Opposites.

di Only Lisa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO. ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo. ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo. ***
Capitolo 4: *** Terzo Capitolo. ***
Capitolo 5: *** Quarto Capitolo. ***
Capitolo 6: *** Quinto Capitolo. ***
Capitolo 7: *** Sesto Capitolo. ***
Capitolo 8: *** Settimo Capitolo. ***
Capitolo 9: *** Ottavo Capitolo. ***
Capitolo 10: *** Decimo Capitolo. ***
Capitolo 11: *** Undicesimo Capitolo. ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo Capitolo. ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo Capitolo. ***
Capitolo 14: *** Quattordicesimo capitolo. ***
Capitolo 15: *** Quindicesimo Capitolo ***
Capitolo 16: *** Sedicesimo Capitolo ***
Capitolo 17: *** Diciassettesimo Capitolo ***



Capitolo 1
*** PROLOGO. ***


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*Se vi sembra di aver già letto questa FF è perché le prime 5 righe sono le stesse di una one shot che avevo già scritto in precedenza e che ho deciso di continuare*

Tutto iniziò più di mille anni fa, quando angeli e demoni si erano ancora indifferenti, ma ora sono i nemici per eccellenza, perché? Qui vi narrerò la leggenda che spiega il motivo del loro odio reciproco...

Qui vi narrerò la leggenda che spiega il motivo del loro odio reciproco...

≪Ehi Angel, stai un po' attenta o rischi di superare il confine, e sai che è successo all'ultimo angelo che l'ha fatto!≫ mi urla mio fratello Niall per avvertirmi del pericolo a cui andavo incontro...

≪Ho capito Niall, non sono così sbadata, da farmi fulminare dai demoni!≫ dico ripensando a ciò che è successo all'ultimo angelo che ha attraversato il confine e si opposto alla legge dei 'senza poteri' Non posso essere così sbadata, devo fare più attenzione, non sono un angelo come gli altri, sono importante essendo la nipote del più anziano del villaggio e di conseguenza il capo, potrebbero rapirmi e fare chissà cosa, solo per far soffrire la mia famiglia, non posso permetterlo.

Mentre penso con il vento che scombina i miei lunghi capelli dorati e con miei occhi azzurri -caratteristica degli angeli- color cielo rivolti verso esso, sento una risata familiare.. ≪Louis! Sei sempre il solito ritardatario ti aspettavo da troppo ormai, dove sei stato?≫ chiedo al mio migliore amico

≪Niente, mi ero fermato più in là, si dice che nel regno dei demoni stasera ci sarà una festa...≫ dice lui con sguardo basso

≪Sai che non possiamo andare, ci è vietato superare il confine, almeno che non vogliamo diventare degli esseri umani senza poteri, nè angeli nè demoni...E' questo ciò che accade a chi supera il confine senza permesso e viene scoperto dalle guardi del re. Tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro.≫ lo rimprovero

≪Ma Harry ci va...≫ dice lui senza pensarci, eccolo è proprio dove lo volevo

≪Ma Harry non è più uno di noi, lo sai anche tu che da quando ha attraversato la prima volta il confine gli sono stati tolti i poteri. E' vero ora può andare tranquillamente da un regno all'altro, ma non è un prezzo troppo alto quello di perdere i poteri per un semplice capriccio? Questo è il regno di luce, perché voler passare dal lato oscuro?≫ chiedo ripensando a due delle leggi che circolano qui

"Ogni angelo o demone che attraversa il confine e viene scoperto nel regno confinante è destinato a perdere i propri poteri e a diventare un umano. E se si oppone a tale legge negandoci il sequestro dei poteri verrà fulminato."

"Se un angelo vuole diventare demone o viceversa è possibile farlo, ma bisognerà rispettare la legge numero uno, cioè quella di non varcare la sottile linea rossa o subentrerà la punizione 'senza poteri'"


≪Stavate parlando di me?≫ eccolo lì, la mia tentazione al peccato, Harry.

≪Si Harry, stavamo proprio parlando di te, e di quanto sei stato stupido a perdere i tuoi poteri per una sbirciatina nell'altro regno...≫ lo rimproverò con aria di superiorità

≪Dilla la verità che anche tu vorresti farci un salto, ho notato come a scuola guardi quei palestrati dei demoni.≫ mi stuzzica ricordandomi, dei bei ragazzi-demoni che ci sono a scuola, l'edifico che si trova sulla linea di delimitazione e unico posto comune in cui sia angeli e demoni possono entrare senza trasgredire alle regole...



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Capitolo 2
*** Primo Capitolo. ***


« Dan! Fa piano non vorrai mica che ci scoprono, o sbaglio?» lo  riprende Louis

« 
Lou, sposta quel piede o mi fai cadere!» quasi urla mio fratello

« Non posso ancora credere che mi avete convinta a farmi trascinare in questa storia, sono certa che finirà male...
» ripeto più a me che a loro scuotendo la testa

« Dai Angel, ci divertiremo, i demoni danno feste da sballo che noi an...-si riprende- volevo dire voi angeli potete solo sognare!  Il trucco è quello di pitturare le ali di nero, un paio di lenti a contatto nere e il gioco è fatto! Nessuno scoprirà che in realtà siete angeli...
» nonostante mi abbiamo rassicurata tante di quelle volte che ormai ho perso il conto, sul fatto che non ci scopriranno io sono ancora insicura su ciò che farò.

Ho una brutta sensazione, ed è ancora più spaventoso che secondo una leggenda nella nostra famiglia ogni 100 anni nasce un angelo con la virtù della chiaro veggenza, può osservare frammenti di scene che accadranno in futuro, non so perché molti credono, anzi sono sicuri che quell'angelo sia io, spero non sia così o questa sera saremo in grossi guai.


Mentre penso a ciò una strana scena mi appare davanti agli occhi, un lampo, una scia di copri senza vita, un nome: 
Demon... poi tutto nero.


« Ragazzi, l'avete visto?
» chiedo i preda al panico

« Cosa Angi? Io non ho visto nulla...
» dice Dan, scrutandomi con espressione preoccupata, chissà come mai anche lui crede che io sia l'angelo leggendario, si fidano molto di ciò che dico

« Tu cosa hai visto?
» mi chiede Louis, con voce più preoccupata di quanto avesse voluto

« Niente, un lampo, c'era scritto un nome e poi è scomparso tutto... Saranno solo delle allucinazione
» dico neanche tanto sicura di quello che è appena uscito dalle mie labbra. Sta per accadere qualcosa me lo sento...

« Allora?! volete venire o preferite ascoltare una bugiarda che inventa storie per spaventarvi?
» chiede Harry con arroganza e un ghigno malvagio sul volto, non lo riconosco più, da quando non è più un angelo qualcosa in lui è cambiato, non è solo il non avere i poteri, e qualcosa di più, sospetto voglia diventare un demone, speriamo mi sbagli...

« Ah quasi dimenticavo, voi due -indicando me e mio fratello con lo sguardo- fareste meglio a tingervi i capelli con questo -ci porgendoci un flacone- o ci scopriranno subito. Sapete... i demoni non hanno i capelli color oro.
» dice, e in meno di un minuto ci siamo già catapultati davanti un enorme villa dall'aspetto tenebroso, aiuto! Era meglio se rimanevo a casa, già il solo aspetto della casa mi terrorizza, non oso immaginare come saranno gli invitati.

*
diin-don* Harry suona il campanello non curante di me che tremo dietro le sue spalle, ingoio a vuoto e mi faccio forza, non vorrei mai che ci scoprissero a causa del mio tremare.

« Ehi amico! pensavo avessi cambiato idea, accomodati, la festa è già iniziata -dice un demone per poi spostarsi di lato per far passare Harry, per poi fermarsi e notare la nostra presenza- vedo che hai portato amici, chi sono? Non li ho mai visti da queste parti...
» dice  squadrandoci tutti dalla testa per poi soffermarsi su me

« Oh... vedo che hai anche portato un regalino -mi squadra, e sento la mia pelle bruciare sotto il suo sguardo bramoso - entrate anche voi, siete tutti benvenuti alla festa dell'anno- si sposta di lato per far passare anche gli altri, per poi pararsi davanti a me non appena è il mio turno- tu signorinella non vai da nessuna parte oltre il mio letto, vieni come me
» soffia al mio orecchio per poi prendermi per mano e trascinarmi Dio solo sa dove prima di venire fermato dalla possente mano di Harry

«Non viene da nessuna parte, lei.sta.con.me!
» sputa tra i denti soffermandosi sulle ultime quattro parole e scandendole sillaba per sillaba.

« Ma dai amico, fa divertire un po' anche me, guarda che curve, non posso resistere ad un corpo così! dammi 20 minuti e te la riporto.
» chiedo con sguardo supplichevole, mentre si lecca le labbra per intendere ciò che vuole fare in quei 20 minuti

« Neanche mezzo secondo- mi prende la mano, strappandomi dalle sue grinfie- sparisci!
» ripete più calmo di prima ma sempre con odio Harry.

« 
Okok, ma se ti stanchi mandala da me, io saprò cosa farci. Ci vediamo presto in giro -parla ad Harry per poi voltarsi verso me- spero il più presto possibile con te» mi soffia sul collo quel demone di cui non so neanche il nome per poi darmi un morso al lobo dell'orecchia tirandolo lievemente, prima di sparire tra la folla.

Sento il mio stomaco attorcigliarsi per il ribrezzo e sento che questo è nulla, solo l'inizio di una serie di catastrofici eventi.


« Harry! ti stavamo aspettando, vedo che hai portato anche degli amici, piacere io sono 
Liam -si presenta il ragazzo dai capelli color miele e gli occhi color cenere - Seguitemi» dice sfoggiando un sorriso luminoso, che non credevo i demoni potessero avere, che strano pensavo non esistessero demoni biondi, è lui lo è, o bhè non proprio, ma c'è vicino, devo saperne di più su di lui, questo ragazzo mi attira, come un ape al miele. Si presentano tutti, ma al mio turno mi blocco

« A....
Allison, mi chiamo Allison si!» dico con nervosismo e troppa esuberanza nella voce, non posso mica dirgli che mi chiamo Angel, non ci vuole niente a fare 2+2, e finiremmo tutti nei guai per colpa mia  

« Dove ci siamo già visti noi due?
» chiede rivolgendosi a me


« Non credo di averti mai 
vist...-mentre sto per finire la frase mi ricordo dove l'ho già visto, a scuola, spero solo che lui non si ricordi le mie ali bianche o sono fregata- questa è la prima volta che ci incontriamo.» dico con più euforia e voce tremante di quanto volessi

« Sicura? Eppure mi sembra di averti già vista, sai... non si dimentica un volto come il tuo, sembri un angelo...
» quasi non mi strozzo con il liquore che non avevo neanche notato di star bevendo fino a quel momento

« Ehi ma Damon dov'è? E' strano non averlo ancora visto
» mi salva dalla conversazione Harry notando la mia agitazione

« Eccolo lì, chiamalo 
Zayn, gli amici lo chiamano così, Damon lo usa solo quando deve spaventare le persone» dice per poi indicare con il mento, un moro non molto distante.


Appena i miei occhi incontrano i suoi, sento un brivido attraversarmi la spina dorsale e il mio corpo diventa tutto un fremito, un vortice di emozioni si mescolano tra loro e sento il petto andarmi a fuoco, per un attimo ho pensato che il cuore potesse uscire fuori per quando martellava forte.

Damon? Oh no... era quello il nome del mio flashback, so che quel ragazzo non porterà nulla di buono, me lo sento, maledetta me che mi sono lasciata convincere... In un attimo sono difronte a lui, che mi guarda con fare indagatorio... 



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Capitolo 3
*** Secondo Capitolo. ***


«Eccolo lì, chiamalo Zayn, gli amici lo chiamano così, Damon lo usa solo quando deve spaventare le persone » dice per poi indicare con il mento, un moro non molto distante. Appena i miei occhi incontrano i suoi, sento un brivido attraversarmi la spina dorsale e il mio corpo diventa tutto un fremito, un vortice di emozioni si mescolano tra loro e sento il petto andarmi a fuoco, per un attimo ho pensato che il cuore potesse uscire fuori per quando martellava forte. Damon? Oh no... era quello il nome del mio flashback, so che quel ragazzo non porterà nulla di buono, me lo sento, maledetta me che mi sono lasciata convincere... In un attimo sono difronte a lui, che mi guarda con fare indagatorio...

«E tu chi sei?» mi guarda con ribrezzo e malizia allo stesso tempo «Io sono Allison.» affermo con voce tremolante e le lacrime che minacciano di uscire dai miei occhi, non so perché ma ho molta paura di questo ragazzo dall'aspetto bellissimo ma terrificante. Come può qualcuno essere tanto bello quanto mostruoso?  

«Che strano, non ti ho mai vista da queste parti, eppure io conosco tutti. Come mai?» l'attenzione è tutta su di me, mille sguardi si posano sulla mia pelle candida, ma il suo è l'unico che noto, lo sento addosso dai brividi che mi provoca.

«Non esco spesso.» menomale che ho sempre la risposta pronta, per una volta la mia linguaccia mi ha salvata, o credo... Lui di tutta risposta corruga la fronte e mi guarda accigliato dalla testa ai piedi, pronto a dire qualcosa ma alla fine non lo fa ed io glene sono grata, non avrei saputo reggere un altro confronto diretto con lui. «Vado a prendere da bere.» sputo di punto in bianco per sgattaiolare via da lì, l'aria sta diventando pesante e la tensioni si taglia con un coltello.

«Qui c'è ne per tutti, puoi prenderle da qui.» mi provoca il moro ma io non cado nel suo tranello e prontamente rispondo «Non ciò che piace a me.» e detto questo sparisco nella folla.

«Ma che cavolo!» dico infuriata non appena un cretino mezzo ubriaco mi rovescia un bicchiere pieno di chissà che cosa addosso «Ma cosa guardi? Sta più attendo la prossima volta!» oggi non è proprio la mia giornata penso tra me e me.

«Ommiodio Angel! Vieni con me.» mi trascina in bagno Dan prima che io possa aprire bocca e accorgermi del pasticcio che è appena accaduto, quel incompetente di un demone versandomi addosso il suo drink ha fatto sciogliere la vernice dalle mie ali che è colata sulla parquet dell'enorme villa ora sta continuando a sgocciolare sulle mattonelle del bagno in cui sono rifugiata.

«Ed ora che faccio?» chiedo sull'orlo di un pianto isterico.

«Non preoccuparti ci penserò io, non permetterò che ti facciamo del male, sei importante per noi e per il regno.» afferma Dan con le lacrime agli occhi. Cosa avrà in mente?

«Un Angelo? In casa nostra? Come ha osato?! La pagherà cara!» Ed è così che con una frase mi crolla il mondo addosso.

Le lacrime solcano i miei occhi prima di voltarmi verso Dan, che mi si avvicina baciandomi le tempie per poi sussurrarmi un dolce «Scappa! Qui ci penso io.» spingendomi dalla finestra prima che un tonfo indichi l'arrivo di qualcuno molto furioso in quella stanza. Scappo via saltando dalla finestra e inciampando nei miei stessi piedi non so quante volte prima di intravedere i miei amici

«Ehi Angel! Che è successo va tutto bene?» mi chiedi mio fratello in preda al panico

«Quanto sei sparita Dan ti ha seguito e subito dopo è arrivato un demone ad avvertire Zayn che c'era un angelo in bagno, così Harry ci ha detto di scappare altrimenti ci avrebbero scoperto e che ci avrebbe pensato lui a te, ma per fortuna state bene. Aspetta un attimo... Dov'è Dan? E perché piangi?» vedo la disperazione negli occhi di Louis non appena si accorge che il suo amico non è con me e intuendo ciò che possa essere successo. «L-lo hanno preso?» balbetta dando voce ai suoi pensieri, e prima di confermarli vengo interrotta dalla voce di Harry che ci viene incontro urlandoci «Dovete scappare! Vi hanno scoperto e hanno catturato Dan, non ho potuto fare nulla. Lo stanno pestando e torturando per farsi dire se c'erano altri come lui e chi ce l'ha portati ma lui non parla, anche se loro hanno già capito che anche voi lo siete e vi stanno cercando. Credo finirà male, conoscendo il parere di Dan sul "Preferirei morire piuttosto che non essere più un angelo". Su scappate! Non possiamo fare più nulla per lui. Io ritorno dentro o sospetteranno di me, devo confermare di non sapere che eravate angeli. Mi dispiace ragazzi, non avrei dovuto trascinarvi qui...» ammette con occhi lucidi colmi di disperazione.

«Che cosa? Non possiamo lasciarlo qui!» quasi urlo tirando su col naso.

«So che è brutto ma dobbiamo. Dai su vieni e non fare storie se non vuoi finire come lui Angel.» dice mio fratello, ma i miei piedi non accennano a muoversi, così lui mi prende sulla spalla a mo' di sacco di patate e mi trascina via.

«Non dovevamo lasciarlo lì.» singhiozzo sulla spalla di mio fratello «Dovevo esserci io al posto suo! Era me che avevano scoperto non lui! Era me che dovevano prendere! Sono io che devo morire! Si è sacrificato per me, lui mi ha salvata!!!» urlo con voce affannata straripante di dolore e rimorso.

Cosa potranno mai fare 3 angeli che camminano dondolando nell'oscurità del regno dei demoni?



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Capitolo 4
*** Terzo Capitolo. ***


«Angel, hai capito cosa ti sto dicendo?» mi sussurra Josh durante l'ora di autocontrollo   

«No, scusami ero distratta non ti stavo ascoltando...» ammetto   

«Si può sapere cos'è successo? E' da una settimana che sei così!» mi chiede il mio compagno di banco non curante del fatto che il professore ci abbia appena ripresi  

«Dan...» riesco a sussurrare prima che le lacrime si tuffino sulle mie guance per poi abbassare il capo in modo che nessuno le noti  

«Ow... Dispiace a tutti noi, era un grande amico, ma non è ne il primo ne l'ultimo a morire per mano dei demoni. Come mai ti ha scombussolato così tanto questa storia? C'è qualcosa che non so?» se solo sapesse che è solo colpa mia se ormai non c'è più, credo non mi guarderebbe più in faccia, come tutti d'altronde, sono stata un'incosciente è solo colpa mia  

«N-no nient..» le parole mi si fermano in gola a causa di un nodo che le blocca «Prof! Posso andare in bagno non mi sento tanto bene.» chiedo interrompendo la lezione per poi ritrovarmi tutti gli sguardi puntati su di me, hanno tutti un'aria compassionevole nel guardarmi ma io non voglio fare pietà a nessuno   

«Si vada pure signorina» mi da il consenso il professore prima di aggiustarsi gli occhiali sul naso e continuare a spiegare  Mi affretto per i corridoi a tessa bassa, non voglio rischiare che qualcuno mi fermi mentre sono in questo stato, nessuno deve vedere come mi sono ridotta, sono quasi arrivata alla porta del bagno quando mi scontro con qualcosa o meglio qualcuno...

«Scusa, non ti avevo visto.» dico sfoggiando il sorriso più finto del mondo con le guance ancora bagnate prima di spegnersi di colpo riconoscendo la persona che si ho davanti. AHIA! Brutto colpo, credo proprio che il destino c'è l'abbia con me, con tutte le persone in questa scuola, con tutti i posti dove andare, con chi dovevo ritrovarmi qui e andarci a sbattere? Proprio lui. Credo che la lezione di prima mi abbia fatto bene, perché mi ha appena impedito di saltargli addosso e commettere un omici... anzi un demonecidio.   

«Oh, ma che piacere rivederti. Allison giusto?» il suo sorriso beffardo e consapevole mi da sui nervi, mi viene voglia di farglielo sparire con le mie stesse mani «Hai qualcosa di diverso. Mmm... forse saranno gli occhi azzurri? nha, magari i capelli biondi? Credo proprio che siano le ali bianche, vero Angel?!» il  sorriso sparisce dalle sue labbra per lasciar posto ad un ghigno malvagio, mi sa che preferivo il sorriso. Sostengo il suo sguardo in silenzio, reggo l'affronto ma non combatto, resto lì in silenzio, a guardare l'assassino di Dan. «Come sta il tuo amico...credo che si chiamasse Dan, giusto?» stringo i denti e mi mordo la lingua per evitare di penderlo a sberle in faccia e dire tante di quelle parole proibite «Ah, che stupido che sono, è morto!» sghignazza fiero della sua affermazione   

«Tu dovevi morire non lui!» urlo a un centimetro dal suo viso   

«In realtà quella fine spettava a te. Cosa credi che non sappia che in quel bagno c'eri tu? Quando mi hanno avvertito della presenza di un angelo mi hanno descritto una ragazza mora e molto carina, a meno che Dan non si sia travestito da ragazza, eri tu! Perché non ti sei presa le tue responsabilità restando in quel bagno e salvando la vita al tuo amico? Lui non c'entrava niente con quella faccenda, non era lui ad essere stato scoperto, ma tu.» ed ecco che il suo sorriso beffardo torna a padroneggiare  quel viso scalfito da graffi.

 Ciò mi da la spinta per fare ciò avrei voluto da tempo ormai, spingo indietro le lacrime, non permetterò mai di mostrarmi debole ai suoi occhi e gli urlo acido «Mi fai schifo!  Ti odio!» per poi scaricare tutta la mia collera e dolore di quell'ultima settimana in un gesto, uno schiaffo, in pieno viso.   

Lui di tutta risposta cambia il suo sorriso in un espressione carica di ira e odio, si massaggia la guancia dolorante e ormai arrossata per poi prendermi i polsi e sbattermi violentemente contro il muro, ringhiandomi contro come una bestia inferocita «Non.osare.mai.più.farlo! Sei ancora viva soltanto perché siamo nella scuola, sta per suonare la campanella e altrimenti ci sarebbero troppo testimoni da far tacere, ma la prossima volta non sarai così fortunata, perché quando ti rincontrerò e stai certa che avverrà, te la farò pagare cara.» appena detto ciò suona la campanella e lui si allontana da me come se nulla fosse, sento uno strano calore su un polso sinistro, così lo prendo con la mano destra per poi alzarlo all'altezza del mio viso e notare uno strano cerchio rosso intorno ad esso, è una scottatura... quel bastardo mi ha marchiata! Ma io non me ne starò con le mani in mano ad aspettare che lui mi uccida, devo fare qualcosa per vendicare Dan... 


«Angel, ma dov'eri? E' più di mezz'ora che ti aspettiamo qui d'avanti.» si lamenta mio fratello Niall 

«Di solito sei la prima ad uscire, ancora prima che la campanella suoni.» scherza Lou, ma si vede quel velo di sofferenza nei suoi occhi, non capisco come faccia ad essere ancora mio amico dopo quello che ho combinato.

 «Niente, sto bene.» mento  

«Allora muoviti a camminare perché non ti aspetterò un secondo di più, ho fame!» detto ciò sento il suo stomaco brontolare  

«Ma Niall! Durante la pausa di sei mangiato 3 panini uno dietro l'altro, come puoi avere ancora fame? Sei un pozzo senza fondo!» lo schernisce incredulo Louis  

«Ehi ragazzi! Aspettatemi.» vediamo correre verso di noi un Harry con il fiatone  

«Come mai tanta fretta?» domanda Niall  

«Ci sono Zayn e i suoi amici davanti l'entrata e non voglio che mi fermino per farmi domande su... -si blocca- bhè avete capito.» abbassa lo sguardo, chissà come mai quando c'è un argomento che non gli piace le punte delle sue scarpe diventano così interessanti tutto d'un tratto 

«Capito...-sospiro- andiamo va, che se no va a finire che Niall mangia noi» dico mostrando il sorriso più finto di questo mondo, ma ora non mi va proprio di sorridere 

«Ahahaha allora cosa aspettiamo? Muoviamoci su, o diventeremo il pasto di un biondino. -scherza- aspetta, ma cos'hai sul polso?» la sua espressione muta così velocemente che quasi mi spaventa come può una persona cambiare umore così in fretta « Fa vedere.» mi prende il polso, ma io lo ritraggo, un po' per il dolore, un po' perché non voglio che veda, quel segno provocherebbe troppe domande da parte sua a cui poi saprà darsi una risposta ed io non voglio assolutamente che ciò accada, perché pur non avendo più i poteri Harry non si lascia calpestare da nessuno e nessuno deve toccare le persone a cui tiene, chiunque esso sia e si da il caso che non so per quale losco motivo lui tenga molto a me.



Se volete su youtube ho messo il trailer della FF basta scrivere ""Un amore oltre i confini dell'impossibile." Trailer FF" e lo trovate c:

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Capitolo 5
*** Quarto Capitolo. ***


 

«Nessuno si mette contro Damon cara mia.» sghignazza qualcuno e poi d'un tratto mi sento leggera quasi come se stessi volando. 
 
 
Sono in una stanza buia, sento un pianto disperato, chi sarà mai e dove mi trovo? decido di seguire quei singhiozzi, entro in una stanza e vedo una ragazza rannicchiata in un angolo, con le ginocchia appoggiate al petto e la testa china su di esse, mi avvicino per chiedere spiegazioni, ma appena alza il viso coperto dalle lacrime, mi sento risucchiare indietro come in un vortice, vorrei non averlo fatto... Ma che stregoneria è mai questa? quella ragazza sono io. Perché piangevo? Non capisco... AIUTO!  
Mi risveglio ansimando sudata nel mio letto, «Oh, per fortuna era solo un sogno.» penso prima di accorgermi che il mio incubo è appena iniziato, questa non è affatto la mia camera e questo non è per niente il mio letto, c'è un profumo di vaniglia che inonda la camera e i miei polmoni, ha un'aria così bella, eppure perché sto tremando? non so, c'è qualcosa nella mia testa che mi suggerisce di non fidarmi, che l'apparenza inganna e credo proprio che il mio sesto senso abbia ragione, non appena giro il mio volto verso un angolino illuminato dai raggi del sole che filtrano attraverso la finestra noto qualcuno dall'aria familiare, quasi non cado dal letto, risucchio l'aria che poi mi si blocca in gola per lo stupore, dovrebbe essere piacevole incontrare un volto familiare in un posto sconosciuto, ma per me non lo è affatto, preferirei aver continuato a dormire e magari  fare quegli incubi piuttosto che ritrovarmi LUI difronte, con le braccia incrociate al petto, la bocca semi aperta e la testa poggiata sulla sua spalla, una posizione piuttosto scomoda per dormire direi, ma non mi importa, per me potrebbe anche rompersi l'osso del collo e sarebbe troppo poco per lui. «Angel ma cosa vai a pensare? Sei un angelo e devi fare solo pensieri buoni.» mi rimprovera il mio subconcio, cerco una via di fuga con lo sguardo, eccola lì, la mia via di fuga verso la salvezza o almeno lo spero, mi alzo facendo attenzione a non fare rumore e pian piano mi avvicino alla porta ma non appena la raggiungo un braccio muscoloso mi si para davanti, così sgrano gli occhi  
«Buongiorno angioletto!» non rispondo e ingoio la saliva «Volevi andare da qualche parte signorinella?» mi domanda il proprietario di quelle possenti braccia che io so a chi appartengono 
«Possibilmente il più lontano da te!» rispondo altezzosa e con aspetto da dura, anche se dentro di me mi sento un agnellino in trappola, spero solo che il lupo non se ne accorgi o crederà di poter avere il controllo su di me 
«Mi dispiace contraddirti ma è inutile che ci provi, da me non scappi, te l'avevo promesso che te l'avrei fatta pagare cara, ricordi? E sai... io mantengo sempre le mie promesse.» dopo questa frase mi si gela il sangue nelle venne e sembra che il tempo si fermi in quell'attimo. Le mie narici si allargano, le pupille si dilatano e le sopracciglia mi tremano insieme alle labbra, sento che sto per piangere, da un momento all'altro esplodo, la tensione unita alla paura è un mix troppo forte da sopportare per me 
«Io devo andare via -mando giù la saliva per far si che la voce mi esca meno tremolante del dovuto- farò tardi a scuola.» dico con voce stridula  
«Fidati, ora come ora la scuola e l'ultimo dei tuoi problemi, hai cose ben più gravi a cui pensare.» mi canzona per poi urlare a squarcia gola un nome, credo sia quello di un suo amico, sento dei passi pesanti correre per quelle che penso siano delle scale 
«Si Zayn?» domanda una voce possente da dietro la porta 
«Ho un regalino per te, si è svegliata, fa ciò che vuoi, ma ti raccomando non romperla, mi serve intera.» è serio, parla di me come se fossi un giocattolo, questo ragazzo non fa altro che farmi salire il nervoso, la mia paura viene sostituita dall'irritabilità e dalla rabbia, un'altra parola di troppo e lo scaravento a terra a suon di pugni «Angel, fa pensieri...» interrompo la mia coscienza, maledicendola mentalmente, ora come ora non mi interessano i pensieri buoni, l'unica cosa che voglio e farlo soffrire. Tutta la mia strafottenza sparisce e la paura torna ad essere padrona del mio corpo non appena lui apre la porta ed io riconosco il volto del suo 'amico'. Cosa cavolo ho fatto per meritarmi tutto questo? Forse perché ho rubato la caramella di Niall tempo fa e lui ha maledetto chiunque fosse stato? Giuro che se esco viva da qui gliene compro un'altra e mi scuso, ma se davvero esiste la suprema essenza ti prego non farmi morire. Il ragazzo della festa irrompe brutalmente nella stanza e nell'esatto momento in cui Zayn esce sbattetendo la porta alle sue spalle lui la chiude a chiave... 
«Bene, bene, bene, ci si rivede bocconcino.» si avvicina ed io indietreggio «Purtroppo per te oggi non ci sarà Harry a proteggerti, potremmo 'giocare' finché non sarò esausto e quando mi stancherò di te ti restituirò a Zayn.» il sorriso che ha non mi rassicura affatto, così continuo ad indietreggiare finché le mie spalle non sbattono contro la fredda superfice del muro  
«Non puoi scappare, sei in trappola.» ed ecco che con le sue luride mani inizia a sfiorarmi il braccio per poi scendere sulla coscia ed addentrarsi più al centro, cercando di spingersi verso il mio interno coscia per poi ritrarre la mano ferito 
«Dimentichi che anche gli angeli hanno dei poteri, quindi se non vuoi diventare un ghiacciolo stammi alla larga!» lo affronto per poi sorvolarlo e correre verso la porta girarando la chiave per aprire la porta, ma prima di poter scappare vengo bloccata dal suo braccio che mi risbatte contro il muro
«E tu dimentichi che il fuoco scioglie il ghiaccio.» ghigna malvagio per riavvicinarsi al mio corpo... 
Sono sicura che morirò...
 
