Another
Rainy Sunday...
2°
parte
Okay,
Bells. Respira. Ce la puoi fare.
Cercando
disperatamente di apparire naturale, distolgo lo sguardo e faccio
qualche passo nella direzione opposta.
Prendo
un altro bicchiere di champagne dal vassoio di un cameriere di
passaggio e lo mando giù veloce.
Con
la coda dell'occhio noto che lui è ancora lì,
voltato
verso di me. Deglutisco nervosamente.
E
ora che faccio?
Bevo
un altro champagne mentre vaglio in fretta tutte le possibili vie di
fuga.
L'entrata
è troppo in vista, mi noterebbero subito e non sono poi
così
sicura che sia una buona idea.
Però
potrei...travestirmi da cameriera e cammuffarmi con le altre in
attesa di svignarmela, oppure...si! L'uscita sul retro! Perfetto,
basterà fare qualche passo e sarò libera. Me ne
andrò
alla chetichella, fuggendo dal retro come le star, e domani
telefonerò a Lucy per scusarmi. Le dirò di aver
ricevuto una telefonata da mio padre che mi intimava di correre
subito a casa perchè...il gatto aveva avuto una colica a
andava portato in fretta dal veterinario. Oppure il cane. Si, il cane
è meglio. Così se le venisse in mente la malsana
idea
di venire a controllare, potrò sempre chiedere a Jake di
trasformarsi e fingere di essere il mio cane. Ottimo.
Peccati
solo che Jake è un po' più grosso
di un normale
cane.
Oh,
insomma. Le inventerò che...è un cane
geneticamente
modificato e che ha bisogno di cure particolari...
“Isabella
Swan”
Mi
irrigidisco di colpo.
Accidenti.
Avrei dovuto fare più in fretta.
E
va bene, Bells. Rilassati.
Dopotutto
non è nulla.
Dopotutto
è solamente...Aspen Brooks in carne e ossa, vestiti firmati
che costano più di casa mia e sigaro cubano tra le labbra.
Bene.
Mi
schiarisco la voce, lievemente nervosa.
“Bella...”sussurra
lui tirando una grossa boccata dal sigaro.
“Ehm...ciao”esordisco,
ma la voce mi esce un po' più stridula del previsto.
“Allora?
Come va?” domanda salottiero.
“Bene”rispondo,
guardando tutto fuorché lui.
“Com'è
la vita qui a Forks?”
“Oh,bè...niente
di eccitante...”
“Sai,
Bella...pensavo che...insomma, quando Lucy ha chiamato per dire della
festa...e ha detto che ci saresti stata anche tu,io...”
Oh
no. No, no, no.
“...tu
cosa?”
Alzo
lo sguardo verso di lui. È imbarazzato e sta cercando le
parole giuste.
“Bè,
io ho pensato che...insomma, noi due...”
Terra
inghiottimi. Seppelliscimi, fammi sparire...
Si
sta avvicinando. Indietreggio di riflesso, sperando con tutto il
cuore che qualche forma di giustizia divina decida di aiutarmi e mi
faccia sparire.
O
perlomeno faccia sparire lui.
Aspen.
Grrrr....solo a pronunciare il suo nome mi viene l'orticaria.
Insomma,
volete sapere perchè ce l'ho tanto con lui?
Il
fatto è che io e Aspen una volta andavamo a scuola insieme.
Per qualche anno abbiamo frequentato la stessa classe di matematica a
Phoenix. Per i primi tempi il nostro è stato un ordinario
rapporto di civile convivenza, niente di più niente di meno.
Poi,
però, un giorno maledetto, durante la lezione, il prof mi
fece
un paio di domande, a cui non avevo idea di come rispondere
perchè
non avevo aperto libro, per il semplice fatto che la matematica,
ancora oggi, semplicemente mi disgusta.
Aspen,
che era seduto dietro di me, mi suggerì le risposte, e il
prof, ignaro della truffa colossale, si complimentò e mi
mise
pure un buon voto. Usciti dall'aula ringraziai Aspen, e per un motivo
che ancora oggi non mi riesco a spiegare, ebbi la malaugurata idea di
dargli un bacio sulla guancia. Bene. Anzi male. Malissimo.
