During a mouth

di ElfoMikey
(/viewuser.php?uid=34252)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** 1. First day ***
Capitolo 3: *** "Because of Bert" ***
Capitolo 4: *** "GoodBye my almost lover..." ***
Capitolo 5: *** "because of Bert...again..." ***
Capitolo 6: *** quando finirà? ***
Capitolo 7: *** stupido orgoglio... ***
Capitolo 8: *** welcome back Honey ***
Capitolo 9: *** Home ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Prima di tutto i my chemical romance non ci appartengono(se no…muuahahah!) questa storia non è scritta per scopi di lucro e ogni cosa è puramente inventato dalle nostre menti malvagie…

ElfoMikey: Gerard POV

ChemicalLady: Frank POV

BUONA LETTURA=)



Gerard POV


“Frankie, no!”
“ma perchè Gee?”
Solita storia.
La stessa da ormai mesi.
Io e Frank stiamo insieme da anni.
Forse troppi per essere contati sulle dita di una mano.
Ci siamo innamorati con la forza e l’urgenza di un uragano.
Era bello all’inizio tenere ogni cosa nascosta.
Era bello perché avevi fra le mani un segreto inestimabile e troppo prezioso per essere rivelato.
Era bello sentire il brivido di essere scoperti da un momento all’altro, mentre si faceva l’amore o mentre ci scambiavamo un bacio appassionato.
Per me è ancora così, ma per Frank le cose sono cambiate.
Un giorno è venuto da me, con il suo bellissimo sorriso da bambino….


“Gee?” non è possibile che anche di notte, precisamente le tre, Frank ha il coraggio di svegliarmi.
Dovrei farci l’abitudine, sono sette anni oramai, ma no, io non ci riesco.
Proprio non mi capacito.
“uhm…” rispondo con un bisbiglio grottesco.
“mi ascolti si?” chiede, abbracciando il mio petto.
“uhm…” Frank mi stringe a se e io non posso fare a meno di ricambiare le sue attenzioni.
“senti amore…pensavo…sono quasi otto anni che la nostra storia va avanti…anche se ti sei deciso solo un anno fa di stare insieme per davvero, scaricando le nostre fidanzate di copertura…” quando fa i discorsi e non arriva mai al punto mi innervosisce.
Tanto.
Tantissimo.
“arriva al punto Frank!” lo sento ridacchiare nascosto nella mia maglietta.
Infame.
“okay… senti è da un po’ che ci penso. E se noi dicessimo tutto almeno ai ragazzi?” si attenta a chiedere. Mi alzo di scatto, scaraventando il povero Frankie, a terra.
“ma sei impazzito vero?!” oh dio. e questa da dove gli è uscita?
“ma perché Gee?” mi alzo in piedi e lo fronteggio, con le mani posate sui fianchi.
“perché?Frank hai idea di come i ragazzi, mio fratello soprattutto, potrebbero reagire?!”
“amore non è mica una brutta cosa…” dice, seduto a gambe incrociate sul letto.
“lo so! Ma per loro si! Non è una cosa che si vede tutti i giorni! E pure amandoti tanto Frankie, io non sono ancora sicuro di volerlo dire.” Mi porto una mano fra i capelli, scompigliandoli.
“ho paura, ecco la verità. Una paura marcia della loro reazione.” Confesso.
“e quando glielo diremo??alle calende greche??” Frank si agita e non è un buon segno. Mi avvicino e gli prendo entrambe le mani con le mie e le bacio, dolcemente.
“ti prego, aspettiamo ancora un po’…non sono del tutto pronto. E lo so sette anni sono lunghi e mi dispiace…” Frank mi sorride posandomi un bacio delicato sulle labbra.
“okay amore…l’importante è che ci siamo noi due e nient’altro…aspetterò.” Sorridendo lo feci stendere sotto di me, per fargli capire che lo amavo e che non avrei mai smesso.



“ti ho tanto tutto il tempo per rifletterci, ma tu sei un coglione cacasotto e non vuoi capire che questa cosa va fatta e va fatta subito!” sbraita frank, camminando a passo veloce per il corridoio del mio appartamento.
“ma hai sfiorato il fatto che mio fratello è un omofobico del cazzo? E che sua moglie lo segue a ruota?!” okay, forse questa non è la scusa migliore, ma la mia paura, in parte, si basa anche su questo piccolo problema di mio fratello Mikey.
“ma se mi ami non ti dovrebbe importare!” urla, guardandomi.
Cavolo, è proprio arrabbiato.
Sembra belzebù che non ha ricevuto la sua cena.
Si, è un paragone perfetto.
Lo guardo, so che manca poco e mi tira uno schiaffo.
Alza il braccio, ma si ferma a metà dell’opera. Abbassa il suo sguardo nocciola, così bello e dolce e si morde il labbro inferiore. Vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime.
“non mi ami più Gee?”
Come?
Per tutti i Sid Vicious , come può pensare questo?
Ho davvero dato l’impressione di non amarlo?
Lo abbraccio, accarezzandogli il capo.
“amore, no. Io ti amo, lo sai!” mi guarda, con un espressione tra il dispiaciuto e il disperato.
“Allora perché?”
“è come sempre. Ho una paura di ciò che gli altri possano pensare di me, di te e di noi. Ti prometto amore, che mi farò passare questa paura. Te lo prometto, ma non piangere…” mi guarda e annuisce fra le lacrime.


“potremmo sempre farglielo capire con piccoli gesti.” Dice Frank, qualche ora dopo abbracciato nel “nostro” letto. Gli accarezzo la spalla tatuata con la punta delle dita. Alzo gli occhi al cielo e poi penso che se almeno non gli do vinta questa, mi ritroverò presto in bianco.
“okay, si potrebbe fare, ma niente di troppo vistoso…” inutile sperare che capisca le mie ultime parole.
“bene! Potremmo farci trovare entrambi con un tutù addosso e dire che ci fa più snelli. Oppure potremmo ballare le canzoni di Britney Speers e cantarle con indosso una calzamaglia rosa shocking.... oppure…” gli tappo la bocca con un bacio, inorridito al solo pensiero di ballare in calzamaglia.
“perché non ne parliamo domani?” lo accarezzo malizioso e annuisce, sospirando.


“ragazzi, fra dieci minuti in scena!” urla un addetto al backstage. Il nostro terzo concerto…wow!
Certo che di strada ne abbiamo fatta da quando suonavamo nel garage di Ray.
Sinceramente, non avrei mai e poi mai pensato di ritrovarmi qui, con un culo enorme e le corde vocali di proprietà della Warner.
Insomma, tutti i ragazzi sognano di avere una band, ma solo un fortunato su mille riesce ad ottenere successo.
Io e la mia band siamo così, tremendamente fortunati.
E a dirla tutta non ce la caviamo male!
Bevo l’ennesimo sorso dalla mia birra, che mi accompagna nei miei pensieri.
Uno ad uno i miei compagni escono dallo squallido camerino, lasciandomi solo.
Sospiro, aprendo un’altra lattina di birra.
Quante ne avrò bevute?
Due?
Cinque?
O forse dieci?
Non so, non me lo ricordo.
Appoggio con non curanza gli stivali rossi, sporchi di terra, sul tavolo e comincio a dondolare.
Sogghigno per non so quale motivo o forse è perché sono brillo.
Continuo a dondolare finchè una spinta troppo brusca mi fa cadere dalla sedia come un salame, che si spacca a contatto con il mio “dolce” peso.
“cazzo merda!” impreco, mentre alle mie spalle si solleva una risata, divertita, molto divertita.
Un attimo, ma io non ero solo?
“Gee sei un disastro!” Frank Iero, mio secondo chitarrista, si para davanti a me, ridendo come un matto e trattenendosi la pancia dalle troppe risate.
“dovevi vederti! Eri uno spasso!!!” esclama, asciugandosi le lacrime agli occhi.
Io sono ancora steso sul pavimento, fra pezzi di legno e invece di aiutarmi lui che fa?
Ride.
E questa troia non vuole smetterla!
“sei una troia!” gli sputo in faccia, Frank si calma, posandosi una mano sulle labbra.
“oooh, su Gee che sarà mai!” io sbuffo, incrociando le bracci al petto.
“una mano sarebbe gradita sai?” dico sarcastico. Frank allunga una mano e io l’afferro, ma per ripicca faccio cadere quel brutto nano su di me.
Gli faccio la linguaccia, ma ora lui non ride più.
Mi osserva, senza dire una parola.
Ha un bel viso Frank.
E delle belle mani.
E i suoi occhi, presi da una strana luce mi fissano, languidi e maliziosi.
No Frank, non guardarmi così.
Va a finire male, molto male.
Inaspettatamente, avvicina il suo viso al mio, poi con sensualità, lecca le mie labbra screpolate con la lingua.
Oh mio dio.
Quello che sta facendo è…
È…
Wow!
Dopo avermi torturato, decide di posare le sue labbra rosee sulle mie.
E ci baciamo.
Ed è passione.
Quella passione che non avevo mai provato con nessuno fino ad ora.
Il mio sapore di alcool si mischia col il suo, così dolce, così eccitante.
Lo sento sorridere, mentre mi passa le mani sulle cosce.
Si solleva, senza staccarsi dalle mie labbra, apre la mia cintura e i pantaloni, con quella lentezza che mi fa impazzire.
E chi l’avrebbe mai detto che il piccolo Frankie fosse così intraprendente!

Potrebbero scoprirci e trovarci così, mezzi nudi, ma tutto ciò rende la cosa ancora più eccitante.
Mi sposto su di lui con un colpo di reni. Sospira contrariato.
Ben ti sta, la bestia Way si è svegliata e ora ti tocca subire.
Mi sussurra cose indecenti all’orecchio e questo fa solo aumentare il mio desiderio. Sorrido malizioso, prima di ritrovarci nudi.

Frank si sta rivestendo, con quel strano sorriso, che mai gli avevo visto in faccia.
“su bestia! È ora di andare!” esclama, infilandosi la maglietta di Bart Simpson e prendere la sua chitarra in spalla.
Rido delle sue parole e penso che una seratina così con capiterà più.



Invece no.
Quella serata speciale si è moltiplicata e da una sono diventate cento…mille e più.
Ci divertivamo così tanto a farlo di nascosto. Lo facevamo quando c’erano i ragazzi, quando c’erano le nostre fidanzate o peggio ancora quando c’erano i nostri parenti.
Sorrido, ripensando a tutte le cose che io e Frank facevamo.
E ora lui non le vuole più fare come una volta.
Lui vuole dire tutto a tutti.
Ma non l’avrà vinta con me!
No signore!
Dovrà passare sul mio cadavere mutilato.
Ho troppa paura di quello che potrà succedere se andassi da mio fratello.
Oh si. Un uccisione lenta e dolorosa avrò da lui.
Rabbrividisco al solo pensiero.
Forse più avanti… forse dirlo a piccoli passi è la cosa migliore, ma il comportamento di Frank mi uccide, mi innervosisce.
No, non dirò nulla a nessuno!
Anzi, compirò una missione degna di Kim Possible: entro la fine del mese, Frank Anthony Iero si sarà tolto dalla testa questa atrocità di dire tutto.



Frank P.o.V.


Avete presente il modo di dire, ‘la goccia che fa traboccare il vaso’? Bhè non è il mio caso…
Per me bisognerebbe creare un nuovo modo di dire, tipo questo: il terremoto, che con la sua forza devastante fa franare la montagna, e fa ruzzolare i detriti fino al bacino artificiale. Dal impatto con l’acqua la diga si squarcia e distrugge tutto per chilometri e chilometri.
Eccolo il mio caso.
Il motivo di tanta rabbia?
L’ottusità di Gerard Arthur Way!!!
Dannazione!
Ma forse è meglio se comincio dal inizio, come tutte le persone normali, e non dalla fine.
Tutto ha avuto inizio 31 anni fa, quando Gerard è nato.
Da li tutti i cataclismi del mondo, tipo gli uragani e lo tzunami.
Va bhè adesso forse sto esagerando…
È solo che…
Mi fa davvero incazzare quel uomo, perché lo amo così tanto che farei qualsiasi cosa per lui!!!
Anche saltare dalla finestra al quarto piano per evitare che Ray, passato a salutare, possa scoprirci?
Già visto, già fatto.
È proprio questo il problema focale, sono anni che stiamo insieme e ci nascondiamo dagli altri, perché è cattiva pubblicità, perché nessuno capirebbe il nostro amore e altre cazzate che Gerard spesso mi propina per farmi stare calmo.
Ma adesso basta, questo amore lo voglio vivere alla luce del sole, perché per me è troppo importante…
A costo di ammazzarmi lo dirò a tutti!
Ieri per esempio ho provato a dirlo a Mikey, che a mio parere era la prima persona da avvertire, ma Gee mi ha placcato.
Cosa significa placcare? In soldoni, mi ha presto per le ginocchia lanciandosi su di me e mi ha buttato terra, rischiando di rompermi un ginocchio e la schiena. Lo so, 75 kg di cantante sulle spalle non sono una esagerazione (poteva capitarmi Bob!!) però la forza di impatto è stata devastante!
Come una balena che salta su un coniglio…
Lo so che le balena non saltano, ma era per darvi una idea!!
Io sono disperato per la miseria!! Non so che fare!!
Ma un modo lo troverò e ecco la mia missione: entro la fine del mese tutti sapranno cosa tra me e Gee a costo di fare una conferenza stampa!!

“Gerard, io ho ucciso per molto meno, sai?” dico mentre lui fa finta di niente.
Quale è adesso il problema?
Mentre facevamo un soundcheck, un banalissimo suondcheck, Ray si è avvicinato a me e mi ha fatto notare che Gerard stava parlando con una bella ragazza.
Geloso? Chi io?
Si, e molto!
E che mi ha appena detto: “lo fatto solo per non fare saltare la copertura”
Ok devo stare calmo… tranquillo… devo contare fino a dieci…. Uno… due…
“senti Gee” è più forte di me, sto alzando la voce “quale cazzo di copertura? Non dovevamo faglielo capire a piccoli passi? A che cazzo ci serve allora una copertura?! EH?!”
Mi guarda ferito, facendo luccicare i suoi meravigliosi occhi verdi. Ma non devo cedere, devo impormelo o continuerà a fare come cazzo gli pare per tutta la vita e sinceramente non mi va.
Deve capire che non può girarmi come gli pare sempre, eh no caro!
“ma Frankie…” mi dice portandomi una mano sul viso.
Le porta del ascensore stanno per aprirsi così mi sporgo e lo bacio.
Cazzo! Non c’è nessuno davanti alle porte, e Gerard sembra essersi accorto del mio piano…
E sottolineo che non ha gradito affatto…
“Frank che cazzo volevi fare?!”
“quello che avresti dovuto fare tu da tempo!!” dico io, sfrontato, non mi interessa adesso.
Cammino velocemente per il corridoio e mi chiudo in camera mia.
È ridicolo anche il fatto che prendiamo sempre due camere separate, secondo me! Butto la mia povera Pansy, che di colpa ha solo di essere qui con me adesso, sul letto e mi metto alla finestra con un accendino in mano e una sigaretta fra le labbra.
Odio litigare con Gerard…
Odio anche farmi prendere in giro però…
Uff… che faccio?
Tanto lo so che stasera me lo ritrovo sotto le coperte a meno che…
Lo lascio in bianco!
Si metodo perfetto, conoscendolo resisterà poco!
Frank Iero, sei un genio!

Per tutta la cena non ha fatto altro che guardarmi, povero scemo, con quello sguardo che mi riserva di solito quando ha voglia di scopare, ma stasera c’è la sorpresa…
Ihihihi….
Ci sarà da divertirsi…
“che facciamo stasera?” chiese Mikey come al solito mentre siamo seduti fuori dal nostro hotel (nascosti da possibili paparazzi) intenti a fumarci una sigaretta, tutti attorno a un tavolino. C’è anche Brian sarebbe il momento perfetto…
Parte il mio piano “che bello essere tutti qui… non trovi Gee? È il momento ideale per parlare un po’ di noi, e magari dire qualcosa che gli altri non sanno, condividere segreti o cazzate simili”
Tutti mi guardano con una espressione confusa, perché non hanno capitolo, ma Gee è terrorizzato, perché lui sa quello che sto per fare…
Lo sa…
Ma sfiga vuole che inizia a piovere e siamo costretti a andare in camera.
Lo vedo sospirare sollevato… ma non è finita, mi vendicherò dopo.

Non ho aspettato molto per la vendetta.
Stanno bussando alla bussola della porta-finestra e vedo Gerard completamente bagnato, a quanto pare il genio ha scavalcato il balcone per venire da me…
Ma non sarebbe più facile dirlo a tutti e prendere la porta?
Mah, chi lo capisce è bravo…
“cosa vuoi?” dico mettendo fuori solo la testa senza farlo entrare.
“mi fai entrare?” mi chiede ovvio.
“No”
“come no?”
“no” replico io “niente rivelazioni? Niente sesso e niente tetto sulla testa. Ci vediamo domani Gerardino” dico chiudendo la porta e lasciandolo li a sbollire.
Chi cederà per primo? Sicuramente non io.
Erano giorni che Gee si comportava in modo strano come me.
Mi evitava, a dirla tutta.
E io ci stavo male, male da morire…
Tutte le volte che gli rivolgevo la parola lui o mi guardava e non mi rispondeva, oppure mi rispondeva scocciato, fissando per terra.
Avevo paura di averlo ferito in qualche modo, non ci dormivo la notte.
Alla fine, decisi di darci un taglio, mi meritavo di sapere che cosa aveva contro di me!
“Gee?” lo chiamai entrando nella sua stanza di albergo senza nemmeno bussare. Lui era li, sdraiato sul letto a pancia in su e stava dormendo.
Lo guardai intenerito, era fottutamente carino mentre dormiva.
Feci per uscire ma lo sentì chiamarmi, nel sonno.
“Frank… mi dispiace…”
Mi misi a sedere sul letto guardandolo confuso. Gli dispiaceva? E di cosa?
Gli passai una mano sul viso, mentre lui apriva gli occhi “ben sveglia-“
“che cazzo ci fai in camera mia?!” urlò saltando giù dal letto.
Ok forse vederli li così lo aveva spaventato.
“scusa ero solo passato perché dovevo parlarti”
“io non ci voglio parlare con te!”
Ci rimasi davvero male, continuando a guardarlo a bocca aperta.
Aveva detto veramente che con me non ci voleva parlare?
Che gli avevo fatto per meritarmi tutto questo odio?
“Ma Gee…” sussurai con voce spezzata.
“vattene Frank non voglio vederti” disse dandomi le spalle ma io non mi mossi “allora ho detto che…” si voltò incazzato, ma appena vide le lacrime scorrere sul mio viso ci rimase così male da non finire la frase “Frank… perché piangi adesso?”
“Perché non capisco!” urlai tutta la mia frustrazione “Perché mi tratti così? Cosa cazzo ti ho fatto di così terribile? Dimmelo tu perché io non ti capisco Gerard!”
lo vidi abbassare gli occhi “Non posso dirtelo Frank, davvero non posso…”
“n-non puoi giocare c-così con me, Gerard” dissi mentre i singhiozzi mi scuotevano “e s-se non hai intenzione d-di dirmelo, allora me ne vado, lascio la band!” e detto questo mi alzai determinato ad andarmene.
“ti amo” mi fermai sulla porta voltandomi verso di lui.
“c-cosa hai detto?”
Lo vidi alzarsi da letto, serio, e camminare verso di me “Hai capito bene, testone” disse abbozzando un sorrisetto “ti amo, ecco perché non riesco più a guardarti in faccia: mi sono innamorato di te, Frank Iero…”
Rimasi imbambolato sulla porta.
“non mi guardare così” aggiunse grattandosi il capo “sono anni che andiamo avanti con questa storia e lo sai anche tu che non è solo sesso, quello che c’è fra noi… lo sai bene… è dai tempi di Bullet che facciamo un tira e molla continuo, ma adesso te lo sparo diritto in faccia: io-ti-amo!”
E detto questo mi afferrò per le spalle baciandomi appassionatamente.
È vero, erano anni che facevamo i furbi, chiudendoci in rispostigli, facendolo la notte con Ray che dormiva nella stanza affianco (o peggio Mikey) e adesso mi diceva queste parole…
Li per li non dissi nulla, limitandomi a spogliarlo e a farmi spogliare.
Forse è stato quando siamo arrivati al culmine, o forse l’ho sempre saputo, ma so solo che mentre lo guardavo stendersi delicatamente su di me, ancora affannato, capii che lo amavo anche io.
E che forse lo avrei amato per sempre…



È stato lui a dirmi che mi amava, allora perché adesso fa di tutto per nasconderlo?
Davvero non lo so.
Fuori piove forte e il vento urla.
Mi pento di avere cacciato Gerard…
No! Devo essere freddo e deciso… ma è difficile… ma devo farlo!
E adesso posso solo provare a dormire…
Just sleep…
Bussano alla porta.
“ma chi cazzo è?” domando assonnato.
Apro la porta e… una secchio di acqua fredda mi prende in pieno, stordendomi appena.
Gerard mi guarda con un sorrisetto sulle labbra “sorry Honey, ma lo sai come sono vendicativo!”
Si, ma lo sono di più io…




HELLO GENTE! Speriamo che questa storia sia di vostro gradimento!
Noi ci siamo divertite un sacco a scriverla!
Aspettiamo commenti!!
Grazie in anticipo dai nostri cuoricini chimici!
Baci!<3

ChemicalLady & ElfoMikey<3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1. First day ***


Avvertenze: i My chemical romance non sono di nostra proprietà(magari..) e questa storia non è scritta per scopi di lucro ma per assoluto divertimento.


Frank: Chemical Lady
Gerard:ElfoMikey




Frank p.o.v.


Starnuto.
Accidenti mi sa che l’acqua fredda di stanotte sta facendo effetto…
Un altro starnuto.
“merda” dico prendendo fuori il fazzoletto e soffiandomi forte il naso.
Ahia!
Merda il piercing che male!!
“di nuovo merda…” dico portandomi una mano al naso.
La giornata è iniziata davvero male, e oggi abbiamo una intervista in tv e il concerto alle nove… poi bisogna contare il sound check…
Aiuto se sopravvivo oggi… Spero non mi venga la febbre…
Entro in sala per fare colazione e vedo Mikey, Ray e Bob già la.
Gerard? Strano, lui di solito si alza prima degli altri… probabilmente ha già finito e è tornato in camera per non vedermi… sarà ancora stizzito per il tiro mancino che gli ho tirato stanotte.
Lui non è abituato a perdere, il mio tesoro.
Bob sta dicendo qualcosa, e l’unica faccia che vedo bene è Ray, e sembra preoccupato.
“buon giorno” dico con voce basso tossendo due volte.
Evvai anche la tosse!!
Tutti mi guardano sconsolati.
“anche tu?” mi chiede Mikey.
“perché anche io?” domando riprendendo fuori il fazzoletto.
“Gerard ha la febbre abbastanza alta” dice Bob “non sappiamo se ce la farà a cantare stasera…”
Oh no…
“non sappiamo come sia potuto succedere” aggiunge Ray “così al improvviso…”
Io lo so invece, l’ho lasciato sotto alla pioggia, e penso ci sia rimasto un po’ di più dopo, aspettando che io cambiassi idea.
Morale della favola: è colpa mia.
“che hai Frankie?” mi chiede Mikey per poi portarmi una mano alla fronte “sei calduccio anche tu però..”
“perché sono vivo magari?” domando ovvio. A me non deve venire la febbre per nessun motivo.
Facciamo colazione parlando fra di noi, o almeno loro parlano. Io me ne sto zitto, con il mal di testa che cresce, una tosse che mi impedisce di respirare come una persona normale e litri di muco colante.
“tu non stai per niente bene” mi dice Bob “dai ti accompagno in camera”
“ce la faccio da solo” dico alzandomi “mi faccio una dormitina, mi svegliate un quarto d’ora prima di andare?”
“ci penso io” mi dice Mikey “tanto Gerard mi ha detto le stesse cose…”
Mi alzo barcollando “sei sicuro di non volere una mano?”
“n-no” ci vedo male, come se tutto fosse appannato, ma intanto io non ho la febbre!
Mi avvio verso le scale, sto praticamente andando alla ceca…
La testa adesso mi sembra leggera, e se prima vedevo appannato adesso vedo doppio.
No, io non devo cedere.
Perché non mi muovo?
Sono caduto in ginocchio sulla scala per forza che non mi muovo!
Ammettiamolo, sto da cani.
A parte tossire come un demente non posso nemmeno chiamare qualcuno così mi lascio andare.


“Lo sai che sei un testone? Quante volte ti ho detto di non salire sulla batteria?”
Odio quando Gerard mi tratta da bambino.
Solo che stavolta, oggettivamente, l’ho fatta grossa.
Mentre suonavamo sono salito sulla batteria e l’ho smontata.
Letteralmente.
Non so come Bob abbia fatto a finire la serata.
E ora tutti mi guardano incazzati, e io aspetto il linciaggio.
Invece non succede niente, apparte il fatto che andiamo direttamente in albergo senza festeggiare la serata.
E che tutti si sono coalizzati per non parlarmi.
Ma perché poi?
Noi facciamo rock, e scazzare le canzoni e fare stronzate è molto rock!!
Quando la macchina si ferma sono il primo a scendere, mi hanno fatto incazzare di brutto.
Mikey è il solo però a subirlo fisicamente, perché lo spingo da parte per passare.
Ma guarda te…
Entro in camera sbattendo la porta, e poi mi ci appoggio.
Sospiro.
Ho reagito male, lo so, ma quando mi salgono i dieci minuti io non so che fare…
Mi dispiace soprattutto per Mikes spero di non avergli fatto male.
Ecco lo vedete? Io non so essere cattivo.
Sento bussare, e poi la voce di Gee “Frank, aprimi subito”
“no” rispondo prontamente “non mi puoi costringere”
“ho detto aprimi!”
“No! Vattene a letto…”
“cazzo Frank abbatto la porta se non ti muovi ad aprire!!”
Tanto è inutile, non cederà mai…
Apro e in tre secondi me lo trovo appiccicato sulla faccia, con due metri di lingua che scendono nella mia trachea e le sue mani tentacolose che mi afferrano per le chiappe.
Anche io sono contento di vederti, Gee.
“non sai che voglia ho di te…” mi sussurra roco al orecchio mentre mi spinge verso il letto.
Ok… neuroni miei vi lascio la giornata libera!
Quando poi sento la sua mano entrare prima nei jeans e poi nei boxer so che è la fine…
“ah.. Ger-rard…” non mi da tregua, lui e le sue manine svelte mi stanno facendo morire…
Mi fa stendere sul letto, togliendomi i jeans e la maglietta e buttandoli chissà dove, poi con la bocca inizia a baciarmi il collo, scendendo sul petto fin nel basso ventre…
Una frazione di secondo e anche i boxer se ne vanno mentre sento la sua lingua andare oltre…
Ormai l’aria è segnata dai miei gemiti e dai miei sospiri, mentre Gerard continua la sua opera…
Alla fine quando sto per raggiungere la mia personale vetta si stacca, risalendo per baciarmi di nuovo le labbra.
“ma che cazzo fai?” chiedo un po’ scazzato, non mi piacciono le cose lasciate a metà.
“e no caro, non ti puoi mica divertire solo tu…” dice lavandosi la cravatta e la camicia.

Alla fine si stende vicino a me, ancora ansante.
La domanda mi nasce spontanea, mentre lui si avvinghia al mio corpo “Gee?”
Lui mugugna qualcosa per risposta.
“che ti è preso? Non è un rimprovero anzi… solo che vorrei capitasse più spesso…”
Lui si mette a ridere, alzando la testa per guardarmi meglio “sei dannatamente eccitante quando ti incazzi, Iero..”




Gerard POV


“Ectùùùù!!!” sarà l’ottavo starnuto in meno di un minuto. Io lo ammazzo quel nano.
Lo faccio nero.
Lo tiro per quel piercing che ha al naso e lo trascino per tutta New York.
Come ha potuto lasciarmi in bianco?!
E sotto la pioggia?
E io che sono andato da lui con le migliori intenzioni!
E per di più ora ho la febbre, un raffreddore da panico e due tonsille grosse come testicoli di toro!(non che sia un gran paragone…)
Ma gliel’ho fatta pagare cara a quel nano bastardo.
Nessuno fa un torto a Gerard Arthur Way!
Nessuno!
E il motivo di tutto ciò è esclusivamente la sua voglia di farci scoprire o peggio di dire ogni cosa, ma io me lo sono promesso.
Gli leverò questa assurda idea dalla testa.
Il suo pensiero però, mi fa sempre sorridere.
Mi fa sempre stare bene, anche se mi ha fatto arrabbiare.
Ma chissà lui come sta?
Immagino dopo la secchiata che non stia tanto bene.
Ecco, ora ho i sensi di colpa.
Si lo so, ditelo pure tanto è vero! Su, tutti in coro: “Gerard Way è un cretino bastardo!”
Eccome se lo so.
Sbuffò per la centesima volta, buttando sul pavimento il centesimo fazzoletto pieno di orrido muco.
Tanto non pulisco io.
Mi alzo dal letto e avvolgendomi in una coperta di lana esco dalla stanza, questa volta dalla porta!
Busso alla camera di fianco alla mia, la camera di Frank. Attendo due minuti buoni , prima che dal buio della camera esce una figura incappucciata.
“chi rompe?” lo guardo a modo.
Cazzo, è messo veramente male.
Si è avvolto due coperte intorno al corpo, coprendo anche i suoi morbidi capelli. Mi scruta, poi con un grugnito mi dice di entrare.
La stanza è totalmente al buio. Vedo Frank cercare a tentoni il letto, per poi buttarvi sopra.
“Frankie?” chiedo tributante, sedendomi accanto a lui.
“sei arrabbiato amore?” chiedo accarezzandolo sopra lo strato di coperte.
In risposta ricevo un altro grugnito. Lentamente lo faccio girare verso di me e gli poso le labbra sulla fronte.
Cavolo se scotta!
“amore ma tu sei bollente! Aspetta, ti vado a prendere un asciugamano bagnato…” dico, seriamente preoccupato, mentre dentro la mia testa maledico il mio criceto mongoloide per aver partorito un’idea così assurda, ieri.
Frank mi trattiene per un braccio.
“tu…come stai?” tossisce. Lo so che è ancora arrabbiato, ma amo il suo modo di preoccuparsi per me.
“non ti preoccupare… non ho la febbre alta, tu invece si.” Mi levo la pesante coperta e la poso su Frank che nonostante tutto trema.
Idiota, idiota, idiota, idiota, idiota. Semplicemente IDIOTA.
Ecco cosa sono.
O forse una merda bastarda che striscia?
Si, preferisco l’ultima.
Bagno degli asciugamani con dell’acqua fredda e li poso sulla fronte di Frankie che sollevato mi ringrazia con un sorriso. Dal frigo bar tiro fuori lo scodello del ghiaccio e appena la benda si fa calda, la imbevo nell’acqua gelida.
Passate alcune ore mi sistemo al fianco di Frank, che dorme e lo abbraccio, cercando calore.


“Gee?” no, lasciatemi dormire.
Ammazzate questa mosca fastidiosa che mi sta parlando nell’orecchio…un attimo! Le mosche non parlano!
Bravo Gee, davvero se non ci arrivavi da solo...forse neanche Albus Silente ci sarebbe arrivato e lui sa tutto eh!
Allungo un braccio alla mia destra colpendo qualcosa, o meglio qualcuno.
“ma porca…” Frank? E che caspita ci fa lui qui? Ah, si…che stupido!
“che c’è che c’è?” dico esasperato.
“c’è bello mio, che non t ricordi un cazzo di quello che è successo ieri sera.” Inarco un sopraciglio.
“hai bevuto come un deficiente e mi hai violentato! Per fortuna che ho acconsentito!” risponde, mettendosi a sedere e coprendo il suo corpo nudo, quel corpo così bello.
“hai acconsentito a farti violentare?” Frank annuisce, con quel sorriso da bimbo furbo, che mi fa completamente impazzire.
“certo!”
Allungo un braccio verso di lui e con le dita gli sfioro la guancia fresca.
Frank sgrana gli occhi, sorpreso e a dirla tutta lo sono anche io.
Non è mai capitato che tra me e lui ci fosse certi tipi di effusioni quando siamo soli.
E non so perché, ma il mio istinto mi ha detto di fare questo gesto, forse assurdo.
Frank mi regala un sorriso, un sorriso stupendo, un sorriso che non ricordo di avergli mai visto. Ricambio e ho paura di questo. Ho una tremenda paura delle conseguenza che questo sorriso mi ha procurato.
Dimenticando il mio mal di testa mi sporgo verso di lui, baciandolo con dolcezza mista a malizia.
Mi sorride ancora, poi mi abbraccia facendo aderire i nostri corpi nudi e procurandomi un brivido caldo lungo la colonna vertebrale. So per certo che il mio cuore sta battendo più forte.
Sospiro rilassato, mentre Frank posa la testa sul mio petto e si lascia accarezzare i capelli morbidi.
Dio come sono morbidi i suoi capelli… non l’avevo mai notato.
Ci perdiamo nel silenzi, finchè Frank non parla…
“cosa ci succede Gee?”chiede io, non so che rispondere.
“non parlare..” e così restiamo in questo beato silenzio.



Frank si è addormentato da un po’ e il suo respiro affannoso è stato sostituito dal una respirazione lenta e regolare che mi rilassa.
Forse non ho mai dimostrato quanto amo quest’uomo.
Forse è ora di…
No!
Se provo solo a pensarci, l’immagine di mio fratello che mi fa Harakiri mi invade la testa e mi fa rabbrividire.
Oh dio mio!!
Scuoto la testa.
Sento Frankie muoversi e aprire i suoi grandi occhi.
Quei occhi che fanno concorrenza a Bambi, o Titty o qualsiasi animale con occhi da far sciogliere il cuore.
Tossicchia un po’ prima di sorridermi.
“ciao…” gli sorrido e non so che altro fare, se non sentire il mio cuore che batte e batte per lui e sembra che non vuole finire mai.
“Gee?”
“si?” catturato dal momento formatosi, gli accarezzo la guancia.
“facciamo sesso?”
Datemi un telefono e un numero di uno bravo, specializzato nei casi come i miei.
“ma tu stai male! E poi non dovevo rimanere in bianco fino a data da destinarsi??” sono indignato, ma infondo, compiaciuto.
“appunto perché sto male. Devi accontentare ogni mio capriccio.” Annuisce alle sue stesse parole, toccandomi il petto.
“beh, se proprio devo…” ridacchio, prima di sovrastarlo.
Sinceramente?
Amo Frank ammalato!



Frank pov


Aiuto, sto per morire di mal di testa…
Mi sento bollente, forse sto per morire…
Lentamente però mi ricordo della causa di tanto calore…


“Gee?” lui mi guarda con i suoi bellissimi occhi verdi, leggermente resi lucidi dalla febbre.
“si?” mi chiede dolcemente accarezzandomi la guancia, quando fa così…
“facciamo sesso?” gli chiedo con voce languida.
La sua espressione facciale cambia radicalmente e mi guarda a occhi sgranati “ma tu stai male! E poi non dovevo rimanere in bianco fino a data da destinarsi??”
Al momento nemmeno mi ricordo il motivo di una cosa così cretina.
Mandarlo in bianco? Devo essere pazzo…
“appunto perché sto male. Devi accontentare ogni mio capriccio.” Annuisco vistosamente mentre gli accarezzo piano il petto con una mano tatuata.
Ridacchia alla mia affermazione “beh, se proprio devo…” mi dice sovrastandomi e iniziando a baciarmi sulle labbra. Poi si ferma “Frank, non vorrei abusare di te in questo stato però…”
“anche tu hai la febbre, no?” domando ovvio trattenendo un colpo di tosse.
Non mi sembra molto sexy tossigli il mio catarro in faccia adesso “se lo dici tu, Frankie…”
“adesso smettila di farti delle seghe mentali e fottimi come si deve…” dico annullando la distanza che ci separa, mentre gli accarezzo la schiena sotto il pigiama.
Lui intanto sta slacciando il cordone dei pantaloni della tuta che uso per dormire…



Non ci posso credere! Cazzo!
Dovevo lasciarlo in bianco e invece… ho ceduto alla lussuria della carne!
Ormai non mi prenderà più seriamente…
Mi metto a sedere coprendomi il viso con le mani, poi copro le mie vergogne con un lenzuolo.
“sono un uomo di merda…” sussurrò a me stesso.
“non è mai troppo tardi per accorgersene” la voce di Gerard mi fa voltare verso di lui.
Tiene gli occhi chiusi ma è ovvio che è sveglio, con quel sorrisetto compiaciuto sulla faccia.
Ha vinto, di nuovo.
“sei soddisfatto?” domando freddamente mentre cerco per terra i miei boxer.
Mi fa un male cane la testa.
“in che senso?”
“Nel senso che come al solito hai ottenuto quello che volevi…”
“guarda che sei stato tu a chiedermelo…”
“e immagino che non ti sia dispiaciuto…”
Lo sento tirarmi per un braccio “dai smettila di fare il rompipalle e sdraiati qui con me… ho tanta voglia di coccolarti!”
Fortunatamente, o per sfiga, bussano alla porta e infilandomi la tuta velocemente corro ad aprire.
È Bob “come stai Frankie?”
“meglio…”
“senti, Gerard è qui con te?”
Ecco, questo è il mio momento.
So che è nudo fra le mie coperte e adesso o mai più posso dimostrare a qualcuno che io e Gerard abbiamo una relazione.
“si” dico svelto, ma lentamente la mia coscienza si fa sentire… “lui è…” so che probabilmente non sta nemmeno respirando, totalmente terrorizzato… “Lui è…” perché non me la sento? Perché ho paura di fargli del male? Sospiro rassegnato “si è addormentato poco fa, era molto preoccupato per me… lo sveglio io e ci vediamo giù”
“Ok” mi dice Bon semplicemente “allora a dopo”
Richiudo la porta tagliando l’unica fonte di luce e ritorno al letto, gattonando fino a dove c’è Gerard.
Appena mi avvicino mi avvolge in un abbraccio stile anaconda “Frank, sei fantastico! Non hai detto a Bob la verità!”
“so che l’ho già detto e lo ripeto: sono un uomo di merda!”