 
POV HARRY 
*diin-don* «Hei Harry!» mi saluta Niall  
«Hei amico» rispondo 
«Che ci fai da  queste parti?» chiede 
«Mi annoiavo a casa così sono venuto qui per chiederti se ti andava di uscire...» affermo sorridente  
«Ok, prendo il giubbotto e andiamo.» si affretta a dire 
«In realtà volevo anche chiederti come sta tua sorella, sai dato che oggi non l'ho vista a scuola ho pensato che stesse male.» ammetto grattandomi la nuca 
«Oh, bhè ad essere sincera non lo so neanche io, questa mattina quando l'ho chiamata per venire a scuola non mi ha risposto così ho creduto che stesse dormendo, ma prima ho bussato un'altra volta ma non risponde, sai è strano...» ammette confuso 
«E non hai provato ad entrare?!» mi agito 
«La porta è chiusa a chiave, ma ora che ci penso bene, lei non farebbe mai così mi avvertirebbe in ogni caso...» riflette, siamo ancora sull'ingresso, quando lo scavalco correndo su per le scale e salendo i gradini a 4 alla volta, per poi arrivare davanti porta di Angel e bussare violentemente con più potenza di quando avessi voluto, ma la preoccupazione ha preso il sopravvento  
«Ehi Angel! Cos'hai?» chiedo allarmato ma non ricevo nessuna risposta «Angel! Ci sei?!» ancora silenzio dall'altra parte della porta «Se non apri questa porta entro 5 secondi la butto giù» urlo più forte di prima con la voce traboccante di preoccupazione prendendo a pugni la porta «Uno...» nessuna risposta «Due...» niente, mi preparo a buttarla giù per davvero «Tre!» sto per abbattermi sulla porta, quando un braccio familiare mi blocca  
«Fermo, fermo. Se vuoi distruggermi la casa dillo prima, altrimenti se vuoi solo entrare qui ho le chiavi di riserva...» mi avverte  Niall  
«E lo dici solo ora?!» gli urlo in faccia 
«Calmo amico, non mi hai dato neanche il tempo di aprir bocca che ti sei scaraventato su per le scale...» ammette desolato 
«Vabene, basta che ora ti muovi» suggerisco spazientito 
«Ecco qua!» appena apre la porta mi ritrovo davanti uno spettacolo che avrei voluto evitare, c'è un vaso rotto sul pavimento e la stanza è completamente vuota 
«Non c'è...» ammetto con mille pensieri per la testa su dove possa essere e cosa gli stia accadendo 
«Non dirmi che mia sorella ha trovato un fidanzato con cui ha passato la notte?!» chiede arrabbiato più a se stesso Niall 
Il solo pensiero di Angel nelle braccia di qualcun'altro mi mette i brividi, ma poi rifletto e.... quanto sono stato stupido, avevo la soluzione davanti gli occhi e non me ne sono accorto, Angel non è tipo da scappatella notturna, è stata rapita! ed io ho qualche sospetto su chi possa essere stato... 
«Devo andare!» avverto Niall ormai lontano mentre mi precipito giù per le scale diretto verso una casa che avrei preferito non rivedere più, maledetto Zayn, giuro che se le hai anche solo torto un capello la pagherai cara, spero solo per te che quando la ritroverò, perché stai certo che ci riuscirò non abbia neanche un graffio. 
 

«Nessuno si mette contro Damon cara mia.» sghignazza qualcuno e poi d'un tratto mi sento leggera quasi come se stessi volando.   


Sono in una stanza buia, sento un pianto disperato, chi sarà mai e dove mi trovo? decido di seguire quei singhiozzi, entro in una stanza e vedo una ragazza rannicchiata in un angolo, con le ginocchia appoggiate al petto e la testa china su di esse, mi avvicino per chiedere spiegazioni, ma appena alza il viso coperto dalle lacrime, mi sento risucchiare indietro come in un vortice, vorrei non averlo fatto... Ma che stregoneria è mai questa? quella ragazza sono io. Perché piangevo? Non capisco... AIUTO!  Mi risveglio ansimando sudata nel mio letto, «Oh, per fortuna era solo un sogno.» penso prima di accorgermi che il mio incubo è appena iniziato, questa non è affatto la mia camera e questo non è per niente il mio letto, c'è un profumo di vaniglia che inonda la camera e i miei polmoni, ha un'aria così bella, eppure perché sto tremando? non so, c'è qualcosa nella mia testa che mi suggerisce di non fidarmi, che l'apparenza inganna e credo proprio che il mio sesto senso abbia ragione, non appena giro il mio volto verso un angolino illuminato dai raggi del sole che filtrano attraverso la finestra noto qualcuno dall'aria familiare, quasi non cado dal letto, risucchio l'aria che poi mi si blocca in gola per lo stupore, dovrebbe essere piacevole incontrare un volto familiare in un posto sconosciuto, ma per me non lo è affatto, preferirei aver continuato a dormire e magari  fare quegli incubi piuttosto che ritrovarmi LUI difronte, con le braccia incrociate al petto, la bocca semi aperta e la testa poggiata sulla sua spalla, una posizione piuttosto scomoda per dormire direi, ma non mi importa, per me potrebbe anche rompersi l'osso del collo e sarebbe troppo poco per lui. «Angel ma cosa vai a pensare? Sei un angelo e devi fare solo pensieri buoni.» mi rimprovera il mio subconcio, cerco una via di fuga con lo sguardo, eccola lì, la mia via di fuga verso la salvezza o almeno lo spero, mi alzo facendo attenzione a non fare rumore e pian piano mi avvicino alla porta ma non appena la raggiungo un braccio muscoloso mi si para davanti, così sgrano gli occhi

«Buongiorno angioletto!» non rispondo e ingoio la saliva «Volevi andare da qualche parte signorinella?» mi domanda il proprietario di quelle possenti braccia che io so a chi appartengono 

«Possibilmente il più lontano da te!» rispondo altezzosa e con aspetto da dura, anche se dentro di me mi sento un agnellino in trappola, spero solo che il lupo non se ne accorgi o crederà di poter avere il controllo su di me 

«Mi dispiace contraddirti ma è inutile che ci provi, da me non scappi, te l'avevo promesso che te l'avrei fatta pagare cara, ricordi? E sai... io mantengo sempre le mie promesse.» dopo questa frase mi si gela il sangue nelle venne e sembra che il tempo si fermi in quell'attimo. Le mie narici si allargano, le pupille si dilatano e le sopracciglia mi tremano insieme alle labbra, sento che sto per piangere, da un momento all'altro esplodo, la tensione unita alla paura è un mix troppo forte da sopportare per me 

«Io devo andare via -mando giù la saliva per far si che la voce mi esca meno tremolante del dovuto- farò tardi a scuola.» dico con voce stridula  

«Fidati, ora come ora la scuola e l'ultimo dei tuoi problemi, hai cose ben più gravi a cui pensare.» mi canzona per poi urlare a squarcia gola un nome, credo sia quello di un suo amico, sento dei passi pesanti correre per quelle che penso siano delle scale 

«Si Zayn?» domanda una voce possente da dietro la porta 

«Ho un regalino per te, si è svegliata, fa ciò che vuoi, ma ti raccomando non romperla, mi serve intera.» è serio, parla di me come se fossi un giocattolo, questo ragazzo non fa altro che farmi salire il nervoso, la mia paura viene sostituita dall'irritabilità e dalla rabbia, un'altra parola di troppo e lo scaravento a terra a suon di pugni «Angel, fa pensieri...» interrompo la mia coscienza, maledicendola mentalmente, ora come ora non mi interessano i pensieri buoni, l'unica cosa che voglio e farlo soffrire. Tutta la mia strafottenza sparisce e la paura torna ad essere padrona del mio corpo non appena lui apre la porta ed io riconosco il volto del suo 'amico'. Cosa cavolo ho fatto per meritarmi tutto questo? Forse perché ho rubato la caramella di Niall tempo fa e lui ha maledetto chiunque fosse stato? Giuro che se esco viva da qui gliene compro un'altra e mi scuso, ma se davvero esiste la suprema essenza ti prego non farmi morire. Il ragazzo della festa irrompe brutalmente nella stanza e nell'esatto momento in cui Zayn esce sbattetendo la porta alle sue spalle lui la chiude a chiave... 

«Bene, bene, bene, ci si rivede bocconcino.» si avvicina ed io indietreggio

«Purtroppo per te oggi non ci sarà Harry a proteggerti, potremmo 'giocare' finché non sarò esausto e quando mi stancherò di te ti restituirò a Zayn.» il sorriso che ha non mi rassicura affatto, così continuo ad indietreggiare finché le mie spalle non sbattono contro la fredda superfice del muro

 «Non puoi scappare, sei in trappola.» ed ecco che con le sue luride mani inizia a sfiorarmi il braccio per poi scendere sulla coscia ed addentrarsi più al centro, cercando di spingersi verso il mio interno coscia per poi ritrarre la mano ferito 

«Dimentichi che anche gli angeli hanno dei poteri, quindi se non vuoi diventare un ghiacciolo stammi alla larga!» lo affronto per poi sorvolarlo e correre verso la porta girarando la chiave per aprire la porta, ma prima di poter scappare vengo bloccata dal suo braccio che mi risbatte contro il muro«E tu dimentichi che il fuoco scioglie il ghiaccio.» ghigna malvagio per riavvicinarsi al mio corpo... Sono sicura che morirò...  


POV HARRY *diin-don* «Hei Harry!» mi saluta Niall

 «Hei amico» rispondo «Che ci fai da  queste parti?» chiede 

«Mi annoiavo a casa così sono venuto qui per chiederti se ti andava di uscire...» affermo sorridente

 «Ok, prendo il giubbotto e andiamo.» si affretta a dire «In realtà volevo anche chiederti come sta tua sorella, sai dato che oggi non l'ho vista a scuola ho pensato che stesse male.» ammetto grattandomi la nuca

 «Oh, bhè ad essere sincera non lo so neanche io, questa mattina quando l'ho chiamata per venire a scuola non mi ha risposto così ho creduto che stesse dormendo, ma prima ho bussato un'altra volta ma non risponde, sai è strano...» ammette confuso 

«E non hai provato ad entrare?!» mi agito 

«La porta è chiusa a chiave, ma ora che ci penso bene, lei non farebbe mai così mi avvertirebbe in ogni caso...» riflette, siamo ancora sull'ingresso, quando lo scavalco correndo su per le scale e salendo i gradini a 4 alla volta, per poi arrivare davanti porta di Angel e bussare violentemente con più potenza di quando avessi voluto, ma la preoccupazione ha preso il sopravvento  

«Ehi Angel! Cos'hai?» chiedo allarmato ma non ricevo nessuna risposta «Angel! Ci sei?!» ancora silenzio dall'altra parte della porta «Se non apri questa porta entro 5 secondi la butto giù» urlo più forte di prima con la voce traboccante di preoccupazione prendendo a pugni la porta «Uno...» nessuna risposta «Due...» niente, mi preparo a buttarla giù per davvero «Tre!» sto per abbattermi sulla porta, quando un braccio familiare mi blocca

 «Fermo, fermo. Se vuoi distruggermi la casa dillo prima, altrimenti se vuoi solo entrare qui ho le chiavi di riserva...» mi avverte  Niall  «E lo dici solo ora?!» gli urlo in faccia

 «Calmo amico, non mi hai dato neanche il tempo di aprir bocca che ti sei scaraventato su per le scale...» ammette desolato

«Vabene, basta che ora ti muovi» suggerisco spazientito 

«Ecco qua!» appena apre la porta mi ritrovo davanti uno spettacolo che avrei voluto evitare, c'è un vaso rotto sul pavimento e la stanza è completamente vuota

 «Non c'è...» confermo i mie dubbi con mille pensieri per la testa su dove possa essere e cosa gli stia accadendo 

«Non dirmi che mia sorella ha trovato un fidanzato con cui ha passato la notte?!» chiede arrabbiato più a se stesso Niall 

Il solo pensiero di Angel nelle braccia di qualcun'altro mi mette i brividi, ma poi rifletto e.... quanto sono stato stupido, avevo la soluzione davanti gli occhi e non me ne sono accorto, Angel non è tipo da scappatella notturna, è stata rapita! ed io ho qualche sospetto su chi possa essere stato... 

«Devo andare!» avverto Niall ormai lontano mentre mi precipito giù per le scale diretto verso una casa che avrei preferito non rivedere più, maledetto Zayn, giuro che se le hai anche solo torto un capello la pagherai cara, spero solo per te che quando la ritroverò, perché stai certo che ci riuscirò non abbia neanche un graffio.  

 

 

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Capitolo 6
*** Quinto Capitolo. ***


’Portafortuna‘ 

POV LIAM. 
«Ehi Zayn!» saluto il mio amico appena entro in casa 
«Ciao Liam.» fa un cenno con la mano di tutta risposta lui 
«Come va?» chiedo indicando la sua guancia ancora arrossata a causa di non so cosa, dato che non ha voluto dirci niente a riguardo anche se sono sicuro che quell'angioletto dalle guance rosa c'entri qualcosa 
«Benissimo, è solo un graffietto, mi ero persino dimenticato d'averlo.» risponde con nonchalance, anche se so che non è così, lo conosco troppo bene. Sto per chiedergli qualcos'altro quando delle urla femminili giungono alle mie orecchie, credo provenga dal piano superiore. 
«Cos'è stato?» chiedo preoccupato 
«Niente, è un regalino per Jack.» ha tutta l'aria di chi non me la racconta giusta, mi dispiace ma non me ne starò con le mani in mano. 
Sento un altro urlo, adesso ne sono certo, proviene da sopra, esattamente dalla camera di Zayn, così mi precipito allarmato nella sua stanza da letto, la porta è chiusa, ma per fortuna non a chiave, così la apro di scatto e mi ritrovo davanti uno spettacolo poco piacevole: il possente corpo di Jack spiaccicato sul debole corpicino di una ragazza dai capelli biondi, lo prendo per una spalla e lo trascino indietro per strappo di dosso, lui si gira furioso per poi sputarmi in faccia un violento: 
«Cazzo vuoi?!» è arrabbiato con me per averlo interrotto, lo si capisce dal suo tono di voce brusco, dai muscoli tesi e dalle vene del collo gonfie mentre stringe i denti dopo avermi urlato in faccia respirando affannosamente 
«La domanda non è cosa voglio io, ma cazzo fai tu?!» chiedo altrettanto furioso 
«Zayn, mi ha dato il consenso.» mi risponde alzando la bocca da un lato facendo un mezzo sorriso come se questa cosa possa farmi tacere e scappare con la coda tra le gambe, ma si sbaglia, io non sono un codardo, tutt'altro 
«Ed io ora te lo vieto!» impongo stringendo denti e pugni per calmarmi, ma questo gesto non fa altro che aumentare la mia voglia di prenderlo a ceffoni in faccia per quanto mi fa schifo e Zayn? come ha potuto dare l'ok a una cosa tanto terribile? Dopo farò i conti anche con lui. 
«Tu chi sei per dirmi cosa devo o non devo fare?» ghigna beffardo 
«Sai che è meglio non farmi arrabbiare.» rispondo con sguardo carico di fuoco di uno che sta per esplodere come una bomba ad orologeria e che potrebbe distruggere tutto nel raggio di un kilometro 
«Ok, ok, calmati me ne vado. Potevi dirlo prima che volevi giocarci tu» si scusa impaurito per poi sgattaiolare dalla porta come se fosse un cucciolo appena rimproverato dal capobranco. Adesso si che si ragiona, sono felice della sua scelta, non avrei voluto conciarlo male ma non avrei esitato se non avesse obbedito. 
Mentre medito sulle mie azioni fiero di me mi ricordo di lei, così mi giro di lato per poi ritrovarmi il volto del giovane angelo, traboccante di lacrime. E' la ragazza della festa... Mi avvicino piegandomi sulle ginocchia per far si che il mio viso sia alla sua altezza, ma lei continua a singhiozzare tremando, così con due dita le alzo in mento e guardandola negli occhi le sussurro 
«Shh, va tutto bene, ora ci sono io qui con te, non ti succederà nulla, non permetterò che ti facciano del male.» appena finisco la frase le si butta tra le mie braccia ed io le accarezzo i capelli cullandola fino all'ultimo singhiozzo, non so perché ma questa ragazza ha un nonsoché che mi attira e fa si che io le voglia bene come se la conoscessi da una vita. 




POV HARRY. 

Sto ancora correndo oltre il confine quando arrivo davanti una grande villa e mi fermo per poi scaraventarmi verso il portone di quella casa bussando ripetutamente sul legno della possente porta quando dopo tempo che a me sembra un'eternità, Zayn la apre, con la sua solita strafottenza e sfacciataggine mi chiede cosa voglio, facendo il finto tonto e fingendo di non sapere il motivo della mia visita, così non esisto un attimo, mi tuffo su di lui buttandolo a terra per poi prendendolo per il colletto della maglietta alzandolo in modo da guardarlo negli occhi e ringhiargli in faccia 
«lei dov'è?» esito a chiederlo per paura della sua risposta 
«Non so di cosa tu stia parlando.» continua la sua falsa, mentre io assottiglio gli occhi, stringo i denti e il mio respiro diventa più irregolare, come quello di uno che sta per sbroccare. Non ce la faccio più a trattenermi e posso dire per certo che se uno sguardo potesse uccidere ora lui sarebbe in una bara. 
«Spero per il tuo bene che stia bene e non abbia neanche un graffio.» quella che per me doveva essere una preghiera esce dalle mie labbra come un ordine, mi meraviglio di me stesso per la rudezza con cui ho pronunciato quelle parole. 
«Tu, non entri in casa mia minacciandomi senza un motivo, hai capito?» e senza indugiare gli sbatto la testa sul pavimento e inizio a prenderlo a pugni in faccia mentre mi siedo sul suo busto.
«Ehi ma che succede quaggiù?!» chiede Liam precipitandosi per le scale probabilmente dopo aver sentito tutto il fracasso e staccandomi da dosso Zayn per poi tenermi fermo per le spalle 
«Succede che questo cazzone è entrato in casa mia aggredendomi senza un valido motivo, avrà bevuto un bicchierino di troppo e perciò farnetica!» dice sereno, per poi alzarsi, pulirsi il sangue che scorre dal suo labbro inferiore con il dorso della mano e l'estremità della sua camicia, scrollarsi i vestiti e aggiustarsi la camicia ormai stropicciata dalle impronte delle mie mani. 
«Non ho un valido motivo?! Non.ho.un.valido.motivo?! Un valido motivo dici?! Oh bhè io ne ho uno più che validissimo!» urlo furioso come un forsennato per poi riscagliarmi su di lui, prima che 2 mani mi girano verso se. 
«Calma Harry, calmati. Così non risolvi niente, anzi non fai altro che peggiorare la situazione... Spiegami meglio, cos'è successo?» mi chiede Liam cercando di calmarmi, non so perché ma quel ragazzo riesce sempre a mettere di buon umore tutti, è così gentile, non sembra neanche un demone. Prendo un respiro profondo e con malavoglia confesso ciò che non ho mai avuto il coraggio di confessare, nemmeno a me stesso. 
«Lui ha qualcosa che mi appartiene. Qualcosa a cui tengo più della mia stessa vita e la rivoglio in dietro» nella mia voce tremante trasferisce quel dolore che provo dentro al solo pensiero di cosa possa essere accaduto alla mia Angel. 
«Oh che stupido, avrei dovuto capirlo, è di lei che parli? E' ovvio che è per lei che sei qui. Seguimi.» dice avviandosi verso l'inizio delle scale, per poi voltarsi e rimproverarmi «Allora, vuoi che ti porti da lei o no?» 
Salto sul posto per poi avviarmi verso le scale e con passo repentino superarlo, ma mi fermo non appena finite le scale e mi accorgo che non so che direzione prendere. 
«Dai su, cammina, io ti accompagno» dice per poi indicarmi con il mento una porta poco più avanti della nostra postazione, sono sicuro, lei è lì, finalmente l'ho trovata, chissà come starà, se avrà avuto paura, è ovvio che ne ha avuta, ma qui c'era Liam e io credo di potermi fidare di lui, 'Posso fidarmi di lui?' questa domanda si fa spazio nella mia testa seguita da un 'E se è stato proprio lui a farle del male?' e poi 'E se l'apparenza inganna e non è così bravo come sembra ma è come Zayn?' scuoto la testa, scacciando quelli orribili pensieri con la convinzione che lui non è come Damon ma lui è Liam, il nostro Liam, quello che ci protegge, che ci fa ragionare, che ci tira su il morale quando siamo giù di corda, sono così immerso nei mie pensieri che non mi rendo conto di essere arrivato alla porta della camera nella quale dovrebbe trovarsi Angel. Alzo una mano tremante sulla maniglia per poi abbassarla riluttante e con una lentezza disarmante, speriamo stia bene... 
«Ma che?!» blatero incredulo «Mi stai prendendo in giro Liam?» delirio guardandomi intorno mentre entro in quella stanza buia e...vuota? Non c'è nessuno lì dentro. 
«Perché dovrei Harry? Che succede?» è confuso, sono sicuro che non mi ha mentito, qui c'era qualcosa o meglio qualcuno e il luccichio infondo alla camera mentre mi avvicino me ne da la certezza. E' la sua collana. Cosa le sarà successo? 
«In questa stanza non c'è nessuno, o meglio, se c'era qualcuno ora non c'è più. Guarda qui.» dico mostrandogli il ciondolo ritrovato «E' di Angel, lo definisce il suo portafortuna...» ora sono certo che le è accaduto qualcosa di brutto ed io non me lo perdonerò mai, se non fossi stato così impulsivo da aggredire subito Zayn forse avrei fatto in tempo a ritrovarla, se io non avessi urlato come un forsennato Liam non sarebbe sceso a dividerci e lei non si sarebbe ritrovata sola in una stanza sconosciuta. 
Dove può essere andata in soli 5 minuti? O meglio... la domanda che più mi spaventa è: 'Chi l'ha presa?' 
________________________________

Ehi People! Scusate per l'attesa ma c'è una cosa che voi non sapete tra 3 giorni ho gli esami e ancora devo scrivere TUTTA la tesina al computer e perlopiù impararla. Sono fottuta non ce la farò mai D:

Tornando a noi, continuo appena possibile, voi non potete neanche immaginare cosa la mia perfida mente sta pianificando per i poveri protagonisti di questa storia...
Ah, e grazie ancora di seguire questa storia, fatemi sapere cosa ne pensate e non i soliti 'continua' e magari qual'è la vostra parte preferita se ne avete una 

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Capitolo 7
*** Sesto Capitolo. ***


POV ANGEL.

Mi trovo in una stanza buia, c'è odore di muffa qui, probabilmente dall'odore direi che siamo sotto terra, una cantina magari, si credo proprio di essere in una cantina, date la dispensa di cibo e acqua che c'è sono qui.

'Ma cosa ci faccio in questo posto?'
L'unica cosa che mi ricordo è che Liam... oh giusto, Liam! quando lui se n'è andato a causa delle urla io ho aspettato nell'angolino in cui mi aveva lasciata e poi quando ho sentito la porta aprirsi per me è stato un sollievo, così gli sono corsa in contro, ma quella figura non era affatto Liam, bensì... Jack!

Un sapore metallico entra a contatto con la mia lingua mentre mi lecco le labbra ormai secche, sembrerebbe sangue, ma da dove verrà mai?

Troppe domande e nessuna risposta.
A furia di pensare mi è venuto un dolore allucinante alla testa, mi fa davvero male.
Mentre faccio per toccarmi il punto dolorante mi rendo conto solo allora di essere legata con delle catene, così cerco di congelarle con i miei poteri per poi successivamente spezzarle ma senza successo.

'E' la prima volta che i miei poteri non funzionano, ma com'è possibile?'

Troppe domande invadono la mia testa dolorante e la soluzione mi si presenta davanti come un flash, è ovvio, come ho potuto non pensarci prima...

Quando sono corsa in contro a quello che pensavo fosse Liam lui mi ha colpito con un mazza da baseball sulla testa, questo spiega il perché del sangue e della mia forte emicrania e mi ha trascinata qui per poi legarmi con delle manette in agalmatolite, per questo non posso usare i miei poteri, l'agalmatolite marina gli annulla.

Ma ora lui dove sarà? E cosa più grave: cosa vorrà farmi?

Ammetto di avere paura, tanta paura.
Quando credevo che la tragedia fosse scampata, ecco, è proprio in quel momento che inizia il vero incubo.

*Flash-back Intorno a me il buio, poi d'un tratto una luce, da quella luce esce un ombra che mi si avvicina e mi porge la sua mano per poi accompagnarmi verso la luce, ora non ho più paura, mi sento al sicuro tra le braccia di quella persona anche se non riesco a vedere il suo viso, qualcosa me lo impedisce, l'unica cosa che intravedo è un teschio. *Fine Flash-back

Perché continuo ad avere questi flash?
Specie che in questo momento fanno aumentare il mal di testa.

«AIUTO! AIUTATEMI!» urlo speranzosa pregando che qualcuno possa sentirmi e che magari Liam, corra di nuovo in mio soccorso.

«Ti sei svegliata finalmente, su non c'è tempo per dormire, dobbiamo divertirci ora.» un'ombra si muove nell'oscurità avvicinandosi, riconosco quelle voce.

«LIBERAMI IMMEDIATAMENTE!» cerco di nuovo di urlare con la poca aria che mi resta a disposizione, prendendo un respiro profondo per poi liberare tutta l'aria dai miei polmoni « Va bene.» sorride avvicinandosi a me e i miei occhi si illuminano speranzosi «Forse dopo aver giocato un po' con te lo farò.»

Le mie palpebre sbattono velocemente per fermare le lacrime mentre lui prede la mia caviglia e mi trascina il più possibile vicino a se, ritiro la gamba e mi stringo nelle spalle portando le ginocchia al petto, abbracciandole per poi poggiarci il mento.

«Io non ti ho fatto nulla perché ce l'hai con me?» alzo di poco lo sguardo mentre lui si avvicina, stavolta nessuno mi salverà.

«Io non ce l'ho con te, è proprio perché mi piaci che ti voglio.» cerca con la mano la mia pelle ma lo respingo fin quanto le catene me lo permettono.

«Ma io non voglio! Per favore...» lo supplico cercando ancora di convincerlo a lasciarmi libera, ma invano.

«Oh, vorrai eccome! Sarai tu a pregarmi di non smettere.» ghigna

«Lasciami andare, ti prego...» sussurro con voce flebile, non sono neanche sicura che mi abbia sentito.

Chiudo gli occhi stringendoli, il mostro si avvicina.

POV ZAYN.

«Lui ha qualcosa che mi appartiene. Qualcosa a cui tengo più della mia stessa vita e la rivoglio in dietro» urla Harry, deve tenerci tanto a quella ragazza se si è messo contro di me per lei

«Oh che stupido, avrei dovuto capirlo, è di lei che parli? E' ovvio che è per lei che sei qui. Seguimi.» gli dice Liam avviandosi verso l'inizio delle scale, per poi voltarsi e rimproverarlo «Allora, vuoi che ti porti da lei o no?» detto ciò salgono le scale per poi scomparire dalla mia vista e subito dopo vedo di nuovo un'ombra in cima alle scale.

'Come mai hanno fatto così in fretta? si saranno sicuramente dimenticati qualcosa...'

Sto per voltarmi e andarmene quando noto che non sono loro ma bensì Jack con quella ragazza sulle spalle... devo dire che è carina, se non fosse per il suo caratteraccio a quest'ora ci sarei io con lei, ma lei è della peggior specie: un angelo.

«Li hai scampati per poco lo sai?» lo avverto

«Lo so, li ho incontrati mentre scendevo le scale ma per fortuna mi sono nascosto in tempo e loro non si sono accorti di me, comunque io vado in cantina, coprimi.» chiede per poi aprire la porta e intrufolarsi dentro.

Sento il rumore delle catene, molto probabilmente la starà incatenando al muro con le manette in agalmatolite in modo da non poterlo congelare.

Ci si può aspettare di tutto da quella ragazza, ha proprio un bel carattere.

«AIUTO! AIUTATEMI!» il suo urlo giunge alle mie orecchie e il cuore mi si stringe in petto per quanto questa situazione mi ricordi una scena già vissuta anni fa...


*«Aiuto!» urla quella giovane ragazza, ma io sono troppo lontano per sentirla

«AIUTATEMI!» urla più forte ma le mie orecchie non la sentono

«QUALCUNO MI AIUTI!» si dimena tra le braccia del mostro

«AIUTAMI ZAYN!» ....

«Zayn! Zayn!» il mio amico corre verso di me affannato e con aria preoccupata

«Calmati, che succede Tay?» cerco di rassicurarlo mentre lui regolarizza il suo respiro

«Tu...tu...tu.a sorella Zayn...-il mio cuore sussulta a quelle parole- la stanno stuprando.»

Al suono di quelle parole, stringo forte i denti quasi fino a farli esplodere per la corrosione e serro pugni scavandomi la carne per il nervosismo, mentre pronto corro verso una metà a me sconosciuta, mentre il mio 'amico' dietro mi da una retta.

«VICINO AL CONFINE CON GLI ANGELI, ZAYN!»

Corro ancora, le gambe quasi non si spezzano, le ginocchia da un momento all'altro possono trapassarmi le costole e il cuore, martella forte nel petto esigendo di uscire.

Arrivo lì in un battibaleno, non sento neanche il dolore alle gambe per il tanto correre, il mio unico pensiero fisso è mia sorella, la intravedo da lontano, mi avvicino a lei abbracciandola e coprendola con il mio corpo, quasi a fargli da scudo, ma non c'è nessuno dai cui proteggerla, lei è lì sola, mentre il corpo di un demone giace a terra, sanguinante e privo di sensi.

Qualcuno l'ha salvata prima di me...*

Io devo salvarla! «LIBERAMI IMMEDIATAMENTE!» non ce la faccio, istintivamente corro verso la cantina, aprendo la porta con un calcio e scaraventandomi su quella bestia pestandolo nonostante lui mi urli di fermarmi, mi supplica di smetterla, prega di risparmiarlo, ma non ce la faccio, continuo finché non emette il suo ultimo respiro, l'ho ucciso.

Alzo lo sguardo verso per poi incontrare gli occhi lucidi della ragazza, vedo la paura trapassargli il viso, la paura di me, di me che sono un assassino.

Mi avvicino a lei per liberarla e appena tocco il suo braccio sussulta sbarrando gli occhi, gli farò schifo, ho ancora sulle mani il sangue di un mio amico, non la biasimerei se scappasse a gambe levate, è ciò che mi aspetto che accada non appena tolte le catene.

Quando la libero di tutte e 4 le manette, accade una cosa... un gesto inaspettato, contrariamente a quanto pensavo lei non scappa affatto, anzi si catapulta tra le mie braccia stringendosi forte al mio petto come a non volere più lasciarmi, andare.

E' una sensazione così bella, un sorriso scappa inconsciamente dalle mie labbra mentre l'avvicino di più a me poggiando il mio viso tra i suo capelli, ha un così buon profumo...

Chiudo gli occhi lasciandomi cullare dal suo respiro...

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Capitolo 8
*** Settimo Capitolo. ***


‘Dalla padella nella brace.’

POV ZAYN.
Quando la libero di tutte e quattro le manette, accade una cosa, un gesto inaspettato, contrariamente a quanto pensavo lei non scappò affatto, anzi si catapulta tra le mie braccia stringendosi forte al mio petto come a non volere più lasciarmi, andare. E' una sensazione così bella, un sorriso scappa inconsciamente dalle mie labbra mentre la avvicino di più a me poggiando il mio viso tra i suoi capelli, ha un così buon profumo, chiudo gli occhi lasciandomi cullare dal suo respiro... provo delle emozioni a me sconosciute, lei mi fa stare bene ed è per questo che devo ucciderla.

***
POV ANGEL.

«Aiuto! AIUTO!» mi sveglio di soprassalto urlando mentre la luce fioca attraversa le finestre della mia stanza, di nuovo quell’incubo, è da quattro giorni ormai che si ripete la stessa scena.


