Marks of weakness

di Disincanto294
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' un sogno? ***
Capitolo 2: *** Dalla prigione alla..prigione ***
Capitolo 3: *** Qualcosa è cambiato ***
Capitolo 4: *** Loquacità a senso inverso ***
Capitolo 5: *** Continua pure a ridere di me ***
Capitolo 6: *** Molto più di una 'E' ***
Capitolo 7: *** Apparenze ***
Capitolo 8: *** Disordini emotivi ***
Capitolo 9: *** Sono io quella più forte ***
Capitolo 10: *** Ti devo qualcosa ***
Capitolo 11: *** Finalmente libero ***
Capitolo 12: *** Volevo solo metterti in imbarazzo ***
Capitolo 13: *** Non guardarmi ***
Capitolo 14: *** Il mio compito è proteggerti ***
Capitolo 15: *** Sei un codardo ***
Capitolo 16: *** Non è stato l'istinto ***
Capitolo 17: *** E' morta ***
Capitolo 18: *** Dopo tutto questo tempo ***
Capitolo 19: *** Paure ***
Capitolo 20: *** Mangiamorte contro Mangiamorte ***
Capitolo 21: *** Occhi d'ossidiana ***
Capitolo 22: *** Il serpente e la leonessa ***
Capitolo 23: *** Io non sono geloso ***
Capitolo 24: *** Te ne pentirai ***
Capitolo 25: *** La mia ombra ***
Capitolo 26: *** L'acqua lava via ogni macchia ***
Capitolo 27: *** Tuoni e Cuori ***
Capitolo 28: *** Fotografie ***
Capitolo 29: *** E' difficile resisterti ***
Capitolo 30: *** Niente è come sembra ***
Capitolo 31: *** Riconciliazioni ***
Capitolo 32: *** Forse è troppo tardi ***
Capitolo 33: *** Veri amici ***
Capitolo 34: *** Un segreto non più tanto segreto ***
Capitolo 35: *** L'ultimo giorno di scuola ***
Capitolo 36: *** Pensavo non lo avresti mai detto ***
Capitolo 37: *** Una cascata di sorrisi ***
Capitolo 38: *** Con il sorriso e con l'amore ***
Capitolo 39: *** NOTE AUTRICE E RINGRAZIAMENTI ***



Capitolo 1
*** E' un sogno? ***


Capitolo 1 - E' un sogno?




 
Sono sveglia.
Stringo forte le palpebre. Sono stanca e dolorante e non voglio aprire gli occhi.
Sono sdraiata sul mio materasso. E’ stranamente morbido.
Il mantello mi copre il corpo. E’ stranamente pesante.
C’è caldo. Perché c’è caldo?
Questa lurida prigione non è mai stata calda.
L’odore.
Il profumo. Muschio. Menta.
Dov’è la puzza di animale?
Luce. Una strana luce penetra attraverso i miei occhi chiusi.
La prigione è sempre stata buia e mai luminosa.
Perché c’è luce?
Ho paura di aprire gli occhi. Dove sono?
E’ solo un sogno. Sono ancora qui, richiusa.
33esimo giorno.
Muschio. Menta. Di nuovo quest’odore.
Mi sforzo e tento di aprire gli occhi.
Una luce intensa mi colpisce e li chiudo istintivamente.
Ho paura. Il cuore batte all’impazzata.
Perché la prigione è illuminata?
Ho paura.
Apro di nuovo gli occhi, questa volta cautamente e lentamente.
Sbatto più volte le palpebre per abituarmi alla luce.
Per abituarmi a ciò che vedo.
La prima cosa che vedo sono i veli del baldacchino del letto in cui sono sdraiata.
E’ un letto grande, matrimoniale, con un morbido piumone sui toni del verde e con due cuscini neri.
Per il resto la stanza è molto spartana.
Un comodino. Un armadio di legno scuro. Un quadro.
Un tappetto. Un divano logoro.
E poi due porte.
Presumibilmente una conduce al bagno, l’altra all’esterno.
Cerco di alzarmi ma mi gira la testa e la riappoggio sul cuscino.
E’ morbido.
Sembra di essere in Paradiso.
Sono forse morta?
Mi devo alzare.
Mi muovo piano ma delle fitte fortissime mi colpiscono e urlo.
Urlo.
Poi cado a terra.
E’ un attimo. La porta si apre e io mi metto le mani tra i capelli a riparare la testa.
Il ricordo del portone della cella che si apre è ancora vivido.
Il ricordo di ciò che accadeva quando il portone della cella si apriva è ancora vivido.
Ho paura. Tremo.
Due stivali neri si avvicinano a me di corsa, li vedo.
Mi rannicchio a palla ancora di più.
-Miss Granger.
Poi una voce. La conosco. Di chi è?
Mi prende le mani ma io le stringo ancora di più alla testa.
-Miss Granger.- Ripete la voce calma ma gelida.
-Guardami, Granger.- mormora, ancora quella voce fredda.
-Non mi faccia del male, per favore!- urlo.
Era ciò che urlavo ogni volta che i Mangiamorte si avvicinavano a me.
Tutto ciò che ricevevo erano schiaffi, calci, pugni, Maledizioni Cruciatus.
-Non mi faccia del male, per favore!!- urlo nuovamente.
-Shhh, non ti voglio far del male Granger. Sei al sicuro qui..- Cerca di calmarmi quella voce.
Le mani dell’uomo ancora sulle mie.
Sono al sicuro qui.
Sono al sicuro.
-Respira Granger, e guardami. Non ti voglio far del male.- ripete.
Non mi vuole far del male.
Respira.
Respiro.
Quella voce. La conosco.
Piano abbasso le mani dal mio capo, il viso ancora rivolto al pavimento.
-Ti aiuto ad alzarti.- dice allungando una mano.
Non so se fidarmi.
Tremo.
La mia mano si posa tremante sulla sua.
E’ fredda.
Mi sollevo.
Lo vedo.
Severus Piton.
Professor Piton.
Lo guardo e piango. Professor Piton, è lui.
-Signorina Granger.- mormora. Un piccolo sorriso sulle sue labbra.
Io piango ancora.
-Professor P-Piton..perchè è qui?- domando quando ormai mi sono appoggiata al letto.
-Si da il caso, Signorina Granger, che questa sia la mia stanza e che il letto su cui ha dormito per due giorni sia il mio.- dice, il sopraciglio sollevato.
E’ decisamente Piton.
-Oh..oh..ma..ma..ma..ma..- Non riesco a parlare. Balbetto.
-Sì, si trova ad Hogwarts ora.- esclama.
-Hogwarts..- ripeto, poi le lacrime riprendono a scendere.
Sono ad Hogwarts.
-E ora perché piange?- domanda, il sopraciglio nuovamente alzato.
-Sono ad Hogwarts..- esclamo. La mia voce piena di gioia. Se non fosse Piton lo abbraccerei. -Come ho fatto ad arrivare qua? Ricordo solo che stavo dormendo..nella prigione..e poi..basta..come ho fatto?
-Ti ho portata io.- dice solo. La voce ancora fredda.
-Lei?..Gra-grazie..
-Non ringraziarmi, ho fatto quello che dovevo fare.
-Ma lo ha fatto, grazie.- Lo guardo negli occhi.
-Più tardi verrà Silente a vedere come stai.
-Silente? Silente?..Mi prende in giro?
-Non ti prendo in giro.
-Silente è morto!!..e lo ha ucciso lei!- grido.
Questo è tutto un sogno. Un sogno.
-Silente non è morto e lo vedrai presto. Ora rimettiti a letto, il tuo corpo non è ancora stabile.- ordina, poi si volta e si allontana.
-Io non le credo.- dico e lui si volta.
-Granger, mettiti a letto e dammi retta una buona volta!- mormora infastidito.
-Chi mi dice che lei non sta mentendo?
-Fidati di me.
-Ho imparato che non mi devo fidare di nessuno.- esclamo con voce ferma.
-Saggio da parte tua..ma non sto mentendo. In ogni caso Silente ora non può venire dunque mettiti a letto.- ordina nuovamente.
Gli credo. Perché gli credo?
E’ Piton, lo ho sempre odiato.
Ha ucciso Silente. E’ un ex-Mangiamorte.
Ma gli credo.
-Dove va lei?- domando infilandomi tra le coperte.
-Vado ad avvertire Silente che ti sei svegliata..poi ritorno.
-Posso..chiederle una cosa?
-Le domande dopo Granger..Silente e io risponderemo alle tue domande.
Si gira ed esce. Il mantello nero lo avvolge.
Severus Piton.
Albus Silente.
Hogwarts.
Sto forse sognando?
 

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Capitolo 2
*** Dalla prigione alla..prigione ***


Capitolo 2 - Dalla prigione alla..prigione




E’ una sensazione strana, ma bella.
Mi mancava un letto morbido ma mi ero quasi abituata al vecchio materasso.
Ancora non ci credo che sono qui, sana e salva.
Sana, insomma, ma almeno non sono morta.
Il mio corpo è pieno di cicatrici.
Guardo la porta insistentemente.
Voglio vedere Silente.
E’ possibile che sia ancora vivo?
E perché Piton non è ancora tornato?
Di nuovo paura.
Mi stringo il piumone addosso.
Poi rumori.
Passi.
Voci.
La porta si apre piano. Due uomini.
Io sgrano gli occhi. Non ci posso credere.
Barba lunga e argentea e occhialetti a mezzaluna.
Albus Silente.
Piango nuovamente.
-Oh cara, non piangere! Sei di nuovo a casa ora!- dice il mago con il suo solito tono rassicurante mentre mi si avvicina.
Mi era mancata la sua voce.
-Professor Silente..io credevo..è bellissimo rivederla!- esclamo asciugandomi le lacrime.
-Sono tornato ad Hogwarts più o meno 10giorni dopo la sua cattura, Signorina Granger.
-Io pensavo che lei fosse morto..che il Professor Piton..- dico cercando di trattenere le lacrime. Al suono del suo nome Piton, che fino a quel momento era rimasto in disparte, fa un passo avanti.
-Severus ha fatto quello che gli ho chiesto io ma non sono morto lo stesso..
-Lei gli ha chiesto di ucciderlo?- chiedo perplessa.
-Sì è andata proprio così, ma il mio piano non è andato a buon fine ed eccomi qui..comunque sono qui per te ora, come stai?
-Io-io sono senza parole..sto bene, diciamo. Ho ancora molti dolori in effetti, ma sono qui ora e questo mi rende estremamente felice.- esclamo sorridendo.
-Questo mi fa piacere, ma le cose sono ancora molto complicate..
-Cosa intende Preside?- chiedo preoccupata.
I suoi occhi mi sorridono.
Quelli di Piton si riducono a due fessure.
Non so se mi devo preoccupare dello sguardo dell’uno o di quello dell’altro.
-Come credo il Professor Piton ti abbia detto, è stato lui a portarti qui..
-Sì..- annuisco.
-Ma Bellatrix Lestrange e i Mangiamorte ti stanno ancora dando la caccia..per questo motivo abbiamo deciso che la cosa migliore è che tu stia qui nei sotterranei, sotto il controllo del Professor Piton, fin quando la Guerra non sarà finita..
-C’è dell’altro, giusto?
-Sì, c’è dell’altro. Solo io, Severus e la Professoressa McGranitt siamo al corrente di questo. Nessun altro sa che sei tornata ad Hogwarts..e nessun altro deve saperlo..- continua con tono calmo.
-Ed Harry..e Ron? Ginny?- chiedo.
Non sono sicura di volere una risposta.
-Stiamo pensando di mettere al corrente anche il Signor Potter e il Signore e la Signorina Wesley..ma almeno per il momento è meglio mantenere questo piccolo segreto..per il bene suo Signorina Granger e per il bene di tutta la scuola.
-Ciò significa che non potrò riprendere le lezioni!?- esclamo inorridita.
Devo riprendere le lezioni.
Voglio riprendere le lezioni.
Ne ho bisogno.
-Seguirà le lezioni di Pozioni e Difesa contro le Arti Oscure con il Professor Piton e Trasfigurazione con la Professoressa McGranitt. Le altre discipline le studierà sui libri e riprenderà le lezioni complete quando il pericolo sarà scampato. Il calendario di queste lezioni le verrà consegnato presto da Severus che le metterà anche a disposizione la sua libreria personale, vero Severus?
Il sopraciglio si solleva pericolosamente.
Le labbra si assottigliano.
Non vuole condividere anche la sua biblioteca con me.
Gli costa già troppo avermi in giro.
-Sì, Signore.- mormora.
-Grazie Professore.- rispondo.
-Cara Hermione, ciò che hai fatto ti deve ricordare quanto tu sia cresciuta in questi anni e devi andare fiera di questo. Ciò che hai fatto non capita tutti i giorni..e aggiungerei, per fortuna!- mi dice sorridendo.
-Grazie Preside..ma per me sarà davvero difficile stare qui rinchiusa e senza vedere i miei amici..
-Lo so ma è per il tuo bene e sono sicuro che capirai. Il Professor Piton sono sicuro che cercherà in ogni modo di aiutarti a trascorrere queste giornate al meglio.
-Sì, Signore.- mormora con tono infastidito.
Certo. Piton.
E cosa farà? Si metterà a giocare a scacchi magici con me?
Faremo grandi conversazioni?
Certo. La grande loquacità di Piton.
-Posso chiedere come..come mai..proprio il Professor Piton?
Ecco. Nuovamente il sopraciglio alzato.
-Severus è la persona più adatta e mi fido di lui..e dovresti farlo anche tu.
Piton mi lancia un’occhiata.
Io gliela restituisco.
-Va bene Signore.
-Ora ti devo lasciare cara, ho delle cose da sbrigare. Riposati.
-Grazie Preside, perché sono qui e perché anche lei è qui.
Mi sorride ed esce.
Guardo nuovamente il Professor Piton.
Mi sento stranamente in imbarazzo.
Insomma, sto occupando il suo letto e lui non è esattamente la persona più disponibile del mondo.
-Dunque, siamo rimasti soli..- mormoro.
Non so cosa dire.
Mi mangio le unghie.
-Tagliamo la testa al toro. Io non ho alcun piacere ad averti qui Granger e sono stato costretto a mettere a tua disposizione la mia camera, gli altri ambienti e i miei libri, dunque vedi di non stare tra i piedi e di non disturbarmi.
-Sì Professore..- mormoro.
Cosa mi potevo aspettare da lui?
-Questa porta conduce al bagno..- dice indicando la porta alla sua sinistra. -..e questa invece al soggiorno e alla cucina. Se ti serve qualcosa chiedi a Herbert, il mio Elfo Domestico..Ah, la mia camera è off limits chiaramente, non ti è permesso frugare tra le mie cose e nemmeno impicciarti in cose che non ti riguardano..
-Altro?- domando interrompendolo.
Ecco. L’ho fatto irritare.
Brava Hermione sei qui da pochissimo e lo stai già facendo adirare.
-Sì, c’è dell’altro. Come ti ha detto il Preside Silente non puoi uscire da queste stanze e dunque, non dovendo tu uscire, la bacchetta ti è stata requisita.- dice con un sorriso malefico sulle labbra.
-Come?? Eh no però non è giusto! La mia bacchetta!- protesto.
Questo non è corretto.
Ho ucciso Voldemort con quella bacchetta!.
-Hai sentito bene. Ora, fai quello che vuoi. Io ho altre due ore di lezione.- dice allontanandosi.
-Arrivederci.- mormoro prima che esca.
Sola.
Nuovamente sola.
Questa convivenza non sarà affatto facile.
Severus Piton. Perché tu?
Tra tutti i professori, perché tu?
Bastardo.
Sola.
Voglio vedere i miei amici.
Harry.
Ginny.
Ron.
Oh. Ron.





Capitolo di passaggio..spero vi piaccia anche questo :) kiss

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Capitolo 3
*** Qualcosa è cambiato ***


Capitolo 3 - Qualcosa è cambiato




Ho dormito di nuovo dopo che Piton è uscito.
Ho sonno.
Ho molto sonno.
E questo letto è incredibilmente comodo, ma mi fa male la schiena.
Le braccia. Il polso. La gola.
Le gambe. La testa. Il petto.
Ho dolori ovunque.
Dovrei farmi controllare da Madama Chips.
Giusto, Madama Chips non sa che io sono qui ad Hogwarts.
Accidenti.
Mi alzo cautamente, non voglio rischiare di rompermi ulteriormente.
Vado in bagno. E’ un bel bagno.
Le pareti sono di pietra chiara. C’è un lavandino. Una vasca.
Uno specchio.
Sono davvero orribile.
Magra. Magrissima. Sono ridotta quasi ad uno scheletro.
Ho le occhiaie. I capelli sono una massa informe.
Sì, sono proprio orribile.
Mi guardo attorno.
Ci sono ancora le cose del Professor Piton.
Sorrido.
Uno shampoo.
Forse i suoi capelli non sono davvero unticci.
Sorrido di nuovo.
Perché sto pensando ai capelli del pipistrello?
Torno in camera a prendere la mia roba e poi mi immergo nell’acqua calda.
Sembra un secolo che non mi faccio un bagno decente.
Mi mancavano le carezze dell’acqua calda sul corpo.
Il vetro appannato.
Le goccioline sul rubinetto.
E’ rilassante.
Da quanto tempo non mi rilassavo così?
Sono immersa nell’acqua calda fino al collo.
Vorrei poter scivolare ancora più giù.
Respiro piano.
Penso.
Potrei utilizzare il periodo in cui starò qui per dedicarmi a me stessa.
No.
Devo studiare.
Le cose saranno ancora più complicate senza l’aiuto dei miei professori.
Io sono Hermione Grenger.
Ma sono cambiata.
La guerra mi ha cambiata.
Non voglio pensarci.
E’ già troppo difficile.
Resto ancora un po’ di tempo a mollo, poi decido di alzarmi.
Dovrei mettere qualcosa sotto i denti.
Per quanto mi sia abituata a non mangiare, ora ho fame.
Esco dalla vasca. Mi fa molto male la gamba destra.
Zoppico leggermente.
Mi vesto ed esco dal bagno dirigendomi verso la cucina.
Apro la porta.
Piton. E’ seduto sul divano e legge la Gazzetta del Profeta.
Mi fissa con il suo solito sguardo.
Cosa c’è che non va?
-Pensavo non uscisse più dalla vasca.- dice con il suo tono sarcastico.
-Avevo bisogno di un bagno caldo e di stare un po’ con me stessa.- dico soltanto.
Non voglio infastidirlo.
-Non credo ne avesse molto bisogno..le prigioni offrono un’ottima opportunità di stare con se stessi.- mormora ghignando.
Calma Hermione.
E’ Piton e stai invadendo i suoi spazi.
-Ha ragione, forse avevo solo bisogno di metabolizzare il fatto che dovrò passare le mie giornate, per chi sa quanto tempo, con il mio Professore preferito..
Mi guarda gelido. Forse ho esagerato.
Sì, ho decisamente esagerato.
-Stai scomparendo. Mangia.- ordina e poi il tavolo della cucina si copre di mille splendidi piatti colmi di cibo.
Spalanco gli occhi.
Cibo.
Il mio stomaco ulula dalla fame.
Altro suo sguardo severo.
-Grazie.- dico avvicinandomi al tavolo.
La gamba fa un male cane.
Non so se è rotta.
Zoppico ma cerco di trascinarla il meno possibile.
Non voglio che lo sappia.
Come se mi avesse letto nel pensiero, i suoi occhi slittano verso il mio arto malconcio.
-Che hai fatto alla gamba, Granger?
-Nulla.- mormoro sedendomi e iniziando a mangiare.
-Stai zoppicando.
-Non mi fa male.
Non voglio parlarne.
Prima dimentico meglio è per me.
-Ti rifaccio la domanda Granger: Cosa hai fatto alla gamba?
-Sono caduta..è solo un graffio.
-Cruciatus..potrebbe essere rotto.- dice alzandosi e avvicinandosi a me. -Devo controllare.
-Ho detto che sto bene!- esclamo allontanandomi immediatamente da lui.
Non voglio che si avvicini.
I suoi occhi freddi. Gelidi. Nero pece.
E’ immobile a pochi passi da me.
-D’accordo. Verrà la Professoressa McGranitt a controllarti.- afferma in tono severo.
-Va bene.
La Professoressa McGranitt va bene.
Mi manca pure lei.
Ricordo ancora la mia prima Trasfigurazione.
La perfezione.
-Granger..- Mi risveglia dai miei pensieri.
-Sì?
-Non puoi rimanere attaccata a ciò che è successo negli scorsi 30 giorni..devi andare avanti.
Perché capisce sempre tutto?
Però ha ragione.
Ma non ci riesco.
Non ancora.
Il ricordo è ancora troppo vivido.
Annuisco.
Continuo a mangiare. Sembro Ron.
Continua a leggere. Sembra Me.





Fatemi sapere se vi piace e recensite :) bacii
p.s. Ho ricevuto molti messaggi in cui esprimevate le vostre perplessità, va bene..nessun problema..ma non voglio rispondere. Le cose verranno spiegate nella storia, dovete solo avere pazienza :):):)
 

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Capitolo 4
*** Loquacità a senso inverso ***


Capitolo 4 - Loquacità a senso inverso




 
E’ quasi l’ora di pranzo.
E’ passato un giorno intero da quando mi sono risvegliata in questa stanza.
Osservo la Professoressa McGranitt mentre mi ispeziona la gamba.
Sembra ancora più vecchia dell’ultima volta che l’avevo vista.
Ma è sempre lei.
Una persona fantastica.
-Hermione cara, sì è rotta..ma in un attimo risolviamo tutto.- dice sorridendomi.
Il suo sorriso materno.
Quegli occhi caldi.
-Grazie Professoressa..
-Brachium Emendo!- mormora agitando leggermente la bacchetta.
Una luce bianca.
Nessun dolore.
-Ecco fatto cara..ma volevo sapere una cosa..
-Cosa?
-E’ stata la Maledizione Cruciatus? E’ ciò che mi ha detto il Professor Piton..
-La gamba era già a pezzi da prima..ci sono andati giù pesanti! Poi dopo hanno usato la Cruciatus e naturalmente quella ha peggiorato tutto..-dico sorridendole.
Non voglio farmi vedere debole.
Il ricordo di quei giorni mi uccide ancora.
Ma non voglio farmi vedere debole.
Devi farti coraggio Hermione.
Imperturbabilità.
Chiudi le emozioni.
-Capisco, mi dispiace..e a parte questo?
Non voglio rispondere.
-Percosse..
-Percosse..- ripete. -Volevo dirti comunque che il Professor Piton è una brava persona, dovresti fidarti di lui..
Perché mi dice questo?
-Perché mi dice questo, Professoressa?
-Volevo solo dirti questo..il Professor Silente e io ci fidiamo di lui, dovresti farlo anche tu..
-Il Professor Piton le ha forse detto qualcosa che dovrei sapere?
-Niente di importante..
-Desidero saperlo!- esclamo.
Cosa c’è che non va?
Inizio a innervosirmi.
Non solo devo stare qui rinchiusa, ma mi nascondono anche le cose.
-Mi ha solo detto che..come dire..ti sei rifiutata di fargli controllare la gamba.- dice soltanto, apprensiva.
Ah, ecco.
Tremo.
I ricordi riaffiorano.
La cella buia. Quegli uomini.
Urla. Sangue.
Dolore.
Lacrime.
-Preferivo fosse una donna a farlo. Sa, sono una persona timida..- dico a bassa voce abbassando lo sguardo.
-Lo so, Signorina Granger..- annuisce. -..ma le ripeto lo stesso che del Professor Piton si può fidare, e soprattutto non deve avere paura di lui.
Mi accarezza la guancia.
Mi ricorda mia madre.
Grazie, Professoressa.
-Lo terrò a mente, grazie.- La ringrazio, poi esce.
Sono di nuovo da sola in camera.
Sento un chiacchiericco provenire da fuori.
Sono Piton e la McGranitt.
Si staranno scambiando opinioni su di me.
Riguardo la mia sanità fisica.
E mentale.
Se posso ancora dire di essere Sana.
Il tempo scorre.
Mi annoio.
Solo sola.
A parte la McGranitt non ho visto nessun altro.
Silente non è venuto.
Piton l’ho intravisto ma non mi ha rivolto la parola.
Molto educato da parte sua.
Sempre gentile.
Sempre disponibile.
Mi mancano i miei amici.
Voglio Harry, Ron e Ginny. Ho bisogno di parlare con loro.
Parlare.
Ho passato gli ultimi 34giorni quasi in silenzio.
C’è silenzio anche ora.
E’ buffo. La gente tutto intorno chiacchiera, ride, scherza.
E io sono qui. In silenzio.
Il tempo scorre.
Numerosi pensieri mi tornano alla mente.
Cado in un sonno profondo.
Mi sento avvolgere all’interno di questo letto.
Il piumone caldo. I cuscini soffici.
Profumo.
Muschio. Menta.
Poi mi risveglio, e sento nuovamente questo profumo.
Non so per quanto ho dormito, ma sembra tardi.
Latte.
Voglio latte.
Mi alzo piano senza far rumore e mi avvio verso la cucina.
E’ buio. Solo una piccola lampada accesa.
Piton.
In penombra fa ancora più paura.
Tremo leggermente.
E’ seduto sul divano. Legge un libro.
Alza gli occhi e mi fissa.
-Sei ancora sveglia.- Non è una domanda ma una semplice constatazione.
-Mi sono svegliata adesso..ma, che ora è?
-Le 23:00.
-Grazie..-rispondo solo. Sono lì in piedi e osservo qualcosa di indefinito sulle mie mani.
Da quando le mie mani sono così interessanti?
Silenzio.
Legge.
-La gamba?- domanda senza smettere di leggere.
-La gamba sta bene..
Non so cosa dire.
Ho voglia di parlare.
Lui no.
Hai scelto la persona sbagliata, Hermione.
Cerco il latte nel frigorifero. Non c’è.
Controllo nuovamente. Non c’è.
-Cosa cerchi, Granger?- chiede con tono freddo senza nemmeno guardarmi.
-Volevo..volevo solo del latte..-mormoro.
Un bicchiere di latte sul tavolo.
L’ha fatto apparire per me.
-Ehm..non vorrei essere scortese ma..potrebbe fare un bicchiere più grande?..cioè, con più latte?
Rotea gli occhi.
Lo disturbo così tanto?
Un bicchiere tre volte più grande appare davanti ai miei occhi.
Latte. Tanto latte.
La mia lingua mi bagna e labbra.
-Gr-grazie.
Mi siedo al tavolo e assaporo il gusto intenso del latte.
Mi è mancato pure questo.
Termina molto presto e di nuovo non so cosa fare.
Non so cosa dire.
-Professore?
-Mhh..-mugugna
-Potrei leggere uno dei suoi libri?
Noto che interrompe la sua lettura.
Non mi guarda.
Poi mi fa un cenno col capo.
E’ forse un segno d’assenso?
Mi muovo cautamente, potrebbe cambiare idea.
Sono di fronte all’immensa libreria.
Libri. Libri. Libri.
Libri di tutti i tipi.
Pozioni. Maledizioni. Incantesimi. Erbe e piante. Creature magiche.
Addirittura libri babbani. Narrativa. Filosofia. Saggistica.
Sono assolutamente sbalordita.
La mia bocca non è spalancata, ma lo è quasi.
Cosa sei Severus Piton?
Quale essere fantastico vive dentro di te?
E’ il suo mondo.
E’ il mio mondo.
Prendo il volume più grosso che vedo.
E’ di vecchia pelle blu. Malconcio.
Libro riguardo le maledizioni. Interessante.
Più che interessante.
E non è presente nella Biblioteca della scuola.
Mi siedo sull’altra poltroncina, alla parte opposta di quella su cui siede Piton.
Mi intrattiene per molto tempo, poi qualcosa mi torna alla mente.
Non so se parlare.
Lo guardo. E’ così attento ogni qualvolta fa qualcosa che riguarda il proprio lavoro.
O le proprie passioni.
-Cosa c’è, Granger?- domanda con tono infastidito guardandomi con i suoi occhi freddi.
Ecco, beccata.
-N-niente.- balbetto.
-Allora potrebbe essere così gentile da smetterla di fissarmi!?
-Io..Io..- balbetto ancora.
-Cosa, Granger? Cosa?
-Io..Io volevo chiederle scusa per ieri..
-Granger..
-No mi lasci finire! Io non ho nessun problema con lei, davvero..
E’ la verità.
Ma stare nella stessa ‘casa’ di Piton non è la normalità.
E ho già i miei problemi.
-Perché me lo sta dicendo, Granger?
-Perché voglio che lo sappia!..se un mese fa mi avesse chiesto di farle controllare la gamba, non avrei avuto problemi!- ammetto. -Ma..ma in prigione sono..
Non riesco a terminare la frase.
Lo guardo.
Mi sta guardando.
-..sono successe tante cose. Non importa, Granger, ho capito.- interviene lui a completare la mia frase. Il suo tono è più molle del solito.
Ha capito?
No non può aver capito.
Non deve aver capito.
-Va bene..- dico solo.
Non so cosa dire. Vorrei che la conversazione finisse e basta.
-So cosa accade nelle prigioni dei Mangiamorte, e non è nulla di piacevole.
Non sembra voler mettere fine alla conversazione.
-Già..forse dovremmo smetterla di parlarne..- suggerisco.
-Sì.- annuisce.
Grazie.
La cosa stava iniziando a diventare pesante.
Sembrava volerne parlare. Perché?
Loquacità a senso inverso.
Quando io non voglio parlare, lui vuole farlo.
Quando io voglio parlare, lui non vuole farlo.
Sei strano, Severus Piton.
Lo sono anche io.
Siamo strani entrambi.
Insieme.
 
 

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Capitolo 5
*** Continua pure a ridere di me ***


Capitolo 5 - Continua pure a ridere di me





Sono passati giorni, e io sono ancora chiusa in questa stanza.
Sola.
In silenzio.
Stanca.
Stanca di non poter vivere.
Ho fatto fuori quasi metà della libreria di Piton. Una media di due-tre libri al giorno.
Non li scelgo più in base al titolo o alla copertina.
Vado in ordine. Dall’alto verso il basso.
Uno per uno.
La mattina mi alzo e prendo un libro dallo scaffale.
Lo ripongo solo quando l’ho finito.
E spesso si fanno le 4 del mattino seguente.
Sto accovacciata sulla poltroncina e leggo.
Dall’altro lato Piton mi osserva perplesso.
Me ne accorgo.
Non va mai a letto prima che lo abbia fatto io. Se lui ci va a letto.
Gli unici momenti di distrazione li ho quando Silente o la McGranitt vengono a trovarmi.
E ho iniziato le lezioni di Trasfigurazione.
E di Pozioni.
Piton non è un cattivo compagno di ‘stanza’.
Sta per i fatti suoi.
Forse anche troppo, ma almeno non fa domande.
Certi giorni pranziamo insieme, altri ceniamo insieme.
Altri ancora rimango sola.
Ma anche quando c’è, il silenzio è l’unica nota che risuona per la stanza.
Strano individuo.
Ma questo lo sapevo già.
Sono in soggiorno e leggo uno strano libro.
Questa volta niente maledizioni o incantesimi.
Un trattato sull’uso della magia nel XVIII secolo.
Solo le 21:00 e ho cenato da sola.
Il Maestro di Pozioni non si è fatto vedere neanche per sbaglio oggi.
Poi entra.
Il solito passo svelto.
Il solito sguardo freddo.
-Buongiorno.- dico sollevando gli occhi dalle pagine.
Non un saluto.
Nemmeno mi guarda.
Va in camera sua.
E io lì a fissarlo con sguardo interrogativo.
A fissare la porta della sua camera con sguardo interrogativo.
Ho paura.
In questi momenti ho paura.
E’ più terrificante di quando ti punta addosso la bacchetta minacciando di schiantarti.
Sono un paio di giorni che è così.
E’ strano.
Non so cos’abbia, e nemmeno la McGranitt sembra saperlo.
Oppure non me l’ha voluto dire.
Appoggio il libro sul tavolino e mi alzo.
Sono di fronte alla porta della sua camera da letto.
E’ chiusa.
Lui è lì dentro.
Io sono qui fuori. A fare non so cosa.
Ad aspettare non so cosa.
Non posso entrare. Si infurierebbe.
Respiro.
Respiro ancora.
Vorrei bussare, ma non posso.
Cosa succede, Professore?
Ha aperto la porta. E’ di fronte a me.
Sono immobile.
Mi guarda.
Lo guardo.
Sono immobile. I suoi occhi nero pece sui miei.
Profumo. Menta. Muschio.
Chiudo gli occhi e inalo quel potente profumo.
Mi brucia le narici.
Riapro gli occhi. E’ ancora qui, e mi guarda.
-Cos’ha Professore? Sta male?- mormoro.
Non risponde subito. Esita.
Vedo un lampo nei suoi occhi.
-Sto bene, Granger.- dice solo, poi esce con prepotenza dalla stanza, urtandomi la spalla.
Si ferma in mezzo alla stanza.
Poi si volta verso di me.
-Hai cenato?- domanda.
-No, no non ho cenato.
Mento.
Sì, che ho cenato. Perché ho mentito?
Lo guardo negli occhi. Non c’è nulla.
Oscurità.
-Perché non hai cenato?
-Non avevo molta fame..
Avevo fame. Eccome se avevo fame.
E ho mangiato.
-Ora hai fame?
-Sì..
-Herbert!- esclama chiamando il suo Elfo Domestico.
Non lo avevo ancora conosciuto.
Non è vecchio ma un po’malconcio.
Porta degli occhialetti tondi e un po’ sbilenchi.
Assomiglia a Harry.
Il solito straccio sporco e rovinato addosso.
E’ un Elfo Domestico.
Gli sorrido ripensando al C.R.E.P.A.
Non so se ci credo ancora.
-Sì Maestro, ha chiamato?- domanda. -Oh, Signorina! Hebert servirà Signorina Granger!- dice facendomi un inchino.
Sorrido di nuovo.
-Non preoccuparti Herbert.- dico piegandomi sulle gambe in modo tale da essere alla sua stessa altezza.
-Può portarci qualcosa da mangiare.- dice Piton andandosi a sedere sulla sedia di fronte al tavolo.
Non ha mangiato?
Non ha cenato in Sala Grande con gli altri?
Dov’era?
Ciò mi preoccupa.
Devo rimanere calma.
Non posso mostrargli le mie preoccupazioni.
Mi siedo di fronte a lui.
Sulla tavola appaiono una serie di piatti squisiti.
E due piatti vuoti.
Uno per me.
Uno per lui.
Non ha mangiato.
Si versa della carne e delle patate.
Osservo come incide perfettamente la carne.
Come la taglia in piccoli pezzi.
Ognuno identico all’altro.
E’ un Maestro di Pozioni, Hermione.
Passa la sua vita tagliando erbe e animali.
Porta la forchetta alla bocca e il piccolo pezzo scompare.
Mastica lentamente.
Molto lentamente.
Mangio anch’io qualcosa.
Vorrei parlargli.
-Non ha cenato in Sala Grande, oggi?- chiedo afferrando anch’io un po’ di cibo.
Mi guarda.
Vuoto. Oscurità.
-No.- risponde soltanto.
-Molto lavoro da fare?- chiedo sorridendogli un poco.
Tutto ciò che dico non deve sembrare un’accusa.
Non lo sto accusando di nulla.
Non lo voglio accusare di nulla.
-Troppe teste di legno, Granger..troppe!- ringhia.
Sorrido di nuovo.
So benissimo a chi si riferisce.
-Mi faccia indovinare..qualcuno di mia conoscenza, Professor Piton?
Sto ridacchiando.
Mi sento stupida quando mi esce questa risata da oca.
-Esatto, Signorina Granger, esatto!- ringhia.
Cosa avranno combinato quei due?
Harry.
Ron.
Mi mancano.
Sospiro.
-Come stanno?- mi azzardo a chiedere.
Ecco. Il suo sguardo glaciale.
Dovevo stare zitta.
-Mi scusi Signorina Granger, ho dimenticato di chiederglielo quando sono usciti dall’aula!- esclama in tono piuttosto sarcastico.
Odio il suo sarcasmo.
Ma devo ammettere che è piuttosto bravo a punzecchiare.
-Non importa..prima o poi li vedrò e potrò chiedere loro di persona come stanno, e come sono stati.
Abbasso la testa e guardo il mio piatto.
Sono indecisa se mangiare altro oppure no.
Sono piena.
Pure lui ha terminato.
Appoggia la forchetta sulla tovaglietta.
Subito dopo il coltello raggiunge la sua compagna mettendosi perfettamente parallelo ad essa.
Si pulisce le labbra col tovagliolo di stoffa nero.
Due semplici e veloci tocchi.
-Signorina Granger..perchè mi ha detto che non aveva mangiato se invece lo aveva fatto?
Mi guarda.
Una piccola luce nei suoi occhi.
Dura un attimo.
-Avevo ancora fame..- mormoro.
Mento nuovamente.
-Sta mentendo.
E’ un Legilimens. Mi ha letto nel pensiero.
Odioso.
-Sì ho già mangiato..ma volevo passare un po’ di tempo con lei.
E’ la verità.
Non l’ho visto niente oggi.
-Voleva passare un po’ di tempo con me? Perché?
E’ infastidito.
Non ho detto nulla di male.
Ma è infastidito.
-Non l’ho vista per tutto il giorno oggi..- rispondo sinceramente.
Lo guardo ancora.
-Da quando sente il bisogno di avermi intorno, Signorina Granger!?
E’ scontroso.
Il viso serio. Totalmente inespressivo.
-Da quando vivo qui, Professor Piton..da quando condivido con lei qualcosa di più dell’aula di Pozioni..
Vedo orrore nei suoi occhi ora.
Disgusto.
Riacquista la sua imperturbabilità.
-Dovrebbe imparare a vivere la sua vita da sola, Signorina Granger. Non si aspetterà mica che io tutti giorni pranzi e ceni con lei, spero!
E’ serio.
Certo che non mi posso aspettare questo da lui.
E’ Severus Piton.
-Certo che no..
-Il fatto che noi condividiamo la cucina e il soggiorno non vuol dire che le cose siano cambiate. Io sono sempre il suo Professore e lei è sempre una mia alunna. Io ho la mia vita, lei ha la sua.
E’ sensato tutto ciò che dice.
Non ho nulla da dire.
Ha ragione.
E va bene così.
Non è questo il punto. Non è questo il problema.
-Lei ha la sua vita..ma io la mia non la ho più da tempo, Professor Piton, e non può pretendere che io me ne stia qui chiusa in questa stanza da sola e senza parlare con nessuno. Lei è il mio unico contatto con il mondo esterno ed è l’unica cosa che fa sì che io non veda queste stanze come una prigione.
Mi fissa.
Sa che ho ragione.
Lo posso vedere dai suoi occhi.
E so che vede nei miei dolore.
Non sono abituata a stare da sola.
Tutti quei giorni passati rinchiusa mi hanno debilitata.
Voglio riprendermi la mia vita.
E per farlo devo iniziare da lui.
Per quanto sia il Professor Piton e non la persona più entusiasmante del pianeta.
Ma ho solo lui.
Silente e la McGranitt li vedo ancora meno di Piton.
-Andiamo a dormire.- dice e si alza dalla sedia.
Andiamo a dormire?
Solo questo è capace di dirmi? Andiamo a dormire?
Non voglio dormire. Voglio parlare con lui.
Voglio parlare con lui.
Il suo mantello nero ondeggia verso la porta della camera.
Se ne sta andando.
-Possiamo parlare?
Si ferma.
Il mio tono sembra quasi una supplica.
-Per favore..- aggiungo
Abbasso il capo.
Stupida.
Si volta a guardarmi.
Sospira. E’ infastidito.
Poi parla.
-Di cosa vuole parlare, Signorina Granger?
Questo mi stupisce.
Mi sta dando ascolto. Mi sta aiutando.
Una possibilità.
-Come mai proprio Pozioni?
Dico e poi mi siedo sulla poltrona.
Spero lo faccia pure lui.
E lo fa.
Sembra più rilassato. Non troppo, ma un po’ di più.
Si aspettava forse qualche altra domanda?
Non è ancora il momento giusto per chiedergli della mia liberazione.
E’ troppo presto.
Non me lo direbbe.
-Cosa intende esattamente?
-Perché ha scelto Pozioni e non Incantesimi, Aritmanzia, Erbologia..o qualsiasi altra materia??
E’ una domanda stupida.
Ma voglio parlare .
Per poter parlare con lui bisogna partire dalle cose semplici.
-Non sono io che ho scelto Pozioni, è Pozioni che ha scelto me.
-E io? Io vado bene in tutte le materie..quale mi sceglierà?
E’ lecito chiedere.
Eccello in tutto. Tutto fuorchè Pozioni.
Ma questo non dipende da me.
-Forse nessuna.- risponde secco.
Un piccolo sorriso colpisce le sue labbra.
Mi sta prendendo in giro, ed è contento.
Gli piace distruggere l’autostima della persone.
-Potrei pure diventare un Maestro di Pozioni come lei!
Sto al gioco.
Vediamo dove arriviamo.
-Non credo, Signorina Granger.
Si sta divertendo.
-E perché no?
-Perché non prenderà mai più di ‘O’. Ecco perché.
Sorride.
Sei uno stronzo, Severus Piton.
-E’ una minaccia?
-No non è una minaccia, è un dato di fatto.
-E posso chiedere il perché?
-Perché sei una petulante, saccente e fastidiosa Grifondoro So-Tutto.
Questa è la ragione?
Non avrò mai ‘E’ perché sono una Grifondoro?
-No, non solo perché sei una Grifondoro..perchè sei una petulante, saccente e fastidiosa Grifondoro So-Tutto.- dice.
Sorride.
Stronzo.
Mi sta leggendo nel pensiero.
Lo ucciderei.
-Sta usando Legilimanzia con me!- esclamo.
Non può farlo.
Non deve farlo.
-Arguta, vedo.
Lo schianto. Ora lo schianto.
-Come farà? Non ha la sua bacchetta!
Sorride ancora.
Credo che tra poco scoppierà a ridere di fronte a me.
Non c’è niente da ridere.
La deve smettere.
-Grrr
Stringo i pugni.
Potrei sempre saltargli addosso e prenderlo a pugni.
Sì, farò così.
No mi devo calmare.
Respiro.
-Buonanotte Signorina Granger!- esclama dopo essersi alzato.
La sua mano si agita leggermente come per salutarmi.
Un finto saluto ovviamente.
Ti odio Severus Piton.
Spengo la luce e mi dirigo verso la mia camera.
E lo sento ridere.
Sta ridendo.
Severus Piton sta ridendo.
Quanto è stronzo. Davvero, quanto è stronzo!
Ma non lo avevo mai sentito ridere.
Sta ridendo di me, ma non mi interessa.
Sorrido.
Buona Notte, Professor Piton.





Grazie a tutti per le recensioni, siete fantastici <3 ma grazie anche a chi solo ha letto!
Solo il fatto che la leggete per me è una enorme soddisfazione!Certo vedere 250recensioni in un capitolo sarebbe bellissimo ahaha però mi accontento :):)

Mi avevate chiesto di allungare i capitoli..ecco fatto!2pagine in più :) Non preoccupatevi man mano saranno sempre più lunghi :) E' il compleanno di Hermione oggi <3

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Capitolo 6
*** Molto più di una 'E' ***


Capitolo 6 - Molto più di una 'E'




Arrivare all’aula di pozioni era stato un gioco da ragazzi.
Il mantello dell’invisibilità.
Mi sono semplicemente nascosta sotto il mantello dell’invisibilità.
Era stato così carino Piton a rubarlo ad Harry.
Povero Harry.
Glielo avrebbe restituito.
Prima o poi.
L’aula era buia e tetra.
Non a caso apparteneva a Severus Piton.
Chi non lo conosce lo descriverebbe con una sola parola.
Agghiacciante.
Sì, Piton è agghiacciante.
Ma è un ottimo Maestro di Pozioni.
Il migliore.
Tutte quelle boccette dai mille colori mi avevano sempre fatto impazzire.
Sono bellissime.
Mille usi.
Una più utile dell’altra.
Una più letale dell’altra.
Pozione Polisucco.
Ricordo ancora le mie orecchie da felino e i miei lunghi baffi.
Ero orribile.
Felix Felicis.
Se ne avessi bevuto un po’ non sarei mai stata catturata.
Non sarei mai stata torturata.
Veritaserum.
Sarebbe interessante usarla su Piton.
Quante cose scoprirei.
Cose che non sono davvero sicura di voler sapere.
Spesso è meglio restare ignoranti più che venire a conoscenza di una verità scomoda.
Probabilmente non riuscirei nemmeno a guardarlo negli occhi se sapessi alcune cose.
Molto meglio così.
Decisamente meglio così.
-Quale pozione prepariamo quest’oggi?- chiedo sorridente.
Altra lezione di Pozioni con Piton.
L’unico modo per svagarmi un po’.
Non risponde alla mia domanda.
Agita elegantemente la bacchetta ed ecco gli ingredienti alla lavagna.
Leggo.
Infuso di Artemisia.
Radici di Asfodelo.
Solo due ingredienti, ma so bene di che pozione si tratta.
Spalanco la bocca.
-Wow!- E’ tutto ciò che riesco a dire.
Continuo ad osservare la lavagna.
Leggo e rileggo.
-Sa di quale pozione si tratta, Granger?
Certo che lo so! Che domande!
-Distillato della Morte Vivente.- affermo sicura, poi continuo. -Provoca un sonno profondo simile alla morte e le funzioni vitali, come il battito cardiaco e la respirazione, rallentano tanto da apparire cessate del tutto.
Di nuovo il libro a memoria.
Sono davvero una So-Tutto.
Ma la teoria aiuta la pratica.
 E’ una Pozione Avanzata, per niente facile.
-La sai preparare?
No. Non la so preparare.
Sorride.
Ecco, lo fa apposta.
Mi vuole mettere alla prova.
Mi vuole sfottere.
Continua a sorridere.
-No non la so preparare.- ammetto, gli occhi bassi.
-L’insopportabile So-Tutto non sa preparare il Distillato della Morte vivente?!
Il suo solito tono sarcastico.
Mi ha rotto il suo tono sarcastico.
Bravo, continui a prendersi gioco di me.
Prima o poi gliela farò pagare.
E’ una promessa.
E quando Hermione Granger fa una promessa, la mantiene anche.
In guardia Piton!
-Imparerò a prepararla, ne stia certo!- dico guardandolo dritto negli occhi.
Questa è una sfida, Piton.
E io la vincerò.
-Facciamo un gioco, Granger..- afferma ghignando.
Interessante.
-Di che si tratta?- domando curiosa.
Vuole giocare? Giochiamo.
-Una..sfida..sì, direi che potremo chiamarla così.
Sorride.
Cos’ha in mente?
Una sfida.
Interessante. Molto interessante.
Ma se la propone è perché sa che vincerà lui.
E’ logico che vincerà lui.
-Cosa c’è in palio?
-Vediamo..una ‘E’ in Pozioni, potrebbe andare?
Spalanco gli occhi.
Ingoio la mia saliva.
Una ‘E’ in Pozioni.
Impossibile. Impossibile che sia questo il premio.
Non mi metterà mai ‘E’. Mai.
Chiaro che se propone questo è perché è sicuro che non ce la posso fare.
Ce la devo fare.
Devi vincere, Hermione.
Devo vincere.
Sei Hermione Granger, la petulante, saccente e fastidiosa Grifondoro So-Tutto.
Come dice lui.
Glielo faccio vedere io.
So che posso riuscirci.
-Va bene, accetto!
Sono convinta di ciò che sto facendo.
Voglio vincere.
Sembra divertito.
-Non chiedi neanche di cosa si tratta prima di accettare? Grifondoro!
Sorride.
Stronzo. E’ contento del risultato.
Voleva proprio questo.
Che io accettassi.
-Non è importante..
-Non è importante?
Ride. La sua risata malefica.
Fredda.
Ghiaccio intorno a lui.
Se ridesse più forte le boccette sui ripiani andrebbero in frantumi.
-No. Non è importante.
-Va bene..comunque dovrai preparare un Distillato della Morte Vivente perfetto, almeno, migliore del mio! Io in questo tavolo e tu in quello, in contemporanea..e..lo proveremo!
Lo proveremo?
E’ pazzo.
E’ pazzo.
Una sfida contro di lui? Contro il Maestro di Pozioni Severus Piton?
Per Merlino. E’ pazzo.
Ti piace vincere facile, Severus!?
-Va-va bene..- balbetto.
Ce la posso fare. Voglio quella stramaledetta ‘E’.
Glielo faccio vedere io chi è Hermione Granger.
-Iniziamo? Ecco i tuoi ingredienti e l’occorrente.- dice agitando la bacchetta.
Un calderone, becher, provette e contagocce appaiono sul mio tavolo.
Poi l’altro occorrente.
Infine appaiono gli ingredienti.
So come si prepara. Conosco tutte le fasi.
Devo solo riuscire a farla al meglio.
-Ce la faccio..- mormoro.
-Per renderti le cose più semplici io partirò 5 minuti dopo di te, Granger.
Perché?
-Gentile da parte sua..
Gentile da parte sua. Severus Piton gentile?
Ci deve essere qualcosa sotto.
Sorride.
Il suo solito ghigno.
Quella luce nei suoi occhi.
Va’ e viene. E’ un attimo. Un secondo.
-Inizia Granger, non abbiamo tutta la vita!
Inizio. Sì, inizio.
Tremo leggermente.
Calmati, Hermione.
Mi devo calmare.
Respiro. Sono calma.
Prendo il fagiolo e lo sminuzzo finemente.
Acqua e sale nel becher. Deve riposare 5 minuti.
Piano, Hermione. Piano.
Non devo scuoterlo.
Inspiro ed espiro sonoramente.
Lancio un’occhiata a Piton.
Mi guarda.
E’ divertito.
-Cosa c’è da ridere, Professore?- domando indispettita incrociando le braccia al petto.
-Oh niente, Signorina Granger.- risponde lui.
Sorride ancora.
-Me lo dica!- insisto.
Sfido i suoi occhi.
-Ha solo sbagliato! Il primo passaggio, è sbagliato!
Sbagliato?
No non è sbagliato. Non potrei esserne più sicura.
E’ scritto nel nostro libro. Pozioni Avanzate.
“Sminuzzare il fagiolo sopoforoso.”
Mi sta ingannando.
E’ tutta una tecnica per farmi credere una nullità.
E’ da Piton.
Sì, è questo che sta facendo.
-Non è sbagliato!- ringhio.
Il suo sopraciglio si solleva pericolosamente.
Lo sguardo è duro ma allo stesso tempo divertito.
-Non è sbagliato!? Te lo faccio vedere io presuntuosa ragazzina!- dice e si fa strada verso il suo calderone.
Lo osservo.
Lo ho irritato. Lo ho molto irritato.
Ma è vero, non è sbagliato.
Non ho sbagliato. Non posso aver dimenticato la preparazione di questa pozione.
-Ma..
-Ma niente! Guarda è impara!
Lo osservo.
Afferra il fagiolo, lo posiziona in modo stabile e lo trita.
No.
No. No. No. No.
Non lo sta tritando. Perché non lo sta tritando?
Lo sta schiacciando.
Lo sta schiacciando?
Spalanco la bocca.
Ripeto la formula di preparazione nella mia testa.
La ripeto nuovamente.
“Sminuzzare il fagiolo sopoforoso.” E allora perché lui lo sta schiacciando?
-Ha notato qualcosa di diverso, Signorina So-Tutto Granger?!
Un ghigno beffardo sul suo viso.
-Lei..lei..lei ha..
Non riesco a terminare la frase.
-..Io ho schiacciato il fagiolo sopoforoso, anziché tritarlo.
-Ma nel libro c’è scritto che va tritato!- mi lamento.
Un’evidente disperazione nei miei occhi.
Lui invece rotea i suoi.
Qualcosa lo infastidisce.
Credo di essere io.
-Signorina Granger, so meglio di lei cosa c’è scritto nel libro di Pozioni. Sa, è la materia che insegno! Ma in ogni caso il fagiolo va’ schiacciato e non tritato.
Lo ha fatto di proposito.
Mi ha lasciato partire prima in modo che non vedessi questo dettaglio.
Non posso vincere. E’ impossibile.
Astuto. Stronzo.
Serpeverde.
Tipico Serpeverde.
Sono indecisa tra uno Schiantesimo e la Maledizione Cruciatus.
Forse insieme. Perché no?
Mi sento molto Serpeverde anch’io ora.
Faccio levitare via questi pensieri
Mi riconcentro sul lavoro.
Su di lui.
-Questo io non lo sapevo..
-Lo so!
Il suo sorriso è sempre più accentuato.
Si sta prendendo gioco di me.
Sta ridendo di me.
Ma non l’ho mai visto sorridere veramente.
Ha un non so che di strano.
Ma è piacevole.
Sembra quasi umano.
-Ho perso la sfida quindi.- affermo abbassando gli occhi.
-Non ancora..Se i prossimi passaggi verranno eseguiti nel modo corretto il Distillato della Morte Vivente potrebbe ancora uscire bene.
E’ sicuro di quel che dice.
E non mi sta prendendo in giro.
Forse è vero.
Ho ancora una possibilità.
-Va bene..riprendiamo?
-Sì, riprendiamo.
Riprendo a lavorare.
Continuo a tritare ingredienti in modo frenetico.
Aggiungo diversi ingredienti liquidi.
Cambio mano in continuazione.
Prima il cilindro graduato. Poi il calderone.
Poi ancora il mestolo.
E giro e giro.
E’ diventata di color ribes.
Ok è giusto, per ora.
Mescolo.
Mescolo. Mescolo. Mescolo.
E mescolo ancora.
Intanto osservo Piton dall’altra parte.
E’ più avanti di me.
Ha iniziato più tardi, eppure è più avanti.
E’ molto veloce.
Prende, taglia, versa e mischia ad una velocità assurda.
Sono senza parole.
Ogni taglio è preciso ma rapido.
Ogni movimento è sicuro ed esperto.
Il suo corpo sembra andare da solo.
E’ un movimento meccanico ma sempre elegante e pulito.
Molto elegante.
E’ sorprendente l’eleganza con cui quest’uomo fa ogni movimento.
E’ sorprendente la sua raffinatezza.
E’ sorprendente la gentilezza con cui tocca ogni singolo oggetto.
Probabilmente non riuscirebbe a toccare nemmeno una donna con una simile delicatezza.
Lo ammiro.
Lo ammiro tanto. Davvero tanto.
Nonostante tutto devo riconoscere che mi piace il modo in cui lavora.
-Granger, sei stata colpita dall’Incantesimo della Pastoia per caso?
Scuoto la testa velocemente.
Mescolo ancora.
Tonalità lilla chiaro.
Ci siamo.
Lui è fermo. Deve essere la pausa di 2 minuti e mezzo.
Mi guarda.
Ha quasi finito.
Sbrigati Hermione.
Mescolo nuovamente. Per Merlino quanto sto sudando!
Anche lui riprende a lavorare. E’ calmo. Calmissimo.
Sembra non fare alcuna fatica.
Lo invidio molto ora. Inizio ad essere stanca.
Sì, sono stanca.
E’ fermo. Ha terminato.
Io ci sono quasi.
Aggiungo un piccolo pezzo di radice di valeriana.
E’ l’ultimo passaggio.
Mescolo.
Rosa pallido.
Bè, non proprio pallido. Quasi.
Sorrido. Ho terminato.
-Ce l’ho fatta!- esclamo asciugandomi il sudore dalla fronte.
-Vediamo..- dice lui con tono piatto avvicinandosi a controllare il mio operato.
E io faccio lo stesso.
Voglio vedere la sua pozione.
Sì, è proprio rosa pallido questo.
-E’ perfetta..- mormoro.
-Avevi forse qualche dubbio, Granger?- esclama sollevando la testa dal mio calderone e guardandomi.
Il sopraciglio nuovamente alzato.
Il viso corrucciato.
-No! No! Certamente no!- esclamo. -So benissimo che prepara pozioni un po’ per tutti, da Madama Chips al Professor Lupin allo stesso Silente..ma una cosa è sapere che lo fa, un’altra è vederla all’opera!
Il suo viso si rilassa visibilmente.
Il sopracciglio torna al suo posto.
La pelle diventa morbida.
Credeva davvero che lo ritenessi un imbecille?
Posso dare tanti epiteti a Severus Piton, ma di certo non ‘imbecille’!
-Non è male..non è proprio rosa pallido, ma non è male..
-Cosa?!
Non credo di aver capito bene.
Non è male?
Sta dicendo che la mia pozione non è male?
Professor Piton?
Piton che in tanti anni non mi aveva mai fatto un complimento?!
Potrebbe non essere lui.
I complimenti non sono di certo da lui.
Pozione Polisucco?
Ma sembra lui.
-Non farmi ripetere, Granger!
-Grazie..Professore..
Grazie, davvero.
-Per fortuna quel maledetto fagiolo non l’ha rovinata!
-Io non sapevo di doverlo schiacciare..davvero! Il libro..
-Buttalo il libro, Granger! Buttalo! Brucialo! Devi sperimentare, devi osare! Usa la tua saccenza per pensare Signorina Granger!
Sbuffa.
Ha ragione. E’ un consiglio?
Mi sta dando un consiglio.
-Non butto via i libri per principio, e tantomeno li brucio, ma vedrò di metterli da parte per dar più spazio alla mia saccenza.- dico calcando su quest’ultima parola. -Quando le proviamo?
-La prossima lezione..
-Che sarà?- domando.
Voglio sapere com’è andata.
Voglio quella maledetta ‘E’.
-Non ho ancora deciso. Ora torniamo a casa.
Casa.
Suona strano. Come se io e lui fossimo marito e moglie.
Scaccio questo brutto pensiero.
Mi lancia il Mantello dell’Invisibilità.
Lo afferro e me lo metto addosso.
Prima di uscire da qui c’è un’ultima cosa che devo fare però.
Mi ha aiutata.
Ormai sono invisibile.
Cammino verso di lui che ha appena fatto evanescere il materiale che abbiamo usato.
Mi alzo in punta di piedi e gli bacio la guancia.
Sono ancora invisibile.
Non so se l’ha sentito.
Ma è rigido.
Suvvià Professor Piton, era solo un bacino!





Capitolo ancora più lungo, contenti? Spero vi piaccia :) è stato difficile scriverlo..volevo qualcosa di un po' diverso dalla classica lezione di pozioni..non so se ci sono riuscita! comunque la situazione si sta evolvendo :)
Fatemi sapere se vi piace e recensite :)
Vi amo <3

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Capitolo 7
*** Apparenze ***


Capitolo 7 - Apparenze





Sono stanca.
Sono ancora tremendamente stanca.
La lezione di Pozioni mi ha stremata.
Non vedo l’ora di sapere il risultato.
Sembrava davvero propenso ieri a mettermi ‘E’.
Certo, prima che gli dessi quel bacio.
Uno stupido bacio sulla guancia.
Per dirgli Grazie.
Solo ed esclusivamente per dirgli Grazie.
Eppure sembrava che la cosa lo avesse scosso.
Come se con quel gesto lo avessi violato.
Era solo uno stupido bacio.
Sulla guancia.
Avevo visto come aveva reagito.
Si era paralizzato.
Totalmente.
Gli occhi fissi su un punto indefinito.
Freddi.
Il viso teso.
Le braccia inermi sui fianchi, ma anch’esse tese.
Il respiro bloccato.
Mi chiedo in che condizioni fosse il suo cuore.
Si era forse bloccato anche quello?
Di certo non mi ero aspettata quel comportamento.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Nulla.
Proprio nulla.
Ma non so perché me lo ero immaginato sorridente.
E’ Piton. Cosa mi aspettavo?
Il suo cuore è freddo come i suoi occhi.
Il suo animo è freddo come i suoi occhi.
Ho agito d’impulso.
Ho agito senza pensare. Grifondoro.
Ho agito in modo del tutto innocente.
E questo lo ha disturbato.
Non avrei dovuto farlo.
Non mi rivolge la parola da ieri.
L’ho visto un attimo stamattina e poi è andato via di nuovo.
Nemmeno una parola.
E ora sono sola.
Stupida.
Sono stata stupida.
Ho davvero pensato che avrebbe potuto fargli piacere?!
Qualsiasi altra persona avrebbe apprezzato.
Ma lui è Piton.
Professore.
Ex-Mangiamorte.
Bastardo.
Senza sentimenti.
Senza emozioni.
Stronzo.
Chiaramente non avrebbe apprezzato.
Stupida Hermione.
E ora sei sola. Sono sola.
Ma per poco ancora, aspetto una visita da Silente.
Non lo vedo dal primo giorno che sono arrivata qui.
Forse mi dirà che posso rivedere i miei amici?
Che posso riprendere le lezioni?
Che posso uscire da questa stanza?
Che posso riprendermi la mia vita?
Dubito.
Illusa. Sono un’illusa.
Non dovrei neanche sperarci.
I Mangiamorte sono ancora lì fuori che mi cercano.
E io qui, sola.
Perché Piton non mi controlla?
Non dovrebbe proteggermi!?
Eppure non c’è.
Non c’è mai.
Mi chiedo come faccia Silente a fidarsi così cecamente di lui.
Se si fida un motivo ci dev’essere.
Mi piacerebbe tanto saperlo.
Bussano alla porta.
Istintivamente mi appiattisco i capelli.
-Avanti!
La porta si apre.
E’ Silente.
-Signorina Granger, posso entrare?- domanda sorridente.
Il suo sorriso è contagioso.
Sorrido anch’io.
-Certo Professore che può entrare!- esclamo alzandomi dal letto.- Prego si accomodi..- dico indicando il divano sul fondo della stanza.
Silente si accomoda.
Lo faccio pure io.
-Come stai, cara? E’ da un po’ che non passo a trovarti e spero tu mi perdonerai..
Silente.
I suoi modi di fare.
La sua gentilezza.
-Non si preoccupi! Sono davvero contenta di vederla! Ma mi dica, c’è qualche novità?- chiedo impaziente.
Voglio essere aggiornata.
In fin dei conti è la mia vita.
Si parla di me.
-Eh cara, per ora nulla..Sappiamo che Bellatrix Lestrange e gli altri Mangiamorte ti stanno ancora cercando dunque non possiamo fare nulla al momento. Dovrai stare ancora del tempo qui..
Cosa mi aspettavo?
Non dovevo illudermi.
Era chiaro che la cosa non si sarebbe risolta presto.
Se si sarebbe risolta.
Non volevo passare il resto della mia vita in queste stanze.
Non volevo morire in queste stanze.
Volevo i miei amici.
Harry, Ron, Ginny.
Ma anche tutti gli altri.
Non volevo Piton.
Lo sapevo che mi avrebbe detto questo.
Ma sono dispiaciuta lo stesso.
E delusa.
Ci speravo tanto.
-Non posso dirle che la cosa mi faccia piacere, ma lo devo fare..L’unica cosa è che ho bisogno dei miei amici!
Ciò che dico appare come una supplica.
In effetti è una supplica.
Ho le lacrime agli occhi.
Non voglio che mi veda così debole.
-La capisco ma..
Lo interrompo.
Non dovrei interrompere il Preside.
-Ho bisogno di vederli, di abbracciarli, di parlare con loro..ho bisogno di avere una conversazione normale!
Protesto.
Sembro disperata.
Forse lo sono davvero.
Ma la situazione non è così grave.
Per me lo è. La solitudine non fa per me.
-Severus non si sta impegnando? Gli avevo chiesto di essere disponibile con te..
Si sta impegnando?
Non lo so.
-No, si sta impegnando ma..ma insomma non è esattamente una persona molto loquace..ed è un po’ difficile avere una conversazione con lui!
E’ vero.
Non è loquace.
Vuole stare sempre da solo.
Non lo vedo quasi mai.
Sembra quasi fuggire da me.
Si offende per ogni cosa.
Si irrita per ogni cosa.
E’ un uomo.
E’ il mio Professore.
Ci sono cose di cui non puoi parlare con un uomo, e tantomeno con un Professore.
E ancor di meno se questo ha il carattere di Piton.
Silente ridacchia.
I suoi occhi sorridono.
Le sue labbra pure.
-Eh eh..Severus è un po’ complicato ed è difficile prenderlo, lo capisco, ma è molto meglio di quanto tu pensi..se tu riuscissi a conoscerlo ti accorgeresti di quanto lui sia una persona molto differente da come appare ai tuoi occhi..e agli occhi dei più..
E’ diverso da come appare?
Vedo solo una persona molto sola.
Non riesco ad immaginarlo differente.
Che parla, ride e scherza con gli altri.
Che non ti uccide a parole.
Che non ti minaccia di avvelenarti o schiantarti.
Esiste davvero un altro Severus Piton?
-Io..
-..ed è un uomo con le sue emozioni e i suoi sentimenti, Hermione, anche se li nasconde molto bene! E vorrei che tu lo trattassi bene..
Io devo trattare bene lui?
Mi sta chiedendo davvero questo?
Dovrebbe essere il contrario.
Silente dovrebbe chiedere a Piton di trattare bene me.
Non il contrario.
-Sta dicendo a me che dovrei trattare bene il Professor Piton, Professore?
Sono sconvolta.
Questo non me l’aspettavo.
-Sì cara, perché sai il Professor Piton ha il suo carattere particolare e spesso non viene capito..non viene compreso..e tantomeno apprezzato.
E’ vero.
Ha ragione.
So bene cosa mi sta dicendo.
Alle persone piace troppo giudicare.
E l’interno di una persona non la puoi giudicare.
Per questo guardiamo all’esterno e traiamo le nostre conclusioni.
Conclusioni sbagliate, spesso.
E poi il passato.
Le persone cambiano.
Non si deve rimanere ancorati al passato.
-Ho capito cosa mi sta dicendo e cercherò di trattarlo bene..ma ho notato che quando cerco di essere gentile lui si irrigidisce e ci rimane male..e spesso non so come comportarmi!
-Capisco..è solo diffidente perché..bè perché non è abituato.- sospira, poi riprende. -Posso solo consigliarle di essere se stessa. Sono sicura che il Professor Piton la apprezzerà, e lei apprezzerà lui.
Sorride.
Io apprezzerò lui.
Lui apprezzerà me.
Anche questa è una sfida.
Forse una delle più difficili che io abbia mai dovuto affrontare.
Ma spesso l’apparenza inganna, no?
Sarà il tempo a darmi una risposta.
Mi impegnerò, Professore.- dico sorridente.
-Ora cara io mi scuso ma devo andare..le solite faccende da sbrigare e cose da organizzare..
Va’ già via.
Mi dispiace.
-Non si preoccupi.- rispondo semplicemente.
-Ah dimenticavo! Ecco cosa fa la vecchiaia! Le ho portato una confezione di Gelatine Tuttigusti+1 e una di Cioccorane..spero siano di tuo gradimento!
Gelatine Tuttigusti.
Cioccorane.
Il Paradiso.
-Oh grazie, Professor Silente!Non doveva, davvero!
-Figurati! Un po’ di normalità ti fa bene ora.- dice sorridente.
Già, un po’ di normalità.
Mi manca la normalità.
I miei genitori. Mi mancano i loro abbracci.
-Professore, sa a che ora tornerà il Professor Piton oggi? Non l’ho ancora visto..
Sono un po’ preoccupata.
-Credo proprio che tornerà stanotte sul tardi..ha messo in punizione degli studenti.
Strano!
Proprio strano!
Non è da Piton dare punizioni! Certo, come no!
Saranno Grifondoro.
-Come di consueto..Grifondoro?
-Direi proprio di sì, Signorina Granger.
Sorride.
Sei prevedibile Piton.
Punire un Serpeverde sarebbe stato troppo faticoso.
-Non mi sorprende affatto! Comunque va bene, grazie per l’informazione.
-Si figuri. Ora vado, ci vediamo presto! Passerà anche la Professoressa McGranitt in questi giorni!
-Oh sì, mi fa molto piacere! A presto, Professore!
Lo accompagno alla porta ed esce.
Sono di nuova sola.
La compagnia della McGranitt mi fa molto piacere.
E’ la mia CapoCasa.
E’ una donna.
Ed è molto più loquace del Professor Piton.
Spero venga presto a trovarmi.
Vado in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare.
Piton tornerà tardi.
E io ho fame.
Non voglio scomodare Herbert e mi metto a cucinare.
Sto tornando una Babbana.
La mia bacchetta.
Mi manca.
Chissà dov’è. Piton deve averla nascosta da qualche parte.
Mi è permesso usarla solo durante le lezioni di Trasfigurazione.
Ho vissuto per 11 anni senza magia.
Posso farcela benissimo.
Poi quando torno dalla mia famiglia non utilizzo la bacchetta.
Sono abituata.
Metto su l’acqua per la pasta.
Ho circa 10minuti.
Potrei approfittare di questo tempo per un bagno veloce.
Doccia veloce.
Mangio e poi relax totale sul divano con un bel libro.
Ho quasi finito i libri.
Dovrei chiederne a Piton degli altri.
Quando torna gliene parlerò.
Se torna.
Mi infilo velocemente in bagno.
L’acqua è calda.
Mi solletica la pelle fresca e liscia.
Chiudo gli occhi.
Respiro piano.
Il vapore caldo mi attraversa le narici.
Un brivido.
Tremo.
Noto che c’è ancora il suo shampoo.
Deve averlo dimenticato.
Lo apro per sentirne il profumo.
E’ buono.
E lo riconosco.
Menta. Muschio.
E’ il primo profumo che ho sentito al mio risveglio.
Era il suo profumo.
L’ho sentito anche qualche giorno fa.
Respiro ancora.
E’ un profumo forte.
Possibile che non glielo avessi mai sentito prima addosso?
Non che vada a odorare i miei insegnanti.
Ovviamente nemmeno le altre persone.
Ma è davvero buono.
Ne metto un po’ sul palmo della mano.
E’ fresco.
Ci gioco un po’ col dito.
Poi inalo di nuovo il suo profumo e lo metto sui miei capelli.
Mi sto lavando i capelli con lo shampoo di Piton.
E’ bizzarro.
Impensabile.
Da fuori di testa.
Da Hermione Granger. So-Tutto Grifondoro che non pensa prima di agire.
Non mi interessa.
E’ buono.
Fa molta schiuma.
Mi risciacquo velocemente ed esco dalla vasca.
Sono passati più di 10minuti.
Ero talmente rilassata che ho dimenticato l’acqua sul fornello.
Mi asciugo velocemente i capelli con l’asciugamano.
E un altro lo avvolgo al corpo.
E’ bianco e morbido.
Esco velocemente dalla stanza.
Sono scalza.
I capelli bagnati mi inumidiscono la schiena.
Tremo un po’ al cambio di temperatura tra una stanza e l’altra.
L’acqua sta traboccando.
Come immaginavo.
Mi sono rilassata troppo.
Sposto la pentola nell’altro fornello.
Poi asciugo l’acqua caduta sul ripiano di marmo nero e sul fornello stesso.
Poi sento un rumore.
E un altro ancora.
Non mi voglio girare.
So che cosa è.
So chi è.
Le guance mi si colorano leggermente di rosa.
Ma ho paura.
Ho fatto un grave errore.
Tra poco sentirò la sua fredda voce sibilarmi insulti.
Rimango immobile.
Non sento più nulla.
Nessun rumore.
Non respiro.
Forse nemmeno lui.
Questa volta l’ho fatta grossa.
Non sono nel mio dormitorio. Non sono a casa mia.
Sono a casa sua.
Non posso permettermi di agire senza pensare.
Non so davvero cosa dire.
E’ tornato presto.
Prima del previsto.
Sono immobile e zitta.
Aspetto che lui parli, ma non lo fa.
Questo silenzio è imbarazzante.
Cerco di trovare le parole, ma è lui a precedermi.
-Io cre-credo che..dovresti andare a vestirti.
E’ a corto di parole.
La sua voce è fredda.
Ma asciutta.
Non se l’aspettava di trovarmi mezza nuda in cucina.
Nemmeno io mi aspettavo di trovarmelo lì.
Ma l’errore è stato mio.
Mi stringo forte l’asciugamano addosso e corro in camera.
Mi stropiccio gli occhi con le mani.
E mi vesto.
Sono di fronte alla porta.
La mano sulla maniglia.
Non sono pronta ad affrontarlo.
Sei una Grifondoro. Sei coraggiosa.
Affrontalo.
Respiro.
Abbasso la maniglia ed esco.
E’ di fronte al fornello.
E sta scolando gli spaghetti!
Mi scappa una risatina.
Poi rido sempre più forte.
Non riesco a smettere. E’ più forte di me.
Piton che scola la pasta.
Più ci penso, più rido.
Lui mi sente e per poco non si getta l’acqua bollente addosso.
-Granger!!- tuona.
In questo momento vorrebbe Cruciarmi. Lo so.
Ma non riesco a fermarmi. Mi porto la mano alla bocca e cerco di soffocare la risata.
Ci riesco per fortuna.
Il suo sguardo è spaventoso.
Mi sta odiando.
Vorrebbe farmi morire di morte violenta.
Lo vedo nei suoi occhi.
Mi avvicino a lui e gli accosto il recipiente.
-Cosa c’era da ridere?- mi domanda con tono rude versando la pasta all’interno del recipiente di ceramica colorata tra le mie mani.
Sorrido.
Mi piace metterlo in imbarazzo.
Ma devo ricordarmi ciò che ho promesso a Silente oggi.
Ma mi diverto un mondo.
La mia vendetta!
-Nulla..solo, è strano!
-Cosa è strano, Granger?
-Bè, vederla così..tra i fornelli..insomma, è roba Babbana! E poi non me l’ero mai immaginato in veste di Grande Chef!
Rido.
E’ irritato.
Rido ancora.
Il suo sopraciglio si alza e sta quasi per staccarsi dalla sua pelle.
-Non c’è nulla da ridere, Granger!- ringhia appoggiando il recipiente sul tavolo.
Subito dopo si siede.
E lo faccio anch’io.
-Scusi..- mormoro.
E’ irritato.
Devo cercare di scusarmi.
-E comunque non tollero che tu vada in giro per la mia casa in certe condizioni. Se l’ha scordato questa è sempre casa mia e lei è sempre un ospite, e in più dovrebbe tenere anche a mente che sono un suo Professore e vedere una mia studentessa nuda non è nella lista delle cose da fare. - sibila.
Abbasso lo sguardo.
So di essere rossa in viso.
E’ imbarazzante.
E sbagliato.
-Sì, e mi scuso anche per questo ma..
-Ma nulla, Granger! Una cosa del genere non si deve ripetere!
-Sì, Signore.- mormoro.
-E mi muoverò affinché il mio shampoo scompaia dalla sua stanza da bagno!
Ora il rosso sta diventando sempre più forte.
Ha sentito il profumo sui miei capelli.
Lo sento anch’io.
Che stupida.
Stupida. Stupida. Stupida.
-Adoro il suo profumo!- dico mantenendo il capo chino.
Stupida. Perché glielo hai detto?
Ora mi schianta.
O forse ha avvelenato gli spaghetti.
Non so dove guardare.
Come sono interessanti le linee sulle mie mani.
Non mi ero mai soffermata ad osservarle.
Interessanti.
-G-grazie..- sibila.
Va bene Piton che ringrazia non me l’aspettavo.
Forse domani lo vedrò vestito di rosa.
Potrebbe accadere qualsiasi cosa.
Per Merlino, Piton vestito di rosa!
Scaccio via questo pensiero.
Se lo vede è la mia fine.
-Prego.- rispondo alzando gli occhi e sorridendogli. -Allora, mangiamo? Vediamo se è abile a cucinare quanto lo è a preparare pozioni!
-Granger..la prego davvero di non farsi più vedere da me..scoperta.- mormora nuovamente.
La gola secca.
Ingoia la saliva.
-Sì..non si preoccupi.- rispondo.
Me l’ha già detto.
Perché me lo sta ripetendo?
E perché mi ‘prega’ di non farlo?
Ho capito.
Ho sbagliato.
Non c’è bisogno di farmelo pesare oltremodo.
O forse..
Arrossisco.
Cavolo, bel guaio!




Mi scuso per questo capitolo davvero brutto! Mi scuso, non sono riuscita a renderlo come avrei voluto e anche le situazioni così sembrano prive di ogni 'ognicosa'. Mi dispiace deludervi, spero non capiti più!
Fatemi sapere quanto vi fa schifo questo capitolo! E' molto scadente, lo so!
Cercherò di farmi perdonare!
 