“Frank ce la fai?” mi chiede preoccupato Mikey.
Stiamo per salire sul palco e le prospettive non sono delle più rosee.
La febbre mi sta salendo, me lo sento cazzo….
“si… ce la faccio, dont worry Mikes…”
Tutti mi guardano preoccupati, soprattutto Gerard che ha preso a mordersi le unghie “forse devo chiedere a Cortez di sostituirti per stasera…”
“No!! Gee davvero ce la faccio ok?”
Lui mi guarda perplesso poi fa segno agli altri di uscire e lasciarci soli dietro nello spogliatoio.
Appena Mikey si è chiuso la porta alle spalle Gerard si avvicina a me “Amore mio… non sei costretto a suonare, stai male…”
“no davvero, ce la faccio…”
Lui mi appoggia una mano fredda sulla fronte e io sospiro estasiato per questo contatto, sono felice che almeno lui stia bene…
“scotti da morire…” mi dice preoccupato “più di oggi… non posso lasciarti suonare in queste condizioni…”
“ce la faccio” dico cercando di suonare convincente “te lo giuro”
“ok” dice alla fine rassegnato “Ma giura che appena ti senti un po’ più debole, ti fermi e esci con non chalance…”
“promesso…”

Stiamo suonando da venti minuti, e la stanchezza sta diventando insopportabile.
Mi tremano le ginocchia, la testa mi gira…
La mia chitarra rallenta, non riesco a stare al passo con gli altri e Ray è il primo ad accorgersene…
Sento le forze mancarmi…
Gli occhi non stanno aperti…
Le dita mi formicolano e la mia chitarra tace definitivamente.
Le ginocchia cedono, cedo a carponi in avanti.
Mikey è il primo che mi raggiunge toccandomi la schiena.
La musica si blocca di colpo.
Gerard si volta verso di me e lasciando cadere il microfono a terra mi corre incontro inginocchiandosi di fronte a questo morto che cammina chiamato Frank Anthony Iero.
Sento Ray che mi toglie la chitarra.
Gerard mi fa stendere con la testa sulle sue ginocchia, continuando a chiamarmi con il viso spaventato “Frank! Frank! Cazzo Frank! Non fare scherzi!” mi tiene la mano, forte, mentre vedo la vista annebbiarsi, una sua lacrima mi cade sul viso.
È solo febbre Gee.
Solo febbre.
Ma ti stai spaventando a morte.
I paramedici ti costringono a staccarti da me.
Teste di cazzo, tu sei la mia sola medicina.
Mentre mi caricano sulla barella perdo del tutto il contatto con la realtà, chiudendo gli occhi…
Sono stanco…
Fottutamente stanco…
Li riapro per un attimo e vedo Gerard con una mano sulla bocca che mi guarda mentre mi allontano.
Non piangere amore mio, starò alla grande domani…
Forse…
Bob gli da una pacca sulla spalla mentre Ray si tiene una mano fra i capelli.
Mikey è seduto vicino alla batteria, lo vedo appena, ha il viso fra le mani…
Scusate davvero ragazzi….
Non volevo farvi preoccupare…
Tento di tenere gli occhi aperti mentre allungo un braccio in direzione di Gerard.
La mia mano trama per lo sforzo.
Perché non vieni qui a tenermi la mano?
Ho paura senza di te…
Gerard, ho bisogno di te…
“Gee…” cerco di chiamarti, di urlare il tuo nome ma dalle mie labbra esce solo un pallido sussurro.
Ti vedo muoverti e allungare a tua volta il braccio, ma siamo troppo lontani, e io sono già sull’ambulanza….
“Frank!” urli il mio nome mordendoti il labbro.
Avanti, Gee, urla che mi ami.
Urlalo davanti a tutti.
So che vuoi dirlo, e io ho tanto bisogno di sentirlo…
Ma non lo fai, non ne hai le palle.
Chiudono le porte, impedendomi di vederti.
Non mi resta altro che abbandonarmi al sonno…
Non abbandonarmi Gee..


Gerard POV


Osservo l’ambulanza che se ne va, lasciandomi solo, con il cuore che fatica a battere, con la paura che quella semplice influenza possa portarti via da me.
E vorrei gridare che ti amo e che sono con te.
Ma non ci riesco.
Sono fottutamente senza palle.
Codardo.
Si sono un codardo che non sa cosa vuole.
Ti amo, Frank.
Ecco l’ho detto, ma a chi?
A tutti?
No, solo a me stesso e a te.
“vieni andiamo in ospedale.” La voce di Ray mi riporta alla realtà, a quel palco oramai vuoto, ai miei compagni preoccupati.
A passo lento ci dirigiamo verso la macchina di Brian.
Sto arrivando amore.
tranquillo, tra poco sarò li con te.
Scendo dall’auto senza neanche aspettare che si fermi del tutto.
Corro e corro, accetto informazioni da una infermiera e mi ritrovo davanti alla tua stanza, dove un dottore e qualche infermiera si affaccenda su di te.
Cerco di entrare, ma una delle infermiera mi blocca.
“mi dispiace signore, ma non può entrare ora.” Dice.
“sa dove se le può ficcare le sue scuse?!” urlo, infastidito.
“io voglio vedere Frank e lo voglio vedere adesso!” le urlo addosso, ma lei rimane calma, sarà così abituata a insulti e minacce che le mie non le faranno ne caldo ne freddo.
“su, lo so come si sente per il suo amico, ma aspetti qui buono, buono e soprattutto non rompa i coglioni al dottore che sta cercando di capire che cos’ha il ragazzo!” mi minaccia e lo fa con voce dolce e con un sorriso tenero ed è per questo che mi spavento di più.
“okay…” indietreggio fino a buttarmi su una scomoda sedia del corridoio.
Tempo poco e i ragazzi mi raggiungo, sopraffattomi di domande.
Almeno finchè i miei nervi riesco a reggere.
“HO DETTO CHE NON SO UN CAZZO DI NULLA!” i ragazzi rimangono zitti e mikey mi osserva, con quello sguardo indagatori di chi dice di saperla lunga.
E se… avesse capito ogni cosa?
Cosa vado a pensare ora?
Sono pessimo ed egoista.
Passa una mezz’ora buona, finchè il dottore affiancato dalle infermiere non ci raggiunge.
“siete qui per il ragazzo?” un uomo paffuto, con la pelata lucida di sudore, ci guarda al di sopra degli occhiali a mezzaluna. Annuiamo.
“beh, il ragazzo si è preso un principio di polmonite, fortunatamente non grave. La febbre era molto alta e superava di gran lunga i trentanove, ma ora con l’antibiotico è calata. Lo terremmo in osservazione per qualche giorno almeno finchè la febbre non è stazionaria e normale.” Ci spiega professionalmente, asciugandosi la pelata con un fazzoletto e no posso fare a meno di inorridire.
Quel uomo fa paura.
“ma, possiamo vederlo?” chiedo alzandomi. Il dottore annuisce e se ne va.
Entriamo in stanza in un silenzio religioso che non ci appartiene.
Frank è steso sul letto vicino alla finestra, accanto a lui altri letti con pazienti diversi.
È bianco come un cadavere e ha i suoi stupendi occhi chiusi. Respira affannato, ma sento che sta meglio di prima.
Mi avvicino a te e ti accarezzo i capelli umidi con la mano.
Mi osservi e vedo un sorriso spuntare sulle tue labbra screpolate. E solo Dio sa quanto ho voglia di baciarle.

“sono ancora vivo eh!” esclama guardandomi. Io rido.
“già, il mio nano malefico non riesce proprio a tirare le cuoia!”esclamo sarcastico.
“io non capisco come mai la febbre ti è salita così! Avevi preso l’antibiotico!” dice Mikey, grattandosi la testa.
“ehm…io….cioè…io….” farfuglia, poi mi guarda di sottecchi.
Cosa gli dobbiamo dire? Che eri troppo occupato a farti fottere dal sottoscritto per pensare a una cura per la febbre?!
A quanto pare per te si.
Ma non accontenterò questo tuo capriccio, non ora.
“su ragazzi è meglio lasciare riposare il paziente.!”dico, calcando sulle parole. Lui incrocia le braccia al petto, deluso.
Scusa amore mio, scusami.
I ragazzi ti salutano, chi con un bacio sulla fronte, chi con una leggera pacca sulle spalle.
Finché rimaniamo io e lui, o meglio, io lui e i quattro vecchietti che ci fissano, indagatori.
Gli prendo una mano fra le mie e gli baci il dorso.
Lui si lascia fare, con quell’adorabile musetto triste.
“mi sono tanto preoccupato per te…” sussurro. Lui si scansa e gira la testa dall’altra parte.
“allora perché non sei venuto con me?! Perché non mi hai tenuto la mano?!perchè non mi hai detto che mi ami?!” quasi urla e ogni parola è dolore.
“perché sei così fottutamente orgoglioso Way?” mi guarda e una lacrima sfugge al suo controllo.
Restiamo in silenzio, mentre lo sguardo di quei tre vecchietti si è fatto più insistente e li odio.
“Frank io…” ma mi blocca, alzando una mano.
“lascia stare…” sussurra, voltando ancora le testa.
“no, Frank. Non lascio stare, ho sbagliato lo so…” senza farmi finire la frase, si mette sotto le coperte, voltandomi completamente le spalle. Sospiro. Faccio per andarmene.
“Mikey ha dimenticato il suo cellulare sul comodino.” Mi fermo e prendo fra le mani il telefono di mio fratello.
Senza dire una parola esco, trovandomi faccia a faccia con Mikey.
“ho dimenticato il tel…” guarda le mie mani.
“oh, il mio adorato telefono!” esclama, prendendolo fra le mani, come se fosse la cosa più preziosa del mondo. Lo accarezza con la guancia.
“certo che se non senti tua moglie al telefono per più di venti minuti diventi veramente inquietante!” dico scuotendo la testa. Mi guadagno una occhiata in stile “fatti i cazzi tuoi.”
“andiamo Gee?” chiede. Io nego con il capo.
“resto qua. Penso che Frank abbia bisogno di una badante.” La butto li così, senza averci pensato molto.
Devo per forza farmi perdonare.
Voglio vedere ancora il suo sorriso, quello che riserva solo per me.
Mikey annuisce, con lo sguardo indagatore.
“okay Fratello.” Mi saluta con una pacca sulle spalle e si volta camminando verso l’uscita.
Mi passo una mano fra i capelli poi a passo lento mi dirigo verso la prima macchinetta per il caffè.
Sarà una notte lunga, molto lunga.

Entro nella stanza di Frank e dei vecchi, dopo un’ora buona e dopo il ventesimo caffè.
Il mio ragazzo è nella stessa posizione in cui l’ho lasciato, sento il suo respiro regolare. Gli accarezzo la schiena e con un mugugno si girà verso di me. Gli poso la mano sulla fronte, la febbre gli si è abbassata e un sospiro di sollievo si impadronisce di me. Mi siedo sulla poltrona, che un infermiere mi ha portato, dove passerò la notte.
Lo guardo e non smetterei mai di farlo.


“cosa’hai da fissare Way?” Frank si gira verso di me, avvolgendomi le braccia intorno al collo.
Stiamo insieme.
Sul serio.
Non posso ancora crederci.
Sono riuscito a esternare ciò che provo.
Mi ha detto “ti amo” sta notte.
Dopo aver fatto l’amore.
Si, abbiamo fatto l’amore.
Non sesso.
Ed è stato bellissimo.
“nulla…” rispondo accarezzandogli il petto nudo.
Ride, abbracciandomi.
“gee?” alzò lo sguardo e incontro i suoi occhi nocciola, sono così languidi e sono solo per me.
“ti amo…” mi bacia, lasciandomi basito.
“anche io amore, non smetterò mai…”



“Frank?” aspetto che risponda.
E lo fa, dopo pochi secondi.
“cosa ci fai ancora qua?” chiede, senza guardarmi. Io gli accarezzo i capelli.
“sei ancora arrabbiato con me?” chiedo, sporgendomi verso di lui. Frank sospira.
“e se ti dico che con te non riesco ad arrabbiarmi per più di due minuti?” sorrido, contento.
“scusami amore… io ti amo…” sussurro. Frank si volta verso di me e mi accarezza la guancia prima di baciarmi.
“anche io…tanto!”
Vorrei non essere così codardo, almeno per una volta.





rieccoci quaaaaa!!!!!!!!!!!! Scusate il piccolo ritardo ma purtroppo ElfoMikey deve fare degli esami…(povera me…) comunque abbiamo notato che Frankito è moltoo tifato!!! Ma Gerardo è un osso duro!!!
speriamo che il capitolo vi sia piaciuto! Grazie a chi ha letto, grazie mille!<3
Ora passiamo ai ringraziamenti!



SimmiListing:ciao tesora!! Sono felice che questa storia ti piaccia!! Grazie per le belle parole! Speriamo che ti piaccia anche questo capitolo!! Dicci che ne pensi!! Un bacione da tutte e due!!

NENACHAN: (chemical lady=) ciao compagna di banco perduta!! Allora come va? Sono contenta che ti piaccia la storia, io e la Grè che uniamo le nostre potenzialità non possiamo far altro che creare un capolavoro!! A presto!! Bacioni e tante grazie da tutte e due!!grazieeeeeeeeeeeeeee(ElfoMikey che con un eco ti raggiunge)

EX_90: la secchiata di acqua finale è decisiva per questo nuovo capitolo e presto lo capirai!! grazie per il commento, un bacione da tutte e due!!

Link Park: Ciao!!! siamo contente che la storia ti piaccia!! abbiamo deciso di fare una cosa carina e divertente e non è finita!! tutti tifano per Frank, ma fidati che anche Gerard è un osso duro!! a presto un bacione!!

Mcr_girl: sugar!(ndElfoMikey)siamo contente che ti sia piaciuto e speriamo tanto, ma tanto che anche questo ti piacciaaaa!!!!!e comunque..non sono un mostriciattoloooooooooooooooo!!!nono!! (ndElfoMikey)un bacio appassionato da Grè che ti vuole tanto bene! E un bacio da Je!grazie siamo contentissime!

My Chemical Vavvy: grazie per i compliementi!! le nostre menti ti ringraziano!! speriamo di non deluderti con questa storia!! bacioni a pesto!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** "Because of Bert" ***



Chemical Lady: Frank POV
ElfoMikey: Gerard POV

Buona lettura!!!! =)




Frank pov.


Oggi mi dimettono, grazie a Dio.
Tre giorni a giocare a carte e a ascoltare racconti di guerra da un paio di veterani.
Tre notti in cui Gee ha dormito su una poltrona, bloccandosi il collo.
Tre giorni in cui i ragazzi hanno fatto avanti e in dietro a tutte le ore, impedendo a me e Gerard ogni tipo di effusione.
Però anche io sono restio a farmi coccolare, sono ancora incazzato con lui per via della sua ottusità, ma è risaputo che non so resistergli…
Uff, che vita ingrata…
Le labbra di Gerard si posano sulla mia fronte, mentre sento le sue mani accarezzarmi il braccio
“non sei contento di tornare sul bus?” mi chiede ironico.
“con l’odore dei piedi di Mikey e quello delle ascelle di Ray? Non vedo l’ora…” dico mentre mi allaccio le scarpe.
Mi piaceva però stare con il camice addosso…
Con solo il camice addosso sottolineo, e anche a Gerard piaceva…
Stranamente la sua mano finiva spesso sotto alle coperte… sotto il mio camice…
Almeno fino a che uno dei vecchietti non iniziava con un racconto di vita vissuta, allora Gerard si lasciava cadere depresso sulla poltrona.
“pronto amo… Frank?” non so perché si è interrotto, ma non ci vuole un genio a capirlo…
Mikey ci sta fissando in attesa “allora si va?” chiede raccogliendo lo zaino con dentro la mia roba.
“si certo…” gli dico alzandomi in piedi mentre Gee mi tira su il cappuccio.
“sei appena guarito, cerca di non ricascarci subito!” mi ammonisce severamente, ma non posso dirgli nulla di quello che pensavo, perché lo sguardo di Mikey è ancora su di noi.
Scambio un rapido sguardo con Gee.
Mi fa venire i brividi…
“Mikey devi dirci qualcosa?” chiede freddo Gerard, perforandolo con il suo sguardo.
Avvolte Gerard sa essere molto distaccato, anche con me se vuole…
E il solo guardarlo quando ti rivolge quegli sguardi fa male…


“che cazzo stavi facendo con quella tipa dietro al palco?” mi chiede guardandomi freddamente, tanto che mi viene la pelle d’oca.
“niente Gerard te lo giuro!”
Lui mi guarda come se gli facessi schifo “come se fossi nato ieri, aveva praticamente la mano nelle tue mutande!”
“è stata lei a farsi avanti! non so se ti è sfuggito ma io sono leggermente gay!” gli dico allargando le braccia.
Non mi piace essere accusato di cose che non farei mai, lui dovrebbe saperlo che non lo farei mai!
Mi volta le spalle cercando qualcosa in borsa.
“si certo… senti perché non te ne vai a fare un giretto? Ho voglia di disegnare e voglio rimanere solo…”
Ah si?
Mi dirigo a ampi passi verso la porta che da al piano superiore del nostro bus e la chiudo mettendoci davanti una sedia.
Gerard si volta “ma che cazzo fai?”
“La sedia rimane di fino a che non mi parli come se fossi il tuo ragazzo e non come se fossi il primo deficiente su cui sfogare le tue frustrazioni da menopausa!”
Mi guarda attonito ma non replica.
“allora come cazzo faccio a dimostrarti che non ci ho fatto niente con la tipa? Potresti chiederlo a lei!” dico gesticolando come un matto.
Lui si avvicina e appoggia le labbra sulle mie “le tue labbra hanno solo il tuo sapore
“e allora?”
“non c’è il rossetto, ne odore di cewingum” mi dice semplice “la tipa aveva il rossetto rosso e stava masticando un cewingum…”
Lo ribacio, sperando di zittirlo dalle sue elucubrazioni mentali, mentre gli sfilo la maglia.
Tanto vale approfittare della sedia no?
Le mie mani percorrono i suoi avambracci ma lui si ritrae improvvisamente.
Lo guardo sorpreso mentre tenta di rifilarsi la maglia…
In una frazione di secondo vedo qualcosa che non dovrebbe esserci…
“Gerard!” lui si ferma, così mi avvicino e gli tolgo la maglia dalle mani girando verso di me le sue braccia. Ci sono dei buchi, sulle vene all’altezza del gomito…
Buchi che non dovrebbero esserci…
“oh mio Dio…” alzo gli occhi sul suo viso, ma lui non mi guarda “Gerard… non dirmi che…”
“Mi faccio?” chiede sprezzante senza guardarmi “si è vero… ma tu non dovevi scoprirlo…”
Io sono un idiota.
Io faccio l’amore con lui quasi ogni sera, e non me ne sono accorto.
Io sono un idiota.
Lascio il suo braccio come se fosse incandescente “ma che cazzo combini?” gli urlo con rabbia spingendolo “tu hai una paura fottuta degli aghi e ti fai?” non mi controllo, sono furibondo.
Così si ammazza, così morirà…
Lui mi guarda sorpreso “Frank, è successo un paio di volte, non è la fine del mondo…”
“la fine del mondo? Un paio di volte?” replico senza riuscire a controllarmi “ma lo sai quando male ti fa quella merda dentro? Dove l’hai presa…” poi mi viene in mente una cosa…
mi siedo pesante sul letto, scostandomi un ciuffo di capelli dal viso.
Gerard non lo farebbe mai da solo, non che sia un deficiente ma è uno che se spinto fa delle cazzate.
E so che è stato….
Il mio sguardo ritorna sui suoi occhi “è con Bert vero che ti fai?” nessuna risposta e io lo prendo come un si
“adesso almeno so cosa fate chiusi su quel cazzo di bus dei pomeriggi…” dico amaro
“sai… quasi quasi preferivo che tu te lo scopassi!” ti urlo in faccia
“devi smettere adesso finche sei in tempo Gerard!! Non fare cazzate non gettare via la tua vita!! Perché non lo capisci?? Eh??!! Perché??!!”
“Frank…”
“e guardami in faccia quando ti parlo!”
Si gira verso di me, con una luce negli occhi strana “ok, vuoi davvero sapere perché mi faccio? Eh? Perché la mia vita fa così schifo che devo trovare un modo per migliorarla!”
La sua vita fa schifo?
“quindi stai dicendo che anche la nostra storia fa schifo…” dico a testa bassa.
“non ho detto questo…”
“era sottointeso…” mi alzo dirigendomi verso il piano di sotto “non c’è bisogno di aggiungere altro.
Corro giù, rischiando di urtare Mikey con il caffè bollente in mano “ma che avevate da urlare?” mi chiede Ray.
Io non lo ascolto nemmeno, esco di corsa.
Fuori non c’è un’anima…
Mi asciugo con una manica le lacrime che stanno scendendo dai miei occhi.
Non mi merito di piangere per Gerard.
Perché si sta ammazzando ammazzandomi di conseguenza.
Mi siedo per terra, al limite della strada respirando profondamente.
Rimango solo fino a che delle voci mi arrivano da dietro.
Bert McCracken con i suoi compari, Quinn e Jepha…
Lui è così ubriaco da cadere subito a terra.
Io sono sempre stato uno che beve, tanto, ma non sono uno schifo alcolizzato come Bert. Tossico per giunta.
Lo odio.
So che da oggi in poi lo odierò per sempre…



Che strano momento per perdermi nei ricordi…
Sono qui che guardo le prove della band e mi assalgono i ricordi.
Esatto: guardo.
Per la precisione guardo Matt Cortez che suona le mie parti!!
Gee è stato categorico: fermo per un paio di settimane, e niente se niente ma e niente scopate per riguadagnarmi il mio posto.
Forse mi tornano in mente queste immagini per un motivo: Bert è qui, con la sua band.
Non siamo in tour insieme, per carità, solo che per un caso del destino tre tappe coincidono: Dallas, Huston e San Diego.
Tre posti in cui è facile trovare da bere e altro…
No!
Frank non fare questi pensieri!
Me lo devo imporre!!
Gerard non cederà più! Me lo ha promesso!!
E poi guardalo adesso mentre canta, non mi cava gli occhi di dosso, mentre sto qui appoggiato con la schiena alle transenne.
Sembra un cretino quando mi fa ciao con la manina.
Un cretino così tenero…
Ma un po’ di ansia c’è…
I miei occhi si perdono sugli latri della band, Mikey passa lo sguardo da me a Gee.
Stasera gliene dico quattro!!
Deve smetterla di guardarci così mi fa paura!!
Tossico un paio di volte, poi la tosse si fa più insistente e mi devo piegare in due per riuscire a respirare.
Non sono del tutto guarito, ma credo che la sciarpa, il capello e la giacca imbottita siamo eccessivi per questa calda giornata primaverile…
Gerard ferma la musica e scende dal palco “stai male? Ti senti male? Vuoi che ti porti qualcosa? Che medicina devi prendere?”
E tante altre che non ascolto.
“No Gee sto da Dio… vado sul bus però, qui c’è corrente” dico mentre lui mi sistema la sciarpa sul naso.
Che esagerazione “Ok ti accompagno”
“guarda che ci so arrivare da me…”
“Insisto…”
Annuisco, mentre mi mette una mano sulla schiena e mi incita a avviarmi al bus “ragazzi lo accompagno!! Per oggi basta!”
Tutti annuisco mentre noi ci avviamo al bus.
Ecco, adesso ho caldo.
“Gee… ho caldo”
Lui mi guarda allarmato mettendomi una mano in fronte “ti sta tornando la febbre!!”
“ma no!!” gli dico io un po’ scocciato “è solo che nemmeno a natale ero così vestito!”
“ecco spiegata la tua salute di merda!”
Incrocio le braccia, mentre lui mi abbraccia per la vita.
Siamo soli adesso, non si vede nessuno nelle vicinanze.
Ho parlato troppo presto, qualcuno esce da un bus nero e Gee si stacca subito.
E chi mi trovo davanti?
Bert…
Oh Deus…



Gerard pov


Frank non sta ancora bene.
È debole e lo noto dal suo andamento traballante.
Nonostante sia coperto come un tacchino imbottito con il frac, ho comunque paura in una sua ricaduta.
Quindi, mi tocca lottare contro i miei istinti animali che reprimo da una settimana.
Okay,
alt.
Una settimana?!?
Ma cosa sono? Una suora di clausura?!?!?
Ho fame di carne io!
Beh, detta così sembra che io sia un assatanato, ma ditemi voi cosa ci posso fare?
Provate voi a stare con uno come Frank! Che anche quando è malato ha la capacità tutta sua di fare impazzire me e il mio fratellino ai piani bassi.
Io sono solo una povera vittima del suo fascino.
Anche ora, che siamo solo in questo tour bus mi viene voglia di lasciarmi andare allo sguardo di Frank che sembra chiedermi:
“giochiamo al dottore?”
Con un ghigno mi avvicino, con l’intenzione di curare il mio paziente speciale, ma mi blocco perché lui ha preso a guardare fuori dalla finestra del bus con insistenza e durezza.
Seguo il suo sguardo e incontro l’immagine trasandata di Bert.
Si, proprio lui, Bert McCracken.
Uno mio vecchio amico.
Con lui ho vissuto cose di cui mi pento, cose di cui mi vergogno solo a rievocarne il ricordo…



“ne sei sicuro Bert?” sudo freddo, la mia pelle pallida e appiccicosa mi reca un senso di fastidio.
“fidati Ger, voleremo!”
È sicuro di se e questa sicurezza mi aiuta.
Mi passa una siringa immacolata e un laccetto di gomma dura
Tremo.
“vuoi che faccia io?” sa della mia paura. Della mia fottuta paura per gli aghi.
Mi lega stretto il laccetto all’avambraccio, vicino alla vena.
Chiudo gli occhi, fremendo di paura.
Sento qualcosa di freddo toccarmi.
Ho paura, ma oramai non mi tirerò in dietro.
O forse…forse quello che sto facendo non è giusto, non è pulito.
“Bert, io…” non faccio in tempo a dire altro, lascio che il mio amico affondi l’ ago nella mia pelle, nelle mie vene.
Passa qualche secondo che mi sembra un’eternità, sto male.
Vedo Bert fare gli stessi movimenti che ha compiuto con me, mordendosi il labbro inferiore.
Non mi accorgo neanche che un rivolo di sangue mi cola dal piccolo foro procurato da quella maledetta siringa.
Ogni luce e forma comincia ad oscurarsi, finché figure confuse e spaventose non mi appaiono davanti.
È questo lo sballo che mi avevi promesso Bert?
Poggio la testa, presa da capogiri al divanetto consunto.
Poi, come una scarica elettrica lo sballo arriva




Mi stacco da Frank per osservare meglio il mio amico, che con un ghigno alza la mano in segno di saluto.
Era da un po’ che io e Bert non ci vedevamo, a parte qualche sporadica telefonata per parlare dei live insieme, come i vecchi tempi.
Continuo ad osservarlo, mentre Frank si allontana, con uno sbuffo infastidito, distolgo lo sguardo dai capelli biondo sporco di Bert e lo lascio cadere su Frankie, che con voracità si accanisce su una barretta di cioccolata.
Poi la sputa.
“ma che schifo!” si pulisce la lingua con le dita, facendo una faccia fra lo schifato e lo sconcertato.
Trattengo le risate, mordendomi il labbro inferiore, per ripassargli un bicchiere d’acqua.
“mai più comprare barrette fondenti per Mikey.” Mi dice puntandomi il dito contro.
“si, okay, ma amore si può sapere che ti prende?” mi azzardo a chiedere. Si volta di scatto verso di me, guardandomi con gli occhi ridotti a fessure.
“che mi prende? Che mi prende?” sbraita, rosso in faccia.
“tu…brutto essere senza senso!!! Come osi?!” si avvicina a me pericolosamente.
“COSA CI FA LUI QUI?” mi scuote per un braccio.
“ehm...forse ho dimenticato un piccolo particolare riguardo ai The Used…” sussurro. Mi stringe ancora più forte il braccio, mentre continua ad urlare.
“PICCOLO PARTICOLARE?! IO QUELLO NON LO VOGLIO VEDERE!” il suo respiro affannoso si sparge per la stanza.
“avevi promesso Gee. Avevi promesso che non l’avresti più fatto…” abbassa lo sguardo e comincia a singhiozzare.
Sono un brutto pezzo di merda, lo sapete vero?
Quante volte ancora dovrò ascoltarlo piangere per colpa mia?
Sono pessimo.
“Frank, io e bert non facciamo cose extra lavorative come un tempo. Te l’avevo promesso che non l’avrei mai più fatto.” Lui mi guarda, gli occhi marroni e grandi pieni di lacrime.
“da-davvero?” annuisco con le labbra fermo una lacrima che gli scende leggera sulla guancia.
“allora perché lui è qui?” chiede, mentre si appoggia a me.
“è stata un’idea di Brian. Scusa se non te l’ho detto honey.” Lui scuote le spalle, ora più calmo.
“ fa nulla…ora che so.” Gli sorrido, passandogli una mano fra i capelli scompigliati.
“che dici, nascondiamo il caffè a Mikey?” chiedo con un sorriso perfido.
“si, così impara a lasciare in giro quella orrenda cioccolata fondente.” Annuisce alle sue parole, poi si stacca da me, nascondendo ogni cosa che possa ricordare del caffè, mettendola nella cuccetta più alta, dove non dorme mai nessuno.
“siamo perfidi.” Dice Frank, mentre si stende nella sua cuccetta. Alzo un sopraciglio.
“come mai ti sei addolcito così tanto?” lui scrolla le spalle.
“sarà la febbre.” Conclude.
“ uhm…non penso proprio.”dico, ripensando alla sfuriata di poco prima. Frank mi tira il cuscino in faccia.
“stronzo…” mi bacia le labbra e le sue sono così calde e invitanti.
“non mi stancherò mai di te…” gli sussurro, preso da un attacco di dolcezza.
“cosa c’è Way? È un eccesso di zuccheri il tuo momentaneo romanticismo?” chiede sarcastico.
“idiota.” Rido sulle sue labbra.
“ti amo Gee.”



“Frank ci sono i tuoi genitori e Jamia di là!” inutile, Frank Iero continua il suo operato con i miei pantaloni.
“shht e scopami.” Dice, rude, con quella luce maliziosa che mi fa impazzire.
Ma non è comunque il momento adatto.
Siamo a una festa.
Precisamente una festa per celebrare l’uscita del secondo cd.
Ci sono tutti al di fuori di questo sgabuzzino, comunicante con il salotto.
si spinge contro di me, appassionato.
Mi lascio scappare un gemito acuto, che blocco con le mie stesse mani.
“sei un pervertito manipolatore.” Dico mentre i miei pantaloni vengono dimenticati su pavimento.
Lascia che una mano si intrufoli dentro i miei boxer.
Cazzo, questa è una pazzia.
“ti decidi?” chiede al mio orecchio per poi mordicchiarlo sensuale.
Ma si, al diavolo tutti.
Comincio ad armeggiare con i suoi jeans scuri, finché libero da ogni costrizione, si aggrappa alle mie spalle, mentre lo sollevo da terra e lo faccio mio.
Come sempre.
Tutte le volte sempre miglio delle altre.
Ansima leggero al mio orecchio parole sconnesse e dannatamente eccitanti.
“Gee, ti amo…” leggero come una farfalla,mi sussurra all’orecchio parole bellissime.
“ti amo anche io...” dico prima di abbandonarmi al piacere, non solo fisico, ma di avere lui con me, qui stretto fra le mie braccia.




Frank pov.


Ray mi ha preparato la cioccolata!
Wao mi sento onorato!!
Gerard si siede sul margine della cuccetta.
“Frank io devo uscire e…” si ferma mentre io appoggio la tazza ormai vuota e mi guarda con un sorriso dolce.
“Hai tutta la bocca sporca di cioccolato…”
“s-scusa…” dico vagamente imbarazzato.
Faccio sempre delle figure di merda allucinanti ma perché??
Faccio per pulirmi ma Gee mi blocca “faccio io…” dice avvicinando il suo viso al mio.
Sento la sua lingua tracciare il contorno delle mie labbra, potrei morire da un momento all’altro…
Oddio oddio oddio!!!
“Gerard… ti prego fermati o non risponderò delle mie azioni” mi blocca infilandomi la lingua in bocca.
Stiamo ancora limonando quando sentiamo dei passi pesanti per le scale.
Gerard, non c’è bisogno di dirlo, è il primo a staccarsi.
È Bob.
“Gee… Bert ti aspetta”
Calma… come Bert…?
“arrivo subito” risponde il mio ragazzo “io torno tra un paio di orette, vedi di non fare cazzate, sei ancora convalescente!”
Mi lascia la mano, abilmente nascosta fra le pieghe del lenzuolo, dopo averla stretta un po’ di più.
“rimango io con Frank” propone Bob scambiando un paio di parole con Gee “vado in bagno e torno!” conclude chiudendosi al cesso.
Bert?
Che ci deve fare il MIO ragazzo con quello la?
Lo guardo implorante, cercando di sembra un cucciolo affranto.
Non te ne andare ti prego, rimani qui con me…
“devo decidere un paio di cose per il concerto di stasera con Brian, Bert e il suo manager. Non preoccuparti torno subito” mi dice baciandomi le labbra in fretta.
“ci metterò così poco che ti sembrerà che non mi sono mai allontanato da te….” Poi si china verso il mio orecchio e in un sussurro appena percettibile mi dice
“ti amo cucciolo mio…”
E corre giù per le scale.
Io come un fesso rimango qui…
Non andare via Gee…
Rimani con me, lascia che sia Bry a fare tutto!!
Tu che centri??
Mi lascio cadere sul cuscino, triste.
Non ero più abituato a essere scaricato per Bert.
Ok detto così suona infelice ma in passato è capitato spesso che Gee mi lasciasse solo in bus per fare cazzate con Bert…
Bob esce dal bagno seguito dal rumore dello scarico e fischiettando si siede sul mio letto, dove prima c’era Gerard.
“che succede? Perché sei così mogio?”
“sarà la febbre…” mento io, girando lo sguardo verso l’interno della cuccetta.
Sto per piangere.
Mi odio, sono un sfottuto bambino…
Bob mi guarda preoccupato “forse è meglio se chiamiamo un dottore…. Sei pallido…”
Sorrido mentre una lacrima mi solca la guancia “no… sto bene è solo un po’ di febbre…”
“ma Frank…”
“no, davvero sto bene…”
“Posso almeno misurarti la febbre?”
Annuisco, se non gli do vinta almeno questa mi ammazza.
Prende il termometro mentre io sento salire la febbre.
Tutto questo stress non mi fa bene.
Sospiro mentre sento come un peso hai polmoni.
Respiro male…
Bob mi tiene una mano sul braccio mentre aspettiamo.
Due colpi di tosse escono dalle mie labbra come lamenti.
Cazzo… che brutta tosse… mi sembra che peggiori invece di migliorare…
Bob è preoccupato, e sinceramente lo sono anche io.
Sorrido cercando si rincuorarlo “non sto mica per morire…”
“hai una faccia che non promette niente di buono…” mi dice severo.
Prende il termometro.
Chissà cosa sta facendo Gee con quel figlio di….
Bob scatta in piedi facendomi sobbalzare “chiamo subito una ambulanza!”
Comecomecosa?
“Perché?”
“La tua febbre supera i quaranta Frank!! Stai per autobruciare!”
Sgrano gli occhi, addirittura?
Oh my god…
“il dottore lo aveva detto che dovevi andare subito al ospedale appena la febbre superava i trentanove!”
Tossisco più forte e sono costretto a mettermi a sedere se voglio respirare.
Ahi…
“No, io non mi muovo”
Non voglio tornare in ospedale, non voglio che Gee si preoccupi ancora…
Non voglio…
“allora chiamo subito Gerard!” dice scazzato il batterista “è l’unico che ti fa ragionare!”
Ma sta lavorando… non voglio disturbarlo.
Non deve preoccuparsi sto bene…
Allora grande…
Bob prende il cellulare e fa il numero, mentre io mi sento sempre più debole… così mi metto a dormire… o ci provo.
Sento solo Bob che mi tocca la spalla.
“ehy Frankie…” mi dice con un sorriso “Gee ti vuole parlare al telefono… ci parli? Ce la fai?”
Annuisco “posso rimanere solo però?”
Lui mi guarda perplesso ma poi esce dalla porta rispettoso.
“ciao Gee…” la mia voce è fiacca, sto malissimo…
Cazzo…
Non so dove sbattere la testa dal male che mi fa…
-Frank? Frank come stai? Bob mi ha detto che la febbre è salita! Corro subito da te amore!-
“non importa Gee…”
-si che importa invece! Chiama una ambulanza, devi andare subito in ospedale…-
“no… non voglio Gee… voglio rimanere qui con te…”
-non fare il bambino!-
Non urlare Gee… “no…” e chiudo in telefono, agganciandogli in faccia.
Spero non si preoccupi…
Ma so che lo è già…



Gerard pov


“se vedi una merda per terra tu che fai? La schivi no?” io annuisco alle parole di Bert.
“ecco, io ho fatto lo stesso con quella. Ti giuro Ger aveva tre quintali di trucco e tre quintali sono tanti.” Agita una bottiglia di birra mezza vuota che tiene fra le mani grandi.
Lui è sempre stato così.
Non ci sono modi per cambiarlo.
“ma almeno era messa bene?” chiedo eloquente, sorseggiando dalla mia bottiglia d’acqua.
“certo, se per messa bene intendi una seconda molle e scadente…” agita la testa schifato. Rido finchè il mio cellulare vibra nelle tasche dei jeans.
Sul display appare il nome di Bob.
“ehi! Grande gigante!!” esclamo.
-Gee, ti devo dire una cosa…- sussurra. Non è il solito Bob.
C’è qualcosa che non va.
-Frank non sta affatto bene, la febbre è salita e non so che fare.- Farfuglia preoccupato. Sento il cuore perdere un battito.
“ehm..ragazzi mi devo allontanare un attimo…” dico in direzione di Bert e Brian.
“perché?” chiede Bert, buttando la bottiglia di birra nel cestino di fianco a lui.
“ehm...mia zia ha avuto un problema ed è all’ospedale.” Vi prego, vi prego cascateci.
“okay, tranquillo ti aspettiamo.” Dice Brian.
Evvai!!!
“Bob, fammi parlare con Frankie.” Dico mentre veloce mi allontano dai due.
-te lo passo subito. Convincilo per favore.-
Sussurro un debole si, mentre sento parole sconnesse, finchè non sento la sua voce.
-ciao Gee…- la sua voce è debole e mi fa tremare di paura.
“Frank? Frank come stai? Bob mi ha detto che la febbre è salita! Corro subito da te amore!” quando passerà tutto questo? Non sopporto vederlo star male.
Anche se, con me non fa altro che stare peggio.
Perché ricordiamocelo io sono un coglione cacasotto.
-non importa Gee…- perché ha sempre paura di recare fastidio agli altri? Perché è così buono?
“si che importa invece! Chiama una ambulanza, devi andare subito in ospedale…” parole inutili. Non capirà mai.
-no… non voglio Gee… voglio rimanere qui con te…- sussurra. Mi passo una mano nei capelli.
“non fare il bambino…” ti prego amore non è il momento. Tu stai male e io non voglio.
Anche se tutto il dolore, tutto quel star male è solo colpa mia, perché sono un bambino, perché sono un egoista.
Lo so, ma allora perché, per quale motivo non riesco a mettere la parola fine a tutto questo?
-no…- dice Frank prima di chiudere la telefonata.
Poso il telefono e comincio a correre. Fino al nostro tour bus.
Fino a te Frank.