«Tutto bene sorellina?» mi chiese preoccupato il biondo


«Si Niall, tutto apposto.» mentii


«Sicura che va tutto bene? E’ da quando … bhè, è da allora che nel bel mezzo di ogni conversazione ti fermi a guardare nel nulla e non fai altro che tremare.» m’informa. 


«Ti ripeto che sto bene.» mi altero


«Dai riposati, non puoi andare a scuola oggi. » cerca di tranquillizzarmi mentre mette le mani sulle mie spalle cercando di adagiarmi di nuovo sul letto

«Ora esci che devo prepararmi per andare a scuola.» la mia schiena non sfiora neanche le coperte che mi alzo di nuovo scrollandomelo di dosso per poi posare i piedi sul pavimento freddo in cerca delle mie ciabatte.

«Non avere la testa dura, tu non puoi uscire in queste condizioni e dopo quello che è successo!» mi rimprovera alle mie spalle, mentre si solleva dal mio letto


«Esci ho detto!» urlo ormai spazientita

 


Mi dispiace trattarlo male ma non voglio si preoccupi troppo per me, e da quando è accaduto tutto che non dorme e sta con un occhio aperto vicino alla mia stanza e qualche volta nella notte viene a controllare se ci sono e se respiro sperando che io non me ne accorga.

 


Mi sto dirigendo verso il bagno per farmi una bella doccia calda quando passo davanti ad una foto e mi soffermo. La sfioro con l’indice e i ricordi riaffiorano, siamo io e Niall da piccoli.
Lui è sdraiato a terra con i gomiti puntati sul prato, le mani sotto il mento, le ginocchia al suolo e i piedi alzati ed io sopra di lui con una gamba e una mano poggiati sull'erba mentre l’altra gamba è in aria e con la mano destra faccio una ‘V’. 
Guardo lui, poi me, i nostri sorrisi, la gioia nei nostri occhi, com'eravamo felici quel giorno… ancora non sapevamo ciò che ci aspettava, eravamo solo due ingenui bambini. 

***

Dopo quasi un’ora sono pronta. 
Ormai si sa che quando faccio una doccia calda mi dimentico di tutto e ci sto ore ed ore.
Ma una domanda ruota ancora nella mia testa ‘Come dovrò comportarmi se l’incontro?’ 


Sento il clacson dell’autobus così prendo un toast al volo e mi dirigo correndo verso la fermata, intravedo l’autobus, che però non appena arrivo, parte. 
Allora gli corro dietro per un pezzo di strada sventolando le braccia in aria sperando che qualcuno mi veda e lo avverta di fermarmi, ma niente, spero invano, corro ancora finché le gambe non reggono più e il fiatone si impossessa di me, privandomi dell’aria necessaria, quasi non svengo.

Mi fermo in mezzo al marciapiede a prendere aria e mi perdo nei miei pensieri finché non sento in clacson di un’auto che mi fa sobbalzare, così mi risveglio dal mio stato di trans e mi giro verso la provenienza di quel rumore così acuto. 

 


*C’è un’auto che sfreccia sull'asfalto, troppo veloce perché possa fermarsi, un bambino con la palla gli sbuca davanti, lui suona il clacson per farlo spostare ma il bambino non ci fa caso e continua a camminare verso la palla. Un urto, uno scontro, il corpo minuto del bambino giace a terra privo di vita.*

 


Aspiro l’aria per la paura ed un singhiozzo mi si ferma in gola mentre le lacrime punzecchiano gli occhi. 
Sbatto velocemente le palpebre e quella scena sparisce.

Non c’è nessuno scontro, nessun corpo a terra, nessuna traccia di sangue o della ‘palla assassina’, anche se in lontananza intravedo la sagoma di quell'auto, ed ecco che la palla sbuca fuori da un vicolo, la scena sta per ripetersi, ma questa volta non sto ferma.
Mi getto sul bambino prima che la macchina possa centrarlo, spostandolo di lato mentre un taxi frena improvvisamente fermandosi proprio a pochi centimetri da noi, facendo si che in conducente si sposti in avanti quasi a sbattere la fronte sullo sterzo, strizzo gli occhi per la paura mentre sento lo sbattere di uno sportello, molte auto fermarsi e la folla avvicinarsi a noi.

 


« Ma che ti è saltato in mente?!» sento qualcuno avvicinarsi di velocità


«Sei impazzi…ta?» continua questa voce urlando per poi affievolirsi, è il taxista, che sta per urlarmi contro, ma si accorge del bambino che stringo tra le braccia, allora capisce.


«Ommiodio! Come state? Tutto apposto? Vi siete fatti male? Nulla di rotto? » spara domande a raffica con voce tra il preoccupato e il dolce per non farci spaventare mentre la folla si accerchia intorno a noi.


Mi alzo sollevando con me in bambino, per poi scrollarmi i vestiti, pulendomi dal catrame graffiatosi durante l’impatto. 
Alzo lo sguardo verso quel bimbo per assicurarmi che stia bene, non curandomi delle domande di chi sta intorno a me, lo guardo e accenno un piccolo e sforzato sorriso, stringendo gli occhi com’è mio solito fare quando sorrido, per rassicurarlo e lui di tutta risposta lascia cadere la palla che ancora stringeva tra le mani per poi attaccarsi alle mie gambe, stringendole per quando è possibile ad un bambino di quella taglia e singhiozzando, io di tutta risposta gli accarezzo i capelli e poi mi inginocchi davanti a lui.


«Vuoi giocare con me?» gli domando sorridendo.


So che può sembrare stupido ma sarebbe stato inutile sussurrarli parole dolci come ‘Va tutto bene.’, ‘Non preoccuparti.’, ‘Ora sei salvo.’ Perché ad un bambino non farebbero nessun effetto, non li capirebbe e ciò non farebbe altro che aumentare la sua preoccupazione, mentre un ‘vuoi giocare con me?’ gli fa capire che va tutto bene, che se io sono tranquilla per giocare non è successo niente di grave.
Come volevasi dimostrare, lui stringe le sue piccole manine a pugno sotto gli occhietti strofinandosi le lacrime, per poi sorridermi e prendermi una mano trascinandomi lontano da lì come se nulla fosse accaduto.


«Giochiamo a nascondino!» annuncia entusiasta, più come un ordine che una domanda, con la sua dolce vocina mentre cerca ancora di trascinarmi nel parco. 


E’ lo stesso che c’era nella foto con Niall che osservavo poco prima… continua a camminare cercando di tirarmi dietro di se, ma qualcuno interrompe il suo cammino, così lui mi lascia la mano, correndo verso la bionda signora poco lontana.


«Cos’hai fatto a mio figlio?!» mi accusa lei puntandomi un dito contro mentre a passo deciso si dirige verso di me.


«Ehi! Ehi!» il tassista si intromette tra me e lei.


‘Quella signora ha davvero delle unghie affilate, quasi mi fa paura’ costato per poi scuotere la testa e pensare che non sia il momento di fare certe osservazioni.


«Dovresti ringraziare questa ragazza! » si ferma lui e poi continua «Mentre tu stavi civettando, lei ha rischiato la sua vita, per salvar quella di tuo figlio, gettandosi sotto un’auto.» la avverte.


« Ma-ma…» La signora incredula balbetta qualcosa, ma poi tace, capendo che è il momento di stare zitte e non controbattere.

«Grazie.» si lascia sfuggire sottilmente dalle sue rosse labbra. 


Quasi non è orecchiabile ma io la sento lo stesso e con un accennato sorriso, educatamente rispondo.


« Non c’è di che signora, qualsiasi angelo lo avrebbe fatto. Siamo fatti così, sacrificheremmo la nostra vita per aiutare gli altri. » appena termino la frase, una domanda si fa spazio tra la gente, arrivando a me.


«Menomale che c’eri tu, altrimenti chissà come sarebbe finita. Ma come hai fatto a vedere quella macchina? Era lontana.» chiedono.
Poi sento un fruscio che si alza dalla folla, stanno discutendo, finché un anziano uomo non mi si avvicina.


«Tu sei la nipote di Nicholas? La figlia di Richard? Vero?» annuisco, non so cosa c’entri.

 «Hai avuto una visione, l’hai visto in un flash, dico giusto?» sgrano gli occhi, mentre la gente là intorno spalanca la bocca.


Fino a quel momento, non avevo avuto il tempo di chiedermi come avessi fatto, perché ho visto quella scena prima che accadesse. Ma ora che ci penso il ricordo è ancora limpido nella mia mente, non so se il vecchio abbia ragione o meno definendola una visione, ma io quella scena l’ho vista per davvero. 

«Tu sei quella che i saggi definiscono ‘L’angelo centenario’ un avvenimento che accade solo ad un secolo di distanza. Ogni 100 anni, nasce un angelo con la virtù della chiaroveggenza, e quell'angelo, cara mia, sei tu.» mi informa, convinto di ciò che afferma, mentre la gente rinizia a parlottare. 

«Mi dispiace signore, ma si sbaglia. Io non ho affatto avuto un flash, è solo che ho sentito quell’auto correre e l’ho intravista in lontananza e poi quant’è sbucata la palla ho subito pensato che dietro una palla c’è sempre un bimbo che la insegue. Il resto lo sapete già.» non so perché mento, ma lo faccio. Forse per paura che se fossi davvero l’angelo leggendario, nessuno mi tratterebbe come dovrei, tutti saprebbero chi sono e molti si avvicinerebbero a me, solo per chi rappresento e non per chi sono dentro o ancora perché sarei presa di mira dai demoni. 

Il vecchio apre la bocca per parlare ma poi la richiude, nel suo sguardo leggo che non se l’è bevuta, ma gli sono grato di non aver continuato a fare domande o non avrei retto alla pressione.


La folla si zittisce e man mano si sparpaglia per le strade, mente io guardo l’orologio e sottovoce impreco.

«Mannaggia! La campanella è già suonata, ed ora come faccio?» sbatto un mano sulla coscia, guardandomi intorno in cerca di un qualcosa che possa aiutarmi, finché un taxi non mi si avvicina.

«Dai, salta su! Ti accompagno io a scuola e spiego tutto io.» mi informa abbassando il finestrino, lo riconosco, è il tassista di prima. 
Lo guardo spaesata finché non mi rimprovera. «Allora sali o no? Non ho tutto il giorno.»

«Sisi, grazie.» rispondo mentre apro lo sportello entrando nel taxi e in meno di 5 minuti siamo già davanti l’enorme recinto della scuola.

 

***

 


«Allora è tutto apposto? Può iniziare le lezioni normalmente?» chiede il gentile automobilista alla segretaria, ovviamente non può parlare con il preside poiché nessuno o quasi, conosce la sua identità.


«Certo, è un onore per noi avere una studentessa così magnanima, lo riferirò subito al preside che sarà sicuramente d’accordo con me.» lo informa, poi si rivolge a me «Vada pure signorina, questo è il suo orario.»

 


‘Prima ora: Autocontrollo.’


Fantastico! Dovrò passare un ora a controllare le mie emozioni collegata ad una macchina dopo aver rischiato la vita per salvare un bambino ed essere quasi morta.
E come volevasi dimostrare la mia sfortuna non finisce qui.
Apro la porta è mi ritrovo Zayn, ma non solo dobbiamo seguire le lezioni insieme, il posto vicino al suo è l’unico libero.

Di male in peggio, me ne accade una dietro l’altra…

«Prego signorina, la segretaria mi appena riferito il motivo del suo ritardo e stavo appunto esponendo alla classe che compagna coraggiosa che hanno. Mi congratulo con lei per il suo altruismo, prego si accomodi vicino…uhm -tossice- vada pure a sedersi accanto a Damon.» annuncia con voce stridula, quel ragazzo fa paura anche a lui e come biasimarlo. Zayn farebbe paura anche al demonio in persona.

Ma ovviamente perché la sfiga dovrebbe fermarsi qui? 
Macché! Essere stata rapita, quasi stuprata, salvata, ripresa e infine liberata dal tuo peggior nemico, quasi investita e aver rischiato parecchie volte la vita è cosa da poco. 
Ci si deve mettere anche l’essere in classe con la malvagità fatta a persona, sedersi accanto a lui e in più… «Oggi faremo un progetto che andrà avanti tutto l’anno, sarà un lavoro di gruppi e le coppie saranno così come siede seduti oggi.» fare il progetto annuale di autocontrollo con lui.

‘Oh Dio! Aiutami tu.’

___________________
Ringrazio chi continua a seguire questa storia nonostante io abbia continuato dopo mesi, ma ho le mie valide motivazioni.
In primis, non volevo più continuarla, dato che non ho solo questa FF ma più di sette, oltre tutte le idee che vorrei mettere in atto e siccome alla fine quando le storie da gestire sono troppe non mi dedico bene a nessuno e perciò avevo pensato di continuarne solo una.
Oltre questo avevo scritto metà capitolo e mi si è rotto il computer. 

Anyway, come avrete sicuramente notato questo capitolo è più lungo perché prima non avevo word e lo scrivevo su wordpad, ma ora che ho di nuovo il mio amato programma mi rimetto sul serio a scrivere. Grazie ancora, scusate il ritardo e prometto che salvo imprevisti non vi farò più aspettare tanto.

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Capitolo 9
*** Ottavo Capitolo. ***


"Le due facce della stessa moneta." 

Mi seggo accanto a lui senza minimamente guardarlo e neanche lui mi degna di uno sguardo, evitiamo di guardarci per tutta la lezione fino a che, quasi al termine della lezione il professore non torna sull'argomento 'progetto annuale'. 


«Allora, dovete esercitarvi, perciò ogni pomeriggio resterete a scuola, vi sarà assegnata un aula a gruppo con un'insegnante personale o due a seconda se siete angeli, demoni o entrambi. In questo progetto dovrete imparare ad usare i vostri poteri anche nei momenti più critici, quando siete sotto pressione, inventando strategie nel minor tempo possibile e a combinarli con il vostro partner per un attacco vincente. Dovrete saper gestire l'istinto, ragionando prima di intervenire troppo rapidamente in un qualcosa, per poi rischiare di commettere un qualsiasi errore e ad avere un forte controllo delle proprie emozioni per far si che costoro non vi siano di intralcio durante il vostro percorso di vita.» ci informa il professore un attimo prima che la campanella suoni, ed eccomi che in meno di un secondo sgattaiolo fuori dalla classe, per evitare di incrociare 'cattive compagnie'. 

Mi dirigo nei corridoi mentre la gente mi strattona da un lato all'altro durante il tragitto. 

Seconda ora... abbasso lo sguardo sul foglietto che mi ero dimenticata di avere tra le mani per controllare in quale aula io debba dirigermi. 

«Lezioni di volo.» leggo a voce alta. 

Lezioni di volo? Ma... io non so volare, come potrei mai farlo? I miei mi hanno raccontato che si riesce a muovere le ali solo quando ci si innamora. 

Secondo una leggenda, tempo fa esistevano degli esseri viventi, metà uomo e metà donna, erano degli esseri tanto forti e potenti che si narrava che un giorno lontano loro potessero sovrastare persino Dio stesso. Così un giorno per paura che essi si potessero ribellare a lui, Dio lanciò un fulmine su ognuno di loro dividendoli a metà, cosicché la loro forza fu dimezzata, ma costoro restano ugualmente legate l’una all'altra da un filo invisibile. Da allora quegli esseri ora chiamati angeli e demoni vagano disorientati tutta la vita cercando la propria anima gemella, finché il filo non ritrova la propria estremità, cioè, quando due anime gemelle si incontrano essi acquistano la padronanza delle ali e se unite possono anche volare sino a raggiungere Dio. Purtroppo all'ultimo paragrafo della storia, quindi alla fine della leggenda c'è una capsula che ci avverte che in alcuni casi quel filo possa spezzarsi, non facendo realizzare ciò vi è scritto e le due anime gemelle vengano destinate a vagare senza sosta per poi non incontrarsi mai o in alcuni casi persino a morire. 

'Chissà se mai incontrerà la mia dolce metà? E se dovessi morire senza mai incontrarla?' 

Queste domande vagano nella mia mente facendosi spazio trai mille pensieri, accantonando il ricordo di dovermi dirigermi con una velocità impressionante nell'aula di volo prima che la campanella possa suonare. 

Appena mi rendo conto di essermi soffermata sin troppo a pensare corro fulminea verso la classe e arrivo appena in tempo prima che il professore chiudi la porta.

«Buongiorno signorina, alla buon'ora.» ironizza rimproverandomi 

«Si accomodi pure -mi informa- svelta però, non vorremmo dover aspettare tutta la lezione che vostra maestà trovi un posto di suo gradimento.» beffeggia con aria di rimprovero. 

Mi seggo sulla panca, -più che aula la definirei palestra- finché il professore dopo una lunga spiegazione, non ci chiama a rapporto. 

«Radunatevi tutti qui -ci avverte- venite tutti al centro dell'aula.» urla per far si che tutti lo ascoltino. 
Dopo aver finito di posizionarci in modo che non siamo tutti attaccati e abbiamo la libertà di muoverci, e nel caso volare, riprende a parlare. 

«Allora, ora tutti voi dovrete chiudere gli occhi e immaginarvi il viso della prima persona a cui pensate, che poi sarà quella di cui siete innamorate.» ci informa.

Fanno tutti ciò che ci ha detto. 
Vedo alcuni gioire per esserci riusciti ed altri continuare a stringere gli occhi, così provo anche io. Chiudo gli occhi e mi concentro, finalmente per la prima volta sento di avere le ali, sento la loro presenza sulle mie spalle e stranamente iniziano a muoversi facendomi sollevare i piedi ad un centimetro da terra, finché sul il mio 'sfondo' nero non appare un viso che si fa spazio tra i miei pensieri, stringo gli occhi più intensamente per riconoscere a chi appartiene e stranamente lo riconosco.... è Damon! 

Le mie ali si fermano di botto, facendomi ritornare con i piedi per terra, sbalzo indietro inorridita e inciampo nei mie stessi piedi, per poi sbattere violentemente con il sedere sul pavimento provocando un forte urto. 

Tutti si girano nella mia direzione e a vedere la scena c'è chi ride e chi invece scuote la testa contrariato, così mi alzo senza guardare nessuno e mi dirigo verso la panca dove e poggiata la mia borsa, la apro e prendo la bottiglietta d'acqua, ne bevo un sorso e poi osservo l'acqua al suo interno, la faccio ondeggiare e il viso di Zayn riappare rude nell'acqua, di botto lascio la bottiglietta facendola schiantare sul pavimento e facendo così fuoriuscire l'acqua al suo interno. 

Per fortuna nessuno se né accorto, mi piego sul pavimento e lo pulisco dal disastro appena commesso, pensando a quale oscuro motivo ci sia per far si che quel volta appaia continuamente sotto i miei occhi, ma con scarsi risultati, non ottengo nessuna risposta. D'altronde che motivo ambiguo e perverso ci potrebbe essere nel pensare a un essere tanto meschino? Ok, forse una volta mi ha salvato la vita, ma è solo un singolo episodio in confronto a tutte le volte in cui ha tentato di farmi del male, e poi ... se non era per lui io non mi sarei trovata in quella situazione, quindi l'avrà fatto sicuramente perché i sensi di colpa avrebbero divorato anche lui. 

Mi torturo ancora il cervello non trovando però, una spiegazione logica, finché qualcuno non interrompe i miei pensieri. 

«Ehi, tutto apposto?» domanda quello che credo essere un ragazzo 

«Ehm... si, tutto apposto.» affermo, neanch'io tanto sicura 

«Sicura?» appunto mi domanda, notando il mio tentennamento 

«Si, è solo che sono stanca, stanotte ho dormito poco.» affermo con voce più decisa mentre mi volto, per poi scoprire difronte a me un fantastico angelo. 

«Piacere, sono Arthur.» si presenta cordialmente 

«Molto piacere, io sono Angel.» mi presento di tutta risposta 

«Oh, che nome paradisiaco per una ragazza dal viso tanto angelico.» ammicca 

«Beh grazie» gli rispondo con una nota di disappunto. 

Che peccato, sembrava un così bel ragazzo e poi si scopre essere un farfallone come tutti gli altri, che alla prima occasione cerca di entrare nelle grazie di una ragazza per poi successivamente raggiungere il suo letto. 

«Questa era pessima vero?» mi chiede retorico sogghignando 

«A dire il vero si.» ammetto 

«Sai... è da tempo che ti osservo ormai, prima eri l'anima della scuola, sempre solare e scherzosa, ma nell'ultimo periodo ti isoli con il tuo sguardo perso nel vuoto. Volevo vederti sorridere come un tempo e siccome sei anche tanto carina volevo pure farti un complimento. Così nel mio tentativo di apprezzamento, chissà quanto posso essere sembrato goffo, scusami ma non sono tanto bravo a corteggiare una donna.» si scusa evidentemente in imbarazzo 

«Ahaha, ma no dai, se stato carino a preoccuparti per me» ammetto sorridente e felice 

«Però almeno posso vantarmi di averti strappato sorriso. E' bello vederti sorridere, devi farlo più spesso.» mi adula sincero e rilassato. 

«E tu dovresti essere più impulsivo e meno schematico. Se ti prepari i discorsi prima finirai per risultare rigido e superficiale, mentre quando dici ciò che pensi appare più rilassato e carino.» ammetto, accorgendomi solo dopo che tutto ciò doveva rimanere nella mia testa. 

«Ow, grazie, seguirò il tuo consiglio.» mi ringrazia per poi ritrovarci entrambi a guadarci la punta delle scarpe impacciati ed evidentemente imbarazzati con le guance arrossate. 

Mi stritolo il labbro inferiore tra i denti non sapendo che dire per poi alzare la testa di scatto ed iniziare a parlare 

«Andiamo a mens...» diciamo all'unisco per poi interromperci 

«Parla prima tu.» continuiamo in sincronia 

«Ahaha, vabbè allora inizio io. -sorride- Ti andrebbe di andare a mensa insieme?» domanda 

«Certo che si, era la stessa cosa che stavo per domandarti io.» ammetto 

«Prima le signore.» fa l'inchino mentre apre la porta della palestra. 

Scoppiamo a ridere entrambi e sorridenti ci dirigiamo in mensa. 

Che strano questo ragazzo lo conosco solo d a un giorno ma mi serba come conoscerlo da sempre e perlopiù e l'unico che in un periodo come questo e riuscito a farmi sorridere con la sua goffaggine e simpatia. 

'Che possa diventare qualcosa di più di semplice amicizia? Magari è lui la mia anima gemella.' Penso mentre guardo i suoi occhi lucidi e felici .


So che è troppo presto per pensarlo, ma il mio istinto mi dice che questo è l'inizio di una nuova avventura. E voglio godermela al pieno delle mie emozioni. 

*** 

L'indomani a scuola il professore di "Gestione dei poteri" mi ferma avvertendomi che insieme al professore di "Autocontrollo" ci attendono nella palestra principale per esercitarci ed assegnarci delle aule per il progetto annuale. 

Appena entro vedo che una marea di ragazzi seduti sulle panche sulla quale il giorno prima ero seduta anch'io, così li raggiungo e mi siedo al primo posto che trovo libero, mentre tutti insieme attendiamo l'arrivo degli altri io mi guardo intorno scrutando i volti famigliari dei miei compagni di corso, per poi riconoscerne subito uno.

Scuoto la testa credendo sia l'ennesima allucinazione nelle ultime 48 ore ma con scarsi risultati, quasi dimenticavo... lui è il mio compagno di progetto. 

Quando finalmente il corso è al completo, il professore inizia a parlare mentre io distratta mi guardo ancora intorno scorgendo anche volti nuovi, cerco ancora con la speranza che di intravedere tra quelli anche i miei amici e mio fratello, ma così non è.
Come ho fatto a non pensarci prima, ad ogni anno è stato assemblato un progetto diverso, con un grado di difficoltà differente a seconda della classe. 
Questo è quello del quarto anno, mentre gli alunni del quinto ne avranno sicuramente un altro più complesso. 

Il professore ci riunisce a coppie dandoci degli esercizi per valutare il nostro livello, la nostra forza, capacità e controllo mentale, per poi decidere quale docente assegnarci e che grado di attribuirci. 

Ci aggiudicheranno un grado dopo aver stabilito le nostre abilità e a seconda se siamo astuti, talentuosi e valorosi ci affibbieranno ad una fascia, che si dividono in: 

1° fascia (grado superiore) 
2° fascia (grado medio) 
3° fascia (grado inferiore) 

Man mano che si vince una sfida si sale di grado e così facendo ci verrà assegnata una stelletta che corrisponde a un numero di punti per il proprio team, al contrario se si scende la stella verrà requisita e con se anche i punti acquistati. 

Mi ritrovo d'avanti a me Zayn che stringe i denti per poi attaccare il professore con voce così alta che tutti possano sentirlo 

«Mi avete messo in squadra con una mezza calzetta. è ingiusto come potrei mai vincere?» 

«Non preoccuparti-cerca di rassicurarlo il professore- alla fine prima che una squadra possa essere eliminata dalla gare beccandosi così l'insufficienza, se vorranno i due membri della squadra potranno confrontarsi sfidandosi a vicenda e nel caso accettassero, il vincitore potrà guadagnarsi la sufficienza netta, salendo di un punto, però purtroppo facendo così scendere di un punto il proprio compagno che il quel caso sarà il suo avversario.» conclude 

«Altre domande?» chiede 

Nessuno risponde ed il silenzio si impossessa dell'aula, così continua 

«Bene, allora che i giochi abbiano inizio!» informa tutti alzando le mani per poi lasciarseli cadere pesantemente sui fianchi come ad aver sventolato due bandierine 

Così, come inizio provo a creare una bolla d'acqua per lanciarla addosso Damon ma con scarsi risultati, ancor prima che potessi finire di crearla, la bolla scoppia sfasciandosi per terra, mentre lui beffardo ride di me. Così ci riprovo con più concentrazione di prima e non solo riesco a finire la bolla ma gliela lancio diritta in faccia bagnandolo tutto scompigliandoli il suo perfetto ciuffo corvino e facendolo così smettere di ridere. 

«Questa me la paghi santarellina!» mi avverte per niente felice per poi creare una bolla di fuoco e scagliandomela addosso. 

Per fortuna mi scanso in tempo evitandola, altrimenti sarebbe finita male, data tutta la rabbia con cui l'ha lanciata.

«Ma sei impazzito?» lo rimprovero sbottando 

«Ops...non volevo, per fortuna non ti ha presa, altrimenti ti saresti bruciata tutta poverina.» ironizza prendendosi gioco di me 

Stringo gli occhi sino a ridurli due piccole fessure mentre corrodo i denti così tanto che quasi non si sgretolano. 

«Stupido diavolo!» digrigno a denti stretti a bassa voce, anche se sono quasi certa che mi abbia sentito. 

*** 

Ci alleniamo per un'altra oretta finché un demone non manda un onda di fuoco diritto verso di me, non so se l'abbia fatto apposta o meno ma quell'ammasso di fuoco sembra dirigersi proprio nella mia direzione. 

Cosicché però, prima che possa colpirmi Zayn si mette tra me e l'onda ustionandosi una spalla. 

«Perché l'hai fatto?» chiedo tra il preoccupato e l'arrabbiato 

«Perché se avesse colpito te ti saresti fatta male.» risponde sincero 

«E quindi?» domando indugiante 

«Sei la mia compagna di progetto e per lo più sei debole, non voglio un insufficienza a causa tua» mi accusa 

Ah ecco il solito Damon, ed io che per un momento ho pensato che lui si potesse essere preoccupato per me...

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Ringrazio chi continua a seguire questa storia nonostante io continua sempre in ritardo.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate e se c'è una parte che preferite.

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Capitolo 10
*** Decimo Capitolo. ***


p> 

 
 
Mi avvio per andare a scuola ma con la mia solita sfortuna perdo il pullman così percorro tutta la strada che dista da casa mia fino a scuola a piedi, correndo per il ritardo. 
Sono certa che questa volta nulla impedirà a Damon di uccidermi, poiché sto facendo ritardo nonostante lui mi avesse specificatamente imposto di essere in orario, ma d'altra parte non è colpa mia, ho passato l'intero pomeriggio a scervellarmi per trovare una soluzione a questa situazione e per mia grande sfortuna l'ho trovata solo alla fine, quando la mia 'salvezza' è entrata dalla porta della mia stanza.  
  
Ho lasciato detto a mio fratello di aspettare a casa sino all'arrivo di  Arthur per poi avvertirlo della situazione e scusarsi al posto mio. 
«Eccomi!» urlo mentre i mei piedi scivolano davanti l'entrata  
'Ma qui non c'è nessuno, -constato- dove sono tutti? E cosa più importante...dov'è Zayn?' mi domando 
«Zayn?» sussurro insicura il suo nome mentre mi avvio per i corridoi 
«Zayn.- dico a  voce più alta- Dove sei?» lo invoco preoccupata 
 
 
«E menomale che ti avevo detto di essere in orario! -sento qualcuno urlare in lontananza- Hanno tutti iniziato da mezz'ora, siamo gli ultimi e perlopiù partiamo in svantaggio. -sbraita senza ritegno- E tutto ciò solo per colpa tua!» mi accusa puntandomi il dito contro non appena mi è davanti 
 
 
«Scusa...» è l'unica parola che mi esce di bocca 
 
 
«Scusa? Sai dire solo questo? 'Scusa'?-mi imita- Tu-mima indicandomi-tu... grr che rabbia!» borbotta e strepita stringendo i pugni 
 
 
«Ti ho chiesto scusa cos'altro dovrei fare? Scusami, non sono potuta venire prima perché avevo un appuntamento e non sapevo come spiegare a colui con cui dovevo uscire che non potevo stare con lui.» spiego 
 
 
«Un appuntamento? Con chi? -domanda curioso aggrottando le sopracciglia- Vabbè lasciamo perdere, non mi interessa. -si corregge- Quindi tu hai fatto ritardo mettendoci nei guai per un appuntamento? -domanda incredulo- Tutto questo per uno stupidissimo e fottutissimo appuntamento!» ringhia a denti stretti 
 
 
«Non era solo uno stupido appuntamento.» chiarisco per poi meritarmi una sua occhiataccia 
 
 
«La pagherai cara!» mi avverte a voce alta ma sereno 
 
 
«E' un avvertimento?» chiedo inarcando un sopracciglio 
 
 
«No. -mi informa- E' una promessa!» puntualizza con una aria che mi fa gelare il sangue nelle vene 
 
 
«Eccovi finalmente! -sento dire- Non ve l'ha insegnato nessuno che bisogna essere in orario?» urla un tipo piuttosto palestrato venendoci incontro 
«Tu sei...?» chiede Zayn con strafottenza 
 
 
«Stephen, il vostro coach.» risponde prontamente quello aver compreso essere il nostro allenatore 
«Mi scusi. -dico abbassando il capo mortificata- E' tutta colpa mia, non s e la prendi anche con lui, sono stata io a fare  ritardo.» ammetto afflitta 
 
 
«Non mi importa di chi sia la colpa, avete fatto entrambi ritardo e dovete assumervi le vostre responsabilità. -dice seccato- Ora andiamo o farete ulteriormente ritardo. Seguitemi.» ci avvisa irritato mentre si dirige verso non so dove con noi al suo seguito 
Non appena entriamo troviamo una donna vestita di nero, con i capelli scuri e il fisico snello seduta con le gambe accavallate sulla cattedra che sta nel lato sinistro dell'aula e un espressione annoiata e sul volto. 
«Finalmente gli hai trovati! Pensavo vi foste persi.» dice altezzosa  
«Se la prossima volta vuoi un lavoro più sbrigativo fattelo da sola. Non sono il tuo servo.» risponde altrettanto scorbutico il nostro coach, credo che quei due non vanno per niente d'accordo 
«Cos'hai da guardare?» mi schernisce lei 
«Niente, stavo solo cercando di capire chi fosse.» ribatto prontamente 
«Io sono Maggie, la vostra istruttrice di combattimento o come direbbe una persona poco colta come il qui presente vice coach, 'allenatrice'.» ribadisce stuzzicando il palestrato che sta poco più avanti di noi che da copione risponde all'istante con lo stesso tono 
«Eppure mi sembra di ricordare che, -dice accarezzandosi il mento tra l'indice e il pollice facendo finta di pensare- correggimi se sbaglio -si volta verso di lei- sono stato io ad essere nominato miglior coach in assoluto dall'altissimo stesso.» la informa petulante  
«Invece a me sembra di ricordare che, correggimi se sbaglio, -lo imita-  13 anni fa ti ho battuto in un combattimento corpo a corpo e se non fosse stato per me non saremmo mai stati primi al progetto annuale vincendo anche il record come 'Miglior risultato scolastico'.» cita un avvenimento passato 
«Hai vinto solo perché com'è tuo solito fare hai imbrogliato escogitando un perfido stratagemma.» ribatte irritato rammentandogli com'è andata, lei sta per controbattere ma Zayn la interrompe prima che la conversazione possa andare avanti ancora per molto 
«STOP! -urla Zayn orami annoiato della situazione- Smettetela di litigare come due mocciosi.» annuncia irritato 
«La smettete! Siete qui per allenarci non per discutere come due bambini capricciosi.» continuo io facendogli da eco 
Loro capiscono così non ribattono. 
 
