All

di Louis my hero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Alla persona che mi fa incazzare di più al mondo... la stessa che adoro più di ogni altra cosa...
 
- È inutile che dici così. – sbuffa Rose sorridendo. Sorrido anch’io mentre m’infilo il tutù bianco. Siamo rimaste solo io e lei nello spogliatoio, tutte le mie compagne sono già in palestra alla sbarra.                                                                        

-Non è colpa mia se poi prendi brutti voti. – dico sistemandomi le spalline. Rose alza gli occhi al cielo ed apre la porta dello spogliatoio.

-Muoviti! Sei in ritardo- dice uscendo.                                                                                                            
Sospiro ed esco anch’io, fermandomi davanti allo specchio in corridoio per legarmi i capelli.

-Ti raggiungo tra poco, dì alle altre che sto arrivando.- dico a Rose. Lei annuisce e s’incammina verso la palestra.
Guardo il riflesso che mi restituisce lo specchio. Ho le guance arrossate e la matita leggermente sbavata sotto l’occhio destro. Sospiro di nuovo e raccolgo i capelli in una lunga coda di cavallo rosso fuoco. Non faccio in tempo a completare il secondo giro di elastico che qualcuno mi urta violentemente, come se una roccia mi fosse venuta contro. Perdo l’equilibrio e mi sbilancio all’indietro. Cerco di aggrapparmi a qualcosa, ma le mie dita afferrano l’aria. Chiudo gli occhi mentre porto le braccia all’indietro.
Un’imprecazione seguita da una forte pressione sulla mia schiena fermano la mia caduta. Strabuzzo gli occhi ritrovandomi a pochi centimetri dal viso di un ragazzo le cui braccia a me sconosciute mi stringono protettive.  Sollevo lo sguardo e trovo un paio di pozze celesti guardarmi scetticamente. Non faccio in tempo a proferir parola che con un  fluido movimento quel ragazzo sconosciuto mi rimette con i piedi per terra. Una risata soffocata mi giunge alle orecchie, mentre mi prende per i fianchi e mi sposta leggermente di lato in modo che possa passare.

– Scusami.-  così dicendo si volta e con il cellulare in mano continua a camminare su per il corridoio. Lo fisso contrariata. Che faccia tosta! Non faccio a meno di notare, però, il suo fisico muscoloso. Indossa una maglietta aderente che mette perfettamente in mostra i muscoli delle spalle. Cammina in modo sinuoso. I suoi capelli sono castani incredibilmente disordinati. Non ho ancora abbandonato il mio soggetto che lui volta la testa per guardarmi. Distolgo simultaneamente lo sguardo arrossendo violentemente. Mi rivolto verso lo specchio e, dopo qualche secondo, lancio un’occhiata alla mia destra, ma quel ragazzo dagli occhi azzurrissimi se n’è andato.   


Ciao a tutte! Mi chiamo Selene :) è la seconda fan fiction che scrivo, spero vi piaccia! In questo capitolo non si capisce molto della protagonista, ma nei prossimi capitoli verrà tutto “svelato”  Ditemi qualcosa di voi, conosciamoci un po’ e ditemi se come inizio vado bene ;) continuo a tre commenti! Ciao a tutte :)      Grazie a Sara_scrive per l'immagine iniziale :)                                 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Sospiro e lego i capelli in una coda alta. Accidenti! Sono in un ritardo cronico! Proprio ora un ragazzo mi doveva finire addosso! Inizio a correre su per il corridoio ed entro in palestra.                                        
Raggiungo le mie compagne alla sbarra e mi metto in pari con i loro movimenti. Rose, davanti a me, si volta  a guardarmi con un punto interrogativo stampato in faccia, come a dire “che cazzo hai fatto per dieci minuti?!”. Faccio una smorfia e lei si gira scuotendo la testa.

-Sei in ritardo.- sputa Catalin. -Di nuovo.-  

Volto la testa e la fulmino con lo sguardo. Quanto la odio! La mia effettiva allenatrice è in maternità ed ora dobbiamo allenarci con questa sottospecie di mostro della palude come sostituta.

-Farai un quarto d’ora in più di esercizio.- sentenzia.

-Devo tornare a casa immediatamente dopo l’allenamento. - dico digrignando i denti.

-Ah! Ma davvero? Indovina a chi non frega un cappero?!- dice ghignando.                                                                 
– Che ti serva da lezione, la prossima volta impari ad essere puntuale.- 

Sento il sangue salirmi e concentrarsi nell’area facciale. Mi mordo la lingua per non risponderle. Non avrà questa soddisfazione.
Calma. Calma. Un profondo sospiro.

Catalin si volta, quasi dispiaciuta che non le abbia risposto e fa partire la musica.
Come un getto d’acqua, tutto il nervosismo mi scivola via.                                      
Mi concentro sulla musica, sui passi. Finalmente! Quanto aspettavo questo assoluto momento in cui divento un tutt’uno con le note musicali. Chiudo gli occhi e mi lascio completamente travolgere.
 
***
 
-Ci vediamo dopo.- sussurra Rose.
Prende la sua borsa rossa ed esce dalla palestra. Mano a mano anche le altre compagne mi salutano e rimango da sola con Catalin.

-Prego. – mi dice maligna, riavviando la musica. – Continua pure finché non torno. – conclude uscendo dalla palestra.

Alzo gli occhi al cielo e mi passo una mano sulla fronte sudata. Torno alla sbarra sormontata da una nuova energia.
Sono sola ora.
Mi assicuro che Catalin se ne sia effettivamente andata e vado al centro della palestra. Con il telecomandino cambio musica e la imposto su un remix classico-pop. Chiudo gli occhi e la musica mi riempie il sangue che inizia a pomparmi a ritmo per tutto il corpo.

Un due tre, un due tre

Inizio a muovermi sulle punte, a mio agio. Finalmente! È da tre mesi che medito questa coreografia. Mi muovo per la palestra con passi eleganti , pliè e piccoli accenni alla danza pop.
Dieci minuti dopo alzo le palpebre mentre la musica sfuma. Fingo un inchino davanti ad una folla immaginaria e mi rialzo sorridendo come un’ebete.
Il mio sguardo, però, si sofferma sul ragazzo di prima che mi sta osservando, appoggiato allo stipite della porta della palestra con un sorriso scaltro stampato in faccia.   
  
Ciao a tutte ragazze! Ecco il capitolo, spero vi piaccia :) ditemi cosa ne pensate, perché sono un po’ indecisa se continuare o no... Comunque nel primo capitolo mi sono scordata di dire che è tratta da una storia parzialmente vera, o almeno solo la prima parte: infatti è successo ad una mia amica di classe e ho preso spunto per questa fan fiction ;) Fortunata lei! E io che credevo che succedesse solo nei film! Quei bei momenti che a me non accadranno mai XD
Ciao a tutte :)

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ci fissiamo per qualche secondo. Sono ancora ferma nella mia posizione e sento le guance divampare per l’imbarazzo. Da quanto tempo mi sta guardando? Spero con tutte le mie forze che sia arrivato solo da qualche secondo, e che non abbia visto mentre m’inchinavo con aria ebete davanti ad una folla esultante inesistente, tutto questo mentre tenevo gli occhi chiusi, sognante.

Non faccio in tempo a trovare una risposta adeguata, che il ragazzo si mette dritto e, con le mani nelle tasche dei pantaloni della tuta, si avvicina. Sta ancora sorridendo, i suoi capelli sono disordinati e la maglia bianca che indossa si adatta perfettamente al suo torace muscoloso. Non ci avevo molto badato prima, ma è molto... carino, seppur prima mi abbia quasi spazzato via mentre camminava.

- Sei abbastanza brava, ma non hai fantasia. Mi stavo per addormentare. Come se mi avessi spento la sveglia il lunedì mattina per lasciarmi dormire ancora cinque minuti.  – dice sfacciatamente, lasciandomi di stucco.

Arrossisco fino alla punta dei capelli color rubino e rimangio tutto ciò che stavo pensando qualche secondo fa.

Cioè: non solo mi ha quasi buttato a terra, ma ora si permette anche di giudicare il modo in cui ballo senza sapere nemmeno il mio nome!

- Cosa scusa?! – lo guardo infuriata dal basso, poiché la sua altezza mi sovrasta completamente. Non ho mai superato il metro e cinquantacinque e davanti a lui è ancor più evidente. Di certo, però, non mi faccio insultare né tantomeno intimidire da sto’ cafone!

Mi guarda come se fossi stupida. Avvicina il suo viso al mio e mi ripete ciò che ha detto.
Dalla distanza da cui si trova dal mio viso mi riesce facile contare i peli della barba che gli stanno ricrescendo dopo una probabile recente rasatura.                                 Distolgo lo sguardo dalla figura del suo viso e mi concentro sui suoi occhi, cercando di non perdermi dentro.

-Ho capito cosa hai detto, mi stupisce solo il fatto che esistano persone tanto stronze e sfacciate sulla Terra.- dico incrociando le braccia al petto e scaricando il peso su una gamba piegando l’altra.

Ciò che ho appena detto non sembra scalfirlo minimamente, anzi mi guarda con i suoi occhi azzurrissimi per qualche secondo e scoppia a ridere.

Non posso crederci! Ma quanto è stronzo?! Credevo si fosse più o meno evoluto il genere del sesso opposto, non a livelli medi, sarebbe una specie di miracolo, ma abbastanza da capire che la stronzaggine non va più di moda.  

- Fottiti sfigato!- gli sputo malevola.
 
