una versione di Movie’s Over per una voce femminile, così non dovremo perdere tempo per il momento. JiHo registra tutto, dovrai consegnarmelo stasera. Forza! Vi voglio al lavoro in cinque minuti- quindi, come era arrivato, se ne andò.
Dopo un attimo di silenzio JiHo batté le mani richiamando l’attenzione – Iniziamo- si voltò verso Min Hyuk – Prima tu, Minhyuk-hyung- gli sorrise – vediamo se ce la fai alla prima-
-Sta a vedere!- Min Hyuk si avviò verso la saletta di registrazione e nel passare davanti a Alice le strizzò l’occhio, ricambiato da un sorriso di incoraggiamento. Appena sparito oltre la porta della stanza insonorizzata iniziarono tutti a prenderlo in giro.
-Non ce la farà mai- Kyung sghignazzò e andò a sedersi vicino a Zico, al tavolo dei comandi.
-Mai- sottolineò Jaehyo stravaccandosi sul divano.
-Siamo migliorati- disse timido Taeil – sono sicuro che se si impegna davvero può farcela-
U-Kwon gli sorrise – Concordo-
-Sempre che JiHo-hyung non lo faccia ridere come al solito- P.O. si sedette vicino a Jaehyo e fece cenno a Alice di accomodarsi con loro – Sarà lunga- le disse con un sorriso enorme. Lei rise e si accomodò, i fogli con il testo in una mano e nell’altra la bottiglia.
-Bene, hyung, sei pronto?- JiHo, quasi lo volesse fare apposta, si rivolse al main dancer – Fai tutto come al solito e andrà bene. Non preoccuparti- B-Bomb sollevò il pollice per dire che aveva capito. Zico fece partire la base. MinHyuk riuscì perfettamente nell’intento. Alice sorrise nel vedere le facce degli altri: non se l’aspettava nessuno, nemmeno Taeil e U-Kwon che l’avevano difeso. MinHyuk tornò da loro sorridendo e giusto per prenderli un po’ in giro chiese – Sono andato bene?- Si sedette con disinvoltura proprio di fianco alla ragazza, anche se lasciò un palmo di distanza tra loro – Credo sia il tuo turno, JiHo- Zico si alzò, sicuro di sé e lasciò il posto di comando a Kyung che non si tirò assolutamente indietro.
-Produttore Kyung, possiamo iniziare?- chiese Zico dalla saletta di registrazione.
-Sì sì, vai- fece partire la base. Tutti si misero in attesa: i primi tre versi andarono molto bene poi storpiò una nota e tutti scoppiarono a ridere.
-Ahahah- JiHo uscì dalla saletta ancora piegato in due dalle risate e si afflosciò sulla sua sedia – ho incasinato tutto-
-Ti fa ridere?- Kyung lo affrontò – Per te registrare è uno scherzo? – stava evidentemente scherzando perché tutti presero a ridere più forte mentre JiHoo tentava di rimanere serio – Sei fuori di testa?-
-Farò meglio, lo prometto- disse il leader abbassando la testa.
-Questo studio non è una barzelletta- continuò Kyung
-Sì lo so-
-Chi ti ha dato il permesso di comportarti così durante le registrazioni?- Kyung lo guardò serissimo in volto – se continui a fare così non debutterai mai- fu la goccia che fece traboccare il vaso. JiHo, che era finalmente riuscito a contenersi, riprese a ridere incontrollabilmente – Ancora ridi?- Kyung sembrò senza parole.
-Mi impegnerò di più la prossima volta- JiHo, tra le risate di tutti, abbassò nuovamente la testa.
-Bene, Taeil hyung è il tuo turno- l’improvvisato produttore sembrò soddisfatto delle scuse e passò al main vocalist. L’ugola del gruppo fece il suo ingresso in sala registrazione e si preparò per la performance. Ovviamente andò a gonfie vele, nonostante da fuori i ragazzi continuassero a sperare in un suo errore. Ali ascoltava rapita e a metà della parte di Taeil si alzò e si avvicinò al vetro, completamente persa nella canzone e nella voce. Al termine della registrazione fu l’unica, insieme a P.O., a congratularsi con lui; non si accorse che Kyung li stava osservando accigliato e quando saltò su dicendo che era il suo turno non ci vide niente di male ma Zico e U-Kwon ridacchiarono. Andò molto bene anche lui e così anche gli altri. Giunto il momento di Ali, la ragazza iniziò a sentire la tensione attorcigliarle lo stomaco.
-Non preoccuparti- le disse Zico mentre l’accompagnava verso la sala – canta come hai fatto l’altra sera- le aprì la porta e poi la lasciò sola.
-Ali-sshi, mi senti?- La voce calma di Taeil invase la saletta.
-Sì- riuscì a dire.
-Ok, quando sei pronta facci un cenno, prenditi tutto il tempo che vuoi-
Ali annuì ancora una volta. Si avvicinò al microfono e prese in mano le cuffie. Respirò a fondo una, due, tre volte. La tensione non sembrava allentarsi minimamente, allora chiuse gli occhi e immaginò di essere insieme ai suoi amici, durante l’ennesima esibizione per strada.
-Credo sia pronta- mormorò Kyung a microfono spento in modo che lei non sentisse. Taeil annuì e fece partire la base. Attesero tutti e sette col fiato sospeso ma non appena si mise a cantare tirarono un respiro di sollievo: la voce le uscì limpida e ferma. Terminò con un sorriso soddisfatto sulle labbra e lo sguardo illuminato dalla felicità. Una volta tornata dagli altri, si complimentarono con lei per l’ottimo lavoro. Per un po’ furono rumorosi e nullafacenti ma alla fine Kyung si girò verso JiHo con un ghigno dipinto sul volto.
-A quanto pare l’unico a dover rifare la sua parte sei tu, leader- le risatine degli altri accompagnarono l’occhiataccia che l’accusato lanciò al proprio compagno. Senza rispondergli si diresse nello studio.
-Fai partire la base- disse con tono di sfida dopo essersi messo le cuffie.
Kyung, ridendo, fece come ordinatogli. La musica partì e Zico fu semplicemente Zico la rap machine. Le parole uscirono veloci ma fluide, il ritmo perfettamente sincronizzato a quello della musica. Terminò senza nemmeno una sbavatura levandosi di scatto le cuffie e lanciandole al loro posto. Gli altri sorridevano, ma Ali era un po’ preoccupata che se la fosse presa davvero.
