Buongiorno cacciatore!

di Blooming
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** She was only a girl ***
Capitolo 2: *** Hush little baby ***
Capitolo 3: *** My hero Dean Winchester ***
Capitolo 4: *** I know I’ll fight ***
Capitolo 5: *** Ramble on ***



Capitolo 1
*** She was only a girl ***



When she was just a girl,
she expected the world,
but it flew away from her reach,
so she ran away in her sleep.
(Paradise, Coldplay)
 

“No. Ti prego.” Urlò “NO! Non ho mai fatto niente di male!” L’ombra bianca e fredda si avvicinò, si piegò su di lei
“Sai cosa hai fatto.” gli sussurrò all’orecchio e le graffiò la carne



Dean era seduto al tavolo esterno della tavola calda bevendo il cappuccino e mangiando voracemente la sua crostata, aspettava Sam che tornava dopo aver pagato il conto. Vide il fratello, ormai cresciuto e con i capelli lunghi andargli in contro, sedersi davanti a lui e sbattergli davanti il giornale del giorno.
Dean fissò il quotidiano perplesso e poi guardò il fratello scuotendo un po’ la testa. Sammy sbuffò e riprese il giornale e lesse l’articolo in prima pagina
“Christopher Tucker muore sul ciglio della strada della statale in Minnesota, è il primo di altri quattro casi simili.” Sam guardò Dean ancora e poi riprese a leggere “L’ingegnere Tucker viene ritrovato nella sua macchina, ha lividi su tutto il corpo e un bell’infarto, anche se era sano come un pesce fino al giorno prima. Non c’è sangue né alcun segno di lotta. Gli altri quattro uomini vengono ritrovati nelle stesse condizioni.” Appoggiò il giornale davanti a sé
“Dici che è un caso per noi? Non dovremmo occuparci dell’Apocalisse e angeli vari?” chiese perplesso Dean mentre finiva di mangiare, si pulì la bocca con il tovagliolo
Sam sorrise e bevve un sorso dalla tazza del fratello
“Penso che più ci distraiamo da tutto questo più riusciamo ad andare avanti e quindi…” Dean continuava a fissarlo “Non lo so… ma si dia il caso che abbiamo una vecchia conoscenza ad Harmony nel Minnesota, la moglie di Christopher Tucker!” disse infine con un sorriso
Dean annuì e si alzò e andò verso l’Impala, la città distava poco più di un’ora da dove si trovavano adesso e appena salito in macchina si voltò verso Sam
“E chi è la moglie di Christopher Tucker?” mise in moto con un rombo
Sam rise ancora e alzò la musica
“Ti do un indizio! Era il 2000, Minnesota. Bionda, occhi scuri, timida e non aveva paura di calarsi dalla grondaia di casa per uscire con te!”
Dean sbandò sulla strada incredulo e poi ritornò in carreggiata
“NON CI CREDO!” urlò, rise “Ah!” alzò ancora di più la musica e accellerò facendo schizzare la macchina sull’asfalto
Sam lo guardò divertito
“Sapevo che ti sarebbe piaciuto rivedere Anamaria.”
“Puoi scommetterci!” Ma dietro la facciata sicura di sé, Dean non aveva dimenticato di come le aveva fatto male essersi conosciuti, era stata torturata e aveva rischiato la morte per colpa sua “Ho proprio voglia di dirle ciao.” Mentì al fratello
 

Entrarono nella stanza di motel e si cambiarono indossando i completi grigio scuro e nero per farsi passare da agenti dell’FBI.
Chiesero informazioni sulle vittime ai poliziotti che avevano seguito il caso e partirono proprio da Christopher Tucker, i poliziotti dissero ai due fratelli che era morto già da qualche mese e le morti avvenivano a distanza di un mese l’uno dall’altro e sempre nello stesso periodo. Ormai da cinque mesi.
Ovviamente i Winchester già sapevano tutto e sapevano che la cosa colpiva ogni tre anni.
Appena ebbero l’indirizzo di Anamaria Fisher andarono a casa sua.
Si fermarono davanti alla casa residenziale a due piani con la veranda e il portico, il vialetto di ghiaia
“Cosa le diciamo?” chiese Dean “Un ciao non basterà di sicuro.”
“Le hai detto cosa facciamo no? Saprà che siamo qui per lavoro, saremo sinceri con lei. Del tutto sinceri.” Disse Sam uscendo dalla macchina e andando verso la porta
Suonarono al campanello e aspettarono qualche secondo prima che una donna sui trent’anni aprisse la porta, aveva i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo e qualche ciocca disordinata che ricadeva sugli occhi scuri.
Guardò un secondo gli uomini davanti a lei che le sorridevano dolcemente
“Desiderate?” chiese distrattamente agli uomini ancora in completo giacca e cravatta, diede uno sguardo veloce dentro casa
“Anamaria!” disse Dean con un sorriso
Anamaria lo osservò meglio e poi sorrise e lo abbracciò impulsivamente
“Da quanto tempo!” urlò, allungò il braccio per abbracciare anche Sam
I due ragazzi la strinsero forte senza dire una parola e fu lei a incrinare il ghiaccio dell’imbarazzo
“Avete ancora l’Impala! Mi è sempre piaciuta quella macchina e anche i loro proprietari.” Gli sorrise “Stavo per mangiare del gelato, entrate ragazzi. È da un sacco di tempo che non ci vediamo, come mai siete qui?” chiese tornando in casa seguita dai Winchester
Nessuno dei due parlò e rimasero silenziosi attendendo il momento giusto di spiegare la faccenda alla vecchia amica.




Angolo autrice
Ciao a tutti!
Come promesso ecco il seguito di -Arrivederci cacciatore!- 
Spero che questo primo capitolo vi piaccia :) :) 
Un bacione a tutti!!!

