Alors, je chante un peu comme Freddie

di DarrenCrissArmy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Story Of My Life ***
Capitolo 2: *** #2 Yes! ***
Capitolo 3: *** #3 Home Visit ***
Capitolo 4: *** #4 I Gotta the Fear ***
Capitolo 5: *** #5 Stardust ***
Capitolo 6: *** #6 The Bee-Gees ***
Capitolo 7: *** #7 Stayin' Alive ***
Capitolo 8: *** #8 Hello! ***
Capitolo 9: *** #9 Hell Factor! ***
Capitolo 10: *** #10 Gone? ***
Capitolo 11: *** #11 My Love ***
Capitolo 12: *** #12 Nobody Said It Was Easy ***
Capitolo 13: *** #13 Would You Please Help Me? ***
Capitolo 14: *** #14 If You Could Look Under My Skin. . . ***
Capitolo 15: *** #15 Aftermath (Conseguenza) ***
Capitolo 16: *** #16 Proud ***
Capitolo 17: *** #7 If I Die Young ***
Capitolo 18: *** #18 Fairytale ***
Capitolo 19: *** #19 Fall With Me ***
Capitolo 20: *** #20 Big Times Need Big Opportunities ***
Capitolo 21: *** #21 Perfection ***
Capitolo 22: *** #22 Instructions ***
Capitolo 23: *** #23 Little Things ***
Capitolo 24: *** #24 The Final ***
Capitolo 25: *** #25 Countdown in 3..2..1.. ***
Capitolo 26: *** #26 The Origin of Love - Epilogue ***



Capitolo 1
*** #1 Story Of My Life ***


#1 Story of my Life

Cap 1

Story of my life

 

“Alessio..io ti dico si” il pubblico si alza in piedi per applaudire Mika che mi ha appena confermato il suo si! È il mio quarto si, perciò sono dentro X FACTOR di diritto.

Alessandro Cattelan viene verso di me, per congratularsi, ed è allora che inizio a vedere sfocato. Le facce e i contorni si confondono, tutto inizia a girarmi intorno. Ed è a quel punto che mi sveglio. Di soprassalto, col cuore in gola, gli occhi sbarrati. Come ogni notte, ogni santissima notte da quando ho deciso di fare l’audizione per XF14.

“Ma che cazzo” provo a rigirarmi nel letto, sperando in un paio di ore di sonno, per arrivare al mattino con qualcosa che somigli ad una faccia, ma non credo arriveranno.

Allungando le braccia, mi accorgo di essere bello sudato. E allora sbuffo, un modo teatrale per dire che non c’è più molto da fare. Mi alzo e mi trascino stancamente a fare una bella doccia. Mi butto sotto l’acqua fredda e caccio un urlo. Certo che sono bello scemo. Nei miei 25 anni di vita ne ho fatte di cazzate, ma una doccia fredda alle 4 e 30 del mattino non era ancora nella lista. Facendomi un appunto mentale, mi dico di inserirla al più presto.

“Just gonna stand there and watch me burn

But that’s alright because I like the way it hurts

Just gonna stand there and hear me cry

But that’s alright because I love the way you lie

I love the way you lie…”

 

Canto, guardandomi allo specchio, immaginandomi coperto dalle  fiamme, in stile Hunger Games, invece che zuppo dalla testa ai piedi. Devo ammettere che la mia immaginazione è bella grossa, ma quando torno con i piedi per terra, tocca a me farmi bello.

Fischiettando il motivetto della canzone di Eminem, mi rado e alzo i miei capelli biondo cenere con un po’ di gel. Non uso la brillantina, anche se ne ho un culto pazzesco da quando vidi Grease per la prima volta, a 10 anni. Ne ho un barattolo nascosto nel cassetto, sotto i vestiti, con una scritta che recita “Riservato alle occasioni importanti”. Magari un giorno mi servirà.

I miei occhi grigio chiaro mi rimandano un’immagine di me un po’ più pimpante rispetto a un quarto d’ora fa.

Alla fine, mi vesto con un jeans e una maglia blu notte e infilo le mie meravigliose Nike bianche.

Decido di torturarmi, da masochista qual sono, quando accendo la tv e faccio partire, forse per la seicentesima volta, l’annuncio di Alessandro Cattelan, quello dove parla dei prossimi giudici di X Factor “Elio, Morgan, Simona e Mika”. E ogni volta che pronncia il nome di MIKA, il mio cuore perde un battito.

Mika è un personaggio  che io fondamentalmente adoro. È un po’ come la mia passione per gli avverbi e quella per Lady Gaga e Adam Lambert. È una delle tante cose che mi hanno aiutato ad accettarmi, ad accettare il fatto di essere gay.

Mio padre invece non l’ha mai capito, ed è come se io fossi morto, per lui. Boh. Non so che pensare. Non so come esprimermi, non ho le parole. Parole che invece mi escono più che bene quando canto, quando la mia voce riempie l’aria e come per magia, tutto ciò che ho dentro viene fuori.

Stop. Pausa. Devo essere davvero masochista, per vedere queste cose di lunedì mattina alle 5. Dovrei dire lunedì notte, forse.

Mia madre diceva sempre che io ero un animale notturno,perché non volevo mai andare a letto la sera, visto che lei mi faceva dormire tutto il pomeriggio. Da quando è morta dormo solo la notte, so che è normale, ma per me è come una ripicca nei suoi confronti.

Cavoli, faccio pena. Mio padre non mi parla e mia madre è morta. Meno male che mi è rimasto il mio umorismo, se no chissà da quale ponte mi dovevano andare a raccogliere.

Faccio ripartire la registrazione “Le iscrizioni sono aperte dal 15 di maggio” dice ancora Ale, bello attivo. 

Oh lo so, penso, io mi sono iscritto quel giorno stesso. La più grande cazzata della mia vita. Questa tra tutte merita il primo posto. Ma il non andarci, come suggerisce la parte codarda del mio cervello, sarebbe quella che la spodesterebbe del tutto.

 

 

 

Angolo dell’Autrice

Salve a tutti! Un benvenuto a me nell’Universo Mika!!

Sono una Mikafreak da sempre ma non avevo trovato il modo per esprimerlo…. Ora ho avuto l’illuminazione, eheheheh!

Aspettatevi grandi cose da questa FF.

Che ve ne pare di Alessio?? Fatemi sapere. Grazie

Un bacio, Bea

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Capitolo 2
*** #2 Yes! ***


Cap 2                                           Cap 2
                              Yes!



"Cold as ice
and more bitter than a December winter night
that's how I treated you
And I know that I
I sometimes tend to lose my tender
And I cross the line, yeah that's the truth"

Era ormai il 25 di Giugno e, col caldo che si sentiva a Roma, avrei voluto essere al mare. Ma,a meno di non trovare una lampada con genio annesso, non sarei mai stato soddisfatto.

Adam Lambert andava avanti a cantare, ma avevo rinunciato  a lui. Non avrei portato "Better than I know Myself" all'audizione, per quanto mi si spezzasse il cuore. Dovevo trovare qualcosa di più adatto. No, neanche "Never Close Our Eyes" andava bene. Non che io non abbia la voce, eh! Sono (modestamente) un controtenore. Quelli come me nascono una volta ogni dieci anni. Ma se portavo qualcosa di difficile,magari avrei sbagliato. No, ci voleva qualcosa in stile "Twinkle twinkle little star" . Una cosa elementare da fare alla grande. E ho solo due settimane di tempo. Fuck.

Illuminazione, genio artistico, dove sei quando mi servi?? Magari potevo cantare "Happy Birthday"...si come no!
Come chiamato da un intervento divino, il mio telefono squilla "Pronto?" dico,annoiato "Pronto, cugino?" una voce mi trapana l'orecchio "Sono Cristina!!"  "Certo che so chi sei, sei mia cugina!" dico ovvio. "Come va per l'audizione, cheri?" mi chiede.

Ora, dovete sapere che mia "cugina"Cristina  non è proprio mia cugina, ma una mia parente alla lontana. Ha dieci anni più di me e lavora come parrucchiera alla Rai, a Milano. è una forza della natura, solare e vivace, ed è anche l'unica della famiglia di papà che mi abbia accettato per quel che sono.Da parte di mamma sono molto, molto più aperti.

"Non trovo la canzone!" mi lamento "Zucchero, puoi sempre venire ora a Milano, invece che solo per l'audizione e gli Home Visit, così ti aiuto" mi propone "Se ci arrivo, agli Home Visit" le dico, preoccupatissimo "Certo che ci arrivi, o io non mi chiamo Cristina!" mi minaccia "Hai una voce stupenda" è dolce ora "Sarebbe un peccato lasciarti fuori, tesoro" e poi aggiunge "E c'è Mika.... e so che non sbaglierai davanti a lui!!"
"Ehi..era malizia quella che sentivo??" le rispondo, stando al gioco "Lo so che hai una passione stratosferica per lui. Che ne dici di Rihanna?" il cambio improvviso di conversazione mi confonde "Per l'audizione? Perchè no...potrei cantare..." non mi fa finire "Quella che fa "You look so dumb right now"..." "Take a bow??" le chiedo. Mmmm ma magari.. "Love the way you lie!!" Salto su ,quasi urlando. "La parte 2, però. Con il rap" mi suggerisce lei. Poi ridiamo "Posso sentirti sorridere di qua...Andata!!"
Adoro Cristina.







Oggi è il giorno dell'audizione. Io e Cristina, che ha insistito per accompagnarmi, siamo in coda per prendere il mio numero.
Sto quasi per svenire quando mi danno il 34. Sono tra i primi!! "Non ti allarmare, l'attesa sarà comunque lunga" mirassicura lei. Ma io non ce la faccio e così mi aiuta a ripetere la canzone. Aveva ragione, è venuta da Dio. Semplice, diretta e potente.
Cristina ha un bell'orecchio musicale, è quasi più brava di me. "Ti adoreranno!" mi dice, sicura.
Sentendomi cantare, una ragazza si avvicina. "Ciao" mi fa. "Io sono Rosy e tu..canti divinamente" ha gli occhi sgranati. è come una bambina,piccola, con i capelli lisci e castani e gli occhi grandi e blu. "Potete aiutarmi a ripetere?" ci chiede.
"Certo" Quando canta, il mondo si accende. Ha una voce dolce ed armoniosa, che sa essere potente quanto basta."Sei bravissima" le dico. Sono davvero senza fiato. Cristina è sbalordita "Che numero hai?" le chiedo "35" mi risponde lei "Ahhh, io ho 34!!" urlo.
 Lei mi guarda e mi da il cinque "Dai, andremo insieme!"








Quando ci chiamano per andare nel backstage, inizio ad agitarmi. Rosy, che è qui da sola, prende la mia mano destra e Cristina prende quella sinistra. Così attaccati, andiamo, come condannati al patibolo "Vai" mi dicono ,quando chiamano il mio nome.
"Salve" dico, entrando "Ciao" Mika mi risponde. Mika parla con me! Oddio, non tremare "Ciao" "Come ti chiami?" dice "Sono Alessio Giusti, ho 25 anni e sono di Roma" dico. Lui continua a sorridermi "E i tuoi genitori che lavoro fanno?" oops. "Mia madre è morta. Con mio padre, non parlo più" Si pente all'istante della sua domanda, si vede, ma per e non fa niente "Oops" dice "Scusa" poi,per sdrammatizzare "Cosa ci canti??" ribatto subito "Love the way you lie. Rihanna, Part 2"
Ed improvvisamente sono più sicuro di quello che sto facendo. Inizio, e sono tutti  a bocca aperta ad ascoltarmi. Bene, non chiedo altro. Ecco.... il mio punto preferito

"So maybe I'm a masochist
I tried to run but I don't wanna ever leave
Til the world has going on
 In smoke with all our Memories..."

E poi parto col rap. infiammando il pubblico. Ho sorpreso tutti, Cristina aveva ragione.
Morgan mi dice si. Anche Elio e Simona. Manca solo lui... è come nel mio sogno. Prende il microfono, sorride e dice "Yes!" ed io mi sciolgo per la bellezza di quel si,  prima di realizzare che è il MIO si. Sono a XFactor!!!!!
"Ci vediamo agli Home Visit" mi dice ancora Mika. Come in trance,sento il mio corpo muoversi, andare verso l'uscita. Credo di aver salutato, ringraziato. Rinvengo solo quando Cristina mi stritola, forte forte.

Ci mettiamo in attesa per Rosy e esultiamo quando passa anche lei con quattro si.
Andremo agli Home Visit, insieme!!
Quando ci raggiunge, al settimo cielo, l'abbraccio come se ci conoscessimo da una vita, come se fossimo migliori amici, E quando andiamo a festeggiare, ho la sensazione che sia proprio così!









Angolo dell'autrice
Chiedo perdono per i vari errori d'ortografia, se ne trovate, non erano affatto voluti!!
Adoro Adam Lambert, come si è ben capito. E anche Mika, quindi sono askjiefkddg
Grazie a chi mi ha racensito,  a Violet_Penny e a Capitan non mi ricordo mai Vincenzo. Grazie Guys.
See ya!!

xoxo Bea










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Capitolo 3
*** #3 Home Visit ***


# 3 Home Visit

Cap 3

Home Visit

 

“Aleeeee Dai che fai tardi!! Oggi è il gran giorno!” Cristina mi svegliò di soprassalto, per l’ennesima volta nella mia vita. Era una cara donna, ma quel vizio di urlare ogni mattina mi faceva perdere 10 anni di vita alla volta!! “Mmm” grugnii, girandomi dall’altra parte

“Dai ti do altri 10 minuti…in fondo sono solo le 5 e mezzo…”  mi dice “Le 5 e mezzoooooo???” salto su io, urlando come un ossesso “Ma sei pazza?!?”

“AhAhAh” la sento ridere “Sono le 8! Ci sei cascato!!” Mandandola a farsi un giro moolto ampio, nei modi più carini che conosco, mi rigiro, ma ormai è fatta, e lei mi conosce troppo bene.

Così, quando mi vede comparire in cucina, strisciando i piedi manco fossero le catene del Barone Sanguinario e alzando le mani in segno di resa, non si scompone di una virgola. Anzi, mi guarda compiaciuta, mentre continua a ridere sotto i baffi!!

Non so come, ma ad un certo punto inizio a ridere anche io, contagiato dalla sua allegria e dall’ironia della situazione. Pazzie di primo mattino. Forse dovrei farmi vedere da un bravo…

 

 

 

Sono a Linate. L’aereo che porterà me, Rosy ed  altri 4 ragazzi a conoscere il nostro giudice e SOPRATTUTTO agli Home Visit, deve ancora atterrare.

Una ragazza, con una maglia con su scritto STAFF,ci consegna una busta “Apritela e scoprite la vostra destinazione” ci dice, e poi scompare. Impaziente, apro la mia, che dice “Dublino”. Oddio, andrò  a Dublino!! “Bene” annuncio a Rosy, “So chi sarà il nostro giudice” Se è vero che tutto replica la settima edizione.. quella volta a Dublino c’era Mika…e vado in iperventilazione al solo pensiero. Perché dalle audizioni, lo vedo ogni volta nei miei sogni, e diciamo che non sono proprio casti!

Seguo gli altri, camminando tre metri sopra il cielo, circondato da un coro di voci angeliche.

                                                                                      ----

 

Avevo ragione! Si! Non posso trattenermi dall’esultare per aver indovinato e anche gli altri ragazzi ne sono felici. Mika è arrivato, ed ha portato un raggio di sole nel cielo uggioso dell’Irlanda. Veste un completo blu scuro, con una maglietta bianca portata sotto la giacca, ed il mio cuore schizza quando la vedo. Amo quelle t-shirt. Ma non è solo..con un pizzico di humour, ci ha presentato Pharrel Williams.

Cioè, io canterò davanti ad uno dei più grandi dj del mondo??? Fermi tutti, datemi un pizzicotto, svegliatemi perché questo è un sogno. Mika è un sogno. Questa intera situazione mi manda fuori di testa!

“Allora, tutti pronti? Andiamo, let’s sing!” e noi entriamo nello studio con lui. Ci spiega che ci chiamerà uno alla volta e noi dovremo solo fare quello che sappiamo fare meglio, ovvero cantare! E lui, con Pharrel, deciderà chi potrà accedere a XFACTOR!!

Dire che sono agitato è un eufemismo. Sto morendo! Mi mangio le mani, cercando di non deprimermi ascoltando i cantanti che si esibiscono prima di me, ma non posso sfuggirgli. E mi esce un mugolio di dolore quando penso a quanto sono fantastici.

Quando mi chiama, però, la stessa calma piatta delle audizioni si fa strada in me, cancellando tutto il resto. È una specie di fredda determinazione, più che altro, causata dal fatto che non posso fallire. Non posso proprio.

“Ciao” mi saluta Mika appena entro “Ciao Mika. Ciao Pharrel” rispondo. Il dj mi fa un cenno. “Cosa ci canti?” mi chiede poi, in inglese. Meno male che lo so parlare! “It’s a Ne Yo song, called So Sick” gli rispondo, a mio agio. Pharrel sorride soddisfatto, mentre Mika fa la faccia da “Canzone Difficile” e, subito più serio, mi ascolta.

“Uh, yeah

Gotta change my answering machine now that I’m alone

Cause right now it says that we

Can’t come to the phone.

And I know it makes no sense, cause you walked out the door

But it’s the only way I’ll hear your voice anymore”

 

E quando arrivo alla parte acuta, a “Turning off the radio!” , il falsetto che mi viene fuori, mai visto fino a quel momento, mi sbarella del tutto e mi do un cinque mentale da solo. Vedo Mika sorridente, e tanto mi basta. So di aver dato il mio meglio.

A canzone finita, sono tutti e due in piedi ad applaudirmi. #BestMomentEver, la mia mente riesce a dire solo questo. Con tanto di ashtag di twitter.

 

                                                                                           ----

 

“Mika vi chiamerà uno alla volta, per comunicarvi la sua scelta”  l’ ennesima ragazza STAFF ci sbatte in faccia queste parole e poi ci lascia li, come se niente fosse. Siamo sei ragazzi, stanchi e ansiosi. Molto stanchi. Molto ansiosi.

Solo 3 di noi passeranno e,per quanto ammiri le persone talentuose che sono al mio fianco, so che devo essere tra quei tre. Voglio esserci.

Chiamano Camilla, Edoardo e Marika prima di me. Poi la ragazza STAFF dice “Alessio” ed io, magicamente, mi alzo, andando incontro al mio destino, meglio conosciuto con il nome di Michael Penniman.

Ho la gola secca e le gambe che tremano, ma tutto si dissolve quando lo vedo. Mi viene incontro e mi abbraccia. Respiro forte contro la sua giacca, trovando quel coraggio necessario che mi mancava sulla sua pelle.

“Alessio, tu hai scelto due canzoni fantastiche, completamente adatte a te.” Mi dice “Le hai tra - trasformate, dato una veste nuova, tutta tua. E mi è piaciuto molto quello che ho sentito. Hai una voce che è energia. E mi piace il tuo timbro” dice, ridendo “Ma la cosa, la più importante per me, è lo stare sul palco. Ogni performer deve saperlo  fare, e tu concentri l’attenzione su di te. E questo per me, è X Factor. Per tutte queste ragioni, ti voglio con me su quel palco”  finisce, tutto soddisfatto per quello che ha detto. Allora realizzo “è un si??” gli chiedo, e me ne esco con un  gridolino acuto che lo fa ridere ancora di più. Mmmm, non è da me urlare così, dovrò farmi veramente vedere da uno bravo!

Ci abbracciamo di nuovo, poi mi indica il punto di raccolta dei ragazzi che sono passati. Me ne vado ,perciò non sento ciò che dice alle telecamere “è speciale, tanto speciale. Mi piace veramente tanto”

Nel punto prestabilito trovo Marika e dopo un po’, arriva anche Rosy! Ci abbracciamo, tutti contenti, decidendo che quella giornata andava celebrata.

 

 

“Pronto, Cristina? Sono passato!”

E come direbbe Mika, I want the whole world to celebrate.

 

 

 

Angolo dell’autrice

Bonsoir, cari!! Come state? Tutto bene? Bene, sono così zuccherosa stasera perché ho un bel po’ di novità, con questo capitolo. Innanzi tutto, “So Sick” di Ne Yo è una canzone stupenda e confido che voi la conosciate. Nei prossimi capitoli mi sbizzarrirò con la scelta delle canzoni e dei temi, vorrei arrivare a fare una serata- evento per Grease, e una tributo per Glee…incrociate le dita!

Che dire, Mika è un amore come al solito,e mi piaceva l’idea di Dublino, anche se non ho nominato lo Sloane Castle. Ora, visto che le note sono più lunghe del cap, taglierei. Volevo fare un augurio a Capitan Vink Hahock, spero che tuo nonno si riprenda. E grazie a Violet_Penny che continua a recensire.

Xoxo Bea

p.s. Cristina è il mio personaggio preferito finora!

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Capitolo 4
*** #4 I Gotta the Fear ***


#4 I gotta the fear

Cap 4

I gotta the fear

 

La prima settimana nel loft è un ricordo sfocato nella mia mente. Ho piccoli flash che si inseguono: Marika che canta, Rosy che ride, io che le rincorro, le scorte segrete di nutella.

Beh, tutti hanno capito che sono gay. Non è difficile, dato che non faccio nulla per nasconderlo. È semplicemente ciò che sono e , come dicevano una volta in Glee “ I’m not  gonna change” .E comunque, non è mai stato un problema per me.

Le lezioni e le prove sono favolose. Mika… Mika viene ogni giorno, ci ascolta, commenta, dispensa consigli e ci fa ridere. Ieri, per esempio, ha preso Rosy in braccio mentre cantava. Non vi dico la faccia che ha fatto lei, mentre urlava e si divincolava, perché soffre di vertigini e Mika è un pezzo di ragazzo. Era come se la stesse sollevando a due metri da terra.

Lui è come un fratello maggiore, pazzo e responsabile allo stesso tempo, come se i tuoi ti lasciassero a casa con lui e lui desse un party.. ecco, lavorare con Mika ti fa lo stesso effetto.

 La prima volta si è messo al piano, per farmi ascoltare il mio pezzo. Ha iniziato a suonare “Paradise” dei Coldplay, ed io quasi morivo ,perché amo quel gruppo. Ho la sensazione che mi abbia inquadrato perfettamente.

“è una canzone adatta a te, al tuo stile” mi ha detto. Quasi quasi lo baciavo. Poi si è rimesso al piano, con evidente voglia di scherzare e, con voce impostata ha detto “E adesso  Alessio vi canterà…” poi, con fare complice, con una smorfia buffissima, si è girato verso di me, sussurrandomi “Cosa ci canti?” e io gli ho risposto, sempre sussurrando “Roar” e lui “Ahh mi piace Roar. Roar “ vi giuro che stavo morendo. Anyway, ho iniziato a cantare

 “I used to bite my tongue and hold my breath”

Arrivato alla seconda parte, gli lasciai la strofa

“I guess that I forgot I had a choice

I let you push me passive and breaking points”

E concludemmo insieme, ridendo come pazzi “And you’re gonna hear me roar!”

Mika è straordinario, davvero.

 

 

Ma se le puntate andavano in onda di giovedi, lui da LUNEDI si presentava nel loft e rimaneva ventiquattro ore su ventiquattro insieme a noi. Mangiavamo, scherzavamo e dormivamo insieme a lui, finendo sempre per fare tardi di martedi, la serata dedicata alla maratona film, rigorosamente in inglese e rigorosamente film sui quali poteva  parlare delle ore, o perché li aveva adorati, o perché ne conosceva gli attori e era stato sul set. 

È così conoscemmo retroscena di “Love, Actually” e “Notthing Hill”, che amavamo profondamente, o parlammo di Clooney e delle Roberts per tutti e tre gli “Ocean’s Eleven” . Non sembrava un giudice, era uno di noi. E ragazzi, era così strano che io mi stessi innamorando seriamente di lui? Non so,a me sembrava normalissimo, dato che era come un sole per me, dolce, caldo e coccoloso.

 

Mercoledì arrivò in fretta, troppo in fretta, così come le prove generali

“When she was just a girl

She expected  the world

But it flew away from her reach

So she ran away in her sleep”

 

Quando finii la mai esibizione, Mika e le ragazze erano in piedi ad applaudirmi. Avevano le lacrime agli occhi.

Wow. Non pensavo di scatenare questo effetto.

Appena scesi dal palco le ragazze mi abbracciarono. Per ultimo si avvicinò anche lui, ed io raggiunsi il mio paradiso personale.

 

 

Angolo dell’autrice

Salve!! Vorrei ringraziare GaiaPenniman e Violet_Penny che mi recensiscono ogni volta, grazie ragazze!

Questo capitolo mi piacemolto, perché vi introduce nel magico mondo di XF14, come io l'ho modificato.

nel prossimo, ci sarà la prima puntata .

Xoxo Bea

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Capitolo 5
*** #5 Stardust ***


Cap 5 Stardust

Cap 5

Stardust (Polvere di Stella)

 

 

La prima puntata è arrivata. Io, Marika e Rosy siamo morti di paura centinaia di volte, resuscitati da Mika, precipitati nuovamente nel baratro  dell’ansia nel giro di un paio di ore.

Mika cerca di farci forza d’altronde è il suo compito, ma è più teso di noi. È lui che deve dare dei giudizi stasera ed, al confronto, la nostra esibizione sembra una bazzecola.

Insomma, in fondo cosa dovrei fare? Salire lì sopra, cantare come nelle prove e sperare di piacere a tutti. Semplice no?

Il solo pensiero mi fa rivoltare uno stomaco già di per sé chiuso da stamattina e meno male che Mika arriva, scegliendo il momento migliore per la sua entrata a effetto.

Intravedo Morgan, nel camerino affianco al nostro. È in piedi su una sedia e guarda qualcuno con aria commossa, forse le sue ragazze. È sicuramente già fatto e strafatto, e forse anche ubriaco fradicio. Ma è n genio, e tanto basta.

 

Mika entra e ci dice “Abbraccio di gruppo!” al che, il mio stomaco si contorce ancora di più. Tutti ci riuniamo intorno a lui. Mani su mani, in un semplice contatto.

Siamo di fronte, le teste vicinissime.  Quando parla, lo fa guardandomi fisso negli occhi.

“Siete un team stupendo. Siete il MIO team. So che siete forti, anche se ora state tremando. Dovete salire su quel palco, aggredirlo e mangiarvelo come non avete mai fatto finora. Cantate come solo voi sapete fare, e vi prometto che ne usciremo tutti vivi”

Il mangiare il palco è un’ottima scena che si profila nella mia mente, ma non sono del tutto convinto ancora. Ci abbraccia uno ad uno, e poi mettiamo le mani le une sulle altre e gridiamo “Ohhlè!”.

 

 

 

“Some nights I stay up cashing in my bad luck

Some nights I call it a draw

Some nights I wish that my lips could built a castle

Some nights I wish they just fall off”

Quest’ anno, cantiamo noi ragazzi all’inizio, tutti insieme. È la prima volta che vedo tutti e 12 noi concorrenti sul palco e fa un certo effetto. Una specie di timore reverenziale. C’è gente davvero forte, specialmente nei gruppi. Rapper, beat boxer e cantanti soul, davvero di tutto.

Si avvicinano le mie parti “Oh, c’mon”  canto. Ah, ecco il mio acuto.

“Man you won’t believe

The most amazing things that can come from

Some terrible lies, oh...”

 

Poi il pezzo di Marika

 

“The other night you wouldn’t believe

The dream I just had about you and me

I call you up but we’re both agree”

 

E Rosy, che chiudeva il nostro gruppo

 

“It’s for the best you didn’t listen

It’s for the best you keep your distance oh….”

 

Alla fine, dicemmo tutti in coro “X FACTOR” ed io scoppiai a ridere. Alessandro diede la pubblicità, così Mika scappò dal tavolo e venne verso di noi.

Mika stava impazzendo, i suoi ragazzi erano stati fenomenali. E non vedeva l’ora di dirglielo!  Specialmente Alessio e quel suo acuto, poi… insomma, erano loro quelli da battere, era chiaro a tutti.

“Siete stati graaandi!!” gli urlò, appena li vide. Poi tornò immediatamente serio “Ora mi raccomando” ci disse, abbracciandoci per l’ennesima volta, ma ne avevamo bisogno.

Io mi sentivo carichissimo e anche spaventatissimo ma, quando mi appoggiai sulla sua spalla, sentii tutto il suo affetto e calore e capii che stavo andando bene, che potevo farcela. Il suo abbraccio mi incoraggiò, mi diede quella spinta che ancora mi mancava.

Mentre mi stringeva, sfiorò il mio orecchio con le labbra e i sussurrò, velocissimo “Sei stato grande, erano tutti a bocca aperta, il tuo acuto era perfetto”  mi sorrise, sciogliendo l’abbraccio, e rischiai l’iperventilazione.

 

Marika fu la prima degli over 25 a esibirsi, ma è  anche la prima concorrente a calcare le scene. Diventa un po’ verde appena sente il suo nome, ma quando Mika la presenta riprende un colorito più o meno passabile.

 È ancora tesa e ci sembra sul punto di passare a miglior vita quando Mika annuncia che canterà “La Isla Bonita” di Madonna e Simona si esibisce nella sua migliore interpretazione di una faccia allibita.

Credo pensi che non ce la farà mai, ma non sa di che pasta è fatta Marika. Entra in scena e inizia a cantare con quella sua voce dolce ma decisa e, cavoli! Se la vita fosse Glee, lei sarebbe Santana, senza ombra di dubbio.

Sbircio dietro le quinte e vedo Simona…. E la cosa mi diverte più di quanto dovrebbe. Ha la mascella spalancata e ci manca poco che si stacchi! E siamo solo a metà canzone. Ridendomela, penso che in fondo ha avuto quello che si meritava, è stata sbugiardata in pieno e costretta a ricredersi.

Quando la canzone finisce, sembra stia venendo giù lo stadio. Anzi no, l’Arena, proprio come in Hunger Games.

 

Le altre esibizioni che precedono la mia non si fissano nella mia mente, e un po’ dovrei  dispiacermene, ma l’agitazione è  talmente tanta che non ho il tempo materiale per farlo.

Ecco, ci siamo. Percorro il breve tratto che separa il backstage dal palco e sento confusamente Mika annunciarmi, tra le urla dei tecnici e quelle della platea. “Una voce potente” sta dicendo davvero questo di me? Lo saprò solo rivedendo la puntata, penso “Stasera, Alessio vi emozionerà”.

Non sento più niente, il mio corpo mi risulta estraneo, non mi appartiene più. Quando parte la musica so istintivamente di dover cantare, e per fortuna ci riesco.

 

“When she was just a girl…”

 

Le parole escono sicure dalla mia bocca, ridotte a un sussurrò dalle mie labbra. Mentre canto, a volte chiudo gli occhi, ma non riesco a calmare i battiti impazziti del mio cuore, a le mie mani tremolanti.

Sento gli acuti uscirmi nell’ultima parte e, finalmente, trovo Mika. Come un faro, mi sta guidando in questa esibizione

 

“So lying underneath the stormy sky

She’d say “Oh, I know the sun must set to rise”

 

La mia ultima strofa è un sussurro, una carezza. Non c’è confronto tra la dolcezza della notte e la certezza dell’intensità del sole che tornerà a splendere e brillare.

Il pubblico è in piedi, e non me n’ero quasi accorto, trasportato nel mio mondo di favola, avevo perso la mia realtà. Morgan mi guarda con una scintilla pacifica negli occhi “Grazie a te, stasera ho visto la luce” mi dice. Simona ha le lacrime agli occhi e Elio è senza parole. È solo una canzone…. Ma Mika, oh Mika riesce ad esprimere esattamente tutto ciò che gli altri riescono solo a pensare, lui vede le cose così come sono, è fantastico “This IS a standing ovation, Alessio. This is for you” dice solo questo, e tanto mi basta.

Sono felice. Per la prima volta nella mia vita, sono felice senza riserve. E questa è solo la mia prima puntata.

 

 

Per il resto della gara, io sono nella mia bolla impermeabile a tutto e a tutti, a godermi la mia serata. Unica eccezione la faccio per Rosy, nel momento in cui canta “Stupid Girls “ di P!nk, e lo fa da Dio!!

Che squadra, ragazzi, il nostro giudice aveva ragione, siamo una squadra “Fortissimi” come direbbe Checco Zalone, che io adoro. È un comico che mi riporta alle origini di mia mamma, lei era Barese.

Mamma… saresti così contenta di me oggi, così contenta che io abbia fatto tutte queste cose ed emozionato tutte queste persone.

Mika mi riporta alla realtà, afferrandomi per le spalle due nanosecondi prima ch’io scoppi a piangere “Alessio, sei stato completamente bravissimo, ho ancora la pelle d’oca” e riesce a farmi sorridere.

Durante il ballottaggio, che non ci sfiora nemmeno, mandano a casa un gruppo di Elio, I RapidFire. Peccato, erano bravissimi, secondo me.

E noi, team Mika, andiamo a festeggiare con l’ennesimo film e una bottiglia di champagne. “Oook, Ocean’s Eleven, Twelve o Thirteen??” urla Mika dentro al loft.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Salve a tutti!! Questo capitolo è lunghissimo, cavoli 4 pagine!! Ci tenevo a ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito finora, anche se al momento i nomi mi sfuggono, grazie davvero, siete state importantissime per me questa settimana!!

Che dire, pazientate solo un poco, perché la parte bella deve ancora arrivare e, dal prossimo capitolo, ne vedremo delle belle!

Xoxo Bea

 

 

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Capitolo 6
*** #6 The Bee-Gees ***


#6 Bee-gees

Cap 6

The Bee-Gees

 

Quando dormi, pensi mai all’enorme quantità di cavolate che sogni?

 

Mi svegliai molto confuso quel venerdì mattina. Cercai il mio cellulare nelle tasche dei jeans, salvo poi ricordarmi di aver indossato un completo, la sera precedente, e quindi la mia ricerca si sarebbe rivelata inutile. Sospirando ed inveendo contro il mio cervello, lentissimo come ogni  mattina, cercai di muovermi.

Sentivo come un peso sulla mia pancia, così allungai una mano per verificare. Le mie dita incontrarono una capigliatura soffice e riccia, e molti avvenimenti della sera precedente mi ritornarono in mente. Avevamo festeggiato la prima puntata fino alle due del mattino e quindi ci eravamo addormentati sul divano della zona giorno.

La testa di Mika era sulla mia pancia e Rosy e Marika erano addormentate sulle poltrone. Mi tirai su, sorridendo intenerito, e osservai il mio giudice: la sua testa era ricaduta dove poco prima c’ero io e le sue gambe lunghissime pendevano fin oltre il bracciolo del divano. Era buffissimo e mentre dormiva, era talmente rilassato da sembrare un bambino.

 

Allungai, tremante, una mano e arrivai a scostargli i riccioli dalla fronte:era davvero bello. Mi avvicinai un poco,fino a respirare sulle sue labbra, fissandole assorto, arrivai quasi a toccare la sua fronte con la mia . . .  OK,basta!

 

Oh, bentornato cervello! Grazie di esserti degnato di svegliarti e di arrivare in mio soccorso!!

Mi ritrassi, perché anche se lui mi piaceva un sacco, era pur sempre il mio giudice, il MIO giudice serio e distinto che non avrebbe mai fatto nulla con un concorrente, e decisi di andare a sbollire i miei spiriti, prima di combinare qualche guaio. Della serie “stuprare Mika addormentato con la scusa di aver bevuto”.

No, meglio evitare. Ma, forse… “Via di lì”!!! oh, cervello, come farei senza di te?

 

Mi posizionai sotto il getto d’acqua, godendomi appieno la sensazione di freschezza che mi trasmetteva, e cercando di fare il punto della situazione. Avevo quasi baciato Mika. Si, avrei voluto tanto continuare ad avvicinarmi, ma fortunatamente mi ero fermato. Se no, in quale lingua glielo spiegavo, poi?

Mentre mi insaponavo, la porta del bagno si aprii e qualcuno entrò. Non vedevo bene chi fosse, ma era molto alto e..quelli erano ricci?? Altamente destabilizzato, vidi Mika entrare nella doccia con me.

“Ma che..?” non finii la frase,non ne ebbi il tempo, perché lui mi prese per le spalle e mi guardò negli occhi, serissimo come mai prima d’ora, e il mio super citato autocontrollo decise di prendersi una vacanza

“Voglio baciarti” mi disse, soffiando sulle mie labbra “Hai bevuto??” gli chiesi io, incapace di trattenermi “Beh, sono ubriaco..di te!” mi spiegò.

Poi si piegò, arrivando a sfiorare le mie labbra, con un tocco dolcissimo. Sentii la sua bocca sulla mia e mi rilassai improvvisamente. Non pensavo di essermi irrigidito così tanto.

 I suoi denti mi mordicchiarono il labbro inferiore, chiedendo il permesso di approfondire il bacio, permesso che fu ovviamente accordato subito. La sua lingua entrò in contatto con la mia, e giocavano e si rincorrevano nella mia bocca. Aveva un sapore dolcissimo, ma con un non so che di amaro, che non mi so spiegare.

Misi le mani attorno al suo collo,una scivolò  nei suoi ricci, e lui mi abbracciò mentre continuavamo a baciarci.

“Voglio fare l’amore con te”. A quel punto, aprii gli occhi.

 

Aprii gli occhi con veemenza. Ero sotto la doccia. Ero sotto la doccia??? Come cazzo avevo fatto ad addormentarmi sotto la doccia??? Pazzesco.

 A volte penso davvero che la vita mi prenda per il culo. E non letteralmente, intendo. Anche se, dopo quello che avevo sognato, ero io quello da internare in manicomio, per sempre!!!

Mi finii di lavare e uscii dal bagno quasi correndo: dovevo trovare un posticino per me, per pensare in pace.

Ma quando arrivai nella zona giorno del loft, quella dove ci eravamo dati alla bella vita la sera prima, vidi che tutti erano già in piedi belli pimpanti.

Mika venne verso di me “Colazione?” chiese, con una caraffa di succo in una mano e 5, dico 5 piatti nell’altra, pieni di tutto e di più: cornetti, saccottini … mhmmm.

 “No, grazie” scossi la testa pensando velocemente ad un modo per andarmene via di lì in fretta. Non potevo rimanere lì con Mika ed i suoi capelli stupendi sparati in mille direzioni diverse, o avrei finito col saltargli addosso davanti a tutti. “No, vado a correre” inventai “Tu che corri?” mi guardò con un sopracciglio alzato,incredulo, perché  sapeva che ero pigro peggio di un bradipo, e questa mia uscita non se l’aspettava proprio “Si, sono ingrassato, devo perdere un po’ di peso” insistetti “Come vuoi..un paio di volte però andiamo insieme” mi urlò dietro, mentre sfrecciavo giù per le scale “Se va così non arriva neanche al portone” sogghignò, rivolgendosi con un sorriso sarcastico verso le ragazze.

Ed effettivamente aveva ragione. Non mi dovrei sorprendere, perché lui ha SEMPRE ragione, ma vedere che veramente ero arrivato al piano terra con una mano sul cuore per controllare i battito ed il fiatone, mi fece incazzare non poco.

Perché ero completamente succube di quel ragazzo? Completamente? Visto???? Oh, andiamo!

 

Andai comunque in giro per Milano per una buona parte della mattina, facendo colazione a un bar (si lo ammetto, non so stare lontano dal cibo) sotto i portici. Pensai di passare da Cristina, ma a quell’ora era al lavoro, perciò niente. Non volevo tornare al loft troppo presto, non volevo dargli questa soddisfazione.

 

Erano circa le dieci, quando mi arrivò un messaggio “Ah, lo sai che giovedì canterai i Bee-Gees, no???

 Come va la corsa? -M”

“No ti prego, tutto ma i Bee-Gees no!” lo chiamai in preda al panico “Non li so fare, non riesco a calarmi nelle loro canzoni” mi lamentai “Don’t worry..” mi disse lui “Ho già in mente qualcosa”.

E ormai dovrei saperlo,  è quando inizia a parlare così che dovrei preoccuparmi. E seriamente, anche.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Beh era solo un sogno!! Muahahahahahah (risata malefica)

Lo so, lo ammetto, ci siete cascate! E inizialmente, quella voleva essere una delle scene più spinte che avessi mai scritto..ma ho pensato di usarla in tempi migliori ed ecco qui!! Avevo promesso più scene del loft, spero vi piaccia!

Non odiatemi ;(

Xoxo Bea

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Capitolo 7
*** #7 Stayin' Alive ***


cAP 7

Cap 7

Stayin’ Alive

 

“Ah, ah ah stayin’ alive, ah”

Sto provando per quella che deve essere la milionesima volta questa benedetta canzone, ma niente, non riesce ad entrarmi in testa.  Eppure io riesco sempre a sentire le canzoni, a farle mie. Cosa ho che non va??

Purtroppo, so cosa c’è che non va. La mia mente, da grande stronza qual è, mi riporta al  mio sogno su Mika, facendomi entrare in un circolo vizioso di seghe mentali su quanto io stia provando sia sbagliato e su cosa io posso fare per smetterla.

Purtroppo part. 2, il mio cervello ancora non ha capito che non ho intenzione di smetterla. Stare qui rinchiuso mi fa male. Perché lo vedo troppo, perché ci sto troppo insieme. Prima, quando avevo solo la possibilità di guardarlo in tv era diverso, era solo il mio idolo. Ma standoci insieme capisci che persona favolosa sia, di come porti il sole con sé anche nelle giornate più buie, ed è logico innamorarsene.

Cacchio, l’ho ammesso. Si sono innamorato di lui. Ora, che ne dite di provare questo benedetto pezzo????

 

“Si vede da come cammino, sono un donnaiolo”

Ed improvvisamente la forza espressiva di questa ballata dance mi colpisce col fragore di mille tuoni: è un pezzo che ha bisogno di un’interpretazione, diciamo così, un po’…sexy.

Con un  sorrisetto malizioso richiamo alla mente un brano (L’ennesimo!!!) di Adam Lambert, For Your Entertainment. Nel video di quel pezzo, tra le altre cose, ci sono dei passi di un balletto che potrebbe fare al caso mio…

Passo, passo, afferro il mio bastone immaginario, alto, lato ,passo

 “So hot, out the box

Can you pick up the pace

Turn it up, hid it up

I need to be entertained …”

 

“Bravo” una voce, alle mie spalle, mi fa trasalire.

Un momento! Non UNA voce, ma LA voce. Mi giro, e Mika è li, davanti a me, applaude “Hai capito ora? Questo pezzo ha bisogno di un modernizing..e anche tu, il tuo stile, cioè” continua, andando a stravaccarsi comodamente su una sedia nell’angolo della sala prove .

 

 

“Per la performance, pensavo ad un bel completo bianco, con una camicia….ma niente cravatta, sarebbe completamente terribile” conclude, inorridito al solo pensiero, arricciando il naso in maniera adorabile…stop, stop, stop!

