Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio

di Keyra96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




Freddo, gelido vento e neve, tanta neve. Ricopriva alberi, montagne, colli, prati e ghiacciava i fiumi. Solo questo era rimasto di Narnia. Un’enorme distesa bianca, che non avrebbe mai avuto fine. Dalla suaa gelida stanza, la ragazza osservava il mondo esterno. Sempre uguale, da cento anni ormai. Cosa avrebbe dato pur di poter vedere almeno una volta nella sua vita, gli alberi verdi e rigogliosi, i prati in fiore. Poter sentire il dolce tepore dei raggi del sole sul viso, annusare il profumo dei fiori, ma soprattutto poter uscire da quel maledettissimo e gelidissimo castello di ghiaccio. Sospirò sconsolata ancora una volta, prima di allontanarsi dal vetro della finestra, ed andarsi a sedere sul letto osservando intorno a se, senza sapere davvero cosa fare. Tre colpi secchi e forti, la fecero sobbalzare.
- Avanti! – disse, voltandosi in direzione della porta che si apriva. Il vecchio nano, servitore della madre, entrò nella stanza facendo una sottospecie d’inchino.
- La regina desidera vederla, altezza – disse con la sua voce stridula e irritante. La ragazza annuì, alzandosi dal letto e stringendosi nel mantello, mentre raggiungeva la madre nella “sala del trono”, come era solita chiamarla lei.
- Madre – attirò la sua attenzione. Era seduta sul suo trono, mentre dava ordini al suo branco di lupi.
- Potete andare – ordinò alle bestie per poi alzarsi, ed avvicinarsi alla figlia. Ella si inchinò, in segno di rispetto.
- Mi cercavate? – domandò, sempre in ginocchio.
- Sì! Puoi alzarti cara – disse facendo un sorriso, o ghigno come lo definiva la figlia. Si alzò guardandola negli occhi color del ghiaccio.
- Volevate dirmi qualcosa? – chiese, vedendola camminare su e giù per la sala.
- Volevo avvertirti che sarei uscita a fare una passeggiata. Vorresti venire con me tesoro? – domandò rivoltandosi verso di me. L’idea non le sembrava allettante, dover uscire con lei era come dover rimanere chiusa nel castello per tutto il giorno.
- A dire la verità sono molto stanca, madre e non mi sento particolarmente bene quest’oggi – finse la ragazza portandosi una mano all'altezza dello stomaco.
- Oh, ma un po’ d’aria fresca ti farebbe bene. Potrebbe alleviare i tuoi malori mia cara Isobel– fece finta di preoccuparsi.
- Tanto l’aria di qui dentro non è molto diversa da quella di fuori – borbottò sottovoce, cercando di non farsi sentire. Con scarsi risultati però.
- Come hai detto? – la guardò furiosa, con quel suo sguardo gelido.
- Io – Isobel boccheggiò invano, senza riuscire a trovare una scusa.
- Torna immediatamente nella tua stanza e non osare muoverti per nessun motivo al mondo! – tuonò severa, la "regina" Jadis.
- Bene, tanto non avevo alcuna voglia d’uscire – rispose Isobel altrettanto irritata, rimboccando il corridoio per tornare in camera. Si richiuse la porta alle spalle con un tonfo secco, appoggiandosi ad essa, lasciandosi scivolare sul gelido pavimento della stanza, rannicchiandosi le ginocchia al petto. Le circondò con le braccia e vi nascose il viso, lasciando scorrere sulle guance, fredde lacrime di frustrazione e disperazione. Isobel odiava quella donna e quello che faceva, quella non era una madre, era solo un pezzo di ghiaccio, freddo che non si sarebbe sciolto nemmeno sotto il sole cocente del deserto. Odiava lei e la sua vita. Se solo il l'uomo che un tempo chiamava padre fosse stato ancora accanto a lei, la vita con Jadis sarebbe stata meno pesante e l'aria meno ostile.
Padre mio, dove siete? Pensò continuando a piangere, scossa dai tremiti del freddo. Quando finirà questo incubo?

Angolo autrice
Salve, è da molto che non scrivevo questa storia, ma rileggendola ho capito che c'erano alcune cose che non mi piacevano come ad esempio il fattoc he scrivevo in prima persona. Sto modificando tutti i capitolo che ho scritto fin'ora e ben presto ricomincerò ad aggiornare. Sono cambiate alcune cose, come ad esempio il volto della protagonista, prima era Jennifer Lawrence ora Adelaide Kane. Inoltre ho fatto un video della storia. Il link lo trovate nella trama. Alcune immagini si vedono male a causa del mio computer xD scusate ma è un po' vecchiotto. Ad ogni modo spero che qualcuno sia ancora interessato a leggere la storia :)


Lei è Isobel :D

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


- Peter, Peter svegliati forza, svegliati! – Il ragazzo venne svegliato dagli strattoni della sorella più piccola.

- Che succede? – domandò stropicciandosi gli occhi, seccato per essere stato svegliato.

- Esiste, esiste per davvero! – continuava a ridere la piccola Lucy senza smettere di scuoterlo.

- Cosa? – chiese assonnato il maggiore.

- Narnia! – rispose con tono ovvio la piccola. Peter guardò l'altra sua sorella, Susan cercando con lo sguardo un aiuto.

- Lucy.. – cominciò il discorso Susan.

- No, è vero ho rivisto il signor Tumnus e questa volta è venuto Edmund con me – si voltò verso il terzo fratello, che era seduto sul suo letto.

- È vero Ed? – chiese conferma Peter, un po' stranito.

- Beh non è proprio venuto con me in realtà lui... che stavi facendo? – domandò Lucy rivolta ad Edmund.

- Io stavo solo giocando, certi bambini non capiscono quando è ora di smetterla – rispose lui, scatenando il pianto di Lucy. La piccola scoppiò a piangere scappando via dalla camera, mentre Peter e Susan la seguivano. Si bloccarono quando la trovarono abbracciata al signor Kirke, che aveva una faccia al quanto sorpresa.

- Un'altra monelleria e voi bambini andate a dormire nella stalla! – urlò la governante sbucando dal corridoio mentre si aggiustava la vestaglia. Si bloccò anche lei alla vista del padrone di casa.

- Penso che questa piccolina abbia bisogno di una cioccolata calda – disse il signor Kirke voltandosi in direzione della governate.

- Ma certo, vieni con me piccola! – la donna prese fra le braccia Lucy. Pochi minuti dopo, i due fratelli maggiori si ritrovarono nello studio del professore, piuttosto imbarazzati senza sapere cosa dire.

- Cosa avrete combinato, voi ragazzi per turbare così tanto la tranquillità della mia governante? – domandò scherzoso l'uomo, mentre metteva del tabacco nella sua pipa.

- Ci scusi signore, non accadrà più. Buonanotte – disse sbrigativo Peter. L'ultima cosa che voleva fare era creare problemi all'uomo che gentilmente li aveva accolti in casa sua. Mentre si dirigeva alla porta, Susan mandò in fumo il suo piano di fuga. E Peter non poté che imprecare mentalmente.

- Si tratta di nostra sorella Lucy, signore – disse la ragazza torturandosi le mani, ancora incerta se raccontare o no delle fantasie della piccola.

- Oh, la piccola che piangeva? – domandò. Susan annuì.

- Vede signore, lei dice di aver trovato un armadio al piano di sopra che...- Peter fu un po' titubante prima di continuare -.. che porta in un altro mondo – disse. L'uomo alzò gli occhi stupefatto.

- E voi non le credete? – domandò in un misto di curiosità e sgomento.

- Dovremmo? – chiese Susan piuttosto stranita dalla reazione del signor Kirke.

- E perché mai non dovreste farlo? – disse sorpreso, facendoli aggrottare la fronte.

- Beh a rigor di logica è impossibile! – fece Susan, mettendo in mostra la sua intelligenza.

- Vede, Lucy dice che con lei, ci è andato anche nostro fratello Edmund. Mentre lui afferma di starci solo giocando – spiegò Peter appoggiando la sorella.

- La piccola dice sempre la verità? – domandò il professore. I due fratelli si guardarono e poi annuirono. - E il ragazzo invece, mente spesso? – chiese ancora.

- Sì, questa sarebbe la prima volta che dice la verità – rispose Su, un po' stupita dell'inversione dei ruoli dei fratelli minori.

