B or B?? - Who are you??

di BloodScarlett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 - L'incontro ***
Capitolo 2: *** Cap.2 - Casa Cullen ***
Capitolo 3: *** Cap.3 - Spiegazioni ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 - Sistemazioni ***
Capitolo 5: *** Cap.5 - Ritorno al passato ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 - Litigi ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 - Shopping ***
Capitolo 8: *** Cap.8 - Giornate strane ***
Capitolo 9: *** Cap.9 - Bella serata ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 - Birra, Botte e Vis Bulla ***
Capitolo 11: *** Cap.11 - Guarigioni ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 – Brutto, ma Bello ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 - Lettera ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 - L'incontro ***


Cap. 1

 

Qualcuno mi stava seguendo. Lo sentivo.

Una delle qualità di un cacciatore ben addestrato è quella che sai sempre se qualcuno ti segue. E questo qui lo faceva da circa due giorni, più o meno da quando ero atterrata all’aeroporto di Seattle (dove mi avevano rubato la valigia) con il volo da Volterra.

Inoltre, noi cacciatori possiamo correre molto veloci. Certo, mai quanto un vampiro, ma quanto basta per raggiungerli, coglierli di sorpresa e, se necessario, ridurli in un mucchietto di ceneri.

Ad un certo punto il bosco si diradò per diventare una radura, dove c’era una villa bianca.

“Dev’essere quella”.

Non andavo a trovare Carlisle da quando mia madre era ancora una cacciatrice. Quindi molto tempo fa.

Rallentai il passo, e ammirai un po’ la radura.

“Ma non era marrone? Bah..”

Mentre guardavo un po’ la casa nel suo insieme la creatura che mi seguiva decise di uscire allo scoperto: mi prese di spalle e mi bloccò. Cacciai involontariamente un urlo, lo zaino mi cadde a terra mentre quello che constatai essere un vampiro neo-nato mi faceva girare dando le spalle alla casa. Sentii una porta aprirsi e qualcuno scendere le scale. Non ebbi il tempo di vedere chi era pechè il neo-vampiro mi fece cadere, ma in quel momento vidi un bastone abbastanza grosso e appuntito e glielo conficcai nella pancia, vicino all’ombelico, proprio mentre quello stava per saltarmi addosso e si trasformò in cenere.

Qualcuno corse verso di me, mi aiutò ad alzarmi e mi chiese: -Tutto bene??-

-Sì-

Alzai lo sguardo e quello che vidi fu semplicemente uno degli spettacoli più belli di tutta la mia vita: avevo davanti a me un dio greco, con gli occhi color del miele, i capelli color bronzo e aveva un profumo buonissimo. Certo, di vampiri ne vedevo sempre di tutti i tipi, abitando con loro, ma lui era diverso dagli altri.

-Ciao, cerco Carlisle, abita qui per caso? Io..-

-Si, sei nel posto giusto- disse con un sorriso sulle labbra da mozzare il fiato- qui abita Carlisle. Però al momento non è in casa, ma arriverà presto, tranquilla… Vuoi entrare?-.

-Non vorrei disturbare… Però se non ti dispiace, entro volentieri…-.

E così entrai in quella che sarebbe stata la mia nuova casa…

 

Salve ragazzi!!! Questa è la mia prima ff… Spero vi piaccia!!! Mi scuso ma ho dovuto postarla nuovamente perché il pc nn faceva quello ke doveva fare… XD…

Comunque per ki nn aveva letto prima, questa storia è un misto tra i miei due libri preferiti: Twilight e Cacciatori di vampiri… Non so ancora cosa ne verrà fuori…. Per favore scrivete tutti i commenti… Baci la vostra

Blood

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Capitolo 2
*** Cap.2 - Casa Cullen ***


Il Capitolo 1 però sotto il POV di Edward

Guardai l’orologio: erano solo le 4. Come passa lento il tempo quando non hai nulla da fare. Alice, Emmet e Jasper erano andati a caccia, Esme e Rosalie erano andate a fare shopping, come se ne avessero bisogno, Carlisle era in ospedale per un’emergenza, e io mi ritrovavo chiuso in casa senza fare nulla. I compiti li avevo finiti in meno di 5 minuti, ero andato a caccia due sere fa con Carlisle, di andare dietro a Esme e Rosalie per negozi non ci pensavo neanche. Che pizza. Alla TV non c’era nulla e avevo fatto zapping per mezz’ora. Poi mi ero stufato e avevo iniziato a girovagare per la casa, avevo messo a posto i miei cd. Stavo per sedermi sulla sedia per suonare un po’ il pianoforte, quando sentii un profumo buonissimo: era un profumo dolcissimo, sapeva di fiori, soprattutto di lavanda. Non era buono come il profumo di Bella, ma di più; e questo mi stupì molto. Però mi dissi di non pensarci, così andai di sopra ma, non appena ebbi finito di salire le scale sentii un urlo. Allora corsi sotto, aprii la porta, e una scena terribile mi si presentò davanti: un vampiro, suppongo in neonato, stava attaccando una ragazza. Questa però si difese bene e, non so come, ma riuscì ad ucciderlo trapassandolo con un bastone. Mi stupii molto: come poteva un semplice umano conoscere così bene i punti deboli di noi vampiri?? Il neo-nato si disintegrò e la ragazza rimase a terra. Vedendo che non si rialzava, accorsi da lei, mi assicurai che stesse bene e poi la aiutai ad alzarsi. Aveva dei capelli castani tendenti al biondo, un po’ più chiari e lunghi di quelli di Bella, gli occhi azzurri e la pelle abbastanza chiara per essere un’umana; quando si mise in piedi vidi che non era molto alta: a occhio più o meno poteva arrivare al metro e sessantacinque.
-Tutto bene?- le chiesi.
-Sì-.
-Cerco Carlisle... Abita qui per caso?? Io…-
-Sei nel posto giusto. Vuoi entrare??-
-Non vorrei disturbare… Però… Va bene…-

***

Cap. 2

Quando il vampiro aprì la porta d’ingresso della casa ed entrai nel salone, rimasi a bocca aperta: davanti a me c’era una stanza enorme, luminosa ma non troppo (il giusto per dei vampiri), ben arredata e con dei bellissimi quadri appesi alle pareti. Stavo sulla soglia a bocca aperta come un’ebete, quando sentii la risata del vampiro. –Allora vuoi entrare ed accomodarti su un divano o no??-. Feci un passo avanti e mi accomodai sul divanetto davanti alla TV.
-Che stupido… Non mi sono neanche presentato… Mi chiamo Edward… E tu sei??-
-Mi chiamo Beatrice. Ma gli amici mi chiamano Bea.-
-E come mai cerchi mio padre??- Quando disse la parola padre mi preoccupai un po’: forse avevo sbagliato famiglia; perché, dopo che avevo convissuto con loro per ben 14 anni, avevo imparato che i vampiri non potevano avere figli…
-Ma, scusa… Forse ho sbagliato persona… Io cerco Carlisle Cullen…-
-Sì… Lo so…- Ecco, ora incomincia a guardarmi male.
-Ah… Ma scusa io conosco Carlisle, e so che è un vampiro e, a quanto mi risulta, i vampiri non possono avere figli… O sbaglio?- Ecco, ora non solo mi guarda male, ma mi guarda anche come se fossi pazza…
-Noi, vampiri?? Come fai a sapere se uno è un vampiro o no??- Ora quello in imbarazzo era lui ed ero io quella che lo guardavo male.
-Semplice, sono una cacciatrice… Lo so cosa siete perché lo sento… E poi riconoscerei un vampiro fra 200 persone: ho vissuto con loro per 14 anni!-
-Ah… Però- Ma non riuscì a finire la frase poiché sentimmo un’auto che si fermava davanti a casa, la porta si aprì e sulla soglia vidi un vampiro bellissimo che di sicuro avrebbe fatto invidia a qualsiasi divo del cinema; aveva gli occhi color miele, i capelli biondi, la pelle che sembrava marmo.
“Quello” pensai ” dev’essere Carlisle…”

Salve ragazzi!!!! Questo è il 2° capitolo... Ho voluto mettere anche il primo capitolo dal punto di vista di Edward solo per far capire cosa ne pensa Ed di questa uova "comparsa"...
come potete vedere in questa fan Bella c'è... Però la storia non andrà come previsto...
Lasciatemi tanti commentini.... Bacioni la vostra
Blood

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Capitolo 3
*** Cap.3 - Spiegazioni ***


Cap. 3

 

Carlisle... Che nome strano per un vampiro… Eppure, dopo una settimana di viaggio ero riuscita a trovarlo… Non riuscivo a crederci… La mia missione era terminata… Ora dovevo spiegare a Carlisle qual era il perché i Volturi mi avevano mandato qui… Poi sarei potuta andarmene via da questo posto dimenticato da Dio e dal Sole…

-Carl, questa è Bice- disse Edward, interrompendo il filo dei miei pensieri.

-Edward, io la conosco già… Forse tu non lo saprai, ma questa ragazza è già venuta un paio di volte a trovarci qui a Forks…-

-Già... Ecco io ero venuta con mia madre qualche anno fa…- dissi in imbarazzo… Non sapevo perché mi trovavo in quella strana situazione…

-Comunque Alice mi aveva già detto che arrivavi per parlarmi… Cosa vogliono i Volturi questa volta??- disse Carlisle

-I Volturi? Ehi, aspetta un attimo… Lei lavora per i Volturi? E perché non l’hai detto subito?- Ecco… Ora Edward incominciava a guardarmi di nuovo male…

-Emh…Bè… Questa doveva essere un’informazione riservata…- dissi guardando torva Carlisle.

-Vabbè… Comunque Edward vai pure da Bella, tanto il sole se n’è già andato… Intanto io e Bice dobbiamo parlare di un bel po’ di cose…- disse Carlisle mentre mi conduceva fino al suo ufficio per parlare… Era da due anni che non lo vedevo, dovevo informarlo di un bel po’ di cose!!

Mi aprì la porta, io entrai e lui si sedette dietro una scrivania piena di fogli, invitandomi a sedere nelle poltroncine davanti al tavolo. La stanza aveva la forma di un poligono irregolare; infatti su alcune pareti vi erano delle vetrate molto ampie coperte, però, da delle tende, mentre sulle altre pareti vi erano delle librerie molto alte dove c’erano tantissimi libri; invece, nella parete dove vi era l’entrata c’erano alcuni quadri e, su dei ripiani, c’erano dei soprammobili.

-Prego, siediti-

-Grazie… Ma preferisco stare in piedi.-

-Come vuoi… Allora come sta tua madre? E’ da un po’ che non si fa sentire…- disse, mentre faceva un sorriso a trentadue denti, che però svanì appena vide la mia faccia. Non penso che avevo un’espressione molto felice e se ne accorse.

-Mia madre è morta due anni fa.- Ma perché aveva incominciato proprio con quella domanda? Ora la mia gioia era passata di botto, soprattutto perché non mi andava di ricordare la scena.

-Elenoir? Tua madre è morta? Siamo venuti a Volterra non poco tempo fa… Non ci hanno permesso di vederti, però mi è sembrato strano che tua madre non fosse al suo posto vicino a Caius… Ora capisco…Mi dispiace… Se non ne vuoi parlare non importa… Affronteremo il discorso quando sarai pronta per parlarmene…-

-Grazie…- Risposi con aria un po’ più serena.