 
«Cosa sapete fare?» chiede Stephen  
 
 
«Io so creare delle bolle di acqua, anche se la maggior parte delle volte esplodono ancora prima che io possa lanciarle.» ammetto  
 
 
«E tu?» chiede Maggie rivolta a Zayn 
 
 
«Io so creare delle bolle di fuoco e le mie al contrario di quelle di qualcuno -mi stuzzica ricordando la mia confessione- non scoppiano fin quando non hanno centrato il bersaglio o nel caso una qualsiasi superficie.» riferisce fiero della sua affermazione 
 
 
«Sapete perché vi trovate qui?» domanda Steph 
 
 
«Per allenarci?» chiedo ingenuamente 
 
 
«Intendo, sapete perché siamo noi ad allenarvi?» incita alzando entrambe le sopracciglia  
 
 
Lo guardiamo con aria confusa senza rispondere  
 
 
«Siete qui per il coraggio con cui hai protetto la tua compagna di progetto.» inizia la mora 
 
 
«E per l'altruismo con cui tu l'hai seguito senza ammettere repliche, non abbandonandolo nonostante lui ti avesse espressamente chiesto anche in modo alquanto brusco di non farlo.» continua il biondo 
 
 
«Vi abbiamo scelto come nostri apprendisti per la vostra determinazione nel portare a fine un qualcosa e cosa più importante, per il vostro grande cuore che sprigiona amore da tutti i pori. Per quell'amore che vi da coraggio e altruismo, quell'amore che custodite nella parte più profonda di voi stessi, quell'amore senza rendervene conto, provate l'uno per l'altra.» concludono infine entrambi lasciandoci senza parole e a bocca aperta. 
Zayn sta per controbattere con una delle sue solite frasi perfide ma viene interrotto da qualcuno che bussa contro la porta della palestra. 
 
 
«Mamma.» sento mentre il viso di una ragazza sbuca dalla porta 
 
 
«Si Zoe?» chiede stranamente dolce Maggie 
 
 
«Volevo solo avvisarti che stasera non torno a casa, dormo da amiche. » l'avvisa quella che credo essere sua figlia entrando il palestra 
«Mmm, va bene, sta attenta.» mormora per poi schioccarle un bacio sulla guancia prima che lei se ne vada 
«Mica male!» dice all'improvviso Zayn una volta che la ragazza è uscita dalla porta 
«Ehi! Non pensarci nemmeno, quella è mia figlia e tu devi starli lontano. Non avvicinarti a lei o finisci male.» lo avvisa girandosi di scatto 
«Vedremo...» la sfida Zayn e prima che la mora potesse ribattere li interrompo 
«Abbiamo già perso troppo tempo, non vorrei perderne altro, siamo già in svantaggio rispetto agli altri. Iniziamo?» domando ricordandogli del progetto 
 
 
«Certamente,-inizia Steph- per prima cosa dovrete cambiarvi d'abito. Su tenete -dice porgendoci dei vestiti- andate negli spogliatoi e mettetevi questi, una volta fatto tornate qui e inizieremo la pratica. Vi avverto sarà dura e stremante.» conclude l'ultima fase con tono di chi c'è già passato 
*** 
«Ma cosa?!-borbotto guardandomi allo specchio una volta indossato il sotto del completo porgiatomi dal mio istruttore- E' troppo corto.» costato cercando di tirare il più giù possibile i pantaloncini di pelle nera ma con scarsi risultati. 
Indosso il corpetto ma mi rendo conto che la cerniera è difettosa e mi è difficile tirarla su, mi guardo intorno spaesata mentre il tempo scorre senza che io me ne accorga così sento qualcuno bussare alla mia porta 
 
 
«Hai finito?-» 
«Ehm... Zayn.» 
«Si?» 
«Avrei un problema.» 
«Di cosa si tratta?» chiede ma io non rispondo per l'imbarazzo 
«Che è successo? -sbotta aprendo di colpo la porta preoccupato per poi ritirarsi una volta avermi visto in quelle condizioni- scusa non volevo.» dice per poi fare un passo indietro, mentre sta per chiudere la porta lo interrompo 
«Potresti darmi una mano?» chiedo voltando di poco il capo 
«Che ti serve?» domanda cercando di essere il più calmo possibile ma un leggero tremolio nella sua voce lo tradisce facendo trasparire le sue emozioni, anche lui è imbarazzato. 
«Mi servirebbe aiuto con la cerniera -ammetto- non riesco a tirarla su.» concludo timidamente 
Tossisce schiarendosi la gola 
«C-certo.» balbetta evidentemente imbarazzato avvicinandosi a me 
Non appena le sue dita affusolate sfiorano la pelle nuda delle mie spalle un brivido mi trapassa la spina dorsale. 
Ci mette più del previsto, sale la cerniera con una lentezza disarmante facendo si che le sue dita sfiorino molteplici volte la mia pelle ed io sia attraversata da mille scariche di brividi. 
«Fatto.» mi informa mente con la mano sinistra si gratta goffamente in dorso della nuca e il collo, per poi farla scendere sulla clavicola e farla scivolare lungo il fianco 
Quando mi giro ha le gote rosse e gli occhi lucidi, mentre ho il corpo così caldo che ho paura che da un momento all'altro possa prendere fuoco. 
Si avvia verso la palestra ed io dietro di lui con capo abbassato seguendolo come un cagnolino fa con il proprio padrone, entrambi in silenzio e rossi il viso. 
«Che era successo a voi due? Stavamo per darvi per dispersi.» afferma il coach 
«Lo dovuto fermare io altrimenti avrebbe chiamato la polizia.» ridacchia Maggie per poi fermarsi di colpo e scrutarci attentamente, dopodiché si volta verso Stephen si lanciano un occhiata di intesa e ghignano entrambi sotto i baffi 
«Tutto bene ragazzi?» chiede ancora ridacchiando Steph 
«Si, è tutto ok.» risponde Zayn guardandosi intorno con nonchalance 
«Allora, tu -mi indica- siediti pure. Mentre tu -dice indicando Zayn- prova a lanciare una bolla di fuoco verso quel bersaglio.» lo informa la nostra istruttrice 
Lui unisce le mani a sfera attaccando i polsi mentre con le dita va a piegarle come degli artigli, mentre si prepara a creare una bolla di fuoco. 
Io mi siedo atterra con le gambe incrociate mentre lui dopo aver creato la bolla sta per lanciarla io poggio i gomiti sulle ginocchia e il mento sulle mani. E' tutto un attimo, lui si distrae e la bolla per poco non colpisce Maggie. 
«Ma che cavolo fai?! Sta più attento! Per poco non mi hai dato fuoco.» lo ammonisce 
«Scusa ero distratto.» mormora con la sua solita aria da duro 
«Si può sapere dove hai la testa?» continua a rimproverarlo Stephen mentre io mi alzo avvicinandomi a loro 
«E' colpa vostra!» replica 
«Colpa nostra?» chiede non capendo il biondo 
«Si, cavolo fatela coprire.» dice scorbutico mentre noi lo guardiamo con aria interrogativa 
«La sua scollatura vertiginosa mi distrae. -ci informa- Copriti!» dice buttandomi addosso il suo giubbotto di pelle nera mentre io indosso il suo giubbotto alzando la cerniera  fino al collo 
«Non potremo cambiare abbigliamento? Questa divisa è scomoda.» ammetto sinceramente 
«Questa divisa intanto vi protegge dagli attacchi  e perlopiù è stata creata appositamente per adattarsi al corpo e non essere d'intralcio durante i combattimenti.» mi informa Maggie 
«Avresti avuto la stessa agilità lottando con una tutona larga? E se ti avesse sfiorata anche solo una fiamma avresti preso fuoco.» continua Stephen  
Abbasso la testa in segno di rassegnamento e continuo a vedere l'allenamento di Zayn finché non tocca a me. 
«Crea una bolla d'acqua e lanciala verso l'obbiettivo.» mi ordina autoritario il biondo 
«Ci proverò.» lo informo neanche io tanto sicura di riuscirci, cosa che appunto accade. 
Fallisco, la bolla esplode ancor prima di lasciarla e così i 5 tentativi seguenti, non è colpa mia, ma sono così, quando mi sento in soggezione vado nel pallone 
«Entro domani ce la fai?» mi punzecchia 'il magnifico Zayn' 
Gli lancio un'occhiataccia e ci riprovo, questa volta con più determinazione di prima, solo per dimostrargli che ce la posso fare. 
Lancio la bolla che non appena si schianta sopra la superficie del bersaglio lo congela mente tutti rimaniamo spiazzati. 
«Wow, wow, wow.» resta a bocca aperta il biondo 
«Sono sbalordita, come hai fatto? Per insegnare questo ci vogliono minimo 3 sedute e una cosa complessa trasformare la bolla che si lancia senza toccarla. -sospira- Una cosa è lanciare una bolla d'acqua, un'altra lanciare una bolla di ghiaccio e un discorso completamente diverso è lanciare una bolla d'acqua che si trasforma in ghiaccio quanto tocca una superficie.» dice ancora sorpresa 
Sono soddisfatta dei complimenti ricevuti e ancora più dalla faccia sbalordita e infastidita del moro. 
«Tu ragazza mia, hai qualcosa di speciale, sei diversa dalle altre. Ma questa tua dote è meglio tenerla nascosta per ora, non rivelare a nessuno ciò che sei in grado di fare» mi informa con sguardo preoccupato. 
'Cosa vorrà dire con questa frase?' 
Ci alleniamo per tutta la giornata finché il sole non tramonta ed il buoi si impossessa del cielo una volta azzurro. 
«Noi andiamo, ci vediamo domani qui alla stessa ora.» ci saluta Maggie 
«E mi raccomando, siate puntuali.» ci avvisa Stephen prima di sparire anche lui lasciandomi sola con Damon.
«Io e te dobbiamo parlare.»  dice con sgardo serio voltandosi verso di me
Mi guardo intorno spaesata in cerca di una possibile via di fuga ma non ne trovo una, l'unica è la porta ma lui mi intralcia il cammino dato che li è davanti.
Questa frase non promette nulla di buono ed io non ho nessuno  via di scampo.
'Ow, che faccio adesso?'

 Mi avvio per andare a scuola ma con la mia solita sfortuna perdo il pullman così percorro tutta la strada che dista da casa mia fino a scuola a piedi, correndo per il ritardo. 

Sono certa che questa volta nulla impedirà a Damon di uccidermi, poiché sto facendo ritardo nonostante lui mi avesse specificatamente imposto di essere in orario, ma d'altra parte non è colpa mia, ho passato l'intero pomeriggio a scervellarmi per trovare una soluzione a questa situazione e per mia grande sfortuna l'ho trovata solo alla fine, quando la mia 'salvezza' è entrata dalla porta della mia stanza.   


Ho lasciato detto a mio fratello di aspettare a casa sino all'arrivo di  Arthur per poi avvertirlo della situazione e scusarsi al posto mio.

«Eccomi!» urlo mentre i mei piedi scivolano davanti l'entrata

 'Ma qui non c'è nessuno, -constato- dove sono tutti? E cosa più importante...dov'è Zayn?' mi domando 

«Zayn?» sussurro insicura il suo nome mentre mi avvio per i corridoi 

«Zayn.- dico a  voce più alta- Dove sei?» lo invoco preoccupata   

«E menomale che ti avevo detto di essere in orario! -sento qualcuno urlare in lontananza- Hanno tutti iniziato da mezz'ora, siamo gli ultimi e perlopiù partiamo in svantaggio. -sbraita senza ritegno- E tutto ciò solo per colpa tua!» mi accusa puntandomi il dito contro non appena mi è davanti  

 «Scusa...» è l'unica parola che mi esce di bocca   

«Scusa? Sai dire solo questo? 'Scusa'?-mi imita- Tu-mima indicandomi-tu... grr che rabbia!» borbotta e strepita stringendo i pugni  

 «Ti ho chiesto scusa cos'altro dovrei fare? Scusami, non sono potuta venire prima perché avevo un appuntamento e non sapevo come spiegare a colui con cui dovevo uscire che non potevo stare con lui.» spiego  

 «Un appuntamento? Con chi? -domanda curioso aggrottando le sopracciglia- Vabbè lasciamo perdere, non mi interessa. -si corregge- Quindi tu hai fatto ritardo mettendoci nei guai per un appuntamento? -domanda incredulo- Tutto questo per uno stupidissimo e fottutissimo appuntamento!» ringhia a denti stretti  

 «Non era solo uno stupido appuntamento.» chiarisco per poi meritarmi una sua occhiataccia   

«La pagherai cara!» mi avverte a voce alta ma sereno   

«E' un avvertimento?» chiedo inarcando un sopracciglio  

 «No. -mi informa- E' una promessa!» puntualizza con una aria che mi fa gelare il sangue nelle vene  

 «Eccovi finalmente! -sento dire- Non ve l'ha insegnato nessuno che bisogna essere in orario?» urla un tipo piuttosto palestrato venendoci incontro

 «Tu sei...?» chiede Zayn con strafottenza 

  «Stephen, il vostro coach.» risponde prontamente quello aver compreso essere il nostro allenatore 

«Mi scusi. -dico abbassando il capo mortificata- E' tutta colpa mia, non s e la prendi anche con lui, sono stata io a fare  ritardo.» ammetto afflitta  

 «Non mi importa di chi sia la colpa, avete fatto entrambi ritardo e dovete assumervi le vostre responsabilità. -dice seccato- Ora andiamo o farete ulteriormente ritardo. Seguitemi.» ci avvisa irritato mentre si dirige verso non so dove con noi al suo seguito.

Non appena entriamo troviamo una donna vestita di nero, con i capelli scuri e il fisico snello seduta con le gambe accavallate sulla cattedra che sta nel lato sinistro dell'aula e un espressione annoiata e sul volto.

 «Finalmente gli hai trovati! Pensavo vi foste persi.» dice altezzosa  

«Se la prossima volta vuoi un lavoro più sbrigativo fattelo da sola. Non sono il tuo servo.» risponde altrettanto scorbutico il nostro coach, credo che quei due non vanno per niente d'accordo 

«Cos'hai da guardare?» mi schernisce lei

 «Niente, stavo solo cercando di capire chi fosse.» ribatto prontamente 

«Io sono Maggie, la vostra istruttrice di combattimento o come direbbe una persona poco colta come il qui presente vice coach, 'allenatrice'.» ribadisce stuzzicando il palestrato che sta poco più avanti di noi che da copione risponde all'istante con lo stesso tono 

«Eppure mi sembra di ricordare che, -dice accarezzandosi il mento tra l'indice e il pollice facendo finta di pensare- correggimi se sbaglio -si volta verso di lei- sono stato io ad essere nominato miglior coach in assoluto dall'altissimo stesso.» la informa petulante  

«Invece a me sembra di ricordare che, correggimi se sbaglio, -lo imita-  13 anni fa ti ho battuto in un combattimento corpo a corpo e se non fosse stato per me non saremmo mai stati primi al progetto annuale vincendo anche il record come 'Miglior risultato scolastico'.» cita un avvenimento passato

 «Hai vinto solo perché com'è tuo solito fare hai imbrogliato escogitando un perfido stratagemma.» ribatte irritato rammentandogli com'è andata, lei sta per controbattere ma Zayn la interrompe prima che la conversazione possa andare avanti ancora per molto 

«STOP! -urla Zayn orami annoiato della situazione- Smettetela di litigare come due mocciosi.» annuncia irritato «La smettete! Siete qui per allenarci non per discutere come due bambini capricciosi.» continuo io facendogli da eco Loro capiscono così non ribattono. 

  «Cosa sapete fare?» chiede Stephen   

 «Io so creare delle bolle di acqua, anche se la maggior parte delle volte esplodono ancora prima che io possa lanciarle.» ammetto    

«E tu?» chiede Maggie rivolta a Zayn   «Io so creare delle bolle di fuoco e le mie al contrario di quelle di qualcuno -mi stuzzica ricordando la mia confessione- non scoppiano fin quando non hanno centrato il bersaglio o nel caso una qualsiasi superficie.» riferisce fiero della sua affermazione   

«Sapete perché vi trovate qui?» domanda Steph  

 «Per allenarci?» chiedo ingenuamente 

 «Intendo, sapete perché siamo noi ad allenarvi?» incita alzando entrambe le sopracciglia   

 Lo guardiamo con aria confusa senza rispondere.

«Siete qui per il coraggio con cui hai protetto la tua compagna di progetto.» inizia la mora 

 «E per l'altruismo con cui tu l'hai seguito senza ammettere repliche, non abbandonandolo nonostante lui ti avesse espressamente chiesto anche in modo alquanto brusco di non farlo.» continua il biondo   

«Vi abbiamo scelto come nostri apprendisti per la vostra determinazione nel portare a fine un qualcosa e cosa più importante, per il vostro grande cuore che sprigiona amore da tutti i pori. Per quell'amore che vi da coraggio e altruismo, quell'amore che custodite nella parte più profonda di voi stessi, quell'amore senza rendervene conto, provate l'uno per l'altra.» concludono infine entrambi lasciandoci senza parole e a bocca aperta.

 Zayn sta per controbattere con una delle sue solite frasi perfide ma viene interrotto da qualcuno che bussa contro la porta della palestra. 

  «Mamma.» sento mentre il viso di una ragazza sbuca dalla porta  

 «Si Zoe?» chiede stranamente dolce Maggie 

  «Volevo solo avvisarti che stasera non torno a casa, dormo da amiche. » l'avvisa quella che credo essere sua figlia entrando il palestra «Mmm, va bene, sta attenta.» mormora per poi schioccarle un bacio sulla guancia prima che lei se ne vada 

«Mica male!» dice all'improvviso Zayn una volta che la ragazza è uscita dalla porta 

«Ehi! Non pensarci nemmeno, quella è mia figlia e tu devi starli lontano. Non avvicinarti a lei o finisci male.» lo avvisa girandosi di scatto 

«Vedremo...» la sfida Zayn e prima che la mora potesse ribattere li interrompo 

«Abbiamo già perso troppo tempo, non vorrei perderne altro, siamo già in svantaggio rispetto agli altri. Iniziamo?» domando ricordandogli del progetto  

 «Certamente,-inizia Steph- per prima cosa dovrete cambiarvi d'abito. Su tenete -dice porgendoci dei vestiti- andate negli spogliatoi e mettetevi questi, una volta fatto tornate qui e inizieremo la pratica. Vi avverto sarà dura e stremante.» conclude l'ultima fase con tono di chi c'è già passato.

*** 

«Ma cosa?!-borbotto guardandomi allo specchio una volta indossato il sotto del completo porgiatomi dal mio istruttore- E' troppo corto.» costato cercando di tirare il più giù possibile i pantaloncini di pelle nera ma con scarsi risultati. Indosso il corpetto ma mi rendo conto che la cerniera è difettosa e mi è difficile tirarla su, mi guardo intorno spaesata mentre il tempo scorre senza che io me ne accorga così sento qualcuno bussare alla mia porta  

 «Hai finito?» chiede da dietro la porta

 «Ehm... Zayn.» balbetto

«Si?» domanda preoccupato

«Avrei un problema.» ammetto

«Di cosa si tratta?» chiede ma io non rispondo per l'imbarazzo 

«Che è successo? -sbotta aprendo di colpo la porta preoccupato per poi ritirarsi una volta avermi visto in quelle condizioni- scusa non volevo.» dice per poi fare un passo indietro, mentre sta per chiudere la porta lo interrompo 

«Potresti darmi una mano?» chiedo voltando di poco il capo

 «Che ti serve?» domanda cercando di essere il più calmo possibile ma un leggero tremolio nella sua voce lo tradisce facendo trasparire le sue emozioni, anche lui è imbarazzato.

 «Mi servirebbe aiuto con la cerniera -ammetto- non riesco a tirarla su.» concludo timidamente 

Tossisce schiarendosi la gola «C-certo.» balbetta evidentemente imbarazzato avvicinandosi a me.

Non appena le sue dita affusolate sfiorano la pelle nuda delle mie spalle un brivido mi trapassa la spina dorsale. 

Ci mette più del previsto, sale la cerniera con una lentezza disarmante facendo si che le sue dita sfiorino molteplici volte la mia pelle ed io sia attraversata da mille scariche di brividi.

 «Fatto.» mi informa mente con la mano sinistra si gratta goffamente in dorso della nuca e il collo, per poi farla scendere sulla clavicola e farla scivolare lungo il fianco.

Quando mi giro ha le gote rosse e gli occhi lucidi, mentre ho il corpo così caldo che ho paura che da un momento all'altro possa prendere fuoco. 

Si avvia verso la palestra ed io dietro di lui con capo abbassato seguendolo come un cagnolino fa con il proprio padrone, entrambi in silenzio e rossi il viso. 

«Che era successo a voi due? Stavamo per darvi per dispersi.» afferma il coach 

«Lo dovuto fermare io altrimenti avrebbe chiamato la polizia.» ridacchia Maggie per poi fermarsi di colpo e scrutarci attentamente, dopodiché si volta verso Stephen si lanciano un occhiata di intesa e ghignano entrambi sotto i baffi

 «Tutto bene ragazzi?» chiede ancora ridacchiando Steph 

«Si, è tutto ok.» risponde Zayn guardandosi intorno con nonchalance 

«Allora, tu -mi indica- siediti pure. Mentre tu -dice indicando Zayn- prova a lanciare una bolla di fuoco verso quel bersaglio.» lo informa la nostra istruttrice.

Lui unisce le mani a sfera attaccando i polsi mentre con le dita va a piegarle come degli artigli, mentre si prepara a creare una bolla di fuoco.

 Io mi siedo atterra con le gambe incrociate mentre lui dopo aver creato la bolla sta per lanciarla io poggio i gomiti sulle ginocchia e il mento sulle mani.

E' tutto un attimo, lui si distrae e la bolla per poco non colpisce Maggie.

 «Ma che cavolo fai?! Sta più attento! Per poco non mi hai dato fuoco.» lo ammonisce 

«Scusa ero distratto.» mormora con la sua solita aria da duro

 «Si può sapere dove hai la testa?» continua a rimproverarlo Stephen mentre io mi alzo avvicinandomi a loro 

«E' colpa vostra!» replica 

«Colpa nostra?» chiede non capendo il biondo

 «Si, cavolo fatela coprire.» sbotta scorbutico mentre noi lo guardiamo con aria interrogativa

 «La sua scollatura vertiginosa mi distrae. -ci informa- Copriti!» dice buttandomi addosso il suo giubbotto di pelle nera mentre io indosso il suo giubbotto alzando la cerniera  fino al collo

 «Non potremo cambiare abbigliamento? Questa divisa è scomoda.» ammetto sinceramente

«Questa divisa intanto vi protegge dagli attacchi  e perlopiù è stata creata appositamente per adattarsi al corpo e non essere d'intralcio durante i combattimenti.» mi informa Maggie 

«Avresti avuto la stessa agilità lottando con una tutona larga? E se ti avesse sfiorata anche solo una fiamma avresti preso fuoco.» continua Stephen.

Abbasso la testa in segno di rassegnamento e continuo a vedere l'allenamento di Zayn finché non tocca a me.

 «Crea una bolla d'acqua e lanciala verso l'obbiettivo.» mi ordina autoritario il biondo

 «Ci proverò.» lo informo neanche io tanto sicura di riuscirci, cosa che appunto accade. 

Fallisco, la bolla esplode ancor prima di lasciarla e così i 5 tentativi seguenti, non è colpa mia, ma sono così, quando mi sento in soggezione vado nel pallone.

«Entro domani ce la fai?» mi punzecchia 'il magnifico Zayn' 

Gli lancio un'occhiataccia e ci riprovo, questa volta con più determinazione di prima, solo per dimostrargli che ce la posso fare.


Lancio la bolla che non appena si schianta sopra la superficie del bersaglio lo congela mente tutti rimaniamo spiazzati. 

«Wow, wow, wow.» resta a bocca aperta il biondo 

«Sono sbalordita, come hai fatto? Per insegnare questo ci vogliono minimo 3 sedute e una cosa complessa trasformare la bolla che si lancia senza toccarla. -sospira- Una cosa è lanciare una bolla d'acqua, un'altra lanciare una bolla di ghiaccio e un discorso completamente diverso è lanciare una bolla d'acqua che si trasforma in ghiaccio quanto tocca una superficie.» dice ancora sorpresa

 Sono soddisfatta dei complimenti ricevuti e ancora più dalla faccia sbalordita e infastidita del moro. 

«Tu ragazza mia, hai qualcosa di speciale, sei diversa dalle altre. Ma questa tua dote è meglio tenerla nascosta per ora, non rivelare a nessuno ciò che sei in grado di fare» mi informa con sguardo preoccupato.

 'Cosa vorrà dire con questa frase?' 

Ci alleniamo per tutta la giornata finché il sole non tramonta ed il buoi si impossessa del cielo una volta azzurro. 

«Noi andiamo, ci vediamo domani qui alla stessa ora.» ci saluta Maggie 

«E mi raccomando, siate puntuali.» ci avvisa Stephen prima di sparire anche lui lasciandomi sola con Damon.

«Io e te dobbiamo parlare.»  dice con sgardo serio voltandosi verso di me

Mi guardo intorno spaesata in cerca di una possibile via di fuga ma non ne trovo una, l'unica è la porta ma lui mi intralcia il cammino dato che li è davanti.

Questa frase non promette nulla di buono ed io non ho nessuno  via di scampo.

'Ow, che faccio adesso?'

