Fiore di Ibisco

di lynn12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Profumo di primavera ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Un nuovo lavoro ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Si salpa ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Gelosia ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Un salto nel buio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Un'isola non troppo deserta ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Un nuovo giorno ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Fight ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Fiore di Ibisco ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Heaven ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - A te ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Profumo di primavera ***


Capitolo 1 – Profumo di primavera

Il tetto del palazzo era fiocamente illuminato dalle luci della strada e dai neon degli altri palazzi. Il rosso bagliore della sigaretta era ben visibile nella semioscurità.

Ryo, mollemente appoggiato alla ringhiera, guardava il via vai di auto e persone sulla Shinjuku-dori sotto di lui senza in realtà vederlo. La sua mente era concentrata sul cambiamento che aveva intrapreso la sua vita da qualche settimana a quella parte e sulla donna che ne era l’artefice e la causa. Era trascorso quasi un mese dal matrimonio di Miki e Umibozu e il rapporto con Kaori da quel giorno si era andato modificando. E, dal giorno in cui era riuscito ad esternare a voce alta i suoi sentimenti, anche lui era cambiato. Aveva smesso di nascondersi e finalmente le cose tra loro stavano migliorando. E doveva ammettere che la vita di prima non gli mancava per nulla…

Certo, le cose non si erano evolute così tanto anche dal punto di vista fisico. C’era da sbellicarsi dalle risate detto dallo Stallone di Shinjuku, ma lui e Kaori non si erano nemmeno ancora baciati. Non che non lo desiderasse – moriva dalla voglia di assaggiare quelle labbra rosa – ma rispettava Kaori più di chiunque altro e voleva essere paziente con lei, fare le cose nel modo e nei tempi giusti. Lei era speciale e voleva che anche il loro rapporto lo fosse. Senza contare che lui aveva bisogno di tempo per abituarsi a tutto quello che stava succedendo. Per lui non era facile ancora esprimere liberamente i propri sentimenti e i propri pensieri.

Rivisse con la mente la giornata appena trascorsa. Era l’inizio di aprile, la primavera era finalmente iniziata e lui e Kaori erano andati al parco di Ueno per la fioritura dei ciliegi. Era stato bello passeggiare per i viali alberati mano nella mano, come una coppia qualsiasi. Perché era quello che erano lui e Kaori, una coppia. Prima ancora di quel cambiamento, era così che Ryo aveva sempre considerato il loro rapporto. Lei era la sua donna, anche se non ancora in tutti i sensi. E non c’erano bisogno di parole, perché lui sapeva che lei lo amava e lei sapeva che lui la amava. Lo sapevano da anni.

La sigaretta era ormai alla fine e lui la gettò a terra e la spense con la punta dello stivale. Poi, voltò le spalle al panorama e scese al piano di sotto, dove sapeva che Kaori lo stava aspettando per guardare un film insieme.

 

La mattina dopo, Kaori camminava tranquillamente tra le corsie del supermercato canticchiando a bassa voce. Era sempre di buonumore da un mese a quella parte. Il suo rapporto con Ryo migliorava di giorno in giorno dal matrimonio di Miki e Umibozu e lei poteva finalmente assaporare un assaggio della vera felicità. Prese in giro, indifferenza, attesa…Tutto quello era solo un ricordo. Ryo ora era più affettuoso, più premuroso, la prendeva ancora in giro, ma in modo dolce, con complicità. Inoltre non correva più dietro ad ogni donna che vedeva, ma si limitava a qualche battuta maliziosa ogni tanto, solo per stuzzicarla. Senza contare che non usciva più ogni sera per andare a locali, ma andava solo un paio di volte alla settimana a bere qualcosa con Mick e tornava sempre prima di mezzanotte. E pensare che faceva tutto quello per lei era una cosa che la sconcertava e l’emozionava al tempo stesso.

C’era solo una cosa che la rendeva perplessa. Dal matrimonio le cose tra lei e Ryo erano migliorate, questo è vero, tuttavia…Su un altro piano non era cambiato niente. A parte qualche carezza o qualche bacio sulla guancia o sulla fronte, Ryo non l’aveva mai sfiorata. E la cose era un po’…frustrante. Insomma, ormai erano una coppia – perché sì, ormai stavano insieme davvero, ora poteva dirlo – e lui non l’aveva nemmeno baciata. Certo, poteva immaginare quali fossero le motivazioni di quel comportamento, probabilmente Ryo non voleva trattarla come tutte le altre donne che aveva avuto, voleva che con lei fosse diverso e questo la lusingava. E poi, sicuramente lui aveva bisogno di tempo per abituarsi a quella nuova fase della loro vita. Però…A volte Kaori non poteva fare a meno di chiedersi se Ryo la desiderasse quanto lei desiderava lui. Perché lei lo desiderava. Da morire. Erano sei anni che sognava di sentire le labbra di lui sulle sue, di poterlo accarezzare… Di fare l’amore con lui. E ancora quel momento non sembrava arrivare…

Rimuginando, Kaori uscì dal supermercato, caricò la spesa in macchina e si diresse verso il Cat’s Eye. Una tazza di caffè di Miki era proprio quello che ci voleva. E poi doveva smetterla di preoccuparsi. Ryo le aveva detto di amarla, il loro rapporto aveva finalmente preso la piega giusta, perciò non aveva nulla di cui lamentarsi. Se Ryo aveva bisogno di altro tempo per fare un ulteriore passo avanti lei doveva rispettarlo.

Tuttavia, la parte dubbiosa di lei dovette intravedersi nella sua espressione, perché, due minuti dopo essere entrata al Cat’s Eye, Miki le chiese se ci fosse qualcosa che non andava.

-In realtà no…Però…- Kaori la guardò, un po’ incerta –Potremmo parlare in privato?-

Visto che l’ora di punta era ormai passata, le due donne si sedettero ad un tavolo vicino all’entrata, distante dal bancone dietro a cui si trovava Falcon. Anche se in modo un po’ confuso, Kaori raccontò alla barista quello che le passava per la testa.

-Così quello che ti preoccupa è che la relazione tra te e Ryo non ha subito progressi dal punto di vista…fisico, diciamo…- riassunse Miki alla fine

Kaori annuì.

-A volte penso che non si senta attratto da me…- mormorò

-Starai scherzando, spero? Ma se ogni volta che posa gli occhi su di te il suo sguardo diventa a dir poco famelico?!- esclamò l’amica

-Dici sul serio?- la sweeper divenne rossa a quel pensiero

-Kaori, da quello che mi hai detto, Ryo negli ultimi tempi si è fatto più gentile e affettuoso, ha smesso di correre dietro alle donne e di andare in giro per locali e, credimi, questo è un cambiamento non da poco da parte sua…-

-Sì, lo so, ma…-

-Aspetta, fammi finire- la interruppe Miki –Dovresti saperlo meglio di me, lui non è un tipo a cui viene facile dimostrare quello che prova, perciò, a modo suo, sta cercando di dimostrarti il suo amore-

-Già, ma proprio perché è un tipo che si esprime più con i gesti che con le parole, non capisco perché, a parte qualche carezza o qualche casto bacio sulla guancia, non si sia mai spinto più in là…Insomma, non si può dire che Ryo non sia un tipo intraprendente con le donne…-

-Ma tu non sei come le altre donne, Kaori. Tu sei la donna che lui ama, tu sei speciale. Io credo che Saeba abbia troppo rispetto per te e per il vostro rapporto per trattarti come le altre, perciò sta procedendo con calma, per non farti fretta-

Kaori doveva ammettere di non aver pensato a questa possibilità…

-Lo credi davvero, Miki?- chiese più rincuorata

-Certo. E se a te la cosa crea così tanto problemi perché non ne parli con lui?- le disse l’amica

-Scherzi?! Lo sai come sono fatta, ho fatto fatica a parlarne con te, figurati con Ryo!-

-Beh, allora fai tu il primo passo, così lui capirà che sei pronta a procedere ulteriormente nella vostra relazione…-

-Non so se ho il coraggio nemmeno di fare questo…-

-Andiamo, Kaori. Ormai dovresti essere più sicura di te e del tuo rapporto con Saeba! Metti da parte la timidezza e buttati!-

Proprio in quel momento, il campanellino sopra alla porta del locale tintinnò e l’oggetto della loro discussione fece il suo ingresso. Ryo si stupì un po’ di vedere le due donne che chiacchieravano appartate, soprattutto perché negli ultimi giorni vedeva che Kaori era pensierosa, ma decise di non fare domande per il momento. Se la sua partner non si fosse confidata con lui a breve, le avrebbe parlato, ma per il momento non credeva ci fosse nulla di cui preoccuparsi, poiché comunque la vedeva felice e serena.

Facendo un cenno di saluto ad Umibozu, si avvicinò alle due donne.

-Salve, ragazze. Disturbo?- fece allegro appoggiandosi allo schienale del sedile dove sedeva la sua socia

-No, non preoccuparti. Io e Kaori abbiamo finito di sparlare di voi uomini- scherzò Miki

-Spiritosa…Parlando di cose serie, Kaori, mi ha appena chiamato Saeko…Sta venendo qui, ha un incarico per noi-

-Beh, questa è una buona notizia perché sulla lavagna non c’era uno straccio di richiesta!- sospirò Kaori

-Perché nell’attesa non ci prepari uno dei tuoi deliziosi caffè, Miki?- chiese Ryo alla barista mentre porgeva la mano a Kaori per aiutarla a scivolare fuori dal divanetto

-Se me lo chiedi così, non posso dirti di no!- Miki gli strizzò l’occhio e si avviò al bancone

Kaori prese la mano che lui le tendeva e gli sorrise. Lo sweeper l’aiutò ad alzarsi e insieme si diressero verso il bancone, le mani ancora fermamente intrecciate.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Un nuovo lavoro ***


Capitolo 2 – Un nuovo lavoro

-Fra un paio di giorni partirà dal porto di Tokyo una nave da crociera diretta alle isole Filippine- Saeko iniziò a spiegare il motivo per cui aveva bisogno di City Hunter –Su quella nave si imbarcherà anche Toshio Hirayama, il nuovo boss dell’omonimo clan, che ha preso il posto del padre, Takefumi Hirayama, morto due settimane fa-

-È una delle famiglie mafiose più potenti di Tokyo, hanno le mani in pasta ovunque- spiegò Ryo –Come mai questa crociera? Cosa c’è sotto?-

-Sotto c’è l’acquisto di una partita di diamanti rubati, che Hirayama intende comprare da Ryumei Hara- rispose la donna

-Questo nome non mi dice niente- intervenne Umibozu

Saeko aveva chiesto anche a Miki e Umibozu di partecipare alla conversazione, perché molto ci sarebbe stato bisogno anche del loro aiuto.

-Questo perché Hara vive in Australia da molto tempo, è lì che ha rubato i diamanti-

-E adesso vuole portarli fuori del paese…- dedusse Ryo

-A dire la verità, lo ha già fatto. Hara si trova attualmente a Osaka- replicò la detective –Che è poi la prima tappa della crociera, dove la nave imbarcherà la seconda parte dei passeggeri della crociera-

-Fammi indovinare, i due voglio fare lo scambio sulla nave, appena superato il confine delle acque giapponesi-

-Proprio così, Ryo. In questo modo noi della polizia abbiamo le mani legate, in quanto saranno fuori della nostra giurisdizione-

-E tu vuoi che io e Ryo ci imbarchiamo e li catturiamo per te- intervenne Kaori

-Esatto. E vorrei che voi, Miki e Falcon, li accompagnaste per fare loro da supporto. Due coppie di amici in vacanza non desteranno alcun sospetto- sorrise la poliziotta

Kaori arrossì all’implicazione che quelle parole portavano.

-A me l’idea piace- intervenne Miki –Che ne dici se andiamo a fare un po’ di shopping, Kaori? Sarà una buona occasione per mettere in atto quello che ti ho consigliato prima!- aggiunse facendole un occhiolino complice

Questa volta la sweeper ottenne una bella colorazione aragosta, sotto lo sguardo interrogativo di Ryo.

 

-Starete scherzando spero?! Non posso mettermi questo…coso-

Kaori guardò con imbarazzo lo striminzito costume a due pezzi marrone con un piccolo fiore di cristalli Swarosky sul seno destro. Eriko, a quel commento, incrociò le braccia, imbronciata.

-Questo “coso”, come lo chiami tu, è uno dei costumi da bagno più belli e più richiesti che io abbia mai disegnato!- le disse sdegnata

-Kaori, smettila di farti di questi problemi, hai un corpo bellissimo ed è ora che tu lo metta un po’ in mostra- intervenne Miki

La barista, appena saputo che il nuovo incarico prevedeva una fantastica crociera alle Filippine, aveva trascinato Kaori al negozio di Eriko, pronta ad un lungo pomeriggio di shopping sfrenato. Miki e la stilista si erano immediatamente alleate per far provare a Kaori abiti di ogni genere, costumi da bagno compresi.