-Allora- disse non appena fu tornato da loro – chi è che deve rifare la parte?- Kyung rise e gli strinse la mano per poi tirarlo a se in un abbraccio tipicamente maschile, con tanto di pacche sulle rispettive spalle. 

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Capitolo 6
*** Annunci in diretta - Capitolo 5 ***


Annunci in diretta - Capitolo 5

 
Nonostante avessero dovuto rifare solo la parte di JiHo, quando uscirono dallo studio era ormai mezzogiorno e i ragazzi si dovevano preparare per andare a registrare una delle loro innumerevoli apparizioni televisive. Chiesero ad Ali se voleva andare con loro e assistere da dietro le quinte ma sia lei che il loro manager gli fecero notare che non era una buona idea; una ragazza misteriosa, occidentale, che all’improvviso assiste al lavoro dei BlockB non sarebbe di certo passata inosservata e quello di cui al momento il gruppo aveva bisogno era mantenere il più possibile a freno il gossip mediatico. Li salutò nella hall dell’edificio e quando fu rimasta sola col manager chiese se poteva usare una delle sale prove per il resto del tempo che aveva a disposizione. L’uomo le sorrise e le indicò l’aula che le aveva prenotato quella, prevedendo che avrebbe voluto spendere così la propria giornata. Ali lo ringraziò con un profondo inchino e lui, un po’ imbarazzato, raggiunse i ragazzi in macchina. Fu così che per almeno due ore la ragazza rimase chiusa nella stanza a provare pezzi su pezzi.  Ad un certo punto il suo telefono suonò e sul display comparvero per la prima volta quattro semplici lettere, “JiHo”: senza motivo apparente, arrossì e si affrettò a rispondere.
-Sì?-
-Annyoooo- JiHo fece la sua vocina da aegyo – stiamo per andare in scena-
-Ancora?- guardò l’orologio – siete lì da due ore!-
-Pensa che abbiamo anche fatto prima del solito coi preparativi- dal tono capì che stava ridacchiando – Mi è venuta un’idea- iniziò a sussurrare come se le stesse per rivelare un segreto.
-Quale?- chiese già sospettosa.
-Terrò aperta la conversazione così potrai sentire tutto!-
Per un attimo Ali non riuscì a trovare le parole per rispondergli.
-Ali-sshi?- la voce perplessa di JiHo la scosse.
-JiHo-oppa- iniziò molto lentamente – è un pensiero davvero gentile ma non credo che sentirei altro se non un’enorme confusione – le venne da ridere ma cercò di non farlo sentire per non offenderlo. Era stato davvero carino.
-Ah! Ma non ci esibiamo!- esclamò tutto contento- è un’intervista- si sentì un fruscio come se avesse passato il telefono da un orecchio all’altro – La mia felpa oggi ha le tasche, lascerò lì il telefono-
-Zico-sshi! 2 minuti alla messa in onda!- qualcuno urlò da lontano.
-Arrivo!- rispose altrettanto forte JiHo- Ahah, andiamo, ti porto sul set!-
-Oppa!- tentò di protestare Ali, ma dal rumore Zico doveva già aver messo il telefono nella tasca.
Arresa all’idea, Ali aprì il vivavoce e posò il telefono sul bordo del piano davanti a lei.
-Dite ciao ad Ali-sshi, ragazzi- Zico aveva raggiunto gli altri membri.
-Eh?-  P.O. pensò Ali con un sorriso. –Ooooh! Annyo nuna!-
-Annyo- rispose lei più per divertimento che pensando che l’avrebbero realmente sentita.
-Ah! Nuna, annyo!- Kyung e Yu Kwon la salutarono insieme, con un coretto che la fece ridere di gusto.
-Annyo, Ali- Taeil, con la sua voce timida le fece sciogliere il cuore.
-Annyo, oppa- gli rispose con affetto.
-Andiamo, è ora- la voce di Jae li riportò tutti alla realtà – a dopo, Ali-sshi- le disse.
-A dopo- mormorò lei, leggermente imbarazzata dalla punta di fastidio che aveva sentito nella voce di Jaehyo.
Seguirono rumori strani, e Ali si immaginò Zico camminare sul palco della trasmissione, il telefono in tasca e quel suo sorriso malandrino dipinto sulle labbra. Subito dietro di lui l’inseparabile Kyung, poi P.O. e infine tutti gli altri. Altri rumori raccapriccianti le fecero capire che si era seduto.
-è con immenso piacere che oggi sono qui in compagnia dei Block B- la conduttrice introdusse i ragazzi con voce calda e la folla impazzì. Ali riuscì a sentire le fan anche attraverso il telefono e la tasca di Zico. Le venne da sorridere.
-Uno, due, tre- mormorò Zico – Do you wanna? Block B! Salve a tutti- il classico saluto dei ragazzi fu seguito da altre urla.
L’intervista partì e inizialmente si focalizzò sul ritorno dei ragazzi nella scena musicale dopo una pausa di riposo così lunga. Quasi un anno di assenza li aveva sicuramente provati ma vi avevano saputo trarre beneficio impegnandosi ogni giorno in sala prove e riposandosi. Taeil definì il periodo come una pietra posata da cui avrebbero ricominciato a salire sempre più in alto. Ad Ali piacque molto come accostamento. Kyung, il più attento tra i sette alle fan, le ringraziò di cuore per averli aspettati per tutto questo tempo, nonostante non vi fossero che poche immagini e vecchi video a colmare la loro assenza. Ricordò lo splendido regalo che gli avevano fatto durante lo showcase e di come ognuno di loro avesse apprezzato di cuore il gesto.
-BB.C, i love you- concluse scatenando l’ennesima ondata di urla.
L’intervista quindi si spostò sull’album e sulle canzoni, il loro significato e qualche dettaglio sulla loro produzione. Fu Zico principalmente a parlare, visto che aveva prodotto e scritto la maggior parte delle tracce ma, da buon leader, continuò a chiedere l’opinione dei suoi compagni che non mancarono di elogiarlo sinceramente per il duro lavoro.
-Durante questo anno- disse YuKwon – quando magari noi tornavamo a casa a salutare le nostre famiglie, lui continuava a lavorare all’album e ci scriveva per chiederci consigli e pareri, ha lavorato davvero tanto per noi e per questo non lo ringrazieremo mai abbastanza-
Ali sorrise. Si era accorta subito dell’incredibile legame che quei sette matti avevano tra di loro ma la cosa che l’aveva colpita di più era il rispetto che nutrivano verso Zico e che lui ricambiava in pieno; non l’aveva mai visto troneggiare su di loro ma comportarsi più come un “primus inter pares”.