 

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Capitolo 11
*** Undicesimo Capitolo. ***


 

"Io ci sarò.."
Lui si avvicina pericolosamente a me, per poi scostarmi i capelli dal volto e riporli dietro le orecchie e infine poggiare le sue labbra al mio orecchio.
«Non dimenticarti la mia promessa angioletto.» mi sussurra piano con voce roca, una voce che mi fa rabbrividire per poi voltare le spalle e andarsene lasciandomi lì in preda al panico.
Rimango lì per un paio di minuti, il tempo necessario per sapere che ormai sono solo in quell’edificio.
Scuoto la testa risvegliandomi dal mio stato di trance e mi dirigo anch’io verso l’uscita, fin quando non scorgo un ombra familiare d’avanti l’ingresso, con le spalle al muro e le braccia incrociate.
‘E’ Zayn… pensavo se ne fosse andato ormai, cos’avrà in mente di fare adesso? ’ penso mentre la paura si impossessa del mio corpo.
Stringo i pugni e a testa alta mi dirigo verso l’uscita, lo ignoro sorpassandolo ma lui mi blocca un polso e mi trascina difronte a lui.
«Dove credi di andare? –si acciglia e poi si volta a guardare fuori dall’edificio- A quest’ora e perlopiù da sola? Sei impazzita per caso?!» mi rimprovera come si fa con una bambina che tenda di attraversare la strada.
«Ma…» cerco di dire ma lui mi interrompe
«Niente ma! Su andiamo.» replica oltrepassandomi ed iniziando a camminare fino alla fine della scalinata per infilandosi il cappuccio della felpa sulla testa e voltarsi nella mia direzione.
«Vuoi muoverti o devo trascinarti con la forza?» mi rimprovera per l’ennesima volta
Scuoto la testa.
«Arrivo.» lo avverto per poi raggiungerlo alla fine delle scale
Lui di risposta si volta e continua a camminare davanti a se fino oltre il cancello, si guarda intorno come per assicurarsi che nessuno lo vede e si dirige oltre la linea di confine.
Fino a qui nulla di strano, ma il problema è che non si dirige nella direzione del mondo dei demoni ma in quello degli angeli.
«Che stai facendo?» gli taglio la strada mettendomi d’avanti a lui
«E ovvio! Ti accompagno.» risponde come se fosse la cosa più ovvia del mondo
«Cosa? No, hai forse dimenticato che non puoi varcare il confine?» gli ricordo
Lui di tutta risposta mi ignora e sorpassandomi continua il suo cammino.
«Fermo ho detto!» lo blocco poggiandogli le mani sul petto
Sarà anche il mio peggior nemico o così dovrebbe essere ma non riesco a vederlo andare incontro a morte certa senza far nulla, non riesco a starmene con le mani in mano mentre cerca di suicidarsi, è istinto degli angeli proteggere gli altri.
‘O lo fai solo perché e lui? ’ mi punzecchia il mio subconscio 
Scaccio quei pensieri e continuo.
«Non mi serve nessun cane da guardia, posso farcela benissimo da sola, non sono mica una bambina. E poi preferisco stare da sola. –prendo un respiro e continuo- Sai com’è? Sono più al sicuro da sola che con uno che ha giurato di uccidermi.» gli ricordo
Mi aspetto che mi ringhi contro ma invece lui che fa? Ride.
Non l’avevo mai visto ridere così di sano gusto e devo ammettere che ha davvero un bel sorriso.
«Ehi! –dico tirandogli uno schiaffetto sul braccio- Io sono seria e tu che fai? Ridi?» metto il broncio
«Dovevi vedere la tua faccia in quel momento, eri davvero buffa con quella faccia da: “Ora che gli dico? Oh, si giusto! Lui vuole uccidermi, ricordiamoglielo.”» mi imita continuando a ridere ed io non resisto più, quel suono trascina anche me, così rido anch’io.
Chissà come deve essere buffa questa scenda vista dall’esterno…
Un angelo ed un demone che ridono insieme di sano gusto come amici di vecchia data.
Eppure so che dovrei aver paura di lui, ma proprio non ce la faccio, il suono della sua risata mi fa sciogliere il cuore.
D’un tratto smette di ridere e mi guarda serio.
Ma questo cos’ha? Un attimo prima ride e l’attimo dopo mi guarda come uno che sta pensando a dove nascondere il mio cadavere.
«Non mi farò scoprire da nessuno, starò attento, ma ti prego, fatti accompagnare.» mi implora 
Lui che mi supplica? Ma che stregoneria è mai questa? 
«Perché?» domando di istinto senza rendermene conto 
«Nel mio mondo ci sono solo angeli, non corro nessun rischio.» mi correggo 
«Ho sentito di una strana organizzazione che non so come si è intrufolata nel vostro regno. -confessa- Non mi va di lasciarti da sola. –si lascia sfuggire per poi correggersi subito- Ho giurato che sarei stato io ad ucciderti, non voglio che nessun’altro mi anticipi.» sorride beffardo
Ma che ha questo in testa? E’ malato secondo me.
«Sei malato.» do voce ai miei pensieri votandomi di scatto per poi lasciarlo lì
Questo è pazzo? Ed io che per un attimo ho creduto che lui potesse tenerci a me, che ingenua che sono.
La devo smettere di cadere nei suoi tranelli.
Con mille pensieri che mi ronzano in testa e imprecando mi dirigo a passo svelto verso la fermata dell’autobus, ne dovrebbe passare uno a quest’ora o almeno credo.
«Oh cavolo! Non ricordo gli orari, non so se ce ne sia uno a quest’ora.» bisbiglio tra me e me maledicendomi mentalmente per non averli controllati.
Mi guardo intorno in cerca di qualcuno a cui chiedere e per fortuna intravedo 3 uomini.
«Ehi! Ehi scusate!» urlo inseguendogli ma mi blocco di colpo non appena noto qualcosa di strano.
Sono tutti e 3 vestiti di nero e non solo… sono dei demoni.
'Ma che ci fanno dei demoni nel regno degli angeli?'
Qualsiasi cosa facciano non voglio saperla. 
Inizio a fare dei piccoli passi indietro senza fare rumore finché non sbatto contro qualcosa o meglio qualcuno.
«Mi scusi non l’avevo vista.» cerco di giustificarmi per poi girarmi.
Ora che ci penso, quasi quasi accetto la sua proposta.
‘Zayn! Zayn dove sei? Accetto la tua proposta, se vuoi uccidermi fallo pure almeno ti conosco. ’ Penso iniziando ad andare nel panico.
Sono circondata da quei demoni e sono certa che stavolta è arrivata per davvero la mia fine.
«Cosa volevi dirci?» si prende gioco di me il più basso tra i tre
«N-nulla. –balbetto- Mi è tornato in mente quello che dovevo chiedervi. Grazie lo stesso.» sorrido cordialmente cercando di filarmela
«Ma non preoccuparti, chiedi pure, non ti mangiamo mica.» mi schernisce il più alto facendo ridere i due amici
«Ma guarda tu che bell’angioletto ci doveva capitare stasera.» afferma quello che credo essere il capo.
«Ahaha, si capo è davvero molto bella, forse più delle altre.» afferma il nanetto
Altre?
«Credo ci farà guadagnare davvero un bel gruzzoletto.» continua il gigante
«Concordo con voi, è davvero bellissima, sembra quasi un angelo.» scherza una voce alle mie spalle
«Ahahahaha bella questa ahahaha -si interrompono di colpo- Aspetta… ma chi ha parlato?» domandano per poi guardarsi intorno.
Eppure… quella voce mi sembrava molto familiare.
«Eccolo capo, è lì.» gli avverte il nanerottolo indicando un albero poco distante.
Mi volto anch’io in quella direzione e non vedo nulla se non un ombra nera, stringo gli occhi per mettere bene a fuoco e scorgo la figura muscolosa di Zayn appoggiato all’albero con le braccia incrociate e un ginocchio piegato e anch’esso poggiato a quel fusto.
Per una volta gli sono grata di non avermi ascoltato e aver fatto di testa sua seguendomi.
«E tu chi sei?» domanda il capo avvicinandosi a lui mentre il gigante mi stringe tra le braccia puntandomi un coltello alla gola e mi trascina nella stessa direzione.
«Il mio nome è Damon. E voi chi siete?!» dice con la sua solita aria strafottente e da duro che farebbe paura anche al demonio in persona 
«Questo a te non importa.» ribatte il capo dei tre
«Nonono –dice scuotendo la testa e facendo uno strano verso in segno di disapprovazione. - Risposta sbagliata!» li avverte e in un attimo non lo vedo più.
Cinque secondi dopo il corpo del più basso tra i tre è a terra in preda alle convulsioni con la gola sgozzata.
«Riproviamo, voi chi siete!?» urla più forte a denti stretti mentre i due rimasti sono ancora con gli occhi spalancati dopo aver visto il loro amico accasciarsi a terra.
«Ci penso io capo.» annuncia il tizio che fino a poco prima puntava un coltello alla mia gola per poi gettarmi tra le braccia del loro capo e tuffarsi a passo svelto verso Zayn.
Mossa sbagliata.
Un attimo dopo anche lui è a terra con il collo spezzato.
Dovrei avere paura anch’io di lui, ma invece gli sono grata di essere lì.
«Ora passiamo a noi. Ridammi la ragazza.» ordina all’ultimo rimasto
«E così è lei che vuoi eh? Non te la darò per nulla al mondo.» ribatte
«Allora vuol dire che me la riprenderò con la forza.» lo avverte per poi avvicinarsi a me, ma prima che possa farlo l’uomo estrae un coltellino svizzero dalla tasca dei suoi pantaloni e lo punta alla mia gola.
«Dì addio alla tua ragazza.» avvisa Zayn prima di premere più forte la lama contro la mia gola.
Poi il buio.
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Che cosa sarà successo ad Angel? 
Scusate ANCORA per il ritardo ma ho deciso che continuerò solo quando ogni capitolo avrà almeno 20 mi piace.
Anyway, nel prossimo capitolo ci saranno alcuni indizi che faranno capire meglio la storia e alcuni indizi che saranno importanti perché faranno capire il motivo per cui accadono tutte a questa povera ragazza.
Spero questo capitolo vi sia piaciuto, grazie ancora a tutte le lettrici di questa storia e come ormai sapete ho cambiato il titolo alla FF, d'ora in poi sarà Opposites.
E per la vostra felicità il momento in cui capiranno i loro sentimenti è quasi vicino.
xoxo Lisa.

"Io ci sarò.."



Lui si avvicina pericolosamente a me, per poi scostarmi i capelli dal volto e riporli dietro le orecchie e infine poggiare le sue labbra al mio orecchio.



«Non dimenticarti la mia promessa angioletto.» mi sussurra piano con voce roca, una voce che mi fa rabbrividire per poi voltare le spalle e andarsene lasciandomi lì in preda al panico.


Rimango lì per un paio di minuti, il tempo necessario per sapere che ormai sono solo in quell’edificio.


Scuoto la testa risvegliandomi dal mio stato di trance e mi dirigo anch’io verso l’uscita, fin quando non scorgo un ombra familiare d’avanti l’ingresso, con le spalle al muro e le braccia incrociate.


‘E’ Zayn… pensavo se ne fosse andato ormai, cos’avrà in mente di fare adesso? ’ penso mentre la paura si impossessa del mio corpo.


Stringo i pugni e a testa alta mi dirigo verso l’uscita, lo ignoro sorpassandolo ma lui mi blocca un polso e mi trascina difronte a lui.



«Dove credi di andare? –si acciglia e poi si volta a guardare fuori dall’edificio- A quest’ora e perlopiù da sola? Sei impazzita per caso?!» mi rimprovera come si fa con una bambina che tenda di attraversare la strada.


«Ma…» cerco di dire ma lui mi interrompe


«Niente ma! Su andiamo.» replica oltrepassandomi ed iniziando a camminare fino alla fine della scalinata per infilandosi il cappuccio della felpa sulla testa e voltarsi nella mia direzione.


«Vuoi muoverti o devo trascinarti con la forza?» mi rimprovera per l’ennesima volta


Scuoto la testa.


«Arrivo.» lo avverto per poi raggiungerlo alla fine delle scale


Lui di risposta si volta e continua a camminare davanti a se fino oltre il cancello, si guarda intorno come per assicurarsi che nessuno lo vede e si dirige oltre la linea di confine.


Fino a qui nulla di strano, ma il problema è che non si dirige nella direzione del mondo dei demoni ma in quello degli angeli.


«Che stai facendo?» gli taglio la strada mettendomi d’avanti a lui


«E ovvio! Ti accompagno.» risponde come se fosse la cosa più ovvia del mondo


«Cosa? No, hai forse dimenticato che non puoi varcare il confine?» gli ricordo


Lui di tutta risposta mi ignora e sorpassandomi continua il suo cammino.


«Fermo ho detto!» lo blocco poggiandogli le mani sul petto


Sarà anche il mio peggior nemico o così dovrebbe essere ma non riesco a vederlo andare incontro a morte certa senza far nulla, non riesco a starmene con le mani in mano mentre cerca di suicidarsi, è istinto degli angeli proteggere gli altri.


‘O lo fai solo perché e lui? ’ mi punzecchia il mio subconscio 


Scaccio quei pensieri e continuo.



«Non mi serve nessun cane da guardia, posso farcela benissimo da sola, non sono mica una bambina. E poi preferisco stare da sola. –prendo un respiro e continuo- Sai com’è? Sono più al sicuro da sola che con uno che ha giurato di uccidermi.» gli ricordo


Mi aspetto che mi ringhi contro ma invece lui che fa? Ride.


Non l’avevo mai visto ridere così di sano gusto e devo ammettere che ha davvero un bel sorriso.


«Ehi! –dico tirandogli uno schiaffetto sul braccio- Io sono seria e tu che fai? Ridi?» metto il broncio


«Dovevi vedere la tua faccia in quel momento, eri davvero buffa con quella faccia da: “Ora che gli dico? Oh, si giusto! Lui vuole uccidermi, ricordiamoglielo.”» mi imita continuando a ridere ed io non resisto più, quel suono trascina anche me, così rido anch’io.


Chissà come deve essere buffa questa scenda vista dall’esterno…


Un angelo ed un demone che ridono insieme di sano gusto come amici di vecchia data.Eppure so che dovrei aver paura di lui, ma proprio non ce la faccio, il suono della sua risata mi fa sciogliere il cuore.


D’un tratto smette di ridere e mi guarda serio.


Ma questo cos’ha? Un attimo prima ride e l’attimo dopo mi guarda come uno che sta pensando a dove nascondere il mio cadavere.


«Non mi farò scoprire da nessuno, starò attento, ma ti prego, fatti accompagnare.» mi implora 


Lui che mi supplica? Ma che stregoneria è mai questa? 


«Perché?» domando di istinto senza rendermene conto 


«Nel mio mondo ci sono solo angeli, non corro nessun rischio.» mi correggo 


«Ho sentito di una strana organizzazione che non so come si è intrufolata nel vostro regno. -confessa- Non mi va di lasciarti da sola. –si lascia sfuggire per poi correggersi subito- Ho giurato che sarei stato io ad ucciderti, non voglio che nessun’altro mi anticipi.» sorride beffardo


Ma che ha questo in testa? E’ malato secondo me.


«Sei malato.» do voce ai miei pensieri votandomi di scatto per poi lasciarlo lì


Questo è pazzo? Ed io che per un attimo ho creduto che lui potesse tenerci a me, che ingenua che sono.


La devo smettere di cadere nei suoi tranelli.


Con mille pensieri che mi ronzano in testa e imprecando mi dirigo a passo svelto verso la fermata dell’autobus, ne dovrebbe passare uno a quest’ora o almeno credo.


«Oh cavolo! Non ricordo gli orari, non so se ce ne sia uno a quest’ora.» bisbiglio tra me e me maledicendomi mentalmente per non averli controllati.



Mi guardo intorno in cerca di qualcuno a cui chiedere e per fortuna intravedo 3 uomini.


«Ehi! Ehi scusate!» urlo inseguendogli ma mi blocco di colpo non appena noto qualcosa di strano.


Sono tutti e 3 vestiti di nero e non solo… sono dei demoni.


'Ma che ci fanno dei demoni nel regno degli angeli?'


Qualsiasi cosa facciano non voglio saperla. 


Inizio a fare dei piccoli passi indietro senza fare rumore finché non sbatto contro qualcosa o meglio qualcuno.


«Mi scusi non l’avevo vista.» cerco di giustificarmi per poi girarmi.


Ora che ci penso, quasi quasi accetto la sua proposta.


‘Zayn! Zayn dove sei? Accetto la tua proposta, se vuoi uccidermi fallo pure almeno ti conosco. ’ Penso iniziando ad andare nel panico.Sono circondata da quei demoni e sono certa che stavolta è arrivata per davvero la mia fine.


«Cosa volevi dirci?» si prende gioco di me il più basso tra i tre


«N-nulla. –balbetto- Mi è tornato in mente quello che dovevo chiedervi. Grazie lo stesso.» sorrido cordialmente cercando di filarmela


«Ma non preoccuparti, chiedi pure, non ti mangiamo mica.» mi schernisce il più alto facendo ridere i due amici


«Ma guarda tu che bell’angioletto ci doveva capitare stasera.» afferma quello che credo essere il capo.


«Ahaha, si capo è davvero molto bella, forse più delle altre.» afferma il nanetto


Altre?


«Credo ci farà guadagnare davvero un bel gruzzoletto.» continua il gigante


«Concordo con voi, è davvero bellissima, sembra quasi un angelo.» scherza una voce alle mie spalle


«Ahahahaha bella questa ahahaha -si interrompono di colpo- Aspetta… ma chi ha parlato?» domandano per poi guardarsi intorno.


Eppure… quella voce mi sembrava molto familiare.


«Eccolo capo, è lì.» gli avverte il nanerottolo indicando un albero poco distante.


Mi volto anch’io in quella direzione e non vedo nulla se non un ombra nera, stringo gli occhi per mettere bene a fuoco e scorgo la figura muscolosa di Zayn appoggiato all’albero con le braccia incrociate e un ginocchio piegato e anch’esso poggiato a quel fusto.


Per una volta gli sono grata di non avermi ascoltato e aver fatto di testa sua seguendomi.


«E tu chi sei?» domanda il capo avvicinandosi a lui mentre il gigante mi stringe tra le braccia puntandomi un coltello alla gola e mi trascina nella stessa direzione.


«Il mio nome è Damon. E voi chi siete?!» dice con la sua solita aria strafottente e da duro che farebbe paura anche al demonio in persona 


«Questo a te non importa.» ribatte il capo dei tre


«Nonono –dice scuotendo la testa e facendo uno strano verso in segno di disapprovazione. - Risposta sbagliata!» li avverte e in un attimo non lo vedo più.


Cinque secondi dopo il corpo del più basso tra i tre è a terra in preda alle convulsioni con la gola sgozzata.


«Riproviamo, voi chi siete!?» urla più forte a denti stretti mentre i due rimasti sono ancora con gli occhi spalancati dopo aver visto il loro amico accasciarsi a terra.


«Ci penso io capo.» annuncia il tizio che fino a poco prima puntava un coltello alla mia gola per poi gettarmi tra le braccia del loro capo e tuffarsi a passo svelto verso Zayn.


Mossa sbagliata.


Un attimo dopo anche lui è a terra con il collo spezzato.


Dovrei avere paura anch’io di lui, ma invece gli sono grata di essere lì.


«Ora passiamo a noi. Ridammi la ragazza.» ordina all’ultimo rimasto


«E così è lei che vuoi eh? Non te la darò per nulla al mondo.» ribatte


«Allora vuol dire che me la riprenderò con la forza.» lo avverte per poi avvicinarsi a me, ma prima che possa farlo l’uomo estrae un coltellino svizzero dalla tasca dei suoi pantaloni e lo punta alla mia gola.


«Dì addio alla tua ragazza.» avvisa Zayn prima di premere più forte la lama contro la mia gola.


Poi il buio.



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Che cosa sarà successo ad Angel? 
Scusate ANCORA per il ritardo ma con il libro e la scuola che purtroppo ancora non ho finito è difficile trovare un po' di tempo per scrivere e poi vorrei che la legesse qualcuno in più.


Anyway, nel prossimo capitolo ci saranno alcuni indizi che faranno capire meglio la storia e alcuni indizi che saranno importanti perché faranno capire il motivo per cui accadono tutte a questa povera ragazza.


Spero questo capitolo vi sia piaciuto, grazie ancora a tutte le lettrici di questa storia e come ormai sapete ho cambiato il titolo alla FF, d'ora in poi sarà Opposites.
E per la vostra felicità il momento in cui capiranno i loro sentimenti è quasi vicino.
xoxo Lisa.

 

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Capitolo 12
*** Dodicesimo Capitolo. ***


"La suprema essenza" 

«Dì addio alla tua ragazza.» avvisa Zayn prima di premere più forte la lama contro la mia gola 
Poi il buio. 

*** 

«Ehi Angel…» sento una voce dolce che mi chiama dall’oscurità 

«Chi sei? -chiedo alquanto confusa- Non ti vedo.» la informo 

«Eccomi. Io sono Atena, la Dea della saggezza. Ma tu se vuoi piccola, puoi chiamarmi Minerva.» si presenta mentre un bagliore esplode nell’oscurità illuminando tutto e mostrandomi una donna 

«La Dea della cosa?» chiedo molto confusa. 

Non credevo esistessero più Dei. 

Lei di risposta scuote la testa. 

«E cosa vuole da me la Dea della saggezza?» domando aggrottando la fronte per poi fare capolino a destra. 

«Ecco tieni, -dice porgendomi una pergamena- aprila.» ordina sempre con gentilezza 

La apro e dentro ci sono raffigurate delle strane immagini, le scruto più attentamente e distinguo 10 vignette. 

Nella prima sono raffigurati due ragazzi, un angelo ed un demone, ai lati opposti della vignetta, uno difronte all’altro che si osservano distanti. 

Nella seconda i due ragazzi sono sempre ai lati della vignetta ma sono voltati nel lato opposto dandosi le spalle a vicenda. 

Nella terza l’angelo e il demone si camminano incontro. 

Nella quarta si baciano. 

Nella quinta hanno una folla difronte con alcuni angeli e demoni che li trascino l’uno lontano dall’altra. 

Nella sesta ci sono i corpi dei due giovani a terra privi di vita, ma mano nella mano e con il sorriso sulle labbra. 

Nella settima ci sono due gruppi, uno difronte all’altro, formati uno da angeli e l’altro da demoni armati fino ai denti. 

Nell’ottava i due gruppi combattono, uccidendosi a vicenda. 

Nella nona i loro corpi privi di vita giacciono a terra, sono tutti morti. 

Nella decima vi è raffigurata un esplosione. 

La pergamena termina lì, la sua fine è un po’ bruciacchiata, come se quell’esplosione avesse bruciato e distrutto tutto il seguito, eppure è impossibile, è solo un disegno. 

«Che significa?» domando non capendone ancora il significato 

«Questa è la pergamena del destino, o meglio una parte della pergamena, l’ultima, quella da dove la fine ha inizio.» dice per poi rattristarsi 

Che vuol dire? Se questa è la pergamena del destino perché la dà a me? E dove mi trovo? 

L’ultima cosa che ricordo e un demone che punta un coltello al mio collo e Zayn che urla di non farlo. 

Oddio! Non è che… sono morta? 

«Continuo a non capire.» la informo ancor più confusa 

«Bhè vedi, quando tutto ciò è stato creato è stato fatto il possibile per evitare che qualcuno potesse sconfiggere gli Dei, prendere il controllo e magari distruggere tutto. Così appena abbiamo visto che i nostri figli stavano per diventare troppo forti e pericolosi, quindi una minaccia per l’universo, abbiamo fatto sì che la loro forza fosse dimezzata. Ma quello fu il più grande errore che noi potessimo mai fare, perché non appena avemmo compiuto quel gesto, un nuovo paragrafo apparve sulla pergamena. Quello che ti ho appena mostrato, fin qui nulla di strano, almeno finché non lo leggemmo. Il resto della pergamena, che fino ad allora era rimasta bianca, così da scriversi da sola con il tempo, incominciò a bruciare e scompare. –prese un r espiro- Ciò vuol dire che se il sacrilegio avverrà, se accadrà ciò che è stato scritto nella pergamena, non ci sarà più niente. Tutto andrà distrutto e il nulla regnerà sovrano.» fini di raccontare con voce tremante. 

Il mondo finirà? 

«E io che c’entro?» insisto non capendo ancora il motivo della mia presenza 

«Aspetta, è qui che arrivi in mezzo tu. –mi avvisa- Tra noi Dei, ce n’era uno che poteva vedere il passato, il presente e il futuro. Il suo compito era quello di vedere il passato dei nostri nemici, per capire il motivo della loro rabbia, oppure mostrare i ricordi a noi altri come se fosse un film, vedere il presente e quello che accadeva nelle altre parti dell’universo per impedire che accadesse un putiferio e osservare il futuro per cambiarlo. Il giorno in cui noi decidemmo di scagliare un fulmine sui nostri figlio, dividendoli in due, solo questa Dea si oppose, diceva che se lo avessimo fatto avremmo scatenato la fine del mondo, ma non lo sentimmo e Zeus scagliò ugualmente il suo fulmine sui nostri figli, ma lui fece di tutto per impedirlo, tantoché si mise davanti i nostri figli e il fulmine lo colpì in pieno dividendolo in due parti. Il male e il bene. Fu una grande perdita per noi Dei, una perdita c he ci rattristò molto, ma ciò non ci scoraggiò e dimezzammo ugualmente il potere degli altri, dividendo anche loro in due, ma al contrario della Dea del destino loro si divisero per categoria. Chi era buono creò due parti benevoli, chi era cattivo si divise in due parti malvage. Così nacquero gli angeli e i demoni che voi conoscete adesso.» raccontò la storia con sguardo perso, come ad immaginare le atroci scene che accaddero quel giorno. 

La guardo confusa e aspetto che continui, perché proprio non capisco io cosa c’entro. 

«Tu mia cara, sei la parte buona di Ananke, la Dea del destino, figlia del Caos e della Notte, generata dall’unione tra la Terra e l’Acqua. Moglie di Zeus, madre di Cloto, Lachesi, Atropo, Amaltea, Adrastea. Anche se molti credono che Temi sia la madre delle 3 Moire, non tutti sanno è che Temi e Ananke sono la stessa persona. La stessa Dea che sulle sue spalle porta il peso del mondo. La Dea più importante di tutte, persino di Zeus stesso. Colei che può decidere il destino del mondo, perché il lei sono racchiuse le due parti opposte dell’universo, colei che può distruggerlo ovvero il distruttore e colei che può salvarlo ovvero la suprema essenza. Colpendola con il fulmine Zeus ha liberato le due parti contenuti in essa, ha liberato il male e il bene. Ha liberato te, l’angelo della vita e lui, l’angelo della morte, voi due siete destinati a combattere fino a che solo uno dei due sopravvivrà e ne uscirà vittorioso. Quindi piccola mia, salvaci, salva il mondo, tutto il mondo è nelle tue mani, noi Dei contiamo su di te.» dice guardandomi attentamente negli occhi come a scrutarmi l’anima. 

«Se io sono la suprema essenza, chi è il distruttore?» domando impaurita, mentre l’aria diventa più pensante, mi fa male persino respirare. 


Abbasso il volta sulla pergamena che ancora tengo tra le mani e al posto del volto dei due giovani mi appaiono davanti il mio volto e quello di… Damon. Non è possibile! 

«Cos’hai visto?» mi domanda allarmata 

«Nulla.» mento 

«Sicura di non aver visto chi sono i due giovani? Sono secoli che separiamo ogni angelo e demone che si innamora, per evitare che accada ciò che scritto sulla pergamena del destino. Per favore, se ha visto qualche volta invece di quello dei due giovani dimmelo immediatamente, dobbiamo separarli.» chiede sempre più agitata 

«No, non era nessuno, sono solo impaurita.» non voglio dirli la verità, non è possibile che siamo noi. 

«Oh, va bene, ma nel caso avessi visto chi sono i due giovani, fa di tutto per separarli, evita che quei due si innamorino o moriremo tutti. Ah, ed evita anche che il distruttore scopra la storia del destino, perché se lo scoprisse cercherà in tutti i modi di far stare insieme i due giovani, così da provocare la fine dell’universo e portare caos.» mi avvisa prima che io mi senta trascinare di nuovo nell’oscurità. 

«Aspetta, che sta succedendo?!» urlo agitata prima che il suo volto si faccia sempre più lontano. 

«Ah, quasi dimenticavo, la risposta alla tua domanda è Damon.» questa è l’ultima frase che sento prima che il buio mi avvolga completamente. 

Era solo un sogno. 

Almeno credo… 

«Ti prego Angel, non lasciarmi, tu sei importante per me, credo di volerti bene. Strano vero?» sento qualcuno singhiozzare mentre pronuncia questa frase. 

La sua voce... mi sembra di conoscerla molto bene, è perché la conosco, lui è… 

No, mi rifiuto di crederci, non pronuncerebbe mai quelle parole. 

Sto ancora sognando, credo.

Ho una tale confusione in testa, mi sento tutta dolorante, non riesco a muovermi e neanche ad aprire gli occhi.

L'unica cosa che ho intuito è che se ciò che mi ha detto la Dea è vero, io sono la salvezza dell'universo, ma se ho sul serio quel potere vuol dire che i volti che ho visto sulla pergamena sono i volti di coloro che porteranno la distruzione del mondo. 

Io e Zayn provocheremo la guerra dei mondi e cosa più incredula, noi ci ameremo.

No, è impossibile, sarà stato solo un sogno, mi rifiuto di crederci, io sono un angelo come tutti gli altri.

O almeno spero...

________________________
Tadan! Spero questo capitolo vi piaccia, è che abbiate capito qualcosa in più della storia.
Qui più o meno inizia davvero la mia Fan Fiction, tutto quello che c'è stato prima era un'introduzione, ho così tante cose in mente per ognuno dei personaggi. Perché ogni personaggio incontrato fino ad ora sarà importantissimo nella storia, per ora mi sono concentrata su Zayn ed Angel, ma la storia si sposterà su diverse coppie all'interno della storia, ci saranno molti misteri che voi nemmeno immaginate ed ho già in mente la seconda 'stagione' di Opposites.
Ho tutto uno schema pronto.

Che dire più? Oltre grazie ancora di seguire la storia, se volete si trova anche su wattpad: http://www.wattpad.com/story/15987781-opposites


Mi serve una'enorme mano, mi aiutate a far conoscere di più la storia?


Fate leggerla ad amici, parenti, cani, gatti, conigli, insomma a chi volete (sempre se la ritenete bella) perché vorrei che la seguisse più gente.

Grazie ancora, non vi farò aspettare molto il capitolo successivo, è già scritto nella mia testa  

Ah, fatemi sapere se avete una parte preferita, se avete capito qualcosa della storia, o anche se qualcosa non vi è chiaro, io sono qui per voi.

xoxo Lisa.

 


ps: Se volete vedere i volti dei personaggi qui c'è l'album https://www.facebook.com/media/set/?set=a.302944896528716.1073741829.218784371611436&type=3

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Capitolo 13
*** Tredicesimo Capitolo. ***




“Tu sei lei.”

«Ti prego Angel, non lasciarmi, tu sei importante per me, credo di volerti bene. Strano vero?» sento qualcuno singhiozzare mentre pronuncia questa frase. 

La sua voce… mi sembra di conoscerla molto bene, è perché la conosco, lui è… 

No, mi rifiuto di crederci, non pronuncerebbe mai quelle parole. 

Sto ancora sognando.

POV. ZAYN

Dopo gli allenamenti ricordo ad Angel la mia promessa per poi andarmene e dirigermi verso l’uscita.

Alzo gli occhi al celo e noto che ormai è fatto buio, continuo a camminare fino all’uscita per poi ricordarmi le voci che girano.

“Ci sono alcuni demoni che sono riusciti ad intrufolarsi nella città degli angeli senza farsi scoprire, non so a che scopo ma non è nulla di buono.”

“E’ da un po’ di tempo che spariscono delle ragazze nel regno degli angeli. Si dice, che le ragazze sole vengono rapite da alcuni demoni.”

“Non è sicuro camminare da soli di sera nel regno degli angeli ormai, si parla di una strana organizzazione ai danni delle ragazze.”

Cerco di andare avanti senza curarmi delle voci che circolano ma i mie piedi me lo impediscono, si puntano a terra, le mie gambe si fermano contro la mia volontà e non si muovono oltre l’uscita.

Così penso al fatto che ora Angel è sola e a quelle voci che circolano, un groppo mi sale in gola, ho paura. 

Non permetterei a nessuno di farle del male, non mi perdonerei mai se le accadesse qualcosa ed io non ero lì a proteggerla.

Così mi poggio con le spalle al muro ad aspettare che lei esca, mentre mille pensieri mi ronzano in testa.

Ormai non posso negarlo, tengo molto a quella ragazza, non so come ha fatto, ma lei con quei suoi occhi blu, quelle sue labbra carnose, quei suoi lunghi capelli biondi e quella sua pelle morbida mi è entrata in testa e non credo che se ne voglia uscire.

All’improvviso sento dei passi, è lei.

Nella penombra del corridoio è ancora più bella, non so come fa ad essere tanto meravigliosa, sembra quasi una Dea.

D’un tratto mi nota e si ferma di colpo sbarrando gli occhi.

Ha paura di me, come biasimarla, le ho promesso di ucciderla.

Poi però, stringe i pugni è con aria di superiorità si dirige verso di me, superandomi.

E’ questo che mi piace di lei, che nonostante la paura non si sottomette a me, ma riesce persino a tenermi testa, quel suo caratteraccio è una delle cose che ha fatto sì che lei fosse diversa dalle altre per me.

«Dove credi di andare? –mi acciglio voltandomi a guardare fuori dall’edifici - A quest’ora e perlopiù da sola? Sei impazzita per caso?!» la rimprovero come se fosse una bambina 

La sola idea che se ne possa andare da sola per le strade mentre quegli schifosi girano indisturbati per la città mi spezza il fiato in gola. 

«Ma…» cerca di replicare ma la interrompo prima che possa farlo

Niente e nessuno mi farà cambiare idea, non la lascio sola.

«Niente ma! Su andiamo.» impongo oltrepassandola mentre inizio a camminare fino alla fine della scalinata infilandomi il cappuccio della felpa sulla testa così da nascondere il mio aspetto da demone e poi voltarmi verso di lei che è ancora immobile in cima alle scale.

«Vuoi muoverti o devo trascinarti con la forza?» la rimprovero per l’ennesima volta

Lei di tutta risposta scuote la testa silenziosa.

«Arrivo.» mi avvisa raggiungendomi alla fine delle scale

Mi volto e continuo a camminare fino oltre il cancello, per poi guardarmi intorno assicurandomi che nessuno mi veda e mi dirigo oltre la linea di confine.

«Che stai facendo?» mi si para davanti non appena nota la direzione che sto prendendo.

«E ovvio! Ti accompagno.» rispondo con nonchalance 

«Cosa? No, hai forse dimenticato che non puoi varcare il confine?» mi ricorda

Come se non lo sapessi.

La ignoro e continuo il mio cammino, è inutile, ho già deciso.