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Capitolo 2
*** Hush little baby ***


Come, little children,
the time’s come to play.
Here in my garden of magic.
(Come, little children; Sarah Sanderson)
 

Anamaria li condusse in cucina e prese delle vaschette di gelato e tre cucchiai
“Vi piace vero la vaniglia e il cioccolato?” mise le due vaschette di gelato in mano ai ragazzi e poi andò verso il salotto “Dai venite, non state lì imbambolati. Se siete qui ci deve essere un motivo dei vostri, non sarete passati solo per dire ciao.”
Si sedettero, lei e Sam sul divano e Dean sulla poltrona accanto ad Anamaria. Cominciarono a mangiare il gelato un cucchiaino alla volta, Anamaria guardò Dean e sorrise arrossendo, lui la fissò scuotendo la testa e accenando un sorriso
“Perché arrossisci?” chiese perplesso
“Mh.” Lei lo guardò e sorrise trattenendo una risata “Niente.” Si voltò verso Sam “Siete cambiati ragazzi ma mi piacete sempre tanto. Come la prima volta che vi ho visto.”
Sam sorrise
“Tu come stai?” chiese mangiando un altro cucchiaino di gelato al cioccolato
“Bene in effetti.” Sorrise la ragazza in canottiera e pantaloncini, infilzò il cucchiaino nel gelato e si sedette a gambe incrociate “Mi sto per trasferire.” Sorrise e si slegò i capelli lasciandoli cadere sulle spalle
Dean smise di mangiare e la guardò teneramente ricordando quella notte di tanti anni fa
“Non voglio mentirti, siamo qui per tuo marito.” Le disse un po’ duramente e ricevendo lo sguardo severo di Sam in risposta
Anamaria li guardò e scosse la testa abbassando gli occhi al pavimento
“È morto da qualche mese, dicono che è stato un incidente ma da come sono saltate fuori le cose, la mancanza di sangue, i lividi sul corpo, ho pensato subito a qualcosa di sovrannaturale ma cosa potevo fare io?” rise dolcemente “Gli unici cacciatori che conoscevo eravate voi ma alla fine non mi importava molto della morte di Chris, se l’era cercata.” Lasciò cadere il discorso “Poi sono morti gli altri quattro uomini, tutti nello stesso modo e hanno cominciato a venirmi i dubbi ma avevo altre cose a cui pensare, faccende da fare.”  Riprese il cucchiaino e ricominciò a mangiare “Voi pensate a un fantasma o un demone?”
“Sei sicura di stare bene a parlare di fantasmi?” chiese Dean preoccupato
“Sì. Sicurissima, ho una cicatrice sulla pancia che mi fa ricordare quanto possa essere forte e poter superare ogni cosa.”
Sam le strinse la mano istintivamente e le sorrise, lei socchiuse gli occhi e lo guardò teneramente. Sam era sempre stato un ottimo amico per quel solo giorno che avevano passato insieme.
Di certo tra i fratelli preferiva Dean, con lui aveva condiviso tutto ma difficilmente riusciva a scordare che l’essere uscita con lui l’aveva cambiata profondamente, certo era cambiata in meglio ma avrebbe preferito non venire a conoscenza di fantasmi e demoni.
Mentre ricominciarono a parlare della morte di Christopher sentirono dei passi lungo le scale che portavano al piano di sopra, i due Winchester si voltarono già pronti con l’arma in mano a difesa dell’amica ma poi videro che lei era totalmente tranquilla e con uno sguardo tranquillizzò anche loro.
Nel salotto comparve una ragazzina, avrà avuto sedici anni. I capelli neri corti, una maglietta dei Black Sabbath, i jeans neri stracciati sul ginocchio e gli anfibi. Guardò quasi sbalordita i due uomini seduti accanto ad Anamaria e apaticamente, senza espressione disse
“Io vado. Dorme, ci vediamo domani.” Prese la borsa e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle
“Simpatica.” Disse Dean sarcastico “E chi era?” si voltò verso Anamaria
“Emily.” Si limitò a rispondere vaga la ragazza “Allora, stavamo parlando di Chris… fantasmi eh?” sorrise
“Già.” Disse Sam “Parlaci un po’ di lui, che ne dici?”
Anamaria aprì la bocca per iniziare a parlare ma con sguardo preoccupato guardò verso il piano di sopra, si scusò e salì chiedendo ai due di aspettarla per qualche minuto, che sarebbe tornata subito.
Dean e Sam aspettarono parecchi minuti e poi sentirono un –AAAAAH- provenire dal piano di sopra, era la voce di Anamaria e corsero sfoderando le pistole, ancora una volta.
Entrarono in una stanza dove non trovarono né demoni né fantasmi ma una mamma che teneva in alto sulla testa il suo bambino con la tutina azzurra, rideva e sorrideva, così come la donna che lo teneva tra le braccia
“An…?” chiese perplesso Dean mettendo la pistola nel retro dei pantaloni
Lei si voltò con un sorriso e strinse il piccolo al petto
“Vi presento Wade!” sorrise ai ragazzi e poi al piccolo “Il mio piccolo, rumoroso, mangione e bellissimo Wade!” il bambino si stringeva alla mamma
“Hai un figlio?” chiese Sam
“Sembra di sì, non è bellissimo?” lo cullò lei tra le braccia
“Perché non ce l’hai detto?” disse brusco Dean
Anamaria fece spallucce e superati i due senza parlare, scese al piano di sotto
“Perché non ci ha detto niente?” Dean si rivolse al fratello
“Magari perché aveva paura di come avremmo reagito.” Sam diede una pacca sul petto del fratello “Scendiamo dai.” E andarono in cucina dove si trovava la donna
