Atarashii Ai No Egao

di Kitsune Hatake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Un'appuntamento all'improvviso ***
Capitolo 3: *** Dolcezze, Baci, Maliziosità. ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Kakashì Hatàke

-Come di consueto, portavo le cuffie alle orecchie ed il mio sguardo era posto sul libro alquanto osè che stavo leggendo. 
Sorrisi arrossendo, leggendo una riga alquanto imbarazzante, socchiudendo lo sguardo: i miei otto cani stavano giocando sull'erba, spiccava il sole e la musica risuonava a palla nelle mie orecchie. 
Niente mi poteva distrarre, o almeno così credevo finché una ragazza dai capelli rossi fece la sua entrata nella zona verde e naturalmente non me ne accorsi, a causa della mia passione nel leggere questo genere di libro.- 


Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī


-Tenevo lo sguardo alzato verso il cielo, quel turchese era magnifico e non potei che pensare che tutto sommato la vita non era poi cosi male. Certo, c'erano molti punti no ma il più del resto della sua vita era abbastanza bella.
Abbassai gli occhi, sorridendo allegramente verso i cani che stavano giocando; per quanto mi piacevano aveva sempre un'assurda paura che non mi capacitavo neanche a sforzarmi.
Feci qualche passo in avanti, alzando la mano e lasciando una carezza sul capo di uno di essi; poco lontano c'era un ragazzo dai capelli argentati, dovevo ammetterlo non era niente male, anzi, sotto sotto a prima vista una fantasietta ci scappava tutta.
A quel pensiero scossi il capo sospirando, era raro per me farmi delle fantasie romantiche su uno sconosciuto ma dovetti ringraziare il telefono che in quel momento squillò.
Ero alquanto scocciata, sopratutto perché mi dovetti fermare.. cosi decisi di andarmi a sedere un po più lontano, dove c'era una piccola area gioco per i bambini. Avevo sempre avuto un debole per l'altalene cosi appena ne vidi una gli corsi incontro ridendo divertita, mi sentivo una bambina di tenera età anche se ero bella che cresciuta. Una volta seduta, risposi immediatamente mantenendo lo sguardo su quell'angelo che leggeva.-


Kakashì Hatàke


-Mi sentivo osservato e anche se avevo i miei fedeli compagni al lato, la sensazione non si fermava. 
Alzai lo sguardo guardandomi intorno, i miei occhi si soffermarono su una ragazza abbastanza formosa proprio di fronte a me, seduta su una delle numerose altalene di quel parto. 
Dovevo ammetterlo, eri molto bella e non era cosa di tutti i giorni il mio fantasticare su una ragazza come te. 
Mi alzai, decidendo di fare conoscenza: riposi il mio Volume nella tasca anteriore dei jeans, abbassando per un'attimo lo sguardo, dirigendomi verso di te. 
La giacca che indossavo dava in bella vista la mia camicia, il mio passo lento ma deciso poteva benissimo far capire le mie intenzioni. 
Sorrisi una volta arrivato al tuo cospetto, eri ancora più bella da vicino e senza tanti scrupoli ti porsi la mia mano destra, riponendo la sinistra nella tasca, sussurrando a bassa voce.- 

Piacere, il mio nome è Hatake Kakashi, onorato di far la tua conoscenza...


Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī


-Forse dovevo smetterla di fissarti, sapevo perfettamente che era maleducazione però era più forte di me. Eri cosi carino che mi era impossibile non fermarmi a guardare il tuo delicato volto chinato a leggere chissà quale lettura, quando mi accorsi che ti eri accorto del mio sguardo, mi sbrigai a distoglierlo. Ringraziai il cielo che avevo un udito fino e che anche un singolo fruscio mi allertava; ma non in quel momento. Chiuse gli occhi continuando a parlare al telefono, il cuore incominciò a battermi senza motivo.. oppure c'era? Forse era l'effetto che mi faceva nel sentire quel che mi dice la persona dall'altro capo del telefono oppure del perché sentivo dei passi piuttosto pesanti; maschili di per certo, avvicinarsi in maniera decisa a me. Quando la chiamata terminò, riposi accuratamente il telefono nella borsetta di un rosa confetto; in pendant (abbinato) al vestitino che indossavo. Era semplice, in stile impero corto a metà coscia. Indossavo delle scarpe aperte e con un bel tacco dal rosso acceso, che bene o male riprendeva con i capelli. Quando tu arrivasti dinnanzi a me, portai lentamente gli occhi verso di te rimanendo folgorata. Da lontano eri bellissimo ma da cosi vicino sei realmente mozzafiato, feci scorrere velocemente lo sguardo verso il tuo corpo; la camicia candita con il nero notte della giacca riuscivano a mettere in risalto la tua figura prestante e di questo potevo solo che compiacermi, di sicuro eri un ragazzo da un buon stile e dall'intelligenza impareggiabile.
Portai la mano sulla tua, sorridendo dolcemente; di sicuro ti sei reso conto perfettamente che le mie guance erano divenute rossissime e che i miei occhi scarlatti di erano accesi di una particolare luce a me sconosciuta.-

Sono realmente onorata di fare la sua conoscenza Sir Hatake, il mio nome è Kitsune Uzumaki... A chantè monsieur...


Kakashì Hatàke


-Com'eri bella con il tuo imbarazzamento, i tuoi occhi erano bellissimi, il mio cuore batteva sempre più forte anche se apparentemente non mi scomposi. 
Eri sicuramente intelligente, vestivi alla moda ed eri abbastanza formosa: un sogno per qualsiasi uomo della mia età.
Sussurrai sedendomi accanto a te, il tuo tono di voce era quasi un tremolio, i miei occhi continuavano a squadrarti, diamine se  eri bella e sopratutto, avevi un'ottimo accento anche nelle lingue straniere.- 

Piacere di fare la tua conoscenza, Kitsune-San. 
Potrei chiederti una cosa, alquanto divertente? 

-Dissi volgendo il mio sguardo verso il tuo viso, iniziando a dondolare lentamente, sussurrando con un tono alquanto calmo e tranquillo.
Seppur mi piacevi tanto, non permettevo al mio viso di cambiare colore e al mio tono di voce di cambiare.- 

Mi spieghi perché mi stavi guardando ? 
Sono l'unica persona in questo parco, perché non sei venuta a salutarmi ? 

-Una lieve risata interruppe quella mia apparente serietà, mentre mi fermai portando le gambe sul terreno, dovevo ammettere, quella lieve brezza dava una serenità in più in quella situazione.-


Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī


-Più cercavo di sembrare indifferente e più mi veniva spontaneo provare imbarazzo, credo che sia normale avere questa reazione quando si parla con un ragazzo cosi carino.
Dopo quella delicata stretta di mano tornai a sedermi sull'altalena; portai le mani sui manici chinando il capo verso il tuo volto sorridendo ampiamente. Cavolo se eri affascinante, dalla voce sembri molto giovane, di certo della mia età.-

Mi vedo costretta a dissentire, il piacere è unicamente mio Sir Hatake.

Certamente che può, mi dica tranquillamente.
-Ti risposi mantenendo quel sorriso sul volto, anche se i tuoi occhi erano sul mio volto a studiarne i lineamenti e i cambiamenti che esso portava non decisi di voltare il capo; eri una visione celestiale a cui non volevo rinunciare.-

Mi rendo perfettamente conto di essere stata inopportuna e che il mio continuo guardarla era un chiaro segno di maleducazione e di interesse nei suoi confronti, però ho notato che lei stava leggendo e che la vostra espressione era vivamente interessata; in più una mia conoscenza mi stava chiamando cosi mi era sembrato molto più maleducato disturbarla mentre era immerso nella cultura. Anche se ammetto che l'averla distratta mi rammarica molto.

-Terminai decidendo di guardare i cani che correvano divertiti davanti a noi. Erano cosi belli e mi faceva affascinava sempre il loro modo di comportarsi tra coetanei.-


Kakashì Hatàke


-Fischiai verso i cani, notando il tuo sguardo verso di loro: subito vennero contro di noi, il carlino, più festoso di tutti, si posò sulla tua gamba iniziandoti a fare le feste. 
Voltai lo sguardo verso di te divertito, il mio tono era tranquillo ed i miei occhi lasciavano capire le mie emozioni in quel momento. 
Sussurrai guardandoti, alzandomi dall'altalena, sorridendoti dall'emozione.-

Kitsune-San, che ne dite se ora ci facciamo una passeggiata verso casa mia e dopo aver lasciato i miei cuccioli, andiamo a prendere un gelato, che ne dici?

