Corpo di Adamo, Cuore di Eva

di JoeSnow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap.1-Labbra spaccate ***
Capitolo 2: *** Porcellana ***
Capitolo 3: *** 3. Cerbiatto ***
Capitolo 4: *** 4.Sbornia ***
Capitolo 5: *** 5. Doccia Abrasiva ***
Capitolo 6: *** 6.Mostrare i denti ***
Capitolo 7: *** 7. Isolamento ***



Capitolo 1
*** cap.1-Labbra spaccate ***


L'auto sgomma e si parcheggia in malomodo nel cortile della scuola. Un ragazzo di 20 anni non tanto alto, dai capelli neri e ben lisciati all'indietro, gli occhi cangianti e un papillon giallo si fionda agitato fuori dal mezzo.
<< Sam, siamo di nuovo in ritardo per colpa tua!! Come fai a metterci sempre più di un'ora a prepararti? Sei peggio di una donna!!>>. << Oh, falla finita, Blaine!>> risponde contrariato il coetaneo al posto guida, uscendo e chiudendo a chiave il veicolo. << Per mantenere questo fisico mozzafiato e questa chioma splendente ci vuole un sacco di tempo. Sono le ragazze a chiederlo!!>>  E' più alto e piazzato del compagno, con un folto casco di capelli biondi, gli occhi azzurri e delle labbra tanto carnose e purpuree da fare invidia.
Percorrono il corridoio della NYADA come se fossero ad una maratona la cui meta è l'aula di Danza Latino-Americana in cui il professor Shuster li accoglie indispettito. Blaine, entrato per primo nell'aula, si becca come sempre la sfuriata per entrambi.
<< Sig. Anderson, è di nuovo in ritardo. Del sig.Evans non mi sorprendo, ma per quanto i tuoi voti siano ottimi nella mia materia, non posso permettermi di sorvolare ancora. Che sia l'ultima volta.>>
<< Mi dispiace sig.Shue. Non succederà più. >> si scusa contrito. Dietro di lui, Sam sghignazza prima di beccarsi uno scappellotto da parte dell'amico.
Percorrendo l'aula per raggiungere i loro posti, gli occhi di tutte le compagne si poggiano su di loro ricevendo in risposta occhiolini dal biondo e sorrisetti imbarazzati dal moro. Una ragazza soprattutto fissa quest'ultimo malinconica: Rachel, la sua ex-ragazza. La loro storia era finita neanche troppo tardi da quando era iniziata. Lei non riusciva ancora ad accettare che lui l'avesse scaricata con un "non sei il mio tipo" dopo una settimana di appuntamenti e risate.
Passate le prime 2 ore, uniche condivise quel giorno col compagno di stanza,  Blaine segue le lezioni di piano e di storia della musica  gioiosamente prima di recarsi alla mensa dell'istituto insieme all'amica Tina chiacchierando del più e del meno. Quella spensieratezza si spezza quando nell'atrio si ode il vocio che precede una rissa: al centro di un cerchio immenso di studenti si trova Sam immerso in una discussione fragorosa con uno studente del secondo anno della classe di teatro di cui Blaine non ricordava il nome.
Il ragazzo è alto quanto Sam, forse di più, con capelli corti e castani a spazzola.<< Stai lontano dalla mia ragazza!!>>.
Sam non sembra affatto preoccupato: << Scusa, amico, non sapevo fosse la tua ragazza. Altrimenti avrei chiesto al sig.Shuester di darmi una partner meno passionale per la lezione di tango! >>  lancia un occhiolino alla ragazza, soggetto della discussione, nascosta alle spalle del rivale.
<< Ti giuro...tieni giù le tue luride mani dalla mia donna o giuro che ti spacco quella faccia da trota, Evans!! >> urla furioso.
<< Oh, conosci anche il mio nome? Non sarai mica geloso perchè ho ballato con lei invece che con te?>> lo sbeffeggiò Sam.
Fu un attimo e i due ragazzi si afferrarono, tirando pugni a destra e a manca. Sam ne piazzò uno sullo zigomo del rivale poco prima che il destro di quest'ultimo gli spaccasse il labro inferiore e arrivassero Blaine ed un altro ragazzo a separali. E mentre Sam rideva spavaldo il ragazzo con l'occhio nero era sempre più indiavolato, tanto da liberarsi nuovamente dall'amico e scagliare un altro pugno che malauguratamente si schiantò sulla mascella di Blaine facendolo precipitare a terra.
Blaine si massaggia ancora la mascella dolorante quando entra negli spoiatoi con Sam. Puzzano come sempre di sudore dopo una mattina di via vai. Infguriato, costringe Sam  a sedersi su una panca mentre va all'armadietto del pronto soccorso tornando con del ghiaccio secco e delle garze. Sam sghignazza dietro il fazzoletto pregno di sangue.
<< Oh, avanti, Blaine. Non puoi tenermi il broncio per tutto il giorno. Sai che non ho fatto nulla!>>. Blaine lo guarda in cagnesco:
<< Ti cacci sempre nei casini e chissà perchè finisco sempre per rimetterci io!!>> 
Sul volto del compagno si apre un sorriso beota << Insomma, mi conosci: non faccio mai nulla. Sono i guai che mi perseguitano. Cioè, lo hai visto quello? Con quella faccia da asino, era logico che Lucy cercasse qualcosa di meglio prima o poi. E cosa c'è di meglio di-->>
 << Di una faccia da trota?>> lo schernì Blaine.
Sam s'ammutolì offeso e rimasero a guardarsi per un lungo minuto prima che  Blaine cedesse per primo:
<< Togli quel fazzoletto, fammi vedere.>>.
Si chinò sull'amico a controllargli il labbro spaccato, con la garza disinfettante pronta in mano. Si stupì nel notare quanto realmente fossero grandi e morbide al tocco. Probabilmente erano anche più gonfie del solito per via della botta e quella nota di sangue le rendeva ancora più accese. Blaine era abituato ad averlo davanti agli occhi giorno e notte da 3 mesi ormai, dovendo dividere la camera del dormitorio con lui, ma si ritrovò ad arrossire senza neanche accorgersene. Quelle labbra, il naso perfetto, il blu profondo dei suoi occhi ed il viso levigato erano un insieme di dettagli sconvolgenti.
<< Dovresti metterti tu quel ghiaccio in faccia.>> quelle labbra si mossero ipnotiche...<< Sei tutto rosso e gonfio!>> continuò preoccupato Sam. La sua mano sulla guancia risvegliò Blaine di soprassalto: << Ehm...cosa?>>

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Capitolo 2
*** Porcellana ***


Il sole è calato è l'aria è frizzante. Blaine siede sul letto della sua stanza cercando faticosamente di studiare uno spartito di chitarra mentre nel corridoio del dormitorio alcuni studenti starnazzano e si rincorrono fragorosamente.
<< Sai, mi hanno detto che quelli della AlphaThetaBeta hanno organizzato una festa alla loro casa comune. Si dice che ci sarà tutto il campus!! >>. La già flebile concentrezione di Blaine fu definitivamente distolta: Sam si ergeva di fronte a lui con solo un paio di boxer cortissimi, il petto lucido di sudore, flettendo i bicipiti con in mano dei pesi da 5 chili. le vene sulle braccia pulsavano, ma quella vena che usciva dall'elastico dei boxer, appena sotto l'ombelico scosse Blaine tanto da lasciarlo a bocca a perta e paonazzo.
<< Dovremmo andarci! Sarà pieno di ragazze!!>> ridacchiò eccitato Sam, aumentando la velocità di quelle flessioni. Blaine faticava a concentrare la sua attenzione su quel discorso. Ovunque guardasse, quella bocca rosea, quei pettorali, i bicipiti, l'addome...quei boxer...un a scossa gli percorreva la spina dorsale, le guancie avvampavano e lo stomaco si contraeva. E lui non riusciva capirne il motivo. 
<< Santana mi ha detto che c'è una tipa che conosci che si è presa una bella cotta per te. Non immaginerai mai chi è!! >> lo stuzzicò divertito. << Dovrai venire per forza per scoprirlo!! >> disse infine il biondo lasciando i pesi sulla scrivania dirigendosi verso il bagno.
<< Beh, ora io vado a farmi una doccia. Vieni? >> girò la testa verso il compagno. Blaine avvampò: era stato preso in flagrante ad ammirargli il sedere perfetto, così poco nascosto da quei boxer larghi ma corti? e poi..cosa?!! Non l'aveva davvero invitato a far la doccia insieme. non poteva essere così sfacciato! e poi due uomini sotto la stessa...
<< Cosa? >> fece Blaine con gli occhi spalancati.
<< Alla festa? Tu vieni?>> ripetè Sam con un soppracciglio alzato. Poi, senza attendere risposta, entro in bagno lasciando le mutande fuori dalla porta.

