Guilt Senses

di martozza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A cold Thursday ***
Capitolo 2: *** Alarming moments ***
Capitolo 3: *** Guilt Senses ***
Capitolo 4: *** Cursed knowledge ***



Capitolo 1
*** A cold Thursday ***


Eccomi qui, sono tornata da una lunga astinenza dal sito. Mi è tornata l' ispirazione per una nuova Hameron... (evviva) e ultimamente ho notato che il sito è stato inondato di storie huddy o h\w (bellissime d' altro canto) qundi una lettura hameron ogni tanto, non fa mai male!!
Inizio a dire che non volevo far succedere quello che succederà, e che quel personaggio che non arriverà al terzo capitolo mi sta molto simpatico...
Ultima cosa... per chi segue ER, ho preso spunto da li!!!
Spero vi piaccia!!

****
2- A cold Thursday

Il vento di fine Novembre è sempre freddo. E' forte, punge sulle  gote di tutti, fa cadere le ultime foglioline secche dagli alberi, rompe gli ombrelli. Quella mattina il vento è terribilmente forte, crea piccole nubi di polvere sui marciapiedi. Viaggia veloce verso le strade, sbattendo contro i veicoli.
In una strada le auto sono imbottigliate in una lunga coda. Sono in fila, ordinate, al volante ci sono persone agitate e nervose. Dopotutto se lo dovevano aspettare: c' è sempre traffico nelle ore di punta. Tra i veicoli fermi, c' è una grossa moto arancione, con grandi scritte, che si muove agilmente indifferente davanti all' odioso suono dei clacson in protesta.
E' una giornata buia, le spesse nuvole galleggiano nell aria, coprendo il cielo, il sole, la luce.
La moto supera il blocco e riprende la sua corsa.
Più in avanti si intravede tra le nubi qualche lampo. Squarciano il cielo veloci, per poi riempire l' aria con un sonoro botto.
La moto arriva in un parcheggio, e si ferma in un rettangolo blu, zona per disabili. L' uomo scende. Ha le converse nere, un giubbino da motociclista, il casco nero, che si sfila velocemente. Questo scopre i capelli castani, arruffati dell uomo, il naso dritto lelabbra sottili, la brabetta incolta e due splendenti occhi cerulei. L' umo posa il casco, sgancia un bastone da degli appositi ganci e inizia a zoppicare verso l' entrata della struttura. E' un ospedale. L' ospedale dove lavora quell uomo, il mirabile diagnosta: Gregory House.
Appena entra, la Hall viene riempita da una voce alterata, femminile e conosciuta. "HOUSE!!" Mai il nome del diagnosta èp stato pronunciato con tanta furia. Alcuni infermieri si voltano stupiti. l' uomo si limita ad assumere una faccia annoiata. "Mio dolce raggio di sole.. già urli la mattina?"
"MAttina?? Mattina?? House, sai che ore sono???" la donna si ferma davanti a lui. E' molto attraente, con i capelli neri mossi che le incorniciano il viso, gli occhi azzurissimi e freddi, le sopracciglia aggrottate, che formano piccole rughe sulla sua fronte.
"Non fare quella faccia, ti riempi di rughe!" dice il diagnosta, sordo alle parole della donna. Quella lo guarda acido, ma ilassa il volto.
"E' mezzogiorno... dimmi che cosa hai fatto fino ad ora??" Sbotta lei guardandolo male.
"C' era traffico!"
"Niente palle, hai la moto!!! Ti toccano due ore di ambulatorio!" dice acidamente la dottoressa.
"Mi metti in punizione??" Cuddy sbuffa "LE avresti dovute fare questa mattina...."
"MA voglio andare a salutare i paperotti!!" dice House piagnucolando. "Sai cosa stanno facendo? Cameron sta smistando la TUA posta, Chase sta firmando le TUE cartelle, e Foreman ha visitato per mezz' ora i TUOI pazienti!"
"Beh, di ad Africa di visitarli per altre due ore... che gli costa??" Cuddy rimase a fissarlo,. riducendo gli occhi a due fessure. "Nessun caso per me?"
"Oh, preferisco che tu faccia ambulatorio!!"
"Cosa?? Condanni alla morte un paziente solo per punirmi?? QUESTA DONNA è PAZZA!" grida poi, facendosi sentire nel piano .La dottoressa arrossìisce leggermente. "House, la cartella è questa... quando lo risolverai farai le tue ore di clinica!" House afferra la cartella "Ci metterò più tempo del dovuto allora!" dice, iniziando a zoppicare. Chiama l' ascensore pigiando sul tasto con il bastone. Entra, mentre la Cuddy lo guarda irata, da lontano. Lui fa il suo sorrisetto, leggermente inclinato a destra. Sale al terzo piano. Il piano di diagnostica.
Già da lontano intravede attraverso il vetro i suoi tre paperotti.
Cameron è al computer, sicuramente starà cancellando la sua posta elettronica inutile.
Chase ha ancor una pila di cartelle davanti a sè, e Foreman gioca a solitario. Entra nello studio.
"Buon giorno miei prodi!!" dice, in tono teatrale. Quello che riceve però, è solo muno sguardo sarcastico da parte di Foreman. House si volta verso Chase.
"Ma Canguro! Che cosa hai fatto in tutto questo tempo??" chiese, osservando la pila di cartelle. Chase sbuffa, evidentemente infastidito. "Non è colpa mia se non compili cartelle da Giugno!!"
"E tu donzella? Ancora non hai finito?" Cameron si volta a guardarlo, gelida. Lui risponde a quello sguardo, sprofondando in quegli occhi verdissimi. "Allora?"