 

 “Ale?? Are you ok?” lo sento chiamarmi. Oops, devo essere rimasto imbambolato a fissarlo per un po’ “Si, scusa, ero ancora sotto shock per il completo” scherzo “Dicevi?” chiedo poi, salvandomi in extremis “Che, se vuoi, puoi farmi vedere”  dice, sorridendomi “O-ok” deglutisco, facendo ricominciare la base, sperando di non aver combinato cavolate e di riuscire a piacergli. E soprattutto di non pensare a lui in quel senso.

 

Le mie speranze vengono subito vanificate da un solo suo gesto: trova un bastone, in un angolo polveroso, e me lo lancia. Lo prendo al volo, stupendo perfino me stesso, e gli lancio uno scopa-sguardo di quelli che, se l’avesse visto mia madre, mi avrebbe diseredato. Lui mi lancia un’occhiatina scettica, alzando una delle sue sopracciglia perfette, e ridendo allegramente.

 

“Whatever you’re a woman or  you’re a man  

You’re staying alive

Whatever the city burns and everybody runs

And we’re staying alive

Staying alive, ah, ah, ah staying alive…

Oh we still walk”

 

Beh… stavo combinando alcune mossette di Adam con i Bee-Gees, ed il risultato era fe-no-me-na-le!!! Quel bastone.., dio mi rendevo conto di star tentando di provocare Mika in tutti i modi umanamente possibili, ma lui sembrava non cascarci mai!!! Possibile che non capisse?

Finii la mia ‘performance’ in ginocchio di fronte a lui, cadendo in scivolata come facevo quando giocavo a calcio. Mi rovinai le ginocchia, e probabilmente le sbucciai fino all’osso ma ne era valsa la pena, tutto questo solo per vedere quel sorriso.

Lui stava ridendo, la testa rovesciata  all’indietro verso il muro, i  denti bianchissimi ben visibili “Fantastic!” esclamò “Ehi, tutto a posto?” mi chiese poi, preoccupandosi visto che non mi rialzavo “Si.. ho bisogno di una mano, credo” confessai, e lui rise, alzandosi ed aiutandomi “Ho idea di si, eh” stava ancora sogghignando e così, gli feci la linguaccia “Sei fantastico! Continui a provare mentre vado a vedere cosa fa Rosy?” mi chiese, ed io annuii.

Uscii , lasciandomi solo, ed io mi sedetti su quella stessa sedia che lo aveva ospitato poco prima, che era ancora calda del suo corpo. Sospirai e malvolentieri mi alzai, decidendo di andarmene a letto per non soffrire più di quanto non stessi già facendo.

 

Mi avviai lungo il corridoio, con i miei pensieri funesti a farmi compagnia, e non mi accorgetti del fatto che fosse stranamente deserto. Non c’era il solito viavai di tecnici, costumisti, vocal coach o cantanti, ma forse era perché erano  le otto di sera e tutti erano a cena.

Salivo  le scale con passo svogliato, maledicendomi per quella scivolata che non mi faceva camminare bene, ma in fondo non riuscivo a dispiacermene perché era necessaria.

All’ennesima rampa (Ma mettere un’ ascensore no?!?), le luci si spensero. Sentii un rumore di passi che sembravano venire  nella mia direzione, e mi fermai sul pianerottolo.

Una mano si posò sulla mia bocca e un’altra sul mio fianco “Ciao, Alessio” la voce di Mika, bassa e sensuale  diretta dritta in un orecchio mi fece rilassare immediatamente e sorridere. Non mi ero nemmeno reso conto di essermi irrigidito, pensate un po’!

La sua mano scese dalla mia bocca sul mio collo, e lui mi girò lentamente verso di sé. Non lo vedevo, ma sentii chiaramente le sue labbra posarsi sulle mie.

Le sue labbra mi toccarono e tutto iniziò a girare. Sentivo il suo profumo, bramavo il suo tocco, così morbido e caldo. Il mio cervello era partito del tutto e continuava a gridare “Fa che sia vero, fa che sia reale stavolta” beh, lo era. Percorsi il contorno delle sue labbra con la lingua, quasi a chiedergli il permesso di approfondire il bacio.  Permesso che fu subito accordato, quando aprì le sue labbra e le nostre lingue si toccarono, curiose di esplorarsi e scoprirsi a vicenda. I nostri baci erano inframmezzati di parole e accenni di frase “Questa- è” iniziò lui “Tutta colpa” un bacio “Di Adam” un altro bacio “Lambert” concluse. Iniziai a ridere sulle sue labbra e dentro la mia bocca, provocando una vibrazione sia nella mia che nella sua gola, e lo sentii sorridere di rimando, contro le mie labbra.

Era un momento perfetto, troppo. Ed infatti finì.

Veloce come era arrivato, così se ne andò, lasciandomi un ultimo, delicato bacio a fior di labbra “Buona notte, Alessio” sussurrò dolcemente.

 

Non avrei desiderato mai più in vita mia un ascensore.

 

 

 

 

 

 

 

Giovedì arrivò troppo in fretta, per i miei gusti. 

Avrei voluto un po’ più di tempo per stalkerare Mika dopo le prove e trascinarlo nel camerino o nel loft a baciarci, facendo semplicemente quello, beandomi solo della sensazione perfetta delle sue labbra sulle mie, sentendolo vivo contro di me, sentendo il suo cuore battere contro il mio.

Era successo tutto troppo in fretta, un giorno prima eravamo il giudice ed il concorrente, il giorno dopo ci baciavamo dove capitava.

Non ne avevamo parlato, non stavamo insieme, ci baciavamo e basta, era sufficiente a tutti e due. L’Alessio che cercava  delle risposte spariva quando Mika era in giro, ma si faceva sempre più pressante e continuava a chiedersi il perché di tutto quello quando lui non c’era.

A discapito di tutto e tutti, surclassando persino le stiliste, Mika mi aveva fatto recapitare davvero quel completo!!!!! Ma faceva sul serio?!?

Purtroppo si, e me ne resi conto quando vidi che anche lui ne indossava uno uguale. Sigh. Almeno, il mio bastone era passato alla verifica Tomassinni e quindi l’avrei usato nella coreografia!! Yeah!

 

 

Per arrivare al mio turno, dovetti aspettare tuuuuttaa la prima manche e guardare Rosy e Marika esibirsi, rodendomi per l’ansia che mi attanagliava.

Finalmente, dopo che nessuna di loro andò al  ballottaggio, venne il mio turno. Fui il primo della seconda manche.

Mika mi annunciò dicendo “Se la sua voce la settimana scorsa vi ha incantato, questa settimana vi farà ballare!” e poi partì il filmato, dove mostravano le prime prove con Tomassinni e il bastone, e Mika che minacciava di colpirlo se non l’avesse incluso nella coreografia, poi il suo “Merda, merda, merda” con il quale aveva preso l’abitudine di incitarci, da bravo uomo di teatro “Taanta merda” rispondevo sempre io, e la cosa finiva sempre con noi due che ci rincorrevamo. Poi ci fermavamo e io gli chiedevo “A last advice?” e lui replicava “Stay Alive”, che era adatta al momento, al contesto ed a Hunger Games.

How sweet. Da diabete, davvero. Potevo quasi immaginare la faccia che Cristina stava facendo in quel momento, con gli occhi a cuoricino e le mani sul cuore, davanti al televisore.

 

Il mio momento era arrivato. Iniziai a cantare “Stayin’ alive” con la consapevolezza di chi ha imparato ad amarla e mi stavo perfino divertendo!

 

“You can see by the way I walk

I’m a womanizer

No time to doubt!

Music high, kicks are warm,

I kick around since I was born!”

 

“Yeahh!” fu il commento di Mika. Sempre di poche parole, lui “No, davvero” disse, tornando serio “Io penso che tu   ha fatto una grande esibizione stasera, davvero” e sorrise. Quel sorriso! Quel sorriso era l’unica cosa che mi serviva, l’unica cosa che mi scaldava.

Alla fine, al ballottaggio andarono un ragazzo di Simona e un gruppo di Elio, mentre noi tre (+Mika) andammo a festeggiare una seconda settimana di permanenza nel magico mondo di XF!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Che dire, questo capitolo è il frutto di una settimana di ascolto continuo di Adam Lambert, e si vede. Se non

conoscete ancora questo ragazzo, cosa che mi lascia basita, correte a vedere il video di cui parlo: http://www.youtube.com/watch?v=IsPFDzAGb4A&feature=youtube_gdata_player …

 che ne pensate della piega che hanno preso gli eventi qui?

Alzi la mano chi non sta leggendo questo con le orecchie giù pensando che Mika non è più qui in Italia  perché XF è finito! ;(

grazie a tutte coloro che mi recensiscono sempre, davvero ragazze siete importantissime per me!!

 AkaRen, dobbiamo continuare il nostro sclero su Londra!!

Grazie, Bea

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Capitolo 8
*** #8 Hello! ***


cap 8 mika

Cap 8

Hello!

 

Sono  super nervoso e non so neanch’io il perché. Ma che dico, io lo so il perché.  Questa è la settimana dell’Hell Factor e dire che la tensione sia salita fino alle stelle è dire ancora poco.

Dalla direzione poi, non è arrivato niente. Nessuna indicazione, nessun obbligo, quindi nessuno sapeva cosa aspettarsi. Il budget stanziato dal programma per quell’unica puntata  era immenso, pronto per qualunque evenienza e soluzione i giudici avessero escogitato.

 Ovviamente, tutti conoscevano della doppia eliminazione, e non si può dire che si facessero i salti dalla gioia, nel loft. Anzi, più che altro si iniziavano ad ordinare i crisantemi.

 

Mika, poi non ne parliamo. Era tesissimo, saltava per un nonnulla, ed ovviamente faceva innervosire anche noi. Arrivavamo a scannarci per  chi non avesse messo il sale nella pasta, o per chi si era scordato di accendere la lavatrice, perché “Il bucato fatto di notte fa risparmiare” vero Rosy??

 “E allora stacci tu tutta la notte sveglia ad aspettare che finisca, perché no, non si può spegnere la mattina come fanno le persone normali, sprecheremmo energia!!!!”  le stavo urlando addosso.

 

“Ragazzi..”

Mika scelse esattamente quel momento per entrare nel loft. Ci vide così, con le dita bloccate a mezz’aria e le mani scenograficamente  sul petto mentre ci accusavamo a vicenda, le facce scioccate, e fece dietrofront immediato, borbottando qualcosa su certi periodi del mese e di come avrebbe dovuto  girare armato da quel momento in poi, che non compresi bene. Probabilmente, fu meglio così.

 

Tornai a fronteggiare la ragazza, ma quella se n’era già andata  “Ma cosa…?” chiesi, più al muro che a qualcuno di reale “Scusa, ma fino alle dieci c’è ancora tempo per mandare la lavastoviglie. Ci hai messo i bicchieri, vero?” la sentii urlare.

“Cosa? Aspetta…. No” conclusi, scoprendo che l’aveva già capito da sola, e che le parole di apprezzamento nei miei confronti  in  quel momento si stavano sprecando.

 

 

 

 

 

 

 

Il pomeriggio, ci ritrovammo tutti in sala prove, noi tre, Mika e la nostra coach, Valentina.

O meglio, noi c’eravamo, Mika ancora no. Ma conoscendo il suo ritardo cronico, non ci preoccupammo: non era un ritardatario, non voleva esserlo, semplicemente se la prendeva con molto, mooolto comodo.

“TA-dannnnn” gridò infatti, facendo la sua entrata in scena ad effetto. Effettivamente, poco mancò che si calasse dal soffitto, questa volta. La prossima sarebbe arrivato in mutande??

Non che mi dispiacesse l’idea, in effetti.

Sogghignando divertito, censurando la mia mente, rivolsi la mia attenzione all’oggetto dei miei  poco casti pensieri. Indossava una camicia celeste con dei pantaloni blu scuro coordinati, di una stoffa leggera tipo stretch, stretti  sulle caviglie. Stava molto bene, ma era anche più elegante rispetto al solito, e questo attirò la mia attenzione: c’era qualcosa sotto.

 

 

Infatti, lui iniziò subito a spiegare, infervorandosi come un bambino “Questa settimana, con il nostro immenso budget possiamo permetterci di fare follie. So, I.. ho chiamato alcuni miei amici che sapevo fossero in Italia, e verranno qui a darci una mano, e ovviamente per cantare con voi” disse, divertendosi a tenerci col fiato sospeso “Quindi, Rosy.. tu canterai con Elisa!!” Rosy saltò sulla sedia, emozionata, catapultandosi tra le braccia di Mika. Stava piangendo, addirittura. Mika conosceva della sua passione per quella cantante straordinaria, e le aveva voluto fare questo regalo.  Era sbalordita “Vai.. ti sta aspettando da Luca, per le prove” le disse, dolce, e lei corse via, dal suo idolo.

Io invece mi beavo osservando il mio, che aveva appena fatto felice una delle mie migliori amiche, ed ero sempre più curioso di conoscere il resto “Marika, tu invece canterai con… Gosh, il mio telefono”  si interruppe. Infatti, il suo cellulare stava vibrando, era un messaggio. Lo lesse e sorrise raggiante “Oh, bene. Marika, il cantante del gruppo con cui canterai, Chester, mi ha appena confermato di essere arrivato” la ragazza era già morta a Chester, ma quando Mika pronunciò le fatidiche parole “Tu canterai con i Linkin Park” sbiancò completamente, tanto che lui, preoccupato le chiese subito “Maka… are you ok?”

“Si..sto bene” rispose la ragazza. Anche i suoi idoli erano qui!!! Ma come era possibile tutto ciò? Mika era forse un mago per conoscerci così bene???

Ma poi ricordai della sparizione, avvenuta nei giorni scorsi, di tutti i nostri ipod, e la conclusione a cui giunsi fu una sola: Mika non era un mago, semplicemente era astuto come una volpe e voleva metter su uno spettacolo grandioso. E si, ci voleva bene, perciò aveva chiamato i nostri idoli.

Quando anche Marika scomparve dietro la porta, lui si voltò verso di me. Mi studiò per un momento,  in silenzio, ed io fronteggiai il suo sguardo “Che c’è?” gli chiesi, perdendomi nei suoi occhi. Dio, erano così belli “Niente, sto solo provando ad immaginare come prenderai questa notizia” mi disse, ancora con gli occhi nei miei, gli sguardi che bruciavano “Ma..” continuai io “Ma non ci riesco, perciò te lo dirò e basta” sorrise, liberando i miei occhi dalla presa mortale e sinuosa dei suoi, così profondi ed incantevoli

“Prima che tu mi smascheri, si ho preso io i vostri ipod!! Vergogna, passate così tanto tempo a sentire la musica e così poco a studiare!!” disse, sforzandosi di sembrare severo, ma rideva “In realtà ne avevo bisogno. Anche per te dovevo trovare qualcuno con cui duettare ma, God, tu sei impossibile!!! Ho trovato solo Lady Gaga, o Adam Lambert, o Rihanna o tutti e TRE insieme!! Come è possibile??” si sfogò “Ehi, dimentichi i miei tre cd versione deluxe di Katy Perry!” mi lamentai

“Oh, credimi, lo stavo facendo solo per salvare la tua dignità!” ribattè  “Comunque, il punto è che non sarei mai riuscito a chiamarli in tempo. Così ho optato per una versione più economica e semplice da raggiungere, anche perché  ce l’hai davanti agli occhi!!” concluse soddisfatto, alzandosi in piedi e mettendosi davanti a me “Cioè… io canterò con te? Davvero????”  riuscii a chiedere. Lui annuì ed io mi catapultai ad abbracciarlo, compiendo un salto che se l’avesse visto il mio prof di educazione fisica mi avrebbe osannato pubblicamente. Lui mi accolse tra le sue braccia, stringendomi  a sé. “Non sei arrabbiato?” mi chiese. Ci pensai su. Arrabbiato? E per cosa? Poi capii “Beh, mi aspettavo Adam Lambert…ma tu vai più che bene, grazie! Anzi, sei perfetto, direi” risi. “Ah, grazie tante eh!” disse lui, e ridemmo insieme.

 

 

 

 

 

 

Ci demmo appuntamento quello stesso pomeriggio, per provare la canzone. Ma erano le tre e di Mika neanche l'ombra.

Aspettai fino  alle sette e mezzo, spulciando ogni singolo cassetto alla ricerca di un biglietto, di un appunto, o  della canzone che voleva provare, di qualcosa che insomma, mi facesse capire dove diavolo fosse e perché non stesse arrivando.

Quando arrivò erano ormai le otto di sera, e non avevo voglia nemmeno di sentire se avesse delle scuse da porgermi. Ero così imbufalito che, appena entrò cercai subito di darmela a gambe per non litigare

 "Ehi" mi salutò "Scusa per il ritardo" aggiunse "No, non scusarti, ci vediamo domani" gli dissi, cercando di raggiungere la porta "Dove vai? dobbiamo provare" mi disse.

 "No, Mika prima di venirmi  a dire qualcosa, impara ad essere professionale e arriva in orario una volta tanto!" gli urlai, cercando di andarmene. Non me lo permise, prendendomi per un braccio "Scusami. Ora sono qui" mi guardò serio. Eravamo fermi, con i visi a dieci centimetri di distanza e sentivo la tensione crescere tra di noi.

Seguendo il mio istinto, mi sporsi a baciarlo e lui ricambiò, sospirando beato ed abbracciandomi. Ci stavamo baciando in un modo un po' troppo spinto per una sala prove, dove chiunque poteva entrare da un momento all'altro "Chi non è professionale ora?"  mi sussurrò lui tra un bacio e l'altro, sorridendo malizioso "Mmm, hai ragione" concessi, ma solo perchè volevo ribaciarlo il prima possibile. Avevo bisogno di quel contatto, non me ne sapevo staccare, non ne avevo mai abbastanza.

Continuammo a baciarci finchè non sentii il pianoforte dietro di me,e lo vidi sorridere con un'espressione vittoriosa dipinta sul viso. In quel momento capii che mi aveva fregato "Ora proviamo, eh!" mi  sorrise.

Beh, l'arrabbiatura ormai mi era passata, perciò sorrisi anche io, acconsentendo e guardandolo accomodarsi al pianoforte.

E, siccome Mika al piano era una visione irresistibile, mi sporsi per lasciargli un ultimo dolce bacio sulle labbra "A proposito, cosa cantiamo?" gli chiesi, curiosissimo.

 Sorrise "Hello! Ti piace Lionel Richie?"

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice

 

Ciao tesorini! ok, smetto con le smancerie perchè non sono portata. questo capitolo semplicemente lo adoro, perchè io posso anche scrivere solamente una pagina come prima stesura,ma mi ritrovo con 5 pagine di Word alla fine! wow!!

visto come ho pubblicato velocemente?? con il Natale mi sento più buona, perciò aggiornerò più spesso...e si, le mie amiche mi hanno costretto, volevano un nuovo capitolo!! alla prossima puntata con l'Hell Factor!!!!

soo... enjoy! e grazie a chi recensisce, segue, preferisce e ricorda! Merci

xoxo Bea

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Capitolo 9
*** #9 Hell Factor! ***


Cap 9

Questo capitolo è dedicato a tutte quelle persone stupende

Che  mi seguono sin dall’inizio di questa storia: AkaRen, GaiaPenniman, Violet_Penny,

Capitan Vink Harlock, PerriesMalibu,CuffiettePanda_ss99,HungerGamesAA, MartaFix.

Al mio gruppo, le The BiG DinaMiC.

Tanti auguri ragazzi, e grazie, voi non sapete quanto mi rendete felice e fiera di quel che faccio.

Bea

 

                                                                    Cap 9

Hell Factor!

 

 

“Benvenuti, signori e signore, tra le fiamme dell’inferno”

La puntata era appena iniziata, l’ansia era a mille.

Nel backstage c’era un viavai di tecnici, costumisti, truccatori ed ospiti. Tanti ospiti “Wow, quella è Skin?” Rosy parlò,  indicandomi una donna di colore altissima, con un ciuffo di capelli ossigenato sparato in aria e taaante, ma che dico tante, milioni di borchie sui vestiti “Beh, se non è lei quella è la copia di Darth Vader” rispondo, e riesco a farla ridere. Almeno lei, perché Marika è di nuovo preda del panico da palcoscenico, e questa volta sembra che non se ne andrà tanto facilmente.

Alessandro Cattelan inizia a spiegare dal palco le regole e i vari modi per votare in questa puntata, ed è come se l’incantesimo Muffliato fosse stato gettato sul backstage: non si sente volare una mosca. Ovvio, tutti vogliono sapere cosa succederà

 “Ci saranno due manche da 5 cantanti ciascuna. Al termine di ciascuna manche avremo un ballottaggio con  un’eliminazione diretta da parte dei giudici. I ragazzi avranno bisogno davvero di tutti i vostri voti. I modi per comunicare attraverso il televoto li conoscete già: Twitter, Facebook, il tasto verde del telecomando. Perciò votate, votate, votate, perché mai come oggi sarete importanti per loro”

Ale dice tutto questo senza nemmeno sputare, poi prende fiato e dice “Pubblicità!”

Quando le luci diventano blu, segno che siamo fuori onda, Mika fa un balzo e di corsa arriva da noi “Ragazzi, ho poco tempo. Mi hanno appena comunicato l’ ordine. Marika.. tu sarai la prima. Rosy tu canterai anche nella prima manche. Preparatevi, e merda, merda, merda !!!”

Indossa un completo molto sobrio, blu scuro, in linea con quello che le costumiste mi hanno costretto a indossare. Questa sua mania di farci vestire uguali è inquietante, perfino le ragazze sono in blu!!

Ma non ho molto tempo per pensarci, perché mi guarda intensamente, e io ricambio, perché è insolito perfino per lui uno sguardo simile “Brillantina?” chiede, prendendomi una ciocca di capelli tra le dita. Sospiro di sollievo. Che poi, perché dovrei essere messo in soggezione da uno sguardo. Beh, è un SUO sguardo.  Poi mi abbraccia, dandomi un bacio sulla guancia! Come se la mia infatuazione per lui non fosse già abbastanza chiara, divento tutto rosso come un peperone, ma non riesco a ricambiare  il gesto che è già volato via.

Sulle mie mani è rimasto il suo calore, sul  il mio corpo una scia del suo profumo.

 

Intanto la pubblicità finisce, ed ecco Ale che subito dà i numeri dei concorrenti. Marika è la prima, come aveva predetto Mika, Rosy la quarta. Le mie due ragazze. Spero vada tutto bene. Elisa arriva subito dopo l’annuncio,  prende da parte Rosy ed iniziano subito a discutere. Elisa cerca di rassicurarla, si vede che Rosy è preoccupata. Anche i Linkin Park si fanno vedere , quasi in contemporanea. Mi hanno piacevolmente sorpreso, perché sono delle star  ma non se la tirano. Rapiscono Marika e Chester, il cantante, inizia subito a parlare con lei fitto fitto della canzone, iniziano a scaldare la voce, ed altre assurdità simili. La fanno ridere, però, e sono bravi a calmarla, quindi questo gioca a loro favore. Meno male che Marika parla bene l’inglese, ormai con Mika siamo tutti abituati.

Mika.. il mio faro, la mia ancora di salvezza dal mio inferno personale. La mia vita è così piena, ed io la faccio sembrare così interessante, che nessuno si è mai accorto del fatto che in realtà non lo è affatto. Nessuno si era accorto del mio dolore prima di Cristina. Nessuno ha saputo curarlo prima di Mika. Non è solo il suo essere così stravagante, è la sua intera essenza che.. non so, è come un balsamo. Nessuno sapeva di mia madre, di mio padre qui. Nessuno prima di lui.

Ed ecco perché sono qui, adesso a rimirare il mio giudice, da dietro le quinte, mentre annuncia Marika. Riesco a darle una piccola stretta prima che salga. Sorride, è più serena

 

“In this farewell

There’s no blood

There’s no alibi”

 

Marika aveva iniziato What I’ve Done, era sicura di sé, sorrideva. Era concentrata. Bene.

 

“Cause I’ve draw regrets

From the truth of thousand lies

And so let mercy comes and washes away..”

 

Chester ed il resto dei ragazzi l’avevano  subito seguita. Ed insieme, avrebbero fatto fuori quel palco!

 

“What I’ve done

I’ll face myself

To cross on what I become

Erase myself

And let go on what I’ve done”

 

 

“Avete spacato!” è il commento di  Mika, che ancora dopo tanti anni non sa pronunciare le doppie, eccheccavolo!!

Ma ha ragione, sono stati assolutamente unici e fantastici, perciò mi unisco a loro quando festeggiano, in attesa del mio turno.

 

Dopo un cantante di Simona ed un gruppo di Elio, le “Angel’s Girls”, tocca a Rosy ed Elisa.

 

“Parlami come il vento fra gli alberi

Parlami come il cielo con la sua terra

Non ho difese ma ho scelto di essere libera”

 

‘Luce’ è un pezzo incredibile, carismatico, ti rimane nel cuore. Anche Elisa ti rimane impressa, è la dolcezza fatta persona

 

“Adesso è la verità l’unica cosa che conta

Dimmi se fare qualcosa, se mi stai sentendo

Avrai cura di tutto quello che ti ho dato, dimmi?”

 

Sono due persone diverse, Elisa e Rosy, ma due freaks, come direbbe il mio giudice, esattamente lo stesso ragazzo che ora mi guarda mentre spio da dietro le quinte perché questo è uno spettacolo che non si vede tutti i giorni

 

“Siamo nella stessa lacrima

Come un sole e una stella

Siamo luce che cade dagli occhi

Sui tramonti della mia terra

Su nuovi giorni”

 

Il pubblico esplode per questo duetto così travolgente, sono tutti in delirio, e come dargli torto???

“Ti adorooooo” le urlo appena scende la scaletta del backstage “Ora pensiamo a te” mi risponde lei.

“No, prima a voi” dico, indicando il gruppetto formato da Maka e dai Linkin Park, che sono in cerchio vicino a lei, per quel momento così importante.  Ora che l’adrenalina da palcoscenico sta svanendo, è di nuovo terrorizzata. Devo aiutarla, insomma che amico sarei se no?

Una ragazza di Morgan chiude il gruppo della prima manche, e si va subito al ballottaggio.

 

“I due cantanti che si sfideranno subito su questo palco sono Heric e Marika” Alessandro è una doccia fredda per tutti noi. Nessuno si aspettava questo. Marika esce. “Non è giusto, è stata bravissima!” protesta Rosy con le lacrime agli occhi. Lei è stata salvata per prima, ma non ne è felice neanche un po’.

Concordo, ma non è che possa farci qualcosa ora. Mika si fa vedere, corre a razzo verso di lei, deve consolarla. Ma Marika non sembra molto dispiaciuta per come è andata “Non era quello che volevo.  Cantare mi piace, ma stando qui ho capito che lo apprezzo di più se lo faccio solo per me. Va bene così” lo stava consolando, per assurdo, dato che tra i due quello più abbattuto era il giudice, non il concorrente!!

Lo strigo forte, abbracciandolo per i fianchi “Non essere triste” lo consolo gentilmente “Mi sento un giudice cattivo” mi sussurra nell’orecchio. Lo guardo, sorpreso “Perché?” chiedo “Perché non sono riuscito ad aiutare Marika. Dai avrei dovuto capire che non era la cosa giusta per lei” era proprio abbattuto “M a lei va bene così.” Ribatto “E posso dirle con sicurezza che lei è il giudice migliore che potessimo desiderare, signore” scherzo “Ohh, mio caro, con questo si è guadagnato un  bacio!” sorride, e si sporge per baciarmi lievemente sulle labbra.

“Preoccupato?” mi chiede “Si, ma è normale” rispondo “Si, ma saremo grandi” mi bacia un’altra volta ancora, e sparisce, come un lampo.

 

 

 

Mika ci ha comunicato che questa settimana aveva chiesto che  i nostri Daily non fossero  mandati in onda, quindi nessuno si sarebbe mai aspettato i primi due duetti che c’erano stati, nessuno mai avrebbe immaginato Elisa e i Linkin Park su quel palco a cantare con noi.

Quindi, a rigor di logica, nessuno si aspetta il nostro duetto. È un genio: il miglior effetto sorpresa di tutte le edizioni!

Lo sento presentarmi. Ecco cosa dice “Alessio ha fatto parlare molto di sé. Spigliato, ho detto bene? Si, ok. Divertente. Emotivo. Un cantante ed una persona straordinaria. Questa sera avrà un appuntamento molto importante su quel palco, e tra un po’ scoprirete con chi! Signore e signore, Alessio!!”

 

Mmmh, non ha nominato sé stesso. Effetto sorpresa doppio!!!

Salgo sul palco, mi faccio forza, sperando di ricordarmi bene il pezzo. Lionel Richie è una delle cose più difficili ch’ io abbia mai cantato.

 

“I’ve been alone with you inside my mind

And my dreams I’ve kissed your lips

A thousand times

I’ve sometimes see you pass outside my door

Hello, isn’t me you’re looking for?”

 

Mika si alza dalla sua postazione ultra-fica di giudice, impugnando vittorioso il microfono. E inizia a  cantare la sua parte

 

“ I can see it in your eyes

I can see it in your smile

You’re all I’ve ever wanted

And my arms are open wide”

 

Il pubblico esplode, ma noi non lo sentiamo. Siamo nella nostra piccola, lucida bolla privata mentre cantiamo guardandoci negli occhi, insieme

 

“Cause you know just what to say

And you know just what to do

And I want to tell you so much

I love you”

 

L’ultimo verso è un sussurro, pronunciato guardandoci da dieci centimetri di distanza. Non ne possiamo fare a meno. In questo momento non siamo più Alessio il concorrente e Mika il giudice, siamo due innamorati che si guardano e si scoprono per la prima volta, ancora timorosi di ciò che sarà.

 

“Isn’t me you’re looking for?

Cause I wander where you are

And I wander what

I wander what to do

Are you somewhere feeling lonely or there’s someone loving you?”

 

Sembriamo due innamorati  disperati mentre ci domandiamo a vicenda “Stai cercando me? Dimmi di si, perché io ti amo” e anche se non  ce lo diciamo, noi lo sappiamo. Ci amiamo, i nostri cuori ed i nostri occhi parlano per noi.

 

“Tell me how to win your heart

For I haven’t got a clue

But let me start by saying

I love you”

 

 
Ma anche se il cuore di Alessio aveva capito tutte quelle belle cose, non si poteva dire che la mente l’avesse seguito. Mentre cantavano, continuava a chiedersi “Perché?” Perché non mi dici che mi ami, perché  non te lo dico io? Perché fingiamo davanti al mondo, perché ci lasciamo andare solo se siamo soli?

Purtroppo il salto evolutivo era ancora lungo, e  Alessio non era ancora pronto. Per quella volta tutte quelle domande sarebbero rimaste allo stadio Homo Neandertalensis.

 

 

 

 

 

 

Ci siamo abbracciati a fine canzone, ma perché ci siamo comportati così? Poco mancava che ci baciassimo, su quel palco, damn!!

 Fortunatly, Alessio ha passato il turno!  Non ne ero sicuro, non volevo penalizzarlo con questa scelta. Non volevo imbarazzarlo o mandarlo in confusione, so come sta: glielo leggo negli occhi. A volte mi odio per non sapermi frenare mentre canto, ma se  posso essere libero su un palco, who cares?

Devo trovarlo, parlargli, scusarmi. Meno male che il pubblico italiano ha gradito. Adoro l’Italia e loro amano me. Sono super fortunato.

Ma ora devo trovarlo. Devo scusarmi, chiarire. Mika deve diventare il giudice serio, per una volta.

 

“Ale dove sei? Devo parlarti”

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Tanti auguri a tutti!

Come vi è sembrato questo capitolo? Spero vi sia piaciuto e che non sia tanto incasinato, avevo scritto una cosa completamente diversa rispetto a questa, ma alla fine questa versione ha preso il sopravvento.

L’ultimo pezzo sono i pensieri di Mika!! Il prossimo capitolo sarà puro fuoco, ve lo posso garantire!!

Che dire? Elisa e i Linkin Park sono due facce della stessa medaglia, il pop ed l’electro rap, due artisti che adoro, e volevo che ci fossero!

Conto di pubblicare entro il 26, perciò…auguri mikafreaks di buon natale e ricordate: Non siamo  tutti normali, siamo tutti freaks!!

Bea

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Capitolo 10
*** #10 Gone? ***


Capitolo 10

Cap 10

Gone?

The Piano Man’s story

 

“Alessio dove sei? Devo parlarti”

Ma dove si è cacciato? Non è che posso stare a cercarlo per tutta l’Arena.

Finalmente mi risponde “Sono fuori” ceeerto, ora si che mi è tutto più chiaro “Fuori dove?” chiedo allora.

“Sono al piano bar, giù.. beh, al bar” mi comunica, come se mi stesse facendo il più grande regalo al  mondo

“Sto venendo” gli dico “Cosa? No, perché?” mi chiede, ma non ho voglia di litigare, perciò gli chiudo il telefono in faccia. Che cavolo, chi lo capisce questo ragazzo, ma quale è il suo problema??

Perché ero sicuro che ci fosse qualcosa che non andava, dio! Quel ragazzo aveva sempre un problema. Ma perché non poteva vivere tranquillamente la sua vita? Prenderla come veniva e ringraziare per ciò che aveva ricevuto??

Questa cosa andava chiarita assolutamente.

Corsi like a crazy person fino al piano bar e cercai tra la folla. Beh, non che non si notasse.

Alessio era al piano,  e di sicuro si era già fatto una birra o due: ero arrivato in tempo per vederlo dare il meglio di sé.

 

“He says :

Son can you play me a memory?

I’m not really sure how it goes

But it’s sad and it’s sweet

And I knew it complete

When I wore a younger man’s clothes”

 

Stava cantando Billy Joel. Wow, non pensavo lo conoscesse.

Rimasi lì a rimirarlo per un paio di minuti, completamente perso in altri scenari a luci moolto rosse, e poi  mi riscossi.

Per quanto Ale al pianoforte fosse una delle cose più eccitanti ch’io avessi mai visto, dovevo tirarlo giù di lì, perché dovevamo parlare, doveva andare a letto, ed il pubblico stava incominciando ad apprezzare un po’ troppo.

E la prima regola del programma è : niente contatti con l’esterno. E  io non so bene l’italiano, ma di sicuro cantare in un bar completamente stracolmo di gente non è niente. Per niente.

… ok, basta!

 

Mi feci spazio a spintoni e gomitate tra la gente assiepata lì sotto, e grazie ai miei dieci centimetri buoni di altezza in più (ma facciamo anche 20) riuscii ad arrivare sotto il palco, e salii  mentre lui finiva gli ultimi accordi

“Buonasera” gli tolsi il microfono dalle mani, e lui mi guardò male “Buonasera a tutti. Ecco.. Alessio non dovrebbe essere qui. In realtà dovrebbe essere già a letto. Perciò, scusatemi, ma è li che deve continuare a cantare. Buonanotte”

Cercai di scendere dal palco tirandomelo dietro, ma il pubblico non me lo permise “Duetto, duetto!” aveva iniziato ad urlare, e la cosa mi terrorizzava non poco. “Questi non ce ne fanno andare se prima non li accontentiamo” mi comunico Alessio, a bassa voce, ridendosela evidentemente della mia espressione sbalordita “Ma hai bevuto?” gli chiesi a mia volta “Solo una birra. Si nota troppo?” mi chiese, traballando ed appoggiandosi a me.

“Okkkk gente, una canzone sola!!” gridai nel microfono, e il pubblico applaudì e ci incitò, con cori che preferirei non ripetere per la salute mentale delle persone perbene. Beh, tra il parlare con un Alessio “allegro” e un pubblico decisamente ubriaco avevo preferito calmare i secondi. E poco male, Alessio era addirittura più carino con le guance tutte rosse per colpa della birra.

 

“I wanna talk to you!”

 

Impugnando felicemente il  mio bel microfono mi sedetti al piano accanto ad Alessio, che iniziò a suonare Grace Kelly. Replicò:

 

“The last time we talked Mr. Smith

You reduced me to tears

I promised you it won’t happen again”

 

Sorrisi, felice che si ricordasse così bene sia il testo che la melodia. Iniziammo a suonare a quattro mani, io impossessandomi delle ottave più alte, lui di quelle più basse

 

“Do I attract you?

Do I repulse you with my quesy smile?

Am I too dirty, am I too flirty?

Do I like what you like?”

 

La sua voce calzava a pennello in quella canzone, sembrava quasi che io l’avessi scritta insieme a lui. Ma ora era il mio turno, e questo era il mio singolo!

 

“I could be wholesome

I could be loathsome

I guess I’m a little bit shy

Why don’t you like me?

Why don’t you like me without make me try?”

 

Mi appoggio sulla sua spalla mentre canto, seguendo la mia memoria, riportando a galla il perchè ho scritto questa hit. Volevo che tutti capissero chi ero, all’epoca, ora voglio che solo lui capisca

 

“I could be brown

I could be blue,

 I could be violet sky

I could be hurtful

I could be purple

I could be anything you like”

 

I miei colori sono ciò che sono. Il mio carattere, i miei ricordi, il mio passato, presente e futuro. Le sfumature di questa canzone fanno capire tante cose di me.

Finiamo di cantare insieme, guardandoci. Ma io non riesco veramente a vedere Alessio in questo momento, lui è stano, distante. Non mi piace quello che vedo dentro i suoi occhi, perché è la dimostrazione che non ha ancora capito.

“Buonanotte a tutti” salutai e ringraziai e me la filai, trascinandolo per un braccio fino al loft.

“Ma cosa credevi di fare?” lo aggredii, una volta dentro, al riparo da orecchie indiscrete “Ma cosa credevi di fare tu?” mi rimbecca lui “Tutte quelle mossette mentre cantavamo stasera, e ci stavamo praticamente respirando addosso.. ma a che gioco stai giocando Mika?” lo guardai sorpreso “Non volevo metterti in imbarazzo” sussurrai “Ma non l’hai fatto. Sono gay, tu lo sai, nel loft lo sanno, credo che persino il pubblico l’abbia capito… ma io non capisco ancora cosa vuoi fare con me” e mentre me lo confessa, sento qualcosa che ribolle dentro di me “Perché, perché ci sono sempre domande nella tua testa?” sbotto.

 E si, forse sto urlando, ma non mi interessa “Perché poi la domanda più importante non me la fai? Perché la pensi e non me lo chiedi.. perché non mi chiedi se ti amo, invece di nasconderti dietro questi giochetti. Si, I love you, sei più sicuro ora? Si ti amo, nonostante tu sia un rompiballe!!” detto ciò, mi girai e me ne andai.

Wow, non pensavo di parlarlo  così bene l’italiano. I’m good!!

Sorrido, anche se sono ancora arrabbiato. Se non capisce così…

 

 

 

Mi ama? Mi ama! E io perché non gli ho risposto? Perché non gliel’ho  detto? Rimango impietrito a fissare il punto dove fino a cinque secondi fa stava l’uomo che mi ha aperto gli occhi. Perché…

. . .

Ecco aveva ragione, un’altra cosa di cui dovrei chiedermi il perché. Un po’ di  Pensiero Laterale, Alessio, mi dico.

E cosi gli corro dietro, con un sorriso che va da un orecchio all’altro, sapendo che è l’ultima cosa che si aspetta da me adesso, e che lo sorprenderò. Ed io adoro guardare la sua faccia sorpresa.

Lo rincorro, cercandolo dappertutto, finchè non arrivo  al suo appartamento. La porta è socchiusa, perciò entro senza problemi.

Era  di spalle, perciò non mi vide entrare.

Trasalì quando le mie mani si posarono sui suoi fianchi e la mia bocca finì sul suo collo, dove c’era un piccolo incavo tra il collo e la spalla che avevo adocchiato dalla prima volta che l’avevo visto, esattamente sotto il suo tatuaggio. Il suo collo così morbido mi faceva impazzire, perciò iniziai a baciarlo e a morderlo, sentendolo gemere sotto il mio tocco. La sua pelle scottava a contatto con la mia, sembrava non volessimo far altro che assaggiarci per tutta la vita.

Lo girai verso di me con delicatezza, continuando a baciarlo. Un bacio sul collo, mandibola, mento, guancia e poi su fino alle sue labbra.

Ci baciammo come mai prima d’ora, lentamente ma non per questo con meno passione

“I thought you were gone” mi disse, tra un bacio e l’altro. Gone? “Non potrei andarmene nemmeno se volessi” gli confessai “E al diavolo il tuo inglese! Parla in italiano” rise “You’re right. Oops!” si tappò la bocca con le mani, perché aveva sbagliato ancora. Ridendo, iniziai a baciare ogni singolo centimetro di quelle mani perfette, tempestandole di attenzioni  finchè non riuscii a fargliele abbassare “Mi fai il solletico” si arrese.

Ci baciammo di nuovo, le lingue che si strusciavano e giocavano nella sua bocca, i respiri rotti e l’ossigeno sotto zero.

“Mika” lo chiamai “Mmmm” aveva affondato la faccia nel mio collo, e non dava segno di volersi spostare di lì “Devo dirti una cosa” continuai “Sai, quando ti sei incazzato prima? Beh, mi hai fatto aprire gli occhi. Devo dirtelo, devo farlo, amore mio. Ti amo, Michael, ti amo come non ho mai amato nessuno, e questo non mi spaventa, anzi è una cosa che ho accettato, perché nessuno è come te” alzò il viso, scrutandomi con quei suoi occhi profondi. Cosa stava cercando? Forse dei ripensamenti, non lo so, fatto sta che rimasi completamente serio, finché non concluse la sua indagine e si aprì in una risata liberatoria “God, goooood. I love you too!!”

Vi ho mai descritto la sua risata? Certo che no, non è umanamente possibile farlo. È bellissima, musicale, è stata la cosa che prima di tutte le altre mi ha fatto sbarellare. Sentirlo ridere vuol dire innamorarsi perdutamente di lui, e si, io ci sono passato, ci sono ancora dentro e so come è. Simply, fucking perfect.

 

Continuando a baciarlo, lo spinsi con delicatezza verso il letto. Lo feci stendere e mi tolsi la camicia, mentre lui si toglieva la giacca. Velocemente anche la sua camicia sparì.

Baciandoci ci avvicinammo ed i nostri corpi entrarono in contatto. Sentii la sua erezione attraverso la stoffa dei pantaloni ed una scarica di piacere lo fece inarcare verso di me quando l’accarezzai. Venni attraversato anch’io da un brivido e continuai a baciarlo a labbra aperte, con più foga.

Era un mistero per me, ma solo lui riusciva a farmi provare emozioni sempre nuove e diverse semplicemente con un bacio.

“Ti amo” le sue parole arrivarono al mio orecchio, facendomi fermare “Ti amo anche io” gli sussurrai. Stavamo per compiere un passo importante, lo capivo, e lui voleva sentirsi sicuro.

