We were born to sparkle.

di xNiallershug
(/viewuser.php?uid=403703)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** «It's better for you» ***
Capitolo 2: *** «In presidency!» ***
Capitolo 3: *** «Hi sweety» ***
Capitolo 4: *** «I could give you more than him» ***
Capitolo 5: *** «Want you a massage?» ***
Capitolo 6: *** «You love him?» ***
Capitolo 7: *** «Are you jealous?» ***
Capitolo 8: *** «Will you just hurt her.» ***
Capitolo 9: *** «I'm fucking undecided.» ***



Capitolo 1
*** «It's better for you» ***


«It's better for you»

"Abbiamo deciso di mandarti da zia Anne, Paige"
"Cosa? Siete impazziti?" esclamai spalancando gli occhi.
"E' per il tuo bene, piccola! Rimanendo in questa città ti farai solo del male" disse mio padre con un espressione dispiaciuta.
Sentì gli occhi pizzicarmi, erano degli stronzi. Sapevo benissimo che volevano mandarmi da mia Anne solo perchè gli stavo procurando troppi problemi.
"Del male? Vi ripeto per l'ennesima volta che non sono stata io a spacciare a scuola" urlai in preda ad una crisi di pianto.
"Tesoro, non è solo questo. Sei stressata, hai attacchi d'asma almeno una volta ogni due settimane, non sei più tranquilla come tre anni fa."
Lo sapevo dove volevano andare a parare, per loro la colpa del mio cambiamento è il mio ex ragazzo, pensano che sia stato lui a farmi entrare nella comitiva di 'ragazzacci'.
"Io sto bene, lasciatemi vivere" sbottai perdendo la calma.
"Il tuo non è vivere, è lasciarsi andare. Hai cominciato a fumare, bere e chissà quali altre cose fai in nostra assenza. Il tuo corpo non sopporta più tutto questo, stai trascurando la scuola e te stessa.Come pretendi di resistere così? Soprattutto con il tuo problema!"
In parte avevano ragione, ma non potevo più farne a meno della mia routine quotidiana. Trovavo piacere solo nell'alcool e nel fumo, stavo perdendo il controllo della mia vita.
"Ti prego, vai da zia Anne, io e tuo padre non riusciamo più a vederti così. Prova a fare nuove amicizie più tranquille, basta che stai un pò di tempo lontana da questo posto, fallo per noi e per la tua salute."
Sospirai e pensai ai miei amici.
Non saranno stati persone di classe, ma mi ci trovavo bene, mi riempivano di attenzioni al contrario di tre anni fa. Ero la classica sfigatella che non veniva cagata da nessuno, mentre ora ero una delle più popolari. Ma purtroppo mi ero lasciata convincere a provare a fumare e non sono più riuscita a smettere, come tutti alla fine.
"Va bene, ma ad una sola condizione"sospirai cercando di calmarmi.
Alla fine era la soluzione più giusta, anche io volevo uscire da questa dipendenza, ma volevo farlo a modo mio.
Mia madre e mio padre si guardarono soddisfatti e subito dopo preoccupati per la condizione che stavo per dirgli.
"Mi comprerete una macchina" esclamai con un sorrisetto beffardo.
Li avevo in pugno, chiedevo la macchina da qualche mese e loro usavano sempre la scusa che ero troppo piccola, che poi avevo diciotto anni.
"D'accordo, avrai la macchina, ma intanto comincerai a impegnarti a scuola, poi verrò personalmente ad accompagnarti a comprarla." disse mio padre sbuffando.
Sorrisi trionfante.
"Bene, quando parto?" chiesi loro annoiata.
"Domani mattina" rispose mia madre.
"Cosa?" spalancai gli occhi "E se non mi sarei voluta trasferire?" continuai alzando un sopracciglio.
Loro fecero alzarono le spalle.
"Noi usciamo per un paio d'ore, intanto tu prepara le valigie. A dopo amore" annunciò mia madre lasciandomi un bacio sulla fronte.
Fece la stessa cosa mio padre e dopo di che sentì la porta chiudersi.
Sospirai, tanto valeva fare le valigie, tanto non avevo nulla da fare.
"Paige, sei pronta? Hai preso tutto?" urlò mio padre dal piano di sotto.
"Arrivo" gli urlai in risposta.
"Sbrighiamoci, il volo parte tra meno di un'ora!" disse uscendo di casa e prendendo una delle mie due valigie piene.
"Mamma ci sta aspettando in macchina" mi disse sapendo che lo stavo per chiedere.
Uscimmo di corsa da casa e le lanciai un ultimo sguardo. Non ero mai stata più di tre giorni lontano da casa mia.
Salì in macchina e tirai un sospiro.
Il pomeriggio prima ero passata a spiegare tutto ai miei amici, il risultato era stato sette ragazzi che piangevano abbracciati. Volevo loro un gran bene.
Gli avevo promesso di venire a trovarli spesso, mi sarebbero mancati molto.
Mi spaventava cambiare città, amici e scuola.
Zia Anne era simpaticissima, almeno come me la ricordavo.
Non era proprio mia zia, ma la migliore amica di mia madre, si conoscevano da quando andavano al liceo. Fino a qualche anno fa vivevano qui a Oxford, poi dopo circa un anno che Anne si è separata dal marito è andata ad abitare a Holmes Chapel dal suo compagno.
Mia madre la sentiva spesso al telefono e una volta era venuta a trovari.
Ha due figli, una femmina e un maschio.Non ricordo i loro nomi ne i loro visi.
So solo che la femmina ha circa venticinque anni e il maschio diciannove, un anno in più di me.
Quand'ero piccola e lui abitava qui, mia madre mi ha detto che ci giocavo spesso, ma io ricordo poco e niente di quei momenti.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che eravamo arrivati all'aeroporto.
Guardai lo schermo del celllulare, mancavano venti minuti alla mia partenza, l'agitazione saliva minuto per minuto. Mi ero allontanata solo una volta con la mia famiglia per andare a trovare mio fratello Josh all'università di Londra, figuriamoci da sola.
Scendemmo dall'auto e raggiungemmo il mio volo.
Dopo aver fatto il check-in sentì la voce metallica che annunciava la partenza del mio volo.
Sospirai cercando di trattenere le lacrime.
Mi girai verso i miei genitori, mi sarebbero mancati.
Cerai di essere forte davanti a loro trattenendo le lacrime, ma appena mia madre scoppiò in lacrime cominciarono a scendere senza sosta.
Li abbracciai sussurrando un 'vi voglio bene' e poi mi avviai verso l'entrata dell'aereo.
Mi misi comoda sul mio sedile e dopo aver sistemato le cuffiette caddi in un sonno profondo.
"Gentili signori e signori, vi informiamo che l'aereo sta per atterrare."
Aprì gli occhi con fatica e li strofinai varie volte.
Un suono avvertì che potevamo slacciare le cinture, e appena si aprirono le porte uscì respirando finalmente aria fresca.
Mi guardai in giro, mia madre si era scordata di dirmi come avrei fatto a trovare Anne.
Proprio nel momento in cui stavo entrando nel panico letteralmente, sentì pichiettarmi sulla spalla.
Mi girai trovando una signora alta, mora e con gli occhi azzurri.
"Paige?" chiese sorridendo sorpresa.
"Anne!" esclamai sorridendo imbarazzata.
"Sei cresciuta tantissimo, mio dio, fatti abbracciare" esclamò stringendomi tra le sue braccia. Mi sentivo a mio agio, a casa.
"Ti ricordi Harry?" mi chiese felice appena ci staccammo e indicò dietro di me.
Mi girai e vidi un ragazzo alto, riccio e anche se stava a cira due metri di distanza da me potei notare i suoi occhi verdi-azzurri, probablmente presi da sua madre.
"Mmmh, no!" esclamai imbarazzata.
"Lo immaginavo, è da quasi nove anni che non vi vedete" disse ridacchiando.
"Ciao Paige" mi salutò Harry.
"Ehi" esclamai imbarazzata.
Non ero abituata a certe situazioni e mi sentivo in soggezione.
"Vieni, dai le valigie ad Harry" disse Anne.
"Oh no, non preoccuparti" dissi sorridendo leggermente.
"Tesoro, quelle valigie sono pesanti solo a guardarle, pensa a portarle!" esclamò ridendo.
Feci spallucce passandone una ad Harry che mi sorrise appena.
"Con una ce la faccio" mormorai arrossendo.
"Okay, allora possiamo andare!" affermò Anne avviandosi verso la su auto.
Dopo circa un quarto d'ora parcheggiò in un vialetto, davanti alla classica casa inglese.
A due piani, bianca tendente al grigio, con dei rampicanti in alcuni punti.
Appena entrammo rimasi sorpresa, davanti mi si presentò un salone ampio, in stile tra il classico e il moderno. C'era un grande divano al centro della stanza e davanti un maxi schermo. Poi altri dettagli come il comodino, un armadio con delle foto e dei libri esposti e dei quadri.
"Ti piace?" mi chiese Anne poggiando la borsa sull'appendi abiti all'entrata.
Annuì guardandomi intorno.
"Harry accompagnala nella sua camera, io intanto preparo il pranzo." esclamò avviandosi in cucina.
Salì le scale seguendo Harry che mi fece entrare in una stanza spaziosa.
"Non l'abbiamo arredata, perchè pensavamo che volevi farlo tu come ti piaceva di più" disse poggiando la valigia per terra, cosa che feci anche io subito dopo.
Mi guardai intorno, era spaziosa e c'era un letto a sue piazze, una scrivania, un comodino e una porta.
La osservai confusa.
"E' il tuo bagno" disse Harry che intanto che 'ispezionavo' la mia nuova camera si era appoggiato allo stipite della porta.
"Ho un bagno tutto mio?" chiesi estusiata.
Annuì sorridendo.
"Bene, penso che tu voglia stare un po' sola, se ti serve aiuto io sono nella stanza davanti alla tua" disse prima di uscire.
Mi sdraiai sul letto e mandi un messaggio a mia madre avvertendola che ero arrivata e che andava tutto bene.
Cominciai a parlare al telefono con la mia migliore amica, Emily.
L'avevo conosciuta sempre nella comitiva che frequentavo da tre anni, era fantastica.
Appena attaccai, cominciai a sistemarmi i vestiti nell'armadio.
Appena mi venne a chiamare Harry scesi in cucina e pranzammo.
"Gemma?" chiesi curiosa.
"Sta all'università, la Manchester University" disse prendendo un sorso d'acqua.
"Anche mio fratello studia là" dissi sorridendo malinconica.
Mi mancava tantissimo Josh, era mio fratello ma nel frattempo il mio migliore amico. Era anche grazie la sua assenza che avevo cominciato a fumare.
Appena finì di pranzare aiutai Anne a sparecchiare e mi avvertì che sarebbe uscita per andare a lavorare.
Ritornai sopra e scesi dopo qualche ora per prendere un bicchiere d'acqua.
Sentì diverse voci maschili che ridevano.
Rimasi ad ascoltare sulle scale.
"Allora Hazza, quand'è che ci farai conoscere la tua nuova sorellina?" rise uno dei ragazzi seduti nel salone.
"Non fare il coglione Zayn, devo condividere la casa con lei per chissà quanto tempo!" disse Harry dandogli uno scappellotto sul braccio.
"E allora? Se è una bella ragazza..." Si interruppe appena entrai in salone.
Harry lo fulminò con lo sguardo mentre gli altri due ragazzi ridacchiavano.
Non guardai nessuno in faccia ed entrai in cucina prendendo un bicchiere di acqua.
Appena uscì feci per salire le scale ma Harry mi fermò.
"Paige, questi sono i miei amici>> disse indicandoli.
Mi avvicinai al divano in cui erano seduti e loro si alzarono.
"Loro sono Louis, Liam e..." disse e intanto sentì i loro saluti.
"Zayn" concluse cercando di non scoppiare a ridere.
"Ehm...Piacere" disse questo tendendomi la mano.
Lo guardai con un sopracciglio alzato e poi mi girai verso gli altri.
"E' stato un piacere conoscervi, ora vado!" esclamando abbozzando un sorriso.
Ritornai di sopra e mi guardai in giro, pensai di uscire per fare una passeggiata.
Mi vestì con un semplice jeans ed una felma con lo stemma di Batman e indossai le Air Force bianche. Slegai i capelli e misi un filo di eyeliner sull'occhio. Mi guardai allo specchio, avevo due occhiaie profonde, la notte prima non avevo chiuso occhio.
Cominciai ad osservare il mio volto.
Mi reputavo una bella ragazza, insomma, non ero perfetta ma neanche brutta.
I capelli castano scuro scendevano mossi più o meno fino al seno. La cosa che amavo di più di me erano gli occhi, erano di un semplice marrone tendente al verde, ma il fatto che erano abbastanza grandi e 'splendenti' li rendeva belli. La bocca non era niente di particolare, le mie amiche dicevano che era simile a quella di Selena Gomez, cioè con lo spacco centrale poco accennato, ma a me non dicevano nulla.
Il mio corpo non era un dei migliori, non ero grassa, ma non aveva neanche delle forme perfette. Ero normale, forse i fianchi poco più sporgenti, ma niente di intollerabile.
Scesi di sotto e avvertì Harry che sarei uscita a fare una passeggiata.
All'inizio era titubante, poi però lo tranquillizzai dicendogli che sarei rimasta nei paraggi.
Camminai per un po' fermandomi spesso ammirando i negozi.
Ad un certo punto mi accorsi di essermi allontanata troppo.
Cominciai ad entrare nel panico, era la prima volta che giravo in quel paese e non sapevo come muovermi.
Mi guardai intorno cercando di riconoscere dei palazzi che avevo sorpassato durante il tragitto ma erano tutti simili.
Respirai profondamente chiudendo gli occhi.
Sentì l'equilibrio abbandonarmi e cominciai a barcollare.
"Ehi, stai bene?" una voce che sembrava chilometri lontana da me parlò.
Sentì prendermi per il bacino e non sentì più la terra sotto i miei piedi.
"Paige?" mi sentì chiamare.
"Paige, sei sveglia?" la stessa voce arrivò ovattata alle mei orecchie.
Strizzai più volte gli occhi aprendoli definitivamente pochi secondi dopo.
Incontrai gli occhi di Harry che mi scrutavano preoccupati.
Ricordai tutto.
Mi era successo altre volte di svenire nei momenti di panico.
Soffrivo di asma e quando cominciavo ad agitarmi troppo faticavo a respirare e in casi estremi non ci riuscivo proprio.
"Come ti senti?" chiese accarezzandomi la testa.
Come mi sentivo? Come se avessi dormito per un anno intero, ma nonostante questo ero ancora stanca.
"Bene" risposi alzando il busto.
Subito sentì la testa girare ma non ci feci caso e mi alzai.
"Attenta" sentì le sue mani avvolgermi il bacino ed aiutarmi a camminare.
Scendemmo di sotto e vidi un ragazzo, probabilmente amico di Harry.
"Ti sei svegliata, come stai?" chiese alzandosi e venendo verso di me.
Riconobbi subito la sua voce, era il ragazzo che mi aveva aiutata. Ma come aveva fatto a portarmi a casa?
Stavo per rispondere ma Harry mi anticipò.
"Sta bene, ora puoi anche andare" rispose freddo.
I due si scambiarono un occhiata di fuoco.
Li guardai con un espressione interrogativa.
"Ora vado, comunque piacere Niall"disse porgendomi la mano.
"Paige" risposi sentendo il mio viso andare a fuoco.
Strinsi la sua mano e subito dopo lui uscì.
Rimasi a pensare al suo viso, ai suoi occhi e alla sua voce.
Poi la mia testa si riempì di domande.
Perchè Harry lo aveva trattato in quel modo?
Come faceva a sapere dove abitavo visto che, molto probabilmente, mi aveva riportato lui a casa?
E infine, la domanda che mi ponevo di più, quando lo avrei rivisto?

