The lost language of..

di Whity
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1: Cliché ***
Capitolo 2: *** #2: Parigi ***
Capitolo 3: *** #3: In un'altra vita ***
Capitolo 4: *** #4: Lezioni noiose ***
Capitolo 5: *** #5: Cucina ***
Capitolo 6: *** #6: Regalo di compleanno ***
Capitolo 7: *** #7: Daddies!Thadastian ***
Capitolo 8: *** #8: Prime volte ***



Capitolo 1
*** #1: Cliché ***



#1 Cliché

 
Ai viaggi, ai traslochi, alla libertà.
A chi parte e torna e a chi non lo fa.
Un giorno ci ritroveremo stretti tutti
nello stesso abbraccio.


 
Aveva preparato tutto: rose, champagne… persino le lenzuola di seta.
Aveva passato ore a farsi consigliare una merceria decente, assaggiato almeno dieci vini diversi in cantina - che a suo modesto parere sapevano tutti di tappo – solo per arrivare a quel momento.
Controllò l’ora: Sebastian sarebbe arrivato entro pochi minuti.
Prese un profondo respiro prima di accendere le candele sul tavolino del salotto.
Sentì le chiavi girare nella toppa, quindi spense le luci.
La porta si aprì.
- Buon anniversario – sussurrò.
L’altro sogghignò, prima di afferrarlo per la vita.
- Certi cliché non sono mai fuori moda … –.
Lo baciò.


Note: innanzitutto la foto appartiene al sito di "Yankee Candles", io a malapena posso comprarmene una ogni morte di vescovo figuriamoci... :P
Il titolo è un omaggio a David Leavitt e al suo "The Lost Language of Cranes", uno dei libri ai quali devo la mia formazione affettivo-sentimentale. Se non lo avete letto fatelo, non ve ne pentirete. :)
Per il resto buona lettura e buona week. A domani!!! 

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Capitolo 2
*** #2: Parigi ***



#2 Parigi
 
A Fede. 
Alle corse in metro, le ore al Louvre, 
la pioggia il vento e il pain au chocolat caldo.
A noi, perché ovunque andrò, 
ci sarà sempre posto per te.
 

Aveva scelto la Tour Eiffel, alla fine.
Su quell’ammasso di ferraglia vecchio un secolo gli aveva già chiesto di sposarlo, dopotutto.
Erano saliti insieme ad una folla di turisti esagitati, fermandosi ad ammirare la spianata della Défense e sorridendo al brulichio che invadeva gli Champs Elysées.
- Cosa devi dirmi, Sebastian? -.
Si voltò sorpreso.
L’aveva tanato come nemmeno ai tempi del liceo, nonostante avesse minacciato Blaine e Lady Hummel in ogni lingua conoscesse. Wanda e Cosmo – ovviamente – erano direttamente all’oscuro di tutto.
Deglutì valutando cosa dire, salvo decidere non fosse il caso di indugiare oltre.
- Facciamo un figlio, Thad -.

Note: La foto della Tour Eiffel in tutta la sua oscena bellezza è di proprietà dell'autore, che l'ha condivisa su Photobucket. (Il link lo trovate cliccando sulla foto, insomma). Per il resto io amo Parigi, ho vissuto un breve periodo a Montmarte ergo me la sono proprio goduta, con tutta la sua magia da bordello di città un po' fine Ottocento. Insomma, tutto sto pippone per dirvi andateci, possibilmente con una manica di amici perchè - città dell'amore o meno - vi divertirete come poche altre volte.

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Capitolo 3
*** #3: In un'altra vita ***



#3 In un'altra vita

 

Sentiva l’assenzio colare giù per la gola.
Controllò il tavolo al quale sedevano Paul e Arthur, presi da chissà quale conversazione, e notò che lui si stava avvicinando. Sorrideva, Thaddeus, e la luce nella stanza parve ravvivarsi.
Salutò i due uomini prima di avvicinarglisi.
- Bonsoir Sébastien – mormorò, prima di sedersi – Ho letto le vostre poesie ieri notte... -.
Sorrise, leccandosi il labbro inferiore.
- Le ha apprezzate, Monsieur Harwood? -.
L’altro si rialzò, come punto da uno spillo.
- Gradirei parlarne in privato. Le dispiacerebbe seguirmi? -.
Non disse una parola, si limitò a seguirlo nella fresca notte parigina.
 
Note: chi (non) ha riconosciuto i Paul e Arthur della fic? Sono Verlaine e Rimbaud, celebri poeti maledetti della scena francese. Gli unici le cui letture provocano – in ordine – estasi, stordimento e di nuovo estasi e di cui si potrebbe chiacchierare all’infinito. Per amor vostro evito il pappone letterario, e vi do appuntamento a domani. Buona giornata!!!

