La danza è il linguaggio nascosto dell'anima

di Stilistire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I. La danza, la mia vita. ***
Capitolo 2: *** Capitolo II. Quello che speri, quello che hai. ***
Capitolo 3: *** Capitolo III. Odii e amori ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV. Nessuno si salva da solo. ***
Capitolo 5: *** Capitolo V. Loose ***



Capitolo 1
*** Capitolo I. La danza, la mia vita. ***


Alla danza che c'è sempre stata, al mio ballerino, migliore amico e qualcosa di più. Capitolo I. La Danza, la mia vita. "Da piccola pensavo ad una sola cosa: mettermi le scarpette e danzare. Sapevo che sarei stata circondata dai migliori ballerini, e non mi curavo di nulla all'infuori della danza. Ma crescendo ti rendi conto di cosa hai veramente bisogno." Mia madre mi disse che io ho cominciato a danzare prima ancora di nascere. Pare che sentisse i miei piedini che tamburellavano per mesi dentro di lei.​ Sono nata con la danza, forse è stata proprio la danza ad essere nata con me. Quando sei una ballerina, balli per vivere. Diventa il tuo ossigeno, il tuo pane quotidiano. Il tuo spunto per affrontare la vita, un nuovo mondo in cui vivere tutto suo, mille sensazioni danzanti, mille sentimenti sospesi nei sospiri fatti. La danza in tutte le sue forme, non può essere esclusa da una nobile educazione: danzare con i piedi, con le idee, con le parole. I danzatori, come tutti gli artisti, sono fatti per provare sensazioni e per farle sentire agli altri. Era sempre stato difficile far coincidere la mia carriera da ballerina con la mia vita, soprattutto con quella scolastica. Ero sempre impagnata. La mia vita era scritta in un' agenda, avevo tutto programmato, dal lunedì alla domenica, dalla mattina alla sera. Era pesante, ma il ballo risolveva tutto. Danzare in aria durante i salti, le mille acrobazie, le giravolte. Una sensazione che alleviava da tutti i problemi, da tutti i pensieri che ronzavano in testa. Quando non puoi danzare tu, fai danzare la tua anima. Fino ai 15 anni avevo sempre ballato da sola, partecipavo agonisticamente da sola, non avevo mai ballato con un ragazzo. All'età dei 16 anni, partecipando ad una gara di Talent feci squadra con un altro ragazzo di un paese vicino al mio, non ci eravamo mai incontrati, ne tantomeno visti in giro. Avrebbe dovuto essere una faccenda da una gara e via, invece si creò un rapporto davvero stupendo, tanto che da quella gara in cui arrivammo secondi non ci dividemmo più. Fu anche la danza a creare quel magnifico rapporto che ci completava e ci rendeva unici nei movimenti. " Alla danza devo tutto, tutto ciò che ho e tutto ciò che sono. La danza che mi completa ogni giorno, ogni tipo di danza". Iniziò un nuovo capitolo della mia vita. Tanto per farvelo sapere, mi chiamo Irene e sono una ballerina. __________________________________________________________________________________________ Note dell'autrice: Mi cimento in questa nuova storia originale, spero che vi piaccia e vedremo come andrà! Questo è stato una specie di prologo, qualcosa che introducesse la storia, perchè mon parla solo di ballo, ma anche di amore. Spero che la seguirete, forse ne varrà la pena! Irene ​

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Capitolo 2
*** Capitolo II. Quello che speri, quello che hai. ***


