I like the smell of rain

di Klainbow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - I like the smell of rain ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo - I like the smell of rain ***


..Buona sera a tutti!
Oh, quanto mi è mancato salutarvi tutti! :')
So cosa starete pensando: hai una long che non aggiorni da un mese e ti metti ad iniziarne un'altra? Avete ragione, lo so che vi ho fatto aspettare tanto, ma sono andata completamente in crisi in questo periodo e.. Prometto che dopo aver aggiornato questo capitolo 3, tornerò ad essere precisa! ç___ç
Tornando a noi, credo che ottimizzando il tempo a disposizione, potrò anche farcela a postare tutto in tempo e poi quest'idea mi premeva da così tanto che praticamente qualche giorno fa mi sono ritrovata a scriverne l'inizio senza rendermene conto, quindi I can do it. :')
Non sono molto convinta di questo primo capitolo che funge un po' da prologo, anche perchè gli altri capitoli saranno più lunghi, ma l'idea mi piace e m'intenerisce tanto ed ho intenzione di portarla a termine!
Ho delle cose da dirvi su questa nuova storia, ma lo farò sotto, okay? Sparisco!
Spero vi piaccia ç_ç






 

A Giulia e Chiara, perchè sono le persone più coraggiose che io conosca, e meritano tutto l'amore del mondo.

 

I like the smell of rain.



Era un pomeriggio piovoso qualunque di un giorno qualunque del mese di Novembre e Blaine stava tornando a casa dopo una lunga ed estenuante giornata di prove alla Dalton.
Non era riuscito a fermarsi neanche due minuti per bere un sorso d’acqua e come se non bastasse, le Regionali erano alle porte ed il consiglio non aveva ancora deciso che canzoni presentare. Tipico, succedeva sempre prima di una gara importante. Era sempre lui che si ritrovava, senza neanche rendersene conto, a pensare a delle canzoni da proporre per salvare tutti i suoi amici da quell’impiccio in cui era intrappola to anche prima di diventare leader.
Era così stanco che aveva rifiutato anche l’offerta dei suoi amici di andare a bere qualcosa al Pub di Westerville che avevano appena inaugurato. Aveva soltanto voglia di andare a casa, chiudersi la porta alle spalle insieme a tutto lo stress di quella giornata, sprofondare sotto le coperte e dormire interrottamente per tutto il weekend. Sembrava davvero un bel piano.
Blaine sorrise rilassato quando dalle casse della macchina, si diffusero le prime note di una delle sue canzoni preferite.

Sing me to sleep,
Sing me to sleep,
I'm tired and I
I want to go to bed.


La pioggia era incessante e cadeva copiosamente sul parabrezza della sua Prius, facendolo sbuffare irritato. Gli piaceva la pioggia, ma avrebbe preferito di gran lunga guardarla cadere dal cielo dalla sua finestra, al caldo e con il riscaldamento acceso.
I tergicristalli svettavano veloci da una parte all’altra del vetro schizzando goccioline ovunque, ma non era abbastanza da lasciargli scorgere qualunque cosa non fossero luci accecanti di fari di altre macchine che lo sorpassavano di tanto in tanto, seppure la strada fosse quasi del tutto solitaria in quel punto.
Iniziò a cantare il resto della canzone, abbandonandosi alla melodia lenta e rilassante che gli invadeva la testa dolcemente.

Sing me to sleep,
Sing me to sleep,
And then leave me alone...


