A modern myth

di Leyna_s_heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fine dei giochi ***
Capitolo 2: *** Vent'anni nel futuro ***
Capitolo 3: *** La follia sopita ***



Capitolo 1
*** La fine dei giochi ***


 

Avvertenze: possibili spoiler di HoH e Boo!

Prologo: la fine dei giochi.

 

Jason

 

2014*. Campo mezzosangue.

 

La guerra contro Gea è finita e alla fine i sette semidei che hanno risposto alla chiamata –alias me, Jason Grace, Percy Jackson, Annabeth Chase, Leo Valdez, Piper McLean, Hazel Lesquez e Frank Zhang- abbiamo sconfitto la madre degli dei e dei titani facendola risprofondare nel suo sonno millenario e abbiamo impedito la guerra tra i due campi, Campo Giove e Campo Mezzosangue.

E’ passato più di un mese dalla fine di tutto e direi che un po’ di riposo ce lo siamo meritati.

Anche perché di ritorno al campo siamo subito ripartiti ad aiutare Leo a salvare la sua attuale ragazza, Calipso dalla sua prigionia ad Ogigia.

Le perdite sono state poche e limitate, questo ci consola.

Quindi sì confido che possiamo permetterci un pausa!

In realtà in questo momento non è proprio dedicato al riposo.

Per nulla!

Sono disteso su una poltroncina e do la schiena ad un tizio grande e grosso che mi sta tatuando la schiena.

Si, un tatuaggio!

Abbiamo deciso Percy, Nico di Angelo ed io –diciamo che Percy ed io abbiamo deciso, Nico è più qualcosa tipo ‘stato costretto’, anche se costringere il figlio di Ade è impossibile, si è convinto alla fine- che un tatuaggio fosse una buona idea e ognuno si è fatto disegnare sul corpo i simboli del proprio genitore divino.

Sulla mia dalle scapole partono due ali bianche che vanno fino ai gomiti e una piccola corona dorata sulla nuca.

Percy ha optato per un tridente che gli percorre quasi tutta la colonna vertebrale e a dieci centimetri dal coccige un occhio simbolo dei ciclopi.

Nico ha deciso di tatuarsi una colonna vertebrale e delle costole –per il tatuatore sarà stato facile disegnarle sopra le sue visto quant’è magro!- e un cuore rosso sangue –non un cuoricino ma il vero cuore umano- disegnato sulla destra.

Considerando che abbiamo avuto il benestare delle nostre ragazze e Nico della sorella –oh sì, ha davvero dovuto aspettare che Hazel approvasse il disegno- , abbiamo deciso di dedicarci subito ai tatuaggi prima che succedesse qualcosa –o la paura ci fermi, ma non l’avrebbe mai ammesso nessuno di noi-.

Mi alzo dal lettino e raggiungo dolorante i miei due amici: Percy che parla a non finire e Nico che fissa avanti a sé annoiato.

Il tatuaggio è fatto con la magia per cui guarirà in meno di un paio d’ore, ciò non toglie che sia stato fastidioso da sopportare.

“Jason, hai finito? Andiamo?” sorrise Percy.

“Era ora!” sbuffò Nico “non ne posso più di stare qui!”

Annuì e salutammo il tatuatore.

Il ritorno al campo fu tranquillo, per quanto ascoltare Percy raccontarci dei suoi progetti con Annabeth –il viaggio nel Tartaro li aveva legati ancora di più- e cercare di non far deprimere Nico –o impedirgli di scappare- possa essere tranquillo.

Ritornammo quando il sole stava tramontando, appena in tempo per evitare una sfuriata da una delle ragazze.

Quella era un serata speciale: i due campi erano riuniti a campo mezzosangue e avremmo festeggiato l’alleanza tra i nostri diversi campi.

Il fuoco era acceso in mezzo al campo e molteplici persone in arancio e viola correvano da una parte all’altra per rendere tutto perfetto.

Percy si diresse verso Annabeth che urlava ordini a destra e a manca.

Nico invece scomparve nella sua cabina, prima che lo fermassi.

A volte mi dava preoccupazioni quel ragazzo, insomma non permetteva a nessuno di essere suo amico.

Ma ce l’avrei fatta a dimostrargli che lo consideravo un amico –anche se agli inizi, ammetto, ero un po’ spaventato da ciò che sapeva fare-.

Raggiunsi Piper e la baciai rapidamente.

“Come sta andando?”

“Benissimo. Siamo tutti in fibrillazione!” mi sorrise e io mi sentì meglio.

Starle accanto era tutto ciò che più desideravo.

Lei ridacchiò. “Se mi stai così appiccicato non riuscirò a finire il mio lavoro.” Il tono in cui lo disse era basso e suadente e io desideravo tanto fossimo soli.

“Eh-ehm. Mi spiace rompere questo quadretto idilliaco, ma la cerimonia sta per iniziare.”

Reyna ci stava guardando con calma, per nulla imbarazzata.

“Ehm grazie Reyna.” Mi staccai da Piper e la seguii.

Passammo accanto la cabina di Efesto e sentì delle urla.

“Ma cosa sta?”

“La vita di coppia tutta romantica come la tua non funziona per tutti, a quanto pare il tuo amico ripara tutto e la sua ragazza semi divina adorano ascoltare le loro voci litigare.”

Trattenni a stento un sorriso. “Come stiamo diventando simpatici!”

“Lo sono sempre stata o non lo ricordi più?”

Mi rivolse un accenno di sorriso. “Bene. Chiama il tuo amico fiammeggiante e raggiungici all’anfiteatro.”

La guardai andare via ed entrai nella cabina 9.

“Leo? Calipso?”

Li trovai uno di fronte all’altro intenti a litigare, come solo una coppietta può fare.

C’era da dire che Calipso si era adattata in fretta alla vita nel campo: indossava già la maglietta arancione e dei jeans e aveva subito legato con Piper e Annabeth, pure con Nyssa –con la quale si divertiva a prendere bonariamente in giro il povero Leo-.

Aveva deciso di stabilirsi nella cabina 9 dove stava imparando i lavori manuali che parevano piacerle tanto.

“Leo, è una idea stupida!”

“No, è la migliore idea di sempre!!”

“Grr. Ascoltami! Ci sono troppe cose che non funzionano!”

“Sei nuova non puoi capire.”

“Non trattarmi da stupida!”

“Ehm ragazzi?”

“Cosa?” si girarono all’unisono verso me.

“Dovremmo andare. E’ ora.”

Calipso si girò e si pettinò i capelli in silenzio, mentre Leo usciva dalla cabina.

Spostai lo sguardo e decisi di seguire Leo per parlargli.

Mi affiancai a lui alla porta. “Allora” feci una pausa “come va?”

“Oh benissimo: la mia vita è tornata quella di sempre, la mia ragazza è arrabbiata con me 24 su 24 e non posso neppure mettere in pratica il mio genio!” disse con sarcasmo.

“Quale idea avresti?”

Leo rimase in silenzio per un po’. “Lasciamo perdere.”

Cambiai tattica. “Calipso vuole solo che tu non faccia cose stupide e ti faccia male. E’ preoccupata per te!”