Come diavolo si permette? Mi giro, attraverso la palestra e prendo la mia roba. Quando mi volto nuovamente, lancio un’occhiata nella sua direzione e lo trovo guardarmi con un perenne sorriso sfacciato stampato in faccia, come se in me ci fosse qualcosa di estremamente divertente. Furiosa esco dalla palestra.

-Ah! Comunque piacere, mi chiamo Louis. E prego, perché mi sembra di averti salvato la vita prima, eh!- mi urla di rimando alla mia ira.

Cosa?? Lui mi ha salvato la vita? Vacca, forse non abbiamo visto la stessa cosa un’ora fa. Mi volto furiosa.

- Cos’è che hai detto?! A me è sembrato, invece, che uno sfigato che si permette, inoltre, non conoscendomi, di insultarmi, mi sia piombato addosso perché era talmente idiota da non guardare dove metteva i piedi!- urlo.

Mi rigiro e corro nello spogliatoio vuoto.

Cazzo! Come se fosse la prima volta che vengo insultata per il modo in cui ballo! Ma che problemi hanno tutti?! Io ballo come cazzo mi sento! Non secondo i canoni di chi mi guarda. Sbatto con foga la porta dello spogliatoio e mi cambio velocemente. Sfilo il tutù e lo sbatacchio nella borsa.

Leggins, felpa Duff, All Stars rosse alte. Pronta.

Esco dalla scuola con un diavolo per capello, la rabbia mi perseguita per tutto il tragitto.
Il rientro alla ‘casa dolce casa’ è confortane per chiunque, tranne per la sottoscritta. Casa mia mi sembra sempre meno un luogo sicuro, quasi sconosciuto ai miei occhi blu.  Cerco di calmarmi il più possibile mentre infilo la chiave nella serratura e la giro aprendo la porta.
Non faccio in tempo a varcare la soglia che Nina, Paige e Minni mi saltano addosso. Le afferro quasi tutte contemporaneamente, come al solito.

- Calma, piccole. Mamma non c’è, vero?- chiedo con una punta di sarcasmo nella voce.

Le tre gemelline, del tutto diverse tra loro, scuotono la testa lasciandomi entrare in casa. Mollo la borsa sul pavimento sospirando, lasciando sulla soglia anche la mia rabbia, che non posso certo scaricare sulle mie sorelline.

-Okay. Merenda, allora!- dico sorridendo, portandole in cucina mentre si rincorrono ridendo.
***
Finalmente le piccole si sono addormentate. Sono le undici, porca vacca! Sono stanca morta, la rabbia di oggi è ancor a fior di pelle, e mia madre mi ha appena mandato un messaggio dicendo che sarebbe rimasta fuori tutta la notte.
Perfetto! Non poteva andarmi meglio.

Mi accascio sul letto priva di forze e, dopo qualche minuto di assoluto silenzio, finalmente, il sonno prende sopravvento, lasciando spazio ai miei mondi.
 
Ciao ragazzuole!! Come state?? Ecco il capitolo!! Spero davvero che vi piaccia! Finalmente la protagonista, (di cui non ho ancora specificato il nome ù.ù) incontra di persona Louis, che si comporta molto – stonzamente - con lei. Beh spero di nuovo, che vi piaccia! Lasciatemi qualche commento ;) ognuno è utile per me! Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito nei due capitoli precedenti e quelle che hanno messo la storia tre le preferite :* vi amo! Sciao a tutte <3 alla prossima!! :D
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La sveglia suona e, puntualmente, cado dal letto. Sospiro rimanendo con la guancia destra attaccata al pavimento freddo della mia camera.
Socchiudo gli occhi.
Bene: inizia il compito più difficile della giornata. Trovare cinque buoni motivi per alzarmi, come di consuetudine.
Uno: devo portare a scuola le bambine, perché mamma non c’è, come sempre, del resto.
Due: oggi a scuola c’è il monteore, non si fa un cazzo.
Tre: ho danza.
Quattro: Oggi la palestra sarà libera per un’ora, posso esercitarmi da sola.
Cinque: se rivedo quello sfigato di ragazzo che ieri mi ha insultata ho l’occasione giusta per voltargli la faccia con un ceffone.
Allettante. Mi tiro su dal pavimento e , con passo malfermo, entro in bagno.

***
 
Mezz’ora dopo, finalmente, siamo tutte fuori di casa. Ho fatto fare colazione a Minni, Paige e Nina, le ho preparate io, visto che si vestono da sole, ma all’incontrario e, puntualmente, nemmeno dieci secondi dopo, Minni si è rovesciata il latte addosso mentre cercava di rimettere a posto la bottiglia del latte aperta.

Chiudo a chiave la porta di casa e prendo le manine guantate di Paige e Nina, mentre Minni mi sta davanti sotto i miei vigili occhi. Per fortuna, la loro mitica scuola si trova dietro l’angolo, quindi in due minuti le lascio andare con le maestre sorridenti che le accolgono nemmeno fossero degli angeli scesi in terra. Subito le piccole mi assalgono per darmi un bacio, poi corrono via ridendo. Che pesti! Però le adoro troppo.
Rimango lì a guardarle per qualche secondo, poi esco dai cancelli della scuola materna e vado alla fermata del tram per andare a scuola.

***

Alleluia.

Sono sopravvissuta anche oggi. Mi lascio cadere sul sedile scomodo dell’autobus e aspetto la fermata della mia scuola di danza. Forse la giornata a scuola mi è sembrata così lunga perché non vedevo l’ora che arrivasse questo momento.

Danza. Danza. Danza.

Appoggio la testa al finestrino stranamente lindo e guardo distrattamente le immagini di vita quotidiana che mi sfrecciano davanti agli occhi come tanti fotogrammi. Con un sospiro il tram si ferma e mi affretto ad alzarmi sotto il peso dello zaino e della borsa di danza per scendere. Mi stringo nella mia giacca verde oliva e mi affretto negli spogliatoi.
Le mie amiche sono già tutte dentro, come al solito. Mi velocizzo nell’indossare il tutù bianco, mentre Rose mi fa un resoconto dettagliato delle sue pene d’amore. Non provo neanche ad impegnarmi ad ascoltare, ormai mi limito a tacere e annuire. Rose mi segue continuando a parlare mentre esco dallo spogliatoio e mi piazzo, come sempre, davanti allo specchio del corridoio per legarmi i capelli, lo stesso dove ventiquattr’ore fa quello stronzo -di Los? Lis? Com’è che si chiamava? Sì, Louis – mi ha travolto. Mi riscuoto dai miei pensieri quando la voce di Rose non arriva più alle mie orecchie. Mi volto a guardarla, molto probabilmente mi avrà fatto una domanda a cui, ovviamente, non so rispondere. Azzardo un assenso e, compiaciuta, le sorrido vedendo che lei ricambia appagata.

Entriamo in palestra, per la prima volta sono in orario, e iniziamo i sofisticati esercizi che tanto mi compiacciono. Vale davvero fare dei sacrifici per ciò che si ama.

***

- Bene ragazze, a domani.- ci congeda Catalin contrariata.

Sono sudata come niente, ma la lezione è stata fantastica.
Ed ora... sono sola. Aspetto che tutte se ne vadano, compresa Catalin, che si è infuriata con me perché ieri me ne sono andata via prima che lei arrivasse per congedarmi. Mi sono inventata la scusa che il bidello mi ha buttato fuori lasciandola nel dubbio dell’incertezza.

Mi assicuro di essere veramente sola e metto la musica. Questa volta tengo gli occhi ben aperti, non voglio rischiare di fare un'altra figura di merda mentre ne sono incosciente. Inizio a muovermi sulle punte.

Sento quell’incredibile tensione ai muscoli dolorosa, ma, allo stesso tempo, confortante.
Beh, che si vada a fottere quel Louis! Chiudo gli occhi e continuo a muovermi sinuosa, ora molto più concentrata e libera.   

Faccio una giravolta e strabuzzo gli occhi mentre sento un paio di mani afferrarmi i fianchi e sollevarmi in aria. Sbilancio il mio peso all’indietro, ma quelle mani forti mi tengono ben sollevata la schiena, quindi alzo le gambe e tiro indietro le braccia ancora perfettamente in ritmo con la musica. Tengo gli occhi ben serrati per non interrompere quel magico momento mentre i miei piedi ritoccano a terra  e un paio di mani continuano a farmi a muovere, ora molto più in sintonia con la musica, con i miei movimenti e con me stessa.
Passano due, tre minuti di assoluto ballo e musica. Mi muovo con questo corpo sconosciuto, come se fossero fatti uno per l’altro. Mi fa girare, mi prende tra le braccia e mi solleva con eleganza. Le ultime note sfumano e qualche secondo dopo ritrovo il contatto con il pavimento. Alzo le palpebre e mi volto verso quel meraviglioso ballerino.

Spalanco la bocca mentre due pozze azzurre mi ammiccano.   


Massciao <3 Finalmente sono riuscita ad aggiornare :3 allora!! Che ne pensate della storia finora?  Vi piace il capitolo?? Spero di sì, perché mi stanno venendo in mente tantissime idee per continuare ;D Lasciatemi qualche recensione e ringrazio di cuore tutte quelle che hanno recensito, preferito, seguito le storia fino ad adesso J Un bacio :* - Selly
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Mi allontano di qualche passo, continuando a guardarlo con un misto di odio e sorpresa negli occhi.
 
- Beh? Hai visto cosa significa essere fantasiosi? – mi chiede incrociando le braccia al petto. È incredibilmente bello, la maglia bianca a maniche corte gli dona perfettamente,e fa risaltare i muscoli tonici del busto e delle braccia.
Cazzo! Perché è così stronzo??
 
- Brutto stronzo! Come diavolo ti sei permesso di disturbarmi mentre provavo?! – chiedo inferocita senza pensare.
 