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Capitolo 8
*** Disordini emotivi ***


Capitolo 8 - Disordini emotivi





E’ mattina.
E sono di cattivo umore.
Non so il perché.
Come tutti i giorni mi sono svegliata qui.
In questo letto.
In questo stanza.
C’è silenzio.
Fin troppo silenzio.
E’ sicuramente questo che mi infastidisce.
Non vedo Piton da 2giorni.
E qualcosa mi dice che nemmeno ora è nella sua stanza.
Sola.
Sono sempre sola.
Mi sto stufando.
Non ne posso più.
Non posso andare avanti così.
Mi alzo e vado in soggiorno.
Mi siedo sulla poltrona.
Ma mi alzo subito.
Giro per la stanza. Poi mi siedo nuovamente.
Sono agitata.
Mi massaggio le mani. Mi mangio le unghie.
Sono agitata.
Mi alzo. Non so cosa fare.
C’è solo un’altra persona con cui posso parlare.
Ma non so se lui possa parlare con me.
Potrei provare a chiamarlo.
Sono ancora contro lo sfruttamento degli Elfi Domestici.
Ma in questo caso. E’ una buona causa.
Herbert. Ho bisogno di Herbert
-Herbert!- mormoro.
Non so se risponderà alla mia chiamata.
‘POP’
Poi sento quel suono, e lo vedo di fronte a me.
-Signorina, ha chiamato per caso Herbert?- domanda l’elfo.
-Ciao Herbert! Sì, ecco io volevo..
Cosa voglio da lui? Lo sto solo disturbando.
Voglio compagnia.
Voglio chiacchierare con qualcuno.
-Herbert prepara subito colazione a Signorina Hermione!- dice, poi scompare.
-No!- esclamo.
Non volevo la colazione.
Volevo solo parlare.
E’ sparito. Comunque tra poco ritornerà.
Quest’elfo sembra sempre di buonumore.
Spero che Piton non lo faccia lavorare troppo.
E che non lo maltratti, soprattutto!
Mi chiedo ancora come facciano a desiderare di avere un padrone.
Sono schiavi!
Il C.R.E.P.A. è un capitolo chiuso, Hermione.
Non devo tornarci più.
Anche se cucire berretti a mano potrebbe essere un’idea per passarci il tempo.
No. No. Non devo riiniziare.
Ed ecco di nuovo Herbert carico di cibo.
E subito la tavola è imbandita.
Ma non è ciò di cui ho bisogno.
-Herbert spera che Signorina Hermione gradisca cucina di Herbert!
Mi guarda con quegli occhioni grandi dietro i suoi occhialetti sbilenchi.
Sembra simpatico.
-Ti ringrazio Herbert, non c’era bisogno che preparassi tutto questo!- dico sorridente.
-Herbert contento di servire Signorina Hermione!
-Oh grazie, ma davvero, non dovevi!
-Herbert contento! Ma se Signorina non ha bisogno di lui, Herbert va via ora!
Fermalo.
Non lasciarlo andare.
-A dir la verità Herbert, avrei bisogno di te!
-Herbert qui per servire Signore e Signorina!
E’ così fedele.
Magari il suo lavoro gli piace davvero.
E’ uno schiavo, non può piacergli!
-Vorrei che..vorrei che tu restassi qui a farmi compagnia e a parlare con me.
Sorrido.
Mi guarda in modo strano.
E’ una richiesta così insolita?
E’ molto meno faticoso degli altri compiti.
Cucinare. Pulire. Stirare. Servire.
Chiedo solo un po’ di compagnia.
-Signorina desidera davvero questo?
Ha le lacrime agli occhi.
Per Merlino! Perché piange ora?
-Herbert! Herbert! Non devi piangere!
Si copre gli occhi con le braccia fini.
-Herbert piange! Herbert piange per la bontà della Signorina!
Gli ho solo chiesto di parlare con me.
Sono proprio creature strane gli Elfi.
Continua a piangere.
-Herbert smettila di piangere!
Piange ancora.
-Signorina troppo buona!- dice tra i singhiozzi.
-Herbert, smettila di piangere!- tuono con voce autoritaria.
Sembro Piton.
La sua vicinanza mi sta facendo male.
Mi faccio paura da sola.
Ha smesso di piangere però.
Mi guarda tirando su con il naso e asciugandosi le lacrime.
-Herbert chiede scusa alla Signorina ma nessuno aveva mai voluto la sua compagnia, nessuno aveva mai chiesto di parlare con lui.
Poverino. Mi fa un po’ di pena.
-Tranquillo..allora, mi fai compagnia?- chiedo sorridendogli.
Spero davvero tanto che accetti.
Il silenzio è diventata una tortura.
-Se questo è davvero ciò che Signorina desidera..
-Sì, è proprio ciò che desidero.
L’ho convinto.
Sono riuscita a convincerlo. Mi fa piacere.
Finalmente un po’ di compagnia.
-Di cosa vuole parlare, Signorina?
Già. Di cosa voglio parlare?
-Inizia a sederti qui.- dico indicando la sedia. -Mangio visto che hai portato tutte queste squisitezze! Prendi qualcosa pure tu Herbert!
I suoi occhi si fanno vacui.
Il respiro affannoso.
Tira su con il naso.
Sta per piangere nuovamente.
-Signorina..
-Herbert! Guai a te se piangi!
Ritorna normale.
Per fortuna. Non avrei sopportato un’altra crisi di pianto.
Sono una pessima cattiva.
Non sono brava a fare la voce grossa.
Se mi sentisse Piton mi prenderebbe in giro a vita.
Lui sì che è un bravo cattivo.
Basta una sola occhiata per farti stare zitto.
Per farti prendere la bacchetta e farti schiantare da solo.
E la sua voce.
La sua voce è un sibilo.
Ti fa tremare talmente è scura, fredda e monocorde.
Sembra la voce di un Serpente
E’ un perfetto Serpeverde.
-Herbert non mangia perché non ha fame ma parla con Signorina.
Sorride. Gli occhi spalancati.
Le dita delle mani unite.
-Dimmi Herbert, come stai?
-Herbert felice di avere Signorina così buona.- dice l’Elfo.
Buona.
Insomma.
Non mi ha vista nel mio periodo.
-Grazie Herbert! Da molto servi il Professor Piton?
- Da 14 anni serve il Signore.
14 anni.
Una vita praticamente.
Deve sapere un sacco di cose di lui.
Cose che non mi dirà mai chiaramente.
-14 anni? Sono tantissimi! E ti trovi bene con lui?
-Signore è buono con Herbert!
Anche questo è strano.
Piton buono con un altro essere umano.
Impossibile.
Dai no, forse impossibile no.
Ma visto come tratta i suoi alunni.
Ma noi siamo solo delle teste di legno.
Per questo ci tratta male. Teste di legno.
-Sicuro? Guarda che a me lo puoi dire se non è buono!
-Molto sicuro. Suo padrone buono con lui!.
E’ troppo fedele al suo padrone per ammettere che lo tratta male.
-Sai, a noi studenti ci tratta molto male invece..per questo mi risulta difficile pensare che lui possa trattarti bene! Non l’ho mai visto trattare bene nessuno!
E’ vero.
Mi dispiace dirlo. Ma è vero.
-Herbert sa di questo! Herbert conosce Dobby e Dobby detto tante cose riguardo Padrone, ma Padrone buono con Herbert!
Dobby.
L’Elfo amico di Harry.
Non lo vedo da un sacco di tempo.
-Conosci Dobby?
-Sì, Dobby amico di Herbert ma Herbert non è contento della decisione di Dobby!
E’ contrariato.
Si riferisce alla decisione di Dobby di farsi pagare per i servizi.
Questo va’ contro l’etica elfica.
-Capisco..quindi, mi dicevi di Piton. Cosa fa per essere così buono?
Ora sono curiosa.
Sono molto curiosa.
Silente mi ha detto che Piton non è come sembra.
Però immaginarlo diverso è davvero difficile.
-Padrone ha voce dura ma non urla mai contro Herbert, non fa fare cose brutte ad Herbert e non c’è quasi mai qui quindi Herbert ha molto tempo libero per fare quello che vuole.
Sorrido.
Sì, sentire queste cose su di lui mi fa sorridere.
Non urla mai.
Non fa fare cose brutte.
Oh Piton, ma chi sei?
Dov’è il cinico e bastardo Professore di Pozioni che conosco?
Forse non ti conosco per niente.
-Da come lo descrivi tu sembra davvero una brava persona!
-Padrone molto buono e Signorina che Padrone ha scelto per sè è lo stesso molto buona!- esclama Herbert con la sua voce squillante.
Inarco il sopraciglio.
Cosa? Non ho sentito bene.
No, non devo aver capito bene.
Signorina che Padrone ha scelto per sé. Cosa?
Cosa? Cosa? Cosa?
Qui le cose non sono chiare.
Non sono per niente chiare!
-Herbert..scusa la domanda, ma tu sai perché io sono qui?
-Herbert sa che Padrone deve proteggere Signorina Hermione dai cattivi perché lei ha sconfitto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e per questo lei starà qua per del tempo.
Mi ha detto esattamente ciò che so già.
Ma ancora non mi torna ciò che ha detto prima.
Lui mi ha scelta? Scelta per cosa?
Ora però non posso insistere.
Se faccio troppe domande si turba e non vorrà più parlare con me.
-Proprio così Herbert..e mi sento molto sola! Il Professor Piton lo vedo poco e l’unico con cui posso parlare sei tu! Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato!
Quanto sono melodrammatica.
Sono davvero brava a recitare.
Potrei avere un futuro.
Devo solo imparare a mascherare meglio le mie emozioni.
Ho fatto passi avanti quando ero in prigione.
La prigione.
Un brivido mi scuote le membra.
Erano giorni che non ci pensavo.
Fa ancora male ricordare.
Farà sempre male.
Sempre.
Devo cercare di non pensarci.
-Herbert c’è sempre per Signorina Hermione!
E’ davvero un bravo Elfo Herbert.
-Ti ringrazio! Ascolta dovresti fare una cosa per me..sai, io leggo molto e, ho terminato tutti i libri della biblioteca di Piton! Non lo vedo da due giorni e non so quando lo rivedrò e mi sto davvero annoiando! Potrei procurarmi 2 o 3 libri? Di qualsiasi tipo, non importa di cosa trattano!
-Herbert va’ subito a cercare libri per Signorina!
‘POP’
Prima che possa ringraziarlo è sparito.
Mi siedo sul divano e aspetto.
E’ tardi.
Di Piton ancora nessuna traccia.
Avrà lezione.
Chissà quanti punti avrà tolto oggi a Grifondoro.
Non ci voglio pensare.
Sicuramente molti.
Sento il ‘POP’.
Herbert è tornato. Stringe tra le braccia 7libri.
7 grossi libri.
I miei occhi si illuminano.
Che bellezza. Il Paradiso.
-Oh grazie Herbert! Sono tantissimi!
-Herbert ha trovato questi, spera vadano bene! Ora Herbert va’, deve aiutare a cucinare per il Pranzo in Sala Grande! A presto, Signorina!
‘POP’
E’ andato via di nuovo.
E io sono nuovamente sola.
I pranzi in Sala Grande. Quanto mi mancano.
Quante volte ho discusso con Harry e Ron lì dentro.
Quanti piani abbiamo creato.
Quante volte abbiamo riso.
Mi mancano tutte queste cose.
Osservo i libri.
Letteratura Babbana. Saggistica Magica.
Storia della I Guerra Magica. Incantesimi.
Divinazione.
Sono bei libri. Ci passerò il tempo.
Tra una Gelatina Tuttigusti e un buon libro il tempo passa.
I minuti scorrono.
Le ore scappano.
Mi addormento sul divano.
Il libro aperto sulla pancia.
Sogno.
Sono nel mio dormitorio.
Sono a letto e leggo un libro. Poi appare Ron.
Ron.
Si corica accanto a me e mi abbraccia.
-Oh, Ron..- mormoro.
Mi abbraccia di nuovo. Poi mi bacia.
E mi bacia ancora.
Poi un tonfo. Qualcosa che rimbalza nel letto.
Qualcosa di rosso.
Non sono i capelli di Ron.
Ma non ci faccio caso. Voglio Ron. Voglio baciarlo.
-Miaaaaaoo!
Mollo disperata le labbra di Ron.
E’ Grattastinchi. La mia bellissima palla di pelo rossa.
-Grattastinchi!
Lo chiamo e lui si appallottola sul mio grembo.
Lo abbraccio.
Mi volto a guardare Ron ed è sparito.
Riporto la mia attenzione su Grattastinchi.
Mi sta osservando.
I suoi occhi chiari mi fissano con insistenza.
Poi si trasformano.
Non sono più chiari. Sono neri. Neri come la pece.
E il suo corpicino inizia a cambiare.
E a cambiare.
-Grattastinchi!!- urlo aprendo gli occhi.
Sono coperta da un mantello.
Un mantello nero. Non è il mio.
Mi volto e lo vedo lì. Seduto sulla poltrona, di fronte a me.
Mi guarda con il sopraciglio sollevato.
Una sorta di sorriso gli increspa le labbra.
-Stavi sognando..- mormora.
Mi stropiccio gli occhi, poi lo guardo nuovamente.
Ho addosso il suo mantello.
Lo guardo di nuovo. Poi ripenso al sogno.
Ron.
Mi copro velocemente il viso sotto il mantello.
Che imbarazzo.
E’ assolutamente imbarazzante.
Spero di non aver parlato nel sonno.
Lo spero vivamente.
-Da quanto tempo è lì?- chiedo da sotto il mantello.
Ho sognato che baciavo Ron.
E Piton era lì che probabilmente interpretava il mio sogno.
Oh che imbarazzo.
-Da abbastanza tempo..per capire che lei è quella testa di legno del Signor Ronald Weasley siete più che amici.- dice senza preoccuparsi di nascondere quel ghigno di disgusto dal suo viso.
Lo odio.
Lo odio quando fa così.
Non sono affari suoi. E non deve insultare Ron.
Lo schianto.
So che ha capito che sono arrabbiata, ma non gli interessa.
Continua a guardarmi con quel suo solito ghigno.
-Queste non sono cose che la riguardano!- esclamo inviperita.
Devo calmarmi.
-Infatti..non mi riguardano e non mi interessano! Ma la invito a moderare i toni Signorina Granger altrimenti non so quanto la nostra convivenza forzata possa ancora durare..e sa, non mi ci vuole nulla a preparare una pozione per farla smettere di dare fiato alla sua bocca.- sibila.
Per Merlino ora fa paura!
Non ricordavo quanto sapesse essere convincente certe volte.
Mi mordo la lingua.
Devo stare zitta.
E calma.
-Sa..sa dov’è Grattastinchi?
Poverino! Penserà che l’ho abbandonato!
-Chi diavolo è Grattastinchi?
-Il mio gatto! Grattastinchi!
Mi sta guardando male.
-Non ho idea di dove sia il suo gatto..- sibila. -..ma anche se lo sapessi non farebbe molta differenza. Non ho alcuna intenzione di far diventare questa casa un rifugio per animali..direi che è già fin troppo affollata.
Mi sta forse dando dell’animale?
Oh Severus Piton quanto ti odio quando fai così.
Quanto ti odio.
E pensare che ti stavo quasi rivalutando dopo le parole di Herbert.
Invece no.
Sei sempre quel lurido bastardo.
-Bè nel caso cambiasse idea, sappia che mi piacerebbe molto avere Grattastinchi qui.- mormoro sorridente.
Proviamo con le buone maniere.
Magari cambia idea e decide di accontentarmi.
-Dubito che cambierò idea Signorina Granger, soprattutto dopo ciò che ha fatto.
E’ serio.
Cosa ho fatto ora?
No ora me lo spiega. Io non ho fatto nulla.
-Perché cosa avrei fatto?
-Ti ricordo Granger che sono sempre il tuo Professore ed esigo che venga chiamato ‘Professore’ o ‘Signore’. Vedo che le buone maniere sono già andate a farsi un giro.
-Mi scusi, Signore. Ma cosa ho fatto di male? Signore?
-Questi libri!- ringhia indicando i libri sul tavolino. -Da dove diavolo sono usciti fuori!?
Ah. I libri!
Sono solo dei libri.
-Ho terminato tutti i libri della sua libreria e siccome lei non si vedeva da due giorni ho chiesto a Herbert, il suo Elfo Domestico, di portarmene degli altri, Signore.
-Sei una sprovveduta! Solo perché hai sconfitto il Signore Oscuro non significa che puoi fare quello che vuoi! Tu e i tuoi amichetti siete sempre stati bravi a trasgredire le regole e avete sempre trovato qualcuno che ve l’ha fatta passare liscia. Ma non questa volta Granger, non questa volta!
Deve sempre insultare Harry e Ron. Sempre.
Non ha altro su cui fare appiglio e insulta loro.
La deve finire.
-Cosa ho fatto? Mi sono solo fatta portare alcuni libri, per giunta dal suo Elfo Domestico! Sono rinchiusa qui, non può pretendere che io me ne stia a girarmi i pollici! Lei non c’è mai e quando c’è non mi rivolge la parola! Cosa dovrei fare!? Posso solo leggere! E avevo terminato i libri!
Sono stufa.
Sono stufa di lui e delle sue stupide regole.
Sono stufa di tutto questo.
Harry avrebbe dovuto uccidere Voldemort.
Non io!
-Morditi la lingua, Granger! Verrai punita per il tuo comportamento e per la tua insolenza, stanne certa.- sibila, poi continua. -Quei libri avrebbero potuto contenere un qualsiasi incantesimo e saresti potuta morire qui, nemmeno te ne rendi conto!
Mi punisca. Faccia quello che vuole.
Ormai.
Ormai intanto peggio di questo.
Non mi interessa più nulla.
Non sono più la brava bambina di 11 anni.
Mi deve lasciare in pace.
Gli lancio un’ultima occhiata e me ne vado in camera mia.
A passi svelti.
Mi chiudo la porta alle spalle.
Mi lancio nel letto e mi copro la testa col cuscino.
Spero solo che non mi segua.
E non lo fa.
Meglio. Non ho voglia di stare a sentire le sue stupide ragioni.
Le sue stupide pretese.
Niente è più come prima e lui non mi deve dare ordini.
E non mi deve trattare come una bambina che non sa difendersi.
Come una bambina che non ha vissuto.
Perché il mio passato è peggiore di quanto lui possa immaginare.
Mi avrebbe dovuto lasciare in quella prigione.
Sarei morta lì.
Sola. Ma senza illusioni.
E senza pretese da parte di persone che se ne fregano di me.
Perché a lui non interessa proprio niente di me.
E mi sono rotta di lui.
Mi sono rotta di tutto.
Le lacrime bagnano il cuscino e il piumone.
Mi fa schifo stare qui.
E mi fa schifo persino stare in questo letto.
Perché è il suo letto.



Pensavo che il capitolo precedente facesse schifo..e lo penso ancora!..ma ho visto che mi avete lasciato ben 7recensione e,caspita!, è il mio record!, e questo mi fa capire che a voi è piaciuto e la cosa mi rende non poco felice :)
Non vorrei mai deludervi! E spero che anche questo capitolo vi piaccia tanto quanto gli altri, anzi di più!
Bisogna cercare di migliorarsi e ci sto provando.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi abbraccio e ringrazio tutti!!

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Capitolo 9
*** Sono io quella più forte ***


Capitolo 9 - Sono io quella più forte





Ho passato una pessima nottata.
Non ho quasi chiuso occhio.
Continuavo a pensare.
A pensare e a ripensare.
Non riuscivo a togliermi dalla testa le sue parole.
Perché per lui deve essere sempre tutto tragico?
Io dovrei essere al sicuro qui. Perché si preoccupa?
Ho combattuto.
Sono stata prigioniera.
Saprei sopravvivere. Accidenti!
Non sono più una bambina indifesa.
Non sono proprio più una bambina.
E nessuno lo capisce.
Non lo capisce Piton. Ma nemmeno Silente.
Vorrei essere fuori di qui ora. Fuori. Via.
Rivoglio la mia famiglia. Mia madre. Mio padre.
Ho bisogno di un abbraccio.
Di una carezza.
Di un bacio.
E non di silenzio. Sono stufa del silenzio.
Sono stufa di queste stanze.
Rivoglio la mia bacchetta. E me ne voglio andare. Il prima possibile.
Sì, il prima possibile.
Sono sdraiata nel letto e guardo il soffitto.
C’è una strana lucina bianca.
La osservo.
Conto i secondi prima che scompaia e riappaia.
Scompare.
E riappare.
Non so cosa sia. E poco mi interessa.
Non aspetto nessuno.
Nessuno.
Tanto meno lui. Anzi, spero proprio di non vederlo.
Di non vederlo più.
Non ho nemmeno mangiato.
Sono ore che osservo questa luce.
Forse sto impazzendo. Una luce.
Sto osservando una luce da ore.
Accidenti Hermione, sei messa male!
La devo smettere.
Mi alzo.
Il pavimento è freddo. Tremo un po’ al contatto.
Cammino per la stanza.
Stare qui dentro è snervante.
Entro in bagno. Mi appoggio al lavandino.
Mi guardo allo specchio.
Sei davvero brutta Hermione.
I tuoi capelli. I miei capelli.
Gli occhi. Le occhiaie.
Le lentiggini.
Quelle stupide lentiggini.
Attacco il mio viso allo specchio. Sembro una prigioniera.
Sono ancora una prigioniera.
Mi sciacquo il viso.
Acqua fredda. Molto fredda.
Le goccioline mi imperlano le ciglia.
Mi guardo nuovamente. Poi mi asciugo il viso.
E torno in camera.
Mi sdraio sul letto e chiudo un attimo gli occhi.
Cerco di rilassarmi.
Devo riuscire a non pensare.
Ho bisogno di dormire e di sbollire la rabbia.
Per un attimo mi sento bene. Libera.
Libera.
E poi un rumore.
Un rumore forte. Fortissimo.
Qualcosa che cade a terra.
Scatto subito in piedi. Non so se uscire dalla stanza o meno.
Ho paura.
Non ho nulla con cui difendermi. Nulla.
Mi avvicino piano alla porta.
Appoggio l’orecchio e cerco di ascoltare.
Dei lamenti bassi. Un sibilo.
Spalanco la porta e lui è lì.
E’ lì accasciato a terra.
-Professor Piton!- urlo.
Solleva leggermente il capo.
Il viso insanguinato.
Il labbro gonfio. La palpebra chiusa e viola.
Sangue rattrappito sulla veste.
Raggelo sul posto.
Non lo avevo mai visto così.
E’ ferito.
Il Professor Piton è ferito.
Tenta di rialzarsi ma non ci riesce.
Scivola a terra.
E’ troppo debole.
Sta male.
Corro da lui. Lo devo aiutare.
Mi inginocchio a terra.
-Professor Piton, che cosa è successo?- mormoro accanto a lui.
-N-Niente, Granger.- risponde lentamente.
Quasi balbetta.
Respira affannosamente.
Ma non si lamenta. Orgoglioso.
Fin troppo orgoglioso.
-Certo, Professore! E ora mi dirà che queste ferite se le è fatte da solo, vero?- gli dico prendendo il suo braccio e portandomelo dietro al collo. -La aiuto ad alzarsi, venga!
Si dimena.
 Non vuole essere aiutato.
Ma in quel momento sono io quella più forte.
Quella più lucida.
E non mi importa. Lo devo aiutare.
Sorreggendolo lo aiuto ad alzarsi.
Sta in piedi a fatica.
Lo accompagno sino alla sua camera.
E’ la prima volta che ci entro. Che la vedo.
Ma è identica alla mia.
Identica.
Lo faccio sedere sul letto e poi distendere.
Non so come comportarmi.
Non so cosa fare.
Lo guardo un attimo. Poi mi siedo anche io sul letto, al suo fianco.
Lo osservo più da vicino.
E’ ferito in modo grave.
Sta stringendo i denti per non lamentarsi.
Non vuole mostrarsi debole.
Ma lo è e ha bisogno del mio aiuto.
Lo guardo negli occhi.
Sono neri, ma non sono freddi.
Vedo sofferenza.
Avvicino piano la mano al suo viso e gli accarezzo la guancia.
Fa una smorfia.
Ma si lascia toccare.
Gli sposto delicatamente una ciocca di capelli dal viso.
Ha dei grossi ematomi.
-Granger..- mormora a corto di fiato.
-No, non parli ora..deve riposarsi e cercare di respirare piano.- dico con voce lenta e dolce.
Devo dimenticare la rabbia di ieri.
Lo devo fare per lui.
-Lì..- sibila indicando una vetrinetta in fondo alla stanza.
Non l’avevo notata prima.
Al suo interno vi sono boccette con pozioni e unguenti.
Mi avvicino.
So esattamente di cosa ho bisogno.
Essenza di Dittamo.
Pozione Rimpolpasangue.
Le trovo subito all’interno dell’armadietto.
Le afferro e mi avvicino nuovamente al Professor Piton.
Ha gli occhi chiusi.
Il respiro mi si blocca. Perché ha gli occhi chiusi?
Li riapre immediatamente.
Riprendo a respirare.
-Mi ha fatto preoccupare.- mormoro.
Mi guarda con quegli occhi.
Non riesco a vederlo così.
Mi fa male.
-E’ proprio ciò che..volevo, Signorina G-Granger..- mormora ironico.
Abbozza un piccolo sorriso, ma lo ritrae subito.
Il viso contratto in una smorfia di dolore.
Mi alzo e vado nel suo bagno.
Ho bisogno di asciugamani.
Prendo ciò che mi serve e sono di nuovo da lui.
Poggio una mano sulla sua fronte per spostare i capelli.
Pulisco delicatamente le ferite.
Poi lascio cadere tre gocce di Essenza di Dittamo su ognuna di esse.
Il suo volto torna quasi normale.
Ci sono ancora gli ematomi.
-Professor Piton, lo so che non vuole e che..sarà contrariato per ciò che sto per fare ma..ho bisogno della sua bacchetta!- dico infilando rapidamente la mano all’interno del suo mantello ed estraendo la sua bacchetta.
E’ una bella bacchetta.
Finemente rifinita.
Pesante. La mia è molto più leggera.
Ma non dovrei avere problemi ad usarla.
Mi sta guardando con odio.
Non vuole che la utilizzi. Ma devo farlo.
-Accio bende!- mormoro,e subito dei rotoli di bende si posano sul letto.
Prima però ci sarebbe un’altra cosa da fare.
E questa necessita di uno sforzo enorme da parte mia.
Davvero enorme.
Ma forse ancora di più da parte sua.
Avvicino le mani alla sua casacca.
Devo togliergliela.
Ho bisogno di vedere le ferite.
Di pulirle.
E di curarle.
Deve lasciarmelo fare. Ma non vuole.
E’ troppo per lui. Lo sapevo.
-No!- sibila bloccandomi le mani.
-Professore..- lo prego. -..è necessario! Me lo lasci fare, per favore!
La mia è quasi una supplica.
Lui mi guarda con quegli occhi. Non riesco a reggere lo sguardo.
Sento una forte stretta sulla mano.
Poi una carezza.
E infine niente.
Ha lasciato la mia mano. Ciò significa che mi sta dando il permesso.
Annuisce con un leggero cenno del capo.
Sbottono piano, uno ad uno, i bottoni.
Non voglio farlo infuriare.
Mancano pochi bottoni. Il mio respiro è affannoso.
Non sono affaticata.
Sono agitata.
Con un po’ di fatica riesco a levargliela.
C’è ancora la camicia.
Una candida camicia bianca.
Sporca di sangue.
Macchie scure qua e là.
Ha numerose ferite.
Noto che ha chiuso gli occhi. E’ in imbarazzo.
Bè, lo sono anch’io.
Inizio a sbottonargli anche la camicia.
Riapre gli occhi.
Sta soffrendo. Chissà cosa gli hanno fatto.
Chi è stato.
Lo so bene chi è stato. I Mangiamorte.
Rabbrividisco.
Apro la camicia.
Chiudo istintivamente gli occhi.
Ciò che vedo mi fa paura. Mi fa male.
Il suo petto.
Il suo petto pallido. Martoriato.
Ferite aperte ovunque.
Tagli. Bruciature. Vecchie cicatrici.
Riapro gli occhi e torno a guardare il suo corpo.
Evito di posare lo sguardo sul suo avambraccio. Lo metterei ancora di più a disagio.
Poi il mio sguardo va a posarsi sul suo viso.
Mi sta guardando.
-Mi dispiace..- mormora.
E’ molto pallido. Più del solito.
-Per cosa, Professore?- chiedo.
Per cosa si sta scusando?
Non capisco.
-Non do-dovevi vedere..questo..
Gli sorrido.
E’ davvero di questo che si preoccupa?
-Non si preoccupi..poi mi dirà se sono stata una brava guaritrice.
Gli sorrido di nuovo.
Pure lui lo fa.
E’ strano vederlo sorridere. Ma è bello.
E’ bello.
Appoggio la mano sulla sua pelle in modo da stirare le ferite.
E’ fredda.
La mia mano invece è calda.
E’ stranamente calda.
Pulisco le ferite. Poi tre gocce di Pozione.
E si richiudono.
Avvolgo le bende intorno al suo corpo.
Intorno ai punti ancora a rischio.
Poi gli do la Pozione Rimpolpasangue e mormoro qualche altro incantesimo.
Soprattutto sulle gambe.
Quelle è meglio lasciarle così come sono.
Coperte.
Osservo il lavoro che ho fatto e sorrido.
-Granger..- mormora cercando di mettersi a sedere. -..ho bisogno di una camicia pulita.
Mi indica l’armadio.
Lo apro.
Ci sono tante camicie bianche.
E altri vestiti. Tutti neri.
Ne prendo una e gliela porgo.
-Tenga..come si sente?- domando.
-Bene..- risponde infilandosi la camicia.
Non gli credo.
So che è una persona molto forte.
Ma era ridotto veramente male.
E in più avranno usato sicuramente la Cruciatus su di lui.
E non una volta sola.
-C’è qualcos’altro che posso fare?
-Chiamare Silente.
Giusto.
Silente. Mi ero totalmente dimenticata di lui.
Come posso chiamarlo?
-Come..?
Non mi lascia finire la frase.
Tipico da Piton.
-Vai in soggiorno e chiama Herbert. Digli di chiamare subito Silente e di farlo venire qui.
E’ di nuovo Severus Piton.
Anche il tono è di nuovo il suo.
Sono contenta.
Sorrido.
Non mi piaceva vederlo in quelle condizioni.
-Va bene..- mormoro e faccio per uscire ma lui mi richiama.
-Granger..la mia bacchetta!
La sua bacchetta. Certo.
Mi ero dimenticata anche di quella.
Gliela porgo e le nostre dita si sfiorano un attimo.
Impercettibilmente.
Ma si sfiorano.
E’ stata come una carezza. Abbasso gli occhi.
E scompaio in soggiorno.
Avviso Herbert e poi torno da lui.
Non voglio lasciarlo da solo.
E’ seduto sul bordo del letto.
I piedi a terra.
Si massaggia il collo.
Dopo 5 minuti Silente è da noi.
Non sembra preoccupato. Ma è Silente.
Lui sorride sempre.
-Severus, come stai?- chiede schiarendosi la gola e sedendosi accanto a Piton.
-Sto bene.
Non dirà mai il contrario.
E’ Piton. Troppo orgoglioso per ammettere che non sta bene.
Poi mi lancia un’occhiata.
E subito dopo guarda Silente.
-Cara, sai preparare i dolci?
I dolci?
So bene che Silente ama i dolci, ma ora non mi sembra il momento adatto per parlarne.
Dove vuole arrivare?
-Sì, li so preparare.
Mi sorride.
-Oh benissimo! Mi potresti preparare una torta al cioccolato? Con molto cioccolato!
E’ pazzo.
Decisamente.
Poi capisco. Ah, certo.
Come ho fatto a non capirlo subito.
Vuole che mi tolga di mezzo.
Voglio stare lì.
Non me ne voglio andare. Devo sentire cosa è successo.
Ho un’idea.
Spero solo che funzioni.
-Va bene, Professore. Vado subito! Spero che le piaccia!- dico, poi mi allontano chiudendomi la porta alle spalle.
Ho bisogno di nuovo di Herbert.
E’ ancora in cucina.
Si sta stirando addosso la sua veste sgualcita e sporca.
Mi avvicino a lui.
-Signorina!
-Herbert ho bisogno di te!
-Herbert qui per aiutare Signore e Signorina!
Grazie Herbert.
Grazie.
-Ho bisogno che cerchi un paio di Orecchie Oblunghe. Sono di proprietà di Fred e George Weasley, Grifondoro, ma potresti trovarne un paio anche da Ronald e Ginny Weasley. Me le devi portare subito! Devi essere velocissimo!
-Herbert corre Signorina!
‘POP’
Si è smaterializzato.
Corro alla porta tentando di sentire qualcosa ma non ci riesco.
E’ di legno molto spesso.
‘POP’
Herbert è di nuovo qui.
Con in mano le Orecchie Oblunghe.
-Oh Herbert! Grazie!- gli dico abbracciandolo. -Ora ho bisogno che cucini una buonissima torta al cioccolato per il Professor Piton e il Professor Silente.
-Herbert subito al lavoro!- esclama poi si mette al lavoro.
Con la magia è tutto più veloce.
Prendo le mie Orecchie e mi attacco alla porta.
Ora sì che sento tutto.
-Ma ti hanno scoperto, Severus?- domanda Silente.
-No, non credo. Erano infuriati per un altro motivo, quindi per ora la mia copertura è ancora attiva.
-Questa almeno è una buona notizia..ti hanno conciato male però. Pensano tu sappia dove si trova la Signorina Granger?
-Credo pensino sia morta..a causa mia..che l’abbia uccisa io.
-Cosa intendi, Severus?
-Sono quasi certo che la Signorina Granger sia stata violentata.
Spalanco la bocca.
Il mio cuore inizia a battere forte.
Ingoio la saliva.
Continuo ad ascoltare.
-Cosa te lo fa pensare?
Dal tono di voce di Silente noto che è scosso.
-Darren Nusin era il capo della banda di 7 Mangiamorte che mi hanno attaccato, e sai benissimo che tipo di persona è e come si comporta. Mi ha accusato di avergli sottratto il suo gioco e di averlo utilizzato senza il suo permesso. Naturalmente si riferiva alla Signorina Granger e, visto come lei ha reagito quando mi sono offerto di controllarle la gamba, direi che non mi sto sbagliando..ed è convinto che poi io mi sia sbarazzata di lei dopo aver fatto i miei comodi.
Ascolto attonita le sue parole.
Sto sudando.
Tremo.
Ho paura.
-Non puoi esserne certo, Severus? Tu credi che Nusin..
-L’ho visto abusare di due ragazze più di una volta, Preside..
-Capisco. E la Signorina Granger non te ne ha parlato?
-No. Non è ancora pronta per parlare di ciò che è successo in quei 30 giorni..ma la conosco abbastanza da poter affermare quasi con certezza che è proprio ciò che è successo..E sai che su queste cose non sbaglio.
No. Non sono pronta.
E non voglio esserlo. Voglio solo poter dimenticare.
Dimenticare.
-Sicuramente sei un ottimo osservatore ma dobbiamo esserne certi, per il suo bene..e sono d’accordo con te che non è ancora pronta per affrontare il suo passato. Va bene, vedremo poi cosa fare. Devi riposarti ora Severus.
-Io..
-Hai un giorno libero. Voglio che ti riposi, e non voglio sentire storie.
-D’accordo.
Sento dei passi.
La conversazione è terminata.
Stanno per uscire.
Corro in cucina. La torta è pronta.
Una bellissima torta al cioccolato a tre piani.
Nascondo le Oblunghe in un punto in cui non si vedono.
Se le trovano sono spacciata.
Ecco Silente. Mi guarda.
Vedo apprensione nei suoi occhi.
Poi guarda il tavolo.
La torta a tre piani troneggia al centro della cucina.
Sorride.
E’ un sorriso sincero. Spero che Herbert l’abbia fatta buona.
-Bel lavoro, Signorina! Mani esperte le sue!
Mi fa l’occhiolino.
Non so se preoccuparmi. Credo abbia capito che non è opera mia.
-Spero sia uscita buona, Professore!
-La assaggerò e le farò sapere! Le dispiace se la offro agli altri professori?
-Naturalmente no!- dico sorridente.
-Bene! Ora vi lascio cara. Il Professor Piton ha bisogno di riposo, sono sicura ti prenderai cura di lui.
Certo che mi prenderò cura di lui.
Non posso lasciarlo morire in quella stanza.
-Non si preoccupi, ci penso io!- rispondo ricambiando il sorriso.
Lo saluto ed esce.
Entro in camera mia per nascondere le orecchie e noto un sacchetto sul comodino.
Mielandia.
Sono le Cioccorane e le Caramelle Tuttigusti+1.
Regalo di Silente.
Sorrido e prendo una Cioccorana.
Chiudo gli occhi.
Assaporo il gusto del cioccolato nel palato.
Delizioso.
Poi vado in camera sua.
La porta è socchiusa.
Mi affaccio per vedere se è sveglio.
È sdraiato. Gli occhi chiusi.
Il viso rilassato.
Forse dorme.
Sorrido. Sembra quasi tenero.
Non fa paura.
A me non fa più paura.
E mi dispiace che se sta male è solo colpa mia.
Solo colpa mia.
Hermione la So-Tutto-Creo-Sempre-Problemi-Granger.
Ce l’ho fatta anche questa volta.
Scusi, Professore.








Scusate per il ritardo mia mia cugina (<3) mi ha rubato il pc e non potevo pubblicare il nuovo capitolo!
Spero vi piaccia pure questo :) Il capitolo precedente era un po' drammatico perchè Hermione stava soffrendo..bè qui è Severus a soffrire. Sono due sofferenze differenti ma mostrano la debolezza di entrambi in due momenti diversi.
Quella del personaggio che sta malissimo e l'altro lo deve aiutare e curare è una immagine vista e rivista ma mi serviva come espediente per altre cose che riguardano la storia e che poi vedrete più avanti!
La stessa cosa accade per la situazioni di Hermione che è stata violentata..altro espediente che serve solo a rendere le cose più difficili :)
Spero apprezziate il modo in cui ho descritto le scene perchè io mi sono immaginata di essere al posto di Hermione e stavo per piangere!

Aspetto recensioni e pareri :) baci Dis294

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Capitolo 10
*** Ti devo qualcosa ***


Capitolo 10 - Ti devo qualcosa




Non riesco a togliermi dalla testa quell’immagine.
Quelle immagini.
Lui accasciato a terra.
Il suo volto sofferente.
I suoi occhi.
Il suo petto martoriato.
Le ferite. Le cicatrici.
E tutto a causa mia.
Ha rischiato di morire a causa mia.
Non ci posso credere.
E’ tutta colpa mia.
Non riesco nemmeno a guardarlo.
E’ seduto sulla poltrona. Gli occhi chiusi.
E io dall’altro lato. Lo sguardo basso.
In silenzio.
Non ci rivolgiamo la parola da ieri.
Mi sento dannatamente in colpa.
Ha rischiato la sua vita per me.
Non doveva. No. Non doveva.
Vorrei solo potermene andare di qui.
Andarmene così da non essere più un peso.
Un peso per lui. Per gli altri.
-A cosa stai pensando?- mi chiede interrompendo il flusso dei miei pensieri.
Mi stava guardando.
Io continuo a guardare un punto indefinito per terra.
Non sa a cosa sto pensando?
E’ un Legilimens, dovrebbe saperlo.
Nessun contatto visivo.
Giusto, per usare la Legilimanzia è necessario il contatto visivo.
-A niente..- mormoro.
Non ho voglia di dare spiegazioni.
Starei ancora più male.
-Sei stranamente silenziosa.- dice.
Se n’è accorto.
Anche lui è silenzioso. Ma lui lo è sempre.
Io invece sono una chiacchierona.
E si sta preoccupando per me. Non dovrebbe farlo.
-Dovrebbe esserne contento, no?
Odia quando parlo.
Odia quando a lezione intervenivo.
Quando chiedevo la parola.
Quando volevo rispondere.
E ora mi chiede di parlare.
Implicitamente, ma lo sta facendo.
-Sicuramente sei molto meno fastidiosa ma, vista la tua continua parlantina, questo silenzio denota che c’è qualcosa che non va.
La smetta di preoccuparsi per me.
Per favore, la smetta.
-Non ho voglia di parlarne.
Non ho proprio voglia.
Non con lui almeno. Ma forse con nessun altro.
Vorrei fuori. In giro per i corridoi. Con i miei amici.
Senza pensieri.
Con l’unica preoccupazione dei compiti e degli esami.
-Ti farebbe bene farlo, però.
Lo so.
Ma non voglio.
-Vorrei poterlo fare, ma non con lei..
Forse sono stata troppo dura.
Sì, decisamente.
Alla fine lui non ha fatto nulla. Non è colpa sua.
Anzi, lui mi vuole proteggere.
-Hai lezione di Trasfigurazione più tardi. Potresti parlarne con la Professoressa McGranitt, se la preferisci..a me.
‘Se la preferisci..a me.’
No. Non la preferisco a lei.
Perché si sta comportando così ora?
Perché è così enigmatico?
Prima stronzo.
Un attimo dopo gentiluomo.
Basta.
Deve smetterla.
Deve essere coerente. O l’uno, o l’altro.
Non può prendersi gioco di me.
Potrebbe essere diverso da come sembra. Come ha detto Silente.
No non può essere diverso.
E non ho tempo di cercare di capire un nuovo Piton.
Il vecchio basta e avanza.
E’ già fin troppo complicato così.
-Non ne voglio parlare con nessuno.
Voglio chiudere qui il discorso.
Sono stanca.
-Va bene.- risponde solo, poi riprende a leggere il suo libro.
Di nuovo silenzio.
Non sopporto questo silenzio ma sono la prima a non voler parlare.
Piton vuole fare conversazione con me.
E io mi rifiuto.
Questo mondo sta girando al contrario.
Mi alzo e vado in camera mia.
Mi sdraio nel letto.
Chiudo gli occhi. Respiro.
Respiro.
Sono tesa. Nervosa. Vorrei solo piangere.
Ma lui è lì.
Non posso farlo. Non posso rischiare che mi senta.
Ma le lacrime scendono.
Mi nascondo tra le coperte.
Soffoco i singhiozzi premendomi forte il cuscino in faccia.
Non so nemmeno io perché sto piangendo.
Dovrei essere contenta che si preoccupa per me.
Che mi protegge.
Ma forse è proprio questo il punto.
Non voglio che stia male per proteggere me.
E poi perché lo fa?
Chiaramente perché è obbligato. Perché è ciò che vuole Silente.
E non perché tiene a me.
Non tiene a me.
E ora mi preoccupo anche di questo? Perché mi importa tanto?
E’ solo un professore bastardo che ho sempre odiato.
Che mi ha sempre odiato.
E che ritorna a casa ferito, gravemente ferito, a causa mia.
A causa mia.
Non posso accettarlo.
Piango ancora. E cerco di liberarmi da questa tensione.
Ho bisogno di uscire.
Di respirare aria nuova. Pulita. Fresca.
Ho bisogno di guardare il cielo. Di osservare la pioggia che cade.
Di bagnarmi il viso con la gelida neve.
Di poter vedere un fiocco squagliarsi sul palmo della mia mano.
Devo trovare un modo per farlo.
Mi basta un’ora. Solo un’ora da sola.
Con me stessa.
E dove voglio io. Non qui.
La sera arriva presto, e con lei la Professoressa McGranitt.
Sempre la solita storia.
Mantello dell’Invisibilità e via verso l’aula.
La lezione è molto interessante.
Trasfigurazione umana.
Difficile.
Ma sono sempre stava brava in questa materia.
Sin dall’inizio.
Ricordo ancora il bicchiere peloso e con tanto di coda di Ron.
Era stata una delle prime lezioni di Trasfigurazione.
Quando ancora io e lui non ci sopportavamo.
Ed ora invece.
Non so più quanto tempo è passato dal nostro primo bacio.
Il nostro primo bacio.
Primo e ultimo.
Mi manca il suo profumo.
I suoi capelli disordinati.
Quel rosso arancio fantastico.
Devo cercare di non pensarci.
Ora lui non è qui con me. Chissà come sta.
Se gli manco.
Perché lui mi manca. Mi manca da morire.
Smettila di pensarci Hermione.
Quando sarà il momento lo riabbraccerai.
Cerco di concentrarmi.
La McGranitt mista osservando.
In effetti oggi sono un po’ lenta.
-C’è qualcosa che non va, cara?
-No, nulla. Sono solo un po’..stanca..
Sorrido.
Cerco di essere convincente.
Ma la McGranitt è la McGranitt.
E’ come Silente. Capisce sempre tutto.
Ed è anche come Piton.
-Hai fatto un ottimo lavoro ieri..
So a cosa si riferisce.
Piton.
Respiro.
-Grazie..
Non ho nulla da dire.
-Dovresti essere fiera di te..invece, ci stai male.
Dovrei essere fiera di me?
Ma fiera di cosa?
Fiera di me perché ho messo a rischio la vita di un’altra persona?
No, non è così.
Non sono per niente fiera di me.
E non dovrei nemmeno esserlo.
-Ha rischiato la sua vita per me! Io l’ho visto com’era ieri! L’ho visto!- grido.
Sto di nuovo piangendo.
Mi metto sulle spalle il mantello dell’invisibilità.
Non voglio che mi veda così.
Nemmeno lei. Nessuno.
Ma è la McGranitt. So che capisce.
Ma non voglio lo stesso.
-Non devi sentirti in colpa, il Professor Piton è forte e sono sicura che non vorrebbe che tu stessi male per questo..
-A lui non importa nulla di me, come non gli importa nulla di nessuno!- esclamo tra i singhiozzi.
Non riesco a smettere di piangere.
Poche volte ho pianto così.
Non sono una ragazza che si lascia andare al dolore.
Ho sempre combattuto.
Perché ora non ci riesco?
-E’ qua che ti sbagli. Sono proprio gli studenti come te che il Professore apprezza di più..abbi più fiducia in lui Hermione.
Mi apprezza? E da quando?
Mi ha sempre odiato. Solo perché sono amica di Harry.
E mi odia ancora.
Mi ha sempre trattata male. Forse in questo periodo si comporta un po’ meglio.
Ma solo perché è costretto a farlo.
Perché condividiamo le stesse stanze.
E invado quotidianamente i suoi spazi.
E non lo sopporta.
-Professoressa..po-potrei tornare giù?- domando.
Non riesco a ragionare ora.
Ma almeno ho smesso di piangere.
Sono davvero patetica.
-Certo, ti riaccompagno..recupereremo questo tempo la prossima volta.
Grazie.
-Grazie.
Torniamo nei sotterranei.
E Piton è ancora sulla sua poltrona.
Si siede sempre lì. Non so cosa ci provi.
E’ tutta rovinata e stona con il resto dell’arredamento.
Se un divano, due poltrone, una libreria e un tavolo possono essere definite arredamento.
Deve essere qualche cosa che ha ricevuto in eredità.
O magari apparteneva ai nonni.
Mi guarda.
Lo guardo.
Credo di avere ancora un po’ gli occhi rossi.
Spero non si accorga che ho pianto.
Di nuovo.
Lo spero tanto.
-Vai in camera tua!- sibila.
Eh? Vai in camera tua?
Da quando non sono neanche libera di stare in soggiorno?
Il libero arbitrio è andato proprio a farsi fottere.
Sono prigioniera in questa casa.
Di nuovo.
Anche qui.
-Prego?!- domando, il mio tono è ironico.
Non mi farò mettere i piedi in testa da lui.
Cosa vuole?
Cosa vuole da me, accidenti!
-Ho detto di andartene in camera tua, Granger!- tuona scandendo bene le parole.
Lo odio.
Lo odio. Lo odio. Lo odio.
-No! Non me ne vado in camera mia! La smetta di darmi questi ordini idioti! E’ mio insegnante ma non può mandarmi via dal soggiorno solo perché non vuole avermi in mezzo ai piedi!
Solleva il sopraciglio.
Lo guardo. La smetta.
La deve finire.
-Abbassa la voce, Granger! Mi sono stancato di questo tuo modo di comportarti! Sono un tuo insegnante e sei a casa mia!
Ah, così è?!
-Non me ne frega niente!!- urlo.
Urlo con tutta la forza che ho in corpo.
Lo voglio picchiare.
Voglio riaprirgli tutte le ferite che gli ho curato ieri.
Tutte.
Lo guardo.
I miei occhi pieni di odio.
Pieni di disprezzo.
Lui sorride.
Impercettibilmente.
Ma sorride.
Perché diavolo sta sorridendo?
Non c’è niente da ridere.
Si sta prendendo gioco di me. La deve smettere.
Lo odio.
Lo odio.
Gli lancio uno sguardo indiavolato e me ne vado.
Entro in camera e sbatto la porta.
Con tutta la mia forza.
Perché deve essere così fastidioso.
Un uomo così spregevole.
Così sgradevole.
Mi siedo sul letto.
Poi mi lascio cadere indietro.
I capelli mi si sparpagliano sul copriletto verde.
Allargo le braccia.
Respiro.
La mia mano sbatte su qualche cosa.
Qualcosa che non avevo visto.
Mi volto e l’afferro.
E’ un foglietto ripiegato.
Non è mio.
Lo svolgo e lo osservo.
Riconosco quella scrittura.
La riconosco.
Sorrido.
Sorrido e mi tengo forte il cuore.
La riconosco. Non può essere.
Com’è arrivata qui?
Non ci credo. Non è possibile.
Cara Herm,
non so a quante sono arrivata. Forse questa è la 16esima lettera che ti scrivo.
Mi manchi. Lo sai vero che mi manchi da morire? Non voglio che poi pensi che io mi sia dimenticata di te solo perché ora sei via. Io, Harry, Ron e tutti gli altri ti stiamo aspettando.
I Mangiamorte sono sempre in agguato. Ne hanno preso uno anche l’altro giorno! Bellatrix non si ferma.
Sai, stamattina ho preso un ‘O’ in Incantesimi e sono felicissima! Sto per superare la mia Maestra preferita! Herm, mi manchi.
E Ron..Ron non sta molto bene. E sembra più stupido di prima. Silente non ci da notizie e qui sembra che nessuno sappia niente..per favore torna presto perché
 
E la lettera finisce qui.
Ginny.
E’ una lettera di Ginny.
Le manco. Pure lei mi manca.
Ho bisogno di lei. Voglio vederla.
E abbracciarla.
Mi manca. Mi manca tanto.
Ma perché la lettera finisce così?
Non è completa.
E chi me l’ha portata?
Poi capisco. Forse. Forse capisco.
Piton.
E’ stato lui. Deve essere stato lui.
Ecco perché voleva che andassi in camera mia.
Ecco perché tutta quell’insistenza.
E quel sorriso stampato sulle labbra.
L’ho preso a urla e lui mi ha sorriso.
Il suo sorriso criptico.
Ma ipnotico.
Voleva solo che trovassi subito la lettera.
Ginny la stava scrivendo durante l’ora di Pozioni.
E lui l’ha scoperta.
E gliel’ha ritirata.
L’ha fatto per me.
Forse.
Sì. Deve averlo fatto per me.
Non avrebbe senso altrimenti.
Perché sei così, Severus?
Sei criptico.
Sei enigmatico.
Dammi la chiave, Severus.
Sto cercando di capirti. Vorrei capirti.
Vorrei capirti sul serio.
Ma tu rimani lì, così.
Chiuso nei tuoi pensieri.
Magari ti diverti anche a vedermi così.
Che mi dispero perché non riesco a capirti.
Ecco qualcosa che Hermione Granger non riesce a capire.
Che non capirà mai.
Sei proprio tu.
Severus Piton.
Apro la porta. E’ in piedi accanto alla libreria.
Lo guardo.
Mi guarda.
Tengo stretto tra le mani il bigliettino.
Corro verso di lui.
Mi fermo proprio di fronte alla sua imponente figura.
Mi guarda torvo.
-Non ti avevo detto di stare in camera tua, Granger!?- domanda sarcastico.
Lo guardo nuovamente.
Poi abbasso lo sguardo.
Sento i suoi occhi su di me. Mi sta guardando.
Sta cercando di capirmi.
Riporto lo sguardo su di lui.
E lo abbraccio.
Le mie braccia intorno al suo collo.
Il mio petto contro il suo.
Il mio viso incastrato nell’incavo del suo collo.
Sento il suo profumo.
Il mio naso a contatto con la sua veste nera.
E’ fermo.
Immobile. E rigido.
Le braccia lungo i fianchi. E’ teso.
Non so se respira.
-Gra-Grazie..- mormoro.
Torno a guardarlo.
Il suo viso è impassibile.
Vorrei tanto sapere a cosa sta pensando.
Faccio scivolare giù le mie mani.
Fino a portarle anch’io lungo i fianchi.
-Credevo potesse farti piacere.- sibila.
Un cubetto di ghiaccio è meno freddo di lui.
Non sei in grado di provare emozioni, Severus?
Sei impossibilitato a farlo?
O semplicemente non vuoi?
-Infatti..mi ha fatto molto piacere.
Gli sorrido.
Ma lui rimane serio.
-Ho comunque tolto 20 punti a Grifondoro per il comportamento scorretto della Signorina Weasley!- dice sorridente.
E’ soddisfatto.
Soddisfatto di aver tolto punti a Grifondoro.
Sei un bastardo, Piton.
Ma mi stai sorprendendo.
-Non importa!
Sorrido di nuovo.
Piego leggermente il capo a osservarlo meglio.
Voglio studiarlo.
Non avevo mai osservato il suo viso.
La sua pelle bianca. So che è morbida.
I suoi occhi. Freddi. Neri. Falsamente inespressivi.
Il suo naso. Adunco. Sì, ma senza di quello non sarebbe lui.
E la sua bocca. Le sue labbra. Sottili. Chiare.
E’ interessate.
Il Professor Piton è interessante.
Severus Piton è interessante.
Mi intrattengo a guardarlo per forse più di un attimo.
E se ne accorge.
-Granger..
-Perché l’ha fatto?
Voglio sapere.
Devo sapere.
-Ti dovevo qualcosa, Granger..
Lui non mi deve niente.
Io devo qualcosa a lui.
E non potrò mai ripagarlo per i suoi sacrifici.
Perché è di questo che si tratta.
Sacrifici.
-Lei non mi doveva nulla, Signore.
-Tu credi.
Io non è che credo. Io lo so per certo.
-E’ lei che si sta sacrificando per me, non io per lei!
-Infatti tu hai fatto molto di più..
‘Infatti tu hai fatto molto di più.’
-E cosa ho fatto?
Che cosa ho fatto?
A parte starle tra i piedi.
Nulla.
Che cosa stai cercando di dirmi?
Sii chiaro.
Dammi una spiegazione.
Mi basta un indizio. Posso arrivarci anche da sola.
So che dirmelo a parole sarebbe troppo difficile per te.
Non ti sto chiedendo questo.
Nessuna risposta.
Nemmeno mi guarda.
Perché si comporta così?
In questo momento desidero solo non odiarti.
Desidero poter sapere che non sei quello che ho sempre creduto.
Quello che tutti hanno odiato.
Che tutti odiano.
Dimmi chi sei, Severus.
Dimmelo.
 
 
 
 
 
 
 Salve di nuovo carissimi lettori!
Il capitolo 8 che a me faceva schifo a voi invece è piaciuto così tanto, quindi spero che anche questo vi piaccia visto che credo sia il capitolo peggiore tra tutti quelli che ho pubblicato. :/
Sono molto selettiva e ci impiego ore a scegliere anche solo un termine giusto. Questo capitolo non mi piace.
Ed è vuoto. Non è un capitolo di passaggio ma anzi è anche molto importante, ma non sono riuscita a renderlo come avrei voluto.
So che ci sono delle incongruenze con i libri originali..lo so..ma questa è la mia storia e non posso essere totalmente fedele a ciò che ha scritto la zia Row..e non voglio nemmeno esserlo!Spero che apprezzerete nonostante le differenze :)


Vi bacio e vi ringrazio per tutto.
La vostra Dis294
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Finalmente libero ***


Capitolo 11 - Finalmente libero




 
Mi sto ancora chiedendo cosa ho fatto io per lui.
Io non ho fatto nulla.
Ma le sue parole dicono il contrario.
Cosa ho fatto?
Gli sono stata tra i piedi.
Ho invaso i suoi spazi.
Gli ho urlato contro e parlato male.
Lo ho infastidito.
L’ho odiato.
L’ho odiato per tanto tempo.
Ed ora invece?
Ora non lo so più.
Non so cosa penso. Non so cosa voglio. Non so cosa sento.
Lo odiavo. Ero certa di questo.
Era una vera e propria certezza per me.
Invece ora sono confusa.
Potrebbe davvero essere diverso da come ha fatto credere a tutti.
Voglio crederci.
Voglio davvero credere che possa essere diverso.
Questi giorni sono stati duri. Sono stati strani.
Particolari.
Lui stesso è stato strano.
‘Ti dovevo qualcosa, Granger..’
Qualunque cosa io abbia fatto deve essere qualcosa di veramente grande.
Piton ha un animo nobile. Di questo ne sono sicura.
E’ anche leale. Forse.
Su questo ancora ho dubbi. Ma Silente mi dice di fidarmi.
Anche la McGranitt mi dice di farlo.
Perché ho ancora tante riserve nei suoi confronti?
Se non fosse stato qualcosa di grande non mi avrebbe restituito il favore.
Ma cosa ho fatto?
Oh Piton, me lo dica!
Detesto non sapere le cose.
Detesto che non mi vengano dette le cose.
Devo parlargli. Sì, devo parlargli.
Ho tante cose da chiedergli.
Tante cose da dirgli.
Ho un disperato desiderio di parlare con lui.
Di sapere.
Maledetta la mia curiosità.
So che è in casa. Ha un’ora buca ora.
Corro fuori dalla stanza.
Mi blocco improvvisamente.
E’ seduto sulla solita poltrona.
La manica della veste alzata.
L’avambraccio scoperto.
So esattamente cosa c’è lì.
Cosa sta osservando.
Il Marchio Nero.
Il simbolo dei Mangiamorte. Il simbolo di Voldemort.
Passa delicatamente il dito indice su di esso.
Si accorge della mia presenza.
Mi guarda.
Si copre subito.
Lo nasconde. Non vuole che io lo veda.
Non so nemmeno se voglio vederlo. Forse è meglio di no.
-Le..le fa male?- chiedo incerta.
Queste sono le situazioni che mi creano più imbarazzo.
Le situazioni in cui non so come comportarmi.
Cosa fare. Cosa dire.
Le situazioni in cui invado i suoi spazi. In cui violo il suo intimo.
Sì, perché il Marchio Nero è qualcosa di intimo.
Qualcosa che va nascosto.
Io so che lui non va fiero di quel tatuaggio sulla sua pelle.
Un tatuaggio che gli ricorderà per sempre il suo passato.
Ciò che ha fatto.
I suoi errori.
Il dolore.
-No, non mi fa male Granger..
Sospira. Ma non è infastidito.
E so che sta dicendo la verità.
-E quando fa male..cosa sente?
E’ inquietante che io mi stia interessando a questo.
Magari non ne vuole nemmeno parlare.
-Bruciore..un tremendo bruciore..
Sta parlando a voce bassa.
Credo gli faccia male ricordare.
Ricordare quella tremenda sensazione.
-Ah, mi dispiace..bè, almeno ora non le fa male.
-E’ a questo che mi riferivo ieri..
Ieri?
Cosa intende?
Poi mi torna in mente.
‘Tu hai fatto molto di più.’
Ora capisco. Sì, forse ho capito.
Ecco perché ha fatto tutte quelle cose per me. Perché ho ucciso Voldemort.
-Ho ucciso Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e..
-..e mi hai liberato, Granger.
Non mi lascia finire la frase.
Ma ciò che mi dice mi colpisce.
Mi trafigge.
‘Mi hai liberato.’
L’ho liberato.
Il servo di Voldemort. Il suo braccio destro.
Severus Piton.
Fedele a Silente. Talmente fedele da accettare di togliergli la vita.
Piton non è un traditore. Non lo è mai stato.
E’ sempre stato leale.
A Silente. All’Ordine. Ad Hogwarts.
A noi.
Non è mai stato un cattivo.
Mai il carnefice.
Sempre la vittima. Il prigioniero.
Sempre.
Quanto è stata dura la tua vita, Severus?
Hai rischiato di morire. Tutti i giorni.
Hai tappato le tue orecchie davanti agli insulti di tradimento. Tutti i giorni.
Hai chiuso dentro di te ogni emozione. Tutti i giorni.
Hai fatto cose che non avresti mai voluto fare. Tutti i giorni.
Hai sofferto in silenzio. Tutti i giorni.
Hai sofferto. Sempre.
Sempre.
E soffri ancora. Io lo so.
Non so cosa dire. Come rispondergli.
Sono immobile. E lo guardo.
Lui mi guarda.
Il volto pallido incorniciato dai capelli neri.
Gli occhi neri. Non sono freddi.
Non sono inespressivi.
Mi stanno dicendo qualcosa. Ma cosa?
-Se avessi potuto farlo, lo avrei fatto prima..per mettere fine alla sua tortura, perché so che è stato proprio questo.
E’ tutto ciò che sono capace di dire.
Mi guarda.
Si alza dalla poltrona e viene verso di me.
Mi sta di fronte. Un solo passo a dividere i nostri corpi.
Un leggero brivido che parte dal collo mi attraversa la schiena.
Mi scuote le membra.
-Grazie..Hermione.
Non sorride. Mi guarda fisso negli occhi.
Intrappola i miei ai suoi.
Una sottile linea invisibile.
Ma è come se fossi legata a lui.
‘Hermione’.
Non mi ha mai chiamata per nome.
‘Hermione’.
Suona così strano pronunciato dalle sue labbra.
E mi ha ringraziata.
Il bastardo Professor Piton mi ha ringraziata.
-Oh..- dico, ancora sbalordita.
-Cosa?- domanda non capendo la mia espressione.
-Mi ha lasciata un po’..sorpresa..
-Perché?- chiede alzando un po’ il viso per osservarmi meglio.
-Mi ha chiamata..per nome..e mi ha ringraziata..
Sorrido.
Tutto questo mi fa un enorme piacere.
Non so nemmeno io il perché.
Ma mi fa piacere.
Forse mi fa sentire un po’ importante.
Preziosa.
Il più odiato dei professori che si comporta così con una sua studentessa.
Con me.
Proprio con me.
-Mi andava di farlo..Mi andava di fare entrambe le cose.
-Non sono abituata..a sentirla parlare così..
Di nuovo un tremito.
-Lo so. Ritieniti fortunata.
-Assolutamente!- rispondo sorridendo.
-Non ci faccia l’abitudine..Signorina Granger!- dice con il suo solito tono sarcastico sottolineando le ultime due parole.
Un impercettibile sorriso gli increspa le labbra.
E’ bello vederlo sorridere.
-Professor Piton..
-Sì, Granger?
-Sono contenta di essere qui..con lei..
E’ la pura verità.
E la cosa mi sorprende.
Ma è vero. Sono contenta di essere qui con lui.
-Non dire assurdità, Granger!- esclama tirando indietro il capo.
Non mi crede.
-Lo so che non mi crede ma..glielo assicuro. Sono contenta di essere qui con lei, che sia lei a..diciamo..tenermi compagnia. Certo, inizialmente non lo ero per niente ma, insomma, le cose cambiano!
Nonostante tutto sto bene qui.
Sto bene con lui.
Forse non avrei potuto trovare di meglio.
Inizialmente avevo pensato alla McGranitt.
Ma sarei davvero stata meglio con lei?
E’ una donna, certo, ma ha un caratterino particolare pure lei.
E ha una certa età.
Non so se mi sarei trovata bene.
Pensavo anche che con Piton mi sarei trovata malissimo.
Ma non è così male.
Anzi.
Sto bene. Se ci penso davvero, sto bene.
-Perché me lo stai dicendo, Granger?
-Perché..voglio solo che lo sappia..perché io non la odio!
No. Non lo odio.
Sono finiti quei tempi.
Non posso più odiarlo.
No.
-Granger, so bene cosa dicono gli studenti riguardo il mio conto e non mi interessa. Quindi non c’è motivo per cui tu debba dirmi che non mi odi..Non mi interessa, puoi anche farlo.
E’ serio.
Mi guarda negli occhi.
Non ci credo.
Tutti hanno sentimenti e sapere queste cose non può lasciarlo indifferente.
Non può.
-A me invece interessa che lei sappia che non la odio..Gli altri studenti non sanno cosa si perdono!
Gli sorrido dolcemente.
Si merita un sorriso caldo.
Ma mi guarda interrogativamente.
Sembra ancora non capire. Non che ci sia molto da capire.
-Cosa intendi?- domanda sollevando il sopraciglio.
-Off!- sospiro spazientita. -Professor Piton intendo dire che lei è una brava persona e chi non l’apprezza, che sono persone che non la conoscono, non sa cosa si perde perché lei è..lei è..
Non so come finire la frase.
Perché non lo so?
E’ indescrivibile.
-Va bene, va bene Granger! Quando ti viene in mente me lo dici! Ora devo tornare al lavoro..quelle teste di legno hanno bisogno di un po’ di disciplina!- ringhia.
-Non sia troppo cattivo con loro!
-Non ci conti, Signorina!- dice avviandosi verso l’uscita.
-Aspetti! Cena con me stasera?
-Forse.- mormora e poi esce.
Forse.
Non ha detto no. Quindi magari cena con me.
E’ stata una bella giornata. Potrei preparare qualcosa di buono per cena.
Per lui.
Per noi.
Passo il resto della giornata a cucinare.
Herbert mi sta aiutando a preparare tutto.
Manca poco al suo ritorno.
Se ritorna.
Perché non lo so nemmeno se effettivamente ritornerà.
Ma sono fiduciosa.
Me lo sento.
Alla fine mi sdraio sfinita sulla poltrona.
Mi addormento.
E sogno.
E’ notte. Tutto è scuro.
Cammino per un sentiero stretto.
Poi sento un rumore.
E poi una fitta.
Una fitta al cuore.
Mi premo forte le mani al petto.
Respiro a fatica.
Il dolore è enorme.
La vista si fa sempre più sfocata.
Poi il vuoto.
Non vedo più nulla.
Forse ho pero i sensi. Nemmeno io lo so.
Poi una sensazione strana.
Un forte calore mi avvolge.
Come se qualcosa mi stesse abbracciando.
Come se qualcuno mi stesse abbracciando.
Ma non c’era nessuno.
Poi un calore ancora più intenso mi brucia la mano.
Sento la mano destra andare a fuoco.
Apro gli occhi e lo vedo.
Vedo da dove proviene quel calore.
Una mano.
Sulla mia.
Una mano forte e pallida stringe la mia.
E il dolore al petto è scomparso.
Alzo lo sguardo e lui è lì.
Al mio fianco.
Mi stringe la mano.
Piton. Il professore bastardo.
Con un sorriso enigmatico.
-Hermione..io non ti odio.
Spalanco gli occhi.
E lui è di fronte a me.
Le mani poggiate sui braccioli della mia poltrona.
Il peso portato in avanti.
Mi sta guardando.
Non riesco a sorridere.
Il sogno.
Mi ha fatto un po’ di impressione.
‘Hermione io non ti odio.’
Lo guardo anch’io ma nei suoi occhi non vedo nulla.
-Lei mi odia?- domando inaspettatamente.
Inaspettatamente per lui tanto quanto per me.
Perché gliel’ho chiesto?
Lo vedo turbato.
Non mi risponde subito.
Perché non mi risponde subito?
Ci deve forse pensare?
Non ci credo. Ci deve pensare?
-Hermione..
-Lei mi odia?- ripeto.
Trattengo il fiato.
Non voglio sentirmi dire che mi odia.
No non voglio.
-Hermione..io non ti odio.- risponde con voce calma.
Non mi odia.
Non mi odia.
Il mio cuore riprende a battere.
I polmoni a pompare aria.
L’ha detto. Non mi odia.
Chiudo gli occhi un secondo.
Respiro.
Faccio un profondo respiro.
Riapro gli occhi.
Istintivamente mi sporgo in avanti anch’io.
Prendo tra le mie mani il suo viso.
Lo guardo dritta negli occhi.
Questa volta sono io ad incatenare i nostri occhi.
I nostri visi così vicini.
I nostri nasi quasi si sfiorano.
Restiamo a guardarci per lungo tempo.
Un tempo indefinito.
Ma interminabile.
Incalcolabile.
Cerco di non pensare a nulla.
So che se provassi a pensare lui entrerebbe subito dentro di me.
Saprebbe subito cosa c’è nella mia mente.
Quindi non lo faccio.
Mi limito ad osservarlo.
Sembro ipnotizzata.
I miei occhi si sono persi nei suoi pozzi neri.
Poi sento un forte calore.
Come quello del sogno.
Prendo nuovamente coscienza di me.
Vedo le sue mani sulle mie.
Le allontana dal suo viso.
Ma continua a tenermele strette.
I nostri sguardi non si mollano un secondo.
Mi sento bene.
Mi sento tremendamente bene.
E le sue mani mi trasmettono calore.
Energia.
Che cosa mi stai facendo, Severus Piton?





Spero vi piaccia anche questo capitolo :) Bè non c'è bisogno che vi dica che è un capitolo fondamentale questo!
Le cose si stanno pian piano muovendo! Spero di non aver reso Piton troppo OOC..Voi cosa dite? E' ancora abbastanza OC oppure sono già caduta nell'OOC? 

Mi piacerebbe se leggeste anche le altre due mie storie :) "Somebody to love, Severus" (Severus/OC) e "Old sweet lips" (Storia Originale).. se vi va dateci un'occhiata e lasciatemi qualche parere :)

Baci Dis294

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Capitolo 12
*** Volevo solo metterti in imbarazzo ***


Capitolo 12 - Volevo solo metterti in imbarazzo




 
E’ passata più di una settimana.
E’ Dicembre e fuori nevica.
C’è freddo e io passerò il Natale da sola.
Senza i miei genitori. Senza i miei amici.
Sola.
Posso immaginare già il Professor Vitious preparare la Sala Grande.
Addobbare tutto il castello.
Decorazioni natalizie come d’uso.
Vischio.
Hagrid che porta dentro gli alberi.
Ben 12 imponenti alberi.
Il soffitto della Sala Grande da cui scende la neve.
La neve nel cortile che ti raggela le membra.
Ma che ti fa sorridere.
Ti fa respirare aria pura.
Ti fa stare in pace.
Il Castello quasi vuoto.
Solo pochi studenti.
E i Professori.
La Sala Comune di Grifondoro semi-deserta.
Tranquilla.
Ma quest’anno non passerò il Natale lì.
Non starò con i miei genitori.
Nemmeno con Harry e Ron.
Non farò il cenone alla Tana.
E non riceverò nessun maglione dalla Signora Weasley.
Mi aspetta proprio un fantastico Natale.
Pieno di allegria.
E’ un po’ come se io fossi ormai morta.
Come se non esistessi.
Teoricamente dovrei essere in una prigione in qualche luogo sperduto.
Qualcuno magari pensa pure che io sia morta.
Che i Mangiamorte mi abbiano uccisa.
Invece sono qui.
Nei sotterranei.
Rinchiusa nelle stanze di Piton.
Così vicina ai miei amici.
Ma così lontana.
Eppure sono ad un passo da me.
E loro non lo sanno.
Tutto ciò è frustrante.
Assolutamente ingiusto.
Insensibile.
E tutto questo per il Bene Superiore.
Ma al mio bene sembra non pensarci nessuno.
Questo Natale passerà come un giorno qualsiasi.
Di sicuro Piton non si metterà ad addobbare la casa.
Non credo lo faccia per abitudine.
E tantomeno lo farà per me.
Anche se sarebbe bello se lo facesse.
Ma non è da lui.
Non lo farà.
Il bussare alla porta mi risveglia dai miei pensieri.
-Avanti..- mormoro.
E’ Piton.
-Il Professor Silente vuole vederti.
Una visita.
Non vedo Silente dal giorno in cui Piton era stato attaccato.
Esco dalla mia stanza.
Silente è seduto sul divano.
Piton in piedi vicino alla libreria.
Guardano verso di me.
Io mi accomodo sulla poltrona.
-Come stai, cara?- domanda il preside accarezzandosi la lunga barba argentea.
-Sto bene grazie e lei, Professore?
-La vecchiaia avanza cara Hermione, ma sto bene.
-Sono contenta Preside.- dico sorridendo. -E’ qui per qualche motivo particolare o è venuto solo a farmi visita?
Spero sia qui per aggiornarmi di qualche novità.
-Sono qui per entrambi i motivi. Come sai tra una settimana sarà Natale e qui ad Hogwarts organizziamo sempre un banchetto..
-Sì..- annuisco.
-..a cui partecipano gli studenti che rimangono al Castello durante le vacanze e tutti i Professori. Naturalmente parteciperà anche il Professor Piton e quindi non possiamo permettere che tu passi il Natale da sola chiusa qui dentro..
-Sta dicendo che..
-Smettila di interrompere, Granger!- tuona Piton fulminandomi con lo sguardo.
Forse potrò uscire da qua.
Forse potrò uscire da qua.
Incrocio segretamente le dita.
Prego.
Supplico.
Voglio uscire.
Lo voglio con tutto il mio cuore.
-Scusi..Professore!
-Non preoccuparti, Severus.- mormora in direzione del Professore. -Vorrei che tu partecipasti al banchetto insieme a noi.
A queste parole il mio cuore accelera.
Il respiro si blocca.
Poi sorrido mostrando addirittura i denti.
Sono felice.
Sono molto felice.
-Grazie Professore! Grazie!- esclamo ancora sorridente.
-C’è ancora una cosa da dire però..Per il bene di tutti ancora nessuno deve sapere che tu sei qui quindi prenderai un po’ di Pozione Polisucco gentilmente donataci dal Professor Piton.
Non sarò Hermione Granger.
Nessuno saprà che sono io.
E di chi prenderò le sembianze?
-In chi mi trasformerò, Professore? Di chi prenderò le sembianze?
-Una comune Babbana. La Professoressa McGranitt ha già raccolto l’ingrediente principale.
Mi strizza l’occhio.
So bene di cosa parla.
Qualcosa della persona un cui ci si vuole trasformare.
-Ma la preparazione della Pozione è molto lunga..come avete fatto a..?
-L’abbiamo deciso più di 1mese fa e ora la pozione è pronta. Inoltre il Professor Piton ha creato una Polisucco che dura più della comune Pozione. Non è vero Severus?- dice voltandosi verso di lui.
-Dura il doppio del tempo. Quindi 2 ore anziché 1 sola.
Solo lui poteva farlo.
Il migliore pozionista del Mondo Magico.
Severus Piton.
-Grazie!- esclamo contenta.
Allora hanno pensato a me.
Ci vuole un mese per preparare la Polisucco.
E loro 1mese fa hanno pensato al Natale.
A me.
Grazie.
-La ragazza di cui prenderai le sembianze si chiama Allison Hughes e fingerai di essere una cugina si Severus.
Guardo Piton con la bocca semi-aperta.
Sto per ridere. Lo sento.
Sto per ridere.
Una cugina di Piton.
Per Merlino. Non devo ridere.
-Ah! Una cugina del Professor Piton..va bene!- esclamo divertita. -Non sarà facile, ma ci proverò!
-Sarai bravissima, ne sono sicuro Signorina Granger. In ogni caso ecco a te una piccola Biografia della Signorina Allison Hughes..- dice porgendomi un foglio di pergamena. -..dovrai impararla, ma per te non sarà particolarmente faticoso.
Annuisco.
-No, direi di no!
-Domani Severus  ti accompagnerà a Diagon Alley ad acquistare la tua nuova bacchetta.
Una nuova bacchetta?
Ma io voglio la mia!
-Una nuova bacchetta? Scusi Professore, ma non posso utilizzare la mia?
Il sopraciglio di Piton si solleva.
-Sarebbe poco prudente. Qualcuno potrebbe riconoscerla, Signorina Granger.- sibila lentamente.
-Proprio così..e al termine della serata prenderò io in custodia la nuova bacchetta.- dice Silente con il suo solito tono gioviale.
-Va bene, ho capito. Avrei, però, un’altra richiesta da farle, Preside.
In fin dei conti è Natale.
-Dimmi pure, cara.
-Io..Io vorrei acquistare dei regali..domani..quando andiamo a comprare la bacchetta..
Ecco. L’ho detto.
Piton mi sta sicuramente guardando malissimo.
Non credo ami lo shopping.
No. Sicuramente no.
-Ma certamente! Perché no!- dice aggiustandosi leggermente gli occhiali a mezzaluna. Poi si rivolge a Piton. -Dopo essere passati da Olivander andrete a farvi un giro per i negozi.
-Non sono molto d’accordo, Preside. Ritengo sia rischioso girare per Diagon Alley per più tempo del necessario.
Lo sapevo. Non poteva essere d’accordo.
-Oh Severus, non succederà nulla! Non preoccuparti! Ora devo andare, attendo ospiti nel mio ufficio. Buona serata!
-Buona serata, Preside.
Piton lo accompagna alla porta.
Si scambiano qualche altra parola che io non sento.
Poi va via.
E Piton si rivolge a me, irritato.
Ora perché è irritato? Accidenti!
-Potevi evitare di complicare ancora di più le cose, Granger!- ringhia.
-E’ solo..un giro..faremo in fretta, glielo prometto. Non devo comprare molto.- rispondo in tono pacato.
Non voglio farlo indispettire ancora di più.
E’ già troppo irritato.
E sospetto che non ami molto il clima Natalizio.
Anzi, ne sono sicura.
-Lo spero per te, Granger, perchè ti mollerò lì se mi farai girare tutta Diagon Alley per degli stupidi regali!
Non è che non ama molto il Natale.
Lo detesta proprio.
Sei proprio strano, Severus Piton!
-Non sono degli stupidi regali! E’ importante! E’ davvero importante..e comunque gliel’ho detto, faremo in fretta. E’ un promessa.
-Ti conviene.- sibila freddamente.
Sorrido.
E’ una minaccia. Ma non mi fa paura.
Non mi fa più paura da un pezzo Piton.
-Non è contento di rivedere sua cugina Ally dopo tanto tempo, Professore!?- esclamo ridendo.
La cosa è molto buffa.
Silente poteva inventarsi qualsiasi cosa.
Ma niente sarebbe stato così divertente.
La cugina di Piton.
No.
Forse se Allison fosse stata la fidanzata di Piton, sarebbe stato ancora più divertente.
Piton fidanzato.
Mi viene da ridere.
Non credo lo sia. No, direi di no.
Non ce lo vedo proprio. Sarebbe buffo.
Però la cosa è un po’ triste.
E’ solo. E’ veramente solo.
Anche io lo sono ora. Ma prima non lo ero.
E quando tornerò libera non lo sarò di più.
Lui invece lo è ora.
Probabilmente lo era prima.
E lo sarà anche dopo.
Io non conto molto. Sono solo un’ospite.
E anche se sono qui è come se non ci fossi.
Non appartengo al suo cuore.
E’ stato obbligato a tenermi qui.
-Attenta a quello che dici, Granger! Potrei farti sparire in un attimo!- dice sollevando la bacchetta.
Dai, la smetto.
-Va bene, va bene!- dico velocemente alzando le mani in segno di resa.
Ci manca solo che mi schianti.
Sarebbe da Piton farlo.
Ricordo quando aveva schiantato il Professor Allock.
Era stata una scena bellissima.
Anche se in quel periodo adoravo Gilderoy Allock.
Alla fine si era rivelato uno stupido.
Un impostore.
-Vado anche io. Tu fai la brava qua, non combinare guai.
-E dove va?
-Non credo siano affari suoi, Granger.
Ho fatto solo una domanda.
Quanto è fastidioso quando fa così.
-Era solo una curiosità..
-Vado al laboratorio, comunque.
Mi ha detto dove va.
Non è da Piton. Ti stai un po’ rammollendo, Professore.
-Posso..venire anch’io?- domando.
-No.
Lo sapevo.
-Per favore..non la disturberò, lo giuro! Mi siedo e starò ferma e zitta!
Ho bisogno di uscire di qui.
Poi l’aula di Pozioni è un luogo interessante.
Sto invadendo i suoi spazi.
Mi starà detestando per questo.
-Promettimi che starai zitta!- esclama sospirando.
E’ frustrato.
Che brutto effetto che gli faccio.
Quanto so essere fastidiosa delle volte.
-Parola di Strega!
Dico questo e mi infilo il Mantello dell’Invisibilità.
Non ho ancora capito dove lo nasconde.
Se lo sapessi potrei uscire quando voglio.
Ma non so proprio dove potrebbe essere.
Ho controllato per tutta la casa.
Tranne in camera sua, chiaramente.
Potrebbe essere lì.
Ma sarebbe troppo imprudente da parte sua.
E Piton non è una persona imprudente.
Anzi.
Usciamo dalla stanza.
Ci inoltriamo nel corridoio silenzioso dei sotterranei.
Non gira mai nessuno qui fuori dall’orario delle lezioni.
Il passo di Piton è svelto.
Arriviamo.
La stanza è molto buia.
Fa un po’ di luce.
Giusto il tanto per vederci.
Ma ancora rimane molto buio.
E’ abbastanza inquietante.
Ma lui sembra starci una meraviglia.
-Ora siediti lì e stai zitta. Io devo terminare questa Pozione.- dice indicandomi la sedia.
-Che pozione?
Sono curiosa.
Sono dannatamente curiosa.
Lui sospira.
E’ irritato.
Mi diverte vederlo irritato.
-Pozione Antilupo.
Pozione Antilupo.
Non mi dire.
Continua ancora a prepararla.
-Ma..ma..è per..?
-Per Remus Lupin.- risponde infastidito.
Il Professor Lupi è sempre stata una bravissima persona.
E’ un Licantropo.
Ma è una persona seria.
E rispettosa.
Un insegnante perfetto.
-Non le sta molto simpatico, vero?
Il tono con cui pronuncia il suo nome non è dei migliori.
-Sempre meglio dei suoi amici!- ribatte in tono sprezzante sempre concentrato sugli ingredienti che lavora con cura.
-Intende il padre di Harry e Sirius..Sirius Black?
-Zitta, Granger.
Stringe forte il pugno sul tavolo.
Evidentemente non ne vuole parlare.
Ma io sì.
So che Piton non apprezza Sirius.
Lo so bene.
Ma non ho mai capito il perché.
Quando Sirius evase da Azkaban, Piton cercò anche di farcelo tornare.
Eppure è un membro dell’Ordine.
E anche il padrino di Harry.
-Sono brave persone..
Si volta.
I suoi occhi freddi.
Mi guarda.
Sento raggelarmi il sangue nelle vene.
Perché è così infastidito?
-Se le conoscessi come le conosco io non nutriresti tutta questa stima nei loro confronti!- ringhia.
C’è forse qualcosa che non so?
-Mi faccia cambiare idea allora!
Voglio sapere.
E’ forse successo qualcosa che nessuno sa?
Qualcosa in passato?
-Cosa ti ho detto prima di venire qua, Granger!? Che ti avrei portato se fossi rimasta ferma..e zitta! Quindi zitta!
Va bene sto zitta.
E’ meglio non farlo arrabbiare ulteriormente.
Potrebbe scatenarsi e lanciarmi qualche Maledizione.
E non è ciò che voglio. No. Direi di no.
Appoggio il gomito su di un banco e sorreggo la mia testa con la mano.
Lo osservo.
Sembra davvero un pipistrello.
Un elegante pipistrello.
E’ alto. Magro.
Il fisico asciutto, ma forte.
Il petto gonfio. Come se sotto la pelle vi si nascondesse una corazza.
Arrossisco un po’.
Io ho visto quel petto.
Il suo.
Bianco. Pallido.
Morbido.
Sì, era morbido.
Sorrido se ripenso a quanto tempo ci ho messo a sbottonargli la casacca.
E a levargli la camicia.
Una infinità di bottoni.
Sicuramente non ha una donna anche per questo motivo.
Si stancano perché ci vuole troppo tempo a spogliarlo.
Rido.
Lui si volta di scatto.
Mi fulmina.
Smetto subito di ridere.
-Perché stavi ridendo?- domanda accigliato.
Lo guardo un attimo negli occhi.
Poi mi avvicino a lui.
Lo guardo nuovamente.
Poi sposto la mai attenzione sul suo corpo.
Sulla sua casacca.
Sui numerosi bottoni.
Torno al suo viso.
-La sua casacca ha troppi bottoni.- mormoro.
Voglio sfidarlo.
Voglio vedere cosa fa.
Sentire cosa dice.
E’ così a disagio con le donne.
Più o meno quanto Neville lo è con lui.
Quindi molto. Moltissimo.
Vedo la sua espressione cambiare.
Vedo passare paura.
Imbarazzo.
Vergogna.
Nervosismo.
Poi di nuovo impassibile.
-La mia casacca va bene così, Granger.
-Ci vuole troppo tempo a toglierla..
Voglio provocarlo.
Quanto sono stronza.
Ma quanto mi diverto.
Per una volta sono io che metto in imbarazzo lui.
Un modo per vendicarmi di tutti questi anni.
-Dovrebbe allontanarsi, Signorina Granger.
-Perché, Professor Piton?
-Perché potrebbe pentirsi anche solo di essersi avvicinata..- mormora.
Il suo tono non è duro.
E’ strano.
Non credo di averlo mai sentito.
E non riesco a decifrarlo.
Cosa intende dire?
Vorrebbe forse schiantarmi?
Certo, se lo facesse mi pentirei eccome di essermi avvicinata.
Non rispondo.
Mi volto solo verso il tavolo.
Allontano i miei occhi dai suoi.
Ma non me ne vado.
Ci sono troppe cose che non quadrano, Piton.
Un giorno dovrai spiegarti.