«Fermo ho detto!» mi blocca poggiandomi le mani sul petto

Il mio cuore inizia ad accelerare al solo contatto, spero che lei non se ne accorga.

Faccio lunghi respiri cercando di controllarlo, ma nulla da fare, lui continua a battere all’impazzata, mentre anche il mio respiro va per conto suo.

Il mio cuore continua ad accelerare fino a sentirmi il suo battere nelle orecchie, mi sento lo stomaco sotto sopra come se avessi mangiato un intero sciame di api, ho il fiato corto come lo si ha dopo una corsa, sento caldo su tutto il corpo ed ho le ginocchia deboli.

‘Non starò mica per morire? ’ penso

Non ho mai provato questa sensazione, non so perché mi sento così, so solo che in questo momento ho la sensazione di poter volare.

Il cuore martella sempre più forte nel mio petto, è arrivata la fine.

Non posso morire prima di averla accompagnata.

«Non mi serve nessun cane da guardia, posso farcela benissimo da sola, non sono mica una bambina. E poi preferisco stare da sola. -interrompe i miei pensieri- Sai com’è? Sono più al sicuro da sola che con uno che ha giurato di uccidermi.» mi ricorda

Ah, giusto, che stupido! Ora ho la paura che lei possa morire, solo il pensiero che qualcuno possa farle del male mi fa venire il voltastomaco, mentre proprio io ho giurato di ucciderla.

Scuoto la testa e rido tra me e me per quanto mi sono rimbecillito da quando questa ragazza è entrata nella mia vita.

«Ehi! –dice tirandomi uno schiaffetto sul braccio- Io sono seria e tu che fai? Ridi?» mette il broncio

E’ così carina, sembra un cucciolo di cane.

«Dovevi vedere la tua faccia in quel momento, eri davvero buffa con quella faccia da: “Ora che gli dico? Oh, si giusto! Lui vuole uccidermi, ricordiamoglielo.”» la prendo in giro continuando a ridere

Lei di tutta risposta mi imita iniziando a ridere.

Non avrebbe mai dovuto farlo.

Quella sua risate è la botta finale, è così cristallina che il mio cuore martella ancora più forte, credo voglia uscirmi dal petto.

Quest’angelo ha davvero intenzione di uccidermi.

La sua risata mi trascina ed io continuo a ridere dietro di lei.

Chissà come deve essere buffa questa scenda vista dall’esterno…

Un angelo ed un demone che ridono insieme di sano gusto come amici di vecchia data.

Eppure so che dovrei starle lontano, che è uno stupido angelo, che dovrebbe essere la mia nemica per eccellenza, ma proprio non ce la faccio, il suono della sua risata mi fa sciogliere il cuore.

D’un tratto smetto di ridere e la guardo serio.
Ora basta perdere tempo.

«Non mi farò scoprire da nessuno, starò attento, ma ti prego, fatti accompagnare.» la imploro 

Io che supplico qualcuno? Ma che stregoneria è mai questa!

Questa ragazza deve avermi davvero fatto qualche incantesimo, altrimenti non si spiega il perché io mi stia riducendo a un così pappamolle per qualcuno che dovrei odiare.

E’ conto natura!

«Perché?» domanda di istinto senza rendersene conto

«Nel mio mondo ci sono solo angeli, non corro nessun rischio.» si corregge subito 

«Ho sentito di una strana organizzazione che non so come si è intrufolata nel vostro regno. -confesso- Non mi va di lasciarti da sola. –mi lascia sfuggire senza accorgermene, così mi correggo subito- Ho giurato che sarei stato io ad ucciderti, non voglio che nessun’altro mi anticipi.» sghignazzo

Non mi va di fare la figura del rammollito.

Ci tengo a lei e lo ammesso a me stesso, ma per nessun motivo devo farglielo capire.

Si sentirebbe troppo importante ed io non vorrei che si approfittasse di questo.

«Sei malato.» dice rabbiosa per poi voltarsi ed andarsene

Forse ho esagerato…

La seguo in lontananza nonostante lei mi avesse detto di non farlo.

E’ tutta sola davanti la fermata dell’autobus mentre mi maledice ed impreca sotto voce.

Che carina che è, è così buffa quando è arrabbiata.

Sto per avvicinarmi a lei, ma noto tre brutti ceppi in lontananza.

Quei tizi non mi convincono, devo assolutamente impedirle che le si avvicinano.

Come pensavo, sono tre demoni.

Ma che ci fanno tre demoni qui? Che facciano parte di quella misteriosa organizzazione?

Mi volto subito di scatto per dirigermi verso Angel ed impedire che quei tizi le si avvicinano, portandola via, ma lei non c’è più, la cerco con lo sguardo finché non noto che è proprio lei che si è avvicinata a loro.

Che ingenua! Quella ragazza a volte è così ingenua.

Giuro, appena risolvo questa situazione le farò una bella ramanzina, deve imparare che nel mondo esiste la cattiveria.

Sto per andarle a prendere ma quei tre la circondano, prendendosi gioco di lei.

Non ce la faccio più, nessuno deve toccarla.

Stringo i pugni e serro la mascella, mentre mi conficco le unghie nella carne.

Lei è mia!

«Ma guarda tu che bell’angioletto ci doveva capitare stasera.» afferma il capo dei tre

«Ahaha, si capo è davvero molto bella, forse più delle altre.» afferma il nanetto

So che è bella, ma è la MIA bella.

«Credo ci farà guadagnare davvero un bel gruzzoletto.» continua il gigante

Non resisto più, potrei incenerirli tutti e tre in quest’istante, ma non lo faccio per paura di poter anche solo sfiorare lei.

«Concordo con voi, è davvero bellissima, sembra quasi un angelo.» ghigno 

«E tu chi sei?» mi domanda il capo avvicinandosi mentre il gigante la stringe tra le braccia puntandogli un coltello alla gola e la trascina verso di me.

Quei tre sono morti, lo giuro sul mio onore che non sopravvivranno, nessuno può toccarla, nessuno deve toccarla!

«Il mio nome è Damon. E voi chi siete?!» dico strafottente 

Non mi importa come, ma avrete una morte lunga e dolorosa, avete osato troppo.

«Questo a te non importa.» ribatte il capo dei tre

«Nonono –dico scuotendo la testa e facendo uno strano verso in segno di disapprovazione. - Risposta sbagliata!» li avverto mentre corro verso quello più basso per poi sgozzargli la gola con tutta la rabbia che ho in corpo.

«Riproviamo, voi chi siete!?» urlo più forte a denti stretti mentre i due rimasti sono ancora con gli occhi spalancati dopo aver visto il loro amico accasciarsi a terra.

«Ci penso io capo.» annuncia il tizio che fino a poco prima puntava un coltello alla sua gola per poi gettarla tra le braccia del loro capo e tuffarsi a passo svelto verso di me.

Finalmente lei è libera, ma quello schifoso che l’ha sfiorata non la passerà liscia.

Mossa sbagliata.

Un attimo dopo anche lui è a terra con il collo spezzato.

«Ora passiamo a noi. Ridammi la ragazza.» ordino all’ultimo rimasto

Sento il fuoco sulla mia pelle, sto per esplodere.

«E così è lei che vuoi eh? Non te la darò per nulla al mondo.» ribatte

«Allora vuol dire che me la riprenderò con la forza.» lo avverto per poi avvicinarmi a lei, ma prima che possa farlo l’uomo estrae un coltellino svizzero dalla tasca dei suoi pantaloni e lo punta alla sua gola.

Giuro, che tu farai una morte lenta e dolorosa, una morte straziante, la più orribile di tutti.

«Dì addio alla tua ragazza.» sogghigna prima di premere più forte la lama contro la sua gola.

Mi alzo il volo per poi scagliare un onda di fuoco diritto sulla sua, ma è troppo tardi lui le ha già graffiato la gola con la lama del coltello, mentre il suo corpo sta per sbattere a terra privo di sensi.

Ti prego Dio, se esisti, salvala.

La prendo prima che possa urtare violentemente contro il pavimento.

Non si muove, ha il collo pieno si sangue.

No, tutto, ma lei no.

La poggio delicatamente a terra per poi dirigermi verso quel bastardo che si scuote a terra cercando di spegnere le fiamme.

Lo pesto fino a che non esala il suo ultimo respiro, per poi lasciarlo privo di vita e circondato di sangue sulla strada e andare incontro al dolce angelo che giace ancora a terra.

La stringo tra le mie braccia, cullandola, fin quando una lacrima non esce dal mio occhio destro.

Io che piango? Cosa mi ha fatto questa ragazza per far sì che io tenga così tanto a lei? Proprio non me lo spiego.

La stringo ancora al mio petto quando mi torna in mente una scena accaduta poco prima.

Ma… io ho volato? E’ una cosa impossibile, non si può volare a meno che non si è innamorati.

Allora questo vuol dire che io mi sono… No!

Scaccio quegli stupidi pensieri dalla testa, per poi soffermarmi sul suo volto.

Lei non può morire, mi sento un vuoto nel petto, come se mi mancasse il cuore.

Ho un groppo in gola che mi impedisce di respirare normalmente, mentre gli occhi mi punzecchiano.

Ed ecco che non reggo più, il grande Damon dal cuore di pietra sta piangendo, tutto per una ragazza.

Non ho mai pianto, neanche quant’ero piccolo ed ora sono qui che singhiozzo come un bambino, mentre la stringo più forte al mio petto.

Lei non può andarsene, deve stare qui con me.

«Ti prego Angel, non lasciarmi, tu sei importante per me, credo di volerti bene. Strano vero?» mormoro con voce spezzata dai singhiozzi mentre le lacrime mi offuscano la vista.

Non posso stare qui mentre lei muore tra le mie braccia, devo fare qualcosa, a costo della mia stessa vita io devo salvarla.

Così la prendo in braccio stringendomela sempre più forte al petto, mentre con la manica destra strofino via le lacrime fino a non lasciare la minima traccia che possa indicare che io abbia pianto, tranne le mie labbra ancora tremolanti.

Mi guardo intorno per valutare la scelta migliore, ma non ne vedo una.

Non ci sono autobus a quest’ora e nessuno darebbe un passaggio a un demone con un angelo privo di sensi che gli sanguina tra le braccia, così ci riprovo, mi concentro e provo di nuovo a volare, ma con scarsi risultati, proprio non ci riesco, ci riprovo un infinità di volte, perdendo anche tempo, ma nulla.

Sento qualcosa mugolare tra le mie braccia, la guardo, sta per aprire gli occhi, ma non ci riesce, vedo che lotta con tutta se stessa per farlo, ma proprio non ce la fa, li socchiude di poco, per poi perdere di nuovo conoscenza ma non prima di aver pronunciato un ultima parola, anzi un nome.

«Zayn…» si trascina il mio nome sulle labbra fino ad addormentarsi un'altra volta

E con il suo volto negli occhi e le sua voce nelle orecchie, ci riprovo, riprovo a volare e sento che le mie ali si muovono, i miei piedi non sono più adagiati sul pavimento, anche se di poco sto fluttuando nell’aria.

Mi impegno di più, memorizzando limpidamente la sua immagine nella mia mente.

Con il suo corpo tra le braccia e il suo volto nella testa volo diritto verso l’ospedale più vicino.

Ne vedo uno in lontananza, così sbatto le ali più velocemente e in un attimo sono lì.

La adagio davanti l’entrata dell’ospedale senza farmi notare da nessuno, per poi urlare aiuto, ma nessuno sembra far caso a me.

Urlo più forte ma nulla, così non mi resta altro che appiccare un incendio su un cassonetto lì vicino e volare sul tetto dell’ospedale, mentre vedo dei medici uscir fuori per spegnere l’incendio e dopo aver notato la bella fanciulla davanti l’entrata portarla di fretta su una barella, all’interno dell’edificio.

Per fortuna ora è salva.

Seguo il loro percorso da fuori, spiandoli dalle finestre mentre fluttuo nell’aria, finché loro non la portano in una sala senza finestre, credo la stiano operando.

Ne esce ore dopo tutta piena di tubicini e ricoperta di bende, ma ancora nulla, non vedo i suoi bellissimi occhi azzurri, ciò vuol dire che ancora non si è svegliata.

Ma perché non fanno qualcosa?

«E’ in come farmacologico.» sento diagnosticare un medico mentre parla con un’altra

«E quando…?» inizi la domanda la collega ma viene subito interrotta

«Non meno di un mese.» afferma scuotendo la testa il medico con la cartellina in mano

Che cosa? Lei non si sveglierà prima di un mese?

«Ah, un'altra cosa…-comincia a parlare lo stesso medico- Chiama la polizia, c’è qualcosa che non quadra nella faccenda e per di più dobbiamo capire ancora chi è, è arrivata qui senza documenti e senza oggetti personali da cui identificarla.» costata

In un attimo mi ricordo della sua borsa lasciata sul ciglio della strada, ero troppo impegnato a portarla qui per preoccuparmi di una borsa, ma ora… Devo assolutamente recuperarla e far sì che i documenti arrivino a quei medici.

Vedo la sua barella entrare in una stanza e mi dirigo subito alla finestra di quest’ultima, nascondendomi tra i rami di un albero che sta proprio lì difronte.

Ora so qual è la sua stanza, posso tornare non appena avrò recuperato i documenti.

Torno nel luogo dell’incidente, ed eccola, la borsa è ancora lì, proprio come l’ho lasciata, come quando le è caduta di mano non appena quel farabutta l’ha strattonata.

Mi avvicino e la prendo.

Ha ancora il suo profumo.

Mi guardo intorno fino a che i miei occhi non si soffermano su una pozza di sangue poco distante, non quello di quei tre schifosi, ma il suo sangue.

Mi avvicino guardandolo, mentre la scena di pochi attimi prima riaffiora nella mia mentre.

Tremo, mentre la sento ancora mormorare il mio nome.

E’ tutta colpa mia, non avrei dovuto lasciarla andare. 

Giuro, che se non si risveglia non avrò pietà di me, se lei muore io la seguo.

Chino il capo fino a vedere nel sangue il riflesso di un forte uomo che piange come un bambino.

Ripenso alla prima volta che l’ho incontrata.

Lei credo che la prima volta che ho visto il suo volto è stato a quella festa, ma si sbaglia…

***

Ogni notte sempre lo stesso sogno, ma che vorrà dire?

Sempre quel volto, quella ragazza, quegli occhi azzurri. Chi sarà mai?

«Ciao Damon.» sento una voce nel buio

«Chi sei?» urlo finché non vedo un ragazzo dagli occhi blu, con arco e freccia poggiato ad un muro

«Il mio nome è Eros e sono il Dio dell’attrazione. O meglio come molti dicono “Il Dio dell’amore”.» annuncia fiero

«Non esistono gli Dei.» affermo convinto

«Ti sbagli caro mio, esistiamo eccome.» ribatte

«E cosa vuole un Dio da me?» domando confuso

«Niente di ché, volevo solo avvisarti che il suo non sarà un amore, ma un tortura.» dice con nonchalance

«Io innamorarmi? Questo mi sembra persino più surreale della storia degli Dei.» affermo ridendo sotto i baffi

Se prima avevo qualche dubbio, ora ne sono convinto, sto sognando.

«La sua voce sarà il tuo supplizio -mentre parla tutto si fa buio e nella mia mente appaiono delle immagini- i suoi occhi saranno il tuo tormento, la sua bocca sarà la tua droga, il suo corpo la tua estasi e lei, caro mio, lei sarà la tua morte.» dice alzando un lato della bocca come a prendersi gioco di me

Ho sentito una voce dolce e soave uscire da delle labbra rosee e pronunciare il mio nome, un corpo snello tra le lenzuola e quegli occhi, due occhi azzurri che mi guardavano intensamente.
*** 
Due occhi che non dimenticai più.

Avevo 13 anni quando quel Dio da quattro soldi mi apparse in sogno rivelandomi ciò che sarebbe accaduto nel mio futuro.

Mi rifiutai di crederci, ma non poteva essere una coincidenza, era da quando avevo 10 anni ormai che continuavo a sognare quella ragazza, così, da allora io mi imposi che non mi sarei mai innamorato.

Le ragazze che mi si avvicinavano erano già consapevoli che io mai avrei potuto dargli quello che loro cercavano e sapevano anche che ciò che volevo io era sola una cosa e quella cosa di certo non era l’amore.

Poi la vidi, era il mio primo giorno di superiori, il primo giorno in cui avrei avuto a che fare anche con gli angeli.

Fu nell’esatto momento in cui misi piede in quella scuola che i suoi occhi incontrarono i miei, era esattamente come nei miei sogni.

La testa inizio a girarmi e sbattei violentemente a terra per poi risvegliarmi in infermeria.

Da allora tutti iniziarono a prendermi in giro, “il ragazzo che il primo giorno di scuola è svenuto” dicevano, uno debole, mi definivano. 
Ma ben presto li feci ricredere, iniziai ad essere “Damon il distruttore”, così mi chiamavano tutti dopo che ebbi praticamente distrutto chiunque si mise sul mio cammino o osasse sfidarmi.

Però, l’unica cosa che davvero mi importava era ritrovare quella ragazza ed ucciderla, così nulla avrebbe potuto rendermi debole.

Poi di nuovo lei, era impossibile non riconoscerla, che ingenua era stata ad entrare nella tana del lupo.

Quando avevo quasi perso le speranze e credere di poterla trovare era impossibile, eccola lì che mi si para davanti, travestita da demone credendo che io non la riconoscessi, ma avevo visto quel volto per troppi anni per potermelo dimenticare e addirittura confonderlo con quello di un demone.

Quel volto era stato il mio tormento per anni ed ora, avevo la possibilità di riscattarmi.

Volevo davvero ucciderla, ma c’era qualcosa in me che me lo impediva, perciò me la lasciai sfuggire e non solo, iniziai ad affezionarmi a lei, a volerle bene e… purtroppo ciò che quello stupido di un Dio mi aveva detto iniziò ad avverarsi.

La sua voce diventò il mio supplizio.

Ogni volta che stavo per fare qualcosa di male sentivo la sua voce che mi rimbombava nelle orecchie, dirmi che era sbagliato.

I suoi occhi furono il mio tormento.

Ogni volta che sbattevo le palpebre, quei due zaffiri si insinuavano prepotentemente nella mia testa guardandomi con aria di rimprovero.

La sua bocca diventò la mia droga.

Ogni volta che lei parlava mi imbambolavo a guardare quelle labbra e mi sorprendevo a pensare come sarebbe bello baciarle.

Il suo corpo fu ben presto la mia estasi.

Sognavo ogni notte di poter anche solo sfiorare quella pelle liscia come seta.

Ed ora sono qui a piangere sul suo sangue, mi ero giurato che se non potevo ucciderla per lo meno l’avrei protetta e invece non sono riuscito a fare neanche quello.

Sono un buono a nulla.

Prendo la borsa e torno in ospedale.

La fortuna per una volta è dalla mia, la finestra della sua stanza è aperta e non c’è nessuno, così entro e poggio la tracolla sulla sedia accanto al lettino.

La guardo, è così bella anche quando dorme, mi avvicino alla sua fronte per poi stamparglici un bacio sopra, la guardo un altro po’ e sento la maniglia della porta abbassarsi.

Corro verso la finestra ed esco nascondendomi tra i rami degli alberi.

«E questa cos’è? -chiede l’infermiera guardandosi intorno- Prima non c’era.» afferma per poi correre dai medici

Cambio finestra e li osservo mentre guardano i documenti e poi chiamano qualcuno.

Poco tempo dopo un ragazzo biondo entra correndo nell’ospedale.

«Dov’è?!» sbraita facendo sobbalzare ogni persona in quel posto

«Mi scusi, chi cerca?» gli chiede un medico avvicinandosi a lui

«Mi avete chiamato dicendomi che mia sorella ha subito un incidente ed ora si trova qui. Come sta? Dov’è? Cosa le è successo?!» si agita alzando sempre più la voce

«Lei è Niall?» domanda il medico capendo di chi si tratta mentre il ragazzo annuisce

Mi ricorda tanto Angel, ha i suoi stessi occhi.

Che sia… suo fratello?

Ora ricordo, era presente anche lui alla festa.

«Bhe, vede… come spiegarglielo? Abbiamo trovato il corpo di sua sorella davanti la porta dell’ospedale.» cerca di restare il più calmo possibile il medico

«Ed ora come sta?» spalanca gli occhi il biondo agitandosi sempre di più

«E’ in coma farmacologico, ha un enorme taglio sul collo, provocato da un coltellino svizzero credo.» confessa infine il dottore abbassando lo sguardo

«Chi è stato? Chi le ha fatto questo? Perché?!» urla come un forsennato il ragazzo gesticolando per poi lasciarsi cadere con le ginocchia a terra e singhiozzare violentemente.

Dopo essersi calmato i dottori lo accompagnano in camera di Angel.

Si siede accanto a lei parlandole e raccontandole tutte le loro avventure fino a tardi, poi si addormenta accanto a lei, con ancora la mano di lei stretta nelle sue.

Io non ci riesco a dormire, la osservo fino all’alba per poi andare a casa, farmi una doccia fredda, fare i miei bisogni, vestirmi e tornare da lei.

Vedo che con lei non c’è nessuno, così ne approfitto ed entro dandole il buongiorno.
Non andrò a scuola, non mi va di lasciarla sola.

Sto con lei finché qualcuno non sta per entrare, poi mi rimetto al mio solito posto sull’albero.

Il primo ad entrare è un ragazzo dai capelli biondo scuro e gli occhi blu, seguito da un ragazzo da Harry e infine suo fratello.

«Chi è stato a ridurla così?» chiede il primo per poi iniziare a piangere

«Louis, non lo so, ma lo scoprirò.» afferma Niall riferendosi a quest’ultimo

«Giuro che chiunque sia stato la pagherà cara.» stringe i pugni Harry

Anche lui sembra tenere molto a lei e la cosa mi dà fastidio.

Non che io sia geloso, ma lei è solo mia.

La giornata passa lentamente, il tempo sembra non finire mai.

L’indomani faccio la stessa cosa del giorno precedente.

Sto lì fino all’alba poi vado a casa, mi lavo, mi vesto però al contrario del giorno prima questa volta vado a scuola.

Non perché mi sia dimenticato di lei, ma perché voglio continuare ad allenarmi così da far sì che ciò non accada più.

Io devo proteggerla.

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Capitolo 14
*** Quattordicesimo capitolo. ***


Ogni giorno, mi siedo sul ramo di un albero difronte la finestra della sua stanza dell’ospedale e la osservo da dietro i rami finché non rimane da sola per poi entrare vicino a lei e stringerla tra le mie braccia aspettando che lei si svegli per mostrarmi quei due zaffiri che ha al posto degli occhi. 

  


Sto lì fino all'alba, poi torno a casa riposo, faccio una doccia e vado a scuola. 

  


Mi alleno fino a restare senza forze, Steph mi rimprovera dicendo di riposare, ma proprio non ce la faccio, devo tenere la mia mente occupata o rischio di impazzire al solo pensiero di quello che è successo. 

Miglioro ogni giorno a vista d'occhio ormai so ben gestire i miei poteri, così non accadrà più niente. 


  

Durante la notte, quando tutti tornano a casa, io mi siedo vicino a lei raccontandogli la mia giornata, sperando che si svegli. 

  


Le settimane passano velocemente e lei sembra non voler svegliarsi, i miei sentimenti con il tempo si fanno sempre più chiari, ora so, che ciò che provo per lei è più di un semplice affetto, è più dell'amicizia, ciò  che provo per lei è un sentimento che io mai avrei pensato di poter provare, è amore. 

  


Lei era l'unica cosa che mi manteneva vivo, lei era la mia luce ed ora che non è con me a tenermi a galla io sto sprofondando ogni giorno di più nelle tenebre. 


  

Non solo sono tornato come prima di incontrarla, ma sono ancora peggio, sfogo le mie frustrazioni su persone innocenti, so che non c'entrano niente, ma non perdonerò mai me stesso per quello che è successo. 

  


«Ehi! Passami quella bottiglia.» ordino ad uno di quei codardi che si definiscono miei amici 

  


«Ti piace la festa Damon? L'abbiamo organizzata apposta per te.» sorride il leccapiedi 

  


«Mmm... c'è di meglio.» aggiungo guardandomi intorno 


  

Mi alzo da quella poltrona su cui ero seduto per dirigermi fuori da questa casa, l'odore di fumo e alcol mi da il voltastomaco, a quest'ora dovrei essere mezzo brillo in mezzo alla pista con qualche ragazza, o appartato da qualche parte, ma stasera c'è qualcosa di diverso, io sono diverso. 

  


Oggi è un mese esatto che Angel non si sveglia, un mese esatto da quell'incidente. 

  


Penso, mentre il fumo di una sigaretta, che non mi ero accorto di aver accesso, abbandona le mie labbra per poi disperdersi nell'aria. 

  


«Non puoi lasciarmi, io ti amo!» sento un urlo lontano così guardo in quella direzione. 


  

Un ragazzo ed una ragazza, probabilmente una coppia, si urlano in faccia, poco distanti da me. 

  


Non sono molto vicini, ma dal volume delle loro urla capisco chiaramente ciò che dicono. 

  


Si amano, ma qualcuno gli impedisce di stare insieme. 

  


«Non possiamo stare insieme, sai che mio padre non ti accetta.» sbraita in lacrime la ragazza 

  


«Ma io ti amo! Più della mia stessa vita.» confessa lui, mentre una lacrima lascia i suoi occhi 

  


«Anche io -sospira- ma non possiamo. Non posso rischiare che mio padre ti faccia del male, tu vieni prima di tutto.» ammette desolata 

  


«Ma...» cerca di replicare il ragazzo 

  


«Niente ma, è deciso.» lo interrompe lei, voltandosi e lasciandolo lì in preda alla disperazione 

  



«Stupiscila.» affermo avvicinandomi a lui gettando l'ultimo mozzicone di sigaretta a terra 

  


«Eh?» domanda lui non capendo guardando ancora il punto in cui la ragazza era sparita 

  


«Sorprendila, dimostragli ciò che provi per lei, che lei è la cosa più importante per te e che faresti qualsiasi cosa per il vostro amore persino dare la tua vita, perché il suo amore è vita.» suggerisco pensando a ciò che non ho fatto io. 

  


Non voglio che nessuno ripeta il mio errore. 

  


«E tu che vuoi?» domanda scocciato voltandosi verso di me per poi spalancare la bocca nel riconoscermi 

  


«Che stiate insieme.» ammetto sincero 

  


«Perché vuoi che stiamo insieme? -domanda incredulo- Che cosa ci guadagni tu? -chiede inarcando un sopracciglio, poi continua- So chi sei e so anche che per te tutto ha un prezzo, non fai mai nulla per nulla.» puntualizza a denti stretti 

  


«Niente, diciamo solo che parteggio per il vero amore.» mi soffermo 

  


«Sai.. può sembrarti strano ma anche io sono stato innamorato ed ora l'ho persa, non voglio che nessuno ripeta il mio errore. Non augurerei neanche al mio peggior nemico una sofferenza del genere.» confesso mettendomi le mani nei capelli mentre i ricordi riaffiorano 

  


Lui di tutta risposta sbarra gli occhi incredulo, spalanca la bocca e scuote la testa. 

  


«Mi rifiuto di crederci, è impossibile.» dice come se il solo pensiero fosse surreale 

  


«Mi dispiace contraddirti, ma è così. -sorrido alzando gli occhi al cielo e pensando a noi due-  Hai presente quando prendi due calamite simili e le avvicini? Fin quanto c'è qualcosa che li unisce loro stanno vicini nonostante non si uniscono mai completamente, poi quando quel qualcosa che li unisce sparisce loro si respingono allontanandosi il più possibile l'uno dall'altro. 

Io ero così con qualsiasi altra persona, fin quando mi servivano stavo con loro, poi quando non ne avevo più bisogno li abbandonavo, senza mai legarmi a nessuno 

Con lei, invece, è stato tutto il contrario, noi siamo l'opposto e sai cosa succede quando avvicini le calamite dai lati opposti?  

Cercavamo di starci il più lontano possibile, ma c'era sempre qualcosa che ci faceva stare insieme, una forza sconosciuta che ci attraeva l'uno versa l'altra. Io e lei siamo sempre state due calamitedove i poli uguali si respingono mentre i poli opposti si attraggono.  

Ci evitiamo, neghiamo i nostri sentimenti e cerchiamo sempre di stare distanti, ma per un motivo o per un altro ci ritroviamo sempre insieme. E quando cerchiamo di amalgamarci, quando capiamo che forse possiamo stare insieme, ecco che il destino mescola le carte e ci separa. 

Noi siamo due calamite, ci attraiamo ma contemporaneamente ci respingiamo.»  confesso finalmente più a me stesso che a lui.  




Ancora con lo sguardo perso nel vuoto scoppio a ridere scuotendo il capo, mentre quello sconosciuto mi guarda più sorpreso di prima. 




«E' strano confessare ad uno sconosciuto cose che non ho mai ammesso a me stesso.»  rido istericamente più di prima finché la mia risata non si trasforma in un pianto liberatorio. 




Finalmente! Non ce la facevo più a tenermi tutto dentro, quel macinio che avevo sullo stomaco finalmente non c'è più. Era ora che mi decidessi ad ammettere i mie veri sentimenti, da quando ho capito che l'amavo non l'ho mai ammesso a me stesso e ora riconoscerli ad alta voce lo fa sembrare così reale. 



Piango, un misto tra gioia e disperazione. 



Sono felice perché finalmente mi sono tolto un peso,  ma disperato perché ho realmente capito di aver perso l'unica donna che io abbia mai amato. 

  


Mi alzo da terra, dove non mi ero neanche accorto di essermi seduto per poi correre verso l'ospedale. 

  


«Ci si vede amico, grazie!» urlo salutandolo con la mano senza voltarmi mentre corro verso l'ospedale, lasciandolo lì ancora esterrefatto. 

  


Non appena sono sicuro che lui non possa più vedermi mi alzo in volo e la raggiungo. 

  


'E' ancora lì, ovvio, dove vuoi che sia andata, è in coma.' mi ricorda il mio subconscio  

  


Mi avvicino a lei, ha un viso tanto angelico. 

  


'Certo, è un angel...' interrompo il mio subconscio. 

  


Parlo anche da solo adesso. 

  


Cosa mi hai fatto dolce Angel? Ora ho anche io una coscienza, ora ho anche io un cuore e ti appartiene 

  


'Sto per caso impazzendo?' Mi domando. 

  


Si, io sono pazzo di lei. 

  


E con questa risposta chiara in mente mi avvicino alle sue labbra, fino a sfiorarle delicatamente. 

  


Non appena le sue labbra morbide sfiorano le mie ancora spaccate a causa di una lite avvenuta non molto tempo prima, accade qualcosa di pazzesco. 


La macchinetta a cui è attaccata impazzisce, vedo chiaramente il battito del suo cuore che sfreccia velocissimo nel suo petto. 


Inizialmente salto per lo spavento ma poi ecco che accade l'inimmaginabile, lei solleva l'indice della mano destra, che è ancora pizzicato da un qualche aggeggio di cui non ricordo il nome.


 

Un miracolo forse?  



Non saprei, ma  una cosa di cui sono certo è che la amo, lei è il mio punto debole e nessuno deve saperlo. 