Louis si mette a ridere.
 
- Scommetto che non sarebbe stata la stessa cosa che avresti detto ad un qualsiasi altro ragazzo se ti avesse fatta ballare così, come ho fatto io. – continua a ridere.
 
- Esatto.- dico furiosa.
 
- Perché non cresci un po’? Ieri ho solo fatto un’affermazione per come la pensavo io, e, da quanto ho sentito, da come la pensano in tanti sul tuo modo di ballare, era solo un consiglio.-
 
Ma chi cazzo si crede di essere?
Resto a guardarlo in cagnesco per qualche secondo, poi, troppo inferocita per parlare, mi volto e vado a pendere la mia roba.
 
-Aspetta, cavolo!- urla Louis sulla difensiva. Lo sento sospirare mentre non lo degno di uno sguardo.
 
È un attimo: la musica riparte e, dopo qualche secondo, mi sento sollevare in aria da un paio di mani.
 
- Rimettimi subito giù!- urlo.
 
Sento Louis che inizia a ridere, ma subito mi intima di stare zitta e di concentrarmi sulla musica. Come se fosse possibile!
Serro le labbra per non urlare di nuovo e ascolto il mio subconscio che mi intima a tacere e a ballare di nuovo insieme a quel bravissimo e stronzissimo ballerino.
 
Questa volta tengo gli occhi aperti e guardo allo specchio della palestra i nostri movimenti. Beh… inutile negarlo: siamo perfetti, bellissimi.
Louis mi fa girare, mi prende per i fianchi e mi fa volteggiare in aria, come se pesassi due chili invece che cinquanta. La sua corporatura muscolosa non stona per niente con la musica delicata, anzi.
Noto nei suoi movimenti una certa inclinazione al passo pop. È incredibilmente bravo in danza classica, non voglio immaginare in pop.
 
Continuo a tenere lo sguardo sul nostro riflesso. È esattamente la coreografia che penso da sempre, realizzata così, su due canoni.

Rimiro la nostra immagine mentre balliamo, come se non facessimo altro da tutta la vita. Guardo il viso di Louis allo specchio, che, ovviamente, è increspato da piccole rughette ai lati degli occhi, nella loro posizione perenne, mentre le sue labbra sono curvate in un sorrisetto furbo.  

La musica sfuma di nuovo e, questa volta, mi giro a guardarlo.

I miei occhi sono fermi sui suoi, non riesco a staccarli. Sembra abbiano una specie di magnetismo a contatto con i miei. Le sue braccia sono ancora allacciate dietro la mia schiena.

Dopo qualche interminabile secondo Louis sorride ed allontana le braccia dal mio corpo, continuando a guardarmi.
 
- Dì che non ti è piaciuto!- mi sfida lui.
Non riesco quasi a parlare dopo quello che ho visto. Cerco di risvegliarmi dal lapsus e distolgo lo sguardo dal suo.
 
-Ehm… sì, in effetti sì. – sbiascico.
 
Come di consueto, si mette a ridere. Mi tende una mano.
 
Rialzo lo sguardo sul suo, con un punto interrogativo sottinteso.
 
- Amici?- chiede lui. Mi sta sorridendo.
 
Guardo la sua mano tesa e mostro anch’io un sorrisetto timido, tendendo la mia mano e stringendo la sua, enorme in confronto alla mia.
 
-Amici. –
 
 
Ciao ragazze! Eccomi di nuovo qui! :D come vi sembra il capitolo? È corto, lo so, ma pian piano i capitoli diventeranno sempre più lunghi! Lasciatemi qualche commento, e ringrazio tutte quelle che hanno commentato, seguito, preferito la storia fino ad adesso <3 Ciao a tutte :*
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Gli sorrido e lascio la sua mano.

- Fai solo danza classica?- mi domanda.

Annuisco silenziosamente.

-A cosa punti?-

Capisco al volo e rispondo senza indugi. – Assolo o coppia alla Scala.-

-Ambiziosa, eh?-  mi dice sorridendo,  incrociando di nuovo le braccia al petto.
Sorrido anch’io chinandomi nuovamente a prendere la mia roba.

– Beh, secondo me hai tutte le capacità per arrivarci, ma dovresti avere più...-

-...Fantasia... sì, sì, lo so, come se fossi la prima persona che me lo dice.- dico chiudendo la zip della borsa.  Mi rialzo sospirando. – Beh... Io devo andare... Ci vediamo.- mi volto, ma una mano mi afferra il polso.

-Aspetta!- dice Louis. – TI voglio aiutare.-

Mi volto a guardarlo con uno sguardo perplesso. Cosa? Ma se ci conosciamo appena!

-Cioè... Insomma, mi piacerebbe darti qualche consiglio.- continua, passandosi una mano sulla nuca e tenendo l’altra ancora allacciata al mio polso.

-Ehm... okay. Dimmi pure.- sbiascico.

-Ti posso accompagnare a casa?... Così ne parliamo... Se vuoi.- lo conosco da pochissimo, ma mi sembra buffo vederlo in difficoltà con le parole. Sembra il tipo da sfacciata risposta pronta in qualsiasi momento.
Sorrido e annuisco. Non so bene cosa sto facendo, ma è simpatico Louis, dopotutto. Cioè: dopo tutto tutto...   
Ci dirigiamo insieme fuori dalla palestra e lo aspetto in corridoio mentre va a prendere la sua roba nello spogliatoio maschile.
Quando esce dallo spogliatoio porta sulla spalla un borsone blu.

-Puoi aspettarmi un secondo qui? Devo andare un attimo in segreteria.- mi dice. Noto nei suoi occhi e nella sua voce uno strano sarcasmo ad una battuta che non capisco.

-Okay, ti aspetto.- dico.
Dopo dieci minuti torna e noto che, sotto i baffi, sta ridendo.

Non so bene come descriverlo: diciamo che ha molta sensualità nel camminare, si muove sinuosamente, oserei dire con un accenno di sculettamento.  
Scoppio a ridere per i miei pensieri proprio di fronte a lui, che mi guarda con un misto di preoccupazione, compatimento e divertimento stampati in faccia.

-Oddio, non pensavo fossi anche malata di mente. – mi schernisce lui guardandomi dall’alto.

Continuo a ridere ed alzo lo sguardo sul suo, mentre mi passa in mente una sua immagine impegnato a ballare Single Ladies al posto di Beyoncè. Inizio a ridere ancor più forte cercando di frenare i singhiozzi.  Quando rido ho il brutto vizio di respirare all’indentro e, quindi, di fare uno strano rumore gutturale. Non oso immaginare cosa potrebbe pensare Louis di me in questo momento. Cerco di guardarlo con le lacrime agli occhi e lo trovo ridere di gusto.
Cerco di respirare e di togliermi quell’immagine ballerina sculettante di Louis dalla testa. Mi sento il viso in fiamme, sia per la risata che per la figura di merda che sto facendo.
Louis, però, non sembra minimamente stranito o impaurito per la mia salute mentale, anzi sta ridendo ancor più forte di me.

-Ma come ridi?!?- dice lui sghignazzando. Rido anch’io, emettendo ancora involontariamente i rumori gutturali, provocando la successiva ilarità di Louis.

-Non prendermi in giro!- dico ridendo.

Dopo dieci minuti riusciamo a smettere di piangere dal ridere e mi chiede il motivo della mia iniziale risata.

-Niente, niente, lascia stare!- dico con una risatina nervosa.

-No, sul serio! Ridi in un modo pazzesco!- dice Louis continuando a ridere mentre usciamo dall’edificio.

Fuori  il sole splende ancora, anche se tira un vento gelido che mi sferza le guance.
Con questo quarto d’ora di ilarità abbiamo completamente rotto il ghiaccio, ora mi sento meno tesa, almeno Louis è sano di mente quanto me!

-Ahahahah! Lasciamo stare, guarda!- dico sorridendo.

Iniziamo a camminare per le stradine di Doncaster lentamente.

- Niente, passando a cosa serie, ti volevo proporre di venire a provare hip hop. Ti aiuterebbe un sacco.- dice.

Cosa? Cosa? Hip hop?

-Eh sì certo, come no!- dico sarcasticamente.

-Sì, sul serio.- dice Louis. – Proveresti con me. –

-Cosa? Con te? Ma tu sei fuori!- dico guardandolo.

-Dico sul serio.. Certo, solo se ti va. Il punto è che ti servirebbe davvero tanto, ti aiuta a scioglierti, ad essere più sensuale e, soprattutto, più fantasiosa.- continua.
In effetti non è una brutta idea, tanto tra qualche mese lascio la scuola, quindi non mi devo più preoccupare dei compiti  e se si tratta di danza va sempre bene.
Lo guardo di sottecchi, mi sta fissando mentre continuiamo a camminare.

-Mm... perché no..?- dico sorridendogli. – Toglimi solo una curiosità: perché ci tiene così tanto?-

-Mi sei simpatica, sei buffa e non te ne accorgi, ma anche tosta. Mi piace il tuo stile.- dice.
Lo guardo allibita per ciò che ha appena detto.

-Mi hai osservata parecchio.- dico schiarendomi la voce.

-Molto più di quanto tu non pensa.- dice lui guardando dritto davanti  sé.

Cosa??

-Ehm... scusa...?-

-No, no, tranquilla!- dice ridendo. – Non sono uno stalker! Il fatto è che tutti i tuoi partner di ballo predecessori mi hanno parlato di te...-
O no! O no! Merda. Avvampare fino alla punta dei capelli. Il punto è che, più o meno ogni due mesi, cambio partner di ballo, per il semplice motivo che li faccio dannare.