Eccomi qui con l'aggiornamento, oggi prima del previsto! Questo perchè da stasera in poi non avrò più internet e non so proprio quando potrò aggiornare :( mi dispiace cari lettori :(

Per quanto riguarda la storia voglio puntualzzare una cosa riguardo l'ultima scena.
Hermione NON ci sta provando con Piton..vuole solo metterlo in imbarazzo, vendicarsi per tutte le volte che lui l'ha fatto con lei e con i suoi amici..vuole vedere come si comporta lui, fin dove si spinge..ma NON ha intenzioni malsane XD

Recensiteeee <3

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Capitolo 13
*** Non guardarmi ***


Capitolo 13 - Non guardarmi




Mi sento raggiante.
Euforica.
Non riesco a smettere di saltare.
Di gesticolare.
Tutto fuori è più bello.
E’ una bellissima giornata.
La neve dei giorni precedenti si è sciolta.
La luce filtra attraverso alcune nuvole.
L’aria è fresca.
Pulita.
Piton mi guarda infastidito.
Non la smetto di muovermi.
Sembro un ragno in preda alla Maledizione Cruciatus.
Mi agito.
Giro la testa ovunque.
Le mie mani si posano su ogni singolo oggetto.
Grande o piccolo che sia.
Sorrido.
Spalanco la bocca dallo stupore.
Sorrido nuovamente.
Spalanco di nuovo la bocca dallo stupore.
Sembro una turista alla prima visita.
Come se non fossi mai stata qui.
Ma questa volta la vista dei negozi ha tutto un altro sapore.
La vista della vita che anima questo posto ha tutto un altro sapore.
Tutto è bellissimo.
Cammino sulla via principale di Diagon Alley.
Cammino a passo lento.
Non mi voglio perdere nemmeno un centimetro.
Ma Piton ha fretta. Cammina svelto.
Ogni tanto mi lascia indietro.
E brontola quando si gira e non mi trova al suo seguito.
-Granger, muoviti! Prima la bacchetta!- mormora a bassa voce per non farsi sentire.
Nessuno sa che Hermione Granger è libera.
Che colei che ha ucciso Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sta camminando in quella strada.
Vesto i panni di una giovane donna.
Una ventisettenne impiegata in un ufficio di telecomunicazione.
Mi piacciono le mie nuove sembianze.
Capelli neri. Assomigliano a quelli di Piton.
Occhi azzurro cielo. Limpidi al contrario di quelli di Piton.
Labbra carnose. Riscalderebbero persino quelle gelide di Piton.
E sono la pseudo-cugina di Piton.
Niente di più divertente.
-Sì, sì arrivo..però si ricordi che poi mi devo fermare a comprare alcune cose!
-Muoviti!- tuona.
Passiamo davanti a numerose vetrine.
Poi ci fermiamo di fronte ad una insegna.
“Olivander – Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C”
Siamo arrivati.
Ricordo ancora il mio primo giorno qui.
Quando acquistai la mia bacchetta.
Quando la bacchetta mi scelse.
E il calore sulla mano appena la impugnai.
Legno di vite. 10¾ pollici di lunghezza.
Nucleo di corda di cuore di drago.
Mi manca la sensazione che ho quando la tengo in mano.
Utilizzarne una nuova non sarà facile.
Non sarà la stessa cosa.
Anche se sarà solo per un giorno.
Piton apre la porta ed entra.
Io lo seguo.
Il Signor Olivander è già dietro la scrivania.
Sta sistemando delle bacchette nelle apposite custodie.
-Buon Giorno Signori! Cosa posso fare per voi?
-Serve una bacchetta a questa ragazza..- sibila Piton.
Il Signor Olivander mi osserva attentamente.
Non capisco cosa stia guardando.
-Non l’ho mai vista qui, Signorina.- dice rivolgendosi a me.
-Io -Io non sono di qui..sono arrivata da poco e si è rotta la bacchetta..e mi hanno detto che ne avrei potuto acquistare una qui. Dicono che è il miglior fabbricante di bacchette di Londra!- dico sorridente.
L’uomo continua ad osservarmi.
Piton fa lo stesso.
Ma per accertarsi che non ci siano state complicanze con la Pozione.
Ma ero io. O meglio, ero Allison Hughes.
-E’ nel posto giusto Signorina!- esclama poi improvvisamente mentre si allontana nascondendosi tra gli alti scaffali in cerca della bacchetta giusta.
Io tiro un sospiro di sollievo.
Poi guardo Piton.
Ma lui non sta guardando me.
L’uomo ritorna e apre con cura una custodia.
-11,5 pollici, corda di cuore di drago.- afferma porgendomi la bacchetta.
La agito leggermente.
Alcuni libri cadono da uno scaffale laterale.
-Non va bene..- mormoro.
Olivander torna dietro gli scaffali.
Risbuca quasi subito.
In mano una custodia verde.
-Questa è perfetta! Ne sono sicuro!- esclama.
La prendo tra le mani.
Di nuovo quel calore.
Il calore che sentii il giorno che scelsi la mia prima bacchetta.
-Sì..è perfetta!- mormoro eccitata.
Sembra come se fosse la prima volta.
-12 pollici, nucleo di unicorno, leggermente flessibile. E’ una bacchetta fantastica! Molto resistente e perfetta per molti tipi di incantesimo.
Una nuova bacchetta.
E’ molto bella.
L’impugnatura di legno presenta delle incisioni particolari.
Alcune circolari. Altre a chiocciola.
Paghiamo e ringraziando il Signor Olivander usciamo.
-Dove dobbiamo andare ora?- domanda Piton scocciato.
Sa cosa gli aspetta.
Sa che non sarò buona e che lo farò girare per Diagon Alley.
-Camminiamo..come vedo le vetrine decido cosa comprare!
-Hai massimo 30 minuti!
-30 minuti? Non è troppo poco!!
Mi ci vorrà del tempo per comprare un regalo per tutti.
Voglio comprare anche quelli per i miei amici.
Quando li rivedrò glieli darò.
Anche se con molto ritardo.
Non importa.
-Fatteli bastare!- ringhia.
Continuiamo a camminare in silenzio.
Io guardo le vetrine.
Piton si guarda intorno.
Vuole fare in fretta.
Ha paura che possa succedere qualcosa.
Decido di rompere il silenzio.
Non mi piace passeggiare in questo modo.
Ho bisogno di conversare.
Non riesco proprio a stare zitta. Nemmeno una volta.
-Professor Piton?
-Mmmhh..- mugugna voltandosi verso di me.
-Com’è la sua bacchetta?
Sono curiosa.
L’ho tenuta tra le mani.
E’ davvero una bella bacchetta.
E’ nera con delle incisioni sull’impugnatura.
Molto particolare.
Molto elegante.
Assolutamente adatta a lui.
-Legno di betulla, 12,5 pollici, nucleo di crine di unicorno.
Crine di unicorno.
-Crine di unicorno come la mia!
-Sì, come la tua..
-L’altra invece..la mia..la vera..è in legno di vite, 10¾ pollici di lunghezza con nucleo di corda di cuore di drago!
Non sembra molto interessato.
Mi guarda un attimo.
-Forse questo negozio ti interessa.- mormora.
Mi giro e guardo la vetrina.
La riconosco subito.
Uno dei miei negozi preferiti.
Anzi, il mio preferito.
La libreria Il Ghirigoro.
-Eccome se mi interessa!- esclamo infilandomi subito all’interno del negozio.
Lui mi segue.
Mi infilo tra gli scaffali.
Esamino centinaia di titoli.
Ne prendo qualcuno tra le mani.
Sfoglio le pagine.
Annuso le copertine.
Li rimetto al loro posto.
Ne prendo degli altri.
Piton mi osserva a distanza.
Non si cura di nessuno dei libri presenti nella libreria.
Non li guarda nemmeno.
Eppure ama leggere.
Ama i libri.
Ama la cultura.
Ma in questo momento non fa caso agli scaffali colmi.
Piuttosto guarda me.
E’ appoggiato allo scaffale.
La gamba piegata davanti all’altra.
Le braccia incrociate.
E mi sta guardando.
Mi mette non poco in soggezione quando mi guarda.
Quando mi guarda in quel modo.
Abbasso il viso.
Sono in imbarazzo.
Dovrei comprare un regalo anche a lui.
E’ Natale per tutti.
Anche se lui non me lo farà.
Ma è lui. E’ Piton.
Ed è il mio Professore.
I professori non fanno regali ai propri alunni.
Nemmeno gli alunni ai professori.
Generalmente.
Ma questa volta si può fare uno strappo alla regola.
Il problema è cosa regalare ad uno come Piton.
Prendergli un libro sarebbe banale.
Dovrò guardarmi in giro stando attenta che non se ne accorga.
Acquisto qualche libro per me.
Nessuno dei miei amici farebbe i salti di gioia nel vedere che ha ricevuto un libro.
Usciamo dal Ghirigoro e continuiamo a camminare.
Mi fermo nuovamente.
Piton rotea gli occhi.
E’ il negozio di accessori per il Quidditch.
Evidentemente non ama questo sport.
Nonostante assista alle partite dei Serpeverde, non gli piace.
Nemmeno a me piace, in effetti.
Entro e mi guardo un po’ in giro.
C’è di tutto.
Scope. Le ultime uscite. Le più veloci.
Mazze di varie misure.
Set di palle. Pluffa. Bolidi. Boccino d’oro.
Protezioni varie.
Decido di comprare un paio di guanti nuovi a Ron.
Un boccino in miniatura con le stesse caratteristiche dell’originale.
Ci avviciniamo poi al negozio Scherzi da Mago.
Chiaramente qui troverò il regalo perfetto per Fred e George.
Chissà se hanno creato qualche nuovo scherzo.
Sono i migliori.
Spero tanto che riescano a mettere su il loro negozio un giorno.
Riesco facilmente a trovare qualcosa per loro.
Non ci vuole molto.
Se avessi potuto le avrei comprato l’intero negozio.
Mi mancano due regali.
Quello per Ginny e quello per Piton.
Camminiamo ancora.
Ora stiamo tornando indietro.
Superiamo nuovamente Il Ghirigoro.
Ho le mani piene di buste.
Piton non mi aiuta nemmeno.
Lo fa apposta.
Mi fermo ad ammirare una vetrina.
Voglio entrare. Qui troverò il regalo giusto per Ginny.
Lui si paralizza di fronte a me.
Mi guarda con orrore.
Con disgusto.
Vedo le sue labbra comporre espressioni schifate.
Forse ha ragione.
Il negozio in questione vende abbigliamento.
Mi giro verso Piton.
Mi viene istintivamente da ridacchiare.
Non frequenta sicuramente questo negozio.
-Io in questo negozio non entro!- borbotta lui capendo subito le mie intenzioni.
-Sono solo vestiti!Mica mordono!
-Ho detto che non entro.- sibila scandendo le parole.
-E va bene! Mi aspetti qui!
Sapevo che non sarebbe mai entrato.
Farlo sarebbe stato chiedergli troppo.
In fondo è Piton.
Non posso pretendere che faccia questo.
Il negozio è un locale molto elegante.
La proprietaria un po’ burbera.
Ma vende ottimi vestiti.
Ed è proprio un vestito che compro per Ginny.
E’ color panna e si intona perfettamente ai suoi capelli rossi.
Ho sempre invidiato i suoi capelli.
Sempre lisci.
Perfetti.
Di un colore fantastico.
Mentre sto pagando mi affaccio per vedere la strada.
Piton non mi leva lo sguardo di dosso.
Non ne può più.
Lo vedo.
E lo capisco. Ma mi manca un ultimo regalo.
Il suo.
Lo trovo poco più avanti.
In un negozietto un po’ fuori mano.
Vende oggetti inquietanti.
Ma è il luogo giusto.
E a lui stesso piace. Vedo come gironzola curioso tra le tante vetrinette.
Sono contenta di ciò che ho acquistato.
E’ molto stile Severus Piton.
Sì.
Usciamo dal negozio e ci avviamo al Castello.
-Grazie per la compagnia..- mormoro.
-Mi chieda di farlo di nuovo e la schianto! Sa bene che lo farei..mi deve solo dare l’occasione giusta!
E’ inquietante quando parla così.
Ma non mi fa paura.
Faccio appena in tempo ad entrare nel soggiorno.
Gli effetti della Pozione Polisucco iniziano a svanire.
Corro subito in camera mia.
Sarebbe pericoloso rimanere lì.
Non so se i vestiti di Allison Hughes possano coprirmi.
E non posso rischiare di rimanere nuda di fronte a Piton.
Non posso proprio.
Per fortuna non succede nulla di ciò che avevo immaginato.
Quindi torno tranquillamente in soggiorno.
E lui è in piedi.
Appoggiato al muro.
Le braccia incrociate.
E mi sta guardando.
Ancora una volta.
Non capisco cos’abbia da guardare.
Mi avvicino a lui.
Mi appoggio anch’io al muro.
Le braccia incrociate. Una perfetta imitazione del mio professore.
-Mi dice perché mi sta guardando?- domando con tono calmo.
-Io e te dovremo parlare, Granger.- dice girandosi verso di me.
E di cosa vuole parlare ora?
Piton che vuole parlare.
Che vuole parlare con me. E’ strano.
-Di cosa, Professore?
-Di quello che è successo in prigione.
Prigione.
No. No. Non ne voglio parlare.
Ero riuscita a liberare per un po’ la mente da quel ricordo.
Da quei ricordi.
E lui me li vuole far rivivere.
No. Non posso.
Non ci riesco.
Abbasso lo sguardo.
-Non ne voglio parlare.- mormoro.
Lo vedo avvicinarsi ancora di più a me.
Mi sta di fronte.
-Dobbiamo farlo, Granger..
Il mio capo ancora abbassato.
-No..
Non ce la faccio.
Le lacrime minacciano di uscire fuori.
Perché oggi? Perché ora?
E’ per questo che mi stava guardando per tutto il tempo?
Stava aspettando il momento giusto per colpirmi?
Non puoi farmi questo, Severus.
Non puoi.
Non puoi farmi rivivere quell’Inferno.
-Guardami.- mormora.
-Mhhh..
-Guardami.- riprova.
-Mhhh..
Perché vuole che lo guardi?
Cosa devo guardare?
Il suo viso?
Non ne ho bisogno.
Lo ho perfettamente impresso nella mia mente.
Conosco ogni minimo particolare del suo viso.
Non ho bisogno di guardarlo.
Poi sento le sue dita sfiorare la mia pelle.
Sfiorare il mio mento.
Ho i brividi.
Ho i brividi lungo tutto il corpo.
E uno strano calore.
Mi solleva piano il viso.
Vuole osservarmi.
Io chiudo gli occhi. Non voglio vedere i suoi.
Ma sento che mi sta osservando.
E’ vicino.
E’ troppo vicino.
Un profumo.
Sento di nuovo quel profumo.
Menta. Muschio.
Respiro profondamente.
Una.
Due volta.
Riapro gli occhi. E lui è ancora qui.
Il mio viso tra le sue mani.
I miei occhi incatenati ai suoi.
Imprigionati.
-Stai crescendo..Hermione..- mormora. -..devi affrontarlo adesso..con me.
La sua voce mi cattura.
E’ ferma. Ma dolce.
Suadente.
E mi ha nuovamente chiamata per nome.
-Non ci riesco..
-Sì che ci riesci..se mi dai retta ci riesci..
Molla il mio mento.
Quasi protesto.
Quel contatto. Quella sensazione.
Era bellissima.
-Non voglio rivivere quei momenti..
-Lo devi fare..per il tuo bene..
-Non..penso che mi possa fare bene.
-Cosa posso fare per far sì che tu me ne parli?- domanda.
La sua voce è ipnotica.
Sento una sensazione strana.
-Non glielo posso dire..-mormoro.
-Perché non me lo puoi dire?
Il suo tono è calmo.
Mi guarda con il capo reclinato da una parte.
Sembra che lo aiuti a guardarmi meglio.
Mi sento strana.
Come se non riuscissi a fare nulla.
Sono inerme.
Di fronte a lui.
E’ come se fossi sotto Maledizione Imperius.
Ma non lo sono.
La sensazione è totalmente diversa.
-Perché è sbagliato..-mormoro frustrata.
Sospiro.
-Cosa è sbagliato, Hermione?
Cosa è sbagliato?
Cosa può fare per farmi parlare?
Cosa voglio?
Cosa voglio da lui?
Si stacca da me.
Va a sedersi sulla poltrona.
E io sono ancora lì.
Attaccata al muro.
Senza respiro. Non ho risposto alla sua domanda.
E se n’è andato.
Sento ancora quel calore.
Quella sensazione.
E il suo profumo.
Io amo il suo profumo.
Muschio.
Menta.
E’ seduto sulla poltrona.
Mi guarda ancora.
So che prima o poi dovrò parlargliene.
 
 
 
 
 
Quanto sono brava?! E poi ditemi che non vi voglio bene! DUE capitoli in UN giorno!!
Sinceramente non mi piace molto quest'ultimo capitolo..è un po' moscio..cioè la prima parte è noiosa..l'ultima parte invece ti mette ansia XD
Accidenti devo imparare a creare capitoli dove ci sono solo scene "ansia" ahahahahha
Spero vi piaccia lo stesso..bacionii
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Il mio compito è proteggerti ***


Capitolo 14 - Il mio compito è proteggerti





Ho preso una sedia e mi sono seduta di fronte a lui.
Vuole che io parli.
Ma non ci riesco.
E ho il cuore che batte a mille.
Per quello che sta succedendo ora.
Per quella sensazione che ho percepito prima.
Per quel contatto.
Inaspettato.
E gentile.
Non rude. Non forte.
Leggero.
Come se venissi accarezzata da una piuma.
Mi guarda.
Aspetta che io parli.
Non mi forza.
Io torturo le mie mani.
So che posso parlargliene.
Non mi giudicherà.
Non mi mostrerà pietà.
-Sa già quello che è successo..- mormoro.
Lo sa cos’è successo.
Lo ha capito subito.
-No non lo so.
-Ho sentito la conversazione tra lei e il Professor Silente..
Sì. L’ho sentita.
So che non si origlia.
Ma lo dovevo fare.
Dovevo sentire.
-Sappiamo che l’hai sentita..quelle Orecchie sono formidabili, vero? Sapevamo che non avresti mai accettato di metterti da parte..
Le Orecchie Oblunghe.
Lui sa sempre tutto.
Non gli si può nascondere niente.
-Ha capito subito quello che era successo..a volte mi chiedo come faccia a sapere sempre ogni cosa..
-Speravo fortemente di sbagliarmi in questo caso..
Il tono della sua voce non è freddo.
E’ caldo. Ma serio.
Nessuna nota di ironia nelle sue parole.
-Invece ci ha preso.
-Quando è successo?..Intendo in quale periodo della tua detenzione.
Ingoio la saliva.
Non riesco a parlare.
Mi sento la bocca impastata.
E non voglio piangere.
Cerco di cacciare le lacrime indietro.
-Circa una settimana dopo la cattura..
La prima volta.
Già. La prima volta.
-Vedo che non hanno perso tempo..
-..poi una notte dopo avermi scagliato più volte la Maledizione Cruciatus.
La seconda volta.
Sì. C’è stata anche una seconda volta.
-Due volte..-mormora.
E’ schifato. Lo vedo dal suo viso.
E’ arrabbiato.
-Tre a dir la verità..l’ultima volta è stata proprio il giorno prima che lei venisse a..salvarmi.
Salvarmi.
E’ proprio il termine corretto.
Mi ha salvata.
A quelle parole lo vedo sussultare.
Un attimo.
Quasi impercettibilmente.
I suoi occhi lanciano saette.
Stringe forte i pugni.
Se potesse distruggerebbe qualsiasi cosa ora.
Ma non ce n’è bisogno.
Ciò che è successo a me non dovrebbe nemmeno importargli.
Non sono così importante.
Eppure la cosa sembra averlo toccato.
Siamo in silenzio.
Io non parlo.
Lui nemmeno.
Nessun rumore.
Poi è lui a rompere questo rimbombante silenzio.
E la sua voce esce più rude del previsto.
-La pagherà..Hermione..prima o poi la pagherà.
Stringe ancora più forte il pugno.
-Non-Non si deve preoccupare..- balbetto.
Vuole fargliela pagare.
E lo so che lo farà.
Ma non voglio.
Non si deve sporcare le mani con uno così.
Con un animale.
Severus è superiore.
Non deve farlo.
-Professor Piton..lui è un animale..lei non si deve abbassare al suo livello.
Spero di averlo convinto.
Ma vedo ancora odio nei suoi occhi.
-Sai qual è il compito più importante di un insegnante, Granger?- domanda.
-Insegnare..!?- provo ad indovinare.
-Difendere e proteggere i propri studenti..
-Ed è quello che ha fatto lei, infatti.
Con me lo ha fatto.
E non gli sarò mai del tutto grata per questo.
-No..non l’ho fatto..non abbastanza almeno.
Ora non ha più gli occhi freddi.
Non c’è odio.
C’è pena.
Senso di colpa.
-Sì che l’ha fatto..lo sta facendo anche adesso.
-No..se ti avessi protetta non sarebbero successe tante cose..
-Lei non è l’unico professore di questa scuola..non doveva proteggermi lei..non solo lei almeno..
-Ti sbagli..solo io dovevo proteggerti.
‘Solo io dovevo proteggerti.’
Non capisco.
Perché?
-Perché?
-Perché l’ho promesso..
L’ha promesso.
A chi l’ha promesso?
Non capisco.
-A-A chi?- domando incerta.
-All’Ordine..a Silente..
-Pe-Perché io? Perché non Harry?
No. Non capisco.
Non sono io ‘il bambino sopravvissuto’.
Dovevano proteggere Harry.
Non me.
Io non sono nessuno.
Non sono mai stata nessuno.
-Inizialmente era Harry Potter..ma capimmo presto che lui non ce l’avrebbe fatta..che avrebbe dovuto donare la sua forza a te!
Mi alzo in piedi.
Di scatto.
Questa confessione mi colpisce forte.
Mi ammazza.
Perché?
Perché io?
Non può essere così.
Scoppio in lacrime.
Non riesco più a trattenerle.
E’ più forte di me.
Mi nascondo il viso tra le mani.
Pure lui si alza.
Mi guarda.
-Perché? Perché io?- esclamo.
E le lacrime scendono ancora più copiosamente.
Sento le sue mani sulle mie.
Me le sposta delicatamente.
Vuole osservarmi bene.
Da vicino.
Le lacrime mi rigano le guance.
Alcune imperlano le mie ciglia.
Sento il calore delle sue mani sulle mia guance.
-Perché sei una Mezzosangue..e ‘la strega più brillante della tua età’..hai una forza che nemmeno tu puoi immaginare..
E’ dolce.
Tutto ciò che mi dice è dolce.
Intenso.
Sono la strega più brillante della mia età.
Una Mezzosangue.
-Mezzosangue è un insulto..
-Anche..io..sono un Mezzosangue..ma non mi interessa più quello che dice la gente, non lo vedo più come un insulto. Io valgo molto più della grande maggioranza di maghi Purosangue!
Ha ragione.
Sembra fiero di ciò che è.
Ma prima non lo era.
E’ diventato un Mangiamorte.
Ciò significa che apprezzava i Purosangue.
Che sarebbe voluto essere uno di loro.
Eppure ha cambiato opinione.
-Sono d’accordo con lei..Non è il sangue che fa un mago..- dico ricacciando indietro le lacrime.
Le sue mani sono ancora posate sulle mie guance.
Ogni tanto mi asciuga qualche lacrima.
Non posso non apprezzarti quando fai così, Severus.
-Ora la finisci di piangere come una bambina mocciosa?!- esclama sarcastico.
Gli lancio un’occhiata brutale.
Però poi rido.
E’ e rimarrà sempre così.
-Sì.
Mi guarda l’ultima volta.
Poi allontana le mani dal mio viso.
Occupa nuovamente la poltrona.
E io la sedia.
Ma subito dopo anche io mi accomodo sulla poltrona opposta.
Quel contatto mi faceva stare bene.
Mi faceva sentire sicura.
Protetta.
Ha cercato di proteggermi per tanto tempo.
Lui crede di non aver portato a compimento il suo dovere.
Ma secondo me ha fatto quel che doveva fare.
Quel che poteva fare.
-Non avrei mai voluto che ti succedesse ciò che è successo.- mormora guardando un punto imprecisato alla sua sinistra.
Sospiro.
-Non importa. Ormai è successo..Voglio solo dimenticare.
-Non lo dimenticherai mai.
Purtroppo è vero.
Anche questa volta ha ragione lui.
-Lo so..ma voglio continuare a sperare che un giorno non ricorderò più quei 30giorni. Questi che ho passato in queste stanze..con lei..sono molto più importanti.
E’ strano pensare che sino a poco tempo fa lo odiavo.
Che lo guardavo con disgusto.
Che lo credevo un traditore.
Che lo insultavo insieme agli altri.
Che ridevo di lui.
Ora invece mi trovo a condividere la casa con lui.
A mangiare con lui.
A discutere su cose che mai avrei potuto immaginare insieme a lui.
A piangere per lui e davanti a lui.
A ridere grazie a lui.
A sentire il calore della sua pelle sulla mia.
A desiderare un abbraccio da lui.
A temere per lui.
A tenere a lui.
Sì. Tengo a lui.
E tengo a lui come se lo conoscessi da una vita.
Come se lo portassi dentro di me da tanto tempo.
Come se fosse l’unico capace di regalarmi la serenità.
Non mi era mai capitato.
Non ero mai riuscita a pensare ad una persona in questo modo.
E non avrei mai pensato di riuscire a provare tutte queste cose per lui.
Per un uomo che molti scarterebbero a prescindere.
Che anch’io avrei scartato a prescindere. Tanto tempo fa.
-Sarai più felice quando tornerai a vivere. Ora non lo stai facendo.
Mi sta nuovamente guardando.
Le sue parole mi colpiscono.
-Io ero felice quando stavo insieme ai miei genitori e ai miei amici, quando andavo alle lezioni e quando mi divertivo con i compagni..ma sono felice anche ora, ora che, come dice lei, non sto vivendo.
-Quando tornerai alla normalità sarai più felice.
Il suo sguardo è vuoto.
Non vedo niente nei suoi occhi.
Nessuna emozione.
Nessuna luce.
-Non lo so. Lo vedrò quando succederà..ma stia sicuro che non si libererà di me così facilmente!- dico sorridendo.
Questo è certo.
Sto dando la mia parola.
Non voglio dimenticare quello che è stato.
E quel che sarà.
Non so ancora quanto rimarrò qui.
-Dovrò tornare ad ascoltare quella So-Tutto della Granger..- mormora a bassa voce e ironicamente.
Un piccolo sorriso gli increspa le labbra.
E io ricambio.
E’ raro vederlo sorridere.
E voglio immortalare quest’attimo.
Come se fosse una fotografia.
E’ una bella sensazione.
Ti scalda il cuore.
Ti emoziona.
Come quando vedi un neonato tra le braccia della sua mamma.
O un bozzolo rompersi per fa uscire una bella farfalla.
Ti emoziona.
Ti emoziona da morire.
E porto la fotografia di questo sorriso nella mia mente.
Nel mio cuore.
E la porterò per sempre.
Continuiamo a guardarci.
Per molto tempo.
Non so esattamente cosa sto guardando di lui.
Né cosa lui stia guardando di me.
Ma ci stiamo guardando.
E mi piace farlo.
Poi chiudo gli occhi.
Sento un brivido.
Mi prende la schiena.
Poi le braccia.
E’ stato quasi piacevole.
E mi rilassa.
Sento le gambe molli.
E la stanchezza impossessarsi di me.
E’ stata una giornata faticosa.
Molto faticosa.
Ma non voglio andare a letto.
Non voglio lasciarlo solo.
Ma sono stanca.
Mantengo gli occhi chiusi.
Sono sicura che lui mi stia guardando.
-Buonanotte..- mormoro.
-Buonanotte.- sento rispondermi.
E questo è l’ultimo ricordo che ho di questa notte.
Perché i sogni hanno viaggiato attraverso la mia mente.
Sogni felici.
E hanno reso la giornata passata ancora più bella.
E la mattina seguente arriva.
Arriva presto.
Mi accorgo subito di qualcosa di strano.
Di diverso.
Apro gli occhi.
E il mio corpo non occupa la poltrona.
Ma il mio soffice letto.
E capisco che è stato lui a portarmi.
Così sorrido.
 
 
 
 
Sera a tutti :) Come potete vedere questo capitolo è più corto degli altri..e spero mi scusiate per questo!
Ma amo alla follia questo capitolo e ogni singola frase che ho scritto. So che è molto mielosa, anche troppo forse, ma è proprio così che la volevo. Volevo che vi facesse pensare ma anche che vi sciogliesse il cuore.
Questo è un capitolo davvero importante e spero che lo amiate tanto quanto lo amo io.
Quindi mi aspetto tante recensioni!:)

E' stata davvero una brutta giornata..molto brutta..e mi sono buttata a scrivere appena ho potuto chiudermi in camera. E ho sfornato questo capitolo in meno di un'ora.
E' per voi e spero lo apprezziate.
Domani mattina stacco internet..cercherò di fare di tutto per poter rispondere alle vostre mail, alle recensioni e per poter pubblicare ancora senza lasciar passare troppo tempo.
Sappiate che mi mancherete tanto in questi giorni.
Vi voglio bene.
La vostra Dis294

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Capitolo 15
*** Sei un codardo ***


Capitolo 15 - Sei un codardo





Cammino per la Sala Grande.
E’ bellissima.
Elegante.
Gli enormi alberi troneggiano per tutta la sala.
Addobbi luminosi ricadono su ogni angolo.
E alzo il viso verso il soffitto.
La magia.
La bellezza che solo la magia sa creare.
Il cielo blu notte sopra la mia testa.
La luna.
Le stelle.
La neve che cade e che quasi ti rinfresca le spalle.
E’ la vigilia di Natale.
Riabbasso lo sguardo.
Mi dirigo verso la grande tavolata.
E tutti mi guardano.
Mi fissano.
Incuriositi.
Mormorano.
Si fanno domande.
E so perché questo comportamento.
Non mi conoscono. Non mi hanno mai vista.
Non sono Hermione Granger. Sono Allison Hughes.
Una sconosciuta.
Una sconosciuta che cammina al fianco di Severus Piton.
Il bastardo Professore di Pozioni.
Tutti la considerano una cosa strana.
Assurda.
Contro ogni logica.
Ma io sono felice.
Piton invece è leggermente nervoso.
Forse ha pura che mi facciano troppe domande.
Che io non riesca a rispondere.
Poi lui non ama il gossip.
E sul suo conto girano già troppe voci.
Alcune vere.
Altre false.
Ma questa è nuova.
Tutti si chiedono chi è quella giovane donna.
Alta. Magra.
I capelli neri. Gli occhi azzurri.
Che sta così vicina al Professor Piton.
Solo Silente e la McGranitt sanno chi sono.
Sanno che sotto questi vestiti si cela Hermione Granger.
Mi celo io.
Accanto al posto di Silente ci sono due posti liberi.
Presumo siano i nostri.
Quello di Piton.
E il mio.
Silente ci vede e si alza in piedi.
Piton si siede accanto al Professor Vitious .
-Signorina Hughes siamo lieti di averla qui tra noi! Come sta?- dice il Grande Mago guardandomi da sotto gli occhiali a mezzaluna.
Sempre quel sorriso sulle labbra.
Un sorriso rassicurante.
Perché lui sa sempre trovare una risposta ad ogni domanda.
E una risoluzione ad ogni problema.
E’ il miglior preside che Hogwarts abbia mai avuto.
-Grazie Preside per avermi accolta qui ad Hogwarts e per avermi dato l’opportunità di partecipare al banchetto insieme a voi.- rispondo anch’io sorridendo.
-Prego si accomodi.- dice indicando il mio posto. Poi si rivolge a tutti i presenti. -Chiedo la vostra attenzione per cortesia. Voglio presentarvi la nostra ospite, la Signorina Allison Hughes, che è qui in visita ad Hogwarts e che passerà un po’ di tempo insieme a noi. Vorrei inoltre informarvi che la Signorina è una parente del Professor Piton quindi esigo ancor più che venga trattata con ogni rispetto.
-Eh sì, sono una cugina di Severus!- esclamo sorridente massaggiandomi il collo.
I pochi presenti mi guardano con aria sconcertata.
Vorrei proprio sapere a cosa stanno pensando.
E’ così strano che Piton possa avere una cugina?
E che sua cugina sia qui?!
Sono soprattutto le ragazze a sembrare incredule.
Qualcuna continua a mormorare.
E a ridacchiare.
Solo ora mi accorgo di quanti studenti siano rimasti a Hogwarts.
Davvero pochi.
La maggior parte sono Grifondoro e Tassorosso.
Poi qualche Serpeverde e Corvonero.
Non c’è nessuno dei miei amici.
Sono alla Tana.
Ne sono sicura.
C’è qualche faccia conosciuta.
Ma la maggior parte non li ho mai visti.
Mi volto verso Severus.
Sorrido.
L’ho chiamato per nome davanti a tutti.
Lo guardo.
Rimango un attimo sorpresa.
Mi stava già guardando prima che lo facessi io.
Il suo sguardo è cambiato.
In questi giorni è diverso.
Non ha più quello guardo ostile.
Quello che aveva quando occupavo il mio banco durante le lezioni.
E’ da un po’ di tempo che ci penso.
L’ho notato altre volte.
E’ decisamente cambiato.
Non è più freddo. Vuoto.
E’ caldo. Calmo.
Almeno con me.
Agli studenti lancia occhiate cariche d’odio.
Quell’odio che provava anche per me.
Prima.
Non più.
Sono cambiate molte cose tra noi.
Noi.
Lo guardo ancora.
E’ divertente fingersi sua cugina.
Spero solo non mi facciano domande imbarazzanti.
Mi avvicino ancora di più a lui.
Accosto la mia bocca al suo orecchio.
-Ti voglio bene, Cugino.- mormoro a bassa voce scandendo lentamente l’ultima parola.
Lo vedo raggelarsi.
Mi lancia uno sguardo assassino.
Ma è proprio ciò che volevo.
Farlo irritare un po’.
E’ troppo tranquillo.
Non sembra lui.
E gli altri potrebbero pensare male.
O capire qualcosa.
Deve comportarsi normalmente.
Essere se stesso.
-Attenzione, potrei schiantarti..anche se sei mia cugina!- ringhia.
E’ proprio la reazione che volevo.
-Signorina Hughes!- mi sento chiamare da una voce femminile.
Mi volto.
E’ la Professoressa Sinistra.
Insegnante di Astronomia.
-Buona Sera!- saluto sempre sorridente.
-Piacere, Aurora Sinistra, insegnante di Astronomia.
-Il piacere è mio! Astronomia era una delle mie materie preferite quando ero studentessa!
Mi piace molto l’Astronomia.
E’ una materia affascinante.
-Lei non ha studiato qui però, vero Signorina Hughes?
-Mi chiami pure Allison..comunque no, io ho frequentato l’Accademia di Magia di Beauxbaton, ma vivo a Londra da quando ho finito le scuole.
Ecco.
Iniziano le domande.
Sorridi e parla tranquillamente Hermione.
O meglio, Allison.
-Ah capisco..sa, noi qualche anno fa, in occasione del Torneo Tre Maghi, abbiamo ospitato gli studenti di Durmstrang e di Beauxbaton.
-Sì, sono a conoscenza di questo. Due cugini sono stati ospiti qui a Hogwarts proprio per quella occasione e mi hanno raccontato di essersi trovati davvero molto bene e che tutto è stato bellissimo..certo, fuorché ciò che è capitato a quel povero ragazzo, ma non parliamone ora.
Cedric Diggory.
Non voglio ripensare a quel giorno.
Non voglio parlarne.
No.
-No non pargliamone..non roviniamo questo bel momento!- dice tirando su con il naso. -Come mai sei qui a Hogwarts?
-Avevo un favore da chiedere a Severus e dunque sono venuta a trovarlo..tra l’altro era da un po’ che non ci vedevamo e mi faceva piacere passare un po’ di tempo con lui.
Mi guarda in modo strano.
E non solo lei.
Anche la Sprite e la Bumb. Sono sedute lì vicino.
E alcune studentesse.
Devono essere del 1 anno.
Non mi sembra di averle mai viste.
So che Piton ci sta ascoltando.
Parla con Silente.
Ma con un orecchio ascolta ogni mia singola parola.
E ciò che dicono gli altri.
-Ah..e siete molto uniti?
-Oh sì, siamo molto uniti! Da piccoli stavamo sempre assieme, anche se lui ha qualche anno più di me! I primi incantesimi me li ha insegnati lui! Era un ottimo insegnante, un po’ severo, ma davvero bravissimo! Purtroppo ora ci vediamo poco ma cerchiamo di tenerci in contatto.
Ottimo insegnante.
Ma severo.
Sì, è Piton.
Sorrido.
Siamo molto uniti.
Ancora non mi è chiaro però cosa pensi lui.
Cosa senta lui.
Se almeno un po’ abbia cambiato idea su di me.
Ma per lui rimarrò sempre una petulante, saccente e fastidiosa Grifondoro So-Tutto.
-Ehm..sì..anche ora è un ottimo insegnante..un po’ severo..- dice ridacchiando. -Quanti anni hai? Lavori?
-Ho 27 anni, quasi 28, e lavoro in un ufficio di telecomunicazioni..roba Babbana!
Alla parola ‘Babbana’ sento la Burbage sospirare.
Lei no.
Proprio lei no.
Donna fastidiosa.
Donna fissata.
Fissata con i Babbani e con il loro mondo.
-Lavori in mezzo ai Babbani! Fantastico!! Io sono Charity Burbage, insegnante di Babbanologia!
-Piacere! Sì, lavoro in mezzo ai Babbani..persone particolari!!
-Che meraviglia! Ma dici un po’ come..
Piton non le lascia finire la frase.
E nemmeno chiede scusa per averla interrotta.
Mi tocca il braccio.
E mi chiama.
-Allison!
-Dimmi Severus!
-Il Professor Silente vorrebbe sapere quanto ti trattieni..
Quanto mi trattengo.
Cosa ne so io?
-Credo che domani sera, al massimo dopodomani tornerò a casa..- dico rivolgendomi a Silente.
-Cara puoi rimanere qui quanto vuoi..potrai stare negli alloggi di Severus.
-Grazie mille Preside, ma non vorrei essere d’intralcio..Severus deve lavorare e poi non voglio occupare i suoi..spazi.
Sorrido a Piton.
E’ la verità.
Non voglio occupare i suoi spazi.
Non voglio invaderli.
-Non preoccuparti cara! Resta quanto vuoi qui a Hogwarts!
-Grazie mille Preside!
La cena fila liscia.
Nessun intoppo.
Nessuna domanda scomoda.
Ciò che mi dava fastidio erano le risatine.
I mormorii da parte degli studenti.
Qualcuno ha addirittura sostenuto fossimo una coppia.
Certo.
Io e Piton.
Certo.
E quelle supposizioni hanno infastidito anche lui.
Me ne sono accorta.
La serata si sta avviando al termine.
Per fortuna.
Ma c’è ancora una cosa da fare.
La più complicata.
E non so se avrò il coraggio di farla.
Non so se l’accetterà.
O se mi schianterà all’istante.
E’ indecifrabile.
Gli devo dare il mio regalo.
-Allison, dobbiamo andare..- mi dice Piton alzandosi dalla sedia.
L’effetto della Pozione sta per finire.
Non devono sapere chi sono.
Dobbiamo andare via.
-Andate già via?- chiede la McGranitt con tono dispiaciuto.
Ma è tutta una farsa.
Fa parte del gioco.
Sa che dobbiamo andarcene.
-Sì, è tardi e dobbiamo andare a far visita ad altri parenti. Spero non vi dispiaccia ma anche loro non li vedo da tanto tempo e volevo rivederli..- mormoro.
Un po’ mi dispiace.
Non so se voglio davvero lasciare la Sala.
Significa che il mio Natale è finito.
Che ora me ne torno in camera.
E la festa è finita.
La festa più breve della mia vita.
Saluto Silente.
Saluto la McGranitt.
Ringrazio gli altri professori e me ne vado.
Devo dargli il regalo.
Devo trovare il coraggio di farlo.
-Professor Piton..
-Mmmm..- mormora.
Non si ferma.
Continua a camminare.
-Non sono passate ancora le due ore, vero?
-No.
-Quanto manca ancora?
-Un po’..
Potevamo ancora stare lì per un po’ di tempo.
E invece stiamo già tornando alle stanze.
Deve essere faticoso per lui.
Non è abituato a stare veramente in mezzo alla gente.
Ad interagire.
E poi ancora molti lo credono colpevole.
Traditore.
Ma non è così.
Io lo so.
-Visto che manca ancora mezzora..possiamo andare un attimo al Lago?
Si ferma all’improvviso.
-Perché al Lago?
-Le volevo far vedere una cosa..- dico sorridendogli.
Non gli posso dire la verità.
Quel che in realtà voglio fare.
Dubito che accetterà il regalo.
Farà un sacco di storie. Ne sono sicura.
-Che cosa?- domanda sollevando il sopraciglio.
-U-Una cosa..è una cosa che si trova lì! Facciamo in fretta, non ci vuole molto.
Mi guarda.
Ci pensa un attimo.
Poi annuisce.
-Facciamo in fretta.
Stai cambiando Severus.
Ti stai rammollendo.
Un mese fa non avresti mai acconsentito.
Sei tu quello che ha sempre scovato le coppiette in riva al Lago Nero.
Dopo il coprifuoco.
Ed ora?
Ora sembri proprio uno studente.
Sorrido.
Lo prendo per mano e lo trascino fuori.
Io davanti.
Lui dietro.
Le nostre braccia distese.
Le nostre mani unite.
Strette.
E ancora quel calore.
Mi riscalda tutto il corpo.
Posso immaginare la sua faccia ora.
Starà combattendo tra il lasciarmi fare e il maledirmi.
Arriviamo in riva al Lago Nero.
Chissà che qualche creatura non ci stia guardando.
Nelle sue profondità si possono trovare tante creature.
Una moltitudine.
Le più svariate.
E’ buio. Ma non c’è freddo.
Non sta nevicando.
Ha smesso.
Ma ancora della neve copre il giardino.
Sono in piedi di fronte a lui.
Lo guardo.
Respiro piano.
Sono agitata.
Lui mi guarda. Un po’ curioso.
Un po’ infastidito.
-Io..
-Cosa mi dovevi far vedere?
Infilo la mano nella tasca interna della mantellina.
Estraggo un piccolo pacchetto.
E osservo il suo viso.
Non so se ha capito.
Nei suoi occhi non vedo nulla.
-Questo..è per lei..Spero le faccia piacere..- dico allungando la mano e porgendogli il pacchetto.
-Co-Cos’è?
E’ imbarazzato.
Lo vedo.
E non lo ha ancora preso.
-E’ un regalo, Professor Piton..di Natale.
Sorrido.
Lui solleva il sopraciglio.
Sì. E’ imbarazzato.
Non se l’aspettava.
Ma pensava davvero che non gliene avrei comprato uno?
-Non posso accettarlo, Granger.- dice scuotendo la testa.
Me l’aspettavo.
-Sì che può..anzi, deve!
Gli prendo la mano.
Faccio scivolare il mio pollice sul suo palmo.
Poi sulle dita.
Sino a scioglierle dal pugno in cui erano chiuse.
E poggio il piccolo regalo al suo interno.
Richiudendogli la mano.
-Sono un tuo insegnante..
-Non importa..- Sorrido. -Voglio che lo accetti..e se non le va di aprirlo ora non importa..può farlo più tardi.
L’importante è che lo accetti.
Poi può anche prenderlo e buttarlo.
Pazienza.
Ma l’importante è che sappia che penso a lui.
-Io-Io non ti ho fatto nessun regalo.- dice guardando l’albero alla nostra destra.
E anche questo me l’aspettavo.
E non mi importa.
Mi avvicino ancora di più a lui.
-Non mi importa. Accetti il mio regalo e basta, la prego..- mormoro.
Poi mi siedo ai piedi dell’albero.
Le gambe piegate al petto.
Le braccia incrociate ad esse.
Appoggio il mento sulle ginocchia.
E lo guardo.
Vedo che mette il pacchettino all’interno della sua casacca.
L’ha accettato.
Ce l’ho fatta. Sono contenta.
Anche lui mi guarda un attimo.
Poi si siede accanto a me.
Silenzio.
Un silenzio che dura un’eternità.
Non ho molto da dire.
Voglio solo stare un po’ con lui.
E’ la Vigilia di Natale.
E c’è qualcosa di molto meglio del vischio.
Quest’albero.
Perché noi due siamo seduti qui sotto.
Io.
E lui.
-Non volevo ferirti..è che non è mia abitudine fare regali..né riceverne.
Sgrano gli occhi alle sue parole.
‘Non volevo ferirti.’
Pensa davvero di averlo fatto?
E da quando ti preoccupi per me, Severus?
Forse da quando hai capito che non sono così rompi scatole.
O da quando hai scoperto che sono stata violentata.
Oppure da quando mi hai vista piangere.
O forse da quando la tua pelle ha incontrato la mia.
Perché alla fine io l’ho capito così.
E’ stato il tuo primo primissimo tocco gentile.
Mi ha fatto capire che non eri chi dicevi di essere.
Ma eri una persona migliore.
Sei una persona migliore.
Speciale.
E tengo a te.
-Lo sa che ci tengo a lei, vero?- gli dico voltandomi e guardandolo.
Lo vedo irrigidirsi.
E’ nervoso.
-No..non lo sapevo..
Non lo sapeva.
Sarebbe stato chiedergli troppo.
-Vede, questo un po’ mi offende..ma so che non solo non è abituato a fare e ricevere regali per Natale, ma non è nemmeno abituato a ricevere manifestazioni d’affetto.
-Già..
-La infastidisce sapere che qualcuno tiene a lei?
-Credo..di no..
-Crede di no..mmm..
-Non sono un tipo molto espansivo..mi dispiace.
I suoi occhi non sono vuoti.
C’è qualcosa.
Qualcosa che non riesco a capire, però.
-Questo lo avevo capito, ma non si preoccupi.
-Grazie..per il regalo.
-E’ solo un pensiero..ci tenevo a regalarle qualcosa.
-Quando hai chiesto al Professor Silente di poter andare a comprare dei regali, avevi già deciso che avresti..
-..che avrei comprato un regalo anche a lei? Sì..Naturalmente!
Vedo scorrere i pensieri nei suoi occhi.
Un attimo di indecisione.
Poi parla di nuovo.
-Perché?
Solo una parola.
Perché.
-Le ho già detto che tengo a lei, vero?- rispondo in tono ironico.
-Non dovresti..
-Perché?
Ora tocca a me chiedergli il perché.
Perché io sinceramente non ho una risposta.
Non vedo perché possa essere sbagliato.
-Perché sono io..Semplicemente per questo.
Questa non è una risposta.
Non è possibile che non riesca ad accettare l’amore.
Qualsiasi forma di amore.
Ha troppa paura.
Codardo.
Sarà anche la spia di Silente.
Un Ex-Mangiamorte.
E quant’altro.
Ma in amore è un codardo.
-La verità è che sei un codardo.- dico in tono calmo.
Ma so già come reagirà.
Già Harry glielo disse una volta.
E reagì male.
Molto male.
Ma non mi interessa. Lo deve capire.
Deve capire che non può comportarsi così.
E ciò che mi aspettavo accade.
Vedo il suo viso indurirsi.
Gli occhi diventare freddi.
Le sopraciglia corrugarsi.
I pugni stretti.
-Io non sono un codardo.- sibila scandendo lentamente ogni singola parola.
E’ furioso.
Ma non mi interessa.
Che se la prende con me.
Non mi interessa. Lo sto facendo per lui.
-Sì che lo sei! Non puoi fuggire ogni tipo di legame! Non puoi! Quando una persona mostra di volersi avvicinare a te, perché tu lo allontani? Perché? Non puoi farlo! Non devi farlo! Per il tuo bene!
-Io non sto allontanando proprio nessuno!- esclama alzandosi in piedi.
E così faccio anch’io.
Siamo di nuovo uno di fronte all’altro.
Uno contro l’altro.
-Sì che lo stai facendo! Lo fai anche con me!
-No! Non è così!
Quanto sei testardo, Severus.
Ammettilo.
Ammetti per una volta che stai sbagliando.
Voglio starti vicino.
Voglio aiutarti.
Ma devi ammettere che stai scappando.
-Non è così!? Dimostramelo! Dimostramelo Severus Piton!- urlo.
Avrei voluto dirgli qualcos’altro.
Che non si deve comportare così.
Che non tutti lo odiavo.
Che c’è anche chi lo ama.
Quanto è stupido a scappare.
A scappare dalle persone che gli vogliono bene.
A scappare da me.
Ma mi ha preso il viso.
E mi ha baciata.
Mi ha baciata con tutta l’enfasi del mondo.
Con tutta la calma del mondo.
Con tutta la brutalità.
Con tutto il desiderio.
E con tutta la passione.
E ora le sue labbra sono sulle mie.
Le mie sulle sue.
Sento di nuovo quel calore.
Questa volta sulle labbra.
Ma anche su tutto il corpo.
E assaporo la consistenza delle sue labbra.
E poi il sapore della sua bocca.
E ho i brividi.
Il mio corpo contro il suo.
Mentre le sue mani accarezzano le mie guance.
E le mie il suo petto sotto la spessa casacca nera.
E tutto intorno sembra scomparire.
O meglio, è già scomparso.
Non sento più il freddo della neve da poco caduta.
Né il frusciare delle foglie o il canto degli animali.
Non sento nulla.
Nessun rumore.
Non vedo più nemmeno la luce.
Sento solo uno strano contrarsi dentro di me.
E quel calore.
Quello sempre.
E man mano aumenta.
Aumenta sempre più mentre le nostre bocche giocano.
Piano.
Lentamente.
Delicatamente.
Poi sento il bisogno di guardarlo.
Di guardare il viso della persona che mi sta facendo impazzire.
Della persona a cui sto regalando un po’ della mia vita.
Ricevendo l’amore di una persona che pensa di non saper amare.
Apro gli occhi.
E pure lui mi sta guardando.
Ma le nostre bocche non sembrano volersi allontanare.
Poi vedo il mio riflesso nei suoi occhi.
I suoi occhi nero pece.
E non vedo Allison Hughes.
Vedo Hermione Granger.
E’ Hermione Granger che sta baciando Severus Piton.
Ed è Severus Piton che sta baciando Hermione Granger.
Poi i nostri occhi si chiudono nuovamente.
E tutto ciò che sento può essere riassunto con una parola.
Una sola.
Amore.





Ok con questo capitolo ho voluto strafare. In tutti i sensi!
E' il capitolo piu' lungo che io abbia mai scritto e anche il piu' strano!
Si passa dalla prima parte "che noia!",alla seconda "no cazz" alla terza "o mio dio non è possibile!".
Scusate ma ho sentito io il bisogno fisiologico di farli baciare! Vorrei avere io ora qui accanto a me il mio Severus.

Lasciatemi tantissime recensioniiiiiiii <3

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Capitolo 16
*** Non è stato l'istinto ***


Capitolo 16 - Non è stato l'istinto



Sono sdraiata sul mio letto.
Non credo ancora a ciò che è successo.
Ma sembra proprio sia accaduto realmente.
Posso ancora sentire quella sensazione.
Quel primo leggero tocco.
E i primi brividi.
Le sue labbra sulle mie.
Erano morbide carezze.
E poi le nostre bocche che giocavano.
Bocche che si capivano.
Che sembravano conoscersi da sempre.
Sento ancora tutto.
Il silenzio rimbombante alle nostre spalle.
Tutto intorno a noi.
Il calore emanato dal suo corpo.
Il fuoco nel mio corpo.
Il respiro affannoso.
Come se avessi corso per raggiungerlo.
Come se non avessimo cercato altro per tanto tempo.
I battiti persi.
Come se non avessi mai desiderato altro.
Perché forse era davvero ciò che desideravo.
Ciò che volevo.
Ciò di cui avevo bisogno.
E me l’ha donato lui.
La persona più insospettabile.
Severus Piton.
Il Professor Piton.
Già. Proprio così.
Il mio Professore.
Bel guaio.
Ma in fondo questo è l’ultimo anno che trascorro a Hogwarts.
L’ultimo.
Ma non voglio fare progetti.
Non devo assolutamente fare progetti.
Non posso illudermi.
E non devo farlo.
Si parla sempre di Piton.
E poi in realtà non so davvero cosa voglio.
Ma ho trovato in lui una persona speciale.
E tutti i momenti passati insieme.
Litigi.
Sorrisi.
Piccoli gesti.
Quegli sguardi.
Sto bene con lui.
E poi quel bacio.
Non riesco a togliermelo dalla testa.
Lo sento ancora.
Sento le sue morbide labbra sulle mie.
E in un attimo arrossisco.
Di nuovo quella sensazione.
Quel calore.
Non mi sono mai sentita così.
Mai nella mia vita.
Mai.
Ma non so cosa voglio.
Non posso saperlo.
Poi lui è così particolare.
Non ci siamo rivolti la parola al ritorno dal Lago Nero.
A parte la Buonanotte.
Prima di chiuderci nelle nostre stanze.
Eravamo imbarazzati.
Lui forse anche qualcosa di più.
Credo si stesse odiando.
Ciò che ha fatto.
E’ un uomo. Io sono solo una ragazzina.
E’ un professore. Il mio professore.
E io sono una sua studentessa.
E ciò che ha fatto non è etico.
Ma chi se ne frega dell’etica in questo caso?!
Lo vedevo com’era.
Era nervoso.
Era teso.
E stava così perché lo voleva.
Chissà da quanto tempo lo voleva.
Chissà quanto ha combattuto per non farlo.
Per trattenersi.
Ma lo voleva.
E non è riuscito a trattenere l’istinto.
La ragione succube dell’istinto.
E questo non è mai un bene.
Voleva baciarmi.
E l’ha fatto.
Dopo tanto lottare, l’ha fatto.
E ora si sta odiando.
Crede di aver sbagliato.
E forse ha sbagliato davvero.
Ma aveva bisogno di me.
Sentiva di volermi avere.
Di volere me.
E ora non sa cosa fare. Come comportarsi.
E nemmeno io lo so.
Prendo un profondo respiro.
Devo scaricare la tensione se voglio riuscire a dormire.
Ma proprio non ci riesco.
Mi alzo.
Vado in cucina a bere un sorso d’acqua.
E lui è ancora alzato.
E’ sveglio.
Seduto sulla sua poltrona.
Un grosso e logoro libro sulle ginocchia.
Non appartiene alla libreria del soggiorno.
Non l’ho mai visto.
Tiene in mano un piccolo pezzo di pergamena.
Forse una fotografia.
Nessuna parola.
Non mi degna nemmeno di uno sguardo.
E’ come se fosse incantato.
Come se non ci fosse.
Come se solo il suo corpo fosse lì.
Seduto su quella poltrona.
E il suo animo altrove.
Gli occhi neri vuoti.
Privi di espressione.
Ma credo solo che gli stia chiudendo.
Dentro di se.
Sta chiudendo le emozioni dentro di se.
Occlumanzia.
E continua a osservare quella fotografia.
Non ho idea chi ci sia raffigurato.
Non ce ne sono altre sparse per la casa.
Credo che la tenga in mezzo a quel libro.
Come un cimelio.
Deve avere un importante valore per lui.
La nasconde.
Non vuole che gli altri la vedano.
Non vuole che divenga parte della vita di altri.
Ma solo sua.
Quella fotografia è solo sua.
Mi fermo per un attimo a osservarlo.
Intanto bevo l’acqua.
Credo si sia accorto di me.
Finalmente.
Spero che dica qualcosa.
Perché io proprio non ho parole.
Ma ripone la foto nel libro.
Lo chiude.
Si alza e ed entra nella sua stanza.
Richiudendosi la porta alle spalle.
Nessuno sguardo.
Nessuna parola.
Nemmeno questa volta.
E’ come se io non ci fossi.
Vorrei sapere chi c’è racchiuso in quella foto.
Che ricordi racchiude lui in quella foto.
Che emozioni.
Perché è chiaro che qualcosa c’è.
Ed è qualcosa di importante per lui.
Di estremamente importante.
Però odio quando fa così.
Mi fa sentire una nullità.
Come se io non fossi niente.
Niente per lui.
Prima mi bacia.
Un attimo dopo non sono nessuno.
Mi metto nuovamente a letto.
Chiudo gli occhi.
Questa volta il sonno si impossessa di me.
E dormo per molte ore.
Come poche volte è successo.
Come se non volessi tornare alla realtà.
Perché non so se voglio affrontarlo.
Ho paura.
Ho davvero molto paura.
Non voglio perderlo.
Mi tiro pesantemente su dal letto.
Mi massaggio le palpebre.
Poi mi dirigo direttamente verso il bagno.
Mi guardo allo specchio.
Sono orribile.
Meglio della prima volta che mi sono specchiata qui.
Appena lasciata la prigione.
Ero magrissima.
Ho ripreso un po’ di peso.
E i capelli non sono più aggrovigliati.
Sempre incasinati.
Ma quello è normale per me.
Ci combatto da una vita.
Mi bagno il viso.
L’acqua è gelida.
Ma mi rinfresca le idee.
Mi asciugo ed esco.
La cucina è deserta.
Il soggiorno pure.
E non credo sia in camera sua.
E’ tardi.
Anche se non ci sono lezioni.
Sarà in laboratorio.
O da qualche altra parte.
Solo lui lo sa.
Mi avvicino alla libreria.
Cerco il libro di ieri.
Quel libro.
Ma non c’è.
Deve tenerlo nascosto in camera sua.
O da qualche altra parte.
Di certo non a mia portata di mano.
Sa bene quanto io sia curiosa.
E poi sono amica di Harry.
Deve aver sicuramente pensato a nasconderlo bene.
O a incantarlo.
Non so quanto sia un bene per me sfidare Piton.
Non voglio che le cose mi si rivoltino contro.
Non voglio.
La situazione è già difficile così.
E la notte non ha portato consiglio.
No.
Direi proprio di no.
Sono ancora più confusa di prima.
C’è una vocina che mi dice di lasciar perdere.
Un’altra che suggerisce di provarci e rischiare.
E io non so cosa fare.
So solo che ho bisogno di parlare con lui.
Devo sapere cosa pensa.
Cosa sente.
Cosa vuole.
Ma lui non c’è.
Sono sola.
Lo aspetterò.
E lo aspetterò dove dico io.
Anche se lo farò infuriare.
Mi avvicino alla sua camera da letto.
Per sicurezza busso.
Ma so che non è in casa.
Apro la porta e infatti è vuota.
Richiudo la porta e mi siedo sul bordo del letto.
Lo aspetterò qui.
Mi guardo attorno.
La stanza è esattamente come la ricordavo.
Come la prima volta che sono entrata.
E l’ultima.
Sino ad ora.
E’ spoglia.
Non c’è nulla di nuovo.
Vado a dare un’occhiata alle ampolle all’interno della vetrinetta.
Sono tante.
E ci sono tutte. Non ne manca nemmeno una.
L’essenza di Dittamo usata da me è stata rimpiazzata.
Ora ce n’è un’altra.
Ricordo ancora tutto.
La mia prima lezione di Pozioni.
Ebbi subito paura di Piton. Come tutti.
Ma capii all’istante che era un insegnante eccezionale.
Lo capii subito.
Ricordo le sue parole.
‘La sottile scienza e l’esatta arte del preparare pozioni.’
Aveva ragione.
Aveva assolutamente ragione.
-Cosa diavolo ci fai tu nella mia stanza!?
Una voce gelida e distaccata interrompe i miei pensieri.
E’ Piton.
E’ rientrato.
E io sono nella sua stanza.
Ed è visibilmente irritato.
-Io-Io..
-Cosa ti dissi la prima volta che sei entrata in questa casa!? Quale è stata!?- chiede sibilando.
E’ furioso.
Ma non mi importa.
-Volevo solo..
Mi interrompe.
-Cosa ti dissi la prima volta che sei entrata in questa casa!? Dimmelo!
-Che la sua camera era off limits e che non mi era permesso frugare tra le sue cose..- dico sbuffando.
La deve smettere.
Non siamo più a scuola.
E non mi deve trattare così.
-Vedi, vedi che le sai le cose! Ti ostini ad infrangere le regole! La vicinanza con Potter ti ha rovinata, Granger!
Harry.
Harry. Tira fuori sempre Harry.
Lui non c’entra nulla ora.
Questa è una questione tra me e lui.
Non tra lui ed Harry.
Mi sta facendo innervosire.
Detesto questo suo modo di fare.
-Cosa c’entra ora Harry!? Harry non c’entra nulla! La smetta! La smetta di metterlo in mezzo ogni volta che se la deve prendere con me!! La smetta!
Sto urlando.
Non so nemmeno io perché lo sto facendo.
-Modera la lingua, Granger! Sono sempre il tuo professore!- sibila.
Gli occhi gelidi.
Non vedo più nulla nei suoi occhi.
Nessun calore.
Solo ghiaccio.
-No non me ne frega nulla! Ci siamo baciati ieri! Lei mi ha baciata!!
Urlo con tutto il fiato che ho in corpo.
Mi deve sentire.
Deve mettersi in testa che è successo.
-Abbassa immediatamente la voce.- sibila scandendo lentamente le parole.
-Perché altrimenti cosa succede?!
-Potrei non rispondere più delle mie azioni, Granger. Non so quanto ti convenga!
E’ una minaccia?
Perché cosa vuole fare?
Lanciarmi qualche fattura?!
Qualche incantesimo?!
Può pure farlo.
Non mi interessa.
-A dir la verità l’ha già fatto! L’ha fatto proprio ieri sera, ricorda!?
Vedo un lampo nei suoi occhi.
Ma svanisce subito.
Chiude gli occhi.
Ma li riapre immediatamente.
-Non si dovrà mai più ripetere una cosa del genere.
-Non abbiamo fatto nulla di male.- mormoro.
Devo calmarmi.
Non posso attaccarlo così.
Con lui non funziona.
E’ lui quello che in un attimo ti paralizza con le sue frecciatine.
Non io.
Io devo andare cauta.
So che posso riuscire a prenderlo.
Devo solo stare calma.
E ragionare.
Usa il cervello, Hermione.
-Sì invece!! Io sono il tuo professore e non dovrei nemmeno pensare di fare quello che ho fatto!
Si sente in colpa.
Ed è anche in imbarazzo.
Non gli deve essere mai successo.
Non ha mai toccato una sua studentessa.
Ne sono sicura.
Per questo gli da tanto fastidio.
-Lo so che è il mio insegnante ma sono stata io a provocarla..
-Ancora peggio! Non dovrei accettare le provocazioni e tantomeno far sì che l’istinto prevalga sulla ragione! Insomma, sono io l’adulto qui e non posso permettermi di comportarmi in una simil maniera!
Sembra sconvolto.
Disgustato.
Ma non da me.
Da lui stesso. Dal suo comportamento.
Ma non deve esserlo.
Non ha fatto nulla di male.
Nulla.
-Lei mi ha baciata perché lo voleva fare..Lo so che lo voleva, e pure io!!
Mi avvicino un po’ a lui.
Ma non troppo.
Non voglio che si agiti e se ne vada.
-Non ha importanza cosa voglio, non lo capisci!? Ho fatto la cosa sbagliata, punto e basta!
‘Non ha importanza cosa voglio.’
Allora qualcosa c’è.
Ho ragione io.
Non è stato solo istinto.
Lo voleva. Lo voleva davvero.
Sei una persona troppo corretta, Severus.
Mi viene da sorridere.
-E cosa vuoi, Severus?
-Ho detto ‘punto e basta’.- mormora a denti stretti.
Nemmeno mi sgrida per averlo chiamato per nome.
Non potrà mettere a tacere il suo cuore per sempre.
Qualcosa c’è.
Lo so. Lo sento.
Qualcosa ci dev’essere per forza.
Mi avvicino ancora di più.
Lo guardo negli occhi.
Sta trattenendo il respiro.
E’ nervoso.
Ha paura che io faccia sciocchezze.
Che lui faccia nuovamente una sciocchezza.
-Pensaci Severus, perché la risposta è proprio qui..- mormoro poggiando il dito indice all’altezza del suo cuore. -..e non qui.- aggiungo spostando il dito dal petto alla sua tempia. -Io so cosa vuoi, Severus Piton, e te lo posso dare..te lo voglio dare.
Ecco. L’ho detto.
L’ho detto davvero.
Alla fine è prevalsa la seconda vocina.
Ma sento che è davvero quello che voglio.
E’ Severus Piton che voglio.
Lo stronzo, il bastardo ed ex-Mangiamorte Severus Piton.
Voglio proprio lui.
Esco dalla stanza.
Non gli do il tempo di rispondere.
Ora non mi deve dire nulla.
Non mi può dire nulla.
Deve solo pensare.
Riflettere.
La risposta la ha già.
Mi ha baciata.
La risposta è lì.
Non è stato istinto.
E’ stato qualcosa di più.





Capitolo di passaggio che serve a mandare avanti il racconto..a sbrogliare i pensieri e i problemi.
Spero vi piaccia anche se non ci sono scene forti e ad alto-rischio-d'infarto :) ma vi prometto che arriveranno presto anche quelle, di nuovo :D

Come vedete ho aggiornato anche oggi..vi amo e non posso lasciarvi senza capitoli da leggere..dunque ho scroccato la connessione al vicino.. shhhh non ditelo a nessuno!! ahahahah (intanto è una rete libera..affari suoi XD)
 

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Capitolo 17
*** E' morta ***


Capitolo 17 - E' morta


 
Sono giorni che non parliamo.
E ci vediamo anche poco.
Le vacanze sono finite.
Lui è tornato al suo lavoro.
E io sono qui.
Sola.
Sola come mai mi ero sentita prima.
Perché lui non c’è.
O meglio, è come se non ci fosse.
E ricordo anche il nostro bacio.
Ciò che ho provato a quel contatto.
E ricordo i giorni precedenti. Mi mancano.
Mi mancano i momenti passati con lui.
Quando potevo appoggiarmi a lui.
Quando lo stuzzicavo.
Quando si adirava.
Ora è come se non esistessi.
E lui continua a guardare quella foto.
Tutte le notti.
Mi alzo e lo vedo. Lui è lì.
Con la fotografia tra le mani.
Quella maledetta foto.
Prima della notte del bacio non l’avevo mai vista.
Deve averla tirata fuori quel giorno.
Ma perché?
Parla forse con la foto?!
E’ come se cercasse una risposta.
Una risposta in una foto.
Vorrei sapere chi c’è raffigurato.
Lo vorrei tanto sapere.
Perché è come perso.
Quando tiene quella foto in mano è come se fosse assente.
Perso.
Come se esistesse solo lui.
E quella foto.
Sono in camera mia. Aspetto che rientri.
Se rientrerà.
Non so dove sia.
Intanto penso.
Ci penso ancora.
Ho tante domande.
Tante.
Troppe.
E vorrei sapere cosa vuole.
Perché io ormai lo so.
Sì. Lo so.
E’ accaduto tutto all’improvviso.
Mai me lo sarei immaginato.
Ma è lui che voglio.
Nonostante i suoi difetti.
Ma io amo i suoi difetti.
Li amo più dei suoi pregi.
Per amare quelli non ci vuole nulla.
E so anche che è un casino.
Che tutta questa situazione è un casino.
Che è complicato.
Per me.
Per lui.
Forse per lui di più.
Anzi, sicuramente.
Ma voleva quel bacio.
Lo voleva con tutto se stesso.
Lo so.
So che è così.
E non può negarlo.
Poi sento un rumore.
E’ tornato.
Aspetto un attimo.
Ora prenderà quel vecchio libro.
Si accomoderà sulla logora poltrona.
E tirerà fuori la foto.
E io uscirò fuori dalla mia stanza.
Come tutti i giorni.
Lui nemmeno mi guarderà.
E io mi avvicinerò a lui.
Poi vedremo cosa succederà.
Attendo ancora.
Respiro.
Poi apro la porta.
Infatti lui è lì.
Come previsto.
Mi avvicino e mi siedo sul divano.
Lui nasconde la foto.
Subito.
E’ turbato.
Lo vedo dal suo viso.
E irritato.
L’ho disturbato.
-Cosa vuoi, Granger?
Sì, è irritato.
E io sono dispiaciuta.
Forse addirittura ferita.
E’ completamente freddo.
Distaccato.
Nemmeno i primi giorni era così.
Mi fa male.
Mi fa tremendamente male.
-Volevo solo dirle che..bè..vabbè intanto non le interessa..- mormoro abbassando lo sguardo.
E’ vero.
Non gli interessa.
Nulla. Nulla di nulla.
Nulla che possa riguardare me.
Vedo che mi sta guardando.
Sospira.
-Mi interessa.- dice con tono calmo sospirando nuovamente.
Gli interessa.
No. Non può interessargli.
E’ Piton.
E’ Severus.
-Io..Bè..Io..Il punto è che mi sta ferendo così..quindi preferirei chiarire definitivamente le cose.
-Non voglio ferirti, Granger..ma le cose rimangono così. Io sono il tuo insegnante e tu una studentessa. Solo questo.
No.
Non può essere così.
No. Non ci credo.
E non capisco perché mi faccia così male questa volta.
Ne avevamo già parlato.
Aveva già espresso il suo pensiero.
Ma io gli avevo detto di pensarci.
Pensavo davvero che avrebbe capito.
Che avrebbe capito che ha bisogno di me.
Che ho bisogno di lui.
Invece ci ha pensato e ha decido di rompere tutto.
Di rompere tutto.
Non di tagliare.
Di strappare.
Di strappare quel piccolo legame che si era creato.
Piccolo.
Ma forte.
Perché io lo capivo.
Lui capiva me.
E io gli voglio bene. Gli voglio davvero bene.
E mi sta uccidendo.
Non ci credo che l’abbia detto davvero.
No. Non ci credo.
E in un attimo sto piangendo.
-Hermione..- dice allungando la mano.
Lo sto facendo davvero.
Di fronte a lui.
Di nuovo.
Piango per lui.
No.
Non posso farmi vedere in questo stato.
Non posso dargliela vinta.
Non deve vedere che le sue parole mi hanno ferita così.
Non deve vedere quanto io davvero tengo a lui.
Perché forse mi sono innamorata.
E voglio nasconderlo anche a me stessa.
Nego. Continuo a negare.
Perché non può essere così.
Non può essere successo.
Ma forse è vero.
E lui mi sta guardando piangere.
-No!- esclamo spostando bruscamente la sua mano.
Poi corro in camera mia.
E spero non mi raggiunga.
Come fece l’altra volta.
Lo spero tanto.
Ma questa volta non sono molto fortunata.
-Hermione!- dice a voce alta da dietro la porta.
Non voglio aprirla.
Mi tengo la testa con le mani.
Giro per tutta la stanza.
Disperata.
Le lacrime continuano a scendere.
Mi fanno male gli occhi.
A stento riesco a respirare.
Non rispondo.
Lui mi chiama nuovamente.
Ancora nessuna mia risposta.
E di nuovo la sua voce.
-Mi lasci in pace!!!- urlo con tutta la voce che ho in corpo.
Ma sono poco convincente.
La mia voce è interrotta dai singhiozzi.
E continuo a piangere.
Poi sento la porta aprirsi.
Lui dietro di me.
Gli do le spalle. Non riesco a guardarlo.
Non voglio vederlo.
Il suo viso.
La sua pelle.
Gli occhi.
La bocca.
Mi manca da morire la sua bocca.
Mi manca.
Si sta avvicinando.
Sento i passi.
E in un attimo è accanto a me.
La mano sulla mia spalla.
-Hermione, io..
Mi volto di scatto.
Fronteggiandolo.
-Non mi deve toccare!- mormoro lentamente tra le lacrime. -Non mi deve toccare.
I suoi occhi.
Non sono freddi.
C’è qualcosa.
Ma ancora una volta non capisco cosa.
-Non devi piangere..
-Non devo piangere!? Non ti rendi nemmeno conto di quello che mi stai facendo!- urlo tra le lacrime.
-So cosa sto facendo..ma credimi, è per il tuo bene.
Il mio bene.
Il mio bene.
Nessuno qui sa qual è il mio bene.
Nessuno.
Solo io lo so.
Ma non sembra importare a nessuno.
-Per il mio bene!? Per il mio bene!!?? Io mi sono innamorata di te, Severus Piton! Mi sono innamorata di te!!
Ecco. L’ho detto.
L’ho urlato.
Sono una cretina.
Una stupida.
Mi sono innamorata di lui. E gliel’ho detto.
Stupida.
Come se potesse cambiare le cose.
Come se potesse migliorarle.
Può solo peggiorarle.
Ed è proprio ciò che succede.
Lo vedo.
Si è improvvisamente irrigidito.
E’ immobile.
Gli occhi neri. Persi.
Le labbra serrate.
Non sa cosa fare.
Io mi siedo sul letto.
Le mani tra i capelli.
-Hermione io..io ho già una donna.- mormora.
E io mi sento mancare l’aria.
Non respiro.
Non respiro affatto.
E continuo a piangere.
Ha già una donna.
No. Non è possibile.
Mi sta mentendo. Mi sta mentendo.
Deve essere così.
Mi sta mentendo.
‘Io ho già una donna.’
Piango ancora più forte.
Poi un lampo nella mia testa.
Capisco.
Certo. Come ho potuto non capire prima.
Sono una stupida.
-La-La foto? E’ la foto della sua donna quella che guarda tutte le notti!?
La mia voce non sembra nemmeno la mia.
E’ completamente sconvolta.
Atona.
Il suono che esce è spaventoso.
Come se fossi scordata.
Una chitarra scordata.
O un pianoforte.
Sono una stupida.
-Sì. E’ lei.
E’ tutto ciò che dice.
-Mi hai baciata..
-Lo so..è stato un errore.
Il suo viso è pallido.
Gelido.
I suoi occhi nero pece.
Un nero intenso.
-L’ha tradita..l’ha tradita!- dico respirando piano.
-Sì, l’ho tradita.- ammette.
E’ uno schifoso.
Un lurido bastardo.
Traditore.
Non avrà tradito l’Ordine.
Né Silente.
Ma ha tradito la sua donna.
E questo è ancora peggio.
-Lei mi fa schifo.- dico asciugandomi le lacrime.
Non devo piangere.
Non devo piangere per questo schifoso.
Un viscido.
Un verme.
Uno schifoso traditore.
-Niente di nuovo. Ti facevo schifo anche prima che tu arrivassi qui in questa casa.
-No. No, non è così. L’ho sempre difesa di fronte agli altri che le davano del bastardo..ed ecco cosa ho ricevuto. Che schifo.
-Hai sbagliato a fidarti di me, Hermione.
‘Hermione.’
Ora il mio nome pronunciato dalla sua bocca è orribile.
Fa schifo.
Non voglio nemmeno sentirlo.
-Non mi chiami così!
-Come dovrei chiamarti?! E’ il tuo nome..
-Non deve più pronunciare il mio nome. E’ mio professore no? Riprenda a chiamarmi per cognome! Non credo sia una grande fatica per lei!
-Come desidera, Signorina Granger.
Vedo nuovamente una strana luce nei suoi occhi.
Ma sparisce subito.
-Bè? Cos’aspetta!? Perché non va da lei!? La sua donna la starà aspettando!- esclamo in tono sprezzante.
Sono disgustata dall’uomo che mi sta davanti.
Totalmente disgustata.
-Non posso andare da lei.
Questa è bella.
Quante ne inventa, Professor Piton.
Quante.
-Ah e perché!? Ha forse scoperto che il suo amore l’ha tradita!?- esclamo ridendo.
Sto ridendo.
Il mio disgusto per lui è tale da farmi ridere.
Sembro una Serpeverde.
Sembro Malfoy.
Tzè.
Vedo nuovamente quel lampo nei suoi occhi.
-E’ morta.- mormora.
Poi lascia la stanza.
 
 
 
 
 
 
 
Saaalve a tutti! Il primo che recensirà pubblicherà la mia 100esima recensione! E caspita, GRAZIEEEE!!!!!!
Vi amoo!! Non avrei mai immaginato che sarei mai riuscita a raggiungere una quota simile! Grazie davveroo!!
Spero che questo capitolo "traumatico-che ansia!" vi piaccia :)

a prestoo!!
 

