La Città perduta

di Bubu20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 3: *** Due ***
Capitolo 4: *** Tre ***
Capitolo 5: *** Quattro ***



Capitolo 1
*** Uno ***


Emi era una bella bambina, dai capelli neri e gli occhi azzurri con qualche lentiggine che le punteggiava il viso. Era in quinta elementare, aveva dieci anni compiuti un mese prima, a maggio. A scuola quel giorno doveva fare una ricerca su Atlantis e così era andata in biblioteca. Trovati i testi aveva iniziato ad analizzarli. In un libro che aveva trovato c'era una frase in greco… cosa voleva dire? Emi non lo sapeva, ma incuriosita strappò la pagina e dopo la scuola la portò a casa. Sveva, la sorella più grande, una ragazza elegante con gli occhi colore delle castagne, aveva sedici anni e frequentava il liceo classico. Quando la sorellina le fece vedere il testo in lingua antica si incuriosì anche lei e tradusse. Il pezzo di carta diceva “Se vuoi trovare te stesso segui i tuoi nomi, loro ti porteranno a scoprire ciò che eri, che sei e che sarai. Quando le tre divine figlie del re leggeranno questo foglio, allora dovranno iniziare un viaggio. Un lungo viaggio per trovare il portale magico che le riporterà al loro passato”.
Finito di leggere, Sveva fece leggere la traduzione anche alla terza sorella. Miriam aveva tredici anni. I capelli bruni e ricci con gli occhi di un colore molto particolare. Alcuni li definivano scuri, altri verso il verde. Lei preferiva quest’opzione. Le era sempre piaciuto il verde.
Dopo aver letto decisero di capirne di più. Ma dovevano aspettare, ora c’era la scuola e non avevano tempo.

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Capitolo 3
*** Due ***


Passarono i giorni dal momento in cui le tre ragazze trovarono il foglio, ormai la scuola stava per giungere al termine. -Emi, non rompere, sto cercando di concentrarmi!-fece Miriam quando, per la trecentesima volta, la sorellina era entrata nella sua stanza -domani ho l'ultima simulazione d'esame idiota! devo andare bene, cos'è che non ti è chiaro??- a quel punto, Sveva, vedendo ce la situazione stava sfuggendole di mano irruppe nel litigio: -si può sapere cosa avete ancora da litigare voi due?? Non fate altro che urlare!. E tu emi, devi smetterla di darle fastidio, ha ragione ad arrabbiarsi. Se la signora Carini fosse stata qui, ora sareste già in punizione!- La signora Carini era la moglie del signor Carini, i loro genitori adottivi. Erano state prese da molto piccole e l'unica a ricordarsi qualcosa di molto sfocato era Sveva che all'epica aveva circa sei anni. si ricordava di essere stata chiamata, insieme alle sue sorelle, alla segreteria dell'orfanotrofio in cui si trovavano. Quello se lo ricordava bene: non le piaceva per niente, anzi lo odiava. Come odiava i bambini che le stavano vicino. Quel giorno alla segreteria c'erano due signori e -le pareva- la segretaria aveva detto qualcosa tipo: -bimbe, ecco i vostri nuovi genitori! Non siete felici? Loro vi terranno, vi cureranno e vi ameranno!-. dopo di che erano state messe in una macchina con i pochi vestiti che avevano all'orfanotrofio (che erano arrivati grazie alle offerte della gente) ed erano partite. Arrivate a casa, per i primi giorni la situazione era davvero piacevole, ma dopo qualche mese la situazione cambiò, i signori Carini presero una baby-sitter e iniziarono a viaggiare per lavoro. Erano a casa sì e no due volte a settimana. cosi le bambine si erano abituate alla loro assenza. Ora che erano cresciute, la baby-sitter non c'era più e vivevano prevalentemente da sole. Miriam era molto tesa per l'esame per le vacanze come anche emi che, dalle elementari, passa alle medie. me e anche un po' arrabbiata: non sarebbe potuta andare in vacanza a giugno quell'anno! ciò che però la rendeva un po' più sollevata era che per quell'anno non avrebbe avuto compiti.. ora si doveva rimettere a studiare o sarebbe stato peggio per lei…

