Arrivederci cacciatore!

di Blooming
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Your fast car ***
Capitolo 2: *** A stranger ***
Capitolo 3: *** We're heaven ***
Capitolo 4: *** The first and the last time I loved ***
Capitolo 5: *** I'm broken ***



Capitolo 1
*** Your fast car ***



 
You got a fast car
I want a ticket to anywhere 

Maybe we make a deal 
Maybe together we can get somewhere 
Anyplace is better 
Starting from zero got nothing to lose 
Maybe we'll make something 
But me myself I got nothing to prove 

(Fast car; Tracy Chapman)

 
“Aiuto! Aiutatemi vi prego!” urlava la ragazza legata con strette corde alla sedia “Aiuto!” urlò ancora quando vide l’ombra scendere dagli scalini per arrivare nel seminterrato
Il fantasma le si avvicinò e le ghiacciò il sangue nelle vene solo passandole accanto. Lei lo guardò paralizzata dalla paura, piangeva e singhiozzava. Sapeva benissimo che stava per morire. Il fantasma ricominciò a torturarla e lei urlava ancora chiedendo aiuto.

 

Anamaria guardava fuori dalla finestra dell’aula e vide una bellissima macchina nera passare lungo la strada, fermarsi al semaforo e ripartire con un potente rombo. Non aveva visto chi guidava ma una macchina così non si vedeva tutti i giorni e l’aveva colpita
“Fisher!” la ragazza sobbalzò “Stai attenta alla lezione o ti sposto di banco.” Urlò la professoressa
“Mi scusi.” Bisbigliò la ragazza dai capelli a caschetto biondo caramello
In quell’istante si sentì bussare alla porta e il preside della scuola entrò accompagnando un ragazzo, alto per la sua età con dei lunghi capelli bruni che gli incorniciavano gli occhi verdi dolci.
Il direttore si avvicinò alla professoressa e lei annuì impercettibilmente e appena il vecchio preside fu uscito, l’insegnante allungò il braccio come per accogliere il ragazzo e annunciò alla classe assonnata
“Questo è il vostro nuovo compagno di classe, Samuel Winchester…”
“Solo Sam.” Sorrise lui timido
“Come preferisci.” L’insegnante si dimostrò cordiale “Sam rimarrà con noi per qualche giorno.” Le ragazze della classe lo fissavano adoranti ma a lui non sembrava importare “Puoi metterti accanto a Anamaria, là in fondo.”
Sam andò verso la ragazza che abbassò gli occhi neri guardando il blocco degli appunti pasticciato con diversi disegni.
Sam appoggiò lo zaino a terra, si sedette e guardò la ragazza un secondo
“Ciao, sono Sam.” Sussurrò gentile
Anamaria alzò un secondo lo sguardo e incrociò di sfuggita i grandi occhi verdi
“Ciao.” Bisbigliò e abbassò di nuovo lo sguardo arrossendo
“Ti chiami Anamaria vero?”
“Sì.” E ricominciò a scarabocchiare i fogli
Era timida e impacciata e aveva paura di fare amicizia, soprattutto con un ragazzo che sarebbe andato via dopo poche settimane.
Sam non chiese più niente notando la timidezza della ragazza che quando capiva di essere osservata, le gote le si tingevano di rosso e si stringeva di più in sé stessa nascondendo il volto dietro una cascata di capelli.
Le ore di lezione passarono velocemente e all’ultimo suono della campanella, Anamaria corse verso il suo armadietto ma Sam la raggiunse
“Ciao!” Disse con un sorriso
Non voleva provarci, voleva avere un’amica seppur per poco tempo.
Lei lo guardò rimanendo muta
“Sono nuovo di qui, ti va di farmi vedere qualche posto? Solo se hai voglia… non voglio chiederti di uscire, non voglio un appuntamento. Voglio solo conoscere qualcuno.”
Si guardarono un lungo secondo negli occhi e poi lei sorrise
“D’accordo.” Accettò
Sam non le piaceva fisicamente, ammetteva che era carino ma non era il suo tipo di ragazzo. Non sapeva neanche lei che tipo le piacesse. Accettò comunque e uscirono insieme da scuola.
Anamaria, sempre tenendo gli occhi fissi sul marciapiede parlò
“Di dove sei?” chiese cordiale
“Lawrence in Kansas, tu invece?” rispose con un sorriso
“Io sono nata e cresciuta qui.” Sorrise dolcemente arrossendo “Come mai vi siete trasferiti qui?”
“Sono qui con mio padre e mio fratello, siamo di passaggio. Papà si muove spesso per lavoro e Dean lavora con lui, quindi li seguo.” Sapeva benissimo cosa dire quando gli facevano domande riguardanti la famiglia
“Conosco un posto carino dove poter mangiare. Se vuoi possiamo andarci…” mentre erano già per strada e Anamaria terminava la frase, la bellissima macchina nera che aveva attirato la sua attenzione qualche ora prima rallentò al fianco di Sam.
Un ragazzo con i capelli corti e gli occhi di un intenso verde brillante abbassò il finestrino e sorrise
“Ciao Sammy! papà ha detto di prenderci la giornata libera…” poi guardò la ragazza nascosta dietro le spalle di Sam “Ciao.” Si rivolse a lei “Sono Dean, il fratello di Sam.”
Ovviamente per il giovane Dean Winchester quella ragazza era una facile conquista e lei si sentiva rapita da quegli occhi travolgenti che la fissavano scrutandola.  
Sam guardò il fratello e notando la sua espressione sbuffò
“Anamaria ti presento mio fratello Dean, Dean lei è Anamaria. È una mia compagna di classe.” Lei per la prima volta alzò lo sguardo, era rimasta tutto il tempo a fissare i piedi imbarazzata
Gli occhi scuri passarono in rassegna l’automobile e poi urlò in preda all’emozione
“Ommioddio! Questa è un Impala dell’67!” si avvicinò per studiarla meglio “Oddio! È bellissima, sono appassionata di motori. E tu la guidi!” urlò rivolgendosi a Dean ancora in macchina che fece rombare il motore “Fantastico!”
E con quel ‘Fantastico!’ Dean capì di aver fatto colpo sulla timida e amante delle automobili Anamaria Fisher. E Anamaria capì di aver trovato in Dean il suo tipo ideale di ragazzo.