-Quali sono i progetti futuri?- chiese quindi la conduttrice.
-Beh-disse Zico- vogliamo promuovere a lungo l’album, senza fare pause come nelle occasioni precedenti. Vogliamo tornare a far sentire il nostro nome in Corea e all’estero, magari anche con un Tour mondiale, le BBC in America del Sud sono davvero tante- sghignazzò – Inoltre abbiamo in mente un progetto completamente nuovo su cui vorremmo iniziare a lavorare a breve-
-Davvero? Puoi raccontare qualcosa?-
-Posso dirvi che vi stupirà e vi lascerà a bocca aperta- dal tono Ali intuì che stava sorridendo.
-Dovrete tenervi ben stretti alle sedie- si intromise, con sua enorme sorpresa, Taeil – perché sarà qualcosa che non avrete mai sentito ne visto-
-Oh, così ci avete davvero incuriositi!- protestò la conduttrice scatenando le risate dei ragazzi – Bene, questi erano i Block B, cari telespettatori- fece una breve pausa durante la quale si sentirono fruscii e rumori strani. Ali immaginò che Zico si fosse alzato – Grazie mille per essere stati con noi-
-Grazie a voi per averci ospitato, ciao a tutti!-
Ali si rilassò sulla sedia, l’intervista era finita. Rumori inquietanti giunsero dal telefono mentre Zico camminava fuori dal set.
-Ali-sshi?- disse dopo aver trafficato con il telefono nella tasca.
-Ci sono- disse Ali, mettendo da parte qualche pensiero.
-Allora?- altri rumori di sottofondo e qualcuno che mormorava di fare spazio.
-Siete stati molto bravi- li complimentò lei – Kyung-sshi sei responsabile di aver fatto svenire almeno un centinaio di BBC secondo me- le risate coprirono le rimostranze del rapper.
-Dobbiamo andare ora, ci vediamo tra poco!-
-A dopo- rispose e mise giù. 

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Capitolo 7
*** Cena fuori! - Capitolo 6 ***


Cena fuori! - Capitolo 6

Nel silenzio improvviso, i pensieri ingombranti arrivarono a tormentarla. Zico e Taeil avevano usato parole forti per il loro progetto, provocando sicuramente l’immediata reazione del fandom. E se avesse fatto qualcosa di sbagliato incasinando tutto? Lei non era una professionista, non sapeva stare sul palco, non sapeva reggere la pressione e il nervosismo. Inoltre, cos’avrebbero pensato le fan e i fan di un’emerita sconosciuta che all’improvviso appare e canta insieme ai loro beniamini? Occidentale per di più! Si lasciò sfuggire un gemito sconsolato e si afflosciò sul bordo del piano, schiacciando anche qualche tasto. Dopo dieci minuti passati in quella posizione si decise ad andarsene dagli studi della compagnia per tornare all’appartamento. Raccolse le sue cose, spense la luce e chiuse la porta. Attraversò in silenzio i corridoi dell’edificio e salutò con un leggero inchino l’uomo all’ingresso. Una volta in strada si calmò definitivamente e si incamminò a passo sicuro, gli auricolari nelle orecchie. Camminò per almeno venti minuti e giunta poco distante dalla casa, svoltò a destra prendendo la via più lunga ed entrare dal retro, proprio come aveva stabilito il giorno in cui era arrivata insieme al manager dei ragazzi e al ceo della Seven Seasons. Entrò nello stabile canticchiando e prese le scale; salì fino all’ultimo piano e finalmente raggiunse la porta del suo appartamento, leggermente in affanno. Entrò in casa e si levò le scarpe per poi appoggiare gli auricolari e le chiavi nel piccolo porta oggetti all’ingresso. Nell’appartamento regnava un silenzio tombale e per evitare di rimanere sola con i propri, rumorosi pensieri, mise il telefono sulle casse portatili e fece partire la playlist, un mix di SHINee, BlockB e B.A.P. Canticchiando si avviò in camera dove si tolse i vestiti. Vagolò in sola biancheria intima per un’intera canzone, quindi entrò in bagno per farsi una doccia lasciando la porta aperta in modo che la musica la raggiungesse. L’acqua calda l’aiutò a rilassare i muscoli e la mente e, fortunatamente, Be The Light di sottofondo fece il resto; furono cinque minuti davvero rilassati poi, invece, partì RingDingDong degli SHINee. Inutile dire che iniziò a ballare come una fuori di testa sotto la doccia, cantando a squarciagola. A fine canzone aveva il fiatone ma almeno aveva finito di lavarsi con stile. Si coprì con un asciugamano e si sedette sulla tavoletta abbassata del water, tenendo il tempo della canzone successiva con il piede (Juliette – SHINee); ci mise un po’, assorta com’era, a rendersi conto che qualcuno stava bussando alla porta. Uscì di corsa dal bagno, rischiando di cadere per terra, e si precipitò a verificare chi fosse.
-Chi è?- domandò accasciandosi contro la porta e massaggiandosi una gamba dolorante per una botta presa contro un mobile.
-Noi!- urlò di rimando la voce di MinHyuk.
-Oh cavolo- mormorò Ali guardando le sue condizioni – Ehm…un attimo!- non attese nemmeno che le rispondessero, si precipitò in camera (stavolta stando attenta a non prendere botte da nessuna parte) e si mise le prime cose che le vennero sotto mano: un paio di vecchi jeans a sigaretta e una felpa da uomo, decisamente troppo larga per lei. Non aveva tempo per asciugarsi i capelli per cui li frizionò con l’asciugamano e pregò che non fossero troppo in disordine; la cosa che la preoccupava davvero era lo stato della sua faccia senza trucco. Corse in bagno urlando – Due minuti!- verso l’ingresso e si guardò allo specchio.
-Oddio- mormorò. Le occhiaie erano abbastanza marcate ed era leggermente pallida, tutta l’abbronzatura dell’estate ormai definitivamente sparita. Tentò di sistemarsi alla meglio ma quando uscì dal bagno le occhiaie erano ancora troppo visibili e il suo viso non meno pallido di prima. Aprì la porta di colpo, dopo esservi corsa incontro e se li ritrovò tutti e sette davanti con l’ovvia conseguenza che il suo cuore saltò qualche battito.
-Hi lady- disse Zico con il suo solito ghigno.
-Hi guys- riuscì a replicare Ali dopo aver ripreso il controllo delle sue funzioni cardiache. Fece per farli entrare ma YuKwon la prese per un polso, arrossendo leggermente.
-Nono- le disse – stasera usciamo!- la tirò fuori di casa dandole il tempo di afferrare solo le chiavi e il telefono.
