A volte il destino ci mette lo zampino

di saramik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sera del concerto ***
Capitolo 2: *** Un compleanno come gli altri o forse no ***
Capitolo 3: *** Un caffè e dei biscottti ***
Capitolo 4: *** A cena Da Jared... ma saprà cucinare?? ***
Capitolo 5: *** Sei mesi prima ***
Capitolo 6: *** Fiori ***
Capitolo 7: *** Se proverò a .... ***
Capitolo 8: *** E svegliarsi la mattina.. e strani tipi nella doccia ***
Capitolo 9: *** A cena da me e .... ***
Capitolo 10: *** Addio? ***
Capitolo 11: *** Proposte ***
Capitolo 12: *** Paris idee e spiegazioni (Pov Michela) ***
Capitolo 13: *** Idee e concerto ***
Capitolo 14: *** Post concerto ***
Capitolo 15: *** Chiarimenti.. se mi avessi fatto finire ***



Capitolo 1
*** La sera del concerto ***


Erano mesi che aspettavo questo concerto. Ma poi quando tutto finisce è come se ci mancasse qualcosa e poi dobbiamo trovare subito un qualcosa con cui sostituire questa mancanza, che potrebbe essere un nuovo concerto o qualcosa di diverso. Era così che mi sentivo, ora che il concerto della mia band preferita era finito. Io c’ero andata da sola, perché nessuna delle mie amiche condivide questa passione,i 30 Seconds to Mars sono la mia band preferita. Amo i loro testi e la loro musica, ma non sono una di quelle fan scatenate che sta tutto il giorno su twitter o in cerca di loro notizie. Stavo aspettando che la folla svanisse per potermene tornare a casa comodamente con la metropolitana, ci sarebbero voluti 45 minuti, ma non mi importava lo show era stato meraviglioso, jared aveva dato del suo meglio e poi avevamo cantato tanti auguri a Shannon perché di li a poco sarebbe stato il suo compleanno. Era l’8 Marzo e si congelava a Milano. Tra me e me pensavo che gli auguri non si fanno in anticipo. Assolutamente no. Sarebbe stato anche il mio compleanno tra mezz’ora, chi sa come lo avrebbe passato Shannon… io sapevo i miei progetti: dormire fino alla mattina tardi e poi il pranzo tranquillo con i miei nonni, i miei genitori e mia sorella. Cioè tipica domenica a casa Gherisi. Ero seduta su una panchina vicino alla stazione della metro proprio poco fuori il luogo del concerto quando vidi un uomo tutto imbacuccato che parlava al telefono molto arrabbiato. Capisco che faccia freddo e sia sera ma c’era davvero bisogno di avere tutta quella roba addosso? L’uomo camminava su e giù per la via e sembrava essere molto affaccendato infatti non si accorse che gli si stavano avvicinando due tipi… uno lo prese da dietro facendogli volare il telefono e l’altro lo colpi in pieno allo stomaco. L’uomo si stava difendendo come meglio poteva ma ne prese di botte. Io non sono una tipa coraggiosa, ma comunque mi avvicinai per cercare di difendere l’uomo tenendo il cellulare in mano e iniziando a gridare:
-polizia aiuto qui c’è una rissa in corso. Siamo fuori…- ma la frase non la riuscii a finire perché uno dei due malviventi mi assesto un ceffone che mi tolse il respiro e poi vedendo una macchina che passava scapparono lasciando me e l’uomo sulla strada. Io mi rialzai subito e corsi dall’uomo. Cavolo era immobile. Forse aveva sbattuto la testa cadendo. Cercai di non andare nel panico che cosa dovevo fare adesso? Cercai di trovare il cellulare, pregando che non si fosse rotto. Appena lo presi notai che i cristalli liquidi si erano rotti, ma il telefono sembrava funzionare. Chiamai un’ambulanza. Dopo avergli dato indicazioni di dove fossimo la ragazza al telefono mi dis che sarebestata con me al telefono finche non fossero arrivati i colleghi.
-per prima cosa signorina veda se il signore respira.- mi disse.
Io mi avvicinai a lui. Sembrava morto. E poi sotto tutti quegli strati era difficile dirlo.
  • Signorina, il signore, il ragazzo ha una marea di roba addosso non lo capisco..aaaaa si si  il torace si alza un po’.- tirai un sospiro di solievo.
  • Bene è un buon segno. Ora guardi se ha qualche ferita superficiale che deve essere tamponata.. ma stia attenta.. non lo muova.
  • Posso togliergli gli occhiali? Sono molto grandi e non mi permettono di controllarlo bene.- Cavolo sembrava lui il rapinatore tanto era imbacuccato.
  • Certo certo.. Ma faccia attenzione…-
Cavolo.. quando gli tolsi gli occhiali mi resi conti di chi era. Non ci potevo credere come avevo fatto a non riconoscerlo. Ok che la mia memoria fotografica faceva schifo, ma come non riconoscere il tuo cantante preferito. Jared era li steso sull’asfalto e quasi mi venivano le lacrime agli occhi. Non ci potevo credere. Signore mi dio fa che non succeda nulla. Che stia bene.
Solo la voce della signorina mi fece riprendere dallo shock.
-Signorina tutto bene ? è ancora lì?
- si si ci son- mormorai io con un filo di voce – Non ci sono brutte ferite  qualche ematoma e parecchi graffi…_
-Guardi i miei colleghi sono sul luogo dovrebbe sentire le sirene ormai-
- Si si le sento.- poi feci segno con il braccio all’ambulanza per fargli sapere che eravamo li e chiusi la chiamata.
Gli operatori caricarono Jared subito su e poi si voltarono verso di me chiedendomi :
-Lei è una parente? Un’amica? Conosce il signore?-
- Si lo conosco, ma…- Non riuscii a finire di parlare.
- Venga con noi. Anche lei ha bisogno di essere medicata. Prenda le sue cose è un’emergenza.- aggiunse l’uomo spingendomi verso l’ambulanza. Io esitai un attimo perché avevo visto il cellulare di Jared li vicino lo raccolsi e andai con loro.
 
 
 Arrivati all’ospedale mi fecero accomodare in una saletta dove un dottore mi mise due punti sulla fronte, probabilmente cadendo per il ceffone avevo sbattuto e mi diede del ghiaccio per evitare che si gonfiasse il viso. Il livido già si vedeva sul mio viso.
Poi arrivò un’infermiera che mi fece compilare dei moduli.
  • Scusi signorina Gherisi è lei che è venuta con il ragazzo che è stato picchiato giusto?
  • Si l’ho accompagnato io.
  • Allora mi dovrebbe dare le generalità del ragazzo e dovrebbe firmare la deposizione per la polizia in merito all’aggressione.
  • Certo non ci sono problemi. Il ragazzo si chiama Jared Joseph Leto è americano ha 42 anni.
  • H a qualche numero dove possiamo contattare un suo  famigliare o un congiunto?
  • La situazione è molto grave?- stavo andando nel panico.
  • No, signorina ha un trauma cranico dovuto alla caduta , ma tra poco dovrebbe svegliarsi ci vorranno un paio di ore, ma non si può mai dire.
  • Comunque non ho il numero di nessuno.- aggiunsi io restituendole i fogli della deposizione che prima avevo reso alla polizia e i moduli dell’ospedale sia miei che di Jared.
Quando rimasi sola in un lampo di lucidità mi ricordai che avevo raccolto quello che pensavo fosse il cellulare di Jay. Fortunatamente il suo non si era rotto, ero indecisa sul da fare.
Cavolo, se mia sorella si fosse fatta male avrei voluto che qualcuno mi avvertisse no? Persi il telefono e cominciai a scorrere la rubrica Trovai il  nominativo “ shanimal”.. Sicuramente è il numero di Shannon. Feci fare due squilli e poi riattaccai consapevole che non avrei saputo che dirgli.
Pensa Sara.. Pensa.. l’inglese lo conosci hai vissuto due anni a Londra… L’inglese lo conoscevo molto bene, ma come si fa a chiamare e dire ad una persona: Ciao scusa ho trovato tuo fratello su un marciapiede dopo che due lo avevano riempito di botte e ora sono all’ospedale. Come minimo gli prendeva un infarto. Scorsi la rubrica e decisi di chiamare Tomo. Sicuramente sarebbe stato più tranquillo e ragionevole.
  • Pronto… Jay che cavolo di fine hai fatto. Siamo alla festa di Shannon tu dove cavolo sei?- tomo parlava un inglese un po’ strano ma era comprensibile  anche se di fondo c’era della musica troppo elettronica e troppo alta che disturbava la conversazione.
  • Ciao Tomo mi dispiace disturbati, ma io non sono Jared, siamo in ospedale perché c’è stato un piccolo incidente…
  • E’ uno scherzo vero? Dai passami Jared
  • Non sto scherzando, non so come sia tu, ma sulla salute non si scherza…- adesso mi stavo arrabbiando.
  • Scusa… avverto subito Shannon…- poi si scostò dal telefono e urlò alla gente che gli era in torno_ Ragazzi la festa è finita.. Vichy manda tutti a casa poi ti spiego.. e chiamami un taxi urgentemente. Shannon muoviti vieni qui al telefono devi parlare con uan persona.- Cavolo il mio peggior incubo parlare con il mio idolo il giorno del nostro compleanno per dovergli dare una brutta notizia.
  • Ciao… Sono Shannon dimmi tutto.- era sicuramente mezzo ubriaco.
  • Ciao sono Sara.. senti io non so come dirtelo e non voglio utilizzare mezzi termini..
  • Non un altro scherzo su qualcuno che crede di essere incinta di me dai questo scherzo è vecchio..- e iniziò a ridere.
  • Ora mi avete stufato.. sei ubriaco? Fatti spiegare la situazione da Tomo e raggiungetemi all’indirizzo che ti mando via messaggio subito- Attaccai il telefono e scesi dal lettino chiesi all’infermiera l’indirizzo dell’ospedale per inviarlo a quelli che fino a due secondi prima credevo fossero dei genei, ma ora cominciavo a pentirmene. Mandai il messaggio e mi recai nella stanza dove si trovava Jared.Poverino Faceva un po’ pena li su quella barella. Aveva dei macchinari attaccati e lo avevano spogliato sembrava così vulnerabile.posai il cellulare sul suo comodino gli feci una carezza sul volto e mi misi ad aspettare fuori dalla stanza. Me ne sarei andata quando fossero arrivati quei due. Dopo circa mezz’ora mi ero rannicchiata sulla sedia e mi stavo addormentando, ero stanchissima erano quasi le 4 del mattino, non mi accorsi neppure quando una ragazza mi si avvicinò e mi chiese
  • Scusa, posso sedermi qui vicino a te?- era straniera piccola e castana e sembrava anche lei molto stanca.
  • -si.. si certo..- risposi io stiracchiandomi.. cavolo avevo male da per tutto.
  • -Mi dispiace ti ho svegliata?-
  • No Tranquilla sono solo stanca e preoccupata…- poi mi girai verso la porta per vedre se quei due si fossero fatti vivi.cavolo ma quanto gli ci voleva ad arrivare?
  • Come mai sei qui?tutto ok?- mi chiese lei
  • Non proprio.. Diciamo ho portato uno in ospedale perché è stato picchiato..e nel diffenderlo ho preso un ceffone.-
  • Altro che ceffone ti hanno massacrata.. sei stata coraggiosa…- mi diesse facendomi un bel sorriso.
  • Tu perché sei qui?- forse il tempo sarebbe scorso più velocemente chiacchierando.
  • Ho accompagnato mio marito ed un suo amico  perché il fratello del suo amico si trova ricoverato qui.. loro sono dentro io li aspetto qui.- il suo accento era strano ma famigliare.
Poi un attimo di lucidità mi ricordai la voce di Tomo al telefono e capii che quella doveva essere Vichi. L’avevo anche vista in qualche intervista o foto e la riconobbi. Mi alzai di scatto  come se qualcosa mi avesse punta e le rivolsi un sorriso.
-Spero che il vostro amico si riprenda presto davvero. Digli che mi spiace che di più non ho potuto fare…- e scappai via. Lei aveva detto qualcosa , ma io sorprendendomi di me stessa ero schizzata via alla velocità della luce e in men che non si dica ero fuori dall’ospedale seduta su un taxi  diretta al mio monolocale in centro sopra la casa dei miei genitori. Per fortuna avevo 28 anni e abitavo da sola se così si può definire e non dovetti dare spiegazioni a nessuno. Il giorno dopo sarebbe stata dura. Che mi inventavo con la mia famiglia?
 

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Capitolo 2
*** Un compleanno come gli altri o forse no ***


La sveglia suonò per le undici. Non mi ero neanche spogliata ero in uno stato pietoso. Mi costrinsi ad alzarmi dal letto e mi buttai sotto la doccia facendo attenzione ha dove avevo i punti.  Quando mi vidi allo specchio impallidii. Di solito impallidivo quando salivo sulla bilancia o mi guardavo allo specchio. Troppi chili da buttar giù almeno una ventina, così mi ricordava sempre mia mamma. Quella mattina invece per il mio volto, avevo un bel livido evidente sotto l’occhio destro che mi occupava gran parte della guancia.
Poi suonò il campanello. Mi misi l’accappatoio e andai a vedere dallo spioncino chi fosse.
Sospiro di solievo  era la mia gemella Michela. Le aprii e mi voltai subito..
  • Buon Compleanno Scema!!- era raggiante e sventolava una busta con quelli che presumo fossero cornetti .
  • Buon Compleanno anche a Te!! Che ti è successo ti va l’acqua per l’orto?- dissi io andandomi a vestire in camera.
  • No! Sai che mi piace il nostro compleanno. Che hai? Sei acida stamane? Il concerto non ti è piaciuto?
  • No… Il concerto è stato favoloso peccato che non ci fossi.._ io e mia sorella eravamo simili ma non uguali. Lei era più carina di me anche perché aveva quei famosi venti chili di meno e uno sguardo ipnotico.. il colore degli occhi era uguale, celeste-verde, ma i sui erano più intensi. Lei era una fan dei Mars quanto me, ma al concerto non era potuta venire per via del lavoro. Sapevo che ha lei potevo dire la verità almeno mi avrebbe aiutato coi miei.
  • Senti ora vengo di la.. Ma non ti spaventare ok?_ dissi io dall’altra camera.
  • Perché? Mi spavento tutte le volte che ti vedo la sai!!.. _ era una delle tipiche battutine che ci facevamo tra noi. Quando mi vide rimase a scrutarmi e poi mi disse:- Come cavolo hai fatto?- e io le raccontai tutta la storia.
Poco dopo mentre io bevevo il the e lei mangiava anche il mio cornetto..
  • Ma sei scema!! Potevi presentarti a Shannon o a Vichi… sei sempre la solita.
  • No non mi sembrava il caso sarei sembrata una fan impazzita non ho 14 anni, mi basta sapere che è tutto ok..
  • Cavolo come starà J?
  • Non lo so. Forse dopo pranzo mi reco in ospedale se è ancora li e mi faccio dire come sta!
  • Ti accompagno..
  • Se lo faccio non entro nella stanza se c’è qualcuno e non lo fai neanche tu.
  • Certo certo … ma cristo mi potevi avvertire ieri sera sarei corsa in ospedale per te.. Comunque su twitter dicono che hanno annunciato che le due  date della prossima settimana saranno rimandate… disse michela smanettando col cellulare.
 