Scesi su di lui, ricominciando a baciarlo con dolcezza, mentre armeggiavo con i suoi pantaloni, che misteriosamente sparirono insieme ai boxer un secondo dopo.

Lo sentivo combattere ed imprecare contro la mia abbottonatura, perciò risi sulle lue labbra, andando ad aiutarlo.

Quando rimanemmo nudi ci studiammo, guardandoci. Decisi immediatamente che le fossette sui fianchi di Mika sarebbero state il mio punto preferito, e mii ci fiondai senza remore, percorrendole con la lingua e con le labbra.

Arrivai casualmente proprio lì, sull’inguine, e lo sentii contorcersi sotto di me “Mika come si dice?” chiesi, sornione “Please?” tentò lui, ed io mi avventai su di lui, prendendo il suo membro in bocca, iniziando a succhiare e rilassare la gola.

Continuai finché non lo sentii respirare in modo affannato, segno che era vicino. Mi staccai, guardandolo con aria cospiratoria. Lui subito capì e aprì un  cassetto, tirando fuori un quadratino di stoffa e un tubetto. Presi il preservativo, aprendolo con i denti, e lo infilai sulla mai apertura. Poi presi il lubrificante e lo passai abbondantemente sul tutta la lunghezza.

Mi spalmai il lubrificante sulle dite ed andai a stuzzicare la sua apertura. Prima un dito, poi due… “AH” avevo trovato la prostata. Bene.

Sorrisi, togliendo le dita ed iniziando a spingermi dentro di lui. Quando fu comodo, azzardai una spinta. Mi sentivo benissimo. Non lo avrei mai creduto, ma mi avvolgeva perfettamente. Dio, sarei potuto venire solo per quanto mi trovavo bene dentro di lui.

Quando lo presi per le gambe, cambiando angolatura, colpii di nuovo la sua prostata e la spinta ci fece vedere le stelle. Continuai a colpire li, mentre prendevo il suo membro e iniziavo a massaggiarlo.

“Alessio!” Venne sul mio stomaco, gridando il mio nome. Si tese talmente tanto che anche io venni dentro di lui, urlando il suo nome.

 

 

Dopo, calma piatta.

“Mmm” Mika scivolò via da me, stendendosi al mio fianco “Ora sai che ti amo” gli sussurrai, perdendomi nella dolcezza di quel attimo. “Ora sai che io ti amo. Niente più domande ok?” mi rispose.

Mi avvicinai per baciarlo, finalmente in pace con me stesso. “Buona notte” gli sussurrai, e ci addormentammo insieme.

 

 

 

 

 

Angolo dell’Autrice che va a nascondersi dopo quello che ha scritto

 

Beh..che vi avevo detto?

Eravate rimasti così male che il duetto non fosse stato su una canzone di Mika che l’ho inserito qui. Spero vi sia piaciuto. Vi avviso che non ho la forza di rileggere ciò che ho scritto, mi vado a sotterrare direttamente.

Grazie a tutti coloro che recensiranno, Buon Natale!!

Bea

 

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Capitolo 11
*** #11 My Love ***


Cpitolo 11 Mika

Cap 11

My Love

 

 

“And I remember your eyes were so bright

When I first met you so in love that night

And now I’m kissing your tears goodnight

And I can’t take it

You’re even perfect when you cry”

 

Era di nuovo giovedì. Stavo cantando sovrappensiero  i Maroon5 in sala prove, aspettando l’arrivo della mia vocal coach o di Mika per iniziare a provare.  Questa settimana mi aveva assegnato  “Mad World” dei Tears for Fears, che effettivamente mi ricordava molto della mia vita, perciò ero stato felicissimo di averlo. Mi ricordava mio padre e il modo orribile con cui si era comportato con me, per le mie particolari ... inclinazioni.

 

Non si poteva dire che io non fossi gay già da bambino. Cosa pensi di qualcuno che a otto anni corre per casa urlando a tutti di voler sposare Ricky Martin? Insomma era evidente, ed io non volevo nascondermi. Finchè ci fu anche mia madre, le cose andarono bene, perché mio padre l’ascoltava. Ma poi.. la malattia, le medicine, le cure invasive ce la portarono via quando io ero dodicenne.

Voi penserete che le tragedie all’interno di una famiglia uniscono ancor di più i membri sopravvissuti, e anche io lo credevo, ma avevo fatto i conti senza mio padre.

Andava in giro per i locali fino alle due la notte, e ne usciva ubriaco, fatto e pure con qualche prostituta sfortunata abbordata  in giro.

 Si vergognava talmente tanto di avere un figlio come me che le cose peggiori gli uscivano dalla bocca, “Sei uno scherzo della natura!” mi urlava quando tornava a casa ubriaco, dopo essere stato chissà dove e con chissà chi.

 Avevo provato di tutto, dal prendere ottimi voti a scuola al cercare di uscire con le ragazze, ma le cose non cambiavano. L’alcool faceva uscire la sua parte peggiore.

E fu così che Cristina entrò nella mia vita, riportando quella pace e tranquillità che sembravano essersi perdute. Mi prese con sé, facendomi da ‘mamma’ finchè non ebbi diciotto anni. Furono sei anni pazzeschi: innanzitutto mi portò con sé a Milano, cambiai scuola, frequentazioni e ragazzi. Lì nessuno mi conosceva, nessuno poteva giudicarmi, nessuno sapeva chi ero veramente perché non mi facevo avvicinare. Rimanevo nella mia bolla lucida, aspettando il momento in cui poter essere libero, per davvero.

 

E con ciò, non vorrei dire che lei non sia stata perfetta, solo volevo i miei spazi, la mia vita.

Poi tornai a Roma, iniziai a fare il cameriere a diciannove anni, e sarei rimasto lì, a lavorare il giorno e cantare la notte, se non fosse stato per X Factor. Non avrei conosciuto Rosy, Maka e Mika…. E chissà dove sarei ora!

 

“Mad World” mi rappresenta davvero bene, non credete? Ora che sapete tutto, potete anche permettervi di giudicarmi, ma fossi in voi aspetterei la fine per capire. Ecco ciò che rappresenta per me, è la mia storia.

Inoltre, Adam Lambert ne ha fatto una cover mentre era ad American Idol. La sua versione è bellissima, lenta ed armoniosa. Comunque, avevo in mente qualcosa di diverso.

 

La mia idea era quella di cantare con solo una luce puntata addosso e il fondale nero. Mi sarei mosso, seguendo la melodia, e sarei arrivato a toccare le due coppie di ballerini, prima una e poi l’altra. In quei momenti un fascio avrebbe illuminato anche loro e avrebbero iniziato a ballare.

Era semplice, mi sembrava buona. Ne avevo parlato con Tommassini e gli era piaciuta.

Immaginando la scena, mi posizionai sulla stellina e presi microfono, bastone ed asta.

 

“All around me are familiar faces

Worn out places, worn out faces”

 

Sorrisi involontariamente, quando ricordai come Mika mi avesse indicato la tonalità “Devi cantare come se tenessi un bambino tra le braccia e dovessi farlo addormentare”* mi aveva detto, serissimo, ed aveva iniziato a cantare con me, pianissimo.

 

“Bright and early for the daily races

Going nowhere, going nowhere”

 

Mika arrivò a metà esibizione,  e si fermò sulla porta, dimenticandosi perfino come si respirasse, perché gli sarebbe parso di far svanire quella visione che aveva davanti. Alessio era bellissimo ai suoi occhi, con quel bastone che era diventato il suo marchio di fabbrica si muoveva sul piccolo palco della sala prove, da solo, inseguendo dei ballerini immaginari.

 

Rimase rapito fino alla fine della canzone, poi si riscosse, guardando ammirato il ragazzo che aveva di fronte: era un performer nato, sapeva stare sul palco in un modo che non aveva mai visto prima d’ora. E lo amava sempre di più.

 

 

 “Children waiting for the day they feel good

Happy birthday, happy birthday”

 

Erano in diretta. L’esibizione fino a quel momento era andata da dio. I giudici erano sbalorditi, ma non tanto per la potenza vocale di Ale, per una volta, erano sbalorditi dal cuore che ci stava mettendo. E si, anche dalla  sfacciataggine!

Mika non riusciva, di nuovo, a togliergli gli occhi di dosso. Ed era davvero una cosa snervante. Davvero!

Insomma, Alessio era il suo….. ragazzo? Era il suo ragazzo? Oh my God, pensò,  davvero? Eh, si la realtà era quella, ed era una novità piacevole e sconcertante allo stesso tempo, perché mai avrebbe pensato di poter chiamare qualcun altro “il suo ragazzo”, non dopo il modo in cui il suo ultimo amore l’aveva trattato.

 

Aveva incontrato Zac più di due anni prima, e le cose si erano fatte serie fin dal primo momento. Lui era un uomo impegnato, un avvocato, e per lui Mika aveva davvero sacrificato parte della sua vita e delle sue soddisfazioni personali.

Almeno, fino al momento in cui era uscito fuori che non solo era etero, ma che addirittura le sue finanze non erano così floride come si pensava, e che lo stava usando come un bancomat.

 

Ecco perché Mika era così restio all’idea dell’avere un ragazzo, ma Alessio si era fatto spazio a spintoni nel suo cuore, e ci aveva costruito dentro qualcosa che sarebbe durato a lungo, e per quanto cercasse di negarlo, lui l’amava davvero.

 

“Hello teacher

Tell me what’s my lesson

Look right through me

Look right through me”

 

 

Mika  seguì il filo dei suoi pensieri fino a quel momento,  quando Alessio gli sculettò davanti agli occhi, ipnotizzandolo e facendogli scordare perfino il proprio nome. Poi si girò, salendo sul tavolo dei giudici e stendendocisi sopra, urlandogli il suo acuto proprio in faccia. Sorrise divertito, mentre il suo ragazzo scendeva e si incamminava verso il palco. Dio, quanto lo amava!

L’avrebbe volentieri urlato al mondo, anche lui odiava nascondersi ma ci teneva alla sua privacy, per non parlare del fatto che Ale era un concorrente.. e lui non voleva fare la fine di Morgan, proprio no!

 

“I find it hard to tell you

I find it hard to take

When people run in circles it’s a very very

Mad World… Mad World”

 

 

La performance lo lasciò senza fiato e anche se non era proprio uguale a quella delle prove, era travolgente..e perfetta. Avrebbe dovuto mandare dei fiori a Lambert.. e a Tears for Fears..e  a Tommassini!

Quando gli toccò pure di commentarla, come se non fosse abbastanza chiaro che tutti erano ancora sottosopra, mise su l’espressione da montagne russe+ doppio avvitamento e disse “Wow, dopo la performance non ho bisogno più della mia hair stylist..mi basta il mio ragazzo con il suo acuto” stava ridendo “Sei stato completamente fantastico, completamente credibile, anche. Sono contento di averti nella mia squadra!”.

 

 

Arrivai dietro le quinte, e Rosy praticamente si catapultò tra le mie braccia “Sei stato grande!! Erano tutti in delirio, ma come ti è venuto in mente di scatenarti così? Avevamo detto una ballad!” mi urlò. E solo in quel momento mi resi conto del casino che avevo fatto da metà performance in poi, quando mi ero scatenato sul palco “Dai, è piaciuto!” sdrammatizzai “Si, soprattutto a Mika! Mi domando come mai non ti abbia sbattuto sulla prima parete libera e non ci abbiate dato dentro” commento maliziosa “COSA??” dissi, tutto rosso

“Ah, avevo ragione!!! Ve la fate voi due eh??? L’avevo capito, ma io sono un genio!!” battè le mani come una bambina a cui avessero appena regalato una bambola nuova “Shh, zitta!” la pregai “LA, la, la, io lo sapevo ahahaha. Ma lo sai che sono la discrezione fatta persona!” replicò lei “Certo come no, come quella volta in cui il bucato uscì rosa alle 9 e alle 12 lo sapevano già tutti e facevano battutine sull’essere gay e indossare il rosa!” sbottai “Ah, ma quello era divertente, questa  è una cosa seria! Ma, avvertimi se sbaglio… voi siete già passati alla fase due?” inarcò il sopracciglio destro con fare eloquente “E anche se fosse?” chiesi, cercando di sembrare distaccato “AH-Ah lo sapevo!! Vieni qui Alessio Giusti, non sfuggire da me!!!!!!!!!!!!!”

Cercai di fuggire, con Rosy alle calcagna che non mi mollava perché voleva conoscere  i dettagli, che io non volevo assolutamente dargli.

 

Fortunatamente Alessandro ci richiamò sul palco per il ballottaggio finale. Camilla era stata eliminata nella prima manche, e ora chiunque fosse uscito se la sarebbe vista con lei.

 

“E il secondo candidato all’eliminazione questa sera è ...” per farvela breve,  fui io.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

*Ricordate? Mika usò quelle parole con Roberta, per True Colours.

Ah, questo capitolo non so come lo prenderete. Qui si scopre qualche velo e capiamo qualcosa in più su Mika e Alessio, ci aiuterà a capire i loro punti di vista. Il prossimo capitolo sarà dedicato al ballottaggio, e ne vedrete di tutti i, appunto, colori. Grazie a tutte le ragazze che recensiscono, siete importantissime e gentilissime, vi adoro!

Bea

Ps Passate buone feste?

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Capitolo 12
*** #12 Nobody Said It Was Easy ***


Cap 12 Mika Nobody said

Cap 12

Nobody said it was easy

 

“Al ballottaggio va… Alessio!” anche Alessandro era basito mentre leggeva il mio nome nella busta. Evidentemente non si sapeva spiegare come mai non fossi piaciuto al pubblico. Beh, io lo sapevo: mi ero scatenato troppo con quella canzone, che avrebbe dovuto essere una ballad.

 

Mika venne verso di me, stringendomi forte a sé, abbracciandomi e facendomi girare la testa per il suo profumo: era buonissimo, forte e maschile, meglio di quanto ricordassi. Tornai sulla terra e dissi “Don’t worry” lui rise “Don’t worry tu!” mi abbracciò ancora, fortissimo, e tornò a posto.

Come? Non mi aveva dato neanche un consiglio, non mi aveva detto cosa cantare!!  Ci ero rimasto malissimo, cercavo disperatamente di incrociare il suo sguardo per comunicargli il mio sconforto, ma lui non mi stava neanche pensando.

Quando finalmente riuscii a guardarlo negli occhi, il suo sguardo mi sorprese, perché l’avevo già visto. Era uno sguardo dolce, che mi trasmetteva tutto il suo calore, tutto il suo amore e che soprattutto voleva dire una cosa: Sorprendimi.

E così, decisi ancora una volta di fidarmi del mio istinto, quello che mi aveva suggerito di usare quel bastone che ormai era sinonimo di Alessio, lo stesso istinto che mi aveva fatto trovare Mika. Avevo una canone in testa da quella mattina, era lenta, triste, parlava di un amore finito e di come si possono raccogliere i pezzi. Esattamente la canzone che avrei voluto cantare in una fantomatica finale, se ci fossi mai arrivato. Cantarla ora significava essere pronti a qualunque cosa fosse successa dopo la mia esibizione, se un’ eliminazione o il ritorno in gara, perciò era perfetta.

Sogghignai, pensando a come Tommassini si sarebbe strappato i capelli  dalla disperazione per sistemare le luci, perché questa non l’avevamo mai provata, potevo già sentire le bestemmie che mi mandava.

“Cosa canti’” mi chiese Ale “The Scientist, dei Coldplay” fu la mia risposta. Mika sorride, incerto, non so se capisce la mia scelta, di sicuro non e l’aspettava.

 

“Come up to meet you

Tell you I’m sorry

You don’t  know how lovely you are”

 

Mi muovo lentamente per lo studio, un solo riflettore su di me, raggiungo l’asta al centro, ma decido che non mi serve

 

“I had to find you

Tell you I need you

Tell you I set you apart”

 

Arrivato alla strofa “I need you” lo guardo negli occhi, per comunicargli questa necessaria confessione. Lui mi sorride a sua volta, gli occhi incatenati ai miei “I need you” le sue labbra lo sussurrano, e meno male che questa canzone è la mia seconda pelle, altrimenti con uno sguardo del genere avrei dimenticato perfino il mio nome!

 

“Nobody said it was easy

Oh, it’s such a shame for us to part

Nobody said it was easy

No one ever said it will be so hard

I’m going back to the start”

 

Urlai il mio acuto nel microfono, inarcandomi e spingendo con la mia voce finchè non sentii di non averne più, ma continuai comunque a cantare, perché in fondo  cantare è un po’ come amare: devi dare tutto te stesso sempre, anche quando  ti sembra di non avere più niente, di essere svuotato e di non riuscire neanche a respirare.

 

“Nobody said it was easy

It’s such a shame for us to part

Oh, take me back to the start..”

 

Sono svuotato di tutto, amore mio, non ho più niente dentro che valga la pena di essere espresso attraverso le note di una canzone, quello che dovevo dire l’ho detto.

 

Apro gli occhi, e rimango senza fiato. Il pubblico il pubblico è in piedi ad applaudirmi.. come se avesse capito, come se tutte le mie emozioni si fossero riversate su di lui. Wow, è bellissimo.

Il mio  ragazzo.. ragazzo? Si. Mika è in piedi, anche lui, mi viene ad abbracciare. Vorrei stringerlo a me, baciarlo davanti a tutti, ma non possiamo. Sento le sue labbra però, tra il mio collo e la mandibola, posarsi calde sulla mia pelle, e questo bacio silenzioso vale più di una qualsiasi dimostrazione d’affetto, per me, è esattamente ciò di cui ho bisogno.

 

“I need a hero

I’m holding out for a hero til the end of the night!

He’s gotta be strong

And he’s gotta be fast

And he’s gotta be fresh from  the fight”

 

Anche Camilla, la ragazza di Simona, si esibisce, cantando un pezzo di Bonnie Tyler che adoro. È bravissima, molto rock.

 

Alessandro  arriva con la busta e io istintivamente mi stringo al mio giudice, ora più serio che mai.

“Ragazzi, il nome che sentirete è dell’artista che si salva dal ballottaggio, ok?” chiede, assicurandoci di farci capire bene “Colui che rimarrà dentro X Factor è…” rullo di tamburi e silenzio di tomba “Alessio!!”.

 

 L’urlo lo sentii. Credo fosse il mio. Poi Mika mi sollevò, sentii  le sue braccia intorno alla mia schiena mente mi abbracciava e mi portava di corsa fuori dallo studio. Ero dentro, ero dentro. Dentro, dentro, dentro.

Mika corse, corse tra i tecnici del suono, delle luci, tra i ballerini e i concorrenti, corse fino ad arrivare al suo camerino. Entrò come una furia, chiudendo la porta con un piede, mentre iniziava a ridere “Pazzo, tu sei pazzo!” gli sussurrai, ero senza parole: andarsene così!

“Si, chissà come fa il mio ragazzo a sopportarmi!” ribattè “Beh, ti ama, quindi credo ci passi sopra!” risi

Iniziò a darmi dei baci su ogni singola parte del mio corpo che riusciva a raggiungere. Il mio piccolo.. ehm, altissimo, tenero e coccoloso ragazzo.. lo fermai, catturando il suo viso tra le mie mani e le sue labbra con le mie, in un bacio dolcissimo.

Non mi importava della fine della puntata, né dell’ Extra Factor, finchè avessi avuto la possibilità di avere Mika con me, vicino a me, sarei stato felice e soddisfatto.

Stranamente una canzone mi tornò in mente, richiamando la mia attenzione. Mi staccai da lui, riportando alla memoria quelle  parole adattissime al momento

 

“Just close your eyes

The sun is going down

You’ll be alright

No one can hurt you now”

 

E per quanto Taylor Swift non fosse nella lista delle mie cantanti preferite, quella era una signora canzone.  

Sorrisi, riprendendo da dove ci eravamo lasciati, bocche nelle bocche, corpi sui corpi, mani sui cuori.

Si, quella era la perfezione, ne ero sicuro.

 

 

 

Angolo dell’ autrice

A ri- buongiorno! Ecco il capitolo sul ballottaggio! Dai, tirate un sospiro di sollievo, non è uscito! Volevo spendere due parole per tutti i nuovi recensori che sto avendo in questo periodo: ragazze siete fantastiche, ho trovato persone stupende con cui parlare e che condividono i miei interessi ed i miei punti di vista.. sorelle mie!! Grazie

Bea

PS, scusate se è corto!

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Capitolo 13
*** #13 Would You Please Help Me? ***


capitolo 13 Mika

Cap 13

Would you please help me?

 

 

Era mercoledì. La serata a tema Grease era alle porte e tutti scappavano per i corridoi farfugliando di gelatina, paillette e zeppe Anni Cinquanta.

Mika specialmente era in piena euforia da brillantini, e continuava a lanciarne a manciate su qualunque cosa che si muovesse e non che gli capitava a tiro. Sembrava leggermente fuori.

Inutile dire che le prove, con lui in quelle condizioni, potevano risolversi solo in due modi: o lo legavamo ad una sedia, nascondendogli le bustine di brillantini e sperando che la smettesse di bestemmiare in cinque lingue diverse ( e io capivo tutto, tranne il cinese, e sono cose da non ripetersi) oppure… beh, non lo so, finora il primo metodo aveva funzionato egregiamente.

Finora…

Quel giorno lo sclero aveva raggiunto un livello insostenibile. Il mio ragazzo aveva gli occhi da fuori e cacciava febbrilmente le mani nelle bustine, buttandoli addosso a tutti i poveri ballerini presenti in sala prove.

“Facciamo festa!” ci urlò nelle orecchie, circondando con le braccia sia le mie spalle che quelle di Rosy. Noi ci scambiammo uno sguardo preoccupato : ora sembrava persino ubriaco.

Quando finalmente riuscimmo a calmarlo (leggi “legarlo alla prima sedia disponibile”), ci guardammo costernati. Come potevamo andare avanti così? Come pensavamo di arrivare pronti a giovedì se lui era in quelle condizioni?

Rosy mi prese in disparte “Non vorrei forzarti, ma è tempo che ci parli tu, eh?” mi disse, dandomi una pacca sulla spalla “Come out, bitches!” urlò, rivolta ai ballerini, che uscirono in massa, palesemente sollevati, da lì.

Rimanemmo soli e mi presi un attimo per osservarlo: si vedeva che era arrabbiato, ma forse era un po’ più lucido di prima “Ehi, Mika?” provai “Dimmi, amore” AH, ora si che lo riconoscevo!

“Amore ma che ti prende? Lo sai che abbiamo bisogno di te. Io ho bisogno di te” mi corressi, suonando più disperato di quel che ero “Sono sempre io” mi disse lui, improvvisamente dolcissimo “Solo.. tienimi lontano dai brillantini, ok? Non rispondo di me se li vedo” ridacchiò “Oh si, l’ho notato. Chissà come ho fatto” il mio tono era sarcastico e lui lo percepì “Non ne ho idea” mi provocò, alzando un sopracciglio e soffiando queste parole proprio sulle mie labbra.

La sua faccia non era provocante anzi, tutt’altro. Era dolcissima e da cucciolo, ed era esattamente quello che mi faceva sbarellare. Così, d’istinto, mi sporsi e lo baciai, sedendomi sul suo grembo, visto che era ancora legato alla sedia. Ci baciammo per quelli che mi sembrarono attimi infiniti, era stupendo sentirlo così vicino ogni volta.

“Ora proviamo eh?” gli dissi, staccandomi quel tanto che bastava per guardarlo in faccia “Mmm, resta ancora un po’ ”mi pregò, col tono di un bambino di 5 anni che chiede ancora una caramella, ricominciando a baciarmi. Io sospirai nel bacio, ridacchiando.

Il mio risolino si trasformò in una grassa risata quando, staccandosi da me, mi chiese “Non è che potresti slegarmi ora?” sempre sorridendo, mi richinai su di lui “Dopo.. se mi va” lo informai, con un sorriso pericoloso, riprendendo a fare ciò che più mi aggradava delle sue labbra e dei suoi neuroni.

 

 

 

 

“3.. 2..1.. Siamo in diretta!” il regista diede il via e la puntata iniziò, in diretta “Mondiale” come amavano dire tutti, anche se poi non era vero

 

 Why this car could be

Automatic?

It’s Systematic

It’s Hydromatic

Why it’s “Greased Lightning!”

 

Tutti noi ragazzi sbucammo sul palco, correndo ad occupare i nostri posti, come previsto dal balletto, con una Lecar del 58 al seguito, auto rarissima da trovare e che avevamo promesso di lasciare intatta dopo lo show.. forse.

“Go greased lightning

You’re burning up the quarter mile

Go greased lightning

You’re  coasting  through

The heat lap trials”

 

Quella era la canzone migliore di Grease, a mio parere. I costumi, le scene, l’officina.. wow. Noi ragazzi, per esempio, indossavamo delle tute da meccanico, mentre le ragazze dei vestiti tutti rosa, buffi ma conformi ai loro personaggi.

So che voi non ci vedete tutta questa bellezza in delle tute e nel retro sporco di un officina, ma quella, per quanto triste, era stata la mia infanzia. Mio pare era meccanico, e aveva un officina del genere. Pensavo volesse lasciarla a me, lo diceva fiero a tutti, ma poi evidentemente ha pensato che un gay non sapeva sporcarsi le mani. Beh, non voglio pensarci, non ora.

 

“You are supreme

The chicks’ll scream

For greased lightnng!

Yeahhh”

 

Wow, eravamo stati fantastici!

“Eora una piccolo pausa. Ci vediamo dopo la pubblicità!” Alessandro diede l’annuncio, e subito partirono la sigla ed il countdown per l’inizio della gara vera e propria.

Mi ritrovai Mika tra capo e collo, senza sapere come fosse arrivato nel backstage. Ma lui è lui, può tutto!

“Sei stato fantastico!” mi urlò nell’orecchio assordandomi “Non sai quanto mi sono trattenuto per non saltarti addosso” mi sussurrò poi, sempre in quell’orecchio, mentre mi abbracciava “Aah, allora dovremo rimediare.. dopo” gli dissi, maliziosamente. “Non vedo l’ora” rise anche lui.

“Ah-ahm” sentimmo qualcuno che si schiariva la voce, e ci voltammo. Rosy ci guardava, ma non era da sola. Con lei c’era .. “Cristina? Cosa ci fai qui??” urlai, lanciandomi ad abbracciarla, sorpreso e felice di vederla qui per me “Beh, sai che adoro Grease, non potevo perdermi lo spettacolo… e poi tuo padre ha chiamato. Ieri” mi disse, improvvisamente seria “In realtà chiamavano dal suo cellulare, ma non era lui. Ha avuto un incidente, in auto. L’hanno ricoverato, qui a Milano, ma è grave”

“Ale.. Ale!” mi chiamò, preoccupata, ma non la sentivo. “Mi dispiace, mi dispiace” Lo shock ed il terrore di perderlo mi avevano invaso. Sentii le sue mani sul viso, il suo abbraccio, ma non riuscivo a muovermi, non riuscivo a risponderle, niente. Zero. Il vuoto più totale.

Poi due braccia diverse, familiari, si strinsero intorno a me. Un viso diverso e più virile sostituì il suo, sfocato a causa delle lacrime che scendevano copiose, e Mika mi parlò.

“Ale, Alessio, per favore, guardami” cercai di guardarlo, lui con i pollici asciugò le mie lacrime, lui fu la mia ancora in quel momento. “Alessio, tranquillo. È in ospedale, i medici si prenderanno cura di lui. Ti prometto che ti porterò da lui” mi disse, infondendomi calma e sicurezza col suo sguardo. Affondai il viso nella sua spalla, il gesto che facevo sempre per cercare coraggio.

“Ok. Devo cantare prima, vero?” gli chiesi, dalla spalla “Si. È necessario, temo. Dopo ti prometto che ti porto subito da lui. Subito dopo” ripetè, ed io annuii. Mi separai controvoglia da lui, salutai in fretta Cristina, abbracciandola di nuovo, mentre mi sussurrava ancora “Mi dispiace” e andai a prepararmi.

Mi sentivo molto determinato, dovevo solo arrivare alla fine di  quella serata catastrofica e poi sarei andato da lui. Da mio padre.

 

“E ora, la gara continua!” Alessandro intrattenne il pubblico mentre Mika recuperava il suo posto in giuria.

“Il primo concorrente ad esibirsi stasera è uno dei tuoi, Mika” il mio giudice batté le mani, un po’ giù di morale, tentando di sembrare allegro per smorzare la tensione.

“Si, esatto. Alessio è un cantante ed una persona straordinaria. Quando ho deciso di assegnargli questa ballad da Grease, which is… il tema di questa sera, non pensavo sarebbe riuscita così bene.. ma mi sbagliavo! È fantastico, mi piace tanto Alessio con There are worse things I could do”

 

“There are worse things I could do

Than go with a boy or two

Even though the neighbourhood  

Thinks I’m trashy and no good

I suppose it could be true

But there are worse things I could do”

 

Mi sentivo.. non so neanche io come mi sentissi. Ero come piallato e messo sotto da tre camion di fila, però ero ancora lì, e cantavo. E Mika era con me.

 

“I could stay home every night

Wait around for Mr. Right

Take cold showers everyday

And throw my life away

For a dream that wouldn’t come true”

 

Mi sentivo.. incazzato. Incazzato con mio padre che mi ignorava per anni e poi si faceva male ed io ero ancora lì a preoccuparmi per lui. Ero incazzato con Cristina perché mi aveva dato quella notizia, quando sarebbe stato meglio non riceverla proprio. Ero incazzato nero perché ero ancora lì invece che da lui.

 

“I could hurt someone like me

Out of spite or jealousy

I don’t steal and I don’t lie

But I can feel and I can cry

A fact that you’ll never knew

But to cry in front of you

That’s the worst thing I could do”

 

 

 

Mi ero ripromesso di non piangere di fronte a mio padre in un letto d’ospedale, ma non ce l’avevo fatta.

Ed eccomi lì, in quella sala d’attesa, con Mika e Cristina a fianco, mentre aspettavamo di poter entrare.

“è sveglio” mi comunicò un’infermiera “Ed ha chiesto di voi. Sarà contento di vedervi già qui” disse, sorridendomi materna.

Mi indicò la porta con un cenno “Che aspetta? Vada!” mi incitò. Guardai Mika, che sorrise e annuì. Mi alzai, percorsi quel breve tratto di corridoio bianco ed asettico e bussai timidamente alla porta

“Avanti” una voce soffocata, una voce che conoscevo benissimo ed avevo tentato invano di dimenticare, arrivò alle mie orecchie. Ancora titubante, entrai, osservando la stanza. Poco a poco, arrivai all’uomo steso nel letto. Aveva la testa ed un braccio fasciate, ma era sveglio. Era vivo. E sorpreso di vedermi lì.

“Wow, la metropolitana di Milano è la più veloce del mondo. Avevo appena chiesto di mio figlio.. ed eccoti qui” sussurrò quell’uomo grande e grosso, con gli occhi lucidi.

“Papà” esalai, fiondandomi ad abbracciarlo. Il suo odore era esattamente come lo ricordavo, lui era lo stesso, solo un po’ più vecchio.

Ma un’altra cosa mi colpì, quella notte, forte come un pugno nello stomaco. Non mi aspettavo delle scuse, quello no.

“Figlio mio, figlio mio, perdonami. Perdonami per non aver capito prima quanto tu fossi speciale ed unico. Perdonami se sono stato un cattivo padre con te. Cristina mi ha mandato tutte le puntate, ho visto tutto, stavo venendo da te... perché non ho mai sentito la tua voce, è così bella!” mi mormorò nell’orecchio queste parole, stringendomi a sé.

“Papà” era l’unica cosa che avevo la forza di dire, ma dovevo andare avanti nel discorso. Doveva sapere che l’avevo perdonato, che mi mancava “Papà, si che ti perdono. Mi sei mancato così tanto” non riuscivo a dire altro. “Anche tu, bello di papà tuo, anche tu.”

 

Quella notte imparai il vero senso delle seconde occasioni. Mio padre ne aveva avuta una, sopravvivendo ad un incidente mortale. Io ne avevo avuta una, rivedendolo e perdonandolo. Mika e Cristina, beh, ebbero un caffè.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Ciao care! Perdonatemi anche voi, sono in ritardissimo!! Purtroppo, tra scuola e compiti, sono riuscita a pubblicare solo oggi. Che ne pensate? Era tanto che volevo un capitolo così. Nel prossimo.. ah, no! Non vi devo anticipare nulla, niente di niente. No no. Segretissimo!!

Xoxo Bea

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Capitolo 14
*** #14 If You Could Look Under My Skin. . . ***


capitolo 14 Mika

Cap 14

If you could look under my skin..

 

Quella notte il mio sonno fu molto agitato. Mi ero addormentato, come sempre ormai, tra le braccia di Mika, visto che aveva decretato il mio letto molto più comodo del suo.

La bugia era palese, e davvero non riuscivo a capire cosa ci trovasse di meglio in quel buco che era un affronto chiamare camera, rispetto al suo appartamento del loft, ma sapevo che Rosy adorava tenerci d’occhio e sospirare estasiata perché “No, voi due siete troppo carini insieme” eccetera, quindi non mi ponevo più domande.

Quindi, stavo dormendo, e sognavo. Sognavo Adam Lambert.

Ecco, direte voi, che sogni interessanti che fa Alessio! Ma  a noi che ci frega? E qui vi sbagliate: i miei sogni sono promonitori! Io penso a qualcosa, la sogno e quella si avvera. Ok, il fatto che stessi sognando il mio idolo non era nuovo, mi succedeva circa tre volte a settimana, era una specie di abitudine.

Fatto sta che ad un certo punto il sogno cambiò. Ero su un terrazzo, il sole stava scendendo nel cielo. Vedevo il mare. Ad un certo punto arrivavo verso il parapetto, e mi sporgevo.

Nel mio sogno, cadevo. Precipitavo nel vuoto, mentre una risata, la risata di Adam, mi risuonava nelle orecchie, sempre più forte, sempre più giù . . .

 

“Ah!”  mi alzai di scatto, urlando. Quando riuscii a calmare i battiti impazziti del mio cuore, avvertii qualcosa. Qualcosa che non mi piacque per niente. Avevo freddo, perché non c’era nessuno accanto a me. Avevo freddo, perché Mika non era più lì!

Mi guardai intorno “Mika?” sussurrai, ma non ricevetti risposte. Solo il silenzio, beffardo, si prendeva gioco di me.

Pensando velocemente, per quanto possibile data l’ora e le circostanze, mi alzai, cercando i pantaloni della tuta, e sbuffando. Mika li aveva lanciati chissà dove mentre uhm… controllavamo la comodità del letto!

Finalmente, li inquadrai, dietro la sedia. Come diamine avevano fatto ad arrivare fino a lì?

Scuotendo la testa, presi sciarpa e cappello ed imboccai la via delle scale. Arrivai fino al terrazzo, che era anche l’unico posto dove pensavo che fosse.

 

E infatti, Mika era lì, seduto su una sedia, con le gambe penzoloni oltre il parapetto “Ehi” mi salutò, senza neanche girarsi, sentendomi arrivare. L’immagine del relax!

“Ehi” lo abbracciai, da dietro, e lui appoggiò la schiena contro il mio petto, strofinandosi come un gatto, la testa affondata nel mio collo.

Rabbrividii. Lui sorrise “Ti faccio ancora questo effetto?” mi chiese, compiaciuto “Macché, era il freddo..” mi schernii io, anche se aveva ragione lui.

“Si, si, certo” sorrise vittorioso, sollevandosi e baciandomi. Sentii il suo sapore, così familiare, unico e sconvolgente. Wow. Riuscivo solo a pensare a quello.

“Perché sei fuori, di notte, solo soletto?” gli chiesi, quando ci staccammo. Con una mano, iniziai ad abbassare la zip della sua giacca, cercando di farlo sembrare un gesto distratto. Improvvisamente non faceva poi così freddo.

Un telefono squillò. Il suo “Aspettavo questa chiamata” sorrise, divertito dalla mia espressione allibita, alzandosi e mettendosi a distanza di sicurezza, prima di rispondere, parlando in inglese, velocissimo. Credeva forse che non capissi? Povero illuso, non sapeva ancora con chi aveva a che fare..

“Certo certo, sono molto contento.. Si che non ci sono problemi.. scherzi? Gli piacerà.. si certo! Ok, ti aspetto!  Chiamami quando arrivi!” disse, chiudendo la chiamata con nonchalance.

Rimase un attimo a fissare il telefono, come incerto sul da farsi, e poi si voltò, sospirando. Il suo sguardo si allargò quando mi vide ancora dipinta in viso quell’espressione perplessa “What?” mi chiese

“Britney Spears?” chiesi, senza fiato. “Davvero? Tra tutte le cose, ti preoccupi di quello?” mi provocò “Tra tutte le canzoni del mondo, proprio quella?” lo inchiodai io. “Hit me baby one more time.. davvero, Mika, davvero?”

“AhAhAh, ma smettila! Sto lavorando per te!” mi rispose, ridendo e lasciandomi lì imbambolato.

“Ho freddo, vieni? Torniamo a letto, così mi racconti bene il tuo incubo” disse, incamminandosi verso le scale “Sc- scusa?” balbettai. Come faceva a saperlo?

“Amore, tu non ti svegli neanche con le cannonate!” mi spiegò, tornando verso di me e baciandomi. Gli risposi, sorridendo contro le sue labbra e rilassandomi “Andiamo”. Insieme, tornammo a letto.

Ridevo, ma un dubbio nuovo  mi tormentava: chi stava aspettando Mika?

 

 

 

“Aleee! Mi devi passare il tuo cellulare? Va su Facebook molto più velocemente del mio!” Rosy urlava da una parte all’altra del loft, cercando il telefono del suo amico. Non sapeva però che Mika non avrebbe lasciato andare Alessio così facilmente!

“Mikaaa, dai le servo” mi lamentai “Inutile.. anche io ho bisogno di te!” sorrise lui sulle sue labbra, riprendendo a baciarlo

“Aleeee!!” continuava Rosy

“Dai devo andare da lei” mi provai a liberare, ma le braccia di Mika erano una trappola dalla quale non sarei mai riuscito a fuggire! Pensandoci bene, forse non volevo fuggire.. forse volevo rimanere davvero lì con lui..

Mika pregustava già una dolce vittoria, quando la porta si aprì di colpo!

“Voi due. Alessio esci subito di lì! Mi servi! Mi serve il tuo telefono! Devo controllare le ultime novità su Leo!” la ragazza era chiaramente esagitata

“Leo chi?” chiese Mika, del tutto ignaro dell’ultima passione della ragazza “Leonardo” rispose lei sognante, perdendosi in chissà che pensieri sconci “Da Vinci?” mi chiese allora, confuso “No, Di Caprio” risposi io, ridendomela in anticipo, pensando all’arrivo di  una battutaccia.

“Come la capisco” sussurrò invece il mio ragazzo, perdendosi in altrettanti pensieri, sempre sconci

“Ehi! Ti ricordo che io sono il tuo ragazzo!” protestai. Lui si riscosse e ghignò “Si, ma quello è Di Caprio!” velocemente, mi rubò il telefono e lo lanciò a Rosy “Avvisami, poi” le ordinò, e lei sorrise vittoriosa.

Cavoli, aveva vinto di nuovo!

 

 

“Ale, ma da quanto tempo non lo apri Facebook? Non c’è neanche tra i preferiti” si lamentò dopo un po’ la ragazzo, dal salotto. Alessio sospirò alzandosi “Ricordati che mi devi ancora raccontare della telefonata” disse al suo ragazzo.

Mika si era più volte rifiutato di dirgli cosa stava combinando, aveva solo capito che si trattava di una sorpresa! Aveva persino provato a minacciarlo di mandarlo in bianco, ma sapeva di non esserne capace: non poteva resistergli!

“Non potresti semplicemente fidarti di me?” chiese Mika “Disse quello con la cotta segreta per Leonardo Di Caprio” lo rimbeccai io. Mika alzò un sopracciglio. Oh no. On NO! “Sei geloso? AH, si sei geloso!” ora rideva.

Per quanto potessi essere arrabbiato, era comunque bello da togliere il fiato “Ti amo” gli dissi “Ti fidi di me?” mi guardò negli occhi “Si” sussurrai “E allora ti posso solo dire che mi amerai ancor di più, dopo”

Lo baciai dolcemente, per niente convinto, ed uscii dalla stanza.

“Non ci sto molto su Facebook” Alessio si sporse a baciare la ragazza su una guancia “Preferisco Twitter” le comunicò, sedendosi accanto a lei

“Si come no” la ragazza alzò gli occhi al cielo, sarcastica “Scommetto che tu e Mika passate tutto il tempo a scambiarvi stati privati e messaggi in chat. Siete due comari pettegole” Rosy storse il naso all’idea “Non vi si addice per niente” commentò, roteando gli occhi

“Oh, ma noi siamo due comari pettegole” rise Alessio. Poi urlò “Amore, ci ha scoperti” in direzione della sua camera “Per quale delle mille cose che abbiamo fatto a sua insaputa?” chiese Mika di rimando, ridendo.

Avrebbero fatto meglio a tacere.. Rosy si eresse in tutta la sua statura, rossa di rabbia e curiosità “Alessio e Michael, ora mi raccontate cosa state combinando!” tuonò.

“Amore, non è che mi salvi tu?” chiese Ale, retorico, mentre iniziava ad indietreggiare sotto lo sguardo di fuoco dell’amica

“Certo mio principe, tutte le volte che vuole” Mika si precipitò da lui.

“Ah-ah. Ora parlerete.. o brucio tutte le vostre copie di Vogue!” li minacciò, sorridendo serena

“No! Vogue no!” dissero i due “Confessiamo!”

 

 

“… davvero non stiamo facendo niente di pericoloso. O  illegale. Stai tranquilla, Rosy. Beh.., Mika deve farmi una sorpresa, quindi non so cosa sta architettando. Non mi dice nient’altro, neanche un piccolissimo, minuscolo indizio”

Fortunatamente, la mia spiegazione era bastata a Rosy. Stavamo solo scherzando, credo. Il pensiero della sorpresa era stato momentaneamente cancellato dalle prove, ma poi era tornato più forte di prima.

 

La sorpresa non si fece aspettare. Arrivò inaspettata con la forza di un acquazzone estivo che prosciuga tutto dietro di sé. Quel pomeriggio, sarei dovuto andare in sala prove, ma lì non c’era nessuno.

Pensando che Mika fosse di nuovo in ritardo, iniziai a gironzolare per i corridoi, che erano anch’essi deserti.

Nel silenzio, sentii chiaramente la melodia. All’inizio, pensai che forse i mio cervello si stesse prendendo gioco di me. Insomma, avevo sentito così tante volte quel pezzo che ormai ne conoscevo ogni singola sfumatura.

La musica, prima molto labile, poi più forte, mi investì con la furia di mille tornado.

E poi quella voce.. quella voce che conoscevo così bene da arrivare a sognarmela di notte.

