Di Miti e di Ninja

di Mari Lace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shikamaru nella Terra dei Ciclopi ***
Capitolo 2: *** Naruto e i Gamanauti ***



Capitolo 1
*** Shikamaru nella Terra dei Ciclopi ***


Attenzione, un piccolo avviso: i personaggi, almeno in questa prima shot, non so come mi regolerò nelle altre, possiedono un'abilità particolare che rispecchia quella del personaggi originale :) Buona lettura ^__^

Shikamaru nella Terra dei Ciclopi 

Dopo aver utilizzato il suo potere speciale, la tecnica del controllo dell’ombra, per costringere a tornare sulla nave Kiba, Naruto e Rock Lee, che avevano mangiato il fiore di Loto, il figlio di Shikaku, il prode e pigro Shikamaru, guidò i suoi compagni fino all’isola delle Capre.
Lì giunto, convinse i suoi compagni a scendere con un bellissimo discorso d’esortazione, capolavoro della retorica. Le sue parole furono:
-È una seccatura, ma dobbiamo fare provviste-.
Bastò questo per far capire ai suoi compagni che dovevano scendere a terra, cacciare e, probabilmente, esplorarla, per appagare il volere di Tsunade, anziana consigliera del re di Itaca. Se non le avessero portato il racconto di qualche bella avventura, sarebbero probabilmente venuti a contatto con i suoi micidiali pugni. Alcuni rabbrividirono solo al pensiero. Poi, sbuffando, Shikamaru ricco d’astuzie scelse un’insenatura in cui ancorare le due navi che possedeva, e alcuni fidi compagni d’avventura, che sarebbero scesi con lui. Arrivati a terra, si addentrarono un poco nell’isola, e trovarono una radura ombrosa. Il valoroso condottiere si stese a terra, all’ombra di un albero, a osservare le nuvole.
-Sasuke, Shino, scegliete due uomini a testa e andate a cacciare. Io studierò il territorio, per decidere se sia il caso o no di esplorare quest’isola- disse, e i suoi sudditi rimasero molto colpiti dalle sue parole. Com’era coraggioso il loro capo, a effettuare la prima perlustrazione dell’isola da solo! Formati i gruppi, andarono a caccia.
Il tanto scaltro quando stanco Shikamaru, rimase a studiare il cielo per circa un’ora, poi si alzò. Si guardò intorno, attento, e notò come il territorio fosse aspro. Tutto sembrava nascere incolto, per volere degli dei, senza aiuto di razze intelligenti e dotate di leggi.
Fu raggiunto dopo pochi minuti da entrambi i gruppi che aveva mandato a caccia: portavano con sé molte capre. Si compiacque del loro lavoro.
-Che si fa, nobile figlio di Shikaku?- chiese Sasuke, il suo secondo.
-Avete incontrato forme di vita intelligenti?- domandò lui a sua volta, prima di rispondere.
Gli fu risposto negativamente, quindi prese la sua decisione. –Non esploreremo l’isola, sembra impervia e abitata da genti incivili.
Rimarremo qui solo per la notte-. Tutti si dissero d’accordo, eccetto il giovane Naruto, ragazzo di bell’aspetto e di nobili origini, d’animo impavido. –Allora, divino Shikamaru, farò un giro stasera, prima di ripartire!- esclamò, correndo nel folto del bosco.
-Stolto...- imprecò a bassa voce l’ora seccato re di Itaca.
-Che facciamo?- chiese Shino.
-Non possiamo lasciarlo andare da solo, potrebbe perdersi. Seguiamolo- decise l’uomo dal multiforme ingegno, sbuffando. Quel Naruto era una seccatura.
Si addentrarono a loro volta nel bosco, sulle tracce del loro impulsivo compagno. Lo intravidero, finalmente, mentre urlava: -Lì c’è qualcosa!- e si precipitava a capofitto dentro una caverna.
Shikamaru alzò gli occhi al cielo. Perché uno dei suoi epiteti era ‘paziente’? si chiese. Poi, senza commentare, si avviò dietro al biondo. Arrivato ad Itaca, si sarebbe assicurato di relegarlo a qualche compito in cui non potesse nuocere. I viaggi gli sarebbero stati preclusi.
I suoi più controllati sudditi entrarono nella grotta dopo di lui. Era enorme, e tutti gli oggetti che vi erano presenti avevano dimensioni notevolmente più grandi del normale. Che vi abitasse.. un gigante?
Non fecero in tempo a porsi questa domanda, che il padrone di casa rientrò. I cinque intravidero un’ombra che poteva appartenere al loro compagno, e lo raggiunsero, nascondendosi nell’ombra. Shikamaru si rivolse a Neji: -Hai con te un po’ del sakè che ci è stato donato, e che volevamo portare alla vecchia Tsunade?-