Alla festa era stata invitata tutta la scuola, ma almeno mezzo quartiere si era imbucato. Sam, euforico di fare nuove conoscenze e nuove conquiste, si buttò tra la folla salutando amici e conoscenti.Blaine, di tutt'altro parere, non avrebbe voluto far altro che sedersi al bancone della cucina comune e abbandonarsi al suono martellante della musica house con una birra in mano. E così fece.
<< Ehi, Usignolo! >> lo vezzeggiò aggressiva una ragazza latino-americana, dalla chioma corvina fluente, un top a camicia annodato per mettere in risalto il seno poderoso e una minigona vertiginosa verde dalla trama scozzese. Era entrata in cucina dirigendosi da lui a passo fiero e felino. Santana Lopez. Era l'unica che lo chiamava così in tutta la NYADA, ma lui non riusciva ancora a capire se per lei era un complimento o un offesa.
<< Santana.>> indietreggiò sullo sgabello Blaine, intimidito.
<< Se sei qui significa che c'è anche Bocca Di Trota. Dov'è? E non dirmi che non ne hai idea perchè sanno tutti che sei sempre pronto -per chissà quale motivo masochista- a prenderti dei bei pugni massicci sul quel bel visino da passerotto spaurito. Sul serio, cosa fate quando siete nascosti in camera vostra? Avete qualche frustino o maschera di pelle nascosti nell'armadio? >>. Puntava il dito a 2 centimetri dal viso di Blaine, ogni volta che lo incontrava, sparando sentenze, offese e intimidazioni a perdi fiato. Lui riusciva a malapena a ad esprimersi a monosillabi con lei.
<< N-no... certo che no. Io...>> scosse la testa a destra e sinistra disgustato, allentandosi il paillon -che per la serata era di rosso fuoco a pois celesti.
<< Dov'è?>> lo aggredì nuovamente la ragazza. Lui si limitò ad indicargli solamente la vetrata da cui l'avevo visto uscire l'ultima volta. Lei si dileguò in un istante lanciandogli solo un avvertimento: << Sta lontano da Sebastian, Usignolo. Ha la passione di convertire etero innocenti come te. >> .
Blaine era spiazzato: non aveva idea di chi diavolo parlasse!!!  Decise di non pensarci troppo e si scolò di botto il primo bicchiere di birra che trovò, infischiandosene di chi fosse stato il precedente proprietario. Finalmente rilassato, si guardò un po' intorno: il centro della sala comune era stato liberato da divani e poltrone per farne una rudimentale pista da ballo dove sbracciavano ragazzi già a petto nudo e twerkavano ragazze di ogni razza, colore e taglia. Ragazze che in aula di danza aveva visto sofisticate ed aggraziate, al limite dello snob, che avevano perso ogni senso del pudore indossando costumi da bagno succinti. Sui divani e le poltrone ai lati si alternavano fumatori di hashish a coppie -già sbronze dalla sera prima- che si scambiavano metri di lingua e litri di saliva. Fra questi spiccava un ragazzo con una cresta moicana che riconobbe come Noah Puckerman, conosciuto al liceo e che non si aspettava minimamente di vedere ad una festa universitaria. Saltava dalla bocca di una rossa con le cosce lunghissime, a quella di una nera prosperosa.
Cominciò ad insinuarsi in lui la sensazione di essere totalmente fuori posto, quando un viso familiare lo raggiunse.
<< Rachel!! >> sorrise entusiasta, naturale.
<< Ciao, Blaine.>> sorrise leggermente gongolante. << Carino il papillon!! E' nuovo? Somiglia molto a quello che ti avevo regalato, solo che quello aveva le stelle al posto dei pois!>> disse sedendosi incredibilmente vicino a lui.
<< Oh, davvero? Non ci avevo fatto caso.>>  si osservò il fiocco, impacciato. << Grazie, comunque. Come ti va?>> le chiese, nuovamente teso.
<< Oh, benissimo. Domani ho un esame, ma non sono minimamente tesa.>> rispose lei fiera e sorridente, solo per smontarsi subito dopo. Per un attimo calò il gelo fra loro, senza che nessuno dei due, proferisse parola. Poi Rachel si illuminò di speranza:
<< Vuoi ballare?>>.
<< Così?! No, grazie. Non è il mio genere.>> la freddò immediatamente Blaine, solo per essere rapito da una figura alta e longilinea nella sala accanto che non aveva visto mai. Aveva una pelle diafana con due grandi chiasse rosee sulle guancie e dei dolci lineamenti del viso. Indossava una camicia di giallo pallido tutta abbottonata delle bretelle bordeaux legate a dei pantaloni lunghi con una curiosa fantasia. Si muoveva tra la folla come un cerbiatto spaventato fuori dal suo habitat. Sentiva un affinità con lui in questo.
<< No, hai ragione, neanche il mio.>> si ricompose Rachel. << E' così volgare. Non capisco cosa ci trovino i ragazzi in quelle ochette senza il minimo cenno di decenza.>>. Blaine ormai era totalmente rapito, non l'ascoltava. Sentiva il desiderio sfrenato di andarsi a presentare, salvare quel angelo. Non si domandava nemmeno perchè provasse quell'emozione. 
<< Sai che potremmo fare invece? Nell'altra stanza hanno organizzato il karaoke: potremmo cantare insieme "Don't you want me", sai come quando ci siamo conosciuti, sarebbe divertente, vero?>> propose Rachel con eccessivo entusiasmo.
<< Sì, sì, certo.>> le rispose Blaine con sufficienza. Poi partì incontro a quel ragazzo, che avendo notato di essere fissato, gli si erano tinte le guance di un rosso più vivo. Il cuore di Blaine batteva all'impazzata, più forte ad ogni passo che lo avvicinava alla sua meta e il respiro gli si affannava costringendolo ad aggiustarsi il papillon. Un sorriso imbarazzato gli si era aperto in volto quando lo stesso soggetto a cui mirava gli aveva sorriso allo stesso modo. 
Mancavano pochi metri, ma la sua strada fu tagliata da un ragazzo con cui si scontrò, quello stesso ragazzo che senza scusarsi se lo studiò da capo a piedi e gli sorrise malizioso.
<< Saaalve! Dove vai così di fretta? Senza nemmeno presentarci!>> il ragazzo tanto sfrontanto portava dei capelli castani alla Elvis e i suoi occhi lascivi brillavano di un verde smeraldo. Alto e dal fisico asciutto, indossava solo una canottiera attillata astrisce orizzontali gialle e blu e degli speedo bianchi che fecero avvampare l'Usignolo come mai prima. << Sabastian Smythe. >>  strinse di prepotenza la mano di Blaine che si presento timidamente. << Cercavi il bagno? Posso mostrartelo io se vuoi. O cercavi un po' di privacy, per caso?>>  continuò ammiccando arcuando il sopracciglio, senza lasciargli mai la mano, tenuta tremendamente bassa. Blaine cercava di non incrociare quello sguardo cercando oltre quel ragazzo di porcellana, ma la figura di Sebastian, così vicina, era imponente.
<< Ehm..n-no, io...io stavo cercando un...ehm...un amico.>> riuscì a balbettare a malapena.
<< Ah, ceeerto, un amico.>> sul viso di Sebastian si aprì un sorriso sghembo. <> si denudò della canottiera mostrando il magnifico disegno dei suoi addominali e degli scandalosi piercing argentati ai capezzoli. Blaine deglutì rumorosamente. << ...potete raggiungermi in piscina. O meglio, anche se non lo trovi." 
Poi sparì oltre la porta-finestra all'urlo di "Bagno di Mezzanotte!!!" lasciando Blaine interdetto a guardarsi intorno. Il ragazzo di porcellana era sparito.
 

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Capitolo 3
*** 3. Cerbiatto ***


Ciao a tutti ragazzi. :) ecco il terzo capitolo. scusate l'attesa (chissa che trepidazione che avete avuto fino a oggi! XD) ma cercherò di pubblicare tutti i martedi e le domeniche...o almeno tutte le domeniche :P se siete ancora qui vi ringrazio della fiducia. E' la mia prima storia quindi siate clementi...o anche no! :P Recensite, recensite, recensite! solo così mi convincerò a scrivere ancora. ;P e adesso godetevi (si fa x dire) il terzo capitolo. 


