Ohne dich kann ich nicht sein...Ohne dich

di MetalheadLikeYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Mi chiamo Eleonora, sono italiana, vivo a Roma, sono una "nana" alta 1 metro e 60 e ho 30 anni, ho i capelli rosso fuco e gli occhi azzurro cielo, ho un po di tatuaggi sparsi sul mio corpo.
Il più bello, agli occhi altrui il più "banale" era il nome del mio gruppo preferito.
Rammstein.
Scritto in nero sul mio braccio sinistro.
Ero praticamente cresciuta con loro, avevo visto anche diversi loro conceti, per i miei 18 anni avevo chiesto un viaggio in Germania ed il biglietto per il loro concerto a Berlino.
Ripensando a quella bellissima settimana, mi preparai, con la mia solita tenuta da maschiaccio, per andare al loro concerto del 9 Luglio.
Arrivai all'ippodromo alle 8 di mattina e già vi era una bella fila.
L'attesa fu come al solito uno dei momenti più belli della giornata.
Come al solito feci amicizia con molte persone, sia ragazzi che ragazze, sia più piccoli che più grandi.
Cantammo e ridemmo, fino all'apertura dei cancelli.
Poi ci fu la lunga corsa, per mia fortuna le mie gambe, anche se corte, erano anche molto veloci così mi ritrovai dopo pochi secondi sotto al palco, al centro e in prima fila.
Aprì il concerto un dj, piuttosto giovane e carino, molto simpatico che invitò tutti i fans ad urlargli un bel "vaffanculo".
Calarono il sipario.
Iniziarono i fuochi d'artificio e loro comparvero in tutto il loro splendore davanti ai miei occhi.
Till con la sua pelliccetta rosa era veramente divino, molto gay ma divino.
Stare al centro e in prima fila era straziante, perchè i fans dietro spingevano come tori e io essendo bassa mi ritrovavo schiacciata contro la transenna eppure, non mi importava.
I loro giochi di fuoco poi, spettacolari come al solito, erano vicinissimi a me e ne sentivo tutto il calore, mi sembrava di essere dentro un camino acceso.
Purtroppo la mia posizione però fu anche la più "brutta", Till sputò e mi colpì in pieno, lanciò una bottigletta con l'acqua dentro ed anche quella prese sia me che altri miei due amici.
Durante Buck Dich, simulò un rapporto sessuale con il povero Flake e una volta "soddisfatto", lanciò tramite un pene finto della sambuca addosso a tutti i fans.
Ma ovviamente io e i miei amici, ci prendemmo praticamente tutto e una volta finita la sambuca Till decise bene di spaccare la tastiera e lanciarci i pezzi.
Pogammo durante Sonne e io nel casino mi persi, rimanendo per mia fortuna in prima fila.
L'ultima cosa che ci colpì, ricoprendoci da capo a piedi, fu la schiuma durante Pussy.
Putroppo il concerto finì, lasciandoci ancora tutti troppo eccitati.
Piano piano, con la lentezza degli animali che vanno al macello, ci avviammo verso l'uscita, provai a cercare i miei amici ma senza ottenere nulla, così mi misi seduta, su una panchina per riposarmi due secondi, andai poi alla mia macchina a cambiarmi, anche perchè sudata com'ero avevo piuttosto freddo, così mi misi un paio di jeans lunghi e la maglia appena comprata del concerto, riuscii ad andare in bagno a darmi una veloce sciacquata e sistemata, questo perchè speravo di vederli.
Vidi uno della sicurezza avvicinarsi a me.
<< Signorina, il signor Lindemann la vuole all'after party>>
Lo fissai scoppiando a ridere, come se mi avesse appena detto una battuta, poi mi ricomposi un pochino.
<< Come ha detto?>>
<< Il signor Lindemann ha chiesto a noi della sicurezza di cercarla>>
<< Il signor Lindemann ha chiesto ciò? Lei mi prende per il culo?>> chiesi, incredula.
<< Si ha chiesto ciò e non la sto prendendo il giro, anche noi siamo molto sorpresi, se mi vuole seguire>> rispose stanco, presi i cellulari, il pacchetto di sigarette e dopo aver chiuso la macchina seguii quel gigante, che parlava con i suoi colleghi al telefono.
<< Signori...>>
<< Mi chiami Eleonora, ho solo 30 anni, la prego>>
<< Ok, io, l'avverto li dentro vi è molto alcool...>>
<< Sono già stata agli after party, non si preoccupi so come funziona>> risposi, continuando a seguirlo, entrammo in un edificio, dove la musica era piuttosto alta.
Entrammo poi in questa sala, dalle pareti chiare e dai divanetti rossi, dove molte ragazzine stavano sedute ubriache lerce a ridere come oche.
Nessuno fece caso a me tranne un omone gigante che mi si parò davanti.
Quella specie di armadio, l'avrei riconosciuto ovunque, era lui, Till Lindemann.
Lo fissai incuriosita per poi prendere un bel respiro e salutarlo, lui non cambiò espressione ma mi rispose con un semplice ciao in tedesco.
Era abbastanza inquietante.
Per mia fortuna avevo studiato quella lingua quindi capivo bene i loro discorsi e non ci misi molto a sentir Richard dire che mi sarei ubriacata un po e poi sarei stata una delle tante "puttanelle" di Till e che poi mi sarei vantata di ciò.
Innervosita da quella frase, battagliera più che mai, andai spedita dal chitarrista passando per il tavolino e afferrando un bicchiere di acqua e uno di birra.
Arrivai davanti a lui e gli lanciai il primo in faccia e poi sorridendo quasi vittoriosa, mi misi a bere il mio.
<< Ma che cazzo fai?>> 
<< Scusa la puttanella non l'ha fatto apposta, aspetta che ti pulisco...>> dissi facendo la finta dispiaciuta e la finta oca, mentre tutti i presenti se la ridevano sotto i baffi.
<< Come...tu sei tedesca?>>
<< No, ma ho studiato tedesco...>>
Sentimmo una grossa risata invadere la saletta e tutti ci voltammo verso Oliver che si stava tenendo la pancia e rideva come un bambino, con lui ci stavano anche Flake, con la sua immancabile busta, e Till.
Incontrai i suoi occhi azzurro/verde, rimanendone folgorata.
Sorrisi appena e tornai a fissare il chitarrista che, notando la mia faccia ancora molto incazzata si affrettò a chiedermi scusa, lasciai la sua maglia, prendendo un altro bicchiere di birra e il mio pacchetto delle sigarette, uscendo sulla specie di balconcino, sedendomi sul muretto, con le gambe a penzoloni che davano sul campo da corsa.
<< Complimenti>> a risvegliarmi dai miei pensieri e facendomi prendere un'infarto fu la voce del cantante, persi l'equilibrio e per mia fortuna lui riuscì a tirarmi a se.
<< Oh dio che paura>> risposi prendendo un bel respiro e rilassandomi almeno un pochino, << Grazie, avrei fatto la sua stessa fine>> dissi indicando la mia sigaretta che cadeva nel vuoto.
<< Tieni>> disse passandomi la sua sigaretta, un gesto che avevo sempre considerato molto intimo.
<< Gr-grazie, complimenti per cosa? Non sei tu che devi farmi i complimenti, so...>> parlai a raffica, rossa in viso e aspirando una boccata di fumo.
<< Per la bella scenetta, Ric è rimasto un po scosso, non è abituato a queste reazioni>> disse ridendo, mi stupii, insomma non capitava tutti i giorni di essere affianco a lui e sentirlo ridere di cuore, << Bel tatuaggio>>
Lo fissai curiosa, non capendo, poi lui mi indicò il braccio, lo fissai e sorrisi debolmente sentendomi un po un'imbecille.
<< Grazie>> risposi poi ridendo.
<< Ti ho messo a disagio?>>
<< No, ma è strano parlare con te ed avere questo...>> cercai di spiegare indicando a mia volta il mio tatuaggio, lui ci passò due dita sopra, sorridendo appena.
Sentii un brivido corrermi lungo la schiena.
Dita callose, mani da musicista.
Alzai lo sguardo incontrando di nuovo i suoi occhi, che brillavano, smise di passare le dita sul mio braccio e passò al mio viso, spostado i capelli rossi che si erano attaccati.
Lui mi passò un braccio dietro la schiena e mi avvicinò a se, inclinando di poco il viso.
Per mia fortuna uno dei miei telefoni iniziò a squillare, staccandomi da una futura e catastrofica situazione, mi allontanai di scatto e risposi.
<< Mio dio come va? Sei viva? Stai bene? Come è andata?>>
<< Oh piano eh una cosa per volta...>> 
Sentii la risata della mia migliore amica, Francesca.
Una bionda dalla risata contaggiosa e con la mania di chiamarmi dopo ogni concerto, oppure entrando in camera mia svegliandomi anche nel cuore della notte pur di sapere tutto.
<< Si si parla>>
<< Fra...ecco...non credo sia il momento adatto>> staccai il telefono dal mio orecchio chiedendo scusa al cantante che nel frattempo rideva per le mie espressioni piuttosto strane.
<< ELE! PERCHE' PARLI TEDESCO? E soprattutto perchè hai il fiatone?>>
<< O ma che cazzo ti strilli! Sto qui con loro ci vediamo dopo>>
<< Cos...aspetta tu stai con TILL E GLI ALTRI?>> feci in tempo ad allontanare il telefono che le sue urla arrivarono anche alle orecchie del suddetto cantante che ora rideva di cuore.
<< Si Fra>>
<< Ok, allora ciao, hallo, fatti fare gli autografi e non scoparci>> mi attaccò in faccia, rimasi a fissare il telefono incredula poi mi misi a ridere, mentre Till ancora rideva come un bambino, meno male che non capiva l'italiano.







Hallo, io sono Jordison e questa è la mia prima ff sul mio gruppo preferito....pls siate gentili con me perchè sono tenera e cucciolosa!
Cooomunque, mi scuso per gli eventuali errori e spero di ricevere qualche commento!
Alla prossima!!!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Ridemmo per ancora qualche minuto finchè uno della sicurezza non venne ad avvisare che i Pullman erano pronti e che loro sarebbero dovuti uscire uno alla volta.
<< Mi ha fatto piacere conosc...>> 
<< Aspetta>> mi zittì lui, fermandomi, << Che ne dici di venire con noi?>>
<< Cosa?>> chiesi, fissandolo stralunata.
<< Si, noi tra due giorni andiamo a Udine, perchè non vieni con noi?>>
<< Ma io...ecco ora non...>>
<< Come torni a casa ora?>> cambiò domanda, lo fissai curiosa.
<< Ho la macchina>> risposi.
Lui mi fissò poi si mise a parlare con uno della sicurezza, poi tornò da me con una specie di sorrisetto come se avesse vinto una guerra.
<< Andiamo>>
<< Dove? Cosa? Asp...>> lo presi per un braccio cercando di fermarlo, stava succedendo tutto troppo in fretta e io non stavo più capendo nulla, << Till vuoi fermarti?>>
<< Si che c'è?>> chiese come se non sapesse nulla.
<< Come cosa c'è? Primo dove stiamo andando? Poi che sta succedendo qui?>>
<< Nulla, alla tua macchina, dovrai accompagnarmi in Hotel>>
<< Ok, ok, COSA? Tu sei pazzo, tu sei fuori, completamente ma cos...>>
<< Grazie>> mi zittì lui, ghignando divertito, avrei voluto ucciderlo.
Diedi le chiavi della macchina ad uno della sicurezza che me la portò al parcheggio interno, io nel frattempo mi misi seduta su un muretto, cercando di capire e accettare tutto questo, mi risultava difficile da credere, ma ad uno ad uno tutti i pullman uscirono e rimanemmo io e lui.
<< Io devo accompagnare lui in hotel...buoni tutti avrò lui in macchina mia...potrei rapirlo....mmm >> dissi ragionando ad alta voce e per mia fortuna in italiano, lui seduto al mio affianco mi fissò curioso, gli spiegai che mi sembrava tutto uno scherzo saltando però il pensierino di rapirlo e portarmelo a casa e darmi alla pazza gioia con lui.
Insomma lui era LUI.
Finalmente salimmo nella mia macchinona, che per mia fortuna aveva più o meno i vetri oscurati.
<< Sai dove si trova l'Excelsior?>>
<< Emh no...>> risposi sbiancando, io non avevo la minima idea di ciò e iniziai a ridere, nervosa.
<< Come no?>>
<< Non conosco tutti gli hotel di Roma>>
<< Sono fottuto>> rispose, cercando di chiamare qualcuno, ma nessuno gli rispose, lo vidi sbuffare appena, girarsi verso di me con un'espressione seria sul volto, << Dovrai ospitarmi>>
Lo fissai ad occhi sbarrati, lui sorrise urlandomi poi un "stai attenta", sterzai e mi fermai.
<< Cosa hai detto?>> mi girai a fissarlo, ridendo, nervosa, credendo che fosse tutto uno scherzo.
<< Non puoi abbandonare il povero Till in mezzo ad una strada, non posso dormire sotto un ponte, dovrai ospitarmi>>
<< O-ok>>
<< In verità ho fatto tutto ciò per rimanere con te e convincerti a venire>>
<< Oh mio dio, aiuto>> 
Ricominciai a guidare, cercando di trovare una spiegazione a tutta quella situazione troppo surreale per essere vera, ogni tanto lanciavo uno sguardo al tedesco al mio fianco, che sorrideva evidentemente divertito.
Posai una mano sul cambio, lui fece lo stesso, poggiando la sua mano sulla mia, sussultai a quel contatto e lo fissai appena, lui teneva lo sguardo basso.
<< Va tutto bene?>> chiesi.
<< Oh si benissimo>> rispose, sorrisendo poi mi lasciò la mano.
<< Ok, Till puoi prendermi il telefono li sopra>> dissi indicando il cruscotto, lui me lo porse e io con tutta la tranquillità chiamai a casa.
<< Pronto..>>
<< Lo sapevo che eri a casa>> io vivevo con lei.
<< Voglio sapere tutto ecco perchè sono qui>>
<< Ecco, Fra...abbiamo visite>> 
Lei mi attaccò in faccia.
<< Che succede?>> 
<< La mia migliore amica mi ha appena attaccato in faccia>>
<< Arrabbiata per qualcosa?>> domandò lui stiracchiandosi appena.
<< No, fa sempre così>>
<< Parlami di te>> mi disse, più che una richiesta mi sembrava un ordine, sorrisi.
<< Non c'è molto da dire>>
<< Tu parla lo stesso>> rispose.
<< Ok un momento, seriamente, è una candid camera, un sogno o cosa?>> 
Lui si mise a ridere divertito, mi fermai al semaforo rosso e lui non perse l'occasione per darmi un bel pizzico su un braccio.
<< Ahia>>
<< Non stai sognando>>
<< Tu sei strano...>> mi zittii da sola, notando poi che in verità era un tipo piuttosto timido.
<< Devo mantenere questa maschera>> rispose visibilmente a disagio.
<< Capisco, che ti devo dire? Mi chiamo Eleonora, ho 30 anni, vivo con la mia migliore amica che conosco da quando avevo 11 anni...>>
<< Che musica ti piace?>>
Ripartii con la macchina, ridendo per la domanda, << Mah amo i Megadeth, i Maiden...odio i Rammstein>> dissi ironica.
<< Si quel gruppo di tedeschi, stupidi...mah che ridicoli>> continuò lui, ridendo insieme a me.
<< Già. Amo leggere e fare fotografie>>
<< Sei fidanzata>> continuò lui tutto tranquillo.
<< No>>
<< Non sei fidanzata?>> chiese sorpreso, sorridendo sornione.
<< No anzi...mi piacerebbe esserlo ma per ora no mi tengo la mia libertà, perchè?>>
<< Giusto, credevo che una bella donna come te avesse una schiera di uomini>>
Calò un silenzio piuttosto imbarazzante.
<< Tu invece, oltre ad essere il pazzo cantante dei Rammstein, come sei?>> domandai spezzando di nuovo quel silenzio.
<< Sono un 50enne e come hai detto tu sono pazzo>> sviò lui, era vero ciò che si diceva, non amava parlare di se stesso.
<< Non sono la sola a dirlo eh>> risposi ridendo.
Percorsi gli ultimi 200 metri di strada e entrai nel garage del palazzo.
<< Siamo arrivati>> 
Lui scese dalla macchina, aspettandomi con pazienza, lo raggiunsi abbastanza stanca ma con il cuore che mi usciva dal petto.
<< Poi?>>
<< Amo scrivere...sono abbastanza timido, solo con determinate persone mi apro..>>
<< Quindi sono fortunata>> dissi io "saltellando" allegra.
<< Si abbastanza>> 
Anche se odiavo quel coso, prendemmo l'ascensore, eravamo abbastanza stanchi e arrivammo al secondo piano della palazzina, presi le chiavi ed aprii trovandomi davanti una Francesca sorridente.
<< Ciao io sono Francesca e lui è Andrea>> vidi il ragazzo della mia amica e lo salutai.
<< Till, anche se già sapete il mio nome>> rispose lui, visibilmente intimidito.
<< Ele ma ecco...dorme qui?>> mi chiese lei in Italiano.
<< Si>>
Lei mi fissò annunciandomi che loro sarebbero andati a dormire, perchè avevano cenato da degli amici ed erano piuttosto stanchi così dopo avergli dato la buona notte li vidi sparire nella loro stanza.
<< Till tu dormirai nella mia stanza...>> dissi iniziando ad organizzare la notte. 
<< E tu?>> 
<< Ah bho dormirò qui>> indicai il divano, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
<< Ma...ok tu dormirai con me>> mi disse così a bruciapelo, senza tatto ne niente, lo fissai abbastanza allucinata.
<< Non...>>
<< E' casa tua, sta tranquilla, non farò nulla>>
<< Non sto dicendo ques..>> lui non mi diede tempo di finire la frase.
<< Andiamo>> disse caricandomi in spalla come se fossi un sacco di patate, entrò nella stanza e chiuse la porta, mi mise sul letto ridendo appena.
<< Cosa ridi?>>
<< Sei quasi alta come me!>> rispose ridendo.
Risi anche io, poi mi misi seduta a gambe conserte sul letto, lui si mise seduto.
Io mi alzai e andai a cambiarmi in bagno, il mio "pigiama" erano un paio di pantaloni corti e larghi e una magliettona nera, tornai in stanza trovandolo senza maglia ne pantaloni.
<< Non ti dispiace se dormo così vero?>> 
<< No che non mi dispiace, ma se continui così ti violento>> lo fissai, si era decisamente figo, risposi in italiano, sentendo poi una debole risata dall'altra stanza.
<< Francesca ride nel sonno, comunque...no..va tutto bene>> lui mi sorrise mettendosi poi seduto.
Mi misi a letto anche io, palrammo ancora un po poi evidentemente stanchi morti tutti e due ci addormentammo.






Grazie a chi sta leggendo.
Grazie....grazie....grazie, scusate per gli eventuali errori.
Alla prossima.
:)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Il risveglio fu piuttosto agitato, primo sentii i passi pesanti di Andrea per casa poi Francesca lamentarsi e cacciare un urlo spaventato.
Mi svegliai di soprassalto trovandomi Till appiccicato, abbracciato a me e non so per quale oscuro motivo urlai anche io, cadendo poi dal letto, lui poveretto si mise a urlare per lo spavento, mentre io mi massaggiavo la testa dolorante.
<< Che succede? Che ci fai li a terra?>> chiese lui, riprendendosi un po.
<< Non lo so, sono caduta>>
<< Stai bene?>> domandò, lo vidi avvicinarsi a me e mettersi accucciato sulle gambe a fissarmi.
<< S-si sto bene, vado a vedere cosa è successo>>
<< Ok>> rispose, sbadigliando.
<< Se vuoi dormi ancora>>
<< Si ma basta che ritorni>> rispose lui a bassa voce.
Uscii dalla stanza, rossa in viso, continuando a massaggiarmi la testa, andai in cucina dove trovai la mia amica.
<< Ma cosa ti strillavi?>>
<< Ci sta una farfalla in camera mia>> disse lei terrorizzata, aveva la fobia delle farfalle e se ne vedeva una o iniziava a strillare come in questo caso, o sveniva.
<< Andrea dov'è?>>
<< La sta cacciando via>>
<< Capito, Dio che male>> risposi toccandomi di nuovo la testa e sedendomi su una sedia.
<< Che hai fatto?>>
<< Per colpa tua so cascata dal letto, mi hai svegliato e mi sono ritrovata lui che mi abbracciava so cascata dal letto, lui è in mutande e mi ha detto che si rimetterà a dormire appena tornerò dillà>>
Lei mi fissò tenendo in mano la sua tazzina di te, fissandomi con gli occhi sbarrati.
<< OH CAZZO!>> 
<< Che c'è ancora?>> chiesi.
<< Non vorrei dirti nulla ma, quello ci prova con te>>
Scoppiai a ridere come una bambina.
<< Fra' ha 50 anni è famoso...ti pare che ci prova con me che ne ho 30...e poi non sono nessuno, se non una fotografa>>
<< E anche se fosse? Ed è l'uomo dei tuoi sogni da quando eravamo piccole...quindi che problemi ti fai?>>
<< Non...>>
<< Cazzo e sfrutta st'occasione>>
<< Fra...>> la ripresi, lei mi fissò capendo la paura nel mio sguardo.
<< Tu ora vai di la e vedi di...>>
<< Mi ha chiesto di andare con lui a Udine>> dissi, lei mi sorrise e si mise a saltare, urlando un evvai.
<< Vacci>> mi consigliò.
<< Sicura..>>
<< EDDAI VAI!>> 
<< Ok>> alzai le mani in segno di resa, lasciando correre la discussione, sapendo che avrebbe continuato ad insistere fino allo sfinimento e se non avessi accettato me l'avrebbe fatto rimpiangere per tutta la vita.
<< Vattene dillà>> disse lei spingendomi fino alla porta, rientrai sorridendo.
<< Cos'è quel sorriso?>>
<< Nulla, Francesca ha visto una farfalla, ha il terrore di quegli animali>> risposi rimettendomi al mio posto, girandomi verso di lui.
<< Hai pensato a..>>
<< Si, verrò con te..voi>> mi corressi subito, lo vidi sorridere poi puntò i suoi occhi nei miei.
<< Sono contento>> 
<< Perchè mi hai chiesto di venire? nemmeno mi conosci>>
<< Perchè...perchè mi hai trattato e hai trattato noi come persone normali, si avrai anche il nome del mio gruppo sul braccio, sei una nostra fan ma resta il fatto che non hai fatto come le solite oche, ci hai trattato come persone normali>>
<< Oh...>>
<< Noi ovunque andiamo abbiamo gente che ci ferma, si è bello, ne siamo felici, ma non riusciamo ad avere dei rapporti stabili con nessuno>>
<< Perchè sfruttano il vostro nome>> conclusi io.
<< Già>>
<< Mi dispiace>>
<< Sono un 50 enne e mi faccio tutti questi problemi>>
<< Non sei vecchio eh>> gli dissi ridendo, lui mi sorrise.
<< Più di te sicuro>>
<< Mah non ci vuole poi molto eh>>
Lui mi fissò intensamente e tempo di battere le ciglia me lo ritrovai vicinissimo, con la sua mano sinistra sulla mia guancia e i suoi occhi puntati nei miei.
<< Till cos..>>
Mi mise una mano sulla bocca, io gliela spostai.
<< Cosa stai facendo?>>
Non mi rispose, ma si avvicinò di nuovo ma ad interroperlo questa volta fu il suo telefono.
<< Nulla ti fissavo gli occhi, comunque credo sia ora di andare>>
<< Ah ok...dammi il tempo di vestirmi e prendere qualche cosa..>>
<< Si, mi vesto anche io>>
Lo vidi alzarsi imponente, sovrastandomi, andai in bagno a lavarmi e vestirmi, poi presi la mia mini valigia e ci misi dentro tutto quello che mi sarebbe servito, più la mia fotocamera.
Salutai Francesca e Andrea e ce ne andammo, trovando fuori dal palazzo una macchina nera con i vetri oscurati, abbassarono il finestrino, era uno della loro sicurezza venuto a prenderci.
Poco tempo dopo arrivammo all'hotel, dove il loro tour bus veniva preso d'assalto dai fans.
<< Tu sali quando non ti vede nessuno>>
<< Ok>>
Aspettai che la gente si radunasse attorno a lui e io salii dentro.
Mi misi seduta, fissando fuori dai vetri oscurati.
<< Che ci fai tu qui?>> mi chiese il chitarrista al quale avevo lanciato il bicchiere.
<< E' con me>> rispose Till, salendo anche lui, tutti lo fissarono e poi squadrarono me, Flake si alzò e venne a salutarmi come se mi conoscesse da una vita.
Mi misi seduta di nuovo, all'ultimo posto, in fondo alla mega bus, sentendomi un po a disagio.
Dopo un po lui venne a sedersi al mio fianco, dicendomi di star tranquilla che andava tutto bene.
<< Mi sento un..>>
<< A disagio vero?>>
<< Un po..>>
Tutta quella tensione sparì nel giro di un'ora, perchè tutti quanti o quasi, si misero a parlare con me, cercando di farmi sentire a casa.
Olli si addormentò poco dopo la partenza, ogni tanto bofonchiava qualche parola senza senso e si rimetteva a russare, Flake che si lamentava per gioco dei suoi continui maltrattamenti da parte di Till che però era abbastanza pensieroso.
<< Quando fa così è perchè pensa troppo>> mi disse Paul.
<< Si pare che sta sulle nuvole>> continuò Christoph.
<< Guardate che vi sento>> rispose Till girandosi verso di loro con un espressione truce sul volto, loro fecero finta di rabbrividire e si misero a ridere.
<< Mancanza di sesso amico>> gli disse di punto in bianco il tasiterista.
<< Cosa?>> chiedemmo tutti.
<< Lui sta così perchè non scopa abbastanza>>
<< Ma senti chi parla>> rispose il cantante.
<< Bhe abbiamo qui.. una bella....>> zittii Richard minacciandolo.
<< Ti voglio ricordare il bicchiere, la prossima volta prendo uno dei suoi giocattolini e ti do fuoco ok?>>
Tutti quanti si misero a ridere, tranne il diretto interessato che mi fissò come sfidandomi.
<< Perchè ne avresti il coraggio?>>
La sua domanda arrivò come provocazione e io strinsi i pugni.
<< Ric..sta zitto, non ti conviene parlare>> rispose Paul, che aveva le lacrime agli occhi per le troppe risate.
<< Ne sarei capace>> risposi con un sorriso di vittoria sul volto.




Hallo, sono tornata!
Mi scuso per gli eventuali errori e ringrazio tutti quelli e quelle che stanno leggendo.
Fatermi sapere cosa ne pensate...ci tengo taaaaanto.
Alla prossima :)
JORDISON