-Allora… Come mai Caius ti ha voluto mandare qui da me? Cosa vuole?-

-Penso che sarai al corrente delle recenti sparizioni che si sono verificate in questa zona… Soprattutto a Forks…- Mentre parlavo camminavo… Non riuscivo a stare ferma quando parlavo delle missioni. -Quindi Caius mi ha mandata per sapere se darete la vostra collaborazione ai Volturi.-

Carlisle mi guardò accigliato. –Solo per questo?-

-Bè no, ovviamente. Mi ha mandata qui anche per iniziare alcune indagini su chi potrebbe essere stato… E di eliminare qualche vampiro se è necessario… E, a parer mio, è necessario- gli dissi con un sorriso.

-Capisco… E con le tue indagini cos’hai scoperto fin ora?-

-Ma nulla di che… Solo che ci sono più vampiri-neonati di quanti me ne aspettassi… Direi più che altro che c’è qualcuno che vuole creare un esercito o una cosa tipo… Ma come mai siete venuti a Volterra l’altro anno?- Così Carlisle mi raccontò della rottura tra Edward e Bella, di come Edward aveva saputo dell’apparente morte di Bella e di come aveva voluto uccidersi e di tutto il resto; così venni a sapere che Edward era fidanzato con la figlia dell’ispettore di polizia della città. Parlammo di molte altre cose: di come avevano passato questi ultimi anni, delle novità, dei pericoli che avevano passato, ma quello che mi colpì di più fu quando Carlisle parlò dei licantropi: potevano essermi utili  per il mio piano… Continuammo così fino a quando dal piano di sotto sentimmo delle voci: il resto della famiglia era tornato. Così uscimmo dall’ufficio di Carlisle per andare di sotto a salutare il resto della famiglia.

Salve ragazzi!!! Questo è il terzo capitolo... Che ne pensate?? E' uno dei più lunghi... E mi sono divertita a farlo perchè immaginavo le impressioni di Carlisle quando Bice parlava...
E poi vorrei ringraziare tutti quelli che hanno commentato i miei capitoli precedenti; un ringraziamento speciale anche a alice brendon cullen, ad Hele91 e a Zenity che hanno messo la mia fan tra le preferite... non speravo che riscuotesse successo... graize !!! baci la vostra
Blood

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Capitolo 4
*** Cap. 4 - Sistemazioni ***


Cap. 4

Scendemmo le scale e sentii delle voci: a quanto ricordavo, una doveva appartenere ad Alice e l’altra ad Emmet, ma non ne ero sicura: era passato troppo tempo dall’ultima volta che li avevo visti. Quando entrai nel salone all’inizio si zittirono tutti, ma poi esplosero in un grido di saluti: Esme mi abbracciò, Jasper mi salutò a distanza (aveva ancora un problema con il mio odore), Rosalie fece come se non stesse succedendo nulla (non ci sopportavamo molto), Emmet mi salutò con un abbraccio stritolatore e Alice mi diede due baci sulla guancia; di casa Cullen le persone che mi erano mancate di più di tutte erano state proprio loro due.
-Sono molto felice di vedervi. Scusate però si è fatto tardi e devo ancora fare un sacco di cose, e la prima è quella di trovare un posto dove passare la notte. Vi prometto che vi verrò a trovare appena possibile.- Detto questo presi il mio zaino e, stavo per raggiungere la porta, quando Alice e Emmet mi bloccarono la strada.
-Tu non te ne vai da nessuna parte- disse Alice tutta allegra. –Resti qui con noi.-
-Ma non vorrei disturbare… Magari voi dovete fare le vostre cose e io vi sarei solo d’impiccio.-
-No, ormai abbiamo deciso. E poi devi raccontarci un sacco di cose; soprattutto sui Volturi- Disse Carlisle facendo l’occhiolino.
-Se proprio insistete…- Dissi, ormai rassegnata. Ma come avevo potuto accettare?! Non avevo tempo di pensare ai Cullen...
-Ma Carlisle, Bice non può fermarsi con noi… Le stanze sono tutte occupate… Sai, le stiamo ristrutturando…- La sensuale voce di Rosalie mi colse all’improvviso. Quando apriva becco finivamo sempre per litigare. Stavo per ribattere, ma Edward mi precedette.
-Be può sempre stare nella mia camera, sempre se per te non è un problema- disse rivolgendosi a me.
-Per me non c’è nessun problema.-
-Perfetto. Vuoi incominciare a sistemarti nella camera di Edward? Anche se vedo non hai molti bagagli con te…- disse Carlisle
-Già.. Ehm… In effetti… Mi hanno rubato la valigia…- Sapevo che, di lì a cinque secondi sarei diventata rossa peggio di un pomodoro…
-Una cacciatrice esperta come te si fa rubare la valigia sotto il naso?! Non me lo sarei mai aspettato da te…- disse Emmet ridendo. Gli lanciai un’occhiata torva.
Edward, mentre ancora rideva sotto i baffi per la battuta di Emmet, mi portò verso la sua stanza: era molto ampia, con un divano nero in pelle nel mezzo, una vetrata molto grande occupava una parete, anche se era oscurata da delle tende, su un lato della stanza c’era un mobile con dei ripiani pieni di CD, in un angolo c’era un impianto stereo molto sofisticato.
-Be questa è la mia stanza. Ti porteremo il letto da questa parte.- disse Edward.
-Non è necessario. Va bene anche il divano. Anche se so che poi farete di testa vostra. Fate sempre di testa vostra.- gli dissi scherzando.
-Sei sempre la solita.- mi disse mentre mi dava un bacio affettuoso sulla guancia.- Ti lascio sistemare la roba. Siamo di sotto.- dopo che ebbe finito di dire questo chiuse la porta e se ne andò.
Appena Ed chiuse la porta mi tolsi le scarpe e mi buttai sul divano. Non ci credevo che Edward non mi avesse riconosciuta, non dopo tutto quello che avevamo passato insieme: mia madre e Carlisle erano molto amici, lei l’aveva aiutato quando lui stava dai Volturi: lo aveva aiutato a capire come vivevano, a sapere tutto quello che Carlisle doveva sapere sui vampiri e, grazie a questo, erano diventati ottimi amici. Negli anni successivi, dopo che Carlisle se n’era andato dai Volturi, lui e mia madre si erano sentiti ogni settimana via posta. Poi a mia madre le fu affidato una missione in Alaska, anche se era incinta di me; Carlisle la ospitò e una sera nacqui io. Gli anni passarono, io crebbi e i Cullen si trasferirono a Forks. Passavo là tutte le mie estati, giocando con Edward. Lui era il mio preferito della famiglia: mi faceva sempre giocare, scherzare e soprattutto correre; amavo correre in braccio a lui. Trascorrevo cosi i tre mesi più belli dell’anno. Fino a quando non incominciai gli allenamenti: avevo circa dieci anni, facevo il doppio degli esercizi dei miei compagni perché venivo da una linea diretta di cacciatori. Cosi non ho più visto i Cullen per circa cinque anni, ma più o meno due anni fa, a causa di una missione che dovevo compiere con mia madre, ero venuta a trovarli, ma Ed non c’era.
Guardai l’orologio che avevo al polso: erano le 7. “Benissimo” pensai “iniziano le indagini e gli allenamenti”. Così mi alzai, mi rimisi le scarpe e chiusi la porta.


Ciao a tutte ragazze… Si lo so, sono in ritardassimo… Ma non ho avuto molto tempo per scrivere… Scusate scusate… Grazie ad Alice brandon culle che commenta sempre.. =)… Grazie anche a chi legge senza commentare… Bacioni la vostra
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Capitolo 5
*** Cap.5 - Ritorno al passato ***


Cap. 5

Scesi in salotto, presi lo zaino ai piedi delle scale e mi avviai verso la porta, sapendo di avere gli occhi di sei vampiri puntati addosso.
-Dove vai?- mi chiese Edward
-Ad allenarmi… E a iniziare un po’ a lavorare-
-Allora vengo con te-
-Se proprio ci tieni… Ma forse mi puoi essere utile…- gli dissi con un sorrisetto. Salutai gli altri vampiri, come io ed Edward uscimmo di casa, Carlisle ci fu subito dietro.
-Bice da quando tu fumi?- Disse Carlisle quando vide che prendevo un pacchetto di sigarette e ne stavo accendendo una.
-Sinceramente non lo so… Penso da circa due o tre anni…- dissi- Perché?!-
-Perché non voglio che tu fumi… Sai quanto ti danneggia i polmoni? E che-
-Si lo so… Me lo dicono tutti… Lo so a memoria… Ma tu non sei in ritardo?- gli risposi
-No, sono in orario e sappi che se ti vedo fumare ancora un’altra volta ti faccio fuori tutti i pacchetti che hai… E ora devo andare… Ci vediamo sta sera… Buona serata-
-Ciao Carlisle- dicemmo in coro io e Edward.