Il cielo era grigio, quasi del tutto nero, e la pioggia non accennava a fermarsi, anzi. Stava per svoltare a destra per imboccare una stradina secondaria, quando qualcosa - o meglio, qualcuno- attirò la sua attenzione facendolo rallentare appena di velocità. C’era una persona sotto la pioggia, senza ombrello, cappuccio o impermeabile per ripararsi, il capo inclinato verso l’alto e le braccia allargate in aria, completamente fradicia.
Dava le spalle alla sua macchina, ad una quindicina di metri di distanza e Blaine non avrebbe potuto stabilire se si trattasse di un uomo o di una donna. Era quasi una sagoma nera tra tutto quel grigio, ai suoi occhi.
Sembrava tranquilla, serena, come se si stesse beando del calore dei raggi del sole sulla propria pelle in una giornata di Luglio. Sembrava stesse invocando qualcosa.
O chiedendo alla pioggia di bagnarla ancora e di non smettere mai. Come se ne dipendesse la sua stessa vita, e questo allarmò Blaine ancora di più.
E se fosse stata affetta da qualche tipo di malattia?
Quella doveva essere una grave forma di pazzia, perché una persona sana di mente non avrebbe mai pensato di agire in quel modo assurdo.
Blaine la osservò preoccupato, indeciso sul da farsi. Decise di accostarsi con la macchina al ciglio della strada, senza tuttavia spegnere il motore e tenendo accesi il riscaldamento.
Avrebbe potuto scendere ed andare a verificare se quella persona stesse effettivamente bene, ma ne dubitava fortemente, offrirgli un passaggio fino a casa o un aiuto di qualche tipo.
Dovrei farlo? Si chiese, mordendosi un labbro distrattamente e portandosi le mani tra i ricci liberi da tutto quel gel che era solito mettere –colpa del ritardo di quella mattina- scompigliandoseli sulla fronte improvvisamente imperlata da un leggero strato di sudore.
Guardò ancora nella sua direzione, strizzando gli occhi per riuscire a vedere meglio. Era nella stessa posizione di un minuto prima, come se si fosse immobilizzata. Le braccia erano un po’ più rivolte verso il cielo, ma per il resto sarebbe potuta essere scambiata per una statua facilmente.
Oppure.. potrei lasciarla lì, magari ci penserà il prossimo che passerà di qui a fare qualcosa e..-
Proprio mentre stava per decidere di ripartire e lasciarsela alle spalle, la persona fece un giro completo su se stessa alzando freneticamente una gamba snella ed abbandonando le braccia penzolanti lungo i fianchi appena iniziò a fermarsi di nuovo sul posto in modo instabile.
Boccheggiò per qualche istante, non riuscendo improvvisamente a trovare l'aria che gli si era mozzata in gola. Iniziò a torturarsi le mani, emettendo un mugolio esasperato, senza distogliere lo sguardo spaventato dalla figura slanciata di nuovo immobile sotto la pioggia. Inclinava il capo all'indietro ripetutamente, quasi stesse ridendo. Ma non una risatina qualunque; sembrava una vera e propria risata. Di quelle esilaranti, come quando ti raccontano il finale di una barzelletta davvero divertente e non puoi fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata estasiata.
Distolse lo sguardo per l’impellente bisogno di riflettere e si guardò intorno, alla ricerca di qualche passante. Niente.
Non c'era un'anima.
Non poteva essere reale, non stava succedendo davvero. Quella strada era deserta, da dove sarebbe potuta venire? Non c’era neanche una macchina lì vicino che potesse appartenerle, ed a piedi non ci si poteva arrivare essendo una strada circondata da boschi fitti e priva di abitazioni o negozi.
E se dopo una giornata del genere la stanchezza avesse incominciato a giocargli strani scherzi? Iniziò a farsi prendere dal panico quando, ritornando con lo sguardo allo stesso punto, scoprì che non era cambiato assolutamente niente dall'ultima volta che stava guardando da quella parte.
Oh mio Dio, oh mio Dio, sto impazzendo, lo sapevo che era soltanto questione di tempo!
Devo avere le allucinazioni! Pensò, scuotendo ripetutamente il capo, gli occhi e le labbra spalancate.
Non c'era altra spiegazione. Altrimenti perché, dopo aver chiuso e riaperto gli occhi massaggiandosi le tempie, ispirando ed espirando tutta l'aria che riusciva a catturare in quel momento, la figura era ancora lì, come se niente fosse?
Cercò, deglutendo rumorosamente, di sviare lo sguardo ed osservò irrigidito la sua immagine dall'aspetto malaticcio nello specchietto retrovisore.
Blaine sapeva di essere troppo generoso con le persone. Sua nonna non perdeva mai tempo a ricordarglielo con una carezza, ogni volta che le portava i suoi biscotti canditi preferiti alla casa di riposo in cui abitava, e si ritrovava a prepararne tre dosi in più per offrirli a tutti gli altri anziani della casa che col tempo aveva imparato a conoscere bene. Era una caratteristica che non riusciva ad abbandonare neanche dopo tutte le brutte sorprese che la vita -o una squadra di energumeni senza cervello ed in sovrappeso- gli aveva riservato.
Al pensiero di ogni pugno sul naso, calcio all'inguine, insulto o occhiata disgustata che aveva incassato, sentiva l'impellente bisogno di commettere delle buone azioni, per dimostrare di essere diverso da quei ragazzi che gli avevano reso la vita un inferno per anni.
Per questo stesso motivo, fissò un'ultima volta il suo pallido riflesso e con un sospiro, si alzò il cappuccio della felpa sulla testa ed aprì lo sportello della macchina per uscire, pentendosene subito dopo quando una folata di vento lo schiaffeggiò in pieno viso, scostandoglielo e facendoglielo cadere di nuovo sulle spalle.
Sbuffò, formando una nuvoletta di fiato caldo nell'aria gelida, e, con gli occhi ridotti ad una fessura per cercare di vedere qualcosa per quanto la pioggia glielo permettesse, si portò le braccia forti - avvolte dal leggero tessuto blu della felpa degli Warblers - intorno al busto per abbracciarselo in un cenno di incoraggiamento personale.