 
Il pranzo passò senza intoppi, mia madre si lamentò del mio peso solo due volte, i miei credettero alla storia che ero cascata perché era bagnato il pavimento e aprii i miei regali: 5 libri di romanzi rosa. Ero una lettrice accanita, ma mi sarebbe piaciuto ricevere anche qualcos’altro, ma non mi regalavamo mai vesti perché come dicevano era difficile trovar qualcosa che mi stesse bene per via delle mie forme.
Verso le 4 ci avviamo verso l’ospedale. Quando mi affacciai alla camera di jared notai che non c’era così mi decisi ad entrare. V’erano due mazzi di fiori e dei vestiti su una sedia. Gli occhiali poggiati sul comodino li riconobbi. Significava che si era ripreso? Non indugiai oltre e uscii. Michela mi aspettava fuori.
-Allora come sta? Si è ripreso?- Disse lei.
-Si credo di si… Non c’era, ma le cose li sono le sue…
- meno male come avremmo fatto senza il nostro cantante preferito?!!- e mi rivolse un bel sorriso- Senti ti dispiace se io vado trovare una mia amica che ha partorito?
- No figurati.. io vado a  fumare una sigaretta e poi prendo un caffè sto dormendo in piedi…ci vediamo alla macchina far un oretta?
-Si certo… se ti serve qualcosa chiamami??- e lei si diresse verso il reparto maternità.
Avevo quasi smesso di fumare, ma quando ero nervosa o stanca una bella sigaretta mi consolava. Scesi di uscire sulle scale di emergenza e mi sedetti li tirando fuori il mio Ipod e lo accesi. Alibi. Mi venne da ridere tra tutte le canzoni che potevo ascoltare era partita proprio una delle loro. Poi partii L490 ed ad alta voci dissi: - Come può un cretino del genere scrivere una musica tanto bella?- il ricordo della sua impertinenza la notte precedente mi dava ancora fastidio
Una mano mi tocco la spalla io saltai.. presa alla sprovvista e mi cedettero le cuffiette.
-Scusa non volevo spaventarti… ma parlarvi con me? Io non parlo l’italiano.- Shannon mi fece un sorriso e si appoggio al muro. Io avevo gli occhi di fuori. Cavolo meno male che non capiva.
Io mi alzai e gli dissi.
  • No scusami… ogni tanto mi capita di parlare da sola.. ero soprappensiero non sapevo che ci fosse qualcun altro con me qui fuori.- e spensi la sigaretta.
  • Me ne offriresti una? Le ho dimenticate in stanza…- mi disse lui.
  • Si certo non ti preoccupare… tieni anche l’accendino.- era bello cavolo se lo era….
  • Grazie sei molto gentile..Come mai sei qui se posso?- e ora che gli dicevo?.. rimasi zitta per un paio di minuti..- se non vuoi dirmelo non fa nulla..- e mi sorrise.
  • No scusa è che sono stanca…Sono qui per vedere se uno che conosco sta bene… tutto qui.- ok non era il massimo come scusa, ma non  mi andava di mentire se non per una buona causa.
  • Io sono qui per mio fratello.. – non lo lasciai finire.
  • Tutto ok?
  • Si domani lo dimettono è stata una fortuna che ci fosse qualcuno con lui ieri sera…- Mi rivolse un sorriso un po’ triste. Io non sapevo che dire non mi andava di fare la parte dell’eroina che salva la star per prendersene il merito, non era carino.
La porta si aprì di scatto e Vichi apparve sulla soglia.
  • Hei Shannon Jared ti sta cercando- disse Vichi subito mentre io mi giravo per non farmi riconoscere.
  • Ok arrivo subito. Ciao,grazie per la compagnia e per la sigaretta.- lo salutai conun cenno del capo. Speravo di averla scampata.
  • Shay io prendo una boccata d’aria dentro si soffoca. Ci vediamo tra un minuto.- Vichi richiuse la porta. La mia fortuna non poteva durare per sempre.
-Guarda che ti ho riconosciuta. Tu sei la ragazza di ieri sera…-e si avvicinò a me.
- Sara.. piacere e scusami per ieri  sera.-io mi voltai.
Lei mi guardò il volto e rimase di stucco.
-Io sono Vichy. Ma il livido ti è peggiorato.. hai fatto una lastra o una cosa simile?
- tranquilla è normale e si ieri sera mi hanno controllato tutto.. come sta sinceramente il vostro amico?- io non avevo voluto insistere con Shannon .
-Solo una brutta botta, ma ha avuto fortuna. Scusa se mi permetto ma perché ieri sera sei scappata?-
- Non aveva senso che fossi lì
- Aspetta tu hai detto di chiamarti Sara.. e ieri sera ha difeso uno…. Ho capito ora che scema!- e mi venne incontro abbracciandomi. Doveva aver capito che il tipo che avevo salvato non era che Jared.
-Grazie Grazie Grazie!  Certo che ieri sera me lo potevi dire. Che ci facevi qui? Un controllo?- E lei mi lasciò sfoderando un immenso sorriso.
- No in realtà ero venuta a vedere se Jared stava meglio.. Ero preoccupata.
- Che amore che sei!! Perché non vieni dentro e lo saluti? Gli farà piacere credimi!
- No non mi deve nessun grazie. Tranquilla..- non ero pronta ad incontrarlo.
- Guarda che se tanto non vieni dentro e glielo dici tu abbiamo i tuoi dati e ti veniamo a cercare anzi ti viene a cercare..- Lei stava facendo ancora uno dei suoi dolci sorrisi.
-e’ una minaccia??- io stavo ridendo il m odo in cui lo aveva detto era troppo divertente.
-Guarda che sono seria!! Jared lo ha già detto che ti voleva ringraziare…quindi o maometto va alla montagna o la montagna va da maometto…- e   mi prese per un braccio. Era piccola ma che forza!
Arrivammo vicino alla sua camera e lei entrò per prima. Io la seguii e trovai Shannon su una sedia e Jared  sul letto senza la maglietta.
  • Hei J copriti ci sono delle visite.-disse Vichy e gli tirò la maglietta.
  • Hei guarda che non sono nudo comunque ok.- oddio la voce di jared era ancora più sexy dal vivo.
  • Ciao..- Era l’unica parola che riuscì a dire.
  • Hei ragazza delle scale!!- disse Shannon- Non mi sono presentato prima che stupido Io sono Shannon.. Shannon Leto..- e mi tese la mano.
  • Guarda che non devi dire il nome come lo dice James Bond tutte le volte… fai la figura del cretino- disse jared ridendo.
  • E tu tutte le volte mi dici la stessa cosa..
Io li fissavo ma erano sempre così? Mi ci rivedevo in quello battute come io con mia sorella. Strinsi la mano di Shannon.
  • Dai non fare la timida.....-mi rimproverò Vichy- Te la ricordi la minaccia….
  • Io sono Sara piacere._ mi sembrava sufficiente.
  • Io sono Jared. Scusami se non mi alzo, ma sono un po’ dolorante. Sei italiana Sara?
  • Si si sono di Milano.
  • Vichy perché la vuoi minacciare?..- Jared si rivolse a Vichy curioso.
  • Lei è quella Sara… La Sara di ieri sera…- ok ora la bomba era stata sganciata.
Jared spostò l’attenzione da lei a me come a voler trovare conferma. Annuii leggermente.
Mi squillò il cellulare e uscii dalla stanza.
-Dove sei?- Michela cavolo mi ero scordata di  lei.
-Arrivo subito!! Ho una marea di cose da raccontarti…- e chiusi la telefonata.
Mi riaffacciai alla stanza ma senza entrare.
  • Scusate io devo andare. In bocca al lupo..- e corsi via.
In macchina raccontai tutto a Michela che mi rimproverò, non c’era niente di male a ricevere un grazie disse. Ma non era per quello che scappavo. Era che gli occhi di Jared mi avevano stregato e io avevo fantasticato tante volte su di lui sapendo che non ero possibile conoscerlo. Quindi era meglio sognare che conoscerlo e non averlo.

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Capitolo 3
*** Un caffè e dei biscottti ***


Mia sorella si fermò a dormire da me. Avevo bisogno di compagnia e di un film romantico per tirarmi su. Lunedì mattina lei si svegliò presto per andare a lavoro. Io ero un insegnante di un dopo scuola pomeridiano per figli di ricconi e lavoravo due, tre pomeriggi a settimana e quindi rimasi a dormire.
Il citofono suonò e pensai che Michela avesse scordato qualcosa quindi aprì senza guardare dalla spioncino.
Quasi mi prese un colpo quando capii chi avevo davanti.
Jared mi guardava con aria perplessa il volto.
  • Avrei dovuto immaginarlo che Vichy non scherzasse. Ciao accomodati.
  • Ciao Sara. Vichy ha quasi sempre ragione.- E mi porse un immenso bouquet di fiori.
  • Grazie non dovevi. Posso offrirti un caffè un the?- Gli chiesi cortesemente facendolo sedere sul divano in salotto.
  • Grazie un Caffè andrà bene.- Corsi in cucina cercando di riprendere fiato.
Dopo circa cinque minuti tornai con tue tazzine di caffè e un piattino di biscotti fatti in casa da mia nonna.
  • Ieri non saresti dovuta scappare. Volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me è stato un gesto coraggioso..
  • E’ stato un gesto che avrebbe fatto chiunque.
  • Ma sei stata tu a farlo per  salvare me e guarda come ti hanno ridotta…- e lanciò uno sguardo triste al mio volto.
  • Passerà.. stai tranquillo.. tu come stai?
  • Io solo la commozione celebrale… ogni tanto mi viene mal di testa e non posso viaggiare per 10 giorni per tutto il resto ok.  Come mai eri la fuori sabato sera?- era diventato più tranquillo
  • Ero al concerto e non volevo prendere la metro troppo affolata quindi stavo aspettando..
  • Era notte ed eri sola.. non è un po’ pericoloso?
  • Non avrei dovuto essere sola ci doveva essere mia sorella con me ieri sera, ci avevano regalato i biglietti del concerto per il nostro compleanno, ma lei ha avuto un cambio turno a lavoro e quindi sono venuta sola.- era semplice parlare con lui, lo consideravo solo una persona non Jared Leto.
  • Quando è stato il tuo compleanno? – prese un biscotto e lo addentò con gusto – Scusa è da sabato sera che non mangio.- e mi fece un sorrisetto
  • Prego serviti pure. Sono vegani mia nonna li fa così perché…non importa il perché- In realtà non volevo dirgli che me li faceva così perché non ingrassasi ulteriormente.
  • Grazie sono buoni c’è la cannella. Non mi hai risposto comunque.
  • Il mio compleanno era ieri come quello di mia sorella.- dissi indicando la foto sul tavolino.
  • Hai una gemella quindi!! Allora ieri ti ho rovinato la festa!! Oddio scusa è la seconda persona a cui la rovino in un colpo solo.- Ovviamente si riferiva a Shannon.
  • Tranquillo non faccio mai nulla di che per il mio compleanno tipico pranzo in famiglia qualche regalo.. e nulla di più.
  • Che hai ricevuto quest’anno?- era al quinto biscotto.
  • 5 libri: 5 romanzi per la precisione..- Lui mi guardò con aria interrogativa- ok mi piace parecchio leggere però..-
  • Però cosa?
  • Nulla lascia perdere.
  • Ok come vuoi…- poi riflette un minuto- senti che ne dici se stasera venite tu e tua sorella a cena da me? Mi farebbe piacere.-
  • Dai tu devi riposarti sei uscito oggi dall’ospedale. Non mi sembra il caso…Jared.
  • No tranquilla quale disturbo ho riposato un sacco ieri. Io poi non dormo mai.. lo dovresti sapere…- lo dava per scontato.
  • Per la verità no non lo dovrei sapere io non sono una di quelle che controlla ogni dieci minuti se aggiorni twitter, mi piace solo la vostra musica e i vostri video.- almeno ero stata onesta. Non ero una Jared ossessiva compulsiva.
  • Ok. Scusami ho peccato di presunzione. Comunque venite sul serio mi fa piacere . Sara se non vieni diventerò la tua ombra…- ovviamente scherzava ma dopo quello che mi aveva detto Vichy non ero troppo sicura.
  • Ok dai ci penso. A che ora e dove?
  • Per l’orario ti mando un messaggio e per la via io e mio fratello abbiamo affittato un appartamento non ci piace vivere in hotel per lunghi periodi quindi aspetta devo avere un foglietto- Lo cercò nella giacca e me lo porse.- ora mi dai il tuo numero così ti lascio il mio.
  • Scusami ma non posso riceve i messaggi ho lo schermo fuori uso..- dissi mentre cercavo un foglietto in cucina per scrivergli il mio numero.
Quando tornai in salotto notai che aveva il cellulare tra le sue mani.
  • Deve aver fatto un bel volo questo telefono. Che hai fatto lo hai buttato dal balcone…?
  • Beh diciamo che se l’è vista brutta.- lo rispresi. Non mi sembra carino dirgli come si era rotto.
Poi si alzò e lo accompagnai alla porta. Si voltò e mi diede un bacio sulla guancia.
  • Ciao Sara ti chiamo dopo.
  • Ciao Jared.
 