Angolo autrice
Ciao a tutte! Sono ancora io! a pubblicare fanfiction su Supernatural :)
Questa come la maggior parte delle altre su Spn sarà di 5 capitoli contando prologo ed epilogo, le uniche differenze sono: è ambientata con i giovani Winchester; la presenza di una parte di canzone prima del capitolo che richiama un po' l'argomento del capitolo stesso.
Cercherò di pubblicare ogni venerdì
Un bacio grande e aspetto le vostre recensioni.

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Capitolo 2
*** A stranger ***


I heard he sang a good song, I heard he had a style,
and so I came to see him and listen for a while.
And there he was this young boy, stranger to my eyes.
(Killing me softly; Roberta Flack)
 

Dean guardò con un sorriso il fratello
“Dove state andando di bello?” chiese
“In una tavola calda che conosco.” Rispose Anamaria che tornò, tutto a un tratto, timida e introversa
Sam sorrise nervoso capendo con uno sguardo i piani del fratello
“Vuoi venire anche tu?” Chiese sbuffando Sam al maggiore
Dean accettò e dopo aver trovato parcheggio per l’Impala, andò insieme al fratello e alla liceale che aveva adocchiato.
Lei camminava davanti ai due fratelli, c’era imbarazzo e nessuno voleva iniziare un discorso. Dean teneva le mani nelle tasche della giacca di pelle mentre Sam sbuffava per la presenza incombente del fratello che lo seguiva ovunque andasse. Anamaria pensava a come introdurre qualche discorso ma non usciva spesso e non era abituata a parlare per prima ma questo problema venne prontamente eliminato da Dean che le si avvicinò, rimanendo di qualche passo dietro di lei
“Così sei in classe con Sammy… quanti anni hai?”
“Diciassette, tu?” chiese arrossendo
“Ventuno, anche Sam ha appena compiuto diciassette anni. Non è vero Sam?”
Anamaria si girò con un sorriso dolce verso Sam e lo guardò
“Sì, li ho compiuti l’altra settimana.”
Tornò il silenzio e Dean tornò accanto al fratello e il mutismo generale proseguì fino a che non si arrivò davanti alle porte del fastfood
“Eccoci, io lavoro qui qualche fine settimana. Fanno degli ottimi hamburger.” Entrarono
Era un’accogliente tavola calda con i divanetti verdi e le lampade gialle, alcune delle cameriere che lavoravano lì riconobbero Anamaria e rimasero stupite del fatto che si trovasse in compagnia di due ragazzi, di solito era sempre sola. In più i ragazzi erano belli e affascinanti, dovevano essere per forza i ragazzi nuovi di cui avevano avuto subito notizie ma non riuscivano a capire come mai fossero con Anamaria.
La ragazza salutò gentile le cameriere e il cuoco che si sporse dalla cucina sorridendo gentile
“Voi sedetevi dove volete, arrivo subito.” Guardò i ragazzi dolcemente e sorrise con gli occhi bruni
I fratelli si diressero verso un tavolo vicino alla finestra e si sedettero uno di fronte all’altro, Sam appoggiò lo zaino accanto a sé sul divanetto e poi guardò serio il fratello
“So cosa vuoi fare.” Gli disse abbassando il tono di voce per non farsi sentire
“E cosa vorrei fare?” rise nervoso il fratello
Sammy lo guardò dritto negli occhi
“Lo fai sempre, ogni ragazza che trovi…”
“Va bene! L’hai vista prima tu, è tua.” Dean si appoggiò allo schienale
“Ma io non voglio farci niente.” Era la verità “E poi, in ogni caso, non avrei possibilità contro di te e i tuoi ventun’anni, hai l’Impala.”
“Che è di papà…” Dean sbuffò e sorrise al fratello “Allora… posso tranquillamente provarci?” Sorrise di nuovo e portò le mani dietro la nuca “La adoro. Le chiederò di uscire questa sera, dici che il cinema va bene fratellino?”
Sam lo guardò dapprima severo e poi con un sorriso sarcastico rispose
“Sempre se papà ti lascia l’Impala e sempre se non ha già trovato una pista…”
Dean lo guardò malissimo per qualche secondo
“Quando torna falla sedere vicino a me e dopo un po’ ci lasci soli.” Disse e a Sam non rimase altro da fare che accettare
Anamaria tornò dal bagno e incrociò una delle cameriere più anziane che la accompagnò al tavolo, ridevano insieme.
Si avvicinò al tavolo e Dean si spostò per farla sedere accanto a lui, lei timidamente e arrossendo si siede vicino a lui.
Tutti avevano capito che quel ragazzo ci provava con lei, tutti tranne lei. Troppo insicura per pensare che qualche ragazzo volesse uscire con lei che era solo una timida e ragazza di campagna.
