Un Dono Inaspettato

di GiuliaComix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Giovani Potter ***
Capitolo 2: *** Lettere su Lettere ***
Capitolo 3: *** Minimaghi a Diagon Alley ***
Capitolo 4: *** Un Inizio Pieno di Sorprese ***
Capitolo 5: *** Le Prime Lezioni ***
Capitolo 6: *** Il Dubbio ***
Capitolo 7: *** Un Pomeriggio da Carcerata ***
Capitolo 8: *** Un Halloween Movimentato ***
Capitolo 9: *** Rivelazioni ***
Capitolo 10: *** Partite e Sospetti ***
Capitolo 11: *** Litigi e Sorprese di Natale ***
Capitolo 12: *** Brame Svelate ***
Capitolo 13: *** Incontro ***
Capitolo 14: *** Il Primo Passo ***
Capitolo 15: *** Confidenze ***
Capitolo 16: *** Cambiamenti ***
Capitolo 17: *** Nuovi Eventi ***
Capitolo 18: *** La Fine e L'Inizio di Un'Avventura ***



Capitolo 1
*** I Giovani Potter ***


Ciao ragazzi! Sono nuova del sito, ho cominciato solo come lettrice ma, man mano che leggevo storie su storie, mi è venuta la pazza idea (anche se era partita inizialmente come idea da disegnare) di scriverne una anch'io con una mia OC ^-^ vi informo subito che ho un po' ringiovanito le età di alcuni personaggi, così da non creare incongruenze temporali durante lo svolgimento della storia. Io non sono molto brava a scrivere e questa è la mia prima storia in assoluto quindi....siate comprensivi XD comunque spero vi piaccia, BUONA LETTURA!

 

 

                                                             I Giovani Potter

 

 

La giornata in casa Dursley era incominciata come al solito: Vernon si alzava per prepararsi ad andare al lavoro, Petunia coccolava il suo “piccolo” Dudley per svegliarlo e i due giovani fratelli Potter, Serena e Harry, si predisponevano a preparare la colazione per i loro zii e loro cugino.
Zio Vernon, scendendo le scale, incrociò gli occhi dei due fratelli e, con sguardo minaccioso, cominciò a pronunciare i quotidiani avvertimenti:

<< Mi raccomando giovanotti, se vi azzarderete a rompere o anche solo bruciare qualcosa del mio prezioso pasto, giuro che vi terrò a digiuno per 2 giorni interi!>>

<< Sai che novità....>> all'improvviso Serena, come ogni tanto faceva, borbottò a bassa voce la sua risposta a denti stretti.

<< Hai detto per caso qualcosa, ragazzina?!>> domandò irritato.

<< Certo che no, zio Vernon>> rispose lei in tono ironico ma anche di sottomissione.

Harry era sempre spettatore di queste brevi situazioni di tensione tra sua sorella e suo zio e ogni volta cercava di farla trattenere dalle sue ripicche verso l'uomo, conoscendo lo spiacevole esito della sua “ribellione”.

<< Serena, ma quante volte te lo devo dire?! Devi cercare di stare zitta, lo sai che zio Vernon si imbestialisce se osiamo rispondergli!>>. Harry era molto protettivo nei confronti di sua sorella, conoscendone il carattere che, man mano che passavano gli anni, diventava sempre più aggressivo e a volte se ne usciva con queste piccole sfide verbali contro i suoi zii poco pazienti e poco tolleranti. Chi potrebbe biasimarla?

<< Lo so fratellino, ma è più forte di me. Sono stufa, e credo anche tu, di essere trattata.....così.>> disse lei con grande astio nel cuore.

<< Ti capisco sorella, ma non possiamo farci niente.>>

Serena Potter è sempre stata una bambina con un forte carattere, di animo buono, gentile e protettiva nei confronti di suo fratello di pochi mesi più giovane, ma quando si innervosisce sarebbe in grado di frantumare una montagna e poi, con anni di rabbia repressa alle spalle, figuriamoci cosa sarebbe in grado di fare! Lei era molto diversa da sua fratello, sia come carattere sia come aspetto fisico: Harry, a differenza di lei, era molto più tranquillo e defilato, aveva i capelli castano-scuri corti, un po' arruffati e spettinati, con un viso un po' tondo , aveva dei grandi occhi verdi acqua e indossava dei buffi occhiali circolari; ogni tanto Serena lo prendeva in giro per questo perchè per lei assomigliava a Mr. Magoo! Lei invece, rispetto al fratellino, aveva dei lunghi capelli neri corvini, lisci e leggermente ondulati verso le punte, che le cadevano sulle spalle o poco oltre, ed erano nettamente più curati, anche lei aveva degli enormi occhi verdi acqua ( l'unica cosa in comune con Harry) e aveva il viso un po' più sottile.

Con molta rassegnazione, i due fratelli si misero ad apparecchiare il tavolo e a preparare la colazione. Prima che tutti i Dursley si mettessero a tavola, Vernon urtò “accidentalmente” Serena, mentre quest'ultima stava portando i primi piatti a tavola, con l'inevitabile conseguenza di aver fatto cadere tutto: pezzi di uova strapazzate, pane tostato e fette di bacon fritto erano sparse per mezza cucina! Ovviamente Vernon si infuriò, come osava quella piccola impertinente sprecare il suo prezioso cibo, che gli è costato così tanta paga mensile?!

<< Tu!!! Sciocca mocciosa!!! Stai più attenta!>> le urlò violentemente contro, mentre Serena tentava di pulire il pavimento.

<< Hai la minima idea di quanto sia vitale per me la colazione?! Mi è di grande aiuto nel rimanere concentrato al lavoro e dare il meglio di me per guadagnare tanti soldi!!>>

<< Ah che peccato...proprio un grande spreco di colesterolo!>> Serena non riuscì proprio a tenersi dentro questa ripicca pungente; Harry a quella frase rimase pietrificato, temendo la conseguenza seguente che sarebbe giunta fra qualche instante. In quel preciso momento una potente sberla atterrò sulla guancia sinistra della povera ragazza, tanto da farla cadere sul cibo spiaccicato a terra; Vernon era furibondo:

<< Come osi parlarmi così?! Come osi anche solo contraddirmi??!!! Sei solo un'inutile, insolente mostriciattola!! Non sei NULLA !!! UNO SPUTO VALE PIU' DI TE!!!!>>

A quelle parole Serena non reagì, almeno così sembrò, perchè in quell'istante, mentre la ragazza si stava rialzando con uno sguardo pieno di rabbia che avrebbe fatto rizzare a chiunque tutti i peli del corpo , la stanza inizio a tremare, come se ci fosse un terremoto magnitudo 7.9: tutto tremava, barcollava, si piegava...le lampade e la TV esplosero! Dopo qualche secondo, il presunto terremoto si placò. I Dursley e Harry rimasero inorriditi e spaventati, mentre cercavano di capire cosa fosse successo; ad Harry però sorse il dubbio che, in qualche particolare modo, fosse stata la sorella a scatenare quel putiferio, dopotutto era troppo strano il fatto che quel terremoto fosse arrivato proprio nel preciso istante in cui Serena si era arrabbiata e stava letteralmente per saltare addosso allo zio per riempirlo di cazzotti.

Una volta che la stanza fu tornata alla normalità, Serena, anch'essa sconvolta e spaventata, corse come un lampo in camera da letto. Harry la raggiunse poco più tardi, dopo aver messo a posto la cucina. Trovò la sorella distesa sul suo letto, col volto, rigato di lacrime, totalmente immerso nel cuscino.

<< Serena! Santo cielo, cosa è successo prima?! Sei stata tu a scatenare quel putiferio?!!>>

<< Io....io non lo so>> rispose lei fra un singhiozzo e l'altro << Mi sono sentita avvampare di rabbia....avrei solo voluto...rompere qualcosa o lanciarla addosso a quella palla di lardo!>

<< Beh..di sicuro qualcosa si è rotto>> Serena si lasciò sfuggire una piccola risata a quella constatazione del fratello.

<< Comunque l'importante è che nessuno si sia fatto male, ma ti consiglio vivamente, per le prossime volte, di fare degli esercizi di respirazione per controllarti, non potrai sempre rispondere per le rime allo zio...lo dico per il tuo bene sorellina>> le disse molto dolcemente, era proprio premuroso.

<< Ok Harry, lo farò per te>> gli rispose regalando al fratello un piccolo sorriso e lui, in cambio, le avvolse le spalle con un braccio.

<< Anche perchè se ti arrabbierai un'altra volta così andrà a finire che la casa ci crollerà addosso e moriremo tutti spiaccicati dalle macerie!>> le disse con tono molto melodrammatico << AHAHAH! Hai ragione!>> a quell'immagine stranamente divertente anche se catastrofica, i due fratelli si lasciarono andare ad una bella risata consolatrice. Poco dopo Harry e Serena si ritrovarono a riposare insieme fianco a fianco nel letto, prima di ritornare alle solite faccende, sperando che la giornata passi tranquilla senza altri strani avvenimenti.

Angolo Autrice:

Oh mio Dio!! non posso credere di avere scritto il mio primo capitolo, anche se un po' corto!!! O.O gradirei ricevere recensioni costruttive, grazie!

Ok gente, alla prossima!! ;)

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Capitolo 2
*** Lettere su Lettere ***


                                                              Lettere su Lettere

 

 

Il giorno successivo, Serena fu chiusa a chiave in camera per tutto il giorno, come punizione per il comportamento dimostrato il giorno precedente; intanto i Dursley andarono al centro commerciale a comprare i regali per Dudley perché si stava avvicinando il suo compleanno, e , sebbene non ne fossero molto entusiasti, Petunia e Vernon decisero di portare con sè anche Harry: non si fidavano minimamente a lasciarlo a casa da solo, se non rinchiuso a dovere da qualche parte e inoltre godevano nel ferire emotivamente il ragazzo, mostrandogli i mille regali che compravano solo per il loro “zuccottino”, mentre a lui e a sua sorella non spettava nulla di tutto ciò.
Una volta arrivati, i Dursley cominciarono a visitare gni negozio di giocattoli; ad Harry non era permesso entrare e fu costretto ogni volta ad aspettarli fuori ; tuttavia, un impulso irrefrenabile ad infrangere le regole cominciò a farsi sentire e spinse il ragazzo a varcare la soglia dell'ultimo negozio. Harry era semplicemente affascinato da tutto quel ben di Dio per bambini, anche se, a causa di forza maggiore, era maturato molto prima del tempo.....ma anche a lui è concesso un po' di svago infantile, no!?
Mentre Harry ammirava una splendida pista di automobiline, Petunia sorprese lo sconsiderato nipote dentro il negozio:

<< Tu!! che ci fai qui dentro?! Non ti avevo ordinato di startene fuori??!!>> gli urlò contro furiosa afferrandogli con forza il braccio, cercando di trascinarlo via da lì.

<< Ma zia...non stavo facendo niente! Stavo solo guardando! Lasciami..mi fai male!>> cercò inutilmente di districarsi dalla presa ferrea della donna. Mentre Petunia trascinava letteralmente di peso Harry, quest'ultimo inciampò, cadendo contro uno dei giocattoli esposti, rompendolo. Vi potete immaginare come reagì zia Petunia! Il suo volto iniziò a contorcersi come un dipinto di Picasso: diverse emozioni e stati d'animo le passarono sul viso, un misto fra imbarazzo, vergogna e rabbia.
Harry, in preda al panico, iniziò a piangere scusandosi sia con la zia che con la commessa del negozio:

<< Tesoro, sta tranquillo, non è successo niente! Non piangere così, è stato un piccolo incidente!>> lo rassicurò dolcemente la commessa, cercando di tranquillizzarlo.

<< E' inutile, signorina. Questo sgorbio porta solo guai ovunque vada!>>

<< ..n.. è ..ero...>> mormorò Harry a bassissima voce,rotta dal pianto.

<< Cosa hai detto, moccioso?!>> domandò fredda Petunia.

<< NON E' VERO !!!>> strillò Harry con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
In quel momento la maggior parte dei giocattoli nel negozio, come per magia, prese vita: tutti gli aereoplanini iniziarono a volare dappertutto senza essere attaccati ai loro fili, le piccole montagne russe si deformavano, assumendo sembianze diverse una dall'altra e gli animali di peluche correvano fra le gambe dei clienti. Una scena a dire il vero piuttosto spassosa agli occhi di Harry, anche perché alcuni di quei giocattoli fecero andare a gambe all'aria lo zio Vernon, che atterrò sopra a Dudley, lasciandolo letteralmente senza fiato; a quella scena tutti i bambini, compreso Harry, risero come dei matti, ma appena Harry incontrò l'occhiataccia fulminea dello zio, si tappò in un istante la bocca, cercando di interrompere a stento la risata.
Una volta a casa, zio Vernon trascinò con grande violenza Harry su per le scale, tirandolo per un orecchio ed urlandogli insulti di ogni genere.
In camera trovò Serena seduta sul letto a leggere un libro (una delle poche cose che le era concesso di fare); turbata dalla “grazia da elefante” con cui lo zio spalancò la porta, si alzò in fretta dal letto e andò incontro al fratellino:

<< Giuro che rimpiangerai di essere nato, ragazzo, se succederà un'altra cosa simile a quella di oggi! PAROLA MIA!!!>> strillò Vernon uscendo dalla camera e sbattendo violentemente la porta.

<< Serena!! E' stata una cosa pazzesca!!>> disse Harry tutto eccitato ed euforico.

<< Chi? Cosa? Quando? Dove? Che è successo?!! Spiegati!!>>

<< Sì, ma stai zitta un attimo!!>>
Così i due fratelli, dopo essersi seduti sul letto, iniziarono una lunga chiacchierata e Harry le spiegò per filo e per segno cosa era successo nel negozio di giocattoli.
Serena spalancò gli occhi stupita, ma anche leggermente compiaciuta.

<< Ma allora...se è successo anche te dopo che ti sei arrabbiato...vuol dire che abbiamo tutti e due qualcosa di speciale, non è normale una cosa simile.>>

<< Forse siamo dei mutanti!! O degli alieni venuti da chissà quale pianeta oltre i confini dell'universo...e i nostri genitori, prima di andarsene, ci hanno fatto assumere temporaneamente sembianze umane!!>> disse Harry tutto eccitato a questa stramba idea.

<< Ahahah certo, come no! E scommetto che tu, sotto a quella mascherina da bimbetto , in realtà abbia una faccia mostruosa! Piena di tentacoli bavosi sputa acido!! Ahahaahah!!>> rispose Serena ridendo e prendendo in giro il povero Harry, il quale le lanciò addosso un cuscino << E io invece sarò bellissima, più di quanto lo sia già ora!>>
E via!! Secondo cuscino spiaccicato sulla faccia di Serena << Ma stai zitta, smettila!!!>> rispose Harry ridendo; quei due bambini, non avevano mai riso così tanto da quando vivevano con gli zii.

<< Accidenti Harry... fortuna che sei mio fratello. Se fossi nata figlia unica, non avrei saputo come resistere qui da sola con loro.>>

<< So che è il tuo modo di dire ti voglio bene e, dopotutto, anch'io sono contento che tu sia mia sorella. Anche se a volte sai essere una vera rompiscatole!>>

<< Che ti posso dire? E' il dovere di ogni sorella maggiore!>>
Dopo aver scontato tutte le ore di punizione, i ragazzi tornarono alle loro solite faccende domestiche, senza più nominare gli eventi accaduti.
Il giorno dopo, intorno alle 10 di mattina, arrivò il postino con in mano un bel mucchio di roba che consegnò ad Harry: tante bollette da pagare, cartoline da parenti lontani, volumetti pubblicitari e una lettera, indirizzata, con suo grande stupore, ad Harry e Serena Potter. Dudley, alla vista di quella lettera, la strappò di mano al cugino:

<< Mamma, mamma guarda!!! Ho ricevuto una lettera!!>>

<< EHI !!! RIDAMMELA, QUELLA E' NOSTRA!!!!>> urlò Harry davvero irritato.
Serena si voltò incredula verso il fratello << Harry...davvero è indirizzata a noi? Non stai scherzando, vero?>> , i due fratelli si fissarono per qualche istante, finché non li interruppe lo zio Vernon:

<< Vostra? E chi mai vorrebbe scrivervi?!>> disse divertito dall'assurda situazione, ma in quel momento quando aprì la busta e lesse sia il mittente che il contenuto, il sorriso ironico scomparve del tutto, lasciando il posto ad una smorfia cupa e spaventata:

 

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWATRS

Direttore: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo,

Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)

Cari Signorina Serena e Signor Harry Potter,

siamo lieti di informarvi che voi avete diritto a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui incluso troverete l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa delle vostre risposte via gufo entro e non oltre il 31 luglio.

Con ossequi,

Minerva Mcgranitt

 

 

In quel momento tutta la famiglia Dursely alzò gli sguardi verso i due fratelli Potter, che rimanevano in piedi, vicini fra loro, sentendosi come sotto un'inchiesta.
A quella lettera ne seguirono altre, visto che sia zia Petunia e zio Vernon fecero in modo di sbarazzarsi di tutte quelle indirizzate ai due Potter , che arrivavano portate da centinaia di gufi, civette e barbagianni...nel quartiere ci fu una vera e propria invasione!
Serena ed Harry erano piuttosto divertiti da quella situazione: era troppo divertente vedere gli zii spaventarsi o irritarsi ogni volta arrivava un volatile nuovo.
Ad un certo punto Vernon esplose:

<< BASTA!!! NON NE POSSO PIU'!!! CE NE ANDREMO...MOLTO LONTANO..DOVE NON POSSANO TROVARCI!!!>>

Petunia stringeva Dudley a sé, il ragazzino era parecchio sconvolto dalla decisione improvvisa del padre << Papà è impazzito, non è vero?! Non ce ne andremo sul serio, vero mammina?!>> si voltò verso la madre in cerca di rassicurazione, ma Petunia, con espressione scettica, non rispose, sapendo che suo marito, una volta decisa una cosa, la portava avanti fino in fondo.


Angolo Autrice:
ok non so perchè l'editor mi abbia cambiato il Font dell'ultimo pezzo di storia dopo la lettera -.- non importa!
alla prossima! un bacione! ;)

 

 

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Capitolo 3
*** Minimaghi a Diagon Alley ***


                                                    
                                                       Minimaghi a Diagon Alley

 

In fretta e furia i Dursley raccolsero baracca e burattini e si trasferirono in una casetta di legno, collocata all'interno di un bosco, in un piccolo isolotto dimenticato da Dio.
Quella notte Serena ed Harry non riuscirono a prendere sonno, in parte per il terreno freddo su cui dormivano, mentre i Dursley erano comodamente al caldo dentro i loro letti al piano di sopra, e in parte erano sempre su di giri a pensare alla scuola di Magia di Hogwarts:

<< Cavolo Harry, ti rendi conto che siamo due maghi?!>>

<< Nah, io non credo, secondo me è stato uno scherzo premeditato e ben riuscito aggiungerei!>>

<< Ma scusa Harry, rifletti un attimo...perchè queste persone dovrebbero sprecare il loro prezioso tempo a fare uno scherzo del genere a due bambini come noi? Non ci conoscono nemmeno, almeno non direttamente a quanto pare, ma sanno chi siamo; però mi chiedo, perchè dovrebbero sprecare denaro e francobolli per tutte quelle lettere? E un'altra cosa...come spiegheresti logicamente i “fenomeni paranormali” che si sono svolti in casa e al negozio i giorni scorsi?!>>

<< Ah guarda.. io non lo so>> al discorso susseguì qualche istante di silenzio << Secondo te quanto tempo resteremo in questa baracca?>>

<< Non ne ho la più pallida idea...ma guarda il lato positivo, almeno qui c'è poco da pulire e da mettere a posto!>> disse Serena ridendo, facendo trascinare anche Harry nel bel mezzo della risata.

<< Shhhhhhhh!!! Sta zitto, non ridere così forte! Se no sveglierai gli zii e Dudley!>>

<< Ma figurati! Russano come dei rinoceronti con la sinusite!>>

In effetti, se si faceva un po' di silenzio, si poteva ascoltare la splendida e genuina sinfonia di russi dei Dursley, ognuno con timbro ed ampiezza diversi.
I giovani Potter, stavano iniziando finalmente a prendere un po' di sonno, finché, all'improvviso, si sentì al di fuori della casa una specie di forte tonfo, quasi come se un albero si fosse spezzato e caduto a terra; subito dopo, la porta esplose di netto e dallo spavento Serena ed Harry si erano contemporaneamente rannicchiati, uno vicino all'altro, sotto la coperta; con un gran passo da gigante, varcò la soglia della baracca una figura enorme, sembrava un misto fra un Orco e un vero e proprio Gigante, ma non era così tanto alto come quest'ultimo:

<< Oh accidenti! E' successo di nuovo!>> annunciò il grosso uomo mentre scostava i pezzi sparsi della porta per passare. Pian piano, incuriositi dal quel strano soggetto, i piccoli Potter iniziarono ad uscire fuori dalla coperta per osservarlo meglio.

<< Buonasera ragazzi miei! Io mi chiamo Rubeus Hagrid e sono qui, mandato da Albus Silente in persona, per portarvi alla scuola di Hogwarts, ma prima ovviamente dovremmo comprare tutto il necessario presente sulla la lista, quindi vi accompagnerò a Diagon Alley per i vostri acquisti.>>

Vedendo che i bambini non davano alcun segno di voler uscire dalla coperta senza prima essere sicuri che non corressero pericolo, Hagrid tentò con un approccio differente.

<< Coraggio piccoli! Va bene che la mia stazza possa incutere timore a prima vista, ma vi assicuro che sono un vero tenerone...guardate cosa vi ho portato! Un piccolino regalino per farvi incominciare entusiasti il primo anno di scuola!>> così, dalla sua enorme borsa, Hagrid tirò fuori due pacchetti che contenevano le divise nere della scuola, a quella visione i due fratelli uscirono di scatto dal loro modesto nascondiglio e strinsero in mano compiaciuti i regali.

<< Ovviamente queste sono solo le uniformi basilari. Quando verrete smistati nelle vostre rispettive Case saranno ancora più belle..>> Harry e Serena lo guardarono con aria piuttosto interrogativa, non capendo cosa fossero queste suddette “ Case “ << ...va bene, di questo ne parleremo più tardi! Dunque siete pronti a partire?!>>

In quel momento i Dursley scesero al piano inferiore, svegliati dal grande trambusto:

<< Ma che diavolo sta succedendo qui ?!>> puntando il fucile contro il gigante buono. Quest'ultimo si avvicinò a Vernon con aria minacciosa:

<< Essiccati Dursley, vecchia prugna!!>> fece come per piegare a metà il fucile, mostrando tutta la forza che possedeva; a quella dimostrazione i Dursely si ammutolirono, ma con la voce molto lieve Vernon prese coraggio tanto da chiedere che cosa ci facesse in “casa sua”.

<< Che cosa ha intenzione di fare coi quei mocciosi ?!>>

<< E' ovvio, mi pare. Albus Silente mi ha incaricato di venirli a prendere, visto che qualcuno ha impedito loro di rispondere alla lettera di ammissione.>>

<< Loro non ci andranno, punto e basta! Non intendo pagare perchè un ciarlatano gli insegni stupidi trucchetti di magia!>>

<< Oooh.. e immagino che un Babbano come te possa impedire che tutto ciò avvenga, vero?!>> disse Hagrid in tono sarcastico.

<< Babbano ?>> dissero contemporaneamente Harry e Serena.

<< E' uno senza poteri magici...>> rivolgendosi ai bambini << .. questi ragazzi sono iscritti dal giorno in cui sono nati! Ah... e un'altra cosa, prima che me ne vada, non osare.. MAI PIU'.. insultare Albus Silente.. davanti a me >> disse facendosi sempre più grande e minaccioso nei confronti dei Dursley.

<< E per far sì che tu, la prossima volta, te ne ricordi...>> in quel momento a Vernon crebbero delle lunghe orecchie da asino e degli enormi denti da castoro; Serena ed Harry non riuscirono a non ridere davvero di gusto a quello spettacolo strepitoso di loro zio che correva ragliando per tutta la casa sconvolto.

<< Oh molto bene! Ora possiamo andare, forza seguitemi!>> i due fratellini non se lo fecero ripetere due volte.

 

*****

 

Una volta arrivati a Londra, Hagrid, insieme ai ragazzi, entrò in un bar e fece sedere Harry e Serena ad un tavolo, ordinando per loro due succhi di frutta. Sedutosi anche lui, la sua voce divenne stranamente seria, doveva dire ai bimbi Potter alcune cose riguardanti il loro passato:

<< Adesso, ragazzi, ascoltatemi bene, vi devo dire un paio di cose...>> i bambini lo guardarono attenti << … se a Diagon Alley vedrete persone che vi osserveranno in modo particolarmente curioso, non abbiate paura: dovete sapere che siete famosi. Perchè siete entrambi sopravvissuti ad un mago davvero cattivissimo, chiamato Vvv.. il suo nome era Vvv...>> povero Hagrid, non riusciva proprio a pronunciare il nome del mago << Magari prova scriverlo>> gli disse Serena.

<< No, non so come scrive.. ok, si chiamava Voldemort >> disse a grande fatica e a bassissima voce << VOLDEMORT ?!>> dissero di nuovo all'unisono i due fratelli, facendolo quasi ridondare per tutto il locale << SSSSHHHHHHHHHHHHH !! Zitti, non dovete pronunciare ad alta voce quel nome! Anzi non pronunciatelo affatto! Se proprio dovete parlare di lui chiamatelo Tu-Sai-Chi, capito ?!>> i bambini annuirono.

<< Comunque, questo mago, dovete sapere, è stato l'assassino dei vostri genitori; cancellate tutte le menzogne che vi hanno raccontato i vostri zii sulla loro morte, sono tutte frottole!>> Harry e Serena erano rimasti a bocca aperta con gli occhi sgranati dall'incredulità. << lui..insomma si divertiva ad uccidere gente e raccogliere seguaci e voi siete famosi perchè siete stati gli unici a sopravvivere al suo passaggio ed Harry...tu porti addosso la prova della sua sconfitta... la cicatrice sulla tua fronte.. >> Harry in quel momento, d'istinto si posò due dita sulla cicatrice << .. anche tu forse, Serena, hai qualche cicatrice o voglia sul tuo corpo, durante questi anni non ti sei mai notata niente addosso? >> Serena ci rifletté per qualche istante, poi rispose << No, che io sappia no >> sembrava che fosse lievemente dispiaciuta di non avere un marchio speciale come Harry.

<< Comunque state tranquilli, Voi-Sapete-Chi non si vede più in giro da un bel pezzo ormai, direi che in quella fausta notte lo abbiate “sbarellato” per bene e non credo che si rifarà vivo tanto presto; molta gente pensa che sia morto, ma, di questi tempi, è meglio non dar nulla per scontato. >>

<< Oh perbacco! E' tardissimo, dobbiamo muoverci!>> Hagrid fece alzare i bambini e li condusse all'interno di un camino che stava vicino al bancone del bar.

<< Ora ragazzi, state vicini a me e non mollate la presa >> Hagrid prese una polvere argentata da un vasetto appeso lì accanto al camino e, gettando la polvere a terra con una certa forza, urlò << DIAGON ALLEY !>> ed un enorme fuoco verde ricoprì i corpi dei tre; alla vista di quel fuoco Serena ed Harry si strinsero di più al loro amico, per paura che potesse scottare, ma invece la fiamma era piacevolmente fredda. Si ritrovarono ad uscire da un altro camino, in un luogo completamente diverso, in effetti era semplicemente posto su un muro di mattoni rossi che si affacciava su di una stradina molto affollata:

<< Ragazzi miei, benvenuti a Diagon Alley !>>

Serena ed Harry non riuscivano a credere ai loro occhi: tante persone, streghe e maghi, alcuni portavano dei bizzarri cappelli a punta, creature strane, tanti negozi stravaganti dalle strutture un po' sbilenche, un posto meraviglioso, come un Paese dei Balocchi agli occhi di due bambini che sono stati così infelici e maltrattati per tutta la vita.

<< Eccovi i soldi necessari per i vostri libri e tutto il resto >> tirando fuori dalla borsa un sacchetto di proporzioni consistenti.

<< Hagrid! Ma queste monete d'oro dove le hai prese? >> chiese Harry stupito dalla dimensione e forma di quelle “sterline” insolite.

<< Per caso credevi che i vostri genitori vi avrebbero lasciati all'asciutto?! >> disse sghignazzando allegramente << Adesso andate a comprare i calderoni e i libri, i negozi si trovano qui uno di fronte all'altro, ergo non potete perdervi! Io torno subito, devo andare a ritirare una cosa, a dopo!>>

<< Ok, ciao! >>

Entrando nel primo negozio, il Ghirigoro, Serena, mentre stava cercando i libri di testo del primo anno di scuola, fu attratta da uno di questi in particolare: era un libro all'apparenza cupo, era di un coloro grigio-blu con stampato al centro, in basso rilievo, un calderone fumante, era il manuale di “ Infusi e Pozioni magiche”. Le piaceva molto anche il titolo del manuale di “Trasfigurazione per principianti”, però quello di Pozioni avevo un non so che di più stimolante: infatti molto spesso, Serena, mentre era dai Dursley aveva sempre immaginato che qualcuno di quei bicchieroni di Wisky che beveva quotidianamente Vernon producesse un effetto alquanto sgradevole come una diarrea fulminante temporanea, così magari sarebbe dimagrito un po'; oppure che lo facesse diventare completamente calvo o altri effetti maligni come punizione per il trattamento che riservava sempre a lei e a suo fratello. Ecco perchè ne era così attratta; chissà se avrebbe potuto combinare qualcosa di utile con quegli intrugli?! Prima di fare impacchettare tutto il malloppo di libri, infatti, Serena si tenne fuori proprio quel volume di Pozioni, voleva leggerselo subito una volta terminati gli acquisti, era troppo curiosa ed entusiasta all'idea di combinare una marachella allo zio Vernon, ma anche per fare cose buone per la gente in difficoltà, è chiaro; ma prima una piccola ed innocua vendetta ci sarebbe stata davvero a pennello!
Una volta finiti i primi acquisti, Harry e Serena incontrarono Hagrid, che gli stava camminando incontro per raggiungerli:

<< Ehi Hagrid! Eccoti, ma cosa sei andato a fare? Cosa hai preso?>> chiese incuriosito Harry.

<< Oh...eh.. sono andato ritirare una cosa per Silente, purtroppo non posso dirvi che cos'è, è una faccenda top secret.>>

<< Ah.. va bene, non importa>>

<< Ma ditemi..avete già preso le vostre bacchette?>>

<< Eeeh....no, non ancora.>>

<< Allora dovete andare da Olivander, non c'è posto migliore dove acquistare le prime bacchette magiche.>> disse accompagnandoli davanti al negozio << Io sarò qui fuori ad aspettarvi, l'esperienza della prima bacchetta va fatta individualmente a parer mio, renderà il momento ancora più speciale da ricordare, chiamatemi appena avete finito, va bene?>>

<< Ok, a tra poco.>>

Serena ed Harry entrarono insieme, erano molto emozionati e ognuno di loro svolgeva il compito di sostenere emotivamente l'altro. Da un angolo buio del negozio sbucò fuori il Signor Garrick Olivander, entusiasta, come sempre, di aiutare ogni piccolo mago a compiere il prima passo nel mondo della Magia. Il venditore riconobbe subito i fratellini sopravvissuti.

<< Buongiorno signorini Potter, prego venite avanti! Siete qui per la vostra prima bacchetta suppongo? Molto bene! Chi vuole iniziare per primo? Viene lei, signorina?>>

<< Dai Ser, vai!>> le diede una piccola spinta di incoraggiamento.

<< Mmmmh vediamo un po'...>> Olivander iniziò a prendere qualche bacchetta nello scomparto più vicino.

<<.. vediamo questa...>> Serena la prese, la agitò e all'improvviso venne fuori un'enorme fiammata rossa e la riposò immediatamente sul bancone << .. a quanto pare no.>> Olivander prese una seconda bacchetta <<...direi questa...>> Serena prese anche questa e la bacchetta iniziò a creare una luce bianca, che si avvolse attorno alla ragazza, sollevandole delicatamente i capelli, creandole una sensazione di pura serenità, dopotutto se non può sentirsi “serena” lei, chi altro?! Olivander a quella reazione rimase colpito.

<< Oh, ci siamo! Me la dia un attimo, per favore. Mmmmh... legno di Salice, 12 pollici e nucleo di Corde di Cuore di Drago e ragionevolmente flessibile. Dovete sapere, ragazzi miei, che è sempre la bacchetta a scegliere il mago o la strega e non il contrario e, da come ha reagito questa nella sue mani, signorina Potter, ha capito che lei è una persona di un enorme potenziale, più grande di quanto lei possa immaginare; ha un buon cuore, d'animo nobile, ma ogni tanto si lascia trasportare dalle emozioni, siano esse positive o negative, quindi il nucleo di Drago è un po' lunatico e a volte potrebbe causare piccoli incidenti durante le esercitazioni di diversi incantesimi, ma, se riuscirà ad imparare e a controllare le sue emozioni, la sua bacchetta sarà un'alleata fedele fino alla fine e le permetterà di creare incantesimi spettacolari! Ecco a lei mia cara e buona fortuna, sono certo che imparerà a padroneggiarla perfettamente!>>

Serena, diventata un po' rossa dopo le affermazioni sul suo carattere fatte dal venditore, in effetti ripensando al terremoto che aveva causato qualche giorno fa ci aveva azzeccato di brutto, prese in mano la sua prima bacchetta, era veramente felice
<< Grazie mille, signore!>>.

<< Orsù, veniamo a lei signorino Potter!>> disse Olivander con grande entusiasmo.

Mentre il venditore presentava le varie bacchette al ragazzo, Serena andò fuori da Hagrid.

<< Ehi, ciao Serena! Come è andata? Hai ricevuto una bella bacchetta?>>

<< Sì è molto bella infatti, sono proprio contenta!>>

<< Appena tuo fratello esce dobbiamo andare a scegliere il vostro animale, a te quale piacerebbe avere?>>

<< Non saprei, forse un gatto nero, visto che da secoli è il simbolo folkloristico delle streghe>> disse ridendo.

<< Ahahah hai ragione, vedremo di trovartene uno bellissimo! Ma quanto ci mette a...OH eccolo!>> fece indicando Harry.

<< Ehi fratellino, allora quale bacchetta ti ha scelto?>> chiese curiosa.

<< Mi ha scelto una in legno di Agrifoglio, 11 pollici, nucleo di Piuma di Fenice e buona flessibilità .>>

<< Beh, mi pare bella, no?>>

<< Sì, sì, certo, solo che....>> disse Harry con tono leggermente preoccupato.

<< Cosa c'è, Harry?>>

<< E' che questa bacchetta ha una gemella... ed appartiene a Tu-Sai-Chi, quindi sono ancora un po' sconvolto dalla notizia.>>

<< Oh, ti posso capire, ma stai allegro! Ricordati quello che ci ha detto Olivander: è la bacchetta stessa che sceglie il mago, quindi per lei tu sei quello giusto e vedrai che non ti si rivolterà mai contro, se la tratti bene ovviamente, altrimenti potrebbe decidere di andare da Tu-Sai-Chi!>> disse Serena scherzando.

<< Ahahaha, no dai! Speriamo davvero di no!>>

<< Ok ragazzi, vi manca solo un'ultima cosa della lista da comprare, ovvero il vostro animale e dobbiamo andare all'Emporio del Gufo, non c'è posto migliore dove trovare un amico pennuto o a 4 zampe fidato.>> disse Hagrid, interrompendo la conversazione sulle bacchette dei due fratelli. Appena entrarono nel negozio, Harry fu subito attratto da una civetta bianca, con immensi occhi dorati.

<< Prenderò lei. Ti chiamerò... Edwige!>> e la civetta fece un verso quasi in segno di approvazione per quel nome.

<< Ottima scelta Harry e bel nome oltretutto, davvero singolare!>>

Intanto Serena andò verso l'angolo felino, dove incrociò lo sguardo con una gatta dal pelo corto e nero, un nero così lucido da avere i riflessi blu, e dai giganteschi occhi viola; alquanto strano per un gatto avere un colore oculare così fuori dal comune, ma era proprio quello ad avere attirato la ragazza, quella gattina era... diversa.

<< Ho scelto anch'io, prenderò lei >> la gattina intanto che scrutava attentamente la sua futura padroncina, si avvicinò lei e le diede una piccola testata sul mento in segno di amicizia.

<< Ah che bella! Come la chiamerai?>>

<< Mmmh... la chiamerò... Bast, come la Dea Felina egiziana, protettrice delle donne.>>

<< Cavolo, ma come le sai tutte queste cose?! Gli zii non ci permettevano di guardare la TV!>>

<< E' vero, ma io sgattaiolavo di notte e guardarla a volume basso e di solito andavo sul canale dei documentari e leggo anche dei libri, una cosa che anche tu dovresti abituarti a fare, caro il mio fratellino!>> disse lei sghignazzando.

<< Hei! Non è colpa mia se sono fatto così, trovo noioso leggere...>> breve pausa, con gli occhi di Serena addosso a lui <<...AH! E va bene! Se troverò a scuola qualche argomento interessante, oltre quello per lo studio, lo leggerò, contenta?!>>

<< Bravo piccolo!>> gli diede un buffetto sulla testa, soddisfatta della piccola vittoria morale sul fratello minore.

<< Io non sono piccolo! Ho solo 10 mesi meno di te!>>

I giovani Potter si punzecchiarono verbalmente per un bel tratto di strada, finché non arrivarono alla stazione ferroviaria di Londra; in quel momento Hagrid si fermò di colpo:

<< Oh caspita, è già l'ora! Ragazzi purtroppo vi devo lasciare quì, devo scappare ho un appuntamento importante. Voi dirigetevi verso il binario 9 ¾ , si trova fra i binari 9 e 10, non potete sbagliare.>>

Serena ed Harry guardarono i loro biglietti, in quel momento a Serena alzò lo sguardo per chiedergli una cosa:

<< Hagrid, ma come fa questo binario ad essere tra....>> non fece in tempo di finire la domanda che Hagrid era già scomparso.

<< Eh va bene, ce la caveremo da soli>> disse scrollando le spalle << Dopotutto ci sarà altra gente a cui chiedere di questo binario, spero.>>

<< Che la fortuna ci assista.>> invocò Harry con voce rassegnata.

E così i piccoli Potter si incamminarono verso i binari 9 e 10.

 

 

 

Angolo Autrice:

ed è finito anche questo, finalmente i piccoli Potter stanno per intraprendere il loro magico viaggio! Alla prossima! SMACK ! :D

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Capitolo 4
*** Un Inizio Pieno di Sorprese ***


                                                      Un Inizio Pieno di Sorprese

 

Arrivati ai binari 9 e 10, Harry e Serena iniziarono a cercare il cosiddetto binario 9 ¾ , ma senza gran successo, in più ci si metteva anche la folla che rendeva la ricerca ancora più ardua:

<< Ma dove cavolo è sto binario?>> borbottò Harry irritato, erano ormai più di 20 minuti che lo stavano cercando.

<< Stai tranquillo, adesso vado a cercare qualcuno che possa darci un'indicazione.>> così Serena lasciò le sue cose in custodia al fratello e andò a cercare un Assistente al Traffico Passeggeri; ne trovò uno lì vicino:

<< Mi scusi signore, mi sa dire dove posso trovare il binario 9 ¾ ?>>

<< 9 ¾ ?! Ma mi stai prendendo in giro, ragazzina? Forza fila via, non ho tempo da perdere! >> disse l'assistente con poco garbo.

<< Va bene, mi scusi tanto! Accidenti che modi.>>

Tornata da suo fratello, riprese le sue cose ed insieme si avviarono verso il fondo dei binari.

<< Niente da fare, Harry. Il tizio là non mi ha saputo dir niente. E mi sto pure tenendo stretta, visto da come mi ha risposto!>>

<< Eh purtroppo alcuni adulti non sono molto educati, come sappiamo bene, ma dopo un po' ci fai il callo e via.>>

Ad un certo punto udirono una signora dire: << Dai ragazzi, farete tardi! Il binario 9 ¾ è di qua, forza muovetevi! >>

Serena e Harry gli corsero subito dietro e videro uno dei numerosi figli della signora dai capelli rossi attraversare uno dei muri portanti dei binari 9 e 10; rimasero letteralmente stupefatti.

<< Mi scusi signora?>> chiese Serena educatamente.

<< Sì, cara, dimmi pure!>> quella signora era davvero molto gentile.

<< Mi può dire come...vede mio fratello ed io siamo nuovi e non sappiamo ancora.....ambientarci bene, diciamo così >> era un po' imbarazzata ad ammetterlo.

<< Intendi come passare attraverso il muro? Stai tranquilla, tesoro, anche Ron sta andando ad Hogwarts per la prima volta...>> disse indicando uno dei suoi figli più giovani, ero un buffo ragazzino, anche lui coi capelli rossi, in effetti tutti i figli lì presenti avevano i capelli di quel colore.

<< Guarda, non dovete fare altro che attraversare il muro, proprio lì in mezzo. Meglio che correre se si è nervosi.>>

<< Ok..sei pronto, Harry?>>

<< Sì, forza andiamo!>>

<< Al mio 3 iniziamo a correre e tu stammi dietro, ok?>>

<< Va bene.>>

<< 1, 2...3!>> Serena, seguita da Harry, corse nervosamente attraverso il muro, per poi ritrovarsi oltre esso, proprio al binario 9 ¾ , dove c'era ad attenderli un enorme treno rosso e nero con su scritto “ Hogwarts Express”.
Harry e Serena, una volta saliti a bordo, si sistemarono comodamente nel primo scompartimento vuoto che riuscirono a trovare; poco dopo arrivò il ragazzino dai capelli rossi, Ron:

<< Ciao, ragazzi! Posso sedermi qui con voi? Il treno è tutto pieno.>> disse timidamente.

<< Siediti pure!>> lo accolsero sorridenti i due fratelli.

<< Piacere di conoscervi, io mi chiamo Ron Weasley.>>

<< Piacere Ron, io mi chiamo Serena Potter e lui è mio fratello Harry.>>

<< Oh mio Dio! Voi due siete i famosi fratelli Potter!? Quelli sopravvissuti a Lui!?>> esclamò stupito.

<< Eeheh sì..>> rispose Serena, si sentiva ogni volta a disagio quando facevano quell'affermazione sulla loro attuale fama.

<< Cavolo!>> esclamò Ron << Ehi ragazzi...voi sapete già fare qualche magia? Mio fratello Fred me ne ha insegnato un nuovo incantesimo giusto la settimana scorsa...>>

<< Bè no, noi abbiamo saputo da poco dell'esistenza della magia, ma intanto vediamo il tuo.>> disse Harry incuriosito da quale incantesimo sarebbe venuto fuori.

<< Ok maschietti, mentre voi vi divertite a fare ABRA KADABRA io me ne sto qui a leggere un po'..>>

<< Ma sei matta, sorella? Ron potrebbe insegnarci già a fare qualche incantesimo di base e tu sprechi il tuo tempo a leggere quel... COSO!?>> disse Harry indicando, con lieve disgusto, il manuale di Pozioni che Serena tirò fuori dal sacchetto che le aveva dato il commesso del Ghirigoro.

<< Tanto per cominciare, Harry, questo non è, come dici tu, un “COSO”, ma è il manuale di Pozioni che, se non sbaglio, anche tu dovrai studiare quest'anno! Gli incantesimi ce li insegneranno gli insegnati durante le lezioni. Pozioni, secondo me, sarà un argomento più delicato e difficile da seguire, quindi è meglio già sapere qualcosa prima della lezione; cosa ne sai se il nostro professore o professoressa non ci farà un test di ingresso per vedere a che livello siamo, eh!? Non ti ricordi alle elementari che figura facemmo quella volta?>>

<< AAArrgghhh non farmici pensare ti prego!>>

<< Appunto... quindi leggiti un bel libro durante il viaggio e vediamo di iniziare a capirci qualcosa per non essere del tutto impediti.>>

<< Sai che ti dico...NO! Io preferisco provare a creare incantesimi con la mia nuova bacchetta!>> disse Harry con tono di sfida; si stava comportando proprio come un bambinetto di 5 anni.

<< AH! Ci rinuncio, fai come ti pare! Poi non venire a piangere da me se prendi brutti voti o rimproveri dagli insegnanti!>>

<< Brutta Secchiona!>>

<< Scemo d'un Marmocchio!>> i due si fecero contemporaneamente un bella linguaccia come “trattato di pace” dopo una breve guerra di insulti infantili e si rimisero a fare quello che desideravano fare.
Dopo un po' di tempo, vicino al loro scompartimento, passò per caso una ragazzina con già in dosso la divisa della scuola.

<< Qualcuno di voi ha visto un rospo passare di qui? Un ragazzo di nome Neville lo ha perso.>> chiese ai ragazzi che risposero di no; la ragazzina notò che Ron stava provando a fare qualche incantesimo, purtroppo senza successo.

<< Oh! Vedo che state facendo magie! Posso unirmi a voi? Magari potrei insegnarvene qualcuno di utile....>> a quell'ultima affermazione Serena si irrigidì un tantino: quella ragazza, anche se era della loro stessa giovane età, pareva saperne a pacchi sulla magia, tanto da volere insegnare qualche incantesimo a loro. Udì anche un lieve tono di arroganza nella sua voce. Anche se stava leggendo il suo libro di Pozioni, Serena ascoltava attentamente tutto quello che le capitava attorno.

<<....pare che tu non abbia ancora alcuna dimestichezza con la bacchetta, dico bene?! Non sta succedendo alcun che, vedo.>> disse riferendosi al fallimento magico di Ron che, al posto di far diventare giallo il suo topo Crosta, era soltanto riuscito a spararlo contro una parete dello scompartimento.

<< Oh, scusatemi, non mi sono ancora presentata....mi chiamo Hermione Granger e voi siete..?>>

<< io sono Ron Weasley.>>

<< Piacere, io sono Harry Potter e lei è mia sorella Serena.>> Hermione fece un lieve cenno di saluto verso Serena, la quale era completamente assorta nella sua lettura. Rispose anche lei con un breve cenno del capo in segno di saluto, ma non aprì bocca, non pareva minimamente interessata a conoscere quella ragazza.

<< Ah, stai leggendo il manuale di Pozioni! Io so tutto sull'argomento! L'ho letto 3 volte quest'estate!>> disse Hermione con aria leggermente altezzosa. Serena alzò gli occhi al cielo.

<< Bene, brava. Io però non l'ho ancora finito, quindi gradirei continuare a leggere senza che mi spoileri tutto, se non ti dispiace.>> rispose lei irritata dal carattere così saccente della ragazzina.
Hermione intuì dal tono di voce di Serena che era meglio non infierire sulla sua discussione

<< Ah ok, scusa se ti ho interrotta.>> disse un po' scocciata.

<< Di nulla.>> rispose lei neutrale.

Hermione, avvicinandosi ad Harry, gli chiese a bassa voce una cosa, anche se Serena poteva sentire tutto chiaramente:

<< Ma tua sorella è sempre così “difficile”? Io ancora non la conosco bene, quindi non mi permetto di dare giudizi affrettati, ma mi è sembrata così ora.>>

<< Stai tranquilla Hermione, è che stiamo uscendo da una situazione complicata e per noi è tutto così nuovo, dobbiamo ancora ambientarci bene, io sto facendo abbastanza presto, mentre lei non si fida subito della gente o dell'ambiente: prima deve essere assolutamente sicura che non vi sia pericolo di alcun genere, è fatta così. Dalle tempo, vedrai che una volta ad Hogwarts si scioglierà! Per ora ti consiglio di non stuzzicarla troppo, altrimenti non sai che terremoto è quando si arrabbia!>>

<< Ti ho sentito, sai.>>

<< Oooops! >> esclamò Harry divertito, colto in flagrante. Anche Hermione e Ron soffocarono una risata.

 

*****

 

Il viaggio proseguì abbastanza tranquillamente. Dopo qualche ora arrivarono finalmente a destinazione: delle carrozze magiche aspettarono gli studenti alle loro postazioni. Una volta giunti al castello, ad attenderli all'ingresso ci fu un'alta signora con indosso un cappello a punta, anzianotta e con un viso piuttosto serio.

<< Buona sera ragazzi, benvenuti ad Hogwarts! Io sono la Professoressa McGranitt e questa sera vi accompagnerò verso la Sala Grande dove avverrà l'annuale Cerimonia di Smistamento nelle 4 Case della scuola: ovvero Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. I vostri bagagli li troverete fra poco nei dormitori delle Case a cui sarete assegnati. Ora aspettatemi un momento qui in silenzio, vado a preparare la Sala per il vostro ricevimento, quando tornerò mi aspetto di ritrovare la stanza proprio come l'ho lasciata.>> detto ciò la Professoressa se ne andò.
Ad un certo punto uno strano ragazzino dai capelli biondi lisci, praticamente gellati su tutta la nuca, ruppe il silenzio:

<< E' vero allora! Le voci che si sentivano in giro non erano sciocchezze...Harry e Serena Potter sono venuti ad Hogwarts!>> tutti gli studenti iniziarono a parlare sottovoce fra loro, stupiti dalla presenza dei due fratelli.

<< Loro sono Tiger e Goyle..>> fece con un cenno pigro della testa per indicare gli amici che gli stavano affianco <<...e io sono Malfoy, Draco Malfoy.>> in quel momento, a quel particolare nome, a Ron scappò una piccola risata, che fu subito soffocata dalla reazione negativa del ragazzo biondo.

<< Il mio nome è così buffo per te, eh?! Ti faccio così tanto ridere?!! Non posso aspettarmi altro da uno come te: capelli rossi, vestiti di seconda mano, devi essere per forza un Weasley!>> Draco sputò veleno addosso al povero Ron con quelle parole, che lo fecero subito stare zitto. Poi Draco tornò a rivolgersi ad Harry e Serena.

<< Se fossi in voi farei meglio a guardarmi da gente del genere, dovete scegliervi con attenzione gli amici, in questo posso aiutarvi io.>> disse porgendo loro la mano. Serena era rimasta ammutolita da quanto quel ragazzo si fosse dimostrato così detestabile subito al loro primo incontro, stava per rispondergli quando Harry la battè sul tempo

<< Grazie dell'offerta, ma sappiamo scegliere da soli i nostri amici.>> Draco non rispose, visto che la Professoressa McGranitt era appena tornata, ma era chiaro che quel rifiuto se lo sarebbe legato al dito.

<< E' tutto pronto. Prego, seguitemi!>> esclamò la McGranitt e tutti gli studenti si affrettarono a starle dietro il più ordinatamente possibile.

La Sala Grande era davvero degna del suo nome: era davvero immensa, il soffitto era ricoperto da un magico cielo notturno sotto il quale fluttuava una vasto gruppo di candele, al centro erano disposte 4 lunghissime tavolate, ognuna rappresentante la propria Casa, ed in fondo alla sala c'era la tavola dei docenti.
La Mcgranitt, con in mano un'ampia lista, si dispose davanti alla tavola dei professori vicino ad uno sgabello con appoggiato sopra un vecchio cappello.

<< Quando chiamerò i vostri nomi, verrete avanti, vi siederete qui sopra e io vi poserò il Cappello Parlante sulla testa e così sarete smistati nelle vostre Case..cominciamo!>> i ragazzi, in preda ad una lieve ansia, si misero un po' più stretti fra loro, Serena ed Harry in particolare si stringevano la mano, preoccupati per quando sarebbe arrivato il loro turno.

<< Hermione Granger!>> Hermione avanzò abbastanza sicura, il capello le fu posato in testa e questo iniziò a parlare.

<< Mmmh, sì..molto bene, ci sono! GRIFONDORO!>> esclamò il Cappello Parlante e in quel momento i ragazzi più grandi della tavola dei Grifondoro si alzarono tutti applaudendo alla nuova arrivata.
L'appello continuò:

<< Susan Hossas!>>

<< TASSOROSSO!>> da lì in poi si susseguirono svariati nomi, finchè non arrivò il momento dell'odioso ragazzo biondo.

<< Draco Malfoy!>> ancora prima che il ragazzo potesse sedersi, il Cappello aveva enunciato con la velocità di un lampo << SERPEVERDE!>> la tavola dei Serpeverde accolse calorosamente il loro nuovo componente; Ron intanto si avvicinò ad Harry e Serena sussurrandogli una cosa riguardante quella particolare Casa << Sapete.. quasi tutte le streghe e maghi diventati cattivi era stati smistati in Serpeverde.>> i due fratelli si guardarono perplessi.

<< Harry Potter!>> finalmente arrivò il suo turno, sulla sala era calato uno strano silenzio improvviso. Serena prima che Harry potesse muoversi gli diede un forte abbraccio che commosse quasi tutti gli insegnanti: proprio al centro della loro tavolata vi era seduto un uomo anziano con al barba bianca lunghissima, anche lui indossava un cappello a punta, era il Preside Albus Silente che, come molti degli insegnanti, fece un'espressione commossa alla vista di quell'abbraccio fraterno; ma solo uno di loro, seduto verso l'angolo sinistro della tavola, non sembrò affatto intenerito da quella scena; era un uomo vestito completamente di nero, incluso il mantello che indossava sopra la casacca, il viso era lungo e duro, la pelle era pallida e aveva dei capelli neri lunghi che gli arrivavano fin sotto al collo e anche gli occhi erano neri, quasi fossero fatti di vetro per quanto erano privi di emozioni positive, infatti l'unica reazione che ebbe davanti alla scena dell'abbraccio dei bambini fu solo una smorfia di disgusto.
Alla fine dell'abbraccio, Serena gli augurò buona fortuna.

<< Allora ci siamo, rimarremo per sempre insieme, qualunque cosa accada.>> disse lei convinta delle sue parole.

<< Sì sorellona, però ora dovrei andare.>>

<< Ah già, scusa.>>

Harry avanzò verso il Cappello che, una volta posato sulla sua testa, ebbe una strana reazione.

<< Difficile, molto difficile...ha coraggio da vendere vedo e anche desiderio di mettersi alla prova, ma dove ti potrei collocare?>> in quel momento il Cappello notò che il ragazzino stava mormorando qualcosa del tipo “ non Serpeverde, ti prego”: infatti Harry non voleva assolutamente finire nella stessa Casa di quell'antipatico di Malfoy, qualsiasi altra Casa sarebbe stata meglio.

<< Perchè non Serpeverde? Potresti diventare grande sai, è tutto qui nella tua testa...e Serpeverde ti aiuterebbe ad intraprendere la via della Grandezza, non c'è alcun dubbio. No? Beh, credo che sarà meglio....GRIFONDORO!>> e la tavola dei Grifondoro esultò rumorosamente scandendo chiaramente “abbiamo Potter, abbiamo Potter!” ed Harry corse felice verso di loro, gettando un'occhiata a sua sorella, sperando che a lei venisse smistata in Grifondoro come speravano anche altri ragazzi lì seduti vicino a lui.

<< Serena Potter!>> ecco.. era arrivato il momento, il giudizio finale.
Serena guardò Harry preoccupatissima, lui in risposta le fece il segno delle dita incrociate e si tranquillizzò un tantino. Il cuore però continuò a batterle ad un ritmo spaventosamente veloce.

<< Mmmmh.. anche tu mia cara non scherzi a mettermi in difficoltà! Vediamo.. hai un ottimo cervello, enormi capacità innate addirittura, desiderio di imparare...>> il Cappello fece una breve pausa <<...sai piccola, mi ricordi molto uno studente che ho smistato parecchi anni fa...>> Serena sembrava confusa <<...allora direi che ti troveresti bene a....>> ci fu una pausa che, per alcuni, sembrò durare un'eternità << ...SERPEVERDE! >> alla decisione del Cappello l'intera Sala Grande si ammutolì. Nessun Potter era mai stato smistato nella Casa di Salazar Serpeverde, tutti gli insegnanti rimasero increduli e basiti, incluso l'uomo tutto vestito di nero: infatti in quel momento Silente volse lo sguardo verso di lui preoccupato, l'uomo in nero lo ricambiò con uno sguardo stupito ed inorridito.
Il silenzio calato nella sala fu rotto dall'immenso boato di felicità degli studenti della tavolata Serpeverde che, urlando “ anche noi abbiamo Potter! Alla faccia vostra Grifondoro!”, accolsero calorosamente Serena che stranamente si sentì sia triste, per non essere finita con suo fratello Harry nei Grifondoro, sia molto felice per come fu accolta letteralmente a braccia aperte dai suoi nuovi compagni; forse era solo una stupida diceria che tutti i Serpeverde erano cattivi, da come alcuni studenti del secondo anno le sono venuti incontro non le sembravano neanche lontanamente cattivi, anzi il contrario! Anche se però aveva potuto ipotizzare una certa rivalità fra le Case Grifondoro e Serpeverde.
Mentre si incamminava verso la tavola della sua nuova Casa, Serena incrociò lo sguardo dell'uomo vestito di nero, il quale la scrutò attentamente con la solita espressione seria; lei ne fu abbastanza intimorita, ma non ci pensò più di tanto e andò a sedersi vicino ad alcune ragazze; intanto voltò il viso verso Harry, che la stava guardando dispiaciuto per l'inaspettato esito del loro smistamento, e gli fece un'espressione simpatica come dire “ oh, purtroppo è andata così, dovremmo farci il callo”.
Alla fine della Cerimonia di Smistamento, il professore anziano si alzò e andò verso un leggio a forma di gufo che era posto davanti alla tavola dei docenti.

<< Buona sera studenti! Prima di tutto, benvenuti ad Hogwarts! Per i ragazzi del primo anno, mi presento...il mio nome è Albus Silente, Professore e Preside della scuola. Prima di iniziare il banchetto, ci sono alcune regole fondamentali che dovete sapere: nessuno studente ha il permesso di girovagare per la scuola di notte dopo l'orario di rientro nei dormitori; l'accesso alla foresta e al Terzo Piano è severamente proibito, a meno che non vogliate fare una brutta fine...>> tutti gli studenti quasi deglutirono nervosamente all'unisono <<....se rispetterete tali regole, alle vostre Case verranno assegnati dei punti, ma se le infrangerete ve ne saranno tolti a seconda della gravità e ovviamente sarete messi in punizione per un certo lasso di tempo; alla fine dell'anno la Casa con più punti ottenuti vincerà la coppa delle Case. Detto ciò.. abbia inizio il banchetto!>> in quel momento su tutte le tavole apparve ogni sorta di cibo immaginabile.

<< Wowww! Accidenti, ma chi ce la fa a mangiare tutta questa roba?!>> domandò Harry allibito e compiaciuto da tutte quelle leccornie

<< Ce la fai, ce la fai...non ti preoccupare!>> disse uno degli studenti più grandi scherzando. Tutti cominciarono ad abbuffarsi, Serena invece fu molto composta, non mangiò più di quel che si sentiva; intanto iniziò a fare amicizia con alcuni ragazzi e ragazze vicino a lei, soprattutto con una di queste in particolare: aveva i capelli castano rossicci e gli occhi azzurri.

<< Ciao Serena, io sono Elizabeth Parker, tanto piacere!>>

<< Ciao, piacere mio.>> rispose Serena educatamente, in quel momento notò che gli occhi della ragazza dall'azzurro che erano passarono ad un altro colore, diventarono rosa fucsia.

<< AAAAHHHH!>> sussultò Serena stupita, stava quasi per cadere dalla sedia.

<< Cosa c'è? Che hai, stai male?!>>

<< I...i tuoi occhi! Sono...>>

<< Aaah questi dici?! Non preoccuparti, è un mio difetto magico congenito, ogni volta che cambio stato d'animo mi cambia il colore delle iridi.>> disse ridendo.

<< E fucsia per quale stato d'animo sta?>>

<< Felicità.>>

<< Forte!>> esclamò Serena entusiasta della sua nuova amica.

<< E tu Ser, posso chiamarti così vero? Hai qualche dono magico particolare? Da quel che ha detto il Cappello Parlante prima, pare che tu possa fare grandi cose.>> chiese Elisabeth incuriosita.

<< Eh..non lo so di preciso, al momento mi pare di non saper fare niente.>> disse con aria abbattuta.

<< Mmmh... forse non ti si è ancora manifestato, vedrai che dopo un po' di tempo scoprirai la tua dote, però non bisogna confonderla con la magia involontaria, quella ti si manifesta quando meno te lo aspetti! Aahahah!>>

<< Senti Elizabeth...>>

<< Chiamami pure Liz, lo fanno tutti ormai.>>

<< Va bene..Liz. Sai dirmi chi è quello?>> chiese Serena indicando l'uomo vestito di nero.

<< Ah..quello è il Professor Severus Piton, è il nostro Capo Casa sai.>> Serena spalancò occhi e bocca << Sì lo so, è proprio degno del suo nome e non è il massimo come persona: è scorbutico, antipatico, cattivo, spaventoso e per niente affascinante! Ma almeno essendo “suoi” studenti ci da un leggero vantaggio sulle altre Case: di solito cerca sempre di favorire noi di Serpeverde.>>

<< Ah, ma non è imbrogliare così? Gli insegnanti dovrebbero essere imparziali con gli studenti!>>

<< Sì in realtà dovrebbe essere così... ma chi se ne frega, no!? E' una pacchia essere favoriti!>>

<< Ok, se lo dici tu.>> rispose Serena rassegnata << E chi è quello con cui sta parlando?>> domandò riferendosi ad un uomo con il capo avvolto da un turbante viola << E' il Professor Raptor, è l'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, personalmente credo che non valga un tubo! E' troppo insicuro, è balbuziente e appena denota la minima difficoltà se la da a gambe.>>

<< Un cuor di leone proprio!>> disse sarcasticamente Serena facendo scatenare una bella risata a Liz.

<< Aahahahah! Sei davvero una Serpeverde, bella! Sai.. nessuno della famiglia Potter era mai stato smistato nella nostra Casa: erano tutti degli sciocchi Grifondoro, tu invece... sei speciale, e si vede!>>

<< Eheh grazie.>> era ancora un po' timida nei confronti dei suoi nuovi compagni, ma pian piano si sarebbe sciolta, come disse Ron precedentemente in treno.
Dopo cena i Prefetti di ogni Casa accompagnarono gli studenti più giovani verso i rispettivi dormitori. Prima di seguire i suoi compagni Grifondoro, Harry fermò Serena davanti all'ingresso della Sala Grande:

<< Beh, sorellina? Come ti trovi fra le Serpi?>>

<< Non sono così male! Mi sono simpatici, ho già fatto amicizia con qualcuno di loro.>> disse soddisfatta.

<< Quindi ora ci dobbiamo salutare, immagino.>> disse Harry con voce triste.

<< Credo di sì, ma non ti preoccupare, avremo modo di incontrarci: c'è la possibilità di avere lezioni in comune.>> disse Serena rassicurando il fratellino.

<< Già.>>

<< Ora devo proprio scappare, ciao Harry, buonanotte, a domani!>>

<< Buonanotte.>> e così anche Harry raggiunse i sui compagni.
Lungo il tragitto verso i sotterranei, dove si trovava la Sala Comune dei Serpeverde, Serena si voltò verso Liz per farle una domanda:

<< Ehi, Liz, che tu sappia.. domani mattina quale sarà la nostra prima lezione?>>

<< Allora, fammici pensare un attimo...la prima dovrebbe essere Pozioni con il Professor Piton.>>

<< Oh cavolo.>> il viso di Serena si era ammutolito di colpo.

<< Aahah ti capisco, la prima volta con lui fa sempre questo effetto, ma dopo un po' ci si abitua a tutto, persino al suo caratteraccio.>> questa affermazione non rincuorò Serena per niente, anzi la faceva sempre ripensare allo sguardo glaciale del suo Capo Casa.
Arrivati davanti ad un quadro del Dottor Jekyll, quest'ultimo si mosse chiedendo con inquietante eleganza << Parola d'Ordine ?>> il Prefetto dopo rispose << Callidum Inventum.>>

Una volta entrati nella Sala Comune, che era buia e cupa ( il nero e il verde erano i colori dominanti là dentro ) e avvolta da una strana aura di mistero, il Prefetto si rivolse agli studenti.

<< La Parola d'Ordine è assolutamente segreta, non dovrete mai rivelarla a nessuno delle altre Case né tanto meno scordarvela, chiaro?>> tutti annuirono.

<< Il dormitorio delle ragazze è qui a destra, mentre quello dei ragazzi è a sinistra. Troverete già nelle vostre stanze tutti i vostri effetti, vi auguro buonanotte, a domani.>> auguratisi tutti la buonanotte, Serena e le altre ragazze si avviarono verso il loro dormitorio, finchè qualcosa trattenne Serena per un braccio, era quell'odioso Malfoy.

<< Ehi fai parte dei nostri allora!? Ergo non sei santarellina come quello scemo di tuo fratello, bene, almeno uno dei due si è “salvato”!>> Serena non era stupida, aveva capito lo spietato doppiosenso di quella parola e infatti SCIAFF gli tirò un tale ceffone che gli rivoltò la faccia.

<< Cavolo, mi hai fatto male!>>

<< Era proprio quello che speravo di farti.>> rispose fredda Serena, gli ha mostrato di che pasta era fatta.

<< Hai proprio un bel caratterino! Si vede che sei una Serpeverde, ci divertiremo tanto quest'anno, ne sono sicuro.>> viscido, viscido,viscido era l'unica parola che poteva pensare costantemente la ragazza per descrivere quell'orribile ragazzino .

<< Non vedo l'ora.>> rispose lei più irritata che mai e, dopo quell'ultima ripicca, che lasciò Draco dolorante e sorpreso nel vedere quanto fegato avesse questa Potter, Serena se ne andò per la sua strada.
Entrata in camera trovò tutta la sua roba vicino ad un letto a baldacchino, si mise il pigiama e rimase per qualche minuto, accarezzando la sua amica pelosa Bast che le si era accucciata sul grembo facendo le fusa, a contemplare il poco panorama che si poteva osservare dalla finestra della stanza, sperando che il primo giorno di scuola incominciasse nel migliore dei modi.

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Capitolo 5
*** Le Prime Lezioni ***


                                                           Le Prime Lezioni

 

Silente, quella mattina, passeggiava avanti e indietro per lo studio, come era solito fare quando aveva qualche pensiero per la testa. In quel momento il fuoco del camino si fece verde e vi apparve la figura cupa di Severus Piton.

<< Mi hai fatto chiamare, Albus?>>

<< Ah buongiorno, ragazzo mio, vieni pure avanti! Hai passato una buona nottata?>> chiese scherzosamente Silente, sapendo perfettamente come Piton l'avesse passata realmente, ma si divertiva sempre a fargli domande del genere per vedere le sue conseguenti espressioni irritate.

<< L'ho passata come al solito...insonne. Questa però è stata particolarmente irrequieta.>> disse annoiato e stanco in volto.

<< E' per via della signorina Potter per caso?>> Piton non rispose, distolse solo lo sguardo.

<< Andiamo, Severus. Cosa c'è che ti disturba tanto in lei?>>

<< Nulla, figuriamoci. Non spreco il mio prezioso tempo a rimuginare sul fatto che una della famiglia Potter, per la prima volta dopo secoli, sia stata smistata proprio nella mia Casa invece che in Grifondoro.>> disse sarcasticamente.

<< Beh, di certo è stata una bella sorpresa per tutti, oltre che per te. Però non lasciarti ingannare dall'apparenza, ragazzo mio, non trarre giudizi affrettati. Mi pare una bambina molto intelligente: da quel che ho saputo, è già riuscita a farsi degli amici, sia di Grinfondoro, anche se pochi, a parte suo fratello Harry, e quasi tutti quelli di Serpeverde. E sappiamo benissimo entrambi che non è cosa semplice essere subito simpatici ai tuoi studenti! Sarebbe davvero stupefacente se Serena potesse dare inizio ad una cosa simile come la cooperazione fra Case diverse - Non ti sembra un'ottima prospettiva?>>

<< Sì sì, certo.>> disse indifferente e lievemente disgustato al pensiero che i Serpeverde potessero collaborare con un'altra Casa, specialmente con quella dei Grifondoro.

<< Ammetto, in effetti, che è stata piuttosto astuta a farsi accettare così in fretta. Questo glie lo posso concedere.>> disse Severus un po' a malincuore.

<< Già, davvero.>>

<< Scusami, Albus. Ma ora devo andare.>>

<< Oh sì, certo Severus! Fai una buona lezione...e, per carità, fai il bravo.>> disse Silente con tono divertito, mentre si sedeva sulla sua poltrona.

<< Non prendermi in giro, Albus! Non sono più uno studente!>>

<< Hai capito cosa intendo.>> disse Silente ghignando.

<< Sì, come no.>> così Piton se ne andò con aria più minacciosa del solito, irritato ancora di più dal discorso del Preside.

 

 

******

 

 

Serena, quella notte, non riuscì a chiudere occhio: era troppo eccitata ed emozionata all'idea di essere una strega e che, fra poche ore, avrebbe iniziato ad imparare “i trucchi del mestiere”. L'unica nota negativa era che la prima lezione della giornata l'avrebbe dovuta passare in compagnia del Professor Piton: quell'uomo la faceva sentire spaventosamente a disagio, da quando – e come – l'aveva osservata dopo lo smistamento nella sua Casa. Che non la volesse fra le sue Serpi? Che problema aveva con lei? Non la conosceva nemmeno. Mah....chi lo sa!
Il sole splendeva, erano le 7.00 e Serena pian piano si stava svegliando, grazie anche ai pigri borbottii delle sue compagne di stanza; anche Harry stava provando a svegliarsi, ma sicuramente i suoi compagni sarebbero stati decisamente più rumorosi delle ragazze.
Dopo essersi lavata e vestita, Serena insieme ai suoi nuovi compagni si avviò verso la Sala Grande a fare colazione.

<< Mamma mia che nottataccia!>> esclamò stanca Serena, con un occhio semi aperto e l'altro chiuso.

<< Come mai non sei riuscita a dormire? Hai fatto qualche incubo?>> chiese incuriosita Liz.

<< No, niente incubi. Ma non riuscivo a spegnere il cervello, non riuscivo a smettere di pensare a oggi... all'anno scolastico in genere....a mio fratello che è finito nei Grifondoro e io in Serpeverde. Siamo sempre stati insieme e ho paura di non riuscire a...controllarlo.>> disse preoccupata.

<< Gli vuoi molto bene vero? Di solito fratello e sorella sono spesso in competizione e a volte finiscono per odiarsi di brutto.>> disse scherzosamente Liz.

<< Sì, gliene voglio molto. Sai, noi non abbiamo mai avuto motivo per competere: i nostri genitori, come sai, sono morti quando eravamo piccolissimi, quindi non potevamo batterci per il loro amore, né tanto meno per quello degli zii, visto che non ce ne hanno mai voluto e, per questo, siamo sempre stati uniti per darci coraggio a vicenda e andare semplicemente avanti.>>

<< Accidenti, Ser...non so come tu sia riuscita a rimanere sana di mente dopo 11 anni di questo inferno Babbano!>>

<< Eh eh...a volte me ne stupisco anch'io.>>

<< Vabbeh dai, mangiamo!>> esclamò Serena << Se dobbiamo affrontare la prima ora col “pipistrello” là dovremo essere in forze per uscirne vivi e indenni, no?!>> i compagni attorno a lei, sentendo quell'affermazione si cacciarono a ridere.

<< Come fai a sapere che tutti lo chiamano così?!>>

<< Così come? Pipistrello intendi? NOOO! Ma davvero?!>> chiese ridendo.

<< Sì!! Per via del suo mantello nero che, quando svolazza, lo fa sembrare un pipistrellone!>>

<< Aahahahaha o mio Dio!>> le risate continuarono per parecchi minuti.

Nel frattempo arrivarono i gufi con la posta, ovviamente sia Harry che Serena non ricevettero nulla, quindi Harry prese in prestito da Ron il giornale “La Gazzetta del Profeta”.Leggendo la prima pagina, che era piena di immagini in movimento, ci fu un articolo in particolare che attirò la sua attenzione: “Gringott Rapinata!”

 

 

 

La Gringott, banca dei maghi, è stata scassinata proprio questa notte. I Folletti dichiarano che la camera blindata 713 è stata forzata, anche se non è stato trafugato nulla. La stessa camera era stata svuotata precedentemente lo stesso giorno.”

 

 

 

In quel momento, ad Harry ritornò in mente quel giorno a Diagon Alley quando Hagrid andò a sbrigare una faccenda top secret.

<< Ehi Ron, leggi qui! Scommetto che Hagrid è andato a ritirare quella cosa da questa camera blindata!>>

<< Quella cosa....cosa?>> chiese giustamente confuso Ron, visto che non era presente quel giorno con loro.

<< Quando Serena ed io andammo a comprare gli attrezzi e i libri scolastici, Hagrid ha detto che doveva andare a sbrigare un faccenda importantissima per conto di Silente. Ecco! Scommetto che era andato alla Banca a prelevare quell'oggetto misterioso da questa camera blindata!>>

<< E cosa ne sai che non si tratti di un'altra camera?>>

<< Non lo so, me lo sento e basta. E mi pare strano che il giornale pubblichi un articolo riguardante il furto di un stanza blindata in particolare, ciò significa che al suo interno conteneva qualcosa di molto importante.>>

<< Ok, se lo dici tu. Hagrid ti ha detto cosa era andato a prelevare?>>

<< No, non ha voluto dirmelo.>>

 

******

 

Dopo la colazione, Harry e Serena si incontrarono lungo il tragitto per i sottorranei:

<< Hei buongiorno, sorellina! Come stai? >> disse Harry.

<< Ciao, piccolo! Mmmh...non mi lamento. Hai anche tu la prima ora di Pozioni?>>

<< Eh sì. Che fortuna essere finito nel tuo stesso programma di lezioni!>> disse abbracciandola.

<< Ehi sta buono! Mi fai cadere, scemotto!>> in effetti non era una mossa molto intelligente saltare addosso a qualcuno mentre si scendono le scale.

<< Speriamo di avere per i prossimi 6 anni lo stesso orario!>>

<< Beh..mi pare di aver capito, da quello che ha detto il nostro Prefetto, che avremo le stesse materie basilari fino al secondo anno e che dal terzo in poi dovremo sceglierne altre due fra 4 o 5 nuove materie che verranno aggiunte al programma. Quindi potremo vederci senza fare i salti mortali solo per questi primi 2 anni.>> Harry ci rimase un po' male.

<< Forza! Non è poi la fine del mondo! Non vorrai mica avermi fra i piedi sempre, vero?!>>

<< Certo che no!>> borbottò fortemente Harry.

<< E allora dove sta il problema sciocchino?!>> disse prendendogli la testa sotto al braccio e con l'altro fargli una bella scapocciata.

<< Ahahaha dai smettila, mi fai male! Lasciami!>> Serena lo mollò quasi subito, per poi dargli una piccola spinta, incitandolo a muoversi.

<< Dai sbrigati, faremo tardi! E dopo chi lo sente il Prof. ?!>>

Una volta sistemati nell'aula di Pozioni, che era piena di calderoni fumanti, di ampolle contenenti svariate erbe e occhi di chissà quale bestia ( sembrava il set di un film Horror o di Fantascienza! ), gli studenti fecero un sussulto improvviso, causato dall'entrata furente del Professor Piton, il quale si avviò nervosamente verso la sua scrivania.

<< Non ci saranno sventolii di bacchette o stupidi incantesimi in questo corso!>> urlò letteralmente.
<< Come tale...non mi aspetto che molti di voi apprezzino la sottile scienza e l'esatta arte del preparare pozioni, comunque ai pochi scelti dal fato...>> disse spostando lo sguardo verso i suoi studenti Serpeverde, escludendo Serena <<....che possiedono la predisposizione....>> Draco Malfoy pendeva dalle labbra del Professor Piton e Serena guardò il suo compagno con aria divertita, era davvero patetico <<....io posso insegnare come stregare la mente e irretire i sensi...>> disse incrociando le braccia avvolte dal mantello nero e osservando minacciosamente gli studenti <<....posso dire come imbottigliare la fama....approntare la gloria, fino anche mettere un fermo.. alla morte.>> Draco fece un'espressione compiaciuta all'ultima frase.
<< Tuttavia...>> continuò spostando lo sguardo irritato verso Harry, il quale stava scrivendo sul suo quaderno quello che stava dicendo il Professore, ma quest'ultimo lo intuì come un'arrogante gesto di mancanza di rispetto e di attenzione nei suoi riguardi <<.... magari alcuni di voi sono venuti a Hogwarts in possesso di abilità così formidabili da sentirsi completi abbastanza...DA NON.. PRESTARE.. ATTENZIONE! >> disse alzando il tono della voce; Serena si voltò con aria preoccupata – dai smettila di scrivere e alza gli occhi, stupido!- pensò. Per fortuna che c'era Hermione seduta accanto a lui che, con una piccola gomitata, attirò l'attenzione di Harry verso un arrabbiatissimo Severus Piton.

<< Signor Potter...la nostra nuova celebrità.>> disse con disprezzo.

Serena guardò Piton supplicandolo mentalmente di non ucciderlo.

<< Dimmi.. cosa ottengo se verso della radice di Asfodele in polvere in un infuso di Artemisia?>> domandò, come si trattasse di un'interrogazione a sorpresa, infatti era così. In quel momento Hermione alzò scattante la mano, pronta a dare la risposta giusta.
Harry invece scosse la testa, non sapendo rispondere alla domanda.
Serena lo osservò, leggermente compiaciuta, di sicuro non le piaceva affatto la situazione in cui si era cacciato suo fratello. Ma che diamine! Glie lo aveva detto e ripetuto sul treno che ci sarebbe stata la possibilità di un qualche test di ingresso - te lo avevo detto che prima o poi ci avrebbero interrogati, accidenti a te Harry! - pensò.

<< Non lo sai? Allora riproviamo...dove guarderesti Potter se ti chiedessi di trovarmi un Bezoar?>>

<< Non lo so signore.>> scosse nuovamente la testa, mentre Hermione aveva sempre la mano alzata.

<< E qual è la differenza tra Aconito e Luparia? >> Hermione si stava praticamente spezzando in due per sperare che Piton le permettesse di rispondere.

<< Non lo so signore.>> scosse ancora la testa.

<< Peccato. E' chiaro che...la fama....non è tutto. Vero, signor Potter?!>> disse Piton sarcasticamente. Harry non rispose, si limitò solo a guardarlo con aria di sfida; non gli piaceva per niente quell'insegnante.
All'improvviso Serena cominciò ad alzare lentamente la mano. Piton la notò quasi immediatamente.

<< Hai qualcosa da dire al riguardo, signorina Potter?>> chiese sempre più irritato.

<< Se mi permette Professore, vorrei provare a rispondere io alle domande che ha posto.>> disse lentamente. Piton alzò un sopracciglio, alquanto sorpreso dall'intervento della ragazzina.

<< Bene...mi ha incuriosito, signorina Potter. Vediamo se almeno uno dei due è riuscito a salvarsi dal profondo abisso dell'ignoranza.>> disse guardando Harry ghignando freddamente.

<< Inizia pure.>>

<< Allora...se verso della radice di Asfodele in polvere in un infuso di Artemisia ottengo un sonnifero potentissimo noto come Distillato di Morte Vivente; il Bezoar è una pietra che si trova dentro la pancia delle capre e che salva da molti veleni; infine..non c'è alcuna differenza tra Aconito e Luparia perchè sono stessa la pianta, chiamata soltanto con due nomi diversi.>>

Sulla classe cadde uno strano silenzio: tutti gli alunni erano rimasti sorpresi dalla risposte date dalla loro compagna, inclusi i suoi Serpeverde ed Hermione, ovviamente, che fece una piccola smorfia di rabbia – ma come ha osato?! Toccava a me rispondere! - pensò. Soprattutto Piton rimase particolarmente scioccato dalle risposte che aveva dato e l'unica sua reazione fu una semplice, insolita e rara, per lui da dire a uno studente, parola:

<< Brava.>> tutti quanti sgranarono occhi e orecchie, increduli da quello che avevano appena udito dal loro Professore.

<< E' inusuale che una studentessa del primo anno come lei conosca già alcuni di questi argomenti. Mi dica, signorina Potter, chi le ha insegnato?>> chiese incuriosito.

<< Nessuno, signore.>> Piton alzò un sopracciglio << Ho letto quasi tutto il Manuale di Pozioni durante il viaggio in treno per Hogwarts.>> rispose un tantino imbarazzata nel sentire alcuni dei compagni delle altre Case dire sottovoce – poverina, non sa quando è il momento di divertirsi e quando di studiare; che sfigata! Ecc. – Piton non ignorò quei commenti in sottofondo, che misero alquanto a disagio Serena, la quale si era rannicchiata su se stessa con le spalle e serrando gli occhi.

<< SILENZIO!>> disse ad alta voce e la classe si ammutolì di colpo. Di sicuro quell'uomo sapeva come farsi rispettare.

<< Invece di sparlare alle spalle della vostra compagna, perchè non usate il tempo che avete per prendere appunti?! Visto che le risposte che ha dato erano tutte corrette! >> nessuno si mosse, Serena intanto alzò lo sguardo verso Piton e gli regalò un piccolo sorriso. Piton, vedendo quell'innocente gesto di ringraziamento, mise immediatamente fine al contatto visivo con gli occhi della ragazza e continuò a parlare.

<< Oppure siete così intelligenti da non averne bisogno? Ne dubito. Avanti, muovetevi! >>

gli studenti aprirono subito i loro quaderni e iniziarono a scrivere, mentre Piton si stava andando a sedere alla sua scrivania.

<< Quelli di Grifondoro...annotino che 5 punti verranno tolti alla loro Casa...>> tutti i ragazzi Grifondoro si voltarono verso Harry, guardandolo in modo malevolo per avergli fatto perdere preziosi punti <<....e che questi 5 vengano assegnati a quelli di Serpeverde.>> disse infine Piton, accennando per poco una cosa che sembrava essere vagamente un sorriso; forse si trattava sempre di un ghigno, ma più gradevole. I ragazzi Serpeverde iniziarono a congratularsi con Serena.

<< Sei grande Serena!>>; << Bravissima!>>; << Faremo sempre affidamento su di te per conquistare punti!>> le dissero i suoi compagni, dandole delle piccole pacche sulla schiena.

<< Va bene, ragazzi, grazie.>> disse con una felicità che non aveva mai provato prima, era bello sentirsi... essenziale.

<< Ora basta! Credo che la signorina Potter abbia fatto il pieno dei vostri elogi per oggi, continuate a scrivere! E.....badate bene: anche VOI ALTRI dovete studiare, altrimenti non ci penserò un secondo a togliervi punti, chiaro?!>> disse ad alta voce Piton, il quale continuò la sua lezione in pace.

 

******

 

 

Dopo Pozioni, gli studenti si dovettero avviare verso il campo aperto che si trovava fuori dalle mura interne della scuola. Fra pochi minuti avrebbero avuto la prima lezione di Volo sulla Scopa.
Lungo il tragitto Harry si affiancò a sua sorella.

<< Certo che potevi anche startene zitta, però!>>

<< Ho solo risposto alle domande che avevo posto il Professore.>> rispose Serena impassibile.

<< Mi hai fatto fare la figura dello stupido!>>

<< Senti, chiariamoci subito!>> fece Serena fermando Harry per un braccio << Non è colpa mia se tu non hai prestato attenzione al Professor Piton quando ha messo piede in classe e né se non hai saputo rispondere alle sue domande! Io invece le sapevo e mi sono sentita in dovere di rispondere, visto che la situazione si stava facendo tesa fra voi due!>>

<< Ma io stavo scrivendo quello che stava dicendo. Ero attento!>> ribattè Harry indignato.

<< Per stare attenti a quello che dice una persona bisogna sì ascoltarla, ma anche guardala negli occhi! Se chiederà di scrivere appunti allora inizierai a scrivere, ma principalmente quando spiegherà qualcosa sulle pozioni, come gli ingredienti da usare, dove trovarli e via dicendo, e non quando parla di se stesso o di che cosa è in grado di insegnare! Quell'uomo si fa capire già fin troppo bene a parole senza dover riportale sul foglio!>> gli spiegò Serena a tono severo.

<< E poi te lo avevo già detto e ripetuto in treno di iniziare a leggere qualcosa sulla magia e le sue varianti, o mi sbaglio forse?!>> Harry si sentì spiazzato.

<< Appunto. Perciò vedi di assumerti le responsabilità delle tue decisioni per una buona volta e comincia a studiare!>> Harry si sentiva un vero mocciosetto in quel momento, non aveva mai visto questo lato di sua sorella.
In quell'attimo si avvicinarono Liz e un'altra ragazza Serpeverde.

<< C'è qualche problema qui, Ser ?>> disse Liz guardando i due fratelli - Ser ?? Da quando in quà si fa chiamare così da altri oltre me?!- pensò Harry.

<< No, grazie Liz. Va tutto benissimo.>> disse Serena lanciando uno sguardo serio e deluso verso suo fratello e si avviò verso il campo di volo; le due compagne Serpeverde la seguirono, lanciando, anche loro, ad Harry, uno sguardo disgustato. Anche Harry infine, attenuati i nervi, raggiunse i suoi compagni Grifondoro.
Arrivati al campo, gli studenti si disposero in due file parallele e a terra, vicino ad ogni studente, vi era posto un manico di scopa.
In pochi minuti arrivò Madama Bumb, l'insegnante di volo.

<< Benvenuti alla prima lezione di Volo! Forza, mettetevi alla sinistra della vostra scopa, stendete la mano destra sulla scopa e dite SU!>>

Tutti i ragazzi iniziarono a dire SU. Ad Harry la scopa rispose subito: il manico si sollevò velocemente verso la sua mano. Hermione si voltò verso di lui scocciata; stava avendo qualche problema a tirar su la sua. La scopa di Serena, dopo un paio di tentativi, rispose, mentre ad alcuni, incluso Ron, non si mosse per niente, e ad altri saltellava a terra.

<< Coraggio ragazzi! Ditelo con sentimento!>>

Allora Ron disse un SU alquanto potente.

<< SU !! >> la scopa si sollevò di scatto e il manico andò a sbattere violentemente contro il suo naso, facendolo sanguinare.

<< Oh santo cielo! Devo portarti subito in Infermeria, signor Weasley. Credo che con quel colpo ti si sia rotto il naso.>> Madama Bumb sfiorò il naso del ragazzo che si scostò dal dolore.

<< Sì..è decisamente rotto. Su andiamo. E a tutti voi altri, mi raccomando, non voglio vedere alcuna scopa in aria mentre accompagno il signor Weasley, altrimenti si ritroverà espulso da Hogwarts ancor prima di dire “ Quidditch”!>> disse Madama Bumb avviandosi con Ron verso l' Infermeria.
Poco dopo, apparve in aria una piccola cosa viola-bluastra volante: aveva 4 braccia e le orecchie lunghe a punta. Tutti gli studenti cercarono di ammazzare il tempo tentando di acchiappare la piccola “ fatina”.

<< Ehi guardate! Che cos è? Dai prendiamola!>> un paio di ragazzi, uno di Corvonero e l'altro di Tassorosso, per acciuffarla, si scontrarono comicamente e caddero a terra. Poi Hermione dovette per forza mettere bocca anche questa volta.

<< So perfettamente che creatura è: si tratta di un esemplare di Folletto della Cornovaglia, sono velocissimi e non si fanno prendere così facilmente. Anzi non si fanno prendere affatto!>> disse con aria saccente.

Serena, sentendo per l'ennesima volta “le perle di saggezza” della Granger, storse la bocca e alzò gli occhi al cielo insofferente; Hermione la notò e la prese piuttosto male.

<< Hai qualche problema con me, Serena? O c'è qualcosa che vorresti dirmi?!>>

<< Noooo! Perchè mai dovrei avere un problema con te? E poi hai già detto tutto tu, mi pare!>> rispose sarcastica Serena.

Hermione cominciò ad alterarsi. << Senti...non so perché tu ce l'abbia con me, ma ti consiglio di smetterla...>>

<< Se no che fai?! Mi farai la lezioncina su come relazionarsi con la gente?!>> incalzò Serena. Hermione rimase pietrificata.

Serena non riuscì più a trattenersi << Sai perchè la gente non ti sopporta?! Ti sei mai resa conto del fatto che nessuno ti chiede mai qualcosa volontariamente?>>

Hermione continuò a rimanere in silenzio e spostò lo sguardo verso il basso.

<< Ti senti sempre in dovere di dire la tua opinione su tutto e tutti ed in ogni momento, dimostrandoti compiaciuta dei tuoi commenti e guardando gli altri dall'alto in basso! Ma chi ti credi di essere!!? Alla fine, non credo che tu sia qui in veste di docente, no?!>>

Hermione era ammutolita.

<< Ma come osi!?>> disse una sua compagna Grifondoro che aveva per caso ascoltato il battibecco fra le due ragazzine.

<< Ehi, che succede qui!? E voi Grinfondoro abbassate la criniera eh!>> intervennero anche altri due ragazzi Serpeverde, arrivati ad appoggiare Serena nella discussione.

<< E voi dovreste tenere a bada la vostra amica “serpe sputa veleno”!>>

<< Guardate che Serena ha detto solo la verità su quella lì!>> le due Case stavano per azzuffarsi fisicamente. Finchè non arrivò, sorprendentemente, Draco Malfoy a dividere le due fazioni.

<< Ehi, ragazzi! Cerchiamo di darci una calmata!>> disse Draco, lasciando di sasso tutti quanti.

<< Potremmo risolvere la cosa in modo molto semplice: che ne dite di una piccola sfida di

volo?>> no, non era cambiato per niente.

I ragazzi però sembravano interessati alla proposta.

<< E chi saranno i due sfidanti?>> chiese uno dei Grifondoro.

<< Beh, saremo io e......Potter, ti va di fare una piccola, innocua e amichevole sfida di

volo ? >>

<< Ma Madama Bumb ha proibito di volare.>> disse Harry titubante.

<< Cosa c'è Potter? Hai paura ?!>>

<< Certo che no! Soprattutto non con uno come te!>> rispose arrabbiato.

<< Bene, sfregiato! Allora...chi acchiappa per primo quel coso volante vince, ok?!>> Harry annuì.

Draco ed Harry si misero in posizione.

<< Di sicuro vincerò io, Potter!>>

<< Questo lo dici tu!>> Hermione si interpose fra loro, preoccupata per l'esito della sfida.

<< No Harry! Non se ne parla neanche! Madama Bumb l'ha vietato e per di più non sai nemmeno volare!>> In quel momento le scope dei due ragazzi si alzarono in volo velocemente inseguendo il povero Folletto.

<< Che razza di idiota!>> esclamò Hermione rassegnata. Serena per un attimo fu d'accordo con l'affermazione della Grifondoro rompiscatole.
Harry e Draco volavano velocissimi, erano così bravi che sembrava avessero volato da tutta la vita. Volarono attorno a tantissimi alberi, dentro i quali lo sventurato Foletto cercava invano di nascondersi.
Dopo un po' di tempo quest'ultimo era sfinito e di conseguenza iniziò a rallentare la sua corsa. Harry e Draco sfruttarono questa occasione per aumentare la velocità e prenderlo. Solo che all'ultimo secondo il Folletto sterzò bruscamente a sinistra prima di raggiungere il prossimo albero che era sulla traiettoria di volo: Harry, per un pelo, riuscì a far cambiare direzione alla scopa prima di andarsi a schiantare contro l'imminente tronco, mentre Draco non fu altrettanto abile, infatti perse il controllo della sua scopa e cadde a terra, col sedere alquanto dolorante.
Harry, alla fine, riuscì a raggiungere il Folletto, il quale era arrivato a volare fino alla finestra di una delle torri del castello, e lo afferrò.
Cominciò a scendere di quota per ritornare dai suoi compagni, che lo accolsero trionfanti per la grande vittoria dei Grinfondoro sui fastidiosi Serpeverde. Serena non sembrava affatto arrabbiata, un po' dispiaciuta sì perchè la sua Casa aveva perso quella sciocca sfida, ma era contenta di vedere suo fratello felice dopo così tanto tempo.
Harry non era mai stato così contento in vita sua. Finchè non gli apparve da dietro le spalle la Professoressa McGranitt.

<< Harry Potter! >> disse furente. Infatti da quella finestra, dove era arrivato a volare il Folletto, la Professoressa McGranitt avevo visto Harry in volo sulla scopa.

<< Seguimi.>> Harry, svanita tutta la contentezza accumulata in quel piccolo momento di gioia, seguì penitente la sua Capo Casa, accompagnati dai ghigni malefici dei Serpeverde, solo Serena sembrò impassibile: dopo tutto era ancora arrabbiata con suo fratello dopo averla accusata di avergli fatto fare brutta figura a Pozioni.
Ora avrebbe dovuto prendersi le responsabilità delle sue sciocche azioni.
Purtroppo Draco non fu richiamato, visto che era “atterrato” prima di Harry, e di conseguenza la McGranitt non lo aveva visto in volo.
Dopo circa 30 minuti, Madama Bumb tornò al campo e pochi minuti dopo ritornò anche Harry, con un'espressione soddisfatta in volto mai vista prima. Serena era confusa. Ma non lo aveva punito la McGranitt? - Strano, chissà cosa è successo – pensò.
Gli studenti non riferirono ciò che era avvenuto prima, sarebbero finiti tutti nei pasticci, era meglio tacere: le avevano solo detto che era dovuto correre un attimo in bagno.
La lezione proseguì tranquillamente: come primo esercizio gli studenti avrebbero solo dovuto sollevarsi in aria. Ovviamente Harry e Draco fecero bella figura, mentre gli altri ebbero qualche problema a trovare l'equilibrio giusto, infatti Serena non era molto sicura di come usare una scopa – cavolaccio! Credevo fosse più semplice! - pensò.
Per un paio di volte si era ribaltata verso terra, scatenando le risate dei suoi compagni: in effetti la scena era abbastanza comica, si ritrovava sempre a testa in giù e con la gonna dell'uniforme che rischiava di esporre le sue parti intime. Quindi la povera ragazza doveva combattere contro due problemi: la gravità e nascondere costantemente le sue virtù dagli sguardi altrui, doppia vergogna!
Ma in fondo si era divertita anche lei.

 

 

******

Dopo la lezione di Volo, gli studenti si avviarono verso la prossima lezione, quella di Trasfigurazione.
Percorrendo il corridoio, Liz si avvicinò a Serena.

<< Eehe ehi Ser! Non ti sta molto simpatica la scopa, vero?!>> disse Liz scherzando.

<< No, davvero. Lasciamo perdere che è meglio! Ho già visto che non ci sono portata! A parte che credo di aver scoperto di soffrire di vertigini, dopo questa prima esperienza di volo.>>

<< Ma dai, non ci pensare! E' normale avere un po' di fifa la prima volta. Basta solo un po' di pratica.>> disse Liz cercando di tirarla su di morale.

<< Nel mio caso, credo che non basterebbero nemmeno i prossimi 6 anni di scuola!>> disse ridendoci sopra.

Arrivati all'ingresso dell'aula di Trasfigurazione, Harry fermò un attimo Serena.

<< Serena, indovina cosa mi è successo prima con la Mcgranitt !!?>> disse tutto euforico.

<< Eh si infatti, dimmi! Credevo che ti avesse messo in castigo, cosa è successo allora?!>>

<< Sono entrato nella squadra Grifondoro di Quidditch come Cercatore!>> disse al limite della felicità.

<< Davvero ?! E come diamine è possibile?>> disse stupita Serena.

<< Beh..la McGranitt dal suo ufficio ha visto come sono riuscito ad acchiappare quel Folletto e, quando siamo usciti dal campo, mi ha portato a conoscere un certo Baston del quarto anno, che è il capitano della squadra dei Grifondoro, e la Professoressa gli ha detto   "Baston, ti ho trovato un Cercatore!” >>

<< Accidenti, bravo piccolo! Sono molto contenta per te!>> disse abbracciandolo dolcemente, ma anche un po' titubante visto che erano ancora piuttosto freschi dalla lite di prima.

<< Senti, Serena. Mi dispiace per quello che ti ho detto prima. Ero arrabbiato, frustrato e quel Professore mi sta proprio antipatico.>>

<< Pensa a me che ce l'ho come Capo Casa!>>

<< Auguri allora!>> i due fratelli scoppiarono a ridere.

<< Comunque, a me il Professor Piton è sembrato un uomo...emmh...serio.>> Harry la guardò interrogativo, il fatto che fosse serio era ovvio.

<< Nel senso di professionalità, intendo. Poi ha anche un carattere particolare...>> Serena cercava di rimanere il più rispettosa possibile.

<< Un gran bel caratteraccio vuoi dire!>> se uscì Harry.

<< Beh..dipende da quale verso lo prendi. Se gli tira male più del solito, ovviamente è meglio starsene muti come dei pesci e non provocarlo.>>

<< Sì, hai ragione.>>

<< Comunque, scuse accettate. Però inizia ad applicarti, ok?>>

<< Promesso.>>

Un ultimo abbraccio fraterno e via a lezione!
Entrati in aula e seduti ai propri posti la lezione cominciò, era tenuta dalla Professoressa McGranitt, in quel momento parve alquanto compiaciuta in volto, di solito era sempre molto composta.
Iniziò a spiegare il primo incantesimo che sarebbero andati ad eseguire quel giorno.

<< Oggi ragazzi, essendo la vostra prima lezione di Trasfigurazione, cominceremo ad allenarci su un incantesimo molto semplice: l'incantesimo Acutus. Questo incantesimo consiste nel trasformare, ovvero trasfigurare, un fiammifero in un ago.>>

Anche se era una magia piccola gli studenti erano comunque emozionati, per molti di loro era in effetti la prima che avrebbero fatto con la loro nuova bacchetta.

<< Come potete vedere, sui vostri banchi sono stati già posti, per ciascuno di voi, un pacchetto di fiammiferi. É sempre meglio abbondare nel caso in cui vi ci vogliano più tentativi per portare a compimento l'incantesimo. Dunque...prendete fuori un fiammifero, posatelo sul banco e, agitando la bacchetta in questo modo...>> fece un pigro movimento oscillante del polso <<.... pronunciate chiaramente Acutus !>>

Quasi tutti gli studenti cominciarono ad agitare le bacchette, però c'era uno dei Grinfondoro che sembrava non dare cenno di interesse per l'esercizio.

<< Signor Finnigan, per caso questa lezione ti annoia?>> disse seccata la McGranitt.

Seamus Finnigan era un ragazzino alquanto presuntuoso, era sempre certo di riuscire in tutto.

<< No, Professoressa. E' che mi stavo concentrando per svolgere al meglio l'incantesimo. Guardi! Sono certo di riuscire a trasformarlo al primo colpo!>> la Professoressa alzò un sopracciglio e si mise a braccia consorte, curiosa di vedere il risultato dell'esercizio di Seamus.

<< Molto bene. Prosegui pure, allora.>>

Il ragazzo agitò la bacchetta, pronunciò la formula e, al contrario dall'esito previsto, il fiammifero esplose, rendendo il volto del ragazzo nero come la pece e sparando i sui capelli per aria come se fosse stato folgorato. Tutta la classe si mise a ridere. Poi Serena intervenne con una piccola presa in giro, si sentiva troppo di dirla, visto il patetico esibizionismo appena regalato da Seamus.