 
 
Spazio dell'autrice: Ciao a tutti spero che la mia storia vi piaccia e mi piacerebbe ricevere qualche commento per capire!!! un bacione aggiorno presto!!

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Capitolo 4
*** A cena Da Jared... ma saprà cucinare?? ***


 
Quando dissi a mia sorella dell’invito fu felicissima. Ovviamente le avevo detto di non dirlo a mamma e papà perché non si facessero strani film in testa e soprattutto perché non mi piaceva quando qualcuno si immischiava nella mia vita. Ecco perché me ne ero andata di casa pur rimanendo vicina.
Jared mi chiamò verso le cinque per dirmi che alle nove saremmo dovute essere da lui. Michela suono per le otto perché comunque era abbastanza distante da casa mia casa dei Leto.
Si era messa un vestito blu con una giacca di pelle  e aveva lasciato che i ricci lunghi castani le scendessero giù fino le spalle.
Io avevo invece un pantalone nero a palazzo e una camicetta con una giacca.
  • Ok Sara puoi fare di meglio credo. Sembri pronta per un colloquio. Vatti a cambiare.. siamo a cena dai Leto non dal presidente della repubblica.
  • Ok  hai ragione è che non so che mettermi. E’ una vita che non esco.
  • E’  una vita che non esci con un uomo..- aggiunse lei.
  • Non voglio parlare di quest’argomento lo sai..
  • Ma dovresti ricominciare dopo…
  • Ora basta!!! Che dici di questo? – avevo optato per jeans e una maglia nera con una spalla scesa, coda alta e tirata e la mia chiave di tiffany portafortuna.
  • Meglio.. decisamente più rilassata . andiamo o facciamo tardi prendi le bottiglie di vino che abbiamo comprato mi raccomando.
 
 Jared e shannon avevano preso un attico (come non immaginarselo) ai navigli. Suonammo e ci aprirono. Michela scese per prima dall’ascensore e Shannon era sulla porta che ci aspettava. Indugiai un secondo in più nell’ascensore perché volevo che Michela si godesse il momento di incontrare il suo batterista preferito da sola.
  • Hey Sara!! Quasi non ti avevo riconosciuta. Mi fa piacere che tu sia venuta.- disse Shannon dando un bacio sulla guancia a Michela.
  • Io in realtà non sono Sara..  io sono Michela.- Miki era rimasta pietrificata e le tremava la voce.
  • Ciao Shannon – dissi io uscendo dall’ascensore. Poi aggiunsi- Lei è mia sorella Michela. Grazie per l’invito.
  • Oddio scusatemi vi avevo scambiate. Che scemo eppure dal livido me ne sarei dovuto accorgere – e fece un sorriso ad entrambe facendoci accomodare.
C’erano anche Tomo e Vichy, ma di Jared neanche l’ombra.
  • Ciao Vichy – dissi io salutandola – lei è mia sorella Michela.- dissi presentandola.
Fatte le presentazioni e la conoscenza di Tomo ci accomodammo in salotto e notai la tavola ben aparecchiata. Michela teneva banco come il suo solito, era seduta vicino a Shannon e conversavano tutti e quattro con entusiasmo dell’Italia e dei vari paesi che avevano visto.
Io stavo cercando di capire se Jared stesse bene. Ad un certo punto sentimmo un gran baccano provenire da una sala attigua a quella dove eravamo.
  • Ma che sta succedendo? – dissi io dopo che Shannon e gli altri avevano cominciato a ridere e sghignazzare.
  • E’ Jared che sta preparando la cena “ Italiana” come dice lui e non vuole nessuno di noi di là perché dice che non possiamo aiutarlo… lui non cucina mai e sono convinta che stasera dovremmo ordinare delle pizze come al solito…- disse Vichy riprendendosi.
  • Sara è un fenomeno ai fornelli – disse Michela – peccato che non cucina mai ultimamente. O almeno non prepara più i  bei pranzetti di una volta…- io la fulminai con lo sguardo. L’ultima volta che lo avevo fatto era stata un’occasione speciale e si era tramutata in uno dei peggiori giorni della mia vita per tanto avevo perso la voglia.
  • Scusate vado a vedere se Jared accetta una mano.. – non volevo altre domande. Mi alzai ed andai verso la cucina.
La porta era chiusa e sentivo qualcuno che sbraitava, decisi che era meglio bussare.
  • Shannon non entrare tanto non mi puoi aiutare…
  • Jared sono Sara posso entrare?
  • Oh scusami.. – e mi aprì la porta aveva il viso sporco di farina e nella cucina c’era il caos più assoluto.-          Ciao Sara- e mi diede un bacio sulla guancia
  • Ciao Jared grazie dell’invito la casa è bellissima. Posso aiutarti in qualcosa?
  • Veramente stavo cercando di cucinare la pasta come la fate voi italiani, ma devo dire che è difficile…Il ragù vegano mi si è bruciato e pensare che ci avevo messo una vita.
Aveva uno sguardo triste rivolto verso la pentola che emanava un cattivo odore.
  • Senti facciamo così  ti insegno come si cucina un buon piatto di pasta all’italiana e come fare delle verdure grigliate, hai della focaccia?
  • Si ne avevo comprata oggi facendo la spesa.
Cucinammo insieme per una buona mezz’ora chiacchierando del più e del meno e quando uscimmo dalla cucina con un grosso   piatto da portata pieno di penne al pomodoro e basilico.
 
  • Hei Jay !! ce l’hai fatta!! Lei è Michela la sorella di Sara.- disse Shannon guardando il fratello e indicando mia sorella.
Jared poggiò il piatto da portata sul tavolo e si avvicinò a mia sorella. Dandole la mano e presentandosi. Michela era più rilassata con lui, molto di più di come lo era stata con Shannon, ma questo era perché lei preferiva il batterista al cantante.
Ci accomodammo a tavola e tra una chiacchera e l’altra notai che tra mia sorella e Shannon c’era decisamente molto feeling. Non mangiai molti forse dieci penne e due fette di melanzana grigliata, avevo lo stomaco chiuso. Aiutai Jared a sparecchiare e a mettere tutto nella lavastoviglie, ma poi mi disse se potevo andare di la e fare andare da lui in cucina Tomo e Vichy. Chissa che cosa aveva in mente. Ad un tratto si spensero le luci e si presentarono tutti e tre con ciascuno una piccola torta in mano con le candeline cantando tanti auguri. Io guardai mia sorella che era sbalordita e finita la canzone ognuno spense le proprio candeline.
  • Grazie non dovevate. – disse Michela guardando i presenti, poi aggiunse – come facevi a sapere che era il nostro compleanno?..
  • Me lo ha detto Sara ieri, mi dispiaceva che avesse passato un compleanno non proprio bello a causa mia e poi mi faceva piacere. Poi non sono andato alla festa di quello zuccone di mio fratello e così non abbiamo onorato la tradizione di famiglia.
  • Quale tradizione?- Aggiunse Michela curiosa come sempre.
  • Ora ve la mostro…- e così dicendo andò a prendere una di quelle vecchie macchinette polarid che danno subito la foto.- ogni anno facciamo una foto il giorno del nostro compleanno con la torta con le candeline davanti e le  conserviamo tutte.
Facemmo la foto di rito tutti insieme e Jared ne regalò una anche a me e una a mia sorella. Poi ci spostammo in salotto per prendere il caffè e mangiare la torta. Erano le 23 circa al che Shannon si alzò e disse – Ragazzi mi sono dimenticato stasera c’è Antoine per una serata all’alcatraz che ne dite di andare?- il mio peggior incubo. Tornare in quel posto.
  • Io e Vichy veniamo con te!! È da un po’ che non ci scateniamo sulla pista voi che fate?- disse subito Tomo.
  • Io anche vengo, ma tu Sara che fai?- Michela mi stava guardando pregandomi di andare, era evidente che voleva stare con Shannon ancora un po’.
  • Io vado a casa. Ma tu vai pure io prendo un taxi.- dovetti fare un sorriso forzato.
  • Grazie!! Dai andiamo con la mia macchina…
  • Hey Jared te la senti ? Sei dei nostri?- Shannon si rivolse al fratello, mentre gli altri prendevano la giacca ed erano a chiamare l’ascensore.
  • No no io rimango qui. Metto in ordine e poi vado a letto.- Shannon fece un cenno con la mano e chiuse la porta di casa.
  • Allora ti do una mano a rimettere in ordine e vado via…- ero già in piedi a togliere i piatti del dolce, il mio ancora intatto, e le tazzine da caffè.
  • Non ti piaceva?- jared indicò il mio piatto.
  • No, io adoro i dolci è solo che non avevo fame.
  • Me ne sono accorto a cena non hai mangiato nulla . Stai bene?
  • Si si figurati.- ok un’altra bugia ci stavo facendo l’abitudine. No non stavo bene con lui mi si chiudeva lo stomaco, e il mio fisico non sarebbe stato mai come quelle modelle o attrici che lui frequentava il che mi aveva fatto chiudere ancora di più lo stomaco.
  • Ok. Ma mi fa piacere se rimani un altro po’.
  • Ok.- Rimanemmo in silenzio mentre sistemavamo. Finito ci sedemmo sul divano poi lui si alzò e riprese la polaroid.
  • Che fai?- dissi io guardandolo con curiosità.
  • Voglio una foto da mettere nel mio album. Prima non l’ho scatta e ora ne mancherebbe una quindi ci facciamo una foto insieme.- detto così si sedette sul divano vicinissimo a me e mi mise il braccio intorno alle spalle, tenendo la macchinetta con l’altra mano. Ci avvicinammo e fece un paio di scatti. Io ne presi una guardandola come eravamo conciati : io il viso col livido e lui con un paio di graffi belli vistosi. Mi misi a ridere. Lui guardò l’altra che aveva in mano e capì il motivo e si mise a ridere insieme a me. Poi fece un gesto che mi paralizzo si allungò cercando di prendere il telecomando della tv che era dalla mia parte e i nostri volti si avvicinarono. Lui mi guardò negli occhi, quegli occhi in cui mi sarei persa per ore e si avvicinò ancora di più a me. Stava per baciarmi e benché lo volessi con tutte le mie forze il mio corpo reagì di impulso e si spostò. Mi alzai di fretta presi la borsa e arrivai alla porta in un baleno. Voltandomi  prima di chiudere la porta e gli dissi.
  • Scusami Jared, grazie per la bella serata.- Lui era immobile sul divano e si alzò di scatto ma io chiusi la porta e mi precipitai giù per le scale.
 
Rimasi a guardare la pioggia che cadeva fuori dal finestrino per tutto il tempo del tragitto in taxi. Che cosa avevo fatto? Quando mi sarebbe ricapitato?  Ma io non volevo storie da una notte e via. Non potevo sopportarlo e poi non sapevo se ce l’averi fatta ad arrivare fino in fondo, dopo quello che mi era successo.

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Capitolo 5
*** Sei mesi prima ***


Sei mesi prima.
 
Andrea era in ritardo io avevo messo la cena in tavola, avevamo appuntamento alle 20. Era la prima volta che invitavo un uomo a casa mia. Io non avevo avuto storie, non ero costante nei rapporti anche con gli amici. Con Andrea era stato diverso  mi aveva catturata con i suoi modi e i sui atteggiamenti romantici. Ci eravamo conosciuti in una discoteca e lui aveva preso a mandarmi messaggi a chiedermi di uscire, io avevo accettato e ci eravamo messi insiemi ed erano tre mesi oramai. Avevo preparato tutto per una serata romantica con lui, a lui piaceva come cucinavo ma di solito andavamo nel suo appartamento, quindi decisi che per una volta saremmo stati da me. Passarono due ore, ma lui non rispondeva ne ai messaggi ne tanto meno alle mie chiamate e io sapevo che c’era qualcosa che non andava. Alle undici ero nel panico e chiamai una nostra amica in comune, lei mi sembrò  sorpresa e disse di recarsi subito all’alcatraz perché aveva qualcosa di importante da mostrarmi su Andrea. A mezzanotte ero davanti alla discoteca e  dopo un po’ che cercavo la ragazza mi imbattei in una scena che non avrei voluto mai vedere: Andrea era su un divanetto avvinghiato ad una anoressica biondache conoscevo, Lucrezia. Io non ci vidi più dalla rabbia e andai verso il divanetto. Lui mi notò e si scostò, non ebbe il tempo di dire nulla che gli diedi un ceffone e gli urlai che la nostra storia era finita corsi fuori e iniziai a correre senza una metà precisa. Quando mi fermai mi resi conto che mi ero persa e che non riuscivo a capire dove fossi così mi sedetti su una panchina e tirai fuori il cellulare e chiamai un taxi dando l’indirizzo di dove mi trovavo. Continuai a piangere, mi sentivo tradita dentro e una deficiente perché mi ero lasciata a prendere in giro da il primo cretino che mi aveva fatto due moine. Non mi accorsi del tipo che si sedette vicino a me, era probabilmente ubriaco ma iniziò a toccarmi e a molestarmi. Io ero in preda al panico cercavo di divincolarmi ma non ci riuscivo. Ero a pezzi sia mentalmente che fisicamente,l’uomo era grosso e puzzava di alcool da far schifo e mi si gettò addosso tappandomi la bocca e iniziando a toccarmi dappertutto mi strappò i bottoni della camicetta che indossavo e mi iniziò a toccare il seno. Non si sarebbe fermato se non avesse sentito il taxi avvicinarsi. Forse ebbe paura non lo so ma scappò fortunatamente e io mi gettai nel taxi . Il taxista si accorse del mio stato e voleva portarmi al pronto soccorso. Io gli dissi che stavo bene e tornai a casa. Non parlai a nessuno di quella storia…. E cercavo di pensarci il meno possibile fino a quel giorno.
 