SWAAG.
Ehilààà ragazzuole(?)
Questo è il primo capitolo della mia nuova fan fiction. *ma dai?*
Mi sono ispirata un po' alle altre ff che ho letto, la storia che ho in mente è figa, spero solo di saper gestire le mie idee.
Vi avverto, sarà una storia abbastanza intrecciata, peggio di beautiful.
Ah un'altra cosa, non continuo se non ricevo un po' di recensioni, non avrebbe senso continuare per un pubblico completamente insesistente, no?
Bene, ho finito.
Alla prossima, baci.
Chri x

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** «In presidency!» ***


«In presidency!»

Appena suonò la sveglia aprì gli occhi di scatto, mi alzai in fretta e per colpa delle coperte intrecciate tra le mie gambe caddi a terra.
Gemetti di dolore e mi alzai con fatica.
Solo in quel momento realizzai che quella mattina avrei dovuto cominciare la scuola.
"Minchia" sussurrai avviandomi verso il bagno e facendomi una doccia veloce.
Cominciai a pensare se ne valeva la pena di ricominciare da zero.
Ho paura, una tremenda paura di non essere accettata.
Di non riuscire a farmi amicizia, con il mio carattere la vedo difficile.
Appena finisco di asciugarmi i capelli indosso una maglia a maniche lunghe color crema, un jeans e le blazer azzurre. Infilai un maglione pesante e mi truccai con un po' di eyeliner.
Scesi le scale di corsa e arrivai in cucina per avvertire Anne che stavo per uscire.
Appena entrai un odore di pancakes mi inondò le narici.
La tavola era piena di cibo, dai biscotti ai pancakes ricoperti di nutella.
Spalancai la bocca per lo stupore e notai Harry che mangiava ancora mezzo addormentato senza maglia e con solo un pantaloncino della tuta.
Arrossì, era casa suae poteva fare quello che voleva, ma mi sentivo a disagio.
"Faith, buongiorno!" esclamò Anne sorridendomi.
Harry mi guardò e fece un cenno con la testa, ricominciando a mangiare subito dopo.
L'ultima volta che avevamo avuto una conversazione era la sera in cui Niall mi aveva riportato a casa. Appena se ne era andato avevo provato a chiedergli come lo conosceva e come faceva a sapere che abitavo qui, ma lui si era innervosito e mi aveva lasciato con un 'Non ti riguarda'.
Ci ero rimasta male, lo ammetto.
"Non fai colazione?" mi chiese Anne distraendomi dai miei pensieri.
Non mi ero accorta che stavo in piedi sulla soglia della porta a fissare Harry.
Arrossì ancora di più rendendomi conto della figura di merda che avevo fatto.
"Ehm, no grazie." balbettai cercando di essere più convincente possibile.
Non volevo ritrovarmi nell'ennesima situazione imbarazzante della settimana.
"Insisto, ho cucinato tante cose, troppe solo per Harry." disse alzando il tono di voce al nome di suo figlio.
Andò verso quel maiale che sembrava che non mangiasse da anni e gli diede uno schiaffetto sulla nuca.
Harry la guardò inconsapevole di tutto.
"Non preoccuparti Anne, non ho molta fame." dissi io sorridendole e sperando che non avrebbe insistito.
"D'accordo, comunque ti accompagna Harry a scuola!" mi avvertì sorridendo.
Lui era all'ultimo anno, mentre io al primo.
Immaginavo non si volesse far vedere con una di quarto, ma sicuramente è stata Anne ad obbligarlo.
"Ma sono già le otto!" esclamai preoccupata.
"Si entra alle otte e mezza, siete rimasti indietro voi" ridacchiò Harry con un pizzico di acidità.
Lo guardai male, quel commento mi diede fastidio.
Non mi rivolgeva la parola da giorni e mi viene a dire certe cose? Mah!
"Okay, allora ti aspetto in salone." gli dissi alzando gli occhi al cielo appena mi girai.
"Stupido stronzetto riccioluto" mormorai incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
Dopo una ventina di minuti era pronto per uscire e salimmo sulla sua macchina, perchè si, aveva una fottuta macchina.
Appena arrivammo scesi con cautela e guardai la scuola, sembrava una prigione.
Era in mattonelle scure e alta, un carcere di nome e di fatto.
Seguì Harry, ma appena vidi che invece di portarmi in segreteria stava andando verso i suoi amici, ci rimasi di cacca.
Speravo che almeno non mi facesse entrare sola come una cretina il primo giorno.
Sbuffai ed entrai nell'edificio chiedendo ad una signora dove si torvava la segreteria.
Mi avviai seguendo le sue indicazioni e chiesi i fogli da compilare.
Finì in tempo per il suonò della campanella.
Presi un sospiro e mi avviai verso la classe scritta su un foglio che mi avevano dato.
Guardai la materi alla prima ora.
Matematica.
Cazzo.
Sono fottuta, in tutte le scuole in cui sono andata la professoressa di matematica mi stava sulle ovaie e viceversa.
Bussai piano sperando che non avessero sentito.
Sentì un 'avanti' e aprì chiudendo gli occhi.
Appena li aprì vidi la professoressa che mi guardava con un sopracciglio alzato.
"Oh, buongiorno!" dissi arrossendo.
Le mostrai il foglio e lei sorrise gentilmente.
"Bene ragazzi, a quanto pare avrete una nuova compagnia." Disse ridandomi il foglio.
Guardai i volti degli alunni e notai che erano tutti annoiati, tranne qualche ochetta che bisbigliava, probabilmente stavano parlando del mio abbigliamento troppo 'coperto' per loro, visto che indicavano i miei vestiti.
"Bene, presentati!" esclamò la professoressa.
Oh no, pensavo che questa cosa delle presentazioni davanti a tutta la classe ci fosse solo nei film.
"Mi chiamo Paige Cooper e vengo da Oxford" dissi prendendo coraggio e alzando lo sguardo.
Dovevo essere forte.
Ero sempre io, senza i miei amici, senza la mia famiglia e senza la mia città, ma non dovevo sembrare debole.
"Bene Paige, vai a sederti vicino a Evans" disse indicandomi una ragazza magrolina all'ultimo banco. Mi avvicinai e notai i suoi capelli perfettamente biondi e i suoi occhi azzurro cielo, erano stupendi. Mi sentì una merda con le scarpe vicino a lei.
Sembrava una modella, era alta e le gambe perfettamente magre.
La invidiai per un attimo, ma poi pensai che c'era chi stava peggio di me.
"Piacere Kimberly" disse lei porgendomi la mano e sorridendo.
Rimasi a guardare i suoi senti bianchi e dritti e mi ripresi dopo pochi secondi.
"Paige"dissi stringendo la sua mano minuta.
Ascoltammo la lezione e appena finì l'ora presi la mi aroba e uscì.
Kimblerly mi raggiunse e cominciammo a chiacchierare intanto che suonava la campanella della seconda ora.
"Comunque puoi chiamarmi Kim, altrimenti dovresti perdere cinque minuti soltanto per dirlo completo" disse ridacchiando.
Annuì sorridendole.
Ad un certo punto vidi un ragazzo entrare nel corridoio e urlare come un pazzo 'Styles e Horan si stanno picchiando a sangue'.
Spalancai gli occhi e corsi lasciando Kim li come una cogliona.
Appena svoltai l'angolo trovai Harry sopra un ragazzio biondo che sferrava pugni su pugni.
Mi avvicinai velocemente e riconobbi Niall sotto di lui.
"Harry, fermo!" urlai con tutta la forza che avevo.
Intanto nel corridoio si stavano ammucchiatto dei ragazzi che guardavano la scena facendo il tifo e ridendo.
Io sinceramente non ci trovavo nulla di divertente nel vedere due ragazzi che si menavano.
Pres Harry per le spalle e cercai di allontanarlo dal corpo del biondo.
Lui si girò per un attimo e incontrai i suoi occhi verdi pieni di rabbia.
Bastò quel secondo per fare invertire le posizioni.
Ora era Niall che prendeva a pugni Harry.
Dovevo trovare un modo per fermarli.
Presi un vaso di una pianta e lo buttai energicamente per terra facendolo in mille pezzi.
All'improvviso si girarono tutti e due guardandomi sorpresi.
Con il fiatone li raggiunsi.
"Che cazzo succede?" urlai guardandoli.
Non fecero in tempo a rispondermi che senti una voce dietro di me.
"Styles, Horan e Cooper, in presidenza!"
Primo giorno di scuola: merda totale.
Cari genitori, mi avete mandato ad Holmes Chapel per liberarmi dai problemi ma a quanto pare mi hanno inseguito anche qui.
"Hi, we are one direction"
No scherzo, sono sempre io!
Comunque, mi avete stupido, davvero!
2 recensioni, sembrano poche ma sono bastate per farmi sentire realizzata.
Anyway, questo capitolo non è il massimo ma l'ho scritto in fretta e furia visto che domani ho la verifica di musica e devo ripassare una decina di pagine.
Ribadisco (cristo, a quest'ora sono così filosofa) che non continuo se non ricevo un po' di recensioni.
Bene, con questo ho finiscito(?) quindi alla prossima, baci.
Chri x

