And the water runs red

di TheElektra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Salve a tutti quelli che avevano già letto questa ff e a chi si trova qui per la prima volta.
Premetto che questa Opera è rimasta incompiuta per molto tempo per via della mia vena yaoi Draco/Harry spentasi da qualche tempo. Misteriosamente si è riaccesa qualche giorno fa e mi sono rimessa a scrivere. Lo so che è passato del tempo ma spero che chi seguiva questa storia, ritorni di nuovo a leggerla.
Ricordo ai vecchi e nuovi lettori che questa fanfiction non si basa sul filo logico della storia di Harry Potter ma ha un suo universo in cui Silente non è morto al Quinto anno e i fatti qui narrati vengono svolti tra il Settimo anno e quello che succede dopo. Ricordo inoltre che questa storia è il seguito della precedente "Dimmi Harry, come vuoi morire?".
Di base "And the water runs red" può essere letta da sola poiché della storia precedente ne segue solo un filo conduttore, verranno fatti dei riferimenti alla prima storia ma non per forza va letta una per capire l'altra. Si potrebbe anche considerare questa seconda come la prima e a sua volta la prima ritenerla una sorta di ricordo o spin off per spiegare i fatti precedenti alla vicenda narrata qui.
Mi sto dilungando troppo, lo sapevo .
Ad ogni modo, questa storia è nata da un'immagine trovata un giorno nel web e la potete trovare a questo indirizzo qui sotto.
CLICCA QUI
NB. Dato che in questi ultimi anni la mia memoria è diventata come quella di un criceto con l'alzheimer, se la fanart sopra linkata vi appartiene o conoscete l'autore/trice non fatevi scrupoli a scrivermi per contattarlo/a di persona e ringraziarlo/a per avermi suscitato una storia attraverso una semplice immagine. Ah, anche per aggiungere gli adeguati diritti che spettano come citazione.
Detto questo, vi auguro buona lettura e se la storia vi piace, la trovate orrida o avete critiche lasciate pure un commentino e questo criceto sarà più che felice di rispondervi.
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Qualcuno si era messo in mezzo. Ma chi?
Non lo sapeva.
Cos’era quel posto? Mio Dio, che luce, ma non mi avevano detto che nell’aldilà ci fosse così tanta luce. E…oddio.. Quella è un infermiera? Ma che diavolo di paradiso è questo? Oh…Forse non sono in paradiso.
Si volse col viso altrove e vide nonostante la luce un luogo a lui sconosciuto. Una stanza completamente bianca.
Com’era possibile? Continuava a chiedersi. Ovunque ora si trovasse, non era certo il luogo del quale gli avevano parlato spesso, paradiso o altro luogo che fosse.
Cercò di assottigliare la vista assottigliando a loro volta gli occhi. La patina del sonno non voleva andarsene nonostante i suoi sforzi.
Dopo un attimo di intontimento generale, il soggetto si accorse di un particolare sfuggito alla sua mente ancora intontita: mancavano gli occhiali.
Sporse un mano fuori dalle lenzuola in cerca dell'oggetto desiderato.
Eccoli! Pensò tra sé afferrandoli con decisione e portandoli al viso.
Bene. Padrone Degli Occhiali, uno; Comprensione di ciò che lo circondava, zero.
Si guardò intorno cercando anche la minima forza di vota in grado di comunicare affinché gli spiegasse almeno dove si trovava, non voleva sapere perché, ma almeno dove.
Si alzò dal letto guardandosi intorno. Non era possibile che fosse sopravvissuto, ricordava benissimo l’Avada che Draco gli aveva lanciato.
Già, Draco…
Un morso allo stomaco gli diede un dolore sordo in tutto il corpo, come se...Come se qualcosa lo avesse davvero addentato.
Chissà Draco dov’era adesso? Si stava dannando? Si stava ammazzando? Stava gioendo della sua morte?
Fece qualche passo uscendo dalla stanza e si trovò in mezzo ad un lungo corridoio. Lo osservò girandosi a destra e a sinistra, lungo ed immenso. Totalmente bianco.
Come poteva non essere morto? Era certissimo di essere trapassato, sicurissimo!
Quindi quella che diavolo di anticamera era? Doveva passare un test forse? O forse per i maghi c’era un Paradiso e un Inferno differente? Facendo due conti, il Soggetto Con Gli Occhiali doveva trovarsi nel Purgatorio e quella era solo una zona di passaggio. Si, ora aveva le idee chiare. Lui, Harry Potter, si trovava nel Purgatorio in attesa di essere ammesso ai piani alti o bassi.
Si osservò. Ma dov’erano finiti i suoi vestiti? Cosa ci faceva con quella specie di camicia da notte di tela addosso? E poi quel azzurrino sbiadito non gli donava per niente.
Di colpo ci rifletté. Sicuramente serviva per il trapasso, come insegnavano i libri, le anime che salivano al Paradiso o scendevano all’Inferno, prima di essere giudicate indossavano un uniforme comune. Harry sorrise, gli sembrava di essere ritornato a scuola. Le uniformi, gli mancava un po’ la sua bellissima cravatta e il suo maglione col distintivo dei Grifondoro.
Fece qualche passo guardandosi intorno. Era tutto così bianco e verde in quel posto, sembrava quasi un ospedale. Alzò il viso verso l’insegna scritta in cima alla porta che, a parole di Harry, doveva essere un'uscita. 
Che strana insegna, si trovò a pensare leggendola.

"SECONDO PIANO - REPARTO MALATTIE MAGICHE

Che voleva dire? Non aveva senso! Se era morto che motivo c’era di un'insegna del genere?
“Signor Potter?” si sentì chiamare da poco lontano.
Harry si volse guardando chi fosse. Era un uomo, vestito completamente di bianco.
“Si..?” fece vedendolo avvicinarsi.
“Stia calmo…Non si agiti” continuò l’uomo sorpreso e giustamente allarmato mentre si avvicinava con le braccia lievemente tese Nella sua direzione.
Harry lo guardò. Era forse arrivato il suo turno? Bene, erano parecchio efficienti in questo Purgatorio, non ti facevano di certo attendere un'eternità!
“Io…Certo che no” rispose a sua volta, la voce un po' impastata per via del sonno e forse del mancato utilizzo.
“Allora non avrà...Obiezioni se la riporto nella sua stanza” terminò l’uomo che ora gli si era messo a fianco.
“No, nessuna. Ma lei...” Harry lo fissò mentre camminava e veniva condotto verso la stanza da cui era uscito.
“Lei è un angelo? Dove stanno le sue ali?”
L’uomo in bianco rise divertito “No, signor Potter, non sono un angelo…”rispose con un altro sorriso divertito. Con passo calcolato, il Finto Angelo riportò Harry nella sua stanza. 
Harry lo guardò arcuando le sopracciglia “E allora chi è lei? E poi mi scusi perché devo aspettare nel letto? Sono morto, non mi serve dormire" asserì guardandolo prima che l'Uomo in Bianco lo facesse sedere sul letto.
“Ma lei non è morto” gli proferì lui “Ed io sono un infermiere. Si trova al San Mungo, ricorda qualcosa prima del coma?"
Il moretto si alzò di scatto “Come non sono morto??? Al San Mungo??? Ma…C’è un San Mungo anche nel Purgatorio???” chiese ostinato mentre lo guardava.
“Lei non è morto, riesce a ricordare qualcosa prima di questo momento?” gli fece ancora l’uomo paziente.
“Io non sono morto??” chiese Harry più a se stesso che all’infermiere che gli stava a fianco.
“No signore. Lei non è morto. Ma ora si riposi" continuò facendolo risedere sul letto.
Harry gli si aggrappò con una mano al braccio “Mi spieghi" fece in tono basso stringendo la presa su di lui “Che giorno è oggi? Cosa succede? Quanto tempo è passato?” lo bombardò di domande mentre lo guardava fisso negli occhi.
“Lei i è rimasto in coma per quasi un anno” continuò l'uomo sistemandolo nel letto. Harry però non volle sentire ragioni.
“Un anno??” domandò scattando a sedersi “Ma io ricordo, ricordo la Maledizione che mi colpiva" continuò.
“Questo non saprei spiegarglielo"finì l’uomo mentre con un colpo di bacchetta faceva chiamare il medico.
“Dov’è Draco?” Domandò di punto in bianco chiedendosi come un cretino perché non lo aveva chiesto prima.
Già se lui non era morto, Draco dov’era?
“Mi scusi…Ma non si affatichi"
“No! Me lo dica! La prego!” lo supplicò senza lasciare la presa dal braccio dell’uomo.
“Non sono autorizzato. Sono desolato signor Potter" terminò mentre Harry lasciava la presa e rimaneva seduto a guardare davanti a sé. Tutto quello che credeva fosse vero stava radicalmente cambiando, come aveva fatto a sopravvivere al Avada, era impossibile, nessun incantesimo era in grado di proteggere da una tale maledizione.
E lui ormai non aveva più quel potere su Tom.
Doveva sapere dove stava Draco, doveva vederlo, doveva sapere se stava bene, cosa faceva, cosa gli era successo. E soprattutto…Perché gli aveva fatto quello.