Arrivo dopo una decina di minuti, minuti interminabili e asfissianti.
Respiro affannoso. Dannate sigarette!
Entro come una furia scaraventando mio fratello che come un disperato cerca del caffè.
Poi lo trovo, è sdraiato nella sua cuccetta.
È così bello, così indifeso.
Bob appena mi vede esce dal reparto notte con un sorriso.
“amore mio…” sussurro. Tu ti sei addormentato. E sei così bello e indifeso.
Ti bacio la fronte bollente.
Altra stretta al cuore.
“Gerard… sei qui…” annuisco e gli accarezzo i capelli.
“ti prego andiamo all’ospedale.” Gli bacio le labbra che si tingono di un sorriso stanco e bellissimo.
“non chiamiamo l’ambulanza. Ti giuro che ti ci porto io in auto. Però amore ti scongiuro…” gli bacio le mani sudate.
Poi annuisce e un sorriso grato si fa spazio sul mio volto.
“Grazie…” gli sussurro, prima di prenderlo fra le mie braccia e trasportarlo fuori.



“Frank?” ti cerco, ma non riesco a trovarti. Sei disperso nei meandri di questa casa.
L’ho comprata da poco.
Pensando a te, a me , a noi.
E a un futuro.
Un giorno troverò il coraggio e ti chiederò di passare i giorni qui, in questa casa per invecchiare insieme.
“Gee!sono qui!!” urli dal piano superiore. Salgo le scale a due e ti raggiungo.
Appena entro nell’unica stanza della casa che non utilizzo, ti vedo sognante, mentre pensi ai tuoi sogni.
“perché questa non l’hai arredata?” chiedi, avvicinandoti a me e abbracciandomi il petto.
Scrollo le spalle.
“non lo so, penso che lo farò più avanti…” dico, ma non voglio rivelarti che questa stanza sarà la tua. Sarà quella stanza che potrai utilizzare per realizzare ciò che desideri.
Un grande studio per le tue chitarre.
Vorrei dirtelo, ma il coraggio manca e quando lo avrò amore ti giuro, tutto questo sarà tuo.
Realizzare i tuoi sogni, vuol dire realizzare i miei perché vederti quel sorriso è come toccare la felicità con le mani e quasi ’afferrarla, ma è un peccato non riuscire mai a prenderla, perché essa mi fugge, senza un perché.
“che c’è?” chiedi, dolce, solare bellissimo amore mio.
“nulla, sono felice…” mi baci e che altro potrei desiderare?



È passato poco più di un giorno da quando Frank è uscito dall’ospedale.
Oramai la febbre è calata e posso stare tranquillo.
Anche perché ho deciso di tenerlo a casa mia, sotto osservazione.
La cosa più brutta di tutto questo è che Frank Iero quando vuole è uno scassa palle.
Pensata che sia riuscito a mettermi comodo e rilassarmi in queste ventiquattro ore?
Beh, la risposta è no.
Tra un: Gee amore, mi prendi l’acqua? Oppure: amore devo andare a pisciare, mi accompagni?
non sono riuscito a fare nulla.
Ma ora che lo guardo, mentre è steso sul mio divano a guardarsi “bianca e Bernie.”, mi fa quasi pensare che è questo ciò che voglio.
Si, è proprio così.
Mi avvicino a lui, posando sul tappeto la bustina di caramelle gommose da lui richieste.
“ecco le caramelle.” Lui mi sorride baciandomi le labbra, per ringraziarmi, poi ritorna al film.
“Frankie… ehm..io volevo chiederti una cosa…” mi siedo accanto a lui, mentre prendo il telecomando del DVD e metto in pausa.
“ma Gee! È la parte migliore del film!!” sbuffa, contrariato.
“si lo so, ma volevo chiederti una cosa, che per me è molto importante.” Dico serio, mentre lo guardo negli occhi e lui capisce che non sto scherzando.
“dimmi.” Mi accarezza il dorso della mano, per incitarmi a parlare.
“vedi, noi stiamo insieme da tanto e io ti amo, quando sono venuto in questa casa ho sempre pensato di dividerla con qualcuno e…” mi guarda interrogativo.
“il punto Frankie è…vuoi venire a vivere qui, con me?”il mio sguardo languido penetra il tuo mentre ti sento pronunciare una parola, quella parola capace di sconvolgere il mio mondo, quella parole che mai avrei pensato di udire.
“no.”







Eccoci tornate con il secondo capitolo!!! Speriamo vi piaccia, noi come al solito ci siamo divertite parecchio!!! Qui le cose purtroppo si complicano ancora e dal prossimo arrivano le scintille…ehmmm
e ecco l'entrata in scena di Bert!!!!!!!!!! alè!!!!!!!!!


Un bacione a tutti coloro che hanno commentato:

My Chemical Vavy: Gee che salva sempre la situazione? Noi pensiamo che a dire il vero la complichi e andando avanti vedrai anche tu!! Grazie per le belle parole siamo contente che la ff ti piaccia!! Un bacione da tutte e due!!

Mcr_Girl: cara Rò o Lò!!! Amora nostra non sai come siamo felici che la storia ti piaccia tanto!! Lo sai che il tuo parere è quello a cui teniamo di più no?? Anche noi ti amiamo a prestissimo!!!cosa faremmo senza di te?????????!

JessRomance: grazie per il commento!! In effetti Mikey assomiglia un po’ a un elfo!! Ihihihi!! E poi diciamolo la Grè(o la nipote di Jack lo squartatore) è un elfo Da quanto è bassa!! Grazie per il commento! Speriamo di non averti deluso con questo cappy! A presto baci!!!

Ioamolacocacola: siamo felici che la storia ti piaccia tanto e speriamo che continuerai a leggerla! A presto milleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee baci!!

Vi adoriamo!!!<3

Jess e Grè<3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** "GoodBye my almost lover..." ***


I my chemical romance non sono ne della Jess ne della Grè… e la storia è scritta solo per divertimento!

Buona lettura!!!




Frank pov.


“no”
Ti osservo mentre rimango fermo sulla mia decisione.
Tu sei sbigottito, mentre dal tuo viso traspare un’ombra di dolore e delusione tale che mi fanno attorcigliare le budella.
Che senso avrebbe infondo?
Non vuoi nemmeno dire che stiamo assieme e mi chiedi di venire a vivere con te?
E il prossimo passo quale sarà? Il matrimonio di nascosto a Las Vegas?
No Gee, io non posso sempre concederti tutto quello che vuoi.
Non posso soddisfare tutti i tuoi capricci.
Tu mi concedi sempre poco, quando ti faccio delle richieste serie…
Avvolte mi sento come una bambolina di pezza, mossa a tuo piacimento e senza possibilità di replica.
Anche io voglio dire la mia riguardo a noi due…
Tu abbassi lo sguardo per poi rialzarlo.
Mi guardi freddamente “è una ripicca la tua vero? Sai, non ti facevo così infantile!”
“che cazzo dici?? Io infantile Gee?? Io sono solo realista! Non a senso andare a vivere insieme! E poi come lo giustificheresti con gli altri??? È patetico cazzo!! Non vuoi nemmeno prendere una camera con me quando siamo in hotel e vuoi vivere con me?? Capricci!! Ecco cosa sono!! Chi è l’infantile fra noi due??”
Ok, forse ho un po’ esagerato, ma sono davvero esasperato. Rivoglio il mio Gee tenerone.
Rivoglio il mio ragazzo…
Lui mi da le spalle scazzato andando verso l’attaccapanni e mi tira addosso una delle sue giacche.
“via, sparisci Frank, se no non so cosa potrei dirti…”
Questo è troppo!!
“che cosa vuoi dirmi?? Eh Gee?? Vuoi rifilarmi la solita scusetta che ti farà dormire meglio stanotte?”
Sei sempre più freddo, e io comincio a tremare.
Perché mi fai dire queste cose?
Perché mi fai star male?
Mi infilo la giacca capendo la gravità della situazione.
Siamo a poco dal mollarci.
Sono a poco dal vedere la mia vita finire…
“così non va bene” ti dico passandoti vicino per uscire “pensa bene se vuoi dirlo o no agli altri… nel caso in cui tu vuoi tenere come sempre il culo in salvo, risparmiami altre bugie e non farti più sentire…”
E esco, esco dalla porta velocemente, salendo in macchina.
Ho paura.
Paura che oltre a essere uscito da quella porta, io possa essere uscito anche dalla sua vita…



Aspetto sul letto tutto bello contento il tuo rientro, tenendo fra le mani un petalo di rosa.
Il letto ne è pieno, ho pensato di farti una sorpresa per il nostro anniversario.
So che presto varcherai quella soglia, stupendoti del male di rosso vermiglio sul quale sono seduto e mi verrai incontro baciandomi.
Dicendomi che mi ami.
Che vuoi passare il resto della tua vita con me.
Perché è passato un mese da quando ci siamo messi insieme e è importante.
Eppure aspetto, le candele si consumano e i petali rossi si rovinano.
Muoiono, come la mia speranza di vederti.
Non verrai vero?
Te ne sei dimenticato.
Cosa hai da pensare di più importante di me?
Lavoro forse?
Anche stanotte?
Ormai il nostro giorno è passato, sono quasi le quattro.
Non c’è nulla da celebrare ormai, a parte la mia delusione.
Forse per te era un giorno come un altro, non te ne sei curato…
Decido comunque di chiamarti…
-pronto?-la tua voce è assonnata.
Sospiro, stavi dormendo “Gee?”
-cazzo Frank, ma perché mi chiami di notte?-
“te ne sei dimenticato…”
-ma cosa dici?-
“è il nostro anniversario”
Silenzio.
Adesso che te l’ho detto vorresti sotterrarti in una fossa per non uscirvi mai più.
-F-Frank… io… mi dispiace ma ero stanco e sono crollato sul divano… e…-
Basta, non mi va di sentire scuse.
“fa lo stesso, ci vediamo domani per le prove” dico tristemente.
Odio quando mi mente pensando che io sia stupido.
-Frank se vuoi posso venire li subito da te-
“no, buona notte” e riaggancio.
Mi alzo dal letto togliendo la coperta sopra.
La scrollo fuori dalla finestra guardando nostalgico i petali rossi che si librano per un attimo nell’aria prima di morire al suolo.
Come la mia speranza.
Gerard non prenderà mai seriamente la nostra storia…
Forse per lui sono come un gioco divertente.
E un po’ lo odio per questo…
Vado in bagno e mi infilo nel mio bel pigiamino nero.
Ritorno a sedermi sul letto esasperato quando sento suonare con insistenza alla porta.
Ecco, come non detto.
Sospiro andando ad aprire.
Non sono sorpreso di trovarmelo davanti.
Sembra davvero dispiaciuto mentre io voglio suonare impassibile.
Mi prende una mano e si inginocchia davanti a me, come in pentimento.
“Frankie… io sono un idiota potrai mai perdonarmi?” dice supplichevole baciandomi la mano.
Io la tolgo senza molte cerimonie e entro in casa lasciandolo li.
“ che vuoi che sia?” domando vago, mentre mi sale il magone.
È un dispiacere che faccio fatica a controllare.
“Infondo non è nulla di importante no?” domando prendendo un bicchiere di acqua.
Mi tremano le mani mentre stringo gli occhi per non piangere.
“non è vero” mi dice lui dolce chiudendo la porta e raggiungendomi. Mi abbraccia da dietro, appoggiandomi il viso nel incavo del collo mentre sento i nostri corpi toccarsi “e tu non lo pensi affatto Honey…”
Bevo avidamente, sperando di quietarmi ma faccio fatica.
“vieni Frank non è tardi per rimediare” mi dice prendendomi per mano.
Penso che mi porti in camera da letto, ma mi sbaglio, mi fa salire nella macchina lasciata accesa e mi porta fino ai confini dello stato.
Da qui si vede New York.
Tutto è illuminato.
Scende dalla macchina e si siede sul cofano, invitandomi a fare lo stesso.
Mi metto vicino a lui, e entrambi ci appoggiamo al vetro.
Sento il suo braccio passare dietro al mio collo e il suo corpo avvicinarsi al mio.
Fa freddo.
“guarda su”
Eseguo e mi ritrovo a fissare il cielo più stellato che abbia mai visto.
È così sereno che sembra irreale.
Mi bacia la tempia “scusa Frank… ti prego perdonami…”
Mi volto a guardarlo e sorrido.
Poi lo bacio “è l’anniversario migliore che potessi mai immaginarmi, amore mio…”
Poi le nostre labbra ci trovano di nuovo in un bacio che non ha malizia, non è spinto ne passionale.
È un bacio dolce e tenero, che esprime però tutto il mio amore per lui. <
Fra freddo, ma io non lo sento più…




Fisso con fare maniacale il telefono, che però dispettoso non suona…
So che non mi chiamerà, che probabilmente mi odia adesso.
Eppure io ci spero così tanto…
Spero di sentire la sua voce… le sue parole….
“sono stato un idiota, prometto che domani attaccherò ovunque dei volantini con scritto che ti amo da impazzire!”
Mi sembra quasi di sentirlo…
Eppure so che non succederà, lui non è così espansivo, anzi è parecchio schivo per quanto riguarda le sue questioni personali.
Oh Gee mi stai almeno pensando?
Io si.
Lo sapevo che sarebbe finita così!
Mai fare diventare una persona il tuo centro, perché quando ti delude ne rimani ucciso…
Devastato…
Sei la persona più importante della mia vita che rischio di non vedere mai più… Inoltre o capito che io non sono la persona più importante della tua…
Sei te stesso la persona più importante della tua vita…
E questa è la cosa più triste di tutte.
Prendo la chitarra appoggiata contro il muro e accendo l’amplificatore con un calcio.
Forse un po’ di musica mi tirerà su… cazzo non mi accorgo nemmeno di quello che sto suonando tanto sono assorto nei miei pensieri.
Guardo l’orologio, sono le sette.
Cazzo le medicine!
Merda!
Dovevo prendere prima ma non importa, spero però che mi facciano lo stesso effetto.
Di solito è Gee che mi prepara lei medicine… perché sa che io mi dimentico.
Ma lui adesso non c’è e forse non ci sarà più per me.
E perché?
Perché è un idiota….
Sento la porta del ingresso aprirsi e per un attimo ci spero.
“Frank? Sei in casa?” è Bob.
Solo Bob.
“si… sono in cucina…” dico prendendo le medicine e ingoiandole con un po’ di acqua.
“sono passato prima da Ger ma mi ha sbattuto la porta in faccia dicendo che non eri più li… avete litigato?”
Il cuore smettere per un attimo di battere per poi partire all’impazzata.
So cosa è…
È successo anche quando avevo preso la meningite: non ho mangiato prima di prendere le medicine e adesso sono a mille….
Mi afferrò al ripiano portandomi una mano al petto.
Devo darmi un contegno, devo fingere che tutto sia ok.
Sospiro e vado in sala un po’ barcollando.
“lo sai come è Gerard… si incazza per niente… ingigantisce anche la più piccola della stronzate…”
Lui mi guarda.
Non ci è cascato…
“cosa succede Frank? Guarda che me lo puoi dire…”
“no… non posso…”
Perché no poi?
Ho così bisogno di sfogarmi…
Ma sono anche troppo leale forse…
“Bob io… io…”
Mi siedo sul divano.
“Frank perché stai sudando?” mi domanda vagamente preoccupato.
“oh non è niente ho preso le medicine senza mangiare…”
“MA SEI UN IDIOTA!”
Si alza a mi va a prendere un bicchiere di acqua borbottando frasi sconnesse “io davvero non lo so… cosa è questa tua voglia di auto distruzione? Suonare con la febbre alta. Poi non prendi le medicine e svieni. Poi le prendi a stomaco vuoto rischiando una tachicardia… ma che ti prende?”
Abbasso lo sguardo scuotendo la testa.
Perché non mi libero di questo peso almeno con Bob?
Lui non lo dirà a nessuno lo so…
Allora perché non mi confido?
Mi appoggia una mano sulla spalla “Frankie ti prego… dimmi cosa ti turba! Posso aiutarti in un qualche modo!”
“No… non credo… l’unica persona che potrebbe se ne frega…”
La presa sulla mia spalla si fa più sicura “stai parlando di Gerard vero?”
Annuisco “lui solo può aiutarmi… e anche aiutare se stesso…”
Mi guarda confuso “Perché?”
“Bob…”
Ok, o la va o la spacca, io non ce la faccio più ad andare avanti così è devastante per me…
“io e Gerard abbiamo una relazione…”
Lui strabuzza gli occhi, poi scuote la testa “scusa, ho capito male… intendi dire che aveva un rapporto di amicizia molto forte… vero?”
Teme la risposta… ma io non torno in dietro.
“più che un rapporto di amicizia un rapporto sessuale” dico un po’ acido senza guardarlo “quando era malato, Mikey mi ha detto che era assurdo che la febbre si fosse alzata, visto che avevo preso le medicine… bhè non le ho prese… ero troppo impegnato a farmi fottere da Gerard…”
Non ce la faccio a guardarlo in faccia, soprattutto ora che con voce dura mi a chiesto da quanto va avanti…
“anni… però poi mi ha detto che mi amava e io come un coglione ci ho creduto anche perché io lo amo alla follia… ma a quanto pare non è vero perché non lo vuole dire nemmeno a voi… io non pretendo che vada in giro con una maglietta con scritto ‘I love Frank Iero…’ anche perché quando l’ho fatto io mi ha quasi tagliato le palle con le forbicine da unghie… però cazzo almeno dirlo a voi!” le lacrime iniziano di nuovo a cadere dai miei occhi per quanto io cerchi di impedirlo… cazzo come fa male ammettere tutte questo cose… “allora sono arrivato alla conclusione che gli piaccia scoparmi… e basta. Lui non vuole aveva una storia seria con me, se si comporta così. Lui non mi ama Bob…”
Lui non mi ama…
Forse non mi ha mai amato…
È questa la sola cosa che riesco a pensare.
Non mi volto nemmeno a guardare Bob, vedere sul suo viso una espressione di disapprovazione o peggio di disgusto mi ucciderebbe…
Farebbe più male ancora e il peso sul mio petto è abbastanza.
Come prevedevo si è alzato senza dire nulla e ha preso la giacca.
Lo sapevo, cazzo, lo sapevo!!
Inaspettatamente però mi appoggia la giacca sulle spalle, poi si rimette vicino a me accarezzandomi per un attimo i capelli.
“Ti senti meglio adesso?”
Cazzo, si.
Tirare fuori queste cose con qualcuno invece di macinarle mi ha fatto bene.
Bene davvero.
“scommetto che adesso ti faccio schifo…”
Se ci fossa stato Gerard qui con me a dirlo, allora non mi sarebbe importato nulla di quello che avrebbe potuto pensare Bob o chiunque altro.
Ma sono qui da solo, come una ragazzina scaricata.
Sono qui a dire a uno dei migliori amici che mi sono fatto usare come una puttana.
Perché è così che mi sento.
USATO.
LA PUTTANA DI GERARD WAY.
Riassume precisamente il mio stato di animo…
Se mi amava non gliene sarebbe importato nulla del giudizio altrui…
Bob mi guarda male “tu non mi fai schifo… assolutamente!”
Lo guardo speranzoso “davvero?”
Lui scoppia a ridere “No, sei solo molto innamorato… quindi un po’ patetico! Ma non puoi farmi schifo Frank! Io sono tuo amico e lo sarò sempre, anche se i tuoi gusti sono leggermente cambiati da un paio di anni!”
“otto anni”
Mi guarda sempre più stupito poi sorride “allora siamo noi che siamo cechi! Si sa che bel rapporto ci sia fra di voi! Ma di certo non mi aspettavo una cosa del genere!!”
“già… otto anni buttati alle ortiche…”
“Non dire così, non puoi mica fermarti al primo ostacolo se lo ami come dici…”
“Bob se fosse per me lo sposerei anche domani! È lui che non mi vuole! Si vergogna di me!!!”
Bob si gratta il mento “secondo me si vergogna più di se stesso che di te…”
Forse è così…




Gerard pov


È andato via.
Sparito.
Da questa casa e forse anche dalla mia vita.
“via, sparisci Frank, se no non so cosa potrei dirti…”

Ho odiato quella frase e ho odiato me, che mentre le pronunciavo ero deluso.
Ma di cosa?
Non merito di provare un sentimento come la delusione.
Dio, mi faccio schifo.
Talmente schifo che se tentassi di guardarmi allo specchio, vedrei solo un mostro.
Perché è quello che sono diventato.
Un mostro agli occhi del ragazzo che amo.
È finita fra noi.
Veramente.
Gli anni più belli della mia vita stanno diventando già un ricordo.
I miei piedi si muovono e senza che me ne accorga, arrivo al secondo piano di questa casa immensa, rifugiandomi in quella stanza, la sua.
E lascio che i ricordi e i momenti migliori mi coprano come una coperta, mentre lento mi accascio in un angolo, con le ginocchia al petto.
E sto male, come un quindicenne che soffre per il suo primo amore.
Mi sento così vulnerabile ora.
Se qualcuno provasse a toccarmi, anche solo a sfiorarmi, crollerei in mille pezzi.
E resterei cenere.
Dove sei ora amore mio?
Stai piangendo?
Ti prego non farlo…
Io che in tutto questo tempo, mai mi sono sentito in colpa per la tua faccia triste, ma che ora mi colpisce e mi affonda in un mare pieno di dolore.
“How could you cry for me? ‘Cause I don’t feel bad about it…” canto queste parole singhiozzando, ma mai avrei immaginato che fossero così appropriate in questo momento.
Resto in quella posizione per non so quanto tempo, mentre nel silenzio sento ogni rumore provenire da fuori, anche una macchina che parcheggia nel vialetto di ghiaia.
Mi alzo di scatto.
Sei tornato?
Spalanco la porta esclamando il tuo nome e scendendo le scale di corsa.
Mi asciugo le guance rigate di lacrime e apro il portone, senza chiedere chi è, con un sorriso enorme e tutto dedicato a te.
Ma esso mi muore quando la figura bionda di Bob, sostituisce la tua.
“ehi Gee!!” mi saluta allegro, poi si fa dubbioso.
“ehi, che c’è?”scuoto le spalle senza dire una parola.
“beh, c’è Iero? Volevo vedere come stava!” mi volto di scatto e lo guardo, forse come mai l’ho guardato in vita mia.
“qui non c’è Iero!!! VALLO A CERCARE FUORI DA CASA MIA!” urlando con tutto il fiato possibile, gli sbatto la porta in faccia.
Scusa Bob.
Ti prego perdonami.
Mi appoggio alla porta, lasciandomi lentamente scivolare su di essa, con le mani stretta a pugno sui capelli.



Il campanello suona insistente.
Mugugno qualcosa prima di voltarmi dall’altra parte, nel mio caldo e comodo letto.
Ma il rumore maledettamente fastidioso del campanello mi fa imprecare in tutte le lingue del mondo.
Mi alzo dal letto sbuffando e buttando le coperte di lato.
A piedi nudi scendo le scale, sbuffando.
Che sia già mattina?
Ma mentre apro la porta riesco a scorgere l’ora dall’orologio appeso all’entrata.
Le 4:50 del mattino.
Ho le allucinazioni forse?
Apro la porta.
Frank.
In pigiama.
Che mi sorride, agitando una mano, mentre nell’altra mantiene un sacchetto bianco.
È raggiante.
“Frank, cosa ci fai qui, a quest’ora?” chiesi, aspettando la sua risposta, puntellandomi sui talloni.
“ero nel letto circa venti minuti fa e non riuscivo a dormire, così sono sceso dal letto e mi sono messo in macchina. Sono andato da ‘Milk&Honey’ e lo sai che a quest’ ora fanno dei cornetti che sono come un orgasmo per il mio palato, così ne ho presi un paio e… eccomi qui!” dice, scrollando le spalle, come se la cosa fosse ovvia.
“uhm…interessante… honey, lo sai che non sei normale, si?” dico, annuendo alle mie stesse parole.
!può darsi, ma è per questo che mi ami, no?” entra in casa scoccandomi un bacio sulle labbra.
“dormivi?” chiede, togliendosi il giubbotto e lanciandolo su una sedia, si butta sul divano.
“no, facevo ginnastica…” rispondo ironico.
“a quest’ora?! Amore guarda che ti fa male!” esclama.
Lo sapevo che non avrebbe colto la sottile ironia delle mie parole e io che ci speravo.
“Frankie ovvio che dormivo!! E tu mi hai svegliato!” lui scolla le spalle e borbotta qualcosa come: “te e i tuoi riposini di bellezza…”.
Lo ammazzo.
“anyway, che ne dici di andare in terrazza?” chiede alzandosi pimpante e prendendo fra le mani due coperte, il termos del caffè e il sacchetto bianco.
“Frankie fuori ci sono si e no due gradi!” esclamo.
“Esagerato!! Guarda che il freddo conserva sai?”dice allungando una mano e intrecciarla con la mia.
Mi trascina verso la terrazza e a niente servono i miei borbottii.
“eccoci qua…tieni.” Mi mette addosso una coperta e lo stesso fa per lui. Ci sediamo per terra, con la schiena al muro.
Però, se si sta così vicini, non si sente tanto il freddo…
“ecco cornetto con la marmellata per te e due cornetti alla cioccolata per me.” Dice, passandomi un grande e caldo cornetto.
“scusa perché tu ne hai due?” dico, alzando un sopraciglio.
“serve per il mio sviluppo.” Dice. Io rido.
“frank tu hai smesso di svilupparti anni fa!” ribatto. Lui mi guarda sconcertato.
“ma se ho ancora sedici anni?!” dice.
Certo, sedici anni.
“ma smettila nano…” dico, sulle sue labbra che sanno terribilmente di buon cioccolato.
Le bacio, sentendo il mio cuore fare mille capriole.
Mi stacco dopo un po’ e lo abbraccio.
“Gee, guarda!” alzagli occhi e vedo la cosa più bella del mondo.
L’alba.
Restiamo in silenzio, a goderci lo spettacolo della notte che viene sottomessa dal giorno, in un grande miscuglio di colori.
“ho lasciato Jamia.” Dice tutto d’un fiato alzando la testa dalla mia spalla per osservare la mia reazione.
“perché?” chiedo, con la voce che trema, ma è emozione.
“perché io…io amo solo te.” Mi sorride, timido.
“davvero?” chiedo, con il cuore in subbuglio.
“si…” mi bacia.
Jamia e Frank erano molto simili.
Io e Frank siamo molto diversi.
Siamo come la marmellata e la cioccolata.
Ci completiamo a vicenda.
Siamo solo noi due.
“anche io…” sussurro.
“sempre?” chiede in un soffio.
“Sempre.”




Mi alzo di scatto.
Era un sogno.
Un ricordo che mi è apparso in sogno.
Tu non sei qui frank.
Tocco la parte del letto che ti spetta e la sento gelida.
Lascio la mia camera e mi dirigo in terrazza.
C’è l’alba.
Con un sorriso amaro rievoco le immagini di quei momenti.
resto li per non so quanto tempo, forse ore perché quando decido di tornare dentro, il sole è già alto nel cielo.
Passo davanti al telefono.
Mi fermo e lo fisso.
Lo prendo con mani tremanti e compongo un numero.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.
E poi scatta la segreteria.
-qua è Frank, se non rispondo vuol dire che non sono in casa quindi non rompere le palle inutilmente. Se mi va richiamo io…. Si Gee arrivo!!-
Sorrido, mi ricordo quando ha comprato questo telefono. Mi ricordo che ero da lui mentre cercava di collaudare il messaggio della segreteria telefonica.
“ehm...Frank sono io...so che probabilmente sono l’ultima persona con qui vorresti avere a che fare…ma… amore, dobbiamo parlare, io… ho bisogno di parlarti. Ti prego, incontriamoci alle dieci da ‘Milk&Honey’ so che ami quel posto e… io sarò lì… ti aspetto… ciao.” Chiudo la chiamata e mi stringo il telefono al petto.
Ho paura.
Dannatamente paura.


Sono le dieci e io sono seduto al tavolo di questo bar a bere la ventesima tazza di caffè che la cameriera con insistenza mi riempie.
So che non verrà.
Ne sono sicuro.
Ma poi quando meno me l’aspetto ecco che entra dalla porta, facendo tintinnare il campanello.
Striscia i piedi nella sua andatura lenta e svogliata.
Porta un grande paio di occhiali da sole e li poggia sulla testa mentre viene verso di me.
I suoi occhi.
Così stanchi, così lucidi.
Così belli.
Mi guarda, serio.
E io non posso sopportare questo sguardo duro.
Si siede di fronte a me poggiando la schiena alla sedia.
“ciao Gerard…”




Frank pov.



Non riesco a dormire…
È più forte di me.
Ho sonno, ma appena chiudo gli occhi penso al suo viso, ai suoi capelli, al suo corpo.
Come posso dimenticare così presto il suo corpo, dopo tutte le volte che l’ho visto?
Dopo tutte le volte che l’ho avuto…
Niente, rischio solo di impazzire…
Mi alzo da letto.
Sono quasi le sette del mattino.
Prendo la chitarra ma la riappoggio subito.
Sei contento Gee?
Mi hai tolto anche la voglia di suonare…
Trovo un messaggio in segreteria.
Il cuore mi scoppia, come ho fatto a non sentire il telefono?
-c’è un nuovo messaggio.-
Quanto odio la voce elettronica di questa orribile segreteria?
È ovvio che c’è se lampeggia no?
Mah…
- ehm...Frank sono io...so che probabilmente sono l’ultima persona con qui vorresti avere a che fare…ma… amore, dobbiamo parlare, io… ho bisogno di parlarti. Ti prego, incontriamoci alle dieci da ‘Milk&Honey’ so che ami quel posto e… io sarò lì… ti aspetto… ciao.-
Oddio era lui…
Riascolto il messaggio una, due, cinque volte, beandomi della sua voce.
La speranza rinasce.
Le dieci?
Mancano ancora tre ore.
Mi metto sul divano e accendo la tv, beccando subito i Muppet.
Che dire…
Niente mi distrae ormai.
I ricordi si accavallano uno sopra all’altro.
Perché però penso solo a cose felici?
Perché non riesco a pensare a tutte le volte che mi ha ferito?
E ce ne sono state…
Solo che adesso che non ci parlano riesco solo a pensare alle cose belle, come per farmi ancora più male…



Amo il mare.
Nel Jersey c’è sempre freddo e anche se c’è la costa non posso mai fare il bagno…
Mi da pace…
Mi siedo per terra, giocando con la sabbia e spostandola con i piedi.
Mi tolgo le converse e le calze, mi piace da morire questa sensazione.
Libertà, sento una grande libertà.
“ragazzi miei” esordisce Ray dietro di me “io me ne vado in camera… ci vediamo domani ok? Vado a letto!”
“per me va bene” si unisce Bob, seguito da Mikey.
“cosa?” dico io sconvolto.
Domani dobbiamo fare così tante cose che non ci sarà il tempo per vedere nulla, e ripartiamo la sera!
“io vorrei fare un giro” dico lamentoso mentre tutti mi guardano scocciati.
“che palle” esordisce Mikey “sai che se prendessimo un bambino romperebbe meno i coglioni? Ma come fai? Sono giorni che facciamo avanti e indietro per gli States e tu non sei stanco?”
Sono stanco, ma chissà quando avrò la prossima possibilità di andare a fare un giro in spiaggia…
“allora vado da solo”
“non esiste” mi ammonisce severamente Gee che non ha parlato fin ora “da solo te lo scordi, e ormai è buio…”
Sbuffo e sono costretto a andare a letto.
Guardo Gee prendere la sua chiave e passarmi la mia.
Camere separare ancora.
Prendo il borsone e lo seguo.
“la tua stanza è di la” mi dice “con Mikey”
Ah fantastico! Nemmeno lo stesso corridoio!
Salgo le scale seguendo il bassista che parla al telefono e lo vedo chiudersi subito in camera.
Che palle da quando c’è questa Alicia non da nemmeno la buona notte!
Apro la porta e buttando la chitarra sul letto e la valigia a terra vado sul terrazzo.
Da qui si vede bene il mare…
Mi siedo sulla sedia in silenzio.
Solo.
Come un cane…

Sono le due del mattino quando sento bussare alla porta.
Inutile dire che io non stavo dormendo.
Inutile anche chiedere chi è…
“ciao Gee…”
“muoviti” mi dice tirandomi fuori così in fretta che ringrazio dio di avere mezzo la chiave in tasca prima.
“dove mi stai portando?” chiedo mentre sento le sue dita intrecciarsi con le mie.
“taci e cammina” mi dice aprendo la porta anti incendio infondo al mio corridoio.
Per evitare che si richiuda la ferma con un fazzoletto.
Scendiamo le scale di ferro, sempre mano nella mano e iniziamo a camminare verso la spiaggia.
Arriviamo.
È uno spettacolo unico, la luce della luna si infrange sull’acqua creando dei giochi argentati.
Gli stringo di più la mano sorridendogli.
“ci tenevi a fare un giro in spiaggia no?” mi domanda accarezzandomi il viso con l’altra mano.
“si… e poi con te è il massimo! Non me lo aspettavo” gli rispondo tutto contento.
Davvero non me lo aspettavo, non è da lui insomma.
“bhè, per una volta sono stato io a svegliare te nel cuore della notte” mi dice mentre ci sediamo su uno sdraio.
“a dire il vero ero sveglio…”
“e che stavi facendo?”
Arrossisco appena mentre glielo dico “Pensavo a te… non mi avevi nemmeno dato il bacio della buona notte…”
Si chiana subito su di me “allora dobbiamo rimediare non credi?”
E mi bacia.
Un bacio che mi toglie il fiato.
Un bacio che non vorrei mai interrompere…




Guardo l’orologio.
Le nove e mezzo.
Inizio a prepararmi, mi voglio fare bello, per mostrargli cosa sta rischiando di perdere.
Sono le dieci precise quando scendo dalla macchina.
Mi abbasso gli occhiali a mascherina sugli occhi, ancora un po’ arrossati e stanchi, si vede che non ho chiuso occhi.
Entro accompagnato da un tintinnare di campanellini.
Mi guardo attorno e lui è già li che mi aspetta.
Imbottito di cafè immagino.
Anche lui deve avere dormito poco e male a vederlo così a primo impatto.
Lo guardo serio e lui subito smette di guardarmi in faccio.
Non sostiene il mio guardo.
“ciao Gerard” dico sedendomi e mettendomi comodo.
Nella mia voce non c’è la solita allegria di sempre, me l’hai portata via quasi tutta.
Sono venuto qui a far pace, ma non riesco a non provare rancore…
“ciao Frankie…” sussurra lui appena percettibile.
Arrivano dei cornetti.
Ha ordinato anche per me.
Mi scappa un sorrisetto, senza volerlo.
Me li ha presi al cioccolato.
Mangiamo in silenzio…
È assurdo, aspetto che lui mi parli ma non apre bocca.
Perché allora mi ha invitato?
“senti” dico rompendo il ghiaccio “se pensi di far passare la mattina così, allora me ne vado…”
E ancora tace.
Parla cazzo! Parla!!
O mi dici che ti dispiace o che non mi vuoi più!
Ma di qualcosa!!
“ok adesso basta!” dico battendo le mani sul tavolo facendolo sussultare.
Tutti si voltano verso di noi.
“Gerard stai perdendo l’ultima possibilità!!” gli urlo in faccia.
Ma non si smuove, continua a fissare la tazza.
Adesso basta per davvero.
Mi alzo in piedi ma lui mi trattiene per il polso.
“Frank aspetta… parliamo ok?”
Mi calmo un attimo risedendomi.
Sto aspettando Gee, la palla passa a te.
Parlami…




Gerard pov



“è difficile…”
“cosa è difficile Gerard?!” esclama rabbioso
“tutto questo… io… mi dispiace Frank, da morire.” Porto una mano sugli occhi, cercando di nascondere ciò che veramente sono ora.
“io non ce la faccio a dirlo agli altri. Sono un vigliacco, ma questo vigliacco ha paura, tanta paura.” Dico, riuscendo per un attimo a guardarlo negli occhi e prendere una sua mano fra le mie.
“la tua non è paura! Tu ti vergogni di dire al mondo che sei un FROCIO!” scosta a mano come se scottasse.
Mi guarda con disprezzo.
“e ti vergogni di me! Cos’è Way? Non sono alla tua altezza?” si alza in piedi, puntandomi il dito contro.
“in otto anni non ho fatto altro che accontentarti. Sono stato in silenzio quando mi lasciavi solo, quando davanti agli altri eri distante.”
Perché Frank?
Perché mi rinfacci questo?
Me lo merito vero?
“mi sono stancato di essere la tua bambola per divertiti quando ti pare. Mi sono stancato di fare ogni cosa di nascosto. Dici che mi ami? Beh, io non ti credo più!” una lacrima sfugge al suo controllo.
Dio com’è difficile vederla cadere dal quei occhi grandi quanto il mondo.
“no Frank tu devi credermi…io ho bisogno di te!” ride sprezzante e questo fa ancora più male.
“ma fammi il favore Way! Tu hai solo bisogno di un culo su cui sfogarti!” scuoto la testa.
No, non è vero.
“ho solo…paura che ogni cosa che abbiamo creato possa rovinarsi.” Dico a bassa voce.
“purtroppo devo darti questa notizia Way, tu hai già rovinato tutto!”
È vero.
Ho rovinato i giorni migliori della nostra vita insieme solo per una stupida paura.
“quanto vorrei rimediare…” sorride amare e sembra quasi credere alle mie parole, finchè non chiude gli occhi e serra i pugni, urlando:
“IO AMO GERARD WAY!” tutti i presenti si voltano a guardarlo, a guardare noi.
Abbasso lo sguardo, spaventato e vergognoso.
Un singhiozzo mi fa alzare di scatto la testa.
“vedi? Non riuscirai mai a rimediare. Sei un sfottuto egoista.” Sembra che sputi veleno mentre mi dice questo.
Le sue lacrime, scendono copiose sul suo viso candido.
“io…” mi blocca.
“basta.” Si cala gli occhiali sugli occhi e prima di voltarsi e andarsene dice:
“è finita Gerard.”
Si la nostra storia è finita, proprio come la mia vita.