Un trio di ragazze seminude passò per il corridoio salutando e ondeggiando ammiccanti verso Blaine, poi uscirono in piscina insieme a metà dei ragazzi della sala comune. Ancora spaesato dalle provocazioni di Sebastian, non ci diede troppo conto. Per distrarsi, lasciò il suo sguardo viaggiare nell’affollamento della pista: Brittany Pears, vestita di solo reggiseno e attillatisimi short di pelle, scuotendo i dorati capelli sciolti ballava strusciandosi affiatatamente con Santana, evidentemente brille su un tavolino da te. Chi veramente sperava di vedere però non c'era. Considerò di seguire la massa e dirigersi in piscina e gli balenò in testa l'immagine di quel corpo candido con solo un cosume slip addosso che gli veniva incontro. Cercò di scrollarsi quell'immagine dalla testa, fisicamente, ma più ci provava più quell'immagine ritornava. Sentiva una stretta allo stomaco, quasi una sensazione di vomito che però non c'era. Non riusciva a capire perchè quel ragazzo lo avesse impressionato tanto. Sapeva solo che aveva la malsana voglia di conoscerlo, guardarlo, tocc...
     - Oh, guarda quelle due!!- esordì il coiquilino di Blaine, spuntando alle sue spalle, in compagnia di un ragazzo alto (gigantesco in confronto a Blaine) e castano sempre col sorriso aperto. Non era propriamente atletico, ma aveva spalle molto larghe.
- Guardà e impara Hudson!- lo provocò lanciandosi mezzo barcollante sotto il cubo improvisato.
- Sì, magari fra ‘n centinaio d’anni!!- ribatté il gigante divertito, rimanendo al fianco di Blaine.
- Finn Hudson.- tese poi la mano al piccoletto accanto a lui, cordiale, un sorriso ancora più splendente aperto in volto. - Sei il compagno di stanza di Sam, vero?-.
Blaine tentennò un attimo prima di stringergli la mano. - Sì. Blaine Anderson. Piacere.-.  Nonostante la stazza, Blaine trovò che non fosse così intimidatorio. Sembrava una brava persona, gentile.
- Non ti invidio per niente- ridacchiò Finn. - Dovrai passare tutta la notte a tamponargli il naso sanguinante.- continuò ammiccando in direzione del "cubo".
Blaine deglutì fortemente avvampando, gli occhi ancorati al movimento ipnotico del bacino di Sam. Era salito sul tavolino, ondeggiando il bacino a contatto con la schiena di Brittany quando Santana lo spinse giù imprecando  in modo incomprensibe a causa della musica assordante. Sam però sembrava non voler demordere e afferrò dolcemente la mano della bionda, che sorrideva divertita, per invitarla a seguirlo. In tutta risposta la mora latina gli piazzò un pugno dritto sul naso.
-Fsss!!- sibilò Blaine. Immaginò il dolore lancinante e il bellissimo naso del compagno distrorcersi al rallentatore e si portò le mani sul suo. Poi corse in suo soccorso, seguito con calma da un Finn incredibilmente divertito, quando perse il suo l'equilibrio già precario e cadde a sedere a terra.
     - Te l'avevo detto!- sentenziò. Blaine si accovacciò accanto a Sam che si teneva il muso con le mani, del sangue che scivolava in mezzo alle dita.
     - Fammi vedere.- disse preoccupato forzandolo ad allontanare le mani rigate di rosso. Di colpo si sentì avvampare sino alle orecchie e il respiro fermarsi un secondo: le labbra di Sam pulsavano di un rosso scarlatto, ancor più evidenziate dal sangue che gli colava dal naso che sembrava comunque intatto. Sembravano due petali di rosa arricciati, freschi e morbidi, e ii respiro affannato che fuorisciva da quei cuscinetti socchiusi odorava di ferro e birra e si infilava pungente nelle narici di Blaine dandogli alla testa.
-Che è successo?- mormorarono quelle labbra scarlatte, tanto che Blaine riuscì a stento a sentire.Sei un coglione, Sam.- chiarì Finn con un sorriso non troppo pietoso, poi uno più da commiserazione. - Perchè insisti tanto a provarci con quella lì? É solo una stupida civetta bionda. E poi sai cosa si dice su quelle due!- lo rimproverò.
-Brittany non è stupida, vede solo il mondo in modo diverso.- ribatté contrariato. - E poi, quelle voci non sono vere. Non ci credo.- chiuse il discorso distogliendo il suo sguardo accigliato dal gigante, mentre Blaine tirava fuori un fazzoletto di carta dalla tasca e lo tamponava sul naso dell'amico.
- Meglio andarci a sciacquare in bagno.- confutò Blaine prendendolo sotto e braccio ed aiutandolo ad alzarsi. Finn si sporse per aiutarlo e li accompagnò su per le scale che portavano al piano superiore. Arrivati al bagno comune bussarono appena prima che una coppietta si fiondasse fuori ridacchiando  e riallacciandosi entrambi i pantaloni senza neache far caso a loro. Blaine fece una smorfia di disgusto prima di entrare, Finn invece li seguì con gli occhi divertito finchè non notò alla base delle scale una ragazza dai lunghi capelli bruni e lisci e la frangetta che lo fissava e che gli sorrise paonazza appena incrociarono gli sguardi. Lui sorrise di rimando con un colpo al cuore.
Il bagno aveva le pareti tutte piastrellate con una lingua specchiera e tre lavandini di ceramica bianchi su quella destra. Su la parete opposta vi erano invece tre porte di mogano che davano su i gabinetti. Blaine e Finn lasciarono sedere sul cassettone dell'aereazione il loro amico col muso gocciolante. 
- Ehm... io devo... giù.- sembrò andare di prescia Finn. - Puoi pensarci tu, vero? Non ti serve una mano?- fece eretto, i pugni stretti lungo i fianchi. La sua gamba destra ballava trepidante.
Blaine non lo guardò neanche congedandolo con una mano. - Sì, tranquillo.-.
- Ok.- titubò il gigante, un attimo prima di precipitarsi per le scale.
 Blaine tirò via un paio fi tovglioli dal distributore appeso al muro, li passò sotto l'acqua, li strizzò e si riavvicinò a Sam spanstandogli nuovamente la mano che tamponava il naso con il fazzoletto ormai zuppo che gli aveva lasciato in precedenza.
-Alza la testa.- gli ordinò sollevandogliela lui steso tenendogli la fronte. Iniziò a tamponargli il naso assicurandosi che non fosse rotto.
Sapeva riconoscere un naso rotto quando lo vedeva: aveva fatto pugilato al liceo e il suo coach glielo aveva rotto preventivamente il primo giorno di lezione per evitare che gli facesse troppo male qualora glielo avessero rotto in un incontro.
Non c'era segno di frattura e il sangue aveva smesso di uscire e si stava raggrumando e ne fu sollevato. Fece scivolare il tovagliolo nell'incavo sopra il labbro superiore e poi tutt'intorno a quelle labbra purpuree, e tentennò. Lo indimidivano così tanto, senza che ne sapesse il motivo. La forma a cuore così ben disegnata...sembravano così mordide e piene. Si ritrovo a pensare quanto Sam potesse essere bravo ad usarle, a quante ragazze avesse fatto impazzire. La sua salivazione aumentava, lo stomaco gli si contorceva. Era come se avesse fame.
Finalmente le toccò. Le ripulì e sentì l'aria mancargli per un secondo: erano davvero soffici, calde e rosse. Per quanto strofinasse e portasse via il sangue, quelle labbra rimanevano tremendamente rosse! Alla fine erano rimasti solo gli angoli che non riusciva a sbiadire, il tovagliolo asciutto.
Istintivamente se lo portò alla bocca, lo leccò e lo riposò sulla bocca di Sam.
Al sapore del sangue di Sam, un brivido gli percosse la schiena come una scossa da 10000 volt. Un brivido di quelli che ti facevano perdere la testa. E improvvisamente capì quanto potesse essere potente la sete di un vampirò.
Poi realizzò cosa aveva appena fatto. Il panico lo pervase. Impallidì. Aveva appena baciato indirettamente il suo compagno di stanza! Poteva essere l'inizio di una lite furiosa e non sapeva se l'avrebbe sopportato...Sì, ok, per quanto Sam fosse più alto di lui, Blaine era piuttosto bravo nella boxe, avrebbe potuto reggere, avrebbe anche potuto stenderlo. Ma semplicemente non voleva farlo.
I suoi occhi spalancati si incrociarono con quelli languidi e blu di Sam. Quegli occhi riflettevano le plafoniere sul soffitto con un gioco di luce strabiliante, come fossero fatti di acquamarina e circondati dai fili d'oro delle sue ciglia. Sam non si stava lamentanto. Semplicemente ricambiava lo sguardo.
- Hai degli occhi davvero belli, sai?- sospirò Sam.
- C-cosa?-  balbettò Blaine sconvolto.
- Sembrano castani, ma se li guardi da vicino hanno come dei filamenti giallo e arnancio intorno alla pupilla. E hai delle ciglia veramente lunghe, sai? Sembri un cerbiatto.- li descrisse con un sorriso. Blaine era totalmente spiazzato: nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere. Il cuore gli batteva all'impazzata, come se volesse uscirgli dal petto.
- G-grazie, Sam. Anche tu...- Blaine sorrise senza riuscire a finire la frase. Sam si era sollevato di scatto con una mano alla bocca, era entrato in uno dei bagni e sembrò che stesse sputando pure l'anima.