Stava cullando il bambino che cominciò a piangere disperatamente, i due Winchester la osservavano fare la mamma. L’avevano lasciata in un letto d’ospedale dieci anni prima e ora la riconcentravano nel bel mezzo dell’Apocalisse a tenere tra le braccia una creaturina di sei mesi. Lei guardava il bambino con amore e affetto, con quegli occhi neri e dolcissimi che una volta osservavano i sorrisi e i volti di Sam e Dean, che osservavano un’aula di scuola, che passavano in rassegna stupidi l’Impala di John; ora guardavano il piccolo Wade che le teneva tra le piccole dita cicciotte una ciocca di capelli biondi.
Anamaria sorrise ai ragazzi e poi si avvicinò a Dean
“Lo puoi tenere un secondo per favore?” e prima che potesse rispondere glielo mise tra le braccia
Dean fissò il piccolo sconvolto, non sapeva come tenerlo e lo reggeva guardandolo a distanza
“Mica ti morde sai, forse potrebbe vomitarti addosso ma non ha ancora i denti.” Rise Anamaria accompagnata da Sam che invece si trovava a suo agio con il piccolo che gli teneva anche a lui le ciocche di capelli tra le dita, le tirava e Sammy faceva delle smorfie di dolore mentre Dean rideva per la sorte toccata al fratello.
Anamaria tornò con il telefono in mano, parlava a voce alta
“Sì, allora passi per le 6 p.m.? D’accordo! Grazie mamma. Sì lo vengo a prendere domani pomeriggio. Ti preparo le cose. Un bacione.” E riattaccò
Dean la guardò perplesso
“Mamma?” chiese con una faccia sbigottita
“Sì, mia mamma. Viene a prendere Wade questa sera, prima di partire vuole coccolarlo un po’ e visto che partiamo tra meno di una settimana le ho chiesto se vuole tenerlo questa sera, poi verrà anche gli altri giorni ma noi tre dobbiamo parlare mi sa.” Prese di nuovo il piccolo tra le braccia e andarono in salotto
Il bambino, tra le braccia di Sam aveva smesso di piangere ma come rimesso tra quelle della mamma ricominciò le urla, lei lo cullava teneramente e poi cominciò a cantargli una ninna nanna muovendolo dolcemente. Sam guardò il fratello che gli riservò la stessa occhiata stupita, non sapevano cosa dire e rimasero per degli eterni secondi in silenzio, Anamaria sorrideva canticchiando al suo piccolo e poi sorrise ai ragazzi
“Ora lo rimetto a dormire.” tornò al piano di sopra e mise il piccolo a letto, si chinò su di lui “Ricordati che papà ti ama, e anche io ti amo. Non piangere tesoro, ci sono io che ti proteggo.” E lo coprì con una piccola coperta blu
Scese le scale e tornò sul divano
“Allora ragazzi.” Sorrise “Come state? Come mai non siete con John? Mi sarebbe piaciuto rivederlo…” ovviamente non poteva sapere cosa era successo in tutti quegli anni, notò lo sguardo di Dean
“Papà… John…” disse tristemente, parlare di suo padre gli faceva sempre male
Anamaria capì subito
“Mi dispiace ragazzi. Era un bravo padre il vostro.” Strinse la mani di entrambi
“Tu cos’hai fatto in dieci anni?” chiese Sam per cambiare discorso
“Mi sono laureata in occultismo e teologia. Tutta per colpa vostra ragazzi!” rise “Ora sono un’enciclopedia vivente di fantasmi, demoni, mostri e tutto quello che c’è là fuori.” Sorrise dolcemente “Poi mi sono sposata, ormai da tre anni. Sei mesi fa ho avuto Wade ed è stato bellissimo!” rimase vaga sulla vita con suo marito “Voi invece?”
Sam sorrise nervoso
“Diciamo che siamo sotto il programma di protezione testimoni.”
Anamaria piegò la testa di lato e fissò Sammy perplessa
“Beh…” disse Dean allentandosi il nodo alla cravatta “C’è l’Apocalisse là fuori e, per farla breve, noi dovremmo fermarla.”
“A-Apocalisse?! Fermarla?!” urlò quasi la ragazza
“Sì, diventando, io, il tramite di Lucifero.” Disse Sam “E  Dean quello di Michele.”
“Michele? L’arcangelo? Esistono anche gli angeli.” Sospirò “Dovrò rivedere tutti i miei studi.” Cercò di smorzare la tensione di quell’argomento
Rimasero a parlare per qualche altro minuto nei quali Dean continuò a torturarsi per quello che aveva fatto passare alla ragazza anni prima, probabilmente anche vedersi adesso sarebbe stato quasi fatale. Tutti quelli intorno a lui morivano o soffrivano e lo sapeva, ma vedere quella donna che aveva amato anni prima e che era diventata forte e sapeva superare ogni cosa… Sorrise rivolgendosi alla donna, lei lo guardò e chiese
“Beh dove state adesso?”
“Al motel GreenHill.” Disse Sam
“Ancora motel?! Sarà una vita che vivete in motel!” rise “Venite a stare da me, ho un sacco di camere libere. Mi fa piacere se state qui.” Sorrise dolcemente
I due fratelli si guardarono, sicuramente una stanza normale e non di motel sarebbe stata perfetta ma non volevano creare problemi all’amica
“Veramente, mi piacerebbe avervi a cena. So fare un’ottima lasagna!”
“E anche la torta?” chiese Dean, ormai aveva deciso di rimanere a casa di Anamaria
“Certamente!”
Si salutarono, i Winchester dovevano finire le indagini, si diedero appuntamento per le 8 p.m. a casa di An, il figlio non ci sarebbe stato e avrebbero potuto parlare fino a tardi del caso.
 

