l'amore razionale

di Cathie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** uno ***
Capitolo 2: *** due ***



Capitolo 1
*** uno ***


"Tu mi piaci" disse con voce un po’ timida. Aveva sognato quel giorno per tutto il liceo, e oggi, che lo volesse o no, doveva dirle quello che provava. E come tante furono le volte che immaginò la sua dichiarazione, altrettante furono le volte che immaginò la risposta, la reazione, qualcosa. Ma tutto quello che aveva partorito la sua mente non era niente in confronto alla realtà. “Mi dispiace” rispose lei sinceramente intristita. “Di tutto quello che potevi dirmi…non capisco!” “Mi dispiace che tu ti sia invaghito di me. Non sono una persona fatta per le relazioni, io. Scusa.” Con quella frase intendeva dire che non era una persona emotivamente stabile, che la sua vita era piena di merda e di strane storie familiari che anche se provava a raccontarle, non poteva, perché nessuno sapeva com’ erano andate realmente le cose, la sua vita era vuota, così come il suo cuore. Si allontanò e girò l’angolo. Era l’ultima possibilità per Mike ed era svanita, anche questa. Dopo quel giorno, l’estate sembrava non avere alcun senso e così, passarono 2 settimane. A breve sarebbe dovuto partire per l’università e il pensiero di non aver risolto tutte le sue questioni col passato, lo infastidiva assai, ma la vita sarebbe andata avanti, come il famoso ‘show’, e presto si sarebbe dimenticato di lei. Mike era appena uscito di casa quando Francesca gli si presentò davanti: “Stavo venendo a cercarti.” Era serena. “Per darmi le indicazioni per ‘quel paese’? Scusa, so da solo la strada.” “No. So che sai dov’è ‘quel paese’, ti ci ho mandato poco tempo fa. Volevo chiederti se… insomma se ho smesso di piacerti…” “Come sarebbe a dire?” “Ti va di ascoltarmi?” Proseguirono il cammino insieme. “Vedi, se davvero ti piaccio, credo che potresti aiutarmi… in qualche modo… ma non prendermi per pazza!” “Cosa posso fare per lei?” Disse Mike con tono scherzoso. “Sono abbastanza seria, anche se sto sorridendo.” Mike cambiò subito espressione, poi Francesca proseguì: “Credevo che nessuno potesse provare qualcosa per me perché io sono incapace di provare sentimenti. Lo so, ma a volte si reagisce in modo strano alle difficoltà. Se ti fanno credere di essere un’incapace, tu cerchi di scacciare l’idea, per non stare male! Solo che il risultato è che sì, non stai male, ma non sei più in grado di stare bene. Capisci? O ti sembro ancora più matta di prima?” Mike non era sorpreso da quello che gli stava dicendo, sapeva che in realtà quella ragazza aveva ‘qualcosa’. “Bene, se ancora ti sembro una persona e non qualche strano essere venuto da una galassia lontana, volevo chiederti se ti andasse di vederci qualche volta, così, tanto per vedere se almeno tu riesci a convincermi che quella di uscire con te sia una buona idea, e questa possa farmi provare ancora qualcosa.” Mike non riusciva a dire una parola perché per quanto non trovasse strano quello che gli stava dicendo, trovava molto strano il fatto che la ragazza dei suoi sogni gli stesse chiedendo aiuto. “Mi sembri un ragazzo carino.” … “vuoi dirmi qualcosa?” “Mi vedo con i ragazzi tra poco. Stasera sono libero per cena, se ti va.” “Ok! Allora torno qui alle otto. Ciao.” Francesca gli strinse la mano per congedarsi. Questo Mike lo trovò molto inusuale.

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Capitolo 2
*** due ***


Erano le sette e cinquantadue minuti quando Fran si presentò davanti casa di Mike.  Sapeva benissimo di essere in anticipo, quindi fece il giro dell’ isolato. Erano le otto spaccate quando il suo dito indice suonò il campanello del 27. Neanche un secondo e Mike si lanciò fuori dalla porta, come se fosse stato per ore lì dietro ad aspettare quel momento. “Ciao Fran, sei puntuale!” A dire il vero Mike avrebbe voluto risparmiarsi un commento sulla sua puntualità visto che lui non era stato da meno. “Ehm… di solito le signore si fanno aspettare…” L’argomento venne delicatamente lasciato da parte. Stranamente Mike si sentiva bene e parlava liberamente mentre Fran non osava aprir bocca, se non per rispondere a monosillabi a qualche stupida domanda di circostanza. Infondo era normale che fosse così perché durante gli anni del liceo Mike aveva cercato in tutti i modi di non pensare alla sua cotta distraendosi con altre ragazze, mentre Fran non era abituata a questo genere di cose e non si mostrva quella di sempre: era difficile per lei sorridere allegramente, lasciarsi andare e parlare spigliatamente come era solita fare con gli amici. Mentre camminavano l’aria era rilassata e nonostante le sue insicurezze Fran cercava di essere più amichevole possibile. Il ristorante era carino, lo aveva scelto lui e certo Fran non si aspettava qualcosa di strabiliante. Si sederono e diedero un’occhiata al menù.  In silenzio. Poi Mike, quasi a battuta, le chiese se voleva ordinare del vino. Fran inorridì all’idea e rispose di non amare gli alcolici, se non una birra ogni tanto. Ordinarono una semplice pizza e dopo che queste arrivarono, la conversazione prese finalmente vita. “Mangi tutta zitta.” “Come fai a parlare col boccone in bocca? Poi con tutta questa mozzarella che fila… magiare è un’impresa!” Mike rise. “Prova dai…” e Fran col boccone in bocca: “A fare cosa?” Mike rise ancora e non smisero per tutta sera. Adesso erano per la via verso casa di Fran che non era molto lontana dal centro. L’aria era fresca, era l’aria che si respira nelle sere di inizio estate,  quando tutto sembra prendere vita e fluttuare. Quella sera non solo gli insetti volavano in cielo, ma anche i suoni, gli odori e i sentimeti.

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