La cameriera arrivò a prendere l’ordine
“Ciao ragazzi.” Era cordiale ed esuberante “Cosa vi porto? Come menù di oggi abbiamo un ottimo hamburger con cipolla e pancetta, patatine fritte.” Si picchiettò la penna sulle labbra pensando “E il gelato al cioccolato.” Sorrise
Anamaria guardò i ragazzi aspettando che ordinassero per primi, fu Sam a rompere il ghiaccio
“Per me l’hamburger e una coca-cola grazie.”
Poi toccò a Dean
“Io prendo tutto il menù. Grazie.” Sorrise a suo solito, un po’ irriverente e seducente
“Mi piaci ragazzo.” Commentò la cameriera ormai non più giovane e decisamente in carne “E tu An, che prendi?”
La ragazza sorrise
“Il gelato al cioccolato.”
“Solo?” chiese la cameriera “Come vuoi, se poi ci ripensi fammelo sapere. Torno subito ragazzi.”
I divanetti erano piccoli e così Anamaria fu costretta ad avvicinarsi a Dean, ci fu un momento in cui la coscia di lei coperta solo da una gonna a pieghe a vita alta rossa, si avvicinò troppo a quella di Dean, avvolta dai jeans ruvidi. Anamaria sentì quel contatto e poi sentì anche la mano di Dean scivolarle lungo la gamba e stringere la mano di lei appoggiata sulla coscia, Dean intrecciò le dita con quelle di lei che ebbe un sobbalzo e sentì un brivido lungo la schiena ma non si ritrasse, si sentì per la prima volta voluta e in qualche modo affascinante.
Non appena ritornò la cameriera, Dean ritirò la mano.
Mangiarono parlando e conoscendosi meglio, Anamaria chiese che lavoro facesse John e con uno sguardo veloce i fratelli risposero il meccanico, non spiegarono perché si spostavano così frequentemente e cominciarono a sommergere la ragazza di domande a cui lei rispondeva timidamente.
Dean le offrì delle patatine dal suo piatto ma la ragazza rifiutò e non avendo terminato il suo gelato considerandolo troppo, chiese ai Winchester se lo volevano e venne subito mangiato da Dean perché Sam aveva rifiutato l’offerta.
Rimasero a chiacchierare ancora qualche minuto e poi Dean diede un piccolo calcio al fratello, quello era il segnale e Sam si alzò
“Offro io.” Disse sorridendo imbarazzato
Anamaria lo guardò spalancando gli occhi
“Ma… vi ho invitato io, il minimo che possa fare è offrirvi…”
“Non ti preoccupare.” E con un sorriso Sam sparì
Anamaria tornò a sorridere a Dean
“Veramente lavori qui?” chiese per cominciare il discorso
“Sì, di solito il weekend ma non sempre. Diciamo che do una mano.” Arrossì sempre di più, il cuore le batteva all’impazzata e si perse nel verde degli occhi del ragazzo “Prima… la mano… io…”
Dean continuava a guardarla con un mezzo sorriso
“Ti è piaciuto?” chiese avvicinando la mano ancora a quella della ragazza
“Sì…” bisbigliò lei “Cioè…” era andata nel panico più totale, d’altronde Dean Winchester faceva sempre quell’effetto
“Ti va di uscire con me questa sera?” chiese continuando a studiarla
“Non lo so se posso,” Anamaria cercò una scusa “dovrei chiedere prima.” Guardò la sala alla ricerca di Sam “Forse devo già uscire con i miei genitori…”
“Andiamo al cinema e poi ti riporto a casa, per le undici.” Cercava di convincerla
“Veramente non so se…” lo guardò negli occhi
“Possiamo anche venire qui se preferisci.” Disse lui sorridendo amichevole
Il cuore di Anamaria batteva all’impazzata, non sapeva cosa fare e probabilmente non le avrebbero dato il permesso di uscire con un ragazzo appena conosciuto. Dean si appoggiò allo schienale continuando a sorriderle dolcemente attendendo una risposta
“No dai, andiamo al cinema.” Disse Anamaria di botto decidendo di lasciarsi andare con quel ragazzo straniero
“Allora usciamo!” ripose Dean bevendo un sorso di coca-cola
Anamaria sorrise, aveva capito fin da subito che Sam si era allontanato per lasciar spazio al fratello e quando ritornò, furono pronti per tornare indietro.
Ripercorsero la strada fino al parcheggio dell’Impala silenziosamente e quando arrivarono davanti alla macchina si salutarono. Anamaria fece qualche passo allontanandosi dal parcheggio quando, battendosi una mano in fronte, tornò indietro
“Scusa, devo darti l’indirizzo di casa.” Dean sorrise
La ragazza tirò fuori dalla borsa una penna e un foglietto e scrisse l’indirizzo
“Passo per le 9?” chiese il maggiore dei Winchester
“D’accordo. Ciao Sam, ci vediamo.” E si avviò verso casa
 