Senza neanche rendermene conto, avevo iniziato a correre. Arrivato davanti ad una porta chiusa, mi fermai. La musica proveniva proprio da lì!

Ma.. e se stessi sognando? Come potrei essere sicuro di esser sveglio? Mi tirai un pizzicotto.

. . . Ouch! Ero sveglio, il dolore mi aveva convinto!

 

Aprii la porta con una mano tremante. No, non tremava solo la mano, tremava tutto il mio corpo!

Ma.. la sala era vuota! Come era possibile? Allora avevo davvero le allucinazioni? Ecco cosa succedeva a rimanere svegli tutta la notte a fare sesso con Mika! Senti le voci!

“Ahi!”

Fu un attimo, questione di un secondo. Il tempo necessario per permettermi di morire. Sfruttando la mia immobilità, due figure uscirono fuori da dietro le tende, urlando “Surprise!!”

Adam Lambert e Mika mi guardavano, con un sorriso a 64 denti, aspettando la mia reazione.

Adam Lambert e Mika… Adam Lambert???????

Li guardai tutti e due, Mika che si stava preoccupando perché non avevo ancora detto una parola, Adam che non capiva cose stesse succedendo “Is it true?” chiesi ad entrambi con un filo di voce.

Vidi annuire il mio ragazzo, e spostai gli occhi su Adam che se la rideva bellamente. Quel sorriso.. quel fottuto sorriso..

E poi feci la cosa più naturale del mondo.

Svenni.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Eccoci qua! Come avete notato, era Adam la sorpresa di Mika per Ale!

Cosa ne pensate? Alessio si riprenderà mai da questo shock? AhAhAh io ne dubito, insomma, se mi trovassi davanti Adam Lambert credo morirei! Lo adoro, mi sembra un tantinello ovvio!!E complimenti a always999 che ha indovinato. se mi rispondi "Ah, pensavo Demi Lovato" mi offendo!! avete idee per le canzoni del prossimo capitolo? fatemi sapere!

Grazie mille a tutti i nuovi recensori.. fatevi sentire ragazzi!

Xoxo Bea

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Capitolo 15
*** #15 Aftermath (Conseguenza) ***


capitolo 15 mika

 

Cap 15

Aftermath

 

Svenni.

Per quanto tempo restai su quel divano, tentando di realizzare ciò che era appena accaduto, sentendo in sottofondo le voci preoccupate di Mika e .. Adam??? Wowow, se stavo iniziando a fangirlizzare, voleva dire che mi stavo riprendendo!! Bene!

Con un enorme sorriso stampato in faccia lo chiamai “Mika?” e lo vidi correre immediatamente verso di me

“Si, amore?” mi chiese ansioso “ Ti amo tanto!” urlai, buttandogli le braccia al collo e baciandolo come se non ci fosse un domani. Lui mi rispose tranquillamente senza trattenersi, anzi accogliendo quell’entusiasmo e duplicandolo, e capii che doveva aver detto tutto ad Adam.

Quando mi ricordai del mio idolo che era lì a vedermi limonare con quello che sarebbe dovuto essere solo il mio giudice, mi staccai imbarazzato, peggio che se mi avessero sorpreso a rubare.

Saltai sul divano, precipitandomi  a presentarmi “Sono Alessio! Piacere! Scusa se ti sono svenuto addosso, prima, praticamente eri l’ultima persona che mi aspettavo di vedere!” mi spiegai “Io sono Adam, ma forse lo sai già” disse lui, ridendo, e stringendomi la mano.

Adam Lambert mi aveva stretto la mano!  Quell’Adam Lambert mi aveva stretto la mano! Quel fico pazzesco di Adam Lambert … ok, contegno!

Ritirai la mano, cercando di darmi un’aria intelligente, perlomeno, e chiesi “Così canterai con me?” e prima che potesse rispondere, Mika rispose per lui dal divano “No, in realtà è qui per Rosy..” mi voltai di scatto, preoccupatissimo e un po’ deluso “Cosa?” ma lo vidi ridere “AhAhAh oddio è così facile prenderti in giro!” si stava addirittura tenendo la pancia dalle risate! “Avresti dovuto vedere la tua faccia” continuò.

Al che mi girai verso Adam “Dimmi che non sei così, ti prego” sussurrai, con le braccia che mi cascavano per lo sconforto “Nah! E noi faremo grandi cose insieme! Ad incominciare da giovedì!” rispose lui, facendomi l’occhiolino. Arrossii di botto e con la coda dell’occhio, vidi Mika digrignare i denti: era geloso!

“Non essere geloso, amore, mi sto solo vendicando per stamattina” gli  dissi in italiano, girandomi verso di lui. Finora avevamo parlato in inglese, perché con Adam beh, non potevamo fare altrimenti, ma io potevo ancora punzecchiarlo, e questo mi faceva sentire euforico e potente.

“Cosa canteremo?” chiesi ancora, voltandomi in modo da poter fronteggiare entrambi. Fu ridicolo

“Beh..” iniziò Mika

“Oh..” tentò Adam

“Well..” riprovarono tutti e due, guardandosi e scoppiando a ridere!

“Non ne abbiamo idea” confessò Mika tra le lacrime “Pensavamo che potresti decidere tu: c’è una canzone che ti piace più di tutte?” completò Adam.

“Oh” rimasi completamente spiazzato. E ora che gli dicevo? Ce n’erano talmente tante, e poi erano così belle… avrei voluto cantare dieci album interi con lui, ma mi dovevo accontentare: una canzone solamente. Una sola. La migliore, the most perfect.

“Beh.. ci penserò! A dopo” dissi, ed uscii sotto lo sguardo incredulo dei due. Avevo bisogno d’ aria. . .

 

“Have you lost your way

Living in the shadows of the messes that you’ve made

And so it goes

Everything inside your circles starts to overflow”

 

Quando tornai nel loft, Mika e Adam stavano cantando insieme. Mi unii a loro, abbracciando il mio ragazzo, che ricambiò senza smettere di cantare.

 

“Take a step before you leap into the colors that you see

You gave back what you give away

So don’t look back  on yesterday”

 

Adam si era impadronito della mia chitarra, felicemente seduto sul divano e dava fiato a quella voce spettacolare che io adoravo.

 

“Wanna scream out

No more hiding

Don’t be afraid of what’s inside

Wanna tell you, you’ll be alright in the aftermath”

 

Cantai insieme a loro, unendomi alle loro già perfettissime voci.

Ancora non ci credevo! Adam era lì e Mika aveva ragione: non riuscivo ad essere arrabbiato con lui per non avermelo detto, era stata la migliore sorpresa della mia vita!!

“Allora, hai deciso cosa vuoi cantare?” Adam si interruppe a metà pezzo, uffa! Ma era curiosissimo e non poteva trattenersi oltre!

“Dai, è una scelta difficile!” mi schermii, iniziando a ridere, perché non potevo non ridere  guardandolo.. era troppo per me!

“Ho deciso” decretai, tornando serio, anche se mi risultava difficile “For Your Entertainment!” urlai, soddisfattissimo.

Mika e Adam si guardarono, e vidi il mio ragazzo tirare fuori una banconota da cinque dollari e darla a Adam. “Ho vinto la scommessa!” disse lui, ridendo.

Sbalordito, incrociai lo sguardo di Mika “Si, avevamo scommesso su quale canzone avresti scelto.. Adam ha indovinato!” disse “Pago pegno!”

Mika era un po’ deluso dal fatto di non aver indovinato la canzone. Insomma, quello era il suo ragazzo, permetti che lo conosceva meglio di tutti gli altri?

Ma aveva detto “Cuckoo” ed aveva sbagliato. E che cavolo!

“Ah, ricordami più tardi.. non ti ho ancora ringraziato abbastanza per quello che hai fatto oggi!” gli dissi a bassa voce, sporgendomi a baciarlo, mentre Adam molto silenziosamente se ne andava in cucina per concederci un po’ di privacy. “Mmm.. si, ridimmelo stasera” rise  Mika sulle mie labbra  “Ora abbiamo da fare”.

Passammo tutto il pomeriggio a provare e riprovare il nostro brano, e venne meglio di quel che mi aspettavo.

Adam era un animale da palcoscenico anche durante le prove e mise a dura prova il mio autocontrollo: non sapevo più se dovevo ridere o disperarmi, saltargli addosso o correre via prima di fare qualcosa di stupido, molto stupido.

Per non parlare di Mika poi, che dirigeva le prove e si dimostrava molto più geloso e possessivo del solito, arrivando anche a baciarmi con passione nel bel mezzo di una piccola improvvisazione di “If I had you”.

La cosa mi aveva sconvolto, ma mai quanto il fatto che si fosse ripetuta ogni qual volta Adam mi  avesse guardato due secondi più del previsto, scatenando questa sua reazione un po’ eccessiva a mio parere, ma che volete : quello è Mika e lui può tutto.

 

“Mi spieghi perché eri così possessivo stamattina?” gli chiesi una volta rimasti soli “Ma non hai visto come ti guardava?” mi chiese lui di rimando, mettendo su un piccolo broncio “Mika, non si risponde ad una domanda con un’altra domanda” lo ripresi, scherzando “Come?” chiesi curiosissimo, subito dopo “Ti guardava come se stesse per saltarti addosso da un momento all’altro. Uhg… and I was there! I AM your boyfriend!” era schifato e anche preoccupato “Tu non mi vuoi lasciare per lui vero?” mi chiese, con un tono di voce incredibilmente basso per uno che aveva gridato fino a due secondi prima, e con gli occhi già lucidi al solo pensiero

“Amore.. certo che no! Come puoi pensare questo? Io preferirei.. I’d rather die than leave you!” mi precipitai ad abbracciarlo, cercando di trasmettergli tutto il mio amore “Mika amore, Adam è il mio idolo ed è ovvio che mi piaccia! Ma io amo te, e non voglio nessuno altro se non te” mi guardò negli occhi, di nuovo sorridente, ed io mi persi in quel mare color cioccolato, così caldo e rassicurante.

Quegli occhi che sorridevano così solo per me… gli presi la mano, correndo lo trascinai in camera.

Chiusi la porta e sorrisi, sbattendolo al muro ed iniziando a baciarlo con foga. Quello era il mio ragazzo e nessuno poteva tenermi lontano da lui! Nemmeno Adam Lambert!!

 

 

 

“Signori e signore, buona sera. All’ inizio del  percorso di un artista si ritrovano dei richiami molto forti a persone che l’hanno inspirato e che sono state un modello per la costruzione della sua carriera. Nel mio piccolo, per quanto mi è possibile, ho sempre voluto dare ai miei cantanti il modo di incontrare queste persone e di make a duet con loro. Alessio non aveva avuto ancora questa possibilità, e ho fatto di tutto perché accadesse. Signori, abbassate il volume dei vostri televisori, perché Alessio e Adam Lambert stanno per entrare nelle vostre case come dei fiumi in piena!”

Mika finì la sua presentazione e si girò verso gli altri giudici soddisfatto. Beh.. erano già a bocca aperta, nessuno poteva crederci “Stai correndo un gran rischio mettendolo sul palco con lui, lo sai vero?” chiese Morgan “Morgan lo so credimi, ma è quello che vuole, è consapevole dei rischi” replicò lui e tutti si zittirono immediatamente. Lo show era iniziato.

 

“So hot out the box

Can you pick up the pace

Turn it up, head it up

I need to be entertained”

 

Le luci si alzarono improvvisamente, color rosso fuoco. Adam fece il suo ingresso trionfale sul palco, esibendosi in uno dei suoi acuti più spettacolari… che dire, se voleva impressionare, c’era riuscito!

Wow.. quello era il mio idolo!! Ragazzi!

“Push the limit

Are you whitin?

Baby don’t be afraid

I’mma hurt you real good baby”

 

Continuò, mentre I muoveva sul palco che solo in apparenza era vuoto. Infatti, le luci andarono ad illuminare ad una ad una le gabbie che contenevano i ballerini, coperte da una tela rossa. Mentre cantava Adam le scoprì una alla volta, arrivando all’ultima che si illuminò di luce bianca.

Tolse la tela ed io iniziai a cantare:

 

“Let’s go, it’s my show

Baby do what I say

Don’t trip off the glitz that I’m gonna mistray

Let’s sold you, I’mma hold you bound til you’re amazed

Even til you, til you screaming my name!”

 

Uscii dalla gabbia e iniziammo a cantare vicini, con tutti i ballerini che si liberavano anche loro e ci attorniavano. Era una coreografia molto sexy, dovevo ammetterlo, e mi ero divertito mentre provavamo.

Come potevi restare indifferente a qualcuno come lui che ti cantava a dieci centimetri di distanza? Non potevi, semplicemente, il suo carisma era sempre stato molto più forte di quello di chiunque io abbia mai incontrato. E la voce.. e che voce!

 

“No escaping when I start

Once I’m in I own your heart

There’s no way you’ll ring the alarm

So hold on til it’s over”

 

Ok, in questo preciso istante avrei dovuto capire quanto la cosa stesse degenerando, ma purtroppo per me, andai avanti a cantare, fregandomene di quella luce maliziosa che avevo visto negli occhi di Adam…

 

“Oh, do you know what you’ve got into?

Can you handle what I’m about to do?

Cause it’s about to get rough for you

I’m here for your entertainment!”

Continuai  a cantare, mentre ci avvicinavamo sempre più, sempre più

“I’m here for your entertainment!”

 

Urlò nel suo microfono, facendo un ulteriore passo verso di me. Potevo vedere il suo eyeliner brillantinato da dove mi trovavo, e quella luce mi catturava sempre più..

 

“Do you like what you see?”

 

Chiesi, soffiando sensualmente nel microfono e muovendomi come un gatto di fronte  a lui

 

“Let me entertain you ‘til you scream!”

 

Mi rispose, poggiando la sua fronte sulla mia, avvicinandosi pericolosamente..

Il mondo mi crollò addosso quando poggiò le sue labbra sulle mie, per una frazione di secondo, baciandomi con decisione. Rimasi imbambolato a guardarlo mentre si allontanava, con un ghigno malizioso dipinto sul volto, per concludere il pezzo.

Mi riscossi quel tanto che bastava per vedere come fosse sceso il silenzio nell’ Arena. La mia bolgia infernale taceva, sgomenta.

Cristo. Brutto bastardo… eh no, questa è la mia canzone, è la mia competizione. Se pensi che un bacio in pubblico mi tirerà giù ti sbagli. Sarai pure il mio idolo, ma sei un grande stronzo.

Pensai tutte queste cose, prima di muovermi e andare a concludere il mio pezzo

“I’m here for your entertainment!” urlai, sovrastando tutto e tutti, anche quel grande stronzo del mio idolo.

 

 

Mika fece di tutto per controllarsi durante i commenti dei giudici, in realtà sarebbe voluto salire su quel palco e prendere a pugni quel grandissimo figlio di puttana che si era baciato il suo ragazzo in diretta tv, ma si trattenne. Anzi, si complimentò come se fosse stato qualcosa di orchestrato.

Ma appena annunciarono la pubblicità si precipitò dietro le quinte, come un lampo. Non fu abbastanza veloce però: io ero già lì, e stavo già litigando.

“Adam! Come hai potuto fare una cosa del genere in diretta!! In diretta, holy crap! Dio, non oso pensare a cosa dirà Mika adesso..” Stavo urlandogli contro, quando il mio amore entrò come una furia nel camerino

“TU!” lo indicò “Ringrazia che non ne sapessi niente di questo tuo modo di fare da stronzo. Vai via ora!” gli intimò, non voleva neanche sentirlo parlare.

“Beh io vado allora ragazzi..” iniziò Adam a metà tra il divertito e lo strafottente “ Solo, cercate di vivere la vita con serenità, divertitevi, siete due palle! Anche tu Ale, che mi eri sembrato più divertente di lui, non ne vali la pena” commentò, prima di imboccare la porta ed andarsene.

“Ma come cazzo..” iniziai. Volevo lamentarmi, ma Mika mi precedette “Sai, ha ragione lui” disse, sorprendendomi per l’ennesima volta “Insomma, guardaci, siamo davvero due palle! Sembriamo due vecchi! Insomma ti ha baciato, ok. Lo sanno tutti che sei gay, no problem” mi disse

“Non sei arrabbiato?” gli chiesi “Si! Perché ti ha baciato. Ma NO, perché mi ha mostrato qualcosa che avrei dovuto fare da tanto tempo” cercò di spiegarsi meglio “Tu lo sai che io ti bacerei sempre ed ovunque, vero?” mi chiese. Quando annuii, mentre iniziavo a capire, continuò “Bene, perché non voglio che pensi che io non voglia stare davvero con te. Ma dire in giro adesso che stiamo insieme potrebbe danneggiare la tua carriera” si premurò di spiegarmi. Era almeno la centesima volta che me lo diceva “Mika amore, lo so. Non possiamo, per ora” sorrisi “Per ora” confermò lui “Perché non voglio che tu ti accontenti di me quando potresti avere molto di più, tipo lui o qualcun altro che ti faccia vivere una storia alla luce del sole, invece di sembrare due vampiri..” non lo feci finire. Mi fiondai sulle sue labbra, baciandolo, cercando di trasmettergli tutto il mio amore tramite quel semplice tocco, sapendo che era anche l’unico modo per mettere a tacere sia lui che i suoi dubbi, come lui aveva sempre fatto con i miei

“Ti amo” gli dissi, staccandomi “E finchè tu mi vorrai, io non me ne andrò” promisi “Attento, perché io ti vorrò per sempre” mi ammonì lui “Se questo è accontentarsi..” risi io, ricominciando a baciarlo…

 

“In onda!”

Il regista ci interruppe, facendoci mugugnare per il disappunto. “Dobbiamo proprio?” chiesi a Mika “Yep. Lo show andrà avanti, con o senza di noi.. ma è meglio se andiamo!” rise, incamminandosi a grandi passi fuori dal camerino, ma sulla porta si fermò, e guardandomi maliziosamente negli occhi, esclamò

“E un’altra cosa: dobbiamo essere più .. adventurous!”

 

 

“Avventurosi eh?” risi, mentre mi strusciavo senza pudore contro il mio ragazzo, bloccandolo tra il mio corpo e la porta del camerino “Se questa è la tua idea di avventura, stiamo freschi” lo provocai, riprendendo a baciarlo sotto il collo, senza smettere di strofinarmi su di lui.

“Mmm.. Ale” cercò di fermarmi lui “Si?” mi arresi all’ennesimo tentativo “Il letto è più comodo vero?” mi chiese ovvio, al che mi staccai da lui, roteando gli occhi perché se questo era davvero il suo spirito di avventura, sarei andato in bianco prima di raggiungere i trent’anni.

Ci risistemammo, rendendoci presentabili e uscimmo di lì, mano nella mano. Ci eravamo rinchiusi nel camerino subito dopo la fine della puntata, eravamo spariti, e chi si era visto si era visto. Di Adam neanche l’ombra e la cosa non mi dispiaceva come avrebbe dovuto.

 

Salimmo le scale saltando i gradini a due a due, Mika col suo metro e 95 che volava da terra, io che venivo sollevato insieme a lui.

“Aspetta, che..?” protestò, quando lo tirai per un braccio, aprendo una porta e trascinandolo in uno sgabuzzino. Chiusi la porta con un piede, sbattendocelo contro ed iniziando a baciarlo con passione. Era ancora sconvolto, lo sentivo, ma si sciolse e rispose al bacio.

Adoravo questi momenti solo nostri in cui lo coglievo di sorpresa. Adoravo il fatto di essere io  a provocargli quei brividi sulla schiena che facevano impazzire sia me che lui. Adoravo il semplice fatto che fosse lui l’unico per me.

Gli tolsi la giacca e il papillon senza neanche rendermene conto, iniziando poi ad accanirmi sulla sua camicia, che chiedeva con tutte le sue forze di fare un giro sul pavimento. Ero decisamente sulla strada giusta per accontentarla, quando mi accorsi che lui mi aveva preceduto, disfacendosi della mia.

Quando entrambi fummo a petto nudo, lo premetti di nuovo contro il muro, passando un braccio sulla sua schiena, a mo’ di scudo contro il freddo del muro. Lo sentii sospirare beato al contatto, e mi sporsi per baciarlo sotto la clavicola, leccandolo fino ad arrivare al petto.

Di lì scesi giù sull’addome e poi ancora più giù, centellinando i movimenti, facendolo penare, mentre con lentezza e tranquillità andavo a sbottonargli la cintura, poi i pantaloni, tirandoli giù con calma, divertendomi ad osservare la sua espressione diventare sempre più impaziente.

Tuttavia non disse niente, si limitò a ricambiare il mio sguardo con quei suoi due occhi ardenti e profondi. Non ero solo io a star giocando con lui in quei momenti, ci stavamo sfidando a vicenda, solo che io sapevo chi si sarebbe arreso per primo.

Infatti, quando mi chinai sulla sua erezione e la presi nella mia bocca, sentii distintamente e vittoriosamente l’urlo che ne seguì. Le sue mani arrivarono sulla mai nuca, per seguire il mio ritmo, cosa che mi faceva entrare in un delirio di onnipotenza ogni santissima volta.

Quando mi staccai, tornai velocemente su di lui, mentre sentivo le sue mani sbottonarmi i pantaloni di scena, strettissimi da togliere il fiato ma anche valorizzatori del mio sedere, cosa che di fatto, faceva partire Mika per la tangente.

Infatti, le sue mani si posizionarono quasi istintivamente proprio li, stringendomi possessivamente  mentre ci baciavamo.

Lo spinsi ancora di più verso la porta e lui fece pressione su di me, per alzarsi ed allacciare le gambe alla mia vita.

Sentii la sua apertura sotto le mie dita andate a sostenerlo, e proprio non resistetti. Iniziai a far scivolare un dito, e poi due, mentre aprivo leggermente e sforbiciavo, sentendolo gemere nella mia bocca.

Cambiai posizione, e ripresi a spingerle dentro di lui. Quando si staccò da me ed urlò improvvisamente, capii di aver trovato la sua prostata. Sorridendo, ripresi a baciarlo “Nella tasca… Dei pantaloni..” sussurrò lui, con un sorrisetto, ed io mi guardai subito intorno, sorridendo nel vedere i suoi pantaloni designer buttati su un ripiano vicino a noi.

Cercai nelle sue tasche, trovando il preservativo…e il lubrificante? “Te lo sei portato dietro? Wow, sono impressionato” scherzai, un misto tra lo sbalordito e il divertito. Altro che in bianco a trent’anni! Mika era peggio di me!!

Lui rise, riprendendo a baciarmi a bocca aperta, mentre io mi infilavo il tutto il più velocemente possibile e spalmavo un’abbondante dose di lubrificante su di me e sulla sua apertura.

Quando scivolai in lui, il mondo si incendiò. Mi sistemai e aspettai che si fosse abituato. Poi, appena mi diede l’ok, tentai una spinta. Cavoli, era così piacevole.. Mika era davvero.. stretto!

Iniziai  a spingere sempre di più e sempre più in fretta, ormai non si capiva di chi fossero i gemiti, e sinceramente a nessuno di noi importava. Eravamo pelle su pelle, cuore su cuore, oceano e lava che si incontravano.

Presi la sua erezione tra le mani quando mi accorsi di essere vicino. Anche lui era al limite, bastarono poche spinte per farlo venire sui nostri stomaci. Si tese così tanto da far venire anche me con un urlo strozzato, dentro di lui.

Rimanemmo fermi, immobili, a riprendere fiato e ad ascoltare il battito impazzito dei nostri cuori.

“Uno sgabuzzino, davvero?” chiese Mika, alzando un sopracciglio con fare saccente “Disse quello che va in giro con lubrificante e preservativo in tasca!” lo rimbeccai io, staccandomi dal suo abbraccio ferreo.

“Andiamo” dissi, sporgendomi poi a baciarlo con dolcezza, mentre raccoglievamo i vestiti e pensavamo ad una buona scusa da presentare  a Rosy una volta rientrati.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Salve a tutti!

Ok, il capitolo è lunghissimo, non ho mai scritto così tanto, questo polverizza tutti i miei record precedenti! Detto questo, grazie a tutti coloro che stanno recensendo, il numero aumenta e questo mi rende orgogliosa di quel che faccio. Cosa ve ne pare di Adam? Non volevo farlo venire così odioso, diciamo che ci ho preso un po’ gusto! Grazie a Desy che si sorbisce tutti i miei scleri e che sclera con me. Ti voglio bene! <3

Xoxo Bea

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Capitolo 16
*** #16 Proud ***


aborgeni

Cap 16

Proud

What do you think of our dreams come true?

 

Alessio era sveglio. Non riusciva a dormire, ma non gli importava un bel niente del suo sonno disperso. Non gli mancava nemmeno un po’ e ad osservarlo bene non avreste detto che fosse stanco.

Alessio stava fissando rapito Mika addormentato tra le sue braccia, nel silenzio della loro camera, e non riusciva a non pensare di essere davvero nel posto giusto per lui.

Sorrise nel buoi, ricordandosi di come tutto fosse iniziato per lui, in una notte come quella, ma tanti anni prima…

 

“Che palle! Non riesco proprio a dormire stasera” era quello che stava pensando, mentre girava distrattamente tra i canali della sua mini-radio, cercando un programma nuovo o anche semplicemente qualcosa di carino da ascoltare, magari per far arrivare quel sonno che tanto aspettava.

“I want to be like Grace Kelly..”

 

Una voce che non conosceva lo fece fermare di botto. Era un canale radio semi-sconosciuto, e mandava un cantante sconosciuto alle due di notte. Questo avrebbe dovuto fermarlo a prescindere, ma quella voce.. quella voce lo ipnotizzò. Rimase col fiato sospeso, innamorandosi di quel cantante a cui non sapeva nemmeno associare un volto, ma non gli importava.

La fine della canzone arrivò troppo presto, ma la sensazione che lo aveva pervaso no.

Si era fiondato al pc, aprendo youtube. Non c’era voluto molto a trovare il pezzo.. e il cantante. Era un certo Mika, che non aveva mai sentito prima. Ascoltò un altro paio di brani, ma la sua mente tornava sempre a quello.

“Grace Kelly” risuonò nella sua stanza fino a che le luci dell’alba non illuminarono le sue finestre, spingendolo a saltare la scuola per recuperare il sonno perduto.

E mai assenza fu più piacevole, perché era cullata dal dolce suono di quella voce celestiale.

 

Alessio accarezzò i capelli del suo ragazzo. Quello era il suo ricordo più caro, dopo i loro insieme e quelli su sua madre. Non l’aveva mai raccontato a Mika e si ripromise di rifarlo al più presto.

Avrebbe dovuto rifare anche un’altra cosa, che gli mancava da morire: vedere un suo concerto…  e magari andarci con lui!!

Il suo sorriso si allargò a quel ricordo e brillò nel buio.

 

Era stata una giornata fantastica. Era  a Milano con Cristina, ed erano andati a fare spese per tutto il giorno. Sua cugina si voleva in qualche modo sdebitare per essere in arretrato con i regali del compleanno, e Alessio avrebbe voluto dirle che non faceva niente, che non gli importavano due regali in più o in meno, ma quella era sua cugina e non accettava un no come risposta. In più, era così bello lasciarsi coccolare dalle sue attenzioni…

“Ho una sorpresa per te” gli disse, nascondendo a stento il sorriso entusiasta che le era spuntato in faccia “Però chiudi gli occhi” aggiunse subito dopo Cristina “Ok” dissi, facendo come mi aveva ordinato. Se mi fosse piaciuto almeno un terzo di quanto lei si era divertita a farlo, sarebbe stato un regalo perfetto.

“Aprili”

Gli aprii e.. non ci potevo credere, aveva due biglietti per il concerto di Mika in mano!!

 Quello ERA il regalo perfetto!

“Oddio” fu l’unica cosa che riuscii a sussurrare, troppo scioccato per dire altro. “Aah” lei fece il suo famoso risolino strozzato ed io le saltai al collo, troppo contento per parlare “Wow. Dimmi che sta succedendo davvero” le dissi “Si!” rispose lei, ridendo.

“Woooow andiamo al concerto di Mika!!”iniziavo addirittura a fangirlizzare “ E quando? E dove?” chiesi a raffica “Vediamo..” scherzò lei, prendendo tempo “E dai, fammi vedere” iniziai  a pregarla, rincorrendola per la casa e finendo per atterrarla sul divano. Tra le risate, riuscì a dire “è tardi, è meglio se vai a letto, visto che  il concerto è domani!!”

Mi alzai lentamente, guardandola fisso “Stai scherzando, vero?” le chiesi, il panico evidente nella mia voce “No, perché?” mi chiese lei, aggrottando le sopracciglia, confusa “E io che mi metto??? Oddio!” mi impanicai. Cristina mi guardò, cercando di capire se stessi bluffando o meno, poi scoppiò a ridere, buttando il capo all’indietro “AhAhAh ma allora fai sul serio!! Relax, Ale, è solo Mika, non la Regina” e giù di nuovo a ridere “Ehi! È importante per me!” sbottai offeso “Scusa piccolo, è solo che .. la tua faccia era impagabile” recuperò un minimo di dignità “Andiamo, ti aiuto io” gli disse, spingendolo in camera, verso l’armadio.

 

Il giorno dopo, alle otto di mattina, erano già in coda al Forum pronti a scattare e a prendere i posti.

Le ore passarono.. Cristina aveva  preparato dei panini e si era portata dietro tutto il mini bar, mentre Ale faceva amicizia con alcune ragazze sclerate che erano in coda insieme a loro, improvvisando poi un pic-nic nel bel mezzo di Milano. Qualcuno si era portato dietro una chitarra, un’altra ragazza aveva un’armonica, tutti avevano una passione per Mika, ed diedero vita al loro concerto personale.

Le suonarono proprio tutte, da Grace Kelly a Stardust, passando per Love Today e Happy Ending.

Quando i cancelli si aprirono erano le sei di sera. I ragazzi, che ormai sembrava si conoscessero da sempre per quanto si erano divertiti in quelle ore, si guardarono e poi corsero ad accaparrarsi i posti migliori.

 

“You’ve got the whole world in your pocket  but  you just don’t know

Everybody’s smiling at you everywhere you go

It’s like you’ve got that secret

That everybody else wants to know”

 

Mika era apparso quasi subito, e aveva  dato vita a tre ore di puro spettacolo, cuore e colore. Alessio non sapeva bene come spiegarlo, ma ogni volta che quel giovane uomo lì su quel palco iniziava a cantare, aveva questa impressione, di colori che scoppiavano e spargevano la loro vivacità tutta intorno. Anche parlando  di cose tristi e serie come erano la maggior parte delle sue canzoni, Mika sapeva portare un raggio di sole nella sua vita.

 

“We take a whole room full  of strangers and we make them friends

We do it all around the world so it never ends

It doesn’t matter where we’re coming from or going to

You’re the only one that ever turns a grey sky blue

And everybody needs  a friend like you

 

Per quasi due mesi dopo quel concerto Alessio si mosse circondato dall’aura benefica che quella serata gli aveva regalato. I problemi ed i guai gli scivolavano addosso, viveva sulle nuvole, e ci sarebbe volentieri restato, se non fosse arrivato il suo coming out ed i relativi problemi con la famiglia.

 

Mika si agitò nel sonno, stringendosi inconsciamente di più a lui. “Ale” disse, e per un momento lui pensò che si fosse svegliato, ma il suo ragazzo si girò contro di lui, la faccia premuta sul suo petto, e continuò beatamente  a dormire.

 

Ale ricordò le prime volte che lui aveva abbracciato quello che era ancora uno dei giudici, che poi sarebbe diventato il suo giudice e poi ancora, incredibilmente, il suo amico ed il suo ragazzo.

Lui lo faceva per prendere coraggio, lo abbracciava per calmarsi e per combattere l’ansia.

Lo guardava negli occhi per essere sicuro di quel che stava facendo, come alle audizioni, quando era stato lui a chiamarlo e ad aiutarlo con la sua voce, semplicemente con  la sua presenza lì. Ed era riuscito a passare.

Poi erano arrivati gli Home Visit e si erano ritrovati a Dublino, e Mika l’aveva scelto per far parte della sua squadra quando  anche lui credeva di non farcela più. L’aveva salvato da sé stesso ancora una volta.

 

E poi era arrivato il loft, le lezioni, i fuoriprogramma, le maratone fino alle due e mezza di notte quando anche la persona più resistente e attiva crollava addormentata, le risate, le provocazioni.

Ma soprattutto Mika. Mika ovunque, comunque, sempre e solo lui. Mika che si sentiva anche quando se ne andava, Mika che tornava e l’abbracciava, e facendolo riportava la luce nella sua vita.

E poi la prima puntata, le eliminazioni, il primo bacio, il loro duetto, i baci nel camerino e tutte quelle piccole cose che lo avevano fatto sentire amato, desiderato e speciale.

Il bacio al risveglio, la colazione a letto, persino le terribili sfuriate di Rosy erano ricordi felici se lui era lì, ben presente nella sua coscienza.

 Mika era stata la sua ancora, la sua luce fuori dal tunnel, e lo era ancora, ogni volta, ogni attimo in modo più forte e più potente  di quello immediatamente prima.

Lo amava. Lo amava e avrebbe passato l’intera vita con lui, non importava cosa sarebbe successo. Ale si rannicchiò contro di lui, assaporando il suo odore nel più minimo, insignificante dettaglio, ma  che era tanto se  si parlava di lui.

Chiuse gli occhi. Si sentiva bene.

 

Si sentiva al sicuro.

 

 

 

 

Mika  riprese lentamente coscienza di sé. Era ancora notte? Si, pensò, guardando l’orologio sul comodino, erano ancora le cinque. Non valeva la pena di alzarsi, era troppo comodo quel letto. Anche perché così facendo avrebbe rischiato di svegliare Alessio, e il suo ragazzo era così carino mentre dormiva, rannicchiato dolcemente contro di lui.. beh, del resto lui era carino sempre.

Mika pensò che l’uomo che stringeva tra le braccia fosse bellissimo, l’uomo più bello della terra. E non solo perché era il suo, intendiamoci.

 

Alessio lo aveva colpito già dal primo istante, quando lo aveva intravisto entrando negli studi. Il suo ciuffo biondo gli era rimasto impresso, aveva volteggiato nella sua mente  per tutte le audizioni.

Se era sembrato un  po’ strano agli occhi della gente era stato si perché la situazione era nuova per lui, ma per quanto fosse diversa dalla sua realtà, lui stava pensando ad altro.

I commenti degli altri giudici e le risatine del pubblico se sbagliava un accento o un plurale non lo toccavano, pensava  solo a  quel biondo.

 E si chiedeva chi fosse.

Se fosse bravo.

 Si preoccupava perché sperava fosse abbastanza bravo da offrirgli una scusa per tenerlo lì.

 

Lo aveva cercato tra tutti i ragazzi, cercando di trovarlo in mezzo a quel caos che popolava Milano.

 

Poi aveva chiamato l’ennesimo ragazzo il cui nome non gli diceva niente e.. pam! Se l’era trovato davanti , in tutto il suo splendore.

Ciuffo biondo, occhi grigi.. l’aveva fatto impazzire alla prima occhiata. Si era innamorato di lui senza neanche rendersene conto, aveva ascoltato la sua esibizione con gli occhi sgranati ed il cervello in pappa, perdendosi sempre di più in quegli occhi profondi e scuri come il mare in tempesta che gli piaceva tanto, ma solo da guardare, perché lui aveva paura dell’acqua.

Ma non aveva paura di affondare in quello sguardo, per quanto potesse sembrare strano, lui sentiva di aver trovato la persona giusta per sé.

“Just gonna stand there and watch me burn..

But that’s alright because I like the way it hurts

E Mika era lì fermo, a guardarlo, voleva tanto urlargli “Ecco, questa canzone parla di me ora! Sono io quello che sta bruciando, rimani lì a guardarmi, perché adoro il modo in cui mi fai male, adoro il modo in cui riesci a farmi sentire!! Non ti conosco ancora, non so nulla di te, eppure sono qui. Cosa mi stai facendo?”

La sua voce l’aveva  sconvolto così tanto che si era ritrovato a chiamare Simon Conwell nel cuore della notte, dimentico del fuso orario, per costringerlo ad assegnargli la sua categoria, gli over 25. Il giudice gli aveva detto di “si” piuttosto velocemente, avrebbe fatto di tutto pur di tornarsene a letto e una misera categoria gli sembrava davvero il minimo, in confronto.

 

E così tutto era iniziato perché, ovviamente, Ale con una voce del genere non sarebbe mai rimasto fuori. Mai e poi mai.

Dublino lo aveva visto abbracciarlo la prima volta, la pioggia aveva salutato il tuffo carpiato del suo cuore  e l’emozione provata mentre lo stringeva tra le braccia.

Arrivati nel loft, aveva fatto di tutto purché lui lo considerasse una parte della sua vita, e ancora si stupiva di essere riuscito così bene nel  suo intento.

“Cosa mi stai facendo, Alessio?” era dal primo giorno che se lo chiedeva, e ora che  c’erano solo loro due in sala prove poteva permettersi di osservarlo meglio..

Quel ragazzo, era così particolare.. quei movimenti lenti ed eleganti, il ciuffo sempre dritto in testa, la serietà mista a complicità che si erano instaurate tra di loro.

“Nulla” rispose il ragazzo, e Mika si accorse di aver parlato a voce alta. Fuck. “Forse volevi dire ‘ Cosa stai facendo?’ , vero?” alessio, le belle sopracciglia corrugate nel tentativo di comprendere meglio il suo giudice, gli offrì la risposta su un piatto d’argento. E lui la prese al volo. Non si diceva forse così in Italia?

“Oh! Si grazie,  il mio italiano è brutto. Ancora ” disse, abbassando gli occhi e fingendo di vergognarsi. L’aveva scampata bella.. quale fu la sua sorpresa quando sentì due braccia stringerlo delicatamente sui fianchi e la presa familiare di Ale che lo abbracciava, si può solo immaginare. Si sentì un po’ bugiardo, anche. Ma era una bugia a fin di bene, dopotutto.

“Ale.. cosa stai facendo?” chiese trattenendo il respiro, sperando di non rovinare quel momento e di non farlo allontanare d lui “Sai, per essere quel miscuglio di lingue che sei, il tuo italiano è di gran lunga migliore del mio” disse il ragazzo, facendolo ridere, sollevato.

“Ora continuo a provare!” disse poi, staccandosi e mettendo le mani avanti, come se temesse di essere rimproverato perché stava perdendo tempo invece di provare il suo pezzo per la seconda puntata.

Non che mi sia dispiaciuto.. pensò Mika, schiarendosi la voce mentre Alessio provava alcuni passi particolarmente impegnativi “Ti ho mai raccontato di quella volta che ho sognato Simona?” chiese.

Vide Ale sorridere “No, racconta” lui adorava le storie, soprattutto quelle assurde e senza senso di Mika.

“Ero di ritorno dalla Cina e mi stavo riprendendo dal jet lag. Sogno di trovarmi nello stesso aereoporto di poche ore prima e c’era questa.. granny and un gruppo di bambini. Tutti parlavano il cinese, no? La granny si gira verso di me, ed è uguale a Simona!

 Inizia a scusarsi in tedesco per i suoi nipotini, ed io mi scuso con lei in spagnolo, dicendole che non la capisco, che non capisco quel che dice, si dice così?”

Alessio è a terra e si rotola per le risate “Questa era bella” ammette “Mai io ho di meglio” lo provoca

“Vediamo” Mika accetta la sfida, curioso.

“Ero in quinto superiore e dovevamo fare una gita all’estero. In Francia, più precisamente.

La gita si sovrapponeva ad uno stage, e obviously, io avrei fatto quello. Quando lo spiegai a chi organizzava la gita, questo si incavolò.

 Disse che non sapevo prendermi le mie responsabilità, che gli avevo detto che sarei andato, ecc.  allora me ne uscii con “Ah, non ti preoccupare care. Gli attacchi di isteria sono normali durante il ciclo!”

Ale stava veramente morendo dalle risate al solo pensiero “Ancora ci rido su!!” e i due finirono per raccontarsi aneddoti e storielle per ore. Mika era felice come non mai.

 

Poi  le maratone interminabili  e gli scherzi, il  rifiuto di  Mika di prendere un appartamento in affitto e abitare lì nel loft. Chissà quante gliene avevano dette dietro i produttori, per avergli creato così tanti problemi.

Avevano riso e scherzato ed era stato col cuore in gola che Mika aveva scelto di cantare quel duetto insieme a lui, sperando che accettasse e contemporaneamente sperando di non deluderlo.

 

E quando l’aveva baciato.. Era stato stupendo, come esplodere e rinascere per mano sua, l’aveva sconvolto semplicemente facendo combaciare le loro labbra. Mika aveva baciato tante persone nella sua vita, uomini, pupazzi, persino uno scheletro gigante!, ma mai niente era stato così intenso da essere paragonabile a quando baciava Ale.

 Le loro labbra combaciavano perfettamente ed il cuore sembrava esplodergli nel petto.

Tutto il suo corpo reagiva a quel ragazzo. La sua bellezza, la sua dolcezza, la delicatezza del suo tocco lo estasiava, la potenza e allo stesso tempo grazia della sua voce lo ipnotizzava e lo lasciava completamente in suo potere.

L’aveva amato dal primo istante. Sapeva che Ale l’aveva capito, ma voleva dirglielo.. aveva il bisogno di dirlo.

 

 

“Ale, Ale” lo chiamò, scuotendo leggermente la sua spalla. Niente. Alessio aveva il sonno più pesante di un mattone, e la mattina solo la sveglia dei Black Eyed Peas riusciva a scuoterlo. Quando non bastavano le cuscinate. Mika si divertiva a prenderlo a cuscinate, era la parte migliore della sua giornata.

Peccato che se lui non si svegliava la sveglia non la smetteva di suonare, perché aveva impostato l’Iphone sullo sblocco tattile. Così Mika aveva cambiato la canzone con qualcosa di più energico, in modo da farlo saltare sul letto.

Ovvio che se senti “Per Elisa” al mattino ti giri e ricominci a dormire, no? Perciò “Pump It!” era l’ideale, o almeno sperava che bastasse.

 

Fortunatamente, il suo ragazzo si svegliò quasi subito “Mmm che c’è?” chiese, gli occhi impastati dal sonno. Vide la mano di Mika sul cuscino, pronta ad afferrarlo e si svegliò del tutto, spalancando gli occhi “Sono sveglio!” esclamò atterrito. Odiava le cuscinate.

“Cosa è successo?” chiese poi, vedendo che il suo ragazzo era lì, a contemplarlo senza spiccicare una parola “Niente. Sei bellissimo” rispose questo, sognante “Grazie lo so, ma perché mi hai svegliato?” chiese ancora Alessio, facendolo ridere della sua confusione “ Quanto siamo modesti di prima mattina. Volevo dirtelo” gli spiegò, come se fosse una cosa lampante ed ovvia “Mi hai svegliato per dirmi questo? Che sono bellissimo?” Ale sembrava sul punto di mollargli un pugno e tornare a dormire.