Tremando, iniziò ad avvicinarsi con passo incerto alla figura che stava man mano prendendo forma, ora a cinque metri da lui. Da quella distanza, riuscì a vedere che si trattava di un ragazzo.
Strizzò gli occhi, avvilito da tutta quell'acqua che gli aveva già inzuppato completamente i vestiti ed i capelli, e in pochi secondi si ritrovò dietro il ragazzo.
Quella situazione stava diventando pericolosamente assurda, ma, per qualche malsano motivo, qualcosa dentro di sé gli fece sentire di trovarsi nel posto giusto, al momento giusto, come se qualunque altro sarebbe stato terribilmente sbagliato per lui.
Inspiegabilmente, il cuore iniziò a battergli furiosamente contro il suo petto ed una scarica di brividi gli attraversò tutta la spina dorsale.
Si schiarì la voce, nel tentativo di non fargli prendere un infarto nel ritrovarselo dietro tutt'a un tratto -chissà se non avesse dato di matto completamente e lo avesse ucciso con un coltellino, cosahofattocosahofattocosahofatto!- e gli poggiò titubante una mano sulla spalla.
Il ragazzo sembrò non accorgersi di niente, forse perso nei suoi pensieri- e chissà quali pensieri, oh povero me- così Blaine azzardò con la mano un piccolo picchiettio, non ottenendo ancora nulla in risposta.
Restando per un secondo basito, Blaine riuscì a ritrovare la sua voce ed a parlare: ''Sc-scusami.. c-ciao. Stai-stai bene?'' la voce gli uscì fuori irregolare, smorzata dall'ansia e dal freddo, ma cercò di non farci caso per non peggiorare ulteriormente la situazione.
Il ragazzo sembrò averlo sentito, perché sussultò appena e con una lentezza disarmante, si voltò verso Blaine con uno sguardo da cucciolo terrorizzato, i capelli bagnati appiattiti sulla fronte.
A Blaine gli si mozzò il respiro, ma d'altronde, a cosa gli sarebbe servito, quando davanti ai suoi occhi si trovava la creatura più bella che avesse mai avuto l'onore di vedere?
Senza rendersene conto, gli angoli della bocca si alzarono imbarazzati verso su, in un sorrisino da ebete che gli si stampò sul viso ora un po' arrossato.
Avrebbe potuto osservare quella pelle innaturalmente pallida, così perfetta da sembrare porcellana, per il resto della sua vita.
Si ritrovò a pensare di volersi trovare ardentemente al posto di quella pioggia, che lo stava accarezzando in modo troppo violento per quella creatura tanto eterea che meritava solo delle dolci carezze e sfioramenti di polpastrelli delicati.
Accompagnò con lo sguardò ogni gocciolina di pioggia che si infrangeva sulla sua pelle candida, sentendosi improvvisamente invaso da mille sensazioni diverse alle quali non riusciva a dare un nome, nè a ricordare il suo, certo.
Il ragazzo, d'altronde, stava tremando, ma dopo averlo osservato per un lungo minuto senza dire una parola, sembrò rilassarsi un po', perchè le sue labbra dal colorito rossastro, in netto contrasto con il bianco del suo viso dai tratti definiti come scolpiti in pietra, si distesero in un morbido e dolce sorriso.
Blaine non poteva credere ai suoi occhi. Gli stava davvero sorridendo in quel modo così bello da far male? Ne era.. degno?
Quando il ragazzo parlò finalmente, tutto il resto del mondo sembrò scomparire. Lo scrosciare della pioggia, il male, il vento, il cielo, gli alberi, il terreno sotto di loro.. tutto sembrò sparire nel nulla, dietro un vortice di sfumature azzurre, verdi e grigie che erano i suoi occhi.
La forza di gravità di Blaine era tutta racchiusa in quel ragazzo che di umano aveva ben poco, in quel momento; senza quella visione sarebbe di sicuro andato alla deriva, e non riuscì nemmeno a spiegarsi come fosse possibile.
''Certo, perchè non dovrei?'' Chiese, il tono dolce e pacato, appena infantile.
Blaine pensò che fosse un angelo. Avrebbe voluto ascoltare la sua voce all'infinito, come una ninnananna. Doveva per forza esser caduto dal cielo.
Sentì la gola seccarsi, ed anche sotto la pioggia aveva caldo. Caldo ovunque. Ogni parte del suo corpo sembrava stesse andando a fuoco.
''B-beh.. piove e sei tutto bagnato ma.. continui a startene qui immobile e potresti..-''
''Mi piace l'odore della pioggia, tutto qui'' Lo interruppe semplicemente, senza smettere ancora di sorridere.
Oh.
Blaine inarcò le sopracciglia, che svettarono fin quasi all'attaccatura dei capelli, rimanendo senza parole. Era serio, non stava scherzando. Sul suo viso perfetto non c'era alcun accenno di beffe o sarcasmo.
Ma Blaine non lo avrebbe lasciato lì, qualunque cosa avesse.
Lo avrebbe almeno riaccompagnato a casa, si sarebbe assicurato di saperlo al sicuro e poi, forse, sarebbe riuscito a tornare alla sua vita come se nulla fosse accaduto.
Forse.
L'angelo lo fissò curioso dall'alto in basso, per poi immergere il suo sguardo in quello di Blaine -il cui cuore perse un battito- e domandare, con lo stesso tono eccessivamente adorabile: ''E a te? A te non piace?''
''Sì, certo, certo!'' Si ripercosse, sorridendogli di rimando. ''S-senti.. non hai una macchina? Vuoi.. un passaggio? Vorrei riportarti a casa, davvero. Potresti prenderti un malanno e..''
Il ragazzo non gli diede il tempo di finire la frase, che gli prese dolcemente una mano e ne intrecciò le dita, callose per i troppi anni di chitarra, con le sue. ''Va bene, ma mi prenderesti la mano?''
Blaine boccheggiò a vuoto, spostando lo sguardo dalle loro mani intrecciate dal colore così differente ma così meraviglioso, ai suoi occhi scintillanti nel buio, annuendo rapito.
Non gli passò neanche per la testa di aver paura di una creatura tanto perfetta, ma sicuramente avrebbe fatto di tutto per conoscerla e tenerle ancora la mano come in quel momento che avrebbe prolungato per sempre.