 La serata era proceduta sfrenata e caotica anche sensa di loro. In piscina ormai divagava il delirio: le ragazze, coi loro bikini striminziti, si strusciavano ancheggiando ai bacini dei ragazzi eccitati e dai petti nudi e glabri, chi con in mano una bottiglia di birra, chi con una canna d’erba che impestava l’aria già densa. La sala comune era ormai rimasta vuota.
Blaine trasportava sottobraccio un Sam ormai incosciente lungo il cortile.
- Ciao Blaine!- . La ragazza che gli si presentò davanti indossava un costume di pailette argentate intero che lasciava scoperte le cosce sode ma carnose, un trucco leggero ma intenso esaltava i suoi piccoli occhi a mandorla, e aveva una fragranza d’Iris indiano da capogiro.
     - C-ciao Tina!! Sei uno schianto!- . Blaine non poté far a meno di arrossire, ma sperò che Tina la scambiasse per sbronza.
     - Anche tu! Hai i capelli tutti arruffati. Sei…carino.- gli fece presente con un sorriso smagliante.
     - Grazie.- rispose con un sorriso timido. Poi la fissò con un sopracciglio alzato. - Quando sei arrivata?-. In effetti era strano che non l'avesse vista per tutta la sera. Sapeva quanto gli piacessero le feste.
- Ti ho cercato tutta la sera! TU dov'eri?! Ho provato anchew a chiamarti! Rachel Berry mi ha detto di averti visto.- lo fissò con uno sguardo accusatorio divertito, poi si chiuse in un cipiglio pensieroso. - In effetti è da allora che non la vedo più.- pensò ad alta voce.
Infine si illuminò come se avesse carpito il più grande segreto dell'universo. - Non ti starai davvero rifrequentando con lei, vero?!- lo imbruttì puntandogli il dito.
- Cosa?!- indietreggiò Blaine, stupefatto che lei, la sua migliore amica, avesse anche solo pensato ad una cosa del genere. - No, certo che no! Sono solo dovuto stare appresso a Sam.- ribattè sistemandosi meglio l'amico sulla spalla. - In pratica mi ha trascinato qui perchè potesse ubriacarsi come le scimmie e lo potessi portare a casa sano e salvo...Come al solito.- terminò con una smorfia rassegnata.  
- Sì. Ho visto quante pene ti dà a scuola.- affermò. - Beh, dai allora, vai. Ci vediamo domani in classe.- gli lanciò un sorriso triste e li vide allontanarsi.
Blaine sentì il baccano attutirsi pian piano che si allontanavano dalla confraternita e le sue orecchie ringraziarono. Arrivò alla sua Mini che aveva parcheggiato proprio lì di fronte e lasciò Sam sul sedile posteriore riprendendo fiato. Non avrebbe mai immaginato che Sam fosse tanto pesante. Prese le chiavi dalla tasca e si portò dal lato di guida, ma il rumore di un altra auto attirò la sua attenzione. Si voltò a guardare la Panda nera coi specchietti rosa che passò a soli due metri da lui e il suo cuore si fermò: Rachel era seduta al lato passeggero a parlare allegramente con un amico  dalla pelle diafana e liscia e le gote rosee, un sorriso smagliante e dolce. Il ragazzo di porcellana. 

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Capitolo 4
*** 4.Sbornia ***


Buongiorno a tutti^^ ...Ok. Al contrario di quanto promesso, ho già saltato un martedì, ma purtroppo il lavoro è na brutta bestia! <.< Spero di farmi perdonare pubblicando questo capitolo in anticipo. :P Spero vi piaccia (fatemi sapere eh!!) Buona lettura.
 
 
 
Guidò a pugni stretti, trattenendosi dal non correre troppo per non stimolare il rigetto a Sam, ma non riusciva a non pensare a quella macchina. Ad ogni svolta sperava di ritrovarsela davanti, seguirla sino alla meta, fermarsi, scendere e presentarsi e escoprire chi era, com'era, cosa faceva, tutto. Come un senso di frustrazione lo colse, quando finalmente capì che non sarebbe successo: quella auto non ricomparve mai. Sam, accanto a lui, faceva ciondolare la testa in modo inquietante e questo non lo tranquillizzava neanche un po'.
     - Credo di star…per…vomitare…- biascicò. Contrariato, non poté far altro che fermarsi e accostare. Scese dall’auto in tutta fretta per aiutarlo ad uscire ed evitare che rigettasse sul cruscotto, ma ci guadagno solo un’imbrattatura della maglietta e del pantalone sottostante.
      - E che cazzo! Ci mancava solo questa!- si lamentò reggendo nel frattempo la testa bionda. Quanto cavolo aveva bevuto?
     - Bravo, così, butta fuori tutto.- lo incoraggiò. Frattanto, un rumore di un motore, poi di passi si fece sempre più vicino.
     - Serve una mano?- chiese una voce acuta e divertita, ma nello stesso tempo preoccupata.
     - No, grazie, credo stia meglio adesso.- rispose, senza preoccuparsi di degnar di uno sguardo il ragazzo.
     - A me sembra piuttosto cadaverico, invece.- lo sentì trattenere una risatina che lo infastidì.
     - Senti, ti ho già detto che non ci serve il tu--!!- . Non riuscii a terminare quella frase, la bocca spalancata non emise più alcun suono per lo stupore.
Lo stesso viso spavaldo di qualche ora prima, quel ciuffo dai riflessi dorati ora spettinato e appiccicato sulla fronte, gli stessi occhi verdi che fissavano i suoi. La luce calda del lampione lo illuminava a metà, rendendo forse quell'espressione ancor più lasciva.
     - Ehi, ma tu sei il ragazzo della festa, Blaine Anderson, vero?- . Blaine avvampò sentendogli pronunciare il suo nome...e l'immagine di quel costume striminzito gli esplose davanti agli occhi, ricoprendo quella vestita che aveva realmente davanti.
     - Oh, certo che sei tu! Sapevo di aver già visto quel magnifico culo!- ghignò spostando gli occhi vogliosi. Blaine aggrottò la fronte contrariato.
     - Vieni dentro. Ho una pillola antisbornia davvero formidabile.- si avvicinò per aiutarlo a sollevare Sam, con un mezzo sorriso stavolta comprensivo, credette Blaine. Un po’ titubante prese il compagno sotto braccio, chiuse a chiave la macchina e si incamminarono dentro il dormitorio.
 
L’ingresso affacciava direttamente ad un ascensore e una scala di cemento e piani di legno che portava ai quattro piani superiori, un lungo corridoio in parquet sulla destra portava al cucinotto e al salottino, un altro sulla sinistra conduceva alla lavanderia e alla camera del custode. Locandine storiche di spettacoli di Brodway tappezzavano i corridoi. Quei stessi corridoi, nei piani superiori, portavano stavolta a otto stanze ciascuno.
 
Saliti al secondo piano, riusciti inspiegabilmente a trascinare Sam per le scale, svoltarono a destra e si fermarono di fronte alla terza porta. Sebastian non faceva altro che fissare il viso olivastro di Blaine, i suoi occhi grandi, la bocca rocca e i riccioli ribelli mentre lo stesso recuperava le chiavi dalla tasca e apriva la porta. Blaine incrocio un attimo quello sguardo sorridendo imbarazzato, poi trascinò i due ragazzi dentro fino al letto di Sam. Insieme lo fecero sedere e poi sdraiare. Sam borbottava cose incomprensibili, ciondolando con la testa.
- Shss...Tranquillo, Sammy, siamo in camera nostra. Dormi.- lo tranquillizzò Blaine spostandogli i ciuffi dorati dal visosciupato. - Grazie, ehm...Sebastian?- ringraziò il ragazzo, che lo guardò con un sopracciglio arcuato e un sorrisetto sghembo, domandandosi se ricordasse bene il nome.
- Oh, tranquillo, ne valeva la pena per scoprire qual'era la tua stanza.- ammiccò Sebastian. Disagiato, Blaine fece scivolare lo sguardo sul petto scolpito di Sebastian e notò la macchia gialla.
- Mi spiace, ma ti sei...ehm...sporcato la maglietta.- balbettò Blaine impacciato. Seb si tirò la maglietta e fissò la macchia con una smorfia disgustata, poi risollevò lo sguardo sul riccetto e alzò le spalle.
- Non c’è problema.- commentò Sebastian prima di sfilarsi la maglietta sudicia e sorridergli provocante. Il corpo di Blaine si tese all'istante, il respirò gli si bloccò in gola e gli occhi si sgranarono. Si voltò velocemente dalla parte opposta causando una risatina compiaciuta a Sebastian.
- Questo è il lato che preferisco di te: hai davvero un culo che fa sognare! Dovresti spogliarti anche tu.- sghignazzò, gli occhi fissi sul didietro di Blaine che inspirò rumorosamente voltandosi nuovamente. Panico e imbarazzo si leggevano nei suoi occhi grandi e nocciola. In quel momento era quanto di più simile ad un cerbiatto potesse esistere.
- E p-perchè d-dovrei farlo?-.
- Beh, non vorrai rimanere ricoperto di vomito da capo a piedi tutta la notte?- rise Sebastian. Evidentemente non aspettava altro. - E dovresti spogliare anche lui.- indicò Sam con un occhiata. Blaine seguì quell'indicazione e deglutì sonoramente. Sebastian non faceva altro che sorridere sempre più eccitato. - Vuoi una mano?- ammiccò.
Blaine tornò a fissarlo impanicato. Si guardarono per un paio di secondi prima che Blaine riuscisse a trovare la forza di riparlare.
- Non avevi detto che avevi una pillola miracolosa contro la sbornia?-.
Sebastian lo guardò di sottecchi. Il suo sorriso si spense un attimo prima di riaccendersi più vivo di prima. - Ho capito, ho capito, non sei tipo da ménage à trois. Tolgo il disturbo. Posso aspettare.- fece spavaldo raccogliendo la sua maglietta da terra. - Vado a prendertela.- concluse uscendo dalla stanza ghignando un'ultima volta.
 