- Beh, a rigor di logica mia cara... – lasciò la frase in sospeso il signor Kirke. I due fratelli si guardarono per poi dare la buonanotte all'uomo e tornare nelle proprie stanze.

***

- Ma che bravo Ed – Peter riproverò il fratello, mentre prendeva in mano la palla da cricket che lui aveva lanciato. Questa aveva rotto un finestra della casa, facendo cadere in pezzi anche l'armatura che c'era nella stanza. I Pevensie sentirono dei passi e spaventati, potesse essere la governante, iniziarono a correre per cercare un luogo in cui nascondersi. Alcuni tentativi dopo si ritrovarono tutti e quattro nella stanza dell'armadio.

- Venite dobbiamo nasconderci! – disse Edmund, tirandoli verso l'armadio.

- Ma vorrai scherzare!?– fece scettico Peter, non avendo alcuna voglia di seguirlo. Ma quando sentirono i passi vicini della donna, corsero assieme dentro l'armadio. Iniziarono ad indietreggiare pestandosi i piedi a vicenda, sino a quando i due maggiori non caddero su qualcosa di duro e freddo. Si guardarono intorno costatando di trovarsi in una foresta ricoperta di neve.

- Visto, io ve l'avevo detto che esisteva! – disse Lucy con un enorme sorriso vittorioso sul viso. I due si guardarono stupefatti per poi voltarsi verso Lucy, consapevoli del fatto che come sempre la piccola aveva detto la verità ed Edmund invece aveva mentito.

- Beh, penso che le scuse siano d'obbligo! – Peter strinse a se la piccola, per poi voltarsi verso Ed.

- Chiedile scusa! – ordinò con sguardo fermo.

- Non ci penso proprio! – ribatté il ragazzino.

- Edmund chiedile scusa subito! – alzò il tono di voce Peter.

- Va bene va bene, mi scuso! – rispose rassegnato l'altro.

- Non fa niente, certi bambini non capiscono quando è ora di smetterla! – disse la piccola.

- Divertente – fece lui con fare irritato.

- Beh forse dovremmo rientrare – disse Susan un po' impaurita da tutta la situazione.

- Perché invece non diamo un'occhiata in giro? – propose Edmund.

- Sì! Così vi presento il signor Tumnus. – sorrise entusiasta Lucy.

- Beh allora penso avremmo bisogno di queste – Peter prese alcune pellicce dall'armadio.

- Ma Peter non sono nostre! – l'ammonì Susan, sempre dedita alla correttezza.

- Non penso che il professor Kirke si arrabbierà e poi, a rigor di logica, possiamo dire che non le facciamo uscire dall'armadio – sorrise il maggiore porgendo una pelliccia a Ed.

- Ma è da donna! – constatò infastidito il fratello.

- Lo so! – disse l'altro lasciandogliela fra le mani. Iniziarono a seguire Lucy, guardandosi attorno non sapendo davvero cosa dire. Sembrava così irreale eppure, stava accadendo davvero.

***

La ragazza correva a perdifiato senza mai guardarsi indietro. Questa volta non sarebbe tornata, codarda con la coda fra le gambe. Aveva preso la sua decisione! Questa volta era decisa a voltare pagina, a cambiare la sua vita. Non le importava essere scoperta, aveva smesso di aver paura di quella donna, con la quale aveva in comune solo il sangue.

Quando fu sicura di essere abbastanza lontana dal castello, rallentò la corsa poggiandosi ad un tronco cercando di riprende fiato. Il cuore le batteva a mille, sia per la corsa, sia per l'adrenalina in circolo. Lanciò un sguardo alle sue spalle. Forse l'ultimo e poi si tirò su il cappuccio del mantello, ed a testa bassa si allontanò sempre di più dalla sua vecchia vita.

Faceva freddo, fin troppo anche e lentamente stava congelando. Isobel continuava a camminare, più lentamente rispetto a prima, sentendo le gambe che stavano per cederle e la fame e la sete iniziare a farsi sentire, ma non si sarebbe fermata, non voleva fermarsi. Un ululato fin troppo vicino la costrinse ad accelerare il passo. Se l'avessero scoperta tutti i suoi propositi di una nuova vita sarebbero sfumati, e dubitava che la Strega Bianca l'avrebbe lasciata vivere. Si nascose dietro un albero, quando vide il capo della polizia, attaccare una povera volpe.

- Sono andati a nord! – disse l'animale flebilmente e con affanno per via del morso sulla schiena datogli dal lupo. Quando il branco si fu allontanato Isobel provò ad avvicinarsi alla bestia, ma contemporaneamente scesero dall'albero due ragazzi, una bambina e due castori che si avvicinarono all'animale. Per sbaglio la ragazza calpestò un rametto facendo rumore ed attirando l'attenzione del gruppetto.

- Chi c'è? – domandò la signora Castoro, mentre l'altro castoro si fece più vicino e annusò l'aria.

- Avvicinati straniero ti abbiamo visto! – disse l'animale. Isobel sospirò e prendendo poi un grande respiro lentamente uscì allo scoperto con ancora il capo coperto.

- Chi siete? – chiese il castoro. La ragazza alzò di poco il capo, osservando i tre umani. Due figlie di Eva e un figlio di Adamo. La più grande delle due ragazze aveva lunghi capelli castano scuro e degli occhi color del ghiaccio ed era di un'immensa bellezza. La più piccola aveva i capelli corti e guardava Isobel con curiosità mista a paura, sorpresa di vedere un'altra umana a Narnia. Il ragazzo invece era impassibile cercando di scorgere il viso di Isobel. Era molto bello aveva corti capelli biondi, con un ciuffo che gli ricadeva sugli occhi azzurri.

- Avanti rispondete, non abbiate paura – la rassicurò la signora Castoro. Con mani tremanti e stanche Isobel si tirò giù il cappuccio del mantello, incontrando lo sguardo stupefatto dei castori.

- Siete stata voi a far questo al mio amico Tasso non è vero? – si scagliò furioso contro di lei il castoro, avendola riconosciuta. Isobel cadde a terra, non avendo la forza per difendersi.

- Fermati signor Castoro, non vedi com'è debole – lo richiamò la moglie, avendo pietà della ragazza nonostante sapesse bene chi fosse.

- Non m'importa, deve pagare – rispose il marito, furioso per la perdita del suo migliore amico.

- Come ti chiami? – chiese con voce dolce la bambina, inginocchiandosi dinanzi alla ragazza.

- Io, io... m-mi chiamo I-Isobel – rispose con voce stanca e tremante.

- È la figlia della strega Bianca! – disse sprezzante il castoro, assottigliando i suoi piccoli occhietti guardandola con disgusto.

- Lucy allontanati immediatamente! – le ordinò il ragazzo, temendo per le sorti della piccola.

- Peter non mi sembra cattiva – rispose la bambina, ostinata a voler aiutare Isobel. Lucy era fatta così, cercava di trovare sempre il lato buono delle persone.

- Lucy allontanati! – ripeté la sorella più grande. Isobel cercò di tirarsi su, seppur con fatica, per poter proseguire il suo cammino senza intralciare quello strano gruppo. Era sorpresa di vedere altri umani a Narnia e sapeva cosa sarebbe accaduto se la madre li avesse trovati, ma non voleva più restare lì. Voleva fuggire per non aver più nulla a che fare con quella strega, pur straziata dal fatto che avrebbe dovuto lasciare la sua amata Narnia.

- I-io.. – cercò di parlare ma le forze le vennero meno e di colpo il buio la sopraffece, lasciandola cadere nell'oblio.

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Angolo autrice

Sono riuscita a postare il secondo capitolo. Spero che con questo molte più persone cominceranno a leggere votare e commentare la storia. Tengo molto ai vostri pareri :) Scappo che è un po' tardino per me notte a tutti :)

- È vero Ed? – chiese conferma Peter, un po' stranito.

- Beh non è proprio venuto con me in realtà lui... che stavi facendo? – domandò Lucy rivolta ad Edmund.

- Io stavo solo giocando, certi bambini non capiscono quando è ora di smetterla – rispose lui, scatenando il pianto di Lucy. La piccola scoppiò a piangere scappando via dalla camera, mentre Peter e Susan la seguivano. Si bloccarono quando la trovarono abbracciata al signor Kirke, che aveva una faccia al quanto sorpresa.

