La Melodia del cuore

di SOPHIE STYLES
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intorno a me . ***
Capitolo 2: *** Lui. ***
Capitolo 3: *** Un ospite... ***
Capitolo 4: *** Come fa a sapere....... ***
Capitolo 5: *** Confusa... ***
Capitolo 6: *** La foto ***
Capitolo 7: *** Non lo so. ***
Capitolo 8: *** La scuola ***
Capitolo 9: *** Johnson ***
Capitolo 10: *** Look after you. ***
Capitolo 11: *** Lou. ***
Capitolo 12: *** Annemarie ? ***
Capitolo 13: *** Se ne va..... ***
Capitolo 14: *** Un estraneo . ***



Capitolo 1
*** Intorno a me . ***


Da anni osservavo quello che accadeva intorno a me in silenzio , come un leone che pazientemente aspetta il momento giusto per saltare addosso alla sua preda . Bloccata in una stanza senza vita , luce e felicità ; da anni non avevo più curvato le mie labbra in un sorriso , da anni avevo lo sguardo perso nel vuoto , da anni non facevo vibrare le mie corde vocali , il silenzio era regnante . Il mio futuro era stato deciso da una persona che odiava il mondo intero , o meglio odiava me . Ero prigioniera nella mia stessa casa , il sottile vetro della finestra mi separava dalla realtà , dalla VITA . Il buio avvolgeva il mio corpo , tutti avevano celato ai miei occhi la felicità , la tristezza , la gioia , la rabbia ; nessuno mi aveva fatto mai provare questi sentimenti , mi sentivo vuota , una voragine avvolgeva il mio cuore senza amore . Ma nonostante il buio qualche volta trovavo una luce calda , accogliente , che mi faceva sentire al sicuro . Quando facevo scorrere le dita sul pianoforte nero nella stanza dimenticavo tutto , suonavo in silenzio melodie malinconiche : il suono rimbalzava sulle pareti facendo eco nelle mie orecchie , sentivo ogni nota , ogni tasto , ogni imperfezione e distratta dalla musica non pensavo a cosa mi stessi perdendo o a cosa non avrei mai vissuto ....




Nota : La protagonista è lei , si chiama Mary :)


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Capitolo 2
*** Lui. ***


Quella mattina le strade erano ancora vuote, il sole si alzava pigro dal suo letto di sonno, gli uccellini volavano liberamente giocando tra le soffici nuvole, sembrava tutto cosi bello là fuori ma un grande muro mi separava dalla felicitò e io come tutti i giorni ero nella mia camera, in quella casa che piano piano mi stava portando via l 'anima. Il rumore improvviso della porta che si apriva mi sorprese, era la signora Adelaide che con un vassoio di metallo mi portava la collazione come tutte le mattine. Non pronunciò parola, solo poggiò il vassoio sul tavolino della stanza e se ne andò. Alandomi, mi avvicinai al tavolo, sorrisi, era ironico il fatto che, anche se io mi sforzassi, non ricevevo mai cibo di mio gusto ma solo del tè e dei biscotti al miele. Anche se con riluttanza bevvi il tè e mangiai i biscotti. Ancora con il sapore del miele in bocca mi avvicinai al piano, facendo scorrere le dita sui tasti freddi mi sedetti sul morbido sgabello e rompendo il silenzio di quella stanza suonai la prima nota. La mia testa cominciò a viaggiare, mentre le miei dita suonavano una melodia anche a me sconosciuta. Spostai le dita sui piccoli tasti neri, un nuovo suono si aggiunse alla composizione.



L' armonia stava crescendo in me quando, sentendo il rumore acuto del campanello, smisi di suonare. Con passi veloci raggiunsi la finestra, il mio occhio sul mondo, non arrivai in tempo, vidi solo la porta chiudersi rumorosamente. Poggiando l orecchio sul muro riuscii a sentire due voci, anche se non chiare mi accorsi che una delle due era nuova, sembrava maschile e io sapevo che in quella casa non c ' erano voce maschili a parte quella di mio padre che mi aveva abbandonato lì da anni.  Il mio corpo reagì d' istinto, senza volerlo li trovai a stringere la maniglia della porta: davvero credevo che potesse essere lui, quel vigliacco, no era impossibile. Confusa spalancai la porta per colpa di uno stupido e fugace pensiero. Chiusi gli occhi, fragile davanti alla verità, aprendole vidi due sagome, una era conosciuta l 'altra no, non era mio padre. Mi stava guardando sorpreso, avvolta dall' imbarazzo notai solo i suoi occhi celesti e il suo splendido sorriso da eterno bambino, era stupendo; sentii il battito accelerare, cos' era quella nuova sensazione, le mani sudate, il calore sulle guance, cos' erano queste reazioni, non sentivo più il controllo del mio corpo, avevo paura di fare qualcosa di stupido, indietreggiai, afferrai  la maniglia e chiudendo la porta, sbattei la schiena contro il legno lasciandomi cadere a terra, chi era quel ragazzo....?       







Nota: è una storia nuova , i capitoli sono ancora un pò corti, vorrei sapere se vi piace o no recensite :)

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Capitolo 3
*** Un ospite... ***


Calmandomi mi resi conto che avevano smesso di parlare, il suono delle loro voci era stato rimpiazzato un rumore di passi veloci. Si scambiarono poche parole, poi sentii una porta chiudersi e di nuovo dei passi. Il suono era sempre più chiaro, vicino. Mi sedetti, assunsi un espressione disinvolta, sorridendo mentre la porta si apriva. 


< Signorina avrei bisogno di parlarle >
Con un cenno del capo la invitai a sedersi sulla sedia di fronte a me.
< La ascolto > dissi.
< Come ha potuto notare, abbiamo un ospite, è il figlio di un caro amico di suo padre.... >
Mi irrigidii ripensando a quell uomo e a quello che mi aveva fatto.
< Dovrà abituarsi alla sua presenza , resterà in questa casa per un po', va bene per lei? > 
< Si > dissi anche se poco convinta 
Lentamente si alzò raggiungendo la porta, mi girai credendo che fosse uscita ma udii la sua voce:
< Un ultima cosa, a lui sarà permesso uscire e frequentare un istituto pubblico ma per lei le regole non cambiano >
Non replicai, lasciando che il silenzio rispondesse da se.
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Poggiai il libro sul tavolino, alzai lo sguardo : erano le otto, l' ora di cena. Scendendo le scale raggiunsi la sala: la solita storia, seduta a capo tavola, camerieri che veloci portavano i piatti al tavolo, la solita tovaglia spenta....
Mangiai la zuppa e mentre aspettavo la seconda portata sentii qualcuno ridere, raro in quella casa. Dalla porta sbucò lo stesso ragazzo di prima, aveva un telefono poggiato all orecchio e sorrideva divertito.
< AHAHAHA puoi scommetterci > urlò.
Chissà con chi stava parlando, comunque non aveva importanza. Quella telefonata sarebbe finita presto; e infatti la signora Adelaide entrò nella sala.
< Chi è che urla in questo modo indecoroso!? > domandò alterata.
Il ragazzo si fermò e salutando sottovoce fece scorrere il telefono dall'orecchio alla tasca dei pantaloni rossi.
< Si accomodi > disse una delle cameriere. 
Lui ubbidì e si sedette all altro capo del tavolo.
< Bene! > esclamò Adelaide. < Buona cena > disse sparendo dietro la porta. 
Abbassando gli occhi lo sentii ridere, ma perchè ? Cosa c' era di tanto divertente!? Riamasi in silenzio aspettando che finisse. La cameriera portò il secondo piatto e sparì in cucina.
< Ciao > disse.
Alzai lo sguardo, lo vidi sventolare la mano in segno di saluto. Sorridendo, ricambiai il saluto. Ricominciai a mangiare pensando che la nostra fugace 'conversazione' fosse conclusa, ma mi parlò di nuovo:
< Come ti chiami? > chiese curioso 
Mi sembrava di essere tornata alle elementari, quando facevo amicizia con bambini mai visti prima.
< Mi chiamo Mary > risposi. 
Lo vidi fare strane espressioni cercando di interpretarle capii e azzardai 
< Tu? >


sorrise soddisfatto.
< Louis, piacere di conoscerti > 
mimai un inchino con la testa , sorridendo. Il resto della cena passà in totale silenzio. 
Finito ci alzammo dal tavolo , stavamo salendo le scale quando disse:
< Ci vediamo domani a scuola. Cioè non è una città molto grande quindi staremo di sicuro nello stesso istituto... >
< No > dissi dura
Vidi la sua espressione confusa
< Potrei sapere perché > chiese cauto
< Ho un insegnante privato >
La sua bocca mimò una 'o'
< Cose da ricchi > scherzò superandomi . 
Mi trovavo davanti alla mia porta quando mi bloccai a guardare il suo viso : i lineamenti erano delicati, un accenno di barba copriva il mento rilassato , i capelli coprivano una parte della sua fronte. Si girò, abbassai lo sguardo imbarazzata, sorrise raggiungendo la sua stanza.


<  Buonanotte Mary. > disse 
<  Anche a lei  > 
Mi maledii subito per aver usato un tono così formale, entrai in camera guardando di sfuggita il suo viso sorridente.

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Capitolo 4
*** Come fa a sapere....... ***


Il sole era già alto nel cielo, i miei piedi percorsero frettolosamente la distanza tra il mio letto e il pianoforte, l' unico modo per scacciare le urla nella mia mente era suonare: suonare una melodia, l' unica melodia che riuscisse a calmare i miei incubi ricorrenti, l' unico ricordo del mio passato di cui non avevo memoria.