Lui fece un cenno affermativo della testa, poi indicò l’abitante di quella spelonca, che ora si distingueva bene. Aveva forma umana, ma nelle dimensioni ricordava un gigante; e possedeva un solo occhio. Un Ciclope. Fu il pensiero che attraversò la mente di tutti. Incredibilmente, la figura bionda raggiunta dai nostri eroi non aveva ancora fiatato.
Il nuovo entrato bloccò l’uscita con un enorme masso. “Questo può essere una vera seccatura” pensò Shikamaru, non tanto spaventato quanto, appunto, seccato.
Dopo aver posato il masso, l’enorme creatura si sedette vicino a uno scaffale pieno di formaggi. Ne prese qualcuno, e iniziò a mangiare. Dopo poco parlò: -Potete venire fuori, mi sono accorto di voi, stranieri-.
Shikamaru dal molteplice ingegno così gli rispose, seppur atterrito dalla voce cavernosa del mostro: -Siamo Achei, di ritorno da Kiri! I venti avversi ci hanno spinti fin qui, e a te ci inginocchiamo e ti chiediamo ospitalità, secondo le regole di Hashirama, il dio ospitale, che ordina di onorare gli stranieri-.
-Siete sciocchi o venite da molto lontano, se mi invitate a temere gli dei. I Ciclopi non rispettano Hashirama ligneo o gli dei beati, perché siamo più forti di loro. Se non volessi risparmiare te e i tuoi compagni, non lo farei, se Hashirama me lo ordinasse. Ma dimmi dove hai lasciato la nave, affinché io lo sappia.
Ma Shikamaru ne sapeva molto più del Ciclope, e non si fece ingannare.
-La nave me la ha distrutta Mangetsu, che scuote le acque, gettandola sugli scogli; ma io e loro siamo scampati alla morte- rispose infatti.
Lui non rispose, ma d’improvviso allungò il braccio, e afferrò chi si trovava di fianco all’eroe, e lo portò alla bocca in pochi secondi.
Naruto! pensò atterrito il divino figlio di Shikaku, ma non fece in tempo a piangere il compagno scomparso, perché il valoroso Sasuke gli fece cenno d’osservare più in là, dietro uno scaffale pieno di formaggi. Lì dietro, ora tremante, v’era qualcuno che lui no tardò a riconoscere come Naruto.
Il suo cervello fu presto attraversato da un lampo di comprensione. Ma certo! Mi era sembrato di scorgere del fumo, fuoriuscire dalla bocca del mostro dopo aver mangiato Naruto! Deve aver usato il suo potere speciale, la moltiplicazione del corpo! Sollevato, guardò irato l’inospitale padrone di casa. Iniziò a pensare a come vendicarsi, perché il suo compagno se l’era comunque vista brutta, ma soprattutto a come fare per uscire di lì. E per l’ennesima volta in quel giorno, i suoi pensieri furono chiusi con Che seccatura.
Nonostante quello stato d’animo, l’ingegnoso re di Itaca elaborò una strategia vincente; quella sera, si fece dare il sakè da Neji e lo offrì al gigante. –Bevi, impietoso ospite; perché non rispetti gli dei e ci lasci andare?-
Ma quello, accettando il liquore,  ignorò la domanda e tracannò il liquido.
-Dammene ancora, mortale, mi piace; e rivelami il tuo nome, ché ti farò un dono-.
Shikamaru gli diede quel poco ch’era rimasto, e gli disse che non ne avevano altro con sé, ma che potevano farlo, se avesse procurato loro del riso. Poi gli mentì, dicendo di chiamarsi Jashin. Infatti, nel pomeriggio lo aveva sentito lodare questo misterioso Dio, probabilmente l’unico riconosciuto dai Ciclopi. Sentendone il nome, si era ricordato d’aver sentito parlare d’una razza mostruosa che riconosceva solo quest’entità, non venerata da nessun altro. E aveva deciso di sfruttare la cosa.
-Jashin, dici? Ah! Ah! Ti chiami come un dio che alcuni dei miei stupidi fratelli venerano, ma sei sfortunato! Per me Jashin non conta più di Hashirama, ed ecco il mio dono per te: sarai l’ultimo che mangerò-.
Questo non compromette necessariamente il mio piano, rifletté. Aveva ancora una speranza.
Quando il Ciclope volle sfamarsi con uno di loro, Sasuke usò la sua abilità, e con un’illusione gli fece credere d’averlo già fatto, confondendolo. Anche quella volta si erano salvati.
Kiba commentò: - È un peccato che tu non sia bravo come tuo fratello con le illusioni, Sasuke: avresti potuto ipnotizzarlo e farci uscire da qui-.
Lui sbuffò è voltò lo sguardo da un’altra parte. –Non accetto rimproveri da uno che ha l’abilità di trasformarsi in un cane- puntualizzò irritato.
-Non litigate. È seccante- li riprese il nobile Shikamaru pieno d’astuzia, che teneva molto al lavoro e all’unità di squadra.