"Ho finito, sto cancellando le ultime lettere!" "nulla di interessante?"
"No."
"Niente zucchero questa mattina a colazione eh?" Cameorn si volta. Non lo sopporta quando è in ritardo, quando non fa nulla tutta la mattina e pretende che loro lavorino.
"Comunque, abbiamo un caso... quindi, tutti ai propri posti!" subito, le tre sedie attorno al tavolo vengono occupate dai tre. LAncia la cartella sul tavolo, e Foreman la afferra. "Uomo 34 anni, aggressione, è stato in coma per tre giorni, feritesul torace dovute da delle pugnalate, lamenta vomito, disfunzione renale, arresto cardiaco...." legge i sintomi, mentre House giocherella con la penna. "House...." sbuffa Foreman .Il diagnosta alza lo sguardo sorridendo furbamente, si alza e scrive i sintomi, molto letamente. "House, stai perdendo tempo???" chiese Cameron, osservando che House sta ricalcando la A di renAle da circa trenta secondi. "Ma certo, altrimenti mi aspetta la condanna a morte!". Dei tre, l' unico a guardarlo stupito è Chase.
"La clinica Australia!!!!" sbotta, mentre il ragazzo arrossisce lievemente.
"La VET è elevata, potrebbe essere un problema vascolare..." dice Foreman.
"Non così tanto, la VET spesso è elevata!" dice Chase, riflettendo. Cameron lo guarda scettica "Quasi sempre? E' elevata sempre e solo nelle donne incinte... e dubito che qualcuno che si chiami Harold è incinto.." sbotta. Chase la guarda stupito, House si volta "oggi punge la donzella, l' avevo detto!!" dice, sorridendo. Cameron lo guarda scettica "Non sono acida House... ho solamente detto una cosa.."
"Ok, prima che Chase inizi a prenderle da te, andate a fare le analisi... urina, sangue e feci...." dice. Detto questo esce, va verso oncologia. Entra senza bussare. Wilson alza lo sguardo scocciato "House, sto lavorando!" "Ma dai? Siamo o non siamo a lavoro?" Wilson scuote la testa desolato. "Cosa vuoi?"
"Sai l' infermiera del quarto piano? E' sicuramente interessata a te!" Wilson lo guarda sbalordito. "Ma di chi parli?" "Quella biondina... ci parlavi ieri..." "House, non ci casco. Ci ho solo parlato, non ci sono andato a letto..." dice continuando a scrivere sulla cartella. "Hai detto sempre così! Intanto hai gli stessi vestiti di ieri!"
"Ma che... e allora? Non ho una casa come l' hai tu..." "per lavare i vestiti non hai bisogno di una casa!" "House, mi sono semplicemente dimenticato, ok?"
House si alza "Solo la cravatta è ancora più orribile!" Wilson lo scruta "Cosa volevi?"
"Cameron è strana..." "... e perchè?" " e che ne so..."
"HOuse, questa frase non ha senso.. vieni qui a dirmelo... e perchè sei venuto allora?"
Ma House si è alzato. "Il mio paziente probabilmente ha il cancro... tieni libero il pomeriggio, perchè dovrò usarti!" Detto questo va via, lasciando Wilson sempre più confuso.
I paperotti sono davanti a lui. "Le analisi?" "In laboratorio stanno ancora...." " E allora cosa fate qui?" "Dall anamnesi è venuto fuori che soffre di una malattia rara, genetica.." "E allorA? Se è genetica ci convive fin da bambino..." " Già, ma mischiata con gli anti depressivi provoca vomito, e disfunzione renale... e preso in grandi quantità provoca arresto cardiaco..." dice Allison. House la scruta. "Avete risolto il caso quindi?" "Beh... forse ha tentato di suicidarsi...."
"E allora? Fate scendere uno psicologo... non sono fatti miei...."
"Ha cercato di strozzare Chase..." dice Foreman indicando il biondo. In effetti ha dei segni sul collo. "Che gli hai fatto?" "Gli ho proprosto lo psicologo.." Foreman parla " Dice che gli toglieranno l' affidamento di suo figlio se scoprono cosa ha fatto..." "E allora non ditelo a nessuno!"
Cameron lo ferma e lo scruta "E lasci che un bambino viva con un uomo in grave depressione??"
"Non sono affari miei!" e Chase rincara la dose "Avanti, Cameron... dopotutto la responsabilità è del paziente..."
"Chase, stai zitto, smettila di fare il lecchino!" Sbuffa Allison. Chase la guarda male.
"Hey hey hey.... su calmatevi paperotti!! Chase va a parlare con il paziente, e digli che l' assistente sociale lo deve chiamare....così non rischierai il linciaggio da parte di Cameron..." la donna lo guarda acidamente, Chase si volta e va verso la stanza del paziente.
"Ah...pensavo durasse di più questo caso.... ora mi tocca dire Wilson che può fare quelo che vuole oggi pomeriggio!" sbuffa House, andando via, mentre Foreman sconsolato scuote la testa.

*****

PROSSIMO CAPITOLO: ALARMING MOMENTS

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Capitolo 2
*** Alarming moments ***


Prima di tutto devo ringraziarvi!!! I vostri commenti sono stupendi, grazie!!
Grazie a roby the best (grazie per il tuo commento!) thia (chi sarà il personaggio che non arriverà al terzo capitolo? Beh, siamo al secondo quindi lo scoprirai leggendo!) a crazycotton (vero, ultimamente solo Hilson e Huddy... soero di aver soddisfatto la tua curiosità!!! Ah beh... per ER.... hai presente il povero Carter nella sesta serie? Ok, mi sto zitta!!)
Grazie ancora a tutti voi, davvero!