-Disse portando le mani verso di te, sorridendoti felice: eri talmente tenera, i tuoi capelli rossi erano magnifici, non desideravo nulla si più. 
Se avresti accettato la mia proposta, le mie mani si sarebbero portate nelle mie tasche e mi sarei iniziato ad incamminare verso la mia magione.-



Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī


-Quando i cani si avvicinarono a noi, mi chinai in avanti andando ad accogliere tra le mani il carlino. Era cosi puccioso e tenero che non potei fare a meno di scendere dall'altalena e mettermi in ginocchio a coccolare quel cagnolino cosi dolce.
Quando ti proferì alzai lo sguardo verso di te, chinando nuovamente il capo e rialzandomi annuendo tornando a sedermi sull'altalena che avevo abbandonato prima.-

Con immenso piacere! Sa, ero diretta proprio verso il gelataio, ultimamente è un periodo in cui mi cibo solamente di quello! Ehehe credo che dovrei incominciare a mangiare anche altro... forse delle fragole... della panna... delle verdure... Beh di certo qualcosa di più sano!

-Dissi ridendo divertita, il capo si abbassò di nuovo e aprendo la borsa andai a prendere delle salviette umidificate e detergenti. Non mi piaceva dover prendere la mano a qualcuno sapendo che avevo toccato qualcosa che, seppur pulitissimo, poteva dar fastidio o altro.
Terminato di pulirmi le mani, portai il fazzoletto usato dentro ad una bustina che riposi nella borsa per poi riportare gli occhi verso di te prendendoti le mani.
Appena le tocca una scossa interruppe quel contatto e io ritrassi subito le mani guardandole incuriosita; non era mai successo qualcosa di simile in vita mia.-


Kakashì Hatàke


'' Guardala, si è imbarazzata solo per avermi stretto la mano! È così dolce quando fa così ! "

-Sorrisi guardandoti per un'attimo, diamine, eri anche educata, dove potevo trovare di meglio ? 
Decisi di farti imbarazzare ancora di più: ti presi dal braccio, portandoti vicino ai piedi, andando in direzione di casa; essa si trovava su una piccola collina, di fronte al lago.
Era una specie di villetta, la casa era molto grande, dopo qualche minuto di camminata tra gli alberi essa sbucò fuori in tutto il suo splendore, adorava sia l'interno che l'esterno di essa.-

Non trovi che questa casa sia magnifica, Kitsune-San ? 
Questa casa è tramandata da generazioni in generazioni nella mia famiglia, credo che se qualche volta verrai ti troverai bene! 

- I cani scattarono verso le loro cuccie, le vaschette con il cibo e l'acqua erano proprio di fronte ad esse, era veramente bello vedere gli animali tanto educati sparire nelle loro cuccie.-

Allora, andiamo ?

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Capitolo 2
*** Un'appuntamento all'improvviso ***


Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī


[Mamma che carino, guarda che occhi... Ma dove si trovano uomini cosi?]

-Un uomo tanto educato da porti la mano quando ti devi alzare, è una rarità di questi tempi. A contrario di quanto il mio imbarazzo poteva mostrare, quel gesto cosi tenero mi fece sorridere ancor più ampiamente. Dovevo confermare ciò che avevo pensato, eri realmente un vero gentleman.
Poggiai il capo sul tuo braccio, stringendo delicatamente la tua mano. Quella situazione era cosi strana eppure cosi affascinante, anche l'ambientazione cosi poetica rendeva il tutto più bello.
Ti seguì senza dire nient'altro, il mio sguardo vagava da parte a parte soffermandosi su qualsiasi cosa con un sorriso meravigliato. 
L'alberi. Quanto amava andarsi ad isolare tra di essi leggendo attentamente libri di fantasia, oppure cimentarsi come al solito nella scrittura. Quando la villetta scorse dal verdeggiare lussureggiante gli occhi della rossa brillarono per la meraviglia.-

La sua abitazione è degna di un libro fantastico, potrebbe essere la casa di un'affascinante conte che ha deciso di vivere da solo ribellandosi all'etichetta di corte. 