-Vedrai che il tuo Ryo ti cadrà ai piedi come una pera cotta- le fece l’occhiolino Eriko

Kaori rise a quell’immagine. Poi si guardò nuovamente allo specchio. Doveva ammettere che quel costume le piaceva e che non le stava per niente male…E poi, perché no? Se Ryo non si decideva, forse per una volta avrebbe potuto essere lei a fare il primo passo.

-D’accordo, mi arrendo- capitolò –Fate di me quello che volete…-

Miki ed Eriko si scambiarono un sorriso trionfante.

 

Kaori aprì la porta di casa cercando di non cadere sotto il peso di tutte le borse che contenevano gli acquisti appena fatti. Inoltre, Miki ed Eriko avevano insistito perché indossasse uno dei vestiti che le avevano consigliato, un leggero abito di cotone a righe rosa e viola con la gonna a pieghe, abbinato ad un paio di scarpe con il tacco. Il motivo era stato “di testare già da subito la resistenza di Ryo”. Lo trovò seduto sul divano a guardare il notiziario.

-Scusa il ritardo, ero con Miki ed Eri- gli disse entrando

-Non fa…- Ryo si voltò verso di lei -…niente-

Diavolo, ma quella donna stava tentando di ucciderlo! Stava facendo di tutto per essere cauto ed andarci piano con lei e Kaori si presentava con un vestito del genere?! Il tessuto elasticizzato le sottolineava le forme e la corta gonna lasciava scoperte quelle lunghissime e favolose gambe…Moriva dalla voglia di prenderla in braccio e portarla in camera sua per non farla uscire mai più.

-Vedo…che hai fatto acquisti…- le disse cercando di spostare lo sguardo dalle sue gambe

-Sì, ho preso qualcosa anche per te- gli rispose lei posando le borse –Adesso vado in cucina e preparo la cena-

Un’idea balenò nella mente di Ryo.

-Aspetta…- si alzò e le si avvicinò –Visto che già indossi un bel vestito, perché non usciamo fuori a cena?-

Kaori non poteva credere alle sue orecchie…Ryo le aveva chiesto di andare a cena loro due soli! Come una vera coppia!

-Sarebbe…sarebbe bellissimo- gli sorrise, felice

-Bene. Vado a cambiarmi-

Detto questo, salì le scale e sparì nella sua camera. Lei sorrise tra se e se. A quanto pareva il vestito stava dando i suoi frutti…Ringraziò mentalmente Eriko e Miki per aver insistito affinché comprasse quello e tutto il resto.

Dieci minuti dopo, Ryo riapparve. Vestito con un completo nero e una camicia azzurra, era bello da togliere il fiato.

-Andiamo?- le chiese

-Sì- lei sorrise e prese la borsa

Era una calda serata di metà aprile, perciò decisero di raggiungere il ristorante scelto da Ryo a piedi. Mentre camminavano, Kaori continuava a rigirare tra le dita il ciondolo della sua collana. Era stranamente nervosa. Non era insolito per lei trovarsi da sola con Ryo, in fin dei conti vivevano insieme, e si era sempre sentita a proprio agio con lui, ma quella sera era la prima volta che uscivano da soli come una vera coppia e proprio non sapeva come comportarsi.

-Vedo che la porti sempre- la voce di Ryo interruppe le sue riflessioni

-Eh?-

-La collana-

-Oh, sì, non me la tolgo mai-

Il mese prima, per il suo compleanno, Ryo le aveva regalato una collana in argento con un ciondolo a forma di due cuori intrecciati. Kaori lo aveva adorato fin dal primo secondo e non se lo toglieva mai, soprattutto perché le sembrava di averlo sempre vicino. A sua volta, al compleanno di lui, lei gli aveva regalato un orologio con incise sul retro le loro iniziali e anche Ryo lo indossava sempre, cosa che le faceva un immenso piacere.

Il ristorante che il suo partner aveva scelto era piccolo, molto intimo e confortevole. Cenarono a lume di candela, chiacchierando del più e del meno, e, mano a mano che la serata procedeva, Kaori si sentiva sempre più rilassata e felice. Ryo non aveva occhi che per lei, la trattava con dolcezza, la faceva sentire speciale. La faceva sentire amata.

Dopo cena decisero di comune accordo di fare una passeggiata. Camminarono in silenzio, mano nella mano, godendosi la reciproca vicinanza, finché non deviarono per l’entrata del parco di Shinjuku.

-Vuoi passeggiare nel parco a quest’ora?- gli chiese Kaori stupita

-Di cosa ti preoccupi?- le chiese Ryo divertito –Sei con il miglior sweeper del Giappone!-

-Ho capito, ma…-

-Non fare storie, voglio portarti in un posto…-

-Che posto?-

-Lo capirai quando ci saremo-

La condusse all’interno del parco, poi, dopo pochi minuti, si fermò.

-Ora vediamo se ti ricordi…- le disse, misterioso

Kaori si guardò intorno e all’inizio non vide altro che una panchina e due file di alberi di ciliegio che contornavano in vialetto…Poi capì. Si voltò verso di lui.

-Questo è il posto dove ti ho visto per la prima volta- mormorò, ricordando quando a 17 anni aveva pedinato suo fratello per scoprire quale lavoro facesse in realtà

-Esatto…Anche se “spiato” sarebbe il termine più adatto…- le rispose lui, ironico

-E per quale motivo mi hai portato qui?-

-Per sedurti, mi sembra ovvio-

Kaori stava per rispondere piccata a quella battuta ironica, ma poi cambiò idea, decidendo di mettere le proprie carte in gioco.

-Tu non hai bisogno di sedurmi, io sono già tua- gli sussurrò guardandolo negli occhi

Il cuore di Ryo gli si contrasse nel petto di fronte a quelle parole e a quello sguardo. Decise, per una volta, di gettare al vento le sue proposizioni e di lasciarsi guidare dai propri sentimenti. Le circondò la vita con le braccia e abbassò la testa cercandole le labbra. Fu un bacio tenero e appassionato allo stesso tempo, un lento e caldo conoscersi e assaporarsi.

Quando il bacio ebbe fine, avevano entrambi il respiro affannoso. Kaori appoggiò la testa al petto di Ryo, cercando di calmare il battito furioso del proprio cuore, e Ryo la strinse a se, affondando il viso tra i capelli di lei. Quando riuscì di nuovo a parlare, Kaori alzò il viso e gli sorrise, con aria maliziosa.

-Beh, era proprio ora che ti decidessi a baciarmi- 

Lui rise.

-Lo sai che sono lento in queste cose, ma quando mi decido faccio le cose per bene, vero?-

-Oh, sì, ti ci metti proprio d’impegno-

-Che ne dici di un bis?-

-Dico che sono pienamente d’accordo-

Kaori ebbe appena il tempo di finire la frase, che la bocca di Ryo aveva già catturato la sua in un altro passionale, esigente bacio.

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Si salpa ***


Capitolo 3 – Si salpa

Due giorni dopo, Kaori e Ryo, accompagnati da Miki ed Umibozu, salirono sulla nave da crociera che li avrebbe portati verso le Filippine. Il viaggio sarebbe durato due settimane, ma Hirayama ed Hara, a detta degli informatori di Saeko, si sarebbero incontrati già la seconda notte, perciò la detective aveva accordato loro il resto del viaggio come vacanza a spese della Prefettura di Tokyo. Ovviamente i quattro avevano accettato di buon grado, un po’ di riposo era proprio quello che ci voleva dopo i burrascosi avvenimenti del mese prima con il generale Croiz. Quello che era successo aveva cambiato indelebilmente le vite di tutti e quattro gli amici ed essi avevano bisogno di lasciarsi tutto alle spalle e riprendere con la loro vita.

D’altronde, il gruppo di amici era già sulla buona strada e questo valeva in particolare per Ryo e Kaori, che avevano appena iniziato una nuova fase della loro vita, la fase della felicità finalmente trovata.

Raggiunte le cabine a loro assegnate, Ryo e Umibozu proclamarono che avrebbero fatto un giro della nave, mentre Kaori e Miki decisero di rimanere a disfare le valigie. Le cabine erano arredate con molto gusto, ad ogni piano era assegnato un colore e quello dove si trovavano le loro stanze, adiacenti, era quello dell’azzurro. Era lo stesso piano su cui alloggiavano Hirayama e Hara, ognuno rispettivamente ai due estremi del corridoio. Le camere del gruppo di sweeper erano invece al centro, in modo da poter tenere d’occhio entrambi.

Mentre Kaori disfaceva le valigie con l’aiuto di Miki, le raccontò di quello che era successo la sera del suo appuntamento con Ryo. 

-Allora il nostro sweeper si è finalmente deciso a darsi una mossa! Era ora!- fu il commento entusiasta dell’amica

-Eh sì…- Kaori sorrise sognante –Le cose tra noi vanno a gonfie vele-

-E dimmi…- le chiese maliziosa Miki –Siete arrivati anche alla fase successiva?-

L’altra diventò color peonia.

-Ehm…no…-

-Beh, con il guardaroba che ti sei portata il nostro Saeba non resisterà ancora per molto-

Kaori arrossì ancora di più, ma scoppiò a ridere assieme all’amica.

 

La nave levò le ancore subito dopo il tramonto, avrebbero viaggiato fino ad Osaka, dove la nave si sarebbe fermata per la notte, per poi ripartire la mattina dopo. I quattro cenarono nell’elegante ristorante con ampie vetrate che offrivano una magnifica vista sulla distesa oceanica e poi decisero di fare una passeggiata sul ponte, chiacchierando allegramente. Inevitabilmente, però, il discorso finì per cadere sul loro incarico.

-Per sapere il momento esatto in cui Hirayama ed Hara si incontreranno dovremmo mettere delle cimici nelle loro cabine- suggerì Ryo

-Già, ma se dobbiamo dividerci per entrare nelle due stanze chi terrà d’occhio i nostri amici?- replicò Umibozu

-Ehi, voi due…- intervenne Miki –Non vi state dimenticando di noi due?- indicò lei e Kaori –Conoscete due diversivi migliori?-

-Dovrete solo tenerli d’occhio, non avvicinateli se non in caso di emergenza, ok?- disse loro Ryo

-Agli ordini, capo- gli fece l’occhiolino Kaori

-Ma guarda te che partner che mi doveva capitare, osa anche prendermi in giro!- scherzò lo sweeper

-Sarà perché ormai comincia a perdere colpi, caro mio- intervenne Umibozu

-Senti chi parla, non sono io quello che se va in giro tutto il giorno con un grembiulino, Lucciolone!-

-Non chiamarmi Lucciolone, deficiente!-

-E tu non osare dirmi che perdo colpi, guarda che io ho 20 anni!-

-Sì, certo, e io sono la regina d’Inghilterra!-

Le due donne si guardarono sconsolate, mentre i due uomini continuarono a insultarsi e a sbeffeggiarsi, con tutto il ristorante che li guardava come fossero due alieni…

 

Quando fu il momento di andare a letto, i quattro si divisero, ogni coppia ritirandosi nella propria stanza. Kaori sentì che l’imbarazzo arrivava a sommergerla. Certo, non era la prima volta che lei e Ryo dovevano dividere un letto, ma questa volta era tutto diverso. Non avevano mai dormito insieme da quando erano una coppia.

Si rinchiuse in bagno e fissò il suo riflesso nello specchio. Che cosa sarebbe successo quella notte? Spostò lo sguardo sulla camicia da notte, anche quella scelta da Miki ed Eriko. Era corta, sorretta da due sottili spalline ed interamente di seta rosa chiaro. Era semplice, ma nello stesso tempo molto provocante. Come avrebbe reagito Ryo vedendola con quella addosso? Lei lo desiderava, desiderava Ryo con una forza che a volte la sorprendeva. Ma la sua inesperienza e la sua timidezza le impedivano di essere più esplicita. Se lui non avesse colto il messaggio, non avrebbe proprio saputo che altro inventarsi…

La indossò e si guardò allo specchio. Doveva ammettere che si vedeva molto seducente con quella addosso. Facendo un profondo respiro, aprì la porta del bagno e rientrò nella camera.

Ryo, nell’attesa, si era già coricato. Sapeva che Kaori doveva sentirsi in imbarazzo per quella situazione e voleva fare qualcosa per tranquillizzarla. Ma, quando sentì la porta del bagno aprirsi e si voltò, il suo cervello andò in totale black out. Ok, era ufficiale. La sua socia lo voleva morto. Indossava un’impalpabile e per niente castigata camicia da notte di seta. Le sottili spalline lasciavano scoperta la pelle candida del collo e delle spalle e la l’orlo le arrivava assai sopra il ginocchio, donando una magnifica visuale di quelle lunghissime gambe. All’improvviso, Ryo si pentì di essersi coricato solo in boxer, perché il suo amico là sotto stava già reagendo a quella sublime visione. Dio, si era ripromesso di andarci piano con lei, ma Kaori di sicuro non gli stava rendendo le cose facili!