Perché
Aspen quel bacio lo intese nel modo sbagliato. Quel giorno si prese
una cotta del tutto innaturale (e ovviamente a senso unico) per la
sottoscritta. E da quel giorno non fece altro che venirmi dietro come
un cagnolino, regalarmi cioccolatini, fiori e quant'altro e invitarmi
a uscire e roba del genere. Una volta più di tutte, uno dei
miei ultimi giorni a Phoenix, mi invitò a cena e io risposi
di
no perchè stavo per partire per Forks e quindi tra noi due
non
avrebbe potuto esserci nulla. Fine della storia. Solo che ora lui
è
qui, venuto a Forks solo per me (ci scommetto le ossa che non gliene
importa niente del compleanno di Lucy e che si è portato
quelle due gemelle ochette e Jude solo come copertura. Andiamo, chi
si sciropperebbe mai quattro ore di volo solo per andare alla festa
di compleanno di una stupida baguette bionda? Appunto).
E
io non so come accidenti comportarmi.
Se
lo ignoro o lo tratto male verrò assalita dai sensi di colpa.
Se
mi fingo interessata invece penserà che lo sono sul serio e
allora...e allora sarò davvero nei guai.
“Bella,io...ho
pensato molto a te, in questi anni...” e mi poggia una mano
sul
braccio molto liberamente.
Forse
l'idea di mandarlo affanbrodo non è poi così male.
La
mano si sposta poi dal braccio al viso, comincia ad accarezzarmi e
stavolta mi innervosisco sul serio.
“Sono
fidanzata, Aspen!” ringhio, brusca, scansando la sua mano e
mostrandogli l'anello che prima non aveva notato.
“Ah”dice,
preso in contropiede, osservando basito l'anello di Elizabeth saldato
al mio dito. Ci pensa su qualche secondo e poi sbotta
“bè, è
con questo?”
“Come
e con questo?” stavolta sono io quella allibita. Sta parlando
sul
serio?
“Io
sono innamorato di te, Bella” mormora alla fine, fissandomi
dritto
negli occhi.
E
tre. Sentirlo non mi scalfisce più di tanto, ormai, con
tutti
quelli che me l'hanno detto.
“Io...”
Non
so proprio cosa dire. Insomma, non è una situazione normale.
“Tu?”
mi incita, mentre un lampo di speranza si impadronisce dei suoi occhi
verdastri.
“Io...”Su,
Bells. Trova qualcosa di intelligente da dire.
“Io...ho
bisogno del bagno”
Non
oso alzare lo sguardo su di lui. Mi volto e mi dirigo a passo spedito
verso i bagni delle ragazze.
Quando
rientro in sala, parecchi minuti dopo, la festa è nel pieno.
Lo
champagne e gli altri alcolici hanno fatto il loro effetto e quasi
tutti sono letteralmente impazziti.
Aspen
pare che abbia deciso di ignorare lo smacco, e lo vedo seduto su un
tavolo intento a fumare qualcosa di sospetto in compagnia di due tizi
che non conosco.
Lucy
è al centro della pista che balla scatenata insieme a Jude,
le
gemelle ochette e altre sue due amiche francesi dal nome
impronunciabile.
Grace
è poco lontana e sta ballando sul tavolo una specie di Rock
'N
Roll di sua invenzione, completamente strafatta di alcool dalla testa
ai piedi. Più in là, in disparte, l'avocato
faccia-da-bambino-petulante, che per tutto il pomeriggio non ha fatto
altro che parlare al cellulare, palmare alla mano e portatile aperto
davanti a sé. Mi dirigo a un tavolo per prendere qualcosa da
mangiare,e sento qualcuno che mi chiama.
“Isabella
Swan!”
Mi
volto verso la voce e vedo Amy, la receptionist, farsi largo tra la
folla, sorpassare un paio di ragazzini ubriachi e fermarsi davanti a
me.
“Miss
Swan, è desiderata ala telefono. Un certo...Edward
Cullen”
Edward??
Praticamente volo fino al banco della reception, dove un telefono
aperto mi sta aspettando con l'aria invitante e lo afferro, mentre il
mio cuore comincia con suo solito boogie-woogie nello sterno.
“Edward?”esclamo
senza fiato.
“Bella”
è la sua voce calda, morbida e rassicurante. Solo a sentirla
mi vengono le lacrime agli occhi. Sono quasi 24 ore che non la sento.
“Edward”ripeto
come una stupida.
“Sono
io, amore”
“Sei
a casa? Come è andata la ca-ehm, il trekking?” mi
correggo,
vedendo Amy che mi osserva incuriosita da dietro il
“Vogue” che
sta leggendo. Probabilmente pensa che sono la solita stupida
ragazzina in piena crisi ormonale. Cosa che in effetti sono.
“Benissimo.
Siamo tornati da poco. Sei ancora alla festa?”