-Mi limitai a dire continuando a guardarla con aria di stupore, mi lasciai scappare un sospiro prima di seguire i cani avviarsi verso le cucce. Chinai il capo e mossi lentamente la mano salutandoli.-

Si andiamo!


Kakashì Hatàke


Dimmi bellissima, tu dove abiti ? 

-Sorrisi riprendendo a camminare, carezzandoti più volte la testa, socchiudendo gli occhi. 
Diamine quanto eri carina con quel tuo sorriso e quel tuo arrossire appena accennato è un qualcosa di unico: ti stringo ancora di più a me, continuando a camminare verso il gelataio, fischiettando.
Era bello stringerti e lasciarmi stringere, non avevo completamente voglia di staccarmi da quel contatto tanto casto quanto bello.-

Spero qui vicino, desidero stare a tuo contatto, magari farti trovare a casa mia in modo da poter stare insieme, che dici ? 

-Sussurrai continuando a camminare a passo lento, attraversando quella zona verde che copriva interamente casa mia, naturalmente ben nascosta.
Le mie mani erano ancora nascoste ed il mio sguardo puntava verso il paesaggio di fronte a lui, socchiudendo gli occhi.-


Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī


Dove abito? Poco lontano dal parco, in un loft appena acquistato.. Vivo da sola e mi piace avere molto spazio in cui sbizzarmi. Se te lo stai domando si, sono una di quelle pazza scatenate che mette la musica a palla e balla in intimo sul divano cantando a squarciagola. No, ancora non mi hanno arrestato per atti osceni e schiamazzi nell'ora di riposo e notturni.

-Risposi ridendo divertita, non mi aspettavo di divenire cosi spigliata in quel momento. Camminai assieme a te, il fatto di poterti stringere a me mi faceva imbarazzare, mi era nuovo avere un contatto cosi stretto con un uomo della mia età e mi sembrava un'illusione.
Mi strinse ulteriormente a te, volevo accettarmi che era tutto vero.-

Per me non c'è nessun problema, anzi, mi farebbe un immenso piacere avere contatti con lei Sir Hatake.

-Alzai di poco lo sguardo, ringraziai vivamente che le spesse ciocche rosse che ricadevano sul volto riuscivano a nascondere la mia occhiatina sfuggente che ti diedi prima di tornare a guarda davanti a se. Chiuse gli occhi godendomi quel passeggiare cosi romantico.-

Le chiedo scusa se do l'impressione di comportarmi come una fidanzatina anziché da conoscente.


Kakashì Hatàke

Ba-Balla in intimo, sul divano..?

-Arrossì immaginandoti in reggiseno ed in mutande, sul tuo divano, muovendo i tuoi bellissimi capelli a ritmo di una canzone, diamine come potevi esser tenera e sexy. 
Continuai a camminare, ormai eravamo a pochi passi dalla gelateria e il pomeriggio passava in fretta; ti sorrisi, volgendo il mio sguardo verso di te, ispirando e sorridendoti, con un tono alquanto felice.-

Ti prego, non chiamarmi Sir, non sono un signore tanto anziano. 
Ed è divertente notare i visi delle persone che ci rimangono male, pensando ad una nostra relazione.

-Dissi arrivando di fronte alla gelateria, schioccandoti un bacio sulla fronte, abbassando di poco la maschera: avevano capito che stavamo insieme, no ? 
Onde evitare che qualcuno si avvicinasse troppo, volle affermare quella supposizione generale.-


Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī


Si, adoro ballare... Mi sento libera, sopratutto musica orientale... K-Pop, Rock, Disco... Anche se principalmente mi piace la musica tradizionale.