Vedo i suoi occhi muoversi sotto le pupille, so che sta combattendo per aprirli e lo fa, anche se debolmente, socchiude gli occhi, il suo battito si regolarizza. 



«Zayn...» pronuncia prima di richiuderli per la stanchezza 



Non sono certo che mi abbia visto, dato che a causa dello spavento sono balzato indietro, fuori dalla sua visuale, ma so che ha pronunciato il mio nome, l'ho sentito chiaramente mentre lo soffiava, mente si sforzava per far si che quel suono uscisse dalle sue deboli labbra. 

  


Ora che sono certo che lei sta bene posso anche andarmene. intraprendere  

  


Io sono un peso per lei, le sono successe già tante cose, non posso mettermici anche io e i miei sentimenti di cui non sono sicuro essere ricambiato.


 

Me ne andrò per un po', manca solo una settimana alla fine della scuola, nessuno me ne vorrà. 

  


L'amore per me è un sentimento nuovo e mi spaventa, ho paura che io possa farle del male, mi conosco, conosco ciò che siamo: due calamite che si attirano e puntualmente si respingono, costretti solo a farsi del male. Ecco cosa siamo noi due.


 

So quanto male mi farà starle lontano ora che so cosa provo, ora che so che è possibile che ricambi, ma mi conosco e purtroppo so anche che io non porterei mai nulla di buono nella sua vita, al mio fianco sarebbe in constante pericolo, lei viene prima di tutto ed io devo proteggerla. 



Scappare non è la strada giusta, ma è la più facile ed io ho già affrontato abbastanza dolore, non ne sopporterei altro. 

  

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Capitolo 15
*** Quindicesimo Capitolo ***


"Ricordi."

«Ehi Artù! Da quant'è che non ci si vede... come va?» domando incontrandolo per i corridoi della scuola

«Bene. Tu come ti senti?» domanda preoccupato

«Sono in ottima forma, non vedi?» dico sfoggiando i miei muscoli 

«Sai com'è... sei uscita dall'ospedale solo ieri, dopo un mese di coma, è normale avere qualche dubbio.» ammette

«Ma non c'è ne bisogno, mi sento benissimo. Anzi, ti dirò di più mi sento meglio di prima che accadesse tutto.» ammetto

In effetti è così, da quando mi sono risvegliata mi sento davvero in ottima forma, va tutto bene, tutto tranne una cosa.

Da quando mi sono svegliatami sento un vuoto nel petto e quando mi sforzo di pensare a cos'è accaduto prima che svenissi mi fa male la testa e devo interrompermi.

E' come se qualcosa mi impedisse di ricordare...

«Mmm... fingerò di crederci, ci si vede dopo a pranzo, ok?» sembra più una supplica che una domanda

«Certamente.» confermo entusiasta

«Questo tipo mi piace. Più della tua solita compagnia -so a chi sta ammiccando- ma lo terrò comunque d'occhio.» mi avvisa mio fratello alle mie spalle con un'aria al quanto inquietante

«Ma tu devi seguirmi proprio tutto il giorno?» domando imbarazzata

E' da quando sono uscita dal coma che non fa altro che seguirmi come un ombra, mi lascia da sola solo quando devo andare in bagno.

«Ovvio che si.» mi informa alzando il mento altezzosamente

Quando fa così proprio non lo sopporto, somiglia me.

«E' necessario?» alzo le sopracciglia speranzosa

«Come l'ossigeno.» dice con l'aria di uno che non accetta contraddizioni

«A lezione però non puoi seguirmi, tu sei un anno avanti.» preciso mentre lui strabuzza gli occhi

«Ti aspetterò qui d'avanti ancor prima che tu ti accorga che l'ora è finita.» sembra più una minaccia che una promessa.

Lo guardo ancora un po' per capire cosa gli passi per la testa e poi entro in classe.

Il professore mi guarda con pietà come tutti in classe d'altronde, ma io cammino a testa alta e mi siedo nell'unico posto libero.

«Oggi studieremo l'inizio di tutto.» inizia il professor Woody

«Secondo una leggenda, gli angeli, così come anche i demoni derivano dagli Dei.» continua facendo delle espressioni buffe mentre spiega e suo folti baffoni bianchi non lo aiutano a fatto.

E' così buffo.

Scoppio a ridere.

«C'è qualcosa che non va signorina Cielo? Se qualcosa la fa ridere ce lo dica, così ridiamo anche noi.» mi riprende il professore di storia chiamandomi per cognome

«No, affatto è solo che ero felice di ascoltare questa lezione. Ho letto così tante volte questa storia, mi piace moltissimo.» mento in parte.

Adoro questa, storia mi ricorda la mia conversazione con Atena, o meglio, il sogno che ho fatto, credo...

«Oh, sono felice di sentirglielo dire signorina, mi fa piacere avere una studentessa brillante come lei in classe.» mi elogia facendomi guadagnare le occhiate del resto della classe.

«Secondo la leggenda, tempo fa esistevano degli esseri viventi, metà uomo e metà donna, erano degli esseri tanto forti e potenti che si narrava che un giorno lontano loro potessero sovrastare persino Dio stesso. Così un giorno per paura che essi si potessero ribellare a lui, Dio lanciò un fulmine su ognuno di loro dividendoli a metà, cosicché la loro forza fu dimezzata, ma costoro restano ugualmente legate l’una all'altra da un filo invisibile. E' così che vennero creati gli angeli e i demoni che noi conosciamo ora.» spiega 

«Ehi! ma è la stessa leggenda delle anime gemelle!»si lamenta un demone in fondo all'aula

Per un attimo mi giro di scatto, speranzosa, credendo fosse lui, ma rimango delusa nel costatare che mi sbagliavo.

Dimenticavo che è una 'dote' dei demoni essere così sprezzanti.

Le prime due ore passano in fretta ed io ho già pronto un piano per far sì che mio fratello non mi stia appiccicato.

«Prof posso andare in bagno?» chiedo interrompendo la lezione

«Ma mancano pochi minuti alla ricreazione.» sbuffa lui continuando a spiegare senza nemmeno guardarmi

«Sono uscita da un lungo coma solo ieri, avrei bisogno di andare in bagno prima della ricreazione, sento che la benda si è spostata.» fingo facendo la vittima

A quel punto lui alza gli occhi dal suo interessantissimo libro e mi guarda come se avesse appena detto a un malato terminale che dovrà morire.

«Oh certo, mi scusi vada pure.» si scusa desolato

Ed ecco che scatta il piano "evita il fratellino rompiscatole ed ultra protettivo".

Sto in bagno fin a che la campanella non suona per poi sgattaiolare a quattro zampe velocemente in mensa.

Cammino guardandomi ancora indietro per assicurarmi che mio fratello non mi segua finché non sbatto contro qualcosa.

«E tu eri quella che stava bene mi dicevano.» si fa beffa di me il padrone delle gambe contro la quale ho sbattuto

Sobbalzo credendo fosse mio fratello, ma non appena alzo gli occhi riconosco il volto di Arthur.

«Oh ciao Artù.» lo saluto con espressione colpevole

«Che ci facevi lì inginocchiata?» chiede mentre mi aiuta ad alzarmi

«Mi stavo nascondendo da mio fratello.» ammetto

«Come mai?» chiede curioso

«Da quando sono uscita dal coma non fa altro che starmi dietro, è iperprotettivo e continuamente preoccupato che possa accadermi qualcosa.» confesso imbarazzata

«E' logico, non ha tutti i torti. Hanno cercato di ucciderti Angel...» mi rimprovera

«Cosa?» sono sbalordita

Com'è possibile che io non ne sapevo nulla, qualcuno ha cercato di uccidermi ed io non lo sapevo?

Non ricordo nulla della sera precedente al mio incidente, l'unica cosa che so è che ero appena uscita da scuola con... oh mamma! 

Zayn ha tentato di uccidermi?

«A-aspetta... tu non ne sapevi nulla?» domanda come se avesse appena investito un gatto

Scuoto la testa ancora scossa.

«Scusa se mi permetto, ma non ti sei fatta nessuna domanda sul perché del taglio intorno alla tua gola? E del perché fossi in coma?» domanda per poi pentirsene subito

«Scusami non volevo, sono stato un maleducato.» cerca di giustificarsi

«Hai ragione -lo interrompo- credevo fosse una rapina andata male e che quindi non avrei dovuto aver più nulla di cui preoccuparmi ma non avrei mai immaginato che avessero tentato seriamente di uccidermi, che il loro unico obbiettivo fossi io e che chiunque l'abbia fatto mi abbia lasciata lì credendo di esserci riuscito, di aver raggiunto il suo scopo, non mi sarei immaginata che avrei dovuto guardarmi le spalle perché chiunque avesse cercato di uccidermi e di cui io non ricordo il volto, sarebbe potuto sbucarmi dietro da un momento all'altro e finire il lavoro che aveva iniziato.» confesso 

«Perdonami, dico sul serio, pensavo ne eri al corrente, non sapevo che non ricordassi tutto, mi dispiace averti sconvolta, non volevo farlo. Maledetto me che non chiudo mai la mia boccaccia.» si rimprovera evidentemente a disagio e dispiaciuto

«Non preoccuparti, non ce l'ho con te ma solo con quello stupido di mio fratello che non mi ha detto nulla. Come ha potuto non dirmi nulla?» sussurro infine incrociando le mani sotto il mento poggiandoci successivamente il naso sopra, come a pregare, mentre una lacrima, che non mi ero accorta essermi uscita dall'occhio, scivolava sulla mia guancia

«Evidentemente non voleva farti preoccupare, non prendertela troppo con lui Angel, ti vuole bene e si preoccupa per te.» afferma sicuro di se stesso alzandomi il mento con l'indice per poi incatenare il suo sguardo nel mio

«Ciò non giustifica il perché non mi ha detto che hanno tentato di uccidermi, che qualcuno vuole la mia morte.» ribatto secca

Non appena concludo la frase il volto di Zayn si fa spazio limpidamente nella mia mente.

L'ha sempre detto che mi avrebbe uccisa ma credevo o meglio mi illudevo di essere diventata una sua amica.

'Amica' che parola grande per uno che non prova altri sentimenti se non l'odio.

Sono solo una stupida che sa solo illudersi, anche se speravo non di essere la sua più grande amica ma perlomeno che avesse abbandonato l'idea di farmi fuori.

«Andiamo a mangiare, su.» pronuncia voltandomi le spalle, come uno che non vuole discutere interrompendo la mia tortura mentale

Abbasso il capo e lo seguo ubbidiente fino a raggiungere un tavolo della mensa vicino alla finestra da cui penetra una luce accecante.

So perché ha scelto quel posto, non c'è bisogno di chiederglielo per capire che anche lui vuole proteggermi e perciò ha scelto il tavolo più distante da quelli dove di solito si riuniscono i demoni.

«Angel... -rompe il silenzio e la tensione che si era creata- so che è ancora presto e che sei da poco uscita da una brutta situazione, ma non è che bhè, come dirlo -balbetta grattandosi la nuca evidentemente imbarazzato e con le gote rosse, è così carino- non è che ti andrebbe di uscire con me stasera? -domanda speranzoso, ma non mi da neanche il tempo di rispondere che inizia un monologo- Perdonami, hai ragione, non dovrei chiederti una cosa del genere, come ho potut...» parla a raffica senza riflettere ma io lo interrompo.

«Certo che si, mi farebbe davvero piacere.» dico sorridente per poi poggiare il gomito sul tavolo e sorreggermi il mento con il palmo della mano 

«Davvero? Io credevo che non volessi uscire con me.» afferma con un sorriso a trentadue denti incrociando le braccia sul tavolo

«Credevi male, stupido.» ribadisco tirandoli uno schiocchetto sul naso

Entrambi scoppiamo a ridere e per la prima volta dopo tempo, mi sento libera e in pace con me stessa.

A dire il vero non mi sentivo così bene da prima che conoscessi Damon.

Credo che mi farà bene stargli lontano per un po', ma purtroppo non è possibile poiché siamo compagni di progetto e abbiamo gli allenamenti insieme.

«Ecco dov'eri finita! Finalmente ti ho trovata -afferma- Non osare più allontanarti da me, qualcuno potrebbe farti del male.» sbraita mio fratello sbucando alle mie spalle 

«Sei paranoico.» dico con nonchalance

«Dai su, andiamo a prendere da mangiare prima che finisca tutto.» annuncia Artù spezzando la tensione 

.
.
.

«Ma che schifo la zuppa di fagioli, non mi piacciono!» frigno con il piatto di fagioli, che mio fratello mi aveva costretta a prendere, sotto il naso.

«Da su mangia, contiene proteine, ti faranno bene.» mi avverte mio fratello sul punto di imboccarmi

«Non osare farl» cerco di ribadire ma è ormai troppo tardi, lui mi ha infilato quel cucchiaio con quella schifezza in bocca

«Bla! Che schifo.» mi lamento bevendo più acqua possibile mentre lui ed Artù si sbellicano dalle risate alle mie spalle

«Ehi ragazzi.» si sbraccia Louis raggiungendoci con Harry al seguito

«Da quanto tempo.» gli salto al collo salutandolo per poi fare un cenno di saluto con il capo ad Harry

«Come ti senti?» mi domanda Lou

«Sto benissimo, guarda.» lo informo saltellando da un lato all'altro della mensa per dimostrargli la mia ottima salute

«Sta ferma!» mi prende a mo' di sacco di patate Harry per poi ripiantarmi sulla sedia mentre io lo guardo torva

«Potrebbe aprirsi qualche cucitura se saltelli come un grillo di qua e di là.» si giustifica imbarazzato guardandosi la punta delle scarpe

«Pss... Ehi Angel!» mi chiama bisbigliando Artù mentre gli altri parlottano tra di loro

«Si?» domando 

«Passo a prenderti alle 8.» mi sorride lui

«Ah! -sbotto all'improvviso- Prima che me ne dimentichi... -mi ricordo solo in quell'attimo di non fare nessun riferimento al fatto che abbiamo tentato di uccidermi, perché potrebbero prendersela con Artù, così cerco di farmelo dire da loro- C'è niente che devi dirmi?» chiedo inarcando un sopracciglio

«No nulla, perché questa domanda?» chiede mio fratello insospettito

«Mmm così... sai... da quando sono uscita dall'ospedale mi sono sempre preoccupata di farti cedere che stessi bene ma non mi sono mai chiesta cosa mi sia successo e questo è strano dato che ho un taglio enorme che mi circonda tutta la gola e che certamente mi è stato provocato da qualcuno... -prendo fiato lasciando la frase in sospeso mentre vedo le loro dita iniziare a 'suonare il piano' sul tavolo della mensa, qualche piede tamburellare senza sosta sul pavimento e qualche gamba tremare freneticamente. Segno che si stanno innervosendo, che c'è qualcosa che li mette in agitazione.- Ma chi e perché?» li interrogo ancora cercando di storcergli qualche informazione

«Angel... non so come dirtelo...» Louis cerca le parole giuste per spiegarmi la situazione

«E' stato Zayn!» sbotta di colpo digrignando i denti Harry interrompendolo

Ho un capogiro, sento che il monto sta per crollarmi addosso.

Mi rifiuto di crederci.

Stupida. Stupida. Stupida. Sono solo una stupida, come ho potuto innamorarmi di lui, un demone? 
Come ho potuto anche solo sperare che lui tenesse un minimo a me.

«Siete sicuri sia stato lui?» balbetto dietro un finto colpo di tosse

«Ci scommetto ciò che vuoi.» sbatte i pugni sul tavolo Harry

«Non abbiamo prove che sia stato lui, Harry. - lo rimprovera- Ma crediamo sia così.> conclude infine Niall

«E' stato di certo lui, non ci vuole un genio per capirlo. Ti avrà sicuramente seguita dopo gli allenamenti.» inizia Louis

«E poi perché sarebbe scomparso non appena tu ti sei svegliata? E' ovvio perché aveva paura che tu l'avresti riconosciuto come il tuo aggressore.» continua Harry sicuro di se

«Non puntate il dito alla cieca, non è da angeli.» puntualizza Artù 

«Io infatti non lo sono e posso dire quante volte voglio che per me è stato quel farabutto, così come posso prenderlo a pugni non appena lo rivedrò.» continua sprezzante Harry

Mi alzo dal tavolo nauseata da quei ragionamenti, con un brivido che mi percorre la spina dorsale e senza dare spiegazione me ne vado.

Damon.

Quel nome ronza nella mia testa come un ape intorno al miele.

Come ho potuto innamorarmi del mio eterno nemico? Mi faccio schifo da sola, figuriamoci agli altri se lo scopriranno.

Vado in segreteria e chiedo il permesso di poter uscire prima ma la segretaria mi concede con la giustificazione che ci vuole un adulto per potermi fare uscire dentro l'orario scolastico e a me manca ancora un anno per esserlo così mi rassegno e torno in classe pronta a subirmi altre due ore di lezione a cui non darò la minima attenzione.

Ho troppi pensieri in testa, anzi il mio pensiero fisso è solo uno, lui.

***

«Buona giornata e mi raccomando non correte per i corridoi.» ci congeda il professore della 5° ora

Metto i libri nella cartella ed esco velocemente da lì pronta a tornare in fretta a casa ma una voce intralcia il mio piano.

«Ehi Angel! -corre verso di me il mio allenatore- Sono felice che tu stia meglio -prende fiato- ero così preoccupato.» confessa sincero e sembra troppo preoccupato per essere solo il mio professore

«Non dovresti, ho la pelle dura.» sdrammatizzo

Lui mi lancia uno sguardo di rimprovero.

«Non scherzare su queste cose, hai rischiato troppo, stavi per morire.» conclude infine come se solo il ricordo gli facesse male come un coltello che viene girato nella ferita.

Lo guardo meglio, non me n'ero mai accorta, ma Steph in certi momenti somiglia molto mio fratello Niall.

Fratello.

Un ricordo lontano mi torna in mente, non sono neanche sicura che sia un ricordo è così sconosciuto che sembra quasi un sogno.

[Flashback]
«Mamma perché piangi?» chiedo entrando nella stanza da letto dei miei genitori dopo aver sentito dei singhiozzi.

Trovo mia madre seduta sul letto con una foto in mano che osserva triste.

«Niente piccola mia, la mamma sta bene, è solo felice che tu è tuo fratello siate qui.» sorride

«Perché dove dovremmo essere?» chiedo ingenuamente e noto che quella frase la scuote come se avessi centrato il punto

La foto cade a terra, la osservo, siamo noi.
Papà, mamma, Niall, io e poi c'è un'altro bimbo, più grande di Niall, somiglia tantissimo papà.
[Fine flashback]

Scuoto la testa ritornando alla realtà.

Perché ho questi flash?

Rialzo lo sguardo verso Stephen pronta a dire qualcosa, ma poi mi soffermo sui suoi lineamenti, lo osservo, mi ricorda tanto qualcuno.

Lui somiglia tanto il bambino della foto.

Ma cosa vado a pensare?

«Tornando al dunque, ero qui per chiederti degli allenamenti di oggi pomeriggio, ci sarai?» interrompe i miei pensieri perversi

«Si certo.» rispondo d'istinto

«Sicura di farcela?» mi guarda dall'alto preoccupata

«E' proprio per questo motivo che devo, non voglio più farmi trovare impreparata, la prossima volta saprò difendermi.» ammetto sicura di me stessa

«Bentornata Angel!» mi saluta cordialmente Maggie 

«Dai su al lavoro!» mi fa cenno con la testa di andare in mezzo alla palestra Steph

«Focalizzati su un punto preciso, dopodiché pensa intensamente a ciò che vuoi fare, prova a creare una sfera di ghiaccio da lanciare in quel punto.» sento la sua voce dietro di me.

Ci provo.
Fallisco.

Ci riprovo.
Fallisco ancora.

Mi impegno al massimo ma non ci riesco e così procede per il resto della lezione.

«Non preoccuparti, non avere fretta non devi imparare tutto subito, Dai tempo al tempo.» mi consola Stephen

«E poi sei appena uscita da un coma profondo e già una grande cosa che tu sia già in piedi.» mi elogia Maggie

Esco dalla palestra e mi dirigo verso l'uscita per poi scorgere un ombra.

E' un ragazzo, alto, dal fisico scolpito.

Zayn.

Il cuore mi si ferma in gola.

Le gambe tremano.

Le ginocchia si piegano da sole.

Sono indecisa tra scappare via o affrontarlo.

Ho paura, data la mia ultima esperienza ma il mio caratteraccio mi impedisce di scappare.

Non sono una codarda.

Mi avvicino di più pronta ad affrontarlo.

E nel caso si dovesse mettere male mi basterà urlare, Stephen e Maggie si trovano ancora all'interno della struttura, correrebbero subito in mio soccorso e lo stenderebbero in un batter d'occhio.

Sono a dieci passi da lui, un brivido mi percorre la schiena.

Sono ancora in tempo per andarmene, ma non devo farlo.

Eccomi, quasi difronte a lui.

La luce di un lampione lì difronte mi impedisce di vedere nitidamente il suo volto.

«Angel.» sussurra

Questa voce...

________________________
Scusate il ritardo, ho questo capitolo pronto da un bel po', ma non mi convinceva, non aveva nulla di speciale, perciò ho aspettato prima di pubblicarlo, poi però ho capito che certi capitoli intermedi sono essenziali in una storia, perciò eccolo qui.

Ringrazio chi segue ancora la storia, spero vi piaccia.

Se volete qui c'è l'album con i personaggi, fatemi sapere se erano come ve li immaginavate e cosa pensate che accadrà nei prossimi capitoli.


(personaggi: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.302944896528716.1073741829.218784371611436&type=3)

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Capitolo 16
*** Sedicesimo Capitolo ***




"Nuove emozioni."

Questa voce. 

Non è la sua, non è la voce di Zayn. 

Mi sposto cosicché io abbia la luce alle spalle ed ecco che lo vedo perfettamente. 

Arthur. 

«Arthur!» dico euforica 

«Sei felice di rivedermi a quanto pare?! Anche se ci siamo salutati da meno di 5 ore.» si prende gioco di me divertito 

«No, è solo che non pensavo fossi tu, ti avevo scambiato per qualcun'altro.» confesso 

«Chi altro credevi che fossi? Quale altro stupido ti avrebbe aspettato 5 ore qui davanti?» non so se scherza o e serio e questo mi preoccupa. 

E' stato qui davanti per 5 ore? 

«E sentiamo, perché l'avresti fatto?» chiedo sicura che scherzasse 

«Non volevo che tornassi a casa da sola.» ammette sincero 

Diceva sul serio. E' stato qui per 5 ore di fila, da solo per me. 

«Cosa? Dici sul serio? Sei stato qui per 5 ore? Da solo? Per me? Perché ti sei preoccupato? Non volevi che tornassi da sola?» chiedo a raffica dimenticandomi persino di respirare 

«Calma, calma, calma signorinella, troppe domande in un solo secondo. Facciamo così, rispondo di si a tutte.» sorride 

Il fatto che sia lui e non Zayn mi rincuora ma contemporaneamente mi lascia un segno di angoscia dentro. 

Che fine avrà fatto? 

Ho così tanta voglia di vederlo, di chiedergli perché l'ha fatto e se è il caso anche di prenderlo a schiaffi. 

«Allora, come sono andati gli allenamenti?» domanda 

«Domanda di riserva? -scherzo- diciamo non molto bene.» confesso 

«Come mai?» 

«Non riuscivo a concentrarmi e poi sono un po' fuori allenamento. Aspetta un attimo! -dico d'un tratto facendolo sobbalzare- Ma anche tu sei al quarto anno, quindi se non erro dovresti allenarti anche tu. Giusto?» chiedo curiosa

«Si, ma essendo molto avanti rispetto agli altri i miei allenatori hanno deciso di lasciarmi per 3 giorni a casa, in modo da concentrarsi di più sul mio partner.» ammette 

Resto a bocca aperta. 

«Davvero sei così tanto avanti? Cosa sai fare?» domando curiosa 

«Normalmente non potrei mostrare lei mie doti ad una rivale, ma per te farò un eccezione, guarda.» scherza per poi indicarmi con il mento un albero poco distante 

Tengo lo sguardo fisso sull'albero ma non succede niente, finché non sento qualcosa sul mio naso. 

Alzo lo sguardo. Nevica. 

Mi guardo intorno, il tempo è come prima, dappertutto tranne che sulla mia testa. 

«Ma come hai fatto?!» sono sbalordita 

«Segreti del mestiere.» mi fa l'occhiolino 

«Aspetta qui un attimo.» mi avvisa per poi sparire 

Dove sarà andato? 

Mi dispiace ammetterlo ma ho paura nel restare qui da sola. 

Lo vedo riapparire con entrambe le mani dietro la schiena. 

Che cosa starà nascondendo? 

«Chiudi gli occhi.» ordina dolcemente 

Mi prende una mano per poi poggiarmi qualcosa sopra essa e chiudermela a pugno circondandola con entrambe le sue mani. 

«Adesso puoi riaprirli. Questo è per te.» dice felice 

E' un fiore, sembra cristallo. E' così bello. 

«Ma... -balbetto, le parole mi si bloccano in gola, è davvero bello.- è bellissimo.» confermo mentre mi sento un pizzichio al naso, mi sono emozionata, sto per piangere. 

Alzo gli occhi al cielo per impedire che anche solo una lacrima esci. 

Non mi piace piangere davanti la gente, non è da me. 

Gli salto al collo stringendolo quasi fino a soffocarlo. 

«Grazie, grazie, grazie. -lo stringo sempre più forte- E' stupendo, ma come hai fatto?» chiedo entusiasta con un sorriso enorme sul volto 

«Angel... piccola, non respiro.» mi conferma lui dopo un attimo 

«Oh, scusa...» mi scuso imbarazzata staccandomi 

«Non ho mica detto di lasciarmi andare. -si avvicina cingendomi i fianchi con le mani- Volevo solo che allentassi la presa.» confessa tra i miei capelli poggiando il mento sul mio collo e abbracciandomi 

D'un tratto inizio a sentir caldo. 

Che imbarazzo. 

E' una situazione al quanto strana. Nella quale non mi sono mai trovata con alcun ragazzo a parte mio fratello e Louis. 

Ma i loro abbracci non sono così dolci, sono più abbracci seguiti da solletico e lotte coi cuscini. 

Rimango pietrificata, non ricambio l'abbraccio, sono troppo imbarazzata per farlo. 

E mentre le mie guance prendono colore, lui si stacca. 

«Ehm... scusami, è vero, non dovevo, mi sono lasciato prendere dal momento. -si scusa- Ti avrò messa sicuramente in imbarazzo.» confessa abbassando il capo e mettendosi le mani in tasta 

Scuoto la testa. 

«Non preoccuparti.» balbetto 

«Su andiamo.» dice con voce flebile e stracolma di imbarazzo 

Per tutto il resto del tragitto non ci scambiamo una parola. 

Io cammino osservando il cielo, mentre lui con capo chino tirando, di tanto in tanto, qualche calcio ad una pietra che intralcia il suo cammino. 

«Bhè siamo arrivati.» lo avverto non appena mi ritrovo davanti casa mia 

«Oh, si... ci vediamo domani.» balbetta ancora con sguardo basso per poi voltarsi e farmi un cenno con la mano 

«Aspetta!» improvviso 

Non mi va di lasciarlo andare così, senza neanche averlo salutato decentemente. 

«Si?» si volta guardandomi in volto per la prima volta dopo il nostro abbraccio 

«Grazie per avermi accompagnata.» lo ringrazio avvicinandomi a lui 

«Oh, di niente.» si affretta a dire accennando un sorriso 

«A domani.» sussurro stampandogli un bacio sulla guancia per poi lasciarlo lì sbigottito con gli occhi sbarrati e le gote rosse ed entrare in casa senza voltarmi. 

Chiudo la porta per poi poggiarmici con le spalle e lasciarmi scivolare pian piano sul pavimento sino a ritrovarmi con il viso tra le mani e le mani nei capelli. 

Alzo la testa pensando a quello che è successo e d'improvviso un calore familiare, lo stesso che avevo provato poco prima mentre Artù mi abbracciava, si impossessa di me. 

Il battito del mio cuore aumenta, mi sento soffocare, chiudo gli occhi e faccio dei lunghi respiri per regolarizzare il mio battito ma nulla. 
Poggio una mano sul petto seguita dall'altra e sento il mio cuore galopparmi nel petto, sento dei brividi sulla mia pelle, ma non ho freddo, anzi, mi sento avvampare, il calore si è impossessato del mio intero corpo facendomi sudare. 

Ma cosa mi starà succedendo? 

Non è che forse Artu... no, non è possibile. 

Scuoto la testa. 

Ma... no, non posso farlo. 

Guardo il tetto che ad un tratto sembra molto interessante. 

Sto utilizzando Artù come una distrazione. 

Stringo i denti, consapevole. 

Artù inizia a piacermi. 

Ammetto le mie colpe. 

Inconsciamente mi sto facendo piacere Artù volontariamente, sto approfittando di lui e della sua gentilezza per non pensare al ragazzo di cui sono innamorata e che non ricambierebbe mai. 
Lo sto usando per dimenticare Damon. 

Cosa devo fare? 

Poggio i gomiti sulle ginocchia e porto il volto tra le mani per poi sfogarmi in un pianto liberatorio. 

Il mio precedente imbarazzo è sfociato d'un tratto il senso di colpa e dolore. 

Ho tenuto dentro troppo a lungo i miei veri sentimenti ed ora mi si stanno ritorcendo contro. 

Mi sto servendo di un ragazzo che non c'entra nulla, un bravo ragazzo, una persona che tiene davvero a me per i miei scopi personali, per dimenticarmi colui che davvero amo e so che finirò col farlo soffrire. 

So che quello con Damon è un amore impossibile, così involontariamente mi sto imponendo di farmi piacere Arthur e forse lui inizia a piacermi davvero, mi sono affezionata a lui il primo attimo che lo visto, ho creduto che potesse essere il ragazzo adatto a me, ma purtroppo il fato ha voluto giocare col mio cuore, facendomi innamorare del ragazzo che più si allontana dal mio prototipo di ragazzo ideale, colui di cui non mi sarei mai dovuta innamorare, la persona più inadatta ad essere il ragazzo di cui avrei mai potuto innamorarmi. 

«Angel? Sei tu?» chiede mio fratello dalla cucina 

Smetto di singhiozzare e mi ripulisco le guance. 

«Si -cerco di sembrare serena. Sono tornata adesso dagli allenamenti.» urlo per far si che lui mi senta 

«Ho preparato la cena. -mi avverte uscendo dalla cucina con il suo grembiule alquanto ridicolo e pulendosi le mani su un panno- Vieni a mangiare o si fredda.» continua 

Ero indecisa se rifiutarmi di mangiare usando la scusa che non avevo fame e corrermene in camera e tuffarmi sul letto a piangere o accettare la gentilezza di mio fratello e fargli compagnia, dopotutto mi aveva aspettato e aveva cucinato per me. 

Così optai per la seconda. 