Eeeeeccoci tornate!!!!!!!!! Vi pregoooooooooo non ci ammazzate!!!! Vi prego vi prego!!!!! Speriamo vi sia piaciuto!!!! Grazie a chi legge e a chi recensisce!!!!! Vi amiamooooooooo<3 quante recensioniii!!!!!

Ex_90: grazie per i complimenti!! Ebbene si Frank ha detto no, ma se ti ha sconvolto quello allora non immaginiamo cosa hai pensato in questo capitolo!!! Grazie ancora a presto!!

JessRomance: sappiamo che sei già in vacanza e leggerai questa risposta a settembre ma ci teniamo a ringraziarti lo stesso!! Grazie Jè un bacione!!

Lithi: ecco… Frank ha detto addio a Gee… che ne dici? Lo sappiamo che è triste ma insomma… se fosse tutto perfetto sai te che palle? Grazie mille da tutte e due a presto e dicci che ne pensi!! Baci chimici e romantici!!!

My Chemical Vavvy: purtroppo Gee non sistema tutto, anzi è andata a finire nel modo peggiore… speriamo comunque che ti sia piaciuto come il capitolo precendente! Grazie mille a presto e un bacione da tutte e due!!

MCR_GIRL: carissima!!! Eh… il no finale di Frank non è molto divertente però viste le conseguenze vero? Grazie per il commento ti amiamo di bene a prestissimo!! Bacioni da Grè e Jè!!!

SimmyListing: stai dalla parte di Frank anche tu?? Ma povero Gee! Va bene che fa un po’ lo stronzo ma cerchiamo di capirlo!! Grazie mille per il commento speriamo che ti piaccia anche questo cappy! A presto tanti baci da tutte e due!

Miss_Revenge: Grazieee per i complimenti!! Diventiamo rosse e ci montiamo la testa… oh finalmente una persona che capisce Gee! Grazie Anna!! Siamo contente che la ff ti piaccia speriamo che continuerai a seguirla! Bacioni!

IoAmoLaCocaCola: e no… purtroppo il no è diventato qualcosa di più… definitivo forse? Solo il tempo lo dirà… grazie per la recensione, grazie davvero! Un bacione a presto!


A voi la parola…

Baci, Grè&Jess<3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** "because of Bert...again..." ***


frank pov2

Frank pov.



Quindici, sono passati quindici giorni…
“basta è finita”
Questa frase mi rimbomba nella testa come se non fossi stato io a dirla.
Mi fa malissimo… quando ci ripenso sento delle fitte al petto, come aghi che mi lacerano il cuore….
Spengo la sigaretta, ormai il posacenere è così pieno che non ci sta nulla…
Idem per il pavimento attorno a questo divano, pieno di cartoni di pizza e bottiglie di birra.
Bob mi guarda scuotendo la testa “sei uscito di casa ultimamente?” chiede allacciandosi un grembiule bianco attorno alla vita e iniziando a raccogliere le bottiglie.
“no… smettila Bob non è necessario!”
“si invece! O ci sarà una epidemia di colera qui dentro!!”
Sbuffo.
Non ho bisogno di nessuno…
“hai fatto i bagagli?”
Lo guardo male.
Come può pensare al tour mentre mi guarda soffrire così?
“io non ci vengo!”
“smettila di fare il coglione! Certo che ci vieni!”
“col cazzo!”
“allora non mi lascia altra scelta” mi dice saccente “devo chiamare Gerard e diglielo…”
Ma chi crede di minacciare con quel grembiule?
“fa come ti pare…”
“Frank! Cazzo reagisci non è la fine del mondo!”
“tu non capisci”
Si passa una mano sul viso esasperato “Ok allora non mi dai altra scelta”
Lo vedo prendere il cellulare e uscire.
Che lo faccia veramente? Bhè non è affar mio…
A dire il vero si ma non importa quel che succederà, io non mi alzo dal divano!





Gerard POV

“starai ancora per molto a fissare quel bicchiere?” il barista mi guarda scettico. “guarda che non si beve da solo!” gli lancio un’occhiataccia, ma non faccio in tempo a ribattere che il mio telefono richiede attenzioni.
È Robert.
Dio, non chiamo così Bob da secoli.
Rispondo scocciato.
“che vuoi?”
“abbiamo un problema.” Ironizza. Alzo gli occhi al cielo.
“se Mikey ha ancora problemi con sua moglie, non me ne fotte un cazzo, resta a casa e prendiamo Cortez.” Dico acido, facendo volteggiare il liquido trasparente fra le pareti del bicchiere.
“no.” Dice soltanto, poi sospira.
“Gee, si tratta di Frankie.” Dice tin un sospiro trattenuto. Sgrano gli occhi.
Che cosa gli è successo?
Mi stringo la maglia all’altezza del cuore.
Oh Frank se tu sapessi come fa male…
“che..che cos’ha?” balbetto, impaurito.
Le nocche si sono fatte bianche attorno al bicchiere che stringo con forza.
“non vuole partire.” Sussurra Bob.
Ecco, ennesima crepa all’altezza del cuore.
Ennesima convinzione che fra me e lui non sarà più come prima.
“perché?” Bob dall’altro lato resta in silenzio, poi balbettando mi da una risposta.
“io.. io non lo so… ma perché non vieni qui e chiarite la cosa?” tenta il mio batterista.
Apprezzo ciò che fai Bob.
Sorrido, triste, prima di ritornare serio e sussurrare parole che nemmeno io pensavo mai di udire dalla mia bocca.
“non me ne frega un cazzo. Può fare ciò che vuole.” Lo sento sospirare e tentennare una risposta prima di arrendersi.
“okay, a domani Gee...” dice.
“Bob?” chiamo, sperando che non abbia messo giù.
“si?” sorrido e mi scappa una lacrima.
“io.. mi dispiace…” so che ora sorride.
Scusa Bob.
So che stai facendo del tuo meglio.
“dispiace anche a me amico…” poi, il classico rumore della chiamata conclusa mi pervade le orecchie.
Poso con violenza il telefono sul bancone.
Guardo per l’ultima volta quel liquido di quel dannato bicchiere e poi, lascio che entri dentro il mio corpo, bruciandomi lievemente la gola.
“barista?” posò il bicchierino vuoto, mentre il ragazzo si gira verso di me.
“un altro.” Mi sorride.
È come se dicesse, bentornato all’inferno Way.





Frank pov.


Bob torna dentro, guardandomi un po’ sconsolato.
“allora? Che scusa si è inventato per riavermi?”
Lui scuote la testa “nessuna… ha detto che non gliene frega niente….”
Track.
Cosa si è rotto dentro di me? Pensavo non ci fosse più nulla di sano…
Allora non gli importa davvero nulla?
Forse fa bene ad odiarmi, infondo anche io mi odio, è per questo che sto qui sul divano a soffrire…
A ammazzarmi con alcool e sigarette.
Senza farmi la doccia e la barba da giorni…
Faccio schifo, ma infondo io sono una quasi vittima…
Quasi, perché ho insistito troppo e ho portato la nostra storia al capolinea.
Vittima perché, come sempre, ho peccato di ingenuità…
“io vado a casa… allora vieni o no?” mi chiede Bob prendendo la sua giacca.
“non ci vengo…”
Lui esce senza salutare, ma rivolgendomi una frase che mi segna “che delusione che sei Frank…”


Sono felice mentre prendo le mani di mia madre.
È venuto anche papà, per sapere la novità.
Poche volte ho avuto la fortuna di averli insieme sotto lo stesso tetto, dopo il divorzio…
“Allora cosa ha fatto il mio giovanotto?” chiede orgoglioso “ti hanno preso alla Brentwood?”
Scuoto la testa eccitato “no, molto meglio di qualsiasi altra università! Mamma, papà, incido un cd!”
Silenzio.
“e non è finita! Dopo vado in tour con Gee e la sua band!! Mi hanno preso come secondo chitarrista in modo definitivo!”
Altro silenzio.
Lo sguardo sconcertato di mia mamma, gli occhi cupi di mio padre…
“oh… oh! Che… che bella notizia amore…” prova a dire mia mamma fingendosi felice “è una bellissima cosa…”
Ma non c’è entusiasmo nella sua voce…
Sospiro, rassegnato.
Non sono buone notizie le mie…
“Frank, diglielo anche tu che è una bella notizia!” dice rivolta verso mio padre.
“bella notizia?” chiede sarcastico “il mio unico figlio sta mandando a fanculo il suo futuro e me la chiami bella notizia? Ma per favore! È una cosa da idioti! E io te lo impedisco! Non andrai da nessuna parte ragazzino!”
Sento la rabbia salire a livelli inumani, sento la frustrazione…
“io ci vado! È troppo importante per me! È la mia vita la musica!”
“Dopo tutti i sacrifici che ho fatto per te? Mi ripaghi così? Tu non diventerai mai una rock star!! Rimarrai per sempre un fallito!! Che molla al primo ostacolo!!”
“non è vero tu non sai un cazzo di me!! Io a diciannove fottuti anni so ce fare della mia vita!! Tu a diciannove anni hai messo in cinta mamma e poi l’hai scaricata!! Che cazzo di moralismi mi fai?”
Schaf…
Un calore alla guancia appena colpita…
Non aveva mai alzato una mano su di me…
Mai…
“anziché essere felice per me mi meni? Che padre sei?”
“e tu invece che figlio credi di essere??!! Sei una delusione Frank!”
Lo guardo ferito prima di correre su per le scale e chiudermi in camera.
Piango lacrime amare sul mio letto, stringendo il piumone fino a far sbiancare le nocche…
Il cellulare suona, e lo afferro aprendo la chiamata senza sapere chi è…
“ehy piccolo Frankie!” la voce allegra di Gee mi rincuora un po’ “stasera ti va una birra?” mi sfugge un singhiozzo forte… “ehy…. Piccolo tutto ok?”
“è a-andata male G-Gee…” balbetto “adesso i miei mi odiano… mio padre ha detto c-che sono una delusione e io non so che fare….”
Per un attimo non parla, ascoltando solo i miei respiri pesanti…
“aspettami che ti vengo a prendere…. Prendi qualcosa con cui cambiarti…” e riattacca.
Eseguo, buttando nella valigia che tengo sotto al letto più vestiti che posso…
Voglio andare via…
Via subito…
Sento una macchina inchiodare bruscamente nella ghiaia del mio cortile, così prendo il borsone e la chitarra e scendo…
Mio padre e mia madre stanno litigando ma si fermano per guardarmi mentre scendo gli ultimi gradini.
Mia madre si porta una mano al viso quando vede il borsone che ho a tracolla, mio padre si volta andandosi a sedere sul divano.
Metto una mano sulla maniglia, pronto per uscire ma mia madre mi blocca…
“non andartene Frank…”
“devo cambiare aria… scusa mamma” e esco chiudendomi la porta alle spalle.
Corro verso la macchina di Gerard e dopo aver chiuso la portiera alle spalle lo sento accelerare.
Arriviamo a casa sua in silenzio, lui rispetta il mio dolore interiore…
Mikey e nonna Helena non ci sono, così andiamo in camera sua “sistemati come se fossi a casa tua…”
Lo abbraccio stretto “non mi lasciare…”
“Ma,i Frankie… mai…” Mi sussurra sui capelli, tenendomi stretto a se..
“secondo te sono una delusione?”
Mi fa staccare la lui guardandomi negli occhi “assolutamente no… tu non lo sei! Tu sei il mio Frank, nulla di te è deludente e non lo sarà mai! Tu hai talento!”
Una lacrima mi solca il viso mentre lui mi bacia….
E tutto il dolore di prima mi scivola addosso...



Mi alzo correndo dietro a Bob, e lo raggiungo poco prima che salga in auto.
“io non sono una delusione!!” gli urlo sorprendendolo “e tu non sei nessuno per dirlo!”
Cado in ginocchio piangendo.
Perché devo sempre ferire e deludere chi mi vuole bene?
Sento la sua mano sulla schiena e alzando il viso incontro il suo preoccupato “Frank io non intendevo… volevo solo spronarti…”
“ci sei riuscito… ci vediamo domani mattina…”


Non mi va di scendere dalla macchina, fisso il bus scuro, mentre l’alba sorge.
Ho paura di rivederlo…
E se mi guardasse con disgusto? Ne morirei…
E se non mi guardasse affatto? Non so se fa più male il disgusto o l’indifferenza…
Ma forse è peggio essere ignorato…
Mi avvicino, con a tracolla la mia sacca e la chitarra in mano.
“ehy Frank!” Mikey mi accoglie con un abbraccio “è da un secolo che non ti vedo! Ma… sei dimagrito?”
Faccio spallucce “no… probabilmente ti sembra visto che è da un po’ che non ci vediamo…”
A bere birra e fumare con una pizza al giorno si perde peso…
“Ma perché sei sparito?”
“ho passato del tempo con mia madre…” mento spudoratamente.
Scusa Mikey, cazzo non te lo meriti…
“ok! Andiamo su adesso, aspettavamo solo te e Gee è strano oggi… penso che quando ti vedrà si calmerà siete così amici!”
Sorrido triste mentre ci incamminiamo assieme.
Eravamo così amici… e io ero così fottutamente innamorato…
Saliamo su mentre sento il cuore andare a mille…
E ecco li…
Seduto sul divano che ride con Ray.
Sono stato un illuso a pensare di trovarlo male e invece eccoli li… bello allegro…
Solo io sto male.
Alza gli occhi su di me e torna serio.
E adesso?




Gerard pov


Rido per l’ennesima figura di merda che Toro mi racconto, provandola estremamente divertente.
Per un attimo mi scordo del mio mal di testa da post-sbornia, ma questo ritorno quando la causa del mio malessere mi si presenta davanti.
Bello come sempre e forse di più.
Mi guarda.
Come se fosse oltraggiato nel vedere il mio sorriso.
Lo so che è così.
Conosco quello sguardo accusatore, quello sguardo triste e pieno di rancore.
E sotto di esso, non posso fare a meno di abbassare il capo.
È devastante questa sensazione.
Mi alzo, mormorando delle scuse appena sentite.
Mi rinchiudo nel piccolo bagno del tour bus e mi lascio andare contro la fredda parete.
Mi passo una mano sul volto.
Togliendo alcune lacrime che non sono riuscito a trattenere.
Tasto la giacca di velluto e trovando un rigonfiamento, sorrido contento. mentre prendo dalla tasca interna un fialetta.
La apro, mentre senza ritegno lascio scivolare altre lacrime.
Che uomo sei Gerard?
Cosa sei diventato a forza di dire menzogne su menzogne?
Bevo un sorso di quel intruglio di alcool che ho mischiato prima di partire.
Ho scelto la via più comoda vero?
Cosa volete farci, oramai sono un esperto di facili vie di fuga.



Non c’è più.
È sparita.
Come diceva il reverendo, volata verso una via migliore.
Tutte cazzate.
Nonna amava vivere.
E amava farlo nel Jersey!
Mi avvicino a lei, oramai sotterrata sotto quintali di terra fresca.
Non era così che volevi, vero nonna?
Lo sapevamo solo io e te.
Volevi essere cenere.
Per espanderti nel freddo mare che tanto amavi.
Sospiro e l’ennesima lacrima cade sulla mia guancia, che il gelido freddo di novembre spazza via.
Mi rigiro fra le mani una rosa.
Mamma me l’ha lasciata prima di andare via.
Ti piacevano tanto le rose.
Prediligevi quelle gialle.
La nostra casa, perennemente al buio prendeva colore quando spargevi mazzi di rose gialle.
Spiacente nonna, dovrai accontentarti di questa rossa.
Ti prometto che domani te ne porterò un bel mazzo.
Sorrido, singhiozzando.
Ehi, chissà se mi senti?
Lascio cadere la rosa rossa sulla tua lapide di bianco marmo, come quella macchia all'interno del mio cuore che si espande nella disperazione della tua perdita.
Chi mi aiuterà ora nonna?
Chi mi aiuterà a ripulire questa macchia?
La risposta sembra arrivarmi direttamente da lei, quando una mano delicata, prende la mia.
Frankie.
Mi giro e mi sorride, complice.
Dio quanto gli voglio bene.
E quanto lo amo.
Con tutto me stesso.
“fa freddo torniamo a casa.” Dice. Annuisco lanciando un ultimo sguardo a nonna Helena.
Mi bacio due dita e le poso delicatamente sulla sua foto sorridente.
Poi andiamo via.
Entriamo in casa.
Odio quelle specie di feste che si danno dopo un funerale.
Non hanno senso.
La moltitudine di gente resta in silenzio mentre ci guarda.
“vieni, andiamo su.” Dice Frank, posandomi una mano sulla spalla.
“tranquilla mamma, ci penserà Frank a farlo calmare, è il suo migliore amico.” Sento Mikey sussurrare convinto queste parole a nostra madre, prima che Frank chiuda la porta alle nostre spalle.
Se solo sapessi in che modo mi calma, Mikey, non ne saresti così contento.
“vuoi parlarne un po’?” chiede, chiudendo la porta a chiave.
Si gira e mi guarda, con un sorriso meraviglioso.
Non mi accorgo nemmeno di essere piombato sulle sue labbra e di baciarle come se fosse la cosa più importante da fare.
“non voglio parlare. Ho bisogno di te.” Dico, scendendo sul suo collo. Sospira e annuisce.
Mi trascina sul letto e mi fa stendere, lui ancora in piedi si toglie i vestiti.
Lentamente, continuando a guardarmi negli occhi e mordersi il labbro in una maniera che mi fa impazzire.
Le sue mani, viaggiano calme sulla zip dei suoi jeans e li fa calare piano a terra.
Rimane con i boxer e lento gattona su di me.
“sei perfetto…” sussurro.
Lui ride e mi bacia il mento.
“lo so…” rido con lui mentre lo faccio stendere sotto di me.
Amo lui e il suo modo di non farmi pensare alle cose brutte.
Che sia un sorriso, un bacio,o fare l’amore…
Frank riesce sempre a trasportarmi in un mondo dove siamo solo io e lui.
E nient’altro.



Un altro sorso di quella brodaglia accompagna un’altra lacrima.
Mi manca come l’aria.
Mi manca il suo essere infantile.
Mi mancano i suoi occhi nocciola.
Mi manca il suo sorriso che per colpa mia è scomparso da quelle labbra stupende.
Cerco di bere un altro po’, ma impreco appena capisco che la fialetta è vuota.
“vaffanculo.” Mi alzo a fatica dal pavimento, aggrappandomi alle mattonelle.
Mi gira la testa.
Gee non ci sei ancora abituato.
Rido di me stesso.
Mi sciacquo la pelle del viso e gli occhi incavi e rossi.
Non mi asciugo neanche, esco dal bagno aprendo la porta violentemente e richiuderla con altrettanta violenza.
I ragazzi mi guardano senza capire.
Frank mi riserva uno sguardo ostile e pieno di rancore.
Non posso sopportarlo.
Esco direttamente dal tour bus accendendomi con accanimento una Marlboro.
“ho sempre pensato che fumare ti facesse male, Ger.” Alzò gli occhi e lo sguardo trasandato del mio amico mi fa ridere.
“è bello rivederti, Bert.”




Frank pov.


Fisso la porta da cui è uscito Gee.
Ma come è messo? No dico, che cazzo di reazioni ha? Fa l’arrabbiato?
LUI????
Sospiro, più rassegnato che altro e sento una mano posarsi sulla mia spalla.
Mikey…
“Frank andresti a parlarci? Io non so più che farci mi sembra una checca isterica…”
“Io non posso farci nulla” replico io secco “Mi dispiace…”
“ha litigato con te vero?” si aggiunge Ray.
“no”
“ma andiamo!” continua il capellone “siete entrambi stani, lui è fuori di se, sembra sempre incazzato o depresso e tu… tu sparisci per due settimane senza dare segni di vita! E mi fai credere che è tutto ok??”
Scatto in piedi guardandolo furibondo, fuori di me “se anche fosse successo qualcosa non sarebbero comunque cazzi tuoi Toro!”
“si che lo sono” lo sostiene Mikey “lo sono di tutti perché così mettete in crisi la band…”
Stringo i pugni trattenendo dentro di me tutta la rabbia e tutte le lacrime…
Bob mi poggia una mano sulla spalla sorridendo “tutto si sistemerà come sempre, non è il caso di allarmarsi.. dai vieni Frank fumiamoci una sigaretta prima di partire…”
Usciamo e vedo Gee parlare allegramente con Bert.
Ecco, si è già scordato di me, di noi, visto che sta abbracciando quello…
Bob mi guarda preoccupato “Frank forse dovremmo tornare dentro io…”
“no… non fa niente… tanto Gee non è più il mio ragazzo, no? Dovrò farci l’abitudine…”
“no che non devi…. Frank…”
“basta” dico mettendo una mano in tasca e prendendo le sigarette “non devo pensarci…”
“Pensi basterà?”
“deve bastare…”
“ehy Iero!” Bert mi saluta per poi rivolgersi al suo ex tecnico del suono Bob.
Lo guardo con disgusto totale, poi con un gesto di stizza spengo la sigaretta lasciandoli parlare amichevolmente.
Fanculo a tutti non vedo l’ora di suonare stasera.
Devo sfogarmi…

Ho ricevuto una chiamata di Quinny e sono volato subito…
Busso al bus come se volessi abbattere questa cazzo di porta ed ecco che il biondo mi viene ad aprire.
“ciao Frankie…”
“Quinny….” Sospiro “In che condizioni è… stasera?”
“come tutte le altre sere… come Bert…” mi dice lui affranto “Io non so come fare per scusarmi… a nome di Bert… io…”
“non devi” dico entrando “Non è colpa tua, tu sei anche troppo buono mi chiami sempre…”
“io sono uno che beve… ma avrai capito anche tu che qui non si parla più di alcool…” mi dice grattandosi il capo “si è arrivati oltre…”
“troppo oltre” di aggiunge Branden “sono di sopra, Jepha li sta aiutando a sopravvivere…”
Annuisco ringraziando con un sussurro e mi precipito al piano di sopra.
Jepha mi sta aspettando, trattenendo Bert sul letto “Non alzarti che ti viene un capogiro!” gli urla incazzato.
Ma la sua non è rabbia, è preoccupazione.
Quinn mi raggiunge su, so che Branden non verrà, odia vedere Bert in queste condizioni, e so che lascerà presto la band…
“allora?” chiede il biondo mentre io cerco con lo sguardo Gee.
Lo vedo e come sempre il cuore perde di un battito.
È seduto contro il letto, la testa che penzola in avanti, la manica destra sollevata a una bottiglia di liquore nella mano sinistra…
Abbasso il viso, avvicinandomi piano..
Mi inginocchio davanti a lui mentre Jepha risponde a Quinn “allora un cazzo, non si può continuare così merda!! Si ammazzeranno!!”
Sollevo il viso di Gee e lo guardo in faccia.
Lui ricambia lo sguardo, ma il suo è appannato e non mi riconosce nemmeno tanto è fatto.
Sospiro “vuoi una mano?” mi chiede Quinn indicando Gee.
“No, grazie ci riesco da solo a portarlo sul bus” rispondo io.
Mi passo un suo braccio dietro alla spalle e lo sollevo un po’ a fatica.
Io sono piccino e mingherlino.
Lui invece è un po’ in carne e decisamente più alto.
Ma ormai ci ho fatto il callo a portarlo a casa fatto e ubriaco.
“grazie ragazzi ci vediamo…” dico scendendo piano le scale e uscendo.
Mentre ci incamminiamo Gee inizia a ridacchiare da solo.
“ciao Frankie…”
Almeno mi ha riconosciuto, ma con una determinazione solo mia non gli rispondo, continuando sulla mia strada.
Mi fermo davanti a una piccola fontana di acqua, devo svegliarlo almeno un po’ non possiamo entrare così dagli altri…
Deve sembrare solo ubriaco…
“vieni qui Frankiiiieeee!!” mi dice ridacchiando e attirandomi a se per un braccio “stasera ti faccio scegliere se stare sopra o sotto…”
“cazzo Gee lasciami!” dico strappando un braccio dalle sue grinfie per poi avvicinarmi all’acqua.
“dai vieni qui… so che ne hai voglia anche tu…”
“cosa? Di vederti ridotto così tutte le sere? Eh!!??” urlo, ormai al limite “pensi sia bello vedere la persona che si ama ridursi in questo modo, cazzo?! No, non lo è!! Sei un incosciente Gee mi stai uccidendo!!”
Lui abbasso lo sguardo, come pentito in un attimo di lucidità, poi si alza, barcolla, e vomita sul asfalto.
Sospiro, passandomi una mano sui capelli e lasciando che un paio di lacrime…
Perché mi fai questo?
Io ti amo cazzo!!
E tu ti fai del male nel modo peggiore…
Mi avvicino, tenendogli la testa e aspettando che lui abbia finito.
“mi dispiace Frank… ma non posso farne a meno…” mi dice quando riesce a alzarsi diritto.
“si che puoi cazzo! Ma non vuoi smettere ammettilo!! Tu hai bisogno solo della tua cazzo di droga e del tuo alcool di merda… il mio amore non ti basta più…”
“Ma che cazzo dici? Il tuo amore è la sola cosa che mi fa stare bene!”
“Non dire cazzate… se fosse la sola cosa che ti fa bene allora non avresti bisogno di sogni chimici…”
“incubi vorrai dire…” mi dice accarezzandomi il viso “Frank aiutami non mi lasciare… ti prego…”
“Io ti aiuterò… ma devi aiutare soprattutto te stesso!” mi abbraccia stretto, singhiozzando.
Io ti aiuterò ad uscire… non sarà facile ma io e te insieme supereremo tutto…
Tutto.


Finalmente è arrivata la sera e con essa il concerto.
Il pubblico ci acclama urlando i nostri nomi.
E io posso sfogarmi!
Mi muovo freneticamente, come non facevo da tempo, rotolandomi a terra, saltando ovunque.
Gerard si avvicina, mentre canta This is How I Desappear…
Il perché io vorrei sparire?
Per smettere si soffrire non vedendoti più…
Sento la sua mano accarezzarmi la schiena, con un movimento lento, per poi fermarsi sul mio sedere, stringendo appena…
Chiudo gli occhi un attimo, beandomi per un attimo di quella sensazione…
Poi mi allontano, dandogli un colpo con la tastiera della chitarra.
Il mio è un invito a non toccarmi.
Mi guarda ferito.
Ma si aspettava che io lo aspettassi a culo aperto per tutta la vita, per farmelo sbattere dentro senza nulla in cambio?
Chiedo scusa per la volgarità, ma è così!
“and live my life alone… forever now!”
Oh ci puoi giurare cazzo!
Si allontana e vedo una cosa che mi sconvolge…
Bert lo guarda da dietro alle quinte e si scambiano un sorriso sincero, come facevamo sempre io e Gee…
Mi si attorcigliano le budella…
E decido di fare anche io una pazzia…
Parte l’ultimo ritornello…
“…is How I Desappear…”
Mi avvicino a Mikey, scaraventando la chitarra dietro alla schiena, e gli prendo la testa, intrappolando le sue labbra in un bacio.
Chiudo gli occhi, sperando che non ti incazzi e mi meni.
Sento il pubblico esplodere.
Apro gli occhi guardando Gee.
È li, impalato di spalle al pubblico che mi guarda a occhi sgranati.
Mi concedo un sorrisetto che dura poco, perché Mikey mi ricottura, premendomi con una mano sulla nuca e facendo pressioni per approfondire il bacio.
Cosa che gli concedo senza pensarci…
Ma che…
Sento solo la voce di Gee che in un sussurro dice le ultime parole della canzone “forever now…”
Quando ci stacchiamo siamo entrambi affannati
Cosacosacosa?
Dopo devo parlarci, assolutamente!
Il mio obbiettivo è raggiunto, perché Gerard inizia Im not Ok infastidito.
E siamo solo al inizio.

Usciamo nel back stage.
Quinn viene subito a congratularsi seguito da Jepha.
Sorrido salutando i miei vecchi amici poi mi volto.
Gerard si sta togliendo la maglietta, e dopo essersene messo una pulita prende la giacca e esce, senza degnare nessuno di uno sguardo…
Chissà dove va…
Ma adesso devo levarmi un dubbio.
Appoggio una mano sulla spalla di Mikey, seduto sul divano e mi avvicino con la bocca al suo orecchio sussurrandogli “ti devo parlare viene di la?”
Annuisce alzandosi, ridendo per una battuta di Ray.
Entriamo nel bagno chiudendoci dentro “Io so perché ti ho baciato” dico io “per fare scena… come sempre… ma tu… perché mi hai baciato?” mi siedo sul ripiano del lavandino, in attesa.
Lui invece si appoggia alla porta facendo spallucce “così… mi andava…”
Ah.
“ti… andava?”
“si, infondo baci sempre Gee… no? Così stavolta volevo starci io sotto le luci della ribalta e poi…” si avvicina, appoggiandomi le mani sulle gambe e risalendo fino alle cosce.
Avvicina il viso al mio, mentre io mi schiaccio scioccato contro il vetro.
Che stai facendo Mikey???!!!
“e poi baci maledettamente bene…” sussurra prima di lasciarmi un ultimo bacio a fior di labbra “vado a chiamare Ali per dirle che è andato tutto bene… una meraviglia anzi! Ci vediamo domani Frankie!” e detto questo esce.
Così, come se nulla fosse successo.
Ma che cazzo hanno i Way?
Gli manca un cromosoma???
A proposito... vorrei tanto sapere dove si è cacciato Gerard...




Gerard pov


“… cosa pretende? Che stia buono e calmo mentre si bacia mio FRATELLO?!” Bert nega con il capo, passando un altro bicchiere stracolmo di…?
Che cos’è?
Sarà Rum?
Whisky?
Non che me ne importi molto.
“è normale, sei geloso che qualcuno baci tuo fratello.” Dice Bert, trovando per la prima volta da quando lo conosco un filo logico in un discorso.
Anche se ovviamente non è corretto.
“vuoi sapere la fottuta verità Bert?” lui mi guarda senza comprendere.
E senza che me ne accorga gli dico la verità.
La sola vera e unica.
Gerard Way ama Frank Iero.
Fottuto alcool.
Mi sorride, alzando un sopraciglio.
“quindi tu e lui state insieme?” chiede.
“no, non più.” Bevo il contenuto del mio bicchiere , scolandomi poi, la birra di Bert.
Che ride.
Sembra che si diverta a vedere una persona soffrire così.
“ma davvero?” si lecca le labbra screpolate, posandomi una mano sulla coscia.
Ma che fa?
“che scoperta interessante…” si avvicina e mi sfiora l’orecchio con le labbra.
“dici?” chiedo sarcastico.
“assolutamente…” poi mi lascia un bacio sotto l’orecchio facendomi rabbrividire.
Mi mette sotto mano un altro bicchiere e lo scolo senza pretese.
La testa mi gira, tutto ciò che vedo sono immagini confuse.
Ciò che sento sono sol rumori ovattati e la voce di Bert che mi arriva come un sussurro stentato, ma che mi fa rabbrividire.
Riesco a malapena rispondere un “no” appena accennato, che lui mi afferra per il mento, mi fa male.
“o fai come ti dico o su tutti i giornali domani si leggerla che Gerard Way è un frocio e si incula Frank Iero.”



“ bene anche per oggi è tutto.” Melissa Stuart è la terapista più in gamba dell’ America.
Riesce sempre a fare sentire me e i miei compagni di terapia a nostro agio.
Mi piace stare qui e venirci ogni qualvolta sono libero.
La saluto con calore, prima di scendere di corsa le scale di marmo del suo studio.
Mi ci vuole un caffè.
I miei piani si trasformano in meglio appena fuori dello studio, vedo Frankie.
Appoggiato distrattamente alle sua auto che fuma la sua sigaretta.
Mi sorride radioso.
“non ti aspettavo.” Dico, regalandogli un buffetto sulla testa.
“sorpresa!” poi allunga una mano dentro al finestrino dell’auto.
“ho preso anche il caffè!” dice entusiasta.
“Dio come ti adoro!” esclamo, prendendo con accanimento il bicchierone di cartone che Frankie mi porge.
“dovevamo festeggiare no?” dice tutto allegro.
“ho anche i cornetti!” rido scuotendo il capo.
“per cosa scusa?” dico, addentando il mio cornetto alla marmellata.
“oggi è esattamente un anno che hai smesso.” Dice e sembra la cosa più ovvia del mondo mentre con la cioccolata si sporca tutto il viso.
Mi batto una mano sulla fronte.
“ah già!!come dimenticare!” lui ride, rischiando di affogare.
Saliamo in macchina e restiamo in silenzio per un po’, occupati come sia a strafogarci di cibo.
“la dottoressa Stuart dice che posso anche smettere con le sedute.” Dico.
Frank sorride radioso.
“amore è una cosa bellissima!” esclama, battendo le mani.
“però penso che ci verrò comunque. Mi diverto.” Lui annuisce, poi mi guarda, serio.
“posso darti un bacio?” chiede, arrossendo e abbassando il capo.
Io rido intenerito.
“ovvio!” esclamo e senza ripeterlo oltre le mie labbra baciando le sue.
Velocemente, ma splendidamente.
Gli accarezzo la guancia mentre ci stacchiamo.
“Grazie…” e la sua risposta è il suo enorme sorriso.
E non potrei chiedere di meglio.