-Ehm... Cosa ti hanno detto..., o meglio, che idea ti sei fatto?- sbiascico senza guardarlo.

Louis scoppia a ridere: - Beh... magari te lo posso dire in modo riduttivo, censurando un bel po’ di cose, ma penso che prima, quando hai iniziato ad urlare, mi hai dato un’idea piuttosto precisa di quel che volevano dire i tuoi ex-partner quando dicevano che sei una grande rompipalle e una gran testarda.-
Alzo lo sguardo sul suo e scoppio a ridere anch’io.

-Scusa! Ma sono fatta così, e mi dovrai sopportare un bel po’ se inizio sul serio hip hop. –

-Non ti devi preoccupare di entrambe le cose, perché, primo, ho la testa molto più dura della tua e, secondo, certo che verrai ad hip hop, ho già compilato il modulo e falsificato la tua firma.- mi guarda e ammicca, mentre mi fermo sulla strada e lo guardo con la bocca spalancata. 
 
Hi girls! Come state? Vi piace il capitolo? È più lungo degli altri, man mano diventeranno sempre più lunghi, anche perché adesso inizia la storia muaahahha! Vi prego: lasciatemi qualche recensione! Ringrazio infinitamente Cucciola_69 per aver recensito gli scorsi capitoli <3 e tutte le lettrici “silenziose” :)
Ciao a tutte <3
  

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


-Ecco perché sei tornato dalla segreteria con quel sorriso idiota!- dico quasi urlando, fermandomi sul ciglio della strada.

-Stai calma!- dice Louis sorridendo. – Tanto avevi già detto che ti saresti iscritta per un’ora in più in palestra, che in questo caso passeremo insieme. Io ho accelerato solo un po’ le cose...- finisce di dire con il solito sorriso sghembo mozzafiato.

Lo guardo male per qualche secondo. – Tu mi fai alquanto paura.- dico.

Louis ride e riprende a camminare con me al seguito.
-Tranquilla, te l’ho già detto che non sono uno stalker, ti voglio solo aiutare. È questo che fanno gli amici, no? –

-Hai dei processi molto veloci per intendere una persona appena conosciuta “amica”.- dico guardandolo, sorpresa dalle sue parole.

-Beh, tecnicamente è da più di due mesi che mi parlano di te, conosco il tuo carattere. Finalmente ho avuto modo di presentarmi.-

-Conosci il mio carattere solo in base a ciò che ti hanno raccontato.- dico aspra. Come pretende??

-Quel che ho visto prima mi ha dato conferma della maggior parte delle cose che mi hanno detto.- dice guardandomi scetticamente.

-Solo la maggior parte....- dico sorridendo. – Pensa il resto..!-

-Non so se sono pronto a conoscere l’altra parte di te. - dice lui ridendo. – Potrebbe terrorizzarmi, e per ora mi sei davvero simpatica, nonostante il tuo caratteraccio.-
Rido anch’io guardandolo.
Finalmente arriviamo davanti a casa mia. Mi fermo.

-Ti va di entrare?- gli chiedo sinceramente. È davvero carino con me, non glielo sto chiedendo solo per gentilezza, come faccio di solito.

Lui sorride. – Solo se non disturbo...-

-Tranquillo, ci sono solo le mie sorelline e la babysitter, mia madre non c’è mai.- dico senza guardarlo, aprendo la porta di casa.

È strana questa cosa, io non mi fido mai di nessuno, ma Louis ha qualcosa di rassicurante ma allo stesso tempo affascinante... Saranno i suoi occhi azzurri? o la sua muscolatura che sembra proteggere? o il suo sorriso così caldo? o i suoi capelli castani così straordinariamente disordinati?
 Non faccio in tempo a rispondere al mio questionario che Nina, Minni e Paige arrivano correndo con Rebby appresso.

-Oh perfetto! Finalmente sei arrivata! Le tue sorelle sono delle pesti come al solito, non so cosa dirti.- sospira la babysitter prendendo la sua roba.

Guardo le mie sorelline ammutolire.

-Okay, grazie lo stesso di essere venuta.- dico perforandola con lo sguardo. Sembra accorgersene, perché sussurra un ‘ciao’ ed esce da casa.

-Scusami.- dico voltandomi verso Louis, che è rimasto dietro di me in silenzio. – Ma è un periodo di merda.-

-Tranquilla.- dice lui. Il sorriso gli appare sul viso e ciò mi rincuora.

-Bambine, lui si chiama Louis, è un mio... ehm..amico.- sbiascico alle tre pesti mentre invito Louis a togliersi la giacca.

Lui sorride alle mie sorelline e si china sulle ginocchia per conoscerle. Rimango lì in piedi a guardarlo mentre parla in modo rilassato. Le piccole sono sorridenti e sembrano aver preso subito simpatia per Louis... strano. Di solito non pendono dalla bocca di nessuno eccetto la mia. Non so se essere gelosa o contenta per questa strana situazione.  

-Ti va di giocare con noi?- dice Paige a Louis avvampando.

-No, Paige. Louis non è venuto qui per giocare con voi, risparmiate almeno lui.- dico sorridendo sedendomi per terra vicino a Nina.

Louis mi guarda e con un tono da ripicca dice alle bambine: - Certo che gioco! E gioca anche Desi!-
Cosa?? Oh no,no,no,no!

Le bambine esultano e prendono per mano me e Louis e ci fanno salire le scale. Riesco a fulminare con lo sguardo Louis e mimo con le labbra “questa me la paghi.” Lui, per tutta risposta, si mette a ridere.

Entriamo nella camera delle mie sorelle e  mi viene in mente un’idea diabolica.

-Bambine, perché non proviamo a truccare Louis? Chissà se potrebbe sembrare una femmina?- mentre lo dico la testa di Louis scatta verso di me e sento i suoi occhi perforami il viso.

Ormai è fatta, però: Nina, Minni e Paige stanno di nuovo esultando.

-No,no, tranquille. Vi assicuro che non è una buona idea. – dice Louis sorridendo stupidamente alle bambine per dissuaderle da questa mia perfida vendetta.

-Nono! Ti assicuro, invece, che sarà divertente, fidati di me!- dico a Louis con scaltrezza. – Su bambine andate a prendere i miei trucchi, sono in camera mia. –

Nina, Minni e Paige corrono fuori dalla stanza mentre scoppio a ridere guardando Louis.
Lui si avvicina a me e mi punta un dito contro dicendo:- Questa me la paghi.- per tutta risposta rido ancor più forte.

-Tu mi hai iscritto ad hip hop senza nemmeno dirmelo! E hai anche falsificato la mia firma!- replico continuando a ridere producendo i rumori gutturali.

Louis sorride e scuote la testa. Sta per dire qualcosa, ma Nina, Paige e Minni tornano esultanti in camera e obbligano Louis a sedersi su una sedia.

-Piccole, guardate che poi mi vendico, eh!- dice lui lanciandomi un’occhiata di avvertimento, lasciando intendere che la sua affermazione era rivolta a me.

- Nah, tranquille bambine! Il cane abbaia, ma non morde! Passatemi l’ombretto rosa che abbelliamo questo brutto viso di Louis!- dico evitando il suo sguardo.

Minni mi passa il cosmetico e inizio a passare la polverina rosa sulle palpebre di Louis. La sua pelle è morbida sotto il mio tocco leggero.

-Non pensare di cavartela così. - sussurra Louis. Il suo viso sembra quasi serio, ma il suo perenne sorriso spunta nuovamente, rendendo le sue parole prive di significato apparente.

-Suvvia Louis! Non eri forse tu quello che voleva giocare con le bambine?! Ho solo ribaltato un po’ la situazione...- sussurro ridendo, mentre Paige spalma un rossetto rosso fuoco sulle sue labbra carnose sbavandoglielo sui lati. Nina, invece, con un pennellino, mette il mascara sulle sue ciglia e Minni fa due codini con i suoi capelli disordinati.

Dopo qualche minuto di sbuffi, Louis si volta verso lo specchio. Non posso fare a meno di ridere come un’idiota davanti alla sua immagine riflessa: il mascara è tutto sbavato sulle sue palpebre colorate di un rosa acceso brillantinato, la bocca è rossa di rossetto e sulle sue guance sono impresse due strisce rosa di blush. Per non parlare delle due ciocche di capelli strette in due codini.

Le mie sorelline ridono e Louis guarda perplesso la sua immagine. Alla fine però sorride anche lui e si gira verso di noi, facendo finta di sfilare come una modella. Dopo qualche minuto di ilarità generale Louis si dirige in bagno e io l’accompagno dando prima il cinque alle mie sorelline.
È stato veramente stupendo vederle così sorridenti... e sinceramente, anch’io non ridevo così da tanto.

-Te l’ho già detto vero che me la paghi??- dice Louis aprendo il rubinetto del lavandino e immergendo il viso sotto il getto d’acqua.

-Non meno di cinque volte.- dico ridendo. Prendo un barattolo di latte detergente da un mobiletto vicino allo specchio e ne spremo un po’ su un dischetto di cotone. – Dai!
Cosa vuoi fare con l’acqua?! Il mostro di Loch Ness?! – dico ridendo tamponandogli il viso con un asciugamano.

Louis sospira e mi guarda scetticamente mentre spalmo leggermente il dischetto sul suo viso rimuovendo tutte le tracce di trucco.

-Comunque... Grazie...- dico voltandomi  per rimettere a posto il barattolo. Sento le guance arrossirsi, non sono mai stata brava con le parole, ma Louis non credo possa capire quanto sia stato carino a farsi truccare dalle bambine e a farle un po’ divertire, specie in questo brutto periodo che stiamo passando.