«Che hai preparato stasera?» domando tirando un sorriso 

«Una frittata di patate che ho letto ieri su un libro di cucine.» dice impettito e fiero delle sue doti culinarie 

Lo seguo 

«Ormai sei diventato proprio bravo ai fornelli. » costato osservando ciò che ha cucinato 

«Ricordo ancora la prima volta che provasti a cucinare dopo...-cerco di sorvolare l'argomento- bhè, quando ti misi ai fornelli per la prima volta, provasti a cucinare una semplice pasta con il formaggio. Sento ancora in bocca il suo orribile sapore o meglio il sapore che non aveva, era scotta, senza sale, sapeva di pasta lavata e per di più tu provasti a rimediare all'errore e ci aggiungesti 4 formaggini, sottilette e non so neanche quante cose misi in quella brodaglia per rimediare, ma ciò non fece che peggiorare la situazione. 
La pasta traboccava dal piatto andando a finire sul tavolo. Provai a mangiare senza fare commenti per farti contento e non scoraggiarti ma alla fine a causa della nausea non ce la feci più e la buttai. Tu ci rimasi malissimo e mi accusasti per giorni di essere una bugiarda e che la pasta era squisita. -risi scuotendo la testa al ricordo- Così il giorno seguente cucinai io e tu mi desti una mano e con mia sorpresa scoprii che non eri male in cucina, il tuo unico punto debole era la pasta e la quantità di sale. Perciò ci mettemmo d'accordo per far si che io cucinavo la pasta e tu tutte le altre cose. Con il tempo però hai imparato a cucinare anche quella.» raccontai e lui mise il broncio 

«LA MIA PASTA ERA SQUISITA!» ribadisce alzando la forchetta 

Scoppio a ridere per la comicità della scena. 

«Sisi, certamente.» lo prendo in giro 

«Dai mangia, prima che lo faccia io.» mi avvisa finendo la sua porzione 

Così prendo subito la mia porzione e inizio a mangiarla prima che lo faccia lui per davvero. 

Ride ma so che è triste, come me d'altronde. 

Dietro quel ricordo apparentemente comico e felice se ne nasconde uno triste. 

Era il primo giorno dopo la scomparsa dei nostri genitori, lui provò a cucinare per me così da non farmi sentire la loro mancanza. 

Da allora iniziò a farmi da genitore e lo ringrazio per lo sforzo perché so che anche lui ha sofferto molto per la loro scomparsa, ma non lo ha mai dato a vedere, è sempre stato forte per me. 



I nostri genitori erano degli esploratori, così due anni fa, quando mio fratello compì 16 anni, decisero di andare alla scoperta di ciò che si celava oltre il recinto di pietra che circondava il regno degli angeli e quello dei demoni. 

Loro credevano che là dietro si celavano mille misteri e nuove terre, credevano che oltre le mura di cinta si nascondesse un nuovo mondo.

Così da allora vivo con mio fratello, avremmo dovuto vivere con mio nonno ma lui è rimasto ai vecchi tempi e preferisce una capanno di paglia ad una casa e un fuoco alla cucina, quindi si capisce il perché abbiamo preferito restare a casa da soli. 
Spesso lui viene a trovarci, ma solo per compagnia. 

Io credo che lui sappia qualcosa sulla scomparsa dei nostri genitori essendo un 'saggio', l'ultimo rimasto ancora in vita dalla creazione, gli altri per motivi a noi sconosciuti hanno fatto una morte misteriosa, ma lui non ci dice mai nulla a riguardo e se facciamo qualche domanda di troppo sorvola l'argomento oppure finge di appisolarsi. 

Un grande mistero si nasconde dietro la creazione dei regni e la scomparsa dei nostri genitori e giuro che anche se ci vorrà del tempo, io troverò la verità.

Sono certa che la soluzione si trova oltre le mura che fanno da recinto ai nostri regni.

C'è qualcosa di oscuro e misterioso oltre, qualcosa in cui neanche demoni hanno il coraggio di imbattersi, qualcosa che io, presto o tardi scoprirò.

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Capitolo 17
*** Diciassettesimo Capitolo ***




"Come polvere nel vento."

La mattina seguente la sveglia suona alla solita ora e come da routine vado a farmi una doccia calda, non appena torno in stanza, guardandomi allo specchio, noto uno strano segno sulla mia spalla destra, sembrerebbe una voglia, ma ha una forma troppo strana per esserlo.

E' una mezza luna rivolta verso sinistra con uno strano simbolo attaccato alla sua destra, una specie di goccia con la punta rivolta verso il basso e un rotondino nero nella parte superiore. Lo osservo attentamente per poi provare a riprodurlo su un foglio e lasciarlo sulla scrivania, al mio ritorno lo cercherò su internet. ☽C

«Ehi Angel è ora di andare.» mi avvisa mio fratello bussando alla porta ma senza entrare

«Si, un attimo ed arrivo.» piccola bugia devo ancora vestirmi e mettermi l'eyeliner

Nuovo record.

Dieci minuti dopo sono già pronta per andarmene.

«Un attimo ed arrivo.» mi schernisce mio fratello ripetendo la mia frase e sottolineando il fatto che non era proprio andata così

«Scommetto che ti dovevi ancora vestire.» suggerisce

«Beccata.» ammetto mentre lui scuote la testa

Facciamo appena in tempo a salire sull'autobus prima che se ne vada.

«Che peccato anche io vorrei poter guidare un auto.» ammette lasciandosi andare sul sedile accanto al mio

«Sai già che a parte chi guida mezzi pubblici nessuno può guidare un veicolo.»mi ricorda

«Ma perché?» si lamenta

«Che ne so io? Non sono mica il 'sovrano' -dico riferendomi all'altissimo- anche se credo che sia per far si che ci sia troppa confusione e si verifichino incidenti.» ammetto

«Andiamo.» mi fa segno con la testa non appena scendiamo dal bus

Annuisco e lo seguo.

I giorni passano così, tra la scuola, gli allenamenti, io che non concludo niente perché non riesco a concentrarmi e Artù.

Lui mi sta aiutando moltissimo in questo periodo, mi sta sempre accanto, è diventato la mia ombra ormai, peggio di mio fratello.

Infatti lui ha scaricato il suo carico, cioè me, nelle mani di Artù, sapeva che la sua presenza costante mi desse fastidio, così ha messo un angelo custode a vegliarmi.

Non gli ha raccomandato altro per un giorno intero.

"Te la affido. Sta' attento che nessuno le si avvicini. Non lasciarla mai sola. Sta attento! Non togliergli gli occhi di dosso, ma non guardarla neanche troppo, sono geloso." ripetè come una cantilena per una giornata intera.

Decisi di dare un'opportunità ad Artù, così iniziammo ad uscire insieme.

Era davvero una brava persona, un ottimo amico.

Stavamo davvero bene con lui, ero serena, in pace con me stessa, perciò quando lui mi chiese se potevamo provare ad essere io accettai senza pensarci troppo.

E fu questo il mio errore, in quell'attimo annuii senza riflettere, ma non dormii per tutta la notte, mentre un immagine nitida, un nome ben preciso si facevano spazio nei miei pensieri.

Cosa avevo fatto? Non che Arthur non mi piacesse, anzi era esattamente il contrario, era davvero una persona fantastica, il ragazzo adatto a me, se solo non fosse stato che il mio cuore apparteneva già ad un altro ed io stavo consapevolmente sfruttando Artù per dimenticarmene ma non potevo farne a meno, lui mi fa stare davvero bene, io voglio stare con lui.

Ma c'è differenza tra ciò che vuole la mia testa e ciò che vuole la mia anima.

Il mio cervello dice che se sto bene con Artù e lui che devo scegliere, ma il mio cuore si oppone con tutto se stesso e mi gioca degli brutti scherzi.

Iniziammo a frequentarci, non più come semplici amici ma come due persone tra le quali c'è attrazione, che provano dei sentimenti, stanno bene insieme e vogliono conoscersi più approfonditamente, non ci si poteva ancora definire fidanzati, ma neanche amici, eravamo qualcosa di diverso.

Qualcosa di più di due semplici amici ma qualcosa di meno che due fidanzati.

Qualcosa, ecco cos'eravamo, non eravamo amici ma neanche fidanzati, eravamo un qualcosa che non si poteva spiegare, che non sapevamo spiegare.

Una settimana volò via così, come polvere nel vento.

Cercai qualche indizio riguardante il segno sulla mia spalla destra e uscì fuori essere il segno che raffigurava il destino o meglio, gli somigliava, poiché per essere completo mancava che il cerchio fosse chiuso e un'altra luna alla sua sinistra...

--------[Una settimana dopo]-------

La notte è il mio momento, quello in cui tutte le mie preoccupazioni bussano nella mia testa e pretende che io la apri, che faccia entrare tutti quei pensieri nella mia mante fino a riempirla di paranoie, incasinandomi la vita e facendomi perdere il sonno.

La mia immaginazione gioca brutti tiri, mi costringe ad aprirgli, a riflettere, anche se troppo tardi sulle mie scelte, rimugino su un qualcosa fino a che l'ansia non mi assale al punto da sentirmi quasi soffocare.

La notte sono da sola con me stessa, da sola con i miei mostri interiori, tutto ciò che durante il giorno mi tengo dentro, che spingo con forza affinché non esca la notte trabocca facendomi impazzire.

Tanti punti interrogativi si fanno spazio tra i miei pensieri, tante preoccupazioni mi assalgono ed io cerco di assemblare il tutto per darmi delle risposte concrete, delle risposte che io non ho e che so portare tutte in una sola direzione, il punto di partenza di tutte le mie preoccupazione, l'epicentro dei mie problemi.

Zayn.

Davvero è stato lui ad avermi assalita?

Perché l'ha fatto?

Perché è sparito?

Dove sarà finito?

Troppe domande si ammucchiano nella mia mente ed io non ce la faccio a sopportarle tutte, temo che possa esplodermi la testa da un momento all'altro.

Una cosa però è certa, finché non riuscirò a trovare le risposte che cerco, non potrò mai davvero essere felice, senza sapere le motivazioni che hanno spinto Damon a compiere quel gesto, se davvero è stato lui, non potrò sul serio provare a stare con Artù, perché avrò sempre quel pallino in testa.

Quel pallino che mi impone a domandarmi che sentimenti Zayn prova per me, se il mio è un amore ricambiato o a senso unico.

Ma in mezzo a tutto questo buio c'è una piccola luce, una luce di speranza che mi impone a fidarmi del mio istinto e a continuare a credere che lui non c'entri nulla con la mia aggressione.

Perciò prendo una decisione, devo ricordare cos'è successo, solo in questo modo potrò rasserenarmi, solo così potrò darmi pace.

Non importa quanto la testa possa farmi male quando penso a cos'è accaduto, io devo saperlo.

Mi concentro sul quel poco che ricordo del giorno dell'aggressione.

Mi sforzo in tutti i modi di ricordare mentre la testa rischia quasi di esplodermi, stringo forte gli occhi per cercare di rammentare ciò che è successo ma nulla, solo il buio.

Un immagine si scaglia come un lampo nella mia testa, provo a metterla a fuoco, è un ricordo, un ricordo di quella sera, mi concentro di più su di esso ed ecco che in un attimo tutto mi è chiaro.

Zayn mi ha salvata.

Non è stato lui ha ridurmi in quelle condizioni, lui mi ha aiutata.

Mi sento le palpebre così pesanti.

Uhm...

«Ehi Angel, ti ricordi di me?» mi domanda una voce soave

«Atena...» sono confusa

«Si piccola mia, sono proprio io.» mi asseconda

«Ricordi quel che è successo?» domanda anche se sono certa sappia già la risposta e che lei c'entri qualcosa con il fatto che io lo abbia ricordato improvvisamente

«Si, dei demoni mi hanno attaccata e lui mi ha aiutata.» affermo ora certa di quel che è accaduto

«E poi?» alza le sopracciglia come ad aspettarsi che io continuo

«E poi...? C'è qualcos'altro? -cerco di sforzarmi a ricordare- Io non ricordo più nulla.» ammetto sincera

«Lasci che ti rinfreschi la memoria.» dichiara

La guardo stranita, non capisco che intendi dire.

Lei di tutta risposta inizia a camminare davanti a se, poi si ferma e mi fa cenno di seguirla.

«Avvicinati.» ordina dolcemente

Faccio ciò che mi ha detto.

E' un pozzo.

Che cosa avrà di così speciale un pozzo?

Lei come se mi leggesse nel pensiero mi viene in contro aiutandomi.

«Memorizza chiaramente nella tua mente la domanda a cui desideri dare una risposta e poi guarda all'interno del pozzo. Lui ti mostrerà ciò che desideri sapere. Ma attenta, è tutto nelle tue mani, sta a te formulare la giusta domanda, io non potrò aiutarti. Perché anche se è vero che il destino è già scritto, ognuno è l'artefice del proprio e con una sola mossa potrà cambiare il suo futuro. Quindi io non posso aiutarti, ne tanto meno vedere la risposta a ciò che chiedi, perché solo chi domanda avrà la risposta.» mi informa

Pensa Angel, concentrati.

"Cos'è successo?"
Ci riprovo.

"Cos'altro è successo?"
Niente.

"Cos'è successo nel periodo in cui sono stata in coma?"
L'acqua del pozzo inizia a muoversi e poi un'altra domanda si fa spazio prepotentemente nella mia testa.

"Damon? Cos'è successo a lui?"
Ed ecco che vedo un ragazzo solitario vagabondare per una strada deserta, come se non avesse nessuna meta, poi d'un tratto si guarda intorno e lo riconosco, è lui, Damon.

"Come mai si trova lì?"
Quasi d'istinto questa domanda si insinua nella mia testa, ed ecco che le immagini di quella sera scorrono nell'acqua del pozzo come se fossero scene di un film.

[«Dì addio alla tua ragazza.» sogghigna un demone prima di premere più forte la lama contro la mia gola.

Lo riconosco è uno di quei tre che quella sera mi hanno aggredita, ma i miei ricordi si interrompono qui.

Al contrario dei miei ricorsi le scene continuano e vanno avanti.

Zayn si alza in volo per poi scagliare un onda di fuoco diritto sul volto del demone che urla come un forsennato, però purtroppo è tardi per me perché lui mi ha già graffiato la gola con la lama del coltello e il mio corpo sta per sbattere a terra privo di sensi.

'Ha volato? Ma come è possibile? Non si può volare a meno che non si è innamorati. Allora lui è innamorato di me?' mi domando tra me e me

Damon con un riflesso fulmineo mi prende prima che io possa sbattere violentemente sulla strada poi mi adagia delicatamente a terra e si dirige verso l'uomo che ancora si scuote a terra cercando di spegnere le fiamme.

Lo pesta fino a che non smette di respirare per poi andare in contro al mio corpo e lasciarlo sulla strada privo di vita e circondato di sangue.

Mi stringe tra le sue braccia, cullandomi, fin quando una lacrima non esce dal suo occhio destro.

'Sta piangendo? Lui sta piangendo per me?'

«Ti prego Angel, non lasciarmi, tu sei importante per me, credo di volerti bene. Strano vero?» mormora tra i singhiozzi

Mi stringe più forte al petto, mentre con la manica destra strofina via le lacrime, si guarda intorno e prova di nuovo a volare, ma con scarsi risultati.

Ad un certo punto io mugolare qualcosa cercando di aprire gli occhi ma non ci riesco, sto per perdere di nuovo conoscenza ma prima di farlo sussurro il suo nome.

D'un tratto lui si alza il volo ed ecco che poco dopo è davanti l’entrata dell’ospedale dove sono stata ricoverata.

Inizia ad urlare ma nessuno lo sente così incendia un cassonetto lì vicino e poi vola sul tetto dell’ospedale, mentre dei medici escono per spegnere l'incendio e mi notato trasportandomi su una barella, all’interno dell’edificio.

Lui si alza in volo accanto una finestra e poco dopo torna nel luogo dell’incidente, recupera la mia borsa e torna in ospedale ma non prima di essersi soffermato sulla pozza di sangue che era fuoriuscita dal mio collo ed iniziare a piangere.

Non appena tornato all'ospedale entra dalla finestra in una stanza e ne esce poco dopo andandosi a sedere sull'albero che si trovava difronte.

Lo riconosco, è l'albero che vedevo fuori dalla finestra della mia stanza, quindi quella è la mia stanza.

Sta lì fino all'alba poi se ne va, ma solo per poco, torna un attimo dopo con dei vestiti diversi, penso sia andato a cambiarsi.

Si guarda intorno ed entra nella mia camera ma poi esce di fretta.
Credo sia arrivato qualcuno.

Continua così per giorni, sta lì fino all'alba ad osservarmi, poi se ne va per qualche ora e torna nel pomeriggio come quando usciamo da scuola, quindi penso è lì che vada.

Finché una sera non entra nella mia camera e mi da un bacio a fior di labbra, non appena lo fa però accade qualcosa di pazzesco.

La macchinetta accanto a me impazzisce ed io mi sveglio sussurrando il suo nome.]

L'immagine scompare e il pozzo torna ad essere solo un semplice pozzo.

Non mi ero accorta di star piangendo finché la Dea non me lo fece notare.

D'istinto mi asciugai le lacrime con le maniche del pigiama e poi sorrisi.

«Lui mi ama.» affermai ancora incerta ma speranzosa

Mi sveglio di soprassalto nella notte e nonostante io mi rigiri continuamente nel letto il sonno sembra non voler tornare.

Così decido si prendere un po' d'aria.

Apro il balcone della mia camera ed esco fuori osservando il cielo profondo e immenso.

La luna si è tinta di un arancio intenso, non sembra neanche la stessa luna brillante e bianco puro che vedo ogni sera prima di andare a dormine.

Le stelle sono coperte dalle nuvole che creano un manto blu uniforme in tinta con il cielo e spento, sulla mia testa.

Alzo lo sguardo cercando la mia stella, quella stella che brilla ogni sera e sembra quasi cambiar colore.

Finalmente la trovo, anche se tutte le altre stelle sono coperte, lei è sempre lì ad illuminare il cielo, accanto alla luna.

Il mio pensiero vola subito al povero Artù, come farò a spiegargli tutto? Cosa devo dirgli? Che mi sono innamorata di un demone, lo stesso che è accusato di aver tentato di uccidermi? Che una dea è apparsa nei miei sogni e attraverso l'acqua di un pozzo mi ha mostrato ciò che è successo quella sera? Che forse lui ricambia i miei sentimenti? Come farò a fargli capire la situazione se non è chiara neanche a me? Se neanche io so per certo quali sono i miei sentimenti? Questa storia è davvero complicata e insolita, fuori dal normale ed io sono così confusa.

Torno a letto e dopo che altri pensieri ebbero finito di assalirmi il sonno sopraggiunse facendomi appisolare.

La mattina dopo andai a scuola un'ora dopo, poiché essendo l'ultimo giorno, avremmo solo fatto una riunione per discutere del progetto del quarto anno, mentre le altre classi avrebbero discusso del loro progetto a seconda del loro anno.

Dopo un lungo discorso a cui non prestai la minima attenzione il professore di autocontrollo disegno uno schema alquanto complicato sulla lavagna e poco dopo iniziò a spiegarcelo e ad elencarci i gruppi.

In quel preciso momento qualcuno aprì la porta della palestra.

'Il ritardatario di turno' pensai

Ma quando quest'ultimo entrò dalla porta si rivelò essere ben più del ritardatario di turno, qualcuno di cui la presenza non passa affatto inosservata.

D'istinto pensai di dovergli andare incontro ma non appena mi resi conto di ciò che stavo per fare mi tirai subito indietro, non prima però, di aver notato l'espressione turbata e nervosa di Artù, con la mascella contratta e i pugni serrati.

Giusto, lui credeva che fosse stato Damon ad aggredirmi, avrei dovuto chiarire la situazione il prima possibile e spiegargli che si sbagliava, ma non me ne diede il tempo.

«Tu!» lo additò Artù andandogli in contro

«Con quale faccia osi presentarti qui dopo quello che hai fatto?» lo prese per il collo della giacca

«Calmati amico non so di cosa tu stia parlando.» si giustificò Zayn allontanandogli le mani dal colletto

«Di cosa sto parlando? E' stata in coma per un mese! Credevo che non l'avrei mai più rivista, hai la minima idea di come sia potuta stare dopo quello che l'hai fatto? Di come potessimo stare noi che gli vogliamo bene a vederla in quelle condizioni?» sbotta il biondo con la voce tremolante

«Non le farei mai del male, io la amo.» si lascia sfuggire il moro mentre la mia bocca si spalanca di tutta risposta

Resto spiazzata dalle sue parole, non mi aspettavo che lui dicesse qualcosa del genere, men di meno davanti tutta la scuola.

Non so come comportarmi, resto pietrificata sul mio posto finché qualcosa non mi fa sbloccare.

La reazione di Arthur è ben diversa dalla mia, gli salta al collo facendogli perdere l'equilibrio e cadere di schiena sul pavimento.

«Lei sta con me!» agguanta di nuovo il collo della sua giacca in pelle mentre lui sta per sollevarsi con il busto dal pavimento e sbatterlo ripetutamente con le spalle sul pavimento.

A quella rivelazione Zayn resta sorpreso iniziando boccheggiare non sapendo cosa dire, si gira nella mia direzione e resta immobile ed osservarmi deluso e ferito se non schifato.

Aveva la stessa espressione che avrebbe uomo guardando negli occhi la propria moglie mentre quest'ultima lo sta accoltellando.

Il mio cervello ricomincia a funzionare e collego subito ciò che sta accadendo così scatto sulla difensiva correndo a separargli.

Prendo un braccio di Arthur staccandolo e alzandolo da sopra il busto di Damon mentre lo trascinando il più lontano possibile da lui.

«Mi dispiace.» mimo mentre le parole mi si bloccano in gola e con le lacrime che mi punzecchiano gli occhi

«Si può sapere cosa ti è preso? Sei per caso impazzito?» sbraito contro il biondo

Non mi importa di star facendo una scenata di fronte tutti gli alunni del quarto anno, professori compresi che soltanto ora ci corrono incontro.

«Volete che vi spedisca dal preside?» li minaccia calmo il professore di autocontrollo senza smentirsi

«Ma che succede qui?» urla Stephen facendosi spazio tra la folla radunatasi attorno

«Intende dirmelo lei signor Damon? -addita subito il demone come se la colpa fosse esclusivamente sua- O vuole che lo chieda al suo amichetto laggiù?» domanda retoricamente il professore di volo indicando Arthù con una mossa del capo

«Io non ne so nulla chieda pure a quello lì.» risponde in tono e con la sua solita strafottenza che ritorna a padroneggiare alzandosi da terra e pulendosi i pantaloni.

«Allora?» domanda palesemente più calmo il professore

«E' lui quello che ha aggredito Angel, che ha tentato di ucciderla!» lo accusa sicuro di se Artù

Un tumulto generali si alza nella palestra un farfugliare continuo fa da sottofondo.

«Cosa?!» per la prima volta il professore di autocontrollo si tradisce lasciandosi sfuggire un'emozione

«E' impossibile, mi rifiuto di crederci.» scuote la testa Stephen

«Io invece ci credo eccome e mi permetta di dire anche che lo sospettavo.» constata il professore di volo il quale non prova affatto simpatia nei confronti del demone

Altri professori e allenatori che avevano precedentemente assistito alla scena dal podio si sono riuniti attorno a noi.

«Dobbiamo portarlo davanti ad una corte e farlo giudicare dal tribunale supremo.» suggerisce qualcuno dalla folla

«Non ce n'è bisogno. -finalmente apro bocca- Non è stato lui ad aggredirmi.» confesso lasciando tutti di stucco

Artù si volta verso di me sorpreso

«E' tu come fai a saperlo? Non avevi detto che non ricordavi nulla dell'accaduto.» dice ad alta voce convinto di smontare quella che lui crede sia un falsa

«Questa notte...mi è tornato tutto in mente. Non è stato lui ad aggredirmi ma bensì tre demoni che si trovavano nel regno degli angeli per rapire degli angeli e farci non ho capito bene cosa, credo però, ricordo di averli sentiti mentre parlavano, dicevano che con me avrebbero fatto molti soldi non appena mi avessero venduto. Anche se ricordo vagamente ciò che mi è accaduto so per certo che non è stato Zayn ad aggredirmi e posso dirvi con certezza che vi sbagliate poiché lui mi ha salvata.» confesso ciò che ricordo

«Commercio illegale di schiavi e chissà quant'altro, sei sicura di aver capito bene?» domanda il mio allenatore mettendomi una mano sul braccio

Annuisco.

«E' ben più grave di ciò che pensavamo.» costata Maggie spuntando dalla folla

Silenzio generale.

«Ti rendi conto di ciò che stai dicendo?» chiede agitato il professore di autocontrollo

«Voi due seguitemi nell'ufficio del preside.» annuncia il professore di gestione dei poteri riferendosi a me e Damon

Lui ci insegna solo come usare sviluppare e controllare i nostri poteri, al contrario dei nostri allenatori che ci insegnano come usarli, specie nei combattimenti.

L'ufficio del preside era una stanza come quelle dove si svolgono gli interrogatori nelle centrali di polizia.

Una stanza con la parete centrale in vetro e piena zeppa di telecamere e microfoni poiché nessuno, compresi professori e assistenti aveva mai visto e poteva vedere il preside della scuola, nonché sindaco del regno degli angeli e quello dei demoni, giudice parziale e indiscutibile del mondo. Colui che tutto vede e tutto sa, non capisco la ragione per cui anche se lui sa già cosa è successo e cosa stiamo per dirgli dobbiamo farlo lo stesso.

O almeno così dicono, io non sono mai stata ne l suo ufficio, questa è la prima volta, al contrario di Zayn che ormai lo conosce come casa sua.

Non appena entro mi da subito all'occhio un'enorme schermo attaccato al muro, sul lato destro della stanza.

«Preside -lo chiama il professore- questi due ragazzi avrebbero qualcosa da dirti, riguardo la sospetta scomparsa di alcuni angeli, si pensa siano dei probabili rapimenti a scopo di lucro.» detto questo il professore se ne va lasciandoci soli in quella stanza inquietante.

Silenzio, nessuno dei due apre bocca.

Lo schermo che avevo notato prima si illumini improvvisamente.

«Eccolo qui l'uomo invisibile.» scherza Zayn

Sullo schermo inizia ad apparire delle lettere in successione come se qualcuno stesse scrivendo.

'Parlate.' è la parola che leggo sullo schermo

Non ho il coraggio di aprire bocca e Damon lo intuisce così inizia lui.

«Da quanto tempo amico, neanche un "come stai?" -scherza come se fosse un suo amico di infanzia, questo è uno dei suoi pregio o meglio difetti, quello di trattare tutti, senza nessuna differenza di taglia, età, sesso o forza come se fossero suoi pari o addirittura nella maggior parte dei casi inferiori a lui.- Stavamo tornando a casa da scuola...» inizia riluttante e poi si asseria incerto se continuare o meno, poi capisco.

Come ho fatto a non pensarci prima?

Lui non doveva essere lì, era nel regno degli angeli e ai demoni e proibito superare il confine.

Così continuo io, senza mentire ma omettendo alcune parti.

«Mentre tornavo a casa tre uomini hanno cercato di rapirmi dicendo che con me avrebbero guadagnato parecchi soldi.» continuo io al posto suo per poi lanciargli un'occhiata d'intesa che stava a significare che bastava

Questo era tutto ciò che avremmo dovuto dire.



Ho capito, lui vuole che gli si dia retta, anche se sa già ciò che stiamo per dirgli e sa già che ho omesso alcune parti voleva lo stesso che glielo dicessimo. Strano questo preside. Lui sa cosa sta accadendo, sa chi sono i colpevoli, sa sempre molto più di noi, eppure vuole lo stesso che gli si racconti tutto nonostante lui lo sappia già e dopo averlo fatto non fa nulla di più se non dirti qualcosa che tu avresti dovuto fare lo stesso.

'Andate pure in commissariato.' un'altra scritta sullo schermo

E' proprio come pensavo, il professore ci avrebbe portati in commissariato comunque, voleva solo la sua approvazione e lui non ha fatto nulla in più se non dargliela.

Gestisce la scuola come se lui non ci fosse, vuole sapere ma non si intromette nelle decisioni di noi terreni, non fa nulla che possa cambiare il corso del destino se non ascoltare.

'Mi sei mancata Ananke.' e con quest'ultima scritta lo schermo si spegne

Cosa vorrà mai dire quest'ultima frase? Ananke... come mai mi sembra di aver già sentito questo nome?

Lasciamo lo studio e ci dirigiamo verso il professore che ci aspetta seduto su una sedia della sala d'attesa.

Ma prima che potessimo arrivare difronte a lui un ricordo di ritorna alla mente.

"«Tu mia cara, sei la parte buona di Ananke, la Dea del destino. Anche se molti credono che Temi sia la madre delle 3 Moire, non tutti sanno è che Temi e Ananke sono la stessa persona. La stessa Dea che sulle sue spalle porta il peso del mondo. La Dea più importante di tutte, persino di Zeus stesso. Colei che può decidere il destino del mondo, perché è una bilancia, il lei sono racchiuse le due parti opposte dell’universo, colui che può distruggerlo ovvero il distruttore e colei che può salvarlo ovvero la suprema essenza, che devono essere equilibrati tra loro. Colpendola con il fulmine Zeus ha liberato le due parti contenuti in essa, ha liberato il male e il bene. Ha liberato te, l’angelo della vita e lui, l’angelo della morte, voi due siete destinati a combattere fino a che solo uno dei due sopravvivrà e ne uscirà vittorioso. Quindi piccola mia, salvaci, salva il mondo, tutto il mondo è nelle tue mani, noi Dei contiamo su di te.»"

Ciò che sognai mi disse la Dea quando ero in coma.

Quindi non era un sogno?

Non capisco cosa il preside però c'entri con questa storia.

«Possiamo andare al commissariato.» afferma Zayn non appena raggiungiamo il professore

Non appena raggiungiamo il commissariato raccontiamo loro ciò che è accaduto omettendo sempre quel piccolo particolare che potrebbe costare la vita a Zayn.

Dico che quella sera tre uomini mi avevano presa per vendermi ma Zayn gli ha lanciato delle onde di fuoco senza mai superare il confine facendoli così scappare ma non prima che uno di quegli uomini mi avesse aggredita e siccome lui non poteva varcare il confine ha iniziato ad urlare per chiedere aiuto finché non è arrivato un uomo che non ha visto bene in viso poiché era lontano che mi ha portato in ospedale e lui se ne andato a casa.

Il poliziotto alza una sopracciglia incerto se credermi o meno, alla fine acconsente a fidarsi di me, dopo tutto sono un angelo e per natura gli angeli non dovrebbero mentire.

Non dovrebbero, ecco, ciò non vuol dire che non lo fanno o almeno a parte me non lo fanno.

Mi sento un vero schifo ad aver mentito, ma d'altronde non potevo fare altro se non proteggere chi mi ha salvato la vita.

Damon si volta verso di me incredulo, non riesce a spiegarsi il modo in cui io sia venuta a conoscenza di queste cose e a dire il vero neanche io me lo spiego, figuriamoci se potessi farlo capire agli altri.

Come spiegargli che me l'ha detto un pozzo? Suona ridicolo persino a me pensarlo.

---------------------- Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, dal prossimo cambieranno molte cose, spero di non avere deluso le vostre aspettative.

Vi ringrazio di seguire la mia storia spero che il numero di seguaci aumenterà, se volete suggeritela a qualcuno io ve ne sarei grata.
***
Per il momento ho deciso di interrompere questa storia e riscriverla da capo con qualche modifica e con più calma cambiando però i nomi e non più come FF sui One Direction.

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