<< Aahaha! Sei un pallone così gonfiato che mi meraviglio che tu non sia ancora esploso in mille pezzettini con il talento da piromane che ti ritrovi!>> Serena diceva il vero. Anche a Pozioni, nel suo vano tentativo di fare il fenomeno, nella semplice preparazione e conservazione degli ingredienti fece esplodere un contenitore di Occhi di Tritone, e doveva solo mischiare nell'ordine corretto 3 fiale di liquido conservante.
La McGranitt però, sentendo quella presa in giro, si innervosì.

<< Signorina Potter! Non è il caso di intervenire con questi commenti ironici e inappropriati! 5 punti in meno a Serpeverde!>> ma prima che continuasse a parlare, Seamus intervenne a sua volta.

<< Beh.. almeno io non sono una sporca, puzzolente e velenosa serpe! >> Serena cominciò ad alterarsi, come anche tutti gli altri della sua Casa, visto che l'offesa era rivolta non solo a lei ma anche a loro.

Anche Harry non restò indifferente all'offesa rivolta alla sorella, ma si limitò a dargli un'occhiataccia.

<< Seamus, sta zitto! Non complicare le cose, per l'amor di Dio!>> gli disse Harry.

Ma Seamus non sembrò avere intenzione di finirla lì e, vedendo che Serena non dava segno di alcuna reazione a quella provocazione, tentò con qualcosa di più meschino. Persino troppo meschino per un Grifondoro.

<< Che cosa c'è Potterina? Vuoi andare a piangere dalla mamma?>> Serena iniziò a voltarsi con espressione arrabbiata e triste allo stesso tempo.

<< Ah, dimenticavo! E' morta!>> la McGranitt rimase basita dalla cattiveria con cui l'aveva detto, non si era mai visto un Grifondoro così....orribile. Cominciò a pensare che il Cappello Parlante avesse sbagliato a smistarlo nella sua Casa.

<< SIGNOR FINNIGAN! >> strillò.

<< E' davvero orribile, meschina e crudele la frase che hai detto! Per la tua incoscienza, la tua maleducazione, la tua arroganza e non oso dire altro, ti tolgo....>> non riuscì nemmeno a finire la sentenza che Serena si alzò di scatto e tirò di fila 5-6 pugni in faccia a Seamus, facendogli sanguinare il naso a fiotti, e urlandogli addosso.

<< BRUTTO SCHIFOSO, TI UCCIDO!>>

Harry non aveva mai e poi mai visto sua sorella così furiosa. Era spaventosa. Una bambina di 11 anni, così dolce, affettuosa, giocherellona, buona, che portava dentro di sé tutta quella rabbia, tutta quella violenza...era una cosa assolutamente impensabile che avesse un lato del genere. Harry stava letteralmente tremendo a quella scena.
E così anche la McGranitt.

<< SIGNORINA POTTER, SI FERMI!>> disse togliendo Seamus dalla traiettoria dei pugni. E un ragazzo dei Serpeverde fece altrettanto tirando via Serena ancora furente, ma con le lacrime agli occhi: per tutta la vita si era trovata ad affrontare sciocchi ragazzini che deridevano la sventurata situazione dei due fratelli, ma prima non aveva mai osato affrontali fisicamente visto che erano sempre più di uno a prenderli in giro; si limitava sempre a piangere di nascosto e a confortare il suo fratellino, emotivamente più fragile. Ma questa volta era solo UNO lo sciocco che aveva osato provocarla. Avrebbe voluto con tutte le sue forze bloccare quel suo innato istinto omicida nei confronti di quel bastardello, ma non ce la fece. Sì, sarebbe andata nei guai – ma chi se ne frega! - pensò. Così almeno il mocciosetto arrogante non avrebbe mai più osato sfidare la sua pazienza in quel modo.
La McGranitt cercò di parlare a tono basso e controllato.

<< Signorina Potter! Non tollero questo tuo sconsiderato e violento comportamento! Sì, il signor Finnigan ha detto un enorme crudeltà verso tua madre, essendo nota la sua prematura scomparsa, ma ciò non significa che tu sia giustificata ad aggredire fisicamente e brutalmente chiunque osi offenderti pesantemente!>> nella classe calò il silenzio, lievemente interrotto dai gemiti di dolore dell'antipatico Grifondoro.

<< Per ora toglierò ad entrambe le Case 25 punti!>> sia i Serpeverde che i Grifondoro si lamentarono a sottovoce, però i Serpeverde non erano troppo scocciati: oltre ad esserci abituati alla sottrazione di punti, appoggiavano la reazione della loro compagna, visto la gravità dell'offesa che, in parte, era riferita anche a tutti loro.
La McGranitt però non aveva ancora finito la sua arringa.

<< Adesso accompagnerò in Infermeria il signor Finnigan e tu, signorina Potter, mi seguirai...in silenzio. Dobbiamo andare a scambiare due parole col tuo Capo Casa.>> Serena, con gli occhi abbassati e gonfi di lacrime, non fiatò.

<< In quanto a voi altri, sarà meglio che stiate buoni e non causiate incidenti! Vi manderò il signor Gazza a farvi tenere d'occhio!>> a quel nome i ragazzi si rimisero composti.
Il custode Argus Gazza era davvero odioso ed era meglio fare i bravi, altrimenti chi lo avrebbe sopportato a sentirlo parlare dei vecchi tempi in cui c'erano le punizioni vere e proprie. Due scatole!
La Professoressa McGranitt si avviò con i due ragazzi verso l'Infermeria. Serena, come le aveva detto l'insegnante, la seguì senza fiatare, mentre Seamus continuava a piagnucolare.
Una volta arrivati là, la McGranitt lasciò il ragazzino alle cure della strega guaritrice Madama Chips.

<< Oh santo cielo, Minerva! Ma cosa è successo a questo ragazzo?>>

<< Una piccola zuffa in classe.>> disse guardando in basso verso Serena.

<< Ah capisco. Beh..per fortuna che me lo hai portato subito. Posso vedere già dalle lesioni che gli ci vorranno almeno un paio di giorni per riprendersi.>> a Serena scappò un piccolo ghigno compiaciuto, anche se era ancora amareggiata.

<< Molto bene, Madama Chips. Ora dobbiamo andare, arrivederci.>> disse uscendo dall'Infermeria.

La Professoressa McGranitt e Serena, scesero nei sotterranei verso l'ufficio di Piton: a quell'ora non avrebbe dovuto avere lezione, quindi c'era la possibilità di trovarlo in ufficio a correggere compiti.
Bussò alla porta, dall'altra parte si sentì il consenso di entrare, ed avanzarono.

<< Severus, devo parlarti.>> disse seria.

<< A che proposito?>> era talmente indaffarato che non aveva nemmeno alzato lo sguardo.

<< Ti devo parlare di una situazione alquanto spiacevole accaduta durante la mia lezione di oggi.>>

<< Non credo che la questione mi riguardi allora.>>

<< No, invece. Ti riguarda eccome. Dal momento che coinvolge una TUA studentessa.>> Piton alzò finalmente lo sguardo, cominciandosi ad interessare un minimo alla discussione, e notò la bambina nascondersi timidamente dietro la donna.

<< Che cosa ha combinato?>> domandò serio Piton.

<< La signorina Potter ha aggredito brutalmente uno dei mie studenti, in seguito ad un'offesa abbastanza pesante.>> Piton alzò un sopracciglio, spostando ogni tanto lo sguardo verso la sua Serpe.

<< E le conseguenze di questo incidente ?>>

<< Naso rotto in diversi punti e lesioni multiple al volto in generale. E non è stato un “incidente”, l'azione è stata compiuta sotto completa consapevolezza.>> Piton rimase per un attimo stupito.

<< Credo che sarà necessario riferire al Preside la delicata situazione comportamentale della signorina Potter, ma, non appartenendo alla mia Casa, spetta a te, Severus, accompagnarla da lui e seguirla durante un'eventuale punizione, se Silente decidesse di assegnarla. Ma in tal caso credo non ci siano dubbi sull'esito della sentenza.>> disse la donna fulminando con lo sguardo la piccola Serena, che la ricambiò con espressione imbronciata.

<< Va bene, Minerva. Lasciami qui la signorina Potter. Me ne occuperò io.>> disse Piton controvoglia. Aveva troppe faccende da sbrigare per occuparsi di una sciocchezza simile come le zuffe fra mocciosi.

<< Molto bene, Severus. Mi auguro che tu riesca a temprare la tua studentessa in modo appropriato.>>

<< Farò del mio meglio.>> disse spostando lo sguardo minaccioso verso Serena, la quale non osò ricambiarlo.

La McGranitt uscì silenziosamente dall'ufficio.

Piton, sistemate le ultime scartoffie, si rivolse a Serena.

<< Allora, signorina Potter. Mi puoi spiegare con chiarezza cosa ha scatenato questa improvvisa aggressività, tanto da alzare le mani contro un tuo compagno?>> Serena lo guardò, ma non rispose, era ancora troppo sconvolta, e riabbassò lo sguardo.

<< Va bene. Capisco la situazione in cui ti sei cacciata, quindi non sei tenuta a rispondermi immediatamente. Ma temo che dovrò comunque portarti dal Preside per decidere sulle conseguenze delle tue irrazionali azioni.>> Serena annuì lentamente. Severus notò lo sguardo perso e amareggiato della ragazza, quindi, per non metterla ulteriormente a disagio, si trattenne dall'aggiungere altro.

<< Bene. Ora possiamo andare.>>

Piton chiuse la porta del suo ufficio e si avviò con Serena verso l'ufficio del Preside.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

scusate se in questo capitolo ho fatto diventare la mia OC un tantino violenta, ma in questi giorni sono parecchio stressata a causa degli esami universitari e avevo bisogno di sfogarmi un po' XD Spero comunque che vi piaccia!

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Capitolo 6
*** Il Dubbio ***


                                                             Il Dubbio

 

Il corridoio che conduceva all'ufficio di Silente era lungo e cupo, illuminato lievemente solo da qualche lanterna fluttuante, sembrava davvero interminabile. Non vi era la minima ombra di altri studenti in giro. Quell'ala del castello era isolata ed insonorizzata, forse da qualche incantesimo, dai rumorosi schiamazzi adolescenziali.
Severus, di tanto in tanto, si voltava in dietro per controllare se Serena riuscisse a tenere il suo passo: aveva appena avuto una giornata alquanto pesante, era normale perdersi nei propri pensieri e non stare attenta alle cose circostanti. Quindi Severus cominciò a rallentare il passo, per tenerla d'occhio meglio, permettendole così di raggiungerlo ed affiancarlo; non aveva minimamente voglia di girarsi ogni sacrosanta volta per vedere se la ragazzina gli stesse dietro o se si fosse persa in un altro corridoio: il castello di Hogwarts era immenso, composto da centinaia di corridoi che conducevano in diverse direzioni, era facile perdersi là dentro.

<< Coraggio, signorina Potter. Cerca di allungare il passo, non ho tutto il giorno!>> sbottò Severus scocciato.

<< Sì, mi scusi signore.>> rispose Serena con aria sempre più affranta.

Severus notò che la bambina continuava a guardare nel vuoto, perciò volle tentare di riprendere l'argomento della zuffa durante la lezione di Trasfigurazione; dopotutto Serena non gli aveva ancora dato alcuna spiegazione al riguardo.

<< Allora, Potter...>> disse con un tono quasi vagamente dolce << ...adesso che ti sei calmata un po', puoi per favore spiegarmi come mai hai reagito così aggressivamente contro il signor Finnegan?>>

Serena non rispose e nemmeno gli rivolse lo sguardo. Severus la osservò per qualche istante, aspettando con impazienza che la ragazzina si decidesse a rispondergli. Ma ancora nulla. Severus riprese a guardare verso il corridoio, infastidito dall'indifferenza dimostratagli.

<< Bene, Potter. Per la tua mancata risposta ti toglierò...>> non fece in tempo a finire che Serena ritornò al mondo reale.

<< Oh no! Mi scusi, signore! Mi dispiace se non le ho rivolto la parola! La prego, non voglio causare altri guai alla mia Casa.>> disse frettolosa e dispiaciuta.

Severus si voltò verso di lei, ghignando soddisfatto - aveva detto a posta la minaccia, per incitare la bambina a rispondergli subito, ma non le avrebbe tolto davvero punti - e alzò un sopracciglio, con aria interrogativa: era alquanto insolito vedere una piccola “matricola” preoccuparsi così per la sorte dei suoi compagni di Casa, piuttosto che per la sua.

<< E bene, signorina Potter?>> chiese meno acido.

<< Ecco...io..>> disse tremolante, ma, prima che potesse continuare, le lanterne del corridoio si spensero tutte all'improvviso e da diverse parti delle mura uscirono degli ululati straziati. Serena, terrorizzata, girava la testa da ogni parte per capire chi fosse a fare quegli orribili ululati. Poi, dal fondo del corridoio, apparve una figura pallida, quasi bianca, che impugnava una spada. Era un fantasma e non un fantasma qualunque, era il Barone Sanguinario, il fantasma ufficiale della Casa Serpeverde: era un uomo con indosso abiti alquanto aristocratici, forse risalenti al '700 o all '800, però macchiati di qualcosa che in vita doveva essere sangue e indossava un'enorme parrucca a boccoli; infatti assomigliava parecchio alla figura del personaggio letterario di Capitan Uncino di Peter Pan.
Serena, durante la serata dello smistamento, non si era accorta della presenza di quel fantasma. Era troppo presa dall'eccitazione e dall'entusiasmo di socializzare coi suoi compagni. E poi lui era apparso solo al fondo della tavolata e si era quasi subito unito agli altri suoi “colleghi” a svolazzare di qua e di là per tutta la Sala Grande. Tutti gli altri fantasmi li aveva visti, ma il Barone le era proprio sfuggito.
Il fantasma del Barone Sanguinario stava avanzando velocemente verso Serena e il Professor Piton, i quali si fermarono di colpo per far passare il fantasma, che, in quel momento, stava borbottando rumorosamente qualcosa.

<< Oh per mille Zombie putrefatti! Se mai mi capitasse di nuovo tra le mani quel figlio di un cane di Pix, giuro davanti a tutti gli Dei degli Inferi che lo squarterò da capo a piedi e userò le sue budella per farci i lacci delle scarpe!>> urlò furioso il Barone agitando a destra e a manca la sua spada.
Il fantasma poi si ritrovò proprio di fronte a Piton.

<< Una visione particolarmente...igienica, Barone.>> disse ironico.

<< Oh chi va là! Buona giorno Professor Piton, signore!>> esclamò il fantasma che si era ricomposto davanti alla presenza del suo Capo Casa.

<< Ditemi, signore, che cosa la porta da queste parti?>> chiese il fantasma.

<< Credo che non siano affari vostri, Barone. Ma, per quel che vale, sto accompagnando una studentessa dal Preside.>> rispose annoiato Severus.

<< Quale studentessa? Io non noto la presenza di altra anima viva qui a parte voi, signore.>> disse guardandosi intorno.

Piton alzò un sopracciglio e, voltandosi indietro, notò che Serena si era nascosta dietro di lui, stringendo fortemente il suo mantello nero. Serena si era completamente appoggiata alla schiena del Professore, cercando di nascondersi da quel fantasma. La piccola tremava come una foglia, aveva la testa rannicchiata tra le spalle e gli occhi erano serrati.
Alla vista di quella creatura in cerca di riparo, Piton diede un lieve colpo di tosse per schiarirsi la voce, facendo intuire a Serena che quel contatto fisico indesiderato era del tutto sconveniente. La ragazzina, capendo l'avvertimento, si scostò all'istante dalla schiena del Professore imbarazzata, tenendo lo sguardo abbassato, e si fece vedere dal Barone.

<< O ma guardate qui! Chi è questa deliziosa fanciulla?>> chiese il fantasma stranamente dolce.

<< Vi presento la signorina Serena Potter, Barone. Ed è in ritardo per il colloquio con il Preside, quindi, se non vi dispia...>> il fantasma lo interruppe subito rivolgendosi a Serena.

<< Mi consentite, milady?>> chiese educatamente il Barone porgendo a Serena la mano. Anche se sanguinario, era pur sempre un barone, ergo le buone maniere le aveva imparate.
Serena, con riluttanza, porse la mano al fantasma, il quale glie la baciò delicatamente. Piton , messo in disparte, osservava disgustato la patetica scenetta delle presentazioni.
Anche se i fantasmi erano incorporei, erano comunque in grado di emanare una particolare energia e, tale energia, faceva provare una lieve sensazione tattile a chi era ancora vivo e corporeo; perciò Serena poteva sentire vagamente il bacio di cortesia del Barone.

<< Sir Barone Sanguinario, milady. Al vostro servizio.>> disse facendole un inchino. Serena lo guardavo alquanto scettica.

<< Vi prego, signorinella. Non abbiate paura di me. Sarò il Barone Sanguinario, ma con le fanciulle sono anche un vero gentiluomo. Soprattutto con le fanciulle della Casa a cui appartengo anch'io.>> disse facendole l'occhiolino e indicando lo stemma della Casa Serpeverde sulla divisa della ragazzina. Serena sembrò essersi tranquillizzata, in fondo quel fantasma non era poi così spaventoso.

<< Ma ditemi, Professore, che cosa ha fatto codesta dolcezza di bambina tanto da essere stata convocata dal signor Preside?>>

<< Ha spedito in Infermeria uno studente dei Grifondoro.>> rispose Severus annoiato, alzando gli occhi al cielo.

<< Oh per Salazar! Ma come può un tale bocciolo aver fatto una cosa simile?>> chiese stupito il Barone.

<< A quanto pare...l'apparenza inganna.>> sbottò ironico Severus, rivolgendo lo sguardo verso Serena, la quale divenne più rossa di un pomodoro per l'imbarazzo.

<< Beh...può darsi che quel pivello se lo sia meritato, no?!>> disse il Barone facendo l'occhiolino a Serena, che si fece scappare una piccola risata - in effetti.. - pensò.

<< Molto bene, Barone. Se avete finito con questi sciocchi convenevoli, ora per favore lasciateci andare, siamo già abbastanza in ritardo.>> disse acido Severus.

<< Oh! Certo Professor Piton, signore! Prego.>> il fantasma si scostò elegantemente dal corridoio.

<< Fate la brava, signorinella! Buona giornata.>> disse salutando Serena con un inchino per poi svanire nel nulla. La bambina ricambiò il saluto e si avviò di nuovo col Professor Piton verso l'ufficio del Preside.
Proseguirono per qualche metro in silenzio finchè Serena, riacquistata un po' di tranquillità e sicurezza, decise di vivacizzare la camminata.

<< Direi che il Barone Sanguinario è davvero molto cortese e simpatico come fantasma, lei non trova Professore?>>

<< Sì certo, come no.>> sbottò indifferente. Serena sbuffò, delusa dalla sua reazione poco interessata.

<< Ehm...senta, Professore...>> iniziò a dire timidamente.

<< Sì, signorina Potter?>>

<< Mi...mi dispiace per prima.>>

<< Per cosa ti stai scusando?>>

<< Beh...per prima. Quando mi sono nascosta dietro la sua schiena e mi sono letteralmente spalmata su di lei.>> si scusò tutta rossa in viso.

Piton la guardò interrogativo, ma anche lievemente divertito.

<< Non importa, signorina Potter. Ma si ricordi che ci sono degli spazi e degli atteggiamenti da rispettare.>>

<< Sì, signore. Me ne rendo conto e mi scuso ancora.>> Severus si voltò verso di lei con aria stranamente comprensiva, dopotutto non lo aveva fatto a posta, aveva reagito solo d'istinto a causa dell'improvvisa situazione creatasi.

<< Accetto le tue scuse, signorina Potter.>>

<< Grazie, signore.>> disse Serena regalandogli un dolce sorriso. Severus distolse immediatamente lo sguardo.

<< E inoltre...le paure, prima o poi, vanno affrontate...>> disse riferendosi al fantasma << ...mi ha alquanto sorpreso che ti sia fatta spaventare così facilmente.>> ghignò maligno verso Serena.

<< Ma è la prima volta che vedo un fantasma del genere, Professore!>> esclamò indignata Serena.

<< Però gli altri fantasmi li avevi già visti la prima sera nella Sala Grande o mi sbaglio Potter?>> osservò Severus, spiazzando la ragazzina. Serena esitò qualche istante prima di rispondergli.

<< Sì, ma lui non lo avevo visto! Io ero dall'altra parte della tavolata, forse era apparso in fondo dalla parte opposta.>>

Piton torse la bocca, lievemente divertito da come la piccola Serpe cercava di giustificare la sua infantile paura.

<< Può darsi. Comunque, signorina Potter, ora hai visto come alcuni fantasmi amino apparire davanti a noi altri accompagnati da una certa teatralità. Cerca di farci in fretta l'abitudine, capiterà spesso.>>

<< Sì, signore! Lo farò!>> disse Serena portandosi la mano destra verso la fronte facendo il gesto di saluto comune dei soldati.

Piton alzò il solito sopracciglio interrogativo. Non era mai sorpreso abbastanza dai repentini cambiamenti di umore di certi studenti – Mpf ! Adolescenti – pensò sbuffando.
Comunque, Serena era contenta dei consigli che le aveva dato il suo Capo Casa –
Visto? Se si prende per il verso giusto non sembra così antipatico – pensò. Stava cominciando a vederlo sotto una luce diversa.
Finalmente arrivarono all'entrata dell'ufficio di Silente: all'interno dell'arcata, però, non c'era alcun ingresso, né una porta o una stanza, ma solo una statua rappresentante una particolare creatura alata, col corpo da leone e la testa da aquila. Serena lo aveva già visto da qualche parte quell'animale, forse in un libro illustrato che aveva sfogliato da piccola in una rara giornata in cui i Dursley l'avevano portata con loro in libreria - A prima vista sembra un Grifone – pensò.

<< Signore, ma qui non c'è nessun ufficio!>> esclamò Serena.

<< Spostati e guarda Potter.>> disse annoiato Severus.

Si mise davanti alla statua del Grifone e pronunciò alquanto disgustato:

<< DOLCETTO AL LIMONE !>> Serena soffocò a mala pena una risata. Non ce lo vedeva affatto Piton a mangiare un dolcetto al limone.

Comunque, in quel momento, la statua prese a girare e dalla sua base iniziò ad innalzarsi una lunga scala di pietra a chiocciola e, invece di aspettare che la scalinata finisse di roteare, Piton e Serena salirono sui primi gradini, così da ritrovarsi direttamente davanti all'ufficio di Silente.
Una volta fermatasi la scala, Piton e Serena si ritrovarono davanti ad un piccolo corridoio, oltre il quale vi era l'immenso ufficio del Preside: le pareti erano quasi totalmente ricoperte da delle enormi librerie; sui muri all'inizio della stanza vi erano appesi tantissimi quadri, dentro i quali i vari personaggi si muovevano; il centro della stanza era circondato da 3 arcate, di cui le 2 laterali erano della stessa dimensione, mentre quella centrale era più grande; al suo interno c'era la scrivania del Professor Silente, il quale, al momento, non era ancora presente.
Piton e Serena entrarono e rimasero nell'ingresso dell'ufficio in attesa che il Preside arrivasse.
Serena, poi, notò vicino alla scrivania che c'era una specie di trespolo con, appollaiato sopra, un maestoso volatile, con delle piume splendenti che variavano dal rosso, all'arancione e poi al giallo ocra. La creatura, avendo notato i due ospiti, si alzò in volo ed atterrò davanti a Serena, però rimanendo ad una certa distanza di sicurezza.

<< Oh! Guardi Professore! Ha visto che bello?!>> disse Serena tutta entusiasta.

<< Mpf...davvero splendido.>> sbottò indifferente Severus.

La creatura si voltò verso Piton e gli regalò un bel urlaccio, in tutta risposta al suo commento sarcastico, che lo fece leggermente sobbalzare. In effetti non se l'aspettava quella reazione - Maledetto pollastro! Se non appartenessi a Silente ti avrei già arrostito da un pezzo!- pensò brontolando fra sé e sé. Poi, il volatile tornò a concentrarsi sulla bambina ed iniziò a fare dei versetti simili alle fusa dei gatti.

<< Ciao piccolo.>> disse dolcemente Serena, inginocchiatasi a terra e porgendo la mano verso la creatura, che continuava a scrutarla attentamente. Il volatile, però, fece solo due passi pochi convinti. Allora Serena si guardò intorno e vide un vassoio di biscotti posti vicino ad una delle librerie. Si avvicinò e ne prese uno.

<< Signorina Potter! Non ti hanno insegnato che non si prende né si tocca la roba che non ci appartiene?!>> ringhiò Severus.

<< Fin troppo bene, signore.>> rispose amaramente, ma con rispetto << Però aspetti un attimo, per favore. Voglio provare a vedere una cosa. Vediamo se così si avvicina di più!>> prese il biscotto e lo sbriciolò in piccoli pezzettini. Si inginocchiò di nuovo, porgendo la mano con il biscotto sbriciolato ed iniziò ad incitare la creatura ad avvicinarsi.

<< Coraggio, vieni qui piccolo. Guarda cosa ho per te!>> la creatura, vedendo il biscotto sbriciolato, si avvicinò saltellando. Di sicuro ora si fidava ciecamente di Serena. Arrivata davanti a lei, il volatile iniziò a becchettare delicatamente sulla mano della ragazzina.

<< Aahahah, fa il solletico!>> disse ridendo.

Piton a quella scena avrebbe voluto vomitare – Ma dove diavolo è finito quel vecchio?! - pensò.
Finito il pasto, la creatura si fece accarezzare volentieri da Serena e le salì perfino sulla spalla come se fosse un pappagallo. In quel momento, dal camino si levò un enorme fuoco verde, dal quale uscì il Professor Silente.

<< Alla buon ora! >> sbottò acido Severus, stanco di aspettare.

<< Ah.. perdonami ragazzo mio! Ero stato convocato urgentemente dal Ministro della Magia. Mi ha trattenuto più del necessario purtroppo.>> poi Silente rivolse lo sguardo verso Serena.

<< Oh...vedo che tu e Fanny avete fatto amicizia, eh.. Serena?>> disse sorridente.

<< Ehehe direi di sì.>> rispose Serena con la creatura che si strusciava contro la sua guancia. - Oh per Salazar! Adesso attacca col discorsone amichevole! Ma perchè deve toccare sempre a me sopportare questa tortura?!- pensò insofferente Severus portandosi il pollice e l'indice alla radice del naso.

<< E' una Fenice, vero signor Preside?>> domandò. Sia Silente che Piton rimasero sorpresi da quella inaspettata intuizione.

<< Esatto, mia cara! Come hai fatto a capirlo?>>

<< Una volta da piccola avevo letto per qualche minuto un libro illustrato sulle Creature Mitologiche e c'erano disegnati sopra la Fenice e anche il Grifone, come la statua lì all'ingresso, signore.>> disse continuando ad accarezzare Fanny.

<< Accidenti, davvero sbalorditivo! Però, dimmi, come mai hai detto che l'hai letto solo per qualche minuto?>>

<< Perchè i miei zii non permettevano né a me né a mio fratello di leggere cose belle come quelle.>> incominciò a cambiare tono, rendendolo triste.

Silente e Piton guardarono la bambina alquanto perplessi.

<< E perchè tu ed Harry non potevate leggere cose belle?>> Serena attese qualche secondo prima di rispondere.

<< Dicevano che non ce lo meritavamo. Che eravamo dei piccoli e brutti mostriciattoli e che come tali dovevamo leggere solo cose brutte e di poco conto.>> disse con grande astio nelle parole. Iniziò anche a stringere i pugni agli orribili ricordi associati.

Silente e Piton si scambiarono uno sguardo serio.

<< Ma comunque non importa, signore! Abbiamo imparato lo stesso a parlare, a scrivere e a leggere. Stiamo bene, sul serio!>> disse, con dipinto in volto un sorriso, cercando di rassicurare Silente, ma quest'ultimo sapeva bene che la bambina stava solo nascondendo un grande senso di amarezza e di sofferenza.

<< E dimmi, mia cara, che età daresti a Fanny?>>

<< Mmmmh....>> Serena scrutò attentamente la Fenice.

<< Direi che, dal piumaggio piuttosto lucente e ben curato, sia un esemplare giovane, ma, essendo un creatura che prende fuoco all'ora della morte e poi rinasce nuovamente dalle sue ceneri ogni volta, non saprei che età attribuirle, signore.>> disse un po' spiazzata.

<< Aahahah bravissima Serena! Severus, ti sei beccato proprio una studentessa brillante, alla pari della signorina Granger a quanto pare!>> disse entusiasta Silente.

Piton spostò lo sguardo verso Serena.

<< Mmh...se la cava.>> si limitò a dire freddamente, storcendo di poco la bocca. Serena sbuffò a quel misero complimento. Poi si rivolse a Silente.

<< Anche di più della Granger, Prof.!>> esclamò energicamente.

A quell'esplosione di energia Fanny volò via dalla spalla di Serena e se ne tornò sul suo trespolo. Silente osservò la ragazzina leggermente stupito, mentre Piton la fulminò con lo sguardo per il suo atteggiamento troppo disinvolto.

-Oooops! - pensò Serena.

<< Oh cavolo....mi dispiace mi dispiace mi dispiace mi dispiace!>> iniziò a dire a raffica, rendendosi conto della fuori uscita irrispettosa che aveva appena fatto nei confronti del Preside e davanti al Professor Piton per giunta. Quindi si inchinò ripetutamente con la schiena come fanno i Giapponesi per scusarsi – Ma che deficiente, deficiente, deficiente, deficiente, deficiente! - disse mentalmente a se stessa – Bene, bravissima Serena! Adesso il Professor Piton ti farà il sedere a stelle e strisce! Te lo meriti, brutta deficiente! - continuò a dirsi.
Poi una bella risata di gusto ruppe quel silenzio imbarazzante.

<< AHAHAHAHAHAHAHAHAH! Oh Merlino! >> disse Silente asciugandosi una lacrimuccia dal tanto ridere. Piton era rimasto impassibile.

<< Posso intuire, mia cara, che la signorina Granger non ti sia molto simpatica, vero?>>

In quello stesso istante sia Serena che Severus alzarono lo stesso sopracciglio accompagnato da un'espressione schifata. Silente rimase sorpreso da quella sincronia di smorfie così simili fra loro. Comunque, era evidente che nemmeno al Professor Piton andava molto a genio quella Grifondoro.

<< Beh...diciamo soltanto che non è fra le persone che gradisco di più.>> rispose Serena cercando di rimanere a fatica più rispettosa possibile, anche se con un cenno di ironia.

<< Ti posso chiedere come mai?>> chiese Silente.

<< Professore, perchè lei è così....così...COSI'...SACCENTE!>> finalmente riuscì a dirlo. Lo tirò fuori come un botto. Piton si lasciò sfuggire un piccolo ghigno divertito. Silente invece rimase in silenzio ad ascoltare.

<< E' molto intelligente, e nessuno glie lo nega, ma deve sempre e costantemente intromettersi nelle discussioni altrui e vuole dimostrare ogni sacrosanta volta di saper tutto di tutto! Ma sta zitta un po'! >> disse riferendosi ad Hermione indirettamente, facendo ridacchiare Silente dall'evidente carisma della ragazzina.

<< Signore, a me le persone intelligenti piacciono moltissimo, non dico mica nulla. Ma almeno che possano dimostrare le loro capacità intellettive con una certa moderazione. E purtroppo Hermione, non è in grado di farlo e si dimostra veramente presuntuosa e irritante. Dico solo questo.>> disse Serena ricomponendosi un po'.

<< Mmmh capisco.>> disse Silente pensieroso.

<< Ed è stato questo a provocarti lo scatto di ira avvenuto un'ora fa?>>

Serena rimase di sasso e fortemente imbarazzata.

<< No, Professore.>> abbassò la testa amareggiata.

- Finalmente siamo riusciti ad arrivare al nocciolo della questione, era ora! - pensò Piton.

<< Allora quale è stata la causa, mia cara?>> chiese Silente con dolcezza, vedendo il grande disagio che quella domanda aveva creato alla bambina.

Serena però non rispose.

<< Forza, signorina Potter, rispondi alla domanda del Preside.>> la incitò Severus.

Serena prese un profondo respiro e cominciò a parlare.

<< Seamus Finnigan di Grifondoro, mi ha offesa, signore. Anzi, ha offeso un'altra persona.>> rispose Serena lentamente, cercando di controllare il suo respiro.

<< Chi ha offeso, Serena?>>

<< Mia madre, signore.>> disse trattenendo le lacrime pulsanti.

Piton si irrigidì di colpo a quelle parole. Silente se ne accorse.

<< Oh. Mi dispiace, mia cara. Immagino che il signor Finnigan abbia infierito sulla sua prematura scomparsa.>> Serena annuì.

<< Di sicuro il ragazzo ha fatto veramente male a dirti quelle cose. Ma non posso rimanere indifferente alla tua conseguente reazione, Serena.>>

<< Sì, signore.>> rispose rassegnata.

Poi, all'improvviso, Piton intervenne.

<< Se mi è concessa una parola, signor Preside. Ritengo che non sia solo la signorina Potter a dover pagare per le sue azioni. Consideri anche da chi è partita la causa scatenante del litigio.>> Serena rimase sbalordita da quell'intervento del suo Capo Casa in sua difesa.

<< Sì, me ne rendo conto Severus. E ti posso assicurare che anche il signor Finnigan farà ammenda per il suo sconsiderato comportamento. Però tu dovrai comunque assegnare una punizione alla tua studentessa, questo non si discute.>> Piton annuì.

<< Sono pronta, signore. Ho sbagliato, non mi faccio scrupoli ad ammetterlo apertamente. E quindi devo pagare.>> disse sicura Serena.

<< Oh....è davvero ammirevole da parte tua, mia cara. La maggior parte dei ragazzi mi supplica a volte per non spedirli appesi per i pollici nei sotterranei !>> esclamò Silente.

<< Che cosa ?!>> sbottò Serena stupefatta e un briciolo impaurita.

<< Aahaha...ma no! Sto solo scherzando! Quei metodi non li usiamo più da secoli ormai!>> rise di gusto il Preside.

<< Eh..eheh...eh uff! Mi ha fatto prendere un colpo, signore. Per curiosità, quanti studenti ha fatto morire di crepa cuore con questa “battuta”?>>

<< Mmh direi... più o meno... 170.>> rispose tranquillamente.

<< Condoglianze alle famiglie.>> disse ironicamente Serena alzando gli occhi al cielo; anche Piton in quel momento fece la stessa identica smorfia. Silente notò di nuovo quella particolare sincronia, rimase letteralmente stupito.
Si era fatta una certa ora e il Professor Piton aveva molte faccende scolastiche da sbrigare.

<< Albus, scusa se interrompo la tua dinamica conversazione con la signorina Potter, ma possiamo per Salazar darci una mossa?! Non ho tutto il giorno!>> sbottò acido.

<< Sì, certo Severus. Ti chiedo scusa se sto andando per le lunghe. Lo sai come sono fatto.>> disse sorridente.

<< Sì, come no.>> rispose Severus annoiato fino al midollo.

Poi il Preside si rivolse nuovamente a Serena.

<< Dimmi, mia cara. Sai cantare?>> Serena rimase un po' spiazzata da quella domandaMa che diavolo centra con la mia punizione?!- pensò.

<< Mi scusi, signore?>>

<< Sai...quando sono arrabbiato, triste o felice...insomma, quando provo emozioni di una certa intensità, per esprimerle e buttarle fuori, quando sono solo, mi metto a cantare. Qualsiasi canzone, a seconda del tipo di emozione che provo in quel momento.>>

<< Ehm...sì Professore, canticchio ogni tanto.>> disse leggermente imbarazzata.

<< Molto bene, molto bene. E sai disegnare anche? Musica e Arte sono un'ottima combinazione per la libertà di espressione.>>

<< Beh...faccio qualche schizzo di animali, ma non sono molto brava.>> disse ancora più imbarazzata vedendo anche la poca pazienza che faceva fuoriuscire da tutti i pori il Professor Piton.

<< Beh...sai come si dice “ per far sì che un bocciolo diventi una bellissima rosa, bisogna seguirlo e dargli il giusto nutrimento ogni giorno“. E poi non conta se un disegno è bello o brutto, conta solo l'emozione che l'artista vuole trasmettere.>> Serena rimase in silenzio ad ascoltarlo. Quel vecchietto quando parlava era davvero ipnotico.

<< Allora, mia cara, lascia che ti dia questo.>> andò verso uno dei cassetti della sua scrivania e tirò fuori un quadernetto viola di media grandezza, con all'interno tutte le pagine bianche.

<< Tieni, riempilo con le tue emozioni e i tuoi sentimenti. Prova a cantare mentre disegni. Ti assicuro che ti aiuterà molto a sfogarti.>> le porse dolcemente il quaderno.

<< Grazie, signore. Io...non so proprio cosa dire. Non ho mai ricevuto dei regali!>> disse al colmo della felicità. Gli occhi le erano diventati improvvisamente lucidi per la commozione a quella dimostrazione di dolcezza e di affetto del Preside.

<< Ma figurati, mia cara.>> rispose sorridente.

Serena si voltò verso Piton come per dire – Guardi Professore! Ha visto che bello?! - come fanno spesso i bambini piccoli in cerca di approvazione. Ma Piton, come suo solito, non mostrò particolare interesse; fece la classica smorfia di colui che era obbligato ad assistere ad una scenetta noiosamente dolce – Tsk... nausante! - pensò.

<< Ah! Un'ultima cosa!>> Silente, da un altro cassetto, prese fuori una specie di braccialetto verde intrecciato, come se fossero due serpenti a formarlo.

<< Tieni, Serena. Mettiti al polso questo.>>

<< Di che cosa si tratta, signore?>> disse indossando il braccialetto.

<< Molto semplice, è un Rilevatore Magico di Rabbia.>> Serena lo guardò interrogativo.

<< Funziona in questo modo: quando inizierai ad arrabbiarti a causa di stimolazioni negative esterne, il braccialetto inizierà a colorarsi progressivamente di rosso, facendoti percepire una particolare sensazione di calore.>> Serena rimase alquanto perplessa.

<< Stai tranquilla, mia cara. Non ti provocherà alcuna ustione, ti farà solo sentire un calore che varierà di intensità a seconda del grado di rabbia che raggiungerai. Ma bruciarti, non potrà mai farlo. E' contro il regolamento della Scuola infliggere punizioni o riabilitazioni corporali agli studenti. E poi sarebbe davvero disumano, per Merlino!>>

<< Ah, va bene Professore.>>

<< Quello ti aiuterà ad auto-temprarti in casi di situazione di forte stress emotivo. Tra l'altro, se sarai riuscita a calmarti, il braccialetto ritornerà verde come prima e rilascerà una sensazione di benessere che ti rilasserà completamente. In poche parole, è il premio per aver fatto la brava bambina!>> disse sorridendo.

<< Ok, signore. Farò del mio meglio per non spedire qualcun altro in Infermeria.>> rispose Serena prendendosi in giro. Silente ridacchiò, mentre Piton accennò a ghignare divertito.

<< Molto bene. Ora, Severus, dimmi, che tipo di punizione vorresti assegnare alla tua studentessa? Ricordati, chi di noi da giovani non ha fatto a botte ogni tanto?!>> disse facendo l'occhiolino alla bambina, la quale ridacchiò nel vedere la faccia costantemente seria del suo Capo Casa.

<< Direi che, date le circostanze, due pomeriggi di questo fine settimana, passati a pulire l'intera aula di Pozioni e a scrivere qualche riga di pergamena, possano bastare.>>

<< Per Merlino, Severus! Due pomeriggi interi non ti sembrano esagerati?>>

<< Non tollero che tu metta in discussione il mio modo di educare i MIEI studenti, Albus!>> gli occhio azzurri di Silente in quel momento sembrava che stessero luccicando, come quelli di un gatto quando richiede disperatamente la pappa: quegli occhi avevano il dono sciogliere anche il cuore più gelido del mondo. Infine, come volevasi dimostrare, Piton si arrese a quello sguardo supplichevole.

<< Argh! E va bene! Solo UN pomeriggio a pulire e a scrivere, contento ora?!>> sbottò acido e un tantino imbarazzato.

<< Chiedilo alla signorina Potter se è contenta, Severus. Di certo non sono io quello che hai messo in punizione.>> disse ridacchiando.

Piton si voltò verso Serena, incrociando minacciosamente le braccia fra il suo mantello nero.

<< Allora, signorina Potter. Sei “contenta” della punizione che ti ho assegnato?>>

<< Se la ritiene giusta per me, signore, non ho nulla da obbiettare.>> rispose timidamente.

<< Vorrei anche vedere.>> sbottò ironicamente.

Serena si imbronciò un poco – Che scorfano brontolone! - pensò.

<< Vorrei chiederti un'ultima cosa, mia cara: al momento che materie preferisci?>> chiese il Preside.

Serena ci riflettè un attimo.

<< Non saprei, signore. Non le ho ancora seguite tutte tanto da avere preferenze.>>

<< Beh...ho saputo che alla prima lezione di Pozioni hai fatto faville.>> disse sorridente.

<< Ho solo risposto alle domande che aveva posto il Professor Piton a mio fratello, signore.>>

<< E hai risposto anche egregiamente a quanto pare. Suppongo che Pozioni sia la materia prediletta quindi?!>>

<< Beh...non mi dispiace affatto. Al momento è la prima che ho trovato interessante.>> Piton alzò gli occhi al cielo annoiato. Era assolutamente sicuro che Serena stesse dicendo quelle cose solo per fare buon viso a cattivo gioco << Poi anche Trasfigurazione non mi sembra male, invece ...Volo sulla Scopa....oh mi Dio!>> disse tremando disgustata.

Sia Silente che Piton rimasero stupiti a quella affermazione.

<< Oh...strano. Di solito tutti gli studenti adorano volare sulla scopa. Come mai tu no?>> chiese incuriosito Silente.

Serena diventò rossa come un peperone.

<< Ho scoperto di soffrire di vertigini e...poi....praticamente... mezza Hogwarts ha visto la marca della mia biancheria intima.>> tra un po' le sarebbe uscito il fumo dalle orecchie come una pentola a pressione per quanto era al colmo dell'imbarazzo; Piton alzò il solito sopracciglio interrogativo << Non sono riuscita a trovare il giusto equilibrio e così mi sono sempre ribaltata a testa in giù.>>

<< Non ti preoccupare, Serena! Ci vuole solo pratica. Non ti dico io, quando avevo la tua età, quanti capitomboli ho fatto anche prima di sollevarmi da terra!>> alla bambina scappò una risata. Silente notò che Piton aveva una vena pulsante sulla tempia che era sull'orlo di scoppiare.

<< Ok, ok Severus! Adesso ho davvero concluso, stai calmo. Comunque Serena, ho visto che hai una certa attitudine per gli animali, e la fiducia di Fanny nei tuoi confronti la dice lunga, quindi, quando sarai al terzo anno di scuola, ti suggerisco di scegliere Cura delle Creature Magiche tra le 2 materie extra che deciderai di seguire.>>

<< Va bene, signore! Ne sarò lieta!>> rispose Serena entusiasta.

<< Oh ma guarda che ore sono! E' meglio che tu raggiunga i tuoi compagni a pranzo! Ti ho trattenuta anche fin troppo. Buona giornata, cara, e anche buona fortuna!>>

<< Grazie, Preside. Arrivederci!>> disse salutando Silente. Poi si rivolse verso il suo Capo Casa.

<< Arrivederci e buona giornata anche a lei Professor Piton.>> lo salutò educatamente, facendo l'inchino alla Giapponese, Piton ricambiò il saluto con un pigro cenno della testa.

<< Sabato pomeriggio nel mio ufficio alle 16.00 in punto, signorina Potter! Non tollererò ritardi, sono stato chiaro?!>> disse alzando la voce, visto che la bambina era già arrivata alla soglia dell'ingresso..

<< Certo, signore. Sarò puntualissima!>>

Così Serena uscì di corsa dall'ufficio di Silente, ansiosa di ritornare dalla sua amica Liz, dai suoi compagni Serpeverde e anche da suo fratello.
Piton si voltò insofferente verso Silente.

<< Santo Salazar, Albus! La tua arringa è durata più del solito!>>

<< Suvvia, Severus. Preferivi tornare a correggere tutti quei compiti, piuttosto che assistere ad una piacevole conversazione?>>

<< Lasciamo perdere, tanto è come parlare al muro.>> sbottò massaggiandosi le tempie.

<< Severus...potresti avvicinarti un attimo per favore? Devo dirti una cosa importante che nemmeno i quadri vorrei che sentissero.>> Piton alzò gli occhi al cielo e si avvicinò al Preside. In quell'istante Silente allungò una mano e staccò di netto una piccola ciocca di capelli dalla testa di Piton.

<< AAAARRRGH!! Santo Merlino, Albus?!! Ma che diavolaccio ti è saltato in mente!!?>> urlò Severus portandosi la mano alla testa, massaggiandosi il punto dolente.

<< Oh guarda...hai le doppie punte!>> esclamò tranquillo Silente.

<< Ragazzo mio, dovresti curarti di più. Hai dei così bei capelli corvini, è un peccato trascurarli così. Guarda i miei come sono belli lucenti! Vuoi che ti presti uno dei miei shampoo?>> sul volto di Piton erano raffigurate chissà quante espressioni, una più negativa dell'altra.

<< Ma va a quel paese Babbano, Silente!>> disse voltandosi di scatto e andandosene via infuriato come un bufalo - Ma per quale motivo sono rimasto a lavorare qui?! Ma perchè, per tutti gli Inferi, mi chiedo?!! - pensò brontolando e sbuffando al tempo stesso.

Silente poi si sedette pensieroso sulla sua grande poltrona rossa davanti al caminetto.

 

 

 

******

 

 

Una volta fuori dall'ingresso della scalinata col Grifone, Serena si ritrovò lì davanti ad aspettarla con in mano il suo zainetto una persona che non si sarebbe mai aspettata di vedere in una circostanza del genere.

<< Draco....?! Che ci fai qui?>> chiese stupita bloccandosi.

<< Ehi Ser! Come è andata con il vecchio pezzo grosso?>> disse facendo il finto interessato.

<< E a te che importa?!>> chiese incrociando le braccia e alzando un sopracciglio.

<< Beh siamo compagni di Casa e.... siamo amici, no?>> disse con aria da sbruffone.

<< E da quando, precisamente, saremmo amici noi due?!>> chiese acida strappandogli lo zaino di mano e incominciando a camminare verso la Sala Grande.

<< Beh da quando.....da quando.....beh non saremmo proprio amici, ma almeno conoscenti sì dai!>> esclamò Draco.

<< Già, come no!>> disse schifata.

<< E dai Serena! Sto cercando di essere gentile!>> Serena si voltò di scatto verso Draco.

<< Quanto sei falso! Tu non sai nemmeno cosa significa la parola “gentilezza”!>> Draco rimase spiazzato. In quel momento il braccialetto iniziò a colorarsi di un giallo pallido ed incominciò ad emanare un lieve calore. Serena lo sentì e tentò di calmarsi.

<< Che cosa vuoi da me?>> chiese seria Serena, ma calma.

<< Volevo solo dirti....che sei stata forte prima con quel Grifonidiota. Tutto qui.>> rispose Draco abbassando lo sguardo leggermente imbarazzato. Serena lo guardò sgranando gli occhi.

<< Quei cazzotti che gli hai tirato! Cavolo...sono stati fenomenali!>> Serena si avvicinò un tantino continuandolo a fissare. Draco si fece indietro, mettendosi sulla difensiva.

<< Che c'è?!>> chiese rigidamente.

<< Chi sei tu e che cosa ne hai fatto del vero Draco Malfoy?!>> disse Serena indicandolo spaventata per finta.

<< Ma stai zitta, scema! Ti sembra così strano che persino io riesca a fare un apprezzamento a qualcuno?!>> urlò Draco.

<< Francamente....Sì!>> rispose tranquilla.

<< Sei proprio una stupida, proprio come quello sfregiato di tuo fratello! Quello scemo è talmente debole da non essersi nemmeno un minimo scomposto per l'insulto che vi ha fatto quel suo compagno Grifondoro!>> esclamò rabbioso.

<< Ehi, brutto presuntuoso, sbruffone, pallone gonfiato dai capelli leccati da una mucca che non sei altro! Lui è più fragile di me e preferisco finirci io in punizione piuttosto che lui!>>

<< Ma fammi il piacere! Vorresti farmi credere sul serio che desideri fargli da balia per il resto della tua vita?!>> Serena rimase in silenzio per qualche istante, spiazzata da quella domanda.

<< Non osare parlare male di mio fratello! Altrimenti ti riduco in polpette come Finnigan, chiaro!?>>

<< Uh uh uh ! Che paura!>> disse Draco sghignazzando, facendo finta di tremare e sventolando in aria le mani.

<< Argh! Sei solo uno sciocco ragazzino viziato! Mi fai solo perdere tempo.>> sbottò Serena voltandosi e riprendendo a camminare per il corridoio.

Poi, all'improvviso, si sentì nel corridoio uno strano verso.

<< Hei, che cavolo è quel coso volante?!>> disse Draco.

Era Fanny, che stava volando verso Serena. Si posò sul suo braccio e Serena iniziò ad accarezzarla.

<< E' una Fenice!>> - Ignorante! – pensò.

<< Ciao bella! Ti manco già?>> disse Serena dandole un buffetto sul becco. Poi, dopo aver ricevuto qualche coccola, Fanny staccò alla ragazzina un paio di capelli e poi volò via in tutta fretta.

<< AAAIIAAHHH! Ma che ti è preso, Fanny?>> - Forse sarà il suo modo di ringraziare per le carezze, boh! Valle a capire queste bestie- pensò.

<< AHAHAHAHAH ti avrà preso per un cespuglio di ramoscelli per farci il nido!>> disse Draco ridendo a crepapelle.

<< Aaahh .. sta zitto Malfoy!>> rispose acida Serena, girando nuovamente i tacchi e dirigendosi verso la Sala Grande – Muoio di fame! Ho bisogno di ciiiiboooo!- pensò nervosamente.

Poi anche Draco tornò sui suoi passi.

 

 

******

 

 

Silente stava leggendo un libro, seduto comodamente sulla sua enorme poltrona rosso porpora davanti al camino.
In quel momento Fanny rientrò nel suo ufficio, atterrò sul bracciolo della poltrona e porse a Silente la ciocca di capelli di Serena.

<< Oh..molto bene, piccola mia! Sei stata davvero brava, ti meriti un premio!>> disse tirando fuori dalla tasca un bocconcino sfizioso.

Silente si alzò e andò verso la sua scrivania. Aprì un cassetto e tirò fuori un paio di fazzoletti bianchi: uno era aperto, mentre l'altro stava avvolgendo qualcosa. Silente prese in mano il fazzoletto vuoto, lo aprì e vi avvolse delicatamente all'interno i capelli neri di Serena. Prese anche quell'altro già chiuso, lo aprì di poco e guardò attentamente un'altra ciocca di capelli neri, quella strappata bruscamente al povero Professor Piton.

- Devo togliermi assolutamente questo dubbio. Altrimenti rischio di impazzire - pensò fra sé e sé Silente.

Prese entrambi i fazzoletti, li riavvolse per bene e li ripose delicatamente dentro ad una busta di color azzurro chiaro con dentro una lettera.
Silente, poi, chiamò a sé Fanny. Le diede la busta, sigillata adeguatamente, e le assegnò un compito ben preciso.

<< Portala al San Mungo, Fanny. Cerca di non sgualcirla troppo, per favore.>> Silente aprì la finestra e la Fenice volò subito fuori verso la destinazione assegnatale.

Silente richiuse la finestra e camminò pensieroso con le braccia incrociate dietro alla schiena, ritornando alla sua comoda poltrona.

- Speriamo che non ci mettano troppo -

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

ma quanto cavolo mi sono divertita a scrivere questo capitolo?!! XD In futuro, quando Serena seguirà i consigli di Silente, le farò cantare alcune canzoni dei nostri tempi oltre a quelle risalenti agli anni '80-'90, perchè secondo me ce ne sono parecchie che riflettono i suoi stati emotivi ^-^ Non la farò cantare sempre, tranquilli ;)

Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto!

Alla prossima! SMACK xxx

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Capitolo 7
*** Un Pomeriggio da Carcerata ***


                                                 Un Pomeriggio da Carcerata

 

Finalmente era arrivato il primo weekend così tanto atteso dagli alunni del primo anno.
Durante la settimana, Serena iniziò a fare progressi con gli esercizi di autocontrollo: ogni tanto si alterava, questo è vero, però riusciva quasi sempre a calmarsi e a pensare ad altro, lasciando che agli insulti di ripicca ci pensassero i suoi compagni.
Era sabato mattina, il 6 settembre per essere precisi, il sole splendeva, ma ciò non riuscì a svegliare Serena.
Liz, invece, si era già alzata da un pezzo. Notando la pigrizia della sua amica, Liz prese un cuscino e glie lo lanciò in testa, cantando una stupida canzoncina della sveglia.

<< “ Lupo salta su, dai che l'ora è suonata! Lupo salta su, dai che spunta il dì!”>> iniziò a cantare con voce piuttosto stridula. Serena si mosse di poco, sbuffando e borbottando qualcosa.

<< Te l'hai mai detto nessuno che sei stonata come una cornacchia, Liz?!>> disse Serena gettando via il cuscino che le aveva lanciato prima l'amica e rigirandosi su di un fianco rimanendo sotto le coperte.

<< Sì, me lo dicono da sempre! Ecco perchè continuo a farlo!>> disse sghignazzando. Le sue iridi si colorarono di un arancio brillante che indicava l'animo giocoso che sprizzava da tutti i pori in quel momento.

<< Dai Ser! È una splendida giornata, non puoi rimanere a letto a poltrire tutto il tempo!>> disse tirando via di netto le coperte e lasciando Serena solo col pigiama: indossava un pigiama a 2 pezzi di un color viola pallido, una tonalità abbastanza triste a dirla tutta.

<< Noooo! Ancora 5 minuti, dai!>> sbuffò Serena come una bimba piccola rigirandosi sul materasso.

<< Su, su coraggio! Niente scuse! E' una bellissima giornata di relax e bisogna sfruttarla al massimo!>> disse Liz scuotendo la testa e trascinando per i piedi Serena giù dal letto.

<< Appunto perchè è di “relax” che vorrei dormire un altro po', accidenti!>> sbottò innervosita Serena.

<< Per relax io intendevo dire andare fuori dalle mura della Scuola e fare una passeggiata sulla riva del Lago Nero, giocare con gli amici alla maniera Babbana , come a Pallavolo, oppure allenarci con gli incantesimi. Ecco, cose così!>>

<< Aah mi piacerebbe molto, Liz. Ma non posso. Devo iniziare a fare i compiti per la prossima settimana: oggi pomeriggio dovrò subire la punizione di Piton per la mia storia dell'altro giorno, lo sai, no? Quindi devo sfruttare l'intera mattinata per avvantaggiarmi coi compiti, altrimenti quando cappero riuscirei a farli?!>> disse Serena stiracchiandosi e facendo uno sbadiglio dopo l'altro.

<< Ah è vero. Me ne ero scordata. Mi dispiace, Ser. Dai stasera rimediamo! Faremo un bel pigiama party!>>

<< Ok, va bene!>> disse sorridente Serena.

<< Scusa Ser, se ti lascio qui così, ma ora devo andare. Devo raggiungere gli altri in giardino. Ci vediamo a pranzo! E non stare tutto il tempo piegata sul tavolo a studiare, fai una piccola pausa ogni mezz'ora, ok?>> disse Liz mentre varcava la soglia del dormitorio.

<< Sì, tranquilla. Non sono così secchiona! A dopo.>> rispose Serena salutando l'amica.

<< E va bene, mettiamoci all'opera!>>

Serena si alzò da terra e, continuandosi a stiracchiare, cominciò a lavarsi e a vestirsi. Prese lo zaino con dentro i libri necessari e fece qualche coccola alla piccola Bast che, facendo le fusa, la seguì giù per le scale verso la Sala Comune dei Serpeverde. Quella gattina andava letteralmente pazza per la sua padroncina, anche se, per via delle lezioni, erano gli Elfi Domestici a provvedere al cibo e ai suoi bisogni.Bast faceva sempre compagnia a Serena durante la notte, anzi era proprio lei a concepire il sonno alla sua padroncina: le si piazzava vicino al fianco o sul ventre e con le fusa la faceva rilassare e poi addormentare. Si volevano davvero molto bene, proprio come Harry ed Edwige.
Arrivata alla Sala Comune, Serena salutò gli altri suoi compagni più grandi rimasti in casa, per fortuna Draco era già uscito, e si mise subito a fare i compiti, con Bast che le si era accucciata vicina sul tavolo.
Per prima cosa incominciò a svolgere il compito di Pozioni: il Professor Piton aveva dato da studiare il primo capitolo sull'Antidoto ai Veleni Comuni e di raccogliere almeno un paio di ingredienti, che erano facilmente reperibili fuori dalla Scuola, per la futura preparazione; il resto degli ingredienti li avrebbe dati direttamente il Professor Piton agli studenti: non aveva ancora insegnato loro che cosa, dove andare e in che periodo cercare determinati ingredienti, quindi era meglio proseguire per gradi. Serena, alla raccolta dei 2 ingredienti richiesti, però, ci avrebbe pensato domani.
Finito di studiare Pozioni, passò a Trasfigurazione: doveva imparare alla perfezione l'incantesimo Acutus e, dopo 3 tentativi, ci riuscì.
Le ore passarono abbastanza in fretta e, dopo aver studiato anche i primi capitoli di Incantesimi e Difesa Contro le Arti Oscure, finalmente si potè risposare un po' prima di andare a pranzo. Si sedette sul divano e si lasciò sfuggire un grosso sospiro. In quel momento, per la stanza, passò Gemma Farley, il Prefetto dei Serpeverde: era una ragazza del quinto anno, alta e snella con gli occhi azzurri e i capelli rossi a caschetto.
Gemma notò lo sguardo preoccupato di Serena, così si avvicinò e si sedette accanto a lei. Una qualità della Casa Serpeverde è che ha un forte senso di fratellanza e, se uno dei loro “cuccioli” si fosse trovato in difficoltà, i membri più anziani gli avrebbero dato una mano per affrontarli e superarli.

<< Ehi piccola! Perchè sospiri così, qualcosa ti preoccupa? E' per caso la punizione con il Capo?>> chiese preoccupata Gemma.

<< No, no. Non è per quello, anzi..il Professor Piton mi piace parecchio. Dovevi vedere come mi ha difesa per non essere l'unica a pagare per il litigio dell'altro giorno che ho avuto con quel Grifondoro!>> Gemma rimase sorpresa.

<< Beh...questo allora vuol dire solo una cosa: sei riuscita ad entrare nelle sue grazie!>>

<< Ma no, dai! Che dici?!>>

<< Ma certo, piccola! Se è intervenuto così vuol dire che gli vai a genio! Tuo fratello invece...mi sa che non ha speranze.>> disse ridendo.

<< Solo perchè non è riuscito a rispondere alle sue domande, il Prof se l'è legato al dito?!>> chiese stupita.

<< Sai..Piton apprezza la disciplina, il lavoro duro e il rispetto. Tuo fratello non è stato attento durante la prima parte di lezione e lo ha quasi sempre guardato storto per tutta la seconda parte, da quello che mi hanno detto gli altri ragazzi del primo anno, e Piton lo ho notato. E' un uomo molto intelligente e astuto.>>

<< E' quello che mi piace di lui.>> disse Serena guardando il soffitto con sguardo sognante.

Gemma si fece leggermente indietro.

<< Ti piace il Prof ?!>> chiese sorpresa e divertita.

<< Che cosa?! NO! No, no, no. Non nel senso che intendi tu comunque!>> sbottò Serena imbarazzatissima.

<< Sì che ti piace, dai ammettilo! E' alto, misterioso, intelligente, affascinante...se non fosse per quei capelli unti sarebbe perfetto!>> si avvicinò a Serena, le strinse le spalle con un braccio e le scompigliò i lunghi capelli neri con l'altro.

<< E dai smettila! Già che i miei capelli sono incasinati di loro, se me li scompigli così sembrerò un nido di quaglia!>> disse aggiustandosi i lunghi ciuffi che le cadevano sul viso, tanto da coprilo a metà.

<< Beh...ammetto che è un uomo... interessante. E quando mi sono riparata, appoggiandomi alla sua schiena, mi sono sentita... protetta.>> Gemma sgranò gli occhi.

<< Hai toccato Piton?!!>>

<< Mmmh...sì.>>

<< E non ti ha cruciata?!>>

<< No, perchè? E che vuol dire cruciata?>> chiese Serena sempre più confusa.

<< Nessuno hai mai osato toccare Piton, a parte Silente, senza essere stato punito dopo! E “cruciata” deriva dalla Maledizione Cruciatus, che, se messa in atto, causa alla vittima un insopportabile dolore che si sparge per tutto il corpo. Infatti è anche detta la Maledizione della Tortura!>> Serena sbiancò.

<< Davvero..farebbe..questo?>> chiese tremante di paura.

<< Ma no! E' solo un modo di dire di noi studenti per dire se sei stato punito o no.>> rispose Gemma ridendo.

<< Comunque, no..non mi ha cruciata. Anzi mi ha perdonata per quel gesto impulsivo. Non sembrava nemmeno arrabbiato a dire il vero.>> disse strofinandosi il mento pensierosa.

<< Evvai così, piccola! Hai proprio fatto colpo sul Capo! Lui non lo ammetterebbe mai, perchè è un uomo molto riservato, ma di sicuro gli piaci!>> esclamò contenta Gemma.

<< Tu dici? Non che è così “ tollerante” solo perchè ho fatto bella figura alla prima lezione di Pozioni?>>

<< Ma va là! Nessuno è mai riuscito a farsi subito ben volere così da Piton a parte te. Di sicuro, lo hai parecchio stupito ieri e non è da poco! Quell'uomo non si stupisce più di nulla ormai. Ma tu, piccola, lo hai fatto secco al primo colpo! Sono fiera di te, sei una vera Serpeverde!>> esclamò entusiasta.

<< Eehehe grazie. Però non era questo il motivo per cui ero preoccupata prima. Ma è una sciocchezza, nulla di che. Come ha detto Silente, mi ci vuole solo pratica!>>

<< Intendi Volo, vero? Aaah chi non ci è passato con i tot capitomboli?!>> disse Gemma ripensando ai suoi bei vecchi tempi.

<< Ehi, sai che ore sono, Gemma?>> la Prefetta si alzò la manica destra della tunica e guardò l'ora.

<< E' mezzogiorno e dieci...è ora della pappa!>> disse scherzando.

Sia Serena che Gemma presero la loro roba e iniziarono ad incamminarsi verso la Sala Grande.

<< E comunque a me il Professor Piton non piace nel senso che intendi tu, chiaro? Sono ancora una bambina, santo cielo!>> rimbeccò Serena imbarazzata.

<< Ah sì? Dimmi, quanti anni hai precisamente?>>

<< Quasi 12.>>

<< E per caso ti sono già venute le prime Cose ?>>

<< Quali cose? Aaahh QUELLE Cose! No, non ancora. Ma immagino che siano sulla buona strada, visto i miei costanti cambiamenti di umore.>> disse Serena prendendosi in giro.

<< Questo vuol dire che stai per diventare donna e che incomincerai a non sopportare i tuoi coetanei maschi e ad essere attratta da uomini maturi, come Piton.>>

<< Assolutamente no! E' un mio professore, non potrei mai neanche minimamente pensarlo!>>

<< Tranquilla, tutte le ragazze adolescenti prima o poi passano alla fase della “cotta per il Prof”, è capitato a tutte noi. E poi, è sempre stato Piton quello più affascinante, anche se, secondo me, non riuscirà mai ad avere una ragazza. Di certo, però, nessuna si è mai interessata a Raptor! Poi credo che Piton sia il più giovane insegnate fra il corpo docenti.>>

<< Beh sì, in effetti mi pareva abbastanza giovane rispetto agli altri. Sai mica quanti anni ha?>> chiese Serena incuriosita.

<< Oh oh oh! Vuoi subito arrivare al sodo con lui, eh? Non vedi l'ora di avere l'età giusta, vero?!>> esclamò Gemma dandole una gomitata sul fianco.

<< Ma sei matta?! Certo che sei maliziosa tu!>> sbottò seccata Serena rossa in viso a quel solo pensiero. Non era ingenua, sapeva benissimo che cosa facevano un uomo e una donna insieme intimamente.

<< Mmmh... credo che sia sulla trentina spaccata o giù di lì. Sì, non più di 30 direi.>>

<< E comunque ti piace!>> continuò Gemma dandole qualche buffetto sulla testa.

<< Non è vero! Stai delirando!>> esclamò Serena ancora più rossa e aumentando il passo verso la Sala Grande, ormai erano vicine.

<< Aahahah...la negazione è il primo segno che conferma la mia ipotesi!>> disse alzando la voce divertita.

<< Ma sta un po' zitta!>> sbottò entrando di fretta in Sala Grande.

 

 

******

 

 

Dopo pranzo Harry e Serena si incontrarono fuori dal portone della Sala Grande.

<< Ciao, sorellina! Ti va di venire con me, Ron ed Hermione a far visita ad Hagrid? Sarà contento di rivederti!>>

<< Mi dispiace, Harry. Ma fra poco dovrò andare da Piton per scontare la punizione.>>

<< Hai detto che devi essere da lui alle 16.00, giusto?>> Serena annuì.

<< Ci devi andare fra 3 ore! Dai hai tempo per stare un po' con noi!>> la implorò Harry.

<< Mi dispiace, ma ho bisogno di preparami psicologicamente per affrontare tutte quelle ore di lavoro con lui. Sono sicura che mi sorveglierà constantemente.>> disse rassegnata.

<< Oh, capisco.>> rispose Harry triste.

<< Dai tranquillo. Ci potremmo vedere domani! Comunque salutami Hagrid, ok?!>>

<< Sì, certo!>> poi Harry spostò lo sguardo verso il polso sinistro della sorella.

<< Ehi, come va col braccialetto riabilitativo? Ti fa male quando inizia ad attivarsi?>> chiese preoccupato.

<< No, no, tranquillo. Mi fa solo sentire un po' troppo caldo quando raggiungo il limite, ma dopo torna normale e mi rilassa. Sto pian piano imparando a controllarmi. Non preoccuparti, sto bene.>> disse sorridente.

<< Va bene, se lo dici tu.>> Harry, poi, salutò Serena e si avviò verso l'ingresso che portava fuori in giardino.

<< Ah, Harry!>> lo chiamò Serena.

<< Sì?>>

<< Come sta Ron col naso?>>

<< Beh..ce l'ha ancora un po' storto e dolorante. Ma dovrebbe rimettersi del tutto fra un paio di giorni.>>

<< Aahah immagino, poveretto. Ha preso proprio una bella botta! Ok, ora devo proprio andare, salutami Ron!>>

<< Ok! Ti saluto anche Hermione?>> chiese ghignando.

<< U uh uhu uh uh...>> disse tremando schifata.

<< Ho capito, meglio di no! Ciao, buona fortuna con Piton!>> disse ridendo.

<< Grazie, a stasera!>> dopo essersi salutati Harry raggiunse i suoi amici alla capanna di Hagrid, mentre Serena tornò alla Sala Comune.

Arrivata in camera, Serena si distese sul letto a rilassarsi un po'. Bast salì sul materasso e le si mise vicino a farle fusa e a pestare felicemente con le zampe. Pian piano, Serena, iniziò ad assopirsi e nel giro di 5 minuti si addormentò.
Il Lago Nero appariva in tutta la sua quiete fuori dalla finestra della stanza; ogni tanto delle piccole onde andavano ad infrangersi dolcemente sulla riva, cullando il sonno delle piccole Serpi. Ed il vento fra le foglie degli alberi emetteva un suono quasi ipnotico.
Dopo un po' di tempo, all'improvviso, Serena cadde giù dal letto, sbattendo forte il sedere.

<< Aaarrgh che botta!>> disse massaggiandosi il fondo schiena.

Di scatto, si voltò verso l'orologio appeso ad una delle pareti della stanza.

<< Ma che ore sono?>> osservò mezzo assonnata.

<< Oh cavolaccio! Sono le 15.58!>> esclamò alzandosi in fretta da terra.

Raccolse alla velocità di un fulmine il suo zaino e corse verso l'ufficio di Piton: sia l'ufficio che le sue stanze private erano un corridoio più avanti fuori dalla Sala Comune dei Serpeverde; essendo lunghi i corridoi di Hogwarts ci volevano dai 5 ai 10 minuti per raggiungere quella destinazione.
Una volta arrivata, aprì bruscamente la porta tutta affannata per la corsa.

<< ECCOMI, SONO QUI!>> esclamò fortemente.

Piton era chino sulla sua scrivania a correggere i compiti. Alzò il capo e fulminò con lo sguardo la povera ragazza.

<< Quanta grazia, Signorina Potter! Non le hanno insegnato a bussare prima di entrare?!>> sbottò seccato.

<< Ha ragione, mi scusi tanto signore!>> disse dispiaciuta uscendo di nuovo dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé. Piton alzò un sopracciglio interrogativo – Ma che sta..? -

TOC TOC bussò.

<< Posso entrare, Professore?>> chiese Serena da fuori la porta, per rimediare alla sua entrata da ballerina aggraziata di prima.

<< Potter, per cortesia, smettila con queste sciocchezze ed entra!>> esclamò Severus portandosi il pollice e l'indice alla radice del naso esasperato. Serena entrò molto lentamente questa volta.

<< Sbaglio o avevi detto che saresti stata puntualissima?! Sei arrivata con 5 minuti di ritardo!>> chiese acido. Serena sollevò il braccio sinistro e si grattò il capo in segno di imbarazzo e nervosismo – E che saranno mai 5 minuti, uffa!- pensò.

<< Eheh...mi sono addormentata.>>

<< Come immaginavo. La prossima volta, se ritarderai di nuovo, ti toglierò dei punti, intesi?!>> Serena annuì << Forza..siediti qui e inizia a scrivere.>> Severus fece apparire dal nulla, vicino alla scrivania per controllarla meglio, un banco con già pronto il foglio di pergamena, la boccetta di inchiostro e la penna a piuma per scrivere.
Serena, prima di sedersi, diede un breve sguardo all'ufficio del suo Capo Casa: era una stanza piuttosto piccola, buia e dall'aria tenebrosa, gli scaffali erano pieni di ampolle, bottiglie di diverse dimensioni contenenti ingredienti per Pozioni di vario genere, c'erano anche tanti alambicchi e provette. In effetti quel luogo rifletteva molto la persona che era il Professor Piton.
Serena si mise a sedere composta al banco, con la penna in mano, pronta a scrivere ciò che le avrebbe dettato il Professore. Quest'ultimo si alzò e iniziò a girare attorno al banco con le braccia incrociate dietro la schiena.

<< Allora, signorina Potter, dovrai scrivere per 100 volte “ Non devo picchiare più brutalmente un compagno di classe, anche se questo lo meritasse “>> Serena soffocò una risata a quel “ anche se questo lo meritasse “. A quanto pare il Prof non le dava torto per la sua reazione di quel giorno contro Finnigan.

<< Hai circa un'ora e mezza per finire, poi andremo all'aula di Pozioni e dovrai pulire tutti i calderoni, capito?>>

<< Sì, signore.>>

<< Bene, puoi iniziare.>> Severus tornò a sedersi alla sua scrivania e continuò a correggere i compiti di alcuni studenti più grandi.

Passò una mezz'oretta e Piton, ogni tanto, si alzava per vedere a che punto stava Serena con le frasi. Notò che era arrivata circa alla quarantesima e che aveva una buona calligrafia anche se stava scrivendo velocemente.
Dopo un'altra ventina di frasi, Serena cominciò storcere il polso, un po' indolenzito.

<< Riposa la mano 1 minuto, Potter. Tanto vedo che sei già a buon punto.>> disse Severus, mentre continuava a correggere.

<< Sì signore, grazie.>> disse massaggiandosi il polso. Serena, vide il Professore molto concentrato sul suo lavoro, qualche volta borbottando qualcosa a bassa voce. Presa dalla curiosità, Serena si sporse di poco col busto al di sopra del banco e cercò di dare una sbirciata ai voti che aveva dato ai test – Accidenti, quanti voti bassi! Quei fogli sono più rossi che neri ormai. Che carneficina!– pensò. Piton alzò lo sguardo e vide Serena sbirciare il suo lavoro.

<< Signorina Potter, gradirei che non ficcassi il naso in cose non ti riguardano.>> sbottò acido. Serena si ritirò subito e ritornò composta.

<< Mi scusi, Professore. Ero solo curiosa di vedere come se l'erano cavata i suoi studenti in quei test.>>

<< A quanto hai potuto constatare, non propriamente bene.>> Serena ridacchiò.

<< Credo che il tuo polso si sia riposato abbastanza. Ricomincia a scrivere.>> Serena annuì e si rimise al lavoro.

Passarono 45 minuti e Serena aveva finito di svolgere la prima parte della sua punizione, mentre Piton, avendo anche lui finito di correggere il primo pacco di test, si era alzato per andare a catalogare alcuni ingredienti dentro le ampolle.

<< Ho finito, Professore!>> esclamò Serena. Consegnò il foglio di pergamena a Piton e attese il giudizio. Piton osservò il lavoro attentamente.

<< Mmh...mi pare buono, qualche incertezza calligrafica all'inizio, ma può andare. Bene, direi che possiamo passare alla fase successiva del tuo castigo.>> così Piton mise a posto le varie scartoffie e fece scomparire il banco dove era seduta Serena. Anche quest'ultima mise a posto, prese il suo zaino e seguì il Professor Piton fuori dall'ufficio.

Lungo il tragitto per arrivare all'aula di Pozioni, Piton notò il Rilevatore Magico di Rabbia al polso di Serena.

<< Dimmi, Potter, come te la stai cavando col controllo dell'aggressività? Qualche miglioramento?>> chiese stranamente incuriosito Severus.

<< Beh..all'inizio, se devo esser sincera, è stata dura, ma pian piano ce la sto facendo. E poi, se fosse successo di nuovo qualcosa, sarei finita ancora nel suo ufficio a beccarmi la seconda punizione, no?!>> rispose Serena tranquilla e sorridente. Piton alzò un sopracciglio stupito.

<< Mh...giusta osservazione.>> - Forse, non è così simile al fratello come pensavo - pensò fra sé e sé osservando la ragazzina - Quel Potter...uguale sputato al padre! Aaarrgh! – continuò a pensare disgustato.

Una volta dentro l'aula di Pozioni, Serena vide che c'erano altri 2 studenti, uno di Corvonero e uno di Tassorosso, leggermente più grandi di età, che stavano scontando una giornata di punizione.
Piton indicò, appoggiati sopra ai primi banchi, una lunga fila di calderoni di diversa grandezza, pronti per essere scrostati e puliti a dovere dalla piccola Serpe. Serena sgranò gli occhi e aprì la bocca stupefatta.

<< Sono tutti tuoi, signorina Potter. Buon lavoro.>> disse Severus ghignando maligno.

- Eehe eeeee va bene....- pensò Serena rimasta ancora lì impalata a fissare l'interminabile fila di calderoni.

Dopo un breve shock iniziale, Serena si rimboccò letteralmente le maniche e iniziò a scrostare il primo calderone. Guardando quel calderone le venne in mente la forma di un tamburo. E si mise cantare a bassa voce, per non disturbare troppo il Professore, che si era messo a correggere un nuovo pacco di compiti, una canzona che le ricordava quella forma.
<<
Steady as the beating drum.. singing to the cedar flute.. seasons go and seasons come.. bring the corn and bear the fruit...>> qualche volta le scappò di battere dentro il calderone a ritmo della canzone, proprio come se fosse un tamburo degli Indiani.
Al suono coinvolgente di quei “tamburi”, anche gli altri due studenti si misero ad imitarla. Piton alzò lo sguardo, con il solito sopracciglio, e scrutò Serena <<
By the waters sweet and clean.. where the mighty sturgeon lives... plant the squash and reap the bean...all the earth our mother gives..>> al secondo rullo di calderone, Piton si alzò di scatto dalla sedia e si mise davanti alla postazione della ragazzina, con uno sguardo agghiacciante.

<< Credi che sia un gioco, Potter?! Credi che in una punizione ci si debba divertire, per caso?!>> chiese acido.

<< Mi scusi, signore. Era solo un modo per passare il tempo.>> Piton aggrottò le sopracciglia.

<< Non mi dica che è pure vietato inventarsi qualcosa per rendere più piacevole una giornata del genere?!>> osò dire Serena.

In quel momento Piton ridusse gli occhi a due fessure e assunse un'aria ancor più minacciosa di prima. Serena, intanto, rendendosi conto della fuoriuscita dal vaso che aveva appena fatto, si portò entrambe le mani alla bocca – Oh santo cielo! Che cosa ho detto?! Adesso mi ucciderà!- pensò spaventata a morte, perchè, proprio in quell'istante, Piton si era chinato con la schiena sul banco verso di lei, portando il volto all'altezza del suo ad un distanza di 10 centimetri.

<< Infatti, signorina Potter, essendo una punizione, ovvero un atto di penitenza e di conseguenza non piacevole da eseguire, il quale serve per ricordarti in futuro che non dovrai mai più atteggiarti in un certo modo, l'inventarsi qualcosa per rendere la giornata più piacevole....E'...VIETATO!>> disse alzando la voce sulle ultime due parole. Gli altri due studenti erano diventati due statue di sale, dispiaciuti che Piton se la fosse presa solo con la ragazzina. A Serena iniziarono a pizzicarle gli occhi, qualche lacrima in quel momento cominciò a pulsare per venir fuori. Ma si trattenne. Abbassò il capo e si tolse le mani dalla bocca.

<< Mi dispiace, Professore. Giuro che starò muta come un pesce.>> disse con voce tremolante e delusa: stava incominciando a piacerle davvero il suo Capo Casa, ma, dopo questa particolare ramanzina, perse un bel po' di punti – 50 punti in meno a Severus Piton! - pensò rabbiosa.

<< Bene. E' quello che mi aspetto.>> disse freddo, incrociando le braccia. Gli altri due studenti rimasero a fissare male Piton per qualche istante.

<< Beh..che cosa avete da guardare voi due scansafatiche?! Tornate al lavoro!>> il Corvonero e il Tassorosso, ripresero a pulire la loro fila di calderoni – Poverina, non stava facendo nulla di male – pensò il Tassorosso – Maledetto pipistrellaccio pidocchioso! - pensò il Corvonero. Piton li fulminò subito con lo sguardo, come se avesse letto nelle loro menti.

<< 10 punti in meno a Corvonero!>> disse ad alta voce.

<< NO, signore, non è giusto! Non ho fatto niente!>> protestò il ragazzo.

<< Possiamo fare 20 se preferisci.>> rispose freddo. Il ragazzo si calmò e continuò a lavorare.

Piton tornò a sedersi nuovamente alla sua cattedra a correggere i compiti – Un po' di arroganza l'ha comunque ereditata – pensò guardando la sua Serpe.
Passò un'ora e mezza e in aula regnò l'assoluto silenzio. Serena aveva quasi finito di pulire tutti i calderoni, glie ne mancava solo uno. Gli altri due studenti se ne erano già andati.
All'improvviso, quel beato silenzio, fu interrotto da un gemito di dolore.

<< Aaaargghh!>> urlò Serena. Si era tagliata, mentre sfregava con la spugna, il palmo della mano destra con un pezzo di metallo che sporgeva dall'interno del bordo del calderone.

<< Cosa ti sei fatta, Potter?>> Severus si voltò verso la ragazzina.

<< Niente, signore. Mi sono solo tagliata.>> mentre parlava, Piton notò che stava uscendo un bel po' di sangue.

<< Vieni qui, fammi vedere.>> Serena si avvicinò alla cattedra tenendosi la mano. Piton si alzò, le venne incontro, si inginocchiò alla sua altezza, le prese la mano sanguinante ed iniziò ad analizzarla.

<< Non mi sembra che sia niente, Potter. Non è grave, ma il taglio è piuttosto profondo.>> constatò Severus. Poi prese fuori la bacchetta, la puntò sulla mano della ragazzina e pronunciò un incantesimo.

<< Tergeo ! >> il sangue smise di uscire e le macchie che aveva lasciato scomparvero del tutto. La ferita era completamente pulita. Serena rimase a guardare sbalordita.

<< Aspetta qui, vado a prendere una cosa.>> disse Severus mentre si alzava per andare dietro ad uno mobile, il quale nascondeva una porta che conduceva alle sue scorte private.

Dopo qualche minuto, Severus tornò con in mano un piccolo barattolino bianco e verde. Si inginocchiò di nuovo davanti a Serena, aprì il barattolino, prese con un paio di dita la crema trasparente che conteneva, prese la mano della sua studentessa e, con gran delicatezza, iniziò a spalmare la crema sopra la ferita, che l'avrebbe disinfettata e pian piano fatta rimarginare.

<< Ah! Quant'è fredda!>> sussultò Serena, ritirando di poco la mano.

<< Non fare tante storie!>> sbottò Severus, continuando a spargere la crema.

Serena, superato il primo impatto di freddo, iniziò a rilassarsi e anche a godere un minimo di quelle “carezze involontarie” che le stava procurando Piton.
Serena lo osservò attentamente, si sentiva le guance un po' accaldate: il viso di Severus era lungo, serio e concentrato, un paio di ciocche dei suoi capelli neri gli cadevano ai lati degli zigomi – Gemma aveva ragione, è proprio affascinante. Chissà perchè molte ragazze dicono che non potrebbe mai avere una ragazza? Non è un uomo brutto, in fondo. Aaah, ma che vado a pensare! Stupidi ormoni! - pensò scuotendo la testa e diventando ancora più rossa. Piton alzò lo sguardo.

<< Perchè stai scuotendo il capo, signorina Potter? Non dirmi che ti sto facendo male!>> ghignò Severus.

<< No no, signore. I capelli mi erano andati sul naso.>> Piton alzò un sopracciglio, mentre, una volta finito di spalmare la crema, stava prendendo delle garze bianche per fasciare la ferita. Intanto, Serena continuò a studiare il volto del suo Capo Casa – Ehehe il famoso sopracciglio! Quant'è buffo quando fa quella smorfia! Comunque....ha gli occhi più neri che abbia mai visto, la pupilla non si vede nemmeno. Sembrano due pozzi senza fondo... – pensò continuando a guardarlo ipnotizzata dal velo di mistero che avvolgeva quell'uomo - ...però, mi danno anche l'impressione di essere pieni di tristezza. Secondo me, lui non è così cattivo come vuol far credere – continuò a pensare – Ma una cosa è sicura: non dovrò MAI PIU' cantare in sua presenza! Se no chi lo sente poi! - pensò esasperata al solo pensiero di beccarsi un'altra volta una ramanzina come quella di prima.
Piton, in quel momento, finì la fasciatura, si alzò da terra e porse alla bambina la barattolino di crema.

<< Dovrai ripetere lo stesso procedimento una volta al giorno per almeno una settimana, per far sì che la ferita guarisca completamente.>> Serena annuì.

<< Grazie, signore.>>

<< Di nulla, Potter.>> rispose severo come sempre. Poi si voltò verso la fila di calderoni.

<< Adesso, fammi vedere come hai lavorato.>>

<< Sì, Professore.>> si avvicinarono insieme verso il banco dove i calderoni puliti erano stati riposti. Piton li scrutò attentamente e ogni tanto passava un dito per vedere se c'era rimasto qualche residuo di polvere e di altre sostanze.

<< A parte l'ultimo che hai macchiato con un po' di sangue, direi che il resto è accettabile.>> Serena sorrise timidamente. Le faccende casalinghe che svolgeva in casa Dursley avevano dato finalmente i loro frutti.

<< Vuole che pulisca da capo quello macchiato dal mio sangue, Professore?>> Piton ci pensò per qualche secondo.

<< No, signorina Potter. Può bastare per oggi. Hai svolto in modo soddisfacente i compiti che ti sono stati assegnati. Direi che per due gocce di sangue non vi sia alcun problema.>>

Serena fece un sorriso grande come quello dello Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, però non così inquietante.

<< Grazie, signore!>> Severus storse la bocca divertito.

Poi si voltò verso l'orologio, che in quel momento aveva rintoccato le 19.00 di sera.

<< Bene, Potter. Ora sei libera di raggiungere i tuoi compagni a cena.>> disse muovendo la mano per mandarla via.

<< Spero che la punizione di oggi ti sia servita ad imparare qualcosa per il futuro, Potter. Insomma, non ti cacciare in altri guai inutili, ci siamo capiti?>> disse chiaramente.

<< Sì, signore. Grazie per la pomata, arrivederci.>> Piton rispose al saluto con un cenno della testa.

Così Serena, uscita dall'aula di Pozioni, corse verso la Sala Grande.

 

 

******

 

 

Finita la cena, Serena tornò subito in dormitorio e si lasciò precipitare sul materasso, facendo sprofondare il viso nel cuscino.

<< Mamma mia, che stanchezza!>> in quel momento entrò Liz, tutta gasata per la giornata divertente che aveva passato con i suoi amici.

<< Ehi Ser! Dai, muoviti! Che dobbiamo farti recuperare il divertimento perduto di oggi! Giù di sotto i ragazzi hanno in mente di fare un Guerra di Cuscini!>> Serena non diede segni di vita.

<< Eilà! Pronto? C'è nessuno in casa?>> Liz si avvicinò e notò che Serena era stata avvolta dal mantello di Morfeo. Dormiva profondamente – Poveretta...il pipistrello l'avrà massacrata di lavoro - pensò sorridendo alla vista dell'amica così sfatta di stanchezza. Con molta dolcezza, Liz coprì Serena con il morbido piumino verde che faceva da sopra-coperta.

-Riposati bene, amica mia. Da domani andrà meglio – pensò uscendo in punta di piedi dal dormitorio per non svegliarla e andò a raggiungere le altre Serpi giù in Sala Comune.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

allora.. dico subito che Serena non ha una vera cotta per Piton: prova solo grande ammirazione per lui ed essendo orfana di padre è normale che cerchi in qualcun altro una figura paterna, come lo è Silente per Harry nei libri/film. Però Serena ammette che Piton è un bel uomo e, come molte bambine in piena adolescenza, ci può stare che provi un po' di infatuazione per un Professore piuttosto affascinante come lui, no? ^^

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Alla prossima :D

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Capitolo 8
*** Un Halloween Movimentato ***


                                                  Un Halloween Movimentato

 

I mesi passarono in fretta, Settembre fu presto sostituito da Ottobre e, anche quest'ultimo, stava per essere sostituito da Novembre, era il 31 del mese.
Serena, pian piano, continuava a fare progressi col controllo della rabbia, però Finnigan non aveva mai più osato provocarla dopo la prima e ultima volta che l'aveva dovuta affrontare. Purtroppo i due fratelli Potter riuscivano raramente ad incontrarsi fuori dalle lezioni: Harry, da quando era entrato nella squadra di Quidditch, passava molto tempo a seguire gli allenamenti, mentre Serena veniva sempre presa in disparte dai suoi compagni di Casa; quest'ultimi non vedevano di buon occhio le relazioni di amicizia, anche se in questo caso si trattava di relazione fraterna, fra Case diverse, soprattutto se si riguardavano i Serpeverde con i Grifondoro, ma Serena, quando poteva scrollarseli un attimo di dosso, cercava in tutti i modi di passare un po' di tempo con lui.
Proprio quella mattina, Harry e Serena si incontrarono fuori dall'ingresso della Sala Grande prima di andare a fare colazione. Harry sembrava spaventato ed eccitato al tempo stesso.

<< Buon giorno, Harry! Come sta...Oh wooh che ti prende?!>> chiese Serena mentre il fratello corse a perdifiato verso di lei e l'afferrò per le braccia.

<< ANF ANF..Sorella! Non hai idea...ANF... di quello che abbiamo visto io, Ron ed Hermione ieri sera....ANF ANF!>>

<< Ok, ok, frena i cavalli un attimo! Calmati, prendi un bel respiro e poi parla.>> disse facendolo sedere su uno dei muretti delle arcate del corridoio.

<< Allora, cosa è successo?!>>

<< Ieri sera, mentre stavamo tornando al nostro dormitorio, le scale hanno cambiato percorso e siamo finiti accidentalmente al terzo piano.>>

<< Quello che Silente ha vietato di accedervi?>>

<< Sì, proprio quello.>>

<< E poi?>>

<< Ecco...e poi siamo entrati dentro la stanza proibita..>>

<< Che cosa avete fatto?!!>> chiese Serena sgranando gli occhi.

<< Sì lo so non avremmo dovuto, però le scale non si sarebbero riallineate prima di qualche minuto e allora siamo entrati. Eravamo troppo curiosi di vedere cosa c'era dentro!>>

<< Quindi cosa c'era?>>

<< Niente, solo una grande stanza piena di statue inquietanti avvolte da tanta polvere e ragnatele.>>

<< Come.. niente?!>> chiese stupita.

<< Eh..aspetta. Il bello deve ancora venire! Insomma..percorriamo la stanza e all'improvviso spunta lo stupido gatto di Gazza che inizia a miagolare senza sosta. Così ci siamo nascosti dentro un'altra stanza. Dopo che Gazza se ne era andato, io e i ragazzi ci voltiamo e....oh Dio..>>

<< Dai sputa il rospo! Che diamine c'era là dentro?!>>

<< C'era un enorme cane a 3 teste.>> disse Harry a bassa voce.

<< UN CANE A 3 TESTE!?>> ripetè Serena quasi urlando per la sorpresa. Harry fiondò entrambe le mani sulla bocca della sorella.

<< Shhhh zitta! Vuoi farlo sapere ai 4 venti?!>> Serena si tolse le mani del fratello di dosso.

<< Un cane 3 teste..>> Harry annuì, Serena sembrava pensierosa << ...Cerbero!>> esclamò.

<< Che cos è?>> Serena alzò gli occhi al cielo.

<< Cerbero era il cane a 3 teste di Ade, il Dio Greco dei Morti, che sorvegliava l'ingresso negli Inferi.>> Harry la guardò sorpreso.

<< Come lo sai?>>

<< L'ho letto in un libro una volta.>>

<< Però non credo sia proprio quel cane infernale, dai!>> esclamò Harry.

<< E vabbeh sarà suo cugino, che ti devo dire!?>> rispose a tono Serena.

<< Comunque, Hermione ha notato che quel coso poggiava le zampe su una botola.>>

<< Fa la guardia a qualcosa quindi.>> dedusse Serena.

<< Esattamente! Anche Hermione lo stava dicendo.>>

<< Ma a cosa?>> si chiese Serena strofinandosi il mento pensierosa << Ci sono!>> esclamò di colpo << Scommetto che sta facendo la guardia alla cosa top secret che Hagrid è andato a ritirare alla Gringott il giorno in cui ci è venuto a prendere! Se questa cosa fosse così importante, vorresti proteggerla in un certo modo, non credi? E ho lo strano presentimento che il cane non sia l'unica protezione che hanno adoperato.>>

<< Già...in effetti il tuo ragionamento non fa una piega.>> disse Harry.

<< Senti, parlerò di questa cosa ad Hermione e Ron, poi vedremo di ideare un piano.>>

<< Portate anche me la prossima volta. Potrei darvi una mano nelle indagini. E poi...voglio vedere quel cane!>> disse tutta eccitata facendo gli occhi da cucciolo supplicante. Harry cercava in tutti i modi di non badare a quegli occhi, ma alla fine cedette.

<< E va bene! Appena mi dicono qualcosa ti faccio sapere.>> Serena annuì.

<< Dai, andiamo a far colazione. Ho una fame da lupi mannari.>> disse Harry.

<< A chi lo dici. E dopo abbiamo quella pizza di Storia della Magia da subire per 2 ore. NOOO!>> esclamò Serena insofferente.

<< Non piace nemmeno a te quella materia, vero?>> chiese Harry capendo perfettamente lo stato d'animo della sorella.

<< Puoi dirlo forte. Quel Professore Fantasma è troppo soporifero! Potrebbe essere classificato come l'undicesima piaga d'Egitto: farebbe annoiare tutti a morte!>>

<< Aahahaha bella questa!>> si misero a ridere come non facevano da tanto tempo.

Così i 2 fratelli Potter andarono a sedersi ai rispettivi tavoli a fare colazione, pronti per affrontare un'altra giornata.

 

 

******

 

 

Dopo una lunga giornata di lezioni estenuanti, come quella di Storia della Magia in cui sia Harry che Serena si addormentarono sul banco contemporaneamente, finalmente tutti gli studenti di Hogwarts potevano rilassarsi e divertirsi un po'. Era la notte di Halloween e Silente aveva dato il permesso di travestirsi per l'occasione. Ma non tutti sembravano essere entusiasti della cosa. Serena, infatti, era davvero giù di morale: se ne stava lì seduta sul letto, con le ginocchia rivolte verso il petto e le braccia che le avvolgevano, con la schiena appoggiata al cuscino e la testa china fra le braccia; Bast, captando il disagio della padroncina, si mise vicino a lei e iniziò a strusciarsi e a miagolare dolcemente. Ma niente, nessuna reazione da parte della ragazzina.
In quel momento entrò Liz, tutta frizzante, come al solito, per la grande serata paurosa.

<< Buon Halloween, Ser !>> Serena rimase impassibile. Liz la guardò preoccupata.

<< Ehi, bella, che ti succede?>>

<< Niente, lasciami in pace...per favore.>> disse piano con ancora la testa sprofondata fra le braccia conserte sulle ginocchia.

<< Dai, Serena. Se qualcosa ti turba, me ne puoi parlare liberamente, per sfogarti un po' almeno. Gli amici servono a questo. Siamo amiche, giusto? Quindi possiamo dirci qualsiasi cosa.>> la rassicurò Liz. Serena non rispose subito, ma iniziò ad alzare la testa, rivolgendo lo sguardo piangente verso l'amica. Liz rimase sorpresa.

<< Su, su, non fare così. Perchè sei così triste?>> chiese avvicinandosi a Serena appoggiandole la mano su una spalla.

<< Oggi è il 31 Ottobre.>>

<< Appunto, è Halloween! Bisogna stare allegri e festeggiare!>> disse sorridente.

<< Liz...non capisci. Io...non posso festeggiarlo.>>

<< Perchè no, scusa?>>

<< E' l'anniversario di morte dei miei...dei nostri genitori.>>

<< Oh..capisco, mi dispiace tanto. Non lo sapevo.>> Serena tornò a ricoprirsi il volto con le braccia.

<< Però, lascia che ti dica una cosa: tua madre e tuo padre non vorrebbero vederti così, e nemmeno Harry. Vorrebbero che ti divertissi con i tuoi amici, visto che ora ne hai in abbondanza e hai l'occasione di rifarti una vita come si deve!>> disse Liz decisa ,scrollando leggermente le spalle dell'amica.

<< Tu dici?>> chiese con voce tremolante.

<< Che diamine, certo che sì! Scommetto che non riposerebbero in pace se continuassero a vederti ridotta in questo modo ad ogni Halloween e anche in generale.>> Serena sembrava essersi ripresa un po' dallo sconforto.

<< Forza, bella! Vediamo come possiamo conciarti per l'occasione!>> si alzò dal letto di Serena e andò verso il suo baule a vedere se poteva prestarle un costume di riserva, ma non trovò nulla che potesse starle bene. Serena osservò Liz incuriosita mentre rovistava disordinatamente fra i vari vestiti che aveva.

<< Mmmh accidenti! Non ho un tubo che possa stare bene con il fisichino che ti ritrovi.>> Serena era magra, ma con le forme giuste nei punti giusti, e leggermente più alta di Harry. Aveva una figura, nel complesso, elegante.

<< A-ha! Trovato!>> ritornò davanti all'amica.

<< Serena, hai per caso qualche vestito malconcio di cui vorresti disfarti?>>

<< Guarda..ho l'imbarazzo della scelta.>> rispose ironica. I Dursley non garantivano nemmeno dei vestiti buoni per i giovani fratellini. Gli rifilavano sempre dei vestiti di seconda mano, anche di qualche taglia più grande, e piuttosto malconci.

<< Dai, scegline uno.>> la incitò Liz. Serena, quindi, prese un vestito blu un po' stropicciato e lo distese sul letto.

<< Guarda un po' come lo faccio diventare con un incantesimo che ho imparato l'anno scorso!>> Liz si stiracchiò le dita, tirò fuori la bacchetta, la puntò sul vestito e pronunciò ad alta voce << Vestis ! >> e il vestito si trasformò in un costume, di taglio Medievale, da Vampira, nero e lungo fino alle ginocchia con il bavero viola alto e il mantello tagliuzzato alla fine come le ali di un pipistrello.

<< Accidenti, che bello!>> disse Serena entusiasta.

<< Dillo..sono un genio!>> esclamò ghignante Liz, soffiando sulla punta della bacchetta come se fosse una pistola che avesse appena sparato un colpo.

<< Forza, indossalo, vediamo come ti sta.>> dopo qualche minuto, Serena uscì dal bagno, imbarazzata, con indosso il costume. Era un po' timida per quanto riguardava il suo corpo, anche se non aveva alcun motivo per esserlo.

<< Per Salazar! Serena...stai benissimo!>> esclamò stupita Liz.

<< Oh.. ma dai, non dire sciocchezze!>>

<< Ma stai scherzando?! Dal fisico che ti ritrovi, quando avrai 15 anni, sarai un vero schianto di ragazza!>>

<< Però con questi capelli sembro un Vampiro Emo depresso.>> disse toccandosi il ciuffo che le cadeva sul viso coprendole l'occhio destro.

<< Tranquilla, per quello non c'è problema. Basta solo trovare un'acconciatura adatta.>> disse Liz puntandole addosso le mani posizionate come se fossero uno schermo.

<< Allora, vediamo un po'.>> Liz fece mettere seduta Serena su di una sedia davanti all'unico specchio della stanza e iniziò ad inventarsi acconciature varie facendo svolazzare sia la spazzola che i capelli dell'amica a destra e a manca. Ogni tanto a Serena sfuggiva qualche gemito di dolore: Liz aveva un tocco simile a quello di un fabbro e molto spesso le tirava i capelli accidentalmente.

<< Oh ecco fatto!>> esclamò Liz. In quel momento entrarono altre due ragazze del primo anno: una si chiamava Penelope Rodriguez, era di origine Spagnola e non aveva ancora imparato molto bene la lingua, ma si faceva capire lo stesso; aveva la pelle scura, gli occhi castano-verdi e i capelli erano neri e corti; l'altra si chiamava Mary Hill, aveva una carnagione piuttosto pallida, gli occhi azzurri e i capelli biondi lunghissimi, legati a coda di cavallo.

<< Hola ragazze! Cosa e'state faciendo ?>> chiese Penelope incuriosita.

<< Ciao Penny, ciao Mary! Stavo solo aiutando Serena a trovare una buona acconciatura che si sposasse bene col costume da Vampira.>> alla fine Liz le aveva legato la maggior parte dei capelli, non a coda di cavallo, ma tipo a chinion, in alto sulla nuca, in modo che alcune punte fossero sparate al in su e, davanti al viso, aveva lasciato liberi i lunghi ciuffi, che le cadevano sui lati delle guance.

<< Ma guarda qui, come sei carina!>> disse Mary.

<< Vero, eh?! Ora ci manca solo un po' di trucco e il gioco è fatto!>>

<< Come trucco?!>> chiese perplessa Serena.