La guardò avvicinarsi al letto sentendo che la sua capacità di respirare era andata improvvisamente in vacanza. Tuttavia, cercò di controllarsi. Saltarle addosso non era proprio il metodo migliore per dimostrare quanto tenesse a lei e alla loro storia. Quando Kaori fu al suo fianco, le sfiorò le labbra con le proprie e le augurò la buonanotte. Poi chiuse gli occhi e cercò di non pensare al corpo che giaceva accanto al suo.

Kaori lo guardò mettersi a dormire e trattenne a stento un sospiro di esasperazione. Neanche la camicia da notte era servita allo scopo. Ma cosa voleva, un invito scritto?! O forse non la desiderava? Tutte le insicurezze di Kaori riemersero come un fiume in piena. Possibile che Ryo la amasse, ma non provasse attrazione per lei?

Possibile che tutte le offese che le aveva rivolto in quegli anni avessero un fondo di verità?

Lanciò un’occhiata al suo volto addormentato, poi, delusa e amareggiata, si voltò e chiuse gli occhi, cercando di trattenere le lacrime.

 

La mattina dopo, Kaori si svegliò per prima e si affrettò a farsi una doccia per cercare di togliere i segni della notte agitata che aveva appena trascorso. Quando uscì dal bagno, Ryo era sveglio e lei cercò di comportarsi con naturalezza, ma poté vedere che il partner si era accorto che qualcosa la turbava. Tuttavia, il lavoro li aspettava e non c’era tempo per parlare. Dopo colazione, i quattro si recarono in piscina, dove sapevano di trovare Hirayama ed Hara, che ovviamente si comportavano come se non si conoscessero per non attirare l’attenzione. Mentre Ryo e Umibozu si avviavano verso le loro cabine, Kaori e Miki si sdraiarono su dei lettini da cui potevano tenere d’occhio i due. In caso di problemi, erano collegate con i due sweeper attraverso degli auricolari e delle minuscole trasmittenti nascoste in due collane che le donne portavano.

Kaori e Miki chiacchieravano del più e del meno, come due amiche che si godevano il sole per una bella abbronzatura. La barista vedeva che l’amica non era in gran forma, ma finché avessero portato le ricetrasmittenti non poteva chiederle se c’era qualcosa che non andava con Ryo, perciò rimandò a più tardi. Sembrava che tutto filasse liscio, quando le due si accorsero che Hirayama si era diretto verso il bar, ma, quando aveva messo mano alla tasca per pagare, si era accorto di non avere il portafoglio. In quel momento si stava dirigendo verso l’interno della nave, probabilmente per tornare nella sua cabina e prendere il portafoglio.

-Maledizione, e adesso cosa facciamo?- esclamò Miki

-Che succede?- la voce di Ryo arrivò attraverso gli auricolari

-Hirayama sta tornando in cabina- rispose la barista

-Merda, cercate di trattenerlo in qualche modo-

-E come?-

-Ci penso io- intervenne Kaori

Prima che Miki o Ryo le chiedessero cosa avesse intenzione di fare, lei si era già alzata, aveva afferrato il bicchiere con il suo succo d’ananas e si stava dirigendo verso Hirayama. Arrivata a pochi passi da lui, fece finta di essere intenta ad osservare l’oceano e “per caso” gli finì addosso, versandogli il drink sulla camicia.

-Oh, ma guardi cos’ho combinato!- esclamò con tono dispiaciuto –Mi dispiace moltissimo, signore, è tutta colpa mia- si scusò con sguardo mortificato

Vedendo quella bellissima rossa che lo guardava con occhi da cerbiatta, Hirayama sorrise.

-Non fa nulla, signorina. Cose che succedono- le disse gentile

-Ma le ho bagnato tutta la camicia…Senta, perché non mi permette di offrirle un drink per farmi perdonare?- gli chiese Kaori civettuola

-Sarà un piacere per me- le rispose l’uomo con fare seducente

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Gelosia ***


Capitolo 4 – Gelosia

-Ma che cavolo sta facendo?!-

Ryo aveva ascoltato ogni parola pronunciata dalla socia e la piega che stava prendendo la situazione non gli piaceva per niente. Quel viscido criminale ci stava provando con la sua donna!

-Lo sta distraendo mentre noi finiamo il lavoro- rispose secco Umibozu, mentre finiva di scassinare la porta della camera di Hirayama

Si erano già occupati di quella di Hara, piazzando varie cimici in punti strategici, e, mentre si avviavano verso quella dell’altro, Miki li aveva avvertiti del fatto che il proprietario stava tornando in cabina. Se non fosse stato per Kaori avrebbero dovuto lasciar perdere tutto.

Ryo e Umibozu piazzarono le cimici nella camera senza alcun problema, mentre Kaori intratteneva Hirayama.

-E mi dica, signor Hirayama, che lavoro fa?- gli chiese lei

-Sono un commerciante di pietre preziose, ma la prego, signorina, mi dia pure del tu e mi chiami Toshio- le rispose lui

-Solo se lei mi chiama Kaori-

-Kaori…Un bellissimo nome per una splendida ragazza. Dimmi, Kaori, sei in vacanza da sola?-

-Veramente sono in vacanza con il mio fidanzato, il suo socio e sua moglie, ma lui non pensa altro che al lavoro…- Kaori assunse un’espressione seccata -Pensi che anche adesso è chiuso nella nostra cabina con il suo socio e io e la mia amica siamo tutte sole-

-Se fossi io il tuo accompagnatore, non ti lascerei sola nemmeno un secondo per paura che qualcuno ti porti via da me- le sorrise Toshio malizioso

-Sei troppo gentile…-

Dall’altra parte, Ryo avrebbe volentieri raggiunto quella specie di viscido verme per cambiargli i connotati. Quella storia lo stava veramente facendo incazzare e la frase che udì subito dopo non servì di certo a calmarlo:

-Kaori, so che sei qui con il tuo fidanzato e forse mi troverai troppo sfacciato, ma vorrei chiederti di cenare con me questa sera- le propose Hirayama

-Non sei per niente sfacciato e io sarei molto felice di cenare con te- rispose lei –Sono stanca di accettare che quello stupido trovi un attimo per me-

-Benissimo, allora. Ti aspetto alle otto al mio tavolo, è il numero 305, vicino alle vetrate-

-Ci sarò-

 

-Ma che diavolo ti è saltato in mente?!- sbraitò Ryo non appena lei e Miki raggiunsero i due uomini nella loro cabina

-Ho distratto Hirayama prima che vi scoprisse, ecco cosa mi è saltato in mente- rispose irritata Kaori –Avresti preferito forse che andasse tutto a monte?-

-Non è questo il punto! Tutto ciò non era nei piani, ti sei avvicinata troppo a lui e hai corso il rischio di far saltare la nostra copertura!-

-Non mi sembra proprio. E poi lo sai meglio di me che a volte gli imprevisti fanno sì che i piani vadano cambiati!-

-Ha ragione lei, Saeba- intervenne Miki –Kaori è stata brava e ci ha evitato un sacco di problemi, perciò non vedo perché tu debba essere arrabbiato…O forse sei geloso perché Hirayama si è invaghito di Kaori?-

Mentre Umibozu ridacchiava, Ryo si voltò verso di lei, lanciandole un’occhiataccia.

-Potreste lasciarci soli, per favore?- sibilò

Scuotendo la testa, Miki e Umibozu si diressero verso la porta, ma, prima di uscire, la donna guardò Kaori e le fece l’occhiolino, poi le sussurrò:

-È cotto a puntino!-

Dopo di che, sparì velocemente chiudendosi la porta alle spalle, per paura che Ryo le lanciasse dietro qualcosa. Quando rimasero soli, Kaori si incamminò verso il bagno senza dire una parola.

-Dove stai andando? La discussione non è ancora conclusa- la fermò Ryo

-In realtà non dovrebbe essere nemmeno cominciata- replicò lei –Ho agito nel modo giusto e lo sappiamo entrambi, se hai bisogno di sfogare la tua rabbia, o meglio, la tua gelosia trovati qualcun altro con cui farlo!-

Detto ciò, si sbatté la porta del bagno alle spalle. Ryo, nervoso, si passò una mano tra i capelli e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza. Odiava ammetterlo, ma Kaori aveva maledettamente ragione. Lei era stata brava, aveva evitato a lui e a Umibozu un sacco di grane e lui non aveva motivo di rimproverarla… Solo che era geloso. Geloso marcio. Pensare che Hirayama avesse parlato con lei, l’avesse guardata vestita solo di quel minuscolo costume marrone gli faceva venire il sangue alla testa. Non aveva mai sperimentato una sensazione simile. Non era mai stato geloso delle altre donne che aveva avuto, ma con Kaori era diverso. Si era scoperto possessivo verso di lei. Non tollerava che gli altri uomini la guardassero con malizia, o peggio ancora, cercassero di abbordarla. Lei era sua.

Guardò la porta dietro alla quale si trovava Kaori. Sentirla flirtare con Hirayama e il desiderio che da anni covava per lei gli avevano fatto perdere la testa. Sapeva che se glielo avesse spiegato, che se si fosse scusato, lei avrebbe capito e lo avrebbe perdonato, ma prima aveva bisogno di calmarsi, altrimenti avrebbe detto qualcosa di stupido e avrebbero ricominciato a litigare. Perciò, si diresse verso la porta e uscì dalla stanza, afferrando nel tragitto il suo pacchetto di sigarette. Di solito, quando era arrabbiato o nervoso, il metodo migliore per farlo calmare era il sorriso di Kaori. Tuttavia, vista la situazione, si sarebbe dovuto accontentare di una sigaretta e un po’ d’aria fresca.

 

Quando Kaori si decise a uscire dal bagno, Ryo non c’era più. Si era concessa un lungo bagno, armata di lettore mp3 alle orecchie, e ora si sentiva più calma. Il comportamento del partner l’aveva veramente irritata. Erano anni che si sentiva muovere rimproveri a causa del suo lavoro e decisamente ne aveva abbastanza. Soprattutto perché stavolta non aveva nessuna colpa e lo sapeva. Ryo si era comportato così solo per stupida gelosia. Cavolo, ma stava solo recitando! Cosa credeva, che le avesse fatto piacere essere carina con quel criminale? Tuttavia, conosceva bene Ryo e sapeva che, oltre a essere possessivo oltre ogni dire, era anche molto protettivo e non gli piaceva per niente saperla vicina ad un potenziale pericolo. Sospirò. Quanta pazienza ci voleva con quell’uomo! Con un leggero sorriso, decise di uscire e andare a cercarlo.

Lo trovò a poppa, appoggiato alla ringhiera e intento a fissare il rimescolio di acque causato dai motori della nave sotto di lui, una sigaretta ormai finita tra le labbra. Si mise accanto a lui, guardando l’azzurra distesa dell’oceano che all’orizzonte si fondeva con il cielo. Per qualche minuto rimasero in silenzio, alla fine fu Ryo a romperlo:

-Mi dispiace per prima- mormorò lasciando cadere la sigaretta in mare, senza però voltarsi verso di lei

Kaori guardò il suo profilo, stagliato nel blu.

-Ryo, quando ti deciderai a capire che ormai faccio parte di questo mondo quanto te?- gli disse –So bene che il tuo comportamento deriva dalla preoccupazione per me, ma City Hunter siamo noi due, insieme, non puoi pretendere che io me ne resti in disparte a guardare-

Lui si voltò verso di lei.

-Tu hai ragione, è solo che…Saperti in pericolo mi fa andare fuori di testa. Se ti succedesse qualcosa…-

Lei gli premette due dita sulle labbra.

-Lo so. Anch’io morirei se ti perdessi- sussurrò poi

Ryo le prese la mano e ne baciò il palmo. Poi l’attirò a se e la baciò.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Un salto nel buio ***


Capitolo 5 – Un salto nel buio

Per la cena con Hirayama, Kaori indossò un corto e attillato vestito nero che si allacciava dietro la nuca, enfatizzando la curva del seno e dei fianchi. Ad esso abbinò un paio di sandali neri con il tacco alto. Si guardò allo specchio, soddisfatta del risultato. Pensare che Miki ed Eriko avevano dovuto insistere una buona mezz’ora per convincerlo ad acquistarlo! Con quello addosso Hirayama non avrebbe di sicuro saputo resistere…e, sperava, nemmeno Ryo.

Dopo essersi truccata leggermente, uscì dal bagno e raggiunse il suo partner nella stanza da letto. Ryo, seduto sul letto a ricaricare la sua Python, quasi fece cadere la pistola quando la vide. Quella serata non si prospettava per niente semplice…

-Questa cosa mi piace sempre meno…- borbottò chiudendo il caricatore della sua Magnum

Kaori si trattenne dal ridacchiare, sapendo che lo avrebbe irritato ancora di più. Un Ryo così geloso era una novità per lei e si stava godendo ogni minuto! Lui le porse l’auricolare e la collana che conteneva la ricetrasmittente e l’aiutò ad indossarla.

