Another Rainy Sunday

di DarkFairy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Another Rainy Sunday...

...ops! Volevo dire... Un autre dimanche pluvieux!



Okay, Bells. Respira. Ce la puoi fare.

Naturale.

Sono tre ore (almeno) che cammino su e giù per la stanza come un'idiota e non ho ancora preso neanche mezza decisione.

Niente di niente di niente.

La proverbiale lampadina non ne vuole sapere di accendersi.

Forse mi si è fulminata. Protesterò in direzione.

Apro l'armadio, guardo dentro sconsolata e lo richiudo.

Uffff!!!!

Mi siedo sul letto, ben decisa a farla finita.

Opzione uno: telefonare in hotel e annullare quello stupido appuntamento(mah...possibile...poi però chi la sente a Renée?)

Opzione due: sparire dalla circolazione per un paio d'ore e fingere di aver casualmente dimenticato l'impegno (si...pura fantascienza:Forks è talmente piccola che verrebbero a sapere subito dalla figlia della cognata del nipote del panettiere del vicino di casa Charlie di avermi visto fuggire. E in ogni caso mi beccherebbero all'istante. Possibilità da depennare)

Opzione tre: arrendersi e andare a quello stupidissimo appuntamento.

Sigh.


Mentre mi vesto, non posso fare a meno di sentirmi un po' giù.

Insomma, chi ha voglia di andare a un appuntamento con una persona che conosci a malapena e per quello che ti ricordi ti è pure antipatica?

Eppure, ho deciso di andarci. Più che altro l'ho fatto per Renée: mi avrà telefonato almeno trenta volte per raccomandarmi di andarci, se no poi chissà cosa pensano di noi e cosa diranno di lei al circolo del golf (ora che ci penso, che diavolo ci fa la mamma al circolo del golf? E soprattutto, che cavolo centra con questa storia?)

Come se non bastasse Alice è caccia insieme a Edward (ri-sigh. Sono 18 ore consecutive che non lo vedo. Il mio cuoricino sta cominciando a protestare) e Jasper e io non ho la più pallida idea di cosa mettermi, per cui pesco a caso un paio di jeans e una magliettina leggera dall'armadio. E andare a casa Cullen è inutile, visto che l'esperta di moda è momentaneamente assente, a meno che non voglia sentire gli sghignazzi di Emmett, le risatine snob di Rosalie o i consigli da mamma premurosa degli anni '20 di Esme. E Carlisle...boh, non mi sembra da prendere in considerazione per un consiglio del genere, non si tratta mica di influenza! E poi anche a volergli fare domande di moda cosa cavolo potrebbe rispondermi? È nato nel '600, per Dio!

Finisco di prepararmi a malincuore, poi prendo le chiavi del pick-up ed esco.

Andiamo a trovare la famosa nipote di Phil!


La nipote di Phil è una ragazza alta, bionda, snella, con gli occhi verdi e un sorrisetto moscio e snob sempre stampato sulla sua boccuccia.

Ed è francese.

Tale donzella si chiama Lucy (all'anagrafe e per i suoi nonni paterni Lucille Blanche Vannier), è la figlia di Grace, la sorella di Phil, e un avvocato francese che si chiama Xavier, che la simpatia di uno yogurt scaduto e ha sempre quella faccia da schiaffi da bambino petulante che ti fa venire voglia di prenderlo a sberle ogni volta che lo vedi.

Io li ho conosciuti una volta al matrimonio della mamma e Phil, e quella è stata la prima e ultima volta che li ho visti. Dopo la festa hanno congedato tutti con un Au revoir e sono saliti su un Concorde che li ha rispediti dritti dritti nella vecchia Europa, nella loro villetta da un milione di dollari nel bel mezzo di Parigi.

Cosa che a me stava benissimo.

Ma con mia solita grande sfortuna, la settimana scorsa sono andati a Jacksonville a trovare Phil e la mamma, e trovandosi in America, hanno deciso di venire a trovare anche me. Come se non avessi già abbastanza cose di cui preoccuparmi.

Mi hanno dato appuntamento al Grand Hotel Superlusso dove alloggiano, un po' fuori Forks (troppo cheap per tre ricconi come loro).

Sono appena arrivata e già non vedo l'ora di andarmene.

Ma tanto so già come andrà a finire, con loro che mi offrono un tè con biscotti parigini, mi cantilenano un sacco di roba che non capisco e ci salutiamo di nuovo. Solo che in ogni caso sarà una tragedia annunciata.


Attraverso l'atrio a passo svelto, lisciandomi i jeans e lanciando un'occhiata fugace alla mia immagine riflessa nella porta a vetri. So quanto questi francesi tengono all'apparenza e io non ho esattamente l'aspetto di una diva. Ma comunque.

Mi fermo alla reception, dove mi raggiunge una ragazza bionda con una camicetta bianca e un cartellino appeso al bavero che recita “Amy”, sorrisetto professionale d'ordinanza stampato in volto.

Posso aiutarla?”mi chiede col tono annoiato di una che ripete ogni giorno le stesse parole.