Note: la canzone è Asleep, degli Smiths! E' praticamente una fissazione e non ho potuto fare a meno di aggiungerla! :')


Spazio dell'autrice


Woah, allora, che ne pensate?
Posso immaginare i pensieri, che saranno tutti rivolti a Kurt ed alle sue condizioni, ahahah.
Allora, vorrei rivelarvi che tipo di malattia ha Kurt nel corso dei capitoli, quindi vi basti sapere che no, non è sano di mente quanto Blaine, ma è in grado di intendere e di volere (?) e.. oddio, sarà dolcissimo, questo posso promettervelo. çwç
Un esempio per farvi capire? Sarà un po' come Annie Cresta, di Hunger Games!
Non ho idea di quando aggiornerò, ma vi prometto che sarà presto! Il resto delle cose che ho da dirvi, le inserirò nel mio prossimo angolo.

Tanto per invogliarvi a leggere: nel prossimo capitolo, Blaine e Kurt faranno una lunga chiacchierata, Blaine lo accompagnerà in un posto la mattina seguente e.. oh, meglio non dire altro v.v

SALUTO LA MIA FAMIGLIA DEL GRUPPO 'CRISSCOLFERATECI IL MISTER DEI CRISSCOLFER, HA!' <3


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 ...Hey there! *si ripara dalle sassate* 
So che vorrete uccidermi dopo secoli interi senza aggiornare questa storia, ma i motivi li conoscete già, no? Vado in crisi, sono una stupida, non mi sento all'altezza di nulla. Ho davvero pensato di lasciarla indietro, ma non potevo farlo. E' una storia troppo importante per me. Così, due giorni fa l'ho ripresa ed eccomi qui. Vi prometto che la porterò a termine.
Non voglio prolungarmi oltre, soprattutto dopo tutto il tempo che avete dovuto aspettare. Anzi, la mia unica speranza è che ci sia ancora qualcuno interessato a questi Klaine çwç 
Quindi, ci ritroviamo a fine capitolo? Spero vi piaccia! <3






 
A Giulia ed alle mie ragazze. 
Capitolo 2 


''Mi chiamo Kurt, per la cronaca. E tu?'' Il ragazzo interruppe finalmente il silenzio che si era creato tra di loro, rotto soltanto dallo scrosciare imperterrito della pioggia. 
Blaine, al suono di quella voce cristallina, si lasciò quasi sfuggire un risolino isterico. Aveva quasi scordato quanto fosse meraviglioso quel suono.

E sono passati soltanto pochi attimi.. 