<< No, intendo un po' di bianco per renderti cadaverica..>>

<< Ancora più cadaverica di quel che sono già?!>> esclamò Serena ghignante. Tutte le ragazze si misero a ridere.

<< ...Ma no, sciocchina! Solo il minimo indispensabile, poi un po' di ombretto viola sulle palpebre e una goccina di sangue rosso che ti cola dalla bocca e VOILA'! Una Vampira perfetta!>> esclamò Liz.

<< E voi da cosa vi travestite?>> chiese curiosa Serena.

<< Io me travesto da Lupa Manara! AAAHHHWWUUUUUUU!>> disse Penelope imitando l'ululato del lupo.

<< Io invece da Regina dei Ragni.>> disse Mary facendo svolazzare i sui lunghi capelli biondi. A dire il vero era una ragazza piuttosto vanitosa.

<< E tu Liz?>> chiese Serena.

<< Mmmh..credo che mi vestirò dal Mostro di Frankenstein.>>

<< Ahahahah ci staresti benissimo! Gli renderesti giustizia, visto il tocco da “mostro” che ti ritrovi!>> disse ridendo Serena, massaggiandosi i poveri capelli scotennati e avendo riacquistato un po' di allegria prima della serata.

<< Ma senti questa!>> rispose Liz tirandole un piccolo pugno sul braccio scatenando le risate delle altre due ragazze.

 

 

******

 

 

Dopo essersi tutte preparate per bene per la “spaventosa serata”, la piccola gang femminile Serpeverde, si avviò verso la Sala Grande per la cena a tema.
Arrivate all'ingresso, Serena incrociò Harry e si fermò a chiacchierare una attimo con lui, dopo aver fatto segno alle sue amiche che le avrebbe raggiunte più tardi.

<< Ciao fratellino! Aahaha come stai bene vestito da Zombie!>> disse ridendo.

<< Beh anche tu non scherzi, sei spaventosamente elegante da Vampira!>>

<< Atento.. poiché sei in mio potere! Io ora succhia tuo sangue MUAAAHAHAHAHAHA!>> disse Serena, portandosi un pezzo del mantello davanti al viso coprendoselo per metà lasciando solo gli occhi verdi in vista ed imitando alla perfezione la voce e l'accento dei Carpazi del Conte Dracula, ridendo poi diabolicamente. Harry dopo, prendendo spunto dalla sorella, si mise nella classica posa sbilenca degli Zombie in cerca di prede.

<< Uuurrrgghhh...fame...cervelli!>> entrambi i fratelli avevano le guance gonfie di risate pronte ad uscire e infatti, pochi secondi dopo, scoppiarono a ridere come dei matti.

<< AHAHAHAHAH o santo cielo, ma quanto siamo scemi?!>> disse Serena.

<< Anche troppo al di sopra della norma AHAHAHAHAH!>> rispose Harry ancora piegato in due dai crampi da ridarola.

<< Ehi, ma Ron e Hermione non son venuti con te?>> chiese guardando dietro ad Harry.

<< Ron è già seduto a tavola, per quanto riguarda Hermione....>> Harry si fece perplesso all'improvviso. Serena lo guardò interrogativa.

<<...hai presente oggi, a lezione con il Professor Vitious?>> Serena annuì << Beh Hermione, come suo solito, ha voluto dimostrare a Ron come eseguire bene il Vingardium Leviosa, lui si è offeso e le ha sparlato alle spalle, lei ovviamente ha sentito tutto ed è da oggi pomeriggio che è rinchiusa in bagno a piangere.>>

<< Ah..accidenti. Però, scusa, un po' se l'è cercata, Ron non ha avuto mica tutti i torti.>>

<< Sì, però ha comunque esagerato.>>

<< Chissà se magari così avrà capito di dover cambiare atteggiamento!>>

<< Certo che sei proprio una Serpe!>> sbottò Harry.

<< Lo ritengo un complimento.>> rispose Serena ghignando e facendo un inchino.

<< Vabbeh lasciamo perdere che è meglio. Andiamo a cena, i nostri compagni ci stanno aspettando.>> disse Harry rassegnato.

<< Concordo >> e così si avviarono ognuno verso il proprio tavolo.

La Sala Grande era tutta stata addobbata a tema: sul soffitto non fluttuavano più mille candele, ma bensì mille zucche di Halloween, ognuna con un'espressione diversa; tutti i fantasmi svolazzano allegri ululando di qua e di là, addirittura Nicolas Quasi Senza Testa, il fantasma della Casa Grifondoro, si prestò ad interpretare un povero condannato alla ghigliottina e il boia lo avrebbe interpretato il Barone Sanguinario; su tutte 5 le tavolate, inclusa quella dei docenti, vi erano leccornie di ogni genere, mele caramellate, lecca lecca a spirale, cioccolatini, zucchero filato e tante altre pietanze troppo ricche di zucchero; gli studenti erano quasi tutti travestiti da mostri o da altri personaggi di fantasia; i professori, invece, erano vestiti normalmente.
Tutti i suoi compagni Serpeverde iniziarono a mangiare senza sosta quel ben di Dio, Serena, però, sembrava indugiare.

<< Dai Ser! Mangiati qualcosa, se no come potrai festeggiare per bene La Notte delle Streghe?!>> la incitò Liz parlando con la bocca piena.

<< Già, ma io non sono una grande fan dei dolci troppo zuccherati.>> rispose guardando quasi come se fosse disgustata da tutto quell' “esercito di Carie”.

<< Almeno mangiati un cioccolatino, forza!>> Liz le passò un cioccolatino fondente a forma di pipistrello. Alla vista di quella forma, Serena, prima di mangiarlo, mise in prospettiva il pipistrellino accanto al Professor Piton, per notare qualche somiglianza. Piton, da lontano, notò il gesto di Serena ed inarcò, sospettoso, un sopracciglio. A Serena scappò da ridere alla vista della sua solita smorfia.

<< Ehi ragazzi! Lo sapevate che Serena è un'ottima cantante?!>> se ne uscì all'improvviso Liz. Serena si fiondò con le braccia sull'amica per cercare di farla stare zitta.

<< Ssshhhh mai sei matta? Che stai dicendo?!>> sbottò Serena imbarazzata.

<< Ma è vero!>> replicò indignata Liz.

<< Dai Serena, cantace qualcossa!>> chiese Penelope. Draco, che era seduto poco più lontano, si voltò verso le ragazze.

<< No, no dai. Non mi sembra né il luogo né il momento adatto!>> disse ancora più rossa in viso.

<< Per favooooorrreeeeeee!>> implorò Liz facendo gli occhi da cucciolo.

<< Ehi, non osare adoperare la MIA mossa contro di me!>> Liz intanto si stava spalmando addosso all'amica ancora più supplicante. Poi mezza tavolata Serpeverde, incluso Malofy, iniziò a battere sul tavolo a ritmo scandendo << SERENA! SERENA! SERENA! SERENA!>> alla fine la ragazzina cedette, visto che gli studenti delle altre Case si erano voltati per vedere cosa combinavano quelli di Serpeverde.

<< Aaaarrrggghh e va bene! Così almeno starete zitti! Bella figura mi fate fare!>> poi si strofinò il mento pensierosa.

<< Che cosa potrei cantare? Datemi un consiglio.>>

<< Mmmh potresti cantare qualcosa inerente ad Halloween.>> disse Mary.

<< Aspetta, ne conoscevo una...cavolo..come si intitolava?! Ah sì! Avete presente il film di Tim Burton “ The Nightmare Before Christmas”?>> chiese Serena.

<< E chi non lo conosce quel film?! Ma tu come fai ad averlo visto? Hai detto che i tuoi zii non permettevano né a te e né a tuo fratello di guardare la TV!>>

<< E tu credi che io abbia rispettato quella stupida regola? Sgattaiolavo di sotto qualche notte a guardarla di nascosto, no!?>> rispose Serena ghignando soddisfatta.

<< Aahaha giustamente!>> rispose Liz.

<< Comunque la canzone era “ Thi is Halloween”. Vi va bene?>>

<< Certo che sì! E' perfetta! Dai.. attacca!>> così Serena, sulla base musicale improvvisata dai suoi compagni, iniziò a cantare.

<< Boys and Girls of every age...Wouldn't you like to see something strange...Come with us and you will see....It's our Town of Halloween..>>

E poi i Serpeverde cantarono in coro

<< THIS IS HALLOWEEN ! THIS IS HALLOWEEN ! >>

E di nuovo solo Serena

<< Pumpkins scream in the dead of night !>> poi Serena si voltò verso le tavole delle altre Case << Forza ragazzi! Tutti insieme!>> disse alzando le braccia per incitare gli altri studenti ad unirsi a loro. Con un po' di riluttanza anche le altre tavolate, inclusa quella di Harry, iniziarono a cantare in coro

<< THIS IS HALLOWEEN....EVERY BODY MAKE A SCENE.....TRICK OR TREAT TILL THE NEIGHBORS GONNA DIE OF FRIGHT...IT'S OUR TOWN....EVERYBODY SCREAM...IN THIS TOWN OF HALLOWEEN ! >> la tavolata dei Professori non si unì al coro, ma lo seguì battendo le mani a tempo: Silente e la maggior parte dei docenti sembrava davvero divertirsi a quella improvvisazione canora; tutti tranne, ovviamente, Piton che se ne stava lì imbronciato con le braccia conserte ad osservare annoiato la graziosa scenetta. Il divertimento, però, fu interrotto dall'entrata improvvisa del Professor Raptor.

<< UN TROLL NEI SOTTERRANEI !!! UN TROLL NEI SOTTERRANEI !!!>> urlò spaventato. La Sala Grande si ammutolì di colpo e Silente si alzò in piedi.

<< Io..ve l'ho.. detto.>> disse Raptor prima di cadere a terra svenuto. In quel momento tutti gli studenti si alzarono disordinatamente dai loro tavoli, urlando terrorizzati.

<< SILEEEENZIO ! >> tuonò all'improvviso Silente, facendo zittire immediatamente gli studenti.

<< Ragazzi, per favore, niente panico! Adesso i Prefetti accompagneranno in ordine gli studenti nelle loro rispettive Sale Comuni. Gli insegnanti, invece, mi seguiranno nei sotterranei.>> disse calmo il Preside.

I Prefetti, quindi, da come gli è stato ordinato, iniziarono a radunare tutti i ragazzi. Una volta usciti dalla Sala Grande, Serena notò che Harry e Ron si distaccarono dal loro gruppo e si avviarono verso un altro corridoio – Accidenti, Harry! Dove cavolo stai andando?! - pensò preoccupata. Perciò, anche lei si distaccò dai suoi compagni e seguì il fratello.
Lo seguì per un buon tratto di corridoio, quando si accorse che Harry era entrato nel bagno delle ragazze –
Ma dai! Ti sembra questo il momento per spiare le ragazze?! Ah, no...Hermione! - pensò frettolosa. Si avvicinò al bagno con prudenza, finchè non vide un enorme figura muoversi freneticamente, distruggendo tutto quello che incontrava, era il Troll.
Serena, raggiunse in fretta il bagno per andare in soccorso del fratello.

<< HARRY!>> urlò. E vide che il Troll aveva afferrato per la caviglia Harry, mentre stava cercando di colpirlo con la sua enorme clava.

<< Serena! VATTENE VIA!>>

<< NO! IO NON TI LASCIO QUI!>> rispose mentre il fratello continuava ad evitare i colpi. Ron però, messo in disparte in un angolo, sembrava non sapesse cosa fare per aiutare l'amico.

<< Ma che cavolo stai facendo, Ron?! Perchè non lo stai aiutando?!>> gli urlò contro Serena.

<< Io...io non posso. Potrei colpire Harry!>> rispose tremolante di paura.

Quindi Hermione, nascosta sotto un lavandino, disse a Ron di far levitare la clava.

<< Coraggio Ron! Ce la puoi fare! Agitare e colpire!>> gli disse.

Ron, quindi, acquistata un po' di sicurezza, puntò la bacchetta verso l'arma del mostro e con il giusto movimento di polso pronunciò << Vingardium Leviosa !>> e la clava si staccò dalla presa della mano del Troll e iniziò a fluttuare sopra la sua testa. Quest'ultimo, non capendo dove fosse andata a finire, iniziò a voltarsi a destra e a sinistra. I Troll non erano creature particolarmente intelligenti.
Ron smise di puntare la bacchetta verso la clava e questa cadde violentemente in testa al Troll, stordendolo e facendogli perdere l'equilibrio.
Serena notò che il mostro stava per cadere proprio su Harry, che, in precedenza, era riuscito a liberarsi dalla presa del mostro.
Quindi, con tutta l'aria che aveva nei polmoni, Serena puntò la bacchetta verso il Troll e pronunciò ad alta voce

<< Glutino ! >> in quell'istante, dalla bacchetta della ragazzina fuoriuscì una grande quantità di sostanza appiccicosa e giallastra che scaraventò ed intrappolò il Troll, privo di sensi, contro il muro del bagno.

<< Miseriaccia! Sei stata... fenomenale!>> esclamò Ron. Ma voltandosi non vide più la ragazzina, che, infatti, era stata scaraventata, anch'essa, sopra un lavandino zampillante. L'incantesimo Incollante, se evocato con potenza, poteva provocare un effetto contrario di rinculo nei confronti del mago o della strega che lo aveva adoperato.

<< Stai bene, Serena?!>> chiese preoccupato Harry.

<< Accipicchia, che botta che ho preso! Comunque sì, sto bene.>> rispose massaggiandosi la schiena e scendendo dal lavandino. Poi si prese la gonna e la strizzò.

<< Ma guarda qua! Sono tutta fradicia!>> disse imbronciata.

<< Beh..poteva andarti peggio.>> fece notare Hermione.

<< Già.>> rispose Serena sorridendo lievemente.

In quel momento arrivarono la Professoressa McGranitt, il Professor Piton e il Professor Silente.

<< Oh mio..oh oh..oh santo Merlino! E..esigo una spiegazione da voi 3!>> disse la Professoressa indicando Harry, Ron e Serena, i quali si attorcigliarono nel parlare per cercare di inventarsi una scusa plausibile. Poi Hermione intervenne.

<< E' colpa mia Professoressa.>> la McGranitt, Piton e Silente si voltarono stupiti verso la piccola Grifondoro.

<< Stavo cercando il Troll. Avevo letto sull'argomento e credevo di poterlo affrontare da sola... >> Ron e i fratelli Potter sgranarono gli occhi e si scambiarono qualche sguardo perplesso << ...ma mi sbagliavo. Se non fosse stato per Harry, Serena e Ron..probabilmente sarei morta.>>

<< Pur stando così le cose, il tuo è stato un gesto estremamente incosciente!>> sbottò furiosa la McGranitt. In quel momento Harry notò che il pantalone della gamba destra del Professor Piton era strappato e che questa stava sanguinando. Harry diede un colpetto col gomito a Serena e le indicò con gli occhi la gamba del suo Capo Casa. Piton si accorse degli sguardi troppo curiosi dei due fratelli e si coprì immediatamente la ferita con il mantello e li fulminò con lo sguardo. Sia Harry che Serena però lo continuarono a scrutare sospettosi.

<< Da te mi sarei aspettata un comportamento più razionale. Mi ha molto deluso, signorina Granger!>> continuò la McGranitt << 5 punti verranno tolti a Grifondoro, per la tua grave mancanza di giudizio!>> poi si rivolse ad Harry, Serena e Ron << Quanto a voi 3..spero vi rendiate conto di essere stati molto fortunati! Non molti studenti del primo anno sanno affrontare un Troll di montagna ed essere in grado di raccontarlo!>> i 3 ragazzini abbassarono lo sguardo << 5 punti...verranno assegnati ad ognuno di voi....>> disse la Professoressa, lasciando tutti e 4 gli studenti felicemente di stucco << ...per la vostra fortuna sfacciata!>> disse infine voltandosi e uscendo dal bagno.

<< Bene..ora direi che potete tornare nei vostri rispettivi dormitori.>> intervenne Silente tranquillo. I 4 studenti annuirono e uscirono anche loro dal bagno con Piton e Silente che gli stavano dietro per controllare che non cambiassero direzione un'altra volta.

Lungo il tragitto, Ron si affiancò ad Hermione.

<< Ehi, ti volevo chiedere scusa per oggi.>>

<< Non importa. Avevi ragione.>> disse un tantino imbarazzata.

<< E grazie per averci coperti.>>

<< Di nulla, altrimenti a cosa servirebbero gli amici?!>> disse Hermione sorridendo. Ron ricambiò il sorriso, mentre i 2 fratelli Potter osservavano compiaciuti quella scena. Poi Hermione si affiancò a Serena.

<< Ehi, volevo dirti che sei stata...molto brava a lanciare quell'incantesimo. Chi te l'ha insegnato?>>

<< Visto che Raptor si sta rivelando un insegnante piuttosto inutile, che si limita a spiegare solo la Teoria della sua materia, ho deciso di cimentarmi per conto mio in alcuni incantesimi semplici di Difesa Contro le Arti Oscure.>> rispose impassibile Serena. Intanto, da dietro, Piton e Silente seguivano la conversazione delle due studentesse; Piton all'affermazione pungente della sua Serpe su Raptor, nascose un ghigno divertito.

<< Eheheh sì, posso capirti. Non ha molto coraggio anche se è il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Hai visto come è svenuto prima? Non si è nemmeno sognato di affrontare il Troll al posto nostro!>> disse ridendo.

<< Aahahah già.>> rispose Serena, sorridendo.

<< Serena, sei...una degna avversaria!>> esclamò sicura Hermione.

<< Grazie. Altrettanto.>> rispose educatamente.

<< Che ne dici? Tregua?>> domandò Hermione fermandosi e porgendo la mano a Serena. Anche Silente e Piton in lontananza si fermarono ad osservarle. Serena la scrutò attentamente. Poi strinse la mano di Hermione.

<< Va bene...>> Hermione sorrise << ...per il momento.>> aggiunse poi Serena sorridendo e facendo l'occhiolino alla Grifondoro, la quale ridacchiò – Beh..almeno è un inizio!- pensò Hermione. Silente, vedendo il buon comportamento assunto della piccola Potter, diede un colpetto col gomito sul fianco di Severus, come dire – Non sei fiero di avere un così buon partito nella tua Casa, ragazzo mio? - e quest'ultimo scambiò con Silente uno sguardo complice, avendo capito il significato di quella gomitata. Severus doveva ammettere che si era comportata egregiamente nei confronti della giovane Grifondoro.
In fine, una volta salutatisi, i due fratelli Potter tornarono con i loro insegnanti nelle proprie Sale Comuni.

 

 

******

 

Arrivata nel suo dormitorio, Liz, Penelope e Mary si precipitarono verso Serena.

<< Santo Salazar, Serena! Ma dove diamine ti eri cacciata?!>> chiese Liz.

<< Ci siamo voltade e tu eri desaparecida!>>

<< Che?!>> chiese Serena non avendo capito l'ultima parola in Spagnolo.

<< Ha detto che eri sparita.>> tradusse Mary, conoscendo un po' la lingua.

<< Eravamo preoccupate!>> continuò Liz.

<< Tranquilla, sto bene.>> la rassicurò.

<< Ma dove eri finita prima?>> chiese Mary.

<< Ero andata a dare una mano a mio fratello. Si era di nuovo cacciato nei guai.>> disse dirigendosi verso il letto.

<< Non sarebbe ora che lo lasciassi.. “crescere” un po' ?>> chiese leggermente acida Mary.

<< Non posso, Mary. Ho delle responsabilità nei suoi confronti, sono sua sorella maggiore dopotutto.>>

<< Capisco, però non puoi fargli sempre da balia!>> Serena sgranò gli occhi.

<< Sai..sei la seconda persona che me lo dice.>> rispose voltando le spalle alle sue compagne e mettendosi a letto.

<< Dai è tardi. Andiamo a dormire.>>

 

 

******

 

Intanto Silente, una volta tornato nel suo ufficio, si era seduto comodamente nella sua poltrona porpora davanti al cammino, a bersi una tazza di tè, per rilassarsi un attimo dopo tutto il trambusto accaduto prima – Finalmente un po' di pace – pensò. In quel momento, qualcosa bussò al di fuori della finestra dell'ufficio, era Fanny. Silente si alzò dalla poltrona e andò ad aprire la finestra per fare entrata la sua cara Fenice.

<< Oh..bentornata mia cara, ti sei fatta un bel giretto vero?>> disse dandole un buffetto. Silente, poi, notò che Fanny aveva in bocca una busta verdognola, proveniva dall'ospedale San Mungo – Finalmente sono arrivati! Ci hanno messo più del previsto – pensò. Aprì la busta e tirò fuori il documento che vi era contenuto dentro e lo lesse.
In quel momento il volto di Silente, da tranquillo che era, si mutò in un volto pallido, pietrificato e sconvolto –
Per Merlino..- pensò. Poi si voltò di fretta verso il quadro raffigurante il Dottor Jakyll in versione umana.

<< Presto...vammi a chiamare immediatamente il Professor Piton.>> disse con un tono che all'apparenza poteva sembrare tranquillo, ma in realtà era panico controllato.

<< Subito, signor Preside!>> rispose Jakyll. Così, quest'ultimo si avviò all'istante nelle stanze private di Severus.

Silente, dopo, si accasciò di nuovo sulla poltrona, massaggiandosi la fronte.

-Buon Dio....come la prenderà?-

 

 

 

 

Angolo Autrice:

l'incantesimo Incollante “Glutino” è di mia pura invenzione ( la parola “glutino”, tradotto dal Latino, vuol dire per l'appunto “ incollare” ) ^-^
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

SMACK XXX alla prossima! :D

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Capitolo 9
*** Rivelazioni ***


                                                             Rivelazioni

 

Anche quella notte, Severus non riuscì a prendere sonno e, per ammazzare il tempo, in attesa che Morfeo si alzasse dal trono e andasse ad avvolgere con la sua coperta magica anche il povero Professore di Pozioni, si sedette su una poltrona nera di velluto, con le rilegature verdi scure, e si mise a leggere un manuale di Pozioni Avanzate davanti al fuoco scoppiettante. In quel momento, la figura del Dottor Jakyll apparve dentro la cornice vuota di uno dei quadri che erano appesi nella stanza.

<< Buonasera, signore. Mi scusi se mi presento a quest'ora tarda, ma il Professor Silente desidera vederla.>> disse Jakyll facendo un inchino elegante.

<< Adesso non posso. Ho da fare. Potrà vedermi domani mattina.>>

<< Signore, con tutto il rispetto, la questione mi è apparsa alquanto urgente. Secondo me dovrebbe andare.>> Piton alzò gli occhi al cielo e sbuffò spazientito. Chiuse violentemente il libro, si alzò di scatto dalla poltrona e andò a prendere una piccola manciata di Metropolvere per raggiungere in fretta il camino dell'ufficio di Silente – Neanche la notte mi da tregua quel maledetto vecchio! - pensò irritato.
Silente, intanto, passeggiava nervosamente avanti e indietro per lo studio, in attesa che il professor Piton rispondesse il prima possibile al suo appello.
In quell'istante il fuoco del caminetto di Silente divenne verde e ne uscì un Piton piuttosto seccato.

<< Allora, Albus. Qual è il motivo così urgente tanto da convocarmi nel bel mezzo della notte, senza poter aspettare domani mattina?!>> chiese acido incrociando le braccia fra il mantello nero.

<< Lo so, ragazzo mio. Perdonami per averti chiamato a quest'ora, ma ti devo parlare assolutamente. E' una faccenda troppo importante.>> rispose tranquillo, camminando verso la sua scrivania per prendere la busta.

<< Ebbene, sentiamo. Qual è questa “importantissima” faccenda?>> sbottò ironico.

<< Severus, forse è meglio che tu ti sieda.>>

<< Preferisco restare in piedi.>>

<< Va bene, come vuoi.>> Silente prese in mano la busta, tirò fuori il documento e lo porse a Piton. Quest'ultimo lo guardò interrogativo.

<< Di che si tratta?>>

<< Leggilo e lo scoprirai da te.>>

<< Coraggio, Silente, non ho tutta la notte!>> sbottò irritato, scuotendo bruscamente il foglio.

<< Severus, ti prego. Leggilo.>> disse tranquillo. Quando Silente diceva la frase “ti prego” l'argomento doveva essere davvero importante.

Piton iniziò a leggere attentamente. Passò qualche minuto. All'improvviso alzò di scatto la testa verso Albus.

<< Mpf.. è..è uno scherzo, vero?>> Silente scosse la testa.

<< Sul serio, Albus. Non è divertente! Se è un altro dei tuoi insulsi giochetti io giuro che..>>

<< Ti assicuro...che non è uno scherzo, Severus.>> lo interruppe Silente. Piton, preso dal panico, rilesse il documento ancora più attentamente di prima. Il suo volto perse quel poco di colorito che aveva, iniziò a sudare freddo e ad ansimare pesantemente.

<< Non....non mi sento..molto bene..>> Severus iniziò a barcollare, facendo cadere per terra il documento; Silente fece uno scatto e lo afferrò per le spalle e le fece sedere sulla sua poltrona porpora.

<< Non è possibile..non può essere vero.>> disse Severus tenendosi la fronte sudata con una mano, con gli occhi sgranati e fissi nel vuoto.

<< Invece è tutto vero, Severus. La signorina Serena Potter, secondo i risultati delle analisi del San Mungo, è....tua figlia.>>

<< Le analisi del San Mungo?!>> Piton in quel momento si alzò di scatto e andò ad afferrare con violenza il colletto del Preside con entrambe le mani.

<< Ecco perchè quel giorno mi hai strappato la ciocca di capelli! E immagino che tu l'abbia strappata anche alla mocciosa, vero?! Dico...come osi...COME OSI..giocare in questo modo con la vita delle persone e a sconvolgergliela così!?? Solo per soddisfare la tua stupida e infantile curiosità! COME OOOSSSIIII!!!!??>> urlò furibondo contro Silente. Quest'ultimo rimase stranamente tranquillo, ma era anche alquanto affranto.

<< Ti chiedo perdono, Severus.>> disse abbassando penitente lo sguardo. Piton incominciò pian piano a rilassare il volto e ad allentare la presa sul colletto della veste del Preside. Infine, Piton lasciò del tutto la presa, si girò e andò ad appoggiarsi, a testa china, sull'architrave del caminetto. Silente, ripreso un po' di fiato dalla stretta ferrea di Piton, si rimise a posto la veste.

<< Quindi..la ragazzina... è..mia..>> disse poi Severus a voce tremolante.

<< Sì, ragazzo mio. Serena Eileen Potter è tua figlia. Tua e di Lily Evans.>> Severus, udito il nome completo della bambina, si portò una mano davanti al viso, probabilmente per coprirsi qualche lacrima che stava iniziando a scendere dai suoi occhi sconvolti.

<< Il secondo nome...le ha dato il nome...di mia madre.>> disse con voce strozzata.

<< Sì. Lily è stata davvero molto premurosa a darle un nome che un po' le ricordasse te. Oltre a tutto il resto, ovviamente.>>

<< Ma perchè....perchè non me l'ha detto?>>

<< Forse, dopo il litigio che avete avuto quell'orribile giorno, non voleva incatenarti ad una responsabilità così grande. In più era anche molto delusa dalle scelte che avevi fatto all'epoca e non ti avrebbe ritenuto in grado di essere un'adeguata figura paterna per la bambina.>> Severus rimase in silenzio.

<< Sai...Serena ti somiglia in tante cose. I capelli neri corvini, la Casa in cui è stata smistata, l'intelligenza e la voglia di imparare, la sua abilità in Pozioni la dice lunga, l'ironia pungente, gli scatti di ira improvvisi... >> disse Silente mettendo un po' di sarcasmo sull'ultima frase <<..e...ihihihi...anche in alcune smorfie che fa.>> disse ridacchiando ripensando al colloquio che aveva avuto mesi fa per la punizione da assegnare << Ma credo che tu abbia già avuto modo di constatarlo, vero?>>

<< Sì, ho notato.>> disse piano avendo riacquistato un po' di autocontrollo << Però...>> Silente lo guardò interrogativo <<....fisicamente e anche un po' caratterialmente è uguale a sua madre: ha il suo viso, la sua simpatia, la sua energia, la sua bontà.....i suoi occhi.>> disse infine con voce tremolante sull'ultima parola.

<< Sì. Serena vi rappresenta entrambi perfettamente.>> Piton iniziò a sollevare la testa, si sistemò il mantello e si voltò piano verso Silente.

<< Quando è nata?>> gli chiese timidamente.

<< E' nata il 27 Dicembre 1979.>> disse leggendo il referto medico << Quindi è stata concepita in Marzo, durante il vostro ultimo anno di scuola.>> disse Silente pensieroso.

<< A fine Marzo, in verità.>> se ne uscì Severus involontariamente, diventando improvvisamente rosso in volto e mordendosi il labbro inferiore – Ma stai zitto, idiota! - pensò insultando se stesso. Silente, vedendo l'imbarazzo del giovane Professore, ridacchiò.

<< Eehe hai fatto il birichino, vero Severus?!>>

<< Ero solo un ragazzo, Albus! Uno sciocco, stupido adolescente!>> sbottò Severus rosso come un peperone.

<< Ma come è capitato?>>

<< Secondo te?! Come credi che sia potuto succedere?!>> rispose Severus ironico.

<< Ma credevo che tu e Lily foste solo buoni amici.>>

<< Sì..lo eravamo. Però, verso l'inizio del sesto anno, ci siamo “avvicinati” maggiormente e più avanti....sai...no?!>> disse sempre molto imbarazzato.

<< Aaaah! Ecco chi erano quei due studenti che Gazza aveva detto di aver quasi sorpreso a..>> fu interrotto improvvisamente.

<< Sì sì sì sì abbiamo capito!>> Silente rise di gusto nel vedere Piton così insolitamente imbarazzato.

<< Comunque...>> continuò Severus con voce seria <<...adesso che devo fare? La ragazzina, dovrebbe esserne informata.>> Silente si strofinò la barba pensieroso.

<< Mmh magari, almeno per il momento, direi che non è necessario. Serena sta già attraversando un capitolo totalmente nuovo della sua vita e, una notizia del genere, potrebbe turbarla troppo.>>

<< Capisco.>>

<< Scoprire che James Potter in realtà non era il suo padre biologico potrebbe sconvolgerla anche più di quel che possiamo immaginare.>>

<< Tsk! Sai che perdita.>> sbottò sarcastico.

<< Severus, so che tu e James eravate in forte contrasto, ma, per favore, non iniziare con la solita tomella.>>

<< Porta il suo cognome, Albus! Quel Potter...mi sta tormentando anche dalla tomba!>> esclamò disgustato.

<< SEVERUS! Calmati.>> disse con tono autoritario. Piton cercò di ricomporsi.

<< Capisco perfettamente come ti senti adesso, figliolo. Ma, per ora, non possiamo correre rischi. Fortunatamente, il Signore Oscuro non sa della sua esistenza e perciò non le darà la caccia, come invece farà con Harry.>> Piton abbassò lo sguardo << E se Serena, una volta scoperta la verità su di te e Lily, volesse acquisire il tuo cognome, la tua copertura rischierebbe di essere compromessa.>>

<< Sì, purtroppo hai ragione.>> disse a bassa voce, come se fosse un po' rammaricato.

<< Ma come ho potuto non essermi accorto della sua presenza quella notte? Come ho fatto a non averla sentita, né vista?!>> disse quasi come per punirsi.

<< Probabilmente, James, prima del suo assassinio, l'ha nascosta per bene da qualche parte mentre stava dormendo. Non ci potrebbe essere altra spiegazione plausibile.>>

<< E adesso? Come mi devo comportare?>>

<< Beh..mi pare ovvio, ragazzo mio! Ora che sei venuto a conoscenza di questa piccola verità, dovresti provare a conoscere meglio la bambina. Tenta di instaurare un rapporto di fiducia con lei passo per passo.>>

<< Ma stai scherzando, Albus?! Guardami bene! Ma ti sembro il tipo di uomo adatto a fare il padre?!>> sbottò innervosito, indicando se stesso.

<< Severus...>>

<< No, Silente. Non posso farlo. Non ne sono in grado!>> Silente si avvicinò al giovane insegnante, mentre quest'ultimo cominciò ad indietreggiare.

<< Anche se sono un insegnante, non sono adatto a gestire così dei ragazzini. Ci sarà un motivo del perchè mi odino tutti e perchè mi abbiano soprannominato “ il pipistrello dei sotterranei”, no?!>> Severus, senza rendersene conto, si ritrovò letteralmente con le spalle al muro. Silente continuò ad avvicinarsi.

<< No, non posso farlo. La farei soffrire e nient'altro, proprio come ho fatto con Lily.>> disse con l'evidente panico nelle sue parole. Silente gli posò una mano sulla spalla, mentre con l'altra gli accarezzò la testa.

<< Ragazzo mio, al contrario di quello che credi tu, nel tuo petto batte ancora un cuore. Un cuore, posso dire, grandissimo. E la responsabilità che ti sei preso nei confronti del figlio di James e Lily ne è la prova. Quindi, non pensare che falliresti con la tua.>> Severus si coprì il volto con una mano.

<< Lily, nel profondo del suo cuore, ti ha perdonato, Severus. Serena, sapendo che era tua, avrebbe potuto darla in adozione ad un'altra famiglia di maghi per non vedere costantemente un pezzettino di te nella sua vita. Ma non lo ha fatto. E non credo nemmeno che avrebbe mai avuto il coraggio di farlo. Credimi, se ti dico che questa bambina è un piccolo dono, per quanto inaspettato, da parte di Lily per te.>> Severus alzò lo sguardo.

<< Chissà se potrà mai esserti d'aiuto per farti riacquistare un po' di stima di te stesso.>> Severus rimase in silenzio. Si scostò dal muro e si aggiustò la veste e il mantello.
Diede un ultimo sguardo al documento del San Mungo e a Silente, si voltò e se ne andò dall'ufficio del Preside, senza aggiunger parola.
Silente, poi, si avviò alle sue stanze private per andare finalmente a dormire, dopo tutto quello che era successo quella notte.

- Merlino.. aiuta quell'uomo ad aprire di nuovo il suo cuore -

 

 

******

 

 

Era sabato mattina, il sole splendeva e Serena stava incominciando a svegliarsi. Liz, Penelope e Mary facevano chiasso come sempre; per Serena, le sue compagne di stanza, anche se erano delle buone amiche, erano comunque una pessima sveglia.

<< Buon dì Ser! Dai, stavolta sei dei nostri, vero?!>> chiese Liz.

<< Se proprio devo.>> disse sorridendo malignamente, facendole l'occhiolino.

<< Evvai!>>

Una volta finitesi di preparare, le ragazze andarono nel giardino fuori dalla scuola, vicino alla riva del Lago Nero. Serena indossava un paio di jeans blu, una maglietta verde con le maniche di media lunghezza, che arrivavano fino alla avambraccio, e sopra, attorno al collo, si era avvolta la sciarpa dei Serpeverde e indossava solo un felpetta nera, non molto pesante, e in quel periodo di autunno era meglio coprirsi bene. Ma, come è già stato detto in precedenza, i Dursley erano piuttosto tirchi per quanto riguardava provvedere alle necessità dei due fratelli Potter.

<< Allora, ragazze! A cosa vi va di giocare?>> chiese Mary.

<< Giocare? Ma non dovremmo allenarci con gli incantesimi o raccogliere qualche ingrediente?>> chiese Serena.

<< Ma dai, Ser! È sabato! Cerca di rilassarti ogni tanto e di non pensare sempre allo studio!Altrimenti ti ammalerai di stanchezza scolastica!>> disse Liz.

<< Va bene, se lo dici tu.>> rispose rassegnata.

<< Quindi.. avete qualche proposta?>> chiese Mary.

<< Potemos jiocare a Nascondino Magico!>> propose Penelope.

<< Ma è troppo da bambini piccoli!>> esclamò Liz.

<< Oppure potremmo giocare a Schiacciasette!>> propose Serena. Tutte le ragazze si girarono e la guardarono stupite ed interrogative.

<< Che c'è?>>

<< Che gioco sarebbe?>> chiese Mary.

<< Non ci avete mai giocato da piccole?>> tutte quante scossero la testa.

<< Ah..forse ho capito perchè.>>

<< E como se jioca?>> chiese Penelope.

<< Beh...è come il Pallavolo Babbano, come dite voi, ma è strutturato in maniera differente: allora ci si mette in cerchio così...>> le compagne si disposero in cerchio <<...una di noi prende la palla, la lancia in aria verso un'altra e dice a voce alta UNO e, palleggiando come a Pallavolo, bisogna arrivare a 6 palleggi, ma senza pronunciare i numeri. Si può dire solo UNO, ma se pronunci gli altri numeri vieni eliminato.>> le compagne annuirono.

<< E poi?>>

<< E poi, quando si arriva al sesto palleggio, la ragazza a cui arriva il presunto settimo palleggio, non dovrà passarlo ad un'altra palleggiandolo, ma bensì schiacciandolo! Così da poter eliminare la persona a cui era diretto il pallone. E si va avanti così finchè non si rimane in 3 e da lì diventa Schiacciacinque fino a che non si rimane in 2 e da lì diventa Schiacciatre. Chi rimane in gioco per ultimo, vince!>>

<< Fico!>> dissero insieme Liz, Penelope e Mary.

<< Dove l'hai imparato?>>

<< Quando andavo alle scuole elementari Babbane. Giocavamo a questo gioco durante la ricreazione. Una delle rare volte in cui ci si poteva divertire, in effetti.>>

<< Vabbeh dai! Incominciamo?!>> tutte quante annuirono.

<< Ok, inizio io! UNO!>> esclamò Liz lanciando il pallone in aria passandolo a Penelope. Passò il tempo e le 4 amiche fecero già 3 partite: la prima la vinse Mary, la seconda Serena, mentre la terza Liz; la povera Penelope, invece, era ancora lì a tentar di fare una schiacciata decente.

<< Uffa! Io non soi brava con esto gioco!>> esclamò triste.

<< Ragazze..ANF...io mi fermo qua. Mi congedo..ANF... vado a sedermi sotto quel Salice...ANF...a prendere fiato.>> disse Serena prendendo il suo zaino e tirando fuori il quadernetto viola da schizzi che le aveva regalato Silente.

<< Ok, va bene. Noi continuiamo finchè Penny non riesce a fare una schiacciata come si deve!>> esclamò Liz.

<< Como?!>> chiese Penelope stupita e stanca.

Mentre le amiche continuavano a tormentare la povera Penelope, Serena se ne rimase seduta sotto il Salice, con la schiena appoggiata al tronco, a disegnare quello che la circondava: il paesaggio, qualche animaletto che sbucava ogni tanto fuori da qualche cespuglio lì intorno e le amiche che giocavano a Schiacciasette. Non erano schizzi bene definiti, ma comunque rendevano sia l'idea di movimento e dinamicità che di pace e tranquillità. Erano i primi schizzi che buttava giù sul suo nuovo quaderno, quindi il segno era ancora piuttosto grezzo, ma con molta pratica e costanza sarebbe notevolmente migliorato.
Passò un po' di tempo, erano circa le 12.30, ormai era ora di pranzo. Le ragazze iniziarono a raccogliere la loro roba e a tornare al castello, ma Serena preferì rimanere un altro po' sotto l'albero a disegnare.

<< Ehi Serena! Non torni con noi?>> chiese Mary.

<< Mmh a dire il vero non ho molta fame. Andate pure, vi raggiungerò in Sala Comune più tardi!>>

<< Va bene, a dopo!>> e si salutarono – Si sta troppo bene qui. Credo che non avrò un'altra occasione per sentirmi così rilassata e starmene un po' per conto mio- pensò appoggiando la testa sul tronco dell'albero e chiudendo gli occhi, lasciandosi accarezzare dal dolce venticello che si alzò in quel momento.

 

******

 

Oltre alla piccola Potter, anche un altro Serpeverde sembrava non aver molto appetito. Piton era uscito un attimo in giardino per riflettere sul da farsi. Dopo una notizia del genere, chi non sarebbe irrequieto?
Aveva appena oltrepassato il cerchio di pietra, composto da enormi massi che sembravano Stonehenge, che stava proprio di fronte all'entrata posteriore del castello. Camminava a passo lento, il vento gli faceva svolazzare il lungo mantello nero e gli scomponeva anche qualche ciocca di capelli. Piton, mentre camminava, era affiancato da una creatura bianca-argentata che emanava una strana essenza. La creatura era una splendida cerva. Sembrava stranamente tranquilla e a suo agio accanto ad una figura oscura come quella del Professore di Pozioni.

<< Lily...come mi devo comportare con lei?>> disse a bassa voce tenendo la testa china con in volto uno sguardo concentrato, ma anche impaurito. La cerva continuava ad affiancarlo; ogni tanto si voltava verso di lui, come se lo stesse ascoltando, capendo perfettamente le sue parole.

<< Oh per Salazar! Io non sono la persona adatta per questo genere di cose!>> disse con tono insofferente strofinandosi nervosamente la testa. Senza rendersene conto, Piton arrivò vicino alla sponda del Lago Nero, poco lontano dal Salice dove era seduta Serena a disegnare. Piton, notando la presenza della bambina, cercò di non farsi vedere, nascondendosi dietro ad un grande masso, posto più indietro rispetto al Salice – Che cosa ci fa qui fuori a quest'ora? - pensò. In effetti era la prima volta che vedeva uno studente, in questo caso una studentessa, fuori in giardino proprio durante l'ora di pranzo: quello del pasto era il momento più desiderato e apprezzato dagli adolescenti.
Serena, in quel momento, posò a terra la matita e il quadernetto da disegno, per rilassarsi un attimo; quel venticello era davvero una manna dal cielo. Fece un sospiro lungo e profondo.

<< Aaah che meraviglia.>> disse stiracchiandosi le braccia come se si fosse appena svegliata da un pisolino pomeridiano. Poi, all'improvviso, le venne in mente un particolare pensiero che riguardava la magia involontaria, come quando aveva scatenato quel terremoto in casa Dursley – Mi chiedo se...con quella volontaria invece..- pensò.
Prese il quadernetto, ne strappò una pagina vuota e iniziò a stropicciarla a casaccio. Intanto Piton continuava ad osservarla, incuriosito, da dietro il masso.
Serena, poi, iniziò a cantare, mentalmente, una canzone che si sentiva dentro in quel soave attimo di pace e tranquillità. Chiuse gli occhi, tenendo in mano il pezzo di carta, e si concentrò sulla canzone da “pensare”.

<< I believe I can fly...>> il pezzo di carta stracciata iniziò ad auto-contorcersi << .. I believe I can touch the sky...>> continuò a prendere sempre di più una forma riconoscibile <<... I think about it every night and day...>> Serena riaprì piano gli occhi e vide che il pezzo di carta si era trasformato, come un Horigami, in un piccolo cavallo alato. Sul volto di Serena apparve un enorme sorriso; soffiò delicatamente sul piccolo quadrupede e questo, accompagnato dal suo soffio, si librò in aria e iniziò a battere le ali e a volarle intorno <<...Spread my wings and fly away...I believe I can soar...I see me running through that open door.... I believe I can fly...I believe I can fly....I believe I can fly >> Serena continuò ad ammirare la sua piccola creazione svolazzarle sui capelli, poi, quest'ultima, ritornò a posarsi sulle mani della ragazzina e riprese le sue sembianze originali.

<< Sì, sono proprio io, che soffro di vertigini, a dire che mi sembra di volare.>> disse prendendosi in giro sulla canzone che aveva scelto.

Piton, da lontano, avevo assistito a tutta quella manifestazione magica volontaria. Inarcò un sopracciglio, piacevolmente sorpreso – Però! – pensò. La cerva argentata, che non se ne era ancora andata, o svanita visto che assomigliava a un fantasma, sembrava parecchio eccitata nei confronti di Serena, tanto che decise di avvicinarsi. Piton cercò di fermarla, ma la cerva fece un lungo balzo per sfuggirgli. Piton le fece segno di tornare indietro, ma lei non gli diede ascolto e continuò a zompettare verso la piccola Potter.
Serena, intanto, era tornata a disegnare. All'improvviso, si ritrovò il muso della cerva a pochi centimetri dal suo naso e, per la sorpresa, la ragazzina sobbalzò.

<< AH!>> esclamò stringendosi ancora di più al tronco. La cerva non si spaventò per la sua reazione improvvisa, infatti si mise a saltellare allegramente. Si fermò e guardò intensamente Serena. Quest'ultima iniziò ad abbassare la guardia e cercò di far avvicinare, con cautela, la cerva verso la sua mano. La dolce creatura si avvicinò molto volentieri e regalò alla bambina una delicata leccatina sulla mano. Serena, eccitata alla presenza della simpatica cerva, prese in fretta il quadernetto e iniziò a schizzare velocemente la figura dell'animale.

<< Stai ferma così eh ! >> le disse prendendo le misure delle proporzioni puntando la matita. Piton, che osservava sempre a distanza di sicurezza, sta volta leggermente più ravvicinata, fu quasi, per qualche secondo, intenerito a quella scena.
In quell'istante, un paio di cespugli più in là dietro al tronco del Salice, Serena sentì uno strano pigolio straziato. La cerva, presa alla sprovvista dal quel verso, svanì nel nulla, lasciando di sasso la piccola Serpeverde.

<< Ma no! Accidenti! Mi mancavano solo le zampe!>> sbottò delusa. Serena sentì di nuovo quel verso straziato. Si voltò, si alzò da terra e andò a vedere da cosa e da dove stesse provenendo.
Piton l'aveva persa di vista, perciò iniziò ad avvicinarsi silenziosamente, senza che Serena se ne accorgesse.
Quest'ultima arrivò davanti a due cespugli da dove proveniva quel pigolio e, nascosto sotto uno di essi, vi trovò un piccolo Pettirosso che cercava inutilmente di volare. Il poveretto aveva un'ala spezzata purtroppo. Serena, spinta dalla pietà e dalla pena che provava per quel piccolo esserino, lo raccolse con delicatezza, stando attenta a non sfiorare l'ala spezzata.

<< Shhhshhh piccolo. Non ti muovere così! Ti farai ancora più male se non starai un po' fermo.>> disse accarezzandolo sul capino e sulla schiena con un dito. Una mano intera sarebbe stata troppo pesante. L'uccellino, pian piano iniziò a calmarsi. Serena era tornata al Salice, ma invece di sedersi per terra, rimase in piedi con solo la schiena appoggiata. Piton era nascosto proprio dall'altra parte del tronco del Salice.
Il Pettirosso sembrò calmarsi del tutto, quasi come se fosse entrato in fin di vita da come stava fermo. Infatti stava per morire. Serena si paventò.

<< No no no, forza! Non puoi farmi questo! Ti prego..riprenditi!>> disse con voce tremolante. Per tentare di salvarlo cercò, inutilmente, di massaggiarlo ancora. Proprio un tentativo inutile e disperato di una persona che non voleva vedere spegnersi fra le proprie mani una piccola vita.

<< Forza, non te ne andare! ALZATI!>> disse quasi urlando dalla disperazione. In quel momento, dalle dita con cui Serena stava massaggiando la povera creaturina, fuoriuscì un bagliore bianco istantaneo. Pochi secondi dopo l'uccellino si alzò e volò via.

<< AAARRRGHHH!>> Serena sobbalzò dallo spavento. Stava quasi per cadere goffamente a terra, ma andò a sbattere con la schiena e con la testa contro qualcosa, o meglio contro qualcuno.
Piton era uscito dal suo nascondiglio per vedere cosa stesse succedendo, avendo sentito l'urlo della ragazzina, e Serena era andata ad atterrare con la nuca proprio contro lo stomaco del Professore.

<< Uhf! Hai la testa dura...Potter!>> esclamò Severus portandosi la mano allo stomaco.

<< Aaaargh! Professor Piton!>> esclamò Serena togliendosi subito di dosso dal suo Capo Casa.

<< Ti faccio così paura?!>> domandò ironicamente continuando a massaggiarsi lo sterno.

<< Ma no, signore. Non è lei. E' che prima..i..io..non lo so..cosa sia successo...io..io..>> disse con voce strozzata. Infatti Serena aveva gli occhi gonfi di lacrime. Era spaventata, non sapeva se aveva fatto più bene che male al quel piccolo Pettirosso. Presa dal panico del momento si accasciò con le ginocchia a terra disperata. Piton rimase un attimo spiazzato a quella reazione così improvvisa. Quindi, di istinto, si chinò e cercò di rassicurare la sua studentessa.

<< Ehi ehi, coraggio Potter! >> disse prendendole le spalle << Da quel poco che conosco di te, so con certezza che non ti abbatti mai così facilmente. Adesso, prendi un respiro profondo, calmati.>> Serena, dall'attacco quasi asmatico di prima, cominciò a riacquistare il controllo del suo respiro.

<< Ora, raccontami cosa è successo.>> disse guardandola negli occhi. Quegli occhi... così verdi e così rossi al tempo stesso. Lui in realtà sapeva benissimo cosa fosse successo, in fondo l'aveva tenuta d'occhio tutto il tempo.

<< Io..io non lo so, signore. Prima quel coso stava molto male, dopo c'è stata quella luce e dopo se ne è volato via! Non so cosa gli sia successo! Io..io non lo so, non so più cosa mi stia succedendo!>> all'improvviso Severus si sentì sul petto uno strano calore. Serena, in preda ad un attacco di panico e di sconforto, gli si era gettata addosso e lo avvolse forte con le braccia. In quel momento di grande fragilità emotiva, Serena aveva bisogno che qualcuno le stesse accanto e il Professor Piton era il primo che le fosse capitato a tiro. Severus, a quel contatto, sgranò gli occhi e rimase per qualche secondo con le braccia sollevate a metà per aria. Poi, vedendo quella piccola fragilità che gli stava inzuppando di lacrime la veste nera, se la prese fra le braccia e iniziò a battere delicatamente con una mano sulla schiena della bambina – Piton, che fai adesso? Il sentimentale?! - pensò fra sé e sé. In realtà non si rese conto che quello che stava dimostrando non era sentimentalismo ma ben sì qualcosa che assomigliava vagamente ad un istinto paterno. Una cosa del tutto innaturale per lui. O forse non così innaturale in fin dei conti? Pian piano se ne sarebbe reso conto. Ma, per ora, era meglio andare per gradi.

<< Su, su non piangere così, Potter.>> mentre cercava, senza molto successo, di farla smettere di singhiozzare, all'improvviso, si lasciò sfuggire una carezza sulla testa della bambina. A quel contatto, Serena iniziò a calmarsi e a respirare regolarmente. Poi si scostò leggermente dal petto del suo Professore.

<< Ti sei ripresa un po'?>>

<< Sì, grazie signore. Mi scusi se mi sono fiondata su di lei, che sciocca! Sono proprio un'idiota!>> si disse.

<< Questo non devi dirlo!>> la rimproverò lui prendendola per le spalle. Lei rimase per un attimo sorpresa e lo guardò con gli occhi sgranati. Poi, Piton “ ritornò in sé ”.

<< Voglio dire..non devi mai darti dell'idiota, Potter. Eri emotivamente sconvolta e le tue emozioni hanno preso il sopravvento, tutto qui. Puoi darti dell'idiota se mai facessi qualcosa di veramente stupido. Ma in questo caso no, ci siamo capiti?!>>

<< Va bene, grazie signore.>> lui le rispose con un pigro cenno della testa.

<< Oh, ma guardi qui! Le ho imbrattato tutta la veste!>> disse indicando il petto del Professore.

<< Non importa, signorina Potter. E' solo acqua salata in fin dei conti.>> disse tirando fuori un fazzoletto per asciugarsi un poco.

<< Aspetti, faccio io se permette.>> Severus inarcò un sopracciglio interrogativo. Serena tirò fuori la bacchetta e pronunciò << Tergeo !>> e la veste di Piton ritornò asciutta. L'incantesimo era riuscito perfettamente. Piton la guardò soddisfatto.

<< Notevole, signorina Potter.>> disse accennando un lieve sorriso.

<< Beh..ho imparato dal migliore.. eheh!>> rispose Serena ridacchiando.

<< Non farmi queste lusinghe, Potter. Con me non funzionano né ti rendono onore.>> sbottò acido.

<< Ho detto solo la verità, signore.>> rispose tranquilla sorridendo. Piton, dopo essersi ricomposto, si alzò e fece alzare anche la ragazzina e, per parlare meglio di quello che era successo prima, si andarono a sedere alla base del tronco del Salice. Serena gli raccontò per filo e per segno l'accaduto, anche se lui lo sapeva già. Ci fu un momento di pausa.

<< Beh.. da quello che mi hai descritto, credo proprio che tu abbia manifestato per la prima volta la tua speciale dote magica, Potter.>>

<< E quale sarebbe la mia dote magica?>> gli chiese perplessa.

<< A quanto pare quella...di guarire.>>

<< Caspita!>> esclamò stupita.

<< Ritengo che sia una dote più unica che rara. Tu che ne pensi, signorina Potter?>> Serena non rispose subito.

<< Potter, mi hai sentito?>>

<< Sì, signore. E penso che sia... UNA FICATA PAZZESCA!!!>> disse balzando in piedi alla velocità di un lampo e saltellando felice di qua e di là come una cerbiatta. Piton rimase per un momento spiazzato da quell'improvvisa reazione – Beh? Prima piangeva come una fontana e adesso...?! Mah! Valla a capire questa marmocchia! - pensò – Lily....ha il tuo stesso entusiasmo – pensò nuovamente chiudendo gli occhi e accennando un sorriso nel sentire gli schiamazzi felici di Serena.

<< Potter! Bada al linguaggio che usi davanti ad un insegnante!>> la rimproverò burbero come al solito.

<< Oops! Mi scusi signore.>> rispose portandosi la mano davanti alla bocca – Chissà se potrei guarire la ferita che si è procurato alla gamba? Naaa è meglio lasciarlo stare – pensò.
A Piton, in seguito, caddero gli occhi sulla borsa di Serena, più precisamente sul quadernetto degli schizzi. Senza troppe cerimonie, il Professore lo prese ed iniziò a sfogliarlo.

<< AH! No, signore! Non sono ancora finiti!>> Piton non la ascoltò e continuò a sfogliare. Dall'aria attenta e seria che aveva assunto, sembrava che non gli piacessero molto.

<< Sì, lo so. Fanno proprio schifo.>> disse Serena abbassando lo sguardo e strofinandosi la testa nervosa ed imbarazzata.

<< Mmh..no. Direi piuttosto il contrario, signorina Potter. Hanno ancora un segno un po' grezzo, ma si capiscono abbastanza bene.>> poi andò all'ultima pagina dove la bambina aveva schizzato in modo più definito la cerva argentata che aveva incontrato prima.

<< Vedo che ti piacciono particolarmente gli animali, Potter. Soprattutto quest'ultimo disegno mi sembra più curato nei dettagli rispetto ai precedenti.>> disse indicando la cerva.

<< Ah, sì! Quella cerva era proprio bella! Era strana, non sembrava nemmeno reale. Mi ricordava molto un fantasma. Però...mi era anche insolitamente familiare. Non so perchè.>> rispose pensierosa. Piton deglutì nervosamente. Chiuse il quaderno e lo ripose dentro alla borsa.

<< Forza, si sta facendo tardi. E' ora di tornare al castello.>> si alzò e porse alla ragazzina il suo zaino e si incamminarono verso casa.

<< Professore, posso farle una domanda?>>

<< Dimmi pure.>>

<< Come mai è uscito in giardino anche lei durante l'ora di pranzo?>>

<< Diciamo che..avevo bisogno di starmene da solo a riflettere in pace.>>

<< Le è successo qualcosa di brutto?>> a Piton venne un piccolo nodo alla gola, ma alla fine riuscì a districarlo.

<< E' stata portata alla mia attenzione qualcosa di piuttosto..importante. E stavo riflettendo su come dovrei comportarmi. Ma non la definirei..sgradevole.>> disse serio.

<< Woow, posso chiederle cosa?>> Piton iniziò a sudare freddo. Doveva assolutamente mettere fine all'argomento.

<< Adesso stai esagerando, Potter. Come credo tu abbia ben compreso, non amo che mi si facciano troppe domande. Soprattutto se riguardano la mia persona.>>

<< Oh, mi scusi signore.>> così continuarono a camminare in silenzio; finchè Serena

<< AATTCCHHHUUU'!!>> starnutì molto rumorosamente.

<< Per Salazar, Potter! Mi hai fatto quasi prendere un infarto!>> esclamò Severus sobbalzando, portandosi una mano sul petto.

<< Eeheh le ho fatto paura, Professore?!>> chiese ridacchiando.

<< C'è la paura... e c'è la sorpresa.>> disse mettendosi a posto il mantello.

<< E lei ha avuto tutte e due! Aahahah!>> disse ridendo di gusto.

<< Ah ah davvero molto spiritosa.>> sbottò acido – Tsk! Piccola impertinente.. è proprio una Serpe – pensò. Piton, in seguito, notò che Serena stava tremando leggermente. La felpa che aveva indosso non era per niente riscaldante. Quindi Piton, si tolse il mantello e lo posò sulle spalle della ragazzina. Serena si voltò verso di lui e lo guardò stupita, sgranando gli occhi.

<< Perchè fa così, Professore?!>> chiese freneticamente mettendosi davanti a lui. Sembrava quasi arrabbiata.

<< Chiedo scusa?>> inarcò un sopracciglio perplesso e sorpreso da quella strana reazione. In fondo le aveva solo fatto un piccolo piacere.

<< Perchè mi tratta così?!>>

<< Così come?>>

<< COSì! Perchè continua a farmi complimenti? Perchè mi ha rincuorato prima? Perchè mi ha posato il suo mantello sulle spalle? Insomma....perchè è così gentile con me?! Non la riconosco più, signore! Cosa ho di speciale io rispetto agli altri studenti?!>> Piton, a quelle domande, si irrigidì e rimase piuttosto spiazzato. Non sapeva cosa dire.

<< Signorina Potter, essendo un insegnante, devo attenermi alla regola di imparzialità nei confronti degli studenti. Però, io, sono un tipo d'uomo che se vede alcuni dei suoi alunni, anche se pochi, che dimostrano di possedere una certa quantità di sale in zucca, ma anche una certa disciplina e impegno scolastico, allora, questi, si meritano il mio rispetto e la mia considerazione.>> Serena rimase in silenzio.

<< Quello che tu ritieni che sia gentilezza da parte mia, è in realtà solo rispetto e considerazione. Niente di più.>>

<< Capisco, signore. E mi fa molto piacere. Ma questo...>> disse togliendosi il mantello dalle spalle e porgendolo al suo Capo Casa <<...non posso accettarlo.>> Piton lo prese guardando perplesso la ragazzina.

<< Non se la prenda, signore. E' solo..che non sono abituata a ricevere così tante attenzioni da parte di qualcuno. Non lo sono mai stata. Quindi, la prego, non mi favorisca, mi tratti come tutti gli altri. A meno che non me lo meriti sul serio.>>

<< Ti assicuro, signorina Potter, che non ti ho mai favorita.>> Serena sorrise lievemente e qualche lacrima isterica stava cominciando a scenderle dagli occhi. Per non far la figura della bimba piccola piagnona se le asciugò subito – Ma come sei stupida! Piangere un'altra volta davanti al tuo Professore preferito! Ti riterrà una sciocca bambinetta di 3 anni! Abbi un po' di contegno Santo Salazar! - pensò tra sé e sé punendosi verbalmente. Poi girò il viso verso il castello.

<< Emh..credo di dover andare ora. Grazie ancora, signore. Arrivederci.>> disse salutandolo timidamente e incamminandosi verso casa. Piton, prima che la ragazzina se andasse, ricambiò il saluto con un pigro cenno del capo e tornò a passeggiare sulla riva del Lago Nero, ancora più pensieroso di prima, con accanto a sé, di nuovo, la cerva argentata.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Oh! finalmente ho scritto il capitolo a cui miravo di arrivare prima o poi! XD
Spero che vi sia piaciuto! ^-^
Alla prossima! SMACK XXX

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Capitolo 10
*** Partite e Sospetti ***


                                                         Partite e Sospetti

 

Era tardo pomeriggio e Silente, in compagnia di Piton, si stava godendo una buona tazza di tè.

<< Allora..dimmi, Severus. Come è andata oggi con il primo “approccio paterno” con la piccola Serena?>> Piton non rispose immediatamente, per una volta poteva starsene tranquillo a bere qualcosa di caldo e rilassante.

<< Posso dire che è stato...producente.>>

<< Dai, voglio sapere i dettagli!>> esclamò curioso.

<< Tsk! Sei peggio di una bambinetta impicciona e pettegola, Albus!>> sbottò ghignando lievemente divertito.

<< Come ti è sembrata lei?>> Piton guardò intensamente Silente.

<< Molto umile.>> Silente si strofinò la lunga barba.

<< Stava incominciando a fare freddo, lei ha cacciato un tale starnuto che avrebbe potuto risvegliare tutti i Giganti Svizzeri..>> disse ridacchiando e anche Silente si lasciò scappare un piccolo risolino << ...e le ho posato il mio mantello sulle spalle.>>

<< Oh! Molto dolce da parte tua.>>

<< Me lo ha restituito quasi subito.>>

<< Oh.>> Silente rimase un tantino deluso.

<< Aveva timore che io la stessi favorendo rispetto agli altri studenti, con quelle particolari “attenzioni”.>>

<< Quali attenzioni, Severus? Hai appena iniziato a conoscere tua figlia, sei già entrato in modalità papà affettuoso?!>> disse ridacchiando.

<< No, non intendo QUELLE attenzioni, Albus! Lei mi ha visto gentile nei suoi confronti, anche se le ho spiegato che non era gentilezza ma ovvero rispetto e considerazione. E non vuole che la tratti in maniera diversa dagli altri suoi compagni. In più le cose se le vuole guadagnare, non come altri, di mia conoscenza, che mi luciderebbero perfino le scarpe pur di ottenere un voto extra! >>

<< Interessante.>> disse Silente continuando a strofinarsi la barba.

<< Mi pare anche corretto, in fondo.>> disse Severus sorseggiando la sua tazza di tè.

<< Umile e orgogliosa. Proprio come te, ragazzo mio.>> Piton alzò lo sguardo, poi lo riabbassò poco dopo.

<< Hai scoperto altro su di lei?>>

<< Sì. Le piacciono gli animali. Ne ha disegnati parecchi sul quaderno che le hai regalato tu.>>

<< Ah, molto bene! Davvero molto bene! Sta seguendo i miei consigli allora! Ne ha disegnato uno in particolare?>> Piton esitò a rispondere.

<< Una cerva.>>

<< Ottima scelta direi e che colpo di fortuna ha avuto nel trovarne una che passava da quelle parti! Di solito non vengono fuori così allo scoperto.>>

<< Silente, Serena ha disegnato La cerva.>>

<< Oh...quella cerva. Sono proprio curioso di vedere come l'ha ritratta.>>

<< E' proprio lei..l'ha rappresentata in modo impeccabile.>> disse Severus a bassa voce.

<< E non è tutto..>> continuò, Silente lo stava ascoltando molto incuriosito <<...la sua speciale dote magica si è manifestata per la prima volta.>>

<< Che meraviglia! Splendido! E di che si tratta? Come si è manifestata?!>>

<< C'era un piccolo pennuto morente, lei lo ha preso in mano e, presa dallo spavento che quel coso potesse morirle in braccio, è uscita dalle sue dita una luce bianca molto intensa e il pennuto si è ripreso del tutto ed è volato via. Ha la dote...di guarire, Albus.>> Silente sgranò gli occhi dalla sorpresa.

<< Oh..a dir poco stupefacente, per una studentessa del primo anno.>> disse strofinandosi la barba pensieroso.

<< Già, non credo che sia una qualità da sottovalutare.>>

<< Non ho dubbi, Severus. E quello che hai visto potrebbe essere solo l'inizio. Potrebbe evolversi, diventando sempre più potente. Da quello che ho capito, questa sua dote si manifesta sotto forte shock emotivo, almeno per ora è stato così. Però c'è il rischio che possa anche avere degli effetti controproducenti.>>

<< Vero, non ci avevo pensato. Visto che l'esserino sembrava star benissimo dopo.>>

<< Tienila d'occhio, Severus. Non si sa mai.>> Piton annuì.

<< Un uccellino, preso in mano e poi... rivitalizzato...>> disse Silente cercando di immaginare l'accaduto <<....non ti ricorda un'altra scena simile?>>

<< Sì. La prima manifestazione magica di Lily. Il bocciolo secco di margherita che si apriva fra le sue mani.>>

<< E' la sua miniatura coi miei capelli.>> disse Severus ridacchiando ad occhi chiusi. Anche Silente si fece scappare una piccola risata.

<< Per bacco! Fra poco sarà Natale! Hai già scelto i regali?>>

<< Regali? Per chi?>>

<< Come per chi, ragazzo mio?! Per tua figlia ovviamente! Non vorrai farmi credere che non le farai neanche un pensierino per Natale, vero?!>>

<< Ah..beh...è grande abbastanza, non credo che le servano.>> Silente lo guardò scettico.

<< Che c'è?! Io non ne ho mai ricevuti!>> sbottò acido Severus.

<< Se è per questo, nemmeno lei, Severus.>> Piton rimase spiazzato a quella risposta, quasi come se fosse stato rimproverato.

<< Coraggio, un regalo glie lo potresti anche fare! Considerala un' “attenzione” che non la metterebbe a disagio.>> disse sorridendo.

<< Sì, e nel bigliettino di auguri cosa ci dovrei scrivere “ A Serena, con tanto affetto, Severus, alias Papà” ?!>> sbottò sarcastico.

<< Aahahahah ma no, sciocchino! Non c'è bisogno che Serena sappia chi sia il mittente. L'importante è che si senta..apprezzata da qualcun altro al di fuori dei suoi compagni, ma in incognito.>>

<< Sì..così invece mi prenderebbe per un maniaco!>> sbottò acido.

<< Stai tranquillo. Io devo passare ad Harry una cosa che mi lasciò suo padre prima di morire, quindi, se Serena riceverà qualcosa come Harry senza il nome del mittente, penserà che sia stato io a darglieli.>>

<< Mh sensato.>>

<< Hai già in mente qualcosa?>>

<< Non lo so, a dire il vero. Non la conosco ancora così bene da pensare ad una regalo che potrebbe 1) esserle utile e 2) che le possa piacere. Di certo i giocattoli sono esclusi!>>

<< Vedrai che, man mano che imparerai a conoscerla, ti verrà naturale capire il regalo giusto. E poi hai ancora un mese di tempo per pensarci bene.>> disse sorridente.

Il tempo passò piuttosto in fretta e Piton doveva sbrigare diverse faccende scolastiche.

<< Scusami, Albus. Ma ora dovrei proprio andare. Vediamo quanti altri studenti mi hanno scritto tot fesserie sui saggi di Pozioni per lunedì!>>

<< Ehehe sempre a fare la parte di Giudice, Giuria e Carnefice, vero?>>

<< Sempre.>> sbottò acido, ma anche divertito.

Prima che Piton potesse varcare la soglia per uscire dall'ufficio di Silente, quest'ultimo lo fermò un attimo.

<< Ah, Severus!>> Piton si voltò << Tieni d'occhio anche Raptor. Mi è apparso alquanto...cambiato da quando è tornato dal suo viaggio.>> Piton annuì.

<< Sì, lo avevo già notato da un po' di tempo.>>

 

******

 

Il giorno dopo, Harry avrebbe giocato la sua primissima partita di Quidditch, ma sembrava che non si fosse alzato molto bene: infatti non riuscì nemmeno a toccar cibo per quanto era agitato, non faceva altro che giocherellare con la forchetta le uova strapazzate e il bacon.

<< Coraggio, Harry. Mangia qualcosa, fra poco ci sarà la tua prima partita!>> lo incitò Ron.

<< Ron ha ragione, Harry. Hai bisogno di energie.>> continuò Hermione.

<< Non ho fame!>> sbottò stufo Harry. Aveva già abbastanza pressione senza che i suoi amici ci si mettessero di mezzo col cibo da ingerire. All'improvviso Harry si sentì una strana presenza alle spalle, era Piton che si era fermato un attimo al tavolo dei Grifondoro. Harry si voltò verso di lui preoccupato.

<< Auguri per oggi Potter. Certo, dopo aver affrontato un Troll, una partitella di Quidditch immagino che sia una giochetto per te. Anche se è contro Serpeverde.>> disse sarcastico come sempre. Poi si avviò per la sua strada, zoppicando. La gamba ferita, evidentemente, gli doleva ancora. Harry lo osservò dubbioso.

<< Ecco perchè il sangue!>> esclamò Harry.

<< Il sangue?>> domandò Hermione.

<< Senti, l'altra sera ad Halloween, io penso che Piton abbia usato il Troll come diversivo per superare l'ostacolo del Cane a 3 teste. Invece.. è stato morso, per questo zoppica!>>

<< Ma perchè qualcuno dovrebbe avvicinarsi a quel coso?!>> esclamò Ron con la bocca piena.

<< Maleducato! Non si parla a bocca piena, vergognati!>> disse Hermione con tono indignato.

<< Ma sta un po' zitta! Lascia parlare Harry!>> rispose Ron.

<< Il giorno che Serena ed io andammo a Diagon Alley, Hagrid andò alla Gringott a prelevare una cosa. Ha detto che riguardava la Scuola e che era una cosa top secret.>>

<< Quindi vuoi dire..?>> domandò Hermione.

<< E' la cosa che il Cane sorveglia! E' la cosa che vuole rubare Piton!>> esclamò deciso Harry.
In quel momento, la civetta bianca di Harry, Edvige, volò sopra le teste degli studenti di Grifondoro, con in bocca un pacco bello grosso, anche se non aveva affatto la forma di un pacco. Mollò la presa e lo lasciò cadere in mano ad un Harry incredulo.

<< Io...non ricevo mai posta.>>

<< Forza apriamolo!>> disse Ron. Così i tre giovani Grifondoro scartarono avidamente il pacco.

<< E' una manico scopa.>>

<< Non un semplice manico di scopa: è una Nimbus 2000! E' la scopa più veloce del mondo, va come un fulmine!>> esclamò tutto eccitato Ron dal desiderio di possederne una anche lui.

<< Ma chi..?>> ad Harry cadde l'occhio sulla tavola dei docenti e notò che Edvige andò a posarsi vicino alla Professoressa McGranitt, la quale scambiò uno sguardo complice verso Harry, il quale la ringraziò con un pigro cenno del capo.
Intanto, alla tavola dei Serpeverde, c'era una giovane matricola che si era beccata un forte raffreddore.

<< AAATTTCCCHHHUUU'!>> Serena starnutì così forte tanto da aver avuto dei mini spasmi alle gambe che fecero balzare per qualche millimetro i calici sul tavolo, facendo fuoriuscire qualche goccia di succo di zucca, e i piatti con sopra le posate.

<< Accidenti, Ser! Ma che cavolo ti sei beccata?! Il raffreddore Supersonico!?>> disse Liz rimettendo a posto i bicchieri e i piatti.

<< Oh scudami...ma qando stanutisco...non rieco a tattenemi.>> rispose Serena soffiando il naso.

<< Aaah ho il daso tapato!>> disse avvolgendosi la sciarpa attorno al collo e coprendo il naso rosso e la bocca.

<< Dai, dopo ti presto una pillola per l'influenza. Intanto..hai visto cosa ha ricevuto tuo fratello di là?>> disse indicando il tavolo dei Grifondoro. Liz e Serena si voltarono.

<< Bel aggeggino eh?>>

<< Già..dopo tuto, lui è il Pescelto.>> disse con tono che sembrava nascondere una lieve punta di gelosia.

<< Ma che mi impota! A me qell'affare non sevvirebe a un acidente.. COFF COFF!>> disse tossendo.

<< Te, Serena, non hai mica una bella cera oggi. Non ti conviene restare in dormitorio a riposare, invece di assistere alla partita?>> domandò Mary.

<< Sì, dovei. Ma ho pomesso a Harry di venillo a vedere.>>

<< Non facendo il tifo per lui mi auguro! E' della squadra avversaria!>>

<< Cetto che no! Anche se è mio fatello non sinifica che faccia il tifo per lui! Non tadirei mai la mia Casa!>>

<< Bava! Così si fa, moccolona! Ahahaha!>> disse Liz prendendola in giro imitando la sua voce tappata dall'insopportabile raffreddore.

<< Ah ah ah davelo diveltente...A-A-AATTTTCCCHHHUUU'!...SNIFF..>> rispose in tono tirando su col naso e portandosi il fazzoletto davanti.

 

 

******

 

Erano le 14.55 di pomeriggio e, fra qualche minuto, sarebbe iniziata la prima partita di Quidditch di Harry.
Oliver Baston, il Capitano dei Grifondoro, portò tutta la sua squadra davanti al portone da cui sarebbero usciti a cavallo delle loro scope. Harry era proprio affianco al Capitano, il quale notò che, la piccola recluta, era alquanto agitata.

<< Paura Harry?>>

<< Eh..un po'.>>

<< E' normale! Ce l'avevo anch'io alla mia prima partita.>>

<< E come è andata?>> chiese Harry voltandosi verso di lui.

<< Io...non ricordo bene...>> Harry lo guardò perplesso << ...nei primi 10 minuti mi sono beccato un Bolide in testa. E mi sono risvegliato all'ospedale.>> Harry deglutì nervoso ed impaurito – Oh.. cavolo.. - pensò tornando a guardare il portone. All'improvviso, Harry si sentì chiamare da dietro uno stipite del corridoio che portava verso il portone del campo da Quidditch, era Serena.

<< Psss..Harry! >> gli fece segno di avvicinarsi. Harry si avvicinò svelto.

<< Ehi sorellina, che ci fai qui?! Tra poco devo entrare in campo!>>

<< Volevo solo augulati bona fotuna.. A-A AATCCHUU'!>> starnutì proprio di fronte al viso di Harry, che rimase fermo ed impassibile chiudendo gli occhi.

<< Starnuto da Vampiro, eh?! Se mi fai ammalare giuro che te la faccio pagare!>> disse asciugandosi il volto con l'avambraccio.

<< Oh..scuda. Ehi! Non è copa mia! E non dati toppe arie!>> Harry ridacchiò sentendo come parlava con voce nasale sua sorella.

<< Farai il tifo per me, vero?>>

<< Beh..posso solo augurarti di non cadere dalla scopa e di non romperti il collo, questo è sicuro! Farò il tifo per te mentalmente, ricordati in Casa sono finita.>> la sua voce stava un po' riacquistando normalità.

<< Eh già, purtroppo. Ora però devo andare! Ci vediamo dopo magari.>> disse frettoloso.

<< Ok, in bocca al lupo!>> si abbracciarono velocissimi e ognuno andò a riprendere la propria postazione.

Arrivata al palco dei tifosi dei Serpeverde, Serena andò a posizionarsi in prima fila, per vedere meglio la partita, vicino a Liz.

<< Oh, finalmente sei arrivata! Dove sei stata?>>

<< Sono andata ad augurare a mio fratello di non cadere né di rompersi il collo.>>

<< Ah! La tua voce sta tornando normale!>> Serena si voltò e vide che ad aver parlato era stato Malfoy.

<< Per quanto riguarda allo Sfregiato, che problema ci sarebbe se cadesse e si rompesse il collo che sostiene quella sua testa bacata?! Non credo che sia questa gran perdita!>> Tiger e Goyle che lo affiancavano ridacchiarono.

<< Senti Malfoy, sono ammalata, sono stanca e non ho voglia di discutere inutilmente con te. Quindi tappati quella tua stupida boccaccia!>> Malfoy stava per ribattere, quando fu preceduto dal fischietto di Madama Bumb. Entrambe le squadre volarono al centro del campo e si riunirono in cerchio attorno alla Professoressa.

<< Mi raccomando, voglio un gioco pulito! Da tutti voi!>> disse rivolgendo lo sguardo soprattutto alla squadra Serpeverde.

Madama Bumb liberò il Boccino d'Oro che, se acchiappato dal Cercatore avrebbe fatto finire la partita e vincere la sua squadra, scomparve alla vista dei giocatori per quanto volava veloce. Poi liberò i Bolidi e in fine la Pluffa che, una volta fischiato l'inizio della partita, fu lanciata in aria per essere presa da uno dei Cacciatori delle due squadre.
I primi ad impossessarsi della Pluffa furono i Grifondoro ,che segnarono il primo punto.

<< Angelina Johnson segna! 10 punti per i Grifondoro!>> Enunciò il cronista, il quale era posto su uno dei palchi riservati agli insegnati.

I tifosi Serpeverde, ovviamente, non erano molto contenti di quel primo punti della squadra avversaria.

<< Accidentaccio! Hanno segnato!>> disse Liz portandosi la mani sui capelli.

<< Dai, tranquilla. Vedrai che recupereremo!>> rispose Serena tra una fazzoletto e l'altro.

Harry, intanto, se ne stava in alto a scrutare attentamente il campo per localizzare il Boccino d'Oro.

<< Ma perchè tuo fratello se sta lì imbambolato? >> chiese Liz guardando in alto coprendosi gli occhi con una mano per via del sole accecante.

<< Non lo so, forse gli è venuta la fifa dell'ultimo secondo!>> Serena e Liz si misero a ridere di gusto. Serena doveva cercare di non dimostrarsi troppo favorevole nei confronti di Harry, almeno davanti a suoi compagni Serpeverde. In poche parole, in un certo senso, stava facendo la doppiogiochista.
La partita proseguì con qualche punto segnato sia dai Serpeverde che dai Grifondoro. I Serpeverde erano in vantaggio di 20 punti.

<< Accidenti! Ci stanno massacrando!>> esclamò Ron furioso.

<< Se quel Flint non avesse colpito col Bolide il nostro portiere, li avremmo massacrati noi!>> disse Hermione. Marcus Flint, il Capitano dei Serpverde, qualche minuto prima, stufo marcio di vedere i suoi lanci sempre parati da Baston, decise di giocare sporco e di spedire con la mazza di un suo Battitore il Bolide che era in arrivo in quel momento, colpendolo dritto in fronte e facendolo cadere dalla scopa, lasciando così gli anelli dei Goal completamente liberi per segnare.
In quel momento, la scopa di Harry iniziò a volare a zig-zag, strattonandolo da tutte le parti, come se fosse una cavallo impazzito che cercava di disarcionarlo.

<< Hei, ma che diavolo succede?!>> sbottò Serena preoccupata.

<< Non lo so. Sembra che non riesca più a controllarla!>> rispose Liz cercando di inquadrarlo meglio. Anche Ron ed Hermione notarono quel problema.

<< Perchè Harry non riesce più a volare bene?!>> disse Ron.

<< Aspetta un attimo.>> ad Hermione venne un dubbio, quindi prese il binocolo e iniziò a scrutare i vari palchi. Gli occhi le caddero su uno di quelli dove erano seduti gli insegnanti e vide il Professor Piton borbottare qualcosa con lo sguardo fisso su Harry.

<< E' Piton! Sta gettando il Malocchio sulla scopa!>>

<< E adesso che facciamo?!>>

<< Lascia fare a me.>> Hermione scese dal suo palco e andò verso quello dove era seduto Piton. Intanto Harry, cercando inutilmente di riprendere il controllo della sua scopa, scivolò dalla groppa e rimase appeso con le braccia.

<< Sbrigati Hermione!>> esclamò Ron in preda al panico.

Intanto, nel palco dei tifosi Serpeverde, Serena stava impazzendo per la preoccupazione.

<< Dobbiamo aiutarlo! Non posso stare qui senza far niente!>> dicendo ciò, Serena si sporse troppo in avanti sul parapetto e, cacciando improvvisamente un forte starnuto non voluto, perse l'equilibrio e cadde.

<< SERENA!>> urlò Liz. Per fortuna, riuscì in tempo ad aggrapparsi alla barriera di ferro del parapetto. Liz e Draco, che erano i più vicini in quel momento, andarono in suo soccorso.

<< Coraggio Draco! Afferrala per quella manica!>>

<< Eccomi!>> si affrettò a prenderla.

<< Forza, Serena! Resisti!>> esclamò Liz sforzandosi di tenere ben salda l'amica per l'altra manica della divisa.

Hermione, in quel momento, arrivò sotto alla panca dove era seduto Piton. Aveva a disposizione un lembo della sua giacca, perciò, tirando fuori la bacchetta, pronunciò un incantesimo che fece prendere fuoco a quel lembo di stoffa. Piton non si accorse subito della fiamma. Solo grazie ad un altro insegnante se ne rese conto e si alzò di scatto per estinguere il fuoco, distogliendo lo sguardo dalla scopa di Harry e facendo cadere di conseguenza gli insegnati che stavano seduti dietro di lui, incluso Raptor. In quel momento la scopa si fermò e riprese a fluttuare normalmente.

<< Ragazzi, sto scivolando!>> esclamò terrorizzata Serena, che stava perdendo la presa sulla trave. Pochi istanti dopo, la sua divisa scivolò via, rimanendo in mano a Liz e a Draco, facendola precipitare giù.

<< AAAAAARRRRRRGGGGGHHHHH!!!>> quasi tutti gli insegnanti assistettero alla scena, sentendo quell'urlo. Piton stesso, dopo aver estinto la fiamma, perse più di un battito nel vedere Serena precipitare nel vuoto.
Harry, una volta risalito in groppa alla scopa, vide sua sorella cadere.

<< SERENAAAA!>> urlò. E, come un fulmine, scattò volando in picchiata per raggiungerla. Tese la mano verso di lei per afferrare la sua mano che si era tesa verso di lui a sua volta.

<< HARRYYY!>> prima di toccare terra, Harry riuscì ad afferrarla.

<< Ti ho presa!>> disse lanciandosela dietro la schiena in groppa alla scopa.

<< GRANDE HARRY! Sarai un Grifondoro, ma sei stato comunque un grande!>> esclamò piena di gioia Liz. Draco aveva appena accennato un sorrisetto. Piton si accasciò senza fiato sulla panca con la testa rivolta all'indietro, tenendosi una mano sul petto, per cercare di regolare il suo respiro.

<< Be'? Tanta paura per un fuocherello?>> domandò spropositatamente un insegnante che gli era vicino, pensando che si fosse preso tanto spavento per quello. Piton lo fulminò all'istante con lo sguardo.

<< Tieni duro!>> esclamò Harry. Serena barcollava, aveva sempre avuto poco equilibrio sui manici di scopa e in più soffriva di vertigini. Era impietrita dallo spavento e teneva gli occhi sgranati fissi nel vuoto. In quel momento, prima che Harry potesse virare verso il palco dei tifosi Serpeverde per riportare sua sorella, davanti a lui apparve per caso il Boccino d'Oro. Harry, senza pensarci troppo, si fiondò in volo sul Boccino che stava sfrecciando veloccissimo per sfuggirgli.

<< NO HARRY! CHE CAVOLACCIO STAI FACENDO??! RIPORTAMI SUBITO DAI MIEI COMPAGNI, TI PREGO!!!>> gli urlò tenendosi stretta alla vita di suo fratello.

<< Tranquilla, sorella! Dai che lo acchiappiamo! Tienimi la scopa!>>

<< CHE COSA!!?>> Harry si stava alzando in piedi sul manico per arrivare all'altezza che aveva raggiunto il Boccino.

<< HARRY JAMES POTTER! TORNA A SEDERTI ALL'ISTANTE! IO....NON POSSO FARLO!>>

<< Dai che ce la fai! Non è difficile!>> Serena, non potendo tradire la fiducia dei suoi compagni, fece finta di perdere il controllo della scopa e sterzò bruscamente a destra, facendo volare e cadere Harry sopra al Boccino; fortuna che erano praticamente a piano terra. Tutti i tifosi Serpeverde si alzarono ad esultare.

<< Evvai! Abbiamo la vittoria in pugno! Speriamo che si sia fatto male.>> esclamò maligno Draco. Ma, purtroppo per lui, Harry si alzò incolume, ma sembrava che stesse per vomitare.

<< Oh mio Dio, non posso guardare! Dici che vomita?>> disse Hermione rivolgendosi a Ron coprendosi gli occhi.

<< Ci metterei la mano sul fuoco.>> rispose sconcertato.

Harry, però, invece di vomitare come tutti credevano, sputò fuori il Boccino d'Oro. Lo aveva preso al volo con la bocca.

<< Harry Potter ha conquistato 150 punti, GRIFONDORO VINCE!>> enunciò il cronista. E Madama Bumb soffiò dentro il fischietto e mise fine alla partita.

Tutti i Serpeverde si chinarono imprecando in chissà quale lingua, mentre i Grifondoro esultarono entusiasti per la prima vittoria ottenuta contro la squadra Serpeverde dopo anni di sconfitte. Harry non poteva essere più felice e, in segno di vittoria, alzò in aria il Boccino d'Oro per mostrarlo a tutti quanti.
Metà degli schiamazzi, però, fu interrotto da un piccolo imprevisto.

<< AIUTO! VI PREGO, FATEMI SCENDERE DA QUESTO COSO!!!>> Serena era ancora in volo che cercava di restare inutilmente in equilibrio sulla scopa che volava a zig-zag come era capitato prima con Harry, ma stavolta non si trattava di una Fattura, era proprio lei a non riuscire a tenerla. Era andata a finire sotto al palco degli insegnati. Piton si sporse dal parapetto e pronunciò puntando la bacchetta verso la scopa << Immobilus ! >> e la scopa si fermò all'istante. Serena sfruttò quell'attimo per scendere, si accasciò a terra per riprendere fiato, poi si alzò e cercò di camminare verso suo fratello che intanto le stava venendo incontro. Barcollava, le girava la testa e prima che potesse accasciarsi un'altra volta a terra, Harry la afferrò al volo.

<< Ehi, sorellina! Ti senti bene?>>

<< A te che sembra?!>> rispose insofferente portandosi la mano sulla fronte << Non mi sento affatto bene...ho bisogno di stendermi...>>

<< Vieni ti accompagno io.>> disse Harry. In quel momento arrivò Piton, furioso che mai.

<< Se permetti, Potter, accompagnerò io tua sorella in dormitorio.>>

<< Ma signore, posso farcela da..>>

<< Hai già fatto abbastanza!>> sbottò acido, fulminandolo con lo sguardo e prendendo in braccio Serena, tenendola per le gambe e per i fianchi. Harry rimase di sasso. Così Piton si avviò fuori dal campo di Quidditch.

<< Mmh.. Professore...cosa le è successo? Si è diviso in due per caso?>> le girava talmente la testa che riusciva a vedere doppio. A Piton scappò un piccolo sorrisetto.

<< No, signorina Potter. Stai avendo solo qualche sintomo del giramento di testa che ti ha procurato la scopa di quello sciagurato esibizionista di tuo fratello.>>

<< Non se la prenda con lui. E' stata colpa mia: io ho sterzato bruscamente il manico...>> Piton la guardò interrogativo, mentre Serena cercava di far smettere di girare tutto, appoggiandosi al petto del Professore e chiudendo gli occhi << ….non volevo che Serpeverde perdesse.>> disse infine. Piton si sentì strano, quasi intenerito, nel vedere la sua piccola Serpe avere così a cuore il risultato di una sciocca partita di Quidditch.

<< Non devi stare a pensare a queste sciocchezze, Potter. E' solo uno stupido gioco. La Casa Serpeverde deve eccellere in cose più importanti e sensate, piuttosto che in queste insulse attività sportive.>>

<< Concordo in pieno, signore!>> disse debolmente alzando il braccio e tenendo la mano a pungo come segno di assenso. Piton ridacchiò.

Appena uscito dal campo, Piton trovò davanti al portone d'ingresso Liz, Mary e Penelope, preoccupatissime per l'amica.

<< Professor Piton! Come sta Serena?!>> domandò Liz.

<< Si è ferita?!>> chiese Mary.

<< Como e sta, Professore?! E sta muerta?!>> Liz e Mary tirano una gomitata a Penelope.

<< Ma ti pare che sia morta, Penny?! Non vedi che respira?!>> sbottò Mary.

<< Oh, già.>> disse grattandosi la testa imbarazzatissima.

<< State tranquille, signorine. La vostra amica sta bene. Non ha bisogno di andare in Infermeria, pare che sia tutta intera. La stavo portando al dormitorio.>>

<< Se permette, signore, possiamo portarcela noi? Serena avrà bisogno di parlare un po', da donne a donne.>> chiese Liz.

Piton alzò gli occhi al cielo, annoiato da queste smancerie da femminucce. Però non poteva negare una certa fierezza nei loro riguardi per via della preoccupazione che avevano dimostrato nei confronti della loro compagna.

<< Va bene, signorina Parker. La affido a voi allora.>> disse posando a terra Serena e facendola afferrare per bene per le spalle dalle amiche.

<< Assicuratevi che si riposi adeguatamente. Temo che quel volo l'abbia scossa non poco.>> disse Severus riferendosi non solo al volo che ha fatto sulla scopa, ma ben sì anche al volo in caduta libera di 500 metri giù dal palco.

<< Sì, signore, non si preoccupi!>> rispose Liz, la quale si avviò verso la Sala Comune insieme alle altre amiche, sorreggendo una povera Serena intontita e scombussolata.

<< Lo giuro su Salazar.....mai più partita di Quidditch in prima persona!>> sbottò stanca Serena.

Le ragazze non poterono trattenersi dal ridere di gusto al commento improvviso di Serena, la quale, si lasciò scappare un piccolo risolino per la situazione assurda in cui si era cacciata a causa di un maledetto starnuto.

<< Serena, so che ora sei parecchio scossa per quello ti è accaduto, però, lascia che ti dica una cosa: a me, tuo fratello, non è sembrato che tenesse molto alla tua vita in quel momento.>> disse Mary.

<< Cosa vuoi dire? Non hai visto che mi ha salvato la vita?!>>

<< Sì, però non hai notato che appena gli è passato davanti al naso il Boccino d'Oro ci si è fiondato dietro come uno squalo che ha appena puntato una foca, senza neanche preoccuparsi di riportati da noi sana e salva?>> Serena sgranò gli occhi. In effetti Mary non aveva tutti i torti con questa osservazione.

<< Già...non me ne ero accorta. Il Professor Piton aveva ragione. E' stato davvero uno sciagurato esibizionista.>> disse amaramente con voce bassa tenendo la testa china. Non voleva far vedere alle sue amiche la sua espressione alquanto delusa. Ma loro capirono subito il suo attuale stato d'animo.

 

******

 

Una volta spogliatosi della divisa da Cercatore, Harry raggiunse Ron e Hermione fuori dal campo, dove lo stavano aspettando.

<< Harry sei stato grande! Assolutamente fantastico!>> esclamò felice Ron.

<< Non esagerare, è stata tutta fortuna.>>

<< Sei troppo modesto, Harry.>> rispose Hermione << Ehi ma.... Serena come sta?!>>

<< Oh, lei grazie a Dio sta bene! L'ha portata via Piton.>>

<< Ah bene, sono molto più tranquilla ora. Ma..a proposito di Piton..>>

<< Che ha fatto?>> chiese Harry.

<< Sai perchè la tua scopa si è comportata in quel modo prima?!>> Harry scosse la testa

<< E' stato Piton! Ti stava gettando il Malocchio sulla scopa!>>

<< Se non fosse stato per Hermione ora saresti carne trita per Draghi!>> sbottò Ron.

<< Cosa? Perchè avrebbe tentato di uccidermi?!>>

<< Non lo sappiamo con certezza. Ma credo che abbia capito su cosa stiamo indagando e poi...tu non gli sei mai stato molto a genio, ne ignoro il motivo. Ma di certo sta cercando di arrivare con ogni mezzo alla cosa che custodisce il Cane.>>

<< Bene. Dobbiamo cercare di batterlo sul tempo, prima che se ne impadronisca!>> esclamò deciso Harry.

<< Ma prima..dobbiamo scoprire che cosa contiene la botola.>>

<< Potremmo farci aiutare anche da tua sorella. Sarà fondamentale per la missione, essendo all'interno della tana del nemico!>> disse Ron.

<< Sì, però c'è il rischio che Serena stia dalla parte Piton. Dopotutto lui è il suo Capo Casa e pare che l'abbia presa parecchio in simpatia. Non credo che sarebbe disposta a tradire la sua fiducia.>> disse scettica Hermione.

<< Non partire con questi presupposti così negativi, Hermione. E' di mia sorella che stiamo parlando!>>

<< Abbiamo capito, ma non sottovalutare il fatto che sia diventata una Serpeverde.>> rispose Ron.

<< Sentite..anche se è stata smistata, sfortunatamente, nella Casa di Piton, ciò non vuol dire che sia una persona cattiva! L'avete pur vista come si comporta con noi anche se i suoi compagni vorrebbero che facesse il contrario, no?! Lei non mi tradirà mai. Sono suo fratello, la conosco da ben 11 anni e mezzo e sono certo che ci darà una mano nelle indagini.>>

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Capitolo 11
*** Litigi e Sorprese di Natale ***


                                              Litigi e Sorprese di Natale

 

I giorni passarono velocemente, l'autunno ormai stava cedendo il posto all'inverno. Mancavano pochi giorni a Natale, ed Harry e Serena non riuscirono mai ad incontrarsi in privato fuori dalle lezioni. Riusciva soltanto, e sfortunatamente, ad incontrare quell'antipatico di Malfoy, pronto a canzonare Harry e i suoi amici per qualsiasi cosa.
Harry notò che sua sorella, ogni volta che incrociava il suo sguardo, lo distoglieva sempre. La sentiva lontana, cupa e indifferente e, spesso, gli lanciava dei sguardi tristi, delusi e anche con un pizzico di rancore. A parte, ogni tanto, scambiare qualche parola con Ron ed Hermione, con la quale stava incominciando ad andare d'accordo, Serena stava costantemente in compagnia dei suoi compagni Serpverde e, appena passava Harry per farle un saluto o per provare a parlarle, faceva dietro front e cambiava strada. Ad Harry cominciò a sorgere il dubbio che lo stesse evitando – Ma cosa le prende ?- pensava la stessa cosa ogni volta che si voltava, in Sala Grande durante la colazione, il pranzo e la cena, verso il tavolo dei Serpeverde. Lei, dopo quella particolare partita di Quidditch, non si voltò più, neanche per fargli anche solo un piccolo saluto con la mano. Harry non riusciva proprio a capire cosa le stesse succedendo, non si erano mai così allontanati prima d'ora. Quando erano piccoli ed erano ancora ignari di essere un Mago e un Strega, anche se a volte litigavano pesantemente, dopo neanche mezzo giorno ritornavo fratelli ed amici del cuore; spesso si mettevano pure a piangere a vicenda, abbracciandosi e scusandosi all'infinità. Invece, ora, era cambiato qualcosa – Devo risolvere questa faccenda! Almeno vorrei capire perchè si comporta così solo con me!- pensò deciso mentre mangiava la sua bistecca con le patate al forno.
Al tavolo degli insegnanti la cena proseguiva in maniera decisamente più tranquilla rispetto a quella che si stava svolgendo alle tavole degli studenti, sempre presi a chiacchierare durante il pasto, senza neanche avere la pazienza di ingoiare i bocconi più grossi.
Solo un insegnante sembrava più silenzioso ed irrequieto del solito e non era da lui, visto che i momenti del pasto erano gli attimi in cui sembrava avere un viso vagamente più rilassato del normale. Severus Piton mangiava la sua cena e sorseggiava il suo calice di vino ad intervalli di tempo stranamente regolari. Dopo tre bocconi di cibo prendeva il calice di vino rosso e beveva sorsi moderati; tutto continuando a puntare lo sguardo sul tavolo dei
suoi studenti. Soprattuto su una di loro. Aveva gli occhi fissi sulla seconda persona che stava cominciando a ritenere veramente importante per lui. Vedeva Serena, seduta lì, ad un posto diverso dal solito, dando le spalle a tutti i tavoli delle altre Case, che stava giocherellando col cibo con aria malinconica. Da qualche tempo lo faceva molto spesso, soprattutto a cena. Era evidente che in quel periodo dell'anno, verso sera, non aveva molto appetito. Aveva la testa appoggiata ad un mano, mentre con l'altra muoveva la forchetta di qua e di là, senza agguantare cibo; i lunghi ciuffi di capelli neri corvini le cadevano davanti al viso, coprendole metà del volto e un tantino gli occhi, ma non ci voleva un genio per capire quale stato d'animo avesse da qualche tempo. Severus lo capì subito. Qualcosa la turbava, ma non sapeva cosa. Dopo quella partita, nemmeno lui era riuscito ad incontrarla in privato per provare a conoscerla più da vicino: Serena usciva quasi sempre per prima dall'aula dopo ogni fine lezione.
La osservò per molto tempo, stava assumendo un'aria alquanto preoccupata –
Mi sembra di vedere la mia immagine riflessa...- pensò fra sé e sé continuando a scrutare Serena. Severus, da giovane, come anche adesso, era alquanto impopolare a scuola, ma questo non era il caso di sua figlia: lei era stata subito ben voluta dai suoi compagni di Casa, impresa che a lui è sembrata un'Odissea per i primi 3 anni di scuola; lei aveva degli amici anche fra Grifondoro, lui invece in pochi secondi perse l'unica amica che aveva in quella Casa; lei era quasi sempre allegra, solare e la risata fra gli amici era il suo pane quotidiano, anche se aveva avuto la sua parte di vita dura, lui invece era tutto l'opposto, lo era sempre stato, era sempre malinconico, triste e frustrato, solo la sua amica del cuore di Grifondoro era in grado di farlo ridere, quando erano ancora amici.
Severus e Serena avevano molte differenze, ma in quel momento, Severus vide una goccia d'acqua, pericolosamente identica a quella che era lui alla sua età –
Mi domando quale sia il motivo della sua tristezza attuale. Nelle materie, a parte Volo e Storia della Magia, va molto bene. Non ricordo che ci siano state zuffe con altri studenti o con i suoi compagni nelle ultime settimane. E allora....cosa c'è che non va?- pensò serio fra sé e sé mentre sorseggiava il vino.
All'improvviso gli venne un'illuminazione: notò che Serena ed Harry non si erano più rivolti la parola dopo quel giorno della partita. Severus spostò lo sguardo verso il tavolo dei Grifondoro e vide Harry, con volto pensieroso e quasi rammaricato, che osservava il tavolo dei Serpverde, poi abbassò la testa, appoggiando la fronte sulla mano e cercò di concentrarsi sul suo piatto; in quel momento vide Serena voltarsi verso il tavolo di suo fratello, con aria ancora più triste di prima –
Forse ho capito il problema – pensò chiudendo gli occhi.
Dopo aver finito il suo pasto, Severus si alzò per avviarsi verso le sue stanze private. Anche Serena, seguita da Liz, si alzò per tornare in dormitorio; Severus continuò ad osservarla preoccupato –
In questo caso, credo che potrei dare il mio contributo alla situazione – pensò ghignando malignamente.
Prima che potesse uscire dalla Sala Grande, Severus fu fermato per un attimo dalla Professoressa Sprout di Erbologia e anche Capo Casa di Tassorosso.

<< Ehi, Severus. Dai, quest'anno andiamo insieme a fare una passeggiata ad Hogsmeade per Natale! Non puoi passarli sempre tutto solo soletto!>> disse allegra e piena di speranza. La Sprout era una donna non più tanto giovane, bassa e un po' tracagnotta ed aveva sempre avuto una specie di cotta per Piton. Quest'ultimo, però, rimaneva piuttosto disgustato ed inorridito dai tentativi di costei di passare una serata privata con lui.