“Fammi finire. So che magari è un po’ presto per un discorso del genere, e intendo presto perché è ancora notte, ma..” si interruppe, incerto su come continuare. Alessio lo stava guardando, serio come non mai, ascoltandolo davvero “Ti amo” Mika decise di dire la verità.

 Niente discorsi complicati, solo una verità disarmante “Ti amo, e non so cosa succederà fuori di qui, ma so che voglio continuare a farlo. Voglio svegliarmi ogni mattina e prenderti a cuscinate finchè non spegni la sveglia, voglio addormentarmi con te ogni sera. Voglio poter dire al mondo senza problemi che tu sei mio, e che chiunque ci provi con te dovrà vedersela col mio metro e 95!” scherzò, guardandolo poi con occhi innamorati.

“Ti amo” Alessio era senza parole, così si sporse a lasciare un tenero bacio sulle sue labbra.

Mika sorrise “Che c’è?” chiese Ale “Hai un buon  profumo” disse, affondando il viso nel suo collo “Per forza, so di te!” gli rispose Ale, un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

SI ce l’ho fatta!!! Sono riuscita a finire questo capitolo, e cavoli, ce n’è voluto di tempo. Qui ci sono digressioni mentali pazzesche, ogni due righi corrispondono a notti intere di pensieri del tipo “Mmm come faccio qui? E qui?” però ne sono contenta. Adoro questo capitolo. Grazie a Desy  che sclera con me, e grazie a Camilla per avermi aiutato. Grazie alle mie amiche, vi adoro!

Vi lascio un video di Mika che ho trovato l’altro giorno, se volete guardate solo l’intervista, è divertentissima! E non preoccupatevi se non sapete lo spagnolo: lui non lo parla….

http://t.co/LPkXCiWgc7

 

Xoxo Bea

 

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Capitolo 17
*** #7 If I Die Young ***


capitolo 17 mika

Cap 17

If I die young



“Buonasera, signori e signore”  questa settimana, Alessandro indossava un completo un po’ diverso dagli altri.

Era in semplici maniche di camicia, e indossava un jeans. Noi naturalmente ne sapevamo il perché ma il pubblico non lo immaginava neanche lontanamente.

“Prima di tutto, accogliamo i nostri giudici! Un bell’appaluso per… Simona Ventura!”*

Simona fece la sua entrata nell’ X Factor Arena e iniziò a scendere le scale. Anche da lontano ti accorgevi di qualcosa che non andava. Il suo modo di vestirsi, di solito scuro e in stile Madonna, era completamente trasformato: aveva ancora i suoi capelli rossi, solo lasciati liberi sulle spalle, con un piccolo nodo al centro; i suoi vestiti erano… colorati?

 Si, proprio così: indossava una camicia giallina con un fiocco a fermare lo scollo, una gonna bianca molto anni Quaranta, e un paio di stivaletti bianchi anch’essi.

“Elio!”*

Elio sembrava molto normale, indossava un completo abbastanza sobrio, grigio scuro. Poi si tolse il cappello- la sua nuova fissa per quell’anno- e il pubblico lanciò un “Ohhh”. Perché? Semplice, non aveva più capelli!

Non che ne avesse mai avuti tanti, me si era lasciato solo una piccola chierica, tutto il resto via.

 

“Mika!”*

Risi, pregustando il vestito del mio giudice, che mi ero tanto divertito ad esplorare appena qualche ora prima. Era in semplici maniche di camicia solo che la camicia non le aveva, le maniche.

 Erano corte, nera e Mika le aveva abbinato una cravatta rossa ed un paio di pantaloni anch’essi neri. Stava molto bene, e per me che sapevo cosa quell’abbinamento stesse a significare, sembrava un angelo del paradiso.

 

“Morgan!”*

Morgan era il più strano di tutti… aveva indossato un completo stranissimo, tutto luccicante e pieno di fronzoli. I capelli grigi alzati in un ciuffo, quasi sparivano sotto l’enorme cilindro- sempre luccicante- che portava. Ah, dimenticavo…. Aveva i tacchi.

Mi coprii gli occhi, per non guardare, preferivo così, mentre Mika se la rideva e lo prendeva in giro perché non riusciva a camminare fino al tavolo dei giudici.

Quando tutti quanti si furono accomodati, le luci si abbassarono e lo schermo si illuminò.

“Sette anni fa, in questo stesso giorno celebravamo un tributo ad una delle serie più amate e seguite al mondo.”

Mentre Alessandro iniziava il suo discorso, lo schermo si illuminò, ed una sequenza di immagini apparve. Un campo da football, una classe, un auditorium.

“Sempre l’estate di sette anni fa, moriva un idolo per milioni di persone nel mondo. Una persone che le aveva aiutate, le aveva fatte sentire accettate, ed amate. Si era preso cura di loro, per quattro lunghi anni, fino ad andarsene.. improvvisamente come era arrivato”

Ora dei volti apparivano, uno dopo l’altro, volti che per anni avevo amato e che continuavano ancora ad emozionarmi, volti di cui conoscevo ogni singola espressione e cambiamento negli anni. Una specie di seconda famiglia, per me.

“È passato tanto tempo, ma stranamente non ci sembra così, non se possiamo ancora rivederli, non se possiamo rivederlo. Quell’ uomo, quell’attore, quella persona meravigliosa ha segnato una generazione e nella morte, le sue parole sono state le più ascoltate. Cory Monteith, ti ricordiamo sempre.

Signori e signore, ecco il nostro tributo a Glee!”

Ed in quel momento apparve il vero video, che noi avevamo contribuito a creare quella settimana.

Siccome tutti noi ragazzi rimasti avevamo amato lo show fino a considerarlo casa nostra, avevamo stressato giudici e produzione perché “Una serata a tema la dovete fare assolutamente!!”

Ed eccoci. I premi, i riconoscimenti importantissimi che erano stati dati a Glee nel corso degli anni passavano sullo schermo.. tutti i Grammy, i People Choice Awards, i Golden Globes.. E poi tutti I commenti del cast, e la loro emozione, I momenti brutti e quelli belli.. la vita che va avanti, nonostante tutto.

Era diventata una serie cult, il genere di cosa che faresti vedere ai tuoi figli per educarli al mondo. Favoloso.

 

Poi le facce sullo schermo cambiarono rapidamente in qualcosa di più familiare per il pubblico. La voce fuori campo di Simona iniziò a parlare “Ecco, voi dovete fare qualcosa del genere… non limitatevi al tributo, non ne varrebbe la pena.. prendete quelle canzoni e fatele vostre, nei modi in cui Glee vi ha insegnato.

 Prendete la vostra passione e fatene qualcosa di ancora più bello. Fatela diventare un’estensione di voi stessi.”

Le due cantanti di Simona rimaste arrivarono insieme sul palco. Si sorrisero, prendendo posto sulle varie strutture di legno che erano state costruite.

“All my people in the crowd

Grab a patner, take it down”

Katia, la mora, scomparve quasi subito dietro un pannello luminoso, mentre continuava a cantare con Federica.

“It’s me against the music”

disse la mora, aggrappandosi con forza al pannello, per poi scivolarci dietro.

“It’s just me..”

rispose Federica, mentre  apriva l’impermeabile nero che portava, mettendo in risalto la camicia ed il gilet nero con i pantaloni coordinati che indossava.

“And me!”

la voce di Katia era ridotta ad un sussurro, pericolosa ed ammaliante  al tempo stesso.

“And no one cares

It’s whipping my hair it’s pulling my waist”

Si rispondevano a vicenda, una dietro il pannello, che proiettava la sua immagine come ad essere dentro un televisore, e l’altra circondata da ballerini, mentre ballava una coreografia hip hop.

Ci sapevano fare, era ovvio.

“To hell with stares

The sweat is dripping all over my face

And no one’s there

I’m the only one dancing up in this place

Tonight I’m here

Feel the beat of the drum, gotta get with that bass”

 

Le due iniziarono a duettare, Katia che abbandonava il pannello per ballare insieme a Fede. La mora indossava un tailleur bianco, provvisto persino di guanti. La loro danza era armoniosa, sensuale. Sembravano preda e predatore, ognuno incerto di cosa fosse l’altro, ma pronte a saltarsi addosso al minimo cedimento dell’altra.

 

“I’m up against the speaker

Trying to take on the music

It’s like a competition

Me against the beat

I wanna get in the zone

I wanna get in the zone”

 

“Cavoli!” nel backstage, era l’unico commento che era sfuggito a tutti I ragazzi. Per di più, avevano parlato tutti insieme.  Sarebbe stato anche divertente, se non fossero stati tutti così concentrati su quelle due da non riuscire a staccar loro gli occhi di dosso neanche per un attimo.

“All my people on the floor

Let me see you dance

All my people wanting more

Let me see you dance

All my people round and round

Let me see you dance

All my people in the crowd

Let me see  you dance”

Ovviamente, le due ragazze stavano recitando. Interpretavano la loro parte, non si stavano sfidando per davvero. Ma erano brave, oh se erano brave, mentre ballavano una contro l’altra, i visi a pochi centimetri di distanza, sorrisi celati sotto quelle maschere di furbizia e malizia.

“Get on the floor

Baby lose control,

Just rock your body and let it go

If you wanna party

Let’s grab somebody,

Hey baby we can dance all night long!”

 

L’ovazione del pubblico non fu nemmeno paragonabile a ciò che aspettava le ragazze nel backstage. Sorrisi, cori da stadio, ovazioni e abbracci erano all’ordine del giorno. Ma soprattutto, tanta, tantissima emozione. Forse troppa, tant’è che rischiavi di fotterti ogni singola cellula del corpo e di finire col cervello in pappa, per il mix di adrenalina, impazienza, paura e orgoglio che ribolliva sotto la pelle.

Impazienza di salire sul palco, seguita da scariche potentissime di pura energia nelle vene. La paura di non farcela, di fallire in ciò che con tanta cura- e maniacalità-  si era preparato. Le ondate di coraggio, che seppellivano tutto il resto, cacciando via le paranoie. Loro glielo dovevano. Non sarebbero stati lì, e non sarebbero stati  quelle persone  se non avessero amato qualcosa così come avevano amato quello show.  Disperatamente. Senza riserva alcuna, vivendolo giorno per giorno e basando le loro giornate su di lui e su di lui soltanto.

 “Remember there were a built

But baby they’re tumbling down

And they didn’t even put up a fight

And they didn’t even make a sound”

 

Il gruppo di Elio, l’unico rimasto in gara, aveva scelto un Mash Up, e uno dei più belli, per giunta!

“It’s like I’ve been waken

Every rule has broken

It’s a risk that I’m taking

I never wanna shock you out”

“Everywhere I’m looking now

I’m surrounding by your embrace

Baby I can feel you halo

And it does feel good!”

 

Faceva parte della prima stagione dello show, ed era un mix di Halo e Walking on Sunshine. Certo, era cantato da un gruppo di ragazzi e ragazze invece che da sole ragazze, e la differenza c’era … ma chi se ne importava?

 

“I used to think that maybe you’ll love me

Now baby I’m sure

And I just can’t wait for the day

When you’ll knock on my door

I’m walking on sunshine oh!”

La coreografia, i costumi… tutto era di un giallo splendido ed abacinante. Non avevo mai visto qualcosa di così contagioso!

“And does it feel good!

I can feel your halo!”

 

 

 “Alessio.. vorrei farti sentire la canzone che ho scelto per questa settimana. Spero che tu la conosca.. o che tu abbia visto quella puntata”

Ecco come Mika mi aveva introdotto la mia canzone, prima di premere play sul suo computer.

Erano queste le immagini che si alternavano sullo schermo ora, le vedevo di sfuggita mentre mi preparavo, ma ricordavo ogni singolo istante, come se fosse impresso a fuoco nella mia mente.

Le prime note di If I Die Young erano risuonate dalle casse, ed ero letteralmente crollato: era la mia canzone preferita, ma come diavolo faceva a saperlo???

“Stop crying! Stop! Don’t cry! Sing!” mi spronò lui, guardandomi con una dolcezza assurda dall’altra parte del piano. “Sing!” quando lo disse per l’ennesima volta, mi asciugai le lacrime che non mi ero accorto di star versando, tanto ero sconvolto.  

Da quanto tempo non ascoltavo quella canzone… troppo, perché faceva male.

Iniziai a sussurrarla, mentre Mika mi veniva dietro, pianissimo, lui con i suoi occhi scuri a cui non riuscivi mai a dire di no… “Grazie” gli sussurrai, asciugando le ultime lacrime.

“Devi cantare questa canzone… tu hai un bambino, nelle tue mani e tu devi cantare per far dormire questo bambino… devi essere delicato, niente note alte.. solo dolcezza, okay?”*

 Mi abbracciò, non osando di più davanti alle telecamere, ma a me quello bastava. Mi aveva trasmesso la sua forza, il suo calore.

Presi un grosso respiro, ordinandomi di non scoppiare a piangere sul palco, ed entrai in scena.

 

“If I die young

Bury me in satin

Lay me down on a bed of roses

Sink me in the river at dawn

Send me away with the words of a love song oh-oh”

 

Raggiunsi l’asta, e ci posizionai il microfono. Avevo le mani che tremavano, ma tentavo di non darlo a vedere.  Amavo quel brano, nonostante fosse triste. Anzi, forse erano proprio la sua tristezza e la storia che aveva da raccontare, a rendermelo così caro, così.. unico e speciale.

 

“Lord makes me a rainbow

I’ll shine down on my mother

Should know I’m safe with you when she stands under my colours

Oh well, life ain’t always what you think it gotta be, no

Ain’t even grey, but she buries her baby

The sharp knife of a short life”

Stavo iniziando a sentire gli occhi pizzicarmi, e le labbra tremarmi. Ecco, esattamente quello che volevo evitare che accadesse. Questa canzone mi coinvolgeva troppo, sapevo che non sarei riuscito a fermarmi, eppure avrei voluto smettere di cantare.. troppo dolore.

 

“I’ve had just enough time

So put on your best boys

And I’ll  wear my pearls,

What I never did is done.

A penny for my thoughts, oh no,

I’ll sell them for a dollar

They’re worth so much more after I’m a goner

And maybe then you’ll hear the words I’ve been singing

Funny when you’re dead how people start listening”

Era vero, era sempre stato così. “La canzone perfetta” da cantare in momenti del genere, quando non c’eri più e tutti iniziavano a parlare bene di te, mentre in realtà non se ne fregavano una ceppa.

Era successo così tante volte che ormai non sapevo più che farmene degli sguardi tristi e delle arie colpevoli, pentite di aver detto qualcosa di sbagliato, del “Condoglianze” e del “Ma come è morto?” è morto, punto. Non ci sono parole e non devono essercene. Solo il ricordo del nostro amore per lui è qualcosa che vale la pena conservare.

 

 “If I die young

Bury me in satin

Lay me down on a bed of roses

Sink me in the river at dawn

Sand me away with the words of a love song”

 

Qualcuno tra il pubblico aveva portato  un accendino, e lo aveva acceso. Ed era subito stato imitato da altre persone, che avevano finito per creare la coreografia più suggestiva che avessi mai sperato. Era bellissimo. Stupendo. Cory si sarebbe meritato il massimo dalla vita. E noi gliene stavamo regalando almeno un pezzetto.

“ A ballet of the blue

Going in peace and now

Gather up your tears

Keep them in your pocket

Save them for the time when you really gonna be the one

The sharp knife of a short life”

Incrociai gli occhi del mio giudice. Mi ero ormai arreso alle lacrime, ma ne ero stato ricompensato, perché ne erano cadute davvero poche. Sorrisi  di riflesso a Mika, tristemente, mentre iniziavo la parte più bella ritmicamente del pezzo. Il ritornello e poi..  lasciai gli occhi del mio ragazzo, facendoli vagare per la sala inconsapevolmente. Una sola lacrima aveva lasciato i suoi occhi dolci ed era scivolata lungo la sua guancia.

 

“I’ve had just enough time..

So put on your best, boys

And I’ll wear my pearls”

 

Eccolo qui, l’ultimo verso.. l’ultimo accordo, l’ultimo sussurro lieve come il battito d’ali di una farfalla, una carezza silenziosa.

Grazie.

Per tutto.

Ti vorremo sempre bene.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Non ci sono molte parole per descrivere questo capitolo, ma giusto potrebbe essere una di quelle. Lo so, è l’ennesimo capitolo senza una vera e propria storyline, e vi avevo promesso sviluppi un po’ più rapidi, ma questo è ciò che sono riuscita a fare, perché ci sono giorni in cui i ricordi sono terribili da sopportare.

Grazie a tutte coloro che mi supportano e sopportano, perché senza di voi che mi fate sentire importante per quel che faccio, questo capitolo non sarebbe mai stato scritto.

Xoxo Bea

 

 

*i vestiti di Emma

*I vestiti tipici del preside Figgins

*i  costumi di scena delle Nazionali

*il primo outfit di Starchild

* ricordate quando Mika lo disse a Roberta? L’amore *_*

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** #18 Fairytale ***


capitolo 18 mika

Cap 18

Fairytale

 

Quel giorno, Mika si era svegliato per il verso giusto. Ed aveva deciso di fare una sorpresa ai suoi ragazzi. In vista delle puntate finali della competizione – ne mancavano solo due e poi tutto sarebbe (incredibilmente) finito- l’ansia stava crescendo, e tutti ne sentivano la forza distruttiva. Il clima di completa agitazione che regnava in sala prove quel sabato lo spinse a nascondersi in un angolino – lui odiava le folle-e a prendere una drastica decisione. Doveva fare qualcosa.

Doveva far tornare il buonumore negli occhi del suo ragazzo, che ora lo fissava stremato dall’altra parte della stanza, tutto nella sua persona che esprimeva un solo concetto “Portami via di qui!” sembrava che implorasse. Oh si, un po’ di svago era assolutamente necessario.

Così, fece una cosa di cui si sarebbe pentito a prescindere, e già lo sapeva. Compose il numero per le emergenze di Cristina, ed aspettò.

“Ehi, Cri!” la salutò, allegro e totalmente sprezzante del pericolo, non appena quella rispose.

“Mika? Ehi, tutto bene? Che è successo? Mi devo preoccupare?”. . .  Cristina aveva risposto, con le sue solite grazia, calma e pazienza. Proprio! Ma la donna era fatta così, poi quello era il numero delle emergenze, quello che gli aveva dato quella notte in ospedale, quindi… certo che doveva preoccuparsi!

“No, tranquilla stiamo tutti bene!” la rassicurò lui non appena la donna fece una piccola pausa per riprendere fiato. Il cantante ne aveva subito approfittato per prendere in mano le redini della conversazione, che fino a quel momento era totalmente surreale.

“Ti chiamo solo per avere un consiglio.. cosa posso fare per far rilassare un po’ Ale?” chiese alla donna, incrociando tutte le dita possibili ed immaginabili, sperando che avesse la risposta.

“Beh ci sono due possibilità..” Si, thank God l’aveva! “Potresti portarlo a fare shopping, ma a quel punto temo per le tue finanze, oppure lo porti a mare!” concluse la donna “Dice sempre che lo aiuta a sentirsi vivo” Mika ragionò un attimo “Ma è novembre!” si lamentò “E tu portalo a fare shopping, no?” la donna sbuffò ovvia. Non era per niente intimorita dal cantante, nonostante la fama ed il successo che lo rincorrevano, lei lo trattava come una persona normale. Mika la adorava per questo, anche se bisticciavano sempre.

“No, ho paura!” si lamentò ancora “Disse l’uomo che lanciava i brillantini” lo rimbeccò lei, sbuffando. Poteva quasi sentirla sorridere, però, dall’altro lato del telefono.

“Nah, la sai anche tu quella storia!” sembrava davvero un bambino ora “Nulla mi sfugge” sghignazzò la donna, per poi tornare seria, quasi materna.

“E che ti devo dire, piccolo mio. Fai quello che ti senti, ok? Lui apprezzerà. Ma se ti chiede, hai fatto tutto da solo, perché lo ami e lo conosci davvero ok?” Mika rise, apprezzando le parole della donna.

 “Grazie” le disse semplicemente. La stava ringraziando un po’ per tutto: per esserci stata per Alessio, per averlo conosciuto ed apprezzato, per esserci sempre se Mika aveva bisogno di qualcosa, per averlo accettato nella sua grande famiglia.

“Grazie a te” rispose lei, e Mika seppe che aveva colto e compreso anche i significati più reconditi e nascosti delle sue parole. Che donna.

Però.. dai, seriamente? Shopping o Mare?? Oggi volevano proprio farlo morire!! Certo che erano proprio una peggio dell’altra…

 

 

“Amore? Dove stiamo andando?” Ale, che sedeva di fianco a me sul sedile anteriore, si guardava intorno super curioso, con l’aria più sveglia ed attiva che avessi mai visto.

Non stava riconoscendo la strada, e d’altronde neanche io sapevo se veramente quella era la direzione giusta. Per la centesima volta da quando ero in Italia  stavo facendo affidamento al mio fichissimo navigatore, che fino a quel momento non mi aveva mai deluso.

Lo avevo impostato per le spiagge di Milano Marittima prima che lui entrasse in auto, così gli avevo davvero tolto tutti i modi per orientarsi. Si lo so, a volte sono proprio cattivo(leggere con risata malvagia). Ma che sorpresa sarebbe stata se no??

Per sviare le sue domande decisi di accendere la radio. Sui sedili posteriori Rosy era impegnatissima a leggere dei tweet che stavano arrivando sulla mia pagina, ed ogni tanto commentava ad alta voce.

Alla prima stazione radio che trovai, il cuore mi si fermò: stavano trasmettendo uno speciale su X Factor.

Nell’auto calò il silenzio più completo mentre alzavo il volume.

“… Record di ascolti nelle passate edizioni, il talent si avvia alla sua conclusione, con la semifinale in onda questo giovedì, e la finale in onda tra due settimane. Perché questa scelta?”

Una voce, familiare, rispose. Sussultai: era Alessandro!

“Abbiamo deciso di darci più tempo per preparare la parte più importante, il tassello fondamentale di ogni edizione, ovvero la finale. Gli altri anni non riuscivamo a prepararci benissimo in una sola settimana, perciò quest’anno abbiamo colto il suggerimento di un giudice, Mika, ed abbiamo allungato a due settimane.”

Alessio era girato a guardare il suo ragazzo, sorridendogli innamorato “Sei sempre tu quello con le idee geniali” aveva commentato orgoglioso e sorridente.

“Diciamo che ho un po’ barato” ammise il cantante “Volevo solo passare un po’ più di tempo con te” ammise, facendo sciogliere Ale per la dolcezza delle parole, e dello sguardo che le aveva accompagnate.

“Shhh!” li interruppe Rosy, tesa ad ascoltare. I due si zittirono immediatamente, lasciandole però un’occhiataccia a dir poco velenosa.

“A proposito di Mika” stava dicendo l’intervistatore “Nelle ultime settimane, tutti i giornali e le riviste di gossip si sono sbizzarrite sulla sua presunta predilezione per uno dei suoi concorrenti, il cantante Alessio. Cosa sa al riguardo? Smentisce?” la domanda era arrivata fredda, a bruciapelo, e per i due fu come ricevere una scossa. Mika fermò l’auto, per concentrarsi sulla risposta

“Sinceramente, non ne so nulla, né ho visto qualcosa che me lo lasciasse intendere. Mika è un’artista ed una persona meravigliosa, e tutto quello che ha fatto per Ale lo ha fatto anche per gli altri cantanti della sua squadra, che funziona: è l’unica ad avere ancora due ragazzi.

Se poi ci sia davvero qualcosa, io posso dire solo questo: ragazzi, se è vero, io sono contento per voi. Per tutti e due, perché ve lo meritate. Poi io non so se è vero o meno. In entrambi i casi sono contento”

Alessio, che aveva sudato freddo fino a quel momento, si rilassò contro il sedile, espirando e sorridendo.

Mika non fu dello stesso parere del ragazzo, infatti spense la radio, dove Alessandro e l’intervistatore si stavano salutando, e ricominciò a guidare nel silenzio più totale.

 

Alessio e Rosy lo guardarono, incerti se dire qualcosa o meno, ma poi lo lasciarono ai suoi pensieri. Silenziosamente, prima di tornare ai suoi amati tweet, la ragazza pregò ogni dio di sua conoscenza di non farli andare a schiantare per il troppo pensare del ragazzo. Sbirciò il suo viso dallo specchietto, ed ebbe un brivido: era serissimo, i muscoli in tensione.

“È pur sempre al volante!” pensò, pregando con più fervore di prima.

 

 

“Siamo arrivati” annunciò  Mika dopo una mezz’oretta  di macchina, che più che una macchina sembrava una tomba.

Uscì rapidamente fuori dall’auto, mentre Ale si illuminava in volto.

“Oddio! Ma siamo al mare! Awww, sei l’amore!!” il ragazzo aveva lanciato un gridolino eccitato quando si era accorto di dove fossero. Senza perdere altro tempo, era corso giù dall’auto  fino al giudice, che fermo sul parapetto, guardava il mare.

La sua espressione preoccupata lasciò posto ad una sorpresa quando un paio di braccia lo assalirono da dietro, e Alessio gli si abbranchiò addosso. “Ehi!” protestò, l’ombra di un sorriso sul volto, prendendo il suo ragazzo e facendolo volteggiare. Lo baciò leggermente sulle labbra, prima di depositarlo a terra.

Fece vagare lo sguardo oltre di lui e soffocò una risata: Rosy si era incastrata con la portiera e lo zaino, e non riusciva più a uscirne. Seguendo lo sguardo del suo ragazzo, anche Ale rise, però apertamente, e insieme andarono ad aiutare quella patata, troppo orgogliosa per chiederglielo.

 

 

Arrivati sulla spiaggia, Rosy vide subito un gruppo di ragazzi che glicavano a pallavolo, e si allontanò, andando verso di loro. Mika e Ale rimasero soli, guardandosi. Non c’era un silenzio imbarazzato tra loro, quello non c’era mai stato. Si stavano studiando. Per capire quanto volessero mettere in gioco, quanto potessero rischiare. Occhi negli occhi. Cioccolato nel grigio, come il cielo di quel giorno.

“Vieni, dobbiamo parlare” Mika scrollò le spalle, incamminandosi verso il piccolo chiosco di legno sulla spiaggia. Ale si allungò per prendergli una mano, e sospirando lo seguì.

Presero due cappuccini e due muffin al cioccolato, più un cupcake gigante alla fragola che aveva fatto innamorare Alessio al primo sguardo. “Questo lo dividiamo” gli aveva detto con gli occhi a forma di cuoricini al solo pensarci, mentre pagava il tutto.

Quando Mika aveva provato a protestare per pagarlo lui, il conto, Ale lo aveva messo a tacere con un “Tu hai già pagato la benzina, amore” guadagnandosi un’occhiata intenerita da parte di tutto il pubblico femminile del locale. Successivamente, tutto il suddetto pubblico avrebbe rimproverato i rispettivi mariti e compagni perché “Quella è una vera parità nella coppia!” o anche “Quando è stata l’ultima volta che mi hai pagato la benzina?” !!

 

I due camminarono per un breve tratto sulle assi di legno del locale, per poi scegliere uno dei tavolini più verso l’interno.

Ale era già contento di averlo visto il mare, sapeva che Mika odiava l’acqua, perciò lo stava portando il più lontano possibile.

“Grazie” gli disse, quando si furono accomodati “Lo so che odi l’acqua, quindi questo per te è uno sforzo. Solo.. grazie”  sorrise, prima di abbassare gli occhi ed iniziare a giocherellare  distrattamente con il muffin. Ora si che era a disagio! Ma perché?

Mika lo stava ancora guardando intensamente, e non si capacitava di come per il ragazzo tutto quello sembrasse normale. Insomma, era l’unico ad essersi sentito minimamente toccato dal fatto che per una volta i giornali ci avevano visto giusto?

“Prego” si decise a rispondergli “Posso farti una domanda?” chiese subito dopo, pentendosene quasi subito. Ale infatti aveva alzato lo sguardo, sorpreso “E da quando hai bisogno di chiedermelo?” chiese a sua volta. “Lo so, non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!” aggiunse subito dopo, prevedendo ciò che il suo ragazzo stava per dire.

Il diretto interessato rimase a bocca aperta, per poi scoppiare in una fragorosa risata.

Mika che rideva era.. beh, stupendo. Adorabile. Ale avrebbe pagato oro per immortalare ogni singola risata, ogni singolo movimento, a partire dall’arricciarsi del naso, all’allungarsi del collo, ai ricci che penzolavano distratti sulla sua testa mentre si muoveva.

“Volevo essere serio, ma proprio non riesco” disse, quando si fu ripreso.

“Perché non sei per niente sconvolto?” domandò subito, a bruciapelo. Ale ci mise due secondi a capire che stava riferendosi all’intervista.

“Non ho nulla da nascondere. E lo stesso vale per te. A meno che tu non abbia altri dieci fidanzati sparsi in giro per il mondo che non sanno l’uno dell’altro…” Mika scoppiò a ridere di nuovo.

“Ma secondo te!” si difese, sempre ridendo.

“Solo che..” iniziò, questa volta serio “Ho passato tanti anni della mia vita a nascondermi, a cercare di tenere separati pubblico e privato, e rimango sempre  sconvolto da quanto si possa speculare su una persona” spiegò

“Speculare?” Ale aveva alzato un sopracciglio “I’m impressed!” scherzò, piacevolmente colpito dalla parola nuova che il suo ragazzo aveva imparato “Questo è perché ascolti sempre Rosy e mai me, vero?” chiese, fingendosi offeso.

“Seriamente” disse poi Ale, ritornando serio. Stava pensando veramente alle parole pronunciate dal suo giudice, e le trovava molto giuste “Hai ragione, perché è quello che tutti quelli come noi fanno all’inizio, vero? Si prendono un po’ di tempo per capire loro stessi, quello che sono e quello che vogliono. Però per noi quel tempo è già passato” la sua riflessione non faceva una piega.

Mika si ritrovò ad annuire “Quindi cosa facciamo?” chiese ancora, timoroso. Ale sembrava quello che aveva preso la situazione con più calma, tra i due.

“Beh il piano iniziale era di viverla con calma. Poi avevamo pensato di renderlo pubblico a fine programma. Ora con l’intervista.. che possibilità abbiamo?” Ale si stava rasserenando. Per un attimo aveva temuto che Mika fosse spaventato dal rendere tutto pubblico, e che quindi di conseguenza volesse lasciarlo. Ma aveva capito di non essere lui il problema.

“Possibilità? Infinite, amore. Dipende da cosa vogliamo fare” Mika aveva una luce nuova negli occhi. Quella giornata gli stava facendo bene.

“Io voglio fare di tutto” Ale era più che determinato “Io voglio tutto, con te. You are my fairytale, Mika. Non credere di riuscire a scappottartela così facilmente, ora”  lo minacciò, scherzoso.

“Voglio arrivare a fine programma, voglio uscirne a testa alta, voglio portarti a conoscere mio padre, e a Roma, a passeggiare per le vie del centro. Poi voglio venire con te a conoscere i tuoi genitori, la tua famiglia. Uh, e ti voglio portare in una discoteca come si deve, non come quelle da quattro soldi di Morgan! E poi.. voglio la vita, insieme a te. Non chiedo troppo, vero?”

Mika sorrise, prendendo la sua mano ed intrecciandola con la propria. “Chiedi il giusto. Anche io voglio tutte queste cose. Voglio svegliarmi ogni mattina tra le tue braccia, e fare lunghe passeggiate nelle mie montagne piemontesi, voglio vedere l’alba con te, nei tuoi occhi. Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.. e scusami, ma non credo che batterai mai la mia discoteca preferita!” rise “A Ibiza!” aggiunse, guardando la faccia allibita del suo ragazzo, e godendosela.

Si sporse per baciarlo, le loro bocche che si sfioravano e l’ “Awww” collettivo di tutto il locale pronto a partire, quando..

 

“Right about now it’s time for everybody to stand up!

Stand up! And have fun

Cause we’ve just begun

I want the whole world to celebrate!”

 

La suoneria del cellulare di Alessio iniziò a suonare, rompendo il loro momento magico.

Ale prese il telefono e corrugò le sopracciglia “Cosa mai vorrà Cristina a quest’ora?” chiese, più a sé stesso che a Mika. Lui impallidì, mentre sperava vivamente che la donna non lo imbarazzasse chiedendogli della sorpresa.

“Pronto?” Ale, teso, rimase all’ascolto. Mika sentiva la voce della donna parlare a raffica, concitata dall’altra parte del telefono, ma non capiva una parola di quello che stava dicendo.

Ad un certo punto, il colorito di Ale si era fatto talmente cinereo, che Mika si sentì in dovere di intervenire. Tolse delicatamente il cellulare dalle mani del ragazzo, portandoselo all’orecchio. Voleva capire.

“Cri? Sono Mika” disse alla donna “Ah, meno male!” rispose quella poi iniziò a spiegare, la voce rotta “Hanno chiamato dall’ospedale. Ci sono state delle complicazioni, hanno detto.. e, insomma, ora il papà è in sala operatoria, ma non so nulla.. mi dispiace per la vostra giornata speciale, ne sono davvero dispiaciuta, però credo dovreste venire qui” la donna aveva il fiatone.

“Stiamo arrivando” promise Mika “Se so qualcosa vi richiamo” promise Cristina, per poi chiudere la chiamata.

Mika guardò il cellulare, riorganizzando i pensieri così confusi in quel momento. Quando alzò gli occhi, quello che vide lo distrusse un po’ di più: Ale fissava il vuoto, come quella sera di quasi un mese fa, con le lacrime che gli scendevano copiose lungo le guance, e lui che non faceva niente per fermargliele.

Mika si costrinse a muoversi, prendendo il suo ragazzo ed abbracciandolo. Lo cullò tra le braccia, e gli baciò dolcemente il collo.

Poi si alzo, trascinandoselo dietro, e rincorse Rosy per la spiaggia, facendo il padre un po’ geloso e caricandola di peso in macchina. Quando la ragazza vide l’amico ridotto così male le si strinse il cuore.

“Dai guido io” disse, facendo accomodare i due sui sedili posteriori “IO supero i limiti di velocità, non tu!” accusò il ragazzo. Entrò velocemente in auto e mise in moto. L’auto partì sgommando, e lei si concesse un sorrisino soddisfatto, prima di concentrarsi per tornare a Milano nel più breve tempo possibile.

 

 

Mika aveva abbracciato il suo ragazzo, che se non altro aveva dato un piccolo segno di vita e si era stretto con più forza a lui. Non sapeva come consolarlo, il signor Sergio gli era sempre sembrata una persona forte, possibile che stesse di nuovo male?

 

“Cade la neve ed io non capisco

Che sento davvero, mi arrendo

ogni riferimento è andato via”

Allora Mika iniziò a cantare. Sussurrò nell’orecchio del suo ragazzo, del suo Ale, pregando che si riprendesse. Sussurrò Tiziano Ferro, perché quella canzone era come una medicina per lui. E se funzionava per lui quando era triste, allora magari funzionava anche per Ale.

 

“Spariti i marciapiedi

e le case e colline sembrava bello ieri.

Ed io sepolto da questo bianco,

mi specchio e non so più che cosa sto guardando”

 

Ale aveva iniziato a piangere, stretto nel suo abbraccio. Erano lacrime silenziose, Mika se ne accorse solo perché lo avevano bagnato tutto. Ma a lui non importava. Era giusto che Alessio si sfogasse.

 

“Ho incontrato il tuo sorriso dolce,

con questa neve bianca adesso mi sconvolge.

La neve cade e cade pure il mondo,

anche se non è freddo adesso quello che sento.

Ricordati, ricordami tutto questo coraggio non è neve

E non si scioglie mai neanche se deve”

Ale iniziò piano a cantare, insieme a lui. Mika non potè che essere sopraffatto dalla sua voce, dal suo odore, dal suo dolore. Ma anche dalla sua forza, che non smetteva mai di sorprenderlo.

 

“Cose che spesso si  dicono improvvisando

Se mi innamorassi davvero

Saresti solo tu l’ultima notte al mondo

Io la passerei con te..”

 

Mika si sporse  a baciare dolcemente il suo ragazzo, quasi a chiedergli perdono del suo comportamento di quel giorno, a trasmettergli il suo calore, la sua vicinanza.

Poi..

“Il tuo sorriso dolce è così trasparente che dopo non c’è niente

È così semplice, così profondo

Che azzera tutto il resto e fa finire il mondo

E mi ricorda che il coraggio non è come questa neve”

 

… un sussurro “Siamo arrivati”

 

Angolo dell’autrice

Non so cosa dire, né perché mi sia uscito un capitolo del genere, ma questa cosa del padre dovevo metterla già da un po’.  Nel prossimo capitolo vedremo un Ale parecchio incazzato.. si, lui si riprenderà. Ma Mika lo fermerà dal commettere una cazzata? Vedremo J

Fatemi sapere che ne pensate.

Xoxo Bea

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Capitolo 19
*** #19 Fall With Me ***


#19 MIKA

Cap 19

Fall with me

 

Quali erano i pensieri di Alessio, mentre era seduto in quella sala d’attesa bianca, asettica come le sue emozioni in quel momento? E chi può dirlo.

Sicuramente c’era molta paura, mista a rabbia per quella vita del cavolo che gli stava portando via suo padre proprio quando l’aveva ritrovato.

Paura, perché temeva di non rivederlo.

Sotto sotto, però, tra la sfiducia e lo scoramento, c’era una punta di speranza che lottava per uscire allo scoperto. Era una luce flebile e lontana, ma c’era.

Ed usciva fuori ogni volta che incrociava gli occhi dell’amore della sua vita, seduto accanto a lui, che lo consolava – o sopportava, che dir si voglia- come poteva.

“L’amore è la magia più potente di tutte” era quello che diceva Silente, e lui si fidava di quel vecchio stregone. Ci credeva davvero, in  quelle parole così calde e piene di speranza, ma a volte – e questa era una delle tante- entrava in modalità Voldemort.

“L’amore non gli ha impedito di marcire in una tomba!” era tutto quello che gli risuonava nella mente in momenti come quello. Sapeva che  sarebbe potuto risultare stupido, e infantile, ma Harry Potter era stata la sua infanzia, e lui ci teneva, ne era orgoglioso.

“Caffè?” una voce calda e rassicurante lo risvegliò dai suoi tetri pensieri, un paio di belle mani, sottili e delicate, fecero apparire la calda bevanda sotto i suoi occhi.

 “Grazie” Ale alzò lo sguardo su Mika, accettando il bicchiere di carta con un sorriso tirato.

Nonostante tutto, era contento che fosse lì con lui.  Gli era grato per non averlo lasciato lì, in balìa dei suoi ricordi più brutti, in quel posto cupo  che gli faceva tornare alla mente tutti i suoi incubi fattisi carne.

Era davvero l’amore della sua vita, però….

"Whe you try do your best

But you don't succeed

When you get what you want

But not what you need

When you feel so tired 

But you can't sleep

Stuck in reverse"

Però… “E che palle, papà!”

Un po’ dello spirito combattivo  che sempre aveva posseduto il ragazzo lo infiammò improvvisamente, facendogli rizzare i peli sulle braccia ed alzare di scatto la testa, mentre una nuova ondata di energia lo possedeva.

“Non lascerò che tu vada via così da me, non se lo posso impedire” pensò ancora, mandando silenziosamente quel messaggio a suo padre “Non azzardarti a morire, chiaro?” ringhiò ad alta voce, attirando l’attenzione di Mika.

“Ale?” lo chiamò il riccio, improvvisamente attento ad ogni singola reazione del ragazzo.

“Vengo subito” Alessio non diede segno d’averlo sentito, Mika lo vide alzarsi come in trance e iniziare a correre dietro a qualsiasi dottore gli capitasse a tiro, ponendo domande tecniche sempre più difficili e complesse, e non accettando un “No” come risposta.

Mika lo guardò sbalordito, mentre sfoggiava tutte le conoscenze che anni e anni di liceo scientifico gli avevano inculcato a forza nella mente, vide la sua sicurezza ma anche lo stupore e la facilità con i quali richiamava cose che credeva di aver dimenticato o per niente assimilato.

Quando lo vide quasi assalire l’ennesimo medico che ignaro passava da quelle parti, Mika si alzò e – più veloce della luce- si re-impossessò del suo ragazzo, facendolo accomodare quasi a forza su u na sedia.

I due si guardarono, poi scoppiarono a ridere “You scared the crap out of me… hai spaventato anche me! Sembravi una brutta copia del Doctor House” disse Mika con le lacrime agli occhi per quanto aveva riso.

“Brutta copia? Ehi!” si lamentò Ale, rifilandogli un pugno sul braccio.

Quando recuperarono un minimo di dignità, Ale parlò di nuovo, questa volta più seriamente “In realtà, devo ringraziarti. Stavo letteralmente perdendo la testa, prima che intervenissi tu. Il fatto era che mi sentivo così impotente, così incapace di fare qualcosa che non fosse stare qui a deprimermi. Poi ho capito che, magari, con le mie conoscenze potevo capirne di più, e per questo ho iniziato ad assalire le persone. Beh, ora ho capito tre cose..” continuò.

“Tre? Addirittura..” ridacchiò Mika, segno che lo stava ascoltando “Uno: non mi ricordo una mazza delle superiori, lo ammetto. Due. Non ho idea di cosa abbia papà. Tre: decisamente, non ho l’aplomb del medico”

Mika rise ancora più forte “Ma hai lo  charme del cantante” osservò “Sbaglio o sei più ottimista?”

“Colpa tua” ammise il ragazzo “Non riesco ad essere triste, preoccupato o arrabbiato se ci sei tu. Riesco solo a pensare a quanto sono stato fortunato ad averti  incontrato, ad averti fatto innamorare di me… se sei qui con me, tutto il resto non conta”

Emozionato, Mika scacciò le lacrime che premevano per uscire in fondo alla gola, mentre con il pollice andò ad asciugare quelle cadute ad Alessio. Fece per parlare, ma il ragazzo lo fermò con una mano.

Deglutì e si riprese “E anche ora, sei qui, non mi lasci. Cerchi di proteggermi. Nessuno mi aveva mai amato così tanto in tutta la mai vita. Ti amo, Michael Penniman. Ti amo” sussurrò delicatamente.

Una lacrima, solitaria, scivolò sulla guancia di Mika, mentre si sporgeva per  baciare dolcemente il suo amore.

“Ti amo” gli sussurrò, e tanto bastava.

Le loro labbra si stavano per toccare, l’elettricità che ritornava ogni qual volta si avvicinavano così tanto uno all’altro, le loro mani che si cercavano e i respiri che si intrecciavano…

 

“Ehmm” una voce, imbarazzata, tossicchiò alle loro spalle.