-Alzai di nuovo lo sguardo, guardando incuriosita la tua reazione. Infondo non era strano sapere che una persona balla con la lingerie in casa; eppure tu sembri spiazzato o meglio imbarazzato da quel che ti avevo detto.
Continuai a camminare, arricciando il naso si poteva sentire il profumo tipico della gelateria e questo mi esaltò molto; ma ciò non mi bloccò di continuare a guardarti sbattendo le palpebre un paio di volte cercando di capire, o almeno intercettare nel tuo sguardo ciò che provavi. Ma la tua voce mi fece sorridere, sentirla in una chiave cosi felice di rallegrava il cuore.-

N-Non volevo insinuare ciò! Anzi, lei è molto giovane! Avrà si o no la mia età! Le chiedo venia se le ho donato l'idea di darle dell'anziano.
Devi essere un uomo molto richiesto da quel che noto. Anzi, bramato dire...

-Risposi portando lo sguardo davanti a me, guardando che le ragazze rimanevano a guardarti con un'aria appena stizzita. Più che altro un misto tra l'esser spiazzati e appena innervosita.
Chiuse appena gli occhi, sospirando lievemente ma subito mi ripresi quando sentì quel bacio che, questa volta, spiazzò me.-


Kakashì Hatàke

-Ti strinsi maggiormente, guardando i ragazzi intorno a loro: le aprì la porta, lasciandola entrare, seguendola subito dopo. 
Ti strinsi maggiormente, pensavo che ormai aveva capito le mie intenzioni, avevo un bisogno fisico di stringerti, era quasi involontario: ti portai verso il bancone, sorridendo al gelataio, sussurrandoti.-

Prenditi ciò che vuoi, Kitsune-Chan, pago io. 

-E mi voltai nuovamente verso gli altri uomini in sala, ringhiandogli praticamente contro, volgendo di tanto in tanto lo sguardo verso una ragazza così bella, inclinando di poco il viso e tenendo la mano libera dentro la tasca.-

E non preoccuparti, non mi sono mica offeso. 
Hai detto che hai la mia età ? Diamine, allora sei un'adulta fantastica, sono contento di averti conosciuta!


Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī

-Anche se ero imbarazzata non lo davo a vedere. Riabbassai immediatamente lo sguardo, ero molto più che imbarazzata un pochino a disagio oserei dire.
Mi accoccolai ulteriormente a te, non ero abituata ad avere cosi tanti sguardi addosso. Di solito passo facilmente inosservata e catalogata come "una rossa volgare", ti segui senza dire niente se non cercando ulteriormente quel contatto fisico che mi rassicurava.-

Ma io... Signorino Hatake, lei è molto cordiale solamente che desidererei pagare da me la mia parte...

-Non mi smentì più di una volta, il mio volto brillava dinnanzi al bancone colmo di vari gusti, i miei occhi scarlatti andavano da una parte all'altra mentre un sorrisone si apriva sul mio viso quasi in estasi. Quando portai lo sguardo verso di te, notai il tuo sguardo voltarsi verso un'altra ragazza... Cavolo se era carina, ma non potei fare a meno di mostrargli denti. Beh, sarò pur'umana ma i miei canini sono piuttosto sviluppati dando alle persone come l'impressione di essere 'un'animale'.-

Ti chiedo ancora scusa...
Si, io ho 25 anni, immagino che lei sia un mio coetaneo. O erro?

Kakashì Hatàke

No, ho cinque anni più di te. 
Inoltre, ho detto che pagherò io, perciò non cominciare a tartassarmi con il fatto che dovrai pagare tu. 

-Ti sorrisi stringendoti, portando una mano verso la tua, poggiandola e guardando il commesso con aria alquanto soddisfatta: diedi la mia ordinazione, mentre aspettavo la tua. 
Presi il portafoglio dalla tasca anteriore, estraendo un'ingente quota che fosse abbastanza per poter pagare i due gelati.-

Mi raccomando, compra i gusti che ti vanno, non m'importa se lo lascerai. 

-Dissi sorridendoti, tenendoti stretta a me, iniziandoti a coccolare appena finita la sua ordinazione, infischiandomene di un tuo probabile rifiuto.
Mi piaci, non ho problemi a dimostrarlo, neanche di fronte a tutte le persone presenti nella gelateria.-

Ehi, hai un viso così morbido, lo sai..?