<< Grazie dell'offerta, ma ho delle faccende da sbrigare.>> disse gelido – Santo Salazar! Che orrore! - pensò al limite del disgusto.

<< Accidenti! Tu hai sempre delle faccende da sbrigare! Dammi retta, dovresti staccare un po' la spina e trovarti una fidanzata! Io avrei un bel regalino per te, pronto per essere scartato! >> disse facendogli l'occhiolino malizioso. Severus sentì scorrere un brivido lungo la spina dorsale al solo pensiero degli intenti sconci, malsani e contorti della collega di Erbologia.

<< Per Salazar, Sprout! Abbi un po' di contegno!>> sbottò al limite della sopportazione.

Quindi si affrettò ad uscire dalla Sala Grande per dirigersi nei suoi appartamenti il più velocemente possibile – Potrei vomitare ! - pensò inorridito portandosi una mano allo stomaco. Poi gli venne in mente un pensiero

Ah, giusto... il regalo. Qualcosa mi verrà in mente, suppongo -

 

 

******

 

A causa di molti compiti e altri allenamenti di Quidditch, né Harry, né Ron, nè Hermione riuscirono a trovare un momento libero per andare a trovare Hagrid. Fortunatamente, la mattina dopo, prima di andare a fare colazione, i tre giovani Grifondoro riuscirono a beccarlo un attimo prima che uscisse dalle mura del castello, perciò gli corsero dietro; avevano qualche domanda da fargli.

<< Buon giorno Hagrid!>> disse Harry.

<< Oh buon giorno ragazzi miei! Ah Harry, complimenti per la tua prima vittoria! Scusami se non te li ho fatti prima, ma subito dopo la partita sono dovuto correre a casa: mi ero dimenticato di spruzzare il Repellente per Lumache Carnivore nella serra della Professoressa Sprout.>>

<< Grazie! Senti volevano dirti una cosa.>>

<< Dimmi pure.>>

<< Ti ricordi quando la mia scopa è impazzita nel bel mezzo della partita?>>

<< AH! E chi se lo dimentica!>>

<< Ecco..è stato Piton. Lui mi stava gettando il malocchio sulla scopa!>>

<< Cosa?! Sono tutte sciocchezze! Perchè mai avrebbe dovuto farlo?!>> sbottò scandalizzato Hagrid.

<< Chi lo sa?! Perchè cercava di superare il Cane a 3 teste ad Halloween?>> ribattè Harry.

<< Chi vi ha raccontato di Fuffi?>>

<< Fuffi?!>> disse Ron.

<< Quel coso ha un nome?!>> domando stupita Hermione.

<< Certo che ha un nome, è mio! L'ho comprato l'anno scorso da un Irlandese che ho incontrato in un pub. L'ho prestato a Silente così poteva fare la guardia a...>>

<< Sììì?!>> lo incitò Harry incuriosito.

<< Accidenti, non dovevo dirlo. Sentite, basta farmi domande! E' una cosa segretissima.>>

<< Ma Hagrid! Quello che Fuffi sorveglia, Piton sta cercando di rubarlo!>>

<< Stupidaggini! Il Professor Piton è un insegnate di Hogwarts.>>

<< Può essere quello che vuoi, ma riconosco una Fattura quando la vedo! So tutto sull'argomento: devi mantenere il contatto visivo e lui non sbatteva le palpebre!>> esclamò decisa Hermione.

<< Esatto! >> disse Ron. Hagrid, da quelle supposizioni, sembrava innervosito.

<< Adesso statemi a sentire, tutti e tre voi! Vi state immischiando in cose che non vi riguardano. E' pericoloso! >> i tre giovani Grifondoro lo stavano ascoltando attentamente << Quello che il Cane sorveglia è una faccenda privata fra il Professor Albus Silente e Nicolas Flamel !>>

<< Nicolas Flamel?>> si chiese Harry.

<< Non dovevo dirlo. Non doveva proprio dirlo!>> sbottò Hagrid andandosene via.

<< Chi è Nicolsa Flamel?!>> disse Harry guardando i suoi amici.

<< Non lo so.>> rispose Hermione un po' abbattuta.

 

 

******

 

Dopo le splendide lezioni tranquille di Incantesimi e Trasfigurazione, ai giovani Grifondoro toccò pure affrontare l'estenuante lezione di Pozioni con l'odioso Professor Piton.

<< Arrrggghh! Oggi non ho la testa per affrontare quello là!>> sbottò insofferente Ron.

<< Pensa a come mi devo sentire io ad andare a lezione da uno che ha tentato di uccidermi.>> rispose Harry.

<< Già, non vorrei essere nei tuoi panni.>>

<< Eheh grazie!>>

Harry, vedendo la mandria di studenti del primo anno di diverse Case, notò l'assenza di una giovane Serpeverde.

<< Ehi sai mica dove è finita Serena?>>

<< No, non mi pare di averla vista. Ma cosa le prende da un po' di tempo? Che miseriaccia le hai fatto, Harry? A parte con i suoi compagni, Serena parla solo con me ed Hermione. Sembra che ti stia evitando!>>

<< Guarda, io non lo so. Non ricordo di averle fatto un torto particolare.>>

Mentre Harry continuava a riflettere sulla causa dell'indifferenza dimostratagli da sua sorella negli ultimi giorni dopo la partita, entrò dentro l'aula di Pozioni e andò a sedersi al suo posto accanto a Ron ed Hermione. Alla cattedra era già seduto il Professor Piton, il quale aspettò con la maggior pazienza possibile che gli studenti finissero di sistemarsi ai loro posti. Poi, una volta finiti gli schiamazzi, si alzò e andò ad appoggiarsi davanti alla cattedra con in mano un foglio di pergamena dove erano segnati i nomi degli studenti con accanto i giorni delle sue lezioni. Iniziò a fare l'appello, facendo scorrere la penna d'oca lungo il foglio, segnando le presenze e le assenze.

<< Mmh mi pare che siate quasi tutti presenti. Per quale motivo la signorina Potter invece è assente?>> chiese rivolgendosi al lato degli studenti Serpeverde.

<< E' da ieri sera che Serena non si sente molto bene e stamattina aveva un po' di febbre. Lei non voleva perdere le lezioni, però l'ho costretta io a stare a letto, signore.>> disse Liz timidamente.

<< Hai fatto bene, signorina Parker. Ci sarebbe stato il rischio che l'esposizione prolungata alle esalazioni dei calderoni avrebbe potuto aggravare la sua condizione. Le consegnerai tu i compiti da svolgere per la prossima lezione, intesi?>> disse calmo.

<< Certo, signore!>>

Piton posò il foglio dell'appello sulla cattedra ed iniziò a camminare avanti e indietro per l'aula.

<< Oggi vi metterò alla prova con la preparazione della Pozione Scacciabrufoli. Sono proprio curioso di vedere che obbrobri riuscirete a creare..questa volta.>> il suo sguardo si spostò sugli studenti di Grifondoro, soprattutto sul povero Neville Paciock: lui aveva il terrore del Professor Piton, perchè era il più scarso della classe e il Professore non perdeva mai occasione per rimproverarlo e metterlo in ridicolo davanti a tutti.

<< Avete raccolto gli ingredienti che vi ho assegnato?>> quasi tutti gli studenti annuirono e mostrarono i due ingredienti che dovevano portare per quella lezione, ovvero 2 aculei di porcospino e 4 lumache cornute.

<< Accidentaccio! Mi sono dimenticato!>> esclamò afferrandosi i capelli un ragazzo di Tassorosso. Quell'esclamazione non sfuggì all'orecchio di Piton.

<< Bene, bene, bene... 10 punti in meno a Tassorosso! E, signor Bane, durante questa lezione starai in punizione a scrivere per 700 volte “ Non devo mai più dimenticare di raccogliere gli ingredienti. Anzi sarà il primo compito che svolgerò prima degli altri “. Vediamo se in questo modo la tua memoria riuscirà lievemente a migliorare ! >> disse sarcastico. La classe si mise a ridere, ma le risate furono subito soppresse.

<< SILENZIO ! Che state aspettando?! Cominciate! >> sbottò acido.

I ragazzi così, su severa richiesta di Piton, iniziarono a preparare la pozione in silenzio. Ogni tanto girava fra i banchi e riprendeva qualcuno che stava svolgendo male la preparazione, inclusi Neville e ovviamente Harry. Infatti, durante una delle solite ricognizioni, si fermò proprio davanti a quest'ultimo più a lungo rispetto agli altri.

<< Potter, ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che tu non abbia la giusta arguzia, e se vogliamo aggiungere anche l'intelligenza, necessaria per avere almeno la sufficienza nella mia materia.>> disse osservando e analizzando alcuni ingredienti tritati e tagliuzzati in malo modo, davanti ad un Harry alquanto irritato

<< Per esempio, questa polvere di zanne di serpente è ancora troppo spessa! E le lumache vanno aggiunte prima degli aculei ! Spero vivamente che, se mai dovessi far bere a qualche mal capitato l'orribile risultato della tua pozione, non ci rimanga secco all'istante! >> sbottò gelido. Harry continuò a fissarlo con lo sguardo ricolmo di odio.

<< Va bene, Professore. La rifaccio da capo allora.>> disse con la maggior calma possibile.

<< Non è necessario, lascia perdere. Non servirebbe a nulla.>> disse calmo ed ironico mentre i Serpeverde, soprattutto Malfoy, si cacciarono a ridere sotto i baffi.

<< E...a proposito, Potter. Tu a cosa tieni di più? Alla vita o alla gloria ? >> domandò scrutandolo profondamente. Harry pareva confuso.

<< Be', ovviamente, alla vita, signore.>> rispose quasi indignato a quella domanda così apparentemente stupida.

<< Ovviamente..tu dici. Non mi è parso così ovvio il tuo interesse per la vita durante la partita di Quidditch.>> disse freddo mettendosi davanti al suo banco riducendo gli occhi neri a due fessure.

<< Cosa?! Che intende dire?! >> Harry si sentì in qualche modo accusato di aver commesso chissà che cosa. Piton si fece ancora più vicino e minaccioso. Gli altri studenti continuarono a seguire "l'interrogatorio" in silenzio.

<< Non fare il finto tonto con me, Potter. Sai benissimo cosa intendo! >>

<< Le assicuro, signore, che non ho la minima idea di quello che sta dicendo! >> Harry cominciò ad alterarsi e stava quasi per rispondere in malo modo.

<< Non osare parlarmi con questo tono, sciocco arrogante che non sei altro! >> Harry cercò di trattenersi dal saltargli addosso e strappargli uno ad uno i capelli, ma non smise di mostrare aria di sfida nei confronti di Piton.

<< Vediamo se riesco a rinfrescarti un po' la memoria, Potter. Quando la signorina Potter, tua sorella, è precipitata dallo spalto e tu sei riuscito a ad afferrarla in tempo, cosa hai fatto dopo,eh?! >> Harry sembrava ancora più confuso di prima.

<< Be'... io l'ho riportata a....a....>> si interruppe di colpo, riflettendo bene su come si era comportato effettivamente dopo averla salavata dalla caduta. Piton ghignò maligno.

<< Appunto. Quindi.. non venirmi a dire che tieni di più alla vita, quando hai pensato bene di inseguire il Boccino d'Oro prima di mettere del tutto in salvo tua sorella! >> gli disse avvcinandosi ancora di più col viso, ricoperto di espressioni una più minacciosa dell'altra. Harry, a quella osservazione, rimase fortemente spiazzato. Detestava ammetterlo, ma Piton aveva ragione e in quel momento capì finalmente la causa del perchè Serena lo stesse evitando. Si sentiva davvero male e uno stupido per come si era comportato nei suoi confronti. In fondo non aveva tutti i torti a non avergli rivolto la parola tutto il tempo. E Piton, con la sua solita grazia, riuscì a farglielo capire.
La lezione continuò tranquillamente, anche se Harry, una volta finita la discussione, rimase piuttosto distratto. Finita la lezione di Pozioni, Harry, fuori dall'aula, fermò un attimo Liz.

<< Ehm..ciao Liz.>> disse timidamente. A parte con sua sorella, Harry si sentiva sempre a disagio a parlare con i Serpeverde.

<< Cosa vuoi Harry? >>

<< Senti...potresti dire a Serena che ho bisogno di parlarle?>>

<< E perchè dovrei farlo? Sono affari tuoi, sbrigatela da solo, no?!>>

<< Sì, lo so, sono stato un vero idiota! Davvero un imbecille patentato!>>

<< Vero.>>

<< Però, per favore, lo sai benissimo che ora mi sta evitando e da solo non riuscirei mai a convincerla, perchè se ne sarebbe già andata da qualche altra parte!>> Liz iniziò un po' a sgelarsi << Ti prego.>> disse dolcemente anche un tantino implorante.

<< Ah! E va bene! Ma solo perchè voglio bene alla mia amica e perchè mi fai pena!>> disse alzando gli occhi al cielo.

<< Grazie mille!>> disse stringendole la mano.

<< Sì sì va bene! Non fare l'inetto ora!>> disse liberandosi dalla presa di Harry e avviandosi verso la sua Sala Comune.

Arrivata in dormitorio, Liz andò a vedere come stava Serena.

<< Ehi, buon giorno dormigliona! Come ti senti? >> disse sedendosi sul bordo del letto accanto all'amica che si era sotterrata sotto il piumino verde.

<< Sto un po' meglio. Però mi sento ancora debole.>> Liz le posò la mano sulla fronte.

<< Mmh hai la fronte abbastanza fresca. Credo che la febbre ti sia passata quasi del tutto. Vieni giù a pranzo? Mangiare qualcosa ti ridarà un po' di energia.>>

<< Sì, fin quì ce la posso fare.>> ridacchiarono entrambe.

<< Ascolta..prima Harry mi ha chiesto un favore.>> Serena la guardava con aria interogativa <>

<< Non mi interessa.>> sbottò acida.

<< Dai, direi che l'hai tenuto sulle spine per un bel po' di tempo. Non sarebbe ora di smetterla e tornare a fare pace? A me è sembrato davvero molto dispiaciuto, anche se al concetto ci è arrivato un po' tardi e grazie al Capo!>>

<< Piton? Che cosa gli ha detto?!>>

<< Be'... di sicuro non gli ha fatto i complimenti per la vitorria a Quidditch. In poche parole gli ha mangiato la faccia per come si è comportato con te.>> Serena non potè trattenere una piccola risata, immaginando il Prof. strozzare di brutto il povero Harry.

<< Quindi, cosa vuoi fare? Andrai a parlarci?>> Serena ci pensò un attimo su.

<< Va bene. Tanto andare avanti così non sarebe servito a nulla. Almeno l'ha capito, anche se con un particolare aiuto. Meglio tardi che mai!>>

<< Giusto! Coraggio, ora vestiti e andiamo a mangiare.>>

<< Ok ! >>

 

******

 

 

Erano le 13.00 e la Sala Grande era colma, come al solito, di maghi e streghe adolescenti di diverse età che si stavano rimpinzzando di deliziose leccornie.
Al tavolo dei Serpeverde, Serena mangiava come era solita fare in quel periodo, ovvero poco e niente, anche se Liz continuava ad incitarla a mangiare di più, senza successo. In quel momento, Harry arrivò alle spalle di Serena.

<< Ciao, sorellina. Mi concedi un secondo, questa volta? >> chiese dolcemente.

Serena annuì senza dire una parola. Si alzò e seguì Harry verso il tavolo dei Grifondoro, seguiti dagli sguardi dei suoi compagni Serpeverde e anche da quelli Grifondoro; anche gli insegnati stavano seguendo la situazione, soprattutto Silente e Piton: Silente era sempre alquanto curioso di sapere come andava il rapporto fraterno fra i piccoli Potter, e non solo quello. Quindi chiedeva sempre e incessanemente di fargli rapporto al povero Professor Piton, il quale, l'ultima volta, gli raccontò delle distenze che stava tenendo Serena nei confronti di Harry a causa di quel piccolo incidente di Quidditch.
Harry e Serena si misero appoggiati al muro, davanti ad una delle enormi finestre.

<< Io...volevo..chiederti scusa, Serena.>>

<< A che proposito?>> disse distogliendo lo sguardo e incrociando le braccia.

<< Lo sai bene perchè >> Serena lo fulminò con lo sguardo, non toccava a lei scusarsi.

<< Ehm..sì..hai ragione. Sono stato davvero un egoista e uno stupido ad essermi fiondato sul Boccino prima ancora di averti riportata sana e salva dai tuoi amici. Ero troppo emozionato all'idea di essere stato scelto come Cercatore dei Grifondoro, insomma avevo proprio la testa fra le nuvole! >> Serena continuò a guardarlo senza parlare, ma intanto il suo volto iniziò a rilassarsi

<< Ho anteposto la mia...gloria.. invece della tua vita. E se ci ripenso, mi verebbe voglia di prendermi a calci nel sedere da quì fino a Londra! >> Serena ridacchiò a quell'immagine

<< L'ho capito tardi e per questo mi sento ancora più male per quello che ti ho fatto passare. Non ho nemmeno considerato la tua attuale fobia dell'altezza e che quel volo ti avrebbe terrorizzata ancora di più del normale.>>

Serena disincrociò le braccia e gli occhi inziarono a farsi lucidi

<< Sì..sono stato davvero un " Potter Pirla "!>> Serena soffocò una risata

<< Vuoi perdonarmi, sorellina?>> chiese timidamente Harry, ma in quel momento gli si era fiondato addosso un peso

<< Certo che ti perdono, sciocco! Sei l'unica persona della nostra famiglia che mi è rimasta. Chi sono io per mandare tutto al diavolo per una scemenza simile?!>> Serena lo abbracciò con una tale forza, tra uno singhiozzo e l'altro, che avrebbe lasciato letteralmente senza fiato il povero Harry.

<< L'unico della nostra famiglia? E gli zii dove li metti?!>>

<< Ma che vadano al diavolo quei Babbanacci del piffero! Zii che non vogliono bene ai propri nipoti e che li tengono solo perchè costretti, non sono degni di far parte di una vera "famiglia " ! >>

<< Ahahah hai proprio ragione!>> rispose Harry stringendosi a sè Serena più forte che poteva.

<< Mi prometti che darai priorità alle cose veramente importanti d'ora in poi?>>

<< Certamente. E tu mi prometti di non cadere mai più dagli spalti?!>>

<< Aahaha sì!>> rispose stringendolo ancora più forte.

<< Ti voglio bene, fratellino.>>

<< Ti voglio bene, sorellona.>> il loro stritolamento fraterno di riconciliazione fu seguito da un enorme boato di assenso da parte dei Grifondoro e anche qualcuno dei Serpeverde.
A Malfoy, invece, venne quasi da vomitare

<< Ma come può quella lì essere una Serpeverde?! E' troppo sentimentale, non può essere una di noi! O sbaglio?!>> sbottò indignato Draco indicando con disgusto Serena. Tiger e Goyle ovviamente davano ragione al loro amico, ma molti degli altri studenti non la pensavano così: non è affatto vero che tutti i Serpeverde devono essere per forza privi di sentimento umano per essere smistati in quella Casa.
Mary, che era purtroppo finita vicino a Draco, spinta dall'esasperazione nel sentire le continue critiche del quel biondino laccato, prese la sua testa e SPLASH glie la ficcò dentro al piatto di purè di patate

<< OH ! Finalmente! Vediamo se ora stai un po' zitto!>> tutta la tavola Serpeverde iniziò a ridere freneticamente, anche Tiger e Goyle si fecero scappare un paio di risate.

<< COME OSATE RIDERE DI ME ?!>> urlò imbarazzato e imbufalito, ma nessuno sembrò intimorito dalla sua reazione. Non poteva essere veramente così minaccioso visto che aveva la faccia ricoperta di purè, che riuscì pure a scompigliargli l'acconciatura dei capelli, ricoperti anch'essi di purè.

<< Smettetela di ridere e venite in bagno a pulirmi! SUBITO!>> ulrò Draco rivolgendosi a Tiger e a Goyle. Così i tre antipatici Serpeverde si alzarono dal tavolo e corsero subito in bagno, accompagnati sempre dalle risate di quasi tutte le tavolate; anche agli insegnati scappò un po' da ridere, perfino al Professor Piton, il quale riuscì a stento a soffocare le risate, anche se riguardava un allievo della sua Casa, ma visto che si trattava dell'odioso Malfoy, lo scherzo era più che accettabile.
I due fratelli Potter, una volta districatisi l'uno dall'altro dall'abbraccio, tornarono a sedersi ai rispettivi posti. Serena, dopo essersi riseduta composta, cominciò di colpo a mangiare abbondantemente e di gusto, col sorriso stampato sul volto.

<< Questa è la nostra Ser! Era ora che cavolo!>> esclamò felice Liz.

Serena poi si voltò verso il tavolo degli insegnanti e il suo sguardo, che in quel momento traspirava una grande dolcezza, cadde sul Professor Piton, il quale sorseggiava il suo calice di vino rosso. Lui ricambiò lo sguardo, alzando il solito sopracciglio.

<< G-R-A-Z-I-E >> scandì a bassa voce verso di lui.

Piton, anche se era ad un certa distanza, riuscì a capiare il labbiale della sua studentessa e le rispose con un pigro cenno del capo in segno di assenso, lasciandosi anche sfuggire un piccolo sorriso. Silente notò tutto quanto, e ne fu davvero felice e orgoglioso.
Finalmente, tutto tornò alla normalità.

 

 

******

 

 

Era la Vigilia di Natale e quasi tutti gli studenti di Hogwarts stavano facendo i bagagli per andare a passare le feste dalle loro famiglie, inclusa Hermione.
Passando accanto all'ingresso della Sala Grande, che era addobbata a tema con 4 enormi alberi di Natale posti agli estremi della stanza e con la neve magica che cadeva candida dal soffitto, Hermione vide Harry e Ron seduti a giocare a Scacchi, con Serena seduta accanto a suo fratello a seguire la partita. Entrò per andarli a salutare prima di partire.

<< Cavallo in E5 >> disse Harry. E lo scacco del cavallo si mosse da solo verso la postazione che gli aveva ordinato.

<< Regina in E5 >> disse Ron. E anche il suo scacco si mosse verso la sua postazione.

<< Eeeee.... SBAM ! >> esclamò Serena, con la testa appoggiata sul tavolo con le braccia incrociate mentre la Regina di Ron distrusse il Cavallo di Harry, proprio sotto gli occhi increduli di Hermione.

<< Ma è una cosa da barbari ! >> esclamò Hermione sconcertata.

<< E' il gioco degli Scacchi dei Maghi >> disse fiero Ron.

<< Io non ci capisco un tubo di Scacchi. Al massimo arrivo fino a Dama.>> disse Serena annoiata.

<< Hai fatto le valige vedo.>> disse Ron.

<< Come avresti dovuto fare anche tu!>>

<< Cambio di programma: i miei hanno deciso di andare a trovare mio fratello Charlie in Romania. Là studia i Draghi.>>

<< Capisco. Trovato qualcosa su Nicolas Flamel?>>

<< Nicolas Flamel? Chi è Nicolas Flamel?!>> chiese Serena.

<< Ah è vero...forse ci stiamo avvcinando a scoprire cosa sta proteggendo il Cane a 3 Teste e può darsi che c'entri un tizio di nome Nicolas Flamel.>> disse Harry.

<< Hei ! Grazie tante per non avermene informata prima! >> sbottò seccata Serena.

<< E come potevo, visto che avevi deciso di non parlarmi nè di vedermi più?!>>

<< Coraggio ragazzi, non mettetevi a litigare. Ora anche Serena lo sà e ci darà una mano nelle indagini, vero?>> disse Hermione.

<< Sicuro! >>

<< Comunque abbiamo cercato dappertutto in Biblioteca, ma non c'è niente che parli di questo accidenti di Nicolas Flamel ! >> sbottò Ron.

<< Però non avete cercato nella Sezione Proibita.>> disse Hermione con aria di mistero

<< Cercate di darci un'occhiata prima che finiscano le vacanze.>>

<< Ora devo andare. Buon Natale ragazzi ! >> si voltò e si incammino verso l'uscita della scuola.

<< Certo che abbiamo avuto davvero una cattiva influenza su di lei!>> esclamò Ron. Harry e Serena si misero a ridere.

<< In fondo potrebbe farle bene un po' di rischio e senso di avventura.>> disse Serena.

<< Eehe già.>>

<< Sentite ragazzi...come faremo ad entrare nella Sezione Proibita senza farci vedere?>> chiese Ron.

<< Non ne ho idea, qualcosa ci inventeremo.>>

Usciti dalla Sala Grande, prima che i ragazzi potessero incamminarsi verso le rispettive Sale Comuni, Harry prese in disparte un attimo sua sorella, Ron si fermò in un angolo ad aspettare l'amico.

<< Ascolta, Serena. Ti devo dire una cosa.>> Serena lo guardò con aria interrogativa.

<< Ti ricordi quando la mia scopa impazzì? Ecco..abbiamo scoperto che è stato Piton. Stava facendo il Malocchio alla scopa!>>

<< Che cosa?! Non è possibile! Che motivo avrebbe per ucciderti?! >> sbottò sconvolta.

<< Pensiamo che voglia rubare la cosa che il Cane sorveglia ! >>

<< Che prove avete per accusarlo !? >> disse quasi rabbiosa.

<< Be' il fatto che ad Halloween è stato ferito alla gamba, infatti l'ha morso quando a tentato di entrare nella botola! E anche il solo fatto he abbia tentato di uccidermi! Queste prove non ti bastano?>>

<< NO! State prendendo un granchio! Io lo conosco bene, non farebbe mai una cosa del genere! >>

<< Tu conosci solo il lato che vuoi vedere del tuo Capo Casa! Ma chi ti dice che non stia mentendo e chi ti stia solo usando per metterti in conflitto con me?!>>

<< Aaaargghhh ! Quanto sei paranoico! >>

<< Non sono paranoico, sono solo realista ! Vedo le cose per quello che sono veramente! >>

<< Allora non riesci a vedere abbastanza bene! Tu non hai la minima idea di come sia il Professor Piton, io invece sì! Ho visto..come è realmente rispetto alla maschera che indossa durante le lezioni! Lui di certo sta proteggendo la cosa nella botola! >>

<< Ma come puoi dirlo con certezza !?>>

<< E' il mio Capo Casa ! E io non farò NULLA per incastrarlo in qualcosa in cui non c'entra per niente! >> disse rabbiosa. E si incamminò a passo veloce e nervoso verso la Sala Comune dei Serpeverde.

Ron, che era rimasto tutto il tempo ad osservare la scena della discussione, si avvicinò e mise la mano sulla spalla di Harry.

<< Accidenti, Harry. Mi dispiace davvero tanto. Ma... te l'avevo detto.>>

<< Posso capirla. Di sicuro anche noi avremmo reagito allo stesso modo se fosse stata la McGranitt ad essere accusata.>> disse con tono deluso, ma anche comprensivo. Così anche i due giovani Grifondoro ritornarono alla loro Sala Comune.
La mattina dopo, il giorno di Natale, Serena non si svegliò col piede giusto, come faceva ormai tutti gli anni quando arrivava quel determinato giorno. I Dursley, ovviamente, quando arrivava Natale, non facevano nè ad Harry nè a Serena un misero regalo, mentre a Dudley ne facevano a centinaia.
Ancora in pigiama, scese in Sala Comune e vi trovò Mary, anche lei rimasta a scuola.

<< Buon giorno Serena! Buon Natale !>>

<< Ciao Mary, buon Natale! Che cosa hai ricevuto?>>

<< Oh..mia madre mi ha mandato questo berretto fatto a mano e qualche Gelatina Tutti i Gusti + 1. Vieni giù, anche tu hai ricevuto qualcosa!>> Serena sgranò gli occhi incredula.

<< Ho..ho ricevuto dei regali?!>>

<< Sì !>> Serena scese di gran foga giù per le scale, stava quasi per ruzzolare giù per quanto era felice ed eccitata. Poi li vide, lì sotto l'albero tutto addobbato, 2 pacchetti regalo, uno tutto nero con un nastro verde e al'altro tutto verde col nastro argentato.

<< OH MIO DIO ! Non avevo mai ricevuto dei regali! >> disse spostando lo sguardo dall'amica ai regali.

<< Davvero?! No, non ci credo!>>

<< Eh purtroppo sì. Dove viviamo mio fratello ed io non siamo molto graditi.>>

<< Che idioti, stupidi Babbani! Dai aprili! Sono curiosissima!>>

<< Ah..ma..aspetta. Non posso aprirli ora.>>

<< Perchè scusa?>>

<< Leggi quì...>> prendendo un biglietto che era stato legato sopra al pacchetto più grosso e mostrandolo a Mary <<... dice che devo scartarli insieme ad Harry in Sala Grande. Immagino che, se ne ha ricevuti, anche lui aprirà i suoi insieme a me.>>

<< Be'?! Allora cosa aspetti?! VACCI SUBITO!>> Serena annuì e corse subito in dormitorio a vestirsi: un paio di jeans neri, una maglietta a maniche lunghe grigia azzurra e una felpina nera e schizzò subito verso la Sala Grande; di sicuro ci sarebbe stato Harry ad aspettarla.
Aveva ragione, appena arrivata all'ingresso della Sala Grande, Serena vide Harry seduto ad uno dei tavoli con in mano due pacchetti regalo.

<< Ciao Harry! Buon Natale!>>

<< Ehi Serena! Buon Natale! Anche tu hai ricevuto dei regali?! Questa giornata va di bene in meglio, vero?!>>

<< Alla grande! Anzi è il giorno più bella della mia vita!>> disse saltellando emozionata.

Poi si sedettero uno davanti all'altro.

<< Coraggio, apri prima i tuoi!>> disse Serena, Harry annuì. Harry scartò avidamente il primo pacchetto: era morbido, ma grande, e la carta che ricopriva il pacchetto era rossa con un fiocco dorato. Scartato il pacchetto, Harry vi tirò fuori il dono.

<< Ma che caspita è?>>

<< Mi sembra..una specie di.. mantello.>>

<< Be' indossalo, vediamo come ti sta.>> Harry indossò il mantello e il suo corpo, a parte la testa che era scoperta, sparì nel nulla.

<< OH.. CAVOLO ! >> esclamò stupita Serena.

<< Il mio corpo è sparito! >>

<< Chi te lo manda?! Ah, guarda, c'è un biglietto!>> Serena prese il biglietto e comincò a leggere << " Questo è il Mantello dell'Invisibilità. Me lo affidò vostro padre prima di morire. Fatene buon uso. Buon Natale " >> Harry e Serena si guardarono negli occhi

<< Per me te lo deve aver mandato il Professor Silente. Pensaci un attimo: chi altri se non lui era così amico di nostro padre tanto da volergli affidare un coso del genere?!>> disse Serena

<< Mmh in effeti il tuo ragionamento non fa un grinza.>>

<< Dai, toglietelo e rimettelo dentro. Un oggetto del genere, a mio parere, dovrebbe essere tenuto fuori dalla portata degli altri.>> Harry si affrettò a rimetterlo dentro alla carta e ad avvolgerlo bene.

<< Dai scarta il prossimo!>> così Harry scartò anche il secondo.

<< E' un maglione! Con una bella H al centro! Me lo manda la mamma di Ron. Che carina è quella donna!>> esclamò Harry contento anche se, questo secondo dono, non era nulla in confronto al primo per lui. Adesso era venuto il turno di Serena.

<< Dai aprili! Sono proprio curioso!>> anche Serena scartò avidamente il primo pacchetto e cominciò da quello più piccolo, per essere ancora più felice per quando andrà a scartare il secondo più grande.

<< E' un libro... >> Serena rimase piacevolmente sorpresa e iniziò a leggere il titolo

<< ..."Manuale Completo dello Studio e della Cura delle Creauture Magiche " .....oh.. santo Salazar... che meraviglia!!! >> esclamò al colmo della felicità. Il manuale era un libro di dimensioni di media grandezza, di colore blu indaco e la copertina aveva ricamato sopra un Unicorno bianco in basso rilievo, che ogni anto si muoveva facendo scinitillare il magico corno e facendo svolazzare la folta criniera argentea.

<< E' splendido questo libro! Non ringrazierò mai abbastanza la persona che me lo ha regalato!>>

<< Ecco... a proposito, chi te lo ha mandato?>>

<< Non ne ho idea, non c'era alcun bigliettino all'interno. Forse me lo ha mandato Silente.>>

<< E come fa a sapere che hai una passione segreta per gli animali ?>>

<< Quando ero stata accompagnata da Piton nel suo ufficio, mi ha vista interagire bene con Fanny, la sua Fenice. >>

<< Però anche Piton ti ha vista. Non è che.....per caso.....>> Harry e Serena si scambiarono uno sguardo complice. Era evidente che avevano pensato la stessa cosa.

<< NAAAAA' ! >>

<< NAAAAA' ! >> dissero entrambi all'unisono.

<< No, non credo proprio. Non sarebbe da lui. E poi che motivo avrebbe per farmi dei regali? >>

<< Non chiederlo a me. Che motivo avrebbe per tentare di uccidermi?!>>

<< E basta con questa storia! >> sbottò annoiata Serena alzando gli occhi al cielo.

<< Scusa, scusa! Era solo per dire. Comunque devi ammettere che per te prova una particolare simpatia.>>

<< Be', sono anche una dei pochi studenti che va benissimo nella sua materia, è normale che gli stia più simpatica rispetto ad altri, no?! >> disse con sarcasmo nei confronti di Harry, che aveva messo su un piccolo broncio << Ma non me lo immagino neanche lontamente spingersi fino a questo punto con uno studente! >>

<< Sì, è di sicuro di Silente. Dai scarta anche l'altro!>> Serena scartò anche il secondo regalo.

<< Oh oh ! Tale fratello, tale sorella! Anche tu hai ricevuto una felpa! Ahahaha!>>

<< Non è proprio una felpa. Mi sembra più una maglietta di flanella.>> Serena aveva ragione: era una maglietta di flanella a maniche lunghe che arrivavano fino a coprire metà dorso delle mani, di color verde marino, con il colletto alto, che faceva da sciarpetta e, sul lato sinistro del petto, vi era ricamata una S stilizzata, con le estremità arricciate a spirale.

<< Guarda.. c'è un biglietto. Leggilo!>>

<< "Spero che questo ti aiuti ad ammalarti meno spesso. Buon Natale " mmmh insolito messaggio di auguri. Però è carino!>>

<< Indossala un po'.>>

<< Eh sì, grazie! E che faccio lo spogliarello natalizio?! >> Harry tirò fuori il Mantello dell'Invisibilità nuovo di zecca e pronto per essere adoperato.

<< Giusto! Fanne buon uso.>> disse Serena. Harry glie lo mise sopra, coprendola dalla testa ai piedi. Serena era completamente sparita. Solo un braccio appariva ogni tanto per posare sul tavolo i vestiti che si era tolta per indossare il nuovo indumento. Una volta finito, Serena si tolse il mantello di dosso e iniziò a guardarsi come le stava la maglietta usando, come pseudo-specchio, un piatto lì vicino.

<< Peeeerò! Ti sta davvero bene, sorellina! Il verde è proprio il tuo colore! Adesso, non sono un esperto in materia, ma ti risalta gli occhi e i capelli.>> Serena continuava a specchiarsi sul piatto.

<< Oh oh! Non sapevo avessi anche un fisico ihihihi!>> disse maligno Harry.

<< Ah ah ah spiritoso! Ha parlato la talpa! >> rispose a tono Serena. In effetti quella maglietta era attilata nei punti giusti: per avere quasi 12 anni, l'esile corpo di Serena si stava sviluppando in fretta e si potevano intravedere un po' la forma del seno, ancora in fase di crescita, e quella dei fianchi; aveva proprio un bel corpicino a clessidra, sempre ancora in fase di sviluppo. Liz aveva colto nel segno: nel fiore dell'adolescenza sarebbe diventata davvero uno schianto! Ma Serena, per come era timida e pudica, non lo avrebbe mai pensato.

<< Però... devo ammettere che mi sta proprio bene bene. E poi è così morbida e coccolosa! >> disse Serena affondando metà faccia all'interno del colletto che teneva ben caldo.

<< Mpf ...femmine! >> sbuffò Harry alzando gli occhi al cielo.

Si era fatto un certo orario e anche durante le vacanze natalizie i professori non aveva dato loro tregua. Infatti avevano una notevole quantità di compiti da svolgere e da consegnare entro il 7 Gennaio, ovvero la data in cui avrebbero ripreso normalmente le lezioni. Quindi Harry e Serena si avviarono verso l'uscita della Sala Grande, dirigendosi verso le rispettive Sale Comuni, con in mano i loro perziosissimi regali.
Anche un'altra persona stava uscendo dalla Sala, ma non per l'ingresso principale, ben sì da un piccolo passaggio segreto nascosto dietro ad uno degli enormi alberi addobbati; era Severus Piton, il quale osservò di nascosto tutta la scena dell'apertura dei regali dei piccoli Potter, rimanendo ben nascosto dietro il medesimo albero di Natale. A parte Harry e Serena, c'erano solo altri due studenti, seduti poco più in là rispetto a loro, quindi non vi era pericolo per Piton di essere scoperto da qualcuno.
Dopo aver visto la felicità che quei due piccoli pensieri avevano fatto nascere sul viso della piccola Serpeverde, Piton ritornò in silenzio alle sue stanze private, con un piccolo compiaciuto e sollevato sorriso stampato sul volto.

 

 

******

 

Però, prima di tornare in dormitorio, Harry e Serena si fermarono a parlare un attimo fuori dall'ingresso della Sala Grande.

<< Serena, adesso che abbiamo trovato il modo per non farci vedere nella Sezione Proibita, ti andrebbe di venire con me a cercare qualche informazione su questo Flamel?>> Serena sembrò abbastanza riluttante.

<< Ecco...io..>> Harry la guardò supplicante <<..io non sono ancora d'accordo sull'accusa fatta al mio Capo Casa, però....devi ringraziare solo il cielo per il fatto che sono curiosa di sapere che diavolo ci sia là sotto!>>

<< Eavvai ! >> esclamò Harry contento.

<< Quando hai intenzione di entrare nella Sezione Proibita? >>

<< Domani notte. Ci vediamo a mezzanotte in punto davanti al quadro del Dr. Jakyll. Ti vengo a prendere io e dopo ci andiamo insieme nascosti sotto il Mantello! >>

<< Ok ! >>

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Capitolo 12
*** Brame Svelate ***


                                                          Brame Svelate

 

Era il 26 Dicembre, quasi tutti gli studenti si stavano godendo le meritate vacanze natalizie a casa coi propri cari oppure a scuola con i pochi amici rimasti. Tutti quanti erano contentissimi dei regali ricevuti, inclusi Harry e Serena: Harry, dopo aver fatto vedere a Ron il Mantello dell'Invisibilità, ogni tanto, per ammazzare il tempo, si divertiva a fargli degli agguati alle spalle, facendogli perdere 10 anni di vita; mentre Serena, innamoratasi letteralmente del suo libro, passava la maggior parte del tempo a leggerlo e ad assaporare ogni paragrafo di conoscenza sulle Creature Magiche, indossando, quasi sempre, la sua maglietta verde di flanella: infatti, da quando aveva ricevuto quest'ultima, stava più al caldo e si sentiva meno cagionevole di salute, insomma aveva molta più energia da spendere.
Severus Piton, come era ormai solito fare in quel particolare periodo, andò a trovare il Preside Albus Silente per fargli il quotidiano rapporto sulla giovane Serpeverde.

<< Oh, buon pomeriggio Severus ! Entra, accomodati pure.>> disse indicandogli in modo accogliente una poltrona.

<< Grazie, Albus >> disse uscendo dal caminetto.

<< Ti posso offrire qualcosa? Un dolcetto al limone, magari?>>

<< Non desiderio niente, ti ringrazio.>> disse con un gesto elegante di dissenso con la mano.

<< Allora, ragazzo mio, come hai passato questo Natale ? >>

<< Come al solito.>>

<< Rintanato sempre nel tuo studio, quindi?>>

<< Precisamente.>>

<< Però, dall'espressione compiaciuta che hai tenuto su tutto ieri non mi sembra che sia stato una Natale così noioso come ritieni che sia ogni anno.>> disse sorridendo in modo comprensivo.

<< Sì, in effetti è stato il Natale meno sgradevole da quando ne ho memoria.>>

<< Coraggio, Severus. Raccontami. Come ha reagito Serena ai doni che le hai mandato?>>

<< Direi che è stata piuttosto...soddisfatta.>>

<< Oh, molto bene! Cosa le hai regalato?>>

<< Non credo sia una cosa che ti riguardi, Albus.>>

<< Andiamo, Severus! Eri praticamente entrato in crisi perchè non sapevi cosa la sarebbe potuto piacere! E ora che hai fatto la prima Tombola con tua figlia, non vuoi dirmi con che genere di regali la stai pian piano conquistando?! Sei più cattivo di quanto pensassi.>> disse scherzosamente Silente mettendo su un piccolo broncio.

<< Molto divertente, Albus.>> rispose impassibile. Intanto Silente cercava di costringere Piton, con i sui occhi blu scintillanti, a fargli sputare il rospo.

<< Oddio Albus! Piantala di fare quella roba davanti a me!>> sbottò coprendosi gli occhi con una mano.

<< Ah, scusami ragazzo mio, ma è più forte di me.>> disse ridacchiando.

<< AAARGH! E va bene! Te lo dirò, basta che smetti di fare quella dannata smorfia!>>

<< Perfetto! Dai, spara: cosa le hai regalato?!>>

<< Un libro sulle Creature Magiche.>>

<< Oh splendido! davvero un'ottima scel...>>

<< E una maglietta di flanella.>> continuò interrompendolo << Te l'ho detto. Ora posso anche andarmene!>> ma Silente lo fermò per una spalla.

<< Cosa, cosa?! Addirittura due ! Dico.. DUE regali?!>> esclamò stupito Silente.

<< Be'? Cosa c'è di tanto sconvolgente in questo ?!>>

<< No, no, per carità Severus, non c'è nulla di sconvolgente! Solo che...mi hai davvero preso alla sprovvista, ecco tutto.>> disse ricomponendosi un attimo.

<< Se hai qualcosa da dire al riguardo, dilla chiaramente!>> sbottò acido.

<< Non ti innervosire così, figliolo. La mia era una reazione stupita, ma positiva.>>

<< E allora cosa c'è che non ti quadra?!>>

<< Be'..mi ha stupito molto il fatto che tu ti sia spinto addirittura fino a 2 regali per la bambina. Conoscendoti, secondo me uno per te era anche troppo!>> disse ridacchiando.

<< Allora è palesemente evidente che non mi conosci così bene come pensi!>> rispose a tono e anche un po' arrossito in volto.

<< Dimmi..come mai hai pensato proprio a quelle due particolari cose?>>

<< Ecco, avendo visto come letteralmente adora gli animali e come è riuscita a conquistare così in fretta la fiducia del tuo pennuto lì..>> indicò Fanny che se ne stava appollaiata tranquilla sul suo trespolo <<...ho pensato che il Manuale completo per lo studio e la cura della Creature Magiche fosse un buon articolo scolastico per poterla istruire a dovere sull'argomento..se mai volesse seguire quella materia al terzo anno.>> disse massaggiandosi la tempia.

<< Mmmh una scelta davvero ottima e sensata direi.>> disse Silente strofinandosi la lunga barba bianca.

<< Spero che le possa essere utile per il futuro.>>

<< Lo sarà di sicuro, ragazzo mio. Da quello che mi hanno detto gli altri insegnanti, Serena adora studiare, con moderazione ovviamente, ma ama ciò che sta imparando. Però ha qualche lacuna su Volo e Storia della Magia. Chissà perchè mi ricorda qualcuno che conosco molto bene!?>> disse facendo il finto pensieroso, guardando beffardo il povero Piton, il quale diventò un po' rosso in volto. Piton gli voltò le spalle seccato, incrociando le braccia attorno al mantello nero.

<< E che mi dici di Harry? Come se la cava?>>

<< Tsk! Quel Potter. Non ha un talento apprezzabile, studia il minimo indispensabile, la sua arroganza è come quella del padre e sembra godere della sua fama. La prima partita di Quiddicth ha praticamente detto tutto.>> sbottò gelido, facendo una smorfia di disprezzo ripensando agli eventi di quel giorno.

<< Dai, Severus. Cerca di non essere così rigido solo con lui. Capisco che ti dia fastidio solo per il fatto che sia il figlio della tua Lily e dell'odiato James Potter, ma non è colpa sua se è nato dalla loro unione.>> Severus rabbrividì a quel pensiero.

<< Possiamo cambiare discorso, per favore!?>> disse con tono disgustato massaggiandosi la fronte. Silente ridacchiò.

<< Allora, dimmi, come mai hai scelto la maglietta di flanella come secondo dono?>>

<< Di recente ho notato che si stava ammalando spesso e ho pensato di regalarle qualcosa di più pensate per coprirsi e stare meglio al caldo in giornate fredde come queste.>> Silente rimase intenerito da quel pensiero.

<< Non credo che la famiglia di Babbani a cui hai affidato quei due li abbiano trattati molto bene negli ultimi 11 anni.>>

<< Cosa te lo fa pensare?>>

<< Da quello che mi disse Serena quella volta che rifiutò il mio mantello " ...non sono abituata a ricevere così tante attenzioni da parte di qualcuno. Non lo sono mai stata ...". E anche il solo fatto che entrambi i ragazzini indossino, durante i week-end, gli stessi vestiti Babbani la dice lunga. >> disse in tono cupo e pensieroso. Anche Silente sì rabbuiò per un momento.

<< Be'..a questo potrai rimediare tu, no? >>

<< Forse. A suo tempo. >> disse serio << Allo sgorbio penseranno i Weasley! Pare che gli stia molto simpatico.>>

<< Sicuramente, ragazzo mio. Non ti vorrei affaticare troppo cercando di convincerti di dimostrarti più amichevole nei confronti di Harry.>>

<< Non ti azzardare nemmeno a pensarlo, Silente! Sto già rischiando abbastanza per quel moccioso ingrato.>> sbottò acido e rabbioso. Silente scosse la testa con aria rassegnata.

<< Che mi dici di Raptor?>>

<< Quello ha in mente qualcosa. Non mi convince affatto. Ha persino tentato di uccidere Potter. Ti ricordi, vero?>>

<< Sì. Ma io purtroppo ero dall'altra parte e non sono riuscito a vedere da dove provenisse la Fattura.>>

<< Appunto! Era Raptor a lanciare la maledizione! Se non fosse stato per quel ridicolo fuoco fatuo, sarebbe riuscito nel suo intento.>>

<< Fuoco fatuo?>>

<< Sì, proprio quello! Il mio mantello ha preso fuoco "per magia" all'improvviso e pare che nella confusione Raptor sia caduto all'indietro mettendo fine al suo contatto visivo col marmocchio.>> disse seccato.

<< Bene, molto bene.>>

<< Bene un corno! Vallo a dire il mio mantello!>> rispose Severus ironico. Silente non potè trattenere una risata.

<< Comunque, continua a sorvegliarlo. Temo che dietro al suo cambiamento ci sia lo zampino di Voldemort.>>

<< Sì, temo anch'io. Ti terrò aggiornato.>> disse voltandosi ed uscì dall'ufficio di Silente.

 

 

******

 

 

Finalmente arrivò la notte e sia Harry che Serena erano pronti per la missione.Era mezzanotte in punto, l'orario in cui avevano deciso di incontrarsi; Serena si alzò molto lentamente, senza far rumore per non svegliare Mary. Arrivò in Sala Comune e, davanti al suo cammino, vi trovò Bast, la sua gattina nera dagli occhi viola, che si sedette davanti a lei.

<< Meaow Meaow Meaow>> qualcosa evidentemente la innervosiva.

<< Ssshhh Bast zitta!>> la prese in braccio e la guardò dritto negli occhi.

<< Se non smetti di miagolare si sveglieranno tutti quanti! Stai tranquilla, tornerò presto.>> e le diede un bacino sul naso, mentre la micetta faceva le fusa non emettendo un miagolio. La riposò a terra e si incamminò verso l'ingresso. Il Dottor Jackyll stava dormendo sulla sua poltrona davanti al caminetto e Serena aprì la porta del quadro senza svegliarlo e si mise lì davanti ad aspettare suo fratello.
All'improvviso sentì dei passi, ma non vide nessuno nel corridoio dei sotterranei: l'ambiente a quell'ora era spettrale e le armature medievali, che erano posizionate vicino alle pareti, voltavano la testa a destra e a sinistra, con una fascio di luce blu che fuoriusciva dalle fessure per gli occhi degli elmi perlustrando i corridoi per vedere se qualcuno si stava aggirando per la scuola oltre l'orario concesso.
I passi si fecero più vicini e più frequenti.

<< Harry...>> sussurrò <<...Harry sei tu?>> accanto a lei apparve Harry con indosso il Mantello dell'Invisibilità.

<< Ah eccoti! La prossima volta però fatti sentire un minimo con la voce! Non vorrei morire prematuramente d'infarto a 11 anni e ¾ se è possibile.>> disse portandosi un mano al petto.

<< Sì, scusa. Allora, sei pronta?>>

<< Sono nata pronta!>> così, una volta avvolti completamente dalla testa ai piedi dal mantello, i giovani Potter si avviarono verso la Biblioteca, eludendo con successo la sorveglianza delle armature da guardia.
Arrivati in Biblioteca, Harry e Serena iniziarono a cercare fra le varie sezioni.

<< Streghe e Maghi Famosi, Pozioni del Mondo Magico...dov'è questa Sezione Proibita?!>> sbottò impaziente Harry, che sorreggeva una lanterna per far luce.

<< Ecco, guarda..è laggiù.>> disse Serena che era impegnata a tenere su, insieme a suo fratello, il magico mantello. La Sezione Proibita era ricoperta da una tenda composta da catene d'argento. Harry e Serena entrarono e iniziarono a leggere i libri in ordine alfabetico, fino ad arrivare alla lettera F.

<< Fiamme degli Inferi, Fatture e Maledizioni Oscure, Flamel.....Nicolas Flamel !>> esclamò Serena. Così allungò una mano verso il libro dove aveva letto il nome dell'uomo, lo prese ed iniziò a sfogliarlo per cercare qualcosa inerente all'argomento.

<< Trovato niente?>>

<< No, ancora nulla.>> poi, aprendo una pagina, uscì un volto che cacciò un fortissimo urlo che faceva volare letteralmente i capelli all'indietro.

<< AAAAAAAAAARRRRRRRRRRGGGGGGGGGHHHHHHHHHHH !!!!!! >>

<< Chiudilo chiudilo! >> disse Harry ad alta voce e insieme chiusero a fatica il libro urlante. Serena si ritrovò con tutti i capelli scompigliati, sembrava quasi uno spaventapasseri, Harry cercò di soffocare una risata.

<< Non...osare..dire..una..parola.>> disse piano Serena in tono minaccioso. In quel momento i due fratelli sentirono qualcuno entrare nelle Biblioteca.

<< Chi c'è?!>> esclamò il custode Gazza. L'urlo del libro si fece notare più di quanto pensassero. Harry e Serena, dallo spavento, sussultarono e per errore fecero cadere a terra la lanterna, che si ruppe e si spense.

<< Oooops!>> disse Harry.

<< Scemo! Cosa hai combinato?! >>

<< Mi dispiace, non l'ho fatto a posta! >>

<< Non importa. Diamocela a gambe! >> così Serena ed Harry si ricoprirono col Mantello dell'Invisibilità ed uscirono piano dalla Biblioteca senza far rumore, cercando di non incrociare Gazza, che stava passando per tutte le sezioni per cogliere sul fatto l'intruso.

<< Dove sei?! Fatti vedere!>> grugniva. Intanto i due fratelli erano già usciti dalla Biblioteca e si stavano dirigendo, a passo veloce, verso le scalinate per tornare ai dormitori. Ma all'improvviso, si fermarono di colpo: il Professor Piton apparve da dietro un angolo del buio corridoio, sbattendo contro una parete il Professor Raptor, il quale sembrava parecchio spaventato. Harry e Serena tacquero e pian piano continuarono a muoversi verso la porta d'uscita, assistendo alla discussione tra i due professori.

<< S-S-Severus..i-io..>> balbettava tremolante Raptor.

<< Non ti conviene avermi come nemico, Raptor.>> disse minaccioso continuando a tenerlo stretto per il colletto contro il muro.

<< Non so..c-c-cosa vuoi d-dire..>>

<< Lo sai perfettamente.>> Serena rimase alquanto sconvolta da come sembrava così diverso il suo Capo Casa in quel momento e, dall'ansia, iniziò a respirare pesantemente. Piton si voltò piano verso il punto in cui si trovavano i due fratelli. Sembrava proprio che li stesse guardando dritto negli occhi anche se non li poteva vedere. Harry realizzò che Piton aveva sentito il respiro pesante di Serena e di scatto le tappò la bocca. Harry e Serena pian piano si allontanarono dalla sua portata, visto che aveva allungato una mano per sentire se c'era qualcuno. Avendo constatato che apparentemente non c'era nessuno, Piton si voltò di nuovo di scatto verso Raptor, il quale sobbalzò per lo spavento.

<< Faremo presto un'altra chiacchieratina. Così decideremo a chi devi la tua lealtà.>> disse minaccioso. In quel momento arrivò Gazza ad interrompere la conversazione.

<< Ah professori! Ho trovato questa nella Sezione Proibita...>> disse sollevando la lanterna rotta che aveva fatto cadere Harry <<...è ancora calda. Vuol dire che uno studente non è a letto!>> disse ghignando malignamente. Così Piton, seguito da Gazza e Raptor andarono a perlustrare i corridoi, mentre Serena ed Harry riuscirono ad entrare in tempo in una stanza vuota lì accanto, sfuggendo alle grinfie del custode e degli insegnanti.

<< Uff! C'è mancato davvero un pelo!>> sbuffò Harry togliendosi di dosso il mantello.

<< Sì, c'è andata bene..per questa volta.>> disse Serena con aria piuttosto sconvolta.

<< Hai visto? Che ti avevo detto?!>> disse Harry riferendosi a Piton.

<< Di sicuro era..diverso..dalle altre volte. Ma deve esserci il suo perchè sull'antagonismo che dimostra nei confronti di Raptor. Neanche a me ha mai convinto quel tizio.>> disse seria.

<< Sorella, non puoi negare la realtà. Piton non è quello che ti sembra che sia. Smettila di vivere nell'illusione e comincia a vedere le cose per quello che sono veramente!>> Serena distolse lo sguardo ma non rispose e andò vicino alla porta a fare il “palo” per vedere se arrivava qualcuno – No. Io..non voglio pensarci. Ci deve essere una valida ragione per tutto questo - pensò fra sé e sé preoccupata.
Intanto Harry, dando un'occhiata in giro dentro alla stanza, si imbattè in uno strano specchio: era molto grande, con la parte superiore coperta per metà da un panno violaceo e con un pezzo di vetro dello specchio rotto. Sembrava proprio uno specchio antico, dalle rifiniture in legno intagliato artisticamente con gran accuratezza. All'improvviso, da quello specchio, iniziarono ad apparire due figure umane alquanto familiari.

<< Serena! Serena, presto, vieni subito qui !>> gridò Harry alla sorella. Serena corse subito verso di lui.

<< Sssshhh sta zitto! Cosa strilli?! Vuoi farci scoprire!? Cosa c'è di così urgente?!>> sbottò acida con i livelli di ansia al massimo.

<< Guarda, guarda!>>

<< Cosa devo guardare?>>

<< Là dentro! Ci sono mamma e papà!>> Serena guardò con attenzione.

<< Non c'è niente!>>

<< Come non c'è niente?>> Harry si voltò verso lo specchio e vide che in effetti non vi era apparso nulla.

<< Ma...erano lì fino a un secondo fa! Io..non capisco.>> disse toccando lo specchio. Serena intanto iniziò ad analizzare lo strano oggetto girandogli intorno e osservandolo dal basso in alto.

<< Ehi..c'è un'iscrizione sulla sommità: “ Emarb eutel amosi vout linon ortsom “ ma che dia....?>>

<< Non ha alcun senso!>> esclamò Harry.

<< Aspetta, ho capito! Si legge al contrario: “ mostro non il tuo viso ma le tue Brame “ noo...è... lo Specchio delle Brame, come quello della strega nella favola di Biancaneve!>> disse Serena. Harry la guardò stupito.

<< Ma se questo coso mostra le nostre brame, perchè adesso non sta mostrando niente?>> Serena abbassò lo sguardo e si strofinò il mento pensierosa. Poi capì.

<< Forse ci sono! Adesso mi tolgo dal campo visivo dello Specchio. Credo che funzioni con una persona alla volta.>> così Serena si spostò.

<< Ecco..vedi niente?>>

<< Aspetta un attimo....sì! Ci sono un uomo con gli occhiali come i miei e una donna dai capelli rossi. Sono mamma e papà e mi stanno salutando sorridenti!>>

<< Davvero?!>> chiese entusiasta Serena. Harry annuì felice.

<< Dai ora tocca a te, sorellina. Vieni a conoscere i nostri genitori.>> disse invitandola dolcemente a sostituirlo.

<< Tecnicamente li conosco già, ma avendo avuto quasi solo 2 anni, ovviamente non possiedo ricordi nitidi di loro essendo stata così piccola e....>> Harry, esasperato dai suoi atteggiamenti da sapientona, la afferrò per la mano e la mise davanti allo specchio.

<< Ma sta zitta un po' e goditi il momento!>> Harry si spostò dall'altra parte, lasciando da sola Serena davanti allo specchio.

<< Allora, che ne dici? Sono belli vero?>>

<< La mamma è davvero bellissima. Mi sta accarezzando i capelli...>> disse portandosi una mano alla testa, come se sua madre fosse proprio lì accanto a lei <<...e mi sorride.>> disse con gli occhi lucidi.

<< E papa'?!>>

<< Papà....non c'è!>> disse stupita.

<< Come sarebbe a dire non c'è?! Non è possibile, guarda meglio!>>

<< Accidenti Harry, ti dico che non c'è! A-aspetta..sta apparendo qualcun' altro vicino alla mamma.>> Serena iniziò a strizzare gli occhi per capire meglio chi stesse apparendo: era una figura maschile alta, con indosso un lungo mantello nero; aveva un'aria alquanto familiare. Gradualmente, l'immagine si fece più nitida. Serena sgranò gli occhi incredula.

<< O-oh... mio.... Dio...>> disse cadendo a terra all'indietro dallo shock, tremando come una foglia, sempre con gli occhi sgranati.

<< Cosa c'è?! Chi c'è accanto alla mamma?! Chi vedi?!>> chiese preoccupato Harry inginocchiandosi davanti alla sorella, prendendola per le spalle.

<< ..P-P-Piton .. >> disse con voce tremolante indicando lo specchio. Harry non poteva credere alle sue orecchie.

<< Piton?! PITON ?!! Perchè diavolo sto coso ti sta mostrando quello là?!>> Serena non rispose e continuò a fissare quell'immagine riflessa nel vetro.

<< Che cosa stanno facendo?>> chiese Harry.

<< Non lo so..cioè...la mamma gli ha posato la mano sul braccio e lo sta guardando. Lui si sta....chinando verso di me, con un sorriso che non avevo mai visto prima d'ora sul suo volto. Mi prende la mano, adesso si sta chinando anche la mamma.>>

<< Forse vogliono che ti alzi.>> disse Harry. Serena gli diede ascolto e cominciò ad alzarsi.

<< Sembra che mi stiano aiutando ad alzarmi e adesso mi stanno cingendo le spalle tutti e due.>> continuò a raccontare sbalordita.

<< Ma perchè questo affare ti sta mostrando Piton?! Per caso hai qualche brama nei suoi confronti?!>> Serena si voltò di scatto verso Harry indignata.

<< Ma certo che no! Che cavolo vai a pensare?! Pervertito!>>

<< Ma allora..perchè?>>

<< Non lo so. Piton è il mio Capo Casa, ed è anche il mio insegnate preferito...>> Harry mise un broncio disgustato – Mpf..che gusti che hai!- pensò <<...mi ha aiutata quando ne avevo bisogno, ma a parte questo..non so che altro dirti. Io gli voglio bene. Come uno studente può provare simpatia per un determinato insegnante o per un amico.>>

<< Ecco! Forse questo specchio mostra le persone a cui vogliamo bene in un particolare modo. E tu ti senti legata a Piton in un certo senso.>>

<< Sì..diciamo così. Lo vedo come un amico a cui devo dare del lei.>> Harry ridacchiò.

<< Ma non capisco perchè non appaia anche nostro padre.>> disse Serena con tono triste.

<< Non so proprio cosa dirti, Serena.>>

All'improvviso sentirono dei passi fuori dalla porta. Forse era Gazza che stava perlustrando un'altra volta il corridoio.

<< Forza. Torniamocene in dormitorio.>> disse Serena.

Prima di rinfilarsi sotto al mantello, Serena diede un ultimo sguardo a quella strana immagine di sua madre e Piton. Erano stranamente belli insieme: lei stava salutando Serena dolcemente, mentre teneva stretto un braccio di Piton, e quest'ultimo incrociò le braccia e guardò intensamente Serena.
Arrivati davanti al quadro del Dottor Jackyll, che stava continuando a dormire beato sulla sua poltrona, Harry e Serena si tolsero il mantello.

<< Bene. E tu sei arrivata.>> Harry notò che Serena aveva un'espressione molto depressa.

<< Ehi, ehi, sorellina. Non ti dare pensiero per quella cosa di prima. Vedrai che non è niente. Almeno abbiamo conosciuto mamma e papà.>>

<< Tu hai conosciuto mamma e papà...io, al momento, solo mamma.>>

<< Be' papà è..come posso dire..la mia versione più grande con gli occhiali!>>

<< Eheheh proprio due gocce d'acqua.>> Serena ridacchiò.

<< Oh, finalmente un sorriso! Senti ..se vuoi, per farti stare tranquilla, appena ne ho l'occasione potrei andare da Silente a chiedergli che cosa mostra veramente quello specchio e raccontargli della tua visione.>>

<< Va bene, non mi dispiacerebbe.>>

<< Ok allora. Ehi! Domani è il tuo compleanno! Tanti auguri!>> disse abbracciandola.

<< Già. 12 anni. Oh santa miseria, mi sento così vecchia!>> Harry e Serena si misero a ridere un po' forte, tanto da far un po' muovere il Dottor Jackyll dalla sua poltrona, quindi si misero le mani davanti alla bocca per contenersi.

<< Buona notte allora, sorellina.>>

<< Buona notte, fratellino.>> così Harry si rimise sotto al mantello e si incamminò verso la sua Sala Comune e Serena rientrò nella sua, salì verso il dormitorio e si gettò letteralmente sul letto sfinita – Perchè c'eri tu al posto di mio padre? - pensò fra sé e sé chiudendo gli occhi avvolti da un leggero velo di malinconia. E, poco dopo, si addormentò.

 

 

******

 

 

Erano le 8.30 di mattina del 27 dicembre 1991, ed era un giorno molto speciale: era il compleanno di una giovane Serpeverde.

<< Tanti auguri a te! Tanti auguri a te!>> iniziò a cantare Mary saltando freneticamente sul letto di Serena, la quale, dall' “ attacco improvviso” sussultò e cadde dal letto di testa, lasciando le gambe per aria.

<< Ma sei matta?!>> sbottò Serena.

<< Ooops, scusa! Volevo solo farti gli auguri di buon compleanno!>> disse Mary tirando su l'amica capovolta.

<< Ehehe grazie. Sono solo un anno più vecchia.>>

<< Accidenti che entusiasmo.>>

<< Lo considero solo un giorno normale come un altro.>>

<< Non hai mai festeggiato il tuo compleanno?!>> Serena scosse la testa << Cavolo..mi dispiace tanto.>>

<< Tranquilla, Mary. Tanto Harry ed io ci siamo abituati.>> disse spensierata mettendo su un finto sorriso consolatore.

<< Dai, andiamo a fare colazione.>> disse Serena e Mary la seguì senza aggiungere un'altra parola sull'argomento. Era evidente che a Serena non piaceva discutere di questa faccenda.
Arrivati in Sala Grande, i pochi studenti rimasti a scuola per le vacanze natalizie, si misero seduti ai propri posti a mangiare. Poco dopo, come quasi ogni mattina, arrivarono i gufi postali con in bocca pacchetti e lettere di ogni genere.

<< Oh.. posta in arrivo!>> esclamò Mary guardando il suo Barbagianni planare sopra di lei con un pacchetto nel becco. Mary lo scartò avidamente e vi tirò fuori l'oggetto spedito.

<< Ah! Mio padre mi ha inviato una lettera e un nuovo set di penne d'oca! Io le consumo molto velocemente..ahaha!>> Serena ridacchiò anche se non stava prestando molta attenzione all'amica. Anche gli altri studenti ricevettero lettere e pacchetti, mentre Harry e Serena nulla.

<< Uff...tanti auguri a me.>> sbuffò annoiata Serena mentre giocherellava con le uova strapazzate. Poi, da dietro, arrivò Harry con in mano un cupcake con sopra glassa rosa e canditi colorati con una candelina a forma di 12 accesa.

<< TANTI AUGURI SORELLINA!>> esclamò festoso posando davanti a Serena il cupcake di compleanno.

<< Oh..ma.. Harry! Grazie! Non dovevi!>> disse abbracciandolo commossa.

<< Di nulla. Oggi è il tuo giorno speciale e meritavi una cosina speciale per l'occasione!>>

<< Grazie ancora!>>

<< Dai cantiamo Buon Compleanno alla nostra Serena!>> esclamò Ron da dietro le spalle di Harry.

<< No ragazzi! Non è necessario per favore!>> disse Serena agitando le braccia per evitare il conseguente imbarazzo che sarebbe arrivato durante il numero di quei matti.

<< Troppo tardi.... TANTI AUGURI A TE! TANTI AUGURI A TE!... >> iniziarono a cantare in coro Mary, Ron ed Harry.

<< Oh santo cielo...scusateli!>> disse Serena imbarazzata agli altri ragazzi che si voltarono sentendo il coretto.

<<...TANTI AUGURI A SERENAAAA! TANTI AUGURI A TEEEEEEEEEEE! WOOOOOOHHHHOOOOOOO ! >> e tutti quanti in Sala Grande esplosero in un fragoroso applauso di compleanno, anche i pochi insegnati che stavano facendo colazione tranquillamente si aggregarono all'applauso, soprattutto Silente; Piton quella mattina era assente. Serena era diventata rossa come un peperone per l'imbarazzo di essere stata così al centro dell'attenzione.

<< Aahahahhah ok ragazzi, adesso può bastare. Grazie a tutti!>>

<< Dai..spegni la candelina ed esprimi una desiderio!>>

<< Mi dispiace, ma credo più a queste cose.>>

<< Non fare la scorfana! Lasciati andare almeno al tuo compleanno! Esprimi questo cappero di desiderio!>> esclamò Ron.

<< Ah..e va bene.>> Serena chiuse gli occhi e poi soffiò sulla candelina. In quel momento, uno splendido Gufo Reale nero con due enormi occhi dorati volò sopra le teste degli studenti radunati attorno a Serena e atterrò proprio davanti a quest'ultima e le posò in mano un piccolo pacchettino blu con un nastro bianco.

<< Miseriaccia! Il tuo desiderio si è avverato alla velocità della luce!>> esclamò Ron.

<< E chi ti dice che abbia espresso il desiderio di ricevere un altro regalo?!>> sbottò ironica.

<< Pura intuizione.>> rispose lui.

Serena era stupita: erano troppi 3 regali solo per lei! Cosa aveva fatto per meritarseli? Non che la cosa le dispiacesse, ma non ci era affatto abituata a questo genere di trattamento. Serena, per ringraziarlo, cercò di dargli un buffetto, ma il gufo nero si scostò e volò subito via.

<< Uh-uh! Hai un ammiratore segreto!>> esclamò Mary mettendole un braccio attorno alle spalle.

<< A quanto pare.>> rispose Serena.

<< Dai che aspetti? Aprilo!>> disse Ron. Serena iniziò a scartare avidamente il pacchettino, senza sgualcirlo troppo. Aprì e vi trovò un elastico verde per capelli con, come decorazione, un bellissimo giglio bianco, fatto di un particolare materiale magico, quasi simile alla plastica Babbana, che non permetteva al fiore di rovinarsi o di rompersi man mano che l'elastico sarebbe stato usato.

<< Accidenti...è...stupendo!>> esclamò felice Serena.

<< Guarda, c'è un biglietto. Leggilo!>> disse Mary.

<< “ Questo elastico magico può trasformarsi in qualsiasi altro ornamento da capelli che desideri. Basta dire ad alta voce il nome del tipo di ornamento che vorresti e all'istante muterà nella forma richiesta. E' un oggetto molto speciale, abbine cura.
Buon Compleanno.“
>>

<< Io mi chiedo chi sia il mittente. E' un messaggio di auguri troppo strano per essere di Silente.>> disse Harry.

<< Prima o poi lo scopriremo, Harry. Adesso..l'importante è il pensiero che questa persona ha avuto per me durante questo giorno. Se non sbaglio è il primo regalo di Compleanno di tutta la mia vita ed è un dono splendido! Mi serviva proprio un elastico per legare il mio folto bulbo ahahah!>> tutti gli altri risero. Serena si legò i capelli col suo nuovo elastico e ne uscì fuori una bellissima coda di cavallo nera, con solo i due ciuffi lunghi sulla fronte rimasti fuori.

<< Oh! Stai molto bene con i capelli legati! Non che coi capelli sciolti tu stia male, per carità, però raccolti ti risaltano il viso!>> disse entusiasta Mary che di acconciature se ne intendeva.

<< Quel giglio bianco poi è proprio un tocco artistico!>> disse Ron.

<< Chissà perchè proprio il giglio?>> si domandò Harry. Ci pensò su anche Serena, poi entrambi capirono e si guardarono.

<< La mamma!>>

<< La mamma!>> dissero insieme allo stesso tempo.

<< Vostra madre?>> chiese Mary.

<< Sì, si chiamava Lily Evans. E Lily vuol dire giglio. Forse questo elastico è appartenuto a lei.>> disse Harry.

<< Prima o poi il mittente salterà fuori. E se non salterà fuori da solo, lo troverò io!>>

<< Perchè ci tieni tanto a scoprire il mittente?>> chiese stupidamente Ron. Harry, Serena e Mary lo guardarono storto.

<< Ma che razza di domanda è, Ron! E' ovvio che ci tenga a scoprire chi è! Gli devo stampare un gigantesco bacio sulla guancia per ringraziarlo!>> tutti quanti risero di gusto.

<< Cavolo...queste vacanze stanno passando più velocemente di un tornado!>> sbottò insofferente Ron.

<< Ecco! Voi altri a che punto siete con i compiti?>> chiese Mary.

<< Neanche a metà.>> rispose depresso Ron.

<< Già..anch'io.>> disse a malincuore Harry <<..e voi due invece?>>

<< A me mancano solo 3 materie da fare: Incantesimi, Difesa Contro le Arti Oscure e quella palla di Storia della Magia.>> disse Serena sbattendo sul tavolo la testa al solo pensiero dell'ultima materia elencata.

<< Ah! Io li ho quasi finiti tutti!>> disse altezzosa Mary.

<< Secchiona!>> sbottò Ron.

<< Ehi..bada a come parli Weasley.>> lo zittì Mary. Lei era comunque una Serpeverde e ci godeva ad incutere timore nei Grifondoro più deboli di carattere. Ron serrò la bocca all'istante. Mary era dotata di uno sguardo laser quando voleva fulminare all'istante le persone.

<< Dai ragazzi. Non iniziate eh! Mary, visto che hai quasi finito tutto, non è che mi daresti una mano con Storia della Magia? Io non ci capisco un sacro santo tubo!>> chiese implorante Serena.

<< Ma certo Ser! Ci metteremo all'opera in questi giorni, così te lo caverai dai piedi subito.>> Serena annuì energicamente.

Così tutti quanti si misero sotto a finire i compiti rimasti, così non sarebbero arrivati all'ultimo giorno senza fiato per consegnarli tutti quanti in tempo.

 

 

******

 

Era la mattina, alquanto piovosa, del 5 Gennaio e molti studenti ritornarono a scuola in anticipo per divertirsi un po' coi loro amici prima che fossero ricominciate le lezioni. Anche Hermione fece ritorno quel giorno, non per divertirsi, ma per continuare ad indagare sul famoso Nicolas Flamel: durante le settimane precedenti Harry le scrisse che, anche se avevano setacciato la Sezione Proibita, non avevano trovato nulla che parlasse di lui. Quella mattina, Harry, Ron e Serena si trovavano in Biblioteca a finire gli ultimi compiti per le vacanze; intanto, dall'angolo di una delle sezioni lì vicino, sbucò fuori Hermione con un enorme libro in mano.

<< Vi ho fatto cercare nella sezione sbagliata! Come ho potuto essere così stupida!?>> disse sbattendo forte il librone sul tavolo facendo sussultare tutti quanti.

<< L'ho trovato settimane fa, stavo cercando una lettura leggera.>>

<< Quello...sarebbe leggero?!>> esclamò Ron. Hermione gli lanciò un'occhiataccia, mentre stava sfogliando le pagine.

<< Ecco, trovato!>> disse puntando il dito su di un paragrafo dove parlava di alcuni famosi Alchimisti << Nicolas Flamel è stato l'unico ad aver fabbricato la Pietra Filosofale!>>

<< La cosa?>>

<< La cosa?>> dissero insieme Harry e Ron, mentre per Serena questo nome non sembrava sconosciuto.

<< Uffa..ma voi non leggete mai?!>> sbottò Hermione.

<< Pietra Filosofale...dove cavolo l'ho già sentita? Ah sì! Nel libro di Pozioni: c'era un paragrafo dove parlava di alcune sostanza che potevano trasformare dei comuni oggetti in minerali preziosi. C'era scritto che la Pietra Filosofale, se lavorata a dovere, poteva trasformare qualsiasi metallo in puro oro e da essa si poteva anche distillare l'Elisir di Lunga Vita!>>

<< Oh, finalmente una persona che parla la mia lingua!>> esclamò felice Hermione.

<< Che ti aspettavi, tesoro?!>> disse scherzosamente Serena facendo ridacchiare Hermione.

<< Quindi vuoi dire...?>> disse Harry.

<< Ecco a cosa sta facendo la guardia Fuffi, ecco a cosa mira Piton...la Pietra Filosofale!>> esclamò decisa Hermione, lasciando perplessi i tre amici.

<< A proposito di Piton...io dovrei un attimo andare da lui a chiedergli una cosa riguardante un esercizio che non ho ben afferrato.>> disse Serena alzandosi dal tavolo e rimettendo a posto i libri nello zaino.

<< Ehi, mi raccomando, stai attenta.>> disse preoccupata Hermione.

<< Tranquilla, io lo conosco bene...a differenza di voi altri.>> disse gelida << Lui sta proteggendo la suddetta Pietra e riuscirò a trovare il modo di dimostrarvelo!>> disse andandosene veloce dalla Biblioteca.

<< Ha una grande tenacia per le cause perse, glie ne do atto.>> disse Ron sarcastico.

Arrivata davanti all'ufficio del Professor Piton, prima che potesse bussare per chiedere il permesso di entrare, Serena sentì delle voci provenire dall'interno della stanza, la cui porta non era del tutto chiusa. Presa dalla curiosità, si avvicinò alla porta e si accovacciò a terra, cercando di sbirciare dentro per vedere con chi parlava il suo Capo Casa. Era il Preside Silente.

<< Allora, dimmi, ragazzo mio. Perchè mi hai convocato così urgentemente?>>
-Eheheh...ragazzo mio ! - pensò Serena ridacchiando a bassa voce per non farsi scoprire.

<< Avevo ragione, Silente! E' stato quell'infame di Raptor!>> Silente lo ascoltò incuriosito e anche Serena.

<< Gli sono stato addosso tutto il tempo durante questi ultimi giorni e l'ho colto in flagrante mentre cercava di entrare dentro la botola, oltre che assistere ad alcune conversazioni “strane” con se stesso!>>

<< Conversazioni strane con se stesso hai detto...>> disse pensieroso << Molto bene, Severus. Ottimo lavoro. Allora informerò subito gli altri insegnanti di cambiare ed intensificare gli Incantesimi di Sbarramento.>>

-Sì! Lo sapevo che non c'entrava nulla! - pensò felicissima Serena stringendo il pungo della vittoria al fianco – Chissà che faccia faranno gli altri quando glie lo racconterò?! Ihihihi ..-

<< Ma non credo che sia proprio lui l'artefice di tutto ciò, Albus.>> Serena tese ancora di più l'orecchio.

<< Raptor mi da l'impressione di essere più....una pedina, manovrato da dietro le quinte da qualcun altro di ben più scaltro e intelligente. Tu sai di chi parlo, vero?>>

<< Sì, Severus. Tu pensi che il grande burattinaio sia Voldemort.>>

<< Esattamente.>>

<< Lo penso anch'io. In qualche modo si deve essere impossessato della mente e della volontà di Raptor.>>

<< Quell'imbecille ha sempre avuto un carattere debole. Alla prima difficoltà passa subito dalla parte della “squadra apparentemente vincente” per avere salva quella sua insignificante vita!>>

<< Mi duole ammetterlo, ma in questo caso hai ragione.>>

<< Io ho sempre ragione. Cosa credi?!>> sbottò acido. Silente ridacchiò.

- Sì professore...lei ha sempre ragione! Chi non la sa meglio di me? - pensò Serena con sguardo ricolmo di ammirazione nei confronti del suo Capo Casa.

<< Cambiando discorso, Severus, come se la sta passando Serena in questi giorni?>>

- Ha detto...il mio nome?! - tese ancora di più l'orecchio per capire cosa c'entrasse lei in quel discorso.

<< Pare che si stia rilassando un po' di più rispetto ai giorni precedenti. Ha quasi finito tutti i compiti che gli altri insegnati e il sottoscritto le hanno assegnato. Direi che un po' di riposo se lo merita.>> disse compiaciuto.

<< Sì, davvero. Ho visto che adesso non fa altro che legarsi i capelli con l'elastico magico che le hai regalato!>> Serena, da dietro la porta, sgranò gli occhi esterrefatta – Che cosa? Piton...mi ha...inviato l'elastico per capelli col giglio?! Ma allora......anche tutti gli altri erano da parte sua ! - pensò.

<< Sì. In effetti ho pensato che le sarebbe stato utile, con tutti quei capelli che si ritrova. E poi...volevo che potesse avere qualche ricordo....di sua madre.>>

- Mia madre...come fa a conoscere mia madre?! -

<< Sei stato davvero premuroso, Severus. Mi ricordo perfettamente quando lo regalasti a Lily. Straripava di felicità e di amore per te.>> Severus si rabbuiò.

<< Già. E' stato bellissimo... finchè è durato.>> disse con voce profondamente triste.

- Piton e mia madre...insieme?! Lo Specchio..... - pensò piuttosto confusa e sconvolta.

<< Severus...abbi fede. Ora hai un'altra persona a cui puoi riaprire il tuo cuore: una dolcissima bambina della tua Casa, desiderosa di una nuova famiglia, visto che quella in cui lei e Harry hanno vissuto fino adesso non deve essere stata il massimo. Serena può essere la tua ancora di salvezza dalla profondità dell'oblio in cui sei sprofondato, figliolo. Come lo è stata Lily in passato.>> disse Silente con voce talmente dolce che avrebbe potuto intenerire persino un Troll. Serena continuò ad ascoltare attentamente la conversazione, col cuore che le batteva forte in petto ad velocità impressionante; sembrava che le stesse per uscire fuori.

<< Albus, Serena soffrirebbe. Io... non posso farle questo. Non posso essere il padre che vorrebbe..o che meriterebbe.>> Serena perse un battito, iniziò a sudare freddo e tremava

No no no...ci deve essere un malinteso, non può essere!- scuotendo la testa, sorridendo nervosamente, poi si rabbuiò improvvisamente – Però, Harry nello Specchio vide mamma e papà. “ Non mostro il tuo viso ma le tue Brame “. Anch'io pensavo a mamma e papà in quel momento, ma io vidi solo mamma......e......Piton – poi realizzò con suo grande shock – Ma....allora..... io....sono.... -

<< Di sicuro Potter era adattissimo per delle sciocchezze del genere. Io invece....sono solo in grado di distruggere tutto ciò a cui tento di avvicinarmi.>>

Serena, intanto, con occhi sgranati e persi nel vuoto, col cuore in gola e le gambe che le tremavano incessantemente, si alzò da terra e si posò con la schiena per qualche secondo contro il muro a testa china.

<< Non dire così, Severus. A quanto vedo, stai tentando, e anche con grande successo devo dire, di avvicinarti a Serena, e gli splendidi doni che le hai mandato ne sono una prova schiacciante. Lei ne è rimasta estremamente felice quando le sono apparsi davanti agli occhi. Le hai donato uno dei giorni più felici della sua vita per quanto ne so. Tu, con queste piccole cose, le stai...creando..una nuova vita, Severus, non mi pare affatto che glie la stia distruggendo.>> disse Silente posandogli una mano sulla spalla. Severus, con le braccia incrociate e la testa china, guardò intensamente Silente.
Poi, Serena, se ne andò via, camminando in modo barcollante, senza seguire una meta precisa; era talmente shockata e confusa che non si rese nemmeno conto che delle lacrime le stavano rigando le guance.

<< Io..non sono un padre, Silente. Non ne sono degno né meritevole. E sai benissimo perchè.>>

<< Per quanto la mia parola possa valere rispetto ad altre, io, in questa stanza, vedo solo un uomo veramente degno e meritevole di questa splendida seconda opportunità. A prescindere dai terribili errori che ha commesso in passato.>> Silente, dicendo così, entrò dentro il camino dell'ufficio del giovane professore e se ne andò, seguito dalla fiammata verde della Metropolvere e dallo sguardo di un Severus Piton alquanto pensieroso e preoccupato da quella discussione appena terminata.

- Serena... -

 

 

 

 

Angolo Autrice:

e anche questo capitolo è finito! In che modo reagirà Serena a questa notiziona nel prossimo chapter ?! Be' ...vedremo.
Alla prossima bella gente!
Baci xxx

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Capitolo 13
*** Incontro ***


                                                                  Incontro

 

Erano le 18.00 di sera del 5 Gennaio; era una serata molto cupa e piovosa, come era solito il tempo atmosferico dell'Inghilterra. Ma quella serata non era cupa solo per il tempo, era resa così dall'animo turbato di una giovane studentessa.
Serena, da quando ascoltò quella travolgente discussione tra Piton e Silente, vagava per i corridoi della scuola, a volte, ripercorrendo gli stessi più di una volta. In seguito, percorse il corridoio che portava ad una delle arcate di entrata e di uscita dal castello; varcò la soglia dell'arcata e si diresse verso il suo Salice vicino al Lago Nero, non curante della pioggia che stava scendendo in quel momento. Le lacrime le sgorgavano dagli occhi ormai da un'ora, non davano alcun cenno di volersi fermare, ma, dopo quello che aveva sentito, era comprensibile. Arrivata sotto al Salice, non si sedette alla base del suo tronco, ma vi si appoggiò solamente con la schiena con la testa china, con le spalle in preda alle convulsioni causate dagli singhiozzi del pianto. Dopo un po' di tempo, Serena alzò la testa, con, dipinto in volto, un'espressione rabbiosa e colma di frustrazione, con ancora le lacrime che ormai avevano reso i suoi occhi rossi come se avesse preso la congiuntivite. Si distaccò dal tronco dell'albero e avanzò a passo veloce verso la riva del Lago Nero. Arrivata alla riva, sotto la pioggia battente, esplose in un potentissimo urlo a squarciagola, quasi simile a quello del libro della Sezione Proibita

<< AAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRGGGGGGGHHHHHH! >>Aveva bisogno di buttare fuori tutto quello che provava in quel momento di pura confusione, e, sfruttando il luogo e l'assenza di altre persone nei dintorni, quell'urlo era la cosa migliore. Da tutta la rabbia che aveva in corpo non riusciva nemmeno a sentire il calore che stava emanando il suo braccialetto magico per il controllo della rabbia, tanto che, prendendolo, riuscì a strapparselo via dal polso e lo lanciò dentro il Lago Nero: ormai aveva imparato a controllarsi agli stimoli esterni come gli insulti o alle prese in giro, ma questo era un caso diverso.
Una volta concluso l'urlo, si accasciò e, con tutta la forza che aveva, iniziò a battere contemporaneamente tutti e due i pugni a terra, in mezzo al fango, fregandosene altamente dello sporco di cui si stava ricoprendo la divisa. All'improvviso, senza che lei se ne accorgesse, dalle sue mani fuoriuscì una luce nera-violacea che, straordinariamente, a contatto col suolo sottostante, fece inaridire una minima parte di lago e fece essiccare una piccola area d'erba e piante cresciute lì intorno. Dopo lo sfogo, Serena si alzò da terra, sporca e bagnata fradicia. Qualcosa però in lei, fisicamente, era cambiato: le ultime due falangi delle dita di entrambe le mani erano diventate scure, annerite come se fosse andata a toccare della fuliggine; Serena, dopo qualche secondo, finalmente si accorse di quella strana reazione, ma non se ne preoccupò. Ripensando a tutto quello che era accaduto un'ora prima, non aveva tempo per preoccuparsi delle sue improvvise analogie anatomiche. Ancora furiosa, si tolse via dai capelli l'elastico magico col giglio bianco; per tutto il tempo il aveva tenuti legati a coda di cavallo. Fece per lanciarlo dentro il lago e lasciarlo sprofondare nei suoi abissi verdastri. Ma, prima che potesse agire, si fermò. Per un attimo la sua mente riprese una piccola dose di lucidità: abbassò il braccio con cui teneva stretto l'elastico e guardò il giglio bianco molto intensamente. Qualche secondo dopo, Serena ripose l'oggetto dentro una delle tasche della divisa, si spostò dalla riva e andò a sedersi sotto il Salice. Vi rimase per qualche minuto a riflettere. -Mamma....perchè mi hai fatto questo? Adesso, cosa devo fare? Come mi devo comportare con lui?- pensò fra sé e sé immergendo il viso fra le ginocchia, raccolte dalle braccia.

- Ora capisco... perchè Harry e io siamo così diversi – pensò riflettendo su tutte le loro differenze: il loro carattere, il modo di pensare e di agire, la Casa in cui sono stati smistati e tante altre piccole cose.

- L'unica cosa che abbiamo in comune sono solo i tuoi occhi -

Erano quasi le 19.30, ormai era ora di cena e Serena rimase fuori per un tempo più lungo del previsto. Stava iniziando a tirare vento e a fare freddo, perciò decise di rientrare al castello. Serena si alzò e si incamminò, tenendosi stretta con le braccia per cercare di scaldarsi un minimo.
Entrata nell'ingresso, incrociò il portone che conduceva alla Sala Grande. Serena, col volto semicoperto dai lunghi capelli neri fradici, vide che le tavolate delle Case erano tornate piene come una volta, con tutti gli studenti impegnati a rifocillarsi di tutte le leccornie esposte sui tavoli. Anche se tutto quel cibo era alquanto invitante, Serena non aveva molto appetito e ne perse ancora di più quando vide Piton seduto al tavolo degli insegnanti a mangiare con gli altri suoi colleghi. E poi, mica poteva andare a cena tutta sporca e bagnata com'era. Quindi, continuò a camminare nella direzione della sua Sala Comune nei sotterranei.
Entrata in dormitorio, Serena si tolse tutti i vestiti, rimanendo solo in mutande e reggiseno. Lavò la divisa dentro il lavandino del bagno, cercando di togliere meglio possibile tutto il fango depositatosi sulla tunica, sulla gonna, sui calzini e sulle scarpe. Una volta lavati i panni, li stese vicino alla stufa per farli asciugare. Dopo si andò a sciacquare con un po' di shampoo i capelli tutti scompigliati dal vento e dalla pioggia. Finito di lavarseli, li strofinò con un asciugamano e se li asciugò. Dopo che ebbe pulito e messo tutto a posto, Serena indossò il pigiama e, non volendo mostrare lo strano colore che avevano preso le sue dita, indossò un paio di guanti e si coricò sotto il piumone verde, con la piccola Bast lì vicino a farle fusa. Serena però non aveva voglia di avere nessuno intorno a sé, quindi cacciò gentilmente via la sua gattina, la quale si rassegnò e si mise accucciata dentro la sua cestina imbottita vicino al letto.
All'improvviso, di ritorno dalla Sala Grande, entrò in dormitorio Liz.

<< Ah eccoti qui! Ti ho cercata dappertutto, Ser! Non sei venuta a cena, dove diamine eri finita?! Eravamo tutti preoccupati, nessuno ti ha più vista da oggi pomeriggio!>> disse vedendo l'amica sotto le coperte, tutta rannicchiata in posizione fetale.

<< Non ero da nessuna parte e non avevo fame. Ora lasciami in pace.>> rispose secca.

<< Ehi cosa ti prende? Ti ha morso la tarantola per caso?!>> disse Liz sedendosi sul bordo del letto e posandole una mano sulla spalla. All'improvviso, evidentemente innervosita dall'inappropriata invadenza dell'amica, Serena si alzò di scattò e si levò in malo modo di dosso la mano di Liz.

<< Non ho un accidenti di niente! Come te lo devo dire...in Arabo?!! TI HO DETTO DI LASCIARMI IN PACE !>> ringhiò furibonda. Liz sobbalzò indietro dallo spavento e dalla sorpresa nello scoprire quel nuovo lato di Serena e vedendo la sua tremenda espressione rabbiosa. Liz, anche se ci rimase male dalla reazione dell'amica, notò che Serena stava piangendo.

<< Serena, calmati. Tu mi puoi dire tutto. Puoi fidarti di me.>> disse in tono calmo per cercare di tranquillizzarla.

<< NO! IO NON MI FIDERO' MAI PIU' DI NESSUNO ! NON HO BISOGNO DI NESSUNO ! NEANCHE DI PITON !>>

<< Piton? Cosa c'entra Piton?!>> Serena non rispose a tono immediatamente, con quell'affermazione in effetti si era un po' tradita. Dalla rabbia diventò ancora più paonazza.

<< N-nulla! ADESSO VATTENE! VOGLIO STARE SOLA!>>

Questa storia non convinse per niente Liz, perciò si fiondò ad abbracciare l'amica, anche se questa cercava in tutti i modi divincolarsi e di sfuggire al suo abbraccio. Ma la potenza del dolore, dell'ira e della confusione, che era racchiusa in quelle lacrime, era troppo forte. Perciò Serena, smise di lottare e si abbandonò in un pianto isterico fra le braccia dell'amica, la quale le dava delle piccole pacche sulla schiena.

<< Va tutto bene. Sfogati. >>

In quel momento, entrarono anche Mary e Penelope, ma Liz gli fece segno che non era il caso che entrassero in dormitorio e che andassero giù in Sala Comune. Mary e Penelope seguirono il consiglio ed uscirono dal dormitorio, con aria incuriosita e preoccupata nel vedere Serena ridotta in quel modo.

<< Allora, raccontami. Cosa ti è successo tanto da farti sconvolgere in questo modo?>> disse in tono calmo una volta che Serena sembrava essersi un tantino tranquillizzata.

<< H-ho....scoperto...una c-cosa...>> disse asciugandosi gli occhi e tirando un po' su col naso <<..non so neanche se ritenerla brutta o bella.>>

<< Dimmi, c'entra Piton per caso?>> Serena annuì << Quindi? >>

<< Lui è....è.........è.. oddio, non ce la faccio a dirlo! >> sbottò tenendosi nervosamente la testa fra le mani, le lacrime stavano per ricominciare a scendere.

<< No, no,no,no! Non ricominciare a piangere. Cosa è successo? >>

<< Lui è....è mio padre! >> esclamò alla fine. Liz sgranò gli occhi incredula.

<< Mpf...mi stai prendendo in giro? Vabbè che gli sei particolarmente affezionata, ma tanto da considerarlo tuo padre non mi sembra....>>

<< Liz! Non sto affatto scherzando! Severus Piton è veramente mio padre! Cioè...James Potter non era il mio padre biologico! >>

<< Ma, come fai a saperlo con certezza?!>>

<< Stavo andando da lui per chiedergli consiglio per un esercizio, ma era impegnato in una conversazione col Preside, la porta era socchiusa e io, presa dalla curiosità, mi sono messa ad origliare quello che stavano dicendo....e....ed è venuto fuori tutto quanto.>>

<< Oh...quindi..i regali che Mary mi ha detto che hai ricevuto erano...tutti da parte sua! E Silente lo sapeva!>> Serena annuì.

<< A quanto pare, Silente lo conosce molto bene. Sembra che abbia anche assistito all'amore che stava sbocciando fra lui e mamma quando erano ancora studenti.>>

<< Be'..mi sembra che sia..una bella notizia, no?! >> Serena la guardò interrogativa.

<< Cosa vuoi dire?>>

<< Voglio dire...visto che non hai mai ricevuto l'affetto dei genitori e, adesso che hai scoperto che James non era il tuo vero padre, ma lo è Piton, potresti....non so...provare a rifarti con lui. Insomma ti è stata concessa una seconda possibilità.>> Serena rimase alquanto perplessa.

<< Liz, io...io non lo so.>>

<< Senti, non dirmi che preferiresti i tuoi orribili zii a lui, vero?!>>

<< Certo che no! E chi li vuole quelli?! Sono gli esseri umani peggiori che abitano questo mondo! A mio modesto parere dovrebbero essere inceneriti dall'incantesimo Incendio! >> sbottò acida.

<< Aahahahah sai che a volte parli proprio come lui !? Te ne sei resa conto?>> Serena arrossì di imbarazzo.

<< Coraggio, prova ad avvicinarti a lui e a conoscerlo meglio. L'occasione per un'orfana di avere un padre, non è una cosa che accade tutti i giorni. Coglila al volo!>>

<< Però non mi sembra giusto nei confronti di Harry.>>

<< Ma non preoccuparti costantemente per lui! Ora hai anche scoperto che non è del tutto tuo fratello....>> Serena fulminò Liz con lo sguardo, non le piaceva affatto l'ultima frase che aveva detto, dopotutto hanno vissuto e sono cresciuti insieme per 11 anni <<....eheh scusa, ma lui avrà la famiglia dei Weasley a compensare questa mancanza, no?! Tu gli piaci sicuramente, ma devi ammettere che lui li ha proprio conquistati.>>

<< Già.>>

<< Quindi? Cosa hai deciso di fare?>> Serena ci pensò per bene.

<< Va bene, ci proverò.>> Liz fece un enorme sorrisone << Grazie.>>

<< Figurati, dolcezza! In bocca al lupo mannaro. Vedrai che andrà tutto bene. >> disse infine abbracciandola nuovamente.

 

 

******

 

 

La mattina dopo, finita un'abbondante colazione, visto che la sera prima Serena se ne andò letteralmente a letto senza cena, si incamminò verso la Biblioteca insieme ad Harry ed Hermione per finire gli ultimi esercizi rimasti; il giorno dopo avrebbero dovuto consegnare tutto quanto.

<< Ehi Serena, ma ieri che fine hai fatto? Non ti abbiamo più vista da quando eri andata all'ufficio di Piton!>> chiese Hermione.

<< Eheheh tranquilla, ho avuto delle faccende da sbrigare.>>

<< Tipo?>>

<< I fatti tuoi mai eh? Comunque nulla, una sciocchezza.>> rispose vaga.

<< Oook, Comunque adesso basta chiacchiere, dobbiamo finire i compiti.>>

Dopo qualche minuto di silenzio e di concentrazione, Serena si voltò verso Harry.

<< Senti, Harry...>> disse un po' titubante.

<< Sì, sorellina, dimmi.>>

<< Ehm...volevo chiederti...ecco...se mi potevi prestare il mantello oggi pomeriggio.>>

<< Va bene. Io oggi ho un po' da fare, verso le 11.00 passa davanti alla nostra Sala Comune e fattelo dare da Ron.>>

<< Ok.>>

<< Per cosa ti serve?>>

<< Niente, tranquillo. Devo solo.. andare a vedere una cosa.>>

Alle 11.00 Serena andò davanti al quadro della Signora Grassa, che era l'ingresso per la Sala Comune dei Grifondoro.

<< Buon giorno, signora.>>

<< Buon giorno a te, cara. Cosa desidera una giovane Serpeverde dai Grifondoro?>>

<< Mi potrebbe chiamare per cortesia Ron Weasley?>>

<< Certamente, chi lo desidera?>>

<< Serena.. Potter.>> così la Signora Grassa uscì dalla sua cornice e andò a chiamare Ron. Dopo qualche minuto di attesa, il quadro si aprì e dall'ingresso apparve Ron con già in mano il Mantello dell'Invisibilità ben piegato.

<< Ciao Serena! Harry stamattina mi ha detto che saresti passata da noi, eccoti il mantello.>> glie lo porse.

<< Grazie, Ron. A più tardi.>>

<< Cerca di riportarlo intatto. Se no dopo tuo fratello chi lo sente?!>>

<< Aahah non preoccuparti ! >> disse Serena mentre stava scendendo la prima scalinata.

Erano le 17.30 di pomeriggio e Serena stava percorrendo, nascosta sotto il Mantello dell'Invisibilità, il corridoio che portava alla Biblioteca; non voleva essere scoperta da quel rompiscatole di Gazza. Trovata la porta dove si nascosero lei ed Harry la notte che andarono a perlustrare la Sezione Proibita, Serena entrò nella stanza dove era riposto lo Specchio delle Brame. Si tolse il mantello di dosso e andò a sedersi davanti allo specchio, aspettando pazientemente che riapparissero le due persone della scorsa volta. In pochi secondi apparvero sua madre e il suo attuale padre: erano in piedi, sempre uno accanto all'altra, sembravano davvero felici. Serena li guardò entrambi pensierosa, ma soprattutto guardò molto intensamente Severus, il quale, a sua volta, ricambiava lo sguardo. Serena iniziò a scrutarlo, ad analizzare tutto del suo essere: lei si prese una ciocca di capelli e se li guardò, per poi metterli a confronto con quelli di Severus e notò che erano della stessa tonalità di nero corvino, solo che lui ce li aveva leggermente più crespi, mentre Lily ce li avevi lisci e ondulati – Mmmh...almeno la consistenza l'ho presa da mamma. Mi è andata bene. Il mio colore però...mi piace – pensò. L'immagine di Severus, come se potesse leggerle nel pensiero, le sorrise molto dolcemente, lasciando Serena alquanto spiazzata e imbarazzata. Non era abituata a vederlo con quell'espressione – Certo...che è inquietante quando sorride in quel modo. Per fortuna che è solo un'immagine virtuale e non quello vero -

<< Cos'hai da sorridere tu!?>> disse all'immagine di Severus, con aria imbronciata distogliendo lo sguardo dal suo. L'immagine di Lily ridacchiò alla frase di Serena e diede un colpetto complice sul braccio di Severus. Serena li guardò scherzare fra di loro e per poco non le sfuggì un piccolo sorriso.
Dopo un po' di tempo, la porta della stanza si spalancò, era il Professor Silente. Serena non si voltò nemmeno.

<< Oh ecco dov'eri, mia cara! Le tue amiche non sapevano dove fossi finita e sono venute da me a chiedere aiuto.>>

<< Fantastico.>> rispose secca tenendosi le gambe con le braccia e continuando a guardare fissa lo specchio.