I due si girarono di scatto, insieme, scocciati di essere stati disturbati per l’ennesima volta, ma si calmarono quando  videro chi gli aveva interrotti.

Era una delle infermiere più carine che i due avessero mai visto. Bassa e rotondetta, le guance rosse e gli occhi che brillavano di comprensione e dispiacere. Erano il genere di persone che Ale aveva sempre trovato negli ospedali, il prototipo della mamma dolce che lui non aveva avuto.

“Mi spiace interrompervi” iniziò, davvero dispiaciuta “Ma, signor Alessio, suo padre ha concluso l’intervento con successo.  Ora sta riposando, ma tra poco potrete vederlo” la donna sorrise, e andò via.

Ale aveva lo sguardo fisso, incredulo per le parole che aveva appena sentito. Mika fu in un attimo su di lui, avvolgendolo con forza con le sue braccia, e mormorando  felice contro il suo collo.

“Ti amo” furono le prime parole che pronunciò Ale, affondando il viso nella spalla del suo amore “Grazie”.

 

“Lights will guide you home

And ignite your bones

And I will try to fix you”

 

 

 

Angolo dell’autrice

Salve a tutti! Mi scuso per il ritardo, ma erano giorni che provavo a scrivere e non mi veniva niente. Spero vi piaccia, anche se corto, e.. preparatevi. Mi sono leggermente scocciata di scrivere cose così piene di fluff, così il prossimo capitolo avrà un po’ di sano “Divertimento”…. Ehm… ok.

Grazie a chi recensisce, ragazze siete stupende!

Xoxo Bea

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Capitolo 20
*** #20 Big Times Need Big Opportunities ***


capitolo 20 mika

Cap 20

Big Times Need Big Opportunities

 

“Mi spiace interrompervi” iniziò l’infermiera, davvero dispiaciuta “Ma, signor Alessio, suo padre ha concluso l’intervento con successo. Ora sta riposando, ma tra poco potrete vederlo” la donna sorrise, e andò via.

Il sollievo che si era impossessato di Alessio non aveva eguali. Suo padre aveva superato l’operazione. Ancora non sapeva cosa avesse, ma potevano superare tutto, insieme. Ne era sicuro.

“Dai, andiamo non vedo l’ora di vederlo” iniziò a lamentarsi il ragazzo, facendo gli occhi dolci “Daiiii” mise il broncio.

“Beh, innanzi tutto quello che dovresti dire è: Grazie Mika per essere rimasto con me. E io ti risponderei: di niente, so di essere il miglior fidanzato del mondo. Poi ti bacerei e insieme andremmo da tuo padre” vagheggiò il ragazzo, prendendo le mani del suo fidanzato e tenendolo fermo davanti a sé, per non farlo correre via.

 Alessio lo fissò spaesato e meravigliato per un attimo, poi roteando gli occhi esclamò

“Oh, te l’avrei detto comunque, e lo sai. Grazie” disse sincero “Sei il miglior fidanzato del mondo” una scintilla passò nei suoi occhi “E mi permetto di sottolineare fidanzato. Il che significa che nessuno ti può portare via da me” sussurrò.

Si avvicinò lentamente, per baciarlo languido. Sentì subito Mika rilassarsi sotto il suo tocco, rispondendo al bacio e distraendosi “Bene, andiamo da papà” disse, staccandosi, un sorriso vittorioso dipinto in viso.

“Ehi, torna qui! Devo ancora avere la mia dose di coccole!” Si incamminò e Mika lo rincorse, lamentandosi.

 

 

111, 110.. eccola 109. Alessio era stranamente agitato. L’euforia di pochi minuti prima era scomparsa del tutto, e il ragazzo fissava la porta in preda all’ansia. Lì dietro c’era suo padre, ma non sapeva cosa aspettarsi: come l’avrebbe trovato? Sarebbe stato sveglio o ancora addormentato?

Fermo lì, indeciso e insicuro, sentì una presenza al suo fianco, e una mano morbida e decisamente maschile entrò nella sua visuale. La mano di Mika bussò alla porta e, come per magia –pensate a quanto era rintronato Ale per arrivare a pensare una cosa del genere- una voce dall’altra parte esclamò “Avanti!”.

Alessio sorrise, perché Mika faceva sembrare tutto così semplice, o era lui a farsi le pippe mentali?

Il cantante gli sorrise, e gli fece cenno di entrare “Dai, che ti aspetta” lo incitò “E tu non vieni?” chiese il ragazzo con un filo di voce, vergognandosene subito dopo: insomma, non era un bambino!

Mika scosse la testa “Devi farlo tu. Ma sono qui, se mi vorrai” promise, facendo un passo indietro, ed adocchiando con fare desideroso una sedia dall’aria davvero comoda poggiata contro il muro “Proprio qui” disse, andandosi ad accomodare, e crollando addormentato quasi subito.

“Sicuro, e chi ti sveglia più?” scherzò il ragazzo, prima di spingere la porta, quasi sovrappensiero.

 

Dentro, la stanza era come tutte le altre, con i muri verde pallido e il soffitto bianco, ma Alessio si sentì subito a casa, perché lì, sdraiato nel letto, c’era suo padre.

“Papà!” esclamò contento, correndo ad abbracciarlo.

“Ouff! Piccolo di papà tuo, fai attenzione!” gli disse l’uomo, il sorriso che gli attraversava la faccia deformato dal dolore. Alessio si tirò indietro, con molta più delicatezza stavolta, e lo osservò.

Aveva una grossa fasciatura a coprirgli l’addome, e un ago nel braccio, ma per il resto sembrava tutto a posto.

“Ma cosa è successo, papà?”  ne approfittò per chiedere “Mi hanno dovuto operare d’urgenza. Avevo una vena ostruita, ma altro non so. Rischiavo un.. com’ è che si chiama, infarto? Si, un infarto.”

L’uomo lo disse come se non fosse niente di grave, ma ad Alessio venne un colpo “COSA? E me lo dici così??” urlò quasi.

A quell’urlo la porta si spalancò e un Mika mezzo addormentato fece la sua comparsa, piegandosi per passare sotto la porta, che era più piccola di lui. Era davvero buffo.  Ma del resto anche Ale si era dovuto piegare.

“Cosa? Che è successo? Amore?” chiese tutto d’un fiato, guardandosi intorno un po’ spaesato.

“Oh, Michael entra, entra ” lo salutò il padre “Salve, signor Sergio” improvvisamente imbarazzato il ragazzo entrò e chiuse la porta alle sue spalle.

“Papà, non provare a usarlo per cambiare discorso” lo fulminò Ale con un occhiata di fuoco “Mio padre mi ha appena comunicato con la più totale nonchalance che  ha rischiato un infarto, come se fosse una cosa da tutti i giorni e non un colpo gravissimo che avrebbe potuto anche farlo morire. E a me non hai pensato? Non hai pensato a come mi sentirei se  tu morissi??” spiegò il ragazzo al fidanzato.

Mika li guardava come se fossero gli ultimi esemplari appartenenti ad una specie rara “Oh, ho capito” assicurò, tornando a guardarli con lo stesso interesse che avrebbe messo in un incontro di tennis.

Ovvero, un interesse totale.

“Figlio mio” sospirò il signor Sergio “Certo che mi preoccupo. Tu sei la mia preoccupazione dalla mattina alla sera. E certo  che mi preoccupo di morire:  mica ho scritto il testamento per farmi due risate. Solo che ti vedo ora davanti a me, e non vedo un ragazzo spaurito come sei nei miei ricordi: vedo un uomo. Un uomo che ha colto le occasioni che la vita gli offriva, si è sistemato e ha trovato qualcuno che lo ami più della sua vita stessa” disse, sorridendo in direzione di Mika “ Un uomo forte che non ha più bisogno di me per  andare avanti per la sua strada”

Ale scoppiò in lacrime e corse verso suo padre, incurante di bende e bendaggi vari. “Sono così fiero di te” gli sussurrò l’uomo “Ma lo sai che ho fatto installare Sky in camera solo per vederti?” disse orgoglioso, come se stesse rivelando il più prezioso dei tesori.

“Ma papà, chissà quanto l’hai pagato” inorridì il ragazzo. “Ehm..” poi una voce arrivò da dietro le sue spalle

“In realtà.. l’ho fatto installare io” confessò Mika “E ho pagato io.. come se fosse un problema” Ale lo guardò con due occhi colmi d’amore. I loro sguardi si incatenarono, esprimendosi tutto l’amore che provavano uno nei confronti dell’altro.

“Oh, beh un bacetto ve lo concedo: ma che sia piccolo così!” gli mise in guardia il padre. Mika rise e si sporse verso di lui, Ale fece lo stesso, e si trovarono a metà strada.

Fu un semplice bacio a stampo, non andarono oltre davanti agli occhi gelosi del signor Sergio, ma quel poco bastò. E fu tutto quello di cui avevano bisogno in quel momento. Anche se lo sguardo di Mika che bruciava in quello di Alessio quando si staccarono, diceva tutto il contrario.

“Michael.. tieni le mani a posto, giovanotto” lo ammonì il padre guardando dove le mani del ragazzo si erano poggiate “Sissignore… posso chiamarti papà?” scherzò Mika, un po’ impaurito, un po’ divertito dalla situazione.

 

 

“Bene, ora dovrò trascinarti a forza fuori di qui” sogghignò Mika, una volta che furono usciti dalla camera d’ospedale. “E perché mai?” chiese Alessio, sbalordito da quell’improvviso cambio d’argomento che suonava quasi come un ordine. Sbagliato: era un ordine.

 

“Mmmm.. Mika” Alessio mugugnò contro la bocca dell’altro, tentando di parlare, senza successo. Le labbra del cantante si muovevano con decisione sulle sue, togliendogli il fiato e anche ogni possibilità di replica.

Vero, si stavano baciando in un modo parecchio estremo, quasi divorandosi a vicenda. Ma era anche vero che avevano il merito di aver resistito fino al parcheggio del loft.

Ale aveva guidato velocemente dall’ospedale fin lì, ma sulle scale Mika l’aveva preso per le spalle e sbattuto al muro, iniziando a baciarlo mentre un gemito di sorpresa prorompeva da chissà dove.

Quelle labbra… erano così soffici.. così familiari. Le rivoleva sulle sue da quando si trovavano in ospedale, le voleva da SEMPRE. E non ne avrebbe mai avuto abbastanza.

Ma non poteva farlo vincere così. Aveva sorriso, mentre un’idea si faceva strada nella sua mente. Prese il cantante per i passanti dei jeans, tirandolo verso di sé e togliendosi subito di mezzo.

Mika si scontrò contro il muro freddo e iniziò a rincorrere Alessio.

Ridendo arrivarono fino all’appartamento.

 

“Sei tutto mio ora”   soffiò Mika proprio sulle sue labbra, mentre lo spingeva deciso verso  la camera da letto. Ale si aggrappò alle spalle di Mika, cercando di arrivare verso la camera camminando all’indietro  senza smettere di baciarlo.

Ormai conoscevano quella “casa” a memoria e riuscirono a muoversi senza rompere neanche uno dei preziosissimi vasi in vetro di Rosy.

Un po’ rimbalzando a casaccio sulle pareti, ridendo e stringendosi, trovarono la porta ed entrarono.

Sulla soglia Mika si fermò a togliere la maglia di Ale, mentre il ragazzo iniziava a sbottonargli la camicia, prendendo a succhiare un punto ben preciso sul suo collo.

Mika si fermò, emettendo un mugolio di puro piacere, poi si spostò buttando Ale sul letto senza troppe cerimonie.

Si tolse la camicia ed i pantaloni, rimanendo in boxer, ben disposto a seguirlo….

 

“I want the whole world to celebrate!”

 

La voce di Pharell proveniva dai pantaloni che Mika aveva lanciato sul pavimento, ed era molto molto seccante.

Ale guardò il suo ragazzo, pregandolo con gli occhi di non andare a rispondere, non poteva mettere il suo senso del dovere avanti a lui tutte le volte. Mika sostenette lo sguardo, cercando un appiglio mentre la canzone continuava a suonare, ma invano.

“Scusa amore” sussurrò, già pentito di quello che stava per fare “Potrebbe essere importante” si giustificò, mentre cercava di capire in quale tasca quel benedetto affare fosse andato a cacciarsi.

Quando lo trovò sorrise vittorioso, ma poi corrugò subito le sopracciglia “Non riconosco il numero” borbottò a mezza voce, evitando lo sguardo assassino del suo ragazzo e soprattutto i suoi pensieri, che di certo dicevano “Come puoi interrompere quello-che –stavamo-facendo!” sicuramente più indignati di lui.

 

“Pronto?”

 

 

L’interno del diner era esattamente come se lo aspettava, caldo ed accogliente, con la tipica atmosfera dei bar di periferia, dove tutto scorreva lento e la gente non si faceva mai i fatti propri.

Adam era seduto in uno dei tavoli che davano sulla strada e guardava distratto fuori dalla finestra. Quando li aveva chiamati, ci era mancato tanto così ed anche ad Ale sarebbe venuto un coccolone.

Adam! Adam Lambert quello stesso Adam Lambert che prima si era divertito a sue spese e che poi l’aveva baciato. Quell’ Adam era tornato in Italia con il suo tour, e aveva chiesto di loro.

Aveva saputo di suo padre, e così aveva chiamato.

 Mika si era trattenuto gentilmente dal mandarlo a farsi un giro, e  considerando dove fossero e cosa stessero facendo… sarebbe stato più che lecito!

Voleva chiedergli scusa per bene, così aveva proposto questa specie di rendez- vous. E, per quanto Mika fosse contrario, nessuno reggeva un Alessio eccitato…. Soprattutto per Adam!!

Il cantante sembrava aver dimenticato le parole dure del suo idolo nei suoi confronti, al momento infatti si stava esibendo in uno slalom velocissimo tra i tavoli e le cameriere, il tutto volto a raggiungere quel tavolo, a quanto pare senza curarsi della gravità.  Dopo aver saputo, si era vestito in due secondi, saltellando eccitato persino sui sedili dell’auto mentre ripeteva come un mantra “Che bello, che bello” con gli occhi lucidi e grandi dalla contentezza.

Mika l’aveva trovato estremamente irritante, in parte perché sembrava un bambino di cinque anni, in parte perché era geloso –insomma lui era il suo ragazzo! Di certo meritava più attenzioni di quell’ Adam- ma in fondo l’amava anche per quello, e ci passava sopra, perché era anche bellissimo vederlo così.

“Ciao! Sono contento che siate venuti” li salutò l’uomo “Prima di tutto: come sta tuo padre?” chiese subito, sporgendosi verso Alessio, che gli si era seduto di fronte.

Il ragazzo vide quegli occhi così belli, con quelle iridi così azzurre scrutarlo con apprensione.. e il cervello gli partì definitivamente. Non poteva crederci, ma tentò di darsi un tono. Dopotutto, non era neanche la prima volta che lo vedeva.

“L’intervento è andato bene.. si sta riprendendo. Spero.” Si, decisamente si era dato un tono.

“Bene. Sono contento” si ripeté Adam, improvvisamente sembrò molto timido, quasi .. insicuro.

“Sai, volevo anche scusarmi con te.. con voi” Si corresse, guardando anche Mika “Diciamo che il mio comportamento non è stato dei migliori” ammise a mezza voce “Dei migliori è un eufemismo per dire che sei stato uno stronzo e basta” fu il commento acido del giudice.

Ale fece una faccia indignata ma Adam rise, piano e a bassa voce, come se temesse di provocarlo ancor di più e contemporaneamente trovasse il pensiero estremamente divertente.

“Vi chiedo scusa” disse “A volte ho problemi a relazionarmi con le persone. Diciamo che era un po’ geloso, di voi due.” Spiegò, abbassando il capo.

“Di noi?” Mika era sbalordito: tra tutte le ipotesi che aveva fatto, questa era l’unica che non si sarebbe mai aspettato “Ma perché? Insomma, tu hai una bella casa, una bella vita, un bel ragazzo..” elencò sulla punta delle dita.

“Avevo un bel ragazzo” commentò funereo il cantante. La bocca di Ale si spalancò in una “o” perfetta.

“Ah, e l’hai avvelenato tu o la polizia si è bevuta la storia della mela?” chiese subito il giudice, pentendosene perché era stato indelicato, ma senza dispiacersene davvero.

“Mika!” lo rimproverò Ale, poi si voltò a guardare il cantante con uno sguardo misto tra “Scusalo, ha battuto la testa da piccolo” e un “Vai avanti, a noi puoi dire tutto”. In realtà, era curiosissimo.

“Non c’è molto da dire. Mi ha lasciato lui perché non voleva starmi dietro durante i tour e non riusciva a stare così tanto tempo senza vedermi. Direi che la scelta di non vedermi affatto sia stata un po’ drastica” cercò di riderci su, ma si vedeva che ci era rimasto male.

“Poi vengo qui e vedo voi due.. ammetto di essere stato parecchio geloso: perché avevate qualcosa che io non avevo? Perché durante la mia vita ho avuto solo  a che fare con gente che mi ha lasciato perché non ero abbastanza?” era davvero sconsolato.

“Scusa se ti ho baciato” continuò, anche se Ale lo aveva già perdonato: solo non si era premurato di dirglielo!

“So che è stato imperdonabile, ma volevo solo vedere cosa si provasse.. a baciare qualcuno che ti ama incondizionatamente” completò.

“Non è stato imperdonabile” iniziò Ale con un sorriso “Grazie” sorrise Adam “Ma un po’ inopportuno” concluse “Ma ormai quel che è fatto è fatto” intervenne Mika, in silenzio per tutto quel tempo.

Nel suo cuore si combattevano due sentimenti contrastanti: il dispiacere e la rabbia. Dispiacere per Adam, la rabbia sempre per lui. E che cavolo, quello era pur sempre il suo ragazzo!

“Per farmi perdonare, voglio invitarvi alla festa che farò stasera: volete venire? Mi fareste un grande onore… e poi potremmo cantare di nuovo insieme!” gli si illuminarono gli occhi.

Mika sospirò frustrato mentre una frase che sua madre gli ripeteva spesso gli ritornava in mente.

Lui era sempre stato quello più tranquillo, la pazzia ereditaria l'aveva sviluppata solo più tardi, e sua madre gli diceva sempre "Se non puoi batterli, unisciti a loro" ogni qual volta i suoi fratelli lo prendevano in giro.

si arrese all'evidenza e esclamò: “Si, ma questa volta canto anche io insieme a voi”

vide gli occhi di Ale illuminarsi, e seppe di aver fatto la cosa giusta.

 

 

 

"Cold as ice

and more bitter than a December winter night

that's how I treated you"

 

Era almeno la quarta volta che Adam si scusava, quella sera. erano andati alla sua festa, perché "Noi siamo di parola."

O almeno, era quello che si diceva Mika.

Il cantante aveva insistito per cantare "Better than I know myself" cosa che Mika aveva trovato molto, molto adatta alla situazione, ovviamente non senza brontolare. solo un'occhiata di Ale l'aveva trattenuto dal sparare un'altra battutaccia.

 

"I know it gets hard sometime

but I could never leave your side

No matter what I said"

 

Ale cantò rivolgendosi ai suoi due "uomini" e alla sala gremita di gente. Chi mai poteva aspettarsi così tanto pubblico quella sera? Ma Adam conosceva il mondo?

si trovavano su una piattaforma rialzata alla fine di una sala luuunghissima. Avevano come accompagnamento solo il chitarrista di Adam, Tommy.. che non era esattamente uno stinco di santo. negli anni, lui e Adam ci avevano dato dentro parecchio, oh no, aspetta, lui è "etero".

Ale non era nessuno per giudicare, ma questa cosa non gli andava giù. "Esprimi ciò che sei" era il suo motto,  oltre a, ovviamente, " Fatti Mika nel primo angolo disponibile"

Ma come potergli dare torto? Aveva un ragazzo stupendo.

 

"Cause if I wanted to go

I would have gone by now

but I better need you near me to

Keep my mind off the edge"

 

Il suddetto ragazzo iniziò a cantare. la sua pelle bianchissima risplendeva sotto le luci della sala, colorandosi di rosso, blu e verde. "Amo il blu" pensò, distratto "Addosso ad Ale, ancora di più" ridacchiò mentalmente, al ricordo del suo ragazzo che gli rubava la sua camicia preferita e la indossava per andare alla festa.

 

"Cause if I wanted to leave

I would have left by now

but you're the only one that knows me

Better than I know myself"

 

 

 

Cantarono in coro. Dal pubblico si levò un coro di "Wooow" alla fine della canzone, e applausi. Tanti applausi. Un po' troppi per le orecchie di Mika, il quale si girò verso il suo ragazzo e lo spinse dietro una porta "E ora vediamo di togliere questa bella camicia" sogghignò.

 

 

 

Angolo dell'autrice

Buon giorno!

Si lo so, sono in un ritardo stratosferico, ma a mia discolpa dico che il nome al capitolo non si trovava! Mi ha fatto penare un bel po', ma me ne compiaccio. Il lato positivo è che .. Adam non è più uno stronzo! E nel prossimo ci divertiremo un bel po'.. ancora di più.

Insomma, qui li ho lasciati a metà, no? Poveri *_*

 

Xoxo Bea

 

 

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Capitolo 21
*** #21 Perfection ***


capitolo 21 mika Cap 21
Perfection


Mika si girò verso il suo ragazzo e lo spinse furtivamente dietro una porta.
“E ora vediamo di togliere quella bella camicia” sogghignò.
Chiuse la porta e con una rapida giravolta ci sbattè contro il suo ragazzo, che mugugnò un po’ per il dolore e poi  per la sorpresa quando un paio di labbra morbide si allacciarono alle sue e una lingua esperta si fece strada nella sua bocca, accarezzando accuratamente tutto ciò che trovava lungo il suo percorso, labbra, denti e palato, ed ingaggiando un combattimento all’ultimo respiro con la sua.
Si trovavano in una piccola stanza, chiaramente usata a mo’ di ripostiglio e guardaroba. C’erano pile di abiti e scatoloni sparsi un po’ ovunque, e  proprio su uno di questi Ale spinse Mika, stendendolo e facendolo così staccare dalle sue labbra.
“Ehi!” protestò il cantante, ma un solo sguardo di Ale, scuro e pieno di desiderio, lo mise a tacere. Con uno sguardo del genere, pensò, poteva far di lui quel che più gli aggradava.
Ale sorrise tranquillo e si mise cavalcioni al suo uomo, senza dare segno di volersi muovere di lì. Mika mugugnò di disappunto e cercò di ribaltare le posizioni, odiando ogni volta che il suo ragazzo faceva così, come se non fosse un assatanato pronto a saltargli addosso come invece lui avrebbe fatto al volo  in quelle situazioni così.. estreme.
I suoi pensieri furono fermati da un paio di mani calde che, leggere e veloci, stavano sbottonando la sua camicia di seta, e da una bocca che pressava dei baci fugaci ma ardenti sulla sua pelle.
“Hummm” mugugnò di nuovo, concedendosi un piccolo sorriso. Prese il suo ragazzo per le spalle e lo girò velocemente, facendolo finire con la schiena sullo scatolone e riservando lo stesso trattamento alla camicia sexy che indossava in quel momento. Tuttavia non si fermò, anzi, le sue mani andarono più a fondo.
Scese velocemente sul petto di Ale, che si contorceva sotto di lui per la tortura di sentirlo così vicino  a dove lo volesse ma  non abbastanza.
Sbottonò i pantaloni, e Ale trattenne il respiro, curioso di vedere fin dove si sarebbe spinto, e pieno di aspettativa per quel “dove”.
Quando la mano si posò sulla sua erezione, Ale sussultò e poi sorrise “Do you like it? Yeah, you like it” la voce di Mika, un sussurro diretto verso il suo orecchio, lo fece tremare da capo a piedi. Certo che gli piaceva… “Mmm, visto che hai così tanto coraggio oggi, che ne dici se usiamo quella bella bocce che ti ritrovi per fare qualcos’altro?” chiese, diretto. Giusto per sentirlo tremare come lui aveva appena fatto.
“Tipo?” si ritrovò a chiedere subito Mika, interessato. “Tipo: inginocchiati” Ale si tirò su di scatto e poggiò le mani sulle sue spalle, buttandolo giù in ginocchio.


“Left, right step up to the spotlight
Why you’re acting uptight?
Taking you to school (That’s right)
High, low don’t tell me you don’t know how ever let go
Taking you to school (That’s right)”

Dopo che i due ragazzi  si erano involati, Adam era tornato sul palco, per dare un’ altra piccola esibizione privata.
Era ritornato l’Adam un po’ diva, quello pieno di pailettes e tacchi a spillo, quello incredibilmente travolgente in tutte le sue performances… quello sconsiderato, se vogliamo definirlo cosi. Decisamente, era un bene che Mika cosi fosse occupato in quel momento, si sapeva quanto non gli piacesse quella parte del carattere del cantante.

“Tonight we burn it all
Get high, get tall
Yeah, we’re lighter than air
You’ve got the key to your release
So pop that lock until you’re lighter than air!”
Fortunatamente, i  bassi potenti dell’impianto di casa Lambert coprivano tutti i rumori di fondo. I baristi dovevano urlare per capire le ordinazioni, i clienti dovevano urlare per pagare il conto- e considerando quanto stessero effettivamente pagando, era meglio così- ma anche Mika in fondo lo stava ringraziando.
Almeno non si sarebbero sentite le urla.
Anche perché, sogghignò al pensiero, mezzo piegato sul suo ragazzo, aveva dato un’occhiata alla playlist.. ed erano tutte canzoni dance. Tutte. Sarebbero potuti arrivare tranquillamente al round 3.
Si staccò dalle sue parti basse, pulendosi distrattamente le labbra, con un gesto che fece ardere dal desiderio Alessio, ancor di più di quanto non stesse già facendo, tra l’altro.
Si sporse a baciarlo, affondando la lingua nella bocca di Ale, mentre le sue mani correvano per tutto il corpo, facendo impazzire il ragazzo sotto di lui. Siccome ci stava mettendo un po’ troppo per i gusti di Ale, Mika venne letteralmente scaraventato sulla parete più vicina e spogliato con metodo.
Per prima sparì la camicia, poi lentamente, i pantaloni andarono a farle compagnia in un angolo imprecisato.
Al che il giudice rise, apertamente, e si poggiò –anzi, spalmò- sul suo ragazzo. Il cartone sotto di loro vibrava completamente per colpa dei bassi. “Sembra una washing machine” sussurrò, ridendo, e Ale ribatté “Vuoi dire che sembra come quando l’abbiamo fatto sulla lavatrice!” ridendo al solo ricordo.
Riprese il controllo, sempre sorridente, mettendosi cavalcioni su di lui, e facendogli il solletico con un dito, strappandogli una risata.
Anche Mika rise, mentre lentamente, con la più totale disinvoltura, il suo dito, freddo per colpa del lubrificante, si faceva strada dentro Alessio.
 Il ragazzo aprì gli occhi di scatto, tirandosi su ed esclamando “Eh, cazzo, no” per poi borbottare con più calma “Ma avvisarmi prima no?” mentre Mika ne inseriva un secondo, poi per buona misura, anche un terzo.
“Si, la fiera del paese tutta dentro di me!” lo prese ancora in giro Ale, mentre si sentiva letteralmente aprire  in due, e neanche con così tanta grazia.
Quando poi all’improvviso, le dita sparirono e furono sostituite da qualcosa di più duro e compatto, strabuzzò gli occhi, ed aspettò che Mika si sistemasse. Il cantante aveva infilato il preservativo così velocemente  che il cervello di  Ale non aveva neanche avuto il tempo di registrarlo. Piano piano, il cantante fu tutto dentro, ed azzardò una piccola spinta.
Gemendo chiaramente, anche Ale iniziò a venirgli incontro.

“If you wanna beat it
You’ve got to dream
If you got the key, then baby pop that lock
If you wanna free it
You’ve got to scream
If you got the key then baby, pop that lock!
Banshee Boys and Dancey Girls get down, down, down…”

Adam si stava divertendo. Davvero, ci provava. Era felice della serata, era felice di aver fatto pace con quei due scalmanati, come li chiamava sempre nella sua testa. Sapeva che a volte non si capivano alcune sue scelte, e sapeva di non essere una persona facile. Però ci provava con tutto sè stesso, e non se la prendeva quando qualcuno non voleva farlo con lui.
“Darmi una chance” già, molte volte la gente non lo faceva, troppo spaventata dall’eccesso di cui era circondato, ma non capiva che, in fondo, anche lui era come gli altri. Solo, forse. Impaurito, fin troppo.

“Get down, get down, get down..
Banshee Boys and Dancey Girls.. You better pop that lock!
If you wanna beat it
You’ve got to dream
If you got the key, then baby, pop that lock
If you wanna free it
You’ve got to scream
If you got the key, baby pop that lock
Get down!”


Aveva dentro di sé quelle due facce della stessa medaglia, doveva solo decidere quale lato valeva la pena di mostrare al mondo. Chi doveva essere? Cosa voleva davvero che persone di cui non gli era mai importato niente vedessero ? Il freak con una quantità industriale di eyeliner e glitter sugli occhi, o il ragazzo di provincia a cui piace solamente cantare? La voce melodiosa e angelicamente alta, o quella bassa e quasi invisibile? No, lui non era nato per essere invisibile. Lui era nato speciale. Una stella su un milione.  Lui poteva essere tutti e due gli Adam.
 E arrivando a quella conclusione, urlò con tutto il fiato che aveva in gola il verso finale della sua canzone

“Get dowwwwwwwwwwwwwwwwwwwwnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn”

Mika e Ale, nel frattempo, erano alle battute finali. Ormai erano stesi del tutto sul cartone, noncuranti delle vibrazioni, che anzi erano piacevoli.
Mika aveva perso la presa su Ale, spalmandosi del tutto sul ragazzo e continuando ad affondare dentro di lui. Le spinte veloci, scomposte, sporche. Erano entrambi vicini, molto vicini, tanto che c’era pura elettricità tra di loro.
Con un urlo, Ale venne sui loro stomaci. Le contrazioni dei suoi muscoli intorno all’erezione di Mika fecero  effetto anche sul  giudice, che  gridando, si lasciò andare, venendo dentro di lui.
Si accoccolò, facendo le fusa, sul petto caldo, appiccicoso e accogliente del  suo ragazzo.
“Si, certo ora fai il gatto” lo prese in giro lui, facendogli il verso “Micio, micio, micio” rise piano, abbracciandolo ed accarezzandogli i capelli con dolcezza.
L’ennesima canzone rock partì  in quel momento,  e il cartone riprese a tremare. “Quel ragazzo sarà la mia rovina” pensò distrattamente Ale, inveendo contro Adam.


“Break out all the mechanical
 Step right up to the freaky and tangible
 Hands uncuffed, take the leash on this animal
 If it’s getting hyphy, hit me with a night stick
 Slip right into your stripper shoes
 Roll the dice, I got snake eyes and déjà vu
 Popping off, fire melted with bally-hoo
 Tune in (tune in)
 Turn on (turn on)
 Drop out”

Con molte moine, Ale era riuscito a convincere Mika ad uscire dallo sgabuzzino nel quale si erano ritagliati quel momento di intimità.
Ma appena usciti, l’assordante macello, e l’odore di sudore di quelle centinaia di persone ammassate nell’appartamento lo stava quasi per convincere a tornare di corsa in quello stanzino.
Mika invece, non sembrava dello stesso avviso, perché trascinò il suo ragazzo verso un angolo della sala. All’inizio, Ale pensò che volesse ballare oppure prendere da bere, ma Mika si fermò invece davanti ad una signora che lo aveva chiamato disperatamente da lontano.
Ale sussultò, riconoscendola: era Isabella, la loro vocal coach.
La signora diede un’occhiata alle loro mani intrecciate, e poi sospirò “Oh, ma allora è vero!”  prima di farsi scappare una risatina isterica.
“È  vero cosa?” chiese subito Mika, lasciando però andare la mano di Ale, aggiustandosi la giacca. Ale capì che fosse teso proprio da quel gesto, e  rimase in silenzio, ad ascoltare.
Isabella mosse velocemente la mano nella borsa, mentre estraeva due copie di riviste di gossip. La prima pagina di entrambe riportava una foto di Mika e Ale. La prima, Ale la  riconobbe: erano loro due, in spiaggia, seduti ai tavolini del bar. Altro che signore commosse, si ritrovò a pensare, arrabbiato. Ma no, la foto era stata scattata da lontano.. se ne accorse e si calmò.
La seconda.. non la sapeva collocare nel tempo, ma ci pensò Mika per lui “ Era stamattina, stavamo al bar con Adam!” borbottò arrabbiato, come se stesse pensando di rifilare la colpa al cantante.
“E questa è di quando eravamo in spiaggia!” ribatté Ale con un sospiro, voltandosi. Non sapeva cosa aspettarsi quando incrociò il suo sguardo, ma ciò che vi lesse dentro lo calmò.


“Going down the rabbit hole
 Get away from all we know
 Come on, follow
 Come on and follow me
 Going down the rabbit hole
 Even hoes and gigolos
 Come on, follow
 Come on and follow me
 Quick slow high or low
 You’re never gonna know for sure
 See in stereo
 Down the rabbit hole!”

“Ma mai  si sta zitto quello!” si lamentò Mika, coprendosi le orecchie, disperato. Non riusciva a concentrarsi con quel rumore, e lo sguardo indagatore di Isabella certo non aiutava.
Ale stava fissando ancora le foto, incapace di credere che in un solo paio di giorni si fosse creato tutto quello scompiglio. Prima l’intervista ad Alessandro, poi questo.. si rivolse a Isabella, non sapendo bene cosa dirle. Doveva scusarsi? E per cosa poi?
“Isabella.. sei arrabbiata con noi?” chiese con una vocina piccola, piccola, insolita per lui. Persino Mika smise di girare in tondo, frustrato, e si girò ad osservarli.
La donna lo guardò, poi scosse impercettibilmente  la testa, senza però perdere il suo cipiglio.
“Non sono arrabbiata con voi perché state insieme. Anzi, da questo punto di vista, sono felice. Ma proprio ora che c’è la gara?” chiese, esasperata. Mika si fece avanti, con n’espressione contrita dipinta in viso.
“Lo so, lo sappiamo. Non ci picchiare” aggiunse, subito. Isabella rise, e la situazione si distese. “Ora capisco tutto.. le prove, il duetto. Mi è tutto molto più chiaro” scherzò. I due sorrisero, sollevati.
“Rimane solo da capire come affrontare la situazione… e oh, Ale, Adam ti cerca!” si illuminò la donna, facendo un cenno di saluto  al cantante. Questo arrivò, e si portò via Ale in una scia di brillantini. Scambiandosi un occhiolino con la donna.
“Che cosa fai? Perché ti ha fatto l’occhiolino? È gay” disse Mika, confuso, rivolgendosi a Isabella.
“Dovevo solo allontanarlo.. tu lo sai, vero? Che ci sono delle complicazioni in questa storia” gli spiegò “E sono così brutte che lui non può sentirle?” chiese a sua volta Mika, incredulo e un po’ indignato per la poca fiducia riposta nel suo uomo.
“Si. Se lui dovesse uscire..” senza mezzi termini, Isa affrontò l’argomento. Mika sospirò “Ne abbiamo parlato. Lo sa, ne è cosciente. Isa, il Mika giudice sa benissimo cosa deve fare quando è in diretta e so che se lui dovesse andare al ballottaggio io ne morirei, ma succederebbe con tutti i miei concorrenti. Se dovesse uscire, allora si che sarei distrutto, ma andrei avanti. Dai mancano due settimane, la gente sa che è bravo”
Alla fine del suo monologo, Mika tirò un sospiro, e poi si accorse che il suo ragazzo stava tornando di corsa da lui.
“Voglio ballare questa canzone, vieni?” gli chiese, con gli occhioni da cucciolo “Ma ci mancherebbe” ridacchiò il cantante, già dimentico di tutta la conversazione precedente. Sei il suo ragazzo era lì, andava tutto bene. Stavano bene.
E sulle note di Aftermath, dolcemente si presero per mano, abbracciandosi e ballando. La vita era perfetta, se c'era lui.
Per quella notte, al gara poteva aspettare.





Angolo dell’autrice:
ODDIO è stato un parto! Vi prego, non picchiatemi, ho davvero avuto un periodaccio nel quale non riuscivo a mettere due parole in fila.. ma ora sono qui! Vi avviso che nel prossimo capitolo ci sarà la prima parte della semifinale, quindi torneremo al nostro ritmo! Avete delle canzoni in particolare che vorreste vedere nella storia?? Fatemelo sapere! Grazie ancora
Xoxo Bea

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Capitolo 22
*** #22 Instructions ***


mika cap 22

Cap 22

Instructions

 

 

Era arrivato: il giorno della semifinale si era avvicinato sempre più e oramai erano alle battute finali. Le prove generali di quella mattina erano andate molto bene, anche se Ale non era del tutto sicuro della scelta che Mika aveva fatto per lui: insomma avrebbe cantato “Being Alive” da Company,  e non era sicuro che una canzone da un musical fosse adatta alla serata.

 A Rosy invece aveva assegnato “Daylight” dei Maroon5. Ditegli se era giustizia quella!

Fortunatamente, la seconda canzone l’avrebbe scelta lui, e aveva già in mente un buon titolo…

 “Allora ragazzi, ripassiamo le regole”  i pensieri di Ale vennero interrotti da Isabella, entrata a passo di marcia in sala prove, con un papiro fitto fitto di parole e  numeretti in mano.

Ale sospirò e si appoggiò al pianoforte. Mika stava osservando annoiato la donna, seduto allo sgabello, e si allungò a prendere la mano del ragazzo, stringendola tra le sue.

“Regola n.1 :Non parlatevi per più di due minuti e non state nella stessa stanza!” li ammonì.

Eh si, Isabella si era messa in testa di controllarli a dovere, per evitare che le voci girassero ancora di più, e quella delle regole di comportamento era solo l’ultima di una lunga lista di trovate geniali – e totalmente inopportune, a sentire Mika- che aveva messo in atto negli ultimi giorni: spuntava agli orari più stravaganti per controllare che non stessero facendo “porcherie”(testuali parole), non li lasciava mai soli alle prove, vantandosi  con tutti di quanto fossero precisi e puntuali, e di come Mika fosse bravo a mantenere un distacco “professionale”.

“Regola n.2 : niente commenti su quanto sia bello il completo di Ale, su quanto ti sia divertito a sceglierglielo e su come l’hai voluto uguale al tuo. O in pendant, o tutte e due. Chiaro?” Mika aveva provato a ribattere, ma chiuse la bocca, scoraggiato, osservando contrariato la donna muoversi per la stanza.

“Regola n. 3 : niente baci volanti, niente messaggi in codice, subliminali o come si dice ora, intesi? Niente doppi sensi, battutine sceme, frecciatine.. Ale parlo anche con te!”

“Signorsì, signora!” ribattè subito il ragazzo, mettendosi sull’attenti. Effettivamente, era successo anche quello no? Ovvio che per un po’ dovessero fare più attenzione del solito, ma non erano scemi. C’erano arrivati.

“Regola n. 4 : fate attenzione alle telecamere, miseriaccia!” Esplose la donna “Sono ovunque e possono riprendervi  in qualunque momento.. ergo, Voi due. Dovete. Stare. Staccati.” Chiarì, a beneficio di chi non ci fosse ancora arrivato “Come se avesse la peste? Comprende??” Aggiunse, in un ultimo affondo.

“Cristallino” borbottò Ale, già immaginando a dei modi per sfuggire a quella tortura: poteva darsi per disperso, o  fingersi pazzo e rapire Mika..

“La che??” chiese invece il suddetto cantante, strabuzzando gli occhi in direzione della vocal coach. Ale colse la palla al balzo, le sue macchinazioni rimandate a data da destinarsi.

“Niente, amore. Poi ti spiego, ora andiamo” lo spinse fuori dalla porta, pressando gentilmente  il retro della sua schiena.

“Oh, mamma. Usate le precauzioni, almeno” furono le ultime, scioccanti parole che sentirono da Isabella, prima che la porta si chiudesse alle loro spalle.

Ale e Mika si guardarono un attimo, incerti se riderne o tornare dentro a picchiarla. Fortunatamente, nessuno dei due fece niente, perché lo stomaco di Mika borbottò, ricordandogli che non vi metteva qualcosa di solido dalla colazione della mattina, e che ormai erano le sei di sera. Tra un paio di ore ci sarebbe stata la diretta, ma c’era ancora tempo per rilassarsi.

“Andiamo a mangiare” Il cantante incontrò lo sguardo divertito del compagno, che lo prese per mano e lo condusse su per le scale, totalmente dimentico di Isabella, dei giornali, di quelle stupide regole e della competizione in corso: c’era Mika, e tanto bastava. Anzi – sogghignò al pensiero- c’era Mika da sfamare.

E quello era davvero uno dei momenti migliori della giornata, per tutti e due. Per Alessio, perché adorava servire di tutto punto il suo ragazzo a tavola e  per Mika,  perché adorava essere coccolato dai piatti e dalle ricette sempre nuove del suo amore, che diventava però “una persona orribile” quando, dopo cena, gli porgeva con un amabile sorriso i guanti ed il sapone per i piatti.

Così i ruoli si scambiavano, e mentre Mika si lamentava dell’acqua troppo calda, o del sapone sulle sue preziose camicie, o dei guanti scivolosi (Era proprio pigro, cosa volete farci?) Ale si sedeva, ed osservava il suo uomo darsi da fare. E ok, a volte anche il suo fondoschiena. Ma solo a volte. Ok.. forse, sempre.

Quella sera però, dopo un piatto di pasta con i funghi consumato in fretta, corsero direttamente in studio, perciò la cerimonia ufficiale  del “Lava e Lamenta” fu rimandata a quella notte, o alla mattina dopo addirittura.

Alessio si infilò il suo vestito da sera, blu scuro per l’occasione, e andò a provare le sue due canzoni.

Rosy invece era già pronta  e, con Isabella, catturò Mika che stava per seguire il ragazzo nel backstage “Dove credi di andare? E le mie regole le hai già scordate?” lo rimbeccò la donna “Stai buono qui e saluta il tuo pubblico!” lo costrinse, facendolo sedere sulla sua sedia di giudice. Al suo arrivo un boato partì dal pubblico.

Mika sorrise, e iniziò  a salutare, ma cercava qualcuno. O almeno, questa fu l’impressione che diede, perché in realtà l’ unica cosa che aspettava era un buona scappatoia!

Ad un certo punto fu visto alzarsi di scatto, ed indicare qualcuno ad Isabella “Ehi, ma non è Jovanotti quello?”.

Sia Rosy che la vocal coach si girarono di scatto, gli occhi che brillavano e cercavano la figura del rapper.

“Mika ma dove…?” Isabella si voltò per chiedere dove l’avesse visto, dato che lei non riusciva, e rimase di sasso quando vide che era il giudice, ad essere sparito!