La mattina dopo, il Ciclope prese del riso da uno scaffale particolarmente in alto, e lo posò a terra, cosicché potessero prenderlo. Poi uscì con il suo gregge, ma ripose subito la pietra che impediva la fuga agli eroi.
Mentre aspettavano che tornasse, Shikamaru fece preparare il sakè ai suoi fedeli compagni, che usarono le loro abilità per pestarlo ed ottenerne il liquido, che poi Sasuke, con la sua seconda abilità, il fuoco, scaldò.
Avevano così ottenuto qualcosa di simile al sakè, e vi aggiunsero una sostanza altamente alcolica che Rock Lee portava sempre con sé, perché nelle situazioni di necessità, bevendola, risvegliava la sua forza nascosta.
Al ritorno del mostro, gli offrirono il liquore. Lui lo bevve in fretta, mischiato al formaggio e a una copia che un riluttante Naruto aveva creato –Ehi, guardate che poi sento le sue sensazioni! Non è bello venir mangiati da un Ciclope!-, e si sdraiò ubriaco poco dopo.
- È arrivato il momento ragazzi!- sussurrò Shikamaru, facendo segno a Shino di entrare in azione.
Il ragazzo, con la sua abilità, radunò un gran numero di insetti, che entrò nell’occhio al Ciclope, irritandolo. Poi Sasuke sputò diverse fiammate, incendiando anche alcuni scaffali, e tutta la grotta fu invasa dal fumo.
Quest’ultimo, entrando a contatto con l’occhio irritato dai minuscoli animaletti, peggiorò l’irritazione, e fece lacrimare il Ciclope.
-AAAAAH!- esclamò questo, alzandosi, infuriato per il dolore all’organo della vista.
Si mise a menare colpi all’impazzata, ma non vedeva niente, un po’ per l’occhio arrossato, che già di suo avrebbe visto sfocato, un po’ per il fumo che invadeva tutto. Presto iniziò anche a tossire, urlando i nomi dei fratelli.
Sentendolo, se ne avvicinarono un paio.                    
- @!_~* succede, Kakuzu?!- sbraitò uno di loro, Hidan.
-Che succede, Uhn?- chiese un altro, con l’unico occhio coperto da un ciuffo.
-Jashin mi sta attaccando, datemi una mano!- esclamò lui in risposta, senza pensare a quel che diceva.
-Cosa?!? Il sommo Jashin ti sta attaccando? La punizione divina per la tua avarizia è finalmente giunta, Kakuzu!- esclamò il primo che aveva parlato, forse l’unico Ciclope che poteva davvero definirsi un seguace di quel dio misconosciuto. Kakuzu, però, era sempre stato poco generoso con tutti i suoi fratelli, che quindi pensarono bene di approfittare di quell’occasione per fargliela pagare, Jashin o non Jashin.
Per prima cosa, il secondo che aveva parlato usò la propria abilità sulla roccia della caverna: la cosparse d’argilla, e dopo pochi secondi la fece esplodere. I nostri prodi eroi fecero appena in tempo a schivare i framment.... no, come non detto. I nostri scaltri eroi si erano riparati in anticipo accanto all’uscita, e i pezzi di roccia che schizzarono via in seguito all’esplosione non li sfiorarono nemmeno.
Ora che l’accesso era libero, alcuni di quegli esseri giganti si precipitarono nella grotta, nell’intento di aggredire l’avaro consanguineo, ma si bloccarono quasi subito per tossire a causa del fumo.
Nella confusione, l’uomo dalle mille astuzie e i suoi compagni uscirono, approfittando della conclusione; mentre correvano verso l’insenatura in cui avevano lasciato le navi, con i loro compagni ad aspettarli, poterono sentire imprecazioni varie e boati di esplosioni, mentre nella caverna sembrava essere in corso una battaglia tra quegli irascibili esseri.
Più tardi, quando si furono allontanati e avevano ripreso la rotta verso la loro patria, il di nobile stirpe Sasuke fu assalito da un dubbio, che non esitò ad esprimere subito a voce alta, catturando l’attenzione di tutti.
-Nobile Shikamaru... come mai non hai usato la tua abilità per far rimuovere la pietra al Ciclope, immobilizzandolo poi per facilitarci la fuga?-
Il divino figlio di Shikaku non aprì neanche gli occhi, sdraiato a godersi un meritato riposo in mezzo al ponte di comando.
-Avevo pensato di farlo, inizialmente,- iniziò a spiegare, mentre tutti ascoltavano con interesse cosa gli avesse impedito di mettere in pratica quel metodo, senza dubbio più semplice di quello che avevano poi usato. Che dunque il Controllo dell’Ombra non funzionasse sui non-umani?
Shikamaru proseguì. –Ma sarebbe stata un’enorme seccatura-.
Pronunciò quest’ultima frase come se fosse la cosa più ovvia del mondo.