Albus Silente fece in fretta ad arrivare al San Mungo. Con la solita calma e la pacata tranquillità venne condotto fino alla camera di Harry, nella quale il moretto era in piedi a guardare fuori dalla finestra aperta. Erano in autunno, suppose l'ex Grifone mentre vedeva le foglie staccarsi come se niente fosse dagli alberi.
In verità, Harry sapeva in cuor suo che l'intero mondo magico era cambiato. L'eroe salvatore della comunità magica, per tutti rimasto ucciso nello scontro con Voldemort. Nonostante sapesse del cambiamento, sentiva di avere al proprio interno ancora dei residui di quel giorno di liberazione. Tutti i pensieri riguardanti i fatti accaduti uno dopo l'altro come una successione di pedine del Domino. Un evento ne aveva scatenato un altro, il modo in cui si era avvicinato così tanto a Tom Riddle per poterlo avere tra le proprie mani e vendicarsi, la scaltrezza che aveva avuto nel compiere la propria missione aveva portato Draco alla pazzia all'inizio del settimo anno. Ripensandoci, tra le mille emozioni che lo attanagliavano, Harry poté sentirsi di nuovo una persona spregevole per come aveva ingannato Draco.
Guardandosi allo specchio del bagno, solo l' ombra di Harry Potter era rimasta di quel ragazzo sorridente e speranzoso. Nonostante la luce dei muri bianchi illuminasse il suo viso, Harry aveva sentito quasi il desiderio di nascondersi come un ladro. Fare del male alle persone amate al solo scopo di salvare il mondo. Un peccatuccio su cui si poteva passare sopra. Continuava a ripeterselo in testa fingendo di guardarsi allo specchio. L'immagine riflesse che ci vide non era quello di Harry, era quella del Potter salvatore del mondo o forse un suo sosia con un anno di barba e i capelli castani lunghi fino alle spalle.
“Le sue condizioni sono buone, ricorda ogni cosa come se fosse stato solo un lungo sonno”spiegò il medimago al vecchio Preside mentre sfogliava la cartella clinica svolazzante del ragazzo.
Silente annuì senza togliere gli occhi da Harry affacciato alla finestra aperta ad osservare il mondo sottostante.
“Lei, quindi crede che non abbia subito nessun tipo di lesioni anche temporanee?” domandò ad un certo punto il Preside al medico voltandosi finalmente a guardarlo.
“A livello fisico nessuna e per quanto riguarda i ricordi, non credo ci si debba preoccupare. Magari si sente un poco confuso” spiegò il dottore. Un gesto di bacchetta, la pergamena di avvolse su sé stessa e scomparve. “Ah...Un’altra cosa, l’infermiere che l’ha trovato sveglio ha detto che lui chiedeva di Draco Malfoy"
Il preside arcuò le lievi sopracciglia guardando il medico con espressione lievemente sorridente “La ringrazio. Posso entrare per fargli visita?” domandò gentilmente indicando la porta.
“Certo prego” annuì con un lieve sorriso “E per qualsiasi problema signore” gli fece non finendo la frase dato che Silente gli aveva già annuito con un ‘naturalmente’ prima di aprire la porta ed entrare.
Harry era appoggiato alla finestra in attesa della visita di lì a breve del Preside.
“Professore..”proferì guardandolo “Allora non sono morto se lei è davvero qui" disse “Oppure...Oppure è morto pure lei"continuò suscitando un sorriso dal volto magro dell’uomo.
“No Harry, non sei morto" riavvicinò ancora guardandolo meglio “Ragazzo..."sorrise.
Harry rispose al sorriso d’istinto per poi ritornare alla sua espressione normale.
“Mi spieghi...Io...Mi hanno detto che sono stato in coma per quasi un anno” iniziò con voce pacata.
“È vero Harry, è successo dopo la fuga di Draco" spiegò il preside guardandolo affettuosamente.
“Ricordo cosa è successo. Signore, Dov’è Draco ora? Dove lo avete portato?” chiese ancora.
“Calma, ragazzo…”rispose l’uomo anziano “Una domanda alla volta".
Harry si mise a sedere sul letto indicando al professore la poltrona che stava a fianco di esso.
Il Preside si sedette al lato del ragazzo guardandolo “Oh, quasi dimenticavo..”fece estraendo dalla tasca una scatola di colore blu non molto piccola ma nemmeno tanto grande. “Te la mandano i tuoi due amici, Ron ed Hermione..”glie la porse “Hanno detto di volerti far partecipare a tutto quello che ti sei perso in questo periodo ..”gli sorrise.
Harry prese la scatola aprendola. Dentro si trovava un album fotografico, simile a quello che Hagrid gli aveva regalato con le foto dei suoi genitori.
“Li ringrazi da parte mia” fece con un lieve sorriso poggiando l’album e la scatola sopra il comodino a fianco. Ritornò a guardare il Preside in attesa di spiegazioni, aveva un anno da recuperare e non solo, un anno nel quale pensava di essere morto.
“Immagino vorrai le risposte che cerchi ora..” gli proferì con tono pacato e tranquillo, mentre gli sorrideva da sotto gli occhiali a mezza luna.
“Sì Signore” mormorò lui guardandolo. Pensare che fino a poco prima credeva di essere nel purgatorio in attesa di essere giudicato.
“Harry, quella sera è vero, Draco ti voleva uccidere ma lo voleva semplicemente perché aveva perso la testa. Ora, non so chiaramente cosa sia successo tra te e lui prima che Draco ti lanciasse quella maledizione ma so che qualcuno si è messo tra voi deviando l’anatema di Draco” spiegò chiaro e coinciso Silente.
Ricordi che Harry già ricordava.
“Draco dove si trova adesso?” gli chiese come se non gli importasse niente di tutto il resto. Infatti era così, niente era più importante di Draco, niente.
“Si trova al quarto piano" riferì “Ma non credo che tu possa fare qualcosa per lui ormai" concluse con un sospiro.
"Voglio vederlo. Adesso” si impuntò Harry fermo ed immobile nella sua decisione.
“Harry, non ho mai fatto nulla per fermarti, ma credo che al momento tu debba stare ad ascoltarmi” gli proferì facendogli capire che Draco non sarebbe di certo scappato un’altra volta e che ora dovevano parlare di quello che lo aveva salvato quella sera.
Harry lo guardò con insistenza ma dovette comunque rinunciare ai suoi propositi, almeno per quel momento.
“Come dicevo, quella sera qualcuno deve avere deviato la maledizione di Draco e tu ne sei uscito solo sfiorato, per questo non sei morto, Harry”
Harry lo guardò interrogativo “Qualcuno? Ma non c’era nessuno con noi, me lo ricordo benissimo, eravamo solo io e Draco, ne sono certo..” spiegò Harry sicuro.
“Quindi tu non hai visto o sentito nessuno insieme con voi prima di perdere i sensi?” continuò Silente guardandolo tra il curioso e l’interrogativo.
“No signore” rispose passando una mano sul viso.
“Ora voglio vedere Draco. La prego. supplicò guardandolo e scendendo dal letto.
Silente sospirò alzandosi dalla poltrona “D’accordo Harry, ma ti avviso, Draco, non è più lui" mormorò con voce mesta.
“Come non è più lui? Cioè, che sia diventato pazzo lo sapevo, l’ho testato quella sera quando mi sono ritrovato legato con lui che stava per ammazzarmi " parlò senza riflettere guardando il professore.
“No Harry. Draco è peggiorato, prima almeno era socievole, parlava, riceveva visite di sua madre due volte a settimana…Invece, da quanto ha tentato di ucciderti, si è chiuso in sé, non vuole vedere nessuno, parla da solo, e disegna graffiti davvero strani, insoliti per un pazzo oserei dire” rifletté l’uomo mentre Harry si affrettava a cercare dei vestiti nelle varie ante di un piccolo armadio.
“Graffiti?” chiese Harry andando a vestirsi dietro la tendina che separava il letto dalla stanza.
“Si, Harry. Ma non per il contenuto delle scritte ma per il fatto che usa il proprio sangue per scrivere quelle parole” continuò aspettando una reazione da parte di Harry, la quale, non tardò ad arrivare.
“Come?” fece scioccato uscendo dalla tenda a guardare il Preside.
“Si Harry, purtroppo è così” mormorò infine Silente “Per questo ti dico non aspettarti molto da lui, probabilmente, non vorrà nemmeno vederti, non è più in sé”
Harry non rispose ma rimase a fissare il Preside “Mi porti da lui Professore. Voglio vederlo” si impose quasi fosse un ordine.



Due piani, una scala a cui piaceva cambiare il proprio percorso e una lungo corridoio, separavano la stanza di Harry da quella di Draco.
Due Auror imponenti si trovavano di fronte alla porta di Malfoy a fare la guardia. Silente li congedò con gesto ma i due armadi non si spostarono di un passo ignorando il suo ordine. Harry si affacciò al vetro della stanza, grande quanto quelli di molti film polizieschi che spesso di Dusley guardavano alla TV. Ciò che gli si presentò davanti lo scosse facendolo rabbrividire. Si appoggiò con le mani al vetro. Draco gli fece quasi impressione. Era seduto in ginocchio sul letto mentre ovunque compariva la scritta ‘Occhi Verdi’ e ‘Luce Verde’, sui muri, sul letto, sulle lenzuola. Ma la cosa più scioccante che Harry potette vedere furono gli immensi e numerosi tagli che Draco aveva sulle braccia.
“Signore, non riusciamo a medicarlo. Non si lascia toccare da nessuno” proferì un giovane medimago comparso dal nulla.
“Lasci provare me” fece Harry ripresosi, forse anche troppo velocemente da quella scena. Draco non era più se stesso.
“Lei???” lo indicò come se a parlare fosse stato un fantasma “No, è pericoloso, il ragazzo non si lascia avvicinare da nessuno” rispose il medimago al moretto.
“Oh, Signore, dovremmo dare una possibilità ad Harry ” proferì il Preside in aiuto del Moretto.
Harry sorrise a Silente come a ringraziarlo del sostegno.
Il medimago rimase ancora incerto ma passò lo stesso ad Harry l’occorrente che aveva in mano per medicare le ferite di Draco. “Stia attento e in ogni caso, ci sono gli Auror che entreranno con lei”
Harry annuì e guardò Silente che gli fece uno dei suoi soliti sorrisi rassicuranti.
All’interno, nella stanza, faceva abbastanza caldo. Draco sobbalzò vedendo la porta aprirsi e si nascose dietro al letto.
Harry si avvicinò cauto guardandolo “Ciao Draco” sorrise dolcemente appoggiando le garze e il disinfettante sul tavolo a due passi.
Draco guardò Harry semi nascosto dal letto.
“Sono Harry” sorrise di nuovo inginocchiandosi a terra. Draco lo fissò assottigliando gli occhi “Harry” proferì allungando una mano sulle lenzuola macchiate dalle scritte rosse del suo sangue.
Harry gli sorrise ancora dolcemente “Si, sono Harry”mormorò ancora.
Il Moretto si volse verso il vetro dove sapeva che oltre, il Preside osservava ogni cosa.
Draco infatti non stava scacciando Harry ma restava comunque nascosto nel proprio finto nascondiglio. Forse Harry poteva farcela.
Potter gentilmente porse la mano a Draco, il quale però non fu della sua stessa opinione, infatti la scacciò e si andò a nascondere quasi dietro alle sponde del letto. In realtà solamente il viso si stava nascondendo, il resto del corpo era ancora ben visibile.
Harry lo guardò davvero con un groppo in gola. Era davvero cambiato da quando lo conosceva a scuola, da quando tra loro, da una lite era sfociato dell'altro, da un bacio dato per puro dispetto a un amore che consuma. E ora? Ora Draco era più che un bambino. Un bambino impaurito della più piccola e minima cosa.
Harry lo guardò senza spostarsi. Gli sorrise teneramente un’altra volta.
“Ti ricordi di me Draco?” chiese con voce dolce come la sua espressione. Draco lo guardò nascondendo il viso dietro al braccio tagliato ed in alcune parti sanguinante.
“Che ne dici se curiamo quelle ferite?” domandò di nuovo prima di alzarsi. Non fu un male ma nemmeno un bene poiché Draco lo guardò appiattendosi ancora di più verso la parete come se dovesse venire inglobato da essa.
“Non voglio farti nulla Draco. Solo curarti le ferite” sorrise Harry andando verso un armadio aprendolo.
“Che dici se ci mettiamo dei vestiti puliti?” fece ancora mentre apriva l’armadio e notava una serie di camicie e pantaloni bianchi. Si fermò a riflettere e poi guardò verso il vetro che lo faceva specchiare e non vedere al di fuori. “Non è possibile avere dei vestiti normali per favore?” chiese continuando a guardare il vetro prima di prendere un completo pulito e chiudere l’armadio.
Ritornò da Draco poggiando il vestito pulito sul tavolo a fianco delle garze. Si rimise nella posizione di prima guardandolo.
”Che dici? Rimaniamo così per tutto il tempo?” di nuovo con un sorriso. Draco lo guardò staccandosi un poco dalla parete ma rimanendo comunque a presa ferrea contro lo stipite del letto.
“Sai, vorrei tanto parlare con te, mi sono perso un anno della tua e della mia vita ” proferì. “Vuoi venire a parlare con me?” chiese porgendogli la mano con espressione dolce in viso
Draco guardò quella mano e poi lui. Poi ancora la mano e ancora lui.
“Avanti..” sorrise incoraggiandolo. Poggiò la mano sul materasso. Draco si scostò lentamente avvicinandosi.
Harry sorrise “Mi daresti la tua mano?”
Draco lo fissò un attimo prima di alzare il braccio lentamente e poggiare allo stesso modo la mano in quella di Harry. Quasi gli sorrise.
Silente annuì sorridente mentre il medimago al suo fianco esclamava stupito che Harry era un miracolo. Era lui l’unico che fosse riuscito a toccare Draco in quel ultimo periodo e soprattutto, l’unico che Draco aveva deciso volontariamente di toccare.
Harry sorrise alla fiducia che Draco gli stava dando “Che ne dici se ora curiamo queste ferite?”
Draco guardò l’uomo poco più indietro di Harry e scappò staccandosi di colpo da lui. Si nascose sotto il letto lasciando Harry stupito a fissare il vuoto.
“Hey” proferì abbassandosi sotto il letto “Che succede?”
“Io...Ho paura” mormorò guardandolo mentre si rannicchiava su se stesso più che poteva.
“E di cosa hai paura?” chiese ancora Harry guardandolo.
Draco indicò col dito l’uomo che stava fuori.
Harry sorrise “Ma non devi avere paura, ci sono qui io con te”
Draco dissentì “Ho paura, ho paura, ho paura” prese a dire senza fermarsi. Harry riemerse da sotto il letto alzandosi.
“Per favore può uscire?”chiese al Auror-
“Affatto” rispose rimanendo immobile.
“La prego, Draco ha paura di lei e mi pareva stesse facendo dei progressi pochi attimi fa” continuò con una certa asperità nella voce.
“Questo soggetto è sotto la giurisdizione ministeriale. Ho l'ordine tassativo di non far avvinare nessuno senza la presenza di un Auror” gli rispose superiore.
“Bene io sono Harry Potter, questo le deve bastare” sbottò.
“Può essere anche Il Signore Oscuro per quanto mi riguarda. Gli ordini sono ordini ” ribattè l'uomo senza muoversi dalla propria posizione.
Ad Harry partì quasi l'Embolo della Cattiveria.
“Vada fuori” disse semplicemente a denti stretti.
La porta della stanza si aprì e l'altro Auror entrò sussurrando qualcosa all'orecchio dell'Armadio. Entrambi uscirono subito dopo.
Harry sospirò cercando di calmarsi. Fece qualche respiro e si volse di nuovo verso Draco. “Hai visto? L’ho fatto andare via” sorrise.
Draco guardò fuori e non vide più nulla, l’uomo era sparito.
“Forza…Dai...Curiamo queste ferite”
Draco uscì e si sedette sul letto guardando Harry ma mantenendo la distanza di sicurezza tra loro.
Harry prese il disinfettante e il cotone per pulire tutti quei tagli. “Forse ti brucerà un po’ ma poi andrà meglio” disse ancora. Draco guardò il ragazzo poggiargli il disinfettante ma non si lamentò molto.
“Harry.” proferì il Biondo guardandolo.
Harry gli sorrise “Sì Draco...Dimmi”
“Io...”
Harry rimase a guardarlo.
“Io...Io non sono pazzo”
Harry sorrise applicando alcuni cerotti sul braccio e sulla mano “Lo so che non lo sei. L’ho sempre saputo”
“Tu non mi lascerai da solo?”
“Ma no, no tesoro. Non ti lascerò solo, non lo farò mai”proferì dolcemente mentre lo medicava.
“Io...Ho paura. Io sono cattivo”mormorò “Cattivo...Ti ho fatto del male”proferì mentre le lacrime iniziarono a scendergli dalle guance bianco latte.
“Se mi convinco di essere pazzo, mi trattano da pazzo. Sono cattivo. Cattivo. Ti ho fatto del male Harry. Faccio del male a Harry”mormorò tra le lacrime.
Harry lo guardò “Ma no tesoro, no”gli mise entrambe le mani al viso. Azzardò ad abbracciarlo, non voleva che Draco lo scacciasse ma lui doveva abbracciarlo, non ce la faceva a vederlo così, non riusciva a rimanere immobile con Draco in quelle condizioni.
Draco non respinse il suo abbraccio ma rimase immobile nelle sue lacrime mentre Harry gli sussurrava parole gentili.
Come poteva Draco essere pazzo se ricordava tutto quello che era successo tra loro in quella sera? Cosa poteva esserci sotto? Harry rifletteva ma non capiva. Non poteva lasciarlo li. Quel posto lo stava uccidendo, gli faceva del male e lui sarebbe diventato di certo pazzo se avrebbe continuato di quel passo.
“Draco, che ne dici se usciamo da qui insieme? Io e te”
“Io posso uscire da qui? Posso farlo? “ domandò con un sorriso speranzoso. L'espressione mutò e divenne seria, quasi triste. “Non è giusto. Io non sono giusto. Ti ho fatto del male” ripetè poi.
“Amore tu non mi hai fatto nulla capito?” ripeté lui guardandolo fisso negli occhi “E sì, tu esci con me, forza andiamo a metterci questi abiti puliti ok?” gli asserì ancora guardandolo “Dai alziamoci” continuò facendolo alzare. Stava capendo cosa Silente voleva dire con è impazzito. Draco era diventato pazzo ma in quella sua pazzia c’era una nota di regressione che era sicuramente dovuta allo shock per quello che aveva fatto ad Harry. Per il resto Draco era sicuramente il solito ragazzo, solo un poco impaurito da qualcuno molto più forte di lui e da come veniva trattato, per non parlare poi del luogo in cui viveva, orrido.