Sono Isabella Swan”rispondo, e un paio di donne in tailleur elegante alla mia destra si voltano a guardarmi. “Ho un appuntamento con la famiglia Vannier”

La ragazza scorre in fretta un elenco da una grossa agenda, poi rialza lo sguardo e mi rivolge un altro dei suoi sorrisi falsi.

Certo. Si accomodi, signorina Swan. I signori Vannier e la ragazza la stanno aspettando nel lounge”

La ringrazio”

Buona giornata, miss Swan”

Mi allontano dalla reception in direzione del lounge. Quando arrivo e li vedo, ho solo voglia di darmela a gambe, ma con mia enorme sfortuna Lucy si volta verso di me e mi nota. Subito un sorriso raggiante le illumina il volto, mentre abbandona la tazza di tè e mi viene incontro correndo.

Mi avvolge in un abbraccio entusiasta che io ricambio un po' imbarazzata. Non sono abituata a tante effusioni.

Poi si allontana da me e mi guarda, senza smettere di sorridere.

è bellissimo rivederti, Isabelle” trilla con la sua vocetta acuta storpiata dall'accento moscio tipicamente francese.

Già”mormoro io sospirando. Soprattutto è bellissimo sentire che non hai perso il vizio di chiamarmi Isabelle. Già il mio nome non mi fa tanta simpatia, in francese poi...

Ti trovo bene, Lucy . Davvero bene” aggiungo senza un minimo di originalità. E poi a dire la verità la ricordavo un po' diversa. È piuttosto...bionda dall'ultima volta che l'ho vista. Nel senso, è sempre stata bionda, ma era un biondo più naturale, giallino dorato. Ora sembra quasi che qualcuno le abbia calato in testa un mucchietto di paglia. Non sono male, comunque, non fosse per quel colore. Biondo platino, paglierino, ricorda un po' quelle donnette dei film anni '50. Però è carina. Lo è sempre stata. Biondastra, occhi chiari, fisico slanciato...niente a che vedere con Rosalie, certo, ma per essere umana è piuttosto bella. È una specie di strano incrocio tra Kate Winslet e Nicole Kidman...in versione Tour Eiffel.

Maman! Viens ici, Isabelle est arrivée!”

Grace mi viene incontro a passi lenti, un bicchiere di brandy in una mano, sigaretta accesa nell'altra.

Bella! Quanto tempo!”esclama avvicinandosi e mentre mi bacia sulle guance mi butta addosso una ventata di Chanel n.5 misto a fumo.

Stai d'incanto! L'ho sempre detto, io , a Renée!”

Già”rispondo io con la mia solita originalità. Cosa ha sempre detto a Renée?

Dietro di lei appare l'avvocato, quello con la faccia da schiaffi. Mi osserva in faccia per non più di una frazione di secondo, poi torna a parlare al cellulare, liquidandomi con un “Bonjour, mademoiselle Swan”


Et alors” attacca Lucy fissandomi raggiante. In realtà è quello che sta facendo già da cinque minuti buoni, e la cosa sta cominciando a darmi sui nervi. Siamo sedute su un elegante divanetto in velluto verde scuro a sorseggiare tè tibetano allo zenzero, rosmarino, prezzemolo o quello che è, insieme a un piatto di biscotti marroncini dall'aria un po' triste provenienti nientepopodimeno che da Parigi! (l'avevo detto, io)

L'avvocato è sparito dietro ai suoi affairs, e non si è più visto. Cosa che a me va benissimo.

Come va,Bella?”mi chiede Grace cordiale, accendendosi l'ennesima sigaretta. “Renée mi ha detto che ti sei diplomata. Complimenti! Hai già deciso cosa farai all'università?”

Oh...no, veramente non ho le idee molto chiare. Ma dopotutto credo che prenderò medicina”

Medicina!”esclama Grace colpita “Un bell'impegno. E dove?”

Alaska, credo. L'università di Juneau”

Alaska!”

Hou la!” Lucy è più colpita della madre “Tu iras vraiment en Alaska?

Così pare”

Mon Dieu! Ce n'est pas possible!Il est trop loin!”

La vie est sienne!Elle peut faire ce qui veut”

Mais...en Alaska...avec ce froid...”

Grace agitò la mano come a dire che non era un problema e si rivolse nuovamente verso di me.

Comunque non preoccuparti per me, Lucy. Credo proprio che riuscirò a sopravvivere”la rassicuro in risposta a qualcosa che mi sembra di aver capito dalla loro conversazione incomprensibile(per quanto il mio francese sia davvero penoso). “E poi il mio fidanzato viene con me”aggiungo. Solo due secondi più tardi mi rendo conto che non era esattamente la cosa giusta da dire. Dalle loro espressioni da Ho-visto-Johnny-Depp-in-boxer oserei dedurre che la mamma non ne aveva fatto parola.

Ahia.

il tuo...fidanzato?”borbotta Grace confusa.

Annuisco. “Si. Edward. Verrà con me”

Edouard?” fa Lucy “Il s'appelle Edouard?

Annuisco di nuovo, rassegnata a vuotare il sacco. “Edward Cullen”

Cullen? Sul serio?” Ho come l'impressione che a Grace potrebbe venire un infarto in due secondi netti “Non sarà per caso un parente del dottor Cullen?”