-E di cosa?- chiede lui sorridendo.

Mi volto a guardarlo e mi sento microscopica davanti a lui. Cerco di non balbettare, ma distolgo lo sguardo mentre gli rispondo: -Beh di essere venuto... so che farsi truccare da tre bambine di cinque anni e da una deficiente come me, non era esattamente nei tuoi programmi pomeridiani... Ma ti sono riconoscente di averle fatte divertire, ecco tutto..-

Torno a rivolgere il mio sguardo sul suo e vedo che si è addolcito alle mie parole.

- Aver fatto divertire solo loro... o anche te?- dice sorridendo.

Rido alle sue parole:- Beh sì, anche a me... Trovare una persona come te, che prima mi aiuta a ballare e poi fa divertire me e le mie sorelle senza conoscermi ancora benissimo, non è fortuna per tutti.-

Louis rimane in silenzio, evidentemente stupito alle mie parole. Il fatto è che sono fatta così: un piccolo gesto, per me, equivale a tanto.

Ci sorridiamo, non c’è nient’altro da dire.

A volte è incredibile la vita. Sono diversi anni che la mia fa schifo, ora non saprei ben dire da quanto esattamente... forse  da quando mia madre mi ha lasciato la responsabilità di tre bambine, o da quando mio padre è stato arrestato... Ma poi entrano a far parte della tua vita persone così, come Louis... oh sì, lo so che lo conosco da poco... ma so già che è già dentro la mia vita, forse anche da prima di quel pomeriggio in cui mi ha scaraventata a terra... in fondo lui sapeva già della mia esistenza, e sapeva anche che era suo compito aiutarmi... forse non solo nell’ambito della danza.

E questo lo spero.     
 


Ciao ragazze! Scusate la lunga assenza, ma la scuola mi ha tenuta molto occupata! Finalmente il quadrimestre si è concluso, quindi ho un po’ più di tempo libero! Allora... passando al capitolo: spero davvero vi piaccia, aspetto i vostri commenti! Qui c'è il trailer della storia: http://youtu.be/aUzjbeTkOAE Ciao a tutte <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Chiudo la porta di casa lentamente e guardo sorridere come un’ebete il volto che mi restituisce lo specchio dell’entrata. È stato il più bel pomeriggio che abbia passato nell’arco di almeno tre anni, e ho ancora stampato in mente l’ultimo sorriso che mi ha rivolto Louis prima di andarsene.

“A domani, allora.”

Le sue parole ancora mi risuonano nelle orecchie e l’occhiolino che mi ha fatto uscendo di casa è ancora nei miei occhi. Sorrido ancora tornando dalle mie sorelline che giocano tranquillamente con le bambole.

-Quando torna Louis?- mi chiede Paige.

Sorrido accovacciandomi di fianco a loro.

– Mah, non saprei...-

Ad essere sincera vorrei che tornasse domani stesso, ma forse sarebbe inopportuno chiederglielo. Magari lui non è minimamente interessato ad una come me, in fondo non sono proprio niente di speciale e non credo che una ragazza avrebbe fatto truccare dalle sorelline il ragazzo che le piace...  E non si sarebbe nemmeno immaginata il ragazzo in questione ballare a mo’ di Beyoncè nella canzone Single Ladies... Ho decisamente qualcosa che non va. Sta di fatto che domani lo rivedrò e non sto nella pelle. Che cosa puerile, non  lo conosco ancora bene e sembro  una ragazzina alle presa con la prima cotta.

***

Okay. Calma. Andrà tutto bene.

Uno, due, tre respiri e mi calmo. Indosso pantaloncini corti blu chiaro, una maglietta larga a maniche corte e ai piedi le mie inseparabili All Stars rosse consunte.  

Entro con passo malfermo in palestra e subito vedo Louis voltato di spalle che armeggia con il lettore cd. Sorrido e mollo la borsa rossa sul pavimento senza far rumore e in punta di piedi mi avvicino di soppiatto. Oggi indossa una maglietta azzurrissima a maniche corte che mette in mostra i suoi bicipiti muscolosi. Porta un paio di pantaloni grigi formato tuta e ai piedi un paio di Converse. È strano come su di lui niente sembri stonare.  Mi avvicino lentamente alle sue spalle, ma prima che possa spaventarlo mi anticipa:

- Ciao Desi. –  e si volta verso di me.

Abbassa il capo e mi stampa un leggerissimo bacio sulla guancia sinistra. Resto impietrita e sbarro gli occhi mentre lui si rivolta verso il lettore e torna ad trafficare con i fili.

Mi ha dato un bacio o sto sognando?

-Come stai oggi?- mi chiede.

-Ehm... Bene...- m’impappino con le parole ancora imbambolata per l’effetto delle sue labbra sulla mia guancia.

Lui sorride e si volta verso di me. I suoi occhi sono due pozze d’acqua e distolgo subito lo sguardo prima di rimanerci prigioniera dentro.

- Sei pronta?-

-Prontissima.- sorrido anch’io, felice di poter finalmente muovermi con lui.

-Ti farò dannare, lo sai vero?- mi dice appoggiandosi con una mano al tavolo e mostrandomi un sorrisetto furbo.

-O il contrario?- dico con sfida sorridendo di rimando. Non mi fa paura il dover faticare. Sono abituata a farlo.

Lui sorride e si stacca dal tavolo ergendosi in tutta la sua altezza.

-Bene, allora iniziamo con qualche esercizio di riscaldamento.- dice andando al centro della palestra. Lo seguo e mi metto di fronte a lui aspettando.

 -Facciamo semplice stretching.- iniziamo a fare qualche esercizio di allungamento dei muscoli, corsetta per la palestra e gli mostro qualche acrobazia di danza classica.

-Pff che roba....- dice sbuffando. – Molto meglio Hip Hop. -

Faccio per contestare, ma lui mi anticipa incitandomi a fare gli addominali sorridendomi con aria furbetta. Lo guardo alzando le sopracciglia e  mi sdraio per terra senza lasciar trasparire il nervosismo. La verità è che sono negata per questi esercizi del cavolo tipo addominali e flessioni. Di certo, però, non lo lascio a vedere.
Louis si mette in ginocchio davanti alle mie gambe e me le tiene ferme. Mi sento avvampare al suo tocco e inizio l’esercizio senza guardarlo. Restiamo in silenzio per un po’, faccio cinquanta addominali poi lui mi chiede:

-Quanti anni hanno le tue sorelline?-

-Cinque.- dico sorridendo mentre continuo gli addominali. – Comunque, - continuo con tono scherzoso         – sei proprio un pessimo allenatore: non dovresti farmi sprecare fiato a parlare mentre faccio un esercizio.-

Louis alza un sopracciglio e inizia a ridere.

-Sei la simpatia.- dice Louis scherzoso continuando a ridere. – Beh, per la cronica, non ho mai visto una persona più lenta e pappamolla nel fare gli addominali.- mi dice facendomi la linguaccia.

Mi fermo sdraiata sul pavimento e lo guardo mentre mi schernisce. Dio, quanto è bello quando ride.

-Antipatico! Non sfottermi.- dico facendo una faccina triste. Lui ride ancor più forte e mi pizzica i fianchi per farmi alzare. Sobbalzo al suo tocco, ho sempre sofferto il solletico lì.

-Dai pappamolla, alzati che facciamo un altro esercizio.- dice Louis alzandosi e tendendomi una mano. Faccio per afferrarla, ma lui la ritira scherzosamente.

-Okay, ho capito cosa intendevi quando mi hai detto che mi avresti fatto dannare.- dico. Lui ride ancor più forte e mi tende nuovamente la mano. Questa volta la afferro e con uno strattone sono in piedi.

-Ora facciamo il mio esercizio preferito.- dice con un sorriso sghembo mentre mi aggira e viene dietro di me. Sto immobile mentre mi ordina di  tendere le braccia verso il basso e di stringere le mani a pugno. Passa i palmi delle sue mani sotto i miei pugni tesi e mi solleva. I miei piedi perdono il contatto con il pavimento e mi ritrovo far leva sulle sue mani per restar sollevata.

-Resta ferma e cerca di resistere più che puoi.- dice sorridendo. Faccio come mi ordina. Sento il suo corpo sfiorare impercettibilmente il mio da dietro.

-Zio va, ha un culo stupendo.- dice all’improvviso. Piego i gomiti, ritrovo il contatto con il pavimento e giro la testa per fulminarlo con lo sguardo, senza, però, spostarmi di un centimetro con il corpo. Lui inizia a ridere.

-Scusa, non ho potuto farne a meno.- dice sfacciatamente. Sbuffo e continuo a guardarlo male mentre lui mi fa una boccaccia.

Restiamo immobili per qualche secondo e lo guardo negli occhi color cielo. Lui ricambia lo sguardo.
Sembra incredibile il fatto che ci conosciamo solo da qualche giorno, a me sembra di sapere già tutto di lui, o almeno quello che devo sapere. Sposto lo sguardo sulla sua bocca. Zio va quanto mi piacerebbe posarci sopra le mie labbra.

Rimaniamo a fissarci per quella che sembra un’eternità, finché Louis non rompe il momento. Si allontana e sorridendo dice:

-Beh, allora complimenti per il culo, ma vogliamo continuare?-    

Sbuffo e lo guardo ancora male, provocando la sua successiva ilarità.

-Ti conviene iniziare a correre.- dico.
Louis ride e inizia a correre all’indietro mantenendo lo sguardo su di me mentre inizio ad inseguirlo per picchiarlo. Inizia a saltellare qua e là mentre sorride, prendendosi gioco di me mentre cerco di afferrarlo.