Draco non ci mise molto a lavarsi. Insomma, non era un invalido come forse volevano farlo passare, aveva solo qualche problema alla testa, tutto qui.
Harry uscì dal bagno con lui “Guarda, ora sei bello pulito” sorrise il moretto facendo guardare Draco allo specchio. Il biondo sorrise guardando entrambi.
“Visto? Ora sei davvero tu” proferì Harry abbracciandolo da dietro. Draco spontaneamente volse il capo di lato e lasciò un bacio su una guancia di Harry.
“Allora Draco, andiamo?” fece porgendogli la mano. Draco fu parecchio incerto nel prenderla, non era uscito da quel posto da sempre e non sapeva cosa poteva trovare fuori.
“Ti porto a casa mia, ti fa bene l’aria fresca sai?”
Al ché Draco lentamente mise la mano in quel del moretto e lui glie la strinse.
“Ora usciamo” disse prima di aprire la porta.
Draco si strinse addosso a Harry mentre lui lo abbracciava con un braccio e lo portava fuori.
“Signor Potter io non credo che sia la soluzione adatta, riporti il ragazzo dentro” disse il medimago affiancato dai due Auror esterni.
“Non ci penso nemmeno, quel posto lo ucciderà! Come i suoi dannatissimi Auror! Deve uscire all’aria aperta e lo farà con me!” sbottò Harry camminando con un Draco a fianco tenutosi stretto al moretto intimorito dalla situazione.
“Signor Potter lei non può!” ordinò il medimago.
“Allora provi a fermarmi!” scoppiò Harry senza mezzi termini scansandolo e sorpassandolo tenendo a sé il biondo.
“Andrò tutto bene Draco, tieniti a me” gli sorrise baciandogli una tempia.
Silente si era allontanato per discutere di alcune pratiche con il medico che aveva assistito Harry per tutto il periodo del coma e vide passare Harry con Draco. Quasi non ci credeva.
Camminando lungo il corridoio, la scritta “USCITA” marcata in nero era sempre più vicina.
“Uscita..”proferì Draco indicandola col dito come se fosse un bimbo.
Harry sorrise “Si Draco, questa è l’uscita”




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- Angolo del Criceto Smemorato -

Come potete vedere (Per chi aveva già letto i primi due capitoli) sono state fatte delle correzioni e aggiunti brevi dialoghi (grazie anche ai commenti e critiche).
Ringrazio molto chi ha letto e commentato, chi ha solo letto senza recensire e chi lascerà la sua recensione.

 

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Capitolo 2
*** 2 ***



“Signor Potter!!” lo chiamò il medico mentre Harry stava per aprire la porta ed andarsene per sempre da quel posto con Draco.
“Cosa vuole ancora, mi scusi?” intimò il moretto con tono piuttosto seccato mentre si voltava tenendo sempre Draco stretto a sé. In quel mentre arrivò anche Silente.
“Signore, può dire a questo diligentissimo medimago che a Draco so pensarci anche da solo?” intonò Harry guardando il preside in cerca di un sostegno alla sua lotta per portarsi via il biondo Serpeverde, cioè, ex-Serpeverde.
Silente guardò Harry da sotto gli occhiali a mezzaluna “Harry, nonostante i tuoi buoni propositi, Draco non credo sia pronto per uscire da qui”
Harry guardò il vecchio preside. “Come Signore? Draco sta con me, si fida di me!”spiegò.
“Si fida del ricordo che ha di lei, signor Potter” spiegò il medico guardandolo con espressione più pacata. “Nessuno vuole far del male a Draco qui dentro ma lui, come lei ha avuto modo di vedere, non è più la stessa persona che conosceva un tempo”gli spiegò guardando sia lui che Draco “Ma non è questo il luogo in cui spiegarle le mie motivazioni”.
Harry lo fissò “Io non lascerò Draco, l'avviso!” sbottò risoluto.
Il medimago sorrise annuendo “Naturalmente, nessuno le vieterà di vederlo” sorrise ancora “Ma ora Draco...”disse verso il biondo “Vieni con me” continuò allungando una mano verso di lui.
Draco guardò la mano e poi l’uomo.
Harry sospirò non voleva lasciare Draco solo spezzandole speranze che aveva acquisito in quei pochi momenti passati di nuovo insieme. Ma doveva anche dare conto al fatto che era sempre stato Draco a tentare di ucciderlo, per cui forse sarebbe stato precipitoso portarlo fuori da un giorno all'altro.
Sorrise quindi al Biondo e gli fece segno di andare col medimago “Forza, vai...Io sarò sempre qui con te” gli sorrise ancora facendogli fare un passo verso il dottore il quale riuscì a prendergli la mano per riportarlo nella sua stanza. Draco si rivolse indietro guardando Harry, aveva un espressione davvero triste, come poteva averla un cagnolino che veniva abbandonato lungo la strada dal suo padrone. “Harry” disse Draco mentre guardava il moretto con guardo di supplica. Harry gli sorrise dolcemente “Vai…Draco”gli proferì facendogli segno con le mani.
Draco si rivolse guardando davanti a sé, sicuramente lui non era del tutto sano ma sapeva per certo che lo stavano allontanando da Harry.
Il medico lo condusse di nuovo fino alla stanza e fu proprio lì il problema.
“NO!…Harry!!...Harry!!…”mormorò il biondo svincolandosi dalla presa del dottore. Non voleva saperne di rientrare la dentro, non senza Harry almeno.
“No...Draco. Harry ora non può venire qui”gli proferì avvicinandosi a lui prendendogli la mano con calma. Draco si divincolò del tutto contrario a quella decisione. “Harry” mormorò ancora arretrando fino alla parete “No! ”dissentì con la testa “Harry…Harry...Harry…Harry” continuava a dire mentre si schiacciava ancora di più contro la parete.
“Draco, Harry verrà a trovarti” gli sorrise il medico “Ma ora devi rientrare nella tua stanza”.
Draco guardò il dottore mentre lo portava verso la porta aperta “Harry...viene da me?” chiese mentre entrava con il medico.
”Ma certo..” gli sorrise l’uomo “Harry verrà da te…ma ora risposati” asserì uscendo lasciando Draco a guardarsi intorno.
Harry dov’era? Era da solo...Da solo...Senza di lui...Senza nessuno...Solo.
“Harry…Harry…Harry” mormorò come una cantilena dondolandosi sul letto bianco.

*****

“Harry, Draco non è ancora pronto per uscire da qui...Cerca di capire, lui ha vissuto in quelle quattro mura da quanto aveva tentato di ucciderti, non può capire quello che tu stai cercando di dirgli” gli parlò Silente mentre attendevano il ritorno del medico responsabile della situazione di Draco.
“Professore, Draco non è pazzo, me lo ha detto lui stesso, lui...Sapeva chi sono, si ricordava di me, mi ha anche detto di essere stato cattivo con me, lui ricorda che voleva farmi del male...” spiegò al Preside facendo qualche passo qua e là. “Non voglio che rimanga qui professore, questo posto gli fa del male, non sta bene, non ha visto come si è avvicinato a me quando sono entrato?”.
Silente gli poggiò le mani sulle spalle “Harry, ragazzo, posso capire quanto tu tenga a Draco ma credo sia meglio, per lui soprattutto, che rimanga qui...”
Harry stava per ribattere ma si zittì alle parole conclusive del preside “...Per adesso”
Harry non potette fare altro che sospirare in attesa del medico. Aspettare cosa poi? Lui doveva andarsene da lì con Draco.Punto. Chiuso. Stop. Fine dei giochi.
“Signor Potter?” lo chiamò ancora un uomo vedendolo immerso nei suoi pensieri, o meglio dire piani di fuga da quel luogo.
“Si…dove l’avete portato? E’ da solo?” chiese guardando il dottore sempre con quel tono speranzoso.
“Nella sua stanza, ma ora venga con me, vorrei parlare con lei a quattrocchi”
“Si...ma certo” annuì guardando poi Silente. “Professore lei non viene?”
“Harry, farò in modo che tu possa avere tutto ciò che ti serve al tuo ritorno, ma ora vai” gli disse Silente con suo solito assenso e quel normale sorriso che assumeva quando voleva aiutare Harry in qualcosa di non proprio consono alle regole. Ma d’altronde ci sono regole fatte per essere infrante e regole fatte per essere rispettate.