Capitolo precedente:
1) A cold Thursday:  L' atmosfera al PPTH è molto strana, ma non più del solito. Cuddy è infuriata per il netto ritardo di House, Cameron è infuriata con House e si sfoga litigando con il povero Chase. Intanto il team è distratto da un caso particolare, un paziente psicopatico che non vuole farsi curare per non perdere l' affidamento del figlio. Chase viene quasi strangolato dal paziente. Ma ad House non importa e lo manda a parlare al paziente.

****
2- Alarming moments

E al notte era scesa anche a Princeton. Nell ospedale, finalmente i turni di molti medici erano finiti e stavano tornando a casa. House era rimasto in studio, anche perchè la Cuddy gli aveva proibito di abbandonare l' ospedale. Stava giocando al psp. Foreman se ne era già andato, Chase non sapeva dove fosse, e Cameron faceva le proprie ore in ambulatorio. In quel momento Wilson entra nello studio. "Ho saputo che hai risolto un caso in una sola ora... è un record, festeggiamo?"
House solleva lo sguardo. "ammettilo è solo una scusa per non mangiare all albergo, o fuori da solo.."
"Beh.."
"Non posso, la mammina mi ha messo in punizione... stacco alle 9.00...." dice con voce offesa. Wilson sorride "E' colpa tua che sei arrivato così tardi! Buonanotte House..." detto questo si volta e scompare nel corridoio deserto.
Sta ancora giocando quando Allison entra nello studio.
"House, hai visto Chase?" "Il cangurino? Sarà a flirtare con una infermiera nuova..."
Cameron lo guarda. Non c' è un accenno di sorriso sul suo volto. "Che ti prende Donzella?"
"Sei fastidioso... ci hai lasciato tutta la mattinata a non fare nulla...."
"Non è quella la vera causa... è ancora per il caso dell altra volta?" "Si precisamente... hai mentito ai familiari, non hai detto che avevi sbagliato, che avevi giocato con la diagnosi di loro figlio, perchè credevi di aver trovato la soluzione..."
"E naturalmente ce l' hai con Chase perchè mi ha appoggiato.." "Si..."
House la guarda. "Sento che ti senti in colpa..."
"Si, non avrei mai dovuta prendermela con Chase... ma non mi sento in colpa di essere in contrasto con te..." dice sicura e risoluta. House fa un piccolo sorrisetto. "L' hai visto?"
"No.."
Allison esce. Ma dove poteva essere?? Va verso le stanze dei pazienti. Il corridoio è semi buio. Dopotutto oltre il paziente di quella mattina, le altre camere sono vuote. E sicuramente le infermiere erano nella saletta delle infermiere, a spettegolare dei fatti del giorno. "Chase?" chiama, vuole chiedergli scusa.
E' maturata Allison Cameron ma è pur sempre educata. Si è comportata male e ora deve scusarsi, altrimenti il senso di colpa non l' avrebbe fatta dormire. Sorride al pensiero che fin da bambina si scusava sempre, quando aveva torto. La porta della camera del paziente è chiusa. Allison la apre ed entra. E' buia, pensa che il paziente stia dormendo. Cosa avrebbe potuto fare? Non si vede nulla, quindi meglio accendere la luce, e svegliare il paziente... avrebbe trovato una scusa sul perchè è lì. Porta una mano verso l' interruttore, cercando Chase con lo sguardo. Accende la luce. Vede subito il letto sfatto. "Sign. Mc Channigan?" chiede, allarmata. Si sta per voltare, per andare semmai a chiedere a qualche infermiera se l' avessero visto. Ma improvvisamente, una mano le copre con forza la bocca, e sente qualcosa di pungente entrarle nel fianco, dolorosamente, poi scivolare via, per poi entrare nuovamente nella sua carne. L' uomo lascia cadere il pugnale e va via, chiudendo la porta. Allison rimasta in piedi, porta una mano al fianco, e la vede molto insanguinata... "Oh...oh..." non ha nemmeno forza per gridare. Cade a terra, non riuscendo a tenersi in piedi. Stringe i denti, il dolore ora si fa sentire. Prende con la mano tremante il cercapersone e chiama House. Sente le forze abbandonarla. Cerca di rialzarsi ma ricade sul freddo pavimento. Un mugugnio la fa voltare. Da sotto il letto, con grande terrore vede Chase, che la fissa con occhi sbarrati. "Ch...Ch..." lo vede chiudere gli occhi, e subito dopo, involontariamente, fa lo stesso.
House ha appena vinto un altro livello quando il suo cercapersone suona. La stanza si riempie di quel fastidioso bep-bep. Spegne la console e lo prende in mano. C' è un messaggio di Cameron. 101. House lo guarda perplesso. 101? Cosa vuol dire quel messaggio? Però quel numero gli è familiare...
Il paziente del giorno era nella camera 101. Forse c' è stata un emergenza... e allora perchè non è scesa? Sbuffando fa leva sul bastone e si alza dalla sedia. Va verso il corridoio delle camere del reparto di diagnostica.