La calma durò poco, disturbata da un rumore assordante fuori dalla porta, preoccupata corsi fuori dalla mia stanza nel corridoio vuoto, o almeno cosi sembrava. All' improvviso sbucò Louis, correva rumorosamente con un tost in bocca e le scarpe in mano, non mi salutò, semplicemente corse giù per le scale  intruppando contro la mia spalla, ignorando completamente  la mia presenza. Offesa sbattei la porta rientrando in camera.
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Portai la forchetta alla bocca assaporando il pollo che la cameriera mi aveva servito poco tempo prima. Per la seconda volta quella mattina un rumore improvviso ruppe il silenzio. Al di là del muro si sentivano risate, voci, tutte sconosciute, mai sentite prima: a parte la SUA. Un branco di persone entrò nella sala, vidi Louis in mezzo al gruppo, che  evidentemente credendo che quella fosse casa sua, invitò i suoi amici a prendere posto. MA COSA CREDEVA DI FARE!? QUELLA ERA CASA MIA NON SUA! Non potevo permettere che un ebete che non sapere fare altro che sorridere come un coglione rovinasse il mio umore che già di suo non era dei migliori. Cercai di mantenere la calma, di ignorare tutte queste fastidiose voci, di non pensare che quel TIZIO ( Louis ) avesse invitato i suoi amici in casa mia senza il mio permesso. Nessuno notò la mia presenza, o almeno fu cosi finchè rumorosamente feci strusciare la sedia sul pavimento alzandomi. In un attimo tutti quei volti seguirono i miei movimenti, stavo per scoppiare ma ragionai e senza dire una parola mi diressi verso la porta. L' unico rumore udibile furono i miei passi veloci

< Aspetta >

urlò Louis. Mi girai e lo fulminai con lo sguardo.

< Scusa per sta mattina >

disse. Tutti cominciarono a ridere e, vista la reazione dei suoi amici, le sue scuse mi fecero infuriare ancora di più, mi girai e con passo deciso raggiunsi la mia stanza.
 
Presi un libro dallo scaffale accanto al letto, cominciai a leggere immergendomi in una bolla di pace e tranquillità che mi fece scordare gli schiamazzi del piano inferiore:
 
 ''La nostra discussione proseguì all' infinito. Fin tanto che mi ritrovai a essere l'unica dei due a contestare. Rispondevo da sola alle miei domande proprio come se stessi litigando con me stessa......''
 


< Mary >
 
Il mio nome risuonò nelle mia mente finchè non riuscii a staccare gli occhi dal libro e girandomi mi trovai il suo sguardo addosso
 
< Mary >
 
Ripetè convinto di avere la mia attenzione. Un sorriso spuntò sulle sue labbra e in me crebbe un istinto omicida verso la persona che, in meno di 12 ore mi aveva interrotto tremila volte.
 
< Dimmi >
 
Dissi con voce calma ma tagliente.
 
< Mi stavo chiedendo se volessi unirti a noi? > 
 
Chiese titubante. 
 
< Mi dispiace ma ho di meglio da fare >
 
I suoi occhi puntarono subito verso il libro che tenevo tra le mani. Il suo sguardo parlò da se: capì che non era vero e che volevo solo sfuggire ai  suoi amici.
 
< Ti lascio al tuo party tutto hard allora >
 
Disse con sarcasmo. Sorrisi in segno di approvazione e finalmente la porta si richiuse.
 
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Capii che la visita era finita quando dalla finestra vidi i suoi amici lasciare la casa. Sospirai, mi sentii finalmente rilassata e mi accomodai sullo sgabello del pianoforte. Le miei dita cominciarono a suonare la melodia interrotta stamattina, il suono rimbalzò sulle pareti e addolcì il mio umore. Ma accade qualcosa di inaspettato, delle immagini si fecero largo nella mia mente, cercai di decifrarle ma qualcosa mi sfiorò la mano. Era Louis, non mi ero accorta della sua presenza, quando era entrato, smisi di suonare e alzai il viso verso il suo volto. Era serio, le labbra serrate e la mascella chiusa e dura, era teso, aggrottò le sopracciglia confuso e poi poggiò le dita sui tasti. Subito riconobbi il suono, le sue dita si muovevano veloci sui tasti bianchi, Chi era veramente quel ragazzo, come faceva a sapere.......Louis quel giorno, davanti ai miei occhi scioccati finì la melodia, quella melodia che era in grado di calmarmi, quella melodia che da tanti anni custodivo gelosamente.



Nota: ciao a tutti, vorrei sapere che ne pensate di questa storia, vi piace? fatemi sapere la vostra opinione glazie :)

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Capitolo 5
*** Confusa... ***


Velocemente coprii i tasti del pianoforte con il coperchio nero, mi alzai e incontrai lo sguardo di Louis confuso quanto il mio. Sentivo la rabbia attraversarmi il corpo, non so perchè mi sentivo cosi, volevo solo delle risposte che nessuno mi aveva mai dato. Cominciai ad avanzare, Louis indietreggio, i miei occhi erano fissi sul suo volto allarmato. Continuai ad avanzare finchè Louis non sbattè la schiena contro il muro di legno. Mi fermai, lo vidi aprire le labbra per dire qualcosa ma le richiuse immediatamente, il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, era molto agitato e io avrei scoperto il motivo

< Come fai a conoscere quella canzone ? >
chiesi dura. Abbassò lo sguardo non rispondendo alla mia domanda, avevo sempre odiato quando qualcuno mi nascondeva la verità , ero abbastanza forte per sapere ma nessuno mi riteneva all' altezza. Sollevandoli il mento, feci  si che i suoi occhi tornassero a fissarmi 
< Chi sei ? >
chiesi confusa
< Sono Louis , Louis William Tomlinson, se si vuole essere precisi >
un sorriso comparve sulle sue labbra. Alzai il braccio, la mia mano stava per entrare in contato con la sua guancia quando mi fermai e lo guardai negli occhi. Smise di sorridere
< Scusa >


disse calmo. Mi allontanai di qualche centimetro, lo vidi sospirare, mise le mani in tasca e torno a guardarmi.
< So più cose di quanto immagini >
disse con voce indecisa.  
< Cosa intendi ?  >
risposi con voce calma
< Niente >
disse pentendosi della sua  precedente affermazione. Mi riavvicinai, lui indietreggiò sbattendo di nuovo contro il muro.
< Cosa sai ? >
riformulai la domanda
< So cose che tu non puoi sapere >
< Perche ? Perchè non posso, perche tutti continuano a mentirmi, non sono una stupida, posso sopportare la verità >
sbottai
< Non penso che tu sia abbastanza forte >
bisbigliò ma lo sentii comunque
< Tu che ne sai , non mi conosci nemmeno, come fai a dirlo >
tacque di nuovo. Mi allontanai per riflettere su come rispondere ma sentii la sua voce
< Che cosa c e, perchè non puoi fare finta di niente, come se nulla fosse successo, perchè ti ostini in questo modo a sapere la verità >
Mi girai, lasciai che le miei mani cadessero lungo i fianchi, ero stremata
< Sono solo stanca >



Mi guardò
< Stanca di sentire solo bugie, io voglio solo sapere la verità >
si avvicino, perse la mia mano e la chiuse nella sua
< Mi dispiace ma dovrai aspettare >
e mentre le sue parole si sperdevano nell' aria usci dalla stanza lasciandomi da sola e confusa.

Nota: ciao a tutti, so che questo capitolo non è molto lungo ma domani ne metterò un altro spero vi piaccia :)

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Capitolo 6
*** La foto ***


Quella notte non riuscii a dormire, sentivo la testa esplodere, come faceva a sapere, perchè non mi parlava, perchè dovevo aspettare, aspettare cosa?
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Lascia il letto ancora sfatto e mi diressi verso la finestra: vidi Louis, stava camminando sull' marciapiede vuoto, era strano, dopo la nostra conversazione, non mi aveva piu parlato, a cena, cosa molto rara, era rimasto muto e pensieroso, forse stava veramente nascondendo qualcosa. Scesi le scale, dirigendomi verso la sala per fare colazione

< Signorina marley, tra poco arriverà il vostro insegnante andate a prepararvi > 

disse la signora Adelaide. Annui e mi diressi di nuovo verso la mia stanza ma qualcosa mi distrasse, vidi la stanza di Louis la porta socchiusa attirò la mia attenzione. Controllai che nei paraggi non ci fosse nessuno, e con cautela entrai nell' ombra di quella stanza. Era tutto normale, il disordine che c era era tipico di un ragazzo: il letto era sfatto con dei vestiti sopra, mi avvicinai alla scrivania, c erano diversi fogli, libri. Spostai alcuni panni dalla sedia e mi sedetti alla ricerca di qualcosa che speravo mi avrebbe aiutato a capire. Ad un certo punto la mia attenzione si spostò su una foto poggiata in cima a un comodino al lato della sedia, le miei dita accarezzarono il volto fotografato:  c erano due persone non badai molto all umo alto e bruno ma mi concentrai sulla persona accanto a lui: era un bambino, assomigliava vagamente a Louis, molto probabile fosse lui. Qualcosa comincio a crescere in me , la sensazione di aver già visto quel volto, mi ricordava qualcosa, come in precedenza delle immagini confuse si fecero largo nella mia mente e , come la prima volta, non riusci a coglierne il significato. Lascia che la foto cadesse a terra sentendo dei passi fuori la stanza

< Signorina Adelaide è pronta ? >

Il panico comincio a farsi sentire , senza fare rumore raggiunsi la porta, sbirciai fuori, la Signora Adelaide era entrata in bagno per controllare che non ci fosse nessuno, colsi l occasione e corsi via nella mia stanza.
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La lezione passò lenta, ripensavo alla foto, dovevo rivederla, dovevo capire...
< Signorina Marley sa dirmi la risposta >
guardai in ansia il professore e poi dissi
< No >
sorrise soddisfatto 
< Bene allora oggi faremo un ora in più di lezione >
strinsi la penna in mano, odiavo quella casa e tutti quelli che ci abitavano.
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Salii in camera, finalmente la lezione era finita, scorsi Louis che usciva dal bagno, subito mi ricordai di quella foto, dovevo fare qualcosa, dovevo rivederla.

 

< Ciao > 
mi salutò senza guardarmi
< Ciao, tornato da scuola ? >
< Si >
rispose cominciando a camminare. Abbassai lo sguardo capendo che non voleva parlare, ma sentii la sua voce mentre si fermava di spalle
< Non capisco perchè anche tu non frequenti l istituto, non credo di averti mai vista uscire da qui da quando sono arrivato > 
Alzai lo sguardo e lo vidi girato con lo sguardo alto, in attesa di una risposta. Rimasi in silenzio non sapendo come rispondere, gli dovevo dire la verità anche se lui a me non diceva niente.....
riprese a camminare non riusci a trattenermi e avanzando dissi
< è complicato >
si fermo e girandosi incrociò il suo sguardo al mio 
< Prova a spiegarlo, io ho molto tempo >
indugiai, non potevo parlare, almeno non lì qualcuno ci avrebbe potuto sentire e dio solo sa cosa sarebbe successo 
< Non posso, non qui >
porto la mano sulla sua fronte strofinandola pensieroso 
< Allora è semplice usciamo >
lascia che una risata nervosa uscisse dalle mie labbra.
< Io non posso, non ho mai potuto lasciare questa casa, se loro lo scoprissero per me sarebbe la fine >
in un primo momento non disse niente, si avvicinò e prendendomi la mano disse
< Io sono bravo a scappare, non ci vedrà nessuno fidati >
e prima che potessi acconsentire il sole batteva già sulla mia pelle chiara.