I fratelli Winchester rimasero in silenzio, solo con la musica a parlare. Dean sorrideva contento per la conquista, Sam era infastidito, non perché gli avesse tolto la ragazza da sotto gli occhi, ma perché il fratello era una costante appiccicosa nella sua vita, come la presenza del padre.
Dean guardò il fratello
“L’ho convinta a uscire.” Disse sorridendogli
“Ho visto. Ora devi convincere papà a darti la macchina.” Gli diede una pacca sulla spalla
Dean spalancò gli occhi, se n’era dimenticato
“Ti aiuto io a convincerlo.” Sam provò pietà nei confronti del fratello
“Ti devo un favore Sammy!”
“Me ne devi già altri mille, questo lo faccio gratis.”
E parcheggiarono davanti alla camera del motel. 

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Capitolo 3
*** We're heaven ***


And if you listen very hard,
the tune will come to you last.
When we all are one and one is all
to be a rock and not to roll.
And she’s buying the stairway to heaven.
(Stairway to heaven; Led Zeppelin)
 

I fratelli scesero dalla macchina ed entrarono decisi nella stanza di motel, John stava sfogliando vecchi documenti e si voltò a salutare i suoi adorati figli
“Passato un bel pomeriggio ragazzi?”
Sam annuì e si sdraiò sul letto lanciando lo zaino, guardò con un sorriso il fratello e si mise le braccia dietro la testa
“Com’è andata a scuola Sammy?”
“Bene, Dean deve chiederti una cosa.” Fece lo stronzo ed entrambi i fratelli sapevano che se l’era meritato
John chiuse il plico di documenti e guardò il figlio maggiore perplesso
“Cosa devi chiedermi Dean?” sorrise incoraggiando il figlio a parlare
Dean rise nervoso e si spostò per andare verso l’altro letto, cercò le parole e il padre continuava a guardarlo aspettando. Sam si stufò dell’attesa, voleva vedere la reazione del padre
“Dean vuole l’Impala per uscire con una ragazza.” Sbottò
“Cosa?!” urlò incredulo John
“Dovevo arrivarci con un giro di parole, maledetto…” Dean tirò un cuscino al fratello che ghignava sul letto
“E tu vorresti la mia macchina per portare in giro una ragazza? E poi chi è questa ragazza, lo sai che puoi rientrare quando vuoi e fare quello che vuoi ma mi piacerebbe sapere perché dovrei darti la mia macchina.”
“È una nuova compagna di classe di Sam…” cercò di distrarre il padre dall’argomento ‘macchina’
John guardò Sam
“Chi è questa ragazza?”
“E ora cosa c’entro io? Prenditela con Dean! È lui che vuole la tua macchina per fare robe con una diciassettenne!”
“Diciassette anni?!” tornò a guardare Dean “Diciassette!”
“Andiamo solo al cinema!” si discolpò Dean, Sam rise divertito “Cosa hai da ridere?”
“Niente.” Cercò di trattenersi ma ricominciò a ridere subito
“Ti prego papà… quella ragazza va fuori di testa per le macchine e le piace l’Impala, non gliela faccio guidare…”
Sam si riprese e cercò di aiutare il fratello a convincere il padre che dopo insistenti tentativi accettò di affidare la sua preziosa macchina al figlio maggiore, con la promessa di riportagliela intatta, come sempre non aveva coprifuoco.
Dean passò mezz’ora sotto la doccia e a farsi bello, alle 8.30 fu pronto per uscire. Sorrise e prese le chiavi della macchina dal mobile accanto a uno dei letti e facendole tintinnare uscì
“Speriamo che non combini qualche casino.” Sbuffò John e si rimise al lavoro
“Stai tranquillo papà, Dean sa cosa fa…” si chiuse in bagno “Almeno credo.”
 

Dean puntualmente alle 9 si trovò davanti alla casa di Anamaria, avevano accordato che l’avrebbe aspettata in macchina.
Il ragazzo sentì delle grida provenienti dalla casa e qualche porta sbattere e alcuni minuti dopo vide Anamaria buttare giù dalla finestra di camera sua una borsa e poi calarsi dalla grondaia. Dean rimase sorpreso e divertito nel vedere la ragazza scendere. Anamaria raccolse la borsa e corse verso la macchina, Dean si sporse verso la portiera del passeggero e la aprì, lei salì e sorrise arrossendo coprendo le cosce un po’ graffiate con la gonna
“Cos’era quello?” chiese il ragazzo riferendosi all’uscita di Anamaria
“Oh.” Abbassò lo sguardo “Ho litigato con i miei genitori e non volevano farmi uscire.” Disse sussurrando e stringendo la borsa a sé
Dean non chiese niente e partì verso il cinema.
Parcheggiarono lì vicino e poi andarono dentro alla sala, Dean si offrì di pagare i biglietti e poi comprò i popcorn.
Anamaria si sentiva come oppressa dalla gentilezza di Dean, si sedettero uno accanto all’altro
“Che cosa stiamo per vedere?” chiese lei appoggiando la borsa sulla poltroncina accanto
“Un film dell’orrore.”
“No. Mi fanno troppa paura.” Sorrise tenera
“Ti proteggo io.” Sorrise Dean appoggiando i popcorn sulla gamba
Entrambi si sorrisero e tutto a un tratto Anamaria arrossì e si strinse nelle spalle. Il film iniziò subito e la ragazza si rannicchiò per sentirsi più sicura, il film non faceva poi così paura ma non si fidava a tenere i piedi appoggiati al pavimento, Dean la guardava e di tanto in tanto mangiava i popcorn così come faceva lei. Lui sperava di cadere nel cliché dell’incontro delle mani ma stranamente non successe. Dean optò per la tecnica dello sbadiglio. Stiracchiò le braccia e portò una mano sulla spalla della ragazza che in un primo momento sobbalzò e poi si lasciò avvolgere dall’abbraccio e lentamente fece scivolare la testa sulla spalla del ragazzo sentendosi rassicurata.
D’un tratto ci fu una scena terrorizzante e Anamaria urlò e affondò la testa nella maglietta di Dean
“Okay. Ora fa paura.” Urlò rimanendo per gli ultimi dieci minuti di pellicola nascosta
“È finito.”
“Finito-finito?”
“Sì, ci sono i titoli di coda.”
La ragazza alzò la testa e arrossì nel vedere Dean che la guardava perplesso, per lui i film horror non erano niente.
Uscirono dalla sala e il giovane Winchester notò il dolce sorriso felice sulle labbra della ragazza e si sentì in colpa per aver pensato di approfittare di lei, di convincerla facilmente. La abbracciò per le spalle e sorrise
“Dai ti riporto a casa, si è fatto tardi.” Disse dirigendosi verso l’Impala
Anamaria lo guardò
“Dai facciamo un altro giro, esco così poco di casa…” sorrise teneramente, Dean venne incantato da quegli occhi neri e dolcissimi “Andiamo a vedere le stelle!” propose infine la ragazza
 