Dio che mal di testa.
Dove sono?
Apro gli occhi lentamente, infastidito dalla troppa luce.
Scosto le coperte e mi accorgo di essere senza vestiti.
Non ricordo nulla.
Neanche quanti bicchieri pieni di porcherie mi sono scolato.
Qualcuno accanto a me si nuove.
Frankie?
Possibile che tutto sia stato un brutto sogno?
Con un sorriso scosto le coperte, pronto ad accogliere il grande abbraccio consolatorio di Frank.
Ma ciò che vedo, non è ciò che speravo.
Bert si volta verso di me, sorridendo enigmatico.
“buon giorno Ger…” apro la bocca per rispondere ma da essa mi esce solo un rantolo disgustato.
Mi alzo in fretta e mi metto i boxer, accompagnato dalla risata di Bert.
“che cosa mi hai fatto stronzo?!” urlo.
“perché baby, non si capisce?” ride ancora. “eppure non mi parevi così disgustato mentre te lo mettevo dentro!”
Il mio respiro si fa affannoso, mentre stringo le mani, talmente forte da fermare la circolazione.
Ho tradito Frankie…
Io…no.
Mi porto le mani nei capelli stringendo le ciocche, disperato.
Un ringhio e una rabbia mai provata prima mi esce dalle labbra. Bert perde il sorriso, ma continua a guardarmi.
“mi hai rovinato la vita…” mi avvicino e gli tiro i capelli, facendolo alzare.
Non ho mai avuto questa forza.
Gli assetto una ginocchiata nello stomaco, facendolo rantolare di dolore.
Dio com’è gratificante la vendetta.
Lo lascio cadere a terra, colpendolo in pieno viso.
Urla, portandosi le mani alla faccia.
Mi chino su di lui, sputandogli su un occhio, continuando a rimanere inerme e a lamentarsi per il male.
Lo prendo per un braccio e lo sbatto contro la prima parete libera che mi ritrovo davanti.
“mi fai male…” sussurra.
“ma davvero? Penso che non sia abbastanza invece…” gli stringo il collo con entrambe le mani, ringhiando di rabbia.
“va all’inferno!” grido. Lui non risponde, cercando di recuperare ossigeno.
No, mi dispiace non la passerai liscia.
“GEE!!!!!!” il rumore di qualcuno che bussa alla porta mi riscuote.
È Frank.
Lascio violentemente la presa e Bert cade a terra, rannicchiandosi su se stesso, tremante.
E ora che faccio?





Bene, noi vi amiamo quindi per misericordia, RISPARMIATECIIIIIIIIIIIII!!!
Ci scusiamo anche per come abbiamo concluso il capitolo, ma tranquille che il prossimo è già in corso di scrittura!
Diteci che cosa ne pensate e grazie mille in anticipo!!!
Ora passiamo alle recensioni(NOVE?????????? WOW!!! SIAMO FELICISSIME!)


SimmyListing: eccoci qui!! Eccoti un capitolo delle serie ‘la sfiga non ha mai limite… ora ci si mettono anche Mikey e Bert!! Grazie per la recensione, un bacione Baby!!

Mcr_Girl: no tesoro, non ci odiare!! Se no dopo questo nuovo cappy ci ammazzi!! Non sforzare il cuoricino che se no ti prende un colpo!! anyWay lo sai che ti amiamo… che altro dire apparte che ci manchi? Un bacione immenso! A prestoooo!!!

My Chemical Vavvy: grazie per i complimenti, siamo felici che ti sei commossa!! Significa che ti sei immedesimata per bene eh? Cosa ne pensi di questo nuovo cappy? Un bacio a presto!!

Ex_90: grazie per il commento siamo felici che ti sia piaciuto il cappy dicci che ne pensi di questo! Un bacio!!

Miss_Revenge: ciao nuova commentatrice! Siamo contente che ti piaccia la storia e che ti abbia commosso… ma chi può dire se si sistemerà tutto? Di vedrà per adesso non diamo anticipazioni… anche perché con precisione non lo sappiamo nemmeno noi! Per quanto riguarda chi a ragione dei due… bhè sai entrambi hanno la loro ragione e i loro torti! Un bacio a presto!!

Christal_Heart: grazie per il commento siamo felici che la storia continui a piacerti! Un bacio a presto!!

Lithi: e le mazzate per Frank sono appena cominciate!! Povero punk che triste vita che ha… grazie per la recensione!! Siamo very happy che tu continui a seguirci!! (uuh che brutto giro di parole…) grazie mille ancora, un bacio!!
Ioamolacocacola: è meglio che tu non sappia cosa ci frulla per la testa, protresti traumatizzarti! Grazie per il commento speriamo che ti sia piacito anche questo cappy! Un bacio a presto!!

Jessromance; ecco il continuo… non preoccuparti sappiamo che stiamo rischiando… e anche di brutto!! Un bacione da entrambe a presto!!... w BOB!...

Baci, da Jess e grè<3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** quando finirà? ***


during1

I my chem non sono di nostra proprietà! E questo si sa! Nulla di tutto questo è scritto per soldi.

Buona lettura=)






Frank pov.


Gerard ci mette tanto ad aprire… troppo…
Aspetto ansioso, stanotte ci ho pensato tanto e non ce la faccio più, voglio riaverlo, anche se ciò vorrà dire sottomettermi al suo volere… ma non posso più stare senza…
Finalmente mi apre, in boxer e mi guarda stranito.
“Frank… ciao ma… cosa…?”
“Gee devo parlarti!” dico facendo per entrare ma lui mi blocca.
“aspetta qui è un casino, ti va di parlarne a colazione?”
“ma… io devo parlarti subito!” insisto “io… io ti rivoglio Gee… e non sai quanto!! Cazzo mi sento morire senza di te! Mi sembra passata una vita da quando ti ho baciato per l’ultima volta…
Lui mi guarda sorpreso poi sorride “oh Frank anche io ti rivoglio! Non sai quanto sono stato male…”
“senti ti va di ripartire da zero e fingere che tutta questa storia non sia successa?” chiedo prendendogli una mano “fai finta che io non ti abbia mai chiesto nulla, ne di dirlo agli altri ne di niente… e poi andiamo a vivere insieme! Troveremo insieme una scusa per gli altri!
“davvero lo vuoi?” mi chiede avvicinandomi a lui.
“si Gee…” mi bacia, lentamente.
Da quando non sentivo le sue labbra sulle mie?
Mi sembra passata una vita…
“Gee ti amo…”
“anche io Frank…”
“amore chi è?”
Una terza voce mi gela qui, dove sono.
Viene da dentro la stanza, e è una voce che non posso dimenticare…
E poi appare, completamente nudo, e abbraccia Gerard da dietro, tenendolo a se per i fianchi “cosa vuole questo, baby?” sussurra
Oh…
Mio…
Dio…
Sto male, mi gira la testa, sto per vomitare…
Tolgo la mano tremante da quella di Gerard che mi guarda afflitto “Frank ti prego ascoltami io-
“STAI ZITTO!” nemmeno mi accorgo che sto urlando…
Mi porto le mani al viso disperato, mentre tremando inizio a piangere.
Cosa ho fatto per meritarmelo?
Gerard mi viene vicino mentre Bert, soddisfatto ci guarda da appoggiato allo stipite…… ha un labbro rotto, ma non voglio nemmeno sapere in che modo se lo è procurato…
“Frank io… ti prego posso spiegarti tutto!”
“NON MI TOCCARE!” lo spingo via mentre anche i suoi occhi iniziano a riempirsi si lacrime “TE LO SEI SCOPATO! PRIMA MI HAI BACIATO DOPO ESSERTELO SCOPATO! MI HAI DETTO CHE MI AMI CAZZO, MA TI FOTTI LUI!”
“Frank io non volevo è stato tutto un malinteso io… non voglio scoparmi lui! Sei tu il solo che amo cazzo!!
“BUGIE, BUGIE E ANCORA BUGIE!! TI ODIO!! SEI CONTENTO? MI HAI DISTRUTTO DEL TUTTO!! E IO CHE SONO ANCHE VENUTO QUI! CAZZO SEI UN MERDA!!” mi sfogo, mentre le ginocchia cedono e cado a carponi, sempre piangendo come un disperato.
Una porta si apre.
Grazie a dio è Bob.
Non voglio che gli altri mi vedano così…
“Frank!” viene verso di me “ehy Frank… dai alzati” mi dice esortandomi.
Sono caduto sulle ginocchia tanto il pianto è forte.
Mi faccio schifo da solo.
Sono un idiota.
Bob trapassa Gee con lo sguardo, poi quando vedere Bert così capisce tutto.
“sei un figlio di puttana” sussurra verso Bert “e tu… tu Gee sei un mostro…
Mi solleva di peso, portandomi in camera sua.
So di essere in condizioni pietose, piango e tremo.
Mi ha tradito!
È andato a letto con un altro cazzo!!
E io come un idiota mi sono sottomesso!!
Ricominciamo da zero… fai finta che non ti ho mai chiesto niente…
Che uomo di merda che sono…
“Smettila” mi esorta Bob scrollandomi per le spalle “arrivati a questo punto è palese che non ti merita!”
“v-vorrei c-crederti sai B-Bob… a-adesso fammi passare… v-vado a fare le valige… me ne vado non ce la faccio più…

Guardo Gerard dormire finalmente.
È stata una giornataccia, il funerale intendo, e tutto questo dolore…
Mi alzo in silenzio, infilandomi i vestiti e coprendo Gerard.
Esco, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, e scendo con gli altri invitati.
“allora?” mi chiede Mikey, tristemente.
Mi dispiace davvero tanto per la vostra perdita, ma non ve lo dico perché suona troppo ipocrita…
“sta dormendo…” dico io “dopo giorni che non ci riusciva… direi di lasciarlo stare…
Annuisce “vado a dirlo anche a mamma…”
E va verso quella strana donna platinata, per avvertirla di non disturbare Gerard…
E poi, visto che lo troverebbero nudo in un letto, non sarebbe facile da spiegare il come io l’abbia consolato… no?
“allora?” chiedo mentre Mikey mi torna a sedere vicino.
“sto male, penso sia evidente” replica con un sorrisetto triste “ma ce la farò… Frank… io volevo solo dirti quanto ti sono grato per essere qui… e per tutto il bene che fai a me e a Gee…
Lo abbraccio, mentre lo sento aggrapparsi a me in cerca di conforto “non dirlo nemmeno per scherzo… io ci sarò sempre… stai tranquillo…
Si stacca, sistemandosi gli occhiali e sospirando “Ok, vado a affrontare le zie…
“bruttissimo” ironizzo io facendolo sorridere appena “io mi fumo una sigaretta, ci vediamo dopo”
“Ok”
Esco fuori, sistemandomi la giacca elegante, che fa a pugno con i jeans…
Mi accorgo di non avere più la cravatta… forse è in camera di Gee… spero che nessuno se ne sia accorto…
Abbasso i RayBan sugli occhi, sedendomi sul muretto di casa Way.
C’è calma oggi, è una domenica come mille, ma non c’è il sole.
Ironia della sorte, il cielo è nero e gli occhiali mi servono solo per celare un minimo le occhiaie che sono a parte dopo tutta questa pesante settimana, passata a tenere Gerard lontano dalla bottiglia…
Porto le braccia in dietro, appoggiandomi meglio al muretto, per poi accendermi una sigaretta e mi guardo attorno.
In che razza di quartiere vivi, Gee? Sembra un vecchio quartiere di Detroit.
Mi aspetto che esca una macchina dalla curva e si metta a spararmi addosso…
Sospiro, sembro un treno a vapore oggi.
Butto la sigaretta ormai ridotta al filtro e guardo verso casa Way.
Fisso un attimo la finestra di Gee, e poi mi alzo, andando da lui.
Un paio di ora di sonno mi faranno bene.
Entro e senza farmi vedere vado verso quella porta.
Mi ci chiudo dentro, e lo trovo la, come l’ho lasciato.
La labbra lievemente socchiuse, il viso finalmente rilassato i capelli spettinati…
Mi levo in fretta i jeans, la camicia e la giacca, lasciandoli cadere sul pavimento.
Fa lo stesso, metterò a posto poi…
Mi sdraio accanto a lui, tirandomi sotto al lenzuolo che odore ancora del amore che abbiamo consumato prima.
E, abbracciandolo da dietro, mi addormento anche io, appoggiato alla sua schiena.
So long and goodnight Gee…
Domani sarà un giorno migliore...
So long and goodnight

Prendo la mia roba e mi dirigo fuori della mia stanza.
Via, devo andare via, adesso.
Mikey esce dalla sua camera mentre io sto chiudendo la porta e mi guarda sorpreso.
bhè? Che fai?”
“me ne vado”
“come?” mi segue stupito mentre io chiamo l’ascensore.
Basta.
Casa.
Voglio andare a casa e dimenticare tutto, trovare il conforto infondo a una bottiglia di birra e a una vasca di gelato da due chili.
“perché!” arriva l’ascensore ma Mikey non mi lascia.
Non mi guardare così ti prego… mi fai sentire maledettamente in colpa…
“Frankie…” lascio cadere la valigia appena mi chiama così e lascio che un paio di lacrime mi bagnino il viso.
Lo sento abbracciarmi, stringermi a se “va tutto bene… qualunque sia il problema lo possiamo risolvere… dai vieni

Preparo questa corda.
Devo fare presto Mikey è andato a pretendere del caffè… tanto per cambiare.
La appendo al lampadario e salgo sulla sedia, portandomi il nodo corsoio al collo.
“Addio mondo crudele!”
“Frank! Sei un caso perso!” Mikey entra in camera, appoggiando lentamente i caffè sul mobile con quella calma che lo contraddistingue e si dirige verso di me “scendi dai, che spacchi il lampadario”
“bene” replico io piccato incrociando le braccia “mi dai del grasso e del codardo?”
“no, solo del cretino! Ma che stai facendo?”
“hai detto tu di risolvere il problema!”
Si passa una mano sul viso, poi sale sulla sedia con me e mi cava la corda dal collo, spingendomi giù “c’è modo e modo di risolvere le cose!”
Mi siedo sul letto.
“per prima cosa devo capire quale è il problema… o non posso aiutarti!”
Quale è il problema? Facile…
“Gerard”
“Ma dai” ribatte sarcastico “ci sono dei giorni che mi chiedo se siete finocchi e state preparando il matrimonio da sogno di Barbie e dei giorni mi sembra invece che vi odiate a morte!”
Più o meno è così…
“Lo so che siete molto amici” mi dice ovvio “basta che ne parlate!”
La fai facile.
“dici?” gli do corda, non posso dirgli la verità…
Non adesso almeno, ma ti prometto che lo verrai a sapere...
Tutti lo verrete a sapere
“si certo! Adesso vai!” mi esorta ad alzarmi.
Eseguo “grazie Mikey…”
“prego… e stai lontano dalle corde, dalle lamette, dai pugnali, dalle pistole, dal balcone e dal tetto! E non prendere niente!”
Abbozzo un sorriso aprendo la porta.
“non sto scherzando, non fare stronzate” mi dice serio avvicinandosi.
Io annuisco, mentre lui si china su di me lasciandomi un bacetto sulle labbra, sigillo di quella che so essere una amicizia eterna… una amicizia importante.
Ma solo questo, una amicizia, con un pizzico di malizia di tanto in tanto, ok, ma solo questo.
Tra me è Mikey non potrebbe esserci mai nulla… siamo come fratelli.
“ci vediamo a pranzo!” Ma lui non mi risponde, si limita a fissare un punto dietro di me.
La sue mano, che prima mi aveva dato un buffetto sulla testa, è scesa sulla mai spalla.
Cosa è questa brutta sensazione?
Mi giro e davanti mi trovo Gerard, con gli occhi visibilmente rossi.
Che c’è? Mi hai visto mentre Mikey mi baciava?
E allora?
Tu ti scopi Bert e un bacino io non lo posso avere?
Ma le lacrime premono per uscire, anche se mi sento innocente.
Non proprio… io godo, godo nel vedere quella singola lacrima solcare la guancia pallida di Gerard mentre fissa un Mikey confuso.
Per lui deve essere una scena strana, dopo tutto non sa nulla…
“ma… che succede?” chiede infatti stranito, senza togliere la mano dalla mia spalla.
Bella domanda, che richiede una risposta silenziosa.
Non ce la faccio a sopportare la tensione, così mi volto di nuovo verso Mikey, entrando in camera e lasciando i due fratelli sul uscio.
Corro in bagno, chiudendomi dentro.
Come faccio a rimanere qui se tutte le volta che lo vedo mi viene da piangere?
Come cazzo faccio??


Gerard pov


Davanti a me non c’è più traccia di lui, se non delle sue lacrime, che macchiano il lungo tappeto rosso del corridoio.
Le guardo scomparire a poco a poco, senza lasciare una parola.
Solo il mio cuore che batte e mi rimbomba nelle orecchie fino a farmi male.
Una novella coppia di sposi esce dalla camera affianco e mi scruta rossa in viso, borbottando qualche incomprensibile parola al mio orecchio.
“che c’è little-Gee?” quella voce.
Lui ha rovinato ogni cosa.
È stata quella goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Quel vaso stracolmo di sangue che dolorosamente entrambi versavamo.
“vai via.” Dico, senza riuscire a guardare quella faccia sarcastica, con quel sorriso strafottente e vincitore.
“non voglio più vederti.” Lo sento ridere.
“ mi hai rovinato la vita.” Sussurro “ è già la seconda volta che ti permetti di trattarmi come una bambola, ma vedi Robert, io non ci sto.” Lo guardo negli occhi, mentre una silenziosa lacrima mi riga la guancia.
“ se ci tieni così tanto a rovinare le vite, perché non rovini la tua e mi lasci in pace?!” urlo, fuori di me e poi, ancora le mie mani che lo prendono per i lunghi capelli biondi e lo trascinano fuori dalla camera.
Bert cade a terra con un sordo tonfo e un rantolo provocato dal mio calcio nei suoi stinchi.
Mi sorride, con la solita faccia da schiaffi.
Si alza sui gomiti e mi guarda, strafottente.
"Dio, sei patetico Way anche mentre lo stavamo facendo non facevi che chiamare il tuo prezioso Frank.. . peccato che ci fossi io e non lui vero?"
Lo guardo stranito.
Cosa cazzo…
Neanche l’alcool mi ha fatto dimenticare Frank, ma lui non si è fermato e ha aperto ancora di più quella ferita sul petto, all’altezza del cuore.
Lo odio.
Lo detesto.
Mi lascio alle spalle la sua immagine dolorante, chiudendo la porta.
I suoi vestiti, insieme ai miei sparsi per terra mi danno un senso di vomito.
Li raccolgo fremente, mentre le lacrime mi offuscano la vista.
Apro la porta del bagno e butto i vestiti nella tazza del water, cominciando a singhiozzare parole sconnesse e senza senso.
Dopo aver spinto gli abiti con forza, lasciando me stremato, mi accascio a terra e senza più nessun freno, urlo.
Lo faccio.
Urlo tutto il mio dolore.
Urlo finchè le tonsille non cominciano a bruciarmi.
Urlo pietà.
Urlo il perdono.
Urlo il suo nome, come una preghiera.
Perché sono un uomo distrutto.
Perché nemmeno cantare riuscirà a salvarmi.
Perché nemmeno una sigaretta lo saprà fare.
Perché nemmeno una bottiglia di whisky riuscirà a ricomporre i pezzi.




“ci pensi mai al matrimonio?” mi chiede Frank, stretto fra le mie braccia, in questa fredda notte d’inverno.
“perché questa domanda?” chiedo, baciandogli i capelli.
Lui scuote le spalle, senza darmi una spiegazione e alla luce della piccola lampada posta sopra di noi, vedo le sue guancie prendere colore.
“no, mai.” Rispondo sinceramente, lui sospira, senza dire altro.
Sembra strano in questi giorni.
È assente, parla di rado, ride forzatamente e non ascolta.
Qualche volta annuisce, senza sapere veramente di che cosa stiamo parlando.
“Frankie, che cosa c’è?” sussurro, ma lui non mi risponde e alzando lo sguardo noto che si è addormentato, mentre una piccola lacrima gli riga la guancia.
L’asciugo con un bacio, accoccolandomi più stretto a lui.
Si sarà offeso?
Non penso voglia già arrivare a dal punto…
Infondo ha ventitre anni!
E io… beh io non sono pronto.
Questo genere di cose mi spaventano.
Non ho mai capito il perché.


Il mattino dopo, svegliando non ho trovato Frank accanto a me.
La cosa mi fece rimanere veramente male.
Di solito gli piaceva svegliarsi dopo di me.
Lui mi diceva sempre che lo faceva sola per ottenere quell’abbraccio che lo faceva sentire felice.
Come a casa.
Dalla sua famiglia.
Mi lascio andare da uno sbuffo spazientito, scendendo dalla cuccetta del tour bus.
Dormono ancora tutti, l’alba si è appena consumata e ha lasciato un debole sole.
Mi scaldo del caffè nel microonde e nell’attesa, mi accendo una sigaretta.
Mi accorgo che in tanti anni le mie abitudini non sono mai cambiate.
Gli stessi movimenti, le stesse cose fanno parte di me e mi fanno sorridere.
Esco dal bus, calandomi il cappuccio blu della felpa sulla testa.
Rabbrividisco di freddo, prendendo una sorsate del mio caffè.
“ehi…” mi volto, scoprendo l’immagine di un Frank ancora assonnato, seduto a gambe incrociate sull’asfalto.
“come mai in piedi a quest’ora?” chiedo, sedendomi accanto a lui.
“pensavo…” risponde, vago.
“oh, lo sai. Fai questo da settimane!” ribatto, con un sorrisino. “vuoi dirmi che cos’hai amore?” sorride dolcemente, arrossendo sulle gote.
Adoro quando lo fa.
Adoro sapere che ogni mia parola, ogni mio gesto faccia quest’effetto su di lui.
“io… mi dispiace se non ve ne ho parlato in questi giorni…”sussurra. “io non volevo ancora crederci e cercavo in tutti modi qualcosa che mi dicesse che avevo capito male…” rimane sempre sul vago e per questo mi lascia scappare uno sbuffo.
“mamma e papà hanno avviato le pratiche del divorzio due settimane fa.” Dice, col il capo basso.
“e oggi, sono ufficialmente divorziati.” Conclude mesto.
Lo abbraccio.
È la cosa che mi viene spontanea da fare.
So quanto gli dispiaccia.
Lui ama la sua famiglia e l’amava perché era unita, fedele.
Me l’aveva sempre detto.
“shhht, basta piangere…” sussurro, mentre lui mi stringe i pugni sulla felpa, singhiozzando come un bambino.
“Frankie, ehi guardami…per favore, guardami.” Gli alzo il viso con entrambe le mani, asciugando qualche lacrima con i pollici.
“sarò io la tua famiglia e lo sarò sempre. Te lo giuro.” Lui mi guarda, come un cucciolo bisognoso d’aiuto. “ma ti prego adesso basta piangere” lui annuisce e mi regala un sorriso grato.
Si, te lo prometto honey.
Saremo una famiglia per sempre…



Era una promessa.
Una promessa che avevo fatto con il cuore.
Ma quale cuore Way.
Gli egoisti non hanno cuore.
Sono accucciato in questa scomoda posizione da non so quanto.
Mi sembrano ore, ma scopro che sono solo minuti, quando esco dal bagno e controllo l’orologio posto sopra il giaciglio.
Indugio un attimo sul letto e so che non dovrei e mentre sento le lacrime salirmi, ritorno in bagno per affondare la testa del water e vomitare.
Dio, che uomo sei, Gerard.
Mi rinfresco il volto arrossato, pulendomi con il dorso del braccio.
La mia bocca sa schifosamente di vomito e sento il totale bisogno di sfogarmi con qualcuno.
Parlare, urlare, piangere con qualcuno.
Mi vesto velocemente e esco dalla camera.
Parlare con Mikey sicuramente mi aiuterà.
Esco veloce dalla camera, sbattendo la porta alle spalle.
La camera di mio fratello è a fine corridoio, vicino all’ascensore, ma da qui posso vedere che la porta della sua stanza è aperta.
Mi avvicino ansioso di parlagli.
“non sto scherzando, non fare stronzate” inarco un sopraciglio, con chi sta parlando Mikey?
Scorgo finalmente la figura magra di mio fratello e quella inaspettata di Frank, rimango in silenzio senza dire una parola e osservo i movimenti studiati di Mikey mentre si china verso Frank e lo bacia sulle labbra.
“ci vediamo a pranzo!”. Mikey non risponde e mi fissa, leggermente sorpreso.
Frank si volta lentamente e quando scorge la mia immagine sussulta.
Perché solo in un momento come questo, riesco a perdermi nei tuoi occhi?
Non dico altro, lasciando spazio a una delusione che non merito di sentire e una lacrima solca la mia guancia, mentre Frank si allontana lasciandomi solo con Mikey, ma non riesco a stare oltre e me ne vado.




Frank pov.

Esco dal bagno e Mikey è seduto sul letto, mi guarda severo.
“Frank…”
“Io sarà meglio che vada” dico in fretta, so che presto mi costringerà a confessare tutto, glielo leggo negli occhi…
“Frank…”
“ci vediamo a pranzo bello, non preoccuparti non farò cose stupide….”
“Frank!” urla, ghiacciandomi sulla porta “chiudi quella cazzo di porta e vieni qui! Adesso!”
Annuisco, eseguendo.
“cazzo c’è tra te e mio fratello?” mi chiede serio “e guarda che se dici balle nemmeno il padre eterno ti salverà!”
Ecco, il momento della verità che aspetto da tanto. Peccato che non è come lo avevo immaginato.
Io me lo ero immaginato con Gerard qui con me, che mi tiene la mano e che parla, dicendo tutto al fratello… e invece… sono solo.
Che novità vero?
“cosa pensi che ci sia?” domando.
“mi sembra ovvio che c’è qualcosa di più grosso di uno dei vostri stupidi battibecchi sotto… e adesso tu me lo dirai…
“Mikey… io non so… non è mio dovere dirtelo…
“Frank ,a me non me ne frega un cazzo dei vostri giochi di parte… io voglio sapere la verità! Adesso!” si sta davvero incazzando…
“Mikey…”
“ci vai a letto?” cazzo che brutalità… non è il solito Mikey… sembra che gli dia davvero fastidio.
“no” nego io “che ti ha detto Gee mentre io ero al cesso?”
“Niente, si è girato e se ne è andato… mi doveva dire qualcosa?”
“No…”
Lo vedo sospirare e passarsi una mano “Perché mi dici balle? Pensavo che fossimo amici”
“e lo siamo!” dico io esasperato.
“allora perché non mi dici la verità? Sei stato costretto ad andare a letto con lui?
“No!” merda! Mi sono fregato! “io… io non ci vado a letto…”
Lui scuote il capo “Frank….”
senti, io non dico nulla, ok? Dovresti parlare a qualcun altro… non so se hai capito… e quella persona se lo decreterà opportuno allora ti dirà cosa è successo…
“è un si strano questo?”
Abbozzo un sorriso “potrebbe essere… parla con chi sai tu…
“contaci, e Gee me la pagherà cara… mi ha tenuto nascosta una cosa grossa…
“Io non ti ho detto che è vero” aggiungo prima di uscire dalla porta.
Mi sa che ho fatto un grandissimo casino…
Meglio non pensarci…
ehy Frankie!”
Mi volto “ciao Quinny! Come stai?”
“bene… ti vedo stravolto… caffè?”
Ne ho appena bevuto uno, ma so che un caffè in compagnia mi tirerà su “caffè sia Quinn….”


“calcia quella cazzo di palla!” mi urla Quinn mentre io prendo la rincorsa.
Cazzo, sono tutti negati tranne me, Mikey e Quinn in questo gioco!
Che merda di amici che mi ritrovo… Ray per esempio di bello ha solo il movimento ipnotizzante dei sui capelli in corsa…
Bob si rifiuta di giocare perché dice che fa troppo caldo e Gee… lasciamo stare, è scardinato in un modo allucinante…
Persino una scimmia ubriaca è più brava di lui a giocare.
Si, paragone azzeccato…
La palla torna di nuovo a me, che con uno scatto veloce supero Jepha (altro negato) e mi preparo a tirare diritto in porta ma…
Un intervento di Bert mi fa inciampare.
ops, Iero, colpa mia” dice con quella faccia da sborone mentre io mangio la terra….
Adesso vedrai…
Cazzo se vedrai…
Mi alzo, togliendo un po’ di sangue che dalla ferita sul ginocchio scivola verso il basso.
Ma non mi fermo.
Ora è un fatto personale…
La palle è di Quinn, io arrivo da destra e Bert da sinistra, spinti in una corsa al limite del incredibile.
E Quinn si sposta….
E noi ci prendiamo in pieno…
“Cazzo!” urla Mikey portandosi poi una mano alla bocca.
“Ma vi siete fumati il cervello?” chiede Branden scioccato.
Bert è completamente steso sopra di me.
“allora ti alzi? Mi stai perforando il fegato!” urlo incazzato.
Con la coda del occhio vedo Bob e Gerard scendere dal muretto sul quale erano seduti.
Gee prende Bert per un braccio e lo fa alzare, per poi aiutare me “ti sei fatto male?”
“no” poi però una fitta alla caviglia mi fa desistere “ah!”
“ti sei storto una caviglia stupido somaro?” mi chiede incazzato “Andiamo sul bus… ti metto un po’ di ghiaccio…”
Mi prende un braccio e se lo passa dietro al collo “sei davvero un cretino!”
Saltello fino al bus, dove Gerard mi fa sedere sul ripiano della cucina.
Con cura mi leva la scarpa, mantenendo sempre però un cipiglio severo che mi fa sentire davvero un idiota…
“Gee…”
“taci” mi ammonisce appoggiando il ghiaccio sulla caviglia.
“sei arrabbiato?”
“sono solo preoccupato…”
“Ma la caviglia sta bene! Ha solo preso una botta piccola piccola e poi si sgonfia e-“
“non parlo della caviglia… ma di questa faida che hai con Bert!” mi dice severo “è uno pericoloso Frank, non vorrei ritrovarti in un vicolo con un coltello piantato nella schiena…”
“ma Gee…”
“no, niente ma! Tutto quello che ha fatto a me l’anno scorso te lo sei già scordato?
Mi rabbuio “come faccio a dimenticarmelo scusa?”
“appunto… non averci a che fare… ignoralo e si stancherà… non dargli argomenti per farti del male Frank… io non ne sopravvivrei…
Lo abbraccio di slancio “Lui non mi farà proprio un cazzo Gee! Fidati!”
Lo sento sospirare e ricambiare la stretta “Mi raccomando amore…. Sei troppo importante per me…”
Sorrido allegro “lo so! È per questo che sto attento cosa credi?”
Lo faccio ridere “Ottimo, allora che ne dici di stare attento e sederti un po’ sul divano? Devi riporti la caviglia è un po’ gonfia… e poi devo disinfettarti quel ginocchio…
“No Gee! L’acqua ossigenata bruciaaa!!
Lo sento ridere mentre mi siedo sul divano “Ha ventiquattro sfottuti anni Frank!! Fai l’uomo!!
“uomo o no brucia!” dico guardandolo spaventato mentre si avvicina con l’acqua ossigenata.
Faccio per scappare ma poggio la caviglia e urlo di dolore.
“stai fermo, scemo!” dice lui ridendo mettendosi davanti a me “nemmeno mio nipote fa così il marmocchio
Lo guardo sbattendo le palpebre “tu hai un nipote?”
“No, ma fa lo stesso!”
Bastardo mi ha distratto per disinfettare.
“Gee!”

“e allora come va la vita?”
“Male, e a te Quinny?”
Lo vedo sospirare “con Jepha tutto ok… l’altro ieri abbiamo festeggiato quattro anni insieme
Che fortuna… anche io voglio fare gli anniversari cazzo!
“e tu invece? In amore?”
“una merda” dico semplice.
“con Jamia non ti sei più sentito?”
Oddio che manca solo che mi metta a parlare di Jamia… l’ultima volta che l’ho vista mi ha lanciato un piatto e mi ha preso in mezzo agli occhi… che male…
Scuoto la testa “sono solo come un cane…”
“c’è Mikey no?” mi chiede malizioso.
Lo guardo stupefatto “come scusa?”
dai mica sono scemo! Si vede che vi piacete! Prima pensavo che ti piacesse Gee, ma adesso devo ricredermi…
Sono stupefatto… come può una persona pensare che io e Mikey… oddio… ma forse…
“non sei corrisposto?” mi chiede poi “per me se ti butti si…
“Quinn… io….” Mi alzo, facendo cadere lo sgabello “io vado… io…” mi si è bloccato tutto...
Lui mi guarda sornione mentre mi allontano “ciao Baby! Colpisci e affonda! E se stasera scopi, pensa un attimo al piccolo Quinny che ti è stato di chiarezza!
Scopare, nemmeno mi ricordo come si fa forse…


Non so che si sono detto Gee e Mikey ma l’atmosfera a cena è glaciale.
A tutti i tavoli si ride e si scherza, il tavolo degli Avanged Sevenfold poi è il più casinista in assoluto.
Al nostro? Silenzio totale…
Che gelo…
Mikey e Gee sono uno di fronte all’altro, e si guardano male.
Malissimo.
Hanno litigato?
“ciao Frankie” mi dice Mikey mentre mi avvicino “siediti vicino a me, infondo sei single nulla di male no?”
Che…
Ah, ho capito.
Mikey vuole fare ingelosire Gee, perché scommetto che non gli ha detto nulla.
Così vuole una prova che non lasci spazio alle parole…
E sia, ci sto!
Aiuterò Mikes “ok certo!” dico con un sorriso sedendomi.
Lui si sporge verso si me, baciandomi la guancia.
E vedo Gee cambiare colore.
Fantastico, si sta già tradendo da solo.
Pagherei per sapere che si sono detti oggi…
“Candy” guardo sorpreso Mikes, è la prima volta che mi chiama così “questa roba fa schifo, andiamo a cercare una pizzeria?”
Ray e Bob stanno iniziando a guardarci come se trovassero davanti degli andicappati.
Un po’ hanno ragione.
“ovvio Honey” dico io mentre ci alziamo assieme e ci allontaniamo.
Appena uscita dalla sala da pranzo scoppiamo a ridere “Candy?” chiedo rivolto verso Mikey che è piegato in due dal ridere.
“Honey? È così che chiami mio fratello in intimità?
Divento serio e Mikey fa spallucce “non mi servono altre prove, non sono mica scemo…
Ecco, l’omofobo del cazzo si è rivelato il solito: un vero amico.
“questa pizza?” domanda poi.
“e pizza sia!” rispondo io, e insieme usciamo del hotel.


Gerard Pov

“ehm…” questa è una delle solite circostanze in qui ti trovi con la bocca spalancata, senza nulla da dire, a parte Ray, che se ne esce con il solito “ehm” della situazione.
“ma cosa gli è preso a tutti e due?” mi chiede Brian, con la bocca piena di patate.
L’unico che preferisce il silenzio è Bob, che mi fissa preoccupato.
Avrà sicuramente il sospetto che sia successo qualcosa e la prima intuizione deve averla avuta quando ha raccolto Frank davanti alla stanza.
In assoluto Mikey e Bob sono più intuitivi di me o degli altri e per quanto Ray e Brian siano due lavoratori svegli e precisi in fatto di sentimenti ne capiscono poco e niente come me, d’altronde.
“non me ne frega un CAZZO di niente.” Dico, alzandomi talmente svelto, che la sedia rovina a terra.
“me ne vado in camera.” Esclamo, dirigendomi a passo spedito verso l’ascensore, gli occhi che bruciano e fanno cadere piccole lacrime di dolore, ma perché devo essere tanto coglione da non capire.
Perché la vita, che fino ad ora è stata stupenda, mi si ritorce contro?
Sono un coglione.
Perché hai fatto questo Mikey?
Appoggio la testa al freddo specchio dell’ascensore che lentamente mi porta al quinto piano e cerco di non piangere.
Non sono le lacrime che fanno un uomo vero, no?
scusi, lei è Gerard Way?” abbasso lo sguardo verso una ragazzina in compagnia dei genitori.
Mi guarda speranzosa con i suoi occhi nocciola. Sorrido, scoprendomi intenerito.
si.” Le regalo un buffetto sul capelli corti e lei ride. Ride contenta.
Quei occhi mi ricordano tanto Frank.
Se solo sapessi quanto mi manchi.
In questa ragazzina rivedo l’allegria e quella ingenua spensieratezza che ti accompagna sempre, ogni giorno.
“me lo fa un autografo?” chiede, sbattendo le lunghe ciglia e mi porge una penna rubata dal taschino del padre che mi guarda dispiaciuto.
“come ti chiami?” mi chino sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza.
“Molly.” Annuisco, scribacchiando qualcosa su un pezzetto di carta, poi glielo porgo, accorgendomi che l’ascensore si è fermato al quinto piano.
“ciao Molly, è stato un piacere.” Le bacio i capelli ed esco senza mai voltarmi, non vorrei girarmi e scoprire quei occhi che mi guardano e senza che me ne accorga sto già correndo frettoloso per il lungo corridoio del hotel.
Sospiro, chiudendomi la porta della mia stanza alle spalle. Mi lascio scivolare lungo il muro, con la testa fra le mani.
“perché?” uggiolante come un cucciolo mi ritiro le ginocchia al petto, lasciandomi come ogni volta hai ricordi.