*****

“Signor Potter, la prego si sieda” gli proferì con un gesto della mano il medimago una volta entrato con Harry nel proprio studio.
Harry si sedette guardandosi intorno, non aveva ancora pensato a sé da quanto si era svegliato, cioè non proprio.
“Mi rincresce sentire questo suo astio verso di me, ma vorrei spigarle e parlare di quello che è successo insieme a Draco” iniziò sedendosi dietro la scrivania piena di carte ordinate.
“Mi dia del tu per favore, e sì, lei si è guadagnato in poco tempo il mio astio” asserì serio. Il medico sospirò. “Signor...mhm…Harry, so che vorresti portarlo via e non sai quando vorrei ci riuscissi, ma lui non è ancora pronto per uscire da qui, per uscire dalla sua stanza. Draco quando è arrivato qui circa un anno fa era un ragazzo, come dire, non direi pazzo, ma non sanamente normale” si fermò guardando Harry “Ora mi spiego meglio. So di preciso cos'è accaduto tra voi due quella notte e il trauma deve essere stato tanto forte da scuotere qualcosa all’interno del suo inconscio”
Harry lo fissò “Vuole dire che sono stato io? Cioè, Draco era stato già internato prima del nostro incontro di quella notte” continuò il moretto guardandolo.
“Si, ho letto la sua cartella...Non so quanto lei sappia di psicologia o di schizofrenia ma qualcosa nell’inconscio di Draco si è distorto scatenando quasi una nevrosi. Una nevrosi avviene nel momento in cui l’Io diventa troppo opprimente per l’Es, ovvero, i desideri di un soggetto, in questo caso Draco, si trovano compressi e come dire a disagio con quello che lo circonda. Infatti Draco ha sviluppato una certa ossessione per delle particolari cose o particolari parole, ad esempio le scritte che hai visto nella sua stanza, quelle sul muro le ha scritte dopo che era arrivato qui, a tirare ad indovinare dovevano ricordargli qualcosa di terribile se le incideva ovunque, anche su sé stesso se poteva.“Fece un breve pausa osservando il viso di Harry. “Ma..Lei...I tuoi occhi sono verdi..”gli proferì scrutandolo.
“Sì signore, Draco probabilmente si riferiva a me e al modo in cui credeva di avermi ucciso..” gli spiegò Harry guardandolo.
“Avevo pensato anche questo” gli fece annuendo il dottore.
Harry non esitò a porgli una domanda “Quindi lei crede che Draco abbia avuto una specie di.. Nevrosi?”
Il medico parve riflettere prima di rispondere alla domanda di Harry “ In un certo senso, come ho detto prima, il profondo di Draco non è riuscito a tenere a freno i desideri che si scontravano contro le pulsioni negative e in questo caso una persona non competente in materie direbbe che è diventato pazzo, giustamente, ma non è propriamente così, nel caso di Draco lui sembra essersi creato un qualcosa, una specie di mondo per sé, nel suo inconscio, nel quale ha seppellito il suo vero io, la sua coscienza pura e ha posto questa persona che ci troviamo davanti sia io che te Harry”
“E' diventato quindi, come dire, timoroso di quello che le persone posso fargli credo, mi è sembrato che inizialmente avesse paura di me ma quando gli ho detto chi ero, lui, lui ha saputo riconoscermi e si ricordava di noi, si ricordava di me”continuò il moretto cercando di spiegarsi.
“Questo è sicuramente un buon segno..”annuì “E cosa ricordava di preciso? Sapresti dirmelo?”gli chiese aprendo la cartella clinica che si trovava davanti, probabilmente proprio quella di Draco.
Harry lo guardò prendere una penna e gli parve strano, di solito al San Mungo nessuno usava oggetti babbani.
“Se ti riferisci a questa” gli fece indicando la penna “Sappi che preferisco i metodi babbani per scrivere i resoconti dei miei pazienti” gli rispose percependo, forse, il pensiero del ragazzo.
Harry si riscosse guardandolo prima di parlare. “Draco non ha parato di ricordi, diceva solo che lui era cattivo, continuava a ripeterlo e poi ha anche detto che mi ha fatto del male”
Il medico scrisse qualcosa mentre sentiva le parole di Harry “Mhm...E questo lo ha detto da solo? Tu non hai fatto nulla?” chiese al moretto alzando un secondo il volto a guardarlo.
“No, io non ho fatto niente..”dissentì “Ma sono riuscito a medicarlo..”annuì in direzione anche di Silente restato in silenzio.
“Si è lasciato toccare senza opporre resistenza?” gli chiese un poco stupito il medico fermandosi dallo scrivere per un attimo
“Si, si, certo però, mi sembra come se fosse un bambino, ha certi scatti improvvisi che io non mi spiego”
“Ad esempio?”chiese il medico.
“Beh ecco, ad esempio quando gli ho chiesto se voleva che gli curassi le ferite alle braccia, è scappato sotto il letto e sinceramente sono rimasto stupito, non ero abituato a lui che si comportava in quel modo. Poi gli ho chiesto perché si era nascosto e mi ha detto che aveva paura del Auror che stava dentro nella stanza, e signore anche io ho frequentato l’accademia per diventare auror ma quello era un autentico stronzo, scusi l’espressione” concluse serio.
Il medico sorrise “Non preoccuparti anche io non sono d’accordo con te, il bene di Draco viene prima di tutto, ma il Ministero non mi ascolta, per loro è più importante che rimanga in vita piuttosto che guarisca, ma comunque, mi stavi dicendo di Draco..?” gli proferì per farlo continuare.
“Lui si è fatto curare da me quando quel Auror è uscito...e anzi, sembrava anche molto più tranquillo senza quel uomo a vigilare” assicurò annuendo Harry.
“Mhm..” mormorò il dottore appuntando le parole di Harry “Quindi lui si è fidato di te..”gli disse infine il medico guardando il moretto annuire “Si, credo di si”
Il medico chiuse la cartella e la fece scomparire con un tocco. Guardò Harry congiungendo tra loro. “Harry, se tu mi prometti di non tentare più di portarlo via prima del previsto, io posso darti libero accesso al reparto, in ogni momento, questo gioverà sicuramente alla salute e alla guarigione di Draco e sono sicuro, gioverà anche a te” concluse con un sorriso. Harry lo guardò meravigliandosi e rallegrandosi al tempo stesso. “Davvero?” chiese quasi non credendoci.
“Certo, ma devi promettere” insistette il medico.
“oh, sicuramente!” esclamò “Prometto!” annuì mentre il dottore sorrideva.