-Allora… Cosa fai di solito in questi allenamenti?- mi chiese Edward. Era già da qualche ora che camminavamo nel bosco verso la spiaggia.
-Dipende. A volte passo tutto un pomeriggio a combattere con armi o senza, altre volte mi alleno a fare pozioni, altre ancora passo un pomeriggio a correre-
-Correre… Ti ricordi quando eri piccola e ti facevo sempre correre per tutta la foresta?!- Mentre lo diceva rallentammo il passo tutti e due. Eravamo entrambi con la mente ad alcuni anni fa, quando ero una bambina. Non avevamo tutte le preoccupazioni di ora. In quegli anni giocavamo insieme spensierati. Io non dovevo preoccuparmi delle mie missioni e dei miei allenamenti, lui non si doveva preoccupare di andare a caccia ogni giorno per stare vicino alla donna che amava. Mentre pensavo, la foresta si diradò e ci ritrovammo sulla spiaggia sassosa, piena di tronchi caduti e bianchi a causa del sale marino, disposti a cerchio. Ci sedemmo lì su quello che era proprio davanti al mare.
-Carlisle mi ha detto dei tuoi allenamenti. Come mai i tuoi duravano anche l’estate, mentre quelli dei tuoi compagni no? E dimmi un po’, sono stancanti gli allenamenti?- mi chiese Edward avido di risposte sul mio addestramento.
-I miei allenamenti? O beh… durano così tanto perché io non ho scelto di diventare una Cacciatrice… … I miei compagni hanno tutti circa 25 anni… Loro hanno scelto di diventare Cacciatori… Io no… I miei genitori erano entrambi cacciatori, quindi io vengo da una linea diretta e sono obbligata ad allenarmi… Più degli altri…-
-I tuoi genitori? Come mai tutto al passato? Ho saputo di tua madre e mi dispiace molto, ma tuo padre? Dov’è ora?-
-E io che ne so… Mi ricordo solo che una volta, quando avevo circa dieci anni, mio padre e mia madre litigarono… Lui se ne andò via di casa e non tornò mai più.- Non so come mai ma queste cose mi uscivano da sole… Non riuscivo ad affrontare l’argomento genitori con nessuna persona, invece con Edward le parole uscivano da sole. Era come parlare con il mio fratello più grande, quello che non ho mai avuto.
-E tua madre? Ho letto nei pensieri di Carlisle che è morta… Com’è morta?-
-E’ successo due anni fa… Io, lei e altri cacciatori stavamo andando a controllare alcuni vampiri in Norvegia… Loro non volevano essere disturbati dai Volturi… Era il loro territorio di caccia… Noi ci eravamo accampati proprio in una radura di quel bosco… Ci hanno fatto un’imboscata- in quel momento le lacrime uscirono da sole dagli occhi –Noi non ce l’aspettavamo e siamo stati colti impreparati… Quella sera sono morte tantissime persone, tra cui anche lei… Quella era la mia prima missione fuori dall’Italia… Un vampiro mi ha preso di mira e stava per buttarsi su di me per uccidermi, ma mia madre mi ha scaraventata via e quel vampiro ha ucciso lei al mio posto… E’… E’ stato un incidente…- Iniziai a singhiozzare, chiusi gli occhi e mi sentii due braccia fredde che mi stringevano in un abbraccio. Restammo così per un bel po’, io piansi tutte le lacrime che non avevo avuto il coraggio di versare davanti ai Volturi, né davanti alla mia famiglia, e lui mi consolò per tutto il tempo.
-Va meglio ora?- mi chiese affettuosamente, scostandomi dal viso una ciocca di capelli.
-Si… Scusa se hai dovuto subire tutto questo, ma… Non ce la facevo più… Avevo bisogno di parlare con qualcuno di cui mi fidavo.- Dissi con lo sguardo assente. –Sai, a Volterra quando mio padre se n’è andato e quando mia madre è morta, non ho potuto piangere… Anche quando ero bambina, non i hanno mai permesso di piangere… Dicevano che è una cosa per “deboli”…- aggiunsi, sospirando.
-Oh me lo ricordo molto bene… Tu sei l’unica bambina che non ho mai visto piangere. Pensavo che avessi una soglia del dolore molto bassa… Ti ricordi quando sei caduta dalla bici e ti eri tagliata la testa e Carlisle ti ha dovuto portare all’ospedale perché non smetteva più di sanguinare? Quel giorno non versasti neppure una lacrima, ridevi solo.- Disse; quando ebbe finito di parlare scoppiammo a ridere… Quante ne avevamo passate insieme!
-Forse è meglio andare ora… Si sta facendo tardi…- Dissi, guardando il cielo.
-Si, forse hai ragione… Vediamo se ti prendo… Non hai detto di essere brava nella corsa?! Beh, ora è il momento di farmi vedere quello che sai fare…- Disse, facendomi l’occhiolino.
-Se proprio ci tieni… Ma guarda che mangerai solo polvere…-
-Ti do due minuti di vantaggio da ora…-
-Ciao Cullen… Ci vediamo a casa…!!- Dissi correndo via.
I due minuti erano già trascorsi da un pezzo. Mi girai e lo vidi. Aveva i movimenti più simili a quelli di un felino che a quelli di un essere umano. Rallentai, mi aveva quasi raggiunta quando sbucai nella radura di casa Cullen, ma non feci in tempo a metterci piede che ero per terra, spinta dal peso di Edward che mi aveva scaraventata a terra.
-Ti ho preso- disse, ridendo. Oh si, era come ai vecchi tempi, quando ero bambina: lui era il fratello più grande e io la sorellina.
-Edward…- Una voce che non avevo mai sentito lo fece subito smettere di ridere e lo fece alzare in piedi; era spaventata, un po’ impaurita. Smisi di ridere e mi alzai in piedi a mia volta.
-Ciao Bella… Questa è Bice…-
-Piacere- le dissi cordialmente tendendogli la mano.
-Sì sì, tanto piacere- disse guardandomi male.
-Forse è meglio che me ne vada…- Mentre passai davanti ad Edward, gli diedi un’occhiata carica di pietà e di divertimento e me ne andai in casa.

Ecco a voi il quinto capitolo… Questo è un bel po’ lungo e mi è piaciuto scriverlo…
Per _sefiri_: anche a me piace la storia come sta diventando anche se, sinceramente, non so come finirla. Ve l’avevo detto che la iniziavo, ma non sapevo come finirla!!!
Inoltre volevo informarvi, per tutte voi lettrici, che potete anche sprecare due minuti del vostro tempo per recensire… Perché non ci credo che con circa 50 letture, non ci sono 5 persone che possano recensire!!! Sperando che questo vi abbia incitato a recensire un po’ di più, vi mando un bacione dalla vostra
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Capitolo 6
*** Cap. 6 - Litigi ***


Cap. 6 - Litigi

Quella sera non riuscii a dormire… Non era per il divano, quello era molto più comodo del letto dove dormivo di solito, ma era per il senso di colpa: Edward e Bella avevano litigato ed era, in parte, per colpa mia. Cioè questa sera la coppietta avrebbe dovuto passare una serata insieme, ma Ed si era dimenticato dell’appuntamento perché era in spiaggia con me a consolarmi; Bella era andata a casa dei Cullen per accertarsi che non fosse successo nulla di grave e ci aveva trovati uno sopra l’altra mentre ridevamo come due cretini; Bella si è arrabbiata, io sono entrata in casa e loro due hanno iniziato a litigare. Fino a quando Bella non se n’è andata a casa ed Edward è salito sul tetto. Ora sono quasi le tre di notte. È da quasi sei ore che se ne sta lì, appollaiato come una gallina.
Bene... Ho pazzeggiato per tutto il giorno. È meglio che mi dia un po’ da fare, sennò i Volturi mi faranno fuori. Rabbrividii a quel pensiero; speravo che i Volturi non venissero qua almeno fino alle prossime due settimane, sennò non avrei saputo cosa dirgli.
Mi alzai dal divano, presi dallo zaino l’attrezzatura, qualche fiala di pozioni e di composti fatti con l’aglio e uscii fuori. Quando uscii nella radura mi girai dove c’era Edward: era impossibile, non si era mosso da lì per tutto questo tempo!! Rassegnata mi arrampicai su un albero e lo raggiunsi.
-Ciao.-
-Ciao.-
-Come va??-
-Male… Come vuoi che vada?! La mia fidanzata non mi parla perché sono uno stupido e mi sono dimenticata di lei in uno dei pochi giorni in cui riuscivamo a stare assieme!-
-Che sei uno stupido non c’è dubbio, però Bella non è da meno…- dissi ridendo-Ok, battuta stupida e inopportuna… Ma come mai non puoi mai vederla?-
-Beh… Un po’ per la scuola, poi lei lavora e poi c’è anche l'altro…-.
-L’altro?!-
-Si, l’altro: Jacob Black, quello che lei definisce il suo migliore amico. Passa praticamente più tempo con lui che con me…-
-Ah, be… Ma che bella fidanzatina che ti sei scelto… Comunque non devi scoraggiarti, tanto farete pace molto presto, perché si accorgerà che non ha più vicino a sé una delle cose più preziose del mondo… E questo lo dico da migliore amica che ero un tempo e che spero che io sia tuttora…- Detto questo gli diedi un lieve bacio sulla guancia, mia alzai e con un salto scesi da tetto. -Ci vediamo-
-Dove vai?- mi chiese Ed dal tetto.
-A caccia.-
-Posso venire con te?-
-Se proprio vuoi vedermi mentre ammazzo altri vampiri, vieni pure…-. In meno di due secondi mi fu accanto, mi prese la mano e mi sussurrò all’orecchio:-Non è cambiato nulla da un tempo… Sei sempre la mia piccola migliore amica, piena di consigli quando serve… Non sei cambiata da quando te ne sei andata, e questo mi piace.-

Ciao ragazze!!! Questo è il sesto capitolo… Allora che ne dite in generale della fan?! Vi piace?? Si però io vorrei qualche commento in più… Anche se mi accontento… =)… Comunque ringrazio Alice Brandon Cullen e _Sefiri_ per i commenti… Inoltre volevo anche ringraziare le quattro persone che hanno aggiunto la storia ai preferiti: 1 - alice brendon cullen
           2 - Hele91
       3 - Les
           4 - Zenity
Spero che qualcuno delle 50 persone circa che hanno letto l’ultimo capitolo mi scrivano una recensione perché a me fa molto piacere sapere che scrivo per delle persone e non per dei “fantasmi”e inoltre vorrei anche sapere come queste 50 persone la pensano… (non chiedo molto… solo 5 recensioni per capitolo..)
Detto questo vi saluto, vi mando un bacione dalla vostra
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Capitolo 7
*** Cap. 7 - Shopping ***


Cap. 7 – Shopping

-Allora, o mio giovane vampiro, dal momento che è la tua prima caccia con me, mi sento in obbligo di “istruirti” e di dirti che la mia caccia ha delle regole. Prima di tutto cacciare è il mio lavoro e non lo faccio per divertimento, uccidere non è MAI un divertimento; seconda regola, proprio perché tu sei un vampiro e non dovresti vedere certe cose, tu sei obbligato a fare quello che ti ordino io, è chiaro?! Quindi se siamo attaccati da una banda di vampiri e io ti dico di scappare, tu scappi e non ti metti a fare l’eroe perché qua non devi dimostrare niente a nessuno e soprattutto ne va della mia carriera da cacciatrice; terza regola quando ho individuato un vampiro e lo sto per fare fuori tu ti devi assolutamente nascondere. Ora, detto questo, possiamo procedere; se mi verranno in mente altre regole te lo farò sapere.-

-Sissignora- disse Edward scherzando.

Quella serata con Ed fu piuttosto piacevole: scherzavamo, ridevamo, ma mi fu anche molto d’aiuto perché mi aiutò a trovare i vampiri che dovevo eliminare, mi indicò i posti dove si nascondevano i vampiri e mi informò anche sui licantropi e dove trovarli. Per una volta la mia caccia era stata piacevole! Eravamo tornati presto, in circa tre ore avevo eliminato circa cinque vampiri della lista, ero stata velocissima grazie all’aiuto di Edward.

 

**

 

La giornata che mi attendeva, però, non l’aspettavo con molta gioia: infatti la mattina (o quello che ne rimaneva, poiché erano già le 11) l’avrei passata dando un’occhiata a La Push, mentre il pomeriggio avrei fatto shopping con Alice, che usciva prima da scuola solo per me. Non se se è normale per una ragazza di 17 anni, ma io odio fare shopping… Almeno dopo le cinque ci avrebbero raggiunti anche Edward e Bella, che non mi aveva preso molto in simpatia (questo è quello che ne avevo dedotto dopo il nostro primo e ultimo incontro).

Dopo essermi fatta una doccia e aver mangiato, Carlisle mi accompagnò fino alla riserva in macchina, o meglio fino a dove poteva.  

-Sicura che non vuoi un passaggio per tornare indietro??-

-Vai tranquillo a lavorare…- gli risposi, accendendomi una sigaretta.

-E mi spieghi come torni indietro poi?!-

-Mi farò dare un passaggio… Sennò farò una corsa… Ci vediamo stasera…-.

-Ciao Bice… E stai attenta…-.

Vidi Carlisle che si allontanava sulla strada. “Mamma mia quanta strada a piedi devo fare..”