Ho chiesto al diretto dell’hotel se poteva riservarmi un’altra stanza.
Non avrei resistito un minuto in più li dentro, con i ricordo di ciò che io e Bert ci siamo permessi di fare. Inoltre è tre piani più su di quella degli altri, così non dovrò vedere in giro Frank.
Può sembrare da bambini, ma non voglio vederlo per osservare il suo sguardo perso.
In fondo è solo colpa mia.
Sono io che non voglio che la gente sappia di noi.
Sono io che gli ho proposto di andare a vivere insieme, come se il mio fosse un capriccio.
Sono io che l’ho perso definitivamente in quella caffetteria in centro.
Sono io che sono andato a letto con Bert
Sono io che… ho distrutto la famiglia. La nostra.
Mi butto sul letto e sembra così morbido, che mi addormento subito.
“Gee?” qualcuno bussa alla porta e così riluttante mi alzo dal letto, assonnato.
Apro la porta dopo qualche secondo e vedo Mikey che se ne sta andando.
“ehi…” dico, assonnato e triste. Lui si volta e mi fa un piccolo sorrisino.
“posso entrare?” mi chiede e io annuisco lasciandolo passare.
“e così hai cambiato camera…” dice, girando per la stanza circospetto.
si, ma...”
“tranquillo non voglio sapere il perché.” Mi liquida subito, sedendosi sul letto sfatto.
“potevi almeno informarci.” Dice e sembra deluso, mentre il suo sguardo vaga in continuazione, senza cercare il mio e gliene sono grato. Non so se riuscirei a guardarlo negli occhi e cercare di non cadere disperato.
“mi dispiace…” sussurro.
“Gerard forse non è a me che dovresti dire queste cose.” Esclama. “ forse, se non te ne sei accorto, c’è una persona che soffre come un cane, per una cosa che hai fatto.” Abbasso lo sguardo che ero miracolosamente riuscito a puntare in quello di mio fratello.
“lo so…” ma vengo ancora interrotto dalla voce di Mikey.
“allora perché non lo fai? Perché continui a stare chiuso in camera a portarti a letto gente che a mala pena conosci!” il pesante suo di uno schiaffo, risuona nella stanza.
Non avrei mai pensato di poter fare una cosa del genere.
Mikey si tocca la guancia che comincia a diventare rossa.
“IO NON MI PORTO A LETTO PROPRIO NESSUNO! SE NON MI CONOSCI ABBASTANZA MIKEY QUESTO E’ AFFAR TUO! NON TRADIREI MAI FRANK!” urlo accompagnando le solite lacrime, che in questi pochi giorni mi seguono come un cane fedele.
“NESSUNO HA AVUTO L’IDEA DI PROVARE AD ASCOLTARMI, INVECE CHE ATTACCARMI SUBITO!” il respiro affannoso mi rende faticoso continuare.
“ti porti a letto Frank?” chiede Mikey, con un sorriso.
Non so decifrarlo in questo momento.
“che cazzate stai dicendo?” dico, con la voce che trema per la paura.
“hai capito benissimo…” il suo tono eloquente mi fa perdere la pazienza.
“non sono affari tuoi.” Tremo, mentre con un dito gli indico la porta. “se sei venuto ad accusare e non ad ascoltare le mie ragioni, allora ti prego di andartene.” Per fortuna, o forse no, Mikey mi prende in parola ed esce lasciandomi solo a tremare di paura e di pianto.
Finirà presto vero?



E invece, no.
Questi giorni mi sembrano anni.
Vorrei solo averlo qui e digli che lo amo. Da quanto non glielo dico veramente? Mi sembra da un’eternità.
Visto?
Sono diventato il perfetto uomo che non fa altro che piangersi addosso per tutti gli errori che si è accorto di aver commesso.
Patetico vero?
Si altroché!
Sono diventato orribilmente patetico e lo sono anche adesso che mi alzo dal pavimento e vado in bagno.
Cerco la cassetta del pronto soccorso, in dotazione dell’hotel.
La apro rivelando il contenuto pieno di garze, disinfettante, cerotti…
Cerco più a fondo e finalmente trovo quello che cerco.
Aspirina, antidolorifico e delle strane compresse che non so a cosa possono servire.
Le prendo tutte insieme e le porto il camera da letto, prendo una bottiglia di vodka dal frigo bar e mi siedo sul giaciglio.
Guardo le medicine che tengo in mano.
Le guardo da una mezz’ora.
Le guardo con un mezzo sorrisetto, quel sorriso predatore di piacere che mi aveva abbandonato per anni.
“Sono patetico.” Dico, mandando giù il primo mix di medicine con un sorso di vodka, che lentamente mi brucia la gola.
Quante lacrime mi cadono dagli occhi quando arrivo al terzo sorso accompagnato da quel mix esplosivo che mi sta facendo esplodere la testa.
Sudo freddo e sento la testa girarmi, ma ciò non mi impedisce di finire tutto quello che ho davanti, compresa quella insulsa bottiglia di vodka.
“ora finirà tutto vero?” mi lascio andare e chiudo gli occhi.
Non sento più nulla.






Eccoci qui con un nuovo capitolo… non ci ammazzate… siamo state stronze… nella fattispecie…
CHIEDIAMO PERDONO! Beh le cose diciamo che si complicano un pochino di più, ma non sappiamo esattamente come concludere questo delirio!
Ben! Ringraziamo le otto persone ( che bello!) che hanno recensito:


lithi: non sei arrabbiata vero per questo finale?? In questo capitolo quello che soffre decisamente di più è Gerard, non trovi? Anche perché povero maialino, nessuno lo ascolta!!!! Si Bert è un coglione! Ma Mikey è innocuo, tranquilla!( noi non ci fideremo…) okay, grazie mille, dicci che ne pensi di questo! Un bacio!

ex_90: abbiamo notato che l’immagine di Ge aggressivo piace… e sinceramente anche a noi!!! Siamo contente che ti sia piaciuto e speriamo anche questo! Bacioniiiiiiiiiii

ioamolacocacola: eccoci qua!!! Un po’ lente ma… ci siamo! Si Bert è un super stronzo ma l’antagonista c’è sempre in una storia no????? Daiii Freeeeeeeeee niente auto censura!!! E Mikey, stai tranquilla pure tu, è innocuo! Mega baci!

my chemical vavvy: e fuori uno!!!!!!!!!! Bert è uscito dalla scena, oddio almeno speriamo!!! Si oramai li odiano tutti!!!!!!!!!!!!! Eheh!! Siamo state cattive?!?!?!?

Grazie infinite speriamo che ti piaccia!!!!!!!!!!!! Un grosso grosso grosso bacioooooooooooooo


Saraio: allora Sara, intanto ti ringraziamo a dovere perché sei stata davvero molto carina! Eheh! Ci fa davvero piacere sapere questo e come dici tu alla fine sono solo gusti personali! =)
Ecco spero che ElfoMikey abbia esaudito la tua voglia di sadismo!!!! ( gee sta proprio da cani ora… è tutta colpa mia…n.d.ElfoMikey) attendiamo una tua prossima recensione! Baci!

Miss_Revenge: forse Bert è uscito definitivamente di scena, diciamo forse perché non si sa cosa le nostre menti subdole possano produrre! E Mikey… E’ INNOCUOOOOO!!tranquilla!
Ce ne dici di questo? Attendiamo! Ciao Anna, kisses

simmyListing: Simona cara, adorata!!!!!!!!! Ehm…. Lo sappiamo l’abbiamo fatto finire ancora peggio, ma ti prego non ci uccidere e non essere scurrile! Sei una signora! Eh! Ti adoriamo un casino!!!!!!!!!! Bacioniiiiiiiiiiiiiiii

mcr_girl: ora entrerai in definitivo sciopero lo sappiamo!!!!!!!! Si siamo brutte e crudeli ma tu ci vuoi bene lo stesso no?????? Ora è Gee che soffre come un disgraziato!!!!! Povero!!!! Ora si può dire! =) grandissimi baci! Ti vogliamo tanto tanto bene!

Ps: per motivi vacanza non sappiamo quando sarà possibile un prossimo aggiornamento di During… noi ce la mettiamo tutta! =)


Baci,
Jess&Grè<3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** stupido orgoglio... ***


jessgre


 
 
 
Frank pov
 
 
Io e Mikes abbiamo passato una bella serata dopo tutto…
Come sempre del resto, è una delle poche persone che mi aiutano a dimenticarmi i dispiaceri…
“Ora vado a letto” mi dice mentre entriamo in hotel “sono cotto!”
“a chi lo dici…” replico io sbadigliando “a domani”
“ciao Frankie!” mi dice sparendo dietro alla sua porta.
Infilo la mia chiave nella toppa, quando una brutta sensazione mi assale.
Un nodo allo stomaco inizia a formarsi mentre inizio a respirare affannosamente.
Mi fa quasi male il cuore, tanto che porto una mano ad esso…
Ma che caspita…
Inconsciamente cammino sino ad arrivare davanti a una porta.
La camera di Gerard.
Qualcosa non va… non so perché ma lo sento….
Mi fa male il petto…
“Gee” busso una, due, venti volte ma niente “GERARD!” inizio a urlare, dando degli schiaffi alla porta.
Bob sbuca dalla sua stanza “è successo qualcosa?”
“no… devo vedere Gerard però…”
Lui annuisce “ha cambiato stanza… ora sta al quinto piano… stanza 234…”
Non aggiungo altro e non ascolto quello che Bob mi dice, volo su per le scale come un razzo…
Faccio una fatica allucinante, ok, ma continuo a correre.
Dannate gambe corte e dannati polmoni affumicati da anni e anni di camel light!
Arrivo davanti alla porta e prendo a bussare disperato… e questa si apre…
Gee non lascia mai la porta aperta… mai… anzi rompe un sacco le palle chiedendomi se ci ho dato un giro di chiave quando vado a trovarlo figuriamoci se lui lascerebbe tutto aperto…
“Gee?” chiamo, entrando.
Ma non ricevo risposta… a parte il cigolare della porta…
“Gee?” lo vedo, è sul letto e sta dormendo.
Tiro un sospiro di sollievo, mi era preso un colpo per nulla…
Lo guardo intenerito, ha il viso rilassato come non lo vedo da tempo e le labbra increspate in un tenue sorriso.
Il sorriso che io pensavo di non rivedere più.
Faccio per uscire da il rumore di qualcosa che cade mi fa tornare sui miei passi.
Una bottiglia rotola fino ai miei piedi.
La raccolgo e solo ora noto che la mano di Gee è a penzoloni oltre il letto.
Abbasso lo sguardo sulla bottiglia che stringo fra le mani e mi concentro sull’etichetta.
Vodka.
Oddio no!
Cazzo ha ripreso a bere e non me ne sono reso conto…
“Gerard sei una merda!“ urlo incazzato, lanciando la bottiglia che si fracassa contro la parete.
Ma lui non si muove così mi avvicino.
Solo ora le vedo…
Piccoli flaconcini arancioni abbandonati sul letto.
Sgrano gli occhi “no…” mi inginocchio sul letto, chinandomi su di lui.
Non respira…
Gli prendo il polso con le mani tremanti, e inorridisco mentre sento il suo battito così debole…
“Gerard! Gee ti prego apri gli occhi” urlo, mentre cerco il cellulare in tasca.
Chiamo l’199 “fate presto cazzo!” do il nome del hotel e riaggancio senza ripensarci.
Devo agire io, l’ambulanza non arriverà mai in tempo…
Provo con la respirazione bocca a bocca ma non reagisce “Gerard… ti prego apri gli occhi cazzo!”
Gli prendo la mano fra le mie, continuando a chiamarlo mentre la voce si incrina…
Finalmente il rumore delle sirene si fa sentire e in breve arrivano i soccorritori.
Mi scansano da lui, e io non posso fare altro che sedermi a terra, sconvolto.
“non ce polso” dice uno dei due mentre l’altro apre la camicia e prende il defibrillatore.
Prima scarica, “niente, prova con cento ottanta” dice il primo.
Avanti…
Mi alzo, avvicinandomi alla porta.
Ma dove cazzo sono gli altri.
“cento ottanta… libera!”
“Nessuna reazione…”
Nessuna reazione…. Il suo cuore ha smesso di battere…
E la colpa è solo mia!
 
 
“guarda Gee!”
SI volta verso di me e il sorriso sulle sue labbra svanisce “Frank… cosa è quella cosa?”
“ma come cosa è! È un cane!”
Mi guarda un po’ perplesso “Ma ha fatto un frontale con un muro?”
Non capisco “perché scusa?”
“guarda che faccia che ha!”
Sbuffo.
Dio come è cretino…
“è un carlino Gee! Ha la faccia così di natura!”
“è davvero brutto…”
Lo guardo male “mai ti sei mai visto allo specchio? Con quel naso da suino!”
“parla l’ottavo nano, Frankolo!”
“ma va fanculo!”
“piuttosto, dove hai presto questo… cane?”
“l’ho trovato qui fuori e me lo tengo! Addio!”
Esco imbestialito.
Ma perché Gerard deve sempre fare tanto il figo e lo stronzo davanti agli altri?
Non lo capirò mai questo atteggiamento!
Entro a casa e inizio a preparare tutto il mio nuovo cane… ho ancora tutta la roba della mia povera Missy… uccisa mentre Gee faceva retromarcia…
Ci ho messo un po’ a riparlargli…
“ti chiamerò Sinatra, così saremo Frank e Sinatra!” dico ridendo io stesso delle cazzate che dico.
Il cagnolino abbaia contento.
Poverino che faccia di culo quello che ti ha abbandonato.
Suonano alla porta così vado ad aprire e chi sarà mai?
“ciao suino” dico facendolo entrare.
“ciao Frankolo, ancora offeso?”
“fottiti Way!”
“lo sai che scherzavo…” mi dice abbracciandomi da dietro “e adesso te lo dimostro…”
Praticamente mi porta sul divano, stendendosi sopra di me.
“aspetta Gee!” dico fermandolo mentre lui mi bacia il collo.
“cosa? Dai Frank smettila e lasciati andare…”
“Ma c’è il cane in giro… e io sinceramente mi vergogno…”
“so io come farti scordare del cane…” dice intrufolando la mano nei miei boxer…
Oh dio…
Quale cane?
 
 
Sono seduto qui, su questa scomoda sedia di plastica a mani giunte e fare una cosa che non facevo da tempo…
Prego.
Per te, Gee…
Il pensiero di averti quasi perso mi fa malissimo….
E se non avessi dato retta al mio istinto?
Se non fossi venuto a cercarti?
Ora saresti morto, ma quei paramedici ti hanno rianimato grazie a Dio.
E adesso balli in un limbo fra la vita e la morte.
Ma so che ce la farai, sei forte…
Devi farcela, o io mi ammazzo, lo giuro.
Mi taglio le mie fottute vene, oppure che cazzo ne so, mi spappolo il cervello contro la parete con una pistola…
Sento una mano sulla spalla, Bob è qui di fianco a me che mi consola.
Ray è seduto poco distante, con le mani anche lui giunte.
Mikey invece sta misurando a grandi passi tutta questa cazzo di sala di aspetto.
Ci siamo tutti per te Gee…
Brian fa chiamate su chiamate, per avvisare a casa, per avvisare e annullare tutto…
Perché ciò che conta sei tu, non un concerto o una intervista idiota…
Ci sono anche i The Used.
Buffo vero?
Se fosse per me Bert sarebbe cacciato a calci in culo, ma mi trattengo.
Per Quinn e Jepha.
Per rispetto a te…
“ehy Frankie…” alzo gli occhi sulla figura di Matt Cortez, che mi porge un caffè fumante.
“grazie”
“ma ti pare” mi risponde con un sorriso sincero sedendosi anche lui vicino a me.
Quando ti hanno portato via in ambulanza e il mio cervello ha assimilato tutto, sono scoppiato a piangere.
E devo ancora smettere del tutto.
C’è un silenzio qui…
Rotto solo dai passi pesanti di Mikes…
Non ho il coraggio di alzare il viso e incontrare il suo.
So che si sente colpevole come me…
Ma lui è stato solo la goccia…
Tutto questo è successo per colpa mia…
Se io non mi fossi comportato da bambino e non mi fossi imposto di costringere Ger a fare quello che non voleva ora sicuramente saremo in albergo.
A scopare, o a parlare… o a fare prima una cosa e poi l’altra come sempre…
Un dottore entra nella saletta, e io e Mikey si dirigiamo assieme da lui.
Sento la sua mano sulla schiena.
Cazzo sono io che dovrei sorreggere lui non il contrario!
“le condizioni del signor Way sono un po’ critiche” spiega spiando una cartella “è entrato in coma… e lo abbiamo intubato… sarò sincero… le chance non sono molte che si risvegli…”
“Frank!” Mikey prova ad aiutarmi a rialzarmi.
Sono caduto in ginocchio.
Non ci sono molte possibilità?
Ma qualcuna esiste vero?
Vero?
Deve esserci!
 
 
 
 
Gerard Pov
 
“Gerard dove ti sei cacciato?!”
Sono a casa di Frank, ma non ho la più pallida idea di come io sia finito qui.
Frank si guarda attorno e mi cerca.
Perché mi cerchi Honey?
Abbiamo fatto pace e io non mi ricordo?
“Gee! Esci non fare scherzi!” posa le mani sui fianchi  e sbuffa per poi passarsele nei capelli corti.
Quando te li sei tagliato?
Non mi ricordo.
“sono qui.” Gli rispondo, ma non si volta e continua a chiamarmi.
“sono qui!” lo ripeto con più enfasi altre cento volte, mentre mi assale la paura.
“Gee!”
Perché non mi vede?
“BUUU!” un’ombra spunta da dietro il divano, spaventando Frank che come di consueto urla come una ragazzina.
“bruttissimo pezzo di imbecille!” strilla, portandosi la mano destra  sul cuore.
“dai Frankie, non mi dire che ti sei spaventato!”
Girandomi ritrovo la mia stessa immagine e l’unica cosa che stona sono i capelli platinati che da un po’ di tempo non mi caratterizzano più.
Che cosa succede?
Non ottenere risposte mi spaventa ancora di più.
“sei comunque un imbecille!” ribatte, picchiandolo leggermente sulla testa e il mio doppione che lo abbraccia, ridendo come non mai ed è così felice che pare un’utopia.
“scusa, questo imbecille promette di non farlo mai più!” lo giura e Frank cede, sorridendo come un bambino ed è con questo sorriso che tutto si fa più chiaro, mi ricordo che era una mattina di dicembre e che Frank dopo lo spavento mi aveva preso per mano e trascinato in camera sua con lentezza e poi si era steso sul letto morbido trascinandomi su di lui.
Lascio che i due compiano questi movimenti sotto il mio sguardo nascosto dal loro.
Mi lasciano solo con la scia delle loro risate e mi permetto di seguirli qualche minuto dopo trovandoli uno sopra l’altro, abbracciati.
Per quanto la gente la possa trovare oscena, l’immagine che mi si presenta è la più bella di tutte, è così vera, così sentita.
Un sussurro e poi mille gemiti pervadono la stanza.
È in qualche modo strano poter osservare la propria immagine mentre fa l’amore, ma è bello e la tachicardia sale e la salivazione si azzera, ti fa sudare le mani e gli occhi diventano lucidi.
Frank lo abbraccia stretto mentre le sue gambe si stringono sui suoi fianchi come una morsa, le mani sono intrecciate e la bocca di Frank leggermente socchiusa.
Ma tutto questo può risultare troppo e mi fa disperare la mia debolezza e la mia codardia.
Voglio scacciare il ricordo delle sue mani che belle mi accarezzano la guancia mentre si arrende al piacere.
Il ricordo della meravigliosa sensazione di trasportarlo su di me e sentire il suo fiato accelerato e il suo corpo appiccicaticcio sul mio.
Mi siedo di peso sulla poltrona vicino alla porta. mentre li guardo addormentarsi.
 
Lui se ne è andato da più di un’ora.
È sceso dal letto senza farsi sentire, lasciando un piccolo biglietto sul cuscino e Frank ignaro di tutto dorme ancora, con quel piccolo sorriso felice che il Gerard platinato a osservato per parecchio tempo prima di prendere il coraggio e uscire da quella porta.
Mi alzo dalla sedia e mi siedo al suo fianco appena sento che sta per svegliarsi, stiracchiandosi un poco prima di aprire gli occhi nocciola.
Si mette a sedere sul letto, tirandosi le coperte sul corpo nudo e lo cerca. Si accorge poco dopo che non c’è e con riluttanza prende il biglietto lasciato malamente sul cuscino.
“Eliza mi cercava, sono tornato a casa per non insospettirla.
Ti amo sopra ogni cosa.
Gee.”
Banale, patetico.
È questo che sono, ma più me lo ripeto, più non riesco a fare nulla per risollevare la situazione.
Il rumore di una carta che viene accartocciata violentemente mi fa volta e vedo Frank che tremante piange.
“bastardo senza cuore.” Ringhia parole che merito dalla prima all’ultima sillaba, continuando a piangere, stringendo le coperte con tanta forza da far diventare le nocche bianche.
Il campanello frena il suo pianto e alza di scatto la testa. So cosa stai pensando Frankie, ma non sono io quello dietro la porta di casa tua.
Si alza di scatto e si infila i boxer per poi scendere freneticamente le scale, quasi scivolando sul pavimento lucido.
Io lo raggiungo lentamente,incuriosito da suo tono seccato.
“ehi Frankie! Basta con tutti questi sorrisi di benvenuto, mi abbagli!” esclama mio fratello alzandosi sul capo un paio di occhiali da sole come sempre troppo grandi per la sua faccia.
“si, scusa, ma non sono in vena…” risponde vago, facendo passare Mikey che si butta di peso sul divano.
“anche ieri non lo eri.” Gli ricorda e Frank sbuffa, passandosi le mani nei capelli. “ qui c’è di mezzo una donna.” Sentenzia annuendo. Frank devia l’argomento e si alza chiedendogli se vuole una birra.
“okay!” esclama mentre Frank sparisce in cucina e lui rimane solo a ispezionare il salotto.
“tieni.” Gli porge una birra e si siede accanto a lui senza vergognarsi di essere in boxer. “come mai sei passato?”
“allora per tre validi motivi.” Comincia. Sistemando le lunghe e magre gambe sul tavolino. “la prima è che cerco Gerard, sai dove si è cacciato?” Frank si morde il labbro, distogliendo lo sguardo.
“no non so dov’è.” Sputa velenoso. “ sarà con quella puttana.” Frank non si preoccupa minimamente che Eliza è amica di Mikey, che sorride scuotendo il capo.
“a te non ti è mai piaciuta Liz, eh?” esclama ironico guardando Frankie divertito, che sbuffa irritato.
“il secondo motivo?!” taglia corto il mio Frankie cercando di non pensare. Intanto Mikey pensa.
“ sinceramente i motivi sono due…” confabula da solo e quando lo fa è troppo divertente. Quante volte io e Frank l’abbiamo preso in giro per quella sua espressione buffamente concentrata. “comunque, quello che sto per dirti è una cosa seria, quindi voglio la tua totale attenzione.” Annuncia. “tu sei il mio migliore amico e visto che lo sei da parecchio tempo, ti voglio confidare una cosa.” Frank annuisce, corrugando le sopraciglia, attento.
“ho comprato questo.” Dice, tirando fuori una scatoletta nera.
“per me?! Oh Mikey! Okay, siamo migliori amici, ma una proposta di matrimonio mi sembra eccessiva!” esclama Frankie, trovando un poco di allegria mentre osserva un anello con un grande diamante incastrato nel mezzo.
“idiota.” Dice Mikey. “ è per Alicia!” e Frank ride.
“e così la vuoi sposare eh?” e mio fratello annuisce, imbarazzato.
“ io… Frankie ai mai avuto la sensazione di sentirti libero di amare, di volerlo gridare al mondo e sbattere la tua felicità a tutti quanti? Io voglio così. Mi rivedo fra cinquantenni e mi rivedo a fianco a lei. Voglio che sia per sempre.” È sicuro il mio fratellino e pensare che non l’avevo mai visto così. Frank diventa triste e pensieroso, poi sorride.
“ lo so cosa si prova e trovo che sia un’idea favolosa. Chiediglielo subito, anche sta sera, oppure fallo ora Mikey!” esclama.
“ma lei è in tour…” sussurra,pensieroso.
“ allora vai da lei! E non ti fare scrupoli!” gli sorride e annuisce. Mikey lo abbraccia.
“lo sapevo che mi avresti detto la cosa giusta.” Gli sussurra. “ti voglio bene Frankie.”
“anche io, ma ora va innamorato cronico!” esclama, spingendolo leggermente verso la porta e quando rimane solo si accascia su essa e piange.
“non fare il mio stesso errore.” Sussurra. Si dirige poi verso il telefono e lo prende fra le mani, compone un numero e se lo accosta l’orecchio.
“Gee?” dice con voce malferma. “quando ci rivediamo?” tiene le mani stretta alla cornetta e sorride, probabilmente a una mia risposta affermativa e quando riaggancia sbuffa sussurrando.
“sei la mia droga, mi sei entrato dentro, lo sai Gee?”
Chiudo gli occhi e il cuore mi batte forte, sembra che mi vuole uscire dal petto. Ora li riaprirò e ti abbraccerò Frankie, non mi importa se non mi puoi sentire.
Apro gli occhi, ma il buio mi assale.
Non vedo nulla.
Un senso di oppressione mi accoglie mentre in lontananza sento una voce, che si fa più vicina e nitida. Vorrei muovermi, ma tutto il mio corpo è fermo e immobile come una statua di marmo.
“Ciao Gee…” il rumore di una sedia che si sposta e la voce di Frankie mi pervade.
 
 
 
 
Frank pov.
 
 
“ciao Gee…” sposto la sedia facendo un casino pazzesco.
Come se questo potesse svegliarti vero Gee?
Mikey se ne sta silenzioso sulla porta.
Non dice nulla, ha paura ad avvicinarsi.
Ha paura di scontrarsi con la tragica verità.
Mentre io ci ho fatto un frontale hai duecento km orari…
“è solo colpa mia” sibilo appena percettibile.
Le lacrime mi solcano il viso silenziose.
Non riesco a spiccicare parole di senso compiuto.
Mikey mi abbraccia da dietro, mentre se ne sta in piedi chinato su di me.
Nasconde il viso nel mio collo, stringendomi sempre più forte.
“non è vero Frankie” dice con la voce incrinata dal pianto imminente “è solo colpa mia cazzo… non avrei dovuto fare quella scenata a cena…”
“lo abbiamo fatto in due Mikey… ma tu non sai tutto quello che io e questo idiota che chiamo fratello abbiamo affrontato…”
Si alza, sedendosi sul letto, vicino a Gee.
Gli sposta una ciocca dal viso.
È così pallido e immobile da sembrare morto…
“allora dimmi tutto” dice poi tornando a guardarmi “dal inizio alla fine”
Annuisco “si… ti dirò tutto… il stare zitti ha provocato tutto questo… e adesso ne ho le palle così piene che mi fanno male…”
Il nostro bassista annuisce “abbiamo un sacco di tempo…”
“bene… è una storia lunga… preparati…”
“peccato non ho i pop corn”
Mi fa sorridere mentre prendendo un respiro profondo inizio il mio racconto….
 
Lo aspetto con ansia sul divano di casa mia.
Mi cruccio nell’attesa di poterlo toccare e baciare.
Spero che arrivi presto…
Sento una macchina frenare nella ghiaia del cortiletto.
Apro la porta e lo vedo correre dentro.
Piove fortissima.
Entra con il suo classico sorriso da bambino, chinandosi per baciarmi.
“brr fa freddino visto?”
Annuisco chiudendo la porta mentre lui di leva la giacca di pelle nera.
Lo vedo toccarsi i capelli biondo platino, bagnati “aspetta ti prendo un asciugamano o ti ammali” gli dico andando verso il bagno.
La lui mi blocca, spingendomi contro il muro e baciandomi con passione.
Così tanta passione che non ho bisogno di altro, sono già eccitato.
Ma che mi fai Ger?
Gli accarezzo la schiena mentre lui mi bacia il collo, la clavicola…
“avevo bisogno di scaldarmi un po’” mi dice con una vocetta maliziosa scansandosi da me e sedendosi sul divano “me lo fai un caffè?”
“certo” gli passo dietro per andare in cucina ma qualcosa mi blocca.
È sul suo collo, è violaceo.
È un succhiotto e non glielo posso aver fatto io perché si incazza sempre quando lo faccio.
Lui a me lo fa spesso, ma io a lui non posso.
Potrebbero scoprirlo…
Vado a fare il caffè, arrabbiato.
Lo preparo e glielo sbatto sotto al naso.
Sussulta quando sente la tazza sbattere contro al tavolino.
“ehy Honey ma che ti prende?” mi guarda scioccato mentre io mi siedo sulla poltrona lontano da lui.
“nulla” rispondo secco, poi aggiungo senza dagli tempo di replica “come sta la cara Eliza?”
Lui alza le spalle indifferente sorseggiando il caffè “non male… ha preso la mia carta di credito e è uscita prima che io avessi il tempo di rinfilarmi i boxer…”
Si ferma, e mi guarda con gli occhi sgranati.
Sa di avere detto una cosa sbagliata, sa di avermi mancato di rispetto…
“Frank scusa io… io sono un idiota…”
“si lo sei!” dico rabbioso “cazzo io ho lasciato Jamia per te! E tu che hai fatto? Ti sei messo con questa troia che oltre che il cazzo ti succhia anche i soldi!”
Mi guarda allibito, non è da me essere così.
Ma fanculo a tutto.
“bhè non ti ho mica chiesto di lasciare Jamia… anzi avresti fatto meglio a tenerla con te come copertura! E poi scusa tanto se io ci provo almeno un po’ a coprire la nostra storia…”
Lo guardo.
Ormai sono così incazzato che non ci vedo…
“sai che ti dico? Va a fanculo Way! Sei un cazzo di egoista!”
Salgo le scale chiudendomi in camera.
Dopo pochi minuti sento la macchina uscire dal vialetto in fretta  sgommare sul asfalto bagnato.
Sei un egoista Gerard, non vale nemmeno la pena di piangere più ormai.
Come faccio a farti capire che io ti voglio solo mio?
Come?
Appoggio la testa al cuscino.
Non sopporto l’idea che quella donna se lo scopi… non ce la faccio a immaginare il corpo di Gee nel suo.
Che cazzo di copertura è?
Per fare contento quello stronzo di Gee?
Io non so davvero che fare… senza di lui non vivo… con lui soffro…
Deve essere li a fare qualcosa…
Ormai io ho esaurito le idee…
 
Torniamo in hotel.
Non siamo potuti rimanere qui stanotte.
Troviamo Ray e Bob che ci aspettano con Brian, Worm e altri della crew fra cui anche Matt Cortez.
“allora?” chiede quest’ultimo molto preoccupato.
Guardo Mikey, poi mi incammino verso la camera da letto.
Non ho voglia di stare con gli altri.
Corro su per le scale, mentre con un’ultima occhiata vedo Mikey che abbassa lo sguardo scuotendo piano la testa.
Worm si siede pesante sui gradini con il viso fra le mani mentre Bob si mette vicino a lui con lo sguardo perso e una mano sulla spalla del bodyguard.
Ray si gira e fa una cosa che non mi sarei mai aspettato.
Da un pugno forte al muro lanciando un urlo che sembra più un lamento, fino a che Matt non gli va vicino e gli poggia una mano sulla schiena per calmarlo.
Brian si avvicina a Mikey, stringendolo in uno dei suoi caldi abbracci che ci fanno sempre stare meglio.
Corri nella mia stanza e quando ci entro e in siedo sul letto mi trovo senza energie.
Non dico nulla, a parte un leggero gemito che mi sfugge dalle labbra.
Mi scappa, disperato, come ad indicare la mia tristezza.
Non so che fare.
Mi butterei giù dalla finestra ma dare altri dolori ai ragazzi non mi sembra giusto…
Qualcuno bussa alla porta.
Non so se ho la forza di andare ad aprire…
Non lo so.
Eppure in qualche modo ci riesco, arrivando fino alla porta la apro.
“Mikey…”
“scusami Frank so che sei stanco…”
“ma scherzi? Entra dai…” lo faccio entrare e lui si siede sul letto.
Mi guarda sembra così smarrito “posso rimanere qui stanotte?”
Annuisco, tornando a stendermi sul letto.
Lo vedo gattonare verso di me, e poi si stende, abbracciandomi.
Appoggia il viso sul mio petto e non posso fare a meno di abbracciarlo a mia volta.
Mi sembra così piccolo il questo momento, mentre potenti i singhiozzi scuotono il suo corpo.
Lo stringo più forte mentre il pianto disperato mi bagna la maglietta.
Vorrei piangere anche io ma devo essere forte.
Per Mikey.
Per Brian.
Per Ray.
Per Bob.
Per Matt e gli altri della Crew.
Per me stesso, e per te, Gee.
 
 
 
 
 
 
Gerard POV
 
 
la serratura della porta di casa mia ha sempre avuto problemi, ma chissà perché non ho mai avuto maniera di farla vedere da qualcuno, in modo che me la riparasse.
Forse è così che deve andare.
Immagino che la serratura sia come il cuore di Frank.
A distanza di anni non l’ho ancora riparato.
E alla fine è arrivato a contagiare anche il mio cuore.
I nostri cuori sono infettati dal potere del mio menefreghismo, della mia stupidità e sarà così sempre perché non avrò mai il coraggio di dire basta.
Mi hai sempre accettato Frank, ogni cosa che facevo, che dicevo, sia giusta che sbagliata tu l’hai sempre accettata con uno dei tuoi sorrisi.
Eri e sei un ragazzo stupendo con la tua spensierata voglia di vivere che io lentamente in questi otto anni ti ho succhiato via, proprio come un vampiro succhierebbe il sangue di una su a cara vittima.
Ora non so cosa mi stia succedendo, ma per un assurdo motivo, a me ignoto, riesco a vedere il passato, il passato che fa male. Momenti felici che si macchiano di sangue a ogni parola a ogni sussurro sbagliato.
E tutti i miei sbagli mi sono piombati sulle spalle come grossi macigni.
Sono insopportabili da gestire, sai Frankie? Ma per il mio cazzo di orgoglio, per il mio cazzo di egoismo, non li riesco ad alleggerire.
Il Gerard platinato apre la porta di casa con uno sbuffo spazientito, urlando contro la serratura, che puntualmente da dei problemi.
Entra nella dimora buttando il cappotto impregnato d’acqua per terra, senza tante cerimonie.
Eliza è a casa e ride contenta, sicuramente con qualche sua amica di turno. A quel tempo non lo capivo, ma io ed Eliza eravamo molto simili.
Entrambi egoisti.
“amore! Già di ritorno?!” storce la bocca, irritato.
Non ho mai amato i nomignoli affettivi che stupidamente le coppie si affibbiano.
Li trovo superficiali e fastidiosi.
Il mio doppio entra in cucina dove una decina di ragazze l’affollano, chiacchierando di roba inutile, come ogni donna frivola che si rispetti parla.
Non saluta, è arrabbiato.
Vorrei tanto prendere il Gerard biondo e sbatterlo al muro, voglio fargli capire che ciò che pensa, i suoi ideali, i suoi pensieri, le sue convinzioni sono tutte cazzate in confronto a quello che realmente ha fatto…
Che ho fatto.
Ora prenderà una coca dal frigo e senza rispondere salirà le scale, sovrastando il brusio indignato con il rumore dei suoi pesanti stivali consunti.
Si butterà sul letto, accendendo lo stereo, sorseggiando piano e lasciando che il sapore dolce della bevanda si confonda con quello acre e salato delle sue lacrime.
Non sa per cosa piangere.
Se per Frank.
Se per stesso.
Soltanto…lo fa… e si sente solo e tremendamente sbagliato.
Si, è così che mi sento pure ora e mi stendo al fianco del mio doppio, sospirando e accompagnando le sue lacrime, insieme a note distorte di una famigliare chitarra…
 
Non so quanto realmente sia passato, forse un giorno, oppure due o ancora un mese, so solo che il peso di questi giorni non mi appesantisce e lo passo ad osservare la mia patetica vita, fatta di scopate con una donna che nemmeno amo sul serio, ma che da li a poi mi ucciderà di vergogna e si abbatterà sul mio orgoglio intoccabile.
Lo so.
Ricordo quei giorni dove i miei sospetti si facevano più assidui, dove le sue parole mi sembravano pezzi di bugie assurde trovate sul momento.
E quel giorno, il 28 aprile di un uggioso 2007, la verità si fece avanti come uno schiaffo indesiderato.
Avevo tinto i capelli nuovamente di nero, il che era una benedizione.
Penso che Frank mi abbia sempre preferito così  e trovava il mio biondo solo un modo per seguire Eliza.
Forse aveva ragione, o forse avevo veramente voglia di cambiare.
Comunque, il mio doppio era appena tornato a casa, dopo una lunga sezione di prove, alleggerita dai baci leggeri di Frank e un caffè doppio.
Mi ricordo che ai quei tempi i giorni di riposo erano notevolmente calati e i grandi tour invece aumentavano a vista d’occhio.
Le cose non andavano bene, io e Frank litigavamo la metà del tempo e non facevamo l’amore da mesi. In più, avevo chiesto ad Eliza… beh le avevo chiesto di sposarmi.
E ora guardando il mio doppio, mentre fissa la fede d’argento che porta al dito, capisco che fin dal principio io non ho mai voluto sposarla.
Si siede sul divano e si accorge che Eliza ha lasciato il cellulare, così senza sapere che fare, apre la casella dei messaggi e con leggerezza li legge. Mi ricordo che il mio gesto non era perché volevo scovare un amante.
Io mi fidavo di lei.
Non avrei mai pensato che sarebbe arrivata a tanto.
Io non l’ho mai amata, ma le volevo bene.
Tanto.
Non avrei permesso a nessuno di farle del male.
Invece  ha ucciso la mia fiducia, il mio orgoglio, che non so come era il primo di qui mi preoccupavo.
Nei messaggi scriveva che quando mi avrebbe sposato, avrebbe tenuto tutti i soldi e ironicamente progettava una mia morte per avvelenamento, ma ciò che mi ha fatto male sono state queste parole:
alla fine ciò che importa è che sia caduto come un pesce nella mia trappola. È troppo buono e ingenuo per accorgersi che l’ho sempre preso in giro…”
Orgoglio ferito, vero Gerard?
Ce l’ho scritto in faccia e lo trovo sempre strano, poter osservarmi ora.
E come nei film, la porta di casa si apre e un’allegra Eliza con in mano diverse borse,guarda il mio doppio e sorride gioiosa.
“sono tornata!” esclama, ma appena il suo sguardo si scontra con il suo ogni piano, ogni  progetto, si infrange alla vista di quella dimenticanza.
“alla fine ciò che importa è che sia caduto come un pesce nella mia trappola. È troppo buono e ingenuo per accorgersi che l’ho sempre preso in giro…”  ripete il messaggio, come se fosse una macchina, freddo e glaciale.
Eliza sussulta e le borse le cadono ai piedi mentre le mani si trasportano sul viso e piange.
Il mio doppione si alza, butta il cellulare per terra, con tale forza che si sparge in mille pezzi sul tappeto rosso.
“scusa per averti rovinato i piani, Cuts.” Le scosta le mani dal viso, guardandola in quei occhi azzurri e grandi, capendo per la prima volta quanto realmente siamo falsi.
La sua mano, quella con indosso la fedina, si piomba pesantemente sulla guancia della donna che pensava gli volesse bene e poi lei, scappa, senza dire una parola, senza una scusa.
Rivedendoli, questi ricordi non fanno così male.
Alla fine, ero solo io che tenevo così tanto a questo fastidioso orgoglio.
Il doppione corre verso il telefono, e compone un numero che solo il rumore dei tasti mi fa sorridere.
Frank si è precipitato subito, con indosso una stupida tuta e il fiatone, chiamando il mio doppione a gran voce.
“Frankie…” e non una parola in più.
Mi ricordo di aver mai desiderato di fare l’amore con lui come quel giorno.
Mi ricordo che si è avvicinato e con gesti lenti mi ha tolto la fedina, buttandola su tappeto, per poi baciarmi la mano e le labbra.
Guardo quel bel sorriso che è spuntato sulle labbra di Gerard e per la seconda volta li osservo fare l’amore, con una urgenza incredibile.
Avevo voglia di dimenticare.
E di farlo in fretta.
“ti amo Frankie…”
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 


 
Eccoci tornate, vacanze finite, o almeno per la Grè! Siamo davvero davvero oscenamente sadiche in questi capitoli, ma le nostre menti quando prendono il sopravvento sono micidiali!!!!  E un altro componente della band sa tutto, ovvero Michele. Chissà cosa succederà nei prossimi capitoli..mha…. XD
 
Vi ringraziamo, per la pazienza, per aver letto, recensito, e sognato con noi in questi capitoli!
 