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** «Hi sweety» ***


«Hi sweety»
 
"Chi mi spiega cos'è successo?" disse il preside guardandoci uno alla volta.
"Lei non centra nulla! Ha solo cercato di farci smettere" sbuffò Harry.
"E il vaso rotto?" chiese alzando un sopracciglio.
"Avrei voluto vedere lei al posto mio!" sbottai pentendomene subito.
Sentì tutti gli occhi addosso a me e abbassai lo sguardo.
"Ovviamente dovrai pagare per il rimborso, per quanto riguarda voi due aiuterete ad allestire la sala teatro per lo spettacolo che si terrà il prossimo mese" disse il preside sorridendo soddisfatto.
Harry e Niall alzarono gli occhi al cielo.
"Per tutta la settimana" continuò picchiettando la pena sulla sua scrivania.
Loro sgranarono gli occhi e protestarono ma bastò un occhiata di fuoco per farli azzittire.
"Ora andate in infermeria, siete in pessime condizioni" dise infine indicandoci la porta.
Uscimmo e guardai Niall che si dirigeva verso l'uscita della scuola.
Scossi la testa e spostai lo sguardo su Harry che stava appoggiato al muro con lo sguardo basso.
"Andiamo in infermeria" gli dissi cominciando a camminare.
"Non ne ho bisogno" disse con tono freddo.
"Ti ci devo portare con la forza?" gli chiesi cercando di rimanere calma.
"Cristo, sei una dura allora!" ridacchiò.
Lo presi dall'orecchio stringendolo e trascinandolo con me.
Sotto i gemiti di dolore di Harry arrivai davanti una porta con scritto 'Infirmary'.
Entrai e non trovai nessuno, intanto lui si sedette sul lettino.
Dopo cinque minuti di attesa persi la pazienza definitivamente e cominciai a rovistare in tutti i scaffali finchè non trovai il disinfettante, una pomata e la garza.
Cominciai a disinfettargli la ferita sul labbro e poi il graffio sullo zigomo.
"Fai piano!" mormorò stringendo i denti.
"Scusa" balbettai sentendomi in soggezione.
Mi accorsi che mi stava guardando fisso negli occhi sorridendomi leggermente.
Mi sbrigai a finire e posai tutto.
"Ho fatto, ora vado che ho chimica." dissi scappando.
Mi afferrò un braccio e mi fece voltare.
"Grazie." disse baciandomi una guancia.
Uscì dall'infermeria e rimasi paralizzata.
Prima non mi cagava per quasi una settimana e poi faceva il gentile.
Pfft.
I maschi.
La razza più strana che esiste.
Dopo i chihuahua.
Mi avviai verso la classe di chimica e mi scusai con il prof per il ritardo.
Passarono le ore di lezione e suonòla campanella.
Uscì dalla classe superando tutte le folle di ragazzi che ridevano e parlavano tranquillamente. Scesi le scale e mi incamminai verso casa.
Non sapevo se Harry era rimasto a scuola o si era già avviato a casa quindi non mi preoccupai di lui.
Ad un certo punto mi si accostò un auto vicino, appena si abbassò il finestrino vidi Niall.
Spalancai la bocca alla vista nella grande macchian nera e lucida.
"Carina" mormorai incantata.
"Vuoi un passaggio, bellezza?" mi chiese alzando gli occhiali da sole.
Che poi, quel giorno c'era tutto tranen che il sole.
Guardai il cielo pieno di nuvole nere quindi non esitai ad entrare.
Dopo cinque minuti di silenzio decisi di fargli qualche domanda.
"Perchè oggi ti sei menato con Harry?" chiesi guardando fuori dal minestrino.
Lo vidi con la coda dell'occhio stringere le mani intorno al volante.
"Cose nostre." rispose indifferente.
"Non tanto vostre, visto che ci sono andata di mezzo anche io." insistetti guardandolo.
"Nessuno ti ha chiesto di venire a fare la salvatrice della patria, dolcezza" disse girandosi e facendomi l'occhiolino.
Il giorno in cui mi aveva riportato a casa era stato così gentile, l'pparenza inganna, infatti...
"Come facevi a sapere dove abitavo il giorno in cui sono svenuta?" gli chiesi sperando che mi desse una risposta decente.
"Ho letto il messaggio che hai mandato a tua madre in cui c'era scritto che eri arrivata e che gli styles erano ospitali" disse facendo spallucce.
"Hai letto i miei messaggi?" urlai arrabbiata.
"Solo qualcuno. Preferivi che ti lasciassi mezza morta per strada?" chiese lui ridacchaindo.
Sbuffai pentendomi di aver accettato il passaggio.
"Puoi fermarti qui, grazie." lo avvertì acidamente.
"Okay" accostò la macchina in doppia fila.
Aprì lo sportello e lo chiusi velocemente.
Niall aprì il finestrino e mi guardò indifferente.
"Mi dai il tuo numero?" chiese tranquillamente.
"Stai scherzando?" dissi ridendo.
"No, dovrei?" rispose lui a tono.
"Non hai risposto alla mia domanda" dissi facendo l'indifferente anche io.
"Allora mettiamola così, tu mi dai il tuo numero e oggi usciamo e ti spiego il motivo per cui abbiamo litigato oggi, okay?" chiese sorridendo sinceramente.
Ci pensai per qualche secondo.
Tanto valeva accettare, non mi avrebbe fatto male uscire un po'.
"D'accordo" dissi scrivendogli il mio numero sulla mano.
"Bene, ci vediamo oggi, dolcezza!" esclamò accendendo il rumore.
"Non chiamarmi dolcezza" urlai, ma sicuramente non mi sentì vsto che era già partito a tutta velocità.
"Mi metto sempre nei guai!" mormorai bussando.
Mi aprì Anne sorridente.
"Oh paige, Harry è già tornato da un pezzo. Come mai hai fatto tardi?" mi chiese curiosa.
"Scusa Anne, mi sono fermata a parlare con le mie compagne" mentì sorridendole.
"Va bene, corri in tavola che il pranzo è pronto!" esclamò entrando in cucina.
Mi tolsi il giacchetto e legai i capelli.
Appena entrai in cucina Harry era seduto a messaggiare.
Appena alzò lo sguardo i nostri occhi si incrociarono e subito distolsi lo sguardo sedendomi davanti a lui.
Cominciai a guardarmi intorno e non appena Anne uscì dalla cucina Harry parlò.
"Non fare la finta tonta, a mia madre potrai anche mentire ma con me non attacca." disse guardandomi serio.
"Cosa intendi? Sono rimasta qualche minuto a parlare con delle mie compagne!" mentì di nuovo cercando di sembrare più seria possibile.
"Peccato che sono rimasto ad aspettarti dieci minuti e non ti ho visto da nessuna parte" disse alzando un sopracciglio.
Cercai di ribattere ma ne uscì solo uno sbuffo.
"Dove sei stata?" mi chiese cercando di sembrare più calmo possibile.
"Non credo ti importi." gli risposi con una voce irritante che diede fastidio persino a me.
Non fece in tempo a rispondere che entrò di nuovo Anne con i piatti pronti.
"Ecco qua, servitevi pure!" esclamò sorridendo.
Appena finimmo ci stendemmo sul divano, sentivo costantemente il suo sguardo su di me e questo mi metteva a disagio.
Sentì il mio cellulare vibrare e notai che mi era arrivato un messaggio.
 
Da: sconosciuto.
 
"Ehi dolcezza, memorizzati il mio numero perchè penso che lo vedrai spesso.
Comunque ti volevo avvertire che oggi ci vediamo davanti a Nando's alle 4,00, puntale mi raccomando. Baci, Niall xx"
 
Sorrisi sentendo andare le mie guancie a fuoco.
Memorizzai il numero e tornai a guardare il televisore.
Guardai l'orario e spalancai gli occhi appena vidi che mancava solo mezz'ora alle 4,00.
Salì di corsa le scale e mi misi davanti l'armadio entrando in crisi.
Non volevo fare colpo, solo volevo essere decente. 
Mi vestì velocemente curando i dettagli (http://www.polyvore.com/warriors/set?id=103984708  )
Mi truccai come al solito con con l'eyeliner e un po di lucidalabbra alla fragola.
Scesi e presi la giacca e avvertì Anne che stavo uscendo.
"Dove stai andando?" mi chiese Harry affacciandosi dal divano.
"Esco." risposi e usc' subito da casa correndo fuori dal quartiere.
Chiesi indicazioni e dopo un quarto d'ora trovai Nando's.
Vidi Niall andare via con lo sguardo basso.
"Niall!" urlai con tutto il poco fiato che mi era rimasto in gola.
Lui si girò e appena mi vide sorrise dolcemente.
"Ciao dolcezza" esclamò appena mi avvicinai.
Gli sorrisi incantata dalla sua bellezza, era un angelo con la maschera da diavolo.
 