Blaine rimase immobile seduto sul letto di Sam per un tempo indecifrabile senza un solo pensiero coerente, mentre il suo cuore rallentava e il respiro si regolarizzava. Osservò il suo compagno sdraiato sul letto totalmente immobile, l'immagine resa pallida dalla luce della luna che entrava dalla finestra. Avrebbe potuto giurare che fosse morto se non avesse visto la sua gabbia toracica alzarsi e abbassarsi. 
 
All'improvviso lo assalì quell'odore nauseante, osservò quanto effettivamente fossero malridotti i vestiti di Sam, tra sangue e vomito decise di farsi coraggio e spogliarlo. Perchè avrebbe dovuto avere paura? Non era la prima volta che vedeva  nudo un altro ragazzo: aveva fatto boxe e si era fatto spesso la doccia coi compagni della palestra. Così come negli spogliatoi del liceo e dell'accademia. E poi Sam aveva preso l'abitudine di girare spesso per la camera in mutande!
 
Si alzò e andò in bagno, si liberò dei vestiti e si ripulì velocemente, poi prese una spugnà, riempì una bacinella con dell'acqua calda e tornò da Sam. Posò la bacinella sul comodino, immerse e strizzò la spugna e la passò delicatamente sul mento del compagno di stanza. Riposò la spugna nella bacinella solo per tentennare un attimo su come togliere la maglietta a Sam senza svegliarlo. Dedusse semplicemente che non era possibile e che avrebbe provato a farlo il più delicatamente possibile.
Infilò le mani sotto la maglia aderente di Sam e un brivido lo percosse: la sua pelle era bollente e liscia come velluto con quella leggera peluria bionda. Blaine tornò a sentire le orecchie in fiamme. Non si accorse che Sam aveva riaperto gli occhi, preso anche lui da un brivido, e lo stava fissando.
- Che fai?- biascicò. Blaine boccheggiò per un paio di volte, il cuore che batteva a mille, prima di trovare una risposta.
- Ehm...ti devi spogliare, Sam. Ti sei...vomitato sui vestiti.- si scusò. Sam mugugnò qualcosa di incomprensibile, poi si sollevò leggermente facendosi spogliare e ricadde sul materasso con un tonfo.
Il suo busto era totalmente glabro se non per quella sottile linea che partiva dall'ombelico e scendeva giù, giù sotto l'elastico dei boxer. A Blaine mancò il respiro e la salivazione gli aumentò spaventosamente. cercò di ricomporsi e deglutì. Portò le mani alla cintura di Sam e la sciolse insieme ai bottoni dei jeans, lentamente, tenendo sempre d'occhio il volto di Sam per accettarsi di ogni minima smorfia, ma lui non protestò. Allora Blaine scivolò ai piedi di Sam e gli sfilò le scarpe per poi tornare su e rivoltargli i pantaloni. Il suo cuore accellerava man mano che il suo sguardo risaliva le lunghe gambe di Sam: i peli resi bianchi dalla luna, i polpacchi scolpiti, le cosce sode. Poi ebbe un sussulto.
I boxer si Sam gli rendevano fin troppa giustizia e il cuore di Blaine risuonava dentro il suo petto. Ormai il calore lo aveva invaso e mentre cercava di mantenere una compostezza strizzando la spugna, una serie di brividi gli percosse la schiena. Passò lentamente la spugna sul petto di Sam, ricoperto di pelle d'oca, e per quanto si sforzasse il suo occhio era continuamente attirato dal riflesso della finestra sul tessuto candido di quelle mutande. Sentì il calore espandersi sempre più verso ogni singolo centimetro del suo corpo. Sam non emetteva un lamento, ma il suo respiro cominciò ad essere più lento e profondo e il cuore di Blaine perse numerosi battiti dal timore che si svegliasse nuovamente. Man mano che scendeva con la spugna verso l'inguine di Sam il suo braccio rallentava, percosso da nuovi brividi, poi sentì bussare alla porta e il suo corpo s'irrigidì di botto. Un biglietto era passato sotto la porta.
Ridrizzando la schiena si rese conto che una parte del suo corpo in particolare si era incredibilmente irrigidita, allora, imbarazzato e intimorito, si volto verso Sam con la paura che avesse potuto notarlo e appurato  che non era successo, prese la coperta che era arricciata ad un angolo del letto e lo coprì. Raggiunse la porta a grandi falcate e raccolse il biglietto piegato in du. In mezzo a questa una pillola ancora nel suo blister. Lesse il biglietto.
 
Spero tu abbia goduto della sua sbronza! Questa notte sognerò che approfitti della MIA sbornia cavalcandomi con quel tuo culetto da favola. Notte timidone.
                                                                                           Sebastian.
 
Blaine deglutì. C'era tanta di quella sfrontatezza in quel ragazzo che lo metteva in soggezione. Si chiedeva perchè proprio lui. Perchè quel suo modo di fare gli dava tanto turbamento? Cosa aveva visto in lui che lui stesso non aveva notato? Guardò in basso e si sentiva pulsare. Decise che non doveva pewnsarci, non era affar suo. Gettò il biglietto nel cestino vicino alla sua scrivania, ne prese un altro scrivendoci "Questa è per il post-sbornia." e lo lasciò sul comodino di Sam insieme alla pillola, poi si infilò sotto le coperte e cercò di dormire ignorando la presenza ingombrante in mezzo alle sue gambe.

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Capitolo 5
*** 5. Doccia Abrasiva ***


Buongiorno ragazzi^^ sono felice di quelli che ancora seguono questa storia. Vi ringrazio molto. :D Vi segnalo anche un'altra mia storia: ANCHE I MASCHI GIOCANO CON LE BAMBOLE. Storia, location e personaggi scaturiscono tutti dalla mia mente malata, ma spero vi possa piacere comunque. ;) E ora vi lascio ad un capitolo tutto dedicato al nostro Bocca Di Trota preferito. Buona lettura.


Quel mattino Sam si svegliò di colpo con un tremendo mal di testa,  come se una banda in festa gli fosse entrata in camera. Fortunatamente era solo il suono di un messaggio sul suo cellulare. Ricadde nel torpore del letto ancora per qualche minuto rileggendo ad occhi gonfi il messagio ricevuto:

da BLAINE, ore 12:23.
Ehi, spero di non averti svegliato. :P Come va la testa? Ti ho lasciato una pillola per il dopo sbronza sul comodino. Raggiungi me, Tina e Mercedes al Burgy's se ti va un boccone. ;)

Sam si strizzò gli occhi un po' arrossati e con molta fatica si sollevò dal cuscino. Barcollò un attimo, poi afferrò la bottiglietta d'acqua semivuota sotto il letto, la pasticca sul comodino e la mandò giù con un sorso. Un brivido di freddo gli percosse la schiena e si rese conto di essere in mutande. Non ne ricordava il motivo, ma non se ne preoccupò. Non era ancora abbastanza sveglio o lucido per ragionarci su. Si trascinò in bagno.  
Lo specchio riflesse il volto di un uomo con la pelle ambrata dalla brillantezza spenta, un casco spettinato di capelli biondo pallido, gli occhi arrossati di un verde spento e la bocca impastata. Uno zombie di un metro e 83. Doveva assolutamente riprendersi!
Entrò nella doccia e lanciò le mutande nel lavandino, alzò la leva e quasi scivolò quando lo raggiunse il getto d'acqua fredda. Lasciò che l'acqua calda arrivasse e si strizzò la bottiglia di shampoo direttamente in testa. I capelli erano tremendamente ingarbugliati e li districò con una spazzola, grugnendo per la perdita quando alcuni capelli si staccarono. Il getto d'acqua scorreva caldo, coccolandolo e Sam spremette il bagnoschiuma al cioccolato e olio d'Argan sulla sua spugna a form di nuvola, coccolandosi a sua volta. Man mano che se la passava sul corpo cominciò a sentirsi strano, come una sensazione non del tutto spiacevole. Allora cominciò a ricordare vagamente quello che era successo quella notte: Blaine che lo adagiava sul letto, che lo spogliava...che lo puliva delicatamente con quella stessa spugna. Gli occhi grandi che lo guardavano, il petto nudo sopra di lui che si gonfiava e sgonfiava lentamente e il suo respiro caldo che gli sfiorava la pelle. Senza che se ne fosse reso conto, la mano di Sam aveva seguito lo stesso tragitto fatto da Blaine sul suo addome. Tremendamente in basso. Si pietrificò e il suo cuore prese a battere a mille: non ricordava altro, ma il dubbio lo assillava. Cos'altro era successo? Blaine aveva approfittato di lui? Blaine?! Ok, forse era un po' eccentrico con quella collezione di papillon, fin troppo gentile ed educato...ma questo poteva renderlo un...? Sam non riuscì neanche a pensare a quella parola. Non osava pensare qualcosa del genere su Blaine. Se anche lo fosse stato, per lui non ci sarebbe stato alcun problema, perchè Blaine non avrebbe approfittato di lui! O sì?
Non riusciva proprio a togliersi quei dubbi dalla testa, quei dubbi che lo portavano adesso a strofinarsi con tanta forza da farsi male. In quella foga urtò col gomito il bagnoschiuma sulla pensolina e quando questo si schiantò sul piatto doccia Sam balzò spalle al muro, le mani istintivamente riunite sull'inguine.
Quando si riprese, si sentì incredibilmente stupido che chiuse l'acqua e uscì dalla doccia. Concluse che era inutile scervellarsi tanto: avrebbe parlato con Blaine e sicuramente avrebbe chiarito che non era successo nulla. Poi un altro dubbio lo pervase: se davvero non era successo nulla? Se quel che ricordava fosse distorto dal fatto che era ubriaco marcio? Avrebbe fatto solamente la figura del cretino a preoccuparsene, se non quella del bigotto pieno di pregiudizi. E se avessero pensato che fosse lui il...insomma, per il solo fatto di averci pensato!