Dean salì sull’Impala e accese la radio
“Secondo te facciamo bene a coinvolgerla ancora con le nostre vite? L’altra volta non mi è sembrata andare bene…” disse al fratello
“Andrà bene Dean. Te lo prometto.” Disse Sam sorridendo fiducioso “Andrà bene.” Ripetè a sé stesso

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Capitolo 3
*** My hero Dean Winchester ***


Oh we can be Heroes,
just for one day.
(Heroes; David Bowie)


I Winchester frenarono la macchina davanti alla palazzina dove si trovava l’appartamento di una delle fidanzate delle vittime. Suonarono il campanello e prepararono i distintivi falsi.
Una donna sui venticinque anni aprì un po’ la porta e li guardò un secondo, aveva grandi occhi neri e i capelli blu, un piercing sul labbro, diversi sulle orecchie e uno al naso
“Si?” chiese rimanendo a fissarli dallo spiraglio aperto
“Siamo agenti dell’FBI, vorremmo farle qualche domanda sulla morte del suo fidanzato.” Disse Sam mostrando il distintivo
“Io…” mormorò la ragazza “Preferirei di no. Ho già detto tutto alla polizia.”
“Vorremmo solo sapere di più.” Sorrise incoraggiante Dean
La ragazza li guardò ancora un secondo e poi li fece entrare nel piccolo appartamento
“Scusate, è un po’ in disordine.” Cercò di sistemare come meglio potè la stanza, prese delle tazze e le ripose nel lavandino “Desiderate qualcosa? Dell’acqua, un caffè…” aveva una voce triste
“No grazie.” Disse Dean “Si sieda, prego.”
La ragazza accennò un sorriso e si sedette sul divano, i Winchester si accomodarono dopo di lei
“Cosa volete sapere?” cominciò a prendersi la coda di capelli e a passarci le dita in mezzo
“Da quanto stavate insieme?”
“Da tre anni circa…”
“Dove l’ha conosciuto?”
“Sul lavoro, faccio la barista in un locale e lui continuava a venire lì per me…”
Rimasero a parlare e a fare domande sul passato della vittima e della ragazza, l’uomo era sui trenta, come Christopher, lavorava come ingegnere, come Christopher, una fedina penale pulita, come quella di Christopher, forse qualche multa non pagata ma tutto era a posto.
La ragazza si alzò e andò verso la porta accompagnando i due agenti quando Sam notò un segno sul collo della ragazza e diede una gomitata al fratello, il minore fermò la ragazza
“Hey, cos’hai qua dietro?” chiese avvicinandosi
Lei sgranò gli occhi e si coprì
“Niente.” Abbassò lo sguardo
“Quello è un livido.” Disse Sam osservandola gentile “Georgia, a noi puoi dirlo, Francis ti picchiava?” chiese ancora gentile e con voce rassicurante
“Non è il primo livido del genere che vediamo, ormai lui non può farti più niente.” Disse Dean
Georgia li guardò un secondo
“Sì. Mi ha picchiato un paio di volte.” Ammise
I due cercarono di rassicurare come meglio poterono la ragazza e poi uscirono di casa avendo una pista: un fantasma vendicatore, che si vendicava sui fidanzati e mariti maneschi.
Dean non disse una parola e appena entrato in macchina fissò il fratello
“Mariti maneschi Sam.” Pensò subito ad Anamaria
“Magari non era così, la nostra è solo una supposizione. Dobbiamo interrogare altre tre donne, magari questo è solo un caso isolato.” Tentò di calmarlo ma quello che seppero dalle altre donne fu uguale, anche loro subivano maltrattamenti dai compagni e ogni minimo particolare coincideva.
Tutte le donne stavano o si erano sposate da tre anni e tutti i loro uomini avevano una fedina penale perfetta ma nascondevano degli orribili segreti.
 

Anamaria aprì la porta stringendo tra le braccia Wade e sorrise alla madre
“Ciao mamma!” il bambino sorrise nel vedere la nonna “Vuoi qualcosa da bere? Un caffè?”
“No tesoro, sono anche arrivata in ritardo, scusami ma c’era traffico, a quest’ora poi…” erano già le 7.30 p.m.
“Non ti preoccupare, vado a prenderti le cose del piccolo.” Diede un bacio al bambino e tornò con la borsa con tutte le cose del figlio “Ciao Wade e non far disperare la nonna mi raccomando!” sorrise guardando la nonna e il bambino salire in macchina
Certo c’erano state litigate furibonde con la madre quando era ancora un’adolescente e voleva a tutti i costi uscire con quel nuovo ragazzo appena arrivato che aveva la macchina più bella del mondo, e poi quando l’avevano scoperta essere uscita lo stesso… ma era la sua mamma e le voleva bene. Aveva capito come si sentiva sua madre quando voleva solo proteggerla, l’aveva capito diventando mamma.
Qualche minuto dopo aver messo la lasagna in forno sentì il campanello suonare e corse ad aprire, i Winchester le sorrisero con quei loro sorrisi abbaglianti e sensuali che solo loro possedevano. Lei gli disse di seguirla in cucina che aveva appena preparato da mangiare.
Dean la osservava, era sempre stato affezionato a quella ragazza, fin da quella sera al cinema e sapere che le aveva cambiato la vita lo faceva stare male.
Si sedettero al tavolo della cucina
“Allora, come sono andate le indagini?” chiese Anamaria mentre cominciava ad apparecchiare
“Bene, abbiamo interrogato tutte le fidanzate e mogli delle vittime.” Disse Sam sorridendo
Dean continuò con voce più greve
“E abbiamo trovato un collegamento tra tutti loro e tra tutte voi…” la guardò negli occhi scuri
Anamaria sorrise dolce
“Ah sì? E quale sarebbe? Che siamo tutte bellissime scommetto!” ironizzò arrossendo
“Che venivate picchiate dai vostri uomini.” Disse duramente
“Dean!” disse Sam a bassa voce come per sgridarlo tirandogli una gomitata sul fianco
Anamaria rimase un secondo a fissarlo, il cuore le batteva forte. Chiuse forte gli occhi e scosse la testa rabbrividendo
“Emh…” mormorò continuano a tenere gli occhi chiusi “Vado a sistemare i vostri letti, quando suona l’allarme del forno tirate fuori voi la teglia per favore.” E senza aspettare che rispondessero corse al piano di sopra
Sam la guardò fuggire mentre Dean guardava ancora il vuoto che aveva lasciato la ragazza fuggendo
“Che cosa ti è saltato in mente?” gli disse il fratello minore
“Doveva dircelo!” ribatté Dean
“Ah! Sì certo. Ci rifacciamo vivi dopo dieci anni e lei ci dovrebbe dire che il marito la picchiava! È già tanto che ci abbia riconosciuto e che non ci prendesse a padellate dopo quello che ha scoperto grazie a noi, e ci ha anche invitato a stare da lei. E dovrebbe dirci che era sposato con un coglione figlio di puttana…” scosse la testa “Ma come ragioni!”
Dean rimase senza parole e guardò un secondo il fratello
“Vai a parlarle!” disse Sam
E Dean andò al piano superiore, la trovò in una delle stanze intenta a sistemare le coperte sul letto, si avvicinò e bussò leggermente alla porta
“Posso?” chiese con voce dolce
Anamaria si voltò e lo guardò accennando un sorriso
“Vieni avanti.” Si guardarono “Non avreste dovuto scoprirlo così ma non ci vediamo da anni e…”
“Lo so. Mi dispiace avertelo detto bruscamente, mi dispiace per quello che ti faceva.”
“Non ti preoccupare.” Sorrise dolce “Almeno non toccava Wade.” Abbassò lo sguardo arrossendo e trattenendo una lacrima
Dean le prese il volto tra le dita
“Ha fatto la fine che si meritava.” Le disse “E tu non hai colpa per quello che faceva. Era solo uno stronzo, un gran figlio di puttana.” Le sorrise dolce e poi la abbracciò forte
Lei ricambiò stringendolo forte più che potè. È vero, era andata avanti con la sua vita ma lui era stato il primo ragazzo che aveva amato e quando le chiedevano –Chi è il tuo eroe- lei rispondeva –Dean Winchester.- e le piaceva ricordarlo ancora come un ventunenne che faceva di tutto per tenerle la mano e provarci con lei.
 