 
Ringraziamo con tutto il cuoricino otto angioletti che ci hanno recensito:
 


Dark Helena: ciao Helly!!! Ora sei anche su EFP? Grazie dei complimenti e ci sentiamo presto!! Un bacio da tutte e due!!


Lithi: come sai Gee è un genio a fare cazzate… e lo dimostra in tutti i capitoli! Bert…. Non abbiamo deciso nulla ma qualcosa ci dice che non ha finito la sua parte… grazie per il commento! Un bacione!
 

My Chemical Vavvy: ciao Vavvy!! Ecco il seguito! No per favour non piangete!! Grazie del commento speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacio!


Miss_Revenge: Quinn e Jepha sono la coppia più bella del mondo!!! Bert potrebbe anche morire… si ve bhè ecco l’agiornamento!!! Un bacio e grazie del commento… in bacio


Mcr_girl: Non entrare in scioperooooo!!! Nooooo!! E non piangereeeee!!! Grazie per il commento, come faremo  noi due senza di teeee!!!??? Ti vogliamo un botto di bene dicci che ne pensi!!! Bacioniiiiii!!!


SimmyListing: Una signora raffinata? Ma va a cagare!! E con noi non ci parli più?? Non ci crede nessuno… (soprattutto con me! NdJess) eccoti il capitolo che leggerai dopo il 26… le cose non si sono sistemate come puoi notare ma, ehy, siamo noi le scrittrici e decidiamo noi!! Va  bhè cm sempre scherziamo!! Ti adoriamo!! Un bacione!!


Saraio: eccoci!!!! Grazie per il commento e per i complimenti siamo contente che la storia ti piaccia tanto! Alla prossima! Un bacione!


Ioamolacocacola: perché dici che siamo dei mostri? Dei mostri di bravura forse? Apparte gli scherzi, grazie del commento e alla prossima! Ciao un bacione!
 
 
 
A voi la parola,
 
baci, Jess&Grè<3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** welcome back Honey ***


grejess3434

 

 

 

 

 

 

 

 

Frank pov
 
Mi sveglio indolenzito.
Mikey mi dorme ancora addosso, stretto a me.
Mi faranno male le costole per giorni…
Gli accarezzo i capelli castani, alzandolo piano e gli appoggio un cuscino sotto la testa.
Devo assolutamente pisciare.
Devo assolutamente allontanarmi da lui prima di fargli del male…
Ho già ferito un Way, non mi è bastato?
Oggi so che sarà un’altra brutta giornata passata tra letti di ospedale e pianti illuminati da una fioca luce della lampada accanto al letto.
Non ce la faccio più.
Mi sento spento…
Non ho più motivi per vivere…
Fa tutto troppo male.
Mi appoggio con la fronte alla superficie fredda delle mattonelle davanti a me.
Con le mani mi sostengo su questo muro perché  non ho la forza che mi regge le gambe.
Non è meglio essere morti che sentirsi così?
Stare in bilico, danzare su un burrone di rimpianti e sofferenze?
Come vorrei non avere mai detto quelle cose a Gerard.
Come vorrei essere rimasto zitto.
Come vorrei non amarlo così tanto, sarebbe ugualmente doloroso se fossi solo un suo amico?
Probabilmente non sarebbe arrivato nemmeno a questo punto se non fossimo stati assieme, se io non lo avessi fatto soffrire così.
Forse non saremo mai arrivati a questo punto se io non lo avessi mai incontrato.
Ora sarebbe in tour, magari sposato con dei figli, insieme a Mikey, Ray e Bob, con un secondo chitarrista che nemmeno mi deve assomigliare…
Non vale la pena di fare nulla adesso, nemmeno lavarsi i denti.
A che scopo poi?
Che scopo ho per continuare a vivere?
Mi appoggio con la schiena al muro scivolando lungo di esso.
E pensare che noi adesso dovremmo essere in viaggio per lo Utah…
Mi alzo in piedi, prendendo le scarpe e uscendo dalla stanza.
Vedo Quinn affaccendarsi con una trolley, con la chiatarra sulla schiena.
È pronto a partire.
Ma sul suo viso non alberga il solito sorriso allegro e gioviale.
Dalla bocca non esce la solita risata allegra.
Il suo corpo  non si muove in uno dei suoi stupidi balletti….
Ha lo sguardo scuro.
Dalla bocca esce solo il mio nome in un sussurro appena mi vede…
Il suo corpo si stringe sul mio mentre sento le lacrime risalire lentamente.
“mi dispiace partire, ma prometto che mi farò sentire spessissimo” mi dice mentre nascondo il viso nel suo collo bagnandolo appena.
“ok Quinn… almeno ti porterai via lui…”
Si scosta lanciandomi un sorrisetto di  incoraggiamento “tieni duro Frank… le persone buone non soffrono mai per nulla…” raccoglie la valigia, allontanandosi senza voltarsi.
Le persone buone non soffrono mai per nulla…
Ma io non solo una persona buona.
Io sono cattivo, il peggiore del mondo.
Scendo silenzioso e trovo Brian che già mi aspetta appoggiato a una colonna con lo sguardo perso…
Quando lo abbiamo conosciuto è stato così disponibile verso di noi…
Ripensandoci mi viene da ridere….
È stato buffo….
 
Entro nella sala prove dove si registra e vedo un ragazzo che ride insieme a Matt e Ray.
Mikey li guarda offeso.
Non preoccuparti ora che sono arrivato io prenderanno in giro me…
Gerard mi vede entrare salutandomi con un sorriso.
“ciao ragazzi!”
“ehy Franky-Candy!” ecco Toro con questa merda di soprannome…
“lui è il secondo chitarrista, Frank Iero” spiega Gee mentre io appoggio Pansy contro un amplificatore.
“piacere Brian! Sono il vostro nuovo manager” mi dice il ragazzo sorridendomi.
Mi ci posso specchiare in questa due pozze blu.
E poi se è il nostro manager vuol dire che passeremo molto tempo con lui…
“piacere mio…” dico un po’ imbambolato… è un bel ragazzo….
Mi volto verso Gerard che mi fulmina con lo sguardo.
Sembra… geloso?
Impossibile!
Alla fine ci chiede di sentirci suonare un paio di canzoni e dopo aver commentato che Skyliners and Turnstile è una delle canzoni più belle che abbia mai ascoltato se ne va.
Mikey lo segue scroccando un passaggio da Diane, la sua ragazza.
Poco dopo vanno anche Ray e Matt, lasciando me e Gerard a sistemare gli amplificatori e i cavi.
E lui non mi parla.
Ma perché poi?
“Gerard?” lui mi guarda con sufficienza “ci sono problemi per caso?”
“No, tu hai problemi?” mi chiede quasi aggressivo.
“No…”
“allora siamo a posto. Va a casa a farti una doccia, stasera dobbiamo suonare, quindi muovi il culo…”
Esce sbattendo la porta e lasciandomi come un cretino allucinato a fissare il nulla.
Ho diciotto anni, ok che sono il più piccolo, ma non sono cretino!
C’è qualcosa che non va!
E me ne sono reso conto…
 
Sotto il getto del acqua cerco di schiarirmi le idee.
Ma che cazzo succede?
Da qualche tempo ho notato qualcosa di diverso in me…
Qualcosa di strano.
Se penso a Gee in determinati momenti, lascio la mente vagare, mi ritrovo sempre a immaginarlo a fare cose non troppo caste, risvegliando il mio inquilino del piano di sotto…
E questo mi fa capire solo una cosa.
Che sono gay.
Ma di brutto anche.
E che Jamia si sta illudendo.
Una volta uscito, con ancora i capelli bagnati, dalla doccia deciso a fare io la prima mossa con Gee…
Infondo basta guardarlo per capire che si, insomma, deve essere gay!
Al massimo mi prendo un pugno e dopo dico che ero ubriaco…
Arrivo nel posto dove dobbiamo suonare praticamente di corsa.
Sono in ritardo come sempre.
Mikey, Ray e Matt sono pronti a suonare, lasciandomi entrare nel camerino.
E vedo una scena esilarante…
Gerard, seduto su una sedia con le gambe sul tavolo che in un attimo di distrazione perde l’equilibrio e cade, rompendo la sedia.
“cazzo, merda!” dice stizzito.
Rido come un coglione tenendomi la pancia mentre Gee mi guarda confuso “Gee sei un disastro! Dovevi vederti eri uno spasso!!”
Mi asciugo gli occhi mentre lui mi guarda scazzato, un po’ per oggi credo e un po’ per la figura di merda.
“sei una troia!” mi urla in faccia sputacchiandomi addosso.
“oooh, Gee e che sarà mai…”
“una mano sarebbe gradita sai?” io allungo il braccio verso di lui e vedo i suoi occhi cambiare espressione e farsi perfidi.
In poco mi ritrovo su di lui, trascinato dalla sua forza selvaggia.
Mi fa una pernacchia ma io non ho tempo da perdere.
So che il mio viso si è fatto serio mentre lo guardo voglioso.
I miei occhi brillano penso, per il desiderio che ho di lui…
Osservo ogni centimetro del suo viso, mentre mi chino su di lui leccando quelle labbra che ho bramato da tempo…
Lo lascio un po’ sulle spine, prima di azzerare del tutto la distanza fra noi, baciandolo con passione.
La passione che ho da troppo tempo represso in me.
E come avevo detto, faccio io il primo passo, mentre lo bacio mi posiziono meglio fra le sue gambe, accarezzandogli le cosce.
Poi risalgo lentamente, aprendo prima la cintura e poi i pantaloni sempre con una lentezza esasperante.
I vestiti ci abbandonano lentamente e quanto gli sfilo i pantaloni lui li calci via frettoloso, prima di iniziare a togliere i miei con le mani tremanti dalla fretta.
Quando rimaniamo con solo i boxer addosso lui ribalta la situazione lasciando me un po’ scocciato.
Volevo essere io a dirigere la partita, ma non per questo mi dispiace o terrò il muso più di tanto.
Mentre mi bacia il collo leccandolo io gli sussurro delle cose al orecchio che quando ricorderò domani mi faranno vergognare al punto di dovermi lavare la bocca con la candeggina…
Ma adesso, non posso farne a meno…
 
Mentre ci rivestiamo io non posso fare a meno che sorridere come un ebete, memore da quello che è successo adesso.
“su bestia, è ora di andare!” gli dico mentre prendo la chitarra a tracolla.
Sto per uscire ma lui mi ferma un attimo, attirandomi di nuovo nel camerino.
“che ti è preso Frank?” mi chiede tenendomi bloccato al muro.
E ora che gli dico?
Che sogno di fare l’amore con lui da mesi ormai?
Ma lui so che mi reputa a malapena un ragazzino…
“Io… ecco io….”
“non mi interessa” mi dice avvicinandosi ancora a me, con quello sguardo da predatore che mi fa venire voglia di prenderlo e rifarlo ancora… “solo promettimi che lo rifaremo… io ti voglio ancora Iero…”
Lo guardo iniziando ad arrossire.
Ora che la frenesia è passata so che diventerò si un allegro color pomodoro..
“si… io… si certo” rispondo semplicemente come se ci stessimo mettendo d’accordo per ordinare la cena.
Poi mi blocca ancora al muro tenendomi li con il suo corpo e mi bacia con sentimento tale da bloccarmi il fiato.
Solo che ho paura che per lui io ora diventerò un giocattolo….
Ma so per certo che lo devo riavere, il prima possibile.
 
Entro nella stanza di Gerard e rimando imbalsamato nel vedere chi c’è…
Bert.
Davanti al letto.
Adesso sbotto.
Lui non ha il diritto di stare qui dopo tutto quello che ci ha fatto.
“vattene…” soffio guardandolo furente.
Lui nemmeno si volta per rispondermi “ti sei mai chiesto quando la tua vita inizia a avere un senso? Quando vedi una pallida luce alla fine del tunnel?”
Non capisco ma i The Used sono tutti in vena di moralismi oggi?
“e adesso che ho capito posso uscire di scena con il cuore leggero” mi dice regalandomi un sorriso.
Mi avvicino a lui e…
Sbam.
Pugno sul naso.
“ma va a fanculo te, la luce e il tunnel! L’unico tunnel da cui non riesci a uscire è quello della droga allora?” gli dico acido “fuori”
Lui mi guarda un attimo  negli occhi con una mano sul naso prima di uscire dalla porta.
Ecco Robert McCraken che esce di scena.
Finalmente.
Adesso posso tentare di andare avanti in modo decente…
Posso tentare di ricostruire piano piano la mia vita.
Mi siedo sul letto vicino a Gee, attento a non schiacciare i tubicini che si spargono ovunque sul suo corpo come capelli d’angelo.
E faccio la sola cosa che mi aiuta ad andare avanti…
“Gerard…. Gee… apri gli occhi…”
Ascolta la mia voce.
Torna da me….
 
 
 
 
Gerard Pov
 
Per quanto una persona ami sognare e desideri stare in mezzo a suoi sogni per tutta la vita, dopo un po’ questa fantasia comincia a starti stretta e vorresti tornare alla realtà in fretta.
Sto continuando a vagare nei miei ricordi che stancamente rivivo in terza persona. A volte sono ricordi insignificanti, altri invece mi riempiono il cuore di sentimenti contrastanti.
La cosa orribile dell’essere in coma è che ogni cosa al di fuori  della mia mente non riesce a percepire nulla. Nel il mio malessere, ne le mie parole.
Quando Frank, con il coraggio a due mani a cominciato a raccontare la nostra storia a Mikey, avrei voluto alzarmi da quel letto e di re la mia.
Non fraintendete, non volevo negare. Mi sembrava stupido farlo.
Solo, volevo prendere la mano di Frank, che per tutto il tempo è stata nella mia, e raccontare a mio fratello cosa realmente provavo per Frank.
Ma tutto questo era divenuto impossibile e i miei occhi chiusi rivedevano benissimo la stupenda immagine di un Frank triste e imbarazzato.
Sento un rumore e la voce di Bert pervadermi e chiedere in tono lamentoso scusa.
Ma lo sai Bert, io non ti perdonerò mai.
Neanche se esci di scena, giurandomi di amarmi.
Ed è con questi pensieri che ritorno indietro nel tempo e rivivo proprio uno di quei ricordi dove le miei emozioni si contrastano e si avventano sul mio cuore.
“Gerard mi raccomando cerca di essere sobrio almeno per una schifosissima volta!” Brain a quel tempo era sempre incazzato come una furia e lo era con me.
Mi voleva bene, ma io non mi facevo abbattere da questo sentimento e continuavo a ubriacarmi e a farmi.
“si, okay.” La mia risposta arriva in un sussurrò stentato e quando mi volto a guardare la mia immagine stravaccata sul divano, mi viene da ridere.
Sono sempre stata una persona così insulsa e patetica?
Ho fatto mai qualcosa per meritare il bene di Brian e degli altri?
Guardami com’ero ai tempi di Revenge non sembra proprio.
Ho la possibilità di osservarmi e più lo faccio, più mi viene voglia di prendermi a schiaffi da solo.
Ma chi volevo impressionare con quei capelli malandati, quei vestiti sporchi e quell’aria da drogato che mi portavo dietro?
Brian lascia il camerino e il mio doppio si rilassa, tirando fuori dalle tasche del jeans una boccetta arancione.
“ehi Gee!” Bob lo fa sussultare e in malo modo cerca di nascondere la boccetta. “che stai facendo con quella?” chiede il batterista.
“oh, ehm.. sai ho un po’ di emicrania e allora…” Bob gli sorride sincero e gli scompiglia  i capelli.
“okay allora cerca di essere al meglio per questo concerto!” ed esce, lasciandolo solo.
So cosa prova.
È triste per aver rifilato a Bob una balla qualsiasi, lui non se lo merita.
E quindi il mio doppione, annega i dispiaceri rifilando tutto il contenuto di quella boccetta in gola.
Mi ricordo di quella sera.
Quasi svenni collassato, ma non mi ricordo chi mi portò via anche se, un’idea me la sono fatta. E quando questa entra sbuffando dalla porta, sento di non potermi più trattenere e ricomincio a piangere.
“Gee!” è preoccupato? Forse si, ma ciò che noto sul suo volto è la rassegnazione.
Quella rassegnazione che sa di provare ogni volta che mi vede così.
“sei venuto a salvarmi?” Sussurra il mio doppio. “sei un angelo?” chiede ancora stupidamente.  E Frank annuisce, accompagnandolo in bagno dove vomita e piange e Frank con lui.
Io e Frank osserviamo il mio doppio addormentarsi pesantemente sul divano.
“andrà a finire male se continui così, lo sai vero?” la risposta del mio doppione non arriva e io mi permetto di rispondere al suo posto, anche se non riesci a sentirmi.
“ma per quanto mi diverta a guidare fino alla fine con te Gerard, questa storia deve finire.” Sospira per poi appisolarsi e lasciando a me tutto il tempo di osservarlo. Per osservarli.  E quando meno me lo aspetto, la porta si apre violentemente, facendomi sussultare, ma senza svegliare i due dormienti. 
“ma che…?” la voce confusa di Mikey mi raggiunge e lo scruto mentre con un cipiglio sconvolto guarda suo fratello e il suo migliore amico dormire vicini e senza pregiudizi, senza domande sorride, prendendo fra le mani la boccetta, che precedentemente era caduta sul pavimento, e la getta nel pattume.
“Grazie per quello che fai Frankie.” Ed esce, lasciandomi spaesato.
È possibile che mio fratello avesse sempre sospettati qualcosa?
Conoscendolo è capace di farlo, ma se è così mi stupisce che abbia aspettato la mia debolezza per farmi capire quanto in realtà stavo sbagliando con Frankie.
Riprendo a osservare i due e sorrido, perché in fondo è tutto grazie a Frank se la mia vita a un senso, se riesco ad amarlo così tanto e riuscirlo a fare sempre anche nei momenti più brutti e peggiori.
 
 
Frank pov.
 
Non so perché ma non mi va di fare altro che osservare il viso di Gee.
Ogni tanto mi avvio alla finestra per distrarmi appena.
Da qui si vede la pineta.
Tante coppie, forse troppe, si aggirano contente mano nella mano.
Chi mangiando il gelato, chi sussurrandosi parole dettate solo dal cuore e chi scambiandosi sguardi complici, passeggiano allegri sotto questa luce mattutina.
È tanto sbagliato desiderare una cosa del genere Gerard?
È così brutto sperare di camminare mano nella mano con te?
A quanto pare si.
Questa storia a portato solo sofferenze e tristezza.
E io sono così stanco.
Sorrido debolmente, notando che giorno è oggi.
È passato esattamente un mese, da quando ho fatto quella famosa scommessa con me stesso.
Tutti dovevano sapere di me e Gerard entro un mese… e invece…
Lo sa solo Mikey, e sa una cosa che non c’è nemmeno più…
Il nostro amore è andato, ha fatto puff in quella caffetteria che tanto amavo… anche se forse era morto da tempo e io non ci ho mai fatto caso.
Ma per me, è più forte che mai…
E ricordare i momenti felici in cui, anche se mi illudevo, ero davvero felice e mi bastava.
Mi basterebbe anche ora.
Perché so che Gee non ha mai amato nessuno a parte me, soprattutto Eliza…
 
Rido forte mentre mi preparo a farmi vedere a Gee.
“Gerard! Guarda un po’!”
Lui alza piano gli occhi dalla scrivania un po’ irritato.
Detesta quando corro nel suo ufficio come ho appena fatto, disturbandolo mentre disegna il suo stupido fumetto.
Ma io lo faccio lo stesso.
Alzo le braccia, mostrandogli le maniche della divisa che stanno di almeno quindici centimetri a coprirmi le mani.
“pensi che abbiano preso male le  misure?”
Lui scatta in piedi con una mano fra i corti capelli biondi “merda dopodomani abbiamo il primo concerto del album nuovo e la tua divisa non è pronta???!!!”
“Calmo la accorceranno… o al massimo taglio le maniche!”
“non pensarci nemmeno cazzo!” sbotta scazzato arrotolando le maniche fino al mio polso.
Si esatto, come faceva mia mamma quando ero piccolo…
“Gee dai rilassati… ultimamente sei isterico….”
“bhè qualcuno deve può tenere dietro a tutto no? Se no chi lo fa?”
“fammi pensare” replico ironico facendo finta di riflettere “Una persona chiamata manager? Forse dovremo prenderne uno… anzi no aspetta!! Già lo abbiamo!! Si chiama Brian lo conosci?”
“smettila di fare l’idiota….”dice severo tornando al tavolo.
Mi siedo sulla sedia davanti a lui, mentre si arma di una matita appuntita e gomma e ricomincia a curare con attenzione i suoi disegni.
Sono invidioso della sua bravura, io ho sempre disegnato ma non sono mai stato così bravo…
E poi inizio a diventare dannatamente geloso.
Gerard lavora come me e gli altri della band tutti i giorni fino a tardo pomeriggio.
Per le divise, per il tour, per questo e quello, e dopo si chiude in questo maledetto ufficio e disegna fino al mattino tardi,.
Poi va a casa, si butta a letto e dopo pranzo è ancora qui con noi.
E io?
Dove lo mette il tempo per me?
Ora posso capire che voglia realizzare il sogno di fare fumetti, io dopo tutto ho una etichetta di magliette e altre cose strane… ma io lo trovo sempre il tempo per lui!!
Bussano alla porta e entra una ragazza con un cascetto platinato.
Deve essere la parrucchiera credo… o la truccatrice..
“ciao Gerard” poi guarda me e mi fa un cenno forzato.
Troppo spreco salutare a voce me.
Sono una persona di margine.
“volevo solo ringraziarti per il caffè” dice guardando il bel biondino.
Il MIO bel biondino, sottolineo.
“figurati, bhè ci vediamo alla prossima” gli dice lui con uno dei suoi soliti sorrisi da predatore.
Lei saluta e esce.
E lui si rimette a disegnare senza nemmeno considerarmi.
Ok…
Calma… tre, due… uno.
Do un calcio alla scrivania, e un rigone di matita si imprime nel foglio quasi rompendolo.
“cazzo Frank ma sei scemo??? Mi ha fatto sbagliare!!”
“sei un maledetto stronzo!!” dico praticamente urlando.
“Io sono uno stronzo?” mi domanda lui stupito “chi ha appena dato un calcio alla tavola buttando alle ortiche tre notti di lavoro insonne?”
“per disegnare hai tempo, per cantare hai tempo, per farti la truccatrice, o parrucchiera che ne so, hai tempo… ma solo per me non hai tempo!!” ormai lo so che sto per iniziare a piangere.
Che ci posso fare se sono sensibile…
Lui sospira alzandosi.
Ecco, adesso se ne va.
Arriva alla porta, mettendo una mano sul pomello.
Ecco, mi lascia solo di nuovo a piangere come un ragazzino.
E invece no.
Chiude dando un giro di chiave, abbassando la tendina per coprire il vetro.
Si avvicina a me, baciandomi appena, poi mi abbraccia “scusa amore… lo so sono un cretino…”
Sospiro, beandomi del suo calore per un attimo.
Stringo con le mani la sua camicia nera, abbandonandomi completamente.
Sono molto stupido, gli basta poco per conquistarmi e per farsi perdonare.
Troppo poco, e so che un giorno mi pentirò per questa mia vulnerabilità.
“allora che ne dici? Posso rimediare a tutte le mie stupide disattenzioni?” mi chiede strusciando il naso sulla mia guancia.
“certo…”
“solo… togliti la giacca non si deve rovinare” mi dice pignolo, rovinando irreversibilmente l’atmosfera che si era creata.
“coglione!” gli dico lanciandogli la giacca sulla testa ridendo.
Lui la appoggia con cura sulla sedia, poi si volta verso di me, con uno sguardo malizioso.
“Mi piaci con tutta la divisa addosso sai?” mi dice leccandosi appena le labbra mentre si avvicina lentamente a me.
“dici?”
“assolutamente… e se non ci fossero stai Ray, Bob e Mikey più un sacco di costumisti e persone che li centravano poco come Brian e Worm ti sarei saltato addosso, per levartela tutta…”
“uh” dico ridacchiando mentre incrocio le braccia dietro al suo collo “sarà il fascino della divisa…”
“o il fascino di quello che c’è sotto mister Iero…”
“ma lo vedi quanto sei perverso?”
“io lo penso davvero” ribatte “non mi eccita molto su Bob o su Ray… e soprattutto su mio fratello!!” aggiunge rabbrividendo.
Mi impedisco di non ridere mentre lo bacio “allora ho l’esclusiva?”
“tu l’avrai sembra l’esclusiva per me, Frank….”
E detto questo mi fa stendere a terra, iniziando a togliermi i vestiti mentre io lo faccio con lui.
Stiamo per fare l’amore sul pavimento del suo ufficio… e solo io ho l’esclusiva… 
 
Mi risiedo pensante sul materasso.
Accarezzo piano i suoi capelli lunghi e neri, leggermente arricciati sopra alle orecchie.
Mi intenerisco, davanti alla sua bocca appena socchiusa.
Passo un dito sul suo profilo, accarezzando il naso, le labbra e il mento, fermando la mano sul cuore.
Mi chino su di lui, facendo toccare i nostri nasi.
“Gee… io ti amo… non lasciarmi ti prego…”
Sfioro appena le sue labbra con le mie.
Ma come presumevo non succede sulla.
Mi porto le mani al viso, iniziando a piangere di nuovo.
Speravo davvero che questa copia triste della bella addormentata avrebbe funzionato?
Ho ragione: mi illudo troppo facilmente.
Mentre mi tengo una mano sul viso appoggio l’altra sul letto per sorreggermi dai potenti singhiozzi che scuotono le mie spalle…
Perché devono succedere tutte queste brutte cose?
Quinn dice che le cose brutte non capita a belle persone.
Ma io non sono una bella persona, perché o fatto la cosa peggiore di tutte.
Ho fatto soffrire la persona che amo.
Sono uno schifoso bastardo, non  mi merito altro che l’infelicità eterna.
Ma Gee deve essere risparmiato.
Non voglio che paghi per i miei errori.
“stai piangendo ancora per me?” una voce bassa, appena sussurrata e del tutto inaspettata mi fa alzare il viso, incontrando una paio di occhi verdi che conosco bene.
Lo guardo completamente stupito, poi lui con voce roca e debole dice abbozzando un sorriso “ciao Frankie…”
E il mio pianto inizia a farsi più forte, ma ora è un pianto di felicità…
“Gerard…”
 
 
Gerard pov
 
 
 
I ricordi lentamente cambiano e l’immagine di me e Frank stesi ed addormentati sul quel divano sparisce, sostituendola velocemente con l’immagine di un Frank sognante che con quell’aria da eterno bambino si aggira per un gigantesco Luna Park.
Anche quel giorno non è facile da dimenticare. Eravamo in tour, sempre ai tempi di Revenge ed era uno di quei giorni dove ero fortunatamente sobrio. Così sotto le direttive di Brian avevo accompagnato Frank in quel famigerato Luna Park che il mio amante aveva sognato per giorni interi, parlando insistentemente e si sa che quando Frank comincia ad essere insistente non si può sopportarlo a lungo.
“Gee! Guarda! C’è un gigantesco stabile di zucchero filato!”  li seguo da distanza e vedo il mio doppione infilarsi le mani nei capelli e scuotere leggermente la testa.
“salve! Uno stecco per favore, con un esagerata quantità di zucchero filato!” esclamò saltellando e osservando la donna che con un cipiglio divertito, obbediva ai suoi ordini.
“fanno due dollari e ottanta.” Proruppe la donna, Frank annuisce per poi cercare disperato nelle tasche. Il mio doppione, ride dietro di lui e poggia sul bancone tre dollari, prendendo in mano lo stecco.
“ho dimenticato sul bus il portamonete…” sussurra Frankie, imbarazzato. Gli bacia la testa colorata e scuote il capo, abbracciandogli le spalle affettuosamente.
“non fa nulla.” Lo consola. “ andiamo su.”
Lasciano che li segua, a loro insaputa mentre sorridenti camminano uno a fianco dell’altro senza mai sfiorarsi.
Le montagne russe non sono mai state una grande attrattiva per Frank, ma la mia mente ricorda che quel giorno le fece per forza e testardo com’era i miei tentativi di persuasione non funzionarono, almeno non quel giorno.
Dopo urla assatanate e un pianto isterico contro la mia spalla, Frank scese dalla giostra traballante e bianco come un cencio.
Ed io, tranquillissimo della situazione scesi con un saltello, sorridendo.
“Gerard?” sussurra al mio doppione, stringendogli  la camicia.
“si?”
“Devo vomitare” dice appoggiandosi a un tronco d’albero per poi voltare la testa di lato e dare un’orrida visuale del suo vomito.
“ben, ora mi sento meglio.” Proruppe, sorridendo soddisfatto.
“sei impressionante.” Dice il  doppione e Frank ride saltellando verso un chiosco, prendendo due cole. Probabilmente quel giorno pensai in tono deluso che sarebbe stata meglio una birra, ma quel sorriso così sincero e adorabile che Frank mi regalò fece si che in me si scatenasse quella forza di volontà che stancamente cercavo di raggiungere.
“okay, tesoro che ne dici di un altro giro?” chiede e io dietro di loro li osservo sghignazzante.
“dove ti piacerebbe andare?” Frank ci pensa su, mangiucchiandosi la cannuccia della cola.
“lì!”esclama indicando una media struttura, dove un discreto gruppo di persone aspettava di entrare.
“Frank…” la voce del mio doppio è tremante e vergognosa. “quello è il bruco mela.”
“si e allora?” risponde, pimpante. “dai ci divertiremo!” dice, trascinandolo in mezzo a uno sciame di ragazzetti, accompagnati dai loro genitori.
 Mi ricordo con quanta infantilità quel giorno salì sul bruco, sedendosi comodo affianco a me e prendermi di nascosto la mano.
Era imbarazzante stare li, ma la sua mano che accarezzava piano la mia era una ricompensa valida.
I bambini dietro di noi ci osservavano sghignazzanti, facendo battutine idiote e subito zittiti dai loro genitori imbarazzati.
Quel giorno pensai che se mai nella mia vita avessi avuto un bambino non l’avrei mai portato al luna park con Frank.
Quando scendemmo, dopo un doppio giro, Frank gridava con tutte le sue forze di avere fame.
Come al solito.
Ci rifilammo in un fast food, dove mangiammo a sazietà.
Non fu tanto quello che mangiammo che ora mi fa sorridere, ma un piccolo particolare che mi porto nel cuore e lo farò sempre.
“dove vai?” Frank si è alzato e mentre fa un leggero occhiolino al mio doppione risponde:
“devo andare in bagno!” e fugge, lasciando Gerard confuso.
Passano i secondi che presto si trasformano in minuti, preoccupato il mio doppione raggiunge Frank che lo aspetta con un sorrisino furbo sulle labbra.
“pensavo fossi fuggito!” dice.
“come potrei?” risponde sorridendo. “ la finestra è grande quanto il tubo di scarico, non riuscirei mai a passarci! Ahi!” Gerard gli pizzica un fianco fintamente offeso.
“che ci facciamo qui?” e Frank sorride ancora, prendendolo per mano e chiudendosi dentro un cubicolo.
“intenzioni poco ortodosse Iero?” chiede malizioso, giocando con l’orlo della sua felpa.
“volevo solo darti questo.” E lo bacia.
Non potrò mai scordarmi quel bacio così dolce, così intenso che Frank mi regalò quel giorno.
Me lo porto dietro come un ricordo speciale, un amuleto che mi aiutata a pensare alla cosa belle passate con lui.
E non potrei desiderare altro quando il buio mi assale e la su voce roca rotta dal pianto che mi sussurra cose bellissime.
“Gee… io ti amo… non lasciarmi ti prego…”
Voglio aprire questi occhi e guardarlo ancora.
Voglio poter muovere le mani per rassicurarlo.
Voglio aprire queste labbra per potergli finalmente parlare e quando i miei occhi esaudisco la mia prima preghiera aprendosi, l’immagine leggermente offuscata di Frankie mi pervade.
Quanto fa male sentirlo così, oramai la sofferenza fa parte del nostro essere, ma quanto vorrei che terminasse.
“stai piangendo ancora per me?” dimmi di no ti prego. Gli sorrido e osservo il suo viso stupito, quelle labbra screpolate leggermente dischiuse per lo stupore, quelle guancie pallide che lentamente si colorano di un bel rosso.
“ciao Frankie…” mormoro, sentendo la bocca impastata.
Ho sete.
Ma ora non mi importa perché le braccia di Frank mi circondano fortemente e il suo pianto rimbomba in tutta la stanza.
“ti prego, dimmi che tutto può tornare come prima.” Supplica bagnando il mio collo di lacrime. “non voglio più lasciarti andare via.” Esclama infine. Io non riesco a dire nulla, un po’ per l’emozione, un po’ per il dolore, ma non importa ora che c’è lui.
“Perdonami, ti prego…” deglutisco, non riesco a continuare e Frank preoccupato si stacca dall’abbraccio, versando un po’ di acqua in un bicchiere e tenendomi la testa con una mano e con l’altra il bicchiere mi fa bere, sorridendomi dolcemente.
“io… ho così bisogno di te… io…” non dico altro, lasciandomi scappare qualche lacrima che dolorosa brucia le mie guancie. Frank mi prende la mano, intreccia le dita fra le mie e con poca forza ricambio la stretta chiudendo gli occhi sentendo le sue calde labbra, leggere come una farfalla, posarsi sulla mia fronte pallida.
“ben tornato amore mio…”
 
 
 
 
 
 
 
 

 


 
 
 
Eccoci tornate a far lacrimare i vostri occhietti!!! Due cose positive sono successe e non possiamo che esserne contente. Purtroppo anche questa storia è agli sgoccioli! Ci siamo messe d’accordo e mancano due capitoli, l’ultimo di questi sarà l’epilogo!
 