I dubbi lo logorano per tutto il tragitto finchè non entrò dalla porta tintinnante del Burgy's.

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Capitolo 6
*** 6.Mostrare i denti ***


Note d'Autore: Ok ok ok, sono un ritardatario cronico, lo so!! Abbiate pietà! :P Da ieri sono molto più emozionato per questa storia poichè si è rifatto vivo il mio ex (o meglio il mio ex-flirt! :P). Al tempo ero stato uno stronzo come Sebastian e cercai di portare lui, dolce e solare come Blaine ma con l'aspetto più alla Sam, sulla cattiva strada. Poi la cattiva strada l'ha trovata da solo, e quella strada a quanto pare l'ha riportato a me! Sono emozionatissimo!! <3 *___* <3 Ok, sto divagando... volevo solo ringraziarvi perchè mi seguite ancora e sono felice come una pasqua quando trovo una nuova recensione. Grazie mille!! :D Inoltre, vi consiglio anche la mia storia inedita Anche I Maschi Giocano Con Le Bambole http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2310115&i=1 e spero vi possa piacere quanto o forse più di questa. ;) Ed ora il nuovo cappy.^^



I suoi amici gli sorrisero dal solito tavolo in fondo: Blaine e Mercedes sedevano sulla destra, Tina sedeva sulla sinistra con un ragazzo orientale alto e snello, forse più grande di uno o due anni.

- Ciao, Sam.- si sollevò Tina, agitando alta una mano. - Vieni! Dobbiamo ancora ordinare!!- concluse risiedendosi.

Il cuore di Blaine cominciò a battergli all'impazzata mentre il compagno di stanza gli si avvicinava. I lunghi capelli di Sole erano legati dietro, le sue guance, come la bocca, brillavano di un rosso acceso. Non ne era sicuro, ma sentiva che sotto gli occhiali scuri lo sguardo di Sam puntava su di lui e arrossì agitato.

- Ciao ragazzi.- salutò apatico e si sedette a capotavola.
- Tutto bane Sam?- si preoccupò Mercedes allungandosi per poggiare la mano su quella del biondino.
- Mhmm... sì, tranquilla, sono solo postumi di una sbornia.-  si scusò lui portandosi una mano alla testa. - Ho preso una pillola, devo solo mangiarci su qualcosa.- . Lanciò un'occhiata fugace a Blaine e questo sollevò un angolo della bocca abbassando lo sguardo.
- Ok.- esordì Tina. - Allora Sam ti presento Michael!- trillò, causando un'altra fitta alla testa a Sam. - Mike, Sam. Sam, Mike.- .
- Piacere.- allungo la mano Mike, sorridendo. - Michael Chang.- .
- Evans...- sorrise incerto Sam, stringendogli la mano. - ...ehm...ci conosciamo?- .
- Ti sei portato a letto la mia ragazza.- rispose secco il cinese. Sam s'irrigidì.
- Oh...Scusa.- .
- No, no, ti ringrazio. Volevo scollarmela di dosso da tempo.- disse tranquillo Mike sollevando le spalle.
- Ah! Allora prego!- . Scoppiarono tutti a ridere.

Blaine cercava di nasconderlo, ma era teso come una corda di violino: continuava involontariamente e incessantemente a cercare lo sguardo di Sam, che cercava invece di ignorarlo e si illuminò quando al tavolo si avvicinò una cameriera dal fisico atletico, una coda di cavallo bionda e un sorriso spensierato.

- Ciao Brittany.- cinguettò.
- Ciao, Principe Trota.- lo salutò lei con un saltello gioioso. Lei sembrava fosse l'unica a poterlo paragonare ad un pesce facendolo sorridere.
- Elfo. Oprah. Super-gemelli Zan e Jayna.- apostrofò rispettivamente Blaine, Mercedes, Mike e Tina, sempre col sorriso. - Cosa vi porto?- .

Tutti ignorarono abituati quei nomignoli, tranne Michael che rimase interdetto. Tina gli fece segno di ignorarla e ognuno fece il suo ordine.

- Pesce? Credevo non mangiassi pesce!- si lamentò Brittany all'ordine di Sam. - Non è cannibalismo?- . Tutti si guardarono tra loro basiti, tranne Sam che rise.
- No, Britt. Solo se mangio un altra trota.- gli diede spago. 

Lei si rasserenò e si allontanò verso la cucina, lanciando però un ultima occhiata a Sam a metà del tragitto, e il cuore di lui perse un colpo. Scostò gli occhi di un grado e il suo cuore perse un altro battito...dalla paura: Santana Lopez era lì, dietro il bancone, che lo fissava con le fiamme negli occhi e la bocca tirata in una linea netta. Fu colpito da un onda di gelo dietro al collo e una fitta al naso, dove la sua mano aveva istintivamente trovato collocazione.

- Oddio, Sam! Tutto bene?- si sporse Blaine allarmato, incredibilmente vicino, poggiando una mano su quella di Sam e una sulla sua spalla. Sam lo fissava sbigottito e terrorizzato, gli occhi verdi spalancati come piattini, le labbra incastrate fra i denti. Non poteva fare a meno di guardarsi intorno: al tavolo mancavano le ragazze che vide dirigersi verso il bagno, nella parte opposta del locale; Mike distoglieva a intermittenza lo sguardo da loro, a disagio. Sam non sapeva decidere se fosse perchè  Tina lo aveva lasciato con degli sconosciuti, ma quello sguardo imbarazzato e il sorrisino teso gli dicevano che era per loro due...per Blaine.

- Fammi vedere!- gli tirava via la mano Blaine. - Non ti esce ancora sangue, vero?- . Quello sguardo troppo apprensivo, quella voce preoccupata e acuta, rendevano Sam ancora più a disagio. Si fece prendere da una scossa di rabbia e urlò.
- Sto bene, Blaine!!- ringhiò strappando la sua mano dalla presa del compagno e scattando in piedi.

Due pupille come fessure inchiodavano il moro alla sedia, con il cuore a mille e il ghiaccio nel sangue. Blaine tremava, non respirava, e non sapeva che fare. Voleva stringersi al biondo colosso eretto davanti a lui, occuparsi di lui come aveva fatto finora, come era diventata abitudine. Lo aveva sentito sempre come un dovere, come un istinto primordiale senza spiegazioni. Cavolo, per tutti i guai in cui lo aveva cacciato Sam, era un suo diritto!! E ora che quel diritto gli era stato strappato...sentì che ne era dipendente!
Michael li osservava intontito senza sapere se intromettersi o no. Sam non poté non farci caso e questo lo fece inacidire ancora di più quando Blaine si alzò provando ad allungare nuovamente una mano verso di lui.

- Vado in bagno.- eruttò secco e s'incamminò spedito.

Blaine lo osservò allontanarsi ed ad ogni passo una fitta al cuore lo colpiva come una pugnalata, lo stomaco gli si contorceva, i polmoni si contraevano. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, quando tutto fosse degenerato...o forse sì? Ciò che era successo la scorsa notte non era niente di diverso da come si era occupato di lui in quei tre mesi: gli aveva pulito il sangue dal viso; lo aveva riportato nel suo letto quando s'era ubriacato; lo aveva spogliato; lo avevo lava--... no, non lo aveva mai lavato! Sapeva di star mentendo a se stesso. Che quello che era successo ieri notte fosse la causa di tutto era sempre più evidente per lui. Le stesse emozioni di quella sera lo aggredivano come lupi famelici, le stesse immagini gli passavano davanti trasparenti, mentre Tina e Mercedes si incontravano con Sam all'entrata dei bagni, gli sorridevano e lui le ignorava oltrepassando la porta.