Bè,si. In realtà è suo padre. Adottivo”

Quoi?”mi chiede Lucy con la voce stridula per lo sconcerto. “Sei davvero fidanzata con il figlio del dottore? Il biondo da infarto dell'ospedale?”

Grace le lancia una mezza occhiata di rimprovero, ma neanche lei riesce a mascherare la sopresa.

Mon Dieu...le fils du docteur...”sussurra Lucy fissandomi con due occhi grandi come piatti.

Ah! Questo le francesi non se l'aspettavano.

Quasi quasi ci sto pure prendendo gusto.

Sono così sbalordite che mi viene voglia di aggiungere qualche altro dettaglio, del ti po”sapete, ci sposiamo a settembre”. Potrei buttarlo lì, con nochalance, la prossima volta che mi chiedono qualcosa. Non sarebbe male...salvo poi avere due infarti sulla coscienza.

Però è divertente! Voglio dire, io credevo che saremmo finiti col parlare(loro a parlare, io a fare finta di ascoltare) delle meravigliose prodezze di Lucy e invece...

Mi stanno guardando tutte e due con un'espressione così reverenziale e piena di ammirazione che non posso fare a meno di sentirmi un po' compiaciuta. Mi sento una specie di eroina!

Aspetta che lo dica alla mamma!

Grace sembra ricomporsi. Vuota il bicchiere di brandy in due secondi netti e si rivolge alla figlia.

à propos, Lucille...tu ne devais pas le dire... cette chose?

Ammicca con la testa verso di me, e Lucy si risveglia, tornando a illuminarsi, già dimentica del fils du docteur e via dicendo.

Mais oui!”esclama allegra “Nous avons préparé une surprise, Isabelle!

Cosa?” Una sorpresa? Che sorpresa?

Lucy annuisce. “Une fête!”

Una che?

Une fête très belle...”ribadisce,come se io avessi capito cosa abbia detto “Il sera si amusant!”

Bene!” mormoro, guardando prima Lucy, poi Grace. Sto cominciando a sudare. Non mi piacciono gli sguardi di queste due. E poi di cosa diavolo stanno parlando?

Une fête”ripete Lucy per la terza volta “Sarà bellissimo, n'est-ce pas?

Certo” Ovvio. Tutti sanno cosa diavolo vuol dire une fête. Naturale. Merda. Lo sapevo che avrei dovuto ripassare il francese, prima di venire qui. O almeno potevo ricordarmi di portarmi un vocabolario. Potevo occultarlo nella borsa, e al momento opportuno fingere di andare in bagno...

Una festa, Bella” si affretta a chiarire Grace vedendo la mia espressione.

Oh, adesso è tutto molto più chiaro.

Una festa.

Ah.

Ora si che inizio a sudare sul serio.

Pour mon anniversaire” aggiunge Lucy con gli occhi che le brillano “Il est aujourd'hui!”

Ma porca miseria, Lucy, non puoi usare quel poco di inglese che sai, maledizione? Mi stai facendo venire l'ulcera,per la miseria. Che cazzo sta dicendo ancora?

Oggi è il compleanno di Lucy” riferisce il mio nuovissimo traduttore universale alias Grace.

Ah. Auguri, allora”

Merci, Isabelle”

Le sorrido, un po' incerta. Dove vuole arrivare?

Et alors”esordisce “Andiamo a prepararci?”


Lo sapevo che c'era l'inghippo. Lo sapevo.

Sapevo che quando queste francesi mi hanno telefonato per chiedermi di incontrarci per un pomeriggio insieme in realtà stavano tramando qualcosa. Me lo sentivo.

Avrei dovuto chiedere ad Alice.

È passata più o meno un'oretta da quando Lucy mi ha trascinata nella sezione termale dell'hotel. In uno sprizzo di allegria, mi ha spiegato, concitata, che aveva organizzato una festa per il suo compleanno e che io non potevo assolutamente mancare. E soprattutto che non ne avevano fatto parola su suggerimento di Renée, che le aveva spiegato che io “non + che adori le feste” e che di solito faccio tutto per evitarle.

Devo ricordarmi di dire due paroline alla mamma.

Così avevano escogitato questo bel piano degno della CIA, solo perché ,secondo la loro distorta visione dei fatti, io non potevo proprio mancare a questo stupidissimo compleanno. Secondo loro. Nella mia beata visione dei fatti, avrei potuto benissimo starmene a casina mia a poltrire.

Lucy aveva prenotato un'estetista per tutte e due, per prepararci per la festa.

E così eccomi qui.

Rinchiusa in una suite ad ammirarmi allo specchio.

Sono praticamente irriconoscibile.

L'estetista è stata più crudele di Alice nei suoi giorni peggiori.

Indosso un elegante abito di seta lungo fino ai piedi, di un'inquietante colore rosso sangue, aperta sulla schiena e con uno spacco che mi parte dalla coscia e arriva giù al piede. Piede ancorato a una scarpa rossa, aperta, e con il tacco più alto che io abbia mai visto(di sicuro inciamperò a ogni passo). Ho i capelli lucidi, raccolti in una strana acconciatura a onde, un po' anni '30. Sembro quasi Penelope Cruz alla notte degli Oscar.