Tornarono in cucina e ricominciarono a parlare come se niente fosse successo, non parlarono del caso quella sera ma di come erano andate le cose.
Anamaria ammise che era stata ‘incastrata’ in questa faccenda del matrimonio e se ne sarebbe andata comunque anche se Christopher non sarebbe morto. Wade era la sua unica felicità.
I Winchester le raccontarono un po’ di quegli anni in cui non si erano visti
“E così sei stato anche all’università?” chiese Anamaria mangiando un boccone di lasagna “E bravo Sammy!” poi guardò Dean “E tu che hai fatto?”
“Io ho continuato a cacciare.” Rispose
“Tutto qui? Mi sembra strano che due tipi come voi caccino e basta, deve essere successo qualcosa di più.”
“Siamo morti almeno un centinaio di volte in soli quattro anni.” Ammise Sam
“Come?!” Anamaria sgranò gli occhi “Morti?!”
“Sì ma Dio e gli Angeli ci riportano sempre in vita.” Disse Dean “Sai per tutta quella storia dell’Apocalisse, non vogliono che moriamo.”
“Che stronzi questi angeli! E io che pensavo stessero sulle nuvole con un arpa, i boccoli d’oro e un sorriso a vegliare su di noi.”
“Invece sono dei bastardi.” Disse Dean ancora e sorrise all’amica.
Rimasero svegli fino a tarda notte a parlare un po’, Anamaria li aiutò con delle ricerche sulle morti del posto avvenute negli anni precedenti ma fattasi una certa ora decisero di andare a letto.
Si salutarono con un bacio sulle guance e poi ognuno tornò nella propria stanza. Dean rimase un secondo a salutare Anamaria e a darle la buona notte
“Allora a domani mattina Anamaria!” sorrise
“Colazione con pancetta e uova?” chiese lei gentile
“Non chiedo di meglio, se poi ci metti anche il caffè sarebbe perfetto.” Fece il segno dell’OK con la mano
Lei rise e fissò i suoi occhi di smeraldo
“Lo sai vero che sei sempre stato il mio eroe Dean?”
Lui la guardò un secondo e le sorrise dolce
“Non sono mai stato l’eroe di nessuno, grazie.” Lei lo abbracciò stretto
Rimasero abbracciati per qualche secondo e poi lei si alzò in punta di piedi per baciargli la guancia e così lui ma il movimento fece incontrare le labbra. Rimasero un secondo a fissarsi stupiti per quel bacio inatteso ma poi Dean si piegò ancora su di lei e stringendo una mano intorno alla sua vita la baciò appassionatamente, lei si strinse a lui afferrando la manica della maglietta con la mano
“Non me lo sono scordato com’è baciarti sai?” arrossì Anamaria mentre pronunciava queste parole
“E io non mi sono mai dimenticato di te.” Disse dolce lui
Si guardarono ancora un secondo e poi, Anamaria gli prese la mano e lo baciò ancora una volta per poi decidere tacitamente di entrare nella camera da letto di lei per fare l’amore ancora una volta.
Lui le baciò il collo e lei cominciò a spogliarlo dolcemente per poi guardare quell’ustione lasciatagli dall’angelo che l’aveva salvato, Anamaria lo guardò e sollevò lo sguardo, aprì la bocca per chiedere spiegazioni ma Dean scosse la testa
“No. Non vorresti saperlo.” Dissi sussurrando malinconico
Anamaria si alzò sulle punte dei piedi e continuò a baciarlo e a volerlo amare. Sapeva che anche questa volta non sarebbe rimasto, lui era un cacciatore e quelli come loro non possono avere legami perché con il lavoro che fanno li rovinerebbero. In più lei aveva un bambino e non gli avrebbe mai chiesto di tenere questo peso, soprattutto in un momento come l’Apocalisse.
Decisero entrambi di fare l’amore in ricordo di quella notte di dieci anni fa, di come l’avevano passata insieme e si erano divertiti, di come tutto era stato perfetto e quasi romantico.
Dean la baciò ancora e piano si sdraiarono sul letto accarezzando la pelle calda e i muscoli tesi, lui la stringeva per i fianchi mentre lei passava le mani sulla schiena affondando leggermente le unghie nella carne. Era così bello pensare di essere ancora sdraiati su quella coperta in mezzo al prato con i Led Zeppelin che suonavano e l’amore che era ancora giovane come loro.
Dean la strinse la suo fianco, Anamaria poggiò la testa al suo petto e lo abbracciò e senza dire una parola si lasciarono cullare dalle braccia dell’altro dimenticando in quel momento tutte le cose brutte che erano capitate ad entrambi.