Leo abbassò lo sguardo. “Lo so. Sono felice di questo infatti.”

“Quindi mi prometti che metterai da parte il progetto?” Calipso era sulla porta e lo guardava seria.

Leo annuì e Calipso lo abbracciò e gli stampò un bacio.

“Uno stupido! Di tutti gli eroi mi innamoro del più scemo!” disse ridacchiando.

“Hei miss raggio di sole, te l’avevo detto che nessuna poteva resistermi!” le sorrise.

E un altro pericolo mortale è scampato!

Dall’anfiteatro venivano grida di gioia che mi fece capire che eravamo tanto tardi.

“Dai che siamo tardi!”

Ci incamminammo e loro rimasero nella metà arancione e io nella mia viola.

Chirone con accanto Lupa salirono sul palco.

“Benvenuti campeggiatori! Vogliamo solo dirvi, prima di dare il via ai festeggiamenti, un paio di cose.”

Ci fu un boato da parte del pubblico.

“Si, ragazzi, ancora un attimo. Vorremmo chiamare sul palco i sette ragazzi che hanno permesso questa cosa. Su venite su! Credo vi spetti un applauso.”

Sorrisi e salì con gli altri e tutti ci applaudirono.

Parevano tutti felici –le cicatrici erano ben nascoste dentro di noi più che fuori- e niente sembrava rovinare la cosa.

Presi la parola. “Aspettate! Ci sono altre persone da ringraziare, ma soprattutto vorrei che faceste un bel applauso per Nico di Angelo.”

Lui mi guardava con le guance macchiate di rosso e lo sguardo omicida. Gli sorrisi facendo il finto tonto.

“Dai vieni su!”

Lui non parve muoversi, ma mi vennero in contro gli altri sei incitandolo a salire –e Will Solace che lo costrinse ad alzarsi-. Di malavoglia Nico si alzò e salì le scale.

L’anfiteatro era silenzioso e lui ci diede uno dei suoi sguardi gelidi.

Allora Reyna –seguita breve distanza da Will- si alzò in piedi e iniziò ad applaudire e con uno sguardo da ‘se non lo fate, finisce nel sangue’ gli altri del suo campo la seguirono e così anche i nostri.

Nico rimase lì stupito dalle acclamazioni che stava ricevendo, iniziò pian piano a sorridere.

All’improvviso però tutte le luci si spensero.

“Cosa..?”

Una figura di terra si alzò dal terreno.

“Bravi mezzosangue!” la figura applaudì.

“Gea?”

Ma come poteva essere.

“Questa sarà l’ultima volta..” detto ciò colpì Nico in pieno petto.

Una spada nera come la sua che grondava uno strano liquido bianco gli trapasso il petto da parte a parte.

La spada scomparve e Nico cadde a terra.

Hazel corse da lui mentre gli altri correvano verso Gea che scomparve nel terreno.

“E’ vivo? Nico!”

Hazel sollevò lo sguardo pieno di dolore.

“Nico.. Nico è..”

Sapevo come continuava la frase.

In quel momento si aprì un buco nel terreno da cui delle mani nere lo afferrarono e se lo portarono via.

Era successo talmente in fretta che nessuno reagì per un po’.

Il buio era talmente tanto denso che nessuno vedeva nulla.

L’unico rumore erano i nostri respiri e i singhiozzi di Hazel.

Mi portai le mani sulle guance, erano bagnate.

Avevamo avuto una perdita alla fin fine.

Questa guerra aveva causato troppo dolore.

E ora dovevamo venirne a patti.

 

 

Moira

 

2034. Campo mezzosangue.

 

Il sogno era iniziato tranquillamente.

Stavo raccogliendo dei fiori sulla collina mezzosangue per mia madre, erano i suoi preferiti, quando una figura incappucciata dall’aspetto chiaramente femminile mi si presentò davanti.

“Il tempo è cambiato. Ora la maledizione dell’eroe si abbatterà sui suoi figli più forti. Impediscilo mezzosangue! Trova ciò che la morte può offrire alla vita.”

Poi il cielo si è oscurato, il mare che vedevo da lontano si era ingrossato e la terra emanava delle leggere vibrazioni. La figura era scomparsa.

Mi voltai verso il campo e vidi che tutto era in fiamme.

Corsi giù per la collina per raggiungere i miei fratelli, ma non c’era nessuno tranne tante magliette arancioni e viola che si bruciavano.

Una vampata mi avvolse, ma non era solito fuoco: era fuoco fatuo.

Cercai di calmarmi ma mi ricordai i fuochi fatui che era la combustione di metano e fosfato dovuta alla decomposizione dei corpi organici.

Decomposizione di corpi organici!

Un attacco di nausea mi assalì e mi spinsi lontano le fiamme verso la spiaggia.

Lì presi a respirare pesantemente finché il cielo non iniziò a fulminare accanto a me e il mare aveva delle onde così alte e potenti che mi colpivano alle gambe.

Dalla terra del frattempo si aprivano dei crateri in cui mi pareva si muovessero delle ombre.

Indietreggiai spaventata finché non sentì due mani afferrarmi: la mia stessa ombra mi teneva ferma e mi copriva gli occhi.

Mi divincolai e mi ritrovai in una stanza piena di specchi.

Una figura comparve in tutti.

Era un ragazzo della mia età potevo vedere i suoi capelli neri, ma mi dava la schiena.

Era senza maglietta.

“Mandala da me.”

Sulla schiena aveva delle cicatrici scure..?

No.

“Lei deve restare con me.”

Era una specie di tatuaggio, ma era sfuocato. Vedevo dei segni neri sulla colonna vertebrale.

“Bianca deve raggiungermi nel luogo dove il tempo non esiste.”

Era un cuore quel tatuaggio che aveva sulla schiena?

“Bianca.”

Il ragazzo diventava sempre più sfuocato, ma la sua voce più forte nella mia testa.

Faceva male.

“Bianca!”

Gli specchi si spezzarono e si conficcarono nella mia carne.

Mi svegliai di soprassalto urlando fuori tutto l’ossigeno che avevo in corpo.

 

 

* 2014 perché il prossima anno esce ‘Blood of Olympus’ l’ultimo libro della saga di ‘eroi dell’Olimpo’, quindi ho pensato di usare l’anno corrente della fine della guerra.

Si, non ha senso, ma ormai resta così!

I tatuaggi:

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E sono qui con una nuova long.

Mentre tutti ci chiediamo “perché lo fai?”, io vorrei chiedervi una cosa.

Vorrei evitare che tutte le recensioni che mi lasciate siano sul genere “hai ucciso Nico!” perché allora vuol dire che non avete letto bene la storia.

So che è piuttosto arrogante, ma fatemi questo piacere.

Bene, direi che come inizio non fa capire nulla, infatti per arrivare alla vera storia dovrete aspettare i primi cinque capitoli in cui collego gli elementi.

Se voleste lasciare un commento per dirmi cosa ne pensate, sarebbe carino.

Prossimo capitolo tra due settimane.

Ley

Ps. Per chi segue ‘isola’ esce domani sera.

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Capitolo 2
*** Vent'anni nel futuro ***


 

Capitolo 1: vent’anni nel futuro.