Non che io assomigli realmente a Penelope Cruz, era giusto per dare un'idea.

Isabelle!” Mi volto in tempo per vedere Lucy fare capolino dalla porta, abito bianco corto, capelli stile Marylin Monroe.

On va?




S'il vouz plait, monsieurs, potete spostare questo tavolo più a ovest? E mettere gli aperitivi sul tavolo all'ingresso? Merci!” Lucy si volta verso di me, in un turbinio di capelli biondi.

Ti stai divertendo, Isabelle?” mi porge un bicchiere di champagne che io afferro e mando giù in un secondo.

Certo!” esclamo, un po' troppo allegra. Deve essere l'effetto dello champagne.

A proposito”esordisce ingollando un'olivetta da aperitivo. A proposito di che? “Volevo dirti che ho invitato un po' di gente”

Questo era chiaro. Finora ci siamo solo io, lei, Grace e il suo brandy e qualche cameriere dall'aria annoiata. Figuriamoci se si faceva un sacco di chilometri solo per fare una festa in America con quattro gatti!

Bene. È gente simpatica?” chiedo così per conversazione.

Oui. C'è anche qualcuno che conosci”

Sul serio?” chi cavolo ha invitato?

Un po' di gente che c'era al matrimonio di tua madre e oncle Philippe...me le hai presentati tu, ricordi? Siamo diventati amici”

Cosa sta...

Ah, ora ricordo. Sta parlando del matrimonio. Mi era rimasta appiccicata alle costole per tutta la mattina e quando siamo arrivati al ricevimento l'ho sbolognata a un paio di conoscenti.

Mon Dieu! Ils sont ici!” urla a un tratto voltandosi verso l'entrata, tanto che io faccio un salto indietro per lo spavento. “Annie! Jamie! Jud! Aspen! Che gioia rivedevi!”

Così dicendo si fionda sui quattro biondi che sono appena arrivati. Mi volto anch'io giusto per curiosità e...e Oh Mio Dio.

Quelle lì sono Annie e Jamie? Cioè, sono proprio loro? Caspita, non le vedo da una vita! Non che avrei voluto rivederle, comunque. Mentre mi avvicino circospetta noto che nonostante gli anni non sono cambiate per niente. Stesse facciotte ossute e snob, stesse volgari pettinature biondastre, stessi orribili orecchini di perle che avevano qualche anno fa. Non posso crederci. Le gemelle Hayden. Le gemelle ochette in carne e ossa. Con loro c'è anche Jude. Una volta eravamo davvero amiche. Si era trasferita nella casa accanto alla nostra dopo che la madre aveva sorpreso il marito (cioè il padre di Jud) con la segretaria ventenne nell'ufficio, a Memphis. Dopo il divorzio erano venute a Phoenix, e, devo riconoscerlo, è stata una delle migliori ragazze che abbia mai conosciuto. Simpaticissima, sempre gentile e generosa con tutti. L'unico difetto era il suo vizio di metterti in imbarazzo con una frase detta così, per caso. Sul serio, non lo faceva apposta, ma è una cosa di lei che ho sempre odiato. Ma, a parte questo, siamo sempre andate d'accordo.

E ora eccola qui, col suo completino di jeans, e i suoi capelli biondi, vicina alle gemelle-ochette a parlare con Lucy. Mi vede e mi saluta con la mano, facendomi un sorrisone a trentadue denti, come se niente fosse. Come se questi anni di distanza non fossero mai passati. E accanto a loro c'è...Aspen.

Quello è proprio...Aspen.

Oh cazzo.

Ehm...che ne dite? Fa pietà, lo so. Questa è solo la prima parte, però. La seconda...bè, a voi decidere se volerla leggere o meno. Mi rimetto solennemente alla vostra decisione. Scherzi a parte, che ne pensate? È un'idea che mi è venuta in mente così, in una delle tante noiose ore di matematica in classe, quando faccio di tutto meno che ascoltare il prof...allora? Mi farete sapere, vero? Ci posso contare? Grazie a tutti quelli che lo faranno! Baci baci!!

Ps: perdonatemi il francese penoso, non lo studio più da qualche anno e per questa storia ho dovuto ritirare fuori il libro e fare appello a tutta la mia memoria e rispolverare quello che ricordavo. Se tra voi c'è qualcuno che lo parla meglio di me, per favore non si offenda. I'm sorry, ma è l'inglese il mio campo. Kiss.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Another Rainy Sunday...


2° parte


Okay, Bells. Respira. Ce la puoi fare.

Cercando disperatamente di apparire naturale, distolgo lo sguardo e faccio qualche passo nella direzione opposta.

Prendo un altro bicchiere di champagne dal vassoio di un cameriere di passaggio e lo mando giù veloce.

Con la coda dell'occhio noto che lui è ancora lì, voltato verso di me. Deglutisco nervosamente.

E ora che faccio?

Bevo un altro champagne mentre vaglio in fretta tutte le possibili vie di fuga.

L'entrata è troppo in vista, mi noterebbero subito e non sono poi così sicura che sia una buona idea.