<< Mmmh....che fine ha fatto il tuo Rilevatore Magico di Rabbia?>>

<< L'ho rotto. Tanto non ne ho più bisogno.>> rispose sempre secca.

<< Vedo che tu come molti altri prima di te e tuo fratello, hai scoperto le dolcezze dello Specchio delle Brame. Suppongo che ormai tu abbia capito cosa fa.>>

<< Sì. All'inizio, credevo che ci mostrasse le persone a cui vogliamo bene. Ma dopo quello che ho visto e sentito ieri, ho capito che non è così. Mi ci è voluto un po' di tempo per comprendere a pieno il suo meccanismo.>> Silente rimase in silenzio ad ascoltarla

<< Ci mostra i più profondi desideri celati nel nostro cuore. E io ed Harry, dato che non abbiamo mai conosciuto i nostri genitori, li vediamo lì accanto ad ognuno di noi.>> poi Serena si voltò verso Silente con uno sguardo serio, quasi di sfida

<< Ma a quanto pare non mostra solo le cose o le persone che desideriamo perchè non ci sono più o perchè non esistono affatto, non è così..Professore?!>> Silente avanzò verso la bambina con aria affranta.

<< Presumo che tu abbia sentito la conversazione tenuta fra me e Severus.>> Serena, tornata a fissare lo specchio, annuì lentamente e immerse la testa fra le braccia.

<< Da quanto lo sa ? >>

<< Mia cara, devi cercare di comprendere che...>>

<< DA QUANTO !?>> urlò.

<< Sono venuto a saperlo dopo la festa di Halloween.>>

<< E quando diamine aveva intenzione di dirmelo?!>>

<< Quando saresti stata pronta, Serena. Questo è il tuo primo anno ad Hogwarts, la tua vita è iniziata a cambiare da quando hai scoperto di essere una strega e tu ed Harry avevate bisogno di ambientarvi. Una notizia del genere data così su due piedi sarebbe stata devastante.>>

<< Perchè?! Crede che venirlo a scoprire così per caso sia stato meno devastante!? >> gli ringhiò contro acida con le lacrime agli occhi. Silente, a quella giusta osservazione, si sentì molto dispiaciuto e mortificato, la ragazzina non aveva tutti i torti. L'anziano Preside si avvicinò di più a Serena e, molto goffamente, tentò di sedersi accanto a lei.

<< Mi dispiace davvero tantissimo, mia cara. Non posso neanche immaginare cosa tu abbia provato.>> Serena non rispose. Poi, qualche secondo dopo, parlò.

<< Cosa le ha fatto venire un dubbio del genere? >>

<< Quando il Professor Piton ti portò da me per la punizione da assegnarti, durante il nostro colloquio tu e Severus faceste nello stesso momento, più di una volta, le stesse smorfie in pose molti simili fra loro.>> Serena iniziò ad emergere dalle braccia << Eheheh come eravate buffi quel giorno. Sembravate due gocce d'acqua! >> ridacchiò Silente.

<< Soltanto questo?>>

<< No, Serena. Un'altra cosa che avete in comune è l'ironia pungente e a volte un po' il modo di parlare.>> Serena sgranò gli occhi << Inoltre, a parte essere finita nella sua stessa Casa, sei dotata di un grande potere magico e di grande intelligenza, come ne è dotato Severus...tuo padre.>> Serena diventò paonazza dall'imbarazzo.

<< Sono sicura che sia pura coincidenza.>> Silente sorrise dolcemente. << Comunque...giusto per curiosità, di che potere è dotato pa....ehm...Piton?>>

<< Severus è un potente Occlumante, mia cara, oltre che un grande Pozionista. Sa leggere nel pensiero e sa impedire agli altri di farli entrare nella sua mente.>> Serena rimase colpita.

<< Wow >> - Oh mio Dio! Quindi sapeva quello a cui stavo pensando quella volta che mi sono ferita durante la punizione! Cavolo che vergogna!- pensò imbarazzatissima ripensando gli apprezzamenti che gli fece con la mente quel giorno.

<< Ha anche il piccolo difetto di essere notevolmente interessato alle Arti Oscure. E' da anni che mi implora di dargli la cattedra di quella materia, ma temo che si lascerebbe trasportare troppo dall'entusiasmo, più di quanto non stia già facendo con gli studenti durante le lezioni di Pozioni. Quindi sto provvedendo a tenerlo lontano da quella materia.>> Serena si lasciò sfuggire una risata: era comica la scena di un Piton implorante per ottenere con ogni mezzo qualcosa. Silente ricambiò la risata. Poi posò il suo sguardo verso lo specchio.

<< Sono lì tutti e due, vero?>>

<< Sì >>

<< Oh Lily, la dolcissima Lily. Quanto era splendida tua madre, da ogni punto di vista. E..Severus lo sapeva. La conosceva fin troppo bene.>>

<< Come si sono conosciuti?>>

<< Be' non posso dirti tutto io, mia cara. Questo genere di domande sono da sottoporre ai propri genitori. E mi pare che uno tu lo abbia ritrovato.>> Serena si rabbuiò.

<< Signore, io....non posso farlo. Non posso essere sua figlia.>> Silente sorrise.

<< Tale padre, tale figlia. Severus mi disse la stessa cosa quando gli comunicai i risultati del test del DNA e me la ridisse anche ieri pomeriggio.>>

<< Allora..la questione è risolta. Lui non mi vuole.>>

<< Ma no, cara. Cosa dici mai? Lui desidera immensamente conoscerti e volerti bene. Già dai regali che ti ha mandato in anonimato vuol dire moltissimo. A parte Lily, lui non ha mai regalato niente a nessun altro, nemmeno a me anche se ci conosciamo da tanto tempo!>>

<< E allora...perchè ha detto così?>>

<< Serena, Severus è un uomo che ha sofferto immensamente nella sua vita, sin da quando era bambino. E, dopo la morte della sua Lily, ovvero l'unica persona che lo abbia mai amato sul serio, lui morì dentro. Il suo cuore si impietrì all'istante, non provava nessun altro sentimento all'infuori dell'odio, del dolore, della rabbia, della frustrazione. Tutti questi sentimenti negativi lo hanno portato a chiudersi in se stesso e ad essere l'uomo burbero e, apparentemente senza cuore, che conosciamo tutti oggi.>> Serena rimase ad ascoltare attentamente

<< Per lui è fortemente difficile aprirsi con le persone. Ecco perchè mi disse quelle cose. Ha solo..paura di farti soffrire. Ma desidera immensamente averti come figlia, anche se lo nega.>> Serena diventò rossa di imbarazzo.

<< Sbaglio o prima mi dicesti che all'inizio credevi che lo specchio mostrasse le persone a cui vogliamo più bene?>>

<< E con questo?!>> disse nervosamente.

<< Allora.. a quanto pare anche tu mostri un certo affetto nei suoi confronti.>>

<< Be'..sì..più o meno. Ma solo come un buon amico..ecco.>>

<< Oh ma lo specchio capisce e sente veramente cosa prova la persona che gli sta davanti. Lui ha visto in te che Severus ti è stato accanto durante un particolare e sconvolgente evento della tua vita nel periodo della tua permanenza qui a scuola. Sa che tu l'hai visto come una figura paterna, che avrebbe potuto compensare la mancanza dell'altra tuo padre James Potter. Ma lui sapeva, essendo un oggetto magico potentissimo, che quest'ultimo non ero il tuo padre biologico, ecco perchè ti ha mostrato Severus e non James.>>

<< Specchio spaccone!>> disse imbronciata ed imbarazzata. Silente ridacchiò.

<< Tu non hai idea di quanto gli somigli, mia cara.>>

<< Per certe cose, sto iniziando a rendermene conto.>>

<< Quindi, come vorresti comportarti? Vedo che comunque tieni a lui, lo hai sempre ritenuto il tuo insegnante preferito, questo vorrà pur dire qualcosa.>>

<< Be' anche secondo la mia amica Liz, dovrei cercare di avvicinarlo e conoscerlo meglio.>>

<< Oh quindi l'hai già detto a qualcuno!?>>

<< Solo a lei...per il momento. Avevo bisogno di sfogarmi.>>

<< Capisco.>>

<< Comunque...sì..tenterò di avvicinarmi a lui. Ma non subito... a suo tempo.>>

<< Molto bene, Serena. Hai fatto proprio la scelta giusta. Vedrai che Severus si rivelerà una persona splendida.>>

<< Sperò di esserne all'altezza.>>

<< Lo sarai di sicuro, mia cara. Lui è già molto fiero di te solo per il fatto che tu vada così bene nelle materie più importanti!>>

<< Davvero?!>> Silente annuì << Però sono una frana in Volo e Storia della Magia!>>

<< Tranquilla, tutti noi abbiamo avuto le nostre lacune scolastiche! Persino tuo padre! Ma questo particolare te lo lascio scoprire da sola, altrimenti Severus mi lancerà una Maledizione per aver spifferato qualcos'altro di privato!>> Serena rise di gusto. Silente e Serena, una volta finita la conversazione, si alzarono da terra.

<< Ah, domani tu, caro mio, farai proprio un bel viaggio!>> disse Silente appoggiando una mano sul bordo dello specchio.

<< Lo portate via? Come mai signore?>>

<< Be', come ben sai, questo oggetto ci mostra i nostri più profondi e tormentati desideri insiti nel nostro cuore e, a causa di ciò, molte persone si sono smarrite davanti a lui. Hanno perso il senno. Ed è per questo che domani verrà trasferito in un altro luogo. >> Serena lo ascoltò attentamente << Ricordati, mia cara, non serve a nulla rifugiarsi nei propri sogni e di dimenticarsi di vivere. Ho già avuto modo di spiegarlo a tuo fratello qualche giorno fa, ma ho ritenuto opportuno dirlo anche a te.>>

<< Sì, capisco.>>

<< Bene, mi aspetto buone nuove, Serena. Buona fortuna, mia cara.>> disse Silente dolcemente concludendo il discorso e andandosene via. Serena annuì - Ci proverò.. - pensò. In seguito, prese il mantello ed uscì dalla stanza, lanciando un'ultima occhiata allo specchio.
Poi, ad un certo punto, le mani iniziarono a farle un po' male: non era un dolore insopportabile, ma le fitte erano ad intervalli di tempo regolari ed erano piuttosto fastidiose.

 

 

******

 

Erano le 4.00 di notte, nei dormitori Serpeverde gli studenti facevano sonni tranquilli, ma in quello delle ragazze, Serena si stava agitando freneticamente nel letto: sudava freddo, ogni tanto sembrava che stesse gemendo, infatti stava facendo un incubo. Ad un certo punto, al limite della sopportazione, la bambina si svegliò di colpo cacciando un piccolo urlo.

<< AAAAAAHHHHH !!! >> urlò facendo sobbalzare di spavento le compagne che, al contrario di lei, stavano dormendo beate.

<< Per la barba di Merlino, Serena! Che diavolo ti è successo!?>> sbottò Mary.

<< Como estai ? Tutto bien?!>> chiese Penelope.

<< S-scusatemi ragazze. Ho avuto.. s-solo un orribile incubo.>> disse tirandosi su con la schiena e appoggiando la fronte su di una mano.

<< Accidenti, ma questa però non è la prima volta che ti succede, bella! E' sempre quello credo io? Quello dove sei rinchiusa in un posto buio con delle grate e la risata maligna in sottofondo?!>>

<< Sì, Liz. E' sempre quello. Ma...questa volta..era leggermente diverso..>>

<< Cosa hai visto di nuovo?>>

<< Più che visto, ho sentito qualcos'altro. Ho sentito.. una specie di urlo straziato. Era tutto così confuso.>>

<< Forse dovresti parlarne al Preside di questo tuo incubo. E' preoccupante.>>

<< Ma no, tranquilla. Non voglio infastidirlo con queste sciocchezze. Vedrai che prima o poi passerà.>>

<< Sarà come dici tu. Vabbe' dai...torniamo a dormire. Se no rischiamo di addormentarci dentro i calderoni domani.>>

Così tutte quante ritornarono ad addormentarsi con un po' di fatica.

La mattina dopo, Serena e le sue compagne si avviarono alla prima lezione della giornata, quella di Pozioni. Serena non sembrava molto entusiasta, si poteva immaginare il perchè.

<< Perbacco Ser! Hai proprio una pessima cera oggi. E' per quella cosa che penso io?>>

<< Un po' è anche quello, però..è da stanotte che mi sento strana: ho mal di testa, ogni tanto mi fa male la pancia. Sto diventando una discarica!>>

<< Non ti preoccupare, vedrai che è solo un po' di ansia, nulla di più.>>

Entrate in aula, Serena decise di non mettersi davanti al primo banco, questa volta optò per il penultimo, non se la sentiva subito di affrontare Piton. Liz capì il suo stato d'animo, quindi le fece compagnia. Piton entrò in classe come suo solito, in modo un po' rude insomma, sbattendo la porta. Mai una volta che quell'uomo si svegliasse col piede giusto!

<< Mi auguro per voi che abbiate svolto, almeno in maniera decente, tutti i compiti delle vacanze che vi ho assegnato!>> disse acido

<< Adesso, uno alla volta, porterete i vostri quaderni qui sulla cattedra.>> così, come chiesto dall'insegnate, gli studenti andarono a posare i propri quaderni. Serena non distolse gli occhi da terra, cercava in tutti i modi di evitare il contatto visivo con Piton. Quest'ultimo non ci fece molto caso, notò soltanto che la bambina non indossava l'elastico che le aveva regalato: più tardi avrebbe fatto preparare un antidoto, non era il caso che Serena tenesse i capelli sciolti, c'era il rischio che anche un solo capello potesse cadere involontariamente dentro al calderone, rovinando la mistura della pozione.
Gli studenti, dopo aver preso appunti, si misero a preparare l'antidoto richiesto dall'insegnante. Durante la preparazione degli ingredienti, Serena sentì delle forti fitte alla pancia e anche alle mani, barcollò leggermente.

<< Ehi ehi Serena! Ti senti bene?!>>

<< Sì sì, tranquilla. Adesso mi passa.>> disse tenendosi la pancia – Cosa diavolo mi sta succedendo?! - pensò spaventata. Dopo che il dolore le sparì, continuò a preparare la pozione. Di tanto in tanto, Piton passò fra i banchi per controllore come gli studenti stavano procedendo. Come sempre andò dal tavolo dei Grifondoro ad umiliare il povero Neville per primo, poi Harry e via dicendo. Da quello dei Serpeverde non passava spesso, visto che erano i suoi prediletti sapeva che avrebbero fatto un buon lavoro.
Passò circa mezz'ora e Serena sentì di nuovo dei forti dolori alla pancia e alle mani.

<< Serena! Cos'hai?!>> Serena non riuscì neanche a rispondere che si accasciò a terra priva di sensi.

<< PROFESSORE! VENGA SUBITO, SERENA STA MALE! >> Piton si voltò di scatto e andò incontro a Liz che teneva per le spalle l'amica svenuta.

<< Cosa?!>> disse Harry correndo verso la sorella.

<< Che succede?! Togliti dai piedi Potter! >> disse Severus spostando in malo modo il povero Harry.

<< Non lo so, signore. E' svenuta così all'improvviso!>>

<< Signorina Parker, che tu sappia la signorina Potter aveva già avuto in precedenza degli strani sintomi?!>> disse sedendosi in ginocchio ad analizzare la bambina, posandole una mano sulla fronte fradicia di sudore.

<< Sì, signore: da ieri si lamentava di forti dolori alle mani e alla pancia e aveva anche dei giramenti di testa!>>

<< Hai detto anche alle mani?!>> Liz annuì nervosamente. Così Piton le sfilò via i guanti e notò che tutte le dita erano nere. Piton rimase sconvolto.

<< Signorina Parker, vai a chiamare immediatamente Gazza!>> disse prontamente.

<< Subito!>> fortunatamente il custode si aggirava nelle vicinanze e non passò molto tempo prima che entrasse in aula.

<< Signor Gazza, le affido questi testoni finchè non farò ritorno.>> disse secco mentre usciva dall'aula con Serena in braccio.

<< Certamente, professore. Non si preoccupi.>> grugnì Gazza.

Piton corse velocemente verso l'Infermeria, mentre gli altri studenti presenti nel corridoio lo lasciarono passare all'istante; erano sempre alquanto intimoriti quando passava lui, ma sta volta videro che aveva un'allieva in braccio.

<< Poverina, chissà cosa le è successo?>> si domandò una ragazza Corvonero del terzo anno che passava da quelle parti.

<< Speriamo solo che non sia nulla di grave. E' così giovane.>> rispose un ragazzo Tassorosso dello stesso anno << Tu l'avevi mai visto Piton così preoccupato per la sorte di una comune studentessa?!>> chiese all'amica avendo notato l'espressione sul volto dell'odiato docente.

<< No, infatti.. non sembrava neanche lui.>> rispose la Corvonero.

 

******

 

Piton era ormai arrivato davanti alle porte dell'Infermeria e iniziò a chiamare la capo infermiera.

<< MADAMA CHIPS !>> urlò. Ma la strega curatrice non si fece vedere.

<< POPPY, MALEDIZIONE, DOVE DIAVOLO SEI !!? >> urlò furibondo. All'improvviso Madama Chips apparve da dietro la porta della stanza delle scorte mediche.

<< Severus! Per Merlino ma cosa strilli! Ti ricordo che questa è un'Infermeria e non una delle tue aule di Pozioni! >>

<< Bando alle ciance, vieni subito qui!>>

<< Che cosa....oh santo cielo! Che cosa le è successo?!>> Serena stava ansimando pesantemente.

<< E' svenuta in classe durante la lezione. Guardale le mani! >> Madama Chips le prese la mano e la osservò, poi sentì la fronte.

<< Oh povera cara, ha anche la febbre alta! Dalla a me, ci penso io! Tu adesso vattene fuori, ti chiamerò più tardi quando avrò terminato.>> disse prendendola in braccio << Bisogna intervenire subito... infermiera! Sì, dico a te! Vieni a darmi una mano!>> disse chiamando una sua collega che stava mettendo a posto delle bende. Intanto Piton, a malincuore, uscì dall'Infermeria.
Passarono circa 40 minuti e Piton camminava nervosamente avanti e indietro come un animale chiuso in gabbia davanti al portone dell'Infermeria. Poi, in quel momento, una parte del portone si aprì, era Madama Chips.

<< Allora? Come sta la bambina?!>>

<< Sssh fai silenzio! Sta dormendo. Entra piano.>> Severus entrò e si mise davanti al letto dove stava sdraiata Serena: aveva sulla fronte un pezzetta di stoffa bagnata con acqua fredda per far scendere la febbre, il respiro era tornato abbastanza regolare e le dita delle mani erano meno nere di prima.

<< Qual è la diagnosi, Poppy?>> Madama Chips gli tirò un pungo sul braccio, a quanto pare detestava essere chiamata in quel modo.

<< Quante volte ti devo dire di non chiamarmi così?!>> Severus alzò gli occhi al cielo annoiato.

<< Comunque, non ti preoccupare. Non era affatto grave come sembrava.>> disse sollevata. Severus era piuttosto confuso e la guardò interrogativa.

<< Quindi che cos'ha?>>

<< Be', non dovrei dirtelo, visto che è una cosa da donne. Ma se ci tieni così tanto, ti accontenterò. Serena è diventata.... signorina.>> Madama Chips lanciò uno sguardo complice a Piton, il quale non sembrò aver capito subito il “malanno” della bambina. Poi comprese.

<< Oh.>> riuscì solo a dire. Era evidentemente imbarazzato.

<< E..queste...cose... possono provocare davvero reazioni del genere?!>>

<< Be' sai, ogni donna è diversa: c'è chi proprio non sente nulla, chi invece sente male ogni giorno per tutto il ciclo e c'è chi può avere dei momenti. Comunque sì, può anche causare febbre e indebolimento.>>

<< Capisco.>>

<< Ma il caso di Serena è leggermente diverso.>>

<< Spiegati.>>

<< Le sue condizioni attuali sono state aggravate da quelle strane macchie nere sulle dita. Se non le avesse avute, di sicuro avrebbe solo avuto un po' di mal di pancia e di stanchezza. Dimmi, Severus, la bambina per caso ha già sviluppato qualche particolare potere magico che tu sappia?>>

<< Sì, lo ha manifestato per la prima volta un paio di mesi fa.>> - Silente aveva ragione. Questi evidentemente sono i segni degli effetti collaterali. Ma cosa li ha potuti provocare?- pensò fra sé e sé.

<< Come immaginavo. A quanto pare, Serena deve aver subito un fortissimo shock emotivo alquanto negativo e sconvolgente tanto da indurla a manifestare il suo potere con effetto contrario rispetto all'originale.>>

<< E..si può curare?>>

<< Certo. Fortunatamente l' “infezione”, chiamiamola così, non si è estesa. Le ho fasciato le mani con delle bende impregnate di un particolare unguento contro gli effetti collaterali dei poteri personali. Le basterà stare tranquilla e riposare per qualche giorno.>>

<< Bene, ne sono lieto.>> - Grazie al cielo -

<< Se posso chiedere, come mai nutri tutto questo interesse nei confronti della ragazzina?>> Severus non rispose subito, doveva inventarsi una scusa plausibile.

<< E' una delle studentesse migliori della mia Casa. E' naturale che mi preoccupi per la sua salute.>> disse secco e serio. Madama Chips ridacchiò.

<< Va bene, come vuoi. Adesso si è addormentata. Se vuoi puoi farle un po' di compagnia seduto lì...>> disse indicando una sedia che l'altra infermiera mise vicino al letto di Serena <<...altrimenti, se hai altri impegni più urgenti, potresti tornare più tardi a farle visita.>>

<< Conoscendo la maggior parte dei miei studenti, in questo preciso momento staranno facendo festa per la mia momentanea assenza. Ma, anche se tornassi a fare lezione, non imparerebbero comunque un accidente. Quindi non ho tutta questa fretta.>>

<< Aahaha capisco. Bene, siediti lì vicino a lei. Ma non fare rumore, intesi?! >>

<< Certamente.>> disse annoiato.

Quindi, Piton si mise seduto lì vicino al letto della giovane Serpeverde, a farle veglia. Passò un po' di tempo e Piton non distolse mai una volta lo sguardo da Serena, la quale dormiva beatamente: giusto ogni tanto si rigirava e si stringeva il ventre a causa dei dolori mestruali, fortunatamente Madama Chips le diede una pozione contro il primo forte impatto di dolore.
Lui la vedeva lì, vedeva il sangue del suo sangue distesa su quel letto di Infermeria, così debole, così indifesa. Piton, non riuscì a trattenersi dall'allungare una mano verso il suo capo: ogni tanto, preso dall'indecisione, si ritraeva, ma alla fine appoggiò la mano sulla fronte bagnata di Serena, lasciandosi sfuggire una dolce carezza - Serena... non ho fatto neanche in tempo a conoscerti da bambina.. che sei già diventata una giovane donna – pensò continuando a guardarla. In quel momento, Serena si mosse ed iniziò pian piano a riprendere conoscenza e ad aprire gli occhi. Piton ritrasse immediatamente la mano.

<< Mmmmh...argh...P-Professore.>> Piton annuì.

<< Come ti senti, Potter?>>

<< Mi sembra di essere finita sotto un camion e poi messa in lavatrice a tutta centrifuga.>> disse mettendosi un braccio sulla fronte.

<< Mh...visione alquanto singolare.>> disse ghignando appena.

<< Ma..cosa è successo?>>

<< Sei svenuta in classe, Potter. Proprio durante la preparazione dell'antidoto.>>

<< Oh no..sarà venuto una schifezza! Mi dispiace, signore.>>

<< Non dirlo nemmeno. Adesso quello che conta è che tu riprenda pienamente le forze.>> disse sistemandosi il mantello, aveva bisogno di tenersi occupato durante un faccia a faccia con sua figlia.

<< Perchè è qui con me?>> chiese prendendolo alla sprovvista.

<< Be', mi sembra logico: sono un tuo insegnante e quello che succede durante le mie lezioni è mia responsabilità.>> Serena si girò dall'altra parte.

<< Ma se vuoi che me ne vada, Potter, non c'è alcun problema.>> disse come suo solito con aria da offeso e fece per andarsene. Ma poi, Serena parlò.

<< So tutto.>> Piton si fermò di colpo, perse quasi un battito a quella frase.

<< L'altro ieri...ero venuta da lei per chiederle un consiglio su un esercizio che non avevo ben capito...e l'ho sentita parlare col Preside...>> Piton rimase sempre di spalle senza emettere suono

<<...lei...è ...mio padre, vero? >> disse con voce strozzata dalle pulsanti lacrime che stavano spingendo con tutte le loro forze per venir fuori. Piton si voltò molto lentamente.

<< Sì.>> disse tornando a sedersi vicino al letto.

<< Che cosa ne pensi, Pot...ehm... Serena? Se posso chiamarti così.>> Serena ridacchiò. Piton alzò un sopracciglio.

<< Cosa c'è di così divertente?>>

<< Eeheh mi fa solo un po' strano...sentirla rivolgersi a me per nome. Tutto qui. E' la prima volta che mi chiama così e non “ Potter “ o “signorina Potter”.>> Piton accennò un lieve sorriso, mentre Serena, girando la testa verso di lui, glie ne regalò uno, anche se piccolo, ma dolcissimo. Piton alla visione di quel sorriso, rimase totalmente spiazzato.

<< Comunque...>> continuò Serena <<....penso che sia..ehm...un nuova esperienza, ecco.>>

<< Buona scelta di parole.>>

<< Di sicuro..è..una situazione alquanto strana e inaspettata.>> disse Serena grattandosi la testa.

<< Parecchio inaspettata oserei dire.>> aggiunse lui grattandosi a sua volta la testa. Per la prima volta, entrambi si videro atteggiare in quello stesso movimento di nervosismo e di ansia, infatti tutti e due, colti da un momentaneo imbarazzo, smisero all'istante di grattarsi.

<< Però, devo ammettere, che la situazione... non mi dispiace.>> ammise lui. Serena sgranò gli occhi incredula.

<< Davvero?>> chiese lei timidamente mentre lui annuiva.

<< Be'..neanche io sono dispiaciuta. Insomma...all'inizio non l'ho presa molto bene.>>

<< Sì, posso immaginarlo.>> disse ripensando a come aveva reagito lui la prima volta che Silente gli diede la notizia.

<< Però, credo che sia una cosa...fattibile. Lei cosa ne pensa?>> continuò Serena.

<< Suppongo di sì.>> rispose lui un po' imbarazzato. Seguì qualche secondo di silenzio, entrambi si sentivano un tantino a disagio messi in confronto a quel modo.

<< Adesso...cosa desideri fare?>> chiese Severus in tono calmo.

<< Direi...di provare a..conoscerci meglio, passo per passo.>>

<< Soluzione sensata.>>

<< Allora..ok?>> Serena gli porse la mano per sigillare l'accordo.

<< Ok >> Severus allungò la sua e se le strinsero.

<< Avrei...solo una domanda.>>

<< Dimmi.>>

<< Ecco....visto che stiamo per iniziare questa specie di percorso da affrontare insieme, come la devo chiamare ora? Insomma...sinceramente..non me la sento molto di chiamarla “papà”. Almeno non per il momento.>> Severus ghignò divertito.

<< Comprendo il tuo disagio. Potrai chiamarmi per nome, se vorrai. Ma solo quando saremo in privato: quando avrai lezione e sarai in presenza dei tuoi compagni, mi darai del Lei come hai sempre fatto, intesi?>>

<< Sì, certamente.>>

<< Molto bene. Adesso torna a dormire, devi ancora riacquistare le forze. Ora devo tornare in classe. Ti manderò la signorina Parker per i compiti.>>

<< Va bene, grazie.>> Severus rispose con un pigro cenno del capo in segno di assenso.

<< Grazie anche per i regali, Severus.>> disse sorridendo e tirando fuori dalla tasca l'elastico magico col giglio bianco. Piton si voltò di nuovo verso di lei e, in quel momento, sentì che il suo cuore riprese di nuovo a battere, dopo tanto tempo.

<< E' stato un piacere, Serena.>> detto ciò, Piton uscì dall'Infermeria, lasciandosi alle spalle una piccola Serpeverde piacevolmente confusa dalla nuova avventura che la stava attendendo.

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Capitolo 14
*** Il Primo Passo ***


                                                         Il Primo Passo

 

Da quando si sentì male durante la lezione di Pozioni, Serena passò tutto il resto della giornata a letto in Infermeria a dormire: dopo un pranzetto veloce e povero a base del classico brodino di pollo per pazienti malati, dormì dalle 14.30 fino alle 18.45. Tra qualche altro minuto sarebbe stata già ora di cena.
Quando incominciò a svegliarsi, Serena sentì uno strano peso vicino alla spalla: aprì gli occhi e notò che c'era un serpente verde di peluche di media grandezza con attorno al collo un fiocchetto rosso con un biglietto. Era da parte di Liz. Serena si alzò con la schiena e vide che, in un tavolino al di là della ringhiera del letto, c'erano altri doni. Si sfilò le coperte e gattonò verso la ringhiera per vederli più da vicino: c'era una scatola di Cioccorane e una busta di Caramelle Cambiavoce all'Elio da parte di Ron e dei Gemelli, un libro sulle Erbe per Pozioni da parte di Hermione, un piccolo Ippogrifo di legno da parte di Penelope, una collanina con un serpente d'argento brillantato da parte di Mary e un pupazzetto a forma di gufo bianco come Edwige da parte di Harry, tutti accompagnati da bigliettini e fiocchetti. Quei doni erano uno più bello dell'altro, Serena non avrebbe saputo quale classificare come suo preferito, aveva gli occhi che le scintillavano come diamanti per come era contenta di vedere quanto era cara a tante persone.
All'improvviso, qualcuno bussò alla porta dell'Infermeria. L'infermiera di turno andò ad aprire e vi trovò sulla soglia un numeroso gruppo di giovani studenti di Grifondoro e di Serpeverde del primo anno.

<< Salve, signora. Siamo venuti a trovare Serena Potter. Possiamo entrare?>> chiese Harry.

<< Certo, cari. La vostra amica vi attende, ma non fate rumore.>> tutti i ragazzi annuirono ed entrarono in fretta. Liz si fiondò ad abbracciare Serena.

<< Ah sono così contenta che tu stia bene!>> disse stringendola forte lasciandola senza fiato. Le si erano pure colorati gli occhi di blu per come era preoccupata.

<< COFF COFF.. L-liz...mi stai strozzando!>> Liz a malavoglia allentò la presa e si sedette sul bordo del letto accanto a lei.

<< Ehi, sorellina! Allora, che cosa ti è preso oggi?!>> chiese Harry. Serena arrossì all'istante e gettò uno sguardo complice alle sue amiche Serpeverde che provarono ad immaginare quale fosse stata la causa del suo malore. Poi Mary intervenne.

<< Eeeehhhh....prima manifestazione di problemi biologici femminili.>> disse rimanendo sul vago. Ron ed Harry, come previsto, non capirono. Hermione alzò gli occhi al cielo annoiata.

<< Ve lo spiego io dopo.>> disse la giovane Grifondoro ad Harry e Ron. Serena ridacchiò, un tantino sollevata.

<< Ragazzi...non so come ringraziarvi per questi splendidi doni, non dovevate!>> disse prendendosi in braccio il peluche a forma di serpente.

<< Ma sta zitta! Noi ti vogliamo bene e ci preoccupiamo per te. E poi, per come sei crollata oggi, qualche “coccola” ti serviva!>> esclamò Liz.

<< Ecco, visto che abbiamo toccato l'argomento, io inizio ad essere un po' geloso di te, sorellina!>>

<< In che senso sei geloso di me?>>

<< Be'..guarda qui!>> disse indicando tutti i doni << Anch'io vorrei essere viziato così come te!>> Hermione gli tirò subito una pacca sul braccio per farlo tacere.

<< AHIA! Ma che ho detto?!>>

<< Tua sorella si è sentita molto male, Harry! Ma ti pare il momento di fare lo sciocco bambinetto geloso per una cosa così..infantile!? Vorresti stare sempre male per ricevere solo dei regali !!?>>

<< Be'...SI'>> Hermione alzò gli occhi al cielo, mentre tutti gli altri scoppiarono in una sonora risata.

<< Hermione..se tu avessi vissuto solo la metà della vita che abbiamo passato noi due, forse capiresti!>> disse imbronciato.

<< Comunque, vi ringrazio tutti quanti, sul serio.>> poi Ron notò che, sul tavolino dove erano posti i doni, c'era uno strano bigliettino bianco con sopra un fiocchetto verde sgualcito.

<< Ehi..questo cos'è ?>> disse Ron prendendo in mano il biglietto.

<< Dammi qua..fa vedere.>> disse Serena. Ron glie lo porse. Serena lo aprì, iniziò a leggere e all'improvviso mise su una faccia rossa alquanto innervosita.

<< Be'..allora?!>> chiese curioso Harry. Serena voltò il bigliettino e lo mostrò agli altri, i quali cercarono di soffocare le risate. Harry, Ron, Penelope e Mary non ce la fecero e scoppiarono a ridere a crepapelle. Il misterioso bigliettino era da parte di Draco Malfoy, il quale ci aveva disegnato sopra uno scarabocchio magico animato di Serena che sveniva in classe, sbattendo la testa sul calderone fumante.

<< Ahahahahaha oh santo...i-io detesto Draco, ma questo...è...è...esilarante!>> esclamò Mary. Serena la zittì all'istante fulminandola con lo sguardo; altra “qualità” ereditata dal padre. Serena, poi, prese dal comodino lì accanto la sua bacchetta, diede il biglietto in mano a Liz e poi disse ad alta voce

<< PULL ! >> così Liz lanciò in aria lo stupido bigliettino.

<< INCENDIO ! >> esclamò Serena con energia puntando la bacchetta verso il biglietto, il quale prese fuoco all'istante riducendosi a un mucchietto di cenere. Tutti quanti rimasero stupiti e paralizzati, Serena si voltò verso di loro, facendoli indietreggiare un tantino dal pensiero che avrebbe potuto fare loro la stessa cosa per via delle risate inopportune.

<< Vi conviene non provocarmi durante il mio.. “ periodo”, sono stata chiara?>> disse calma con un falso sorriso. Tutti quanti annuirono all'istante, anche se Liz ridacchiò sotto i baffi avendo riconosciuto una certa familiarità nel suo modo di parlare. Poi arrivò Madama Chips.

<< Bene, ragazzi. L'orario delle visite è terminato! Adesso andate a cena e non temete per la signorina Potter: questa sarà l'ultima notte che passerà qui, domani mattina vi raggiungerà a colazione più in forma che mai!>> disse decisa sorridendo.

<< Va bene, signora. Adesso andiamo.>> tutti quanti la salutarono affettuosamente, mentre Liz le fece segno che si sarebbero viste e raccontate tutto la mattina dopo. Una volta che i suoi amici uscirono dall'Infermeria, Madama Chips si avvicinò a Serena.

<< Oh bene, vediamo un po' queste belle manine!>> così, prendendole una mano per volta, Madama Chips le tolse le bende per controllarle l'andatura della guarigione.

<< Mmmh direi che sei quasi guarita del tutto, cara. Hai giusto le punte ancora un po' grigiastre, ma entro domani vedrai che le tue mani saranno tornate normali.>>

<< Grazie, signora. Ma cosa è successo alle mie mani? Nessuno mi ha più detto niente.>>

<< Oh! Hai ragione anche tu. Be', vedi, molto probabilmente la tua dote magica si è manifestata con effetto contrario a causa di una tua forte reazione emotiva alquanto negativa.>>

<< Oh...>> riuscì solo a dire.

<< Ti è successo qualcosa di recente?>>

<< Sì, signora. Ma...sono a riuscita...a risolvere il problema.>> rispose sorridendo.

<< Oh, bene!>> disse spargendole un'altra dose di unguento e bendandole di nuovo le mani << Adesso ti farò portare da un elfo domestico i tuoi effetti personali e i tuoi libri scolastici necessari per domani, così ti potrai svegliare e vestire in tutta tranquillità.>>

<< Grazie mille, signora!>>

<< Di nulla, cara. Ora torna a riposare, tra poco ti porterò la cena.>> all'ultima frase, Serena fece una smorfia di disgusto, i cibi da “ospedale” non erano mai buoni.

<< Non fare quella faccia! Cosa credevi di poter mangiare qui?! Uova strapazzate con bacon e succo di zucca?!>> Serena mise la testa indietro e, senza neanche accorgersene, aveva semi aperto la bocca e da una delle estremità si lasciò sfuggire un piccolo rivolo di bavetta alla Homer Simpson – Mmmmh uova strapazzate...bacon...aaaaaaahhhhhhhhh – pensò golosamente. Madama Chips ridacchiò e si avviò verso il cucinotto che stava al di là di qualche letto dall'altra parte della stanza. All'improvviso apparve dal nulla un'elfa domestica, vestita con una specie di vestito grigiastro logoro, con tutti gli effetti personali di Serena che le fluttuavano attorno.

<< Buona sera, signorina. Jenny le ha portato le sue cose, signorina.>> l'elfa aveva delle orecchie molto lunghe a punta, il viso era un tantino consumato e aveva due immensi occhi azzurri.

<< Grazie, Jenny. Sei stata molto gentile.>> in quell'istante l'elfa si mise a piangere istericamente. Serena rimase spiazzata, non sapeva cosa fare.

<< Oh! No, no mi dispiace, Jenny! Non volevo offenderti!>> disse agitando le mani verso di lei.

<< Offendere...? Oh no signorina, lei non ha offeso Jenny, signorina. E' che...nessun mago o strega...ci ha mai detto di essere...gentili a noi elfi domestici. La signorina è così buona con Jenny.>> Serena rimase perplessa.

<< Perchè non dovrei esserlo?>> chiese sorridendo confusa.

<< Noi elfi domestici siamo servi a vita dei maghi e delle streghe, signorina. Noi siamo inferiori a voi, signorina.>> Serena si rabbuiò.

<< Ma...questo..è orribile!>> Jenny sussultò spaventata.

<< Se Jenny può chiedere, perchè lo trova orribile la signorina? Lei è una strega, signorina.>>

<< Sai Jenny, io per prima...sono stata una specie di serva..>> Jenny sgranò incredula gli occhioni azzurri << ...per ben 11 anni. Ecco perchè trovo orribile la vostra condizione. Mi ci rivedo parecchio.>> Jenny si rimise a piangere freneticamente.

<< Oh no, dai...non piangere così!>>

<< Perdoni Jenny, signorina. Jenny è commossa!>> disse asciugandosi le lacrime e ricomponendosi. Poi si inchinò davanti alla giovane Serpeverde.

<< Da oggi in poi Jenny servirà fedelmente la signorina Serena Potter.>>

<< Ma no, Jenny. Non ce n'è bisogno!>>

<< Per Jenny è un onore servire la signorina Potter.>> Serena sorrise, anche se non voleva che l'elfa diventasse la sua serva.

<< Se mai la signorina avesse bisogno di Jenny, soffi in questo!>> disse mentre, schioccando le dita, faceva apparire un fischietto dal nulla.

<< Oh..ehm...grazie.>> disse titubante.

<< E' un piacere per Jenny, signorina. Oh! Adesso Jenny deve andare, è in ritardo per la preparazione della cena!>> disse svanendo all'improvviso, lasciando Serena spiazzata.
Dopo qualche minuto, arrivò Madama Chips con un piatto fumante di minestra di bietola: Serena di solito mangiava volentieri quasi tutte le verdure, ma in forma acquosa di sicuro sarebbero state una schifezza. Riuscì a consumarlo a fatica, col piccolo aiuto di qualche pezzo di pane integrale – Quanto vorrei addentare un bel pollo al rosto con le patate al forno! - pensò. Erano le 20.30 e Serena, una volta finito il pasto, si mise a fare un po' di compiti; non le piaceva affatto restare con le mani in mano, né tanto meno rimanere indietro col programma scolastico. Passarono circa 40 minuti e, all'improvviso, una parte della porta dell'Infermeria si aprì.

<< Oh! Salve Professor Pit....ehm..volevo dire..Severus.>>

<< Buona sera, Serena. Sono passato per vedere come stava procedendo la tua guarigione. Mmh vedo che ti stai rimettendo piuttosto in fretta.>> disse avanzando col mantello nero fluttuante verso il letto della giovane Serpeverde.

<< Già, Madama Chips fa miracoli. Adesso posso tornare anche a scrivere!>>

<< Ti fanno più male le mani?>> disse mentre si sedeva sulla sedia lì accanto rimasta lì da quella mattina.

<< Non più ormai. Sono rimaste un po' grigiastre solo le punte delle dita, ma entro domani saranno come nuove!>> Severus sorrise lievemente.

<< Bene, ne sono lieto.>> disse calmo. Poi notò tutti i doni che la bambina aveva ricevuto, incluso il mucchietto di cenere.

<< I tuoi amici tengono molto a te, vero?>>

<< A quanto pare. Li adoro, non so cosa farei senza di loro.>>

<< Immagino. Ma.. quel cumulo di cenere lì per terra?>> Serena diventò rossa.

<< Aahah be'! Quello...ehm...l'ho fatto io..>> Severus si voltò verso di lei alzando un sopracciglio interrogativo << ...uno scherzetto grafico di Malfoy che non ho molto gradito, diciamo.>> disse rimanendo sul vago. Piton ridacchiò, immaginando chissà quale situazione Draco avesse disegnato e pensando a quale reazione, a causa degli inevitabili sbalzi d'umore causati dal ciclo, avesse assunto la ragazzina. Ai vari doni, Piton notò soprattutto il serpente di peluche che Serena stava stringendo in quel momento.

<< Credevo che fossi un po' grande per i giocattoli.>> disse ghignando.

<< Non si è mai abbastanza grandi per un peluche! E poi né io né Harry abbiamo mai avuto pupazzi o giocattoli.>> disse stringendo ancora di più a sé il serpentino con aria un po' malinconica. Piton sorrise lievemente. Serena era ancora un po' bambina in fin dei conti.

<< Tuttavia...sono lieto che tu stia meglio.>> disse cambiando discorso.

<< Grazie.>> rispose sorridendogli. Piton, in seguito, si schiarì la voce.

<< Ascolta, Serena. Volevo..farti una proposta.>> la ragazzina lo ascoltò attentamente

<< Domani pomeriggio dovrò preparare una pozione piuttosto complicata e, col poco tempo a mia disposizione a causa di montagne di inutili compiti da correggere, avrei bisogno di...un assistente.>> a Serena si illuminarono gli occhi << Ti andrebbe di assistermi durante la preparazione di questa pozione?>>

<< Sì, certamente!>> rispose entusiasta.

<< Molto bene. Ti aspetterò nel mio ufficio alle 18.00 in punto.>> Serena annuì energicamente.

<< E, questa volta, sii puntuale.>> disse ghignando, cominciando ad alzarsi dalla sedia.

<< Ma erano solo 5 minuti !>> sbottò indignata.

<< Era pur sempre un ritardo!>> rispose secco incrociando le braccia, con aria imponente, facendo rassegnare Serena, che mise un su un simpatico broncio, facendo ghignare malignamente Piton.

<< Adesso chiudi i libri e torna a dormire. Domani ti aspetterà una giornata piena.>>

<< Come?! Ma ho dormito tutt'oggi senza fare un tubo e adesso non ho più sonno! E poi è troppo presto! Che faccio..vado a letto con le galline!?>> disse con tono un tantino troppo arrogante. Piton ridusse gli occhi a due fessure minacciose.

<< Non ammetto discussioni su questo argomento! Adesso tu vai a dormire! Il discorso è chiuso! BUONA NOTTE !>> sbottò seccato, andandosene a passo veloce per uscire dall'Infermeria. Però fece in tempo a sentire la risposta a tono della ragazzina.

<< E VA BENE, BUONA NOTTE ANCHE A TE ! >> rispose ad alta voce facendogli una linguaccia finale per ripicca. Piton sbirciò dalla fessura della porta socchiusa e vide Serena che stava riponendo via i libri e si stava mettendo sotto le coperte - Mpf..piccola peste! - pensò ghignando soddisfatto. Prima missione paterna “ come imporsi sui figli e come farsi rispettare da loro “ compiuta! Anche se in realtà gli veniva naturale imporsi e farsi rispettare dai marmocchi.

- Uffa! Quanto è rompiscatole però! - pensò intanto lei, mentre cercava inutilmente di prendere sonno. Quella notte, Serena non la passò molto bene, come ormai era solita fare da qualche giorno. Si divincolava freneticamente nel letto, le coperte le scivolarono via di dosso, stava sognando, forse era un altro incubo, probabilmente quello che la stava tormentando in quel periodo.

<< AAAAAAAARRRRRRRRRRRGGGGGGGGGHHHHHHHH!>> strillò alzandosi di scatto con la schiena dal letto – Ancora quello stramaledetto incubo! - pensò.

<< Basta! Non ne posso più! >> esclamò ad alta voce con voce strozzata tenendosi la testa fra le mani. Fortunatamente, Madama Chips, che dormiva nella sua stanza privata poco più in là, aveva il sonno pesante, quindi non si svegliò.

<< Ma perchè faccio sempre questo incubo?!>> - Forse..potrei parlarne a Severus. Potrebbe leggermi nella mente e vedere cosa diamine mi sta succedendo! Ok..domani glie ne parlo - pensò.

<< Però, voglio buttare giù qualche schizzo di questa cosa.>> Serena si sporse dal letto e prese in mano il suo quadernetto degli schizzi e iniziò a disegnare velocemente le immagini principali del terribile incubo. Finito di disegnare, Serena si rimise sotto le coperte, nella speranza di riprendere sonno e di non sognare altro se non cose piacevoli.

 

 

******

 

La mattina dopo Serena si svegliò abbastanza presto, voleva passare prima in dormitorio per posare i doni che i suoi amici le avevano lasciato il giorno prima. Dopo una bella stiracchiata, la piccola Serpe si vestì con l'uniforme della scuola, ripiegò il pigiama, mise i doni dentro un sacchetto che fece apparire con la bacchetta e si mise sulle spalle lo zainetto con dentro i libri scolastici necessari per quel giorno.

<< Allora...come ci sentiamo oggi signorina Potter?!>> disse Madama Chips.

<< Molto meglio, signora! Grazie alle sue mani d'oro.>> la lusingò.

<< Figurati, cara, è stata una sciocchezza! Mi raccomando, cerca di stare tranquilla e se hai forti dolori al ventre prendi una volta al giorno a stomaco pieno una di queste.>> disse porgendole una scatolina contenente una serie di fialette di una pozione antidolorifica di color rosso violaceo. Serena fece una smorfia di disgusto appena vide il colore.

<< Non temere, sanno di Amarena.>>

<< Ah..ok.>> disse sorridendo, era molto sensibile ai sapori.

<< Adesso vai a fare colazione, presto! >>

<< Sì! E grazie ancora! >> disse correndo verso l'uscita dell'Infermeria e dirigendosi verso la sua Sala Comune – Mai visto una Serpeverde così gentile ed educata...il gene maligno in quella Casa inizia ad affievolirsi finalmente! - pensò Madama Chips guardando la piccola paziente uscire.
Arrivata in dormitorio e appoggiato vicino al letto il sacchetto con i doni, tirando fuori e mettendo vicino al cuscino il prediletto serpentello di peluche, Serena incontrò Liz.

<< Ehi bella! Come stai oggi? Ti vedo in forma!>>

<< Eh già! Mi sento un vero ciclone!>> disse mettendosi in posa come i body-builder per mostrare i muscoli delle braccia.

<< Oh! Così ti voglio! Ma...senti una cosa..il prof è stato assente più a lungo di quanto mi aspettassi. Come mai, eh?!>> disse tirandole una gomitata complice nel fianco. Serena diventò rossa dall'imbarazzo.

<< Be'...ecco...gli ho detto tutto. In poche parole, sa che io so.>>

<< Awwww che meraviglia...padre e figlia.... di nuovo riuniti !>> esclamò fingendo delle piccole lacrime di commozione

<< Allora!? Cosa vi siete detti?! DAI DAI DAI !>>

<< Be', a lui non dispiace la situazione...>>

<< Aaah! Lo sapevo che in realtà il prof non era così cattivo! >> disse interrompendo Serena.

<<...Abbiamo parlato e abbiamo concordato di iniziare a conoscerci meglio...>>

<< Ihihihihihi che emozione!>> esclamò interrompendola di nuovo.

<< Insomma Liz! La vuoi smettere di interrompermi!?>> sbottò innervosita.

<< Ah sì scusa..continua pure!>>

<< Ieri sera mi è venuto a trovare una seconda volta e mi ha invitato oggi pomeriggio a fargli da assistente nella preparazione di una pozione.>> disse sorridendo abbassando lo sguardo.

<< Mmmmhh AAAAHH!!! Che bello! Sono così felice per te, tesorino!>> esplose in un balzo di gioia addosso a Serena, abbracciandola forte; dalla felicità che provava, addirittura le iridi degli occhi le si erano colorate di nuovo di rosa fucsia, a causa della sua anomalia magica congenita.

<< Immagino che tu sia molto emozionata, vero?!>>

<< Già...inizierò a conoscere..mio padre.>>

<< Lo hai già chiamato papà?!>>

<< Certo che no! E nessuno dei due lo vuole al momento, è troppo presto ed imbarazzante...>> disse grattandosi la testa. Liz ci rimase un tantino delusa <<...per ora lo chiamerò solo Severus, poi..chissà...un giorno forse.>>

<< Dai, dai! Buona fortuna!>> Serena annuì.

<< Oh guarda che ora è! Faremo tardi per la colazione! Sbrighiamoci!>> così Liz e Serena presero i loro zaini e corsero in fretta verso la Sala Grande. Dopo una bella scorpacciata di cibo vero, Serena e tutti gli altri studenti si avviarono verso le proprie aule a fare lezione.
La giornata di lezioni passò in un lampo e Serena non vedeva l'ora di andare a fare da assistente al suo nuovo padre: mise dentro lo zaino il manuale di Pozioni e il quaderno degli schizzi e incominciò ad avviarsi verso l'ufficio di Piton. Percorrendo il corridoio della Sala Comune però, Serena incrociò l'odioso Draco Malfoy, pronto a riderle dietro per qualsiasi cosa.

<< Eh ehi! Guarda un po' chi è resuscitato!>> disse Draco mentre le sbarrava la strada.

<< Uff...ti puoi spostare?!>> disse innervosita.

<< E perchè dovrei? Questo è un corridoio libero e adesso io ho voglia di starmene...proprio qui....davanti a te...Svienirena ! >>

<< Come mi hai chiamata!!? >>

<< Non lo trovi carino il tuo nuovo soprannome? >> disse ghignando malefico.

<< No, affatto!>>

<< Peccato sai... perchè, dopo l'ultima volta, ho pensato che avrebbe potuto starti bene!>> Serena lo guardò rabbiosa.

<< A proposito..hai ricevuto il mio regalino?>> finalmente Serena aveva l'opportunità di sfruttare una minuscola cosa a suo vantaggio.

<< Sì, l'ho ricevuto.>> disse mettendo su un finto sorriso.

<< E cosa ne pensi, mh?! Ci ho messo tanto amore nel fartelo! >> disse con vocetta fintamente dolce congiungendo le mani.

<< Voco cenere ! >> esclamò a voce alta puntando dietro di sé, senza neanche distaccare lo sguardo da quello di Draco, la bacchetta in direzione del dormitorio delle ragazze. Draco si sporse oltre Serena per vedere meglio cosa stesse sfrecciando giù in quel momento dalla scalinata del dormitorio delle ragazze. Serena aprì la mano e vi si posò sopra un fazzoletto di carta chiuso con un spago.

<< Ecco che cosa ne penso! Secondo me hai bisogno di mooooolta più pratica. E poi...chiamami pure come diavolo ti pare, tanto non me ne importa un fico secco! >> disse ghignante sbattendogli in mano il fazzoletto e andandosene velocemente dalla Sala Comune.

<< Ma che dia....?! MALEDETTA !>> urlò furioso Draco dopo aver visto il contenuto del fazzoletto, ma Serena era già lontana – Ihihihihihi fregato! - pensò lei soddisfatta.
Finalmente, Serena arrivò davanti alla porta dell'ufficio di Piton, erano le 17.45, era addirittura in anticipo sull'orario concordato. Non sapeva se bussare o no alla porta -Cavolo...non vorrei disturbarlo se sta ancora lavorando. Mah...forse è meglio aspettare ancora 10 minuti – pensò. Quindi, nel dubbio, rimase fuori, appoggiata con la schiena al muro, ad aspettare.
Passarono 5 minuti e dal fondo del corridoio apparve Harry.

<< Ciao sorellina! Come ti senti oggi!? Non ti ho vista a colazione.>>

<< Eh sì, sono arrivata un po' in ritardo in Sala Grande. Comunque ora mi sento molto bene!>>

<< Cosa ci fai qui davanti all'ufficio del “pipistrello” a quest'ora? >>

<< Forse posso rispondere IO alla tua domanda, Potter >> disse una voce glaciale alle spalle di Harry. Quest'ultimo rabbrividì, si voltò piano e si trovò davanti uno spaventoso ed irritato Professor Piton.

<< Eheheh salve..Professore...>> disse tremolante come se fosse stato colto in flagrante sulla scena di un delitto.

<< Non fare il finto innocente con me, sciocco ragazzino! Comunque ho convocato io tua sorella oggi pomeriggio.>> disse impassibile.

<< Perchè?>>

<< Non penso siano affari tuoi, Potter. Credo che ora tu abbia ben altro da fare.>> disse secco lanciandogli un'occhiataccia. Harry, non volendo continuare la spiacevole conversazione, diede un piccolo colpetto con la mano contro il braccio di Serena come per dire “ ci vediamo dopo “ e si avviò verso la sua Sala Comune.

<< Annotati anche 10 punti in meno, Potter !>> disse infine ad alta voce Piton ghignando malignamente. Harry si fermò un istante, senza voltarsi, e poi riprese a camminare nervosamente – Aaaaarrrrggghh quanto lo odio ! - strillò dentro di sé.
Piton spostò la sua attenzione verso la sua piccola Serpe che era lì che ridacchiava per la ramanzina fatta al fratello in quel momento.

<< Be'...vedo che sei arrivata puntuale >> Serena annuì energicamente << E vedo che sei anche piuttosto carica. Buon inizio.>> disse calmo incominciando ad aprire la porta dell'ufficio. Aperta la porta, Piton, da gentiluomo, fece entrare per prima Serena, la quale lo ringraziò.

<< Posso togliermi il mantello?>> chiese lei timidamente.

<< Certo che puoi. Non devi mica chiederlo. Se senti caldo puoi togliertelo liberamente.>> rispose lui sempre a tono calmo, ma anche un po' sorpreso dall'insolita domanda. Così Serena si tolse il mantello della divisa e lo appese all'attaccapanni posto vicino alla porta, poi si avviò allegramente verso la cattedra dell'insegnante.

<< Che pozione devi preparare, Severus?>>

<< Curiosetta, eh? Oggi mi assisterai nella preparazione della Pozione Antilupo.>>

<< Wow, forte! E per chi la stai preparando? >> Severus, a quella particolare domanda, si irrigidì.

<< Per un tizio che ha un grave handicap mentale e fisico.>> si limitò a dire secco.

<< Impareremo mai a farla noi studenti?!>> disse con gli occhi verdi che luccicavano di entusiasmo da tutte le parti.

<< Tecnicamente sì. Ma solo all'ultimo anno e solo se raggiungi un livello MOLTO alto....un po' come ha fatto il sottoscritto al tempo. >> rispose lui ghignando in maniera altezzosa, mettendo via tutti i vari rotoli di pergamena contenenti i saggi di alcuni studenti del quarto anno e facendo spazio sul tavolo da lavoro.

<< E..quindi..io cosa posso fare se sono solo al primo anno?>> disse un po' delusa.

<< Be', tu hai delle buone capacità da Pozionista, per la tua giovane età. Sono ancora in via di sviluppo ovviamente, ma per il momento, se mi assisterai adeguatamente nella preparazione anche solo degli ingredienti, sei già sulla buona strada di apprendere anche questo tipo di Pozioni avanzate.>> Serena fece un enorme sorriso, era uno dei complimenti più belli che avesse mai sentito.

<< Eehe grazie.>> disse arrossendo.

<< Chissà..forse potrei istruirti privatamente, quando sarai un po' più grande.>> disse lui guardandola intensamente.

<< Ma un po' non lo stai già facendo?!>> rispose lei allegramente.

<< Certamente, ma per ora sarebbe meglio che ti applicassi nello studio della giusta preparazione degli ingredienti. Serena, una Pozione perfetta dipende tutto dagli ingredienti..>> Serena ascoltò attentamente, cercando di assimilare tutto ciò che stava dicendo <<....se anche un SOLO ingrediente... fosse un minimo trascurato, potrebbe rovinare definitivamente l'intera miscela; rischiando anche di compromettere la salute della persona a cui la potresti somministrare. Ne capisci l'importanza e la necessità, vero?>> disse serio.

<< Sì, capisco perfettamente.>> rispose lei consapevole di tutte le conseguenze che sarebbero potute andare a crearsi a causa di un minimo errore.

<< Molto bene. >> Piton aveva appena finito di allestire il piano di lavoro con tutte le ampolle, il set di provette, il calderone, il tagliere, il mortaio e tutto ciò che era necessario.

<< Direi che possiamo incominciare. Per prima cosa, vai a prendere tutti gli ingredienti e portameli qui sul tavolo uno alla volta: mi servono Polvere d'Argento, Corteccia di Carpine, Fiori di Mughetto e Piume di Augurey. Li riconoscerai facilmente, ogni ingrediente ha la propria etichetta.>> disse indicando a Serena la credenza dove trovare tutto quanto. Così, Serena andò verso la credenza e, usando uno sgabello per raggiungere le mensole più alte, iniziò a cercare tutti gli ingredienti. Pian piano li portò uno alla volta sul tavolo.

<< Ecco qua...Piume di Augurey. E questo è l'ultimo.>> disse tenendo in mano un grosso contenitore con delle piume nere e verdi << Severus, ma che cos'è un Augurey?!>> chiese mentre lo stava trasportando.

<< E' un uccello molto simile ad un avvoltoio. Piuttosto difficile da trovare in effetti.>>

<< Allora deve essere veramente brutto se non si vuol far vedere!>> Piton ridacchiò.

<< Bene. Adesso che abbiamo tutto l'occorrente, possiamo cominciare. Per prima cosa, Serena, prendi 4 spicchi di Corteggia di Carpine e inizia a tagliuzzarli finemente.>>

<< Subito!>> disse energicamente e, prima di cominciare, tirò fuori l'elastico magico col giglio bianco e disse

<< Fermaglio dentato ! >> e l'elastico si trasformò all'istante in quello che aveva chiesto e infine si fermò i capelli, per evitare che le slittassero davanti, dandole fastidio. Piton la guardò compiaciuto. Poi continuò con la spiegazione.

<< Una volta che avrai finito, metti il tutto nel mortaio e trita finchè non otterrai una polvere di medio spessore.>> Serena annuì energicamente e, prendendo il coltello, iniziò a tagliare. Per tritare ci volle un po' più di tempo: pestare il composto dentro il mortaio era sempre un gran lavoraccio e Serena sudava sempre 7 camice.

<< Ah.. fai il difficile eh?! Ti faccio vedere io!>> esclamò lei rivolgendosi al mortaio. Si tirò su le maniche, si sgranchì le dita e continuò a pestare col manicotto con gran forza. Piton la osservò divertito nel vedere che la piccola stava avendo qualche difficoltà. Ma alla fine con un po' di pazienza ce la fece.

<< Oh santo Salazar! Mi sembra di avere dei budini al posto delle braccia.>> si lamentò un po' stanca.

<< Forza, non fare tante storie! Le sfide ci fortificano.>> disse lui serio e concentrato sulla miscela di base, ma Serena era troppo presa a massaggiarsi le braccia.
Dopo, prese i Fiori di Mughetto e iniziò a staccarne i petali con molta delicatezza; nessun petalo doveva essere spezzato. Una volta terminato di tagliare, sminuzzare, tritare, pesare e calcolare i giusti misurini di ogni ingrediente, la Pozione Antilupo doveva fermentare per un bel po' di tempo.

<< Bene, abbiamo finito. Adesso la pozione dovrà fermentare per 72 ore.>>

<< Come? Abbiamo già finito!?>> chiese Serena sorpresa.

<< Be'..sono passate circa 2 ore. Guarda.>> rispose Severus indicando l'orologio.

<< Oh..>> disse lei in tono un po' deluso.

<< Gradisci una tazza di tè prima di andare a cena, Serena?>>

<< Sì, volentieri, grazie.>> così andò a sedersi su una delle poltrone nere che arredavano l'ufficio, mentre Piton stava versando il tè nelle tazze. Glie ne porse una e si sedette anche lui nell'altra poltrona.
Mentre sorseggiava il suo tè, a Serena sorse una domanda

<< Severus, posso farti una domanda?>> chiese timidamente. Lui annuì.

<< Hai sempre voluto fare il Pozionista?>> Severus inarcò un sopracciglio -Strano...credevo che volesse chiedermi qualcosa su sua madre – pensò.

<< Da giovane ero particolarmente bravo in quella materia, ma non ho mai considerato di voler diventare tale.>> disse con un po' di amarezza.

<< Mmh... forse ti piacevano di più le Arti Oscure.>> si lasciò sfuggire la giovane Serpe. Dopo qualche secondo si rese conto di quello che aveva appena detto e si portò in fretta una mano davanti alla bocca – Oh cavolo.. m'è scappato ! Che cretina! -
Piton alzò di scatto la testa, fissandola sorpreso.

<< Che cosa hai detto?!>>

<< Eheh...ehm...solo una supposizione...>> cercò di dire in sua difesa, mentre Severus aggrottò le sopracciglia minaccioso <<...oh e va bene! Me lo ha detto Silente qualche giorno fa!>> disse alla fine sentendosi con le spalle al muro. Il volto di Piton si rilassò un tantino.

<< Ah. Te l'ha detto lui quindi?>> Serena annuì tremolante << Ha la lingua lunga il vecchio.>> si limitò a dire – Appena lo becco lo strozzo! - pensò rabbioso.

<< Ehm...sei..arrabbiato?>> chiese lei cautamente.

<< Con te, no.>> disse serio – Fiuù...mi è andata bene – pensò lei. Ci fu un breve momento di silenzio.

<< Severus...>>

<< Sì?>>

<< Ecco...io...ho un problema.>> disse lei rabbuiandosi.

<< Di che problema si tratta?>> chiese in tono calmo e rassicurante.

<< Be'....sono già molte notti che faccio..un incubo spaventoso. Non mi lascia dormire in pace, mi sta proprio dando il tormento. E mi chiedevo se tu, essendo un Occlumante potessi....>>

<< Ti ha detto anche questo?! >> Serena annuì tenendo basso lo sguardo << Non mi sorprenderebbe affatto se ti avesse detto anche il colore del mio pigiama!>> sbottò acido massaggiandosi la tempia.

<< Ecco...perciò mi chiedevo se tu potessi aiutarmi e vedere cosa sta succedendo nella mia testa.>>

<< Sì, sono un Occlumante, ma in questo caso servirebbe la Legilimanzia.>>

<< Legilimanzia?>>

<< Sì, la capacità magica di leggere la mente. Io sono anche un Legilimens.>>

<< Oh..Silente mia ha parlato solo dell'Occlumanzia, però mi aveva anche accennato alla lettura del pensiero. Credevo che la parola Occlumanzia comprendesse anche questo.>>

<< Continuando il discorso, lasciando possibilmente da parte quel vecchio pazzo...>> disse sistemandosi meglio sulla poltrona <<....che tipo di incubo ti sta dando il tormento?>> Serena si alzò e andò a prendere lo zaino, dal quale tirò fuori il quaderno degli schizzi e glie lo porse.

<< Non saprei definirlo con certezza, ma, una notte, è stato più nitido e quindi ho disegnato alcune scene che mi ricordavo.>> disse mentre Piton sfogliava i disegni << Mi sembrava di essere rinchiusa da qualche parte, in un luogo buio con tipo.. delle grate.>>

<< E' successo nient'altro?>> chiese mentre studiava attentamente gli schizzi.

<< Sì..ho visto una luce, una luce verde, sembrava quasi un lampo...>> Piton alzò piano la testa con sguardo molto serio << ...poi ho sentito qualcuno ridere. Era davvero orribile la sua risata.>>

<< E' successo qualcos'altro? >> Serena annuì tristemente.

<< Ho anche....sentito della gente urlare. Prima un uomo, poi una donna e infine un altro uomo, ma fra quest'ultimo e la donna c'è stata una lunghissima pausa di silenzio. Non so chi potesse essere quella gente.>> Piton, a quella inquietante descrizione, rimase letteralmente stupito e sconcertato.

<< Be'..i tuoi schizzi, anche se precisi, non mi fanno immaginare bene la situazione in cui possa esserti trovata. Avrei bisogno di...vederti dentro, se non ti spiace.>>

<< No, affatto. Sinceramente, era proprio quello che speravo che facessi.>>

<< Distenditi lì.>> disse puntando la bacchetta contro la poltrona dove era seduta Serena e trasformandola in un lungo divano. Serena si slacciò e si tolse le scarpe per evitare di sporcare il tessuto della poltrona-divano e si distese. Piton le si avvicinò, si tolse il mantello nero e si sedette accanto a lei.

<< Adesso...ho bisogno che ti rilassi, Serena. Cerca di svuotare la mente e di ripensare solo a quel sogno.>> disse posandole delicatamente una mano fra la guancia e la tempia, come se fosse una carezza. Serena, a quel contatto si irrigidì un tantino e arrossì, il cuore le batteva molto forte. Piton lo notò.

<< Sbaglio o ti avevo chiesto di rilassarti?>> disse sorridendo malignamente.

<< Scusami, è che... ho un po' di paura >> si scusò timidamente.

<< Stai tranquilla, non c'è alcun motivo perchè tu debba avere paura. Non sentirai niente.>> disse in tono dolce e rassicurante – Mi fa troppo strano sentirlo parlare così. Non sembra neanche lui..- pensò in quel momento lei. Piton la sentì e ridacchiò sotto i baffi.
Serena cercò di rilassarsi il più possibile, controllando il respiro e pareva che stesse funzionando.

<< Adesso...guardami.>> le disse calmo, ma deciso. In quell'istante, gli occhi verdi di Serena incontrarono quelli neri di Severus, il quale la guardò intensamente e pronunciò a bassissima voce << Legilimens >> ed entrò nella mente della bambina.
Si ritrovò in un luogo buio e anche un po' freddo, era anche piuttosto stretto per un uomo della sua altezza. Effettivamente c'erano delle fessure orizzontali che sembravano delle grate. Si voltò e vide che c'erano dei vestiti – Ma questo è un armadio – pensò. All'improvviso sentì provenire dal basso, vicino alle sue gambe, dei singhiozzi, quasi come se un bambino stesse per piangere. La vide. Era lì. Una bambina di poco meno di 2 anni, dai corti capelli neri e dagli enormi occhi verdi, avvolta per metà da una coperta, tutta rannicchiata su se stessa. Vedendola così piccola e indifesa, Piton sentì crescere dentro di sé la voglia di stringerla e di tenerla al sicuro fra le sue braccia, ma, essendo solo un'immagine mentale di un sogno, era incapace di toccarla, le sarebbe sfuggita di mano come il fumo. Tutto ciò che poteva fare, era soltanto guardare. All'improvviso, all'esterno, Piton sentì qualcuno dire

<< “ Presto, tesoro, scappa! Mettetevi in salvo! “ >> era un uomo, la sua voce era avvolta dalla preoccupazione, dal terrore e dal panico. Si sentì subito dopo la brusca chiusura di una porta a causa dell'imminente arrivo di un'altra persona, che pronunciò ad alta voce qualcosa come

<< “ Avada Kedavra !“ >> in quel momento ci fu un lampo di luce verde e si sentì il conseguente urlo del primo uomo. Piton si irrigidì. Poco dopo si sentì un'esplosione seguita dalla voce terrorizzata di una donna.

<< “ Ti supplico! Prendi me, non lui! “ >> Piton, riconoscendo la voce della donna, ebbe un tonfo al cuore, immaginando anche chi Serena avesse sentito urlare dal dolore molto più tardi.
A quel punto, Piton decise che ne aveva abbastanza ed uscì dalla mente di Serena.
Tornato al mondo reale, Piton si sedette un attimo sul divano, con la schiena rivolta verso lo schienale, e si massaggiò la fronte, aveva anche il respiro un po' pesante. Serena si raddrizzò, si avvicinò a lui e gli mise, riluttante, una mano sul braccio.

<< Stai bene, Severus?>> chiese preoccupata.

<< ANF...sì, tranquilla. Sto..bene.>> disse riacquistando il controllo di sé.

<< Allora, qual'è il verdetto?>>

<< Non ne sono ancora del tutto sicuro. Devo rifletterci.>>

<< Ah, va bene.>> disse un tantino delusa abbassando lo sguardo. Piton le lanciò uno sguardo molto intenso, quasi triste. Poi si voltò verso l'orologio e vide che si era fatto un certo orario, erano quasi le 20.30.

<< E' tardi. Rischi di saltare la cena.>> disse alzandosi e rimettendosi il mantello nero facendolo volare attorno alle spalle, mentre Serena si stava riallacciando le scarpe. Anche lei si rimise addosso il mantello della divisa. Prima di uscire, notò che, accanto all'attaccapanni, c'era un calendario, con tutti i giorni segnati da mille impegni; tutti tranne il giorno di domani, il 9 Gennaio, il cui riquadro era vuoto – Mmmmh.. si sarà preso un giorno libero - pensò. Infine si diressero entrambi verso la porta. Piton glie la aprì, lei varcò la soglia, ma, prima di dirigersi verso la Sala Grande, si voltò un'ultima volta verso di lui.

<< Severus, ci rivedremo ancora, vero? >> chiese lei speranzosa, avendo notato come sembrava spossato dopo averle letto la mente. Temeva che dopo quell'esperienza non volesse più rivederla. Lui sorrise vagamente, ma il più dolcemente possibile.

<< Certamente, Serena. Ti farò sapere al più presto, per tutto. Adesso vai.>> disse spingendola scherzosamente sulla schiena. Serena lo salutò con la mano e lui rispose con un cenno del capo. La seguì con lo sguardo finchè lei non sparì all'interno della rampa di scale che conduceva al salone d'ingresso. Con aria alquanto affranta, Piton rientrò nel suo ufficio.

Quello...non era affatto un sogno. Era un ricordo -

 

 

*******

 

Dopo una cena molto veloce, a causa del tardo orario c'era ormai rimasto poco e niente sul tavolo, Serena tornò in dormitorio, sfinita dalla giornata passata sia coi suoi compagni durante le lezioni, che col Professor Piton. Arrivata in dormitorio, Serena si svestì e si mise il pigiama e si sdraiò sul letto dove l'attendava la sua piccola Bast che le si mise subito in braccio. In quel momento entrò Liz.

<< Ciao, Ser! Allora..come è andata?!>>

<< E' andata molto bene >> rispose sorridente << Sai..è proprio strano e insolito...conoscerlo e vederlo da quest'altro punto di vista.>>

<< Be'..posso immaginare! Vi rivedrete, vero?>>

<< Sì, ha detto che mi farà sapere appena possibile.>>

<< Oh..molto bene!>>

<< Ah senti Liz...non l'hai mica detto a qualcuno che io sono..>>

<< Ma no, tranquilla! Tutti gli altri pensano solo che tua sia la sua pupilla numero # 1! Niente di più. Ma..prima o poi lo dirai anche a Penelope e Mary? E a tuo fratello?>>

<< Adesso non me la sento. E' ancora troppo presto. Appena mi sarò abituata un po' anch'io a questo nuovo ruolo, glie lo dirò. Però non credo che a Severus farebbe piacere se lo spifferassi ai quattro venti.>>

<< Dai, dai, sta tranquilla. Be'...potresti anche solo dire che ha deciso di prenderti in custodia, un po' come un'adozione! Insomma, non diresti che è il tuo vero padre, ma il tuo tutore sì! Così non rischieresti inutili fraintendimenti, magari un po' di invidia sì, ma per il resto non dovrebbero crearsi altri problemi.>> Serena ci pensò per qualche secondo.

<< Mmmh potrebbe funzionare. Ci penserò su! YYYYAAAAAHHHHNNNNNN!>> sbadigliò energicamente

<< Accidenti che sonno che ho! Andiamo a nanna va'>> disse immergendosi sotto le coperte. Si sistemò per bene e si addormentò quasi subito, mentre Liz decise di stare ancora alzata per leggere un po'.
L'indomani, la giornata di lezioni passò tranquillamente, mancavano ancora un paio di mesi prima dei primi esami e quasi tutti gli studenti iniziarono a studiare più sodo e più a lungo per arrivare un minimo preparati. Harry e Ron non ne erano molto entusiasti: quei due non erano mai stati molto dediti allo studio. Hermione, invece, era molto eccitata, non vedeva l'ora di dimostrare quanto valeva. Anche Serena non era da meno, anche se gli esami imminenti l'agitavano un tantino, non si fece intimidire troppo: aveva sempre studiato con regolarità, era riuscita anche a recuperare bene alcuni compiti che aveva lasciato indietro durante la sua convalescenza. Però gli esami di Volo sulla Scopa e quello di Storia della Magia l'agitavano molto di più rispetto agli altri, quindi si mise in Sala Grande a studiare il più possibile quelle due materie. Ormai aveva quasi finito e, prima che potesse mettere via i libri e tornare in Sala Comune, un Barbagianni bianco con delle sfumature dorate, atterrò sul tavolo con una piccola lettera per Serena. Era da parte di Silente.

 

Cara Serena,
gradirei, prima di cena, fare due chiacchiere con te. Raggiungimi in studio appena
hai un momento libero.

Saluti,

A. Silente

 

Serena chiuse i libri, li mise ordinatamente nello zaino e si avviò verso lo studio del Preside.
Arrivata davanti alla statua del Grifone, pronunciò riluttante la frase magica SORBETTO AL LIMONE, imitando il movimento delle dita che fece Piton l'ultima volta. La scalinata iniziò a muoversi e a girare su se stessa e, come l'altra volta, Serena salì sul primo gradino e si lasciò trasportare. Una volta arrivata al corridoio d'ingresso, Serena entrò timidamente nello studio e vide Silente lì seduto alla sua scrivania ad attenderla.

<< Oh, buon pomeriggio, Serena! Entra, accomodati pure.>> disse alzandosi dalla sedia e indicando con una mano una delle sue due poltrone porpora. Serena lo ringraziò e si sedette.

<< Posso tentarti con un dolcetto al limone?>>

<< Ehm...sì, certo.>> rispose lei prendendone uno dal vassoio che le offrì Silente.

<< Gradisci del latte nel tuo tè?>>

<< Sì, grazie.>> Silente versò un po' di latte nella sua tazza e glie lo porse. Infine anche il Preside si sedette sull'altra poltrona posta davanti alla sua piccola ospite.

<< Allora, mia cara, raccontami un po'...come sta andando con Severus?!>> chiese sorridente mentre iniziò a sorseggiare la sua tazza di tè.

<< Be'..sta andando bene. Ieri abbiamo preparato una pozione insieme.>>

<< Ah, bene, molto bene.>>

<< Cioè..lui l'ha preparata, io l'ho solo assistito con gli ingredienti.>>

<< Un compito comunque importante ed impegnativo.>>

<< Altroché! Ho le braccia ancora indolenzite!>> disse facendo finta di massaggiarsi un braccio. Silente ridacchiò.

<< Oooh... io da giovane ero proprio negato con le Pozioni! Tutti quei taglia di quà, sminuzza e trita di là hanno molto contribuito alla mia attuale artrite!>> Serena rise, seguita da Silente stesso. Era davvero molto spiritoso ed autoironico.

<< Dimmi, come si sta comportando con te Severus? In senso paterno intendo.>> Serena cominciò a diventare rossa.

<< Be'...ecco...i-insomma...>> disse balbettando imbarazzata ricordando la carezza che le fece per “tranquillizzarla” durante la lettura della mente, Silente sorrise dolcemente vedendo l'imbarazzo della bambina <<...cioè..l-lui..non è che..abbia fatto chissà.. c-cosa. E' ancora presto per entrambi... e l-lo capisco. Però si è lasciato sfuggire...u-una carezza sulla mia guancia >> disse toccandosi la guancia sinistra, facendosi scappare un piccolo sorriso compiaciuto.

<< Eeheheh....Severus si sta rivelando un vero tenerone.>> Serena ridacchiò, non immaginando minimamente un Piton così buono. Era alquanto inquietante in effetti.

<< Emh, scusi signore. E' davvero un piacere parlare con lei, ma adesso dovrei andare, gli esami si avvicinano e non mi sento ancora pronta in un paio di materie.>> disse timidamente riponendo la tazza di tè vuota sul vassoio appoggiato sul tavolino lì accanto.

<< Oh sì sì, certo. Lo so, quando attacco a parlare non mi ferma più nessuno!>> disse prendendosi in giro. Serena rise.

<< Ah..aspetta un attimo, mia cara.>>

<< Sì, signore?>>

<< Sai dirmi oggi che giorno è? Sai con la vecchiaia la memoria inizia a fare cilecca!>> disse picchiettandosi la testa.

<< Ehm...credo che sia il 9 Gennaio, signore.>>

<< Mmmh...il 9 Gennaio hai detto. Sai, te l'ho chiesto perchè dovrebbe essere il compleanno di un mio caro amico, e non riesco più a ricordarlo come un tempo! Lui detesta quel giorno, ma a me piace comunque fargli ripensare che in quel giorno è nata una persona davvero in gamba, anche se lui lo nega. Puoi immaginare di chi sto parlando, vero?!>> Serena ci pensò un attimo. Dopo qualche secondo realizzò e sgranò gli occhi.
-Ecco perchè sul calendario non era segnato! Il 9 Gennaio, o-oggi...è il compleanno di Severus! - Serena raccolse velocemente il suo zaino, salutò in fretta e furia il Preside e corse via come un lampo fuori dallo studio. Silente sorrise dolcemente, ridacchiando sotto la lunga barba bianca.

<< Ihihihi tale padre tale figlia.>> disse andandosi a risedere sulla poltrona.

Serena, mentre correva a perdifiato verso la Sala Comune dei Serpeverde, non faceva altro che pensare – Che cavolo gli regalo?! Che cavolo gli posso regalare?! Che cavolo gli può piacere?! CAVOLO!!!! -
In quel momento, Harry, che stava percorrendo il corridoio, vide sua sorella sfrecciare come un fulmine.

<< Ehi Serena!>> disse alzando la mano in segno di saluto. Ma Serena non aveva tempo.

<< Scusami, Harry! Ma non posso fermarmi, vado di fretta! Ciao!>> e sfrecciò via dalla vista di suo fratello.

Arrivata in dormitorio, dove fortunatamente non c'era nessuno, si mise a camminare avanti e indietro nervosamente, pensando cosa potergli regalare.

<< Accidenti! A un uomo del genere cosa potrebbe piacere!?>> si domandò esasperata.

<< Allora...è un Professore, si vede che legge e che ha letto molto. Un libro a questo punto sarebbe troppo banale! Opzione numero 2: si direbbe una persona che valorizza l'uso di cose utili. Forse una sciarpa? Un kit personale di provette o di ampolle? Naaaaà troppo scontati!>> disse nervosamente continuando a camminare su e giù per il dormitorio.

<< Magari uno shampoo! >> esclamò pensando a quanto erano crespi i suoi capelli in alcuni giorni << Noooo mi ucciderebbe! >> disse tirandosi disperata i suoi di capelli. Passarono 30 minuti e Serena si era messa a testa in giù sul letto per far arrivare abbastanza sangue al cervello, nella speranza di far nascere un'idea decente. Poi, all'improvviso, la lampadina si accese.

<< HO TROVATO !!! >> si gettò subito sul comodino e vi tirò fuori il fischietto che le aveva dato l'elfa domestica Jenny. Ci soffiò dentro e, dopo qualche secondo dalla fine del lieve fischio che ne fuoriuscì, Jenny apparve nella stanza.

<< Oh che piacere vederla, signorina!>> disse felice inchinandosi.

<< Jenny, non ho molto tempo, ho bisogno del tuo aiuto!>>

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Oh finalmente! Ragazzi, scusate il ritardo, ma non avete idea di che blocco mi sia venuto -________- ''' Adesso che ci stiamo pian piano avvicinando alla fine di questa prima storia, le idee originali stanno iniziando ad affievolirsi. In più ci si è messo in mezzo il caldo a fondermi il cervello e la voglia di fare qualsiasi cosa, che due scatole! >.<
Almeno sono riuscita a concludere questo benedetto capitolo e volevo informarvi che, a causa vacanze estive imminenti, mi prenderò una PAUSA di un mese e mezzo: purtroppo il posto in cui andrò è privo di connessione Internet e quindi non potrò postare altri capitoli. In più ci saranno anche i miei amici lì, quindi spenderò le giornate ad uscire con loro; mi meriterò ben anch'io un po' di svago e divertimento, no?! XD
Cercherò comunque di buttar giù qualcosa, ma non vi prometto niente.

Ci vediamo a fine Agosto!

BUONE VACANZE A TUTTI ! ^-^

P.s. Per farla in barba a Draco, avevo bisogno di un Incantesimo di Appello e, visto che si vedono solo dal Calice di Fuoco in poi, mi sono inventata un piccolo Incantesimo di Richiamo che funziona solo a breve distanza e che si potrebbe imparare al primo anno di scuola
(
Voco = Chiamare dal Latino )

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Capitolo 15
*** Confidenze ***


                                                                                                            Confidenze

 

<< Come può Jenny essere utile alla signorina Serena?>> chiese timidamente l'elfa domestica facendo un umile inchino.

<< Senti Jenny, riusciresti a condurmi giù nelle cucine per favore?!>>

<< Oh, ma certamente, signorina! Si aggrappi alla mano di Jenny, signorina.>> disse porgendole la mano. Serena la affarrò e, con uno schiocco di dita, Jenny e la giovane Serpeverde si vaporizzarono dal dormitorio e si ritrovarono all'istante nelle cucine di Hogwarts. Serena, dopo essersi un attimo ripresa dal teletrasporto, diede uno sguardo veloce al luogo che la circondava: era un enorme stanza, delle dimensioni quasi simili a quelle della Sala Grande, tutta allestita da angoli di cottura composti da forni e fornelli, padelle sui fuochi a cuocere le varie pietanze, mestoli che mescolavano zuppe, coltelli che tagliavano frutta, verdura, carne e pesce, tutto quanto seguito e controllato rigorosamente da tantissimi elfi domestici.
Serena, intanto, si tolse la giacca della divisa e la appoggiò sul primo sgabello che torvò da quelle parti e si tirò su le maniche del goflino e quelle della camicia.

<< Per caso hai un grembiule da prestarmi, Jenny?>>

<< Oh, sì signorina!>> così l'elfa fece apparire un grembiule bianco da cucina della misura di Serena e glie lo porse. Serena se lo allacciò intorno alla vita e così fu pronta per iniziare.

<< Allora Jenny, avrei bisogno di farina, latte, uova, zucchero, cioccolato fondente, glassa verde e bianca e alcuni stampini rotondi.>> Serena, in quell'immenso spazio culinario, non sapeva nè dove nè come muoversi, quindi doveva affidarsi completamente alla piccola elfa.

<< Jenny provvede subito, signorina!>> così l'elfa iniziò a girare per tutta la cucina a prendere ciò che aveva richiesto Serena. Dopo qualche minuto Jenny tornò con in mano tutto quanto l'occorrente.

<< Perfetto! Sei stata bravissima, grazie mille Jenny!>> disse entusiasta Serena. Jenny in quel momento fece molta fatica a trattenere le lacrime: per lei quei "sei stata bravissima" e "grazie mille" valevano più della libertà che si sarebbe mai potuta immaginare di ottenere.

<< Possiamo iniziare!>> disse energicamente la piccola Serpe, così entrambe cominciarono a preparare il composto per una torta molto particolare.

Dopo vari colpi di frusta, di mestolo e di cucchiaio, Serena, con la costante assistenza del'elfa domestica Jenny, versò dentro ad una teglia rettangolare il composto della base della torta al cioccolato fondente. Una volta messa in forno a cuocere, Serena cominciò a preparare la glassa verde all'aroma di menta. A Jenny, osservando incuriosita la streghetta, sorse una domanda alquanto spontanea.

<< Come è brava la signorina Serena a cucinare! Dove ha imparato così bene, signorina?>> Serena si voltò verso di lei con aria stupita, facendo sussultare involontariamente l'elfa.

<< Oh! Jenny non doveva chiederlo! Jenny non ha il diritto!>> esclamò mortificandosi.

<< Stai tranquilla, Jenny. Ti rispondo volentieri, non mi costa nulla.>> disse facendola calmare un tantino, mentre mescolava il composto verde dentro ad una scodella << Vedi, durante i miei "anni di servizio", mia zia Petunia mi metteva sempre davanti ai fornelli per controllare che il pranzo o la cena non si bruciasse, mentre lei faceva i suoi comodi coccolando fino al consumo il suo caro Diddino!>> disse facendo dei gesti vezzeggianti in segno di presa in giro. Ciò fece ridacchiare Jenny.

<< Che cos'è un " Diddino", signorina?>> chiese curiosa.

<< E' solo il nomignolo con cui mia zia chiama quel ciccio lardoso di suo figlio, insomma è mio cugino.>> disse con espressione assolutamente schifata << Comunque...>> continuò <<....non mi dispiaceva tanto cucinare, era la faccenda domestica meno impegnativa di tutte le altre che ero obbligata a svolgere.>> disse con un leggero tono di amarezza << Però, zia Petunia notò questo mio strano ed inaspettato interesse e cercava in tutti i modi di impedirmi di svilupparlo. Ovviamente lei voleva che nè a me nè a mio fratello dovessero piacere i lavori che svolgevamo.>> Jenny rimase ad ascoltarla attentamente, con sguardo compassionevole e triste << Ma...io non volevo dargliela vinta! Quindi, nelle volte in cui tutta la famiglia usciva di casa, io mi mettevo lì ad imparare a cucinare, seguendo le ricette più veloci da preparare. E, quando diventai abbastanza bravina, ogni tanto le davo consigli, alquanto sprezzanti ed ironici, su come avrebbe potuto migliorarsi nel cucinare alcune pietanze!>> disse ghignando maligna mentre Jenny la guardava con grande ammirazione

<< E' anche vero che, quando le dicevo quelle cose, mi beccavo dei gran schiaffi come punizione per averla contraddetta e messa in ambarazzo davanti a tutti, ma cavolo se ne è valsa la pena!>> esclamò energicamente stringendo un pugno in segno di vittoria e soddisfazione personale. In quel momento Jenny si rabbuiò, Serena la guardò dubbiosa.

<< Che ti prende, Jenny?>>

<< La zia Petunia è stata tanto cattiva con la signorina Serena! La zia non si merita la signorina come nipote! Assolutamente no!>> disse indignata e rabbiosa avendo immaginato tutta quanta la scena.

<< Ehehe hai proprio ragione Jenny!>> disse ridacchiando << Ma vedrai che da adesso in poi le cose cambieranno.>> disse ancora concentrata sul composto verde della glassa. In quel momento, il timer del forno squillò. La base della torta al cioccolato era cotta ormai. Serena si infilò un paio di presine e con molta cautela tirò fuori dal forno la teglia.

<< Oh molto bene!>> disse contenta.

<< Signorina, se Jenny può chiedere, per chi sta preparando questa torta?>> chiese incuriosita. In quel momento le guance di Serena divennero rosse.

<< Be'..ecco...la sto facendo per un....per un amico, diciamo. Oggi è il suo compleanno e volevo fargli una sorpresa.>> disse imbarazzata.

<< Awww come è dolce la signorina!>> disse Jenny commossa congiungendo le mani

<< La signorina vuole molto bene al suo amico!>> disse asciugandosi un lacrima che le stava scendendo.

<< Già >> disse con sguardo concentrato sulla teglia, ma non potè nascondere un sorriso che le si dipinse in volto. Una volta tirata fuori e lasciata raffreddare, Serena ora aveva bisogno di dare una particolare forma alla torta. Così, prendendo uno stampino rotondo, si rivolse all'elfa.

<< Jenny, riusciresti a trasformare questo stampino rotondo in uno a forma di ampolla da pozione con 3 bolle che escono dal collo, per favore?>>

<< Certamente, signorina!>> e con un rapido schiocco di dita, lo stampino prese la forma richiesta.

<< Benissimo!>> così, con molta cura, Serena tagliò la base di cioccolato della forma che voleva. Poi, mise in una sac-a-poche il composto della glassa verde e iniziò a riempirci "l'interno" dell'ampolla, lasciando uno spazio superiore per scrivere l'augurio di compleanno, e riempì anche le bolle dell'ipotetico vapore che l'ipotetico liquido della pozione emanava. Poi, con della glassa bianca, che Jenny aveva preparato in precedenza, disegnò il contorno dell'ampolla, dandole un minimo di effetto vetro, e infine scrisse l'augurio.

<< Oh! Finita! Direi che è venuta piuttosto bene, tu che ne dici?!>> disse Serena passandosi un braccio sulla fronte per asciugarsi dal sudore.

<< E' splendida! Al suo amico piacerà tantissimo, signorina!>> disse emozionata.

<< Be', speriamo. Ho fatto del mio meglio.>> disse grattandosi la testa imbarazzata.

<< Oh, la signorina è troppo modesta.>>

Così, dopo aver impacchettato la torta in modo da cammuffarla e renderla non troppo attraente agli occhi degli studenti, Jenny riportò in dormitorio Serena.

<< Jenny, avrei bisogno di un ultimo favore se puoi.>>

<< Qualunque cosa per la signorina Potter.>> disse facendo un inchino.

<< Visto che ho il coprifuoco, non potrò consegnare personalmente il pacchetto, quindi non è che potresti portarglielo tu?>>

<< Certamente, signorina.>>

<< Puoi lasciarglielo liberamente davanti alla porta del suo ufficio, tanto conciato così nessuno dei ragazzi vorrà avvicinarsi!>> disse ridacchiando << Lui di solito finisce di mangiare abbastanza presto, non gli piace stare troppo a lungo in mezzo alla gente e al trambusto.>>

<< Jenny eseguirà perfettamente l'ordine!>>

<< No, Jenny. Non sono la tua padrona e questo non è un ordine. Siamo amiche e questo è solo un favore che ti chiedo.>> disse abbassandosi alla sua altezza e prendendole delicatamente le spalle. Jenny rimase molto stupita.

<< Davvero..Jenny e la signorina Serena...sono amiche?>> disse commossa con voce strozzata.

<< Ma certo che siamo amiche! Che cosa dovremmo essere se no?!>> Jenny scoppiò in un mare di lacrime di felicità, tanto da rischiare di allagare tutto il dormitorio.

<< Oh, no. Dai non fare così!>> dise cercando di calmarla.

<< Uff...sono davvero stanca. Mi sa che stasera dò buca alla cena.>> disse gettandosi sul letto.

<< La signorina però deve mangiare. Jenny le porterà qualcosa!>>

<< No grazie, non ce ne è bisogno. Guarda quì...>> disse aprendo lo zainetto e tirando fuori una confezione di mini pizzette <<...eheh le ho fregate da un cassetto lasciato aperto!>> la piccola elfa rimase stupita.

<< Ma...ma..signorina! Non si ruba! Cattiva signorina, cattiva!>> esclamò scandalizzata puntandole contro un dito di rimprovero. Le due si guardarono per un momento e scoppiarono a ridere di gusto. Poi Jenny, dopo aver salutato Serena, si teletrasportò altrove con in custodia il pacchetto. Serena, dopo aver mangiato qualche pizzetta, si lavò i denti, si mise il pigiama e si sdraiò sopra il letto con lo sguardo pensieroso rivolto in alto al soffitto.

- Speriamo che gli piaccia, altrimenti glie la ficco giù in gola a forza! Seè...come no..così mi gioco l'unico parente decente che ho trovato -

 

******


Intanto, in Sala Grande, tutti gli studenti si stavano godendo un'ottima cenetta dopo un'estenuante giornata di studio. Al tavolo dei Grifondoro, però, Harry non sembrava tanto rilassato, anzi, sembrava preoccupato per qualcosa. Era lì, seduto insieme ad Hermione e Ron, che stava giocherellando con la sua cena, senza neanche mangiarne un boccone.

<< Harry, ti senti bene? Stati tagliando quel fagiolino da 20 minuti ormai!>> disse Ron.

<< Ehm..che cosa?>> disse alzando lo sguardo.

<< Sembri perso, Harry. C'è qualcosa che ti preoccupa?>> chiese Hermione.

<< Sì, in effetti.>> rispose riabbassando lo sguardo.

<< E' per Serena, vero?>>

<< Indovinato.>>

<< Ho notato che non vi state vedendo molto.>>

<< Già. Ha tanto da studiare per i futuri esami e si vuole sentire preparata: ci sono tipo due materie con cui è in difficoltà. Però.. non è questo che mi preoccupa.>>

<< Allora cosa?>> chiese comprensiva Hermione.

<< Utlimamente gira sempre intorno a quello là!>> disse indicando con lo sguardo il tavolo degli insegnanti, in particolare il professor Piton.

<< E lui fa lo stesso con lei!>> disse rabbioso.

<< Come mai?>> chiese Ron.

<< E che ne so!? So solo che la chiama quasi sempre nel suo ufficio il pomeriggio e ci sta per delle ore! La sta mettendo in punizione anche quando non ha fatto niente!>>

<< Per me ti stai sbagliando Harry. Insomma...perchè Piton dovrebbe metterla in punizione? Come hai detto anche tu, tua sorella non ha fatto niente di male. E' probabile invece che le stia dando delle lezioni private.>>

<< Tipo delle ripetizioni? Non ha alcun senso! Lei è bravissima in Pozioni!>> esclamò Harry.

<< Non delle ripetizioni, Harry. Forse Piton l'ha presa sotto la sua ala come apprendista. L'avrete capito ormai che Serena è diventata la sua pupilla, no? Quindi è possibile che le stia insegnando il mestiere ad un livello più avanzato del nostro.>> disse saggiamente Hermione.

<< Oppure...>> intervenne Ron, facendo incuriosire Harry ed Hermione <<....sono amanti segreti!>>

<< CHE COSA!?>> dissero insieme Hermione ed Harry.

<< Ron! Ma come puoi pensare ad una cosa così...così...così disgustosa!!? Lui è un insegnante e lei è solo un bambina! PER L'AMOR DEL CIELO!!!>> sbottò indignata e inorridita Hermione.

<< Non lo so...o-oppure la starà convertendo alle Arti Oscure, che ne so! Io l'ho buttata lì a caso!>> disse nervoso Ron.

<< Che idiozia!>>

<< Sai, Hermione...forse Ron non ha tutti i torti a pensarla così.>> disse Harry strofinandosi il mento pensieroso. Ron ed Hermione sgranarono gli occhi increduli.

<< Vi spiego: un paio di anni fa nel nostro quartiere abitava un uomo che rivolse alcune particolari attenzioni nei confronti di una bambina della nostra stessa età che veniva a scuola con noi, i suoi genitori si spaventarono molto, lo denunciarono e lo fecero arrestare. E con la grazia di un ippopotamo, nostra zia ci spiegò cosa era successo.>> disse Harry in tono annoiato.

<< Oh..accidenti.>> disse Ron.

<< Già, ecco perchè dico che Ron non ha tutti i torti: Piton, squinternato come è, per me sarebbe capace di una cosa del genere!>>

<< Ok che Piton possa essere strano, oscuro e odioso, ma, Harry, è un insegnante!>> replicò esasperata Hermione.

<< Hermione, non me ne importa un fico secco se è un insegnante o un fruttivendolo! Le persone malate di mente, e lui si capisce a prima vista che lo è, possono essere qualsiasi cosa! E io non permetterò che lui metta le mani addosso a mia sorella!>> disse deciso Harry, lasciando Hermione e Ron un po' perplessi.

<< Terrò quello schifoso lontano da lei, fosse l'ultima cosa che faccio!>> disse battendo un pugno sul tavolo facendo sussultare il piatto e lanciando un'occhiataccia in direzione di Piton al tavolo dei professori.

<< Hai visto? Stasera Serena non c'è.>> fece notare Ron ad Harry indicando il tavolo dei Serpeverde.

<< Sì. Sarà andata già a dormire. Be', l'importante è che non sia in compagnia di quel viscido serpente!>>

 

******


Passò un po' di tempo e il professor Piton stava per andarsene. Ormai aveva finito di cenare e non c'era più alcun motivo per stare nella Sala Grande ad assorbirsi tutto i vari schiamazzi degli studenti e sciocche conversazioni che tenevano gli altri insegnanti seduti vicino a lui. Perciò si alzò, si sistemò il mantello, salutò vagamente i suoi colleghi ed uscì dalla Sala Grande in direzione delle sue stanze private. Percorse tutta la sala d'ingresso fino alle scale che conducevano ai Sotterranei ed imboccò il corridoio verso il suo ufficio. Arrivato davanti alla porta del medesimo, vi trovò davanti, posto per terra, un pacchetto marrone sbiadito con su scritto " Urgente ".

<< Oh per Salazar...un altro pacco di bollette sgualcite dal Ministero.>> disse annoiato. Si chinò e lo raccolse. Una volta entrato, Piton si mise subito seduto alla scrivania, così per sgavagnarsi presto quella stupida seccatura ministeriale. Scartò la cartaccia marrone, ma all'interno non vi trovò un malloppo disordinato di bollette, ma un altro pacchetto, un pacchetto regalo per l'esattezza, di colore verde smeraldo legato bene da un nastro argentato.

<< Ma che dia...? >> lo tirò fuori con sguardo particolarmente stupito e dubbioso. Notò, poi, un bigliettino che era legato al nastro. Lo slegò e lo lesse attentamente.

 

" Un folletto mi ha detto che oggi nasceva un uomo veramente in gamba,
ma da come sembra sempre arrabbiato e cupo, difficilmente lo vedrei ballare la Samba..."


Leggendo l'ultima frase, a Piton scappò una piccola risata. Lui..ballare la Samba?! Al massimo avrebbe potuto ballare il Valzer. Sarebbe stato certamente più dignitoso.
Poi continuò a leggere.


" So che questo giorno non ti piace molto e ancora non ne comprendo il motivo,
ecco perchè ho comunque voluto prepararti questo pensiero: sei la prima persona che ha reso il mio cuore più vivo.