''Blaine'' rispose lui, riscuotendosi. Sorrise davanti a sé. 
''Se non stessi già stringendo la tua mano, lo farei adesso'' ridacchiò Kurt, facendo ciondolare le loro braccia insieme. 
Blaine rise di cuore, perché sembrava impossibile non farlo in sua presenza: Kurt era adorabile.
Inconsciamente, Blaine pensò a due bambini che si tenevano teneramente per mano al parco: palmi sudati, farfalle allo stomaco ed una piacevole sensazione di spensieratezza che si propagava nelle loro giovani menti. 
Blaine scosse leggermente la testa per rimuovere quei pensieri e scortò Kurt alla macchina, le dita ancora intrecciate, il calore di Kurt che si espandeva fino ad attraversare il corpo di Blaine. La pioggia era passata in secondo piano. 
Aprì la portiera a Kurt, scostandosi di fianco per lasciarlo entrare. Prima di chiuderla e salire a sua volta, lo vide sorridere più intensamente, un sorriso che raggiunse i suoi occhi acquosi, gli angoli della bocca rivolti in su. Probabilmente osservò come le gocce di pioggia continuavano a scivolargli sulla pelle candida fino ad infrangersi sulla stoffa grigia del sediolino, rendendola più scura, i capelli che gli ricadevano in ciuffetti castano scuro sparati un po' ovunque, troppo a lungo, perché le guance del ragazzo iniziarono a colorarsi di un rosa vivace in poco tempo, mentre abbassava lo sguardo sulle mani che si stava torturando adorabilmente. 
Con riluttanza, si decise a raggiungerlo, chiudendosi lo sportello dietro di sé. Mise in moto l'auto e si voltò a guardare Kurt. Una strana sensazione si formò alla bocca dello stomaco quando lo beccò già a fissarlo. 
I loro sguardi si incrociarono, come calamitati, e Blaine non seppe dire quanto tempo passò esattamente, prima che tornassero entrambi a guardare la strada davanti a loro. 
Blaine non sapeva che cosa dire. Avrebbe dovuto chiedergli dove avrebbe dovuto portarlo, ma decise di aspettare ancora un po' e tornare almeno all'ultimo centro abitato. Era impossibile che abitasse lì. 
C'erano tante cose che voleva chiedere a Kurt, ed altrettante cose a cui doveva dare un senso. 
Deglutì, e decise di aspettare anche per quello. 
Scoprì, dopo meno di un minuto, che per avere delle risposte non avrebbe avuto bisogno di aspettare ancora per tanto. 
Kurt parlò di nuovo, la sua voce era ridotta a poco più di un sussurro. 
''La mia mamma mi diceva di non parlare mai agli sconosciuti, ma ora che non c'è più posso, vero, Blaine?'' 
Blaine spalancò gli occhi, e non poté fare a meno di pensare ancora al comportamento dei bambini. A Kurt che, con un tono leggermente più infantile dei precedenti, sembrava gli stesse rivelando un segreto che conosceva soltanto lui. 
''N-no, Kurt. Non devi. Mai. Ricordatelo.'' 
''Ma tu lo stai facendo ora, Blaine!'' ribatté Kurt, una lieve ed innocente risatina uscì dalle sue labbra rosee, facendo di nuovo sorridere Blaine.
''Sì, è vero. Ma con te è diverso, tu sei speciale, okay?'' Lo disse perché era così, non nutriva dubbi a riguardo.
''Davvero?'' Blaine si voltò leggermente, giusto il tempo di adocchiare Kurt al suo fianco. Era raggomitolato su se stesso, come se volesse farsi da scudo per qualche motivo, si stava torturando il labbro inferiore tra i denti. 
''Sì, davvero.'' Sussurrò, formando una nuvoletta di fiato caldo nell'aria. ''Davvero.'' ripetè distrattamente, tornando a tenere d'occhio la strada. 
Passarono dei minuti, prima che Kurt riprendesse a parlare. 
''Promesso?'' La sua voce assunse una nota di speranza tanto grande da risultare assurda.
''Promesso.'' 
Non sapeva perché l'avesse detto con così tanta convinzione, ma voleva. Il suo cuore seppe che avrebbe mantenuto quella promessa prima ancora di Blaine stesso. A Blaine non importava il ''come''. 
Kurt sorrise, e gli riprese la mano quando l'appoggiò sul cambio. La stretta era dolce e riconoscente. Blaine non la ritrasse, perché semplicemente non ci sarebbe riuscito. 