 

 

“Regola n.1 Non parlatevi per più di due minuti  e non state nella stessa stanza!”

“Alessio?” Mika cercò il suo ragazzo nel backstage, trattenendosi dal chiamarlo amore, ma solo perché molte di quelle persone non erano a conoscenza della loro storia.. tutte in effetti.

“Mika, se cerchi il tuo allievo è nel primo camerino a destra” Alessandro gli passò davanti, indicando il camerino senza neanche fermarsi a salutare. Mika non potè fare a meno di sorridergli grato: quel ragazzo era un mito, aveva capito tutto eppure era stato zitto e riservato. Un giorno di questi lo avrebbe ringraziato in un modo appropriato al favore colossale che gli stava facendo.

Raggiunse il camerino e vi  si infilò con discrezione, solo per trovare il suo ragazzo immerso nella più nera disperazione.

Alessio, infatti, stava percorrendo a grandi falcate tutto lo spazio disponibile, facendo avanti e dietro, scuro in volto. “Amore” lo chiamò Mika, e lui fece un salto per lo spavento “Non so cosa tu stia facendo, ma il c’è un solco nel pavimento!” scherzò, ridendo della sua espressione.

“Ridi, ridi.. intanto io mi preoccupo anche per te.. come ti è venuto in mente di assegnarmi “Being Alive”??? Io non la so cantare, farò una figuraccia!”

“Ma se alle prove sei stato magnifico!” ribattè subito il giudice, sconcertato. “Ma è la semifinale Mika!! Io non devo essere magnifico, devo essere impeccabile! Devono divertirsi, non devono avere nulla da ridire..”

“IO avrò qualcosa da ridire.. se non ti calmi e mi ascolti” Mormorò Mika, prendendo il viso del ragazzo tra i palmi delle sue mani, e guardandolo fisso negli occhi, mortalmente serio “Tu sei uno dei cantanti migliori che io abbia mai conosciuto, tu sei una delle persone che amo di più al mondo, tu sei la mia persona. Perciò so  che stasera non sarai solo impeccabile, sarai addirittura eccezionale, e non ho nessun riguardo a dirti che la versione originale di quella canzone, che tu tanto veneri, non vale niente. O perlomeno, non stasera.” Risero entrambi  “Perché stasera esisti solo tu” sussurrò, perdendosi in quegli occhi grigi come il mare in tempesta, un mare che non prometteva paura e pericoli, ma solo un amore devastante e senza fine.

Si baciarono con dolcezza, lentamente, prendendosi  tutto il tempo del mondo, perché potevano. E quando iniziò il countdown, solo allora, si staccarono.

Uscirono dal camerino, sempre con molta discrezione, e si avviarono per il corridoio.

“MIKA!!” Urlarono due voci femminili, molto arrabbiate.

“Oh, cazzo” sussurrò Mika, vedendo Isabella e Rosy correre infuriate nella loro direzione.

“Porca miseria, amore, ma che hai fatto?” chiese Ale, mettendosi a correre nella direzione opposta.

“Giuro che non è colpa mia, zitto e corri, Ale!”  fu la risposta impaurita.

 

“Regola n.2 : niente commenti su quanto sia bello il completo di Ale, su quanto ti sia divertito a sceglierglielo e su come l’hai voluto uguale al tuo. O in pendant, o tutte e due. Chiaro?”

“Mika, è il turno dei tuoi due ragazzi!” Alessandro stava presentando la squadra, e non potevo essere più nervoso. Avrebbe cantato per prima Rosy, con il suo meraviglioso pezzo dei Maroon5,  e poi sarebbe stato il mio turno. “Mika, ricordiamo al pubblico che tu sei l’unico giudice ad avere ancora due artisti in squadra”

“Certo, Alessandro! Buonasera, stupendo pubblico a casa! Sono felice di presentare i miei ragazzi. Per prima si esibirà Rosy, con Daylight dei Maroon5, e  dopo avremo Alessio con Being Alive, la canzone che valse un Tony a uno dei miei musical preferiti di sempre: Company! Enjoy”

Il suo microfono venne chiuso, e Mika sbuffò, tornando a concentrarsi subito dopo. Isabella gli era stata alle costole, e lui non ne poteva già più. Si era trattenuto sul fare commenti sul look dei due ragazzi, ma tanto, pensava lo vedrà da sé il pubblico cosa sono riuscito a combinare.

Le luci si abbassarono e Rosy salì sul palco.

 

“Here I am waiting, I'll have to leave soon, why am I holding on

 We knew this day would come, we knew it all along

 How did it come so fast?

 This is our last night, but its late and I'm trying not to sleep

 Cause I know, when I wake

I will have to slip away”

 

Il pubblico trattenne il fiato mentre la mia ragazza coraggiosa si faceva strada tra tutti I ciaccioli che avevo sparso per la scenografia. Erano tende bianche piene di brillantini, che riflettevano i vari raggi di luce.

 

“And when the daylight comes I'll have to go

 But, tonight I'm gonna hold you so close

 Cause in the daylight, we'll be on our own

 But, tonight I need to hold you so close

 Oh whoa, oh whoa, oh whoa”

 

Le luci virarono lentamente dai colori freddi della notte, come il nero, il viola e il blu, ad altri decisamente più tenui. Da blu scure che erano, diventarono rosse, rosate e poi finalmente sul giallo, facendo esplodere il palco in un  tripudio di colore senza precedenti. Non avevo neanche bisogno di guardare i miei colleghi per sapere che erano a bocca aperta, mi bastava semplicemente sentirli trattenere il respiro.

 

“I never want it to stop,

because I don't want to start all over, start all over

 I was afraid of the dark, but now it’s all that I want,

 all that I want, all that I want”

 

Quando arrivò al bridge, trattenni anche io il respiro, perché era questo il punto che le aveva causato problemi durante le prove. Ma appena la sentii cantarlo a pieni polmoni, sorridente nonostante  dovesse interpretarlo in maniera sofferente – cazzo, l’interpretazione, altro punto dove Isabella si sarebbe lagnata – sorrisi anche io, perché ce l’aveva fatta, lo aveva sconfitto questo bridge del cavolo! Yeah!

 

“And when the daylight comes I'll have to go

 But, tonight I'm gonna hold you so close

 Cause in the daylight, we'll be on our own

 But, tonight I need to hold you so close

 Oh whoa, oh whoa, oh whoa”

 

Tutti applaudirono, e questo fu forse il momento migliore della serata. Ma mancava ancora Ale, e sorrisi sotto i baffi che non portavo pensando all’esibizione che aveva preparato.

“Rosy è stata eccezionale, pensate che fino a ieri il punto più alto del bridge, quello “All that I want…” non riusciva a raggiungerlo, ma oggi è riuscita a mettersi in gioco e a fatto bene. Brava Rosy !!!” spiegai, arrossendo in più punti e cantando senza remore quel pezzetto di canzone per spiegare al pubblico e ai miei colleghi le difficoltà che c’erano state, ma che poi erano state ampiamente superate.

 

“Ora è il turno del tuo altro ragazzo,  Alessio. Mika?” chiese di nuovo Alessandro. Avevano deciso dalla produzione di farli cantare uno dopo l’altro, e mi andava più che bene, almeno così nelle pause Morgan non avrebbe rovesciato la sua preziosa scorta di Red Bull sui miei preziosi appunti, come aveva fatto più volte, con le mie urla che arrivavano fino al backstage. Non che mi servissero, ma era sempre buono avere dei riferimenti per ricordare tutte le performance dei miei ragazzi.

“Come ho anticipato, ho deciso di far cantare un brano insolito ad Alessio, una performance dal musical Company.  Ma perché questo? Perché Alessio è un cantante molto  bravo, e ho voluto rischiare. Infatti si è arrabbiato, all’inizio, ma poi ha iniziato a lavorarci su e a vedere che poteva farla, e si è tranquillizzato” Sorrisi ai miei colleghi “Questo è Alessio con Being Alive”

“Someone to hold you too close,

 Someone to hurt you too deep”

 

Feci la mia comparsa teatrale sul palco mentre contavo mentalmente le battute. Questo era un pezzo molto difficile, e sebbene una volta preso il ritmo fosse facile da seguire, l’inizio era la parte più problematica e se perdevi una battuta eri finito.

“ Someone to sit in your chair,

 To ruin your sleep.”

 

Uno.. due.. ecco l’accordo.

“Someone to crowd you with love,

 Someone to force you to care,

 Someone to make you come through,

 Who'll always be there,

 As frightened as you

 Of being alive,

 Being alive,

 Being alive,

 Being alive.”

 

 

Ma minchia se non era bello. Forse il mio pezzo preferito, tra la mia vasta collezione di classici di Broadway che adoravo letteralmente e a cui avevo dedicato vari altarini e tutta la mia infanzia.

“Somebody, hold me too close,

 Somebody, hurt me too deep,

 Somebody, sit in my chair

 And ruin my sleep

 And make me aware

 Of being alive”

 

Era.. devastante.  La mia voce da sola non sarebbe bastata per eseguirlo, me  n’ero accorto già da tempo. Ci volevano tutta la tua anima e il tuo cuore, meglio se in precedenza devastati da catastrofi come quelle citate. Dopotutto, le canzoni di Broadway sono così, tremendamente crudeli ma anche romantiche, capaci di mettere a nudo tutte le tue emozioni, di sublimarle e portarle fino al loro limite estremo, oltre il quale il tuo cuore non reggerebbe.

“Make me alive,

 Make me confused,

 Mock me with praise,

 Let me be used,

 Vary my days.

 But alone is alone, not alive.”

 

E invece è proprio lì che un artista deve spingersi, per dare tutto sè stesso. Superare i propri confini, superare sé stessi e non credere nei propri limiti, sapere  che dopo di quelli c’è di più, che si può sempre salire più su, che si può tenere una nota più a lungo, con più forza, con più cuore.

“Make me alive,

 Make me confused,

 Mock me with praise,

 Let me be used,

 Vary my days.

 But alone is alone, not alive. ”

 

Ecco il vero segreto dell’essere un artista. E mentre la mia esibizione finisce e la mia voce svetta oltre i suoni umanamente possibili, realizzo due cose: non mi sono mosso per niente sul palco, dicendo addio a tutte le mie movenze pre-calcolate, e come se  non bastasse le mie guance sono umide di lacrime che non mi sono accorto di star versando.

Anche volendo, non riuscirei a fermarle, perciò sto fermo e sorrido, senza vedere davvero ciò che sta accadendo intorno a me, ma sentendo solo gli applausi e i fischi di approvazione,  e le bastarde che continuano a sgorgare fuori dal mio controllo. A volte è così bello essere umano.

 

Il mio momento di stasi fu scosso quando mi accorsi di ciò che Morgan stava dicendo a Mika in un tono confidenziale e scherzoso che mi fece girare qualcosa hai piani bassi.

“..Bello comunque il modo in cui scegliete i vestiti, tu e Alessio. Stesso stilista?” Lo stava provocando il giudice.

“Mmm tecnicamente sono informazioni riservate, ma si. Stesso stilista. Qualche problema?? Non vedi come è bello che in una squadra si scelgano gli stessi colori, gli stessi stili? Il completo di Ale poi, è fatto di cotone, puro cotone egiziano..”

“Davvero, davvero comodo. E facile da lavare” lo interruppi immediatamente, fulminando Morgan con uno sguardo di fuoco, rendendomi conto che lui doveva essere in qualche modo a conoscenza delle regole. Mika, io e te facciamo i conti dopo, pensai tranquillo, mentre Alessandro rideva alla mia presa di posizione, il mio ragazzo cercava i miei occhi per scusarsi e io mi facevo un po’ di pubblicità gratuita con il televoto.

 

“Regola n. 3 : niente baci volanti, niente messaggi in codice, subliminali o come si dice ora, intesi? Niente doppi sensi, battutine sceme e  frecciatine”

“Sono arrivati i risultati del televoto.. ora sapremo quali degli artisti in gara andranno al ballottaggio, chi si salverà e chi dovrà purtroppo lasciarci” Alessandro teneva in mano la busta rossa che avrebbe decretato il nostro fato per quella sera. Un ultimo piccolo passo prima della finale, quasi la vedevo.

Ma mentre Alessandro chiamava i nomi di tutti tranne il mio e quello di Rosy, un macigno si era posato sul mio stomaco, e mi stava affondando con molta classe, of course.

Mika stringeva violentemente le mie spalle e quelle di Rosy. Sapevo che era preda dei rimorsi e dei sensi di colpa, magari pensava di non essersi impegnato abbastanza con noi. “Mika, sunshine, cosa c’è?” chiesi, voltandomi e stringendomi a lui, per puro istinto. Lui non rispose, la bocca piegata in una smorfia, a metà tra il dolore e la preoccupazione. Quando anche l’ultimo gruppo di Elio venne salvato dal pubblico, seppi che non c’erano più speranze. Eravamo io e Rosy, uno contro l’altra.

Incurante di tutto quello che poteva pensare la gente, mi girai e abbracciai prima la ragazza, poi il mio ragazzo, che sinceramente, non sapeva più a  che santi appoggiarsi.

Lo baciai sulla guancia, stringendolo forte, e poi lo lasciai andare, per permettere alla mia compagna di squadra di fare lo stesso.

“Mi raccomando. Fate i bravi. Avete scelto le canzoni? Avete bisogno di qualcosa? Volete dell’acqua, un succo, un caffè…” Mika era partito per la tangente. Poteva fare ben poco e ne era consapevole. Ed era proprio questa sua consapevolezza che, unita alle sue manie di perfezione, lo stava mandando fuori di testa.

“Un abbraccio?” chiese Rosy.

“Un bacio come portafortuna?” chiesi invece io, sorridendo furbescamente. Anche lui rise, e mi soffiò un bacetto volante. Lo guardai male “E questo cos’era?” risi, fingendo delusione “Beh, tu non hai specificato, e noi siamo in tv” mi ricordò, guardandomi però con uno sguardo che non metteva in dubbio il suo amore.

“Sta parlando il mio stilista personale!” gli ricordai, ancora arrabbiato per come aveva ceduto alla provocazione di quell’altro… ehm.

“E io vorrei ricordarvi che state dando molto spettacolo! Non c’era una regola anche per questo?” intervenne Rosy, ghignando divertita nella nostra direzione.

Sbuffai e mi strinsi nelle spalle, facendola ridere. Poi guardai il mio ragazzo, che si fissava le scarpe, preoccupato “Ehi” lo chiamai. Quando continuò a fissarsi le scarpe senza alzare lo sguardo, gli presi il mento in mano e dolcemente lo sollevai, portando il suo sguardo ad incrociare il mio “Andrà tutto bene. In un modo o nell’altro, lo sai. Se vincerà lei, avrai una cantante fantastica e professionale fino al midollo pronta per la finale, se vincerò io dovrai sopportarmi per altre due settimane, incostante ed incapace come sono” gli sussurrai.

Le sue labbra si aprirono in un sorrisetto divertito “ Ed è vero, sei proprio un incapace. Mi sento male per il ragazzo che ti ama”

“Beh, mi ama così tanto che ci passa sopra” sorrisi a mia volta, prima di abbracciarlo ancora una volta e dirigermi sul palco. Avrei vinto io, dovevo. Mi dispiaceva solo per Rosy, ma dovevo essere lì. Aspettavo quel momento da una vita, e non me lo sarei fatto portare via così.

 

“Regola n. 4 : fate attenzione alle telecamere, miseriaccia!”

Mentre pensavo accuratamente a quello che stavo per fare, ovvero cantare quella canzone, sicuramente la più importante per me fino a quel momento, non potevo fare a meno di tenere i miei occhi strettamente incollati su di lui. Lui.

Quella canzone sarebbe stata tutta sua. Non avevo scelto una stupida canzone d’amore, come avevo immaginato all’inizio, anche perché una canzone di quel genere sarebbe stata una scelta ovvia, e Mika era tutto fuorchè ovvio.

Così, mentre Rosy cantava la sua originalissima versione di Breakaway by Kelly Clarkson, io mi concentravo sulla mia, personalissima, di Every Breath You Take.

Si, lo ammetto, non era stata la mia prima scelta, ne avevo passate di playlist prima di arrivare a questa. Ma il pezzo riflette esattamente le mie emozioni, sembra quasi chiamarmi, e non ho potuto fare a meno di provarla. Questo è il risultato, direi.

 

“Every breath you take and every move you make

Every bond you break , every step you take

I’ll be watching you

Every single day and every  word you say

Every game you play, every night you stay

I’ll be watching you”

Sorrido sicuro di me, mentre la canzone invade l’Arena. Ho fatto la scelta giusta, perchè tutti sembrano conoscere il pezzo.

 

“Oh can’t you see you belongs to me

How my poor heart ache with every step you take

Every move you make and every vow you break

Every smile you  fake, every  claim you stake

I’ll be watching you”

Il ritmo  basso e graffiato della canzone ha stregato il mio giudice, me ne accorgo guardandolo di striscio: mi osserva incantato, I suoi occhi color cioccolato immersi nei miei movimenti, a rubare rapito ogni singola mossa. Sorrdio, mentre un’idea pazza e assolutamente rischiosa mi fulmina all’improvviso.

 

“Since you’ve gone  I’ve been lost without a trace

I dream at night, I can only see your face

I look around but it’s you I can’t replace

I feel so cold for your embrace

I feel crying baby, please..

Oh..”

Mi porto dietro le poltrone dei giudici cantando ad ognuno di loro una strofa, tralasciando deliberatamente Mika, il quale continua a seguirmi, i suoi occhi divertiti e la bocca arricciata in una smorfia maliziosa quando gli canto l’ultimo verso dritto nell’orecchio.

 

“Every  breath you take, every move you make

Every bond you break, every step you take

Every single day, every word you say

Every game you play, every night you stay

Every move you make, every vow you break

Every smile you fake

I’ll be watching”

Poi mi sposto, muovendomi davanti al tavolo, e stendendomi fino a toccargli la fronte con la mia, e canto così, I miei occhi nei suoi, sorrisi su sorrisi e il pubblico in delirio, fino alla fine.

“Every single day every word you say

Every game you play, I’ll be watching you”

 

E io, in quel momento, capisco di aver vinto. Al diavolo le telecamere, e le loro lucine rosse sempre pronte  a riprenderci, noi siamo qui. E io  ho già vinto.

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Capitolo 23
*** #23 Little Things ***


mika 23

 

Cap 23

Little Things

 

Mika ci mise esattamente una settimana a riprendersi dall’eliminazione di Rosy. Per tutto quel lasso di tempo non aveva fatto altro che trascinarsi  in giro in modalità depresso: on. 

Si spostava  per il loft in camicia da camera, i capelli più disfatti  del solito, un pacco di fazzoletti sempre a portata di mano e  l’aria distrutta.

Alla fine della settimana decisi che dovevo avere assolutamente il mio ragazzo indietro: insomma, aveva sprecato tutto il tempo in più che ci era stato concesso e si, fortunatamente avevo già la mia lista di canzoni tra cui scegliere – benedetta Isabella che ci  aveva pensato lei- altrimenti avrei già dovuto farlo.

Così quella mattina spalancai le finestre del  salotto, dove si era rintanato la sera prima, e presi la brocca d’acqua fredda che avevo riempito in cucina. Isabella era appoggiata allo stipite, e sogghignava.

“Mika, amore, svegliati” sussurrai dolce al suo orecchio, non ricevendo  risposta alcuna. Allora lo scoprii con un gesto preciso, privandolo delle cinque coperte che si portava sempre a letto perché “Amore, io la notte ho freddo!” e aspettando un suo movimento che però non arrivò.

Il mio ragazzo continuava beato a dormire come se nulla fosse.

Allora mi decisi “Scusa, tesoro, mi stai costringendo  tu” rivelai al mezzo cadavere  addormentato profondamente sul mio bellissimo  divano  color crema, poi feci un grande sorriso, svuotandogli la brocca d’acqua gelida direttamente su quei ricci che amavo tanto.

Neanche il tempo di allontanarmi, che saltò sul letto gridando “THE WAR IS ARRIVED!” e iniziando a scuotere le braccia per aria, combattendo dei nemici che solo lui riusciva a vedere.

Isabella era piegata in due dalle risate e appoggiata allo stipite come se ne andasse della sua vita, mentre io cercavo di calmare il mio ragazzo ricordandogli dove eravamo e perché doveva alzarsi.

“Perché mi hai bagnato, io odio l’acqua!” si lamentò con arai infantile, sporgendo il labbro inferiore e mettendo su un broncio che potevo definire solo.. adorabile.

Cazzo, Ale, concentrati! Lasciandoti incantare da lui non aiuti certo la tua causa.

“Amore, scusami, ma dovevo farlo” dissi, cercando le parole migliori per fargli capire che non poteva continuare a trascurarmi così, o non sarei riuscito a superare neanche il primo turno della finale.

“In questa settimana non sei stato esattamente professionale, sai?” continuai, disinvolto “E anche io sto male perché Rosy è uscita, ma sveglia! Tu hai ancora un cantante in gara, ovvero il sottoscritto” a quella parola aggrottò le sopracciglia “Sottoscritto? Che vuol dire?” mi chiese interessato, e capii che non l’aveva mai sentita “Significa “Io, la persona che ti sta parlando”.. e davvero non la conoscevi?? Non sei tu quello che passa del tempo con Morgan? Pensavo che lui fosse tutto un “ME, ME, ME, ME”, non è così?” rincarai la dose, un  po’ geloso di questa collaborazione dl mio ragazzo con qualcuno che era famoso per non saper tenere le mani al proprio posto.

Mika ridacchiò “Ma non devi essere geloso… stiamo solo cercando di scrivere una canzone. Per te, se devo dirla tutta” Ero basito, completamente senza parole. “E scusa.. perché volevo essere un bravo giudice, ma mi lascio sempre prendere dalle emozioni e non è professionale, anche se tra di noi è troppo tardi per parlare di professionalità” aggiunse sempre ridendo. “Andiamo!” mi incitò, non hai una canzone in italiano da scegliere?” chiese, prima di baciarmi brevemente sulle labbra e poi alzarsi con un movimento fluido, iniziando a preparare la colazione.

Lo fissai, completamente dimentico per un attimo di qualcosa che non fosse lui, che era tornato. Il mio Mika era tornato.

 

 

 

 

“Per dirti ciao, Ti scatterò una foto, o Il regalo più grande?” Chiesi ad alta voce a Mika, seduto dietro il pianoforte della sala prove. “Non lo so, amore, non le conosco. Dimmi tu da quale vuoi iniziare” replicò lui, studiando  concentrato dei video tutorial per capire come suonare le basi di quelle canzoni, dato che non riusciva a leggere la musica.

“Che dici, andiamo in ordine?” chiesi, e senza aspettare una risposta da parte sua, iniziai a cantare

“Magari un giorno avremo un posto anche nascosto oppur distante

Dalle tante astanterie

In cui riposano gli amori ormai in disuso

Quelli non storici, di cui nessuno parlerà”

Mi voltai a guardarlo, sapendo il verso successivo e volendo godermi appieno la sua reazione, cercando di non ridere mentre mi mimava “Cosa sono le ‘stantarie’???”

“E rivela il tuo sorriso in una stella

Per stasera andrebbe bene anche così

E non servirà più a niente la felicità, più a niente anche la fantasia

Mi accontenterò del tempo andato”

Corsi dietro le sue spalle durante l’acuto, sedendomi al suo fianco al pianoforte

“Soffierà nel vento una lacrima

Che tornerà da te, per dirti ciao.. ciao

Mio piccolo ricordo in cui nascosi anni di felicità, ciao

E guardami affrontare questa vita come fossi ancora qui”

Smisi improvvisamente di cantare, guardandolo corrucciato. “What?” mi chiese, accorgendosi che lo fissavo, incominciando a osservarmi di rimando.

“Non funziona” tagliai corto “Questa canzone è triste, parla di un addio, di qualcuno che amo e che mi ha lasciato.. ma tu sei qui con me” gli spiegai, semplicemente, osservando i suoi occhi sgranarsi per lo stupore e poi il suo buttare la testa all’indietro ridendo come un pazzo “Perciò non la vuoi cantare?” e giù a ridere “Dio, ti amo” sussurrò divertito, asciugandosi le guance  bagnate dalle lacrime scese per il troppo ridere.

Io rimasi fermo finchè non finì. Era così bello vederlo ridere di nuovo che potevo anche passare sopra al fatto che lo stesse facendo per una canzone di Tiziano, perché Tiziano. Non. Si. Tocca.

A meno che Mika non rida, ovvio.

“Passiamo alla seconda” ridacchiai anch’io, pregustandomi la sua faccia sconvolta che non si fece attendere.

“Ricorderò comunque, anche se non vorrai

Ti sposerò perché non te l’ho detto mai

Come fa male cercare, trovarti poco dopo

E nell’ansia che ti perdo, ti scatterò una foto

Ti scatterò una foto”

Lo abbracciai per le spalle, ammiccandogli sensualmente solo per distrarlo e continuando a cantare.

“Ricorderò comunque e so che non vorrai

Ti chiamerò  perché tanto non risponderai

Come fa ridere adesso pensarti come un gioco

E capendo che ti ho perso ti scatto un'altra foto

Perché piccola..”

Eccolo il punto. E infatti…

“Ma parla di una donna?? No, non se ne parla, tu questa non la canti, o Simona potrebbe lanciarsi su di te dal tavolo dei giudici!” sbottò, orripilato “To kidnap you!” specificò, facendomi ridere ancor di più “Mika, non mi rapirà nessuno” lo ripresi “Ma la scarto comunque se non ti va”.

“Mi sembra ovvio” replicò sorridendo malizioso e aggiungendo “Se no ti mando in bianco” ridendo apertamente della mia espressione sconvolta “E questa dove l’hai imparata??” chiesi, cercando di capire se per caso me la fossi fatta scappare io “Isabella” disse a mo’ di spiegazione, facendo spallucce.

“Ah, si ??” sorrisi e mi alzai, facendo il giro del panchetto sotto il suo sguardo curioso e prendendolo in spalla così velocemente che neanche se ne accorse. Gli feci fare il giro della stanza correndo, con lui che urlava impaurito e esclamava “Mettimi giù!” e “Put me down!” alternativamente, come se pensasse di essere più imperante usando l’inglese, mentre io ridevo sempre di più.

Alla fine lo scaraventai scherzosamente sul divano e mi spalmai su di lui, che tentava di riprendere fiato “Tu sei pazzo” decretò alla fine, dopo aver fatto un abbondante scorta di ossigeno “Probabile” concessi io, seppellendo il  viso nel suo collo.

“Non è probabile, è un dato di fatto” specificò ancora Mika, ma sapevo che stava sorridendo “Ma tu ami questo pazzo, giusto?” chiesi, la mia voce attutita dalla sua pelle, per accertarmi che mi avesse perdonato “Lo amerei di più se si togliesse di dosso.. non riesco a muovermi” replicò scherzoso.

Mi alzai sui gomiti, andando a posare un bacio sulle sue labbra prima di alzarmi del tutto e farlo stendere completamente sul divano, la sua testa sulle mie gambe e le mie mani nei suoi ricci che compievano dei leggeri movimenti circolari che sapevo adorasse alla follia.

“Ma non manca una canzone?” mi chiese dopo un po’ “Pensavo avessi perso il conto, uuffa!” mi lamentai “Non ho molta voglia di cantare oggi” sbuffai, ma sapevo che era una battaglia persa in partenza quella che mi accingevo a combattere, perciò gli regalai un sorriso e un bacio a fior di labbra prima di iniziare a cantare

“Voglio farti un regalo, qualcosa di dolce qualcosa di raro

Non un comune regalo

Di quelli che hai perso, o mai aperto,  o lasciato in treno, o mai accettato

Di quelli che apri e poi piangi

Che sei contenta e non fingi

In questo giorno di metà settembre ti dedicherò, il regalo mio più grande”

“Ma le sue canzoni sono tutte rivolte a delle donne? E tu come fai a cantarle??” mi chiese, arricciando il labbro in una smorfia adorabile “Nello stesso modo in cui fai tu, mister- big girl- you are beautiful-“ ribattei io, zittendolo e ricevendo una linguaccia in tutta risposta. Continuai

“Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché

Di notte chi la guarda possa pensare a te

Per ricordarti che il mio amore è importante, che non importa ciò che dice la gente

Perché tu mi hai protetto con la tua gelosia

E anche se molto stanco il tuo sorriso non andava via

Devo partire però se ho nel cuore la tua presenza

È sempre arrivo e mai partenza”

“Il ritornello mi piace di più” mi confessò il mio ragazzo a mezza voce “E per inciso, io canto per celebrare le donne” precisò, ancora offeso.

“Ok, allora elimino anche questa. Cosa dovrei fare se nessuna delle mie prime scelte ti piace?”  chiesi, mettendo il broncio.

“Ale, se nessuna delle prime scelte piace al tuo  giudice- che sarei io- allora bisogna cambiare genere. Pensaci, Tiziano ha spaziato molto, cambiando stili e generi, magari qualcosa la trovi.”

Ale però non stava ascoltando più  il discorso di Mika. Gli era venuto in mente un momento di una sera di qualche settimana prima. Erano in macchina e correvano verso l’ospedale, e Mika gli aveva cantato L’ultima notte al mondo… “ Ti amo” sorrise trionfante  “Non te lo dico abbastanza spesso” continuò

“Ho la canzone!”  urlò poi, corredo via da Isabella per sapere se in tre giorni riuscivano a preparare il pezzo e lasciando una piccola diva mezza libanese mezza inglese mezza francese e chissà cos’altro a guardarlo basito dal divano.

 

 

 

 

Mika sospirava, osservando il suo ragazzo comandare a bacchetta i tecnici delle luci sul palco delle prove generali. E poi davano a lui della diva, pensò. Alessio riusciva benissimo a fare tre cose contemporaneamente: ballare, cantare e al contempo gridare dietro a quei poveretti che provavano solo a compiere il loro dovere.

 “No, quella luce bianca lì mi arriva negli occhi!” o “Perché dobbiamo usare della nebbia verde? Cosa ha il blu che non va?” erano all’ordine del giorno quanto più ci si avvicinava alla finale, e questo non andava bene.

“Alessio stai zitto una buona volta e lasciali lavorare!” sputò nel microfono.

Il ragazzo si girò immediatamente verso di lui, furente “Mika, non osare dirmi come devo lavorare! Quello che va sul palco e canta sono io non tu!” urlò verso il suo ragazzo.

Erano giorni che andavano avanti così, e sembravano già secoli.

Tutto si era guastato una sera di un paio di giorni prima, sarà stato un sabato.

Ale era nel backstage, Mika nel camerino. Si era tolto in fretta e furia i microfoni e stava per fiondarsi dal suo amore,  quando un uomo della sicurezza lo aveva avvicinato, porgendogli un mazzo di rose rosse.

“Consegna per lei” aveva detto “Una qualche fan scalmanata di sicuro, Ale” e se n’era andato, facendogli l’occhiolino.

Ale aveva aperto il bigliettino che accompagnava le rose e ciò che vi aveva trovato scritto era stato anche peggio.

“Ehi! Una fan ti ha mandato dei fiori?”

La voce di Mika alle sue spalle l’aveva  fatto gelare.

Oh, cazzo, pensò.

“No, veramente no…” iniziò sentendosi piuttosto stupido e preso per i fondelli “Sono da parte del mio ex, con tanto amore” aveva sussurrato.

Subito gli occhi di Mika si erano fatti più scuri e il giudice era corso via, senza lasciare ad Ale nemmeno il tempo di spiegarsi., di capire il suo comportamento.

Quella sera per la prima volta, avevano litigato. E Mika si era scoperto ferito dal comportamento del ragazzo, perché pensava che non avesse davvero tagliato i ponti con il suo ex, Nicola- solo il nome gli rivoltava lo stomaco-  e che quindi quel regalo fosse una conseguenza del fatto che quel tipo ancora non avesse capito che lui non  era più disponibile.

“A meno che” aveva concluso, lanciando un occhiata stanca al ragazzo furente davanti a lui “Questo per te non voglia dire niente, e non pensi che durerà”

E non aveva lasciato ancora una volta che Ale parlasse, girando sui tacchi e lasciandolo lì, quell’ultimo “Stanotte dormo nel mio loft” sospeso come nebbia tra di loro.

 

 

Fu Ale questa volta, ad abbandonare il palco e a lasciare, incazzato nero, le prove.

Cosa mai vista, tanto che tutti se ne preoccuparono. Alessio amava il suo lavoro, adorava pianificare ed elaborare i costumi e le coreografie. Cosa poteva essere mai successo?

Isabella si avvicinò a Mika, sospettosa “Tu ne sai qualcosa?” chiese

“No” il ragazzo distolse lo sguardo non riuscendo ad incrociare quello della donna.

Quella sospirò “E allora mi spieghi perché sono tre notti due notti che dormi in un loft che prima non avevi calcolato nemmeno di striscio?”

“Ho bisogno di tempo per pensare, Isa! Lasciami in pace!” sbottò il giudice, alzandosi di scatto e andandosene.

Oh tesoro, pensò la coach, ma noi non abbiamo più tempo.

 

 

Angolo dell’Autrice:

Umore nero come la pioggia. E questo influisce sul capitolo. Spero che le cose si sistemino in fretta, povero Ale, dai. Scommetto che non vi sareste mai aspettati una cosa del genere ahahahaah

Xoxo Bea

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Capitolo 24
*** #24 The Final ***


mika 24

Cap 24

The Final

 

In quel bel clima di pace e collaborazione, iniziò la giornata più importante delle nostre vite.

Mi aggiravo come un disperato per il loft dalle cinque del mattino, facendo impazzire quelle povere donne di Cristina e Isabella, le quali erano corse immediatamente da me non appena avevo finito l’ennesima litigata con Mika, il quale se n’era  andato subito dopo, sbattendo la porta.

In fondo lo capivo, quando pensava che qualcuno avrebbe potuto approfittare di quella situazione per essere mandato avanti nella competizione, senza poi curarsi di lui una volta finito quel bel valzer, ma non riusciva a capire che non era quello il caso.

Io lo amavo davvero.

Un altro avrebbe ammesso la verità, io ancora insistevo andandolo a cercare e parlandoci, anche se poi finivamo per urlarci contro.

Beh, non sempre. L’ultima volta mi aveva sbattuto al muro e baciato con forza, lasciandomi senza fiato. Poi si era staccato e aveva detto “Anche Nicola faceva così con te?” per andarsene due secondi dopo, lui arrabbiato io sconvolto.

Avevo capito il motivo di tutta quella rabbia: era geloso, geloso marcio.

E quella mattina glielo avevo rinfacciato e così eravamo finiti in camera, a baciarci. Ma ad un certo punto si era staccato di nuovo, mi aveva guardato- stavolta in silenzio- e se n’era andato.

Come dovevo prepararmi al momento più difficile dell’intera competizione se lui non era più con me? Semplicemente non potevo. Perciò avevo chiamato i miei angeli custodi.

“Rosy è in viaggio, ha detto che arriverà tra un ora” mi comunicò Cristina, passandomi una tazza di thè e sedendosi al mio fianco, sul bracciolo del divano, un braccio intorno alle mie spalle e l’altro nei capelli.

“Fammi solo trovare Mika” mi implorò, guardandomi supplichevole. Scossi la testa, sapevo che avrebbe detto cose che non pensava solo per rabbia se lo avesse trovato, e non era il proprio caso.

“Non voglio che tu lo vada a cercare. Questa è una cosa che devo risolvere io. E non posso farlo qui, perché ora è confuso e penserebbe che voglio prenderlo in giro. Piuttosto, hai ancora il numero di Nicola?” mi girai a guardarla “Più o meno, è colpa sua”

“Quello con i capelli neri e gli occhi verdi? Quello che abbiamo scoperto non essere poi così tanto gay?”  mi chiese, io annuii, mentre Isabella  dichiarava “Ma mettersi con un bisex”

“Vallo a spiegare al signorino qui” rilanciò subito Cristina “Secondo te mi stava a sentire se provavo a dirglielo? Ci credo che è finita così” lo prese in giro.

“Sai che non me ne può fregare di meno?” chiese Ale retorico, alzandosi “Vado a vestirmi, e poi salgo al loft di Mika. Devo almeno fare in modo che mi parli”

“Buona fortuna. Vuoi delle manette e dello scotch per zittirlo?” propose Isa, gli occhi verdi speranzosi.

Ale rise leggermente mentre chiudeva la porta dietro di sé, lasciando le sue due donne preferite a fare comunella tra loro. La terza sarebbe presto arrivata ad impicciarsi dei fatti suoi.

Sorrise con più convinzione. Sarebbe stata una luuunga giornata.

 

 

“Mika aprimi!” Ale non ricevette nessuna risposta dalla porta chiusa “Mika! Holy Crap! Apri questa cazzo di porta!!” urlò ancora, contro quell’infisso che effettivamente non aveva nessuna colpa.

“Vai via” sentì, come un sussurro “Michael Holbrook Penniman.. tu hai i tuoi buoni motivi per essere incazzato con me, tipo quei fiori, ma non puoi sul serio pensare che io ti abbia usato!” abbassò la voce anche lui, non voleva urlare con lui.

“Potrei” fu la dura risposta. Ale sospirò “Se così fosse non sarei qui a cercare di riprendermi il mio ragazzo testone ma me ne sarei andato per la mia strada. Dai aprimi”

La porta rimase in silenzio per due minuti buoni e Ale aspettò con calma.

Poi si aprì e Mika, i capelli scarmigliati e sparati in tutte le direzioni- umanamente possibili e non- e le occhiaie di tre giorni, fece la sua comparsa “Tu dici?” chiese, sembrando un bambino timido.

Ale annuì velocemente, rimanendo incantato a fissarlo. Mika si rispecchiò nei suoi occhi, trovandoci tanto di quell’amore da non poter credere di aver pensato seriamente che Alessio, il suo Alessio potesse usarlo.

“Scusa” dissero all’unisono, per poi guardarsi e distogliere lo sguardo subito dopo, ridendo.

“Prima tu” Ale non si fece di certo pregare “Mi dispiace di aver ricevuto quei fiori davanti a te, e ti posso assicurare che quel tipo io l’avevo cancellato completamente dalla mia mente e dalla rubrica. Senza considerare che ora si spaccia per etero” Mika soffocò un’altra risata “Mi dispiace di non esserti venuto dietro subito, la prima volta che abbiamo litigato”

“Discusso” lo corresse subito il cantante, prendendo la sua mano e stringendola  “E mi dispiace di averti fatto dormire tutto solo in quel loft così freddo.. ma ho pensato che avessi bisogno dei tuoi spazzi, e ti amo troppo per pensare di limitarti in qualche modo”

“Anche io ti amo” rispose subito Mika “Solo che quando ho visto quei fiori, non so cosa mi sia preso.. pensavo che mi avessi solo usato, e avrei dovuto saperlo che tu non lo avresti fatto mai. Mi sentivo così da schifo che non mi sono neanche fermato..”

“Appunto, avresti dovuto.” Ad Ale uscì più dura di quanto volesse, ma rendendosene conto e guardando soprattutto gli occhi da cucciolo di Mika, aggiunse più dolcemente “Lo prenderò come un segnale del fatto che solo tu puoi regalarmi dei fiori” e vide gli occhi dell’altro riempirsi di gioia e sollievo.

“Ti amo” sussurrò ancora. “Non farmi mai più una cosa del genere”

“Non posso stare senza di te. Ti amo più di quanto pensassi di riuscire ad amare nella mia vita, e mi dispiace di averti tenuto lontano in questi giorni. Sono stato imperdonabile”

“No, non imperdonabile” Ale si sporse per baciarlo, sprizzando felicità da tutti i pori e Mika rispose con altrettanto entusiasmo.

Forse avrebbero avuto del tempo per stare insieme prima della finale…  “Cazzo! La finale!” Mika si staccò dal bacio, guardando un Alessio ancora più stralunato di lui “Corriamo!” lo incitò quest’ultimo e, mano nella mano, ridendo come due bambini, si precipitarono all’Arena.

 

 

“Ma dove diamine eravate finiti???” Isabella gli corse incontro arrabbiatissima come mai, salvo poi fermarsi a guardare i due poveretti con i quali se la stava prendendo e.. “Vi state tenendo per mano? Quindi avete risolto? Oh, grazie Signore!” alzò gli occhi al cielo, riconoscente per quel piccolo miracolo e gli spedì entrambi a prepararsi senza perder tempo in chiacchiere. Ma vedi tu se le dovevano capitare proprio le due dive della situazione. Bipolari, pure.

 

Ale e Mika si vestirono nel camerino di quest’ultimo, scambiandosi camicie e papillion, ridendo come due adolescenti alla prima cotta e baciandosi appena ne avevano l’occasione.

Alla fine Ale era riuscito ad indossare un paio di pantaloni ed una giacca coordinate blu scuro, con il colletto della camicia-rigorosamente bianca, con Mika non si discuteva- intonato al papillon, blu anch’esso ricoperto di paillettes.

Mika invece indossava un completo a motivi scozzesi grigi e neri disegnato appositamente per lui da Moschino insieme a una semplice camicia bianca, e non poteva esserne più felice, perché lui adorava quel vestito.

“Ma come hai fatto a trovarlo? Pensavo che Isabella lo avesse buttato!” commentò scioccato Ale, osservandolo con un occhio critico.

“Me ne sono fatti confezionare due apposta. Non si butta un designer!” si offese immediatamente il giudice, mettendo su un’adorabile faccia da cucciolo.

Ale non riuscì a trattenersi e si sporse per baciarlo ancora. Quando si staccò, un sorrisone ad illuminargli le labbra lucide, si sedette con un movimento fluido e indicò al suo ragazzo un beauty case.

“Truccami” gli chiese, vedendolo illuminarsi di colpo.

Per la mezz’ora successiva, Mika gli si affaccendò intorno tra glitter, eyeliner e matite per gli occhi. Alla fine il ragazzo che ricambiò lo sguardo di Ale al di là dello specchio era.. un vero schianto.

“Wow” fu l’unica cosa che uscì dalle sue labbra, mentre studiava con attenzione le sfumature luccicanti degli ombretti, la linea leggera dell’eyeliner nero e il brillantino celeste che il suo nuovo truccatore ultra-figo aveva applicato alla fine della linea delle sue ciglia.

“Ti piace?” Mika lo osservava da dietro, studiando la sua reazione “Lo amo” replicò Ale, sincero, voltandosi a guardarlo “E amo te” aggiunse, prima di sorridere e baciarlo con molto più trasporto rispetto al contatto precedente. Mika rispose immediatamente, mordicchiandogli il labbro inferiore in quel modo che sapeva lo avrebbe fatto impazzire.

“MICHAEL! ALESSIO!” la voce di Rosy risuonò per tutto il backstage, e i due si separarono con un sussulto quando la porta venne aperta e l’ Uragano Rosy si riversò all’interno di quella piccola stanza stracolma di vestiti e amore.