 

Moira

 

2034. Campomezzosangue.

 

Dopo aver svegliato tutta la cabina in cui vivo, i miei fratelli –che si dimostrano sempre comprensivi con le vie.. Ehm.. Visioni, diciamo- mi hanno portata nella Casa Grande dove Chirone –si c’è ancora lui!- mi ha accolta preoccupato mentre Mister D non proprio entusiasticamente.

“Maria Ruby, senti non è che potresti controllare le visioni?”

“Moira Emerald, prego. Moira Emerald Dare.”

“Su su, ragazza. Sono dettagli che si scordano facilmente!” mi disse con movimento noncurante della mano.

“Anche io potrei dimenticare dettagli di profezie che riguardano lei con la stessa facilità.”

Gli sorrisi dolcemente.

Voleva la guerra, dannazione l’avrebbe avuta!

“Senti M..”

“Ok, basta.” Chirone si frappose tra di noi porgendomi una tazza fumante di tisana. “Vuoi parlarci di cosa hai visto, Moira?”

Annuì, bevvi un sorso e ripercorsi il sogno.

“Ero sulla collina mezzosangue, raccoglievo fiori per mamma, quando è apparsa una donna.. O ragazza.. Un figura femminile, insomma. Mi ha detto che la maledizione dell’eroe si abbatterà sui suoi figli più potenti e che bisogna trovare ciò che la morte ha da offrire alla vita.”

Bevvi un altro sorso con calma.

“Poi è scomparsa e il campo andava a fuoco. Ma era fuoco fatuo. Sono scappata verso la spiaggia dove il mare, il cielo e la terra cercavano di.. come catturarmi. E..”

Non dire nulla..

Deve saperlo solo Bianca..

La voce del ragazzo era nella mia testa di nuovo.

Mi irrigidì.

Si quella parte andava taciuta.

Chirone e Mister D mi fissavano.

“..E poi le ombre mi hanno catturata e io ho urlato.”

Mi portai alla bocca la tazza per non far notare il tremore che mi invadeva.

Dove avrei trovato Bianca?

Ma soprattutto chi cavolo era Bianca?

Chirone mi osservò ancora un po’.

“Domani mattina manderò Annabeth a cui dovrai raccontare di nuovo la profezia.”

Annuì felice che fosse lei.

Era una degli insegnanti migliori al campo e se non fosse che mamma mi manda sempre a scuola a New York, resterei più che volentieri qui a studiare con lei.

“Probabilmente porterà pure Luc.”

Feci una smorfia involontaria. Odio Luc.

“Va bene.” Esitai. “posso andare?”

“Si, va’ pure. Cerca di dormire. Grazie per le informazioni.”

“Sono l’Oracolo del campo o no? Questo è il mio lavoro. Notte.”

Uscì dalla stanza.

Sperai che non avessero dubbi sulla mia versione.

Era difficile tacere a volte.

Tornai alla cabina 7 e trovai i miei fratelli di nuovo a dormire. Il mio se ne era andato da mo, quindi uscii in riva al mare con il blocco e una scatola di pastelli.

Mi sedetti sulla sabbia e iniziai a dipingere il mare.

Questo mi aiutava sempre a fare chiarezza tra i miei pensieri.

Ok, allora abbiamo una dea che non mi è mai apparsa in sogno –se era una dea-, una maledizione che sarebbe stata la spada di Damocle sulla testa dei semidei più forti –chi erano? Io? Ero una delle migliori al campo attualmente- e un ragazzo dai capelli scuri con un tatuaggio terrificante che vuole che dica a Bianca di andare di raggiungerlo dove il tempo non esiste –ma chi sono Cupido? Non aiuto la gente a fissare appuntamenti, non senza che mi paghino almeno!-.

Ci avrei pensato con calma.

Forse Annabeth avrebbe avuto un’idea.

Certo, se non si portava dietro Luc era meglio, ma, insomma, quale madre lascerebbe a casa il figlio.

Poi domani c’è l’annuale festa tra i campi e lui doveva esserci sicuramente.

Se volete proprio saperlo Luc assomiglia molto alla madre fisicamente –stessi capelli ondulati biondi e gli occhi grigi (anche se i suoi sono più scuri)- ma di carattere proprio no.

Annabeth è simpatica e intelligente, lui solo noioso e sapientone.

Il sole intanto era sorto da un pezzo e le mie mani scorrevano sulla carta.

Sbuffai infastidita.

“Con chi ce l’hai oggi?”

Killian Scott, capo cabina della casa di Ecate, era alle mie spalle, apparso come sempre per magia –da notare l’ironia della cosa-.

“Giorno Killian. Diciamo solo che ho avuto una visitina notturna da parte di una qualche missiva da parte dei nostri amati genitori che ci dicono che moriremo tutti.”

“Povera piccola ultima figlia del sole. Non ti invidio!”

Se ve lo steste chiedendo: sì, sono davvero l’ultima figlia del sole.

Avete presente Apollo? Si, il biondino ventenne che scrive haiku.

Ebbene lui e mia madre Rachel Elizabeth Dare –giusto per confermare i vostri sospetti su chi sia mia madre- hanno avuto una relazione da cui sono nata io, Moira Emerald Dare, il più potente oracolo degli ultimi anni.

Insomma dalla mia nascita mio padre non ha più avuto altri figli.

Si, in entrambi i campi non ci sono nuovi figli di Apollo da 15 anni a questa parte.

Penso sia il modo di papà di dimostrare un contorto e bizzarro amore per mamma.

“Quando mai non dovremmo morire?” chiese ironico.

Killian era uno dei più bei ragazzi del campo: pallido, bel fisico –si guardo anche quello-, capelli rosso scuro, ma talmente scuro da sembrare nero e gli occhi neri dalle pagliuzze argentate che paiono un cielo stellato.

“Ogni altro giorno.”

“Cosa hai visto?”

Scrollai le spalle e osservai il mare. “Una dea o apparizione mi ha comunicato che i più forti semidei passeranno un brutto quarto d’ora.”

“Sei preoccupata per te?”

“Si.” Mi voltai a guardarlo. “E per te.”

Lui come me era uno dei più dotati figli del campo.

Killian mi prese la mano e la strinse e io appoggiai la testa sulla sua spalla.

Non riuscivo a capire se fossi amici o altro.

Dei, perché ci penso? Dovrei essere un oracolo vergine, non posso pensare ai ragazzi.

“Dare! Sei qui! E’ da un po’ che ti stiamo cercando!”

Mugugnai irritata.

“Ciao Jackson!”

Luc Jackson era alle mie spalle con aria spazientita e la sua maglietta viola.

Quanta voglia di prenderlo a schiaffi!

“Salve Moira.”

Accanto a lui c’era Elenia Luna Ramìrez-Arellano, l’augur di Campo Giove.

“Salve Elenia!”

Spostò lo sguardo su Killian e gli sorrise dolcemente.

“Sono Elenia, l’augur di Campo Giove, piacere.”

“Killian Scott, capo cabina di Ecate.”

Ero vagamente –ma solo vagamente eh!- gelosa della cosa.