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Arrivammo all'aeroporto dove ci attendeva il loro aereo privato, salii li sopra, pensando a quanto fosse figo viaggiare così.
Io e Doom iniziammo una vera discussione sugli AC/DC, un gruppo che avevamo in comune, ci mettemmo seduti e notai dal finestrino Till parlare con Richard, sembrava nervoso.
<< Mi ascolti?>> domandò il batterista.
<< Scusa>>
<< Ok, ora che siamo soli, è successo qualcosa con Till?>>
<< No>> risposi, arrossendo.
<< Till è un orso e cerca di mantenere la sua immagine, scrive dei testi molto pesanti e provocatori, poi avrai visto ai nostri concerti....>>
<< Si, ho visto come si comporta>>
<< Ma lui è un tipo riservato, su molti temi è molto estremo..>>
Tutti e due ci girammo fissando dai finestrini la scena, Kruspe che stava fermo immobile e il cantante che parlava gesticolando.
Dopo un po alzò il viso e mi vide, mi fece un cenno con la testa e lo salutai a mia volta.
<< Credo che...>>
<< Mio Dio non capisco perchè quei due stiano discutendo così...>> ad interromperci fu Paul che si sedette affianco a Christoph.
<< Mi sembra di parlare con un ragazzino, per una volta fatti andar bene le mie decisioni>> urlò il cantante entrando nell'aereo, lo fissammo un po spaesati, curiosi e preoccupati, dietro di lui, sbraitando, apparve il chitarrista.
Che se ne fregò del fatto che eravamo tutti li.
<< Tanto dobbiamo sempre accettare le tue scelte, sennò il povero cantante qui si incazza>>
<< Di cosa state parlando?>> chiese il tastierista mentre prendeva una bottiglia d'acqua dal frigo.
Noi ci girammo verso Richard e poi verso Till.
<< Che succede qui?>> chiese Olli entrando anche lui nell'aereo, il sorriso dolce si tramutò in una smorfia di disappunto.
<< Perfetto ora siamo proprio tutti!>> rispose Richard alzando le braccia e sbuffando.
<< Ma qual'è il tuo problema?>> gli domandò il cantante.
<< Ric che succede?>> gli domandò il bassista.
<< Succede che il nostro caro cantante decide le cose da solo, decide lui cosa si deve fare e decide lui se portare qualcuno e mi sono stancato di questo comportamento infantile e da prima donna>>
<< Di cosa stai parlando?>> Flake domandò per tutti noi, mentre io forse conoscendo già la risposta abbassando di conseguenza lo sguardo, appiccicandomi al sedile.
Volevo sparire, perchè comprendevo le parole.
<< Parlo di lei, ma insomma chi è? Till hai portato con te una perfetta sconosciuta e non sappiamo nulla di lei, sai quanti problemi potremmo avere per questo? Ma a te che importa>>
<< Richard>> lo richiamarono il batterista e l'altro chitarrista.
Sentii gli occhi di tutti addosso.
Mi sentii soffocare.
<< Va tutto bene?>>  mi chiese Doom, mi alzai di scatto, visibilmente incazzata e avvicinandomi con due grossi passi al chitarrista.
Sentivo di dovermi difendere e dover difendere soprattutto Till, che mi sembrava indifeso, con lo sguardo basso.
<< Hai ragione Richard, hai prefettamente ragione, nessuno di voi sa chi sono io, nessuno sa se sono una pazza omicida o meno, ma tu non hai nessun diritto di trattarmi in questo modo, hai ragione, Till doveva parlare prima con voi, ma non credo sia una persona stupida...se avesse visto in me un possibile pericolo non mi avrebbe chiesto di venire..>>
<< Eleonora...>> Till mi mise una mano su una spalla, ma la scansai, odiavo essere toccata quando ero nervosa e in quel momento avrei volentieri spaccato la faccia a quel megalomane di Richard.
La "Prima Donna" li era lui, ma non se ne rendeva conto.
<< Io forse non centro nulla qui, ma tu non puoi accusarmi senza nemmeno conoscermi...>> risposi fissandolo negli occhi con rabbia, stando a qualche centimetro da lui, che mi squadrava da capo a piedi.
<< Ok ragazzi, buoni>> intervenne Paul, tirandomi indietro.
<< No, lasciami, pretendo delle scuse>>
<< Non le avrai ragazzina>> mi sussurrò il chitarrista vicino alla faccia.
<< Vedremo>> risposi, con tono freddo e tremendamente incazzato.
Mi misi seduta affianco al finestrino, lontana da tutti, mettendomi le cuffie con la loro musica nelle orecchie.
Si aveva ragione Richard a dire che Till avrebbe dovuto avvertirli, chiedere la loro opinione, ma non aveva nessun diritto di dipingermi per un mostro ed un pericolo.
Una mano si posò su una mia spalla, qualcuno si mise seduto al mio fianco levandomi una cuffia, che infilò.
Si mise a ridere.
<< Non fare commenti>>
<< Va tutto bene?>>
<< Si non preoccuparti, gli dimostrerò che non sono un mostro, alla fine si tratta solamente di passar con voi due giorni>>
<< Eleonora>> mi chiamò lui, stavo amando moltissimo il suo modo di pronunciare il mio nome.
<< Dimmi>>
 << Richard è piuttosto nervoso ultimamente>>
<< Non fa niente, va tutto bene e scusa per prima>>
<< Sicura?>>
<< Till, non sarà lui a rovinarmi questi due giorni>> risposi sorridendo, cercando di autoconvincermi di ciò che pensavo.
<< Comunque..questo...>> disse estraendo un pass, lo fissai con gli occhi sgranati, <<..bhe ci vedrai da un'altra prospettiva>>
<< Oh>>
<< Non dici nulla?>>
<< Questo è un sogno>> risposi abbracciandolo di slancio, senza nemmeno pensarci.
Mi staccai imbarazzata e fissai il pass, << Grazie>>
<< Pr-prego>>
Ridemmo e scherzammo tra di noi, ricevendo ogni tanto delle occhiatacce dal chitarrista di 46 anni.
Paul e Oliver si misero seduti davanti a noi, con un blocchetto di fogli, mi fissarono e iniziarono a farmi l'interrogatorio.
<< Anni?>>
<< Davvero volete farmi il terzo grado?>> chiesi, ridendo incredula.
<< Ma certo, abbiamo ancora un'ora>> rispose Paul tutto sorridente.
Scoppiai a ridere, divertita dalla strana scena, << 30>>
<< Dove vivi?>>
<< Roma, zona Eur>>
<< Sposata, fidanzata o single?>>
<< Single>>
<< Chi preferisci di noi?>> domandò il bassista con un sorrisetto di sfida.
<< Ma cosa diavolo...>> risposi in italiano, grattandomi la testa e ragionando.
<< Allora?>>
<< Non lo so>>
<< No non ci credo, tutti hanno un preferito...>>
<< Non io>> conclusi sfiando il discorso, non avevo il coraggio di ammettere che il mio preferito fosse proprio il cantante al mio fianco.
<< Suoni qualcosa?>> mi domandò il gigante del gruppo.
<< Chitarra e basso, me la cavo anche con la batteria..>>
<< La donna perfetta>> commentò sarcastico Richard, mentre fingeva di leggere una rivista.
Non gli diedi peso e continuai a rispondere alle domande dei due musicisti.
<< Altri gruppi?>>
<< Megadeth, Iron Maiden...sono troppi da elencare>>
<< Invece passioni?>> domandò questa volta il tastierista unendosi al mio interrogatorio.
<< La fotografia...>>
<< Qualcuno ha sete?>> chiese Olli alzandosi, tutti alzammo le mani e lui sorrise, << Abbiamo acqua, birra, coca cola>>
<< Birra>> dissi, la birra era una delle mie cose preferite, amavo il suo sapore, anche se quella italiana perdeva molto in confronto a quella tedesca.
<< Bongustaia>>
<< Abbastanza>>
<< Io l'ho detto che le italiane sono le migliori>> rispose Paul ridendo, gli sorrisi.
<< Sono anche le peggio puttane>> disse in un sussurro Richard, fissai la mia lattina, che una volta finita fu distrutta dalla mia mano ma, lasciai correre di nuovo.
Finalmente atterrammo.
<< Aria, ne avevo bisogno, li dentro si soffocava>> dissi stiracchiandomi un po.
<< Oltre che puttana anche viziata>>
Mi girai di scatto, perdendo definitivamente le staffe e piantando un destro sulla faccia del bel chitarrista che aveva superato ogni limite.
Potevo sopportare tutto, ma il suo modo di fare era troppo irritante per i miei gusti ed io, che fin da bambina avevo amato follemente e incondizionatamente ogni musicista di quel gruppo, mi stavo ricredendo.
Lui sorpreso e dolorante cadde al'indietro e si rialzò subito, avvicinandosi a grandi passi a me, Till si mise in mezzo, sovrastandoci con la sua altezza.
Ricevette degli insulti piuttosto pesanti, ma la sua espressione dura non cambiò nemmeno di una virgola.
<< Tu sei pazza>>
<< Tu uno stronzo>>
<< Basta, Richard smettila>> gli dissero tutti quanti.
<< Ma mi spieghi che problema hai?>> domandai, cercando di levarmi di dosso il cantante, che mi teneva per le spalle.
<< Sei tu il mio problema>> disse lui con un espressione schifata.
<< Ah davvero, ma se nemmeno mi conosci>>
<< Perchè cazzo sei venuta?>> mi urlò in faccia, cercando anche lui, di scansare il cantante.
<< L'ho invitata io>> rispose Till, urlando anche lui.
<< Perchè mi piacete come gruppo, vi seguo da quando avevo 10 anni, ho il nome del gruppo tatuato sul braccio e scusa tanto se sono una vostra fan, mio Dio che rompi coglioni>> risposi incazzata nera, finendo poi la frase in italiano, mi scrollai il gigante di dosso e girai i tacchi.
Tutti mi fissarono, presi la mia valigia e mi girai verso una delle macchine che ci avrebbero portato all'hotel, entrai li dentro e chiusi la portiera con troppa forza.
<< Sei proprio un coglione>> disse Paul, grattandosi la testa.
<< Quella è pazza>> urlò il chitarrista massaggiandosi il viso.
<< Ma che cazzo ti prende Ric?>>
<< Andate a fanculo>> lui prese la custodia di una delle sue chitarre e salì in un'altra macchina, sbuffai, sentendomi un verme, la mia presenza non era gradita e tutto ciò non mi faceva sentire a mio agio.





Jordison è qui.
Ringrazio la dolcissima Lea_love_Valo, sei fantastica e si, hai previsto bene.
Chissà quante altre risse ci saranno tra questi due...premetto, Eleonora è una tipa mooolto rissosa, ma sotto sotto anche molto dolce e piena di paure.
Grazie per le tante visualizzazioni alla prossima.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5



Doom entrò nella macchina, fissandomi triste.
<< Scusalo>>
<< Non fa niente>> risposi muovendo la mano un po dolorante.
<< Fa male?>>
<< No non così tanto, era tanto che non tiravo un cazzotto>> sorrisi nervosa.
<< Era tanto?>>
<< Ho imparato a difendermi da sola, dopo esser stata stuprata>> dissi con freddezza.
All'età di 16 anni, un ragazzo che conoscevo, mi violentò, non riuscii a difendermi bene, vivevo in uno dei quartieri più brutti di Roma e li nessuno era pronto a difendere nessuno, quindi. o imparavi da solo o non saresti sopravvissuto due secondi.
<< Mi dispiace>> commentò lui.
<< E' passato>>
Lo vidi fissarmi e odiai il suo sguardo, guardai fuori dal finestrino, vedendo la strada che stavamo percorrendo.
<< Non guardarmi in questo modo, sono qui e sto bene>> aggiunsi.
Lui annuì, iniziando a parlare di quanto fosse noiosa tutta quell'attesa pre-concerto, ridemmo e scherzammo, lui mi raccontò anche qualche avvenimento divertente.
<< Ti piace Till vero?>> mi chiese così a bruciapelo, lo fissai quasi strozzandomi con l'acqua che stavo bevendo.
<< Puoi anche dirmi la verità, lo vedo da come lo guardi>>
<< Ma non..non è così>> risposi cercando di essere il più rilassata possibile e soprattutto convincente.
<< Ti credo poco>> disse il batterista fissandomi e mettendomi alle strette.
<< Ok, io ho sempre preferito lui, sin da quando ero bambina, volevo un ragazzo come lui...>> dissi ridendo, << Ma è il solito sogno di una fan, non è lui il mio tipo>> mentii.
<< E io sono biondo>>
<< Bha dipende dai punti di vista>>
<< Perchè non ci provi?>> domandò come se fosse la cosa più semplice del mondo.
<< Perchè tu mi fai queste domande?>>
Lui rise.
<< Non mi hai risposto>>
<< Nemmeno tu>> risposi incrociando le braccia al petto.
<< Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda..>> mi rimproverò lui.
<< Posso chiamarti Doom?>>
<< Certo>>
<< Tu sempre così diretto?>> gli chiesi, passandomi nervosa una mano nei capelli, non volevo far vedere che ero attratta da quell'uomo di 50 anni.
<< Più o meno, comunque voglio una risposta>>
<< Perchè dovrei provarci?>>
<< Perchè se lui ti ha fatto venir qui non è certo per far un favore ad una fan e con questo non dico che ti vuole portare a letto, o forse si>>
Lo fissai sconvolta, lui sorrise imbarazzato per la rivelazione.
<< Anche volendo non funzionerebbe>>
Lasciai cadere un silenzio tra noi, fissando poi fuori dal finestrino, rimanemmo zitti fino alla fine del viaggio.
Cullata dalla macchina mi addormentai e quando mi risvegliai vidi Doom attaccare veloce il telefono.
Una volta arrivati in hotel scesi con impazienza, entrando subito nella hall, stiracchiandomi e sentendomi una perfetta intrusa, quel posto era enorme e lussuosissimo.
Sentii quella voce chiamarmi e mi girai a fissarlo, senza smettere di sorridere.
<< Ti piace?>> mi chiese lui evidentemente a disagio.
<< E'...qualcosa di fantastico>>
Vidi Richard entrare a testa bassa, con il troley e la chitarra, mi fissò truce e dopo aver preso la chiave se ne andò via.
Rimasi li ferma, pensando che forse avrei dovuto scusarmi.
<< Eleonora>> mi girai, sentendomi chiamare e mi avvicinai a Till.
<< Si?>>
<< Ecco, c'è stato un problema con le prenotazioni e non ti dispiace se dividiamo la stanza>>
<< Emh..no..>> risposi.
Passai affianco a Doom che sorrise vittorioso, mi avvicinai a lui fissandolo.
<< Bhe che c'è?>> mi chiese, ghignando divertito.
<< Tu...sei stato tu vero?>> domandai a mia volta.
<< No, i...>>
<< Ti odio!>> dissi, poi seguii il cantante che evidentemente ancora non aveva capito nulla dello scherzo.
Arrivammo davanti alla porta della stanza, fissammo tutti e due la porta poi finalmente lui si decise ad aprirla.
La souite era gigante, io mi guardai attorno spaesata.
<< E' più grande di casa mia>> dissi in italiano, facendo un rapido giro, tanto per tenermi impressa quella meraviglia.
Till mi fissava curioso, non capendo, ma non mi chiese nulla.
Lo squadrai, mentre si passava una mano tra i capelli, << Ecco... non so, serve il bag...>>
<< No vai>> risposi, << Farò un giro, qui o andrò in terrazza a fumarmi una sigaretta>> 
<< Ok, prendi la chiave>>
Feci come mi aveva detto e uscii da li, cercando un'uscita per andare sulla mega terrazza, arrivata li mi misi seduta su una sedia.
Immaginai il cantante, arrossii e qualcuno mi colse di sorpresa.
<< Anche qui>>
<< Richard, aspetta>> dissi alzandomi.
<< Che vuoi?>>
<< Capire perchè ce l'hai così con me...>> risposi come se fosse una cosa ovvia, lui mi fissò e si avvicinò a me.
<< Perchè ce l'ho con te?>> domandò ironico.
<< Si, io dopo domani me ne tornerò a Roma...ma voglio capire cosa c'è che non va!>> lui si avvicinò ancora di più a me.
<< Mi da fastidio che tu sia qui con lui>> 
Notai la cattiveria nella voce, sospirai, lo sorpassai avviandomi verso la porta, volevo allontanarmi da lui, ma lui più veloce di me si piazzò davanti alla porta, impedendomi di andarmene.
<< Mi fa incazzare ciò>> continuò, sentii l'aria riempirsi di ansia, di nervosismo e anche paura.
Era un odore a me troppo familiare.
<< Spostati>> 
Lui invece mi prese e mi fece scontrare con il muro, sentii l'aria mancare e lo fissai spaventata.
<< Non mi levo>> disse prima di incollare la sua bocca alla mia, mi dimenai, mentre una serie di flash tornavano alla mente.
Tentai di scansarlo, ma lui mi bloccò le mani sopra ma mia testa con una mano, mentre con l'altra mi accarezzava una gamba.
<< Non farlo>>
Lui si riattaccò a me, infilando la sua lingua nella mia bocca, quasi a farmi male ed io nel pieno del panico lo lasciai fare.
Lo spinsi lontano da me, di nuovo, dopo avergli però, tirato un cazzotto in pieno viso.
Aprii la porta e mi fiondai dentro, scendendo le scale il più veloce possibile.
Non mi girai mai, avevo una paura folle e tutto ciò era pari ad un incubo, entrai nella mia stanza, chiudendomi di botto la porta alle spalle.
Till non c'era, ne in bagno ne ad nessuna parte, così sfruttai l'occasione e andai a lavarmi, sentendo di nuovo quella sensazione di sporco.
Tirai un cazzotto al muso della doccia, annullando con il dolore alla mano tutta la mia paura e tutto il nervosismo.
Mi ritrovai a piangere.
Di nuovo quella bruttissima sensazione.
Odiavo tutto ciò, odiavo perfino dover odiare uno dei componenti della mia band preferita.
Chiusi l'acqua uscendo poi dalla doccia e avvolgendomi in un asciugamano, feci in tempo a cambiarmi anche che, il cantante entrò nella stanza, con un espressione preoccupata sul volto.
<< Sei qui>>
Disse lui, sedendosi sul letto, era visibilmente nervoso ed ebbi paura.
<< Qualcuno ha aggredito Richard>> 
Abbassai lo sguardo, sentendomi di nuovo colpevole, lui alzò lo sguardo su di me.
<< Stai bene?>>
Annuii poco convinta, cercando di ricacciare dentro le lacrime, lo sentii spostarsi e quando notai i suoi piedi vicino ai miei mi allontanai spaventata.
<< Cos'hai?>>
<< Nulla>> risposi cercando di nascondere il mio viso.
<< Stai piangendo>> mi fece notare lui, mi alzò il volto e davanti a quei occhi crollai, << Eleonora cos'è successo? Sempre se posso saperlo...>>
<< Sono stata io>>
Lui mi osservò sorpreso, notai il lento cambio di espressione, si stava incazzando e molto anche, così mi allontanai svelta da lui, impaurita.
Il suo merto e 93 mi stava spaventando, più di quanto avesse fatto il gesto di Kruspe.
<< Per quale motivo?>>
<< Lui..lu..>>
<< ELEONORA!>> mi urlò lui e io mi pietrificai.
Come una bambina scoppiai in un pianto, mi vergognai di ciò, lui capì che non era stata mia intenzione e quando cercò di scusarsi scappai da lui, andando via da quella stanza, andando a sbattere contro Flake e Doom che dopo aver sentito l'urlo del cantante erano venuti a controllare se andava tutto bene.
<< Lasciami!>> urlai, spingendolo lontano da me.
Doom cercò di fermarmi ma dimenandomi riuscii a staccarmi di dosso anche lui.
Richard aveva appena commesso il gravissimo errore di risvegliare tutta la mia paura e tutta la tristezza legata ai miei 16 anni, in quei pochi secondi aveva appena incrinato tutto il lavoro degli psicologi che mi avevano seguita.
<< Che è successo Till?>>
<< Non lo so>>
Riuscii ad andarmene sulla seconda terrazza, cercando nervosa le sigarette e l'accendino.
Avevo le mani che tremavano come foglie.
<< Eleonora>> mi girai di scatto trovandomi Doom davanti, che rimase immobile nella sua posizione, io indietreggiai.
<< Non avvicinarti>>
<< Che è successo?>>
<< Di nuovo, di nuovo>> dissi in italiano, lui non capendo mi pose di nuovo la domanda e quando io con fatica, risposi in tedesco, lui riuscì a capire a cosa si riferisse quel "di nuovo".
Si avvicinò un passo alla volta a me, tendendomi una mano.
<< Non ti farò del male>>
Lui rimase così per un po, poi capendo che avevo bisogno di calmarmi un po se ne andò, rimasi a fissare la porta sedendomi a terra, attaccata al muro del balcone.

*Chrisoph*

<< Till...lei...si è solamente difesa>>
<< Da cosa?>>
<< Da Richard, ha provato a...>> non mi diede tempo di finire, che se ne andò velocemente.
<< Richard, io lo ammazzo>> vidi il mio cantante camminare a passi svelti verso la stanza, tentai di fermarlo ma non ci riuscii e anche il tentativo di Oliver, il più grande tra noi risultò vano.
Entrò nella stanza, prendendo il chitarrista per la maglia alzandolo.
<< Cosa cazzo avevi in mente?>>
<< Ho sbagliat...>>
<< Non hai capito, cosa cazzo ti prende? Ti stai drogando di nuovo?>>
<< No>>
Oltre al livido prodotto dal pungo della ragazza anche una delle due grosse mani di Till si schiantò contro la faccia di Ric, lasciandolo cadere.
<< Continua così e sei fuori>> gli disse, per poi uscire dalla stanza.
Lo fissai, curioso, mai e poi mai, Till si sarebbe messo in mezzo, non erano problemi suoi eppure, come se fosse lui la vittima aveva reagito d'impulso.
Qualcosa mi diceva che il caro amico, stava cambiando.

*Eleonora*

Vidi la figura del cantante avvicinarsi alla porta della terrazza.
<< Scusami>> disse avvicinandosi con calma, si accucciò, come la volta in camera mia, davanti a me.
Mi prese la mano dolorante, << Non voglio farti del male>>
Mi fissò con quei suoi occhi e io lo abbracciai di slancio, mi strinse a se come un padre con la figlia.
Sospirai, sentendomi meglio, quel calore che sentivo, mi piaceva e mi rilassava e ciò non andava bene.
<< Eleonora>> mi si bloccò il respiro, alzai lo sguardo, trovando Richard a qualche metro da noi, << Perdonami, ho sbagliato>>
<< Potrei denunciarti>> dissi.
<< Se vuoi farlo, ok>>
<< Non lo faccio, per il semplice motivo che senza te i Rammstein...>> lasciai correre, <<...Non lo faccio per te>> risposi fredda.
Lui si allontanò, Till mi squadrò.
<< Bhe...andiamo a cenare>>
Mi alzai e scendemmo insieme, andando nella sala, dove vi erano già tutti, mi misi seduta tra lui e Doom, che mi chiese se stavo bene, risposi un si e mi misi a mangiare con appetito, segno che mi ero calmata.






Salve gente, come state?
Io bene, anche se distrutta, sono tornata da un concerto questa notte alle 4.
Fatemi sapere cosa ne pensate, suuuuuuuu!
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6


Alla fine, la giornata si concluse allegramente.
Ridemmo e scherzammo per un po, poi andammo in una sala dove vi erano i biliardi e decidemmo di fare qualche partita.
Le squadre che si formarono videro come coppie me e Doom la prima partita contro Till e Oliver, la seconda io e Till contro, Oliver e Doom.
Richard appena finita la cena se ne andò in stanza.
Non emise nessuna parola, suono o lamento, si alzò, a testa bassa e se ne andò.
Flake e Paul leggevano attentamente una specie di giuda turistica.
Oliver, stanco andò anche lui a dormire, seguito dal tastierista e infine dagli altri due, lasciandomi li sola con Till.
<< Partita?>> domandai.
Non avevo sonno e l'idea di rimanere li in silenzio, da sola con lui mi metteva ansia.
<< Perderai>> annunciò lui, sistemando bene nel triangolo le palle e sorridendo vittorioso, sospirai.
<< Vedremo>>
<< Scommessa?>> propose, ghignando divertito.
<< Ok>>
<< Se vinco io..tu mi seguirai per le ultime date del tour>>
Lo fissai.
<< Se vinci tu...potrai fare tutto quello che vuoi e chiedermi tutto quello che vuoi!>> concluse ridendo, io continuai a fissarlo, erano due proposte piuttosto allettanti ma, ormai, lui aveva attivato la mia voglia di giocare e di vincere.
<< Ok>> risposi.
Ci stringemmo le mani e tirai il primo colpo, che mandò in buca tre palle, tutte dello stesso tipo, tutte piene, tirai una seconda volta ma non andò a segno.
Sbuffai.
Lui si grattò la testa e tirò, mandandone giù due, poi una terza e una quarta, poi mancò la buca.
Sospirai e iniziai a fare i miei veloci calcoli e posizionai la stecca sul mio pollice.
Vidi due braccia vicino ai miei fianchi, le sue mani sul tavolo, pronto a tirare sulla palla che avevo mirato.
Girai di poco il viso per fissarlo e lui fece lo stesso tirando.
Lui lasciò cadere la stecca sul tavolo, producendo il classico frastuono, fastidioso, del legno che si scontrava con il tavolo da gioco.
Quel suono arrivò lieve, attutito e quasi impercettibile. 
Portò le sue mani sulle mie, continuando a fissarmi, senza mai staccare lo sguardo dal mio viso, dai miei occhi.
Mi sollevò facendomi sedere sul tavolo e puntando le mani affianco alle mie gambe.
Mi mise una mano dietro la nuca e mi tirò a se con potenza, baciandomi.
Il mio cuore scoppiò, lo sentivo battere nelle orecchie, forte e avevo paura che lui potesse sentirlo.
Portai le mani ai suoi capelli biondi, lui si avvicinò ancora di più a me, senza mai staccarsi da me, approfondendo il bacio e io lo lasciai fare, permettendo alla sua lingua toccare la mia, con evidente passione.
Ci staccammo per riprendere aria e lui si riattaccò a me.
La mia mente si scollegò del tutto, come se fossì sotto l'effetto di alcool o qualche strana sostanza.
Poggiò le mani sui miei fianchi, passando sotto la maglia e io forse riacquistando un minimo di lucidità lo allontanai da me.
<< Che stiamo facendo?>> chiesi con il respiro corto.
Lo fissai, ritrovando nel suo sguardo la mia stessa paura, eravamo tutti e due consapevoli di quello che era successo ma, allo stesso tempo eravamo tremendamente disorientati.
Lui si passò una mano nei capelli, fissandomi, << Non so che mi è preso>>
Lo fissai e scesi da quel tavolo, rossa in viso, lui mi diede la chiave della camera dicendo che sarebbe venuto più tardi, io andai via, andando a dormire.
Come una ragazzina mi passai la mano sulla mia bocca, ripensando al suo sapore misto a quello del tabacco e alla sua lingua che aveva accarezzato la mia.
Un brivido mi scosse.
Entrai in stanza, andando a lavarmi il viso da quel poco di matita che avevo e a cambiarmi, mi misi a letto, ma non riuscii a prendere sonno e quando lui entrò nella stanza dovetti restar ferma immobile.
Mugugnò qualcosa come un "sono un coglione", ma non capii molto bene, sentii i suoi movimenti e poi il materasso abbassarsi sotto il suo peso.
Passarono altri minuti poi lo sentii alzarsi di nuovo e andare a cercare qualcosa nella sua valigia, tornò al suo posto e accese la piccola lucetta sul comodino, coprendola con un panno evidentemente per non far troppa luce.
Sentii il rumore di una penna su un foglio e lui che continuava a parlottare a bassa voce.
Sentii il suo sguardo puntato sul mio viso, si avvicinò a me e poggiò una sua mano su una mia spalla, accarezzandola con molta delicatezza.
Feci uno sforzo enorme per mantenere su la mia recita.
Non riuscendo a star fermo nemmeno due secondi si alzò di nuovo, andando a prendere il pacchetto delle sigarette, l'accendino e il posacenere.
Sentii l'aroma del tabacco e non potei far ammeno di immaginarlo, viso serio e sigaretta tra le labbra.
Con questa visione mi addormentai.
Mi svegliai qualche volta la notte, trovandomi sempre rannicchiata al suo fianco e lui che mi stringeva a se.
E un senso di tranquillità e benessere mi invadeva.
Ogni volta.





Hallo.
Dopo tanto tempo sono di nuovo qui...
Ringrazio Lea_love_Valo che commenta sempre ogni capitolo, ti adoro :')
Alla prossimaaaaa!

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7


Mi svegliai sentendo Till parlare al telefono, mi alzai stiracchiandomi e sbadigliando, lui mi salutò con un cenno della testa e continuò la sua discussione, parlava con qualche addetto al trasporto degli strumenti.
Mi alzai andando aprendo un poco la porta a vetri che dava sul balcone, prendendo una sigaretta dal suo pacchetto e mettendomi a fumare, fissando fuori con attenzione, poi tenendo la sigaretta in bocca andai a cercare il mio zaino, correndo da una parte all'altra della stanza.
Till mi seguiva con lo sguardo, incuriosito, rispondendo continuamente di "no".
Presi lo zaino, correndo e posandolo sul letto, prendendo dentro la mia fotocamera e montandola, dopo di che uscii sul balcone e tenendo la sigaretta tra le mani mi misi a fare delle foto.
Sentii i passi del cantante avvicinarsi a me, ma continuai a scattare.
<< Buongiorno>> disse posando le mani sui miei fianchi.
<< Ciao Till>> risposi cercando di rimanere calma, anche se il mio cuore batteva veloce, troppo veloce per i miei gusti.
<< Che stai fotografando?>> mi domandò poggiando prima le labbra e poi il mento su una mia spalla.
<< Quei monumenti li...>>
<< Ah....>> rispose quasi disinteressato.
<< Cosa devi dirmi?>> chiesi, aspirando un tiro di sigaretta, fissandolo.
<< Nulla>> mi prese la sigaretta e aspirò.
<< E' per ieri sera Till?>> domandai ancora, lui mi scrutò e annuì, << No non preoccuparti, non è successo nulla>> dissi, facendo uno sforzo enorme, ma non avevo nessun'altra scelta.
<< Rimarrà tra noi?>> domandò fissandomi, quasi dispiaciuto dalla mia rivelazione.
<< Si>> 
<< Ok, mi dispiace>>
<< Sta tranquillo non è successo nulla>> risposi, rimettendomi a fare foto.
Dopo un'oretta ci preparammo e scendemmo a far colazione, dove un batterista troppo curioso fissava me e il cantante.
<< Ma se andassimo in giro per la città?>> domandò Olli.
<< Ti ricordo che abbiamo un concerto>>
<< Ma non ci sarà nessuno in giro, su>> rispose il bassista al tastierista che stava bevendo il suo caffè e che annuì poco convinto.
<< 'Giorno>>
Paul entrò nella sala, grattandosi la testa, tutti lo fissammo e lui si lasciò cadere sulla sedia.
<< Hai dormito?>> domandai.
<< Si, ma ho ancora sonno>> si giustificò lui, stropicciandosi gli occhi come un bambino.
Sorrisi.
<< Noi volevamo andare in giro>> annunciò tutto contento Oliver, il chitarrista lo fissò scrollando il capo, rifiutando l'invito dicendo che sarebbe tornato a dormire.
Richard non disse nemmeno una parola, mentre Doom invece continuava a fissarmi, mettendomi in imbarazzo.
<< Voi che fate?>> ci chiese.
Fissai Till che stava addentando un cornetto, alzò le spalle.
<< Credo che andrò sul set, volevo controllare una cosa>>
<< E tu Eleonora? Perchè non vieni con noi?>> mi domandò.
<< Ok, va bene>>
<< Io resto qui>> dichiarò l'altro chitarrista alzandosi dalla tavola e andando via, sospirai.
<< Va tutto bene, ok?>> mi disse Flake, << Ha capito di aver sbagliato, non darti colpe ne niente>>
<< Ok..ok>> risposi, colta alla sprovvista dal tastierista.
Finita la colazione e tempo di organizzare il "giro turistico" che io, Christoph, Oliver e Christian uscimmo da quell'hotel, andando in giro per la città.
Feci molte foto, anche ai tre musicisti che ridevano divertiti, incontrammo anche qualche loro fans, che gli chiesero gli autografi, fotografai le loro espressioni felici, come li capivo.
Continuammo il nostro giro, fermandoci anche in qualche bar per prendere qualcosa da bere e verso l'ora di pranzo tornammo in hotel, per mangiare e per preparaci alla grande serata.
Il più agitato forse era proprio il tastierista, che si lamentava continuamente di quanto il tempo andasse lento.
<< Dicono che oggi pioverà molto>> 
<< Speriamo di no, anche se si muore di caldo>> commentò Doom.
<< Che palle>> rispose Paul, che aveva un giornale italiano in mano.
<< Cosa?>> gli chiese Olli.
<< Non capisco>> 
<< E' italiano>> dissi ridendo, beccandomi un occhiataccia.
<< Ecco allora traduci>> rispose lanciandomi il giornale, mi misi a fissare l'articolo, che parlava proprio del concerto che si sarebbe stato quella sera.
<< Dicono che siete dei pazzi, che farete schifo...>> loro mi guardarono tutti incazzati, tranne Olli, che rideva sotto i baffi, <<...ok, scherzavo, dicono che tutta Udine trema per il vostro concerto>>
<< Noi siamo i migliori>>
<< Non tirartela Paul>> lo ripresi, ridendo, lui incrociò le braccia.
Till si alzò e se ne andò dalla stanza dove eravamo riuniti, lo fissammo tutti.
Doom mi fissò e si alzò seguendo il suo collega.
<< Avete una birra?>> domandai, forse anche per pensare ad altro.
Olli che stava seduto vicino al mini frigo, aprì l'anta e mi lanciò poi una lattina.
<< Grazie>>
<< Questa sera ci sarà da divertirsi>> commentò di botto Kruspe.
<< Ma allora sai parlare!>> gli disse sarcastico Paul, gli altri risero.
<< Possiamo parlare?>> gli domandai io, lui alzò i suoi occhi chiari su di me, annuendo.
Mi alzai e lui fece lo stesso e uscimmo sul balcone.
<< Perchè l'hai fatto?>>
<< Credo per gelosia>> mi rispose lui.
Il suo sguardo era pentito, non era lo stesso sguard da megadiva, era uno sguardo semplice, carico di tristezza e allo stesso tempo speranzoso.
<< Gelosia?>> chiesi curiosa.
<< Si, gelosia per il fatto che stai con lui, io ti ho visto dal palco e se non ti avesse visto anche lui....>> fece una pausa, stringendo gli occhi, <<..ti avrei fatta chiamare io, non so perchè ma sono attratto da te>>
Lo fissai sconvolta, ripensando alle sue parole, << Cazzo>> esclamai in italiano, lui mi fissò prendendo una sigaretta e mettendosi a fumare, me ne offrì una che accettai.
<< Ma ho sbagliato, cioè...l'ho capito, ho capito tutto>>
<< Richard mi dispiace>> dissi sincera.
Rimanemmo a parlare per qualche minuto poi uno dei loro tecnici vennero a chiamarli e uno alla volta uscimmo tutti dallo stanzone.
Era l'ora del soundcheck.
Till mi disse di portare la fotocamera, chiedendomi di scattare delle foto, sorrisi beata.
Scattai le foto durante il soundcheck dove ancora tranquilli ridevano e scherzavano.
Ero emozionata, seduta li sul prato dietro la transenna a scattargli le foto.
Uno della sicurezza mi disse di alzarmi e mi fece uscire da li, portandomi dietro al palco.
Segno che a breve avrebbero aperto i cancelli, seguii il gruppo nella stanza dove si piazzarono davanti agli specchi a truccarsi.
Mi chiesero una foto di gruppo e prima di scattare Flake chiese ad uno dei loro bodyguard se poteva fare lui la foto, mi chiesero di mettermi in mezzo a loro, tra Till e Richard.
Mi commossi un po, senza farlo vedere a loro che appena furono chiamati si avviarono per il corridoio e le scalette.
<< Buona foruna>> dissi.
Till si fermò e fu caricato tramite dei cavi sul loro logo.
Il concerto fu bellissimo, anche se pioveva a dirotto, io rimasi affascinata ancora una volta dalla bellezza del loro concerto, dalla passione che ci mettevano in ogni singolo movimento.
Notai anche lo sguardo che Till mi lanciò durante Ohne Dich, rabbrividii.
I fans li sotto, piangevano, pogavano, saltavano e ridevano alle solite scenette del gruppo, ridevano anche quando il povero Flake veniva cucinato o sodomizzato.
Fecero una pausa di due minuti, tempo di bere qualcosa e riprendersi, che risalirono per le ultime tre canzoni.
Mi accarezzai più volte il mio tatuaggio, sentendolo quasi bruciare.
Anche questo concerto finì e io rimasi a bocca aperta, meravigliata e felicissima di aver avuto questa fortuna.
Ognuno andò a farsi una doccia veloce, poi tutti insieme e altre, non si sa quante, persone andammo a festeggiare all'after party.
Questa volta le cose andarono diversamente.
Ci ubriacammo tutti.