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Capitolo 3
*** Dolcezze, Baci, Maliziosità. ***


Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī

Beh, sei giovane! E che giovane se permetti!
Gh, odio quando i ragazzi mi dicono che li tartasso! Faccio di tutto tranne che tartassare le persone! 

-Ti risposi incominciando ad avere una voce un poco più seria, per quanto poteva essere innocente quella frase per te, per me era un 'categorizzarmi' con le altre ragazze che piagnucolavano e che faceva cosi solamente che farsi dire "Che tenera, vuole pagarsi da sola. Ma io sono un bravo soldatino e pagherò io per lei".
Riportai lo sguardo verso il banco posandomi la mano sulla guancia a sistemare dietro l'orecchio una delle ciocche.-

Non ti ringrazierò mai abbastanza, sei un ragazzo molto gentile.
Chi? Io? Lasciare qualcosa? Dolcezza, una cosa che ho imparato e che non bisogna mai lasciare niente perché al mondo ci sono persone che farebbero pazzie per avere la nostra fortuna.

-Sono sempre stata una ragazza molto seria e credo che ben poche persone se ne accorgevano, più che altro i miei capelli mi rendevano agli occhi degli altri una preda "facile". 
Cacciai via dalla mia testa quest'argomentazione, andando ad ordinare dei gusti semplici, forse banali. Fragola, Arancia, Limone... tranne per una nota stonata, la Liquirizia. Ne andavo letteralmente matta, tanto matta che quando mi incominci a coccolare mi ti appiccicai letteralmente addosso sorridendoti allegramente. Non mi importava niente di quel che dicevano gli altri, a me piacevi.-

E' morbido solamente perché vuole essere accarezzato da te.

Kakashì Hatàke

-Sorrisi continuando a carezzare il tuo viso, passare lentamente l'indice tra le tue labbra, senza pormi tanti problemi.
Ti avvicinai cingendoti dai fianchi, guardandoti dritto in quegli occhi scarlatti tanto dolci, avevo la voglia di saltarti di sopra e possederti in questi posto, di fronte a tutti.-

Beh, credo che se la mia proposta di venire a casa mia qualche volta sarà accettata, potrei starci molto più a contatto. 

-Dissi baciandoti lentamente sulla guancia, vedendo qualche minuto dopo arrivare il cibo.
Sorrisi prendendo la mia brioche, iniziandola a mangiare, accompagnandoti al tavolo e facendoti posto.-

Dimmi tutto di te!

Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī

-Mi persi letteralmente nella tenerezza del tuo sorriso, era un sogno tutto ciò e io continuavo a non crederci.
Non riuscì a bloccarmi quando, il tuo indice sfiorò le mie labbra, dovetti per forza baciarlo. Forse un gesto fuori dalle righe per me, però tutto ciò che era istintivo per me era ben accetto.
Persino quel tuo gesto, cosi innocente e con fare possessivo, mi fece sorridere. Poggia le mani sul tuo petto, continuando a guardarti negli occhi. Accidenti, mi fai venire voglia di saltarti addosso e di stuprarti di baci dinnanzi a tutta quella gente.-

Il tuo invito è stato accettato nel momento in cui mi hai permesso di stringermi a te, Kakashi-San.

-Chinai il capo da un lato, un gesto che ricorreva ogni volta che qualcuno; cioè una volta ogni cent'anni; mi dava un bacio cosi dolce.
Mi voltai di scatto, imbarazzatissima e presi il gelato chinando più il volte il capo ringraziando vivamente, quei ringraziamenti non finirono mai se non quando sei riuscito a farmi staccare dal bancone e accompagnarmi verso il tavolo.-

Vediamo... Mi chiamo Kitsune, ho 25 anni, mi piacere ridere e scherzare, nella vita sono una di quelle moderne "geishe" da ristorante; è un lavoro modesto che mi porta molte soddisfazioni. Adoro andare ai concerti, divertirmi e ballare come una forsennata. A dispetto dei miei capelli sono una ragazza estremamente seria. Ah si, questo è il mio primo appuntamento con un ragazzo. 