Capitolo II. Quello che speri, quello che hai. Gli allenamenti erano sempre più duri. Mi dovevo dividere tra gli allenamenti con la squadra nazionale e con gli allenamenti insieme al mio partner di ballo Davide. E poi c'era anche la scuola per di più. Facevo un istituto tecnico-economico, dovevo prendere ogni mattina la corriera perchè la scuola stava in un paese vicino. La mattina andavo a scuola e la sera mi allenavo, studiavo dopo cena. Ero sempre carica, la mia agenda non trovava mai una riga libera. La mia vita era un continuo organizzarsi. Il ballo mi risollevava, Davide mi risollevava anche di più. Il mio migliore amico, la mia spalla, il mio divertimento, il mio barzellettiere, il mio best, la mia ragione di essere felice e sorridere anche se ero a pezzi, semplicemente "lui". "Lui" che amavo come amore, ma anche "lui" che mi amava come amica. Era fidanzato. Amava follemente la sua ragazza, per lei avrebbe mosso mezzo mondo o poco meno, questioni di particolari insomma. E "lei" era carina, sì devo riconoscierlo, ma non una di quelle ragazze che ti rimangono impresse negli occhi. Una ragazza come tante, che si vestiva identica a tutte le altre, scarpe sportive alte, quelle che andavano di moda, camicie di jeans con felpa, praticamente uguale a tutte le altre adolescenti. Io avevo un carattere tutto mio, uno stile tutto mio. Mi differivo dalle altre. Capelli ricci e castano scuro, occhi marroni quasi neri, vestivo elegante e chic, amavo le giacchette da abbinare con dei jeans sportivi stretti.Testarda, pignola, precisa, e anche indifferente su certi aspetti. Davide non aveva mai sospettato niente dei sentimenti che provavo per lui se non chè una profonda amicizia. Mi chiamava "la ragazza dal cuore di ghiaccio", che non prova sentimenti. Non era proprio così, io di sentimenti ne provavo, diciamo solo che non li davo molto a vedere. - non ce la faccio più!- dissi buttandomi a terra sfinita dopo l'ennesima presa sbagliata nell'allenamento con il mio ballerino Davide. - pensiamo positivo..la gara è fra poco, dopo ci staranno le vacanze!- esclamò lui porgendomi la mano per alzarmi da terra. - si, se ci arrivo alla gara!- negativai io la situazione. Sorrise maliziosamente. - si se non ti uccido prima io piattola!- esclamò striminzendo ancora di più quel soprannome che odiavo talmente tanto. "Piattola" era un nome stupido e che mi dava sui nervi, eppure in bocca a lui era migliore. Che mentalità bah. -che faresti te? Mi uccideresti? Ma và, se non hai nemmeno il coraggio di uccidere una mosca! Sai che sono molto più cattiva e perfida io!- esclamai mettendomi a ridere. Lui era un pezzo di pane, era il tipo tranquillo, che alza raramente la voce. - si tipo come quando hai strappato un estation alla tua amica solo perchè aveva versato del caffè sulla tua borsa!- esclamo lui guardandomi storto. - chiariamo: a strappargli quell'estatation gli ho fatto un favore, era orrenda e poi come si era permessa minimamente anche di toccare la mia Louis Vuitton? Roba da matti!- chiarii io. - ho capito và, facciamo una pausa!- disse lui stradiandosi vicino a me. - ho voglia di parlare con qualcuno, non so, ultimamente nessuno mi si fila..- dissi pensierosa infilando un braccio sotto la mia testa a mo' di cuscino. - credi? Ci sono sempre io che ti sto a sentire e poi non ti sentivi con Lorenzo?- chiese lui. - ecco appunto, mi sentivo. Non trovo più nessuno spazio per me. Per una volta che pensavo che Lorenzo era quello giusto, nemmeno lo posso affermare con sicurezza. Ma vaffanculo a sto punto. - dissi imprecando chissà cosa. - allora parla con me!- esclamò. Mi girai con il viso verso di lui. Lo guardai negli occhi, persi un respiro. - no, veramente? Forse dovrei fare delle sedute da quelle persone che ti ascoltano..probabilmente- - gli psicologi- - non sono matta.- - però loro ti ascolatano- - ho capito prende te! Adesso ricominciamo così prima me ne vado a casa! - esclamai alzandomi e questa volta porgendo io la mano a Davide. - Cambi da un minuto all'altro stato d'animo. Amo il tuo spirito d'iniziativa!- esclamò. - lo so, lo so che non potete fare a meno di me- dissi magari credndoci davvero.