Buon Compleanno,

                                                                                                                    Serena "

 

In quel preciso istante, sul volto del professore di Pozioni, Severus Piton, apparve un'espressione indescrivibile: si portò una mano alla bocca, come se volesse nascondere qualcosa, qualcosa che non provava da tanto tempo, vagamente simile alla commozione; chiuse gli occhi, i quali diventarono estremamente lucidi. Pizzicavano da morire, ma lui continuò a tenerli serrati.
- Scrive pure frasi in rima - pensò.
Dopo qualche minuto, Piton riacquistò il controllo di sè, prendendo un gran respiro profondo e sistemandosi nervosamente il mantello nero, anche se non ce n'era bisogno.
- Sì..posso immaginare chi sia questo misterioso " folletto" spifferone. Scommetto che è alto, col cappello a punta e la barba bianca. Mai una volta che si facesse gli affaracci suoi! - pensò leggermente innervosito. Quindi, preso da una leggera curiosità, cosa assolutamente rara per lui, iniziò a scartare piano il pacchetto verde e vi trovò all'interno una piccola torta a forma di ampolla da pozione con scritto sopra un singolare augurio di compleanno


" Potion Masters are the BEST ! "


- Be', di sicuro è molto gradevole alla vista - pensò sorpreso e compiaciuto vedendo la forma a tema perfettamente azzeccata - Però, dato che è stata cucinata da una ragazzina, dubito che il sapore sia ugualmente gradevole - pensò piuttosto scettico. Però, facendosi coraggio, con la bacchetta fece apparire forchetta e tovagliolo e ne tagliò un pezzetto. Lo prese con la forchetta, se lo portò alla bocca e lo mangiò. Come se fosse un critico culinario, Piton stava assaporando lentamente e con molta attenzione. In quell'istante sgranò gli occhi: il cioccolato fondente di cui era composta la torta si squagliava letteralmente in bocca e la glassa all'aroma di menta lasciava il palato bello fresco. Senza neanche accorgesene, Piton mangiò una fetta dopo l'altra e in poco tempo la finì tutta. Lui non era mai stato un tipo da dolci, ma quella piccola torta lo conquistò pienamente.
Una volta finita tutta, con la bacchetta fece scomparire la carta straccia, le briciole cadute, la forchetta e il tovagliolo, ma il bigliettino di auguri se lo conservò e lo ripose con cura al sicuro all'interno di un album di pelle nera che aveva tirato fuori da uno dei suoi cassetti personali. Dopo aver sistemato tutto, Piton si avviò verso le sue stanze, con un lieve sorriso dipinto in volto.
- Quella marmocchia riesce a stupirmi in un modo unico nel suo genere -

 

******

 

La mattina dopo, Serena fece molta fatica a svegliarsi e pare che il problema non fosse solo suo; anche le altre ragazze ebbero qualche problema ad alzarsi dai loro comodi letti.

<< Uffa! Ma quando arriva sabato!?>> sbottò insofferente Serena, che aveva il volto affondato nel cuscino.

<< Non fare tante storie! Mancano solo due giorni. Resisterai per due giorni, no?>> disse Liz.

<< No >> rispose secca Serena da sotto il cuscino.

<< Ma..riesci a respirare così come sei messa?>> chiese Mary mentre si stava alzando dal letto.

<< Chi se ne frega di respirare...io voglio dormire!>> sbottò Serena.

<< Puoi dirlo fuerte, Serena. Nemmeno io ho volia di alzarme est magnana!>> esclamò Penelope imbronciata.

<< Argh accidenti! >> sbottò Mary la cui spazzola si era incastrata in un nodo formatosi fra i suoi capelli biondi << Vedete!? Se i miei capelli fanno così è sicuramente un segno!>> disse in tono vanitoso.

<< E poi che senso avrebbe andare alle lezioni di oggi!? Sono talmente rimbambita che non riuscirei a stare attenta nè a prendere appunti!>> sbottò Serena annoiata mentre le altre compagne si voltarono verso di lei << Questi esami imminenti mi stanno facendo diventare matta: con Volo ormai mi sono rassegnata, tanto andrei a spiaccicarmi contro un albero, mentre in Storia della Magia non mi ricordo mai quelle stramaledette date! >> disse ribaltandosi a pancia all'aria << Sono delle materie così...così STUPIDE! Come si può andare male in materie del genere?! Che umiliazione!>> disse agitata.

<< Be'..Volo può essere molto utile, ma ti do ragione su Storia della Magia. Sarebbe anche una materia interessante se non fosse insegnata da quell'ammasso scadente di ectoplasma del professor Binns!>> disse Liz con conseguente segno di assenso di tutte le compagne.

<< Argh..non sopravviverò mai a quest'anno! Se volete, troverete quì le mie ultime volontà.>> disse Serena melodrammatica indicando il primo cassetto del suo comodino.

<< Eh adesso! Come sei esagerata Ser! Se trovi quest'anno difficile, non hai idea di cosa ti aspetti nei sucessivi sei!>> disse Liz ridacchiando malignamente, mentre Serena, seguita da Penelope, che poteva capirla perfettamente, visto che non andava molto bene in Difesa contro le Arti Oscure, nè in Astronomia, nè in Erbologia, sbuffò rumorosamente. Le uniche piuttosto tranquille, in fatto di materie scolastiche, erano Liz e Mary: loro due avevano al massimo una materia in cui non andavano molto bene; per esempio..Liz aveva qualche lacuna in Trasfigurazione, mentre Mary in Pozioni, perchè molto spesso c'era da maneggiare le viscere di qualche bestiaccia morta e a lei dava il volta stomaco toccare quella roba e la miscela delle pozioni non andava mai a buon fine.
Poi, l'occhio di Liz cadde sull'orologio.

<< Accidenti, si sta facendo tardi! Forza ragazzuole, diamoci una mossa!>> esclamò energica Liz, incitando le compagne a svegliarsi del tutto.

La piccola gang femminile Serpeverde salì per raggiungere la Sala Grande per fare colazione. Una volta sedute al loro tavolo, iniziarono a mangiare abbondantemente. Serena, invece delle solite uova e pancetta, preferì andare a frutta. Qualche posto più in là c'era Malfoy che la stava prendendo in giro imitando le mosse di un persona che stava per svenire, con le risate, anzi con i grugniti compiaciuti di Tiger e Goyle ai suoi fianchi. Serena avrebbe voluto massacrarlo di botte, ma quel giorno era abbastanza nervosa perciò gli lanciò soltanto un'occhiataccia, senza darci troppo peso.
Ad un certo punto Harry apparve alle spalle di Serena.

<< Ciao sorellina! Come ti senti oggi?>>

<< Ciao, Harry! Solo un po' stanca ma abbastanza bene per il resto.>>

<< Senti, ti devo dire una cosa.>> così Harry si abbassò verso l'orecchio di Serena, ma notò che un paio di sue amiche si erano avvicinate per origliare.

<< Vi dispiace? E' una cosa privata fra fratelli.>> disse un po' seccato dalla loro inopportuna intrusione. Liz e Mary, con malavoglia, si allontanarono, sbuffando rassegnate. Perciò, Harry si chinò di nuovo verso l'orecchio della sorella e iniziò a bisbigliarle qualcosa.

<< Ehm..sì ok. A che ora?>> chiese lei, mentre continuava a bisbigliare.

<< Come?! Ma come faccio senza quell'affare?!>> Harry alzò gli occhi al cielo esasperato e continuò.

<< Ah, va bene. Vedrò di inventarmi qualcosa.>> disse Serena. In quel momento, un grosso gufo nero planò sopra il tavolo dei Serpeverde, con in bocca una lettera. Il gufo atterrò proprio davanti a Serena, le porse la lettera e, dopo aver ricevuto un biscotto come ringraziamento, volò via. Serena aprì la busta, tirò fuori la lettera e la lesse.

 

" Signorina Potter,
ti aspetto nel mio ufficio oggi pomeriggio alle 17.00 in punto.

                                                                                          Prf. Severus Piton "

 

<< Mh che cosa vorrà da te? >> chiese incuriosita Mary.

<< Boh..non lo so. Forse avrò sbagliato un compito e me ne vorrà parlare.>> disse Serena cercando di inventare una scusa plausibile.

<< Sì, certo come no. Tu...che sbagli un compito di Pozioni!?>> disse ironica Liz.

<< Ah, non saprei cosa dirti altrimenti.>> rispose vaga.

<< Ehm..io avrei una mezza idea.>> intervenne all'improvviso Harry incerto, grattandosi nervosamente la nuca. Serena lo guardò e alzò un sopracciglio interrogativo. Harry si chinò di nuovo verso il suo orecchio e le bisbigliò qualcos'altro.

<< CHE COSA!? >> sbottò infuriata Serena << Ma come può passarti per quel cervello bacato che ti ritrovi una cosa del genere!!?>> gli urlò contro.

<< Mi ha dato solo questa impressione, tutto qui!>> cercò di giustificarsi inutilmente Harry.

<< Senti...sarà meglio che tu sparisca all'istante dalla mia vista.>> disse in tono minaccioso.

<< Ok, scusa..dicevo solo che...>>

<< FILA!!!>> disse facendolo sussultare ed Harry alzò immediatamente i tacchi e ritornò in fretta e furia al suo tavolo, mentre Serena si accasciò pesantemente sulla panca.

<< Ma sarà idiota!!?>> disse arrabbiata e insofferente portandosi le dite alle tempie per massaggiarle.

<< E lo scopri solo ora?! Ma, per curiosità, che cosa ti ha detto di così sconvolgente?>> chiese Mary.

<< Guarda...lascia perdere. Mio fratello è malato. Ti basti sapere questo.>> rispose secca senza aggiungere dettagli. Poi, avendo sentito qualche fitta al ventre, causate sia dal ciclo che dallo stress, Serena tirò fuori dallo zaino le fiale di pozione antidolorifica che le aveva dato Madama Chips e ne bevve una.

<< Aaargh! Che seccatura essere femmina!>>


******

 

Fortunatamente, un'altra giornata di noiosissime lezioni passò. Ormai mancavano 10 minuti alle 17.00 e Serena era molto entusiasta di passare un altro pomeriggio in compagnia del professor Piton, insomma.. con suo padre. Preparò lo zainetto col minimo indispensabile, visto che non aveva la minima idea di che cosa avesse in mente di farle fare. Finito di chiudere tutto, Serena uscì dal dormitorio, percorse la Sala Comune ed imboccò il corridoio dei Sotterranei che conduceva al suo ufficio. Arrivata davanti alla porta, Serena bussò ed attese.

<< Avanti >> disse Piton dall'altra parte.

<< Ciao, Severus. Come stai?>> chiese mentre si stava togliendo il mantello della divisa.

<< Buon pomeriggio, Serena. Io sto bene, grazie. Tu invece?>> disse mentre se ne stava già lì seduto alla scrivania a correggere un malloppo di compiti di alcuni studenti del terzo anno.

<< Mh sì..diciamo che sto bene anch'io.>> disse incerta sbuffando.

<< Qualcosa non va?>>

<< No, figurati. E' solo che... a volte non vorrei essere nata femmina!>> esclamò irritata dai vari dolori del ciclo mestruale che ogni tanto si facevano sentire.

<< Capisco >> disse pigramente.

<< E poi...>> continuò Serena, mentre Piton alzò del tutto la testa dai compiti ad osservare e seguire incuriosito il discorso <<...sono messa male con alcuni compiti.>> disse imbronciata mentre si stava sedendo pesantemente su di una delle poltrone di pelle nera vicino al caminetto.

<< Davvero? Quali materie ti preoccupano?>> disse Severus, alzandosi dalla scrivania e venendole incontro.

<< Volo sulla Scopa e Storia della Magia. Ma soprattutto quest'ultima. Ormai con Volo mi sono arresa, non imparerò mai ad andarci se prima non supero la mia sciocca fobia dell'altezza..>> spiegò mentre Piton si stava sedendo nell'altra poltrona davanti a lei <<...e in Storia della Magia non riesco mai a ricordarmi quelle odiose date!>> sbottò seccata portandosi una mano alla fronte.

<< Be', con Volo ci vuole solo tanta pratica, ma soprattutto molta pazienza: volare non è mai semplice come uno pensa che sia. Poi ogni persona è diversa: c'è chi ci riesce prima e chi più tardi...>> disse cercando di rincuorarla, anche se inutilmente, visto che Serena questa frase se l'è sentita dire più di 100 volte; poi Severus continuò << ... invece, per Storia della Magia, se vuoi, posso darti una mano io.>> Serena rimase sorpresa. Non se l'aspettava affatto questa proposta.

<< Ma, Severus, mi hai detto che non mi avresti mai favorita.>> disse un po' confusa.

<< Questo non è favoritismo, Serena. In tal caso si chiama piccolo aiuto didattico.>> disse ghignando ironico, facendo ridacchiare la ragazzina.

<< Ma no, dai Severus. Non voglio rubarti tempo.>> disse timidamente.

<< Nessun problema, Serena.>>

<< E poi...>> aggiunse <<... suppongo che sia fra i doveri di un..padre..aiutare qualche volta la propria figlia nello svolgimento dei compiti.>> disse un tantino imbarazzato, facendo, comunque, intravedere un leggerissimo sorriso, mentre Serena, rimasta stupita da quella frase, glie ne regalò uno immenso.

<< Grazie mille pap...ehm...Severus.>> Piton ridacchiò da come Serena si era trattenuta da chiamarlo in quel modo - Accidentaccio! Ho troppa voglia di dire quella parola! - pensò lei rossa come un papavero. Intanto che Piton si stava alzando per dirigersi nuovamente alla scrivania, a Serena venne naturale chiedere una cosa.

<< Ehm..Severus?>>

<< Sì?>> disse voltandosi verso di lei.

<< Non hai nient'altro da dirmi?>> chiese timidamente. Piton, in quel momento, le voltò le spalle e andò a sedersi alla scrivania.

<< No, non mi sembra. Perchè dovrei dirti qualcosa?>> disse alquanto inaspettatamente gelido nei suoi confronti. Ciò fece intristire enormemente Serena, non si aspettava affatto un atteggiamento così negativo da parte sua così senza preavviso.

<< Visto che era tutto perfetto >> aggiunse all'improvviso Severus, tenendo lo sguardo fisso sui propri compiti da correggere. Serena sgranò gli occhi stupita, ma anche piacevolmente spiazzata. Un attimo prima sembrava che le fosse crollato il mondo addosso con quel suo tono freddo, e un attimo dopo..invece...

<< Però...>> aggiunse, facendola sussultare <<...la glassa, anche se molto buona, di sera la trovo un po' pesante da digerire. A mio parere ci starebbe meglio una gelatina simile, che sarebbe decisamente più leggera.>> disse facendo intravedere un lieve sorriso. Gli occhi di Serena, in quel momento, brillarono di felicità.

<< Sissignore!>> rispose energica, facendolo ridacchiare. Piton, poi, le fece cenno di avvicinarsi. Serena ubbidì immediatamente, issandosi in spalla lo zaino. Piton, intanto, fece apparire con la bacchetta un'altra sedia, accanto a lui. Serena, dopo essersi seduta, tirò fuori dallo zainetto il libro di testo di Storia della Magia, indicando al professore gli argomenti in cui trovava maggior difficoltà.

<< Allora, facciamo così: adesso leggerai per tre volte ad alta voce e poi altre tre in silenzio, infine mi ripeterai tutto. Se non ti ricorderai qualcosa, io potrò suggerirti solo un paio di volte, ma non di più. Se sbaglierai più di due volte, ricomincerai da capo con la lettura, intesi?>> disse serio.

<< Sì, va bene.>> Serena annuì e si mise subito a lavoro.

Passarono circa 25 minuti e Serena provò a ripetere al professor Piton gli argomenti che aveva da studiare per la prossima lezione: doveva fare il Flooper e Uric Testamatta. Fino alla spiegazione del Flooper, che era una specie di uccello multicolore, e delle caratteristiche che lo rendevano unico al mondo, tipo il suo canto che poteva far impazzire chiunque o anche uccidere se ascoltato a lungo tempo, Serena ripetè abbastanza bene e Piton sembrava piuttosto soddisfatto. I problemi di memoria iniziarono a farsi sentire quando dovette parlare del famoso mago Uric Testamatta e della sua idea del canto del Flooper.

<< Allora..ehm..Uric Testamatta sosteneva che il canto del Flooper non fosse dannoso, perciò nel...nel..1322?>> disse incerta guardando Piton che se ne stava lì seduto a gambe incrociate col libro di testo di Serena rivolto in alto per non farla sbirciare.

<< No, nel '27 >> le suggerì.

<< Sì ecco! Così in quell'anno decise di ascoltarlo per 3 mesi di fila ininterrottamente per dimostrare al Consiglio dei Maghi che l'animale potesse essere utile e creare benessere a chi lo avesse ascoltato...>> Piton intanto annuiva, così da farle comprendere che stava andando bene <<... poi...ehm..coclusi i 3 mesi, precisamente nel mese di... Maggio..>>

<< Febbraio..>> disse interrompendola <<..no, ancora non ci siamo. Forza, ricomincia da capo.>> disse porgendole il libro e sentendo il conseguente sbuffo esasperato della povera piccola. Passarono altri 20 mintui e Serena decise che quell'interrogazione sarebbe stata l'utlima e la definitiva.

<< Uric Testamatta sosteneva che il canto del Flooper non fosse dannoso, perciò nel 1327 decise di ascoltarlo per 3 mesi di fila ininterrottamente e dimostrare al Consiglio dei Maghi che l'animale potesse essere utile e creare benessere a chi lo avesse ascoltato.>> Piton continuava ad annuire soddisfatto dal veloce recupero << In seguito, conclusi i 3 mesi, Uric, nel Febbraio del 1328, si fece convocare dal Consiglio per illustrare le sue recenti scoperte. Purtroppo non fu preso molto in considerazione, dal momento che si presentò in aula con un tasso morto in testa!>> disse infine trionfante.

<< Molto bene, Serena. Direi che se continuerai ad adottare questo metodo di studio, con un buon ripasso costante, all'esame non dovresti avere problemi.>> disse chiudendo il libro e posandolo sulla scrivania, con un vago ghigno soddisfatto.

<< Be' dai, speriamo bene.>> disse timidamente.

<< Non essere così modesta, se farai come ti ho suggerito, vedrai che andrai meglio di quanto credi.>> disse tornando a lavorare sui suoi compiti, ormai gli mancavano solo poche pergamene da controllare.

<< Spero di ottenere almeno una "A". Mi basterebbe.>> disse andandosi a sedere vicino al suo professore, il quale la guardò un po' torvo. A quale studente basta prendere un voto così misero, anche se buono, invece di ambire a qualcosa di più come una "O" o ancora di più una "E" che era il massimo? In effetti, i tempi erano combiati da quando andava a scuola lui, perciò abbandonò lo sguardo torvo e fece un lieve sorriso.

<< Be', posso capirti, neanch'io, quando avevo la tua età, amavo studiare particolarmente quella materia, però ho dovuto continuare a studiarla fino in fondo. Purtroppo per voi studenti le cose vanno così.>> disse deciso continuando a segnare X rosse su molte risposte date nei compiti, mentre Serena sbuffò disperata - E chi ha voglia di studiare quella roba per sempre!? - pensò insofferente, sbattendo leggermente la testa contro il tavolo con rassegnazione; Piton ridacchiò quando la vide sbattere.

<< Devo ammettere, però, che, se non ambisci a diventare insegnante di quella materia o una specie di bibliotecario, Storia della Magia non è che serva a molto alla fine, se non solo ad avere una minima base di conoscenza della nostra storia.>> disse Severus a voce alta, dando vita ad uno pensiero, che potremmo definire quasi infantile, che gli venne in mente in quel momento, come se fosse tornato ad avere 13 anni. Quel pensiero improvviso, colse l'attenzione di Serena, la quale alzò la testa e guardò Piton stupita.

<< Ma...ma... professore! Che cosa mi dice mai!?>> disse gesticolando scherzosa e lanciandogli un'occhiatina furba, la quale fece addirittura quasi ridere il severo professore di Pozioni.
Poi, a Serena, caddero gli occhi sui compiti che Piton stava correggendo e notò tatissimi segni rossi: per quanti ce ne erano, le pergamene sembravano ricoperte di sangue.

<< Accidenti, stai proprio facendo una carneficina!>>

<< Ah, non posso farci niente se questi salami non studiano come dovrebbero!>> disse un minimo rabbioso, rivolgendosi a quegli sfortunati studenti.

<< Ehm..la mamma..era brava in Pozioni come te quando andavate a scuola?>> chiese timidamente all'improvviso la piccola Serpeverde. Quella domanda così innocente, spiazzò di colpo Piton, il quale smise di scrivere. Serena, notando la sua reazione, che a primo impatto sembrava negativa, decise di ritirare la domanda. Era evidente che l'argomento lo rattristava parecchio.

<< Scusami, Severus. Va bene se non ne vuoi parlare, ti capisco.>> disse poggiandogli, con un po' di riluttanza, la mano sopra la sua, facendolo un attimo sussultare.

<< N-no no...tranquilla.>> disse ricambiando la carezza, poggiando l'altra mano libera su quella di Serena << La tua domanda è perfettamente legittima, Serena. E...ti risponderò... volentieri.>> quindi Serena si mise attentamente in ascolto, voleva sapere tutto di sua madre, visto che era difficile riesumare qualche ricordo di quando aveva solo 2 anni.

<< Allora..ehm..tua madre, Lily, era un eccellente studentessa e una strega straordinaria. E ciò era ancora più impressionante, visto che era Babbana di nascita.>>

<< La mamma era Babbana!? Wow, come ha fatto allora ad avere i poteri!?>> chiese molto incuriosita ed entusiasta di quella che sembrava essere una bellissima storia su sua madre.

<< Be', di solito, i maghi e le streghe Babbani di nascita, hanno avuto un lontano parente, come un bis o un tris nonno mago, perciò, andando avanti con le generazioni, hanno ereditato qualche suo cromosoma. Così è successo a tua madre.>> Serena era veramente colpita.

<< Accidenti, che forza!>> Piton ridacchiò.

<< E tu, Severus? Sei Babbano di nascita anche tu?>> chiese ancora più curiosa. Piton si rabbuiò a quella domanda, ma decise di risponderle comunque; dopotutto era normale per un bambina essere così curiosa di sapere di più sulle sue origini.

<< Non proprio...>> Serena alzò un sopracciglio <<...io sono, diciamo, metà e metà.>>

<< Metà e metà?>>

<< Sì, insomma, mia madre era una strega e mio padre era un Babbano: quindi "metà e metà" >>

<< Wow, fico! Quindi io cosa sono?>>

<< Be', anche tu tecnicamente sei metà e metà, comunque stiamo andando fuori tema. Mi avevi chiesto come Lily se la cavava a Pozioni, no?>> Serena annuì anche se voleva saperne di più di questa cosa della nascita Babbana e del metà e metà.

<< Lei ed io avevamo lo stesso orario di lezioni e..eheh..mi ricordo che all'inizio, in quella materia, era proprio una schiappa!>> Serena si cacciò a ridere per come Severus aveva usato per la prima volta un vocabolo sciolto e giovanile come "schiappa". Piton la guardò e capì di essersi lasciato troppo andare, perciò si ricompose e si schiarì la voce.

<< Comunque, tua madre non se la cavava granchè, ma, con un piccolo aiuto del sottoscritto, migliorò e in seguito divenne una dei più bravi del corso.>> Serena pendeva letteralmente dalle sue labbra.

<< Aww..quanto avrei voluto vederla fare qualche incantesimo.>> disse sospirando, con sguardo sognante rivolto al cielo. Poi, tornata alla realtà, fece un'altra domanda, la più semplice e spontanea che un figlio poteva fare ad un genitore.

<< Come vi siete conosciuti tu e la mamma?!>> chiese tutta eccitata. Piton prima o poi se la sarebbe aspettata questa domanda, ma non avrebbe mai immaginato così presto. Però non poteva non risponderle anche se qualsiasi argomento riguardante Lily lo faceva stare male. Molto spesso, per alcune persone, i più bei ricordi sono anche quelli più dolorosi.

<< Ecco..io... la vidi per la prima volta in un parco giochi per bambini, vicino casa mia. Avevo 10 anni.>> disse con un tono che racchiudeva in sè sia felcità che tristezza.

<< Lei era lì, con sua sorella maggiore Petunia...>> Serena fece una smorfietta di disgusto <<...che stava giocando sull'altalena. Era davvero bellissima.>> Serena, col viso appoggiato su entrambe le mani chiuse a pugno, le quali le davano un'aria molto buffa alle guance facendola sembrare tutta paciocosa, scrutò il viso di Severus, con sguardo e sorriso sognante, e sospirò felicemente.

<< Awww come è romantico.>> disse in tono mielato. Piton ridacchiò - Mpf..proprio un pensiero da femminuccia - pensò non intendo negativamente: Serena era pur sempre una ragazzina ed era naturale che alcuni racconti o scene di una certa pesantezza sentimentale potessero indurla a dire certe frasi sdolcinate.

<< E poi? Cosa è successo? Come ti sei fatto avanti? Avete giocato insieme? E zia Petunia come l'ha presa?!>> chiese a raffica al limite della curiosità. Piton, però, almeno per quella sera, non se la sentiva più di rivelare quei pezzi di vita del suo tormentato passato. Perciò decise di dare un fermo all'argomento.

<< Serena, per favore, basta domande per stasera.>> disse serio e deciso, causando sul volto della piccola un'espressione di gran delusione.

<< Oh, va bene. Come vuoi tu, Severus. Scusami.>> rispose tristemente. Poi, visto che non poteva più fare domande di quel genere, Serena si alzò e andò a tirar fuori dallo zaino il suo libro di Incantesimi, con carta, penna e calamaio e tornò a sedersi alla scrivania del professore, mettendosi a svolgere qualche esercizio che era da consegnare per la prossima settimana.
Piton, anche se era tornato a segnare di rosso i compiti degli altri studenti, seguì comunque attentemente quello che faceva la giovane Serpeverde.

<< Che incantesimi vi sta insegnando il professor Vitious attualmente?>>

<< Ce ne sta insegnando due : l'Incantesimo di Apertura "Alohomora " e quello di Illuminazione "Lumos" >> gli rispose seria.

<< Mmh molto bene. Per quando li devi consegnare?>> chiese cercando a fatica di mandare avanti una conversazione più semplice e neutra di quella precedente.

<< Per la prossima settimana. Non ho molto da fare in questo periodo, quindi mi esercito con la bacchetta o mi avvantaggio coi compiti scritti...>> Severus annuì compiaciuto <<...o Harry mi aiuta a volare sulla scopa durante i weekend.>>

Ma nulla da fare. La conversazione non riusciva ad amplificarsi come avrebbe desiderato. Perciò Severus tentò un'altra via.

<< Serena, puoi togliermi una curiosità?>> Serena alzò gli occhi verso di lui, annuendogli.

<< Prima, quando ho nominato Petunia, ho notato che hai fatto una strana smorfia.>>

<< Ehm..sì?>> chiese imbarazzata.

<< Mi hai dato l'impressione che tua zia non ti stia molto simpatica, o mi sbaglio?>> Serena si rabbuiò ancora di più di prima.

<< No, non sbagli.>> disse continuando a scrivere sulla sua pergamena le risposte degli esercizi di Incantesimi.

<< Posso chiederti...come ti sei trovata a vivere da lei per tutto questo tempo?>> Serena annuì riluttante.

<< Be', diciamo che ho potuto constatare come deve essere la vita di un elfo domestico.>> Piton si fermò dallo scrivere e guardò attentamente Serena, molto incuriosito da quella strana risposta.

<< Cosa intendi dire?>>

<< Voglio dire, che sia io che Harry siamo stati trattati molto male dalla famiglia Dursley, proprio come sembra che siano trattati gli elfi domestici. In poche parole...siamo stati i loro servi da tutta la vita.>> disse con amarezza. Piton rimase profandamente scioccato da quella frase. Bambini cresciuti solo per il proprio tornaconto? Maltrattamento, sfruttamento e schiavitù minorile? MA SIAMO MATTI!?
Poi Serena continuò.

<< Però, devo dire che Petunia non è il problema principale, anzi, forse fra i membri della famiglia è quella un po' meno squilibrata.>> Piton alzò un sopracciglio << Suo marito, quel botolo di lardo di zio Vernon, è il peggiore di tutti.>> disse con grande amarezza e rabbia nel tono di voce, tanto da stringere i pugni per contenerla. Piton notò quella reazione condizionata.

<< Ti hanno fatto del male? Intendo fisicamente.>> chiese preoccupato. Serena sgranò gli occhi e strinse ancora di più i pugni e abbassò lo sguardo, voltando anche la testa da un'altra parte. Era troppo umiliante.

<< Severus, sinceramente, non me la sento di parlarne apertamente. Non al momento, almeno.>>

<< Ti capisco. Perdonami se sono stato così indiscreto.>>

<< Non fa niente, tranquillo.>> disse voltandosi verso di lui sorridente, mentre Piton, con espressione alquanto turbata, ricominciò a lavorare sui suoi compiti.

<< Però...>> continuò all'improvviso Serena, catturando nuovamente la sua attenzione

<<... ti basti sapere che nè mio fratello nè io abbiamo avuto un'infanzia felice. Anzi, non ne abbiamo avuto proprio alcuna.>> disse triste e frustrata, con Piton che la scrutava profondamente. Gli sembrava troppo di vedere se stesso allo specchio.

<< Severus, vorrei dirti una cosa.>> Piton era tutto orecchie, anche se non si vedevono molto sotto quei capelli neri.

<< So che tu e mio fratello non andate molto d'accordo, ma non pensare che sia solo io la vittima. Anche Harry ha sofferto moltissimo.>>

Piton poteva solo immaginare che cosa poteva essere stata la vita di quei due bambini prima del compimento degli 11 anni e della conseguente ammissione ad Hogwarts. Ma, in compenso, poteva capire perfettamente il suo stato d'animo: anche lui aveva avuto un'infanzia molto difficile, con innumerevoli momenti tristi e dolorosi, ma non è mai stato nella condizione di essere sfruttato e schiavizzato dai propri genitori.
Quella piccola confidenza lo sconvolse e lo scioccò parecchio - Quei sudici, luridi, sporchi Babbani! - pensò Severus infuriato.

<< Quindi, volevo chiederti un favore in proposito.>> Severus era alquanto perplesso.

<< Potresti tentare di essero meno..ehm...severo con lui?>>

<< Che cosa!?>> sbottò stupito.

<< Sì, cercare di togliergli meno punti o di non mangiargli la faccia davanti agli altri compagni di classe, cose così ecco.>>

Severus non rispose subito. Lui? Essere un minimo "gentile" con lo studente che in assoluto gli stava più sulle scatole?! Non era assolutamente possibile! Però...

<< Ciò che mi stai chiedendo di fare necessiterà di usufruire di ogni singola particella del mio self control, Serena. Ma visto che sei a tu a chiedermelo...uff.. tenterò.>>

<< Grazie mille, Severus!>> esclamò felicemente grata.

<< Ma non ti prometto niente, sia chiaro.>> disse deciso.

<< Sì, immagino che sia difficile cambiare atteggiamento così di punto in bianco. Soprattutto per un uomo dal temperamento così...così....metamorfico.>> disse incerta sull'ultimo aggettivo da usare senza farlo infuriare. Piton alzò un sopracciglio.

<< Grazie per la delicatezza.>> disse ghignando malignamente, facendola ridacchiare imbarazzata.

<< Oh Salazar, sarà un'impresa titanica.>> disse portandosi il pollice e l'inidice a stringere la radice del grosso naso adunco.

<< Ma dai! Scoprirai che Harry non è così male se lo conosci meglio.>>

<< Sì, come no. Sarà simpatico come prendere un calcio sulle gengive.>> disse annoiato.

<< Ahahaha addirittura?! Pensa a me che ci ho vissuto insieme per 12 anni!>>

<< Le mie condolianze.>> entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere: Serena si stava letteralmente sganasciando per la faccia da vittima che aveva fatto Severus in quel momento, mentre quest'ultimo era molto più contenuto, tenendosi una mano davanti alla bocca. Era da quando aveva 17 anni che Severus non rideva così; in effetti non rideva così tanto da quando aveva rotto con la sua Lily. Tra l'altro, la risata di Serena era particolarmente contagiosa, perciò era estremamente complicato non lasciarsi trasportare da quest'ultima; era defficile persino per il burbero Severus Piton rimanere così serio.
Passato un po' di tempo, e dopo aver ripreso fiato, Piton fece segno a Serena che ormai era ora di andare a cena. Serena rimise le sue cose di scuola dentro allo zaino e andò all'attaccapanni a riprendere il mantello della divisa, mentre Piton riponeva i vari malloppi di compiti corretti dentro ad un cassetto e si avvicinnò alla piccola per scortarla da vero gentiluomo verso la porta.

<< E' stato proprio un bel pomeriggio! Grazie per il piccolo aiuto didattico.>> gli disse sorridente.

<< E' stato un piacere, Serena.>>

<< Grazie anche per avermi raccontanto un po' della mamma! Anche se non molto, è stato comunque un inizio. Mi raccontarai qualcos altro su di lei, vero?!>> chiese speranzosa.

<< Sì, ma a suo tempo. Non fa bene venire a sapere tante cose tutto in una volta sola.>>

<< Ehm..sìì..se lo dici tu.. sarà così.>> disse scettica.

<< Infatti è così.>> disse in tono altezzoso.

<< Comunque, spero che mi racconterai anche di te. Mi piacerebbe conoscere più a fondo anche mio.. padre.>> disse dolcemente, legermente imbarazzata. Piton all'inizio si irrigidì: lui non era il tipo d'uomo a cui faceva piacere parlare di se stesso, della sua vita, delle scelte fatte. Nemmeno se l'ascoltatore era sua figlia.

<< Serena, sono lieto che tu voglia conoscermi di più, ma non credo che...>> poi venne interrotto da una vocetta insistente.

<< E no, scusa eh! Devi farlo! E' questione di principio e, soprattutto, di par condicio ! >> disse in tono saccente, un po' come la Granger. Piton non potè fare a meno di sbuffare un po' innervosito. Non aveva via di scampo, avrebbe dovuto per forza raccontarle qualcose di sè, altrimenti non si sarebbe mai potuto instaurare un buon rapporto di fiducia reciproca.

<< E va bene. Ma è probabile che non ti piacerà quello che FORSE sentirai su di me.>> disse puntualizzando quel "forse" per non darle false speranze. Ma Serena non si fece intimidire.

<< Tsk...di sicuro avrò sentito di peggio!>> esclamò per niente preoccupata da quello che sarebbe venuta a conoscere, forse, in futuro sul passato di suo padre.

<< Forza, vai a mangiare. Si sta facendo tardi.>>

<< Sì, va bene.>> disse imbronciata, non aveva molta fame, aveva ancora molta energia da spendere: per di più quella sera avrebbe dovuto raggiungere Harry, Ron ed Hermione alla capanna di Hagrid per farsi dare spiegazioni sulla Pietra Filosofale.

<< Allora, a presto.>> disse lei salutandolo, mentre lui le rispondeva con un cenno del capo.

<< Ricordati di continuare a ripassare Storia della Magia!>> le gridò, visto che era già piuttosto lontana.

<< Ahah sì ok! Non ti preoccupare!>> gli rispose allegra, mentre saltellava, come molto spesso fanno i bambini, verso la Sala Grande. Piton, intanto, rientrò dentro il suo studio.
- Dubito fortemente che abbia sentito di peggio -


******

 

Arrivata in Sala Grande, Serena si andò a sedere al tavolo della sua Casa, accanto a Mary e Penelope, Liz stava di fronte a loro.

<< Weilà, bentornata! Allora come è andata col prof?!>> chiese Mary.

<< Be', è come vi ho detto stamattina: avevo sbagliato la sequenza di ingredienti di una Pozione Restringente, mi ha fatto vedere le correzioni e, per punizione, mi ha fatto scrivere delle frasi.>>

<< Ti ha dato pure una punizione..per aver sbagliato un compito!? Ma è diventato matto?!! Va bene essere severi su allievi proprio brocchi, e questo non è il tuo caso, ma così è proprio esagerato!>> sbottò indignata Mary, mentre Serena e Liz, che conoscevano la verità, ridevano sotto i baffi, scambiandosi strizzate di occhi complici.

<< Mary ha ragione, Serena! Lui non puede farte questo.>> intervenne Penelope.

<< Ragazze, che ci posso fare? Lui è fatto così, è il suo metodo di insegnamento.>>

<< Sì, ma è strano che lo abbia fatto a te che sei una dei nostri!>> intervenne all'improvviso un ragazzo Serpeverde di un paio di anni più grande, che aveva ascoltato per caso la conversazione. Le quattro ragazze si voltarono verso di lui.

<< Non mi sorprenderebbe affatto se avesse messo in punizione un Grifondoro o un Tassorosso, i Corvonero sono praticamente tutti quanti secchioni, ma...una di noi..una Serpeverde!!? Da quando Piton mette in punizione una studentessa della sua Casa!?!?>> sbottò indignato e sconvolto.

<< Be', c'è sempre una prima volta, no?>> rispose Serena sorridente << Dagli errori che avevo fatto, direi che me la sono proprio meritata!>> disse prendendosi in giro.

<< Mah..sarà come dici tu, novellina, ma se Piton perde la brocca, siamo spacciati!>> disse passandosi una mano sulla fronte. Le ragazze si misero a ridere.
Mentre si stavano gustando una bellissima ed abbondante cena, Serena alzò di scatto la testa e sgranò gli occhi.

<< NOOO!>> disse facendo sussultare le amcihe << PORCA PALETTA NOOO!>> disse prendendosi la testa con le mani e poggiandola sul tavolo.

<< Ch..che c'è!? Che è successo!?>> disse Liz.

<< MI SONO DIMENTICATA!>>

<< Che cosa hai dimentico!?>> disse Mary. Serena dovette un'altra volta inventarsi una scusa per mascherare il vero motivo.

<< DI CHIEDERE UN CONSIGLIO A PITON PER UN ALTRO COMPITO!>> i volti delle amiche cambiarono di punto in bianco: da sconvolte diventarono serie e annoiate.

<< Senti, Serena, per favore, vai ben a quel paese, eh!>> esclamò Mary seccata per essersi presa un accidente per nulla.

- Mi sono scordata di chiedergli del mio incubo! Che imbecille! -

 

******

 

Quella stessa notte, tre giovani Grifondoro uscirono di nascosto dal loro dormitorio e, ben celati col Mantello dell'Invisibilità agli occhi dei Prefetti, che perlustravano quotidianamente i vari corridoi della scuola, si stavano avviando verso la capanna di Hagrid.
In quel preciso istante stavano percorrendo l'ingresso principale.

<< Ehi Harry, credi che Serena riuscirà a superare la sicurezza delle armature notturne?>> chiese Ron, nascosto insieme a Harry ed Hermione.

<< Be', spero di sì. E' una tipa scaltra. Sono certo che riuscirà ad aggirarle.>> rispose Harry.

<< Di sicuro sarà un'impresa non poco complicata. Se la beccasse un Prefetto, o ancor peggio un insegnante, si caccerà in guai seri. E questo vale a anche per noi!>> intervenne preoccupata Hermione.
Intanto, Serena si stava preparando per uscire. Quando entrò nel dormitorio, dopo cena, senza farsi vedere dalle altre compagne, si mise sotto le coperte con ancora addosso i vestiti della divisa scolastica. Ormai erano le 22.00 passate e Serena era pronta. Uscì dal letto piano piano, con già in dosso le scarpe, e inizò ad avviarsi verso il piano di sotto, alla Sala Comune; fortunatamente la sua gatta Bast non si svegliò, altrimenti avrebbe iniziato a miagolare senza freno. Arrivò davanti alla porta del quadro, lo aprì delicatamente e lo richiuse altrettanto piano. Iniziò a percorre il corridoio dei Sotterranei che conducevano alla scala a chiocciola per raggiungere l'ingresso principale: quel corridoio era pieno di antiche armature medievali di sicurezza. Serena cercò di camminare il più vicino possibile ai muri, per non essere scoperta dal raggio di luce viola d'allarme che fuoriusciva dalle fessure degli occhi degli elmi, sfruttando il loro punto cieco. Riuscì ad eludere tutte le armature di quel corridoio, salì le scale ed imboccò l'ingresso. Solo che Serena non si aspettava che alla sua destra, proprio agli estremi dell'entrata per la scale, c'erano altre due armature, infatti fece una mossa avventata: entrò troppo di foga nell'ingresso e, per sbaglio e senza accorgesene, calpestò per pochi secondi qualche centimetro del raggio di luce d'allarme, alchè entrambe le armature si voltarono di scatto verso di lei, ma, stranamente, non squillarono. Serena, grazie a dei riflessi felini di cui non conosceva l'esistenza, riuscì ad abbassarsi e rotolarsi in tempo sotto le gambe dell'armatura di destra, fuori dalla portata del raggio. Il cuore le batteva fortissimo e, come se non bastasse, sudava freddo e aveva il fiato corto; ci mancava poco che si beccasse un attacco d'asma dallo spavento che si era presa in quel momento. Ma, con un po' di auto controllo e un pizzico di coraggio, fece tornare regolare il respiro e i battiti del cuore, si alzò da terra e con le stesse mosse caute che aveva adottato prima, Serena uscì finalmente dall'ingresso principale della scuola e raggiunse il giardino, dove la stavano aspettando preoccupati, e un po' impazienti, suo fratello Harry e gli altri due amici.

<< Ehi ce l'hai fatta! Era ora!>> disse Harry.

<< Era ora?! Provaci tu ad eludere la sicurezza di quegli affari senza essere nascosto dal tuo coso invisibile e poi ne riparliamo!>> gli ringhiò indignata Serena.

<< Dai ragazzi, non mettetevi a litigare proprio adesso! Coraggio, andiamo.>> disse Hermione. Così, tutti quanti, scesero la collinetta, arrivarono davanti alla porta della capanna di Hagrid e bussarono.

<< Hagrid!>> esclamò forte Ron. E questo aprì la porta.

<< Oh ciao ragazzi! Scusate, non per essere scortese, ma non ho voglia di vedere gente oggi.>> disse facendo per richiuderla. Ma i piccoli ospiti lo interruppero dicendo insieme ad alta voce << SAPPIAMO DELLA PIETRA FILOSOFALE ! >> detto ciò, Hagrid riaprì di nuovo.

<< Oh......ehm..entrate.>> disse piuttosto sconcertato e i ragazzi entrarono.

<< Sedetevi pure. Desiderate una tazza di tè?>>

<< No, grazie.>> risposero quasi tutti, tranne Hermione << Per me sì invece, grazie Hagrid.>>

Dopo che i ragazzi si sedettero nei pochi posti disponibili, tra i quali una sedia sgangherata in un angolo oscurato, accanto alla finestra, e dopo che Hermione ricevette la sua tazza di tè, incominciarono a discutere della Pietra.

<< Per noi Piton sta cercando di rubarla.>> disse Harry, facendo scatenare a Serena un brivido di irritazione.

<< Piton?! Per dinci, non ce l'avrete ancora con lui?>> disse Hagrid.

<< Io non ci ho mai creduto, ma ovviamente alcuni testoni qui presenti sì! Ce l'hanno ancora con lui!>> sbottò Serena seccata.

<< Lo credo che non ci hai mai creduto, è il tuo dannato Capo Casa!>> rispose a tono Ron. Serena, per l'evidente ingoranza con cui aveva a che fare, non rispose nemmeno: si girò dall'altra parte imbronciata, mettendo su una particolare aria altezzosa, inarcando anche un sopracciglio.

<< Tsk...sciocchi!>> disse a bassa voce e nessuno davvero la sentì perchè erano tutti presi ad accusare il professor Piton.

<< Sappiamo che vuole la Pietra, ma non sappiamo perchè!>> continuò Harry.

<< Piton è uno degli insegnanti che protegge la Pietra, non ci pensa per niente a rubarla!>> rispose sicuro e deciso Hagrid.

<< Harry, Hagrid ha ragione! Io ho sentito Silente e Piton discutere ed è venuto fuori che è Raptor a volerla rubare!>> intervenne Serena, cercando inutilmente di convincere gli amici Grifondoro.

<< Come? Raptor!? Quello non saprebbe neanche rubare una caramella a un bambino per quanto è imbranato!>> esclamò Ron.

<< Senti, è così, vi ho detto la verità! Non è Piton il colpevole, ve l'ho sempre detto!>>

<< E come fai a sapere che Silente e Piton hanno discusso?>> chiese curioso Harry.

<< Quel giorno che dovevo chiedergli un consiglio per un esercizio, dopo che avevamo scoperto di Nicolas Flamel, ecco...prima di bussare, ho sentito delle voci e mi sono messa ad origliare.>> confessò lei.

<< Vabbe', ma potrebbe anche aver mentito per il proprio tornaconto, no?!>> disse Harry in tono sarcastico.

<< Tu sei solo accecato dall'antipatia che provi per lui e nient'altro!>> rispose rabbiosa Serena puntandogli un dito di rimprovero contro.

<< Ok, ok ragazzi, ora basta!>> intervenne Hermione << Supponendo che sia Raptor a volerla rubare, Hagrid...tu hai detto che Piton è "uno degli insegnanti" ?>> Hagrid annuì

<< Ma certo! Ci sono altre cose che proteggono la Pietra, dico bene? Magie, incantesimi!>>

<< Prorpio così! Una gran perdita di tempo secondo me. Nessuno riuscirà a tenere buono Fuffi. Lo sappiamo solo Silente ed io!>> disse tutto compiaciuto di se stesso << Oops..non dovevo dirlo....be', adesso è meglio che andiate, sono molto occupato.>> disse cercando di nascondere qualcosa, o meglio un qualche rumore che sembrava provenire dal calderone sul fuoco scoppiettante.

<< Ehi Hagrid, ma che cos'è che bolle in pentola?>> chiese Ron, vedendo che il calderone si stava muovendo. Hagrid si girò di scatto verso quest'ultimo e vi tirò fuori qualcosa di bollente e fumante.

<< Uh-ah-uh..quanto scotta!>> disse appoggiando la cosa fumante sul tavolo.

<< Ma che ..>> iniziò a dire Harry quando fu interrotto da Ron

<< Io lo so che cos'è! Hagrid, ma dove lo hai preso?>>

<< L'ho vinto, da uno straniero che ho conosciuto al Pub. Sembrava felice di liberarsene in verità.>> disse pensieroso. Porprio in quell'istante, la cosa fumente, che sembrava essere un uovo di struzzo, iniziò a scuotersi freneticamente. Infatti, pochi secondi dopo, lo strano uovo esplose, anzi si schiuse piuttosto energicamente, facendo volare pezzi di guscio da tutte le parti, tanto che uno di quei pezzi finì proprio sul naso di Serena. Quest'ultima sussultò, non per il guscio in sè, ma per il viscidume di cui era ricoperto l'interno. Se lo tolse lentamente, vedendo il naso e il guscio collegati da una lunghissima scia di sostanza melmastra gialla, con Ron dall'altra parte che a fatica riusciva a trattenenre le risate.

<< Non osare neanche emettere un suono, altrimenti te lo ficco su per il colon!>> gli ringhiò contro fulminandolo con lo sguardo, col naso pieno di melma. Poi tutti si voltarono verso il tavolo, dove un animaletto, una specie di lacertola con le ali, si stava agitando, emettendo un verso parecchio stridulo.

<< Questo è...un drago!>> esclamò Hermione sorpresa.

<< Non è un semplice drago: è un Dorso Rugoso di Norvegia! Mio fratello Charlie li sta studiando in Romania.>> disse tutto eccitato.

<< Aww ma guardate che carino! Ciao Norberto!>> disse Hagrid accarezzando il piccolo capo del draghetto, commosso dall'affetto che sembrò dimostrargli subito, saltellandogli incontro e cercando di arrampicarsi sulla sua folta barba.

<< Norberto?>> disse Harry.

<< Be' deve pure aver un nome, no?!>>

<< Nome alquanto...originale.>> disse Serena mentre si stava piegando per raccogliere un tovagliolo che trovò su uno sgabello lì vicino, per pulirsi il naso dal viscidume.
Poi all'improvviso, Hagrid strizzò gli occhi ed aggrottò le sopracciglia verso la finestra, come per vedere meglio qualcosa di ofuscato, e aveva ragione, c'era qualcuno.

<< Chi è quello là?>> Harry, Ron ed Hermione si voltarono.

<< Malfoy >> disse Harry seccato.

<< Oh Dio >> disse Hagrid stranamente preoccupato.

<< Cosa? Dove?!>> chiese Serena che si era appena alzata e si era avvicinata alla finestra.

<< Se ne è già andato.>> disse Hermione.

Draco Malfoy aveva sorpreso i tre Grifondoro fuori dal loro dormitorio dopo il coprifuoco serale. Erano nei guai, e forse non solo loro. Hagrid mandò subito fuori i quattro studenti, i quali si affrettarono a ritornare ai rispettivi dormitori.

<< Cavolaccio! Piton mi ucciderà!>> esclamò disperata Serena.

<< Tu non corri alcun pericolo, Serena. Draco non ti ha vista, eri ancora piegata a pulirti.>> cercò di rassicurarla Hermione.

<< Ah già..fiuuuuuù.>>

<< Che colpo di fortuna.>> disse Ron

<< Ma allora, voi? Cosa farete?!>> chiese preoccupata si stava preparando ad imboccare una strada diversa.

<< Non lo so, è probabile che ci metteranno in castigo, se non ce la battiamo subito però.>> disse sconcertato Harry.

<< Ok, va bene. Allora sarà meglio che andiate e in fretta anche! Buona fortuna.>> disse Serena iniziando a camminare per il corridoio che conduceva alla scala a chiocciola per i Sotterranei.

<< Grazie. Stai attenta anche tu!>> così i tre Grifondoro iniziarono a correre, svanendo dietro l'angolo. Serena percorse freneticamente il corridoio, finchè non raggiunse le scale. Iniziò a scenderle velocemente, quasi come se stesse correndo.

<< ANF ANF ANF.......D'OH!>> all'improvviso andò a sbattere contro qualcosa, qualcosa di nero, e cascò su di un paio di gradini dietrostanti. Purtroppo era andata a sbattere contro l'ultima persona che avrebbe desiderato vedere proprio quella notte.

<< Buona sera.>> disse una voce maschile autoritaria.

<< Oh no.>> disse scioccata dall'imponenza di quella figura, che sembrava particolarmente furente.

<< Purtroppo per te, signorina Potter, oh sì.>> disse gelido un minaccioso Severus Piton, così gelido da non chiamarla nemmeno per nome.

<< S-Severus..i-io..>> cercò di dire tremante.

<< Non osare rivolgerti a me in quel modo, signorina! Questa sera sarò soltanto un tuo professore.>> rispose sempre più furente, riducendo gli occhi neri scintillanti a due fessure.
Serena, dallo shock e dalla paura che stava provando, continuò a tremare.

<< S-sì, signore. Mi scusi, signore.>> potè soltanto dire, con voce strozzata, tenendo testa e sguardo basso.

<< Seguimi!>> disse rabbioso, voltandole le spalle di scatto, facendo svolazzare l'immenso mantello nero. Serena, si alzò, sempre tremante, e iniziò a seguirlo giù per le scale.

<< Sì, signore.>>

 

 

 

Angolo Autrice:

Salve ragazzuoli! Eccomi quà, sono tornata! XD Spero che abbiate passato una bella estate :D
Ritorno attiva, e per niente abbronzata, con il capitolo 15 !
Spero vi piaccia, buona lettura ^_^

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Capitolo 16
*** Cambiamenti ***


                                                                                                          Cambiamenti


Serena seguì il professor Piton lungo tutto il tragitto. Quando scesero le scale, Serena, tenendo costantemente il capo chino, triste e amareggiata, si perse nei suoi pensieri: quella notte era successo di tutto, la fuga notturna dopo il coprifuoco, la nascita del piccolo Norberto, i tranelli che dovranno affrontare per arrivare alla Pietra Filosofale, Malfoy spione e ora, la cosa peggiore di tutte, essere stata scoperta a girovagare di notte fuori orario e aver visto la rabbia e la delusione negli occhi dell'uomo che più al mondo stimava, e che stava forse incominciando ad amare, come solo una neo-figlia può iniziare ad amare un neo-padre.
Ormai erano a pochi metri dalla porta del suo ufficio. Serena era spaventata, non sapeva cosa le sarebbe successo, cosa le avrebbe detto. Faceva sfregare nervosamente le mani l'una sull'altra, come per lavare via dello sporco depositatosi sopra; probabilmente si sentiva molto sporca in quel momento. Aveva infranto le regole poste dal professor Silente e aveva tradito la fiducia del professor Piton, solo per soddisfare la sua stupida ed infantile curiosità riguardante quella inutile pietra.
I pensieri di Serena furono interrotti improvvisamente dalla voce gelida e impassibile del professor Piton, il quale aprì la porta del suo studio e si fece da parte per far passare prima la sua studentessa.

<< Forza, entra.>> disse secco e tagliente. Serena, passatagli leggermente vicino, cercò di incrociare il suo sguardo. Lei aveva due occhi enormi, lucidi e gonfi di lacrime, con un'espressione di pura tristezza e di dolore interiore. Severus non ne fu affatto intenerito, al contrario, la sua espressione divenne ancor più minacciosa di quanto non lo fosse prima, aggrottò maggiormente le sopracciglia e ridusse ulteriormente le fessure degli occhi. Serena non riuscì più a sostenere quello sguardo, così penetrante e spaventoso al tempo stesso.
Entrò nell'ufficio con aria penitente e si andò a sedere ad una delle poltrone nere che, durante le sue visite pomeridiane, aveva battezzato come sua. Ma ci stette per pochi secondi.

<< Non mi pare di averti detto di sederti.>> disse gelido Severus, passandole accanto. Serena sussultò e si alzò dalla poltrona all'istante, sempre più tremante di paura.

<< M-mi scusi, signore.>> Piton, intanto, rimase fermo in piedi davanti a lei con le braccia incrociate.

<< Nulla, ripeto, NULLA dà a uno studente il diritto di girovagare per la scuola di notte!Allora, che cosa diavolo ti sei messa in testa?!>> ruggì furibondo. Serena incastrò la testa sempre di più fra le spalle, stava sprofondando dal rimorso.

<< I-io..non ho fatto..nulla di..m-male >> riuscì soltanto a dire.

<< SILENZIO!>> urlò, facendola sussultare << Hai infranto una regola di Hogwarts, ti sembra che non sia nulla di male!!?>>

<< No, signore >> rispose affranta, con le lacrime che pulsavano sempre più forte per uscire.

<< Appunto. Perciò, per la tua sciocca incoscienza, ti verrano tolti 50 punti!>>

<< 50 ?! >> osò ripetere Serena con un leggero tono di disapprovazione. Piton diventò ancora più minaccioso.

<< Vogliamo fare 100 ?!>> Serena rimase in silenzio per un istante.

<< N-no, signore, per favore.>>

<< Come pensavo. E, per punizione, scriverai una frase per quante volte riuscirai a scriverne nelle ore a te concesse. >>

<< Sì, signore >>

<< In più, passerai tutto il giorno di questo Sabato sia a scrivere le frasi che a pulire l'intera aula di Pozioni. Avrai un bel po' da fare visto che troverai residui e sporcizia varia dei due giorni precedenti.>> disse malignamente. Serena lo guardò, con espressione piuttosto neutra, e riabbassò la testa, non rispondendo immediatamente.

<< Sì, signore >> Piton sospirò pesantemente. Di solito adorava mettere in punizione gli studenti, ma quella sera sembrava molto difficile farlo.

<< In ogni caso, che diamine stavi facendo fuori dal tuo dormitorio a quell'ora!?>>

Serena non sapeva cosa dirgli, di certo non poteva spifferare il vero motivo.

<< Sto aspettando, signorina Potter >> disse serio.

<< S-sono sonnambula.>> - Argh che scemenza! Non ci cascherà mai- pensò.

<< Certo, e io sono Mago Merlino. Non osare mentirmi!>> le ringhiò contro - Ecco, ti pareva! - pensò lei.

<< Forza, sputa il rospo. Che cosa ci facevi fuori dal dormitorio in piena notte!?>>

<< Ecco..io ero molto irrequieta e non riuscivo a dormire, così sono uscita... per tenermi occupata.>>

<< Occupata come?>>

<< Mi stavo esercitando con qualche incantesimo.>> Piton inarcò un sopracciglio.

<< Ti stavi esercitando....con qualche....incantesimo.>> ripetè piano e annoiato, quasi come per sbeffeggiarla.

<< Sì, signore.>>

<< E non potevi proprio aspettare domani mattina, vero? Dovevi farlo proprio di notte,eh!?>> disse alterandosi ancora di più. Serena, però, non riuscì a trattenersi.

<< Sì, professore, ha ragione! E mi dispiace! Ma comunque non ho fatto male a nessuno!>> sbottò disperata e arrabbiata, finalmente sostenendo il suo sguardo. Ma se ne sarebbe pentita subito dopo, per avergli risposto in quel tono.

<< E TI PARE UNA BUONA SCUSA PER INFRANGERE LE REGOLE OGNI VOLTA CHE TI PARE!!? TANTO NON FAI MALE A NESSUNO, QUINDI TI SENTI GIUSTIFICATA, VERO!?!>> urlò furente Severus contro di lei, diventando sempre più grosso a causa del mantello che sembrava gonfiarsi dalla rabbia che stava salendo e ribollendo dentro di lui. Serena non lo aveva mai visto così. Si sentì talmente piccola e indifesa, tanto da volersi seppellire sotto terra con i vermi. Perchè era così che si sentiva in quel momento, un piccolo, insignificante e patetico vermucolo.

<< N-no, s-signore >> disse riabbassando la testa e, stavolta, le lacrime ebbero il sopravvento. Piton cercò di riacquistare un minimo di controllo e sbuffò rumorosamente, si mise più eretto possibile ed incrociò di nuovo le braccia.

<< Mi hai veramente...molto deluso, signorina. Mi aspettavo più responsabilità e considerazione da parte tua.>> disse severo << Ora vai, per stasera ne ho avuto abbastanza.>> disse secco, voltandole le spalle.

<< Sì, signore. Buona notte, signore >> disse con voce strozzata, inchinandosi umilmente. Serena, senza emettere un singolo suono, camminò piano verso la porta ed uscì, richiudendola altrettanto piano, anche se aveva voglia di sbatterla con tutta la forza che aveva. Ma si rese conto di essere dalla parte del torto, quindi non le sarebbe convenuto fare quella mossa infantile.
Intanto, Piton, prima che Serena uscisse all'ufficio, notò di aver visto il volto della piccola rigato dalle lacrime e non potè fare a meno di pensare di essere stato troppo duro con lei: insomma, con qualsiasi altro studente non glie ne sarebbe mai importato un tubo, ma qui si trattava di Serena, la figlia che aveva appena ritrovato e scoperto di avere. Non poteva trattarla così pesantemente come faceva con qualsiasi altro ragazzino ingrato. Continuò a camminare avanti e indietro per il suo studio, emettendo suoni strani simili a ringhi o grugniti stressati, immerso nei suoi pensieri - Per Salazar...forse..ho esagerato a tirarle addosso quella sfuriata - pensò scettico sul suo comportamento nei confronti di Serena.
- No, ho fatto bene a reagire così. Sono un insegnante e lei stessa mi ha chiesto di trattarla come tutti gli altri marmocchi! - pensò convinto di aver fatto la cosa giusta. Poi, come se fosse attirato da una potentissima forza di gravità, Piton si accasciò pesantemente su di una delle poltrone accanto al caminetto scoppiettante, stanco dall'intensa giornata passata.

<< Sì, ho fatto il mio dovere. Però....>> disse fra sè e sè, dubbioso delle sue azioni - Argh dannazione! - pensò sbattendo forte un pugno contro uno dei braccioli, mentre si mise a massaggairsi esasperato la fronte, come se avesse una forte emicrania.
All'improvviso, il caminetto della suo studio si infiammò di un verde smeraldo acceso. Stava per ricevere un ospite al momento indesiderato.

<< Oh, Severus! Stavo cercando proprio te.>> disse gioviale come al solito Albus Silente, mentre usciva dalle fiamme, tutto sporco di Metropolvere.

<< Senti, visto che stasera siamo entrambi soli, ti andrebbe di passare il tempo giocando a Twister? Dai! Faccio un Incantesimo Parlante a Fanny che ci fa da arbitro!>> disse scherzoso ed entusiasta. Ma Piton non lo stava minimamente ascoltando, era completamente perso nei suoi pensieri.

<< Ehi, qualcosa non va, ragazzo mio?>>

<< Nulla, Albus. Ma non sono in vena di avere compagnia al momento, perciò alza i tacchi!>> disse secco e nervoso. Ma Silente non se la prese e si mise a sedere davanti a lui.

<< Ah, non mentirmi, Severus. Lo si sente persino fino a Londra che c'è qualcosa che ti turba. Sfogati, figliolo, non hai idea di quanto faccia bene.>> disse dolcemente. Piton gli lanciò un'occhiataccia. Grosso errore! Voltandosi verso Silente incorciò i suoi immensi occhi blu scintillanti; quegli occhi non lasciavano scampo a nessuno.

<< Argh! Va bene! Tanto mi romperesti l'anima comunque!>> ringhiò irritato dall' "attacco tenerezza " che solo Silente riusciva a fare.

<< Ho...un piccolo dilemma morale, diciamo.>> disse a fatica.

<< Non sarebbe il primo.>> disse ridacchiando Silente, beccandosi un fulmisguardo da Piton << Ok, pessima scelta di parole, scusami. Di che si tratta?>>

<< Riguarda Serena.>> confessò.

<< Ti sta causando problemi?>>

<< No, no, nessun problema, figuriamoci. Solo che...>> Silente era piuttosto incuriosito <<...non so come prenderla, Albus. Quando devo sgridarla, non so come fare senza essere troppo...ehm...>> Severus era alquanto incerto su cosa dire.

<< Senza essere troppo il burbero e l'irascibile te stesso?>> aggiunse Silente comprensivo, ma avendo colto nel sengo.

<< Già, proprio quello.>> disse Severus in tono leggermente affranto.

<< Mmmmh... >> disse Silente strofinandosi pensieroso la lunga barba bianca.

<< Tu ci sai fare molto meglio coi ragazzini, Albus!>> Severus era troppo orgoglioso per chiedere aiuto a chiunque, persino a Silente, ma con quella frase aveva espresso perfettamente la sua richiesta e Silente lo capì.

<< Se desideri, posso darti qualche consiglio, Severus.>> quest'ultimo a malincuore accettò.

<< Be', inanzitutto, dipende dal grado di gravità del guaio che ha combinato Serena. Che cosa ha fatto tanto da farti arrabbiare?>> chiese tranquillo.

<< Stavo perlustrando i corridoi e l'ho sorpresa fuori dal suo dormitorio che andava a zonzo per la scuola in piena notte.>> disse serio.

<< Oh! E cosa stava facendo?>>

<< Secondo la sua versione, non riusciva a dormire ed è andata fuori ad esrcitarsi con degli incantesimi...Tsk!>> disse beffardo, convinto che Serena non avesse detto del tutto la verità.

<< Mmm capisco. Alquanto strano in effetti: avrebbe potuto esercitarsi comunque nella Sala Comune. Però, probabilmente, non voleva svegliare i propri compagni. Che tipo di incantesimi sta studiando attualmente, che tu sappia Severus?>>

<< Sta studiando il Lumos e l' Alohomora.>>

<< Ah...e no, allora. Questi non sono incantesimi rumorosi.>>

<< Appunto! Non me la sta raccontando giusta. Sta nascondendo qualcosa...>> Albus lo guardò inarcando un sopracciglio <<...o, ancor peggio, sta nascondendo qualcosa coprendo qualcuno.>> disse puntualizzando l'ultima parola, alzatosi dalla poltrona di scatto.

<< Oh, andiamo, Severus! Non trarre subito conclusioni affrettate. Comunque, dimmi, come hai reagito quando l'hai trovata?>>

<< Be', ho fatto solo quello che dovevo fare: l'ho portata nel mio ufficio e le ho fatto una bella ramanzina!>> disse Severus alterandosi e camminando nervosamente per la stanza.

<< Ramanzina, tu dici? Sei sicuro che fosse solo una ramanzina ? Da come mi hai parlato del problema, ho immaginato una discussione un po' più....dinamica.>> disse falsamente dubbioso. In realtà Silente aveva immaginato bene, ma il suo scopo era che fosse lo stesso Piton a confessare.

<< Sì, insomma...l'ho sgridata..piuttosto energicamente.>>

<< Eenergicamente?>> disse facendo il finto tonto.

<< Oh per Salazar! E VA BENE! Le ho letteralmente urlato contro!>> sbottò confessando la sua reazione.

<< Oh, Severus. Capisco che Serena abbia commesso un errore e, anche se non ho avuto il piacere di assistere alla vostra discussione, la tua reazione mi è sembrata un tantino esagerata.>> disse tranquillo.

<< DANNAZIONE, LO SO! Non c'è bisogno che tu me lo dica, me ne rendo conto perfettamente anche da solo!>> ringhiò contro Silente sempre più innervosito, sbattendo un pugno contro l'architrave del caminetto. Poi calò il silenzio, Piton diede le spalle a Silente e si appoggiò sullo stesso architrave, massagiandosi la fronte e tenendo il capo chino. Silente lo guardò con espressione triste e preoccupata.

<< Io credo....di averla spaventata, ma soprattutto... ferita: ero talmente in collera che l'ho persino chiamata per cognome e mi sono fatto dare del Lei. Questa notte per lei ero solo il suo professore, e nulla di più.>> Silente incominciò ad alzarsi e ad avvicinarsi al suo giovane collega e amico.

<< Sto mandando tutto al diavolo, Albus. Non sono in grado di gestire questa cosa.>>

<< Oh, ragazzo mio. Certo che sei in grado di gestirla. Dovrai solo cambiare un tantino il tuo solito modo di fare.>> disse dolcemente poggiandogli una mano sulla spalla.

<< Tu sei bravo in queste cose, Albus. Hai insegnato qui da prima che io e l'Oscuro nascessimo. Nei tuoi 200 anni di esistenza avrai di sicuro una certa esperienza!>> Silente ridacchiò quando Severus sparò a caso sulla sua età. Severus sospirò pesantemente, immerso dall'ansia di rovinare quel minimo di rapporto che si era venuto pian piano a costruire con la sua bambina.

<< Figliolo, stai già andando molto bene con Serena. Sì, ha infranto una delle regole della scuola e tu hai fatto solo il tuo dovere di insegnante, ma suppongo che con lei, non essendo una comune studentessa come tutti gli altri, almeno dal tuo punto di vista, dovrai adottare un atteggiamento disciplinare leggermente differente.>>

<< Sì, me ne sto rendendo conto.>>

<< Dovrai cercare di avere più autocontrollo, discutere tranquillamente dell'errore che ha commesso, ma facendole comunque capire che quello che ha fatto è sbagliato, senza però esplodere in preda alla rabbia. Altrimenti rischierai di andare a distruggere il vostro, ancora giovane, rapporto di fiducia.>> Piton rimase in silenzio a riflettere. Silente aveva perfettamente ragione, ma non lo ammise, almeno non davanti a lui.

<< D'accordo, ci proverò.>>

<< E' meglio che tu faccia un tentativo anche perchè un carattere negativo ti logora nell'anima e nel fisico, facendoti invecchiare prima del tempo. Oh, guarda! Hai già qualche rughetta!>> disse scherzoso, indicando un paio di piccole rughe ai lati degli occhi.

<< Ma vattene !>> disse seccato, schiaffeggiando via la mano di Silente, il quale ridacchiò.

<< Oh be', mi sà che ora devo andare.>> disse tranquillo avvicinandosi al focolare del caminetto.

<< Sì, adesso me ne vado a letto anch'io. Mi sono stancato anche troppo oggi.>> Silente sorrise.

<< Sai, da quello che ho potuto vedere in questi ultimi mesi, quella bambina ti vuole un bene dell'anima, ragazzo mio.>> disse dolcemente. Severus si voltò verso di lui, sgranando gli occhi stupito.

<< E, secondo me, è grazie a quest'ultima che vi siete ritrovati.>>

<< Non comprendo, che intendi dire?>> disse stranamente confuso.

<< Io non sono un tipo troppo religioso, Severus. Ma penso che l'anima di Serena ti abbia...evocato...continuamente. Indipendentemente dal fatto di chi fossi in realtà.>> Severus non riuscì a spiccicare una singola parola.

<< E credo che anche la tua abbia agito alla stesso modo.>> e così dicendo, Silente tornò con la Metropolvere nelle sue stanze, lasciandosi alle spalle il giovane insegnante di Pozioni scioccato e basito dalle ultime parole che l'anziano mago gli aveva rivolto.

 

******


Serena, quella notte, come previsto, non dormì affatto bene. Si rivoltò fra le coperte fino alle 3.30, disturbata in parte da qualche russo che proveniva da Penelope e in parte dalla gran carica di avvenimenti negativi che erano accaduti qualche ora prima.
Era giovedì mattina e per fortuna quel giorno, fra le lezioni da seguire, non c'era Pozioni. Serena non se la sentiva minimamente di affrontare così presto il professor Piton dopo la pesante ramanzina che si era beccata la notte precedente. Il programma per quel giorno prevedeva un'ora di Incantesimi, due ore di Trasfigurazione, altre due di Difesa Contro le Arti Oscure e infine un'ora di Erbologia.
Dopo aver fatto una breve colazione a base di latte e cornflakes, vari studenti del primo anno andarono a seguire la prima lezione della giornata. Il professor Vitious continuò a far allenare gli allievi con l'Incantesimo di Apertura " Alohomora ", passando banco per banco ed esaminando studente dopo studente. Quando arrivò vicino a Serena, il professore rimase alquanto stupito dai pochi miglioramenti che aveva ottenuto: quando la giovane Serpeverde pronunciò l'incantesimo, non ottenne un buon risultato, la serratura infatti si disinnescò solo per metà.

<< Oh, peccato, signorina Potter. Davvero un peccato. Di solito te la cavi molto meglio!>> disse annotandosi su di una pergamena i miglioramenti o i peggioramenti degli studenti nei vari incantesimi che stava loro insegnando.

<< Mi dispiace, professore.>> disse appoggiando la fronte su di una mano.

<< Non hai nulla di cui preoccuparti, cara. Capita qualche volta di avere "una giornata NO". Vedrai che alla prossima lezione andrai meglio!>> disse dandole un piccolo buffetto sul braccio, visto che era l'unico punto massimo di altezza che poteva raggiungere, visto che era un Nano. Il professor Vitious la oltrepassò e si dedicò ad esaminare gli allievi restanti, intanto che Serena cercava inutilmente di rimanere concentrata sull' esecuzione dell'incantesimo.

<< Ehi Ser, che ti prende oggi? Mi sembri molto fusa stamattina!>> le disse Liz sottovoce.

<< Non ho niente, tranquilla. Sono solo...stanca e parecchio distratta.>> disse mettendosi il viso tra le mani.

<< Cavolo, questi esmai ti stanno proprio mandando al manicomio eh?>>

<< Già, gli esami.>> ovviamente non erano gli esami che la preoccupavano così tanto, anzi, con tutto il macello che stava succedendo, Serena non ci stava neanche più pensando. Non si sentiva affatto sicura di poter rivelare a Liz, nè alle altre compagne, ciò che lei, suo fratello e gli altri due amici di Grifondoro stavano progettando di fare, aveva paura che si venisse a creare qualche possibile freintendimento. Non era disposta a correre il rischio di distruggere la loro amicizia o di coinvolgerle inutilmente in una tale situazione. Quindi decise di tenersi la cosa per sè.
La lezione di Incantesimi continuò tranquillamente, la prossima sarebbe stata Trasfigurazione, così tutti gli studenti si avviarono verso l'aula della professoressa McGranitt, la quale li stava aspettando pazientemente con le sembianze di un gatto, accucciata sulla sua scrivania. Dopo che tutti quanti si misero seduti al loro posto, la professoressa gatta fece un balzo verso i primi banchi e si ritrasformò in umana a mezz'aria. Gli studenti rimasero letteralmente sbalorditi, soprattutto Serena, la guardò con espressione ammaliata ed ammirata dalla spledida trasformazione animale che aveva eseguito - Che ficata! - pensò.

<< Buon giorno ragazzi. Oggi, durante la prima ora, ci eserciteremo con l'incantesimo Vestis, il quale, come ben sapete, visto che ve ne ho parlato la volta scorsa, ci permette di trasfigurare un capo di vestiario in un altro che desideriamo ottenere. Nella seconda ora, invece, ripasseremo alcuni argomenti precedenti in preparazione al compito in classe di domani. Forza, al lavoro!>> disse seria, mentre alcuni studenti fecero dei mugulii di disapprovazione.
La prima ora di Trasfigurazione passò piuttosto velocemente: Serena riuscì abbastanza bene a trasfigurare un suo vecchio vestito azzurro grigiastro con piccoli motivi floreali, che appertenne a zia Petunia quando aveva la sua età, in una maglietta arancione a giromanica; la professoressa McGranitt rimase compiaciuta del risultato, sia per l'incantesimo ben riuscito che per il miglioramento disciplinare. Serena riusciva a controllare i suoi sbalzi di umore molto meglio da quando aveva iniziato a conoscere Piton; la cosa, a quanto pare, le giovava molto, emotivamente parlando. Ma in quel momento, da quando Piton si arrabbiò con lei, Serena si sentiva più debole e indifesa che mai ed aveva la sensazione di non riuscire a controllare o a nascondere le proprie emozioni negative. Liz se ne era accorta già da un po' e cercò di capire cosa stesse cruciando l'amica.

<< Serena, tu non me la stai raccontando giusta. C'è qualcosa di molto più grande degli esami che ti preoccupa.>>

<< Senti Liz, non ho un accidente e non ho voglia di parlare dei miei problemi oggi! Per favore.>> disse Serena cercando di mantenere il più possibile la calma. Liz, sbuffando delusa, accontentò l'amica e non aprì più bocca su quell'argomento, quindi cercò di cambiare discorso.

<< Ehi, sai già cosa vorrai fare da grande?>>

<< Che cosa?!>>

<< Ma sì, dai! La professione che vorrai intraprendere una volta finita Hogwarts.>>

<< Bo', non lo so, non ci ho mai pensato. Neanche quando non sapevo ancora di essere una strega non sapevo che lavoro sarei finita a fare!>>

<< Be', i miei vorrebbero che andassi a lavorare al Ministero della Magia, non so in che ambito, ma dicono che sia il lavoro meglio pagato.>>

<< La tua famiglia ha problemi finanziari?>>

<< No, anzi! Essendo una famiglia di Purosangue siamo ricchissimi!>> Serena si stupì e rimase perplessa nel sentire quella parola - Purosangue - pensò. Poi Liz continuò il suo discorso.

<< Sai cosa, non è per i soldi, è che sono preoccupati per la mia indole un po'...ehm...scapestrata.>> disse imbarazzata.

<< Solo un po'?>> disse Serena ironica.

<< Sì, va bene, TANTO scapestrata!>> disse ridacchiando << E quindi vorrebbero che io non mandassi al diavolo la mia vita e che mi sistemassi bene sia sentimentalmente che finanziariamente.>>

<< Tu però cosa vorresti fare?>>

<< Mi ha sempre attirato fare l'Auror!>>

<< Auror?>>

<< Sì, una specie di cacciatore di Maghi e Streghe Oscuri. Ma si dà il caso che di solito quest'ultimi appartengano quasi sempre alla Casa Serpeverde e per i miei genitori è come tradire i propri fratelli, anche se hanno imboccato la strada sbagliata. Razza di scemi!>> disse schifata riferendosi ai suoi genitori e parenti.

<< Laciamo perdere me, parliamo di te piuttosto! Secondo me, con la dote magica che hai, potresti diventare una Guaritrice.>> Serena sgranò gli occhi.

<< Una..Guaritrice?>>

<< Sì! Potresti lavorare all'ospedale San Mungo!>>

<< Non saprei, Liz. A me piacerebbe qualcosa riguardante gli animali o qualcosa che mi permetta di avere un contatto con loro.>> disse alquanto incerta sul suo futuro. Liz si strofinò il mento pensierosa.

<< Allora, potresti fare la Veterinaria per Creature Magiche o anche Insegnante della materia " Cura delle Creature Magiche ". Sarebbe un ruolo perfettamente adatto a te!>> disse allegra, dandole una pacca sulla schiena. Serena sembrava allettata dall'idea di diventare Veterinaria o Insegnante in quel campo, ma era ancora troppo giovane per pensare ad un possibile lavoro, quindi non ci diede troppo peso. Però l'idea era comunque buona e da tenere in considerazione, per poterla tirar fuori al momento più propizio.

<< Inoltre...>> continuò Liz <<...ho notato come hai guardato la prof. mentre si stava ritrasformando da gatta ad umana. Ti potrebbe servire un trucchetto del genere per il tuo futuro lavoro.>>

<< In effetti, potrebbe essere assai utile. Tu mica sai come si chiama l'incantesimo che ha usato per farlo?>>

<< Oh, ma non è un incantesimo, Serena. La professoressa McGranitt è un Animagus.>>

<< Un che?!>>

<< Un Animagus, un mago o una strega che sceglie di trasformarsi in animale tutte le volte che lo desidera.>>

<< Accidenti che forza!>> disse entusiasta, con gli occhi che le brillavano.

<< Già, mamma me lo ha spiegato un paio di anni fa. Però è un percorso tosto quello per imparare a diventare Animagus, Serena. Non sarà una passeggiata.>>

<< Davvero? Quanto tempo ci vuole per diventarlo, che tu sappia?>>

<< Mmm vediamo...da quello che mi ha detto mamma, dai 4 anni in su circa.>>

<< CHE COSA!!?>> sbottò Serena, facendo parecchio fracasso e facendo girare la McGranitt verso il suo banco.

<< Signorina Potter, c'è per caso qualche problema che l'ha sconvolta a tal punto da urlare in quel modo?>> disse severa.

<< Oh, no professoressa. Mi perdoni, stavo solo...ehm....pensando ad alta voce.>>

<< Ah, allora cerca di pensare in silenzio, per cortesia!>>

<< Ok, mi scusi ancora.>> disse timidamente e ritornando a parlare con Liz a bassa voce.

<< Dai 4 anni in su?! Ma è davvero così difficile!?>>

<< A quanto pare. Ma se sei molto determinato e con un allenamento duro e costante, ci se la potrebbe fare anche in 3 anni, ma non ne conosco di maghi attualmente esistenti che ce l'abbiano fatta in così poco tempo.>> Serena, per quasi tutto il resto della lezione, rimase a pensare all'idea di provare a studiare per diventare un Animagus. Di certo le sarebbe davvero stato utile una capacità magica del genere per riuscire al massimo nella sua possibile carriera con le Creature Magiche. Non importa quanto tempo ci avrebbe messo per imparare, ormai aveva deciso - Diventarò un Animagus -
Finita la lezione, Serena non uscì subito dall'aula, decise di parlare un attimo con la professoressa McGranitt, la quale stava finendo di scrivere i voti degli esercizi sul registro.

<< Ehm..professoressa?>>

<< Oh, signorina Potter, hai bisogno?>> disse stupita di vederla ancora in aula.

<< Sì..ecco..volevo dirle che prima, quando si è trasformata da gatta ad umana, è stata..semplicemente fantastica!>>

<< Oh...grazie per il complimento, signorina Potter. Sono lieta che "il trucco" ti sia piaciuto.>> disse sinceramente, e anche piacevolmente sorpresa dall'inaspettato complimento.

<< Ecco, a proposito di questo...>> la McGranitt la guardò con espressione interrogativa <<...volevo chiederle..ehm...ho saputo che lei è un Animagus.>> la McGranitt annuì.

<< Sì, lo sono. E con ciò?>>

<< Io vorrei chiederle, per favore, se potesse...insegnarmi a diventare come lei, un Animagus.>> disse molto umilmente, quasi imbarazzata dalla richiesta fatta: la McGranitt le causava molta soggezione, ecco perchè si sentiva molto insicura e timida a parlare con lei.

<< E come mai mi fai una richiesta del genere?>> disse molto tranquilla, ma incuriosita dalla faccenda.

<< Per il mio futuro lavoro, professoressa. Mi piacerebbe fare qualcosa che riguardasse le Creature Magiche o gli animali in genere, come la Veterinaria o l'Insegnante della materia extra che ci verrà proposta di seguire al terzo anno.>>

<< Ma, signorina Potter, sei ancora troppo giovane! Prima di poter pensare a una carriera hai ancora tanto tempo davanti a te.>>

<< Appunto perchè sono ancora così giovane che vorrei imparare più cose possibili, professoressa! So che per imparare a diventare Animagus ci vuole molto tempo...>>

<< E come fai a saperlo?!>>

<< Be', me l'ha spiegato Elizabeth Parker prima..durante la lezione. Quando mi ha detto l'arco di anni che ci vogliono mi è venuto un colpo, ecco perchè ho sbottato prima in classe.>> disse rossa di imbarazzo e grattandosi la nuca nervosa.

<< Ah, capisco.>> disse ghignando beffarda.

<< E perciò, se aspetto troppo, potrei pentirmene.>>

La McGranitta rimase piuttosto scettica dalla inusuale richiesta.

<< Signorina Potter, apprezzo molto l'interesse da parte tua di diventare Animagus, ma non credo che sia...>> non riuscì neanche a finire che Serena le si avvicinò di scatto e all'improvviso, rimanendole di fronte ma comunque rispettando lo spazio vitale , con la cattedra che le separava.

<< La prego, professoressa McGranitt. Mi è di vitale importanza.>> disse in tono umile, supplichevole, ma sempre dignitoso. La McGranitt non sapeva proprio cosa risponderle: di solito non concedeva a nessuno studente lezioni extra del genere, ma era anche vero che nessuno degli studenti, inclusi quelli della sua stessa Casa di Grifondoro, siano mai stati interessati all'arte della Trasfigurazione e a questo alto livello di magia; ma la McGranitt rimase molto colpita dall'energia e dalla passione che fuoriusciva dalle parole della giovane Serpeverde.

<< Molto bene, Potter. Io di solito sono irremovibile sulle mie decisioni, ma, per la grande determinazione che dimostri nel voler raggiungere un tale e, lasciami dire, estremamente elevato obbiettivo, voglio concederti una chance.>> gli occhi di Serena, a quella frase, si illuminarono di felicità.

<< D-davvero professoressa? Mi insegnerà!?>> chiese entusiasta.

<< Sì, signorina Potter. Ma ad una condizione.>> in quel momento Serena perse un battito. Cosa mai avrebbe voluto avere in cambio la McGranitt da lei?

<< Ti darò lezioni private per diventare Animagus, SOLO se riuscirai ad ottenere una " E " nel compito di domani.>> disse decisa, mentre prendeva in mano il proprio registro. Serena rimase confusa.

<< Ho notato che sei leggermente calata in questo ultimo mese.>> disse scorrendo il dito sulla casella dei voti << Hai preso quasi sempre "A" nelle ultime verifiche. Mi chiedo se ci sia una qualche... distrazione..>> disse puntualizzando l'ultima parola <<...che ti stia prendendo tempo. Forse, oso dire, un ragazzo?>>

<< Cosa?! No, no, no, no, no assolutamente no, professoressa! E' che..sa le mie cose si sono rivelate molto pesanti da sopportare, come prima volta. Ed ero sempre debole e febbricitante, ecco perchè sono un po' peggiorata nello studio.>>

<< Perdonami se ti ho messo così in imbarazzo. Ma immaginavo che le ragazze della tua età iniziassero già un minimo a pensare ai ragazzi.>>

<< No, no, no per carità! Prima viene l'istruzione!>> esclamò decisa e notevolmente imbarazzata.

<< Ben detto, Potter.>> disse richiudendo il registro.

<< Quindi..con solo una "E"...mi insegnerà? Anche una "O" non potrebbe andare bene?>>

<< Quello che ti ho detto, signorina Potter: solo se prenderai una "E".>> disse seria.

<< Va bene, professoressa. Farò del mio meglio.>> disse rassegnata.

<< E' quello che mi aspetto.>>

<< Grazie per avermi concesso questa opportunità, professoressa.>> disse sinceramente grata, issandosi in spalla lo zaino e iniziando ad indietreggiare per uscire dall'aula.

<< Di nulla, signorina Potter. Ti auguro buona fortuna.>> disse stranamente dolce.

- Oddio! Non ce la farò mai a recuperare così tanto di punto in bianco! - pensò disperata Serena mentre usciva dall'aula, per raggiungere quella di Difesa Contro le Arti Oscure.
Arrivò sera e Serena decise di darci sotto con Trasfigurazione, per preparsi al meglio per il compito in classe di domani, ma soprattutto per conquistare il premio in palio che aveva concordato con la professoressa McGranitt. Restò alzata a studiare nella Sala Comune fino alle 2.00 di notte: non rimase a studiare solo Trasfigurazione, sia chiaro. Quando andò a letto, Serena si sentì piuttosto ottimista e speranzosa, ma, per rilassarsi di più, prese il suo serpente di peluche e se lo strinse forte a sè, cullandocisi per conciliare meglio il sonno.
La mattina successiva, dopo aver fatto un bella colazione, Serena prese un abbondante ciotola di cornflakes al cioccolato per avere un po' di energia in più, tutti gli studenti si avviarono alle rispettive lezioni: le prime due ore della mattina c'era proprio Trasfigurazione cona la McGranitt e Serena si sentiva pronta all'azione. Entrò in aula e si mise a sedere al solito posto, ma, per avitare che qualche allievo potesse copiare dal compagno accanto, la professoressa McGranitt, con un incantesimo, divise le file di tavoli in banchi singoli, così da creare una giusta distanza fra ogni allievo.

<< Bene, avete un'ora e mezza. Potete iniziare!>> disse, una volta che la professoressa, con un colpo di bacchetta, aveva finito di distribuire i fogli della verifica.

- Ok, ce la posso fare. Ne ho già affrontate altre di verifiche e ne sono uscita sempre bene, no? Be'...questa non sarà diversa! -pensò fra sè e sè dandosi coraggio.
Serena si ritrovò a dover rispondere a circa una ventina di domande, alcune erano molto simili fra loro che chiedevano le caratteristiche dei diversi incantesimi studiati e i vari movimenti di polso e bacchetta per ogni singolo incantesimo. Serena, come sperava, sembrò andare liscia come l'olio, non trovò troppe difficoltà, giusto un po' per ricordarsi perfettamente tutti i movimenti di polso. L'ora e mezza passò a velocità supersonica.

<< Tempo scaduto, fanciulli! Giù le penne!>> disse ad alta voce la McGranitt, la quale con un fulmineo colpo di bacchetta ritirò tutti i fogli, mentre quasi tutti gli allievi si abbandonarono sugli schianali delle sedie, sfiniti dal compito; evidentemente molti di loro pensavano di essere andati male, perchè in quel momento l'aula fu riempita da gemiti e mugugnii affranti e disperati.

<< Uff ! Che fatica!>> disse Liz che era tornata affianco a Serena, dopo che la McGranitt aveva ricongiunto i banchi, facendoli tornare dei tavoli.

<< Come sei andata?>> le chiese Serena.

<< Argh.. un disastro!>> disse spalmandosi una mano sulla faccia.

<< Tu invece?>>

<< Credo bene. Non posso dirlo con certezza.>> rispose vaga - Spero solo di aver preso quel maledetto 'Eccezionale' - pensò. La lezione finì con un breve ripasso sui vari argomenti discussi la volta scorsa, incluso l'incantesimo Vestis e uno nuovo su cui si sarebbero esercitati prossimamente, ovvero l'incantesimo Avifors, che permette di trasformare un oggetto in un uccello.
Dopo Trasfigurazione, gli studenti si avviarono verso le serre della professoressa Sprite per seguire un'ora di Erbologia e, una volta finita anche questa, si sarebbero diretti verso la torre più alta della scuola per l'ora di Astronomia.
Arrivò finalmente l'ora di pranzo e, prima che Serena entrasse in Sale Grande, Harry la afferrò per un braccio all'improvviso quando era di spalle e la trascinò in un angolino del corridoio più appartato.

<< Ehi Harry ma sei matto?! Mi hai quasi staccato il braccio!>> sbottò massaggiandoselo.

<< Scusa, ma stammi a sentire, ci sono novità scottanti!>> disse sussurrando.

<< Che cosa? Ah a proposito! Ce l'avete fatta a rientrare in Sala Comune senza essere..>>

<< No, purtroppo. Malfoy è andato ad avvertire la McGranitt e ci ha sgamati.>> disse interrompendola.

<< Quel maledetto!>>

<< Sì, ok, ma non è questo il punto! Comunque anche lui ha passato la punizione con noi, non l'ha passata liscia come credeva..ihihih>> disse ridacchiando malignamente, seguito da Serena.

<< Comunque, la McGranitt ci ha mandato a scontare la punizione nella Foresta Proibita con Hagrid>>

<< Nella Foresta Proibita?! Ma è impazzita??!!>>

<< Sì, lasciamo perdere. In pratica dovevamo ritrovare il corpo di un Unicorno che era stato ucciso quella sera.>> Serena fece una smorfia di disgusto << Hagrid ci ha diviso in gruppi, io sfortunatamente sono finito con Malfoy, e dopo un po' lo abbiamo trovato e lì c'era qualcosa! Anzi qualcuno!>>

<< Chi? Chi!?>>

<< Voldemort >>

<< VOLDEMORT!?!>> esclamò ad alta voce Serena, ritrovandsi poco dopo le mani di Harry a tapparle la bocca.

<< Ssshhhh sta zitta!>>

<< E come era fatto?>> disse abbassando di più la voce.

<< Non so che aspetta abbia in verità, ma ieri notte sembrava fosse la Morte in persona: indossava un ampio mantello nero col cappuccio, stava succhiando il sangue dell'Unicorno e poi mi è volato incontro, sembrava un razza gigante!>>

<< Oh santa miseria...come diamine ne sieti usciti?!>> disse sinceramente sconvolta.

<< Be'... Malfoy, da grande supereroe, se l'è data a gambe all'istante, io dallo spavento sono inciampato, stava per raggiungermi, ma sono stato salvato da un centauro di nome Fiorenzo.>>

<< Un centauro!? Esistono anche loro?!? Quanto avrei voluto vederlo!Aaaarrgghh che bello!>> esclamò entusiasta.

<< Tu pensi al centauro invece che al tuo povero fratellino che stava per lasciarci le penne?! Grazie eh!>> sbottò indignato.

<< Ah già, scusa. E poi cosa è successo?>>

<< Fiorenzo mi ha spiegato la gravità nell'uccidere un Unicorno: in poche parole, il suo sangue può mantenerti in vita anche se sei a un passo dal morire, ma, visto che hai ucciso un essere purissimo, sarai condannato a vivere una vita dannata! E chi secondo te sceglierebbe un prezzo del genere da pagare anche solo per rimanere in vita ancora per un po' di tempo?!>>

<< Voldemort!>> esclamò Serena, Harry annuì << Aspetta un momento... lui è mezzo morto, la Pietra Filosofale produce l'Elisir di Lunga Vita...oh porca vacca!>> disse lei sgranando gli occhi.

<< Esatto!>>

<< Che cosa facciamo?!>>

<< Questo è un bel problema, tra poco tempo avremo gli esami da affrontare e in più non sappiamo come eludere la sorveglianza del Cane a 3 teste.>> disse affranto.

<< Ci dobbiamo riflettere bene, Harry. Prima di commettere qualche sciocchezza.>> disse Serena pensierosa.

<< Ah senti! Tu almeno ce l'hai fatta a tornare nella tua Sala Comune ieri notte?!>> chiese all'improvviso Harry.

<< No, Piton ha sgamato anche me. E domani dovrò passare tutta la giornata a scontare la punizione che mi ha dato.>> disse alzando le spalle, come se nulla fosse, ma ovviamente finse.

<< Oh accidenti..mi dispiace tanto.>> disse posandole una mano sulla spalla << Quel bastardo!>>

<< Ehi! Bada a come parli!>>

<< Come puoi difenderlo ancora?!>>

<< Harry, siamo noi che abbiamo infranto le regole, non lui. Ha fatto solo il suo dovere, anche per quanto duro possa essere stato, dobbiamo adeguarci!>>

<< Mmm hai regione, però...>>

<< Sssh ssh basta così.>> disse tappandogli la bocca con un dito << Andiamo a mangiare, ho un fame bestia!>>

<< Sì, anch'io.>>

<< Ah senti!>> disse Serena fermando Harry un secondo prima di andare a pranzo

<< Harry, non è che mi potresti...ecco...seguire con Volo sulla Scopa, da ora in poi? Da sola non ce la sto facendo.>> disse tremendamente imbarazzata.

<< Ma certo che ti seguirò! Che fratello sarei se non ti aiutassi?!>> Serena gli regalò un grande sorriso << Quando vuoi iniziare?>> le chiese.

<< Se sei libero, possiamo fare questa domenica mattina o pomeriggio, come vuoi tu, per me vanno bene entrambi.>>

<< Domenica va benissimo, facciamo la mattina però: di pomeriggio ho l'allenamento di Quidditch.>>

<< Ok allora, grazie mille!>>

<< Ma ti pare?!>>

Così, dopo una bella chiacchierata fraterna, i due giovani Potter si avviarono tranquillamente verso la Sala Grande. Dopo uno splendido pranzo a base di maccheroni al formaggio e di lasagne come primo e di arrosto con le patate al forno e fettine di pollo alla griglia con spinaci come secondo e contonro, gli studenti andarono a seguire le ultime lezioni della giornata. Sfortunatamente per Harry, e in questo caso anche per Serena, l'ultima lezione della giornata era la doppia ora di Pozioni con il professor Piton.
I fratelli Potter, prima di varcare la soglia dell'aula, si fecero coraggio a vicenda dandosi delle dolci pacche sulla schiena; a Liz, che li guardava da lontano, sembrò strano che Serena avesse poca voglia di seguire la lezione, dopotutto Pozioni era una delle sue materie preferite. Harry e Serena andarono a sedersi ai rispettivi posti con i propri compagni Grifondoro e Serpeverde. In quel momento, il professor Piton entrò in classe con la sua solita rude eleganza. Dopo aver fatto l'appello, iniziò a camminare fra i tavoli degli allievi e spiegò la pozione che avrebbero dovuto distillare in quelle ore.

<< In questa lezione dovrete distillare la Pozione Scodarella. Dal nome immaginerete che effetti fa. Credo che il signor Paciok qui presente non ne avrà mai bisogno...>> disse lanciando un'occhiataccia al povero Neville che se ne stava rintanato fra le sue spalle vicino ad Hermione <<...visto che si dimentica sempre l'ordine in cui deve mettere gli ingredienti dentro al calderone!>> disse ghignando maligno, voltandosi verso i suoi Serpeverde che ridacchiavano rumorosamente alla "battuta" del loro Capo Casa; Malfoy aveva una risata piuttosto acuta, quasi come il verso di una papera strozzata, per poco non cadeva dallo sgabello per quanto si stava sganasciando. Draco, tra l'altro, rideva per due: Serena era l'unica dei suoi compagni che non stava ridendo, Liz cercava inutilmente di trascinarla nella mischia, dandole dei colpetti nel costato, ma nulla. Serena era totalmente assente quel giorno, se non per prendere appunti e concentrasi sulla preparazione della pozione.

<< Spero per voi che abbiate raccolto le bacche di vischio e le radici di valeriana, mentre l'acqua del fiume Lete potrete procurarvela qui dalla dispensa. Al lavoro! >> disse secco Piton. Così gli studenti incominciarono.
Dopo aver tagliato, tritato e misurato gli ingredienti, i ragazzi tentarono di creare una decente mistura, ricordandosi la giusta combinazione e sequenza di ingredienti da mettere dentro al calderone: in alcuni calderoni la mistura divenne blu scuro invece di un arancio chiaro come era previsto che fosse, altri calderoni esplosero, mentre in altri, grazie al cielo, la pozione era venuta bene.
Avendo visto che quasi tutti gli studenti avevano completato la pozione, Piton iniziò a passare per i banchi a vedere e valutare i risultati. Passò prima per i tavoli dove erano seduti alcuni Serpeverde, ovviamente disse che le loro misture, inclusa quella leggermente sgrausa di Malfoy, andavano molto bene, ma quella a prevalere fra tutte era quella di Serena e, perciò, il professor Piton assegnò a tutti i suoi studenti 5 punti, mentre a Serena ne diede 10, ma quest' ultima non reagì affatto al trionfo ottenuto, anzi, per lei in quel momento era totalmente indifferente; fece giusto un pigro cenno col capo per ringraziare il suo insegnante, ma nulla di più, neanche un'espressione felice. E Piton lo notò all'istante, ma non fece per niente trapelare alcun segnale di preoccupazione, almeno non davanti alla classe. Dopo aver verificato le misture dei ragazzi di Tassorosso e Corvonero, dove alcune delle quali erano buone mentre altre non erano accettabili, il professor Piton passò infine al tavolo dei Grifondoro, dove fece strage. Soltanto Hermione passò il test. Camminò oltre e valutò la mistura di Neville, il quale prese come al solito un brutto voto e fece perdere 5 punti alla sua Casa perchè, anche se apparentemente la mistura era accettabile, era chiaro che il ragazzo si era fatto aiutare dalla sua compagna di banco Hermione e ciò non era affatto tollerato; ogni studente doveva cavarsela da solo, volente o nolente! Arrivò il turno di Ron e, come volevasi dimostrare, Piton, vedendo il colore grigiastro della pozione, gli diede un voto anche più brutto di quello di Neville e gli tolse altri 5 punti, con la conseguente faccia depressa e rammaricata di Ron. Poi il professor Piton si mise davanti ad Harry e gli bastò un'occhiata veloce per capire che la pozione era arrivata solo a metà distillazione, ma non era neanche del tutto errata.

<< Noto che un'ora non è tempo sufficiente per te, Potter >> disse mellifuo lanciandogli un'occhiataccia, ricambiata da quella di Harry.

<< Direi che è inutile che continui a questo punto >> disse facendo muovere la bacchetta e facendo di conseguenza sparire la mistura dentro il suo calderone, sotto sguardo indignato di Harry; non aveva voglia di prendere un altro "Non classificato" o qualsiasi altro brutto voto. Piton fece per andarsene, voltando le spalle al tavolo dei Grifondoro, quando si fermò un attimo a guardare per un millisecondo il viso di Serena. All'improvviso si girò di nuovo e si riavvicinò a Harry.

<< Anzi, ci ho ripensato, Potter. Ti concederò una seconda possibilità...>> disse lasciando di stucco tutti quanti, inclusa Serena, la quale si lasciò sfuggire un piccolissimo sorriso; anche se lei e Severus avevano litigato di brutto, lui stava comunque tentando di adempiere alla sua richiesta e questo le fece molto piacere <<...adesso, mentre spiegherò una pozione nuova ai tuoi compagni, tu dovrai rifare da capo la pozione Scordarella e vediamo se stavolta un'altra ora ti basterà per distillare un mistura perlomeno completa!>> disse in tono sgarbato.

<< S-sì, va bene, signore.>> disse piuttosto scioccato dall' inusuale cambiamento di idea di Piton.

<< Sarà meglio per te!>> gli ringhiò contro e andò davanti alla lavagna a scrivere i componenti principali, con le varie indicazioni, della nuova pozione da studiare e in seguito da distillare. Perciò Harry ricominciò con malavoglia a distillare da capo la pozione, infastidito dalla voce di Piton e dalle punte delle penne dei compagni che sfregavano contro i fogli, prendendo appunti. Passata l'ultima ora, Harry riuscì finalmente a completare la pozione, anche se invece di una mistura arancione ne ottenne una quasi rossa; ovviamente il risultato era scadente, ma almeno l'aveva completata in tempo. Harry mise la fiala di pozione sulla cattedra di Piton ed uscì dall'aula insieme ai suoi compagni e si affiancò immediatamente ad Hermione.

<< Ehi Hermione! Mi passerai gli appunti di oggi, vero?!>> Hermione alzò gli occhi al cielo.