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Capitolo 4
*** I know I’ll fight ***


We are free to struggle
We’re not struggling to be free
Your blood bought and makes us children
So children drop you chains and sing
(The Struggle; Tenth Avenue North)


Anamaria si stiracchiò allungando verso il soffitto le mani e miagolando silenziosamente, guardò Dean che la osservava ricambiando le occhiate di dolcezza che gli riservava la donna al suo fianco.
Lui cominciò ad accarezzarle il braccio provocandole brividi piacevoli
“Ora però mi stai facendo il solletico.” Sorrise lei arrossendo
“È strano solo per me?” chiese Dean guardandola negli occhi “Insomma, sono passati dieci anni e sembriamo ancora due ragazzini che lo fanno nel prato.”
“Tu sembri un ragazzino che dici ancora ‘lo fanno’, io sono una donna adulta e una madre e dico ‘fare l’amore’.” Rise mentre Dean le passò una mano sul fianco e la strinse dolcemente a sé “E poi non siamo in un prato…”
Dean bloccò la frase con un bacio sulle labbra e uno sul collo, sulla spalla e sul petto mentre lei si stringeva ancora di più a lui dolcemente poi lei alzò gli occhi scuri perdendosi in quelli verdi dell’uomo al suo fianco
“Saltiamo la parte in cui mi dici che appena finito il caso ripartirai, lo so che non c’è futuro per noi e sinceramente non lo voglio.” Lui la guardò “Non prendertela ma sei un cacciatore, sei fatto per viaggiare e uccidere non per sistemarti per la vita.”
Dean rimaneva senza parole mentre lei lo abbracciava
“Sappi che sei stato il mio primo amore e non ti dimenticherò mai e mai ti chiederei di lasciar perdere la tua vita per vivere con me.”
“Me lo stai chiedendo?” chiese perplesso Dean
“No.” Scosse la testa lei “Solo per mettere le cose in chiaro, questa notte è stata favolosa ma è solo una notte, non voglio nient’altro.”
Il cacciatore non disse niente, si limitò a baciarla sulla fronte e ad abbracciarla stringendola contro il petto.
Passarono circa un’ora abbracciati quando finalmente Anamaria si alzò
“Sono una persona mattiniera cacciatore!” erano solo le 6 a.m. “Quindi, io vado a prepara la colazione, tu se vuoi dormi ancora un po’.” Disse con un sorriso dolce
Dean si alzò e senza dire una parola la seguì al piano di sotto aiutandola a preparare la colazione
“Non sono poi un così pessimo casalingo sai.” Disse agguantando un cucchiaio di legno
“Ma è meglio con non tocchi niente lo stesso!” An con un sorriso dolce gli strappò il cucchiaio di mano “Siediti che ti preparo da mangiare.”
Parlarono un po’ del loro passato facendo colazione e lanciandosi occhiatine allusive e poi ad Anamaria venne in mente un fatto
“Ascolta, sai che sono una pazza e che raccolgo tutti i fatti di cronaca vero?” Dean annuì “Ecco. Mi è venuto un flash di un articolo che avevo letto e credo che centri con il caso.” Si battè una mano in fronte “Perché non mi è venuto in mente prima!!”
“Dai racconta.”
“Allora.” Prese un profondo respiro “Ho letto che una donna, di cui non ricordo il nome, è morta in un incidente d’auto circa sei anni fa, non ci ho fatto caso al tempo ma ora… pare che la donna subisse,” sospirò “violenze dal marito e avesse un figlio che morì anche lui nell’incidente con la madre. Il marito non era in macchina ma morì a causa di un infarto qualche mese dopo, tutti pensarono al troppo alcol ma in realtà venne fuori che era sano come un pesce.”
Dean la fissò
“Perfetto. Ci basta sapere il nome di quella donna, appena Sammy si sveglia” guardò l’orologio sul muro “andiamo a fare un po’ di indagini.”
“Felice di esservi d’aiuto Winchester!”
Poco dopo scese Sam già pronto per uscire e Anamaria lo salutò con un gesto della tazza e urlando
Buongiorno cacciatore!” sorrise “Dormito bene tesoro?” lo scherzò un po’
“Mai dormito meglio, tu?”
“Decentemente.” Rispose lei arrossendo
Sam capì tutto al volo e scosse la testa trattenendo un sorriso sereno e si preparò la colazione, qualche ora dopo i due ragazzi uscirono per andare fare varie ricerche su quella donna morta che probabilmente poteva essere il fantasma vendicatore.
 
Anamaria finì di sistemare le stanze e mentre aspettava l’arrivo di sua madre con il piccolo Wade, si mise a cercare quel vecchio articolo di giornale in cui si parlava di quell’incidente. Quando sentì il campanello corse ad aprire per riabbracciare il suo piccolo bambino che amava, salutò la madre che la rassicurò che tutto era andato bene e poi rientrò in casa per mettersi a giocare con il figlio.
Rimase seduta a terra a mostrare a Wade delle lettere di gomma e a giocare insieme, adorava essere madre e adorava avere un figlio che le volesse bene incondizionatamente, così come lei gli voleva bene più della sua stessa vita.
D’improvviso sentì un terribile e agghiacciante rumore, come di unghie sulla lavagna, la temperatura si abbassò di colpo e Anamaria capì subito, infondo c’era già passata da adolescente ma in quel momento non poteva preoccuparsi per sé stessa, c’era Wade da salvare per primo.
Lo prese in braccio e cominciò a piangere spaventato, si diresse correndo verso la porta ma era bloccata così come tutte le altre porte e finestre.
Era in trappola.
 