Dopo aver girato un po’, si fermarono in mezzo a un prato, l’erba era alta e il vento soffiava dolce. Dean spense il motore mentre Anamaria guardò il nero davanti a sé e si sporse verso il parabrezza per cercare qualche stella.
Faceva fresco e la ragazza aveva la pelle d’oca, Dean si piegò verso i sedili posteriori e prese una giacca lasciata lì da suo padre
“Mettiti questa, così non hai più freddo.”
Anamaria sorrise e la appoggiò sulle spalle
“Grazie Dean.” Gli mise una mano sul ginocchio “Io…” non lo guardava negli occhi, fissava la mano sottile appoggiata alla gamba del ragazzo
Sollevò gli occhi neri incrociando il verde profondo di quelli di Dean. Anamaria si sporse verso le labbra di Dean e le sfiorò con le sue, chiuse gli occhi e si lasciò baciare e avvolgere dalla bocca del ragazzo.
La ragazza fece scivolare la giacca di pelle dalle spalle e cominciò lentamente a slacciare la camicia dei primi bottoni. Dean la guardò un secondo corrugando la fronte
“Non devi farlo, non…” la guardò negli occhi “Non sei obbligata.” Quella ragazza non era come le altre e lui l’aveva capito
Anamaria sorrise dolce
“Voglio farlo. Mi piaci veramente e non importa che questa sia la prima sera che usciamo insieme, probabilmente non ci saranno altre uscite visto che partirete tra qualche giorno e vorrei condividere con te una delle cose più belle della vita.” Gli toccò il petto con la mano “Per me è importante fare l’amore, ed è importante farlo con te.”
Si guardarono un lungo secondo negli occhi e poi si sorrisero entrambi nervosi.
 

Anamaria rimaneva in piedi in mezzo al prato e guardava davanti a sé. Teneva ancora su la giacca di pelle che le aveva dato Dean. Il vento soffiava fresco e scompigliava la chioma della ragazza. Dean aprì il cofano della macchina e prese delle coperte, guardò la ragazza si stringeva la giacca al collo. Richiuse il bagagliaio e andò verso la giovane donna che si voltò a guardarlo.
Il cuore di Anamaria batteva all’impazzata ma sapeva di essere al sicuro con Dean, anche se lo conosceva da poche ore sapeva di essere al fianco di un eroe.
Avevano deciso di non stare in macchina perché era quella di John e ad entrambi non era sembrato il caso, avevano deciso di fare l’amore tra l’erba.
Dean aveva acceso i fanali della macchina e aveva messo una musicassetta dei Led Zeppelin, stesero le coperte sull’erba umida e si guardarono ancora un secondo. Si avvicinarono lentamente e si baciarono per poi scivolare sul telo.
Dean fece percorrere le dita lungo la coscia della ragazza che vibrò al contatto con la mano calda. Si guardarono negli occhi e Anamaria cercava di controllare il respiro affannato e continuava a mantenere il contatto con gli smeraldi lucenti che Dean aveva per occhi.
Lui stava steso al suo fianco, un po’ sopra di lei e le baciava il collo dolcemente. Cominciarono lentamente a spogliarsi entrambi, lui in modo più sicuro mentre lei più timida e impacciata, Dean la guidò dolce e poi si stese ancora accanto a lei che continuava a guardare il cielo stellato sopra di lei, le sorrise dolce e la baciò.
Dean continuava a baciarle il collo mentre le accarezzava dolcemente la gamba per salire fino alla coscia, provocandole così piacevoli brividi
“Dean…” bisbigliò, lui la guardò dolce “Non so cosa devo fare” lo guardò dritto negli occhi, lui aveva un sorriso premuroso “Dimmi cosa fare…”
Dean si spostò lievemente sul suo corpo e si indicò con le dita l’angolo della mascella vicino all’orecchio
“Baciami qui.” La ragazza si sollevò per baciare la carne, Dean indicò un altro punto del collo e lei ancora lo baciò “Qui.” Indicò il pomo d’Adamo “Qui.” Sotto il mento “E qui.” Si indicò l’angolo esterno della bocca
Anamaria lo baciò dolcemente aggrappandosi con le unghie alla sua schiena
“Ora tocca a me.” Le sussurrò Dean e cominciò a baciarle il collo, la clavicola e il seno, le stringeva la mano e la baciò intensamente e lei si strinse più forte che poteva a lui
“Dean…” non voleva parlare ma parlò lo stesso, guardò i suoi occhi sopra di lei
“Ti ho fatto male?” chiese preoccupato
“No.” Continuava a guardarla e a scrutare nel nero dei suoi occhi “È tutto perfetto.” Sorrise lei dolcemente
“Anche per me.” La baciò ancora una volta
 