Nota: ciao a tutti spero vi piaccia domani pubblicherò il prossimo :)

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Capitolo 7
*** Non lo so. ***


I miei occhi esaminarono subito l' ambiente: il cielo azzurro, il verde del prato, i rumori della città, ispirai un pò d' aria e forse per una delle poche volte nella mia vita mi sentii felice e in pace. La mano di Louis stretta alla mia mi riportò alla realtà, scrutai il suo viso, ora più rilassato e sorridente di prima, arrossii quando, vedendolo sorridere, capii che aveva captato il mio sguardo su di lui
< Seguimi > 
disse facendo scivolare la sua mano dalla mia. Camminammo per un pò, io ero dietro di lui con lo sguardo fisso sulle sue vans nere, ad un certo punto sbattei contro qualcosa di duro, il mio sedere stava per entrare in contatto con l' asfalto quando sentii qualcuno afferrarmi il polso. Aprii gli occhi, era Louis
< Capisco perchè non ti fanno uscire, sei un pericolo pubblico >
rise tirandomi su. Notai che ci eravamo fermati davanti a un chioschetto, Louis scambiò due parole con il gelataio poi si girò verso si me
< Che gusto vuoi ? >
chiese. Curiosa mia avvicinai al bancone e guardai perplessa tutti quei gusti 
< Bhe, mh, vediamo, io prendo cioccolato e........... >
< E ? >
insistette Louis
< E cocco >
dissi entusiasta di aver scelto 
< Ok >
rise. Poco dopo Louis mi porse il gelato e chiacchierando ricominciammo a camminare



< Allora, dove stiamo andando ? >
chiesi con un pò d' ansia 
< Rilassati, c' è un posto tranquillo in cui potremo parlare >
A quelle parole mi ricordai il perchè di quell' uscita, cosa gli avrei detto, di sicuro non sarei stata l' unica a parlare.
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Vidi Louis sparire in mezzo a due alberi, con destrezza superai gli ostacoli della vegetazione, spalancai gli occhi, davanti a me, c' era un grande lago rossiccio per il riflesso del sole basso, delle paperelle nuotavano tranquille provocando piccole onde, quel luogo aveva un armonia propria
< Vieni > 
disse Louis prendendomi ancora per mano facendomi sedere su una panchina 
< Allora, sei pronta ? >
chiese. Ispirai profondamente annuendo
< Perchè non esci mai ? > 
ripetè la domanda fatta nel corridoio. Decisi di rispondere sinceramente ma nascosi dettagli inutili 
< Non mi è permesso farlo >
la mia voce uscì bassa come se avessi paura che qualcuno potesse sentirci.
< Perc..... >
< Adesso tocca a me > 
lo interruppi 
< Come hai fatto a finire la canzone, come fai a conoscerla >
percepii la sua ansia improvvisa
< In questo momento non ti serve saperlo >
Senza dire niente mi alzai ma mi fermò bloccandomi
< Perchè io devo rispondere alle tue domande e tu no, perchè ? >
sentii il mio corpo irrigidirsi 
< Perchè adesso non ti farebbe bene sentire le mie risposte >
disse con voce dolce e morbida 
< Come fai a saperlo >
< Lo so >
disse invitandomi di nuovo a sedere
< Posso farti un ultima domanda >
annui 
< Dove sono i tuoi genitori , perchè ti hanno lasciato in quella casa >
Il mio sguardo divenne vuoto a quelle parole, il dolore nascosto per anni ricominciò a farsi sentire. Aprii la bocca, cercai di parlare ma non si udì alcun suono, mi alzai, raggiunsi la riva del lago, incrociai le braccia al petto cercando di cacciare il dolore: dove erano i miei, perchè mi avevano lasciato in quella casa, non lo sapevo nemmeno io. Vidi la sua ombra dietro di me 
< Ehi ? >
mi girai, e per un attimo incrociai il suo sguardo preocupato
< Non lo so > 
dissi con tono sconfitto 
 < Ok > 
disse avvicinandosi 



< Non so perchè mi hanno lasciato >
continuai 
< Ok > 
ripetè  
< Io... io non ricordo quasi nulla >
corpii il viso con le mani 
< Mary, va bene, non fa niente >
Non risposo, il mio corpo cominciò a tremare, il dolore era troppo, aveva preso il sopravvento era come se con lui non potessi mentire nemmeno a me stessa. Sentii delle braccia avvolgermi, una sensazione di calore, sicurezza comincio a contrastare il dolore. Il mio viso poggiato sul suo petto, quando cominciai  a singhiozzare sentii la sua stretta aumentare, delle lacrime aspre lasciarono il mio volto 
< Scusa >
disse prima che la sua voce si perdesse tra il rumore del mio pianto.



Nota: ciao volevo dire di non far caso al tatuaggio nella foto, fingete che sia louis :)

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Capitolo 8
*** La scuola ***


Io e Louis tornammo a casa, per fortuna nessuno notò la nostra assenza, ormai era sera quando louis lascio la mia stanza salutandomi, percepii la sua tensione, forse non avrei dovuto reagire in quel modo, almeno non davanti a lui, ma non so, con lui sentivo di essere al sicuro. Abbandonai il letto e raggiunsi l ombra chiara della luna, ancora una volta mi trovai a guardare il mondo da dietro quel vetro ma sapevo che adesso qualcosa era cambiato, io potevo cambiare, potevo capire finalmente, potevo ricordare e tutto grazie a Louis o meglio alle risposte che presto mi avrebbe dato.

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La luce del sole invase la mia stanza buia, alzandomi sentii qualcuno parlare fuori dalla porta, appoggiai l orecchio al legno freddo per sentite meglio: erano Louis e la signora Adelaide. Con calma aspettai che le voci si assopirono, volevo andare fuori ma prima sentivo, avevo il bisogno di toccare quei tasti, i tasti freddi del pianoforte. Chiusi gli occhi e subito sorrisi per il dolce suone emesso dal movimento delle mie dita, aspettai che l' ultima nota vibrasse dolcemente nella stanza prima di alzarmi e uscire dalla porta. Quando entrai nella sala per fare colazione Louis era già lì, mi sorrise mentre prendevo posto vedendo la cameriera arrivare. 

< Buongiorno > 

disse, sembrava particolarmente felice e non ne capivo il motivo.

< Buongiorno >

ricambiai il saluto 

< Mary oggi è un giorno speciale quindi muoviti e fra cinque minuti raggiungimi di sopra >

disse lasciando la stanza non dandomi il tempo di rispondere. Feci come aveva detto e lo aspettai nel corridoio 

< Mary, che fai lì entra dai >

disse aprendo la porta della sua camera. Con timidezza mi feci largo nella stanza, scrutando di nuovo gli oggetti che avevo già visto.

< Ok allora questi sono i tuoi libri e il tuo zaino > 

disse indicando gli oggetti sul suo letto

< E a cosa servirebbero esattamente ? >

chiesi incrociando le braccia confusa 

< Ma che domande sono >

esclamò 

< Servono per la scuola, servono per poter andare a scuola >

continuò

< Ma io non vado a scuola >

ribattei 

< Bhe da oggi si, ho parlato con la signora Adelaide e sono riuscito a convincerla che è la cosa migliore per te ora >

Ancora con questa storia, mi infastidiva il fatto che lui sapesse cosa era meglio per me continuamente ma ignorai il mio stupido ego e decisi di assecondarlo.

< Sentiamo in quale scuola dovrei andare ? >

domandai cercando di abituarmi all' idea 

< Ma è ovvio nella mia, siamo negli stessi corsi: filosofia, recitazione, musica e poi bho adesso non ricordo >

< Musica >

ripetei guardandolo 

< Si >

annui. Sorrisi, ero felice, avevo chiesto tante volte a Adelaide di farmi prendere lezioni di pianoforte ma lei si era sempre rifiutata e adesso Louis aveva fatto avverare il mio sogni in una solo mattinata.

< Grazie >

dissi

< Di nulla>

disse sorridendo. Si avvicinò a me, mi dette i libri e poi mi spinse in camera mia dicendomi di muovermi e che lui sarebbe uscito tra 10 minuti con o senza me.

< Eccoti >

esclamò mentre scendevo dalle scale

< Dai andiamo >

< Si > 

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< Allora sei pronta ? >

mi disse Louis davanti l' entrata della scuola. Annui ingoiando un pò di saliva trattenuta per il nervosismo.

< Ok stai vicino a me >

disse prima di attraversare il portone della scuola. Trovai tutto un pò caotico, ragazzi con giacche da footbaal che spingevano la gente addosso agli armadietti ridendo, ragazzi innocui che si mimetizzavano tra la folla.....

< Tomlinson ! >

esclamò una voce alle miei spalle 

< Andrew > 

disse Louis girandosi. Oltrepassandomi andò ad abbracciare un ragazzo poco più basso di lui con i capelli neri e gli occhi neri come il carbone.

< Andrew, questa è Mary >

mi presentò facendo girare il suo amico verso di me 

< Piacere Mary, io sono Andrew il più figo della scuola >

mi porse la mano , gliela strinsi leggermente imbarazzata.

< Allora, andiamo dagli altri ? >

disse Andrew

< Certo dove sono ? >

rispose Louis. Andrew si girò sorpreso 

< Ma guarda che io non dicevo a te, mio caro >

sorrise 

< Allora Mary lasciamo qui questo babbuino in calore >

rise lasciando che Andrew mi prendesse la mano. 

Nei minuti successivi Andrew mi presentò a mezza scuola mentre Louis scherzava con un paio di ragazzi, non pensavo fosse così famoso a scuola. Molti dei suoi amici mi sembravano simpatici, solo una ragazza fu ostile nei miei confronti, da quello che ricordavo si chiamava Abby, che nome particolare......... Drinnnnnnnnnn!!!!! I miei pensieri vennero interrotti e in un attimo Louis mi trascinò in classe. 