“Già,
sono ancora qui. Quasi quasi vengo a trovarti quando finisce”
“Ottima
idea, amore. Ho proprio voglia di vederti. Mi sei mancata
così
tanto”
Oh,
Edward, amore mio! Mi
fermo
appena in tempo dal lanciarmi in un monologo melenso e sdolcinato
alla Via col vento, nel
vedere Amy spiarmi cercando di nascondersi dietro
“Vogue”.
Maledetta pettegola!
“Anche
tu mi sei mancato. Non vedo l'ora di veni-”
Un
odore dolciastro mi penetra nelle narici, stordendomi.
Mi
volto sorpresa e...vedo Aspen che viene verso di me, con l'andatura
ciondolante alla Jack Sparrow, gli occhi iniettati di sangue e un
qualcosa di fumante e ignoto tra le labbra.
Oh,
no!
“Bella”biascica
avvicinandosi, tirando una lunga boccata di fumo.
“Bella,
amore”
“Shhh!
Zitto, per la miseria, stai zitto!”
“Bella?”
Accidenti. Lo sapevo che avrebbe sentito.
“Ehm,
Edward?”
“Bella,
che sta succedendo? Con chi stai parlando?”
“No...nulla,
amore...è solo la receptionist...”
Amy
alza gli occhi da “Vogue” e fa segno di no con la
faccia di una
che vuole dire
non-mettermi-in-mezzo-alle-tue-stupide-faccende-o-te-la-faccio-pagare.
Uffa!
“La
receptionist?”mi chiede Edward, scettico “La
receptionist ti ha
chiamata amore?”
Dio,
non gli sfugge una virgola,eh?
“Si...cioè,
no...in realtà era...Lucy...”
“Lucy?
La nipote di Phil? Sbaglio o avevi detto che era francese?”
Aaaargh!
Basta, basta, basta!!!!!!!!!!!!!!
“Bella,
amore mio! Ti amo, Bella, ti amo!”
Aspen
si è lanciato in un monologo shakesperiano probabilmente
più
per l'effetto dei fumi che per altro, e ci stanno guardando tutti.
Amy
ha abbandonato “Vogue” e si è messa a
guardarci
interessata, dopo aver mollato una gomitata alla collega seduta
vicino a lei, una bionda con una gran naso che si stava facendo la
manicure.
“Bella...”sussurra
Aspen avvicinandosi pericolosamente. Oh, Dio. Se resto qui è
finita.
Devo
squagliarmela. E anche subito.
“Ehm,
Edward? Io devo anda-”
“Come?”risponde
lui, ma non sta parlando con me “Stai dicendo sul
serio?”
“Edward?”lo
richiamo, disperata, osservando impotente e con orrore Aspen venire
chiaramente verso di me.
“Che
cosa?” Ancora non mi ascolta “Alice, vuoi dirmi che
cazzo sta
succedendo?”
Non
sento quello che dice dopo. So solo che, proprio mentre Aspen si
butta verso di me, io faccio un salto di lato per lo spavento, urlo
un “stanno servendo i gamberetti, devo andare!” ad
Edward e mi
lancio in avanti, ben attenta a schivare Aspen ma del tutto incurante
di tutto il resto. Faccio appena un paio di passi, poi qualcosa di
freddo e duro cozza violentemente contro la mia fronte ignara.
E
subito dopo, il buio.
Mmh.
Che
cosa...
“Stai
giù!” mi ordina una voce imperiosa sopra di me.
Dove
diavolo sono finita?
Un'improvvisa
fitta alla fronte mi fa rinsavire e allora ricordo tutto.
“Porca
miseria” biascico, aprendo gli occhi a fatica, trovandomi di
fronte
una scena piuttosto singolare.
Sono
stesa su un dovano, ed Edward è seduto accanto a me: mi
tiene
un qualcosa di bianco e gelido sulla fronte lesa e ha lo sguardo
furioso e nerissimo fisso su...Aspen. Aspen che tiene gli occhi
bassi,e di tanto in tanto tira una boccata di fumo, con l'espressione
più offesa (lui offeso,eh?) che si possa immaginare.
Accanto
a lui, Lucy, le gemelle ochette Hayden, Jude, Amy e la collega col
naso da censura che fissano Edward con espressioni da merluzzo che
parlano da sole. Anch'io guardo Edward, ma lui si ostina a tenere lo
sguardo da vampiro incazzato su Aspen, che per conto suo non sembra
minimamente scalfito dalla cosa.
Nessuno
sembra curarsi di me, né tantomeno si premura di informarmi
di
quello che è successo mentre ero svenuta.