Però potrei...travestirmi da cameriera e cammuffarmi con le altre in attesa di svignarmela, oppure...si! L'uscita sul retro! Perfetto, basterà fare qualche passo e sarò libera. Me ne andrò alla chetichella, fuggendo dal retro come le star, e domani telefonerò a Lucy per scusarmi. Le dirò di aver ricevuto una telefonata da mio padre che mi intimava di correre subito a casa perchè...il gatto aveva avuto una colica a andava portato in fretta dal veterinario. Oppure il cane. Si, il cane è meglio. Così se le venisse in mente la malsana idea di venire a controllare, potrò sempre chiedere a Jake di trasformarsi e fingere di essere il mio cane. Ottimo.

Peccati solo che Jake è un po' più grosso di un normale cane.

Oh, insomma. Le inventerò che...è un cane geneticamente modificato e che ha bisogno di cure particolari...

Isabella Swan”

Mi irrigidisco di colpo.

Accidenti. Avrei dovuto fare più in fretta.

E va bene, Bells. Rilassati.

Dopotutto non è nulla.

Dopotutto è solamente...Aspen Brooks in carne e ossa, vestiti firmati che costano più di casa mia e sigaro cubano tra le labbra.

Bene.

Mi schiarisco la voce, lievemente nervosa.

Bella...”sussurra lui tirando una grossa boccata dal sigaro.

Ehm...ciao”esordisco, ma la voce mi esce un po' più stridula del previsto.

Allora? Come va?” domanda salottiero.

Bene”rispondo, guardando tutto fuorché lui.

Com'è la vita qui a Forks?”

Oh,bè...niente di eccitante...”

Sai, Bella...pensavo che...insomma, quando Lucy ha chiamato per dire della festa...e ha detto che ci saresti stata anche tu,io...”

Oh no. No, no, no.

...tu cosa?”

Alzo lo sguardo verso di lui. È imbarazzato e sta cercando le parole giuste.

Bè, io ho pensato che...insomma, noi due...”

Terra inghiottimi. Seppelliscimi, fammi sparire...

Si sta avvicinando. Indietreggio di riflesso, sperando con tutto il cuore che qualche forma di giustizia divina decida di aiutarmi e mi faccia sparire.

O perlomeno faccia sparire lui.

Aspen. Grrrr....solo a pronunciare il suo nome mi viene l'orticaria.

Insomma, volete sapere perchè ce l'ho tanto con lui?

Il fatto è che io e Aspen una volta andavamo a scuola insieme. Per qualche anno abbiamo frequentato la stessa classe di matematica a Phoenix. Per i primi tempi il nostro è stato un ordinario rapporto di civile convivenza, niente di più niente di meno.

Poi, però, un giorno maledetto, durante la lezione, il prof mi fece un paio di domande, a cui non avevo idea di come rispondere perchè non avevo aperto libro, per il semplice fatto che la matematica, ancora oggi, semplicemente mi disgusta.

Aspen, che era seduto dietro di me, mi suggerì le risposte, e il prof, ignaro della truffa colossale, si complimentò e mi mise pure un buon voto. Usciti dall'aula ringraziai Aspen, e per un motivo che ancora oggi non mi riesco a spiegare, ebbi la malaugurata idea di dargli un bacio sulla guancia. Bene. Anzi male. Malissimo. Perché Aspen quel bacio lo intese nel modo sbagliato. Quel giorno si prese una cotta del tutto innaturale (e ovviamente a senso unico) per la sottoscritta. E da quel giorno non fece altro che venirmi dietro come un cagnolino, regalarmi cioccolatini, fiori e quant'altro e invitarmi a uscire e roba del genere. Una volta più di tutte, uno dei miei ultimi giorni a Phoenix, mi invitò a cena e io risposi di no perchè stavo per partire per Forks e quindi tra noi due non avrebbe potuto esserci nulla. Fine della storia. Solo che ora lui è qui, venuto a Forks solo per me (ci scommetto le ossa che non gliene importa niente del compleanno di Lucy e che si è portato quelle due gemelle ochette e Jude solo come copertura. Andiamo, chi si sciropperebbe mai quattro ore di volo solo per andare alla festa di compleanno di una stupida baguette bionda? Appunto).

E io non so come accidenti comportarmi.

Se lo ignoro o lo tratto male verrò assalita dai sensi di colpa.

Se mi fingo interessata invece penserà che lo sono sul serio e allora...e allora sarò davvero nei guai.

Bella,io...ho pensato molto a te, in questi anni...” e mi poggia una mano sul braccio molto liberamente.

Forse l'idea di mandarlo affanbrodo non è poi così male.

La mano si sposta poi dal braccio al viso, comincia ad accarezzarmi e stavolta mi innervosisco sul serio.

Sono fidanzata, Aspen!” ringhio, brusca, scansando la sua mano e mostrandogli l'anello che prima non aveva notato.

Ah”dice, preso in contropiede, osservando basito l'anello di Elizabeth saldato al mio dito. Ci pensa su qualche secondo e poi sbotta “bè, è con questo?”

Come e con questo?” stavolta sono io quella allibita. Sta parlando sul serio?

Io sono innamorato di te, Bella” mormora alla fine, fissandomi dritto negli occhi.

E tre. Sentirlo non mi scalfisce più di tanto, ormai, con tutti quelli che me l'hanno detto.