Elenia era alta, molto bella con la sua pelle olivastra da portoricana della madre –Reyna Avila Ramìrez-Arellano-, i lunghi capelli scuri e gli occhi ghiaccio –l’unico aspetto del padre sicuramente, di cui Reyna non vuole fare il nome-.

Notai che neppure Luc non era felice di questa amicizia.

Eravamo d’accordo su qualcosa almeno!

“Hei Luc! Elenia! Siete già qui! Tua mamma ti sta cercando.”

Andy si avvicinava con quel suo passo mezzo saltellante e sorridente.

Lui era un satiro. Aveva i capelli lisci legati in un codino color delle foglie d’autunno e gli occhi dorati.

“Sarà meglio tu e Moira vi spicciate, ha detto qualcosa di minaccioso su voi due e tanto lavoro da fare.”

“Andiamo!” dissi perentoria e mi incamminai rapida.

Annabeth non è una persona contro cui mettersi.

La Casa Grande dove una bella donna dai capelli biondi e l’aria da californiana ci squadrava coi suoi occhi grigio tempesta.

“Siete qui!”

Ci fece entrare rapidamente e notai c’erano gli altri insegnanti – Percy Jackson (ovviamente il marito di Annabeth), Clarisse La Rue, Lou Ellen (che richiamò a sé Killian), Butch, i gemelli Stoll, Leo Valdez, Wil Solace (il nostro insegnate di tiro con l’arco), Miranda Gardiner-, più gli ospiti del campo Giove - Jason Grace, Reyna, Hazel e Frank Zhang-.

Più accanto a loro c’erano i giovani capi cabina di tutte e diciassette le cabine –escluso per la prima, la seconda, la terza, l’ottava e la tredicesima che erano vuote-.

Non ci sono un po’ troppe persone per sentire una misera profezia.

Ok, forse misera profezia è un po’ sbagliato da dire visto che preannuncia morte, ma serviva che Chirone chiamasse tutti tutti?

“Ed ecco qui la nostra Maria Ruby! Racconta ragazza.”

Ma ha l’alzheimer quest’uomo?

“Moira Emerald!” ribeccai.

“Se se.” Mi liquidò così.

Mi sedetti sulla sedia che era stata preparata per me. Presi un profondo respiro.

Sono definita il più grande oracolo perché a differenza dei precedenti posso richiamare le profezie a mio piacimento.

Sentii le mie membra diventare pesanti e leggere al tempo stesso.

Sentivo il potere scorrere nelle vene.

“Gli eroi più forti nel dolore cadranno,

l’amore nessuno salverà,

la vecchia maledizione dei figli avranno,

e il sangue degli affetti non vivrà.”

Sentì il mio corpo come sottacqua e appena l’energia sparì scattò cercando aria.

La testa era ancora pesante. Strano!

Intanto sentivo che qualcosa non tornava.

 

Luc

Moira Emerald Dare era una delle persone più insopportabili che io conosca, ma ammetto che quando parla delle profezie acquista ai miei occhi un certo rispetto.

Con quei capelli color raggi di sole e luna ricci, la pelle traslucida appare una creatura soprannaturale. Le uniche note di colore sono le efelidi sul viso e gli occhi verde smeraldo, che sono più scuri persino delle sue ciglia bionde e creano un contrasto affascinante.

Però continuo a chiedermi perché usino lei, quando Elenia potrebbe predire la stessa cosa!

Le sfioro la mano e lei si volta a rivolgermi un rapido sorriso, immersa com’è a pensare alla soluzione per la profezia.

Sento mia madre discutere con mio padre sul fatto che dobbiamo proteggere i mezzosangue più forti dei campi.

E’ una profezia di morte, ovviamente.

“Penso che” presi la parola “si riferisca più che alle persone accanto a questi eroi più forti, perché dice che gli affetti non si salveranno e non che gli eroi moriranno.”

Io ero qui solo per la mi intelligenza, e lo sapevo.

Dovevo meritarmi il posto.

Vivevamo a Campo Giove perché lì possono abitare i figli dei mezzosangue e per quanto mio padre e mia madre siano i salvatori del mondo non ci sono sconti.

Io non sono un mezzosangue.

Né le mie sorelle né Elenia né gli altri figli dei salvatori del mondo.

“Poi trovo strano l’utilizzo di eroe e non mezzosangue come invece è solito.”

Essere figlio di una delle figlie di Atena di sempre mi aiuta, essendo io uno delle persone con un QI più alto nella stanza.

Un rumore attirò lo sguardo di tutti verso Moira.

Era in piedi con la sedie caduta a terra alle sue spalle.

Il corpo aveva una postura strana, sembrava sorretto da fili invisibili come un burattino.

Questa volta la sua voce non era la solita.

“il cielo piange,

il mare tempesta

e la terra inghiotte tutto,

oh sfortunati figli impedite che

il sangue macchi gli eroi.

La punizione li ucciderà,

perché la loro anima venduta sarà

a chi pegno pagare non potrà.”

Oscillò pericolosamente avanti e indietro, sostando col movimento i capelli dal viso e mostrando due occhi neri.

Killian Scott corse verso di lei e la afferrò, mentre stava per crollare a terra. La stava richiamando e aiutando a respirare regolarmente. Chirone si avvicinò loro e poi il ragazzo la portò fuori.

Probabilmente la portava alla sua cabina a riposare.

Tutti nella stanza intanto parlavano contemporaneamente.

Quindi Elenia avanzò sicura e si appoggiò al tavolo, posandovi un orsacchiotto di peluche ed estrasse il suo coltellino rituale.

Nella stanza era tornata la calma.

Sentire il parere era scontato visto la continuazione della profezia.

Sventò il peluche e fisso il suo interno.

“Se non si ferma questa maledizione che colpisce tutti gli eroi più forti, il mondo verrà devastato da cataclismi.”

La sua voce era alta e chiara.

“Se questi eroi compieranno il loro destino, sarà la fine.”

Li vidi tutti molto pensierosi.

“Potrebbe trattarsi di nuovo di Gea.”

“Oppure dei titani.”

“Ma li abbiamo sconfitti.”

“Forse le porte della morte si sono riaperte?”

“Ma no. impossibile!”

La confusione non mi aiutava a pensare, uscì e mi stupii di vedere lì fuori seduti Killian e Moira.

“Non sei tornata in cabina?”

Sollevò lo sguardo stanco ma irritato “Si, sono in cabina, questa è solo un’illusione!”

Irritato mi voltai e notai un gruppo di persone che conoscevo –fin troppo bene!- sbirciare attraverso la finestra.

“E voi che diavolo fate?”

Il gruppo scattò spaventato.

“Oh.. Ehm.. Ciao fratellone!”

“An!! Cosa state facendo tu e gli altri?”

Mia sorella minore sorrideva imbarazzata.

An era piuttosto alta, dai capelli neri come quelli di papà e degli occhi incredibili: erano sì come quelli di nostro padre color verde mare, ma a seconda del suo umore cambiava la sfumatura della tonalità –ad esempio se era furiosa diventavano blu scuro violacei, se era curiosa verde acqua chiaro o quando era dolce di un bel azzurro lillà-.