 
 
SWAAG.
Ehilààà belle bimbe. 
Questo capitolo mi ha emozionato, siete team Piall o Parry?  Io tutti e due, aww.
Anyway, all'ultimo capitolo ho ricevuto solo una recensione, tra l'altro ne approfitto per ringraziare selinaslaugh, perchè se non avesse recensito non avrei continuato.
Quindi datevi da fare e lasciate qualche recensione.
Vi prego in ginocchio, dolcezze *tutti i riferimenti al capitolo sono puramente casuali*
Ora mi dileguo visto che il mio babbino sbarra rompi palle sbarra cagaovaie sbarra guanciottoso è un poco incazzato con me e mi vuole fare spegnere il pc :c
Bye dolcezze *ehm ehm*
Chri x

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** «I could give you more than him» ***


«I could give you more than him»
 

Era quasi un quarto d'ora che io e Niall stavamo camminando.
Gli avevo chiesto mille volte dove stavamo andando e lui mi rispondeva semplicemente con un 'Vedrai'.
Mi stavo innervosendo e lui sembrava più tranquillo che mai.
"Quanto manca? Sono stanca di camminare!" esclamai sbuffando.
"Sei una rompipalle!" disse alzando gli occhi al cielo.
"Una rompipalle? Scusa se è quasi mezz'ora che camminiamo per non so dove e sto cominciando a stancarmi!" sbottai girandomi e camminando verso la parte opposta.
"Ehi, ehi, ehi" corse verso di me e mi prese per un braccio.
Me lo scrollai di dosso provando a camminare ma mi prese per le spalle e mi guardò negli occhi.
"D'accordo, ti capisco. Ti sto portando in un posto che sicuramente ti piacerà, puoi aspettare altri dieci minuti? Per favore!" disse facendo il labbruccio.
Alzai gli occhi al cielo e annuì annoiata.
Riprendemmo a camminare e dopo qualche minuto cominciai ad intravedere il mare.
"Mi hai portata al mare? Sei serio?" gli chiesi alzando il sopracciglio.
"Non ti piace? Beh, se non ti va di stare qui torniamo indietro e cerchia..." lo interruppi ridacchiando.
"No no, il mare è..." lasciai la frase in sospeso e mi girai verso la grande distesa di acqua. "Perfetto" conclusi sorridendo.
"Grazie." gli dissi sinceramente.
"Di nulla!" esclamò facendo spallucce e arrossendo.
"Stai diventando rosso, modestamente faccio a tutti questo effetto!" mi vantai per finta spostando i capelli in maniera teatrale.
"Sei una stronza!" borbottò mettendo il broncio.
"Che carino che sei, aww!" ridacchiai guardandolo arrossire ancora.
Aspetta, uno dei ragazzi più popolari e amati della scuola che arrossisce per un complimento?
In oltre fatto da me?
La fine del mondo era vicina!
"Smettila!" mormorò guardandomi offeso.
Risi e mi concentrai sul mare.
Quando ero bambina mio padre ci portava sempre a me e a mio fratello.
Mentre loro pescavano io cercavo conchiglie sulla riva.
E ridevo correndo via dall'acqua che scivolava sulla sabbia.
Mi mancano quei tempi, mi manca essere bambina.
"Vieni" disse prendendomi la mano.
Rimasi stupita da quel gesto.
Mi fece entrare in un cancello e camminammo per un po' sulla spiaggia chiacchierando.
Entrammo in un chiosco visto che erano quasi le sette e cominciavamo ad avere fame.
"Salve ragazzi, cosa volete ordinare?" ci chiese una ragazza di circa la mia età pronta per scrivere le nostre ordinazioni.
"Beh, per me una cioccolata calda." dissi guardando il menù.
"Anche per me" disse Niall sorridendole e facendole l'occhiolino.
Lo guardai schifata, era il solito ragazzo con gli ormoni a mille.
"Gelosa, dolcezza?" mi chiese sorridendomi maliziosamente.
"Ti piacerebbe!" dissi annoiata.
Per circa cinque minuti nessuno fiatò e appena arrivò la nostra cioccolata attaccai discorso.
"Allora, ti va di giocare al gioco delle dieci domande?" gli chiesi facendo l'indifferente.
"Va bene" disse confuso.
"Allora, comincio io. Come facevi a sapere dove abitavo il giorno in cui sono svenuta?" chiesi guardandolo agitata.
Lui sembrò pensarci per qualche secondo.
"Ho letto il messaggio di Harry, diceva di ritornare entro le sette e di stare attenta. Avevi memorizzato il suo nome per esteso e ho capito quale Harry era." rispose facendo spallucce.
Corrugai le sopracciglio.
Almeno aveva un senso.
"Ora tocca a me. Sei fidanzata?" chiese ridacchiando.
Alzai gli occhi al cielo sbuffando.
"No." risposi tranquillamente.
"Bene!" esclamò facendo un sorrisetto malizioso.
Lo guardai male e gli feci la seconda domanda.
"Perchè con tutte ti comporti da coglione?" gli chiesi con un tono acido.
"Non credo nell'amore, così ci provo con ogni ragazza carina che potrebbe finire nel mio letto" rispose prendendo un sorso di cioccolata.
Feci una faccia disgustata.
"Sei vergine?" chiese poggiando la testa sul palmo della mano e trattenendo una risatina.
Quasi sputai la mia a cioccolata.
"Ma cosa ti viene in mente? Cristo, ma sono domande da fare?" sbottai gesticolando.
"Sei tu che hai proposto di fare questo gioco, ora rispondi." disse con un tono che mi fece innervosire ancora di più.
"Si!" mormorai imbarazzata e portando le mani sul volto per coprire il rossore.
Lui fece un verso come quello che si fa davanti un gattino.
Lo guardai scuotendo la testa.
"Sto solo aspettando il ragazzo giusto, coglione." borbottai.
Lui fece per ribattere, ma lo precedetti.
"Se lo dici a qualcuno di faccio uscire i polmoni dal culo, sappilo." lo minacciai puntandolo con la forchetta.
Lui scoppiò a ridere e mi incitò a continuare.
"Perchè oggi ti sei menato con Harry?" il suo volto si incupì.
"Beh, è passato vicino a me e mi ha dato una spallata" disse facendo spallucce.
"Stai scherzando? Solo per questo?" gli chiesi sorpresa.
"Lo ha fatto apposta!" si difese lui.
"Che immaturi che siete!" dissi scuotendo la testa.
"Infatti tu sei una santa" disse lui ridacchiando.
Mi scappò una risata anche a me e continuammo a farci domande stupide.
Dopo un quarto d'ora cercai nella borsa il cellulare, ma non lo trovai.
Ovviamente, a causa del criceto in prognosi riservata che ho nel cervello, l'avevo lasciato a casa.
Chiesi a Niall l'orario e quasi mi venne un infarto.
Le 19,30.
Pagammo velocemente e corremmo come matti.
O meglio,io correvo per quanto mi fosse possibile, e lui rideva come un malato.
Arrivammo dopo circa venti minuti.
"Non ce la faccio più!" ansimai portando le mani sulle ginocchia e respirando profondamente.
Dopo pochi secondi arrivò Niall che ridacchiava.
"Che ridi?" lo guardai arrabbiata.
"Non si puo'?" mi sfidò lui avvicinandosi.
"No!" alzai il busto mi sistemai la felpa.
"L'inghilerra è un paese libero!" disse soddisfatto della sua risposta.
"Quindi posso ucciderti tranqullamente?" gli chiesi ridacchiando.
"Di baci si!" esclamò avvicinandosi.
"Ti piacerebbe!" dissi facendogli l'occhiolino.
"Tanto non sei capace a farlo!" esclamò sorridendo.
Era un sorriso sincero, non malizioso come quello di qualche ora prima.
"Sto cercando di applicarmi!" risposi rassegnata.
Mi guardò per qualche secondo e mi abbracciò.
Rimasi con una faccia sorpresa, mi stava abbracciando?
Appena realizzai completamente allaccai le braccia intorno al suo collo stringendolo.
Una scarica di sensazioni si scatenarono dentro di me.
Paura.
Emozione.
Agitazione.
Sorpresa.
"Grazie per tutto, sei la prima persona che sta con me per conoscermi meglio, non solo per convenienza." disse sinceramente.
"E di che." risposi facendo spallucce.
"Ci vediamo domani, dolcezza!" sussurrò baciandomi la fronte.
"A domani" balbettai.
Si allontanò fino a scomparire dietro un angolo.
Aprì la porta con le chiavi che mi aveva prestato Anne e entrai.
Tirai un sospiro.
Vidi la luce del salone accesa e mi affacciai trovando Harry sul divano a fissare il televisore.
"Ehi!" lo salutai.
"Dove sei stata?" chiese con un tono da papà arrabbiato.
"Scusami? Da quando devo dirti cosa faccio?" dissi alzando un sopracciglio.
"Dimmi dove sei stata e con chi!"  urlò alzandosi.
Indietreggiai spaventata.
"Cazzi miei" dissi imitando il tono di voce che aveva usato il pomeriggio quando gli avevo chiesto cosa fosse successo con Niall.
"No Paige, qu dentro non puoi fare come vuoi. Dimmi perchè cazzo sei stata con Niall!" sbottò dando un calcio ad una sedia.
"Merda Harry, calmati!" urlai andando verso di lui e spingendolo.
Ma visto che era il doppio di me non sis postò di un millimetro.
"Come fai a sapere che sono stata con lui?" gli chiesi.
"Non dovresti lasciare il cellulare a casa!" rispsose guardandomi negli occhi.
"Hai letto i miei messaggi?" urlai furiosa.
Ma che cazzo era?
Niall che leggeva il messaggio di Harry.
Harry che leggeva il messaggio di Niall.
Ma il mio cellulare era una bacheca pubblica?
"Si cazzo, come puoi uscire con quel coglione?" mi urlò contro.
"Ma sei impazzito? Siamo usciti come amici, poi cosa ti importa?" urlai di rimando.
"Potrei darti molto di più di lui!" urlò spalancando gli occhi subito dopo.
"Cosa?" chiesi credendo di aver capito male.
"Nulla, Anne fa il turno notturno oggi. Ordino una pizza." mormorò entrando velocemente in cucina.
Restai impalata a guardare il televisore acceso.
Che voleva dire con quella frase?
Salì in fretta le scale andando in camera mia.
 
 
 
I'M BAAACK!
Scusate tanto il ritardo, ma per domani ho due verifiche (storia e matematica) e sono dovuta stare tutto il weekend a studiare.
E'.stato.terribile!
Comunque, vi piace il capitolo?
Vi avverto che l'ho scritto in fretta e furia, ma alla fine non è venuto tanto malaccio!
All'ultimo ho ricevuto 3 recensioni asdfghjkl, quindi ne approfitto anche per ringraziarle.
Ma lo scrivo ugualemente, se non ricevo un po' di recensioni non continuo.
Muy bien(?) dolcezze, alla prossima.
Baci e abbracci virtuali.
Chri x
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** «Want you a massage?» ***


«Want you a massage?»
 
 
 