*****

Draco.
Quasi non ci credeva che quello potessero essere davvero Draco Malfoy, lo stesso ragazzo che pochissimi anni prima andava con lui a scuola. Si divertivano insieme, ovviamente di nascosto, e si erano perfino innamorati alla fine ma, come Harry sapeva, poi è arrivato il momento di scegliere, il suo destino, la profezia, in cambio della vita di Draco. Harry aveva scelto, aveva scelto di salvare degli innocenti rinunciando in un certo senso a Draco. Era stato costretto dai fatti a seguire Voldemort per poi sconfiggerlo definitivamente. Lui non aveva lasciato Draco solo, non...Non era stato lui a mandarlo in quel orribile posto rinchiuso e dimenticato dal mondo. Perché allora si stava sentendo in colpa? Perché vederlo così lo faceva sentire tre metri sottoterra?
Appoggiò una mano sul vetro. Eccolo lì, un ragazzo con la mente di un bambino, tutto perché lui aveva deciso di seguire un piano folle, tutto per colpa di Voldemort.
Si certo, gli diceva la sua mente, dai la colpa di tutto a Voldemort, infondo è sempre stato così no?
Si certo, è stato lui, è colpa sua se Draco è diventato un…un…
Un pazzo?
No, è cambiato, è impazzito è diventato...Non è più lui...Io voglio che torni ad essere quello di prima, rivoglio il mio Draco che ho sempre amato...Lo rivoglio.
Harry vedeva Draco attraverso il vetro, c’era un medimago con lui e stava cercando di dargli qualcosa ma evidentemente Draco non ne voleva sapere. Infatti, con un tonfo che Harry riuscì a sentire nonostante non fosse nella stanza, vide un vassoio a terra e Draco che cercava di gettare tutto quello che aveva sul letto lontano.
Aprì la porta entrando. “Lasci fare a me, ho il permesso del medico, cosa devo fare?”chiese all’uomo che accoglienza il barattolino di pastiglie da terra e le metteva sul comodino. “Deve prendere queste ma come al solito ci vuole una pazienza che solo Merlino può avere e per di più con i pazienti non si può usare la magia, altrimenti glie l’avrei già fatta prendere a questo testone!”gli riferì al moretto.
“Harry..”mormorò Draco immobile a guardarlo. Subito un sorriso e poi uno sguardo triste gli comparve in viso.
“Lasci fare a me..” rispose Harry con un sorriso guardando l’infermiere “Io so come fare” sorrise dolcemente sedendosi sul letto vicino a Draco. “Hey bellissimo…”gli fece sorridendogli. Draco gli sorrise come avrebbe fatto un bimbo. Allungò una mano in cerca di quella di Harry.
“Vuoi la mia mano?”gli chiese lui porgendogliela. Draco la prese e sorrise stringendola nella sua.
Harry si volse verso il medimago “Ha visto..? Vada pure, posso stare io con lui..”
“Sembra fidarsi di lei, farò avvisare il medico allora” continuò l’uomo prima di uscire. Harry annuì all’uomo per poi voltarsi a guardare Draco. “Allora, hai visto che sono tornato da te?” gli fece sorridente.
Draco annuì sorridendo “Io non posso uscire” gli parlò dissentendo.
“Non adesso Draco ma presto usciremo” gli assertì Harry annuendo. “Ma tu devi prendere qualcosa vero?”gli chiese alzandosi. Prese il barattolo di pastiglie dal comodino e verso dell’acqua in un bicchiere.
“No, io sto bene...Bene!” esclamò Draco guardando il moretto.
“Lo so che stai bene” gli rispose Harry “E starai meglio bevendo questo…Forza” gli fece porgendogli la pastiglia e il bicchiere. Draco le guardò e guardò anche Harry “Avanti...Io sono qui con te..”gli sorrise guardandolo. Draco lo guardò serio e dissentì.
Harry ritrasse le braccia sbuffando un poco e sorridendo “Draco lo sai che facendo così non puoi stare meglio?”
Draco non si mosse ne parlò. Harry quindi guardò il biondo, il quale si mise a sorridere con un bambino che combina una marachella.
“Aaah!” esclamò Harry facendo una faccia buffa “Draco non fare i capricci adesso...”gli mormorò “Tu non sei un bambino...Sei grande, capito?” gli disse diventando serio. Draco a quelle affermazioni divenne serio perdendo il sorriso. Rimase a guardare Harry come a cercare di leggerci qualcosa.
“Ora prendi queste ok?”continuò porgendogliele ancora. Draco le guardò un attimo prima di prendere il bicchiere e la pastiglia dalla mano di Harry. La portò alle labbra bevendola in un sorso.
Harry sospirò in sé. Anche se iniziava a pensare che Draco non fosse per nulla pazzo, anzi, lui si comportava così proprio perché aveva paura di uscire, probabilmente, da quel piccolo mondo che si era creato. Proprio come ai tempi della scuola.
Harry venne riscosso dai suoi pensieri quando Draco gli porse il bicchiere con un sorriso.
“Ehm...hai fame? Vuoi qualcosa?” gli chiese prendendo il bicchiere e poggiandolo sul comodino. Draco rimase a guardarlo immobile.
Harry gli sorrise non sapendo sinceramente cosa fare, non sapeva cosa Draco volesse dirgli con quel silenzio. Draco era cambiato, diverso, quasi si sentiva a disagio con lui.
Draco si sporse gattonando verso di lui. Harry lo guardò, cosa voleva fare?
Il biondo poggiò le mani sulle spalle del moretto guardandolo negli occhi.
“D-Draco..” mormorò Harry un poco intimidito da quei gesti. Draco lo fissava in quei occhi color smeraldo brillante.
“Occhi verdi..”mormorò guardandolo “Occhi.. Verdi…Verde…Luce verde..” continuò a parlare staccandosi da lui scendendo dal letto. Harry lo seguì con lo sguardo non capendo “Cosa vuoi dire Draco?” gli chiese vedendolo camminare nella stanza. Harry si alzò rimanendo a guardare cosa Draco stesse facendo. Il biondo si inginocchiò a terra guardando la scritta sul muro “I tuoi occhi verdi. Ti ricordano qualcosa Potter? Una accecante luce verde” parlò il biondo con una voce che era la sua, era lui, era il Draco di sempre. Harry si stupì e quasi si spaventò facendo un passo indietro.
“Draco..? Draco sei tu?” gli fece avvicinandosi a lui guardandolo dall’alto.
“No amore, facciamo come dico io..” continuò a parlare Draco guardando le scritte in rosso sul muro. Quelle due parole ‘occhi verdi’.
“Draco...Cosa stai dicendo?”gli chiese inginocchiandosi a fianco a lui.
“Io devo farlo Harry...Ti ho visto...Lui ti piaceva..”fece corrugando il viso in una smorfia di pianto mentre di rannicchiava su se stesso piangendo.
“Draco..” gli mormorò Harry avvicinandosi per abbracciarlo “Draco, io non volevo ferirti, non volevo farti del male..” gli mormorò Harry intristendosi.
Draco nel pianto strinse in una mano la stoffa della maglia che Harry indossava. Harry se lo abbracciò portandoselo a sé. Gli fece poggiare il viso in lacrime contro il proprio petto mentre lo teneva sempre stretto a sé. Gli accarezzava i capelli lasciandogli dei baci sulla fronte. “Draco calmati…Amore ti prego”mormorò cercando di trattenersi, almeno lui, da quel principio di lacrime che premevano per uscire.
“Sono cattivo...Quella luce...No..Io...Credimi” mormorò ancora stringendo convulsamente i pugni tra i vestiti del moretto.
“Draco...Draco ti credo, ti ho sempre creduto” gli baciò la fronte ancora lasciandoci appoggiate le labbra. “ma ora rilassati, ti prego..calmati..” gli passò l’altro braccio sulla schiena.
”Io..Io..”mormorò ancora Draco.
”Ssssh..” sussurrò Harry tenendoselo stretto mentre gli passava un braccio sulla schiena ed una mano tra i capelli.
Lentamente il respiro di Draco ritornò normale. Harry chiuse gli occhi per un secondo riaprendoli poco dopo. Era molto più difficile di quanto pensasse. Draco era davvero come un bambino in certo aspetti, proprio come gli aveva spiegato il medico.
Harry spostò leggermente il volto vedendo il viso sereno del biondo dormire. Sorrise a quella visione di Draco dormiente. Non era cambiato in quel periodo, nel quale lui era in coma, sempre lo stesso angioletto. Si era addormento dolcemente, come poteva essere che a causa sua, fosse impazzito, come poteva essere? Non doveva permetterlo, non doveva permettere accadesse. Che diavolo di salvatore era se non era in grado di salvare chi amava? Cosa gli serviva tutto quel potere, quella diavolo di profezia?
Ed Harry capì al volo quello che doveva fare. Lui doveva riprendere da dove aveva lasciato. Doveva aiutare Draco ad ogni costo, doveva ritrovare se stesso, ritrovare ciò che aveva perso, ritrovare sé ed Harry, come ai tempi della scuola, come ai tempi in cui si chiamavano Draco ed Harry, nei quali, si amavano come nessuno dei due aveva mai amato nessun altro.









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Eccoci qua!Uff sono tre giorni ininterrotti che scrivo fino alle 4 di notte!
Beh, è stato un po’ difficile scrivere il responso del medico mentre parlava di Draco con Harry ma me da futuro medico ci è riuscita! Eh! XD
Ora, desidero ringraziare chi ha letto la fic precedente ed anche il capitolo precedente di questa fic.
ShortMaggot si il seguito c’è, ma ho deciso di farlo a capitoli è meglio, o almeno finché Draco non esce da li! XD
lake sono tanto felice che ti trasmetta qualcosa quello che scrivo, è il mio scopo principale questo, trasmette qualcosa di forte a chi legge^^
infine la mia cara Giusy beh con te è inutile parlare perché cmq lo facciamo sempre XD ma comunque grazie dato che ti leggi sempre le anteprime dei miei capitolismacccone!
A presto!!
THE

 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Capitolo dedicato a tutte le vicende senza soluzione.
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“Ricorda, niente e nessuno potrà mettersi sulla mia strada. Men che meno uno sciocco smorfiosetto lamentoso come te” sibilò la voce serpentina dell'Oscuro Signore.
“Il ricordo di un passato non vissuto a ben volere può rendere difficile la convivenza con la propria capacitò di giudizio”. La risposta di Draco non si fece attendere, saggia come le proprie intenzioni.
“Non osare darmi lezioni piccola lucertola!”
Il volto di Tom si annerì e raffreddò l'aria come un imminente arrivo dei Dissennatori. Allungò la mano e la strinse attorno al collo bianco di Draco. Il Serpeverde venne sospeso da terra e subito le proprie mani andarono in cerca della tenaglia che gli sbloccava la respirazione.
“Hai fallito Draco Malfoy. Meriti di morire come un volgare babbano!” urlò di nuovo Voldemort mentre il biondino cercava in tutti i modi di liberarsi.
“La-lasciami” biascicò con poca voce per via della stretta.
La risata del Lord prese ad echeggiare in tutto lo spazio circostante, uno spazio che divenne buio e angusto, freddo e soffocante.


Draco si svegliò di soprassalto urlante. Due medimaghi ai lati del letto per cercare di fermarlo, tenerlo fermo per via dell'incubo appena avuto.
“Sei al sicuro Draco. Cerca di tranquillizzarti” disse uno dei due uomini con voce pacata e calma.
“E' morto! E' morto. L'ho ucciso!!” animò la voce del ragazzo Serpeverde.
“Draco, è stato solo un incubo, calmati e torna a dormire” aggiunse l'altro sempre intento a tenerlo fermo.
“Lui gli ha fatto del male. Volevo salvarlo! Volevo, lo giuro! Lo giuro...Vi prego!” si aggrappò al braccio del biondo guardandolo con occhi rossi e in procinto di versare lacrime.
“Draco chi ha fatto del male a chi? Prova a rilassarti. Fai quei respiri profondi che sai. Ti aiutano a capire”
E Draco non era stupido. Era malato ma non stupido.
Rimise le gambe sotto le coperte restando aggrappato al ragazzo biondo mentre l'altro glie le rimboccava.
“Bravo Draco, ora respira” gli disse il ragazzo guardandolo e facendo a sua volta un respiro profondo.
Draco lo imitò ed emise due bei respiri. La calma sembrava iniziare ad arrivare.
“Non torna” disse interrompendo il ciclo di respiri a cui stava dando fondo.
“Tornerà. Non disperare”
Le rassicurazioni del Finto Harry, il medimago moro con gli occhiali tondi non servirono a tranquillizzarlo molto ma nonostante questo Draco rimise la testa sul cuscino e chiuse gli occhi per un attimo. Un breve attimo.
“L'incapacità di essere lontano quando si è talmente vicino”parlò aprendo gli occhi e fissando i due uomini osservarlo con un lieve sorriso.
“Riposa Draco, buona notte” gli dissero.
“Solo. Lo sai. Sei sempre stato tu quello forte” parlò a bassa voce.
“Occhi verdi. Opachi. Morti.” continuò con alcune lacrime che gli scendevano dal volto.
I momenti di lucidità si alternavano a quelli di follia talmente veloci.
“Harry” sussurrò prima di chiudere gli occhi e dormire.

*****

Più cercava di dare una risposta, più era impossibile arrivare ad un nesso logico per Harry Potter.
L'indomani mattina avrebbe visto Silente e i buchi mentali che si ritrovava in testa avrebbe avuto un senso più logico e ordinato.
Eppure, seduto nel letto della propria casa a Grimmauld Place, Harry non riusciva a darsi pace, non si capacitava della facilità con cui aveva lasciato che gli eventi gli scorressero addosso senza che lui potesse avere parola per ribattere. Aveva lasciato Draco in quel posto, solo e spaventato. Non poteva permetterlo, avrebbe fatto qualsiasi cosa per riportarlo a casa, a costo di tenerlo sotto osservazione lui stesso 24/7.
Pensandoci, il Grifone spostò la testa verso destra, la confusione regnava sovrana nel suo piccolo cervellino eroico. Harry aveva perso così tanto tempo in quel sonno senza sogni, così tanti giorni sfuggiti al suo vivere, per cosa? Un banale scherzo del destino.
No, non banale. Baro.
La luce della luna in bella fissa gli illuminava lo sguardo una volta carico di voglia di spaccare il mondo in due da quanta vivacità aveva in corpo. Ora invece il Moretto voleva semplicemente avere indietro ciò che gli apparteneva e vivere in pace sino al fine dei suoi giorni.
Nemmeno Voldemort gli interessava più. Non c'era nessun Bambino Sopravvissuto, nessun Ragazzo d'Oro, nessuna dannata Profezia. Per quanto lo riguardava in quei pochi minuti di riflessione solitaria, per Harry esisteva solo Draco, il ricordo di Draco e la presenza di quel bimbo sperduto che ora si ritrovava ad affrontare.
Mentre fissava la stanza senza un motivo apparente, un filo d'aria gli spostò la frangia lunga sul viso. Preso dalla voglia di non pensare, si alzò di scatto e si fiondò in bagno. La luce si accese a sua richiesta e il Moretto stesse a fissarsi allo specchio.
Quei capelli non potevano andare bene e poi aveva un motivo per concentrarsi su altro. Incantò forbici e pettine e diede il comando di agire per renderlo più presentabile. La fronte spaziosa su cui la cicatrice era sempre bene in vista, ora ne restava solo un lieve sfregio.
Dopo una mezzora buona, Harry rimase ad osservare il risultato. Era un taglio nuovo, diverso dal solito che era abituato portare. Ma era ora di cambiare.