Rimasero stesi abbracciandosi e coprendosi con una delle coperte, lei si stringeva forte a lui che le passava le dita tra i capelli
“Lo sai che tra qualche giorno dovrò ripartire vero?” Dean non voleva rovinare l’atmosfera ma Anamaria doveva sapere che quella relazione non aveva futuro e probabilmente lo sapeva già
“Sì.” E per qualche minuto nessuno dei due parlò
Faceva fresco e ad Anamaria gli venne la pelle d’oca
“A cosa pensi?” gli chiese infine la ragazza
Dean pensava a come sarebbe potuta andare la sua vita se Mary non fosse morta e se non avessero iniziato a essere cacciatori ma non poteva dirlo a Anamaria e così si limitò a sorriderle e ad accarezzarle il braccio
“Guardo le stelle. Tu invece?”
“A una leggenda che mi raccontavano da piccola i miei genitori, la vuoi sentire? Tanto non stiamo parlando di niente…”
“Sì, mi piace la tua voce.” E la abbracciò più forte
Lei rise timidamente
“Negli anni ’30 un cacciatore di nome Joshua che viveva in questi boschi, tornato da una caccia, trovò la figlia con un uomo, il fidanzato che riuscì a scappare ma la figlia venne picchiata per quello che aveva fatto e infine morì perché Joshua l’aveva ferita mortalmente.” Rimase a guardare le stelle cercando quelle più luminose “La leggenda dice che Joshua prenda ancora le ragazze e le uccida, come ha fatto anni fa con la figlia.” Guardò Dean “La sua casa è qui vicino, ci vuoi andare?” sorrise
Dean ascoltò bene quella storia e capì quasi subito che si trattava del fantasma per il quale si erano mossi. Non era solo una leggenda e lo sapeva bene, forse andare a vedere una casa stregata non era proprio il massimo, soprattutto per l’incolumità della ragazza
“Ma mica ti facevano paura le storie dell’orrore?”
“Ma è solo una leggenda, non esiste nessun fantasma di Joshua che uccide le ragazze.” Rise
“Le leggende hanno quasi sempre un fondo di verità.” Disse Dean e si sollevò e poi aiutò la ragazza ad alzarsi “Dai ti riporto a casa tesoro.” E le diede un bacio






Angolo autrice
Ciao a tutti.
A scrivere questo capitolo mi sono sentita ghjsrerrrealouiilakl** (non ci sono altre parole!), anche io voglio un Dean Winchester che mi indichi dove baciarlo. Ma non c’è e quindi me lo invento.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacio e alla prossima <3


 

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Capitolo 4
*** The first and the last time I loved ***


Cause baby we were born to live fast and die young,
Born to be bad, have fun,
Honey, you and me can be one,
Just believe, come on.
(Never let me go; Lana del Rey)
 

L’Impala frenò davanti alla casa della ragazza che scese dando un bacio al guidatore
“Ciao Dean.” Sorrise dolce “Grazie.”
Dean sorrise dolce
“Ci vediamo.” Fece rombare il motore
“Salutami Sam e ringrazia tuo padre per averci lasciato la macchina!” dopo di che si allontanò e entrò in casa
Dean rimase avanti alla casa abbastanza a lungo da sentire le urla e le grida dei genitori, l’aveva riportata indietro molto più tardi del previsto, erano già le 2. Sentì che la ragazza urlava ai genitori e diceva che li odiava. Sentendosi in colpa partì a malincuore verso il motel.
Parcheggiò davanti la porta ed entrò silenzioso cercando di non fare rumore ma sia John che Sam erano svegli, Sam leggeva un libro mentre John guardava distrattamente la tv e sorrise al figlio maggiore.
Dean senza dire una parola posò le chiavi della macchina sul tavolino e andò nel bagno per poi uscire subito e andare verso il frigobar
“C’è rimasto qualcosa da mangiare?”
“No.” Disse Sam
“Come no?” lo guardò sgranando gli occhi
“No. Io e papà ci siamo mangiati tutto.” Girò pagina del libro “Com’è andata con Anamaria?”
“Alla grande!” sorrise richiudendo lo sportello
John lo guardava
“Cosa avete fatto?” chiese il padre insistendo
“Niente.”
“Dean!” odiava quando gli si mentiva
Dean sbuffò
“Abbiamo fatto sesso. Perché te lo sto dicendo non lo so.”
“Ha diciassette anni!” urlò John
“Ah! Ecco perché non te lo volevo dire.” Sbuffò Dean tornando in bagno a cambiarsi
“Dai papà calmati!” intervenne Sam in aiuto del fratello
“No che non mi calmo, perché in ogni posto che va deve stare con una ragazza? Cosa le hai detto? Tanto tra due giorni siamo di nuovo in strada. Alla ricerca di qualche mostro, perché devi illudere così le ragazze?”
Dean uscì di nuovo
“Non ho illuso nessuno. È stata lei…” sbuffò “Lasciami in pace.”
Questa volta Dean non riusciva a lasciar perdere il padre invadente e arrabbiato
“Certo, sono sempre le altre. Tu non sei mai, non ti rendi conto che avresti potuto creare problemi?”
“Vaffanculo! Veramente papà, lasciami in pace! Ho già i miei problemi, non crearmene altri!” uscì dalla porta e John lo seguì
“E ora dove vai?”
“A prendere da bere al distributore!”
John ritornò in camera
“Perché devi essere così duro con lui? Non avrebbe fatto niente che lei non volesse, sono sicuro che sono stati prudenti…” Sam cercò di difendere l’adorato fratello
“Non lo faccio perché non mi fido di lui ma per la ragazza che si potrebbe illudere, sai com’è fatto Dean. Noi andiamo via tra due giorni e quella ragazza cosa farà? Se si è innamorata di lui…” si passò una mano tra i capelli
“Potremmo fermarci. Almeno questa volta, per qualche giorno in più.” Propose Sam
Ma John lo fulminò con lo sguardo, il meno stavano in una città meglio era. Dean tornò in camera e guardò il padre, entrambi non riuscivano a rimanere arrabbiati per troppo tempo
“Scusa pa’…” disse passandosi tra le mani la lattina
John lo abbracciò
“Non litighiamo più, d’accordo?”
 