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Capitolo 4
*** Tre ***


I giorni passavano e il momento del fatidico esame era arrivato.... Miriam aveva un po' di paura, ma dopo aver fatto il colloquio orale, questa passò. tutto era passato. Ora non sapeva casa aspettarsi dalla vita. poi ad un certo punto le tornò in mente di Atlantis. E della Città perduta di cui si parlava nel foglio che avevano trovato qualche tempo fa. le balenò in testa l'idea di rimettersi alle ricerche... Era tornata a casa che ormai era ora di pranzo, a casa aveva trovato le sorelle ansiose di sapere com'era andato l'orale. -Allora?- fece Emi piuttosto curiosa - com'è andata??- -bah- rispose scocciata la sorella che però si vedeva non aspettare altro che parlarne -diciamo che me la sono cavata- disse poi con tono di superiorità. -Pensavo,- continuò -che potremmo tornare a vedere la storia delle tre principesse..- disse quasi con un po' di timore rispetto a ciò che avrebbero detto le sorelle. Sveva intervenne, era quasi diventata pallida, ma gli occhi le si erano illuminati. La loro "famiglia" era un po' in crisi e non sarebbero andate da nessuna parte durante l'estate. -Miriam questa è un'idea fantastica!- disse con tono allego. Intanto aveva già iniziato a farsi i film mentali di come sarebbe stato andare alla ricerca del passato... -Allora, dobbiamo fare delle ricerche e poi...- si interruppe. Qualcuno stava entrando dalla porta... le tre ragazze sbiancarono nuovamente. Chi poteva essere? Non stavano aspettano nessuno per pranzo. Eppure qualcuno stava entrando... Era un ragazzo. Avrà avuto un vent'anni. Appena lo videro, le tre ebbero un sussulto. Non sembrava cosciente di ciò che stava facendo. Gli occhi, velati da un'espressione che passava tristezza, erano del colore del mare. Guardavano un punto lontano. all'inizio pensarono che fosse ubriaco, poi però guardandolo meglio scoprirono che non era così. si reggeva perfettamente in piedi senza barcollare e non aveva affatto l'aria di essersi preso una sbronza. In mano aveva delle buste, due per la precisione. Sulla prima c'era scritto qualcosa in corsivo e un bollo in ceralacca di colore rosso.lo stesso sulla seconda. Dopo qualche esitazione, le ragazze gli chiesero se avesse avuto bisogno di qualcosa. Il giovane non rispose. consegnò le buste e, come era arrivato sparì. Senza far rumore. Uscendo dalla porta di casa. Le ragazze ancora sotto choc, aprirono una delle due buste, apparentemente uguali. C'erano tre frasi nella prima. Quella che lessero per prima diceva "Il viaggio sarà la chiave", la seconda "Goccia, goccia di mare il tua amore ha la potenza dell'oceano" e la terza diceva "Il passato è nella più grande casa di Dio". La seconda busta, invece, c'era un testo, più lungo, che diceva così: "Nell'antica città di Atlantis c'era un Re con tre figlie: Sveva, Miriam ed Emanuela. quando la città stava per essere sommersa dal mare, il re chiuse le piccole in una capsula che venne spedita nel futuro grazie alle conoscenze molto avanzate degli abitanti del suo popolo. Della città, dopo l'inondazione, non si seppe più nulla. La leggenda narra che le bimbe, arrivate nel futuro, persero la memoria di tutto, tranne che dei loro nomi." Chiaramente, dopo aver letto quelle poche righe, le ragazze persero qualche battito, l'agitazione le possedeva e non capivano più niente. Allora erano loro? #Scusate se faccio capitoli brevi, ma devo bene capire come mandare avanti la storia. per favore lasciate recensioni così capisco se vi piace o meno e vi accontento :) grazie se lo fate! Ixx#

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Capitolo 5
*** Quattro ***


Erano passato poco tempo da "quel" giorno e le ragazze continuavano a rimuginarci sopra. erano loro e questa era una certezza o quasi, ma cosa dovevano fare ora? Miriam lesse alcuni libri riguardo Atlantis e ne trasse alcune conclusioni: per entrre nella Città c'era la necessità di entrare in una porta magica. la porta magica di cui aveva parlato non si apriva, ahimè, con delle semplici chiavi, ma con delle pietre molto speciali. da quel che avevano capito il significato dei loro nomi poteva aiutarle e per il resto dovevano viaggiare e scoprire la parte più remota della loro anima. a quanto dicevano le frasi e i loro nomi, Sveva doveva intraprendere un lungo viaggio per andare in Svevia, o meglio dove un tempo c'era la sua capitale: il suo nome voleva appunto dire abitante della svevia. per quanto riguardava miriam, oveva andare dal suo grande amore: il mare. infatti il significato del suo nome significava goccia di mare. e riguardo emi, beh lei doveva andare in una chiesa, la più importante: Emanuela significa Dio è con te. per lei non sarebbe stato difficile. abitavano a Roma dove c'è la chiesa di San Pietro, sicuramente la chiesa più importante di tutte. _Miriam_ 18 giugno sono in viaggio da tanto.. mi chiedo come stanno le mie sorelle. sono partita con i pochi soldi che guadagnavo ogni tanto facendo da baby sitter alla figlia della vicina. ormai anche questi pochi guadagni scarseggiano e il cibo e l'acqua con loro. cammino da così tanto! mi immagino come sarebbe stata la nostra vita senza quella ricerca di Emi. migliore? peggiore? chi lo sa.. mi muovo principalmente a piedi e poi ho preso il bus una volta. devo arrivare a ostia, la costa più vicina.. manca pochissimo! chissà cosa accadrà... My space so che magari siete in pochi che seguite questa storia, però se vi piace (o non) potete dirmi come migliorare secondo i vostri gusti? grazie, aggiornerò al più presto! bacione Ixx

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