-Mi raccomando, fai attenzione- le disse poi

-Non preoccuparti- gli rispose lei, poi, maliziosa, aggiunse:-E tu fai il bravo, mi raccomando!-

-Cosa vorresti dire?-

-Non vorrei mai che ad un certo punto ti presentassi al tavolo e mi facessi una scenata di gelosia perché Hirayama mi ha passato il sale-

Ryo la guardò storto e lei scoppiò a ridere.

-Non ci trovo niente da ridere-

-Scusa, ma non sono abituata a vederti così geloso di me e mi sto divertendo a prendermi qualche piccola rivincita-

-Io sono sempre stato geloso di te- le disse serio

Kaori sentì che il proprio viso prendeva una bella tonalità di rosso. Ryo ridacchiò e le stampò un bacio sulle labbra.

-Adesso sei tu che sei divertente!-

Lei gli diede uno scherzoso schiaffo sul braccio.

-Forza, spiritosone, è ora di andare-

Raggiunsero Falcon e Miki in corridoio e insieme si diressero verso la sala da pranzo. Mentre Kaori avrebbe raggiunto Hirayama al suo tavolo, loro avrebbero ascoltato tutto ciò che si dicevano dall’altra parte della sala.

 

Quando Toshio la vide, si alzò in piedi, squadrandola da capo a piedi con espressione da predatore. Kaori dovette frenare l’impulso di vomitare, sfoggiando invece un sorriso raggiante.

-Sei meravigliosa, Kaori- le disse l’uomo baciandole la mano

-Ti ringrazio. Anche tu sei molto elegante- rispose

Questa non era una bugia. Hirayama indossava un completo nero che doveva essere stato fatto su misura per lui e che doveva anche costare molto.

Durante tutta la cena discussero di vari argomenti e Toshio non perse un’occasione per flirtare con lei. Nonostante la cosa la mettesse molto a disagio, Kaori fece di tutto per stare al gioco e per fargli credere di stare al gioco. Sentiva distintamente la presenza di Ryo, anche se era distante. La sua aura omicida nei confronti di Hirayama si sentiva fino a lì e i suoi commenti poco gentili le arrivavano attraverso l’auricolare, tanto che più di una volta aveva dovuto trattenersi fino allo stremo per non scoppiare a ridere.

Lo scopo della serata era scoprire dove Toshio e Hara si sarebbero incontrati e, anche se non era sicura che l’uomo si fidasse di lei, Kaori sperava che l’avrebbe invitata ad accompagnarlo. Normalmente sarebbe stata la prima cosa da evitare portare una donna appena conosciuta ad un incontro “d’affari”, ma Hirayama sembrava molto sicuro di se e sulle sue doti da seduttore.

Infatti, alla fine della cena, lui le chiese di fare una passeggiata al chiaro di luna, e mentre uscivano dalla sala attraverso le porte a vetri, Kaori vide che, a qualche tavolo di distanza, anche Ryumei Hara si stava alzando.

Toshio la condusse verso la prua della nave, poi scese le scale fino al livello della nave su cui si trovavano i negozi, chiusi a quell’ora. Il luogo era deserto e perfetto per l’incontro. L’uomo si fermò vicino alla ringhiera.

-Devo chiederti un piccolo favore, Kaori…- le disse

-Dimmi pure-

-Tra pochi minuti devo incontrare qui una persona per affari, ti prego di pazientare per un po’ e poi sarò tutto per te per il resto della serata…e della notte- concluse suadente

-Non c’è problema. Vuoi che me ne vada?- chiese lei con fare innocente

-Non ce n’è bisogno, cara, ma mi devi promettere che qualsiasi cosa tu veda o senta non farai domande e non ne parlerai con nessuno-

Kaori trattenne a stento un sorriso di vittoria.

-Certo, te lo prometto. Puoi fidarti di me- gli rispose guardandolo intensamente negli occhi e posandogli una mano sul petto

Toshio le posò le mani sui fianchi e si chinò per baciarla, ma in quel momento, fortunatamente, si udirono dei passi e una figura fece la sua comparsa. Si trattava di Hara. L’uomo si fermò vedendo Kaori.

-E lei chi è?- chiese diffidente

-Non preoccuparti, è con me- rispose Hirayama –Hai quello che ti ho chiesto?-

Hara estrasse dalla tasca interna della giacca un piccolo sacchetto di velluto nero. Lo aprì e ne versò il contenuto nella sua mano. Una piccola massa di diamanti brillò nella luce della luna.

-Perfetto- fece soddisfatto Hirayama –Il tuo compenso ti aspetta già nella tua stanza-

-Bene, è un piacere fare affari con te- replicò Hara rimettendo i diamanti all’interno del sacchetto e porgendolo all’altro

Kaori lo intercettò prima che Toshio lo prendesse, aveva già estratto la sua pistola da una fondina attaccata alla coscia sinistra.

-Mi dispiace, signori, ma questi li prendo io- disse puntandola sui due

-Maledizione, sei una poliziotta?- sibilò Hirayama

-Non proprio…- rispose Kaori

-Dannazione, tu e la tua fissa delle donne, Hirayama!- sbraitò Hara

Toshio sorrise leggermente.

-Non ti preoccupare, ho preso le mie precauzioni…-

Prima che Kaori potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, sentì una presenza dietro di lei e subito dopo una mano le tolse la pistola e un braccio le circondò il collo. Tuttavia, un secondo dopo, si ritrovò già libera, la spalla del suo assalitore bucata da parte a parte dalla pallottola di una Python. Kaori si lanciò per riprendere la sua pistola, ma Hirayama le sparò, la pallottola le passò di striscio su un fianco, ferendola.

-Kaori!- Ryo tentò di avvicinarsi, ma Hara gli si parò davanti

Senza degnarlo di uno sguardo, gli sferrò un pugno che lo mandò dritto tra le braccia di Umibozu, anche lui arrivato a dar man forte alla coppia insieme a Miki. Tuttavia, nel frattempo Hirayama aveva sollevato Kaori tra le braccia e, prima che Ryo potesse impedirlo, l’aveva lasciata cadere oltre la ringhiera, nelle profondità dell’oceano. In preda ad una rabbia cieca, lo sweeper gli piazzò una pallottola in piena fronte. Poi, senza esitare, si tolse le scarpe e la giacca e, prima che Falcon e Miki potessero anche solo dire una parole, si tuffò anche lui nell’oscurità.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Un'isola non troppo deserta ***


Capitolo 6 – Un’isola non troppo deserta

La vista dell’isola per un attimo gli sembrò un miraggio. Ryo e Kaori si trovavano in acqua da ore, lui che cercava di tenere entrambi a galla, lei sofferente per la ferita tra le sue braccia. Con un ultimo sforzo, lo sweeper nuotò verso la riva, e, appena i suoi piedi toccarono il fondo sabbioso, si alzò in piedi sollevando Kaori tra le braccia e camminò fino alla spiaggia. La posò delicatamente a terra, poi anche lui si lasciò cadere stremato sulla morbida sabbia.

-Stai bene?- chiese a Kaori

-Sì…Mi fa male la ferita, ma ora che non sono più immersa nell’acqua salata va meglio- rispose lei –E tu? Hai nuotato per ore…-

-Non ti preoccupare, ora piuttosto dobbiamo trovare qualcosa per medicare la tua ferita-

Kaori si sollevò a sedere, non senza una smorfia di dolore, e si guardò intorno.

-Non mi pare di vedere ospedali o farmacie in vista- ironizzò

-Mai sentito parlare di erbe medicinali?- replicò lui –Te la senti di camminare? Dobbiamo inoltrarci all’interno se vogliamo trovarne-

-Sì, credo di farcela-

Ryo l’aiutò ad alzarsi e insieme si incamminarono verso la foresta che ricopriva l’intera parte di isola che riuscivano a vedere.

-Dove credi che siamo?- chiese Kaori

-Visto il tragitto della nave, credo che siamo in una delle molte isole dell’arcipelago delle Filippine- le rispose Ryo –Da quello che ho visto finora, temo che sia deserta-

-Fantastico…Di bene in meglio…- sospirò lei

Dopo qualche minuto di cammino, Ryo individuò una pianta che avrebbe potuto essere utile. Fece sedere Kaori su di un masso, spezzettò alcune foglie della pianta e le schiacciò con un sasso, facendone una poltiglia, poi lo spalmò sulla ferita di Kaori e fece una fasciatura con le maniche della propria camicia.

-Ti ha insegnato il Professore ad usare queste erbe?- gli chiese Kaori respirando lentamente per cercare di attenuare il bruciore

-Sì, quando eravamo in Centro America- le rispose lui finendo di sistemarle la fasciatura –Fra un po’ il bruciore passerà, però queste erbe non saranno sufficienti se si sta formano un’infezione-

-E allora che si fa?-

-Ci sono delle erbe che potrebbero fare al caso nostro, ma nascono ad un’altitudine maggiore di questa-

Kaori guardò la montagna che si scorgeva oltre le fronde degli alberi. Non era molto alta, ma era comunque una bella scarpinata.

-Vuoi dire che dovremmo andare fino a lassù?!-

-Non proprio fino in cima…Ma sì. Te la senti?-

-Non credo di avere molta scelta…- rispose lei con una smorfia

-Vedrai che andrà tutto bene, Sugar, te lo prometto- Ryo le sorrise e le accarezzò una guancia

E così ripresero il cammino in direzione della montagna. Nonostante l’ombra che offrivano le chiome degli alberi, il caldo era opprimente e l’umidità insopportabile. Kaori, già ferita, ben presto cominciò a risentirne e fece sempre più fatica a camminare. Ryo la fece sedere e riposare per un po’. Poi controllò la ferita.

-Accidenti, si sta infettando, ti senti la febbre?- le chiese

-Mi sento un po’ stordita, ma non è grave, posso continuare- rispose lei

-Non se ne parla nemmeno, da ora in avanti ti porto io-

-Ma sei stanco anche tu! Perché non mi lasci qui e continui da solo?-

-Non ti lascio da sola, perciò smettila di protestare o ti sollevo in spalla come un sacco di patate!- scherzò lui

-D’accordo, uomo di Neanderthal, mi arrendo!- rispose Kaori ridendo

Ryo la sollevò tra le braccia e continuò il cammino con la stessa andatura di prima, come se portare Kaori non gli costasse il minimo sforzo. Lei si stupì ancora una volta di come, nonostante la situazione in cui si trovavano, soli e dispersi chissà dove, si sentisse così tranquilla e al sicuro tra le sue braccia. Ryo era in grado di affrontare qualsiasi situazione e, con lui al suo fianco, tutto sarebbe andato bene. In fondo, Miki e Umibozu probabilmente si erano già mossi per cercarli.

-Quanto credi che ci vorrà perché Miki e Umi ci trovino?- chiese a Ryo

-Sinceramente…Non lo so. Ci sono un sacco di isole deserte da queste parti- rispose lui

-Va beh, posso sempre considerarla una vacanza su un’isola tropicale…Anche se preferirei un bell’hotel a cinque stelle e un bel massaggiatore-

-Ehi, come sarebbe a dire un bel massaggiatore? E io?-

-Beh, puoi massaggiarmi tu se vuoi…- replicò lei maliziosa

Ryo la guardò così intensamente da toglierle il fiato, ma quel momento fu breve, perché ben presto il suo sguardo si fece attento e si spostò in un punto di fronte a loro. Anche Kaori voltò la testa e si trovò davanti ad un gruppo di uomini vestiti solo di alcuni pezzi di stoffa intorno ai fianchi e armati di lance. Aveva sempre più l’impressione di trovarsi dentro un film di Spielberg…

Il più anziano del gruppo, quello che doveva essere il capo, fece un passo avanti e rivolse loro la parola:

-Quién eres vosotros?- (Trad. Chi siete voi?)

-Che lingua parlano? Spagnolo?- chiese Kaori a Ryo bisbigliando

-Sì, molti abitanti indigeni delle Filippine lo parlano- le rispose lui

Poi lo sweeper disse qualcosa in spagnolo all’uomo che aveva rivolta la parola e, dopo qualche scambio di battute, quello iniziò a parlare in giapponese per farsi capire anche da Kaori.

-Conoscono la nostra lingua. Gli ho detto quello che ci è successo e perché siamo qui, ci aiuteranno- le disse Ryo

-Abbiamo l’erba che vi serve al nostro villaggio, seguiteci- confermò l’uomo

Così, Ryo e Kaori si trovarono a seguire quello strano gruppo, che sembrava orientarsi nella foresta come se fosse niente. Durante il tragitto, il capo spiegò loro che il gruppo di uomini si trovava a caccia quando li avevano trovati e che il villaggio si trovava a un paio d’ore di cammino. Kaori cercò più volte di convincere Ryo a metterla giù e a farla camminare, ma lui fu irremovibile. D’altra parte, lei si sentiva sempre più debole, probabilmente a causa della febbre che stava salendo, e faceva sempre più fatica a tenere gli occhi aperti.