Il rumore della sveglia mi fece sobbalzare.
Sbuffando mi alzai e mi avviai in bagno con l'agilità di un bradipo.
Mi feci una coda alta e mi truccai riempiendomi di correttore.
La notte non avevo chiuso occhio, avevo mille pensieri per la testa.
Mi mancava la mia vecchia vita
Poi c'era Harry e la sua frase, che sinceramente ancora non ero riuscita a capire.
Ritornai sul pianeta terra e mi accorsi che si erano fatte le otto.
Mi vestì con una camicia di jeans e un maglione bianco sopra.
Misi un pantacollant nero e lasciai la camicia fuori.
Misi le mie adorate Air Force che si abbinavano perfettamente con il maglione.
Uscì dalla mia camera e scesi le scale annoiata.
Trovai in cucina Harry che, con mio stupore, era già vestito.
"Giorno." mormorai imbarazzata
Appena si accorse di me si soffermò a guardarmi.
Arrossì e presi una tazza che riempì con del caffè.
Mi sedetti e cominciai a sorseggiarlo
Lo osservai con la coda dell'occhio; aveva una t-shirt, nonostante fosse Novembre, e un jeans scuro.
Lui notò che lo stavo osservando e ridacchiò.
"Se vuoi una foto, basta dirlo!" esclamò guardandomi divertito.
Rimasi con un espressione da rincoglionita.
"Mi pigli per il culo?" gli chiesi guardandolo male.
Scosse la testa ridendo e alzandosi per posare la tazza nel lavandino.
Feci la stessa cosa io appena finì e andai a prendere il cellulare e la giacca.
Uscimmo di casa e salimmo nella sua macchina.
Partì e calò il silenzio.
Mi accucciai su me stessa, avevo fottutamente freddo.
L'inverno era appena entrato, ma sembrava stesse per nevicare.
"Vuoi che accendo il riscaldamento?" mi chiese gentilmente.
"Se proprio insisti." gli risposi sorridendogli grata.
Appena sentì riscaldarmi tirai un sospiro di sollievo.
Arrivammo e uscì notando il cambiamento di temperatura.
Lui come sempre si avviò verso il suo gruppo e io mi misi sul muretto ad ascoltare la musica
Cominciai a scorrere la playlist quando sentì coprirmi gli occhi da due mani.
"Chi sono?" non ci misi molto a riconoscere la voce.
"Un coglione" risposi ridacchiando.
"Giornata no?" mi chiese storcendo la bocca.
Feci spallucce togliendo le cuffiette dalle mie orecchie.
Si sedette accanto a me e mi prese il telefono dalle mani.
"Justin Bieber? Sei seria?" mi chiese alzando un sopracciglio.
"Senti, evita le critiche..." non mi lasciò concludere la frase.
"No, veramente è il mio idolo!" disse ridendo.
Lo guardai sbalordita.
"Dici sul serio?" gli chiesi pensando mi stesse sfottendo.
">"Certo, è un mito!" disse sorridendo.
"Un piccolo belieber, aww." dissi con una strana vocina e pizzicandogli le guance.
"Paige, basta!" esclamò imbarazzato.
Stavo per rispondergli ma la campanella suonò.
"Che ovaie." mormorai sbuffando.
"Ci vediamo all'uscita, ciao dolcezza!" mi salutò dandomi un bacio sulla guancia.
Prima ora: Letteratura.
Mi avviai verso la mia aula e mi sedetti all'ultimo banco, alla parte della finestra.
"Ehi paige" mi salutò Kim che si era appena seduta vicino a me.
La salutai e cominciammo a parlare finchè non entrò la professoressa.
Dopo tre ore mi stavo avviando insieme a Kim, che per mia fortuna aveva le ore simli alle mie, in palestra.
Ginnastica.
Mi piace lo sport, ma non quando ti guardano tutti.
Preferisco farlo per conto mio, mi sento in soggezione.
Entrammo nello spogliatoio e mi spogliai.
Indossai i pantaloncini grigi che arrivavano poco più sopra del ginocchio e t-shirt blu.
Sentì un mormorio  dietro di me e appena mi girai vidi un gruppo di ragazze che si sussuravano qualcosa.
"Cazzo volete?" sbottai alzando un sopracciglio.
"Non puoi uscire con quei pantaloncini!" esclamò una di loro.
Bionda scura, fisico perfetto, alta e magra.
"Perchè?" chiesi spazientita.
"Solo noi possiamo!" cantilenò l'amica.
Scoppiai a ridere e loro mi guardarono confuse.
"Se pensate che mi cambio i pantaloncini solo perchè voi vi fate dei complessi, potete scordarvelo!" sbottai facendogli un sorriso ironico.
Intanto alcune ragazze erano uscite, altre erano rimaste a godersi lo spettacolo.
Probabilmente era raro che qualcuna osava ostacolare le loro idee.
Guardai Kim e lei alzò le spalle rassegnata.
Avevano tutte o un leggins o un pantalone di tuta.
Sbuffai avviandomi insieme a lei verso l'uscita, ma loro si misero davanti a me bloccandomi la strada.
"Ti ho detto che..." non le lasciai finire la frase.
"Ma levatevi dai coglioni!" urlai furiosa, mentre alcune ridevano.
Loro rimasero con la bocca spalancata mentre io e Kim entrammo nella palestra.
Trovai altre classi e guardai la sala confusa.
"Facciamo educazione fisica sempre con altre classi, altrimenti gli orari non coincidono." mi informò Kim togliendomi ogni dubbio.
Annuì poco convinta.
"Bene ragazzi, cominciate a fare dieci giri della palestra alternando corsa e camminata." urlò la professoressa fischiando.
Cominciammo a correre per qualche minuto.
Dopo cinque minuti ero sfinita.
Portai una mano sul cuore controllando i battiti.
"Già stanca, dolcezza?" disse una voce da dietro di me.
"Ma tu appari sempre dal nulla?" gli chiesi ridacchiando.
"Potrei venire solo guardandoti con quei pantaloncini!" esclamò ridendo lui.
Rimasi pietrificata.
Lo aveva detto, davvero?
"Mi fai schifo, Horan!" esclamai borbottando e riprendendo a correre.
 
"Non sento più le gambe, cristo!" mormorai sedendomi sul divano.
Mi girai a pancia in giù e gemetti di dolore.
"Vuoi un massaggio?" mi chiese Harry.
Arrossì, come gli veniva?
"Ma no, non preoccu..." non finì la frase che era già a cavalcioni su di me.
Arrossì ancora di più e cercai di protestare.
Sentì le sue mani sfiorare i fianchi e sentì perdere un battito.
Mi sentivo una poco di buono, ma appena sentì le sue mani massaggiare le schiena mi rilassai come non mai.
Sentì le sue mani scendere leggermente e appena cominciarono ad accarezzare il mio interno coscia scattai in piedi.
"Che cazzo fai?" urlai rossa in viso.
"Io...Scusa, mi dispiace!" balbettò avvicinandosi.
Lo guardai stranita per il suo comportamento agitato e capì il motivo appena abbassai lo sguardo.
Spalancai gli occhi.
Il bozzetto sul cavallo dei jeans.
Oh minchia.
"Vaffanculo!" esclamai salendo le scale velocemente.
Non posso crederci, stava davvero...
Oh merda, non ci voglio neppure pensare!
 
 
 
 
 
Buonsalve!
Eccomi qui, vi sono mancata? *occhioni da rincoglionita*
Allo scorso capitolo una recensione, ne sono rimasta un po' delusa, lo ammetto.
Mi aspettavo almeno due o tre recensioni, ma a quanto pare non avete gradito il capitolo.
Spero che con questo vi ho fatto cambiare idea, non è il massimo certo, ma lo scritto velocemente.
Però mi dovete promettere che lascerete qualche recensione, okay?
Io vi lascio, baci e abbracci.
Chri x

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** «You love him?» ***


«You love him?»
 
 
"Sei sicura che era quello?" mi chiese Kim posando il libri nell'armadietto.
"Certo! Dio mio, è stato il momento più imbarazzante di tutta la mia vita!" affermai disperata.
Le avevo raccontato tutto, era l'unica amica di cui potevo fidarmi e avevo assolutamente bisogno di confidarmi con qualcuno.
"Non è poi così tragico, dai!" dise tranquillamente.
"Stai scherzando? Non so neanche se da oggi riuscirò a guardarlo in faccia." sbottai.
"Paige, calmati! Si dovrebbe fare lui tutti questi complessi!" mi rassicurò.
Improvvisamente mi accorsi che Harry stava venendo verso di me.
Sentì le gambe cedere e mi girai per camminare nella parte opposta ma mi bloccò.
"Paige, posso parlarti?" mi chiese con un tono preoccupato.
Guardai distrattamente Kim che mi incitava a dirgli di si.
"Va bene!" dissi sospirando.
"Okay, allora io intanto vado in classe." esclamò Kim facendomi l'occhiolino.
Appena si allontanò Harry mi disse di seguirlo per poter parlare più in 'privato'.
"Senti Paige." cominciò poggiandosi al muro. "Mi dispiace per ieri, non volevo darti un' impressione sbagliata su di me. Non sono il tipo che usa le ragazze per i propri bisogni. Ho sbagliato, è stato strano. Non voglio che tu ti senti in imbarazzo per questa cosa, mi perdoni?" mi disse serio.
Annuì sorridendo sinceramente.
"Grazie per aver capito!" gli dissi gentilmente.
Restammo alcuni secondi a guardarci intorno senza dire nulla.
"Bene, penso sia ora di ritorna..." mi bloccai appena sentì le sue braccia avvolgermi il bacino.
Per la seconda volta in una settimana un ragazzo mi abbracciava all'improvviso.
Non che ero una santa, solo che quando lo facevano i miei amici non gli davo peso.
Ricambiai la stretta alzandomi in punta di piedi.
Annusai a pieno il suo odore.
Appena ci staccammo sentì le mie guance andare a fuoco.
"Vado, a dopo nana!" disse ridendo.
Lo vidi sparire appena girò l'angolo.
Mi aveva appena chiamata nana?
 
Risi all'ennesima battuta stupida di Kim.
Quella ragazza era un misto tra pazzia e serietà.
A volte sembrava fredda e acida, altre diventava quasi fastidiosa.
Ma le volevo bene, aveva la capacità di farmi spuntare il sorriso.
"Sei fortunata, Paige! Oggi potrai assistere ad una limonata di Chanel con il biondino!" annunciò lei ridacchiando.
Mi girai divertita, ma appena focalizzai bene l'immagine rimasi con un espressione disgustata.
La troia del giorno precedente e Niall si stavano baciando.
Anzi quasi scopando visto che lui le stringeva il culo e lei era attaccata a lui.
Sentì una fitta allo stomaco.
Davvero io sono uscita con una persona del genere?
Non mi immaginavo che era addirittura così.
Mi sono fidata di lui.
Sentì pizzicarmi gli occhi così camminai velocemente per arrivare all'uscita.
"Che è successo?" mi chiese Kim preoccupata.
"Niente, stai tranquilla." le dissi sorridendo falsamente.
La salutai dicendole che non mi sentivo molto bene e presi a camminare velocemente.
"Bastardo!" mormorai trattenendo le lacrime.
Non mi importava che lui la stava baciando, ma mi sono illusa che era un bella persona.
Mi ci ero affezionata, era diventato un buon amico.
Invece è il classico puttaniere.
Sentì il clacson suonare ripetutamente dietro di me e appena mi girai riconobbi la macchina di Harry.
Si fermò poco più avanti di me e salì velocemente.
"Aspettarmi no, eh?" mi chiese ironico.
Mormorai uno 'scusa' e poggiai la testa al finestrino chiudendo gli occhi.
"C'è qualcosa che non va?" mi chiese preoccupato.
"Nulla, sono solo stanca!" risposi indifferente.
Frenò di scatto vicino ad un marciapiede.
"Decidi tu, vuoi stare qui per tutta la giornata oppure ti sbrighi e mi dici che è successo?" disse spegnendo la macchina.
"Ma che cazzo?" lo guardai sorpresa.
"Ti ho detto che non ho nulla!" esclamai battendo un piede sul tappetino.
"Sei sicura?" mi chiese divertito.
"Sicurissima!" dissi convinta.
"E allora perchè ti stai mordendo il labbro a sangue?" mi chiese soddisfatto.
"E' un vizio!" mi difesi alzando le braccia in aria.
"Non lo hai mai fatto!" sbottò dando un pugno al volante che fece partire il suono del clacson.
Abbassai lo sguardo pregando Dio che ripartisse senza chiedere più nulla.
"Che è successo, Paige? E' da quando sei salita che trattieni le lacrime." disse più calmo accarezzandomi la guancia dolcemente.
Sentì lo zigomo bagnato e solo lì capì che non ero riuscita a trattenerle.
Mi asciugò quelle poche lacrime che erano cadute.
"Ma nulla, una stronzata!" dissi facendo spallucce.
"Se stai piangendo tanto stronzata non è!" esclamò.
"Niall..." sussurrai.
Vidi la sua mascella contrarsi e il corpo irrigidirsi.
"E' un emerito testa di pene!" finì la frase.
"Che ha fatto? Ti ha toccata?" disse agitandosi.
"No, solo che pensavo che fosse... Diverso!" mormorai guardandolo negli occhi.
Lo vidi tranquillizzarsi, ma qualche secondo dopo ritornò dubbioso.
"Paige, sei innamorata di lui?" mi chiese guardandomi fisso negli occhi,
Non riuscì a reggere quello scambio di sguardi, era troppo in un solo giorno.
Mi sentivo in soggezione.
"Cosa? No, non è quello. Solo che..." non riuscì a finire la frase.
Sentì le sue labbra che premevano sulle mie.
Spalancai gli occhi e mi staccai.
Lo guardai negli occhi e li vidi confusi e lucidi.
Seguì l'istinto, o meglio, il cuore.
Presi il suo volto tra le mani e poggiai di nuovo le labbra sulle sue.
Lui mi strinse a se avvicinandosi.
Aprì poco la bocca e sentì la sua lingua entrare. 
Senti una scarica di emozioni, le famose farfalle nello stomaco.
Incastrai la mano tra i suoi capelli e l'altra intrecciata alla sua.
Dopo alcuni secondi ci staccammo e notai un piccolo sorriso comparire sul suo volto.
Abbassai lo sguardo imbarazzata.
"Penso sia ora di ritornare." sussurrò lui rimettendosi sul suo sedile.
Annuì ancora incantata.
Dopo cinque minuti arrivammo a casa e senza dire nulla salì in camera mia.
Oh cazzo!
 