-Usciamo?- ripeté inebetita seguendoli.
-Sì- disse Kyung affiancandola e sorridendole smagliante – A proposito, dove andiamo, JiHo?-
-Non so, hyung qualche idea?- disse rivolgendosi a Taeil e Jaehyo.
-Potremmo andare a mangiare nel posto dell’altra volta, vicino gli studi dell’After School- rispose il maggiore.
-Ah sì!- P.O. parlò per la prima volta – mi piace il kimchi che fanno lì!-
-Andata allora- disse JiHo voltandosi verso Ali per sorriderle.
-Sai- disse all’improvviso Kyung che ancora le camminava vicino – ora puoi anche lasciarla andare, Kwon- sette occhi si abbassarono contemporaneamente per guardare la mano di YuKwon che ancora stringeva delicatamente il polso della ragazza.
-Oh…- il ragazzo la lasciò andare velocemente e si voltò dall’altra parte tra le risatine degli altri e il leggero sorriso di Ali. Solo Kyung non sorrideva, ma anzi sembrò incupirsi, come se la reazione di Ali non fosse quella che si aspettava.
-Dove credete di andare?- la voce del manager li raggiunse mentre scendevano l’ultimo gradino delle scale.
-A mangiare fuori- disse JiHo. Il sopracciglio alzato del manager fece loro capire che non approvava l’idea.
-Non mi sembra il caso- disse spostando lo sguardo da JiHo ad Ali con fare eloquente. La ragazza abbassò gli occhi, in imbarazzo.
-Oh, andiamo, hyung- JiHo non voleva cedere – è tardi, non ci darà fastidio nessuno- il manager scosse nuovamente il capo e Ali, non volendo creare problemi, si mise tra di loro.
-Fa niente, voi andate- sorrise ai sette ragazzi – faremo qualcosa insieme un’altra volta- sentì il manager avvicinarsi e poi la sua mano sulla spalla, in segno di approvazione.
-Potremmo camuffarla- propose allora Kyung – le nuna del trucco sono ancora qui?-   
-Sì ma…- provò il manager ma a quel punto era già scoppiato il caos. Kyung balzò in avanti e tirò Ali verso di loro.
-Andiamo!- le sorrise con una tale speranza negli occhi che Ali ci cascò con tutte le scarpe e annuì. Il manager sospirò ma era solo contro sette, e mezzo dato che avevano giocato la carta dell’idol affascinante per convincere Ali. Li seguì verso l’appartamento che fungeva da studio per il make up a portata di mano e quando le nuna aprirono e lo guardarono dubbiose si limitò a scuotere la testa sospirando.
-Dai, siediti qui- Kyung trascinò Ali davanti a uno specchio e la guardò sistemarsi, leggermente imbarazzata –Fidati delle nuna – le disse per calmarla – sono davvero brave-
Ali sorrise e annuì, non completamente a proprio agio. Guardò nello specchio e vide il volto sorridente di una delle make up artist: fece un respiro profondo e le diede il permesso di iniziare. JiHo si sistemò nella sedia alla sua destra, mentre Kyung si sistemò in quella alla sua sinistra; gli altri si stravaccarono sui divanetti. Per un po’ nella stanza regnò il silenzio più assoluto, fino a che Taeil non lo ruppe iniziando a canticchiare qualcosa, allora l’atmosfera si fece meno tesa e tutti si rilassarono. JiHoon si alzò e iniziò a ravanare in uno dei cassetti del tavolo da lavoro, cercando qualcosa; richiuse il primo dopo cinque minuti e aprì il secondo. Ravanò e ravanò ma non sembrò trovare quello che stava cercando. Aprì anche il terzo, incastrandosi nel poco spazio tra JiHo, la nuna e la sedia di Ali. Zico protestò ma il maknae non sembrò nemmeno sentirlo. Dopo due minuti, tuttavia, lanciò un grido di vittoria: aveva trovato quello che stava cercando. Lo nascose per bene e tornò a sedersi sviando le domande incuriosite di Jae e MinHyuk.
-Fatto!- dopo una mezzora la nuna posò pennelli, batuffoli e altro ancora e si spostò da davanti lo specchio. Il riflesso che Ali si ritrovò a fissare si muoveva come lei ma sembrava qualcun altro. Grazie allo splendido lavoro della truccatrice ora i suoi occhi erano leggermente a mandorla e sfumati con un ombretto che faceva risaltare il colore dell’iride. Ma la nuna era andata oltre gli occhi: le aveva uniformato i toni del viso e dato colore alle guance con un fard delicato, inoltre le aveva anche applicato un leggero rossetto neutro sulle labbra donandole pienezza e lucidità.
-Stai davvero bene- mormorò Kyung entrando nel suo campo visivo. Ali arrossì violentemente con il risultato che JiHo le si avvicinò dall’altro lato e confermò le parole dell’amico solo per vederla arrossire ancora di più.
-Purtroppo se qualcuno le si avvicina troppo capirà comunque che è occidentale- disse la nuna con un sospiro.
-Prova con questi- disse JiHoon mettendosi dietro Ali e porgendole qualcosa. Erano un paio di occhiali come vanno di moda adesso, le lenti un po’ squadrate e non correttive. Li mise e, di nuovo, le sembrò che fosse qualcun altro a ricambiare il suo sguardo attraverso lo specchio – Perfetto- sentì dire a JiHoon – così si intravede comunque il lavoro della nuna ma anche da vicino non si riesce a capire se è effettivamente trucco o altro- Kyung gli batté il cinque in segno di approvazione e anche il manager annuì soddisfatto.
-Allora possiamo andare- disse Jaehyo già alla porta. Doveva avere fame. Ali annuì un po’ più convinta stavolta e si alzò. La nuna addetta allo stylist, però, la fermò con un imperioso grido d’allarme che paralizzò tutti quanti.
-Ferma lì!- le disse e corse in un’altra stanza da cui riemerse con in mano un paio di tronchetti col tacco, spettacolari – Provale- ordinò per la seconda volta. Ali, ubbidiente, si risedette e le provò. Stranamente le andavano bene. Si alzò e fece un po’ avanti e indietro per la stanza: erano perfette.
-Molto bene- disse la nuna – ora potete davvero andare- 

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Capitolo 8
*** Imprevisti - Capitolo 7 ***


 Imprevisti - Capitolo 7
-Si ma non vale- disse JiHo una volta arrivati in garage e mettendosi di fianco ad Ali – ora sei praticamente alta come noi, che figura ci facciamo?-
Ali rise di cuore, senza riuscire a trattenersi e ben presto fu seguita da JiHoon che, essendo ormai il più alto, non doveva preoccuparsi della cosa.