Prima ora recitazione

Spettacolo Peter pan

Ruoli: Louis William Tomlinson: peter pan 

Mi fermai al suo nome mentre mi sedevo su una delle poltrone del auditorium, Louis era sul palco che parlavo del copione con i professore. Mi guardai intorno, quel posto mi piaceva, la gente era simpatica ma sapevo che Louis mi voleva mostrare solo la parte bella delle scuola....

Il mio sguardo cadde subito su Luois appena sentii la sua voce:

Peter Pan: Dove sarà la mia ombra?

Wendy: Oh, Peter! Sapevo che saresti tornato. Vieni qui che ci penso io a ricucirti l’ombra. ( Attacca l’ombra ai piedi mentre parla ). Sai Peter, io racconto sempre le tue avventure ai miei fratelli, ma da domani non potrò più, perché dovrò crescere…

Peter Pan: ( saltando indietro ) Crescere?! Non se ne parla proprio: tu verrai con me nell’Isola-che-non-c’è!



Rimasi incantata per tutta l' ora, era bravissimo, la naturalezza con cui interpretava il suo personaggio, il sorriso sul suo volto, la luce nei suoi occhi, si vedeva che amava recitare e che lo faceva stare bene 

< Mary >

Louis spunto davanti ai miei occhi

< Sei bravissimo >

dissi prima di poter chiudere la bocca 

< Grazie >

rise 

< Dobbiamo andare alla prossima lezione, nella sala di canto >

< Adesso c' è la lezione di musica >

mi alzai entusiasta 

< Si >

disse prendendomi per mano guidandomi nell aula.

< Allora ragazzi, oggi abbiamo una nuova studentessa prego......>

Oddio fai che non sia io, odio le presentazioni e la gente che mi fissa, o ma dai chi sto prendendo per il culo è ovvio che sono io 

<.... Mary venga >

Con destrezza mi alzai, sperando di non cadere o incollarmi a dosso qualcosa come una calamita.

< Allora Mary visto che sei nuova ti concedo di suonare, cantare quello che vuoi, giusto per farmi capire a che livello sei 

< Oh lei è a un livello molto alto >

disse Louis prima che lo fulminassi con lo sguardo facendolo accuciare sulla sua sediolina rossa.

< Ok > 

dissi avvicinandomi al piano, mi sedetti chiusi gli occhi e sollevai le mani, caxxo tremavano, cercai di concentrarmi e di non pensare a tutta la gente che mi stava guardando, non perchè so ma cercai lo sguardo di Louis, lo trovai, rassicurante, fiducioso...... Poggiai le dita su i tasti sconosciuti, suonai piano piano tutte le note di quel pianoforte, non conoscevo altra melodia oltre quella, la suonai, chiusi gli occhi apprezzando il rumore malinconico e dolce............ rimasero tutti in silenzio,guardai di nuovo louis che mi sorrise cominciando ad applaudire seguito anche dai suoi compagni

< Benvenuta signorina,penso si troverá bene qui da noi > 

mi disse il professore stringendomi la mano.

< Non pensavo fossi cosi brava >

disse Andrew mentre uscivamo dalla classe andando a mangiare nella mensa.

________________________________________________________

Le lezioni del pomeriggio passarono più lentamente, durante l' ora di filosofia mi ero fatta anche un amica,era la mia compagna di banco, si chiamava Alex, veniva dagli Stati Uniti e ci eravamo anche scambiate i numeri di telefono.... 





< A domani Mary > 

mi salutarono Andrew e Alex andandosene. Aspettai Louis come mi aveva detto, nell' attesa mi guardai intorno,forse finalmente stavo vivendo, vivendo una vita degna di essere chiamata VITA. 



< Mary >

mi girai vedendo Louis correre verso di me

< Scusa ho fatto tardi > 

< Non ti preocupare andiamo ? >

< Si >

Durante il tragitto Louis mi chiese cosa pensavo di quella scuola poi resto in silenzio finchè

< Mary perchè hai suonato quella melodia ? >

< È l unica che conosco >

risposi vedendolo sorridere quasi come se quella risposta gli avesse dato sollievo

< In questo caso potrei insegnartene delle altre >

azzardò con voce bassa

< A una condizione, dovrai offrirmi un altro gelato>

sorrisi

< affare fatto >

e guardandoci negli occhi scoppiammo tutti e due a ridere.

NOTA: CIAOO spero che questo capitolo vi piaccia :)

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Capitolo 9
*** Johnson ***


Erano passati 3 giorni da quando Louis mi aveva portata a scuola, era molto divertente erano tutti molto gentili,, forse nessuno mi prendeva di mira perchè ero con i più popolari della scuola.... 
< Mary sei pronta io sto andando > 
urlò Louis da dietro la porta. Subito mi affrettai e prendendo la borsa lo raggiunsi. L' aria era ancora un pò fresca quella mattina girai il viso verso Louis non appena cominciò a parlare 
< Allora, se per te va bene potremmo vederci dopo le lezioni del pomeriggio, ti do una mano col piano? >
domandò 
< certo però io non ho lezione il pomeriggio oggi quindi ti aspetterò a teatro > 
dissi 
< ok bella idea > 
in men che non si dica ci ritrovammo a scuola, raggiunsi l aula della mia prima lezione insieme a Alex. 
-------------------------------------------------
Con mia fortuna venni interrogata in letteratura, per fortuna  essendo nuova non mi massacrò di domande e riuscì cavarmela con poco. Scrutai di nuovo il corridoio mentre stava andando alla mensa con Alex, all' improvviso vidi i suoi occhi celesti e il suo sorriso smagliante: era Louis, chi l avrebbe mai detto che avrei fatto amicizia con lui che mi ci sarei trovata cosi bene..... Pero sapevo che mi teneva all' oscuro di alcune cose per me molto importanti e ce prima o poi gli avrei costretto a dire ... 
< Mary ci sediamo qua ?? > 
mi domandò alex con il vassoio in mano , ci sedemmo e una voce stridula attirò la mia attenzione... Vidi lei la ragazza a cui non sembravo andare a genio, bionda occhi azzurri insomma classica barbie.... 
< Alex, sai come si chiama? >
 le chiesi puntando l mia patatina contro la barbie 
< Lei è Johnson, fa il terzo anno ma tutti sanno che è in questa scuola solo perchè è la figlia del preside >
Mi rispose mentre a morsi si gustava il panino al suo piatto 
< Come mai la conosci? >
 continuai 
< Oh no per carità, non è una mia amica, la conosco solo perchè è amica di Louis... > 
si fermò e scoppio in una fragorosa risata 
< Bhe se cosi la si può definire > 
rise ancora 
< vuoi dire che è la ragazza di Louis ? > 
 Chiesi notando che la mia voce era diventata ansiosa. Non fece in tempo a rispondere, che Louis spuntò a le mie spalle salutandoci 
< Mary ho avvisato il prof che assisterai alle prove quindi non c e problema puoi aspettare lì e goderti lo spettacolo >
rise anche lui 
< Penso sarebbe più divertente  osservare una partita di bocce >
replicò Alex, era incredibile che quei due pur essendo amici litigavano ogni volta ce uno incrociava lo sguardo dell altro.
-----------------------------------------------------
Raccolsi i libri dal banco e li misi nello zaino uscendo dalla classe... mi diressi in teatro, ancora prima di entrare riconobbi la voce di Louis che recitava una battuta dello spettacolo. Cercando di non fare troppo rumore mi sedetti su una delle poltroncine, Louis mi notò sorridendomi per poi ritornare con lo sguardo sul copione bianco...


ero attenta alla scena, in pratica Peter pan ( Louis ) stava giocando con i bambini sperduti, all' improvviso sentii qualcuno sedersi vicino a me, girai il viso e la prima cosa che notai furono i suoi capelli biondi, era Johnson
< Ciao >
la salutai cercando di essere gentile. Non mi rispose mi guardò con aria di sufficienza e concentro il suo sguardo su Louis o meglio sul suo culo 
< Allora anche tu fai lo spettacolo?  >
continuai cercando di capire più cose su di lei
< Io, ma che dici, e talmente stupido, ragazzi del liceo che fanno Peter pan>
sorrise
< Io penso che sia una bella cosa, insomma se a loro piace e poi si vede che si mettono passione >
cercai di ribattere 
< Bhe peccato che a me non interessi che cosa  pensi  >
disse acida rigirando lo sguardo. restammo in silenzio, cercai di non pensare alle sue parole e di rimanere calma non abbassandomi al suo livello..... 
Presi la borda e mi alzai, le prove erano finite, Louis stava parlando con il prof, lo avrei aspettato fuori, ma prima di elaborare il pensiero completo una voce mi chiamo
< Ah, un ultima cosa, Louis e mio stagli lontana, capito puttanella >
sgranai gli occhi alle sue parole, cominciai a camminare ignorando la sua risata e mi ritrovai nel corridoi della scuola.... Notai che per la prima volta non ero in compagnia di nessuno, la gente non mi sorrideva salutandomi, tutti mi ignoravano non incrociando il mio sguardo..... che stupida avevo pensato di poter fare amicizia con tutti ma la veritàera che conoscendo Louis la gente mi calcolava ma ora che non ero in sua compagnia ero improvvisamente diventata invisibile....... quello non era il mio posto.... davvero avevo creduto di poter fare una vita normale semplicemente ritornando in una scuola 


< Mary ! >
vidi Louis correre nella mia direzione 
< Mary aspettami >
continuò raggiungendomi
< Mi dispiace ma mi sono ricordata di una cosa facciamo un altra volta ok ? >
dissi evitando il suo sguardo
< Ok >
rispose un po confuso mentre mi avviavo verso l' uscita
-----------------------------------------------------
chiusi la porta, finalmente ero in camera mia, la prima cosa che mi venne in mente, il primo istinto.. fu quello di raggiungere quei tasti e suonarli come non mani e fu quello che feci................
un rumore , un ticchettio mi fece riaprire gli occhi, mi ero addormentare 
< Sono Louis posso entrare ?  >
< Si > 
risposi. ok era il momento di sapere tutta la verità.............

Nota: scusate per il ritardo ma ero partita, spero vi piaccia, nel prossimo si scopriranno alcune cose :) ps: ho creato una pagina su i one direction se non è un disturbo potreste metter mi piace? grazie. Questo è il link:  https://www.facebook.com/MyFiveWonderfulDreams?ref=hl

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Capitolo 10
*** Look after you. ***


Ogni suo passo risuonava nella , ero pronta finalmente , pronta per sapere cosa mi nascondeva .