Note dell'Autrice (probabilmente pazza.)

Ciao a tutti, e grazie a chiunque sia giunto fin qui! ^*^
Questa raccolta è la prima in cui provo a scrivere roba puramente demenziale, quindi non so come verrà... spero che questa piccola One Shot vi abbia strappato almeno un sorriso XD
Mi farebbe un grandissimo piacere leggere i vostri commenti ^*^ 
Riguardo a questo primo esperimento... per Ulisse, avevo pensato a Sasuke, ma poi ho ripiegato su Shikamaru. In fondo, il genio per eccellenza è lui XD 
Voi che ne pensate, chi avreste scelto?
Ogni commento/critica è ben accetto, ciao a tutti, alla prossima ^___^

Lita

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Capitolo 2
*** Naruto e i Gamanauti ***


Naruto alla ricerca del Vello d’oro
Dopo aver superato i più svariati ostacoli, i nostri prodi Gamanauti (così chiamati per il nome della loro nave, Gamakichi,) arrivarono finalmente in Colchide.
Subito il valoroso condottiero biondo si fiondò dal re del posto, Inoichi, per chiedergli di consegnargli il Vello d’oro.
Il re Inoichi, affatto contento di separarsi dal reperto, accettò di consegnargliela, ma ad una condizione: Naruto doveva superare tre prove.
Conoscendo la difficoltà delle prove, Tsunade, che aveva deciso d’aiutare il giovane eroe, parlò con la dea della Bellezza, Mikoto, e le chiese consiglio. Lei mandò a chiamare suo figlio, chiedendogli di far innamorare la figlia di Inoichi di Naruto, così da guadagnare il suo aiuto.
Il dio dell’Amore acconsentì. Così Itachi, giovane ma già quasi cieco, scese dall’Olimpo e raggiunse la Colchide, per scagliare la sua freccia dell’amore su Ino, la bella principessa, nonché maga, di quelle terre.
Raggiuntala, notò che era in compagnia. Nel giardino del palazzo, vi erano due giovani, in compagnia della principessa: uno era proprio Naruto, che sembrava aver avuto la stessa idea di Tsunade, ed era andato a chiedere aiuto alla principessa; e un nobile del luogo, di nome Sasuke, che viveva a corte, e di cui Ino era follemente innamorata.
Questo può essere un problema, rilevò Itachi. Se l’obiettivo era già innamorato di un altro, la sua magia aveva un effetto, se non nullo, molto indebolito. Decise che prima avrebbe dovuto far disinnamorare la ragazza, così prese non una, ma due frecce; una d’oro, per far nascere l’amore, e una nera, per instillare l’odio al posto del nobile sentimento.
Le scoccò a pochi secondi l’una dall’altra; ma i suoi obiettivi si mossero, e forse anche a causa della sua miopia, colpì i soggetti sbagliati.
Pochi secondi dopo, infatti, il principe Sasuke aveva rimosso la propria maschera d’indifferenza e noia, e stava invitando Ino al ballo; la principessa invece, sconvolta da questo cambiamento (il giovane le piaceva anche, se non proprio per, il suo atteggiamento distaccato), prestò finalmente un po’ d’attenzione a Naruto, che aveva fino ad allora ignorato. Il giovane che fino a poco prima tentava di rivolgerle la parola, ora la ignorava bellamente, anzi stava per andarsene dal giardino.
-Valoroso Naruto, per favore, aspettate un attimo!- esclamò, ora interessata e dimentica di Sasuke, bloccando per un braccio il biondo.
Itachi, che aveva osservato tutta la scena incredulo, pensò che forse il suo errore non era tanto irrimediabile. Magari poteva andar bene anche così.
-Siete noiosa, principessa...- commentò lui, apatico.
Fortunatamente le frecce dell’odio durano non più di qualche giorno... si consolò il dio dell’Amore.