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Capitolo 18
*** Dopo tutto questo tempo ***


Capitolo 18 - Dopo tutto questo tempo




 
‘E’ morta.’
‘E’ morta.’
‘E’ morta.’
‘E’ morta.’
Questa frase continua a rimbombarmi nella testa.
Un frase così breve.
Ma così intensa.
La sua donna è morta.
E lui la ama ancora.
Ecco cosa ti è successo, Severus.
Ecco perché sei così.
Perché ti nascondi dietro quella coltre nera.
Perché indossi una maschera.
Perché fuggi l’amore.
E fuggi me.
Ami ancora lei.
Per questo mi hai mandata via.
Non sono io il problema.
Non sei tu il problema.
Non è nemmeno l’età.
Né il tuo lavoro.
Il problema è Lei.
La ama ancora.
E mi sento in colpa ora.
Tremendamente in colpa.
Per non averlo lasciato in pace.
Per averlo spinto a fare cose che non voleva.
Per averlo portato verso di me.
Per tutte le sfuriate che gli ho fatto.
Per non aver capito prima ciò che succedeva.
Per avergli dato del codardo.
Del traditore.
Ma tu, Severus, non sei un traditore.
La tua donna è morta.
E tu rimani ancora accanto a lei.
Fedele a lei.
E mi hai baciata per farmi stare zitta.
Perché non ne potevi più.
Non per un tuo capriccio.
Perché tu ami ancora lei.
E stai soffrendo.
Ancora.
Io mi sento in colpa.
Gli devo parlare.
Mi devo scusare.
Sì, mi devo scusare.
Perché sono stata una stupida.
Mi sono comportata da sciocca.
Da ragazzina.
Sono stata saccente.
Ho sempre creduto di sapere tutto.
Di sapere tutto di te.
Invece non sapevo nulla.
Devo andare da lui.
Devo farlo subito.
Ma non so dov’è.
Potrebbe essere ovunque.
-Herbert..- mormoro.
Ho bisogno di lui.
Mi deve aiutare.
-Signorina, Herbert qui!- esclama l’Elfo guardandomi da dietro i suoi occhialetti.
-Ho bisogno di te, Herbert! Mi devi dire dove il Professor Piton tiene il Mantello dell’Invisibilità.
L’Elfo mi guarda.
Spalanca un attimo gli occhi.
Poi torna normale.
-Herbert vorrebbe tanto ma non può aiutare Signorina. Padrone nasconde Mantello.
-Herbert lo so che sai dove si trova! Lo so! Per favore, Herbert!
-Sì, Herbert sa, ma Padrone si infurierebbe se Herbert dicesse a Signorina dove si trova.
Mi deve aiutare.
Solo lui può farlo.
Cerco di fare lo guardo più dolce di cui sono capace.
Il più dolce.
-Herbert, devo andare dal Professor Piton, subito..e ho bisogno del Mantello..
-Herbert molto dispiaciuto..
Ok basta fare la dolce.
Non ottengo nulla.
-Herbert! Ti ho detto di darmi quel maledetto Mantello dell’Invisibilità se non vuoi trovarti senza lavoro e senza una famiglia da servire!!- tuono.
Povero Herbert.
Non volevo essere così cattiva.
Lo vedo spalancare gli occhi.
Si gratta il naso.
Poi scoppia a piangere.
-No, Signorina! No! Signorina non può fare questo a Herbert! Herbert bravo Elfo Domestico! No!!- esclama l’elfo tra i singhiozzi, piangendo sempre di più.
-Se mi dai il Mantello potrai continuare a servirci..
-Herbert non può!!- esclama ancora più forte.
-Sì che puoi Herbert! Ti prometto che se mi aiuterai non correrai nessun pericolo!
L’elfo solleva la testa.
Mi guarda.
Si asciuga gli occhi.
-Signorina promette a Herbert di non cacciarlo?
-Sì, Herbert.- mormoro sorridendogli.
Mi fa tenerezza.
E’ così buono.
‘POP’
Si è smaterializzato.
Spero stia cercando il Mantello.
Non ho molto tempo.
‘POP’
E’ di nuovo qui.
Il Mantello dell’Invisibilità ripiegato con cura tra le mani.
-Ecco, Signorina.- mormora porgendomelo.
-Grazie, Herbert. Sei il miglior Elfo Domestico che io abbia mai conosciuto! Ora puoi andare..- mormoro chinandomi e baciandogli la punta del naso.
Lo vedo diventare rosso.
Le orecchie si girano come a strizzarsi.
Poi iniziano a girare come due eliche.
Ridacchio.
E’ buffo.
‘POP’
Si è smaterializzato.
Mi metto addosso il Mantello.
Mi avvicino alla porta.
Spero non ci siano incantesimi.
Poggio la mano sulla maniglia.
La abbasso.
Non succede nulla.
Metto un piede fuori.
Nulla.
Esco completamente.
Sembro essere salva.
Nessun incantesimo.
Attraverso il corridoio.
Corro.
Non devo fare rumore.
La porta del laboratorio.
Prima controllo qui.
Poi se non c’è lo cercherò ancora.
Apro piano la porta.
Mi affaccio.
La stanza è illuminata da una luce soffusa.
Il buio è prevalente.
Ma lo vedo.
In piedi di fronte al banco dal lavoro.
La testa china.
Le mani tra i capelli.
Mi fa male vederlo così.
Entro.
Chiudo la porta alle mie spalle.
Piano.
Mi avvicino a lui.
Piano.
E’ immobile.
Ma vedo la disperazione nel suo volto.
Rimango coperta dal Mantello.
Avvicino la mano al suo viso.
Gli sposto una ciocca di capelli.
Delicatamente.
Salta un momento sul posto.
Ha sentito il mio tocco.
Il mio contatto.
Alza lo sguardo.
Non vede nessuno.
Ma io vedo i suoi occhi.
Neri.
Nero pece.
Ma distrutti.
Posso guardarci dentro.
Posso immergermi e vedere la sua vita.
I suoi pensieri.
I suoi ricordi.
Le sue emozioni.
Come se immergessi la testa in un Pensatoio.
Sa che sono lì.
Non mi vede.
Ma sa che sono lì.
Ad un passo da lui.
La mano ancora sul suo viso.
La ciocca di capelli incastrata tra le dita.
Lo vedo allungare la mano.
E in un attimo il Mantello è via.
A terra.
E io sono di fronte a lui.
Che gli sorrido cercando di scusarmi.
-Sai che non dovresti uscire, vero?- mormora con un finto tono duro.
-Sì, lo so..ma non potevo lasciarla da solo.
Si volta.
Fissa un punto imprecisato di fronte a lui.
E la mia mano scivola via.
-La notizia ti ha turbata?
Il tono è calmo.
Non vuole essere duro.
Non ha la forza di esserlo.
Non ora.
-Io..non potevo immaginarlo..Mi dispiace..per le cose che le ho detto..non le penso veramente..
Mi guarda negli occhi.
Sempre quello sguardo.
Pieno di dolore.
-Le hai sempre pensate, Hermione..
-Io le pensavo quando ancora non la conoscevo..Guardandola da fuori non è..facile immaginare che lei sia..così diverso da come appare..
-Tutti portiamo maschere..
-Ha ragione ma..
-Ma niente..Tu non avresti dovuto conoscere..la parte migliore di me.
‘Tu non avresti dovuto conoscere la parte migliore di me.’
Perché parli così, Severus?
Ho quasi le lacrime agli occhi.
Ma le caccio indietro.
Non è il momento di piangere.
-Perché?
-Perché è pericoloso..per te. Io ho fatto tante cose, cose brutte, che tu non puoi nemmeno immaginare..Il mio passato Hermione..
-Il passato è passato!
Si sta preoccupando per me.
Di nuovo.
Ma a me non interessa il suo passato.
So che è stato un Mangiamorte.
Ma appunto, lo è stato.
E’ passato.
-Il passato è parte della nostra vita e prima o poi viene a farci una visita..Il passato fa parte del nostro presente, Hermione..proprio come hai potuto vedere oggi.
I suoi occhi sono spenti.
Continua a soffrire.
Che cosa è stata la sua vita?
Continua sofferenza.
Ingoio la saliva.
Sono tesa.
-Com-Come si chiamava?- domando.
Sa di chi sto parlando.
La donna.
Si irrigidisce.
E’ combattuto.
Non sa se dirmelo oppure no.
-Si chiama..Lily.- dice in un soffio tornando a guardare di fronte a sé.
Lily.
Lily.
Poi capisco.
Ho i brividi.
Come se un secchio d’acqua fredda mi avesse colpita.
Lily.
Ecco perché quell’odio per Harry.
-..Lily..Potter?- mormoro.
Sospira.
-Lily Evans.- mormora sospirando di nuovo.
-..La mamma di Harry..
-..La mamma di Harry..- ripete le mie parole.
Questa notizia mi sconvolge.
Completamente.
Tante cose ora sono più chiare.
Tante.
-Voi due eravate..
Non mi fa finire la frase.
-..solo amici..- La sua voce è strozzata, pesante. -..migliori amici.- aggiunge.
Erano migliori amici.
Ha perso la sua migliore amica.
Ha perso la donna che amava.
E la ama ancora.
E ha vissuto per proteggere Harry.
I ricordi riaffiorano.
Gli incantesimi contro Raptor alla partita di Quidditch.
Di fronte all’avviso che la Camera dei Segreti era stata aperta.
Quando Lupin trasformato in Licantropo lottava contro Sirius.
E tutte le altre volte.
Ma odiava Harry.
Lo odiava perché amava Lily.
Ma l’ha protetto per lei.
-E la ami ancora..- mormoro tra me e me a voce leggermente più alta.
-Sì.- annuisce guardandomi.
Sono passati tanti anni.
E lui la ama ancora.
-La ami ancora..dopo tutto questo tempo?
-Sempre.- mormora.
Abbasso gli occhi.
Non riesco a guardarlo.
Mi fa male guardarlo.
Mi fa tremendamente male.
Non posso crederci.
Dopo tutto questo tempo. Lui la ama ancora.
La ama ancora.
E’ stato fedele per tutti questi anni.
Lo è sempre stato.
Nonostante non fosse sua.
Nonostante avesse avuto un figlio da un altro.
E l’ha tradita a causa mia.
Perché sono stata io a spingerlo.
Mi sento in colpa.
E pure stupida.
Molto stupida.
-Capisco..- mormoro.
Non c’è molto che io possa dire.
Sono proprio senza parole, a dir la verità.
-Volevo chiederti se..potresti promettermi di non farne parola con nessuno.
-Oh sì, certo! Certo!
-Grazie.- mormora.
-Non lo farei mai. Lei..Lei è la persona più leale e fedele che io abbia mai conosciuto.
-Non proprio..- dice sospirando.
Abbasso lo sguardo.
So a cosa si riferisce.
Ma non può farsene una colpa.
Lily è morta.
E se mi ha baciata è stata solo colpa mia.
-Quello è stato un errore..
Un errore.
Forse.
Ma mi sono innamorata di te, Severus Piton.
-Avevi ragione.
Questo mi colpisce.
Lo guardo negli occhi.
Mi sta guardando.
-Riguardo cosa di preciso?- domando.
-Quando ti ho baciata..l’ho fatto perché volevo farlo. Avevi ragione.
‘L’ho fatto perché volevo farlo.’
Voleva baciarmi.
E l’ha fatto.
Voleva baciarmi.
Sorrido.
Sorrido timidamente.
Ho gli occhi lucidi.
Ma non sto per piangere.
Solo non mi aspettavo che me lo dicesse.
Mi ha fatta emozionare.
-Però ami lei..- mormoro a bassa voce.
-Sì..
-Quindi come facciamo?
-Non lo so.- ammette sospirando.
Ama Lily.
Ma mi ha voluta baciare.
Ciò significa che almeno un po’ ci tiene a me.
Sorrido.
Ho ancora una possibilità.
Ma non voglio strapparlo via.
Non voglio allontanarlo da lei.
Da Lily.
Lui la ama ancora.
Dopo tutto questo tempo.
Sempre.






Ciaoo a tutti :D Siamo arrivati al 18esimo capitolo! Quasi non ci credo! Ho scritto 19giorni di fila, vi rendete conto!? Non mi era mai successo! Che brava che sto diventando! Mi sono molto affezionata a questa storia..molto!
..e non so ancora quando finirà a dir la verità..contenti??
Come avrete sicuramente notato ho inserito una citazione della Row..."After all this time? Always."
Io amo questa frase. La amo. Ogni volta che la leggo, la sento o la dico, mi viene voglia di piangere..ed è proprio ciò che sta succedendo ora!
Spero che questo capitolo vi piaccia..a me piace tantissimo ed è anche molto importante perchè nelle ultime battute che Severus e Hermione si scambiano è nascosto un messaggio.

Domani non so se aggiornerò perchè...bè perchè E' IL MIO COMPLEANNO e dunque festeggio e non so se avrò molto tempo per scrivere! Quindi se volete farmi un regalo RECENSITE QUESTA STORIA TANTE VOLTE :D:D e fatemi sapere anche cosa pensate dei primi capitoli visto che hanno solo 2-3-4 recensioni.

Un bacione grande
Dis294

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Capitolo 19
*** Paure ***


Capitolo 19 - Paure







Continuo a pensarci.
A pensare a quell’uomo che mi sta accanto.
Con cui condivido le mie giornate.
Che conosce la parte più debole di me.
Che mi ha salvato la vita.
Mi ha aiutata.
E mi ha baciata.
Ma che ama un’altra donna.
Una donna morta.
Morta tanto tempo fa.
Eppure lui la ama ancora.
Dopo tanto tempo.
Ma ammette di provare qualcosa per me.
O meglio, di avermi voluta baciare.
Mi ha baciata perché lo voleva.
Lo voleva davvero.
Io mi sono innamorata di lui.
Mi sono davvero innamorata di lui.
Ma non so davvero cosa fare.
Non voglio che lui stia male.
Insomma, lui la ama.
Ma non è giusto nemmeno che soffra io.
Io lo amo.
Sono in soggiorno.
Cammino avanti e indietro.
Avanti e indietro.
Ancora.
E ancora.
Mi torturo le mani.
Mi graffio la pelle con le unghie.
Me le mangio.
Mi strappo la pellicina.
E continuo a camminare.
Avanti e indietro.
Lui è nella sua stanza.
Siamo rientrati e lui si è chiuso dentro.
Io non so perché sono ancora qui.
Perché sono in piedi.
E sveglia.
Ma continuo a pensare.
A tutto ciò che è successo.
A quello che mi ha detto.
Che gli ho detto.
Ai giorni passati insieme.
Ai momenti più belli.
A quelli più brutti.
Alle mie lacrime.
Alle sue sfuriate.
Alle carezze.
Al nostro bacio.
Al calore che ogni momento mi da quell’uomo.
Una sensazione mai provata.
Poi la porta della sua stanza si apre.
Io mi blocco immediatamente.
E lui è di fronte a me.
Sulla soglia della porta.
-Hermione..- mormora sospirando.
Il suo viso è pallido.
Le labbra strette.
Gli occhi caldi.
Non freddi.
Non pericolosi.
Calmi.
Caldi e calmi.
Mi guarda.
Lo guardo.
-Sì?
-Sono più di due ore che vai avanti e indietro per la stanza..
Abbasso lo sguardo.
Sono due ore che passeggio per la stanza.
Sono paranoica.
Mi sta ancora guardando.
-Mi-Mi scusi..non volevo svegliarla..- balbetto.
Lo sguardo sempre basso.
-Non stavo dormendo..
-Allora mi scuso per averla disturbata..
-Non mi hai disturbato..
Non l’ho svegliato.
Non l’ho disturbato.
Cosa vuole allora?
Cosa vuole?
Lo vedo avvicinarsi a me.
Continua a guardarmi.
E si avvicina ancora di più.
Sempre di più.
Finchè non è di fronte a me.
Ad un passo da me.
-Le serve qualcosa, Professor Piton?- chiedo calcando volutamente le ultime due parole.
Professor Piton.
Non so nemmeno io perché ora sto facendo così.
Perché sto cercando di distaccarmi da lui.
Ma forse è giusto così.
Lui ama Lily.
Amerà per sempre Lily.
Ma mi ha baciata.
Ha voluto baciarmi.
Nonostante esistesse Lily.
Ma Lily esisterà sempre.
Nella sua mente.
Nel suo cuore.
Nella sua anima.
Nella sua vita.
E io non sono nessuno.
Solo una stupida ragazzina.
Che ha baciato.
Perché voleva farlo.
-A dir la verità, sì.
-Cosa?
-Che tu non mi odi..Hermione. Ho bisogno che non mi odi..nonostante quel che ho fatto e detto..
Io non lo odio.
Non riuscirei mai ad odiarlo.
In fin dei conti non l’ho mai odiato.
Solo non l’apprezzavo.
Ma non lo conoscevo.
-Ma io non ti odio!- mormoro sorridendogli.
Non voglio che pensi che io lo odi.
Perché non è vero.
-Lily..io non dimenticherò mai Lily.
I suoi occhi brillano.
In quel pozzo nero c’è una piccola luce.
Sta soffrendo.
-Io non voglio che lei dimentichi Lily..
Non voglio che dimentichi Lily, Severus.
Voglio che ami me.
Tenendo a mente lei.
Senza dimenticarla.
-Non posso dimenticare Lily..
-Non deve dimenticare Lily!! Non deve farlo..
-Io non posso amare, Hermione..devi capirlo. Non posso amare.
‘Non posso amare.’
-Sì che puoi amare! Certo che puoi farlo!
-No, Hermione.
Scuote la testa.
Mi guarda dritto negli occhi.
-Tu ami Lily, Severus..Lo so che la ami, ma Lily è morta..
-Lo so che è morta..l’ho uccisa io.
Rimango impietrita di fronte a quelle parole.
Di fronte a quello sguardo.
Uno sguardo pieno di dolore.
Sofferenza.
Pena.
Senso di colpa.
‘L’ho uccisa io.’
-No che non l’hai uccisa tu! E’ stato Vol-Tu-Sai-Chi ad ucciderla..
-Fui io a dire al Signore Oscuro del bambino prescelto..Lily è morta a causa mia!
Lo guardo scioccata.
Questo mi fa male.
Davvero male.
E’ morta a causa sua.
La sua migliore amica.
La donna che ha sempre amato.
-Io sono sicura che tu non volessi che accadesse..Avrebbe dovuto prendere solo Harry, e risparmiare lei. Invece lei non è più qui ed Harry è vivo grazie al suo amore, al suo sacrificio..
-Non doveva andare così..ma è accaduto. Lily è morta perché io ero solo uno stupido ragazzino idiota che ha preso l’unica strada che avrebbe dovuto scartare a priori.
-Ma ora sei un uomo, Severus..e la strada giusta l’hai trovata. Non puoi punirti per tutta la vita, non puoi. Hai sofferto abbastanza, non credi!? Non ti immagini nemmeno tutto ciò che hai fatto per Harry e per tutti noi..devi riprendere a vivere..
-Io non ho mai davvero vissuto, Hermione.- sospira. -Mai.
-Allora è tempo di iniziare, non credi?- esclamo sorridendo dolcemente e prendendogli la mano.
Gli accarezzo il dorso con il pollice.
Io ci sono per lui.
Deve capirlo.
Deve sentirlo.
-Rifarmi una vita!? Ora?!- esclama ridendo.
Una risata fredda. Gelida.
Ma carica di sofferenza.
-Io non sto ridendo.- esclamo seria.
E lui si zittisce.
Sono riuscita a zittire Severus Piton.
-E’ tardi Hermione..non è a quasi 40 anni che si inizia a vivere.
Queste cose mi fanno incavolare.
Non significano nulla.
Chi lo dice ha paura.
Chi lo dice non vuole rischiare.
Chi lo dice è solo un codardo.
Ma non posso dirgli che è un codardo.
Non di nuovo.
-Non è tardi! La verità è che tu hai paura!- esclamo.
-Io non ho paura!- risponde lui indispettito.
Brucia, Severus?
Ti senti toccato?
La verità è che hai paura.
Non puoi negarlo.
-Sì che hai paura, Severus! Hai paura di amare, di vivere o semplicemente di me!? Dimmelo!
Potrebbe essere qualsiasi cosa.
Potrebbe avere persino paura di me.
Pensa che io lo voglia solo usare.
Che sia solo una stupida ragazzina.
Che io non sia in grado di dargli ciò di cui ha bisogno.
Ma io posso farlo.
E voglio farlo.
-Perché dovrei avere paura di te!?
-Forse perché ho 20 anni meno di te, sono una tua studentessa e ti ho detto di essermi innamorata di te!
-Tu non sei innamorata di me, Hermione..non puoi esserlo!
Non capisce.
Lo facevo più intelligente.
E invece per queste cose si perde in un bicchier d’acqua.
Lo guardo dritta negli occhi.
-Non posso esserlo?
-No..
-Il giorno che ci siamo baciati..te lo ricordi? Io non avevo mai provato nulla di simile, Severus..mai. Quello che provai quando baciai Ron non è nemmeno lontanamente paragonabile alla sensazione che ho provato quando ho sfiorato le tue labbra.- esclamo sospirando. -E non avrei mai potuto immaginare di provare una sensazione simile, con nessuno, tantomeno con te che non ti avevo mai guardato se non con gli occhi di una studentessa..
Il ricordo del nostro bacio.
Sento il calore sulla pelle.
Come se stesse succedendo proprio ora.
Ma è solo una sensazione.
Perché lui è qui.
Di fronte a me.
Le nostre dita intrecciate.
Ma niente di più.
-Avresti dovuto continuare a guardarmi così..
-Avrei voluto, credimi che avrei voluto, ma non ci sono riuscita. Non ci riesco più ormai da molto tempo.
Sospiro.
Sospira.
-Non puoi esserti innamorata di me..
-Ne sei tanto convinto?!
-Sì.
E’ la sua unica risposta.
Non capisce.
Non capisce proprio.
E questo mi fa male.
Molto male.
Mollo la sua mano.
Abbasso lo sguardo.
Ma lui mi sta ancora guardando.
Osservando.
Perforando con i suoi occhi neri.
-Bè, ti sbagli..e prima metterai da parte il ricordo di Lily, prima lo capirai.- dico, poi sospiro. -Lei è morta, non tornerà..e, dopo tutti i sacrifici che hai fatto per lei e per tutti noi, non vorrebbe mai vederti così. Sarebbe la prima a dirti che stai sprecando la tua vita. Io non la conoscevo, ma sono sicura che direbbe questo..perchè è ciò che direbbe qualsiasi persona intelligente..e se tu ti sei innamorata di lei, evidentemente doveva esserlo.
-Tu non capisci, Hermione..- dice scuotendo la testa.
-Oh no, io ho capito benissimo. Sei tu che non hai ancora capito.
Lo guardo un’ultima volta negli occhi.
Poi me ne vado in camera mia.
Mi siedo sul letto.
Aspetto.
Aspetto che se ne torni in camera sua.
Perché ora io me ne vado.
Non ha molto senso rimanere qui.
Accanto ad una persona che non mi capisce.
Che non capisce le mie ragioni.
E che mi probabilmente non mi vuole nemmeno più qui.
Non ha bisogno di me.
E io nemmeno di lui.
Sento la porta della sua camera chiudersi.
Afferro il Mantello.
Ed esco.
Nascosta sotto il Mantello.
Invisibile a chiunque.
Corro per il corridoio.
Ripercorro quelle strade così familiari.
Le ho fatte una infinità di volte.
E arrivo alla Sala Ingresso.
Respiro.
Respiro ancora.
Apro il portone.
Ed esco.
Via. Vado via.
E’ buio pesto.
C’è freddo.
Ma non mi interessa.
Non posso rimanere lì.
E spero solo che lui non si sia accorto che non sono più lì.
Ho bisogno di stare da sola.
Per un po’.
Non so per quanto precisamente.
Ma per un po’.
E così me ne vado.
Mi fermo un attimo.
Do un’ultima occhiata al Castello.
I ricordi mi assalgono.
Lo smistamento.
I miei amici.
Le prime lezioni.
I guai con Harry e Ron.
Le risate.
Le partite di Quidditch.
Il Torneo Tremaghi.
Gli esami.
Il bacio con Ron.
La battaglia.
Voldemort.
Il rapimento.
Le torture.
Severus.
Le risate.
Il bacio con Severus.
Le lacrime
E mi smaterializzo.






Innanzitutto GRAZIE MILLE a chi mi ha fatto gli auguri :) Chi non me li ha fatti..bè tranquilli non mi offendo!Non me ne frega nulla a dir la verità!ahahha :)
Come vedete ho aggiornato anche oggi...bè ditemi poi che non vi voglio benee!!:D
Il capitolo è piccolo però è molto importante..non mi piace un granchè come è uscito però dai, accontentatevi ahahah :)

Grazie a chi mette tra le preferite, le ricordate, le seguite..a chi recensisce e a chi solo legge :)
Ho superato le 100 recensioni e sono davvero contentissima! Mai successo! Non lo avrei mai potuto immaginare!..e poi il 1CAPITOLO di questa storia ha superato le 1000 visualizzazioni :D BE' GRAZIE, GRAZIE MILLE, DAVVERO!
Vi voglio bene,
Dis294

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Capitolo 20
*** Mangiamorte contro Mangiamorte ***


Capitolo 20 - Mangiamorte contro Mangiamorte







Il Mantello dell’Invisibilità è utilissimo.
Sono a Diagon Alley.
Dentro al Paiolo Magico.
In una stanza vuota.
Ancora coperta dal Mantello.
Non sapevo dove andare.
E sono venuta qui.
E’ il primo posto che mi è venuto in mente.
Non volevo allontanarmi dal Mondo Magico.
E nemmeno troppo da Hogwarts.
Non sto scappando.
Ho solo bisogno di stare lontana da ciò che mi fa male.
Ho bisogno di pensare.
Di schiarirmi le idee.
Sono in questa stanza sporca.
Impolverata.
Piena di ragnatele.
Seduta sul pavimento.
Appoggiata alla parete.
Sotto il mantello una coperta.
Per tenermi al caldo.
Mangio una mela.
La mangio lentamente.
Cerco di assaporarne il gusto.
L’ho rubata da un cestino.
Non lo avevo mai fatto.
Non avevo mai rubato.
La pagherò.
Prometto che un giorno tornerò.
E pagherò questa mela.
La stanza è buia.
Come è buio il cielo fuori.
Entra solo una piccola luce.
Proviene dalla luna.
E mi taglia in due il viso.
Una parte luce.
Una parte buio.
Come se avessi spaccato in due una maschera.
Una parte è sul mio volto.
L’altra a terra.
Distrutta.
In mille pezzi.
Come se fosse porcellana.
Socchiudo gli occhi.
Ho bisogno di riposare un po’.
Ma non posso dormire.
Devo rimanere all’erta.
Attenta ad ogni minimo rumore.
Non posso farmi scoprire.
Tutti saprebbero che sono viva.
Anche i Mangiamorte.
E sarei in pericolo.
Poi dovrei lasciare la casa di Severus.
E non voglio.
Non voglio lasciarlo.
Anche se forse dovrei.
Sarebbe meglio.
Ma non voglio.
Ho bisogno di lui.
E lui ha bisogno di me.
Chissà se si è accorto che sono andata via.
Se l’Ordine mi sta cercando.
Se Lui mi sta cercando.
Se gli importa che sia scappata.
O se è contento.
Così finalmente può stare da solo.
Come piace a lui.
Solo.
E sono sola anch’io qui.
Sola.
Invisibile.
Non esisto.
Una strega Mezzosangue.
Che ha ucciso Voldemort.
Nascosta sotto il Mantello dell’Invisibilità.
Senza bacchetta.
Nel Mondo Magico.
Questa sono io.
E non esisto.
E’ una notte fredda.
E la coperta non basta.
Sono i ricordi che mi scaldano.
O almeno ci provano.
Mi tornano tante cose in mente.
In questo momento ricordi tristi.
I peggiori.
Questa stanza mi ricorda la prigione.
Il buio.
L’aria gelida.
La puzza di animale.
Il portone di legno.
E io ero da sola.
Come sono sola adesso.
I Mangiamorte.
Ricordo anche loro.
Le percosse.
Le Cruciatus.
Quel ‘Crucio’ ripetuto di continuo.
‘Crucio.’
‘Crucio.’
‘Crucio.’
Ogni volta con tono sempre più divertito.
Era un piacere per loro.
Uno spettacolo.
Come se io fossi una bestia.
E mi stessi esibendo per loro.
Poi le risate.
Quando mi torturavano.
Quando mi violentavano.
Brividi.
Perché quelli guardavano.
Mentre il capo agiva.
E loro si divertivano.
Erano contenti.
Lo spettacolo era di loro gradimento.
Brividi.
Magari avrebbero voluto giocare anche loro.
Brividi.
E io distesa su quel materasso.
Sotto quel corpo pesante.
Opprimente.
Il mio volto livido.
Poi pallido.
Gli occhi cerchiati.
Gli zigomi violacei.
Le labbra spaccate.
Lottavo.
Lottavo con tutte le mie forze.
Poi di nuovo quella parola.
‘Crucio.’
‘Crucio.’
‘Crucio.’
All’infinito.
E alla fine mi arrendevo.
Inevitabilmente mi arrendevo.
Senza forze.
Un corpo privo di vita.
Su di un materasso.
Il respiro debole.
Il battito veloce.
Poi lento.
Veloce.
E di nuovo lento.
E le lacrime che scendevano.
Chiudevo gli occhi.
E mi abbandonavo.
Come se non volessi sentire nulla.
Come se volessi addormentarmi.
Per sempre.
Perché la morte sembrava l’unica via di fuga.
Sembrava.
Severus.
Apro gli occhi.
Mi accorgo che sto davvero piangendo.
Ma non mi interessa.
Qui non mi vede nessuno.
La mattina arriva presto.
La luce mi bagna gli occhi.
E mi alzo.
Mi fanno male le ossa.
Il pavimento non era esattamente comodo.
Mi guardo intorno.
Devo decidere cosa fare.
Apro piano la porta.
Mi guardo intorno.
Non c’è nessuno.
Esco.
Cammino lentamente.
Non devo far rumore.
Ho fame.
Mi stringo lo stomaco con la mano.
Devo mangiare qualcosa.
Scendo al piano di sotto.
Il Paiolo Magico è pieno di persone.
Persone dall’aspetto curioso.
Qui si può trovare ogni specie di essere.
E’ curioso.
Abbandono la locanda.
Ed esco per strada.
Le attività commerciali sono già iniziate.
Le bancarelle stanno lavorando.
Prendo un’altra mela da un cestino.
La nascondo sotto il mantello.
Continuo a camminare.
Devo trovare un luogo per poterla mangiare.
Un luogo appartato.
Mi infilo in un vicolo.
Un vicolo puzzolente.
Due gatti litigano per un pezzo di carne.
Io osservo la mia mela.
E’ rossa.
Con striature giallognole.
Mi avvicino al muro in fondo alla strada.
Devo tener nascosta la mela.
La avvicino alla bocca.
Do un primo morso.
Mastico lentamente.
La addento nuovamente.
E poi sento qualcosa alle mie spalle.
Avverto una presenza.
E poi vedo un’ombra nera.
La vedo con la coda dell’occhio.
Respiro piano.
Respiro sempre più piano.
Poi mi volto.
E il mio respiro quasi cessa.
L’ossigeno non nutre più i miei polmoni.
Niente aria.
Una stretta fortissima.
5 dita chiuse intorno al mio collo.
E non c’è aria.
La vista si annebbia.
La mano si apre.
E io cado a terra.
E’ un attimo.
Il Mantello dell’Invisibilità è lontano da me.
E io sono a terra.
In ginocchio.
Mi massaggio il collo.
E una sagoma nera mi guarda dall’alto verso il basso.
Alzo lo sguardo.
So chi è.
Darren Nusin.
Il Mangiamorte.
Il capo.
Colui che mi ha torturata.
E violentata.
Ho paura.
Ho molta paura.
Ma devo essere forte.
-La piccola Hermione Granger..- mormora ridacchiando. -..pensavo fossi morta!
-Come puoi vedere, lurido bastardo, non lo sono!
-Oh fai da brava piccola! Il caro professore, l’ultima volta che abbiamo..come dire..chiacchierato, non mi aveva detto di averti tenuta in vita. Non so se perché si voglia divertire con te o perché in realtà è un traditore..
Continua a ridere.
Una risata fredda.
Psicopatica.
Fastidiosa.
E so a cosa si riferisce.
Piton.
Il giorno che l’hanno picchiato.
-Si sarà dimenticato!- esclamo.
Mi guarda.
Il viso ancora divertito.
-Non credo..ma non ha importanza ora! Sono contento che non ti abbia uccisa..potrò divertirmi un altro po’ con te!
Ancora quella risata.
-Come mi ha trovata?- chiedo cercando di prendere un po’ di tempo.
-Niente di più facile! Sai, stavo facendo una passeggiata qua nei dintorni per comprare il regalo di compleanno per mio figlio quando ho sentito un odore familiare..puzza di Mezzosangue!!- esclama ridendo. -Io sono un Animagus e quindi ho l’olfatto più sviluppato di voi altri..allora mi sono avvicinato ancora di più e ho sentito un retrogusto alla pesca che mi ha subito fatto venire in mente te..
E’ un Animagus.
Ora si spiega perché mi ha sentita.
-Quindi mi ha seguita..
-Proprio così, e non mi ero sbagliato! Bè, raramente il mio olfatto sbaglia!
-Mi vuole uccidere?
-Oh certamente, ma senza fretta! Bellatrix mi darà la giusta ricompensa quando le avrò portato il tuo corpo..sai, non è molto contenta da quando l’Oscuro Signore è morto! Prima, però, voglio divertirmi ancora un po’ con te..
Ride.
Ride ancora.
-Non ho alcuna intenzione di farmi toccare da te, bastardo schifoso.
Stringo i denti.
Non mi toccherà.
Non mi toccherà mai più.
A costo di strappargli un orecchio a morsi.
Non si deve avvicinare a me.
Non ci deve nemmeno provare.
-Potremmo fare un gioco!- esclama divertito. -Tu stai ferma lì e io ti lancio fatture fin quando non hai la forza neanche di respirare! Poi passiamo ad un altro gioco..quello che conosci bene e che sai che mi piace tanto!
Continua a ridere.
Sempre più forte.
Una risata fredda.
Gelida.
Mi scuote le membra.
E mi riporta dentro alla prigione.
-Credi che nessuno ti vedrà o ti sentirà?
-Oh non preoccuparti per questo! Ma se non mi credi iniziamo subito a giocare..Crucio!- esclama divertito.
Sono a terra.
Mi muovo in preda a spasmi.
Il dolore è lancinante.
Come se coltelli bollenti mi infilzassero la carne.
Come se mi trafiggessero.
Mi agito.
Anche se so che non serve a nulla.
Ho imparato che mi devo concentrare.
Se voglio sentire meno dolore devo concentrarmi.
E’ una cosa mentale.
Ma a volte funziona.
Chiudo gli occhi.
Stringo i denti.
E mi concentro.
E’ un dolore che ti uccide.
Ti prende le membra.
Ti penetra fin quando non ti è arrivato all’osso.
Ma se mi concentro lo sentirò di meno.
Forza, Hermione.
Forza.
-Lasciala!- sento una voce urlare da lontano.
Forse però non è lontana.
Sono io che la sento così.
Le orecchie mi rimbombano.
Conosco questa voce.
E’ dura.
Fredda.
La conosco.
Alzo lo sguardo.
E lui è lì.
Piton.
Severus.
-Severus Piton..come mai da queste parti? Sei venuto a cercare qualche strano ingrediente per le tue pozioni!?
-Non sono affari tuoi Nusin!
-Sei venuto a riprenderti la piccola schifosa Mezzosangue, Severus!?
‘Piccola schifosa Mezzosangue.’
Ho i brividi.
E Piton è strano.
La sua espressione cambia.
Cambia completamente.
I lineamenti del volto induriti.
Più del solito
E’ un attimo.
La bacchetta rivolta verso il Mangiamorte.
-Expelliarmus!- esclama, ma il Mangiamorte fa in tempo a lanciare un incantesimo scudo.
-Severus, accidenti, stiamo parlando!- esclama con tono di finta indignazione.
-Non ho alcun interesse a parlare con te, Nusin!
-Oh io sì invece..sai, ho trovato la piccola Mezzosangue che si aggirava per Diagon Alley nascosta sotto un Mantello dell’Invisibilità e allora mi son chiesto:Come mai si nasconde? Non starà mica scappando dal suo Professore Mangiamorte?.. Tu non c’eri e, visto che l’ultima volta me l’hai portata via, ho deciso di riprendermela! Non ti dispiace, vero?
-Mi dispiace eccome, invece! Da bambino non ti hanno insegnato che si prestano i giocattoli?
Ora sono un giocattolo.
Un giocattolo.
Non capisco se Piton stia al gioco.
O se lo pensi davvero.
Non voglio essere il suo giocattolo.
Non sono un giocattolo.
-Certo, Severus, che mi è stato insegnato! E a te il paparino te l’ha detto che non si rubano le cose degli altri!?
Di nuovo quell'espressione.
Odio.
Vedo odio nei suoi occhi.
-Vattene, Nusin!
-Non prendo ordini da te! E non ho intenzione di andarmene senza di lei!- mormora indicandomi.
-Non ti sei divertito abbastanza!?
-Evidentemente no..e tu, Severus?
Ride.
Quel bastardo ride ancora.
-Non abbastanza!
-Mi dispiace che tu sia arrivato tardi..l’avevo già assaggiata io, Severus! Non appena mi sono accorto che era vergine mi si sono illuminati gli occhi!!
Le sue parole mi disgustano.
Non è degno di essere chiamato uomo.
Che schifo.
Sono ancora a terra.
Sto un po’ meglio.
Sto riacquistando anche la lucidità.
-Sei proprio un animale, lo sei sempre stato!- tuona Piton.
-E dai, Severus, chissà da quanto tempo l’avevi adocchiata! E’ un così bel bocconcino!
Ride.
Ride ancora.
-Stai zitto!- esclama scandendo bene le parole. -Lei è mia e non ti permetterò di sfruttarla ancora a tuo piacimento! E' chiaro?- sibila.
‘Lei è mia.’
Io sono sua.
Chiudo un attimo gli occhi.
Li riapro subito.
-Va bene, va bene. Piccola, spero solo che non ti abbia rovinata..sai, il caro professore non è molto gentile con le donne!.
Ride forte.
Non so cosa ci sia da ridere.
Ma continua a farlo.
Si sta divertendo.
Ciò che dice non è vero.
Sta mentendo.
Piton è gentile.
Con me lo è.
Lo è sempre stato.
Ma devo stare al gioco.
La sua copertura non deve saltare.
-Lo so! Lui è esattamente uguale a te! Un viscido e schifoso Mangiamorte!- urlo.
-Che cattiva che è, hai sentito?- mormora a Piton. -Crucio!
Di nuovo quel dolore.
Chiudo gli occhi.
Stringo i denti.
Serro le labbra.
Vorrei urlare.
Ma non devo.
Devo trattenermi.
Il dolore è lancinante.
Ti fa piegare in due la schiena.
E il cuore quasi scappa dalla gabbia toracica.
-Sectumsempra!- urla Piton e il Mangiamorte cade a terra.
E’ a terra pure lui.
Lontano da me.
L’incantesimo l’ha centrato in pieno.
E’ gravemente ferito.
Il corpo pieno di tagli.
Sanguina.
Sanguina copiosamente.
E non mi fa pena.
Lo guardo con un occhio solo.
L’altro è chiuso.
Il dolore è troppo.
Poi una nuova sensazione.
Come un frusciare.
Un solletico.
Due occhioni particolari mi fissano.
Non è Piton.
E’ qualcun altro.
E’ un gatto.
Un gatto grigio.
Mi sembra di conoscerlo.
Ma non lo so.
Fa male.
Mi fa male da ogni parte.
Il gatto mi guarda preoccupato.
Poi il suo volto inizia a cambiare.
Almeno mi sembra.
Poi una mano si allunga verso il mio viso.
-Andrà tutto bene..- mormora una voce.
Sembra una donna.
La voce di una donna.
Ma non capisco nulla.
C’è rumore.
Ci sono voci.
E io non riesco a respirare.
Sono a pezzi.
Chiudo gli occhi.
O meglio, si chiudono da soli.
Sono debole.
Una mano mi accarezza una guancia.
Vorrei sorridere.
Ma non ci riesco.
Fa ancora troppo male.
Poi mi sento soffocare.
E risucchiare.
Infine più nulla.
Ho perso i sensi.






Ciaooo :) grazie a tutti per aver letto il capitolo precedente e grazie anche per le recensioni :)
spero che questo capitolo vi piaccia..è un po' diverso dal solito perchè innanzitutto avviene fuori dai confini di hogwarts e mi sa che ne ho scritto solo un altro non all'interno del castello!, e poi perchè c'è diciamo un po' di azione XD E' la prima volta che scrivo scene d'azione quindi non pestatemi se non le so scrivere, MEA CULPA! Prometto che non ce ne saranno più ahaahhaha
Ciò che è rimasto in sospeso verrà svelato nei prossimi capitoli..e il gatto..chi è il gatto? Dai LO SAPETE CHI E' QUEL GATTO! XD


Recensiteeeeeeeeeeeeee <3

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Capitolo 21
*** Occhi d'ossidiana ***


Capitolo 21 - Occhi d'ossidiana






Mi sveglio.
La luce mi perfora le palpebre.
Mantengo gli occhi chiusi.
Sono indolenzita.
Come se fossi stata colpita più volte.
Poi ricordo.
La Cruciatus.
Due volte.
Stringo forte gli occhi.
C’è uno strano odore.
Un odore che non conosco.
Almeno penso di non conoscere.
Non sono più nel vicolo.
Non c’è puzza di animale.
Non sono nemmeno a casa.
Lì c’è profumo di Menta. E di Muschio.
Il suo profumo.
Questo odore invece è forte.
Mi brucia le narici.
Me le pizzica.
Starnutisco.
Apro gli occhi.
E’ una stanza luminosa.
Le pareti bianche.
Di fronte a me due letti.
Vuoti.
Le lenzuola bianche.
So dove sono.
In ospedale.
Al San Mungo, immagino.
Ci sono stata una volta.
Tempo fa.
A trovare Arthur Weasley. Il padre di Ron.
Era stato morso da Nagini.
Il serpente di Voldemort.
E ora sono io ad essere qui.
Non c’era bisogno di portarmi in Ospedale.
Mi hanno scagliato due Cruciatus.
Ma sto bene.
-Vedo che la piccola principessa si è svegliata.- mormora una voce. -Ti sei divertita a giocare a nascondino?- il tono è sarcastico.
E’ Piton.
Lo cerco con lo sguardo. Non lo vedo.
Non lo trovo.
Muovo piano la testa.
E ora lo vedo.
E’ in piedi di fronte alla finestra.
Mi da le spalle.
Il lungo mantello nero gli ricade perfettamente per tutta la sua altezza.
Non volevo giocare a nascondino.
Quanto  è bravo a farmi sentire in colpa.
Ma ha ragione.
Sono scappata.
Non è ciò che volevo fare.
Ma è ciò che alla fine ho fatto.
Sono scappata.
Mi sono messa in pericolo.
L’ho messo in pericolo.
E l’ho dovuto mettere nuovamente nella condizione di dovermi salvare la vita.
Ancora una volta.
Ho un gran cervello.
Sono brava a pensare.
Ma a volte agisco d’impulso.
E mi caccio nei guai.
Fa bene ad essere arrabbiato con me.
Ma non voglio che lo sia.
Mi tornano in mente stralci della sua conversazione con Nusin.
Con il Mangiamorte.
Chissà che fine ha fatto.
Non so cosa gli sia successo dopo che Piton gli ha scagliato quel Sectumsempra perfetto.
Le parole mi rimbombano in testa.
‘Piccola schifosa Mezzosangue.’
‘Scappando dal suo Professore Mangiamorte.’
‘Me l’hai portata via.’
‘Vergine.’
‘Lei è mia.’
‘Spero che non ti abbia rovinata.’
‘Non è molto gentile con le donne.’
‘Viscido e schifoso Mangiamorte.’
Non so se stava recitando una parte.
O se alcune delle cose che ha detto le pensava davvero.
Io so che lui non è più un Mangiamorte.
Non potrebbe mai esserlo.
Dopo ciò che è successo a Lily.
No. Non lo è.
Lo so che non lo è.
‘Lei è mia.’
Io sono sua.
Io non sono sua.
Non lo sarò mai.
Questa era una battuta del copione.
O l’ha imparata a memoria.
Oppure è davvero bravo ad improvvisare.
E’ ancora alla finestra.
E ancora mi da le spalle.
Ma non so se stia osservando il cielo.
O me attraverso il vetro.
-E’ da molto che sono qua?- domando.
-Qualche ora..
Ancora non si volta.
-Come sta?
Ora si è voltato.
E mi sta guardando.
Lo sguardo severo.
-Dovrei chiedertelo io..
E’ vero.
Ma sei lento, Severus.
Troppo lento per queste cose.
-Lo so. Sono io sdraiata su questo letto perché ho ricevuto due Cruciatus, ma lei non me l’ha chiesto dunque glielo chiedo io.
Gli sorrido debolmente.
Non voglio essere acida.
-Come ti senti?
Forza Severus ce la puoi fare.
-Indolenzita..ma sto bene. Ho passato di peggio.- mormoro sorridendogli.
Ma lui non sorride.
E’ serio.
Si avvicina al mio letto.
A me.
-Mi hai fatto preoccupare.- mormora con tono calmo.
La voce è molle.
Non è da lui.
Poche volte gli ho sentito quel tono.
Mi sorprende.
Ma lo ringrazio con gli occhi.
Era preoccupato per me.
Sorrido.
-Non volevo farla preoccupare..avevo solo..bisogno di pensare.- ammetto.
-Potevi farlo tranquillamente in camera tua.
-No, non potevo. Avevo bisogno di allontanarmi un attimo..mi dispiace.
Si è preoccupato per me.
Mi dispiace.
Mi dispiace davvero.
Ma dovevo cambiare aria.
Dovevo stare con me stessa.
-Vorrei che me lo dicessi la prossima volta che intendi farlo..
-Non lo farò mai più..
Il suo sopraciglio si solleva pericolosamente.
Sembra quasi in procinto di ridere.
Ma non c’è nulla da ridere.
Ho detto che non lo farò.
Che non mi allontanerò più.
Che non scapperò.
-Partendo dal presupposto che so che tu lo rifarai, ti chiedo di avvertirmi prima. Io non ti fermerò se vorrai allontanarti.
Non mi crede.
Ma mi sta offrendo il suo appoggio.
Vuole che lo avverta quando deciderò di farlo.
Non vuole stare in pensiero per me.
Grazie.
-Va bene..- mormoro. -Ma..il Mangiamorte? Cosa gli è successo?- chiedo.
Voglio sapere cosa gli è successo.
E’ morto?
Piton l’ha ucciso?
-No, non è morto..- mormora.
Mi ha letto nel pensiero.
Di nuovo.
Legilimanzia.
Lo sa che odio quando lo fa.
Ma continua a farlo.
-Non voglio che legga nella mia testa!- esclamo con tono duro.
-Non l’ho fatto apposta.
-Bè, eviti di farlo!
Annuisce col capo.
Un solo e quasi impercettibile cenno del capo.
Le labbra serrate.
-Sta per essere portato ad Azkaban.
Azkaban. La prigione dei Maghi.
Quel nome mi fa venire i brividi.
Mi congela le membra.
La tana dei Dissennatori.
Ti strappano ogni pensiero gioioso.
Si cibano della tua felicità.
Te la portano via.
Ti lasciano solo il tuo corpo.
Le tue carni. Le tue ossa.
La tua disperazione.
Solo questo.
-Se lo merita..- mormoro guardando un punto imprecisato della stanza.
Lui sospira.
E’ strano.
Lo vedo strano.
Non capisco.
-Non appena tornerai ad Hogwarts ci saranno dei cambiamenti, Hermione.
Sospira nuovamente.
I miei occhi di nuovo su di lui.
Cambiamenti.
Quali cambiamenti?
E perché mi sta chiamando per nome?
Lo fa solo in momenti particolari.
Perché anche ora?
Mi sta per dire qualcosa di cui non sarò contenta?
-Che tipo di cambiamenti?- chiedo immediatamente preoccupata.
-Riprenderai le lezioni..frequenterai i tuoi amici..lascerai le mura del Castello..ma per sicurezza la notte tornerai a riposare da me, niente dormitorio.
Resto attonita.
Non ci credo.
Riprenderò le lezioni.
Potrò nuovamente studiare.
Andare in biblioteca e leggere.
Frequenterò i miei amici.
Harry. Ron. Ginny.
Gli altri.
Potrò nuovamente rivederli.
Stare con loro.
Abbracciarli.
Mi viene da piangere.
Ma resisto.
Potrò uscire dal Castello.
Andare a Hogsmade nei fine settimana.
Andare al Lago Nero.
Passeggiare per il cortile.
Mi brillano gli occhi.
Non ci credo.
No. Non ci credo.
Mi sta mentendo.
Si deve essere sbagliato.
-Mi sta prendendo in giro, vero?
Ma il suo volto rimane serio.
E’ tutto vero.
-Non ti sto prendendo in giro..
E’ tutto vero.
Non mi sta prendendo in giro.
E’ tutto vero.
Non ci credo.
-Si libera finalmente di me, dovrebbe essere contento!
-Lo sono..- mormora.
Ma rimane impassibile.
Dovrebbe essere felice.
Non mi avrà più tra i piedi.
Ma non lo è.
E forse non lo sono nemmeno io.
O meglio, non lo sono come dovrei.
Sono successe troppe cose.
Sono cambiante tante cose.
Io stessa sono cambiata.
E ora riprenderò a vivere la mia vita.
Senza di lui.
Ma non voglio che sia così.
Non voglio.
Ho bisogno di lui.
-Non voglio tornare alla mia vita di prima!- esclamo.
-Non hai alcuna scelta, devi farlo e basta. Così è stato deciso e così farai. Domani riprenderai le lezioni!
-Ma perché?? Perché ora? C’entra qualcosa col fatto che sono scappata!?
-Non c’entra nulla. Riteniamo che, vista la reclusione di Nusin ad Azkaban, non ci siano molti pericoli per te. Inoltre pian piano anche gli ultimi Mangiamorte stanno facendo errori, errori gravi, che li stanno conducendo alla morte..o nel migliore dei casi in prigione.
-Io non ti voglio lasciare!!- esclamo.
Non riesco più a controllarlo.
Non è possibile.
Tutto ciò che ho fatto non conta niente.
Tutto ciò che abbiamo fatto non conta niente.
Ciò che abbiamo costrutto insieme.
Niente di tutto ciò conta.
Non voglio lasciarlo.
Io ho bisogno di lui.
-Ci vedremo a lezione..- mormora.
Mi levo le coperte e le lenzuola di dosso.
Raccolgo tutte le forze e mi calo dal letto.
Sono di fronte a lui.
Indosso solo una camicia da notte celestina.
Una striminzita camicia da notte.
Mi sento in imbarazzo come quando mi trovò nella sua cucina con solo l’asciugamano addosso.
Ma questa volta non mi interessa.
Severus non è quello psicopatico di Nusin.
Lo guardo negli occhi.
I suoi bellissimi occhi neri.
Sembrano due frammenti di ossidiana.
Mi ci perdo dentro.
Sempre.
-Io non ci vengo a lezione da lei..non potrei sopportare le sue solite battutine e non voglio più essere oggetto di scherno da parte sua.
Ciò che dico sono solo bugie.
C’è dell’altro.
Il vero motivo è un altro.
Non voglio essere una studentessa. Non voglio.
Io sono innamorata di lui.
Non posso sopportare che mi tratti come gli altri.
-Non lo farò..te lo prometto.- mormora porgendomi la mano.
‘Te lo prometto.’
Me l’ha promesso.
E io mi fido di lui.
E’ una promessa. So che la manterrà.
Lo guardo negli occhi.
Poi prende la sua mano.
La accompagna verso il suo collo.
Poi si avvicina di più.
Ancora di più.
E in un attimo mi sta abbracciando.
Le sue braccia circondano il mio piccolo corpo.
Le mani chiuse sulla schiena.
Il mio petto appoggiato al suo.
Sento il suo cuore.
Sta battendo.
Piano.
Di nuovo quella strana sensazione.
Quel calore.
Lo abbraccio più forte.
E sorrido.
Sorrido e mando via la paura.
Sorrido e mando via il dispiacere.
Sorrido e mando via il dolore.
Il buio.
Le nuvole.
La pioggia.
Sorrido e vedo solo la luce.
Nonostante sia coperta da un mantello nero.
Protetta da un corpo nero.
Seguita da due occhi neri.
Fatti d’ossidiana.





Ciaoo :) Premetto che questo capitolo NON MI PIACE! NEANCHE UN PO'!
Non sarebbe dovuto uscire così..mi sono soffermata troppo sui pensieri di Hermione anzichè andare avanti quindi tutto ciò che avrei dovuto mettere in questo capitolo lo metterò nel prossimo! Sarebbero uscite altre 30 pagine se lo avessi portato avanti e concluso XD
Perdonatemi per la schifezza.
bACIIII <3

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Capitolo 22
*** Il serpente e la leonessa ***


Capitolo 22 - Il serpente e la leonessa








Tutti mi guardano.
Urlano.
Applaudiscono.
Fanno facce stupite.
Hermione è tornata.
Ha ucciso Voldemort.
E’ stata torturata in prigione.
E’ stata salvata.
Ha vissuto con il Professor Piton.
E poi è tornata.
Sì, sono tornata.
E domani riprenderò le lezioni.
Starò con i miei amici.
Con Harry e con Ron.
Con Ginny.
Fred e George.
Con i miei compagni.
Neville.
Luna.
Con gli altri Grifondoro.
Le stesse persone che ora mi stanno abbracciando.
E io non riesco a dire nulla.
Piango.
Piango abbracciando Harry e Ron.
Mi sono mancati.
Ma tante cose sono cambiate.
Troppe.
E poi c’è Ron.
L’ultima volta che l’ho visto ci siamo baciati.
Ora invece tutto è diverso.
Perché io ho baciato il Professor Piton.
Il bastardo Severus Piton.
E mi sono innamorata di lui.
Lui che ora mi sta guardando appoggiato al muro.
Dall’altro lato della stanza.
Facendo finta che non ci sia nulla.
Che tra noi continui ad esserci un muro invalicabile.
Che non provi nulla per me.
Ma non è così.
E io lo so.
Pure lui lo sa.
E ha paura.
Per questo finge.
Finge di fronte ai colleghi.
Di fronte agli studenti.
A me e a se stesso.
Perché non è in grado di accettarlo.
Ci vorrà del tempo.
Lo so.
Questo lo so.
Ma non può continuare a mentirsi.
Si fa male da solo.
E lui non deve soffrire ancora.
Non è giusto.
Ha già sofferto abbastanza.
Poi lo vedo che si fa largo tra la folla.
Tutti si allontanano immediatamente.
Li zittisce.
E mi ordina di seguirlo.
Dobbiamo andare da Silente.
Mi scorta sino al gargoyle di pietra.
Lo guardo un attimo.
Lui continua a guardare avanti.
Poi saliamo insieme sulla scala a chiocciola.
Io sempre un passo indietro rispetto a lui.
L’ufficio di Silente è magnifico.
Fanny è appollaiata sul trespolo.
E’ bellissima.
Elegante.
China il capo verso di me come mi vede.
E io faccio lo stesso.
Silente è seduto dietro la scrivania.
L’abito argentato fa pandant con la sua lunga barba.
-Possiamo Preside?- domanda Piton per mettere a conoscenza il vecchio mago della nostra venuta.
-Oh sì sì, Severus.. Signorina Granger!- mormora come risvegliandosi improvvisamente da uno stato di trance.
-Buona Sera Professor Silente!
Gli sorrido.
Lui ricambia.
Silente sorride sempre.
Anche nei momenti più duri.
E più bui.
-Come credo il Professor Piton le avrà già detto, domani riprenderà le lezioni. Potrà svolgere qualsiasi attività che svolgeva prima della piccola interruzione che ha fatto causa la guerra e tutto ciò che ne è susseguito..- spiega. -..ma sempre restando nei limiti delle regole imposte: coprifuoco, foresta proibita e tutte le altre cose che ormai conosce a memoria.- dice guardandomi da dietro gli occhialetti a mezzaluna.
Le regole.
Da quando frequento Harry e Ron non ho fatto molto caso alle regole.
Né ai limiti.
O ai divieti.
Mi son sempre fatta trasportare da loro.
Qualche volta ci ho provato a dissuaderli.
Ma alla fine erano loro a convincere me.
-Certamente, Signor Preside.
-Al termine della cena, poi, ritornerà insieme al Professor Piton nella sua stanza. I dormitori non sono molto sicuri, soprattutto di notte..ricorderà ciò che accadde con Sirius Black..
Sta sorridendo.
Impercettibilmente.
Ma sta sorridendo.
Ricordo cosa successe.
Lo ricordo eccome.
Rubò il foglietto con le parole segrete a Neville.
Fece scappare la Signora Grassa.
Ed entrò nel dormitorio.
Ma questo lo sanno tutti.
E’ ciò che successe dopo che è un segreto.
Lo sappiamo solo io, Harry, Ron e Silente.
Ricordo ancora Sirius in groppa a Fierobecco.
Era stata una grande soddisfazione vederli volare via.
-Sì, ricordo benissimo quegli avvenimenti. Non c’è nessun problema, dopo cena tornerò nella stanza gentilmente offertami dal Professor Piton..- dico voltandomi verso di lui.
Non mi sta guardando.
Normale.
Abbiamo Silente davanti.
Dobbiamo essere cauti.
E’ un Mago molto potente.
Ed è un Legilimens.
Come Severus.
-Bene..cara, ben tornata tra noi! In bocca al lupo per le lezioni e cerca di non farci preoccupare!- esclama sorridente. -Sai, Severus è di pessimo umore quando si preoccupa!- dice guardando per un attimo Piton e poi strizzando l’occhio a me.
Piton ringhia.
Odia queste cose. Lo so.
Non sopporta essere preso in giro.
Ma era preoccupato per me.
E questo mi fa un enorme piacere.
-Grazie Preside..- mormoro rivolgendogli un ultimo saluto.
Usciamo.
Piton è davanti a me.
E’ l’ora di cena.
Ci dirigiamo verso la Sala Grande.
Mi manca mangiare con i miei amici.
Le quattro tavolate delle Case disposte davanti a quella dei Professori.
Le urla.
Gli schiamazzi.
I piatti colmi di cibo che appaiono dal nulla.
Tutto merito degli Elfi Domestici.
Dobby.
Herbert.
Winkie.
E tutti gli altri.
Sorrido.
Attraversiamo la Sala.
Uno accanto all’altro.
E tutti ci guardano.
Mi ricorda molto la cena della Vigilia di Natale.
Quando io non ero Hermione Granger.
Ero Allison Hughes.
E ho baciato Severus Piton.
Arrossisco un po’ a quel pensiero.
Arrivo al mio tavolo.
I miei amici sono tutti sorridenti.
Le 4 teste rossicce spuntano più delle altre.
Fred e George, Ron e Ginny.
Poi c’è Harry.
Mi siedo accanto a loro.
Sono contenti di vedermi.
-Come stai?- mi chiede Harry.
-Sto bene e voi come state?- chiedo sorridente.
-Ma è vero che hai passato un sacco di tempo con Piton??- domanda Ron con aria schifata.
Ron.
Il solito geloso.
Ma questa volta lo perdono.
-Sì, Ron..e vi dirò che, passati i primi giorni che sono stati impossibili, è stata anche una piacevole convivenza! Non è così stronzo come sembra!- esclamo sorridente.
Ciò che ricevo è uno sguardo sconcertato da parte di tutti.
Sguardo sconcertato.
Inorridito.
Impaurito.
Li capisco. Avrei fatto la stessa faccia anch’io tempo fa.
-Che pozione ti ha fatto bere!? Ti ha avvelenata!- esclama Ron. -Vero che non hai bevuto da nessun bicchiere offerto da lui!?
Piton che avvelena qualcuno.
Mi viene da ridere.
Piton che avvelena me.
No. Non credo.
-Tranquilli sto benissimo! Davvero, credetemi! Non è poi così male!
-Per Merlino, l’ha avvelenata!- esclama Ron a bocca aperta.
-Dai smettetela! Non mi hanno avvelenata!
-Dormivate in stanze separate, vero?- chiede Fred.
-Vero?- sottolinea George.
Tutti interrompono ciò che stavano facendo per ascoltare me.
Ecco. Iniziano le domande private.
Quelle a cui non vorrei rispondere.
Sono imbarazzanti.
-Certo! Scherzate!?
Cerco di mostrarmi indignata dalla loro domanda.
Ma non lo sono.
E’ normale che chiedano.
Sono curiosi.
Sono estremamente curiosi.
Tutti.
-E cosa indossa per dormire?- chiede Fred.
-Già, Hermione, cosa indossa per dormire?- aggiunge George.
Per Merlino.
Mi viene da ridere.
Ginny ride già.
Non riesce più a smettere.
-Non lo so ragazzi, non abbiamo avuto l’occasione di stare così tanto in intimità da poter vedere se usa pantaloni e maglietta, camicia da notte o solo le mutande per dormire!- esclamo divertita.
Penso che una risposta così possa divertirli.
Ma tutti sono immobili.
Ammutoliti.
Le bocche spalancate.
Persino Ginny ha smesso di ridere.
-Hhhhhhh, che schifo Piton in mutande!- esclama Ron facendo una boccaccia. -Vuoi che abbia gli incubi stanotte!?
Mi viene nuovamente da ridere.
Mi è mancato Ron.
La sua stupidità in certi momenti va oltre ogni limite.
Ma è per questo che mi piace.
Che mi è sempre piaciuto.
-No, no certo che no!- esclamo ridendo e portando avanti le mani.
-Ma dicci di quello che è successo prima..com’è stare per così tanto tempo imprigionati dai Mangiamorte?- chiede Harry che sino a quel momento aveva riso insieme a noi.
Quella domanda mi fa rabbrividire.
Mi assalgono i ricordi.
Le immagini.
Le urla.
Gli odori.
I rumori.
Tutto.
-Vorrei non parlarne ora, Harry..scusami ma non è stata una bella esperienza. Magari più avanti, va bene?
Ha capito.
Lo vedo dai suoi occhi.
Non mi biasima.
Capisce che è stato traumatico.
Che vorrei dimenticare.
Ma non dimenticherò mai.
-Non preoccuparti! Quando te la sentirai noi saremo tutti qui pronti a stare ad ascoltarti.- mormora battendo la mano sulla mia spalla.
Grazie Harry.
Ceniamo in tranquillità.
Ridiamo e scherziamo.
Sto proprio bene insieme a loro.
Ogni tanto lancio un’occhiata al tavolo dei Professori.
Piton è silenzioso.
Come sempre.
Anche lui ogni tanto mi guarda.
Me ne accorgo.
Mi sento osservata quindi alzo lo sguardo e lo vedo.
Lo vedo lì che mi guarda.
Ma subito distoglie lo sguardo.
Io però so che mi sta guardando.
E questo mi basta.
Anche dopo, quando ci avviamo ai sotterranei, mi osserva.
E mi fa piacere.
Mi fa piacere che mi guardi.
Non mi parla.
Ma mi guarda.
Arrivati a casa vado direttamente in camera mia.
Mi devo cambiare.
Apro l’armadio.
La mia divisa è pronta per domani.
Lavata e stirata.
E lo stemma di Grifondoro risplende sulla mantellina.
Sono una Grifondoro.
Lo sono e lo sarò sempre.
Mi cambio ed esco dalla stanza.
Ho alcune cartacce dell’Ospedale in mano. Roba da buttare.
Piton è di fronte alla mia stanza.
In piedi.
Mi guarda. Ancora.
Poi infila una mano all’interno del mantello.
-Questa appartiene a te.- mormora porgendomi la mia bacchetta.
La mia bacchetta.
Allungo la mano e la afferro.
Sento subito una forte energia pervadermi il corpo.
E’ la mia bacchetta.
La mia fedele e bellissima bacchetta.
Quella con cui ho fatto tutti gli incantesimi.
Quella con cui sono cresciuta.
Quella che ha ucciso Voldemort.
La mia bacchetta mi è sempre stata fedele.
Sempre.
E mi ha accompagnata lungo tutto il mio percorso.
-Grazie.- dico sorridendogli.
-E’ tua, non potevo tenerla per sempre.
Già. E’ mia.
La tengo stretta.
E la agito lentamente sui foglietti che tengo in mano.
Si trasformano.
Un serpente.
E un leone.
Di carta. Due origami.
Due splendidi origami.
E siamo noi due.
Io e lui.
Il serpente e la leonessa.
Alzo lo sguardo verso di lui. Sorrido.
Anche lui mi guarda.
Soffio sul palmo della mia mano.
E i due animaletti di carta fuggono via.
Torno a guardarlo nuovamente.
E vedo che i suoi occhi sono ancora posati sul mio viso.
-Sono stata davvero bene con lei in questi giorni..
-Finalmente mi libero della presenza della petulante e saccente So-Tutto Granger.- mormora ironico.
Sorrido.
Mi fa sorridere.
La prima volta che me lo disse mi infuriai.
E ora sorrido.
-E io del pipistrello dei sotterranei!
Sgrana gli occhi.
Poi li assottiglia.
E solleva il sopraciglio.
-Arrogante..da quando tutta questa confidenza, Granger?
Non è serio.
Si vede dai suoi occhi.
Non sono freddi.
Lo so io da quando questa confidenza.
Da quando mi hai rubato il cuore, Severus.
-Da un po’..- sorrido. -Sa, sono un po’ preoccupata per domani, per il rientro a scuola..
-Non dovresti preoccuparti..
Sì che mi devo preoccupare.
Eccome se mi devo preoccupare.
-Ho paura di non riuscire a riprendere il ritmo, di essermi disabituata a studiare..- dico mordendomi la pellicina del pollice.
-Non avrai problemi..ami troppo studiare!
E’ vero.
Mi piace studiare.
Imparare nuove cose.
Sapere.
Sapere più degli altri.
-Le persone pretendono tanto da me, spesso troppo..e ora pretenderanno ancora di più. Non voglio deludere nessuno.
Questa è una delle mie più grandi paure.
Non voglio deludere nessuno.
Ci sono tante persone intorno a me che credono nelle mie capacità.
Credono in me.
-Tu non deluderai nessuno..
-Crede?
-Credo.- dice soltanto.
-L’ho mai delusa?- chiedo.
Sono curiosa di sentire la sua risposta.
Se mi risponde.
-Sì.- ammette. -L’altro giorno quando sei scappata.
Abbasso gli occhi.
Questa non me l’aspettavo.
-Mi perdoni..- mormoro con voce bassa.
Mi sento ancora in colpa.
-Non ho proprio nulla da perdonarti..- mi dice allungando la mano verso di me.
Mi accarezza la guancia.
E fa un passo in avanti.
Ora è molto più vicino a me.
Il suo pollice disegna semicerchi sulla pelle candida della mia guancia.
E io sento di nuovo quel calore.
Calore che sento solo quando entro in contatto con lui.
Sei tu che mi fai questo effetto, Severus.
Alzo il viso a guardarlo.
Immergo i miei occhi nei suoi.
Se osservo bene posso vedermi riflessa in quel nero.
-Sono stata stupida..
-E’ vero.- annuisce continuando sempre ad accarezzarmi.
Sempre più lentamente.
Sempre più dolcemente.
-Ho paura di non essere in grado di riprendermi la mia vita..quella che ho abbandonato prima della guerra..
-Ciò che c’era prima non esiste più..tutto è nuovo.
-Come fa ad esserne così sicuro?- domando.
Il mio tono è calmo.
Tanto quanto il suo.
E caldo.
E’ come se mi stesse ammansendo.
Un cagnolino abbandonato alle coccole del suo padrone.
-Se le cose fossero le stesse di prima io non sarei qui, ora, a tracciare linee immaginarie sulla tua pelle.- mormora e il suo pollice si ferma, così come il mio respiro.
I miei occhi ancora incastrati nei suoi.
Sembrano calamite.
Mi attirano sempre più verso di loro.
Verso di lui.
E le sue labbra sono sulle mie.
Le mie sulle sue.
I suoi baci sono gentili carezze.
E mai potresti immaginare che un uomo così possa baciare in questo modo.
Ogni bacio è lento.
Delicato.
Gentile.
Morbido.
Le nostre labbra si sfiorano.
Si cercano continuamente.
Ma sempre piano. Senza possessività.
Senza fretta.
E non ha bisogno di alcun permesso per farmele socchiudere.
I miei occhi sono chiusi.
Voglio godermi ogni singolo bacio.
Ogni singolo tocco.
Ogni singola carezza.
Ogni singolo momento insieme a lui. Ora.
Ora che la perfezione sembra esistere.
Perché ci siamo noi.
Io e lui.
E ci stiamo baciando.
Come se non ci rimanesse nient’altro.
E godiamo l’uno dell’altro.
L’uno di ciò che può donare l’altro.
E io in questo ci credo.
In noi ci credo.
Noi.
Sì, ci credo.
Perché lui mi sta regalando un dono che era rimasto chiuso in un cassetto per molto tempo.
E io gli dono l’unica cosa che possiedo.
Il mio amore.
 
Solo l’amore maturo libera le potenzialità ancora inespresse dell’altro.
Non pretende di cambiarlo, ama amare l’altro, che così ‘diventa’.*
 
 
 


Salveeeeeeeeeee lettori cari miei amati <3
Vi è piaciuto il capitolo?? Si sono baciati di nuovoooo *-* che bellini che sono!! Mi sono troppo affezionata a questa ff e continuo a mandarla avanti e avanti e non so quando farla finire XDXD 
La citazione * e' una frase di uno dei miei scrittori italiani preferiti e si tratta di Alessandro D'Avenia, professore di lettere e autore di Bianca come il latte, rossa come il sangue e Cose che nessuno sa.
Amo il suo modo di scrivere..se non vi piace pazienza, son gusti! Io lo adoro e tra l'altro è una persona fantastica! Purtroppo non è mio insegnante ma beati i suoi alunni!!
Alessandro D'Avenia mi ha fatto scoprire la passione per la lettura e per questo lo ringrazio col cuore!
Spero non mi denunci per aver utilizzato una sua frase XDXD ma appena l'ho letta mi ha fatto riflettere tantissimo e ho pensato subito fosse perfetta per questo capitolo che proprio in quel momento stavo scrivendo.

Purtroppo da domani non potrò più aggiornare tutti i giorni! Inizio l'università e ho orari improponibili, credetemi! Ma ho già il capitolo di domani pronto quindi almeno uno esce sicuro regolarmente!XD Spero mi scuserete!