Kakashì Hatàke

-Sorrisi iniziando a gustare il dolce gelato, non perdendo la minima informazione sul tuo conto. 
Appena finisti, risposi anche io, poggiando una mano sulla tua, ridendo lievemente.-

Il mio nome è Kakashi Hatake, ho due tatuaggi posti sulle braccia, una sulla spalla ed una sul petto; mi piace ascoltare la musica, amo i miei cani ed inoltre non mi piacciono andare nelle discoteche. 

-Sussurrai guardandoti negli occhi, continuando a mangiare lentamente, arrossendo a quel contatto che pur essendo avevo richiesto io.-

Ah si, è il mio primo appuntamento.
Siamo sulla stessa barca, non trovi ?

Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī

-Tenni il capo abbassato, intenta a mangiare il gelato. La liquirizia diveniva squisita se c'era qualcuno che ci interessava vicino, quando inizi a parlare alzai il viso. Come al mio classico sporco da un sottile strato marroncino. Quando poggiasti la tua mano sulla mia, la voltai andando a stringere la tua delicatamente.-

Stavo pensando di farmene uno anch'io di tatuaggio, solamente che sono un'eterna indecisa sulle cose che rimangono per sempre. Che tipo di musica ascolti? Oh si i cani! Come si chiamano quei topolini dolci?
Beh... se vieni a casa mia riuscirò a farti piacere la discoteca... piuttosto particolare, visto che è un salone con un'immenso divano... su cui si può fare di tutto....

[L'ho detto? L'ho detto? Cazzo dovevo solamente pensarlo! Maledetta me! Perché non riesco a tenere nascoste certe cose cosi imbarazzanti?]

-Pensai arrossendo a malapena sotto i tuoi meravigliosi occhi, era cosi bello poter condividere un momento cosi semplice con una persona che mi piaceva cosi tanto.-

Beh si, però è strano... Sei un ragazzo cosi affascinante e di cultura, dovresti avere uno stuolo di ragazze al tuo cospetto.


Kakashì Hatàke

Non so perché ma finché non ho io una conversazione, loro non parlano con me. 

-Sussurrai stringendoti a mia volta la mano, recependo un pò dopo ciò avevi detto. 
Diedi un'ultimo morso e riuscì a finire quello spuntino, in seguito mi avvicinai al tuo orecchio e sussurrai.-

Visto che si può fare di tutto, ci andremo qualche volta, Kitsune ? 
Sai com'è, la cosa mi intriga molto...

-Dissi volgendo il mio sguardo sui tuoi occhi tanto dolci ed i tuoi capelli tanto rari, utilizzando un tono caldo e sensuale.-

Avrei proprio molta voglia di vederti ballare solamente con me, di fronte...



Kitsūnē Nō-Kyūbi Uzūmākī

Magari sono troppo intente a fissarti mentre leggi... Sai, assumi un'aria cosi sensuale...

-Risposi ancor di più imbarazzata; non era nel mio carattere essere cosi maliziosa però ogni tanto mi lasciavo cosi tanto andare che neanche io me accorgevo di quel che dicevo.
Tu intento avevi già finito e io come mio classico, ero ancora a metà; mi piaceva assaporare i piccoli ma significanti gusti che ci circondavano, ma appena tu ti avvicinasti a me io mi paralizzai momentaneamente rimanendo con il gelato dinnanzi alla bocca.-

Ce-Certo che ci andremo qualche volta Kakashi.
Non solo a te intriga come cosa, solamente che mi piacerebbe conoscerti più affondo. Non prenderlo come un rifiuto, perché non lo è, solamente che vorrei condividere il più possibile con te...

-Forse avevo sbagliato a dirlo, ma volevo solamente metterlo all'occorrenza che non sono una di quelle ragazze facili ma che, sono in parte, piuttosto difficile da 'conquistare' in tutti gli ambiti.
La tua voce era cosi calda e sensuale che mi fece sciogliere letteralmente e non solo a me, scese anche un lieve rivolo di gelato alla fragola lungo la mano, cosa a cui non feci molto caso.-

Perché limitarti ad avermi di fronte? Esistono molti balli... e molte posizioni con cui si può imparare a conoscere il partner di ballo, no?

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