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Capitolo 3
*** Capitolo III. Odii e amori ***


Capitolo III. Odi e amori. "Determinazione, fatica, forza di volontà, sforzo, coordinazione, maturità. Il ballo è tutto ciò che abbiamo per chi ha." Se avrei dovuto definire la mia vita, l'avrei definita quasi perfetta, perchè in realtà non mi mancava niente, tranne il caso Davide che rimaneva aperto. La mia famiglia era benestante, abitavamo in una casa che tutti definivano villa, come effettivamente era. C'era anche la piscina, un giardino enorme e un contornato fantastico di campagna. Abitavo e abito tutt'ora in un piccolo paesino con una vista panoramica che lascia senza fiato. Adoravo la mia casa. Avevamo una stanza che non sapevamo mai come utilizzare, era grande ma non serviva a nessuno, era inutillizzata, così un giorno la affittai io. Divenne il mio "studio" di lavoro. Non mi è mai mancato niente, tutto quello che volevo, avevo. Erano le 5.30 di un qualsiasi giorno di Aprile, il sole ancora non c'era, in quel periodo il sole ancora non sorgeva così presto. In un paesino di poco più di 2000 anime, tra cui cani e gatti, le persone che erano sveglie a quell'ora erano davvero poche. Mi svegliai comodamente, mi lavai, mi preparai e feci colazione, alle 7 avevo la corriera, ma io mi svegliavo sempre alle 5.30 per prendermela comoda, perchè mi piaceva, la mattina era sempre tutto più bello. C'era la tranquillità, la dolcezza dell'olfatto nel sentire il caffè bollire e delle brioches friabili spezzarsi sotto i denti. Ero così felice da preparare la colazione a tutti. Le prime due ore del lunedì con matematica non si augurano a nessuno, per di più se la sottocritta odiava quella materia. La professoressa interrogò...e pensate un po! Interrogò sempre la sottoscitta. Fu uno dei giorni più belli della mia vita, più emozionante di una gara vinta...presi 8! Quasi un miracolo per le mie signorie. Quel voto lo dovevo festeggiare e chi se non con il mio best Davide? L'intervallo salva milioni di animi vaganti della scuola. - Davide! - esclamai correndo verso di lui appenà uscì dalla classe. La sua classe si trovava accanto alla mia. Appena lo trovai accanto lo abbracciai forte, una cosa così era assolutamente degna di festeggiamenti. - ehi! Che ti succede?- disse 'afferrando' il mio abbraccio, per poi staccarsi e parlare. - matematica, la mia disperazione, la mia fonte di tante preoccupazioni...ho preso 8!- esclamai tutto ad un fianto. - ma che secchiona la mia Iree- esclamò lui ridendo. - parla il geniaccio di Economia!- dissi anche io mettendomi a ridere. - ti offro un caffè, un tè o tutto ciò che vuoi! Dopo questo 8 sono pronta a tutto!- dissi io al settimo cielo. - anche alla gara di tra un po'?- disse lui rovinandomi la festa. - è tra una settimana, voglio ancora essere felice!- - stasera non posso venire agli allenamenti, mi dispiace- disse col fiato corto. - ok non ti preoccupare! Cosa farai di bello?- chiesi io curiosamente. - Esco con Lucia, poi devo distrarmi anche un po'- affermò. Ad una settimana dalla gara ti metti a "marinare" una lezione per uscire con la tua ragazza!? Se lo facevi con me andava bene. - ah- dissi io dopo un po'. A quanto pare ero rimasta incantata. - che c'hai?- chiese. - nulla, che ho?- risposi. - eri penseriosa- - ah ho capito! Hai trovato un ragazzo che ti interessa!- disse lui ammiccando gli occhi credendo di aver capito tutto. - eh come no!- esclamai. Lui non mi avrebbe preso sul serio. Il mio unico grande amore era lui, lui e la sua bellezza da conquistatore, da anima spettinata nei suoi capelli castani, da un rockettaro innato senza aver mai impugnato una chitarra.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV. Nessuno si salva da solo. ***