All’improvviso questo giovane mi sembra molto più interessante! Pensò tra sé la nobile Ino, che non smise di seguirlo, dopo aver freddato il povero Sasuke con uno sguardo.
-Principe Naruto, posso aiutarla con le prove di mio padre...- disse con finto disinteresse.
Il valoroso eroe dai biondi capelli si fermò riluttante. Quella ragazza era irritante, ma il suo aiuto poteva fargli comodo. -D’accordo, sentiamo...-
Ino sorrise. Era fatta.
Quel pomeriggio, Naruto si inoltrò nel bosco per superare le prove a cui Inoichi voleva sottoporlo. Aveva con sé tre oggetti donatigli da Ino, ed era certo di portare a termine l’impresa e ottenere il Vello d’oro.
Quella Ino, seppur insopportabile, è una maga davvero potente... gli oggetti che mi ha dato paiono tutti divini, in quanto a potenza!
Nella prima prova, il prode eroe doveva aggiogare due tori a un aratro, ma gli animali sputavano fuoco; riuscì a passare indenne tra le fiamme grazie al primo oggetto donatogli dalla principessa: un RasenShuriken, ovvero una scatolina in grado di provocare un vento abbastanza forte da spazzare via il fuoco. Così, al sicuro dietro il vento dell’oggetto magico, riuscì ad oltrepassare i tori ed aggiogarli.
La seconda, invece, consisteva nell’arare con i tori appena aggiogati un campo, in cui doveva seminare i denti di Manda, un’antica creatura alla quale, secondo la leggenda, venivano sacrificati 100 schiavi ogni volta che era richiesto il suo intervento. A causa di ciò, da ognuno dei denti seminati sarebbero usciti i 100 sacrifici umani, che avrebbero attaccato Naruto, che non aveva potuto portare con sé nessuno durante lo svolgimento delle prove. Ma anche stavolta l’intervento di Ino fu provvidenziale: la principessa gli aveva dato un oggetto che gli permetteva di moltiplicarsi quanto voleva, così, quando tutto l’esercito dei guerrieri sacrificati venne fuori, ad attenderli per combattere vi erano il doppio dei Naruto.
Il principe Sasuke, che assisteva alla prova, inorridì a quella vista. Uno è decisamente abbastanza... non gli permetterò di portarmi via la nobile Ino!
La terza ed ultima prova, consisteva nello sconfiggere il custode del Vello, il temibile Kakashi. Questo era un uomo dalla forza eccezionale, di cui si diceva potesse sconfiggere mille nemici senza batter ciglio. Ma dalla principessa bionda era arrivato il rimedio anche per quello: appena Kakashi aprì l’unico occhio che lasciava intravedere, il resto del volto era coperto da una strana maschera, davanti a sé vide Naruto per un solo secondo, perché il giovane era subito corso verso il Vello. Si lanciò ad inseguirlo. Tsk, povero sciocco. Pensa davvero di potermi seminare così facilmente? La velocità di Kakashi era leggendaria, tanto che uno dei suoi epiteti era ‘piede rapido’; altri lo identificavano con Ermes. Ma quando aveva praticamente raggiunto il biondo eroe, l’occhio di Kakashi si soffermò su un oggetto che si trovava a terra.
Si fermò e lo raccolse. Non ci posso credere... questo è...!
Così impegnato nel leggerlo, non degnò più del minimo sguardo Naruto, che poté tranquillamente raggiungere il Vello, prenderlo, e tornare indietro passando accanto all’uomo immerso nella lettura.
Ottimo, ha funzionato anche questo, avrò il mio trono! Ma chissà cosa ci trova di così entusiasmante in quello strano libro dal discutibile contenuto...
Uscì raggiante dal campo in cui aveva sostenuto le prime due prove, e stava per raggiungere la sua nave, quando gli si parò davanti il principe Sasuke.
-Tu, stupido di un greco, pensi davvero che ti lascerò...- il principe si interruppe all’improvviso. Anche Naruto si sentì strano.