-Resisti, siamo quasi arrivati- le sussurrò Ryo facendole bere un po’ d’acqua che gli indigeni avevano dato loro

Tuttavia, Kaori fece appena in tempo a vedere le sagome di alcune capanne di legno e paglia, prima di perdere i sensi.

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Un nuovo giorno ***


Capitolo 7 – Un nuovo giorno

Quando si risvegliò, Kaori non aveva la minima idea di dove si trovasse. Sopra di se non vedeva il soffitto della sua camera, ma un tetto di paglia. Voltò la testa, stordita come se avesse dormito per un mese intero, e vide Ryo seduto a terra, appoggiato alla parete di quella che sembrava una capanna, che dormiva profondamente. Gli avvenimenti delle ultime ore le tornarono piano piano alla mente e capì di trovarsi al villaggio di Kanema, il capo degli indigeni che avevano incontrato nella foresta. Si alzò lentamente a sedere e si guardò intorno. La capanna era circolare, non molto grande e con un piccolo spazio al centro per il fuoco. Lei si trovava su un giaciglio di paglia, ricoperto da una stoffa colorata, comodo più di quanto sembrava. Poi guardò se stessa e notò che la sua ferita era stata nuovamente medicata. E, soprattutto, quasi non le faceva più male. Le erbe che le avevano applicato avevano del miracoloso! Il suo vestito, tuttavia, era ormai ridotto a un paio di stracci che le stavano ancora addosso per miracolo. Eriko mi ucciderà per questo…

Il suo sguardo tornò poi su Ryo. Doveva esserle stato accanto per tutta la notte e poi, stremato, doveva essersi addormentato. Il suo sguardo si addolcì e le venne un’irresistibile voglia di accarezzargli la guancia, ma non lo fece per paura di svegliarlo. Aveva bisogno di riposo quanto e forse più di lei.

In quel momento il pezzo di stoffa che chiudeva l’entrata della capanna venne scostata e una donna entrò. Vedendola sveglia le sorrise e le fece cenno di seguirla fuori. Kaori lanciò un ultimo sguardo a Ryo, poi si alzò e uscì dietro di lei.

 

Ryo aprì gli occhi e subito un gemito gli salì alle labbra quando cercò di muovere la testa. La posizione in cui si era addormentato, seduto contro la parete, non si poteva certo definire delle più comode e il suo collo ne aveva risentito. Lo mosse da una parte all’altra per rilassare i muscoli e poco alla volta il dolore si attenuò. Voltò la testa verso il giaciglio di Kaori e lo trovò vuoto. Aggrottò la fronte. Dove diavolo si era cacciata? Con quella ferita avrebbe dovuto stare a riposo! Si alzò e uscì dalla capanna, restando per un momento abbagliato dal sole che brillava intenso nel cielo.

-Ben svegliato, Bell’addormentato!- lo salutò una voce familiare

Kaori era seduta su un tronco nello spiazzo antistante la capanna. Non indossava più il suo vestito, o meglio, quello che rimaneva del suo vestito, ma aveva drappeggiata addosso una stoffa sui toni del viola, del verde e del marrone.

-Che cosa ci fai in piedi? Dovresti riposare…- le disse Ryo avvicinandosi

-Non ti preoccupare, la ferita sta benissimo, quasi non mi fa più male. Kalima, la figlia del capo villaggio, mi ha cambiato la fasciatura e mi ha dato questo da mettermi- indicò la stoffa che indossava –E mi ha anche offerto la colazione, vuoi?- gli offrì un piatto pieno di frutta che teneva sulle ginocchia

Ryo afferrò un pezzo di banana e si sedette accanto a lei. La giornata era molto calda, ma le fronde degli alberi della foresta fornivano un fresco riparo.

-Questa frutta è buonissima e qui sono tutti molto gentili- commentò Kaori

-Hai ragione, ma non possiamo restare, dobbiamo trovare un modo per metterci in contatto con Miki e Umibozu- replicò Ryo

-Kanema ha detto che dall’altra parte dell’isola c’è un piccolo villaggio di pescatori, là potremmo trovare una radio e un mezzo per arrivare all’isola di Luzon-

-Bene, tra un paio di giorni, appena starai meglio, ci metteremo in cammino-

-Ma io sto bene, possiamo partire anche subito- disse Kaori

-No, rischieresti di far riaprire la ferita, hai bisogno di un po’ di riposo- replicò Ryo –In fondo, siamo pur sempre su un’isola tropicale, considerala una vacanza!- scherzò poi

-Sinceramente me la immaginavo un po’ diversa questa vacanza…- stette lei al gioco con una smorfia divertita

Lui aprì la bocca per dire qualcos’altro, ma si bloccò, sentendosi osservato. Voltò la testa e vide un uomo che li guardava intensamente. Ryo lo riconobbe, era uno degli uomini che erano con Kanema, il capo villaggio, quando li avevano trovati.

Kaori seguì il suo sguardo e gli disse sottovoce:

-È da quando sono qui che quel tipo non fa che fissarmi. Probabilmente è perché sono diversa dalle donne che è solito vedere, ma mi mette un po’ a disagio-

Ryo seguì con lo sguardo l’uomo, che nel frattempo si era voltato e si stava allontanando e si ripromise di tenerlo d’occhio. C’era qualcosa nel modo in cui fissava Kaori che non gli piaceva per niente.

Quando si voltò, lei si era alzata in piedi e lui poté vederla interamente. E la mascella gli finì sotto le scarpe. Il tessuto che Kalima le aveva dato come vestito le fasciava il corpo, drappeggiandosi sui seni per poi allacciarsi dietro la nuca. Inoltre, le arrivava appena a metà coscia. Ma, cosa più importante, aveva la quasi assoluta certezze che lei non indossasse niente sotto…

-Che c’è?- gli chiese Kaori vedendo la sua espressione sconvolta

-Il tuo…ehm…il tuo vestito…- balbettò lui, il sangue che gli era ormai defluito dal cervello verso altri siti

-Cos’ha?- lei si guardò, preoccupata di un’eventuale macchia

-È…corto…- fu l’unica cosa che riuscì a dire

-Beh, le donne di qui di norma non sono molto alte, perciò il tessuto non è proprio fatto su misura per me…Ma perché la cosa ti sconvolge tanto?-

-Io…niente!- si affrettò a rispondere Ryo –Ehm…C’è un posto dove anch’io posso rinfrescarmi?- chiese poi

-Dall’altra parte del villaggio c’è un ruscello- Kaori gli indicò la direzione

-Bene. A dopo- lo sweeper si incamminò velocemente, sperando ardentemente dentro di se che l’acqua del ruscello fosse gelata

Lei lo seguì con lo sguardo, divertita. Possibile che la vista delle sue gambe potesse fare quell’effetto allo Stallone di Shinjuku? Beh, questa sì che era una meravigliosa notizia…

 

Quella sera Kanema decise di tenere una festa in loro onore. Al centro del villaggio era stato acceso un enorme falò e, seduti tutto intorno, gli abitanti si godevano la carne arrostita sul fuoco e la frutta fresca.

Kaori e Ryo erano seduti vicino al capo villaggio. La donna era acutamente cosciente dell’uomo accanto a lei, vestito solo dei suoi pantaloni. Ogni millimetro della sua pelle fremeva ogni volta che i loro corpi anche solo si sfioravano e le mani le prudevano dalla tentazione di accarezzare quel petto muscoloso. Dio, ma cosa doveva fare ancora per far capire a Ryo che era pronta per portare la loro relazione al prossimo stadio? Saltargli addosso?! Certo, l’idea la tentava, ma voleva che fosse lui a fare la prima mossa, perché solo così sarebbe stata sicura che anche lui lo volesse e ne fosse convinto.

Fu distratta da questi pensieri dall’arrivo di Kalima. Alcune persone del villaggio avevano iniziato a ballare attorno al fuoco e la ragazza invitò Kaori a unirsi a loro. Lei cercò di rifiutare, ma Kalima insistette così tanto che alla fine dovette accettare. Dopo un inizio un po’ esitante, comprese i passi che la ragazza le mostrava e iniziò a muoversi con più sicurezza.

Per Ryo quello era uno spettacolo fuori dal comune. Era incantato dalla visione di Kaori che si muoveva sinuosamente al ritmo dei tamburi, la sua figura stagliata di fronte al fuoco, illuminata dalla sua calda luce. Vedere il suo bacino muoversi, i suoi seni alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro accelerato, gli fece venire voglia di andare da lei, caricarsela in spalla e portarla nella loro capanna per non uscire fino alla mattina dopo.

Tempestivo fu l’intervento di Kanema, che lo riscosse dal suo torpore:

-La tua donna è molto bella, Ryo- gli sorrise –Sei un uomo fortunato-

-Lo so- rispose lo sweeper quasi in un sussurro

-Forse dovresti dirlo anche a lei, però. Nel suo animo c’è molta insicurezza riguardo ai tuoi sentimenti per lei-

Colpito da quelle parole, Ryo si voltò verso di lui. Fu in quel momento che vide che lo stesso uomo di quella mattina fissava ancora Kaori. Con desiderio.

-Kanema, posso sapere chi è quell’uomo?- chiese al capo villaggio indicandoglielo con un cenno della testa

-Quello è Tarim, uno dei nostri cacciatori e guerrieri più valorosi. Perché ti interessa saperlo?-

-Non mi piace come guarda Kaori…-

Il volto di Kanema si oscurò.

-Tarim è un guerriero valoroso, ma è anche una persona che si lascia guidare troppo dai suoi istinti. L’ho già ammonito più volte per il suo comportamento avventato. Se ha messo gli occhi sulla tua donna allora faresti meglio a stare attento-

Le parole di Kanema confermarono i sospetti di Ryo. Quel tipo era da tenere d’occhio.

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Fight ***


Capitolo 8 – Fight

La notte era calda e umida, all’esterno l’unico il silenzio era spezzato ogni tanto dal verso di qualche uccello notturno. La festa era finita ormai da un bel po’ e Ryo e Kaori erano tornati nella loro capanna. Tuttavia, lei proprio non riusciva a dormire. Dalla fine della festa il suo socio quasi non le aveva rivolto la parola, appena qualche monosillabo e un “buonanotte” prima di coricarsi. Sospirò. Quell’uomo era un vero mistero per lei. Quella mattina era riuscita a scorgere il desiderio che ardeva nel suo sguardo quando l’aveva vista con uno degli abiti del villaggio, tuttavia, ora che erano soli, in un villaggio sperduto, su un’isola in mezzo all’oceano, dove nessuno avrebbe potuto disturbarli, lui non faceva nemmeno un passo verso di lei. Perché? Cos’era che lo fermava? Si voltò a guardare il volto di Ryo addormentato. Avrebbe voluto che lui la prendesse tra le braccia, le dicesse “ti amo”, un “ti amo” diretto e sincero, senza giri di parole. E avrebbe voluto che lui facesse l’amore con lei. Lo desiderava con tutta se stessa.

Capendo che il sonno non sarebbe venuto, si alzò cercando di non svegliare Ryo e uscì dalla capanna, in cerca di un po’ d’aria fresca per il corpo e per la mente. Il villaggio era silenzioso, niente si muoveva, e le uniche luci erano quelle dei fuochi accesi lungo il perimetro per tenere lontani gli animali e quella della luna, splendente in cielo. Si diresse verso il limitare della foresta, sempre stando attenta a non superare il limite dei fuochi. Non aveva nessuna voglia di trovarsi davanti a qualche animale in cerca di prede!

Si sedette su un tronco rovesciato e alzò il volto a contemplare la luna. In quel luogo, in mezzo alla foresta, senza le luci della città, la signora della notte illuminava il mondo in tutto il suo splendore, contornata da miliardi di stelle. Era uno spettacolo meraviglioso. Le sarebbe piaciuto avere Ryo accanto a se in quel momento, per godere insieme di tutto ciò.

Proprio in quel momento, sentì un fruscio alla sua destra. Voltò la testa, sperando che fosse davvero il suo compagno, ma invece si ritrovò davanti Tarim. Un involontario brivido di apprensione le attraversò la schiena. Il modo in cui quell’uomo la guardava la metteva a disagio, perciò non fu propriamente contenta di trovarselo di fronte.

-Ehm…Buonasera…- salutò esitante –Anche lei non riesce a dormire?-

L’uomo scosse la testa.

-Turno di guardia- disse

-Ah, capisco. Allora non voglio disturbarla, me ne torno nella mia capanna-

Kaori cercò di allontanarsi, ma, con uno scatto fulmineo, Tarim l’afferrò per un braccio e la scaraventò a terra. Batté il capo a terra e per un paio di secondi rimase stordita. Ma fu abbastanza perché lui le premesse una mano contro la bocca per impedirle di gridare. Ora Tarim sorrideva e il suo sguardo era acceso di desiderio. Quando sentì la sua mano palparle il seno e poi scendere verso la coscia, Kaori iniziò a dibattersi con tutte le sue forze, tuttavia il solo effetto che ottenne fu di rallentarlo. Tarim era una montagna di muscoli e forza e lei non aveva possibilità contro di lui. Lacrime di terrore iniziarono a bagnarle lo sguardo.