HALLOOOOOOO!
Oggi serata tripla.
Mi scuso per gli eventuali errori e ringrazio già in anticipo chi commenterà o leggerà questi tre capitoli.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8


Ubriaca.
Mi ritrovai ad essere gelosa di una ochetta tutta curve e tutta rifatta che si era spalmata addosso al "mio" Till, baciandolo come se fosse la sua fidanzatina.
Innervosità andai da quei due, scansando la ragazzina con un po troppa rabbia, facendola rovinare a terra con il sedere e sedendomi sulle gambe del cantante, che annebbiato dall'alcool sorrise come un cretino.
Lui mi avvicinò a se, ed io lo baciai, senza nessun freno, sentendo di nuovo il suo sapore e intrecciando le mani nei suoi capelli.
Lui mi srinse a se, quasi a farmi male e non mi importava, non mi importava nemmeno di tutti gli altri presenti.
Till mi fece alzare e ci spostammo in una stanzetta, dove ci chiudemmo a chiave, continuando da dove eravamo rimasti.
Lui mi sbattè, con poca delicatezza, sul divetto continuando a baciarmi e io senza farmi troppi problemi gli levai la maglia nera, lui fece lo stesso con la mia, scendendo sul mio collo mentre con le mani palpava il mio seno.
Una parte di me, quella ancora un minimo lucida mi disse di fermarmi, ma quando le mani del cantante si fecero più audaci, facendomi venire altri brividi, quel pensiero fu spazzato via.
Scese ancora giù, lasciando il posto alla sua bocca, che inizia una lenta ma bellissima torutura, le sue mani scesero piano verso il mio basso ventre.
Gli sbottonai i pantaloni e lui fece lo stesso, lasciandoli poi, assieme alle maglie, sul pavimeno, tornando a baciarci come due ragazzini.
Rimanemmo nudi e mentre io cominciavo ad accarezzargli il suo membro lui non perse due secondi per entrare in me con due dita, per poi baciarmi.
Mi sentivo andare a fuoco, sotto le sue mani.
Si chinò e mi sussurrò ad un orecchio il ritornello di Pussy, che in quel momento veniva messa allo stereo, lo baciai e lui senza staccare la sua bocca dalla mia entrò in me, soffocando il mio urlo, lasciandomi il tempo di ricominciare a respirare.
Rimase incollato alla mia bocca, intrecciando la sua lingua con la mia.
Mi rilassai.
Iniziò a muoversi, respirando affannosamente, accarezzandomi e baciandomi il viso, la bocca.
<< Eleonora>> mi chiamò lui, tra una spinta e l'altra, fissai quei occhi, brillanti, cercando di catturare quelle immagini.
Il suono proveniente dall'altra stanza arrivava ovattato alle mie orecchie, ma riuscii a distinguere Buck Dich e Rein Raus.
Quelle canzoni sembravano scandire il ritmo delle spinte.
Mi chiamò più volte e il suono del mio nome pronunciato dal lui, con quella tonalità bassa e roca mi fece venire ancor di più i brividi.
<< Till>> 
<< Ele>>
Urlammo tutti e due, sovrastando il volume della musica, lui continuò a muoversi finchè non venimmo insieme, lui si accasciò su di me, stanco e sudato, baciandomi ancora una volta, continuando ad accarezzarmi.
Ci addormentammo tutti e due, stremati ma con il sorriso sulle labbra.
Dopo forse qualche ora qualcuno, iniziò a picchiare contro la porta, aprii gli occhi trovandomi il cantante addosso che ancora "russava".
Mi passai una mano sul viso, continuando a sentire qualcuno bussare sulla porta.
<< Staranno dormendo, lasciali perdere>> disse Flake a qualcun'altro, sentii i loro passi allontanarsi e tirai un sospiro di sollievo.
Mi sentii una perfetta idiota, avevo sbagliato e mi era piaciuto, ma tutto ciò sarebbe stato l'avventura di una notte.
Sentii la testa scoppiare.
Tentai di spostarlo senza svegliarlo, ma fu tutto inutile e dopo qualche secondo mi ritrovai i suoi occhi chiari vicino.
<< Ciao>> mi disse con la voce impastata dal sonno cercando di baciarmi.
Non gli risposi e girai la testa di lato, lui capì che le cose avevano preso una piega diversa.
<< Eleonora?>> lui si mise seduto, fissandomi.
<< Va tutto bene>> risposi alzandomi e raccogliendo le mie cose, vergognandomi come una ragazzina.
Si rivestì anche lui e mentre io cercavo di uscire da quella stanza che stava diventando troppo piccola per me, lui mi bloccò la mano.
<< Che hai?>> chiese.
<< Nulla>>
Lui mi girò appoggiandomi alla porta e mi fissò, << Qu...>>
<< Quello che è successo questa notte non è stato nulla>> dissi fingendo, eppure per me quello che era successo aveva un grandissimo valore e ne avrei risentito per molto tempo.
<< Se non è stato nulla perchè reagisci così?>>
<< Non sto reagendo in nessun modo, Till tu hai 50 anni io 30, non potrebbe mai funzionare, è stato bello ma non ha nessun significato>>
Lui mi lasciò la mano e aprì la porta, uscimmo tutti e due, allungò il passo allontanandosi da me sempre di più.
Ad ogni passo mi sentivo soffocare.
Tornammo in hotel, dove andai a farmi una doccia e cambiarmi, prendendomi anche qualcosa per la testa che mi scoppiava e preparai la mia valigia.
Till non mi disse nemmeno una parola, tra noi si era creato un muro e forse era meglio così.
Non parlammo nemmeno durante il tragitto per andare in aeroporto, lui si mise a fissare fuori dal finestrino e io feci lo stesso, mettendomi poi a sentire la musica, Megadeth con precisione.
Ogni tanto lui si girava a fissarmi ma senza emettere nessuna parola.
Arrivammo in aeroporto, dove mi consegnarono il biglietto per l'aereo di ritorno per Roma.
Sorrisi a tutti quanti, che chi prima chi dopo mi abbracciarono.
<< Non vuoi i nostri autografi?>> chiese Doom ridendo, forse notando la mia espressione, sorrisi appena.
Lui indicò Flake che tirò fuori la foto che avevamo fatto tutti assieme, mi sorpresi, avevano preso la mia fotocamera e stampato la foto.
Con un pennarello scrissero i loro nomi, ad uno ad uno e io mi commossi, assieme a quello mi regalarono una sciarpa con su scritto il nome del gruppo.
<< Bhe che è sta faccia?>> mi chiese Oliver abbracciandomi.
<< Nulla mi sono solo commossa, grazie per...per tutto questo>>
<< Ah ecco....Christian? Dammi un foglio?>> disse praticamente urlando Paul, tutti lo fissammo e lui appena ebbe il suddetto foglio e il pennarello si mise a scrivere il suo numero, sorrisi.
<< Così mi chiami!>>
<< E che noi siamo stronzi? Passa quel foglio>> dissero in coro Richard e Doom, che si misero a discutere per chi doveva scrivere prima il proprio numero, mi guardai attorno, notando Till in disparte.
<< Tieni>> mi richiamarono loro, porgendomi sia il pennarello, che foto e foglio, notai che il cantante non aveva scritto nulla e sospirando andai da lui per salutarlo.
Mi fermai davanti a lui, che mi fissò dall'alto, sospirai, cercando di essere il più allegra possibile.
<< Manca il mio nome>> disse fissandomi.
<< Già>> risposi, lui prese la foto e scrisse anche il suo nome, poi mi fissò, con uno sguardo carico di tristezza, annunciarono il mio volo.
<< Io..devo andare>> riferii, ma lui mi prese per un braccio, iniziando a camminare girando il piccolo muro e appoggiandomi alla parete, << Till ti prego>>
<< Già devi andare, ma...>> disse, lo fissai alzandomi sulle punte e baciandogli una guancia, lui mi prese il voltò e si attaccò alle mie labbra, lo allontanai da me sentendo gli occhi pungere, abbassai subito la testa, riuscendo a sgusciare via dalle sue braccia arretrando, allungando la distanza tra me e lui.
Salutai con la mano tutti gli altri e mi girai di nuovo verso di lui.
<< Ciao...non volevo finisse così...>> lasciai cadere la frase prendendo il troley.
<< Ciao>> rispose, mi allontanai da loro, me ne andai da lui.
Salii sull'aereo mettendomi gli occhiali e ficcando tutto quello che loro mi avevano dato nello zaino.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9



Il viaggio fu in teoria molto breve, ma per la mia testa, fu lunghissimo, pieno di flash di noi due, di quello che avevamo fatto.
Per mia fortuna gli occhiali mi aiutarono a nascondere le mie lacrime.
Mandai un messaggio alla mia amica chiedendole se poteva venirmi a prendere in aeroporto.
La trovai li.
Appena la vidi l'abbracciai piangendo, quello che era successo mi aveva coinvolto troppo, lei mi capì senza chiedere spiegazioni, mi disse di non preoccuparmi.
<< Basta piangere ok?>>
Annuii, anche se mi sentivo veramente male e ciò non mi piaceva.
Il ritorno a casa fu piuttosto drammatico, entrai nella mia stanza, sentendo ancora il suo profumo, chusi gli occhi ripensando al suo viso, alle sue mani, alla sua bocca.
Poggiai la valigia sul letto e anche lo zaino, tirai fuori la macchina fotografica e l'appoggiai sulla mensola, poi tirai fuori la foto e sorrisi appena rivedendo le loro facce.
Francesca si mise seduta sul letto, fissandomi.
<< Almeno ti sei divertita?>> domandò.
<< Tantissimo>>
<< Racconta>> prese la foto e si mise a ridere, << Che faccie serie>> commentò ironica.
Risi anche io, forse parlare sarebbe servito a sfogarmi un po, così mi misi a raccontarle tutto, da quello della sicurezza che mi aveva chiesto di andare li.
Le raccontai delle discussioni con Richard e di quello che era successo, parlai del nostro giro turistico per Udine e del concerto.
Le raccontai anche di me e Till.
Mi sentii una perfetta idiota ma lei non mi disse nulla anzi rimase ad ascoltare fino alla fine.
<< Passerà, passerà per tutte e due>> disse solamente.
<< Cosa?>>
<< Ho lasciato Andrea>> rispose prendendo la sciarpa e provandosela, << Sono bellissima?>> 
<< Si, tu lo sei sempre>>
<< Bhe e questo?>> chiese sventolando il foglio con i loro numeri, << Spero che tu non sia così stupida da non chiamarli>>
<< Io...>>
Abbassai la testa, avevo una voglia matta di chiamare quel gruppo di pazzi eppure avevo allo stesso tempo il terrore di farlo.
<< Allora prendi quel fottuto telefono, scriviti questi numeri e chiama Doom, digli che sei arrivata>>
<< Ma non...>> tentai di parlare ma lei mi bloccò.
<< Ok, ok>> la vidi alzarsi e prendere il mio telefono, provai a fermarla, correndole dierto per la casa, mentre lei faceva il numero del batterista e chiamandolo.
<< Tieni è per te>> 
<< Pronto chi è?>> chiese lui in tedesco.
<< Doom sono Eleonora>> risposi, con la voce spezzata, quasi sull'orlo del pianto.
<< Oh Eleonora, meno male, stavamo tutti aspettando una tua chiamata, sei arrivata? sei a casa? stai bene?>>
Sorrisi imbarazzata a quel "tutti" sapendo che era solamente una grossa balla, inventata sul momento.
Sto bene? 
No
<< Si, si e forse>> mentii.
<< Ho già capito>> rispose cambiando tono, sospirai, << Che farai oggi?>>
<< Credo che andrò in giro per Roma, voi dove siete?>>
<< Siamo ancora in aereo....Paul stai zitto che non sento>>
<< Capisco>> risposi sorridendo sentendo la voce di quei matti urlare per non so quale motivo, << Doom io vado>>
<< Ok, ciao piccoletta>> 
<< Ciao ciao>> chiusi la chiamata tirando un sospiro.
<< Era così complicato?>> domandò la mia amica, osservandomi preoccupata.
Mi abbracciò.
***


<< Come sta?>> mi chiese Olli, grattandosi il braccio sinistro.
<< Oh bene credo, è arrivata a casa...>> mentii, lei non stava bene, l'avevamo capito tutti quando quella mattina era silenziosa, distaccata con tutti e soprattutto con lui.
<< Doom?>> Flake mi chiamò, voleva sapere anche lui la verità.
<< Ok ok, non credo stia bene>> dissi a bassa voce a quasi tutti i miei colleghi, Till se ne stava seduto in disparte a fissare fuori, assorto nei suoi pensieri.
<< Avete visto anche voi la sua espressione?>> chiese Paul.
<< Si P..abbiamo visto>>
<< Secondo me...>> iniziò Christian, lanciando poi uno sguardo a Till, <<...per me...è successo qualcosa, anche dietro al muro>>
<< Ma dai, grazie al cazzo, quei due avranno scopato...>> la delicatezza di Richard ci fece sorridere, poi mi girai a fissare anche io il cantante.
<< Si...ragazzi ho un idea...>>
<< Parla Olli>> 
Tutti lo fissammo, forse speranzosi di sentire una buona notizia.
<< Perchè non li facciamo incontrare?>>
<< Ti prego no, non ora, lasciamo calmare le acque, io proverò a parlare con lui>> dissi indicando con il poccile il cantante che ora stava con le cuffie e quindi non ci poteva sentire.
<< Perfetto>>
Sospirai, mettendomi le cuffie anche io.
Quella ragazza aveva creato un enorme disastro, un completo e gigantesco casino.
Non che ne avesse colpa.
Lei, almeno secondo me provava qualcosa per il mio cantante, l'aveva dimostrato più di una volta.
E Till....bhe lui, abituato a donne famose e oche, era stato centrato in pieno da quel piccolo terremoto.
Lei era diversa e Till, dall'alto del suo metro e 93 l'aveva capito e forse anche da parte sua, oltre che alla sua continua voglia di sesso, c'era qualcosa.
Qualcosa di tremendamente buono.





Hallo, come state? 
Io bene, benissimo.
Prima di tutto voglio dire che oggi avrete due capitoli al posto di uno.
Seconda cosa ci tengo a ringraziare:
1) Lea_love_Valo
2) RoarGirl, sono veramente felice che questa storia ti piaccia, ho preferito raccontare di più i loro caratteri (ovviamente frutto della mia testolina) senza enfatizzare come hai ben detto tu, i temi della violenza e della loro volgarità e grazie per aver messo questa ff tra le seguite.

Comunque un grazie speciale a tutti quelli che leggono.
Un bacione.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Cap.10 
 
***Christoph***


Mi misi seduto affianco al mio cantante, attirando automaticamente la sua attenzione.
<< Che hai?>> domandai, finsi di non saper nulla.
Non mi rispose, ma rimasi li ad aspettare.
<< Till parlo con te>>
<< Non mi scocciare>> rispose brusco, odiava chi voleva a tutti i costi, come me, sapere cosa gli passava per la testa.
Till era sempre stato così, un tipo piuttosto taciturno e soprattutto riservato.
Non parlava quasi mai dei suoi problemi.
<< Che hai?>> 
Provai di nuovo.
<< Nulla>> rispose secco e con un tono di voce piuttosto alto.
<< Perchè sei incazzato?>> gli chiesi.
Lo osservavo, vedevo la mascella contratta, i pugni chiusi poggiati sulle ginocchia e il viso girato verso il finestrino.
<< Non sono incazzato, non ho nulla, lasciatemi in pace>> 
Lo fissai, notando la tristezza nei suoi occhi che, avevano sempre avuto un velo di malinconia, gli diedi una pacca su una spalla alzandomi e allontanandomi, doveva sbollire un po.

 
***Eleonora***


<< Che ne dici di andare a comprare un po di cd, la tua collezione è un po...>> mi suggerì la mia amica, scoppiai a ridere mentre lei lanciava sul letto tutti i possibili vestiti da mettere.
<< Si dai, bell'idea>> commentai, avevo bisogno di uscire da quella casa.
<< Cosa metto? Pantaloni? O Mini?>>
<< Quello che ti pare>> dissi, lei si girò verso di me e si accucciò sulle gambe e mi fissò.
<< Me lo fai un sorriso?>>
Gli feci un sorriso tirato e lei mi sorrise scoppiando a ridere di cuore, << Ok, cosa mi metto?>>
<< Pantaloni e quella>> risposi indicando la maglia degli Slipknot, lei mi sorrise e si vestì.
<< Dai su, vai a cambiarti e darti una sistemata, sei una delle donne più belle del mondo...non puoi perdere la tua bellezza per un semplice cantante su su...>>
<< Ok, ok vado, vado, quanto rompi>> mi alzai e andai a truccarmi un po, mettendo solo della matita nera, mi misi un paio di pantaloni rossi stretti e la maglia dei Megadeth e i miei amati anfibi.
<< Oh cazzo, se fossi uomo mi metterei con te>> disse la mia amica, fecendomi ridere di cuore.
Lei aveva queste uscite che mi facevano ridere sempre, anche nei miei giorni no.
Ed era anche per questo che l'amavo.
<< Bene andiamo!>>
Uscimmo di casa, prendendo la metro fino a Flaminio, scendemmo e arrivammo, dopo qualche metro a Via del Corso, camminammo un po fino alla libreria, dove aveva un piano dedicato solamente ai cd, di tutti i tipi, di ogni possibile artista.
Mi incamminai verso il reparto "Metal" imbattendomi in un poster di Till e gli altri, lo fissai.
<< No eh!>> 
Francesca aveva il potere di leggermi nel pensiero, mi prese per mano scostandomi da quell'immagine, portandomi verso i cd.
<< Io ho sbagliato tutto>>
<< Ele, ascoltami, passerà>>
Finimmo li la conversazione, passando all'argomento: quali cd comprare?
Facemmo una spesa notevole, comprai tre cd degli Iron Maiden, due dei Megadeth e un libro di Stephen King.
Lei comprò un cd dei Metallica e uno degli AC/DC.
Camminammo ancora un po per la via, ridendo e scherzando ma quando tronammo a casa discutemmo un po troppo per i miei gusti.
Lei oltre a calmarmi, riusciva sempre a farmi perdere le staffe, mi leggeva dentro e diceva sempre quello che io non avevo il coraggio di dire, o ammettere.
<< Mi manca>> mormorai, lei mi fissò.
<< Ti manca? Perchè non lo chiami e glielo dici?>>
<< Non ho il numero e poi gli ho detto che quello che c'è stato non ha nessun valore>>
<< Cosa hai detto?>>
Il suo tono era strano, non incazzato, ma leggermente irritato.
<< Questo>> risposi abbassando la testa.
<< Tu sei pazza, ma cosa ti dice la testa?>> mi squadrò con un po di rabbia, sospirai.
<< Non sei tu che ci hai scopato>> dissi senza nessun controllo, lei alzò le mani al cielo e le lascio ricadere contro i fianchi, borbottando qualcosa, la seguii.
<< Ma perchè? Cazzo, quello...>> 
<< Quello ha 50 anni Fra'>> le ripetei.
<< E allora?>> domandò come se la differenza di età non fosse un'enorme problema.
<< Come allora, ci passiamo 20 anni e poi...>>
<< Poi cosa? Potevi cambiare la tua vita, l'hai sempre sognato e ora? Gli dici che è stato...nulla>> 
Era incazzata, capivo il perchè ma ero spaventata e non mi volevo fasciare la testa prima di rompermela, per cosa poi?
Una storia che non avrebbe mai funzionato.
Tra il sogno di una fan e la realtà vi era troppo distacco.
Si fin da piccola avevo sempre amato quell'uomo ma per quello che era nei testi, video e sul palco, sapevo come funzionavano le cose nel mondo della musica, troppi soldi, troppe donne, troppa droga.
Lui cantava in uno dei gruppi più famosi del mondo e aveva tutto, di certo non si sarebbe messo a fare i salti di gioia o le traversate per una semplice ragazza di 30 anni, che si era scavata la fossa da sola.
<< Capisco che hai paura...>>
<< Per lui magari è stato solo sesso, Fra' parliamo esclusivamente di sesso, nulla di più>>
La zittii e me ne andai in camera mia, presi la fotocamera e uscii.
<< Dove stai andando?>> chiese.
<< A calmarmi>> 
Camminai un po, con una sigaretta in bocca e la fotocamera appesa al collo, fermandomi di tanto in tanto a immortalare tutto ciò che non veniva mai preso in considerazione, da due innamorati che si tenevano per mano, al sorriso dei bambini mentre giocano a calcio, alle espressioni meravigliate di chi aveva già visto tutto ma riusciva a sorprendersi ancora.
Sentii uno dei miei telefoni vibrare e senza vedere chi fosse risposi.
<< Pronto?>>
<< Ehi...sono..sono Till>>
<< Till...io..>>
<< Siamo in hotel...>> disse, tirai una boccata di fumo notando la mia mano tremare.
<< Mi...>> 
<< C'è qualcosa che devi chiedermi o dirmi?>> mi chiese lui.
<< No nulla solo...non fa niente>>
<< Ok...>> rispose.
<< Till..aspetta....io..>> 
Io cosa?
<< Non preoccuparti..buona serata>> mi attaccò il telefono in faccia, rimasi a sentire il suono della chiamata.
Mi misi seduta su una radice di un albero, appoggiandomi con la schiena al suo tronco, fissando davanti a me, in silenzio.
Rimasi li per un po, finchè Francesca non mi chiamò al telefono.
<< Ehi vuoi tornare a casa?>>
<< Si sto arrivando>>
Mi alzai e mi incamminai lentamente verso casa.







Hallo, eccomi qui.
Iniziano i problemi qui.
Cooomunque voglio ringraziare sia RoarGirl che Dinamismica per i meravigliosi commenti, giuro mi fa veramente piacere leggere tutto ciò e se non scrivo poemoni per ringraziarvi è perchè non so che dire.
Sono felice che vi piaccia.
Grazieeeeeeeee
un bacione 
<3

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11


Tornai più volte in quel parco.
Quel posto fu per me un angolo di ritrovo, mi mettevo li, seduta, con la fotocamera o un buon libro, con le cuffie e le mie immancabili Marlboro.
Stavo li anche per qualche ora e mi piaceva, mi rilassava.
Ogni tanto portavo con me un blocchetto e mi mettevo a disegnare tutto ciò che vedevo, dai bambini che saltellavano alle coppiette di anziani che andavano li e si concedevano qualche coccola sotto i caldi raggi del sole.
Mi ritrovai a sognarlo ad occhi aperti e quel sogno fu una coltellata in pieno petto.
Immaginai me e lui insieme, ciò mi fece rattristare e nemmeno a farlo apposta il mio cellulare, fece partire "Amour".
La sua voce mi fece venire i brividi, come una calamita non riuscii a staccare quelle maledette cuffie e mi ritrovai a dover lottare con me stessa e solo finita la canzone, prima che ne partisse subito un'altra levai la musica, prendendo con mani tremanti una sigaretta, lasciandomi calmare solo dal sapore del tabacco.
<< Se continui a fumare così, ti fumerai anche il filtro>> 
Alzai lo sguardo, un ragazzetto dai capelli ricci mi fissava indicando la sigaretta, sorrisi imbarazzata e la buttai.
<< Io sono Fabien>> 
Si mise seduto al mio fianco, allungandomi una mano, che strinsi.
<< Eleonora>> risposi, mi fissava curioso.
<< Sai sono giorni che ti vedo qui...e bhe mi chiedevo...cosa trovi di così bello in questo posto?>>
<< E' rilassante>> risposi solamente.
<< Ok, tu..tu eri al concerto dei Rammstein vero?>>
Lo fissai, trattenendo il respiro per qualche secondo, poi mi alzai e raccolsi le mie cose, allontanandomi da lui, che rimase zitto e mi fissò andar via.
Scappai.
Come una definciente, scappai.
Capii di aver esagerato solamente quando entrai dentro casa, chiudendomi la porta alle spalle.
Andai in cucina a prendermi un bicchiere d'acqua e fissai il calendario era il 18 luglio, loro si trovavano in Francia e quella sera avrebbero fatto uno dei loro meravigliosi concerti.
Sospirai e mi misi seduta sul divano, accendendo la tv, che però non mi prese molto.
Il giorno dopo tornai al parco, trovando quel ragazzo li dove io l'avevo mollato, scappando via.
<< Sei tornata allora?>> 
<< Perch...>> 
<< Mi chiedevo se saresti tornata o meno, ha vinto la scommessa la parte buona del mio cervello..>>
Sorrisi appena, mentre lui mi stava parlando.
<< Ti devo delle scuse per ieri>> 
<< Nah, le scuse non mi bastano>> lo fissai incuriosita mentre sul suo volto si faceva largo un bellissimo sorriso, << Siediti e rivela al caro Fabien il perchè di quegli occhi tristi, che su una bella ragazza come te sono brutti da vedere>>
Mi misi seduta, incantata dal suo modo di fare, molto aperto e allegro.
<< Sappi solo che qualsiasi cosa sia, non merita questa espressione triste>>
<< Come fai a sapere se lo merita o meno?>>
<< Ti ho osservata molto, con questo non vuol dire che io sia un guardone, mi piace solo leggere e studiare le persone, magari riesco anche ad aiutarle>>
Lo fissai rapita, << Capisco>>
Era un tipo simpatico, pieno di vitalità e mi faceva sorridere.
<< Anche a te piace questa cosa, immortali sempre le espressioni e gli occhi di ogni singolo passante...>>
Sospirai, prendendo una sigaretta.
<< Diciamo che non è una cosa semplice..>>
<< Su questo non ne avevo dubbi>>
<< Non è una relazione, nemmeno...è...>>
<< Un qualcosa che ti ha coinvolto>> concluse lui, lo fissai chiedendomi come avesse fatto a capire in così poco tempo.
<< Già>> sospirai.
<< Perchè non lo chiami?>>
<< Perchè lui non è un...uno normale>>
<< Bhe a meno che non abbia tre occhi, io lo reputo una persona normale>> rispose ridendo, facendomi capire che in fin dei conti avevano ragione sia Francesca che questo tipo.
Till era un uomo, in ogni caso, anche se cantava in un gruppo famoso, rimaneva comunque un uomo.
<< E' un cantante>>
<< E questo sarebbe il problema?>>
<< Anche>> ammisi.
<< Secondo me, anche se fosse un astronauta, dovresti provarci, o magari sentire almeno la sua opinione, scommetto che tu l'hai lasciato senza dargli tempo di parlare>>
<< Più o meno>>
<< Tipico di voi donne>>
Mi misi a ridere, lui sorrise divertito.
<< Pensaci>>
<< Lo farò>>
<< Perfetto il mio lavoro qui è finito, adios>> lo vidi alzarsi e allontanarsi con la mano alzata sopra la testa in sengo di saluto.
<< Ehi aspetta e se dovessi aver bisogno di te di nuovo?>> 
<< Qui mi troverai>> lo seguii per qualche metro, ma sparì dalla mia visuale come volatilizzato nel nulla, sospirai tornando indietro e recuperando la mia roba, tornandomene poi a casa con il sorriso sulle labbra.
<< Fra' sono a cas..>> mi bloccai sentendola parlare in tedesco, lasciai correre e entrai, non mi chiesi nemmeno con chi stesse parlando, sicuramente con suo cugino.
<< Ok, ma che ci posso fare io?>>
La vidi alzare gli occhi al cielo, sorrisi.
<< Ma mi vuoi ascoltare, rifletti che è come dico io...>> la vidi allontanarsi, sengo che voleva un po di privacy.
<< Ho capito, senti, qui le cose sono due, si amano e devono parlare, ok halleluja...si va bene, ciao>> sentii i suoi passi riavvicinarsi al salone.
<< Con chi stavi parlando?>> domandai incuriosita.
<< Oh Marco continua a stressarmi, mi chiede cosa deve fare per due suoi amici, che si amano e non lo capiscono>>
La sua descrizione mi lasciò parecchio perplessa, ma non feci domande.
Annuii poco convinta, mettendomi a preparare qualcosa per la cena, lei apparecchiò e si mise ad aiutarmi.
Andai a cabiarmi, tanto per stare più comoda e una volta tornata in cucina mangiammo.
<< Sai un tipo mi ha detto che dovrei parlare con lui>> dissi mettendo una forchettata di pasta al sugo in bocca.
<< Sei andata a dire in giro che hai scopato con Till?>> domandò lei, tenendo a mezz'aria la sua forchetta.
<< No ti pare, ho solo detto che c'è stato qualcosa e lui ha capito, ma non gli ho mica detto...>>
<< Per me ha ragione>> concluse, senza nemmeno farmi finire di spiegare.
La fissai, era testarda, quasi quanto me.
<< Ma affrontiamo la realtà, si sarà già scordato di me>>
Sbuffò.
<< Ok, ok, forse hai ragione>>
<< Finalmente>> risposi alzandomi e facendo un balletto stupido, ridemmo come due cretine.
Subito dopo aver mangiato ci mettemmo a vedere uno dei tanti film di Johnny Depp, il nostro attore preferito.
<< Ecco lui si che sarebbe da scopare>> affermò convinta lei.
Scoppiammo a ridere di cuore.
 