Fatemi sapere se vi piace il capitolo, recensite mi raccomando!
Bacii
la vostra Dis294

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Capitolo 23
*** Io non sono geloso ***


Capitolo 23 - Io non sono geloso







La mattina è arrivata presto.
Mi sono svegliata e non mi sentivo bene.
Sembrava mi fosse passato addosso un treno.
L’Hogwarts Express magari, carico di studenti.
Anche Piton si è accorto che qualcosa non andava.
Da oggi tornerà ad essere Piton.
Non più Severus.
Sono di nuovo una sua studentessa.
Si è reso conto che non stavo bene.
E forse era anche un po’ preoccupato.
Ma non mi ha chiesto nulla.
Non mi ha detto nulla.
Il ricordo di ciò che è successo ieri è ancora vivido nelle nostre teste.
E lo rimarrà sempre.
Quel che è fatto è fatto.
Non si può tornare indietro.
E io non voglio tornare indietro.
Mi torturo le labbra con le dita.
Sento ancora la sensazione delle sue labbra sulle mie.
E mi prude la lingua.
Solo ora mi rendo conto di quanto mi fosse mancato quel contatto.
Dalla Vigilia di Natale a ieri.
Dalla nostra prima volta alla seconda.
Che è stata come la prima.
Una sensazione magnifica.
Una continua carezza.
Un tocco innocente.
Un cercarsi con timore.
Con la paura di sbagliare.
Di spingersi troppo oltre.
Di far allontanare l’altro.
Tutto questo mi è mancato da morire.
E mi sento ancora strana.
Incapace di pensare.
Di guardare con chiarezza.
Con la vista appannata.
Come se fossi ubriaca.
Mi hai ubriacato l’anima.
Sei l’alcolico più forte che abbia mai assaporato, Severus.
Sono seduta nel mio banco.
Nell’aula di Trasfigurazione.
La Mc Granitt fa lezione.
Una lezione molto interessante come sempre.
Ma io non sono del tutto attenta.
Anche se ad ogni chiamata riesco a trasfigurare ciò che mi è richiesto senza problemi.
Però non sono attenta.
La mia testa vaga.
E’ altrove.
E vorrei essere nei sotterranei.
Con lui.
Ma lo rivedrò solo all’ora di pranzo.
La lezione con lui invece sarà quella prima della cena.
E non so cosa aspettarmi.
Non so come mi tratterà.
Se mi eviterà come sempre.
O se mi farà parlare.
Se mi stuzzicherà.
Se mi prenderà in giro come sempre.
O se manterrà la promessa.
Non voglio sentirmi come tutti gli altri studenti.
Non sono come tutti gli altri studenti.
Non per lui.
Non posso esserlo.
E non voglio esserlo.
La lezione di Trasfigurazione fila liscia.
E così anche le altre.
La Mc Granitt non ha notato il mio strano comportamento.
Lei che è sempre così attenta e precisa.
Non ha notato nulla.
Sto diventando molto brava a nascondere le mie emozioni.
Sembro Piton.
Piton.
Mi ero disabituata a pensarlo nella mia mente così.
Ormai era diventato Severus.
Non più Piton. Professor Piton.
Nemmeno gli altri insegnanti hanno notato la mia stranezza.
Si sono comportati tutti come sempre.
Come se tutto fosse normale.
A parte alcune cose, ovvio.
Mi hanno dato il benvenuto.
Qualcuno mi ha persino abbracciata.
Di certo Piton non si metterà ad abbracciarmi di fronte a tutti.
Mi hanno lasciata in pace.
Poche domande.
Poche risposte.
Raramente ho alzato la mano per rispondere.
Dov’è finita la Saccente-So-Tutto-Granger?
Non mi riconosco più nemmeno io.
A pranzo ho chiacchierato con i miei amici.
Ho risposto alle loro domande.
O almeno ci ho provato.
Ho ascoltato Ginny e il resoconto delle sue giornate senza di me.
Ho rimproverato Ron per non aver fatto i compiti.
Ho riso alle battute di Fred e George.
Ho spiegato a Harry una cosa che il Professor Rüf ha detto e che non aveva capito.
Ho cerco di distrarmi.
Il più possibile.
Di tenere la mente occupata.
Ma mi sono accorta di una cosa.
Piton non mi ha guardata neanche un attimo.
Erano di un’altra persona gli sguardi che mi sentivo addosso.
Costantemente.
E ogni volta che alzavo lo sguardo mi tornava indietro un sorriso.
Silente.
Ha passato tutto il pranzo a guardarmi.
E la cosa mi preoccupa.
Non vorrei che avesse capito qualcosa.
Anche se forse sarebbe tutto più semplice se sapesse.
Persino Piton si è accorto di quegli sguardi.
E fa finta di niente.
Evita di guardare nella mia direzione per questo.
Posso fare solo una cosa.
Mantenere la calma.
E far finta di niente.
Anche io.
-Hermione aiutami! Ti prego, ti prego, ti prego!- sento Ron supplicarmi.
Mi riscuoto dai miei pensieri.
-Va bene..ma non approfittartene! E’ solo per questa volta!
Decido di farlo contento.
Per una volta.
Mi sento un po’ in colpa anche nei suoi confronti.
-Grazie!!- esclama sollevato. -Andiamo adesso??- domanda.
Questo è strano.
Ron che vuole andare a studiare.
Sarà cambiato pure lui.
Chissà come avrà fatto senza di me.
E pure Harry.
Chi avrà fatto loro i compiti?
-Da quando tutta questa voglia di studiare?- domando perplessa incrociando le braccia al petto.
Anche Harry lo guarda in modo strano.
Lo stesso Ginny.
E pure gli altri.
-Ho bisogno che mi aiuti a fare questo compito, lo devo consegnare stasera!- risponde Ron frustrato.
Forse è vero.
Non lo so.
Decido comunque di seguirlo.
-Va bene, ti credo. Andiamo..- mormoro prendendo le mie cose e uscendo dalla Sala.
Andiamo in Sala Comune.
Ci serve un posto tranquillo.
E silenzioso.
La biblioteca lo è troppo per i gusti di Ron.
Ora la Sala Comune di Grifondoro sembra ancora più bella.
Rosso e Oro ovunque.
E la poltrona di fronte al camino che ha ospitato il mio corpo un sacco di volte.
Quanti ricordi qui dentro.
Ricordi magici.
Speciali.
Ci sediamo al tavolino.
La luce entra dalla finestra.
Prima pioveva.
Ora il cielo è pulito.
Iniziamo a creare la scaletta per il tema di Incantesimi.
Non è un argomento difficile.
Ma Ron ha sempre problemi.
Ed è anche un grande scansafatiche.
Ma gli voglio bene.
Lavoriamo per un bel po’ di tempo.
O meglio, io lavoro.
Lui scribacchia.
Sospira.
Cancella, scribacchia nuovamente.
Sospira.
Sbuffa.
Fa disegnini. Sbuffa.
E’ proprio uno scansafatiche.
-Comunque è bello riaverti tra noi..- dice rompendo il silenzio. -Sai, ci sei mancata un sacco a tutti.
Come se loro non mi fossero mancati.
Ero io quella in prigione.
Ero io quella torturata.
Ero io quella sola.
-Non hai idea di quanto mi siate mancati voi..- sospiro. -Quasi due mesi senza vedervi!
-Deve essere stato frustrante..
-Parecchio..Poi non potevo parlare con nessuno e lo sai che..bè..sì lo ammetto sono una chiacchierona!
Ron ridacchia.
Io abbozzo un sorriso.
-Certo, Piton non è proprio il massimo della compagnia! Spero solo che non ti abbia trattata male!- esclama con voce meno molle del solito.
-Oh no, non preoccuparti! All’inizio è stato un po’ burbero..non meno del solito..ma poi si è calmato pure lui! Inoltre non lo vedevo quasi mai..a casa ci stava poco!
Lo vedo rilassarsi un attimo.
Prima era teso.
-Almeno! Averlo intorno 24 ore su 24 che ti guarda male non è bello! Io non ce la farei mai!
Sì, è vero.
Non ce la faresti mai, Ron.
Severus ti tratterebbe troppo male.
-Sì, sono d’accordo! Non sopravvivresti più di un giorno!- esclamo.
Rido anch’io ora.
Pure Ron lo fa.
Ridiamo insieme.
Dopo tanto tempo.
-Penso comunque che Silente questa volta abbia sbagliato!- mormora a bassa voce. -Non l’ho detto agli altri però secondo me è stato un po’ imprudente da parte sua metterti in una stanza con Piton! Insomma, con tutti i Professori che ci sono a Hogwarts, proprio lui doveva scegliere!?- sospira irritato. -Non poteva affidare l’incarico alla Mc Granitt? Sarebbe stato senz’altro meglio!
Sbaglio o sei geloso, Ron?
Ma lo capisco.
Quasi due mesi senza vedermi.
Dopo che ci siamo baciati, per giunta.
Ma la scelta di Silente la capisco.
E ha fatto bene.
Non avrebbe potuto scegliere nessuno migliore di Severus.
-La Mc Granitt è molto impegnata, lo sai..e poi serviva qualcuno che mi proteggesse e Piton era la persona giusta..
-Lo sai che a me quell’uomo non piace! E’ una persona così..oscura..avrà anche fatto delle cose buone, però io se fossi Silente non mi fiderei così tanto di lui!
Nessuno si fida di lui.
Neppure dopo ciò che ha fatto.
Non è giusto.
Non si merita tutto questo.
-E’ un ex Mangiamorte, lo so, ma ti posso assicurare che non è cattivo come credi! Mi ha trattata bene!
Mi ha trattata più che bene.
Non dimenticherò mai cosa ha fatto per me.
Mai.
-Davvero? Faccio fatica a crederci..insomma, è Piton!
-Davvero..perchè dovrei mentirti, Ron?
-Non sto dicendo questo..solo che non mi fido di lui! Avrebbe pure potuto metterti le mani addosso!
Lo vedo irrigidirsi.
Ecco.
Ecco cos’ha.
E’ davvero geloso. E’ questo che lo preoccupava?
Che Piton potesse mettermi le mani addosso?
Bè…
-Non glielo avrei permesso, Ron..
-Piton non è uno che si preoccupa di queste cose! Fa quello che vuole e se ne frega degli altri, dovresti saperlo!- esclama in tono stizzito.
E’ infastidito.
Irritato.
Lo vedo.
Quanto sei geloso, Ron.
Ma lo capisco.
Anche io avrei pensato le stesse cose se fossi stato lui.
-Non mi avrebbe mai toccata senza il mio permesso, ne sono sicura.
-Come fai ad esserne certa?- chiede, il tono ancora duro.
-Lo so. Lo so e basta.-
E’ la mia unica risposta.
Non ho nient’altro da dire.
Lo so.
Dopo tutto ciò che abbiamo vissuto, lo so.
-Comunque io non mi fido, stai attenta!
-Ron, tranquillo!
-Lo ammazzerei se scoprissi che ha solo provato a sfiorarti!- esclama stringendo i pugni e serrando la mascella.
Non fai paura, Ron.
Anzi. Fai piuttosto ridere quando ti arrabbi.
Ti ringrazio. Ti ringrazio tanto.
E ti voglio bene.
Ma non avresti alcuna chance contro Piton.
Proprio nessuna.
-Oh Ron, non sarai mica geloso!?- esclamo divertita.
Mi piace stuzzicarlo.
E metterlo in imbarazzo.
Ed è proprio ciò che succede.
-Io non sono geloso!- esclama stizzito.
Le orecchie rosse.
Come i capelli.
Le guance rosse.
Più dei capelli.
-Va bene..- dico sorridendogli.
-Dico solo di stare attenta perché quello non mi convince!
-Va bene, va bene Ron! Ora però muoviamoci che non c’è molto tempo!- dico riprendendo a scrivere.
Il resto del tempo lo passiamo in silenzio.
Di nuovo.
Un silenzio piacevole.
Non voglio discussioni.
E non voglio affrontare certi argomenti con Ron.
Anche le lezioni successive procedono tranquille.
Sono preoccupata per quella di Pozioni ora.
Sono parecchio preoccupata.
Quando arrivo in aula sono accanto a Ron.
Harry è già dentro.
Ha preso i posti.
E Piton mi sta guardando.
Con la coda dell’occhio.
Ma mi sta guardando.
E vorrei proprio sapere cosa sta pensando ora.
Non sembra molto di buon umore.
Anzi.
Sembra irritato.
Anzi. E’ irritato.
Lo sento mugugnare qualcosa.
Non so esattamente cosa.
Poi agita la bacchetta.
Gli ingredienti e le istruzioni per una nuova pozione appaiono alla lavagna.
Rimango basita.
Totalmente.
Non può essere.
Non ci credo. Lo sta facendo davvero?
Per me?
Lo guardo un attimo.
Non c’è nulla nei suoi occhi.
Riguardo la lavagna.
Gli ingredienti sono proprio quelli.
Lo guardo nuovamente.
Nulla.
Sorrido.
Ricordo il giorno che mi ha portata nel suo laboratorio.
Ricordo la sfida.
Ricordo anche la sua finta galanteria.
E ricordo anche quella ‘E’ come ricompensa.
Non so nemmeno se alla fine la mia pozione l’ha provata.
Sono successe tante cose.
Mi era totalmente passato di mente.
E dire che ci tenevo così tanto.
Quante cose son cambiate.
E ora lui sta facendo questo per me.
Mi sta dando l’opportunità di prendere una ‘E’.
La mia prima ‘E’ con lui.
Severus Piton sta facendo questo.
Per me.
Gli ingredienti sono lì.
Le istruzioni le so alla perfezione.
Devo ricordarmi di schiacciare il fagiolo sopoforoso.
E concentrarmi.
Concentrati Hermione.
Concentrati.
Farai un Distillato della Morte vivente degno della sua ‘E’.
Non ti capiterà mai più questa occasione.
-Muovetevi teste di legno o toglierò 50punti a testa!- tuona Piton.
Oh Severus. Che cattivo che sei!
Sorrido.
Mi metto al lavoro.
La preparazione è lunga.
E difficile.
Ma ce la faccio.
Eseguo ogni movimento con precisione.
Rimango concentrata.
Lavoro.
Lui mi passa accanto.
Due volte.
Osserva.
Controlla.
Ma non dice niente.
E questo è un segno positivo.
Per due motivi.
Mi ha sempre presa in giro a lezione.
La mia pozione non era mai perfetta. Secondo lui.
E poi sta mantenendo la promessa.
Niente prese in giro.
Non sono come tutti gli altri studenti.
Continuo a lavorare.
Sono stanca.
Sto anche sudando leggermente.
Mi mancano pochi passaggi.
Ora sono ferma.
Guardo febbrilmente il mio calderone.
Poi l’orologio.
Di nuovo il calderone.
Devo lasciar riposare per 2 minuti e mezzo.
La lancetta si muove.
Ancora due tocchi.
Via. Riprendo.
Aggiungo l’ultimo ingrediente.
Un piccolo pezzo di radice di valeriana.
Mescolo ancora.
Rosa pallido.
Mi luccicano gli occhi.
E’ rosa pallido.
E’ il colore giusto.
La verso attentamente nella provetta.
E mi avvicino alla scrivania di Piton.
Il passo è svelto.
E fiero.
Sono fiera di me.
Forse ce l’ho fatta.
Appoggio la provetta sulla scrivania e mi allontano.
Lui mi guarda appena.
E continua con questo atteggiamento anche dopo.
A cena.
Quasi non mi guarda.
E un po’ mi dispiace.
Amo i suoi occhi.
E’ come se ci sprofondassi dentro.
Sento un tale senso di abbandono.
Di calma.
Terminata la cena ci dirigiamo a ‘casa’.
Oramai la chiamo casa.
E’ buffo.
E finalmente posso stare un po’ con lui.
Senza nessun altro intorno.
Devo finire i compiti.
Ma non importa.
Mi basta averlo accanto.
Prendo piuma, calamaio e pergamena.
Mi siedo al tavolo della cucina.
Lui è in soggiorno.
Sulla sua poltrona.
Legge la Gazzetta del Profeta.
Ogni tanto alza lo sguardo verso di me.
Lo vedo.
Ma non posso deconcentrarmi.
Ho un tema di Erbologia da finire.
-Evita di copiare frasi intere dal libro! E’ snervante..e poi tu non sei Phyllida Spore!- esclama.
Alzo lo sguardo.
Lui continua a leggere il suo giornale.
O a far finta di leggerlo.
Phyllida Spore.
No, direi che non le assomiglio per niente.
E’ l’autrice del libro che sto consultando.
‘Mille erbe e funghi magici.’
Mi chiedo come abbia fatto a riconoscerlo.
-Bè, la ringrazio per il complimento!
La Signora Spore non è esattamente un esempio di bellezza.
Lui non risponde.
Cerco di seguire il suo consiglio.
Ma è difficile.
Il tempo passa.
Io continuo a scrivere.
Lui continua a leggere.
Quel giornale sembra infinito.
Invece il mio tema è terminato.
Immergo un’ultima volta la piuma nel calamaio.
E spingo la punta sul foglio.
Segno così un bel punto fermo.
Rimetto le cose al loro posto.
Sono stanca.
Ho bisogno di riposarmi.
-Io..vado in camera mia. Sono un po’ stanca..Buonanotte.
Lui non mi risponde.
Fa solo un cenno col capo.
Bè, grazie.
Quando fa così mi fa incavolare.
Vado in camera mia.
Ho bisogno di una doccia.
Mi levo la divisa e la lascio cadere sul letto.
Il pavimento di pietra è freddo.
Faccio scendere l’acqua calda nella vasca.
Un po’ di sapone.
Le bolle.
E poi mi immergo.
E’ rilassante.
E  rigenerante.
Mi sento già meglio.
Rimango un po’ a mollo.
Poi esco e mi asciugo.
L’acqua è ormai tiepida.
Mi asciugo i capelli e li pettino.
Poi avvolgo il mio corpo in un asciugamano.
Bianco.
Candido. Liscio.
Cammino verso la mia camera.
E mi paralizzo.
Mi stringo forte al petto l’asciugamano bianco.
Piton è seduto sul bordo del letto.
Del mio letto.
In mano il mio maglione.
Quello della divisa.
Stava osservando lo stemma della casa.
Grifondoro.
Poi volge lo sguardo verso di me.
Il giorno che mi aveva trovata in cucina così si era infuriato.
Ora no.
Mi guarda e basta.
E non riesco a decifrare il suo sguardo.
Come sempre criptico.
-E’ così che si tiene la divisa?- domanda. -Sei disordinata come pochi!
Sorrido.
Si preoccupa per la mia divisa.
Sempre sarcastico.
Sempre maledettamente sarcastico.
-A cosa devo questa visita?- domando curiosa.
Non mi aspettavo di trovarmelo in camera mia.
E poi non è a disagio.
Forse perché è stato lui a scegliere di vedermi così.
Sapeva che ero in doccia.
Si sente il rumore dell’acqua dal soggiorno.
Eppure è qui.
-Dove sei andata con quel Weasley dopo pranzo? O meglio, durante il pranzo?
Aspetta, aspetta, aspetta.
Questa non sarà mica gelosia!?
Pure lui?
Non bastava Ron!?
-Dovevo aiutare Ron a scrivere un tema di Incantesimi..
-E non poteva farselo da solo!? Ah giusto, è troppo stupido!
Non voglio che lo insulti.
Certo, pure Ron insulta Piton.
E continuamente.
Ma mi da fastidio.
Dovrebbero smetterla entrambi.
-Ron non è stupido..solo è un po’ pigro. Volevo aiutarlo..è mio amico!
Mi sta guardando.
Faccio qualche passo verso di lui.
-Dovrebbe capire che se la deve cavare da solo..non può contare sempre su di te!- mormora con tono un po’ irritato.
Mi avvicino ancora di più.
Solo due passi ora ci separano.
-Sei geloso, per caso?- domando sorridendo.
Si agita un attimo.
Pochi secondi.
Poi si ricompone subito.
Solleva il sopraciglio e mi guarda.
-Esattamente, per quale motivo dovrei essere geloso del Signor Weasley, Granger?
Granger?
Granger?
Mi viene da ridere.
E lo faccio. Non mi interessa se lui è di fronte a me.
Il sopraciglio ancora più inarcato.
Mi porto una mano alla bocca.
Cerco di soffocare la risata.
-E ora perché ridi?- domanda lui roteando gli occhi.
E mi avvicino ancora di più a lui.
Ora lo ho davanti.
A separarci una misera linea d’aria.
-Perché tu e Ron siete gelosi l’uno dell’altro..- mormoro sorridendo. -Tu perché sai che tra me e lui c’è stato qualcosa e lui perché ha paura che tra me e te ci sia qualcosa..
Sorrido nuovamente.
Lui è immobile.
Mi perdo un attimo nei suoi occhi.
Io amo i suoi occhi.
-Tra me e te non c’è niente, Granger.- sibila.
-Certo, Piton..- mormoro calcando a posta il suo cognome.
Poi abbasso il viso verso di lui.
E appoggio le mie labbra sulle sue.
Un attimo.
Un attimo che dura una eternità.
Perché stare con lui è bello.
E sono felice.
Felice come un bambino che riceve il dono desiderato.
Felice come quando capisci di aver trovato ciò che ti serviva.
Ciò che hai cercato per tutta la vita.
E io l’ho cercato.
Solo per qualche anno.
Ma l’ho cercato.
E l’ho trovato solo ora.
Sta di fronte a me.
E ora mi sta baciando il collo.
Brividi.








Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo!! come avrete sicuramente notato ieri non ho aggiornato! Bè ho deciso di lasciar passare piu tempo tra un aggiornamento e l'altro visto che avrò pochissimo tempo per scrivere!

Accidenti questo capitolo è lunghissimo! Quanto cavolo è ambiguo Piton da 1 a 10??!! E Ron mi sta sulle scatole!Mi è sempre stato sulle scatole!
Forse Severus qui è un po' OOC però forse non troppo..in fin dei conti non sappiamo come reagirebbe in certe situazioni..lui è uno che ha molto auto-controllo, ma se questo auto-controllo a volte venisse meno!? accidenti anche lui è un uomo!

fatemi sapere se vi piace, baciiiiiiiiiii

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Capitolo 24
*** Te ne pentirai ***


Capitolo 24 - Te ne pentirai







Se non si fosse fermato non so fin dove saremmo arrivati.
Fin dove saremmo potuti arrivare.
Continuavo a baciarlo.
E lui a baciare me.
Con una intensità mai vista.
Mai provata.
Ma mai esagerando.
Mai facendo forza.
Il tutto era una meravigliosa carezza.
Nemmeno un momento ho sentito il desiderio di allontanarmi.
Nemmeno uno.
Il mio corpo si muoveva da solo.
Totalmente scollegato dal mio cervello.
Ormai quello era andato.
Del tutto andato.
Ogni movimento andava per conto suo.
C’era solo il mio corpo lì in quella stanza.
Io, Hermione Granger, non c’ero più.
Ero via.
Sentivo il suo respiro sulla pelle.
Il suo profumo nei capelli.
Muschio. Menta.
Lo baciavo.
Come se fosse il desiderio di una vita.
Come se il mio sogno si stesse realizzando in quel momento.
Ma siamo andati oltre.
Sì, siamo andati oltre.
E non lo so.
E’ strano.
Ma sono contenta.
Non ci siamo accontentati questa volta.
Non ci siamo accontentati di sfiorarci le labbra.
Sentivo le sue labbra sul mio collo.
Sulla spalla.
Il suo respiro.
Mi posava piccoli baci sulla pelle.
Ma mi mordeva anche.
Questo mi fa sorridere.
Ci penso e sorrido.
Mi baciava e mi mordeva piano.
Come se fosse affamato di me.
Come se avesse digiunato per tanto tempo.
Per una vita.
E avesse trovato me posata su di un piatto.
Un cibo gustoso.
Tutto per lui.
Ma se ci penso è vero.
E la cosa è triste.
Ha digiunato davvero. Per tanto tempo.
Le miei mani stringevano la sua casacca.
Più lo sentivo vicino più stavo bene.
Le sue braccia intorno al mio corpo.
A volte a stringere i fianchi.
Altre ad accarezzare la mia spalla.
Il mio braccio.
E mi baciava.
Le labbra.
Il collo.
Le spalle-
E pure io lo baciavo ancora.
E le mie dita tremanti giocavano.
Giocavano con i bottoni della sua casacca.
Un’asola vuota.
Due asole vuote.
E poi tre.
Quattro.
Nemmeno io sapevo cosa stavo facendo.
Perché forse era pure sbagliato.
Ma io mi sono innamorata di lui.
Voglio lui.
E facevo ciò che mi sentivo di fare.
Ma lui si è fermato.
E ha fermato anche me.
Ci siamo spinti oltre.
Troppo oltre forse.
Anche se volevamo stare insieme.
Ma non potevamo.
Fare l’amore sarebbe stato troppo.
Fare sesso sarebbe stato troppo.
Non so che parola usare.
Non so quale sarebbe la più giusta.
Per lui.
Non per me.
Io so bene cosa voglio.
Ma per quanto riguarda lui, solo lui stesso lo sa.
Se sarebbe stato amore.
O solo sesso.
Semplice e non impegnativo sesso.
Il sesso non impegna.
Non crea legami.
Non implica nulla.
E’ solo sesso.
Ma in ogni caso ci siamo fermati. In tempo.
Forse lo volevo, però.
Forse volevo pure quello.
Ma era troppo per lui.
E’ troppo.
Sarebbe stato egoistico da parte mia non fermarmi.
So quanto per lui sia difficile lasciarsi andare.
Quanto sia stato difficile solo darmi quel primo bacio.
Alla Vigilia di Natale.
So quanto è combattuto tra lo starmi vicino e il mandarmi via.
Se potesse si punirebbe.
Si punirebbe per ogni gesto dolce che ha fatto nei miei confronti.
Per ogni parola che ha detto che non avrebbe dovuto dire.
Per ogni comportamento che non avrebbe dovuto avere.
Per ogni tocco che non avrebbe dovuto fare.
Per ogni bacio che non avrebbe dovuto dare.
Non potevo chiedergli più di questo.
Fare l’amore con me sarebbe stato troppo.
E mi dispiace anche averci solo pensato.
Ora io sono seduta sul mio letto.
E lui è in soggiorno.
Non so se andare da lui.
E parlargli.
O se rimanere qui.
E’ uscito dalla stanza da più di 10 minuti ormai.
Non so cosa fare.
Ho paura.
Temo la sua reazione.
Si starà odiando adesso.
Ne sono sicura.
Lo so.
Intanto mi sono vestita.
Stare in asciugamano non era l’ideale adesso.
Non in questa situazione.
Respiro.
Ho deciso di parlargli.
Esco dalla stanza.
E’ in cucina.
Le mani appoggiate sul tavolo con forza.
La testa china.
Mi da le spalle.
Mi avvicino.
-Io volevo solo dirle che..
Mi interrompe.
Non alza nemmeno lo sguardo.
-No, Granger. No.- mormora.
La voce è piatta.
Quasi atona.
Granger.
Mi sta chiamando nuovamente per cognome.
Ma capisco perché lo fa.
E’ un modo per tenere le distanze.
Per mettere dei paletti tra noi.
Ma ormai i paletti non reggono più.
Sono stati sradicati dal terreno.
Non riuscirà a piantarli saldamente di nuovo.
-No, mi deve ascoltare ora.- dico spostandomi dall’altra parte del tavolo. -Io mi scuso con lei perché so che tipo di persona è e so anche che odia trasgredire le regole e ciò che stavamo facendo..che stavamo per fare..non era esattamente corretto. Però deve sapere anche che non avrei avuto problemi ad andare avanti e mi sono fermata solo per rispetto nei suoi confronti..perchè so quanto per lei sia difficile..tutto questo sia difficile..
Ora mi sta guardando.
E vedo i suoi occhi.
E il suo viso.
E’ totalmente stravolto.
Disperato.
Si sta odiando.
Dentro di sé si sta punendo.
-Io..Io non avevo mai toccato una mia studentessa..- mormora a bassa voce. -..in tanti anni non era mai successo..mai.
E questo lo so.
Lo so perché ti conosco.
Ora finalmente ti conosco.
Eri troppo chiuso in te stesso.
Attaccato al passato. Sempre e comunque.
Attaccato a Lily.
Alla tua Lily.
Troppo solo.
Solo con la tua corazza.
E nessuno aveva mai provato a scalfirla.
Nessuno ha mai provato ad avvicinarsi a te.
A conoscerti.
Tutti troppo impauriti da quella finta apparenza.
Da quel tuo atteggiamento a volte a rude.
Eppure dentro di te c’è una persona meravigliosa.
E io lo so.
Inoltre sei troppo attaccato alle regole.
Sei troppo controllato.
Tutto nella tua vita deve essere sotto il tuo controllo.
Sempre.
E la prima cosa che controlli è te stesso.
Auto-Controllo. Sempre.
Ora però sembra che tu non riesca più a farlo.
Non completamente.
Ed è questo il problema.
Non sai come comportarti.
Sei un uomo che deve combattere una battaglia.
Sei al centro del campo di battaglia.
Ferito.
E senza armi.
Ci sei solo tu.
E vorresti solo morire.
Sarebbe tutto più semplice.
Ma non puoi.
-Lo so questo, perché ti conosco..- mormoro avvicinandomi ora a lui. -Avere una relazione con una propria studentessa non è molto corretto, lo riconosco, ma mancano solo un paio di mesi e io non studierò più qui ad Hogwarts e non sarò più alunna del Professor Piton..e poi, pensi che valga davvero la pena mandare tutto questo all’aria?- Ora gli prendo la mano. -Cosa provi per me,Severus?
Lo vedo irrigidirsi.
Ma non lascia la mia mano.
-Io non provo nulla per te..
-Lo sai che non è vero..
Lo guardo negli occhi.
Ancora quello sguardo di disperazione.
-Non provo nulla..
-Dovresti smetterla di lottare con te stesso, non ha più alcun senso farlo. Lotta per me e con me per questo, Severus.
-Tu non capisci..io non posso..
Sono io ad interromperlo ora.
-Cosa, Severus? Cosa?- domando con tono calmo. -Tu non puoi amare?
-Io non posso..e non devo..amare.
-Tu devi amare..Tu puoi amare..ma non sai farlo.- dico sorridendo.
-Anche questo..
-Solo questo.
-E’ pericoloso stare con me, Hermione.
Il solito.
E’ sempre il solito.
Sbuffo.
Sospiro.
-Questa è solo una scusa..allora è pericoloso anche per te stare con me visto che ho ucciso Tu-Sai-Chi e un sacco di persone mi vogliono morta!
-Non è la stessa cosa..
-E’ esattamente la stessa cosa, invece. Mi hai baciata, ti ho baciato e..hai visto stasera come stavano andando le cose?
-Sì, stavano andando nel modo sbagliato.
-Forse, forse. Ma eravamo noi due quei due corpi e quelle due anime che si stavano dando amore..che si stavano dando vita a vicenda in quella stanza.
-Io non so cosa stavo facendo..
-L’amore è fuori dal nostro controllo, Severus. E’ inutile che ci provi..non puoi controllarlo.
Gli sorrido.
Lo faccio con tutta la dolcezza che posso.
-Io non ti amo.
-Io sì.- mormoro sempre sorridendogli.
-Non puoi.
-E chi lo dice?
-Il tuo Professore di Pozioni, ex Mangiamorte e con 20anni più di te.
-Quindi nessuno!
-Tu non puoi. Tu non puoi amare me. Non puoi.
-Giusto..amo il mio gatto..- dico sorridendogli. -..e anche te, Severus Piton.
-Sei proprio ostinata! Quando ti metti in testa una cosa è così e basta!- esclama frustrato.
Sorrido.
E’ buffo quando assume quell’aria frustrata.
-Mi ricorda qualcuno..- dico alzando gli occhi al cielo ma sempre sorridendo.
-Tzè, petulante, saccente e fastidiosa ragazzina! Se potessi ti schianterei!- mugugna.
Sorrido di nuovo.
Oh sì, Severus, certo.
Lo faresti sicuramente.
-Nessuno te lo vieta..io sono qui!- dico aprendo le braccia.
-Non provocarmi, ragazzina!
-Altrimenti?- chiedo avvicinandomi ancora di più a lui.
E ora trattiene il respiro.
E mi guarda.
Che bell’effetto che ti faccio, Severus.
Peggio di quello che facevi tu a me all’inizio.
Sembra quasi che tu abbia paura.
Ma non di me.
Di te stesso.
Hai paura di te stesso.
-Potrei fare qualcosa per cui potresti pentirti anche solo di esserti avvicinata a me.- risponde serio.
-Non temo più niente..e soprattutto, non temo te. Non mi pento di essermi avvicinata a te e non me ne pentirò mai.- rispondo anch’io altrettanto seria.
-Non puoi saperlo.
-Non ho mai avuto dubbi, nemmeno quando mi hai tratta male o quando hai cercato di allontanarmi.- dico sospirando. -Mai.
-Potresti cambiare idea ora.
-Mi sono innamorata di te, non cambierò idea.
-Sono affari tuoi, allora. Io ti ho avvisata. Soffrirai, Hermione. Se mi starai vicino soffrirai.
Lo guardo un attimo.
Non mi interessa.
Sono solo scemenze.
E lui ha paura.
-Va bene allora soffrirò. Non mi interessa nulla, voglio stare con te.- dico poggiandogli un leggero bacio sulle labbra.
Lui si ritrae.
Subito. Immediatamente.
Vorrebbe andarsene.
Ma la mia mano tiene ancora stretta la sua.
-Lasciami andare, Hermione.
-No.- rispondo sorridendogli.
-Lasciami andare.- ringhia.
-Non ti libererai di me così facilmente, Severus Piton. Non mi interessa se sei un mio insegnante, se ho 20 anni meno di te, se nessuno dovesse approvare e neppure se perderò le persone a cui tengo di più. Non mi interessa, ricordatelo.- dico mollandogli la mano.
Lo vedo un attimo stranito.
E’ pensieroso.
Ma non so a cosa stia pensando.
Non capisco le sue espressioni facciali.
Anche perché non ne sta facendo.
La sua pelle è pallida.
Liscia.
Distesa.
Nessun movimento.
Continua a guardarmi.
Ma non va via.
Mi ha chiesto di lasciarlo andare.
E l’ho fatto.
Ma è ancora qui.
E mi guarda.
Poi mi bacia.
Di nuovo.
Un bacio leggero. Delicato.
Mi accarezza la guancia.
Sposta una ciocca di capelli dal mio volto.
La incastra dietro l’orecchio.
-Te ne pentirai, Hermione..- sussurra riprendendo a baciarmi.
Un bacio che mi lascia senza parole.
Un bacio che non mi aspettavo.
Non ora.
No. Non me l’aspettavo.
Gli aggancio le braccia al collo.
Le nostre labbra continuano a sfiorarsi.
A cercarsi.
I nostri occhi chiusi.
Sono gli altri sensi che giocano.
La vista in questo caso non serve.
Sarebbe solo d’ostacolo.
Ci baciamo ancora.
E ancora.
Poi le nostre labbra si allontanano.
Un attimo.
Per riprendere coscienza di noi.
Ed è allora che ci guardiamo.
E ci vediamo riflessi.
Ciascuno negli occhi degli altri.
Io nelle sue iridi nere.
Lui nelle mie castane.
Richiudo gli occhi.
Appoggio la mia testa al suo petto.
Le mie braccia sempre al suo collo.
Sento il suo profumo.
Muschio. Menta.
Lo abbraccio.
Lo abbraccio forte.
Le sue mani sui miei fianchi.
Non voglio lasciarlo.
Non voglio lasciarlo più.
Voglio stare qui.
Abbracciarlo per tutta la vita.
Sempre.
 


Miei bellissimi lettori, come state? Io sono distrutta! Quanto è faticoso andare all'Università!
Però come vedete non mi dimentico di voi e ho aggiornato senza far passare troppo tempo! Tra l'altro il primo giorno in facoltà sono entrata in bagno e su una delle porte c'era scritto I LOVE TOU SEVERUS SNAPE FROM HARRY POTTER!!<3 e io ho pensato OH SEV AMORE MIOOO <3
Poi ieri ho aperto il libro di inglese e c'era una bellissima foto di Zia Row con in mano HP E LA PIETRA FILOSOFALE e io siiii *-*


comunque...vi è piaicuto il capitolo? SI LO SO CHE STO ESAGERANDO CON I BACI, LO SO LO SO!E CHIEDO VENIA PER QUESTO! MA NON RIESCO A SMETTERE DI FARLI BACIARE PERCHE' SONO COSI DOLCIIII!!!! <3
E come noterete non sono stata scontata..Sev ed Hermione non sono andati a letto insieme, come speravate invece voi "piccole pervertite mezzosangue!muahuahauaha ahahah scherzo vi voglio bene <3

Lasciatemi tante recensioni .D <3

 

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Capitolo 25
*** La mia ombra ***


Capitolo 25 - La mia ombra






Sono agitata.
Perennemente agitata.
I M.A.G.O. stanno arrivando.
E io non sono pronta.
Lo dissi anche per i G.U.F.O.
Poi andarono benissimo.
Ma questa volta è diverso.
I M.A.G.O. sono i M.A.G.O.
Devo essere tenace.
Concentrata.
Studiare.
Studiare e studiare ancora.
E lo sto facendo.
Ma con pochi risultati.
Questo non è da me.
Sono la strega più brillante della mia età.
Ho superato un sacco di ostacoli.
Ho ucciso Voldemort.
Ma ho paura.
Sono davvero preoccupata questa volta.
Passo le notti a studiare.
Quando decido di coricarmi sono esausta.
Con il mal di testa.
Tanti pensieri.
E dolori ovunque.
Ma non dormo.
Allora mi alzo e studio ancora.
Passo molte ore in Biblioteca.
O in qualche aula vuota a ripassare Incantesimi.
Ed è ciò che sto facendo anche ora.
E anche ora non sono in piena forma.
Anzi. Ho un po’ di nausea.
Credo sia l’ansia.
Occupo un tavolino in una stanza.
L’immensa quantità di libri quasi mi nasconde.
Cerco di concentrarmi.
Ma neanche qui ci riesco.
C’è troppo silenzio.
Mi sento male.
E il programma di ripasso non funziona.
Lo faccio sempre.
Ma questa volta non funziona.
Mi è anche passato l’appetito.
Spesso salto i pasti.
E vado in Biblioteca.
In Sala Grande non ci sono quasi mai.
E Piton è preoccupato.
Lo vedo.
Mi osserva.
Mi osserva sempre.
Quando non mi vede in Sala viene a cercarmi.
Pensa sempre che io sia fuggita.
Ma non fuggo più.
Anzi è strano che non sia ancora qui.
Mi cerca per tutta la scuola.
Fin quando non mi trova.
E allora mi riporta a tavola.
Per questo cambio ogni volta posto.
Non che io non voglia essere trovata.
E’che ho bisogno di tranquillità.
E di stare un po’ da sola.
Ma lui c’è sempre.
E questo mi fa sempre piacere.
Mi sta vicina.
Mi osserva.
E si accorge subito se ho qualcosa che non va.
Quando siamo a casa è la stessa cosa.
Io seduta in cucina.
Sfoglio libri.
Leggo.
Ripeto.
Scrivo.
E lui in soggiorno. Sulla sua poltrona.
Che mi osserva.
Mugugna qualcosa.
Poi torna a fare ciò che stava facendo.
Sempre.
E io mi agito.
Il tempo passa.
Passa troppo velocemente.
Non manca molto agli esami.
Non manca molto alla fine della scuola.
Anche questo mi preoccupa.
Non so ancora cosa farò.
Potrei fare tante cose.
E poi c’è Lui.
Nemmeno con lui so cosa farò.
O meglio, cosa succederà.
Io so quello che provo.
Ne sono pienamente consapevole.
E’ lui che ancora non si è deciso.
O non ha davvero capito.
E’ così bravo a capire gli altri.
Un po’ meno a capire se stesso.
Non ci baciamo da giorni.
Molti giorni.
Troppi.
E mi manca.
Mi manca quella sensazione.
Quel calore.
Mi manca la sua esitazione.
La sua indecisione ogni volta che mi trovavo di fronte a lui.
I suoi modi impacciati.
Quello sguardo.
Ora mi devo accontentare di piccoli tocchi.
Gentili carezze.
Timidi abbracci.
Piccole attenzioni.
Un po’ si è sciolto, sì.
Qualcosa in lui si è sciolto.
Ma è sempre troppo poco.
Nonostante la situazione sia migliorata.
Rispetto all’inizio almeno.
Passare da comportamenti rudi a sporadiche carezze è una cosa.
Passare da intensi baci a sporadiche carezze è un’altra.
Ho bisogno del suo calore.
Ma per ora mi accontento.
Non voglio forzarlo ancora.
Si allontanerebbe ancora di più.
E non è ciò che voglio.
Non potrei stare senza di lui ora.
No non potrei.
Non resisterei un attimo senza di lui.
No non resisterei.
Continuo a scrivere il mio tema.
Un tema di Pozioni questa volta.
Voglio che sia perfetto.
Sto cercando di non copiare le frasi dai libri.
Ci devo riuscire.
Sì, ci devo riuscire.
Poi un rumore mi riscuote dai miei pensieri.
E’ la porta.
Si sta aprendo.
Deve essere Piton.
Finalmente mi ha trovata.
E’ come se giocassimo a nascondino.
Ma io non voglio rimanere nascosta.
Non voglio vincere.
Voglio che mi trovi.
Voglio che mi trovi il prima possibile.
Voglio perdere.
Ma vincere lui.
Strabuzzo gli occhi.
Sorrido.
Anche se non è Piton mi fa piacere lo stesso.
E’ Ginny.
-Ehi, allora sei qui!- esclama avvicinandosi. -Cavolo ti ho cercata per tutta la scuola! Per fortuna ho incontrato un ragazzo di Corvonero che mi ha detto di averti vista entrare qui!
Ginny.
E’ una ragazza fantastica.
Da quando sono tornata non abbiamo parlato molto.
O meglio, lei ha parlato.
Io no.
Ma è meglio così.
Non ho nulla da raccontare.
Preferisco ascoltare.
Ascoltare i racconti di ciò che è successo quando io ero via.
Di ciò che mi son persa.
E sono successe un sacco di cose.
Anche a me.
Anche troppe.
E non ne voglio parlare.
-Sto cercando di finire questo tema per Piton! Non ne posso più, sono stanca! Non vedo l’ora che questi esami finiscano!- dico grattandomi gli occhi nervosamente.
Ho prurito.
Mi fanno male.
E lacrimano molto.
Maledetta insonnia!
-Andrai benissimo come sempre! Ti vedo un po’ sotto tono, però..- mormora avvicinandosi e guardandomi più attentamente.
-Non ho dormito molto stanotte..e neanche i giorni passati!
-Non hai nemmeno mangiato se per questo!
Già.
Non ho mangiato.
Non c’è tempo. E il tempo è denaro.
-Non ho molta fame questo periodo..- mormoro.
Ginny mi guarda.
E’ preoccupata.
Lo vedo.
Si è seduta accanto a me.
Entrambe nascoste dai libri ora.
-Come pensi di trovare le forze per studiare se non mangi!?
-Come termino qui vado a prendermi qualcosa giù nelle cucine..
-Hai una brutta cera, lasciatelo dire.
-Grazie, Ginny!- dico sorridendole.
-Cerca di rimetterti in sesto!- esclama. -A parte questo, le altre cose come procedono?
Ci sono tante cose.
A quali ti riferisci esattamente?
Al fatto che non sono pronta a sostenere gli esami?
Al fatto che la prigionia mi ha traumatizzata?
O al fatto che ho una relazione con un mio professore?
E per giunta con Piton?
E per di più che non so se posso chiamarla ‘relazione’?
-Le altre cose..procedono.- rispondo solamente.
-Bè..sei un po’ strana da quando sei tornata..- dice prendendomi la mano.
-Si vede tanto?- domando sarcastica.
-Sì, Herm..si vede tanto!
-Sai..sei l’unica ad essersene accorta!
A parte Severus.
Solo lei e Severus.
-Ma dai, è impossibile! E’ così ovvio! Anche Harry e Ron se ne sono accorti..
Harry.
E Ron.
Mi odio per ciò che gli sto facendo.
-Davvero? Bene!- esclamo con finta felicità. -Con Harry tutto bene?
Son contenta che stiano assieme.
Di nuovo.
Quando Harry l’ha lasciata Ginny ha sofferto troppo.
Ma capisco Harry.
Non voleva metterla in pericolo.
E non voleva che lei aspettasse invano.
Non sapeva se sarebbe tornato dalla guerra.
-Sì..- mormora arrossendo. -..le cose vanno meglio di prima!
-Son contenta!- esclamo sorridendole e stringendole anch’io la mano.
-E tu..hai parlato..con Ron?- domanda.
Ron.
Chiudo un attimo gli occhi.
Sa di me e Ron.
Di ciò che è successo.
Ron.
Tremo.
Tremo al ricordo di quel bacio.
Poi però i suoi capelli rossi cambiano.
Non sono più rossi.
Sono neri.
Lunghi e neri.
E il suo giovane viso viene rimpiazzato.
Severus.
Il volto maturo di Severus.
Mi guarda.
I suoi occhi. I suoi fantastici occhi neri.
E ricordo il nostro bacio.
Tremo.
Un tiepido calore mi riscalda.
Riapro gli occhi.
-Lui ti ha detto di..
-No è stato Harry. Lo sai che Ron è molto riservato per certe cose.
-Capisco..comunque non ci ho ancora parlato..- mormoro abbassando il viso.
-Ah..pensavo ne aveste parlato l’altra volta..il giorno che ti ha chiesto di aiutarlo con quel compito!
-Oh, no! Abbiamo parlato d’altro quella volta..e fatto il compito.
-Lui pensa che Silente abbia sbagliato ad affidarti a Piton..non lo dice perché Harry probabilmente si arrabbierebbe, però lo conosco e sono sicura che non sia contento di questa decisione..
La nausea è sempre più forte.
Chiudo di nuovo gli occhi.
Poi li riapro.
-Si lo so..è proprio di questo che abbiamo parlato. Sì, secondo lui Silente avrebbe dovuto affidarmi alla Mc Granitt e non a Piton perché Piton non è un tipo di cui fidarsi..sempre secondo Ron.
-E ha ragione? Piton non è un tipo di cui fidarsi!?- domanda.
Cosa vuole che le risponda?
Certo che ci si può fidare di lui!
Tutti dovremo fidarci di lui.
-Piton è una bravissima persona, credimi. Ve l’ho già detto, non avrei potuto chiedere di meglio! Neanche io mi aspettavo di trovarmi bene con lui, invece mi sono ricreduta. Se non ci fosse stato lui le cose sarebbe state molto più difficili..
Piton.
E’ così complicato chiamarti Piton.
Tu sei Severus.
Il mio Severus.
Chiudo un attimo gli occhi.
Mi lacrimano.
-E’ strano sentire parlare di Piton in questo modo..
-Lo so.
-Quindi non è così tanto pipistrello cattivo!?- chiede ridacchiando.
Sorrido.
Il pipistrello cattivo.
Severus.
-Il pipistrello cattivo mi ha salvato la vita due volte e ha reso le mie giornate quasi accettabili!
‘Quasi accettabili.’
Le parole giuste sarebbero altre.
‘Magnifiche.’
Le giornate passate con lui sono state magnifiche.
-Ti sei affezionata, vero?- chiede sorridendomi.
Mi sono affezionata.
E anche innamorata.
Ma non posso dirle nulla.
Non posso parlarne con nessuno.
Proprio con nessuno.
-Io..
Vengo interrotta.
La porta si spalanca.
Un forte raggio di luce illumina la stanza.
E lo vedo.
Una alta figura nera.
Dal mantello svolazzante.
Altrettanto nero.
Si avvicina.
Fa due grandi passi verso di noi.
-Signorina Weasley e Signorina Granger, filate in Sala Grande! Non ci fate nulla in quest’aula!- ordina con il suo solito tono severo.
-Sì, Professor Piton..- mormora la rossa.
Ginny mi lascia la mano.
Si alza.
Anche io mi alzo.
Ma le gambe non reggono.
E ricado sulla sedia.
Ho una forte nausea.
E mi gira la testa.
-Signorina Granger, ha sentito?- chiede.
Sì, ho sentito.
Ma la stanza gira.
Devo cercare di calmarmi.
Respiro.
E mi alzo di nuovo.
Ma le gambe non reggono nemmeno questa volta.
Cado a terra.
La testa mi fa male.
Anche la spalla.
E sento il pavimento gelido.
La vista annebbiata.
Chiudo gli occhi.
Sento dei passi correre.
Corrono verso di me.
Forse è Ginny.
O forse è Piton.
-Hermione! Hermione!- mi chiamano.
Ma non so a chi appartiene questa voce.
E non voglio nemmeno saperlo.
Non ora.
La testa è pesante.
Sto male.
Sono stanca.
E ho sonno.
Le ore passano.
E io sono indolenzita.
Più di prima.
Apro gli occhi pigramente.
Non sono nel mio letto.
Sono in infermeria.
Quante volte ci sono stata negli altri.
Madama Chips ha curato me.
Ha curato Harry.
Ha curato Ron.
E so perché sono qui.
Sono svenuta.
Ancora.
E sono debole.
Ma sento delle voci.
Una voce femminile.
Sembra Madama Chips.
-Ho detto che non può entrare, è ancora debole! Poi dorme!- esclama la donna.
-Non mi interessa!- esclama rude un’altra voce.
E’ una voce maschile.
E so a chi appartiene.
Quella voce inconfondibile.
E’ Severus.
Entra nella stanza a passo svelto.
Madama Chips dietro di lui.
Cerca di dissuaderlo.
Non vuole che entri.
Che mi disturbi.
Ma lui non mi disturba.
Non mi disturba mai.
Si bloccano di fronte a me.
Vedono che sono sveglia.
E li sto guardando.
-Oh Signorina, si è svegliata!- esclama sorridente la donna.
-Sì, grazie..
-Come ti senti?- domanda avvicinandomi a me.
Guardo un attimo l’uomo alle sue spalle.
-Sto bene.. non si preoccupi.- rispondo sorridendo a mia volta.
-Come vede è sveglia e sta bene quindi ora può anche andare..ho bisogno di parlare con la Signorina Granger!- tuona Piton.
Il suo solito tono.
Appare così burbero.
Così duro.
Invece è fantastico.
-Va bene, va bene..ma non rimanga troppo altrimenti si stressa e sta male di nuovo!- mormora preoccupata.
-Vada!- ordina e la donna si allontana.
Poi si volge verso di me.
E mi guarda.
Il suo sguardo duro.
Inflessibile.
Apparentemente almeno.
-Hai visto cosa è successo?
So a cosa si riferisce.
Non ho dormito.
Non ho mangiato.
Ho studiato troppo.
E sono rimasta senza forze.
Infine sono svenuta.
Devo anche aver sbattuto la testa.
A giudicare dal dolore.
-Scusi..- mormoro abbassando lo sguardo.
-Non devi chiedere scusa a me! Devi chiedere scusa a te stessa perché ti stai facendo del male da sola!
Ha ragione.
Ha perfettamente ragione.
Ma mi fa male quando parla così.
Con quel tono.
Anche se si sta preoccupando per me.
-Io non ce la faccio più, sono seriamente stressata! Dovrebbe capirlo, dovrebbe sapere cosa si prova, ci è passato prima di me!
-Se continui così non passerai mai gli esami con il risultato che una ragazza come te si merita di avere.
E’ vero.
Io sono Hermione Granger.
La strega più brillante della mia età.
Accidenti.
Studio da sempre, non posso farmi rovinare.
Non posso rovinarmi da sola.
-Lo so..
-Devi mangiare, devi dormire e devi smetterla di ripassare cose che conosci a memoria da quando eri al primo anno! Sono solo una perdita di tempo!
-Va bene..- mormoro ancora.
Ho imparato che devo stare zitta.
Devo lasciarlo parlare.
E non si infurierà.
Ciò che voglio dirgli posso dirglielo quando voglio.
-Ti controllo, ti sto avvisando! Ogni volta che non ti trovo in Sala Grande saranno 100 punti in meno a Grifondoro e ogni volta che ci sarai ma che non mangerai saranno 50!- esclama, poi riprende fiato e continua. -Non credo che tu voglia far fallire la tua Casa! E’ tutto chiaro?
Oh, Severus.
Questa è cattiveria pura.
Cosa c’entra la mia Casa ora!?
Vorrei schiaffeggiarlo.
Sa sempre come convincermi.
Tzè.
-E’ tutto chiaro.
-Bene. Ho lezione ora, a stasera..in Sala Grande!- mormora con tono minaccioso prima di uscire dall’infermeria.
Detesto quando fa così.
Ma mi fa anche impazzire.
Devo ammetterlo.
Ora però ho bisogno di riposare.
Ancora.
Devo fargli vedere che non mi arrendo.
Che so gestire la tensione.
E supererò quegli esami al meglio.
Come ho sempre fatto.
Qualche ora più tardi sono in cucina.
E studio.
Già, studio.
Però ho cenato.
Severus continuava a tenermi d’occhio.
Non voglio che la mia Casa perda i suoi punti.
Non sarebbe giusto.
Quindi ho deciso di fare come ha detto lui.
Tra l’altro si infurierebbe se non lo facessi.
E non voglio stare senza di lui.
Ho bisogno di lui.
Continuo a leggere.
Prendere appunti.
Note.
Leggere.
Ripetere.
Ogni tanto borbotto.
Sbuffo.
Mi prendo la testa tra le mani.
Mi agito.
Forse inizio ad essere stanca.
Ma devo finire.
Poi andrò a letto.
Lui è seduto sul divano.
Non sulla poltrona.
E questo è strano.
Starà più comodo così forse.
Continua a guardarmi.
Mi osserva mentre studio.
Non mi da fastidio.
Mi infonde sicurezza.
Se mi sgridasse mi darebbe fastidio.
Ma non fa nulla.
E’ tranquillo.
 -Molla un po’ quei libri e vieni qui..- mormora.
Cosa?
Sollevo la testa.
Lo guardo.
Ho sentito bene?
-Cosa!?
-Ho detto di mollare quei libri e di venire un attimo qui.- ripete.
Lo guardo di nuovo sconvolta.
E’ la prima volta che mi chiede di stargli accanto.
La prima volta.
Vorrei farlo. Lo vorrei tanto.
Ma non posso. Non ora.
-Non fa sono già in ritardo con il programma!- esclamo sbuffando. -Oh non ci capisco nulla!- mi lamento scuotendo la testa e riprendendo a leggere.
Lui mi guarda impassibile.
-Vieni qui.- dice di nuovo.
Sollevo il capo.
Mi sta guardando.
Non leggo nulla nei suoi occhi.
-Davvero non fa! Questo capitolo proprio non..- mormoro, ma un pericoloso movimento mi fa saltare sulla sedia. -Fermo! Non provare a farmi levitare eh!- esclamo.
Ha tirato fuori la bacchetta.
E vuole farmi levitare sino al divano.
Mi vuole accanto a lui.
E’ carino.
-Allora fai come ti ho detto..- mormora.
Decido di dargli retta.
Trovarmi a mezz’aria è l’ultima cosa che voglio ora.
Mi siedo sul divano.
Accanto a lui.
Il suo braccio disteso sulla testiera.
Continua a guardarmi.
Uno sguardo misterioso.
Ma affascinante.
Come sempre.
Però qualcosa lo turba.
E’ strano.
Lo vedo strano.
-Cos’hai?- domando consapevole che non riceverò risposta.
E così accade.
-Non ho nulla..
Non ci credo.
Voglio andare in fondo a questa storia.
-Sei strano..particolarmente silenzioso..
Solleva il sopraciglio.
-Perché parlo molto generalmente!?- domanda ironico.
-No ma questi giorni ancora di meno..E’ successo qualcosa?
-Non è successo nulla.
-Poi è strano anche che tu mi chieda ora di sedermi qui accanto a te, per giunta sul divano quando tu ti siedi sempre sulla tua poltrona!- esclamo convinta delle mie parole.
Pensavo che la mia strategia fosse perfetta.
Gli mostro ciò che non va e lui mi spiega cos’ha.
Ma con lui non funziona.
Abbassa il capo, però.
-Pensavo ti facesse piacere..ma se non è così..
-No, no! Certo che mi fa piacere! Lo sai che mi fa piacere!- mi sbrigo subito a ribattere. -Dico solo che è strano..
-Non è strano.- ribatte invece lui.
-C’è qualcosa che mi vorresti dire?- gli chiedo.
Sembro molto Silente ora.
Sorrido dentro di me.
Sì, sembro Silente.
-Hai parlato con qualcuno di..insomma..di questo?- domanda.
La sua domanda mi lascia sbigottita.
Perché me lo sta chiedendo?
Certo che non ne ho parlato.
E’ logico!
‘Questo.’
Cos’è questo, Severus?
‘Questo’ è ‘Noi.’
-Certo che no! Lo so che non devo farne parola con nessuno!
-Bene.- risponde solo.
-Tu ne hai parlato con qualcuno?- chiedo a mia volta.
Alza sopraciglio.
-Con chi avrei dovuto parlarne!?
-Non lo so! Ma se me lo stai chiedendo un  motivo ci dev’essere!
-Non c’è.
-C’è. Lo so che c’è. Dimmelo!
-No.
-Dimmelo!- dico alzando un po’ il tono di voce.
-Silente ha qualche sospetto..- mormora guardandomi negli occhi.
Silente.
Silente sospetta qualcosa.
Ecco.
Ecco perché quegli sguardi.
Mi guarda sempre in Sala Grande.
Sempre.
-E tu cosa gli hai detto?- chiedo sapendo già la risposta.
-Che è la sua immaginazione..
-Ed è così?- domando guardandolo dritto negli occhi.
Non so cosa aspettarmi ora.
E lui non risponde subito.
Non so cosa mi dirà.
-No..- risponde.
‘No.’
Ha detto di no.
Ha ammesso che qualcosa c’è.
Severus Piton ha ammesso che tra me e lui c’è qualcosa.
Non ci credo.
Sorrido.
Lo guardo negli occhi.
Ti amo, Severus Piton.
Mi lascio scivolare di lato.
Fino a toccare il suo corpo.
La sua mano sulla mia spalla.
E io stretta a lui.
Il viso poggiato sul suo petto.
Sorrido.
Lui non mi può vedere.
Ma io sorrido.
-Volevo solo passare un po’ di tempo insieme a te..- mormora.
Sorrido.
Chiudo gli occhi.
E sorrido di nuovo.
Il mio cuore vorrebbe uscire dal mio petto.
Spaccare la gabbia toracica.
E andarsene a passeggio.
Ma lo trattengo qui.
Volto il capo verso di lui.
Lo guardo.
E’ rilassato.
Anche io sono rilassata.
Mi stringe ancora di più a sé.
-Anche io..- mormoro sorridendogli.
E’questo ciò che voglio.
Ciò che desidero di più al mondo.
Le sue attenzioni.
Il suo calore.
Il suo amore.
Stai superando le tue paure, Severus.
Le stai superando.
E io sono qui.
Sono qui per te.
Per farmi amare.
E per amarti.






Come promesso il capitolo nuovo è arrivato presto!! Ammazza quanto è lungooo!!fatemi sapere se vi piace:):) a me piace!:)
baciii

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Capitolo 26
*** L'acqua lava via ogni macchia ***


Capitolo 26 - L'acqua lava via ogni macchia





Ho ripreso a nutrire il mio corpo.
L’ho dovuto fare.
Per forza.
Grifondoro ha perso 50 punti a causa mia.
Piton è stato di parola.
Come sempre.
A cena ho mangiato poco e lui se n’è accorto.
Mi controllava.
Mi controlla ancora.
Tutti si chiedono ancora dove siano quei 50 punti.
Dove siano andati a finire.
Perché siano scomparsi.
E a causa di chi.
Nessuno sospetta che li abbia fatti perdere io.
Ho anche ripreso a dormire.
Ogni sera mi spedisce a letto prima di mezzanotte.
Anche se non ho finito i compiti.
Se non ho finito di studiare.
Io a mezzanotte sono sotto le coperte.
Profondamente addormentata.
Mi controlla assiduamente.
Ma lo sta facendo per me.
Lo so.
Non posso farcela senza di lui.
Starei male tutti i giorni.
Perderei i sensi dopo ogni lezione.
Ora invece no.
Non sono più debole.
Sono stanca.
Ma non debole.
E ho ripreso a memorizzare le cose.
Efficacemente come un tempo.
Sono di nuovo io.
La So-Tutto Granger.
Come dice lui.
I giorni sono passati velocemente.
Forse anche troppo.
Il 9 Gennaio era il suo compleanno.
E non abbiamo festeggiato.
Non mi ha detto nulla.
L’ho scoperto quasi 20 giorni dopo.
Ancora non capisco perché non me l’abbia detto.
Lo so che non ama festeggiare.
Lo so.
Ma ci tenevo.
Era un giorno importante.
Ed è passato così come se niente fosse.
Come se fosse un giorno normale.
Ma non lo era.
Era il suo compleanno.
Ora invece siamo a Febbraio.
Un altro giorno importante è alle porte.
Molto importante.
Anche se non credo che lui lo festeggi.
Nemmeno questo.
Anzi credo lo detesti proprio.
14 Febbraio.
San Valentino.
A me però piacerebbe festeggiarlo.
O almeno passare un po’ di tempo con lui.
Ma sarà difficile.
Molto difficile.
Non so ancora definire cosa siamo Io e Lui.
Non so se siamo un Noi.
O se non siamo niente.
Ancora non lo so.
Potremmo anche essere Niente.
Dipende da lui.
Per me il Noi esiste da molto tempo ormai.
Per lui non lo so.
E se per lui non esiste, il Noi esiste solo a metà.
O forse non esiste proprio.
Non lo so.
Però San Valentino è tra due giorni.
E devo decidere.
Io voglio passarlo con lui.
Sono in camera mia.
Penso a cosa dirgli.
Voglio parlargli.
Glielo chiederò.
E se dirà di no lo obbligherò.
Poi sento dei rumori dal soggiorno.
Apro la porta della mia camera.
E vedo una cosa insolita.
Una cosa che mi lascia a bocca aperta.
Non voglio farmi vedere però.
Socchiudo la porta.
Tengo bene le orecchie aperte.
E spio la scena nascosta.
Ron.
Ron?
Davanti alla porta di casa?
Che cosa ci fa Ron qui?
E a quest’ora!?
Almeno non è venuto fuori dal coprifuoco!
Piton gli avrebbe tolto un sacco di punti.
Cerco di non farmi vedere.
Voglio proprio vedere cosa succede.
-Weasley!?- esclama Severus con un tono misto tra  lo sorpreso e il disgustato.
Scommetto che ha il sopraciglio sollevato.
Ne sono sicura.
Purtroppo non vedo il suo viso.
Ma è come se lo avessi davanti.
Immagino le espressioni sul suo volto.
Vedo Ron.
E’ paonazzo.
-P-P-Professor Piton..- risponde balbettando.
Forse non si aspettava di trovarlo?
-Cosa diavolo ci fai qui?- domanda Severus.
-Io-Io volevo..vedere Hermione..- mormora sempre, come se fosse a corto di parole.
E’ immobile.
Paralizzato di fronte al suo Professore.
-E’ pericoloso per te girare qui intorno, Weasley!
-Pe-Perché?- domanda il rosso non capendo.
-Perché ci sono io e perché, se tu non te ne fossi accorto, hai bussato alla porta del mio appartamento.
-Io..devo parlare..con Hermione..- dice, poi sospira. -Potrebbe chiamarmela?- chiede tutto d’un fiato.
-No.- risponde secco.
-Allora..posso entrare?
Entrare?
Ron, ma secondo te Piton ti farà entrare in casa sua?
Per parlare con me, per giunta!?
E’ vero che non sai nulla.
Però dai, è Piton!
Infatti non lo fa entrare.
Non gli risponde nemmeno.
Lo guarda un attimo.
Poi chiude la porta.
Gli chiude la porta in faccia.
E si va a sedere sulla poltrona.
Molto tranquillamente.
Come se nulla fosse successo.
Forse è ora di intervenire.
Ma non devo farmi scoprire.
Devono pensare che io non sappia niente.
Che non abbia visto niente.
Esco dalla stanza di corsa.
-Che succede?- domando a Severus. -Ho sentito la porta sbattere!
-Nulla.- risponde solo.
Io insisto.
Deve confessare.
Non si è comportato bene.
-Severus!- esclamo.
-C’è il tuo stupido amico rosso là fuori.- commenta con molta nonchalance.
-Ron?- domando con una espressione di finta sorpresa.
-Il tuo stupido amico rosso.- ripete.
Oh Severus, quanto sei stronzo delle volte.
Sai davvero essere stronzo.
-Dai, Severus!- lo rimprovero avvicinandomi alla porta.
Lui mi guarda un attimo.
Poi si alza e prende un libro dalla libreria.
E lo inizia a leggere, di nuovo comodo sulla sua poltrona.
Io apro la porta.
Esco.
Ron è appoggiato al muro.
Mi guarda.
-Ron!- esclamo. -Cosa ci fai qua?
-E’ proprio uno stronzo!- esclama spuntando fuori le parole. -Mi chiedo cosa gli costasse chiamarti un attimo!- commenta avvicinandosi a me.
Gli costa eccome.
E’ geloso.
Ron non sa di me e Piton.
Certo che non capisce.
Ma io lo so bene.
Severus è geloso.
Non lo vuole ammettere.
Ma è geloso.
E poi è San Valentino tra due giorni.
Anche lui lo sa.
E forse ha paura.
E’ un azzardo.
Ma magari è vero.
Ma io voglio lui.
Solo lui.
E nessun altro.
-Sì lo so che è esagerato a volte però dai Ron, questa è casa sua! Che piacere pensi che abbia avuto a vederti di fronte alla porta del suo alloggio!?
-Lo so però..non è che per me sia stato piacevole eh! Molto meglio una notte intera in punizione da Gazza!
-Ah! Non saprei!- esclamo ridendo. -In ogni caso, come mai sei qui?- domando curiosa.
Lo vedo bloccarsi un attimo.
E’ agitato.
Nervoso.
-Io-Io volevo chiederti se..
-Se..?- lo incito.
-..se ti andasse di venire a Hogsmade dopodomani con me!- esclama tutto d’un fiato. -..e con Harry e Ginny!- aggiunge subito.
Hogsmade.
Dopodomani.
14 Febbraio.
San Valentino.
Con Ron.
Per Merlino.
Non so cosa fare.
Non voglio deluderlo.
Non voglio ferirlo.
Mi sento già abbastanza in colpa.
Ma non voglio nemmeno dargli false speranze.
E desidero passare del tempo con Severus.
Cerco di rimanere tranquilla.
Non voglio che i miei pensieri se ne vadano a spasso.
Sorrido.
-Certo! Perché no!? Facciamo una bella rimpatriata! E’ da un sacco di tempo che non passo del tempo con te ed Harry..- mormoro.
-Allora vieni?- esclama felice e sorridente.
-Sì, certo! Non posso tornare troppo tardi però..
Vado a Hogsmade con loro.
Poi torno e sto con Severus.
Piano perfetto.
-Come mai devi tornare presto?- chiede dispiaciuto.
-Devo studiare Ron..sono un po’ in difficoltà questa volta! Io ho perso un sacco di lezioni quando ero in prigione e poi successivamente qui, e quindi devo recuperare un bel po’ di lavoro!
La scusa dovrebbe funzionare.
Spero.
Lo vedo un po’ dispiaciuto.
Ma è contento che almeno non gli ho detto di no.
-Va bene..
-Mi dispiace Ron..però dai almeno un po’ di tempo stiamo insieme!- dico sorridendogli.
-Sì..comunque..ti ho disturbata prima?
-No, tranquillo..stavo provando gli incantesimi che ci ha spiegato Vitious..tu ti sei già esercitato?
-Io? No non ho ancora fatto nulla..avevo gli allenamenti di Quidditch oggi!
-E come stanno andando?
-Oh bene bene!  La prossima partita sarà contro i Serpeverde..sarà difficile ma siamo fiduciosi! Stiamo lavorando molto bene!
-Oh son contenta!- esclamo sorridente. -Dobbiamo battere quelle serpi!
-Se li battiamo Piton non sarà molto contento!
-Oh sì lo so! Pazienza!
Non sarà per niente contento.
Ma basta un bacino.
Un bacino e passa tutto.
Sorrido.
-Stai bene, Hermione?
-Sì sto bene, Ron..perchè?
-Così..sai, lo stress!
-Sì sono molto stressata..però sto bene! Comunque credo che convenga andare ora perché è tardi..- mormoro.
-Sì vado altrimenti Piton mi punisce a vita!
-Esatto!- esclamo ridendo. -Ciao, Ron! A domani!
Lo saluto.
Lui va via.
E io torno dentro.
Devo parlare con Severus.
Devo dirgli dell’uscita con Ron.
Ma in soggiorno non c’è.
E nemmeno in cucina.
Poi sento un rumore familiare.
Lo riconosco.
E’ l’acqua che scende dal rubinetto.
Severus sta facendo il bagno.
Sorrido.
Una malsana idea ha appena attraversato la mia testa.
Non so se dovrei farlo.
Ma in fondo lui l’ha fatto.
Potrei vendicarmi.
So che lo farei infuriare.
Lo so.
Ma mi piace farlo infuriare.
E poi comunque durerebbe poco.
Un bacino e si tranquillizzerebbe.
Sono tremendamente in astinenza.
Ho bisogno dei suoi baci.
Per Merlino.
Non sembro nemmeno io.
Ma mi mancano davvero.
Mi avvicino piano alla porta della sua camera.
La apro senza far rumore.
E’ in ordine.
Come sempre.
Nessun abito buttato alla rinfusa sul letto.
Ricordo il giorno che mi sgridò per il mio disordine.
E ricordo anche il nostro bacio.
Sorrido.
Mi avvicino alla porta del bagno.
I miei piedi sembrano avere il silenziatore.
Voglio vedere che faccia farà.
Potrebbe anche schiantarmi ora che ci penso.
Correrò il rischio.
Voglio ridere.
Spalanco la porta.
Lo prendo inaspettatamente.
E’ dentro la vasca.
Coperto fino alla pancia dalla schiuma.
C’è un buon profumo.
Il suo profumo.
Muschio. Menta.
I capelli bagnati gli circondano il viso.
Le labbra sono spalancate.
Gli occhi pure.
La pelle è bianca. Bagnata anch’essa.
Le goccioline gli scivolano sopra.
Il mio sguardo è catturato dal suo petto.
Le cicatrici.
Tante cicatrici. Troppe.
Ricordo ancora le ferite che gli ho curato.
Porta le cicatrici anche di quelle.
Torno a guardarlo.
Appena sono entrata è sussultato.
Si è girato immediatamente.
Cercando di coprire qualcosa che è già coperto.
Non c’è bisogno di nascondersi.
Sorrido.
Un po’ sono imbarazzata.
Lo ammetto.
Ma non importa.
Sorrido di nuovo.
-Per Salasar, che cosa ti è venuto in mente!?- esclama ancora voltato.
E’ nervoso.
E irritato.
Lo sento.
Ma non mi interessa.
-Volevo parlarti..- mormoro.
-E non potevi aspettare che finissi, vero!?
-Evidentemente non potevo e poi, sai..
-Cosa dovrei sapere!?
-Sai..dovevo vendicarmi per quella volta che sei entrato in camera mia pur sapendo che ero in doccia..- mormoro sorridendo.
-Piccola serpe!- ghigna.
-E’ un complimento Severus, lo sai!
-Sì è un complimento..ma, stai uscendo dal mio bagno!?
-No.- dico solo.
-Granger!- tuona.
Rido.
Rido di gusto.
-Granger!? Granger un fico secco!
Rido ancora.
-Hermione, esci!- mi ordina con fare minaccioso.
-No.- ripeto.
-Hermione, esci!- ripete anche lui. -Sono un tuo Professore, fai quello che ti dico!
-Ho detto di no, e voltati! Le tue spalle sono una bella visuale, sì, ma preferisco guardare i tuoi occhi!- esclamo infastidita.
Si agita un attimo.
Poi decide di voltarsi.
Mi guarda.
La pelle del suo viso non è pallida come sempre.
E’ leggermente arrossata.
Oh, Severus, sei in imbarazzo!?
Sorrido.
-Finalmente!- esclamo.
-Ora che ho esaudito il suo desiderio, la Signorina sarebbe così gentile da dirmi il perché mi sta disturbando?
Oh.
Ecco.
Non so cosa dirgli ora.
Mi giro i pollici.
Vado sempre impreparata.
Devo imparare a prepararmi i discorsi prima.
-Ehm sì..posso andare a Hogsmade se voglio, vero?- domando sapendo già la risposta.
-Sì, puoi andare.
-Bene..ci devo andare..
-Quando?
-Dopodomani..- rispondo chiudendo istintivamente forte gli occhi.
Poi li riapro.
Lui mi sta ancora guardando.
Le braccia lungo i bordi della vasca.
-Insieme al tuo stupido amico rosso?- domanda.
Il sopraciglio sollevato.
-Con Harry, Ron e Ginny..- mormoro.
-Fai quello che vuoi.- risponde solo.
-Ti da fastidio? Perché se ti da fastidio non vado!
-Ho detto: fai quello che vuoi.- ripete.
E’ infastidito.
Scocciato.
Forse addirittura triste.
Non voglio che lo sia, però.
Mi dispiace.
-Tornerò presto comunque..abbiamo solo bisogno di stare un po’ di tempo tutti insieme..come ai vecchi tempi..- puntualizzo.
Non voglio che pensi male.
Non è un appuntamento con Ron.
Non lo è.
E’ solo un’uscita tra amici.
Una rimpatriata.
-Per lui non è un’uscita tra amici..e nemmeno una rimpatriata..
-Hai usato nuovamente Legilimanzia con me!- esclamo scocciata.
-Sì.- dice solo.
-Non devi farlo!- protesto.
-Lo so.- risponde con molta calma.
-E allora perché lo fai!? Chiedimi scusa!- esclamo piegando le braccia al petto.
-No.- risponde.
Un piccolo ghigno si disegna sulle sue labbra.
Sei fastidioso.
E stronzo.
Ma ti amo, Severus Piton.
Poi ripenso a ciò che mi ha detto.
‘Per lui non è un’uscita tra amici..’
‘..e nemmeno una rimpatriata.’
-E’ solo un’uscita tra amici..prima lo facevamo sempre..
-Non per lui..e lo sai.
-Potrebbe anche essere..ma non mi interessa!- esclamo avvicinandomi verso di lui.
-Ferma!- esclama con tono minaccioso.
-Perché?- domando.
-Ho detto di non avvicinarti!
Faccio quello che voglio, Severus.
Quello che voglio.
Sorrido.
Mi muovo velocemente.
In un attimo sono accanto a lui.
Inginocchiata accanto al bordo della vasca.
E lo guardo.
Lui fissa un punto di fronte a sé.
E’ immobile.
Completamente rigido.
Prendo in mano la spugna.
La immergo nell’acqua.
E poi la spremo sulle sue spalle.
Una piccola cascata gli bagna la pelle.
Le goccioline si increspano.
E rimangono lì.
Come se non se ne volessero andare.
-Rilassati, Severus..- mormoro con voce flebile.
-Ghnn..- mugugna leggermente infastidito.
Ma non mi interessa.
-Shhh..- mormoro per zittirlo.
Prendo ancora la spugna.
La immergo nell’acqua.
Di nuovo.
E ripeto l’operazione di prima.
E lo faccio tante volte.
Fin quando non lo vedo tranquillo.
Abbandonato a sé.
La schiena appoggiata sulla fredda pietra bianca.
Gli occhi chiusi.
Inizio a passare la spugna sulla sua pelle.
Sulle spalle.
Sul collo.
Dei piccoli massaggi.
Dei movimenti leggeri.
Lenti.
Sulle braccia.
Sul petto.
E l’acqua continua a scivolare giù.
Come se volesse ripulire delle macchie.
Come inchiostro su carta.
Ombre nere su una pelle bianca.
Una preziosa pelle bianca.
-Ti amo, Severus Piton.- gli mormoro accostando le mie labbra al suo orecchio.
Rimane fermo.
Un attimo.
Poi decide di girarsi.
E mi guarda.
I nostri nasi così tremendamente vicini.
Le nostre bocche così pericolosamente vicine.
-Sei fastidiosamente dolce, Hermione Granger..- mormora spostando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.
-Mi dispiace..- mormoro a bassa voce.
-Anche a me..- risponde continuando a saltare dai miei occhi alla mia bocca.
-Me lo dai un bacio, Severus Piton?- domando senza quasi più respiro.
-I baci non si dovrebbero chiedere..
-Hai ragione..- dico sospirando. -Me lo dai un bacio?- domando di nuovo sorridendogli.
E ora i suoi occhi sono solo sulla mia bocca.
Non vagano più.
Sono concentrati lì.
E le sue due labbra sottili sfiorano le mie.
Ho i brividi.
Mi percorrono la schiena.
Continua a sfiorarmele.
Piano.
Dolcemente.
Come se volesse farle gonfiare.
Farle diventare più rosse.
E probabilmente lo sono.
Sono gonfie.
Rosse e secche.
Poi mi bacia.
Finalmente.
E mi sento fuori di me.
Ogni bacio sembra il primo.
Ogni sensazione, nuova.
E io tremo ancora.
Le labbra ora umide assaporano le sue.
Si sporge in avanti, verso di me.
E circonda il mio corpo con un abbraccio.
Senza mai allontanarsi da me.
Le sue forti braccia mi tengono stretta.
Umide, bagnate.
Ma non fredde.
Mi conserva come se fossi un gioiello.
Un gioiello che non vorrebbe mai perdere.
Di cui ha cura.
E che ama.






Bellissimi i miei lettori <3 Bè che ne pensate di questo capitolo? E' lungo anche questo :) contenti?
Per Merlino non mi ero mai accorta di essere così sdolcinata accidenti!ahahhahaha quanto cavolo è figo severus!? *muoio*
Avevo i brividi mentre scrivevo l'ultima scena e ho ancora i brividi ogni volta che la leggo!!*-* Piton davvero vuole che Hermione se ne vada, ma la giovane Grifondoro non si arrende e non lo farà mai..alla fine è Severus quello che si è dovuto arrendere!
Ron invece...cavolo ma quanto caspita è stupido questo ragazzo!?

Lo scorso capitolo sembra non esservi piaciuto..solo 9 recensioni :( vero che questo riceverà almeno 13 recensioni!? NO PERCHE' IO LO ADORO E DUNQUE LO DOVETE ADORARE ANCHE VOI!!