- Sei troppo lenta!- mi schernisce. Lo guardo male, ma faccio uno scatto improvviso verso di lui che non riesce a schivare e gli salto addosso. Cadiamo entrambi per terra e lui mi cinge i fianchi ridendo. Rido anch’io sollevandomi sulle braccia e mi ritrovo sopra di lui. Inizio a tirargli dei pugni sul braccio che non sembrano scalfirlo minimamente,anzi, mi afferra i polsi con le mani e me li tiene fermi dicendo con un sorriso scaltro:

-Ma cosa vuoi fare pappamolla?-

Con uno scatto mi ritrovo sotto di lui. Lo guardo negli occhi e cerco di dir qualcosa, ma lui inizia a solleticarmi con una mano la pancia mentre con l’altra mi tiene ancora stretti i polsi. Cerco di non ridere, ma il solletico non lo reggo e mi scappa una risatina.

Stringo forti le labbra e inizio a divincolarmi e a calciarlo per farlo smettere. Louis, però, continua a muovere le sue dita su e giù per la mia pancia e scoppio a ridere emettendo i rumori gutturali che tanto lo divertono. Come di consueto, infatti, inizia a ridere anche lui e si accascia di fianco a me sul pavimento continuando a ridere.

Dopo qualche minuto ritorniamo a respirare regolarmente e volto il viso verso il suo.

Zio va se è bello. La persona più simile ad un dio greco. I suo capelli sono scompigliati come sempre e i suoi muscoli sono rilassati, tranne per quelli del viso, perennemente in posizione da sorriso. Non che mi dispiaccia, ovvio. Il suo sorriso è qualcosa di unico.
Mi risveglio dal lapsus e sento che c’è qualcosa che non va, come se mi fossi dimenticata qualcosa. Rivolgo lo sguardo al soffitto distogliendolo da quello di Louis. Lui si alza sui gomiti e vedendo la mia espressione mi chiede se va tutto bene.

Accidenti! Odio questa sensazione. Come se mi fossi scordata qualcosa...

Cazzo! Mi alzo di scatto.

-Porca puttana! Le bambine!-

Guardo l’orologio: le quattro e mezza.

-Merda merda! Le bambine mi stanno aspettando da mezz’ora!- corro a prendere la mia roba e sento Louis alzarsi dal pavimento dietro di me.

-Ehi Desi tranquilla, adesso andiamo a prenderle.-

Mi fermo di botto e mi giro verso di lui.

-Andiamo?-

-Certo, vengo anch’io. Posso vero? Ho promesso alle bambine che avrei giocato di nuovo con loro.-

-Certo... Ehm..- lo guardo e lui contraccambia sorridendo.

-Bene, vado a cambiarmi. Ci vediamo tra due minuti fuori dagli spogliatoi.- ammicca e corre fuori dalla palestra.

Sono sconcertata... Ovvio che mi fa piacere, è solo che non me l’aspettavo. Insomma... chi è quella persona che verrebbe con te a prendere le tue sorelline a scuola? Ecco, appunto.
Prendo la borsa e corro anch’io verso il mio spogliatoio.
 
Hey girls! Ciao a tutte! Innanzitutto mi scuso per i tempi di aggiornamento, ma ho davvero tantissimo da studiare! Comunque passiamo al capitolo :) Louis e Desi hanno completamente rotto il ghiaccio e iniziano a verificarsi alcune cosette... Ma non anticipo nulla! Ringrazio moltissimo tutte le persone che recensiscono la mia storia e che la aggiungono tra le ricordate/preferite e ringrazio anche tutte le lettrici “silenziose” :) a presto! http://youtu.be/aUzjbeTkOAE

P.S. sto per iniziare una nuova fan fiction e sono eccitatissima perché ho tantissime idee per la testa, ma non dico altro! Ciao a tutte!
 
-Selly

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Dieci minuti dopo corro nell’atrio e trovo Louis già pronto che mi aspetta. Si è cambiato e ora porta una maglietta grigia aderente su pantaloni Errea neri. Noto le punte dei suoi capelli bagnate e mi chiedo come diavolo abbia fatto in due minuti a lavarsi se io in cinque mi sono a malapena svestita e messa sotto la doccia.

-Ce ne hai messo di tempo, eh?!- mi dice lui sorridendo e aprendo la porta per farmi uscire.

-Scusa, ma Speedy Gonzales non è il mio secondo nome. – dico guardandolo storto. Mi dà una spintarella sulla spalla e iniziamo a correre verso la scuola delle mie sorelline.

-Forse dovremmo fare due ore di hip hop, non credi? In un’ora non abbiamo combinato niente.- mi dice lui mentre corriamo. Non sembra che la corsa lo stia stancando più di tanto, nemmeno sotto il peso della borsa che tiene sulla spalla.

-Guarda che sei tu che ti sei messo ad ammirare il mio culo, è stato quello che ci ha fatto perdere tempo.- replico senza guardarlo, concentrata sulla strada per non rischiare di cadergli ai piedi.

-In verità, sei tu che ci hai messo mezz’ora per fare due addominali.- dice ridendo.

Lo fulmino con lo sguardo, ma non replico perché arriviamo ai cancelli della scuola materna. Louis spinge una cancellata per farmi entrare e insieme ci incamminiamo verso il cortile dove di solito giocano i bambini.

Non faccio in tempo a guardarmi intorno che Louis ha già inquadrato le gemelline. Noto, per fortuna, che non sono arrivate ancora tutte le mamme e che almeno una quindicina di bambini sono ancora nel cortile insieme a Minni, Paige e Nina. Tiro un sospiro di sollievo e sorrido mentre mi avvicino con Louis a Cinzia, una delle maestre.

-Ciao, Cinzia.- le dico con un sorriso.

-Oh, ciao Desi!- mi dice lei. -Guarda, le tue bambine sono là che giocano! Che angeli che sono!-

-Grazie Cinzia, ti presento Louis...- cerco di dirle mentre mi volto verso Louis, ma Cinzia mi interrompe, posando lo sguardo su di lui, che le sta sorridendo.

-Oh, sì! Tu sei il famoso Louis! Minni, Paige e Nina mi hanno parlato tanto di te! Dicono che ieri vi siete tanto divertiti a truccarti!- dice lei con un sorriso scaltro lanciandomi un’occhiata d’intesa. Probabilmente ha già capito tutto.

Arrossisco fino alla punta dei capelli e guardo di sottecchi la faccia di Louis, che, incredibilmente, si apre in una risata.

-Hhahahah le avevo fatto giurare di non dire niente, ma a quanto pare non hanno resistito!-

Cinzia scoppia a ridere a sua volta e gli dice di non preoccuparsi. Nel frattempo arriva un’altra mamma che si mette a chiacchierare con Cinzia, quindi io e Louis ci avviamo verso le bambine.

-Scusa, scusa, scusa... Ti giuro che non mi sono mai sentita tanto in imbarazzo per qualcun altro in vita mia... Non so come scusarmi, non avevo previsto che le mie sorelline raccontassero tutto alle maestre...-

Louis mi guarda e scoppia a ridere vedendomi preoccupata.

-Ma stai scherzando?!- replica. – Ti rendi conto di quando mi faccia piacere che Minni, Paige e Nina abbiano parlato di me alla loro maestra? Significa che mi approvano.- dice facendomi l’occhiolino.

Lo  guardo. “Significa che mi approvano”.

-Mmm cosa vorresti dire con questo?- dico sorridendo.

-Beh, che nel caso di un tuo mancamento precoce sanno su chi fare affidamento.-

Louis aspetta che io assimili ciò che ha appena detto e due secondi dopo si scansa mentre la mia mano cerca di dargli un pugno sulla spalla. Lui scoppia a ridere e mi prende la testa sotto il braccio accingendosi a scompigliarmi i capelli che con tanta cura avevo pettinato dieci minuti prima.

-Non ci pensare, Tomlinson.- dico ridendo mentre mi scanso da lui con una spinta.

Ridiamo entrambi mentre arriviamo davanti allo scivolo dal quale Nina si sta per buttare. Appena ci vede inizia a gridare e a salutarci e si butta giù a capofitto dallo scivolo. Louis, prontamente, la prende al volo e se la issa in braccio. Lei lo abbraccia e gli dà un bacino sulla guancia.

Li guardo. Sono bellissimi... Nina, Paige e Minni non hanno mai avuto una figura paterna e Louis, in questo momento, mi sembra perfetto per loro.

-Beh?! E pensare che una volta salutavi anche me!-  dico a Nina fingendomi arrabbiata.

-Mi dispiace- dice Louis abbracciando protettivo Nina fingendosi indignato – ma ora è solo mia.-
Gli tiro un pugno sulla spalla e lui, come di consueto, si mette a ridere, facendomi la linguaccia insieme a Nina. Rido anch’io e mi volto per cercare le altre due pesti.

Dopo qualche minuto le trovo: stanno litigando e fra loro una bambola di pezza viene strattonata da tutte le parti. Sospiro e corro verso di loro.

-Ehi,ehi. Cosa combinate?- dico, prendendole per i braccini.

-Mi ruba la bambola!- dice Paige. – Non è vero, è mia!- replica Minni. Paige sta per controbattere, ma la anticipo.

-Va bene, ora basta.- dico prendendo la bambola dalle loro manine e accovacciandomi di fianco a loro. – Giocate insieme, così non litigate.-

-Ma non è giusto!- sostiene Paige.

-Basta, Paige. Se continui a lamentarti andiamo subito a casa. - dico con voce ferma.

Paige si mette a piangere e sospiro un’altra volta.