- Un'altra monelleria e voi bambini andate a dormire nella stalla! – urlò la governante sbucando dal corridoio mentre si aggiustava la vestaglia. Si bloccò anche lei alla vista del padrone di casa.

- Penso che questa piccolina abbia bisogno di una cioccolata calda – disse il signor Kirke voltandosi in direzione della governate.

- Ma certo, vieni con me piccola! – la donna prese fra le braccia Lucy. Pochi minuti dopo, i due fratelli maggiori si ritrovarono nello studio del professore, piuttosto imbarazzati senza sapere cosa dire.

- Cosa avrete combinato, voi ragazzi per turbare così tanto la tranquillità della mia governante? – domandò scherzoso l'uomo, mentre metteva del tabacco nella sua pipa.

- Ci scusi signore, non accadrà più. Buonanotte – disse sbrigativo Peter. L'ultima cosa che voleva fare era creare problemi all'uomo che gentilmente li aveva accolti in casa sua. Mentre si dirigeva alla porta, Susan mandò in fumo il suo piano di fuga. E Peter non poté che imprecare mentalmente.

- Si tratta di nostra sorella Lucy, signore – disse la ragazza torturandosi le mani, ancora incerta se raccontare o no delle fantasie della piccola.

- Oh, la piccola che piangeva? – domandò. Susan annuì.

- Vede signore, lei dice di aver trovato un armadio al piano di sopra che...- Peter fu un po' titubante prima di continuare -.. che porta in un altro mondo – disse. L'uomo alzò gli occhi stupefatto.

- E voi non le credete? – domandò in un misto di curiosità e sgomento.

- Dovremmo? – chiese Susan piuttosto stranita dalla reazione del signor Kirke.

- E perché mai non dovreste farlo? – disse sorpreso, facendoli aggrottare la fronte.

- Beh a rigor di logica è impossibile! – fece Susan, mettendo in mostra la sua intelligenza.

- Vede, Lucy dice che con lei, ci è andato anche nostro fratello Edmund. Mentre lui afferma di starci solo giocando – spiegò Peter appoggiando la sorella.

- La piccola dice sempre la verità? – domandò il professore. I due fratelli si guardarono e poi annuirono. - E il ragazzo invece, mente spesso? – chiese ancora.

- Sì, questa sarebbe la prima volta che dice la verità – rispose Su, un po' stupita dell'inversione dei ruoli dei fratelli minori.

- Beh, a rigor di logica mia cara... – lasciò la frase in sospeso il signor Kirke. I due fratelli si guardarono per poi dare la buonanotte all'uomo e tornare nelle proprie stanze.

***

- Ma che bravo Ed – Peter riproverò il fratello, mentre prendeva in mano la palla da cricket che lui aveva lanciato. Questa aveva rotto un finestra della casa, facendo cadere in pezzi anche l'armatura che c'era nella stanza. I Pevensie sentirono dei passi e spaventati, potesse essere la governante, iniziarono a correre per cercare un luogo in cui nascondersi. Alcuni tentativi dopo si ritrovarono tutti e quattro nella stanza dell'armadio.

- Venite dobbiamo nasconderci! – disse Edmund, tirandoli verso l'armadio.

- Ma vorrai scherzare!?– fece scettico Peter, non avendo alcuna voglia di seguirlo. Ma quando sentirono i passi vicini della donna, corsero assieme dentro l'armadio. Iniziarono ad indietreggiare pestandosi i piedi a vicenda, sino a quando i due maggiori non caddero su qualcosa di duro e freddo. Si guardarono intorno costatando di trovarsi in una foresta ricoperta di neve.

- Visto, io ve l'avevo detto che esisteva! – disse Lucy con un enorme sorriso vittorioso sul viso. I due si guardarono stupefatti per poi voltarsi verso Lucy, consapevoli del fatto che come sempre la piccola aveva detto la verità ed Edmund invece aveva mentito.

- Beh, penso che le scuse siano d'obbligo! – Peter strinse a se la piccola, per poi voltarsi verso Ed.

- Chiedile scusa! – ordinò con sguardo fermo.

- Non ci penso proprio! – ribatté il ragazzino.

- Edmund chiedile scusa subito! – alzò il tono di voce Peter.

- Va bene va bene, mi scuso! – rispose rassegnato l'altro.

- Non fa niente, certi bambini non capiscono quando è ora di smetterla! – disse la piccola.

- Divertente – fece lui con fare irritato.

- Beh forse dovremmo rientrare – disse Susan un po' impaurita da tutta la situazione.

- Perché invece non diamo un'occhiata in giro? – propose Edmund.

- Sì! Così vi presento il signor Tumnus. – sorrise entusiasta Lucy.

- Beh allora penso avremmo bisogno di queste – Peter prese alcune pellicce dall'armadio.

- Ma Peter non sono nostre! – l'ammonì Susan, sempre dedita alla correttezza.

- Non penso che il professor Kirke si arrabbierà e poi, a rigor di logica, possiamo dire che non le facciamo uscire dall'armadio – sorrise il maggiore porgendo una pelliccia a Ed.

- Ma è da donna! – constatò infastidito il fratello.

- Lo so! – disse l'altro lasciandogliela fra le mani. Iniziarono a seguire Lucy, guardandosi attorno non sapendo davvero cosa dire. Sembrava così irreale eppure, stava accadendo davvero.

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La ragazza correva a perdifiato senza mai guardarsi indietro. Questa volta non sarebbe tornata, codarda con la coda fra le gambe. Aveva preso la sua decisione! Questa volta era decisa a voltare pagina, a cambiare la sua vita. Non le importava essere scoperta, aveva smesso di aver paura di quella donna, con la quale aveva in comune solo il sangue.

Quando fu sicura di essere abbastanza lontana dal castello, rallentò la corsa poggiandosi ad un tronco cercando di riprende fiato. Il cuore le batteva a mille, sia per la corsa, sia per l'adrenalina in circolo. Lanciò un sguardo alle sue spalle. Forse l'ultimo e poi si tirò su il cappuccio del mantello, ed a testa bassa si allontanò sempre di più dalla sua vecchia vita.

Faceva freddo, fin troppo anche e lentamente stava congelando. Isobel continuava a camminare, più lentamente rispetto a prima, sentendo le gambe che stavano per cederle e la fame e la sete iniziare a farsi sentire, ma non si sarebbe fermata, non voleva fermarsi. Un ululato fin troppo vicino la costrinse ad accelerare il passo. Se l'avessero scoperta tutti i suoi propositi di una nuova vita sarebbero sfumati, e dubitava che la Strega Bianca l'avrebbe lasciata vivere. Si nascose dietro un albero, quando vide il capo della polizia, attaccare una povera volpe.

- Sono andati a nord! – disse l'animale flebilmente e con affanno per via del morso sulla schiena datogli dal lupo. Quando il branco si fu allontanato Isobel provò ad avvicinarsi alla bestia, ma contemporaneamente scesero dall'albero due ragazzi, una bambina e due castori che si avvicinarono all'animale. Per sbaglio la ragazza calpestò un rametto facendo rumore ed attirando l'attenzione del gruppetto.

- Chi c'è? – domandò la signora Castoro, mentre l'altro castoro si fece più vicino e annusò l'aria.

- Avvicinati straniero ti abbiamo visto! – disse l'animale. Isobel sospirò e prendendo poi un grande respiro lentamente uscì allo scoperto con ancora il capo coperto.

- Chi siete? – chiese il castoro. La ragazza alzò di poco il capo, osservando i tre umani. Due figlie di Eva e un figlio di Adamo. La più grande delle due ragazze aveva lunghi capelli castano scuro e degli occhi color del ghiaccio ed era di un'immensa bellezza. La più piccola aveva i capelli corti e guardava Isobel con curiosità mista a paura, sorpresa di vedere un'altra umana a Narnia. Il ragazzo invece era impassibile cercando di scorgere il viso di Isobel. Era molto bello aveva corti capelli biondi, con un ciuffo che gli ricadeva sugli occhi azzurri.

- Avanti rispondete, non abbiate paura – la rassicurò la signora Castoro. Con mani tremanti e stanche Isobel si tirò giù il cappuccio del mantello, incontrando lo sguardo stupefatto dei castori.