Lo stupisce il corridoio buio e deserto. Solo una luce si vede. Viene dalla stanza 101. Apre la porta "Allora, che è succes..." rimane fermo, stupito. Esterrefatto. Vede Allison a terra, sicuramente priva si sensi, del sangue sul suo camicie e per terra, il cercapersone poco lontano da lei. Si guarda intorno. Il letto è sfatto. E' stato il paziente. Prende il cerca persone e avvisa la Cuddy. Questo lo fa in meno di trenta secondi. poi lascia cadere il bastone e velocemente volta cameron. Gli posa sue dita sotto il mento. Il battito è assente.
"Cameron..." dice, mentre inizia a farle il massaggio cardiaco. "Su cameron... svegliati..." sussurra, continuando a farle il massaggio. Voltandosi vede con orrorre Chase insanguinato e svenuto. "Ma che diavolo...!!!!!" Continua a fare il massaggio, aspettando i soccorsi.
Ma passa un minuto prima che la porta si apra. "House che diavolo fai...ODDIO!!" La Cuddy è appena entrata. Chiama gli infermieri, i quali arrivano subito, con il kit di rianimazione. "Da quanto tempo sei qui??" chiede, dall altra parte della stanza mentre cerca di auscultare Chase. "Da un minuto! Tu invece?? Che hai fatto per essere venuta qui un minuto dopo la mia chiamata????" E' furioso.
"Non c' è battito!! Il kit di rianimazione presto!!!" Dice la Cuddy. Gli infermieri le passano le piastre.
Altri portano un kit anche ad House, il quale prende le piastre. "Avvisate il pronto soccorso! Dite di portare due barelle!!!!" Dice, mentre le piastre si caricano.
Uno
Due
Tre
Libera!! Il corpo di Chase sussulta. Anche quello di Cameron fa lo stesso. Solo che il cuore di Cameron riprende a battere, quello di Chase no.
Le barelle arrivano, House si alza, aiuta ad adagiare Allison sulla barella, prende il bastone. Si volta verso Chase. Finalmente il cuore ha ricominciato a battere. Segue la barella di Cameron.
Sia la Cuddy sia lui sanno che Chase è rimasto cinque minuti senza ossigeno. Con grande probabilità è diventato un vegetale. Cameron è stata un solo minuto senza ossigeno, grazie al suo massaggio.
La barella di cameron entra nella sala del pronto soccorso, House cerca di entrare ma un infermiere lo ferma. "Togliti immediatamente, sono un dottore..." dice freddo. "Mi dispiace ma..." "Fallo passare..." La Cuddy li ha raggiunti. House la squadra. Cuddy lo guarda preoccupata. Si sente in colpa per non essere andata subito da lui. "Avviso Foreman e Wilson, poi vado da Chase... tienimi informata.." dice, andando verso la sala dove stanno cercando di rianimare Chase. Il biondo è nuovamente in arresto.
"Cos' è successo?" chiede un dottore, mentre la ausculta. Altri dottori le fanno un ecografia. C' è una gravissima emmoralgia interna, è stata colpita di striscio una vena importante. House si avvicina e sposta un altro dottore che cerca di intubarla. E' sicuramente uno studente, dato che non riesce a inturbarla. "Togliti incompetente!!!" inizia ad intuibarla lui. 'Forza Allison' pensa, preoccupatissimo.
"Avvisate chirurgia, una costola ha perforato il polmone destro. House impallidisce. "L' emmorralgia è molto forte, bisognerà fermarla.. dobbiamo aprirle il torace per aspirare il sangue...." dice un medico.
"Dottore ha perso molto sangue!" dice un infermiera. "Bene... preparate due sacche di.... signor House, sa quale è il grup.." "B+.... " dice subito. Non sa per quale motivo lo sa a memoria da quando ha letto di sfuggita la sua cartella di assunzione. Forse perchè hanno lo stesso gruppo. Il medico dice all infermiera di portare due sacche di B+ per una trasfusione.
Quando la portano in sala operatoria, House va da Chase. La situazione da lui è grave, ha moltissime ferite. Lui è stato proprio aggredito con furia. Esce. Non ce la fa. Non riesce a vedere un suo dipendente quasi morto. E poi è in pena per Allison. "Come sta Cameron?" è la Cuddy. House si siede su una sedia in sala d' aspetto " L' hanno portata in chirurgia." Dice la donna. Improvvisamente si sente un bep insistente. Viene dalla camera di Chase. House entra. Lo stanno rianimando.
Ancora.
Ancora.
Il medico mette le piastre. House impallidisce, come fa la cuddy, dietro di lui.
"Ora del decesso..." House si volta ed esce.
Chase è morto per colpa sua. Lui ha cercato di rianimare Cameron invece che lui. E nel frattempo chase era rimasto senza ossigeno per due minuti.
Per la prima volta House aveva eguagliato davvero Dio. Aveva deciso lui chi far vivere e chi far morire.