Accanto a lei c’erano Merry Grace con la sua testa metà rasata e metà no dai lunghi capelli lisci e biondo castani e gli occhi verde blu e la sua solita aria annoiata. Poi i gemelli Hope –il cui vero nome è Esperanca II – e Tony Valdez: hanno in comune solo gli occhi neri fiammeggianti e la pelle classica del latini, lei ha i capelli fino le spalle color caramello misto cannella ed è piccola e formosa –ha solo 14 anni poi!-, mentre lui i capelli neri ricci come il padre –ma a differenza sua ha molto successo con le ragazze-.

Ed infine col suo metro e 85 c’era Rey Zhang: pelle mulatta capelli tagliati corti neri e crespi, occhi a mandorla dorati.

“Volevamo sentire la profezia!”

“Non potete stare qui!”

“Ma ci manca solo un anno per poter entrare a far parte delle attività di questo campo, non puoi fare uno strappo?”

Visto che eravamo i figli dei sette salvatori del mondo, avevano fatto uno strappo alle regole e dopo aver compiuto 15 anni ci era concesso venire a Campo Mezzosangue o entrare nella parte interna di Nuova Roma a Campo Giove per tre mesi l’anno per allenarci coi semidei.

“No. E poi dove sono Tori e Kai?”

“Ehm li abbiamo lasciati alla cabina di Ermes.”

“Cosa? Fila da loro!”

“Ma..?”

“Sono piccoli!”

“Hanno 12 anni Luc mica 2!”

“Sono qui solo per la festa.”

An sbuffò e mi sorpassò col suo gruppetto al seguito.

“Vai da loro!”

“Se se.” Borbottò irritata.

“Alexandra Bianca Jackson fila da tua sorella!” le ordinai.

Lei mi fissò e prese a camminare rapidamente con rabbia verso la casa di Ermes.

“Tua sorella si chiama Alexandra Bianca Jackson?”

Annuì. Moira era accanto a me e mi aveva spaventato un po’.

Lei parve borbottare qualcosa e annuire tra sé.

Guardò me e Killian. “Devo andare, ci vediamo stasera!” scappò via così.

Killian, appena sparita Moira dalla visuale, si alzò rientriamo e vediamo a che punto siamo.

Lo seguì con la strana sensazione che oggi sarebbe stata infinita.

 

An

Ero furiosa con Luc!

Come si permetteva di trattarmi come una bambina? Aveva solo un anno più di me!

Avevo raggiunto la cabina coi miei amici e poi troppo irritata qual ero li ho lasciati lì a cercare di battere i figli di Ermes ad un gioco da tavolo.

Stavo girovagando da ore per il campo quando arrivai i cima alla collina mezzosangue mi sedetti sotto il pino di Thalia.

Il campo era sotto i miei piedi e pregustavo quando la prossima estate avrei potuto frequentarlo.

“Ti ho trovata finalmente!”

Sobbalzai e notai c’era l’oracolo del campo accanto a me che sorrideva.

“Ti ho cercata per ore!”

Si sedette accanto a me.

“Come mai?”

Ignorò la mia domanda. “Conosci la storia di mia madre?”

Stranita, annuì.

“Rachel Dare l’umana che è diventata l’oracolo del campo.”

“Esatto.”

“E con questo?”

“Vuol dire che chiunque può diventare qualunque cosa. Non devi per forza nascere qui e col genitore divino per essere qualcuno.”

Annuì tristemente.

Se i semidei sono discriminati, essere figli di semidei lo è ancora di più.

“Stanotte ho avuto una visione.”

“Lo so.”

“Spiare non sta bene.” Abbassai il campo colpevole “ma non ho rivelato tutto.”

La mia testa scattò rapidamente. Come?

“Vedi ho sognato anche altro. Le ombre mi hanno rapita e portata in una stanza di specchi dove un ragazzo dai capelli neri diceva che dovevo dire a Bianca di andare nel luogo dove non esiste il tempo a trovarlo.”

“Bianca? E’ il mio nome! Luogo senza tempo?”

Moira si girò verso di me e mi fissò.

“Devi partire e trovare questo posto.”

“Ci sono tante Bianca e probabilmente..”

“No, sei tu. Le cose non accadono per caso, è destino.” Ridacchiò “come dice il mio nome.”

Non so perché ma sentivo che dovevo partire che, sì, ero io che dovevo trovarlo.

“Ma il luogo..?”

“Non lo so.” Scosse il capo.

“Dovremmo chiedere aiuto.”

“No il ragazzo non vuole che siano interpellati semidei o i nostri fantomatici genitori.”

Annuì.

Avrei trovato una risposta.

Il suono di un corno ci richiamò, era ora del banchetto celebrativo.

Moira si alzò. “Ricordati quando saremo giù non potremo più parlare, ma ti dirò una cosa: il ragazzo dai capelli neri ha più o meno la mia età e un tatuaggio sulla schiena.”

Detto ciò si allontanò.

Un tatuaggio eh?

Un po’ come quello che aveva papà e il signor Grace sulla shiena.

Mi pare mi avesse raccontato che ce l’aveva anche un altro semidio..

Era..

Un altro richiamo, più forte del precedente, mi fece perdere i miei pensieri.

Ci avrei ripensato domani, avevo tempo.

Corsi già e raggiunsi la cabina di papà dove trovai Tori –Victoria Silena Jackson- e mio fratello Luc dall’aria stanca.

“Ed ecco qui la sirenetta del papà!”

Percy si avvicinò ad accarezzarmi la testa.

Voglio molto bene a papà!

E’ strano dirlo a 14 anni, ma è così. Sarà perché siamo simili, forse.

“Preparati svelta che dobbiamo andare.” Corsi in bagno e indossai l’abito azzurro che avevo portato per l’occasione.

Uscì dal bagno e seguì la mia famiglia verso l’anfiteatro.

Mamma, papà e Luca parlavano ancora della profezia, quindi Tori mi prese la mano.

“Cosa succede?”

“Il solito, Tori, devono salvare il mondo.”

“Ooh. Allora non mi interessa!”

Ci sedemmo nella parte che ci era stata riservata, ma io non seguii minimamente ciò che succedeva, troppo presa a osservare una targa commemorativa.

Per un certo Nico di Angelo.

Questo nome mi era famigliare.

Ma perché mi veniva in mente di collegarlo a ciò che mi ha detto Moira?

Improvvisamente un vento gelido si levò e spense il fuoco.

Papà si alzò in piedi e urlò “State tutti calmi!”

Gli schiamazzi scemarono un po’.

Io presi la mano di Luc e Tori dalla paura.

Era un brutto segno.

“Va tutto bene, state..” la voce di papà si spense.

Il cielo notturno era senza stelle e il buio ci avvolgeva gelido.

Papà si girò e avanzò verso la mamma.

Annabeth si alzò e raggiunse Percy che stava allungando le mani verso di lei.

“Percy..?”

Ma le mani di papà non presero la mamma come fa sempre, per attirarla in un abbraccio.

Oh no, la presero al collo.

Percy Jackson stava strangolando la sua Annabeth.

 

 

E non ho resistito a scriverlo e sono qui!