Tra l'altro la storia si sta avviando alla conclusione sfortunatamente :(

Baci, la vostra Dis294

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Capitolo 27
*** Tuoni e Cuori ***


Capitolo 27 - Tuoni e Cuori







San Valentino è arrivato.
Freddo e nevoso.
L’aria gelida penetra le pareti.
E ghiaccia l’intero Castello.
Qui però si sta bene.
Severus ha acceso il camino prima di uscire.
Non so dove sia andato.
E’ uscito presto.
Ma ha pensato a me.
E mi ha lasciato la stanza calda.
Mi infilo il cappotto e mi lego la sciarpa al collo.
Pronta per andare a Hogsmeade.
Con Harry, Ginny e Ron.
Ron.
Spero davvero non pensi sia un appuntamento.
Lo spero davvero.
Perché per me è solo una giornata con i miei amici.
Una giornata di riposo.
E di libertà.
Prima degli esami.
Ma niente di più.
Prima di uscire prendo una pergamena.
Lascio un piccolo messaggio a Severus.
‘A stasera, Ti amo. H.’
Voglio che si ricordi che lo amo.
Se lo deve ricordare.
Tutti i giorni.
Sempre.
Ma oggi particolarmente.
Vado a Hogsmeade, sì.
Ma dopo starò un po’ di tempo anche con lui.
Ho bisogno di stare un po’ con lui.
Ne ho bisogno sempre.
Stare tra le sue braccia mi fa stare bene.
Terribilmente bene.
Esco di casa.
Con i ragazzi ci vediamo all’ingresso.
Harry e Ginny sono presi per mano.
Ron sta accanto a loro.
Quella cuffietta rossa è proprio buffa.
E’ più rossa dei suoi capelli.
Sorrido.
-Hei, Herm! Finalmente!- esclama Ginny non appena mi vede.
-Scusatemi per il ritardo! Non ho dormito molto stanotte e ho faticato ad alzarmi!
-Tranquilla..ora andiamo?!- mormorano Harry e Ron impazienti.
Il Villaggio non è vicino.
Anzi.
Ma siamo abituati ormai.
E arrivarci a piedi non è un problema.
Anche se siamo a piedi e c’è freddo.
Almeno camminiamo e ci riscaldiamo.
Durante la passeggiata chiacchiero un po’ con Ginny.
Harry e Ron discutono di Quidditch.
Sono insieme ad altri compagni di squadra.
E si danno consigli da mettere in pratica durante la prossima partita.
Grifondoro contro Serpeverde.
Ginny oggi non ha voglia di stare a sentirli.
E’ troppo presa dall’occasione.
Insomma, è San Valentino.
Mi racconta del regalo che ha comprato a Harry.
E di ciò che spera di ricevere.
E’ così bello vederli insieme.
Felici.
Finalmente.
Se lo meritano entrambi.
Possono nuovamente girare mano nella mano.
Dopo tanto tempo.
Cosa che prima non facevano.
Harry non voleva mai.
Aveva paura che i Mangiamorte scoprissero il loro amore.
Che facessero del male a Ginny.
E l’ha lasciata.
Per proteggerla.
Solo dopo la guerra sono tornati insieme.
E ora non si nascondono più.
Non nascondono più a nessuno i loro sentimenti.
Chiudo un attimo gli occhi.
Respiro.
Non so se un giorno potremo farlo anche Noi.
Io e Severus.
Non lo so.
E’ ancora restio a lasciarsi andare.
Un po’ ha ceduto.
Ma solo un po’.
Sempre troppo poco.
Arriviamo al Villaggio.
Attraversiamo la High Street.
E’ illuminata da tante candele.
Passeggiamo tra i negozi.
La maggior parte addobbati.
Cuori.
Uccellini che cantano.
Orsetti.
Vari animali che si abbracciano.
Labbra magiche che mandano baci.
Lettere d’amore animate.
Rose.
Fiori profumati.
Tante persone si fermano a compare oggetti.
Li regalano ai loro innamorati.
Si scambiano baci improvvisi.
E abbracci.
Mi si stringe il cuore.
Io sono qui.
Sola.
Con i miei amici.
Ma ugualmente sola.
Severus non è qui con me.
Osserviamo le vetrine.
C’è qualsiasi cosa.
I negozi sono sempre stati molto carini.
La prima visita non poteva che essere a Mielandia.
Il paese dei dolciumi.
Non me la ricordavo così bella.
E’ passato più di un anno dalla mia ultima visita.
E mi sento come una bambina.
Eccitata in mezzo allo zucchero.
Un mondo di zucchero.
Riempio tanti sacchetti.
Api Frizzole.
Caramelle Tuttigusti+1.
Scarafaggi a grappolo.
Cioccorane.
Cioccocalderoni.
Lumache gelatinose.
Bacchette magiche alla liquirizia.
I miei genitori dovranno rifarmi i denti a nuovo.
Fortuna che sono dentisti.
Non ho mai comprato così tanti dolci.
Nemmeno la prima volta che venni.
Al terzo anno.
Con Ron.
Harry non aveva avuto il permesso.
Ma venne di nascosto.
Grazie a Fred e George.
Grazie alla Mappa del Malandrino.
Usciti da Mielandia andiamo da Zonko.
Zonko.
Altro posto meraviglioso.
E pieno di studenti di Hogwarts.
Facce che non vedevo da tempo.
Facce nuove.
E’ bello ritrovarsi qui.
-Herm, ti ricordi la prima volta che abbiamo provato le Caccabombe?- mi chiede Ron avvicinandosi a me.
-Certo! Era stato meraviglioso!- esclamo ridendo al ricordo di quel giorno.
-E poi Harry che aveva preso a colpire con le palle da neve Malfoy e quei due stupidi di Tyger e Goyle!
-Sì! E quei tre che pensavano fosse un fantasma perché era nascosto sotto il Mantello dell’Invisibilità!
-Il Mantello dell’Invisibilità..- mormora Harry con voce triste fermandosi accanto a noi.
-Perché quella voce?- domando non capendo.
-Giusto, tu non sai nulla..è sparito!
-Come è sparito!?- domando sconvolta.
Ma io so dov’è il Mantello.
E’ a casa mia.
O meglio.
A casa di Severus.
L’ha preso per portarmi alle sue lezioni.
E a quelle della Mc Granitt.
Di nascosto.
Quando tutti mi credevano ancora prigioniera.
-Sì! Me l’hanno rubato!- esclama Harry dispiaciuto.
-Vorrei tanto sapere chi è stato il bastardo..- mormora Ron stringendo i pugni.
-Rubato!? Per Merlino!- esclamo portandomi la mano alla bocca.
-Non hai idea di quanto sia complicato senza quel Mantello!- si lamenta Harry.
Lo so benissimo.
Quel mantello è davvero utile.
Ci ha salvato dai guai tante volte.
Abbiamo fatto cose che mai avremmo potuto fare.
E tutto grazie al Mantello dell’Invisibilità.
-Così la smettete di andarvene in giro di notte e di mettervi nei pasticci!- esclama Ginny dando una pacca sul collo sia al fratello sia a Harry.
-Ginny!!- si lamentano i due all’unisono.
-Così imparate!- ridacchio io. -Ed è sparito da molto?- chiedo.
-Qualche mese..Non ti so dire esattamente quando..- sospira. -Una notte sono andato a prenderlo perché mi serviva e non c’era!- esclama frustrato Harry.
-Accidenti..- mormoro massaggiandomi le labbra ormai secche e fredde.
-Ragazzi ce ne andiamo da qua?- chiede Ginny. -C’è freddo, andiamo ai Tre Manici di Scopa a prenderci qualcosa, almeno lì la temperatura è calda!- propone.
-Sì, direi che è un’ottima idea!- esclama Harry.
Io e Ron annuiamo.
Così usciamo da Zonko.
Ci dirigiamo ai Tre Manici di Scopa.
Il locale di Madama Rosmerta.
E’ lei a servirci.
Abbiamo preso 4 Burrobirre.
Abbiamo trovato posto.
Fortunatamente.
E stranamente.
Quel posto è sempre pieno.
E’ bello e accogliente.
Frequentato da studenti e professori.
Ma di Piton non c’è traccia.
Bè non credo frequenti posti del genere.
Troppo affollati per lui.
Anche il locale di Madama Rosmerta è addobbato.
Come qualsiasi altro negozio o locale.
E pullula di coppie e coppiette.
Tra cui Hagrid e Madama Olympe.
La preside dell’Accademia di Magia di Beauxbatons.
Non la vedevo dal Torneo Tre Maghi.
Sorrido.
E’ bello vederli insieme.
Dopo tutto questo tempo.
Chiacchieriamo tranquillamente.
Ridiamo.
Scherziamo.
Beviamo le nostre Burrobirre.
E ricordiamo i bei momenti del passato.
Tutti insieme.
Dal viaggio sull’Espresso di Hogwarts alla Guerra.
Poi però Harry e Ginny vanno via.
Vanno a godersi il loro San Valentino.
Da fidanzati.
E io e Ron rimaniamo qui.
Seduti.
Uno di fronte all’altro.
Incapaci di guardarci.
Incapaci di parlarci.
Come se ogni discorso fosse troppo complicato.
E noi troppo impacciati.
Alla fine propongo di uscire anche a noi.
La situazione stava diventando imbarazzante.
E anche i boccali erano ormai terminati.
Facciamo una passeggiata.
Le ore sono volate.
Nemmeno me ne sono accorta.
E fa anche più freddo.
Tra poco dovrò anche tornare a casa.
-Cosa farai dopo i M.A.G.O.?- chiede Ron.
Tasto dolente.
Non lo so.
Non ci ho davvero pensato.
Non seriamente.
Sembra così strano dover lasciare Hogwarts.
-Non lo so ancora..non ho avuto molto tempo per pensarci..- mormoro.
-Perché non vieni con noi? Con me e Harry?- propone fermandosi e guardandomi negli occhi.
-Una carriera da Auror?No, non credo..mi è bastata la Guerra..non ne voglio più sapere..- mormoro abbassando gli occhi e riprendendo a camminare.
-Guaritrice?
-Escluso..dopo quello che ho visto in Guerra e quello che ho passato in prigione lo escludo proprio..
Stare a contatto con i malati.
Con i feriti.
Con coloro che sono rimasti traumatizzati.
Come i Signori Paciock.
I genitori di Neville.
No.
Impossibile.
-Com’è stato?
-Cosa?- domando non capendo.
-La prigionia..com’è stato?
Mi guarda di nuovo negli occhi.
Non mi va di parlarne.
Con nessuno.
Non ne parlo con nessuno.
-Ringrazio il giorno in cui mi sono svegliata nel letto della camera di Piton..- mormoro.
-Mi dispiace per quello che ti è successo.
-Tranquillo, Ron!- mormoro accarezzandogli la spalla.
Ora siamo fermi.
Di fronte ad una piccola staccionata.
Sotto di noi il nulla.
Pietre.
Tante pietre.
Poi il baratro.
-Non sei stata male quando eri rinchiusa in quella casa? Sapendo che nessuno sapeva che tu fossi lì!?- domanda con tono apprensivo.
-Sì, sono stata molto male..soprattutto all’inizio.
-E perché non sei scappata, allora?
-Non potevo farlo, dovevo stare nascosta..e poi alla fine mi sono abituata a quella situazione.
-Mi chiedo ancora come tu abbia fatto..
Ci sono riuscita perché mi sono innamorata.
Solo per questo ce l’ho fatta.
Altrimenti sarei scoppiata.
Sarei scappata.
-L’unico modo per rivedervi presto era fare da brava. Se non mi fossi comportata bene sarei rimasta nascosta agli occhi di tutti per molto più tempo..
-Mi sei mancata..- mormora.
-Anche tu, Ron..- sorrido.
-Mi piaci ancora, Hermione..- mormora guardandomi.
‘Mi piaci ancora.’
‘Mi piaci ancora.’
No, Ron.
No, non dirmelo.
Per favore.
Non so cosa rispondergli.
Non voglio ferirlo.
Ma so che intanto lo farò.
E’ normale.
Ma non faccio in tempo a dirgli nulla.
Mi sta baciando.
E’ un attimo.
Sta succedendo.
Non appena ne prendo coscienza lo spingo via.
Lo allontano.
-Ron!- esclamo.
La mia voce non è arrabbiata.
E’ piuttosto dispiaciuta.
Per il suo comportamento.
E per il mio.
Lo sto ferendo.
Lo vedo come mi guarda.
-Non sei più quella di una volta..dov’è finita la Hermione che conoscevo!? Dov’è?
-Ron io sono sempre la stessa!
-No! Non è vero!- Ora il suo tono è elevato, ma non c’è nessuno. -Prima della cattura ci siamo baciati! E ora? Ora mi respingi così!!
-Sono successe un sacco di cose, Ron! Nemmeno tu ti immagini quante! Non sono io ad essere cambiata..è tutto l’insieme ad esserlo!- esclamo cercando di scusarmi.
Non voglio che soffra.
So quanto ha aspettato.
So che voleva baciarmi.
Di nuovo.
Ma io non lo voglio più.
Sono altre le labbra che voglio assaporare.
-No sei tu ad essere cambiata perché l’Hermione che conoscevo io non si sarebbe mai innamorata di uno schifoso come Piton!- esclama, poi riprende fiato.  -Cosa credi che non me ne sia accorto!? Tutti quegli sguardi in Sala Grande, i sorrisi..e non ti prende nemmeno più in giro a lezione!
Mi blocco.
I miei occhi spalancati.
Il battito accelerato del cuore.
Il respiro mozzato.
Ha capito.
Ha capito tutto.
Ed è vera ogni cosa che dice.
Ma devo negare.
Devo negare e basta.
-Ma che stai dicendo Ron! Stai scherzando vero!?- esclamo con un tono di finta indignazione che sembra assolutamente vero.
-Smettila di mentire! Smettila di dire di no! Ormai vi ho scoperti!- urla.
-Ma scoperti chi!? Chi? Non hai scoperto proprio un bel niente perché non c’è niente! Il rapporto che c’è tra me e Piton è esattamente lo stesso che c’era prima della Guerra!
-Stai mentendo!
-Sto mentendo!?
-Sì, stai mentendo! Dimmi che cosa ci hai trovato di bello in quel bastardo, schifoso, Mangiamorte assassino!?
Questo no.
Non lo deve insultare.
No.
Non lo accetto.
Sto per scoppiare.
Devo stare calma.
E respirare.
-Finiscila Ron!- urlo.
-Cos’è ti ha promesso una bella ‘E’ in cambio di qualche lavoretto!?- esclama con un sorriso amaro e divertito sul viso.
-Finiscila!- urlo ancora più forte. -Stai dicendo stupidaggini!
Ciò che dice mi offende molto.
Pensa davvero che io possa fare una cosa del genere!?
Pensa che abbia bisogno di comportarmi così?
Pensa che sia una di quelle ragazze!?
Mi offende.
Mi offendono molto le sue parole.
E sto per piangere.
-Bello vendersi, ah!? No davvero, dovresti vergognarti!
-Pensi davvero questo di me!?- esclamo fuori di me e profondamente delusa.
-Sì, lo penso!
-Sei tu quello che è cambiato, non io!- esclamo tra i singhiozzi.
Ormai le lacrime scendono.
Scendono inesorabili.
Non mi sarei mai aspettata questo.
Mai.
-No, Hermione! Sei tu che quella cambiata perché io non andrei mai a letto con un mio insegnante!!
-Io non sono andata a letto con Piton! Non lo farei mai! Stai dicendo scemenze e basta! Cresci una buona volta, Ron, e accetta che per me sei solo un amico!!
-Mi fai schifo!- sputa andandosene.
‘Mi fai schifo.’
Quelle parole mi trafiggono.
Mi spaccano in mille pezzi.
E il mio cuore cade a terra.
In frantumi.
Le mie lacrime bagnano quelle migliaia di pezzi.
Non me lo sarei mai aspettato.
Mai.
Non da Ron.
Continuo a piangere.
Poi mi smaterializzo.
Sono ai confini con Hogwarts.
Corro.
Corro con tutta la forza che mi è rimasta.
Voglio solo arrivare a casa.
E piangere in santa pace.
Da sola.
Attraverso la Sala d’Ingresso.
Percorro i corridoi.
Scendo le scale dei sotterranei.
In un attimo sono di fronte alla porta.
La apro ed entro.
Piton sta bevendo un bicchiere d’acqua.
Non lo saluto.
Nemmeno lo guardo.
I miei occhi sono troppo gonfi.
Troppo rossi.
Ancora gonfi di lacrime.
Corro verso la mia camera.
Mi chiudo la porta alle spalle.
E mi butto sul letto.
Soffocando le lacrime tra i cuscini.
Poi sento il materasso abbassarsi leggermente.
E una mano accarezzarmi la schiena.
Piano.
E’ Severus.
Piango ancora di più.
-Cosa ti è successo?- domanda con tono apprensivo.
Mi ricorda mia mamma.
Mia mamma che mi consolava.
Capitava sempre.
Ogni volta che stavo male per qualcosa.
Non rispondo.
Non riesco a rispondergli.
-Hermione.. cosa è successo?
Non rispondo nemmeno questa volta.
E va via.
So cosa sta facendo.
Mi sta lasciando il tempo.
Il tempo per riflettere.
Per rimettermi in sesto.
Fa sempre così.
Quando starò bene gliene parlerò.
Il tempo passa.
Secondi.
Minuti.
Forse anche ore.
Alla fine mi decido ad alzarmi.
E andare da lui.
Esco dalla camera e lo vedo.
E’ appoggiato alla parete.
Le braccia conserte.
Lo guardo un attimo.
Poi corro verso di lui.
E lo abbraccio.
Lo stringo forte.
Ma sto tremando.
Mi torna alla mente ciò che è successo.
Le parole di Ron.
La sua faccia disgustata.
Disgustata da me.
E piango.
Di nuovo.
Sento le sue mani sulla mia schiena.
Mi tiene stretta a lui.
Non dice nulla.
Aspetta che sia io a parlare.
E dopo un po’ lo faccio.
Gli racconto tutto.
Ogni singola cosa.
Il mio racconto spezzato dalle lacrime.
E dai singhiozzi.
Ma riesco a raccontargli tutto.
E lui è strano.
Non capisco cosa stia pensando.
Mille espressioni gli solcano il viso.
Ho visto sorpresa.
Fastidio.
Irritazione.
Disgusto.
Odio.
Rabbia.
Ma anche dolore.
Pena.
Senso di colpa.
Apprensione.
Siamo seduti sul divano.
Uno accanto all’altro.
E ci guardiamo.
-Gli toglierò tanti di quei punti che si ricorderà per tutta la vita che si deve mozzare la lingua prima di dire simili stupidaggini.- sibila a denti stretti.
E’ da lui.
Ma non voglio che lo faccia.
Odio Ron per le sue parole, ma non voglio.
Ha detto cose orribili.
Cose che io non avrei mai pensato di dire.
E mai pensato che lui potesse dire.
Ma forse me le merito.
-No, per favore! Fai finta di nulla! Facendo così gli daresti ragione e basta!- gli dico in tono supplichevole.
-Ti ha fatta piangere.- commenta stringendo i pugni.
-Lo so..lo ho ferito..- mormoro abbassando gli occhi.
-Se lo merita..ha cercato di baciarti!
Alzo un attimo il viso.
Lo guardo.
I miei occhi incontrano i suoi.
-Ti ha dato fastidio?- domando asciugandomi una lacrima che era sfuggita al mio controllo.
-Non doveva farlo e basta.- sibila.
Non  ha risposto alla mia domanda.
Ma non potevo pretendere di più.
E’ Severus.
Non avrebbe mai confessato.
-Forse me lo sono meritato..- affermo a voce bassa.
Lui inarca un sopraciglio.
-Ti meriti di essere definita con tutti quegli epiteti poco carini che lui non ha utilizzato ma che sono sottointesi date le frasi da lui pronunciate!?
-Forse..- dico abbassando lo sguardo.
-Non sei una poco di buono, Hermione.- afferma sicuro sollevandomi il viso con il pollice e l’indice.
Vedo i suoi occhi.
Neri.
Bellissimi.
Ed espressivi.
Non sta nascondendo nulla.
E vedo consapevolezza nelle sue parole.
-Poi mi ha detto una cosa..prima di andarsene..- mormoro.
-Cosa?- domanda lasciandomi andare il mento.
-Mi ha detto che gli faccio schifo..per quello che ho fatto..o meglio, che secondo lui ho fatto.- mormoro coprendomi gli occhi con le mani.
-Credo che il Signor Weasley non passerà gli esami quest’anno.- afferma con tono duro.
Spalanco gli occhi.
Non deve farlo.
Lo deve lasciare in pace.
Deve finire gli studi e andarsene di qui.
Ha sbagliato, sì.
Ma anche io l’ho fatto.
-Cosa!? No! No Severus, non devi fare una cosa del genere! No!- esclamo.
-Deve capire che gli errori si pagano.- sibila a denti stretti.
-Lo capirà! Prima o poi lo capirà, ma per favore non fare nulla..è una questione tra me e lui..
-Non lo so. E’ molto stupido.- commenta con una punta di ironia.
-Non voglio che abbia ulteriori problemi con te.
-Non gliel’ho detto io di insultarti.
-Lo so ma non voglio..mi ha ferito molto, e delusa..tutto ciò che ha detto è orribile..
-Cosa farai?
-Non lo so.
-Lo perdonerai?- domanda guardandomi.
Lo posso perdonare?
Nonostante ciò che ha detto?
Non lo so.
-Non lo so.
-Se un giorno verrà da te a chiederti scusa, perdonalo.
‘Perdonalo.’
Questo non me l’aspettavo.
Non me l’aspettavo proprio.
Non da lui.
Pensavo mi dicesse di non perdonarlo.
Di allontanarlo da me.
Che si è comportato male.
Che non merita il mio perdono.
Invece mi dice che è stato stupido.
Ma che lo devo perdonare.
-Pur avendomi insultata!? Perché?- domando.
-Perché sì, Hermione. E’ un ragazzo stupido, fastidioso e molto immaturo, ma lo devi perdonare.
Sta pensando.
Come se stesse decidendo se parlarmi di qualcosa.
O se non farlo.
Gli poggio la mano sulla sua.
-Perché?- chiedo nuovamente.
Questa volta la mia voce è insistente.
-Perché io ho perso Lily in questo modo. Ero infuriato con altre persone, sono stato impulsivo e me la sono presa con lei. Non mi ha mai perdonato.- mormora senza nemmeno guardarmi.
E’ perso tra quei ricordi.
Ricordi dolorosi.
Ricordi che lo uccidono.
Non si perdonerà mai per averla trattata male.
E forse la ama ancora.
Ma lo capisco.
Capisco ciò che mi sta dicendo.
Devo perdonare Ron.
Anche se fa male.
Lo devo fare.
Per il mio bene.
E per il suo.
-Va bene..lo farò..
-Perché non vai a riposarti un po’ ora? Sei ancora a pezzi..
-No..è San Valentino e ti amo Severus Piton.
-Hermione..- mormora un po’ contrariato.
-No, non mi interessa. Voglio stare con te ora.- dico posandogli delicatamente l’indice sulle labbra per zittirlo.
Poi lo abbraccio e mi accuccio accanto a lui.
Ma non sembra voler stare zitto.
Severus che fa conversazione.
Questo è strano.
-TI sei davvero innamorata di me?- chiede guardando le mie mani chiuse tra le sue.
Me le riscalda.
Sono fredde.
Ma non sa che non c’è bisogno di tutto questo.
Mi basta averlo accanto per stare bene.
E non sento il freddo.
Come non sento il dolore.
E scaccio via i pensieri.
E i brutti ricordi.
-Sì, Severus, mi sono davvero innamorata di te.- mormoro sorridendogli.
-Nonostante tutto..- mormora tra sé e sé.
-Nonostante tutto..- ripeto.
-Come hai fatto?
-Dovresti chiedere a te stesso come tu hai fatto..- dico sottolineando quel ‘tu’. -Io non ho fatto nulla.
Non dice più nulla.
Sposta lo sguardo verso il caminetto acceso.
Passiamo il resto della serata così.
Comodi sul divano.
Osserviamo le fiamme che imprimono calore sui nostri corpi.
E sciolgono il ghiaccio che penetra le mura.
Io mi abbandono tra le sue braccia.
Anniento i brutti pensieri.
E mi concentro su di lui.
Fissando nella mente il nero dei suoi occhi.
 




Di nuovo qui carissime lettrici :) ho notato che lo scorso capitoli vi è piaicuto parecchio :D record di recensioni!:D 
Bè questo come vi sembra? spero vi piaccia anche questo! Non è nulla di particolare ma...potrebbe andare..
Ripeto: la storia sta giungendo al termine..ma non è finita ancora!:) 

Cosa pensate di quello stupido di Ron? Quando ho finito il capitolo ho pensato..O mamma mi sembra la scenata che aveva fatto a Hermione e Harry quando stavano cercando gli Horkrux perchè era tutto geloso! 

Fatemi sapere, baci
Dis 294

P.S. RECENSITEEE :D

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Capitolo 28
*** Fotografie ***


Capitolo 28 - Fotografie





Sono ancora di cattivo umore.
Per ciò che è successo ieri.
Con Ron.
Per le sue parole.
Per l’odio che usciva dalle sue parole.
E dai suoi occhi.
Non lo avevo mai visto così.
Mai.
E mi dispiace.
So che sta soffrendo.
Ma anche io sto soffrendo.
E non ha idea di quanto sia difficile.
Sto vivendo con un segreto.
Un segreto che non posso rivelare.
A nessuno.
Nemmeno ai miei amici.
E poi li sto ferendo.
Li sto facendo soffrire.
Mi sento in colpa.
Tremendamente in colpa.
Nemmeno le parole di Severus mi sono di aiuto.
Nemmeno le sue.
Ma almeno mi sta vicina.
Non mi tratta come una bambina.
Non mi prende in giro.
Mi ascolta.
Mi da qualche consiglio.
Mi dice qualche parola di conforto.
Non sembra nemmeno lui.
Il Severus Piton di 7 anni fa.
Sembra così diverso.
Mi detestava.
Mi ha sempre detestata.
Ora invece è tutto cambiato.
Mi accarezza.
Mi abbraccia.
Mi bacia.
Ora è tutto più bello.
Quella che vedevo io era solo una maschera.
Ed è anche ciò che vedono gli altri.
Ringrazio Silente per avermi aperto gli occhi.
Ricordo ancora le sue parole.
‘Io mi fido di lui..e dovresti farlo anche tu.’
‘E’ molto meglio di quanto tu pensi.’
‘E’ un uomo con le sue emozioni e i suoi sentimenti.’
Silente sì che lo conosce bene.
Noi invece siamo solo degli stupidi.
Degli stupidi che non lo conosco.
Che si permettono di insultarlo.
E di giudicarlo.
E io mi sono stancata.
Vorrei che tutti aprissero gli occhi.
Vorrei che lo vedessero con i miei occhi.
O con quelli di Silente.
O della Mc Granitt.
O con gli occhi di chiunque altro sappia.
Ci deve pur essere qualcun altro che sa chi è Severus Piton.
Il vero Severus Piton.
Poi lo vedo entrare in cucina.
Viene da fuori.
Solo ora mi accorgo che è tardi.
Che non sono scesa in Sala Grande.
E che non ho mangiato.
E lui è accigliato.
-100 punti in meno a Grifondoro..- mormoro conoscendo già la mia punizione per non essermi presentata per la colazione.
-Come stai?- mi domanda anziché punirmi.
Mi sorprende.
Mi sorprende sempre.
Poi la sua voce è estremamente calma.
E questo mi rilassa.
-Meglio..- rispondo sorridendogli debolmente.
-Sei sicura?
-Sì.
-Siamo convocati nello studio di Silente stasera prima della cena.
Silente.
Siamo stati convocati da Silente.
Questo mi preoccupa.
Molto.
Trattengo il respiro.
Cosa vorrà Silente!?
Ron non può avergli detto nulla.
No.
Non può averlo fatto.
Mi tormento nervosamente le labbra.
Severus invece è tranquillo.
O almeno sembra tranquillo.
-Perché??- chiedo nervosa.
-Non lo so.
Non so se mi sta mentendo.
Ma non sembra.
-Hai qualche idea?
-Potrebbe essere qualsiasi cosa.- risponde solamente.
-Potrebbe anche..
Mi interrompe.
Mi capisce come nessun altro.
Sa sempre ciò che voglio dire.
-Non credo.
-E allora cosa potrebbe essere!?
-Ti ho detto che non lo so..stasera lo scopriremo!- sospira esasperato. -Non tormentarti ora..e non tormentare me, soprattutto!- esclama con tono infastidito, ma non mi da fastidio.
Questo è Severus Piton.
Il menefreghista e bastardo Piton.
Che amo.
-Scusami..- mormoro.
A volte sono davvero fastidiosa.
Me ne rendo conto anch’io.
Ma adoro rendergli la vita difficile.
-Perché non sei scesa a colazione?
-Lo sai perché non sono scesa.- rispondo con disappunto.
-Non c’era nemmeno quella testa di legno.- mormora con una punta di disgusto nella voce.
-Davvero!?- chiedo sorpresa.
Nemmeno Ron era in Sala Grande.
Ha saltato la colazione.
Come me.
-Sì.
-Ed Harry e Ginny c’erano?
-Sì, loro sì.- mormora infastidito. -Ora mangia qualcosa che poi abbiamo da fare.- ordina e poi agita la sua bacchetta.
Sul tavolo compaiono un piatto.
Le posate.
E alcune pietanze.
Tutte per me.
E lo stomaco brontola.
Mi premo le braccia contro istintivamente.
Non mi ero accorta di quanto avessi fame.
-Cosa dobbiamo fare?- chiedo con curiosità.
E’ domenica.
Non ho lezione.
Non avevo programmato nulla di particolare.
A parte studiare.
-Andare a Londra.- dice prima di avviarsi verso la sua camera.
Londra.
Londra?
Sorrido.
Sono contenta.
E’ da così tanto che non vedo la normalità.
Il mondo Babbano mi manca.
Sì, un po’ mi manca.
-A fare cosa?
-Comprare ingredienti. Ora mangia in fretta e vai a prepararti, non abbiamo tutto il giorno!- esclama scomparendo dietro la porta della stanza.
Sorrido ancora.
E finisco in fretta di mangiare.
Non so come vestirmi.
Non so esattamente dove dobbiamo andare.
Ma visto che c’è freddo non c’è problema.
Ho il cappotto.
Questo coprirà eventuali magliette inadeguate.
Mi preparo.
Poi pronta esco dalla stanza.
Severus è seduto sulla poltrona.
-Se sei pronta possiamo andare.- dice e poi esce.
Io lo seguo.
Il suo passo è svelto.
Come sempre.
Attraversiamo i corridoi.
Deserti.
E’ domenica.
Molti dormono a quest’ora.
Usciamo all’aperto.
Il cielo è chiaro.
Pulito.
Nessuna nuvola scura in vista.
Solo tanta neve.
Mi stringo bene la sciarpa al collo.
E mi abbasso la cuffietta sulle orecchie.
Severus è accanto a me.
Cammina spedito.
Il volto impassibile.
Come se l’aria fredda non lo sfiorasse neanche.
I soliti vestiti neri.
E il mantello.
Non sono pesanti.
Ma lui non ha freddo.
Continuo ad osservarlo mentre cammino.
Poi arriviamo ai confini e ci fermiamo.
Allunga il braccio verso di me.
Lo stringo forte.
E ci smaterializziamo.
In un attimo siamo a Londra.
In una stradina stretta.
Pulita e profumata.
Stranamente pulita e profumata.
E io sto per vomitare.
Mi appoggio al muro.
Mi reggo con una mano.
Con l’altra mi tappo la bocca.
E cerco di calmarmi.
-Respira.- ordina con voce calma, stranamente non dura.
-Sì.- annuisco con poco fiato.
-Appena ti sei ripresa dimmelo che andiamo.
Mi prendo qualche altro minuto.
Respiro.
Respiro aria fresca.
E pulita.
La smaterializzazione mi fa sempre questo effetto.
Lui continua a guardarmi.
Non sembra preoccupato.
E’ una cosa normale.
A molti fa un brutto effetto.
Dopo un po’ mi rimetto in sesto.
Gli faccio un cenno e usciamo dal vicolo.
Londra è bellissima.
In questa zona c’è una vista stupenda.
E le strade sono affollate.
Uomini eleganti con valigette, diretti al lavoro.
Signore con le buste della spesa.
Ragazzi che fanno shopping.
Donne con le carrozzine.
E’ una città viva.
Ricca.
Con una cultura immensa.
-Cosa devi comprare?- domando.
-Alcuni ingredienti che arrivano da lontano. Mi servono per delle pozioni.
Questo lo avevo capito.
Gliel’ho domandato anche a casa.
Voglio sapere quali ingredienti.
-Mmmm..e il negozio dove li vendono è nascosto qui da qualche parte?
-Esatto.
-Come mai hai voluto che ti accompagnassi?- chiedo sorridendogli.
Non risponde.
Continua a camminare.
Che cos’ha?
Accidenti è sempre così misterioso.
-Severus, come mai hai voluto che ti accompagnassi?- domando di nuovo.
-E’ stato Silente a volere che mi accompagnassi.- risponde leggermente infastidito.
Cosa?
E’ stato Silente?
Il Preside è una persona particolare, lo so.
Ma a volte è più enigmatico di Severus.
E ce ne vuole!
Lo fermo un attimo prendendogli il braccio.
-Perché?
-Non lo so.
-Potrebbe dircelo stasera?- domando non sapendo cosa pensare.
-Potrebbe..- risponde semplicemente riprendendo poi a camminare.
E io lo seguo.
Dopo qualche passo entriamo in un vicolo.
Un altro.
Le mura sono di mattoni rossi.
Severus si avvicina.
Preme tre pietre sulla parete rossa.
E queste si fanno largo mostrando una porta.
L’insegna recita:
‘Crocodile’s teeth’
Denti di Coccodrillo?
Che nome bizzarro.
Entriamo in un locale.
Piccolo.
Angusto.
Le pareti sono coperte da pietre verdi.
E grigie.
Ecco perché quel nome.
Sembra la corazza di un coccodrillo.
Appoggiati ad esse tanti scaffali.
Migliaia di ampolle mi osservano.
Hanno forme varie.
E colori altrettanto vari.
Severus discute con il proprietario.
Prende gli ingredienti che gli servono.
Io continuo a guardarmi intorno.
Sul pavimento tanti tappeti persiani.
Con strane fantasie.
E al centro della stanza un tavolo.
Un vaso trasparente colmo di fiori.
Gerbere.
Mi avvicino.
E’ come se quei fiori emanassero una luce speciale.
L’unica fonte di luce di tutta la stanza.
-Hermione..- esclama Severus al mio fianco. -Andiamo!
-Hai visto che belli?- chiedo sorridendogli.
-Gerbere piene di Amortentia.- commenta lui.
-Amortentia?- chiedo sorpresa. -E’ illegale sia la produzione sia la distribuzione!
-Lo so, infatti questi sono solo per figura. Sono in quella posizione da quando è aperto il negozio.
-Ed è aperto da molto?
-Mezzo secolo..- risponde, poi si ferma un attimo e infine continua. -Hai sentito qualcosa?
Lo guardo un attimo.
Sorrido.
Non so cosa potrei sentire.
-Sei curioso?- domando con aria furba.
-Sei tu la ficcanaso So-Tutto, non io.
-Hai ragione..- dico avvicinandomi e inalando il profumo. -..comunque sento..il tuo profumo.- mormoro al suo orecchio per non fami sentire dal negoziante.
Menta.
E muschio.
Il suo profumo.
E’ questo che ho sentito.
E sorrido.
Severus è immobile.
Lo sguardo di fronte a sè.
Osserva i fiori.
Non dice nulla.
-Andiamo.- ordina di nuovo avviandosi dall’altra parte della stanza rispetto a dove siamo entrati.
-Tu non provi?- domando seguendolo.
-No.- risponde solo.
E’ nervoso.
Agitato.
Lo vedo.
Per ciò che gli ho detto.
Probabilmente.
Muschio e menta.
Ho sentito il suo profumo.
Il suo magnifico profumo.
Usciamo dal negozio.
Ciò che vedo mi fa urlare.
Severus si gira.
-Cosa diavolo hai!?- domanda guardandomi infastidito.
Io sono paralizzata.
Paralizzata di fronte allo spettacolo che mi sta di fronte.
Sorrido.
Sorrido e la felicità mi riempie gli occhi.
-Per favore, per favore, dobbiamo fare una cosa prima di andare via! Per favore, Severus!- mugugno prendendogli il braccio.
-La smetti!?- esclama lui. -Non faccio proprio nulla, torniamo al Castello adesso!- sentenzia scrollando il braccio e cercando di allontanarmi da lui.
Io non mollo la presa.
-Per favore! Facciamo in fretta! Ti devo far vedere una cosa!
-L’ultima volta che mi hai detto di dovermi far vedere una cosa è finita male.- commenta lui ricordando la notte della Vigilia di Natale.
La Vigilia di Natale.
Il Lago Nero.
Il regalo.
Il bacio.
Il nostro primo bacio.
-Davvero facciamo in fretta!- esclamo tirandolo verso di me e trascinandolo verso l’altra parte della strada.
-Dove mi stai portando?- chiede lui seguendomi riluttante.
-Ora lo vedi, ti piacerà!- dico sorridente.
Camminiamo un po’.
Prendiamo alcune stradine.
Poi ci troviamo di fronte ad una serie di villette.
Una più grande dell’altra.
Una più bella dell’altra.
I miei occhi luccicano.
Sorrido.
La terza casa a destra.
Mi avvicino ad un cancello scuro.
Sorrido di nuovo.
Estraggo la bacchetta.
-Alohomora.- mormoro facendo attenzione che nessun Babbano mi veda.
-Spiegami cosa stai facendo, ora!- ordina Severus con tono rude.
Non lo ascolto.
Non gli rispondo.
Faccio lo stesso con il portoncino in legno.
Legno di ciliegio.
Apro la porta e faccio per entrare ma lui non è con me.
E’ fuori dal cancello.
Mi guarda.
E si guarda intorno.
Vado da lui.
-Vieni, Severus!
-Per Merlino questa è effrazione, Hermione!
Io roteo gli occhi.
Lo guardo di nuovo.
-Ti fidi di me!?- gli chiedo allungandogli la mano.
-No.- risponde secco prendendo il mio braccio con forza.
-Questo non è carino da parte tua, Severus.
-Non ho alcuna intenzione di scassinare una casa!- si lamenta.
Io mi agito.
Lui mi lascia andare.
Ed è allora che lo afferro.
E lo trascino dentro.
Chiudo la porta alle nostre spalle.
Accendo la luce.
Tutto è come prima.
I mobili al loro posto.
Proprio come ricordavo.
I divani.
Il tavolino.
I quadri.
Tutto uguale.
-Hai idea di cosa potrebbe succedere se ci fossero i padroni!?
-I padroni non ci sono!- esclamo io sbuffando.
Si lamenta.
Si lamenta in continuazione.
Ma non se ne va.
Continua a stare accanto a me.
-Dove siamo, Hermione?- chiede, poi si guarda intorno.
Adocchia un porta foto.
Lo prende in mano.
E lo osserva.
Una bambina tiene in pugno un rametto.
O qualcosa che gli assomiglia.
La bambina dai capelli cespugliosi ha 11 anni.
E tiene in mano la sua bacchetta.
Si gira a guardarmi.
Sorrido.
Un sorrido mesto.
Imbarazzato.
Guarda nuovamente la foto.
Poi me.
-Benvenuto in casa Granger!- esclamo sorridendogli.
-Perché siamo qui?- domanda con tono calmo.
-Ti devo far vedere una cosa, te l’ho detto!
-Non voglio conoscere i tuoi genitori.- sibila.
Lo guardo un attimo.
Sorrido.
Lo so, Severus.
E non è mia intenzione farteli conoscere.
-Tranquillo, non ci sono. Oggi è domenica, avranno qualche convegno in Francia o in Svizzera, torneranno tra qualche giorno..sai, loro sono entrambi dentisti.- dico sorridendogli.
Lui solleva un sopraciglio.
-Dentisti!?
-Sì, dentisti!
-Due genitori dentisti e una figlia con i denti enormi.- mormora Severus ghignando.
-Non sei divertente!- esclamo facendogli la lingua.
Il suo sguardo è assassino.
Il sopraciglio ancora più sollevato.
-Perché non è vero!?- domanda lui divertito.
-No!- rispondo indignata. -Non più almeno!
Un ghigno si dipinge sul suo volto.
Sembra quasi voglia ridere.
Ridere di me.
Lo schianterei.
-Ricordo benissimo i tuoi denti da castoro..Madama Chips era stata bravissima a rimetterteli a posto!
Ora è il mio sguardo ad essere assassino.
Ma a quel ricordo mi viene da ridere.
E’ vero.
E’ assolutamente vero.
-Mi hai fatto piangere quel giorno..- mormoro.
-Lo so.- commenta divertito.
-E non ti senti in colpa per quello che mi avevi detto!?
-No.- mormora sorridendo leggermente.
Un piccolo e debole sorriso.
Ma vero.
E vivo.
Sorrido anch’io.
-Sei proprio un bastardo, Severus Piton.- mormoro portando le braccia al suo collo.
Le mie labbra si posano sulle sue.
Un piccolo bacio innocente.
-Sono sempre il tuo professore, Granger..- mormora lui allontanando il suo viso.
-Non mi interessa..- rispondo baciandolo ancora.
Poi mi allontano da lui.
E lo guardo un attimo.
-Allora, cosa mi devi far vedere?
-Oh quanto sei impaziente!- mormoro sbuffando. -Vieni!- esclamo per poi prendergli la mano.
Stringo forte la sua mano.
Voglio tenerlo vicino a me.
Voglio sentirlo vicino.
Saliamo le scale diretti al primo piano.
Apro una porta.
Lo faccio entrare.
Si guarda intorno.
E anche io lo faccio.
Anche questa è rimasta identica a prima.
Le pareti tinteggiate di giallo.
Giallo chiaro.
I mobili bianchi.
Il letto in ferro battuto ricoperto da peluche.
La grande libreria.
E i miei libri.
Tutto uguale.
Ma io non ho più 11 anni.
-Questa è la tua camera.- dice. Non è una domanda, è una constatazione.
-Era la mia camera..non lo è più da 6 anni.- mormoro guardandolo. -Comunque siediti, torno subito.- dico uscendo dalla stanza.
Lo lascio lì.
Nella mia camera.
In quella che era la mia camera.
Lo lascio in mezzo a parte dei miei ricordi.
Vado in mansarda.
Il baule è appoggiato alla parete.
Un vecchio baule di legno.
Al suo interno disegni.
Quaderni di quando ero piccola.
Pezzi di giocattoli rotti.
Una bambola.
E una busta.
Una busta di carta.
Bianca.
La prendo e torno giù.
Mi appoggio allo stipite della porta.
Osservo Severus.
Non si è seduto.
Sta guardando una mia fotografia.
Una di quelle Babbane.
Non magiche.
Non si è accorto di me.
Continuo a guardarlo.
E’ bello.
E’ meravigliosamente bello.
Anni fa non avrei mai pensato di dirlo.
Invece è vero.
E’ bello.
E mi piace qualsiasi cosa di lui.
Non mi interessa se è più grande.
Non mi interessa.
Mi sono innamorata di lui.
Sospiro.
Ed è ora che si accorge di me.
Rimette la foto al suo posto sul comò.
Continuo a guardarlo.
E lui si gira a guardare me.
Sorrido.
-Hai trovato ciò che cercavi?- mi domanda.
-Sì.- mormoro sedendomi sul letto. -Siediti qui, ti devo far vedere una cosa.
E’ riluttante.
Tutti quei peluche devono infastidirlo.
Ma magari c’è dell’altro.
Non lo so.
Ma si siede accanto a me.
-Di che si tratta?
-Ricordi Colin Canon di Grifondoro?
Sono sicura che si ricordi di lui.
Tutti ci ricorderemo di lui.
Per sempre.
-Sì, ricordo il piccoletto.
-Guarda..- mormoro estraendo il contenuto dalla busta.
Sono fotografie.
Anche queste.
Le ha scattate Colin.
Con la sua macchinetta fotografica.
Durante un anno a scuola.
Prima della Guerra.
Prima che morisse.
Un sacco di foto.
La maggior parte ritraggono Harry.
Adorava Harry.
Voleva sempre far colpo su di lui.
Ma era molto gentile anche con gli altri.
E ci sono foto di molte persone.
Harry le ha lasciate qui un giorno d’estate.
Quando era venuto con Ron.
E Colin le aveva spedite qui.
Inizio a sfogliarle.
Una per una.
Severus non dice nulla.
Osserva attentamente.
Poi trovo ciò che cercavo.
Una foto in particolare.
Lo vedo turbato.
E nervoso.
-Una mia foto. Perché?- chiede voltandosi verso di me.
-Perché no!?
-Forse perché io sono Severus Piton, il professore più bastardo di Hogwarts!?
-Colin ti temeva..come tutti noi..ma è stato abbastanza coraggioso da farti una foto..
-..pur sapendo che io odio le foto.- termina la mia frase.
-Esatto!- esclamo sorridendogli.
-Grifondoro.- esclama con tono leggermente infastidito.
-Volevo chiederti se potevo tenerla..
-Perché dovresti?- chiede accigliato.
Quanto sei complicato.
Ti metti problemi per ogni cosa.
Ma ti amo per questo.
-Secondo te perché dovrei, Severus?- domando ironica.
-Non lo so ma se vuoi puoi tenerla.- dice soltanto.
-Davvero?- chiedo senza parole.
Non pensavo me l’avrebbe fatta tenere.
Pensavo l’avrebbe stracciata.
Distrutta.
Bruciata.
Invece me la fa tenere.
-Ti conviene conservarla prima che cambi idea.- mormora.
-Grazie..
Lui mi fa un cenno del capo.
Mi alzo dal letto.
Apro il cassetto del comò.
Prendo una cosa.
La nascondo nella mano.
E mi avvicino a lui.
-Sai, siccome io sono una Grifondoro..non posso farmi sfuggire una opportunità del genere e inoltre vorrei che Colin fosse fiero di me quindi..
Non finisco la frase.
Gli scatto un’altra foto.
Con la mia macchinetta questa volta.
E si infuria.
-Hermione!!- tuona alzandosi dal letto.
Io  salto sul posto.
La macchinetta tra le mani.
-E’ solo una foto, Severus!- mugugno facendo gli occhi dolci.
-Cancellala subito!- ordina scandendo bene le parole.
-Dai, Severus!!
-Cancellala!
-No!- esclamo sorridendogli.
-Dammela!- dice allungando la mano verso la macchinetta.
-Vieni a prenderla se la vuoi!- esclamo saltando per la stanza.
Sembro una bambina.
Mi sto comportando da bambina.
Come quando avevo 11 anni.
Ma mi sto divertendo.
Vedo lui esasperato.
Si passa la mano sul viso.
Sorrido.
Più volte si avvicina a prendermela.
Ma riesco a scappare.
Urlo.
E rido.
Sto ridendo.
E Severus mi guarda sconvolto.
Non comprende il mio comportamento.
Ma non c’è niente da capire.
Voglio che la macchinetta la prenda.
Se vuole può prenderla.
Ma voglio giocare con lui.
Almeno fin quando non tira fuori la bacchetta.
Continuo a correre.
E a saltare.
Ma lui è stanco.
Non fisicamente.
E’ stanco di giocare.
Ed è un Serpeverde.
Mi fa lo sgambetto.
Proprio mentre sto passando.
Mi aggrappo a lui per non finire a terra.
E cado sul letto.
E lui sopra di me.
Pesa più di me.
Ma non mi fa male.
Si tiene su con le braccia.
Non vuole schiacciarmi.
Il mio braccio teso sul letto.
Oltre la mia testa.
La mano impugna la macchinetta.
Mi guarda.
E lo guardo.
Come se fosse la prima volta.
La prima volta che ho la possibilità di tenerlo così vicino.
Di sprofondare nei suoi occhi.
Perché la notte è più bella del giorno.
E il nero è più rilassante del bianco.
E sorrido.
Chiudo gli occhi e sorrido.
Lui mi starà guardando con il sopraciglio alzato.
Probabilmente.
Ma non mi interessa.
Lui è la mia pace.
E mi sta accarezzando la bocca.
Con i polpastrelli.
Traccia i confini delle mie labbra.
Quei confini che più volte ha varcato.
E che ama.














Ok lo ammetto questo capitolo fa molto SCHIFO! Mi dispiace, mi scuso con tutte voi care lettrici.
Questo sarebbe dovuta essere la prima parte di un capitolo dove succedono altre cose ma alla fine mi sono dilungata e ne è uscito un capitolo super lungo e davvero molto brutto!! dunque la seconda parte del capitolo la pubblicherò come capitolo a parte dopodomani!
Quello a casa di Hermione sarebbe dovuto essere un salto nel passato e un modo per far entrare Severus ancor più all'interno della sua vita..non credo di esserci riuscita.
Mi dispiace.:(

Vi abbraccio, vi voglio bene

Dis294

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Capitolo 29
*** E' difficile resisterti ***


Capitolo 29 - E' difficile resisterti




Ci sono stata tante volte.
Davvero tante.
Ma ogni volta mi perdo ad osservarlo.
L’Ufficio di Silente.
Sembra che ogni volta ci sia qualcosa di nuovo.
Di diverso.
Non so se sia solo una mia impressione.
O se sia davvero così.
Ogni mensola è colma di oggetti.
Oggetti particolari.
Magici.
Alcuni totalmente sconosciuti.
Altri di cui conosco l’origine e l’utilizzo.
Continuo a guardarmi intorno.
Con interesse.
Con frenesia.
Osservo ogni minima cosa.
Registro ogni informazione nella mia testa.
La Spada di Godric Grifondoro è nella sua teca.
La lama lucente.
L’elsa ricamata con grossi rubini.
C’è stata di grande aiuto.
Harry ha ucciso il Basilisco.
Ron ha distrutto un Horcrux.
Il Medaglione di Serpeverde.
Poi c’è il Cappello Parlante.
Posato sulla solita mensola.
Sorrido.
L a prima volta che lo vidi.
La ricordo ancora.
Lo smistamento.
Il mio primo giorno a Hogwarts.
Il mio primo giorno nel Mondo Magico.
Non sapeva dove mandarmi.
Era indeciso tra Corvonero e Grifondoro.
Alla fine ha optato per quest’ultimo.
Grifondoro.
Coraggio.
Lealtà.
Audacia.
Nobiltà d’animo.
Per me è un onore farne parte.
Da una parte il Pensatoio.
Silente lo usa per svuotarsi la mente.
I pensieri.
I ricordi.
Tutti lì dentro.
Per non dimenticare mai.
E per poter rivivere.
Piacerebbe anche a me possederne uno.
Continuo a rigirarmi sulla sedia.
Fanny si pulisce le penne.
I vecchi Presidi di Hogwarts mi guardano.
Qualcuno con sguardo severo.
Altri sorridono.
Altri fanno finta di guardare altrove.
O di dormire.
Mi mettono un po’ di soggezione.
Severus è seduto accanto a me.
Mi guarda anche lui.
Lo sguardo è infastidito.
Capisco che devo stare calma.
E ferma.
Questo agitarmi lo sta irritando.
Ma non riesco a stare ferma.
Sono un po’ nervosa.
Non so perché Silente ci abbia convocati.
Cosa ci voglia dire.
Lo stiamo aspettando.
Si è dovuto allontanare un attimo.
Problemi di quotidiana amministrazione.
Tenere in ordine una scuola non deve essere facile.
Tenere in ordine una Scuola di Magia ancora di meno.
Non dobbiamo aspettare molto.
Per fortuna.
Ha fatto abbastanza in fretta.
-Eccomi, sono di nuovo qui per voi! Spero di non essere interrotto nuovamente!- dice sorridendo mentre si sistema sulla sua poltrona dietro la scrivania.
-Come mai ci ha convocati, Preside?- domanda subito Severus senza perdere tempo.
Silente sorride.
Non sembra aver fretta.
-Con calma, Severus..non c’è fretta..- mormora sempre sorridente verso il Professore di Pozioni. -Gradisce una tazza di the, Signorina Granger?- mi domanda.
-Oh io..sì, va bene..
Severus rotea gli occhi.
Non ha voglia di stare qui.
Se ne vuole andare.
In fretta.
Il prima possibile.
-Bene, Signorina..tu, Severus?- chiede nuovamente a Piton.
-Sì, Albus.- risponde Severus rassegnato.
L’ha chiamato per nome.
Albus.
Non lo aveva mai fatto.
Non davanti a me.
Mi fa piacere che lo faccia.
-Come stai, Hermione?- chiede il Preside mettendo il bollitore per il the sul fuoco. -Sei riuscita a riprendere il ritmo?
-Sto bene grazie. E’ stato un po’ faticoso all’inizio però poi ho ingranato, sono riuscita a riprendere il ritmo e ora va tutto bene.
-Sono contento. Gli esami si stanno avvicinando ed era necessario che tu riprendessi a lavorare come al solito..ma non avevo dubbi che ci saresti riuscita, sei la studentessa più brillante di Hogwarts.
Sorrido.
E’ sempre bello sentirselo dire.
Anche se non è più la cosa più importante.
Non è più la mia priorità.
Le cose sono cambiate.
-Grazie, Preside.- sorrido e lui porge a me e a Severus le tazzine con il the fumante.
Lo assaggio.
E’ molto buono.
Leggero, ma buono.
Lancio un’occhiata a Severus.
Sorseggia il suo the.
E guarda Silente.
-Bene..veniamo a noi, allora. Altri tre Mangiamorte sono stati catturati, ho avuto la conferma poco fa, dunque rimangono ancora in libertà Bellatrix Lestrange e Amycus Carrow..
-I peggiori..- mormora Severus interrompendo il discorso di Silente.
-Esatto..ma ho ragione di pensare che non cercheranno di attaccare Hogwarts da soli e in questo momento, visto che la Scuola è costantemente controllata dagli Auror, e quindi ritengo che la Signorina Granger possa stare tranquilla.- dice voltandosi verso di me e regalandomi uno dei suoi sorrisi amorevoli.
Silente infonde fiducia.
E’ uno dei maghi più potenti della storia.
E ora non ho paura.
C’è Silente.
E Severus.
Lui mi proteggerebbe a costo della sua vita.
-Mi sta dando una bellissima notizia, Preside!- esclamo entusiasta.
Mi giro verso Severus.
Il suo volto è impassibile.
Severo.
Serio.
-C’è dell’altro, giusto?- domanda rivolgendosi al vecchio mago.
-Sì, Severus. Considerato ciò che ho appena detto ritengo che la Signorina Granger possa fare ritorno al dormitorio di Grifondoro già da domani.
No.
No.
Sono immobile.
Respiro piano.
No.
No. No. No.
Non posso.
Non voglio.
Non ora.
Non ora che ho litigato con Ron.
Non ora che mi sono innamorata di Severus.
No.
Non ci credo.
No.
Chiudo gli occhi un attimo.
Respiro.
Li riapro.
Calma Hermione.
Non devi mostrare i tuoi pensieri a Silente.
Calma.
Calma o capisce tutto.
-Sono contentissima, Preside, non vedo l’ora!- esclamo sorridendogli.
Un sorriso finto.
Fintissimo.
La voce colma di tristezza.
Altro che felicità.
E i miei occhi parlano.
Non sono contenta.
No. Non lo sono.
-Sono contento! Questa notte la passerà ancora negli alloggi del Professor Piton, poi domani i suoi bagagli verranno riportati nella sua stanza al Dormitorio.
Guardo Severus.
Un attimo.
Lui guarda davanti a sé.
La sua solita espressione.
Non dice nulla.
Ma so perché fa così.
Non vuole che Silente sappia.
-Finalmente si libera di me, Professor Piton!- mormoro guardandolo.
Un piccolo sorriso mi increspa le labbra.
-Mi stavo giusto chiedendo quando sarei potuto finalmente tornare libero.- sibila con tono piatto.
-Oh Severus, sono sicuro che tu ti sia trovato bene con la Signorina Granger!- esclama il vecchio preside interrompendo quegli sguardi piatti che provenivano sia dai miei occhi sia da quelli di Severus.
-Certo, Albus! Fare da babysitter ad una fastidiosa Grifondoro era l’aspirazione della mia vita!- mormora ironico e ghignando in mia direzione.
-Non cambierai mai, Severus!- esclama scuotendo la testa e guardandomi sorridente.
-Ha ragione, Preside!- esclamo anch’io ripetendo gli stessi movimenti di Silente.
Lui mi guarda.
Poi sorride.
Gli occhi azzurri nascosti dietro gli occhiali.
-Ora direi proprio che possiamo andare.- sibila alzandosi in piedi.
-Aspetta Severus! Ho una cosa da darti!- esclama cercando qualcosa all’interno di un cassetto.
Io guardo un attimo Severus.
Ora che Silente è distratto.
Gli sorrido.
Lui ricambia con una delle sue occhiate.
Una delle solite.
Serio e impassibile.
-Di cosa si tratta?- domanda sospirando.
-Ecco!- dice porgendogli un foglio. -E’ da parte di Madama Chips. Ti stava cercando ma eri a Londra e ha lasciato il foglio qui da me. Ha bisogno di quelle pozioni il prima possibile.
-Va bene.- mormora piegando il foglio ordinatamente e riponendolo nella tasca interna della casacca.
-Sono sicuro che con l’aiuto della Signorina Granger risparmierai un sacco di tempo.
-Non ho bisogno dell’aiuto di una mia studentessa per preparare delle semplici pozioni come queste.- esclama Severus indispettito.
-Fatti aiutare, Severus!- suggerisce Silente regalandomi un nuovo sorriso.
Mi sta mettendo a disagio.
Tutti questi sorrisi.
Silente sorride sempre.
Ma questa volta è strano.
E’ un sorriso diverso.
-Buona serata, Albus!- esclama Severus prima di uscire dall’ufficio del Preside.
Io saluto.
Poi esco anch’io dalla stanza.
Lo seguo.
E’ infastidito.
Irritato.
Lo vedo.
Ma non capisco il perché.
Me ne vado.
Potrebbe essere questo.
Ma non credo.
Cerco di tenere il passo.
Mi avvicino a lui.
-Non voglio lasciarti.- mormoro a voce bassa.
Non voglio che qualcuno mi senta.
C’è sempre gente nei corridoi di Hogwarts.
-Farai quello che ha detto il Professor Silente.- sentenzia continuando a camminare senza nemmeno voltarsi.
-Quindi ti aiuterò anche a preparare le pozioni per l’Infermeria!
-No.
-Come no!?- esclamo delusa incrociando le braccia al petto.
Devo riuscire a convincerlo.
Voglio stare insieme a lui.
E’ la nostra ultima notte insieme.
L’ultima.
Non ci credo.
Sono passati mesi dalla liberazione.
Da quando mi sono ritrovata nella sua stanza.
-No.- ripete.
-E perché scusa!?
-Avresti anche potuto sforzarti un po’ a fare finta che fossi felice di tornare dai tuoi amici!- tuona aumentando il passo.
Ecco.
Ecco cosa lo infastidisce.
Ma non è colpa mia.
Non sono riuscita a trattenermi.
-Ho fatto tutto il possibile.
- Non abbastanza visto che si vedeva da lontano quanto tu non fossi contenta!- sentenzia scendendo le scale diretto ai sotterranei.
-Ormai quel che è fatto è fatto!- mormoro frustrata. -Ora andiamo a preparare quelle pozioni!
-Tu non vai proprio da nessuna parte!
-Uff!Perché!?- esclamo sbuffando.
-10 punti in meno a Grifondoro.
-Ehi! Non è giusto!- esclamo indignata.
-20 punti in meno a Grifondoro, Granger.
Potrei schiantarlo.
Ancora un po’ e lo schianto.
Non può fare sempre così.
Per Merlino quanto è irritante.
-Questo è abuso di potere!!
-Vai a mangiare, è ora di cena. Se ne ho voglia dopo entri, altrimenti te ne vai a dormire.
-Se ne hai voglia!?
-Sì, se ne ho voglia. Sappi che, continuando ad infastidirmi così come stai facendo, avrai poche possibilità di farmi cambiare idea.- dice aprendo la porta del laboratorio e scomparendo al suo interno.
Alla fine vince sempre lui.
Sospiro.
L’ultima notte insieme.
Lui a fare pozioni.
Io nel mio letto.
Sola.
Non può davvero andare così.
Non può.
Scendo in Sala Grande.
Harry, Ron e Ginny sono già a tavola.
Saluto e mi siedo accanto a Ginny.
Il più possibile lontano da Ron.
Non mi degna di uno sguardo.
E io nemmeno.
L’aria è tesa.
Harry non sa cosa dire.
Chiede come è andata la giornata.
Gli racconto della decisione di Silente.
E’ molto contento.
Ma non sa più cosa dire.
Riprende a mangiare.
In silenzio.
Io addento qualche boccone.
Giusto per far contento Severus.
Poi saluto ed esco nuovamente dalla Sala.
Mi dirigo ai sotterranei.
Busso.
-Avanti.- sento da dietro la porta.
Entro.
Sta tagliando degli ingredienti.
Neanche si gira.
-Hai già finito di mangiare?
-Sì.
-Cosa c’era per cena?- domanda.
Vuole mettermi alla prova.
Vuole vedere se sono davvero andata a mangiare.
-Pollo, patate, il solito dolce alle mele e qualcos’altro..- mormoro con voce piatta.
-Siediti da qualche parte..
-Posso aiutarti?- domando.
-No.- risponde semplicemente.
Ma non è il tono usato prima della cena.
Quello con cui mi ha detto più volte ‘No’.
E’ un tono molle.
Forse ha capito che sono dispiaciuta.
Forse.
Non voglio lasciarlo.
-Va bene, allora mi siedo qui.- dico avvicinandomi ad una sedia di fronte al bancone da lavoro così da poterlo vedere.
Lavora per un bel po’ di tempo.
Concentrato.
Sicuro nei movimenti.
Lo osservo.
In silenzio.
E’ bello vederlo lavorare.
Ma inizio a stancarmi.
Mi annoio.
-Ti ricordi il Professor Allock?- gli chiedo interrompendo quel fastidioso silenzio.
-Sì.- risponde mentre gira il contenuto del calderone due volte in senso antiorario.
-Sai..per un periodo ho avuto una cotta per lui.- ammetto guardandolo.
E’ vero.
Cotta di un professore imbecille.
Smette di mescolare.
Per un attimo.
Un impercettibile attimo.
Poi riprende.
Alza il viso e mi guarda.
Il sopraciglio sollevato.
-Una cotta per quell’inetto, montato e borioso!? Riesci sempre a sorprendermi!- esclama riprendendo a lavorare alla sua pozione curativa.
-Già..ma è durata pochissimo, solo il tempo di rendermi conto di quanto fosse inetto, montato e borioso.- dico ripetendo le sue ultime parole.
I ricordi mi ritornano alla mente.
Il primo incontro del Club dei Duellanti.
La sfida tra Piton e Allock.
Le risate.
-Meno male..- commenta lui.
-Sai che fine ha fatto?- gli domando. -E’ stato portato al San Mungo. Io, Harry e Ron lo abbiamo incontrato il giorno che siamo andati a trovare il Signor Weasley, quando era stato attaccato da Nagini.
-Se lo merita..
-E’ stata la maledizione della cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure..- esclamo convinta. -Ha colpito tutti i precedenti insegnanti..tranne te!
-Ti sbagli..sono stato colpito anch’io.- mormora alzando il viso e guardandomi.
-Non mi pare, tu sei ancora qui..
-Lo so!- esclama lui con ovvietà.
-E allora cosa ti sarebbe capitato scusa!?
-Sei arrivata tu.- mormora ghignando.
Arrossisco.
Per fortuna la stanza è in penombra.
Sono arrossita.
-Mi consideri una maledizione?
-Sì, hai totalmente sconvolto la mia vita.- risponde serio.
Mi colpisce.
Ciò che mi ha appena detto mi ha colpito.
Gli ho totalmente sconvolto la vita.
Spero in positivo almeno.
Mi alzo e mi avvicino a lui.
Mi fermo proprio accanto al calderone.
Lui mi guarda.
Poi riprende a tagliare la pelle di Girilacco.
-Posso tagliarla io?
Interrompe l’operazione.
Ci pensa un attimo.
Poi mi passa il coltello.
Lui continua a mescolare.
-Fai le fettine più sottili.- mormora dopo un po’.
-Così?- chiedo mostrandogli le strisce appena tagliate.
-No, ancora un po’.- dice avvicinandosi a me e poggiando le sue mani sopra le mie.
Una sul coltello.
L’altra sulla pelle di Girilacco.
Accompagna la mia mano.
Mi mostra i movimenti corretti.
Il mio corpo contro il suo.
Sento il suo petto alzarsi e abbassarsi contro la mia schiena.
Sento il suo profumo.
Muschio. Menta.
Mi giro non appena allontana le mani dalle mie.
Ora sono di fronte a lui.
Il mio corpo stretto tra il suo e il bancone di pietra.
Lo abbraccio.
Sento il bisogno di abbracciarlo.
Lui è immobile.
Le mani ancora posate sulla superficie di pietra.
Poi però le sposta.
Ora tengono i miei fianchi.
Io alzo il viso.
Lo guardo.
Mi alzo sulle punte e lo bacio.
Sento una leggera pressione sotto le sue dita.
E’ un bacio lento.
Una carezza.
Poi diventa più determinato.
Deciso.
Un bacio che non chiede.
Ma che osa.
Da parte sua.
Ma anche da parte mia.
Come se nell’altro trovassimo la forza.
Trovassimo l’aria per sopravvivere.
E le nostre lingue continuano a cercarsi.
Le nostre labbra a sfiorarsi.
Appassionatamente.
Poi interrompo il contatto.
Respiro affannosamente.
Lui un po’ di meno.
I nostri visi vicini.
Continuo a fissare le sue labbra.
Poi i suoi occhi.
E di nuovo le labbra.
Riprendo a baciarlo.
La pausa è durata anche troppo.
E io mi sento bene ora.
Con lui sto sempre bene.
Come se per vivere mi bastasse solo un bacio.
Un suo bacio.
Le nostre bocche fremono.
I cuori sfondano.
I respiri mancano.
E i baci diventano sempre più profondi.
Sento un brivido.
E di nuovo un altro.
Il gelo penetra le mie membra.
Mi attanaglia la pelle della schiena.
E’ scoperta.
La camicetta leggermente sollevata.
Due dita accarezzano la mia pelle.
Proprio sopra la colonna vertebrale.
Nella parte finale.
Solo due dita.
Leggere.
Un delicato tocco.
Una carezza.
Diverso da ciò che sta accadendo tra le nostre bocche.
Molto diverso.
Ancora brividi.
Le mie mani giocano con la sua casacca.
Cerco di sbottonare le prime asole.
E ci riesco.
Il colletto della camicia bianca è quasi libero.
Libero da quella cella che sono le sue vesti nere.
Continuiamo a baciarci.
Poi lui si allontana.
Afferra il mio polso.
La mia mano destra imprigionata nella sua.
Se la porta alla guancia.
Strusciandola avidamente contro la sua pelle.
I suoi occhi chiusi.
Respira profondamente.
Poi me ne bacia il palmo.
E torna a guardarmi.
Allontana la mano.
E riprende a baciarmi.
Un bacio ancora più intenso.
Non riesco ad allontanarmi da lui.
Non voglio allontanarmi da lui.
Le mie gambe sono molli.
Potrei cadere da un momento all’altro.
Basterebbe solo che si allontanasse.
Sento nuovamente la mano sulla mia schiena.
Brividi.
Ancora brividi.
Poi un movimento inaspettato.
Repentino.
Mi solleva sedendomi sul bancone.
Ora la nostra differenza di altezza si è annullata.
Completamente annullata.
E baciarlo diventa ancora più semplice.
Così dannatamente facile.
Così dannatamente bello.
Le sue mani sulla mia schiena.
Le mie a tenere il suo viso.
Le labbra sono umide.
Gonfie.
Sento il suo sapore.
Ci allontaniamo di nuovo.
Entrambi senza respiro.
Per la lunghezza di quei baci.
O per l’intensità.
O forse per entrambe le cose.
-E’ la prima volta che mi baci così..- mormoro appoggiando la mia fronte contro la sua.
-La prima e l’ultima..- risponde lui guardandomi dritto negli occhi.
I nostri nasi quasi si sfiorano.
-Non credo..
-Io dico di sì..- mormora lui abbozzando un sorriso.
Un sorriso che assomiglia ad un ghigno.
O un ghigno che assomiglia ad un sorriso.
Non saprei identificarlo.
Non ora.
Sono concentrata su altro.
Ci siamo solo io e lui.
Tutto l’altro è assente.
Inesistente.
-Vedremo..è la nostra ultima notte insieme..
-Lo so.- risponde solo.
-E non vorresti che fosse speciale?- domando.
Il respiro è quasi tornato regolare.
Anche il suo.
-Mmmgnh..- mugugna afferrandomi il labbro inferiore con il suo.
Chiudo gli occhi.
Lui fa la stessa cosa.
E riprendiamo a cercarci.
A scoprirci.
A viverci.
Perché è una sensazione che ti attanaglia l’anima.
E ti debilita il corpo.
Ma c’è lui che mi da la forza.
Con i suoi baci.
Le sue carezze.
Le sue attenzioni.
Mi rigenera.
Come se fosse una medicina.
Una pozione.
Una delle sue pozioni curative.
 
 




Questo capitolo è molto *OOOOO* Oh Mamma! 
questi due non ce la fanno più..il titolo "e' difficile resisterti" non è messo a caso XD 
Bè spero vi sia piaciuto perchè io lo adoro!!
Finalmente scopriamo perchè sono stati convocati da Silente...Hermione torna a "casa"! Niente più notti passate abbracciata al suo Severus!!
.."L'ultima notte insieme" e si scambiano qualche coccola..bè, forse qualcosa di più di una coccola :)
Quanto sono dolci??

Lasciatemi tantissime recensioniii <3 L'altro capitolo ne ha ottenute pochissime :( e lo capisco, FA SCHIFO!!!
La storia cmq sta per finire, mi dispiace :(

Baci la vostra Dis294

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Capitolo 30
*** Niente è come sembra ***


Capitolo 30 - Niente è come sembra







Sono stanca.
Molto stanca.
Questa settimana sembra non finire mai.
E il carico di compiti è insopportabile.
Anche per me.
Passo le giornate in biblioteca.
O in Sala Comune a studiare.
Non ho un momento libero.
Neanche uno.
I giorni passano.
Gli esami si avvicinano.
Siamo tutti stressati.
Agitati.
E indaffarati.
E non sto da sola con Severus da giorni.
Mi manca.
Mi manca da morire.
Ormai mi ero abituata a stare sempre con lui.
Il giorno.
La notte.
Ora lo vedo solo a lezione.
E in Sala Grande per i pasti.
Mi manca.
Vorrei parlargli.
Abbracciarlo.
Baciarlo.
I suoi baci.
Quella sera nel suo laboratorio.
Lo ricordo ancora.
Ho i brividi.
Le sue dita che accarezzavano la mia pelle.
Le sue labbra bramose.
Ricordo tutto.
Anche se poi si è allontanato da me.
Ma lo so come è fatto.
Lo so.
Non vuole problemi.
Non vuole complicazioni.
Non vuole rischiare di soffrire.
Ancora.
Lo so.
Ma nonostante tutto ricordo ciò che è successo.
E ricordo la voglia di stare con lui.
Ora invece non posso stare con lui.
L’unica cosa che posso fare è guardarlo.
Ogni tanto.
Di nascosto.
Facendo attenzione che nessuno mi veda.
Che nessuno se ne accorga.
E così fa lui.
Lo vedo qualche volta.
Il suo sguardo si posa su di me.
Per più tempo rispetto che su gli altri.
Ma lo sguardo è sempre rigido.
Indecifrabile.
Proprio come ora.
Si è accorto della mia attenzione su di lui.
Mi guarda un attimo.
Continua a parlare.
Poi distoglie lo sguardo.
E io riprendo a lavorare alla mia pozione.
Una pozione non semplice.
Ma alla mia portata.
Credo sia uscita abbastanza bene.
La travaso nella fiala.
Mi avvicino alla cattedra.
E gliela consegno.
E’ un attimo.
Le nostre mani si sfiorano.
Velocemente.
Impercettibilmente.
Ma si sfiorano.
E i nostri occhi si incrociano.
Il nero nel marrone.
Il marrone nel nero.
Torno al mio posto.
Attendo che la lezione finisca.
E intanto ripasso per la lezione successiva.
Man mano anche gli altri terminano.
Alcune pozioni totalmente sbagliate.
Si vede dal colore.
E dalla consistenza.
Una di queste è quella di Neville.
E’ proprio negato in Pozioni.
Ma dipende anche dal fatto che teme Piton.
Lo teme più di chiunque altro.
Nelle altre materie va bene.
Eccelle in Erbologia.
E’ un bravo duellante.
Ha messo al tappeto parecchi Mangiamorte durante la Guerra.
Ma Pozioni proprio non la digerisce.
Ha fatto esplodere tanti calderoni in questi anni.
Non so più quanti.
Ho perso il conto.
Anche gli ultimi consegnano le fiale.
La pozione di Harry e’ un disastro.
Quella di Ron ancora peggio.
Prendo la mia cartella e mi avvicino alla porta.
Ma vengo fermata.
-Una parola Granger.- mormora Piton mettendo in ordine dei compiti.
Lo guardo un attimo.
Harry e Ginny sono accanto a me.
-Ci vediamo direttamente da Hagrid!- esclama Harry allontanandosi.
-Sì, a tra poco!- rispondo sorridendogli.
Lui si allontana.
E io rimango da sola con Severus.
Solo per poco.
Ma meglio di niente.
Scaglia un Incantesimo Muffliato alla stanza.
Poi si avvicina a me.
-Come stai?- mi chiede.
Il suo tono non è duro.
E’ calmo.
Molle.
-Mi manchi.- mormoro guardandolo.
La sua mano si avvicina al mio viso.
Chiudo gli occhi.
E le sue dita accarezzano la mia guancia.
E il mento.
Un attimo.
Delicatamente.
Poi la allontana di nuovo.
-Stai studiando?
-Naturalmente sì! Che domande! Poi, con tutti i compiti che ci state dando, credi che potrei fare il contrario!?- esclamo esasperato.
Lo stress si sta facendo sentire.
E il nervoso pure.
Non ce l’ho con lui.
Ce l’ho in generale.
Non so contro chi.
Ce l’ho in generale. E basta.
-Una So-Tutto come te non dovrebbe avere problemi!- esclama ghignando.
-Quando ci vediamo?- chiedo portandomi la mano ad accarezzare i capelli.
-Devi studiare e anche io sono impegnato.- sentenzia troncando tutte le mie speranze.
-Uff..- brontolo sbuffando.
-Ora vai o farai tardi..
-Mi prometti che ci vediamo?
-No.
-Dai..
-Vedremo..- mormora alla fine per farmi contenta.
Gli accarezzo la mano.
Lo guardo un ultima volta ed esco.
Sul mio viso un sorriso.
Ti amo, Severus Piton.
Le altre lezioni procedono normalmente.
Bene.
Senza alcun problema.
Ma Harry e Ginny continuano a guardarmi.
Sono preoccupati.
E anche tristi.
Sanno che è successo qualcosa tra me e Ron.
Qualcosa di spiacevole.
E immaginano anche che sia stata colpa di Ron.
E’ sempre colpa di Ron.
Ogni litigio è sempre stato a causa sua.
E’ questo che penso.
Ed è la pura verità.
Gli lancio un’occhiata.
Naturalmente sta mangiando.
La bocca piena di carne di pollo.
-Hermione! Hermione!- sento una voce chiamarmi.
Mi scuote dai miei pensieri.
Pensieri tristi.
Mi giro cercando il viso di chi mi ha chiamata.
E’ Harry.
-Scusami Harry, ero pensierosa..
-Non preoccuparti..allora, devi andare?- domanda buttando giù un po’ di succo di zucca.
-Andare dove?
-In Biblioteca. Devi andare in biblioteca dopo?
-Ah, sì sì..devo andare!
-Bene! Mi aiuteresti a consultare alcuni libri? Sto facendo una ricerca e ricordo di aver letto tempo fa alcune cose, ma non ricordo più in quali libri!- risponde frustrato scompigliandosi con le mani i capelli già disordinati.
-Certo, Harry!- mormoro sorridendogli.
Finiamo di mangiare.
E ci allontaniamo.
La Sala sembra deserta.
Sono quasi tutti ancora a cena.
Ci sediamo in un piccolo tavolino in disparte.
Tiriamo fuori pergamene, calamaio e piuma.
Poi mi rivolgo ad Harry.
-Dunque, cosa stiamo cercando?- chiedo piena di buona volontà.
Amo fare ricerche.
Anche quando sono piena di compiti.
Come questi giorni.
Ma mi piace leggere e scoprire nuove cose.
Amo imparare.
-Mi spieghi cosa è successo tra te e Ron il giorno di San Valentino!? Vi ho lasciati a chiacchierare serenamente e vi ho ritrovati che nemmeno vi rivolgete la parola!
Ah ecco.
Ecco quale ricerca.
Non una ricerca scolastica.
Non c’entra niente Trasfigurazione.
E nemmeno Pozioni, Storia della Magia, Erbologia.
C’entro io.
E c’entra Ron.
-Non è successo nulla..
-Non è successo nulla!?- esclama Harry infastidito. -Non è vero, Herm! Dimmi cosa è successo! Io e Ginny ci siamo stancati di vedervi così!
-Chiedilo a Ron cosa è successo!- esclamo indispettita lanciandogli uno sguardo irritato.
-Lui non mi ha voluto dire niente, quindi lo chiedo a te e voglio che tu mi racconti tutto!
-Ronald Weasley è un ragazzo arrogante, geloso e immaturo!- sentenzio guardandolo.
-Cosa è successo, Herm?
-E’ successo che ha cercato di baciarmi, lo ho respinto e lui mi ha dato della poco di buono! Ecco cosa è successo!- urlo.
Posso urlare.
So che posso farlo.
Nessuno mi sentirà.
Harry ha lanciato l’Incantesimo Muffliato.
Proprio come Severus.
-Cosa ha fatto!?- esclama Harry senza parole raddrizzando gli occhiali che per poco non gli erano cascati dal naso.
-Quello che ti ho detto, Harry!
-Ma è pazzo!?
-No non è pazzo, è stupido! E’ diverso!
-Ma..ma..perchè l’hai respinto? Voi due..
Lo interrompo.
-Non provo più niente per lui. Ronald è solo un amico.. o almeno è ciò che credevo fosse..
-Ha sbagliato.. ma perché ti ha dato della poco di buono scusa!? Dovrebbe conoscerti!
-Dovrebbe..ma evidentemente non è così! Ha detto che da quando sono tornata sono diversa..e questo è vero, ma vorrei ricordare che ho passato un mese in una prigione con i Mangiamorte che mi cruciavano un giorno sì e l’altro pure!
Le immagini invadono la mia mente.
Di nuovo.
Dopo tanto tempo.
Era da molto che non ci pensavo.
Ed ora è di nuovo tutto vivo.
Nella mia mente.
Nella mia pelle.
Brividi.
Ricordo le mie urla.
Le loro risate.
I lividi.
Il sangue.
Brividi.
-Mi dispiace, Herm..- mormora prendendomi la mano. -Non ne avevo idea..cioè, potevo immaginarlo..ma speravo non fosse così..
-Cerco di non pensarci.. In ogni caso Ron mi ha molto delusa!
-E’uno stupido..ma non ho ancora capito, perché ti ha dato della poco di buono?
Abbasso lo sguardo.
Questa è la parte che più mi fa male.
Ricordo ogni singola parola.
E il suo sguardo carico d’odio.
-Dice che mi porto a letto Piton..e che lo faccio per avere la mia tanto desiderata ‘E’ in Pozioni.- ammetto guardandolo negli occhi con aria disgustata.
Disgustata per ciò che crede Ron.
Io posso anche andare a letto con Piton.
Con Severus.
Perché io sono innamorata di lui.
Ma di certo non perché voglio una ‘E’ nella sua materia.
Harry sgrana gli occhi.
Scuote il capo.
Le mani tra i capelli.
-E’ tutta colpa mia..- mormora abbassando il viso.
-Colpa tua!?Perchè dovrebbe essere colpa tua?
-Sono io che ho detto che vi vedevo strani, che tu a volte lo guardavi, e lui guardava te..e poi non ti urlava più contro come faceva prima! Ma mica intendevo dire che era perché voi due..insomma..quello!- esclama frustrato. -Ron è uno stupido! Non ha capito proprio nulla! Scusami Herm!
Harry.
Harry ti voglio bene.
Sei un ottimo osservatore.
Il problema non sei tu.
E’ Ron.
-Harry tu non hai fatto nulla! E’ Ron che, appunto, non ha capito nulla! E’ vero che mi sono affezionata al Professor Piton ma..insomma..ho passato un sacco di tempo a contatto con lui! Ho imparato a conoscerlo, più o meno, e ho capito che non è un mostro come veramente appare..
-Lo so, Herm, lo so! Io ho visto i suoi ricordi.. so un sacco di cose ora, cose che prima ignoravo totalmente..- dice prendendo poi un breve respiro. -Continuo a non sopportarlo per come si comporta con i Grifondoro e per come mi ha trattato in questi anni, però so quello che ha fatto per me..
Harry ha visto i suoi ricordi?
Quando?
Come?
-Tu hai visto i suoi ricordi?- domando sbalordita.
-Sì, Herm. Certo, tu sei stata catturata e non sai ciò che è successo...
-Cos’è successo, Harry?- chiedo preoccupata.
Non so perché sono preoccupata.
Non lo so.
Ma mi batte forte il cuore.
E il respiro è affannoso.
Ho una brutta sensazione.
-Mentre tu combattevi contro Voldemort Piton è stato attaccato da Nagini che l’ha morso e stava per morire..non mi capacito ancora di come abbia fatto a sopravvivere perché la ferita era davvero profonda..- sospira. -..e lui stesso credeva di morire e per questo mi ha ceduto i suoi ricordi affinché li guardassi nel pensatoio di Silente e mostrassi al mondo chi era davvero Severus Piton, del suo ruolo di spia tra i Mangiamorte, e del perché era stato costretto ad uccidere Silente..che poi come sai non è morto!
Severus.
E’ quasi morto.
Attaccato da Nagini.
Non ci credo.
La maledizione.
No. Non ci credo.
Chiudo gli occhi.
Respiro.
E’ vivo.
E’ ancora vivo.
Respiro.
Apro gli occhi.
-Oh mio Dio, non avevo idea..non mi ha mai detto che aveva rischiato di morire!
-Insomma, ho guardato i suoi ricordi e ho cercato di far capire agli altri il perché del suo comportamento. E’ per questo che è scampato ad Azkaban!
-Azkaban..- mormoro tra me e me evocando nella mia mente l’immagine di quel posto agghiacciante.
-Lui era dalla nostra parte sin dall’inizio! Mi trattava malissimo ma in segreto mi proteggeva..e lo faceva perché amava, anzi ama, mia madre..
Lily.
Harry sa di Lily e Severus.
‘Amava, anzi, ama mia madre.’
No. Non più.
Il verbo corretto è ‘Amava.’
Non la ama più.
-Lui era innamorato di tua madre?- chiedo sembrando sorpresa, ma in realtà non lo sono.
So tutto.
E da molto tempo ormai.
-Sì, erano migliori amici ma lui era innamorato di lei e quando è morta..- mormora fermandosi un attimo per ingoiare la saliva. -..lui ha promesso di proteggere il suo unico figlio..
-Tu, Harry..- mormoro sorridendogli dolcemente.
-Sì..infatti quando Piton ha scoperto che i Mangiamorte avrebbero cercato di catturare chi avesse sconfitto Voldemort, ha proposto che fossi tu ad ucciderlo..- dice sospirando e abbassando il capo. -Mi dispiace Herm per quello che è successo, dovevo esserci io al tuo posto, ma io e tutto il Mondo, sia Magico che Babbano, ti dobbiamo la vita.
-Lui..- mi manca il respiro.
‘Ha proposto che fossi tu ad ucciderlo.’
‘Ha proposto che fossi tu ad ucciderlo.’
Questa frase mi rimbomba nelle orecchie.
Non riesco a respirare.
Ingoio la saliva.
Chiudo gli occhi.
Il cuore mi batte forte.
No.
Non può essere così.
No. Non può essere.
E’ stato lui.
E’ colpa sua.
‘Dovevo esserci io al tuo posto.’
‘Ha proposto che fossi tu ad ucciderlo.’
No.
Come hai potuto.
Severus, come hai potuto.
No.
Non ci credo.
Le lacrime bussano contro le mie palpebre.
Bussano insistentemente.
Vogliono uscire.
E qualcuna ci riesce.
-Herm, per favore perdonami!- mi supplica Harry cercando di abbracciarmi.
Lo lascio fare.
Ho bisogno di un abbraccio ora.
Sì, ne ho bisogno.
-Non ce l’ho con te Harry..- mormoro cercando di trattenere i singhiozzi.
-Lo sai che..- lo interrompo guardandolo negli occhi e lasciando un attimo le sue braccia.
-Non hai mai esitato di fronte a Voldemort e lo avresti..affrontato anche questa volta..se non ti avessero detto di..
-Esatto, Herm..mi dispiace! Mi dispiace tanto per quello che ti è successo!- esclama abbracciandomi di nuovo e con più forza di prima.
Sto male.
Sto veramente male.
Mi sento debole.
Privata di qualsiasi forza.
Credevo in lui.
Invece mi ha tradito.
Le sue erano tutte balle.
‘Solo io dovevo proteggerti.’
Mi aveva detto così.
Tutte balle.
Doveva proteggere Harry.
Per Lily.
Di me non gli è mai fregato nulla.
Lo sapevo.
L’ho sempre saputo.
Che stupida.
Sono davvero stata stupida.
Rimango abbracciata a Harry.
Ho bisogno di lui adesso.
Del suo calore.
Sto male.
Sto molto male.
-Ti va di tornare al dormitorio adesso?- mi chiede tenendomi sempre stretta.
Il dormitorio.
No.
Non ora.
C’è un’ultima cosa che devo fare.
E la devo fare subito.
Prima di tornare nella mia camera.
Dove non dormirò.
-De-Devo finire di studiare..- mormoro staccandomi da lui e asciugandomi le lacrime.
-Ancora studiare?- domanda sgomento. -Dovresti riposarti!
-Ho quasi finito intanto..- dico sorridendogli leggermente.
Un sorriso falso.
Non c’è nulla da sorridere.
-Va bene, ma non trattenerti troppo alzata..io vado, buonanotte, Herm!- mormora baciandomi la guancia.
Prende le sue cose.
Ed esce.
Lo vedo varcare la porta.
E ora sono sola.
Sola.
Aspetto un attimo.
Poi mi alzo anch’io.
Le gambe mi tremano.
Le ginocchia quasi non mi reggono.
Esco dalla Biblioteca.
Cammino.
C’è solo un posto dove devo andare.
Uno solo.
Cerco di asciugarmi le lacrime.
Ma continuano a scendere.
E io continuo ad avvicinarmi ai sotterranei.
Poi mi ritrovo davanti a quella porta.
Il cuore in gola.
Respiro.
Ma non riesco a calmarmi.
Le parole di Harry mi tornano alla mente.
Ogni singola parola.
Il nervoso sale.
E la disperazione pure.
Busso una volta.
Due volte.
Tre.
Busso sempre più forte.
Più insistentemente.
Fin quando non me lo ritrovo davanti.
E inizio a piangere.
Non appena i miei occhi incontrano i suoi.
Piango.
Quegli occhi che mi hanno fatta innamorare.
Piango.
Lo spingo con entrambe le mani.
Lo spingo dentro.
Con tutta la forza che ho.
La vista annebbiata dalle lacrime.
Ma lo spingo ancora.
E gli urlo contro.
-Ti odio! Ti odio! E’ tutta colpa tua! Tu lo sapevi che non appena avrei ucciso Voldemort loro mi avrebbero catturato! Lo sapevi!- urlo spingendolo ancora.
-Hermione!- mormora prendendomi le braccia ma io le scuoto ferocemente e mi libero.
-Tu lo sapevi! Faceva già parte del tuo piano! Sei stato tu a fare il mio nome! Sei stato tu a dire che Harry non ce l’avrebbe fatta ad ucciderlo! Hai proposto tu il mio nome!- urlo ancora, sempre spingendolo.
-Hermione, calmati!- esclama con tono infastidito.
-No! Non mi calmo! Non hai proposto me perché pensavi che Harry fosse troppo debole, lo hai fatto per proteggerlo! Lo hai fatto perché lui è il figlio di Lily!- grido sputando fuori il suo nome con tutta la rabbia che ho in corpo. -Ma sì, mandiamo quella fastidiosa So-Tutto della Granger! In fin dei conti è una Nata Babbana, si merita di essere torturata! E’ questo quello che hai pensato! E’ questo!- grido di nuovo spingendolo.
Il dolore mi sta uccidendo.
Ma ringrazio le lacrime.
Non mi permettono di vederlo.
Di vedere gli occhi dell’uomo che amo.
Dell’uomo che mi ha tradito.
Che non mi ama.
E che non mi amerà mai.
-Per curiosità, quanto tempo ci ha messo la tua stupida testolina ad elaborare questi pensieri idioti?- domanda con una punta di ironia.
Il suo tono è freddo.
Distaccato.
Infastidito.
Proprio come lo era prima che arrivassi qui.
Come lo era 6 anni fa.
Ma anche 3 anni fa.
E l’anno scorso pure.
-Stai zitto!- urlo. -Me l’ha detto Harry! So tutto dell’attacco di Nagini e so anche che gli hai affidato i tuoi ricordi! So tutto! E ti odio! Mi fai schifo!- urlo di nuovo, poi prendo il respiro. -E’ tutta colpa tua se sono stata picchiata e torturata! E’ colpa tua se sono stata violentata! E’ tutta colpa tua!
Le mie parole sono forti.
Cariche d’odio.
Cariche di amore tramutatosi in odio.
Cariche di lacrime.
Cariche di dolore covato e represso.
Ti odio, Severus Piton.
Ti odio.
Lo guardo un ultima volta.
Il suo viso impassibile.
I suoi occhi freddi.
Il suo corpo immobile.
Le braccia lungo i fianchi.
Lo guardo.
E vado via.
La porta sbatte chiudendosi.
E’ l’ultimo rumore che sento.
Forte.
Fortissimo.
Sovrasta persino le lacrime.
Ti odio, Severus Piton.









Buongiornooo!!!:)
Bè..avete visto come hanno consumato severus ed hermione!? Io ve l'ho detto, non saltate a conclusioni affrettate! E' mia intenzione sorprendervi sino alla fine e cercherò di essere il meno scontata e banale possibile! Sarebbe stato troppo facile farli consumare a questo punto della storia..bè, non è detto che in futuro consumeranno! Chissà...chi vivrà vedrà e chi leggerà saprà, no!?