***Paul***


<< Perchè non andiamo a Roma fino al 24? Tanto per starcene un po a riposo>> domandai mentre, seduti a tavola mangiavamo tranquilli.
Tutti si girarono verso di me.
Tutti tranne Till.
<< Si perchè no? Non abbiamo visto nulla di Roma>> rispose Doom.
<< Potremmo anche avere una buona guida>> dissi, cercando la SUA attenzione.
Till tirò un bugno sul tavolo, si alzò e se ne andò, noi ci fissammo.
<< Vado a parlargli>> mi alzai, seguendolo poi.
<< Occhio che ti mangia>> scherzarono loro, feci il medio e me ne andai anche se, alla fine non c'era nulla per cui scherzare, da quel 12 Luglio il nostro cantante era continuamente nevrotico e incazzato.
Tutti eravamo sicuri, chi più chi meno, che il motivo fosse la bella ragazza dai capelli rossi e dagli occhi azzurri che si era portato dietro fino ad Udine.
Ancora non eravamo riusciti a capire cosa fosse successo in quella stanzetta anche se, conoscendo il nostro caro Till, non ci mettemmo poco ad arrivare alla stessa conclusione.
Il problema era che lui, mai e poi mai, si era comportato così, con altre donne e quello che non riuscivamo a capire è perchè se la prendesse così tanto per una donna che infondo nemmeno conosceva.
Lo trovai su nella terrazza dell'hotel, intento a fumare la sua solita sigaretta.
<< E basta con questo silenzio, Till che ti prende?>>
<< Nulla>> 
<< Nulla? Nulla? Ma chi vuoi prendere per il culo eh?>> dissi, lui non si scompose ne si mosse di mezzo millimetro, << E' lei?>>
<< Cosa?>>
<< E' lei che ti fa stare così?>> chiesi, osservandolo.
<< No>> rispose, mi avvicinai e lo fissai.
<< Till è lei, l'abbiamo capito tutti, anche Flake ci è arrivato>>
<< Ok>> 
<< Oh davvero, andiamo in Italia, andiamo a Roma, ti vedi con lei e parlate>> conclusim sperando, invano di un suo si.
<< Non dobbiamo dirci nulla>>
<< Oh Till vaffanculo a te e al tuo orgoglio del cazzo, perchè non ammetti una buona volta che forse è lei quella giusta?>> gli dissi incazzato, lui mi fissò, buttando la sigaretta e puntandomi un dito contro.
<< Primo sono cazzi miei>>
<< No, non sono solamente cazzi tuoi se ti comporti così e metti nervosismo a tutti>>
<< Allora perchè non andate voi in Italia?>> domandò con rabbia, allontanandosi di nuovo.
<< Non ci sei ancora arrivato, ma qual'è il problema? Dovresti essere felice di rivederla>> risposi, seguendolo per le scale, lui si bloccò di colpo e si girò accorciando la distanza.
Notai tutti gli altri alle sue spalle che ci fissavano preoccupati.
<< Vuoi sapere il motivo?>> 
<< Si, sono qui per questo, per capire il perchè della tua rabbia>>
<< Ok, abbiamo scopato..>> disse passandosi nervosamente una mano nei capelli biondi, <<....e mi ha detto che è stato "NULLA"!>>
Era veramente incazzato e per la prima volta, o forse la seconda, capii che ci stava veramente male, sospirai.
<< E' una donna, le donne dicono sempre così>> tentai di rendere la conversazione meno pesante, ma senza riuscirci.
<< Lei non è una donna, lei è la Donna>>
<< Till, ha solamente 30 anni, si è trovata in una situazione abbastanza scomoda ed è scappata, renditi conto che tu sei TU, non avrà retto il confronto>> 
Lui mi fissò, evidentemente non aveva pensato a ciò e rispose con un sospiro.
<< Ok, allora mi ascolti due minuti...e non ti incazzare ancora di più>> disse Doom, entrando in gioco e salvandomi comunque da un possibile massacro.
<< Parla>>
<< Ho parlato con una sua amica, Fra..>> 
<< Francesca>> rispose lui pronto.
<< Si lei...ecco mi ha detto che da quando è tornata non ascolta più nemmeno una nostra canzone, che ogni tanto si ferma a pensare e ci sta le ore, secondo me dovresti parlarle e non per telefono>>
Ed ecco che la sua mascella si contrasse di nuovo.
<< Come ti...>>
<< Ah no, non ci accusare, ci siamo messi in mezzo perchè sei insopportabile così!>> gli rispose Doom allontanandosi velocemente.
<< Christoph torna qui>>
<< Col cazzo, te mi ucciderai>>
<< Appunto>>
Scoppiammo tutti a ridere per la bella scenetta e lui sembrava meno nervoso.
Restava un'unica cosa, fare le valige e ripartire per Roma.






Hallo.
Waaa qui le cose si smuovono un pochino, anche se per poco non scoppia la rissa.
Comunque ringrazio RoarGirl aww sei dolcissima grazieeee!
Alla prossima!!!!
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12



La sera del 20 luglio a svegliarmi, dal mio mal di testa fu il mio telefono che prese a squillare all'impazzata.
La sveglia segnava le 22.00, sbuffai e senza guardare chi fosse risposi.
<< Chi cazzo è a quest'ora?>>
<< Pronto>> 
Non ci misi molto a capire che la voce dall'atra parte fosse proprio quella di Doom, mi diedi una manata in fronte e risposi con un "buona sera".
<< Mi vuoi aprire la porta?>>
<< Cosa?>> domandai alzandomi, stroppicciandomi gli occhi e fissandomi allo specchio, ributtandomi poi sul letto.
<< Mi apri?>> chiese lui, sbuffando appena.
<< Si ciao>> gli attaccai in faccia, riabbracciando il cuscino e chiudendo di nuovo gli occhi, tempo due minuti che qualcuno iniziò a suonare alla porta.
Mi alzai andando a vedere chi fosse, assonnata com'ero pensai fosse tutto un'allucinazione e tornai sui miei passi, ma arrivando vicino la cucina mi bloccai.
Tornai alla porta di corsa, sbattendo contro l'appendiabiti.
Aprii la porta massaggiandomi la spalla destra.
<< Tu...tu che cazzo ci fai qui?>> chiesi fissandolo come se fosse un mostro.
<< Che bell'accoglienza>> rispose ironico entrando in casa, lo seguii con lo sgurardo.
<< Davvero, cosa ci fai qui?>>
<< Noi dobbiamo parlare>>
<< Alle 22 di sera?>> mi lamentai.
<< Si>> la sua risposta secca mi fece capire che non avevo via di scampo.
<< Ok, dammi due minuti>> risposi andando a lavarmi, mi fissai allo specchio spaventata, sapendo che lui era venuto qui per quello che era successo dopo la data di Udine tra me e Till.
Tornai in cucina, sbuffando, non volevo affrontare l'argomento.
<< Eccomi, bhe parla>> lo esortai.
<< Si tratta di Till, non sa nemmeno che sono qui ora>>
<< Allora perchè sei venuto?>> chiesi, quasi incazzata.
<< Voglio sapere se per te è stata solo un'avventura di una notte e voglio la verità>>
Lo fissai, sedendomi davanti a lui, prendendo una tazza di caffè.
<< Io...>>
<< Per te cos'è stato?>> 
<< Non è stata un'avventura, almeno speravo lo fosse, ma..>>
<< Ma anche tu non riesci a dimenticare>> concluse lui svelto, lo fissai curiosa, sollevando un sopracciglio.
<< Anche io?>>
<< Diciamo che quel coglione sta rovinando la settimana a tutti con la sua collera>>
Mi sorrise, mi rabbuiai, fissai il liquido scuro presente nella tazza, rialzai lo sguardo verso di lui che mi osservava.
Mi alzai andando a prendere il pacchetto di sigarette, Francesca odiava la puzza del tabacco, ma avevo bisogno di fumarmi qualcosa.
<< Ehi va tutto bene?>> chiese lui, notando forse la mia espressione.
<< Si...no, non va bene>>
<< Allora mi spieghi che cazzo di problema avete? Se per te quello che è successo è stato qualcosa...perchè gli hai detto il contrario?>>
Con la sigaretta tra le dita lo fissai, chiedendomi per quale motivo dovesse ricordarmi quella brutta mattinata e farmi così male.
<< Perchè ci stanno troppi anni di differenza>>
<< E' per questo?>>
<< Anche>>
<< Dai Eleonora, su parla.. sono le 23.00 ed è da un ora che cerco di farti parlare...>>
Sospirai, ci girammo tutti e due verso l'entrata della cucina, dove una Francesca piuttosto assonnata faceva il suo ingresso, ci fissò po.
<< No ok, che è sta storia? Prima Till, mo lui?>> mi chiese in italiano, sorrisi per la sua faccia sconvolta.
<< Traduzione>>
<< Dicevo, prima mi porta in casa Till, ora te... perchè non mi porti il mio amore visto che ci sei?>> disse di nuovo a lui, per poi chiedermi di portargli in casa quel "mostro" di Marilyn Manson.
<< Sarebbe?>> domandò Doom fissandomi.
<< Manson>>
<< Ah capisco, comunque...piacere Christoph, ma chiamami Doom>>
<< Francesca, ora Ele, mi spiegate cosa succede dentro questa casa?>>
Sbuffai, << Si>>
<< E esci con quella sigaretta, oppure spegnila che ti fanno male>>
Alzai gli occhi al cielo spegnendo la sigaretta, fissandola con molta rabbia, odiavo quando si comportava da suocera isterica e odiavo quando mi diceva di non fumare.
<< Sono venuto qui...cioè siamo qui a Roma per questi 4 giorni di riposo e bhe...lei e Till devono chiarire>>
<< Lo vedi, siamo in due a dirtelo>>
<< Ma il problema è che non ci riesco>> risposi quasi urlando.
Lei mi prese il pacchetto delle sigarette, mettendoselo in tasca, mi rimisi seduta borbottando come una pila di fagioli.
<< Perchè non ci provi?>>
<< Allora...odio dover spiegare le cose mille volte...tra me e lui, non funzionerà mai>>
<< Perchè?>> chiese di nuovo il batterista.
<< Perchè voi...non state mai in un posto fisso, sempre in giro, sempre in mezzo a gente, donne, alcool...>>
<< Non è pronta per questo tipo di vita>>
<< Nemmeno noi siamo ancora pronti>> rispose lui.
<< Appunto, ho 30, una carriera da fotografa...sono ad un livello importante...non posso abband...>>
<< Potresti essere la fotografa del gruppo>>
<< Ele ragiona per una buona volta>> 
La mia amica mi fissò con i suoi occhioni, incrociando le dita e andando a prendersi un bicchiere d'acqua.
<< Ok e poi?>> allargai le braccia,  cercando di calmarmi, loro non capivano.
Nessuno poteva capire.
<< Poi cosa?>>
<< Vivrò la mia vita in hotel?>>
<< No, non sempre>>
<< Ele tu hai sempre voluto andare in Germania, cazzo svegliati>>
La fissai, andai a cambiarmi, presi la chitarra e uscii di casa, innervosita, per mia fortuna avevo un pacchetto di riserva di sigarette.






Hallo.
Come state? io bene, eccomi di nuovo qui, ahhhhh che pazienza che ci vuole con Eleonora, certo però che le stanno mettendo ansia.
Comunque come al solito ringrazio RoarGirl e Dinamismica che commentano sempre e mi rendono la persona più felice del mondo, vi voglio beneeeeeee!
Al prossimo capitolo.
Un bacione :)

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13


Me ne andai al parchetto, solito, dove la sera non andava mai nessuno, se non le coppiette che si appartavano dietro qualche albero.
Mi misi seduta a suonare qualcosa, tanto per calmarmi un pochino, fumando e lasciando scorrere la rabbia sulle mie mani e sulle corde di quel bellissimo strumento che fin da piccina mi aveva rapita.
E' vero, ho sempre voluto andare in Germania, sono sempre stata innamorata di quella nazione, ma ora era tutto diverso.
<< Di nuovo qui?>>
Mi girai, sentendo la voce di quel ragazzo.
<< Ciao Fabien>>
<< Ehi ehi e il tuo sorriso?>> 
<< Oggi si è preso una pausa>>
<< E' non va bene>> disse ridendo, mettendomi due dita agli angoli della bocca e tirandoli, facendomi sorridere.
<< Oh ecco, qual'è il problema?>>
<< Lui è qui>>
<< Umh e tu non hai il coraggio di vederlo>> rispose lui, era così, non avevo il coraggio di farmi vedere da lui, ne di parlargli.
<< Eh voi donne, sempre così complicate>> commentò alzando gli occhi al cielo.
<< Perchè voi uomini no?>> domandai sarcastica.
<< Bhe ma la nostra è tutta scena>> 
Scoppiai a ridere, fissando davanti a me, bloccandomi come una statua
Lui era li.
 
***Till***


Andai a fare due passi per un parco, tanto per schiarirmi le idee e poi essendo notte nessuno mi avrebbe riconosciuto.
Sentii il suono di una chitarra e come attratto da qualche forza, mi avvicinai sempre di più a quel suono magnifico.
Mi fermai scoprendo che chi suonava era proprio lei.
Era una melodia forte, arrabbiata, ma triste allo stesso tempo.
Mi appoggiai ad un albero, senza farmi vedere, rimanendo ad osservarla.
Jeans scuri e maglia degli Slayer.
La vidi prendere la sua solita sigaretta, era nervosa e lo capivo da come muoveva le mani.
Il suo modo di fumare mi eccitava, non faceva la zoccola ma la vera Donna, sospirai indeciso se avvicinarmi e parlarle ma, proprio quando avevo deciso di andar da lei, vidi un ragazzo tutto riccioli sedersi al suo fianco, toccandole il viso e facendola ridere.
La sua era una risata cristallina e proveniente dal cuore, non so per cosa ridesse così tanto, ma notai come il suo sorriso morì quando mi vide.

 
***Eleonora***

 
<< Oh mio dio>> dissi cercando il telefono, volevo chiamare qualcuno, Fabien al mio fianco mi scosse un po, mi girai a fissarlo.
<< Eleonora che succede?>>
<< E' qui>> risposi, quasi sul orlo di una crisi di panico.
<< Si questo l'avevo cap...>>
<< E' davanti a noi!>> 
Lui si girò, rimanendo di sasso, poi mi fissò e si mise a ridere.
<< Il tuo lui...è lui?>>
<< Già>>
<< Vai a parlargli>> 
Mi diede una spinta, facendomi alzare, anche lui si alzò e mi diede un bacio su una guancia, allontanandosi poi da me, lasciandomi completamente da sola.
Misi la chitarra nella custodia, che infilai come fosse uno zaino e presi una sigaretta.
Mi avvicinai a lui sentendomi soffocare, era un po come andare in contro alla propria morte.
Mi fermai.
<< Hai già trovato altro di meglio?>>
<< E' solo un amico>> risposi.
Lui con le braccia conserte non si muoveva, sembrava una statua, non disse nemmeno una parola.
Lo fissai cercando almeno una piccolissima emozione nel suo viso, nei suoi occhi, ma l'unica cosa che lessi fu l'indifferenza, abbassai la testa, arretrando di nuovo, allontanandomi da lui.
Mi girai e mi incamminai verso casa.
<< Fermati>> la sua voce mi arrivò alle orecchie come un suono bellissimo, anche se ferma e cupa.
Sentii i suoi passi avvicinarsi a me e quando si fermò proprio dietro di me, sentii il mio cuore uscire dal petto.
<< Noi dobbiamo parlare>>
Mi girai, << Di cosa?>> 
<< Di quello che è successo>> rispose, con voce piatta.
Lo fissai, sapendo che avrebbe iniziato il discorso, mi strinsi tra le mie braccia, sospirando e annuendo, anche se avrei voluto essere in qualsiasi altro punto dell'universo.
<< Quello che tu hai detto..che non è stato nulla, non è vero>>
<< Io...>> spostai lo sguardo altrove, sentendomi colpiata nel profondo.
<< Anche per te ha significato qualcosa...>> affermò convinto.
Era così, per me aveva significato anche troppo, mi ero scavata la fossa da sola.
<< Di quello che pensi>> disse spostandosi di qualche millimetro, per poi fissarmi di nuovo, con quel suo sguardo indagatore che io amavo.
Non avevo mai creduto molto ai colpi di fulmine, ne all'amore, mai avuta una storia di lunga durata, anzi, se si superavano i 6 mesi era già molto, eppure con lui, mi sarei messa in gioco volentieri, avrei fatto carte false, ma ero spaventata.
Ero fottutamente spaventata di dover iniziare, forse per la mia prima volta, un rapporto serio.
<< Ho paura>>
<< Di cosa?>> domandò passandosi una mano nei capelli.
<< Di amare>> confessai, << Anche tu canti che l'amore..è qualcosa che può far male>>
<< E' solo una canzone>>
Sorrisi amara, non era solamente una canzone, ma era tutto ciò che si annidava nella mente di chi aveva paura di amare.
<< No, non è solo una canzone>>
Lui mi fissò.
<< Per me quello che c'è stato...ha valore>> disse, spostando poi lo sguardo altrove, quasi imbarazzato.
<< Nemmeno mi conosci>> risposi, sorridendo appena, << Non sai nulla di me..>>
<< Vorrei conoscerti e sapere tutto di te>> 
Mi girai a fissare una coppietta che camminava mano nella mano, parlottando e baciandosi ogni due secondi, sorrisi e mi girai verso di lui.
<< Non potrebbe mai funzionare>>
<< Dimmi di andarmene e lo farò>> 
Non ebbi il coraggio di mandarlo via e ciò gli fece capire che con me non era così semplice, che avevo veramente paura.
Mi mise una mano su un fianco, avvicinandomi a se, stringendomi in un goffo abbraccio e mi sentii bene, mi sentii a casa.








Hallo eccomi qui, finalmente.
Ecco qui un capitolo credo abbastanza strappalacrime, credo.
Lea_love_Valo e RoarGirl io vi adoro, anzi vi amo, siete dolcissime e giuro mi riempite il cuore di gioia con i vostri commenti awww.
Siete fantastiche, spero tanto che anche questo capitolo vi piaccia :')
Al prossimo capitolo <3

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14



Respirai il suo odore, cercando di memorizzarlo al meglio.
<< Dimmi che ha significato qualcosa..>> iniziò a parlarmi lui, senza però staccarsi da me.
<< Se ti dicessi che ha significato, cosa cambierebbe?>> 
<< Ti chiederei di venire con me>> rispose, come se fosse una cosa semplice, avrei cambiato nazione, città e quel minimo di equilibrio che avevo trovato.
Ero terrorizzata.
Mi staccai da lui, mettendomi seduta su una panchina, fissando un punto indefinito, lui si accucciò davanti a me, osservandomi.
I suoi occhi erano spenti, quasi sofferenti.
<< Till non è semplice>>
<< Lo so, lo so>> mi passò una mano su una guancia, << Fidati di me>>
<< Io mi fido ma...ho solo 30 anni>> 
<< Non mi importa...non mi importa di ciò>> 
Mi sembrava sincero, serio e soprattutto, tutte le mie paure in quel momento mi sembravano nulle, come tutte vinte.
Quegli occhi, quella voce e il suo profumo mi avevano stordito, rendendomi incapace di ragionare al meglio anzi, mi sentivo strana, più di una volta Francesca mi aveva detto che mi ero innamorata e che invece di andare un passo alla volta avevo bruciato ogni tappa.
Invece di iniziare come ogni coppia dal frequentarci piano piano, noi eravamo partiti dalla nostra prima notte insieme.
<< Proviamoci>> 
<< Ok>> risposi sospirando e affondando la testa tra il suo collo e la sua spalla sinistra.
Lo sentii sospirare, accarezzandomi la schiena, mi strinse a se.
<< Andrà bene>> mi sussurrò lui.
Lo fissai, era diverso, tremendamente diverso dal Till Lindemann che cantava sul palco.
Era diverso da quell'uomo che giocava con il fuoco, che lasciava a bocca aperta migliaia e migliaia di persone.
Era un Till dolce, sincero ed esternava, forse anche con un po di difficoltà, i suoi pensieri, le sue idee e i suoi sentimenti, era sensibile.
Si sedette al mio fianco e mi passò dolcemente una mano su una guancia, mi avvicinò a se e dopo troppi giorni sentii di nuovo il suo sapore misto al tabacco, che mi era mancato moltissimo.
Lui era un gigante, ma aveva una dolcezza tutta sua.
Sentii la sua lingua chiedere permesso e quando la mia, che accettò, lui mi strinse a se, circondandomi con le sue braccia.
Ci baciammo a lungo, come se non ci fosse un domani e quando si staccò da me mi fissò, con quei suoi occhi azzurri che amavo, che erano troppo simili ai miei, ora visibilmente vispi, felici.
<< Andrà bene>> mi ripetè di nuovo, sospirai annuendo e sperando con tutto il cuore che avesse ragione.
Mi accarezzò il tatuaggio, sorridendo come un ebete.
Lui si alzò, stiracchiando le gambe, evidentemente indolenzite e lamentandosi appena.
<< Andiamo, ti accompagno a casa>>
Mi alzai, mi prese la custodia della chitarra, mi appoggiò una mano su una spalla per poi infilarsele tutte e due in tasca, camminando vicino a me.
Io impanicata mi giravo, mi controllavo attorno, sia perchè era tardissimo sia perchè avevo il terrore che qualcuno ci beccasse e iniziasse a fare casino.
Sentii una mano cercare la mia, attirando la mia attenzione e riportandomi con i piedi a terra, mi girai fissandolo.
Mi osservava in silenzio, evidentemente capendo, forse, la mia agitazione.
Lui era un tipo piuttosto taciturno, pensieroso e in quel momento mi fissava con uno sguardo rilassato, passai lo sguardo alle nostre mani, la mia era mille volte più piccola della sua, mi ritrovai a sorridere a quel pensiero, mentre con lentezza e costeggiando il parco andavamo verso casa mia.
<< Sta tranquilla non ci sta nessuno>>
Disse lui, stringendo appena la presa, << Se...>> lui aumentò il passo fermandosi poi davanti a me.
Mi mise le mani sul volto abbassandosi un po, << Stai tranquilla, qui non mi conosce nessuno>> mi zittì lui, sospirai, ero piuttosto stanca e volevo andare a casa, mi strinsi al suo braccio.
Continuammo a camminare, mano nella mano come due ragazzini, mi rilassai un po quando vidi il mio palazzo, lui mi fissò sospirando.
Arrivati li, salimmo per le scale, avendo il terrore degli ascensori decisi saggiamente di andare a piedi, aprii la porta di casa, che immersa nel silenzio e buia mi fece coraggio.
<< Non entri?>> chiesi.
Lo vidi sorridere appena, entrando a casa e chiudendo la porta.
Presi la chitarra e la portai in camera, lasciandola li, poi andai a vedere se Francesca fosse nella sua camera ma non c'era, trovai però un suo biglietto dove mi diceva che sarebbe andata con Doom, che era tornato in hotel.
<< Credo che andrò i..>>
<< Rimani>> dissi fissandomi le mani, imbarazzata, lui si avvicinò a me abbracciandomi.
Si mise seduto su una sedia in cucina, accendendosi una sigaretta, mi misi seduta anche io fissandolo.
<< Ti devo delle scuse>> iniziai, ma lui mi bloccò subito.
<< No, ho capito perchè hai detto quelle cose>>
Mi accesi anche io una sigaretta, nervosa.
<< Di cosa hai paura?>>
La sua domanda mi spiazzò, sentii il suo sguardo su di me e io dovetti prendere un bel respiro e confessare tutto.
<< Ho paura di amare>>
<< Perchè?>>
<< Perchè quello, che mi ha violentata, era innamorato di me, non riuscii a difendermi, ho paura di amare perchè non voglio essere una persona cattiva, non voglio far del male, non voglio far del male a te>>
Lo vidi alzarsi e avvicinarsi a me, portandosi dietro la sedia, si mise al mio fianco, << Non sarai mai una persona cattiva>>
<< Davvero tu vuoi stare con me?>>
Lui sorrise dolcemente, annuendo.
<< Ho anche paura di ciò che diranno i media, potrebbero parlare male..>>
<< Non mi interessa, ok?>>
Annuii, lui mi baciò, tirandomi a se e passando un braccio dietro la mia schiena, stringendomi.
Mi alzai, prendendolo per mano e trascinandolo in salone, lui a sua volta mi trascinò sul divano, si mise seduto, facendomi sedere sulle sue gambe, riprendendo a baciarmi.
Ci ritrovammo sdragliati, lui sopra di me, lo fissai, << Aspetta>> dissi, tirandomi su, non volevo si ripetesse di nuovo, non volevo sbagliare di nuovo e io avevo bisogno di tempo.
Lui capì e non si offese, anzi, mi rassicurò dicendo che avrebbe aspettato.
Rimanemmo li, lui si alzò e andò a fumare fuori, c'era troppa puzza dentro e Francesca mi avrebbe ammazzato, io mi addormentai.

 
***Till***
 

Rientrai, trovandola rannicchiata a dormire, con un sorriso rilassato sul volto, mi misi seduto affianco a lei, accarezzandole il volto, risvegliando per mia sfortuna in quel momento il mio amico dei bassi fondi.
Lei era bellissima, si c'erano molti anni di differenza e questi non avrebbero aiutato molto, ma non mi importava.
Come con le mie figlie, quando erano piccole, la sollevai, portandola in camera sua, mi misi al suo fianco, non volevo andarmene e l'idea di lasciarla da sola mi innervosiva.
Mi misi affianco a lei, con le mani dietro la tesa, a fissare il soffitto.
Avevo 50 anni, aveva ragione, la "storia" sarebbe stata abbastanza complicata e 20 anni di differenza erano molti.
Mi girai a osservarla, era piccolina, magra ma allo stesso tempo non troppo, era perfetta, una mini bambola, sospiari pensando a cosa avrebbero detto le mie figlie di lei.
Forse avrebbero detto di avere un padre pazzo, che si metteva e se la spassava con una ragazzina.
Si, forse, ero pazzo davvero.






Hallo.
Devo dire che amo particolarmente questo capitolo e spero che lo amiate anche voi, comunque ringrazio RoarGirl, grazie per i complimenti, ne sono felicissima. 
Grazie, grazie mille e spero che ti piaccia questo capitolo, insomma alla fine si sono svegliati questi due mongospastici :"D 
Alla prossima.
<3

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15



Mi svegliai, ritrovandomi a letto, mi girai.
Till dormiva, sembrava rilassato, richiusi gli occhi, accoccolandomi a lui che mi strise.
<< Buongiorno>>
Sentii la sua voce, alzai lo sguardo, mi sorrise appena.
<< Pensavo dormissi>>
<< Sono sveglio da poco>> 
Mi tirai un po su, arrivando alla sua faccia, lo baciai, arrossendo ancora, mi sentivo strana con lui.
Avevamo detto di provarci, ma insomma tra tre giorni lui sarebbe ripartito.
<< Stavo pensando..>> iniziò lui, <<..Non abbiamo finito la partita, insomma, non sappiamo chi...>>
<< Ci sta una sala qui vicino..>>
<< OK>> rispose ghigando divertito.
Restammo a letto, abbracciati.
Lui mi coccolava e mi raccontava dei concerti che avevano fatto, mi faceva ridere mentre raccontava dei ragazzi che lo volevano ammazzare per quanto era diventato insopportabile.
Lui alle 10 di mattina se ne andò in hotel, a lavarsi e cambiarsi, mentre io me ne stavo tranquilla a casa ad aspettare la mia amica, che non appena entrò dentro casa abbracciai felice.
Le spiegai in breve quelo che era successo, chiedendole anche scusa per come mi ero comportata la sera prima.
Ero stata veramente arrogante con lei che, in fondo voleva solamente aiutarmi.
Lei mi disse che era felice, che era sicura che lui fosse quello giusto, eppure avevo ancora paura e forse era anche normale.
Mi recai alla sala, dove lui aveva già sistemato tutto, sorrisi e proprio come la sera in hotel, lui mi lasciò tirare per prima.
La scommessa era sempre quella, se avesse vinto lui, l'avrei seguito per le ultime date, se avessi vinto io avrei potuto chiedergli qualsiasi cosa.
Ogni tanto mi lanciava qualche sguardo, sia dolce che di sfida, facendomi imbestialire.
Ogni tanto si avvicinava baciandomi con evidente passione e lasciandomi senza fiato.
Eppure questa volta lui si impegnò, stracciandomi come carta, così dopo aver preso due birre, ed aver appurato che quelle tedesche erano le migliori, si mise seduto affianco a me.
Due ragazzetti lo riconobbero e gli chiesero gli autografi, lui con infinita pazienza si mise a fare anche delle foto, poi quelli se ne andarono.
<< Ho vinto io>> iniziò lui il discorso, sorrisi amara, rosicando un po per il fatto di aver perso, << Mi seguirai?>>
<< Certo, hai vinto te, ma non verrò con te per questo, ho detto che ci proviamo>>
<< Io so di non essere il principe azzurro per le donne, non vorrei mai uno come me per le mie figlie, ma con te...con te i secondi si fermano>>
Sorrisi di cuore, mi aveva appena dedicato una frase di una delle mie canzoni preferite, gli accarezzai una guancia, per poi baciarlo.
<< Beh che ne dici di andare in hotel, i ragazzi vorrebbero salutarti>>
<< Si andiamo>> mi alzai, volevo allontanarmi da li, mi sentivo troppo osservata e non era una bella sensazione.
Camminammo vicini, lui con il braccio, pesante quanto una trave di ferro, sulle mie spalle.
Prendemmo anche la metro, li rimanemmo staccati, c'era troppa gente che ci fissava, volevo mantenere privata quanto più possibile questa storia.
Sorrisi appena vedemmo l'hotel, Excelsior, di nuovo.
Salimmo su al piano loro, dove sentivo l'inconfondibile voce di Paul sbraitare contro qualcuno.
Lo vidi correre fuori dalla stanza in mutande, con dietro Richard e Christoph.
Vedemmo uscire traballante anche Christian, che si teneva la pancia per le risate, sorrisi, mi erano mancati veramente tanto.
Rivederli, così tranquilli a ridere e scherzare mi fece sentire di nuovo a casa.
<< Ma guarda chi c'è?>> disse Olli, abbracciandomi e incollandosi anche il povero Till che aveva ancora il braccio sulle mie spalle.
<< Eleonora>>
Paul venne di corsa da me, abbracciandomi.
<< Levati dalle palle>> gli ordinò il mio compagno, la sua voce ferma ci fece ridere.
Ad uno ad uno vennero tutti a salutarmi, ridendo e scherzando.
<< Ric'>> sollevai una mano a mo di saluto.
<< Eleonora, bentornata>> simulò un'inchino e sorrisi, poi tutti si fermarono a braccia conserte e gambe larghe davanti a noi, fissai il cantante che sbuffò.
<< Lei viene con noi>>
<< Quindi voi....>> l'allusione di Flake era giusta e quando annuimmo tutti e due, il resto del gruppo tedesco iniziò a urlare, Paul e Olli si portarono via Till, non so dove ma sicuramente a bere.
<< Finalmente>> mi voltai, sorridendo al batterista.
<< Schneider..scusa per l'altro giorno>>
<< No, non ti scuso...>> disse lui, lo fissai con una faccia triste e lui rise di gusto,<<...stavo scherzando, ora capisco che ci ha visto in te quella specie di orco, comunque, vedrai che andrà bene>>
<< Lo spero tanto>>
<< Ma si, si ogni tanto è un rompi coglioni, ma alla fine è un tipo ok>> si intromise Richard, <<..sono contento di rivederti>>
<< Anche io, sono contenta di rivedere tutti voi>>
<< Siamo i Rammstein bella>> commentò Paul indicando tutto il gruppo.
Risi poi notai un flash accecarmi, vidi Francesca ridere come una cretina, la fissai incuriosita, abbracciandola.
<< Cosa ci fai qui?>> le chiesi in italiano.
<< Diciamo che mi hanno chiesto di immortalare il momento>>
<< Ah ecco, che ne sapevate che avrei accettato?>>
<< Ti conosco amore mio, da ormai troppo tempo, non mi prendi per il culo lo sai>>
Sorrisi e la strinsi a me, ridendo, lei era la migliore amica che tutte le persone vorrebbero affianco, io l'avevo trovata e per mia fortuna la nostra amicizia si solidificò subito.
<< Parto con loro>>
<< Partiamo>> mi corresse lei, urlai di felicità e tutti risero, anche se non capendo nulla.
<< Ma...oddio che bello, oddio si>> 
<< Che succede?>> mi girai verso Till che mi aveva appena fatto prendere un infarto.
<< Lei verrà con noi>> esultai.
La vidi arrossire, poi sorridermi, notai uno scambio di sguardi tra lei e Kruspe, sorrisi, avrebbe dovuto raccontarmi un bel po di cose la cara ragazza.