Ora la trama è un po’ più chiara.

Luc è ispirato al lato so tutto-io di Annabeth e An al lato un po’ ehm lento alla elaborazione di Percy. XD

Dovrei postare molto presto il prossimo.

Un commento me lo lasciate?

Come me li vedo:

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Mia richiesta per woaffraser su deviantart.

Ley

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Capitolo 3
*** La follia sopita ***


 

 

Capitolo 2: la follia sopita.

 

Merry

 

2034. Campo mezzosangue.

 

L’anfiteatro era gremito di gente e io ero stretta tra la mia "matrigna" e la mia "sorellastra"-non lo erano ma praticamente ero stata allevata da loro-. I posti a noi riservati erano stretti e questo mi faceva girare le pal.. Ehm le scatole alla grande – Hope mi ha fatto promettere di non dire più parolacce a gratis. Dannata piccola.. ehm-!

“Jason, il discorso lo inizia Percy, vero? O lo fai tu?”

Mio padre scosse le spalle. “Lui, Reyna, ci tiene molto.”

“Pagare ora per i proprio sbagli è tardi.”

“Reyna..”

“Pagare per quale sbaglio, Jason?” m’intromisi.

Le storie delle loro battaglie erano leggenda. Oh, chiunque le ha sentite!

Ma è interessante scoprire il torbido dietro le loro vicende.

“Merry, non chiamarmi per nome.”

Sbuffai irritata.

Lo diceva solo quando eravamo in pubblico, a casa neppure badava a me.

“Parlavamo di Nico di Angelo, Merry.” Intervenne Reyna. “Lui è morto vent’anni fa in questo giorno ed è per questo che lo ricordiamo. Lui è stato il più grande eroe di tutti.”

Adoro Reyna! E' la migliore! Cazz.. ehm, cavalo! Dove la trovo una che parla schietto e mi tratta da adulta e mi parla alla pari?

Certo, mi manca moltissimo mia madre.

Orami sono passati dieci anni da quando Piper Mc Lean-Grace è morta in una missione e io le voglio bene, ma sono stata allevata da Reyna e le sono grata per non avermi mai fatto scordare chi è mia madre e chi si è preso cura di me.

“Non avevo mai sentito parlare di lui.”

Mi passai la mano sinistra sulla metà di testa che avevo rasato.

Jason si era incazz.. ehm, incavolato nero, ma Reyna mi ha difeso.

Tutti mi dicono che sono identica a mia madre: stesso fisico tonico, stessa pelle da nativa, con i bei tratti del viso che ho ereditato da nonna Afrodite.

Ci distinguiamo solo per due cose: gli occhi e i capelli.

I miei occhi non hanno dei colori mobili come i suoi, sono principalmente blu-viola, circondati da un cerchietto di marrone-rosato e con tante scaglie verde brillante. Ricordano le piume dei pavoni.

Mentre i miei capelli sono alla radice biondi come quelli di mio padre e stranamente proseguono scurendosi in una tonalità cioccolato lunghi e lisci fino i reni.

“Non so perché tutti tacciono su di lui, ma io no.” disse Reyna con un lampo di determinazione negli occhi. “Nico merita di più! Solo Will parla di lui ormai!”

Era questo quello che mi accumunava a lei: una determinazione costante.

Ok, beh, mi accomuna pure a zia Thalia, se dobbiamo essere sinceri.

Papà riprese a parlare con Reyna e io spostai lo sguardo verso la mia "sorellastra".

“Com’è andata la riunione? Morirete tutti?”

Lei ed io andavamo d’accordo, lo ammetto. Non è sciocca, né si comporta da oca. Un po’ troppo seria e perfettina, ma è ok.

Il fatto che nessuno sappia chi sia suo padre –forse neppure lei- non sembra turbarla.

Non siamo sorelle per davvero ma essendo Jason sempre preso dai suoi doveri, in da anni vivo con Reyna ed Elenia, che considero di famiglia.

Elenia sorrise sconsolata e scosse il capo, ma poi si fece seria. “No, non so bene cosa bolle in pentola, ma mi sa che è piuttosto grave. Moira ha addirittura avuto due visioni, di cui una incontrollata.”

Feci scivolare lo sguardo su Moira Dare.

Sembrava pallida e un po’ agitata e fingeva di sorridere ai suoi fratelli.

I Valdez stavano arrivando proprio ora, con Leo e Calipso che litigavano su chissà cosa –litigano sempre e poi si baciano con passione per sancire la pace fatta, dei!, ma non è possibile che nessuno si prenda una cazz..ehm, cavolo di stanza?-, seguito da Tony e Hope che si sedettero accanto ad Elenia.

“Ciao Merry!” mi salutò allegro Tony.

Anthony Valdez era identico a suo padre, solo più bello e più muscoloso.

Mi sorrise con quel bel sorriso caldo che non posso non ricambiare –è l’unica persona a cui ricambio il sorriso, ma non fatevi strane idee!- mentre le sue mani stanno giocando con degli oggetti da cui tirerà fuori chissà cosa. Altro che Mac Gyver!

Hope intanto si sedeva facendo attenzione a non sporcarsi il grazioso abitino che indossava con chissà cosa. Ma che si aspettava da un campeggio? Non è un grand hotel questo!

“Tony! Hope!”

“Oh ciao Merry!” si sistemava le pieghette sul suo vestito “è da un po’ che non ci si vede.” Mi squadrò da capo a piedi. “Non avevi niente di meglio da metterti?” lo sguardo era leggermente schifato da mi abbigliamento.

Indossavo la maglietta viola e dei pantaloncini col pizzo e le solite scarpe da ginnastica. Ok forse non mi sono proprio impegnata, ma sinceramente è esagerato mettersi un vestito!

Lei indossava un vestitino rosa chiaro con le balze e un nastro sotto il seno.

A-do-ra-bi-le! Bleah!

Impegnarsi per chi?

Non ci vogliono neppure qui gli altri campeggiatori!

E lo so per certo.

Lo sento.

“No e non mi pare necessario, almeno oggi che siamo in ‘vacanza’” imitai delle virgolette su vacanza.

Sbuffò esasperata, come se non sapesse che farsene di me.

E io sbuffai di rimando facendole il verso.

Tony si mise a ridere.

“E’ brava però!” disse alla gemella beccandosi un pugno sul braccio, mentre batteva il cinque con me.

“Smettila Tony!”

“Ragazzi, per piacere.” Disse Elenia e Hope si calmò di colpo.

Hope adorava Elenia. Era il suo massimo. Calma, dignitosa e elegante sempre e comunque.

“Tra l’altro forse era meglio se vi nascondevate meglio per origliare questo pomeriggio.”

“Era un buon posto, se Luc non ci avesse beccati!”

“Si, non è stato bello!”

Rey Zhang e suo fratello Kai si sedettero accanto a Hope.

Gli Zhang presero posto poco più in là.

Frank Zhang faceva paura: grande, grosso e dallo sguardo deciso. Certo perfetto per spaventare, se non fosse che aveva un alto del carattere molto gentile.

Non avrebbe fatto male ad una mosca se non fosse stato necessario.