-Che ne dite se giochiamo ad un altro gioco?- dice una voce dietro di me. Mi volto e vedo Louis che si piaga sulle ginocchia di fianco a me, mentre Nina raggiunge le altre due.  – Facciamo così: io sono il lupo cattivo e voi le pecorelle. Voi dovete scappare per non farvi prendere da me, va bene?- dice Louis sorridendo.

Le bambine si alzano da terra eccitate dal nuovo gioco e iniziano a correre dappertutto.
Louis mi fa l’occhiolino e si alza iniziando a rincorrere le bambine. Mi rialzo anch’io e li guardo mentre scorrazzano da tutte le parti. Incredibile... Io non l’avrei mai fatto.

Ben presto anche gli altri bambini rimasti nel cortile si uniscono al gioco e Louis si ritrova a rincorrere una ventina di bambini scalmanati. Mamma mia! Che pomeriggi gli sto facendo  passare! Ieri con il trucco e oggi si ritrova ad essere il lupo cattivo... Sono proprio pessima.

Sono troppo assorta a guardare Louis che non mi accorgo che nel frattempo Cinzia mi si è avvicinata.

-Ehi, Desi. – mi chiama e mi volto di scatto. La riconosco e le sorrido. – Ci sa fare con i bambini.- dice, indicando con la testa Louis che, con il minimo sforzo, ha sollevato un bambino ridente.

-Eh, già...- dico sorridendo.

-Se fossi in te me lo terrei stretto.- dice Cinzia facendomi l’occhiolino.

Resto zitta e sorrido fra me e me. Cinzia mi conosce da tre anni e conosce bene la mia situazione familiare così come le mie sorelline, a cui vuole molto bene, di questo ne sono sicura.

-DESI! VIENI A GIOCARE ANCHE TUU!-  la vocina di Paige mi distoglie dai pensieri e la guardo mentre corre via da Louis che finge di non riuscire ad acchiapparla.

-La vado a prendere?- dice Louis rivolto ai bambini facendo un cenno verso di me con la testa. Tutti annuiscono ridendo e Louis inizia a venire con un sorriso scaltro
stampato in viso.    

-Nono! Non ci pensare nemmeno!- dico a Louis, ma lui inizia a correre e sono costretta a voltarmi e a correre a mia volta lontano da lui prima che mi prenda. Sento tutti i bambini ridere, Cinzia compresa, mentre Louis si avvicina sempre di più.

-Ma cosa vuoi fare, pappamolla?- mi dice, e con uno scatto, finisco tra le sue braccia.

Louis mi cinge la vita e mi fa sbilanciare all’indietro con il braccio destro, mettendomelo sotto le ginocchia. Con il braccio sinistro mi sostiene la schiena e mi ritrovo a più di un metro da terra. Lui sorride trionfante e si volta verso i bambini che stanno correndo verso di lui con un sorrisetto stampato sui faccini.

-Cosa me ne faccio ora?- chiede loro sorridendo. Volto lo sguardo verso di loro e gli faccio il verso. Tutti scoppiano a ridere e sento lo sguardo di Louis su di me. Scoppio a ridere anch’io.

-Come vuoi.- dice lui con un sorrisetto e mi poggia a terra tenendomi ferma con le braccia. – Bambini, fatele tutti il solletico, così vediamo chi ride bene!-
Non faccio in tempo a protestare che una ventina di manine saettano sul mio corpo. Inizio a ridere come un’idiota divincolandomi, ma i bambini continuano.

-Hahahahah basta vi prego!!- dico io tra le risate.

Louis si è rialzato in piedi e mi guarda dall’alto sorridendo con le mani sui fianchi.

-Va bene, dai. Credo possa bastare.- dice Louis ridendo e tutti i bambini smettono di molestarmi.
Lui mi aiuta a rialzarmi e gli assesto un pugno nello stomaco sorridendo.

-Ne vuoi ancora?- mi dice mettendomi la mano sulla pancia iniziando a solleticarla e tenendomi ferma con l’altro braccio.

-Okay, okay! Scusaa!- dico subito ridendo.

-Brava.- dice, sciogliendomi dalle sue braccia.

I bambini si disperdono nel cortile, mentre Paige sale sulle spalle di Louis e Minni sulle mie.

-Va bene, dai. Ora andiamo.- dico sistemandomi meglio Minni. Nina corre a dare la mano a Louis e ci incamminiamo verso Cinzia per salutarla.

-Sei stato davvero carino a giocare con i bambini, non li ho mai visti così scalmanati, significa che si sono divertiti come non mai.- dice Cinzia a Louis.

Lui sorride e la ringrazia.

-Se volete venire ogni tanto ad organizzare qualche gioco per i bambini, siete i benvenuti.- dice speranzosa.

-Grazie, Cinzia, ma...- cerco di spiegare che Louis mi ha solo accompagnato, ma lui mi interrompe e dice:

-Molto volentieri!-  Noto sul suo viso un bellissimo sorriso , che non credo sia dovuto solo alla gentilezza, come a voler dire “Sìsì, dico la prima cavolata che mi viene in mente tanto qui non ci metterò più piede.”, ma sembra sincero, come a voler dire che si è divertito tantissimo e che al più presto tornerà.

-Grazie.- dice Cinzia sorridendo. Poi si rivolge ai bambini e dice:- Ehi, bambini! Salutate tutti Louis e Desiree che se ne vanno!- tutti i bambini si voltano e sorridendo ci salutano con la manina.

Sorridendo e salutando ci incamminiamo verso le cancellate e usciamo.

Mi volto verso Louis. Lui mi guarda e mi fa l’occhiolino con un sorrisetto stampato sul viso.
 
Ciao a tutte! Innanzitutto mi vorrei scusare per essere stata assente tutto questo tempo, ma è stato un bruttissimo periodo... In ogni caso, eccomi qui, pronta a continuare la storia, e spero vi piaccia il capitolo :) a presto!
 
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Va bene, ammetto che non so cosa mi stia succedendo.

È da due ore che vago per la mia stanza guardando come un’ebete le mie sorelline che giocano con le bambole e non posso fare a meno di sorridere e basta.

Come si dice quando non riesci a pensare ad altro che ad una certa persona? Come si dice quando ripensi a tutti gli attimi passati insieme? Come si dice quando senti ancora il suo tocco sulla tua pelle? Come si dice quando hai ancora stampato nei tuoi occhi l’ultimo sorriso che ti ha rivolto?

Quella parola mi fa alquanto paura, anche perché non pensavo di usarla presto.

Oggi è domenica e, in teoria, non ho niente in programma: di solito le mie domeniche si riassumono così:
domenica = scuola chiusa = niente danza  = disperazione-time.

Beh, inutile dire che da ora si riassumono così:                                                                                                                                                  
domenica = scuola chiusa = niente danza = niente Louis = disperazione-time.

Il mio cellulare, poi, la dice lunga sulla mia disperazione: è costantemente nella mia mano, attenta a percepire qualsiasi vibrazione, rumore, tremolio di avviso messaggio, ma finora niente di niente. Sono talmente rincoglionita da immaginarmi i ronzii di chiamata e da accendere speranzosa la schermata del cellulare, spegnendola un secondo dopo, avendo capito che il mio cervello sta andando a farsi fottere.

-DESIII! Cos’è questo rumoree?- 

Mi volto verso Paige perplessa e inizio a sentire anch’io un * tic tic * proveniente dalla finestra.

- Boh, sarà il vetro.- rispondo a caso. – Andiamo a vedere.- prendo in braccio Paige mentre Nina e Minni mi seguono a ruota verso la finestra.

La spalanco e, a cagione della curiosità delle mie sorelline, inizio a tastare il vetro completamente a caso.

- Ehy Desi!- sento urlare.

Mi affaccio perplessa e un sorriso sornione mi appaga gli occhi.

-Ciao LOUIS!- urla Paige rossa in viso. Prima che possa dire qualcos’altro le tappo la bocca con una mano e urlo a mia volta: -Deficiente! Cosa ci fai tu qui? Vuoi salire?-

- No, fiore di loto, scendi tu! Andiamo a fare un giro!-

lo fulmino con gli occhi per il bell’epiteto con cui mi ha definita e lui scoppia a ridere.

Mi sento comunque  avvampare: io e lui a fare un giro... io e lui! Dai è un passo avanti! C’è solo un piccolo dettaglio: dove le metto Nina, Minni e Paige?

-  Ehm, caro tesoro del mio alluce, devo badare alle mie sorelle!-

- Ma, libellula speziata, l’invito era rivolto a loro!-

E così il bel ‘io e lui ’ diventa, magicamente, ‘ noi e lui ‘. E va beh, succede quando hai tre sorelle a cui devi badare ventiquattr’ore su ventiquattro.

Per tutta risposta gli faccio la linguaccia e gli urlo che gli vado ad aprire.

Minni e Nina corrono immediatamente giù dalle scale e Paige mi intima di lasciarla. Sbuffo e la poso per terra e subito inizia a correre anche lei. Chiudo la finestra e, intanto, sento che da giù le tre pesti hanno aperto la porta e stanno accogliendo Louis, probabilmente dalle urla, saltandogli addosso.

Mi affretto a raggiungerli e, ovviamente, la mia ipotesi si rivela giusta: Louis ha sulle spalle Nina, in braccio a destra Minni e sul braccio sinistro Paige, come se fosse tutto normalissimo.

-Ciao gioia.- mi dice e si sporge a darmi un bacio sulla guancia. Sorrido e prendo dalle sue braccia Minni.            
 -Allora, sto’ giro si può fare o la nostra prima donna deve metterci trecentonovantaquattro ore per prepararsi?- dice Louis rivolto a Paige e Nina. Non faccio in tempo a rispondergli che mi lancia un’occhiata schernitrice  e sorride, come sempre del resto.