****

PROSSIMO CAPITOLO: Guilt sense


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Capitolo 3
*** Guilt Senses ***


Prima cosa...devo ringraziarvi!!!
Grazie a preziosoele  (Oddio, ma lo sai che sei una delle mie scrittrici preferite? E' bellissimo ricevere commenti da te! Grazie mille!) a crazycotton (duemila grazie anche a te Ale! Si le continuo le altre fic, anche se per adesso mi sto impegnando per questa!) roby the best (la tua coscenza si chiede cose più che giuste! Che mondo sarebbe senza Cameron? Un mondo senza cotton..U.U oddio, no! Spero ti piaccia il seguito!)
Grazie mille anche a chi legge soltanto!

Capitolo precedente:
1) Alarming moments:
E' scesa la notte all ospedale. Cameron, dopo un breve dibattito con House sale a cercare Chase, per chiedergli scusa per averlo trattato male. Ma nella stanza viene accoltellata, dal paziente che ha accoltellato anche Chase. House li scopre rianima Cameron, ma Chase non ce la fa, mentre la vita di Cameron è ancora appesa ad un filo..

****

Chase è morto. Robert Chase. Questa notizia dilagò per l' ospedale in poco tempo. Los coprirono perfino Foreman e Wilson entrati nello stesso momento nella Hall.
 Il pazzo, lo psicopatico che l' aveva aggradito è scappato. Foreman e Wilson non credono a quello che sentono. Anche Allison è stata pugnalata. Wilson cerca House, lo cerca per il pronto soccorso ma trova solo una Cuddy distrutta. "Lisa...cosa... cosa è successo??" chiese, ancora non crede a quello che ha sentito. "Io... il paziente di House... ha attaccato Chase e Cameron... e Chase non ce l' ha fa....fatta..." E' malinconico vedere una donna tanto forte come Lisa Cuddy con gli occhi inondati di lacrime. Non piange per Chase, ma per il senso di colpa. Non è andata subito da House quando ha ricevuto la chiamata. E Chase è rimasto per troppo tempo senza ossigeno. Cuddy si abbraccia, mentre le lacrime corrono sulla sua guancia. Wilson non sa che altro fare, oltre tirarla a se e abbracciarla. "E' tutta colpa mia... io non sono salita subito.. è tutta colpa mia!" Wilson non dice nulla. continua ad abbracciarla.
Foreman è davanti al corpo di Chase. E' incredibile, è folle. Quella situazione non ha senso. Chase non può essere morto. Non lo stesso Chase con cui ha parlato quella mattina. Lo osserva. I capelli biondi sono sporchi di sangue, gli occhi sono chiusi. Resta lì, a fissarlo. Incapace di fare altro.
House invece è ad assistere l' intervento di Allison. Doveva capirlo. Quel pazzo aveva già provato ad uccidere Chase, a strangolarlo. E lui l' aveva mandato nuovamente dal paziente. Si sente un idiota, come mai si è sentito.
"House.." una voce familiare alle sue spalle. Si volta, e i suoi occhi cerulei incontrano quelli neri di Foreman. Ha il volto provato, è stanco, scosso. Tutti sono scossi dopotutto. Chi si poteva immaginare che quella banale giornata sarebbe finita così?? "Come sta Cameron?" "Lo vedi da solo..." freddo, tono piatto. House si porta due dita agli occhi e si massaggia le palpebre. Vorrebbe che tutto quello non fosse successo. Rimpiange il tempo in cui prendeva in giro il povero Chase. Vede Foreman che guarda trstemente Allison, accerchiata dai chirurghi. Non ce la fa a stare lì, lo stomaco è stretto in una morsa troppo dolorosa. Si volta e zoppica via, non rispondendo al ''dove vai?'' di Foreman.
"Dottore? Abbiamo saputo di quello che è successo.. come sta la dottoressa Cameron?" chiede Brenda. "Salite e vedete da sole..." dice lui, freddo, mentre chiama l' ascensore. Vede le infermiere sparlare di lui, guardandolo male, ma non gli importa. L' ascensore si chiude, e abbandona quel piano. Scende, verso il pronto soccorso, cerca Wilson e Cuddy. Va in sala d' aspetto e li trova. Lei con gli occhi rossi di pianto, lui semplicemente sbiancato. "Cosa fate qui?" chiede, subito, zoppicando verso di loro. Lisa lo vede. "Come sta Cameron?"
"Sali e vedilo tu.. non è morta.." dice, guardando il pavimento.
"Abbiamo chiamato i genitori di Allison.. mentre, non sappiamo chi avvertire per Chase..." dice Wilson. "E vuoi che io lo sappia? Avrà uno zio, dei nonni..." ipotizza House. Si avvicina alla sala 2. "E' ancora lì dentro?" chiede. I due annuiscono. Sentono improvvisamente dei medici correre verso l' ingresso. Sta arrivando un altra ambulanza. House si sposta, per far passare la barella.
Ma sulla barella che si divincola, c' è qualcuno che House ha già visto.