- Cos'ha Sam?- chiese aggrottando la fronte Tina, quando arrivarono al tavolo. L'espressione preoccupata era speculare a quella dell'amica.
- Ehm...non ne ho idea.- rispose Blaine quasi con affanno. Sperò che non se ne accorgessero o che Mike lo contraddisse, ma non successe nulla. - Avrà ancora i postumi della sbornia.- gettò lì una scusante e abbassò gli occhi per evitare di essere scoperto. 
Fortunatamente fu salvato da Brittany che arrivò servendogli le pietanze, seguita come un'ombra da Santana.

- Dov'è quel Bocca di Trota?- chiese stizzosa. Blaine la fulminò con gli occhi, lei rispose con uno sguardo indifferente e superiore.
- E' andato a fare un tuffo in bagno?- ironizzò divertita Mercedes, seguita dalle risatine di tutti al tavolo e da un sospiro rumoroso da parte della cameriera bionda.
- No!! - esclamò. - Se si tuffa nella tazza finirà nelle fogne!! Lo sanno tutti che lì sotto ci sono gli alligatori! Verrà sbranato!!- .
Di colpo calò il silenzio: erano tutti stizziti! Stava già partendo per andare a salvarlo, quando Santana la fermò per un braccio.

- No, Britt, ci penso io. A Lima Heights ho affrontato pantegane più grandi di qualsiasi alligatore della costa est!- corse via ancheggiando sinuosa e ferina. Blaine pensò di vedere una leonessa a caccia. Brittany era rimasta lì impalata a osservarla, le braccia tese lungo i fianchi. 
Lanciava ogni tanto occhiate furtive di preoccupazione a noi e la situazione era a dir poco inusuale. Cercammo all'unisono di ingurgitare il nostro primo boccone, tentando indifferenza. Britt si morse il labbro a disagio e scappò ad un altro tavolo. Bastò uno sguardo e i quattro amici scoppiarono a ridere.


Sam fissava il suo riflesso contratto, digrignante, teso come una corda di violino pronta a spezzarsi. Non sapeva perchè, ma non riusciva più a sopportare il suo compagno di stanza. Quello stesso compagno che stava iniziando a sentire come un fratello; quello stesso compagno a cui raccontava ogni avventura; quello stesso compagno da cui non si vergonava a farsi curare o massaggiare quando aveva un crampo o uno stiramento; lo stesso che lo aveva visto nelle condizioni di degrado più assurde. Eppure non riusciva a contenere quel senso di disgusto e disagio quando pensava alla notte precedente: Blaine lo aveva già ripulito dal sangue (suo o di altri); lo aveva già sorretto quando barcollava per l'eccesso di alcol; lo aveva già riportato a letto e lo aveva già visto seminudo (infondo, a lui piaceva girare in mutande per la sua camera). Ma quando mai si era lasciato spogliare, lavare e accarezzare? E perchè glielo aveva lasciato fare?
Dio, era  inutile cercare scusanti: era solo fiaccato dall'alcol e, in fondo, gli era sempre piaciuto esser coccolato!! Blaine era solo preoccupato per lui e lui lo aveva scostato come se fosse un lebbroso, gli aveva ringhiato come un cane. Non era da lui.
Il sangue gli ribolliva nella testa, i pugni erano talmente serrati che gli facevano male. Voleva assolutamente pensare ad altro, sentire altro che disgusto per se stesso. Scaglio con tutta la forza un pugno sulla porta di legno di uno dei gabbiotti del bagno. Dolore. Le sue nocche si erano a malapena spellate, ma sulla porta si era creato un buco quanto un pallone da calcio. Un uomo sulla trentina uscì dal gabbiotto accanto visivamente allarmato. Sam non lo aveva neanche visto entrare.

- Cavolo, amico!- commentò fissando il buco sulla porta. - Devi darti una calmata!! Stai bene?- terminò guardandolo mentre si massaggiava una mano. Sam annuì e si scusò. Quel colpo gli era bastato a disperdere quasi tutta la tensione.
Poi, di colpo, Santana entrò nel bagno in modo plateale e un po' di quella tenzione ritornò.

- Ehi! Questo è il bagno degli uomini!- lamentò l'uomo tra disappunto ed eccitazione.
- Zitto, coglione! Non ho intenzione di vedere il tuo pisello rachitico da criceto.- ribattè lei prepotente. - Fuori! Lasciaci soli.- ordinò. Lui obbedì senza controbattere.

Sam deglutì nervoso. Lo sguardo di Santana sprizzava fiamme, i pugni stretti lungo i fianchi e si avvicinava a lunghi passi. Quando le fu abbastanza vicino potè sentirne il profumo di rosa canina, iris e zenzero misto a quello di frittura.

- Ascoltami bene, Evans:...- esordì. Sam ebbe un sussulto. La cosa doveva essere più seria del solito se non gli aveva affibbiato strani nomignoli. - E' ovvio che un pugno sul quel bel nasino non ti è bastato...no, non ti colpirò ancora.- specificò quando il biondino stava per portarsi le mani sul naso. - Non ti colpirò perchè a quanto pare a Brittany piacciono le tue avances, quei tuoi occhi da pesce lesso e la bocca da trota più o meno quanto a te piace lei.- .

Cosa? Lui piaceva a Brittany? Il cuore di Sam aveva cominciato a danzare e un sorriso ebete gli si stava aprendo in volto.

- Ma stai bene attento: lei non è una da una botta e via. Invitala come si deve a cena, a ballare. Trattala con amore e sii paziente. Accetta il suo modo di vedere il mondo pieno di arcobaleni e unicorni!! Prometto che se la renderai felice io lo accetterò. -. Ormai la prospettiva di poter uscire con Brittany rendeva Sam raggiante.

- Ma ti giuro anche: se scopro che fai anche la minima cazzata, verrò a strapparti l'uccello con una cesoia mentre dormi e ci farò il naso per un pupazzo di neve!!- lo minaccio con lo sguardo di una che potrebbe farlo e gli assesto un pugno sul petto, proprio all'altezza del cuore.
Sam si massaggiò il punto dolente ridendo estasiato mentre Santana si voltava verso l'uscita.

- Ah!- si bloccò lei di colpo, con una vena di malizia. - E di' al tuo ragazzo Usignolo che se continua a imbruttirmi in quel modo così patetico e snervante quando ti nomino, sarà difficile nascondere ancora per molto la sua cotta per te.- concluse con un ghigno divertito.

L'umore di Sam mutò nuovamente di colpo. Cosa ha--? Blaine aveva una cotta per lui? Il suo umore era di nuovo nero. Non poteva pensarci...di nuovo. Ma se lei lo aveva pensato, proprio come lui, possibile che quello che aveva intutito fosse solo un'illusione?
Non era una cosa che voleva affrontare adesso. Probabilmente non avrebbe voluto mai! Ora doveva solo pensare a invitare Britt e organizzarle l'appuntamento perfetto! Cercò di ricomporsi ed impettito e fiero valicò la porta. 

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Capitolo 7
*** 7. Isolamento ***


Bene, questo capitolo è forse un po' pesantuccio, ma serve ad enfatizzare quello che succede nel successivo quindi... :P Prima di continuare, vi consiglio anche il mio inedito Anche I Maschi Giocano Con Le Bambole basato sulla relazione fra fratelli adottivi e l'intrusione di una nuova "sorella"...che in realà è una bambola!! Buona lettura in entrambi i casi ;)



Blaine mangiava controforza il suo piatto di spaghetti e polpette. Lo stomaco gli si era chiuso nello stesso istante in cui Sam gli aveva urlato in faccia senza motivo. O meglio...il motivo lo sospettava, ma sperava con tutto il cuore di sbagliarsi o non avrebbero più potuto condividere la stessa stanza per il resto dell'anno, non avrebbe più potuto vederlo in giro per la stanza ad allenarsi in mutande. Al solo pensiero avvampò: non aveva mai pensato in quel modo ad un ragazzo e non si era mai ingelosito di un ragazzo fino a quando non vide Sam uscire impettito dal bagno dirigendosi spedito verso Brittany che sorrideva come una bambina.

- Cosa ci troverà mai in quella Brittany?- Mercedes pose la stessa domanda che tutti si stavano chiedendo. - Cioè...ok, è molto carina e magra, ma talmente stupida!!- concluse enfatizzando l'ultima parole alzando gli occhi al cielo e ingurgitando una crocchetta di patate.