<< Uff..e va bene. Ma solo questa volta! Le prossime volte dovrai rispettare i tempi di preparazione!>>

<< Accidenti, io ci provo, ma non ce la faccio sempre!>>

<< Be' sarà meglio che impari a velocizzarti!>> disse secca e altezzosa, in fondo era l'unica dei Grifondoro a cui Piton dava sempre un buon voto. Serena era proprio dietro di loro, stanca della pesante giornata di scuola, non vedeva l'ora di andare a letto e prepararsi mentalmente e fisicamente alla punizione con Piton che avrebbe dovuto scontare il giorno dopo. Harry notò il pessimo umore di sua sorella, sapeva benissimo cosa la stesse tormentando, perciò le andò vicino e le avvolse dolcemente le spalle con un braccio, stringendola forte a sè per cercare di rincuorarla. Serena gli sorrise, commossa.

 

******


Era sabato mattina e Serena era stata convocata nell'ufficio di Piton alle 9.00 in punto per dare inizio alla punizione. La giovane Serpeverde si svegliò presto e si vestì piuttosto freneticamente, facendo svegliare le compagne.

<< Per Merlino Serena! Sono le 7.55, che diavolo ci fai in piedi così presto?>> disse Liz strofinandosi gli occhi innervosita per essere stata svegliata.

<< Ho una punizione con Piton per tutto il giorno e non voglio ulteriormente peggiorare la situazione arrivando in ritardo.>> disse secca.

<< Come un punizione? Dici sul serio? Perchè non me l'hai detto?!>>

<< Me ne sono dimenticata, avevo altre cose per la testa.>> disse avvolgendosi la sciarpa attorno al collo.

<< Ah, ecco perchè ieri mi sembravi un po' persa.>>

<< Già >>

<< Che hai combinato di così grave?>>

<< Ieri sono uscita di nascosto e sono andata a farmi un giro nel giardino di notte >>

<< E che diamine ci sei andata a fare?! Sai che è contro le regole!>> intervenne all'improvviso Mary, più irritata di Liz.

<< Ero agitata e avevo bisogno di sfogarmi! Di certo non potevo sfogarmi quì dentro con voi che dormivate, no?!>> disse Serena iniziando ad alterarsi. Le ragazze rimasero piuttosto perplesse, tranne Penelope che stava ancora dormendo beata, lasciandosi sfuggire anche qualche russo.

<< Quella non si sveglierebbe nemmeno con le cannonate.>> disse Marry ridacchiando mentre guardava Penelope.

<< Vabbe', ora devo andare. Ci vediamo a pranzo!>> disse uscendo dal dormitorio con in spalla lo zaino.

<< In bocca al lupo!>> esclamò Liz.

<< Crepi!>> rispose di conseguenza Serena, scendendo le scale. Uscita dal Sotterraneo, Serena entrò nella Sala Grande e fece una colazione veloce; era praticamente l'unica studentessa a mangiare così presto nell'enorme stanza. La cosa in effetti era un po' inquietante visto che era abituata a vedere i tavoli totalmente accupati dagli altri ragazzi. Finito di mangiare un po' di pane tostato con sopra della marmellata di albicocca, Serena riscese nuovamente giù nei Sotterranei e imboccò il corridoio che portava all'ufficio del professor Piton. Si fermò davanti alla porta e bussò.

<< Avanti >> Serena aprì la porta ed entrò molto timidamente, tenendo basso lo sguardo; non aveva ancora il coraggio di guardarlo negli occhi. Piton era già lì in piedi ed aveva fatto subito apparire il banco pronto per Serena.

<< Sei in anticipo >> disse serio.

<< Se vuole me ne vado e torno dopo.>> rispose lei umilmente.

<< No, non importa. Ormai sei qui. E' inutile perdere tempo in queste sciocchezze.>> disse secco, tornando a sedersi alla scrivania, pronto a correggere l'ennesimo pacco di compiti.
Piton le fece segno di venirsi a sedere al banco e Serena obbedì. Tirò fuori il foglio di pergamena e la penna.

<< Fino all'ora di pranzo scriverai, per quante volte riuscirai a scrivere fino a quell'ora, questa frase " Non devo più uscire di notte fuori dal castello dopo il coprifuoco ". Ci siamo capiti?>>

<< Sì, signore.>> disse lei tenendo sempre basso lo sguardo e pronta la penna sul foglio.

<< Bene, puoi iniziare.>>

Per le successive 3 ore e mezza, Serena scrisse ininterrottamente la frase richiesta, senza mai alzare lo sguardo nè spiccicare parola; l'unico rumore che si sentiva in quell'ufficio era lo sfregare delle penne di Piton e di Serena, ognuno dei quali svolgeva il proprio lavoro.
Arrivate le 12.30, il professor Piton fece fermare Serena, controllò il numero di frasi che era riuscita a scrivere in quell'arco di tempo e, dopo aver constatato che 1000 era un totale abbastanza accettabile, la lasciò libera di andare a pranzare e le disse di ritornare alle 14.30 per la seconda parte della punizione: la pulizia di tutta l'aula di Pozioni.
Serena uscì dall'ufficio e si avviò tranquillamente verso la Sala Grande per raggiungere le sue amiche a pranzo, ma sfortunatamente, come se la situazione non fosse già abbastanza spiacevole, incrociò la strada con Malfoy.

<< Ma guarda chi c'è! Svienirena ! Sei pronta per fare le pulizie come un elfo domestico?!>> disse beffardo, ma Serena non rispose e tirò avanti, ignorandolo. La cosa diede piuttosto fastidio a Malfoy, visto che era un ragazzino che era abituato ad avere tutta l'attenzione su di sè.

<< Ehi! Come osi voltarmi le spalle! Non ti permetto di ignorarmi così come se fossi una persona qualunque!>> disse rabbioso, diventando rosso in volto dall'indifferenza dimostratagli dalla compagna di Casa. Ma Serena continuò a camminare, aumentando la velocità, ma sentì i passi di Malfoy avvcinarsi sempre di più. Evidentemente cercava rogna quel giorno.

<< Sì, va bene! Vai pure a raggiungere quell'idiota sfregiato di tuo fratello! LURIDA SGUATTERA MEZZOSANGUE !!!>> a quel punto Serena si inchiodò di colpo, facendo per un momento sussultare Draco. Si voltò verso di lui, con espressione vuota e fredda, quasi tranquilla. Draco sembrava confuso. Avvanzò piano verso di lui, ma a passo deciso, facendo indietreggiare il ragazzo. Gli si avvicinò abbastanza, tanto che il suo naso era distante solo qualche centimetro da quello di Malfoy. Quest'ultimo inziò ad innervosirsi, non sapeva che fare.

<< C-che cosa vuoi fare?!>> disse tutto d'un fiato.

<< Sai, Draco, al momento ho altre cose per la testa e, anche se non conosco il significato di "quella parola" che hai detto, ho capito comunque che era un insulto piuttosto pesante, ma lo ignorerò...per questa volta.>> disse tranquillamente, quasi in maniera inquietante. Draco sembrò più confuso che mai.

<< Non hai capito? Ti sto dando l'opportunità di scappare dalla mia ira. Di tagliare la corda come un coniglio vigliacco. Proprio come hai fatto ieri notte nella Foresta Proibita!>> Draco si irrigidì e divenne paonazzo << Sì, conosco il livello del tuo... indomito coraggio ! Oh, sarebbe davvero un peccato se si venisse a sapere in giro, non è vero?!>> gli disse sorridendo, mentre Draco ribolliva di rabbia; sembrava quasi che gli stesse per uscire del fumo dalle orecchie. Sentendosi minacciato, visto che se quella notizia si fosse diffusa a macchia d'olio, causando la tremenda umiliazione che sarebbe toccata subire alla sua famiglia, Malfoy girò i tacchi e iniziò a camminare nervosamente, tenendo i pungi serrati.

<< SEI SOLO UNA STUPIDA MOCCIOSA! TI ODIO, POTTER! >> urlò Draco senza alcun riguardo lungo il corridoio che portava alla Sala Comune.

<< Lieta di essere sempre nei tuoi pensieri, Malfoy!>> gli rispose Serena elegantemente sarcastica, soddisfatta del suo nuovo self control. Dopo aver tirato fuori un sospiro enorme, per scrollarsi di dosso la tensione di quel momento, Serena si avviò tranquillamente a pranzare. Le amiche le chiesero come era andata la prima parte di punizione, Serena rispose loro vagamente, ma che aveva svolto il suo compito in totale e pieno silenzio; non aveva molta voglia di parlarne e le ragazze lo capirono, perciò non le chiesero più niente.
Le 14.30 arrivarono fin troppo presto e la giovane Serpeverde, a suo malincuore, dovette tornare all'ufficio di Piton. Prima che potesse bussare, la porta si aprì e Piton apparve sulla soglia, chiudendosela alle spalle.

<< Forza, vieni.>> disse serio ed entrambi si avviarono verso l'aula di Pozioni. Entrati, Serena andò a sedersi al suo solito posto ed attese gli ordini: attorno a lei c'erano una ventina di calderoni tutti sporchi e incrostati da precedenti misture, tavoli e mensole sporche ed impolverate. Le si prospettava un bel po' di lavoro, e la sua mano destra non si era ancora ripresa dalle mille frasi scritte.

<< Credo tu abbia capito cosa dovrai fare adesso. Ti basti sapere che in quest'aula, alla fine della giornata, mi ci voglio specchiare. Chiaro?>> disse mellifuo Severus.

<< Sì, signore >> disse umilmente, tenendo sempre lo sguardo basso.

<< Bene. Inizia pure dai calderoni, poi passa ai tavoli e al pavimento.>>

La piccola si tirò su le maniche e si tolse il mantello ed iniziò a scrostare il primo calderone che le capitò a tiro. Per Serena, come anche per Harry, quella punizione rappresentava i lavori quotidiani che era solita costretta a fare in casa dei Dursley, perciò era piuttuosto abile ad interpretare il ruolo di Cenerentola.
Passò circa un'ora e mezza e la gioane Serpeverde, sempre in silenzio, riuscì a scrostare e lucidare a pieno 10 calderoni. Piton, che ogni tanto la osservava, rimase alquanto impressionato da quanto era stata svelta, ma soprattutto efficiente: con 12 anni di esperienza alle spalle, Serena aveva anche acquisito una certa velocità di esecuzione, visto che zia Petunia minacciava sempre i due fratelli dicendo che non avrebbero mangiato se non avessero finito di pulire tutto entro un certo orario. Ad un certo punto, da una delle piccole arcate che facevano da finestre per garantire una maggior illuminazione, planò sul tavolo del professor Piton un barbagianni reale, di un bellissimo piumaggio bianco e dorato. Aveva un messagio legato alla zampa. Piton lo slegò e lo lesse. Serena non era minimamente incuriosita e continuò col suo lavoro forzato. Poi, Piton parlò.

<< Signorina Potter, la professoressa McGranitt desidera vederti. Devi andare nell'aula di Trasfigurazione adesso.>> disse seccato per l'interruzione. Serena parve confusa e sorpresa.

<< Oh..ah...va bene.>>

<< Cerca di darti una mossa!>> incalzò ad alta voce, facendole capire che non avrebbe tollerato un eventuale ritardo. Quindi Serena si mise a correre.

Dopo aver salito le scale e aver raggiunto l'aula di Trasfigurazione, bussò alla porta ed entrò.

<< Buon pomeriggio, professoressa. Il professor Piton mi ha detto che volva vedermi.>> disse entrando timidamente.

<< Ah sì, avvicinati Potter!>> disse alzandosi dalla scrivania con un foglio di pergamena in mano, che sembrava tanto essere il suo compito in classe dell'altro giorno.

<< Dunque, ho corretto la maggior parte dei compiti, incluso il tuo, e volevo riferirti il risultato che sei riuscita ad ottenere.>> disse seria, perciò Serena intuì che probabilmente non aveva raggiunto l'obbiettivo.

<< E' andato male, vero?>> disse triste. La McGranitt inarcò un sopracciglio.

<< No, non direi che è andato male, anzi! >> Serena sgranò gli occhi piacevolmente sorpresa << Sei riuscita ad ottenere pienamente una "O+" >> Serena, anche se era contenta del voto, rimase comunque un tantino delusa, perchè non avendo preso la "E" richiesta non sarebbe mai riuscita a diventare Animagus senza il prezioso aiuto della professoressa McGranitt. Ma quest'ultima continuò << Tuttavia, visto che ti mancava praticamente solo l'1% per arrivare alla così ambita "E", ho deciso comunque di mantenere fede alla mia parola e di darti lezioni private per diventare un Animagus come me.>> disse sorridendo lievemente. Serena non poteva credere alle sue orecchie.

<< D-davvero!? Non mi sta prendendo in giro, mi insegnerà sul serio anche se non ho preso una "E"?!!>> disse eccitata e tremolante dall'emozione.

<< Certo che lo farò, io non illudo mai i miei studenti inutilmente! Dovresti avere un po' più di fiducia in te stessa, signorina Potter.>>

<< Oh, sì!! Ehm..volevo dire..grazie mille professoressa! Sfrutterò quest'occasione al massimo delle mie forze!>>

<< E' ciò che mi aspetto che tu faccia, visto che ti concederò qualche pomeriggio delle mie giornate libere.>> disse mettendo in ordine alcune carte << Mmm...mi sa che adesso devi tornare dal professor Piton, altrimenti ti darà un'altra punizione se ritardi.>> disse voltandosi verso l'orologio appeso su uno dei muri dell'aula.

<< Ah già! Ora vado. Grazie mille ancora, professoressa!>> disse correndo verso la porta, la McGranitt le rispose con un pigro cenno del capo.

Tornata nei Sotterranei alla velocità della luce, Serena entrò con foga nell'aula di Pozioni, facendo sbattere la porta.

<< CE L'HO FATTA!!!>> esclamò trionfante. Piton, preso di sopresa dall'inaspettata ed energica entrata della piccola Serpe, sussultò.

<< Sì, signorina Potter, ce l'hai fatta....a sfondare la porta!>> disse beffardo.

<< Oh..ah...mi dispiace, signore, ma mi ha detto di fare in fretta, quindi...eccomi qui.>> disse umilmente, ma sorridendo lievemente. Piton aggrottò le sopracciglia e fece un profondo sospiro.

<< Sta zitta e rimettiti a lavorare.>> Serena annuì e si rimise a scrostare gli ultimi calderoni rimasti. Una volta finito coi calderoni, passò alle mensole degli scaffali che contenevano le ampolle degli ingredienti. Mentre spolverava gli angoli, Serena notò che c'erano un paio di ragni che correvano su è giù per non rimanerci secchi. Vedendoli, e anche a causa della bella notizia ricevuta, Serena ogni tanto si lasciò sfuggire un canticchino allegro sulle pulizie

<< Forza amici miei tutti qui per sentire quel che vi dirò! Posso insegnarvi ciò che so! E spiegarvi l'arte del pulire bene...meglio lavorare insieme canticchiando un po'! >> Piton sentendola attreverso l'aula si massaggiò le tempie innnervosito.

<< Potter! >> le urlò e Serena si inchiodò all'istante << Che cosa ti ho detto riguardo al cantare durante una punizione!?>> disse arrabbiato.

<< Mi scusi, signore, mi viene naturale.>>

<< Be' cerca di controllarti e di svolgere il tuo compito in silenzio!>>

<< Sì, signore. Non capiterà più.>> disse nuovamente triste - Uffa però! Certe volte è proprio simpatico come una spina nelle chiappe!- pensò lanciandogli un'occhiataccia.
Passate altre due ore assolutamente noiose e silenziose, finalmente la punizione terminò e Serena fu liberata.

<< Bene, signorina Potter. Hai scontato in modo soddisfaciente la tua punizione. Puoi andare, sei congedata.>> disse passando a setacciare con le dita i tavoli, gli scaffali e i calderoni.

<< Arrivederci, professore.>> disse inchinandosi rispettosamente ed uscì dall'aula, avviandosi verso la sua Sala Comune per riposare un po' prima di cena. Entrata in dormitorio, Serena fu accolta da una festosa piccola Bast, che le saltò in braccio e iniziò a darle delle dolci testate, facendo le fusa all'impazzata.

<< Ciao piccola mia! Sì, sono felice di vederti anch'io!>> disse ricambiando le testate. Dopo averla messa giù, Serena si gettò sul letto, totalmente stravolta. In quel momento entrò Penelope.

<< Hola Ser! Como è andata?>>

<< Ne parliamo dopo Penny. Adesso voglio dormire qualche minuto.>>

<< No che non puoi! Es ora de cena, forza andalè!>> disse trascinandola giù dal letto a forza

<< Nooo! Lasciami dormiiiireee!>> si lamentò come un bambina piccola, ma Penelope non l'ascoltò e l'accompagnò con le altre su in Sala Grande. Dopo cena, e dopo aver raccontato tutto quanto alle sue amiche di come era andata la giornata di punizione, Serena potè finalmente infilarsi sotto le coperte e sprofondare in uno splendido sonno rigeneratore.

 

******

 

Arrivò la tanta attesissima Domenica e Serena aveva appuntamento con Harry per qualche lezione extra di Volo sulla Scopa. Arrivati in Sala Grande a fare colazione, i due fratelli Potter si incontrarono.

<< Buongiorno sorellina! Pronta per volare oggi!?>> disse bello energico.

<< Come no. Se non fossi costretta non lo farei, ma purtroppo...>>

<< Ma purtroppo sì! E quindi ti farò galoppare un bel po' per farti riuscire a stare almeno in sella!>>

<< Ne parli come se fosse un cavallo. Di sicuro un cavallo sarebbe molto meglio.>> disse facendo ridacchiare Harry.

<< Coraggio, oggi ti rifarò fare le cose basi, volando piano e poi, quando avrai raggiunto una certa sicurezza, passeremo alle cose toste!>>

<< Evviva.>> disse depressa, mentre Harry le dava qualche pacca sulla schiena per incoraggiarla.

<< Dai dai, non fare tante storie! Col tempo e con la pratica ci riuscirai.>>

<< Speriamo. Non ho voglia di beccarmi un brutto voto per una cosa così stupida!>> entrambi si misero a ridere e si avviarono verso i proprio tavoli.

<< Ci vediamo tra poco al campetto di volo!>>

<< Ok, a dopo!>>

Dopo una bella colazione a base corn flakes al cioccolato per Harry e pane tostato con marmellata di ciliegia per Serena, i due fratelli Potter furono i primi dei propri tavoli ad uscire dalla Sala Grande, seguiti dagli sguardi incuriositi di Severus Piton e dal suo vicino di tavolo Albus Silente. Il professor Piton ovviamente rimase piuttosto scettico quando li vide uscire così in fretta in un momento di relax come la colazione. Silente lo notò.

<< Allora, Severus, come è andata la punizione ieri?>>

<< Mpf...è andata, ha scritto e pulito, non è successo nient'altro.>> rispose vago Severus, ovviamente non aveva voglia di parlarne, come del resto non aveva mai voglia di parlare di niente.

<< Dove pensi che stiano andando?>> chiese tranquillamente.

<< Chi?>>

<< Harry e Serena naturalmente. Ho visto come li hai seguiti con lo sguardo prima.>>

<< Chi lo sà, forse saranno andati a progettare un'altro giretto notturno. Sono venuto a sapere che anche Potter insieme ai suoi 2 amichetti sono andati a farsi un giro fuori orario l'altra notte.>>

<< Anche il giovane Malfoy a quanto ho sentito.>>

<< Sì, ma lui non mi preoccupa più di tanto.>> rispose indifferente Severus.

<< No, vedrai che non staranno progettando alcun che. Harry sarà andato a darle qualche lezioncina di Volo.>>

<< Come fai ad esserne certo?>>

<< Be'..se non le sapessi queste cose, non sarei io, non credi?!>> disse scherzoso. Piton gli rispose facendo un grugnito di sdegno, finendo di bere un bicchiere di succo di zucca.
Erano quasi le 10.00 e i due fratelli erano già usciti dal castello per raggiungere il campetto di volo appena fuori nel parco svoltando destra. Per terra c'era già pronta una scopa per essere adoperata; Madama Bumb l'aveva prestata ad Harry su esplicita richiesta. Entrambi si misero dietro la linea bianca di partenza e si posizionarono alla sinistra delle loro scope.

<< Allora, Serena, per cominciare facciamo come sempre: ordiniamo al manico di venire su, ok?>>

<< Ok >>

<< Dai, facciamolo insieme. Al mio 3: 1, 2 e 3.....SU!>>

<< SU!>> dissero entrambi e nello stesso momento le due scope si sollevarono, arrivando fino alla mano, perfettamente in sincronia.

<< Brava sorellina! Stai andando bene per ora. Adesso ci solleveremo e cominceremo a volare. Non temere, io ti starò accanto tutto il tempo.>>

<< Oh...va bene. E' meglio in effetti.>> disse alquanto incerta ed agitata. Entrambi montarono sulle scope e si sollevarono piano in aria. Serena, presa dall'incertezza e dalla paura, traballò un po'.

<< Uuohohoho! A-aiuto.. Harry!>> disse cercando di rimanere in quilibrio.

<< Va tutto bene, Serena. Cerca di star tranquilla, se no è peggio! Ti stai solo sollevando, calmati e rilassati... la scopa sente il tuo nervosismo. Se starai calma e tranquilla riuscirai ad avere maggior controllo e la scopa si comporterà bene.>> Serena, ascoltando i consigli del fratello, cercò di calmarsi: le gambe e le braccia le tremavano troppo, ma alla fine riuscì un minimo a fermarle.

<< Bene, ora possiamo iniziare a volare per un breve tratto. Forza, seguimi!>> in quel momento, la scopa di Harry avanzò, volando per qualche metro, oltrepassando il primo anello magico che si era formato per mettere alla prova gli studenti e poi ne oltrepassò altri due.

<< Dai muoviti! Cerca di passare almeno i primi 3 cerchi!>>

<< Ok, c-ci proverò>> Serena protese il busto in avanti, nel modo più calmo possibile, e la scopa capì il suo comando ed iniziò a volare in avanti, oltrepassando il primo cerchio, sollevandosi sempre di più di quota. Riuscì ad oltrepassare anche il secondo cerchio con successo.

<< Bravissima! Dai che mi hai quasi raggiunto, ancora un piccolo sforzo!>> Serena, però, si accorse del cambiamento di altezza e, in preda al nervosismo, guardò in basso.

<< Argh! No! Voglio scendere!>> urlò stringendosi forte al manico e serrando gli occhi per non guardare.

<< No, Serena! Puoi farcela, credimi! Non guardare giù, devi solo guardare dritto verso la direzione della destinazione che vuoi raggiungere! Stai tranquilla e NON GUARDARE GIU'!>>

Serena, con una paura che le pervadeva il corpo, cercò di aprire con gran fatica un occhio e poi anche l'altro e riprese a muoversi in avanti verso il terzo cerchio - Tieni lo sguardo fisso su Harry! Harry è la tua destinazione, guarda verso di lui e non giù!- si ripetè per tutto il tempo mentalmente.
Intanto, per i corridoi vicino al campetto, Severus Piton stava camminando per allontanarsi dalla marmaglia di adolescenti che si stavano muovendo in branco per andare giù al parco a rilassarsi con giochi e allenamenti magici o, per gli studenti più grandi, fare escursioni ad un famoso villaggio che stava nelle vicinanze di Hogwarts. Entrò in un corridoio e sentì le voci di una ragazza e di un ragazzo e, incuriosito dalle grida di entrambi, si avvicinò per vedere cosa stesse succedendo. Dopotutto, gli studenti, specialmente nei giorni liberi, potevano combinare qualche disastro o causare incidenti. Quando arrivò, vide Harry su in aria, in sella alla sua Nimbus 2000, che dava lezioni di volo alla sorella. Deluso di non averli colti in flagrante durante una possibile riunione per tramare qualche altra marachella, Piton si voltò per andarsene - Forse Silente non ha torto...mi preoccupo decisamente troppo - pensò. Poi si fermò di colpo, udì il grido di Serena.

<< No, ti prego Harry! Ho paura, fammi scendere!>> disse disperata.

<< Coraggio Serena, devi farcela! Vuoi passare l'esame di Volo, no?! Allora cerca di controllare la scopa, ma in particolare cerca di controllare te stessa! Facciamo così..considera che non ti farò atterrare finchè non finirai il percorso dei cerchi verdi! Solo allora potrai scendere, decidi tu!>> la incitò un po' brusco Harry, mentre Piton osservava la scena da dietro una colonna di pietra - Il ragazzo Potter sa il fatto suo quando si tratta di scope. Tzk...uguale sputato a quell'arrogante del padre! - pensò maligno.
Serena, intanto, cercò di riprendersi e si rimise a volare, oltrepassando altri 2 cerchi magici.

<< Bene così, brava! Te ne mancano pochi ormai!>>

<< Lo spero!>> disse oltrepassando anche il quarto, glie ne mancavano circa altri 6 per completare il primo percorso. Riuscì a passare anche il quinto con successo. Ma, ad un certo punto, la scopa iniziò ad accelerare e Serena, presa dal panico, ne perse il controllo e la scopa cominciò a volare di quà e di là per conto suo.

<< Aaaarrggghhh!! CHE DIAVOLACCIO STA SUCCEDENDOOOOO!>> urlò spaventata, cercando di rimanere in sella alla scopa. Sembrava quasi che stesse tentando di domare un toro meccanico. Harry corse immediatamente in suo aiuto.

<< Accidenti! SERENA! >> urlò Harry sfrecciando verso la sorella che svolazzava da tutte le parti. Piton, mentre li osservava, sembrava piuttosto divertito
- Una scena già vista - pensò fra sè e sè ridacchiando. Harry, nel frattempo, prese un braccio della sorella e se la trascinò sulla propria scopa, riportandola giù a terra.

<< Ma perchè cavolo ha accelerato prima?!>> chiese ancora sconvolta, mentre scavalcava il manico per scendere.

<< Ah...ehm...è stata colpa mia.>> disse Harry improvvisamente.

<< Cosa?!>>

<< Sì, be'..ecco...mi sono dimenticato di dirti che quando si passa il quinto cerchio, la scopa si imposta automaticamente per accelerare leggermente, per mettere in difficoltà lo studente che la controlla...eheheh.>> disse imbarazzato grattandosi la testa. Serena rimase a bocca aperta, non sapeva cosa dire. Piton ascoltò tutto - Sciocco moccioso irresponsabile! Mi verrebbe voglia di tirarti in testa un libro!- pensò infastidito, ma proprio in quel momento, il suo pensiero fu interrotto dal rumore di una botta: infatti Serena tirò un forte scapellotto in testa ad Harry.

<< AHIA! Che...?>> disse Harry portandosi le mani sulla testa, massagiandosi il punto dove lo aveva colpito.

<< Ma ci sei nato scemo o stai facendo un corso speciale per esserlo!?! >> gli urlò addosso Serena dopo avergli tirato lo scapellotto, sotto lo sguardo nascosto, ma profondamente divertito, del professor Piton - Non sarà stato un libro, ma è stato comunque efficace! - pensò.

<< Sì, lo so! Scusami, non succederà mai più, promesso!>> disse in tono scherzosamente supplichevole.

<< Anf...e va bene. Ti perdono, solo per questa volta.>> disse rassegnata, sorridendo.

<< Però dai, non te la sei cavata male, almeno per i primi 4 cerchi.>> disse lui dandole una pacchetta di incoraggiamento sulla spalla.

<< Già, poi ho fatto la stessa scenetta comica di Paciock come la scorsa lezione.>> entrambi si misero a ridere.

<< Vuoi riprovare?>>

<< Adesso non me la sento tanto. Sono ancora un po' scombussolata. Uffa..come farò a migliorare se soffro così tanto di vertigini?!>> disse in tono sofferente.

<< Ci vuole solo tanta pratica e pazienza. Vedrai che migliorerai man mano che prenderai confidenza con la scopa: fidati del tuo manico, ma soprattutto abbi fiducia in te stessa!>>

<< Sì, me l'hanno già detto.>>

<< Su, dai! Non perdere la speranza, imparerai prima o poi, anche perchè non credo che esista un altro modo per spostarsi da un posto all'altro.>>

<< Vero anche questo.>> disse rassegnata all'idea di dover volare per forza.

<< Adesso però devo raggiungere Ron ed Hermione da Hagrid. Vuoi venire con noi?!>>

<< No, grazie. Desidero starmene un po' da sola prima di pranzo.>>

<< E che stai a fare tutto il tempo? Non dirmi i compiti!>>

 

- Quello che dovresti fare anche tu più spesso, Potter! - pensò Piton da dietro la colonna.

 

<< Sì, un po' anche quello. Devo recuperare la giornata di ieri e poi volevo esercitarmi con qualche incantesimo.>>

<< Va bene, come vuoi. Allora ci vediamo più tardi!>> disse avviandosi verso il parco per raggiungere la capanna del gigantone.

<< Ok, ciao! Salutami gli altri!>>

<< Contaci!>>

Così, Serena, una volta visto svanire Harry oltre l'arco, si avviò fuori dal castello. Piton, rimasto sempre nascosto ad osservare i due fratelli, adesso era indeciso su cosa fare: se tornare nei suoi appartamenti e correggere altri noiosissimi compiti oppure seguire la sua piccola Serpe e assistere ai suoi allenamenti magici. Ovviamente decise la seconda opzione: non gli faceva piacere ficcanasare in quel modo nella privacy della bambina, ma, visto che molto probabilmente Serena era ancora arrabbiata per come l'aveva trattata, Piton decise di guardarla da lontano.
Serena, una volta uscita dal castello ed entrata nel parco, si avviò verso il suo Salice, seguita da un cauto Severus Piton. Gli sembrava di rivivere la stessa giornata in cui la incontrò per la prima volta, dopo aver scoperto il loro legame di sangue.
Serena, arrivata sotto l'albero, appoggiò a terra lo zainetto e si avvicinò alla riva del Lago Nero. Si chinò e prese in mano qualche sassolino e si mise a lanciarli, cercando di farli saltare sul pelo dell'acqua. Mentre li lanciava, facendoli balzare solo un paio di volte, Serena cominciò a sentirsi triste.

<< Non riuscirò mai a volare su quella dannata scopa. Non riesco mai a fare niente!>> disse alterandosi, gettando più forte l'ultimo sasso in acqua. Piton, intanto, continuò ad osservarla da dietro l'albero dove si era nascosto l'ultima volta - Non è assolutmente vero che non riesci mai a fare niente, Serena - pensò, un po' dispiaciuto nel vederla così affranta.Tornò alla corteccia e si sedette bruscamente a terra e tirò fuori il suo libro di Incantesimi.

<< Lumos! >> esclamò agitando la bacchetta e la punta di quest'ultima si accese, proprio come una lampadina.

<< Almeno questo lo so fare, capirai! Nox! >> disse facendo spegnere la punta della bacchetta. In preda allo sconforto, Serena si portò le ginocchia al petto, avvolgendole con le braccia e ci sprofondò il viso dentro, emettendo dei singhiozzi da pianto.
Passò qualche minuto e Serena non aveva ancora smesso di piangere; molto spesso le bambine che entrano nella pubertà ogni tanto hanno degli sbalzi di umore, prima sono strafelici e un momento dopo vorrebbero sotterrarsi senza una particolare ragione, perciò era del tutto normale che Serena si comportasse così.
All'improvviso, una strana creatura che emanava una splendida luce argentea ed eterea, sbucò fuori da un cespuglio; era la cerva che Serena vide l'ultima volta che era stata al lago. La cerva le si avvcinò e col muso le diede un leggero colpetto sulla fronte. Serena alzò piano la testa e la vide, lì davanti ai suoi occhi.

<< Oh! Sei tornata!>> esclamò felice, asciugandosi le lacrime e cercando di accarezzarla, ma questa balzò da un'altra parte, sfuggendo alla carezza. Serena ci rimase un po' male, ma la cerva le si avvicinò di nuovo, quindi Serena tentò per la seconda volta di accarezzarla, ma un'altra volta la cerva saltò; probabilmente voleva portarla da qualche parte. Serena si alzò e si avvicinò per vedere se la creatura si sarebbe mossa in una determinata direzione. Ma questa balzò per l'ennesima volta dalla parte opposta.

<< Ah, forse ho capito: ti va di giocare ad Acchiapparella, vero?!>> e la cerva, in tutta risposta, iniziò a balzare di quà e di là allegra e poi si fermò di colpo guardando intensamente Serena.

<< Bene, come vuoi tu! Ti prendo!>> disse Serena rincorrendola. Il gioco stava durando già da circa 10 minuti e la cerva non si fece mai prendere.

<< Aahahah vuoi la guerra eh?! Adesso ti acchiappo!>> Serena si mise a 4 zampe, simile alla posa dei predatori felini prima di balzare sulla povera preda. Serena fece un passo e balzò verso la cerva come una leonessa sulla gazzella, ma la cerva riuscì a spostarsi in tempo, mentre Serena atterrò, cercando di non sbattere con i polsi. La giovane Serpeverde imitò gli stessi balzi per un altro paio di volte ed infine, al terzo tentativo, mentre la cerva era di spalle, Serena fece un balzo perfetto e le stava per atterrare addosso, a braccia aperte pronte per ghermirla.

<< Aahah adesso sei mia! PRESA!!!>> ma la cerva era svanita, lasciando tra le braccia della bambina solo qualche residuo di essenza argentea.

<< Be'? Dove è andata a finire?! >> disse guardandosi intorno << Accidenti l'avevo quasi presa! Perchè svanisce sempre nei momenti più divertenti!?!>> disse sedendosi a gambe incrociate, con aria imbronciata. In quel momento, Serena venne avvolta da una grande ombra. Si voltò e un incuriosito Severus Piton le era apparso alle spalle.

<< Signorina Potter, che cosa stavi facendo?>>

<< Ah professore! Be'..ecco..io stavo giocando.>> disse un tantino in imbarazzo.

<< Da sola?>>

<< No..ehm..con un'amica.>>

<< Capisco, ma non la vedo qui in giro.>>

<< No, è che...se ne è andata poco prima che arrivasse lei. Senza lasciar traccia aggiungerei anche.>> disse guardandosi nuovamente intorno, anche per sfuggire allo sguardo di Piton.

<< Comunque sia, vorrei parlarti.>> le disse Severus, mentre si voltava per andare verso la base del tronco del Salice. Serena parve alquanto confusa. Severus, inaspettatamente, si sedette a terra ed incitò Serena ad avvicinarsi e a sedersi accanto a lui. Serena, con parecchia riluttanza, obbedì. Erano entrambi in imbarazzo per tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti.

<< Ascolta, Serena, ci ho riflettuto e volevo chiederti scusa per come ti ho parlato quella sera. Sono stato molto brusco e non avrei dovuto.>> Serena non proferì parola e continuò solo ad ascoltare, dopotutto era lui che voleva parlarle << Ma devi capire la gravità di ciò che hai fatto. Le regole di Hogwarts esistono per far si che gli studenti non corrano alcun pericolo, sia di giorno che di notte, soprattutto di notte, quando nè i corridoi della scuola fuori dalle vostre Case, nè tantomeno il parco sono sicuri. Questo lo devi capire, ecco perchè non mi pento minimamente di averti assegnato la punizione di ieri: ho voluto farti comprendere che non dovrai mai più fare una cosa del genere. E' per la tua sicurezza, lo capisci vero?>> Serena annuì piano, ma ancora non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi. Passò qualche secondo, poi Serena decise di parlare.

<< Sì, so di aver sbagliato, non sarei dovuta uscire oltre l'orario. Ho agito d'impulso ed è stato davvero imprudente da parte mia. So che facevi soltanto il tuo lavoro di insegnante e che volevi..proteggermi. E per questo volevo chiederti scusa anch'io.>> finalmente si voltò verso di lui e lo guardò intensamente, con la voce carica di emozioni contrastanti

<< Perdonami, Severus, per averti fatto arrabbiare in quel modo, all'inizio ci sono rimasta male perchè non credevo fosse così grave, ma poi ci ho pensato e ho capito che in fondo avevi ragione.>>

<< Ti perdono, Serena.>> disse accennado un sorriso.

<< Accetto anch'io le tue scuse.>> a Serena, in quel momento, le venne naturale fare una specie di scatto verso Severus, quasi come se volesse abbracciarlo, ma a metà strada si fermò: si rese conto che forse stava esagerando a chiedere così tanto in così poco tempo che lo conosceva. Severus la guardò molto intensamente, quasi intenerito da quel piccolo ripensamento. Volle darle una piccola soddisfazione, perciò le poggiò una mano sulla spalla. Serena si voltò e lo guardò piacevolmente stupita. Poi, con immensa sopresa, Severus si lasciò sfuggire una carezza: le pose la mano vicino alla fronte e, accarezzandola come un vero genitore farebbe, le spostò il lungo ciuffo nero di capelli dal volto, il quale le copriva come al solito metà viso, mettendolo dietro all'orecchio per far spazio a quei bellissimi occhi verdi. Serena era paralizzata dalla felicità, non sapeva come reagire, se scostarsi o rimanere lì inchiodata come uno stoccafisso. Ma alla fine, Serena, chiudendo gli occhi, si abbandonò al carezza dell'uomo; una sensazione del genere non l'aveva mai provata, non avrebbe mai voluto che quel momento, il più bello della sua vita probabilmente, finisse così presto.

<< Adesso sarà meglio tornare dentro. E' quasi ora di pranzo.>> disse Severus, rialzatosi da terra e porgendo la mano a Serena per aiutarla a sollevarsi.

<< Già, in effetti ho un certo languorino!>> disse lei toccandosi lo stomaco, mentre si issava in spalla lo zainetto. Così entrambi si incamminarono verso le mura del castello, quando al professor Piton venne in mente una cosa.

<< Serena, mi puoi togliere una curiosità?>> lei annuì.

<< Per quale motivo prima, quando ti ho vista, stavi balzando a 4 zampe dappertutto come se fossi un animale?>>

<< Ah be', stavo solo giocando, Severus. Non era nulla!>> disse allegramente, ma anche imbarazzata.

<< Nulla? Non potevi correre in piedi a 2 gambe come fanno tutti gli esseri umani?!>> disse un po' alterato.

<< Ehi ma perchè adesso ti stai scaldando?!>> chiese lei indignata.

<< E' che mi è parso piuttosto...inusuale...per una ragazzina saltare in quel modo.>>

<< Be' per me non lo è, lo faccio da quando avevo 4 anni: quando Harry ed io eravamo piccoli giocavamo sempre a fare la lotta facendo finta di essere dei cuccioli di leone. Era il nostro unico gioco e passatempo preferito!>> disse fiera. Severus inarcò un sopracciglio scettico.

<< Mmm...alquanto singolare come gioco. Di sicuro fuori dal comune.>>

<< Sì e me ne vanto anche! Fa bene per i muscoli e per affinare i riflessi!>> esclamò energica.

<< Se lo dici tu.>> rispose annoiato.

<< Ma parchè devi essere sempre così!?>> sbottò lei.

<< Così come di grazia?>>

<< Così! Brontoli sempre su argomenti piacevoli!>>

<< Sono fatto così e non ci posso far niente!>> disse secco, per tagliarla corta, un tantino arrossito.

<< Be'... allora ti farò cambiare io!>> disse passandogli davanti.

<< Come farai? Sono proprio curioso.>> rispose lui in tono di sfida.

<< Lo vedrai, non ti preoccupare! MUAHAHAHAHAHA!>> disse lei ghignando e ridendo diabolicamente, congiungendo le dita come farebbe il conte Dracula, mentre Severus, guardandola correre veloce verso il castello, si lasciò sfuggire una piccola risata.

- Mpf! Che razza di impudente! -

 

 

 

Angolo Autrice:

Aaaaahhhh finalmente ho finito sto benedetto capitolo!!!
Scusate il ritardo, ho avuto del lavoro da fare e ho dovuto dare priorità ad altre cose -_____-
Spero vi piaccia ^_^

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Capitolo 17
*** Nuovi Eventi ***


                                                                                                                        Nuovi Eventi

 

Passarono diversi giorni e Serena, da quando fece pace con Severus, era molto più felice e rilassata: ogni volta che si alzava dal letto lo faceva col sorriso, nelle materie in cui era calata riuscì a migliorare e anche notevolmente, con grandissimo piacere da parte dei suoi insegnanti, si divertiva molto di più durante i week end a giocare, ad allenarsi e a rilassarsi con le sue amiche e andava molto più d'accordo con Harry, Ron e anche con la sua nemesi intellettuale Hermione. In quel periodo, infatti, dato che gli esami si stavano avvicinando e che ogni singolo voto era importante per ottenere ottimi punteggi finali, le due ragazze erano sempre in competizione: durante le interrogazioni o anche durante le lezioni in generale, se entrambe sapevano la risposta o qualche particolare in più su un determinato argomento, si davano battaglia all'ultimo sangue; ovviamente, durante Pozioni, era Serena la costante vincitrice, mentre nelle altre materie erano alla pari. Ogni volta che uscivano dall'aula si lanciavano degli sguardi di sfida; ormai era diventato un gioco per loro, anche se, quando Hermione "perdeva", ci rimaneva sempre un po' più male rispetto a Serena, la quale, quando arrivava per ultima, non se la prendeva neanche più di tanto; il suo scopo, a differenza dell'amica rivale Grifondoro, non era quello di sembrare costantemente la più brava, la più intelligente o la più So-Tutto-Io del suo anno, ma quello di imparare il più possibile e di saperlo applicare al meglio delle sue capacità, anche se ogni tanto godeva nel far rosicare la giovane Grifondoro quando eccelleva più di lei.
Fra poche settimane ci sarebbero stati i primi esami e Serena si sentiva piuttosto tranquilla, a differenza di Harry e Ron che temevano entrambi il così detestato esame di Pozioni; di sicuro, secondo loro, Piton non gli avrebbe neanche dato un "Accettabile " per quanto si divertiva ad umiliare gli studenti di Grifondoro.
Serena, insieme alle sue amiche, continuava ripassare e ad aiutarsi a vicenda gli argomenti su cui avevano ancora qualche lacuna, anche se non erano così tremendi nè tanto meno impossibili da ricordare, ma a volte dei piccoli particolari lasciati trascurati avrebbero potuto rovinare tutto il lavoro svolto durante l'anno.
Ormai Serena passava la maggior parte del suo tempo libero a ripassare, ma almeno quel giorno di sabato, sarebbe andata a trascorrere un pomeriggio con Severus; da quando avevano fatto pace non erano riusciti, loro malgrado, a vedersi al di fuori delle lezioni perchè, oltre Serena, anche Severus doveva sbrigare diversi lavori, sia per la scuola che per conto del professor Silente. Ma a Serena non dispiacque affatto, capiva perfettamente i suoi impegni da insegnante; almeno avrebbe avuto più tempo per pensare allo studio e ad un modo per impedire che la Pietra Filosofale finisse nelle mani di Voldemort.
Era sabato pomeriggio e quella stessa mattina a colazione arrivò come al solito il gufo nero del professor Piton con in bocca la lettera dell'orario di visita da consegnare alla giovane Serpeverde, tenuta d'occhio da un irritato Harry dal tavolo dei Grifondoro dalla parte opposta della Sala Grande. Serena, dopo aver finito di studiare e riposto tutti i suoi libri dentro il baule, si issò in spalla il suo zainetto, con dentro il suo album da disegno dal quale non si separava mai, ed uscì dalla Sala Comune in direzione dello studio di Piton. Però, all'improvviso, ancor prima che potesse imboccare il corridoio, Serena si ritrovò davanti Harry, tutto cupo con le braccia incrociate.

<< Oh Harry! Che ci fai qui? >>

<< Perchè sei così sorpresa? Adesso non si può neanche scendere nei Sotterranei liberamente?>> disse in tono serio.

<< Be' devi ammettere però che questo non è il genere di posto in cui preferiresti passare un bel pomeriggio di sabato! >> disse ridacchiando, passandogli oltre << Credevo che fossi insieme ad Ron ed Hermione a studiare >>

<< Invece no, sono qui >> disse seguendola a passo veloce. Serena stavo incominciando a scocciarsi. Quindi si fermò e si voltò verso di lui, parlandogli faccia a faccia.

<< Che cosa vuoi?>> chiese apparentemente tranquilla. Harry aggrottò ulteriormente la fronte.

<< Sai che cosa voglio! Lo so dove stai andando, credi che sia così stupido?! Stai andando da quel viscido serpente schifoso! >>

<< Non sono affari tuoi >> disse secca voltandogli le spalle, riprendendo a camminare ed imboccando il corridoio. Harry la seguì.

<< SI che sono affari miei, SEI MIA SORELLA! Io lo so quello che ha intenzione di fare con te! Sta tentando di usarti e di farci scontrare...>> all'improvviso Serena si voltò di scatto verso di lui e lo afferrò per il colletto, fulminandolo con gli occhi.

<< Tu non sai un bel niente! >> disse minacciosa in meno di un sussurro, facendo raggelare Harry << E se vogliamo parlare di colui che ci sta facendo scontrare, di sicuro quello non è Piton >> disse lasciandolo andare e allontanandosi un tantino da lui, lanciandogli uno sguardo torvo e deluso. Harry aprì la bocca per ribattere, ma non ebbe il tempo di dire niente che da dietro un angolo sbucò fuori il professor Piton.

<< Allora, che cos'era tutto quel baccano? >> disse in tono fermo e gelido. Piton e Harry si lanciarono sguardi di sfida. Ma poi intervenne Serena, sentendo che l'aria era già fin troppo tesa e sgradevole senza che ci mettesse di mezzo anche l'antipatia fra quei due.

<< Non è successo niente, signore >> disse andando verso di lui << Mio fratello è solo eccessivamente iperprotettivo >> disse incalzando sull'ultima parola e oltrepassando il professor Piton che la seguì con lo sguardo, scatenando l'ira di Harry.

<< Non la guardi >> gli ringhiò Harry. Piton si voltò di scatto inarcando un sopracciglio.

<< Perdonami?! >>

<< La smetta di guardarla in quel modo >> disse con gli occhi ricolmi di odio e di disgusto. Ma Piton non si scompose più di tanto per uno sciocco ragazzino che non riusciva a guardare oltre le apparenze, perciò si limitò ad incrociare le braccia, in modo autoritario.

<< Credo fermamente che tu abbia frainteso parecchie cose, signor Potter >> Harry non gli staccava gli occhi di dosso << Non ti assegnerò una punizione...per il momento. Ma toglierò 20 punti dalla Casa di Grifondoro tanto per ricordarle che razza di sciocco, ingrato, arrogante ed impertinente moccioso viziato si è beccata! >> disse in tono mellifluo e rabbioso, alzando un po' la voce: di solito era un uomo con un discreto auto controllo, ma anche il solo pensiero che quel piccolo nano Potter potesse pensare che lui, Severus Piton, potesse pensare in quel modo ad una bambina, se era quello che aveva intuito dal suo comportamento era corretto, lo faceva andare letteralmente fuori di testa!
Dopo aver tolto punti ad Harry, se ne andò per la sua strada, la stessa di Serena << Ah, stai attento, Potter, potresti inciampare sulle tue deduzioni >> disse ghignando malignamente, scomparendo dietro la colonna portante del corridoio, lasciando Harry lì in piedi come uno stoccafisso, furibondo.
Piton raggiunse Serena, la quale era già ferma lì davanti alla porta del suo ufficio, appoggiata con la schiena sul freddo muro di pietra, con la testa e lo sguardo abbassato. Lui le si avvicinò, ma non disse nulla, aprì soltanto la porta e la invitò ad entrare. Comprendeva perfettamente quello che stava provando la piccola in quel momento. Una volta entrati, Piton le disse di sedersi, Serena obbedì senza proferir parola. Andò per un momento verso il suo personale armadio delle scorte, mentre Serena si guardò un po' intorno: le faceva un po' strano ritornare a passare qualche pomeriggio col suo neo-papà dopo la tosta litigata passata. Piton ritornò e le porse un bicchiere con dentro un liquido azzurro.

<< Bevilo, ti calmerà >> Serena lo prese ed iniziò a berlo a piccoli sorsi. Intanto notò che c'era qualcosa di diverso in Piton, che era lì davanti a lei in piedi: in quel momento non indossava il lungo mantello nero, bensì solo la giacca, sempre nera, tutta abbottonata. Serena lo guardò incuriosita e doveva ammettere che stava molto bene anche senza mantello e notò anche come quella giacca riusciva a risaltare tutta la sua alta figura.

<< Desideri qualcosa da mangiare o altro da bere?>>

<< No, grazie, sono a posto >> disse in tono depresso.

<< Ti va di parlarne? Potrebbe aiutarti a sfogarti >> chiese comprensivo, sedendosi nell'altra poltrona.

<< Scusami, ma non mi va. La cosa mi irrita alquanto >>

<< Va bene, ti capisco >> disse rassegnato.

<< Anzi, vorrei scusarmi io per come lui si è comportato. Di solito non fa così, di solito ero io la sorella maggiore...quella protettiva >> Severus incurvò all'insù un angolo della bocca.

<< Non ti devi affatto scusare per conto di Potter, Serena. E' ora che anche lui impari ad assumersi le sue responsabilità e ad auto disciplinarsi >> Serena ridacchiò, poi Piton, comprendendo che era meglio cambiare argomento, iniziò un nuovo discorso.

<< Come va lo studio? Ormai i vostri esami sono alle porte.>> disse Severus con tono incuriosito ed interessato, visto che la piccola aveva avuto qualche problema con un paio di materie l'ultima volta.

<< Va abbastanza bene direi. Le ragazze ed io ci aiutiamo a vicenda, mentre Harry mi allena a volare. Adesso riesco a completare il primo percorso senza problemi! >> disse tutta soddisfatta di se stessa e dei risultati che aveva ottenuto. Piton le sorrise.

<< Sono lieto che tu sia migliorata e che ti senta più sicura sulla scopa. Non è mai semplice superare in così poco tempo una paura così profonda come la tua dell'altezza, è ammirevole >> le disse, facendola arrossire all'istante.

<< Tu di che cosa avevi paura da piccolo?>> gli chiese molto spontaneamente, causando a Piton un attorcigliamento di viscere. In effetti non è che da piccolo avesse avuto particolari fobie. Al massimo gli spaventava vedere i suoi genitori costantemente litigare a causa delle loro diversità, difficilmente colmabili con l'amore. Ecco, poteva aver avuto paura dei rumori forti, visto che i suoi genitori quando litigavano di brutto facevano un gran fracasso insopportabile. Ma ovviamente non poteva rivelare alla bambina una cosa talmente privata come questa. Magari glie lo avrebbe confidato, ma di sicuro quando Serena sarebbe stata più grande e matura.

<< Be', vedi, io alla tua età e anche quando diventai grande, temevo tantissime cose...>> rispose rimanendo sul vago <<...ma alla fine sono riuscito a superarle tutte quante. Ed è quello che dovrai fare tu, Serena. Non si può vivere nella paura >> Serena parve piuttosto confusa, Piton lo notò e pensò che non era il caso di trasformare un piacevole pomeriggio in un dibattito deprimente sulle fobie.

<< Niente, lascia perdere l'ultima frase che ho detto. Cerca soltanto di affrontarle a testa alta e di superarle. Facendo così riuscirai a fare qualunque cosa >> disse deciso, conoscendo il lato timido e insicuro della bambina che ogni tanto veniva fuori facendola sprofondare nello sconforto e dubitando di se stessa e delle sue capacità.

<< Oh..uh..va bene >> ci fu un attimo di silenzio << Quindi...cosa vogliamo fare oggi, Severus?>>

<< Direi che potremmo parlare del tuo incubo. Non abbiamo più avuto modo di discuterne in fondo >>

<< Oh già è vero! Me ne ero quasi scordata!>> disse imbarazzata grattandosi nervosamente la testa. Piton scosse il capo lievemente divertito. Poi guardò fuori dalla finestra e vide che in fondo era una bella giornata e sarebbe stato un peccato passarla come al solito rinchiusi in quel suo inquietante e buio ufficio.

<< Vieni, Serena. Facciamo due passi >> disse alzandosi e porgendole la mano per farla mettere in piedi. Serena si alzò, con aria confusa - Ma non dovevamo parlare del mio incubo? - si chiese mentalmente. Perciò si mise addosso il mantello.

<< Aspettami qui, torno subito >> le disse uscendo dall'ufficio ed entrando in un'altra stanza, forse i suoi appartamenti privati, per andare a prendere il suo mantellone nero. Intanto che attendeva il suo ritorno, Serena diede uno sguardo allo studio, in effetti non è che lo avesse mai osservato molto bene ed era strano perchè ci aveva passato sempre moltissimo tempo. Si fece strada fra i vari scaffali ricolmi di libri e di contenitori con dentro diverse bestie morte, o parti anatomiche di esse, ed erbe di vario genere e specie. Poi si avvicinò alla scrivania: vi erano appoggiate sopra diverse cose tra cui una ciotola di stuzzichini, una pila di libri e riviste di Pozioni, una lampada verde e nera, una vecchia clessidra, una penna d'oca intinta dentro la boccetta di inchiostro e alcuni rotoli di pergamena accatastati uno sull'altro. Ma all'improvviso le cadde l'occhio su di un cassetto semiaperto. Si poteva benissimo intravedere che al suo interno c'era qualcosa, una specie di libro. Istintivamente, Serena aprì il cassetto e vi tirò fuori un album di pelle nera con incisa sopra una frase "Magic Memories". Riuscì solo ad aprirlo di qualche centimetro, tanto da intravedere solo due figure, una maschile e una femminile, che dovette richiuderlo all'istante perchè la porta delle stanze private del professor Piton si stava aprendo. Serena perciò rimise tutto a posto in fretta e furia, prima che lui potesse scoprirla ad impicciarsi degli affari suoi. Quando Piton ritornò in studio, Serena era solo appoggiata davanti alla scrivania a guardare il soffitto come se nulla fosse, fischiettando allegramente. Piton però la guardò con sospetto, inarcando un sopracciglio.

<< Cosa stai combinando?>> chiese dubbioso.

<< Nulla. Stavo solo osservando più a fondo il tuo ufficio >> disse la prima cosa che le venne in mente in quel momento, in fondo era vero, era partita con l'osservazione più approfondita di quella stanza così cupa e penetrante.

<< Mmm... vedo. Allora, scoperto qualche tesoro Azteco insito dentro le mura?>> disse Severus ghignando beffardo, mentre si aggiustava il mantello sulle spalle.

<< Ah-ah-ah, spiritosone!>> gli rispose annoiata, ma lievemente divertita. Forse era una delle poche battute sincere che gli avesse mai sentito dire. Piton, sghignazzando sotto i baffi, pose la mano sulla schiena della bambina e la condusse verso la porta. Dopo aver spento tutte le luci e chiuso a chiave, i due si incamminarono verso il Salone d'Ingresso, in direzione del parco. Una volta usciti dalle mura della scuola, il cielo si presentava loro sereno, ma un po' nuvoloso, insomma il tipico tempo all'Inglese. Severus e Serena passeggiarono fra il cerchio di pietra, oltrepassandolo, camminando piano, senza una meta precisa. Severus aveva una camminata molto elegante ed imponente e teneva quasi sempre le mani infilate nelle tasche della giacca o incrociate davanti al petto; Serena, invece, si dondolava un po' spensierata, come si stesse cullando, e teneva le braccia incrociate dietro la schiena, erano un atteggiamento tipico da bambina. Piton la scrutò incuriosito.

<< Perchè stai camminando così? Mi sembri il contrappeso di un orologio a pendolo.>> disse beffardo. Serena non ci badò più di tanto.

<< E' un movimento che mi rilassa. Mi fa scaricare un po' di tensione accumulata. Anche se devo ammettere che dopo un po' che lo faccio, mi gira la testa >> disse facendo ridacchiare Piton.

<< Allora..che cosa sei riuscito a scoprire del mio incubo?>> gli chiese infine, mentre iniziarono a dirigersi verso il lago.

<< Innanzitutto, devi sapere che quell'incubo che ti ha tormentato per molto tempo non è in effetti un incubo, è in realtà...un ricordo >> Serena si voltò verso Piton stupita ed incuriosita.

<< Un ricordo?>>

<< Sì, una specie di ricordo sepolto >>

<< Ma, scusami, come ho fatto a tenermi dentro questo ricordo se avevo solo 2 anni?! E' impossibile che la mia memoria sia riuscita ad immagazzinare ricordi così lontani nel tempo >>

<< A quanto pare è possibile. Ma purtroppo mi è del tutto ignoto il come lo sia stato >> Serena sembrò molto perplessa. Le parve che il suo cervello facesse uso di una volontà propria. Possibile che sia così complesso e imprevedibile il meccanismo sotto cui lavorava questo poderoso organo vitale?
Serena, ripensando a quello che disse Hagrid durante la visita a Diagon Alley sul fatto che Voldemort aveva ucciso i suoi genitori e a quello che le aveva appena detto Piton, iniziò a collegare e ad incastrare i vari tasselli del puzzle.

<< Quindi è vero. Io ho..ricordato.. l'avvenimento che accade quella notte >> disse voltandosi con sguardo triste e sconvolto verso Piton << Ho visto e sentito...Lui..uccidere la mamma e pap....eh...James?>> era più un'affermazione che una domanda, ma voleva comunque averne conferma. Piton le restituì lo sguardo intenso, anche per il fatto che la piccola non avesse chiamato "papà" James Potter.

<< Sì >> disse in tono avvilito.

<< Però chi era la persona che ho sentito urlare molto dopo? Hai qualche idea?>> sentendo quelle domande a Piton si creò un nodo in gola, deglutì nervosamente.

<< No, non so chi fosse. Probabilmente era una persona che stava passando di lì per caso e che ha scoperto la catastrofe che era successa poco prima >> rispose molto serio. Stava mentendo, sapeva benissimo chi era la persona, o meglio l'uomo che aveva urlato di dolore quella notte. Ma non si sentiva ancora pronto a rivelarlo alla bambina. La ferita non si era ancora rimarginata del tutto nel suo cuore. Ma Serena potè percepire che c'era qualcosa che Piton le stava nascondendo, ma non avrebbe interferito sulla sua decisione. D'istinto, senza neanche pensarci, Serena prese piano la mano di Piton e la strinse. Quest'ultimo sgranò gli occhi incredulo e preso alla sprovvista, ma tutto sommato non si ritrasse. Serena non si voltò verso di lui, ma sorrise. Piton la guardò esterrefatto, ma in fondo contento di quel piccolo gesto d'affetto che la piccola aveva osato regalargli. Inaspettatamente, Serena sentì la propria mano essere stretta calorosamente a sua volta. Piton aveva accettato quel dolce contatto e lo ricambiò volentieri, anche se non osava guardarla negli occhi, ma lei sorrise ancora di più, con il seguente colorito di rosso sulle guance che le si formò. Camminarono lungo la sponda del Lago Nero ed arrivarono davanti al Salice Piangente dove a Serena piaceva starsene in pace a leggere, a disegnare, a cantare o ad esercitarsi con qualche incantesimo: ormai quello era diventato il loro posto.
Serena si fermò, lasciò la presa, e si chinò sulla riva a raccogliere dei sassolini piatti e incominciò a lanciargli tentando di farli rimbalzare, sotto lo sguardo tra il divertito e l'annoiato di Piton. Riuscì a farli rimbalzare per 4 volte, glie ne rimasero in mano solo due e li porse a Piton, il quale inarcò un sopracciglio.

<< Coraggio, lancia!>> disse spensierata.

<< Perdonami?>>

<< Lo sai lanciare un sasso, no?!>> disse lievemente beffarda.

<< Certo che so lanciare un sasso, non sono diversamente abile in questo!>> disse indignato.

<< Allora dai, lancialo come ho fatto io!>> Severus prese in mano il sasso.

<< A quale scopo?>> chiese scettico.

<< Oh santo Salazar! Così per passare il tempo, Severus. Dai, fallo rimbalzare!>> esclamò insistente. Piton, sbuffando, a suo malgrado lanciò il maledetto sasso. Quest'ultimo non fece neanche un rimbalzo. Serena lo guardò annoiata, delusa dalla scarsa prestazione del padre.

<< Che stupido ed inutile gioco >> brontolò Severus.

<< Il prossimo lancialo come si deve almeno!>> Piton la guardò torvo e, sbuffando nuovamente, alla fine lanciò meglio e più energicamente il secondo sasso, il quale rimbalzò per due volte. Serena parve leggermente più soddisfatta, a quanto pare faceva del suo meglio quando lo si stuzzicava.

<< Mm non male...per un principiante >> disse ghignando beffarda. Piton non sembrò badarci più di tanto.

<< Tsk!>> disse imbronciato incrociando le braccia, facendo ridacchiare la piccola; si divertiva un mondo a farlo "arrabbiare" come un ragazzino che non riusciva a fare al primo colpo una cosa così semplice come il gioco del sasso rimbalzante. Il cielo intanto si era rannuvolato velocemente, grandi masse di minacciosi cumulonembi stavano avanzando sopra il paesaggio magico che solo Hogwarts poteva regalare. Stava per iniziare a piovere, un paio di gocce infatti erano cadute sul grosso naso adunco di Piton, il quale lo arricciò per togliersi il fastidio.

<< Sta per piovere. Torniamo a casa >> la incitò Severus. Alla parola casa Serena lo guardò strano e Piton si accorse di quello che si era lasciato sfuggire.

<< Sì, insomma, torniamo al castello >> disse alla velocità della luce, un tantino imbarazzato, facendo nuovamente ridacchiare Serena, la quale lo guardò con sguardo comprensivo e gli prese di nuovo con affetto la mano; Piton non si scostò per niente e le rispose stringendogliela. Ormai erano riusciti ad instaurare un discreto legame, ma, man mano che si sarebbero conosciuti più a fondo, tale legame sarebbe diventato ancora più forte e indistruttibile. Perciò iniziarono ad incamminarsi verso Hogwarts, intanto la pioggia si faceva sempre più battente e fastidiosa e nessuno dei due disponeva di un ombrello. Piton, d'istinto, si tolse il mantello e coprì Serena fino alla testa e anche un po' se stesso.

<< Dai, corriamo se non vogliamo farci la doccia!>> esclamò Serena.

<< Concordo >> Severus cinse le spalle di Serena ed entrambi iniziarono a correre il più in fretta possibile, l'uno accanto all'altra, evitando di bagnarsi da capo a piedi, ma comunque qualche goccia riuscì a colpirli, come se le gocce di pioggia fossero delle pallottole.
Dopo aver varcato la soglia dell'ingresso principale, rimasto totalmente deserto, Piton e Serena si tolsero di dosso il mantello, completamente fradicio. Piton gli puntò la punta della bacchetta contro e pronunciò “ Tergeo” e il mantello ritornò perfettamente asciutto e morbido; Serena, intanto, era riuscita a bagnarsi non poco i capelli.

<< Argh..dannazione! Me li ero lavati ieri!>> disse innervosita ed iniziò a scrollarsi di dosso l'acqua residua, agitandosi come i cani dopo aver fatto il bagno. Piton era vicino alla “traiettoria di tiro “ e si scostò dagli schizzi.

<< Stai attenta!>> disse lui innervosito. Ma quando vide la strana forma che presero i capelli di Serena, che ricordavano tanto la coda di un pavone in apertura a 180°, quando smise di scrollarsi, Piton soffocò una risata, non riusciva a fare altro che tossire per mascherare l'attacco di ridarella. Serena si voltò verso di lui inarcando un sopracciglio interrogativo.

<< Che c'è?>>

<< N-niente...>> poté soltanto dire tenendosi un pugno davanti alla bocca. Poi si ricompose un minimo.

<< Sarà meglio che torni in dormitorio a cambiarti e ad indossare degli indumenti asciutti.>>

<< Va bene, allora vado. Grazie della bella giornata! A presto!>> disse salutandolo, sventolando allegramente al vento la chioma scompigliata di capelli umidi e arruffati, correndo verso i Sotterranei. Piton la salutò di conseguenza e se ne andò anche lui per la sua strada. Mentre camminava, Severus si portò una mano al petto, quasi scioccato e sorpreso di quel piccolo calore che stava provando nel punto in cui l'aveva posata: precisamente sul cuore.

 

******

 

Maggio arrivò in un batter d'occhio e lo stress per gli imminenti esami stava cominciando a farsi sentire fra tutti gli studenti di tutte le Case; probabilmente quelli di Corvonero erano i meno schizzati. Anche nella Sala Comune dei Serpeverde si poteva percepire una certa atmosfera di tensione: gli studenti del primo anno erano terrorizzati, non avevano minimamente idea di come erano strutturati, si potevano soltanto sentire in giro delle dicerie del tipo che se non passavi in più di 3 materie saresti stato espulso all'istante o che ti avrebbero rinchiuso nelle segrete appesi per i pollici per un'ora come punizione per la tua ignoranza e per il disimpegno nello studio. Tutti sembravano terrorizzati, escluse alcune eccezioni. Fra i ragazzi, Draco Malfoy non sembrava affatto preoccupato: si pavoneggiava sempre sul fatto di appartenere ad una famiglia antica e potente e si vantava dell'importante lavoro che svolgeva suo padre al Ministero della Magia e delle importanti conoscenze che aveva al suo interno e che, grazie a queste, nel caso in cui avesse avuto qualche brutto voto, avrebbero potuto “aiutare” gli insegnati a cambiare idea.

<< Gli esami saranno una passeggiata, ve lo assicuro!>> disse rassicurando i suoi scagnozzi Tiger e Goyle che ovviamente non erano dotati di una particolare materia cerebrale.

<< E poi mio padre non permetterebbe mai che io o i miei compagni fossimo bocciati in qualche stupida materia. Mio padre ha un metodo tutto suo per aiutarmi a scuola!>> disse tutto fiero. In quel momento passarono Serena e Liz, con in mano una pila di libri, che si stavano dirigendo all'unico tavolo libero rimasto per continuare a studiare e a ripassare le poche materie in cui non si sentivano sicure. Camminando, incrociarono Malfoy, lì seduto sul divano di pelle nera, durante il suo discorsone.

<< Ma senti che imbecille! Spero vivamente che prenda una bella, grossa e succosa “ T “ in tutte le materie! >> sbottò Liz.

<< Lascialo perdere. E' solo un ragazzino arrogante e patetico che si nasconde costantemente dietro le sottane del padre >> disse tranquilla Serena con tono quasi annoiato e indifferente << Mi fa solo pena >>

<< Lo so che cos'è e da che genere di famiglia proviene, ma mi da sui nervi questa cosa che debba lavorare il minimo indispensabile, mentre noi siamo qui a spaccarci la schiena e le meningi per guadagnarci dei buoni voti invece che comprarli come fa lui ! Anche io provengo da una famiglia agiata, ma i miei mi lincerebbero se non studiassi come si deve!>> disse con tono frustrato.

<< Ti capisco, anche mio padre vuole che faccia così: studiare costantemente, fare tutto al massimo delle mie capacità e nel modo giusto, il tutto senza scuse. Poi se dovessi andare male da qualche parte ha detto che dovrò impegnarmi di più e recuperare le mie carenze >> Liz si voltò verso Serena e la guardò ghignando.

<< Che c'è? >> Serena si sentiva un po' intimorita da quello sguardo compiaciuto.

<< Aaalloooraa ...come va con papà!?>> disse in tono quasi malizioso.

<< Oh..ah..va bene. Perchè melo chiedi?>> chiese mentre si stavano sedendo al tavolo, appoggiandovi disordinatamente sopra le pile di libri.

<< Be' era da un po' che non ne parlavamo, con tutto quello che abbiamo avuto da fare in questi ultimi 2 mesi! Cosa fai...lo hai chiamato papà almeno una volta?>> Serena divenne rossa di imbarazzo.

<< No, in realtà non oso nemmeno chiamarlo in quel modo >> - Anche se mi piacerebbe molto – pensò.

<< Perchè, che è successo?>>

<< Non è successo niente, figurati. Ma secondo me è ancora troppo presto >>

<< Troppo presto?! Ormai l'anno scolastico è quasi finito!>> esclamò basita.

<< Liz, cose di questo tipo richiedono tempo. E' una situazione nuova per entrambi, ma se provassi a chiamarlo papà così di punto in bianco mi sa che gli verrebbe un attacco alle coronarie!>> disse facendo ridere Liz.

<< Oddio, non dovrebbe rimanerne così scioccato. In fondo è una cosa spontanea e naturale da dire. Toccherà prima o poi anche lui essere chiamato così, è inevitabile, non può sfuggire al suo destino!>> disse in tono trionfante e teatrale.

<< Liz, ne parli come se dovesse adempiere ad una missione divina!>> scoppiarono entrambe a ridere.

 

******

 

Il giorno dopo, durante una buona colazione, Serena si domandava quando la professoressa McGranitt l'avrebbe contatta per informarla in quale giorno avrebbe potuto seguire la prima lezione per diventare Animagus. Che se ne fosse dimenticata? Perchè mai avrebbe dovuto aiutare una Serpeverde in un'impresa del genere? Si sapeva che la McGranitt non aveva molta simpatia per gli studenti della Casa di Serpeverde, ma ogni studente era diverso, c'erano quelli brocchi e quelli tranquilli e volenterosi di studiare, senza creare alcun problema e tensione fra i compagni. Serena, anche se all'inizio dell'anno aveva spedito dritto in Infermeria Seamus Finnigan, apparteneva sicuramente alla seconda categoria, nessun insegnate poteva testimoniare il contrario. Sembrava che ultimamente la McGranitt l'avesse rivalutata, ma forse era solo una sua impressione. A quanto pareva non era così.
All'improvviso, uno splendido barbagianni reale, planò sulla tavola e atterrò proprio davanti a Serena, con in bocca una busta arancione con rifiniture rosse. Serena aprì la busta incuriosita e vi tirò fuori il contenuto. Con sua immensa gioia e sorpresa era la lettera della professore McGranitt.

 

Signorina Potter,

ti aspetto oggi pomeriggio per incominciare la tua serie di lezioni di Animagus nell'aula di Trasfigurazione al secondo piano alle 16.30.
Sii assolutamente puntuale, mi raccomando!

 

                                                                                                                                                                                                                        Prfsa. M. McGranitt “

 

 

Serena non ci poteva credere, era semplicemente piena di gioia e di emozione tanto da quasi saltare in piedi sulla panca, ma si limitò a dire un trionfante e contenuto SI !
La giornata passò molto in fretta e alle 16.00 in punto Serena era già pronta per la lezione con la McGranitt. Non sapeva a cosa sarebbe andata incontro, perciò decise di vestirsi normalmente con gli abiti Babbani, composti da un paio di jeans blu e una maglietta a maniche corte viola, il caldo ormai iniziava a farsi sentire, lasciando in camera la divisa scolastica ben ripiegata sulla sedia posta accanto al letto smeraldino. Uscita dai Sotterranei, Serena si diresse verso il secondo piano, ma beccò una scala che decise all'improvviso di cambiare direzione – Ah già..alle scale piace cambiare – si ricordò; di solito era riuscita sempre ad imboccarle quando erano posizionate nella direzione giusta. Serena però sembrava piuttosto in ansia, si accovacciò con le braccia sopra allo corrimano di pietra bianca della scala a riflettere.

<< Accidenti però. Non saprei neanche in quale animale mi piacerebbe trasformarmi, in pratica mi piacciono tutti tranne gli insetti! >>

Mentre attendeva con impazienza che la scala decidesse di ritornare nella giusta posizione, la giovane Serpeverde si avvicinò ad una delle pareti riempite fino all'osso dei quadri magici, i quali svolgevano le proprie attività quotidiane. Pian piano iniziò ad osservarli e ad analizzarli, cogliendo ogni singolo particolare e sfumatura; non ci aveva mai dato troppo peso o importanza da quando aveva varcato la soglia di Hogwarts: in uno c'era una ragazza, una ballerina classica dato il tutù, che si allenava nei passi di danza e ogni tanto salutava la piccola spettatrice, Serena le restituì volentieri il saluto; in quello accanto c'era una mamma che stava allattando al seno il suo bambino, voltò la testa versò Serena e le rivolse un dolcissimo sorriso, Serena glie ne regalò uno a sua volta, ma non era un sorriso felice -Chissà come deve essere..avere una mamma – pensò distogliendo lo sguardo dal quadro; poi lo posò su di un quadro più in là e vide che ci erano rappresentati, non persone o nature morte, ma degli animali, in particolare un'ingenua gazzella, osservata a distanza da una coppia di leonesse che stavano in agguato fra la boscaglia, in attesa del momento giusto per balzarle addosso. A Serena in quell'istante venne un colpo di fulmine.

<< Forse potrei provare a diventare...>> in quel momento la scala si mosse di nuovo e ritornò finalmente alla sua postazione iniziale, Serena sussultò, era sovrappensiero e non se l'aspettava l'improvviso movimento. Finì di salire le scale e raggiunse la porta del secondo piano. Dopo aver percorso tutto il corridoio, Serena si ritrovò davanti alla porta dell'aula di Trasfigurazione, bussò.

<< Professoressa McGranitt, sono io..Serena Potter!>> si presentò ad alta voce prima di entrare.

<< Ah, entra pure signorina Potter!>> disse la professoressa dall'altra parte. Serena entrò ed avanzò verso i primi banchi davanti alla cattedra, rimanendo in piedi.

<< Siediti >> le disse trasfigurando il primo banco che le capitò a tiro in una sedia e Serena si sedette.

<< Be', eccoci quà alla tua prima lezione da Animagus come promesso >> disse la McGranitt mettendosi davanti alla bambina.

<< Eheh già >> ridacchiò imbarazzata.

<< Nervosa? >>

<< Ehm...un po' >> disse strofinandosi le mani.

<< Normale. Allora, come ben sai, l'Animagus è proprio uno dei livelli più alti dell'arte della Trasfigurazione e ci vorrà moltissimo tempo ed impegno per raggiungere una minima forma animale. Richiederà ogni singola goccia della tua forza di volontà, sia dal punto di vista fisico che mentale, ti senti pronta ad affrontare tutto ciò? >> disse camminando avanti e indietro per quel piccolo spazio di aula.

<< Sì >> disse decisa senza ripensamenti.

<< Ne sei assolutamente sicura? >>

<< Sì >>

<< Ti garantisco che andando avanti, quando inizierai a cambiare forma, potresti provare dolore >>

<< Mi creda, professoressa, ho sofferto pene peggiori >> la McGranitt inarcò entrambe le sopracciglia, sorpresa dalla secca e decisa risposta della ragazzina.

<< Molto bene, signorina Potter >> disse voltandosi e prendendo in mano un pezzo di carta e la penna.

<< Cominciamo. Dimmi, hai già un'idea in che tipo di animale vorresti trasfigurarti? >> Serena ci pensò un attimo.

<< Be', in verità non saprei, ma ho sempre avuto una particolare attrazione per i felini >>

<< Mm va bene...>> disse annotandosi qualcosa sul foglio <<...i felini mi dici? E come mai proprio questi?>>

<< Non lo so, ma credo..di rivedermici molto in loro >>

<< Spiegati meglio >>

<< Ecco...insomma....alcuni di loro sono molto solitari: come la tigre, il leopardo, la pantera e anche il gatto di strada comune. Sono soli e indipendenti e tanto spesso incompresi e abbandonati a se stessi, come mi sono sentita io per tantissimi anni >> disse con tristezza in voce, abbassando lo sguardo.

<< Capisco >> si limitò a rispondere seria la McGranitt, dispiacendosi comunque per quello che devono aver passato i due fratelli una volta affidati alla famiglia Dursley. Dopotutto, la notte in cui vennero lasciati davanti alla loro porta di casa, oltre a Silente era presente anche lei e già dall'inizio non era convinta di volerli lasciare proprio a quel genere di Babbani.

<< E ti ci rivedi anche caratterialmente? >>

<< Sì, anche troppo a dire il vero >>

<< Quali tratti di carattere in particolare?>>

<< Be', penso di essere complessivamente docile, ma tuttavia aggressiva se mi si provoca fino al limite della sopportazione. Sono anche molto protettiva, per mio fratello, ma anche feroce se qualcuno osasse toccare la mia famiglia, in effetti potrei anche ad arrivare ad uccidere per proteggerla >> la McGranitt ne rimase piuttosto colpita e sorpresa.

<< No! Cioè...ancora non ci sono arrivata a quel punto, professoressa! E spero di non doverci mai arrivare! Solo....che....>> disse in fretta e furia Serena cercando di rimediare.

<< Capisco perfettamente, signorina Potter, non c'è bisogno che ti giustifichi. E' una cosa che faremmo tutti per proteggere le persone che amiamo >> disse facendola calmare.

<< E dimmi, hai mai assunto o anche solo imitato alcuni atteggiamenti dei felini?>>

<< In effetti sì: quando Harry ed io eravamo piccoli giocavamo spesso alla lotta, facendo finta di essere dei leoncini, io vincevo quasi sempre, e poi l'altro giorno stavo giocando ad Acchiapparella con un'amica e mi misi a 4 zampe per poterla ghermire più facilmente >> la McGranitt la guardò incuriosita ed interessata.

<< E in quella posizione ti sei sentita a tuo agio?>> piacevolmente sorpresa.

<< Be'..sì >> rispose sinceramente Serena.

<< Mm davvero molto interessante. Direi che sei ben predisposta per questo ambito di Trasfigurazione >> Serena sorrise come non mai, ma era anche un tantino imbarazzata, ero raro per lei e per Harry ricevere dei complimenti.

<< Bene, signorina Potter. Iniziamo con un piccolo esercizio, o meglio esperimento >> disse andando a prendere una scatolina da dentro uno sgabuzzino e lo posò sulla cattedra.

<< Tutto quello che dovrai fare è catturare questa piccola Fata >>

<< Wow forte! >> disse entusiasta.

<< Ti avverto però che le Fate sono molto agili e dispettose e questa farà di tutto per non farsi catturare >>

<< Accidenti, credevo che le Fate fossero carine e gentili >> disse un tantino delusa.

<< Per essere carina di aspetto lo è, ma non oserei mai definirla gentile >>

<< Oh..peccato. Quindi devo solo catturarla? >> la professoressa annuì << C'è un tempo limitato?>>

<< Al momento no, questo è solo il tuo primo esercizio, ma andando più avanti e quando inizierai a trasfigurare alcune parti del tuo corpo ti metterò alla prova più duramente con un tempo massimo di esecuzione. Tutto chiaro?>>

<< Sissignora!>>

<< Molto bene. Puoi cominciare!>> disse alzando il coperchio della scatola, dalla quale schizzò immediatamente fuori una creaturina alata, dall'aspetto umano con le orecchiette a punta e dalla vocetta vezzeggiante e stridula, con indosso un fiore verde e rosa come vestito.

Serena iniziò a rincorrerla, tentando di acchiapparla, senza molto successo: la fatina era davvero molto veloce e, molto spesso, faceva sbattere Serena contro le sedie e i banchi e in più le si scagliava addosso mordendola ripetutamente, sotto gli occhi di una divertita professoressa McGranitt.

<< AIHIA Dannazione! E' impossibile!>> si lamentò Serena tutta dolorante.

<< Ahahah signorina Potter! Non riuscirai mai a prenderla nel classico modo umano! Devi liberare l'istinto predatorio che è in te se vuoi avere una possibilità! Fai come facesti quando giocasti ad Acchiapparella con la tua amica! >> le suggerì. Serena ritentò però un altro paio di volte rimanendo in piedi su due gambe, ma niente. Non c'era altro modo, doveva rimettersi a 4 zampe come quel pomeriggio con la cerva d'argento. Perciò Serena si accovacciò ed acquisì la stessa identica posa che aveva visto fare alle leonesse nel quadro, intanto che la perfida fatina la canzonava e le faceva le pernacchie. Serena, come un felino predatore, rimase ferma, in attesa che la piccola avversaria facesse la prima mossa. Dopo qualche secondo, quest'ultima le si scagliò contro, ma, con sua grande sorpresa, Serena si scansò in maniera fulminea verso sinistra, inchiodò per bene i piedi a terra e, dandosi una bella spinta in avanti, la giovane Serpeverde le si fiondò addosso, con le dite delle mani ricurve come se fossero degli artigli tirati fuori per agguantare la preda. La fatina si scansò all'ultimo secondo, ma Serena non si diede per vinta e, continuando a rincorrerla per tutta l'aula in quella che degli umani normali riterrebbero alquanto stancante ed insopportabile da sostenere, alla fine, facendo un balzo su di un banco lì vicino, saltò in aria e riuscì finalmente a catturare l'odiosa creaturina alata con entrambe le mani e ad atterrare a terra, sempre a 4 zampe, con una certa eleganza e leggerezza. Serena si raddrizzò sulle due gambe posteriori, ansimando per lo sforzo fisico, andò verso la McGranitt e le mostrò la fatina che stava stringendo delicatamente nella mano destra. La professoressa McGranitt rimase piacevolmente sorpresa e compiaciuta dal risultato che era riuscita ad ottenere in 40 minuti di lezione.

<< ANF ANF e-eccola qui >>

<< Be', i miei complimenti signorina Potter. Davvero una buona esecuzione per essere stata la tua prima volta >> si complimentò in tono serio la McGranitt, facendo arrossire Serena.

<< Grazie, signora. Ho solo fatto...del mio meglio >> disse modestamente.

<< Ed è quello che dovrai continuare a fare se vorrai ottenere risultati ancor più concreti di questo >> disse in tono autoritario.

<< Sissignora! >>

<< Bene, direi che per oggi abbiamo finito >> disse tornando alla cattedra.

<< Come? Abbiamo già finito!? Io voglio continuare ad allenarmi >> chiese sconcertata Serena.

<< No, signorina Potter. Hai già compiuto un grosso passo avanti oggi e non desidero farti stancare troppo. Diventare Animagus è una questione molto seria e non bisogna mai prenderla sottogamba né con leggerezza per quanto riguarda lo sforzo fisico >> disse seria, sedendosi al suo posto. Serena ne rimase un po' delusa, non era affatto troppo stanca....per ora. Ma decise di non ribattere e di obbedire alla professoressa McGranitt senza discussioni.

<< Sì, va bene professoressa >> disse abbassando lo sguardo, continuando ad ansimare sempre più lentamente.

<< Intanto però potresti leggerti questo >> disse tirando fuori qualcosa da uno dei suoi cassetti. Era una specie di diario di grande dimensioni, di color rosso porpora, dalla rilegatura sembrava piuttosto vecchiotto.

<< Ehm, signora, le posso chiedere di che si tratta? >>

<< Devi sapere, signorina Potter, che da giovane, quando ero ancora bella arzilla e volli studiare per diventare Animagus, desideravo tantissimo anche poter scrivere un libro sull'argomento e, quando finì di studiare, volli trasmettere la mia sapienza ai futuri studenti che avrebbero desiderato intraprendere la strada dell'Animagus >>

<< Alla fine ce l'ha fatta a pubblicarlo? >>

<< Eh, purtroppo no. Un giorno venni a scoprire che il Ministero della Magia non vedeva di buon occhio i maghi e streghe Animagus, alcuni li tenevano solo per sfruttarli come spie, ma li hanno sempre visti come dei mascalzoni che usufruivano del loro potere magico per il proprio tornaconto. Ahimè...da un certo punto di vista non gli do torto. Ma non tutti sono così >>

<< E quando videro questo? Come....?>>

<< Il Ministero non sa della sua esistenza, signorina Potter. Tutto il mio sapere sull'argomento è contenuto e custodito in quel diario, in attesa che qualcuno meritevole potesse studiarlo e adoperarlo nel modo più consono e giusto >>

<< Quindi, non avrebbe potuto leggerlo chiunque?>> la McGranitt scosse la testa.

<< Proprio dopo averlo finito di scrivere, lo sigillai con degli Incantesimi di Protezione e di Riconoscimento >>

<< Riconoscimento?>>

<< Sì, l'incantesimo che usai svolgeva, e svolge tutt'ora, il compito di capire e riconoscere le vere intenzioni della persona che vorrebbe leggere questo libro: se la persona è meritevole, il libro, una volta preso in mano, emana una leggerissima aura verde, mentre se la persona non è meritevole....be'....funziona un po' come un semaforo! >> disse scherzosa, facendo ridacchiare Serena.

<< E..io..sono meritevole? >> chiese timidamente.

<< Be', vediamolo subito, no?>> la professoressa le porse il libro purpureo e Serena lo prese riluttante in mano. Come previsto il libro emanò la leggerissima aura verde. Serena era ricolma di gioia.

<< Lo sono! LO SONO! >> disse saltellando per l'aula come una bambina che aveva appena scartato uno dei suoi regali di Natale.

<< Signorina Potter! Calmati santo cielo, abbi un po' di decoro! >> Serena si fermò all'istante.

<< Mi scusi >> disse penitente.

<< Allora...il libro ti ha riconosciuta come meritevole del suo sapere, perciò...dacci dentro!Leggi e allenati ogni volta che puoi e, mi raccomando, non farlo vedere a nessuno, questo libro dovrà essere visto e usato solo da te e, quando sarai riuscita a raggiungere la tua forma completa di Animagus, me lo restituirai, tutto chiaro!? >> le disse energica.

<< Sì, sarà fatto! >>

<< Bene. Ora mi sa che devi andare. Gli esami inizieranno fra un paio di settimane, ti suggerisco di ritornare in Sala Comune a ripassare. E non ti preoccupare per le nostre lezioni, ti contatterò appena avrò un momento libero >>

<< Oh..ah..va bene, grazie. >> Serena iniziò a camminare verso la porta, ma a metà strada si bloccò e si girò verso la professoressa McGranitt, con aria dubbiosa.

<< Professoressa..>>

<< Sì ?>>

<< Quello che stiamo facendo...è legale?>> la McGranitt non rispose subito, ma inarcò in su un angolo della bocca.

<< Ahimè devo ammettere che non lo è per il Ministero, ma le cose che facciamo qui nella scuola di Hogwarts non è affar loro. Capirò perfettamente se non vorrai continuare >>

<< No, no affatto! Non ho intenzione di mollare un'opportunità simile! Solo che....è davvero sicura che non ci scopriranno? >>

<< Stai tranquilla, Potter. Questa cosa è solo ed esclusivamente affare di Hogwarts e non di quegli impiccioni del Ministero! >>

<< Immagino che non abbia avuto buoni rapporti con loro >>

<< Immagini bene. Adesso SHO fila a studiare, vai!>> le disse facendole un gesto con la mano per mandarla via. Serena, dopo avere messo dentro con cura il libro nella sua borsa, la salutò educatamente ed uscì dall'aula di Trasfigurazione e ritornò nei Sotterranei, nella sua Sala Comune, tenendosi ben stretta la borsa contenente i segreti dei suoi possibili futuri successi.

 

******

 

Le due settimane passarono fin troppo velocemente e ormai gli esami erano lì in attesa di mietere i poveri studenti, terrorizzati all'idea di essere bocciati. Serena non era neanche molto preoccupata, aveva sempre studiato e ripassato costantemente, come avrà fatto di sicuro anche Hermione, mentre per Harry e Ron non si poteva dire la stessa cosa. I due fratelli Potter, da quando avevano avuto quello screzio nei Sotterranei non si erano pi parlati. Prima gli sarebbe passata, come sempre. Intanto, durante quelle due settimane, la professoressa McGranitt ricevette a lezione Serena almeno 4 volte, durante le quali le insegnava le basi dell'essere Animagus, gli atteggiamenti e gli istinti vari e la sottoponeva ad altre prove, quasi tutte simili a quella della Fata, cercando di farla immedesimare il più possibile nell'animale in cui si sarebbe voluta trasformare, in questo caso un grosso felino predatore: stava un tantino migliorando, ma era ancora molto indietro.
Era il primo giorno della carneficina di massa e il primo esame, quello di Incantesimi, lo avevano alle 9.00 di mattina nella consueta aula al primo piano; il secondo era quello di Erbologia alle 10.45 presso la serra numero 1; il terzo era quello di Pozioni, alle 14.30 tenuto nella solita aula fredda e umida dei Sotterranei e poi ci sarebbe stata la giornata libera. Serena ovviamente, durante l'esecuzione di quei primi 3 esami, si era sentita calma, tranquilla e sopratutto sicura, come anche alcune delle sue amiche, inclusa Hermione, mentre Ron ed Harry ne uscirono, per quanto riguardava quelli di Erbologia e Pozioni, ne uscirono devastati.
Un'altra giornata di studio era passata ed arrivò il secondo giorno dedicato agli odiati esami. Questa volta il primo sarebbe stato quello di Trasfigurazione su al secondo piano, che sarebbe cominciato alle 8.30; il secondo era quello di Difesa Contro le Arti Oscure alle 11.00 al quarto piano; una breve ma guadagnata pausa pranzo e poi via al campetto sportivo per l'esame di Volo sulla Scopa, il cui appuntamento era per le 15.00. Serena, finalmente, dopo tanta fatica ed esercizio, riuscì ad ottenere un dignitoso “ Accettabile”: era riuscita a completare bene il primo percorso, nel secondo aveva mancato 4 anelli magici, ma nel complesso non era andata male, mentre nel terzo ed ultimo percorso, quello più difficile, ne mancò 7, ma almeno riuscì a completarlo entro il limite di tempo. Madama Bumb, anche se all'inizio non era troppo ottimista né speranzosa sull'esecuzione di Serena, ne rimase comunque compiaciuta; riconobbe che la ragazza era notevolmente migliorata dalla prima lezione, ma era ancora un po' insicura e traballante, perciò si limitò a darle il minimo dei voti di promozione sulla materia. Serena non ci rimase affatto male, anzi! Per lei quel “ Accettabile“ valeva come un “ Eccezionale “ in quella materia tanto detestata. Harry, ovviamente, prese il massimo dei voti, era davvero un fenomeno sulla scopa, doveva ammetterlo, altrimenti come sarebbe riuscito ad entrare come Cercatore nella squadra di Quidditch se non avesse avuto un minimo di talento naturale?!
Comunque, dopo la fine dell'esame di Volo, Harry fermò Serena, toccandola su di una spalla.

<< Ehi, ciao >>

<< Ciao >> dissero entrambi piano ed imbarazzati.

<< Volevo dirti che... sei stata davvero brava prima. Alla fine ce l'hai fatta >>

<< A quanto pare >> si limitò a dire Serena << Comunque...grazie >>

<< Di nulla >> le rispose sorridendo.

<< Immagino che non mi debba complimentare con te, visto che sei già un fenomeno >> disse ghignando.

<< Un complimento è sempre ben accetto >> entrambi ridacchiarono << Allora, che ne dici? Pace? >> le propose Harry, Serena lo guardò comprensiva.

<< D'accordo, pace >> e così i due fratellini fecero scontrare i pugni, in segno di accordo.

Ron si avvicinò loro e, mentre camminava insieme agli altri nella piazzetta dell'enorme orologio a pendolo, gli venne in mente un'interessante proposta.

<< Ehi ragazzi! Che ne dite di svagarci per qualche minuto? Così per festeggiare la “quasi fine” degli esami! >> disse Ron.

<< Non è più conveniente farlo dopo averli finiti tutti quanti? >> domandò Hermione scettica.

<< Stai scherzando?! Quando avremo finito saremo totalmente stravolti! Meglio rilassarci un tantino adesso e completare tutto dopo! >>

<< Be' dai, mi sembra una buona idea >> disse Harry << Tu che ne pensi Serena? >>

<< Sì, perchè no! Cosa vogliamo fare? >>

<< Mmm...>> fece Ron strofinandosi il mento << ...ci sono! Serena tu sei brava a cantare, no?! >> Serena annuì velocemente, presa un attimo alla sprovvista << E tu Harry? >>

<< Me la cavicchio, ma è più brava lei in questo campo. Perchè? >>

<< Ragazzi, potreste mangiare una delle Caramelle Cambia Voce che ti hanno regalato i miei fratelli quando eri stata male, Serena, e cantare una canzoncina allegra ma tosta e noi potremmo ballare! >> Serena ed Harry si guardarono piuttosto scettici.

<< Ma ne sei sicuro? >> dissero insieme.

<< Dai, sembra simpatico >> intervenne Hermione.

<< Va bene, proviamoci allora >> disse Serena << Ron, ce ne hai un paio con te? Le mie le ho lasciate in camera >>

<< Certamente! Altrimenti non sarei uno dei tanti fratelli Weasley, no?>> quindi Ron, ravanando a fondo nello zaino, tirò fuori un sacchetto consumato, con dentro ancora 5 caramelle e ne diede due ad Harry e Serena. Quest'ultimi le mangiarono e poco dopo entrambi le voci divennero acute e stridule, come le voci del famoso trio di Alvin e i Chipmunk.

<< Ahahahah siete troppo buffi! >> esclamò Ron, facendo anche ridacchiare Hermione.

<< Che cosa possiamo cantare ? >> chiese Harry.

<< Potremmo cantare “ How we roll “, abbiamo anche le voci adatte! >> Harry acconsentì, Ron tirò fuori una radiolina e la sintonizzò sulla musica di quella determinata canzone, lasciando totalmente allibita Hermione, che lo guardava con occhi increduli.

<< Che c'è?! Me l'ha insegnato papà! Va matto per le canzoni Babbane, sapete >>

E così i due fratelli Potter iniziarono a cantare:

 

You know you got it made, when you drop the Escalade
For the drop top, iced out, rocks hot
Droppin' dollars, ladies holler "Hey!"
Gotta get that gree-ee-een
You know you got it made, when they send in a parade
When you drop down, private jet in town
All just for one day,
Gotta get that gree-ee-eee-eeen

Whoa-oo-oh!

Whoa, whoa, whoa, whoa!

How we rooooooooll!”

 

Cantarono per più di 5 minuti e molto spesso ballarono a tempo qualche passo Hip Hop inventato lì sul momento, facendo anche le classiche mosse e gesti dei Rapper. Serena ogni tanto inciampava sulle proprie gambe, con la danza non era il massimo. A volte andavano talmente all'unisono che sembravano quasi gemelli. Harry era un discreto cantante, ma ogni tanto si sentiva che stonava qualche nota, ma Serena sembrava che non avesse fatto altro sin dalla nascita: aveva un buonissimo timing, il timbro e l'intonazione erano semplicemente perfetti e, come se non bastasse, aveva il dono naturale della difficilissima capacità di fare il melisma, come Christina Aguilera. Infatti, in questa canzone, c'erano diversi punti, come gli Whoa, whoa-ooo, whooaaaa, whoaaaaaao! dove si poteva aggiungere un bel melisma e quando Serena partiva non poteva più fermarla nessuno, riuscì persino a sovrastare la voce di Harry. E questa capacità lasciò tutti quanti di stucco, tanto da far rizzare letteralmente i peli delle braccia e da far fermare altri studenti che si aggiravano da quelle parti ad ascoltarla con più attenzione e curiosità. Di colpo la musica si interruppe e Serena, dopo essersi resa conto dell'improvviso silenzio e della sua posa alla Rock Star, ovvero gambe divaricate, mano destra che brandiva la bacchetta come fosse un microfono e il braccio e la mano sinistra che puntavano in alto trionfante, si guardò intorno e vedi più di 30 studenti di diverse Case radunati tutti lì intorno con gli occhi sgranati.

<< Che c'è?! >> erano l'unica cosa che riuscì a dire con ancora la voce artefatta, prima che gli studenti scoppiassero in un rumorissimo applauso, seguiti da versi, risate e fischi di approvazione e ammirazione. Il viso di Serena esplose di un rosso peperoncino acceso di imbarazzo. Non sapendo cosa fare, si lasciò trasportare dal piccolo momento di gloria e si inchinò, ringraziandoli, coinvolgendo anche Harry negli inchini. Poi, ad interrompere la festa, arrivò Madam Bumb, che sentì il frastuono da lontano.

<< Be'?! Cosa fate tutti qui?!! Sgombrate immediatamente l'atrio, non gingillatevi in sciocchezze! FORZA VIA !!!>> urlò. E così, a malincuore, gli studenti se ne andarono di corsa, inclusi Harry, Serena, Ron ed Hermione.

<< Per la miseriaccia! Ma dove diamine hai imparato a fare quello!?!? >> chiese esterrefatto Ron. Intanto ai due fratelli ritornò la loro vera voce.

<< Non lo so. Ecco...lo faccio da quando ero piccola, era l'unico mio svago. Anche il suo, sia chiaro >> disse indicando Harry << Avevo sempre voglia di urlare, se vedeste la famiglia in cui siamo costretti a vivere capireste perchè >>

<< Oh sì ! >> aggiunse Harry facendo una brutta smorfia, concordando con la sorella.

<< E allora mi sfogavo così, col canto da squarciagola. Ovviamente cantavo quando i nostri zii e nostro cugino uscivano di casa >> disse timidamente.

<< Hai mai pensato di diventare una cantante? >> chiese Hermione.

<< Be', a dire il vero sì, ma questo prima di aver scoperto il mondo dell' “ Abra Kadabra” !>> disse scherzosamente agitando in aria la bacchetta << Adesso quel sogno è passato in secondo piano. L'ho degradato a semplice hobby ormai >> disse sorridente.

<< Comunque, lasciatelo dire, anche tu Harry sei bravo per carità, ma tua sorella è stata...sensazionale! >> esclamò Hermione.

<< Eh lo so, è sempre stata lei l'anima artistica della famiglia >> disse dandole un colpetto sulla spalla.

<< Perchè quando tornerai a casa per le vacanze non lo coltivi questo hobby? Sai, no, fare un corso >> propose Ron.

<< Ron, non si può. I nostri parenti non ce lo permettono: dobbiamo persino chiedere loro il permesso per andare in bagno! >> disse Serena con amarezza.

<< Figuriamoci chiedergli di pagarle un corso di Canto! >> intervenne Harry << Se fosse stato per loro non ci avrebbero nemmeno mandati alla scuola elementare per non dover pagare >>

<< Accidenti, e io che mi lamentavo dei miei >> disse Ron sconvolto.

<< Ragazzi, io sono un po' stanca, vado a riposare. Stanotte avremo l'esame di Astronomia, sarà meglio recuperare le energie >> disse Hermione, imboccando le scale.

<< Sì, hai ragione, mi sa che farò anch'io così. Ci si vede stanotte ragazzi!>> li salutò Serena svoltando a sinistra verso i Sotterranei, mentre gli altri la salutavano, seguendo Hermione verso la Sala Comune di Grifondoro.
Arrivò la notte e, intorno alle 11.30, gli studenti del primo anno dovevano ritrovarsi nel Salone d'Ingresso per poi essere accompagnati da un Prefetto verso la Torre di Astronomia per conseguire l'esame, che sarebbe iniziato a mezzanotte in punto. Una volta concluso il noiosissimo esame – a Serena non piaceva molto questa materia, ma non era neanche la più brutta – tutti gli studenti morivano dalla voglia di sprofondare e avvolgersi comodamente nei loro soffici letti a baldacchino.
Il giorno dopo, finalmente l'ultimo giorno, i piccoli maghetti dovevano conseguire l'ultimo e atteso esame del primo anno, anche se la materia in questione non era certo di quelle più amate, Storia della Magia al quinto piano alle 10.00.
A mezzogiorno, Serena e il trio di Grifondoro, decisero di andare a farsi una passeggiata fuori nel parco prima di andare a pranzo, giusto per rilassarsi un po' e per sciogliere i nervi e la tensione accumulati durante quei tremendi 3 giorni, ma fu fermata sulla soglia da Liz, Mary e Penelope.

<< Hei Ser! Non vieni a pranzo con noi? >> disse Liz.