Il paziente della stanza 101. Il bastardo assassino. House si mette davanti alla barella, non lasciandoli passare. Il paziente sta bene, è seduto, con una ferita sulla fronte, e forse una gamba rotta.  "Lasciatemi!!! LAsciatemi ho detto!!" strilla. "Dottor house, ci lasci passare!!!" dicono i paramedici e i dottori presenti. House alza il bastone, mentre il ferito lo guarda impaurito. L' ha riconosciuto. House fa calare il bastone sulla sua gamba, quella rotta, procurandogli diversi spasmi di dolore. Il bastone ha colpito con molta forza.
"AHHH!!! " le urla del paziente si sentotno per tutto il pronto soccorso, Cuddye e Wilson raggiungono preoccupati House. "House!! Ma che diavolo..!!"
Ma il diagnosta riabbassa violentemente il bastone, il quale si scheggia, sulla gamba dell' uomo. Wilson lo ferma, tiene stretto il bastone tra le dita e guarda avvilito l' amico. Cuddy è spaventata.
"House!! Che diavolo stai facendo?" Chiede, irato Wilson. House apre la bocca, guardando il ferito con odio. Un odio mai provato prima. "E' quel bastardo...." sussurra, non facendosi sentire, toglie con uno strattone il bastone dalle mani di Wilson, iul quale lo riafferra. "House!"
"Lascia il bastone, o lo userò contro di te!" dice freddo House. Wilson lo guarda stupito. Non ha capito. Nessuno ha capito cosa sta succedendo. House tenta di calmarsi, abbassa il bastone. La gamba destra pulsa dolorosamente. Guarda negli occhi il paziente, e viene aggredito da un nuovo moto di rabbia. Da una bastonata molto potente sul ginocchio del paziente che urla. "Brutto bastardo..." dice adesso, ad alta voce. Mai nessuno l' ha mai visto perdere il controllo. Posa il bastone sul pavimente, mentre il paziente urla. "Avvisate la polizia... è il paziente della 101..." dice ingoiando due vicodin. Cuddy si porta una mano alla bocca stupita. "Ne sei sicuro?" House la guarda male. Si allontana, ed entra nella sala 2.
Guarda il corpo di Chase, steso, coperto fino al collo da un telo bianco. Si avvicina claudicante come sempre. Guarda il volto del giovane, gli occhi chiusi, la guancia pallida. La mano che stringe il bastone si stringe ancora di più. Non sa cosa dire, non sa perchè è li. Continua a guardarlo. Abbassa lo sguardo. "Scusami.." sussurra. Dopotutto non ha detto nulla quando ha saputo che il paziente l' aveva cercato di strangolare.
Si volta ed esce. Cuddy sta parlando con un infermiere, Wilson gli si avvicina. "Vedrai che Cameron starà meglio..." House lo guarda. Perchè gli ha dato quell informazione? Ma improvvisamente vengono interrotti da tre figure.
Una donna, sulla sessantina, dai capelli evidentemente tinti di rosso, a caschetto, occhi verdi, guancie paffute, mento appuntito, vestita con una felpa grigia e dei pantaloni, che si sorregge, evidentemente ansiosa, sul braccio di un uomo più alto, stempiato, con pochi capelli bianchi, zigomi alti, lineamenti definiti, occhi grigi. Accanto a loro, un ragazzo evidentemente più giovane, sui 35 anni, dai capelli castani ordinati e corti, gli occhi verdi. Quegli occhi, gli occhi di Cameron.
"Scusi, voi siete il dottor House?" House, risparmiandosi le solite battutine annuisce, incuriosito dal quello strano trio. Anche Wilson li guarda curioso.
"Oh grazie al cielo, voi siete il capo di Allison?" chiede la donna, staccandois per un momento dal braccio dell uomo. House sgrana gli occhi. "Chi siete?" chiede.
"Siamo i suoi genitori... noi... oddio come sta??" chiese il padre. House nota quanta differenza ci sia con il suo. Il signor Cameron sembra davvero un brav uomo.
"La stanno operando.. e comunque dovete chiedere alla dottoressa Cuddy, lei è quella informata..." dice questo e si gira.
"Ma dottore!! possibile che non sappia nulla! insomma è sempre una sua dipendente da tre anni!!" dice il giovane, andadogli davanti. Lo guarda fisso. "Sono il suo capo, è viva, ma più di questo non posso dire nulla." troppo freddo. L' uomo rimane a fissarlo. "Ma... non vi interessate??? Non vi importa di scoprirlo?" continua il giovane parandosi davanti a lui. House lo fissa freddo "precisamente.." mente, fa per andarsene.
"Lei allora è proprio bastardo come dicono!" dice con furia il giovane, che fa uno scatto fulminio e gli da un pugno.
Il diagnosta crolla a terra, tenendosi il labbro sanguinante, mentre i genitori di Cameron li guardano spaventati. Wilson li guarda. Il trio si volta.
"House, sei davvero un idiota..."
"cosa dovevo dirgli?? Va tutto bene, domani potrà già ballare?"
"A molte persone piace avere false speranze.." "A me non piace darle..." disse, impassibile, andando via, claudicante come al solito. Wilson lo guarda, triste.