Io...”

Non so proprio cosa dire. Insomma, non è una situazione normale.

Tu?” mi incita, mentre un lampo di speranza si impadronisce dei suoi occhi verdastri.

Io...”Su, Bells. Trova qualcosa di intelligente da dire.

Io...ho bisogno del bagno”

Non oso alzare lo sguardo su di lui. Mi volto e mi dirigo a passo spedito verso i bagni delle ragazze.


Quando rientro in sala, parecchi minuti dopo, la festa è nel pieno.

Lo champagne e gli altri alcolici hanno fatto il loro effetto e quasi tutti sono letteralmente impazziti.

Aspen pare che abbia deciso di ignorare lo smacco, e lo vedo seduto su un tavolo intento a fumare qualcosa di sospetto in compagnia di due tizi che non conosco.

Lucy è al centro della pista che balla scatenata insieme a Jude, le gemelle ochette e altre sue due amiche francesi dal nome impronunciabile.

Grace è poco lontana e sta ballando sul tavolo una specie di Rock 'N Roll di sua invenzione, completamente strafatta di alcool dalla testa ai piedi. Più in là, in disparte, l'avocato faccia-da-bambino-petulante, che per tutto il pomeriggio non ha fatto altro che parlare al cellulare, palmare alla mano e portatile aperto davanti a sé. Mi dirigo a un tavolo per prendere qualcosa da mangiare,e sento qualcuno che mi chiama.

Isabella Swan!”

Mi volto verso la voce e vedo Amy, la receptionist, farsi largo tra la folla, sorpassare un paio di ragazzini ubriachi e fermarsi davanti a me.

Miss Swan, è desiderata ala telefono. Un certo...Edward Cullen”

Edward?? Praticamente volo fino al banco della reception, dove un telefono aperto mi sta aspettando con l'aria invitante e lo afferro, mentre il mio cuore comincia con suo solito boogie-woogie nello sterno.

Edward?”esclamo senza fiato.

Bella” è la sua voce calda, morbida e rassicurante. Solo a sentirla mi vengono le lacrime agli occhi. Sono quasi 24 ore che non la sento.

Edward”ripeto come una stupida.

Sono io, amore”

Sei a casa? Come è andata la ca-ehm, il trekking?” mi correggo, vedendo Amy che mi osserva incuriosita da dietro il “Vogue” che sta leggendo. Probabilmente pensa che sono la solita stupida ragazzina in piena crisi ormonale. Cosa che in effetti sono.

Benissimo. Siamo tornati da poco. Sei ancora alla festa?”

Già, sono ancora qui. Quasi quasi vengo a trovarti quando finisce”

Ottima idea, amore. Ho proprio voglia di vederti. Mi sei mancata così tanto”

Oh, Edward, amore mio! Mi fermo appena in tempo dal lanciarmi in un monologo melenso e sdolcinato alla Via col vento, nel vedere Amy spiarmi cercando di nascondersi dietro “Vogue”. Maledetta pettegola!

Anche tu mi sei mancato. Non vedo l'ora di veni-”

Un odore dolciastro mi penetra nelle narici, stordendomi.

Mi volto sorpresa e...vedo Aspen che viene verso di me, con l'andatura ciondolante alla Jack Sparrow, gli occhi iniettati di sangue e un qualcosa di fumante e ignoto tra le labbra.

Oh, no!

Bella”biascica avvicinandosi, tirando una lunga boccata di fumo.

Bella, amore”

Shhh! Zitto, per la miseria, stai zitto!”

Bella?” Accidenti. Lo sapevo che avrebbe sentito.

Ehm, Edward?”

Bella, che sta succedendo? Con chi stai parlando?”

No...nulla, amore...è solo la receptionist...”

Amy alza gli occhi da “Vogue” e fa segno di no con la faccia di una che vuole dire non-mettermi-in-mezzo-alle-tue-stupide-faccende-o-te-la-faccio-pagare. Uffa!

La receptionist?”mi chiede Edward, scettico “La receptionist ti ha chiamata amore?”

Dio, non gli sfugge una virgola,eh?

Si...cioè, no...in realtà era...Lucy...”

Lucy? La nipote di Phil? Sbaglio o avevi detto che era francese?”

Aaaargh! Basta, basta, basta!!!!!!!!!!!!!!

Bella, amore mio! Ti amo, Bella, ti amo!”

Aspen si è lanciato in un monologo shakesperiano probabilmente più per l'effetto dei fumi che per altro, e ci stanno guardando tutti.

Amy ha abbandonato “Vogue” e si è messa a guardarci interessata, dopo aver mollato una gomitata alla collega seduta vicino a lei, una bionda con una gran naso che si stava facendo la manicure.

Bella...”sussurra Aspen avvicinandosi pericolosamente. Oh, Dio. Se resto qui è finita.

Devo squagliarmela. E anche subito.

Ehm, Edward? Io devo anda-”

Come?”risponde lui, ma non sta parlando con me “Stai dicendo sul serio?”

Edward?”lo richiamo, disperata, osservando impotente e con orrore Aspen venire chiaramente verso di me.