< Mary , perchè sei andata via ?? >
Mi chiese fermandosi davanti a me .

< Avevo da fare ... >
Risposi evitando il suo sguardo .
< Immagino ... >
Sospirò sedendosi accanto a me .
< Mary ...Io non so cosa sia successo ma visto che sono stato io a portarti a scuola ti aiuterò a risolvere il problema > Disse con voce dolce .
< Anche quando il problema è Johnson ?? >

Dissi .. Finalmente riuscivo a sostenere il suo sguardo . Cambiò postura , divenne rigido , sembrava molto teso .
< Che ti ha detto??? >
< Diciamo che mi ha fatto capire che nessuno ti può toccare e che sei ''roba sua '' >
Dissi con voce un po' acida .
< Mmm , capisco ... Non darle ascolto Mary . >
Sorrise . < Lei .. è la tua ragazza ? >
Domandai .
< No , non direi ..... Diciamo che è complicato . >
Disse guardando il mio volto confuso .
< Vedi... Lei... >
Interruppi la farse poggiandogli una mano sulla spalla .
< Louis .. Non mi interessa , non sei il mio ragazzo , non devi darmi spiegazioni , puoi fare quello che ti pare . >
Non so perchè ma pronunciando quelle parole mi venne un nodo alla gola , forse avrei perso il mio unico amico .
< Louis ... Penso di poter sentire la verità ora .... >
Dissi cercando di essere convincente .
< Ora ? Non penso sia una buona idea ... >
Disse con lo sguardo basso . Esasperata mi alzai per andarmene ma mi fermò .
< Ok ... Forse ... Posso dirti qualcosa . >

Sorrisi leggermente sedendomi , lo vidi sospirare , poi iniziò a parlare .
< Mary , devi sapere che noi due .. Ehm ... Cioè io e te ... Allora tu mi conosci da molto tempo ... Da prima che arrivassi in questa città , da prima che ti rinchiudessero in questa casa ... >

Lo guardai confusa , come potevo non ricordarmi di averlo già conosciuto ? Ok che non ricordavo molto della mia infanzia , del tempo trascorso con mia madre .... Ah dire il vero ... Non ricordavo nulla . Ogni volta che provavo a ricordare nella mia mente si formavano le stesse immagini : Il buio , un rumore stridulo e poi ... Il viso di mio padre che mi sorrideva .... Tornai con lo sguardo su Louis .
< Non .. Non capisco .. >
< Lo so .. Ma penso che questo possa aiutarti a ricordare ... >
Disse , poi si alzò e raggiunse il pianoforte .
< Mary .. La melodia che conosci , so che non sai chi te l'ha insegnata .. Bhe .. L'hai imparata da me molti anni fa . >

http://www.youtube.com/watch?v=ZuwTY4gqu0Y&hd=1

(Ascoltatela mentre leggete :) )

Sgranai gli occhi incredula , prima che potessi rispondere il suono del piano forte inondò la stanza . Poi ad un tratto anche la sua voce ... Riconobbi il motivo , le parole cantate mi sembravano familiari anche se non riuscivo a capire .... Lasciai vagare la mente , la sua voce era incredibilmente dolce , calma . Lui ed il pianoforte erano un incrocio perfetto .
In un attimo un volto apparve nella mia mente , era un bambino , assomigliava a...


Era Louis , poi anche un pianoforte , una bambina vestita di bianco , un prato le grida divertite , tutte le immagini scorsero velocemente ... Notai un ciondolo ma l'immagine durò troppo poco , fu come un film senza fine ... Ma di una cosa ero sicura : quella bambina col vestito bianco ero io .

Le ultime parole della melodia . Si alzò , mi raggiunse prendendomi le mani .. Ero confusa , sentii le sue labbra calde lasciare un bacio sulla mia fronte , poi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio : < Ora tocca a te ricordare , ricordare tutto ... Ma soprattutto di noi due . >

Mi lasciò sola nella stanza piena di domande e senza risposte ... La testa mi scoppiava e continuavo a chiedermi ... Sarei riuscita a ricordare?

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Capitolo 11
*** Lou. ***


Il mio sguardo da ore scrutava il cielo infinito , la mente viaggiava cercando di strappare dei ricordi dal mio passato... Vedendo il sole che timidamente si affacciava dai palazzi , mi resi conto che era già mattina...
 
Raggiunsi il mio armadio e aprendo le ante di legno scelsi i vestiti .
Uscendo dalla camera mi soffermai sulla porta della camera di Louis ancora chiusa , le sue parole mi tornarono subito in mente per poi essere rimpiazzate dal suono della sua voce .
 
< Mary > 
Mi chiamò avvicinandosi .
< Oggi ... Dopo scuola aspettami dietro al cortile ok??? > 
Domandò sorridendo , annuii per paura che la mia voce risuonasse  insicura .
 
__________________________________________________________
 
Durante il cammino verso scuola nessuno dei due parlò , forse Louis stava aspettando una mia reazione , forse......
 
 
< Buongiorno ragazziiii !!! > 
 
I miei pensieri furono interrotti dall'arrivo del professore che non perse tempo ad iniziare la lezione . 
 
 
___________________________________________________________
 
 
Aprii l'armadietto salutando Alex che veniva verso di me :
 
< Ehi!! Mary!!! Che ne dici se oggi usciamo insieme??? > 
 
Chiese appoggiando la testa sul metallo degli armadietti . 
 
< Mi dispiace.. Ma devo fare una cosa con Lou > 
 
''LOU '' ????? Ma da dove mi era uscito??? Da quando attribuivo nomignoli alle persone ? 
 
 
< Oooh .. Lou?? MMM e cos'è tutta questa confidenza nei suoi confronti??? > 
 
Rise guardandomi . 
 
< Non c'è nessuna confidenza .. Ho semplicemente sbagliato > 
 
Dissi allontanandomi imbarazzata . 
 
Lou... Però ripensandoci ... Mi suonava famigliare , era stato così naturale per me chiamarlo così ... Forse stavo ricordando qualcosa.
 
< Buongiorno signorina > 
Mi salutò il professore mentre entravo nell'aula di musica . 
 
< Allora ragazzi , oggi vorrei sentire alcuni di voi ... > 
 
La voce del prof risuonava lontana mentre con la coda dell'occhio cercavo Louis , che improvvisamente spuntò da dietro la porta . 
 
< Scusi per il ritardo prof!! > 
 
Esclamò . 
 
< Non si preoccupi Signor Tomlinson > 
Sorrise il professore 
 
< A proposito , visto che sei già in piedi che ne dici di suonarci qualcosa ?? > 
 
Louis sorrise capendo di essere stato incastrato . 
 
< Certo > 
 
Disse raggiungendo il piano  . Suonò una nuova melodia , dolce , triste ma stupenda allo stesso tempo , dopo alcune note la sua voce si sparse per l'aula davanti agli studenti incantati . 
 
'' People say we shouldn’t be together 
Were too young to know about forever 
But I say they don’t know what they talk talk talkin’ about 
 
Cause this love is only getting stronger 
So I don’t wanna wait any longer 
I just wanna tell the world that your mine girl 
Ohh 
 
They don’t know about the things we do 
They don’t know about the I love you’s 
But I bet you if they only knew 
They will just be jealous of us 
They don’t know about the up all night’s 
They don’t know I waited all my life 
Just to find a love that feels this right 
Baby, they don’t know about 
They don’t know about us  ''
 
 
 
 
< Stupendo , è una nuova canzone ? > 
Domandò il professore una volta che Louis ebbe finito . 
< Si , tutta per lei > 
Sorrise guardandomi di sfuggita . 
 
 
 
___________________________________________________________
 
 
 
 
 
Era arrivata l'ora del pranzo , io e Alex avevamo deciso di mangiare fuori in cortile , quando qualcuno attirò la mia attenzione : riconobbi la chioma castana e il nome sulla maglia da calcio : Tomlinson . 
Continuai a mangiare seguendo con gli occhi i suoi movimenti agili . 


 
< Un'ultima ora ... Ce la possiamo fare daii! > 
 
Esclamò Alex entrando in classe , le sorrisi sedendomi al mio banco mentre la professoressa di letteratura entrava . 
 
 
 
 
___________________________________________________________
 
 
 
 
< Eccomi > 
 
Vidi Louis camminare nell'erba del cortile raggiungendomi . 
 
< Ehi!! Dove andiamo ? > 
 
Chiesi cercando di nascondere la mia evidente curiosità . 
 
< Alla stazione > 
Esclamò Louis mentre camminavamo sul marciapiede affollato . 
 
< Perchè  che c'è di così interessante alla stazione ? > 
Dissi confusa . 
 
< Il treno , ti portò in un posto speciale . > 
 
Sorrise incontrando il mio sguardo . 
 
< E a casa ?? Ci scopriranno !! > 
 
Esclamai fermandomi . 
 
< Daii , ci penseremo dopo... Questo è più importante  > 
 
< Ok.. Mi fido va .. > 
 
Dissi riprendendo a camminare . 
 
__________________________________________________________
 
Era passata quasi un'ora dalla nostra partenza , Louis si era addormentato nel sedile di fronte al mio , mi risultava un po' difficile fidarmi di lui adesso .....
Il treno cominciò a rallentare , alzandomi mossi  Louis  che si svegliò di scatto , divertita dalla sua espressione spaventata scoppiai a ridere . 
 
< Penso che siamo arrivati .. No ?? > 
Dissi prendendo lo zaino . 
 
< Si , scendiamoo > 
 
Disse lui sbadigliando . Una volta usciti dalla stazione seguii Louis  che camminava su un sentiero circondato dal verde , mi parve di sentire dei bambini ridere , ma quando mi girai mi accorsi che non c'era nessuno bambino . 
 
< Arrivati > 
 
Esclamò lasciando che lo zaino scivolasse a terra . 
 
< Dove siamo?? > 
 
Chiesi raggiungendolo . 
 
< A casa... > 
 
Sospirò malinconico . Confusa mi sedetti sull'erba , vidi Louis che tirava fuori una tovaglia a quadri dallo zaino . 
 
< Cosa fai? > 
 
< Facciamo un pic nic > 
 
Esclamò tirando fuori dei tramezzini . Me ne porse uno , io scartai la carta ringraziandolo . 
 
 
 
LOUIS POV * 
 
 
Passarono appena cinque minuti e tutte e due avevamo appena finito di mangiare . 
 