Tarim le afferrò un lembo del vestito ed era pronto a strapparglielo, quando un paio di braccia lo afferrarono e lo scaraventarono indietro. Non aveva nemmeno toccato terra, che una Python 357 Magnum gli era puntata alla fronte. Kaori alzò lo sguardo e vide il volto infuriato di Ryo.

-Hai messo le mani addosso alla mia donna, Tarim, e io ho ucciso per molto meno…- sibilò lo sweeper

-Forza, allora, che aspetti?- l’uomo non sembrava per nulla spaventato

-Fermo!- una terza voce si intromise

Kanema si avvicinò ai due.

-In questo villaggio abbiamo delle regole e anche tu devi rispettarle. Se Tarim ha mancato di rispetto a te e alla tua donna, allora devi risolvere la faccenda con i nostri metodi-

Ryo abbassò l’arma e si voltò verso di lui.

-E quale sarebbe?-

-Uno scontro corpo a corpo, senza l’uso di armi- rispose il capo villaggio

 

-Ryo, sei sicuro di volerlo fare?- Kaori si morse il labbro, preoccupata

Al centro del villaggio, alcuni uomini stavano formando un perimetro circolare con alcuni sassi. Quello sarebbe stato il terreno dell’incontro tra Ryo e Tarim.

Ryo le sfiorò un livido sul braccio provocato da Tarim.

-Sicurissimo- rispose poi, scuro in volto

-Ma Tarim è uno dei migliori guerrieri del villaggio…E poi è così grosso…-

-Ehi, cos’è tutta questa sfiducia nei miei confronti?-

-Non è quello…Ma combattere per causa mia…-

-Proprio perché sei tu ne vale la pena- le disse Ryo facendole l’occhiolino

Kaori si sentì arrossire. Ma la preoccupazione non se ne andava. Per quanto sapesse che Ryo era molto forte, anche Tarim non scherzava. In fondo, anche l’indigeno era stato abituato a combattere…

In quel momento, Kanema richiamò i due avversari ai lati del perimetro.

-Ryo, sta attento, ti prego- gli sussurrò Kaori

Lui le sfiorò le labbra con un bacio e fece un passo all’interno del perimetro. Dall’altra parte, Tarim, era già pronto ad aspettarlo. Entrambi gli uomini erano a petto e piedi nudi, Ryo con solo i pantaloni addosso, l’altro con solo una veste di pelle.

Kanema diede un segnale e il combattimento ebbe inizio. I due uomini camminarono lentamente verso il centro del perimetro, avvicinandosi, studiandosi l’un l’altro. Arrivati al centro, si fermarono. Ci furono alcuni secondi di silenzio ed immobilità. Poi Tarim fece la sua mossa, cercando di colpire Ryo con un calcio. Lo sweeper lo parò, ma l’altro, con una velocità incredibile, gli sferrò un pugno nello stomaco. Ma Ryo non fu da meno, poiché, quasi non avesse risentito del colpo, ricambiò il favore con un calcio al fianco sinistro dell’avversario.

-Devo ammettere che non sei male- disse lo sweeper al suo avversario

-Neanche tu- rispose Tarim –Ho capito che non sei una persona comune nel momento in cui mi sei arrivato alle spalle senza che io ti sentissi-

-E non hai ancora visto niente-

-Avanti, allora. Dammi una dimostrazione-

Lo scontro riprese. I due avversari si sferravano pugni e calci, paravano colpi, con forza e agilità. Ryo e Tarim sembravano essere alla pari nel combattimento, ognuno ricambiava i colpi che riceveva, senza che nessuno dei due desse segni di cedimento.

Kaori osservava il tutto dal bordo del perimetro. Doveva ammettere che, da una parte, vedere Ryo combattere a mani nude erano uno spettacolo affascinante, ma ciò non toglieva la sua preoccupazione per l’esito di quello scontro. Vedere che i due avversari si equivalevano non l’aiutava e pregava perché Ryo ne uscisse vincitore.

E ancora una volta si diceva che era colpa sua se Ryo era costretto a battersi. Non era la prima volta che si ritrovava a preoccuparsi mentre lui combatteva per salvare lei. Era in quei momenti che si sentiva inutile. Certo, lui aveva detto che City Hunter erano loro due insieme e, dopo l’episodio di Mick, le permetteva di allenarsi con la pistola, ma alla fine lei commetteva sempre qualche errore e Ryo doveva porvi rimedio. Rischiando la propria vita.

Fu riscossa da quei cupi pensieri dalla voce di Tarim, che si rivolse a Ryo:

-Sai, non è la prima volta che mi ritrovo a combattere per una donna- gli disse asciugandosi del sangue che gli colava dal labbro –E ne sono sempre uscito vincitore. E così succederà anche stavolta. Mi prenderò la tua donna-

-Non ti conviene provocarmi, Tarim. Ti avverto- gli rispose Ryo

L’altro sorrise e continuò come se non lo avesse sentito:

-Devo dire che ha un bel caratterino, ma non ci metterò molto a farla diventare docile come una schiava…-

In quel momento, qualcosa in Ryo cambiò. I suoi occhi divennero, se possibile, più scuri e, soprattutto, freddi come il ghiaccio. Il suo corpo si tese e tutti, anche Kaori, poterono sentire la forza della sua rabbia. Si lanciò contro Tarim e da quel momento non vi fu tregua per lui. I colpi di Ryo erano veloci e letali, come quelli di una pantera, e il suo avversario era assolutamente incapace di pararli o di rispondere. Ben presto si ritrovò in ginocchio, privo di forze e coperto di lividi e ferite.

Ryo gli si avvicinò e lo prese per il collo, avvicinando il viso al suo.

-Ora, se provi anche solo ad avvicinarti alla mia donna, io ti uccido- gli sibilò –Me ne frego delle regole che avete in questo villaggio, toccala e io ti faccio a pezzi-

Detto questo, lo lasciò andare bruscamente e Tarim cadde a terra. Ryo gli voltò le spalle e si diresse verso Kaori. Lei gli si gettò tra le braccia e lui la strinse a se.

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Fiore di Ibisco ***


Capitolo 9 – Fiore di Ibisco  

C’era assoluto silenzio. L’unico lieve rumore era il leggero scoppiettio del fuoco, acceso al centro della capanna. Kaori medicava con cura le ferite riportate da Ryo nel combattimento. Lui, disteso sulla schiena, gli occhi chiusi, sembrava dormire, ma lei sapeva che non era così. Entrambi rimanevano in silenzio. Ma c’era qualcosa che lei avrebbe voluto dire. Una domanda che le era frullata in testa dal primo momento in cui Ryo e Tarim avevano iniziato a combattere. Tuttavia, ancora non aveva trovato il coraggio di porla.

Smise di medicare il torace di Ryo e rimase a guardarlo.

-Che cosa c’è?- lui parlò senza aprire gli occhi

-Niente- rispose lei esitante

-Kaori, sono giorni che sento che qualcosa di turba. Dimmi cosa c’è-

Lei non si stupì del fatto che Ryo sapesse leggerle così bene dentro. Era stato così sin dal primo momento.

-Mi dispiace per crearti sempre dei problemi…-

-Tu non crei problemi, lo sai…Tu sei la mia forza, Kaori-

Quel complimento le fece davvero piacere e un piccolo sorriso le nacque sulle labbra. Tuttavia, si spense alle seguenti parole di Ryo:

-Ma non è questo il vero problema. C’è dell’altro, vero?-

Kaori sospirò. Lui capiva sempre quello che le passava per la testa.

-Ecco…c’è una cosa che mi stavo chiedendo-

-Sarebbe?-

Lei prese coraggio e chiese:

-Non solo stasera, ma più di una volta mi hai dimostrato di essere disposto a combattere per me…Allora, perché non vuoi fare l’amore con me?-

Ryo aprì gli occhi di scatto e si alzò a sedere.

-Cosa…che stai dicendo?-

Kaori tenne lo sguardo basso.

-Beh, stiamo insieme da un mese ormai, tu mi abbracci, mi baci, ma non ti sei mai spinto oltre…E cosa dovrei pensare a parte il fatto che non mi desideri?-

Ryo scosse la testa e un’espressione di tenerezza gli si dipinse in volto. Con una mano, prese il mento di Kaori e le fece voltare delicatamente la testa verso di lui, piantando lo sguardo nel suo.

-Kaori, non sai quello che stai dicendo. Io ti desidero, come non ho mai desiderato nessuna donna in vita mia-

Lei arrossì leggendo la verità nel suo sguardo.

-Allora perché…?-

-Piccola, desidero fare l’amore con te dal primo momento in cui ti ho visto, ma ho anche il massimo rispetto per te. Voglio che con te sia diverso, voglio fare le cose per bene, senza metterti fretta. Voglio che quando arriverà il momento, tu sia sicura-

Quelle parole la tranquillizzarono e la commossero.

-Ma io lo sono, Ryo. Anch’io ti desidero- sussurrò lei –E voglio fare l’amore con te. Qui. Adesso-

Per un secondo che le parve interminabile, lui la guardò senza dire nulla. Poi, chinò la testa e la baciò. Un bacio passionale, esigente, che le fece percepire il desiderio di lui in tutto il suo essere.

Senza porre fine al contatto delle loro labbra, Ryo la fece stendere, coprendola con il proprio corpo. Dal suo fianco, una delle mani iniziò a viaggiare lungo il suo corpo fino ad arrivare al seno. Kaori gemette sotto quel tocco e si inarcò sotto di lui. Ryo spostò la mano per raggiungere il nodo dietro la nuca che le chiudeva la stoffa che le avvolgeva il corpo. Lo sciolse e ne separò i lembi.

-Dio, sei bellissima- le sussurrò guardandola nuda sotto di lui

Kaori non poté impedirsi di arrossire.

-Neanche tu sei male- rispose poi, sorridendogli

Lui sorrise, poi riprese a baciarla, prima sulle labbra e poi lungo la linea del collo. Nel frattempo, riprese ad accarezzarle il seno, giocherellando con il capezzolo. I gemiti di lei ricominciarono. Kaori si sentiva come trasportata su una nuvola, una sensazione bellissima ed inebriante. Poi, quando la mano di Ryo arrivò nel suo punto più intimo, sentì il fuoco crescerle dentro. Lui non le lasciò respiro, finché, in preda all’estasi, non gridò il suo nome.

Allora, Ryo si tolse i pantaloni e Kaori, riprendendo un po’ di lucidità, decise che era rimasta troppo inerme per i suoi gusti. Prendendo confidenza con il corpo del suo compagno, iniziò ad accarezzargli il torace e lo stomaco. Poi lo baciò, sentendo la mancanza delle sue labbra sulle proprie. E, con baci e carezze, lui riaccese quel fuoco in lei non del tutto spento, finché la fece sua, nel corpo e nell’anima.

 

Non si sarebbe mai stancato di guardarla dormire. Distesa su un fianco, rannicchiata contro di lui, la bocca lievemente socchiusa…Era l’immagine della serenità. Ancora non credeva di essere stato capace di fare il grande passo con lei…Del resto, la sua piccola Sugar Boy non gli aveva lasciato molta scelta. Era stata chiara e decisa la sera prima e lui non si era tirato indietro. Ed aveva trascorso la notte più bella della sua vita.

Ryo le accarezzò lievemente una guancia e Kaori sospirò e sorrise nel sonno. Non poté fare a meno di fare altrettanto. Poi, stando attento a non svegliarla, si alzò e indossò i pantaloni. Dopo averle lanciato un ultimo sguardo, uscì dalla capanna per andare a cercare qualcosa da mangiare.

Quando tornò, trovò Kaori ancora addormentata. Posò il vassoio che teneva in mano sul pavimento e le si sedette accanto. Poi prese dal vassoio il fiore che aveva raccolto e glielo passò dolcemente sulla guancia. Dopo qualche secondo, lei aprì lentamente gli occhi e si stiracchiò.

-Buongiorno…- mormorò con la voce impastata dal sonno

-Buongiorno, piccola- le rispose Ryo, sorridendole –Ti ho portato la colazione…E un piccolo regalo-

-Un regalo? Cos’è?- si alzò a sedere, drappeggiandosi il tessuto che componeva il suo abito intorno al corpo

Lui le mostrò il fiore che teneva in mano. Un grande fiore dai grandi petali e dal colore intenso, di un rosa che dava quasi sul rosso.