Capitolo IV. Nessuno si salva da solo. ​Amare il proprio miglior amico è sempre un casino. Sarà pur l'amor più bello, ma non verrà mai vissuto a pieno. Che io amavo Davide si sapeva già, cioè io lo sapevo già, lui era ignoto ai miei sentimenti e se l'avrebbe saputo sarebbe stato solo un gran casino. Eppure mi sarei liberata di un peso che mi portavo appresso da due anni ormai. Ma poi, oltre ad aver rovinato una delle più belle amicizie che si possa trovare in circolazione, avrei rovinato anche la nostra carriera. Una delle gare più importanti della nostra vita si stava avvicinando, e presentarsi senza ballerino perchè scappato da una natura che non sopportava non era il massimo, né per me, aspirante campionessa nazionale, né per lui, aspirante campione nazionale. Io che avrei fatto? Avrei sotterrato e nascosto ancora una volta i miei sentimenti, verso ignote strade che la mente mi faceva percorrere per non pensare, per non voler pensare per forza a qualcosa che non ti avrebbe mai reso grata. "Le bugie sono come ombre che inconbono su di te, il problema è quando ti assaltano e la verità salta fuori. E dopo aver rivelato la bugia, ci sono solo due strade, quella della compassione o quella della condanna". Il ballo mi ha sempre reso grata in qualche modo, o con la testa, o con l'anima o col cuore. Davide era appoggiato al muretto del marciapiede davanti al cinema. Amavo le sue improvvise telefonate per organizzare qualcosa al momento, anche una stupida camminata per scambiarsi un -come stai?- e magari non sapersi dire nemmeno più niente. Era il suo modo di fare, era il nostro modo di fare. - eccomi!- dissi alzando leggermente la voce per farmi sentire. - che film si vede?- domandò, mettendo una mano sulla mia spalla e scorrendo velocemente le locandine dei film con le pupille. Io feci lo stesso. - hai voglia di piangere?- chiese. - eh?- chiesi dubbiosa su ciò che stava chiedendo. - il film intendo...credo che questo faccia piangere!- specificò. - non ti preoccupare Dave, io non piango- dissi con il mio solito coraggio e la mia spavaldità. - optiamo per Checco Zalone va!- esclamò lui. - facciamo ridere queste due povere anime - acconsentii io. Il cinem era uno dei quei posti 'tipo' per due innamorati, era un classico. Durante il film il ragazzo metteva una mano sulla spalla della ragazza e così scoccava l'amore! Per me e Davide era assolutamente normale, non ci facevamo nemmeno più caso. Guardavamo la maggior parte dei film abbracciati, ridevamo insieme, condividevamo una Coca-Cola, mangiavamo i pop corn, tutto naturale. Forse queste cose non l'avrebbe fatte nemmeno con la sua ragazza, la ragazza era un altro tipo, a lei non piacevano queste cose. Ma si sa che la migliore amica e la fidanzata hanno ruoli diversi. - Dave, ho sonno!- esclamai buttando la testa sopra la sua spalla. - dormi ire, manca poco, dopo ti sveglio io!- disse non staccando mai gli occhi dallo schermo. - mi faccio schifo da sola a dormire con un film così!- furono le mie ultime parole, perché poco dopo dormivo già come un "pascià" accovacciata a Davide. La mia dormita durò poco, il film era finito e le mie orecchie rimbombavano la voce di Davide che cercava inesorabilemente di svegliarmi. -mi porti a casa tu, vero?- chiesi ancora con gli occhi chiusi. - certo, basta che ci sbrighiamo sennò ci chiudono dentro- acconsentii. - sono una gran rombiballe, ma con questi orari che ho non riesco ad arrivare fino alle 11.30!- commentai io il mio stato. -lo so..fa propio schifo- - domani ci sei ad allenarti?- chiesi. - si, ci sono- rispose. - con il ragazzo misterioso come va?- continuò lui. - rafazzo misterioso?- - si, quello che avevi addocchiato a scuola!- rimbombò lui. - non mi ricordo nemmeno più come è fatto! Sai che non sarei adatta a fare la fidanzata!- - tutti sono adatti se trovano la persona giusta- - non mi far deprimere Dave!- commentai. - vieni qui piattola!- esclamò prendendomi sotto braccio e continuando a camminare. - sei una ragazza perfetta!- disse dandomi un bacio sulla testa.