 In quello stesso istante iniziò a improvvisare una versione a cappella di 'Something Stupid' a cui si unì poco dopo la stessa Brittany.  
Mercedes scosse la testa con disappunto poi guardò Blaine in cerca di una spiegazione. In quel momento, però, Blaine non era certo l'uomo delle risposte, bensì quello che si faceva le stesse domande.  Cominciò a capire quello che Mercedes: aveva una cotta per Sam sin dal primo momento in cui l'aveva visto, ma per via del suo fisico corpulento non aveva mai avuto il coraggio di farsi avanti. Il trovare difetti (persino inesistenti) in ogni ragazza a cui il biondo faceva la corte era diventato quindi la sua più grande preoccupazione. Lei era gelosa perchè innamorata, lui era un suo amico!  Anche gli amici possono essere gelosi, no?

- E' un uomo come tutti gli altri, Mercedes.- espose Tina con sufficienza. I piccoli occhi a mandorla di Mike si strinsero in uno sguardo torvo. - Tutti tranne te, Mike.- corse subito al riparo lei con un sorriso sognante.

- Insomma, Sam è biondo e fissato con la cura del corpo. E' normale che gli piaccia una stupida bionda magrissima e civettuola.- tornò a rivolgersi agli amici che aveva di fronte. - Il classico maschio americano.- concluse facendo spallucce.
Benchè la risposta fosse azzeccata per entrambi, sia Blaine che Mercedes la fissarono con disappunto.

- Ok, neanche tu sei come gli altri, Blaine.- storse la bocca Tina, rassegnata. Blaine si paralizzò come punto sul vivo. Che lei l'avesse già capito? No, era un idea folle. - Ma sei l'ennesima eccezione che conferma la regola. Tu rassegnati Mercedes!- concluse con una frecciatina all'amica.
L'asiatica torno a civettare ed a scambiarsi occhiatine sdolcinate col ragazzo al suo fianco, mentre la canzone a cappella andava scemando. Gli altri due erano tornati a concentrarsi pensierosi sui loro piatti, una ingozzandosi, l'altro mangiando meno di prima. Il moro continuava a fissare il piatto intonso dell'amico che perdeva calore lentamente e gli si formava una patina opaca sulla superficie. Quel piatto gli sembrava lo specchio perfetto di Sam che stava ergendo un muro fra di loro, si allontanava sempre più freddo, finchè sarebbe completamente gelato e allora non avrebbe più potuto recuperare il sapore di quell'amicizia prima spensierata. Un cuore poteva avere i crampi dalla fame? Perchè era proprio come se il cuore di Blaine si contorcesse affamato, come se gli si fosse formato un vuoto e ora ai polmoni mancava l'aria, le dita tremavano intorno alle posate vuote e fredde, gli occhi bruciavano. Blaine sentì come l'irrefrenabile voglia di piangere e non poteva farlo, non davanti a tutti. Avrebbero voluto saperne il perchè e non sapeva se sarebbe riuscito ad inventare una scusa, perchè la verità era ancora troppa dura da accettare: si era innamorato di Sam Evans, un uomo, un amico, un compagno di stanza e l'aveva capito solo adesso che lo aveva perso.
Scattò in piedi, mordendosi le labbra, era pronto a scappare.
- Hey!! Ciao ragazzi!!- Rachel era appena entrata nel locale aggrappata al braccio di un ragazzo altissimo e coi capelli castani. Un gigante a Blaine molto familiare. - Anche voi venite a mangiare qui?- Rachel sembrò eccitata e un momento dopo imbarazzata. 
Aveva allentato la presa dal braccio del gigante, ma non aveva lasciato la sua mano cercando di nasconderla dietro la sua schiena appena aveva incontrato lo sguardo del suo ex.

- Allora...uhm...ragazzi, questo è Finn Hudson. Studia recitazione alla New York Film Academy. Finn. Tina, Mercedes e Blaine.- sputò tutto di un fiato Rachel dopo un lungo respiro. 

Blaine capì che il suo scatto a molla non aveva destato le reazioni che si era aspettato e ne era contento. Al contempo, però, era sicuro che avessero sospettato uno scatto di gelosia nei confronti di Rachel e questo non gli piaceva affatto. Doveva rimediare assolutamente.
Finn si protese allungando la mano libera con  un sorriso gentile, seguendo l'ordine in cui gli erano stati presentati  i ragazzi, interrotto solo da Michael che si presentò autonimamente. Quando arrivò a lui, Blaine intravide la chance di assolversi.

- Noi ci siamo già presentati.- ricordò al gigante che socchiuse gli occhi confuso. Rachel li fissava allibita.
- Davvero?- ribattè intontito. 
- Sì, ieri sera. Alla festa della--.- Blaine fu interrotto dall'espressione da immacolata concezione del gigante.
- Oh, sì, ricordo!! Sei l'amico di Sam, vero?- sorrise raggiante. Al suono di quel nome, l'Usignolo sentì come una pugnalata la cuore. - Bella serata, vero?- .

Blaine aprì bocca senza però emmettere un fiato. Non aveva risposte: era ancora amico di Sam? Ora come ora sembrava non ci fosse futuro. Bella serata? Dio, sì! Ma col sennò di poi, sembrava terribile. In quel momento avrebbe voluto dimenticarla, che niente di quello che era successo fosse accaduto.

- Oh, anche noi ci siamo conosciuti ieri sera!- s'intromise Rachel, saltando sul posto come una bambina catturando l'attenzione di tutti. - E' stata una situazione assurda!! Pensate un po' che è il fratellastro del mio migliore amico e io l'ho conosciuto solo ieri!!- trillò esaltata.
- Veramente, non è così assurdo. Siamo fratellastri solo da sei mesi.- si sentì in dovere di puntualizzare Finn con un sorriso imbarazzato ed una mano fra i capelli.
- Ma è comunque una cosa fantastica, Finn!- ribattè decisa la ragazza. Lui le rispose con un sorriso arrendevole e compiaciuto, annuendo con la testa. 

Blaine si aspettava di vedere, da un momento all'altro, dei fringuelli svolazzare intorno a loro canticchiando gioiosi. Solo l'idea lo nauseava e distolse lo sguardo cercando di trovare uno sguardo complice nelle sue amiche al tavolo. Fu deluso: Tina e Mike si guardavano l'un l'altro con la stessa sdolcinatezza e Mercedes osservava le due coppiette con occhi sognanti, probabilmente figurandosi la stessa scena fra lei e Sam.
Difatti, la sua espressione mutò all'istante in un cipiglio invidioso quando Sam tornò al tavolo seguito da Brittany. Blaine era sicuro che se Mercedes avesse potuto, avrebbe incenerito la bionda con un solo sguardo. 
Mentre Sam si presentava formalmente per la prima volta con Rachel, dopo un energica stretta di mano con l'amico appena arrivato, Blaine aveva come percepito un ghigno sadico da parte di Sam. Sentì come un ondata di veleno esplodergli nelle viscere e ringhiò a denti stretti:

- Cameriera, puoi portarci il conto, per favore.- nella sua voce non c'era il minimo tono di gentilezza. Fortunatamente la cosa non sembrò scalfire la gaiezza di Brittany, che acconsentì gioiosamente. Sam lo puntò gelido.
 
Attendere quel conto sembrò l'attimo più lungo della sua vita: Blaine sentiva ancora addosso le espressioni attonite dei suoi amici; gli sguardi colpevoli di colei che era convinta di averlo tradito e di cui lui non era mai stato innamorato; la muta tensione fra lui e Sam; la mielosità di quelle tre coppiette che lo soffocava. Ormai si sentiva completamente solo, isolato.
Non avrebbe resistito ancora un altro minuto. Pagò in fretta la sua parte e scappò a lunghe falcate fuori da quel ristorante.
La brezza leggera e pungente che lo attendeva fuori fu come un toccasana e respirò a pieni polmoni per tutto il tragitto fino al dormitorio. Ad ogni passo si sentiva più libero...ma non si rendeva conto, anzi faceva finta, che era anche più solo.

La porta della stanza scricchiolò più forte di quanto ci avesse mai fatto caso. La stanza era innaturalmente silenziosa, la luce filtrava fredda dalla finestra, dritta sul letto ancora sfatto di Sam. Al contrario, il suo letto sembrava chiuso in un abisso nero e gelido, fin troppo ordinato e surreale. Un buco nero che lo attirava nel suo campo gravitazionale. 
Poi uno sprazzo di luce gialla rettangolare. Un bigliettino scritto a mano buttato nel cestino accanto alla sua scrivania. Lo raccolse e lesse:

Spero tu abbia goduto della sua sbronza! Questa notte sognerò che approfitti della MIA sbornia cavalcandomi con quel tuo culetto da favola. Notte timidone.
                                                                                           Sebastian.


Un brivido corse lungo tutta la sua schiena. Non lo stesso della prima volta... Adrenalina. Il cuore gli batteva all'impazzata, la testa gli pulsava, il respiro si era fatto più affannoso e la pancia...era come se avesse di nuovo fame.
Neanche passò un minuto e si ritrovò davanti a due targhette dorate con dei nomi incisi in rosso, attaccate su una porta. Una recitava: 

Smythe, Sebastian.

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