-Ciao, stai andando alla Riserva?- Una moto si era accostata, e alla guida c’era un ragazzo con la pelle molto abbronzata e molto alto.

-Si…-

-Bene, allora andiamo tutti e due dalla stessa parte… Il problema è che la Riserva è molto lontana da qui…Quindi se non vuoi farti 5 kilometri a piedi, sali…-

-Va bene…- Così salii sulla macchina. “Tanto se mi vuole fare del male saprò difendermi.”

Arrivammo alla Riserva in 5 minuti, scesi e gli diedi il casco.

-Grazie mille per il passaggio.-

-Prego… Ah io sono Jacob-

-Piacere, Bice. Ma sei Jacob Black?- Lo guardai scettica. Non potevo crederci. L’avevo trovato; e non mi era servito neppure cercarlo.

-Si…Perché?-

-No, nulla… Ho sentito parlare di te… Ho saputo che sei bravo a riparare auto…-. L’unica cosa che mi era rimasta impressa sulla descrizione che mi aveva fatto Edward di lui.

-Oh si… In garage ne sto costruendo una. E sto aggiustando anche una moto.- Eccolo… Quello era il mio uomo ideale… Già solo perché riparava moto mi piaceva.

-Potrei vederla? Mi sono trasferita da poco, abito dai miei zii, e mi servirebbe una moto.-

-Certo. Ora devi fare qualcosa?-

-No. Sinceramente ero solo venuta a dare un’occhiata. Potrei venire a vederla, sempre se non ti dispiaccia?-

-Certo, vieni pure.-

 

**

 

-…Così sono andata nel suo garage, ho visto la moto, me ne sono innamorata e me la sono comprata.- Erano le 3 del pomeriggio ed ero in macchina con Alice, mentre stavamo andando a Port Angeles per fare compere; in meno di 5 minuti gli avevo spiegato come avevo conosciuto Jacob Black.

-Ma se tu aspettavi questo pomeriggio, saremo passati in concessionaria e te ne avremo preso una decente, invece di comprartene una di seconda mano!!-

-Alice, a me va benissimo così. State già facendo troppo per me.- . Il resto del viaggio lo passammo in silenzio, entrambe perse nei nostri pensieri.

La prima metà del pomeriggio lo passammo tra negozi: di abbigliamento, di scarpe, di intimo. Infine, verso le cinque, raggiungemmo Edward e Bella in una caffetteria. Era un posto molto carino, semplice e accogliente. I due fidanzatini erano seduti su un tavolo, mano nella mano. Non so come mai, ma per la prima volta, quando li vidi insieme, sentii un moto di rabbia dentro di me e la mia mente iniziò a vagare e a pensare cose del tipo: “Lei non lo merita. Non lo rende felice.”.

Ma che mi stava succedendo? Perché sentivo quel sentimento strano? Mentre ci avvicinavamo al tavolo decisi che, prima o poi, ne avrei parlato con Alice.

 

Ed eccomi qua, con il settimo capitolo. Sì lo so che il capitolo precedente era cortissimo, però mi sono riscattata con questo, no?! E comunque ora che la scuola sta per finire, prometto che cercherò di aggiornare il prima possibile. Ringrazio, come sempre, le persone che hanno commentato, e le 5 persone che hanno aggiunto la mia fan ai preferiti: 

                                                                                 1 - alice brendon cullen
                                                                                 2 - Hele91
                                                                                 3 - Les
                                                                                 4 - Queensol
                                                                                 5 - Zenity

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Farai felice milioni di scrittori.

Detto questo vi mando un bacione, spero che commenterete in tante (critiche e commenti sono sempre graditi) by la vostra

Blood

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Capitolo 8
*** Cap.8 - Giornate strane ***


Cap. 8 – Giornate strane

I giorni che seguirono furono abbastanza normali: la mattina la passavo a cacciare, il pomeriggio a LA Push (iniziavo a farmi conoscere nella riserva e, inoltre, ero entrata nella “banda” di Jacob e dei suoi amici), e non era raro che la sera la passassi fuori con loro alla Riserva, e non era raro che in quelle sere facevo tardi. In più, in quelle sere, dovevo pure discutere con Edward perché per lui era sempre troppo tardi. Questo accadde una sera: ero appena tornata da una festa in discoteca della Riserva, aprii la porta di casa Cullen, salii le scale ed Edward disse:
-È questa l’ora di tornare?- Guardai l’orologio. Erano le tre. Ero stata via cinque ore. In effetti, un po’ aveva ragione. Ma, in fondo, da una come me, cosa pretendeva…
-Sì. Perché?-
-Come perché?! Perché sono le tre di notte e non mi sembra il caso di tornare a quest’ora, in moto e andando in giro vestita così!!- Che cosa diamine c’entravano ora i miei vestiti?! Mi guardai e non ero vestita tanto male: top nero scollato, minigonna nera e stivali neri.
-Che hanno i miei vestiti??- Oh mamma, come eravamo arrivati a parlare dei vestiti? Boh… Forse avevo bevuto una birra di troppo. Lasciai perdere Edward e i suoi discorsi sui miei vestiti e andai verso la mia, o meglio, la nostra camera, ma non riuscii a fare un passo che inciampai e caddi a gambe all’aria. Non finii con la faccia per terra per un soffio, perché Edward mi prese al volo.
-…Oddio… E sei pure ubriaca…!!! Non ci posso credere… Se lo sapesse Carlisle… -
-Tanto tu non glielo dirai. E poi non sono tanto ubriaca.-
-No, solo leggermente…- disse sarcasticamente -E comunque cosa ti fa credere che non lo dirò a Carlisle??-
-Non lo faresti mai…-
-Tu dici?-
-Cosa dovresti dirmi Edward?- ci irrigidimmo entrambi a sentire quella voce provenire dal piano di sopra.
-Merda!- dissi io
-Shhh… Nulla Carl, tranquillo. Ora mando Bice a dormire.-
-Si, neppure avessi 3 anni.-
-Vabbe. Buonanotte Bice.- Disse Carlisle, prima di richiudersi dentro il suo ufficio. Edward tornò a guardami: -Ce la fai ad arrivare fino al bagno e a farti una doccia senza ucciderti? Poi vai a dormire che non tieni neanche gli occhi aperti.- Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. E io rimasi lì come una cretina a fissarlo mentre scendeva le scale. Oh mio dio no. Ne avevo parlato con Alice di ‘sto “problemino” e lei aveva detto che secondo lei io mi stavo, pian piano, innamorando di Edward. Io, ovviamente, non le avevo creduto, ma ora ero io quella che doveva ricredersi : forse Alice aveva ragione. Anzi senza il forse. Mi stavo innamorando di Edward. Questo non potevo permetterlo; o meglio saranno stati i volturi a non potermelo permettere. Di solito quando un cacciatore si innamorava di un vampiro veniva punito, più o meno gravemente a seconda di che cosa avevano “combinato” insieme. Beh io dovevo solo non farlo sapere a nessuno.
Stavo ancora pensando a Ed quando l’acqua gelida della doccia mi colpì. Finita la doccia, mi misi il pigiama e mi addormentai sul letto che avevano fato montare per me nella camera di Edward. L’unica cosa che mi ricordai in seguito di quella notte furono due braccia gelide che mi presero e una sorta di ninna nanna.

 Il giorno dopo mi svegliai con un mal di testa inimmaginabile: era il risultato di una notte passata a fare baldoria con quelli di La Push.

***

I giorni seguenti ebbi la conferma di quello che avevo pensato quella sera: mi ero veramente innamorata di Edward. Ma non era una semplice cotta di una diciassettenne in una crisi ormonale no, qui si parla di amore vero, quando ti senti svenire solo se ti saluta o se ti parla, quando moriresti per l’uomo che ami, quando vorresti fare di tutto solo per farlo felice e vederlo felice. E, sempre quell’amore che ti stringe lo stomaco quando vedi quell’uomo che tanto ami mentre si bacia con la sua ragazza, anche se la luce negli occhi di lei non è la stessa di sempre. E questo ti apre uno spiraglio di speranza e incominci a fantasticare che prima o poi i due fidanzatini si lasceranno e lui si metterà assieme a te. Questo era il sogno ricorrente che facevo sia quando dormivo, sia quando sognavo ad occhi aperti. Ero seduta su una panchina che c’era nella veranda della casa quando Edward, mentre la macchina di Bella se ne andava via, si sedette accanto a me.
-Tutto a posto?-
-Sì. Perché??-
-In questi giorni sei… Come dire… Strana. Non parli, non mangi più tanto, non sei più come prima ecco.-
-Non ho nulla, va bene?!- risposi irritata mentre mi alzavo e me ne andavo via. Proprio lui mi diceva queste cose. Mannaggia alla mamma lupa..!!
-…E sei pure nervosa…- sussurrò
-Come? Puoi ripetere?-
-Non ho detto nulla.- lasciai perdere. Salii in camera, evitando gli sguardi dei sei vampiri presenti nel salotto e, proprio mentre chiusi la porta, una lacrima, una sola, mi scese lungo la guancia.


E rieccomi qui con un altro capitolo... dopo quasi una settimana ho aggiornato... spero di riuscire ad aggiornare sempre così velocemente, anche se non ne sono così sicura. ringrazio, come sempre, le persone che hanno aggiunto la mia fan ai preferiti e quelle (le poche o pochissime) che commentano.
Eddai... Fai contenta una povera e triste scrittrice... Scrivile un commento... Ci metti meno tempo a scrivere che a leggere tutto il capitolo...!!!
Bacioni by
Blood

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Capitolo 9
*** Cap.9 - Bella serata ***