Anamaria venne chiusa in camera sua per tutto il sabato, una punizione per essere uscita senza permesso e per essere tornata tardi. Aveva passato la mattina e il pomeriggio a studiare per la scuola e ad odiare i genitori, poi verso sera sentì genitori uscire di casa, prendere la macchina e andarsene. Aspettò qualche minuto e poi uscì silenziosa e andò verso il motel nella speranza di poter parlare con Dean, come amici, aveva capito che tra loro non sarebbe successo niente dopo quella sera.
La cosa la rendeva un po’ malinconica ma non rimpiangeva la scelta fatta.
Camminò per qualche kilometro e poi arrivò al motel, non sapeva cosa fare e dopo aver chiesto la camera all’uomo della reception andò verso la porta. Aspettò qualche secondo e poi si decise a bussare, aspettò circa un minuto nel quale pensò di scappare ma poi la porta si aprì
“Si?” chiese John
“Scusi, credo di aver sbagliato camera…” stava per andarsene quando venne fermata da John
“Tu sei Anamaria vero?” disse “Entra, i miei figli mi hanno parlato di te.”
La ragazza sorrise timida ed oltrepassò la soglia e sorrise a Sam che continuava il libro
“Ciao!” il ragazzo fece squillare la voce “Come mai sei qui?” chiese
“Cercavo Dean a dir la verità…” arrossì sentendosi osservata
John cominciò a sistemare alla bella e meglio la stanza
“È andato a prendere qualcosa da mangiare.” Disse “Dovevate vedervi?”
“N-no.” Balbettò la ragazza “Volevo solo parlagli.” Abbassò gli occhi e frugò nella borsa e tirò fuori la collana con il ciondolo che Sam gli aveva regalato anni fa per natale “Ha dimenticato questo ieri sera…” lo mise tra le mani di Sam
Sam sorrise
“Allora ieri siete andati al cinema?” chiese per fare conversazione e fece sedere la ragazza al piccolo tavolino
“Sì.” Arrossì, Anamaria si guardò attorno e si sentì oppressa dalla situazione “Meglio che vada. Puoi dire a Dean che vado alla casa di Joshua e chiedigli se vuole raggiungermi lì, rimarrò fino a mezzanotte.” Sam rimase perplesso ma poi comprese la ragazza che uscì salutando e ringraziando John per la breve ospitalità
Camminò fino alla vecchia baracca del cacciatore e con un enorme sospiro entrò. Si guardò intorno e sorrise sollevata, fino a qualche giorno fa avrebbe pensato che quella leggenda fosse vera, ma ora si sentiva più sicura di sé, come se la notte precedente le avesse dato più coraggio.
Si aggirò per l’ingresso guardandosi intorno quando venne afferrata per i capelli da una mano gelida, urlò con tutta la voce che aveva in gola. La borsa cadde a terra rovesciando sul pavimento tutto il contenuto. Anamaria chiedeva aiuto e piangeva ma venne lo stesso trascinata per le scale fino al seminterrato dove venne legata ad una sedia. Con un colpo alla tempia svenne.
 

Dean ritornò nella stanza quasi un’ora dopo da quando la ragazza se n’era andata, sbattè la porta e distribuì gli hamburger, Sam gli diede la collana
“Anamaria te l’ha riportata, ha chiesto di te.” Disse Sam afferrando il panino
“E cosa ha detto?” chiese Dean cominciando a mangiare
“Niente, voleva parlarti. Non ha detto di cosa però ha detto che ti aspettava alla casa di un certo Josh, Joshua, boh.” Bevve un sorso di acqua
Dean scattò
“Come scusa? Dove andava?”
“A casa di Joshua.” Ripetè Sammy
“Figlio di puttana!” si alzò
“Dove vai?” chiese John
“Muovetevi! Maledizione, muovetevi!”
“Dean!” urlarono all’unisono John e Sam
“Joshua! Il fantasma che siamo venuti a cacciare. È andata nella sua casa, me ne ha parlato ieri sera. Mi ha raccontato la leggenda.” Andò verso l’Impala “Muovetevi! Prende solo le ragazze.”
Appena capirono, John e Sam si prepararono. John si mise alla guida e volarono fino alla vecchia casa del cacciatore.
Dean e Anamaria c’erano passati prima di tornare a casa ieri sera per vedere com’era il posto e il ragazzo si ricordava la strada. Premettero a tutta forza l’acceleratore per raggiungere in tempo la ragazza e poterla salvare.


“Aiuto! Aiutatemi vi prego!” urlava la ragazza legata con strette corde alla sedia “Aiuto!” urlò ancora quando vide l’ombra scendere dagli scalini per arrivare nel seminterrato
Il fantasma le si avvicinò e le ghiacciò il sangue nelle vene solo passandole accanto. Lei lo guardò paralizzata dalla paura, piangeva e singhiozzava. Sapeva benissimo che stava per morire. Il fantasma ricominciò a torturarla e lei urlava ancora chiedendo aiuto.



Anamaria continuò a urlare. Il fantasma la guardava severo e ripeteva che era quello che si meritava e lei urlava e piangeva, chiedeva perché e lui le disse che era la punizione per essere stata con un uomo.
Anamaria tremava e si dimenava sulla sedia a cui era legata, il fantasma di Joshua la picchiava e la graffiava con un coltello che le piantò nella coscia
“Stai zitta.” Urlò il fantasma estraendo il coltello
“Aiuto!” piangeva e singhiozzava la ragazza che ormai aveva perso le speranze
Si sentì uno schianto al piano di sopra e il fantasma sparì per poi ritornare e sorriderle, la accoltellò l’addome e sparì di nuovo. Anamaria deglutì per poi risputare sangue sulle ginocchia e sulla maglietta, sentì la voce dei Winchester al piano di sopra e vide Dean correre giù per le scale.
Aveva la vista offuscata e non capiva quasi niente, rivide il fantasma e tentò di urlare per avvertire Dean chinato verso di lei per slegarla, ma non ci riuscì. Prima che il fantasma potesse attaccare, John e Sam arrivarono e lo misero in fuga con dei proiettili di sale.
Dean prese la ragazza tra le braccia e uscirono velocemente dalla casa, lei si teneva la mano sulla ferita alla pancia che continuava a sgorgare sangue mentre lui le diceva che sarebbe andato tutto bene.
Arrivarono fino all’Impala, fecero stendere Anamaria sui sedili posteriori e Dean salì con lei, le tolse dei capelli sporchi di sangue dal volto e la guardò
“Non credo ci sia più tempo.” Disse John bisbigliando ai figli mentre Anamaria sputava altro sangue
John e Sam guardarono la ragazza malinconici e Dean li guardò supplicandoli di riuscire a fare qualcosa ma l’unica cosa possibile da fare era andare verso il cimitero.
Si fermarono in uno spiazzo tra le lapidi e mentre il padre e il figlio minore si occupavano della tomba, Dean rimase a tenere la mano della ragazza
“Non mi ha attaccato un essere umano vero?” chiese con la voce rauca
E Dean, mordendosi le labbra e trattenendo le lacrime, le spiegò ogni cosa.