- Siete stata voi a far questo al mio amico Tasso non è vero? – si scagliò furioso contro di lei il castoro, avendola riconosciuta. Isobel cadde a terra, non avendo la forza per difendersi.

- Fermati signor Castoro, non vedi com'è debole – lo richiamò la moglie, avendo pietà della ragazza nonostante sapesse bene chi fosse.

- Non m'importa, deve pagare – rispose il marito, furioso per la perdita del suo migliore amico.

- Come ti chiami? – chiese con voce dolce la bambina, inginocchiandosi dinanzi alla ragazza.

- Io, io... m-mi chiamo I-Isobel – rispose con voce stanca e tremante.

- È la figlia della strega Bianca! – disse sprezzante il castoro, assottigliando i suoi piccoli occhietti guardandola con disgusto.

- Lucy allontanati immediatamente! – le ordinò il ragazzo, temendo per le sorti della piccola.

- Peter non mi sembra cattiva – rispose la bambina, ostinata a voler aiutare Isobel. Lucy era fatta così, cercava di trovare sempre il lato buono delle persone.

- Lucy allontanati! – ripeté la sorella più grande. Isobel cercò di tirarsi su, seppur con fatica, per poter proseguire il suo cammino senza intralciare quello strano gruppo. Era sorpresa di vedere altri umani a Narnia e sapeva cosa sarebbe accaduto se la madre li avesse trovati, ma non voleva più restare lì. Voleva fuggire per non aver più nulla a che fare con quella strega, pur straziata dal fatto che avrebbe dovuto lasciare la sua amata Narnia.

- I-io.. – cercò di parlare ma le forze le vennero meno e di colpo il buio la sopraffece, lasciandola cadere nell'oblio.

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Angolo autrice

Sono riuscita a postare il secondo capitolo. Spero che con questo molte più persone cominceranno a leggere votare e commentare la storia. Tengo molto ai vostri pareri :) Scappo che è un po' tardino per me notte a tutti :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Isobel aprì entamente gli occhi, alzando leggermente il capo.

- Si è svegliata! – disse felice la piccola Lucy. La ragazza si tirò su a sedere ancora molto stanca e priva di forze.

- Non ti sforzare cara! – le si avvicinò la signora Castoro, con fare materno.

- Tsè assurdo, loro ci rovinano la vita e noi l'aiutiamo anche – borbottò il signor Castoro, incrociando le zampe al petto e voltando il capo.

- Su via, è una povera ragazza indifesa – la difese la moglie.

- È la figlia della strega Bianca, che ne sai tu se non è tutta una farsa? – chiese sprezzante l'animale.

- Già, può anche averla mandata la madre a catturarci! – lo appoggiò Peter.

- N-non mi ha mandata mia m-madre –biascicò Isabel, imbarazzata per la situazione.

- Come? – domandò Susan, non avendo udito bene.

- Non mi ha mandata mia madre, sono scappata dal castello! – disse, aggiustandosi meglio la pelliccia sulla spalla, per via del freddo.

- E perché dovremmo crederti? – domandò scettico Peter. La ragazza lo fissò, rimanendo come incantata.

- Perché io detesto mia madre! – ammise poi, voltando lo sguardo agli altri.

- Come? – chiese sbigottita Susan.

- Io e mia madre non andiamo molto d'accordo. Lei detesta me, ed io detesto lei. Mi ha sempre proibito di uscire dal palazzo. Ero costretta a stare nella mia camera tutto il giorno. Prima avevo mio padre che mi faceva compagnia, ma poi lui mi ha abbandonata. Condannandomi ad una vita vuota e senza amore – una lacrima le solcò il viso.

- Perché tuo padre se n'è andato? – chiese Lucy carezzandole il viso.

- Noi credevamo fosse stato ucciso – disse la signora Castoro. Isobel negò col capo.

- Se n'è andato lasciandomi un misero foglietto di scuse, senza spiegarmi il motivo del suo abbandono! – si asciugò la lacrima dal viso. Il silenzio calò sul gruppo. Peter continuava a fissare Isobel con la fronte corrucciata.

- Hai fame cara? – chiese premurosa la signora Castoro.

- Non vorrei darvi altro disturbo signora, è meglio che io me ne vada. So di non essere molto gradita! – sorrise amaramente, alzandosi in piedi con estrema difficoltà a causa della debolezza.

- E dove vuoi andare, non ti reggi in piedi! – le prese la mano Lucy.

- Non andare da nessuna parte, ti crediamo. Potrai rimanere con noi, ma fa un solo passo falso.... – lasciò la frase in sospeso il signor Castoro. Isobel rimase spiazzata dalla decisione del castoro, ma annuì mostrando un piccolo sorriso in cenno di gratitudine.

- Io sono Susan – si presentò la ragazza.

- Isobel – sorrise, stringendo la mano della Pevensie.

- Lui è nostro fratello Peter - disse Lucy, indicando il ragazzo, che si era allontanato assieme al signor Castoro. - Non dargli retta se ti tratta male, è solo nervoso per via di nostro fratello Edmund, sai lui è stato imbrogliato dalla strega Bianca – spiegò la piccola.

- Aspettate, voi avete un altro fratello? – domandò Isobel esterrefatta. Loro annuirono con la fronte corrucciata.

- Quindi voi... Oh voi potreste liberare Narnia dalla tirannia di mia madre! – disse felice.

- Tutti pensate che siamo noi i futuri re e regine ma... - Susan si bloccò.

- Eppure dovete essere voi, chi altro se no... voglio dire la profezia parla di due figli di Adamo e due figlie di Eva e se non ho capito male voi siete quattro – spiegò frettolosamente la giovane.

- Non sappiamo se la profezia si riferisca a noi, ma vi aiuteremo questo è certo! – Lucy sorrise, stringendo la mano di Isobel. Ricambiai il sorriso, sentendomi per una volta accettata.

- Venite, dobbiamo rimetterci in marcia subito, prima che i lupi ci trovino. Il cammino è ancora lungo! – disse il castoro.

- Dove siete diretti? – domandò la ragazza.

- Alla tavola di pietra, lì si trova Aslan e il suo esercito. Se vogliamo sconfiggere la Strega Bianca avremo bisogno d'aiuto – spiegò la signora Castoro. Isobel annuì togliendosi poi la pelliccia di dosso, per riconsegnarla al legittimo proprietario. Si avvicinò un po' titubante a Peter.

- Questa è tua, grazie per avermela presta! – disse con il capo chino.

- Tienila, credo tu ne abbia più bisogno! – cercò di essere gentile il ragazzo.

- Ma in realtà io.... – non le lasciò finire la frase perché si girò e iniziò a camminare. La ragazza non gli diede ascolto, si avvicinò di nuovo e senza dirgli nulla e gli posò la pelliccia sulle spalle, per poi tirarsi su il cappuccio del mantello e proseguire al fianco di Lucy.

***

Peter continuava a guardare camminare Isobel affiancata da Lucy, Susan e la signora Castoro. Il suo passo era lento, un po' trascinato. Il ragazzo camminava meccanicamente, mantenendosi a distanza dalle ragazze, continuando a fissarla, o meglio a fissare la sua schiena. C'era qualcosa in lei che l'attirava, non sapeva bene che cosa, non la conosceva nemmeno, di lei sapeva solo che era la figlia della strega Bianca. Già la figlia della strega! Sospirò.

- Anche tu la pensi come me vero? - la voce del signor Castoro lo riportò alla realtà.

- Cosa? – domandò Peter.

- Non mi piace quella ragazza, non mi fido. Voglio dire è la figlia di Jadis chi si fiderebbe!? – si chiese retorico il castoro.

- Sì, hai ragione! – annuì distrattamente, mentre fissava le ragazze allontanarsi.

- Dobbiamo tenerla d'occhio noi due. Quella è pericolosa. Ma mi stai ascoltando ragazzo? – la voce stridula dell'animale fece voltare le ragazze, accorgendosi solo ora che i due erano rimasti indietro.

- Ehi, ma perché non vi muovete voi due? – chiese la signora Castoro. Il ragazzo guardò istintivamente Isobel, che sembrava così fragile, provata da tutti quegli anni passati con la strega. Ma se il signor Castoro avesse avuto ragione? Se fosse stata tutta una farsa per condurli dalla strega Bianca? Eppure quegli occhi, quegli occhi avevano qualcosa che lo spingeva a fidarsi di lei.