Cap. 9 – Bella serata

-E mi vuoi spiegare come mai vai in giro la sera con quelli di La Push??-
-Ci sono uscita solo due volte!!- Ennesima sera che entravo tardi, ennesima volta che io ed Edward litigavamo.
-E perché tu la notte non la passi più dalla tua Bella, ma resti sempre a casa ad aspettarmi? Non ho 3 anni, so badare a me stessa.-
-Io non vado più da Bella perché…- le parole gli morirono in gola. -Senti, hai ragione, fai quello che vuoi, non mi interessa.- Ecco. Ma che brava che sei Bice, ma complimenti. Se solo avrebbe potuto quel povero si sarebbe messo a piangere.
Me ne andai in camera (ormai i Cullen avevano messo a posto una camera tutta per me, anche se condividevo ancora il bagno con Edward. Mi presi della biancheria pulita, il pigiama, l’accappatoio, il beauty e andai in bagno. Mentre mi facevo la doccia, i sensi di colpa mi prosciugarono: come avevo potuto dire quelle cose ad Edward quando sapevo benissimo che cosa stava passando?! Lui mi raccontava tutto del suo rapporto con Bella, come se fossimo due fratelli. Io, invece mi limitavo ad ascoltarlo e a dare consigli. Lui, di me, non sapeva nulla. Uno dei tanti segreti per diventare una buona cacciatrice era non far sapere nulla di te agli altri. Le tue debolezze sono delle arme micidiali, se cadono nelle mani dei nemici; dovete essere poco più di ombre. Questo era quello che mi avevano insegnato, perché noi cacciatori siamo solo armi di guerra. Mi accasciai contro la parete della doccia e iniziai a piangere; le mie lacrime si confondevano con l’acqua che scendeva. Che strano; da quando ero arrivata a Forks avevo pianto tanto, forse anche troppo: era un brutto segno, che non sarebbe piaciuto ai miei superiori. Chiusi l’acqua, uscii dalla doccia, mi asciugai, mi vestii e andai a posare tutto in camera; poi andai in quella di Ed.
-Posso?- chiesi
-Si.- aveva girato il divano in modo tale da riuscire a vedere fuori dalla vetrata. Chiusi la porta e mi avvicinai al divano.
-Io…penso di doverti delle scuse. Mi dispiace di essere stata scortese.-
-Non importa. Anche io sono stato un po’ duro.-
-Pace?-
-Pace- detto questo gli saltai addosso da dietro, il divano cadde all’indietro con noi a fianco sdraiati sul pavimento che ridevamo come pazzi: lui sopra di me e io sotto di lui. Finimmo di ridere, io distolsi lo sguardo, ma lui mi prese una ciocca ribelle di capelli e me la sistemò dietro l’orecchio. In quel momento lo guardai: i nostri sguardi si intrecciarono, non sapevo perchè ma sembrava che nel mondo ci fossimo solo io e lui e nessun altro; solo lui, la preda, e io, la cacciatrice. Avvicinammo i nostri visi, la nostre bocche a un centimetro l’una dall’altra il suo respiro dentro la mia bocca e il mio dentro la sua.
-Beatrice, io..- era la prima volta che mi chiamava con tutto il mio nome intero.
-Si?- era indeciso, non sapeva se dirmelo o no. Il problema era che non sapevo cosa mi dovesse dire.
-Io… ti volevo dire che…-
-Che?- bella mia testa già fantasticavo che mi dicesse “Bice io ti amo”, si avvicinasse e che mi baciasse. Ma era solo fantasia.
-Volevo solo dirti grazie.- Appunto. Fantasie.
-Ah… E per cosa?-
-Per tutto quello che fai per me, e perché mi sopporti con tutte le mie paranoie e volevo anche ringraziare non-so-chi perché ti ha mandato qua.-
-Beh per quello devi ringraziare Aro. Se non fosse per lui io mi ritroverei chissà dove per Volterra. E allora ti dovrei ringraziare anche io per tutto quello che fai per me e con me.- Dopo aver detto questo alzai una mano e gli accarezzai la guancia. Lui,sempre sopra di me, mi prese la mano e ne bacio il palmo, chiudendo gli occhi.
-…Il tuo profumo è anche più buono di quello di Bella…- sospirò e io arrossii.
-Io… ehm… Penso di dover andare.-
-Oh… Si certo.- Si alzò e io dopo di lui. Rimise il divano a posto come se fosse stato una sedia e mi diede un bacio sulla guancia.
-Buonanotte- mi disse. Cacchio, ma come faceva ad avere una voce così dolce e sensuale? Bice cammina dritta, mi raccomando.
- ‘Notte-. Riuscii ad arrivare fino alla porta, la aprii e, prima di uscire, Ed mi chiamò e disse:
-Bice…- mi voltai verso di lui –Ti voglio bene.-
-Anche io.- gli risposi, chiudendomi la porta alle spalle. Sospirai; il difficile era passato. Ora potevo andare a dormire tranquilla.
-Ti piace proprio, eh?- Alice. Ma chi la teneva tranquilla quella? Solo Jasper ci riusciva… e io sapevo come…
-Ma smettila. Vado a dormire. Buona notte.- Mentre attraversavo il corridoio la guardavo con la coda nell’occhio e la vidi con un sorriso trionfante a trentadue denti.
Quella notte dormii bene.

***

-E mi vuoi spiegare come mai vai in giro la sera con quelli di La Push??- gridai.
-Ci sono uscita solo due volte!!- Ennesima sera che entravo tardi, ennesima volta che io e Bice litigavamo.
-E perché tu la notte non la passi più dalla tua Bella, ma resti sempre a casa ad aspettarmi? Non ho 3 anni, so badare a me stessa.-
-Io non vado più da Bella perché…- le parole mi morirono in gola. Ma perché lei riusciva sempre a mettermi in questo stato? -Senti, hai ragione, fai quello che vuoi, non mi interessa.- Ma chi era lei per fare questo a me?! Ero felice dopo tanto tempo, avevo una ragazza… che beh lasciamola stare, una famiglia stupenda, ero sicuro dei sentimenti che avevo per Bella. Anche se ora non ne ero più tanto sicuro. Andai in camera mia, sistemai il divano in modo da riuscire a vedere oltre la vetrata. Dopo un po’ sentii bussare alla porta.
-Posso?- chiese una voce. Sappi subito che era di Bice. Il suo odore buonissimo la precedeva di parecchio. Era ancora più buono di quello di Bella.
-Si.- Chiuse la porta e si avvicinò. Io non mi voltai.
-Io…penso di doverti delle scuse. Mi dispiace di essere stata scortese.- Mamma mia che voce mortificata che aveva. Non ce la facevo a vederla in quello stato. Mi piangeva il cuore.
-Non importa. Anche io sono stato un po’ duro.-
-Pace?-
-Pace- dissi con un sorriso. Dalla gioia mi saltò addosso, il divano cadde e io mi ritrovai sopra di lei, che distolse lo sguardo. Era bellissima quando rideva, quando piangeva, sempre. Una ciocca di capelli era sfuggita e io la rimisi a posto. In quel momento si voltò e ci guardammo negli occhi. Non l’avessi mai fatto. In quel momento sappi davvero cosa provava Bella in quei giorni. Capii molte cose: prima di tutto capii che avevo bisogno di Bice in ogni momento della mia esistenza, poi capii anche che la nostra, ormai, non la si poteva più definire amicizia, almeno io non volevo; ma soprattutto, capii che l’amavo. L’amavo per quello che era, per quello che faceva e per come si comportava. Nel momento in cui i nostri sguardi si fusero sembrava che ci fossimo solo noi due in tutto l’universo. La desideravo, la volevo, come desideravo il suo sangue. Involontariamente avvicinammo le nostre testa, mi scoprii più vicino alla sua bocca si quanto non avrei mai immaginato.
-Beatrice, io..- volevo dirglielo. Il suo sangue non mi permetteva di ragionare.  
-Si?-
-Io… ti volevo dire che…- inspira, espira. Trovai la lucidità; ma che diamine stavo combinando?! Non potevo dirglielo.
-Che?- Chiese speranzosa. Cerca una scusa, una scusa… Trovata.
-Volevo solo dirti grazie.-
-Ah… E per cosa?- Non mi sfuggì la nota delusa. Sapevo di averle detto quello che non voleva sentire. Povera Bice.
-Per tutto quello che fai per me, e perché mi sopporti con tutte le mie paranoie e volevo anche ringraziare non-so-chi perché ti ha mandato qua.- Non so da dove mi uscii, ma sapevo che non la stavo prendendo in giro perché non era vero, era verissimo.
-Beh per quello devi ringraziare Aro. Se non fosse per lui io mi ritroverei chissà dove per Volterra. E allora ti dovrei ringraziare anche io per tutto quello che fai per me e con me.- Mi accarezzò una guancia. Io chiusi gli occhi e le presi la mano, ispirando il profumo del sangue nel palmo della mano.
-…Il tuo profumo è anche più buono di quello di Bella…- sospirai e la vidi arrossire.
-Io… ehm… Penso di dover andare.-
-Oh… Si certo.- La avevo trattenuta abbastanza, e poi dovevo riflettere su alcune cose. La baciai sulla guancia e le diedi la buona notte.
- ‘Notte-. Arrivò alla porta, la aprì e io le dissi:
–Ti voglio bene.-
-Anche io.- mi rispose, chiudendosi la porta alle spalle.
Ritornai seduto sul divano, pensando a quello che era appena successo. Non potevo credere che l’amavo, la consideravo una sorella, al pari di Alice. Ma ripensando a tutto il resto e ai miei comportamenti, mi convinsi che sì, forse l’amavo davvero. E anche tanto. Forse più di Bella.


Premetto che non avevo intenzione di scrivere un capitolo così lungo né così romantico... O sarebbe meglio dire rivelatorio?? Beh semplicemente non volevo che Edward si accorgesse di amare Bice già all’ottavo capitolo; ma mi sono messa a scrivere e questo è il risultato…!!! E  poi quando l’ho riletto, mi è piaciuto e l’ho tenuto così.
PER       Queensol: si la mia storia non rispetta la trama del libro (che ti consiglio di comprare il più presto possibile ;) ) e non sarei proprio convinta a chiamarlo universo parallelo, perché loro vivono sempre nel presente, come nella storia, è solo che ho voluto aggiungere un altro personaggio con delle caratteristiche diverse. Comunque sono contenta che la mia fan fiction ti sia piaciuta.
              Lullaby88 :  per l’ultimo capitolo penso che ce ne vorrà un po’… sinceramente non so ancora come e quando finirla questa fan, però non penso che finirà presto.
              _sefiri_ : ti volevo ringraziare personalmente perché commenti sempre le mie fan e questo mi fa molto piacere.
Un grazie anche alle 7 persone che l’ hanno aggiunta ai preferiti, e a quelli che leggono solo. Io dico sempre che commenti, consigli e critiche sono sempre ben accette. Detto questo vi lascio con questo capitolo immenso, un bacio by
Blood

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Capitolo 10
*** Cap. 10 - Birra, Botte e Vis Bulla ***