****

PROSSIMO CAPITOLO: cursed knowledge

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Capitolo 4
*** Cursed knowledge ***


Ragazze!!! Menomale che ci siete voi due che commentate sempre!
E' bello ctrovare commenti positivi!
Anche se mi piacerebbe avere qualche altro commentino, ma fa niente!
Ringrazio la carissima a crazycotton che mi commenta sempre tutte le storie che scrivo
e ringrazio roby the best per commentare tutti i capitoli di questa storia!
L' ultimo ringraziamento va a tutti quelli che leggono la storia!!!
Grazie!
eccovi l' aggiornamento, spero commentiate! ^^

capitolo precedente:
3) Guilt Sense: Chase è morto, e nessuno riesce a capacitarsene. Tuti sono in preda ai sensi di colpa. Cuddy è in colpa per non essere subito andata da house, appena ricevuta la chiamata. Foreman si sente in colpa per non essere andato con lui. House si sente in colpa per aver deciso chi salvare. Arrivano i genitori di Cameron e intanto lo psicopatico paziente della 101 viene ritrovato, investito in una strada, e viene riportato al pronto soccorso.

****

House si sveglia. E' seduto sulla poltrona di pelle nera, nel suo studio. Si stiracchia. Ha dormito... ma quanto?

Guarda l' orologio. Sono le due di notte. Si ricorda della serata passata, e crede inizialmente che sia stato tutto uno stupido sogno. Il nodo allo stomaco si allevia, ma quando l' uomo si passa una mano sul volto e sente il labbro gonfio, capisce che è successo davvero. Chase e morto e Cameron... Cameron? 'Si sarà svegliata?' si chiese, prendendo il bastone. Fa leva e si alza. Ingoia tre pillole dell amato vicodin ed esce dalla stanza zoppicando. Va verso chirurgia, e vede Cuddy, Wilson e i parenti di Allison.
Si alza il padre e si avvicina. "Cosa volete voi qui?" chiede, odiandolo. "Adoro far passeggiate..." ironizza House, freddo. Il giovane si alza, irato. "Senti..." "Fermati Dave...." dice la signora, con gli occhi lucidi. il ragazzo si volta e va a sedersi. House si avvicina alla porta.
"E' ancora dentro..." sussurra. E' un affermazione, più che una domanda. Wilson gli si avvicina. "L' intervento dura sempre parecchio..." dice, mantenendo il tono basso. House lo fissa. "Non così tanto." dice secco. Si allontana veloce. Vuole stare da solo.
C' è un solo luogo dove stare soli: il tetto. Sale e si affaccia alla ringhiera. Guarda la città, immersa in mille colori, le macchine, le persone. Si passa una mano sul volto mentre l' aria fredda lo colpisce.
Pensa a Chase, a quanto è stato sfortunato. Ricorda il suo colloquio, ricorda di averlo sbeffeggiato, dato che era tesissimo. Eppure qualcosa gli era piaciuta nel ragazzo, qualcosa l' aveva spinto ad assumerlo.
L' aveva sempre trattato male, l' aveva sempre considerato uno sciocco, il meno brillante.
E invece si accorgeva che Chase era molto meglio di come lo immaginava. Chiuse gli occhi per un momento.
Poi il suo pensiero volò verso Cameron. La dolce testarda Cameron, che era salita a cercare Chase, per chiedergli scusa. La crocerossina, colei che voleva sempre far del bene, sempre fare la cosa giusta. No, non deve andarsene anche lei. Chiude gli occhi e si immagina in un futuro prossimo, nella sala di diagnostica con Foreman e altri due sconosciuti. Il groppo alla gola si fa sentire. Questa brucia, House cerca di calmarsi. Ingoia due vicodin con molta fatica. Ha la gola secca. E sicuramente anche gli occhi lucidi, ma non deve cedere. Non è da lui.
"Starà bene..." dice una voce dietro di lui. Si volta. E' Foreman. "Cosa fai qui? Non sei a casa a dormire?"
"Allison e Robert sono miei amici..."
"chase era un tuo amico.." Foreman lo guarda male. " Tu non provi nulla, vero? Nemmeno adesso!" dice. House non capisce se c' è sarcasmo o verità in quelle parole.
Vorrebbe dirgli, per un momento, come si sente.
Svuotato, senz' aria. In colpa. E' preoccupato per la sua immunologa, odia se stesso per non averla ascoltata, per aver mandato Chase dal paziete. Ma non dice nulla, e guarda l' orizzonte. Il cercaperosone di Foreman suona, seguito da quello di House. Foreman lo prende e legge veloce. Impallidisce. "Oh dannazione!" dice, correndo giù. House lo fissa sparire, nelle scale, poi guarda il cercapersone. Allison è in arresto. Un moto di preoccupazione lo invade. Stringendo i denti per il dolore scende le scale di corsa, verso chirurgia. "Che sta succedendo?" chiede impaziente, avvicinandosi alla vetrata e osservando la sala. La stanno rianimando. Stanno rianimando Cameron.
La sua immunologa.
Chiude il pugno veloce. "Da quanto..."
"Tre minuti..."
House si porta una mano sul volto.
'Avanti, Cameron è una donna forte, ce la farà... sicuramente..'
'E se dovesse morire?'
'Non morirà...'
I penseri di House si susseguono. Non può morire. E' la sua immunologa!
Sua?
House fissa il corpo di cameron sobbalzare sotto le scosse delle piastre. Si volta e va via, verso una finestra, che da sul cielo nero. Guarda il cielo, lo guarda con odio, più ateo che mai.
Dio non esiste davvero, e se esiste è l' essere più crudele che esiste, per aver fatto accadere quello che è successo.
Si volta. Wilson lo sta chiamando.
"Cosa c' è?"
"Il battito si è normalizzato.." House non può fare a meno di assumere un' espressione rilassata. Si avvicina al vetro. I chirurghi stanno mettendo apposto le piastre. Gli viene da sorridere. Ce l' ha fatta.
Ormai sono le tre di notte, e un chirurgo esce. I parenti di Cameron lo accerchiano, House senza farsi vedere si avvicinò.
"Allora dottore?"
"La dottoressa ha subito due accoltellate, una delle quali ha preso di striscio il fegato, l' altra ha creato un emorrargia... siamo riousciti a fermarla, e a curare il fegato.. adesso dorme.." dice il chirurgo.
"Ce la farà?" chiede la signora Cameron, affannata.
"Si, tra qualche giorno potrà uscire.." dice il medico, rassicurando i presenti. "Possiamo vederla?" chiede il giovane.
"Solo i parenti... uno alla volta.."
House si volta e va via. Deve andare in studio, deve stare lì.
Sono le tre e mezza quando Wilson lo sveglia. Sta dormendo a terra, con i piedi sulla scrivania. "House..."
"Mmm.."
"I genitori di Cameron vogliono andare al bar. Se vuoi puoi stare tu con lei.."