“Ale!” un tornado arrivò addosso al ragazzo, che si sentì stritolato, poi lasciato per essere sottoposto ad un’attenta analisi  e infine stritolato da capo. Mika giurò di aver sentito il suono delle costole mentre si incrinavano.

“Va tutto bene?” chiese alla fine Rosy, dopo aver super stritolato anche il giudice nel suo braccio mortale.

Mika e Ale si guardarono per un attimo, grigio affogato nel cioccolato, e poi sorrisero. E tanto bastò a quello scricciolo che col tempo aveva imparato a riconoscere le stranezze dei due e i loro comportamenti l’uno verso l’altro. Rosy sapeva che si capivano anche con un solo sguardo e non fece più domande, limitandosi ad accompagnarli fino al limite del backstage.

“Meno 5 minuti alla diretta. 4.59, 4.58..” Il countdown era partito e Mika doveva recarsi al tavolo dei giudici per la puntata più lunga e decisiva delle loro vite.

Ma invece di muoversi e raggiungere Simona che si sbracciava per farsi salutare, Mika afferrò il suo ragazzo e iniziò  a baciarlo, noncurante delle persone intorno a loro e del momento che non era esattamente il più propizio. I tecnici non si curarono di loro, nessuno sembrava farci caso, tranne le tre donne che li guardavano con gli occhi lucidi. Cristina prese dalla borsa i fazzolettini di carta e senza distogliere lo sguardo passò il pacchetto a Rosy e Isabelle, che si soffiò rumorosamente il naso, tirando s subito dopo.

Quanto a Mika e Ale, non esisteva nessun altro all’infuori di loro due in quel momento, ed era tutto ciò di cui avevano bisogno per andare avanti ed affrontare al meglio quella serata. Si aggrapparono l’uno all’altro  sorridendo nonostante l’adrenalina a mille e la preoccupazione pre -gara. Dopo, non ci sarebbe stato posto per nient’altro tranne la concentrazione.

“Le note basse, amore” si raccomandò Mika, staccandosi da quelle labbra dolci e tentatrici come il miele, guardando Alessio negli occhi. Il ragazzo annuì, serio come mai prima.

Mika stava per aggiungere chissà cosa quando un altro soffio di naso rumoroso li fece girare contemporaneamente.  Era Alessandro, e  i due non sapevano se ridere o piangere per quel conduttore che si faceva sempre toccare nel profondo dalle dimostrazioni d’affetto.

Ale corrugò le sopracciglia, aveva sentito un accenno ad un doppio senso nel suo pensiero precedente, e si rimproverò perché non era né il caso né il momento adatto per scherzare.

“Ah, un'altra cosa” Mika riconquistò la sua attenzione e Ale smise di pensare ai doppi sensi e a quanto fossero inopportuni.

“Divertiti, amore, o tutto questo non avrà senso” gli occhi giocosi del ragazzo non lo lasciarono andare un attimo, neanche quando si sedette al tavolo dei giudici smise di guardare verso il punto dove sapeva trovarsi Alessio, come se fosse calamitato da quel ragazzo. E lo era.

Alessio invece si ripeteva le parole di Mika  come un mantra “Divertirmi.. divertirmi. Si posso farlo” decise, prima di dare un ultima occhiata agli spalti e scorgere suo padre vicino a Rosy e a Cristina, mentre Isabella rimaneva dietro le quinte insieme a lui per i consigli finali. Altro che Mika, era lei il suo supporto morale e l’insegnante inflessibile della situazione.

Ale d’istinto l’abbracciò, facendola impietrire “Grazie!” le sussurrò e quella si staccò, cercando di rimanere composta nonostante il gesto le avesse fatto piacere.

“Fila a prepararti! E ricordati cosa ti ha detto Mika” aggiunse “Anche le parti sporche?” non mancò di chiedere il ragazzo, guadagnandosi un’occhiata scioccata e un “Alessio!” che si sentì fino al tavolo e che fece ridere Mika fino alle lacrime. Quel maledetto del suo ragazzo l’avrebbe fatta penare.

 

“10..9..8”

 

“4..3..2..1”

Le luci dei camerini lampeggiavano da un paio di minuti buoni, prima di diventare sempre più insistenti durante gli ultimi dieci secondi , per poi spegnersi del tutto una volta raggiunto lo zero.

Ale aveva sentito le urla del pubblico, esagitato addirittura da prima dell’inizio del conto alla rovescia, e stava pregando ogni dio che conoscesse per la buona riuscita di quella serata. Aveva preparato tre canzoni, una per ogni manche, se fosse durato così tanto, e sperava davvero di riuscire ad arrivare all’ultima, perché avrebbe cantato Tiziano Ferro.

Sempre se Mika non avesse cambiato idea durante il corso della serata, decidendo di cambiare l’ordine delle canzoni. Non che non ci avesse provato, perchè secondo lui avrebbe dovuto cantare subito in italiano e secondo Isabella no, ma fino a quel momento era rimasto buono. Si sperava.

Ale osservava distaccato Alessandro, sul palco, dare il via alle danze, e si innervosì ancor di più quando scoprì che il suo numero di televoto era 1. Almeno non avrebbe aspettato per esibirsi: via il dente, via il dolore e la prima esibizione era la peggiore.

Si sedette e si alzò subito dopo, torturandosi le mani ad ogni urlo della folla, pregando in silenzio con veloci movimenti delle labbra.

Solo quando sentì la voce di Mika si calmò, e ascoltò con pazienza il suo ragazzo che tesseva le sue lodi. Alla fine, Mika annunciò il brano: The Ballad of Mona Lisa, dei Panic! At The Disco.

Ale non sapeva quale santo avesse funzionato, ma decise che sarebbe diventato un credente di tutte le religioni, solo per essere sicuro di ringraziare quello giusto. Per il momento, Mika continuava a seguire la scaletta, e un po’ di rock, seppur molto molto alternativo, era la sferzata d’energia che serviva per aprire la serata.

 

“She paints her fingers with a close precision

He starts to notice empty bottles of gin

And takes a moment to assess the sin she’s paid for”

La coreografia che avevamo pensato  per questo pezzo  era assolutamente favolosa, e non lo dico solo perché l’idea era stata mia. Mi ero fatto truccare in quel modo da Mika perché lo scenario era quello di una camera da letto, con un boudoir, un tavolino per truccarsi come quello delle star , tutto bianco e con le luci ai lati.

 

“A lonely speaker in the conversation

Her words are swimming through his ears again

And if she had the proper words to say, she would tell him

But she have nothing left to sell him”

Mi sedetti mentre continuavo a cantare, lo specchio che mi rimandava l’intera vista dell’Arena.

E poi la piattaforma iniziò a girare intorno a sé, creando uno spettacolare effetto di luce, mentre prendevo con calma i pennelli e fingevo di darmi una ritoccatina.

 

“Say what you mean, tell me I’m right

And let the sun rain down on me

Give me a sign, I wanna believe”

Era molto complicate cercare di cantare e contemporaneamente truccarmi, ma io avevo scelto quella coreografia e ora mi toccava di portarla avanti. Ero in finale, cavolo! È più di un buon motivo per fare il bravo e io dovevo giocarmela davvero bene, perché ci tenevo tantissimo.

“Oh Mona Lisa, you’ re guaranteed to run this town

Oh, Mona Lisa, I’d pay to see you frown”

Fortunatamente, a metà era previsto che io scendessi da quello strumento di tortura automunito, così mi avviai felicemente al centro del palco, appropriandomi dell’asta del microfono e muovendomi in un modo che giudicavo sensuale.

“Mona Lisa, wear me out

Pleased to please you

Mona Lisa, wear me out”

Per mia somma gioai, notai il digrignare dei denti di Mika e vidi Morgan ridere, capendo subito che dovesse avergli detto qualcosa di non propriamente carino. Oh, fuck. Lo mandai a farsi un giro, decidendo invece di darmi da fare.

“Say what you mean, tell me I’m right

And let the sun rain down on me

Give me a sign, I wanna believe”

Esattamente davanti a Mika cantai la penultima strofa, indicandolo sensualmente, come se davvero mi aspettassi una risposta a quel “Say what you mean” che io letteralmente adoravo.

A “Believe” prolungai le sillabe, allungando contemporaneamente il mio braccio destro, arrivando a sfiorargli lo zigomo con la punta delle dita. I giornali sarebbero impazziti, ma poco m’importava.

Mika sorrise a 32 denti, arricciando il naso in maniera troppo adorabile perfino per me, che mi ritrovavo con tutto quel ben di dio sotto le mani tutti i giorni, e non sembrava mai abbastanza.

 

“There’s nothing wrong with just a taste of what you paid for”

Conclusi, ritornando alla postazione del microfono, attaccandolo al sostegno e regalando alla folla i miei occhi tutti sbrilluccicosi. Sentii distintamente mio padre commentare “Ma cosa ha fatto agli occhi??” prima che le luci si alzassero ed io venissi inondato di luce e complimenti.

Mika mi guardava sorridendo, in piedi come quasi tutto il pubblico. Wow.

Passarono quasi subito ai commenti, e l’unica cosa che ricordo fu Simona che si lamentava della mancanza di canzoni in italiano, e Mika che rideva con aria furbetta, guardandola di sottecchi e pregustando le manche successive e la faccia che avrebbe fatto la donna.

Sentivo  aria di un cambiamento di scaletta.

 

 

Angolo dell’Autrice:

Buongiorno! Bene direi che siamo arrivati in finale.. stiamo quasi finendo ma per il momento ci godiamo la prima prova di Ale. Il mio cucciolo!

Visto che hanno fatto pace? Non ce la faccio a farli rimanere arrabbiati a lungo, sono troppo belli e coccolosi per arrabbiarsi a morte!

Vi consiglio tra l’altro, di ascoltare i Panic! At The Disco.. sono favolosi e io mi innamoro ogni giorno di più delle loro canzoni!

Detto ciò, se avete canzoni che vi piacerebbe vedere inserite nel prossimo capitolo- di ogni genere o artista-  fatemelo sapere!

Grazie per il supporto, è preziosissimo! Bea

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Capitolo 25
*** #25 Countdown in 3..2..1.. ***


mika 25

Cap 25

Countdown in 3..2..1..

 

 

Come volevasi dimostrare… Mika aveva cambiato la scaletta. Ora, Tiziano Ferro sarebbe andato per secondo e Somewhere only we know dei Keane  per terza. Sempre se ci fossi arrivato alla terza manche.

Almeno aveva avuto la decenza di avvisare le costumiste.

Mi sarei ritenuto già l’essere più fortunato del pianeta perché ero arrivato fin lì, avevo trovato una persona come Mika che sapeva capirmi e supportarmi ed amarmi-cosa non facile, lo ammetto-  ma soprattutto riusciva a spronarmi a non arrendermi mai.

Perciò, per cause di forza maggiore – vedasi sotto la voce di Michael Holbrook  Penniman-  non mi era permesso di dire che mi sarei accontentato, che potevo vivere benissimo così e che avrei voluto vincesse qualcun altro. Non me l’avrebbe mai permesso, e neanche io mi sarei accontentato. Volevo la vittoria, ma mi stavo comunque facendo sotto quando ci chiamarono tutti per la prima eliminazione.

Mika non sapeva bene cosa fare quando mi vide così abbattuto una volta che Alessandro richiamò tutti e quattro i finalisti sul palco. Le esibizioni degli altri ragazzi mi erano passate davanti agli occhi ma non vi avevo prestato attenzione.  Ricordavo vagamente Katia, la concorrente di Simona, cantare un pezzo di Britney Spears, ma degli altri proprio nulla. Il vuoto totale.

A distrarmi da quei pensieri, seppur di poco, fu la consapevolezza di avere le telecamere puntate addosso e il braccio di Mika attorno alle mie spalle, la sua mano che disegnava pigra dei cerchi sul mio braccio per calmarmi.

Mi girai ad incrociare il suo sguardo, mentre un sorriso timido si apriva sulle mie labbra. “Grazie” sussurrai, e lui mi rivolse la sua solita smorfia a metà tra il  preoccupato e il coraggioso. Nonostante tutte le sue spacconate, sapevo che anche lui aveva una paura matta e che sperava che il pubblico avesse capito le sue scelte.

Con un sguardo risoluto, mi girai e prestai attenzione ad Alessandro.

“Il primo concorrente a salvarsi e ad andare avanti nella gara è … Alessio!”

Il sospiro di sollievo che mi uscì non fu paragonabile all’urletto contento del mio ragazzo, che mi abbracciò e mi fece girare, per poi lasciarmi e guardarmi, gli occhi scintillanti fissi nei miei.

Fortuna volle che Alessandro ci chiese di scendere dal palco, altrimenti avrei perso il controllo davanti a tutta l’Italia e oltre.

Appena fummo nel backstage, lo baciai con forza, e lui rispose altrettanto entusiasticamente, prima di staccarsi,  affermare “Dio, quanto ti amo”  e correre via, al suo posto.

Spiai da dietro le quinte e cercai mio padre. Guardava nella direzione in cui era arrivato Mika, come sapendo che mi trovassi lì, e sorrise in segno di incoraggiamento quando mi vide.

Ricambiai il cenno e andai nel backstage iniziando a cambiarmi per la seconda performance.

Quando arrivò di nuovo il mio turno, ero un fascio di nervi. Non avevo mai cantato in italiano e lo so, si può anche pensare che sia una passeggiata, ma anche se quella era la mia lingua, non ero abituato ad esprimermi in quel modo. Dire che me la stessi facendo sotto era un eufemismo. Stavo morendo.

Per fortuna amavo quel pezzo. Avevo praticamente rotto le palle a tutti durante  quelle settimane, provandolo e riprovandolo fino allo sfinimento. E poi Mika me l’aveva dedicato.

Non sarebbe stato così male.

“Cade la neve ed io non capisco che sento davvero,

mi arrendo

ogni riferimento è andato via

spariti i marciapiedi e le case e colline

sembrava bello ieri

ed io, io sepolto da questo bianco

mi specchio e non so più che cosa sto guardando”

Mentre canto, però, io so benissimo cosa guardare. Prima mio padre, poi Cristina e  Rosy catturano la mia attenzione. Infine lui, che è il centro del mio tutto, il Sole del mio universo e che ora mi sta sorridendo complice, le lacrime agli occhi.

“Ho incontrato il tuo sorriso dolce

Con questa neve bianca adesso mi confonde

La neve cade e cade pure il mondo

Anche se non è freddo

Adesso quello che sento e

Ricordati, ricordami,

tutto questo coraggio non è neve

e non si scioglie mai, neanche se deve”

I suoi occhi. Quelle due pozze color cioccolato che mi fissano e mi rapiscono, facendomi scordare tutto, persino il mio nome, tali sono  la loro intensità e il messaggio che trasmettono.

La forza e la dolcezza, l’amore e la promessa di qualcosa di forte e duraturo che non finirà tanto facilmente. La determinazione e la passione, poi l’orgoglio. Senza neanche accorgermene sto piangendo anch’io, ma ancora non mi stacco, non posso.

“Non darsi modo di star bene senza eccezione

Crollare davanti a tutto e poi sorridere

Amare non è un privilegio, è solo abilità

È ridere di ogni problema, mentre chi odia trema”

Ecco il mio messaggio, tutte le cose belle e importanti che vorrei dirgli sono in questa canzone, racchiuse nei miei 2 minuti di spazio. Ma, in qualche modo, bastano. Sposto impercettibilmente l’asta del microfono verso di lui, niente coreografie per questo pezzo, solo io, la mia musica e lui.

Solo il mio amore.

“Il tuo sorriso dolce è così trasparente che dopo non c’è niente

È così semplice, così profondo

Che azzera tutto il resto e fa finire il mondo

E mi ricorda che il coraggio non è come questa neve”

E sull’ultima nota dolce, finisco il mio pezzo. Ci sarebbe stato l’ultimo ritornello, ma proprio non ce lo volevo mettere. Mi piaceva l’idea di chiudere così, era quel qualcosa in più che mi aveva dato una spinta verso questo brano.

Il mio giudice si alza in piedi per primo e anche il resto del tavolo lo fa. Simona è  senza parole  sia per la performance che per la velocità con la quale Mika ha saputo, testuali parole “Rispondere alla sua provocazione” e a queste parole lui mi guarda, sopracciglia aggrottate e ribatte “Provocazione? Pff, era già tutto pronto, ho solo cambiato la scaletta”

“Come al solito” ribatto invece io tra i denti, però non così piano come vorrei, infatti lo sentono tutti e lui scoppia a ridere “Sweetheart” mi dice poi, facendo il finto severo “Fila a cambiarti!” ordina.

Io metto su una faccetta spaventata e corro dentro. Anche questa è andata.

Incrocio le dita mentre mi lascio scivolare addosso le altre performances, ho paura che la mia scelta di cantare in italiano mi penalizzi, gli altri hanno cantato in inglese e sinceramente non vorrei uscire proprio adesso dopo aver dimostrato che so cantare in italiano. Rabbrividendo, mi prometto di non rifarlo mai più. Si, ho deciso , farò tipo Elisa. L’italiano mette troppa pressione addosso per i miei gusti.

Mi riscuoto giusto in tempo per assistere all’esibizione di Katia, ancora lei. Stava cantando Dove si Vola di Marco Mengoni, e io avevo sempre amato quella canzone, perciò ebbe il potere di rilassarmi. Non ero l’unico in quella situazione allora.

“Fammi respirare ancora,

Portami dove si vola

Dove non si cade mai

Lasciamo lo spazio e il tempo

E cerca di capirmi dentro

Dimmi ogni momento che ci sei, che ci sei...”

 

Ah, l’italiano. Ma che andasse a quel paese.

L’unico pensiero che riuscivo a formulare prima che ci richiamassero sul palco per la seconda eliminazione fu proprio quello e fu solo grazie a Mika che io riuscii ad arrivare effettivamente sotto i riflettori.

Il mio amore, infatti, era venuto dritto filato a recuperarmi dal backstage “Sapevo che saresti stato sul punto di svenire” aveva commentato, divertito. Gli avevo fatto una linguaccia molto signorile e lo avevo preceduto, ignorando le sue risatine.

Quando fu Katia la prima a salvarsi, ne fui al contempo felice e terrorizzato. Strinsi forte la mano di Mika e chiusi gli occhi fino a quando non sentii il mio nome, accompagnato da uno sbuffo soddisfatto del mio giudice, il quale aveva trattenuto il respiro fino a quel momento e da un bell’applauso.

Me la filai nei camerini rincorso da Mika, che riuscì ad afferrarmi e a farmi il solletico fino alle lacrime, per poi sbattermi al muro senza tanti complimenti e baciarmi profondamente. Mi persi  in quel bacio, nel suo sapore, nell’effetto calmante che aveva su di me. Quando mi staccai, parecchio controvoglia, lui rise.

Lo guardai incuriosito e lui mi mostrò le sue mani, completamente sporche di glitter. “Oh, dio!” risi anche io, mettendomi le mani nei capelli “Cosa hai fatto al mio make up? E pensare che il mio ragazzo me lo aveva fatto con così tanto amore, ora cosa gli dirò?” chiesi, fingendo una preoccupazione che in realtà non avevo “Oh, non ti preoccupare” mi rispose, ammiccando “Sono sicuro che ti ama così tanto da rifartelo, anche più bello di prima” concluse, prima di baciarmi e contemporaneamente spingermi nel suo camerino.

Mi fece riaccomodare sulla poltrona e raccolse le sbavature, aggiungendo dei dettagli qua e là. Alla fine, mi ritrovai con dei complicati ghirigori sopra l’occhio destro, frutto del suo esperimento con le matite andato in porto. Non contento, replicò lo stesso disegno sotto il sinistro applicando- perché no?- una dose abbondante di brillantini.

Era bellissimo “Mi correggo” dissi, senza fiato “Ora è questo il trucco che ho paura di rovinare”

Mi studiai ancora “Michael” lo chiamai “Mh?” mi chiese, mentre metteva a posto i pennelli “Ti amo”

“Ti amo anche io” replicò, sorridendomi.

Non ebbe tempo però di aggiungere altro, perché mi buttai di slancio sopra di lui, facendolo scontrare con il muro mentre riprendevo a baciarlo. Gli slacciai la cravatta mentre lui faceva sparire la mia giacca, e chissà dove saremmo arrivati se non avessimo sentito il conto alla rovescia.

“10 secondi al rientro dalla pubblicità!”

Ci staccammo di colpo, guardandoci intontiti, per poi rimetterci a cercare i nostri vestiti finiti chissà dove, mentre maledicevamo quella benedetta pausa pubblicitaria in almeno cinque lingue differenti.

 

“I walked across an empty land

I knew the pathway like the back of my hand

I felt the earth beneath my feet

Sat by the river and it make me complete”

Mika, come ultima prova, aveva scelto una delle mie canzoni preferite. Non avevo mai amato molto i Keane come gruppo, ma questo brano in particolare mi era rimasto nel cuore e volevo rendergli omaggio come si deve.

 

“Oh simple things, where have you gone?

I’m getting old and I need something to rely on

So tell me when you’re gonna let me in

I’m  tired and I need somewhere to begin”

Col mio nuovo super- make up volteggiavo tra fasci di luce e veli colorati scesi dal soffitto, entrandoci dentro, camminandoci attraverso.

 

“And if you have a minute why don’t we go

Talk about it somewhere only we know?

This could be the end of everything

So why don’t we go somewhere only we know?”

E questa sarebbe stata davvero l’ennesima canzone da dedicare a Mika, se non altro per ribadirgli quanto l’amassi, ma non lo feci. Questa me la sarei auto-dedicata. Era un bel grazie a me stesso, per aver superato dei limiti, in quei mesi, che non sapevo neanche di avere o che avevo pensato non sarebbero mai venuti allo scoperto.

 

“Somewhere only we know?”

Grazie a X Factor ora ero diventato  una persona più forte, determinate e migliore rispetto a cinque mesi prima e non avrei mai ringraziato abbastanza per tutto quello che avevo ricevuto in cambio della mia voce e di ciò che sapevo trasmettere da un palco.

 

“And if you have a minute why don’t we go

Talk about it somewhere only we know?

This could be the end of everything

So why don’t we go somewhere only we know?”

X Factor mi aveva davvero regalato tanto e io  volevo quella vittoria più di ogni altra cosa al mondo, lì in quel momento. Quest’arena sarebbe sempre stata casa mia, e non c’è posto migliore in cui vedere riconosciuti i propri meriti che casa propria. Nulla sovrasta quell’emozione.

 

“Somewhere only we know… somewhere only we know”

Tutto ciò che segue la mia ultima esibizione lo ricordo come fossi in un sogno. Vedo Katia sul palco, ebbene sì, anche lei è qui con me e ci abbracciamo dopo che ha concluso la sua versione di Lego House.

Alessandro dà la pubblicità e immediatamente Simona e Mika si precipitano nel backstage. Nella confusione generale, nessuno nota noi due che ce la filiamo e raggiungiamo un angolino appartato per stare un po’ da soli.

Non parliamo, ci limitiamo a guardarci negli occhi, cioccolato nel grigio per l’ennesima volta. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima e mai affermazione mi è sembrata più vera.  Guardando Mika negli occhi posso specchiarmi in lui, leggere i suoi stati d’animo, ammirare quanto repentini siano i suoi cambi d’umore, quanto questo mi sconvolga e mi faccia innamorare di lui ogni volta di più.

Lui abbassa lo sguardo sulla mia giacca, mi aggiusta il fazzoletto nel taschino, fischietta un motivetto da un’opera lirica mentre mi stringe a sé, con dolcezza, come se avessimo tutta la calma del mondo e io non stessi per affrontare la parte più delicata di tutta la finale.

Il suo sguardo si posa infine sul grande orologio digitale appeso al muro e i miei occhi lo seguono, mentre reprimo l’istinto di mostrargli il mio, che è analogico. Ha le lancette, non riuscirebbe a leggerlo.

Mentre riesce a studiare benissimo quello digitale e poi si gira verso di me “ È mezzanotte meno dieci” mi comunica, trionfante “Ancora dieci minuti e poi tutto sarà finito e poi potrò prenderti la mano in pubblico, abbracciarti, baciarti e nessuno potrà dire che ti ho favorito” spiega, tutto contento.

Sorrido, mentre poi un dubbio si fa strada in me “Perché, tu mi hai favorito?” chiedo e la mia mente corre subito all’eliminazione di Rosy e inizio a chiedermi se l’abbia fatto apposta, ma lui interrompe le mie pippe mentali con una risata cristallina.

“Io? Ma se hai fatto tutto da solo! Non avevi certo bisogno di me. Tu non hai bisogno di me se sei su un palco”

Io lo guardo ancora più sbalordito “Ma cosa dici? Io sono così solo perché ci sei tu a guardarmi, a sostenermi! Senza di te non so come farei” gli confesso a mezza voce.

La luce nei suoi occhi divampò, e si trattenne dal baciarmi giusto perché eravamo in pubblico, ma io avevo adocchiato questo corridoio che portava alle sale di regia e lo imboccai tenendo  Mika  per un polso.

Lo baciai nel buio, e amai ogni secondo del nostro contatto, le nostre lingue che giocavano, i muscoli che guizzavano sotto la pelle al contatto con i miei palmi, l’intera essenza di Mika nelle mie mani.

La fine della pubblicità arrivò- ancora una volta- troppo presto, ma lui non si staccò da me. Rimanemmo fronte contro fronte fino a quando la voce di Rosy ci diede un ultimo avviso, poi tenendoci per mano, andammo davanti allo schermo con Simo e Katia.

Alessandro ci chiamò sul palco, la busta già in mano. La mia attenzione venne calamitata su quel rettangolo di carta rosso e non capii più niente. Solo la mano di Mika ancorata alla mia schiena  mi teneva in contatto con la realtà.

Alessandro ci mise quelli che mi parvero secoli ad aprire quella dannata busta, e anche quando l’ebbe fatto, il non riuscire a leggere in trasparenza mi uccideva. Mika doveva esserci riuscito, invece, perché sussultò e mi strinse di più a lui.

“E il vincitore di XFactor 14 è ………. Alessio!”

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Ciao a tutte! Cosa ne dite di questo penultimo capitolo? Io personalmente non vedevo l’ora di arrivare alla finale e di riuscire a scrivere il mio epilogo, il vero finale di questa storia. Ce l’ho in testa da quando ho iniziato questa storia che ormai  è come se fosse mia figlia.

Grazie per continuare a seguirmi, spero che il finale vi piaccia!

Xoxo Bea

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Capitolo 26
*** #26 The Origin of Love - Epilogue ***


mika 26 fine

Cap 26

The Origin of Love

Epilogue

“From the air I breathe to the love I need

Only thing I know you’re the Origin of Love

From  the God above to the one I love

Only thing that’s true  the origin is you”

 

“You’ve got the words to change a nation

But you’re biting your tongue

You’ve spent a lifetime stuck in silence

Afraid you’ll say something wrong

If no one ever hears it how we gonna learn your song?

So come on, come on

Come on, come on”

 

Sono  passati due anni da quando ho vinto X Factor, e mai come ora sono convinto di riuscire a guardare indietro e di poter tracciare un bilancio della mia vita fino ad ora.

Subito dopo la mia vittoria io e Mika siamo andati a vivere insieme e abbiamo cercato di farlo senza dare molto nell’occhio ma anche evitando di nasconderci.

Lo vedete quel palazzo vicino a Villa Borghese nel cuore di Roma, quello tinto di bianco in stile liberty? Ecco, è lì che viviamo, nell’attico, quando non siamo in giro per concerti.

Ci avremmo passato si e no due settimane, giusto il tempo di un trasloco e delle vacanze di natale. Poi, è stato una montagna russa di emozioni.

Si da quando, un paio di mesi dopo la mia vittoria, tornai a casa in fretta e furia perché doveva parlarmi.

“Vuoi venire in tour con me?”

Furono queste le parole che gli uscirono dalle labbra, prima che io pensassi solo a chiedergli il perché di quella chiamata improvvisa. Mi guardava speranzoso, appollaiato sul bracciolo della sua poltrona preferita, un tic nervoso nelle mani che non riuscivano a stare ferme.

“Apriresti tutti i miei concerti del tour e potresti cantare le tue canzoni, faremmo dei duetti…  rimarresti con me. Non voglio lasciarti” aggiunse subito, in risposta alla mia occhiata interrogativa. Non fece neanche in tempo a finire la frase, mi lanciai verso di lui, baciandolo con foga e sbattendolo allo schienale della poltrona.

“Wow, lo prendo per un si” sussurrò, prima di passarmi una mano sulla schiena ed approfondire il bacio.

Non ero un tipo da discorsi complicati quanto uno da lunghe riflessioni. Eppure quella volta non avevo avuto bisogno neanche di un secondo di tempo per accettare. Semplicemente il mio cuore aveva deciso per me, la discussione con la mia mente non aveva avuto ragione di iniziare.

Così lo avevo seguito in tour. In due mesi avevo visto mezzo mondo, coperto quasi 2oomila chilometri – più di quanto avessi mai immaginato di viaggiare in tutta la mia vita- e aperto i concerti del mio ragazzo.

 

You’ve got a heart as loud as lions

So why let your voice be tamed?

Maybe we’re a little different

There’s no need to be ashamed

You’ve got the light to fight the shadows

So stop hiding it away

Come on, come on”

 

Questa è la mia storia. Non voglio insegnare, perché non ne sarei capace, ma solo raccontare quali miracoli a volte l’amore sia in grado di compiere. È riuscito a trasformarmi da un timido ragazzino avverso al mondo e che credeva di aver toccato il fondo ad un uomo contento della vita che si è guadagnato, speranzoso verso il futuro e alleggerito dall’amore.

Mika. Mika è sempre stato il mio faro, la mia ancora di salvezza nella tempesta. Lui, i suoi modi di fare, il suo profumo, i suoi occhi, la sua voce, il suo sorriso.

 

“I wanna sing, I wanna shout

I wanna scream ‘til the words dry out”

Potrei  rimanere delle ore a raccontare cosa voglia dire per me alzarmi ogni mattina con lui attaccato al mio fianco, i capelli ricci perennemente stravolti e appiccicati alla mia faccia quanto alla sua.

Potrei parlarvi di come trascorriamo la nostra vita, in barba a tutto e a tutti , staccando il telefono ogni volta che ci fermiamo in un posto per più di 72 ore, chiudendo le imposte e lasciando che il nostro amarci ed appartenerci l’uno l’altro prenda il sopravvento fino al prossimo volo.

 

 “So put it all of the papers

I’m not afraid

They can read all about it, read all about it, oh”

Potrei raccontarvi con le lacrime agli occhi per le risate  di ogni volta in cui, durante i concerti ci accorgiamo di come l’altro cammini con aria sofferente e di come, girandosi a lanciare improperi, si accorgi che anche il suo compagno è nelle stesse condizioni.

Oppure vi diremmo di quando ci chiedemmo di sposarci contemporaneamente, o magari questa  davvero da raccontare.

Eravamo a Parigi – terribilmente cliché, ma che volete farci? Quella città mette in testa strane idee- e avevamo deciso di andare a cena fuori quella sera, niente di impegnativo, o almeno così volevamo far credere all’altro.

Già da come arrivammo, entrambi con i fiori preferiti dell’altro tra le mani, avrei dovuto capire come si sarebbe prospettata la serata, incredibilmente romantica con una cena al lume di candela, frasi sussurrate e talmente amorevoli da togliere il fiato con uno sguardo.

 

“At night we’re waking up the neighbours

While we sing away the blues

Making sure that we’re remembered, yeah

Cause we all matter too

If the truth has been forbidden then we’re breaking all the rules

So come on, come on

Come on, come on”

 

O avrei dovuto aspettarmelo quando si mise al piano, cantando con voce carezzevole  Read all about it, solo per me, per noi. Amavo quella canzone, poi cantata da lui… la sua voce non la finiva mai di emozionarmi, così calda e imprevedibile quando finiva sui falsetti, il suo amato chante oriéntal  che solo lui riusciva a fare.

Avevo i brividi.

E quando, sfumando sulle ultime strofe, mi chiese “Will you marry, me?”, portando all’altezza dei miei occhi una scatolina di seta blu contenente una semplice fascetta argentata  non seppi come, ma resistetti alle lacrime giusto il tempo di mostrargli la mia e rispondergli “Si, se lo vuoi anche tu”.

Guardò l’anello che avevo scelto per lui solamente di sfuggita, fu troppo occupato a lasciare il pianoforte per correre a baciarmi e sussurrarmi un “Si” pieno di amore e felicità.

“Si” che continuammo a ripetere mentre ci guardavamo negli occhi e ci scambiavamo piccoli baci a stampo, dicendolo ogni volta respirandoci sulle labbra.

Quando finalmente riuscii a mettergli  il mio anello, lui lo fissò, percorrendo con un dito le due piccole note musicali che vi avevo fatto incidere e che splendevano contro l’argento.

“Non è giusto, il tuo è più bello” borbottò “Io non te l’ho scelto così.. perfetto” disse, guardandomi imbronciato. Non potei fare a meno di sorridere, passando una mano sulla sua guancia e perdendomi nei suoi occhi “Invece a me lo sembra” sussurrai. Posai le mie labbra sulle sue “Perfetto” ripetei mentre sentivo le sue labbra modellarsi perfettamente sulle mie e chiedere subito più accesso alla mia bocca.

Accesso che diedi senza neanche pensare che ci trovassimo in un ristorante, con centinaia di occhi puntati addosso.

Inutile dire che quella sera  pagammo e ci fiondammo a casa, impazienti di dare libero sfogo al nostro amore. Quella fu una delle notti più belle della mia vita, piena di dolcezza, coccole e attenzioni. Così come prometteva di essere la nostra vita da quel momento in poi.

 

“Let’s get TV and the  radio to play our tune again

It’s about time we got some airplay of our version of  events

There’s no need to be afraid

I will sing with you my friend

Come on, come on”

 

Quella fu solo una delle volte in cui ci demmo da fare in circostanze non proprio propizie ed in situazioni scomode. Come quando, prima del concetto di apertura del suo tour, me lo trascinai in camerino perché stavo per avere un attacco di panico e mi serviva un modo  per scaricare la tensione.

O lui, o uno shot di vodka.  Ma era decisamente  una buona cosa avere il mio ragazzo a portata di mano invece del minibar.

“You really are a bad boy, Alessio”

Fu quello che mi sussurrò, prima di cogliere al volo la situazione e iniziare a baciarmi, un ghigno divertito dipinto sul volto.

E se qualcuno fosse entrato in quel momento avrebbe visto Mika, la star pluripremiata e più colorata del mondo inginocchiata davanti  al suo ragazzo, nonché il cantante che avrebbe aperto il suo concerto da lì a venti minuti circa. In atteggiamenti piuttosto compromettenti, avrebbero detto. Come se Mika al lavoro su di me non fosse già qualcosa che  faceva partire ogni neurone ancora disponibile nel mio cervello.

Il pensiero mi fece eccitare se possibile ancora di più e anche lui era nelle mie stesse condizioni. Venni quasi subito nella sua bocca e poi ribaltai velocemente le posizioni, riservandogli lo stesso trattamento. E se qualcuno fosse entrato, stavolta si sarebbe stupito di vedermi all’opera su di lui, come se un cantante affermato come Mika non potesse avere attacchi di panico da palcoscenico.

Nah, chi volevo prendere in giro, quelli venivano solo a me. Mika voleva solo un pompino.

E detta così sembra davvero una cosa brutta, se non fosse che io amavo concederglieli.

“I wanna sing, I wanna shout

I wanna scream ‘til the words dry out

So put it all of the papers

I’m not afraid

They can read all about it, read all about it, oh”

 

Oppure, ricordo ancora quella volta in cui ci trovavamo a Washington. Era pazzesco, ancora non riuscivo a capire come facessimo ad esibirci persino lì, si vociferava che persino il Presidente volesse una nostra esibizione privata, cosa molto ambigua e sconcertante anche senza le battutine del mio ragazzo, che si chiedeva di che tipo di “esibizione” stessimo parlando.

Comunque, a parte la stupidità dilagante, avevo insistito per andare alla Biblioteca Nazionale. Avevo visto un documentario, da piccolo, e da quel momento sognavo il giorno in cui avrei guadagnato quel tanto  bastasse per andarci per conto mio.

Amai ogni singolo angolo di quella biblioteca, era un mausoleo, un vero tempio. C’erano prime stampe, edizioni rarissime, collezioni dei presidenti, tutto quello che la mente umana poteva arrivare ad immaginare in fatto di libri.

E, dulcis in fundo, un pianoforte a coda faceva bella mostra di sé su un soppalco  su un soppalco.

Allora, la scena fu questa: io che indicavo quella parete, Mika che si precipitava nell’unica cosa che avesse senso per lui in tutta la Biblioteca, visto che non riusciva a leggere quelle edizioni, era come se fossero carta straccia ai suoi occhi, nonostante non vi portasse rancore. Era una parte di lui, come i suoi ricci o il suo sorriso. Io gli ripetevo sempre “Non funzioni male, sei solo settato un gradino più in alto rispetto a chiunque altro” e per me era davvero così.

Così io passavo adorante da un ripiano all’altro mentre lui si appropriava con un sospiro soddisfatto della possibilità di far ascoltare musica di qualità persino dentro la Biblioteca Nazionale: la sua.

“Yeah, we’re all wonderful, wonderful people

So when did we all get so fearful?

Now we’re finally finding our voices

So take a chance come help me sing this

Yeah, we’re all wonderful, wonderful people

So when did we all get so fearful?

And now we’re finally finding our voice

Just take a chance, come help me sing this”

 

Era il secondo natale che passavamo a Roma, e per l’occasione erano arrivati tutti, ma proprio tutti.

 Era arrivata tutta la famiglia di Mika, con mamma e i suoi quattro fratelli al seguito. Era scesa Cristina da Milano, portandosi dietro mio padre, Rosy e persino Isabella.

E, signori e signore, direttamente dalla Sunny LA ci avevano deliziato con la loro compagnia Adam e la loro band, più Mr. Brian May che aveva deciso di trascorrere le vacanze con Adam e di conseguenza con noi.

Casa nostra non vide giorni più caotici di quelli, ve lo posso assicurare. Chi cantava da una parte, chi occupava i bagni (tre!! Scusate se sono pochi, eh superstar) chi chiacchierava del più e del meno in minimo quattro lingue diverse.

Yasmine, la sorella artista – come la chiamava lui, facendola arrabbiare- si era placidamente accomodata sul terrazzo, piantandoci una tenda, e scendendo solo per mostrarci i suoi nuovi dipinti da appendere alle pareti o per mangiare. Come facesse a rimanere là fuori al freddo non lo so e non so dirmi nemmeno grazie a quale santo sono riuscito a farla dormire dentro almeno la sera della vigilia.

“I wanna sing, I wanna shout

I wanna scream ‘til the words dry out

So put it in all of the papers

I’m not afraid

They can read all about it, read all about it, oh”

 

Sapete, la cosa bella di quel Natale non fu tanto la festività in sé, anche perché con Adam ebreo ma non praticante, io che non praticavo e Mika nemmeno, c’era ben poco da considerarla una festività religiosa.

No, fu più l’essere insieme dopo tanto tempo, l’aver ritrovato amici e parenti e soprattutto il cibo: quello fu qualcosa che non sto neanche a descrivervi, non ci arrivereste comunque. Vi basti sapere che la madre di Mika  aveva portato con sé tutte le sue armi d’attacco, approfittando del volo privato che era stato prenotato per la sua famiglia. Tutte le pentole, i mestoli, pentolini, strofinacci, tutto.

“Manca solo il forno” aveva commentato Mika guardando quell’ammasso di metallo “E poi, non ci darà pace finché non le faremo mettere le mani sulla nostra cucina” aveva aggiunto subito dopo, scoccandomi un’occhiata, preoccupato dall’improvviso pallore del mio viso.

Ammetto di essere stato spaventato per la mia cucina. Ci tenevo, era nuova fiammante, ma la  mamma sapeva cosa stava facendo. Fu il migliore pranzo di Natale di tutti i tempi.

Seduto a quella tavola, mentre io e Rosy passavamo i piatti e l’amore della mia vita mi guardava sorridendo dall’altra parte del tavolo, sentivo davvero di aver fatto la scelta giusta.

E più tardi quando tutti gli ospiti erano andati a nanna ed eravamo rimasti solo io e lui, tra un sorriso ed un biscotto davanti alla tv, mi sentivo davvero in pace col mondo.

“I wanna sing, I wanna shout

I wanna scream ‘til the words dry out

So put it in all of the papers

I’m not afraid

They can read all about it, read all about it, oh”

 

Avevo pubblicato un album di debutto tutto in inglese, seguito da un tour abbastanza apprezzato sia in Italia che in Inghilterra, dove Mika era riuscito a farmi arrivare tramite i suoi concerti. Ma ci avevo messo molto poco a capire che questo tipo di vita non faceva per me, almeno non la parte che riguardava lo stare sotto i riflettori.

Ho lasciato la fama e quella vita per seguire l’uomo che amo. Ora sono il suo pianista e mai una decisione mi è sembrata più benedetta di questa.

Amo Mika sempre di più ogni giorno che passa, e so che per lui è lo stesso. Me lo dimostra in molti modi, standomi sempre accanto, condividendo con me ogni secondo, anche vivendo a Roma, lui che è un cittadino del mondo.

È stata la cosa più bella che mi sia mai capitata, la decisione più dolce, insieme a quella più travagliata. Perché chi lo ha detto che l’amore è sempre giusto  o facile? Noi  per primi ne portiamo i segni  sul cuore e sulla pelle. È per questo che ringrazio ogni giorno per quello che ho, cercando di viverlo al meglio.

Una vita senza di lui non avrebbe senso.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Cacchio, ho davvero finito? No, non voglio, daii ridatemi Ale, ridatemi quel patatone del mio amore, datemi Adam, voglio Rosy, Cristina, Isabella, il papà… vorrei persino Morgan (ti adoro tesoro, sei pazzo quanto me) daiiii.

Niente, se ne sono andati tutti. A quanto pare ho davvero finito questa storia. Non so dirvi quanto abbia significato per me scrivere queste pagine, pubblicare e sentire le vostre opinioni: GRAZIE.

Grazie alle 21 persone che stanno seguendo, alle 35 che mi hanno messo tra le preferite. Non so come farei senza di voi, poi siete tantissimeeeeee. Grazie davvero per avermi seguito in questa pazzia, perché rendete tutto molto più normale, quando di normale in questa ff non c’è neanche il titolo ahahahaah

Mika, amore non vedo l’ora di vederti di nuovo in tv.. giuro che stalkererò sky finchè non uscirai, tesoro.

E Adam, dolcezza, siccome mi sei stato sempre in mezzo mentre scrivevo questa ff, ora che devo inizare a scrivere la tua ti metterò Mika in ogni capitolo! Sei avvisato J

Che dire, grazie alle mie amiche, ora andiamo a scrivere Faberry, non vi preoccupate.

Love you all, crazy people!

Bea

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