Cap. 10 - Birra, Botte e Vis Bulla

Presi il cellulare dal comodino. Guardai lo schermo: Jake. Ma che vuole a quest’ora del mattino? Guardai l’ora: le otto. Ero andata a dormire alle quattro la sera prima e, per addormentarmi, c’erano voluti un’altra doccia e una buona dose di sonnifero. Troppo agitata per dormire.
-Pronto… Ciao Jake.-
-Ciao Bice… come va?-
-Tutto bene- dissi trattenendo uno sbadiglio.
-Ti ho svegliata?-
-Sì… Ma ormai il danno è fatto, quindi dimmi pure.- mi distesi sul letto, sotto le coperte e mi girai dando la schiena alla porta, che si aprì. Mi girai e vidi Edward che entrava. Oh mamma. E lui che ci faceva qui? Glielo chiesi sussurrando; mi rispose che lui, prima di andare a scuola, passava sempre a vedermi dormire. Ma che stava dicendo Jake? Boh non lo sapevo… Per me in quel momento c’era solo lui, che in quel momento si era seduto sul letto accanto a me.
-Jake, senti ora devo andare. Mi dispiace, ma per stasera salta tutto. No, devo fare una cosa importante e mi dispiace non posso portare nessuno del vostro branco con voi. Scusa. Ci sentiamo. Ciao ciao.- E riattaccai. Guardai Ed, mamma com’era bello. Più bello di qualsiasi divo del cinema, di qualsiasi statua che raffigurava un dio greco.
-Cos’è sta storia che sta sera vai in giro da sola?- chiese il vampiro con quella voce dolcissima
-Questioni di lavoro. Ma non ti stavano antipatici i licantropi?-
-Sì… Però lì almeno sapevo che eri con qualcuno. Chi devi incontrare?-
-Clienti dei Volturi. Devo solo dire se accettano o no. Non ci metterò molto. Giuro.-
-Quanti sono?-
-Com’è che ora ti preoccupi del mio lavoro?-
-Mi sono sempre preoccupato per te. Da quando hai iniziato a camminare. Ora rispondi- Mi guardò duro.
-Boh. Non lo so. Dovrebbero essere sei o sette. Tutti più o meno come Emmet- a quell’affermazione lui sgranò gli occhi.
-Che vogliono i Volturi da loro? Chi è il loro capo?-
-Calmati. Che è un interrogatorio di terzo grado?- Risi, mentre mi mettevo sdraiata con la testa sulla sua spalla. –Comunque loro sono quelli delle stragi. Li ho scoperti grazie anche alla collaborazione di Jacob e dei suoi amici. Il loro capo mi pare che si chiami Lauren, o una cosa del genere; i Volturi, come potrai immaginare, gli vogliono chiedere solo di abbassare il tasso di omicidi e di spostare il loro territorio di caccia da un’altra parte. e ci devo andare da sola e senza aiuti: questo vuol dire che stasera non dovrò indossare la Vis Bulla- dissi riluttante.
-Capisco. E dove vi incontrerete?-
- Ho appuntamento all’Irish Club per mezzanotte circa. Ma… Tu non sei in ritardo per la scuola?-
-Sta sera ti accompagniamo io, Emmet e Jasper. Non mi piace quel posto e, soprattutto, a quell’ora. Comunque ora vado perhè sì, sono in ritardo.- Si alzò, mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
La mattina andai a fare la spesa con Esme, mentre il pomeriggio iniziai a prepararmi per il pomeriggio e feci anche il rifornimento di qualche pozione. Arrivò così la sera, che lasciò il posto alla notte. Alle undici e mezza precisa, qualcuno bussò alla porta della mia camera. Andai ad aprire e mi ritrovai davanti un Edward, Emmet e Jasper splendidi, fin troppo per il posto dove mi volevano accompagnare.
-E voi tre dove volete andare vestiti così?- chiesi, trattenendo le risate. Erano vestiti con una dolcevita nera e con un paio di pantaloni, anch’essi neri.
-Perché?- chiese Emmet, con un tono di voce che sembrava offeso.
-Perchè sì… Entrate, dai.- Li feci entrare e diedi a tutti e tre una sistemata.
-Almeno così non sembrate dei bravi bambini!-
-E tu non ti cambi?- chiese Edward. Se non lo avessi conosciuto bene, pensavo che mi stesse mangiando con gli occhi.
-Io sono già pronta. Perché?- avevo una maglia nera, e una gonna nera a pieghe. Ok, forse la maglia era un po’ troppo scollata e la gonna un po’ troppo mini, ma andavano bene per l’occasione.
-Nulla. Forse è un po’ troppo…- lo guardai male.
-Hey Ed smettila di mangiartela con gli occhi; ti ricordo che hai una ragazza…- disse Emmet, a cui arrivò un ceffone sulla nuca. Io e Jasper ridevamo sotto i baffi.
-Andiamo?- chiesi e, senza attendere risposta, aprii la porta della mia camera e uscii di casa.
-Con che macchina andiamo?-
-Con la Volvo, ovvio.-
-Giusto.-
Ed si mise al posto del guidatore, con Jasper al posto del passeggero, mentre io e Emmet ci sedemmo dietro. Durante il tragitto determinammo il piano: Edward sarebbe restato in macchina, io sarei andata all’appuntamento, mentre Emmet e Jasper sarebbero stati a distanza tale che, se ce ne fosse avuto bisogno, sarebbero intervenuti. Entrai nel locale, stracolmo di gente; come varcai la soglia due vampiri mi fecero un cenno e io li seguii fino al tavolo, dove si sarebbe svolto l’incontro. In quel momento persi di vista Emmet e Jasper.
Arrivai ad un tavolo pieno di vampiri che, come mi sedetti, si strinsero attorno a me, lasciandomi senza vie d’uscite. Eravamo seduti solo in due: io e un vampiro che pensai fosse il capo. Anche se era seduto notai che era alto, molto muscoloso (forse anche più di Emmet) e aveva l’aria da duro, che mi faceva ricordare i boss mafiosi.
-Buonasera. Posso offrirle un drink?-
-No, grazie. Vado di fretta. Ho altre cose da fare quindi, se ci diamo una mossa, è meglio.- forse mi ero spinta un po’ troppo perché il sorrisetto ironico che aveva stampato sul volto, scomparve.
-Allora… Ah Bob… L’hai controllata? È pulita?- chiese a un vampiro che era vicino a me. Puzzavano tutti di birra e di tabacco. Non pensavo che i vampiri fumassero.
-Si. È a posto.- disse il vampiro che pensavo fosse Bob.
-Bene. Molto bene. Non ti pensavo così sveglia. Allora, dimmi qual è l’offerta dei Volturi.- gli tornò il sorrisetto ironico.
-Beh semplice: vi prendete un nuovo territorio di caccia e vi allontanate da Forks. Oppure restate a Forks ma limitate le aggressioni, perché così non va.-
-Hmm… Mi sembra una proposta giusta. Ma se io rifiutassi, che succederebbe?-
-Succederebbe che voi non fareste una bella fine. Allora la risposta qual è?-
-Discutiamone con calma.-
-Non ho tutto questo tempo. Sì o no.- Mamma mia. Stava diventando un’impresa ardua; in più gli altri vampiri avevano stretto il cerchio intorno a noi e non avevano belle intenzioni.
-Dobbiamo discuterne. Ci possiamo vedere un’altra volta. Buona serata.- mi fece un cenno, io mi alzai e andai a cercare Emmet e Jasper e li vidi che, anche loro, mi cercavano; così uscii dal locale per andare da Edward. sentivo una strana sensazione, come se qualcuno mi seguisse, mi girai ma vidi che non c’era nessuno. Nella strada non c’era nessuno, era buia e la macchina di Edward era dietro l’angolo. A un certo punto sentii una risata dietro di me, mi girai e vidi i vampiri di prima, mi voltai in avanti, ma erano anche lì: mi avevano circondata. Non ricordo esattamente cosa successe, ma capii che ero in trappola, che non avevo speranze perché senza Vis Bulla avevo la forza di un’umana qualsiasi, e sapevo anche che nessuno sarebbe venuto a salvarmi.
A un certo punto all’interno del cerchio venne il capo della banda; iniziò a spintonarmi. Non riuscivo a difendermi perché era forte, troppo. Ad un certo punto caddi. Mi rialzai, dolorante; avevo battuto la testa. Il vampiro, da dietro, mi prese il braccio e me lo girò, dietro la schiena, penso che me lo avesse rotto, perché sentii un crac e, dopo una fitta di dolore, urlai; avevo il respiro affannato. Aveva in mano un coltello, non so da dove l’aveva preso, lo teneva premuto sulla mia guancia e, a un certo punto, mi sentii il sangue scorrere sul viso. Il vampiro lo annusò, me lo leccò e disse: - È proprio buono il tuo sangue, sai?!- mi buttò per terra, gli altri vampiri ridevano. Pensai di essermi anche slogata una caviglia perché, nella caduta, misi male il piede e sbattei la testa per terra e la vista mi si annebbiò. Sentii il vampiro che diceva: -Porta questa risposta ai Volturi.- e sputò per terra. Iniziò a piovere e mi bagnai tutta. Provai ad alzarmi, ma con un braccio rotto, la caviglia slogata e con tutti i lividi che avevo ricevuto non riuscii neppure a mettermi seduta. La mia mano scivolò per terra, sbattei la spalla e poi non vidi più nulla.

Eccomi con un altro capitolo (anche questo lungo)… Che ne pensate? Ci ho messo un po’ a scriverlo, soprattutto il pezzo dell’aggressione di Bice perché non sapevo come descriverlo: avevo la scena in mente, ma non riuscivo a riportarla scritta… E questo è il risultato.
In questo capitolo, inoltre, c’è un altro riferimento a Cacciatori di vampiri: la Vis Bulla. È un oggetto che viene messo addosso ai cacciatori (la protagonista del libro ce l’ha nell’ombelico, come se fosse un piercing) e che gli dà dei poteri in modo che riescano a uccidere i vampiri.
PER      Queensol: mamma mia… Sono felice che ti piaccia così tanto questa fan… Non mi aspettavo proprio che prendesse così tanto… Comunque qualche scena di avventura c’è… Anche in questo capitolo anche se non è molto…
             Alexandrathebest: mi dispiace molto che non ti piaccia che Edward e Bice debbano stare assieme. Secondo me stanno benissimo, forse un po’ perché non sopporto molto Bella. Io ti consiglio di continuare a leggerla, così per provare, al massimo non ti piacerà e smetterai, però almeno ci hai provato, no?! =)
             _sefiri_: Anche a me piacciono molto i capitoli romantici, se non si era notato.. XD… Penso che al massimo tra tre capitoli Bice e Ed si confesseranno.
Grazie a voi tre che avete recensito, grazie a chi ha solo letto e grazie alle 8 persone che hanno messo la fan tra i preferiti; sono veramente molto contenta:
1 - alice brendon cullen
2 - CAMiL92
3 - doval79
4 - Hele91
5 - Les
6 - lorella
7 - Queensol
8 - Zenity
Spero di poter aggiornare ancora una volta prima della fine della settimana, perché andrò in vacanza e fino all’inizio di agosto non potrò più aggiornare. Bacioni by
Blood

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Capitolo 11
*** Cap.11 - Guarigioni ***