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Capitolo 4
*** #4: Lezioni noiose ***



#4 Lezioni noiose

Le lezioni di economia del professor Sullivan erano le più noiose dell’intero corso di studi.
Quando si era iscritto al college Thad ne era stato messo al corrente, peraltro.
- Amico, se superi quello poi il resto del semestre è una passeggiata… -.
Come avesse fatto quel giorno a trovarsi nel bel mezzo di una sessione di messaggi sconci  con Sebastian  rimaneva un mistero. Un gran bel mistero.
- Chi di voi vorrebbe occuparsi della prima relazione sui sistemi off-shore? -.
L’espressione beata in volto parve tradirlo.
- Ottimo Harwood. La aspetto per dopodomani -.
Sebastian gliela avrebbe pagata cara…

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Capitolo 5
*** #5: Cucina ***


Attenzone! Doppia Drabble (200 parole)

#5 Cucina

Thad non riusciva a smettere di sorridere. Approfittando del fatto Colin fosse a scuola e Sebastian non dovesse lavorare i coniugi Smythe-Harwood si stavano godendo un po’ di intimità.
Sul tavolo della cucina.
Come due quindicenni.
Come due ragazzini e oddio Sebastian ti prego non smettere.
Stava per slacciare i pantaloni del marito quando la porta si aprì.
- Merde… -.
La voce del figlio, probabilmente al cellulare come ogni adolescente si rispetti, li fece trasalire.
- No Dee, non credo! C’era uno sciopero e siamo usciti prima, ma ho da studiare… sì, mio padre è a casa. Sì, tutti e due… ma no, dai!!! -.
Con uno sbuffo Sebastian si riabbottonò la camicia, annotandosi mentalmente di querelare chiunque avesse indetto uno sciopero proprio quel giorno.
Avevano appena riacquistato un briciolo di decenza quando il figlio entrò in cucina, il telefono ancora in mano e il viso arrossato dal freddo.
Salutò Thad con un bacio su una guancia prima di arricciare il naso e aggrottare le sopracciglia.
- Col, tutto okay? -.
Oh no…
Senza una parola il ragazzino fece retromarcia, prese un paio di libri e si sedette sul divano.
- Io su quel tavolo non ci mangio!!! -.
 

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Capitolo 6
*** #6: Regalo di compleanno ***



#6: Regalo di compleanno

Spense le luci dello studio prima di controllare di aver preso tutto. Attraversò il breve corridoio che conduceva alla porta di ingresso, salutò la segretaria e si infilò in ascensore.
Tutto quello che voleva era Thad un bagno caldo, una birra ghiacciata e che gli Yankees vincessero quella dannata finale.
Arrivò a casa in mezz’ora, combattendo contro il traffico infernale dell’ora di punta, ansioso di godersi una partita che non vedesse le Ninja Turtles e i Gormiti affrontarsi sino all’ultimo LEGO.
Aprì la porta, subito costretto a rivedere i propri piani.
Un disegno. Un abbraccio.
- Buon compleanno, papà -.

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Capitolo 7
*** #7: Daddies!Thadastian ***


#7: Daddies!Thadastian

- No -.
Sebastian si concesse di guardare Colin un altro secondo, prima di prendere la valigetta e uscire.
Lo stronzo.
Quella sera Dylan avrebbe festeggiato il proprio compleanno e gli aveva proposto di fermarsi a dormire, cosa che ovviamente Sebastian gli aveva proibito seduta stante.
Thad si avvicinò con fare cospiratore, lo stesso che ti fa ringraziare di avere almeno un padre normale. Pressappoco.
- Posso distrarlo io – sussurrò, ghignando al rossore sulle gote del figlio – e tu e Dylan potrete stare un po’ di più assieme. Che ne dici? -.
No, non era normale. Suo padre era assolutamente geniale.

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Capitolo 8
*** #8: Prime volte ***


La prima volta che aveva visto Sebastian, lo aveva scambiato per il classico figlio di papà pieno di soldi e boria.
C’erano volute tre birre di troppo per capire quanto i rapporti coi suoi genitori fossero labili.
La prima volta che aveva baciato Sebastian aveva tossito a causa del retrogusto di nicotina che caratterizzava il palato del fidanzato.
Da quel giorno in poi attuarono la strategia della mentina, sino a che l’abitudine a quelle labbra non ebbe la meglio sulle papille gustative.
La prima volta che disse “Ti Amo” Sebastian era ubriaco, debole, fragile come poche volte lo aveva visto.
Il giorno dopo quella sbronza era stato Thad a dirglielo, accudendolo e coccolandolo come se si fosse trattato di un bambino influenzato.
La prima volta che fecero l’amore, Thad strinse i denti per non piangere dal male, incurante  delle carezze di Sebastian. Pure di quelle più sporche e sessuali.
Il mattino dopo le mani fresche di Sebastian sul volto lo fecero svegliare, prima di condurlo in bagno – in braccio – e di coccolarlo sotto la doccia. Manco a dirlo, arrivarono entrambi in ritardo a lezione.
La prima volta che si lasciarono, Thad corse da Jeff e si sfogò piangendo davanti al televisore con un barattolino di gelato da due chili.
Il giorno dopo si trovò stretto dalle forti braccia di Sebastian che – incurante delle spinte e delle proteste dell’altro – gli ripetè quanto fosse dispiaciuto, un coglione “Thad ti prego perdonami” sino  che il messicano non fu costretto a credergli.
 
Perché ogni singola volta che Thad aveva provato a scappare, Sebastian lo aveva rincorso.
Ogni volta che Sebastian lo aveva ferito, Thad non aveva mollato.
E in questo bizzarro gioco di equilibri, quello che i due avevano creato era quanto di più bello potessero augurarsi: una storia d’amore lunga una vita intera.

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