< Mary > 
La chiamai aspettando che mi guardasse . 
 
< Vorrei chiarire la questione ''Johnson '' > 
Dissi , la vidi un po' sorpresa ma non mi piaceva che questa storia rimanesse in sospeso , dovevo spiegarle la situazione . 
 
< Vedi , io e lei ci siamo lasciati l'anno scorso dopo una relazione di due anni ... > 
 
Mi interruppi scrutando i  suoi occhi , cercando di cogliere qualsiasi reazione. 
 
< E... Lei .. Ti piace ancora? > 
Chiese abbassando lo sguardo . 
 
< No , ma lei si sente molto legata a me , ecco perchè ti ha detto quelle cose ... Ma tu non devi darle ascolto . > 
 
Dissi . Lei rimase in silenzio e fece spallucce . 
 
< Ehi , ascoltami > Dissi avvicinandomi < Prometti che non ti lascerai ferire dalle sue parole ? > 
Chiesi facendomi ancora più vicino al suo viso . 
 
< Promesso > 
Disse quasi sussurrando , allontanandomi notai un leggero rossore sulle guance , era rimasta la stessa di qualche anno fa.... 
 
 
 
MARY POV *
 
 
 
All'improvviso lo vidi alzarsi . 
 
< Vieni . Ti devo far vedere una cosa . > 
 
Disse aiutandomi ad alzarmi . 
 
< Questo posto mi sembra famigliare ... > 
Esclamai mentre scendevamo giù per una collinetta . 
 
< Bene . Si vede che cominci a ricordare... Ho fatto bene a portarti qui allora ..> 
Sorrise 
 
< Louis , tu vivevi qui? > 
Domandai . 
 
< A dire il vero anche tu sei cresciuta qui . > 
Disse in attesa di una risposta . 
 
< Oh... > 
Fu l'unica cosa che riuscii a dire . 
 
Forse era troppo presto , la mia mente doveva elaborare tante informazioni che servivano a ricordare un pezzo della mia vita , forse il più importante ... 
 
< Lo riconosci ? < 
Mi chiese Louis . Alzai lo sguardo e lessi un ' insegna : 
 
* Richmond Theatre *
 
Il nome stuzzicò qualcosa nella mia memoria , nella mia mente si formò un' immagine .. Un auditorium enorme con tante sedie rosse . Sotto lo sguardo di Louis aprii la porta di vetro entrando . Si di sicuro non era la prima volta che entravo in quel posto . 
 
< Vieni su  ! > 
Esclamò Louis che intanto era salito sul palco . Salii anche io . 
< Avvicinati > 




Disse seduto al pianoforte nero al lato del palco . 
 
< Che vuoi fare? > 
< Ti aiuto a ricordare . > 
Cominciò a suonare la mia melodia , o meglio la nostra . Mi sedetti accanto a lui , mi guardò mentre veloce muoveva le dita sui tasti . Fu come un lampo , mi alzai appoggiandomi allo strumento ... Sentii dei ricordi crescere in me mentre la voce di Louis si espandeva alta . Mi lasciai andare trovandomi a cantare parole che non ricordavo nemmeno di sapere : 


 
'' Forgive the urgency
But hurry up and wait
My heart has started to separate
 
Oh oh oh, oh oh oh
Be my baby
Oh oh oh, oh oh
Oh oh oh, oh oh oh
Be my baby
And i'll look after you  ''
 
Le nostre voci finirono la melodia all'unisono , come se si conoscessero perfettamente da anni ... 
 
< Questa.. Non è la prima volta ... La prima volta che cantiamo insieme? > 
 
Chiesi mentre Louis si avvicinava . 
 
< Mi mancava ... > Sussurrò davanti a me . 
 
< Cosa? > 
Chiesi .
 
< Il suono della tua voce.. La tua splendida voce... > 
Sorrise guardando in alto . Si allontanò , per la prima volta notai un velo di tristezza sul suo viso ... Non volevo ferirlo ... L'unica cose che riuscii a dire fu : < Lou ? > 
 
Lo chiamai usando di nuovo quel nome , si girò con il sorriso stampato sul volto . 
 
< Oh Memi...  > 
 
In un attimo me lo ritrovai di fronte . 
 
< Ti ricordi ? Ti chiamavo così .. > 
< Io... Io sento di essere legata a te... > 
 
Lo vidi avvicinarsi.. Era così vicino , anche troppo ... Il mio sguardo cadde sulle sue labbra perfette , un brivido mi percorse la schiena quando sentii le sue labbra calde sulle mie ... Ma all'improvviso vidi qualcosa.. Qualcosa dentro di me , un'immagine... 
 
< Mary che succede ? > Mi chiamò preoccupato , ma ero troppo confusa , mi bloccai sull'immagine di due bambini ...Uno di fronte all'altro sorridenti .... Eravamo noi . 


 
Lo guardai , sentivo di conoscerlo da tanto ... 
 
< Louis ... Cos'eravamo noi due? > 

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Capitolo 12
*** Annemarie ? ***


Louis mi fece sedere a terra, colsi il suo sguardo preoccupato, sapevo che non mi avrebbe più rivelato niente sul mio, nostro passato ma la tentazione era troppo forte...... Provai a parlare ma la voce non usci, un nodo alla gola, la paura di poter scoprire qualcosa di brutto che forse era meglio dimenticare, ma quei due bambini, i loro sorrisi, cosa significava tutto questo?
< Lou, io ..>
lo chiamai, cercando di dire qualcosa, cercando un modo per sbloccare la situazione

< Non ti avrei dovuta portare qui, non credevo avresti potuto ricordare >
esclamò evitando il mio sguardo..... Tutto questo mi faceva confondeva, cos ' era che era meglio non ricordare ?, che centrava lui....
< Vorrei solo rivederti sorridere... >
si interruppe guardandomi
< Come un tempo >
continuò prendendomi le mani....

LOUIS POV

Tutto, tutto era sbagliato, non avrei dovuto dare inizio a qualcosa che nemmeno io sarei stato capace di controllare.....
< Mary >
la chiamai notando il suo sguardo, perso, confuso....
< Mi dispiace, io vorrei solo che tu ricordassi >
esclamai con voce malinconica
< Ricordare, ricordare cosa ? >
esclamò alzandosi
< Perchè non puoi semplicemente dirmi la verità ? >
disse scongiurante
< Perchè sarebbe troppo dolorosa >
risposi abbassando lo sguardo
< Come fai a dir..... >
< Sarebbe dolorosa per me ! >
la interruppi urlando
< Perchè vorrebbe dire non rivederti più.....>
continuai sussurrando
< Perchè mi stai dicendo questo? Non capisco >
disse lei avvicinandosi
< Io, lui tornerà e ci separerà di nuovo se io ti dicessi qualcosa >
risposi incontrando i suoi occhi
< Per questo devi ricordare da sola, in silenzio, dovrai solo parlare con me >
continuai.... Il suo volto era confuso, portò le mani alla testa, strinse forte i capelli marroni.....
< Chi è che tornerà ?! Chi è che ci separerà ?! Che vuol dire di nuovo ? Perchè non mi dici la verità, nessuno lo verrà a sapere !! >
urlò lanciando le braccia in aria...
< No, non posso >
dissi
< è pericoloso, per tutti è meglio che tu non ricordi niente >
dissi con voce ferma, dura
< Ok, va bene, fai come vuoi >
disse scendendo dal palco e uscendo dalla porta posteriore...

MARY POV

Il suono della porta che si chiudeva alle miei spalle risuonò forte nelle miei orecchie... Perchè faceva cosi, perchè non poteva semplicemente dirmi cos' era che mancava al mio passato.... Cominciai a camminare, in giro non c' era nessuno, il vento soffiava freddo sulla mia pelle.... Con un dito mi sfiorai le labbra e ricordai il suo bacio, non ne avevamo parlato, perchè l' aveva fatto e perchè io alla sensazione delle sue labbra sulle mie provavo sicurezza e nostalgia del suo volto, dei suoi occhi celesti e del suo fantastico sorriso....

Alzai lo sguardo dal grigio del marciapiede, le sfumature rosse del tramonto coloravano il cielo..... Volevo tornare indietro, avere risposte ma sapevo che non era possibile.... Le mie dita cominciarono a muoversi, sentivo il bisogno di quei tasti freddi, dovevo sfogarmi, rilassarmi con il suono di quella dolce melodia che per qualche strano motivo mi univa a lui... Mi girai di scatto, un rumore assordante mi distrasse dai miei pensieri, mi coprii le orecchie il rumore era troppo forte, mi ricordava il suono di una frenata, ma guardando alle mie spalle non vidi niente..... I miei occhi si spalancarono quando tornando a guardare davanti a me vidi una macchina sbandare, il muso finire fuori strada e le urla di una bambina, il suono della sua voce era famigliare.... Mi avvicinai e notai un altra vettura, dietro, ferma al centro della strada...


Un uomo scese dall' auto, il suo volto, i suoi occhi, le labbra strette: ui era, era lui, i miei occhi si mossero veloci, si avvicinò all' auto capovolta, allungo le mani nel finestrino rotto e tirò fuori una bambina.... aveva un vestito rosso, dei ricami segnavano il tessuto all' altezza del petto, io conoscevo quell' abito, alzai gli occhi, vidi il suo volto, la chioma marrone , le labbra fine e rosa, una goccia di sangue gli percorreva il volto....
< Papà ? >
sussurrò aprendo gli occhi verso l' uomo.... la sua voce, il colore dei suoi occhi, fu come trovarmi davanti a uno specchio, mi accorsi della somiglianza e la probabilità divenne presto una certezza....
< Annemarie >
urlò l' uomo lasciando la bambina.....
< Annemarie >
ripetè ..... Quel nome, la sua mancata risposta, portai le mani alla testa.... L' umo torno dalla piccola
< Mary .... >
sentii solo il suo nome poi vuoto totale, la strada ritornò vuota, niente auto, solo il buio...... Strinsi le mani al petto, che ci facevo io l' ha ? perchè ? tutto non aveva più senso..... Mi guardai introno smarrita, il mio respiro divenne pesante, non riuscivo a ragionare, io era in quella macchina ? il nome pronunciato dall' uomo era veramente il nome di mia madre ? e soprattutto l' uomo era veramente mio padre?? Le gambe mi tremarono.... Cominciai a correre allontanandomi dalla strada, allontanando il mio passato, ormai l' unica cosa di cui mi importava era proteggere me stessa, perchè vedevo quelle cose ? Che significavano quelle immagini, i flash.... Sentivo che avevo bisogno di lui, in questo momento era l' unico di cui potevo fidarmi, lo sapevo...... Velocemente raggiunsi la porta del teatro, entrai in fondo dalla cima delle scale lo vidi sul palco al pianoforte, con lo sguardo perso, spento
< Lou !!!! >
urlai....