Ringraziamo le 14 persone che ci hanno infilato fra i preferiti
E gli otto angeli che hanno recensito, ovvero:
 
 
my chemical vavvy: ecco qua un nuovo capitolo e i tuoi desideri sono stati avverati, basta tristezza!! Ora si è tutti Happy!! Grazie per i complimenti che ci hanno reso felicissime. Bacioni!
 
 
 
_Sophy__xX: grazie infinite per le tue parole! Ecco a te un nuovo capitolo!!!
 
 
 
Dark Helena: ehi nuovo pericolo allora che ne pensi di questo capitolo??? Noi aspettiamo una bella recensione eh? Grazie dei complimenti, un bacio grande da tutte e due!
 
 
lithi: non piangereeeee dai non lo fare che poi ci sentiamo in colpa!!! He!! Che ne pensi di questa rivelazione finale? Eh? Siamo state brave? Bene, un bacio grande!
 
 
Saraio: grazie per i compliementi! Siamo contente che la ff continui ad interessarti! Grazie mille, un bacione! Ciaooo!!
 

SimmyListing: tornata per la nostra felicità? (insomma… NdJess) ehehe!! Passando al commento, potevamo uccidere Gerard? Certo che no, lo amiamo troppo e siamo delle inguaribili romantiche… e poi abbiamo previsto delle scene di sesso nel prossimo capitolo, vero Grè? Allora a presto, grande e grossa donna!! Bacioni lo sai che ti prendiamo per il culo ma ti amiamoooo!!
 

Mcr_Girl: ecco qui, così hai un’altra cosa da aggiungere alla lista delle cose da leggere!! Muhahaha!!! Speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che tu abbia smesso di provare a odiarci… tanto non ci riesciiiiii!!! Bacioni da tutte e due, ti amiamo di beneeeee!!
 

JessRoamance: ciao Jess! Cmq condividiamo sia l’odio per Eliza che quello per Bert (almeno lui è utile: sa cantare) grazie per la recensione! Un bacione!
 
 


A voi la parola,
Jess&Grè<3

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Home ***


frerard penultimo

 
 
 
 
 
 
 
 
Frank pov.
 
 
Non posso ancora credere che Gee sia qui, vivo davanti a me…
Ci sorridiamo a vicenda come due ebeti.
E mi viene in mente che non ho chiamato gli altri.
“devo avvisare gli altri che stai bene”
Gee appoggia una mano sul mio avambraccio bloccandomi.
no aspetta… puoi farlo dopo no?”
ma almeno Mikey…”
“adesso non voglio nessuno qui, eccetto te… mi prendo la responsabilità di questo…”
Si alza a sedere lentamente, mentre io lo aiuto sistemandogli i cuscini.
“fai piano Gee sei sveglio da tre ore”
“sto bene” mi dice con un sorriso, il suo viso ha ripreso colorito grazie a Dio “sto molto meglio… forse potranno dimettermi presto…”
Annuisco con un gran sorriso “speriamo!”
“già… Frank… chiudi la porta…”
Alzo un sopracciglio.
“cosa?”
“vai a chiudere la porta per favore?”
Forse sente uno spiffero di aria.
Così mi alzo e vado a chiudere la porta “a chiave…” mi dice e io mi avvicino ad essa titubante.
ma se il dottore e le infermiere devono entrare?”
“sono le quattro del mattino… non verrà nessuno…
Così chiudo e mi riavvicino al letto.
“e adesso?” domando sapendo già la risposta.
Altro che spiffero…
“adesso baciami, Frank, come cazzo ti pare ma baciami…”
 Non me lo faccio di certo ripetere, cercando con ansia le sue labbra che da tempo bramo e trovandole immediatamente.
Sin da subito, il bacio si fa rovente, mentre lui allunga le mani sotto la mia maglietta e io sotto al suo camice…
Arrivo a toccare un punto specifico, e lo sento ansimare sulle mie labbra mentre iniziamo a sudare.
Si stacca da me in fretta.
È molto sudato… forse eccessivamente “devo vomitare…
Ci rimango davvero male.
“io… ho sbagliato qualcosa?” chiedo sconsolato mentre lui sgrana gli occhi.
“ma che hai capito scemo!? Solo… non mi sono rimesso del tutto… e mi viene da vomitare!
Cazzo!
 
 
 
Fuori nevica e io guardo incantato ogni cosa farsi bianca.
“Quando smette andiamo a fare un pupazzo di neve?” chiedo rivolto verso Gerard, steso sul divano a leggere.
Alza gli occhi dal libro con un sorrisetto “ma Honey ci saranno meno undici gradi! Anzi, meno venti!”
Io lo guardo con un broncio “ma a me piace tanto Gee…
Lui poggia il libro sul tavolinetto e allarga le braccia.
Io capendo al volo corro fra le sue braccia che mi circondano completamente.
“ok piccolo, ma poco, se mi va via la voce siamo nella merda tutti….”
Alzo il viso felice, baciandolo con trasporto.
“andiamo dai” mi dice alzandosi “tanto qui non smette più…
Tutto felice trotterello dietro di lui con un sorrisone.
Mi mette il capello, la sciarpa e mi passa i guanti.
avvolte mi sento più la tua mamma che il tuo ragazzo sai Frank?”
Lo guardo con gli occhi che brillano.
È la prima volta che dice di essere il mio ragazzo…
È la prima volta che veramente lo associo a questa cosa…
“ti sei incantato Honey?” mi chiede un po’ preoccupato.
“ripetilo”
“cosa?”
“quello che hai detto?”
“che sembro più tua madre?”
“dopo?”
“… il tuo ragazzo?”
Sto per piangere dalla felicità, così gli salto al collo, stringendolo a me forte…
Quanto lo amo… non è una cosa che si più descrivere perché è come per l’universo: è troppo grande per essere concepito.
È troppo infinito per essere descritto a parole…
Mi stringo ancora a lui, mentre amorevole ricambia la stretta…
“dai andiamo!” dico poi dandogli un bacio veloce sulla bocca che risuona con uno schiocco.
Mi prende la mano e usciamo.
Cazzo che freddo…
Per i primi dieci minuti tutto va bene, ma poi ho la brillante idea di prenderlo a pallate di neve…
“What the Fuck?” chiede con espressione smarrita mentre la palla di neve gli scivola sulla faccia. Ma poi mi vede “Frank! Avevo detto niente attacchi con le neve!”
Io ridacchio mentre lui viene verso di me.
Mi prende di peso e mi mette nella neve.
“Gee!!” dico con fare lamentoso “non riesco a rialzarmi!”
“arrivo!” mi dice prendendomi per le spalle, ma io ne approfitto per mettergli la neve giù per la giacca…
In cinque minuti rientriamo, bagnati fradici e ci avviciniamo al camino.
“togliamoci i vestiti o geliamo” propongo aprendo i jeans e sfilandomeli.
Altro che perdere la voce.. qui avremo la polmonite…
Mi tolgo tutto quello che ho bagnato, compresi i boxer e quando mi volto vedo Gee che mi guarda con un sopracciglio alzato.
Ah dimenticavo, anche lui è nudo.
“sei felice di vedermi Frank?” dice allusivo.
Così abbasso lo sguardo.
Ops…
“è per il freddo!”
“si certo come no…”
Si avvicina abbracciandomi, e facendo strisciare il suo amichetto sul mio.
Ecco, è la fine…
Posso dire addio a tutti… è stato bello conoscervi…
Mi bacia il collo, stringendosi contro di me.
Sento la sua esigenza nel interno coscia, e scommetto che lui sente le mia, così lentamente ci sentiamo sul tappeto qui, davanti al caminetto.
Sentirlo diventare parte di me è sempre una sensazione bellissima.
Perché provo un po’ di dolore, mischiato però a tutto quello che lui può darmi…
Passione, dolcezza… amore a non finire…
Perché so che tra me e Gerard, anche se ci sono alti e bassi, l’amore non manca.
È quello che ci mantiene vivi e ci fa andare avanti, lotta dopo lotta.
Perché per lui morirei, se fosse necessario.
Niente è più importante di Gerard, ne la fama, ne il denaro… e spero che anche lui lo capirà un giorno.
Lo spero davvero…
 
Come sempre, dopo avere fatto l’amore mi sono addormentato di botto.
Appena apro gli occhi vedo Gerard che appoggiato a un gomito mi accarezza i capelli.
Vorrei tanto stare così per sempre, a godermi il suo sorriso dolce mentre mi coccola…
“ho dormito tanto?” gli chiedo avvicinandomi e stringendomi un po’ al suo petto.
Lui scuote il capo prima di baciarmi la fronte.
“ti sei appisolato una decina di minuti… non di più…”
Sentire il suo odore mescolato al mio mi fa venire voglia di rifarlo, ma con classe, mi limito ad abbracciarlo.
“voltati mi dice roco al orecchio.
“eddai Gee basta! Sono stanco!”
“tu voltati e basta scemo!”
Eseguo per non farlo arrabbiare.
Rimango incantato.
Il camino brucia ancora mentre Gerard mi stringe da dietro, permettendomi di usare il suo braccio come cuscino.
Mi accarezza piano le spalle con dei baci delicati “dai dormi, riposati un po’ o domani sarai esausto amore mio…
E così qui, su questo tappeto, con solo una coperta a coprirmi dalla vita in giù e con Gerard che mi tiene stretto a se mi sento davvero completo.
Felice…
 
 
 
 
“dirò tutto agli altri” mi dice Gerard mentre io mi siedo accanto a lui su una sfottuta sedia che ha impegnato per ore il mio culo.
Ho appena fatto un giro di telefonate.
Stanno tutti venendo qui.
Lo guardo con un sorriso “quando sarai pronto…
“allora adesso, appena arrivano gli altri…
Lo guardo sorpreso mentre sento il magone salire…
Mi viene da piangere…
Io non so che dire…
“Oh Gee… io…”
“Shh…. Guai a te se piangi” mi ammonisce con un sorriso caldo “d’ora in poi voglio solo sentire la tua ridata chiassosa ok?”
Annuisco baciandolo poi mi cruccio “è chiassosa la mia risata?”
lascia perdere Frank… è il suono più bello che esista…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gerard pov
 
 
Mi schiarisco la voce un paio di volte.
Sono passate ore dal mio risveglio e ora è quasi sera. Frank è ancora al mio fianco, non ha scollato il culo da quella sedia neanche per andare in bagno.
Mi schiarisco la voce per la terza volta.
Su Gerard puoi farcela.
Infondo devi solo dirlo alla tua band, a tua cognata, ai tuoi genitori, al tuo manager, alla nonna del tuo manager .
Io Gerard Arthur Way amo infinitamente Frank Anthony  Iero, amo il suo viso, le sue mani, i suoi tatuaggi, le sue labbra, i suoi capelli, il suo didietro, e pure quello davanti, la sua voce, la sua risata, praticamente ogni cosa. È questa la verità. Sono otto bellissimi anni che ci amiamo e se tutto va bene me lo sposo, perché non voglio che sia di nessun altro, voglio che stia sempre al mio fianco in ogni gesto e momento.
Bene, basta ripetere.
No?
“ehm, vi abbiamo riunito qui perché c’è una cosa che dobbiamo dirvi.”  La mia voce risulta alquanto stridula. Avete presente quando strozzano le galline a mani nude? Beh, più o meno così.
Io e Frank...” un rumore fastidioso che proviene alla mia sinistra, mi fa voltare.
Guardo Bob in cagnesco mentre tutto contento smangiucchia  delle caramelle mou.
“ti dispiace?!” chiedo, isterico. Bob mi guarda colpevole e smette subito
“ecco… stavo cercando di dire che…” ma vengo interrotto nuovamente. L’infermiera di turno entra in camera e senza chiedere permesso mi si avvicina e mi controlla la flebo al braccio.
Oh santa madre.
HANNO BUCATO IL MIO BRACCIO?!
No,  non è tempo di svenire.
Posso farlo dopo con tutta calma e in modo teatrale come piace a me.
L’infermiera se ne va , lasciandomi ancora più pallido di come sono.
“ce la fai entro la mezzanotte?” mi chiede sarcastica Alicia, rigirandosi fra le dita una ciocca di capelli.
si. Dicevo..” respiro profondamente. So che questa volta nessuno mi interromperà.
Frankie mi prende la mano e mi guarda infondendomi coraggio.
io e Frank stiamo insieme… e non ora perché siamo nella stessa stanza… noi ci.. cioè ci amiamo, da tanto tempo oramai.” Farfuglio arrossendo leggermente.
 Trovo il coraggio per alzare lo sguardo e lo poso su mio fratello che mi osserva orgoglioso, lo sposto su Alicia che sorride, sulla nonna di Brian che imprecando se ne va barcollando indignata della situazione, su Brain che ha un piccolo sorriso timido stampato sulle-
“- tutto qui?!” Ray interrompe il filo logico dei miei pensieri.
“eh?” strillo.
si, cioè questa è storia vecchia. Ce l’ha detto Mikey.” Risponde, prendendo poi le caramelle mou dalle mani di Bob e il rumore fastidioso viene soppresso dalla risata genuina di Frank, che cade dalla sedia e nonostante abbia picchiato il coccige, ride ancora, come uno scemo.
“come storia vecchia?!” mio padre mi osserva, i suoi capelli bianchi oramai rizzati  e gli occhi a palla. “io non ne sapevo nulla!”
ma tesoro…” incomincia mia madre. “forse Frank non si nota, ma nostro figlio ha dei modi da checca così evidenti!” esclama, scuotendo la chioma bionda.
Okay, ora posso svenire in santa pace?!
 
 
 
 
Questa sera è stata fantastica.
Uno dei concerti più belli e movimentati che abbia mai fatto in vita mia, uno di quelli dove l’adrenalina sale a mille e l’eccitazione ti rende instancabile. 
Il pavimento risulta più confortevole del letto dove ero bellamente steso.  Comincio a percorrerlo a grandi falciate, quasi saltellando, fumando l’ottava sigaretta in un’ora.
Ho voglia di cantare, di urlare e di impugnare un microfono e sfogarmi.
“tutto okay, Gee?” mi volto verso Frank, appoggiato allo stipite della porta del bagno.
“eh?” la voce mi muore in un lungo sospiro.
È così bello ed eccitante.
Non ha nulla addosso e il suo corpo pieno di tatuaggi si muove lento verso di me.
“hai perso la lingua?” sussurra. “ e pensare che fino a poco tempo fa non stavi un attimo zitto.” Vorrei che non smettesse di parlarmi in questo modo, così maledettamente sensuale,
 vorrei fare l’amore ora e non fermarmi mai, anche se fra noi e i ragazzi ci separa un stupido muro.
“qualcuno è contento di vedermi…” dice sarcastico, poggiando la mano sul cavallo dei miei jeans . e non è solo il mio fratellino( e non parlo di Mikey), ma anche il mio cuore, che batte e batte e pare non volersi fermare mai.
Non provo a parlare, non riuscirei a dire nulla di sensato e così lo bacio sulle labbra cercando una scusa per confessargli quanto realmente lo amo e non importa se lo lui lo sa.
Glielo ripeterò all’infinito.
Sempre.
Si stacca dalle mie labbra e in una lenta carezza fa calare la camicia nera, già aperta, dalle mie braccia, finché non cade a terra con un lieve rumore.
Gli bacio la fronte prima di ritrovarmi sotto di lui in questo enorme e comodo letto.
Non voglio farlo subito.
Non ci sarebbe gusto.
Voglio godermi Frank in tutti i sensi.
Ansima leggero il mio nome e mi stringe i capelli, nascondendo il viso arrossato dell’incavo del mio collo.
Le cose si fanno lunghe e veramente interessanti per entrambi e quando ci troviamo a un punto critico, succede una cosa che fra tutte non avrei mai giurato che accadesse proprio in quel momento.
Bussano alla porta.
“e cazzo, stavamo per avere l’orgasmo più spettacolare di tutta la storia del sesso!” sbotta Frank irritato. Si scosta dal mio grembo e sbuffando mi alzo.
“si?”
“Gee?” cazzo è Ray.
“si…un attimo…ehm..sono al cesso.” Lo sento ridere e rispondere in modo affermativo. Guardo Frank che scuote la testa contrariato.
“su alzati.” Dico freneticamente sussurrando. Frank si alza e mi guarda interrogativamente.
“vai fuori dalla finestra.” Esclamo spingendolo verso il piccolo balcone.
“COSA CAZZ-!” gli tappo la bocca con una mano e con l’altra gli dico di fare silenzio. Apro la finestra e Frank si catapulta in balcone.
“si almeno dammi i miei vestit-!” chiudo la finestra sospirando, tirando le spesse tende rosse e sospiro, e comincio a vestirmi, ignorando Frank che da fuori esclama rabbioso:
“Gerard fa freddo qua fuori!!” oppure “Gee c’è una nonna depravata che mi guarda! apri sta cazzo di finestra!”
 mi guardo allo specchio, cercando di assumere una aria tranquilla e rilassata. E quando la ottengo apro la porta con uno dei miei migliori sorrisi.
“cazzo quanto ci metti per fare una cagata!” sbotta il mio primo chitarrista, scuotendo la folta e ipnotizzante chioma.
Il mio sorriso si trasforma in una smorfia.
“sempre gentile eh Toro?” dico sarcastico. “comunque cosa vuoi?” chiedo cercando di ignorare i rumori che provengono da fuori.
Frank, giuro che ti faccio diventare uno gnomo dei boschi, altro che ottavo nano!
“cos’è questo rumore?” chiede Ray, inarcando il sopraciglio, sporgendosi verso di me.
“q-quale ru-rumore?” dico sorridendo nervosamente. Ray scuote la testa, quando i rumori finalmente cessano.
“no, nulla.” Sventola la mano per aria per poi aggiungere: “volevo solo farti i complimenti.” Perdo il sorriso.
Cioè, vuoi dirmi che io ho rinunciato all’orgasmo più soddisfacente della storia del sesso, solo perché questo AfroMan mi deve fare i complimenti?!?!
“co-come?” chiedo, bianco come un cencio.
si, sei stato fantastico e hai veramente dato il meglio di te e-“
“uhm, si grazie anche tu sei stato il massimo, ma ora ti dispiace andare? Sai questi dolori intestinali…” Ray annuisce e salutandomi con la mano si dilegua nella sua stanza.
Io chiudo velocemente la porta, per aprire altrettanto velocemente la finestra.
Ma Frank non è lì.
“Oh santo Gesù si è buttato di sotto…” sussurrò, ma quando impaurito mi sporgo non trovo nessun corpo spappolato al suolo. Mi porto una mano al cuore e sospiro.
Poi un dubbio mi assale.
Frank ha parlato di una vecchia prima?
Esco dalla mia camera e con un discreto imbarazzo busso alla porta di fianco alla mia.
“la ringrazio signora, arrivederci…” Frank apre la porta e lo ritrovo con un lungo asciugamano legato in vita.
“no, grazie a te figliolo…” mi vengono i brividi mentre la vecchia sussurra queste parole.
Io e Frank ci guardiamo per poi filare in silenzio nella mia camera.
“cretino! Quella vecchia rugosa oramai mi violentava!” sbraita, gesticolando come un matto, finchè sospirando non fa cadere l’asciugamano ai suoi piedi.
“almeno finiamo quello che avevamo incominciato…” dice e io non me lo faccio ripetere, mi fiondo addosso a lui, cadendo sul letto e riprendendo quella bellissima danza d’amore.
 
 
 
La mia degenza in ospedale pare più lunga di quel che sembra, non mi piace stare qui, non posso fare nulla, nemmeno cose sporcellose con il mio Frankie.
Le visite sono limitate e io per la maggior parte del tempo mi ritrovo a guardare il soffitto o a inveire contro i giornali che mi danno per morto.
“sorridi al mondo che una bella giornata si prospetta per il mio adorato fratellone!”
Mikey.
Vi prego portatelo via, prima che lo uccida.
“per quale motivo dovrei sorridere?” chiedo annoiato.
ma perché il tuo fratellino preferito ti ha portato una bella notizia!” risponde, sedendosi con un tonfo sul letto, proprio come faceva quando eravamo piccoli.
“primo, ho solo te come fratello, secondo ti prego fa che la notizia sia bella.” Supplico, guardandolo.
“bene, domani, il mio fratellone preferito esce dall’ospedale!”  esclama alzando le braccia al cielo e io lo imito gridando:
“evviva finalmente SESSO!”
 
 
 
 
 
 
 
Frank pov.
 
 
Osservo il mio lavoro con espressione soddisfatta.
La casa di Gerard non è mai stata così pulita.
Sorrido, prendendo in braccio il cane e lo chiudo in garage.
Ci manca solo che si metta ad abbaiare attorno a Gee e che lo faccia incazzare di brutto.
Sento una macchina frenare nel cortile, e corro alla porta.
Davanti a me trovo un Gee scocciato “perché non mi sei venuto a prendere?”
Lo abbraccio per farmi perdonare “ho pulito casa!”
“oh che brava mogliettina” commenta Mikey appoggiando la valigia di Gee per terra e entrando in salotto “mica scherza però è tutto pulito!”
“mi sono impegnato” dico mentre Gerard si fa cadere sul divano guardando truce il fratello
“Mikey  non devi andare a casa da Alicia?”
Lui sbuffa “che cazzo non vedi l’ora che me ne vada per scopare vero?”
Gerard annuisce poi indica la porta sulla quale sono ancora io “ciao Mikey!”
“ciao stronzo… ciao Frank, in bocca al lupo, preparati è assatanato
Deglutisco ma poi ci penso.
Non è tanto male per me…
Affatto direi!
Mi siedo sul divano baciandolo mentre sentiamo la macchina del Way piccolo allontanarsi.
“allora come stai?”
Lui mi sorride, appoggiando la testa sulla mia spalla “adesso molto meglio… in ospedale c’era quella infermiera che mi voleva violentare”
“lo so” replico acido “e lo sapeva che stavamo insieme e ci provava lo stesso!!
Lui ride, lasciandomi un bacio umido sul collo “sono contento di essere a casa con te…
anche io, sono felice di essere qui con te….”
Si appoggia di più a me, stringendomi a se e vorrei sperare che più niente o nessuno ci separi…
Lo impedirò a ogni costo…
 
 
 
Ansimi, sospiri, e poi un altro bacio più spinto…
La sua mano che saggia la mia pelle con sicurezza, accarezzandola sensualmente…
La sua lingua che si scontra con la mia, che si batte per vincere il controllo del bacio che lentamente passa da passionale a dolce.
Sento il sudore colare dalla mia fronte, mentre i capelli si appiccicano alla pelle.
Sento il piacere salire lentamente, di minuto in minuto mentre la tiriamo così per le lunghe…
So che quando arriveremo al momento finale, al picco diciamo, sarà indimenticabile, della serie ‘la migliore scopata della mia esistenza’.
Tutto è così perfetto.
Sento la sua bocca accarezzarmi piano tutto il corpo, soffermandosi in particolare nel mio basso ventre.
Poi finalmente torna sulle mie labbra e lo sento scivolare piano in me, facendomi inarcare la schiena per il piacere.
Il momento che aspettiamo con impazienza si avvicina sempre più…
Fino a che…
Bussano alla porta.
Cazzo!! Bussano alla porta!!
e cazzo, stavamo per avere l’orgasmo più spettacolare di tutta la storia del sesso!” sbraito come un deficiente incapace di contenermi.
Sono costretto a staccarmi da Gerard controvoglia mentre lui, sbuffando, si alza in piedi.
“Si?”
“Gee?”
Gerard si volta verso di me terrorizzato.
Cazzo è Ray!!
Gee gli dice che sta al cesso tentando di tenere ferma la voce mentre Ray ridacchia “si ok! Fai con calma amico!”
Scuoto la testa.
E adesso che ti inventi Gee?
“su alzati” mi dice e io eseguo in attesa.
“ vai fuori dalla finestra” mi dice aprendo la bussola e spingendomi sul piccolo balcone.
“COSA CAZZ-“ mi tappa la bocca intimandomi di tacere “si ma almeno dammi i vestiti…”ma lui non mi ascolta chiudendo la finestra e le tende…
Cazzo ma fa freddo! E la cosa è una aggravante per l’enorme e dolorosissima erezione che ho fra le gambe!!
Oddio come faccio?
“Gerard fa freddo qui fuori!” dico battendo sul vetro ma lui non mi considera e adesso?
Mamma mia che situazione.
Saranno le due del mattino che cazzo vuole Ray dalla mia vita e da quella di Gee?
Oddio!
Mi volto verso sinistra e vedo una signora sui sessanta anni che mi fissa con una nota di malizia nello sguardo.
Ecco ci mancava questa…
“Gerard c’è una nonna depravata che mi fissa!” la tipa non accenna ad andarsene “apri sta cazzo di finestra!”
Ma non lo fa! Mi lascia qui fuori, eccitato, con meno dieci gradi e una nonna che mi fissa l’uccello!
Peggio di così non può andare vero?
Mai dire mai…
Smetto di fare casino, ipotizzando che Ray non mi abbia ancora sentito ma se continuo a gridare così sentirà…
La nonna scompare e riappare, porgendomi un asciugamano che in fretta lego in vita.
“non preferiresti entrare giovanotto?”mi chiede.
È una cosa terribile… con la dentiera che si muove e traballa..
“Grazie signora” dico scavalcando il balcone tenendomi l’asciugamano.
Aspetto due minuti e accosto la porta in tempo per vedere Toro sparire in ascensore.
“Grazie signora” dico uscendo e trovandomi davanti Gee con una espressione ebete in faccia.
Poteva nascondermi in bagno, sotto al letto, nel armadio..
Ma no… sul balcone…
La notte, al gelo e nudo…
“No grazie a te figliolo…”
Devo averle ridato due anni di vita con la mia comparsata…
Uno sprizzo di felicità in una vita triste…
Entriamo in camera e appena Gee chiude la porta inveisco contro di lui “cretino! Quella vecchia rugosa per poco mi violentava!
Lui mi guarda negli occhi con una smorfia strana.
Non so se gli dispiace o se si trattiene dal ridere…
Non so, me preferirei la prima.
Sospiro rassegnato lasciando cadere l’asciugamano con un gesto fluido che lo ipnotizza.
“almeno finiamo quello che abbiamo iniziato…
Ho decisamente bisogno di scaldarmi…
 
 
 
Gli accarezzo i capelli ancora impregnati di sudore mentre lui sbadiglia e si appoggia al mio petto.
Sembra piccolo, messo così, forse più di me…
È dolcissimo.
È solo mio, e guai a chi me lo tocca…
Lui però si alza a sedere di scatto pensieroso.
“che hai Gee?”
Sembra pensarci un attimo poi si volta verso di me “ti amo tanto Frank…
anche io Gerard… tantissimo…”
“promettiamo di non litigare e di non lasciarci più per una cazzata simile?”
“certo… mai più un solo giorno lontani…”
Lui si alza in piedi infilandosi i boxer e una maglietta nera, poi prende le ciabatte mi lancia i miei boxer.
Lo guardo interrogativo.
Si sta così bene in questo letto… soli, io e lui…
“vieni con me…” mi dice mentre io mi infilo i boxer.
Lo seguo curioso, fino alla fine del corridoio e ci fermiamo davanti a una porta.
La apre lentamente facendomi entrare fra queste quattro mura spoglie e lo guardo confuso.
Lui sorride.
Cosa mi vuoi dire Gee?
“Frank…”
Mi bacia piano poi mi prendere le mani pronto a dirmi qualcosa…
 
 
 
 
 
 
 
Gerard pov
 
 
 
Gli sorrido, prima di deglutire e cominciare quel tanto agognato discorso che nella mia testa è stato ripetuto mille e più volte fino ad asfissiarmi. E ora che sono qui, pronto, capisco che ogni singola parole impressa nella mia mente non varrà nulla, in confronto a tutto quello che Frank ha saputo darmi.
“Gee? Che c’è?” è ansioso e i suoi occhi nocciola sono spaventati, mentre fissano i miei.
Scuoto leggermente il capo e lascio le sue mani in una carezza.
“vedi, questa stanza è l’unico motivo per qui sono rimasto in questa casa enorme.” Le parole prendono coraggio ed escono in un sussurro deciso.
“questa stanza?” esclama Frankie, guardandosi intorno. “ ma è vuota!” gli sorrido dolcemente per poi continuare.
“per me non è solo una stanza vuota.” Dico. “in questa stanza così grande ho immaginato te immerso nei colori sgargianti delle pareti, circondato da chitarre e amplificatori. Ho immaginato un divanetto, proprio lì, vicino alla finestra, per stare sdraiati insieme quando fa freddo, o quando non ci va di fare nulla. Ho immaginato le mie mille cadute fra tutti quei fili e le tue risate. Ho immaginato il tuo viso concentrato e laborioso mentre suoni come se dipendesse della tua vita. Ho immaginato tante tazze sul pavimento e tu addormentato come un bambino. Ho immaginato tante e tante cose in questa stanza, ma tu sei sempre stato il protagonista. Guardo i tuoi  occhi luccicare. “quel giorno che vedesti questa stanza ti dissi una bugia. Io volevo ristrutturarla, ma ho sempre desiderato farlo insieme a te e per te, ma sono accadute così tante cose che non ho mai avuto la possibilità di chiedertelo, di pensare seriamente a noi.” Deglutisco e ti asciugo una piccola lacrima che ti bagna lo zigomo.
“te lo sto per chiedere una seconda volta, con la promessa che questa stanza sarà il nostro essere. Perché è da qui che vorrei ripartire.”  Le labbra si sono seccate e il mio cuore batte forte.
“vuoi venire a vivere con me?”
 
 
 
 
“CHE NOIAAA!!
Mi giro lentamente, senza procurare il minimo rumore, osservando il viso imbronciato di Frank.
Mi porto un dito sulle labbra, intimandogli di fare silenzio.
“zitto, questa è la parte cruciale.” Mi sistemo meglio sul sedile, mentre il mio ragazzo continua a fissarmi e a lamentarsi al mio fianco.
“la parte cruciale le palle! Io voglio andare a casa!” dice sbuffando. “finalmente potevamo stare insieme e da SOLI per un intero weekend!” incrocia le braccia al petto come un perfetto bambino.
“e poi quando hai detto: Honey, ti devo far provare una cosa…” continuò imitando perfettamente la mia voce, irritandomi.
Secondo voi io ho la voce così stridula?
Non sono mica una donna!
“Io ero tutto contento e pensavo: Oh caspiterina! Chissà cosa vuole farmi provare!” Frank continua a lamentarsi, agitandosi come un invasato.
“allora ho cominciato a immaginarmi che cazzo volevi farmi provare…” continua ad urlare  così comincio ad osservarlo.
“…Sarà una caramella piena di mou appena uscita sul mercato! Oppure la coca cola ha deciso di avverare il mio sogno più grande e tu volevi mostrarmi l’isola dove sta l’ingrediente segreto!”
Perché tira fuori sempre la storia di quel fottuto chicco di riso con scritta quella fottuta formula?!
“ho anche pensato, cazzo vorrà provare con me una nuova posa del Kamasutra! E io ero così contento!”  
Prende in mano il cestello dei pop corn  e con accanimento comincia a lanciarmi il contenuto.
 “e invece mi hai portato in un stupido Drive-in” primo lancio..
“su una stupida corvette sporca…” secondo lancio.
Ha osato insultare la mia auto?!?
Ma dico siamo pazzi?
“a guardare un stupido film!” terzo e ultimo lancio.
Risultato? Sembro l’omino dei pop corn, pieno fino ai capelli.
“ehi superman non è un film stupido!” ribatto, ma non faccio altro che peggiorare la situazione.
“certo che lo è!” ribatte lanciandomi in testa il cestello di cartone. “non è da persone normali vedere tutte e dico tutte le edizione dei film, contando le puntate in televisione!”        esprimo tutto il mio disappunto, incrociando le braccia a l petto.
“non parlare male di Superman, lui è un icona per i ragazzi!” esclamo.
“ecco! Ragazzi! E comprendono una limitata fascia d’età!”
Vi sembro vecchio?
Ma se sono la giovinezza fatta a uomo!
“cosa vorresti insinuare scusa?” chiedo, assottigliando lo sguardo.
“io?nulla, solo sei un maniaco ossessivo di uomini in calzamaglia che hanno poteri paranormali!” chiude il discorso, diventando di un leggero rosso sulle gote.
“non è colpa mia se hanno il loro fascino…” poi sorrido maliziosamente. “Frankie-Candy… non è che per caso, sei geloso di Superman?”  Iero non risponde e preferisce guardare fuori dal finestrino, osservando la macchina accanto alla nostra.
Poi si arrende e con le guancie gonfie si gira verso di me.
si, sono geloso.” Sussurra.
E io rido, soddisfatto, felice, intenerito dal quel ammasso di dolcezza che è il mio ragazzo.
Lo attiro a me senza dire altro, baciandolo fino a finire sui sedili posteriori.
“non avevi detto che certe attività in macchina non ti si addicevano?” mi chiede con un ghigno.
E io dimenticatomi di Superman mi avvento sul suo collo.
“solo per sta sera, le regole cambiano…” lui ride e mi abbraccia stretto.
 
 
 
 
Il suo abbraccio mi travolge come un’onda impetuosa che sbatte contro uno scoglio, ma è così dolce mentre stringe le braccia al mio busto e affonda la testa nel mio collo, mettendosi in punta di piedi.
Ride e piange e sento il petto bagnarsi delle sue lacrime,
ricambio l’abbraccio, accarezzando a palmo aperto la schiena liscia e morbida.
“posso prenderlo come un si?” chiedo ironicamente felice.
Frank si stacca e annuisce sorridente, baciandomi poi mille volte alternando i suoi dolci baci con dei “si” emozionati.
Infine si allontana e mentre parlotta tra se scende le scale, lasciandomi da solo e confuso.
Sento una serie di tonfi e dei “dho!”  che si ripetono.
Sicuramente è caduto nel rivestirsi.
“arrivo subito!!” urla, prima di sbattere la porta. Le gomme della sua vecchia auto stridono e so per certo che è andato via.
Ma che cazzo…” sospiro, rassegnato e comincio a rivestirmi e appena la felpa passa dalla mia testa, il campanello suona energicamente…. È Frank che con un sorriso abbagliante mi saluta, ai suoi piedi quattro borsoni colorati.
“hai fatto presto…” sussurrò scioccato.
Lui mi butta le braccia al collo e ride furbo.
“li avevo già preparati…” dice, vicino alle mie labbra. “speravo me lo richiedessi…”
Rido, felice come mai lo sono stato in tutta la mia vita, felice di poter vivere alla luce del sole e farlo con Frank.
E infine, lì sull’uscio ci scambiamo un bacio, il primo di una lunga serie.
 
 
 
 
 
 
 
…The End…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ragazzuoli eccoci! Questo è l’ultimo capitolo che però precede l’epilogo, quindi fra poco dovreste trovare pronto un bel epilogo!
Ringraziamo i lettori e ci scusiamo per il ritardo, anzi solo la Grè si scusa dato che ci mette sempre una vita a scrivere i suoi pezzi!(scusateç__ç)
Visto? Tutti felici e contenti almeno in questo capitolo!!!!XDXDXDXDXDXD
 
 
Passiamo ai ringraziamenti che come al solito ci fanno sentire orgogliose e felicissime:
 
 
 
Saraio: nessun Bert all’orizzonte questa volta!XD speriamo che questo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti! Visto che è il penultimo siamo molto in ansia!!!! Speriamo tanto, tanto, tanto che ti sia piaciuto. Un bacio da entrambe!<3
 
 
my chemical vavvy:  ç_ç grazie noi commosse!!!! Spero che questo capitolo ti abbia fatto sorridere!!!! Noi ce la metteremo tutta a finirlo nei migliore dei modiiiiiiiiiiii! Kisses!<3
 
 
Lithi: nessuno ha notato il tuo “piccolo” odio verso Bert…beh, in questo capitolo Gee è stato bravo!!!! Vero?!?! Si merita un applauso XD ! Facci sapere, okay? Tanti abbracci!<3
 
 
Jessromance: desiderio accontentato!! Preparati per l’epilogo!!!!!! XD siamo troppo contente che ti piaccia!!! Waaaa!!!(by Grè, come al solito…) baci!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
 
mcr_girl: lòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòò!!!! Visto? Sono felici!! Così almeno non entri in sciopero perché siamo state cattiveeeeeee!!!!! Dicci che ne pensi, lo sai che è importante per noi! Ti vogliamo tanto, ma tanto bene!! Bacioniiiii!!!
 
 
ioamolacocacola: pultroppo bert nn è morto ma speriamo che ti sia piaciuto comunque questo capitolo! un bacione e a presto.
 

Rou: per prima cosa grazie per il recupero straordinario! siamo felici che ti sia piaciuta la storia! grazie milla per la recensione cara! speriamo ti sia piacuto anche questo capitolo! ci vediamo presto!! (noi nel 1800 ndJess) un bacione Honey!
 

Sunsetdream
: a dire il vero siamo in due ma fa lo stesso! siamo contente che ti sia piaciuta la storia! un bacione
 
 
 
 
A voi la parola,
vi adoriamo!
 
 
 
Jess&Grè<3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=227685