"Perchè dovrei stare io?" Wilson lo guarda. "Credevo volessi vederla"
"Voglio dormire al momento..!" Wilson lo guarda, con un velo di delusione negli occhi nocciola. Fa per girarsi, quando sente il bastone di House toccare pesantemente il pavimento. House si sta alzando.
"Avanti... andiamo.." dice scocciato. Wilson trattiene un sorrisetto. Alla fine House ci teneva ai suoi collaboratori.
Scendono verso terapia intensiva, dov'è stata spostata la ragazza. Vanno davanti alla sua camera. House entra.
La prima cosa che nota è la purezza di quel corpo. E' bianco e diafano. Ha una garza attorno all' addome, una ferita sul volto, l' occhio un po gonfio, la maglia macchiata di rosso sangue.
Si avvicina e si siede su uno sgabello. La osserva. Ce l' ha fatta, lei è sopravvissuta.
Poggia il mento al bastone e la fissa.
I capelli castanio sono aperti a ventaglio sotto di lei. Sembra calma e tranquilla.
'Cameron..' pensa, desolato. La rivede qualche mese prima, preoccupata che lo porta al pronto soccorso su una barella. La vede al colloquio, giovane e ingenua, tentare di evitare il suo sguardo, parlare del suo curriculum perfetto, cercare di riempire quei silenzi nei quali lui la fissava. La voleva mettere a disagio. La vede il primo giorno di lavoro, con il camicie i morbidi capelli castani sulle spalle, gli occhi pieni di gioia per esser riuscita a prendere quel agognato posto, mentre si presenta con Chase, lo sguardo tra i due, poi presentarsi a Foreman, carina e gentile. il loro primo caso, il loro primo dialogo.
Il suo pezzo d' antiquariato. Ora steso lì. sul lettino.
Chiude gli occhi. 'Almeno è viva..'
Già, a differenza di Chase. Ripare gli occhi.
Giusto in tempo per vedere un piccolo movimento della mano, uno scatto fulmineo.
La vede squotersi, battere più volte le ciglia. Resta sbalordito. Si sta svegliando.
"Mmmm.." mugugna la ragazza. House si alza e controlla i valori, tutto a posto.
"Cos..Cosa..." inizia a farfugliare l' immunologa.
"Non muoverti, ti staccherai la flebo..." dice House, con tono piatto. Allison batte ancora un po gli occhi poi li apre.
"Cos' è successo?" chiede con voce lieve. Hpuse la guarda. Non sa se dirle la verità, non sa se è giusto nasconderle la morte di Chase. dopotutto erano amici.
"Non... non ricordi?"
Allison lo guarda. E' un sollievo incontrare di nuovo quegli occhi verdissimi, vivi. "Io... il..il paziente... sono salita...stavo..." farfuglia Cameron. Ha flash confusi.
Si vede discutere con House, su qualcosa che non ricorda, poi salire, un numero... 101, la luce...
"Sei stata accoltellata dal paziente della 101." dice piatto House, mettendo fine ai suoi pensieri. Cameron lo guarda. E' pallida, sembra più scarna. Improvvisamente si ricorda.
"Ma...c' era anche Chase... dov' è?" chiese, ansiosa. House deglutisce. Per la prima volta non sa come dirlielo.
In quel momento entrano i signori Cameron.
"Allison!!" grida la signora abbracciando la figlia teneramente. Il padre si avvicina, commosso, insieme al fratello.
"mamma... papà.. Dave!!!" evidentemente non si vedono da tempo, o Allison on si è ancora ripresa, ma improvvisamente House la vede piangere. Si stringe alla madre, abbracciandola. Si volta. Lui non c' entra nulla con quell idilliaco quadretto familiare. Fa per andarsene.
"House.." lo richiama la dolce voce dell immunologa. Il diagnosta si volta.
"Come sta Chase?" nella stanza cala un attimo di tensione. Il trio, decide di lasciarli soli. Sanno che House è l' unico lì in mezzo che conosceva Chase.
Allison li guarda andare via. "House...allora?"
"Non ce l' ha fatta..." dice. Non vorrebbe essere così freddo, non vorrebbe trovarsi lì. Abbassa lo sguardo e fissa il piede di una sedia. Allison si porta una mano alla bocca. "No.." dice, mentre una lacrima scivola sul viso già bagnato. House non sa che fare, resta a guardare il manico del bastone, non vuole vederla soffrire, ma poi è costretto a guardarlo. Ha gli occhi velati di lacrime, si morde il labbro, le ginocchia coperte dal lenzuolo al petto, le mani stringono la coperta saldamente, fino a far diventare le nocche bianche. Le fa pena. Maledetta consapevolezza.
Non sa cosa fare, non è lui quello adatto per comfortare la gente. Si ricorda dell ultima volta nella quale l' ha confortata: le aveva messo una mano sulla spalla, dicendole di essere fiero di lei.
ERa chiaro che non poteva fare la stessa cosa in quella situazione.
"Ma.. ma lui.. era.. coscienta quando sono stata accoltellata... ha chiuso gli occhi poco prima di me.... perchè solo io mi sono salvata?"
Chiede tra i singhiozzi. Non l' ha mai vista così. House poggia le mani alla sponda del letto. "Quando mi hai chiamato con il cercapersone io sono salito. Ti ho vista stesa e sanguinante... non avevi battito e ho iniziato a rianimarti... sono riuscito a salvarti ma quando la Cuddy ha cercato di rianimare Chase... era troppo tardi." dice con tono serio, cupo. Allison lo guarda, con lacrime copiose.
"Tu...perchè hai rianimato me?"
House sgrana gli occhi. Perchè? Perchè aveva visto solo lei.
Eppure avrebbe benissimo potuto vedere anche Chase. 
"Lui...non si meritava di morire..." continua con voce straziante la giovane.
"Cameron.."
"Perchè hai rianimato me?" lacrime.
"Cameron...." House si avvicina titubante.
Quella piange, continuando a ripetere solite frasi. Il rimorso dei sopravvissuti. Il rimorso di essere vivi al posto di altri. Le mette una mano sulla spalla, come ha fatto mesi prima.
"Sono fiero di te"

Sente il corpo di lei sussultare sotto i singhiozzi. 'Su Allison..' pensa il diagnosta. "E' tutta colpa mia.." sussurra poi la ragazza. House la guarda. "No.." inizia. "Si, avrei potutto fermarlo, per chiedergli scusa prima, così sarebbe arrivato dopo... o forse saremmo andati insieme...." continua la ragazza. House si sente gelare. In realtà è colpa sua. Lui ha mandato Chase dal paziente.
"Ti prego...va via.." dice ancora la ragazza. House abbassa la mano. Si volta e zoppica via, senza dire una parola.

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PROSSIMO CAPITOLO:
cursed knowledge

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