 

LOUIS POV

Ormai era già passata un' ora da quando Mary se ne era andata... Non sapevo che fare, cosa dirle, volevo solo aiutarla.... Le mie dita erano poggiate sui tasti del piano cercando di trovare la forza per dirle la verità, per non mentirle più.......
< Lou !! >
sentii la sua voce, rauca e piena di dolore, quell' urlo mi spaventò, raggiunsi il suo viso con lo sguardo, era sconvolta..... Lessi il dolore nei suoi occhi... vidi le lacrime percorrerle lentamente il volto.....

 


MARY POV

Non riuscii a trattenere le lacrime ricordando quelle immagini.... Lo vidi alzarsi e correre su per le scale e verso di me..... cominciai a camminare nelle sua direzione e quando finalmente fu abbastanza vicino mi buttai fra le sue braccia...... Sentii la sua stretta stringersi a ogni mio singhiozzo, il mio pianto risuonava acuto tra le mura di quel teatro....
< Ti aiuterò, ti dirò quello che serve, eviterò che tu soffra, sarò con te quando scoprirai la verità, su di me, su tuo padre e su lei, tua madre.... >
sentii una stretta al cuore, mia madre, collegai le cose, era lei, era suo il nome che risuonava tra il vento su quella strada.......

Nota: questa volta ci ho messo un botto ad aggiornare e mi scuso, ringrazio tutti quelli che seguono la storia, lasciate una recensione mi fa piacere sentire la vostra opinione. Tra una settimana parto e torno a settembre quindi cercherò di aggiornare il più possibile perima della partenza ciao a tutti :)

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Capitolo 13
*** Se ne va..... ***


< Mary, Mary > 
mi mossi leggermente sentendo una voce chiamarmi 
< Mary dobbiamo scendere, siamo arrivati >
apri gli occhi trovandomi davanti a lui, ai suoi occhi....
< Dai >
disse aiutandomi ad alzarmi dal sedile del treno, una volta scesi mi fermai stiracchiandomi 
< Che ore sono ? >
chiesi sbadigliando
< Quasi le sei >
disse cominciando a camminare..... il sonno stava abbandonando il mio corpo mentre percorrevamo i marciapiedi vuoti, l' unica cosa che ricordavo erano le braccia di Louis attorno a me, questo viaggio mi aveva fatto aprire gli occhi,mi aveva fatti capire molte cose ma mi aveva anche confuso 
< Louis, come faremo a tornare senza che ci vedano ? > 
domandai, lui si fermò girandosi 
< Perchè non entriamo dalla porta principale ? >
chiese lui in risposta 
< Perchè mi vedrebbero, scoprirebbero che siamo usciti >
risposi ovvia 
< Mary ? >
mi chiamò 
< Perchè ti tengono lì dentro, di che cosa hanno paura ? >
domandò avvicinandosi 
< Hanno paura che io viva, che io possa essere felice >
risposi ricominciando a camminare lasciandolo dietro di me......
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< Ok , al tre entriamo con molta calma, in silenzio >
dissi davanti alla porta secondaria. Louis annuì poi aprì la porta cominciando a camminare nel corridoio,in silenzio salimmo le scale. Rivolsi un occhiata veloce a Louis che si trovava davanti alla sua porta, gli rivolsi un piccolo sorriso prima di girare la maniglia ma in quel momento una voce ci sorprese...... Sentii delle braccia tirarmi da dietro e in un attimo mi ritrovai nel buio della sua stanza con la schiena contro il muro...
< Dovremmo preparare tutto per il suo arrivo, dovrà essere tutto perfetto >
vidi Louis avvicinarsi alla serratura della porta 
< è la signora Adelaide >
sussurrò ritornando in posizione.....
< Dobbiamo avvertire la signorina Mary ? >
sentimmo un altra voce 
< No, il signore ha detto che sarà una sorpresa >
rispose Adelaide .... Subito nella mia mente si formarono mille domande: di che stavano parlando ? In quella casa c' era una sola persona che veniva chiamata così, poteva essere veramente lui ? Mio padre, ma soprattutto avrebbe trovato il coraggio di guardarmi di nuovo in faccia ??
< Se ne sono andate >
disse Louis aprendo leggermente la porta, io rimasi ferma mentre lui usci in corridoio per verificare che non ci fosse nessuno.....
< Louis !! >
mi immobilizzai appena sentii il suo nome 
< Signora Adelaide > 
quasi urlò per farmi capire che era ancora lì
< Devo dirle una cosa >
continuò, poggiai l ' orecchio sulla porta per distinguere meglio le loro voci 
< Vede stamani abbiamo saputo che a presto verrà il Signore come sa non ha ancora dimenticato il vostro ultimo incontro quindi le suggeri........ >
< Non si preoccupi, andrò in albergo per qualche giorno >
disse Louis interrompendola 
< Va bene mi sembra un ottima idea, grazie per la sua collaborazione >
mi allontanai dalla porta vedendo che questa si stava aprendo.....

-LOUIS POV

< Vede stamani abbiamo saputo che a presto verrà il Signore come sa non ha ancora dimenticato il vostro ultimo incontro quindi le suggeri........ >
Capii subito cosa voleva dirmi, sapevo che quell' uomo mi odiava a causa delle scelte di una donna ma il sentimento era reciproco 
< Non si preoccupi, andrò in albergo per qualche giorno >
dissi interrompendola, appena si allontanò pensai a  Mary, lei ancora del nostro passato quindi non avrei dovuto parlarle di niente, soprattutto con il suo arrivo.....
< Te ne vai ? >
chiese appena entrai nella stanza 
< Se n' è andata, puoi andare >
risposi evitando la sua domanda 
< Te ne vai ? >
ripete credendo che non l' avessi sentita 
< Mary puoi andare > 

insistetti mentre sentivo i ricordi e la rabbia crescere in me, questa non era rivolta a lei ma a lui, a l' uomo che mi aveva rovinato la vita....
< Louis !! >
mi chiamò ma la sua voce era ormai troppo bassa per essere ascoltata, i ricordi avevano offuscato tutto......

FLASH BACK 

Erano passati quasi quattro anni dalla catastrofe, io mi ero allontanato da tutto, da tutti, da lei..... Con sicurezza spinsi il grande portone ed entrai nel palazzo, in molti avevano detto che lui abitava lì e dove si trovava lui, c' era anche lei..... Cominciai a camminare, oltrepassai un pò di uomini sperando di non incontrare il suo viso.... Arrivai all' ascensore , premetti il pulsante contando i piani che lentamente scendevano...
< Ragazzo!!! >
mi raggelai appena sentii una voce autoritaria alle mie spalle 
< Dove credi di andare ? >
disse mentre sentivo i suoi passi sempre più vicini... Lentamente mi girai per poi riconoscere il suo viso...
< Louis >
esclamò confuso, ci guardammo per pochi secondi: era invecchiato, la pelle scura, le rughe ala lato degli occhi, i denti ingialliti.......
< Io voglio vederla >
dissi rimanendo fermo 
< No, non puoi, lo sai, non te lo permetterò >
rispose 
< Non può farle questo, non crede di averle già tolto abbastanza ? >
< Si ma i ricordi non si cancellano e le faresti ricordare molte cose >
< Non può mentirle per sempre, prima o poi, con o senza il mio aiuto lwi ricorderà e allora ala perderà >
< No, questo è impossibile, non accadrà mai >
protestò alzando la voce 
< Io riuscirò a vederla, lei ci ha divisi ero troppo piccolo per capirlo ma ora capisco e combatterò affinchè lei possa sapere >
dissi avvicinandomi a lui 
< Non riuscirai mai a vederla, lei non si ricorda nemmeno di te >
< No, questo non è vero ! >
sputai 
< Si, non ricorda nemmeno il tuo nome, non sa chi sei, se ti vedesse per strada non riconoscerebbe il tuo volto, per lei saresti solo un estraneo, per lei sei morto..... >
Le mani cominciarono a tremare, le sue parole mi stavano ferendo, non era possibile, lei , Mary, no poteva aver dimenticato tutto......
< Per lei non esisti >
disse. Lasciai cadere la cartella a terra, nonostante la differenza di altezza mi avventai su di lui bloccandolo al muro .....
< Io la vedrò, le parlerò e le farò vedere la verità , lei ricorderà finalmente e saprà che suo padre è un assassino, una bestia >
mi interruppi fissandolo negli occhi
< Io te la porterò via >
sussurrai prima di andarmene......

FINE FLASH BACK 

Aprii gli occhi non appena quelle immagini lasciarono la mia mente, ero solo, Mary non c' era, di sicuro era arrabbiata ma almeno l' avevo allontanata.... Mi alzai dal letto, aprii l' armadio, presi la borsa e cominciai a prendere alcuni vestiti.............. In meno di un ora avevo svuotato la camera, no potevo lasciare alcuna prova della mia presenza, lui non sapeva che io ero qui.....


MARY POV 
Mi alzai di scatto dalla sedia, buttando il libro a terra, perchè si era comportato così ? Perchè se ne doveva andare, che centrava mio padre ? Decisa a sapere lasciai la stanza 
< Louis !! >
urlai sbattendo le mani sulla porta 
< Louis visto che non rispondi entro >
aprii la porta ma il vuoto si presentò di fronte a me:non c' era, l' armadio vuoto, il letto senza lenzuola, le serrande abbassate.... Chiusi velocemente la porta scendendo le scale, mi diressi in sala da pranzo ma niente, non era nemmeno lì.... Percorsi il salone e passando davanti a una  delle finestre vidi un ragazzo che percorreva velocemente il giardino della casa. guardai meglio il suo volto, era Lou!!! Corsi veloce all' ingresso, mi fermai davanti la porta principale, poggiai la mano sulla maniglia ma qualcuno spinse la porta da fuori verso di me, indietreggiai per poi riconoscere il volto davanti ai miei occhi....
< Ciao >
disse..... Rimasi ferma, immobile, con il cuore un gola: era rimasto lo stesso, nemmeno il tempo era riuscito a cambiarlo

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Capitolo 14
*** Un estraneo . ***


Ero scappata , ero corsa via da lui , avevo percorso quelle sale senza fiato , la mia mano era sul mio petto che si alzava e si abbassava velocemente , le mie labbra boccheggiavano in cerca di aria . La schiena era poggiata sul legno della porta , le gambe mi tremavano , l'immagine del suo volto davanti a me , il suono della sua voce nelle mie orecchie ... Mi sentivo in trappola , non riuscivo a respirare , sentivo una forte pressione schiacciarmi dall'alto , lui era tornato ed io .... Io non avevo la forza di sostenere il suo sguardo , non volevo ricordare cose che lo riguardassero .
Portai le gambe al petto e le avvolsi con le braccia poggiando la testa su di esse , improvvisamente sentii il bisogno di un abbraccio ... Un abbraccio di Lou , di quel ragazzo che senza motivo mi aveva lasciato faccia a faccia con il passato .