''Allora Kurt, dove devo portarti?'' Chiese allora Blaine, una volta lontani da quel posto. 
Kurt stava osservando il luogo intorno a loro fuori dal finestrino con un'espressione smarrita.
''Kurt?'' Lo chiamò ancora, cercando di destarlo dai suoi pensieri. Lo vide tremare visibilmente con la coda dell'occhio. 
''B-Blaine.. io..'' A Blaine non piacque quel tono. La sua voce era carica di preoccupazione, timore ed ansia. Si accostò velocemente al ciglio della strada e si voltò verso di lui. 
''Dovresti lasciarmi qui, io..'' Blaine aspettò la fine della frase, ma Kurt non sembrava intenzionato a continuarla. 
''Oh, abiti qui vicino? Ti accompagno volentieri fin sotto al palazzo, sai?'' Non gliel'avrebbe detto, né sarebbe riuscito ad ammetterlo a se stesso, ma non voleva salutarlo. 
''No.. va bene qui.'' 
''Sei sicuro? Perché davvero..-'' 
''Blaine, v-va bene..'' Ma Blaine sapeva che non era così, ne ebbe la conferma quando la voce di Kurt si spezzò, tradendo la sua debole determinazione, ed il labbro inferiore iniziò a tremargli. 
Era sul punto di scoppiare in lacrime? 
''Hey, dimmi cosa c'è che non va.'' 
Allungò un braccio verso di lui, posandogli la mano sulla spalla. L'altra era ancora allacciata a quella di Kurt, così prese a tracciare delicatamente dei cerchi invisibili nel suo palmo con i polpastrelli. Sentiva il bisogno di tranquillizzarlo, non gli passò nemmeno per la mente che quel gesto potesse apparire davvero esagerato per due persone che si erano appena incontrate. 
''Mi prenderai in giro?'' Sussurrò, fissandolo intensamente da sotto quella coperta di ciglia. 
''No! Non potrei mai. Ti ho appena promesso che sei speciale, o no?'' Sorrise, cercando di inviargli tutto l'affetto e la fiducia possibile. 
''O-okay.'' Decise infine, Kurt. 
''Okay?''
''Sì..'' Annuì lentamente. Prese un piccolo respiro e cominciò a parlare. ''Sarei dovuto rientrare prima che fosse calato il sole, perché di notte.. ho- ho paura e mi perdo sempre. Riesco a riconoscere l'ambiente intorno a me soltanto con la luce. Non- non di notte. E' così che trovo la strada per tornare a casa. Conosco questo posto perché ci sono nato, ma non ho mai visto altro, quindi mi trattano come se fossi fatto di porcellana. Quando ha iniziato a piovere ho pensato ''solo un altro po'. Non piove mai quando sono in giro, devo cogliere quest'occasione''. Ma poi ho perso la cognizione del tempo, perché amo davvero starmene sotto la pioggia, e me ne sono dimenticato. Almeno.. finché sei arrivato tu.'' sorrise timidamente, a quel punto.''E ora non so come fare. E' buio, perciò dovresti lasciarmi qui. Domani mattina tornerò a casa. Quindi-'' 
A Blaine gli si spezzò il cuore. Sentì l'esigenza di proteggere quell'angelo da tutta la cattiveria che ricopriva il mondo. 
''No, non se ne parla. Non ti lascio qui da solo, è fuori questione. Ascolta. Adesso verrai a casa con me, passerai la notte al caldo, e poi domani ti riaccompagnerò qui con il sole. Che ne dici?'' 
''Faresti questo per me? Blaine, sono uno sconosciuto!'' Kurt aveva gli occhi lucidi, sembrava piacevolmente sconvolto. 
''Sei uno sconosciuto speciale.'' Ammiccò lui, sorridendo teneramente. 
''Io.. uh, okay.'' Ridacchiò, lasciandosi convincere. 
Blaine gli lasciò l'ultima carezza sulla spalla prima di tornare indietro e riprendere la strada solitaria. 
Kurt lo fissò confuso, e Blaine aggiunse solo ''casa è dopo quel tratto'' come spiegazione. 
''Eri tornato indietro per accompagnarmi..'' canticchiò Kurt, sembrava fosse la cosa più dolce che qualcuno avesse mai fatto per lui. 
Solo in quel momento si rese davvero conto di quanto fosse grato di essersi trovato lì per lui, al posto di qualunque altra persona che avrebbe potuto lasciarlo da solo nel bel mezzo del nulla. O approfittarsi di lui. Ma non volle neanche pensarci, perché adesso Kurt era al suo fianco. 