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Capitolo 6
*** Fiori ***


Martedì mattina
 
Ero a casa a fare le pulizie, mentre sentivo una delle mie playlist, una delle poche che non conteneva brani dei mars. Avevo bisogno di staccare la spina, fare il punto della situazione e ricominciare con la mia vita. Quello che era successo nel fine settimana e il giorno prima erano una parentesi della mia vita che sembrava chiusa. Ero felice di aver conosciuto i Mars, ero felice che Jared stesse bene, ma tutto qui. La parentesi si sarebbe chiusa lui si sarebbe scordato di me e io lo avrei visto in qualche altro concerto, tra migliaia di persone a dividerci. Il pomeriggio avrei lavorato in centro vicino a casa sua al pensiero mi si strinse lo stomaco, o forse era la fame, non avevo fatto colazione. La mia routine quotidiana fu interrotta dal campanello che suonò all’improvviso. Mi affacciai all’occhiello e vidi che era un fattorino, aprii istintivamente.
  • Buongiorno lei è la signorina Gherisi Sara?
  • Si sono io.
  • Allora questi sono per lei .. – e lasciandolo entrare portò in casa tre mazzi di fiori uno più grande dell’altro. Oddio!! Chi me li aveva mandati?
  • Firmi qui. E buona giornata.- Chiusi la porta e guardai i tre mazzi di fiori .
Cercai i biglietti e li presi tutti e tre, erano numerati , significava che venivano dalla stessa persona.
Lessi il primo:
 
“ Grazie per avermi salvato”
 
Capii da chi venivano e il mio cuore perse un colpo. Corsi ad aprire il secondo:
 
“ Grazie per avermi insegnato a cucinare e per la fantastica serata di ieri sera J”
 
Rivolsi la mia attenzione sul terzo, era un po’ più grande, estrassi la foto di noi due sul divano.
 
“ Mi dispiace, scusami.”
 
Oddio questo uomo era romantico sul serio, ma non aveva nulla di cui farsi scusare. Presi il telefono e lo chiamai mandando a farsi benedire la parte razionale del mio cervello che diceva che sarebbe stato meglio non sentirsi più.
 
  • Ciao Sara!!- Rispose lui. Oddio panico.
  • Ciao Jared, come stai?
  • Bene, bene sono in terrazzo a strimpellare qualcosa…
  • Mi fa piacere, ti avevo chiamato per ringraziarti dei fiori è stato un gesto molto bello non dovevi..- scelsi una frase di rito ma sentita.
  • Di nulla. Ieri sera mi sono preoccupato non ha risposto hai miei messaggi.
  • Jared…. Ho il cellulare rotto ricordi? Mi dispiace se ti sei preoccupato, anzi sono io a dovermi scusare per il modo..
  • Shh piccola non dire nulla… non hai nulla da farti perdonare. La colpa è stata solo mia non dovevo, mi dispiace.- era dispiaciuto perché mi ero comportata così e aveva capito che mi aveva toccato un tasto dolente o era dispiaciuto perché avrebbe fatto un errore a baciarmi e lo sapeva anche lui?
  • Ok. Allora grazie e addio Jared..- stavo per riattaccare.
  • No aspetta!! Perché deve essere un addio? Io ti voglio conoscere e magari potremmo frequentarci come amici mentre sono qui, mi sei simpatica se i dolce e ..- Aveva sottolineato come amici era chiaro che non voleva di più e io comunque adesso non avrei potuto  darglielo benchè mi sarebbe piaciuto.
  • Ok Jared amici. Che ne dici se ci vediamo per un caffè dopo il mio lavoro? e magari ti porto a vedere qualche cosa di milano? Ovviamente dillo anche agli altri vi faccio un po’ da guida se vi fa piacere.- lo volevo rivedere eccome.
  • Fantastico piccola.- era felice lo si notava dal tono della sua voce.
  • Vi citofono verso le 17.00 ok? Tanto sono in zona per lavoro.
  • Certo a più tardi piccola.
La giornata era migliorata di colpo.
 

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Capitolo 7
*** Se proverò a .... ***


Ero in ritardo la lezione pomeridiana aveva preso più del previsto, Mi recai a casa di Jared per le 17 e 30 e citofoni aspettando che scendessero.
Invece c’era solo Jared .
  • Hey Ciao,- mi disse dandomi il solito bacio sulla guancia, e poi mi porse una rosa bianca.
  • Grazie non dovevi. Sei sempre gentile. Gli altri? – ora ero ansiosa mi aspettavo un pomeriggio tra amici invece no.
  • Siamo solo noi, Tomo e Vichy sono fuori andavano a Roma a fare un giro turistico e Shannon non lo so. Stamattina si è alzato presto ed era tutto euforico.. è uscito di corsa.
  • Allora siamo solo noi due…Andiamo ti porto a prendere il caffè migliore di Milano e poi ci facciamo due passi in centro.
Il pomeriggio passò lietamente, parlammo delle innumerevoli città che aveva visto e io dei miei giri per l’Europa.
  • Quindi non sei mai stata in America?- Mi chiese lui mentre stavamo seduti in un bar vicino il duomo.
  • No ancora no, ma  mi  piacerebbe molto. Io e michela pensavamo di fare una visita a New York quando avrà le ferie a giugno, poi magari includiamo un'altra città.
  • Venite a Los Angeles allora!! Sarete ospiti mie  e di Shay quando sarete li. Non abbiamo concerti per giugno.- mi fece un sorriso bellissimo,ma lo lasciai in sospeso.
Poi ci dirigemmo per i vari negozi della Galleria quando passamo davanti ad un negozio di elettronica e lui mi chiese se lo potevo aspettare una attimo fuori. Lo vidi parlare con un attraente, anoressica commessa bionda. Ovvio no? Lui adorava le bionde. E io li di fuori a fare il palo. Ma perché ero gelosa? Lui non era mio. Stavo per piantarlo lì, erano passati circa quindici minuti, quando lo vidi riemergere dal negozio.
  • Scusami avevo una faccenda da sistemare.
  • Si una faccenda bionda.- dissi io a bassa voce e in Italiano.
  • Come scusa? Non capisco l’italiano- lui  mi guardava un po’ scettico.
  • No scusami tu non mi ero ricordata, dicevo tranquillo non fa nulla- chi ero io per fargli la predica?- Allora andiamo a mangiare? Sono quasi le otto.. Hai voglia di pizza?
  • Certo ho sempre voglia di pizza.- mi fece l’occhiolino e ci incamminammo per andare ad una pizzeria che conoscevo non lontano da casa sua.
Arrivati alla pizzeria ci sedemmo e ordinammo continuando a parlare, mi alzai per andare in bagno ma quando entrai vidi Lucrezia, la ragazza con cui mi aveva tradito Andrea.
Io stavo per riuscire, ma lei fu più svelta.
  • Ciao Sara! Come stai? – voce da oca pensai.
  • Ciao Lucrezia. Benissimo tu?- dovevo ostentare il mio miglior sorriso.
  • Sono qui con Andrea. Non so se lo conosci…- che ipocrita
  • Si, lo conosco siamo usciti per un po’ insieme... Scusami ma mi aspettano al tavolo- non la salutai neanche e mi diressi verso Jared.
Mi sedetti al tavolo, dovevo avere una faccia strana perché Jared mi guardava con aria interrogativa mangiando la sua pizza. Io provai a mangiarne una fetta della mia, ma il mio stomaco era chiuso. Quando stavo per riprendere a parlare con Jared,  perché lui non mi facesse troppe domande poi, una persona si avvicinò al nostro tavolo. Alzai lo sguardo e vidi che era Andrea.
  • Ciao Sara. Mi ha detto Lucrezia di averti incontrata alla toilette. Come stai?
  • Ciao Andrea, tutto bene.
  • Non mi presenti il tuo amico?
  • No. Potresti lasciarci in pace? Non ho voglia di parlare con te.- usai meno parole possibili perché non volevo scoppiare a piangere proprio di fronte a Jared.
  • Dai bambolina, mi dispiace per come sono andate le cose.- mi prese il mento , era un gesto che faceva sempre.Io gli scansai la mano e vidi Jared che stava diventando rosso e si stava alzando andando verso Andrea.
  • Jared ti dispiace se andiamo?- Mi rivolsi a Jared direttamente, non curandomi più di Andrea. Lui fece segno con la testa, si alzò pago il conto
             
Camminammo per una buona mezz’ora per arrivare all’appartamento di Jared, lui non disse una parola mi guardava di tanto in tanto per controllare che io ci fossi ancora credo.
Poi iniziò a diluviare “ecco la mia solita fortuna, ci mancava solo questa stasera” pensaì. Ci infilammo nel portone del palazzo dove abitava Jared.
  • Senti Jared, mi dispiace per la serata e per la cena, mi dispiace di aver rovinato tutto.. Io vado a casa ora. Mi ha fatto piacere uscire con te… - mentre dicevo questo mi stavo dirigendo all’uscita, ma lui mi blocco per il polso, facendomi girare.
  • Non hai nulla da farti perdonare.. non so cosa sia successo nel locale, ma va tutto bene. E comunque non puoi andare a casa in questo stato. Sei fradicia, non hai mangiato e non sono sicuro che tu stia bene. Sali.- detto questo mi spinse nell’ascensore e salimmo fino al suo attico.
Mi lascio nel salotto e si diresse verso quella che doveva essere la sua stanza, poi mi chiamò e lo raggiunsi.
Lui era senza la maglia, che fisico, e si asciugava i capelli con un asciugamano.
  • Sara ti ho preparato un cambio, non puoi restare così.- e vidi la maglia e un paio di pantaloni della tuta poggiati sul letto.- se vuoi farti una doccia calda ti lascio la stanza tutta per te. Ci vediamo in salotto…- stava per lasciarmi sola.
  • Jared, grazie.. ma io non …- non sapevo come dirgli che i suoi vestiti  non mi sarebbero andati bene. Lui era magrissimo, perfetto io ero grassa.
  • Io cosa Sara?...- mi guardava con la faccia incoraggiandomi.
  • Io non posso metterli, non mi staranno mai.. io sono…- e mi nascosi il viso tra le mani stavo impallidendo , arrossendo non lo sapevo più.
  • Sh.. non dire altro. Vatti a fare la doccia e quando uscirai tranquilla avrai qualcosa da mettere.- Riprese i suoi vestiti e uscì dalla stanza. Ero contenta di stare un attimo da sola, per riflettere. Tutta la pesantezza e la marea di emozioni di quei giorni mi stavano facendo stancare, in più era da domenica a pranzo con non facevo un pasto degno di nota. Cosa mi stava succedendo? Il bagaglio di emozione mi investì in pieno nella doccia e piansi.
Mi concessi una doccia lunga e caldissima. Speravo che i segni pel pianto se ne sarebbero andati. Mi avvolsi in un asciugamano enorme e recuperai la biancheria. Almeno quella si era asciugata sul termosifone. Quando entrai nella stanza vidi sul letto un pigiama da uomo chiaramente ma abbastanza grande. Lo misi era caldo e sofficissimo.
Andai in salone e trovai Jared che mi aspettava con una tazza di The bollente tra le mani e poi ne mise una sul tavolo anche per me.
  • Ti sta bene questo pigiama… - mi sorrise.
  • Grazie, è morbidissimo.- ci accomodammo in salotto.
  • E’ di Shannon, ma lui non lo ha mai utilizzato, dorme nudo praticamente… Non voglio essere invadente, ma hai pianto?- e dicendo questo mi sposta una ciocca di capelli e me la rimette dietro l’orecchio.
  • Io Io.. sono solo tutte le cose che sono successe negli ultimi giorni è un po’ come se tutte le emozioni che ho facessero a lotta tra loro…non so se riesco a farti capire.- e bevvi un altro sorso di Thè.
  • Ti capisco meglio di chiunque te lo assicuro. Comunque chi era quel tizio al ristorante..
  • Uno che non voglio rivedere mai più…
  • Un tuo ex?
  • È importante per te saperlo?- non volevo ammorbarlo con la mia storia e non volevo che lui mi compatisse.
  • È importante si..- e mi accarezzò la guancia.
  • Perché?- cercavo di capirlo.
  • Ex?- insistette lui.
  • Si è il mio ex.. mi ha lasciato sei mesi fa.. Non ci siamo lasciati bene.
  • E che voleva stasera?
  • Non lo so .
  • È stato uno scemo a lasciarti..- disse lui facendo un sorriso.
Poi  si avvicinò sempre di più a  me , questa volta non lo avrei fermato. Desideravo  che lui mi baciasse, in fondo un bacio che male può fare? Ma invece lui prese solo il telecomando. Io che avevo trattenuto il fiato feci un sospiro che a lui non scappò.
  • Che film vuoi guardare? ne ho tantissimi lascio a te la scelta.
  • Secondo me tu sei più esperto…- l’atmosfera si era rilassata decisamente- basta che non riguardi storie d’amore. Oggi non sono in vena.
  • Ok ok, che ne dici di The Avengers? Un po’ di azione…
  • Sei il tipo che vede i film con i supereroi? Non ti ci facevo.
Guardammo il film insieme, ma ero veramente stanca. Probabilmente mi addormentai.
La mattina dopo mi svegliai al caldo con qualcosa che mi stringeva la vita. Dopo un paio di minuti mi accorsi che non era qualcosa, ma il braccio di Jared che mi stringeva. Ma non mi aveva detto che non dormiva mai? La sensazione era piacevole e per un minuto mi crogiolai nelle mie fantasie. Facendo molta attenzione gli tolsi il braccio e mi alzai prima andando in bagno e poi andando in cucina per preparare il caffè.  Passando vicino la camera di Shannon mi accorsi che lui non c’era. Non era rientrato che strano? Magari aveva trovato qualcuna con cui divertirsi infondo lo chiamavano Shanimal no?
Mentre ero assorta nei miei pensieri non mi accorsi che Jared si era alzato e che mi stava osservano. Io avevo l’abitudine di canticchiare mentre facevo le faccende e in quel momento stavo canticchiando Alibi. Mi sentii abbracciare da dietro.
  • Buongiorno – e mi diede un bacio sul collo. Un brivido mi percorse la schiena.
  • Buongiorno Jared, stavo sistemando. Ti preparo la colazione? – cercavo ogni appiglio per rimanere lucida.
  • Grazie..- e mi diede un  altro bacio. Poi si diresse fuori dalla cucina.
Che cosa gli prendeva? Oddio.
Preparai del pane tostato con della marmellata e del caffè per lui. Io avevo di nuovo lo stomaco chiuso.
Tornò in cucina stringendo il Blakberry tra le mani.
  • Shannon non c’è – gli dissi porgendogli la tazza – siamo sicuri che stia bene?- e presi la mia tazza di caffè poggiandomi con la schiena alla cucina. Lui era seduto su uno sgabello davanti al  muretto dove avevo apparecchiato e preparato per lui.
  • Si si, mi ha mandato un messaggio dicendomi che dormiva fuori.
  • Avrà trovato qualcuna che gli tiene compagnia..- e mi fece un sorriso – ma tu non mangi mai nulla?
  • Mangio, mangio anche troppo…- la mia voleva essere una battuta
  • Non dire così, sei perfetta così come sei .. non staraì facendo una di quelle stupide diete?- rieccolo il jj investigatore.
  • No tranquillo, mi dispiace di essermi addormentata ieri sera. E scusa se ti ho invaso la casa. Ora mi rivesto e me ne vado.- e poggiai la tazza nel lavandino. Lui scese dalla sgabello e mi bloccò con un braccio contro la parete prima che io riuscissi ad uscire.
  • Mi fa piacere averti qui, e mi piace passare del tempo con te. – poi si avvicinò a me – non scapperai se proverò a baciarti?-