Cap. 11- Guarigioni

Ma quanto ci mettono? Seduto al posto del guidatore della mia Volvo stavo aspettando Bice e gli altri due. Mi stavo preoccupando, avrebbero dovuto arrivare da un momento all’altro. A un certo punto nella mia testa sentii un pensiero “avremmo dovuto ammazzarla quella cacciatrice. Se..” e poi più nulla. Cercai quella mente, la trovai: Anche io avrei voluto divertirmi di più con lei. È stato uno spreco, a quest’ora sarà già morta. Mi arrivò un’immagine di Bice, mentre un altro vampiro gli rompeva il braccio. Cercai di togliermi dai pensieri di quel vampiro: non erano molto innocenti… Scesi dalla macchina, preoccupato per la sorte della mia Bice, e mi travolse un profumo di sangue dolcissimo, il suo. Corsi più veloce possibile, fregandomene se pioveva a dirotto, verso la fonte di quell’odore dolcissimo e buonissimo e lì la vidi: in una pozza di sangue, bagnata fradicia, con un taglio sulla guancia destra sotto l’occhio, una smorfia di dolore sul suo viso bellissimo. Feci del mio meglio per controllarmi, smisi di respirare, ma non ce la facevo più, l’odore del suo sangue era troppo forte per me. In quel momento arrivarono Emmet e Jasper: videro prima me che, con gli occhi chiusi, ero seduto per terra con la schiena appoggiata al muro, e poi Bice. Anche loro smisero di respirare, Jasper era l’unico in questo momento che mi poteva capire. Emmet prese Bice e iniziò a correre verso casa. Io e Jasper andammo nell’auto; mi misi al posto del guidatore e, prima di mettere in moto guardai Jasper. Sembrava veramente dispiaciuto, ma non me ne fregava nulla, la mia Bice era quasi morta e loro dovevano sorvegliarla.
-Che diavolo facevate voi? Dov’eravate? Non posso fidarmi di voi due.-
-Ed, calmati.- Una calma improvvisa e che non sentii appartenermi mi travolse.
-Jasper non fare cazzate. Ne hai fatta una già grossa.- Jasper si guardò le mani, con aria triste. Era davvero dispiaciuto; misi in moto e a velocità sorprendente eravamo a casa. Ed, Carlisle sta medicando le ferite di Bice. C’è mancato davvero poco. La voce di Alice mi arrivò chiara nella mia testa.Ora dov’è lei?
Di sopra, nella sua camera. Stai tranquillo, ora sta bene. Dobbiamo parlare noi due.
Va bene. Entrai nella camera di mia sorella. C’era anche Jasper che mi guardava con aria supplichevole, ma se ne andò subito. Era sdraiata sul letto e mi fece segno di andare anche io là, vicino a lei, obbedii.
-Come stai?- mi chiese
-Male. E Bice?-
-Non ne ho idea. Ho detto a Carl che quando aveva finito se poteva venire qua.-
-Hai fatto bene.-
-Che è successo?-
-Non lo so. Io dovevo stare in macchina, Emmet e Jasper dovevano andare con lei. Penso che l’abbiano persa di vista all’entrata, e poi l’hanno trovata due minuti dopo di me.-
-Capito. Jasper è molto arrabbiato, soprattutto con sé stesso. Lo siamo anche io e Emmet. E penso che anche tu lo sia.-
-Si. Lei è… Beh io…- Oh mamma. Cosa diavolo balbetto?! No devo dirlo a qualcuno, Alice è sempre stata la mia migliore amica oltre che la mia sorella. Si, glielo dico.
-Cosa? Non ci ho capito nulla.-
-Beh… Ecco… Lei è come una sorella per me.- Che persona menzognera che sono!
-Ah si?!- Aveva una strana luce negli occhi. Appunto. Non ci credeva. Non puoi nascondere nulla ad Alice.
-Si.-
-Va bene… e con Bella come va??-
-Dai Alice… Sai che non va molto bene; non tornare sull’argomento.-
-Va male perché tu vuoi che vada male. Se tu fossi più presente, andrebbe meglio.-
-Ma è Bella che non c’è mai. Io ci ho provato, te lo giuro, ma non va. Lei è sempre là, a La Push.-
-Allora è tempo che lei faccia una scelta. O te o lui, perché non potete andare avanti così.- inutile darle torto. Aveva ragionissima. Per nostra fortuna entrò Carlisle, con un sorriso un po’ triste.
-Potete andare, se volete. Sta meglio e ha ripreso conoscenza.- Non finì la frase che io ero già vicino a lei, sul suo letto. Dio mio, quanto mi era mancata.
-Ciao.- bisbigliò. Il profumo del suo sangue mi arrivò, fresco. Aveva un braccio ingessato, la gamba fasciata e sulla guancia, dove c’era il taglio, Carl gli aveva messo un grande cerotto; mi accorsi anche che era vestita come prima, aveva i capelli ancora bagnati.
-Buongiorno. Come stai?-
-Sono un po’ rotta.-
-Solo un po’?!- scoppiammo a ridere. Una smorfia di dolore le dipinse il volto.
-Fa tanto male?- chiesi, preoccupato.
-Solo quando rido troppo. Ed promettimi una cosa.-
-Cosa?-
-Non fare stupidaggini. Non andare ad ammazzare quelli là.- Sapevo benissimo quello che intendeva. Ci avevo pensato, avevo deciso di andare ad ammazzarli di botte, ma ora non ci volevo più andare.
-Promesso.-
-Bene.- si avvicinò a me, mi abbracciò e poi si addormentò lì, vicino a me, nel mio abbraccio.

Ma salve ragazze!!!! Allora questo è l’ultimo capitolo… mi dispiace, ma non potrò aggiornare fino alla fine di luglio, perché sono al mare e fino a quel giorno non vedrò l’ombra di un pc… T_T… *me disperatissima*…. Comunque volevo ringraziare, come al solito, le persone che leggono senza recensire, quelle che recensiscono (a loro poi risponderò in seguito) e le nove persone che hanno aggiunto la fan ai preferiti: alice brendon cullen, CAMiL92, clodiina85, doval79, Hele91, Les, lorella, Queensol, Zenity.
PER     4everWITCH: allora ho fatto innamorare Edward di Bice per il semplice fatto che non mi sembra giusto che  Bella stia con uno come Edward, e poi volevo vedere cosa ne veniva fuori… Attenzione, però, io all’inizio avevo scritto che non sapevo come farla finire e tuttora non so come farla finire. Quindi non è detto che Bella ed Edward non si rimettano insieme….
            alice brendon cullen: penso che in questo capitolo tu abbia capito dov’erano Emmet e Jasper; erano nel locale che cercavano Bice e, non trovandola e sentendo un odore di sangue molto simile al suo, hanno fatto come Ed, cioè sono andati alla foce del profumo e lì li hanno trovati.
            Alexandrathebest: ahah… ma proprio non ti piace Bice…. Comunque grazie che hai seguito il mio consiglio e che hai continuato a leggere.
Grazie a tutte quelle che hanno recensito, potrete leggere il resto della fan verso agosto, vi auguro buone vacanze by la vostra
Blood

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Capitolo 12
*** Cap. 12 – Brutto, ma Bello ***


Cap. 12 – Brutto, ma Bello

Era passato ormai un mese da quando ero arrivata a casa Cullen e i Volturi non si erano ancora fatti vivi. Beh in fondo per me era un sollievo, voleva dire che tutto stava procedendo bene e che non avevano scoperto il mio piccolo segreto. Le giornate si stavano allungando, la bella stagione stava arrivando e il tempo di tornare a “casa” si stava, pian piano, avvicinando. A volte mi fermavo a pensare cosa avrei fatto quando sarei tornata a Volterra; la vita qui a Forks mi aveva cambiata moltissimo, e tornando in Italia avrei dovuto dire addio a un sacco di cose e di persone e anche a lui. Poi, quando arrivavo al punto di pensare ad Edward, pensavo ad altro: solo immaginare di stare lontano da lui anche solo per lavorare era un massacro, figuriamoci passare il resto della mia vita! Edward, però, non mi facilitava le cose: più cercavo di dimenticarlo, più lui voleva passare del tempo assieme a me. In quel periodo ci si mise anche Bella: sua madre e il suo fidanzato volevano sposarsi, quindi lei era dovuta andare dalla mamma per una settimana e mezza e Edward era restato a casa perché a Jacksonville c’è troppo sole. Quindi tutta una settimana e più solo io e lui: brutta cosa. I giorni li passavamo sempre insieme, eravamo sempre appiccicai, sembravamo fidanzati, anche se non c’era stato assolutamente nulla tra noi. La mattina facevo colazione, mi vestivo e l’accompagnavo a scuola per poi andare a fare le mie commissioni (uccidere vampiri, comprare ingredienti per pozioni varie, fare pugnali, eccetera), poi lo passavo a prendere, facevo pranzo e il pomeriggio di solito andavamo in spiaggia, oppure lui mi guardava mentre mi allenavo o mentre facevo le mie pozioni. Quel pomeriggio mi ero stavo allenando, mentre Ed mi stava costruendo dei paletti.
-Si è fatto tardi… È meglio se andiamo a casa- dissi. Lui si alzò e mi diede il paletto, che misi nello zainetto che mi ero portata.
-Gara?- mi chiese
-Ok…- iniziai a correre. Lui mi superò subito. Correvamo nella foresta, lui si aveva già messo un bel po’ di distanza tra me e lui e, mentre mi aspettava, si fermò e si appoggiò ad un albero. “Bene” pensai “facciamogli un agguato.” Così girai, lo sorpresi da dietro e lo spinsi per terra; lui cadde, si appigliò alla mia maglia e così caddi anche io. Rotolammo nell’erba, fino a quando ci trovammo io sotto di lui; i miei occhi si incontrarono con i suoi, e mi persi in quell’oro liquido. Il mio corpo non rispondeva più al mio cervello: ci avvicinammo tutti e due, i nostri nasi si sfioravano, il suo respiro si fondeva con il mio. Le nostre bocche si avvicinarono, gli occhi si chiusero, le lingue si intrecciarono. Sapeva che con me non doveva trattenersi come con Bella: anche se mi mordeva, non succedeva nulla, perché, come ogni cacciatore, nel mio sangue scorreva del veleno di un vampiro. Avevo dei brividi di piacere che mi correvano su tutta la schiena. Ci staccammo, avevo il respiro accelerato per quello che era successo. Lo guardai: aveva un espressione stupita, esattamente come la mia. Nella mia, però, c’era anche la paura: la paura di come avrebbe reagito Edward, la paura di essere scoperta.
-Co…Cos’è..-
-Non lo so…- Lo interruppi io… All’improvviso sentii un rumore, come quando si calpesta un ramo. Fu molto lieve, ma me ne accorsi subito e guardai nella direzione del rumore e vidi due occhi verdi. In seguito sentii un fruscio e vidi un mantello bordeau. Lo intravidi solo, ma capii subito: Volturi.
-Merda!- mi tolsi Edward da sopra e iniziai a correre verso il mantello di quello che sapevo essere un cacciatore al servizio dei Volturi. Sapevo che anche Edward mi correva dietro. Voleva una spiegazione per il nostro bacio, per il modo in cui ero scappata, per tutto. Io non aveva nessuna di queste cose, ci avrei pensato dopo, ora quello che importava era solo di trovare quel maledetto cacciatore. Mi fermai in una radura: l’avevo perso, non riuscivo più a sentire dov’era. Le gambe mi cedettero, caddi in ginocchio sull’erba. Volevo trattenere le lacrime, ma quelle mi scapparono dagli occhi, ora scendevano copiose sulle mie guance. Arrivò anche Edward, lo sentii, ma non mi girai, non volevo guardarlo. Ci eravamo baciati, lui aveva risposto al bacio e sapevo che, come me, voleva rifarlo.
-Non dire niente… Ti prego…- Gli pregai. No… Non volevo né una ramanzina, né la sua pietà.
-Chi era?- Sapevo benissimo a chi si riferiva.
-Uno dei Volturi. Un altro cacciatore.-
- Pensi che ora glielo glielo dirà di quello che è successo?-
-Sì…-
-E che cosa succederà a te?-
-Non lo so.- Non lo sapevo con esattezza, ma di sicuro non era nulla di buono.
-Dobbiamo dirlo a Carlisle?-
-Non pensarci neanche.- gli dissi girandomi verso di lui. Era ai margini della radura, con la testa bassa. Gli andai incontro. Sapevo che ce l’aveva con sé stesso per quello che era successo.
-Non è stata colpa tua.- Con una mano gli presi il mento e gli tirai su la testa: ora i miei occhi stavano fissando i suoi. -È stata anche colpa mia. Soprattutto. Io potevo sentirlo che c’era qualcuno, potevo fermarmi in tempo, ma non l’ho fatto. Ora dovrai solo stare al gioco.- aveva cercato di interrompermi, ma non mi ero fermata.
-Non puoi prendere la colpa solo tu. È stata anche colpa mia.-
-E se anche fosse? I Volturi darebbero la colpa e punirebbero un vampiro protetto da un loro carissimo amico, piuttosto che punire un cacciatore che per loro non vale nulla? Si divertono loro a torturarci, siamo solo un passatempo per loro.- Mi guardò con aria interrogativa. La sua espressione riaddolcì quando abbassai lo sguardo e ricominciai a piangere. Si avvicinò per abbracciarmi, ma tutto quello che volevo ora era solo sparire dal mondo.
-Scusa Ed… Per tutto…- Mi voltai, volevo andarmene da lì. –Non dire a nessuno di oggi.- Me ne andai senza neppure sentire la risposta. Iniziai a correre, più veloce che potevo. Volevo sparire dal mondo, diventare una nullità. Ma non potevo.