Hallo hallo hallo, sono qui.
Mah che capitolo, quante novità e chissà se succederà qualcosa tra Francesca e Doom o tra Francesca e la megadiva (Richard), lo scoprirete solo leggendo (?)
Comunque passiamo ai ringraziamenti.
RoarGirl ti sto lasciando sulle spine eh? chissà che succederà e bah chissà se avrai ragione tu oppure io....bho, in ogni caso grazie dei bellissimi commenti e soprattutto sono felice di farti contenta con i miei capitoli.
Un grazie anche a chi sta leggendo tutto ciò, grazie grazie.
Un bacione al prossimo capitolo.
Jordison <3

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16



<< Credo che ci sarà da divertirsi>>
<< Tu dici Kruspe?>> domandai al chitarrista che stava parlando con la bocca piena, sembrava un bambino.
Tra un giorno saremmo partiti tutti, io e la mia amica avevamo già fatto le valige e preparato tutto.
<< Che ne dite se una volta finito il tour andassimo da qualche parte a riposare?>>
Noi ci girammo verso Christian, che aveva avuto, a mio parere, una grandissima idea.
<< Bravo Flake, andiamo su un'isola deserta>> commentò Doom, mentre rideva per non so quale battuta.
Till al mio fianco beveva tranquillamente e come al solito la sua birra, io invece, per rimanere leggera avevo preso una coca cola.
Lui mi fissò due secondi per poi ridere alla squallidissima battuta di Kruspe che ci aveva consigliato di non farlo troppe volte e di evitare qualsiasi atto osceno.
<< Mica siamo due bambini eh!>> dissi io, arrossendo appena, sentii la mano del mio compagno risalire la mia coscia, gli diedi una gomitata.
<< Smettila Till>> gli sussurrai.
<< Ok>> rispose, continuando comunque a salire con la mano, gli diedi un pizzico sul dorso e lui la spostò verso il ginocchio, maledicendomi e dicendo che gliel'avrei pagata.
Fissai gli altri, che non avevano notato il nostro scambio di occhiate, ma anzi erano concentrati nel vedere una partita di calcio.
<< Fra...>> la chiamai in italiano, lei mi fissò curiosa, mentre rispondeva ad un nostro amico per messaggio.
<< Dimmi, perchè parliamo in italiano?>>
<< Almeno non capiscono, comunque...>>
<< So già cosa mi vuoi chiedere>>
<< Ah si e cosa?>> la sfidai ridendo, lei sbuffò.
<< Cosa c'è tra me e lui>>
Aveva indovinato, lei mi fissò con gli occhi sgranati e confessandomi un piccolo interesse, che sempre a mio parere, era ricambiato e anche alla grande.
<< Credo che impararerò l'italiano, almeno ti capirò>> si intromise Till, sorrisi dolcemente, mentre lui con il braccio sulle mie spalle cercava di capire qualcosa senza risultato.
<< Prima o poi imparerai>>
<< Lo spero>>
Gli uomini rimasero a vedere la partita mentre io e la mia amica, andammo tranquillamente in giro per negozi, Till si era offerto di accompagnarci, ma dopo averci discusso per 10 minuti, decise di rimanere, anche per non essere assalito dai suoi fans.
<< Come va con il gigante?>>
<< Fra' mi sono innamorata, cazzo>>
Lei mi abbracciò mentre con gli occhi sognanti fissava una maglia tutta rosa, storsi il naso schifata e lei rise.
<< Siete molto, molto belli insieme>>
<< Oh davvero?>> 
<< Si, ma senti un po come bacia Richard?>>
<< Fra! Io lo sapevo, dai dai, ti piace così tanto?>>
<< Più o meno>>
<< Ok lo prendo per un si, comunque a me non è piaciuto, io amo il mio Tillone>> dissi ridendo, lei mi diede una spinta poi mi trascinò con se verso un bar.
<< Secondo me bacia bene>>
<< Molto probabile>>
<< Ah Ric Ric>>
<< Secondo me sareste una bella coppia, già...un secondo...>> presi il telefono che squillava, il suo nome mi fece sorridere e risposi in tedesco, lui mi aveva chiamata per sapere dove eravamo, se stavamo bene e per dirmi che non vedeva l'ora di partire di nuovo, insieme a me.
<< Che ne dici se prima...di andare tutti insieme in vacanza..>>
<< Till, ne possiamo parlare dopo?>> domandai, la gente mi fissava e mi dava molto fastidio, lui capì senza offendersi e dopo avermi salutato attaccò.
<< Sei tutta rossa>> mi fece notare la mia amica, << Significa che lo ami molto>>
Rimanemmo fuori per ancora due orette, poi verso le 6 andammo in hotel, entrai in stanza, trovandomi il gigante con un dizionario, scoppiai a ridere spaventandolo.
<< Ma ti insegno io l'italiano>> dissi sedendomi al suo fianco, lui mi sorrise e poggiò il libro, prendendomi per mano e trascinandomi giù con lui.
Mi si mise sopra baciandomi con lentezza e dolcezza.
<< Che volevi dirmi prima?>> chiesi passandogli una mano sul petto.
<< Ah si, perchè prima di andare in vacanza con loro, non andiamo una settimana per fatti nostri, da qualche parte?>>
Sorrisi, baciandolo di nuovo, lui mugugnò una specie "lo prendo per si", poi lasciando ogni pensiero alle spalle ci coccolammo un po, fino all'ora di cena.
Ovviamente tutti stanchi, mangiammo in fretta, parlando comunque un po su come organizzare il giorno seguente.
Till aveva preso l'abitudine di tenere una sua mano tra le mie cosce.
Appena finito di mangiare ce ne andammo a dormire.
Francesca, che finalmente, prendendo coraggio era andata da Ric, inizialmente perparlare, ma quando l'uomo la prese alla sprovvista, baciandola, lei cambiò ogni programma.
Non che si fosse messa a bruciare le tappe come me con il mio compagno, ma almeno si erano svegliati tutti e due.
Lei rimase a dormire con lui, sorrisi.
<< Perchè sorridi?>>
<< Per Fra' e Ric'...spero che le vada bene>>
Mi accoccolai al suo fianco, poggiando la tesa sul suo petto, mentre lui con una mano mi accarezzava la schiena.
<< Andrà bene>>
Lui mi fissò tirandomi un po su, mi baciò, per l'ennesima volta, facendomi venire i brividi.
<< Sei stanca?>>
<< Un pochino>> ammisi, sbadigliando, lui sorrise.
<< Come si dice, in italiano, "buona notte"?>> mi chiese.
<< Buona...>>
<< Buone>> 
<< No Till, buona con la "A">>
Lui si ripetè a mente la parola, poi mi disse un buona notte, mischiando sia italiano che tedesco, sorrisi e lo abbracciai.
<< Ti amo>> dissi in italiano, lui mi fissò curioso chiedendomi una spiegazione, ma gli risposi che lui avrebbe capito, prima o poi.
<< Bastarda>>
<< Già>>
Sbadiglai di nuovo, lui mi diede un bacio sulla fronte ed io crollai, sfinita, in un sonno lungo e pesante.
 





Hallo eccomi qui, la dolcezza di Tillone che cerca di imparare l'italiano awww.
Ahahaha coooomunque ringrazio le mie carissime Dinamismica e RoarGirl, vi amo sappiatelo.
Credo sia inutlie ripetere i motivi, ma posso dire che mi date la forza e la pazienza di continuare a scrivere.
Grazie mille.
Un bacione e alla prossima.
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17



Finalmente partimmo, mi trovai di nuovo e finalmente su quell'aereo.
Francesca fissava tutto rapita.
<< Cioè tu sei salita qui sopra?>> mi chiese in italiano, facendo alzare Till e buttandosi addosso a me per fissare fuori dal finestrino.
<< Si>> risposi, mettendo un'espressione di dolore sul viso.
<< Guarda che figo>>
<< Si Fra', tutto bellissimo, ma mi stai rompendo una gamba>> commentai, lei si mise a ridere e si sedette al mio fianco.
<< Comunque, non è successo nulla questa notte>>
<< Ah davvero?>> domandai sarcarstica.
<< No!>> rispose seria.
<< Ok, ok, relax, Flake ma che cazzo stai facendo?>> 
Ci mettemmo tutti a ridere mentre il tizio stava tranquillamente ballando in mezzo al piccolo corridoio tra i sedili.
<< Si chiama ballare>> mi rispose, mentre si muoveva in modo strano.
<< Oh cazzo, allora scusa...>> fissai la mia amica e ci alzammo, complici del bel giochetto che volevamo fare, tutti ci fissarono compreso il tastierista.
Ci mettemmo a ballare con lui, ridendo e ripensando ai nostri vecchi festini a base di alcool e l'heavy nelle casse.
Paul divertito dalla scena, alzò il volume della canzone, che non conoscevo, io e la mia amica, ridendo scendemmo e risalimmo affianco al musicista, che non sapendo cosa fare continuò il suo "ballo".
La radio sintonizzata su non so quale canale, fu una benedizione.
Terminò la canzone e ne partì subito un'altra, nemmeno a farlo apposta partì proprio Pussy.
Till e Richard ci fissarono, mentre noi cantando allegramente, ballavamo in modo, forse un troppo provocante attorno al tastierista, che lasciò il suo posto a Paul e Doom.
Fissai Doom, prendendolo per la maglia e avvicinandolo a me, ridendo, mentre lui si mordeva un labbro.
Il posto ristretto, ci aiutò molto e ci ritrovammo a ballare praticamente attaccati.
Francesca rideva e si "strusciava" contro il chitarrista, Oliver divertito batteva il tempo e filmava il tutto con il suo cellulare, mentre Till e Richard ci fissavano a bocca aperta.
La canzone finì.
Ci rimettemmo sedute, ricominciando a parlare in Italiano.
<< Credo che quei due siano rimasti scandalizzati>>
<< Nah, noi non abbiamo fatto nulla>>
<< No, infatti>> ridemmo divertite.
Ci addormentammo di botto tutte e due, come al nostro solito.

 
***Till***


<< Le hai viste?>> 
Richard non stava zitto due secondi ed io avevo bisogno di concentrarmi almeno un pochino per non saltarle addosso o sbatterla al muro o su una qualsiasi poltrona e farmela, anche sotto gli occhi degli altri.
Non si erano regolate e lei, mi aveva appena fatto indurire il mio amico, che chiedeva di uscire e divertirsi.
<< Si, sta zitto>>
<< Che è? Ti si è fatto duro?>> mi chiese divertito Doom, lo incenerii con lo sguardo, poi fissai lei, che dormiva serena, con l'aria d'angioletto.
Una maschera.
Era solo una maschera che copriva il suo vero essere, una provocatrice che sapeva muoversi senza essere volgare.
Si misero a ridere tutti, tranne me e il mio chitarrista, vittima anche lui delle loro provocazioni.
<< Qui misà che qualcuno dovrà ricorrere all'uso della mano>> commentò Oliver.
Risero tutti.
<< Ma quanto sei simpatico, Olli, sei proprio un simpaticone>>
<< Lo so, comunque non dovreste essere voi quelli arrapati, ma Christian che è stato assalito da quelle due figh...>>
<< Stai parlando della mia compagna occhio a come ti esprimi>> lo fissai.
<< Till geloso>> cantilenarono loro, sbuffai.
<< Se sono fighe, sono fighe>> sentenziò Paul, ridendo, alzai gli occhi al cielo e mi misi a fissare fuori dal finestrino.
Il volo per nostra fortuna, non durò moltissimo, quelle due dormirono tutto il tempo, le svegliai prima dell'annuncio dell'atterraggio.
<< Siamo arrivati quindi?>>
<< Già>> risposi, lei mi fissò sorridendo e si mise a litigare per il finetrino con la sua amica, ridendo con lei.
Sembravano due bambine.
Ridevano divertite, mentre si "menavano".
Finalmente atterrammo e la prima cosa che facemmo una volta scesi, fu quello di accenderci una sigaretta e fumarcela in pace.
Purtroppo eravamo due ciminciere.
Lei mi si avvicinò, sorridendomi e abbracciandomi.
Mi abbassai un po, tirandola su, per baciarla finalmente dopo quasi tre ore di volo.
<< Certo che sei proprio bassa>>
<< Vai al diavolo>> rispose, fissandomi con aria incazzata.
Scoppiai a ridere, tirandola a me, baciandola con molta passione, forse ancora eccitato per la bellissima scenetta, svolta tra quei sedili.
Salimmo su uno dei macchinoni, dai vetri oscurati e dal vetro nero che tirai su.
L'autista non avrebbe visto nulla, per mia fortuna.


 
***Eleonora***


Mi baciò, levandomi l'aria e accarezzandomi con le mani le gambe.
<< Cos'era quel balletto? Cosa volevi fare?>> 
<< Geloso?>> domandai.
Lui strinse la presa sulla mia coscia sinistra e scese a baciarmi il collo, << Non sono geloso, mi hai solamente fatto eccitare>>
Sorrisi divertita, accarezzandogli languidamente il petto, lui infilò le grandi mani sotto la mia maglia.
<< Till...non qui, non ora>> dissi, staccandolo da me, non mi sentivo pronta, ora che le cose si erano fatte serie, non volevo che il nostro rapporto fosse incentrato solamente sul sesso, anche se sapevo benissimo che lui fosse una macchina.
Ricominciammo a baciarci, accarezzandoci con troppa passione, segno che tutti e due volevamo la stessa cosa, ma per mia volontà decidemmo di rimandare.
<< Quando sarai pronta>> mi rassicurò lui, appoggiando la testa al sedile, mi strinse a se, baciandomi di tanto in tanto, finchè non arrivammo in hotel.
Lui si chiuse in bagno e non uscì da li per una buona mezz'ora.
<< Va tutto bene?>> domandai quasi urlando.
<< Si...si>> rispose lui, aprendo poi l'acqua e dopo qualche secondo uscì, con il volto sudato e bagnato.
Lo fissai curiosa, capendo poi cosa fosse successo li dentro e scoppiai a ridere, divertita come non mai.
<< Cosa ridi?>>
<< Potevi anche dirmelo eh!>>
<< Ah ecco, la prossima volta ci penserai tu ok?>> mi chiese, ridendo a sua volta.
Eccolo il vero Till, quello sempre pronto a farlo, questo era un lato che mi piaceva, mi era piaciuto dopo quella notte e avrei dato qualsiasi cosa per riprovare quelle emozioni.
Lui sapeva essere infinitamente dolce ma, allo stesso tempo passionale e violento.







Hallo.
Bene Eleonora e Francesca hanno dato il meglio in quel ballo, povero Flake, chissà cosa avrà pensato.
Ahahahah.
Ho postato ora perchè questa sera, molto probabilemente non sarò a casa, ma ci tenevo comunque ad aggiornare per chi sta leggendo e per la mia cara RoarGirl che mi segue e mi infonde molta pazienza nello scrivere.
Ti ringrazio.
Un bacione e alla prossima.
 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18




Il concerto in Bulgaria andò una meraviglia, i fans accorsi li furono moltissimi e molti riuscirono ad entrare nell'aferparty, dove per fortuna ne io ne Till bevemmo tanto.
Io e Francesca, come al nostro solito, appena sentimmo la musica alta iniziammo a ballare, insieme e spostandoci poi dai nostri compagni.
Flake si tenne a debita distanza da noi.
Io e la mia amica, decidemmo di ballare con i soliti due idioti, che forse si divertivano a vedere i nostri compagni rosicare.
Per quanto mi riguardava ballare, anche se in modo abbastanza provocatorio, significava solamente ballare.
Doom mi prese per i fianchi, ridendo come un idiota, mentre un Till, dall'aria piuttosto gelosa e quasi sull'orlo dell'incazzatura beveva un bicchierone di birra.
Francesca, che sopra i suoi tacchi vertiginosi, ballava con un Oliver alquanto brillo, ricevendo di tanto in tanto delle occhiatacce da Richard che come il cantante beveva.
Di tanto in tanto la mia amica andava a bere, seguita a vista dal suo compagno, che appoggiato ad una colonna, se ne fregava delle avances di alcune fans.
Questa volta, a "scandalizzare" tutti, ci pensarono proprio Richard e Francesca.
Il ragazzo, alquanto brillo, geloso e forse anche abbastanza sveglio nei piani bassi, andò dalla mia amica e si mise a ballare con lei, si ritrovarono a baciarsi con evidente passione e trasporto, lasciandosi andare ognuno nelle braccia dell'altro.
Tutti sospettavano di un'interesse reciproco, ma nessuno sapeva le verità.
Loro se ne andarono molto prima di tutti noi, che rimanemmo ancora un'oretta a brindare e festeggiare con dei fans.
Da quel ballo in aereo si era aperta una gara.
Come una sfida a chi provocava di più l'altro.
Una ragazzina, forse di appena 18 anni si incollò al mio compagno, mentre ballavo ancora con Doom.
Fissai la ragazzina, Till mi fissò con un ghigno sul volto e mentre io ancora mi "strusciavo" addosso al suo amico, si attaccò alla ragazzina che senza nessun contegno, magari pensando ad un vero interesse, arrivò anche a infilargli una mano nei pantaloni.
Sorrisi incazzata, io ballavo mentre lui invece ci stava andando pesante, a grandi falcate arrivai da lei, strattonandola via, sentendo il suo commento.
<< Smamma>> dissi fissandola.
<< Che c'è tu non hai il coraggio di fare quello che faccio io? Torna a ballare con Doom>> chiese con un sorrisetto di sfida, tutti si girarono a fissarci e Till, in piedi dietro di me se la rideva divertito.
<< No carina, io faccio meglio>> 
Tutti emisero una risata, io fissai Doom e Paul che avevano alzato i pollici, Oliver annuiva e Flake rideva come un bambino.
<< Ah si?>> 
<< Si>> mi girai, prendendo Till per la maglia e baciandolo, sentendo attorno a me tutti fischi, lui rise, portando una mano alla mia nuca ed una al mio sedere e avvicinandomi a se.
<< Me la pagherai>> gli dissi in tedesco, lui rise e mi rincollai a lui.
Mi staccai squadrando la piccoletta, che a bocca aperta, mi fissava con disprezzo.
<< Lui è di mia proprietà!>> dissi marcando bene le parole, lei mi squadrò con rabbia e se ne andò.
<< Ah però, ragazza gelosa!>> 
<< Non sono gelosa, mi ha dato solamente fastidio>>
Mi girai verso il mio compagno, mettendo su la mia solita aria da angioletto.
Finalmente alle 3.00 ce ne tornammo in hotel, io ancora nervosa per la ragazzina, Till invece che se la rideva, questa volta aveva vinto lui.
<< Non ridere>>
<< E' stata una scena bellissima>> mi prendeva in giro.
<< Basta>> sbuffai, riflettendo attentamente su una mia possibile vendetta.
<< Quindi sei gelosa anche tu?>> chiese lui, mettendosi su di me e baciandomi il collo.
L'odiavo, odiavo quando si comportava così, quando mi provocava e in quel momento lui stava veramente "esagerando".
<< No>>
<< Quindi se dovessi chiamare la ragazzina non ti incazzeresti?>>
<< Tu fallo, provaci e poi vedi chi verrà bruciato nella pentola al posto di Christian>>
Lui si mise a ridere divertito, rabbrividendo appena per la mia minaccia, per poi ricominciare a darmi baci e mordermi il collo, lasciandomi anche una bellissima impronta di denti.
<< No, Till>> lo richiamai, lui sorrise e invece di lasciarmi stare mi fece un succhiotto.
Tornò a baciarmi il collo, accarezzandomi con le mani i fianchi.
<< Till>> emisi quasi sussurrando, lui mi baciò.
Mi sorrise appena, mentre io, meditavo su una giusta ed equa vendetta, la seconda.
Sfruttai l'unica occasione utile, quando lui si alzò per andare a fumare la sua ultima sigaretta, prima di "dormire", gli saltai alle spalle, rischiando di farci finire a terra tutti e due e gli morsi il collo.
<< Piccola bastarda>>
<< 1 a 1 palla al centro>> risposi ridendo, lui si massaggiò il collo e appoggiandosi alla finestra.
<< Secondo te com'è andato?>>
<< Una meraviglia>>
<< Tu sei di parte>>
<< No, se fosse stato una schifezza te l'avrei detto, non sono brava a mentire, dovresti saperlo>> 
Lui sorrise, buttando poi la sigaretta di sotto e tornando da me, puntandosi con le braccia ai lati della mia testa ed impriggionandomi nella sua "gabbia".
<< Vorrei fare altro, ma dovremmo dormire un po>> disse lui, baciandomi, senza nemmeno darmi il tempo di rispondere.
Si staccò da me, fissandomi con quei suoi bellissimi occhi, che avevano dentro un velo di tristezza.
<< Già>>
<< Comunque ancora non ho tradotto quello che mi hai detto>>
Scoppiai a ridere abbracciandolo e baciandolo di nuovo.
Lui si stese, alzando un braccio e dicendomi di accoccolarmi a lui, non me lo feci ripetere due volte, lui mi strinse a se e nel giro di due secondi, si addormentò russando come al suo solito.
Mi addormentai anche io.
Mi svegliai sentendo il mio telefono squillare, mi alzai e risposi.
<< Che fai non mi scrivi ne mi chiami più?>>
<< Oddio Gian, scusa, scusa scusa>>
Gianluca, il mio migliore amico, l'unico uomo che sapeva tutto di me.
Era un fratello mancato, a differenza mia era alto, con gli occhi scuri e i capelli castani, aveva un anno in più rispetto a me ed eravamo amici da quando avevamo tutti e due 10 anni.
<< Sono tornato da due giorni e ancora non ho ricevuto chiamate ne sms>>
<< Si hai ragione, perdonami, non sono entrata su facebook>>
<< Eleonora>> 
Mi girai verso Till, che mi fissava con gli occhi semi aperti, l'avevo svegliato, gli mimai un "scusami" e lui si rimise a dormire, mentre io mi chiudevo praticamente sul balcone ed un Gianluca curioso mi urlava per telefono.
<< Con chi stai parlando?>>
<< Come è andato il viaggio?>>
<< Non cambiare discorso, dove sei?>>
<< In Bulgaria>> risposi come se non fosse nulla, lui mi strillò allarmato.
<< Che cazzo ci fai li?!>>
<< Sono qui con Fra...>>
<< In Bulgaria>> commentò lui.
<< Già>>
Lo sentii sospirare, << Cosa mi stai nascondendo?>>
<< Bhe...ecco..io>>
<< Eleonora!>> mi girai alzando gli occhi al cielo, fissando Till, che mi chiedeva se poteva tirare le tende per far buio, gli risposi di si, spiegandogli che ero al telefono con il mio migliore amico e chiedendogli se potevo dirgli di noi.
Lui mi sorrise dolcemente annuendo e tornando, stile bradipo, a dormire.
<< Perchè parli tedesco, che cazzo succede?>>
<< Ti conviene sederti>> 
<< Cos...ok, sono seduto, parla>>
<< Hai presente il concerto?>>
<< Si>> rispose secco, me lo immaginai trepidante nel voler sapere tutto, battendo a ritmo il piede destro.
<< Hai presente che amo quel gruppo?>>
<< Bhe>>
<< Hai...>>
<< Cazzo e parla! Senza sti giri di parole>>
<< Sto con Till>> dissi secca, lui rimase zitto poi iniziò a ridere di cuore.
<< Quanto hai bevuto?>>
<< Zero>>
<< Fumato?>>
<< Nein>> risposi sorridendo.
<< Quindi tu mi stai dicendo, che hai visto loro, hai incontrato lui ed ora siete insieme?>>
<< Già>>
<< MA CHE CAZZO DI CULO HAI? E POI MA PORCA DI QUELLA PUTTANA MA MI VUOI DIRE QUELLO CHE SUCCEDE, BRUTTA STRONZA!>> 
Ebbi la velocità di allontanare il telefono dal mio orecchio, sentendo poi le sue urla, sorrisi, era sempre il solito, sempre il primo ad urlare e fare casino per una notizia.
<< Scusa>>
<< Ci hai scopato?>>
<< Sempre così diretto?>> domandai arrossendo.
Se mi avesse visto si sarebbe messo a ridere come ogni volta.
<< Certo, rispondi>>
<< Si...>>
<< MA COSA? QUANDO? PERCHE'?>>
<< Dove e come, no?>>
Lui sbuffò e mi disse di rispondergli subito, gli spiegai in modo semplice e veloce ciò che fosse successo e lui, scoppiò a ridere, di nuovo, dicendo che tutto quello sembrava un racconto inventato.
Rimanemmo a parlare per un'ora, svegliando del tutto quel poveraccio che venne a salutarmi baciandomi con dolcezza.
<< Il mio migliore amico non crede che stiamo insieme>>
<< Se ce la fa, si facesse trovare all'aeroporto di Bucharest, per le 6 di oggi pomeriggio, noi atterreremo per quell'ora, andiamo a prenderlo>>
<< Cosa?>>
<< Si, diglielo>>
<< Gian, non mi morire, prendi il primo aereo, per Bucharest, noi atterriamo alle 6>>
<< Ok, ciao, a oggi pomeriggio>>
Fissai il mio compagno, abbracciandolo, mi aveva appena reso felicissima, Gian per me rappresentava molto, lui e Francesca erano la mia famiglia e li amavo, veramente.
<< Grazie>>
<< Sono contendo di farti felice e poi voglio ammazzarlo per il fatto che ci ha svegliati>>
<< Ah giusto, scusa>> risposi ridendo e baciandolo.







Hallo, guten Sonntag meine freunde.
Eccomi qui con un nuovo capitolo, oggi ne avrete due, perchè ho avuto tempo di scrivere questa mattina.
Il secondo lo posterò questa sera.
Comunque RoarGirl ahahah sono felice di averti fatto felice... e sei veramente dolce con i tuoi commenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia.
A questa sera.
:)

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19 



Ci rimettemmo a letto, io con la testa sul suo petto, cullata dai battiti del suo cuore e dai suoi respiri.
<< Non sai quanto sono felice>>
Lui mi sorrise dolcemente, passandomi una mano nei capelli rossi.
<< Da quanto vi conoscete?>>
<< Da quando avevamo 8 anni, abbiamo studiato insieme il tedesco, merito suo più che mio>>
Lui volle sapere qualcosa sul mio amico, così gli raccontai qualche aneddoto divertente, gli raccontai anche quanto mi fosse stato vicino durante certi periodi.
Lui mi ascoltava rapito mentre io parlavo con il sorriso sulle labbra.
Dormimmo per altre 2 ore e quando ci svegliammo, andammo a turno a farci la doccia.

 
***Till***


Era sotto la doccia, che cantava Walk dei Pantera, era anche piuttosto intonata, io me ne stavo sul letto, fresco di doccia e rilassatissimo.
Mi sarebbe piaciuto fare la doccia con lei.
Sospirai.
Ripensavo al sorriso che aveva quando parlava del suo amico.
Sentii il suo telefono squillare, sorrisi, aveva come suoneria "Ich Will" e tutte le volte che mi vedeva ridere per questo arrossiva sempre.
Notai il nome era l'amico, risposi ridendo.
<< Pronto>>
<< Pronto, mi sa che ho sba...>> disse lui, capendo perfettamente le mie parole.
<< No non hai sbagliato numero>>
<< Non sto parlando con te vero, non è vero?>>
<< Dipende chi sono io>>
<< Ok emh...la mia migliore amica dov'è?>> mi chiese ridendo, sembrava simpatico, sorrisi divertito.
<< Sotto la doc...ah no eccola, è per te>>
Le passai il telefono, sentendola poi parlare in italiano, la vidi sorridere e iniziare a saltellare come una bambina.
Appena attaccò mi saltò in braccio, urlando che lui aveva trovato il biglietto e che stava preparando la valigia, la strinsi a me, mentre lei tutta allegra mi baciava in continuazione.
Mi disse qualcosa in italiano ma non capii nulla e quando le chiesi il significato lei mi sorrise, mi fece la lignuaccia dicendomi che prima o poi l'avrei capito.
Alzai gli occhi al cielo e scendemmo a pranzare, annunciando agli altri, la novità.
In ascensore mi poggiai alla parete e la trascinai con me, baciandola.
Lei si attaccò a me.
Mi fermai a fissare il mio chitarrista.
Notai il continuo scambio di sguardi tra Richard e Francesca, poi Ric', dando una forchettata sul bicchiere catturò l'attenzione di tutti.
<< Ecco...devo, dobiamo fare un annuncio>>
<< Cosa?>>
<< Noi stiamo..in...>> non finì di dire la frase perchè scoppiammo tutti a ridere per la scenetta, Eleonora si era alzata di corsa, lanciandosi nel vero senzo della parola contro la sua amica, cadendo poi tutte e due dalla sedia, ridendo come matte e abbracciandosi.
<< E bravo Ric'>>
<< Sono felice per voi>>
Quelle due si alzarono e vidi Eleonora andare contro Richard.
<< TU>> inizò puntandogli un dito in faccia, noi ci zittimmo, visibilmente allarmati tutti, la faccia della mia compagna non era bellissima ma nervosa, << Se provi a farmi soffrire l'amica, non mi frega nulla se fai parte dei Rammtein o meno, ti ammazzo con le mie mani, sono stata chiara?>>
<< Trasparente>> rispose lui indietreggiando, lei sorrise e tornò ad abbracciare la sua amica.