Dei
passi concitati e Lucy irrompe correndo nella piccola stanza, con un
paio di camerieri zelanti alle calcagna. Ci guarda in faccia uno per
uno (con una significativa sosta su Edward, il mio
Edward) ed esclama, portandosi le mani alla bocca:
“Mon
Dieu!”
Il
suo sguardo schizza poi dalla mia fronte alla mano di Edward, ad
Aspen, poi di nuovo su di me e infine si sofferma su su Aspen.
Spalanca gli occhi, mentre una mera consapevolezza si impossessa si
lei, realizzando solo ora il motivo di questa bella riunione.
“Qu'avez
tu fait à mon amie?” quasi
ringhia, percorrendo la stanza a grandi falcate e piantonandosi di
fronte ad Aspen. Lui alza la testa un po' confuso, quasi sorpreso che
si stesse rivolgendo proprio a lui e dice “Nulla”.
Lucy
sbuffa
incattivita, strattonandolo per la camicia,e lui risponde con
un'alzata di spalle.
“Tu...tu
as vraiment...”la
voce le si incrina, mentre le prime silenziose lacrime amare
cominciano a trasbordare dagli occhietti alla Audrey Tatou.
“Lucy...”Aspen
sembra fare uno sforzo da Hercules ad alzarsi in piedi e guardarla
finalmente negli occhi.
“Lo sai che
io...”
Lei
gli volta le
spalle, singhiozzando rumorosamente.
“Eddai,
Blanche...”
Blanche?
L'ha chiamata
proprio...Blanche?
D'istinto
lancio
un'occhiata a Edward, che fa un mezzo ghigno nell'osservarli,
rilassandosi appena. Io torno a guardare loro, getto un'occhiata al
pubblico femminile disposto in sala(anche loro hanno spostato
l'attenzione dal mio Edward per rivolgerla alle neo coppia che si
è
appena formata sotto i nostri occhi increduli)e torno a guardare
loro: Lucy singhiozzante, con la testa basta, che di tanto in tanto
mormora qualcosa di incomprensibile e intraducibile in francese (che
siano imprecazioni contro Aspen? Mah...) e il solito Aspen dietro di
lei, le tiene la mano sulla spalla e sussurra qualcosa di altrettanto
incomprensibile. Guardo di nuovo Edward, il quale sembra stia facendo
una fatica da titano per cercare di non ridergli in faccia.
Ehi,
un momento...
Qua
sta succedendo
qualcosa di interessante.
Vuoi
vedere che...
Mi
avvicino un po'
a Edward, e riesco a dirgli nell'orecchio “mi spieghi che sta
succedendo?”.
Lui
si volta a
guardarmi, si morde un labbro e con la testa fa un mezzo cenno verso
i due.
“Quei due fanno
morire...altro che tutte le telenovelas che fanno impazzire Rose,
Esme e Alice...”
Non
starà
dicendo sul serio che...
No,
è
impossibile.
Non
posso
crederci!
Oddio!!!
Devo
dirlo a Renée!!
Strattono
Edward
per un braccio, eccitata. Voglio sapere di più. Devo sapere!
“Ma stanno
insieme?” gli chiedo a bassa voce, agitandomi sul divano,
come una
bambinetta mocciosa tutta contenta.
Lui
fa di no con
la testa. Peccato. Sono un po' delusa, a dirla tutta. Ero
già
pronta a sentire i particolari più piccanti e divertenti, e
invece...
“Però
hanno....” Inizia a ridere sommessamente, poi scuote la testa
e mi
prende la mano.
“Forza, è
ora di andare. Come ti senti?”
Hanno
cosa?
“Cosa? Cosa
stavi dicendo prima? Cosa hanno...”
Lui
ghigna, senza
sbilanciarsi.
“Edward!”
Sospira,
poi rotea
gli occhi in modo molto eloquente, accennando ai
due, sempre
immobili al centro della stanza.
“No! Non posso
crederci!”
“Andiamo, su!
Abbiamo già perso troppo tempo. Charlie ti sta
aspettando”
“Non crederai
davvero che me ne stia buona buona dopo una notizia del genere!
Avanti, dimmi di più! Quando? Come? Dove????”
Mi
prende per un
braccio, trascinandomi fuori dalla stanza.
“Aspetta!”urlo,
nel vano tentativo di estorcergli qualche altra informazione.
“Dimmi solo una
cosa: quante volte?”
Lui
mi guarda,
mentre un ghigno vampiresco e consapevole si fa strada lentamente sul
suo volto.
“Dimmelo,
dimmelo!!”
Lui
tace. Senza il
minimo sforzo mi trascina fuori dall'hotel, lasciando Lucy
singhiozzante vicino ad Aspen, circondati da un pubblico sempre
più
attonito.