-È bellissimo!- esclamò Kaori –Ma che fiore è?-

-Un fiore di ibisco. Gli uomini di qui lo regalano alle donne come segno di corteggiamento- le spiegò –Se loro accettano, lo mettono sull’orecchio destro, per indicare che sono impegnate, altrimenti sull’orecchio sinistro, per indicare che sono libere-

-Ho capito. E quindi secondo te dovrei metterlo sull’orecchio destro…-

-Beh, mi sembra ovvio. Sei mia adesso-

-Mmh…Non so…Devo pensarci…- gli rispose Kaori maliziosa

-Ah sì?- lo sguardo di Ryo divenne predatorio –Vediamo allora se posso aiutarti a pensare…-

Detto questo, le balzò addosso e la fece distendere, catturandole la bocca in un bacio appassionato.

-Adesso che mi dici?-

-Mmh…Non sono ancora del tutto convinta…-

-Bene, vuol dire che dovrò impegnarmi di più-

Questa volta il bacio non fu solo appassionato, ma sensuale, lento, da lasciare frementi e senza fiato.

-Ok…Ora sì che sono convinta- sussurrò Kaori con voce roca

-Lo immaginavo- replicò Ryo con un sorriso malizioso mettendole il fiore all’orecchio destro

-Ma questo non vuol dire che devi fermarti- aggiunse lei

-Non ci penso nemmeno- le assicurò lui prima di chinarsi di nuovo su di lei

Ryo assaporò ogni centimetro della sua pelle con le labbra, fino ad arrivare al fulcro della sua femminilità. Lì là baciò, assaporò, accarezzò…Fino a farla gridare di piacere. Poi la penetrò, spingendosi in lei fino in fondo, sentendo il suo calore avvolgerlo. La portò di nuovo all’orgasmo con lente ma poderose spinte, lasciandosi poi andare anche lui al piacere con un rauco grido.

-Ryo?- lo chiamò Kaori dopo un po’

Lui posava la testa sul suo petto e lei giocherellava con i suoi capelli.

-Mmh?-

-Ormai sarà mattino inoltrato, non credi che qualcuno verrà a vedere che fine abbiamo fatto?-

-No- rispose lui sicuro

-Come fai ad esserne certo?- si stupì lei

Ryo alzò la testa e la guardò con quel suo sorriso sghembo che le mandava in tilt il cervello.

-Perché li ho avvisati che saremmo rimasti nella nostra capanna tutto il giorno e di non disturbarci- disse

Kaori diventò un peperone vivente.

-Ma sei impazzito? Adesso tutti sapranno che stiamo qui dentro perché…perché…-

-Perché siamo impegnati a fare l’amore- terminò lui per lei –Ed è proprio quello che ho intenzione di fare per il resto della giornata- aggiunse poi, mentre già una mano viaggiava verso il suo seno

-Ma…- Kaori tentò una debole protesta

La mano si spostò verso il basso, avventurandosi tra le sue umide pieghe

-Qualcosa in contrario?-

Lei chiuse gli occhi, in preda al piacere, mentre le deboli proteste che il suo cervello aveva formato svanivano come neve al sole.

-Lo immaginavo- sorrise Ryo prima di farla sua

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Heaven ***


Capitolo 10 – Heaven

-Si può sapere dove stiamo andando?- chiese Kaori per la decima volta

-Te l’ho già detto, è una sorpresa, perciò smettila di fare domande inutili- le rispose Ryo

Quella mattina, il suo compagno l’aveva svegliata dicendo che voleva portarla in un posto e adesso stavano camminando nella foresta in direzione di chissà quale luogo.

-Uff, ma io sono curiosa- sbuffò lei, poi, facendogli gli occhi dolci:-Dai, per favore, dimmelo…-

-Non ce la farai, Kaori, puoi risparmiarti quell’espressione da gattina- replicò lui –E poi siamo quasi arrivati, abbi pazienza-

Camminarono ancora per qualche minuto e poi sbucarono in una radura. Al centro vi si trovava un piccolo lago dalle acque limpide, alimentato da una cascata. Grazie ad esso, la vegetazione intorno ad esso era rigogliosa e lussureggiante. Kaori rimase incantata da quel luogo, così bello da non sembrare di quel mondo.

-È…è stupendo- mormorò –Sembra un angolo di paradiso-

-Un angolo di paradiso tutto per noi- confermò Ryo posandole un bacio sulla tempia

-Come l’hai trovato?-

-Mi ha detto Kanema di questo posto-

-Mmh…E scommetto che gli hai anche detto di lasciarci soli…-

-Come hai fatto a indovinare?-

-Mah…Chissà…-

-Forza, facciamoci un bel bagno!- esclamò Ryo cominciando a togliersi i pantaloni

-Cosa?! Vuoi dire…nudi?- gli chiese Kaori sconcertata

-Andiamo, Sugar, non dirmi che ti vergogni…Guarda che non c’è nulla che io non abbia già visto…- le disse malizioso

Lei arrossì.

-Non è questo, ma…-

Intanto, Ryo si era già tolto i vestiti ed era entrato in acqua. Kaori ne rimase incantata. Era così bello che sembrava un dio sceso in terra. E poi perché no? Oramai è ora che la smetti con questi inutili imbarazzi, Kaori. Facendosi coraggio, sciolse il nodo che le teneva legato il vestito e lo lasciò cadere a terra.

Questa volta fu il turno di Ryo di rimanere incantato dalla sua bellezza. La guardò entrare lentamente in acqua e avvicinarsi a lui, incapace di levare gli occhi da quella visione sublime. Una sirena non sarebbe riuscita ad incantarlo come era in grado di fare quella donna…

Kaori gli si avvicinò fino quasi a sfiorarlo. Lui chinò la testa per baciarla, ma all’ultimo lei si scostò e, con una risata, si immerse nell’acqua, iniziando a nuotare.

-Hai avuto proprio un’ottima idea…- gli disse –L’acqua è meravigliosa-

Con un grugnito, anche Ryo si immerse e nuotò per raggiungerla. Tuttavia, ancora una volta, Kaori gli sfuggì immergendosi sottacqua e riapparendo alle sue spalle.

-A che gioco stai giocando, Kaori?- le chiese, voltandosi verso di lei

-Perché? Non ti stai divertendo?- replicò lei con fare innocente, ma con un sorriso che non lo era per niente

Lui ricambiò con un sorriso diabolico.

-L’hai voluto tu-

Questa volta fu il turno di Kaori di vederlo sparire sotto la superficie dell’acqua. Si guardò intorno, ma Ryo non ricomparve da nessuna parte. Un secondo dopo, si sentì trascinata anche lei sottacqua e si ritrovò imprigionata tra due forti braccia. Riemersero ridendo come ragazzini.

-Questo si chiama gioco sleale!- si lamentò scherzosamente Kaori

-Lo sai che sono uno che ama improvvisare…- replicò lui prima di prendere possesso delle sue labbra

Senza staccarsi da lei, nuotò più verso la cascata e la superò. Lì il livello del terreno si alzava ed entrambi poterono posare i piedi a terra e, soprattutto, lui poté avere un accesso più facilitato al seno di lei. Dopo averlo accarezzato con sensualità, scese ad assaporarne la punta con la bocca. Kaori gemette, facendo scorrere le mani sulla schiena di lui, per poi scendere sulle natiche. Nonostante l’acqua fresca, si sentiva bruciare e, quando Ryo si avventurò con una mano tra le sue umide pieghe, quasi gridò di piacere.

Incapace di resistere oltre, lui le circondò la vita con le braccia e la sollevò, facendole posare la schiena contro la nuda roccia della parete della cascata. Poi, con una sola, poderosa spinta, la penetrò. Kaori si aggrappò al collo di Ryo e gli allacciò la vita con le gambe. Lui si spinse in lei in profondità, ancora e ancora, finché lei non gridò il suo orgasmo. Un secondo dopo, Ryo si svuotò in lei con un rauco suono di piacere.

 

I caldi raggi del sole che filtravano dalle chiome degli alberi accarezzavano le loro figure nude distese sull’erba. Dopo aver fatto l’amore dietro la cascata, avevano raggiunto la riva e si erano distesi a riposare. Si erano scambiati solo poche parole, godendo semplicemente della loro vicinanza.

Ryo, appoggiato su un gomito, guardava Kaori distesa accanto a lui, nuda e bellissima, e ancora non riusciva a credere che quella meravigliosa creatura fosse sua. Il loro rapporto era stato difficile, soprattutto a causa sua e del tempo che ci aveva messo per accettare i suoi sentimenti, ma ora si sentiva in assoluto l’uomo più fortunato della terra.

-Smettila di fissarmi- mormorò lei con gli occhi chiusi

Le costava già uno sforzo enorme non arrossire dalla testa ai piedi per il fatto di essere completamente nuda accanto a lui. Se lui continuava a guardarla, però, non le semplificava le cose…

-Credevo stessi dormendo…-

-Non ci riesco se tu mi fissi-

-Come fai a saperlo se hai gli occhi chiusi?-

Kaori li aprì.

-Lo sento fisicamente quando tu mi guardi- gli disse –Il mio cuore lo sente-

Guardandola intensamente, Ryo si chinò a baciarla. Un bacio dolce e appassionato allo stesso tempo. Un bacio che le arrivò nell’anima. Questa volta fu Kaori a condurre il gioco. Si stupì lei prima della sua intraprendenza, ma per una volta voleva donare a Ryo il piacere che lui era in grado di far provare a lei. Gli baciò la mascella e il collo, per poi scendere ai suoi pettorali. Con le mani accarezzò i suoi forti addominali, mentre posava dei caldi baci sui suoi capezzoli contornati dalla nera peluria del suo petto. In seguito, scese ancora con le labbra verso l’ombelico e poi più in basso…Fu gratificata con un rauco gemito, che divenne un fremito di piacere quando baciò la punta della sua virilità.

Guardandolo negli occhi, Kaori si mise a cavalcioni su di lui e si abbassò sulla sua erezione, accogliendolo dentro di se. Iniziò ad ondeggiare lentamente, poi sempre più velocemente, mano a mano che il piacere si faceva strada nel suo ventre. Ryo la sostenne per i fianchi, finché insieme raggiunsero la vetta del piacere e Kaori si abbandonava contro di lui. La strinse a se e le baciò i capelli, mentre i loro respiri e i loro cuori ritornavano regolari.

-Ti amo, Kaori-

Si stupì lui per primo della facilità con cui gli uscirono quelle tre parole. Tre parole che aveva temuto per anni e che ora gli erano sgorgate dritte dal cuore.

Kaori alzò il viso a guardarlo, gli occhi spalancati.

-Tu…hai veramente detto quello che io penso tu abbia detto?- gli chiese con voce tremante

-Beh, se tu pensi che io ti abbia detto che ti amo, allora sì- le rispose lui dolcemente

-Oh, Ryo, anch’io ti amo- mormorò lei prima di baciarlo

In quel momento, mentre baciava con passione l’uomo che amava con tutta se stessa, Kaori pensò che valeva la pena aspettarlo per sei anni vista la felicità intensa che provava in quel momento.

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - A te ***


Capitolo 11 – A te

La mattina dopo, Kaori si svegliò con il sorriso sulle labbra. Guardò il volto di Ryo che dormiva accanto a lei e il sorriso si allargò. Il giorno prima, in quella radura, si era sentita felice come mai lo era stata. Lui le aveva finalmente detto che l’amava. Sentirsi dire quelle due parole le aveva riempito il cuore di calore.

Kaori si fece più vicina a Ryo e gli scostò un ciuffo di capelli dalla fronte. Lui aprì lentamente gli occhi.

-Buongiorno- lo salutò lei

-Buongiorno, piccola- le posò un lieve bacio sulle labbra –Come mai quest’aria felice così di prima mattina?-

-Mi hai detto che mi ami…- gongolò Kaori

-Santo cielo, Kaori, è da ieri che non fai che ripeterlo! Ormai lo sanno anche le scimmie nella foresta!- la prese in giro Ryo

Lei mise il broncio.

-Guarda che ricevere una dichiarazione d’amore da te non è mica cosa da tutti i giorni! Ho dovuto aspettarla sei anni, adesso lasciami beare un po’!-

Ryo ridacchiò.

-D’accordo, d’accordo- poi si fece serio e la guardò –E se te lo ripetessi?-

-Sarebbe il modo ideale per iniziare la giornata…- sorrise lei

-Ti amo-

-Anch’io ti amo-

-Comunque, io conosco un modo anche migliore per iniziare la giornata…- disse poi Ryo con un sorriso malizioso

-Sei incorreggibile…- sospirò Kaori –Mi rovini sempre i momenti romantici…-

-Io trovo molto romantico fare l’amore con la donna che amo…-

-Beh, messa così…-

Gli allacciò le braccia attorno al collo e lo baciò, pensando che avrebbe voluto iniziare in quel modo tutte le giornate della sua vita futura…

 

-Tutto ciò non mi convince…-

Kaori guardò perplessa Kalima che le sistemava un tessuto bianco a fiori rosa intorno al corpo. Ryo era sparito subito dopo pranzo con una scusa banale e ormai era quasi il tramonto e di lui nessuna traccia.