 

* Narrator' s POV *

La stanza era contornata dal silenzio , lei sul letto era in cerca di un coraggio mai avuto , voleva affrontarlo ma aveva paura di non trovare le parole , di non riuscire a far uscire la voce ....

* Louis 's POV *

Osservai il muro , il buco piccolo come una fessura provocato dalla mia rabbia , mi sentivo un vigliacco , come avevo potuto permettere che questo accadesse ? Come avevo potuto lasciare i loro sguardi incontrarsi ? Sapevo che il suo non avrebbe retto .... Respirai profondamente per cercare di capire come portarla via da lì .... Come portarla via da lui .

* Mary's POV *

La mia mano tremolante afferrò la maniglia della porta , la aprii lasciando l'oscurità di quella stanza . Scesi la prima rampa di scale ma mi fermai non appena udii la sua voce :

< Avrei sperato almeno in un ''Ciao '' >

Mi scorsi un po' e vidi che di fronte a lui c'era Adelaide .

< Signore , sono sicura che presto scenderà e potrete parlarle >

Rispose lei .

< Ora .. Mi dica , come è stata in questi anni ? >
< Facile >

Esclamò lei .

Strinsi le mani alla ringhiera , sembra stessero parlando di un animale .

< Non è cambiato nulla , i ricordi non sono tornati , non c'è stato alcun segno di allarme . >

Continuò Adelaide , le sue parole mi stavano disgustando .

< Bene bene , ne sono felice ... Ora vada a preparare il pranzo io vado a chiamare mia figlia >

Adelaide si dileguò in pochi secondi , lui venne verso le scale e quando incontrò il mio sguardo mi costrinsi a parlare .

< Io non sono tua figlia . >

Dissi secca , con voce priva di emozioni .

< Mary non rivolgerti a me con questo tono >

Sorrisi aspramente pensando che lui credesse di avere ancora il diritto di rimproverarmi .

< Tu , non puoi dirmi cosa fare , non più ormai >
< Mary placa la tua voglia di ribellione e va a prepararti per il pranzo >
< Io non mangerò in sala >

Dissi scendendo un altro scalino .

< E perchè mai non dovresti ? >
< Perchè io non mangio con i cani >

Ci fu un secondo di silenzio , rimase fermo con aria stupita , ma io sapevo benissimo cosa stava per fare , lo precedetti e salii velocemente le scale e mi precipitai nella mia stanza ; un attimo prima di chiudere la porta sentii il suo respiro sul collo .

< Apri questa porta !!! >

Disse con voce gelida . Io mi allontanai dalla porta , fu come se in quel secondo mi resi conto di cosa fosse successo , di come avessi espresso il mio odio ... Sobbalzai sentendo i suoi pugni sbattere sul legno duro , chiusi gli occhi e quando li riaprii la stanza mi sembrò diversa : tutto era più piccolo , opprimente , ma il rumore della sua furia era rimasto . Udii un piccolo grido soffocato , mi voltai e guardai accanto a me , vidi due bambini uno stretto all'altro con le manine unite , tremavano come foglie .
 

Uno era un bambino e l'altra una bambina , solo quando sollevarono il viso li riconobbi . Rimasi scioccata , vidi il mio volto , ma non come nel riflesso di uno specchio , ero di fronte ad una versione più giovane di me , con un corpo più minuto e delicato , in quel momento sentii la paura assalirmi , guardai il secondo bambino e riconobbi subito quegli occhi color oceano : Louis .

L'immagine all'improvviso sparì , sentii un rumore vicino e poi subito un forte dolore al viso , riaprii gli occhi e mi trovai a pochi centimetri dal suo volto , ma il mio viso era inclinato , il suo braccio in aria con il palmo aperto , mi toccai la guancia .... Dolore , bruciore .... Mi allontanai , feci un passo indietro e lo guardai . Mi avevo picchiato . Non ne aveva il diritto , non poteva nemmeno sfiorarmi , lui non aveva nessun diritto su di me . Strinsi la mano in un pugno e mi avvicinai di nuovo alla sua figura .

< Esci di qui >

Dissi ma non mi diede nessuna attenzione .

< Ti ho detto che devi andartene !!! >

Urlai con tutta la voce che avevo in corpo . Lo superai raggiungendo la porta , la aprii di nuovo .

< Lascia immediatamente questa cazzo di stanza . >

Lo vidi voltarsi e muoversi raggiungendomi .

< Non provare a parlarmi , non ti ascolterei >

Sputai cercando di fargli capire quanto potevo odiarlo . Vidi il suo sguardo abbassarsi ed il suo corpo sparire giù per le scale .
 

Nell'istante esatto in cui chiusi la porta mi scagliai su ogni oggetto presente in quella stanza , mi faceva schifo , non avrebbe dovuto farlo , lo odiavo più di prima e la cosa che mi spaventava era che in verità per me era un perfetto estraneo , non sapevo nulla su di lui , non sapevo nulla nè sul suo che sul mio passato . Mi fermai guardando gli oggetti che avevo scaraventato sul pavimento della stanza , tutto questo mi terrorizzava , lui mi terrorizzava .

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< Mary >

Udii la voce di Adelaide .

< La cena è pronta >
< Non ho fame . Non vengo >
< Signorina come vuole . Io la avverto però , ha già saltato il pranzo , se lei non scende molto probabilmente salirà lui >

Mi venne un nodo alla gola , a malavoglia mi alzai , non volevo che tornasse .

< Bene , scendo tra poco >

Entri in sala con lo sguardo basso , raggiunsi il mio posto e mi sedetti .

< Bene Adelaide ora può servire la cena . >

Lo sentii dire . Passò qualche istante prima che mi ritrovai davanti un piatto con della zuppa bianca . Mangiai ma ogni cosa mi sembrò avere un sapore acido , era quasi se in sua presenza ogni cosa avesse perso la sua bellezza .

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* 5 GIORNI DOPO *

Raggiungendo il bagno intravidi il mio riflesso nello specchio , abbassai lo sguardo per non vedere il livido , mi sentivo così impotente .... Dopo l'accaduto i nostri sguardi non si erano più incrociati , ma la sua voce continuava ad impartirmi ordini , mi sembrava di morire . Ogni volta che ero da sola mi sembrava di vedere immagini della mia vita , ricordi di cui però non riuscivo a cogliere il significato .

Spensi la luce e raggiunsi il letto lasciando il mio corpo cadere inerme su di esso , chiusi gli occhi ma li riaprii subito , c'era qualcuno fuori dalla stanza.... Mi alzai correndo verso la porta , la aprii e mi affacciai sul corridoio ma non vidi nessuno , a quel punto cominciai ad agitarmi ,richiusi la stanza e mi voltai verso la finestra : i rumori venivano da lì . Rimasi pietrificata quando vidi una mano spingere la finestra aprendola verso l'interno , il cuore si fermò , stavo per scappare via quando lo vidi ....



Entrò nella stanza , io rimasi immobile , il dolore che avevo provato in quei giorni stava esplodendo , caddi sulle ginocchia con la testa bassa , sentii le sue braccia attorno a me e per un momento mi sembrò che tutto fosse finito .

< Louis ... Lasciami ti prego >

Lui si allontanò .

< Mi hai abbandonato qui da sola ....Dov'eri ? Perchè non sei rimasto con me? >

Dissi rimanendo a terra .


* Louis 's POV *

Le sue parole mi colpirono come schiaffi in pieno viso . 

< Mary ... Io ... Io non volevo andarmene , però non potevo rimanere....> 

< No , Louis che vuol dire che non potevi rimanere? Avresti potuto invece ! Avresti potuto rimanermi accanto e non lasciarmi da sola ad affrontarlo ..... > 

Sollevò lo sguardo guardandomi dritto negli occhi , vidi il suo viso è  mi si strinse il cuore . 

< Mary non .... è complicato . > 



< Louis con te è sempre tutto così complicato !! > 

Disse alzandosi in piedi , si avvicinò a me e vidi meglio il livido sul suo viso . 

< Per una volta ti prego dimmi la verità , io non ce la faccio così > 

< Mary , io me ne sono andato perchè lui non sa che sono qui .... Non so quello che potrebbe fare se lo sapesse > 

Colsi il suo sguardo sorpreso e confuso .

< No .. aspetta ... Tu non sei figlio di un suo amico ? > 

< No .... > 

< Louis ma allora > 

< SHHHHHH > 

Dissi interrompendola e avvicinandomi a lei .

< Cos'è?? Che succede ? > 

Disse cercando di allontanarmi , ma la fermai e la strinsi a me . 

< Ti ha fatto lui quel livido ? > 

< Io .... Non sono riuscita a tenerlo fuori ... Però non mi fa male... > 

Le accarezzai il volto , chiuse gli occhi e sentii una goccia umida scendere sulla mia mano . Non dissi nulla , continuai ad accarezzarla e a baciarle la guancia finchè non smise di piangere. 
La sollevai da terra e la portai sul letto , la poggiai delicatamente e mi sdraiai accanto  a lei . La guardai in viso , scrutai i suoi bellissimi occhi , mi sorrise dolcemente e io ricambia il sorriso lasciandole un piccolo bacio sul naso . Chiuse gli occhi poggiando la testa sul mio petto , la strinsi cercando di scacciare dalla sua mente tutte le cose orribili che erano successe , avevo sbagliato a lasciarla sola ma non sarebbe più successo , non potevo più aspettare , dovevo portarla via di lì.


 


 

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