-Non ci trovo niente da ridere- mormorò Taeil salendo in macchina e andando a rintanarsi nella seconda fila di sedili, vicino il finestrino. I due smisero subito di ridere e fecero a gara per sedersi vicino al main vocalist per farsi perdonare. Finì, ovviamente, che vinse JiHoon e Ali dovette accontentarsi del posto davanti Taeil. Iniziarono a parlare a raffica entrambi, JiHoon con il suo vocione e Ali con il migliore dei suoi toni dispiaciuti: Taeil non resistette all’attacco nemmeno due minuti. Li guardò entrambi dopo poco e sorrise, l’offesa già dimenticata. Il maknae lo strinse in un abbraccio soffocante mentre Ali ricambiò con un sorriso dolce per poi voltarsi per lasciarli un po’ tra di loro. Si ritrovò seduta accanto a Kyung e arrossì, maledicendosi per le farfalle nello stomaco che gli faceva venire ogni volta che la guardava il che, come aveva iniziato a notare, accadeva abbastanza spesso.
-Tutto bene?- le chiese mentre aspettavano che gli altri membri salissero.
-Sì- mormorò lei in totale imbarazzo. Non capiva. Quella mattina aveva viaggiato vicino a YuKwon eppure non si era sentita così in imbarazzo: possibile che avesse sottovalutato la sua cotta per Kyung? Assurdo, era solo la fan girl che c’era in lei e che ancora non si era abituata ad avere il suo idolo intorno, tutti i giorni. Strinse le mani in grembo. Doveva essere per forza così. Una volta tutti dentro e in marcia, JiHo prese il telefono di Ali e lo attaccò all’impianto stereo della macchina. Per mutuo accordo, non sapevano nemmeno loro spiegare perché, le playlist della ragazza erano state elette quali migliori per le sessioni di karaoke.
-Ci sono un po’ troppe canzoni di altri gruppi tra le ultime ascoltate- si lamentò senza togliere gli occhi dallo schermo dello smartphone.
-Ce ne sono altrettante dei BlockB- rispose Ali senza scomporsi troppo. Il suo io di fan girl aveva da tempo accettato di dividersi tra gli splendenti e perfetti SHINee e i pazzi ma adorabili BlockB. Certo era che, se mai avesse incontrato gli SHINee di persona, non avrebbe perso tempo a pensare a come i ragazzi l’avrebbero guardata ma avrebbe iniziato a saltellare su e giù come una quindicenne indicandoli freneticamente. Scosse la testa e si coprì il viso con una mano. Che cosa ridicola a 22 anni suonati.
-Che c’è da ridere?- chiese JiHo voltandosi verso di lei.
-Niente, pensavo tra me e me- rispose. Si sentì lo sguardo di tutti addosso ma fece finta di niente indicando il telefono con un cenno del capo – Cos’hai scelto?- JiHo le rivolse un ghigno dei suoi e premette play: la voce di Hanbyul del LEDApple invase l’interno della macchina. Ali iniziò a ridere di gusto.
-Adoro il video di questa cover- era Blurred Lines di Robin Thicke ft. Pharrell e Hanbyul dava il meglio di se interpretando entrambi i cantanti e facendo anche i diversi urli in falsetto. Uno spettacolo. Ben presto iniziò a cedere al ritmo e a muovere la testa e il corpo, in una specie di balletto da seduta. MinHyuk e YuKwon la seguirono dopo poco. Kyung e JiHo si diedero arie interpretando il rap di Pharrell (inventando la maggior parte delle parole) ma furono messi tutti k.o da P.O che reinterpretò i falsetti con il suo vocione. Arrivarono al ristorante ancora piegati in due dalle risate e con le lacrime agli occhi; scesi dalla macchina JiHo si dovette tenere a Jaehyo per non rotolare per terra. Ali si tenne alla macchina e non si rese nemmeno conto che era spalla a spalla con Kyung.
-Quando vi sarete ripresi- disse il manager, cercando di trattenere le risa – entrate. Chiamatemi quando state per finire così torno a prendervi-
Jaehyo annuì e iniziò a strattonare il suo leader verso l’entrata del locale – Dai, ho fame- JiHo, continuando a ridere e a prendere in giro il maknae lo seguì, gli altri al seguito. Kyung prese per mano Ali senza pensarci e fu così che entrarono nel locale pieno di gente. Si sedettero ad un tavolo rotondo in un angolo, chiacchierando e facendo rumore. Ordinarono da mangiare in abbondanza e nell’attesa parlarono tra di loro; o meglio, i ragazzi colsero al volo l’occasione per tempestare Ali di domande.
-Come mai sei voluta venire in Corea?- chiese Jaehyo, seduto di fronte a lei.
-Mi sono innamorata di questo paese una volta scoperto il k-pop – ammise a malincuore lei, ben sapendo che sarebbero impazziti al solo udire una cosa del genere. E, infatti, non la delusero. JiHo e Jihoon iniziarono a parlare ancora più ad alta voce e velocemente, facendole domande che non riusciva a capire – Calmatevi- disse ridacchiando e prendendo JiHo per i polsi nel tentativo di fermare le sue convulsioni sulla sedia – è iniziata così ma poi ho semplicemente iniziato ad essere curiosa e ho cercato video, storie e altre cose del genere- lasciò andare JiHo e tornò a sedersi composta – Dopodiché ho solo dovuto scegliere la Corea al posto di un altro paese quando mi è stata data la possibilità di andare in Erasmus- sollevò le spalle – tutto qui – sorrise a Jaehyo.
-Ed è come te la immaginavi?- Taeil la guardava curioso.
-Anche meglio- gli sorrise radiosa facendolo arrossire e abbassare lo sguardo. Intanto iniziarono ad arrivare i piatti.
-Cos’hai pensato quando hai visto Kyung la prima volta- MinHyuk iniziò a riempirsi il piatto.
-Che fosse tutto un enorme scherzo- rispose Ali con una risata per poi allungarsi verso il cibo.
-Pensava addirittura che quel suo amico le avesse messo qualcosa nell’acqua- mormorò sconsolato Kyung scatenando risate generali.
-Se ci fossi andato io per primo- disse JiHo con la bocca già piena – Mi avrebbe creduto subito- JiHoon gli rivolse il cinque e insieme ridacchiarono dell’espressione corrucciata di Kyung.