-Non capisco perché sei così perplessa…Ti sto solo aiutando per prepararti alla festa di stasera…- le rispose Kalima

-Mmh…E perché invece ho la sensazione che tu e Ryo mi stiate nascondendo qualcosa?-

-Sei troppo paranoica, Kaori-

Tuttavia, fu una Kaori non del tutto convinta quella che seguì Kalima fuori dalla capanna fino al centro del villaggio. Il grande falò al centro dello spiazzo era acceso e, davanti ad esso, stavano Ryo e Kanema. Ryo era vestito unicamente di una stoffa nera e marrone intorno ai fianchi e Kaori non riuscì a staccargli gli occhi di dosso. Notò appena che, ai lati di Ryo e Kanema, erano riuniti tutti gli abitanti del villaggio.

Ryo le venne incontro e le sorrise.

-Allora, che sta succedendo?- gli chiese Kaori

-Ho una piccola sorpresa per te…- rispose lui

-Ma non mi dire…Sta diventando un vizio quelle delle sorprese…-

-Già…Ma questa è particolare…- le prese la mano –Kaori, lo sai che io non ho un’identità, né documenti, io ufficialmente non esisto per il nostro paese…Tuttavia, stasera, qui, voglio esaudire il tuo più grande desiderio…-

Il cuore di Kaori perse un battito.

-Ryo…ma…cosa intendi?-

-Voglio che tu diventi mia per sempre, Kaori. Kanema ha accettato di unirci per la vita…sempre se tu accetti di diventare mia moglie-

Gli occhi di Kaori si riempirono di lacrime.

-Lo sai che non desidero altro…- mormorò

Lui le sorrise, le sfiorò le labbra con un bacio e poi la condusse di fronte a Kanema.

-Questa sera voi due avete deciso di unire le vostre anime per l’eternità…- iniziò il capo villaggio –Attraverso questo rito, le vostre vite saranno indissolubilmente legate e nulla al mondo, se non la morte, potrà porre fine a questo legame. Prima di iniziare, però, Ryo vorrebbe dire qualcosa a Kaori…- 

 

A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro

Ryo si voltò verso di lei e fissò lo sguardo nel suo.

-Kaori, tu sai che non sono bravo con le parole, tuttavia stasera voglio cercare di dirti quello che sei per me. Voglio che tu lo sappia e per una volta voglio dirtelo senza mezze parole…-

Lei gli sorrise, sentendo che il cuore le martellava nel petto dall’emozione. Lui continuò:

-Prima di conoscere te ero un uomo molto diverso. L’unico scopo che avevo nella vita era arrivare vivo a fine giornata portando a casa la pelle e la morte non era una cosa che mi spaventava. Inoltre, i sentimenti erano banditi dalla mia vita perché rendevano deboli. Ma poi sei arrivata tu e hai messo sottosopra tutto il mio mondo. Con te ho trovato una ragione non per sopravvivere, ma per vivere. Con te ho provato da subito una sintonia incredibile, con uno sguardo sei in grado di dirmi più di qualsiasi parola inutile-

 

A te che mi hai trovato
All’angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te

-Prima di incontrare te e tuo fratello non mi fidavo di nessuno, perché chiunque poteva rivelarsi un nemico. Non credevo in nulla e in nessuno, ma tu mi hai preso per mano e mi hai insegnato che al mondo esistono persone che ti vogliono aiutare anche se non ne ricevono nulla in cambio. Persone che ti amano per quello che sei, qualsiasi sia il tuo passato-

 

A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine

-Lo so che non ho molto da offrirti, ma ho voluto per lo meno realizzare il sogno di ogni ragazza: sposarsi. Certo, non è un matrimonio tradizionale, ma del resto nemmeno la nostra vita lo è- Ryo le sorrise e il suo cuore si sciolse –Ma oggi voglio donarti me stesso, la mia vita, ogni mio singolo attimo e ogni mio singolo respiro. Perché tu mi fai sentire vivo. Perché tu mi fai sentire amato-

 

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei

 

-Tu sei la mai vita, Kaori. Sei il mio cuore e la mia anima. E oggi voglio legarmi a te per l’eternità, essere tuo per sempre. Oggi voglio prometterti che ti amerò finché avrò respiro e vita, finché non arriverà l’ultimo dei miei giorni-

Kaori riuscì a trattenere a fatica le lacrime che le premevano negli occhi. Mai, nemmeno nei suoi sogni più belli, avrebbe mai pensato di udire parole così meravigliose. Tutto quello che la circondava, il falò, Kanema e gli abitanti del villaggio, il tramonto…Tutto le sembrava irreale…Eppure stava succedendo…

-Kaori, vuoi dire qualcosa a Ryo?- le chiese Kanema

Lei annuì.

A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore

-Ryo, io ti amo. Più della mia stessa vita, come non ho mai amato nessuno. E non amerò mai nessun’altro che te, questo l’ho capito il primo momento che ho incontrato il tuo sguardo. Da allora io sono sempre stata tua e per sempre ti apparterrò. Perché tu mi hai cambiato la vita. Perché tu sei il mio destino-

 

A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo

-Quando credevo di non avere più nulla al mondo, tu mi hai permesso di piangere tra le tue braccia. Potevi lasciarmi al mio destino, ma non l’hai fatto. Mi hai preso per mano e mi hai aiutato a rimettere insieme i pezzi della mia vita-

 

A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa

-Tu mi hai insegnato a credere in me stessa, ad essere coraggiosa, ma non per questo a vergognarmi di ammettere che a volte ho paura. Tu sei la più bella cosa della mia vita e io amo tutto di te, ogni tua sfaccettatura, ogni lato del tuo carattere…Ma, soprattutto, amo il tuo cuore e la tua anima, così pieni di coraggio e di bontà-

 

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei

-Oggi, qui, di fronte a queste persone, io prometto di essere tua per sempre e di amarti fino all’eternità-

Dopo quelle parole, Ryo le sorrise e le strinse la mano, avvolta in quella grande e calda di lui. Kanema allora prese una lunga striscia di stoffa bianca e la avvolse intorno ai loro polsi, legandoli insieme. Poi li fece bere del latte di cocco dalla stessa ciotola. Infine, prese due anelli di legno scuro e ne porse uno a Ryo. Lui lo infilò lentamente al cuore di Kaori.

 

A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano

-Con questo anello faccio di te mia moglie, Kaori. Tu, che sei la cosa più bella che la natura abbia creato, tu, che sei la mia casa e la mia famiglia-

 

A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
A te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere

-Tu sei la mia migliore amica, l’unica donna che io voglio al mio fianco, l’unica donna che ha dato un senso alla mia vita-

Dopo di che, fu il turno di Kaori di infilare l’anello al dito di Ryo.

-Con questo anello faccio di te mio marito, Ryo-

 

A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
A te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
A te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni...

 

-Tu, che sei il mio unico e grande amore. Tu, che hai cambiato la mia vita e che le hai dato un nuovo significato. Tu, che sei la mia vita e il mio mondo. Tu, che sei la mia anima e i miei sogni-

Sorridendole, Ryo chinò la testa e la baciò. Un bacio che sanciva l’unione delle loro vite, delle loro anime e dei loro cuori.

 

 

 

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


Epilogo

Un mese più tardi…

Non riusciva a staccare gli occhi da quel foglio. Non poteva credere a quello che vi era scritto sopra…Lo aveva letto ormai decine di volte e ancora non riusciva a smettere…Una sola parola, ma avrebbe completamente stravolto le loro vite…Eppure avrebbe dovuto immaginarlo dopo tutto quello che era successo…E adesso come avrebbe fatto a dirglielo? E lui come avrebbe reagito?

Finalmente riuscì a staccare gli occhi dal foglio. Si alzò e si mise a camminare avanti e indietro per la stanza. Doveva dirglielo, lo sapeva, ma non aveva il coraggio di andare al piano di sopra e svegliarlo. Tutto sarebbe cambiato, ma non era questo che la spaventava. La spaventava la reazione di lui. Lo avrebbe accettato oppure no? Avrebbe anche potuto chiederle di andare via…Per il loro bene. Per la loro sicurezza.

Scosse la testa, scacciando quella terribile prospettiva. Era inutile torturarsi di domande e di “se”, doveva parlargli, affrontare l’argomento con lui e insieme avrebbero deciso cosa fare.

Stava per avviarsi verso le scale, quando la voce di lui la raggiunse:

-Che succede, Kaori?-

-Dobbiamo parlare, Ryo-

 

Kaori teneva lo sguardo fisso in grembo mentre con i denti si tormentava un labbro. Se pensava a come la sua vita era cambiata in così breve tempo…Dopo il matrimonio di Miki e Umibozu il rapporto tra lei e Ryo era migliorato di giorno in giorno, anche se in modo lento e titubante, finché, dispersi su quell’isola, avevano lasciato cadere ogni remora, seguendo il loro cuore e i loro sentimenti. Se ripensava alla splendida giornata in quella radura, sotto la cascata, o alla loro cerimonia nuziale e alle bellissime parole che Ryo le aveva rivolto ancora si emozionava…

Il giorno successivo avevano salutato Kanema, Kalima e tutti gli abitanti del villaggio e, grazie alle istruzioni da loro date, erano giunti dall’altra parte dell’isola, dove avevano trovato una barca e un pilota che li aveva accompagnati all’isola di Luzon. Una volta lì, avevano chiamato Miki e Umibozu che li erano venuti a prendere e li avevano riportati in Giappone.

Nonostante i giorni passati sul quell’isola sembrassero parte di un’altra vita, il rapporto tra lei e Ryo era andato avanti a gonfie vele, consolidandosi giorno dopo giorno.

E infine questo…

-Allora, cosa c’è? Perché sei così preoccupata?- la voce di Ryo la riscosse

Alzò timidamente lo sguardo su di lui, seduto sul divano di fronte a lei. Incapace di stare ferma, si alzò e ricominciò a camminare avanti e indietro.

-Ryo, c’è una cosa importante che devo dirti…- iniziò –È una cosa che nessuno dei due aveva previsto, anche se avremmo dovuto immaginarlo dopo tutto quello che è successo…- continuò veloce e agitata

-Kaori, fermati, mi stai facendo venire il mal di mare! E arriva al punto, non ci sto capendo niente…-

Lei si fermò e si voltò verso di lui. Prese un respiro profondo.

-Ryo…sono incinta…- disse quasi in un soffio

Per la prima volta in sei anni di vita comune lo vide senza parole.

-Lo so quello che stai pensando…- Kaori riprese a parlare e a camminare –Un bambino è un enorme cambiamento per la vita di ogni persona, figuriamoci per due sweeper come noi…Senza contare che mi ricordo quello che mi hai detto qualche anno fa, riguardo ad avere una famiglia e a doverla proteggere…-

-Kaori…- Ryo tentò di porre fine a quel fiume di parole

-Se avessimo un bambino saremmo ancora più presi di mira dai nostri nemici, oltre a me dovresti proteggere anche lui…-

-Kaori!- tentò una seconda volta

-Perciò se mi dirai che sarebbe meglio che me ne andassi lo farò, anche se non vorrei mai e poi mai lasciarti…-

Lei continuava a parlare e a camminare e Ryo, capendo che ci sarebbero volute le maniere forti, si alzò, la prese tra le braccia e le catturò le labbra. Funzionò. Kaori smise di parlare e lo fissò stranita.

-Tu non devi andare da nessuna parte, Kaori- le disse –Sei mia moglie e io ti voglio qui, al mio fianco. E voglio anche il bambino che porti in grembo- le prese il volto tra le mani –Tu non hai idea dell’emozione che ho provato quando mi hai detto di essere incinta. Il cuore mi si è riempito di calore e di gioia, e, se possibile, ti amo ancora di più per il regalo che stai per farmi-

-Ne sei sicuro?- gli chiese Kaori con le lacrime agli occhi –Da ora in poi dovremo stare ancora più attenti…-

-Non importa- la interruppe Ryo –Cercherò di accettare solo incarichi poco pericolosi e vi proteggerò ogni giorno per il resto della mia vita. Te lo prometto-

-Mi fido ciecamente di te e so che il nostro bambino non potrebbe avere padre migliore-

Kaori si strinse a lui e Ryo affondò il viso tra i suoi capelli.

-Grazie, Ryo- mormorò lei –Hai realizzato tutti i miei sogni: mi hai preso come tua moglie e ora porto in grembo il tuo bambino…Grazie-

Lui la guardò negli occhi.

-No, sono io che ringrazio te, Kaori. Tu mi hai riportato in vita e mi hai donato il tuo amore. Tu mi hai aspettato per anni e mi hai reso felice come mai credevo avrei potuto essere. E ora mi fai il dono di diventare padre. Io ringrazio te per tutto questo-

Kaori gli sorrise e lo baciò. Con amore e passione.

-Dimostramelo, allora- gli disse poi, maliziosa

-Per tutta la vita, piccola- le rispose lui sollevandola tra le braccia e avviandosi al piano superiore

 

The end

 

Un bacione ed un enorme grazie a tutti colore che hanno commetanto o anche solo letto!! Kisses Lynn

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