Fine del capitolo 12. Non fatemi pensare a quanto tempo non aggiorno, saranno 2 mesi.. =S ... Sono in ritardissimo. Scusa scusa scusa scusa. Sono anche di fretta. Commentate numerosi, farete felice una povera scrittrice la cui ispirazione e autostima stanno calando.. =( ...
Bacioni by la vostra Blood

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Capitolo 13
*** Cap. 13 - Lettera ***


Cap. 13 – Lettera

Correvo e basta. Correvo e non sentivo più nulla. Correvo e mi sembrava che le gambe si muovessero da sole. Correvo tra la foresta, sembravo una furia. Correvo e non volevo più smettere. La foresta iniziò a diradarsi, ero arrivata alla spiaggia. Mi fermai e mi sedetti su un tronco. Ormai c’era il tramonto, doveva essere veramente molto tardi; volevo schiarirmi un po’ le idee. Io mi ero trovata a amare Edward, e fin qui tutto a posto; ma cosa pensava LUI di ME?? Non lo sapevo… Sapevo, però, che lui aveva risposto al bacio e che mi desiderava come io desideravo lui. Ma non mi bastava. E poi c’era quel cacciatore. Chi era? Non l’avevo riconosciuto. Avevo visto, però il mantello bordeaux, il che voleva dire che non solo era un cacciatore a servizio dei Volturi, ma che in quel momento stava lavorando per i Volturi, e qui le soluzioni erano due: o seguiva me, o seguiva lui; anche se ero più propensa per la prima ipotesi. Inoltre, se era sparito in questo modo quando lo avevo visto, voleva dire che aveva abbastanza informazioni da fare rapporto. Un’altra cosa negativa. Non sapevo con che faccia avrei guardato ora Edward e gli altri Cullen, non sapevo in che guaio li avevo cacciati, non sapevo come mi sarei comportata ora né cosa avrei fatto. Aveva iniziato a piovere, anzi a diluviare. Ero bagnata fradicia, ma non me ne importava. Dovevo pensare. Arrivai a casa Cullen, tutta bagnata; la famiglia era tutta riunita in salotto e, quando entrai, mi guardarono tutti spaventati. Il mio sguardo passò subito a Edward: lui era il più preoccupato di tutti. Carlisle mi si avvicinò e disse:- È arrivata questa da parte dei Volturi. È indirizzato a te, non abbiamo voluto aprirla.- Presi la lettera con mani tremanti, la aprii. Nel mio volto passarono molte espressioni diverse: paura, preoccupazione e anche sollievo. Era corta, concisa; c’era scritto solo in necessario, senza girare attorno alle cose: come piaceva ai Volturi.

 

13 Marzo 2006

Cara Beatrice,

Abbiamo saputo da dei nostri collaboratori i tuoi progressi nel tuo lavoro. Inoltre sappiamo, dal tuo rapporto, che hai quasi finito i tuoi compiti, che hai eliminato tutti e che hai degli indizi per quel lavoro che ti avevamo assegnato. Quindi, dato che hai finito i tuoi compiti, io, Caius e Marcus verremo lì il giorno 14 Marzo 2006  alle ore 18, per fare un’ispezione e un ipotetico cambio di ordini.

Come hai detto abbiamo spedito la lettera a casa Cullen, un nostro collaboratore la consegnerà direttamente lì.

Cordiali saluti

Aro.

 

P.S.: spero che quando arriveremo tu sia vestita in modo presentabile, sai cosa intendo. Tu e anche i miei cari amici Cullen.

 

Se prima c’era stata un’ombra di sollievo nel mio viso, ora quella era sparita del tutto: il terrore e la paura regnavano sovrani nel mio volto.

-Che… Che… Che giorno è?- osai chiedere. Sapevo che era una brutta domanda. Non avrei mai voluto sapere la risposta.

-Il 14 Marzo. Perché?- Carlisle, che delusione mi hai dato. Non volevo saperlo, e tu me lo hai detto. No... no… non poteva essere OGGI… Lanciai uno sguardo all’orologio: le 4 del pomeriggio. Oh merda… ora si che sono nei casini. I Volturi arrivano e deve essere tutto alla perfezione: dovevo trovare e indossare la divisa, mettere a posto la camera, trovare qualcosa di presentabile per loro… Era quello che mi preoccupava di più. Con uno scatto feci cadere la lettera, mentre salivo le scale. Non mi fermai a raccoglierla, sapevo che loro volevano sapere che cosa c’era scritto e io non avevo il tempo per raccontargli tutto; leggeranno e capiranno. Aprii la mia camera, il mio armadio e mi misi a cercare quello che volevo: trovai gli anfibi, il mantello, ma non la divisa. Sentii la porta aprirsi, sapevo che loro mi stavano guardando, anche LUI. Non ci badai. Dall’armadio passai al baule.

-Cosa voleva dire quella lettera?- Carlisle, come puoi essere così cieco.

-Vuol dire che cerco la divisa, la indosso se qualcuno mi aiuta, vi mettete qualcosa di funeralesco, i Volturi arrivano, fanno quello che devono fare e decideranno del mio futuro, se portarmi a Volterra, lasciarmi qua, lasciarmi vivere o se mi tortureranno o se farmi morire.- Lanciai uno sguardo d’intesa a Edward, che era rigido peggio di un baccalà e, se avesse potuto, sarebbe svenuto in meno di due secondi.

-Trovata.- Si divisero i compiti, ognuno andò in posti diversi e in parti diverse. Io mi feci una doccia calda. Sentii la porta aprirsi e poi chiudersi, riconobbi la sagoma di Edward che si era seduto su uno sgabello accanto al lavandino, con le mani tra i capelli.

-Hai detto la verità?-

-Quando?-

-Prima… Quando hai fatto quel discorso a Carlisle.- Spensi l’acqua. Questo era troppo: io che mi torturavo andava bene, ma Edward no, non doveva soffrire per questo. Presi l’asciugamano, me lo arrotolai sul corpo e uscii dalla doccia. Mi avvicinai a lui, gli presi una mano e lo guardai negli occhi. –Se ti dicessi che non è vero quello che ti ho detto prima, direi solo una bugia. E io non voglio dirti bugie, perché tengo troppo a te. Ti prego, non soffrire per me, tanto i Volturi non mi faranno nulla finché sarò qui. Non vogliono dare troppo spettacolo di come ci trattano. Non ti preoccupare, andrà tutto bene.- Per te almeno andrà tutto bene. Per me non ne sarei così sicura… Poi Edward fece una cosa inaspettata: mi abbracciò e iniziò a singhiozzare, stava piangendo. E piangeva per me, perché sapeva che in fondo era stata anche colpa sua, perché gli dispiaceva che io me ne andavo, perché forse i Volturi mi avrebbero uccisa e anche perché, forse, un pezzo del suo cuore mi apparteneva. Ricambiai l’abbraccio più stretto che potevo.

Quando iniziai ad avere freddo gli presi una mano, lo feci alzare e lo portai nella mia camera. Lì mi aiutò ad allacciare il corpetto e la divisa. Mi misi gli anfibi e guardai l’ora: le 17:30… “ci siamo quasi.” Scesi in salotto mano nella mano con Edward e andammo in veranda. Lì c’era Carlisle, pensieroso; stava appoggiato alla balconata della veranda della casa. Si girò, lanciò un’occhiata alle nostre mani unite e disse: -Edward, ci lasci soli?- in meno di dieci secondi eravamo io e Carlisle; sapevo che le mie parole lo avevano colpito e voleva delle spiegazioni. E io gliele avrei date. Non so cosa gli avrei detto, ma qualcosa mi sarà venuta fuori.

-C’è stato qualcosa tra te e Edward, vero?- Silenzio. Chi tace acconsente…

-Raccontami quello che è successo, così non avrò sorprese nei vostri confronti e forse, riuscirò a farti scontare un po’ la pena.- Gli raccontai tutto, per filo e per segno, partendo dalla gara di corsa, fino a quando ero caduta su Edward, dal piacere che avevo provato baciandolo fino a quando gli dissi cosa volevo dire ai Volturi. Quando finii Carlisle emise un ringhio –No. Non permetterò di sacrificarti per salvare tutti noi. No…-

-Non posso mettere in pericolo la vita di Edward!-

-Semplice, gli racconti che è stato lui… Sai che non gli faranno mai del male a lui… E sai anche molto bene che non ci penseranno due volte a metterti le mani addosso.- Ormai stavamo urlando e tutti i Cullen erano fuori. Edward, semplicemente, li aveva informati del nostro piccolo “incidente”.

-Mai e poi mai. Io non vi metterò tutti in pericolo per un errore mio!- Ero testarda e lo sapevo.

-Perché semplicemente non gli dici che è stato Edward che ha voluto… Così sembrerà convincente e non ti faranno del male.-

-Giusto.- intervenne Edward. Bene, due contro uno!

-Edward non ti ci mettere anche tu. E poi… non posso…- abbassai lo sguardo. Non volevo che Carlisle mi vedesse in quello stato.

-Perché no?!-

-Perché ci hanno visti, dannazione! Mi stavano pedinando.- Alice si portò le mani alla bocca per soffocare un urlo. –Non me ne sono accorta e ci hanno visti.- continuai. -faccio io e a modo mio.- scesi le scale per arrivare nel giardino.

-Come vuoi- disse Carl sconfitto.- Ma sappi che noi ti proteggeremo e non ti lasceremo andare facilmente.- mi girai. Carlisle tratteneva Edward per un braccio; voleva venire da me, lo sapevo. Anche io lo volevo, volevo uno dei suoi abbracci.

-Grazie- sussurrai.

Poi, all’improvviso, tre macchine arrivarono dal bosco…

 

…CONTINUA…

 

E così è finito anche il capitolo 13… Il prossimo lo vedo lungo lungo come questo e con un po’ di movimento. =) … Non so se far venire anche Bella nella battaglia, voi che dite?! Ringrazio quelle che leggono, le 12 persone che hanno messo la fan tra i preferiti e Bella4, che ha recensito e volevo risponderle dicendo che penso che accadrà qualcos altro tra Ed e Bice, anche se devo decidere se farli mettere assieme… Dipende dall’ispirazione del momento.. >.<.. xD.. bacioni la vostra

Blood

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