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Capitolo 8
*** E svegliarsi la mattina.. e strani tipi nella doccia ***


  • Mi fa piacere averti qui, e mi piace passare del tempo con te. – poi si avvicinò a me – non scapperai se proverò a baciarti?-
  • No- e lui si impossessò delle mie labbra con brama e desiderio. Il bacio era focoso. Le sue mani vagavano in esplorazione del mi corpo famelico. Io mi crogiolavo in quella che era passione e dolcezza alla stesso tempo. Poi ci staccammo e mi prese per mano e andammo nella sua camera da letto. Facemmo l’amore passionalmente e dolcemente. Avevo sognato mille volte come sarebbe stato passare una notte con Jared ma questo superava tutte le mie aspettative. Quando ci accasciammo ansimanti e sfiniti lui mi cingette in un abbraccio dolcissimo. Poi lui si alzò lasciandomi nel letto da sola. Non sapevo cosa stava succedendo.
Mi tranquillizzai quando lo vidi tornare con un vassoio con del caffè e dei biscotti e me lo porse.
  • Grazie.- non sapevo che dire era sceso un velo di imbarazzo.
  • Lavori oggi? – Mi chiese lui addentando un biscotto.
  • No non lavoro.
  • Rimani tutto il giorno con me Sara.
  • Non posso, ho comunque delle cose da fare e poi mi debbo cambiare devo per forza tornare a casa.- e gli feci un sorriso, scesi giù dal letto e andaì in bagno e mi rimisi i vestiti che la sera prima avevo lasciato asciugare sul termosifone.
  •  Senti, io non voglio prenderti in giro-lui si era affacciato alla porta del bagno, la sua premessa non portava a nulla di buono- io sarò a Milano per un'altra settimana, poi dobbiamo riprendere il tour. Voglio che ce la godiamo questa settimana noi. E poi decideremo quando sarà il momento cosa accadrà dopo.
Questo mi spiazzò, pensavo di essere una di quelle che lui si faceva da una botta e via. Non mi aspettavo questa cosa.
  • Oddio Jared non so che dirti, io io..- non sapevo che fare. Il cervello mi diceva di finire la cosa lì finchè sapevo che non sarebbe andata oltre e forse ne sarei uscita con qualche graffio nell’anima. Il cuore mi urlava di prendere quello che veniva e di lasciarmi andare alla passione.
  • Sara.. – il suo era quasi una preghiera sulle mie labbra.
  • Ok Jared.- il cuore aveva vinto.- voglio vivere quello che viene da questa settimana senza drammi.- e lui mi baciò sulle labbra.
  • Ora debbo andare comunque.- Lui mi accompagnò fino in strada ad un taxi
  • Ti chiamo dopo- mi disse dandomi ancora un bacio.
  • Si ok.
 
 
 
 
Quando tornai a casa erano ormai le undici passate la cosa che volevo era mettermi sotto la doccia e chiarirmi le idee. Ma Appena entrai in casa mi accorsi che c’era qualcosa che non andava.
Sentivo dei rumori venire dal bagno. Pensai che fosse Michela, lei ogni tanto quando rientrava tardi usava il mio appartamento per non svegliare mamma e papà. Mi diressi verso il bagno e sentì che stava facendo la doccia. Aprì la porta.
  • O Gesù!! – e la richiusi subito . Non C’era Michela nella doccia ma Shannon!!
  • Ciao Sara…- Michela veniva dalla mia camera da letto con una faccia assonnata ma anche piacevolmente rilassata. Ecco dove aveva passato la notte Shannon.
  • Buongiorno anche a te. Quando decidi che devi portarti a casa qualcuno avvertimi. Almeno evito di fare figuracce.
  • Che intendi dire?- eravamo in cucina e lei si stava preparando il caffè.
  • Che C’era Shannon nel mio bagno.Cavolo avverti no?- io mi stavo alterando.
  • Scusa ho provato a chiamarti solo che non mi hai risposto. Sapevo che dormivi da Jared e che casa era vuota quindi ne ho approfittato. – e mi face un sorriso da cucciola.
  • Ciao Sara. – Shannon mi diede un bacio sulla guancia.
  • Ciao Shannon, scusa per prima.- ero imbarazzatissima.
  • Tranquilla, anzi scusami tu se ti ho invaso.- e fece un sorriso a Michela.
  • Sentite sono felice per voi, ma io ho bisogno di fare una doccia. Ora vado giù dai nostri e sto la per un po’ tra un oretta sono su. Fate come se foste a casa vostra e Michela rimetti in ordine.
Detto questo scesi giù dai miei e stetti li per un po’.
Tornata a casa non trovai nessuno ero felice di questo avevo bisogno di stare un po’ da sola e riflettere.
Verso le cinque suonarono alla porta e notai che era un fattorino.
-         La signorina Gherisi?- mi fece.
-         Si. – risposi io.
-         Allora questi sono per lei.- e lo feci passare era un fascio di rose enormi saranno state almeno due dozzine e un pacchettino. Firmai il tutto e chiusi la porta.
Il biglietto delle rose diceva.
 
“ Per una donna bellissima, affascinante e passionale. Jared.”
 
Oddio era perfetto. Il pacchettino mi incuriosiva. Lo aprii subito e trovai un cellulare, era un Iphone. Oddio ecco allora cosa ci faceva ieri al negozio di elettronica. Non stava flirtando con la commessa.
 
“ Non è cascato da un balcone il tuo cellulare…L ora me ne sono ricordato. Grazie. Ci vediamo questa sera? Ora mi puoi mandare un sms per rispondermi ;) “
Ok lo avrei visto volentieri. Gli avrei preparato la cena e avremmo dormito da me.
To jared:
Grazie non dovevi. Le rose sono bellissime, ma basta fiori anche se li adoro ho finito i vasi ;) Stasera ceniamo insieme cucino io. Ci vediamo per le 20.00?
To Sara
Perfetto non vedo l’ora. :X come è stata la tua mattinata?
To Jared
Imbarazzante ho trovato un uomo nella mia doccia…

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Capitolo 9
*** A cena da me e .... ***


Lasciai il cellulare a casa in carica e andai a fare la spesa. Cavolo quei due oltre che ad aver approfittato del mio appartamento mi avevano svaligiato il frigo. È difficile fare la spesa per una cena vegana  anche se è semplice da cucinare. Erano circa le sette quando rientrai a casa. Avevo giusto un oretta per cucinare poi sarebbe arrivato Jared. Mi affrettai per le scale, ma giunta al piano dei miei mi ricordai che non avevo comprato le olive che mi servivano per la pasta e decisi di fermarmi a chiederle ai miei. Suonai loro il campanello e mi aprì mia madre tutta agitata.
-         Ciao Sara sbrigati entra!!- e mi trascinò per un braccio dentro casa.
-         Oddio Mamma state bene? Che succede…- era strano vedere mia mamma agitata.
-         In salotto c’è quel cantante.. oddio come si chiama..? quello che ha l’amico che somiglia a Gesù e il fratello che suona in quel gruppo che piacce tanto a te e a tua sorella…
-         Mamma intendi Jared?.- ero scioccata.
-         Si si è di là in salotto con tuo padre. Ero salita su da te per sapere se sapevi che fine ha fatto tua sorella e c’era lui seduto sulle scale.. l’ho riconosciuto subito e quando ha visto che citofonavo al tuo appartamento mi ha chiesto se c’eri e così mi sono presentata e l’ho fatto accomodare da noi mentre ti aspettava… ancora non ci credo.. dove l’hai conosciuto?- adesso ero senza parole. Jared era in anticipo e per giunta aveva conosciuto i miei.. i miei che non avevano conosciuto neanche Andrea. Cavolo dovevo andare di là a salvarlo.
-         Ci siamo conosciuti per caso sabato e basta non c’è d’aggiungere altro. Stasera gli ho detto che avrei cucinato una tipica cena italiana e l’ho invitato a cena.
    E andai di in salotto, mio padre cercava di conversare con le 4 parole di inglese che conosceva e Jared cercava di rispondergli con le due di italiano che conosceva lui, la situazione era comica.
-          Ciao papà, Ciao Jared! – dissi io dalla porta.
-          Tesoro ciao io e il tuo amico stavamo facendo due chiacchere...
-         Ho notato papà ma noi avevamo un impegno per stasera.. ho promesso una cena a Jared tipicamente italiana e devo andare a cucinare.- e dicendo questo  ci salutammo.
Ci recammo nel mio appartamento e Jared era stranamente silenzioso non mi aveva neanche salutato dai miei.
-         Scusami, ma ero andata a fare la spesa per la cena. Accomodati io intanto inizio a cucinare.
-         Ok- la sua risposta era fredda. Io non capivo c’era qualcosa che non andava.
-         Scusami ma c’è qualcosa che non va?- ero pensierosa che ci avesse ripensato a provare per una settimana?
-         Questo me lo devi dire tu se c’è qualcosa che non va?- si era alzato e mi stava di fronte.
-         Non capisco..
-         Mi dici chi cazzo c’era con te stamattina?? – stava urlando.
-         È ?- ero perplessa che stava succedendo.
-         Non puoi capire come ci sono rimasto quando ho letto quel messaggio.. Avevamo da poco fatto l’amore e tu mi hai detto che avevi qualcuno che ti aspettava a casa. Un uomo.
-         Ti giuro Jared non ti capisco. Io un uomo che mi aspettava?- ma che stava dicendo?
-          Un uomo nella doccia.. non negare il messaggio è tuo…- urlava ancora di più.
Adesso avevo capito! Mi misi a ridere a più non posso. Aveva frainteso tutto.
-         Adesso basta!! Non mi piace essere preso in giro- e fece per aprire la maniglia della porta di casa e andarsene. Io mi ripresi subito dalle risate e lo presi per il braccio facendolo voltare.
-         Jared calmati. Ti spiego tutto. Per prima cosa io non sono una che TRADISCE.- sottolineaì l’ultima parola.- e poi se ti dico chi ho trovato nella mia doccia ti metti a ridere pure tu scommettiamo?
-         Prova..
-         TUO FRATELLO!!- la sua espressione era impagabile.
-         Shannon? Che ci faceva Shannon a casa tua?- si era rilassato e ci eravamo seduti sul divano.
-         Non era solo era con mia sorella.. si vede che hanno pensato bene di approfittare della mia casa vuota..non puoi capire che imbarazzo e io che credevo che in bagno ci fosse mia sorella..- stavo ancora ridendo e ora anche lui sorrideva.
-         Mi dispiace per prima..- aggiunse lui guardandomi.  
-         Non fa nulla avrei fatto lo stesso.. almeno credo..senti rilassati io ora vado a preparare la cena. – e mi diressi verso la cucina. Dopo due minuti lo trovai sulla porta chemi guardava con aria maliziosa.
-         Prima non ti ho salutato vero?- e si avvicinò a me. Io scossi la testa.
-         Ciao Sara
-         Ciao Jared- e si avventò sulle miei labbra.
-         Questo si che è un saluto…- e lo ribaciaì.
Cenammo tranquillamente, quando fu sazio gli dissi che il dolce lo avremmo mangiato in salotto. Ancora lo stomaco chiuso. Cavolo ormai quella sensazione mi era talmente famigliare, eppure ero una che mangiava, cavolo mi piaceva il cibo. Lui mi aveva guardato il piatto un paio di volte quella sera, ma non aveva detto nulla sul fatto che il contenuto fosse rimasto tutto lì. Non sapevo cosa avevo e neanche volevo saperlo mi sarei goduta quella settimana e poi  sareì stata a pezzi lo sapevo. Mi satvo già innamorando di quel ragazzo, uomo, e non avevo il coraggio di rinunciare a quei giorni felici pur sapendo che avrei avuto dopo il cuore in mille pezzi.
  • Ma non avevi detto che ti piacevano i dolci?- Jared stava finendo la sua fetta di torta quando mi porse quella domanda.
  • Si si è vero io adoro  i dolci.. ma non mi va stasera. Preferisco avere qualcos’altro per dolce..- e dicendo questo lo zittii baciandolo appassionatamente.
  • Non mi hai mostrato la tua camera..- mi disse lui alzandosi e porgendomi la mano.