Hazel invece era l’immagine della mamma. Dal fisico morbido, un bel sorriso e un lampo d’intelligenza negli occhi dorati.

Non rappresentava tutto ciò che ci si aspetta dalla figlia di Plutone, direi.

I loro figli erano il maggiore Rey –che fa parte della nostra combriccola ‘quattordicenni-troppo-piccoli-e-sfigati’- e il dodicenne Kai –sta sempre con Tori Jackson-.

Rey era altissimo, dalla pelle mulatta e buono come il padre.

Si sedette tutto imbarazzato vicino a Hope, cosa che la fece leggermente arrossire –ok, era leggermente, me è pur sempre arrossita-.

Lui e Kai avevano poco in comune a parte la pelle mulatta e l’altezza.

Rey aveva gli occhi a mandorla dorati e i capelli nerissimi e crespi che portava sempre corti, mentre Kai gli occhi grandi e neri e i capelli lisci color toast come la madre.

Tony ed io ci scambiammo uno sguardo d’intesa per la scenetta tra Hope e Rey, dopo li avremmo torturati fino allo sfinimento.

In quel momento arrivarono anche i Jackson con Annabeth e Percy che presero posto accanto a mio padre e Reyna e poco più in là Luc –che salutò Elenia e ignorò il resto di noi-, An –che pareva assorta in altri pensieri- e Tori la più piccola che ci salutò con la manina.

Gli occhioni grigi erano gentili e allegri e i capelli neri mossi legati in due codini bassi.
Era la mascotte del gruppo.
Tutti la adoravamo!

Stavamo per iniziare finalmente.

Chirone e Lupa si stavano preparando a parlare davanti al fuoco che veniva considerato sacro.

Poi un vento improvviso lo spense.

Cosa?

Portai la mano a Katoptris –Jason me lo lasciava tenere-.

Sentii la voce di Percy urlare per sovrastare il casino che facevano gli alti “State tutti calmi!”

Le oche smisero un po’ di schiamazzare.

Sentii Elenia irrigidirsi al mio fianco.

Percy era in piedi accanto alle braci spente. “Va tutto bene, state..”

La sua voce era scesa di tono, come quando spegni la radio lentamente.

Mi accorsi che non c’erano luci da nessuna parte e la notte era senza luna.

Eppure doveva essere luna piena?!

Annabeth si alzò e raggiunse Percy che era immobile da un po’.

“Percy..?”

Con scatto fulmineo Percy strinse le mani attorno la gola di Annabeth e iniziò a stringere.

Tutto parve immobile.

Scattai in piedi. “La ucciderà! Fermatelo!”

Chirone avanzò a fermarli e riuscì a trattenere Percy.

‘Voltati!’

Non so di chi fosse la voce che sentii, ma feci come mi era stato detto e per poco non rischiai di morire.

Jason, mio padre, aveva impugnato Ivlivs *, la sua spada d’oro e aveva tentato di colpirmi.

Aveva tentato di uccidermi.

Mio padre.

Ero sconvolta!

Reyna i frappose in fretta tra noi prima che il secondo fendente mi colpisse.

“Merry. Ora scappa!” mi disse mentre tentava di bloccare Jason.

Mi mossi in fretta e presi la mano di Elenia per allontanarci, solo allora mi accorsi: non solo Percy Jackson e Jason Grace erano impazziti, pure Hazel Lesquez stava cercando di colpire suo marito e i suoi figli.

Il terreno sotto i nostri piedi prese a tremare, il cielo a riempirsi di fulmini e di vento e il mare si stava ingrossando molto rapidamente.

“La profezia si realizza. La profezia si realizza. Oh dei, perché?”

Cos’era che diceva?

Ah si, i più grandi eroi finiranno preda della loro follia.

Ora era ovvio, non i semidei normali, ma i loro eroi erano preda di una maledizione in cui cercavano di uccidere le persone che amavano di più.

Era mostruoso!

Percy era ancora trattenuto da Chirone e Hazel se la vedeva brutta contro suo marito.

Molto semidei erano scappati.

Ma io rivolsi il mio sguardo a mio padre.

I suoi occhi erano totalmente neri.

Reyna non poteva combattere per sempre e io dovevo dimostrare che non aveva cresciuto una ragazzina indifesa.

Scattai in avanti e schivai sia il colpo che aveva fatto cadere Reyna e mi fermai di fronte a mio padre.

Avevo le lacrime agli occhi.

“Mi dispiace papà.”

Ingaggiammo un breve combattimento, ma sapevo che per quanto lui fosse forte, io avevo un vantaggio: conoscevo il suo tallo d’Achille.

Così schivai il colpo e mi mossi alle sue spalle.

‘Non colpirlo a morte, fagli solo perdere i sensi.’

Lo colpii quindi con il manico di Katoptris ala collo, sul punto in cui ha tatuata la corona e lui cadde a terra.

Ma prima di farlo aveva pronunciato una frase che mi lasciò ferma immobile anche mentre Leo Valdez usava delle manette speciali per bloccare mio padre.

“Non volevo ucciderti Piper”

Cosa?

No, no aveva senso. Jason amava Piper con tutto sé stesso.

Non poteva averla uccisa, giusto? Giusto?

Sentii una mano sulla mia spalla. “Stai bene?”

Lo sguardo scuro di Reyna mi scrutava in cerca di ferite.

Annuì meccanicamente.

“Sei stata sconsiderata, osserva meglio il tuo avversario.” Mi disse seria. “Ma sono felice tu stia bene e ti ringrazio.” Mi abbracciò.

Mi misi a piangere, mentre Reyna mi accarezzava i capelli.

“E con questo siamo a due, ora dobbiamo fermare solo Percy!”

Hazel era a terra con accanto la sua famiglia.

“E cosa aspetti Valdez? Va’ a fermarlo!”

Rimasi lì e non osservai come fermarono Percy Jackson, ma sapevo ce l’avevano fatta.

Lupa si avvicinò a noi. “E’ una disgrazia. La profezia si è avverata e ora non potrete più restare vicino a Jason finché non sapremo cos’è.”

“Perché?” lasciai le braccia di Reyna e sfidai con lo sguardo Lupa.

“Gli eroi più forti nel dolore cadranno,

l’amore nessuno salverà,

la vecchia maledizione dei figli avranno,

e il sangue degli affetti non vivrà.

Come credi finirà con una maledizione così?”

“Esiste un modo.”

Elenia comparve accanto a noi.

“Lo troveremo.”

Lupa sbuffò. “Se vi piace crederlo. I figli dei tre pezzi grossi caduti così in basso da venir risucchiati dalla loro follia.”

Un’illuminazione folle mi passò per la testa.

“Lupa aspetta!”

“Cosa?”

“Zia Thalia! E’ con le cacciatrici si, ma è pur sempre la sorella di papà!”

Annuì. “Chiamerò subito per controllare che stiano tutti bene?”

Ci fu un po’ di trambusto poi e io non ricordo molto – scoprii poi essere passate diverse ore- a parte quando mi ritrovai in infermeria con Hope, tra il mio letto e quello di An –che fissava il vuoto-, che piangeva.

“E’..E’ stato orribile!” singhiozzava.