 
 
 

Oh my josh!
Ma non sono l'amore, aww(?)
Sono tornata sana e salva.
Non ho potuto aggiornare questi giorni perchè ho dovuto studiare parecchio.
Manca un mese preciso a Natale, asdfghjk.
Vi avverto, nel periodo nelle vacanze natalizia non aggiornerò.
No scherzo, quasi ogni sera metterò un capitolo ewe
Comunque, grazie per le 3 recensione, potranno essere poche ma per me significano molto. 10 preferiti e 13 seguiti aaah, siete le migliori!
Vi amo, okay?
Vi rifaccio la domanda, voi rispondete quando recensite:
Team Parry o Team Piall?
Io non lo so, forse Parry in questi capitoli è più 'profondo', ma nei prossimi Piall dominerà, lol.
Infine, dopo questo poemone, come sempre, non continuo se non ricevo un po' di recensioni.
Ora vado, cieeu:3
xChri

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** «Are you jealous?» ***


«Are you jealous?»
Posai nell'armadietto i libri dell'ora appena terminata e mi incamminai verso la sala mensa.
Purtroppo quel giorno Kim non era venuta. Mi aveva accennato qualcosa su un forte mal di testa, ma la mattina sono troppo rincoglionita per capire il senso delle frasi.
Feci una faccia disgustata appena la cuoca mi misi un intruglio verde nel piatto.
Mi sedetti in un tavolo vuoto e cominciai a controllare le novità su facebook.
La sera precedente avevo messaggiato la mia migliore amica, Emily.
Nel messaggio le avevo scritto che più tardi l'avrei chiamata e neanche mezz'ora dopo mi ha telefonato e tutti si erano riuniti a casa sua per sentirmi.
Mi mancavano, come l'aria.
Erano capaci di farmi ritornare il sorriso. Non mi importava che tipi erano, in questi due anni sono stati gli unici a starmi vicino e non li potrò mai ringraziare abbastanza.
Sentì chiamarmi e abbassai lo sguardo dal mio telefono per incontrare gli occhi azzurri di un biondino che mi sorrideva contento.
"Ehi" lo salutai bloccando il telefono e lasciandolo sul tavolo.
"Paige, ti va di venire a sederti al nostro tavolo?" mi chiese gentilmente.
Così posso vedere da vicino tu e quella troia che vi baciate? Non se ne parla!
Ma anche no!
"Uhm, va bene!" risposi incerta.
Ma che cazzo?
Appena mi spostai notai che molti presenti in mensa mi stavano mandando occhiatine.
Mi guardai intorno e vidi che nel mio stesso tavolo c'era Chanel che mi guardava schifata.
"Ti è andato il silicone in gola, o cosa?" sbottai guardandola male.
Ovviamente se pensava di essere credibile con la sua bella abbondnte quarta di seno, si sbagliava di grosso.
Rimase pietrificata.
"Mi dispiace per te, sei solo un'invidiosa del cazzo!" esclamò digrignando i denti.
A cuccia, cagna.
"Non ci tengo a darla via come il pane, scusa!" dissi ironica.
Le persone sedute al tavolo scoppiarono a ridere, non ebbi nemmeno il tempo di capire se era per la battuta o per la faccia offesa di Chanel, che venni trascinata fuori dalla mensa.
"Mi spieghi a cosa cazzo vuoi arrivare?" mi chiese il biondino.
"Ehi biondo tinto, camomillati!" esclamai incrociando le braccia.
Quel giorno ero fottutamente nervosa.
Eh no, non era per il ciclo o cazzate varie.
Ero nervosa perchè Harry non mi parla più da quando c'è stato quel bacio.
Ero nervosa perchè all'entrata ho visto Niall sbaciucchiarsi con una roscia.
E tra l'altro mia nonna mi diceva sempre: " Roscia mal pelo, schizza veleno!".
E infatti quella lì cercava rogna.
Non che mi interessasse, certo.
Ne di Harry, ne di Niall.
Pfft.
Erano solo due coglioni che si sono messi in testa che mi possono trattare come una bambola.
"Non mi calmo, cristo! Sei un'acida del cazzo!" sputò furioso.
Ci rimasi leggermente male, ma non me ne curai.
"Vai da Chanel, oppure dalla carota. Magari ti ci vuole una scopata per essere più tranquillo!" urlai gesticolando.
"Chi cazzo è la caro...Aspetta un secondo, ho capito! Tu sei fottutamente gelosa di me!" constatò soddisfatto.
Feci una faccia stranita.
"Poche pippe mentali! Ho solo detto che invece di stare qui a farmi la predica, potresti andare dalle tue troiette e farti una sana scopata!" dissi facendo spallucce.
"Sei gelosa, sei gelosa, sei gelosa!" mi cantilenò saltellando.
"E se anche fosse?" gli chiesi infastidita pentendomene subito.
Lo vidi farsi serio e cominciò ad avanzare lentamente verso di me.
Oh minchia, mossa sbagliata.
Cercai di farmi più piccola possibile.
"Questo dimostrebbe solo che ti interesso!" disse facendo un sorriso malizioso.
"Non è vero, è solo attrazione!" sbottai spalancando gli occhi subito dopo.
Ma perchè non chiudevo quella fogna.
Scoppiò a ridere.
Avvicinò il suo viso al mio e chiusi gli occhi aspettandomi le sue labbra sulle mie.
Al contrario delle mie aspettative, poggiò le labbra sulla mia fronte e mi lasciò un bacio.
"Anche tu mi attrai, anche molto!" mi sussurrò all'orecchio per poi rientrare in mensa.
Rimasi imbambolata.
Ma perchè tutte a me?!
Niall's point of view.
Ritornai al mio tavolo beccandomi un occhiataccia da Chanel.
Alzai gli occhi al cielo sbuffando.
Non l'amavo, era sicuro, solo che mi faceva pena.
Poi ammettiamolo, era davvero una bella ragazza e poi a letto era unica.
Ripensai alle parole di Paige.
Sorrisi divertiro, quella ragazza era strana.
Non so perchè le avevo detto di essere attratto da lui.
Non nego che sia una bella ragazza, ma non mi interessa.
Insomma, è un'amica, però c'è qualcosa che mi spinge a starle vicino.
Non ero il tipo di relazione seria, mi piaceva divertirmi con le ragazze. Per questo avrei provato a conoscerla meglio, poi se sarò fortunato sarà la prossima a finire nel mio letto.
Appena suonò la campanella che segnò la fine della penultima ora ci alzammo tutti e ognuno andò nella propria classe.
Mancava solo un'ora all'uscita così decisi di fare un riposino, tanto ero all'ultimo banco.
Sonnicchiai, e appena suonò la campanella sobbalzai.
Raccolsi la mia roba e mi avviai fuori da quell'edificio.
Dovevo sbrigarmi ad andare a prendere mia sorella a scuola.
L'ultima volta non mi ero regolato con l'orario e ero arrivato più di dieci minuti dopo l'uscita.
Arrivai in tempo e in lontananza vidi mia sorella correre felice verso di me.
Era una bambina molto bella.
Castana, magra e due occhi di un azzurro più intenso del mio.
Da quando mio padre se ne è andato mia madre, avendo bisogno di soldi, ha dovuto trovarsi un lavoretto che le occupa tutta la giornata e ho dovuto crescere io mia sorella.
"Niall!" esclamò lei saltandomi addosso.
Feci in tempo a prenderla in braccio e riempirla di baci.
La misi giù e, senza fare fatica, mi caricai il suo zainetto rosa sulla spalla.
"Allora piccoletta, come è andata a scuola?" le chiesi prendendole la manina.
"Bene, la maestra mi ha detto che ho la scrittura più bella di tutti!" disse saltellando felice.
Sorrisi a quella scena, era la mia piccolina e volevo che crescesse tranquillamente.
Paige's point of view.
Chiusi il libro di chimica e sbadigliai.
Erano più di due ore che studiavo quella materia, ma avevo appreso di e no due o tre formule.
Scesi in salone e mi stesi sul divano accendendo la televisione.
Anne era uscita e Harry non era ancora ritornato.
Ci scambiavamo solo qualche saluto, come se non fosse successo nulla. Mah!
Girai su mtv dove stavano trasmettendo Teen Mum.
Trovavo quel programma ridicolo, perchè dover riprendere le disgrazie di quelle povere ragazze.
Sinceramente non mi verrebbe mai in mente di andare su uno stupido programma per fare compassione.
Cominciai a fantasticare su come fosse essere madre.
Doveva essere qualcosa di meraviglioso.
A distrarre i miei pensieri fu il rumore della porta d'ingresso che si apriva.
Sentì delle risate e mi girai per vedere Harry con Zayn, Louis e Liam.
A quel punto alzai lo sguardo al cielo imprecando contro tutti i santi.
"Ho capito!" borbottai spegnendo la televisione e cominciando a salire le scale.
"No Paige, puoi restare!" mi chiamò Harry.
Lo guardai inespressiva e scesi di nuovo le scale ributtandomi a peso morto sul divano.
"Magari possiamo conoscerci meglio!" Esclamò il castano, Liam.
Feci spallucce annuendo.
Si sedettero anche loro e cominciammo a chiacchierare.
Alle fine non erano poi così male, dai.
Giusto Zayn, che secondo me se la tirava troppo.
Però erano passabili.
Harry interruppe il nostro dialogo.
"Paige, posso parlarti in privato?" mi chiese sorridendomi.
Un sorriso che di vero non ha nulla.
Un sorriso piano di preoccupazione.
"Uhm, certo!" gli risposi alzandomi e raggiungendolo in cucina.
"Devo parlarti." mormorò abbassando lo sguardo.
Okay, mi stava facendo preoccupare seriamente.
SWAAAG.
Opps, scusate l'immenso ritardo ragazzuove!
Vi ripeto che faccio fatica ad aggiornare visto che mi riempiono di compiti.
Ma nel periodo delle vacanze di Natale aggiornerò quasi ogni giorno.
Non mi trattengo più di tanto, visto che è tardi.
Che dire? lasciate qualche recensione, magari se ci riuscite mi fate arrivare a 5 recensioni? per please(?) *faccia da cucciola smarrita*
Non scordatevi di dirmi se siete Team Parry o Team Piall.
Ora vado, baci.
Chrixx

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** «Will you just hurt her.» ***


«Will you just hurt her.»
 