-Probabilmente ci avrei creduto ancora meno- rispose invece Ali per poi riempirsi la bocca con dell’ottimo riso. Kyung e gli altri scoppiarono a ridere mentre Zico e P.O. si sgonfiarono come dei palloncini bucati. Ali finì di masticare e si rivolse proprio verso il leader – Così impari- gli mormorò per poi fargli la linguaccia. Era talmente a proprio agio tra di loro che si stava lentamente rilassando e lasciando andare. Per un po’ chiacchierarono normalmente, loro le facevano delle domande e lei rispondeva. Hai fratelli o sorelle? I tuoi genitori cosa ne pensano? E i tuoi amici? Quanto ti manca per finire gli studi? Com’è nata la tua passione per la musica?
-Ali, fai “aaah”- Zico la prese di contropiede e le infilò qualcosa in bocca. Ali masticò automaticamente e per un attimo non sembrò esserci nulla di strano ma poi la bocca le andò letteralmente in fiamme. Le vennero le lacrime agli occhi e cercò disperatamente di arrivare alla bottiglia d’acqua ma JiHo, ridendo come un matto, gliela tolse da vicino passandola a JiHoon – Così impari!- Ali iniziò a tossire e a imprecargli contro in ogni lingua che le venisse in mente, dall’italiano al coreano passando per spagnolo e inglese. Taeil, mosso a pietà dalla scena, passò l’altra bottiglia d’acqua a Kyung che si affrettò a riempirle il bicchiere. Ali bevve avidamente e alla fine respirò profondamente.
-Questa me la paghi- disse con voce roca asciugandosi le lacrime. JiHo e JiHoon erano ancora piegati in due dal ridere – E JiHoon- mormorò contrita verso il maknae – questo da te non me lo sarei mai aspettato- si voltò verso Kyung e, senza farsi vedere dai due colpevoli, fece una mini linguaccia. Se volevano giocare con lei dovevano imparare a ricevere indietro ogni colpo. Kyung sghignazzò e per non farsi beccare si riempì nuovamente la bocca.
-Nuna- JiHoon, pensando di aver seriamente offeso la ragazza, cercò di attirare nuovamente la sua attenzione, invano –Ehm…Nuna-
-Ali-sshi- Minhyuk le si rivolse di nuovo, ignorando il povero maknae – Hai qualcuno che ti aspetta in Italia?- pose la domanda in maniera molto gentile, evitando di domandare direttamente se fosse fidanzata ma in ogni caso il tavolo piombò nell’assoluto silenzio. All’improvviso Ali si ritrovò addosso sette paia di occhi e arrossì. Inconsciamente guardò alla sua sinistra e incrociò lo sguardo di Kyung per poi riabbassare subito il suo.
-No- mormorò arrossendo ancora di più – Le relazioni a distanza non erano il suo forte- sentì l’impellente bisogno di muovere le mani per cui si allungò verso una ciotola piena di spaghetti e se ne servì alcuni.
-Quindi c’era qualcuno- la voce di JiHo era gentile ma anche carica di curiosità.
Ali annuì, cercando in tutti i modi di reprimere l’istinto di voltarsi verso Kyung per vedere la sua reazione – Mi ha lasciata due settimane prima che partissi- cercò di alleggerire l’atmosfera scrollando le spalle e rialzando gli occhi, sulle labbra un falso sorriso – Era contrario al mio viaggio sin dall’inizio ma fa niente, è lui che ci perde, non io – la pasta rimase nel piatto, intoccata. Il silenzio si protrasse per un minuto, quindi Jaehyo disse qualcosa che non centrava nulla e pian piano gli altri rivolsero a lui la loro attenzione. MinHyuk le rivolse uno sguardo di scuse prima di rivolgersi a Jae. Ali avrebbe voluto sospirare ma intuì che una persona non si era unita al nuovo discorso. Con la coda dell’occhio osservò Kyung mangiare con gli occhi bassi e lo sguardo di chi sta pensando intensamente a qualcosa – Kyu…- fece per dire dopo aver raccolto tutto il suo coraggio ma un grido eccitato la gelò sul posto. Delle fan avevano riconosciuto i ragazzi dalle vetrine del locale ed erano entrate per farsi autografare qualcosa.
-Kyung oppa!- gridò eccitata una di loro avvicinandosi proprio a Kyung. Ali, per paura di farsi riconoscere, si voltò immediatamente dall’altra parte, solo per ritrovarsi di fronte la schiena di un’altra fan che si era avvicinata a JiHo. Abbassò lo sguardò e si portò le mani al viso per cercare di nascondersi il più possibile. Un lampo la fece sobbalzare. Qualcuno aveva fatto una foto. Dannazione, pensò. Sollevò gli occhi e incontrò lo sguardo di Jaehyo dall’altra parte del tavolo. Le indicò il proprio telefono e sillabò il nome del manager, poi alzò la mano aperta. Ali sospirò di sollievo, entro cinque minuti sarebbe arrivato il manager. Ben presto, però, iniziò a credere che quei cinque minuti si fossero dilatati in ore. Le ragazze non sembravano volersene andare e continuavano a ronzare intorno ai membri del gruppo; come se non bastasse, la notizia doveva essere uscita dal locale perché ne arrivarono altre. Ad un certo punto sentì qualcuno che le copriva il capo con il cappuccio della felpa e la strattonava per farla muovere. Guardò in alto per una frazione di secondo e vide JiHo alzarsi da tavola e iniziare a farsi largo.
-Grazie, BBC, come al solito siete fantastiche. Ora però è meglio se usciamo, non vorremmo disturbare ancora l’hyung del ristorante -  
-Ciao BB.C!- Kyung, indossata per una volta, una maschera di finta cortesia, si mise subito dietro Ali e, senza toccarla, la sospinse dietro al leader. Uscirono dalla porta sul retro perché l’ingresso era completamente invaso dalle fan e non appena furono sul marciapiede Jaehyo mise mano al telefono e chiamò il manager.
-Sbrigati- gli disse JiHo – non ci metteranno molto a venire a vedere se siamo rimasti qui-
-Hyung- disse proprio in quel momento Jae – nel vicolo sul retro- quindi riattaccò. Dopo meno di trenta secondi due fari illuminarono il vialetto e una macchina si fermò di fronte a loro. JiHo aprì la portiera e si spostò per far salire per prima Ali. La ragazza non se lo fece ripetere due volte e, tenendo la testa bassa, si andò a rintanare nel posto che all’andata aveva occupato Taeil. Di fianco a lei si mise Kyung e poi JiHo stesso. JiHoon stava per salire quando le fan invasero il vicolo.