- Allora vi muovete? – li richiamò Susan. Peter spostò lo sguardo nella direzione della sorella, per poi annuire e aumentanre il passo per seguirle. Isobel aveva chinato il capo sulla neve e sembrava guardarla con sconforto.

- Si sta iniziando a fare buio dobbiamo trovare un posto sicuro per la notte! – disse il signor Castoro, guardando il cielo. Tutti lo imitarono per poi annuire, ed iniziare a seguirlo. Camminarono per una buona mezzoretta, sino a quando non trovarono una specie di grotta nascosta dietro a dei rami.

- Potremo stare qui per questa notte e all'alba ripartire – fece il castoro iniziando a raccogliere alcuni rami secchi per il fuoco. Peter lo aiutò, mentre le ragazze si sistemavano nella grotta. Dopo poco si ritrovarono tutti seduti attorno al fuoco, a mangiare una fetta di pane con la marmellata, preparata accuratamente dalla signora Castoro

- Beh io direi di dormire – sbadigliò il signor Castoro. Susan, la signora Castoro e Lucy lo imitarono stendendosi e chiudendo gli occhi. Anche Peter si sdraiò per poter dormire ma poi aprì di nuovo gli occhi per controllare le ragazze. Isobel era ancora seduta, fissava lo scoppiettare del fuoco, come in trans. Il ragazzo, cercò di non farsi notare mentre la osservava. Era di una tale bellezza. Pelle chiara, labbra rosse e piene, capelli corvini e occhi scuri.

- So che sei sveglio! – disse ad un certo punto Isobel. Peter aggrottò le sopracciglia, prima d'incontrare il suo sguardo.

- Avanti non fare il sorpreso – fece un mezzo sorriso. Il ragazzo si tirò su a sedere senza dire nulla. Lei tornò a fissare il fuoco, poggiando il mento sulle ginocchia.

- Se devi chiedermi qualcosa, fallo pure – disse con voce atona, senza spostare lo sguardo dalle fiamme.

- Non ho niente da chiederti! – rispose acido lui. Lei lo guardò, poi sospirò, annuì chiudendo gli occhi e si stese per dormire.

- Buona notte Peter – disse flebilmente, prima di girarsi dall'altra parte. Lui rimase a fissarla un po' prima di ristendersi e chiudere gli occhi.

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Angolo autrice

Salve a tutti :)... come state??? Io ho avuto momenti migliori... comuqnue che ne dite del capitolo??? Ho cercato di renderlo più bello possibile non so se ci sono riuscita, spero di si..... non ho molto da dirvi... solo spero con tutto il cuore che la mia storia vi piaccia...

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Isobel si svegliò prima di tutti e un rumore fuori dalla grotta la fece scattare. Si alzò velocemente, attenta a non svegliare nessuno. Lentamente uscì fuori dalla grotta e nascondendosi fra i rami, riuscì a scorgere le figure di quattro lupi.

- Sento odore di umani – annusò l'aria quello col pelo rossiccio.

- Sì, hai ragione – lo imitò il capo.

- Ma non solo, c'è qualcosa di strano nell'aria, un odore misto tra umano e non so cos'altro – continuò ad annusare l'aria Maugrim . La ragazza capì immediatamente che si trattava di lei e se non avesse fatto qualcosa subito i lupi gli avrebbero scoperti. Isobel non era una strega pura come la madre, poiché il padre era umano, il suo sangue era misto. Nonostante tutto però possedevo dei poteri, non forti come quelli della Strega Bianca, ma abbastanza potenti da confondere le nostre tracce a quei cagnacci. Lentamente raccolse un pugno di neve e stando attenta a non farsi scoprire, ci soffiò sopra e la neve si trasformò in fiocchi danzanti che man mano si facevano sempre più numerosi dando vita ad una vera e propria bufera. I lupi, vedendo il maltempo furono costretti a ritirarsi. Non appena la ragazza fu certa che fossero abbastanza distanti, pose fine alla bufera sorridendo soddisfatta.

- È stato... magico – Isobel si voltò, trovando la piccola Lucy stretta nella sua pelliccia, con i capelli scombinati e pieni di fiocchi di neve. Le sorrideva teneramente, le guance rosse, per via del freddo, erano in contrasto con la sua pelle chiarissima. Le sorrise aggiustandole i capelli.

- Sei stata magnifica! – allargò ancora di più il suo sorriso la piccola.

- Grazie! – la ragazza le lasciò un bacio sulla guancia.

- Che fate l'ha fuori, potrebbero vedervi! – starnazzò il signor Castoro.

- Non credo. Isobel ha cacciato via i lupi – disse Lucy voltandosi verso gli altri, che si erano alzati.

- I lupi? Erano qui? – domandò impaurita la signora Castoro.

- Sì, li ho sentiti arrivare, avevano annusato odore di umani e non solo, così li ho cacciati – spiegò la giovane strega.

- Hai affrontato i lupi? Ma come? – chiese Susan.

- No, in realtà non li ho affrontati, ho semplicemente fatto una piccola magia per allontanarli – fece un mezzo sorriso, leggermente imbarazzata.

- Tu fai magie? – fu Peter a chiederlo. Per un attimo i loro occhi si incontrarono e la ragazza si sentì le guance in fiamme.

- Beh, sì. Mia madre è pur sempre una strega. Il suo sangue scorre nelle mie vene. Non sono forte quanto lei, ma ho anch'io la mia dose di poteri – spiegò cercando di non soffermarsi a fissare il giovane Pevensie.

- Quella non mi sembrava una piccola dose – sorrise Lucy. - Ha scatenato una bufera, così che i lupi non potessero più vedere, ne annusare niente – spiegò la piccola, con fare orgoglioso.

- Tu ci hai salvati – disse la signora Castoro avvicinandosi ad Isobel.

- Sì – annuì sorridendo.

- Visto signor Castoro, non dobbiamo temerla, lei è una di noi! – si rivolse al marito, che rispose con un grugnito, incrociando le zampe al petto. Isobel sentiva lo sguardo di Peter addosso, guardarla dall'alto verso il basso e la cosa le faceva uno strano effetto. Sentiva dei brividi lungo la spina dorsale, ma non erano per il freddo, non sapeva spiegarli.

- Bene ora che i lupi sono lontani, possiamo riprendere il cammino! – disse autoritario il signor Castoro, prendendo a camminare.

- Forza, muovetevi! – quasi urlò e tutti scattarono come soldati, mettendosi in marcia.

Camminavano ormai da ore e nessuno ce la faceva più tranne il signor Castoro che continuava imperterrito a urlare di muoversi. Stavo iniziando ad odiarlo. Lucy si fermò a riposare un attimo troppo stanca per proseguire, infondo era solo una bambina.

- Non ce la faccio più, possiamo fermarci un po'? – domandò la piccola.

- Lucy anche volendo, non possiamo siamo esattamente al centro del lago. Cosa vuoi fare, sederti sul ghiaccio? – le disse Susan. Peter le si avvicinò e se la caricò in spalla. Isobel sorrise a quella scena, erano veramente teneri. Erano una famiglia. Chinò il capo avvolta dallo sconforto del sentirsi sola, senza nessuno a cui essere particolarmente legata, tranne il padre che ormai considerava morto.

- Andiamo, vi volete muovere. La Tavola di Pietra non dista ancora molto! –urlò il signor Castoro riportandola alla realtà.

- Giuro che lo trasformo in un cappello se ci da di nuovo degli ordini! – disse Peter ridendo e ricominciando a camminare.

- Muovetevi! – urlò l'animale che era più avanti. Si bloccarono di colpo, sentendo il rumore di campanelli in lontananza. La ragazza si voltò vedendo all'inizio del lago, un slitta bianca che si avvicinava sempre di più.

- Correte! È la Strega Bianca! – urlò il signor Castoro. Peter mise giù Lucy prendendola per mano, cominciando a correre a più non posso. "È finita! Mi ha trovata! Ci ha trovati!" Pesò la giovane, mentre correva a per di fiato. Si infilarono nel bosco e si nascosero in una rientranza del terreno, sotto un grosso albero. Sentirono la slitta fermarsi proprio sopra le loro teste. Nessuno osava respirare. "Moriremo, ne sono sicura!"