 
***Eleonora***



Ero veramente felice della notizia, ero felice di vedere la mia migliore amica sorridere in quel modo ed ero contenta anche per Richard.
Finimmo di mangiare e andammo a prendere tutte le valige, che caricammo nei macchinoni, poi ci rilassamo un po ad una specie di sala hobby.
Oliver e Christian parlavano di cosa avrebbero fatto una volta finito il tour, Francesca e Richard se ne stavano accoccolati, come me e Till su uno dei tanti divanetti, mentre, Paul e Doom giovanano a carte.
Uno della sicurezza venne da noi, annunciando che fuori l'hotel, una miriade di fans si era appostata, sperando di vederli, dicendoci che per salire nelle auto, saremmo dovuti passare dal retro.
Ci alzammo tutti, seguendo questo ragazzetto, che camminava svelto e parlando con i suoi colleghi tramite un'auricolare.
Till mi prese per mano e quando finalmente salimmo in macchina mi baciò.
In una macchina, rigorosamente nera e dai vetri scuri, c'eravamo noi, in un'altra Richard e Francesca, poi a coppia Flake e Doom su una e Paul e Olli in una quarta macchina.
<< Agitata?>>
<< No, sono euforica>>
<< Gian..luca>> sorrisi, ci aveva messo un po a nominarlo, evidentemente per lui era complicata la mia pronuncia.
<< Si, grazie, grazie>> risposi appoggiandomi con la testa su una sua spalla, lui mi accarezzò una coscia e mi baciò.
In aeroporto, fummo bloccati da una decina di fans, che volevano i loro autografi, Till fissò l'orologio, dicendoci poi che eravamo in netto anticipo e sorridendo, accontentò tutti quei ragazzi e ragazze, che sorridevano felicissimi.
Appena ci chiamarono, noi salimmo sul loro aereo e dopo qualche minuto partimmo.
Io e Till ci addormentammo.
Io con la testa poggiata di nuovo su una sua spalla e lui con la testa poggiata alla mia e una mano sull'interno coscia.
Si era fissato nel mettere la mano tra le mie gambe.
Ci svegliarono dopo quasi due ore e mezza di sonno, stavano ridendo e Francesca teneva in mano la mia fotocamera, spiegandoci che eravamo troppo belli per non essere fotografati, sbuffai.
<< Vi odio>> dissi, fissandoli con "cattiveria", << Stavamo dormendo>>
<< Appunto>>
<< Oggi non ci dormiremo>> annunciò Till, con la voce roca, sentii un brivido corrermi lungo la schiena, la sua voce mi faceva girare la testa e si, mi ero proprio innamorata.
Riallacciammo le cinutre e strinsi con forza la mano del mio compagno, amavo volare, ma gli atterraggi mi spaventavano da morire.
<< Sta calma>> mi disse lui, baciandomi il collo e mordendolo.
<< Till>> lo richiamai, mentre un'altro flash mi accecò, Francesca rideva mentre scattava non so quante foto, le mostrai il dito medio.
<< Anche io ti voglio bene>> mi rispose lei, mandandomi un bacio.
Finalmente, dopo qualche minuto atterrammo.
<< Ele, guarda li chi c'è!>> la mia amica indicò un punto, seguii con lo sguardo il suo dito, riconoscendo quella figura, quella specie di gigante.
Mi alzai di corsa, mentre gli altri mi fissavano ridendo, appena si aprì il portellone e misi piede sulla scaletta, mi fiondai giù saltando non so quanti gradini e rischiando di cadere, mi misi a correre e lui aprì le braccia.
Gli saltai in braccio, stringendolo il più forte possibile, cademmo a terra tutti e due.
<< Oddio Gian, che bello>>
<< Ele, sono felice di essere qui>>
Anche la mia amica ci corse in contro, abbracciandoci poi tutti e due.
<< Francesca>>
<< Gian che bello rivederti..>>
<< Sta con Richard, lei>>
<< Parla quella che ha il cantante>>
<< Ragazze mie, dovrete presentarmi i vostri uomini>> rise lui di gusto ed io lo abbracciai di nuovo, << Sembri un po più alta, ah no sono io che vedo male>>
<< Fanculo stronzo>> 
Scoppiammo a ridere tutti e tre, mentre i sei musicisti si avvicinavano a noi, sorrisi e trascinai Gian con me.
<< Gian, loro sono..>> venni interrotta da Doom che sorrideva allegro.
<< Già ci conosce>>
<< Vabbè, dettagli>>
<< Comunque, lui è Gianluca, il mio migliore amico, o fratello>>
Iniziai a fare le presentazioni, tenendo per ultimo Till, che con le braccia conserte ci fissava.
<< E lui è Till>> dissi andando a prendere per mano il mio compagno, << Il mio "ragazzo">>
<< E' un po vecchio per essere il tuo ragazzo>> mi disse lui in italiano, ridemmo insieme per la battuta, poi spiegai al mio amore, cosa avevamo detto e lui fece il finto offeso.
Lo baciai, chiedendogli "scusa" e ridendo.
<< Che belli che siete>>
Il mio amico, per mia fortuna parlò in italiano, facendomi comunque arrossire e sorridere.
<< Bhe...andiamo, ho bisogno di dormire>> annunciò Olli, io e Till ci girammo verso di lui.
<< Tu hai sonno? TU?>>
<< Si perchè?>>
<< Ci hai svegliati, ma io ti ammazzo>> dissi, mentre Till, alzando gli occhi al cielo, mi trattenne con una mano, Gianlujca rise divertito per poi iniziare una fitta conversazione, su i vari tipi di batteria con Doom.
Quei due sarebbero diventati grandi amici, me lo sentivo.
 






Hallo eccomi qui, come promesso.
Il secondo capitolo della giornata eccolo qui, spero che vi piaccia e spero che piaccia soprattutto a RoarGirl.
Ecco qui anche Gianluca.
Non ho molto da dire, dato che ho già detto molto nel capitolo precedente, comunque ringrazio tutti come al solito da chi legge a chi commenta, grazie siete awww.
Bene.
Con questo saluto e vi dico alla prossima.
Guten abend an alle!
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

Il concerto a Bucharest andò una meraviglia, i fans sembravano impazziti e per la prima volta invidiai quelli la sotto.
Certo noi stavamo sul palco, dove ci stavano gli strumenti e le chitarre, ma non era la stessa emozione.
Vivere un concerto dalla prima fila ti lasciava qualcosa, oltre ai lividi.
Incontravi mille persone diverse che come te però, amavano il tuo stesso gruppo, ci stavano quelle che il mattino prima si accampavano davanti ai cancelli nei sacchi a pelo e quelli che se arrivavano a concerto iniziato è già tanto.
Ci sono quelli che accompagnano l’amico e conoscono solo le canzoni più famose, quelli che sono fan da poco e se lo tengono per sé perché han paura di sfigurare, poi quelli che con quei brani ci son cresciuti e
non c’è parola che non ti sappiano cantare.
Quelli che si presentano sfoggiando le maglie della band più belle che hanno, quelli che la sera prima si son divertiti a farsene una da soli, quelli che si presentano con t-shirt di altri gruppi e un gran sorrisone stampato in faccia, quelli che la maglia se la comprano in fila e si cambiano pure davanti a tutti perché tanto con quelle gente ci dovrai condividere anche il sudore.
Quelli che li hanno visti un milione di volte e hanno tanti aneddoti da rifilare e quelli che per loro è la prima volta e non vedono l’ora di poterlo raccontare.
Quelli che ormai sono esperti e si buttano nella mischia come se fosse una fottuta piscina, quelli che non hanno mai visto tanta calca e si tengono a debita distanza.
Ci sono i timidi e in fila non riescono a socializzare, quelli che son rompicoglioni e in coda si fanno sempre riconoscere.
Quelli che si ritrovano a parlare con gente mai vista prima e si dimenticano di chiedere i nomi da cercare su facebook, quelli che chiedendoti l’amicizia dopo la prima battuta hanno già concluso tutto.
Quelli che si son portati persino le carte con cui giocare.
Quelli prudenti che si son portati ombrelli, k-way e cappelli, che hanno le madri prudenti che però non ascoltano e si ritrovano pieni zeppi di pioggia o ustionati da far schifo.
Quelli che a mezzogiorno tirano fuori i pennarelli indelebili e quelli a cui il tatuaggio in onore della band basta e avanza.
Quelli che sorridono davanti ai fotografi e quelli che si nascondono dietro una mano.
Quelli che son troppo bassi e non riescono nemmeno a fotografare la gente dietro, quelli alti due metri che sorridendo ti prendono la macchina fotografica e fanno le foto al posto tuo.
Quelli che controllano ogni tre minuti il biglietto e quelli che scrollano le spalle perché già ce l’hanno in mano.
Quelli che ti riempono di gomitate quando aprono i cancelli e quelli che si tirano indietro per non farti male.
Quelli che alla fine ti menano lo stesso, perché col cazzo che ti lascio il posto!
Quelli che il concerto se lo guardano in uno schermo e quelli che se lo godono senza macchine fotografiche ad occupare la visuale.
Quelli che si stringono contro la transenna e non la lasciano un secondo, quelli che si ritrovano in mezzo alla bolgia e s’aggrappano alla prima spalla che trovano.
Quelli che si sentono male e si allontanano un po’ dal palco, quelli che stringono i denti e resistono fino in fondo.
Capita di vedere gente che chiama il migliore amico rimasto a casa con la febbre, che se fosse stato per lui sarebbe venuto lo stesso, per fargli vivere la sua canzone preferita a distanza di mezzo stato, quelli che il migliore amico ce l’hanno vicino e tirano gomitate pure a lui, perché è giusto così.
Incontri mille persone.
Tutte tremendamente simili a te.
Ci sono quelli che piangono per quasi tutto il concerto e quelli che non lasciano trasparire un’emozione, ma dentro esplodono comunque.
Quelli che urlano a squarciagola e quelli che preferiscono tacere.
Quelli che, alla fine, si mettono le mani fra i capelli e continuano a ripetere “non ci posso credere, non ci posso credere", quelli che si abbracciano, quelli che si baciano, quelli che si sorridono.
Quelli che si parlano da una parte all’altra dello stadio e quelli che ridendo si fanno i cazzi loro.
Quelli che vanno subito a fare la scorta di bottiglie d’acqua e quelli che si fiondano senza tante cerimonie dallo store ufficiale.
Quelli che si salutano e quelli che si ritrovano.
Quelli che fotografano e quelli che guardano.
Siamo tanti e siamo diversi,ma quando il concerto finisce siamo tutti uguali, stupendamente uguali, camminiamo piano, l’uno accanto all’altro, con l’assurda voglia di ricominciare tutto da capo, subito.
Ci sono quelli che si sorridono in mezzo al casino, anche se non si conoscono e si dicono "grazie, perché quello che ho provato stanotte lo sai solo tu".
Il mio migliore amico mi strinse a se, vedendo i miei lacrimoni.

Gian mi disse, mentre fissavamo tutti e tre il concerto dal palco, che sarebbe rimasto fino alla data del Wacken Open Air, ne fui più che felice.
Finito il concerto Till capì quanto mi mancasse assistere ai loro concerti da li sotto, così dopo lo stancante after party, dove lui e Richard parlarono per una buona mezz'ora, in hotel mi fece una bella proposta.
Era seduto sul letto che leggeva non so cosa.
<< Ele con Richard, abbiamo pensato, vedendovi un po giù di morale, che a Wacken, se vi va, potete stare sotto al palco con gli altri fans, però voi entrerete prima con Gianluca>>
Lo fissai.
<< Cosa?>> domandai incredula.
<< Hai sentito bene>>
Sorrisi e mi buttai contro di lui, baciandolo grata.
<< Grazie, grazie>>
<< Richard lo dirà ora a Francesca, a Gian ci pensiamo domani, anche perchè si sarà addormentato>>
<< Oddio, Till, grazie, grazie>>
<< Ora mi spieghi quello che mi hai detto in italiano?>>
<< No>> risposi, ridendo, mentre lui sbuffava e mi baciava.
<< Stronza>>
Ripetei quelle parole in italiano, ridendo per la sua espressione "incazzata".
Prese il dizionario, ma lo richiuse subito, non sapendo come trovare quelle due semplici parole.

Quando mi svegliai mi feci una doccia, mentre lui ancora dormiva, mi asciugai e mi rimisi al suo fianco, fissandolo.
Mi piaceva, mi ero proprio innamorata e sorrisi.
Lui si mosse, svegliandosi e mi fissò.
<< 'Giorno>> 
<< Ciao>> risposi, lui mi baciò.
<< Oggi dobbiamo dire al tuo amico quella cosa>>
<< Si, ma non possiamo rimanere così per un po?>> chiesi, lui mi sorrise tirandomi a se, baciandomi di nuovo.
<< Che ore sono?>>
<< Le 11.00>> 
<< No, allora non possiamo rimanere così, tra tre ore dobbiamo prendere l'aereo>>
<< Uffa>> risposi, abbracciando il cuscino, volevo rimanere a letto.
<< Avremo tutto il tempo di riposare>>
<< Ok..ok>> 
Lui si alzò e si chiuse in bagno, sotto la doccia, mentre io finalmente sarei tornata di nuovo in Germania, sorrisi.
Appena si vestì anche lui, scendemmo, trovando nella sala relax, Olli e Gianluca, che ridevano divertiti.
<< Oh i piccioncini si sono svegliati>>
<< Gian...>> lo richiamai, aveva parlato in italiano, quindi nessuno capì la sua frase.
Lo abbracciai.
Appena arrivarono anche Francesca e Richard, Till iniziò a parlare.
<< Con Richard, avevamo pensato, vedendovi, un po giù di morale nel vedere i concerti da dietro il palco, che a Wacken voi sarete li davanti>>
<< Oddio>> commentò Gian, fissandomi, << Come ai vecchi tempi?>>
<< Già>> sorrisi, ripensando a tutti i concerti che avevamo visto insieme.
<< Finalmente>> continuò Francesca, << Il trio torna alla carica>>
<< Vi ricordate nel '92 quando siamo andati a vedere i Maiden a Donington?>>
<< Prima fila e chi se lo scorderà mai, in nostro primo concerto insieme>>
<< Sei andata a vedere gli Iron Maiden che avevi 9 anni?>> mi chiese Till, con una faccia piuttosto preoccupata.
<< Si perchè?>>
<< I tuoi?>>
<< A casa, bello vero? Siamo andati con mio zio e suo padre>> dissi indicando il mio migliore amico.
<< Siete tre pazzi!>> commentò ridendo Olli, che batteva il cinque a Gianluca.
<< A quali altri concerti siete andati voi tre?>> chiese Richard, tenendo per mano la sua compagna, gli sorrisi e mi misi a pensare.
<< Siamo tornati li nel '94 e abbiamo visto i Pantera e gli Aerosmith>> 
Francesca rispose alla domanda del suo compagno.
<< Giusto, poi nel '95 siamo andati in Argentina a vedere: Megadeth, Cooper e Ozzy, poi varie edizioni del Gods of Metal>> commentò Gianluca, <<..poi nel '98, lei senza dirci nulla, prese il primo aereo e venne a vedervi a Berlino, da sola>>
Tutti mi fissarono e risi, Gianluca ricominciò a parlare raccontando il primo concerto dei Rammstein, << Quando tornò a Roma, aveva con se il suo tatuaggio, ciò fece inacazzare i suoi, ma nessuno riuscì a dristruggere il suo sorriso>>
<< Ehi ma che ci dimentichiamo quando siamo andati in Germania al Wacken dal 5 al 7 nel 2004?> dissi con enfasi.
Tutti risero.
<< Ora si spiega il perchè il tuo amore per la nostra nazione>> 
<< Poi vennimmo a vedervi al Gods of metal nel 2002 e ad Assago nel 2005>>








Hallooooooo
Eccomi qui di nuovo, beh devo dire che scrivere di quello che vivo ai concerti mi ha fatto sorridere, mi ha fatto ripensare a tutte quegli aneddoti divertenti avuti proprio con il mio migliore amico.
Bhe comunque spero che questo capitolo vi piaccia, lo spero tanto.
Grazie RoarGirl, che anche con poco tempo mi hai commentato il capitolo, TI ADOROOOOOOOOOO!
Buona serata alla prossima.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21



Ovviamente tornare a Wacken fu una bellissima emozione.
Per mia fortuna avevo passato con Till il 30 ed il 31, completamente da soli.
In Germania, di nuovo.
Quella mattina restammo tutti insieme, entrammo nello stage con loro, la sicurezza ci diede i bracciali/pass.
<< State attenti>>
<< Si>> rispose Gianluca, che non vedeva l'ora di essere sotto quel palco.
<< Eleonora..>> Till mi chiamò, prendendomi per un polso e girandomi verso di se, aveva il viso un po preoccupato, << Stai attenta>>
<< Stai tranquillo>> 
Lui mi baciò, era tremendamente passionale e in quel momento la mia mente e il mio cuore si divisero in due, una parte che voleva andare subito sotto al palco e quella che voleva rimanere con lui.
Anche Francesca salutò il suo compagno, poi seguendo due uomini della sicurezza entrammo li sotto e dopo qualche ora, ci fu l'invasione di metallari.
A turno andammo in bagno, comprammo le birre e ci rilassammo.
Ovviamente proprio come nel 2004 mi scatenammo, stringemmo amicizia con troppa gente, americani, tedeschi, qualche italiano, russi, inglesi.
Quello era il ritrovo per tutti i metalhead e ci si sentiva a casa.
Ci spaventammo tutti quando nemmeno dopo la prima mezz'ora dei Motorhead, Lemmy, colto da un malore, se ne andò dal palco, tutti ci preoccuparmo per quella vecchia canaglia, che aveva cresciuto un po tutti noi.
Arrivò finalmente il momento tanto atteso da quasi tutti, calò il sipario, quello che sembrava un muro.
Ero in prima fila, proprio sotto di lui, come a Roma, Francesca alla mia sinistra e Gianluca alla mia destra, strinsi la sua mano e quando loro iniziarono a suonare, automaticamente io iniziai a saltare, alzando il mio braccio con il tatuaggio, tanto per farmi vedere.
Till mise su un'espressione tranquilla, anche se spesso e volentieri lo vedevo innervosirsi.
Richard e Paul, risero, nessuno tranne noi, sapeva il vero motivo di quei sorrisi.
Io, Fra' e Gian' ci stringemmo in un abbraccio durante Ohne Dich, dove come al mio solito piansi come una bambina, Till mi sorrise e ricambiai.
Guardarlo, mentre cantava una delle mie canzoni preferite sapendo che lui la stava cantando a me era stupendo, lo amavo davvero.
Durante Du Hast ci fu un'unica e potentissima voce, tutti cantavamo esattamente le stesse parole e allo stesso tempo.
E fui fiera di lui.
Era riuscito a coinvolgere talmente tanta gente, come ad ogni concerto.
Con Sonne e Links 2-3-4 io e i miei amici, iniziammo a pogare, come al nostro solito, scatenando ovviamente un grandissimo e fighissimo pogo generale, dove tutti prendevano a spalle tutti, ma mantendo comunque gli occhi sempre aperti e stando attenti a non farsi troppo male.
Till e Richard, avevano lo sguardo preoccupato mentre noi, ci divertivamo da morire.
Ci calmammo un pochino, per poi ricominciare sia a fare Headbanding che a pogare.
Andavo in sincro con lui, stessi movimenti nello stesso momento.
Il concerto andò avanti ancora per un po, ovviamente per me, rivederli in Germania era una bellissima emozione e vederli insieme ai miei amici era un'ulteriore soddisfazione.
Altra stupenda emozione era sapere che una volta finito tutto, una volta calato il sipario sarei tornata da lui, tra le sue braccia.
Continuammo a saltare finchè, durante il pogo su Pussy ci ritrovammo tutti separati, tanto che dal palco Richard e gli altri si lanciavano degli sguardi preoccupati.
Appena finì il concerto, anche se con un po di tristezza, noi, entrammo nel backstage, ridendo e canticchiando ancora, con quella pochissima voce rimasta.
Avevo un bel livido sul fianco e un taglio su una gamba, per non parlare di Gian' che aveva un taglietto anche lui su una gamba e uno sul braccio e Francesca che rideva come una pazza guardando il suo livido sul braccio.
Ovviamente quella che si faceva più male ero io, ma poco mi importava, faceva parte del gioco.
Gianluca con le braccia sulle nostre spalle, continuava a ridere.
Arrivammo in una sala, dove dei medici ci disinfettarono le ferite e ci diedero del ghiaccio per i lividi.
Dopo una mezz'oretta, impaziente di rivedere il mio uomo, mi alzai, lamentandomi per il mio fianco e la mia gamba e sempre arrancando andammo con calma e con molta lentezza nella sala dell'after party, che ancora non era iniziato.
Appena entrammo fummo assaliti dai musicisti, tutti belli puliti e profumati.
Till venne di corsa a vedere se stessi bene.
Mi appoggiai al suo braccio, canticchiando ancora e sentendo le orecchie fischiare.
Ci sedemmo, finalmente, ridendo.
<< Guarda come siete ridotti...>>
<< Calma eh, abbiamo passato di peggio>>
<< Ma...>>
<< Till, rilassati, devo assolutamente farmi una doccia, puzzo di sambuca>> 
Gli presi il volto fra le mani, baciandolo con troppa passione, ero troppo euforica, troppo felice, troppo eccitata, ero troppo tutto.
<< Non hai più voce>> rispose lui, allarmato.
Presi un foglio, la mia voce ormai mi aveva abbandonata, e scrissi sopra un "Fa niente, mi tornerà presto".
Richard, preoccupato come il suo collega, aveva appena fatto duemila domande alla mia amica, chiedendole se si sentisse bene, se aveva dolori e cavoli vari.
Till seguendomi passo passo mi accompagnò nel suo camerino, io mi infilai in docca, lavandomi di fretta e furia e asciugandomi più o meno i capelli. 
Mi infilai una maglia di Till, che mi faceva da vestito per quanto era grande un paio di pantaloncini che mi ero portata dietro.
Tornammo nel salone, dove la festa era appena iniziata, Gian' parlava con Paul, ridevano e lui ogni tanto storceva il naso per il braccio o per la gamba.
Bevemmo, ancora, per nostra fortuna sapevamo reggere molto bene l'alcool, tranne Francesca, che per evitare una sbornia colossale bevve solamente due birre.
Till, dopo aver fatto autografi, parlato con i fans si mise seduto al mio fianco sospirò e mi diede una carezza sulla testa.
<< Sei sicura di star bene?>>
Annuii appoggiandomi poi con la testa sulla sua spalla sinistra, mi sorrise.
Ovviamente, leggermente allegri per l'alcool che circolava nel nostro corpo, ci ritrovammo attaccati come due cozze, a mangiarci di baci.
Un flash della nostra notte insieme mi tornò alla mente e mi eccitai ancora di più.
Lui lo capì e sorrise come un ebete.
Mi fece sedere sulle sue gambe, accarezzando le mie, nude.
Rimanemmo ancora un po li, poi ce ne tornammo in hotel.
Till per quanto dolce fosse, era purtroppo anche troppo iperprotettivo, geloso e soprattutto si preoccupava per poco.
In ascensore, intenti al eslporarci a vicenda, facemmo cadere un quadro presente li dentro, per nostra fortuna non si ruppe.
Entrammo in stanza, lui con la forza bruta che aveva, anche se stanco mi sollevò, attaccandomi al muro con la schiena, mentre continuava a baciarmi, ad accarezzarmi lentamente le gambe che allacciai alla sua vita, infilai le mani nei suoi capelli biondi, che lo rendevano ancora più giovane.
Lui sorrise sulle mie labbra e sportandosi, delicanto quanto un tir, fece cadere una seda e andò a sbattere contro il tavolo.
Mi ci poggiò sopra, mugugnando qualcosa per il dolore poi riprese a baciarmi, scendendo sul collo.
Altro flash.
Diversa reazione.
Mi bloccai, quasi spaventata e lo allontanai.
<< Che c'è?>> chiese, respirando quasi a fatica.
Non risposi.
<< Ehy tutto ok?>>
<< S-si>>
<< Ti ho messo fretta?>> 
<< No>>
<< Sicura?>> domandò.
<< Si>> 
Lui sospirò e mi abbracciò, lasciandomi senza parole.
Aveva capito.
Non andammo oltre, non ci spingemmo più in la di così e ne fui tremendamente felice.
Andò in bagno e io, ferma in stanza, sentendomi un po un'idiota notai la macchia di colore verde misto a nero e vioca che si era presa quasi tutto il mio fianco, sospirai e mi coprii subito, per non far preoccupare ulteriormente quel poveraccio.
Tornò in stanza, mettendomi un cerottone sulla gamba, lamentandomi poco, insomma, faceva male.
Till mi fissò, gli sorrisi, << Sto bene>> dissi a bassa voce, tanto per rassicurarlo, mi misi sul letto anche io.
Lui alzò come ogni sera il braccio, lasciandomi accoccolare a lui, ma quando sentii il suo fianco attaccarsi al mio, gemetti per il dolore.
<< Mi fai vedere che cos'hai?>> chiese tentando di sollevarmi la sua maglia, ma lo bloccai.
<< Till non è nulla>> risposi, prendendolo per mano, lui mi fissò curioso, <<..E' solo la botta>>
Lasciò perdere e mi baciò.
Durante la notte non riuscii a dormire molto, mi faceva veramente troppo male, non mi lamentai nemmeno un po, non volevo svegliarlo e poi avevo paura che si incazzasse.
La mattina lui mi chiese come mai alle 9 ero già sveglia, gli risposi che mi aveva chiamato una mia amica al telefono, tutto pur di non dirgli che stavo male.
Scendemmo a fare "colazione", nella sala trovammo sia Paul che Gianluca, mi fissò curioso.
<< Non hai dormito?>> mi chiese in italiano.
<< No, lascia perdere>>
<< Stai bene?>>
<< Più o meno>> risposi, storcendo il naso.
<< Ele...che hai?>>
<< Vieni che ti faccio vedere>> mi alzai, dicendo poi che Gian, non aveva più sigarette e che gli avrei dato un po delle mie, così salimmo su, senza destare troppi dubbi.
Una volta entrati nella stanza, mi sollevai la maglia, scoprendo l'orrenda visione.
<< Cazzo devi andare da un medico>>
<< No, basta solo un po di pomata>> ribadii io.
<< Ah si e io sono biondo, che ti costa andare a vedere se è tutto ok?>>
<< Non voglio che si preoccupi>> 
<< Ele cazzo, non hai mai riportato lividi del genere e poi sei gonfia>>
<< C'è sempre una prima volta>> risposi, fissandomi allo specchio, effettivamente aveva ragione, non era una bella cosa, ma lasciai perdere, gli diedi 5 sigarette e riscendemmo.
<< Non dirlo a nessuno>>
<< Dire cosa?>> mi chiese la mia amica, in italiano, Gian le disse di ciò che avevo su un fianco e lei non disse nulla, se non un "devi farti vedere".







Hallo.
Si lo so sono una mega sola, lo so e vi chiedo scusa se non ho aggiornato prima, pc idiota e febbre a 39.
Sorry! >-<
Questa sera per farmi perdonare posterò due (forse 3) capitoli.
Ringrazio RoarGirl e Dinamismica, come al solito siete dolcissime awww e grazie per i continui commenti e complimenti. 
Vi adoro.
Un grazie speciale anche a Elfa_, sono vermanete felice che ti piaccia la mia ff, grazie per i complimenti e soprattutto, ho riso tantissimo quando mi hai detto che sono una stalker, giuro non sai quanto ho riso.
Bene un bacione al prossimo capitolo
<3

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22



Per due giorni, cercai di lamentarmi il meno possibile e Till non mi chiese nulla, per mia fortuna.
Il 4 Agosto prendemmo insieme un aereo, lui gentilmente mi accompagnò in Italia a rifare la valigia di nuovo, avevamo deciso di andarcene per qualche giorno in Trentino, per conto nostro.
Stranamente, l'idea di restare sola con lui, senza gli altri mi rendeva felice, ma allo stesso tempo ero nervosa.
Avevamo preso una baita in una vallata, vicino alle montagne, c'era anche un piccolo sentiero, che costeggiava un ruscelletto e si inoltrava tra gli alberi fino ad una piccola cascata.
Era una meraviglia, c'era la pace e non faceva nemmeno troppo caldo.
Affianco alla nostra baita ce ne stavano altre tre.
<< Guarda che bello>> dissi camminando, mentre facevo le foto a qualsiasi piccolo animale o fiore, cercavo di immortalare tutto, spesso, fotografavo anche lui, magari assorto nei suoi pensieri o mentre ammirava la nauta.
Till mi camminava dietro, sorridendo, con una sigaretta tra le labbra e continuando ad ammirare con meraviglia la natura.
Lui sorrideva, era rilassato, finalmente.
Le date erano finite ed ora, giustamente, gli spettava un bel periodo di riposo.
Mi fermai, sentendo una fitta al fianco e il respiro mancare, cercai di mascherare il tutto con un "mio dio che fatica".
Lui mi fissò e mi prese la macchinetta dalle mani, << E' dal 1 Agosto che stai così, siamo al 6 e ancora ti fa male il fianco, mi vuoi far vedere?>> 
<< No, è tutto ok>> risposi, mettendo su il sorriso più falso del mondo.
<< Non è tutto ok>>
<< Non voglio discutere>> 
<< Ele se stai male, magari devi....>>
<< Non sto male, io sto benissimo!>> dissi, con un tono piuttosto alto della voce, sbuffai e mi rimisi a camminare, sentendo il dolore crescere sempre di più.
<< Quando fai così sei proprio una ragazzina>>
Una volta tornati alla baita, andai in bagno, alzandomi la maglia e notando che quel cazzo di livido era ancora li, Till, evidentemente, non pensando che mi trovassi li, aprì la porta e mi fissò.
Lo vidi sgranare gli occhi ed avvicinarsi, lasciai che la maglia mi coprisse ma lui fu più veloce di me e me la tirò su di nuovo, fissando il bellissimo spettacolo che avevo sul fianco.
<< Che aspettavi a dirlo?>>
Rimasi in silenzio, non sapendo cosa rispondere.
<< Parlo con te>> 
<< Avevo paura>> mugugnai.
<< Di cosa?>> chiese con un tono di voce strano, che viaggiava tra l'incazzato e il triste.
<< Non volevo farti incazzare, ne farti rimpiangere la tua scelta io mi sono divertita>>
<< Potevano ammazzarti>> mi urlò.
<< Ma sono qui, sono andata a concerti peggiori, Till!>> 
<< Peggiori, guarda come sei ridotta!>>
<< Sto bene>> risposi, lui mi fissò con degli occhi spenti.
<< No, Eleonora, non stai bene, non sono stupido, vedo che fai fatica a respirare, ma ora basta, andiamo in ospedale>>
<< Ma sta a...>> 
<< Non mi importa, andiamo>> 
Lo vidi chiamare un taxi, che dopo meno di un'ora arrivò a prenderci e ci portò nel primo ospedale.
<< Tante volte mi chiedo come mai ti vengo dietro e sto con te>> disse a bassa voce, evidentemente stava pensando, ma quella frase mi lasciò proprio senza parole.
Offesa e anche ferita.
Io con lui avevo molta, ma molta pazienza, anche perchè spesso e volentieri sbroccava.
Non era semplice e tutti e due, cercavamo di impegnarci ma avevamo due stili di vita diversi, eravamo cresciuti in periodi diversi e molte volte ci scontravamo per la più piccola cavolata.
Durante tutto il tragitto non parlammo e ciò accadde anche tra quelle mura, dove mi fecero una lastra, appurando poi che avevo una costola incrinata, mi segnarono degli antidolorifici e mi mandarono via.
Nemmeno nel viaggio di ritorno alla baita parlammo e una volta arrivati, andai a "dormire".
Invece di dormire me ne stavo li a piangere, come una cretina, sia perchè mi faceva veramente male ma perchè sapevo di aver sbagliato ed ero nervosa, odiavo essere trattata come una bambina, oramai avevo 30 anni.
Till entrò nella stanza, fissandomi, mi si sedette affianco, passandomi una mano nei capelli e baciandomi.
<< Scusa, se ti ho tenut...>>
<< Sta tranquilla, ero preoccupato, ma è ok, la prossima volta dimmelo ok?>>
Annuii e mi tirai su per abbracciarlo, lui mi accarezzò la schiena senza stringermi troppo, << Scusa per quello che ho detto>>
Rimasi in silenzio, sapevo che si riferiva alla frase detta in macchina, lui mi sorrise dolcemente poi si mise affianco a me, alzando il braccio e facendomi appoggiare il viso sul suo petto.
<< Tra una settimana ci raggiungono gli altri nelle tre baite affianco>>
<< Tre?>>
<< Si Flake e Olli in una, poi Gianluca, Paul e Doom, in un'altra...>>
<< Viene anche Gian'?>> domandai sorpresa.
<< In verità era una sorpresa, quindi fa finta di non saper nulla ok?>> mi chiese ridendo, sorrisi.
<< Ok>> 
<< E Francesca e Richard in una loro>>
<< Ah che bello, tutti insieme per tre settimane>> dissi, sbadigliando, lo baciai e riappoggiando la testa sul suo petto mi addormentai, cullata dal suo respiro.
Quella notte mi svegliai più volte, sia per il fianco sia per i miei pensieri.
Avevo sbagliato e lui, purtroppo era stato veramente duro con me.
Mi presi la mia chitarra e me ne andai fuori dalla baita, portando con me anche la mia fotocamera.
Mi misi seduta su una radice di una quercia, intenta a fotografare un po quella meraviglia di cielo, che limpido, era una meraviglia che lasciava a bocca aperta.
Suonicchiai anche qualcosa.
Però mi fermai, lasciandomi travolgere dai pensieri.
Per quanto fossi forte e per quanto riponessi fiducia in questa storia, le mie paure erano sempre li, come prima di partire.
Mi sentivo una bambina in confronto a lui, mi sentivo in netta inferiorità perchè per quanto fossi famosa come fotografa, non ero nulla.
Sospirai.
Non mi piaceva pensare queste cose, ma purtroppo era la semplice verità.
Sbuffai, ricominciando a suonare.
Mentre fissavo un punto a terra, suonando "Patience" dei Guns N'Roses, iniziai a cantare, rilassandomi all'istante.
Rimasi li, aspettando l'alba.
Sentii una mano toccarmi.
Mi girai di scatto, Till mi fissava con uno sguardo triste.
<< Ciao>> dissi.
<< Come mai sei qui?>>
<< Non riuscivo a dormire>> ammisi, fissando poi da un'altra parte.
Lo vidi sedersi al mio fianco, << Aspetto con te l'alba>>
Gli sorrisi e lui non perse un secondo per baciarmi.
Ogni volta che mi sfiorava io perdevo un battito, mi sentivo in paradiso, stavo bene, però appena lui si allontanava da me, mi sentivo crollare.
Stavo male.