Che cosa?” Ancora non mi ascolta “Alice, vuoi dirmi che cazzo sta succedendo?”

Non sento quello che dice dopo. So solo che, proprio mentre Aspen si butta verso di me, io faccio un salto di lato per lo spavento, urlo un “stanno servendo i gamberetti, devo andare!” ad Edward e mi lancio in avanti, ben attenta a schivare Aspen ma del tutto incurante di tutto il resto. Faccio appena un paio di passi, poi qualcosa di freddo e duro cozza violentemente contro la mia fronte ignara.

E subito dopo, il buio.


Mmh.

Che cosa...

Stai giù!” mi ordina una voce imperiosa sopra di me.

Dove diavolo sono finita?

Un'improvvisa fitta alla fronte mi fa rinsavire e allora ricordo tutto.

Porca miseria” biascico, aprendo gli occhi a fatica, trovandomi di fronte una scena piuttosto singolare.

Sono stesa su un dovano, ed Edward è seduto accanto a me: mi tiene un qualcosa di bianco e gelido sulla fronte lesa e ha lo sguardo furioso e nerissimo fisso su...Aspen. Aspen che tiene gli occhi bassi,e di tanto in tanto tira una boccata di fumo, con l'espressione più offesa (lui offeso,eh?) che si possa immaginare.

Accanto a lui, Lucy, le gemelle ochette Hayden, Jude, Amy e la collega col naso da censura che fissano Edward con espressioni da merluzzo che parlano da sole. Anch'io guardo Edward, ma lui si ostina a tenere lo sguardo da vampiro incazzato su Aspen, che per conto suo non sembra minimamente scalfito dalla cosa.

Nessuno sembra curarsi di me, né tantomeno si premura di informarmi di quello che è successo mentre ero svenuta.

Dei passi concitati e Lucy irrompe correndo nella piccola stanza, con un paio di camerieri zelanti alle calcagna. Ci guarda in faccia uno per uno (con una significativa sosta su Edward, il mio Edward) ed esclama, portandosi le mani alla bocca:

Mon Dieu!

Il suo sguardo schizza poi dalla mia fronte alla mano di Edward, ad Aspen, poi di nuovo su di me e infine si sofferma su su Aspen. Spalanca gli occhi, mentre una mera consapevolezza si impossessa si lei, realizzando solo ora il motivo di questa bella riunione.

Qu'avez tu fait à mon amie?” quasi ringhia, percorrendo la stanza a grandi falcate e piantonandosi di fronte ad Aspen. Lui alza la testa un po' confuso, quasi sorpreso che si stesse rivolgendo proprio a lui e dice “Nulla”.

Lucy sbuffa incattivita, strattonandolo per la camicia,e lui risponde con un'alzata di spalle.

Tu...tu as vraiment...”la voce le si incrina, mentre le prime silenziose lacrime amare cominciano a trasbordare dagli occhietti alla Audrey Tatou.

Lucy...”Aspen sembra fare uno sforzo da Hercules ad alzarsi in piedi e guardarla finalmente negli occhi.

Lo sai che io...”

Lei gli volta le spalle, singhiozzando rumorosamente.

Eddai, Blanche...”

Blanche? L'ha chiamata proprio...Blanche?

D'istinto lancio un'occhiata a Edward, che fa un mezzo ghigno nell'osservarli, rilassandosi appena. Io torno a guardare loro, getto un'occhiata al pubblico femminile disposto in sala(anche loro hanno spostato l'attenzione dal mio Edward per rivolgerla alle neo coppia che si è appena formata sotto i nostri occhi increduli)e torno a guardare loro: Lucy singhiozzante, con la testa basta, che di tanto in tanto mormora qualcosa di incomprensibile e intraducibile in francese (che siano imprecazioni contro Aspen? Mah...) e il solito Aspen dietro di lei, le tiene la mano sulla spalla e sussurra qualcosa di altrettanto incomprensibile. Guardo di nuovo Edward, il quale sembra stia facendo una fatica da titano per cercare di non ridergli in faccia.

Ehi, un momento...

Qua sta succedendo qualcosa di interessante.

Vuoi vedere che...

Mi avvicino un po' a Edward, e riesco a dirgli nell'orecchio “mi spieghi che sta succedendo?”.

Lui si volta a guardarmi, si morde un labbro e con la testa fa un mezzo cenno verso i due.

Quei due fanno morire...altro che tutte le telenovelas che fanno impazzire Rose, Esme e Alice...”

Non starà dicendo sul serio che...

No, è impossibile.

Non posso crederci!

Oddio!!! Devo dirlo a Renée!!

Strattono Edward per un braccio, eccitata. Voglio sapere di più. Devo sapere!

Ma stanno insieme?” gli chiedo a bassa voce, agitandomi sul divano, come una bambinetta mocciosa tutta contenta.

Lui fa di no con la testa. Peccato. Sono un po' delusa, a dirla tutta. Ero già pronta a sentire i particolari più piccanti e divertenti, e invece...

Però hanno....” Inizia a ridere sommessamente, poi scuote la testa e mi prende la mano.

Forza, è ora di andare. Come ti senti?”

Hanno cosa?

Cosa? Cosa stavi dicendo prima? Cosa hanno...”