Il rumore del mattino lo svegliò poche ore dopo il suo incontro con Morfeo. Harry scese dal letto e con grande sforzo si avviò verso il bagno per farsi una doccia.
Uscì dalla stanza dopo averci messo un piede. Non ricordava di aver lasciato quella zona della casa così in ordine il giorno in cui Draco aveva dato di matto e lo aveva rapito con l'intento di ucciderlo per vendetta personale.
Non era un problema da porsi in quel preciso momento e decise di darsi una sistemata e svegliarsi come si doveva. Non aveva nemmeno badato alle condizioni di come si era risvegliato.
I capelli tagliati la notte passata parevano essere un groviglio strano ma fortunatamente la barba era sparita.
Dopo una buona ora fu pronto e puntuale all'incontro con il Preside.
“I fiori di pesco hanno un profumo vellutato, come il ricordo di una sensazione piacevole sulla pelle” parlò la voce anziana di Silente alle spalle di un Harry sbarbato, lindo e profumato.
“Solo se i ricordi possono essere ricordati” rispose.
Il Preside sorrise. “Pensavo avresti avvisato i tuoi vecchi amici. Sono sicuro che il Signor Weasley sarà più che felice di sapere che di nuovo a casa”
Harry assunse un'espressione di sufficienza senza stupore “Vorrebbe farmi credere che nessuno oltre a lei e l'intero San Mungo sa che sono vivo? Mi scusi ma....Non è possibile”
Silente sorrise come a suo solito e rimase dello stesso umore tranquillo e pacato.
“Draco non è il solo ad essere cambiato. Non è vero?”
“Mi dica semplicemente quello che deve dirmi. Vorrei andare da Draco” concluse gentilmente ma con la palese intenzione di voler tagliare corto in fretta coi convenevoli.
“Lo so Harry che non deve essere stato facile. Draco ci ha raccontato molte cose il giorno in cui vi abbiamo trovato. Ma...Ci sediamo, che ne dici?” domandò col sorriso indicando la panchina a qualche passo di distanza.
Harry annuì seguendolo alla panchina designata e attese.
“Sai, ho sempre creduto che non poteva essere finita in quel modo. Era come averla data vinta alla Profezia, come se Tom si fosse preso la sua rivincita dal mondo dei morti” iniziò a parlare il vecchio preside.
“Lei ha detto che qualcuno o qualcosa doveva essersi messo in mezzo tra me e Draco ma chi?” chiese guardandolo.
“Draco nonostante sa stato esposto al Veritaserum, non ha mai saputo dire come era stato possibile che tu fossi sopravvissuto. Perché Draco lo sapeva. Sapeva che eri sopravvissuto”
“E' stato manovrato da qualcuno? Me lo dica Professore” continuò serio con i ricordi sul viso come una pellicola.
“No, ha agito di sua volontà in ogni sua azione. Quando è scappato dal San Mungo e Merlino solo sa come ci sia riuscito, non era nelle condizioni in cui lo hai visto ieri. Draco è diventato quello che hai visto con il tempo e la presa di coscienza della sue azioni”
Harry lo ascoltò senza ribattere, intento a pensare al suo povero amore e chissà cosa doveva essersi scattato nella testa per fissarsi su una convinzione del genere.
“Vedi Harry, Draco si è reso conto quasi subito di quello che ti aveva fatto. Ma non ha saputo trovare pace. Lui dentro quella maschera che si è creato non sa ancora darsi pace per averti fatto del male. Con i mesi è degenerato riducendosi in quel modo che hai visto”
“Nessuno va a fargli visita? Sua madre? I pochi amici che gli erano rimasti?”
“Narcissa viene a fargli visita una volta al mese e sotto osservazione degli Auror. Solo con te è stato tranquillo. Con chiunque è inavvicinabile, ha quasi tentato di far del male a Narcissa il mese scorso”
Harry non credeva alle proprie orecchie. Non voleva pensare all'idea che Draco fosse irrecuperabile. No, c'era speranza, l'aveva vista, l'aveva vista negli occhi di Draco il giorno prima.
“Per Merlino...” gli uscì dalle labbra senza volere.
Silente sorrise lievemente.
“Nonostante gli alti e bassi, ho sempre avuto molta speranza di vendere un giorno il vecchio Draco Malfoy uscire fuori con il suo caratterino”
Harry sospirò “Ha passato tutto questo anno là dentro vero? Non è mai uscito nemmeno per vedere cosa succedeva al di fuori?”
“Non che io sappia, mi sono sempre molto informato su di lui e non ci sono stati miglioramenti...Fino a ieri” concluse guardando il ragazzo da sotto i suoi occhiali come era solito fare quando voleva dire qualcosa in maniera eloquente ma senza parlare.
“Voglio portarlo fuori da quel posto. Mi aiuterà?”
Ecco L'Harry Potter speranzoso che usciva fuori.
“Certamente. Spero vivamente che tu abbia successo in questa impresa, se c'è qualcuno che può davvero aiutare Draco, sei tu”
Harry Sorrise e si sporse in avanti. I capelli legati con un elastico non cadevano più in avanti come il giorno precedente.
“Penso proprio che tu debba metterti in pari con gli avvenimenti accaduti. Sono riuscito anche a metterti in contatto con il dipartimento Auror. Presentati con questo domani di prima mattina” gli diede un foglio di pergamena garantito come lascia passare.
“Grazie Professore”.
“Harry, nessuno è al corrente di ciò che ti riguarda dopo la dipartita di Tom Riddle. La convinzione comune è che tu sia scomparso o morto...” concluse con una leggera risata delle sue il vecchio Preside.
Harry sorrise a sua volta “Dovranno ricredersi a quanto pare”.
L'anziano professore si alzò dalla panca e buttò lo sguardo lontano all'orizzonte.
“Fai attenzione Harry. I seguaci di Voldemort sono ormai morti e molti di loro sono scomparsi ma girano strane voci a riguardo. Una nuova nascita si vocifera...Saranno solo voci di corridoio”
“Va bene Signore. Farò come dice”
Silente gli diede le spalle con un sorriso. “Ah, Harry. Il posto di Professore di Difesa è sempre vacante, semmai vorrai occuparlo”
Harry sorrise “La ringrazio davvero”.
Il Preside scomparve con un sonoro 'POP' ed Harry si avviò verso l'interno del parco.
Una volta schiarite le idee con un 'POP' si smaterializzò anche lui in direzione San Mungo.













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- Angolo del Criceto Smemorato -

Voglio ringraziare prima di tutto chi ha letto e recensito, chi ha inserito la storia tra le seguite, preferite, da ricordare e quant'altro. Spero davvero (nonostante il mio cricetissimo tempo) continuate a leggerla. Con la nuova ispirazione a prendermi bene mi sento come un freccia rossa. Ringrazio tutti per i commenti. Ho in mente un po' di idee per questa storia, spero mi sopporterete ancora per vedere come va avanti. 

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Capitolo 4
*** 4 ***


Dedicato alle scelte personali, alla caparbietà e al compimento delle proprie missioni.
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Harry passò il pomeriggio intero con Draco. Era stato stressante, estenuante ma al ritorno a Grimmauld Place Harry si era sentito il cuore caldo come mai in vita sua.
Doveva solo abituarsi all'idea di non poter portare via Draco da quel posto, non per ora.
Merlino solo sapeva quanto Harry avrebbe voluto far sparire entrambi e occuparsi solo ed esclusivamente lui del Biondino.
Il ricordo di quelle ore passate insieme lo accompagnarono nella strada del ritorno.
Si fermò nel negozio infondo alla via per prendere qualcosa che fosse commestibile. Non ci aveva pensato ma...Non aveva ancora mangiato da quanto era uscito dal coma.
Il suo arrivo alla porta di casa coincise con l'arrivo di un gufo e posta. Harry prese la lettera, diede una mollica di pane al rapace e rientrò in casa. Una volta in casa si fiondò in cucina, pulita e impolverata, si sedette al tavolo e aprì la lettera.
Era da parte di Ron ed Hermione.