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Capitolo 5
*** I'm broken ***


Baby I've been here before. 
I've seen this room and I've walked this floor. 
I used to live alone before I knew you. 
I've seen your flag on the marble arch, 
but love is not a victory march 
It's a cold and it's a broken hallelujah 
(Hallelujah; Jeff Buckley)


Dean teneva stretta la mano della ragazza e le disse ogni cosa, di come avevano cominciato e di come seguivano il padre nella folle impresa di uccidere chi aveva distrutto la loro famiglia.
Anamaria non capiva tutto quello che le diceva ma capì perfettamente cosa stava per succederle. Capiva perfettamente cos’era la caccia per quella famiglia.
Dean guardò il padre e il fratello tornare verso la macchina dopo aver bruciato i resti di Joshua
“Cosa guardi?” chiese lei tenendo la mano di Dean
Dean sorrise dolce
“Le stelle.”
“Sono belle?”
“Bellissime.” Le accarezzò ancora i capelli “Non quanto te.” Le sorrise e con la manica della giacca le pulì un po’ del sangue dal mento
“Sei gentile.” Strinse ancora di più la mano sulla pancia “Grazie.” E anche in quel frangente arrossì
John e Sam salirono in macchina e si voltarono a vedere la ragazza, il padre mise in moto e partì
“Ti portiamo all’ospedale.” Disse Sam, quando John aveva detto -Non credo ci sia più tempo.-, voleva intendere che non c’era più tempo per rimandare il lavoro
John le sorrise affettuoso, come sorrideva ai suoi figli, con amore
“Spero di rivederti un giorno.” Le disse e lei sorrise di nuovo
Sam e John tornarono a guardare il parabrezza e guidarono fino all’ospedale al massimo della velocità.
 

Dean entrò nella camera di ospedale e sorrise alla ragazza che si era appena svegliata, i genitori di lei erano andati via da pochi minuti
“Hey!” disse Dean accarezzandole i capelli “Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare.” Non riuscì a nascondere la voce distrutta per il senso di colpa
“No.” Anamaria aveva la voce sottile, sottile come un capello “Non ti dispiacere.”
Si piegò verso di lei e le diede un bacio sulle labbra e lei si sollevò per raggiungere  quelle di Dean
“Mi dispiace…” ripetè lui
Rimasero a parlare per  qualche minuto di quei giorni intensi, bellissimi e devastanti
“Noi ce ne andiamo An…” Dean era sdraiato sul letto d’ospedale accanto a lei e le sorrideva, lei sorrise di rimando “Saremmo potuti uscire qualche altra volta se…”
Arrivederci cacciatore!” lo zittì lei con un bacio, poi si addormentò sulla sua spalla
Dean rimase a fissare la ragazza, si morse le labbra e poi si piegò su di lei, fronte a fronte e cominciò a piangere. Era riuscito a salvarla ma si sentiva distrutto, forse se non le avesse mai chiesto di uscire questo non sarebbe mai successo, lei non sarebbe mai stata ferita e non avrebbe mai dovuto conoscere il loro mondo e tutto quello che c’era là fuori. Si sentiva colpevole per quella cicatrice che le sarebbe rimasta per sempre, sia nella carne che nell’anima.
John e Sam comparvero sulla porta, era segno di andare.
Le diede un ultimo bacio e poi uscì silenzioso dalla camera lasciandola dormire serenamente. C’era un assordante silenzio all’interno della macchina che percorreva la statale nel cuore della notte, un silenzio angosciante e prepotente.
Nessuno parlava, restavano in silenzio. Non c’era neanche la musica a tenere compagnia, solo un gravoso silenzio. Sam sperava un giorno di potersi fermare stabilmente in una città e chiamare un luogo ‘casa’. John voleva scrollarsi da dosso i problemi, uccidere il demone che aveva ucciso la sua Mary e sperare in una vita migliore per i suoi figli. Anche se per poche ore, Dean aveva amato quella ragazza dolce e timida e l’aveva fatta sentire amata e importante come mai nessuno aveva fatto prima, guardò fuori dal finestrino e vide la lieve pioggia cadere.
Continuava a martellarsi e a flagellarsi per aver lasciato la ragazza che in lui aveva cambiato qualcosa. Rivelare il loro lavoro, gli affari di famiglia ad Anamaria era stata dura, non si perdonava di averla trascinata in quel mondo oscuro e pieno di paure. Guardava il paesaggio cambiare e poi sorrise amaramente
-Arrivederci Anamaria.- Pensò e alzò il volume della radio per coprire il suono dei suoi stessi pensieri.






Angolo autrice
Hellouuuuuuu! Anche questa storia è finita! Ma *rullo di tamburi* credo proprio che ci sarà un seguito! 
Ho già iniziato a scrivere i primi capitoli del seguito :) Spero vi farà piacere leggere ancora di Anamaria, che sarà cresciuta così come i Winchester!
Un mega grazie a tutti coloro che hanno seguito la storia e hanno recensito ogni capitolo :) Grazie ragazze! Un bacione!

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