Lui ghigna, senza sbilanciarsi.

Edward!”

Sospira, poi rotea gli occhi in modo molto eloquente, accennando ai due, sempre immobili al centro della stanza.

No! Non posso crederci!”

Andiamo, su! Abbiamo già perso troppo tempo. Charlie ti sta aspettando”

Non crederai davvero che me ne stia buona buona dopo una notizia del genere! Avanti, dimmi di più! Quando? Come? Dove????”

Mi prende per un braccio, trascinandomi fuori dalla stanza.

Aspetta!”urlo, nel vano tentativo di estorcergli qualche altra informazione.

Dimmi solo una cosa: quante volte?”

Lui mi guarda, mentre un ghigno vampiresco e consapevole si fa strada lentamente sul suo volto.

Dimmelo, dimmelo!!”

Lui tace. Senza il minimo sforzo mi trascina fuori dall'hotel, lasciando Lucy singhiozzante vicino ad Aspen, circondati da un pubblico sempre più attonito.


Edward parcheggia di fronte casa di Charlie e si volta a guardarmi. Non gli ho più rivolto la parola da quando abbiamo lasciato l'hotel. Sono rimasta piuttosto offesa dal suo comportamento. E soprattutto sono molto seccata dal fatto che abbia volutamente lasciato correre sui particolari. Insomma. Non è che gli avevo chiesto la luna o chissà cosa. Volevo solamente sapere quante dannatissime volte Lucy e Aspen abbiano...

Dio, a pensarci mi viene ancora da ridere. Chi avrebbe mai pensato che quei due...

E comunque, era mio diritto saperlo. Lui è libero di ficcare il naso nella testa degli altri quando gli pare e piace, però di rivelarmi qualcosina, proprio no.

Bella, è tardi” mi fa notare, indicando l'orologio sul cruscotto, il quale sta segnando le 19:37, proiettando un bagliore rossastro alquanto sinistro nell'oscurità dell'abitacolo.

Io sbuffo, giusto per fargli notare il mio persistente disappunto, poi apro la portiera e metto un piede fuori centrando in pieno una pozzanghera, residuo dell'ennesima pioggia torrenziale di questa domenica. Fortunatamente riesco a scendere dall'auto tutta intera e senza scatenare catastrofi. In un lampo lui è già davanti a me, che mi cinge la vita e mi conduce piano dentro casa.

Bella, per favore”

Cosa c'è?” gli chiedi io di malumore.

La vuoi piantare di fare la bambina capricciosa?”

Non sto facendo la bambina capricciosa!”

Ah, no?” mi guarda negli occhi, una certa tendenza allo scetticismo tradita dalla sua espressione.

Ti avevo solo fatto una domanda. Potevi anche rispondermi!”

Ma saranno fatti loro, o no?”

Tu sei libero di sapere tutto e di mettere il naso nelle faccende altrui quanto ti pare e piace! Sbirciata per sbirciata potresti anche dirmi qualcosa!”

Lui rotea gli occhi, del tutto stufo della discussione. Siamo di fronte alla porta.

Buonanotte, Bella. Ci vediamo di sopra”

Io sospiro in modo molto plateale, liberandomi dalla sua stretta e avvicinandomi alla porta. Pochi secondi prima di sentire le sue labbra gelide premermi sul collo, togliendomi il respiro.

E comunque saranno state...una decina di volte, non so...i loro pensieri erano piuttosto confusi...”mi sussurra all'orecchio, prima di darmi un bacio a fior di labbra e mollarmi sulla porta.


Questa giornata è stata totalmente irreale. Pura fantascienza. Voi credete sia possibile che succedano talmente tante cose in una sola giornata? E che cose! Una più assurda dell'altra. Sarà difficile dimenticare questo giorno.

Hei, Bells!”

Mi volto di scatto, incrociando gli occhi di papà che mi osservano dal divano, il suo rifugio preferito quando c'è una delle sue entusiasmanti partite in Tv. Ai suoi piedi una mazza da baseball della sua squadra preferita, una bottiglia di birra e una ciotola di dimensioni spropositate traboccante popcorn.

Hei, papà! Stasera si vince, eh?”

Lui agita in aria la mazza da baseball, come a vole dare adito a quello che ho appena detto.

Allora, come ti è andata la giornata?” mi chiede.

Io roteo gli occhi, mentre tutte le immagini di questo pomeriggio mi scorrono in testa come in un film. Totalmente irreale.

Niente di che,pa...è stata solo un'altra domenica di pioggia!”

Scrollo le spalle e salgo le scale chiudendomi in bagno, con in testa ancora l'immagine di Lucy e Aspen e le parole di Edward al loro riguardo ben impresse nella memoria.

Mi libero delle scarpe e le butto in un angolo con un calcio, cercando di non mettermi a ridere.

Solo un'altra stupida e... normalissima domenica di pioggia.


Fine


Per concludere questo attacco di demenzialità acuta volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto la prima parte di questa storia e soprattutto:


pinefertari85

pazzerella_92

_sefiri_

sophie_95

alice brendon cullen

ambra peperina

algin91

Midnight Dream


Grazie infinite per avermi prestato attenzione! Un bacione a tutte!!


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