Dean sfogliava un paio di registri cartacei mentre Sam si occupava di quelli elettronici. L’agente di polizia gli aveva dato campo libero credendoli degli agenti del FBI così poterono fare le loro ricerche paranormali tranquillamente
“Trovato qualcosa?” chiese Dean continuando a guardare quei fogli senza trovare quello che cercava
“Forse… no. Non è questo.” Rispose Sam cambiando file del computer
Sbuffarono entrambi, ormai erano ore che cercavano informazioni senza risultati
“Provo a chiamare Anamaria, magari ha trovato qualcosa.” Dean tirò fuori il telefono dalla tasca della giacca e compose il numero
Attese qualche squillo ma nessuno rispondeva, Dean guardò il fratello scuotendo la testa
“Riprova magari ha da fare con il bambino…” gli consigliò Sammy che continuava nella sua ricerca
Ma anche dopo quattro tentativi di chiamata non rispose nessuno e Dean cominciò a preoccuparsi seriamente
“Perché non risponde, maledizione! Anamaria!” si alzò e prese la giacca appoggiata alla sedia “Andiamo a casa sua, deve essere successo qualcosa.” Il su sesto senso si era attivato
“Aspetta, ho trovato qualcosa…” lo fermò il fratello minore “Leggi qui. Patrice Mcdonnelly, il marito la picchiava e molti lo sapevano ma non dicevano niente, figlio appena nato muore con lei durante l’incidente. Io credo si sia suicidata.” I due Winchester si guardarono negli occhi e corsero alla macchina sapendo benissimo cosa stava per succedere in quella casa.
 

Anamaria teneva stretta al petto il suo bambino, lo proteggeva da tutto e cercava di scappare prima che gli potesse succedere qualcosa, il piccolo piangeva spaventato da tutto quel trambusto e quell’incredibile gelo.
La donna si rifugiò in cucina dove avrebbe avuto la possibilità di prendere del sale e lì notò una finestra aperta, tentò lo scatto. Di sicuro avrebbe lottato per salvare la vita di quella creaturina che teneva tra le braccia, il cuore le batteva all’impazzata e cercò di arrivare alla finestra che avrebbe scavalcato ma una figura pallida e fredda la bloccò
“Non te ne andrai.”
Anamaria spalancò gli occhi e tremò terrorizzata, tentò di allungare la mano per prendere il sale sul piano della cucina ma il fantasma di Patrice la fermò facendole perdere i sensi.
Anamaria si svegliò immobilizzata contro il muro tenuta ferma dal solo gesto della mano del fantasma che sorrideva con una dolcezza raccapricciante a Wade sdraiato sul divano che piangeva. Il fantasma sentì i mugugni di Anamaria che cercava di liberarsi da quella presa e con uno scatto invisibile si avvicinò al suo volto e la guardò negli occhi scuri
“Stai zitta.” Disse sussurrando
Anamaria respirava affannosamente e poi il fantasma cominciò a torturarla

“No. Ti prego.” Urlò “NO! Non ho mai fatto niente di male!” L’ombra bianca e fredda si avvicinò, si piegò su di lei
“Sai cosa hai fatto.” gli sussurrò all’orecchio e le graffiò la carne.


Anamaria stava lentamente perdendo i sensi quando sentì il rumore della vecchia Impala che frenava davanti a casa e sentì che la speranza le stava tornando
“Dopo che ti avrò ucciso prenderò tuo figlio.” Il fantasma tornò a guardare il bambino
An non sapeva bene cosa significasse quel ‘prenderò’ ma le faceva paura lo stesso, sentì Dean battere il pugno sulla porta e urlava il suo nome finché non sfondarono la porta con un calcio ed entrarono.
Il fantasma li guardò e si scagliò contro di loro con ferocia ma Dean prontamente lo colpì con una sbarra di ferro puro e lo fermò per qualche minuto, i due fratelli corsero verso Anamaria che coperta del suo stesso sangue e di graffi si accasciò su Sam che la prese tra le braccia mentre Dean teneva stretto al petto Wade che continuava a piangere spaventato.
 

Uscirono correndo dalla casa e saliti in macchina diressero verso il cimitero dove era sepolta Patrice Mcdonnelly. Aspettarono la sera per scavare la tomba assicurandosi prima che Anamaria e il figlio fossero protetti all’interno della macchina circondata da un cerchio di sale. Dean le aveva medicato alla meglio le ferite
“Ti portiamo solo guai An…” disse come per scusarsi rivolgendosi alla donna
“Non ti preoccupare… non ha fatto niente a Wade, io me la caverò, come sempre.” Gli mise una mano sulla guancia e gli fece alzare lo sguardo “Hey!” si guardarono “Se non fosse stato per te… grazie.” Anamaria gli sorrise dolcemente e gli strappò un bacio “Ora torna a scavare, mi verso io il disinfettante sulla pancia, tranquillo.”
Ma Dean continuava a stringerle la mano non volendola lasciare sola.