- Vado a dare un'occhiata, non muovetevi di qui – bisbigliò il signor Castoro. La moglie gli implorò di restare nascosto ma lui non le diede ascolto. Isobel stringeva forte la mano attorno a qualcosa, vi posò lo sguardo notando fosse la mano di Peter. I due si guardarono negli occhi arrossendo entrambi e mollando velocemente la presa. Poco dopo, il signor Castoro sbucò di colpo da sopra il terreno facendo urlare Lucy.

- Potete uscire, abbiamo visite – sorrise. Straniti tutti uscirono dal nascondiglio risalendo sul terreno. Accanto alla slitta c'era un uomo panciuto vestito con una maglia rosso fuoco e una pelliccia scura. I lunghi capelli bianchi si univano alla folta barba formando un tutt'uno.

- Salve ragazzi – salutò l'uomo.

- Buon Natale signore! – disse Lucy avanzando verso l'uomo, con un dolce sorriso sul viso.

- Lo sarà di certo piccola Lucy, adesso che ci siete voi – sorrise l'anziano signore.

- Senti io ho accettato molte cose da quando siamo qui ma questa.... – iniziò Susan ma Peter la interruppe.

- Pensavamo fosse la Strega Bianca – disse il ragazzo.

- Sì beh, ma io porto una slitta da ben più tempo della Strega Bianca. – rispose l'uomo ridendo.

- Credevo non ci fosse il Natale a Narnia – disse Susan.

- No, ma la speranza che avete portato vostre maestà, infine, inizia ad indebolire il potere della strega – e aveva ragione, Isobel stessa sentiva qualcosa di diverso.

- Tutta via, credo che questi vi saranno utili. Vi ho portato dei doni speciali, usateli con molta cura – disse prima di prendere l'enorme sacco che aveva sul di dietro della slitta e aprirlo. Si chinò su Lucy dandole una boccetta piena di un liquido amaranto.

- Lucy questo è l'elisir estratto dal fiore di fuoco, serve a guarire le ferite. Usalo con cura e non sprecarlo – disse per poi porgerle un piccolo pugnale. - Questo spero tu non debba mai usarlo –

- Grazie signore, ma io penso di essere abbastanza coraggiosa – sorrise Lucy.

- Lo penso anch'io, ma le battaglie sono orribili faccende. – disse l'uomo. Per poi rivoltarsi verso il sacco e estrarne un magnifico arco e una faretra piena di frecce dalle piume rosse.

- Susan, fidati di questo arco e difficilmente fallirà.– le consegnò in mano le armi.

- Sbaglio o le battaglie sono orribili faccende? – domandò la ragazza facendo ridere il vecchio. Poi le porse un corno d'avorio magnificamente lavorato con la forma di un leone che ruggisce.

- E anche se non mi sembra che tu abbia difficoltà a farti sentire, soffia dentro questo corno e ovunque tu sei, avrai un immediato appoggio – le sorrise per poi passare a Peter.

- Peter, il momento di usare questi forse è vicino - gli porse una spada semplicemente magnifica e possente. Sembrava essere molto pesante e la mano inesperta di Peter tremava nel reggerla.

- Grazie signore –

- Sono strumenti non giocattoli usali con giudizio! – disse. Assieme alla spada gli diede uno scudo con lo stemma di Narnia. Un leone rosso che ruggisce in piedi sulle zampe posteriori.

- Isobel, hai avuto molto coraggio nel fare la tua scelta. So che tu sei un ottima tiratrice e te la cavi con la spada. Per te ho portato questi – disse porgendole una spada un po' più piccola rispetto a quella di Peter, ed uno splendido arco di legno finemente lavorato, assieme alla faretra di frecce uguali a quelle di Susan.

- Ora devo andare ho cento anni da recuperare, il potere della Strega Bianca si sta indebolendo. Spero vivamente farete buon uso dei miei doni a presto ragazzi. Lunga vita ad Alsan e buon Natale– disse risalendo sulla slitta.

- Grazie mille signore – disse Isobel. Lui sorrise per poi strattonare le renne e farle partire.

- Su coraggio dobbiamo riprendere il cammino! – tornò alla carica il signor Castoro. "Inizio ad odiarlo!"

- Ha detto che l'inverno è ormai finito – disse Peter. - Sapete che significa? – si voltò a guardare tutti. - Niente più ghiaccio – affermò. Si avviarono velocemente verso il fiume vedendo il ghiaccio iniziare a staccarsi in grossi pezzi portati dalla corrente.

- Tu puoi aiutarci? – Lucy si voltò verso la giovane strega.

- Non so, anche i miei poteri si stanno indebolendo, ma potrei provarci – rispose la ragazza. Scesero fino alla sponda del fiume, dove si fermarono. Isobel chiuse gli occhi e allungò le mani verso l'acqua. Provo a formare una lastra per permettere il passaggio.

- Visto ci sei riuscita – sorrise Lucy, ma subito la lastra si spezzò sciogliendosi nell'acqua.

- Non direi – rispose sconfortata. - Mi dispiace, ci ho provato – disse, sentendosi debole.

- Non fa niente – le mise una mano sulla spalla Susan.

- Proviamo a camminare sul ghiaccio ancora attaccato – disse Peter, mettendo un piede sulla lastra, ma questa si mosse, e Peter tornò indietro.

- Aspettate, forse è meglio che vada prima io – fece il signor Castoro. Salì sulla lastra di ghiaccio iniziando a tastarla. Subito dopo di lui salirono gli altri.

- Fate attenzione – disse Peter. Lucy lanciò un urletto afferrandosi al fratello.

- Il ghiaccio cede ad ogni passo che facciamo – disse Isobel preoccupata.

- Oh no! – urlò Lucy indicando la cima della cascata dove c'erano i lupi.

- Correte – ordinò Peter ma Maugrim saltò sul ghiaccio piazzandosi d'avanti al gruppo.

- Salve maestà, sono lieto di vedere che è ancora viva – sghignazzò i lupo, verso di me. Peter estrasse la spada puntandola contro l'animale.

- Mettila giù ragazzino, potresti farti male – disse il lupo, mentre il suo compagno teneva stretto il signor Castoro. - Vattene ora finché sei in tempo e tuo fratello verrà con te – continuò ad avanzare verso di noi.

- Peter forse dovresti ascoltarlo – fece Susan. Isobel sorpassò Lucy e la signora Castoro affiancando Peter e sguainando la spada.

- Credevo fosse fedele a sua madre, principessa – disse il lupo.

- Io sono fedele ad Aslan – ringhiai puntando la spada contro.

- Forsa Peter trafiggilo – incitò il castoro.

- Oh andiamo questa non è la vostra guerra ragazzo – Maugrim mostrò i denti aguzzi.

- Senti Peter, solo perché un uomo vecchio e barbuto ti regala una spada non è che tu diventi un eroe. Buttala via – insistette Susan.

- No! Peter Narnia ha bisogno di te, uccidilo – urlò il castoro

- Allora che hai deciso figlio di Adamo, il ghiaccio non reggerà ancora per molto – disse Maugrim.

- Peter! – urlò Lucy. Dalla parete della cascata l'acqua iniziò a rompere il ghiaccio.

- Tenetevi a me! – urlò Peter che conficcò la spada nel ghiaccio e di colpo vennero sovrastati da un'onda gelata, che li buttò in acqua. Isobel si staccò dal gruppo, finendo sott'acqua iniziando a faticare per mantenersi a galla, ma riuscì a riemergere vicino alla riva. Uscì dall'acqua togliendosi la pelliccia fradicia e buttandosi a terra, tossendo l'acqua ingoiata. Poco dopo venne raggiunta dai ragazzi e i castori, solo che mancava Lucy.

- Cosa hai fatto? – domandò Susan al fratello vedendolo con in mano la pelliccia della piccola. Tutti iniziarono ad urlare il nome di Lucy, e poco dopo la piccola spuntò fra i rami infreddolita.

- Qualcuno ha visto la mia pelliccia? – chiese sorridendo.

- Non credo che vi serviranno ancora per molto – disse il signor Castoro facendoli voltare verso la foresta. La neve si stava sciogliendo. Isobel cercò di alzarsi ma si sentì debole e ricadde al suolo.