Harry! Verremo a trovarti questa sera dopo cena, fatti trovare a casa!
Ron


“Certo e dove potrei andare?” disse parlando da solo.
Vediamo cosa c'è qui di mangiabile, pensò tra sé mentre trafficava tra le ante della cucina.
Doveva far pulizia o prendere un elfo domestico.
In casa non c'era nulla di buono, si sarebbe accontentato del pane e focacce che aveva comprato poco prima.
Prima che arrivassero Ron ed Hermione, si mise di buon volontà e richiamò a sé tutta la sua capacità casalinga. Hermione gli aveva insegnato qualche incantesimo per rendere una casa almeno presentabile. Nel mentre si avviò per pronunciare l'incantesimo ma si accorse di una grande verità, la più importante tra tutte le verità a cui non aveva ancora pensato: non aveva più la bacchetta. Era andata distrutta durante lo scontro con Voldemort.
Addio alla sua voglia di fare pulizie.
Un nuovo pensiero lo colse di conseguenza, avrebbe dovuto procurarsi una nuova bacchetta. E ora che Ollivander era chiuso, dove sarebbe andato?
L'idea di un nuovo inizio in quel mondo vecchio e radicato in antiche abitudini...
Un rumore al piano superiore lo fece sobbalzare. Chi, cosa e come era arrivato lassù?
Perché doveva andare a controllare?
Perchè Harry, ricordi le parole di Silente. La prudenza non è mai troppa. Gli ricordò la sua mente con uno schiocco di dita immaginario.
Le scale erano rimaste sempre le stesse, anche i quadri....I quadri. La Signora Black non si trovava al suo posto. Harry non se ne fece un problema, anzi, meno disturbo in casa e meno insulti ricevuti.
Il rumore persisteva in direzione della stanza occupata ai tempi di Hogwarts da lui e Ron.
A passi lenti, il Grifone si avvicinò. Appoggiò l'orecchio alla porta. Il rumore proveniva proprio dall'interno della stanza.
Stette immobile e cercando di fare il minimo rumore si armò del candelabro spento sul mobile a fianco. Al suo 'Tre' mentale aprì la porta.
L'interno della stanza era vuoto, il rumore proveniva dalla finestra aperta.
“Sei proprio un'idiota Potter” si disse entrando e chiudendo la finestra. Poi osservò i letti, ancora fatti dall'ultima volta che L'Ordine ne aveva fatto la sua base segreta.
Il Moretto sorrise. Anche l'album regalatogli da Hagrid al primo anno, si trovava ancora al suo posto impolverato.
Si sedette sul letto e una nuvola di polvere si alzò a farlo tossire. Ripresosi fissò il soffitto della stanza rivedendosi con Ron a chiacchierare, sfogliare le riviste di Quidditch e lanciarsi i cuscini.
Erano solo ricordi.
Dal nulla, il sibilare di un serpente prese possesso della sua mente facendo sembrare il tutto solo un brutto sogno.
No, non voleva. Scosse la testa ma il sibilò continuava a ronzare senza fermarsi.
Harry. Sentì sibilare.
Harry...
“Harry?” la voce divenne maschile e conosciuta. Ron ed Hermione dovevano essere arrivati.
Harry scosse di nuovo la testa e di corsa uscì dalla stanza.
“Harry!” esclamò la ragazza correndo ad abbracciarlo.
“Hermione...Che bello vedervi” disse il Moretto abbracciando la ragazza.
“Ciao Harry, è bello riaverti con noi” continuò Ron abbracciando il suo migliore amico dopo qualche attimo.
Hermione sorrise “Silente ci ha avvisato e appena abbiamo ricevuto il gufo siamo corsi subito”
“Eccomi qui” aprì appena le braccia Potter con un lieve sorriso.
Si avviarono tutti nella stanza dal tavolo lungo lì a fianco. Harry aveva lasciato la propria cena ancora sul tavolo.
“Hai mangiato solo questo?“ chiese Hermione apprensiva.
“Si Herm, non ho avuto molto tempo per pensare alla cena”
“Come stai?” domandò Ron cambiando argomento.
“Bene” proferì alzando appena le spalle.
“Bene nel senso di bene? O bene nel senso di non va bene ma potrebbe andare peggio?”
“Ron! Non hai tatto! “ lo sgridò Hermione.
Harry sorrise. Erano loro, i suoi amici. Sempre gli stessi.
“Era una domanda Herm!” sbuffò il Rosso “Scusa Harry”
“Tranquilli, non c'è problema. Sto bene fisicamente, ho solo un po' di confusione nel capire cosa è successo mentre ero addormentato e...Cosa è successo a voi altri” concluse la frase con lo sguardo pensieroso.
“Hai...visto Malfoy?” cercò di chiedere Hermione sapendo bene che alla fine sarebbe finiti a parare proprio in quel punto. Nessuno di loro era stupido.
Fu Ron a guardarla male stavolta.
“Sì. L'ho visto”
Harry parve incupirsi e nessuno degli altri due disse altro. Erano tutti in cerca delle parole giuste.
“Sai cosa–”
“Stavo per portarlo via” disse Harry precedendola “Non me l'hanno permesso”.
Ron e Hermione si guardarono tra loro e poi Harry.
“Harry, Draco non può uscire da lì, non sta mentalmente bene. Non è un peso di cui puoi prenderti carico. Non adesso” disse cercando di avere quel tatto di cui Ron aveva dimostrato mancare.
“Un peso?” chiese non capendo e ritrovandosi stupido di un'affermazione del genere da parte di Hermione.
“Si...Forse mi sono espressa male. Intendo dire che Draco non possiede le capacità mentali di stare in mezzo alle persone, ancora meno di stare con te”
Harry la guardò assimilando il peso delle sue parole.
Stette in silenzio e spostò lo sguardo altrove.
“Siete mai andati da lui?” fece tornando a guardarli.
“Noi–“
“Solo una volta. Quando ti hanno portato al San Mungo spacciandoti per morto” prese parola Ronald interrompendo Hermione.
“Se lo aveste visto di recente, non direste quello che aveva appena detto” concluse Harry.
“Non cambia il fatto che lui non sia mentalmente a posto da poter uscire e stare con te che gli fai da balia. L'ultima volta ti ha quasi ammazzato.”
“Draco non sta bene per via di quel posto. E' quella stanza che lo ha fatto impazzire” sospirò “Voi non capite”
Hermione allungò un mano sul suo braccio e gli mostro uno dei suoi sorrisi di speranza.
“Siamo tuoi amici Harry. Siamo felici che tu ti sia risvegliato. Sei mancato a tutti”
“E ti sei perso per un bel po' di cose fiche amico” Ron gli fece l'occhiolino.
“Saremo con te quando ne avrai bisogno. Come sempre” aggiunse la ragazza.
I suoi amici, cosa avrebbe fatto senza di loro...sarebbe sicuramente finito in pasto davvero a Voldemort e non nel modo in cui era successo.
“Ragazzi, dovete raccontarmi cosa mi sono perso. Sono tutto orecchi”
Chissà se Harry davvero sarebbe riuscito a immagazzinare così tante informazioni e così tante novità.
L'operazione Aggiornamento Potter stava richiedendo tutti gli sforzi di Harry e soprattutto tutto il suo sgomento su alcune vicissitudini post Voldemort. Ron iniziò a parlargli di come la Gazzetta del Profeta era diventata uno strumento di diffusione imparziale e neutrale senza nessun personaggio a controllarne bravamente il contenuto.
Lo sgomento di Harry si manifestò quando venne a sapere che Hermione era tornata a Hogwarts per l'ultimo anno, perso a causa della Guerra Magica e che stava per intraprendere una carriera al Dipartimento della Regolazione e Controllo delle Creature Magiche presso il Ministero della Magia. Oltretutto Ron gli svelò che si erano sposati e volevano iniziare a mettere su famiglia.
Iniziarono a parlare di chi era rimasto dei seguaci di Voldemort e del dove potesse essere.
Nessuno lo sapeva. Con la caduta di Voldemort, il suo esercito si era disintegrato come sabbia con vento.
Harry ripensò al sibilo di poco prima nella sua vecchia stanza.
Il momento pomposo di Ron arrivò in seguito. Raccontò a Harry di come aveva e stava lavorando con George ai Tiri Vispi Weasley e al progetto imminente di diventare Auror.
Harry si sentì davvero orgoglioso dei suoi due amici. Erano riusciti a crearsi una stabilità nella vita dopo la guerra.
“Sono fiero di voi ragazzi. Ce l'avete fatta”
“Tu Harry, sai cosa vorresti fare?” domandò Hermione curiosa in effetti quanto Ron.
“Voglio aiutare Draco a stare meglio. Forse potrà tornare sé stesso”
Lo stava dicendo a sé stesso più che agli altri due e ne era completamente certo. Sia Ron che Hermione gli sorrisero. Non potevano fare molto altro per lui, in cuor loro sapevano che Harry non avrebbe lasciato Draco solo.
“Ho bisogno di voi. Devo sapere dove posso comprarmi una nuova bacchetta”
Entrambi i ragazzi lo guardarono un po' basiti ma col sorriso di chi sapeva.
“Harry...” Hermione estrasse la propria bacchetta, lanciò un incantesimo e una scatola marroncina comparve sul tavolo davanti a loro.
Harry la osservò riconoscendola subito. L'avrebbe riconosciuta tra molte.
“Abbiamo pensato che l'avresti voluta indietro una volta sveglio” disse Ron godendosi il sorriso dell'amico.
Harry aprì la scatola ed eccola lì, avvolta nel velluto rosso e ricoperta da uno strato di raso col piume di fenice. La prese in mano. Era ancora lei, la sua bacchetta, colei che l'aveva scelto quel giorno da Ollivander.
“Grazie amici. Davvero” li abbracciò entrambi.












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Angolo del Criceto Smemorato

Un breve intermezzo ed un ritrovo familiare per Harry. Draco tornerà nel prossimo capitolo! ;)
THE e il Criceto

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Capitolo 5
*** 5 ***



Dedicato alle notti insonne e a quello che portano appresso.
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“Lumos!”
Sorrise. Non aveva perso la sua magia. La bacchetta di ergeva fiera e potente nella sua mano e lui non poteva fare a meno di essere grato di avere degli amici come i suoi.
La posta del mattino arrivò puntuale insieme ad una copia del Profeta.
Una lettera era di Silente mentre l'altra proveniva dalla Gringotts. Decise per ordine di priorità. La lettera della Gringotts era semplicemente una notifica. La bella notizia però fu proprio quella di sapere che il suo conto era stato scongelato.
Bene, pensò Harry. Un buon inizio di giornata.
La lettera di Silente invece gli raccomandava di passare al Dipartimento Auror immediatamente appena avrebbe ricevuto la lettera. Dalle parole sembrava quasi questione di vita o di morte.
Harry lasciò la copia del Profeta ancora piegata sulla tavola, afferrò la bacchetta e con un 'POP' si smaterializzò di fronte alla cabina del telefono usata a suo tempo per entrare nel Ministero.
Con sua immensa sorpresa, la cabina rossa non c'era più. Forse avrebbe dovuto chiedere a Hermione se il Ministero si trovava ancora al suo posto.
“Harry Potter?”
La voce alle spalle di Harry e il suo tono di stupore, gli diedero speranza. Un suo grande ammiratore lavoratore al Ministero.
“Si?”. Si volse a guardare l'identità del proprio interlocutore. Un uomo sulla trentina, in completo gessato con un plico di fogli tra le mani.
“Allora non sono solo voci di corridoio. Harry Potter è davvero vivo!” esclamò l'uomo.
“Già...” annuì fingendo interesse attraverso un sorriso di educazione. “Sa dirmi dove sia stata spostata l'entrata?”
“L'entrata? Per il Ministero intendi”
Certo fesso che intendo del Ministero, pensò il Moretto. Quel tipo gli era parso troppo entusiasta quanto idiota. Gli sorrise sperando capisse che voleva essere un 'Sì' quel sorriso.
“Vieni, ti faccio strada”
Harry lo seguì e quasi l'impressione di essere osservato lo colse impreparato. La mano dentro l'impermeabile pronta ad estrarre la bacchetta.
“Durante la guerra sono andate distrutte varie parti del ministero. Al suo rifacimento il nuovo ministro decise di far cambiare quasi tutte le vie d'entrata e uscita dell'edificio.” iniziò a spiegare il Fesso.
Almeno era utile a qualcosa.
“E chi è il nuovo Ministro della Magia?” domandò Harry non sapendone nulla.
“Melody Blake” rispose l'altro.
“Non la conosco. Aveva già qualcosa incarico precedente?”
“No. Assolutamente. E' una babbana”
“Come??” domandl Harry stupito dalla notizia tanto da fermarsi per un breve attimo e poi seguire di nuovo l'uomo nella folla del mattino.
“Ti sei perso molte cose Harry Potter. Forse non sai che il nuovo ordine nel mondo magico implica che chiunque può accedere a diventare Ministro della Magia. Ma questo è semplicemente un esempio. Qualsiasi carica pubblica, adesso, potrà essere elargita a chiunque senza tenere conto della propria discendenza.”
La faccia di Harry se avesse potuto, sarebbe caduta a terra come in uno dei cartoni animati che i Dursley gli facevano vedere la domenica.
“Non era possibile anche prima?” chiese.
“Forse inizialmente ma come ben sai, non c'è più libero arbitrio se un tiranno inizia a tirare i fili delle marionette in scena a proprio piacimento” gli fece l'occhiolino.
Harry per un attimo rivalutò il Fesso.
“Ha ragione lei”
“Ecco l'entrata” disse il Fesso bloccandosi di colpo. Harry per poco non gli finì addosso.
Fortuna che la porta d'ingresso era sempre la stessa, la solita cabina rossa del telefono.
Il Fesso di cui Harry non sapeva ancora il nome, gli fece segno di entrate per poi segurlo e chiudersi la porta alle spalle.
“Ma Harry Potter cosa viene a fare al Ministero della Magia?”
Il tipo pareva essere curioso alquanto.
“Devo parlare con un certo...” prese la busta con il messaggio di Silente e lesse il nome del destinatario “Elias Lysander RedLid”
L'uomo lo guardò e poi gli sorrise porgendogli la mano “Felice di fare la tua conoscenza” continuò “Sono io”
Harry rimase di stucco ma strinse comunque la mano dell'uomo. Bene, il Fesso si era rivelato essere il suo contatto all'interno del ministero.
“Perfetto. Credo che questa sia indirizzata a lei” gli porse la lettera.
“Credi bene” rispose Elias con un occhiolino. Le porte si aprirono ed Harry uscì per primo.
L'interno non era poi così cambiato da quello che ricordava. Harry guardandosi intorno, notò particolarmente Auror appostati davanti ai camini.
“Mi scusi, perchè ci sono degli Auror a guardia della Metropolvere?”
“Negli ultimi mesi sono stati individuati alcuni dei Mangiamorte rimasti e il Comitato per la regolamentazione della Metropolvere, sotto consenso del Ministro della Magia, ha deciso di limitare l'utilizzo della Metropolvere nel mondo Magico a casi di estrema necessità.” spiegò “Non sarà per sempre”
Harry annuì seguendo l'Auror attraverso l'Atrium vasto come lo ricordava. La statua al centro invece era cambiata. Si ergeva con grande vigore un uomo il quale condivideva con una donna una bacchetta.
Harry acuì lo sguardo in modo che la sua miopia dal retro degli occhiali tondi non gli impedisse di vedere i dettagli.
La bacchetta condivisa era la bacchetta di Sambuco. Un simbolo azzeccato. Un mago e una babbana a giudicare dal loro abbigliamento.
Arrivano all'ascensore orizzontale con qualche intermezzo per via di vari dipendenti curiosi.
Si, sono io. Harry Potter in persona, continuava a dire Harry a chiunque si parasse davanti.
Mhm...forse avrebbe dovuto cambiare look, senza occhiali? Un bel paio di lenti a contatto, si, sarebbero andate bene.
“Sei sempre la star del momento” disse Elias una volta dentro l'ascensore.
“E la gente è sempre la stessa” rispose Harry senza interesse. Infatti quello che Harry voleva capire era cosa quell'uomo avrebbe potuto fare per lui.
Il dipartimento Auror era il solito luogo caotico e disordinato di cui Harry ricordava. Un po' di ordine non avrebbe gustato.
Le facce degli impiegati al suo passaggio lo lasciavano indifferente, era acqua ormai passata.
Harry entrò nell'ufficio personale di Elias e si sedette in poltrona guardandosi intorno.
“Ora può dirmi perchè Silente mi ha mandato da lei?”
“Abbiamo un amico in comune” rispose semplicemente una volta seduto dall'altra parte della scrivania.
“Chi?”
“Tom Riddle”
Harry si ghiacciò sulla poltrona, resto in silenzio e non rispose.