-Muoviti!- urlò YuKwon prendendo il maknae per il bordo della giacca e trascinandolo dentro la macchina. MinHyuk si sporse e chiuse lo sportello, permettendo al manager di partire.
-Uff- Taeil sospirò – speravo che almeno per stasera avremmo potuto cenare con calma-
-Hanno scattato delle foto- disse Jaehyo con voce lamentosa.
Il manager non disse nulla ma Ali ne sentì lo sguardo addosso dallo specchietto retrovisore – Domani ci penseremo- rispose alla fine. Nella macchina scese il silenzio. Ali si rannicchiò contro il finestrino oscurato e puntò ostinatamente lo sguardo sul paesaggio che sfrecciava via. Avrebbe dovuto rimanere all’appartamento come voleva il manager. Se in quelle foto fosse apparsa anche lei o qualcuna di quelle fan avesse iniziato a chiedere in giro per la rete chi fosse la ragazza con i Block B, cosa sarebbe successo? L’avrebbero mandata via per evitare scandali? La promozione dell’album ne avrebbe risentito? La sola idea di essere la causa di qualche problema per i ragazzi le faceva venire le lacrime agli occhi. Dopo tutto quello a cui erano andati incontro per farla collaborare con loro; dopo i rischi che Kyung aveva corso per andare a sentirla suonare.
-Ali…- Kyung mormorò il suo nome a bassa voce ma lei lo ignorò e lui non ci riprovò.
Quando parcheggiarono nel garage sotterraneo, nel piccolo gruppo regnava ancora il silenzio più assoluto, la bella atmosfera che avevano raggiunto durante la cena completamente rovinata. Non appena scesa dall’auto, inoltre, Ali non guardò nessuno e si diresse per prima verso le scale che portavano all’ascensore. Lo chiamò e attese impaziente che arrivasse; dietro di lei i ragazzi e il manager aspettavano in assoluto silenzio. Un telefono squillò. Qualcuno alla sua destra ravanò dentro le tasche.
-Merda- era JiHo. Ali non si voltò ma si immaginò il ragazzo mostrare il telefono al manager.
-Adesso salite e andate a dormire. Ne riparliamo domani, io devo tornare alla compagnia- l’ascensore si aprì proprio mentre i suoi passi si allontanavano nuovamente verso la macchina. Ali entrò in ascensore e si andò a rintanare nell’angolino, lo sguardo basso. Pregò che entrassero in fretta e schiacciassero quel maledetto pulsante. Un senso di colpa mai provato prima la opprimeva. L’ascensore sembrò metterci una vita ma finalmente si aprì sul loro piano. Raggiunsero i loro appartamenti ancora in silenzio.
-Ali-sshi…- tentò nuovamente JiHo, ma Ali ignorò anche lui. Passò velocemente davanti a loro mormorando un “Notte” appena udibile ed entrò in casa propria richiudendosi la porta alle spalle. Si lasciò cadere per terra e prese il telefono. Aprì twitter e non dovette nemmeno cercare: la foto era lì in primo piano, perfetta. Ritraeva lei e Kyung che entravano mano nella mano nel ristorante; era stata scattata dall’interno del locale. Le fan erano arrivate apposta.
-Merda-

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Capitolo 9
*** Avvertimenti Indesiderati - Capitolo 8 ***


Avvertimenti indesiderati - Capitolo 8
Il mattino dopo si svegliò tardi. Quando rotolò nel letto fino al comodino, la sveglia segnava le undici e mezzo: aveva dormito malissimo. Si alzò controvoglia e andò in bagno. Si lavò lentamente, con più attenzione del solito e poi si concesse molto tempo per riflettere su cosa indossare: tutto pur di rimandare il momento in cui avrebbe controllato nuovamente twitter, i vari siti sui Block B, e l’incontro con i ragazzi stessi. A mezzogiorno e mezza aveva fatto tutto quello che poteva fare, la casa era ormai uno splendore e lei era perfettamente vestita e truccata. Non poteva più rimandare. Con un sospiro andò a recuperare il telefono; trovò cinque chiamate perse di Kyung e una del manager dei ragazzi. Con mano tremante richiamò proprio quest’ultimo.
-Ali-sshi?- la voce dell’uomo sembrava preoccupata più che arrabbiata.
-Eccomi…- rispose lei, incerta – mi spiace, non ho sentito il telefono-
-Immaginavo- di sottofondo si udì un’improvvisa confusione – Ah, aspetta- Ali attese – Eccomi, scusa. Allora, come stai?-
-Ho passato notti migliori- ammise la ragazza.
L’uomo rise – Anche io, ma niente che non possiamo gestire – le sembrò di vederlo sorridere al vuoto, rassicurante – ovviamente le fan si sono scatenate e le foto girano per internet già da quando ancora eravate dentro il ristorante ma non c’è niente di cui tu debba preoccuparti-
Ali inarcò un sopracciglio, scettica – Com’è possibile?-
-Abbiamo rivelato un dettaglio del progetto così da sedare da subito ogni elucubrazione- le spiegò con calma – Il comunicato ufficiale della compagnia afferma che i ragazzi hanno portato fuori a cena una persona con cui dovranno lavorare a stretto contatto nelle prossime settimane –
-E la gente ci crederà?- chiese prima ancora di pensare a quello che stava dicendo.
-La gente crede a quello che vuole credere, Alice- le spiegò paziente- Le fan non vorranno credere che quella ragazza sia la fidanzata o amica stretta di uno dei loro beniamini per cui si faranno andare bene la storia-
-Ok…- qualcuno bussò alla porta – Strano…- mormorò.
-Ah potrebbe essere…- iniziò il manager ma qualcuno lo interruppe per dirgli qualcosa – Devo andare, a dopo- e riattaccò senza aspettare che Ali lo salutasse. Bussarono ancora alla porta.
-Eccomi!- corse all’ingresso e aprì.
-Annyo…- Jaehyo la salutava sull’uscio della porta.
-A…- Ali era troppo sorpresa per rispondere subito – Annyo…- riuscì infine a dire.
Dopo un attimo di silenzio Jae indicò l’interno dell’appartamento – Ehm…posso?-
-Oh…sì, scusa- Ali si spostò e lo lasciò entrare per poi richiudere la porta. Lo seguì in sala, torturandosi le mani nervosamente. Jaehyo non era mai stato particolarmente caloroso nei suoi confronti. Si era lasciato andare solo una volta ma poi aveva sempre avuto momenti in cui il suo lato diffidente usciva– Vuoi qualcosa da bere?- gli chiese per cercare di alleggerire la situazione.