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Capitolo 10
*** Addio? ***


Era bello stare seduta tra le braccia di Jay dopo aver fatto l’amore, veramente era sempre bello stare tra le sue braccia. Lui mi guardò strano e poi si fece pensieroso.
  • Un penny per tuoi pensieri..- gli dissi . Era una frase che mi piaceva usare.
  • Penso a ieri sera. Alla faccia che avevi al ristorante… chi era quel tipo?- mi aveva colto del tutto alla sprovvista.
  • Era Andrea il mio Ex…pensavo di avertelo già detto ieri..- non era un argomento che affrontavo volentieri.
  • Non voglio essere invadente Sara.. Ma voglio conoscerti piccola… perché vi siete lasciati?
  • Lui mi ha tradita… Una sera lo aspettavo a casa con la cena pronta e non è mai arrivato.. ho scoperto che era in discoteca con una tipa ad amoreggiare.. Gli ho dato uno schiaffo e sono tornata a casa… Tutto qui.- non volevo andare nei dettagli troppo.
  • Quindi non provi più niente per lui? No.
  • Ok. – e si rasserenò.
Passammo quella settimana come una coppia felice, andavamo a cena fuori noi due da soli o anche con gli altri. Avevo legato molto con Vicky ma soprattutto lei e mia sorella avevano legato, Michela e Shannon facevano diciamo coppia fissa ed erano bellissimi insieme. Poi ogni sera , ogni notte la passavo con Jared.
Era mercoledì 20 e loro avrebbero avuto un concerto due giorni dopo a Londra. Quindi sarebbero partiti il mattino successivo. Ero tesissima. Jared aveva detto che avremmo cenato da lui e avremmo parlato.. l’ansia.
Dopo la cena ci mettemmo in salotto. Lui mi era sembrato teso per tutta la sera.
  • Allora.. – fece lui prendendomi le mani. L’inevitabile fine era vicina. – Sara io domani parto, e mi dispiace.. credimi non sai quanto. Questa settimana con te è stata fantastica ma…
  • Ho capito Jared tranquillo non mi devi spiegazioni..- ok non era innamorato di me, le lacrime mi stavano per uscire ma non so con quale forza le trattenni – forse è meglio che sia andata così. – bugiarda.
  • Io ora vado a casa Jared.- e mi alzai andando verso la porta. Lui mi prese per un braccio e mi diede un bacio lunghissimo. Un bacio di addio.
Poi scappai proprio come avevo fatto la prima volta. Ma questa volta piangevo e avevo il cuore in mille pezzi. Che sciocca in fondo al mio cuore speravo che avrei vissuto la favola d’amore e invece mi trovavo a essere vuota dentro più che mai.

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Capitolo 11
*** Proposte ***


Mi buttai sul letto esausta. Chiusi le tende, il giorno dopo non dovevo lavorare per fortuna. Non risposi neanche hai messaggi di mia sorella. Tolsi la suoneria non volevo vedere ne sentire nessuno . Il cuore faceva male , la testa faceva male anche respirare senza di lui era un dolore. Ma la scelta che aveva fatto, che avevamo fatto, era giusta. Forse un po’ drastica ma necessaria. Lui non mi voleva come io volevo lui, era ovvio. Erano da poco passate le 13 quando qualcuno bussò e suonò imprecando alla mia porta. Mi costrinsi ad andare a vedere chi fosse solo perché altrimenti avrebbe sfondato la porta. Era mia sorella.
  • Allora ci sei. Cavolo ci hai fatto preoccupare. La mamma era in ansia.
  • Ciao Miki. Non sto bene, ti dispiace se parliamo in un altro momento.- non volevo vedere nessuno , ma mia sorella entrò comunque con la forza a casa mia.
  • Che hai?- si sedette in salotto.
  • Ma io parlo al vento quando parlo con te?! Non sto bene e ora se non ti dispiace me ne torno a letto.
  • Sara ti conosco che è successo? Non stai bene emotivamente non fisicamente. C’entra per caso la partenza di oggi?- Ecco un'altra che voleva farsi gli affari miei.
  • Non ho voglia di parlarne. – dovevo cambiare argomento in fretta, altrimenti mi sarei sentita male di nuovo. – Tu con il bestione? Come siete rimasti?- se portavo l’argomento su di lei non avrebbe fatto altre domande.
  • Bene diciamo che siamo rimasti. Stiamo insieme, ma senza vincoli… Io avrò i pass per tutte le date europee e lavorando per una compagnia aerea posso andare a trovarlo praticamente quando voglio. Ci vediamo tra venti giorni in francia. Poi a giugno ci vediamo a L.A. quando partiremo per il nostro viaggio.- e mi fece l’occhiolino.
  • Sono felice per voi – sorriso di circostanza.
  • Tu con Jared?- era ormai alla porta che stava andandosene. Pensavo di averla scampate.
  • Non ha funzionato…- era una risposta diplomatica.
  • Ma tu provi qualcosa per lui?
  • Non ha importanza…- io non provavo qualcosa per lui. Lo amavo.
  • Mi dispiace Sara. – e mi abbracciò.
Quando tornai presi il cellulare. E vidi che avevo diverse chiamate dai miei e da mia sorella e due messaggi. Uno era di Michela  l’altro era di Jared.
“ Piccola mi è dispiaciuto dirti addio, ma non doveva essere così drastico. Voglio farti sapere che per te ci sarò sempre e che questa settimana insieme è stata una delle più belle della mia vita. Ci sentiamo presto”
I venti giorni che passarono dopo furono orribili. Mi sentivo morta dentro. La mattina mi alzavo, sistemavo il mio appartamento, uscivo per andare a lavoro tornavo a casa piangevo e dormivo poco. Il cibo era contemplato in pochi casi quando proprio non ne potevo fare a meno, ero dimagrita quasi 5 chili, ma non perché stessi bene. Jared i primi tre giorni mi aveva mandato dei messaggi con cui avevo risposto a monosillabi. “ sto bene” “ sono a lavoro” “scusa ho da fare”        “ Buonanotte”. Alle chiamate non avevo risposto invece. Sarebbe stata troppo dura. E alla fine lui si era arreso.
Michela sarebbe partita l’indomani per Parigi per andare a trovare Shannon. Lei diceva che avevano una relazione libera, che si le piaceva, ma non era innamorata. Io invece pensavo che fosse innamorata cotta. Controllava ogni due minuti il cellulare. E lui la riempiva di chiamate e messaggi.
La sera prima di partire passò da me.
-Sei sicura di non voler venire con me?- disse mentre era sull’uscio.
- Non posso ho il lavoro. – scusa scema.
- Non è vero il week end non lavori mai. E scusa se te lo dico me in questo periodo non ti si può guardare. Hai le occhiaie e ieri sei perfino svenuta, la vuoi finire col farti del male? Che c’è che non va?
- Non lo so neanche io. Ma penso che venire a Parigi con te non sarebbe una buona idea…Sareì di impiccio.
- Ma no che dici. Casa di Jared è enorme. E a lui farà piacere se vieni.
- Io non voglio stare da Jared. Non sono stata invitata. Non posso mi dispiace.
- Senti facciamo che ci pensi. Io ho due biglietti del concerto che avevo comprato prima di conoscere Shannon. Se non vuoi stare con noi puoi sempre goderti il concerto.
- Non lo so ci penso e se vengo ci vediamo domani all’aeroporto. A che ora hai il volo?
- Alle 11. Ora chiamo in ufficio e prenoto anche per te. Se vieni sappi chi mi farà piacere.
- Ciao Miki.- e le diedi un bacio sulla guancia chiudendo la porta.
Che dovevo fare? Lo volevo rivedere, ma non volevo che pensasse che mi aspettavo qualcosa da lui. Mi sarei potuta godere il concerto senza che lui lo sapesse. Ok avevo deciso. Prenotai un albergo che conoscevo vicino alla tour effeil e preparai il mio borsone da combattimento.
La mattina quando mi a sorella mi vide in aeroporto mi corse incontro.
  • Hai preso la decisione giusta. Vedrai che Jared ..- la interruppi di colpo dovevo essere chiara.
  • Lui non deve sapere che sono a Parigi. Vedrò il concerto con il biglietto che mi hai dato e starò in albergo. Questi sono i patti o non salgo su quell’aereo.
  • Ok prometto che Jared non lo saprà, ma perché? – sbuffava
  • Perché la sera che ci siamo lasciati ha detto che aveva passato una settimana grandiosa e ma.. abbiamo deciso che era meglio così. E io non voglio che lui creda di dovermi qualcosa. Ha provato a chiamarmi per tre giorni ma non gli ho mai risposto. Mi ha inviato dei messaggi ma gli ho risposto poco. Io provo qualcosa di forte per lui, penso che tu lo abbia capito. Ma se lui non mi vuole con la stessa intensità io non posso accontentarmi. Non più. Io non sarò mai quello che lui vuole, non sono bella non ho il fisico delle donne con cui si frequenta di solito. Non sono la donna per lui. Ma siccome sono masochista  mi accontento di vederlo da lontano.
  • Mi dispiace non me lo hai mai detto. In questo mese ti ho chiesto più volte cosa avevi avessi saputo non ti avrei parlato tanto di Shannon. – e mi abbracciò .
 

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Capitolo 12
*** Paris idee e spiegazioni (Pov Michela) ***


POV  Michela.
Dovevo far qualcosa. Non la potevo vedere in quello stato. Mia madre e mio padre non se ne accorgevamo. Ma Sara stava male. E prima che si facesse male da sola dovevo intervenire.Certo che le cose che mi aveva detto prima di partire erano state chiarificatrici. Per tutte le due ore del volo pensai a cosa potevo fare per loro. Ne volevo parlare con Shannon. Volevo anche la versione dei fatti di Jared ed ero sicura che i due fratelli ne avessero parlato, o se non fosse stato così avrei mandato Shannon ad investigare, lui si che ci sapeva fare.
Lasciai Sara all’albergo che aveva prenotato e le chiesi un’ultima volta se fosse sicura di quello che stava facendo e lei me lo confermò. Mi misi le mani tra i capelli e cominciai a pensare. Parigi era la città giusta per far sbocciare l’amore se amore era. Il taxi si fermò davanti un bel palazzo che dava sulla senna e il taxista scaricò la mia valigia davanti al portone. Dissi al portiere che dovevo andare dal signor Cubbins ( il cognome che utilizzava Jared per non far sapere dove abitava, comunque glielo dovevo dire che non funzionava come copertura perché se fossi stata un Echelon che voleva trovarlo il secondo nome che avrei utilizzato per cercarlo sarebbe stato quello) e con quel pensiero mi accomodai nell’ascensore privato che andava all’attico. Shannon mi aspettava proprio di fronte all’uscita dell’ascensore. Quando lo vidi  non mi scordai di tutto e gli saltai in braccio. Quanto mi era mancato il mio scimmione.
  • Ben arrivata piccolina.- e mi baciò profondamente.
  • Ciao Uomo…- lasciai la frase in sospeso.. eravamo troppo presi da noi. Il nostro era un rapporto molto fisico. Ma nei giorni di lontananza avevo imparato a conoscerlo avevamo parlato un sacco al telefono e adesso che eravamo insieme volevo che lui mi toccasse. O si il suo tocco le sue mani il profumo della sua pelle mi era mancato. Arrivammo pelo pelo al suo letto. E la passione ci travolse. Qualche ora dopo, dopo che ci eravamo concessi il bis e il tris di quel piacere mi ritrovavo abbracciata a lui sul letto che mi accarezzava i capelli.
  • Che hai fatto in questi giorni? – mi chiese distratto.
  • Come se non lo sapessi… stiamo sempre al telefono..- e ridacchiai.
  • È vero ma mi piace il suono della tua voce.- e mi face un sorriso. – comunque che facciamo questi due giorni? A parte domani pomeriggio che devo fare il soundcheck e il concerto di domani sera poi domenica l’abbiamo tutta per noi, e anche oggi. Ho chiesto a Jared una pausa dalle prove…- e sghignazzò.
  • Cavalo me lo stavo quasi dimenticando… Jared… dobbiamo parlare..- e dicendo così mi girai per guardarlo. La sua faccia si fece perplessa.
  • Che succede piccola?- lui stava diventando ansioso.
  • Come sta Jared? – La prima domanda era semplice.
  • Perché me lo chiedi? Non è che ti interessa più lui che io adesso…- e fece una smorfia.
  • No scemo..- e gli diedi un pugno sul braccio -  questo non puoi pensarlo… non dopo oggi pomeriggio..- e gli diedi un bacio.
  • Se vuoi facciamo una replica quando vuoi anche ora…- e si avvicinò ancore di più.
  • Non ora…- e stesi un braccio tra me e lui per tenerlo a distanza di sicurezza.- ora è seria la cosa. Rispondimi.- gli feci seria.
  • Non ti capisco… Comunque sta bene almeno credo era un po’ depresso ma sta bene…
  • Depresso e perché?- forse c’era una speranza.
  •  Dopo che siamo partiti da Milano per circa tre giorni guardava sempre il cellulare poi lo ha scaraventato per terra e si è rimesso a lavoro. Il lavoro lo fa stare bene.- e mi face un sorriso.
  • Io penso di aver capito..- se era davvero quello che avevo pensato c’era speranza- senti un ultima domanda. Ti ha mai parlato perché si è lasciato con  mia sorella?
  • Non si è lasciato con tua sorella… lei ha lasciato lui!!- sbottò.
  • Che cosa? Sara mi ha detto che lui aveva intenzione di lasciarla…- non ci potevo credere mia sorella e Jared si erano fraintesi.
  • Ma che dici? Lui le voleva dire che sarebbe stato difficile me che avrebbero trovato un modo…
  • E lei pensava che lui la volesse lasciare…quindi ha tagliato corto. È sempre stata così impulsiva.- e mi misi le mani nei capelli.
  • Lei come sta?- chiese Shannon vedendo che ero preoccupata.
  • Posso essere sincera?
  • Devi
  • Una merda.. Non mangia non dorme l’altro giorno è perfino svenuta per le scale. Ha poca autostima di se.. Non la voglio difendere ma quando ha detto a Jared che non dovevano più frequentarsi ha cercato di proteggersi.. lei ha già sofferto troppo.- e poi gli raccontai tutta la storia di Andrea.
  • Jared non è come Andrea… lui non la tradirebbe mai.- sentenziò Shay.
  •  Lo so. Non lo conosco molto bene ma non sembra il tipo… penso che anche lei non lo riterrebbe capace. Ma non vuole di nuovo soffrire.. poi c’è il fatto che Jared è famoso.. lei ha poca autostima di se…Che facciamo?-
  • Non ne ho idea devono rivedersi, Jared deve andare da lei a Milano. – shannon voleva fare il cupido quanto lo volevo fare io.
  • Non serve.. Lei è a Parigi.
  • E dov’è scusa?- lui si fece serio- perché non me lo hai detto prima? Glielo devi dire a Jared..
  • È in albergo.. io tecnicamente non posso dirlo a Jared perché ho promesso che non lo avrei detto a LUI.. Ma tu..- e lasciai la frase a metà sperando che capisse.
  • Dobbiamo organizzare tutto. Non posso vedere mio fratello soffrire.. così come non piace sapere che Sara soffre. Ho un’idea..Ma tu devi aiutarmi.
  • Lo sapevo che potevo contare su di te!!- e gli saltai al collo. –Ora sei pronto per il bis di quello che abbiamo fatto oggi pomeriggio? – dissi maliziosa.
  • Per te io sono sempre pronto!.