Poco più di dieci minuti dopo, esausto e con gli occhi stanchi, Blaine parcheggiò nel piccolo garage sotto casa sua e spense il motore. 
''Eccoci!'' Blaine spostò finalmente lo sguardo su Kurt. E no, non era assolutamente preparato a ciò che vide. 
Kurt aveva gli occhi chiusi, le ciglia leggere gli accarezzavano le cavità sotto gli occhi, ed un espressione di pura beatitudine dipinta sul viso. Le labbra erano dischiuse, e dei piccoli sbuffetti di calore si diffondevano nell'aria. Anche da lì Blaine riuscì a scorgere un accenno di sorriso. Era meraviglioso. 
Tuttavia, notò, la posizione non sembrava molto comoda: il corpo rannicchiato su se stesso, le braccia avvolte intorno ad esso come se avesse freddo, il collo piegato all'indietro ed il capo penzolante gli era scivolato per metà fuori dal poggiatesta.
Blaine sorrise teneramente, affrettandosi a decidere cosa fare. Non poteva svegliarlo, non ne avrebbe avuto il coraggio. Scese dall'auto, richiudendo lo sportello silenziosamente, e raggiuse la parte opposta con il cuore a mille.
Kurt era più alto di lui, ed il modo in cui era stravaccato sul sedile non lo aiutava a prenderlo in braccio e trasportarlo - senza nemmeno svegliarlo - come sperava di fare. 
Tentativamente, gli fece passare un braccio sotto la schiena, cingendogli il torace, e l'altro appena sotto le ginocchia. Si alzò, le gambe che tremarono leggermente sotto sforzo, e assicurò meglio Kurt tra le sue braccia. Era una sensazione impareggiabile. Spinse con un fianco la portiera dell'auto, che si chiuse con un tonfo, e raggiunse traballante la porta secondaria. 
A quanto pare la fortuna era dalla sua parte, quel giorno: la porta non era chiusa a chiave. Abbassò la maniglia e si intrufolò in casa. I suoi genitori erano degli importanti managers, perennemente in viaggio per il mondo. Blaine era abituato alla loro assenza, e finché avesse avuto l'intera casa tutta per lui gli sarebbe andato bene. 
''Accidenti..'' mormorò, quando il piede colpì l'angolo del mobile d'ingresso. Si precipitò in salotto ed adagiò delicatamente Kurt sul divano.
Corse in camera sua. Recuperò dal pavimento tutti i suoi calzini e pantaloni sporchi e li gettò velocemente nel cesto - già colmo - dei vestiti da lavare. 
Sistemò meglio le lenzuola sul letto, aggiungendo un vecchio plaid ai piedi del letto, e riempì un bicchiere d'acqua fresca, che poggiò sul piccolo comodino a sinistra. 
Fece un giro su se stesso, per controllare che la camera fosse in condizioni migliori, e ritornò da Kurt. Era nella stessa posizione in cui l'aveva lasciato. Con un po' di sforzo in meno, lo prese tra le sue braccia e lo poggiò sul letto. Gli sfilò gli stivaletti neri sporchi di fango e gli mise un paio di calzini nuovi. Avrebbe voluto prestargli un suo pigiama caldo, ma ovviamente se fosse stato sveglio sarebbe andata diversamente. Non poteva fare nient'altro per lui, non senza che l'avesse scambiato per un maniaco, almeno. 
Gli rimboccò le coperte fino al collo, e rimase inginocchiato sullo scendiletto ad osservarlo. La mano di Blaine corse ad intrufolarsi tra i suoi capelli, sfiorando piano le ciocche che iniziavano a diventare di nuovo del loro colore naturale, e sorrise con dolcezza. 
Kurt mormorò un grazioso apprezzamento nel sonno, e Blaine approfondì quel tocco per qualche minuto, prima di alzarsi ed andare a dormire sul divano. 