Intanto Ino stava correndo verso di loro. –Principe Narutooo!- ora che lo aveva visto all’opera, seppur sapesse che era merito suo la riuscita del giovane, era ancora più innamorata. Vederlo combattere contro i sacrifici poi, com’era valoroso...!
Sasuke si resse per pochi secondi la testa con una mano. Gli faceva male... Che diamine sto facendo?! pensò poi, resosi conto di quel che voleva fare fino a pochi minuti prima: intralciare l’unico uomo che pareva essere in grado di liberarlo di quella noiosa di Ino.
-Stavi... dicendo?- gli chiese Naruto, anche lui afflitto da un improvviso mal di testa.
-Niente. Ti auguro tanta fortuna, ma portati via quella seccatura bionda- tagliò corto Sasuke, avviandosi verso il castello. Aveva bisogno di riposo.
Insomma, stava per trattenere di sua volontà Ino lì con lui! Forse dovrei smettere di allenarmi fino a notte fonda, concluse.
Itachi aveva osservato da lontano tutta la scena. Oh, sembra che l’effetto delle mie frecce sia svanito. Poco male, hanno funzionato...
Che strano ragazzo... pensò Naruto, osservando Sasuke andare via.
–Principessa Ino! La ringrazio per il suo prezioso aiuto!- le sorrise, raggiante.
Non è più freddo come prima... che gioia, sono riuscita a conquistarlo! si rallegrò Ino.
-Ora cosa farai, nobile Naruto?-
-Tornerò in patria e otterrò il mio regno!- esclamò lui convinto.
-In tal caso vengo con te!- esclamò lei di rimando, e senza aspettare una sua risposta, gli buttò le braccia al collo, abbracciandolo.
-Va... va bene...- disse, non osando contraddirla. C’era qualcosa a preoccuparlo però. Sakura mi ucciderà...
-Torniamo a casa, nobili compagni! Salpiamo stasera!- esclamò Naruto, raggiunti i suoi compagni.
Mentre un po’ tutti si chiedevano come mai così presto, l’astuto Shikaku commentò: -Dobbiamo partire di nascosto per portare con noi la principessa, giusto?-
Naruto fece un sorriso imbarazzato. –Non ti si può nascondere nulla, Shikaku! Non oso immaginare quanto astuto sarà tuo figlio!- commentò.
-Hai ragione infatti, la principessa Ino verrà con noi, e il re non lo sa.-
Shikaku sospirò. –Se Inoichi lo viene a sapere, siamo nei guai...-
-Sciocchezze! Non ci facciamo certo spaventare da quello!- ribatté lui.
Fu così che ripartirono quella sera stessa e, come aveva predetto Shikaku, furono presto inseguiti da tutta la flotta da guerra di Inoichi. Ma in qualche modo riuscirono a seminarli, anche se in seguito la relazione con Ino, anche a causa di Sakura, giovane amata da Naruto, portò molti problemi al giovane eroe. L’unico soddisfatto da com’erano andate le cose, alla fine, fu il principe Sasuke, finalmente lasciato in pace. Forse.


*Angolino Lita*

Premetto che non mi convince molto. Personalmente preferisco di gran lunga la prima shot di questa raccolta, ma chissà, magari a qualcuno piacerà anche questa... XD Almeno spero. Siete pregati di non lanciarmi pomodori perché... poi Sasuke li vendicherebbe. Non vi conviene. (Tutti se ne vanno, capendo che questa è proprio pazza come sembra.)
Dopodiché... scusate T_T Sono in ritardo, lo so. Un enorme ritardo. Ma un po' per la mia long in corso, un po' per casini vari a scuola, non ho potuto aggiornare prima... ci si è messa anche la mancanza d'ispirazione, in effetti t_t
Penso che oltre a questa farò non più di altre tre shot. Ma se mi manca l'ispirazione potrei anche farne solo un'altra :( 
Grazie a tutti quelli che hanno letto!
Ditemi che ne pensate C: 
A presto (?)!
Lita :)

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