<< Sì sì, vengo, ma prima devo fare una cosa con mio fratello. Vi raggiungo tra poco!>>

<< Ah ok, a dopo allora!>> disse salutandola, Serena rispose al saluto e poi raggiunse il trio. Quando uscirono in giardino, Hermione si sentì in dovere di esprimere la propria opinione sugli esami appena faticosamente terminati.

<< Ho sempre sentito dire che gli esami finali ad Hogwarts erano spaventosi, invece io li ho trovati piacevoli! >> esclamò contenta Hermione.

<< Parla per te per favore >> disse annoiato Ron, facendo ridacchiare i fratelli Potter.

<< Be', certe materie erano davvero belle, mentre per altre...ragazzi miei....devo dar ragione a Ron >> intervenne Serena.

<< Di sicuro tu ti sarai divertita un mondo a Pozioni >> disse Harry in tono un po' sofferente, massaggiandosi la fronte.

<< Altroché! >> ammise soddisfatta. Intanto Ron si accorse delle smorfie di dolore di Harry.

<< Tutto bene Harry? >>

<< Argh! La cicatrice, non fa che bruciarmi >>

<< Non è la prima volta che ti capita!>> disse Hermione.

<< Ma non così!>>

<< Forse dovresti farti vedere da Madama Chips, giusto per precauzione >> disse Ron.

<< Secondo me è un avvertimento. Significa pericolo in vista >> disse Harry, continuando a massaggiarsela e a gemere.

<< Se è una specie di campanello di allarme, potremmo installarci sopra una bella sirena, almeno saremmo avvertiti anche noi del pericolo!>> disse Serena per sdrammatizzare, facendo ridere Ron ed Hermione, Harry invece non sembrava molto in vena di scherzi. Usciti in giardino, imboccarono il viottolo sterrato che conduceva alla capanna di Hagrid ed Harry, in quel momento, si fermò e osservò attentamente Hagrid, il quale era seduto sulle scalette di casa sua a suonare il flauto.

<< Che c'è, che ti prende Harry?>> chiese Serena, notando lo sguardo fisso del fratello.

<< Non vi sembra un po' curioso che quello che Hagrid desidera di più al mondo sia un drago e che si presenti uno sconosciuto che per puro caso ne ha uno!? Quante persone vanno in giro con un uovo di drago in tasca?! Che stupido, perchè non ci ho pensato prima ?! >> disse camminando velocemente verso Hagrid, seguito dai suoi amici incuriositi dalla faccenda.

<< Oh, ciao ragazzi! Come sono andati gli esami?>> chiese allegro, interrompendo di suonare.

<< Hagrid! Chi ti ha dato l'uovo di drago?! Come era fatto il tizio!?>> chiese ansioso Harry.

<< Non lo so, non l'ho mai visto in faccia, portava il cappuccio >>

<< Ma con quello straniero ci dovrai pur aver parlato! >> esclamò un tantino spazientito.

<< Be'..lui..voleva sapere di che genere di creature mi occupavo >> disse ripensando a quel colloquio nel Pub << Glie l'ho detto, dopo Fuffi... tsk! Un drago non sarà un problema >>

<< Sembrava interessato a Fuffi?! >> intervenne incuriosita Serena.

<< Ma certo che era interessato a Fuffi! Non ti capita spesso di incrociare una Cane a 3 Teste, anche se sei del mestiere. Ma glie l'ho detto: il trucco con ogni bestia e sapere come calmarla! >> disse fiero della sua sapienza, intanto i ragazzi attendevano con ansia la risposta << Prendi Fuffi ad esempio: gli basta un po' di musica e si addormenta come un ghiro! >> i ragazzi ne rimasero sconcertati ed iniziarono a guardarsi l'un l'altro, avevano tutti quanti dipinti sul volto la stessa espressione di timore e paura.

<< Forse non dovevo dirvelo >> disse infine dubbioso Hagrid. I ragazzi non ci badarono e corsero subito verso il castello. Entrati nelle mura, corsero a perdifiato subito verso l'ufficio della professoressa McGranitt.

<< Dobbiamo vedere il professor Silente, immediatamente! >> esclamò Harry, afferrando con forza la cattedra della professoressa, la quale fu presa alla sprovvista.

<< Temo che il professor Silente non sia qui. Ha ricevuto un gufo urgente dal Ministero della Magia ed è partito subito per Londra >> spiegò la McGranitt.

<< Come è partito!? Ma è una questione importate! Si tratta della Pietra Filosofale! >> sbottò infine Harry. La McGranitt sgranò gli occhi.

<< Come sapete....?>>

<< Qualcuno tenterà di rubarla! >> disse Hermione.

<< Non so come voi quattro sappiate della Pietra, ma vi assicuro che è protetta benissimo. Ora tornate nei vostri dormitori...in silenzio >> disse seria. I ragazzi non avevano scelta, dovevano rassegnare e obbedire, perciò uscirono dall'ufficio, con la vecchia strega che li seguiva con lo sguardo. Però Harry, in mezzo al corridoio, si fermò.

<< Non era uno straniero quello che Hagrid ha incontrato: era Piton! Vuol dire che ora lui sa come eludere Fuffi! >> esclamò deciso Harry, rimasto sempre solido delle sue convinzioni. Serena non sprecò fiato con quel testardo e si limitò ad ascoltare.

<< E per di più con Silente che è partito...>> iniziò Hermione, quando una presenza e voce glaciale si era avvicinata alle loro spalle.

<< Buon pomeriggio >> disse un terrificante professor Piton. I ragazzi si girarono piano verso di lui.

<< Allora tre giovani Grifondoro e...una dei miei Serpeverde... >> disse spostando lo sguardo dal trio a Serena, la quale lo guardò un po' con timore, Severus quando voleva sapeva essere davvero spaventoso << ...cosa ci fanno al chiuso in una giornata come questa?>> chiese mellifluo, incutendo disagio fra il trio e anche un po' in Serena. Piton era lì in piedi davanti a loro, impaziente di ottenere una risposta.

<< Ehm...ah...n-noi stava...>> balbettò Hermione.

<< Dovete fare attenzione. Si potrebbe pensare...>> poi il suo sguardo si spostò su Harry, il quale lo stava uccidendo con gli occhi <<... che tramiate qualcosa >> da come lo aveva detto e da come stava scrutando gli occhi di Harry, Serena capì che Piton gli aveva letto la mente, ma rimase sorpresa dal fatto che non aveva fatto né detto niente per ostacolarli. Il professor Piton, detto ciò, si voltò e se ne andò.

<< Ora che facciamo?>> chiese allarmata Hermione.

<< Scendiamo nella botola...stanotte >> disse deciso Harry, suscitando qualche perplessità in Serena, la quale si stava mordendo il labbro inferiore per la preoccupazione.

 

 

 

 

Angolo Autrice :

Ciao ragazzi, sono tornata! Mamma mia, sto facendo una faticaccia assurda ultimamente a scrivere questi capitoli -.-
Comunque siamo quasi alla fine di questa prima avventura :) spero che fino ad ora la mia storia vi sia piaciuta!
Alla prossima :D

Melisma: Nella musica vocale, viene detto melisma quel tipo di ornamentazione melodica che consiste nel caricare su di una sola sillaba testuale un gruppo di note ad altezze diverse. La vocale della sillaba viene "spalmata" sulle varie note, e quindi cantata modulando l'intonazione ma, in linea di principio, senza interrompere l'emissione vocale.

Potete trovare un esempio di questa capacità nel video della canzone di Alvin Superstar, che ho usato in questo capitolo per movimentare un po' la situazione, “ How we roll “ su youtube a partire dal minuto 3.00 – quando Alvin in sottofondo spara dei gran acuti – fino al minuto 3.25.
A partire dal minuto 3.21 era più o meno il tipo di melisma che mi ero immaginata che la mia OC potesse fare XD Oh yeah!

 

Eccovi il video --->   http://www.youtube.com/watch?v=hWTNIYxa-Rk&list=FLtGw2IOx8FxNwPbko9FNSnA

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** La Fine e L'Inizio di Un'Avventura ***


                                                                                                     La Fine e L'Inizio di Un'Avventura

 

<< Scendiamo nella botola...stanotte >> disse deciso Harry, suscitando qualche perplessità in Serena, la quale si stava mordendo il labbro inferiore per la preoccupazione.

 

 

<< Harry...non credi di essere un po' troppo avventato? Insomma, se ci scoprono siamo fregati. Ci espelleranno tutti e quattro! >> disse Serena, cercando di farlo ragionare.

<< In fin dei conti, Serena non ha tutti i torti, Harry. Aspettiamo che torni Silente >> intervenne Ron, guardando anche Hermione cercando un appoggio.

<< Ragazzi, non c'è più tempo! Capisco le vostre preoccupazioni, ma non possiamo rimanercene così con le mani in mano! Ormai ci siamo dentro fino al collo, dobbiamo impedire che la Pietra venga rubata e dobbiamo intervenire stanotte, altrimenti... potrebbe essere troppo tardi >> disse Harry. I ragazzi non sembravano molto convinti, ma dovevano ammettere che Harry aveva ragione, non potevano assolutamente temporeggiare, altrimenti Voldemort sarebbe diventato di nuovo forte e sarebbe tornato.

<< Va bene, ci sto >> disse all'improvviso Serena << Ma non credo che riuscirò ad eludere le armature un'altra volta senza essere beccata, ho bisogno di aiuto sta volta! >>

<< Sì, ma... il Mantello dell'Invisibilità sarà abbastanza largo da nasconderci tutti? >> si domandò Harry.

<< Mmm...un modo c'è, ma bisognerà applicarvi un incantesimo che viene insegnato più avanti >> disse Hermione, strofinandosi il mento pensierosa << Sentite, io oggi cercherò di allenarmi il più possibile con quell'incantesimo e stanotte...be'...vedremo se funzionerà >> disse sistemando velocemente i libri nella sua borsa << Ci vediamo più tardi! >> esclamò Hermione correndo verso la torre di Grifondoro.

<< A che ora ci ritroviamo? >> chiese Serena.

<< Ti veniamo a prendere noi. Fatti trovare fuori dalla tua Sala Comune a mezzanotte, ok?>> Serena annuì ed Harry e Ron si congedarono, ritornando ai proprio dormitori per prepararsi alla pericolosa missione che avrebbero affrontato in quella fausta notte.

 

******

 

La notte arrivò in un batter d'occhio e Serena era già fuori dalla Sala Comune dei Serpeverde da 5 minuti; ormai era diventata una maniaca della puntualità. Il corridoio dei Sotterranei era più tetro che mai e le armature medievali di sicurezza scricchiolavano a ritmo regolare, pattugliando ogni singolo centimetro della stanza con il loro raggio oculare viola che fuoriusciva dalle fessure degli elmi.
Serena sussultò a causa di un improvviso rumore nei dintorni; sembravano dei passi.

<< Ragazzi...siete voi? >> chiese cauta Serena sporgendosi un tantino, guardandosi intorno.

<< Sì >> risposero.

<< Ma dove siete? >>

<< Qui davanti a te! >> disse Ron alzando di scatto un lembo del mantello, facendo sobbalzare all'indietro Serena per la “paura”, facendo ridacchiare gli altri due Grifondoro.

<< Voi mi volete far morir giovane, vero? >> disse Serena tenendosi una mano sul petto.

<< Avete avuto problemi a scendere? >>

<< Be', abbiamo avuto..una specie di contrattempo >> disse Ron.

<< Uff... Neville Paciock non voleva permetterci di uscire fuori orario. Temeva che mettessimo nuovamente la nostra Casa nei guai >> disse Hermione.

<< Come lo avete neutralizzato? >>

<< Neutralizzato è proprio la parola giusta >> ammise Ron, ricordando cosa fece Hermione poco tempo prima.

<< Gli ho lanciato una fattura, un Petrificus Totalum >>

<< Accidenti, poveraccio >> disse Serena.

<< Si riprenderà in poche ore, non temere >> intanto Serena cercò di farsi spazio sotto il mantello fra gli amici.

<< Ecco, come pensavo: il mantello è troppo corto per coprirci tutti e quattro! >> disse Serena.

<< Ma perchè diavolo ti sei portata dietro una borsa?! >> chiese spazientito Harry.

<< Non si sa mai, potrebbe servirci >> si giustificò Serena.

<< Ma così ci ingombra ancora di più! >> sbottò Harry.

<< Tranquilli, ci penso io >> disse Hermione, uscendo da sotto il mantello. Tirò fuori la bacchetta e la puntò sopra i ragazzi, pronunciando << “ Engorgio!” >> e il mantello si allargò di qualche centimetro, tanto da riuscire a coprire i piedi di tutti. Poi tornò sotto anche lei.

<< Geniale! >> esclamò Serena.

<< Grazie >> rispose Hermione piacevolmente imbarazzata << Coraggio andiamo! >>

Il quartetto di piccoli maghi uscì cautamente dai Sotterranei e si diresse al terzo piano: le scalinate pullulavano di migliaia di fantasmi, ma questi erano diversi: non erano i soliti fantasmi, quelli ben vestiti ed educati che scambiavano di tanto in tanto qualche parola con gli studenti, questi sembravano essere solo donne, con solo il busto visibile e le braccia erano lunghe più del normale e possedevano degli artigli somiglianti a dei pugnali; sembravano parecchio ostili, perciò era meglio non farsi vedere né stuzzicarli. Arrivarono finalmente al terzo piano ed entrarono, ma Serena notò che c'erano due porte e, non essendoci mai stata, non sapeva quale delle due potesse condurre alla stanza di Fuffi.

<< Qual è delle due? >> chiese incuriosita.

<< Quella a sinistra >> rispose Harry.

<< “ Alohomora!” >> pronunciò Hermione, puntando la becchetta sulla vecchia serratura arrugginita, la quale si aprì immediatamente. Entrarono e si trovarono davanti ad un Fuffi stranamente quieto e tranquillo, che respirava molto pesantemente: il suo tanfo era qualcosa di veramente nauseabondo, un odore di carne avariata misto a foglie marce.

<< Ehi, ma sta....?>> disse Ron, quando uno dei potenti respiri di Fuffi fece volare via il Mantello dell'Invisibilità da sopra le teste dei ragazzi.

<<....Russando >> finì Harry la frase di Ron. Sì, Fuffi stava dormendo bello beato e rilassato. I ragazzi si guardarono intorno e notarono che in un angolo della stanza, alla sinistra di Fuffi, c'era un'arpa incantata, che stava suonando una dolcissima melodia, quasi una ninna-nanna.

<< Piton è già stato qui >> disse Harry.

<< O qualcun altro! >> ribatté Serena lanciandogli un'occhiataccia.

<< Sì vabbe'....comunque, ha fatto un incantesimo all'arpa per rendere innocuo Fuffi >> continuò Harry, avvicinandosi alle zampe, che poggiavano sulla botola d'entrata << Datemi una mano!>> disse prendendo una delle grosse zampe anteriori. Serena, Ron ed Hermione si avvicinarono e lo aiutarono ad alzargli le zampe dalla botola. Dopo averle riposte con cura senza svegliarlo, Harry si accovacciò ed aprì la botola, la quale mostrò un tunnel buio e profondo, non si vedeva nemmeno il fondo.

<< Vado prima io >> iniziò Harry << Non seguitemi finché non vi do il segnale. Se succede qualcosa di brutto datevela subito a gam...>> non fece in tempo a finire che Serena lo zittì, posandogli un paio di dita sulla bocca.

<< Shhhhhh ascoltate....>> ci fu una lunga ed insolita silenziosa pausa << ….non vi sembra un po' troppo...silenzioso? >> chiese sospettosa.

<< L'arpa! Ha smesso di suonare >> disse Hermione. Intanto Ron sussultò, a causa di qualcosa che gli era colato addosso.

<< Bleah! Che schifo! >> esclamò disgustato, toccandosi la cosa bianca e viscida che gli si era posata sulla spalla destra. Poi si girò verso gli altri, con dipinto in volto una smorfia terrificante. Tutti e quattro ebbero lo stesso medesimo pensiero, quindi alzarono piano la testa e lo videro. Fuffi si era svegliato ed stava ringhiando rabbioso come non mai.

<< AAAAAAAARRRRRRRGGGGGGHHHHHH! >> urlarono all'unisono i maghetti.

<< SALTATE ! >> urlò Harry ai suoi amici, i quali lo seguirono velocemente. Si gettarono senza pensarci due volte dentro l'oscura botola e, accompagnati dai latrati feroci di Fuffi, atterrarono su qualcosa dalla superficie irregolare, ma tuttavia morbido.

<< Wow, per fortuna che c'è questa specie di pianta! >> esclamò sollevato Ron, toccando le grosse radici violacee che avevano attutito la loro caduta. Ma, come era anche prevedibile, le radici della gigantesca pianta iniziarono a muoversi verso di loro, avvolgendoli fra le loro spire, come dei boa.

<< Fortuna?! >> disse con sarcasmo Serena. Le radici si avvolgevano attorno ai corpi di Harry, Serena, Ron ed Hermione ripetutamente, con lo scopo di ucciderli tramite soffocamento. Ma Hermione non sembrava per niente preoccupata.

<< State fermi, tutti quanti! Questo è il Tranello del Diavolo, dovete stare calmi, altrimenti vi ucciderà più in fretta! >> ma Ron non la smetteva di divincolarsi.

<< Ucciderci più in fretta?! Ah adesso sì che posso stare calmo! >> esclamò ironicamente, guadagnandosi una smorfietta indignata da parte di Hermione, la quale, al contrario di Ron, riusciva a stare perfettamente calma e, grazie a ciò, la pianta iniziò ad allentare la presa su di lei e a farla sprofondare sotto di essa.

<< HERMIONE ! >> urlarono insieme Serena, Harry e Ron.

<< E ORA CHE FACCIAMO?!?! >> disse disperato Ron, continuando a divincolarsi dalle radici.

<< State calmi ! >> risuonò la voce di Hermione da sotto la pianta.

<< Hermione dove sei?! >> disse Harry.

<< Fate come vi dico! Fidatevi! >> allora Harry e Serena, dopo essersi scambiati un'occhiata di intesa, cercarono di calmarsi e di “ lasciarsi trasportare” al di sotto della pianta.

<< HARRY ! SERENA ! >> disse Ron terrorizzato alla vista della scomparsa dei suoi amici, i quali atterrarono sani e salvi su di un grigio pavimento di pietra, sul quale era in piedi Hermione. Intanto Ron continuava a strillare e a chiedere aiuto.

<< Serena, Harry va tutto bene? >>

<< Sì e tu? >>

<< Tutto a posto, ma Ron non riesce a stare calmo o sbaglio?! >> chiese spazientita Hermione.

<< A quanto pare no >> intervenne Serena guardando in alto.

<< Argh..devo fare qualcosa! >> esclamò insofferente Hermione.

<< Ma cosa?! >> disse Harry.

<< Ricordo di aver letto qualcosa in Erbologia..ehm..>> disse strofinandosi i capelli per stimolare la memoria, tirandone fuori una strana filastrocca << “ Tranello del Diavolo, Tranello del Diavolo è uno spasso mortale....ma il Sole gli fa male” ma certo! Il Tranello del Diavolo odia la luce del Sole! >> esclamò alla fine vittoriosa. Quindi puntò la bacchetta contro la pianta e disse << “ Lumos Solem !” >> con tutta l'aria che aveva nei polmoni e, dalla punta della bacchetta, uscì fuori un raggio di luce solare accecante. La pianta in quell'istante ritirò nell'ombra le sue grosse radici violacee, emettendo una strano ed inquietante gemito di dolore, facendo cadere Ron a terra. I ragazzi gli corsero incontro.

<< Ron stai bene?>> chiese Serena, mentre Ron si stava rialzando.

<< Argh..sì. Whooo! Per fortuna eravamo calmi! >> esclamò rilassato e spensierato.

<< Per fortuna Hermione si è applicata a Erbologia >> ribatté Harry ironicamente.

Dopo essersi un attimo risistemati, i quattro giovani maghi percorsero un corridoio, nel quale echeggiava uno strano ronzio, come uno sciame di insetti. Si ritrovarono davanti ad un'altra stanza, piena di esseri svolazzanti.

<< Curioso, non avevo mai visto uccelli così >> disse Hermione incuriosita, guardando in alto.

<< Non sono uccelli, sono chiavi >> disse Serena.

<< E scommetto che una di loro apre quella porta >> intervenne Harry, indicando la porta che stava dall'altra parte. Ron ed Hermione si avvicinarono a quest'ultima. Intanto Harry notò che lì, sospesa a mezz'aria, c'era una vecchia scopa.

<< “ Alohomora!” >> esclamò Ron, tentando inutilmente di aprire la serratura, la quale non si mosse << Be', almeno ci ho provato >> disse in tono contrito.

<< Adesso che facciamo?! Ci saranno migliaia di chiavi lassù! >> disse Hermione spazientita.

<< A noi ne serve una grossa, vecchio tipo, forse arrugginita come la maniglia >> osservò Ron.

<< Eccola, la vedo! >> esclamò Serena, con la testa rivolta in alto a cercare la chiave e ne individuò una che rispecchiava la descrizione di Ron << Quella con l'ala spezzata! >>

Ad Harry, d'istinto, cascarono gli occhi sulla vecchia scopa, pareva parecchio perplesso.

<< Che cos'hai Harry? >> chiese Hermione, notando lo strano sguardo di Harry, il quale lo spostò dalla scopa agli amici e viceversa.

<< E' troppo semplice >> disse serio.

<< Oh andiamo, Harry! Se Piton è riuscito a prenderla con quella vecchia scopa, puoi farlo benissimo anche tu! Sei il Cercatore più giovane del secolo! >> lo incitò Ron. Harry, perciò, prese coraggio ed afferrò il manico della scopa. Dopo averla toccata, le chiavi impazzirono: iniziarono a volare più velocemente e a fiondarsi in picchiata su Harry, tentando di distrarlo dalla vera chiave e, se potevano, di ferirlo.

<< Oh cavolo..questo complica un po' le cose >> disse Serena, osservando preoccupata il fratello alzarsi in volo, alla caccia della chiave giusta. Harry, volando il più velocemente possibile e senza perdere di vista la chiave con l'ala spezzata, riuscì, dopo un paio di tentativi falliti, ad acchiapparla. In seguito si abbassò di quota e la lanciò verso Hermione.

<< PRENDETELA ! >> Hermione, con un piccolo balzo, riuscì ad afferrarla e la infilò immediatamente dentro la serratura, infastidita dal continuo battito d'ali di quest'ultima. Intanto Harry continuava a sfuggire alle altre chiavi infuriate.

<< Sbrigati ! >> le urlò dietro Ron. Finalmente la porta si aprì e Serena, Ron ed Hermione varcarono la soglia e tennero la porta aperta in attesa che Harry prendesse la giusta traiettoria per entrarvi.

<< Forza Harry, più in fretta! >> scandì Serena. Harry riuscì a volare oltre la porta e gli altri la richiusero immediatamente, facendo scagliare tutte le altre chiavi contro di essa. Harry scese dalla scopa e la lasciò lì per terra.
Il gruppetto di maghetti si incamminò verso un secondo tunnel che li condusse ad un'altra porta. La aprirono e si ritrovarono dentro ad una stanza molto piccola e stretta, nel cui mezzo era posto tavolo con sopra 7 diverse ampolle di pozione, con accanto un foglio di pergamena.

<< Oh accidenti! E adesso che dobbiamo fare?! >> sbottò seccato Ron. Serena avanzò verso il tavolo e lo analizzò attentamente.

<< E' un indovinello. Una sciarada precisamente >> affermò seria.

<< Io sono una frana in queste cose intellettuali! Tu Harry come te la cavi? >> chiese Ron

<< Hai chiesto alla persona sbagliata >> gli rispose Harry, mettendosi in disparte.

<< Oh, lasciate fare a me! Ci penso io >> disse Hermione.

<< No. Me ne occupo io >> disse Serena, voltandosi di scatto verso Hermione. Pozioni era la sua materia, non poteva permetterle di risolvere quella sciarada al posto suo, non lo avrebbe sopportato.

<< Tu hai già sistemato quella pianta. Io non ho ancora aiutato in alcun modo. Questa cosa lasciala a me, per favore >> chiese fra un misto di rabbia e di supplica. Hermione ci pensò un attimo, poi acconsentì
- Eh che cavolo! Deve fare sempre tutto lei?! Miss So-Tutto-Io ! - pensò infantilmente Serena. Prese in mano la pergamena e iniziò a leggerla.

 

 

                                                                                                           “ Davanti a voi è il pericolo, dietro la sicurezza,
                                                                                                              
due tra di noi vi aiutano, usate la destrezza,
                                                                                                                  
una sola, di sette, vi lascerà avanzare,
                                                                                                                se un'altra ne berrete, vi farebbe arretrare,
                                                                                                                 due son piene soltanto di nettare d'ortica,
                                                                                                               tre, assassine, si apprestano alla loro fatica.
                                                                                                                Scegliete o resterete sempre tra i supplizi.
                                                                                                            Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi:
                                                                                                            primo, seppur subdolamente il velen non si svela,
                                                                                                                   
il vino delle ortiche alla sinistra si cela;
                                                                                                                secondo, differenti sono quelle agli estremi,
                                                                                                                 ma per andare avanti rimangono problemi;

                                                                                                                terzo, come vedete, non ve n'è una uguale,
                                                                                                                    sol di nana e gigante il vin non è letale;

                                                                                                            quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra
                                                                                                              sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista. ”

 

 

 

- Questa è di sicuro opera di Severus, non c'è alcun dubbio! - pensò Serena.
Serena si mise lì davanti al tavolo ed analizzò per bene ogni singola ampolla che le si presentava: la prima ampolla all'estremo a sinistra era grigia e tetra; quella accanto sembrava una bottiglia di vino di color rosso; quella che seguiva era piccola e azzurra cristallina; ne seguiva una alta di un color dorato sporco; quell'altra accanto era piccola e quadrata di color verde; la penultima era alta di color nero catrame; e l'ultima era bassa e violetta.
Serena si rilesse un'altra volta l'indovinello, per essere sicura della scelta che avrebbe fatto. Non poteva sbagliare, ne sarebbe andata della sua vita e quella dei suoi amici.

<< “Primo, seppur subdolamente il velen non si svela, il vino delle ortiche alla sinistra si cela”. Ok allora le prime due a sinistra non si toccano >> disse fra sé e sé.

<< “ Secondo, differenti sono quelle agli estremi, ma per andare avanti rimangono problemi”. Va bene, quindi c'è una possibilità per quella all'estremo destra >> poi il suo ragionamento fu interrotto da una voce che in quel momento avrebbe detestato a morte.

<< Dai, quanto ci metti ancora?! Non abbiamo tutto questo tempo!>> sbottò Ron.

<< Senti pel di carota! E' un indovinello piuttosto complicato e se dovessi sbagliare deduzione e dovessi scegliere quelle sbagliate, TI RITROVERESTI MORTO STECCHITO !>> disse Serena arrabbiata, fulminandolo con lo sguardo.

<< Ok ok ok, scusami! >> si affrettò a dire, lasciandole riprendere il ragionamento.

<< “ Terzo, come vedete, non ve n'è una uguale, sol di nana e gigante il vin non è letale”. Ok, questa verde e questa nera non ti ammazzano >> poi, leggendo l'ultimo indizio, Serena ebbe finalmente la risposta.

<< “ Quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra, sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista”. SI'! CI SONO! >> esclamò energica e trionfante, prendendo in mano le due ampolle che, secondo il suo ragionamento, erano quelle giuste.

<< Ragazzi, sono queste! >> disse tenendo in mano quella piccola azzurra cristallina e quella tonda viola.

<< Grandioso! Ma...quale delle due ci condurrà avanti? >> chiese Harry.

<< Ecco, questa qui >> disse Serena sollevando quella azzurra.

<< Ne sei sicura? >>

<< Dubiti di tua sorella? >> chiese scherzosamente indignata. Harry, rimanendo comunque dubbioso, la prese e ne bevve un piccolo sorso e la barriera, che era stata innalzata davanti alla porta dall'altra parte della stanza, scomparve.

<< Fantastico! >> esclamò Harry << Serena, tu sei...un genio! Davvero!>> disse facendo arrossire Serena, lasciandola totalmente esterrefatta.

<< Oh...ah..be'...grazie. Comunque quest'altra ci permetterà di tornare indietro >> disse evidenziando l'ampolla viola << Dovremo conservarcele per quando sarà tutto finito >> disse mettendo quella viola dentro la borsa e facendo sorseggiare a tutti gli altri quella azzurra.

<< E tu dicevi che la borsa non sarebbe servita a niente! Se non me la fossi portata dietro dove avrei potuto mettere le pozioni, dentro le tue mutande?! >> disse Serena ghignando vittoriosa.

<< Sì sì sì, va bene, va bene, avevi ragione, contenta?! Adesso andiamo >> disse Harry, oltrepassandola.

Aprirono la porta, dove prima c'era la barriera magica, ed entrarono. Il luogo in cui si ritrovarono era estremamente buio e tetro: per terra c'erano delle specie di residui, quasi delle rovine di edifici o statue raffiguranti diversi personaggi, tra cui cavalli, armature, spade e scudi; sembrava infatti un campo di battaglia. I ragazzi erano totalmente inorriditi dalla scena.

<< La cosa non mi piace. Non mi piace affatto >> puntualizzò Hermione, guardandosi intorno.

<< Ma dove siamo? In un cimitero? >> chiese Harry, camminando e ritrovandosi davanti una fila di statue di diverse dimensioni, ma comunque più alte e più grosse di tutti loro.

<< Questo non è un cimitero...>> intervenne all'improvviso Ron, avanzando e salendo su di un rialzamento << ...è una scacchiera >> e in quel momento l'intera stanza si illuminò, rivelando e mostrando la nuova prova da superare.

<< Guardate, lì c'è la porta! >> esclamò Harry indicando il passaggio oltre la fila degli scacchi bianchi. Il gruppetto avanzò, cercando di raggiungerla, ma la prima fila dei pedoni bianchi sguainò simultaneamente le spade, creando uno sbarramento, impedendo loro di passare. I ragazzi indietreggiarono all'istante, un tantino impauriti. I pedoni ritornarono alla loro posizione iniziale.

<< Adesso che facciamo? >> chiese Hermione.

<< E' ovvio, no? Dobbiamo attraversare la sala giocando >> disse Ron mettendosi davanti ai suoi amici << Allora, Harry... tu prendi il posto vuoto dell'Alfiere, Serena... tu prenderai quello della Regina, Hermione...tu dovrai essere la Torre. Quanto a me...io farò il Cavallo >> tutti quanti annuirono e si misero in posizione.

<< Che succede adesso? >> chiese Hermione.

<< Be', i bianchi muovono per primi e poi...giochiamo! >> disse Ron, deciso e concentrato sul da farsi. In quel momento uno dei pedoni bianchi si mosse e andò a posizionarsi in uno dei riquadri neri della scacchiera. A Serena, però, sorse un dubbio.

<< Ron...>> lo chiamò << ...non vorrai dirci che sarà come giocare veramente agli Scacchi dei Maghi o sì? >> disse in tono timoroso. Anche a Ron sorse il medesimo dubbio, perciò decise di fare una prova, mandando avanti uno dei suoi pedoni neri.

<< Tu laggiù! D5 ! >> e il pedone andò a posizionarsi nella casella ordinata, proprio accanto al pedone bianco, il quale sguainò le spade e distrusse l'avversario nero, mandandolo in mille pezzi, suscitando orrore e sgomento nei quattro maghetti.

<< Sì, Serena. Credo proprio che questo sarà.... esattamente come gli Scacchi dei Maghi >> disse Ron deglutendo nervosamente, ricevendo in più gli sguardi preoccupati degli altri tre amici.

Fu una battaglia senza esclusione di colpi: sia gli scacchi bianchi che quelli neri subirono numerose perdite, Pedoni che si distruggevano a vicenda, Cavalli distrutti da Alfieri, Torri buttate giù da Re e Regine, finchè, in campo, non ne rimase solo una, la Regina bianca, alta e spaventosa. La squadra degli scacchi neri sembrava in netto svantaggio, ormai non sapeva più cos'altro inventarsi, salvo una cosa.

<< Aspetta un momento! >> disse Harry, capendo le intenzioni di Ron.

<< Hai capito, vero Harry? Quando farò la mia prossima mossa, la Regina mi mangerà, così potrete dare Scacco Matto al Re >> disse serio Ron.

<< No Ron! No! >> urlò Harry.

<< Cosa c'è?! >> chiese Hermione.

<< Ha deciso di sacrificarsi >> intervenne Serena triste, avendo capito anche lei la sua mossa per vincere la partita.

<< No, non puoi! Deve esserci un altro modo! >> urlò Hermione.

<< Volete evitare che Piton prenda la Pietra o no?! >> chiese spazientito Ron. Poi si rivolse direttamente ad Harry << Harry, sei tu quello che deve continuare, lo so. Non io, né Serena e nemmeno Hermione... ma TU ! >> Harry, anche se sembrava per un momento contrariato, perchè non se la sentiva affatto di affrontare una situazione del genere da solo, alla fine si rese conto che Ron aveva ragione; Voldemort sarebbe tornato per lui e per nessun altro, perciò doveva fare ciò che era giusto, tenendo fuori i suoi amici.
Ron si sistemò meglio sul suo Cavallo, stringendo con forza le briglie ed infine disse

<< Cavallo in H3 ! >> e il suo scacco iniziò a muoversi verso la casella richiesta. Una volta fermatosi, la Regina bianca, come previsto, si girò verso di lui ed avanzò minacciosa. Il cuore di Ron da quanto batteva forte sembrava che gli dovesse scoppiare nel petto. La Regina si fermò, estrasse la sua spada e squarciò il Cavallo di Ron, il quale cadde a terra svenuto. Hermione, in preda alla preoccupazione, si mosse per andargli a prestare soccorso, ma fu fermata in tempo da Harry.

<< NO! Non ti muovere! Non dimenticarti che stiamo ancora giocando! >> disse Harry, facendo indietreggiare Hermione, ritornata in postazione. Harry, poi, si mosse ed avanzò verso il Re bianco, che era sempre rimasto fermo nella sua postazione. Si mise davanti a lui e lo guardò.

<< Scacco Matto! >> scandì chiaramente e, in segno di resa, il Re fece cadere a terra la propria spada. La partita ormai era finita, ed era stata vinta. Adesso Hermione e Serena potevano muoversi e corsero verso Ron, il quale giaceva a terra privo di sensi, ma vivo. Gli si avvicinò anche Harry.

<< Occupatevi di Ron, poi andate alla Guferia e mandate un messaggio a Silente. Io devo andare >>

<< No, tu lì dentro da solo non ci vai! Io non ti lascio! >> disse Serena in tono un po' disperato, non voleva che gli succedesse qualcosa di brutto. Almeno in due avrebbero potuto avere una possibilità in più di cavarsela. Harry comprese la preoccupazione della sorella, ma non le poteva permettere di seguirlo.

<< Sorellina, non posso portarti con me >> disse prendendola per le spalle << Credi davvero che sia così debole? >> chiese in tono scherzoso.

<< Ma no! Non ho detto questo! Solo che...non ti voglio perdere >> disse con le lacrime che le pulsavano.

<< Tranquilla, non mi perderai. Ma Ron ha ragione, devo essere io a continuare >> disse accarezzandole la testa. Hermione le si avvicinò e le appoggiò una mano sulla spalla, per confortarla.

<< Andrà tutto bene, Serena. Harry è davvero un grande mago, abbi fiducia in lui >>

<< Non grande quanto voi due comunque >> ammise Harry ridacchiando.

<< Noi? Eheh furbizia e tanti libri >> disse Hermione, incontrando lo sguardo complice di Serena che non riuscì a proferir parola, ma sorrise << Ci sono cose più importanti...>> disse tornando a guardare Harry << ...amicizia e coraggio. Harry fa attenzione >> disse dolcemente.

<< Harry...>> disse Serena alzando lo sguardo verso di lui <<...bada bene di tornare sano e salvo, altrimenti ti ammazzo io! >> disse puntandogli un dito di rimprovero contro, facendo ridacchiare Harry ed Hermione.

<< Te lo prometto >> disse voltandosi ed incamminandosi verso la porta oltre la fila degli scacchi bianchi, scomparendo dietro ad essi.

 

******

 

Serena ed Hermione si accovacciarono accanto a Ron e cercarono di tirarlo su.

<< Forza, io lo prendo per una spalla e tu dall'altra. Issa! >> disse Serena. Così, tenendolo stretto da entrambe le spalle, le ragazze si incamminarono, sorreggendo il povero Ron ancora privo di sensi, verso l'uscita. Una volta arrivate nella stretta stanza dove Serena era riuscita a risolvere la sciarada delle pozioni, prese la borsa e vi tirò fuori l'ampolla viola che gli permetteva di tornare indietro; ne bevve un sorso e lo passò ad Hermione, la quale, dopo averne bevuto un sorso, lo fece ingerire con difficoltà anche a Ron. La barriera svanì ed ebbero il passaggio libero per tornare indietro. Hermione si voltò un attimo a guardare il tavolo con sopra ancora le pozioni scartate.

<< Sai una cosa, Serena? Prima, devo ammettere, che sei stata fenomenale con quella sciarada. Io ci avrei impiegato ben di più! >> Serena la scrutò attentamente, sbalordita da quello che stava sentendo uscire dalla bocca dell'amica/nemica di Grifondoro.

<< Sono fiera di avere un'amica con cui confrontarmi >> disse sorridendo sinceramente. Serena sgranò gli occhi e le orecchie, non poteva credere a quello che stava sentendo.

<< Chi sei tu? Che ne hai fatto di Hermione Granger?!>> chiese scherzosamente, facendola ridacchiare.

<< Sì, lo so: a volte sono davvero insopportabile e...>> esitò a dire <<...troppo saccente. Ma è solo un mio meccanismo di difesa >>

<< Cosa intendi dire? >>

<< Voglio dire che...ehm...è difficile per me essere una strega di altre origini. E per non far mai dubitare nessuno delle mie capacità ho voluto sempre e costantemente impegnarmi al massimo ed eccellere in ogni arte magica. Così mi sarei sentita all'altezza di questa nuova vita e anche un po' accettata, almeno in questo mondo >> disse Hermione un tantino imbarazzata e triste. Non si era mai aperta con nessuno e la cosa la metteva un po' a disagio. Ma Serena comprese bene il suo disagio, anche se sotto sotto si nascondevano ragioni ben più complicate di quanto poteva immaginare.

<< Sì, ti capisco Hermione. E voglio dirti che mi fa piacere essere la tua rivale intellettuale. In pratica ci aiutiamo a stimolarci i neuroni a vicenda! >> entrambe scoppiarono a ridere

<< Ahahahah già! >> disse Hermione.

<< Comunque..grazie mille per il complimento >> le disse sorridendo e porgendole un pugno.

<< Cosa devo fare? >> chiese Hermione guardando il pugno di Serena lì sospeso.

<< Devi solo batterci contro, sempre con un pungo. Così per sigillare l'accordo! >>

<< Quale accordo? >>

<< Di essere amiche intellettualmente compatibili >> Hermione sorrise e fecero pugno contro pugno.

<< Certo che è strano >> pensò ad alta voce Serena.

<< Cosa? >> chiese Hermione mentre continuavano a camminare verso l'uscita col povero Ron che ciondolava svenuto.

<< Le nostre due Case sono nemiche da sempre e adesso tu ed io siamo le uniche Grinfondoro e Serpeverde che sono riuscite a diventare amiche. Abbiamo infranto un'antica tradizione! >> disse sdrammatizzando, facendo ridere di gusto Hermione. Quest'ultima però iniziò a sentire la propria spalla stanca ed intorpidita.

<< Accidenti quanto pesa Ron! >> esclamò Hermione tirandoselo un po' su.

<< Sì, inizio ad essere dolorante anch'io. Aspetta, ho un'idea! >> così Serena, con l'unica mano libera che aveva, frugò in fondo alla borsa e trovò quello che stava cercando: il fischietto che le diede l'amica elfa domestica Jenny.

<< Che cosa fa? >>

<< Lo vedrai >> Serena ci soffiò dentro e comparve all'istante davanti a loro Jenny.

<< Oh signorina Potter, che gran piacere rivederla! Come può Jenny esserle utile? >>

<< Jenny, ti prego, porta il nostro amico in Infermeria ed avvisa il professor Piton e la professoressa McGranitt che Harry è andato giù per queste stanze a recuperare la Pietra Filosofale dalle mani del ladro che vuole rubarla per Tu-Sai-Chi !>>

<< Jenny farà in un baleno, signorina! >> disse chinandosi umilmente e scomparendo insieme a Ron. Hermione guardò Serena sorpresa e confusa.

<< Come...? >>

<< E' una lunga storia. Te la racconterò un'altra volta, adesso dobbiamo andare >>

<< Ma, Serena, è Piton quello che vuole rubarla! Nessun altro! >> Serena alzò gli occhi al cielo.

<< Scommettiamo un galeone che ce lo ritroveremo tra pochi minuti davanti a noi sulla soglia del terzo piano in compagnia della McGranitt?! >>

<< Sì, ok. Tanto so di aver ragione >> disse scrollando le spalle, convinta del suo pensiero.

<< Tsk, non ne sarei così sicura se fossi in te! >> disse Serena ghignando malignamente.

Le ragazze imboccarono, traballanti e stanche, le scale di pietra che erano nascoste in un angolo, lungo la stanza in cui caddero dopo essere sfuggiti alle grinfie del Tranello del Diavolo. Arrivarono in cima e si ritrovarono davanti ad una porta tutta impolverata, l'aprirono ed uscirono dalla stanza proibita del terzo piano, ritrovandosi con loro grande gioia sulla piattaforma del terzo piano della scalinata principale.
Come previsto, stavano salendo le scale il professor Piton e la professoressa McGranitt. Quando Hermione vide Piton rimase letteralmente a bocca aperta, si voltò verso Serena, la quale, con le braccia incrociate davanti al petto, la guardò con un ricciolo di soddisfazione negli occhi, sorridendo vittoriosa.

<< Ti devo un galeone >> disse Hermione imbronciata.

<< Signorina Granger! Signorina Potter! Per tutti gli Ippogrifi che diamine ci fate quassù?!>> sbottò la McGranitt.

<< Professoressa, possiamo spiegare! Bisogna contattare immediatamente il professor Silente, Harry è in pericolo! >> disse velocemente Hermione, che fu scrutata da entrambi gli occhi degli insegnanti sgomenti.

<< E' vero professore! >> intervenne Serena parlando al professor Piton, il quale aggrottò furiosamente la fronte << Harry è sceso laggiù a fermare la persona che vuole rubare la Pietra! >> disse indicando la porta dietro la quale c'era Fuffi. Piton e la McGranitt si scambiarono uno sguardo preoccupato.

<< Signorine, ma siete ferite! >> disse la McGranitt notando i graffi e i lividi, sul viso e sulle braccia che si erano procurate durante le prove.

<< Non è nulla di che, signora, sono solo dei graffi!>> disse Hermione strofinandosi la guancia. Piton non aveva ancor aperto bocca, almeno fino a quel momento.

<< Mi occuperò io di scortare le signorine qui presenti in Infermeria. Minerva, corri ad informare il Preside di quello sciocco di Potter! Ti raggiungerò più tardi >> disse mellifluo Severus, spingendo per la schiena, in maniera calma ma decisa, le due ragazzine giù per le scale.
Camminarono in silenzio di tomba per tutto il tragitto, ma era evidente che il professor Piton era sull'orlo di esplodere di rabbia. Ogni tanto Hermione e Serena si scambiavano sguardi preoccupati.
Una volta arrivati in Infermeria, Piton chiamò Madama Chips.

<< Madama Chips! Svegliati, c'è un problema da risolvere! >> disse ad alta voce, causando il risveglio brusco e forzato della povera capo infermiera.

<< Dannazione, Severus! Ma hai idea di che ore sono!? >>

<< E tu hai una vaga idea di quello che hanno combinato queste due?!>> disse spingendo in avanti in malo modo le bambine.

<< Santo cielo, che diavolo è accaduto?! E come diavolo ci è arrivato questo qui sul letto?!>> disse analizzando i loro visi e le braccia e notando, in fine, il povero Ron sdraiato in malo modo su di un letto vuoto.

<< Non ho tempo per spiegartelo. Sappi solo che è stata una cosa grave. Adesso ho questioni più importanti da sistemare! Per quanto riguarda a Weasley, te lo spiegheranno loro due >> disse arrabbiato, voltandosi ed incamminandosi velocemente verso la porta, seguito dallo sguardo triste di Serena – Cavolacci..l'ho combinata grossa questa volta. Adesso non vorrà più avere a che fare con me – pensò demoralizzata. Madama Chips le scortò su due letti vuoti.

<< Per mille Mandragole, ragazze, ma che diamine vi è capitato?! Avete graffi e lividi dappertutto! E anche il vostro amico lì non è messo molto bene! >> nessuna di loro le rispose e Madama Chips non ci diede più troppo peso, in fondo non avevano lesioni gravi: un paio di tinture di Iodio e una Pozione Rigeneratrice li avrebbero rimessi a nuovo in un batter d'occhio. Le ragazze, dopo essere state medicate adeguatamente, furono messe a letto con forza.

<< Per questa notte resterete qui, in osservazione >> disse accigliata Madama Chips, la quale tornò a letto brontolando. Quindi, Hermione e Serena, si avvolsero sotto le coperte, dopo essersi cambiate, mettendosi dei pigiami di riserva che Madama Chips aveva in uno sgabuzzino.

<< Hermione, credi che ci espelleranno per quello che è successo stanotte? >> chiese preoccupata Serena.

<< Potrebbero farlo, ma spero vivamente di no. Il professor Silente ci aiuterà quando saprà quello che abbiamo fatto per proteggere la Pietra da....chiunque fosse colui che voleva rubarla per Tu-Sai-Chi a sto punto >> rispose Hermione << Certo che Piton sembrava la persona giusta per commettere il furto. Secondo te chi è stato? >>

<< Ho una mezza idea. Ma non ne sono del tutto sicura >> rispose Serena vagamente, ma almeno era lieta di sentire ammettere Hermione che Piton era innocente.

<< Sarà meglio dormire un po' adesso. Domani dovremo assorbirci una bella ramanzina da parte dei nostri Capi Casa >> disse Serena.

<< Già. Ti compiango, Serena. Immagino che Piton non ci andrà molto leggero, anche se sei la sua preferita >> disse Hermione.

<< Mah...vedremo. Comunque anche la McGranitt è tosta. In quanto a severità quei due non sono poi così diversi >> rispose Serena, mettendo in evidente agitazione Hermione, la quale si stropicciò il cuscino.

<< Va bene...ehm...allora buonanotte >> disse Hermione, voltandosi dall'altra parte, preoccupata per l'improbabile futuro scolastico, se gli insegnati avessero deciso di espellerla.

<< Buonanotte >>

 


Serena non riuscì a chiudere occhio, era ancora tesa e aveva i nervi a fior di pelle; per quanto cercava di rilassarsi, tentando di auto cullarsi fra le coperte, nulla riusciva a farla tranquillizzare, era troppo preoccupata per suo fratello. Cosa gli era successo? Era riuscito ad impedire a Raptor di rubare la Pietra Filosofale? Era ancora vivo?
Mille domande iniziarono ad assillarle la mente, turbinando disordinatamente in un mulinello di caos e ansietà.
Erano le 2.00 di notte e Serena era riuscita a chiudere gli occhi, quando la porta dell'Infermeria si aprì all'improvviso, facendola svegliare. Era il professor Silente, affiancato dalla professoressa McGranitt, dal professor Piton e da Hagrid, il quale aveva in braccio suo fratello Harry, svenuto.

<< Ecco, mettilo qui Hagrid >> disse la McGranitt, indicando un letto vuoto, mentre Hagrid ce lo posò delicatamente sopra.

<< Vado a chiamare Madama Chips >> dopo qualche minuto, la McGranitt ritornò nella stanza con la capo infermiera.

<< Oh, vedo che avete trovato anche l'ultimo di questi scapestrati! >> disse gettando uno sguardo a Ron, a Hermione e a una finta Serena dormiente, che invece stava ascoltando tutto da sotto le lenzuola.

<< Scapestrati non è l'aggettivo che userei per definire questi quattro...>> iniziò a dire Severus.

<< Ti prego, Severus. Non infierire ulteriormente, ormai è tutto finito e l'importante è che tutti e quattro siano sani e salvi >> lo interruppe Silente guardando Harry disteso, stanco e svenuto, sul letto, con accanto Madama Chips che lo stava medicando. Piton fece un grugnito di tutta risposta.

<< Sani...per ora! >> borbottò Severus.

<< Ha già in mente cosa fare, signore? >> chiese Hagrid.

<< Sì. Affiderò a Severus e a Minerva il compito di distruggere la Pietra Filosofale, non appena avrò fatto due chiacchiere col mio vecchio amico Nicholas >>

<< Sarà meglio che andiate adesso. Non vorrete svegliare i miei pazienti, vero? >> intervenne Madama Chips, ovviamente irritata.

<< Oh certo che no, Poppy. E poi credo che siamo stanchi anche noi. Coraggio, lasciamoli riposare in santa pace >> disse Silente voltandosi e invitando gli altri due colleghi e il guardiacaccia ad uscire insieme a lui.
Dopo che Madama Chips era tornata nelle sue stanze, la porta dell'Infermeria sì spalancò di nuovo, molto lentamente. Serena però era ancora sveglia ed incuriosita sollevò un lembo della coperta per vedere chi fosse entrato. Era il professor Piton e si stava avvicinando lentamente, senza far rumore, al letto di Serena. Quest'ultima, in preda al panico, serrò gli occhi, facendo finta di dormire beata. Piton era arrivato e si affiancò al suo letto, rimanendo in piedi ad osservarla con aria di rimprovero, ma anche di sollievo.

<< Ma come ti è saltato in mente di correre un pericolo simile?!>> si domandò a voce moderatamente bassa << Hai una vaga idea di quello che sarebbe potuto succedere a te e a quelle altre tre teste di legno!? Non me lo sarei mai aspettato da te >> disse in tono profondamente deluso, facendo sentire, da sotto le lenzuola, la piccola Serena un vero verme – Ecco, lo sapevo che non sarei dovuta scendere in quel posto! - pensò lei.
Ci fu una lunga pausa, con il sottofondo riempito dai ripetuti pesanti sospiri emessi da Piton, il quale, dopo qualche istante, notò la borsa di Serena, posata a terra. Vide che dentro c'era qualcosa che rifletteva la luce di un paio di candele che erano state lasciate accese sui comodini. Si chinò, la raccolse, la aprì e rimase sorpreso dal suo contenuto.

<< Ma queste sono....>> non riuscì neanche a finire la frase che vide le due ampolle di pozione della sciarada che lui stesso mise qualche tempo fa per proteggere la Pietra Filosofale. Severus capì immediatamente che la sua bambina era riuscita ad indovinare il complicato indovinello e anche a salvare le vite dei suoi amici. Spostò immediatamente lo sguardo su Serena e non poté fare a meno di abbozzare un sorriso. Le si avvicinò e le posò delicatamente in testa una mano, accarezzandogliela affettuosamente. Era la cosa più bella che Serena avesse mai sentito: le mani del suo nuovo padre erano grandi, protettive, calde e gentili e non avrebbe voluto che quel momento finisse così velocemente. Quando però lui le si avvicinò all'orecchio e cercò di sussurrarle qualcosa, si bloccò all'improvviso. Serena sentì il suo respiro sul collo, era tutta tesa ed in ansia di sapere cosa non aveva avuto il coraggio di dirle – Ti prego...dimmi quelle 3 parole – pensò tra sé e sé: quelle parole sognava di sentirsele dire da una vita, e anche Harry ovviamente, ma Serena, al momento, era stata l'unica dei due ad aver trovato una persona che sarebbe probabilmente riuscita a dirle quelle parole.
Piton, con enorme riluttanza, si allontanò dalla bambina, le tolse la mano dalla testa e se ne andò a passo veloce dall'Infermeria, con gran delusione di Serena, la quale rimase con lo sguardo fisso nel vuoto, col cuore che le batteva fortissimo.

 

 

La mattina dopo, l'Infermeria era quasi completamente vuota: Serena aprì di malavoglia gli occhi, illuminati da un raggio di luce filtrato dai vetri di una delle numerose finestre, e vide che il letto di Hermione e anche quello di Ron erano vuoti, a quanto pareva si erano svegliati e dimessi molto prima di lei, mentre Harry, un paio di letti più in là, stava ancora dormendo. Si mise seduta, ancora avvolta dalle coperte, e si stiracchiò. Non lo avesse mai fatto, perchè le scrocchiò la spalla sinistra, facendole sfuggire un piccolo gemito di dolore.

<< Porca miseria! Neanche avessi 80 anni...accidentaccio! >> esclamò Serena dolorante, massaggiandosi freneticamente la spalla. Madama Chips, che stava sistemando qualche pozione curativa dentro l'armadietto delle scorte, sentendo gemere Serena, le si avvicinò.

<< Signorina Potter, come ci sentiamo oggi?! >> portando dei cerotti termici e un unguento.

<< Scricchiolante...>>

<< Oh, poche lagne! Questo ti allevierà il dolore >> disse aprendo il barattolo di unguento

<< Alza la camicetta, su! >> Serena invece se la strinse ancora di più.

<< Forza che aspetti?! >> insisté Madama Chips, ma Serena non si arrese.

<< Mi faccia tenere addosso la canottiera, per favore signora. Le abbasserò la spallina quel quanto che le serve per applicarmi la pomata >> disse seriamente.

<< Mm va bene. Sei davvero così pudica? >> le chiese sorpresa.

<< Sì >> disse imbarazzata – Fosse solo per quello – pensò. Così Madama Chips, seguendo la richiesta della piccola, le sparse la pomata sulla spalla dolorante, sulla quale si era formato un livido violaceo piuttosto grande, e ci mise sopra uno dei cerotti termici.

<< Ecco fatto! Entro la fine della giornata la tua spalla sarà come nuova >>

<< Grazie, signora >> Serena poi, dopo aver riabbassato la camicetta, notò che, come l'ultima volta che era stata in Infermeria, c'erano dei doni di vario genere posti sul tavolino oltre i suoi piedi.

<< Vedo che hai degli ammiratori... >> disse Madama Chips << … come del resto anche tuo fratello lì >> disse indicando il letto di Harry. Serena si voltò a guardarlo.

<< Ah, a proposito, come sta?! >> chiese preoccupata.

<< Sta benissimo! E' solo un po' ammaccato, ma anche lui si rimetterà in fretta e furia >>

<< Posso andargli vicino >>

<< Sì, perchè no? Dopotutto stai bene. Stagli vicino e parlaci un po', chissà se riuscirai a farlo tornare dal mondo dei sogni >> disse ghignante Madama Chips, facendo ridacchiare Serena. Scese dal letto e andò a sedersi sulla sedia accanto al letto di Harry, tenendogli stretta la mano.

<< Ehi, ciao fratellino... >> iniziò a parlargli, accarezzandogli con le dita la mano stretta << ...be'...allora...ce l'hai fatta. Sei riuscito a fermare a Raptor e a tornare da noi...da me >> disse guardandolo intensamente << Ma guardati! Sei pieno di graffi e tagli >> disse accarezzandogli la fronte, andando a sfiorare la sua cicatrice a forma di saetta << Adesso è tutto finito. La cicatrice non ti farà più male. Però, cerca di svegliarti presto, dobbiamo festeggiare! >> disse appoggiando la testa sul letto del fratello; pian piano si addormentò, in attesa che Harry si svegliasse.
Era mezzogiorno in punto e Harry, finalmente, incominciò a svegliarsi: girò la testa e si stropicciò gli occhi con l'unica mano libera che aveva, visto che l'altra ce l'aveva ancora stretta a quella di sua sorella. Si voltò verso di lei, un tantino intontito, e le diede delle leggere spinte sul braccio, per cercare di svegliarla.

<< Serena...ehi...ci sei? >> Serena si mosse mugugnando qualcosa ed alzò la testa, con lo sguardo verso il fratello. Sgranò gli occhi e gli saltò con le braccia addosso al collo.

<< Harry! >> gli gridò felice.

<< Oh! Ehi ehi sorellina, sto bene, non mi strozzare così! >> esclamò Harry cercando di riprendere fiato.

<< Ero così in pensiero! >> disse districandosi dall'abbraccio << L'importate ora è che sei tutto intero >> disse sorridendogli. Proprio in quel momento entrò il professor Silente, sembrava molto rilassato.

<< Buon pomeriggio ragazzi miei >>

<< Salve, signore >> rispose Serena.

<< Doni...dai tuoi ammiratori, Harry? >> disse Silente avvicinandosi al suo tavolino, indicando la massa di regali che Harry aveva ricevuto. Harry non era riuscito ancora a notarli.

<< Ammiratori? >> chiese lui stupito.

<< Visto, fratello, anche tu adesso hai ricevuto i doni di convalescenza che desideravi tanto! >> disse ridacchiando, prendendolo un po' in giro.

<< Quello che è accaduto fra te e il professor Raptor è segretissimo. Perciò, naturalmente, tutta la scuola lo sa! >> disse scherzoso Silente, facendo ridere i due fratelli << Oh, vedo che il tuo amico Ron ti ha risparmiato la fatica di scartare una delle tue Cioccorane >> disse Silente prendendo in mano un involucro aperto e vuoto.

<< Ron era qui? Come sta? E Hermione?! >> chiese Harry ansioso.

<< Bene! Stanno bene tutti e due >> intervenne Silente calmandolo.

<< Sì, stiamo tutti bene Harry, c'ero anch'io con loro >> lo rassicurò Serena.

<< Ok, ma...che fine ha fatto la Pietra?! >> chiese ancora più agitato di prima.

<< Calma, ragazzo! La Pietra è stata distrutta >> disse Silente << Il mio amico Nicholas e io abbiamo scambiato quattro chiacchiere ed entrambi abbiamo convenuto che sarebbe stato meglio così per tutti >>

<< Ma...allora, Flamel morirà, vero? >> chiese Serena preoccupata, scambiando sguardi complici con Harry.

<< Ha sufficiente Elisir per sistemare i suoi affari, però sì, morirà >> disse Silente sedendosi sul letto.

<< Come ho fatto ad avere la Pietra, signore? Mi stavo fissando nello specchio quando ad un tratto....>>

<< Uno specchio? QUELLO specchio? >> chiese Serena ad Harry, lui annuì << Ma come...? >>

<< Vedete, ragazzi...>> intervenne Silente interrompendo la domanda <<... solo una persona che avesse voluto trovare la Pietra, trovarla ma non usarla avrebbe potuto prenderla >> i due fratelli ne rimasero sbalorditi << Detto fra me e voi, questa è stata una delle mie idee più brillanti! >> disse Silente avvicinandosi a loro, con aria vincente ma scherzosa, facendo ridacchiare i due fratelli.

<< Significa quindi, che ora che la Pietra è sparita, Voldemort non tornerà mai più? >> chiese Harry, seguito dallo sguardo cupo di Serena, la quale non era del tutto sicura della apparente dipartita di Voldemort.

<< Oh, ho paura...ho paura che ci siano altri modi con cui possa tornare >> Harry abbassò lo sguardo deluso e lo rivolse a Serena, che era preoccupata tanto quanto lui.

<< Mia cara...>> disse Silente, rivolgendosi a Serena <<...ti ricordi per caso se ci sono stati alcuni momenti, durante le vostre ore di lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, in cui Harry ha cercato di avvicinarsi al professor Raptor e che quest'ultimo si sia allontanato da lui? >> Serena ci pensò un attimo.

<< Sì! La maggior parte delle volte ha reagito così quando Harry gli si avvicinava per chiedergli spiegazioni su alcuni punti della lezione! >> Harry pareva alquanto confuso e Silente lo notò.

<< Harry, lo sai perchè il professor Raptor non sopportava che tu lo toccassi o che provassi anche solo ad avvicinarti a lui? >> Harry scosse la testa << A causa di vostra madre. Lei si è sacrificata per voi e, in particolare, per te Harry, dal momento che Serena era in custodia a James >>

<< Come fa a sapere...? >> chiese stupita Serena. Poi, dopo una delle occhiate scintillanti ed eloquenti degli occhi blu di Silente che stava sorridendo, Serena si rese conto che, molto probabilmente, Piton gli aveva raccontato di ciò che le aveva visto nella mente durante il Legilimens << Oh >> si limitò a dire infine.

<< E quindi...>> riprese Silente <<...un atto come questo lascia il segno >> Harry si portò istintivamente un paio di dita sulla cicatrice sulla fronte << No, no. Non un segno visibile. Ti resta dentro, nella pelle >>

<< Che cos'è ? >> chiese Harry.

<< L'amore, Harry. L'amore >> disse dolcemente Silente, dandogli un buffetto sulla testa. Serena parve triste. Silente non poté fare a meno di comprendere il suo disagio.

<< Questo vale anche per te, Serena >> le disse appoggiandole una mano sulla spalla e guardandola intensamente << James ti ha offerto la stessa identica protezione. Non dimenticarlo mai, qualunque cosa tu venga a scoprire in futuro >> Serena annuì, sorridendo. Quando Silente si alzò dal letto, Harry si rivolse a Serena.

<< Ma cosa intendeva dire con “ qualunque cosa tu venga a scoprire in futuro”? >> le chiese sottovoce, Serena gli rispose scrollando le spalle, ignara del significato di tale frase.

<< Ah, gelatine tutti i gusti + 1! >> esclamò Silente prendendo in mano uno dei doni per Harry, un pacchetto di quelle “delizie” << Sono stato molto sfortunato da giovane, ne trovai una al gusto di vomito e da allora per me persero ogni attrattiva! >> disse facendo ridere Serena.

<< Io quelle non mi sono mai azzardata a provarle! >>

<< Ti posso capire, ma credo che andrei tranquillo con una caramella Mou >> disse rovistando con le lunghe dita dentro il pacchetto. Ne prese una gialla, la mise in bocca e masticò << Mmm...ahimè...cerume! >> i due fratellini ridacchiarono dalla faccia spensierata di Silente, il quale si congedò ed uscì dall'Infermeria.

<< Dovremmo raggiungere gli altri. Saranno ansiosi di sapere come è andata >> disse Serena.

<< Sì, hai ragione >> conferì Harry.

Dopo essersi lavati e vestiti, Harry e Serena uscirono dall'Infermeria e trovarono sulla rampa di scale Hermione e Ron che li stavano aspettando.

<< Ehi ragazzi, come va? Tutto bene?! >> chiese Ron.

<< Tutto bene! E tu ? >> chiese Harry.

<< Non c'è malaccio >> rispose Ron.

<< E tu Hermione? >> richiese Harry.

<< Mai stata meglio! >> rispose sorridente Hermione.

<< Sarà meglio che vada, le mie compagne mi staranno cercando >> disse Serena dando un colpetto sul braccio del fratello.

<< Ah, va bene. Oggi abbiamo qualcosa da fare, Hermione? >>

<< Qualcosa da fare? Non ti è bastato quello che abbiamo fatto in questi ultimi giorni?! >> chiese ironico Ron, facendo alzare gli occhi al cielo ad Hermione.

<< Sì, Harry. Stasera abbiamo la cerimonia della premiazione della Coppa delle Case >>

<< Accidenti! >> esclamò Serena << Allora scappo, ciao ci vediamo stasera! >> disse correndo verso la sua Sala Comune.

<< Ciao, a stasera! >> le dissero salutandola. Proprio prima di scendere le scale per raggiungere i Sotterranei, Serena fu chiamata alle spalle da Liz , Mary e Penelope.

<< SERENA! >> urlarono all'unisono.

<< Ragazze! >> le corsero incontro e Liz le saltò addosso, facendola cadere a terra, seguite dalle risate di Mary e Penelope.

<< Liz...ahaha....mi stai schiacciando! >> ansimò Serena cercando di sollevarsela di dosso.

<< Eravamo così in pena per te! >> disse Liz, liberandola dal suo assalto.

<< Stavamo giusto venendo a trovarti, quando Madama Chips ci ha avvisato che eri stata dimessa >> disse Mary.

<< Visto che Serena e sta bien, potremo andare a mangiare >> disse Penelope << Tengo un po' fame >> disse massaggiandosi lo stomaco.

<< Ahahah hai ragione Penny, sto morendo di fame anch'io! >> disse Serena alzandosi da terra.

<< Stasera c'è la consegna della Coppa delle Case, lo sai? >> chiese Mary a Serena, per vedere se ne era informata.

<< Sì, lo so, me lo ha detto Hermione qualche minuto fa >>

<< Li schiacceremo anche quest'anno!>> esclamò decisa Liz, tirando in avanti un pugno come se stesse picchiando l'aria.

<< Chi? >> chiese Serena.

<< Ma i Grifondoro naturalmente! Non sai niente? La Casa di Serpeverde ha vinto per 3 anni di seguito la Coppa delle Case, battendo quegli incapaci dei Grifondoro! >>

<< Ah sì? >>

<< Certo che sì! Ma dove hai vissuto..a Catmandù?! >> tutte quante scoppiarono a ridere.

 

 

 

Arrivò l'ultima sera dell'anno scolastico e nella stessa ci sarebbe stato l'importantissimo evento della consegna della Coppa delle Case alla Casa con maggior punti accumulati durante l'anno.
Serena riesaminò le volte che qualche insegnante le aveva dato o tolto punti e, sinceramente, non aveva idea in quale scala di classifica fossero tutte e quattro le Case, non era riuscita di recente a dare un'occhiata alle clessidre generali dei punti nel salone d'ingresso; nelle ultime settimane pure i Tassorosso sarebbero potuti passare in testa a tutti.
Serena quella sera indossò per la prima volta il cappello nero a punta da “diplomata”, non le piacque molto – Madonna... sembro uno di quegli studenti messi in punizione nell'angolino col cappello ASINO ! - pensò guardandosi allo specchio non convinta del completo di fine anno.
Tutti gli studenti si andarono a sedere ai propri tavoli ed attesero che arrivassero tutti gli insegnanti e il professor Silente per annunciare la Casa vincitrice; il professor Piton, notò Serena, non era seduto al solito posto, ma era seduto in una postazione che aveva come panoramica frontale l'intera tavola della Casa Serpeverde, così come lo erano tutti gli altri Capi Casa. Piton aveva la solita espressione seria ed indecifrabile, non sembrava contento anche se la Sala Grande era stata addobbata con lo stemma e i colori verde smeraldo e argento di Serpeverde, in onore della sua ultima vittoria.
Finalmente, la cerimonia stava per iniziare, grazie al suono di un cucchiaio scontrato delicatamente contro un bicchiere dalla professoressa McGranitt, per attirare l'attenzione di tutti gli studenti verso il Preside, il quale si alzò per farsi vedere e sentire meglio.

<< Buonasera, ragazzi miei! Un altro anno è passato. Ora, se ho ben capito, va assegnata la Coppa della Case >> i ragazzi di Grifondoro non sembravano molto entusiasti, al contrario di alcuni di Serpeverde.

<< La classifica è la seguente: al quarto posto... Grifondoro, con 312 punti >> ci fu un comune applauso piuttosto scarso. Harry, Ron ed Hermione non batterono neanche le mani << Al terzo posto...Tassorosso, con 352 punti >> ci fu un altro applauso, leggermente più vivace, ma di poco << Al secondo posto...Corvonero, con 426 punti >> ci fu un altro applauso, molto più energico dei due precedenti stavolta << E al primo posto, con 472 punti...Serpeverde! >> e lì ci fu un vero frastuono di applausi da parte dagli studenti di Serpeverde, incluse le amiche di Serena, la quale cercò di contenersi; si sentiva un po' in colpa in effetti. Anche il professor Piton, pur mantenendo la sua seria espressione, applaudì vigorosamente ai suoi studenti per l'apparente vittoria.

<< Sì, sì complimenti Serpeverde, davvero complimenti! Tuttavia...>> e lì calò un innaturale silenzio << ...alcuni recenti avvenimenti vanno presi in considerazione >> disse all'improvviso Silente, scaturendo un po' di agitazione e di confusione nel volto del professor Piton, il quale si voltò verso il Preside inarcando un sopracciglio interrogativo.

<< E ho alcuni punti dell'ultimo minuto da assegnare >> i ragazzi di Grifondoro iniziarono a guardarsi l'un l'altro, cercando conferma fra i compagni più grandi della possibilità di una speranza nel salire di classifica.

<< Alla signorina Hermione Granger, per il lucido uso dell'intelletto, mentre altri erano in grave pericolo... 50 punti ! >> i Grifondoro iniziarono ad applaudire come dei matti.

<< Alla signorina Serena Potter...>> in quel momento Serena perse un battito, non se l'aspettava affatto questo intervento, nemmeno le sue amiche e gli altri suoi compagni che la guardarono intensamente con occhi sgranati, né tanto meno se l'aspettava lo stesso Severus Piton che spostò immediatamente lo sguardo da Silente alla piccola, la quale ansimava nervosa <<...per la sua astuzia ed il suo eccellente acume nel risolvere ostacoli che vanno ben oltre l'uso delle abilità magiche, attribuisco a Serpeverde... 50 punti ! >> tutta la tavola di Serpeverde esplose in un applauso interminabile per rendere omaggio alla loro giovane matricola del primo anno che era riuscita a fargli ottenere più punti di quanti ne avessero già accumulati.

<< Grandissima Ser! >>

<< Davvero complimenti, complimenti! >>

<< Vai così ! >> le dissero tutti insieme anche i ragazzi e le ragazze più grandi della sua Casa, seguita da pacche sulla schiena e da scapocciate festose. Serena sorrise come non mai e si voltò verso il professor Piton, il quale stava applaudendo moderatamente, ma, anche se per altri che non lo conoscevano la sua espressione non era cambiata, Serena poté intravedere uno sguardo diverso che gli si era dipinto in volto, forse era uno sguardo d'orgoglio. Non si poteva capire con certezza, ma Serena sentiva che era uno sguardo diverso dal solito.

<< Al signor Ronald Weasley, per la miglior partita a Scacchi che Hogwarts abbia visto da molti anni.... 50 punti ! >> la tavola di Grifondoro applaudì più forte, nemmeno Ron credeva di aver guadagnato dei punti.

<< Al signor Harry Potter, per il suo sangue freddo ed eccezionale coraggio, attribuisco a Grifondoro... 80 punti ! >> l'intera tavola di Grifondoro applaudì ancora più forte ed energica di prima.

<< Abbiamo superato i Corvonero, ora siamo al secondo posto! >> esclamò entusiasta Hermione.

<< E allora? L'avrà vinta comunque Serpeverde >> disse depresso Ron. L'entusiasmo di Hermione si spense in un nanosecondo.

<< Però dai, Serena se li è meritati tutti quei punti. Almeno di questo dovremmo esserne felici >> disse Hermione.

<< Già, non è poi la fine del mondo se non vinciamo la Coppa, era giusto per far rosicare Malfoy >> disse Harry, bisbigliando coi suoi amici, ma Silente non parve aver finito la sua arringa.

<< E infine, occorre notevole ardimento per affrontare i nemici, ma molto di più per affrontare gli amici...>> alla McGranitt vennero gli occhi lucidi, sapeva benissimo a chi si stava rivolgendo Silente, dal momento che lo aveva trovato pietrificato a terra nella sua Sala Comune <<...attribuisco 40 punti...a Neville Paciock ! >> il povero Neville, al tavolo dei Grifondoro, sgranò gli occhi incredulo e rimase a bocca aperta, non poteva crederci. Tutti quanti lo fecero tornare in sé con applausi a non finire e pacche sulla schiena. Intanto, al tavolo dei Serpeverde, gli studenti non parvero tanto contenti, anzi sui loro volti erano apparse espressioni rassegnate e preoccupate, dato che la matematica in quel momento non era un optional.

<< Presumendo che i mie calcoli siano esatti, sono del parere che un cambio di decorazioni è opportuno! >> esclamò Silente, ovviamente felice del risultato, battendo in un sol colpo le mani, le quali fecero svolazzare le decorazioni di Serpeverde, che, in un secondo, cambiarono colore, diventando rosso e oro, e anche lo stemma, che da serpente che era si trasformò in un leone ruggente.

<< Grifondoro vince...la Coppa delle Case! >> annunciò energico Silente e l'intera Sala Grande scoppiò in un boato vittorioso: tutte le Case, tranne quella di Serpeverde, urlarono di gioia, gettando in aria i cappelli neri a punta, come facevano i neo diplomati, applaudendo e saltellando di felicità da tutte le parti. Harry e gli altri del primo anno erano fuori di sé dall'emozione e dalla soddisfazione di aver battuto i rivali di Serpeverde.
Harry, però, rivolse uno sguardo verso quel tavolo, cercando la sorella. Quest'ultima si voltò verso di lui, sorridendo, e gli fece un cenno di approvazione, alzando la mano a pugno e tirando su il pollice, con le amiche la guardarono un po' torve.

<< Serena, abbiamo perso contro i Grifondoro! Perchè diavolo mi sembra che non te ne importi un accidente?!>> chiese un tantino irritata Liz.

<< Liz, certo che me ne importa, ma non possiamo crucciarci per una cosa del genere: sì, abbiamo perso, ma possiamo rifarci l'anno prossimo! >> per un momento sembrò che Serena fosse riuscita a calmare l'amica, mentre le altre due non avevano ancora proferito parola << Non è vincere una stupida coppa che fa di noi quello che siamo. La coppa può essere solo uno strumento di estensione materiale dei nostri risultati ottenuti durante l'anno, ma nulla di più >>

<< Ma come fai ad essere così matura alla tua età? >> chiese Mary. Serena ghignò divertita.

<< Questione di sopravvivenza! >> disse allegra.

<< Be'...penso tu abbia ragione >>

<< NO CHE NON HA RAGIONE! >> urlò una vocetta maschile molto fastidiosa da dietro le loro spalle, era Draco Malfoy.

<< Ma che diamine stai blaterando Malfoy?! >> sbottò May.

<< LA COPPA ERA TUTTO, RAZZA DI STUPIDE! QUEI BALORDI CE L'HANNO PORTATA VIA!!! >> Malfoy era fuori di sé, sbraitò come un moccioso capriccioso per tutto il tempo, buttando a terra ripetutamente il suo cappello a punta.

<< Certo che è messo proprio male >> affermò Serena annoiata, facendo ridere le amiche.

 

******

 

Quella notte Serena e le sue amiche rimasero alzate fino a tardi a chiacchierare, a spettegolare, a giocare alla battaglia dei cuscini e a raccontare tutta la faccenda di Raptor e la Pietra Filosofale, le amiche ne rimasero scioccate, ma Serena spiegò loro di non averglielo mai detto perchè non voleva coinvolgere qualcun altro in un pericolo simile; le amiche, dopo un po' di borbottii infantili, capirono e la “perdonarono”. Poi, dopo aver fatto le valigie e messo tutto a posto per l'imminente ritorno a casa, si misero a letto, cercando di riposarsi un po' prima del lungo viaggio di ritorno nel mondo Babbano.
Si fece mattina alla velocità della luce e sia Harry che Serena si stavano preparando per uscire dalla scuola e andare in stazione a prendere il treno. Una volta imballato tutto dentro il grosso baule e aver chiuso la piccola Bast nel suo trasportino, Serena, come di sicuro stava facendo anche Harry, si guardò intorno, osservando con aria triste e malinconica il dormitorio smeraldino nel quale ci aveva passato una anno intero.

<< Ci vediamo a Settembre >> disse inarcando leggermente gli angoli della bocca in un piccolo sorriso sincero ed uscì dal dormitorio. Arrivata al salone d'ingresso, Serena si ritrovò con Harry, Ron ed Hermione che la stavano aspettando; Harry le corse incontro.

<< Ehi, sorellina, come ti senti? >> le chiese Harry.

<< Be', puoi immaginarlo >>

<< Non molto bene, vero? >>

<< Già. Io...io non me ne voglio andare >> confessò lei con voce strozzata.

<< Lo so quello che provi, ma non possiamo restare qui purtroppo, dobbiamo tornare per forza >>

<< Chi ci obbliga a stare da quella gente, scusa?! Siamo maghi per la miseria! Possiamo trovare un appartamentino a Diagon Alley! >> cercò in tutti i modi di trovare una soluzione, ma anche lei sapeva che non sarebbe stato possibile, ma non voleva assolutamente tornare dai Dursley.

<< Ser, siamo ancora troppo piccoli per fare una follia del genere. Per quanto detesti ammetterlo, degli adulti abbiamo ancora bisogno. Da soli non ce la faremmo mai, credimi >> disse Harry, cingendole le spalle.

<< Ehi, sentite una cosa: potreste passare qualche giorno da me quest'estate! >>

<< Wow sarebbe fantastico! >> esclamò Harry.

<< Allora è deciso, appena arrivo a casa lo chiederò subito a mamma e papà! >> purtroppo l'entusiasmo fu spento dall'intervento di Hermione che ricordò ai suoi amici l'orario che si stava facendo.

<< Ragazzi, mancano 45 minuti alle 11.00, sarà meglio muoversi se non vogliamo fare tutto di fretta >> disse Hermione guardando l'enorme orologio appeso ad una delle pareti del salone.

<< Sì, arriviamo >> disse Harry << Su, Serena, coraggio. Staremo sempre insieme, ricordati questo >> le disse avvolgendole le spalle sotto un braccio, cercando di confortarla.

<< Va bene. Ma cavolo, eravamo riusciti a trovare la nostra vera casa e adesso dobbiamo abbandonarla per passare due mesi in quel buco infernale! >> disse amareggiata.

<< Dai, dai, due mesi passano in un lampo! >>

<< Da quando sono passati in un lampo? >> gli chiese scettica.

<< Be'... sì, forse non sono passati mai tanto presto, ma questa volta sarà diverso, vedrai! >>

<< Spero che tu abbia ragione >>

Poi da lontano, Serena fu chiamata, erano le sue compagne che la stavano cercando per fare il viaggio di ritorno insieme.

<< Eccomi arrivo! Devo andare ragazzi, ci si vede più tardi >> salutò gli amici di Grifondoro e raggiunse le compagne di Serpeverde.

<< Dai, usciamo! >> disse una di loro.

<< Sì, datemi...solo un momento >> disse Serena, guardandosi intorno, contemplando la magnificenza della soglia del castello di Hogwarts. E poi sperava vivamente che qualcuno sarebbe venuto da lei per salutarla, ma questo qualcuno non si fece vivo.

<< Dai, Ser, cosa stai aspettando?! >>

<< Nessuno... >> disse amareggiata guardandosi un'ultima volta intorno, poi uscì dal salone d'ingresso. Serena raggiunse le sue amiche che, a differenza sua, non vedevano l'ora di tornare a casa e di andare in vacanza.

<< Ah, finalmente è finita! Non vedo l'ora di tuffarmi in piscina e starci tutto il giorno! >> esclamò Liz stiracchiandosi con poca grazia.

<< E io non vedo l'ora de tornare in Spagna! >> esclamò Penelope.

<< Mm... io non ho preferenze: sto bene sia qui che a casa mia >> intervenne Mary, appoggiando la testa sulle braccia incrociate poste dietro, mentre continuavano a camminare verso la stazione.

<< Io vorrei tanto restare qui. Hogwarts è come una casa per mio fratello e me >> disse Serena tenendo basso lo sguardo.

<< La tua famiglia non è il massimo vero? >> chiese Mary.

<< Non è la mia famiglia in generale, Mary >> disse con amarezza, incominciando a camminare più velocemente. Mary cercò di raggiungerla, ma Liz la fermò per una spalla.

<< Lasciala andare, ha bisogno dei suoi spazi >> disse seriamente Liz, scuotendo la testa.

 

 

Arrivò davanti ai binari del treno, dove quest'ultimo era già ad aspettare che tutti gli studenti arrivassero e salissero a bordo. Serena si sistemò in un angolo appartato, affiancato ad una lunga siepe dietro la quale c'era un piccolo boschetto e si sedette sul baule, accanto a dove aveva appoggiato il trasportino di Bast, facendo sprofondare il viso fra le mani.
Poi, dalle viscere del boschetto, apparve una luce che andò a colpire il viso di Serena facendola distrarre dai suoi pensieri. Era una luce bianca piuttosto familiare, sapeva bene cos'era ad emanarla, perciò Serena si alzò dal baule e cercò di seguire la luce che si affievoliva sempre di più, una volta inoltratasi all'interno del boschetto. Serena la seguì finchè la luce non sparì del tutto in un piccolo punto di prateria vuoto. Lei era lì in piedi da sola in mezzo a tutto quel fogliame e non sapeva se rimanere lì o andarsene. All'improvviso sentì un rumore, come di un ramoscello che si era spezzato e Serena estrasse immediatamente, a velocità fulminea, la bacchetta, puntandola verso la direzione in cui aveva sentito il rumore.

<< Chi c'è? Fatti avanti! >> scandì ad alta voce, col cuore che le batteva a mille.

<< Puoi abbassare la guardia, Serena. Sono io >> disse una voce calda e profonda. Un uomo alto e vestito di nero uscì dalla boscaglia e si mostrò alla bambina.

<< Severus! >> esclamò Serena sorpresa ed abbassò subito la bacchetta.

<< Che cosa ci fai qui? >> gli chiese, avvicinandosi piano a lui.

<< Be', sono venuto a salutarti prima che tu partissi >>

<< Oh >> disse inarcando entrambe le sopracciglia sorpresa.

<< Perchè reagisci così? Credevi che non lo avrei fatto? >> chiese lui.

<< Be', dopo quello che ho combinato insieme agli altri con la Pietra, credevo che non volessi più avere niente a che fare con me >> disse imbarazzata, abbassando lo sguardo e strofinandosi nervosamente le mani. Piton prese un profondo respiro e si inginocchiò, abbassandosi all'altezza di Serena.

<< Vieni qui >> Serena con riluttanza si avvicinò.

<< Quello che hai fatto è stato davvero sconsiderato e veramente stupido, ma non per questo motivo devi pensare che io non voglia più avere niente a che fare con te >> disse in tono calmo, percependo il disagio che avvolgeva Serena.

<< Davvero? >> disse con voce strozzata. Piton annuì.

<< Quando quell'elfa domestica ci ha avvertito del pericolo che stavate affrontando tu e quegli altri sciocchi, io...mi sono infuriato, è vero. E quando ti ho vista ricoperta di graffi e di lividi mi sono preoccupato. E sono rimasto veramente deluso dal tuo sciagurato comportamento! >> disse alzando un tantino la voce, facendole capire che ciò che lei e i suoi amici avevano fatto, anche se con nobili intenzioni, era comunque sbagliato.

<< Ma...>> continuò Severus << … alla fine mi sono reso conto che, in fondo, eri nel giusto >> Serena sgranò gli occhi sbalordita.

<< E' un onore avere te come figlia, Serena. Dico sul serio >> disse con voce calma, ma piena di orgoglio, ripensando alle ampolle della sciarada che aveva visto dentro la sua borsa.

<< Io...ehm...i-io.....io ti......>> la sua voce era un turbine di agitazione e di sospiri profondi, voleva dirle tantissime cose, ma, per un uomo così rigido e glaciale come lui, era davvero difficile liberarsi in quel modo. Perciò Serena, commossa e al tempo stesso divertita dal tentativo di Severus di dirle quelle famose parole che ardiva di sentire da tanto tempo, finì la frase al posto suo.

<< Tivogliobene ! >> disse in un sul fiato la piccola, stringendo i pugni, con le lacrime di felicità che le rigavano le guance. Severus alzò la testa di scatto e, con espressione ricolma di sorpresa, la guardò intensamente.

<< C-come? >>

<< Ti voglio bene >> disse con voce più controllata e guardandolo dritto negli occhi neri scintillanti.

<< Oh, papà ! >> non ce la fece più a trattenersi ed esplose, lanciandosi su di lui, avvolgendo le braccia attorno al suo collo più forte che poteva. Serena affondò il viso nella spalla di Severus, con i capelli di lui che le solleticavano piacevolmente il naso. Che buon odore che aveva, sembrava sapesse di menta.
Severus, d'altro canto, quando si sentì chiamare con il nome di cui aveva sempre pensato di non essere degno, sgranò gli occhi sbalordito; gli sembrò di tornare a qualche mese prima, quando venne a scoprire per la prima volta la verità del particolare legame che c'era fra lui e Serena e di quell'istante quando lei, in preda alla confusione e alla disperazione, gli si gettò addosso in cerca di conforto. Quella volta non riuscì a rispondere in modo sincero e naturale all'abbraccio, ma stavolta era diverso: Severus, sentendo che la bambina gli si era totalmente abbandonata di peso sulla spalla, rispose molto più naturalmente a quell'abbraccio, stringendola a sé altrettanto forte, come non lo avesse mai fatto in vita sua con un'altra persona.
Serena si sentì improvvisamente sollevare da terra: Severus si stava alzando, ma la tenne stretta a sé; sì...l'aveva appena presa in braccio. Finalmente Serena riuscì a capire la splendida sensazione di avere qualcuno che l'amasse, anche se l'abbraccio di una madre sarebbe potuto essere 100 volte più dolce, ma già quello caldo e protettivo di un padre, di quel padre in particolare, era di certo più che soddisfacente per lei. Serena si lasciò cullare dalla sua presa ed assaporò ogni singolo secondo di quel meraviglioso momento, e Severus stava facendo la stessa cosa.

<< Portami via con te >> mormorò da sotto la spalla di Piton.

<< Cosa? >> chiese dolcemente.

<< Ti prego...non voglio...tornare da quelle persone. I-io...voglio stare con te! >> disse Serena in preda ai singhiozzi, mentre Severus le stava accarezzando la schiena, tentando di tranquillizzarla. Severus fu onorato del fatto che la bambina volesse stare permanentemente con lui, ma c'era un pesante motivo del perchè non avrebbe potuto tenerla con sé troppo a lungo. Il fatto di doverle dire che non poteva tenerla lo stava distruggendo: aveva da poco ritrovato una ragione di vita e adesso non poteva tenerla per sempre con sé.

<< Serena, sono felice che tu voglia venire a vivere con me, ma adesso...non puoi lasciare la casa dei tuoi zii Babbani >> disse difficilmente, mordendosi il labbro inferiore; non avrebbe mai voluto dirle quella frase. Serena si distaccò col petto da quello di Piton, tenendo le braccia sempre sulle sue spalle e lo guardò tristemente basita.

<< Cosa? C-come...non posso? >> chiese con voce tremante, sentendo che stavolta le lacrime che stava scendendo non erano di gioia.

<< E' complicato da spiegare...>> disse tenendola sempre in braccio, diritta con la schiena, in modo che potessero parlare faccia a faccia.

<< Ma perchè? N-non mi vuoi ? >>

<< Ma cosa stai dicendo!? Certo che ti voglio con me, per Merlino! >> disse un tantino ad alta voce, scaturendo un leggero sorriso divertito da parte di Serena che si stava asciugando le lacrime. Intanto Severus la stava rimettendo a terra e si inginocchiò nuovamente alla sua altezza, avvolgendole il viso con entrambe le mani. A Serena intanto ripartirono i singhiozzi.

<< Ehi, ehi, ehi calmati, piccola, prendi un bel respiro e ascoltami >> Serena fece come le era stato detto e cercò di calmarsi ed ascoltò in silenzio.

<< C'è un buon motivo del perchè devi tornare e stare da loro. Ne va sia della tua incolumità che quella di tuo fratello. Se venissi a stare da me sarebbe troppo rischioso >>

<< Come troppo rischioso?! Un padre protegge sua figlia, non la mette in pericolo! >>

<< Ed è esattamente questo che sto cercando di fare. Proteggere te e il ragazzino da eventuali minacce e, detesto ammetterlo, la casa di quei Babbani per voi due è la protezione migliore durante l'assenza da Hogwarts >>

<< Come puoi dirmi questo?! Come puoi lasciarmi là?! >> sbottò Serena singhiozzando più velocemente.

<< Ti ho già spiegato perchè e non tollero discussioni, sono stato chiaro?! >> disse calmo ma deciso, facendo annuire Serena.

<< Senti, la questione è che su Potter e anche su di te è stato posto un incantesimo di protezione alquanto antico e il problema è che non può attivarsi adeguatamente se non rimarrete con loro >> cercò di spiegare Severus.

<< Di che incantesimo si tratta? >> chiese incuriosita.

<< Te lo spiegherò meglio quando sarai più grande, adesso non ti sarebbe ben chiaro >> disse Severus rialzandosi da terra. In quel momento, in sottofondo, si sentì un fischio, era il treno rosso Hogwarts Express che stava incitando gli studenti a darsi una mossa a mettere via i bagagli e a salire a bordo.

<< Ehm...mi sa che devo andare >>

<< Sì, altrimenti rischi di perderlo >>

<< Allora, ci....ci vediamo a Settembre >> disse Serena con un sorriso forzato. Severus annuì. Serena non volle infierire con i saluti, sarebbe stato nettamente peggio, perciò si voltò e si incamminò lentamente verso il treno.

<< Serena! >> la chiamò Severus, catturando la su attenzione << Sai, dovrò sbrigare del lavoro durante i prossimi due mesi, ma, probabilmente, riuscirei a liberarmi per una o due settimane mensili >> disse pensieroso, strofinandosi il mento.

<< Stai dicendo che...? >> Serena non ebbe neanche bisogno di finire la domanda perchè Severus inarcò un angolo della bocca, facendole capire che si sarebbero potuti vedere anche prima dell'inizio del secondo anno. Serena esplose ancora di felicità e corse verso Piton lanciandosi su di lui, abbracciandolo nuovamente, ma stavolta all'altezza fra l'addome e lo stomaco, visto che era molto alto, e facendolo un attimo traballare all'indietro per la piccola perdita di equilibrio.

<< Oh grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie! >> esclamò scuotendo e strofinando la testa contro la veste nera del professore.

<< UFF, va bene, d'accordo, adesso basta però >> disse dandole delle affettuose pacche sulla schiena.

<< Oh..ah...scusami >> disse staccandosi in un nano secondo da lui e rimettendogli a posto le pieghe sulla veste che gli aveva procurato – Sì, magari per lui l'abbraccio di prima è stato una novità. Meglio non eccedere troppo con le dimostrazioni d'affetto...per il momento – pensò Serena sghignazzando. Severus fece una smorfia divertita.

<< Mi farai sapere quando verrai, vero? >>

<< Certamente >>

<< C'è il problema però che i miei zii, se vedessero una sola lettera indirizzata a me o a Harry, la brucerebbero all'istante >> disse demoralizzata.

<< Serena, credo che ti sia sfuggito un piccolo particolare...>> Serena lo guardò confusa <<...noi siamo maghi e abbiamo metodi di comunicazione più efficienti di quelli della gente comune >> Serena gli sorrise. Ci fu un altro fischio del treno.

<< Sarà meglio che tu vada ora >> disse appoggiandole una mano sulla spalla.

<< Già, gli altri forse mi staranno cercando >> disse voltandosi verso la direzione da cui era arrivata.

<< Allora, non devi farli attendere ulteriormente. Vai, ti contatterò il prima possibile. Ti auguro delle buone vacanze e, mi raccomando, fai tutti i compiti >> le disse con una voce insolitamente dolce. Per lui era strano parlare in un altro modo da quello suo solito glaciale e serio, ma di quello nuovo, comunque, non se ne vergognò; lui si sarebbe aperto così soltanto davanti a lei e con nessun altro.

<< Ahahah va bene! Buone vacanze anche a te >> disse voltandosi e incamminandosi nuovamente verso la stazione. Poi si fermò e si voltò verso Severus, lo guardò intensamente, con occhi pieni di felicità ma anche di malinconia – gli sarebbe mancato tantissimo durante quei lunghi due mesi - e lo salutò con la mano. Piton le rispose col medesimo gesto e infine Serena uscì dal boschetto, e così fece anche lui, tornando verso la scuola.
Serena, una volta uscita dalla siepe, si ritrovò davanti suo fratello e gli altri amici.

<< Ecco dov'eri! Ti ho cercata dappertutto! Dov'eri andata a finire?! >> le chiese Harry, si era un po' preoccupato, aveva perso le sue tracce da quando l'aveva lasciata con le sue compagne di Serpeverde.

<< Ero andata a...vedere una cosa >> Harry non sembrava tanto convinto, ma tralasciò la cosa.

<< Be', datti una mossa a caricare le tue cose. Il treno sta per partire >> così Serena andò a consegnare all'addetto del treno le proprie cose e poi salì a bordo. Lei ed Harry però, prima di entrare del tutto, si fermarono a guardare per un momento la scuola di Hogwarts, lì posta sulla montagna con i raggi del sole che la avvolgevano con la sua luce, rendendola ancora più magica di quel che era già. Hermione notò che erano rimasti un po' indietro e si avvicinò a loro.

<< Mm..sembra un po' strano tornare a casa, vero? >> disse Hermione.

<< Quella non è casa mia. Non proprio >> disse Harry.

<< Sacrosante parole >> disse Serena, cingendogli la spalla, con Harry che rispose all'abbraccio.

<< IN CARROZZA ! >> gridò uno degli addetti del treno. Una volta aver controllato che tutti gli studenti fossero saliti, l'Hogwarts Express cominciò la sua corsa di ritorno verso Londra.
Durante le lunghe ed estenuanti 7 ore di viaggio, Serena rimase nello scompartimento dove si erano piazzate le sue amiche, giocando a carte, cantando, chiacchierando e a fare qualsiasi cosa che potesse far passare più velocemente il tempo. Però, durante le ultime due ore di viaggio, Serena si spostò nello scompartimento dove c'erano Harry, Ron ed Hermione, la quale notò che l'amica si era portata dietro la piccola gatta nera dagli occhi viola Bast.

<< Certo che la tua micetta è davvero bella, Serena >> disse dando alla gattina qualche grattino dietro le orecchie.

<< Grazie. Come mai tu invece non ti sei portata dietro nessun animale? >>

<< Non avevo abbastanza galeoni e allora ho rimandato. Cercherò di risparmiare i soldi per andarlo a prendere al Serraglio Magico spero entro il prossimo anno >>

<< Be', dai, spero tanto che tu riesca a prenderlo. Un animale domestico ti riempie la vita >> disse Serena accarezzando il dorso di Bast che aveva iniziato a fare le fusa.

<< Già, hai ragione >> disse Harry accarezzando a sua volta la sua civetta bianca Edvige.

<< Ah! Quasi dimenticavo >> disse Harry frugando dentro al suo zainetto e tirando fuori un raccoglitore di pelle rosso-marroncino.

<< Guarda, me lo ha regalato Hagrid quando ti stavamo cercando prima >> Serena lo aprì e vide che c'erano diverse foto animate di lei e suo fratello da piccoli, in braccio a Lily e James. Serena si portò una mano alla bocca, evidentemente commossa alla visione della scena animata che proponeva la foto.

<< E' davvero bellissimo >> disse a voce strozzata dalla commozione << Peccato che non sia riuscita ad incontrare Hagrid, avrei voluto ringraziarlo >>

<< Tranquilla, l'ho ringraziato io anche da parte tua >> disse Harry. Serena gli sorrise. Fuori dai finestrini degli scompartimenti, il paesaggio era nettamente cambiato: dalle lande verdi, fresche e soleggiate della Scozia erano passati al clima umido, grigio e deprimente dell'Inghilterra, fra qualche minuto il treno sarebbe arrivato a destinazione nella grande stazione di King's Cross a Londra e là avrebbero, forse, trovato i Dursley ad aspettarli impazienti.

<< Siamo quasi arrivati >> fece notare Serena.

<< Già, proprio una bella notizia >> disse sarcastico Harry.

<< Non ti preoccupare, riusciremo a tenerli a bada da ora in poi >> disse Serena ghignando maligna.

<< E come? >>

<< Con queste >> disse tirando fuori la propria bacchetta.

<< Aahahah già! Hagrid mi ha detto che se Dudley continuerà a romperci le scatole potremmo minacciarlo di fargli spuntare una coda da maiale! >> disse Harry ridendo.

<< Perchè minacciarlo quando possiamo farlo davvero!? >> Serena aveva gli occhi infuocati di gustosa vendetta.

<< Guarda che non puoi farlo. Ci è vietato fare magie fuori dalla scuola fino a quando non avremo 17 anni >> intervenne Hermione.

<< Oh porca paletta! Mi ero scordata che c'era questa fregatura >> disse imbronciandosi.

<< Non ti abbattere, minacciarli sarà ugualmente divertente! Dopotutto, loro non sanno che non possiamo fare magie fuori dalla scuola fino >> disse anche lui in tono maligno facendo scoppiare a ridere tutti quanti.
Passarono 20 minuti e il treno rosso Hogwarts Express arrivò a destinazione, entrando lentamente nel binario 9 ¾ . Dopo essere scesi, Serena andò a cercare le sue amiche di Serpeverde e le salutò a dovere, promettendosi a vicenda di scriversi per tutta l'estate e così fece anche Harry con Hermione e Ron.
Una volta ritrovata la propria roba e posizionata sul carrello, i due fratelli Potter attraversarono il passaggio nel muro fra i binari 9 e 10. Percorsi fino alla fine i due binari, videro zio Vernon che giocherellava nervosamente con le chiavi della macchina, ansioso di ritornare a casa, zia Petunia era lì ferma in piedi con le braccia incrociate sul petto con le dita della mano che tamburellavano sul braccio impazienti e Dudley, seduto su di una panchina, a mangiarsi una barretta di cioccolato. Quando Harry e Serena li raggiunsero, li salutarono piuttosto pigramente.

<< Zio Vernon, zia Petunia....Dudley >> dissero insieme facendo dei piccoli e svogliati cenni di saluto con la testa.

<< Era ora che arrivaste! Forza, andiamocene, non voglio perdere altro tempo! >> disse gracchiando come un vecchio rospaccio, incamminandosi veloce verso l'uscita.

<< Vedo che la nostra lunga assenza non ha influito positivamente sul loro carattere>> disse ironicamente Harry.

<< Be', credo che con un pizzico di persuasione... >> disse Serena tirando di nuovo fuori la bacchetta << … riusciremo ad addestrarli >> disse ghignando maligna. Harry la guardò con sguardo complice, tirò fuori la bacchetta e la incrociò con quella della sorella, formando una croce come per fare un solenne giuramento.

<< Tutti per uno...>> iniziò Serena <<...uno per tutti! >> concluse Harry, prendendo esempio dai Tre Moschettieri.

<< Ci divertiremo un sacco quest'estate col “botolo” lì ! >> esclamò Harry, mentre camminava, indicando Dudley che stava ancora trangugiando la barretta di cioccolato.

<< Ah! Non vedo l'ora ! >>

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

LA MIA PRIMA STORIA.....E' FINITA!!!!
Quale soddisfazione personale! :D
Spero che vi siate divertiti, che abbiate apprezzato come ho caratterizzato la mia OC e che abbiate gradito in generale la storia.
Ovviamente questa era sola la prima parte della Saga di Harry Potter e, in futuro, spero di riuscire anche ad inventare altrettante storie sulle successive parti di Saga Potteriana. Dopotutto Serena e Severus devono ancora conoscersi per bene! XD
Grazie di cuore alle persone che mi hanno seguita in questa prima avventura e un grazie a coloro che l'hanno salvata fra i PREFERITI ….significa davvero tanto per me :')

 

COMING SOON ----> Ci rivedremo con un piccolo spin-off estivo di HP ( per il momento mi riposerò e scriverò una nuova ff su altri personaggi )

 

GRAZIE A TUTTI DI CUORE <3 <3 <3

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