 
 


Sbattei l'ennesima volta l'unghia sul tavolo della cucina.
Harry mi raggiunse poco dopo e chiuse la porta.
"Paige, volevo parlare del bacio di una settimana fa." disse poggiandosi sul tavolo.
"Uhm,okay." risposi imbarazzata.
"Senti Paige, facciamo finta che non sia successo nulla, d'accordo?" mi chiese gesticolando.
Ci rimasi male, ma non ci badai nemmeno.
Era meglio così.
"Si, va bene." dissi provando a sorridere.
Ma sentivo un groppo in gola, sarei voluta scoppiare a piangere.
"Torniamo in salone, dai!" esclamò sorridendo.
Annuì e ci risedemmo sul divano.
"Ehi Paige, stasera una di scuola ha organizzato una festa a casa sua, vieni?" mi chiese Liam.
"Volentieri!" risposi annuendo.
Chiacchierammo per un'altra mezz'ora e appena se ne andarono mi rinchiusi in camera mia per prepararmi.
Chiamai Kim e le chiesi se sarebbe venuta alla festa.
Dopo essere stata mezz'ora a farmi consigliare cosa mettere attaccai e mi cominciai a preparare.
Mi misi sotto la doccia e mi rilassai completamente.
Dopo un quarto d'ora uscì dalla doccia e mi avvolsi un asciugamano intorno.
Dopo aver asciugato i capelli andai davanti l'armadio e cominciai a cercare qualcosa di decente da mettere per la festa.
Presi un vestito corto fino al ginocchio, la parte superiore era stretta, nera e intrecciata sul petto, mentre la gonna era leggermente ampia e azzurra.
Quella sera avrei osato, come aveva detto Kim.
Lasciai i capelli sciolti e poco arricciati sulle spalle e passai al trucco.
Non esagerai, misi l'eyeliner e del rossetto rosa.
(http://www.polyvore.com/seratapaige/set?id=107135608)
Mi controllai l'ultima volta e sorrisi soddisfatta.
Scesi velocemente le scale facendo attenzione a non cadere con i tacchi alti.
"Paige, possiamo anda...Wow!" esclamò Harry guardandomi sorpreso.
Mi sentì a disagio, così dall'agitazione caddi per terra come una pera cotta.
"Merda." borbottai.
Harry scoppiò a ridere e si avvicinò a me per aiutarmi.
Lo fulminai con lo sguardo e poi spostai lo sguardo sui tre ragazzi che ridacchiavano.
Dopo aver mandato un'occiataccia anche a loro uscì rossa in viso.
Entrammo in macchina di Louis e loro cominciarono a chiacchierare.
"Comunque sei stupenda stasera!" disse Zayn facendomi l'occhiolino.
"Stai insinuando che gli altri giorni non sono bella?" gli chiesi ridacchiando.
"No, lo sei sempre!" rispose facendo spallucce.
Arrossì di nuovo e fui costretta a guardare verso il finestrino.
Senti qualcuno tossire ma non me ne curai.
Presi il cellulare e notai un messaggio di Kim che diceva che mi aspettava davanti l'entrata.
Appena arrivammo scendemmo e vidi subito Kim appoggiata ad una macchina che giocava con il cellulare.
La chiamai e subitò si voltò e mi corse incontro.
"Ma quanto sei sorca stasera?" mi urlò abbracciandomi.
"Mai come te, baby!" dissi ridendo.
Entrammo seguite dai ragazzi e la prima cosa che notai fu la musica che sfondava i timpani e le persone ammucchiate in 'pista' per ballare.
Andammo verso il bar, che non so come avevano portato dentro casa, e ordinammo un drink.
"Ragazze, noi andiamo a ballare!" annunciò Louis che si incamminò verso il centro del salone seguito da Harry,Zayn e Liam.
"Andiamo a ballare anche noi?" mi chiese Kim tirandomi il braccio.
"Tu intanto vai, ti raggiungo subito!" le dissi.
La vidi scomparire tra la folla e posai il bicchiere ormai vuoto sul bancone.
"Ti hanno lsciato sola?" soffiò qualcuno al mio orecchio.
"Horan." borbottai non appena mi girai.
Quella sera era più bello del solito, pantalone grigio e camicia blu leggermente aperta all'inizio.
"Che fai Cooper, vuoi rimanere qui a deprimerti oppure vieni a ballare con me?" mi chiese porgendomi la mano e facendomi l'occhiolino.
Ci pensai su qualche secondo, tanto valeva buttarsi.
Afferrai la sua mano e mi sorrise trascinandomi in pista.
Cominciò a muoversi a ritmo di musica così lo imitai.
Ballammo per circa mezz'ora mandandoci per tutto il tempo occhiatine.
"Bene gente, adesso si rallenta un po' il ritmo!" urlò il deejay.
A quel punto mi girai per uscire dalla folla, non avevo ne le forze ne il coraggio di ballare un lento con lui.
Mi afferrò il polso e mi tirò verso di lui poggiando le sue mani sui miei fianchi e cominciando a muoversi lentamente.
Rimasi sorpresa da quel gesto, pensavo non si volesse far vedere così dai suoi amici.
Ancora scossa portai le braccia intorno al suo collo e rimasi a fissare il pavimento incapace di guardarlo negli occhi.
Per lui ero solo un passatempo, un divertimento, lo avevo capito.
Prese il mio mento e fui costretta a alzare lo sguardo.
Sentì un colpo al cuore a vedere i suoi occhi così vicini, anche al buio erano illuminati.
Notai che sorrideva sinceramente, un piccolo sorriso ma pur sempre dolce.
Mi strinsi di più a lui e poggiai la testa sulla sua spalla annusando il suo profumo.
Mi sembrava di stare in un film, solo che il pensiero che il giorno dopo si sarebbe comportato di nuovo da stronzo mi tormentava.
Appena la canzone terminò mi staccai lentamente e lo guardai aspettando una sua reazione.
Per la prima volta lo vidi confuso, quasi sofferente.
Stavo per chiedergli cosa avesse, ma non feci in tempo perchè si voltò e lo vidi scomparire tra le altre persone.
Abbassai lo sguardo confusa anche io e uscì dalla folla.
Mi guardai intorno cercando di trovare o Kim o i ragazzi, ma solo volti sconosciuti.
Sbuffai e mi avviai verso l'uscita per prendere un po' d'aria.
Avevo bevuto solo un bicchiere di alcolico ma già mi sentivo girare la testa, soprattuto dopo essere stata quasi un'ora a ballare.
Notai un ragazzo a pochi metri da me che fumava così ne approfittai e mi avvicinai.
"Ehi, puoi darmi una sigaretta?" gli chiesi gentilmente.
Lui mi scrutò e ne tirò fuori una dal pacchetto quasi vuoto.
La accese e me la passò.
Appena sentì il fumo inebriarmi le narici mi sentì bene, erano due settimane ch enon fumavo ed ero in astinenza.
"Come ti chiami?" mi chiese il moro buttando fuori il fumo.
"Paige, tu?" 
"Nick." rispose freddo.
Lo guardai bene.
Occhi azzurri, per niente paragonabili a Niall, capelli neri e labbra sottili.
Era un bel ragazzo, ma non lo vedevo abbastanza socievole.
Appena finì la mia sigaretta la buttai per terra caplestandola.
Lo ringraziai e prima che me ne andassi mi prese il cellulare dalla borsa e lo vidi scrivere qualcosa.
"Ti ho scritto il mio numero, poi fammi uno squillo che salvo il tuo." disse senza emozioni nella voce, ma con un piccolo sorriso sulle labbra.
"Va bene!" dissi guardandolo sorpresa e avviandomi verso l'ingresso.
Decisamente un tipo strano, ma attraente.
Appena rientrai dentro sentì subito il caldo che faceva all'interno della casa.
In lontananza vidi Kim ballare in un angolo con Liam.
Corsi verso di loro e li chiamai.
"Andiamo? E' quasi mezzanotte e mezza." gli urlai per farmi sentire.
"Si, prima cerchiamo Zayn e Harry. Ci vediamo davanti al bar." disse Liam allontanandosi.
Lo imitai e andai verso i bagni.
Provai a chiamarli ma non arrivò nessuna risposta.
Sentì delle voci nel bagno maschili, così avvicinai l'orecchio e cercai di ascoltare.
"Ti ho detto che devi lasciarla stare, lei non è come le altre!" 
"Tu non mi dai ordini, porca puttana!" 
"Non mi frega un cazzo, la devi lasciare stare. Se solo provi si nuovo anche solo a sfiorarla giuro che ti faccio a pezzi."
"Dovrei avere paura? Harry, è inutile che continui a cercare di proteggere ogni ragazza che si avvicina a me. Devi farti da parte e farti i cazzi tuoi." 
Riconoscevo le voci.
Harry e Niall.
La ragazza di cui parlavano ero io, immagino.
"Non capisci un cazzo, non devi toccarla. Tu le farai solo del male!"
"Smettila, sei ridicolo. Non mi interessa di lei, puoi prendertela!"
"Sei solo un cagasotto, Horan." 
"Dici davvero, Styles? Non mi pare di aver fatto il cagasotto con Allie." ridacchiò.
"Non ti azzardare neanche a nominarla, vaffanculo. Io ti ho avvertito. Prova solo a sfiorare Paige e io ti uccido, non scherzo."
Dopo questo il silenzio, così capì che stava uscendo qualcuno.
Mi chiusi nel bagno femminile, accanto all'altro.
Okay, la ragazza di cui parlavano ero io.
Ma perchè Harry aveva fatto tutto quel casino?
E chi era Allie?
Cosa stava succedendo?
Minchia, non ci capivo più nulla.
Barcollando uscì dal bagno e strizzai gli occhi.
L'alcool si stava facendo sentire.
"Paige? Stai bene?" una voce parlò.
Aprì gli occhi e notai il biondino che mi guardava preoccupato.
"Uhm si, credo." mormorai.
"Vieni, ti aiuto." si offrì avvicinandosi.
Indietreggiai spaventata.
Non so perchè, ma avevo paura di lui.
Per reagire così Niall doveva aver fatto qualcosa di veramente brutto ad Harry.
"Ehi, che succede?" chiese confuso.
Mi spinse al muro e si avvicinò.
"Stai giocando con il fuoco, Horan!" borbottai acida.
"Di cosa parli? L'alcool ti sta dando alla testa, dolcezza." mi sussurrò ad un centimetro di distanza dalle mie labbra.
Il mio cuore perse un battito, era da tanto che non mi chiamava il quel modo.
Sorrisi leggermente e abbassai lo sguardo arrossendo.
Il tempo di riguardarlo negli occhi che annullò la distanza tra i nostri visi.
Realizzai solo pochi secondi dopo che le sue labbra erano sopra le mie.
Chiusi gli occhi e aprì leggermente la bocca per far diventare il bacio più intimo.
Sentì la sua lingua muoversi dentro la mia bocca.
Le sue labbra intrappolarono il mio labbro inferiore e cominciarono a morderlo facendomi gemere a quel contatto.
Dopo qualche secondo ci staccammo da quel bacio che era diventato tutt'altro che casto.
Lo guardai negli occhi lucidi, sorrideva dolcemente.
Non riuscì a reggere per l'ennesima volta quello sguardo, scappai.
Corsi verso il salone e raggiunsi il bar dove mi aspettavano tutti.
Avevo commesso un'enorme cazzata.
Una stupenda cazzata, a parer mio.
 