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Capitolo 13
*** Idee e concerto ***


Pov Jared.
 
Un altro concerto.. un altro giorno senza di lei… Mi aveva sconvolto l’anima. Sara chi sa cosa stava facendo? Mi sarebbe piaciuto chiamarla per sentire il suono della sua voce, ma lei non mi aveva più risposto e io avevo abbandonato. Ero un vigliacco ma quella sera non l’avevo fermata quando lei se n’era andata e ora me ne pentivo. Mi stavo preparando per il concerto era anche quella sera sold out. E la cosa mi piaceva. Il lavoro, la musica era il mio sfogo e sarei uscito dal palco dopo un concerto magnifico stremato e anestetizzato dal dolore. Bussarono alla porta del mio camerino e vidi entrare mio fratello seguito da una persona.  Era Michela la sorella gemella di Sara, forse avrei potutto chiedere a lei notizie della sorella. La abbracciai e le diedi il benvenuto. Poi lei uscì per andare a prendere posto stavamo per iniziare il concerto. Mi girai verso mio fratello che era particolarmente felice quella sera.
  • Hai notizie di Sara?- gli chiesi con non curanza. Dovevo sembrare distaccato.
  • No, ma se vuoi mi informo. Ti piace proprio tanto quella ragazza è?- disse lui con un sorriso.
  • Si, mi dispiace per come è finita.- non sapevo che dire. Poi Shannon si mise una mano in testa e mi guardò come fulminato.
  • Senti che grande idea ho avuto Bro!!! Stasera dedicale una canzone..domani mettimo il video su you tube con la speranza che lo veda. Se non si commuove davanti a questo non so che altro fare!!- mi fratello non era un genio, ma questa volta aveva ragione. Le avrei dedicato una canzone. Ma quale? Dovevo pensarci bene!! Poi mi ricordai una mattina che cantava Alibi in cucina e allora decisi. Non era in scaletta, ma l’avrei aggiuta io nella parte acustica. O Forse a fine concerto? Fine concerto era meglio sicuramente il video avrebbe spopolato nel web.
 
Pov Sara.
Che freddo che faceva. Per essere Aprile a Parigi si congelava. Fortunatamente il concerto aer al chiuso non volevo morire di freddo. Gli You At me Six avevano fatto da band di apertura ed erano stati bravissimi. Ora aspettava loro, lui. L’ansia che avevo avuto al concerto di Milano era nulla paragonata a quella che sentivo allora. Po i si abbassarono le luci e una Triad fu proiettata su un telo nero. Le ragazze vicino a me cominciarono ad urlare. Io ero nel parterre ma mi ero messa dalla parte di Tomo. Non pensavo che comunque Jared mi potesse notare. Ma era meglio evitare. Lui durante lo show si ferma sempre e far salire qualcuno sul palco quindi meglio non rischiare. Quando le luci si abbassarono e il telo cadde mi trovai col cuore a mille. Lui era lì bellissimo, ma con quegli occhiali del cavolo. Poi li tolse e mi persi nei suo occhi. Mi godetti il concerto e cominciai ad essere la solita me che urlava e cantava squarciagola. Quando finì Up In The Air mi misi quasi a piangere perché sapevo che non lo avrei rivisto per parecchio tempo. Poi fece una cosa che di solito non faceva mai. La gente infatti stava cominciando ad andarsene.
  • Scusate Scusate. – era sul palco con la sua chitarra, quella delle versioni acustiche – ragazzi mi dovete aiutare, devo fare un regalo speciale. Tirate fuori i cellulare e le fotocamere e fate il video di questa canzone e mettetelo su You tube se potete e fatelo girare il più possibile.- La folla sembrava presa di sprovvista. Lui non chiedeva mai cose del genere. Che stava succedendo.
  • Ora fate un po’ di silenzio devo fare una dedica.- la folla si congelò, non riusciva mai ad avere un silenzio del genere.
  • Allora questa canzone la dedico ad una ragazza a cui devo molto.. a te a cui piacciono i fiori, a cui cadono i telefoni dal balcone e a te che trovi animali sotto la doccia, che cucini la pasta più buona del mondo a te che hai un pezzo di me…- o dio stavo per svenire. E poi attaccò con Alibi, la mia canzone preferita. Anche perché mi rispecchiava perfettamente. Le lacrime cominciarono ad uscire copiosamente.. Faticavo a reggermi in piedi. L’emozione mi aveva colto alla sprovvista. Una ragazza dietro di me se ne accorse e mi mise una mano intorno alla vita sorreggendomi.
  • Tutto bene? – era italiana anche lei.
  • Si credo di si. Mi sono solo emozionate. Grazie.- e le feci un sorriso tra le lacrime.
  • Sai Jared quando ci si mette secondo me è proprio romantico…- e lei mi fece l’occhiolino.
Mi godetti la canzone. E poi Jared se ne andò dal palco senza dire una parola.
  • Grazie…- dissi alla ragazza che non conoscevo.
  • Veronica io sono Veronica…- mi fece un sorriso.
  • Grazie io sono Sara. Ora credo che tu possa lasciarmi penso di farcela.- e mollò la presa ma io ebbi un mancamento e mi riprese.
  • Hey non credo proprio che tu stia bene. Ora ti accompagno dai paramedici e loro ti danno qualcosa che dici?- non mi sentivo affatto bene aveva ragione lei.  
Ero sconvolta. Perché Jared aveva fatto quella cosa se a me non ci teneva? O meglio se non gli piacevo? Dopo tanti giorni… Il para medico mi disse che avevo avuto un calo di pressione e mi diede dell’acqua con lo zucchero, voleva portarmi in ospedale per farmi degli accertamenti, ma io volevo solo tornarmene nella mi stanza di albergo e dormire non pensare. Jared Jared Jared.. a te che hai un pezzo di me… ma come.. era lui che mi voleva lasciare. Decisi di prendere un taxi fino all’hotel. Di dormirci su, o almeno se non avessi dormito , di far passare la nottata e poi decidere. Lo avrei dovuto chiamare chiedergli spiegazioni o lasciare tutto come stava?

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Capitolo 14
*** Post concerto ***


POV Michela.
Il mio Shay era un mito.Non poteva avere idea migliore. Certo io lo avevo aiutato a mascherarla per non far capire a Jared che Sara era li in quel momento. Ma era un fottuto genio. E jared era stato perfetto romantico, teatrale e dolce allo stesso tempo se sara non si scioglieva davanti a quello non sapevo più che fare. Era quasi l’ una e aspettavo shannon nel camerino. Presi il cellulare sperando di trovare qualche chiamata di mia sorella che mi diceva che aveva visto Jared e voleva parlargli, ma nulla.Dio neanche un messaggio. Provai a chiamarla e aveva il cellulare spento. Almeno un messaggio per dirmi che stava bene. Ok non era una bambina era una donna forte, ma era pur sempre in una città che non conosceva e noi eravamo proprio in periferia e lei doveva arrivare al centro da sola. Mi aveva detto che mi avrebbe mandato un messaggio per dirmi che era arrivat in Hotel. Me lo aveva promesso e lei manteneva sempre le promesse. Poi in quel periodo non stava bene. E se le era successo qualcosa? Dopo l’ultimo concerto a cui aveva partecipato era stata aggredita. Ok noon era lei ad essere stata aggredita direttamente ma Jared ma lei ne era rimasta coivolta. E poi ci era già passata quando Andrea l’aveva mollata.. quel tizio aveva provato a violentarla. Dio mio. Io mi facevo i film mentali era vero, ma a lei era successo di tutto poverina e quello non era il periodo migliore della sua vita. Iniziai a camminare su e giù per la stanza pregando di avere un’idea. Poi entrò Shannon.
  • Sono un genio.!!- e mi fece un sorriso. Io annuì con il volto tirato per la preoccupazione.
  • Che succede?- mi prese tra le braccia capendo che c’era qualcosa che non andava.- Michela diamine che hai?-
  • Io sono preoccupata Sara non mi risponde al cellulare è spento..- gli dissi nervosamente.
  • Dai stai tranquilla magari le se è scaricato il cellulare, prova a chiamare l’albergo- e mi prese una mano per incoraggiarmi. Chiamai l’albergo e mi dissero che non l’aevavno vista rientrare. Stavo iniziando a tremare erano passate due ore e mezzo e per arrivare all’albergo ci volevano 45 minuti dove era finita?
  • Non è rientrata Shannon…- dissi quasi piangendo.
  • Senti facciamo una cosa ora mi cambio prendiamo la macchina e andiamo al albergo cominciamo a cercarla. Tu non ti preoccupare. Chiediamo anche a qualcuno dello staff se l’ha vista. Senti…- e poi si trattene.
  • A cosa Pensi Shay?..- lo incoraggiai io.
  • Dobbiamo avvertire Jared.. se io fossi in lui vorrei saperlo..se le fosse successo qualcosa e scopre che non le abbiamo detto che lei era qui ci uccide.- io annuii aveva ragione.
  • Tu cambiati.. vado io a dirglielo. Devo spiegargli la situazione. Cosi mentre vado chiedo a qualcuno se l’ha vista.
 
Provai a bussare al camerino di Jared ma lui non c’era. Dove si era cacciato mannaggia. Ispezionai tutte le aree comuni senza trovarlo. Chiesi anche A Tomo se lo aveva visto e mi disse che credeva fosse tornato verso il palco. Allora mi diressi in quella direzione tagliando per il parterre dove i paramedici stavano smontando le loro postazioni.
  • Hey signorina si sente mente meglio ora?- la voce di un paramedico mi giunse da una postazione sulla destra del parterre. Non capivo e mi avvicinai.
  • Come ha detto scusi?- Mi rivolsi al signore cercando di capire.
  • Si ricorda prima l’ho visitata io.. forse sta ancora male è un po’ confusa-  e mi fece segno di sedermi.
  • Guardi che io sto benissimo non ho avuto bisogno.. – e poi un lampo di lucidità e capii. Sara doveva essersi sentita male. Lui mi guardava con aria confusa.
  • Mi perdoni, non sono io la ragazza che ha assistito prima ma era mia sorella gemella, senta a tal proposito la stavo cercando. Sa dov’è? Che cosa ha avuto prima?- ero nel panico.
  • Mi scusi.vi avevo confuse.. si la ragazza ha  avuto un mancamento proprio alla fine del concerto quando quel tipo che somiglia a Jesù ha fatto quella dedica.. Aveva la pressione molto bassa e sembrava provata fisicamente, Deve riguardarsi sua sorella io la volevo portare in ospedale ma non ha voluto, poi è uscita e ha detto che sarebbe andata a riposarsi.. erano circa le undici e venti quando è uscita.
  • Grazie- e corsi via dovevo trovare Jared subito. Si era sentita male di nuovo, cristo e non mi aveva chiamato. Ero preoccupata e arrabbiata. Jared era sul palco disteso con gli occhi chiusi.
  • Jared- gridaì io appena lo vidi. Lui si alzò di scatto e mi sorrise mettendosi a sedere.
  • Hey Miki ti è piaciuto lo show? E la dedica finale era…- ma lo interruppi.
  • Si era per Sara lo so..- dissi io tutta concitata – Sei stato perfetto, ma c’è una cosa che devo dirti..- dovevo rompere la promessa Sara avrebbe capito – Sara e tu vi siete fraintesi la sera che vi siete lasciati.
  • Che lei mi ha lasciato- mi corresse lui.
  • Ok come vuoi, ma ascoltami non interrompermi.- lui annui e mi guardava stupito – Lei pensava che tu la volessi lasciare.. che non la volessi.Non voglio difenderla ma lei ha poca fiducia in se stessa e questo a causa di una serie di motivi che non sto qui a spiegarti. Comunque lei si è chiusa a riccio da quando te ne sei andato, sta male la devi vedere per capire. Io non volevo dirti nulla ma dopo quello che hai detto stasera lo devi sapere. Lei ti ama, almeno credo e penso che tu tenga molto a lei.. o almeno è quello che dice Shannon.
  • Certo che tengo a lei!! Io non volevo lasciarla, volevo dirle che sarebbe stato complicato.. Ma lei non mi risponde neanche ai messaggi. E ho pensato che non mi volesse più sentire Cristo che casino. – poi si ammutoli. E si alzò di scatto. – Prendo il primo volo per milano
  • Jared non c’è n’è bisogno..
  • Si michela è importante che lei sappia…
  • Questo si! Ma prima devi finire di ascoltarmi Jared. Lei non sta bene..
  • -QUESTO LO HAI Già DETTO. Che succede? Dimmelo!
  • Lei credo sia depressa.. Non dorme mai.. io la sento perché sai la mia camera è sotto la sua.. e credo che non mangi abbastanza.. L’altro giorno è svenuta per le scale e ..
  • Adesso basta io vado in Aeroporto. – e scatto via.
  • Lei è qui Jared- gli urali e lui si voltò di scatto e tornò indietro.
  • Che stai dicendo?
  • Lei era qui al concerto. Non ha voluto che ti dissi niente. Me lo ha fatto promettere quindi io e Shannon abbiamo pensato di aiutarvi a riconciliarvi. Lei era nel parterre e doveva essere già tornata in albergo a quest’ora. Ma ha il cellulare staccato e l’hotel dice che non l’ha vista. E la cosa più grave è che un paramedico prima mi ha scambiato per lei e mi ha detto che Sara si ha avuto un brutto calo di pressione alla fine del concerto.
  • Dobbiamo andare a cercarla. Sara dio mio..- era sconvolto.
 