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Angolo del Criceto Smemorato


Tante News in questo capitolo. Come avete visto, questa storia si discosta un poco dalla trama originale della saga. Elias è un esperimento, dico solo questo.
PS. Domani parto per andare al Lucca Comics per cui poi per una settimana non potrò aggiornare, quindi a metà mese spero!
PSS. Chiedo venia per il capitolo corto ma non volevo lasciarvi senza prima di partire.
Baciotto da THE e dal criceto indaffarato col suo Cosplay.

 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Dedicato ad un Harry diverso dal solito e alla voglia di cambiamento.
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Hogwarts, Sesto Anno, nella stanza Caposcuola Serpeverde.

“Hai la capacità di cambiare idea come una ragazza che si cambia i vestiti”
“Sei solo una serpe che ascolta musica commerciale”
“E questo cosa vorrebbe dire?”
“Vuol dire che ascolti musica babbana Draco!” lo prese in giro un Harry più divertito che mai.
“Potter adesso ti strozzo!” esclamò il Serpeverde prendendo ad inseguire un Harry più nudo che vestito.
 
***


San Mungo. Pochi mesi prima del risveglio di Harry Potter.

“La mente di Draco sembra essersi persa in un mondo da cui non vuole uscire. E' dovuto alla coscienza delle proprie azioni”
“Lei crede che tornerà mai in sé?” domandò Silente.
“Nessuna magia può far tornare indietro chi vuole essere lasciato in pace. Draco è una grande incognita. Abbiamo provato quasi tutto e nemmeno l'approccio con persone familiari lo hanno riportato anche vagamente in sé. A breve esauriremo le nostre possibilità” concluse il medimago.
“Grazie per la spiegazione”
L'uomo fece un lieve cenno con la testa e se ne andò.
Harry, abbiamo bisogno che tu faccia ritorno, pensò il Vecchio Preside osservando un raco del tutto fuori controllo.
 

 


Harry parve quasi gelare sulla sedia. Era stato colpito da un Pietrificus Totalus fatto ad opera d'arte.
Elias sorrise. “Non temere, non c'è nulla di cui avere paura”
Harry restò in silenzio, muto nel suo terrore.
“Vorrei che tu non iniziassi ad urlare appena inizierò a raccontarti questa storia. Silente ti ha mandato da me per un motivo. Lo sai anche tu” continuò sperando di sgelare la paura nel moretto.
“Parla” fece semplicemente Harry restando in allerta.
“Silente è convinto che tu possa avere ancora una parte di Tom dentro di te. Nella tua cicatrice per esattezza.”
Harry non rispose, ascoltò solo.
“Io, vorrei aiutarti a liberartene”
“Prego?” chiese Harry scioccato dalla notizia.
“Lo so che ti risulta difficile tornare su questo argomento ma vorrei davvero aiutarti” continuò spostandosi e appoggiandosi alla scrivania a fianco a Harry.
“Spiegami una cosa. Perché tu. Non sono così stupido da credere che aiutarmi a scacciare Voldemort per sempre sia qualcosa si possa fare nell'ufficio di un Auror nel bel mezzo del Ministero.”
Elias sorrise appena “Hai ragione a non fidarti. Se non ti fidi di me. Fidati di Silente.”
“Come faccio a sapere che questa non è una messa in scena architettata con della Pozione Polisucco”
“Credi che non fosse Silente la persona con cui hai parlato?” chiese di nuovo.
Harry rispose con un secco NO.
“Ho del Veritaserum. Se non mi credi.”
Harry parve indeciso, non sapeva se credergli davvero o meno e poi perché Silente gli aveva omesso di dire un'informazione di questo genere? Era importante per Merlino!
“Voglio sapere chi sei. Cosa c'è dietro. Altrimenti me ne ne vado” rispose Harry semplicemente.
Elias sospirò. “Va bene” sospirò di nuovo e si avvicinò alla vetrinetta con all'interno molte boccette. Ne prese una e tornò da Harry per porgergliela.
“Voglio che tu ti possa fidare di me.”
Sulla boccetta la scritta Veritaserum compariva scritta perfettamente.
“Perchè Silente non è qui?” domandò Harry diffidente.
“Non è più permesso parlare della Guerra Magica, nonché di Tom e dei suoi seguaci”
Harry aprì la boccetta. “Hai una sola possibilità” disse e porse la boccetta all'auror.
Elias prese l'intruglio. “Ti prego di non scappare, davvero.” fece prima di buttare giù acune gocce. Si dovette sedere sulla poltrona a fianco, la pozione ebbe effetto immediato.
“Chi sei?” chiese Harry.
“Mi chiamo Elias Lysander Riddle”
Harry sgranò gli occhi.
“Riddle?” chiese d'istinto.
“Si, sono nato da una delle più grandi forme di magia oscura esistenti.”
“Tu sei pazzo” Harry si alzò ed estrasse la bacchetta. Indietreggiò osservando L'auror sotto la pozione della verità.
“Dico il vero. Sono sotto effetto del Veritaserum, non posso mentire”
“Devo andarmene. Non posso restare” Dissentì con la testa toccando il fondo della porta con le spalle.
“Harry aspetta..”
Il moretto non gli diede tempo ed uscì fingendosi tranquillo. Si immischiò nella folla diretto verso l'uscita. La paura di essere braccato e seguito sempre addosso fino al varcare della soglia.



“Sai Draco, mi domando se Silente non abbia perso il senno o se tutto questo sia solo frutto della mia testa. Forse tu a quest'ora stai più che bene e non sei conciato in questo modo”
Harry sospirò e Draco parve scrutarlo con quei suoi occhi grigio perla.
“Voglio uscire Harry” disse il biondo allungando una mano verso quella del moretto.
“Lo so Draco. Lo vorrei anche io” gli sorrise allo stesso modo il Grifone sporgendosi per baciarlo a stampo sulla fronte.
“Io uscirò. E tu mi aspetterai” continuò il biondo che poi sorrise di nuovo..
Uno dei momenti lucidi di Draco.
Harry si mise a pensare che dovevano essercene di più e con più frequenza. In realtò Harry non sapeva proprio che pensare a riguardo quella giornata. Semplicemente osservare Draco stare in silenzio e fissare la stanza come un vero e comune pazzo...ad Harry non andava proprio giù.
“Draco?” lo chiamò il moretto.
Il biondo spostò lo sguardo su di lui senza rispondere. Rimase a fissarlo come se non fosse davvero lui, come se.. no, come se all'interno Draco fosse imprigionato da chissà quale pozione o incantesimo e lui non potesse fare nulla per spezzarlo.
“Ce la caveremo. E tu tornerai quello di sempre” Harry si alzò dal letto.
“Ora devo andare. Ci vediamo domani ok?” gli fece l'occhiolino.
Draco sorrise e si lasciò baciare sulla fronte.



Il gufo che Harry aveva inviato a Silente, non tardò a tornare indietro con tutte le informazione del caso. Harry voleva vederci chiaro e venire a conoscenza, una volta per tutte del casino o meno che fosse successo durante la sua dormita prolungata.
Il sonoro 'POP' diede la comparsa al vecchio preside, il quale salutò Harry come consuetudine.
“Mi vuole spiegare che diavolo succede? Perchè quel pazzo al ministero parla di un legame con Voldemort?”
“Ti posso spiegare tutto Harry, devi solo avere pazienza ed essere il più calmo possibile”
“Mi scusi se mi scaldo. Ho passato tutta la vita che ricordo a scappare, nascondermi e scontrarmi con Tom Riddle. Direi che mi sono meritato il mio momento di nervi” sentenziò diretto.
Silente emise un sospiro. “Hai ragione. Meglio cominciare tutto dal principio.”
Harry era tutto orecchie.
“Dopo la sconfitta di Voldemort, qualcosa non quadrava. Come ben sai, tutto ciò che viene creato da un certo tipo di magia, richiede un prezzo. E nel momento in cui il mago viene a mancare, anche la magia decade con esso.”
Harry non parve capire per un istante.
“Mi spiego meglio. Voldemort aveva diviso la propria anima in vari Horcrux e la tua cicatrice era uno di quelli. La sua essenza è stata distrutta per merito tuo. Ma dal momento che il signor Redlid vive, vuol dire che non tutta l'anima di Tom è stata eliminata.”
“CHE COSA?” chiese Harry a voce alta alzandosi e facendo cade indietro la sedia.
“Non agitarti. Nessuno è a conoscenza di tutto questo poiché non c'è nulla di cui preoccuparsi e soprattutto nulla di cui allarmarsi.”
“Professore lei ha la vaga idea del momento di panico in cui mi sto ritrovando?” Le domande retoriche erano diventate il nuovo modo di Harry di affrontare le grandi rivelazioni.
“Mi scuso con te per dirtelo in questo modo ma...credevo potessi dare una possibilità ad Elias di spiegarsi. Avrei dovuto farti sapere tutto prima..”
Harry si sentì lievemente afflitto ma non poteva darsi per sconfitto. Non era la fine del mondo e lui doveva pensare a come uscire da quella situazione del San Mungo con Draco.
“Come posso fare per mettere fine definitivamente ai giorni di Tom, Professore”
“Hai bisogno di parlare con Elias. Parlargli.”
“Va bene” annuì “Posso chiederle di fare in modo che Draco possa uscire? Lo so cosa pensa ma è importante”
“Farò quel che posso Harry, promesso”
Se solo avesse potuto, Harry avrebbe fato uscire Draco da quel posto a modo suo. Non aveva bisogno di permessi. Infondo voleva semplicemente vivere la propria vita in pace. Era forse chiedere troppo?
E questa questione dell'anima di Voldemort? Questo Elias chiunque fosse, una volta sparita anche l'ultima parte di Tom, sarebbe morto? O forse avrebbe perso la propria genealogia?
Domande che non aveano risposta e alle quali Harry non voleva dare importanza per quanto fosse necessario.
Si buttò sul letto che una volta occupava nella stanza condivisa con Ron. Fissò il soffitto.
Quel sibilo.
Harry....
E se fosse davvero quello che poteva sembrare? Ma la domanda più logica e ovvia. Perchè proprio adesso? Perché non si era mostrato prima? Era rimasto silente per una ragione e conoscendo il modo di pensare e agire di Tom, sicuro Harry si sarebbe dovuto aspettare un attacco di Mangiamorte da un momento all'altro.
Nemmeno un movimento attirò la sua attenzione. L'indomani avrebbe scritto a Redlid, giusto per scusarsi del proprio comportamento e per avvertirlo che lo avrebbe aiutato. Era il salvatore del mondo magico o no?
















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Angolo del Criceto Smemorato

Buon salve, sono tornata sana, salva e morta da Lucca. Come dice qualcuno che conosco. Pietà. Voglio morire. (cit)
Bene, che ve ne pare di questo sviluppo inaspettato? Si, ho fantasticato abbastanza direi. Sinceramente non so come e perché sia uscita una trama così..avevo idee diverse ma come al solito i personaggi hanno fatto quello che gli accomodava fare.
Che ne dite? Lascerete un commentino? Una firmetta? Una critica? Consiglio? Un biglietto di sola andata per Londra per la sottoscritta? XD
Grazie comunque a chi legge anche se non recensisce. Tanto love.
A presto THE e il Criceto morto.

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