-No, grazie-
Ormai erano in sala ma nessuno dei due dava segno di volersi accomodare.
-A JiHoon farà piacere sapere che gli occhiali ti sono piaciuti- indicò il suo viso.
-Oh…- Ali si portò le mani agli occhi e sorrise imbarazzata – Immagino di sì…-
Il silenzio s’impadronì di nuovo della situazione, ormai la tensione si poteva tagliare con un coltello.
-Volevo parlarti- disse alla fine Jaehyo guardandola dritta negli occhi.
-Ti ascolto- gli rispose, una strana sensazione di disagio alla bocca dello stomaco.
-Immagino tu sia ben consapevole di cosa si sia scatenato in rete dopo le foto che ci hanno fatto ieri sera- non era una vera e propria domanda, Jae sapeva benissimo che lei era ben conscia della situazione – e immagino tu sappia anche che in qualche modo il manager e i rappresentanti della compagnia sono riusciti a ricucire la situazione – si sedette sulla poltrona facendole cenno di accomodarsi sul divano vicino, come se il padrone di casa fosse lui – Questa volta ci è andata bene- aggiunse quando lei si fu accomodata.
-Questa volta…- ripeté Ali cogliendo al volo la parte importante del preambolo di Jae – cosa mi vuoi dire esattamente, oppa?- la sensazione di disagio si acuì e per un attimo i due si guardarono in silenzio. Alla fine, Jaehyo si sporse in avanti, gli avambracci appoggiati sulle cosce e le mani intrecciate, l’espressione più seria che gli avesse visto da quando lo conosceva.
-Ho visto come vi guardate tu e Kyung- disse infine provocando l’immediato imbarazzo di Ali che, tuttavia, cercò di rimanere impassibile nonostante il calore al viso – Voglio dirtelo prima che succeda qualcosa che non possiamo riparare…-proseguì senza distogliere lo sguardo da lei – Non può funzionare e non deve nemmeno funzionare- a sua discolpa va detto che non sembrava contento di dover farle un discorso del genere, tuttavia Ali provò il forte impulso di urlargli contro che non erano affari suoi – Lui è un idol, per quanto continuiamo a dire di non voler essere definiti in questo modo, appena uscito da un anno pieno di controversie e tu…- lasciò in sospeso la frase.
-Io non sono nessuno- mormorò infine la ragazza – è questo che mi stai dicendo, Jaehyo-sshi?- era talmente a disagio che era passata ad un tono formale senza nemmeno rendersene conto.
-Non esattamente – le disse – è solo che agli occhi delle altre BBC tu non saresti che una sconosciuta arrivata chissà quando da chissà dove- sospirò e scosse la testa, decisamente non stava amando il suo ruolo – So che non metteresti mai il gruppo in qualche problema di tua spontanea volontà ma la tua sola presenza è un rischio per noi. Ora più che mai abbiamo bisogno di non sollevare polveroni e di procedere tranquillamente con le nostre promozioni e attività – si fermò per dare ad Ali la possibilità di rispondere ma lei si limitava a guardarlo, immobile come una statua di granito, le mani strette in grembo talmente forte che le punte delle dita le erano diventate bianche – Inoltre- aggiunse alla fine Jae – mi preoccupo anche per te – l’affermazione sembrò finalmente scuotere Ali che sollevò un sopracciglio, scettica – Non guardarmi così- le disse scattando indietro col busto e appoggiandosi allo schienale della poltrona – Non tutte le fan sono tranquille e equilibrate, e i casi in cui alle persone vicine a noi idol sono arrivate strane lettere o regali non sono pochi. Non vorrei vederti nella stessa situazione, anzi nessuno di noi lo vorrebbe- si passò una mano tra i capelli e il silenzio scese nuovamente nel salottino. Passarono così cinque minuti – Dì qualcosa- disse sconsolato alla fine.
-è tutto?- riuscì semplicemente a chiedergli la ragazza.
-Sì- Jae sospirò e si alzò, seguito immediatamente da Ali. La seguì fino all’ingresso e quando lei gli aprì la porta esitò – Ali-sshi…-
-Devo andare in sala prove e sono già in ritardo- mentì- scusami- non lo guardava nemmeno.
-Ok…- Jaehyo se ne andò, forse rimpiangendo di averle fatto quel discorso, forse no, ad Ali non interessava. Richiuse la porta con un tonfo e tornò in sala. Nella sua testa non faceva altro che rimandare le parole del vocalist e per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare una falla nel suo discorso. Erano tutti pensieri che, prima di andare a dormire, avevano attraversato anche la sua testa. Senza accorgersene prese il quaderno su cui scarabocchiava qualche verso e iniziò a scrivere. Passò un’ora e si riscosse solo quando, per la seconda volta quel giorno, qualcuno bussò alla sua porta. Decise di ignorare chiunque la stesse cercando.
-Ali-sshi?- JiHo la chiamò.
Ma certo, forse poteva parlarne con JiHo. Ali si alzò dal divano e raggiunse la porta di ingresso. Così vicina riuscì a sentire che c’era anche qualcun altro.
-Ha detto che sarebbe andata in sala prove- di nuovo Jaehyo.
-Fossi stato in lei ti avrei mentito solo per farti sloggiare- la voce del leader si fece aspra – si può sapere che ti è venuto in mente? Siamo persone prima che idol, hyung, pensavo che l’avessimo stabilito tempo fa – Jaehyo non gli rispose e riprese a bussare – Ali-sshi!?-  Ali rimase immobile dietro la porta, vedere di nuovo Jaehyo sarebbe stato troppo.
-Che state facendo?- il cuore le saltò tre battiti. Era la voce di Kyung.
-Ah, Kyung- Jaehyo era teso.
-Cercavamo Ali, volevo andare con lei in sala prove ma sembra che non sia in casa- JiHo tacque il vero motivo della visita.
-Il manager mi ha detto che l’ha chiamata stamattina per dirle che era stato tutto risolto –
-Magari è andata in sala prove da sola- la voce di MinHyuk si unì alle altre.
-Magari…-
Ali ascoltò i passi dei ragazzi allontanarsi fino a che non riuscì più a distinguerli. Prese il telefono dalla tasca e inviò un messaggio a JiHo: “Non sono in sala prove, sono a casa. Pensavo di aprirti ma poi ho sentito la voce di Jaehyo-hyung e degli altri. Per favore, non prendertela con Jaehyo, sono sicura che le sue preoccupazioni vengono dal cuore. A stasera, Ali”.

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