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Capitolo 5
*** Capitolo V. Loose ***


Capitolo V Gli allenamenti erano iniziati da poco più di una mezz'ora, eravamo soli nella sala, contrariamente a tutti gli altri giorni che era piena di persone che cercavano la loro concentrazione negli esercizi. Ero già stanca, un altra ora e mezza precedente ad allenarmi con la squadra nazionale non aiutava di certo. Forse era la settimana più impegnativa della mia vita, visto che il lunedì prossimo sarebbero iniziate le gare. - Ehi Dave, io mi fermo un attimo, ho le spalle a pezzi, non riesco più a muoverle- dissi stendendomi sul cuscinetto steso per terra. - vieni- mi chiamò. - che c'è?- chiesi. - vieni qui e siediti- ordinò indicando un punto con lo sguardo. Seguii i suoi ordini. Mi misi a sedere con le gambe incrociate davanti a lui. Allungò le sue mani fino alle mie spalle e iniziò a massaggiare. - ora ci penso io- disse beffardo. - ma va là!- dissi ridendo. - mi farai pure più male!- continuai scanzandomi dalla sua presa. - fidati, ci so fare- disse allungandosi arrivando di nuovo alle mie spalle. E così fu. Ci sapeva fare anche nei massaggi, l'uomo da sposare. - mi fai ridere! Dave il massaggiatore! Ahaha- continuavo a ridere io incredula. - il mio massaggio ha conquistato anche te, lo sapevo!- - perchè a quanta gente lo hai fatto?- chiesi io guardandogli storto. - sei la prima! Ti pare che vado in giro a fare massaggi!- continuava a ghignare lui arricciando il naso, tipica cosa che faceva quando mi prendeva in giro. - sai se ci vede Lucia quante te ne da'! "Oddio Davide come ti permetti di toccare un'altra donzellache non sia la tua ragazza?? Non sia mai!" - esclamai io imitando la voce della ragazza. - ti ho toccato le spalle mica ti ho stuprato!- disse lui. Rise ripensando a ciò che aveva detto. - non ti fare certe idee Dave!- lo bacchettai io. - non mi faccio quelle idee che pensi te!- esclamò lui continuando a ridere. - Dave, mi dispiace ma non è colpa mia se la Lucia non te la da'- dissi io uscendo con una grossa risata fragorosa. -sei pessiama- continuò lui. Io con lui ci potevo scherzare su queste cose, anche se pur serie, perchè non se la prendeva, era il mio migliore amico, conosceva le mie battute, sapeva che ero umoristica, che tendevo sempre un po' a fare la comica. Era nella mia natura. - continuiamo va'- affermai alzandomi e porgendo la mano a Davide per fare lo stesso. E l'allenamento continuò, finchè non arrivarono le 5 ed era ora di andarsene finalmente. - che fai stasera?- domandò. - guardo la partita- risposi io. - anche io, stasera c'è Milan-Juve- disse lui. Il suo più grande difetto era di essere Juventino. Quel difetto, detto da una come me, Milanista convinta dalla nascita non gliel'avrebbe mai potuto perdonare. - tanto stasera perdete! Finalmente è ritornato El Shaarawy dall'infortunio e c'è anche Kakà come doppia punta! Tiè!- esclamai io accanendomi sul discorso. - ideonaaa! La si può vedere insieme!- propose io. - ok - disse. -allora ci vediamo a casa mia- affermai. - vi facciamo il culo!- esclamò lui dividendosi da me per prendere la via parallela alla mia che portava a casa sua. - già ce lo abbiamo. Il culo intendo- esclamai. Risee e basta, le mie battute erano le migliori, come al solito. Chissà come faceva a sopportare una ragazza come Lucia, con l'umorismo sotto zero, molto noiosa secondo me. Una ragazza perfetta deve avere minimo questi tre requisiti: deve saper cucinare, deve imporsi e deve far ridere, per tutto il resto c'è Master Card!

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