Edward
parcheggia
di fronte casa di Charlie e si volta a guardarmi. Non gli ho
più
rivolto la parola da quando abbiamo lasciato l'hotel. Sono rimasta
piuttosto offesa dal suo comportamento. E soprattutto sono molto
seccata dal fatto che abbia volutamente lasciato correre sui
particolari. Insomma. Non è che gli avevo chiesto la luna o
chissà cosa. Volevo solamente sapere quante dannatissime
volte
Lucy e Aspen abbiano...
Dio,
a pensarci mi
viene ancora da ridere. Chi avrebbe mai pensato che quei due...
E
comunque, era
mio diritto saperlo. Lui è libero di ficcare il naso nella
testa degli altri quando gli pare e piace, però di rivelarmi
qualcosina, proprio no.
“Bella, è
tardi” mi fa notare, indicando l'orologio sul cruscotto, il
quale
sta segnando le 19:37, proiettando un bagliore rossastro alquanto
sinistro nell'oscurità dell'abitacolo.
Io
sbuffo, giusto
per fargli notare il mio persistente disappunto, poi apro la portiera
e metto un piede fuori centrando in pieno una pozzanghera, residuo
dell'ennesima pioggia torrenziale di questa domenica. Fortunatamente
riesco a scendere dall'auto tutta intera e senza scatenare
catastrofi. In un lampo lui è già davanti a me,
che mi
cinge la vita e mi conduce piano dentro casa.
“Bella, per
favore”
“Cosa c'è?”
gli chiedi io di malumore.
“La vuoi
piantare di fare la bambina capricciosa?”
“Non sto facendo
la bambina capricciosa!”
“Ah, no?” mi
guarda negli occhi, una certa tendenza allo scetticismo tradita dalla
sua espressione.
“Ti avevo solo
fatto una domanda. Potevi anche rispondermi!”
“Ma saranno
fatti loro, o no?”
“Tu sei libero
di sapere tutto e di mettere il naso nelle faccende altrui quanto ti
pare e piace! Sbirciata per sbirciata potresti anche dirmi
qualcosa!”
Lui
rotea gli
occhi, del tutto stufo della discussione. Siamo di fronte alla porta.
“Buonanotte,
Bella. Ci vediamo di sopra”
Io
sospiro in modo
molto plateale, liberandomi dalla sua stretta e avvicinandomi alla
porta. Pochi secondi prima di sentire le sue labbra gelide premermi
sul collo, togliendomi il respiro.
“E comunque
saranno state...una decina di volte, non so...i loro pensieri erano
piuttosto confusi...”mi sussurra all'orecchio, prima di darmi
un
bacio a fior di labbra e mollarmi sulla porta.
Questa
giornata è
stata totalmente irreale. Pura fantascienza. Voi credete sia
possibile che succedano talmente tante cose in una sola giornata? E
che cose! Una più assurda dell'altra. Sarà
difficile
dimenticare questo giorno.
“Hei, Bells!”
Mi
volto di
scatto, incrociando gli occhi di papà che mi osservano dal
divano, il suo rifugio preferito quando c'è una delle sue
entusiasmanti partite in Tv. Ai suoi piedi una mazza da baseball
della sua squadra preferita, una bottiglia di birra e una ciotola di
dimensioni spropositate traboccante popcorn.
“Hei, papà!
Stasera si vince, eh?”
Lui
agita in aria
la mazza da baseball, come a vole dare adito a quello che ho appena
detto.
“Allora, come ti
è andata la giornata?” mi chiede.
Io
roteo gli
occhi, mentre tutte le immagini di questo pomeriggio mi scorrono in
testa come in un film. Totalmente irreale.
“Niente di
che,pa...è stata solo un'altra domenica di
pioggia!”
Scrollo
le spalle
e salgo le scale chiudendomi in bagno, con in testa ancora l'immagine
di Lucy e Aspen e le parole di Edward al loro riguardo ben impresse
nella memoria.
Mi
libero delle
scarpe e le butto in un angolo con un calcio, cercando di non
mettermi a ridere.
Solo
un'altra
stupida e... normalissima domenica di pioggia.
Fine
Per
concludere questo attacco di demenzialità acuta volevo
ringraziare tutti quelli che hanno letto la prima parte di questa
storia e soprattutto:
pinefertari85
pazzerella_92
_sefiri_
sophie_95
alice
brendon cullen
ambra
peperina
algin91
Midnight
Dream
Grazie
infinite per avermi prestato attenzione! Un bacione a tutte!!
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