Pensa un po’ a viverlo in prima persona, Hope avrei voluto dirle, ma non ne avevo la forza e osservai le altre persone nella stanza.

Accanto a me c’erano An, Luc e Tori che sembravano non capire che fosse successo e dall’altro lato gli Zhang che non sapevano come impedirsi di correre da Hazel per vedere come stava.

Reyna entrò nella stanza seguita da Elenia e Moira Dare.

“Allora ho trovato quello che mi hai chiesto Annabeth.”

Annabeth era seduta di fronte a noi con aria stremata, ma sollevò lo sguardo con vana speranza. Accanto a lei si avvicinò Frank e Leo con Calipso.

Ignorarono noi bellamente.

“Cosa dice?”

“Non sono i primi eroi a cui capita. Ercole impazzì e sterminò tutta la famiglia e poi dovette compiere le dodici imprese per redimersi.”

“Pff, pensano che non abbiamo fatta abbastanza, dannazione! Il Tartaro ho attraversato, dei, il Tartaro!”

“Ma noi possiamo impedirlo.” Elenia fece un passo verso di lei. “Non hanno compiuto la profezia: voi siete vivi! Il che ci dà un po’ di vantaggio su chi ha lanciato la maledizione.”

“Se no?” disse Annabeth sprezzante. “Non potremo più rivederli o loro cercheranno sempre di ucciderci?”

Elenia parve a disagio, ma annuì.

Annabeth si lasciò andare in una risata cattiva che si concluse in un bel pianto, mentre Frank e Leo la misero le mani selle spalle per confortarla.

Mia madre avrebbe saputo cosa fare.

Però lei è stata uccisa da mio padre. Che la follia l’avesse già preso anni fa?

Moira scostò Elenia e si piazzò davanti ad Annabeth. “Ora basta piangere, figlia di Atena. Tu, Frank Zhang e Leo Valdez resterete qui ad occuparvi della ricerca sui libri.”

Annabeth sollevò lo sguardo confusa.

“Elenia ed io dobbiamo partire.”

“Cosa?”

“Si, andremo noi a parlare con gli dei.”

“Io non sono..”

“Figlia di divinità? Lo so! Ma sai pure tu che deve esser così, no?”

Elenia annuì.

“Partiremo con il satiro Andrew Yellowfield, Killian Scott, figlio di Ecate e” si voltò verso noi “.. e tu, Nico Luke Jackson.”

Luc parve sbiancare.

Lo sguardo che si scambiavano sapeva di conversazione silenziosa, che terminò in pochi minuti.

“Accetto.”

Annabeth trattenne il fiato.

“Mamma va fatto.”

Moira le sorrise dolcemente. “Per ora andremo solo a New York e torneremo qui.”

Annabeth parve capire. “Si, mi fido di te.”

Reyna avanzò verso noi. “Tornate ai dormitori se non avete ferite, noi dobbiamo ancora parlare. Buona notte.”

La porta si chiuse dietro di noi.

Eravamo sconvolti.

Elenia e Luc si incamminarono con Tori e Kai.

Noi altri cinque restammo lì al freddo. Il sole stava sorgendo ormai.

Sapevo cosa sarebbe successo ora: ci avrebbero rispediti a Campo Giove senza notizie o altro con Reyna, mentre papà sarebbe stato il più lontano possibile da me.

Sospirai.

“Anche voi avete una missione.”

Sobbalzammo tutti e ci rivolgemmo a Moira Dare.

“Cosa?”

“Si, pure voi dovete partire.”

“Dove?” An aveva spezzato i mutismo. I suoi occhi erano come il mare quando il sole batte i primi raggi sulla superficie.

“Lo sai, Bianca. Nel luogo dove il tempo non esiste.” Le sorrise mesta. “Devi trovare quel ragazzo dai capelli neri e loro dovranno venire con te.”

Ok, qui mi manca un pezzo.

Un oracolo ci sta dicendo che dobbiamo partire per un posta che non si sa dov’è per trovare uno sconosciuto che ci aiuterà.

Mhm ottimo!

E poi Bianca?

Ma che cazz.. ehm, cavolo?

“Lui vi aiuterà.”

“Ok, ma come ci sguanciamo dallo sguardo di falco di Reyna?”

“Buona domanda Tony Valdez, ma credo esista una sola persona possa farlo.”

“Questo aiuta!” sbuffò.

“Non so altro neppure io, ma lui vi serve!”

‘Ha ragione, Meredith. Dovete trovarlo. Lui salverà Jason Grace.’

Ancora quella voce.

“Ma non ha molto senso?”

“Non so altro, spiacente, Rey Zhang. Dovete cercare la risposta nelle vostre storie. Non so altro”

“E così faremo!” tutti si voltarono verso me.

“Dai ragazzi! Dobbiamo aiutare e dimostrare che non serve essere semidei per essere forti. Senza offesa Moira!”

“Nessuna offesa. Andate a riposare. Nel pomeriggio partirete e dovrete conoscere la vostra meta.”

Una storia del passato eh?

“Buona fortuna eroi.” E ci lasciò lì.

“Mi pare ci abbiano scaricato tutto il lavoro o sbaglio?”

“Hope!”

“Ma è così!”

“Credo.. Credo si riferisca alle storie dei nostri genitori.” Disse Rey timidamente. “Sono le nostre storie, infondo.”

“Giusto! Mitico amico! Dai un cinque allo zio Tony”

“Fermi un po’ ragazzi!” dissi “Direi che ora non si fa nulla. Quindi andiamo a dormire e dopo decideremo il da farsi.”

“Concordo con Merry. Cammina Tony.”

Mentre andavamo a raggiungere il dormitorio, sentii il cuore gonfio di speranza.

La speranza è l’ultima morire, no?

Avrei salvato papà.

Ma una vocina dentro di me mi ricordò: Certo la speranza è l’ultima a morire, perché tu muori prima.

 

 

* so che Ivlivs è stata distrutta un po’ di libri fa, ma fingiamo che sia poi stata ricostruita.

Ok, e qui finalmente ho postato.

Abbiamo scoperto che la maledizione è simile a quella di Ercole e che non possono permettere loro di eliminare le loro famiglie.

In più sappiamo che Merry è orfana di madre e Jason si è sposato /convive (devo decidere) con Reyna e sua figlia Elenia (che no, non è figlia di Jason!).

Oh e il gruppo si dividerà e dovranno partire tutti per una allegra (non troppo!) avventura.

Cosa ne pensate?

Vi ho scioccato abbastanza?

O troppo prevedibile?

Ultima cosa grazie a tutti i lettori e commentatori!

Vi adoro!

Alla prossima settimana.

Ley

Ecco qui alcuni personaggi che ho trovato come me li immagino io:

An Jackson – non lo so ma ci sta

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Luc Jackson – Alex Pettyfer

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Merry Grace – Cara De Le Vigne

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Hope Valdez – Holland Roden

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Tony Valdez – Dylan o’Brien

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Rey Zhang – Alfred Enoch

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Moira Emerald Dare – Annasophie Robb

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Elenia Luna Ramirez Arelllano – Phoebe Tonkin

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