La mattina seguente, Blaine si trovava in cucina, indaffarato, con i capelli arruffati e pieni di farina ed una sottile patina di sudore che gli ricopriva la fronte. Era a piedi nudi, intento canticchiare una canzone di Katy Perry qualsiasi volteggiando tra gli scaffali per la colazione. Afferrò per la centesima volta il libro di ricette, leggendo il procedimento scritto con un cipiglio, mentre con una mano mescolava insieme gli ingredienti per i Pancakes. Si era svegliato presto, con un solo pensiero che gli opprimeva la mente: voleva sorprendere Kurt prima di riportarlo a casa - ovunque si trovasse. 
Blaine sentì dei passi strascicati provenienti dal corridoio, e presto la voce impastata di Kurt lo raggiunse in cucina. ''Mmmh, buongiorno!'' sbadigliò. 
Blaine si voltò verso di lui con un sorriso che fu subito sostituito da una perfetta 'o'. Il suo cuore perse un battito. 
Perché, se fosse esistito qualcosa di più bello di Kurt appena sveglio, Blaine non voleva saperlo. Aveva la trama del cuscino disegnata su una guancia, le labbra gonfie, gli occhi lucidi di sonno ed i capelli schiacciati da un lato. Si strofinò un occhio con le nocche della mano e si sedette al tavolo. 
Era il ritratto dell'innocenza. Era un angelo. 
''Hey! Sto facendo i pancakes!'' disse sollevando un mestolo sulla sua testa. 
''Fantastico! Li adoro.'' Squittì Kurt, battendo le mani. ''Posso aiutarti?'' 
''Oh, no. Devono solo finire di cuocersi e potremo mangiarli.'' 
Kurt sorrise. 
''Come hai dormito?'' Chiese allora Blaine, per rompere il ghiaccio. 
''Come sotto calmanti! E lo intendo davvero, non lo pensavo possibile.'' Blaine deglutì, abbassando lo sguardo. 
Wow..
''Sono felice, mi fa piacere.'' Disse, invece di chiedere spiegazioni.
''Non sarebbe potuto andare diversamente, nel tuo letto. So che me l'hai ceduto.. Grazie. Non dovevi però..'' Kurt si ciondolò su se stesso, guardando il soffitto con le mani allacciate dietro la schiena.
''Certo che dovevo. Lo volevo.'' Kurt, a quel punto, sospirò di sollievo. Stava per dire altro, ma Blaine urlò ''mi sembrano perfetti, ora!'' e si fermò. 
Blaine gli versò del latte, a cui Kurt aggiuse due cucchiai di cacao in polvere. Kurt bevve dalla ciotola deglutendo il cioccolato rumorosamente, e quando la rimosse aveva degli adorabili baffi marroni sul contorno delle labbra che fecero ridacchiare Blaine. 
''Guarda, Blaine. Sono un mostro fatto di pancakes!'' 
Blaine sollevò lo sguardo dal suo piatto, trovandosi davanti Kurt, il cui viso era coperto da un pancake con gli occhi e la bocca sorridente tagliati via. Scoppiarono a ridere insieme, e pochi secondi dopo si ritrovarono entrambi a fingersi delle creature fatte di pasta per dolci, le voci roche, infantili o anziane che variavano da quello che Kurt battezzò 'bambino pancake' a 'nonno pancake'. 
Blaine non si era mai divertito tanto. Le feste con gli amici, i capodanni, le vacanze in famiglia: nulla di tutto quello poteva competere con il momento che aveva appena vissuto con Kurt. 


 
*


''Quindi, eccoci..'' 
Erano fermi al punto in cui si trovavano il giorno prima. Il sole batteva sul parabrezza, illuminando il viso di Kurt. 
''Già..'' Si fissarono, immobili. 
''Vuoi che ti ci porti io?'' Si offrì ancora Blaine. Kurt aveva perso il conto di quante volte glielo avesse chiesto. 
''No, Blaine, non devi preoccuparti. Anzi, a piedi sarà più facile per me trovarla.'' Kurt sorrise, ma era un sorriso quasi triste. Stonava tremendamente su di lui. 
''Se non posso proprio aiutarti..'' Stava per continuare, insistere ancora, ma la mano di Kurt si intrecciò alla sua e non ricordò più come si parlasse. 
''Lo hai fatto, sai? Mi sono divertito tantissimo stamattina, non so proprio cosa avrei fatto senza di te. Mi hai portato con te, mi hai preso in braccio e mi hai ospitato in casa tua. Ho dormito nel tuo letto. Mi hai preparato la colazione e mi hai riportato qui. Grazie di cuore, davvero. Sei il ragazzo più gentile e.. carino che io abbia mai conosciuto.'' Kurt era arrossito furiosamente. 
Blaine aveva voglia di piangere, perché quello suonava favvero come un addio. 
Kurt si sporse verso di lui, e gli lasciò un leggero bacio sulla guancia. Lasciò che le sue labbra lo sfiorassero più del dovuto, poi scese dall'auto e sorrise, guardandolo andare in combustione. 
''Io..'' Provò Blaine, in preda alla follia. 
''Non dire nulla.'' Lo interruppe Kurt, stava per voltarsi ed andarsene, ma poi lo richiamò.
 ''E.. Blaine?'' 
''S-sì?'' 
''Anche tu sei molto speciale.'' 
Kurt gli donò un ultimo sorriso, e si allontanò dalla sua vita più veloce di come ci fosse entrato. 








Nda 

Alloooora, che ne pensate? 
Sono ancora tremendamente terrorizzata da quest'aggiornamento, quindi aspetto i vostri pareri çç
Non voglio anticiparvi nulla, perché sto già lavorando al capitolo seguente, quindi vi dirò soltanto che ci sarà un salto temporale di un po' di tempo, durante il quale Kurt e Blaine non si vedranno. 
Mi scuso ancora per l'atroce ritardo, mi farò perdonare. Pinky promise! <3 

Ringrazio tutti in anticipo.
Un bacio, alla prossima! <3

Ringrazio Annie per il supporto, e per aver aspettato tutto questo tempo solo per me. I love you!

Ps. A giorni arriverà anche il terzo capitolo di 'Stalker!' :)


 

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