-In verità, mio piccolo salice piangente, sono già pronta, devo solo mettermi qualcosa addosso... e truccarmi.. ah, e sistemarmi i capelli... Okay, magari togliti la giacca.- dico estremamente seria.

Louis ride e posa a terra Nina e Paige, che gli porgono le manine per prendere la sua sciarpa azzurra e la sua giacca. A mia volta, poso a terra Minni e corro su per le scale urlando alle tre pesti di portar su Louis e di non farlo dannare mentre mi preparo. Mentre entro in bagno sento la risata di Louis, così rinfrancante.
                                                                                                                         
 ***
Okay, va bene. Ci ho messo un po’ più del previsto, ma il risultato è... va bene, okay. È deludente: un misero pantalone blu formato-tuta, un maglione blu chiaro e le mie All Stars viola basse. I miei capelli rossi, unico orgoglio, potrebbero risollevare questa depressità del mio abbigliamento, ma sono semplicemente raccolti tramite una penna scarica.

Decidendo che vado benissimo, esco dal bagno ed entro nella cameretta delle mie sorelline. Le trovo sedute sul letto troppo alto per loro, assiduamente impegnate a spiegare l’albero genealogico dei loro amici immaginari ad un esilarante Louis, che non capisce la giusta discendenza di “Lossie”, cugina immaginaria di Minni, sorella immaginaria di Nina e zia immaginaria di Paige.

-Va bene, nessun commento sulla mia persona. Andiamo.- dico interrompendo il monologo di Nina.

Louis alza lo sguardo e, appena mi vede, mi squadra da capo a piedi e sorride.

-Wow! Dopo solo tre quarti d’ora la nostra cara primula bianca è riuscita ad infilarsi addirittura una tuta!- dice Louis ridendo, aiutando le mie sorelline a scendere dal letto.

-Allora: mettiamo bene in chiaro una cosa. È domenica, sono le dieci di mattina ed è già un miracolo che sono vestita, dunque non rompere.- gli dico ridendo e tirandogli un pugno sul braccio.

-Andate a mettervi la giacca, piccole.- dice Louis alle tre pesti. Appena queste lasciano la stanza, Louis mi punta gli occhi addosso e dice malizioso:

-Beh, dolce goccia di latte, allora la prossima volta farò irruzione senza bussare, magari ti troverò con vestiti più succinti domenica prossima.-

-Verde foglia di tulipano, di quali vestiti stai parlando?- gli dico piano, con voce suadente, giusto per divertirmi un po’. Le mie parole non mi deludono: Louis si morde il labbro inferiore, alza lo sguardo e si avvicina lentamente a me, prendendomi una mano. I suoi occhi sono di un azzurro intenso, quasi elettrici.

-Altolà cretino.- dico ridendo. – In realtà sei stato fortunato a non trovarmi con il mio pigiama peloso con le orecchie da coniglio.-

-Mmm...- mugugna lui continuando ad avvicinare il suo viso al mio.

-... e con la coda... da coniglio....- sbiascico, cercando di non perdere la concentrazione. Il mio viso è immobile e sento le guance andare lentamente in fiamme.

-e... con  gli occhi... da coniglio sul cappuccio... così quando lo abbassi... sul viso... sembra....-

La sua mano sinistra raggiunge il mio viso e con il pollice inizia ad accarezzare i miei due zigomi rossi. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio, forse ancora troppo lontano. Maledetto il mio metro e cinquantadue! Forse se mi alzo sulle punte...

-ANDIAMOOO?!-

Porca zoccola.

Nina, Paige e Minni entrano, urlando e porgendoci le giacche. Louis non si muove di un centimetro e cerco in tutti i modi di allontanarlo da me, ma invano.
Semplicemente Louis scoppia a ridere ai miei tentativi e asseconda le piccole prendendo le giacche e dandomi la mia.

-Arriviamo, pesti.- dice lui ridendo. Prende le manine guantate di Minni e Paige ed esce dalla stanza seguito da Nina. Uscendo, si gira verso di me e mi dice ridendo:

-Muoviti, pasticcino alla nutella, non vorrei mai che l’Era Glaciale del duemilamai ci anticipasse.-  

Le piccole saltellano giù dalle scale e Louis mi fa l’occhiolino uscendo dalla stanza.


Va bene, Desi... Calma.
   

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


- Hai una vaga idea su dove portarci ciccino bello?- dico a Louis mentre chiudo a chiave la porta di casa.

-Beh- dice lui tenendo per mano Paige e Minni – visto che sono una persona che sorprende sempre tutti ho pensato di andare al comunissimo parco comunale, che ne dici?-

Minni esulta insieme alle altre due e io lo guardo costernata: - E questa sarebbe la tua idea di originalità? Abbiamo idee molto divergenti.-

-Tu scherzi- continua Louis sulla difensiva mentre ci incamminiamo per i marciapiedi – ma tutti vogliono sempre sembrare ‘originali’ portando una bella ragazza in ‘posti
segreti fantasmagorici’, ma che alla fine si rivelano le classicissime balconate a sfondo stellato o i prati fioriti in un bosco....-

-Ogni riferimento a Twilight è puramente casuale, ovviamente.- lo interrompo ridendo, ripensando a quel “una bella ragazza” detto da Louis.

 -Ovviamente.- sbuffa lui. – Sta di fatto che i posti più comuni non sono più mica tanto comuni visto che tutti li ritengono troppo comuni per visitarli, o sbaglio?-

-Beh credo che ogni luogo comune sia comune, ma non è più comune se lo condividi con la sola persona che per te non è comune come le altre, giusto?-

Louis mi guarda divertito: -Giusto.-

-Lo vuoi vedere il posto più comune di tutti un giorno?- gli dico sorridendo.

-Certo, sempre che la persona con cui lo visiterò non sia tanto comune.- dice sorridendo.

-Stai parlando con la persona che ti ha fatto truccare dalle sue sorelline minori, giusto?-

-Giusto.- dice lui guardandomi con una piccola scintilla negli occhi.

***

-La tua delicatezza è musica per gli orchi, lo sai Desi?- mi dice Louis ridendo.

Okay, ammetto che nonostante io sia una ballerina classica non sono poi tutta questa delicatezza e ora ne ho data prova stravaccandomi sulla panchina del parco. A mia discolpa posso dire che non credevo mi stesse guardando.

-Senti ciccino, provaci tu a stare dietro a tre pesti ventiquattr’ore su ventiquattro, poi ne riparliamo.- dico finta arrabbiata.

Lui ride e volta lo sguardo verso Minni, Paige e Nina che si stanno puntualmente rincorrendo intorno allo scivolo.

-Beh dai, non puoi dire che non sono carine.- dice guardandole.

-Infatti non ho mai detto questo.- replico  – io le adoro e il fatto che stia con loro tutto il giorno ne è una prova tangibile, ma, ribadisco, provaci tu a svegliarti alle 6 ogni
mattina, lavarle, vestirle, portarle tutte le mattine a scuola, andarle a prendere, cercare di intrattenerle, fare loro da mangiare cinque volte al giorno e metterle a letto, puntualizzando che sono tre bimbe di cinque anni. –

Louis mi guarda con quei suoi occhi cerulei e dice: -Accidenti... Deve essere dura.-

Sto in silenzio e annuisco sorridendo.

Louis ricambia il sorriso e mi circonda le spalle con un braccio, senza preavviso.

Cercando, come una demente, di contenere il rossore alle guance sento a malapena la domanda che Louis mi ha rivolto.

- Ehm, scusa Louis, puoi ripetere?- chiedo imbarazzata.

Lui si schiarisce la voce e noto che sta guardando da un’altra parte. Cazzo. Devo essermi persa una domanda importante. Perché devo essere così maledettamente inadatta?

-Cacchio, però... Così mi metti in difficoltà.- mi dice lui ridendo, ma sento dell’imbarazzo nella sua voce.

Raramente in questa settimana ho visto Louis in difficoltà con le parole, ma ora sembra proprio timido e la cosa lo rende terribilmente dolce.

Quell’attimo di incertezza, però, sembra essere già svanito, perché la voce con cui mi ripropone la domanda è del tutto decisa e calma.

-Niente di che, in realtà: ti volevo solo chiedere se per caso ti andasse di uscire una sera di queste..-

Tutti gli sforzi per mantenere un minimo di colorito sano, svaniscono  come una barretta di cioccolato in mano ad un bambino e mi ritrovo a sentire un gran calore per tutto il viso. Sto già per rispondere un caldo e sincero ‘Certo’, ma Louis continua:

-.. Così magari ti posso presentare della gente. Ho un amico che, secondo me, sarebbe perfetto per te. –

Tutto ad un tratto, sento il peso defluire dalle guance e sprofondare giù, sempre più giù verso lo stomaco, dove si ferma a roteare per un tempo indeterminabile.

Un amico? Cosa?

- Ehm..-

-Oh beh... Puoi sempre dire di no, non voglio metterti a disagio, ecco tutto.- mi dice lui in fretta, probabilmente vedendo la  mia fraintendibile reazione facciale.

Tutto chiaro: era imbarazzato perché pensava di star correndo troppo nel volermi piazzare con un suo amico. Ovvio. Che stupida che sono.

-Ehm.. Certo, come no. -  sbiascico posando lo sguardo su Nina che sta rincorrendo Paige intorno all’altalena.

Probabilmente Louis non ha captato il sarcasmo nella mia voce, perché esulta in un:

-Fantastico! Ti divertirai, te l’assicuro. Si chiama Harry, e...-

E non sento più le sue parole.

 

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