Ora potete anche odiarmi e lanciarmi tutte le maledizioni possibili e immaginabili!XD Non solo non hanno consumato (Severus non è ancora pronto a fare un passo del genere, per quanto ormai anche lui sia allo stremo delle forze e non riesca quasi più a resistere!) ma hanno addirittura litigato!! Per colpa di Harry questa volta!
Che amici del cavolo che ti sei scelta Hermione!ahahahahha (che non mi schiantino le fan di harry e ron ora, non li voglio offendere!)
Ma, sarà davvero la verità quella che è uscita dalla bocca di Harry!? O c'è qualcos'altro sotto? Anche questo lo scoprirete :)
Inoltre, HO UN ANNUNCIO DA FARE:
-per farmi perdonare per non averli fatti consumare e per averli fatti litigare, ho deciso di allungare leggermente la storia rispetto a quello che mi ero prefissata e quindi aggiungerò dei dettagli e la storia risulterà con dei capitoli in più..non so ancora quanti, potrebbe essere solo 1 come potrebbero essere 5! Lo deciderò man mano che scriverò i capitoli!
Spero che questo vi faccia piacere :)
E poi, ALTRO ANNUNCIO:
-sto pensando anche di riscrivere la storia dal punto di vista di Severus! Chiaramente gli scenari non saranno tutti identici a quelli della storia dal Punto di Vista di Hermione ma alcuni cambieranno! E' SOLO UNA IDEA! NULLA DI CERTO! CI STO PENSANDO PERO'! DIPENDERA' TUTTO DAL TEMPO A MIA DISPOSIZIONE PERCHE' COME SAPETE NE HO BEN POCO!!! PERO' CI STO PENSANDO! 

Voi, carissimi fans cosa ne pensate?? Volete che scrivi la storia dal punto di vista di Severus? Fatemi sapere!:)

Però lasciatemi anche qualche bella recensione a questo capitolo eh! Mi mancano 10 recensioni per arrivare alle 300recensioni totali!:D:D:D:D Sto andando in escandescenza, sono felicissima! Vi amo! <3

Dis294

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Capitolo 31
*** Riconciliazioni ***


Capitolo 31 - Riconciliazioni






E’ pomeriggio ormai.
Sono in Infermeria.
Sdraiata su uno dei tanti letti.
Di nuovo.
Il corpo indolenzito.
Non ho dormito nulla stanotte.
Mal di testa.
Ho pianto tanto.
Nausea.
Non ho toccato cibo.
Capogiri.
Pasticcetti Svenevoli.
Febbre alta.
Fondenti Febbricitanti.
Grazie Fred e George.
La grande idea per saltare le lezioni.
La lezione.
Per giunta una doppia lezione.
Pozioni.
E’ la prima volta che salto una lezione.
‘Fare vela’ non è da me.
Non era mai successo.
Ma non ho voglia di vedere Piton.
Piton.
Ora ho ripreso a chiamarlo Piton.
Come se non fosse successo nulla.
Come se per me lui non fosse Severus.
E io, per lui, Hermione.
Scuoto la testa.
Devo cercare di non pensarci.
Se ci penso sto male.
Tanti giorni con lui e non mi ha detto la verità.
Se sono stata catturata è a causa sua.
Se sono stata torturata è a causa sua.
E anche se sono stata violentata è a causa sua.
Brividi.
Mi torna in mente ogni cosa.
Le risate.
Quelle maledette risate.
Maledette risate provenienti dalle bocche di maledetti bastardi.
E io lì.
Lì a farmi stuprare.
A rilassare i muscoli affinché facesse meno male.
Ma non faceva meno male.
Anzi, era peggio.
Era peggio perché non potevo lottare.
Non potevo nemmeno più urlare.
Ho urlato un po’, poi ho taciuto.
Non riuscivo proprio a parlare.
Come se mi avessero tolto ogni forza.
Come se me l’avessero strappata via.
Con la forza.
La stessa forza con cui ridevano di me.
La stessa forza con cui mi laceravano.
Il corpo e la mente.
E alla fine non rimanevano che le membra.
Io non c’ero.
Totalmente annullata.
Un corpo privo di vita su un materasso sporco.
Scuoto nuovamente la testa.
Basta pensieri tristi.
Basta lacrime.
Non devo pensare alla prigione.
Non devo pensare a Severus.
A Piton.
Chissà se avrà notato la mia assenza.
Certo che l’ha notata.
Il primo banco centrale.
Il mio.
Vuoto.
Le mie occhiate di nascosto.
I miei sguardi prolungati.
La mia mano perennemente sollevata.
Le mie domande.
Certo che ha notato la mia assenza.
Sarà contento di essersi liberato di me.
Bè, bastava dirlo.
Prima che lo baciassi, magari.
Prima che mi innamorassi di lui, magari.
-Cara, come stai?- chiede Madama Chips entrando con una pozione in mano.
-Ancora male..mi gira tremendamente la testa!- mormoro lamentandomi.
Più mi lamento più sto qui.
Più sto qui meno vedo Piton.
-Devi stare a letto e riposarti assolutamente! Non possiamo rischiare che tu abbia una ricaduta, ci sono gli esami a breve!
-Già..gli esami..- dico sospirando.
Gli esami si stanno avvicinando.
E io ho paura.
Voglio che vadano al meglio.
Ma non voglio neanche lasciare Hogwarts.
Hogwarts è la mia casa.
-Hermione!!- esclama una voce ansante.
O due voci.
Due voci ansanti.
Mi volto.
Harry.
E Ron.
Ron.
Mi manca.
La verità è che mi manca.
E’ stato uno stronzo.
Ma mi manca.
E ora è qui.
Con Harry.
Preoccupato per me.
Nonostante ciò che mi ha detto.
E’ qui.
Potrebbe essersi pentito.
Ron. Testardo e orgoglioso.
Li guardo un attimo.
Sorrido.
-Ciao..- mormoro.
-Herm! Cosa ti è successo??- chiede Harry avvicinandosi al letto, noncurante dello sguardo contrariato di Madama Chips.
-La vostra amica deve riposare, andate fuori!- dice la donna con tono imperativo.
-Madama Chips, per favore, li lasci rimanere! Ho bisogno di stare un po’ con loro..- mugugno con voce dolorante.
-Solo perché sei tu, cara.- dice accarezzandomi il braccio. -Voi due, dieci minuti, poi fuori!- tuona verso i due ragazzi, poi si allontana dalla stanza.
-Ragazzi..- mormoro guardando Harry e poi Ron. -..non sto molto bene. Ho la febbre e mi gira la testa..
-Come mai?- chiede improvvisamente Ron.
Lo guardo un attimo.
Anche lui mi sta guardando.
Distoglie immediatamente lo sguardo.
Inizia a mangiarsi le unghie.
E a giocare con un filo della divisa.
E’ imbarazzato.
-Non lo so..- mormoro sorridendogli.
Il mio tono è molle.
Non duro.
Alza il viso.
Mi guarda.
Sorride piano.
Gli occhi luminosi.
-Possiamo fare qualcosa per te?- domanda Harry apprensivo.
-No, nulla.. I professori hanno detto qualcosa per la mia assenza?
-Oh, Herm! Ti preoccupi sempre di quello che pensano i professori! Sei qui perché stai male, fregatene!- borbotta Harry allargando le braccia.
-Lo sai come sono fatta..- mormoro abbassando il capo imbarazzata.
-Oh Piton era furioso, ma nella norma, e la Mc Granitt sembrava un po’ preoccupata..- risponde il ragazzo grattandosi il mento con il dito indice.
-Va bene, grazie..e hanno assegnato compiti?
-Piton 2 rotoli di pergamena sull’uso della polvere di Pietra Lunare e la McGranitt ha dato delle pagine da studiare..
-Ah, e quali?- domani interessata.
-Ehm..non lo so a dir la verità!- mormora Harry nervoso.
Non era attento.
Non mi sorprende.
Dormono durante le lezioni.
-Dalla pagina 317 alla 333.- dice Ron a bassa voce infilandosi nella conversazione.
Era rimasto in disparte tutto quel tempo.
E ora mi dice le pagine da studiare.
Ron.
Non è da Ron.
Harry dormiva e lui no.
A meno che non l’abbia fatto per me.
E’ rimasto ad ascoltare sapendo che io non ero presente.
E che avrei voluto sapere le pagine.
Forse è così.
Bè, grazie Ron.
-Grazie..- mormoro leggermente imbarazzata.
-Herm, noi ora andiamo..Hagrid ci aspetta per il the!
-Portategli i miei saluti!- esclamo sorridente.
I ragazzi si allontanano.
Ma io mi ricordo di una cosa.
C’è una cosa che devo fare.
-Ron!- chiamo il suo nome sperando che questo mi senta. -Ron!- chiamo di nuovo.
 -Mi hai chiamato?- domanda il ragazzo dai capelli rossi, imbarazzato, appoggiandosi alla porta.
-Ehm sì, Ron..vieni un attimo..
Si avvicina al letto.
E’ in imbarazzo.
Lo vedo.
E anche io lo sono.
Non dimentico la nostra litigata.
Non dimentico ciò che ha detto.
Non dimentico il suo sguardo.
Il suo disprezzo.
Il suo odio.
Porterò sempre con me quel ricordo.
-Quindi è vero che sei tornata definitivamente tra noi?- domanda il rosso guardandosi le scarpe.
-Sì.- rispondo semplicemente, dimenticando totalmente ciò che dovevo dirgli.
-Quindi non dovrai più stare..lì?
-Già..
Lo vedo sospirare.
Alza gli occhi.
Mi guarda un attimo.
Poi li riabbassa.
E sospira di nuovo.
Poi un movimento improvviso.
Qualcosa che non mi aspettavo.
Si lancia sulle mie gambe.
Le afferra.
Urla.
Mugugna.
Quasi piange.
Sembra disperato.
-Scusami, Herm! Per favore scusami! Non volevo dire quello che ho detto! Non volevo!- esclama balbettante e singhiozzante stringendo leggermente le mie caviglie.
Sorrido.
Mi fa tenerezza.
Si è arreso.
E ha capito di essere stato stupido.
-Ron..
-No, Herm, fammi parlare! Sono stato uno stupido, un deficiente..
-Sì, hai ragione..- ammetto sorridendogli.
-Cioè, come mi è potuto venire in mente di insultarti così!? Come!?- esclama Ron portandosi le mani tra i capelli e facendo avanti e indietro per la stanza.
Mi viene da ridere.
E mi fa tanta tenerezza.
Ecco cosa mi piace di Ron.
E’ stupido, sì.
Ma è tremendamente dolce.
-Ah, non lo so!
-Io non penso davvero ciò che ho detto! Tu non sei una poco di buono, Herm! Tu sei una ragazza fantastica e, cavolo, io ho quasi rovinato tutto! Ti voglio bene, Herm, e non so nemmeno io perché ti ho detto quelle cose!- esclama frustrato sospirando. -Tu non andresti mai a letto con il pipistrello per avere una ‘E’..tu non andresti proprio a letto con il pipistrello!- esclama di nuovo, questa volta guardandomi finalmente negli occhi.
Ecco.
Lo sapevo.
Lo sapevo che saremmo arrivati a questo punto.
Lo sapevo.
E forse dovrei dirglielo.
Chiudo un attimo gli occhi.
Respiro piano.
Li riapro.
Forse è giunto il momento di parlare.
Di svelare il segreto.
Se sono davvero miei amici mi capiranno.
Sono davvero miei amici?
Sì, lo sono.
Ma non so se Ron è pronto.
Non so se lo accetterà mai.
Non credo.
Ma forse è giusto che sappia.
-Ron..io..- cerco di dirgli, ma le parole mi muoiono in gola.
-Herm, sono uno stupido! Io non so proprio come abbia fatto a pensare una cosa del genere! Sono solo uno stupido geloso!- ammette colpendosi la fronte con la mano.
-Ron, io mi sono innamorata di Piton!- esclamo improvvisamente.
Mi guarda.
E’ immobile.
Probabilmente sconvolto.
Sì, decisamente sconvolto.
Non vedo nient’altro nei suoi occhi.
Per ora non c’è dolore.
Né odio.
Né disprezzo.
Sono stupore.
Incredulità.
Ma so che il dolore presto arriverà.
Probabilmente anche il disprezzo.
E forse anche l’odio.
-Co-Co-Co-Come..Come..Tu..Tu, no..No, tu..Come..- balbetta guardandomi sconcertato.
-Ron, voglio che tu ora mi lasci parlare. Per favore..- gli chiedo con tono supplichevole.
-Io-Io..Io non..
-Fammi parlare!!- tuono infastidita.
Ho bisogno di tempo.
Non posso sputargli addosso ogni cosa.
E’ già così difficile.
Per lui.
E per me.
-Tu e Harry siete i miei migliori amici, lo sai questo, vero?
Annuisce con la testa.
Ingoia la saliva.
Ma continua ad ascoltarmi.
Zitto.
E immobile.
-Io e te ci abbiamo provato e, credimi, io lo volevo davvero, ma dopo tutto ciò che è successo mi sono completamente persa e ho capito che tu non potevi essere più di un amico.- dico sospirando in sua direzione. -Io ho bisogno di te come migliore amico, Ron, non come fidanzato.
-E’ tutto..No..Io..
-In questi mesi sono successe tante cose, davvero tante, ed è successo anche questo! Non so come, non so quando, ma è successo! Non sono sotto Maledizione Imperius..Io sono davvero innamorata di lui e lui..bè, lui prova qualcosa..ma non ti so dire esattamente cosa.
-Ma lui...- tenta di ribattere Ron.
-Lui è un uomo come gli altri! E’ cinico, burbero, scontroso, lo so!..ma sa anche amare..- ammetto sorridendo al ragazzo dai capelli rossi che mi guarda ancora confuso.
-Voi..Voi due..
-Non è successo nulla, se è questo che vuoi sapere.- sospiro. -La tua gelosia ti ha fatto aprire gli occhi, ma te li ha anche appannati..- mormoro. -E’ vero che tra me e lui c’è qualcosa, è vero che ci lanciamo sguardi ed è vero anche che non mi prende più in giro di fronte agli altri..ma non sono stata a letto con lui e non sto con lui per una stupida ‘E’, perché credimi che, ormai, mi importa poco è niente dei voti.
Ho detto tutto.
Sono riuscita a dirglielo.
E mi sento sollevata.
Tremendamente sollevata.
Era come portare un macigno sulle spalle.
Avevo bisogno di sfogarmi.
Avevo bisogno di parlare con qualcuno.
Di dirlo a qualcuno.
-Io non riesco a crederci..- mormora il ragazzo, ora rosso in viso.
-Lo so, lo so che sembra impossibile! Credimi, lo so, ma è così!
-Harry lo sa?- domanda guardandomi negli occhi.
-No, l’ho detto solo a te perché era giusto che tu fossi il primo a saperlo. Parlerò anche con Harry e Ginny, presto, molto presto, ma sarò io a decidere quando lo dovranno venire a sapere.- dico, poi faccio una breve pausa. -Lo decido io, Ron, io, non tu.- dico sottolineando l’ultima frase.
Deve capirlo.
Non lo deve dire a nessuno.
Sono cose mie.
E decido io quando e a chi confidarle.
-Mi stai chiedendo di non dirglielo?
-Ti sto..consigliando..di non dirlo a nessuno. Se lo farai, bè, aspettati delle conseguenze catastrofiche..qualcosa di molto peggio del “Perché Weasley è il nostro re, ogni due ne manca tre” cantato dai Serpeverde.- dico con tono minaccioso.
So essere convincente quando voglio.
Soprattutto con Ron.
In un certo qual modo mi teme.
Ma lo sa, sono una furia.
Non mi deve provocare.
-Lo so. Mi conosci..mi conosci più di ogni altra persona e so fin troppo bene cosa sei capace di fare quando ti arrabbi.
-Esatto. Ho la tua parola che non ne farai parola con nessuno?
-Sì. Comunque, se sei felice per me va bene, io me ne farò una ragione.- mormora sospirando. -Non capisco cosa trovi in lui e probabilmente non lo capirò mai, continuerò a odiarlo e a non fidarmi di lui, ma se è ciò che vuoi, per me va bene. Sappi però che lo controllerò e lo schianterò se proverà a farti soffrire.
Mi ha già fatto soffrire.
Lo ha già fatto.
Ieri.
E’ per questo che sono qui.
Sto scappando da lui.
Ma lo amo.
Lo amo da morire.
-Ron..grazie. Grazie perché non mi hai preso a urla, di nuovo.
-Credevi davvero che lo avrei fatto?
-Sì, lo credevo.
-Tu mi sottovaluti!- esclama con un tono fintamente offeso incrociando le braccia al petto.
-Lo so!- dico sorridendogli. -E comunque sappi che è stato Piton a convincermi a perdonarti se un giorno fossi venuto a chiedermi scusa.
E’ di nuovo immobile.
Il respiro bloccato.
Gli occhi spalancati.
Io sorrido.
Quasi rido.
-Scherzi vero!?
-No, non scherzo Ron..è stato davvero lui.
-Ma-Ma..ma che gli hai fatto!?- domanda sconvolto.
-Non lo so..
-Se riesci a convincerlo a trattare bene anche me e Harry ti prometto che non copierò più i compiti da nessuno, che mi impegnerò e studierò, che non mi riempirò più di cibo e non parlerò nemmeno più con la bocca piena!- dice Ron portandosi la mano destra al cuore e giurando solennemente.
-Prometti anche di non metterti più nei guai?- domando stando al gioco.
-Promesso!
Rido.
Mi viene da ridere.
Non ci credo.
Ho risolto.
Ho fatto pace con Ron.
E lui sa di Severus e me.
Severus e Me.
Se esiste ancora un Severus e Me.
Un Noi.
Non lo so.
-Grazie!- mormoro sorridendogli.
Poi sento un rumore particolare.
Uno strano frusciare.
E un sagoma nera si ferma di fronte a me.
Cosa ci fa qui?
Distolgo lo sguardo.
Il mio capo volto a guardare qualcosa alla mia destra.
Qualcosa di indefinito.
Non lo voglio vedere.
Poi però mi volto di nuovo.
Ron non deve sapere che qualcosa non va.
Non deve sapere che abbiamo litigato.
Mi faccio forza e lo guardo.
Il suo sopraciglio sollevato.
Gli occhi freddi.
Vuoti.
Non c’è nulla.
Nessun calore.
Solo gelo.
E severità.
-Fila a lezione, Weasley!- tuona voltandosi verso Ron.
Lui lo guarda impaurito.
-Non-Non ho lezione ora, Professor Piton..- mugola come un cane bastonato.
-Allora vai a fare qualsiasi altra cosa, basta che tu ti tolga dai piedi!- ringhia.
Il mio sguardo slitta da Ron a Piton.
Da Piton a Ron.
E Ron guarda bene.
Gli occhi socchiusi.
E’ impaurito.
-Ron, vai tranquillo..- gli dico con un finto sorriso. -Harry e Hagrid ti staranno aspettando!
-Sì..Sì, hai ragione. Riposati! Ciao Herm!..Professor Piton..- dice a tono basso e poi esce dalla stanza.
E ora siamo solo io e lui.
Soli.
Non so perché è qui.
So solo che è di cattivo umore.
E mi guarda con odio.
Lo stesso odio con cui io mi sono scagliata contro di lui.
Ma non deve trattare male Ron.
-Non sei stato molto gentile con lui.
-Signorina Granger, la aspetto domani sera alle 8 in punto nel mio ufficio per scontare la sua punizione.
Punizione?
Quale punizione?
Ah.
No. Non ci credo.
Non può vendicarsi così.
Non può.
Lo odio quando fa così.
Ciò che è successo ieri non a nulla a che fare con la scuola.
Nulla.
E non mi può dare una punizione.
-Non penso sia corretto darmi una punizione solo perché..
-Finiscila di fare la bambina che vuole sempre essere al centro dell’attenzione. Questa punizione non ha niente a che vedere con ciò che tu puoi aver fatto o detto ieri sera.
Al centro dell’attenzione?
Io?
E ora sono una bambina?
Anche quando mi baciava ero solo una bambina?
La deve smettere.
La deve smettere di fare così.
Vorrei urlare.
Vorrei solo urlare.
E se non fossi in Infermeria lo farei.
Se non fosse che mi sentirebbero tutti, urlerei.
-E allora questa punizione per cosa sarebbe?
-Hai saltato la lezione.
-Sto male!- esclamo indispettita agitando le braccia.
-Non è una scusa valida per saltare la lezione.
-Non dire che questa punizione non ha niente a che vedere con ciò che è successo ieri, non dirlo, perché non è vero!- esclamo mettendomi a sedere sul letto.
Non deve mentire.
Eccome se dipende da ciò che è successo ieri.
E’ la sua vendetta.
Una vendetta per cosa poi?
E’ lui ad aver sbagliato.
Dovrei vendicarmi io.
Non lui.
Dovrei essere io quella arrabbiata.
E lo sono infatti.
Ma lui non dovrebbe essere arrabbiato.
Perché lo è?
Dovrebbe sentirsi in colpa.
Non prendersela con me.
E invece è proprio ciò che fa.
E mi fa venire in nervi.
-Pensala con vuoi, Granger, io non ho tempo da perdere con delle ragazzine immature che sanno solo sparare sentenze. Questa conversazione è finita. Ti aspetto domani alle 8 nel mio ufficio.- dice con tono calmo e freddo abbandonando l’Infermeria.
Non lo sopporto.
E poi sono io la bambina.
Così si comporta un uomo?
Sei tu quello immaturo, non io.
E non ho alcuna intenzione di andare da lui.
Non sconterò nessuna punizione.
Se mi deve punire ci deve essere un buon motivo.
Vedrà chi è Hermione Granger.
Lo vedrà.
Sospiro.
E appoggio di nuovo la testa sul cuscino.
La giornata è ancora lunga.
E io sono annoiata.
Stanca.
Nervosa.
Scocciata.
Infastidita.
Adirata.
Nera.








Salvee :) Come promesso, nonostante la stanchezza che si fa sentire il pochissimo (quasi nullo) tempo libero, ho aggiornato! Il capitolo non è dei migliori..ma non lo è perchè Severus compare solo un attimo alla fine..e il titolo è ingannevole eh!? Tutti convinti Sì finalmente Hermione e Severus fanno pace!! Invece no..Hermione e Ron fanno pace -.-" che s***a che sono XDXD Vi do nuovamente il permesso di cruciarmi!XD

L'altro capitolo ha ricevuto 22 recensioni, il mio record!! VI AMO, GRAZIE <3
E questo, vi piace? Fatemi saperee :) sono gradite le recensioni lunghe e piene di commenti, anche cattivi se volete ahahah 
Grazie a tutti i lettori, silenziosi e non <3

Baci, Dis294

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Capitolo 32
*** Forse è troppo tardi ***


Capitolo 32 - Forse è troppo tardi






Sono nei sotterranei.
E sto pulendo questi maledetti calderoni.
Senza magia.
Sono stanca.
Stufa.
Stufa di tutto questo.
Dovrei essere a letto adesso.
O con i miei amici.
Non qui.
Non qui a sporcarmi le mani.
Perché poi?
Perché lui ama la vendetta.
E ha addirittura convocato Silente.
Lo ha convinto a dargli il permesso di punirmi.
E’ assurdo.
E da Silente non me l’aspettavo.
Punita perché ho saltato la lezione perché stavo male.
E’ assurdo.
E’ proprio assurdo.
E ora sono qui.
Imbronciata.
A pulire calderoni incrostati.
Nella stessa stanza con lui.
Che mi ha rovinato la vita.
E mi ha mentito.
Non lo posso sopportare.
E’ colpa sua se ho ucciso Voldemort.
E’ colpa sua se sono stata catturata.
E’ colpa sua se sono stata torturata e violentata.
Ed è colpa sua se non ho più una vita.
Rivoglio la mia vecchia vita.
Senza problemi.
Era bello quando dovevo preoccuparmi solo dei compiti.
Ora è tutto più difficile.
Sospiro.
Sono stanca.
Ho già pulito tre calderoni.
Ne ho ancora due.
E lui è lì.
Mettendo le sue tanto amate ‘T’ ai temi.
Lo sguardo concentrato.
Deve riuscire a catturare anche il più piccolo errore.
Deve riuscire a inventare anche il più misero errore.
Serpeverde.
Il solito Serpeverde.
Sospiro ancora.
-Hai terminato?- domanda con il suo tono freddo senza spostare lo sguardo dai suoi compiti.
-No!
-Ecco, allora smettila di pensare e lavora.
-Sto lavorando!- esclamo alzando il tono della mia voce.
-Non usare quel tono con me!- tuona alzando finalmente lo sguardo nella mia direzione.
I suoi occhi.
Guardo i suoi occhi.
Non li avevo mai visti così.
Così neri.
Mi trafiggono.
Non sono mai stati così freddi.
Nemmeno quando ha ucciso Silente.
Quando tutti lo credevano colpevole.
E lo odiavano.
Eppure ora sono così.
Freddi e vuoti.
E puntano verso di me.
Saettano contro di me.
-Senti, non puoi trattarmi così!
Il suo sopraciglio si inarca pericolosamente.
-Ah io non posso e invece a te tutto è dovuto!? Non sono stato io ad averti insultata l’altra sera!
-Se per questo io non ti ho mentito..
-Io non ti ho mentito!- ringhia alzandosi dalla sedia e venendomi di fronte.
La sua ombra nera mi copre totalmente.
Impedisce la luce.
Qualsiasi piccolo spiraglio.
-Non mi hai mentito!? Certo, e mi vorrai dire ora che Harry si è inventato tutto!?- sospiro esasperata facendomi sempre più vicina. -Finiscila di prendertela con lui e prenditi le tue responsabilità!
-Vai fuori di qui!- tuona indicando la porta.
-No.- mi impongo piantando bene i piedi a terra.
-Ho detto, fuori di qui!- ripete, sempre più innervosito.
-No, non esco! Dobbiamo parlare, Severus!
-Non dobbiamo parlare proprio di nulla!
-Invece sì, tu mi hai mentito, mi hai nascosto la verità!
-Io non ho nascosto proprio niente! Sei tu che hai dato ascolto a quella testa di legno di Potter che ha avuto accesso ai miei pensieri e li ha interpretati a suo piacimento, anziché chiedere a me la verità dei fatti!
Harry.
Harry mi ha detto ciò che ha visto.
E ciò che ha visto è ciò che Severus ha vissuto.
Nient’altro.
E in ogni caso è inutile che lui si lamenti.
Non sono andata a piangere da Harry.
Non ho mai chiesto di sapere la verità.
Non avevo bisogno della verità.
Avevo solo bisogno di te, Severus.
-Tu non me l’avresti detta la verità!- esclamo puntandogli il dito contro.
-Lo credi davvero!? Lo credi davvero, Hermione?
-Sì, lo credo!
-Mi hai tartassato per tutto questo tempo affinchè io imparassi a fidarmi di te come tu dicevi di fidarti di me..
-Ma tu non ti fidi di me!- protesto.
-Non mi fido di te perché, come hai dimostrato tu stessa l’altra sera, neppure tu ti fidi di me!
Lo guardo.
Lo guardo un attimo.
Il suo respiro è affannoso.
La conversazione sta prendendo una piega inaspettata.
Io mi fido di lui.
Io mi fido di lui?
Io..
Io non so più nulla.
Ogni mia certezza sta crollando.
Ogni singola certezza.
Non so più cosa dire.
Non so più cosa fare.
Vorrei solo sprofondare.
-Io..Io mi fido di te.- mormoro abbassando il capo.
Improvvisamente mi sento male.
Mi sento in colpa.
Come se tutto ciò che avessi fatto fosse sbagliato.
Come se tutto ciò che avessi detto fosse sbagliato.
E forse lo è.
Non riesco a guardarlo in faccio.
Tutta la determinazione è svanita.
E la mia sicurezza vacilla.
-No, tu non ti fidi di me e non ti sei mai fidata. Se tu davvero ti fidassi di me, Hermione, ti saresti preoccupata di venire a parlare con me di ciò che era successo..- dice con tono calmo, fin troppo calmo. -..non avresti considerato come vera la prima cosa che ti fosse stata detta..neppure se proveniva dalla bocca di colui che reputi il tuo migliore amico!
E’ vero.
Ha ragione.
Non è possibile.
Sono proprio brava a rovinare le cose.
-Ok, ho sbagliato, va bene?- ammetto infastidita.
Forse ho sbagliato.
Forse ho davvero sbagliato.
Perché ho preso per buono ciò che mi ha detto Harry?
Perché invece non ho chiesto a lui?
Mi sono fatta prendere dall’ira.
Gli ho fatto una scenata senza neanche informarmi.
Ed è lui la persona che amo.
Ma non gli ho chiesto spiegazioni.
Non gli ho spiegato il mio problema.
L’ho attaccato e basta.
L’ho insultato.
E l’ho offeso.
Stupida.
-No, non va bene.- dice lui lasciando cadere pesantemente le braccia lungo i fianchi.
-Voglio sapere come sono andate davvero le cose..- mormoro.
-Non sono affari tuoi.- risponde semplicemente.
Il suo viso impassibile.
Gli occhi spenti.
La smorfia sulle labbra, inesistente.
Il sorriso ironico pure.
-Cosa significa che non sono affari miei, Severus?- chiedo incredula di fronte alle sue parole.
-La mia vita non è più affar tuo.- dice solamente.
‘La mia vita non è più affar tuo.’
Sì che è affar mio.
La tua vita è affar mio.
Io ti amo.
Io ti amo, Severus.
-Cosa significa che la tua vita non è più affar mio, Severus? Cosa significa, Severus?- chiedo improvvisamente preoccupata.
Cosa significa?
Mi sta lasciando?
Mi sta forse dicendo ciò che temo?
Ho rovinato tutto.
Ho davvero rovinato tutto.
Non ci credo.
No. Non ci voglio credere.
Scuoto la testa.
Le lacrime pulsano.
Vogliono uscire.
Cerco di trattenerle.
Ma vogliono uscire.
-Significa ciò che ho detto, Hermione.
-Non puoi dire sul serio.- dico ingoiando la saliva. -Non puoi dire sul serio!- grido incapace di accettare le sue parole.
-Hai sempre professato di conoscermi, di fidarti di me e di amarmi..- mormora con una calma estenuante.
-Ma io ti amo!- grido di nuovo portando le mie mani ad afferrare la sua casacca.
Le sue mani calde sopra le mie.
Le mie ora fredde.
Come se avessero tolto loro la vita.
Con un movimento lento fa scivolare via le mie mani.
E siamo di nuovo separati.
-..eppure per una cosa così piccola, e non vera per giunta, accampi scenate assurde contornate da insulti e offese. Sai benissimo cosa è stata la mia vita e sei venuta a conoscenza di miei atti decisamente peggiori di quello che mi accusi di aver compiuto, eppure a questi non hai mai dato peso.
-Perché quelli non riguardavano me!
-E’proprio questo il punto. Se io ho fatto una scelta è perché ho le mie ragioni, non esisti solo tu e ogni mia decisione non dipende necessariamente da te..e soprattutto, non dipendevano assolutamente da te. Tu non eri nessuno, proprio nessuno..solo una qualsiasi studentessa tra tante.
-E non ti importava nulla di me..- commento.
Non è una domanda.
E’ una semplice constatazione.
Una dolorosa constatazione.
-Eri solo una studentessa.- ripete.
-E ora cosa sono, Severus?
-Ora sei una donna che mi deve stare lontana.
-Io non ti voglio stare lontana! Non voglio! Io ti amo! E accidenti, ho sbagliato!
Urlo.
Mi aggrappo di nuovo alla sua veste.
Con più forza questa volta.
Urlo con tutta la forza che ho in corpo.
Lo deve sapere.
Lo devo capire.
Ho sbagliato.
Ho sbagliato tutto.
Io lo amo.
E sono stata solo una stupida.
Piango.
Le lacrime mi bagnano le guance.
Lacrime salate.
Lacrime piene di risentimento.
Di sensi di colpa.
Per aver sbagliato.
Per aver rovinato tutto.
Per aver distrutto la cosa più bella che abbia mai costruito.
Quel Noi è crollato.
Se esisteva un Noi.
Ancora non lo so.
Ma se dovesse essere esistito, io l’ho distrutto.
E ora mi maledico.
Ho agito d’impulso.
E l’ho offeso.
Offeso a tal punto da allontanarlo.
Da allontanarlo definitivamente da me.
Non ho pensato.
Stupida.
Stupida. Stupida. Stupida.
Immatura.
Ho mandato in fumo il lavoro di mesi.
Quanto tempo ci ho messo a convincerlo che lo amo?
Tanto.
Quanto tempo ci ho messo prima che lui mi baciasse?
Tanto.
Quanto tempo ci ho messo perché lui accettasse quella situazione?
Quanto perché lui si lasciasse andare?
Quanto prima che lui s avvicinasse a me di sua spontanea volontà?
Quanto prima che si lasciasse i fantasmi alle spalle?
Tanto.
Tantissimo.
E le paure?
Altrettanto tempo.
O forse non le ha ancora superate.
Ha ancora paura.
-Hai sbagliato.
-Perdonami, accidenti! Perdonami!- esclamo strattonando quel pezzo di stoffa nera.
-No, non ti perdono.
-Severus..tu hai bisogno di me!
-Tu hai bisogno di me, non io di te.
-No! Perché stai facendo così? Perché mi stai facendo del male?
-Perché voglio che tu te ne vada..- mormora avvicinando la sua mano al mio braccio.
Lo tocca leggermente.
Piano.
Delicatamente.
Come se avesse paura.
Paura di bruciarsi.
Paura di bruciarmi.
-Severus!- esclamo baciandolo.
Lo bacio improvvisamente.
Istintivamente.
Di nuovo.
Non curandomi di nulla.
Lo bacio.
Con tutta la disperazione che ho dentro.
Ma lui mi allontana.
Come se tra noi non fosse mai successo nulla.
Mai.
E mi osserva con quello sguardo.
Spento.
Senza vita.
Come se volesse tacere qualcosa.
Come se stesse tacendo qualcosa.
Dentro di se.
Con gli occhi.
Con la bocca.
Immagini e parole che devono rimanere dentro di lui.
Segrete.
-No, Hermione..- dice colmando con le parole quel vuoto che ci divide.
-Perché, Severus?- chiedo facendo un passo verso di lui.
E si allontana.
Un passo indietro.
-Perché non posso..- mormora scuotendo impercettibilmente il capo.
Lui può.
Non vuole.
Ma può.
E a me non interessa nulla.
Ho bisogno di lui.
Mi avvicino nuovamente.
Questa volta più velocemente.
Gli afferro il viso.
I suoi capelli scivolano sulle mie dita.
Tra le mie dita.
Lo guardo negli occhi.
I suoi magnifici occhi neri.
Gli occhi di ossidiana.
Che mi hanno fatta innamorare.
E lo bacio.
Una seconda volta.
Ma questa volta con più enfasi.
Con più forza.
Con più determinazione.
Non chiedo.
Oso.
E mi impossesso di lui.
Lo cerco.
Lo rincorro.
Lo voglio.
Sento il suo sapore.
E sento la sua lingua scappare.
E la sua bocca tentare di evadere.
Ma lui non se ne va.
E’ sempre qui.
Davanti a me.
Gli occhi chiusi.
Il respiro contratto.
Poi le sue mani sono sui miei fianchi.
E salgono su.
Sempre più su.
Sento una sua mano accarezzare la mia pancia.
Mentre l’altra mi pizzica delicatamente il fianco.
Mi bacia.
Mi vuole.
Lo sento.
Non sta più scappando.
Mi vuole.
E vuole finalmente mettere a tacere quel desiderio.
Vuole soddisfarlo.
Vuole soddisfarsi.
Ricevere appagamento.
Quell’appagamento che ormai i baci non gli danno più.
I baci non bastano.
Mi tiene stretta a sé.
Mi bacia.
E mi conduce.
Ma è come se fossi ancora ferma lì.
Ferma in quel punto dove tutto è iniziato.
Mi lascio trasportare.
Ormai non ci sono più.
Esiste il tempo.
Ma non lo spazio.
E io e lui siamo solo due corpi.
Mi bacia.
Mi bacia con generosità.
Le sue mani continuano a giocare con la mia pelle.
E la sua bocca con la mia.
Fin quando non scende sul mio collo.
E ho i brividi.
Giù sino alla spalla.
Il maglioncino leggermente spostato di lato.
Le sue labbra tracciano linee invisibili.
E il mio corpo freme.
E trema.
Poi si allontana da me.
E mi spinge via.
In un attimo mi ritrovo fuori.
Fuori dal suo laboratorio.
Il pesante portone si chiude di fronte a me.
E io sono in corridoio.
Fuori.
Mi ha sbattuta fuori dal suo laboratorio.
In un’altra circostanza sarei furibonda.
Ma non lo sono.
E’ stato astuto.
Serpeverde.
Il peggior Serpeverde.
Mi ha fatto andare in estasi.
Mi ha confusa.
Ha fatto sì che la mia mente vagasse altrove.
E poi mi ha mandata via.
Si è liberato di me.
In un attimo.
Sei un bastardo, Severus Piton.
Sorrido.
Sei un bastardo Serpeverde.
Cinico.
Crudele.
Fastidioso.
Irritante.
Bellissimo.
Non busso neanche.
Non mi aprirebbe.
E’ riuscito a liberarsi di me.
Non rischierebbe di farmi tornare dentro.
Quindi me ne torno al dormitorio.
E penso.
Sto male.
Ma meno di prima.
Sicuramente meno.
Ho rovinato tutto.
E mi ha lasciata.
Non che stessimo insieme.
Ma ha abbandonato quella che era la nostra bolla.
La nostra conchiglia.
Ci son rimasta solo io dentro.
Mi ha lasciata.
Non riesce a perdonarmi per quello che ho fatto.
O forse semplicemente sta scappando.
Di nuovo.
E continua a dire che lui non può.
Ma io so che può.
Può amare.
E può amarmi.
Perché ne è capace.
A volte fa il bastardo, è vero.
Ma sa come far innamorare una donna.
Il suo magnifico profumo. Muschio. Menta.
Il tocco leggero delle sue mani.
Quello sguardo.
Nemmeno si rende conto di ciò di cui è capace.
E lo voglio con me.
Sempre.
Perché io mi sono innamorata di lui.
E se penso ad ogni minuto passato assieme sorrido.
Se penso a tutto ciò che ha fatto per me.
Non mi interessa ciò che ha detto Harry.
Non mi interessa.
Potrebbe pure non essere la verità.
Ma a questo punto non mi interessa più nemmeno quella.
Mi voglio fidare di Severus.
Mi fido di lui.
E voglio tornare ad abbracciarlo.
E a baciarlo.
Come poco tempo fa.
Sorrido.
Sorrido a quei ricordi.
Devo pensare positivo.
Se voglio che lui torni da me devo stare tranquilla.
E serena.
E ingegnarmi.
In qualche modo farò.
Non posso perderlo.
Non ora che l’ho trovato.
Non ora che l’ho scoperto.
Il tesoro più prezioso di Howarts.
Severus Piton.
 
 


Salve lettoriii!!:D
Vi è piaciuto il capitolo?? Ecco a voi la punizione! Severus è riuscito a convincere Silente che fosse giusta una punizione!
Non hanno chiarito nemmeno questa volta ma come sicuramente avrete notato i toni sono abbastanza leggeri..e all'incavolatura di entrambi alla fine si mischia una certa nota di tristezza e di rammarico, Spero di aver reso bene cio' che sente Hermione..ha capito di aver sbagliato, di aver fatto un errore madornale..ma forse è troppo tardi!? Severus ci è rimasto davvero male per il suo comportamento..ma in fin dei conti, come dargli torto? per la prima volta si abbandona a qualcosa che non ha mai davvero provato (a parte l'amore per lily che però era solo nella sua testa) e si abbandona anche a qualcuno e per di piu' a qualcuno che non avrebbe mai pensato e questoqualcuno lo tratta così..lo insulta, lo offende..e severus soffre, soffre ancora..e l'unico modo per non soffrire e allontanarla e dimenticarsi di lei..

Ripeto ancora, la storia sta finendo..non so ancora quanti capitoli scriverò..ma sicuramente non arriverò ai 40!

Fatemi sapere se vi piace questo capitolo e ringrazio ancora tutti quelli che leggono/recensiscono/preferiscono/seguono/ricordano!

Baci, Dis 294

Il prossimo aggiornamento Lunedì :)

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Capitolo 33
*** Veri amici ***


Capitolo 33 - Veri amici





Marzo è arrivato presto.
Con il suo sole.
E le sue nuvole.
Con l’aria fresca che si mescola al calore.
Con le tinte che si colorano.
E i paesaggi che sembrano dipinti.
Ma sta anche già andando via.
Sta scappando.
Per lasciare il posto ad un Aprile ancor più caldo.
E faticoso.
Gli esami sono alle porte.
E tutti siamo agitati.
Nessuno escluso.
Ma pensiamo al domani.
Pensiamo a ciò che faremo dopo i M.A.G.O.
Dopo Hogwarts.
Hogwarts mancherà a tutti.
Proprio tutti.
Senza distinzione tra le Case.
Hogwarts è ‘casa’.
Ed è casa per un Grifondoro come per un Serpeverde.
Per un Tassorosso come per un Corvonero.
Stiamo per abbandonare la nostra casa.
La nostra dimora.
La nostra ancora.
Perché Hogwarts è il nostro passato.
E’ il luogo dove sono nate le amicizie.
Sono nati gli odi.
E anche gli amori.
Noi stessi siamo nati ad Hogwarts.
Perché è qui che ci siamo formati.
E’ qui che abbiamo capito chi siamo.
Cosa sappiamo.
Cosa vogliamo.
E cosa possiamo.
Apparteniamo ad Hogwarts.
Hogwarts è la nostra Casa.
E per una come me tutto ciò è importante.
Qui è nata una nuova me.
Una seconda me.
Diversa dalla bambina che passava le giornate a disegnare.
Ho scoperto la Magia.
Io sono una Strega.
La strega più brillante della sua età.
La So-Tutto.
Che ha sconfitto Voldemort.
Che ha liberato il Mondo Magico.
E anche il Mondo Babbano.
Ho affrontato ogni sorta di sfida.
Ogni creatura immaginabile.
E anche inimmaginabile.
Ho affrontato una Guerra.
E ho affrontato la morte.
Ho sconfitto la morte.
E ora sto per lasciare il custode dei miei sogni.
Il Castello di Hogwarts.
Per andare dove, poi?
Restare tra i maghi o tornare tra i babbani?
Qui c’è il mio presente.
I miei amici.
La persona che amo.
E che devo riconquistare.
Ma che probabilmente non riconquisterò mai.
Lì c’è il mio passato.
Ci sono i miei genitori.
E la mia vecchia casa.
Non so cosa fare.
E non so nemmeno se sono pronta a fare questo passo.
Entrare nel mondo degli adulti.
Diventare finalmente grande.
E non essere più una bambina.
Forse così riuscirò anche a farmi amare da Severus.
Lui non vuole una bambina al suo fianco.
E non ha bisogno di una bambina.
Ma la verità è un’altra.
Io mi faccio solo illusioni.
Ho cercato di riavvicinarmi.
Sono passati tanti giorni ormai.
Dalla litigata.
Dall’ultimo bacio.
Da quando mi ha allontanata.
E’ passato molto tempo.
E nulla è cambiato.
Nonostante abbia provato ad avvicinarmi a lui.
Mi ha sempre allontanata.
Ha sempre trovato una scusa.
Un impegno improvviso.
E mi ha sempre mollata lì.
In corridoio.
Di fronte al suo laboratorio.
Di fronte ai suoi appartamenti.
Sola.
Non vuole più avere niente a che fare con me.
La verità è questa.
E io mi sto arrendendo.
Mi sono arresa.
Non mi guarda nemmeno più.
Nessuno sguardo di sfuggita in Sala Grande.
A lezione ancora di meno.
Tutto sembra tornato alla normalità.
Tornato come era prima.
A parte per il fatto che non mi prende in giro.
Ma questo perché proprio non mi rivolge la parola.
E mi faceva male, prima.
Ora non più.
Ora non sento nulla.
Lo guardo e so che lo amo.
Ma ho cercato di mettere da parte tutto.
Perché altrimenti non vivrei.
Ho chiuso tutto dentro di me.
In un piccolo cassetto.
E non ci penso.
Non voglio che si riapra.
Soffrirei e basta.
Per questo ora metto da parte i pensieri.
Devo mangiare.
Sono in Sala Grande per il pranzo.
E c’è il caos.
Oggi sono tutti agitati.
Non so il perché.
Però è così.
Silente si alza in piedi.
E la cosa è strana.
Chiede silenzio.
Generalmente lo fa quando deve fare un annuncio.
Qualcosa di importante.
Per il resto c’è la bacheca.
-Chiedo gentilmente la vostra attenzione!- dice il Mago guardando i suoi studenti schiamazzare. Pochi ascoltano, la maggior parte non lo hanno nemmeno notato. -Silenzio!- esclama con tono più deciso e ora l’intera Sala lo ascolta silenzioso e attento. -Bene, ora che ci siamo quasi tutti, vorrei annunciarvi che quest’anno, poiché molti ragazzi che hanno salvato il Mondo Magico durante la Guerra prenderanno i M.A.G.O., verrà organizzata una festa di fine anno..
-Ehhhhhhhhh!!!!!!- urlano in coro gli studenti di Hogwarts applaudendo entusiasti al’annuncio del preside.
In ogni tavolo facce sorridenti.
Felici.
Ragazzi che pensano già a chi invitare.
Ragazze che si toccano freneticamente i capelli.
Tutti applaudono.
Anche io lo faccio.
Ma non mi interessa.
Non sono felice.
E non parteciperò a questa festa.
Una festa che si terrà per festeggiare anche me.
Soprattutto me.
Io ho ucciso Voldemort.
Ma io non voglio festeggiare.
E non voglio essere festeggiata.
Voglio lasciare questa scuola e basta.
Senza dover avere ulteriori ricordi felici legati ad essa.
E’ già fin troppo difficile mollarla.
-..una festa che si terrà due giorni dopo la fine degli esami e a cui potranno partecipare tutti gli studenti, senza limiti di età. Per questo motivo, chiunque voglia partecipare, dovrà dare il proprio nominativo al proprio Capo Casa che provvederà a stilare una lista dei partecipanti.- dice il mago riprendendo fiato per poi riprendere a parlare. -E’ gradito un abbigliamento elegante e, considerato il fatto che sarà una festa molto importante, desidero che tutti prendano parte alle danze.- mormora divertito sapendo che sicuramente molti studenti non amano ballare. -Detto questo, buon pranzo! Abbuffatevi!
-Ehhhhhhhhhh!!!- gridano di nuovo gli studenti riprendendo a battere le mani felici come se avessero appena ricevuto una montagna di regali di Natale.
-E’ tipo il Ballo del Ceppo, in poche parole! Accidenti, non so proprio con chi andarci quest’anno!- esclama ironico Harry guardando nella direzione di Ginny. -Sarà più difficile che per il Ballo del Ceppo decidere quale ragazza dovrà accompagnarmi!
-Te lo dico io con chi ci devi andare, stupido!- dice Ginny con tono fintamente adirato nei confronti del fidanzato.
-Oh non sarai mica gelosa se vado con un’altra ragazza, no!?
-Certo che no!- esclama accarezzandogli la mano.
-E tu, Herm, con chi ci andrai?- domanda Harry sorridente.
Abbasso il capo.
Un attimo.
Poi lo sollevo nuovamente.
Con nessuno.
Non ci vado con nessuno.
-Non andrò alla Festa..
Mi guardano.
Sono sconvolti.
Harry e Ginny lo sono.
Ron no.
Ron sa tutto.
Lui mi guarda soltanto.
Forse con fare indagatore.
Ma con occhi spenti.
Magari gli dispiace.
Sa che non posso andarci con Severus.
Non perché abbiamo litigato.
Non perché ormai lui non vuole sapere nulla di me.
Ma perché sa che deve rimanere un segreto.
-Non andrai!? E perché scusa!? Cioè..la festa è in tuo onore!- esclama Ginny ancora a bocca aperta.
-Lo so, ma non ho voglia di andare.- rispondo solamente.
-E perché?- domanda ancora la rossa.
-Perché non ho nulla da festeggiare, Ginny!- esclamo scocciata con la voce leggermente più alta del solito. Poi mi alzo dalla sedia e abbandono la Sala Grande.
I miei amici attoniti.
E lo stesso chi ha assistito alla scena.
In particolar modo due persone.
Due persone mi osservano andare via.
Una dai profondi occhi azzurro cielo.
E una con due profondi occhi nero pece.
Osservano me.
E osservano anche Harry, Ron e Ginny.
Anche loro escono dalla Sala.
E mi rincorrono.
Vogliono parlare con me.
Esco all’aperto.
L’aria di Marzo mi rinfresca il viso.
Mi siedo sotto il solito faggio.
Rannicchiata.
Le gambe incastrate sotto le braccia.
-Herm..- mormora Ron sedendosi al mio fianco.
Harry e Ginny in piedi di fronte a me.
Ma subito si siedono anche loro.
Formiamo un cerchio perfetto.
-Lasciatemi sola..
-Herm, dobbiamo parlare..- mormora Harry con voce preoccupata.
-Non dobbiamo parlare..voglio solo stare da sola.
-Herm..- mormora Ron poggiandomi la mano sulla spalla.
Alzo il viso.
Lo guardo un attimo.
Non dice più nulla.
Ma è il suo sguardo a parlare.
Mi sta dicendo di raccontare tutto.
Di mettere Harry e Ginny al corrente di ciò che succede.
Di svelare loro il mio segreto.
Di raccontargli di Severus.
Ringrazio Ron con lo sguardo.
Capisco che ha inteso.
Mi sorride.
E mi volto nuovamente verso Harry e Ginny.
Chiudo un attimo gli occhi.
Respira, Hermione.
Respiro.
Mi concentro.
Prendo coraggio.
Sei una Grifondoro.
Riapro gli occhi.
-Vi devo dire una cosa..
-Sì, Herm.. mormora Ginny interessata ma allo stesso tempo preoccupata.
-Io..bè, io..
-Lo sai che ti puoi fidare di noi.- dice Harry sorridendomi.
-Sì.. Io mi sono innamorata di Severus, insomma, di Piton.- mormoro abbassando lo sguardo.
-Oh, ma..- cerca di ribattere Harry ma io lo interrompo con un gesto della mano e riprendo a parlare.
Lui tace immediatamente.
Ma gli conviene.
Non sono dell’umore giusto.
Poi affatturarlo.
-Mentre alloggiavo nei suoi appartamenti..è accaduto piano piano, nemmeno io me lo aspettavo, ma è successo. Ci siamo avvicinati molto, alla fine abbiamo passato molto tempo insieme, e io mi sono presa una bella cotta..- mormoro prima di far tacere nuovamente Harry, questa volta alzando la bacchetta in segno di minaccia. -..ma lui non ne voleva sapere, assolutamente. Man mano sono successe tante cose e il rapporto è diventato sempre più stretto, io mi sono innamorata mentre lui continuava ad allontanarmi in ogni modo, ma alla fine ci siamo baciati, la notte della Vigilia di Natale, e poi, dopo che lui ha fatto un sacco di storie dicendo che non provava nulla per me, alla fine si è arreso e sono iniziati dei meravigliosi giorni che ci hanno portato a stare sempre più tempo in momenti di estrema dolcezza..e vi posso assicurare che, nonostante i suoi modi, è una persona davvero dolce e passionale..
-Ma voi avete..ehm..avete..?- domanda Ginny tutta d’un fiato non dandomi il tempo di zittirla.
Harry mi guarda sconvolto.
Probabilmente anche disgustato.
E sconcertato.
-No, Ginny non abbiamo fatto nulla..almeno, non quello che mi stai chiedendo tu.
-Come fai?- domanda Harry. -Cioè, è Piton!
-So bene chi è, Harry, ma io ho conosciuto quella parte di lui che solo poche persone conoscono. Non mi interessa nulla della differenza di te e nemmeno del fatto che sia un mio professore, perché tra poco non lo sarà più, e ancora di meno del suo passato da Mangiamorte. Quello è passato, e tu lo sai.
-Ragazzi, Herm ha ragione..- mormora Ron venendo in mio aiuto.
-Tu..tu lo sapevi!?- chiedono Harry e Ginny all’unisono.
Ron impallidisce.
Poi diventa tutto rosso.
Persino le orecchie.
Abbassa lo sguardo.
Ma poi guarda di nuovo i suoi amici.
-Bè sì, ma da poco! Non potevo dirvelo perché Hermione mi ha minacciata! In ogni caso doveva dirvelo lei, non io!
-Grazie, Ron..- mormoro sorridendogli.
Questo non me l’aspettavo.
Ron ha accettato la situazione.
Ha capito che non lo amo.
Ha capito che amo Severus.
E lo ha accettato.
-Io sono tua sorella! Dovevi dirmelo!- esclama Ginny indispettita.
-E io il tuo migliore amico!- esclama invece Harry.
-Smettetela di prendervela con Ron. Ve lo dovevo dire io, e l’ho fatto. Non sono sotto Maledizione Imperius, non sono stata costretta da lui a baciarlo o a stargli accanto..tutto ciò che ho fatto l’ho fatto perché mi sono innamorata di lui!
-Non posso crederci..- mormora Harry scuotendo la testa.
-Harry! Per favore! Non farmi pentire di avertelo detto!- esclamo turbata dalla sua reazione.
Reazione comprensibile.
Ma deve capire.
Ha capito Ron.
Deve capire anche lui.
Ginny sembra schifata.
Ma è curiosa.
Tremendamente curiosa.
-E’ Piton!- esclama di nuovo Harry.
-Lo so!! Ma sono innamorata di lui e non mi interessa nulla! E in ogni caso, se proprio ti interessa saperlo, abbiamo litigato e non ci parliamo più da un sacco di tempo!
-Cosa!?- domanda Ron sorpreso e allo stesso tempo infastidito.
-Sì, quando te l’ho detto avevamo già litigato..
-Cosa ha fatto quel lurido..
-Non ha fatto niente! E’ colpa mia! L’ho insultato e offeso pesantemente accusandolo di aver fatto cose che in realtà non ha fatto..- mormoro abbassando il capo.
-Oh Herm..mi dispiace! Comunque io ti sto vicina!- esclama Ginny avvicinandosi a me e abbracciandomi.
Ginny.
Anche Ginny ha capito.
Manca solo Harry.
Il solito ostinato.
-Grazie Ginny.. Harry, manchi solo tu. Io non pretendo tu capisca, perché nessuno di voi può capire, però chiedo che accettiate questo fatto perché sono vostra amica e ho bisogno di voi.
Harry mi guarda.
Si raddrizza gli occhiali.
Si passa la mano tra i capelli.
E’ pensieroso.
Lo vedo.
-Va bene, accetto la tua decisione. Ma se per qualsiasi motivo dovesse farti del male io giuro su i miei genitori che lo ammazzo con la mia bacchetta, Herm!
Sorrido.
E mi viene anche da ridere.
-Grazie Harry!- esclamo alzandomi e abbracciandolo.
Avevo bisogno di farlo.
Ne avevo tanto bisogno.
E anche gli altri fanno la stessa cosa.
Mi si buttano addosso.
E in un attimo sono stretta in un abbraccio.
Sei braccia mi stringono forte.
E sto bene.
Con loro.
I miei amici.
-Comunque tu hai un sacco di cose da raccontarmi..- mormora Ginny interrompendo l’abbraccio e strizzandomi l’occhio.
-Io non ho proprio nulla da raccontare..- mormoro sorridendole.
-Oh, certo!- esclama lei ridendo.
-Chiaramente non vi devo dire che tutto questo deve rimanere segreto e che se scopro che anche solo una persona è venuta al corrente di ciò io vi farò pentire anche solo di essere nati, vero?
-Sì, Herm, tranquilla!- risponde Ron impaurito.
-Tu comportati bene sennò vedi cosa ti succede!- esclamo con tono fintamente minaccioso.
Sorrido.
E anche loro sorridono.
E poi ridiamo.
Insieme.
Come ai vecchi tempi.
Sono felice.
Finalmente li ho ritrovati.
Nessun segreto.
Posso stare con i miei amici senza paura.
Senza la paura che scoprano cose che non voglio che sappiano.
Rimaniamo un po’ sotto il faggio.
Prendiamo un po’ di sole.
Poi io mi allontano.
E torno al Castello.
Devo ripassare prima della ripresa delle lezioni.
Cammino.
Sento un mantello svolazzare dietro di me.
Riconoscerei quel rumore ovunque.
E’ inconfondibile.
-Vieni nel mio ufficio, Granger.- mormora Piton superandomi.
Lo seguo.
Non so cosa aspettarmi.
Ma lo seguo.
Ho bisogno di parlare con lui.
Di stare con lui.
Non mi rivolge la parola da tempo ormai.
E ora lo sto seguendo nel suo ufficio.
Arriviamo.
Si accomoda nella sua poltrona dietro la cattedra.
Io chiudo la porta e mi siedo.
Le sue mani incrociate di fronte al viso.
I gomiti poggiati sul legno duro.
Mi guarda a lungo.
Quasi mi mette in imbarazzo.
Poi finalmente si decide a parlare.
-Non puoi non partecipare alla Festa di fine anno.- dice con il suo solito tono da professore.
-Non voglio venire.- rispondo solo, il mio tono è molle.
-Insisto, Silente vuole che partecipi.
-Ma io non parteciperò.
-C’è qualche motivo valido che ti spinge a non partecipare ad una festa in tuo onore?
-Sì.
Sì.
Ce ne sono migliaia.
E uno di questi sei tu.
Il principale sei tu.
-E sarebbe?
-Potrei fare una lista da quanti sono, ma direi che posso riassumerli in una parola: Tu.
Non risponde subito.
Mi guarda.
-Non è una ragione valida.- sentenzia.
-Tu sei una ragione più che valida.- rispondo io.
-Devi metterti in testa che..
-Mi sono innamorata di te e non posso fare finta di niente. La Festa sarebbe l’ultimo giorno qui a Hogwarts e l’ultimo giorno con te, e io non ho proprio nulla da festeggiare.
Rimane in silenzio.
Mi guarda.
Poi sospira.
E mi guarda di nuovo.
Si distende sulla poltrona.
Il corpo appoggiato allo schienale.
-Stai sbagliando a comportarti così..
-Starò anche sbagliando ma ho preso una decisione e dovete rispettarla.
-Silente esige che tu ci sia!
-Io parlerò con Silente e lui capirà!
-Ah e che scusa hai intenzione di inventarti?
Nessuna scusa.
Proprio nessuna scusa.
-Non dirò nulla di noi se è questo che ti preoccupa. Semplicemente non darò una spiegazione..sono affari miei.
-Puoi andare.- dice indicando la porta del suo ufficio.
Sospiro.
Lo guardo un attimo.
Mi alzo.
-Un modo per farmi venire alla festa c’è, ma dipende solo da te..- mormoro. -Io ho perdonato Ron, tu invece stai facendo a me quello che Lily ha fatto a te.. Pensaci, Severus.- mormoro uscendo dal suo ufficio.
Ecco.
Gliel’ho detto.
Spero che almeno così capisca.
Spero che ripensi a ciò che ha passato.
A quanto ha sofferto.
E che capisca che è proprio ciò che sta accadendo a me.
Si sta comportando come Lily.
E Lily non ha mai perdonato Severus.
Nonostante lui le abbia chiesto scusa.
No. Non l’ha mai perdonato.
Mai.
Vuoi che viva come te, Severus?
Vuoi che soffra quanto te?
Ti sto regalando l’amore.
Il mio amore.
Metti da parte l’orgoglio.
E accettalo.
 





Salveee!! Oggi è una giornataccia schifosa e lo sarà tutto il giorno quindi per favore almeno qui fatemi sapere che la storia continua a piacervi e che anche questo capitolo vi è piaciuto!!

Hermione e Severus si vedono solo nelle ultime battute, il resto del capitolo è dedicato alle confessioni..finalmente hermione dice ai suoi amici harry e ginny che lei è innamorata niente po po' di meno che del bastardo e cinico severus piton!! Bè..dai non l'hanno presa male!! Ron lo sapeva già, Ginny la prende abbastanza bene ma dai lei è intelligente e di larghe vedute :) harry è il piu' dubbioso e non riesce proprio a farsene una ragione, nonostante poi abbracci hermione e le faccia capire che per lui non ci sono problemi..ma in realtà per lui ci sono problemi eccome!!XD Cioè, è Severus Piton!! ma a hermione poco importa!!
Silente ha organizzato una Festa per salutare i suoi cari studenti che prendono i M.A.G.O...cosa succederà alla festa? e sopratutto Hermione ci andrà? chissà...

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto!:) Ringrazio Lunastorta00 e anna2784 per aver segnalato questa storia all'amministrazione affinchè venga messa tra le storie scelte. bè, grazie <3 vi amo <3 Se anche qualcun altro ha voglia di farlo, non esitate eh!non mi offendo!ahhahahah
baci Dis294

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Capitolo 34
*** Un segreto non più tanto segreto ***


Capitolo 34 - Un segreto non più tanto segreto





Mi fa uno strano effetto.
Ogni volta.
Ma da sola e di notte ancora di più.
La Torre di Astronomia.
Troppi ricordi.
Troppi brutti ricordi.
Non ho assistito alla morte di Silente.
Ma è come se fossi stata lì.
Per tutti noi è la stessa cosa.
E’ come se l’avessimo vissuta in prima persona.
Nascosti da qualche parte qua sopra.
Ma Silente in realtà non è morto.
Sorrido.
Rido.
Quell’uomo ha sette vite.
Anzi, forse anche di più.
E’ un uomo forte.
Il mago più potente che il Mondo Magico abbia mai conosciuto.
Molto più potente di Voldemort.
Silente è ancora qui.
Voldemort no.
Il mago più potente che il Mondo Magico abbia mai conosciuto.
Sì, è proprio così.
Un uomo leale.
E coraggioso.
Grifondoro.
Ha guardato in faccia la morte.
Ha salutato le persone che più amava.
Ha salutato la sua casa. Hogwarts.
E poi ha chiesto di morire.
Lo ha chiesto ad una persona di cui si fida.
Ad una persona che reputa un figlio.
A Severus.
E lui ha fatto ciò che gli è stato ordinato.
Soffrendo, ma l’ha fatto.
E poi è successo quel che è successo.
Deve essere stato difficile per lui.
Passare in mezzo alla gente.
Vedere l’odio delle persone negli occhi.
Sentirsi apostrofare come traditore.
Quando lui è sempre stato leale.
Il più fedele servitore di Silente.
Il più fedele servitore di Hogwarts.
Sospiro.
Sospiro buttando giù questi pensieri.
Era da un pezzo che non ci pensavo.
Avevo talmente tante cose per la testa.
Sospiro.
L’aria fresca mi brucia la pelle.
Me la taglia.
Ma è proprio ciò di cui ho bisogno ora.
Ho bisogno di stare male.
Di soffrire un po’.
Per ciò che ho fatto.
Per come l’ho trattato.
Me lo merito.
Sospiro.
Sospiro ancora.
-Signorina Granger, come mai da queste parti a quest’ora?- mi chiede una voce calda dal mio fianco.
Sussulto appena.
Non mi ero neanche accorta fosse arrivato qualcuno.
Non ho sentito nulla.
Nessun rumore.
Troppo assorta nei miei pensieri.
Ma so di chi è la voce.
Non c’è da preoccuparsi.
Sorrido.
-Professor Silente..- mormoro sorridendogli. -..mi spiace, so che sto violando il coprifuco..
Sorride.
Albus Silente.
Nelle sue vesti luccicanti.
Gli occhialetti a mezzaluna.
E la barba argentea.
-Oh non si preoccupi, Signorina Granger, può capitare a tutti di aver bisogno di un momento di tranquillità..- risponde sempre sorridente appoggiandosi alla ringhiera della torre.
-Già, avevo bisogno di pensare un po’..comunque mi scuso per aver trasgredito le regole, non è da me.
-Sono sicura che se l’ha fatto deve esserci un buon motivo..
E’ un uomo fantastico.
Capisce sempre tutto al volo.
Sa sempre tutto.
E’ arguto.
Intelligente.
-Grazie, Preside..ma, non le fa un brutto effetto venire qui sopra? Le ricorda il giorno in cui è quasi morto..
-Sì, è vero Signorina Granger, ma mi ricorda ancor di più quante persona hanno sofferto per la mia morte e per tutte le decisioni che ho preso nella mia vita..
-Sì, ha sofferto tutta Hogwarts..
Ricordo il funerale.
Lo ricordo bene.
Ricordo quanto piansi.
Nessuno riuscì a trattenere quelle lacrime.
Nessuno.
-In particolar modo i miei pensieri vanno ad una persona che mi è sempre stata fedele e che, quando sono morto, ha sofferto doppiamente..- mormora portando il suo sguardo dal cielo stellato ai miei occhi. -..perchè mi ha visto morire e perché è stato l’artefice stesso della mia fine.
Severus.
Sta parlando di Severus.
Sospiro.
Poi prendo una profonda boccata d’aria.
E sospiro nuovamente.
-Ha sofferto molto..
-Sì, e non mi perdonerà mai per avergli chiesto di uccidermi..ma non mi pento della decisione che ho fatto, nonostante abbia dovuto nascondere, insieme a lui, la verità per molto tempo.
La verità.
La verità che non mi interessa sapere.
Non più.
-Molto spesso la verità fa molto male..- mormoro guardando le stelle che brillano in lontananza.
-Sai, la verità è una cosa preziosa e spesso è nascosta come il più irresistibile profumo si nasconde tra i petali di un meraviglioso fiore..
-Già, ma io la verità non la voglio sapere, mai, neanche se riguarda me.
-Io sono sicuro che, se tu venissi a conoscenza di ciò che è davvero successo, lo ameresti ancora di più..- mormora sorridendomi dolcemente.
Mi irrigidisco.
Gli occhi leggermente spalancati.
Sa il mio segreto.
Sa il nostro segreto.
Sa di me e Severus.
Il cuore mi batte forte.
Bussa con insistenza contro la mia gabbia toracica.
Cerca di mandare in frantumi le mie coste.
Respiro piano.
Cerco di contenermi.
Ma non ci riesco.
Sono agitata.
E le mie mani iniziano a sudare.
-Lei..
-Oh, non volevo metterla in imbarazzo!- ride sorridendomi. -Sì, lo so..Severus non mi ha detto nulla ma, lo sai com’è, no? Si tiene tutte le cose per sé! Ma per me è come un libro aperto e non mi è difficile capire quando ha qualcosa che non va.
-Spero che questo non crei problemi, Preside..- dico guardandolo negli occhi.
Spero non ci siano problemi.
Per lui.
Per me.
Lui è un mio professore.
E io sto per prendere i M.A.G.O.
-Io non sono nessuno per giudicare un amore, e per di più sono contento che Severus finalmente si sia lasciato andare! Nessuno era mai riuscito a rompere la sua corazza!
-Bè, con il guaio che ho combinato credo proprio che la corazza se la sia sistemata e ancora più resistente di prima!- commento amaramente.
E’ la triste verità.
Ho rovinato tutto.
E l’ho fatto soffrire.
Quanto sono brava.
Prima Ron.
Ora lui.
Dovrei vergognarmi.
-E’ possibile, ma dammi pure del banale, ma io sono sempre del parere che l’amore trionfa sempre.
Sorrido.
-Grazie Professor Silente..
-Di nulla, cara! Ora credo dovremmo tornare dentro, inizia a fare freschetto qua fuori!
-Sì, dovrei anche terminare una ricerca per la Professoressa Babbling!- commento stropicciandomi gli occhi.
-Sono sicuro che, nonostante tutto ciò che ti è accaduto, supererai i M.A.G.O. con il massimo dei voti!- dice Silente sorridendomi e avviandosi all’uscita della torre insieme a me.
Sorrido anch’io.
Camminiamo per un po’ insieme.
In silenzio.
Poi ci dividiamo.
Lui va verso il suo ufficio.
Io verso la Biblioteca.
Spero di riuscire a combinare qualcosa.
Nonostante tutti i pensieri.
E nonostante la stanchezza.
Raggiungo la Sala.
E’ deserta.
E’ tardi.
Quasi tutti sono ai propri dormitori.
O in Sala Comune.
Il coprifuoco è passato da un pezzo.
La Sala è poco illuminata.
Gli alti scaffali creano ombre impetuose.
Mostruose.
Tutte che si scagliano contro di me.
Tremo.
Amo la Biblioteca.
Ma di notte è abbastanza inquietante.
Lo ammetto.
Mi avvicino ad un tavolino.
Un piccolo tavolino di legno.
Sempre il solito.
Tutti sanno che è il mio posto.
Nessuno lo occupa.
E’ nascosto tra gli scaffali.
Mi da un po’ di privacy.
E mi permette di studiare in santa pace.
Appoggio la mia roba.
Tiro fuori pergamena.
Calamaio e piuma.
E il libro di testo.
‘Metodo semplificato per la lettura delle Antiche Rune’.
Ma questo non basta.
Non per questo compito.
E’ estremamente complicato.
Ho bisogno di qualche altro manuale.
Mi dirigo verso la sezione che mi interessa.
Scorro con lo sguardo i libri.
Molti sono antichi.
Consunti.
Quelli riposti nelle prime file non vanno bene.
Non sembrano fare al caso mio.
Prendo la scala.
Mi arrampico un attimo.
Ho bisogno di vedere i titoli da vicino.
Qualcosa c’è.
Prendo tre grossi libri.
Grossi e pesanti.
Scendo la scala lentamente.
Non voglio rompermi l’osso del collo.
Poi mi blocco.
Improvvisamente.
Chiudo gli occhi.
Stringo forte uno dei montanti.
Profumo.
Quel profumo.
Muschio. Menta.
E’ lui.
So che è lui.
Il suo profumo è inconfondibile.
Non dice nulla.
Ma so che è qui.
E’ dietro di me.
Lo so. Lo sento.
Riapro gli occhi.
Continuo a scendere la scala.
Arrivo agli ultimi pioli.
Vedo la sua mano tendersi verso di me.
Gli porgo i libri.
E poi scendo a terra.
E’ accanto a me.
Siamo così vicini.
-Non dovresti essere qui a quest’ora.- dice con voce calma, non mi sta rimproverando.
E non sta togliendo punti a Grifondoro.
-Devo finire una ricerca..Grazie comunque per l’aiuto..- mormoro indicando i libri che ancora tiene in mano.
Annuisce con un cenno del capo.
Poi si sposta verso il mio tavolino.
E poggia i libri.
Io sono sempre accanto a lui.
Sempre troppo vicina rispetto a quanto dovrei.
Ma non riesco ad evitarlo.
Ho bisogno di un contatto.
Ho bisogno di lui.
L’ultima volta che ci ho parlato è stato due settimane fa.
L’ultima volta che lo ho avuto vicino è stato due settimane fa.
E da quel giorno ha ripreso a guardarmi.
A cercarmi con lo sguardo.
Sempre.
Insistentemente.
In Sala Grande.
A lezione.
Me ne sono accorta.
E la cosa mi fa piacere.
Eccome se mi fa piacere.
Ma non ha mai cercato un contatto.
Non ha mai cercato di parlarmi.
Solo sguardi.
Spero solo stia ripensando alla nostra conversazione.
Che stia pensando a me.
-Verrai alla Festa?- chiede.
-No.- rispondo nuovamente.
Ne abbiamo già parlato.
Non vado.
Lui rotea gli occhi.
Quasi sbuffa.
-Quando ti metti in testa una cosa è proprio impossibile farti cambiare idea!
-Mi manchi.- mormoro guardandolo negli occhi e avvicinandomi di un passo a lui.
Distoglie lo sguardo.
Non riesce nemmeno a guardarmi.
Questo mi fa male.
Mi fa molto male.
Sento una stretta allo stomaco.
E un nodo alla gola.
-Lo so.- risponde solo.
-E io, ti manco?- mi azzardo a chiedere speranzosa.
Cerca di allontanarsi.
Ma gli afferro il braccio.
Lo costringo a guardarmi.
Appoggio le mie mani sulle sue braccia.
Mi deve guardare.
E mi deve rispondere.
-Ti manco, Severus?- chiedo nuovamente.
Finalmente mi guarda.
Regge il mio sguardo.
I suoi occhi non sono freddi.
Non sono neri.
C’è qualcosa.
Quella scintilla.
Quella piccola luce.
Ma non risponde.
-Rispondimi..- mormoro. -..per favore.
-Sì!- esclama alla fine quasi sputando fuori quell’ammissione.
Ti costa così tanto ammetterlo, Severus?
Ti manco.
Tu mi manchi.
E perché siamo a questo punto allora?
Dovremmo essere da qualche parte a baciarci.
E ad abbracciarci.
Non qui a continuare a scappare.
-Perché ci stiamo comportando così allora?
-E’ giusto così.- risponde solo.
-E’ giusto così..- ripeto la sua stessa frase. -Non ti rendi conto di quanto tu mi stia facendo del male in questo momento?
-Sì, ma è giusto così.- ribadisce sempre senza smettere di guardarmi.
-E’ giusto che io soffra, Severus?- gli domando.
Devo fargli capire che sta sbagliando.
Siamo al punto di partenza.
Come quando vivevo a casa sua.
E cercava in ogni modo di allontanarmi.
Perché lui è il mio insegnante.
Perché è più grande.
Perché era un Mangiamorte.
Perché lui non può.
E bla bla bla bla.
Sempre la stessa storia.
Mi sono stancata.
-No, è giusto che soffra io.
-Siamo nuovamente al punto di partenza..credevo di essere riuscita a farti capire che non puoi vivere così, che nessuno vuole che tu sia infelice..nessuno.
-Non puoi cambiarmi.
-Ed è l’ultima cosa che voglio. Amo te e amo i tuoi difetti..se fossi diverso da quello che sei io ora non sarei qui a chiederti di far tornare le cose come prima che io commettessi l’errore più grande della mia vita e ti insultassi.
Mi guarda.
E’ pensieroso.
Chiude un attimo gli occhi.
Poi li riapre.
Avvicina la mano al mio volto.
Mi accarezza la guancia.
Dentro di me sussulto.
Il cuore mi batte forte.
Quel contatto.
Quel contatto che cercavo.
La sua mano calda sulla mia pelle.
Il pollice traccia linee invisibili sulla mia guancia.
Poi mi accarezza i capelli.
Infine la allontana.
E riporta il braccio lungo il fianco.
-Le cose devono rimanere così, Hermione.
E’ la prima volta questa sera che mormora il mio nome.
E mi fa male.
Mi fa male sentirlo pronunciare con quel tono.
Non è freddo e distaccato.
Non è scuro e monocorde.
Non è atono.
E’ un tono infelice.
Con una punta di malinconia.
Un tono che non ho mai sentito uscire dalle sue labbra.
O se è successo, solo raramente.
-E’ un addio questo?
Lo guardo con gli occhi lucidi.
E’come se fossi stata appena pugnalata.
E’ come se stessi morendo ora.
So la risposta.
Fa male.
Fa un male cane.
Nemmeno la Cruciatus fa così male.
-Credo di sì..- mormora.
Crede.
Crede di sì.
Mi viene da sorridere.
Un sorriso amaro.
Pieno di inquietudine.
Di rabbia.
E di dolore.
-Ti chiedo solo di venire a cercami se..se un giorno cambierai idea..- mormoro dando sfogo a tutte le lacrime che si erano attaccate ai miei occhi.
-Buonanotte.- dice solo.
Poi si gira.
E va via.
La sua sagoma nera percorre il corridoio verso l’uscita.
La sua solita uscita teatrale.
Ma questa volta fa male.
Fa tremendamente male.
E cado a terra.
Stremata.
Debole.
Senza forze.
Le mani sul pavimento freddo.
Rabbrividisco al contatto.
Sono sola.
Ora sono davvero sola.
E lui non c’è più.
C’è solo Hermione Granger.
Sola.
Sola con il suo amore.
Il cuore a pezzi.
La carne infilzata da mille aghi.