- Isobel!– dissero con tono preoccupato Lucy e Peter raggiungendola.

- Che ti prende? – le chiese il ragazzo aiutandola ad alzarsi. La ragazza divenne rossa per il gesto.

- L'inverno sta finendo e mi sto indebolendo sempre di più – rispose. - Finalmente posso vedere la vera Narnia! – disse sorridente.

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Angolo autrice

Ehi finalmente aggiorno, vogliate perdonarmi per la lunga assenza ma ho avuto da fare, comunque finalmente il 4° capitolo, che ne dite? Anche Isobel riceve dei doni da babbo Natale, fra un po' vedremo qualche momento Isober e spero vi piacciano ora scappo a studiare ciaoooo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il gruppetto di ragazzi, assieme a i loro amici castori, proseguì lungo la strada per la Tavola di Pietra, ammirando la foresta che attorno a loro si stava finalmente risvegliando, dopo centinaia d'anni. Isobel restava ammaliata dai mille colori che vedeva attorno a se. Era la prima volta in tutta la sua vita che vedeva qualcosa di diverso oltre il ghiaccio e la neve. Quanto avrebbe voluto che il suo caro padre fosse con lei in quel momento. Qualche ora più tardi i ragazzi si disfarono delle loro pellicce e proseguirono, fino a ritrovarsi davanti ad un'enorme distesa di prato verde, tappezzato da tende color oro e rosso, qua e là. Segno che erano giunti finalmente al campo di Aslan. Fu allora che la giovane ebbe un groppo al cuore. E se l'avessero respinta? Se Aslan non avesse avuto compassione per lei? Dopo tutto era la figlia della Strega Bianca. La piccola Lucy, si voltò guardando la giovane strega che era rimasta indietro con sguardo basso. Le si avvicinò e dolcemente le prese la mano stringendola.

- Non aver paura, ci siamo noi qui! - provò a tranquillizzarla la piccola. Isobel fu intenerita da tanta gentilezza, e le carezzo dolcemente una guancia, per poi stringere la mano della bambina e riavvicinarsi agli altri. Giunti all'inizio del campo, tutte le creature si fermarono a guardarli. Vi erano Centauri, leopardi, maestosi cavalli, Minotauri, nani e fauni, che vestivano un'armatura che richiamava i colori dell'accampamento. C'era chi li fissava curiosi, chi sbalorditi e chi invece guardava Isobel con disprezzo, bisbigliando al loro passaggio.

- Perchè ci fissano tutti? - domandò Susan con un sorriso tirato.

- Forse ti trovano buffa! - rise la piccola Lucy. Il gruppetto si fermò dinanzi la tenda più grande, dove all'entrata vi era un enorme Centauro. Peter estrasse la spada dal fodero, tenendola alta, seppur con qualche tremore dato dall'inesperienza.

- Siamo qui per conferire con Aslan! - disse il giovane, un po' intimorito. Il Centauro voltò lo sguardo alla tenda, e poco dopo tutti nell'accampamento s'inchinarono in forma di rispetto. Anche i ragazzi seguirono il loro esempio, restando stupefatti dal veder uscire dalla tenda un maestoso leone dalla criniera folta e dorata. I tre Pevensie alzarono lo sguardo, mentre Isobel con timore continuava a fissare l'erba sotto di se.

- Benvenuto Peter, figlio di Adamo! Benvenute Susan e Lucy, figlie di Eva! Benvenuti a voi Castori, vi sono grato! - disse il Leone. Poi il suo sguardo si soffermò sulla giovane Isobel, l'unica del gruppo che non accennava ad alzarsi.

- Benvenuta anche a te Isobel, non aver timore di incontrare il mio sguardo! Hai compiuto una scelta molto difficile, ma giusta! - le disse, cercando di infonderle coraggio. Isobel lentamente alzò il capo e lo sguardo rivolgendolo al Leone, che la guardava amorevolmente. Ella fece un piccolo sorrise e si sollevò dall'inchino. Aslan scorse tutto il gruppo e con sguardo corrucciato aggiunse - Ma dov'è il quarto? -

- Per questo siamo venuti, Signore! - prese parola Peter - Ci serve il vostro aiuto! -

- Noi... abbiamo avuto qualche problema lungo la strada! - aggiunse Susan.

- La Strega Bianca ha preso nostro fratello! - disse Peter con tono rammaricato, mentre Isobel abbassava lo sguardo per la vergogna che era sua madre.

- Preso? Come è potuto accadere? - domandò il Leone.

- Lui, li ha traditi Vostra Maestà - spiegò il castoro, facendo levare dei bisbigli scioccati e indignati da parte dei soldati.

- Allora ha tradito tutti noi! - disse in tono duro il Centauro.

- Pace Oreius! - cercò di placarlo Aslan - Sono certo che esista un spiegazione! -

- In realtà... è colpa mia! - disse Peter - Sono stato troppo duro con lui! -

- Tutti lo siamo stati! - aggiunse Susan, carezzando dolcemente la spalla del fratello maggiore.

- Signore, è nostro fratello! - disse la piccola Lucy, guardando il Leone tristemente.

- Lo so mia cara, ma questo rende ancora più grave il suo tradimento! - le spiegò Aslan - Sarà più difficile di quanto crediate! - concluse rammaricato. Poco dopo ordinò alle sue truppe di fornire degli abiti adatti ai fratelli Pevensie e di insegnarli ad usare le armi. Fu allora che dalla tenda del Leone, uscì un altro figlio di Adamo. Uno che Isobel conosceva bene. La giovane rimase scioccata di vedere il padre dinanzi a lei con l'armatura dell'esercito di Aslan addosso.

- Padre! - disse la ragazza, in un misto tra stupore e commozione. L'uomo quando incontrò lo sguardo della figlia, non poté fare a meno di sorridere. E mentre il Grande Leone si ritirava nella sua tenda, Isobel corse fra le braccia del padre, scoppiando in un pianto liberatorio.

- Oh padre mio, credevo di non rivedervi più! - singhiozzò la giovane, mentre l'uomo la stringeva a se carezzandole dolcemente i capelli.

- Mi dispiace figlia mia, ma ho sempre creduto e sperato che quando sarebbe arrivato il momento saresti scappata dalle grinfie di quella strega! - disse l'uomo mentre le prendeva il viso fra le mani per asciugarle le lacrime.

- Perchè non mi avete portata con voi? - chiese amareggiata Isobel.

- Avrei tanto voluto, ma se lo avessi fatto, tua madre avrebbe scoperto tutto e mi avrebbe ucciso! Sono dovuto scappare da solo e fingere la mia morte, per poter trovare Aslan e allearmi contro la Strega Bianca! - spiegò l'uomo - Ma ora siamo qui, insieme e ti prometto che andrà tutto bene! Non ti abbandonerò mai più Izzie! -la strinse nuovamente a se, mentre i Pevensie guardavano felici la scena e anche con un po' di tristezza, ricordando che Edmund era con la Strega Bianca e i loro genitori in un altro Mondo.

 

***

 

Poco più tardi Isobel come gli altri si era cambiata, ed aveva preso ad allenarsi con il padre, mentre Susan e Lucy erano al fiume a giocare con l'acqua e Peter conferiva sulla collina con Aslan. Fu allora che le due Penvensie urlarono spaventate e Susan suonò disperatamente il corno. I lupi della Strega Bianca erano arrivati all'accampamento e volevano attaccare le giovani. Peter, Isobel e Robin, suo padre, accorsero velocemente nello stesso momento. Susan e Lucy si erano arrampicate sull'albero cercando di evitare i morsi dei lupi. Robin bloccò Isobel per una spalla - è la sua battaglia, deve imparare! - le disse indicando con lo sguardo il giovane Peter.

- Avanti - ringhiò Mougrim - Ci siamo già passati, non hai fegato ragazzo! - lo istigò il lupo. Peter continuava a puntare la spada contro le due belve, quando arrivò Aslan che con una zappata ne bloccò uno.

- Illuditi pure di essere un Re! - continuò Mougrim - ma morirai come un cane!- ringhiò prima di avventarsi sul ragazzo. Susan e Lucy gridarono, scendendo dall'albero andando a soccorre il fratello che era schiacciato dal corpo esanime del lupo. Lo scostarono e Peter si tirò su a sedere, guardando le sorelle ancora scioccato da quanto accaduto, per poi abbracciarle. Isobel, dal canto suo, smise di stringere forte il braccio del padre e tirò un sospiro di sollievo sentendo il cuore più leggero. Il padre se ne accorse e sollevo le labbra in un mezzo sorriso. Aslan liberò dalla sua morsa l'altro lupo che fuggì nel bosco.