Angolo autrice
OOOOOOH finalmente ho superato il blocco/apatia che mi ha preso in questo periodo e finalmente mi sono messa a scrivere!
Ecco il capitolo nuovo, entro domani credo che pubblicherò l'epilogo (sì lo pubblico domani perchè ho la scaletta da seguire e questa storia doveva finire oggi con la pubblicazione dell'ultimo capitolo ma because of blocco non ho pubblicato niente e quindi domani o questa sera tardi pubblicherò l'epilogo.)
Okay basta ciarlare! torno a scrivere!
Un bacione a tutte :) 

 

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Capitolo 5
*** Ramble on ***


Got no time to for spreadin’ roots, the time has come to be gone.
And to’ our health we drank a thousand time. It’s time to Ramble On.
(Ramble On; Led Zeppelin)
 

Il corpo di Patrice Mcdonnelly bruciava nel buio della notte e nella vecchia Impala Anamaria stringeva forte il suo bambino, lo amava come mai aveva amato qualcuno. Voltò lo sguardo verso l’ombra dei due uomini che osservavano le ossa bruciare e sorrise ringraziandoli silenziosamente di averla aiutata e salvata ancora una volta, tornò a baciare la fronte del suo piccolo e a cullarlo piano.
I due Winchester salirono in macchina e guardarono sorridendo la donna che bisbigliava dolci parole al suo bambino e accendendo la macchina tornarono a casa rimanendo in silenzio per tutto il viaggio.
 

La mattina dopo si svegliarono tutti un po’ acciaccati e distrutti ma felici di essersi salvati anche quella volta. Passarono una bella mattina insieme, senza parla di mostri, demoni o angeli che gli davano la caccia.
Dean prese confidenza con Wade mentre Sam parlava con Anamaria raccontandogli meglio quella storia dell’Apocalisse che lui stesso aveva provocato ma lei non lo giudicò per il fatto di aver bevuto sangue di demone o aver aperto la gabbia
“Tu pensavi di fare del bene, tu fai sempre del bene. Lo vedo dai tuoi occhi.” E gli sorrise incoraggiandolo “Tu e tuo fratello siete speciali, l’ho sempre saputo.”
Rimasero insieme per tutto il giorno finché non arrivò il momento di ripartire, tutti loro avevano cose da fare, chi preparare gli scatoli per il trasloco e chi tentare di fermare la fine del mondo.
Dean abbracciò e baciò sulla guancia Anamaria
“Allora questa volta ci salutiamo come si deve!”
“Non prima di avermi fatto guidare la tua Impala!” sorrise divertita Anamaria
“Cosa?!” Dean spalancò gli occhi e la bocca sorpreso
Sam rideva sotto i baffi per quella situazione
“Dai, lo sai che ho sempre amato quella macchina, farmela provare è un dovere!”
Dean sbuffò e non potendo resistere allo sguardo languido e dolce di Anamaria tirò fuori le chiavi dalla tasca del cappotto e le allungò verso la donna che tentò di afferrarle ma lui le ritrasse
“Ma io salgo con te!”
“D’accordo.” E le mise le chiavi in mano.
Andarono lungo una strada chiusa sulla quale non sarebbe passato nessuno. Dean scese dalla macchina e fece cambio di posto con Anamaria che senza neanche scendere passò dal sedile del passeggerò a quello del guidatore.
Sam scese dalla macchina tenendo Wade che si divertiva a tirargli le ciocche di capelli.
Anamaria mise in moto la macchina con un rombo e sorrise
“È stato il mio sogno nascosto da quando vi siete presentati alla mia porta!” disse adrenalinica e schiacciò l’acceleratore partendo sul rettilineo
Dean afferrò la maniglia della portiera per assicurarsi di non venire lanciato fuori da quella guida assurda, Anamaria faceva frenate brusche per poi accelerare d’improvviso, sbandava e lasciava i segni delle ruote sull’asfalto. Rideva e urlava dalla felicità, fece un’inversione sgommando e tornò indietro nello stesso modo spericolato dell’andata frenando di colpo vicino a Sam.
Dean scese tremando dalla macchina
“Non ti farò mai più guidare la mia piccola! Mai più!” si chinò verso la macchina “Oh tesoro, ti ha fatto male?”
“Tu sei pazzo!” lo scherzò Anamaria riprendendo tra le braccia Wade  
“Io sarei il pazzo? E tu che guidi come una che non ha la patente allora!”
Anamaria sorrise mentre Wade gli stringeva la manina intorno al dito
“Ma io non l’ho mai presa la patente.” Sorrideva colpevole guardando Wade
Dean impallidì
“No… oddio. Potevo morire.”
Sam nel frattempo si faceva grosse risate per quella situazione
“Sappiamo tutti che non gliel’avresti mai fatta guidare se avessi saputo che non ha la patente!” disse il minore trattenendo le risate
“Tu stai zitto!” lo minacciò scherzoso Dean
Anamaria abbracciò i due uomini e li salutò dolcemente, felice di averli rivisti e felice di aver passato altri momenti stupendi con loro. Non avrebbe dimenticato presto l’attacco del fantasma ma sapere che i Winchester erano ancora in giro la faceva sentire più al sicuro.
Sicuri di rivedersi in occasioni migliori si lasciarono con un bacio e un abbraccio, una carezza e ancora un abbraccio.
Dean era sicuro che questa volta sarebbe stata al sicuro e felice e nonostante si sentisse in colpa per tutto quello che era accaduto la lasciò felice e con un bacio dolce promettendole di fare il bravo, lei si avvicinò a lei per salutarlo
“Promettimi che non dirai di –sì- a Michele, qualsiasi cosa succeda, promettimelo.” Lo guardò negli occhi
Dean scosse la testa e sorrise
“Non te lo prometterò tesoro, non so neanche io cosa potrò fare in questa situazione ma stai sicura che qualsiasi cosa succeda io ti proteggerò sempre.”
E lasciandola al sicuro i fratelli Winchester ricominciarono il loro viaggio per fermare l’Apocalisse e salvare tutti quelli che amano.







Angolo autrice
Allorssssssss! Come promesso ho pubblicato anche l'epilogo! 
Spero vi sia piaciuta questa FF c: 
Forse non è una delle mie migliori ma mi è piaciuto scriverla anche se quel maledetto blocco mi ha mandato in confusione tutto l'ecosistema della scrittura (?)
Un bacione a tutte! Grazie mille per le vostre recensioni e il vostro sostegno <3

 

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