Hallo.
Eccomi qui, come promesso ecco il secondo capitolo.
RoarGirl graize per il commento, purtroppo la febbre è ancora qui, ma passerà.
Non ho molto da dire visto che ho scritto molto nel capitolo precedente quindi vi saluto e alla prossima.
Un bacione e buona notte. 



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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23



La nostra settimana di puro relax e intimità passò veloce, il mio dolore no, purtroppo.
Non passarono nemmeno i brutti pensieri.
Quella frase mi aveva lasciato un non so che di terribilemente negativo.
Il 16 sera arrivarono anche gli altri, portando con se, birra e qualche chitarra e anche un po di allegria.
Till aveva capito di aver sbagliato, cercava di dimostrarmelo.
Sorrisi abbracciando la mia amica e il mio amico, salutando poi tutti gli altri, che mi chiesero se stavo meglio.
Ci mettemmo tutti seduti attorno ad un tavolo gigante, con le birre e le chitarre, a suonare e bere, ridere e parlare come amici di vecchia data.
Till seduto al mio fianco teneva un braccio sulle mie spalle, ridendo per le battute di Flake.
Con me lui era l'uomo più dolce del mondo, ogni tanto mi baciava e mi sorrideva, certo aveva sempre quella sua aria malinconica che alternava a quella da provocatore pervertito, ma restava comunque l'uomo più dolce e sensibile del mondo.
Spesso si comportava anche da padre e mi piaceva, mi faceva sentire protetta.
Tranne quando diventava troppo possessivo e li allora si creavano dei problemi.
Alle 2 di notte andammo a dormire, stanchi e ci abbracciammo come al solito.
Il risveglio fu troppo movimentato per i mei gusti, qualcuno bussava alla nostra porta e quando andai ad aprire, sbadigliando, Paul e Doom andarono a svegliare quel poveretto, che li mandò al diavolo e si alzò.
<< Si va a fare un'escursione>>
<< Quando?>> domandai, sbadigliando.
<< Tra un'ora e mezza>> rispose Doom, << Però...anche di prima mattina riesci ad essere figa>> aggiunse sorridendo, fissai Till che sbuffò e li cacciò via.
Ci andammo a preparare e un'ora e mezza dopo stavamo camminando per il bosco, con quei pazzi.
<< Li odio>>
<< Immagino>> mi disse Till, gli sorrisi prendendolo per mano, lui strinse la presa e mi fissò.
<< Che c'è?>>
<< Devo dirti una cosa!>> aspettammo qualche minuto, tempo che gli altri andassero poco avanti rispetto a noi e quando rimanemmo completamente soli il mio cuore prese a battere all'impazata, ansiosa com'ero di sapere cosa volesse dirmi.
Iniziavo a dubitare, avevo una paura fottuta che lui mi lasciasse da sola.
<< Till che devi dirmi?>> chiesi, notando il suo silenzio, lui mi baciò, avvicinandosi a me e levandomi il respiro, si staccò fissandomi negli occhi.
<< Ti amo>> 
Lo fissai, sorrisi felice e lo abbracciai, lui mi "strinse" a se, sorridendo come un ebete e mi ripetè quelle parole di nuovo, lo fissai.
<< Ti amo>> dissi io in italiano, lui mi fissò curioso, << Significa "Ti Amo" in tedesco>> spiegai, lui mi baciò di nuovo e ancora, ancora, poi mi prese per mano, stringendo forte la presa, tornando dagli altri, che felici si misero ad applaudire.
La nostra escuscursione durò fino a sera e quando tornammo alle baite, decidemmo di fare un barbecue e io, sia stanca per il troppo sforzo sia perchè volevo un attimo di solitudine, mi misi seduta con una chitarra in braccio, foglio e penna, attaccata alla radice di un albero, lontano da tutto il gruppo.
Fissai Till mentre parlava con gli altri, sorrideva allegro, Gianluca e Francesca ridevano per qualche battuta di Paul.
Flake e Doom che giravano quello che avevano messo sulla brace, Olli se ne stava seduto a parlare con Richard.
Till si guardò intorno non trovandomi, la sua espressione fu piuttosto preoccupata, mi misi a suonare, magari si sarebbe calmato se mi avesse visto, lui alzò lo sguardo su di me e si avvicinò a passi lunghi.
<< Va tutto bene?>> mi chiese sedendosi al mio fianco.
<< Avevo bisogno di due minuti>> confessai.
<< Che succede?>> mi domandò, poggiai la chitarra a terra e lo abbracciai, << Ehi>> mi disse stringendomi.
<< Ho paura, paura che tutto questo finisca>> ammisi, lui mi sorrise e mi baciò, sollevandomi piano e mettendomi prorpio davanti a se tra le sue gambe.
Si staccò da me, circondandomi con le braccia e appoggiando la sua testa sulla mia spalla sinistra.



***Francesca***

 
<< Ma dove sono finiti Till e...>> Olli si bloccò, fissando un punto in lontananza, seguimmo il suo sguardo e notammo quei due.
<< Ma quanto sono dolci>> dissi in italiano, Gianluca sorrise addolcito da quella visione, poi spiegai quello che avevo detto anche agli altri.
<< Speriamo sia la volta buona>> commentò il tastierista, <<..insomma lui ha sofferto un po eh>>
<< Anche lei>> rispose Gianluca, sospirando, <<..e spero tanto che non sia proprio lui a farla star male di nuovo>>
<< Le vuoi bene?>> gli chiese Olli.
<< E' mia sorella, è la persona più bella del mondo, sorride sempre, non ti fa mai pesare nulla anzi, se hai un problema lei si fa carico di ciò e finchè non lo risolvi ti aiuta, ha molta pazienza -anche se non sembra- è la prima ad ascoltarti e a consolarti, è capace di fare chilometri pur di parlare e aiutare, è una pignola del cazzo, ma è anche la persona più fragile del mondo>>
Tutti lo fissavano mentre lui a sua volta osservava la nostra migliore amica, sorrisi e mi misi a dire la mia.
<< Ha molte paura, ma basta che qualcuno le dica e le dimostri che può farcela allora è capace di scalare le montagne, poi che altro, è una pazza, fa tutto quello che vuole, ad esempio tutti le hanno detto di non tatuarsi, lei che ha fatto, è partita senza dire nulla e quando è tornata aveva il tatuaggio sul braccio, se si incazza è meglio lasciarla sola, Satana in confronto a lei è un neonato>>
Tutti si misero a ridere e sentimmo poi altre due risate unirsi a noi, lei abbracciò sia me che Gianluca, << Vi voglio bene>> ci disse, sincera, con le lacrime agli occhi, commossa forse dalle nostre parole.
La fissai mentre lei si metteva seduta, << Bene ora ho fame>> commentò.
<< Ecco altra cosa? Lei mangia per 3 persone se non di più e non mette su un chilo>>
<< C'è chi può e chi non può>>
<< Mi stai dando della grassa?>> domandai fingendomi offesa.
<< No, ti pare>> rispose lei ridendo, eppure dietro a quel sorriso stava nascondendo qualcosa, l'avevo capito, l'avevamo capito sia io che Gian.
Lei era brava a mentire, fingere, però con noi era un libro aperto, ci faceva vedere quanto soffrisse.
Spostai lo sguardo su Till, sorrideva anche lui, ma era un sorriso falso.
Che tra loro era successo qualcosa di brutto si notava e io sentivo il bisogno di aiutare la mia migliore amica.
La vidi alzarsi, per andare a prendere qualcosa nella baita, sicuramente qualche birra.
Ne aveva già bevute due.
Io e Gian ci fissammo e io mi alzai, capendo che la serata sarebbe finita male se avesse continuato a bere.
Entrai anche io.
Come credevo, la trovai intenta ad aprire il frigo, prese una cassa di birre e la poggiò sul tavolo.
<< Ehi>> lei saltò, forse spaventata.
<< Non farlo mai più>> 
<< Ele, che succede?>>
<< Niente>>
Bugiarda!
<< Davvero? Stai bevendo da morire e soprattutto sei già di morale, che è successo?>>
<< Ma niente davvero, sto pensando troppo ultimamente, diciamo che inizio a sentirmi inadeguata...>>
Vidi le sue mani tremare mentre cercava, invano, di aprire le bottiglie, mi avvicinai e le bloccai le mani.
<< Basta Ele, non torturarti con i tuoi pensieri e dimmi che è successo!>>
<< Till, ecco lui un po di giorni fa ha scoperto cosa mi è successo a Wacken, si è incazzato....>>
La zittii, << Ti ha fatto qualcosa?>> domandai allarmata.
<< No, no, l'ho solamente setito riflettere ad alta voce, si domandava come mai sta con me e mi viene dietro>>
La fissai, la tristezza dipinta sul volto, sembrava quasi un'altra persona.
La strinsi automaticamente a me, capendo quanto si sentisse inadeguata, quanto terrore aveva nel cuore e quanto quella "semplice" domanda, quasi retorica, le avesse fatto del male.
La sentii stringermi, facendosi quasi piccola piccola.






Hallo!
Come state? 
Io ancora con un po di febbre, povera me che stress.
Grazie a chi sta leggendo questa ff, vedo che siete molti, awww sono tanto felice.
RoarGirl con questi due non c'è un attimo di pace, mamma mia.
Vi anticipo che nel prossimo capitolo ci saranno degli inaspettati (o forse aspettati) sviluppi.
Non dico altro, ma vi ringrazio e vi saluto.
Alla prossima.
 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24



Nelle ultime tre settimane di "relax" in montagna accaddero molte cose, io finalmente guarii, più o meno, riuscivo a muovermi senza dolori ne fitte.
Richard e Francesca avevano deciso di aspettare ancora un mesetto prima di andare a vivere insieme, in America.
Gianluca aveva trovato lavoro come Chef a Berlino.
Io e Till decidemmo di andare a vivere insieme, scelta molto affrettata ma non sopportavamo l'idea di starcene da soli e separati, lui in Germania e io in Italia.
Certo avrei dovuto spiegare ai miei il perchè della mia partenza, fino a quel momento avevo detto una mezza verità e cioè che andavo in vacanza con Francesca e Gianluca.
Non nominai ne i Rammstein ne Till, mio padre in fondo aveva solamente 14 anni in più rispetto al mio compagno.
Su facebook, mi apparivano continuii post in bacheca delle varie pagine, che pubblicavano foto dei loro concerti e purtroppo in alcune foto capitai anche io.
Immortalata.
Beccata.
Ciò fece aumentare ancora di più il mio senso di inadeguatezza che mi portavo dietro da quella maledetta frase.
Tornai a Roma, con Francesca e Gianluca, dopo aver salutato il mio amore in aeroporto, che mi "assilava" ricordandomi di chiamarlo.
Arrivai a casa e facendo a gara con Francesca per la doccia.
Sotto quel getto mi rilassai, lasciando andar via tutta la stanchezza e le paure.
Il perchè di tutta questa agitazione era la cena con i nostri genitori che avevano deciso di "festeggiare" il nostro ritorno a casa.
Prendemmo un bel respiro, suonando alla porta della casa della mia amica, venendo poi stritolate dagli abbracci delle nostre mamme.
Loro ridevano felici, noi un po meno.
Eravamo veramente agitate, dovevamo svelare tutto, dire i nostri piani, perchè purtroppo non potevamo trasferirci io in Germania e lei dall'altra parte del mondo senza una buona motivazione.
Quando ci sedemmo a tavola, io e la mia amica, ci stringemmo la mano sotto al tavolo.
La nostra stretta durò fino alla fine.
<< Allora dove siete state?>> chiese sua madre.
<< Siamo andate a Bucharest e Wacken, sai abbiamo seguito i Rammstein>> dissi, prendendo un bel respiro.
<< Oh, sempre le solite>>
<< Già>> risi io, stringendo ancora più forte la sua mano.
<< Dobbiamo dirvi una cosa>>
Parlammo insieme, fissandoci poi, seriamente spaventate per le loro possibili reazioni.
<< Deve essere una cosa importante>> mia madre mi fissava, curiosa.
Feci un bel respiro, fissando la mia amica, che era ancora più pallida del normale.
Pensai al viso di Till, che proprio in quel momento mi mandò un messaggio.
"Come procede? Gliel'hai detto? Ti amo"
Sorrisi e risposi velocemente con un semplice "Sto per parlare, ti chiamo tra un po, ti amo".
<< Mi sono fidanzata>>
<< Anche io>> continuò la mia amica, le nostre mamme sorrisero dolci.
<< Finalmente!>> dissero loro ridendo.
Sospirai, non avrebbero riso ancora per molto.
<< Avete presente quel gruppo che abbiamo seguito?>>
<< Si bhe?>> mi chiese sua madre, fissai tutti i presenti.
<< Io sto con il cantante e lei con il chitarrista>> dissi tutto di botto, la mia amica, mi strinse la mano, impallidendo ancora di più.
<< Eleonora ma quello ha 50 anni!>> urlò mia madre, sorpresa e allo stesso tempo quasi incazzata, il viso di mio padre era semplicemente nero.
<< Come puoi stare con uno così vecchio?>>
<< Bada a come parli>> l'ammonii io, <<...E' l'uomo più dolce del mondo per favore>>
<< Francesca e tu?>>
<< Io lo amo mamma...>> rispose lei semplicemente, alzando la testa, fronteggiando il confronto con i suoi genitori, capivamo benissimo le loro reazioni ed era normale, ma sia Richard che Till ci amavano.
<< Andrò a vivere in Germania>> confessai, ormai era inutile nascondere la verità, i miei mi guardarono e mio padre si alzò.
<< Tu Francesca... che farai?>>
<< Tra un mese, andrò in America, con Richard>>
<< Sono pazze>>  commentò mia madre, che aveva ancora sul volto un'espressione di stupore.
<< Mamma, anche tu hai fatto pazzie, io Till lo amo, come Fra' ama Richard, siamo grandi ormai>>
<< Hanno ragione>> ammise il padre di Francesca, lasciandoci tutti a bocca aperta, << Ormai sono grandi e se è vero che amano e sono amate, allora lasciamogli vivere la loro vita, però dovrete presentarci i vostri uomini>>
<< Ok>> rispondemmo sorridenti.
Ci alzammo, ognuna pronta a chiamare il proprio compagno, uscii fuori, andando a sedermi su una sedia in giardino, trovando li mio padre.
Non avevamo un bel rapporto.
<< Con uno di 50 anni>>
<< Quindi?>> domandai, sapendo che avrebbe iniziato a dire brutte parole e fare dei commenti poco carini.
<< Ti farà soffrire!>>
<< Non quanto hai fatto tu>> risposi, fissandolo, lui mi diede uno schiaffo e io lo allontanai da me, urlandogli ancora una volta il mio disprezzo, il mio odio nei suoi confronti, che mai era stato un padre per me.
Lui se ne andò a casa, lasciando mamma li, che era venuta a vedere cosa stesse succedendo.
<< Ti riporto io a casa>>
<< Sei sicura di quello che fai?>> mi chiese mia madre, fissandomi con attenzione.
<< Mamma non sai quello che ha fatto per me, dopo aver discusso, è venuto fino qui, per parlarmi, per chiarire quando io non volevo saperne nulla>>
<< Deve essere proprio speciale, guarda come ti brillano gli occhi>>
<< Lo amo tanto>>
<< Che aspetti, chiamalo>> lei sorrise e si allontano, lo chiamai.
Uno squillo.
Due
Tre....
<< Pronto>>
<< Amore...ti ho svegliato?>> chiesi, lui rise dicendomi di no.
<< Aspettavo di sentirti, come è andata?>>
<< Bhe, è iniziata male...>>
<< E?>> mi chiese, con un tono piuttosto preoccupato.
<< Non so, è finita peggio per mio padre, ma benissimo per mamma, qui vogliono conoscere sia te che Richard>>
<< Mi dispiace, per tuo padre, posso capirlo>>
<< Già>> sospirai e lui, dall'altra parte mi disse di amarmi, me lo disse anche in italiano, facendomi ridere divertita.
<< Quando vieni qui?>> chiesi.
Lui sospirò dicendomi che avrebbe preso l'aereo delle 10.35 e sarebbe arrivato qui alle 14.50.
<< Ti amo tanto>> mi disse, sorrisi come un'ebete, con i brividi che mi salivano lungo la schiena.
<< Anche io, vorrei che tu fossi qui>> ammisi.
Lui rise dolcemente e io me l'immaginai passarsi una mano nei capelli.
Lo faceva sempre quando era imbarazzato o semplicemente come gesto automatico.
Mi accesi una sigaretta rimanendo a parlare un po con lui, che mi rassicurava e mi dava la forza di cui avevo bisogno.
Sarebbe stato difficile dormire senza di lui.
Innamorata.





Halloooooooo.
Scusatemi se non ho aggiornato ieri sera ma ero alla festa di un mio compagno di classe, ma eccomi qui di nuovo per voi con un nuovo capitolo.
Elfa_ e RoarGirl io lo sapete ormai a memoria, vi adoro e vi ringrazio per i vostri commenti che amo alla follia, mi fate sempre felice grazie.
Bhe non ho molte cose da dire, spero che vi piaccia questo capitolo e vi saluto.
Alla prossima.
<3

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25



Alle 14.50 finalmente atterrò il mio compagno, andai a prenderlo in aeroporto.
Appena mi vide, lasciò il suo troley e mi abbracciò baciandomi, << Mi sei mancata>>
<< Anche tu, tantissimo>>
<< Andiamo?>>
Ce ne andammo a casa mia, che era libera, la mia amica avrebbe passato  la giornata a casa dei genitori, almeno finchè non fosse arrivato Richard, ovvero fino alle 4 di quel pomeriggio.
Appena entrammo, lui si fiondò sul divano, evidentemente stanco, mi chiese di andare vicino a lui, che ne approfittò subito per baciarmi.
Mi baciò il collo, prendendomi poi in braccio, lo lasciai fare.
Entrammo in camera mia e non per rovinare tutto, ma per paura lo fermai in tempo.
<< Scusa>> dissi abbassando la testa, lui si mise a ridere e mi baciò di nuovo.
<< Va tutto bene>> rispose, semplicemente, fissandomi con quelle sue due incantevoli occhi.
Mi sentii dannatamente sbagliata, non mi sbloccavo e sinceramente iniziavo a temere di perderlo.
In quel esatto momento mi squillò il cellulare, andai a rispondere era mia madre, le dissi che lui era già arrivato e che ci stavamo riposando.
<< Domani cosa fate?>>
<< Mamma non lo so>> le risposi sincera.
<< Io e Maria, abbiamo deciso di fare un pranzo, vorremmo conoscere loro>>
<< Ok, dove?>>
<< Andiamo a casa al mare>>
<< Va bene>> sorrisi, amavo quella casa, per la pace e il suono del mare.
<< Allora a domani>>
<< Ciao mamma>>
Attaccai sbuffando e mi girai verso di lui, per comunicargli quali erano i programmi, lui annuì, battendo la mano sul letto, mi riaccoccolai al suo fianco, giocando con le sue mani, intrecciandole con le mie.
<< Come mi dovrò vestire?>>
<< Ti prego si te stesso>> 
<< Ok, di che hai paura?>> domandò, evidentemente si era accorto del mio tono, forse troppo allarmato. 
<< Di mio padre>> ammisi.
Forse per la prima volta nella mia vita, avevo paura di come avrebbe reagito con Till e non volevo che ci rovinasse la giornata ne che lo trattasse male.
<< Vedrai che andrà bene>>
<< Lo spero>> sospirai.
Lui mi baciò con dolcezza.
<< Vado a farmi una doccia, se vuoi vieni anche tu>> disse sorridendo, alzai gli occhi al cielo.
<< Vai>>
Mi misi a scaricare tutte le foto sul mio pc, liberando finalmente la memoria della mia fotocamera, che avrei portato con me il giorno seguente.
Till uscì dal bagno, con solo un asciugamano addosso, lo fissai mentre lui mi veniva vicino, mi baciò poi andò a vestirsi.
Una statua.
Un brivido e un colpo al cuore.
Appena si chiuse di nuovo in bagno arrossii pensando a quel corpo.
Rimanemmo tutto il pomeriggio rintanati a casa, abbracciati a parlare e riposarci, alle 5:00 di pomeriggio Francesca mi chiamò per dirmi che Richard era arrivato, che già sapeva tutto e mi chiese se potevo passarli a prendere in hotel, ci mettemmo d'accordo per le 10:00.

La mattina arrivò troppo presto e alle 10:00 noi eravamo davanti l'Excelsior, Till al mio fianco che mi teneva la mano.
I due fidanzati entrarono in macchina, ridendo, salutai la mia amica e poi il chitarrista che batteva il piede nervoso.
Sorrisi.
<< Fra' io ho paura>> dissi in italiano, non volevo che Till si sentisse di troppo, lei mi fissò mormorando un "lo so", però poi anche lei mi disse di non preoccuparmi.
<< Tu invece sei tutta sorridente>>
<< In verità sono agitatissima, ma non dirlo a nessuno>>
I due uomini si misero a fissarci, cercando forse di capire qualcosa, poi sbuffarono.
<< Comunque, dove stiamo andando?>> chiese Ric, stiracchiandosi.
<< Alla casa al mare dei miei genitori, Till mi dai una sigaretta?>> 
Il mio compagno prese il pacchetto e mi passò sia sigaretta che accendino, lui mi fissò curioso, ma non disse nulla.
Fissai tutti e misi su gli Iron Maiden, ci mettemmo tutti a cantare.
Alle 11 e mezza arrivammo, avevamo il volume della musica talmente alto che uscirono tutti di corsa a vedere cosa fosse tutto quel "casino".
Scendemmo dalla macchina, ridendo tutti, notammo le nostre mamme ridere divertite, dicendo "non cambierete mai".
<< Mamma, lui è Till>> dissi in italiano, per poi presentare in tedesco mia madre al mio compagno.
Stessa cosa fece Francesca, mi fissai attorno chiedendo a mia madre dove fosse mio padre, mi disse che non era venuto.
<< Quanto è stronzo>> pensai ad alta voce, Till mi fissò curioso, chiedendomi cosa fosse successo, appena gli spiegai il fatto lui mi sorrise e mi abbracciò.
<< Bene, voi riposatevi un po in giardino, noi finiamo di preparare tutto>>
<< Mamma la mia chitarra è in camera?>>
<< Vai a vedere>> 
Sbuffai e corsi su, aprii la stanza, trovando la mia seconda chitarra li, nella sua custodia, la presi e scesi giù di nuovo, andai in giardino, mettendomi a suonare qualcosa, passandola poi anche a Richard e Till, Francesca parlava con il padre e ridevano felici, ero contenta per lei e a giudicare dai buoni commenti, il papà aveva accettato Richard.
Finalmente ci mettemmo a tavola, a ridere, mamma mi fece qualche domanda e io dovetti tradurre tutto in due lingue, in modo da far capire a tutti sia la domanda che la risposta, stessa cosa fece la mia amica, che ogni tanto iniziava a ridere come una matta.
Sentimmo il citofono suonare così andai ad aprire, trovandomi poi mio padre davanti, con un'espressione strana, entrò in casa e si diresse senza nemmeno salutarmi in sala da pranzo.
Lo seguii a passo veloce e Till si alzò.
Li presentai, notando il disprezzo nello sguardo di mio padre, che non disse nulla.
<< Ora che ho visto quest'uomo, posso anche andarmene>>
<< Mi fai proprio schifo>> dissi, allontanandomi da li, disprenzandolo.
Lui mi seguì a ruota, bloccandomi e tirandomi un ceffone, lo schiocco fece arrivare mia madre, che abituata a queste scene ormai nemmeno cercava di dire nulla, forse spaventata.
<< Perchè non te ne vai da qui?>> mi domandò.
<< E' quello che farò, me ne andrò, non saprai più un cazzo di me, sei solo uno stronzo>>
<< Io non val...>>
<< Non fare la vittima, risparmiati, risparmia a tutti la tua scenetta da vittima, non hai mai fatto nulla per me, niente, non sei mai stato un padre>>
Till stava fermo sulla porta che dava al giardino, da dove si passava per uscire, la mia amica gli aveva appena detto di non avvicinarsi.
<< Mi fai schifo>> 
<< Non mi importa più, sai papà, ho imparato a crescere senza di te e non ho più bisogno di te>>
<< Sei inutile, lo farai soffrire, lui sta al centro del mondo, non sei adatta ad uno come lui>>
<< Tu cosa ne sai di me, di lui, di noi, fatti i cazzi tuoi>>
Lui mi diede questa volta un pugno, sullo zigomo, lo spinsi via da me urlandogli che l'avrei denunciato e lui, come al suo solito scappò via a gambe levate.
Mia madre si avvicinò a me, cercando di levarmi la mano dalla faccia, ma la scansai, non volevo che vedesse quello che mi aveva fatto.
Non volevo che qualcuno leggesse la delusione.
Riusciva sempre a ferirmi, a dire quello che sapeva mi avrebbe fatto male e purtroppo aveva ragione.






Hallo.
Oggi capitolo lunghetto, spero di avervi fatto felici...io oggi sono moooolto felice perchè finalmente sono andata al cinema con un mio amico a vedere lo hobbit (tanto per parlare di qualcosa).
Comunque Elfa_ e RoarGirl spero di avervi accontentate e soprattutto fatto felici.
^_____^
Non avendo altro da dire vi saluto e vi ringrazio di cuore.
Alla prossimaaa.
 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26


Andai in bagno di corsa, fissandomi allo specchio.
Mi aveva fatto male veramente.
Sospirai e andai a prendere un fazzoletto, che bagnai e usai per tamponare il piccolo taglio.
Mi fissai allo specchio.
Come faceva Till a stare con una come me?
Cosa avevo di speciale?
Tutte quelle paure che avevo quando lui si ripresentò a me, in quel parco, riaffiorarono nella mia mente.
Qualcuno bussò, andai ad aprire e la mia amica entrò, chiedendomi se stessi bene, notò il livido che si stava formando piano piano e sospirò.
<< Va tutto bene Fra'>> le dissi per calmarla.
<< No, mio...>>
<< Smettila, non è nulla>> la zittii, se avesse continuato a parlare avrei scaricato la mia rabbia su di lei e non ne avevo voglia, così uscii dal bagno, scendendo le scale e andando in giardino, mettendomi seduta su una sedia sotto un'albero a suonicchiare qualcosa e a fumarmi una sigaretta.
Till con le mani in tasca si avvicinò a me, mettendosi seduto al mio fianco a fissarmi.
<< Sto bene>> dissi, sentivo il suo respiro accellerato e non mi piaceva l'idea che lui soffrisse per me.
<< Sicura?>>
<< Si>> risposi bloccandomi, mi passai una mano nei capelli poi ricominciai a suonare.
<< Ne vu...>>
<< Smettila!>> gli dissi ad alta voce, quasi urlando, << Sto bene ok? Sto bene cazzo>>
<< El...>> 
<< Sto bene!>>
Lui si zittì, gli avevo risposto male, lessi in quegli occhi la tristezza, mi diedi della stupida e mi sentii terribilmente in colpa.
<< Mi fai suonare qualcosa?>> mi chiese, gli passai la chitarra, misi la sedia attaccata alla sua e poggiai la testa alla sua spalla, volevo sentirlo affianco a me, ma allo stesso tempo volevo che lui non fosse li, che non avesse assistito a tutto quello che era successo.
Lui uomo famoso che assisteva al bellissimo spettacolino che era la mia famiglia.
Inadeguata.
Insicura.
Non mi sentivo all'altezza di essere la sua compagna.
<< Che dici andiamo a farci una passeggiata?>> mi domandò.
<< Non credo sia il caso, non vorrei che qualcuno ci vedesse e ti incolpasse per questo!>> mi indicai la faccia, lui sorrise tirato e mi strinse a se.
<< Ehi piccioncini>>
Richard e Francesca si unirono a noi, mi alzai un'attimo da li, andando in cucina a bere, entrai anche in camera, prendendo gli occhiali da sole che mi coprivano anche più della metà del livido, passai in bagno a mettermi un qualcosa sopra per coprire almeno un po il colore e scesi.
<< Possiamo andare>>
Francesca e Richard ci dissero che sarebbero rimasti ancora un po a parlare con i genitori della mia amica e con mia madre.
Till si alzò prendendomi per mano, uscimmo da casa e ce ne andammo in spiaggia.
Era piuttosto affollata e meno male che anche lui aveva gli occhiali da sole, certo non passava inosservato, soprattutto per il fatto che stava mano nella mano con una specie di nana.
<< Ci fissano tutti>> 
Mi misi a ridere, si fermarono davanti a noi dei ragazzetti, con gli occhi lucidi e con dei sorrisi bellissimi.
Lasciai la mano del mio compagno che si mise a fare gli autografi e le foto.
<< Eleonora?>> 
Mi girai, trovandomi davanti due "ragazzi", li abbracciai stritolandoli.
<< Mio Dio sei sempre più figa>> mi disse Emanuele.
Quel ragazzo aveva avuto il mio cuore per un lungo periodo, ma a differenza degli altri ragazzi era riuscito a mantenere la nostra amicizia intatta e solidificarla con il passare degli anni.
Era una parte fondamentale della mia vita, << Come va?>>
<< Quando sei tornato?>>
<< Oggi>>
<< Ah Ema', Gi' lui è Till>> feci le presentazioni, Till sorrise piuttosto imbarazzato e strinsi la sua mano.
<< Insomma non abbracci tuo fratello?>> quello che aveva parlato era Giacomo, detto anche Ciop.
Lui era veramente mio fratello, eravamo cresciuti insieme, io, loro e Francesca, avevamo formato una specie di gruppo, noi quattro contro il resto del mondo, avevamo passato di tutto, eppure la nostra amicizia era ancora li.
<< Ce l'hai fatta eh?>>
<< A fare?>> chiesi, continuando a camminare con loro.
<< A metterti con lui>> rispose Francesca, ci girammo tutti di scatto.
Lei presentò Richard a tutti e poi abbracciò i nostri due amici.
Restammo un po li in riva al mare poi andammo a prenderci tutti una birra, come ai vecchi tempi.
<< Quanto resterete qui a Roma?>> chiese Emanuele al mio compagno, dovetti tradurre la domanda.
<< Non lo sappiamo ancora, tu?>>
<< Credo un mese, non lo sappiamo?>>
<< Andremo a vivere insieme a Berlino>> ammisi stringendo la mano del mio compagno, spiegandogli poi tutto in tedesco.
<< Ah, quindi sei più vicina a me>>
<< A quanto pare!>>
<< E tu Fra'>>
<< Io andrò con lui in America>>
<< Dall'altra parte del mondo, ma...>>
<< Ci vedremo comunque, non sarà questo a dividerci>>
<< Perchè non parliamo in Inglese così anche loro capiscono?>> domandai, loro sorrisero e ci mettemmo tutti a parlare in inglese.
Parlammo un po dei nostri vecchi ricordi, erano passati molti anni eppure noi eravamo li a parlare di quello che avevamo realizzato.
Till mi strinse a se ridendo per le battute di Emanuele, che era rimasto sempre il solito pagliaccio di turno, mi erano mancati, mi era mancato il suono delle loro risate, mi mancavano i vecchi tempi.
Passammo tutto il pomeriggio a ridere e scherzare, suonando anche qualcosa.
<< Oddio ti ricordi la nostra canzone?>> domandò Francesca quasi urlando, noi ci girammo verso di lei e scoppiammo a ridere ricordando quella stupida e esilarante canzone.
Parlava delle nostre peggio stronzate e ridendo cominciammo a cantarla suonando.
Richard e Till ridevano, contaggiati dalla simpatia dei miei amici.
<< E poi le due donne si fidanzarono!>> cantò Emanuele.
<< Ma che c'entra ora?>> chiese Richard che rideva come un bambino.
<< Non lo so ma lo volevo dire, lei sta con lui, che sta con lei>> continuò a cantare.
Quella canzone era stata "scritta" in una notte, proprio su una spiaggia.
I ricordi di quella notte riaffiorarono nella mia mente, eravamo noi 4, davanti ad un falò improvvisato, con la birra nel corpo e qualche canna accesa.
Ridevamo allegri.
Festeggiavamo la fine della scuola, la fine degli esami di stato.
<< Ma grazie al cazzo>> risposi asciugandomi gli occhi, stavamo tutti piangendo dalle risate.
Rimanemmo li ancora un po, poi con un pizzico di tristezza ci salutamo tutti e ce ne tornammo nella casa al mare a riprendere la mia macchina e dopo aver riportato la mia amica ed il compagno in hotel, me ne tornai con Till a casa.
Sospirai, prendendo un vecchio album di foto.
E la foto della nottata era li, un po sbiadita dal tempo.
Till sorrise.