- Seguitelo! - ordinò a Oreius e i suoi soldati - vi condurrà da Edmund! - poi si rivolse a Peter.

- Peter, pulisci la tua spada! - disse. Il ragazzo obbedì, per poi inchinarsi davanti al Leone.

- Alzati, principe Peter Flagello dei lupi e cavaliere di Narnia! - pronunciò in tono solenne Aslan. Peter guardò le sue sorelle con sguardo fiero, per poi riporre la sua spada nel fodere. Aslan si voltò e tornò al campo, ma prima che i fratelli Pevensie potessero seguirlo, Robin li bloccò.

- Aspetta ragazzo! - cercò l'attenzione di Peter. - Te la sei cavata bene, ma hai bisogno di pratica se vorrai vincere la guerra! -

- Vuole insegnarmi? - domandò il ragazzo.

- Non io! - disse l'uomo voltandosi a guardare la figlia - Ma lei! - sorrise divertito dalle facce sconvolte dei ragazzi.

- Tu invece farai pratica con l'arco! - si rivolse poi a Susan, posandole una mano sulla spalla e conducendola ai tiri a segno, lasciando i due giovani da soli. Fra Peter e Isobel calò un silenzio a dir poco imbarazzante, spezzato poi dalla giovane.

- Sei stato molto coraggioso poco fa! - si complimentò dopo essersi schiarita la voce.

- Grazie! - rispose lui imbarazzato, grattandosi la nuca - Ti sei cambiata! - disse poi, osservando la giovane, che indossava un paio di pantaloni di pelle ed una semplice camicia con al di sopra la corazza dell'armatura. Aveva legato i capelli in una treccia laterale, scoprendo completamente il volto.

- Sì, beh è più comodo per combattere! - rispose lei, diventando rossa, facendo calare di nuovo il silenzio.

- Che ne dici di cominciare! - disse poi Peter risfoderando la sua spada.

- Certamente! - si affrettò a rispondere Izzie con un tono leggermente più acuto del solito. I due si misero in posizione, ma subito la ragazza notò quanto fosse sbagliata quella di Peter.

- Stai sbagliando! - gli fece notare, mentre si avvicinava posando a terra la sua spada.

- Cosa? - domandò Peter. Isobel gli si parò alle spalle.

- Innanzi tutto sei troppo rigido, ciò ti rende più vulnerabile al nemico! - Gli fece pressione sulle spalle, cercando di farlo rilassare. - Poi le gambe devono essere un po' più divaricate!Ed infine, devi sentire la spada come un prolungamento del tuo braccio, e poi va impugnata così! - disse posando le sue mani delicatamente su quelle del ragazzo e raddrizzando la presa. Peter a quel toccò provò dei brividi, diversi da quelli del freddo. Voltò il capo e trovò il viso della ragazza particolarmente vicino al suo. Il che lo fece arrossire. Isobel non se ne era accorta, nonostante il suo cuore nel petto scalpitasse per la vicinanza, cercò di restare concentrata.

- Hai capito? - disse poi voltandosi verso il ragazzo, trovandolo a fissarla completamente rosso in viso, cosa che imbarazzò anche lei.

- C-come? - balbettò Peter - S-sì, certo! - aggiunse poi frettolosamente, girando il capo.

- B-bene, allora cominciamo! - disse Izzie, allontanandosi e recuperando la sua spada. Si posizionò davanti a lui ed incominciarono a combattere, sino a quando il sole non bagnò di arancio i loro volti esausti e madidi di sudore, segno che stesse tramontando. Peter affondò un'ultima volta riuscendo a colpire Isobel che cadde al suolo distrutta. Il ragazzo la seguì a ruota stendendosi al suo fianco ansimante.

- Allora com'è andata? - chiese cercando di riprendere fiato.

- Direi abbastanza bene! - rispose lei con l'affanno, voltandosi a sorridergli. Peter la guardò negli occhi e le sorrise a sua volta.

- Sai devo ricredermi! - disse poi. Izzie lo guardò curiosa. - Inizialmente pensavo che fossi come tua madre e che ci stessi mentendo, ma ci hai salvato dai lupi ed ora mi insegni a combattere, per cui mi devo ricredere, anzi ti chiedo scusa, per come mi sono comportato all'inizio! - spiegò alzando lo sguardo verso il cielo che diventava sempre più scuro.

- Non devi preoccuparti, chiunque sarebbe stato sospettoso - lo giustificò lei.

- No, Isobel, sono stato un vero idiota! - si poggiò sui gomiti guardandola dall'alto.

- Beh se proprio devo dirla tutta sì, sei stato un grande idiota! - rise lei.

- Ah ma davvero? - domandò lui con finto tono stupito, ridendo poi assieme a lei.

- A parte gli scherzi non preoccuparti, è acqua passata! - lo tranquillizzò.

- Deve essere stata dura per te! - disse Peter diventando più serio - Intendo vivere con tua madre! - Isobel fece una smorfia alla parola «madre» per poi sospirare pesantemente.

- Inizialmente c'era mio padre, è stato lui ad insegnarmi a combattere con la spada e a tirare con l'arco. Stare con lui mi alleggeriva le giornate, ma dopo che se ne fu andato, fu come cadere in un oblio. È letteralmente impossibile vivere con quella donna. Non riesco ancora a capire perchè mi abbia messa al mondo se mi detesta così tanto. Non è in grado di dare amore e francamente non è degna di riceverne. Credimi Peter, ho provato a cambiarla, tutti e due ci abbiamo provato ma non è valso nulla. Non si scioglierà mai! - disse rassegnata. Provava pena per Jadis, infondo era sua madre, le aveva dato la vita ma era stanca di lottare per qualcosa che non sarebbe mai cambiato. Peter le carezzò la spalla.

-È tutto finito ora. Ci siamo noi qui. Hai ritrovato tuo padre ed hai trovato noi. Io sono un tuo amico Isobel! - la confortò il ragazzo.

- Ti confesso una cosa! - disse poi - Ho molta paura sai? Ho paura di fallire e di deludere tutti, la mia famiglia, Aslan... te! - si voltò a guardarla negli occhi.

- Tu non fallirai Peter! È normale che ti senta così, ma ti assicuro che non deluderai nessuno. È scritto nel tuo destino, Narnia ti ha chiamato qui perchè Narnia crede in te, Aslan ci crede.... io credo in te! - gli posò una mano sulla spalla, guardandolo intensamente negli occhi. Peter la guardò a sua volta. Ormai la notte era calata e il viso di Isobel era illuminato solo dal candore della luna. Aveva alcune ciocche ribelli incollate al viso per via del sudore, ma restava bellissima. Peter le carezzò una guancia scostandole una ciocca dietro l'orecchio e lentamente avvicinò il viso a quello di Izzie, che istintivamente chiuse gli occhi. Fu un tocco leggero, quasi impercettibile. Quando Peter tentò di fare un po' più di pressione, la voce di Lucy alle loro spalle li fece sobbalzare e allontanare.

- Ragazzi è pronta la cena! - gridò per poi avvicinarsi. Isobel si alzò di corsa, recuperando la spada, così come anche Peter. I due evitarono di guardarsi negli occhi, troppo imbarazzati da quanto successo.

- Che facevate? - domandò curiosa la bambina.

- Nulla! - risposero in sincrono con tono troppo acuto.

- Ah-ah - fece sospettosa la bambina - su muovetevi! - disse poi voltandosi e ritornando dagli altri. Peter si accinse a seguirla, per poi voltarsi verso Isobel che era rimasta alle sue spalle.

- Tu non vieni? - chiese cercando di non sembrare troppo imbarazzato.

- Tra un momento! - rispose lei, dandogli le spalle. Lui annuì e se ne andò lasciandola da sola con i suoi mille pensieri.

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Angolo autrice

Dopo un intero anno di pausa SONO TORNATA A SCRIVERE QUESTA STORIA GENTE, correte al riparo prima che si scateni l'Apocalisse ahahahah xD.

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