-Crucio! Crucio! Crucio! Crucio!!- esclamarono le fans tutte insieme puntando contro l'autrice le loro bacchette.
-No! Fermatevi!! Ahhhh!!!- urlò di dolore Disincanto294, ma le fans non avevano alcuna intenzione di fermarsi.
Fu così che Disincanto294 morì e la sua storia, Marks of Weakness, rimase incompleta. XD

Buongiorno lettrici!!:):)
Bè vi piace questo capitolo? Vi avviso già che il prossimo sarà molto ma molto palloso perchè è un capitolo di passaggio! Dunque per ora godetevi questo!:)
Avete visto? Silente sapeva tutto! Stranoo!!! Silente sa sempre tutto! XD E' onniscente e onnipresente XD 
E poi..poi c'è l'addio :'( e io piango ancora :'( Severus l'ha definitivamente allontanata :'(
Ma mancano ancora 5capitoli dunque dai siate speranzose :) Magari alla fine li faccio uccidere da qualche Mangiamorte! ahahahah

Recensiteee :):) E ringrazio tutte le lettrici che hanno segnalato la mia storia all'amministrazione affinchè venga messa tra le Storie Scelte :) ripeto, se vi fa piacere fatelo pure :D, io non mi offendo!!ahahahha 
Vi voglio bene <3
Dis294

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Capitolo 35
*** L'ultimo giorno di scuola ***


Capitolo 35 - L'ultimo giorno di scuola






Eccomi qua.
Seduta al mio banchetto in Sala Grande.
Pronta ad iniziare gli esami.
I M.A.G.O.
I miei amici lontani da me.
Ai capi opposti rispetto al mio banco.
Sembra che i professori lo abbiano fatto apposta.
Pensano che io li possa forse aiutare?
Certo se potessi lo farei.
Ma non posso.
Respiro.
Respiro a fondo.
Sono molto agitata.
Nervosa.
Sudo freddo.
Mi massaggio nervosamente le mani.
Lancio un’occhiata fuori dalla finestra.
Il cielo è limpido.
Il sole si specchia sulla superficie del Lago Nero.
Giugno è arrivato.
Caldo.
Secco.
Sospiro.
Poi torno a guardare il mio banco.
Due settimane di esami.
Due.
Ce la posso fare.
Ce la devo fare.
Forza, Hermione.
Anche quest’anno riuscirò a sorprendere la Commissione.
La Commissione Magica d’Esame.
Forse quest’anno ancora di più.
In fin dei conti io sono Hermione Granger.
Io ho ucciso Voldemort.
Respiro.
Vitious  è in piedi di fronte a noi.
Il foglio con le domande sul banco.
Incantesimi.
La prima materia d’esame.
Teoria degli Incantesimi.
Non dovrebbe essere difficile.
Le solite domande.
Scrivere le formule degli incantesimi.
Enunciare il loro utilizzo.
E descrivere i movimenti della bacchetta.
Penso.
E poi inizio a scrivere.
Velocemente.
Febbrilmente.
Non ho tempo da perdere.
Scrivo. Scrivo ancora.
La mia mente lavora.
Macina idee.
Parole.
Frasi.
Scrivo.
Leggo. E rileggo ancora.
Tutto deve essere perfetto.
La piuma graffia sul foglio di pergamena.
La boccetta d’inchiostro rischia di rovesciarsi ogni volta.
Scrivo velocemente.
Intingo la piuma e riparto.
Nella mia mente vorticano le frasi stampate sul libro.
Quelle scritte da me nei temi.
I ricordi delle lezioni.
I ricordi della Guerra.
La penna continua a seminare parole.
Riempio ogni riga.
Nemmeno uno spazio vuoto.
Perfetto.
Respiro.
Ho finito.
Respiro.
Do un’ultima lettura.
Ma va bene così.
Consegno.
Così fanno anche gli altri.
Vedo Harry e Ron preoccupati.
Ginny non più di tanto.
Torniamo in Sala Comune.
Attendiamo un po’ prima di tornare in Sala Grande per il pranzo.
Di pomeriggio ci aspetta l’esame pratico.
-Accidenti era difficilissimo! Non è possibile!- si lamenta Ron torturandosi i capelli rossi con le mani.
-Sì, è vero..- annuisce Harry.
-Non era poi così difficile, ragazzi. Quante volte ne abbiamo parlato di quegli incantesimi? Quante volte li abbiamo ripassati!?
-Per te è sempre tutto così facile!- mugugna Ron.
-Dai non disperare, ti rifarai con gli altri!- mormoro sorridendogli e battendogli la mano sulla spalla.
-Ah sì e con quali? Con Pozioni, forse!?- esclama esasperato.
Pozioni.
Piton.
Severus.
Sospiro.
No direi di no.
Sarà difficile anche per me.
Perché lo avrò vicino più che altro.
Perché mi guarderà.
Di nuovo i suoi occhi sono sempre su di me.
Mi seguono.
Osservano ogni mio movimento.
Però non mi parla.
Mi guarda e basta.
E mi manca.
Mi manca da morire.
Respiro.
-No, direi di no..- mormoro. -Ma in Cura delle Creature Magiche e Difesa Contro le Arti Oscure non avrete problemi! E nemmeno con Erbologia!
-Dai, Herm, lo sai anche tu che faccio schifo in tutte le materie! Non prenderò mai i M.A.G.O.!- esclama sconsolato gettandosi sulla poltrona.
-Ma dai! Hai passato i G.U.F.O., passerai anche i M.A.G.O.! E poi, credi davvero che i nostri professori ci vogliamo ancora qua per altri anni!? Io non penso!- esclamo ridendo.
Dire proprio di no.
Quanti guai abbiamo combinato.
Quante avventure.
Quanti disastri.
Quanti.
Gli anni più belli della mia vita.
Amo i miei amici.
Harry.
Ron.
Ginny.
Neville.
Luna.
Cosa avrei fatto senza di loro?
Sarebbero stai così belli questi anni?
Ogni ricordo è un’emozione.
E’ un brivido.
Mi prende le membra.
Mi brucia la pelle.
Mi irrigidisce i muscoli.
E poi improvvisamente li rilassa.
Totalmente.
Respiro.
E sorrido.
Gli occhi lucidi.
Luminosi.
Sto per lasciare Hogwarts.
Questo mi fa male.
Ma sono felice.
Felice di aver vissuto tutte queste esperienze.
Hai avuto una vita avventurosa, Hermione.
Ne hai abbastanza da raccontare per figli e nipoti.
Sorrido.
Sorrido ancora.
Ma presto torno alla realtà.
Ho gli esami da sostenere ancora.
Pranziamo velocemente.
Tra un boccone e l’altro ripetiamo la teoria.
Ripetiamo i movimenti.
Agitiamo le nostre bacchette.
I tavoli delle quattro case sono tornate ai loro posti.
E poco dopo sono scomparsi di nuovo.
Magicamente.
Siamo a Hogwarts d’altronde.
E noi pronti per l’esame pratico.
Pronti.
Non tutti sono pronti.
Ma tutti siamo nervosi.
I tre esaminatori sono paurosi.
Infondono sapienza da tutti i pori.
Ma sono severi.
Attenti.
E ci osservano.
Cercano il più piccolo errore.
Il più piccolo imbroglio.
Ma l’esame va alla grande.
Almeno per me.
La Signora Pennisalt mi ha addirittura ringraziata.
Ringraziata perché ho ucciso Voldemort.
Perché ho salvato la sua famiglia.
E la cosa mi fa un grande piacere.
Non ci avevo pensato.
Ho salvato delle vite umane.
Tante vite umane.
Non solo i miei amici.
Ho salvato l’intero Mondo Magico.
Devo essere fiera di ciò che ho fatto.
Io.
Hermione Jane Granger.
Nata Babbana.
Ho ucciso Lord Voldemort.
Io.
Sì, io.
Sorrido.
Tengo a mente questo e mi faccio forza.
Se ho ucciso quell’essere posso fare tutto.
Anche dare degli esami.
E superarli con il massimo dei voti.
Ed è ciò che faccio.
I giorni passano.
Le materie si susseguono.
Una dopo l’altra.
Mattina e sera.
Do il meglio di me.
E questo meglio è il massimo.
Ricevo ringraziamenti.
Ricevo complimenti.
Dagli esaminatori e dagli insegnanti.
Ricevo occhiate da Severus.
In continuazione.
Durante tutto l’esame.
Osservava i movimenti della mia piuma allo scritto.
E i movimenti delle mie mani alla pratica.
Mi è stato accanto durante tutta la prova.
Tutta.
Non si è distratto un attimo.
Nonostante ciò non ci ho parlato.
Non mi ha parlato.
Nemmeno un attimo.
Nemmeno dopo l’esame della sua materia.
Né negli altri giorni.
Ed è arrivata la fine.
L’ultimo giorno.
L’ultimo esame.
L’ultima materia.
L’ultimo giorno ad Hogwarts.
Domani mattina parto.
La mia avventura a Hogwarts termina qui.
Termina con questo esame.
L’esame di Astronomia.
Di notte.
Mi do da fare.
L’occhio ben attento.
Osservo ogni minimo movimento.
Segno le coordinate delle stelle.
Traccio le rette di congiunzione.
Ed indico le loro caratteristiche.
Mi è sempre piaciuta Astronomia.
A dir la verità ho amato quasi tutte le materie che ho studiato.
A parte Volo.
Non mi piace volare.
Non sopporto l’altezza.
E non mi piace il Quidditch.
E ho odiato Divinazione.
Materia inutile.
Totalmente inutile.
Cerco di non deconcentrarmi.
Continuo a scrivere.
Mi mordo il labbro.
Sono nervosa.
Mi inumidisco le labbra.
Sono nervosa.
Ma è l’ultimo.
Ho quasi finito.
Ce la posso fare.
E ce la faccio.
Sospiro.
E sorrido.
Termino per prima.
Con qualche minuto di anticipo.
Ma presto anche gli altri dovranno consegnare.
Ce l’ho fatta.
Ho finito gli esami.
E ora sono libera.
Libera.
E sono felice.
Ma una strana stretta mi prende lo stomaco.
Mi comprimo la pancia con le braccia.
Istintivamente.
Respiro.
Respiro piano.
E poi passa.
Ma quella brutta sensazione mi rimane dentro.
E so cos’è.
Domani lascio Hogwarts.
Domani abbandono Hogwarts.
E abbandono anche Severus.
Sospiro.
Non lo dimenticherò mai.
E lo deve sapere.
Voglio che lo sappia.
Andrò da lui.
Anzi, vado da lui.
Ora.
Lo devo salutare prima di andarmene.
Farà male.
Farà tremendamente male.
Rivivrò ogni momento passato con lui.
Ogni parola.
Ogni gesto.
Ogni carezza.
Ogni bacio.
Rivivrò ogni emozione assaporata.
L’odio.
L’imbarazzo.
La sorpresa.
L’amore.
La delusione.
Ma è giusto che lo faccia.
Non sono una codarda.
Sono una Grifondoro.
Devo affrontarlo.
E salutarlo.
L’ultima volta.
Sospiro.
Sto un po’ insieme ai miei amici.
Ci scambiamo opinioni sull’esame.
Ci scambiamo le paure.
Le emozioni.
E le aspettative.
Poi li saluto.
E me ne vado.
M’incammino.
Il passo lento.
Ma deciso.
Ormai la strada la so a memoria.
Che sia notte o giorno non cambia nulla.
Il corridoio è freddo.
Nonostante ormai sia estate.
Le torce accese illuminano il cammino.
I passi rimbombano sulla fredda roccia.
E il portone di legno scuro è di fronte a me.
Respiro.
Ingoio la saliva.
E busso.
Non devo aspettare molto.
Viene ad aprirmi.
Apre impercettibilmente gli occhi.
E’ sorpreso.
E’ sorpreso di vedermi.
Ma il suo volto torna subito normale.
-Posso entrare?- domando con voce calma.
Esita un attimo.
Poi apre di più la porta.
Si sposta leggermente di lato.
E mi lascia entrare.
Non è cambiato nulla dall’ultima volta che sono venuta.
La cucina sempre in ordine.
Così il soggiorno.
La libreria colma di libri.
Uno appoggiato sulla poltrona.
La sua poltrona.
Stava leggendo.
Mi fa uno strano effetto mettere piede qui.
Ci ho vissuto.
Ho passato dei momenti stupendi in queste stanze.
Con lui.
-Hai terminato Astronomia?- chiede appoggiando una mano allo schienale della poltrona.
Mi guarda.
E’ tranquillo.
Ma continua a guardarmi.
E mi colpisce.
Nei suoi occhi non c’è nulla.
Solo quel colore.
Nero.
Niente di più.
Come se stesse occludendo.
C’è qualcosa che non vuoi che veda, Severus?
-Sì, l’ho terminata..- rispondo solo, continuando a guardarlo.
Non siamo lontani.
Pochi passi ci separano.
-Il quadro celeste di questa notte non era dei più semplici..- commenta.
Sta parlando del tempo.
E della scuola.
Classico argomento di conversazione banale.
Non è da te, Severus.
-E’ vero, ma non ho avuto particolari problemi.- dico, poi continuo. -In ogni caso non sono qui per questo.
Il suo viso rimane normale.
Calmo.
Imperscrutabile.
Sono io che muoio dentro.
Non sono qui per raccontargli dell’esame.
No.
Sono qui per un motivo più importante.
-Lo immaginavo..- mormora incrociando le braccia al petto. -Hai deciso di partecipare alla Festa?
No.
La risposta è sempre no.
Ma continua a chiedermelo.
Se vuoi che io venga chiedimelo.
Non dirmi che è Silente che mi vuole lì.
Dimmi che sei tu a volermi alla festa.
Dimmi che mi vuoi qui.
Con te.
Ora.
E sempre.
Dimmelo.
Prego che tu me lo dica.
Ma so che non lo farai.
Mi hai già detto addio.
Lo ricordo.
E fa ancora male.
Fa sempre male.
-La risposta è sempre la stessa, no.- rispondo calma.
-Allora, a cosa devo la tua visita?- domanda curioso.
Il sopraciglio leggermente sollevato.
E’ curioso.
Decisamente curioso.
Ma si comporta come sempre.
Non mi calcola.
Non gli interessa nulla.
Non gli interesso io.
Respiro piano.
Mi avvicino leggermente a lui.
-Domani mattina riparto, torno a casa. Sono venuta per salutarti..e per ringraziarti.- dico, poi sospiro brevemente e riprendo. -Ti ringrazio per avermi salvata, per avermi ospitata qui e per avermi concesso di invadere di tuoi spazi. Ti ringrazio per avermi permesso di conoscere la parte più bella di te, per essermi stato vicino tutti i giorni..ti ringrazio per tutto ciò che mi hai insegnato, per ogni singolo momento che abbiamo passato insieme e per avermi mostrato qualcosa che non avevo mai conosciuto.
“Qualcosa che non avevo mai conosciuto.”
L’amore.
L’amore vero.
Questo è ciò che non avevo mai conosciuto.
Lo guardo dritto negli occhi.
Non distolgo nemmeno un attimo lo sguardo.
Sto attenta ad ogni impercettibile cambiamento.
E qualcosa c’è.
Vedo qualcosa.
Qualcosa si muove nei suoi occhi.
Brillano un attimo.
Poi tornano normali.
Seri.
Cupi.
Neri.
-Non c’era bisogno di venire fin qui per dirmi tutto ciò.- dice con il suo solito tono freddo.
Lo so.
Ma non mi importa.
Avevo bisogno di vederti.
Di ammirarti un’ultima volta.
Di parlarti.
Di salutarti.
Ma non posso fare altro.
Il tempo è scaduto.
E ora anche i miei occhi brillano.
E qualche lacrima vorrebbe evadere.
Ma la trattengo su.
-Ciao, Severus. Buona vita.- sussurro guardandolo un’ultima volta e accarezzandogli dolcemente il braccio.
Poi mi avvio verso l’uscita.
‘Buona vita.’
Buona vita senza di me, Severus.
Abbi cura di te.
Ciao, Severus.
Ciao.
Apro il portone ed esco.
L’aria fredda del corridoio mi colpisce.
E le lacrime volano via.
Libere.
Costruendo nidi sulle mie guance.
Ciao, Severus.
E’ un addio questo.
Ti sto salutando.
Anche se spero che verrai a prendermi.
A riprendermi.
Amami adesso, perché all’alba ripartirò.
 





Salve lettori!!:) come anticipato questo capitolo è estremamente palloso! Bè, in fin dei conti, vi importa davvero qualcosa dei M.A.G.O. di Hermione!?ahhahaha 
I giorni passano e anche per lei arriva l'ultimo giorno di scuola..e cosa decide di fare? Andare a salutare Severus, naturalmente..non puo' lasciare Hogwarts senza salutarlo..è normale! Bè..lui è..impassibile! Almeno all'esterno..ma noi lo sappiamo che in realtà ha una tormenta in corso dentro di sè!

Nel prossimo capitolo ci sarà un ulteriore colpo di scena! (strano, vero?ahahh) Non so se vi farà piacere oppure no, ma lo spero!!
Qualche lettrice mi ha chiesto questa volta di aggiornare prima..magari domani anzichè domenica..ma non lo so! Per me non cambia nulla aggiornare prima intanto questi giorni sono in vacanza..ma lo dico per voi..mancano solo 3capitoli ed è finita!! Poi non avrete nient'altro da leggere! ahahahah (sì certo come no!XD)
Ah vi avviso che dopo l'ultimo capitolo pubblicherò un ulteriore pagina con LE NOTE AUTRICE E I SALUTI quindi ricordatevi dopo l'ultimo capitolo di andare a darci un'occhiata, mi farebbe molto piacere:)

L'ultima frase, "Amami adesso perchè all'alba ripartirò", è una frase della bellissima canzone "In equilibrio" della cantante Ilaria Porceddu che a me piace tantissimo e che ha partecipato, proprio con questa canzone, a Sanremo 2013.

Bè, fatemi sapere quanto vi ha fatto schifo questo capitolo XD recensiteee :D e ancora grazie ai lettori!
 

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Capitolo 36
*** Pensavo non lo avresti mai detto ***


Capitolo 36 - Pensavo non lo avresti mai detto






Cammino.
Percorro questo freddo corridoio.
Le lacrime mi rigano le guance.
Ma piango in silenzio.
L’ho perso.
L’ho definitivamente perso.
Non potrò più sentire il suo profumo.
Il sapore delle sue labbra.
La consistenza dei suoi capelli.
Il calore delle sue mani.
Più nulla.
Tutto ciò rimarrà solo un ricordo.
Un bellissimo ricordo.
Cammino.
Cammino noncurante delle lacrime che scendono.
Non mi interessa se dovesse vedermi qualcuno.
Domani lascerò Hogwarts.
E nessuno si chiederà perché Hermione Granger piangeva.
La So-Tutto Granger.
La fastidiosa Granger.
La stupida Granger.
Cammino.
Il rumore dei miei passi riecheggia per il corridoio.
Ma si scontra con un altro rumore.
Altri passi.
Sopra i miei.
Passi affrettati.
-Hermione!- sento una voce esclamare alle mie spalle.
Mi fermo improvvisamente.
Di botto.
Quella voce.
La sua voce.
E’ la sua voce.
Le lacrime scendono con maggiore intensità.
Sono immobile.
Ferma.
Non mi giro.
Il mio respiro si fa pesante.
E di nuovo quel rumore.
Rumore di passi spediti.
Poi di nuovo nulla.
Ma lo sento.
E’ dietro di me.
Lo sento.
Poi prende la mia mano.
Delicatamente.
E mi invita a voltarmi.
Ed è ciò che faccio.
Lentamente.
Molto lentamente.
Impaurita.
Imbarazzata.
-Vieni dentro..- mormora con una voce bassa e gentile accompagnandomi alla porta dei suoi appartamenti.
La porta che ho varcato poco fa.
La porta che mi ha allontanata dal suo mondo.
E ora sto tornando dentro.
La mano sempre stretta nella sua.
Il mio braccio disteso.
Il mio corpo indietro.
Con il capo abbassato.
Il suo corpo un po’ più avanti.
Mi fa strada.
Entro nuovamente nella stanza.
Nel soggiorno.
Chiude la porta alle mie spalle.
E mi abbraccia.
Improvvisamente.
Inaspettatamente.
Una mano ad accarezzare i miei capelli.
L’altra sulla mia schiena.
Mi stringe forte a sé.
E le mie mani afferrano la sua casacca.
Il mio viso poggiato sul suo petto.
Sento il suo cuore.
Batte.
Batte forte.
E le lacrime che si erano calmate riprendono a fluire.
E i singhiozzi ad echeggiare.
-Sono stato troppo duro con te..- mormora poggiando il suo mento sulla mia testa.
La voce è molle.
Delicata.
Gentile.
Mi stringe forte.
E mi accarezza delicatamente.
Sto bene tra le sue braccia.
Sto terribilmente bene.
Sono sempre stata bene.
E mi era mancato tutto questo.
Rimaniamo così.
Per chissà quanto tempo.
Un tempo interminabile.
Ma rinsanante.
Ha guarito il dolore che provavo prima.
L’ha guarito quasi tutto.
E anche le lacrime ora si sono placate.
Il mio viso è pulito e tranquillo.
Ma gli occhi restano lucidi.
E ora lui mi guarda.
Ha allontanato le mani dal mio corpo.
Sono ricadute pesantemente lungo i fianchi.
Mentre io ho allentato la presa dai suoi abiti.
E le mie mani sono solo appoggiate al suo petto.
Ho bisogno di mantenere un contatto con lui.
Ne ho fortemente bisogno.
E lo sguardo  non basta.
Anche se continuo a fissare i suoi occhi.
Nessun movimento.
Solo quello sguardo.
Il nero che si mescola al marrone.
E il marrone che si mescola al nero.
Come se volesse creare un colore più chiaro.
Come se volesse purificare il suo corpo.
La sua anima.
E tingersi di un nuovo colore.
Un colore fatto anche di una parte di me.
I miei occhi nei suoi.
I suoi nei miei.
E di nuovo le sue mani sono sulla mia pelle.
Mani di una morbidezza unica.
Sulle mie guance.
E il suo viso si avvicina al mio.
Mi guarda un attimo.
Uno sguardo profondo.
Poi chiude gli occhi.
-Scusa..- sussurra.
La sua bocca copre la mia.
Le sue labbra sfiorano le mie.
E mi sta baciando.
Dolcemente.
Garbatamente.
Come se fosse la prima volta.
Come se mi stesse toccando per la prima volta.
Accarezzando per la prima volta.
Baciando per la prima volta.
Come se io fossi fragile.
Come se da un momento all’altro io potessi rompermi.
E forse è davvero così.
Ogni gesto discreto.
Debole.
Quasi lento.
E io riassaporo la consistenza delle sue labbra.
Il suo sapore.
Il suo calore.
E tutti i momenti passati con lui mi tornano a mente.
Ogni singolo bacio.
Ogni singola carezza.
Le sue dita sulla mia pelle.
E tremo.
Tremo leggermente.
Vorrei che tutto questo continuasse per sempre.
Che le sue mani non lasciassero mai il mio corpo.
Che quel calore non se ne andasse mai.
Quel calore che sento ogni volta che sto con lui.
Sempre.
Mi manca il fiato.
Non per la lunghezza del nostro bacio.
Non per l’intensità.
Bensì per l’emozione.
Perché il mio cuore batte forte.
Pulsa.
Prende a pugni la mia gabbia toracica.
E le nostre bocche si allontanano.
Un attimo.
Ma di poco.
I nostri nasi ancora si sfiorano.
Respiriamo.
E riapriamo gli occhi.
Ci guardiamo.
Vedo quella luce.
Quella piccola sfumatura chiara.
In due occhi neri come la pece.
E capisco.
Sì.
Capisco.
E sorrido.
E’ tutto ciò di cui ho bisogno.
E’ tutto ciò che voglio.
Lui.
Severus Piton.
Sorrido di nuovo.
Continuo a spostare lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca.
-Voglio fare l’amore con te.- mormoro a fior di labbra.
E sorrido ancora.
Lui non batte ciglio.
Mi guarda.
Mi guarda solo.
Come se stesse cercando di capire.
Capire cosa sente.
Capire cosa prova.
Cosa vuole.
Quali emozioni gli provocano i miei baci.
E poi finalmente richiude gli occhi.
Un attimo.
Impercettibile.
Li riapre subito.
Come se avesse voluto dirmi di sì.
E forse voleva davvero dirmi di sì.
Voglio fare l’amore con te, Severus.
Finalmente.
E mai come ora sono stata sicura di ciò che provo.
Annulla le distanze.
E mi bacia.
Un altro bacio lungo.
Intenso.
Calmo.
Ma pieno di passione.
E senza mollarmi un attimo mi accompagna nella sua camera.
In penombra.
Penetrano solo piccoli spiragli di luce.
Ma bastano.
Bastano per vedere tutto.
Il suo corpo.
Il suo viso.
I suoi occhi.
La sua bocca.
Le sue mani.
Sbottono la sua casacca.
Piano.
Quasi piano quanto i nostri baci.
E rimane in camicia.
Quella camicia bianca.
Candida.
Come se ora rappresentasse la sua redenzione.
La redenzione di un uomo che ha sofferto.
E che ora finalmente può tornare a vivere.
Le sue mani abbandonano il mio viso.
Una si posa sul mio fianco.
L’altra accompagna i miei movimenti.
Gli sbottono la camicia.
Le mani tremanti.
Mentre lui mi posa teneri baci sul collo.
Il mio capo reclinato di lato.
La mia pelle scoperta tutta per lui.
Finalmente gli levo la camicia.
E lui ritorna a giocare con la mia bocca.
A tirarmi e mordicchiarmi il labbro.
A rincorrere la mia lingua con la sua.
E il suo petto è scoperto.
Asciutto.
In forma.
Pallido.
Coperto di cicatrici.
Le posso sentire sotto le mie dita.
Ma non mi importa nulla delle cicatrici.
Io lo amo.
E voglio stare con lui.
Le sue mani accarezzano la mia schiena.
La camicetta sollevata.
Quasi del tutto sbottonata.
Gli ci vuole ben poco per levarmela.
E ora di nuovo i nostri occhi si incontrano.
Un attimo.
Occhi sicuri di ciò che vogliono.
Di ciò che desiderano.
Ma che chiedono conferma a quelli dell’altro.
E la mia risposta è sempre la stessa, Severus.
Sì.
Sì, voglio fare l’amore con te.
E ora anche il mio petto si rivela ai suoi occhi.
Anche l’ultimo brandello di stoffa è scomparso.
O meglio, caduto.
Accarezza i miei piccoli seni.
Con delicatezza.
Dolcezza.
La sua mano si posa all’altezza del mio cuore.
Un attimo.
Batte.
Batte forte.
Mi guarda.
Un piccolo sorriso gli increspa le labbra.
E riprende a baciarmi.
Baci che mi rigenerano.
Che mi donano vita.
Che sono come delle dolci carezze.
Carezze che sembra impossibile vengano da un uomo come lui.
E invece, Severus è capace anche di questo.
E nessuno lo sa.
Solo io lo so.
La persona più fortunata di questa terra.
Sono io.
Sdraiata sul suo letto.
Sotto il suo corpo.
Mentre dopo avermi levato la gonna mi bacia i seni.
E la pancia.
Piccoli baci circondano il mio ombelico.
Baci che creano disegni.
Disegni visibili solo a lui.
E io accarezzo i suoi capelli.
Un timido bacio si posa sulla leggera stoffa rosa delle mie mutandine.
Alza il capo.
E mi guarda.
Poi torna ad abbracciarmi.
Le sue braccia a stringere il mio corpo.
Le sue mani a giocare con i miei capelli.
E le sue labbra ad assaporare le mie.
Carezze.
Coccole.
Sembra che non ne abbia mai abbastanza.
Vuole tenermi tra le sue braccia.
E non lasciarmi più andare via.
Anche io libero le sue gambe dai pantaloni neri.
Poi sorrido tornando a baciarlo.
Porta i boxer.
Grigi.
E sembra proprio desideroso di avermi.
Come io sono desiderosa di avere lui.
Sorrido nuovamente.
Mentre le sue mani accarezzano la mia schiena.
E le sue labbra baciano i miei seni.
E poi la mia bocca, di nuovo.
Mi abbraccia.
Mi tiene stretta a sé.
Il mio corpo caldo contro il suo.
Tiepido.
Che ancora non si è sciolto.
Ma quasi.
Manca poco.
E rotoliamo nel letto.
Dall’altra parte.
E’ di nuovo lui ad avere il controllo.
Riempie ogni centimetro del mio corpo di baci.
Come se ne avesse a disposizione una infinità.
Come se li avesse conservati per tanto tempo.
E finalmente li stesse usando.
Per me.
Su di me.
Con me.
Mi guarda negli occhi.
Uno sguardo che ho visto solo poche volte.
Ma che desideravo rivedere.
Lo sognavo.
L’ho a lungo sognato.
E ora lo possiedo.
Il mio corpo rosato sdraiato sulle lenzuola nere.
I capelli sparpagliati sul cuscino.
Il suo corpo sopra il mio.
Mi bacia.
Mi bacia con tenerezza.
Una tenerezza che mi fa impazzire.
E la sua mano scivola giù.
Ad accarezzare la mia intimità.
Un attimo.
Ed è di nuovo su.
Ferma sul mio fianco.
E i suoi occhi sui miei.
I miei annegati nei suoi.
Osserva la tranquillità con cui mi affido a lui.
Osserva il modo in cui i miei muscoli sono totalmente rilassati.
E lo erano anche quando venivo violentata.
Ma in un altro modo.
Questa volta c’è la pace intorno a me.
Dentro di me.
E tutto ciò che desidero non è fuori da questa stanza.
Ma bensì dentro.
Sta di fronte a me.
Sopra di me.
E mi sta donando il suo corpo e la sua anima.
Come io gli sto donando la mia.
Mi bacia con leggerezza.
Con morbidezza.
Come se volesse farmi sciogliere un altro po’.
Come se ciò che ha fatto non fosse abbastanza.
Non fosse abbastanza da farmi capire se è davvero ciò che voglio.
Ma io so che è ciò che voglio.
Ed è anche ciò che vuole lui.
Glielo leggo negli occhi.
-Non mi farai male..- mormoro interrompendo il contatto tra le nostre labbra.
-Forse mi sto innamorando di te, Hermione Jean Granger.- mormora lui regalandomi un delicato sorriso.
Lo guardo.
Lo guardo un attimo.
I miei occhi diventano lucidi.
Lo ha detto.
Lo ha detto.
‘Forse mi sto innamorando di te..’
Sbatto le palpebre un attimo.
E riapro gli occhi.
Una piccola lacrima scivola sulla mia guancia.
-Lo hai detto..- sussurro senza fiato accarezzandogli il viso.
-L’ho detto.- annuisce lui.
-Pensavo non lo avresti mai fatto.- mormoro ancora senza parole.
‘Forse mi sto innamorando di te..’
Non me l’aspettavo.
No.
Non me l’aspettavo.
Questo fa di te una persona speciale, Severus.
Ci sei riuscito.
Hai rotto l’incantesimo che imprigionava il tuo cuore.
E l’hai rotto per me.
-Tu mi sottovaluti..- risponde con tono leggermente ironico. -E ora smettila di piangere..vorrei fare l’amore con te e se piangi non posso..- mormora sorridendomi e posandomi un leggero bacio sulle labbra.
Un altro dei suoi sorrisi.
Rari.
Ma bellissimi sorrisi.
E sorrido anch’io.
-Ti amo.
-Lo so..- sorride di nuovo tornando a baciarmi dolcemente.
E i nostri corpi vengono liberati.
Liberati dagli ultimi brandelli di stoffa.
Mi guarda di nuovo.
Poi chiude gli occhi.
Si rilassa.
E mi bacia.
Accarezza la mia pelle.
Delicatamente.
Dolcemente.
E lentamente.
Poi entra in me.
E sorrido.
Sorrido mentre continua a tenermi stretta a sé.
Sorrido mentre continua a baciarmi.
Sorrido mentre lo sento muoversi.
Sorrido sempre.
Sorrido durante tutta questa notte d’amore.
Perché è la nostra notte.
E la viviamo con la più grande gioia.
La più grande serenità.
E la più grande voglia di stare insieme.
Insieme.
Io.
E lui.
Noi.
Finalmente Noi.
 





Eccomiii!!!:D Contenti che ho aggiornato prima!? Ora mancano solo 2 capitoli però :(
Qualche capitolo fa tutti (o quasi) che vi struggevate perchè severus e hermione non riuscivano mai ad andare oltre al bacio...sino a ieri tutti depressi perchè invece ormai si erano detti addio..e ora invece? Severus è tornato da lei! L'ha capito..l'ha capito che ha bisogno di Hermione. ha cercato di allontanarla nuovamente, ma le parole della ragazza lo hanno colpito e, alla fine, ha deciso di mettere un attimo da parte il raziocinio e seguire il suo cuore che in quel momento lo aveva appena preso a parolacce per averla fatta andare via!!

Qualcuno ieri mi ha chiesto se ci fosse ancora una speranza per loro, se negli ultimi 3 capitoli sarebbero riusciti a lasciarsi andare, e io non ho risposto. Bè, chiedo scusa a queste persone ma, credo capiate, non potevo svelare nulla!!

Ho cercato di rendere la scena il più leggero e passionale possibile. Non volevo assolutamente scrivere una descrizione dettagliata del loro rapporto sessuale perchè NON mi piacciono questo tipo di descrizioni, per quanto le sappia scrivere e le abbia scritte..ma in un tipo di storia del genere, che è sempre stata raccontata in un modo piuttosto leggero, credo che la cosa avrebbe stonato molto..quindi spero che accettiate e apprezziate la mia scelta. 
Credete che Severus sia troppo dolce? L'ho fatto apposta. Severus ha bisogno di amore tanto quanto ne ha bisogno Hermione, per non dimenticare tra l'altro che lei ha subito violenza sessuale per ben tre volte da delle persone che fanno parte dello stesso gruppo a cui apparteneva prima severus, appunto sono Mangiamorte. Lui non vorrebbe mai ferirla, non vorrebbe mai che lei ripercorresse con la mente, durante il loro rapporto, ciò che era successo quei giorni in quei momenti.
Lui le dice di amarla, ebbene sì, lo dice. Volevo che lo dicesse. Dopo tanto tempo, lo ha detto. :)
Quando Severus dice: "-E ora smettila di piangere..vorrei fare l’amore con te e se piangi non posso." lo dice, non perchè ha fretta di finire o cose del genere, ma perchè, a modo suo, vuole dimostrarle che la ama e che davvero vuole fare l'amore con lei. A modo suo, naturalmente, quindi c'è quella punta di ironia che sempre lo ha contraddistinto XD

Amo particolarmente questo capitolo e per questo motivo spero che anche voi lo apprezziate..mi lascerete tante belle e positive recensioni per questo capitolo!?:)
Baci, dis294

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Capitolo 37
*** Una cascata di sorrisi ***


Capitolo 37 - Una cascata di sorrisi





Mi sveglio.
Gli occhi ancora chiusi.
Respiro.
Muschio. Menta.
Sorrido.
Non sono nel mio letto.
No.
Sorrido ancora.
Sono nel suo letto.
Una leggera brezza mi accarezza le spalle.
La pelle è scoperta.
Solo un leggero lenzuolo ripara il mio corpo.
Un lenzuolo nero.
Sorrido.
Mi sento completamente rilassata.
I muscoli sono distesi.
Non più contratti.
Nei giorni scorsi lo erano.
Troppo stress.
Lo studio.
Gli esami.
La lontananza da lui.
Ora invece no.
I miei muscoli si rilassano.
E le ossa pure.
Finalmente.
Respiro l’aria fresca della mattina.
E ripenso alla notte precedente.
Ripenso a lui.
Ripenso a noi.
Il modo in cui mi ha trattata.
Così diverso da come si comporta in classe.
La sua gentilezza.
La sua delicatezza.
Le sue carezze.
Le sue mani tiepide sulla mia pelle.
Sui fianchi.
Sulla schiena.
Sul viso.
E i suoi baci.
La gentilezza con cui imprimeva sul mio corpo ogni singolo bacio.
E le sue parole.
‘Forse mi sto innamorando di te, Hermione Jane Granger.’
Le parole che hanno lasciato le sue labbra prima che mi facesse sua.
Trattengo il respiro.
Poi lascio andare l’aria.
E sorrido.
Mi giro verso la sua parte del letto.
So che non c’è.
Ma accarezzo lo stesso il lenzuolo dalla sua parte.
E’ già freddo.
Deve essere mattina inoltrata.
La prima mattina di vacanza.
E io sono sdraiata nel suo letto.
Senza vestiti.
Con ancora la sensazione del suo corpo addosso.
Sorrido ancora.
E apro gli occhi.
La stanza è in penombra.
Mi sollevo e mi metto a sedere.
I miei vestiti sono appoggiati su una sedia.
Piegati e in ordine.
Sorrido.
Tutto questo per me.
Ti amo, Severus.
Mi alzo e vado in bagno.
Mi faccio un bel bagno caldo.
Non voglio lavare via il suo odore.
E nemmeno la sensazione del suo tocco.
So che tutto questo non andrà mai via.
Rimarrà per sempre vivido nella mia testa.
E mi porterà i brividi.
Proprio come ora.
Sorrido.
Ho fatto l’amore con Severus Piton.
Con il mio Severus Piton.
Resto a mollo per un po’.
Il corpo ricoperto dalla schiuma.
E dalle bolle.
Mi rilasso ancora di più.
Più di quanto non lo sia già.
E sorrido.
Sorrido sempre.
Poi mi rivesto e vado in cucina.
Sono le 10:30.
E lui non è in casa.
Sospiro.
Poi mi rendo conto di qualcosa.
Qualcosa che non è al suo posto.
O meglio, qualcosa di nuovo.
Il Pensatoio.
Il Pensatoio di Silente.
Appoggiato accanto alla poltrona di Severus.
Mi avvicino.
Sopra di essa un bigliettino.
Srotolo il foglio di pergamena e leggo.
La calligrafia è inconfondibile.
Spigolosa.
Ma elegante.
Lasciata da una mano abile.
Veloce.
E sinuosa.
E’ la sua.
E’ la calligrafia di Severus.
Tutto ciò che cercavi. S.P.
Il biglietto recita solo questo.
Quattro parole. Due lettere.
So cosa vuole fare.
Ma non mi interessa.
Non voglio la verità.
Non ho bisogno di conoscerla.
L’ho capito.
Tardi, ma l’ho capito.
Voglio solo te, Severus.
Tutto il resto non è importante.
Così riporto il Pensatoio al suo proprietario.
Silente.
E’ sorpreso di vedermi ancora a Hogwarts.
Ma contento.
Sarei dovuta partire questa mattina.
Presto.
E invece sono ancora qui.
Sorride.
E gli annuncio anche che parteciperò alla Festa.
Non c’è più motivo ora per non andarci.
Sorrido.
E vado via.
Tanti pensieri nella testa.
Raggiungo la Sala Comune.
Spero di trovare Ginny.
Devo comprare il vestito.
E vorrei che mi accompagnasse.
Devo essere bellissima.
Voglio essere bellissima per Severus.
Voglio sorprenderlo.
Sorrido.
Poi mormoro la parola segreta.
E la Signora Grassa mi fa entrare senza storie.
La Sala Comune è semi deserta.
Solo alcuni studenti del secondo e terzo anno.
Qualcuno gioca a scacchi magici.
Altri leggono.
Altri ancora chiacchierano in tranquillità.
Sì vede che è festa.
Le vacanze sono arrivate.
E l’agitazione è scomparsa.
Mi reco al Dormitorio.
E poi nella mia stanza.
Ginny è seduta sul letto di fronte al mio.
Non appena mi vede scatta in piedi.
-Accidenti Hermione! Dove sei stata? Mi hai fatta preoccupare!- esclama abbracciandomi forte.
Io ricambio l’abbraccio.
Sono contenta di averla conosciuta.
Sono contenta che sia mia amica.
Ginny è una ragazza particolare.
Ma speciale.
-Scusami..- mormoro.
Mi abbraccia ancora.
Poi mi lascia e torna a sedersi.
Anche io mi siedo.
-Sono venuta qui stamattina per salutarti e invece tu non c’eri! Ma la tua roba era ancora qui e quindi non capivo!- esclama sospirando. -Ho pensato alle cose peggiori! Stavo addirittura per andare dalla Professoressa McGranitt!!
Sorrido.
Grazie Ginny perché ti preoccupi per me.
-Scusami, non volevo davvero farti preoccupare! Sarei dovuta partire ma..
-Ah giusto, come mai non sei partita? Che bello, rimani con noi!- esclama sorridente saltando sul letto.
E’ come un uragano.
Piena di forza.
Piena di grinta.
Non puoi non sorridere.
Non puoi non stare bene quando stai con lei.
Sorrido.
Poi prendo la bacchetta.
E mormoro un incantesimo.
Non voglio che la nostra conversazione venga origliata.
-Ho chiarito con Severus..- mormoro sorridendole.
Un sorriso calmo.
E caldo.
Pieno di vita.
Pieno di felicità.
-Oh finalmente si è deciso a perdonarti quello zoticone!- esclama a metà tra l’infastidito e il divertito.
Poi si immobilizza.
Vedo la sua espressione cambiare.
Totalmente.
Gli occhi sbarrati.
Io continuo a sorridere.
-Merlino! Oh per Merlino!- esclama continuando a mantenere uno sguardo incredulo. –Tu-Tu..Tu hai..Tu eri..
-Ho passato la notte da lui..- mormoro di nuovo, sempre sorridente.
Poi però distolgo lo sguardo.
Sempre mantenendo una espressione serena.
E lei spalanca di nuovo gli occhi.
Forse ha capito.
Sì.
Credo abbia capito.
-No! No! No, aspetta! Voi..Tu hai..Tu..Voi avete..Voi..- balbetta incapace di formulare una frase di senso compiuto.
-Abbiamo fatto l’amore..- mormoro.
Poi sorrido.
Sto bene.
E sono felice.
Non riesco a fare a meno di sorridere.
-Oh per Merlino e Morgana! Hai fatto l’amore con Piton!- esclama ancora sconvolta portandosi la mano sulla fronte e guardando un punto imprecisato alle mie spalle.
-Lui..Lui mi ha detto di essersi innamorato di me. Dopo tutte le volte che mi ha rifiutata, che mi ha allontanata, dopo tutte le volte che ad un mio ‘ti amo’ ha detto che non era vero e che non era possibile..dopo tutto questo mi ha detto di essersi innamorato di me..lui..Severus Piton..- mormoro sorridendo verso una Ginny che ora, anche lei, sorride insieme a me.
-Severus Piton..il cinico e bastardo Serpeverde...- mormora pensierosa. -Colui che odia i Grifondoro e che ogni anno ha più che dimezzato la nostra clessidra..colui che sembra non essere in grado di provare qualsiasi emozione..
-Proprio lui..
-Herm, hai sciolto un cuore che era congelato da chissà quanto tempo!- esclama sedendosi accanto a me e abbracciandomi forte.
La abbraccio anche io.
Forte.
A lungo.
Poi mi guarda.
Gli occhi lucidi.
Leggermente dilatati.
Sorrido.
So cosa mi sta per chiedere.
Sorrido di nuovo, leggermente in imbarazzo.
-Come era lui?- domanda sfoggiando un sorrisetto malizioso.
-Dolce..tenero..gentile..delicato..- mormoro sorridendole con gli occhi. -Da quando ci siamo avvicinati si è sempre comportato così con me, sempre gentile e premuroso, ma ieri lo è stato in un modo che ha sorpreso anche me, ma mi ha permesso di stare a mio agio, di rilassarmi e di stare bene..
Ricordo quelle sensazioni.
E ricordo ogni suo singolo tocco.
Ogni sua singola carezza.
Sono stata bene.
Tremendamente bene.
Ma la cosa più importante è un’altra.
Ora sto bene.
-Non sembra nemmeno lui da come lo descrivi..
-Lo so, sono stata fortunata. Mi ha dato l’opportunità di conoscere la parte migliore di sé.
-Sei completamente innamorata..- dice Ginny scuotendo la testa ma sempre sorridendomi dolcemente. -E lui pure..
Sorride.
E ridacchia.
Io mi lascio andare sul letto.
I capelli sparsi.
Le mani incrociate sulla pancia.
-Sì..- mormoro. -Ginny, mi accompagneresti a comprare il vestito per la Festa?- le domando.
-Certo!- esclama felice. -Anche io devo ancora comprare il mio! Perfetto, andiamo!- esclama afferrandomi il braccio e tirandomi su di peso.
Così usciamo.
Direzione Diagon Alley.
Silente ha dato il permesso per spostarci oltre Hogsmeade.
Per comprare i nostri vestiti per la Festa di Fine Anno.
Sono contenta.
La giornata passa in fretta.
Mangiamo qualcosa in strada.
E continuiamo la ricerca del vestito perfetto.
E lo trovo.
Almeno credo.
E spero.
Bè, lo scoprirò tra due giorni.
Sorrido.
Sorrido rientrando ad Hogwarts.
Lascio la busta con il vestito al Dormitorio.
E scendo nei sotterranei.
Ormai sono le sette passate.
Spero che Severus sia tornato.
Ho bisogno di vederlo.
Di tenerlo vicino.
Di abbracciarlo.
Di baciarlo.
Busso alla porta del suo appartamento.
Non devo aspettare molto.
Mi apre.
Il suo solito sguardo enigmatico.
Entro.
Chiude la porta.
E mi afferra.
Mi stringe.
Mi abbraccia.
E io lascio cadere la borsa dalla mia spalla.
Mi sta abbracciando.
Con tutta la dolcezza del mondo.
Con tutto il desiderio del mondo.
Ti sono mancata, Severus?
-Finalmente sei tornata..- mormora prima di baciarmi teneramente.
-Sentivi già la mia mancanza?
-No..è che c’è da pulire il bagno!- esclama in tono ironico.
Gli do uno schiaffetto sulla guancia.
E lui mi bacia nuovamente.
Mi prende e mi solleva portandomi alla sua altezza.
Mi bacia ancora.
E ancora.
Come se sentisse il bisogno di tenermi stretta.
Di mantenere un contatto.
Di non lasciarmi andare.
Ti amo, Severus.
Ci sistemiamo sul divano.
Sul divano insieme.
Dopo tanto tempo.
Abbracciati l’un l’altra.
Sorrido.
-Sei andata a fare una passeggiata stamattina?- domanda tranquillamente.
-Sì, sono andata con Ginny a comprare il vestito per la Festa!
Sorride.
Impercettibilmente.
Ma sorride.
-Spero ti abbia consigliata bene!
-Non preoccuparti! E in ogni caso non ho bisogno di un vestito per essere bella!- esclamo indispettita.
Mi guarda.
E sorride.
-Infatti sei bellissima anche senza..vestiti!- mormora stampandosi un ghigno sul viso.
-Oh Severus, non credevo possedessi così poco tatto per queste cose!- esclamo fintamente offesa.
-Mghh..certo!- mugugna riprendendo a baciarmi.
E il tempo passa così.
Tra un bacio e una carezza.
Tra una coccola e un sospiro.
Decidiamo di non salire per la cena.
E rimanere invece dentro.
Insieme.
Da soli.
Per una cena intima.
Anche questa dopo tanto tempo.
E’ bello osservarlo.
Amo ogni suo minimo movimento.
Così preciso.
Così elegante.
Sorrido.
E ci mettiamo a letto.
Dopo una serata stancante.
Bella.
Ma stancante.
Mi addormento abbracciata a lui.
Con la mano sopra il suo petto nudo.
Scoperto per l’alta temperatura.
Sembra impossibile ma anche nei sotterranei si soffre il caldo.
Dormo.
Dormo tranquilla.
Sino a quando qualcosa non mi sveglia.
Apro lentamente gli occhi.
E vedo che lui non sta dormendo.
Io sempre abbracciata a lui.
Nella stessa posizione di quando mi sono addormentata.
Lui legge.
Tiene in mano un libro.
E la bacchetta illumina le pagine.
E’ questo che mi ha svegliata.
Una flebile luce.
Gli poso un tenero bacio sul petto.
E sorrido quando lui si volta a guardarmi.
-Sei ancora sveglio..- mormoro leggermente assonnata.
-Ti ha svegliata la luce?- domanda indicando la punta della bacchetta e chiudendo il libro che aveva in mano.
-No..- mormoro sorridendogli dolcemente. -Piuttosto, tu perché non dormi?
-Tu dormivi..- risponde.
Aspetto che termini la frase.
Ma la lascia in sospeso.
O forse è terminata.
-Proprio perché io dormivo avresti dovuto farlo anche tu..
-Ti sei addormentata sulla mia spalla, non volevo svegliarti mentre mi giravo nel letto..- mormora con un’alzata di spalle.
Oh.
Ti amo.
Grazie.
-Ti amo.- mormoro baciandolo piano. -Ma la prossima volta non preoccuparti, mettiti a dormire anche tu, voglio che riposi. Non importa se mi sveglio, intanto mi riaddormento subito.
-Va bene.- annuisce. -Mi ha detto Silente che gli hai riportato il pensatoio..senza averlo utilizzato.
Annuisco.
E sorrido.
-Non mi interessa sapere la verità, mi fido di te..e ti amo.
-Vorrei comunque che tu sapessi cosa è successo.
-Non è importante.
-Sono stato io a proporre che fossi tu a prendere il posto di Potter, ma non l’ho fatto perché..perchè insomma..lui è il figlio di Lily..
-Ti ho detto che non è importante, Severus.- mormoro accarezzandogli il petto.
Mi bacia.
E io rimango con il fiato mozzato.
-Taci.- mormora a fior di labbra. -Sono costretto a baciarti per farti smettere anche solo un attimo di parlare..sono finito proprio in basso..- dice scuotendo la testa ma con un leggero ghigno sul volto.
-Non ti è mai venuto in mente che magari io lo faccia proprio perché voglio che tu mi baci?- gli chiedo sorridendogli e riprendendo ad accarezzare la sua pelle.
Lo ascolto.
Se vuole che io sappia, lo ascolto.
Ma per me non è importante.
-Dicevo..- riprende. –Non l’ho fatto perché è suo figlio, l’ho fatto perché si è visto ben presto che non sarebbe stato in grado di sconfiggere l’Oscuro Signore. In ogni caso, io ho proposto questo, e l’Ordine ha accettato. In seguito ad una riunione con i Mangiamorte poi è stato deciso che Potter, cioè colui che in origine avrebbe dovuto uccidere l’Oscuro Signore, sarebbe dovuto essere catturato..e torturato chiaramente..- afferma guardandomi negli occhi.
-Quindi loro credevano che Tu-Sai-Chi non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere?
-Esatto. Avevano già un piano di riserva nel caso Potter fosse sopravvissuto.
-Ma non è stato Harry a sconfiggerlo..
-No, sei stata tu..e io avevo il compito di proteggerti ed evitare che tu fossi catturata ma..
-..ma nessuno aveva previsto l’attacco di Nagini.- concludo per lui la frase.
-Proprio così.- annuisce. -Io non sarei dovuto sopravvivere a quell’attacco e ancora oggi mi chiedo come faccio ad essere qui..per questo ho affidato i miei ricordi a..Potter..- mormora con un leggero fastidio nella voce mentre pronuncia il suo nome. -..doveva sapere cosa era successo realmente a Silente.
-Però sei qui, fortunatamente.
-Sì, ma non ho potuto evitare in nessun modo che ti facessero ciò che ti hanno fatto..
I sensi di colpa.
E’ ancora preda dei sensi di colpa.
Ormai quel che è fatto è fatto.
Non importa più.
Io sono qui.
Viva.
E sono con lui.
Vivo.
E lo amo.
Se non fossi stata catturata non lo avrei mai conosciuto.
Non veramente.
Indossi una gran bella maschera, Severus.
-Non importa..sono contenta di essere qui con te, ora.
-La convalescenza è durata molto tempo e, non appena ho recuperato un po’ le forze, sono partito alla tua ricerca..e ti ho trovata..
-E Silente ti ha costretto a farmi da baby sitter..- mormoro ridacchiando.
-E’ andata proprio così..- risponde lui, poi mi bacia.
E si gira verso di me.
Il vecchio libro scivola giù dal letto.
Un tonfo.
Ma né io né lui ce ne curiamo.
Lo guardo negli occhi.
E sorrido.
Lui ricambia mentre con la mano destra mi sposta una ciocca dal viso.
So che mi ama.
Lo sento.
E lo vedo.
Ogni piccolo gesto sembra partire dal suo cuore.
Dal profondo del suo cuore.
Ed è per questo che è così dolce.
E gentile.
-Tu non dovresti stare con uno come me..- mormora.
Lo guardo.
Non faccio nessuna brutta faccia.
Forse è vero ciò che dice.
Ma non mi interessa.
Sono con lui perché voglio stare con lui.
-Se pensi questo, perché sei con me?
-Perché..ho bisogno di te..- mormora sorprendendomi. -Ho deciso di rischiare..
-Non ti fidi di me?
-Non mi fido degli altri..so che tu mi ami..
Sorrido.
Lo hai capito.
Finalmente.
Meglio tardi che mai.
Mi tiro un po’ su e poi lo bacio.
-Allora non c’è problema..- gli rispondo sorridente.
-Hermione, io non sono un uomo da, come dire..una botta e via..credo che questo tu lo abbia capito..
-Sì, l’ho capito..tu sei un uomo dal ‘per sempre’ e, se ti voglio stare accanto, devo esserlo anch’io..
-E lo sei? Sei una dal ‘per sempre’?- mi domanda speranzoso.
-Lo sono.- annuisco tornando a baciarlo.
Un bacio pieno di passione.
E di desiderio.
La sua mano sinistra mi accarezza la guancia.
La destra il mio fianco coperto solo da una leggera canottiera in raso.
Morbido raso bianco che lascia intravedere il piccolo seno.
Continua a baciarmi.
A baciarmi con voglia.
Mi trascina nel solito stato di incoscienza.
Perché fare l’amore con lui ti rilassa.
Ma ti lascia anche appagata.
Ed è così che dovrebbe essere sempre.
Rilassante.
Bello.
Divertente.
E appagante.
Lo guardo un’ultima volta.
Prima di lasciarmi andare sotto le sue dolci carezze.
E i suoi morbidi baci.
Sorrido.
Sorrido se penso a tutto ciò che abbiamo passato.
Sino a poco tempo fa stavo piangendo per lui.
Ora invece mi godo le sue attenzioni.
E la sensazione calmante delle sue labbra sul mio corpo.
Sulla mia pelle.
Brividi.
 
 
 
 
Salve lettori :D Dopo il boom del capitolo precedente, che ha visto i nostri beniamini finalmente concedersi una nottata di amore e tranquillità, pubblico il capitolo 37, ovvero il penultimo di questa fanfiction :(
Perchè il titolo "una cascata di sorrisi"? Bè chiaramente perchè è interamente disseminato dal verbo "Sorrido" :) Hermione sorride in continuazione..e bè, è chiaro il perchè, è felice :)
Spero che anche questo vi piaccia e chiaramente, se qualcosa non vi è chiaro, chiedete pure :) sono sempre qui pronta a rispondere :)
Mercoledì l'ULTIMO CAPITOLO :( So sad :(

Baci,
Dis294

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Capitolo 38
*** Con il sorriso e con l'amore ***


Capitolo 38 - Con il sorriso e con l'amore





Scendo la grande scalinata.
Di fronte a me un arcobaleno di colori mi investe.
Tanti abiti colorati dalle mille sfumature.
Nero pece.
Blu notte.
Azzurro cielo.
Giallo Ocra.
Verde mela.
Rosso fuoco.
Ogni colore possibile e immaginabile.
Ogni minima sfumatura.
Le importanti decorazioni della Sala Grande abbagliano gli occhi.
E’ stata allestita in grande stile.
Come per tutte le grandi occasioni.
Sui toni del blu.
Imponenti stalattiti e stalagmiti di ghiaccio troneggiano per la stanza.
Luccichii argentei e dorati colpiscono le pareti.
Migliaia di candele illuminano la Sala.
Una particolare luce soffusa che si diffonde in ogni angolo.
Ampi tavoli rotondi costeggiano la zona da ballo.
Su di essi fanno bella mostra composizioni di fiori argentei.
Fontane di ghiaccio distillano acqua profumata.
E nel soffitto le stelle ci osservano.
Sorrido.
Sembra simile al Ballo del Ceppo.
Ma è tutto più bello.
Questa volta è una emozione unica.
E io sorrido.
Sorrido a testa alta.
Continuando a scendere questi gradini infiniti.
Gli occhi tutti puntati su di me.
Guardano me.
Hermione Granger.
Quell’Hermione Granger che ha affrontato una guerra.
Ha visto la morte.
L’ha sfidata.
E’ tornata a casa vittoriosa.
E si è fatta donna.
La stessa Hermione Granger che porta con sicurezza il suo abito.
Un abito importante.
Perfetto.
Perfetto per lei.
Solo per lei.
Per me.
Come se mi fosse stato cucito addosso.
Il grazioso corpetto a cuore impreziosito da piccoli diamanti.
La vita stretta.
La cascata di tulle turchese.
Le infinite sfumature.
Blu.
Nere.
Verde acqua.
Celeste.
Un turbinio di colori e tonalità che colpisce gli occhi.
Quasi fa lacrimare le pupille.
Fa emozionare.
Un vestito che non mi fa più sembrare una bambina.
E nemmeno una ragazzina.
Solo una donna.
Ormai sono una donna.
I capelli sono raccolti in un ampio chignon.
Tutto intorno delicati fiorellini bianchi.
I boccoli dorati mi coprono le spalle.
E piccoli ciuffi mi ricadono sul viso.
Con questo vestito sono bellissima.
So di esserlo.
E le occhiate di tutti me lo confermano.
Sono contenta.
Ma è solo una la persona che voglio soddisfare.
Di tutti gli altri poco mi importa.
E’ il giudizio di Severus che conta.
Solo il suo.
Esclusivamente il suo.
Raggiungo la grande sala.
Rimango un attimo immobile.
Estasiata.
La contemplo.
E’ davvero elegante.
Bellissima.
Sorrido.
Poi mi faccio largo sino al mio tavolo.
Harry, Ron e Ginny sono già lì.
La ragazza mi fa un grande sorriso.
Mi ha aiutata a prepararmi.
E’ grazie a lei se oggi sono così bella.
Harry e Ron mi guardano a bocca aperta.
Credo non se l’aspettassero.
Anche al Ballo del Ceppo mi fecero i complimenti.
Ma questa volta è diverso.
Tutto è diverso.
Mi avvicino a loro e li saluto.
-Oh Herm, sei fantastica!- esclama Harry sorridendomi.
-Grazie Harry!- rispondo sedendomi accanto a Ginny.
La rossa mi bacia la guancia.
E poi mi abbraccia.
Ron è ammutolito.
Ancora mi guarda.
La bocca aperta.
Gli occhi leggermente dilatati.
E le orecchie rosse.
Non sa cosa dire.
Ridacchio un attimo.
Ma smetto subito.
Sarei potuta essere con lui ora.
Fidanzata con lui.
Sono sicura che stia pensando a questo ora.
E invece siamo qui solo come amici.
Non siamo una coppia.
Non più.
Se mai lo siamo stati.
Sospiro.
Poi distolgo lo sguardo.
Severus è seduto al suo tavolo.
Con Silente, la McGranitt e gli altri docenti.
Sorseggia del Vino Elfico dal suo calice.
I nostri sguardi si incrociano.
Mi guarda intensamente.
Arrossisco.
Il suo sguardo mi dice che approva.
E apprezza.
Sono riuscita a colpirlo.
Sorrido.
Mi sta ancora guardando.
Non riesce a staccarmi gli occhi di dosso.
Sorrido ancora.
E anche gli angoli della sua bocca si inarcano.
Un attimo.
Impercettibilmente.
Ma è successo.
L’ho visto.
Mi ha sorriso.
Lo ringrazio con gli occhi.
E torno a chiacchierare con i miei amici.
Almeno sino a quando Silente non chiede l’attenzione di tutti i presenti.
E’ arrivato il momento del discorso.
Uno dei suoi intensi e commoventi discorsi.
Il vecchio Mago si porta al centro della Sala.
Al suo seguito anche gli altri professori.
Disposti uno accanto all’altro.
Severus alla sua destra.
La McGranitt alla sua sinistra.
E tutti gli altri in fila.
-Chiedo un attimo di attenzione, per cortesia.- esclama l’uomo schiarendosi la voce. -Prima di dare inizio alla festa vorrei ringraziare tutti voi studenti che siete rimasti per partecipare a questo importante evento, e poi vorrei che faceste un grande applauso a tutti coloro che hanno combattuto contro Voldemort per riportare la pace, perché è grazie a loro se quest’oggi siamo qui a festeggiare.- dice Silente in tono solenne.
Al nome di Voldemort molti rabbrividiscono.
Il ricordo di quell’essere è ancora troppo vivo.
E fa ancora molta paura.
Nonostante non sia più una minaccia.
Ma tutti applaudono.
Si alzano in piedi.
E applaudono felici.
Ampi sorrisi si disegnano sui volti di tutti.
Piccole lacrime scavano le guance.
Non dobbiamo dimenticare i caduti.
Coloro che hanno visto la guerra.
E anche la morte.
Coloro che hanno combattuto per la pace.
E che la hanno trovata in un altro luogo.
Ammettendo che ci sia un altro luogo.
-Proporrei un minuto di silenzio in ricordo delle vittime..le vittime della Prima Guerra come quelle della Seconda!- esclamo facendo un passo avanti e coprendo il sonoro battere di mani che ormai stava scemando.
Guardo Severus.
Anche lui mi sta guardando.
Il suo viso è un po’ pallido.
So a cosa sta pensando.
A chi sta pensando.
Lily.
Anche lei merita di essere ricordata.
Severus mi guarda ancora.
Gli sorrido debolmente.
Ma con tanto amore.
E lui ricambia sollevando un angolo della sua bocca.
Leggo gratitudine nei suoi occhi.
Ma non mi deve ringraziare.
E’ giusto così.
Distolgo lo sguardo.
E torno a concentrarmi sulla Sala.
Nessuno ha detto nulla.
Il minuto di silenzio è iniziato.
E sembra durare un tempo interminabile.
Un tempo in cui i cuori battono forte.
Battono forte al ricordo.
Al ricordo dei nostri cari caduti in battaglia.
Tutti.
Nessuno escluso.
-Ringrazio tutti per l’attenzione ma chiedo di pazientare ancora.- interviene il Preside interrompendo il minuto di silenzio. -C’è un’ultima cosa che mi preme fare prima di festeggiare.- annuncia sorridendomi radioso. -Vorrei che si avvicinasse qui la Signorina Hermione Granger.
‘La Signorina Hermione Granger’.
Io.
Cosa vuole da me?
Arrossisco vistosamente.
Ho un tuffo al cuore.
Respiro affannosamente.
Cerco di trattenermi.
Perché vuole che mi avvicini?
-Vai Herm! Silente ti sta chiamando!- esclama Ginny spingendomi piano in avanti.
Mi guardo un attimo intorno.
Spaesata.
Ancora rossa in viso.
Titubante.
E un po’ preoccupata.
Poi avanzo lentamente verso il Preside.
Verso gli insegnanti.
Verso Severus.
Mi sta guardando. Di nuovo.
E sta sorridendo.
Lui sa.
So che lui sa.
Altrimenti non sorriderebbe.
Cosa sta succedendo?
Se lui sa, perché non mi ha detto nulla?
Raggiungo i Maghi riuniti di fronte a me.
-Preside..- mormoro non appena mi ritrovo di fronte a lui.
-Signorina Granger, un ringraziamento speciale va a lei che, con la sua intelligenza, la sua temperanza, il suo coraggio e la sua forza, ha liberato il Mondo Magico. Tutti noi le dobbiamo molto e per questo vorrei che lei accettasse, come regalo da parte mia e della scuola, uno dei più importanti simboli della scuola!- esclama porgendomi un grosso libro.
E’ un vecchio libro.
Antico.
Dalle innumerevoli pagine.
La copertina marrone leggermente malconcia.
Su di essa lo stemma di Hogwarts.
Leone. Grinfodoro.
Serpente. Serpeverde.
Tasso .Tassorosso.
Aquila. Corvonero.
E il motto sul blasone.
‘Draco dormiens nunquam titillandus’.
Sorrido.
Sorrido apertamente.
E gli occhi si riempiono di lacrime.
Cerco di ricacciarle su.
So di che libro si tratta.
Uno dei miei preferiti.
E forse il più importante.
‘Storia di Hogwarts’.
Il libro che solo in pochi hanno letto.
Ma il libro in cui ho imparato tante cose.
Lo prendo tra le mie mani.
Tremano leggermente.
Sono emozionata.
-Le dono, in segno di riconoscenza, la prima edizione di “Storia di Hogwarts” che custodivo gelosamente nella mia biblioteca personale sapendo che lei ne avrà cura come se fosse un cimelio importante.
-E’ una promessa. Grazie, Preside.- mormoro sorridendogli e stringendo la sua mano magra e candida.
La stessa cosa faccio con gli altri insegnanti.
Sto per lasciare Hogwarts.
La mia casa.
La sto per lasciare.
Ma solo fisicamente.
Rimarrà sempre nel mio cuore.
Sempre.
Stringo le loro mani.
Una per una.
Ricevo complimenti.
Abbracci.
Ringraziamenti.
-Oh Signorina Granger, spero di avere presto studenti brillanti come lei!- mormora eccitato il Professor Vitious stringendomi la mano e dandomi una leggera pacca sulla spalla.
-Hermione, complimenti! Ti auguro un futuro felice e che tutti i tuoi desideri si realizzino!- esclama la Professoressa McGranitt abbracciandomi.
Sussulto leggermente.
Non l’avevo mai vista così.
Non è da lei esternare così le emozioni.
Ma gliene sono grata.
Questa è la più grande ricompensa.
E poi è il turno di Severus.
Il mio Severus.
E non posso non tornare ad arrossire.
Sono in imbarazzo.
Distolgo un attimo lo sguardo.
Non so come comportarmi.
Ma forse dovrei semplicemente fare come con gli altri.
Vedo la sua mano protendersi verso di me.
La afferro.
-Finalmente mi libero di lei e della saccenza che da sempre l’accompagna, Signorina Granger.- mormora ghignando.
Sorrido.
Sei sempre il solito, Severus.
-Posso dirlo anch’io, Professor Piton? Finalmente mi libero di lei e della sua arroganza..- dico sorridendogli e calorosamente e stringendo forte la sua mano.
I nostri occhi si incontrano.
E si sorridono a vicenda.
Ti amo, Severus.
Termino il giro di ringraziamenti e strette di mano.
E la Festa ha inizio.
Sono seduta al tavolo con i miei amici.
Chiacchieriamo.
Scherziamo.
Ridiamo.
Ricordiamo i vecchi momenti.
Rido guardando Ron che divora le alette di pollo.
E sorrido guardando Harry e Ginny che si tengono per mano.
Poi il mio sguardo vola al tavolo degli insegnanti.
Di nuovo.
Ed osservo Severus ascoltare distrattamente la Sprite.
E’ visibilmente annoiato.
Sorrido.
Poi torno mentalmente dai miei amici.
Mangiamo.
Beviamo e ci divertiamo.
Tutta la tensione precedente è passata.
I primi studenti iniziano anche a portarsi verso la pista da ballo.
Coraggiosi.
Davvero coraggiosi.
E uno di questi è Neville.
Lui.
Il miglior ballerino di Grifondoro.
Sorrido.
Ron è sparito con una ragazza di Corvonero.
Anche Harry e Ginny si alzano.
Li osservo danzare felici.
E io sono sola al tavolo.
Sola.
Ma non triste.
-Signorina Granger, le andrebbe di unirsi un minuto al nostro tavolo?- mi chiede una voce leggermente roca.
Mi volto colta di sorpresa.
E’ la Mc Granitt.
-Oh, sì, certo!- mormoro alzandomi e seguendola.
Anche al loro tavolo non c’è molta gente.
Qualche insegnante si è dileguato.
Qualcun altro chiacchiera animatamente.
E poi ci sono Silente e Severus che mi guardano.
E la Mc Granitt che fa lo stesso una volta accomodatasi.
Sorrido imbarazzata.
-Si sta divertendo, Signorina?- domanda il Preside puntandomi addosso il suo sguardo azzurro.
-Moltissimo, Preside! La Sala Grande è bellissima e le decorazioni fantastiche! E’ una bellissima serata!- sorrido compiaciuta.
-Ma..ha già ballato, Signorina Granger?- domanda il vecchio mago con il suo solito tono mellifluo sorridendo dietro gli occhiali a mezzaluna.
-No Professor Silente. Non ho un accompagnatore dunque sono dovuta rimanere a bordo pista tutta la serata..ma mi piacerebbe molto ballare..- mormoro lanciando una rapidissima occhiata a Severus.
Mi guarda.
Vedo un lampo nei suoi occhi.
E’ forse preoccupato?
So che non balla.
Non ha nessun motivo per cui preoccuparsi.
-Oh immagino che sia anche un’ottima ballerina! La porterei io ma sono troppo vecchio per queste cose!
Ballare con Silente.
Sorrido.
Sarebbe buffo.
Non so se ci riuscirei.
Mi sentirei in soggezione.
-Non si preoccupi, Preside!- lo rassicuro.
-D’altra parte , Severus, perché non accompagni la Signorina Granger per il suo primo ballo? La serata sta terminando e lei non può andare via senza aver ballato! In fin dei conti la festa è anche in suo onore!- esclama improvvisamente il mago rivolgendosi a Severus.
Lo vedo irrigidirsi.
Lo sguardo serio.
Ora capisco.
Non aveva paura di me.
Aveva paura di Silente.
-Io non ballo.- sibila infastidito.
-Suvvia Severus!- esclama colpendolo con una leggera pacca sul braccio.
-Ho detto che non ballo, Albus.- ribatte sempre più infastidito.
Lo guardo.
Non voglio dire nulla.
Sono cose loro.
Non voglio mettermi in mezzo.
-Severus, comportati da cavaliere! E’ solo un ballo!- esclama la McGranitt mettendosi in mezzo alla conversazione e spingendo l’uomo ad alzarsi.
-Ghn..- mormora infastidito alzandosi.
Si dirige verso il centro della sala.
Io però rimango seduta.
Lo guardo sorridente.
E’ buffo.
E quando è infastidito fa tenerezza.
Ti amo, Severus.
Lo vedo girarsi.
Mi guarda un attimo irritato.
Poi torna indietro a prendermi.
E’ riluttante.
Lo vedo.
Si ferma di fronte a me.
Allunga la mano.
La afferro e mi alzo.
Gli sorrido.
E lo accompagno al centro della pista.
Una mano stringe la mia all’altezza delle spalle.
L’altra cinge il mio fianco.
Io appoggio delicatamente la mia sulla sua spalla.
Sorrido.
E iniziamo a danzare.
Prima piano.
Poi con più trasporto.
Non pensavo sapesse ballare.
Ma non è così.
Si muove molto bene.
Sorrido.
Mi guarda intensamente.
-Non volevo spingerti sin qui..- mormoro cercando di scusarmi.
-Lo so, non importa.- risponde senza mollare un attimo il mio sguardo.
-Non pensavo sapessi ballare..
-Nemmeno io a dir la verità!
-Davvero? E’ la prima volta che balli?- domando sorpresa.
Balla veramente bene.
E conduce perfettamente.
-Sì, e si vede anche..
-Assolutamente no! Sei bravissimo!- esclamo sorridendogli.
Poi allento un po’ la presa.
E le mie mani si spostano verso il suo collo.
Cingendoglielo.
Il mio petto a contatto con il suo.
Il suo respiro a fior di labbra.
Lo guardo intensamente.
Brividi.
-Non pensi che forse siamo un po’ troppo vicini?- mi domanda forse in imbarazzo.
Mi avvicino ancora di più.
Porto la bocca al suo orecchio.
-Penso che siamo troppo lontani..a dir la verità..- gli sussurro all’orecchio.
Ora è lui che si avvicina a me.
Le sue grandi mani strette intorno alla mia vita.
-Le Signorine Gibbson e Lorett pensano che tutto questo sia assurdo..si stanno chiedendo come tu faccia a ballare con il cinico e bastardo Professore di Pozioni in questo momento..- soffia ad un passo dal mio viso con voce calma.
-Ti interessa cosa dicono? A me non interessa..- rispondo molto tranquillamente.
-Mmm..penso dovrò togliere loro un sacco di punti!- sussurra entusiasta.
-Severus!- esclamo indispettita.
-Sei bellissima..- mormora riprendendo a bagnare i suoi occhi nei miei.
Arrossisco e distolgo lo sguardo.
-Grazie..
-La Weasley piccola ha fatto un ottimo lavoro..- mormora ghignando.
-Pensavo non ti sarebbe piaciuto..sai, mi era sembrato di capire mi preferissi senza..
-Oh sì, chiaramente! Ma è evidente che mi devo accontentare, in questo momento almeno..- mormora osservando attentamente ogni centimetro del mio corpo.
Poi avvicina il suo viso al mio.
Ancora una volta mi perdo nei suoi occhi.
In quel profondo mare nero.
Voglio baciarlo.
Ho bisogno di baciarlo.
E lo sa.
E so anche che lo vuole lui.
Ma distoglie lo sguardo.
Andando a posare un leggero bacio sul mio collo.
Sussulto leggermente.
Ma dentro di me sorrido.
Non pensavo si sarebbe esposto così tanto.
C’è un sacco di gente.
E lui ha mostrato una piccola sfumatura del suo animo.
Quelle sfumature che solo in pochi conoscono.
E che io ho avuto il piacere di assaporare.
-Se fai così non arriverò mai a domani Severus..- sussurro cercando di distogliere l’attenzione dal suo alito caldo sopra la mia pelle.
-Mmmm..addirittura?- domanda ironico spostando le sue mani sulla mia schiena.
Aumenta la pressione.
Mi attira a sé.
E mi stringe un po’ più forte.
Sospiro.
Poi respiro forte.
Muschio. Menta.
Il suo profumo mi brucia le narici.
Mi inebria la mente.
-Smettila di provocarmi..- mormoro sorridendogli.
-Altrimenti?- chiede avvicinando la bocca alla mia.
Pochi centimetri ci separano.
I nostri nasi si sfiorano leggermente.
E i nostri sguardi si muovono piano.
Dagli occhi alla bocca dell’altro.
Il desiderio di mettere fine alla tortura è troppa.
Perché si tratta di una vera e propria tortura.
Ho bisogno di sentire le sue labbra.
Il suo sapore.
La morbidezza.
Ho bisogno di sentirlo mio.
Ancora di più.
E alla fine è lui ad annullare le distanze.
In un bacio che sa di dolcezza.
Sa di pace.
Sa di felicità.
Un bacio che è un tacito accordo.
Perché noi vogliamo essere Noi.
Tra di noi.
E in mezzo agli altri.
E questo bacio dimostra tutto questo.
Non solo il bisogno di stare vicini.
Non solo il nostro amore.
No.
Non solo questo.
E in un attimo ci estraniamo dal mondo.
La musica al di fuori è cambiata.
E’ cambiata tante volte.
E’ anche cessata.
Ma noi siamo ancora qua.
A muovere lenti i nostri corpi.
A muovere lente le nostre bocche.
Al tempo di una musica che è solo nostra.
E’ solo ed esclusivamente dentro di noi.
Ciò che c’è fuori è il nulla.
Solo un sottile manto bianco intorno a noi.
E al centro due figure si regalano la vita a vicenda.
Un uomo che ha chiuso il cuore per troppo tempo.
E una donna che lo ha aperto.
Due figure perfette.
Due figure che si incastrano l’una nell’altra.
Che cercano rifugio l’una nell’altra.
Esistono solo loro.
Non sentono più nulla.
Non vedono più nulla.
I volti delle persone nella Sala.
Le sfumature delle loro emozioni.
Stupore.
Disgusto.
Ancora stupore.
Disorientamento.
Felicità.
Perplessità.
Non vedono i loro ghigni.
Non vedono i loro sorrisi.
Non sentono le loro parole.
Parole intense.
Positive.
Negative.
Ma questo non importa.
Esistono solo loro.
E una piccola scintilla nei loro cuori.
Una scintilla che proviene da una piccola miccia.
Manca poco prima che si accenda.
Manca poco prima che scoppi.
E quando scoppierà saranno solo sorrisi.
I loro sorrisi.
Che sono quelli che più contano.
Anche quando i loro visi si staccano la magia non finisce.
I loro respiri ancora vicini.
Uniti.
I loro occhi lucidi.
I corpi uniti.
E i sorrisi sinceri.
Continuano ad essere loro stessi.
Ma in mezzo ad una Sala colma di persone.
Persone che urlano.
Che applaudono.
Solo in quel momento si rendono conto di dove sono.
E i loro occhi scivolano piano verso quelle facce.
Conosciute.
Sconosciute.
Tutte sorridenti.
Tutte esultanti.
Tutte felici.
Felici per loro.
E quando tornano a guardarsi è ancora più bello.
Un sorriso caldo si impossessa delle loro labbra.
Hermione.
Severus.
Insieme.
Con il sorriso e con l’amore.
 
 
 
 
 

 

Ecco l'ULTIMO CAPITOLO di questa storia. Che dire? Spero vi sia piaciuto!! SE VOLETE VEDERE LA FOTO DEL VESTITO E DELL'ACCONCIATURA DI HERMIONE, MANDATEMI UN MESSAGGIO PRIVATO E VE LA FACCIO VEDERE.. NON RIUSCIVO A PUBBLICARLE!

Trovate le NOTE DELL'AUTRICE E I RINGRAZIAMENTI ALLA PAGINA SEGUENTE ---------------------------------------->

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Capitolo 39
*** NOTE AUTRICE E RINGRAZIAMENTI ***


NOTE AUTRICE E RINGRAZIAMENTI



La mia storia si è conclusa. Ho scritto per ben 52 giorni, giorno e notte, dal 15 Settembre al 6 Novembre. Ho cercato di essere sempre attiva, di non far passare tanto tempo tra un aggiornamento e l’altro e di mettere me stessa in ogni capitolo.
Scrivere questa storia è stato davvero complicato perché..bè, perché io ho un segreto. Solo pochi di voi ne sono a conoscenza. Bè..io non ho letto Harry Potter, sono ferma al 4libro, e non ho visto i film, a parte HP e la Pietra Filosofale. Se vi state chiedendo perché, la risposta è solo una. Ho 19 anni e ho scoperto il fantastico mondo di Harry Potter solo questa estate e devo questa scoperta alla mia migliore amica, “Gne.”, che mi ha tartassata affinchè lo leggessi. Ringrazio la mia migliore amica per averlo fatto perché senza di lei non avrei mai scoperto la “magia” che J.K.Rowling ha impresso in quelle pagine.
In questo momento, dicendovi queste cose, mi sento una principiante, una pivellina, di fronte a tutti voi che seguite Harry da ormai una vita. Bè, pensate che io mi do quotidianamente della stupida per essermi sempre rifiutata di leggerlo. Sì, sono una stupida.
Tornando alla mia storia..Scriverla è stata una vera fatica per tanti motivi. Le mie conoscenze riguardo le vite dei personaggi e gli avvenimenti era quasi nulla, le mie conoscenze riguardo il mondo magico ancora peggio..Eppure ce l’ho fatta. Ho portato a termine questa FF nonostante abbia dovuto fare ricerche su ricerche e “studiare il mondo magico” per scrivere ogni singolo capitolo.
Spero che dopo questa piccola confessione voi non mi detesterete, dovevo dirvelo. Non sono una vera fan, non lo sono mai stata (purtroppo), ma sto cercando di diventarlo anche se sarà molto complicato e difficilmente potrò arrivare al livello di uno che “ha seguito Harry sin proprio alla fine”. Grazie a questa storia ho scoperto un mondo magnifico e personaggi stupendi. Ho imparato ad apprezzare coloro che prima non sopportavo e molti di loro, come Hermione e Severus, sono diventati i miei personaggi preferiti.
Se lo vorrete, tornerò a scrivere. Non so come, non so quando, ma lo farò Ho solo bisogno di un po’ di tempo per mettermi in passi con lo studio..e con la vita! Ho apprezzato ogni vostra recensione e ogni vostro complimento. E vi ringrazio, per tutto.
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite e tra le ricordate. Grazie a chi mi ha inserita tra le autrici preferite e grazie a chi ha segnalato la mia storia all’amministrazione affinchè venga messa tra le Scelte. Grazie a chi ha solo letto e grazie a chi continuerà a leggere queste storia anche dopo la sua fine e a chi continuerà a recensirla.
E’ la mia prima vera fan fiction e anche quella di cui sono più orgogliosa e devo ringraziare tutti voi magnifici lettori e recensori che mi siete stati vicini in questo lungo e tortuoso cammino. Innanzitutto la mia “quasi” beta Miss_Riddle Starkey e poi ancora tutti e 63 i miei recensionisti: crissy11, anna2784, Julie_Julia, Lunastorta00, chiarodiluna, ElectraElthanin_Slytherin, HermioneCH, Anna Love, BeaSnape, Stella cadente, _Heryn_, Jane Keller, Ro987, xX__Eli_Sev__Xx, jarmione, aranciata, Oblivion_12, cricri1995, ChikoChan87, Lisa Piton, PatronusScarlatto15931, ariel_27, LadyDenebola, giuly97, Sara_Chuck , sailorgemini, LoveAsAWriter, _Anima_Libera_, S4B3R, Eva7, AmeliaWitch, StellaPiton, Fink1987, Gilraen_18, musike, lyllly, BlackLestrange4ever, spaola, Flos Ignis, kiary91, stefanenko15, biancalupin, silva8204, Austen95, ONLY ME CLI, Bottom, Lunastorta05, titty79, charlottina, StregaMorganaPiton, HelenaB19, aleinadp, Chaser_Weasley_6_Ginny, pasionbertotti, ilaria89bra, HermSev, FrancescaArianaSmith, Aster_Mezzelfo, rora17, Carenai, Anastasia_Snape.
 
Termino questo monologo lasciandomi dei “consigli di lettura”, come proposto dalla carissima crissy11, affinchè delle storie che io amo vengano conosciute anche da altri..in questo caso voi.
Le mie FF preferite sono queste:
-30 days (traduzione), di theshinygirl
-A dark tale (traduzione), di theshinygirl
-Phoenix Song or, Hermione Granger and the HBP (traduzione), di grangerous
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Phoenix Tears, or Hermione Granger and the DH (traduzione), di grangerous
-Non solamente un Granger (traduzione), di FerPotter
-Black Cat, di Femke
-Liberi di sognare, di StregaMorganaPiton
-Salvare un eroe, di Strega MorganaPiton
-Imparerò ad amarti, di Strega_Morgana
-Posso avere un bacio?, di Strega_Morgana
-E' così che dev'essere, di Strega_Morgana
-Ricominciare da capo, di Strega_Morgana
-Cinquantadue sorrisi per Severus, di Strega_Morgana
-Cento piume, di Strega_Morgana
-L'ultima volta, di Strega_Morgana
-Le maniglie dell'amore - Ti ricorderai di tutto domani mattina?, di katiuz 
-Volim te, di Amelia Witch
-A Strange Love, di HermioneCH
-Il segreto di Hermione, di Sara_Chuck
-Un muro nero che non mi fa guardare, di Cheonefer86
-E' sufficiente un anno per innamorarsi?, di Cheonefer86
-Ti prego..., di DarkNihal14
-20, di DarkNihal14
-Nulla è per sempre, nemmeno la morte, di Psicosis86
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Il grande Piano Di Albus Silente, di mimi_snape
-Hogwarts nuova/vecchia casa di nuovi/vecchi amori, di Carentan 
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Piccole donne crescono, di rora17 
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Remember me, di jarmione

 
Alcune di queste FF sono traduzioni, altre sono italiane. Alcune sono terminate, altre sono in aggiornamento, altre fanno parte di Serie. Sono tutte Hermione/Severus e spero darete loro un’occhiata perché sono delle FF che a mio parere valgono molto.
 
Se volete contattarmi potete farlo tranquillamente, rispondo sempre J Se volete il mio Facebook basta che lo chiedete J
Vi abbraccio e ricordatevi che vi voglio bene.
La vostra Disincanto294
 

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