Halloooooooooooooooooooooooooooooooo.
Come state?
Io sono guarita del tutto, finalmente.
Bhe che dire, ecco due nuovi personaggi, Ema e Giacomo (gino, ciop, gi) ha tanti soprannomi.
Ringrazio chi sta leggendo e anche la mia dolcissima RoarGirl, awwww si Till ha molta pazienza con Ele, povero cucciolo, nei prossimi capitoli succederà qualcosa di inaspettato....muahahahahah.
Bene.
Alla prossimaaaaa.
 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27


Mi chiusi in bagno.
Mi lavai la faccia, fissando poi la mia immagine allo specchio.
Il mio viso era piuttosto stanco e sul mio zigomo si era formato un piccolo ma evidente livido.
Sospirai e mi asciugai, uscendo poi dal bagno e spegnendo la luce, entrai in cucina, prendendo una bustina e del ghiaccio, mi misi sul divano, affianco a Till stava scrivendo qualcosa con il pc.
Poggiai la testa sul bracciolo del divano e mi misi la bustina sulla faccia, per lenire un po il dolore.
Anche se il vero dolore, purtroppo non era quello fisico.
Lui si girò verso di me fissandomi, << Ti fa così male?>>
<< Un po>> confessai, << Ma passerà>> 
Lui mi accarezzò un braccio tornando a scrivere.
<< Che stai facendo?>> chiesi, incuriosita, osservandolo.
<< Sto scrivendo le ultime poesie per il nuovo libro>>
<< E' vero>> risposi, lui doveva ancora terminare le sue poesie.
Stava ricurvo sul pc, con un'espressione seria, mi tirai su, accoccolandomi al suo fianco, lo vidi sorridere e accarezzò una mia coscia, prese una sigaretta e l'accese.
Lo fissai, teneva la sigaretta tra le labbra e ogni tanto la prendeva tra le dita, grattandosi la testa.
Ogni tanto mi accarezzava una coscia.
E questi momenti, di semplicità, mi scaldavano il cuore.
Spense la sigaretta finita e continuò a digitare sui tasti ancora un po, poi tirò un sospiro di sollievo girandosi verso di me e baciandomi la tempia sinistra, << Ho finito>>
<< Ne posso leggere qualcuna?>>
Lui mi fissò, sorridendo come un ebete, misi su la mia faccetta da cucciola, di solito funzionava sempre, lui si passò una mano nei capelli biondi e girò lo schermo verso di me.
<< Non potrei farti vedere nulla...ma al diavolo le regole>> 
Esultai come una bambina alle prese con la casa delle bambole e mi misi a leggere.
Ne lessi tre, una più bella dell'altra, rimanendo senza parole, lui era veramente un poeta, anche se tremendamente strano e spesso quasi freddo.
Rimasi a fissare lo schermo cercando qualcosa da dire, mentre lui mi fissava curioso.
<< Che c'è? Fanno schifo?>>
<< No Till, assolutamente, sono meravigliose>> risposi riabbracciando il suo braccio, lui sorrise e mi baciò.
Poi prese il ghiaccio che avevo posato sul tavolo e lo posò con delicatezza sulla mia faccia, lui mi fissò triste, << Ha sempre fatto così?>>
<< Più o meno>> risposi freddamente, non mi piaceva parlare di mio padre, non era una bella storia e odiavo affrontare ogni volta questo argomento.
<< E non hai mai fatto nulla?>>
<< E' pur sempre mio padre, sarei anche andata contro mia sorella, anche se alla fine con lei non ho più rapporti da qualche anno>>
<< Hai una sorella'?>>
<< Si di 40 anni>> 
Mi rimisi seduta sul divano, passandomi una mano tra i capelli, vizio ereditato ormai da Till che si sedette al mio fianco.
Allungai le gambe sul bracciolo del divano, poggiando la testa sulle sue gambe e il sacchetto del ghiaccio, che si stava sciogliendo piano piano, proprio come quello che racchiudeva il mio cuore.
Spiegai in modo semplice e veloce quello che era successo.
Lui prese ad accarezzarmi un braccio, poggiandosi con il gomito sullo schienale e poggiando subito dopo la testa sulla mano.
Lo fissai, perdendomi nei suoi occhi.
<< Vai avanti>> disse, sorridendo.
Arrossii colta sul fatto.
<< Mia sorella sin da quando eravamo piccole mi ha sempre detestato, odiato anche>> ricominciai, sospirando.
La nostra famiglia è sempre stata un disastro, siamo sempre stati divisi, lei e mio padre avevano sempre odiato mia madre, mio padre voleva avere una supremazia su tutti.
La storia era diventata pesante quando diventai una fotografa con tanto di contratti.
Mio padre per mia fortuna decise di non seguire il volere di mia sorella che purtroppo, decise di ricattarmi per avere dei soldi.
Sin da bambina era una persona attaccata ai soldi, non le bastavano mai.
La denunciai anche e l'unica cosa che ottenni da ciò fu un risarcimento per danni morali, mentre lei fu licenziata dal suo posto di lavoro.
<< Voglio andarmene da qui>> ammisi sincera.
Ero stanca di vivere in quel posto, che amavo moltissimo, ma diventato tremendamente troppo stretto per me.
Lui mi sorrise, << Andiamocene via prima>> mi propose, passandomi la punta delle dita sul viso.
Mi tirai su, arrivando ad altezza del suo viso, prendendolo fra le mie mani, lui mi sorrise, lo baciai sorridendogli e abbracciandolo.
<< Si per favore>>
<< Perfetto, domani prenoto i biglietti, andiamo via tra due settimane o prima?>> 
<< Prima?>> domandai ironica.
Lo vidi ridere e il suono della sua risata mi fece star bene.
<< Prima>> rispose lui, lo baciai.
Lui si alzò prendendomi per mano, ce ne andammo in camera, iniziò a coccolarmi e appena poggiai il viso sul suo petto, mi addormentai.
La mattina mi svegliai sentendo Till parlare al telefono, stava prenotando come deciso i biglietti per andarcene, mi alzai, andando a lavarmi la faccia, il livido era ancora li.
Uscii dal bagno andando in cucina, mentre lui ancora parlava al telefono, lo sentii ringraziare e attaccò.
Si avvicinò a me con le mani nelle tasche, mi circondò con le braccia, baciandomi una spalla poi salendo lungo il collo.
<< Buongiorno>>
<< Ciao>> dissi girandomi e baciandolo.
<< Mercoledì partiamo>> 
<< Ne sono felice...>> 
<< Ma?>> chiese lui.
Ma? 
Ma sentivo di essere nettamente inferiore a lui, quasi di troppo e ultimamente avevo l'impressione di essere osservata, giudicata ed azzarderei a dire, quasi messa a confronto con tutte le altre donne che lui aveva avuto.
La gente iniziava a parlare, ovunque andassi, beccavo gente, ragazzi soprattutto che mi fissavano, quasi con ribrezzo.
Giravano le voce che lui fosse proprio a Roma.
Mi sentivo braccata e sapevo che tutto ciò sarebbe aumentato andando a Berlino.
<< Niente>>
Lui non mi chiese nulla, forse capendo in parte le mie paure.
Mi strinse a se, senza dire nulla.
Le parole non servivano.
<< Lo sai che ti amo>>
Il mio cuore partì in quarta, quelle parole, già di per se belle, venivano rese stupendamente meravigliose da lui, dalla sua voce a da quegli occhi che mi fissavano brillanti.
<< Non sai quanto ti amo io>>








Hallo eccomi qui.
Beeeeeeeh che ne pensate, come promesso ecco che iniziano le novità.
Ringrazio chi sta leggendo e soprattutto chi, con moooltissima pazienza e anche amore mi commenta ogni capitolo.
RoarGirl e Elfa_ spero di avervi accontentato e fatto felici ^___^
Alla prossimaaaa.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28


Till mi accarezzò una spalla, svegliandomi dal mio sonno, lo fissai.
Sorrideva.
Se fossi morta in quel momento, sarei stata felicissima perchè quel sorriso era la cosa più bella del mondo.
Lo baciai, sentendo quel sapore, buono, dolce e a tratti anche amaro che aveva sulle labbra.
<< Come ti senti?>> mi chiese lui, che mi passava una mano su una coscia.
<< Stanca e preoccupata>>
<< Che ne dici se andassimo a cenare da qualche parte questa sera?>>
<< Sono solamente le 10 e tu pensi già alla cena?>> domandai ridendo.
<< Allora perchè non ce ne andiamo al mare fino e questa sera mangiamo da qualche parte?>>
Gli sorrisi, lui stava facendo di tutto pur di non farmi preoccupare, lo baciai e mi alzai, << Ok andiamo al mare>>
Lo vidi sorridere e si alzò, andai a mettermi un costume, meglio sfruttare gli ultimi giorni d'estate, mi preparai, lui fece lo stesso, lo trovai in salone alla ricerca delle chiavi della mia macchina.
<< Guido io>> disse lui, scandendo le parole.
<< Non sai la strada, ad andare guido io>> risposi, lui sbuffò e mi passò le chiavi, lo presi per mano avvicinandolo a me, << Ti amo>> dissi sincera, lui mi sorrise sornione e mi baciò.
Il viaggio durò circa una mezz'oretta, Till se ne stava bello seduto comodo sul sedile con la sua solita sigaretta in bocca, io cantavo allegra le canzoni rigorosamente rock e metal che passavano alla radio.
Arrivammo ad una spiaggetta deserta, dove non andava mai nessuno, era una meraviglia e c'eravamo solamente noi.
Misi due teli a terra e mi spogliai, correndo poi verso il mare e tuffandomi nell'acqua fredda, riemersi e quando mi girai verso la spiaggia mi trovai Till davanti che sorrideva.
Mi avvicinò a se baciandomi.
Mi strinse a me, approfondendo quel semplice contatto.
Si creò una strana atmosfera, un po come nei film, non esisteva nulla se non noi due, che ci baciavamo in piedi dentro l'acqua, sentii le sue mani sui miei fianchi e mi avvicinai a lui, che mi sollevò.
Ci staccammo, respirando intensamente e fissandoci, tutti e due volevamo una cosa sola e io mi sentivo pronta, l'unico problema era che non volevo che qualcuno ci vedesse.
Sentii gemere di piacere e sospirai, << Till, torniamo a casa>>
Lui mi sorrise, capendo quali erano le mie intenzioni. 
Mi mise giù prendendomi per mano e ci rivestimmo alla cavolo, raccogliendo tutto e salendo di corsa in macchina, guidai piuttosto veloce verso casa.
Lui mi accarezzava le gambe.
<< Till>>
Parcheggiai la macchina e scendemmo, lasciammo lo zaino in macchina, che chiusi e alla svelta, questa volta, ci chiudemmo nell'ascensore a baciarci.
Lui scese sul mio collo e mi diede un piccolo morso, andammo a passo svelto verso la porta di casa, sapendo bene che una volta varcata, tra me e lui sarebbe accaduto qualcosa di meraviglioso,
Aprii la porta e la chiusi con un piede.
Mi sollevò, andando verso la mia stanza, sbattendo qualche volta contro il muro, poichè immpossibilitato a vedere la strada visto che stava attaccato a me.
Mi lasciò cadere sul letto, mettendosi su di me, facendo bene attenzione a non schiacciarmi e presi tutti e due dalla foga, ci ritrovammo presto con solo il costume addosso.
Ribaltai la situazione trovandomi su di lui e baciandolo, mi strinse a se, slacciando il pezzo sopra e appena potè si rimise su di me a baciarmi scendendo lungo il collo e arrivando ai miei seni.
Inarcai la schiena, stringendo una sua mano, mentre lui si "lamentava" del costume, evidentemente troppo stretto.
Tornò su a baciarmi, lo liberai da quell'inutilissimo indumento e lui fece lo stesso, lanciando i due costumi da qualche parte nella stanza.
<< Sei sicura?>>
<< Si>> risposi sincera, lui mi baciò ed entrò in me, lasciandomi poi riprendere fiato.
Eravamo di nuovo io e lui.
Mi accarezzò il viso sorridendo, aspettando con pazienza, poi iniziò a muoversi piano, con delicatezza.
Eravamo fuoco, tutti e due.
Sentirlo di nuovo così vivo e sentirmi di nuovo così viva con lui, mi fece star bene.
Solo allora mi accorsi di quanto mi era mancato quel corpo, quella carne che bollente si adattava perfettamente alla mia.
Lo sentii gemere, mi fissò, con uno sguardo carico di passione, mi prese le mani, stringendole tra le sue.
<< Ti amo>>
Lo fissai, commuovendomi.
Lui sorrise e mi baciò.
<< Ti amo Till>> gli dissi sincera, ed era vero, mi ero seriamente innamorata e di conseguenza non riuscivo ad immaginarmi una vita senza di lui.
<< Sei bellissima>> mi disse. 
Continuammo ad amarci ancora per un po.
Venimmo insieme, urlando ognuno i nostri nomi.
Si accasciò affianco a me, baciandomi con dolcezza e coccolandomi ancora.
Mi addormentai mentre lui, mi accarezzava con infinita dolcezza.
Mi addormentai con il sorriso sulle labbra.

 
***Till***
 

Si era addormentata, sorridendo dolcemente.
Restai a fissarla, che con una mano e la testa poggiata sul mio petto, dormiva tranquilla.
Le accarezzavo una spalla sentendo, con le mie dita callose da musicista, la sua pelle infinitamente liscia.
Era bella.
Era bella e dannata.
Ed io, che mai mi sarei aspettato di essere così con una donna, mi sentivo un bambino, al primo amore, quello che ti stravolge mente e cuore.
Lei con un solo sguardo era capace di farmi battere forte il cuore, sorrisi.
Sembravo una checca.
La strinsi sentendo quel piccolo corpo adattarsi al mio, combaciare perfettamente.
Ero andato a letto con molte donne, ma lei....
Lei mi stava facendo scoprire di nuovo cosa significasse amare, in tutto e per tutto.
Con lei non avrei mai confuso amore con sesso.
Le baciai la testa e mi addormentai anche io.








Hallo.
Eccomi qui, scusate se ieri sera non ho aggiornato ma ora sono qui, con questo nuovo capitolo.
Spero di avervi strappato un sorriso.
Ringrazio come al solito tutti, da chi legge a chi commenta, ma soprattutto ringrazio RoarGirl e Elfa_ .
Vi adoro.
Buona serata e alla prossima :)

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29



Mi svegliai.
Russava e teneva un braccio attorno alla mia pancia.
L'osservai.
Mi misi ad accarezzargli quel braccio, sorridendo come una ragazzina, ero innamorata.
Si mosse, spostando il viso verso il mio, affondando il naso nei miei capelli.
<< Profumi di sesso>> disse aprendo gli occhi.
<< Mi aspettavo qualcosa di più dolce, ma mi accontento di questo>> risposi ironica, mentre lui poggiandosi su un gomito mi accarezzò una guancia.
<< Mmm...sai che c'è?>> 
<< Cosa?>> domandai curiosa.
<< Bhe credo di aver bisogno nuovamente di te>> rispose, prendendo a baciarmi di nuovo.
Ancora.
Mi stesi sul suo petto, baciandolo ovunque, accarezzando con una lentezza quasi snervante, a giudicare dalle sue espressioni, ogni singolo centimetro della sua pelle.
<< Vuoi uccidermi?>>
<< Anche se fosse?>> domandai.
<< Ah che bella morte, morire mentre fai sesso con la donna che ami>>
<< Buongiorno finezza proprio>> risposi ridendo e baciandolo mentre lui con la forza di un elefante mi si mise sopra, baciandomi il collo e iniziando la sua vendetta.
Una lenta ma bellissima tortura.
<< Ora capisci cosa provo?>>
<< Se mi sfotti ancora rimani a secco>> lo minacciai.
Ghignando, scese e prese posto tra le mie gambe.
Gemetti.
Che bastardo.
Un terribile e grandissimo bastardo.
Strinsi i pugni.
Till Lindemann sapeva proprio farci.
Sorrisi mentre lui, fissandomi quasi vittorioso, entrò in me, facendomi urlare.
Mi tappò la bocca, ficcando la sua lingua vicino alla mia.
<< Quanto sei bella>> mi disse più volte, tra una spinta ed un'altra.
Venimmo insieme di nuovo, quasi in sincronia e nominandoci a vicenda.
Lo amavo veramente.
Ci addormentammo, di nuovo esausti ma felici.
Mi risvegliai di nuovo, lui questa volta mi accarezzava dolcemente con la punta delle dita, << Buongiorno>>
<< Ciao>> rispose, baciandomi.
<< Sai, anche tu sai di sesso>> dissi, scoppiando a ridere, seguita da lui, che scosse la testa.
Mi alzai, decisa a farmi una doccia, lui sospirò e mise le braccia dietro la testa.
Mi chiusi in bagno, lasciando scorrere l'acqua fredda, che adoravo per fare la doccia, mi misi a cantare come al mio solito.
 
***Till***

 
La sentii cantare e risi.
Fare di nuovo l'amore con lei era qualcosa di fantastico.
Mi alzai, prendendo una sigaretta.
Fissai la porta del bagno, spegnendo praticamente subito la sigaretta appena accesa.


***Eleonora***


 
Sentii due mani fredde posarsi sui miei fianchi.
Sorrisi e mi girai verso di lui.
Mi appiccicò alla parete baciandomi.
<< Abbiamo appena finito>>
<< Lo so, ma sapresti resistere?>> mi domandò, lo fissai scoppiando a ridere come una deficiente, mentre lui mi fissava serio.
<< No>>
Lui ghignò divertito e mi sollevò, lasciando comunque l'acqua aperta, entrò in me senza darmi tempo per riflettere ne niente.
Lo facemmo di nuovo, in quella doccia talmente stretta e scomoda, ma allo stesso tempo perfetta.
Tutto con lui era perfetto.
Era lui che rendeva magnifico e bellissimo anche il più piccolo gesto, sguardo o parola.
Eravamo felici.
Io con lui ero felice.








Halloooooooooooooooooooooooo
Eccomi qui, di nuovo.
Questi due sono stupendi a mio parere, poi non so se per voi è lo stesso, coooomunque io vi adoro, grazie per le visualizzazioni, grazie a Elfa_ , RoarGirl e syverenn  per i bellissimi commenti, sono veramente ma veramente contenta che vi sia piaciuto il capitolo e grazie mille.
Bene posso fare un annuncio: non so quanti capitoli scriverò ancora ho troppe troppe idee e sono indecisa se dividere la storia in due parti....bho ci penserò.
Ditemi la vostra.
Un bacione e alla prossima.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30


Le giornate prima della partenza le passammo intermanente a casa e l'unica uscita veramente importante fu quella dovuta alla nostra partenza.
Prendemmo un aereo solo andata diretto a Berlino, la mia nuova città.
Arrivai li, con un sorriso enorme sul volto, tenendomi per mano con quel gigante che avevo per compagno.
Sembravamo il gigante e la bambina.
Mi sentivo bene, a casa e soprattutto ero felice di essere li con lui.
Till invece era stranito, quasi preoccupato.
<< Che c'è?>> gli domandai.
<< Nulla, nulla, andiamo>>
Un macchinone ci aspettava davanti all'entrata dell'aeroporto.
Da essa scese il caro tastierista, che abbracciai stritolandolo, ormai per me loro non erano più i Rammstein, loro ormai facevano parte della famiglia e gli volevo veramente bene, ma non come fan, ora come amica.
<< Benvenuta a Berlino>>
<< Grazie>> risposi ridendo, mentre fissavo Till che caricava le nostre valigie sulla macchinona.
<< Andiamo?>>
<< Si andiamo>> dissi presa da un brutto senso di nervosismo.
Mi misi seduta, lasciandomi andare sul sedile mentre lui, accese la macchina, partimmo verso una via a me sconosciuta.
<< Till tutto ok?>>
<< Si, sono solo stanco>>
<< Ok>> lasciai correre, stava sviando il discorso e quando faceva così era inutile parlare.
Certo il fatto che non volesse dirmi cosa gli passava per la testa mi lasciava un po l'amaro in bocca ma alla fine non potevo pretendere molto.
Sospirai e presi una sigaretta anche io.
Restammo in silenzio tutto il viaggio, finchè non arrivammo.
Scesi fissando il palazzo.
Mi sentivo terribilmente agitata come se dovessi tenere un esame.
Presi la mia valigia, seguendo poi il mio compagno.
Mi ritrovai dopo qualche minuto davanti a quella porta, che forse, sarebbe stata casa mia.
Mi sentii in imbarazzo, solamente il salone era gigantesco, di certo almeno tre volte quello di casa mia.
<< Benvenuta a casa>>
Sorrisi appena.
Stavo realizzando che la mia storia con Till stava diventando una cosa seria e per la prima volta ebbi paura davvero del confronto, ma lasciai correre pensando a quello che era successo negli ultimi giorni con il mio compagno.
Mi fissai attorno spaesata, quasi sentendomi di troppo.
<< Ehi>> lui mi abbracciò, poggiando il mento su una mia spalla.
Mi risvegliai.
Mugugnai qualcosa di incomprensibile, << Stai bene?>> mi chiese questa volta lui.
<< Sono solamente nervosa, devo ambientarmi, scusami>>
<< Guardami>> lui mi girò, prendendo il mio volto tra le sue mani, mi fissava serio, << Andrà bene>>
<< Lo so>> risposi.
<< Scusa per prima, diciamo che anche io sono nervoso...diciamo che abbiamo un problema, o almeno ho...>>
<< Cioè?>> domandai.
<< Devo presentarti alla mia famiglia>>
<< Oddio>> sbiancai.
<< Tranquilla, finchè non ti sarai ambientata non ti presenterò a nessuno, rilassati>>
Sbuffai.
Per fortuna lui riusciva a capirmi, lo fissai, sembrava veramente preoccupato.
Lo baciai, sorprendendolo.
Poggiò le mani sui miei fianchi, avvicinandomi a se e portandomi con se sul divano.
<< Bel modo di inaugurare casa!>> disse.
Ci ritrovammo di nuovo, a fare l'amore, insieme, uniti e tremendamente innamorati l'uno dell'altra.
Perchè era esattamente questo quello che c'era tra noi.
Amore.











Hallo eccomi qui.
Visto che mi avete consigliato di dividere la storia in due parti, credo che vi ascolterò e farò come mi avete detto voi.
Il prossimo capitolo che posterò credo il 26 (prima non posso) sarà l'ultimo di questa prima parte, alla fine del capitolo vi dirò anche il titolo della seconda storia, se volete potete consigliarmi voi qualche titolo ^__^
Ringrazio Elfa_ e RoarGirl, ragazze grazie grazie mille e vi prometto che la prossima storia, che ho già iniziato a scrivere vi piacerà.
Detto questo un bacione, Buon Natale e alla prossima <3

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Capitolo 31
*** Epilogo ***


Epilogo




Passarono diversi giorni ed io mi ambientai benissimo nella casa che ormai era stata "battezzata" per bene.
Till mi fece da cicerone per la città, che già conoscevo, ma con lui la stavo scoprendo di nuovo.
Non destammo mai troppi sospetti anche se di tanto in tanto qualcuno, fans soprattutto, ci fermava, come al solito, per gli autografi.
Io mi trovavo bene e il mio gigante, cercava di farmi sentire meglio e a casa.
Un po mi mancava la mia Italia, la mia Roma e la mia casa, la mia mamma.
Mi mancavano un po le urla di prima mattina di Francesca che non riusciva mai a svegliarmi, ricorrendo spesso al lancio di bottiglie d'acqua sul viso.
Mi mancavano le cene con gli amici e la gente che si imbucava a casa come se fosse il Colosseo.
Avevo smesso, o almeno in parte, di parlare in italiano e le uniche occasioni utili per non dimenticare la mia lingua erano le telefonate con la mia amica e le uscite con Gianluca.
Ovviamente la convivenza era una grande prova e proprio come me anche lui era preoccupato, lo vedevo benissimo.
Partiti di fretta e furia, senza organizzare nulla, senza parlare con nessuno.
Ora pian pianino dovevamo trovare un'equilibrio, tutto nostro.
La sera spesso si usciva con gli altri del gruppo a bere o ci si riuniva a casa di qualcuno a mangiare, ridere e scherare.
Ovviamente spesso andavamo anche al ristorante dal mio amico.
Suonarono alla porta ed andai di corsa ad aprire.
<< Permesso, levati nana>> 
<< Grazie amico, sei sempre gentile con me>>
Mi levai dalla porta, facendo entrare il mio migliore amico, che come al solito mi prendeva in giro per la mia altezza, ormai ero stata classificata come tale, non potevo oppormi.
<< Oh ciao Gian>>
<< Till, ciao a tutti>>
<< Senti, visto che oggi sei di buon umore, cucini tu>> dissi, lui mi fissò truce, però poi si dileguò in cucina sbuffando come sempre e fumando una sigaretta.
Ovviamente gli uomini del gruppo, si divertirono come dei bambini ad apparecchiare la tavola, io invece me ne andai ad aiutare il mio amico.
<< Come stai?>>
<< Bene, bene, tu?>> gli chiesi.
Tra noi era così, ci importava sapere come stavamo, se eravamo felici e non avevamo segreti, stavo bene, << Anche se prima o poi dovrò conoscerle e la cosa mi preoccupa>>
<< Andrà bene, ti adoreranno>> rispose lui, scopigliandomi i capelli.
<< Oh che dolce>>
<< E comunque su, di cosa hai paura?>>
<< Magari mi vedranno male>>
<< E sti cazzi? Su Ele tira fuori le palle>> disse lui, tagliando di netto e con un colpo solo la bistecca e puntandomi il coltello.
<< Che c'è?>> domandai, mentre tentavo di aprire un pacco di pasta.
<< Se non lo fai ti uccido>>
Scoppiammo a ridere tutti e due.
Tornai in sala, continuando a ridere e mi bloccai all'istante, urlando poi come una pazza.
<< FRA!>> 
<< ELE!>> 
Ci saltammo in braccio a vicenda, stringendoci in un caloroso abbraccio, stritolandoci quasi.
<< Qualcuno che saluta me?>>
<< Ciao diva>> abbracciai anche Richard, che alzò gli occhi al cielo per il fatto che odiava essere chiamato con quel nomignolo.
<< Bella sorpresa>> anche Gianluca abbracciò i due, stringendo forte la nostra amica, << Quanto restate?>>
<< Una settimana>>
<< SI!>> urlai, facendo poi ridere tutti.
Passammo una serata a ridere, parlando del più e del meno, bevendo e per mia fortuna mangiando italiano.
Non che la cucina tedesca fosse orribile, ma quella del mio paese restava sempre la migliore.
E finalmente iniziavo a sentirmi a casa.
Sorrisi al mio uomo che mi fissò dolcemente, non avrei mai potuto chiedere di meglio, lui era esattamente quello che volevo.















Hallo.
Eccomi qui il capitolo, proprio come avevo promesso.
Come è andato il Natale? spero bene.
Ed eccoci qui con la fine di questa prima FF, devo dire che prima di scrivere questo capitolo mi sono riletta tutta la storia ed ora mi sono commossa, devo dire che mi sono affezzionata molto alla piccola Eleonora, che poi caratterialmente è come me.
Mi sono affezzionata anche voi, RoarGirl, Elfa_, syverenn, Dinamismica e Lea_love_Valo che mi avete sostenuta commentando ogni santissimo capitolo, grazie grazie grazie, millemila volte grazie.
Che altro dire????...ah si!!!!!!!
Già da domani scriverò e posterò il continuo di questa FF.
Il titolo sarà: Amour - Till&Eleonora.
Bene.
Detto questo vi ringrazio ancora per tutto e vi aspetto.
Un bacione dalla vostra Jordison.

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