 
 
SWAAG.
Okay, scusatemi tanto per il ritardo.
Ma i primi giorni non mi andava e poi ho avuto la febbre quindi.
Nell'ultimo capitolo solo 1 recensione, sono delusa.
Se nei capitoli non trovo qualche recensione lascerò in sospeso la storia.
Sarebbe inutile scrivere per delle lettrici inesistenti,no?
Comunque a parte questo, grazie per le poche recensioni.
Alla prossima, *hug*
Chri x

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** «I'm fucking undecided.» ***


«I'm fucking undecided.»
Dopo circa mezz'ora mi ritrovai nel bagno di casa a vomitare anche l'anima.
Vicino a me Harry mi teneva i capelli e mi accarezzava la schiena.
Quando mi sentì meglio, mi appoggiai alla vasca da bagno e tirai un lungo sospiro.
"Non berrò mai più in tutta la mia vita" dissi buttando la testa indietro.
"Dicono tutti così." ridacchiò lui sedendosi accanto a me.
Sbadigliò un paio di volte e strizzò gli occhi.
"Sei stanco, vai da dormire." gli dissi sorridendogli gentilmente.
"Non sono tranquillo sapendo che tu stai in queste condizioni!" disse guardandomi attentamente.
"Ma io mi sento meglio." protestai mettendo il broncio.
"Lo so, ma non riuscirei a dormire lo stesso." fece spallucce.
Restammo per qualche minuti appoggiati alla vasca da bagno, così presi coraggio e parlai.
"Beh, se proprio devi stare con me, andiamo a stenderci." mormorai imbarazzata.
"Certo, vieni." si alzò e allungò una mano verso di me.
Senza il minimo sforzo mi alzò e ci avviammo verso la mia camera.
Non ci preoccupammo neanche di non fare rumore visto che Anne aveva il turno di notte.
Ci stendemmo sul mio letto e rimanemmo in silenzio ad osservare il soffitto.
Mi apparvero una serie di flash back nella mente.
Io e Niall che ballavamo attaccati.
Nick.
La discussione tra Harry e Niall.
Il bacio.
Il mio cuore perse un battito a quel ricordo, sentì le guance arrossire e uno strano tremolio alle gambe.
Avrei tanto voluto non ricordarlo, dopotutto eravamo tutti e due ubriaco quindi Niall potrebbe anche non ricordarlo.
"A che pensi?" Harry interruppe i miei pensieri.
E ora che cazzo mi invento?
"Ma il baleno è il maschio della balena?" chiesi velocemente e pentendomene subito.
Che figura di sterco.
Scoppiò a ridere mandando la testa all'indietro.
Dio, quant'era bello.
Aveva i capelli arruffati, le occhiaie e i vestiti sgualciti eppure era bellissimo lo stesso.
Mi resi conto dei miei pensieri e scossi la testa per riprendermi.
"Tu non stai bene!" esclamò tra le risate.
"Invece sto più bene di un chihuahua!" esclamai sbadigliando.
"Perchè un chihuahua?" mi chiese confuso.
"Oh andiamo, a chi non piacciono i chihuahua? Sono così teneri e coccolosi."
"A me non piacciono!" disse accigliato.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo.
Restammo qualche minuto in silenzio, di nuovo.
"Come ti senti?" chiese girandosi verso di me e cominciando ad accarezzarmi la testa.
"Meglio, non preoccuparti." sorrisi leggermente e improvvisamente sentì il bisogno di averlo vicino.
Aprì la bocca per parlare ma non mi uscirono le parole.
Indecisa mi avvicinai più a lui e poggiai la testa sul suo petto.
Lo sentì irrigidirsi ma dopo alcuni secondo si sciolse e mi strinse a lui.
Mi lasciò una scia di baci dalla tempia al collo e strinsi la sua maglietta strozzando un gemito.
Continuò a torturare un lembo di pelle all'altezza della clavicola e l'odore dei suoi capelli mi invase le narici.
Si staccò dopo alcuni minuti e mi guardò sorridendo.
"Cosa mi stai facendo, Paige?" mi chiese lasciando un ultimo bacio nello stesso punto che aveva succhiato.
Lo guardai negli occhi ansimando e accarezzai il suo viso che era diventato bollente.
Continuammo a fissarci senza parlare.
In quel momento non sarei voluta stare da nessuna parte che tra le sue braccia.
Sbattei di nuovo la testa all'armadietto mentre Kim mi guardava sconsolata.
"Sono un disastro." borbottai sospirando.
"Paige, sono dieci minuti che continui a lamentarti." disse lei esasperata.
"Cosa dovrei fare? Sono una sfigata del cazzo." sbottai girandomi verso di lei.
"Due dei ragazzi più belli della scuola ti vanno dietro, sei proprio sfigata." disse ironicamente.
"Non capisci, un'ora prima bacio Niall e l'ora dopo mi ritrovo sul letto insieme ad Harry mentre ci scambiamo effusioni." esclamai sospirando teatralmente.
"E allora? Chanel se ne scopa tre a sera!" rispose tranquillamente.
La guardai malissimo e lei sbuffò.
"E' meglio se stai zitta se non vuoi ritrovarti una terza tetta." la minacciai.
Lei soffocò una risata e mi liquidò per andare a lezione.
In effetti la campanella era suonata da qualche minuto, ma la mia voglia di entrare in classe ed ascoltare quella cornacchia era pari alla delicatezza di un elefante.
Minchia, sono una dura.
Mi manca solo un giacchetto nero in pelle e potrei tranquillamente sembrare una tamarra.
Mi rispetterebbero tutti però.
Cominciai a camminare svogliatamente con le mani in tasca, imitando un bullo.
"Mi spieghi cosa cazzo stai facendo?" una voce mi fece sobbalzare.
Mi girai di scatto e vidi Niall in tutta la sua bellezza.
"Avevo un sassolino nella scarpa!" mi difesi alzando le braccia in aria.
"Fingerò di crederci!" esclamò avvicinandosi.
Ricordai il bacio della sera precedente e pregai tutti i senti perchè non se lo ricordasse.
Trattenni in fiato appena vidi che stava per parlare.
"Allora dolcezza, com'è andata la festa ieri sera?" chiese poggiandosi tranquillamente ad un armadietto.
Sospirai sollevata e tornai a concentrarmi sulla sua domanda.
"Uhm, normale." risposi guardandomi intorno.
"Piaciuto il bacio?" chiese divertito.
Oh fanculo.
"Quale bacio, Horan?" calcai il suo cognome con un tremolio alla voce.
"Quello che ti ho dato ieri sera e che tu hai ricambiato." rispose facendomi l'occhiolino.
"Non è assolutamente vero!" sbottai incrociando le braccia.
"Si che lo è!" protestò.
"No invece!"
"Si."
"No"
"Si"
"No"
"No"
"Si"
Mi guardò divertito.
Oh fanculo.
"Bene, ma per me non è significato nulla!" dissi sottolineando l'ultima parola.
"Ne sei sicura?"chiese avvicinandosi pericolosamente.
Inghiotti la saliva e borbottai qualcosa.
"Certo!" dissi cercando di farmi sempre più piccola.
Toccai con la schiena il muro e lui mise le mani ai lati.
"Quindi non ci sono problemi se lo rifaccio?" sorrise malizioso.
"Eh?" chiesi con una faccia da cogliona.
"Suca"
"Ma che cazzo?" mi ripresi e cercai di liberarmi.
"Se per te non è significato nulla il bacio di ieri non hai problemi se lo rifaccio, no? mi chiese di nuovo avvicinandosi.
"Ehm, si. Cioè no. Oh cazzo, mi stai mettendo in difficoltà, testa di pene. Smettila di..." interruppe il mio monologo insensato posando per la seconda volta le sue labbra sulle mie.
Il mio istinto mi suggerì di staccarlo e mollargli un calcio nei coglioni, il mio cuore invece di mordergli talmente forte un labbro da staccarglielo.
Quindi nel dubbio ricambiai il bacio.
Prese il mio labbro inferiore tra i denti e lo mordicchiò insistentemente.
Appena lo lasciò mi guardò negli occhi e sorrise.
Lo stesso sorriso della sera precedente che aveva dopo avermi baciata.
Allacciai le braccia intorno al suo collo e stavolta fui io a poggiare le mie labbra sulle sue.
Mi prese velocemente per i fianchi e approfondì il bacio.
"Voi due!" ci staccammo immediatamente e notammo il bidello che ci guardava con disprezzo.
"In presidenza, subito!" urlò furioso.
Niall mi prese per il braccio e mi trascinò per tutto il corridoio correndo.
"Venite subito qui, vi farò sospendere!" strillò il bidello agitando in aria il manico di scopa.
Vecchio di merda.
Fatti una sanissima scopata.
Uscimmo fuori da scuola e lo guardai preoccupata.
"Siamo fottuti." mormorai respirando a fatica per la corsa appena fatta.
"Nah, lo faccio spesso!" eslcamò facendo spallucce e prendendo a camminare.
"Scappare da scuola? Wow." dissi camminandogli a fianco.
"Giusto, tu sei una santa." mi prese in giro.
"Vaffanculo!" gli diedi una spinta.
"Dove vuoi andare?" mi chiese ridendo.
Alzai le spalle.
"Vieni!" esclamò trascinandomi verso la parte opposta della strada.
Camminammo per qualche minuto e arrivammo in un parco isolato.
C'era solo qualche anziano che leggeva il giornale.
Entrammo e ci sdraiammo sotto un albero.
Misi la schiena contro il tronco e lui si appoggiò a me.
"Che facciamo?" chiese giocando con una mia ciocca di capelli.
"Conosciamoci meglio."
"Okay, cosa vuoi sapere?" mi chiese guardandomi.
"Non so, parlami di te." mormorai.
"Non c'è molto da dire, vivo con mia madre e ho un fratello più grande di qualche anno che vive con sua moglie e ha un figlio." disse sbadigliando.
"Quanto ha?" gli chiesi strappando l'erba.
"Qualche mese. Te, invece? Come mai ti sei trasferita?"Mi chiese curioso.
"I miei genitori erano preoccupati per la mia salute, dicevano che in quel posto non vivevo bene. Quindi mi hanno mandato da Anne, la migliore amica di mia madre." gli spiegai.
"Che significa non vivevi bene?" chiese confuso.
"Dicevano che frequentavo brutte persone, avevo cominciato a fumare e questo era un problema per la mia salute." gli dissi.
Mi mancavano i miei amici, l'ultima volta ch eli avevo sentiti era una settimana fa.
Mi guardò ancora più confuso.
"Soffro di asma." subito assunse una faccia dispiaciuta.
"Non voglio compassione, non siamo venuti qui per parlare dei miei problemi" esclamai sbuffando.
"Mi dispiace, parliamo di altro, va bene?" disse accarezzandomi il braccio.
Annuì e cominciammo a chiacchierare.
"Che ore sono?" gli chiesi sbadigliando.
"Quasi le sette." annunciò.
"Le sette? Oh cristo, è tardissimo. Harry e Anne saranno preoccupati!" esclamai alzandomi e pulendomi i jeans pieni di fili di erba.
Lui fecela stessa cosa e ci incamminammo verso casa mia.
Appena arrivammo davanti la porta d'ingresso lo salutai e feci per suonare, ma lui mi prese il braccio e mi lasciò un bacio a stampo per poi andarsene.
Restai immobile per qualche secondo, poi mi ripresi e suonai.
Mi aprì Harry che aveva una faccia tutt'altro che felice.
"Ehi." lo salutai sorridendo nervosamente.
"Mi spieghi che cazzo ci facevi con Horan e perchè te ne sei andata da scuola?" mi chiese urlando.
"Harry, calmati!" esclamai entrando.
"No, Paige! Calmarmi un cazzo, mi sono preoccupato! Al telefono non rispondevi." continuò ad urlare.
"Harry, sto bene! Niall mi ha accompagnato al parco perchè non mi sentivo bene." mentì.
Lui sembrò tranquillizzarsi.
"Potevi chiamarmi a me, ti avrei accompagnato a casa!" mi rimproverò.
"Scusa." abbassai lo sguardo sentendomi in colpa.
"Ti ha baciata cazzo." disse tirando un calcio al tavolino.
"Non ti riguarda!" dissi infastidita.
"Non puoi innamorarti di lui!" mi urlò più furioso di prima.
"Cosa? Non mi pare di aver mai detto questa, ma se anche fosse non potrei controllarlo!" sbottai infastidita.
"Poi a te cosa importa, scusa?" continuai alzando un sopracciglio.
"Niente! Fai come cazzo ti pare!" salì velocemente le scale e si chiuse in camera.
Ancora scossa salì nella mia e chiamai immediatamente Kim.
"Ehi Kim, ho un cazzo di problema!" dissi appena rispose.
"Che succede?" chiese leggermenet preoccupata.
"Sono fottutamente indecisa!" esclamai esasperata.
Cominciai a raccontarle tutto quello che era successo quel giorno.

CIEU.
*si nasconde nell'angolino*
Si lo so, sono una merdina!
Vi avevo promesso che avrei aggiornato quasi ogni giorno, invece mi ritrovo a pubblicare il capitolo con un ritardo enorme.
Sorratemi, sul serio.
In cambio vi ho fatto un capitolo decente e parecchio lungo.
Beh 1781 parole, babee.
Comunque, che altro dire? Lasciate qualche recensione e fatemi sapere se siete Team Parry o Team Piall.
Baci.
Chri x

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2276617