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Capitolo 15
*** Chiarimenti.. se mi avessi fatto finire ***


POV Jared.
Se le succedeva o era successo qualcosa sarebbe stata solo colpa mia. Dovevo fermarla quella sera. Che scemo. Non avevo potuto credere a quello che mi aveva detto michela, e la cosa che più mi dava fastidio è che lei soffrisse tanto a causa mia. Eravamo stati scemi entrambi a dire la verità. Ero alla guida della mia macchina , Shannon e Michela avevano preso quella di lui e si stavano recando il alcuni caffè dove Michela e Sara erano state le volte prima che erano state a Parigi. Io mi stavo dirigendo verso l’albergo avreì cominciato le ricerche da lì. L’albergo era in una via vicino alla Torre Effeil. Paecheggiai e chiesi subito alla hall se l’avevano vista rientrare e loro mi dissero di no. Erano le Tre e faceva freddo. Dov’era? Poi alzando gli occhi al cielo vide la torre Effeil illuminata e non sapendo neanche per quale motivo mi diressi verso  quella. Avevo un presentimento. E il mio istinto mi diede regione. La vidi rannicchiata su una panchina con le braccia attorno alle gambe piegate. E la testa china. Mandai un messaggio a Shannon per dirgli che l’avevo trovata e di rassicurare Michela, di andare a casa e che sarei stato con lei io quella notte. Volente o nolente mi doveva ascoltare. Mi sedetti vicino a lei sulla panchina e le accarezzai un braccio.
Lei si  voltò di scatto e i suoi occhi incontrarono i miei. Aveva pianto e aveva delle occhiaie tremende che neanche il miglior trucco del mondo avrebbe coperto.
 
Pov Sara
 
Che ci faceva lui lì?Ero contenta di vederlo di respirare il suo profumo di perdermi nei suoi occhi. Ma come aveva potuto trovarmi! Accidenti Michela era una pettegola, sapevo che non avrebbe mantenuto la promessa e io mi ero fidata.
  • Ciao Sara- e mi fece un mezzo sorriso.
  • Ciao Jared..- non sapevo da dove cominciare.
  • Forse è meglio che andiamo in albergo qui fa troppo freddo, e sta per iniziare a piovere.- Mi mise un braccio intorno alle spalle e ci dirigemmo verso l’albergo.
Entrai mi tolsi il cappotto e lui mi squadrò dalla testa hai piedi. Non sapevo che dire l’aria era elettrica tra noi eppure così pesante.
  • Ora capisco…- disse lui improvvisamente.
  • Capisci cosa?
  • Nulla lascia perdere… Senti noi dobbiamo parlare, ma tu hai bisogno di fare una doccia calda e quindi facciamo così tu vatti a fare la doccia e io esco un attimo a prendere qualcosa da mangiare. Ci rivediamo tra una mezz’ora e PARLIAMO. – sottolineò l’ultima parola. Si avevamo bisogno di parlare e di chiarire.
  • Ok.- detto questo mi chiusi in bagno e mi abbandonai al getto bollente della doccia e raccolsi tutte le cose che volevo dirgli.
Jared
Ora capivo cosa intendeva dire Michela quando diceva che dovevo vederla per capire. Aveva l’aria spenta non era la stessa ragazza di qualche settimana prima. Le occhiaie erano profonde e aveva gli occhi arrossati come s avesse pianto parecchio, era dimagrita tanto anche quando ero con me non mangiava molto, ma sembrava senza forze. Uscii dall’albergo e mi rivolsi ad un pub proprio di fronte prendendo un paio di sandwich freddi, dato che la cucina era chiusa e due muffin al cioccolato. Mi feci preparare del thè caldo dalla caffetteria. Le avrei aperto il mio cuore quella sera e la cosa i rendeva ansioso dato che l’ultima volta che lo avevo fatto mi ero ritrovato con un secco NO.
 
POV Sara
 
Mi asciugai i capelli e presi dalla valigia il pigiama che mi ero portata. Quando lo tirai fuori mi venne da ridere: era il pigiama che Jared mi aveva dato la prima sera che avevo dormito da lui.
Quando gli aprii la porta lui fece un sorrisetto squadrando il pigiamo.
  • Me lo ricordavo meno ampio questo pigiama..- aggiunse sarcastico lui.
  • O si sarà allargato a forza di portarlo..
  • Oppure la persona che lo indossa ha perso peso… Te l’ho già detto devi mangiare.- detto questo posò la busta che aveva in mano sul tavolino e mi fece  segno di sedermi sul divanetto. Tirò fuori dei muffin e dei sandwich e mi porse il thè caldo. Poi si sedette vicino a me. Dato che non stavo toccando cibo mentre lui stava divorando il suo sandwich si girò di scatto verso di me poggiò quello che stava mangiando e mi prese le mani.
  • Senti parliamo se non ti va di mangiare ok?- ridisse lui.
  • Ok
  • Michela mi ha detto che avete parlato e ciò che le hai detto di quello che è successo l’ultima volta che ci siamo visti.. Ma qualcosa non mi torna…
  • Cosa di preciso?- oddio non stavo capendo dove volesse andare a parare la situazione tra me e lui mi pareva chiarissima quella sera.
  • Lei mi ha detto che tu credevi che io avessi intenzione di lasciarti.. ed è per questo che mi hai lasciato.
  • Si e cosa non ti torna?- ero seccata non mi andava di ripensare a quella sera.
  • Io non avevo intenzione di lasciarti assolutamente…- la voce gli tremava e sapevo dai suoi occhi che non mi mentiva. O mi Dio che avevo fatto?  
  • Io…Io..- non riuscivo a parlare e non riuscivo a pensare. Le lacrime iniziarono ad uscirmi copiose.- Jared mi dispiace Io Io pensavo che tu..
  • Non capisco perché tu abbia pensato una cosa del genere… Sono stato male questi giorni senza te e tu non mi rispondevi al telefono e io volevo vederti e mi sono buttato sul lavoro.-
  • Mi dispiace.. Io pensavo di non essere ciò di cui tu hai bisogno.. ti ho visto sempre vicino a donne perfette.. a modelle..
  • Queste cazzate non le voglio sentire- disse lui un po’ arrabbiato.- Tu sei perfetta e quello di cui o bisogno lo so io.. e ho bisogno di te. – e mi bacio appassionatamente.
Il tempo sembrava essersi fermato e non so quanto duro quel bacio .
  • Ma perché non rispondevi alle mie chiamate?- disse lui quando si staccò dalle mi labbra.
  • Io pensavo che mettere distanza tra noi me avrebbe fatto soffrire di meno.. che separarmi da te nettamente avrebbe fatto più male al momento e poi però sarebbe passato e invece…
  • E invece..?
  • Era peggio, mi mancavi e mi manchi da morire… potrai mai perdonarmi? – speravo che avremmo trovato una soluzione cavolo lui aveva detto di avere bisogno di me. Poi mi fece un sorriso
  • La prossima volta che avrai qualche dubbio parlane prima con me…Non voglio che tu stia male a causa mia o perché tu pensi delle cose assurde. Comunque la frase che volevo dirti quella sera era che ero stato benissimo quella settimana e che volevo, anzi voglio, che la nostra diventi una storia a tutti gli effetti. Anche se sarà difficile per via del tour che comunque finirà a giugno. E per via anche della distanza. Io non posso trasferirmi e lo sai benissimo. qUello che volevo proporti era ed è di venire a stare quest’estate da me e di vedere come va.. e magari pensare di venire a stare da me poi.
Non ci potevo credere era tutto ciò che potevo sperare e desiderare.. ma stavo sognando? Lo guardai come imbambolata, come sa da un momento all’altro potesse svanire davanti hai miei occhi.
  • Sara ti senti bene?.. che c’è? Dimmelo se non mi vuoi? Dimmi qualsiasi cosa….
  • Come posso non volerti se la tua assenza è stata una tortura… ma ti prego dammi un pizzico sul braccio o crederò di stare sognando.- e invece del pizzico mi diede un altro bacio.
  • Lo prendo per un si,- fece lui con il suo sorriso magnifico. Poi ad un certo punto mi girò forte la testa e dovetti  mettermi le mani sulla testa avevo l’impressione di cadere,
  • Piccola ti senti bene? – lui i prese tra le braccia e li fece stendere sul divano.
  • Probabilmente un calo di pressione.. dammi un minuto. Almeno la stanza non girava più
  • Sono un ‘idiota dovevo farti mangiare.. Devi mangiare , sei dimagrita troppo e poi vedi che succede? Prima anche al concerto ti sei sentita male… ce l’ho ha detto il paramedico che ti ha visitata. Non va bene.
  • Lo so Jay.- mi rimisi seduta e lui mi passò il sandwich e il thè caldo che aveva preso. Mi guardò mangiare con  il viso stanco e preoccupato. Mi sentii in colpa perché lui si stava preoccupando per me e io dovevo far di tutto per tornare ad essere più o meno me stessa. Quando finì lui mi prese la tazza e l’appoggiò sul tavolino e mi abbracciò strettissima. Poi  senza dire una parola, non ce ne era bisogno, ci dirigemmo verso il mio letto. Eravamo stanchi ma felici entrambi e ci addormentammo abbracciati.
Il mattino seguente mi svegliai con il sorriso sulle labbra. Jared mi stringeva a se. Non mi sentivo così bene da parecchi giorni ormai. Avrei dovuto tenere duro un paio di mesi e poi saremmo stati insieme per l’estate. Ne avrei approfittato per cercare un lavoro, magari come insegnate di italiano in qualche scuola. Poi sentì la sua mano che mi accarezzava il fianco, doveva essere sveglio anche lui allora e mi girai.
  • Buongiorno – gli dissi dandogli un bacio sulla spalla.
  • Buongiorno piccola – e mi accarezzò il viso. Poi cominciò a baciarmi il collo e scese fino al seno. Mi tolse la maglietta e io lo feci  con la sua. Facemmo l’amore, in modo molto passionale. Come a voler recuperare le tante volte che non l’avevamo fatto in quel mese di lontananza. Dio come era fantastico stare con lui. Quando finalmente ci sdraiammo stanchi e ansimanti. Ci guardammo negli occhi e ci venne da ridere ad entrambi.
  • Le giornate dovrebbero iniziare sempre così -  disse lui ridendo.
  • Mi trovi concorde- e gli feci l’occhiolino. Poi mi feci seria – quando devi ripartire?
  • Dovremmo ripartire stasera o meglio stanotte e voi?
  • Domani pomeriggio- avevamo solo un altro giorno da passare insieme.
  • Senti, non ci deprimiamo adesso, ora io chiamo i ragazzi e vedo se possiamo spostare la partenza a domani tanto il concerto è martedì in Germania. Poi tu il week end lavori? Non credo di avertelo mai chiesto.
  • No non lavoro.- che cosa aveva in mente quel pazzoide del mio… Ragazzo? Faceva strano definirlo mio…..
  • Senti ho ancora 6 settimane di concerti sparsi per l’Europa e ho pensato che ogni tanto potresti venire a trovarmi o io venire a trovare te. Che ne dici?
  • Per me va benissimo. – I due mesi sarebbero volati e avevamo l’idea di passare l’estate insieme.
  • Ora chiamo i ragazzi e gli chiedo della partenza ok?- e detto questo scese dal letto e si riinfilò i boxer, dopo aver fatto un paio di passi tornò indietro e mi diede un baciò sulla bocca dolcissimo. Io mi alzai e andai verso il bagno. La mattina era cominciata nel migliore dei modi e poi avevo ancora tutto il giorno da passare con Jared e forse anche il giorno dopo se la fortuna e i ragazzi mi assistevano. Mi buttai sotto la doccia, ne avevo proprio bisogno e poi che fame che avevo. Il mio stomaco doveva essersi riaperto.
  • Hey, piccola, per la partenza è tutto sistemato. In aeroporto andiamo insieme domani pomeriggio Emma ha trovato un orario vicino al vostro. Poi ho dovuto dire a Shannon s poteva passare a portarmi il cambio, i vestiti di ieri sera sono immettibili, ti dispiace?- si era affacciato alla porta del bagno e mi guardava.
  • No tranquillo… Senti ma perché non ti vieni a fare la doccia insieme a me almeno dopo quando arriva Shannon usciamo e stiamo fuori tutta la giornata, insieme?- avevo fatto la voce maliziosa sperando che capisse.
  • Solo perché risparmiamo sui tempi?- disse prendendomi in giro, e venendo verso la doccia.
  • Non solo per quello adesso che mi ci fai pensare..- stavo al gioco che avevo cominciato io.
  • Fammi posto.
 
 
  NOTA DELL'AUTRICE: SCUSATE DI SOLITO CI METTO UNA VITA A PUBBLICARE E POI VI RITROVATE ORMAI NON SO' PIù QUANTI CAPITOLI INSIEME.... PENSERETE CHE SONO IMPAZZITA è CHE HO AVUTO UN VOMITO, PERDONATEMI LA PAROLA, DI IDDE E QUINDI HO SCRITTO TUTT QUELLO CHE MI VENIVA IN MENTE. AGGIORNO ORA TRA QUALCHE GIORNO...RECENSITE PER FARMI CAPIRE...

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